Anno dopo anno

di Shellcott
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La solita routine ***
Capitolo 2: *** Una cena movimentata ***
Capitolo 3: *** Confessioni ***
Capitolo 4: *** Ritorno a casa ***
Capitolo 5: *** Discorsi da matrimonio ***
Capitolo 6: *** Partenza ***
Capitolo 7: *** Un annuncio importante ***
Capitolo 8: *** Tutte le donne del Salvatore ***
Capitolo 9: *** Regali e premi ***
Capitolo 10: *** Sulla scogliera ***
Capitolo 11: *** La cassa sbagliata ***
Capitolo 12: *** Attesa ***
Capitolo 13: *** Tutto bene ***
Capitolo 14: *** Da solo ***



Capitolo 1
*** La solita routine ***


Questo è il sequel della storia Dopo la fine. Consiglio di leggere la prima parte per comprendere a pieno questa.

CAPITOLO 1: La solita routine


 

19 maggio 2000

«Ron esistono i bicchieri!»

Harry sentì chiaramente la voce di Hermione stizzita attraverso la porta mentre aspettava che qualcuno aprisse.

Aveva già bussato due volte, ma ancora nessuno l'aveva fatto entrare.

Fu tentato di aprire con la magia. Entrare in casa d'altri, con la materializzazione o con qualche incantesimo, senza prima essersi annunciati era considerato molto maleducato nel mondo dei maghi, ma fare aspettare qualcuno per svariati minuti sul pianerottolo non era certo meglio.

Alla fine la porta si spalancò, mentre sentiva ancora le voci di Hermione e Ron discutere animatamente.

Sull'uscio comparve Ginny, in accappatoio e capelli bagnati. Appena lo vide le si illuminò il viso e gli saltò al collo esclamando:

«Ho preso il boccino Harry!»

Lui si staccò e una smorfia di rabbia gli si disegnò sul volto

«L'unica partita in otto mesi che non vengo a vedere ti fanno giocare e prendi il boccino?» Esclamò roteando gli occhi «Lo sapevo che sarei dovuto venire»

Lei rise «Si così poi ti buttavano fuori dall'addestramento per non aver passato il test di Pozioni» disse baciandolo «Vieni dentro» aggiunse poi tirandolo per la mano.

Harry si affacciò in cucina mentre Hermione scuoteva il cartone del latte

«E poi ne hai lasciate due gocce!»

«Mica potevo finirlo! Metti che lo voleva qualcun altro?» Esclamò Ron «Ciao Harry» Aggiunse poi lanciandogli uno sguardo disperato

«Ciao Harry» disse veloce Hermione per poi rivolgersi di nuovo a Ron «E chi altro vorrebbe bere dal cartone che ti sei pomiciato bevendo?»

«Beh non mi sembra tu ti faccia problemi, quando lo faccio con te!»

«Ma è un cartone del latte!»

«Non lo stavo pomiciando»

Harry distolse lo sguardo e vide Ginny che se la rideva mentre si sfregava un asciugamano tra i capelli

«Fanno così da un'ora almeno» Rivelò stringendo le spalle «Vedrai che fra un po' si chiudono in camera e ne riescono stasera riappacificati» aggiunse facendogli cenno di seguirla in camera sua.

Harry si chiuse la porta della stanza alle spalle e si girò verso la ragazza giusto in tempo per vederla sfilarsi l'accappatoio per rivestirsi.

Le si avvicinò abbracciandola da dietro mentre prendeva un paio di slip dal cassetto e le mormorò

«Potremmo riappacificarci anche noi» Per poi darle un leggero bacio sul collo.

Lei sgusciò fuori dal suo abbraccio e guardandolo con la faccia torva, ma divertita disse «Dovremmo litigare prima!»

«No direi che possiamo saltarla quella parte» Aggiunse lui avvicinandosi per baciarla, ma Ginny lo spinse via ridendo facendolo cadere sul letto.

«Prima raccontami come è andato il test» esclamò andando verso di lui ancora nuda.

«In realtà meglio di quanto mi aspettassi!» rivelò lui contento guardandola mentre si chinava a slacciargli i pantaloni «Ho dovuto distillare un Elisir di Mandragola. Ho avuto un dubbio se ci andavano i semi o le foglie di Malva, ma fortunatamente ho azzeccato»

«Bravo» sussurrò Ginny «Meriti un premio» e con un colpo secco gli abbassò pantaloni e boxer.

Rimasero chiusi in camera per almeno un'ora, ma quando uscirono tra Ron e Hermione non c'era stata alcuna distensione.

Erano ai capi opposti del divano: lei muoveva la bacchetta nervosamente fissando due ferri da maglia sferruzzare una lunga coperta multicolore; lui sfogliava violentemente una rivista babbana che Ginny aveva trovato in metropolitana.

«Ah ci siete ancora!» Esclamò Hermione fissandoli e lasciando cadere i ferri «Credevo foste usciti»

Ron distolse lo sguardo, paonazzo.

«Ron smettila di fare sempre quella faccia! Sei un idiota» Hermione gli lanciò contro i due gomitoli di lana e corse nella sua camera.

«Herm...» Rispose lui stupito «Ma che ho fatto ora?» Chiese fissando Harry e Ginny che si stavano godendo la scena sghignazzando. Poi non ricevendo risposta la seguì.

«Ok, ne usciranno fra un bel po'» Sentenziò Ginny «Abbiamo tempo per farci una passeggiata al parco prima della cena alla Tana»


 

«Quando smetteranno di litigare, saprò che stanno per lasciarsi» Commentò Harry mentre passeggiavano mano nella mano per un lungo viale alberato.

Lei rise «Le prime volte che li ho visti fare così sono rimasta sconvolta! Non ci ero abituata»

«Io mi sono sorbito i loro litigi per sei anni ad Hogwarts!» disse Harry «E allora non avevano neanche modo di riappacificarsi!» Concluse ridendo

Il parco davanti a casa di Hermione e Ginny era piccolo, ma molto curato. Leggere collinette verdi si erano riempite di fiori bianchi sentendo con l'arrivo di maggio. Dolci viottoli di ghiaia si alternavano a viali alberati con panchine all'ombra delle fronde.

Harry non poteva credere che fosse passato quasi un anno dalla festa a casa di Neville. Il tempo gli sembrò essere volato: il secondo anno del corso di addestramento era stato particolarmente duro, ma ora, con l'ultimo test di Pozioni, poteva tirare il fiato. Con Ginny andava tutto a gonfie vele, non avevano mai litigato da allora e non era affatto raro che passassero la notte l'uno nella casa dell'altra.

Si rese conto che stava sorridendo.

«A che pensi?» Chiese Ginny guardandolo

«Stavo riflettendo sull'anno che è appena passato» rivelò lui

«Ah si? E sei arrivato a qualche conclusione?»

«Che è la prima volta che non rischio di morire e che sono felice per dodici mesi consecutivi»

Lei le strinse la mano più forte e sorrise.

Continuarono a camminare fino a che non ebbero percorso tutti i sentieri e il sole calò oltre l'orizzonte, senza accorgersi che per la quarta volta in quel pomeriggio incrociarono la strada con due uomini che li fissavano insistentemente.


 

«Stai zitto» mormorò Hermione all'orecchio di Ron mentre cercava di trattenere i mugolii «Ci sono Harry e Ginny di la»

«Sono usciti, ho sentito la porta» disse lui d'un fiato mentre si muoveva dentro di lei.

Hermione allora lasciò andare un gemito.

Adorava il sesso dopo che avevano litigato. Tutto quello che provava normalmente era moltiplicato per dieci e molto più intenso.

Gli piantò le unghie nella schiena quando lui la fece venire. Sentiva le sue mani stringerle il sedere mentre l'orgasmo montava forte dentro di lei.

Ron continuò a muoversi freneticamente e alla fine venne anche lui.

Si accasciarono entrambi, sudati e sfiniti, sul lenzuola arruffate.

Ron fissava il petto di Hermione salire e scendere a ritmo del suo respiro.

Con un braccio la attirò a se e lei si sdraiò appoggiando la testa sulla sua spalla.

«Quindi stasera conoscerai la tua prima nipote» mormorò Hermione accarezzandogli distrattamente un fianco

«Già. Ha detto mamma che l'hanno chiamata Victoire perché è nata lo stesso giorno della battaglia di Hogwarts»

«Si, l'avevo intuito» Rispose Hermione con un minimo di supponenza.

«Miseriaccia, sono già passati due anni!» aggiunse Ron.

«A che ora bisogna andare alla Tana?» Chiese la ragazza per cambiare argomento.

«Ginny ha detto alle otto. Quindi possiamo andare alle otto e mezzo» Sentenziò Ron ricordando la propensione della sorella ad anticipare sempre tutto per evitare di arrivare in ritardo.

«Ok, quindi arriveremo per le otto meno un quarto»

Ron sbuffò.

«Perchè così presto? Non avremo abbastanza tempo!» esclamò deluso

Hermione lo guardò perplessa

«Abbastanza tempo per cosa?»

«Questo!» Rispose il ragazzo ammiccando mentre faceva scivolare una mano in mezzo alle sue gambe.

Lei le allargò leggermente e ribatté stupita «Ancora?»

«Non mi basti mai, Herm» Le disse baciandole il collo

«Ah si?» Chiese lei con malizia mentre gli saliva sopra e se lo faceva scivolare dentro.

Poi si chinò per baciarlo, ma quando lui si avvicinò si scostò velocemente alzandosi e uscendo dal letto. «Beh mi sa che per oggi pomeriggio ti dovrà bastare!» esclamò guardandolo divertita e si diresse verso il bagno.


 


 

«Tu lo sapevi?» Chiese Ron alla sorella mentre la raggiungeva insieme a Harry e George in giardino.

«Si» Rivelò Ginny imbarazzata «Io e Angelina giochiamo insieme, ma mi ha chiesto di non dirlo a nessuno!»

«Quindi dopo Percy e Audrey a gennaio, la famiglia Weasley avrà un secondo matrimonio quest'anno!» disse Harry sovrappensiero.

Ripensò con un po' di ansia al matrimonio a cui era andato insieme a Ginny qualche mese prima.

Non aveva nulla a che vedere con quello di Bill e Fleur. Tutto era stato estremamente sobrio e composto, quasi noioso. George aveva provato a movimentare un po' la serata con qualche Fuoco Forsennato Weasley, ma Percy, come se se lo aspettasse, li aveva neutralizzati con un colpo di bacchetta prima ancora che qualcuno si rendesse conto di cosa fossero quei lampeggi nel cielo.

L'unica cosa che aveva smosso un po' la monotonia della cerimonia era stata appunto la presenza di Harry. Sulla Gazzetta del Profeta era appena uscito un articolo che, per la prima volta, si era incentrato esclusivamente sul tratteggiare un ritratto il più dettagliato possibile del ragazzo che aveva sconfitto Voldemort.

«Harry» mormorò George «Posso chiederti un favore?»

Il ragazzo lo fissò immaginandosi che gli chiedesse di non andare o di prendere una pozione Polisucco per evitare di essere al centro dell'attenzione più degli sposi.

«Potresti fare qualcosa di stupido o pazzo prima del matrimonio?» Chiese il ragazzo sghignazzando

«Cosa?» Chiese Ginny stupita

«Sì! Qualcosa tipo correre nudo a Diagon Alley per esempio» aggiunse il fratello mentre il suo sguardo tradiva divertimento.

Gli altri tre continuarono a guardarlo come se fosse impazzito.

«Perchè dovrei correre nudo a Diagon Alley?» Chiese Harry, impaurito dalla risposta che avrebbe potuto avere.

«È un po' di tempo che non appari sui giornali! Vuoi mettere che figata sarebbe avere una schiera di paparazzi che prova ad intrufolarsi alla Tana durante il mio matrimonio solo per farti una foto?» Esplose George ridendo «E poi immagina che pubblicità per i Tiri Vispi!»

Harry rise.

«Torniamo da Fleur» esclamò Ginny alzandosi «Non credo abbia preso molto bene il fatto che tu e Angelina abbiate rubato la scena alla piccola Victoire»


 

«Pensavo una cosa» disse Harry entrando nella sua camera a Grimmauld Place.

Ginny era già a letto, con le gambe sotto ad un lenzuolo e addosso una vecchia maglia di quando Harry faceva il cercatore. Stava sfogliando una rivista che aveva sulla copertina una strega a cavallo di una scopa intenta ad allungare una mano per prendere un boccino.

«Anzi due cose» si corresse il ragazzo raggiungendola a letto e cominciando a baciarle il collo.

«Sto leggendo, mi distrai»

«Era quello l'obiettivo»

La ragazza si sforzò a non cedere ai brividi che le percorrevano la schiena ogni volta che le labbra di Harry le toccavano la pelle.

«Quindi? Cosa stavi pensando?» Chiese cercando di farlo desistere

«Prima cosa» Sospirò mentre continuava a baciarle il collo e le mani si infilavano sotto la sua vecchia maglia «Non mi piace che vieni a letto con questa» e provò a sfilarla

«Me l'hai regalata a Natale, posso farci quello che voglio!» Rispose lei facendo l'offesa e abbassandosi l'orlo della maglia

«Si puoi farci quello che vuoi!» Confermò il ragazzo guardandola «Ma nel mio letto non la puoi indossare! Ne questa ne altre maglie!» Concluse con malizia

Ginny lo fissò e chiuse la rivista.

Lo fissò divertita e con un colpo solo si sfilò la maglia rimanendo solo con gli slip

«Contento?» E si rimise a leggere

Harry, stupito, seppe solo annuire mentre la fissava.

«La seconda cosa?» Chiese Ginny guardandolo con la coda dell'occhio.

«Eh?» Harry apparve confuso

«Hai detto che avevi pensato a due cose!» Esclamò la ragazza ridendo «Mi basta stare mezza nuda per far rincretinire il salvatore del mondo magico?» aggiunse provocatoria.

Harry rise «Me la sono scordata!» Ribatté mentre faceva scivolare le mani verso le mutandine della ragazza.

«Giù le mani, Potter!» Lo avvisò Ginny divertita.

«Magari se le togli, mi viene in mente!»

«Se ti viene in mente, magari le tolgo»

«Ok, ok, hai vinto...»

«Come al solito» Lo interruppe lei

«Pensavo che» Continuò Harry ignorandola «Ron passa più notti da voi che qua. E tu più a Grimmauld Place che a casa tua»

Ginny capì immediatamente dove voleva andare a parare e chiuse la rivista ascoltandolo interessata

«Quindi?» Lo incalzò

«Quindi pensavo che potresti a pagare l'affitto a me!» concluse Harry ridendo.

«Sei un cretino!» urlò lei lanciandogli la rivista

«Dai che scherzo» la interruppe lui attirandola a se con un abbraccio «Magari potremmo trovarci un posto nostro»

«Andare a vivere insieme?» Chiese lei emozionata.

Harry annuì, poi aggiunse frettolosamente «Se vuoi, eh!»

«Certo che voglio!»Esclamò lei salendogli sopra e cominciando a riempirgli la faccia di baci.

Nota dell'autore: Il progetto originale prevedeva di analizzare molto più dettagliatamente tutti i personaggi: avevo programmi per George e Angelina (in parte rispettati nella prima parte della storia), Neville, Luna, addirittura Seamus e altri. Ma purtroppo ho preso coscienza che stava diventando una storia troppo grande e impegnativa da scrivere. 
Ci saranno comunque piccole informazioni relative ai personaggi "minori", ma per lo più si concentrerà su Harry, Ginny, Ron e Hermione.
Questa parte della storia riguarderà molto più dettagliatamente Ron ed Hermione, ma Harry e Ginny avranno il loro ampio spazio (ho scoperto che mi piace un sacco scrivere di loro). 
Un'altra "cattiva notizia". Per Dopo la fine, aggiornavo ogni giorno. Per questa storia purtroppo non credo di poterlo fare. 
Finito il lockdown il tempo a disposizione è sempre meno, inoltre sto scrivendo anche altro (sia altre ff su questo sito che cose di tutt'altro genere). Ho idea di pubblicare almeno un capitolo a settimana, ma sono ottimista e spero di riuscire a farne di più.
Detto questo vi invito a recensire! fatemi sapere che ne pensate e se vi è piaciuto.
Grazie e a presto! :)

 

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Capitolo 2
*** Una cena movimentata ***


CAPITOLO 2: UNA CENA MOVIMENTATA


 

1 giugno 2000

«Perché quando sono insieme, sono sempre in ritardo?» Chiese Ron sbuffando.

«In realtà Ginny è in ritardo anche da sola» Rivelò Harry continuando a fissare il menù appeso sulla vetrina del ristorante davanti al quale stavano aspettando le due ragazze.

«Hermione non è mai in ritardo, se non quando è con lei» continuò a lamentarsi Ron.

Harry lo ignorò a si guardò intorno. Avevano deciso di andare a cena in un ristorante che aveva appena aperto in una zona un po' più residenziale di Diagon Alley.

«Chissà com'è vivere qua!» Chiese all'amico.

«In che senso?» Rispose Ron guardandolo stupito

«Adesso viviamo a Londra, in mezzo a babbani. Chissà come sarebbe vivere in un posto dove ci sono solo maghi» Spiegò Harry

«Sicuramente avremmo la casa assediata dai fan» Esclamò Ron ammiccando verso una coppia che passeggiava sul marciapiede opposto a loro e li fissava sussurandosi chissà cosa all'orecchio.

Harry alzò gli occhi al cielo. Negli ultimi giorni gli capitava troppo spesso di essere fermato da qualcuno per una foto o addirittura un autografo. Aveva sempre odiato essere al centro dell'attenzione e ora che tutti quegli sconosciuti lo conoscevano e si intromettevano nella sua vita si sentiva sempre più irritato.

Un sonoro crack lo distrasse dai pensieri e Ginny apparve insieme ad Hermione.

«Era ora!» Esclamò Ron voltandosi «Sto morendo di...» Si interruppe e spalancò gli occhi fissando le due ragazze.

Ginny indossava una gonna rossa plissettata che le arrivava poco sopra al ginocchio, una camicia nera di velo molto sottile, ma abbastanza da coprire il necessario e due stivaletti a metà polpaccio.

Hermione invece portava un vestito rosa salmone che le lasciava scoperte le spalle e legato in vita da una cintura spessa.

«Ma come ti sei vestita?» Chiese Ron alla sorella.

Harry intervenne prima di far scoppiare una lite «Sei bellissima» Esclamò avvicinandosi a Ginny e stringendola in vita per darle un bacio «Anche tu Hermione stai molto bene!» Aggiunse guardando l'amica

«Impara, Ronald!» Mormorò a denti stretti la ragazza

«Herm tu sei molto bella! Parlavo con Ginny» provò a scusarsi il ragazzo

«Tua sorella non è bella quindi?» Chiese Hermione con disprezzo

«No anche lei è bella» Ron divenne paonazzo «Pensavo solo che non fosse il caso si vestisse così»

«Così come?» Intervenne Ginny alzando un sopracciglio

«Andiamo a mangiare? Siamo già in ritardo» Harry alzò la voce per evitare che Ron replicasse e passassero la sera sul marciapiede a discutere.


 

«Signor Potter!» Esclamò un cameriere vestito come se fosse una evento di gala «è un onore averla qua! Prego seguitemi» Disse indicando la strada «Vi ho riservato il tavolo migliore»

La cena fu piacevole e anche Hermione e Ron seppellirono l'ascia di guerra scambiandosi occhiate furtive e stringendosi la mano sopra il tavolo.

Quando il cameriere portò via i piatti dei dolci Harry prese la parola.

«Ron, Hermione dobbiamo dirvi una cosa»

I due ragazzi passarono lo sguardo da Harry a Ginny che sorrideva imbarazzata.

«Non sarai incinta?!» Esclamò Ron così forte che fece girare due streghe verso il loro tavolo.

Hermione gli diede una gomitata e Ginny divenne paonazza

«Ron ma cosa ti viene in mente!» Rispose Harry frettolosamente

«Ah ok, scusate. Continua pure» Il ragazzo apparve notevolmente rilassato.

«Io e Gin abbiamo deciso che, quando scadrà il vostro contratto d'affitto» e si rivolse a Hermione «Volevamo andare a vivere insieme»

«Insieme inteso come nella stessa casa?» Chiese Ron leccando il cucchiaio che era rimasto sul tavolo ancora sporco del gelato al cioccolato che aveva ordinato come dessert.

«Stessa casa, stessa camera e stesso letto, Ron» Esclamò Ginny per evitare altre domande inutili.

«Sono molto felice per voi!» Esclamò Hermione sorridendo alla ragazza «Anche se ora dovrò trovarmi qualcun altro con cui dividere l'affitto!» Aggiunse lanciando un'occhiata a Ron.

Lui però la ignorò e dopo aver pensato qualche secondo, alzò le spalle e disse «Vabbè ho vissuto con Ginny per diciassette anni. Averla di nuovo in giro anche per Grimmauld Place non sarà un problema!»

Gli altri tre ragazzi al tavolo si scambiarono occhiate stupite e imbarazzate.

Fu Harry a prendere la parola «Ron in realtà» Disse «Volevamo andarcene da Grimmauld Place, per cercare un appartamento...»

«...Solo per noi due!» Terminò Ginny con forza.

«Quindi mi stai cacciando da casa?» Ron guardò l'amico sbigottito, mentre Hermione gli prese una mano mormorando «Ronald non credo...»

«Ma no Ron!» Esclamò Harry frettolosamente «Puoi rimanere a Grimmauld Place ovviamente»

«Ok» rispose pensieroso, per poi aggiungere «Posso cercarmi un coinquilino?»

Harry spalancò gli occhi passando lo sguardo da Ron a Hermione. Non capiva se fosse diventata rossa per l'imbarazzo o per la rabbia.

Non sapeva che dire mentre Ron continuava a fissarlo aspettando una risposta.

«Io vado a casa» Esplose Hermione alzandosi di scatto e trascinando la sedia sul pavimento.

Mentre si fiondava fuori dalla porta attirò lo sguardo dei pochi clienti rimasti .

«Sei un cretino, Ron»Esclamò Ginny con sguardo furioso nei confronti del fratello

«Che ho fatto?»

«Credo ti convenga seguirla, prima che si smaterializzi»

Ron si girò verso l'uscita e non vedendo più la ragazza si alzò per andarle dietro.

«Poteva andare peggio» Sospirò Harry con la faccia stranita.

«Sicuro» Rispose Ginny ridendo e stringendogli la mano.

«Signor Potter, mi scusi» Una voce alle loro spalle li fece girare.

Il cameriere era comparso e, visibilmente imbarazzato, si era chinato verso di loro.

«Mi dica!» Rispose Harry educato «C'è qualche problema?»

«Vede, non so chi sia stato» Iniziò l'uomo grattandosi il mento «Ma qualcuno deve aver segnalato a qualche giornalista la sua presenza qui» il suo sguardo si fece sempre più preoccupato «E ora sono fuori ad aspettare che esca»

Harry allungò il collo per guardare oltre il muro che li divideva dalla vetrina del ristorante. Appena la sua testa spuntò decine di flash scattarono accecandolo.

«Ma sono tantissimi!» Esclamò spalancando gli occhi ancora appannati dalla luce.

«Mi spiace signor Potter» Ripeté il cameriere arretrando verso il bancone

«Non possiamo smaterializzarci direttamente da qua?» Chiese Ginny

«Non è possibile signorina. Non ci si può smaterializzare dentro i locali pubblici» rispose l'uomo sempre più costernato.

Dopo aver pagato il conto, Harry e Ginny si strinsero la mano e decisero di affrontare la folla di giornalisti che li aspettava per smaterializzarsi appena raggiunto il marciapiede.

Appena aprirono la porta decine di domande lo assalirono

«Signor Potter è vero che vuole candidarsi a Ministro della Magia?»

«Thelonius Potter, inventore del telescopio inverso, è suo parente signor Potter?»

«Signorina Weasley lei lascerà il Quidditch per diventare la signora Potter?»

«È vero che il Ministro Shakebolt ha minacciato il capo Auror di licenziarlo se non l'avessero ammessa al corso pur essendo senza M.A.G.O.?»

Harry e Ginny rimasero basiti per qualche secondo dall'assurdità delle domande. Poi abbassando la testa e facendosi largo tra i giornalisti raggiunsero il marciapiede opposto e si smaterializzarono per comparire davanti a Grimmauld Place.

«Neanche per Gilderoy Lockhart ho mai visto così tanti cronisti» Esclamò Ginny stupefatta.

Harry annuì senza sapere cosa dire.

«Ah ti avviso» Aggiunse Ginny guardandolo con un sopracciglio alzato «C'è solo un motivo per cui potrei lasciare il Quidditch e di sicuro non è quello di “diventare la signora Potter”» concluse scimmiottando il giornalista.

«Non te lo chiederei mai!» Esclamò Harry imbarazzato

«Non mi chiederai mai di diventare la signora Potter?» Chiese lei fissandolo.

«Si. No. Cioè...» Harry odiava quando non capiva se lo stesse prendendo in giro o dicesse sul serio «Io intendevo che non ti chiederei mai di lasciare il Quidditch»

«Ok, bene» Rispose Ginny squadrandolo con un sorriso ironico «Ora vogliamo entrare o vuoi aspettare qualche altro fotografo, Mr Celebrità?»

«Gin qual è il motivo per cui lasceresti il Quidditch?» Chiese Harry pensieroso mentre si richiudeva la porta alle spalle.

«Magari un giorno lo scoprirai» Rispose Ginny guardandolo maliziosamente «Non troppo presto però!» e salì le scale verso la camera



Nota dell'autore: Non ho molto da dire questa volta se non che ringrazio i molti che leggono e i pochi che recensiscono. Sto portando avanti altre storie quindi non sarò regolare con gli aggiornamenti.
Grazie a tutti per la lettura, vi invito a recensire e a farmi sapere che ne pensate.
A presto! :)

 

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Capitolo 3
*** Confessioni ***


CAPITOLO 3: CONFESSIONI


 

2 giugno 2000

«Pensi che finirà mai questa storia?» La donna aveva le mani sui fianchi e guardava il marito imbronciata.

«Cosa intendi?» Chiese lui cauto

«Questo!» Esclamò lei indicando il ragazzo addormentato steso sul divano del loro salotto «Possibile che debba sempre rifugiarsi in casa nostra?»

«Appena si sveglia gli parlo, promesso» Sospirò l'uomo grattandosi sovrappensiero la cicatrice sulla guancia.

«Sveglialo te! Io vado a dare da mangiare a Victoire» Ribattè Fleur scomparendo su per le scale.

 

«Scusa, ma non sapevo dove andare» confessò Ron guardando il fratello. Bill era riuscito a svegliarlo e ora erano seduti nel portico di Shell Cottage a bere caffè.

«Ma non stai da Harry a Grimmauld Place, ora?»

«Si, ma Ginny era con lui» Ron si passò una mano tra i capelli imbarazzato «Ho sempre paura a entrare in quella casa quando so che sono insieme da soli»

Bill rise «Devi abituarti mi sa!» Poi tornando serio «Quindi perché hai litigato con Hermione?»

«Sinceramente non l'ho capito neanche io» esclamò il ragazzo. Poi gli raccontò il dialogo della sera precedente.

«Sono rimasto fuori dal suo appartamento fino alle due di notte sperando che mi aprisse. Per questo poi sono venuto a casa tua. Non volevo andare da mamma e papà e nell'appartamento di George è già tanto se c'è spazio per lui e Angelina!» Concluse

«Ron, se devo essere sincero, penso che lei abbia ragione!» Sentenziò Bill alla fine del resoconto .

«Ragione?» Esplose il fratello «E su cosa? Io non le ho detto nulla!»

«È questo il problema!»

Ron fece una smorfia di disperazione «Non essere criptico anche te, per favore!»

Bill scoppiò a ridere.

«È semplice Ron! Quando Harry ha detto che non rimaneva a Grimmauld Place, Hermione si aspettava che andassi a stare da lei» Concluse Bill «Tu invece hai detto che ti saresti cercato un coinquilino»

Ron spalancò gli occhi e rimase a fissare il fratello qualche secondo. Poi sbattendosi una mano sulla fronte esclamò

«Miseriaccia, sono un idiota!»


 

Harry sentiva il corpo caldo di Ginny stretto al suo e la sua bocca baciargli delicatamente la base del collo.

Si erano svegliati da poco, ma era bastato qualche strusciamento per far finire tutti i vestiti sul pavimento vicino al letto.

Le teneva le mani sul sedere accompagnando dolcemente il movimento che faceva ansimare entrambi.

Improvvisamente lei si fermò e girò la testa verso la porta chiusa della camera.

«Non hai sentito un rumore?» Chiese perplessa.

«No ma che rumore!» Esclamò lui. Con un colpo di reni la fece girare e, senza uscire da lei, le finì sopra «Non distrarti» Le sussurrò mentre riprendeva a muoversi e le mordicchiava un lobo.

Ginny rise ed emise un gemito quando Harry accelerò il ritmo.

«Ronald Weasley!» Un urlo si propagò per tutta la casa e i due ragazzi si fissarono con gli occhi spalancati.

Sentirono le porte vicino a loro spalancarsi e sbattere contro il muro, ma non fecero in tempo a muoversi che anche quella di camera loro venne aperta con violenza.

Harry afferrò la bacchetta dal comodino puntandola contro la figura che si stagliava dove prima c'era la porta chiusa.

«Hermione!» Urlò Ginny tirando il lenzuolo fino al collo.

«Cavolo. Scusate» La rabbia che trasfigurava il viso di Hermione sparì immediatamente sostituita da un evidente imbarazzo.

 

«Scusa ancora Ginny, non credevo foste in casa» Hermione era seduta al tavolo della cucina di Grimmauld Place con una tazza di the fumante davanti e con la testa tra le mani.

Harry era uscito di casa già da qualche minuto e Ginny era rimasta insieme ad Hermione .

«È domenica mattina! Dove pensavi che fossimo?»

«Hai ragione scusa!» Ripeté imbarazzata «Ma quando tuo fratello mi fa innervosire non capisco più nulla»

«Ancora per ieri sera?»

Hermione annuì.

«Ieri è venuto a casa, ha bussato un paio di volte, ma quando non gli ho aperto ha smesso e se ne è andato»

Ginny la scrutò dubbiosa

«Non è per difendere Ron, ma cos'altro avrebbe dovuto fare? Non credo che abbia le chiavi di casa nostra!»

«Si sarebbe potuto materializzare dentro!» Rispose l'amica stizzita

«Capisco che tu sia cresciuta con dei babbani, ma materializzarsi in casa di altri non è una cosa che si fa nel mondo magico!» Poi arrossendo leggermente aggiunse «e visto quello che è successo poco fa dovresti aver capito il motivo!»

Hermione la guardò cominciando a sentirsi in colpa. Lei e Ron avevano sempre trovato ogni pretesto per battibeccare, ma ultimamente si era resa conto che utilizzava ogni minimo errore del ragazzo per scaricargli addosso una frustrazione che poco aveva a che fare con lui.

«Vabbe avrebbe potuto continuare a bussare» continuò per nulla convinta.

«Hermione, non che sia una novità, ma io credo che voi abbiate un serio problema di comunicazione!»

«Sono venuta qua apposta per comunicare con lui»

«No!» Esclamò Ginny «Fino ad oggi il vostro comunicare è stato gridarvi contro per poi rotolarvi tra le lenzuola» Concluse guardandola accigliata

«Comunicazione non verbale» Ribatté con tono saccente Hermione.

L'amica la fissò perplessa, poi sbuffò «Dico solo che, invece di arrabbiarti, potresti semplicemente parlare. Mio fratello non è mai stato particolarmente rapido a capire ciò che non gli viene detto esplicitamente. Dovresti conoscerlo ormai!»

Hermione fece per rispondere, quando la porta d'ingresso della casa si aprì ed entro Harry

«Guardate chi ho trovato qua fuori» disse lasciando spazio per far passare Ron.

Ginny guardò di sfuggita il fratello per poi tornare a fissare Hermione.

L'amica le sorrise ad annuì.

«Harry andiamo a fare una passeggiata nel parco?» Chiese al suo ragazzo.

«Volentieri!» Rispose lui e poi rivolto agli amici aggiunse «Ci raggiungete per un pic-nic che dite?»

Hermione annuì mentre Ron continuò a fissarla con l'aria da cane bastonato.

Quando sentì chiudere la porta lui prese il posto lasciato vuoto da Ginny e mormorò

«Scusa»

Hermione allungò il braccio e gli prese la mano

«No scusa tu» Gli disse sorridendo

«Io vorrei venire a vivere da te, solo che pensavo che tu non volessi. Cioè non ne avevamo mai parlato» Esclamò Ron sputando fuori rapidamente più parole possibile

«Ron» lo interruppe lei «Non mi sono arrabbiata per quello»

Ron si fermò e spalancò gli occhi, mentre Hermione abbassava lo sguardo leggermente imbarazzata.

Con un evidente sforzo mentale decise di rivelare la cosa che la rendeva così collerica ultimamente.

«C'è una cosa che non ti ho detto e che ultimamente mi ha reso più nervosa di quanto non sia normalmente»

«Che cosa?» Chiese lui cauto e preoccupato

Lei prese un respiro e iniziò.

«L'ufficio per il sostegno ai Lupi Mannari ha iniziato un progetto con il Ministero della Magia in Italia per cercare di sviluppare un metodo di integrazione più sicuro e affidabile. Lo dirigerà Gwendolyn Sherwood e Sybil ha proposto il mio nome come sua vice»

«Ma è una notizia fantastica!» Esclamò Ron «Sei li da meno di un anno e stai già facendo carriera!»

«Ron, il progetto si svilupperà in Italia. Dovrei stare li otto mesi almeno, forse un anno»

«Ottimo!» Continuò lui sempre più entusiasta «Non ho mai visto l'Italia! Verrò a trovarti tutti i weekend!»

Hermione spalancò gli occhi stupefatta.

«Non..Non sei arrabbiato?» Chiese tentennante.

«Perché dovrei essere arrabbiato?»

Lei si rese conto di non avere una risposta a questa domanda, ma i numerosi dubbi che la tenevano sveglia la sera ricominciarono ad affacciarsi nella sua mente.

Ron le tirò la mano e la fece alzare, poi la abbracciò

«Herm cosa c'è che non va?» Le sussurrò all'orecchio.

«E se capissimo che stiamo meglio quando siamo lontani?» Chiese lei trovando il coraggio di dare voce alle sue paure.

«Non è la prima volta che stiamo lontani per un anno Herm!» La rassicurò lui stringendola più forte «L'anno scorso quando sei tornata ad Hogwarts ci siamo visti pochissimo eppure è andato tutto bene!»

«Infatti» Esclamò lei trattenendo le lacrime «Invece quest'anno che ci siamo frequentati di più litighiamo almeno una volta a settimana»

«Herm io ti amo anche quando litighiamo» Esclamò Ron sciogliendosi dall'abbraccio e guardandola in faccia «Quando siamo a letto e tu mi dai le spalle imbronciata per qualcosa che ho fatto o detto, io riesco a dormire solo perché, anche se possiamo essere arrabbiati o tristi, so che sei li con me e che la mattina dopo mi risveglierò abbracciato a te»

«Mi abbracci solo perché hai freddo» disse lei non riuscendo a nascondere un mezzo sorriso.

Ron sorrise e aggiunse «Non esiste niente al mondo che mi possa far capire che sto meglio senza di te» e le diede un rapido bacio sulle labbra

Hermione si asciugò una lacrima con il dorso della mano

«Davvero verrai a trovarmi ogni weekend?»

«Certo!» rispose con veemenza «Chiederò il permesso per una passaporta e se non me lo concedono utilizzerò la metropolvere facendo scalo in Francia»

«Perchè devi fare scalo?»

«I viaggi in metropolvere più sono lunghi più sono pericolosi. Meglio fare più scali possibili»

Lei annuì. Poi il suo sguardo si intristì di nuovo.

«Scusa per ieri. Credo di essere stata un po' gelosa di Harry e Ginny»

«Quando tornerai andremo a vivere insieme anche noi» la rassicurò accarezzandole una guancia «Ad una condizione però» aggiunse diventando serio.

«Quale?»

«Che al tuo gatto malefico sia impedito di entrare in camera!»

Lei sorrise e rimase in silenzio qualche secondo poi:

«Allora niente, cercati pure un coinquilino» ribatté facendogli la linguaccia.


 

«Harry! Vieni a vedere»

Il ragazzo uscì dal bagno e raggiunse Ginny in camera. Era già a letto e stava leggendo avidamente un articolo sul settimanale del Quidditch.

La finestra era aperta e lasciava entrare il riflesso della luna e un leggero venticello fresco muoveva le tendine.

«Che succede Gin?» Chiese lui sdraiandosi accanto alla ragazza.

Ginny si schiarì la voce e, con tono serioso lesse:

«Le Harpies si impongono sul campo delle Vespe di Winbourne per 190 a 100 grazie all'esordiente Ginny Weasley. L'infortunio di Carla Purcell ha permesso alla promettente cercatrice di partire titolare e lei ha ripagato la fiducia afferrando il boccino dopo una picchiata degna del celebre Krum ribaltando lo svantaggio iniziale» concluse chiudendo la rivista e fissando Harry con un sorriso da orecchio a orecchio.

Harry le diede un bacio e poi commentò:

«Quindi ora siamo Mr e Miss Celebrità!»

Ginny rise e gli saltò addosso

«Un buon motivo per festeggiare!» Esclamò con sguardo malizioso mentre infilava le mani sotto la maglietta di Harry

«Giusto» Ribatté lui «E poi noi due abbiamo un discorso in sospeso da stamattina» Aggiunse prima di baciarla con passione.




Note dell'autore: Buongiorno a tutti. Come avrete notato all'inizio di ogni capitolo ho inserito la data. Senza riferimenti temporali mi sono reso conto che è complicato capire a che punto dei "19 anni" siamo. Inoltre i prossimi capitoli si svolgeranno a distanza di mesi l'uno dall'altre e così è più facile rendersi conto anche del tempo passato.
Detto questo vorrei ringraziare chi mi ha recensito e chi continua a seguire la storia nonostante la mancata costanza nell'aggiornamento. Purtroppo (o per fortuna) sto scrivendo anche altro e con il ritorno alla normalità il tempo è sempre meno.
Grazie comunque a tutti, spero di leggere molti feedback.
A presto! :)

 

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Capitolo 4
*** Ritorno a casa ***


CAPITOLO 4: RITORNO A CASA


 

10 agosto 2000

«Signor Paciock, buonasera» una ragazza vestita di verde gli restituì i documenti e gli indicò una porta «Prego si accomodi pure in sala d'attesa. In totale siete in cinque a partire stasera e dovrà aspettare ancora un paio di persone»

Neville entrò nella stanza seguito da una grossa valigia levitante e si accomodò su una vecchia poltrona in un angolo.

Al centro della stanza c'era un tavolo con sopra appoggiato un vecchio vaso sbeccato con una decina di manici.

Il ragazzo si guardò intorno e notò che c'erano altre tre persone, un uomo intento a leggere un giornale scritto in portoghese e una coppia intenta a scambiarsi baci appassionati. Di lei vedeva solo i lunghi capelli biondi, mentre del ragazzo poteva notare le mani scorrere lungo tutto il corpo della ragazza.

Neville ritenne che fosse un comportamento ben poco consono sia alla situazione che al luogo in cui si trovavano e distolse lo sguardo fissando il pavimento.

Infilò la mano in tasca e strinse il foglio di pergamena che vi aveva infilato dentro.

Ripensò all'ultimo anno e a tutte le spedizioni nella foresta amazzonica; rivide l'enorme fungo giallo da cui era riuscito ad estrarre, insieme ai suoi compagni di ricerca, il succo che permetteva di curare le scottature dal fuoco di drago senza lasciare cicatrici.

Mentre tirava fuori la lettera, si tastò l'altra tasca per controllare che i quattro semi che aveva trovato in una tana abbandonata fossero ancora al loro posto.

Aveva intenzione di piantarli una volta arrivato a casa per vedere cosa sarebbe venuto fuori.

Stava aprendo la lettera per rileggerla per l'ennesima volta quando sentì una voce femminile:

«Neville!»

Il ragazzo spalancò gli occhi chiedendosi chi l'avesse chiamato.

Le uniche persone che conosceva in Brasile ora erano nel mezzo della foresta amazzonica.

Si guardò intorno fino a puntare lo sguardo sulla ragazza bionda che prima era attaccata come una ventosa al ragazzo.

Poi stupefatto mormorò

«Luna?»

«Ciao Neville! Che coincidenza trovarti qui!» Esclamò lei avvicinandosi e trascinandosi dietro per mano il ragazzo che aveva evidenti lineamenti del posto.

«Ma cosa ci fai tu in Brasile?»

«Papà ha trovato dei finanziatori per la ricerca del Ricciocorno Schiattoso e quindi mi sono unita alla spedizione di naturalisti che venivano in Sud America»

«L'avete trovato?»

«No, però abbiamo catalogato un sacco di nuove specie!» Rivelò la ragazza euforica «Papà ha detto che pubblicherà un numero speciale de Il Cavillo dedicato a tutti i nuovi animaletti!»

«Però potevi avvisarmi che eri in Brasile!»

«Non sapevo tu fossi in Brasile!» Rispose lei stupita.

«Ma come! Te l'ho detto l'anno scorso! Sei anche venuta a salutarmi prima che partissi per la foresta amazzonica!»

«In Belize»

«No Luna, Brasile! Il Belize non ha la foresta amazzonica» la corresse

«Questo lo dici tu» rispose lei con aria serafica «Un articolo di qualche anno fa de Il Cavillo diceva che il Perù ha segretamente venduto la sua parte di foresta al Belize in cambio dello scheletro di un Sillodrio Dorato»

Neville decise che non voleva sapere cosa fosse un Sillodrio Dorato e spostò lo sguardo sul ragazzo che li fissava con l'aria un po' intontita

«Ah giusto lui è Carlos» esclamò Luna spostandosi leggermente per far si che i due ragazzi potessero vedersi «Non è il suo vero nome. Parla solo portoghese e quindi non ho capito come si chiama e ho deciso di chiamarlo Carlos»

Neville porse la mano un po' imbarazzato.

«Prazer em conhecê-lo» Esclamò nella lingua che aveva cominciato ad imparare nell'ultimo anno.

Il ragazzo ricambiò la stretta senza dire nulla e continuando a fissarlo con sguardo vacuo.

«Sta bene?» Chiese Neville preoccupato

«Si vedrai che fra poco si rimette» Mormorò Luna sorridendo «Ho scoperto poco fa che è un babbano e ho dovuto obliviargli gli ultimi tre giorni»

«Hai portato un babbano al ministero della magia brasiliano?» Esclamò Neville cercando di tenere il tono della voce basso, ma non riuscendo a trattenere lo stupore.

«Si, ma non se ne sono accorti» rispose lei incurante.

«E quando te ne andrai cosa farà lui? O hai intenzione di portarlo a Londra?»

«Non ci avevo pensato» esclamò alzando gli occhi pensierosa. Poi fissò il ragazzo brasiliano e uscì dalla porta tirandoselo dietro.

Neville rimase perplesso a fissare il punto da cui erano usciti rigirandosi la la lettera che aveva ancora tra le mani.

Tre settimane prima, quando aveva visto planare il gufo tra le fronde degli alti alberi della foresta si era rallegrato di aver ricevuto finalmente la lettera che tanto attendeva.

Ma quando lesse il mittente sulla busta si accorse che non era stata spedita dalla persona che si aspettava, bensì veniva direttamente da Hogwarts.


 

Caro Signor Paciock,


 

Dato l'aumento degli iscritti alla scuola, e dopo un colloquio con la professoressa Sprout, abbiamo preso atto della necessità di incrementare l'organico per quanto riguarda l'insegnamento di Erbologia.

Con questa mia lettera le offro il posto di assistente della Professoressa Sprout, dietro sua esplicita indicazione. Nel caso voglia accettare le sarà affidata la gestione della Serra numero 1 e l'insegnamento agli studenti del primo e secondo anno, con un programma di studi concordato con la titolare del corso.

Nel caso sia interessato alla proposta, la aspetto il 17 agosto prossimo nel mio studio per parlare dei dettagli.

In caso contrario, me lo faccia sapere utilizzando il gufo che le ha portato questa lettera.


 

Cordiali Saluti


 

Preside Minerva McGonagall


 

«Ecco fatto! Risolto» Esclamò Luna entrando di nuovo nella stanza. Poi avvicinandosi a Neville a abbassando la voce per non farsi sentire dalle altre due persone che la seguivano aggiunse «Mi sono smaterializzata e l'ho lasciato di fronte all'ingresso dell'hotel in cui l'ho conosciuto»

Neville rimase sorpreso dalla facilità con cui Luna gli raccontava di come aveva detto addio al ragazzo che fino a poco fa baciava con tanta passione.

«Stavate insieme da tanto?» Chiese incuriosito

Lei lo guardò senza capire

«Non stavamo insieme!»

«Ma prima...»

«Ah no. Lo conosco da tre giorni. È solo che bacia molto bene»

«Siamo pronti per partire!» Esclamò la donna vestita di verde entrando con foga nella stanza «Mani sulle maniglie»

Neville e Luna afferrarono i propri bagagli con una mano e con l'altra una maniglia del vecchio vaso.

La donna prese di nuovo la parola e con tono solenne dichiarò:

«Passaporta da San Paolo e diretta a Londra del 10 agosto 2000. In partenza tra tre...due...uno»



Note dell'autore: Buongiorno a tutti. Questo è un capitolo interamente dedicato a Neville. Avrei voluto espandere di più la sua story line in tutto il racconto, ma mi sono accorto che più personaggi e story line aggiugno più diventa complicato scrivere. Quindi per ora ci saranno solo o capitoli dedicati come questo o semplici comparsate. 
Ci tenevo a dire una cosa inoltre: JKR ha specificato che dopo la scuola Neville ha fatto l'auror per un po' per poi diventare professore a Hogwarts. Bene io la parte dell'auror me la sono persa quindi già dalla storia precedente gli avevo fatto intraprendere un percorso dedicato all'erbologia. Inoltre non ho trovato nulla di specifico sull'organizzazione dei professori di Hogwarts (e se avete articoli o altro sarei curioso di leggerli) quindi non so se esiste il ruolo di assistente, ma sicuramente è più realistico di un ragazzo di 20 anni che diventa professore.
Detto questo vi ringrazio e come al solito vi invito a recensire!
Ringrazio anche tutti quelli che hanno messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
A presto! :)

 

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Capitolo 5
*** Discorsi da matrimonio ***


CAPITOLO 5: DISCORSI DA MATRIMONIO


 

27 agosto 2000

La musica della band si diffondeva per tutto il giardino della Tana e decine di persone ballavano caoticamente sul prato.

Stava calando la sera sulla festa per il matrimonio di George e Angelina e lanterne fluttuanti cominciavano a spuntare per illuminare l'ambiente.

Al tavolo dedicato alla famiglia dello sposo erano rimasti solo Harry, Ginny, sua madre e Percy.

«Ora che tutti gli impegni e la tensione per il matrimonio sono finiti» dichiarò la signora Weasley stringendo in mano un calice di champagne mezzo vuoto «Verrò a casa vostra per darvi una mano a pulire e riordinare prima che vi trasferiate»

«Non c'è bisogno mamma» Rispose Ginny sbuffando.

«Davvero signora Weasley, praticamente è già pronta!» aggiunse Harry «Dobbiamo solo finire di svuotare alcune scatole»

«Non si discute ragazzi!» Ribatté la donna guardandoli severa «Quando si va a vivere in affitto non si sa mai chi ci ha abitato prima. Bisogna fare incantesimi di pulizia approfonditi e dubito che voi li conosciate»

«C'è una cosa che volevo chiedervi» Intervenne Percy. Aveva la cravatta allentata, i primi bottoni della camicia slacciati e l'aria di chi ha scolato troppi bicchieri di champagne «Non è per farmi gli affari vostri, ma perché siete andati in affitto invece che utilizzare gli indennizzi del ministero per comprarvi una casa?»

«Perce è già un passo abbastanza importante andare a vivere insieme, non ci sembrava il caso di comprare addirittura una casa» Rispose rapida Ginny, trattenendo un sospiro

«Lo dicevo solo perché il mercato immobiliare è in crisi e i prezzi delle case...»

«Percival non credo che gli interessino i tuoi sproloqui sul mercato immobiliare» Audrey, sua moglie, lo interruppe avvicinandosi al tavolo e sorridendo condiscendente a Ginny e Harry «Vieni a ballare?» Aggiunse tendendogli la mano.

«Vado a cercare anche io tuo padre per fare due salti» Aggiunse allegra la signora Weasley.

Rimasti soli al tavolo i due ragazzi si guardarono

«Tu non mi inviti a ballare?» chiese Ginny

«Credevo che ti fossi pentita di aver accettato quando te l'ho chiesto al matrimonio di Percy» Rispose Harry ammiccando poi aggiunse «E poi volevo approfittare di questo raro momento da soli»

«Ancora qualche giorno e staremo così tanto da soli che ti stancherai»

«Probabile» rispose lui prendendola in giro.

Ginny fece il broncio dandogli le spalle e fingendo di essere offesa, ma quando lui la abbracciò da dietro si sciolse in un sorriso e girò la testa per prendersi un bacio.

«E comunque non fari in tempo a stancarti» proseguì la ragazza «Stamattina mi è arrivato un gufo dall'allenatore. Iniziamo il ritiro precampionato il sei settembre e durerà due settimane»

«Quindi mi lascerai solo per due settimane?»

«Già, dovrai fare tutte le faccende domestiche senza l'aiuto di nessuno!»

Harry e Ginny avevano deciso di non avere bisogno di un elfo domestico nel loro appartamento ed Harry aveva chiesto a Kreacher di andare nelle cucine di Hogwarts.

«Non è per quello!»

«Hai paura a stare solo?» Chiese lei con un ghigno di scherno.

«No! È solo che...» poi si interruppe

«Che?»

«No niente»

«Dimmelo»

«No»

«Potter! Dimmelo!» Intimò Ginny fissandolo torva.

Harry era visibilmente imbarazzato.

«Mi ero già fatto l'idea che...» e si interruppe di nuovo

«Che idea?» lo incalzò lei

«Che d'ora in poi, per quanto potesse essere faticosa o brutta una giornata, alla fine mi sarei addormentato accanto a te» Sputò fuori velocemente «Si è stupido, ma era un pensiero rassicurante»

Ginny lo fissò sorpresa.

Poi gli si gettò al collo.

«Non è stupido» Gli mormorò all'orecchio prima di baciarlo con tutto l'amore di cui era capace.

«Ti svelo una cosa che non ti ho mai detto» Gli disse una volta che le loro labbra si staccarono e ognuno tornò seduto sulla sua sedia «Dopo le torture dei Carrow, dopo le punizioni e le giornate infinite ad Hogwarts, quando la sera ero stesa nel mio letto del dormitorio non riuscivo mai a prendere sonno. L'unico modo che mi permetteva di addormentarmi era pensare di averti li accanto che mi stringevi»

Lui le prese la mano e la fissò negli occhi.

«E io passavo le mie notti nella tenda a fissare la Mappa del Malandrino e il puntino con scritto Ginevra Weasley»

«È la prima volta che mi parli di quel periodo»

«Scusa» Il senso di colpa era tornato a far capolino nella mente di Harry.

«Ehi!» Esclamò lei «Non ricominciare. Nulla di quello che è successo è colpa tua»

«Si lo so» si affrettò a ribattere Harry «Scusa per non avertene mai parlato»

Ginny ripensò a tutte quelle volte che aveva visto quella cicatrice al centro del suo petto e avrebbe voluto chiedergli che era successo.

«Quando vorrai farlo, ti ascolterò» gli disse sorridendo «E preparati che avrò un sacco di domande»

Harry ricambiò il sorriso.

Negli ultimi due anni non aveva parlato con nessuno di quello che era capitato durante la battaglia.

Certo non aveva potuto tenere nascosta l'esistenza degli Horcrux, ma aveva mentito dicendo a tutti che ne esistevano solo sei. Nessuno sapeva che lui stesso aveva ospitato un frammento dell'anima di Voldemort.

Aveva raccontato a Ron e Hermione quello che era successo nella foresta, ma in maniera generica, senza scendere troppo nei dettagli.

Subito dopo la battaglia si era concentrato su chi non era sopravvissuto e sui Weasley, accantonando il dolore e le esperienze che aveva passato.

Si era reso conto che lasciare il tutto sepolto, pensando solo al presente e al suo futuro gli garantiva una certa serenità mentale e quindi aveva cominciato ad evitare le domande.

Per due anni ci era riuscito e la sua vita scorreva serena e felice come mai prima.

Nell'ultimo periodo però la stampa aveva cominciato a metterlo al centro dell'attenzione ed erano spuntate molteplici speculazioni sugli avvenimenti che avevano portato alla battaglia finale.

Alcuni avevano iniziato ad ipotizzare che stesse veramente scappando dalla battaglia, prima che Voldemort lo trovasse. Ma ne Harry ne chi lo conosceva bene dava molto peso a queste ilazioni.

Assorto si ritrovò a fissare Ron ed Hermione che si stringevano quasi immobili in mezzo agli altri invitati intenti a ballare.

Decise di cambiare argomento e sorridendo alla ragazza che ancora lo fissava, dichiarò

«Mi sa che il prossimo matrimonio è il loro» e con un cenno della testa verso i due ragazzi.

«O il mio» Ribatté Ginny con un ghigno «Però non so se ti inviterò»

«Ah no? Beh allora devo approfittare di oggi per chiederti un ultimo ballo!» rispose ironico alzandosi e prendendola per mano.



Nota dell'Autore: Buongiorno. Avrei voluto dedicare questo capitolo al matrimonio di George e Angelina concentrandomi più su di loro, ma come ho detto all'inizio ho dovuto compiere delle scelte e avendo già parlato della coppia in Dopo la fine ho deciso di sacrificarli. Questo è un capitolo di passaggio e decisamente breve. Serve ad introdurre due o tre temi di cui parlerò più avanti (ma non è ancora sicuro dato che devo ancora scriverli).
Grazie a tutti per le recensioni! Sono sempre molto apprezzate!
A presto! :)

 

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Capitolo 6
*** Partenza ***


CAPITOLO 6: PARTENZA


 

1 settembre 2000

«Sei proprio sicura, eh?»

«Ron, ne abbiamo già parlato!»

«Si, ma...»

«Non è la prima volta che incontri i miei genitori!»

«Mai più a lungo di qualche minuto!» piagnucolò il ragazzo «E mai dopo che ci siamo messi insieme»

«Ron smettila» Rispose Hermione esasperata «Fra tre ore ho la passaporta ed è solo un pranzo!» Concluse suonando il campanello della casa coloniale.

Ron emise un gemito e si nascose, se così si può dire per un ragazzo che si mette dietro la fidanzata più bassa di lui di venti centimetri, dietro Hermione.

Quando la porta si aprì comparve una donna di mezza età con lunghi capelli neri e con i lineamenti paurosamente simili a quelli della figlia.

«Mamma!» Esclamò la ragazza abbracciandola.

«Entrate è quasi pronto da mangiare!» Rispose la donna ricambiando l'abbraccio sorridendo.

I due ragazzi entrarono in casa e nel salotto trovarono ad accoglierli anche il padre di Hermione.

«Ciao papà!» Disse la ragazza riservandogli lo stesso trattamento avuto per la madre. Poi aggiunse «Vi ricordate di Ron, giusto?» mentre le guance le si tingevano leggermente di rosso.

«Ehm...Ciao...Cioè buongiorno Signori Hermi..Cioè Signori Granger» Mormorò il ragazzo visibilmente a disagio.

«Certo!» Esclamò la signora Granger andandogli incontro e abbracciando pure lui «Come stanno i tuoi genitori? Me li ricordo da quel giorno a Diagon Alley!»

«Bene, signora. Grazie» Rispose Ron sempre più in imbarazzo per quel contatto fisico inaspettato.

«Ronald è un piacere rivederti!» Esclamò il padre di Hermione porgendogli la mano.

«Hermione vieni con me!» disse la signora Granger trascinando la figlia su per le scale «Ho trovato un vestito che non mi sta più e che potresti portarti in Italia!»

Ron lanciò uno sguardo di supplica alla ragazza, sperando che non lo abbandonasse con il padre, ma non servì a nulla.

«Vuoi qualcosa da bere, Ron?» gli chiese il signor Granger «Un po' d'acqua? Vino? Qualcosa di più forte?» Concluse ammiccando verso un mobile bar molto rifornito.

«Acqua va bene, grazie»

«Siediti pure» disse l'uomo dopo essere tornato con un bicchiere d'acqua e uno di vino bianco per sé. Gli indicò il divano dopo essersi accomodato sulla poltrona.

Poi continuò

«Non ho mai avuto modo di ringraziarti» esclamò facendosi serio.

«Ringraziarmi?»

«Per esserti preso cura di Hermione durante...» Si interruppe e una smorfia di fastidio comparve sul suo volto «Beh mentre eravamo in Australia»

«In realtà, signor Granger, credo che sia stata lei a prendersi cura di me e Harry» rispose Ron passandosi una mano tra i capelli.

«Comunque sia, grazie» Disse l'uomo con un gesto della mano.

Il ragazzo sorrise e poi si mise a fissare il bicchiere d'acqua che aveva in mano.

Un silenzio imbarazzato calò nella stanza. Si sentivano solo i passi delle due donne al piano di sopra.

Fu in signor Granger a prendere di nuovo la parola.

«Posso farti una domanda?»

Il ragazzo annuì mentre si portava il bicchiere alle labbra

«Da quanto tempo state insieme tu e mia figlia?»

Ron dovette serrare le labbra per evitare di sputare tutta l'acqua che gli era finita dentro la trachea.

Cominciò a tossire, mentre cercava prendere aria dal naso.

Vide il padre di Hermione spalancare gli occhi e chiedere

«Tutto bene?»

Ron provò a dire qualcosa ma appena apriva la bocca ricominciava a tossire. Si portò una mano alla gola mentre sentiva gli occhi lacrimare.

Il signor Granger si alzò preoccupato e cominciò a dargli colpetti sulla schiena.

«Respira con il naso, ragazzo. E guarda verso l'alto»

«Che succede qua?» La voce di Hermione fece voltare entrambi verso le scale mentre le due donne scendevano.

La scena che si trovò davanti agli occhi la ragazza era alquanto assurda: suo padre dava degli schiaffi sulla schiena del suo ragazzo che si teneva la gola paonazzo e con le lacrime agli occhi.

«Papà?» Chiese con tono inquisitorio.

«Credo che gli sia andata di traverso l'acqua» Esclamò l'uomo indicando il bicchiere vuoto posato sul tavolino ed evitando abilmente lo sguardo accusatorio della moglie.

Ron notò come la signora Granger stesse guardando il marito esattamente come Hermione guardava lui quando combinava qualche casino.

«S-si» Provò a mormorare Ron in un impeto di solidarietà maschile. Dalle labbra gli uscì una voce molto più acuta del normale.

«Ron, vai a darti una rinfrescata in bagno» esclamò Hermione indicandogli una porta in fondo al corridoio

«Gr-grazie» disse alzandosi e provando a schiarirsi la voce.

Altri due o tre colpi di tosse gli uscirono dalla gola prima che riuscisse a chiudersi la porta del bagno alle spalle.

Si sciacquò la faccia con dell'acqua fredda poi estrasse la bacchetta.

«Expecto patronum» Mormorò accorgendosi che la voce era tornata normale.

Poi rivolgendosi al cane di fumo azzurro comparso davanti a lui sussurrò:

«Harry aiuto! Vieni a prendermi. Inventati tipo una missione urgente con gli auror. Veloce!»

E lo osservò scomparire attraverso il muro.

Si sedette sopra il water e cominciò a fare lunghi respiri con il naso.

Non passò neanche un minuto che un'altra figura argentea comparve nel bagno davanti a lui.

Ma invece del cervo di Harry trovò davanti a se il cavallo di Ginny

«Ronald Weasley» Cominciò ad urlare la voce della sorella con un tono che sembrava molto quello della loro madre.

Ron provò stupidamente a tappare la bocca del patronus mormorando

«Zitta! Abbassa la voce!» , ma riuscì solo a stringere aria.

Lei continuò imperterrita

«Non fare l'idiota e vedi di comportanti decentemente!»

Per poi scomparire.

«Ron? Tutto bene?» La voce di Hermione fuori dalla porta lo fece sobbalzare

«Si! Arrivo subito!» Si affrettò a dire asciugandosi la faccia con una manica

«Con chi stavi parlando?» Chiese lei quando lui aprì la porta.

«Parlando? Io? Nessuno!»

Hermione lo squadrò perplessa

«Mi sembrava di aver sentito la voce di Ginny»

«Perché mia sorella dovrebbe essere nel tuo bagno?» Chiese ridendo Ron per poi affrettarsi «Andiamo dai, che ho fame»


 


 

«Giuro che stavo per smaterializzarmi per venirti a salvare» Esclamò Harry appoggiando una mano sulla spalla dell'amico «Ma conosci lo sguardo intimidatorio di tua sorella»

«Si amico, tranquillo» provò a rassicurarlo Ron «Alla fine non è andata neanche così male» aggiunse lanciando uno sguardo verso Ginny e Hermione che parlavano poco più lontano.

Erano tutti e quattro fuori dalla stanza del ministero in cui era stata organizzata la passaporta che avrebbe portato la ragazza al ministero italiano.

«La madre di Hermione cucina molto bene, peccato che non abbia passato questo talento alla figlia»

Harry rise ricordando di un pranzo organizzato dall'amica in cui il piatto principale era un pollo arrosto completamente bruciato in cui invece del sale aveva messo lo zucchero.

«Suo padre invece» Continuò Ron «È un uomo molto alla mano, a parte quando ha rischiato di farmi soffocare. Dopo pranzo abbiamo giocato a scacchi»

«Ti sei portato gli scacchi magici ad un pranzo con i genitori di Hermione?» Chiese Harry fissandolo con disapprovazione

«Ma no! Erano scacchi normali!» Lo corresse Ron «Anche il signor Granger è un appassionato e le regole sono le stesse di quelli magici, semplicemente i pezzi non combattono tra loro»

«E chi ha vinto?»

Ron lo guardò un po' in imbarazzo

«Non dirlo ad Hermione» sussurrò avvicinandosi «Ma l'ho fatto vincere»

Harry scoppiò in una risata

«Ti sei comprato tuo suocero facendolo vincere a scacchi?»

«Non è mio suocero! E poi non l'ho comprato. Solo che mi sembrava giusto farlo vincere»

«Come risarcimento per dormire nello stesso letto di sua figlia?» lo stuzzicò ancora l'amico

Le orecchie di Ron divennero dello stesso colore dei suoi capelli.

Ci pensarono le due ragazze a salvarlo da quella conversazione avvicinandosi.

«Cos'hai da ridere? » Chiese Ginny guardando Harry che si divertiva ad osservare la faccia dell'amico.

«Niente!» Si affrettò a dire Ron «Fra quanto parti?» Chiese ad Hermione circondandole la vita con un braccio.

«Fra dieci minuti devo entrare» rispose la ragazza posando la testa sul suo petto .

«Harry mi accompagni a controllare l'orario per la passaporta per Holyhead di domani?» Chiese Ginny al ragazzo ammiccando.

«Ma non è tutti i giorni sempre alla stessa ora?»

«Meglio controllare, no?»

«E perché devo venire anche io?» Chiese aggrottando un sopracciglio

«Su non fare storie e vieni!» Esclamò prendendolo per un braccio e iniziando a trascinarlo «Ciao Hermione! Sappi che verremo a trovarti il prima possibile!» Concluse Ginny

«Ciao, fai buon viaggio» Mormorò un Harry ancora sbalordito dal comportamento della ragazza che lo stava trascinando lungo il corridoio.

«Si vede che siete amici, eh?» Sogghignò Hermione abbracciando Ron

«Perchè? Che ha fatto?»

«Appunto!» Sospirò lei prima di posare le labbra sulle sue.

«Appena trovi un camino, chiamami» disse Ron dopo essersi staccato dalla sua bocca

«Certo! Mi mancherai» Mormorò strusciando il viso nell'incavo tra collo e spalla.

«Anche tu Herm! Ti amo» le sussurrò accarezzandole la schiena

Lei lo strinse più forte.

Un uomo uscì dalla porta chiusa e mettendo le mani attorno alla bocca urlò:

«Passaporta per Ministero della Magia italiano in partenza»



Nota dell'autore: Dal prossimo capitolo le cose cominceranno ad evolversi un po'. Non so ancora bene dove arriveranno queste story line, e forse per questo faccio fatica a scrivere i nuovi capitoli. Oggi dovrei avere un po' di tempo e spero di riuscire a sbloccarmi. In caso contrario non so quando verrà pubblicato il prossimo capitolo. 
Nel frattempo spero vi sia piaciuto questo, mi diverto sempre a scrivere di Ron e Hermione. 
A presto! :)

 

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Capitolo 7
*** Un annuncio importante ***


CAPITOLO 7: UN ANNUNCIO IMPORTANTE


 

20 novembre 2000

«E poi siamo andati a vedere le catacombe!» Esclamò un Ron esaltato «C'era pieno di scheletri e Hermione ha letto che alcuni maghi italiani si riunivano li per nascondersi dai babbani!»

«Ti stai appassionando alla storia Ron?» Chiese Harry stupito dall'entusiasmo dell'amico.

«Ho scoperto che se non è il professor Binns a raccontarla, può essere molto interessante!»

«Troveresti interessanti pure i vermicoli se fosse Hermione a spiegarteli!» Harry si divertiva a prendere in giro Ron, ma era molto contento che le cose tra i suoi due migliori amici procedessero a gonfie vele.

Il ragazzo lasciò cadere la provocazione e si guardò intorno mentre percorrevano il corridoio che portava all'aula di addestramento.

«Sbaglio o stamattina ti fissano molto più del normale?»

«Non ci faccio più caso, Ron» rispose Harry alzando le spalle «Ho smesso anche di leggere la Gazzetta del Profeta. Ma in realtà Ginny ha detto che è da un po' che non scrivono articoli su di me»

«Penso che la gente si sia anche stufata di leggere il resoconto di due anni fa. Soprattutto se ogni giorno ci aggiungono nuovi dettagli per lo più inventati»

«Speriamo» Mormorò Harry poco convinto mentre prendevano posto nell'aula.

Ormai erano rimasti sono in cinque ad aver superato entrambi gli anni di corso.

«Potter, Weasley» Li salutò Virgina Carter mentre i due ragazzi si sedevano nella fila davanti a lei.

«Ciao Virginia» rispose Harry, mentre Ron fece solo un cenno del capo.

Non aveva mai provato a nascondere troppo l'antipatia verso la ragazza: l'aiuto che aveva fornito per liberare George era presto passato in secondo piano rispetto all'atteggiamento di superiorità che la ragazza aveva nei suoi confronti.

«Buongiorno» Esclamò McKinney entrando prepotentemente nell'aula e gettando una grossa cartellina di cartone su un tavolo «Come saprete questo corso di addestramento sta volgendo al termine e fra meno di un mese avrete gli esami finali»

Fece una pausa di qualche secondo per cogliere qualche reazione, ma i ragazzi di fronte a lui rimasero impassibili quindi continuò

«Per coloro che li supereranno da gennaio inizierà la fase di affiancamento con un auror più esperto. Durerà sei mesi al termine dei quali la valutazione del vostro partner sarà decisiva per l'ammissione finale nel corpo degli auror. Durante questi sei mesi lavorerete esattamente come fa un auror, ma senza essere pagati ovviamente» Fece un'altra pausa, forse attendendosi delle risate, quindi deluso riprese.

«All'inizio parteciperete a incarichi più leggeri come pattugliamenti e sorveglianza fino a prestare servizio attivo proprio come i vostri futuri colleghi. Quindi se vogliamo che siate all'altezza senza mettere a rischio la vostra vita e quella del vostro partner, sarà meglio che ci mettiamo sotto. Sfoderate le bacchette!»

Passarono le successive tre ore ad esercitarsi con incantesimi di camuffamento e mimetizzazione e quando alla fine McKinney fu abbastanza soddisfatto li mandò tutti a casa.

«Potter e Weasley» Chiamò mentre i due ragazzi uscivano dalla stanza «Voi prima di andare passate dall'ufficio del Ministro Shackebolt»

«Come mai?» Chiese Ron incuriosito

«Potrai chiederlo direttamente a lui fra qualche minuto» Ribatté McKinney infastidito «Ora però aspetta fuori che devo scambiare due parole con Potter»

I due si guardarono stupiti, poi Ron uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Harry si voltò verso McKinney avvicinandosi.

«Potter voglio che tu sappia che io non mi curo troppo di tutte le cavolate che scrivono i giornali su di te» L'uomo posò una mano sulla sua spalla assumendo un tono più amichevole rispetto a quello duro e scontroso che teneva in aula.

«Mi fa piacere, signore. La maggior parte sono ricostruzioni piuttosto fantasiose»

«Però in quanto tuo formatore, mi sento in dovere di darti un consiglio» Proseguì fissandolo negli occhi «Come ben saprai il ruolo di un auror è quello di proteggere la comunità da tutti i pericoli che la magia oscura può creare e la vita di ognuno di noi è messa a repentaglio costantemente»

Harry annuì. Aveva già sentito quel discorso fatto dallo stesso McKinney a inizio del corso di addestramento e non capiva dove volesse andare a parare.

«Può capitare anche che si debba scegliere tra la vita di un collega e la sicurezza del mondo intero. Ogni auror sa che la sua vita è sacrificabile per il raggiungimento di un bene superiore»

Il ragazzo continuò a guardarlo. Gli sembrava che le parole dell'uomo fossero un po' troppo catastrofiche, ma di sicuro non doveva venire a dire a lui cosa volesse significare sacrificare la propria vita.

«Ed è proprio per questo che sono fortemente sconsigliate le relazioni sentimentali tra colleghi»

Harry fissò stupito MiKinney. Si chiese se avesse saputo di quello che c'era stato tra lui e Virgina, ma di sicuro non poteva definirsi relazione sentimentale visto che i sentimenti non era per niente coinvolti.

«Guardi che io non ho nessuna...»

«Non preoccuparti Potter» Lo interruppe l'uomo «Anche io ho avuto la tua età e l'attenzione di un bel po' di attraenti streghe» Aggiunse facendo l'occhiolino «Finché sarai recluta non c'è nessun problema, però ti ho avvisato. Ora vai che il Ministro ti aspetta» Concluse liquidandolo con il gesto di una mano.

Harry uscì dall'aula raggiungendo Ron che gli chiese curioso

«Che voleva McKinney?»

«Sinceramente non l'ho capito neanche io!» Harry non aveva voglia di ritirare fuori la storia di Virgina con Ron. Credeva che l'aver condiviso il letto con lei per poi tornare con sua sorella fosse uno dei motivi per cui l'amico ce l'aveva tanto con la ragazza. «Andiamo da Kingsley piuttosto. Sono curioso di sapere che vuole dirci»

Arrivarono davanti all'assistente, un mago poco più vecchio di loro che Harry avrebbe giurato aver già visto ad Hogwarts, che li fece attendere qualche secondo per poi entrare nell'ufficio di Shackebolt.

Ne riemerse qualche secondo dopo tenendo la porta aperta e esclamando, con tono solenne:

«Il ministro è pronto a ricevervi»

Harry e Ron entrarono nello studio e si guardarono intorno.

Era poco arredato: una grande scrivania, due poltrone e un divano davanti al caminetto sopra il quale stava un quadro, attualmente vuoto, con una targhetta con scritto “Ulick Gamp, Primo Ministro della Magia”.

Sulle due poltrone erano seduti due uomini che si alzarono all'ingresso dei ragazzi.

Uno era Kingsley Shackebolt, Ministro ad Interim dopo la sconfitta di Voldemort, recentemente confermato da elezioni popolari. L'altro un uomo di mezza età, dal fisico tonico e asciutto, con folti capelli biondo cenere che teneva leccati all'indietro e un leggero accenno di barba sulle guance.

«Ron, Harry, eccovi qua!» Esclamò Kingsley con la sua voce profonda andandogli incontro porgendo la mano.

I due ragazzi ricambiarono la stretta indecisi su come rivolgersi all'uomo: lo avevano frequentato per anni durante il periodo dell'Ordine della Fenice considerandolo un amico, ma ora che ricopriva quella carica era un po in soggezione.

«Ministro Shackebolt» Mormorò Harry stupendosi del suono acuto della sua voce.

«Potete tranquillamente continuare a chiamarmi Kingsley ragazzi!» Esclamò con un sorriso «Vorrei presentarvi Gawain Robards, il capo degli Auror»

L'uomo gli si avvicinò porgendo a sua volta la mano.

«Finalmente ci conosciamo signor Potter» proruppe con tono entusiasta «E anche lei signor Weasley! Ho sentito cose stupefacenti su di voi!»

Poi rivolgendosi a Kingsley «Peccato non essere riusciti ad assumere anche l'ultima parte del magico trio!» Concluse con una risata

«La signorina Granger è un valido membro del Dipartimento Regolazione e Controllo delle Creature Magiche e a quanto dice Sybil sta svolgendo un ottimo lavoro!»

«Non avevo dubbi! Questi tre hanno tutta la stoffa per sostituirci un giorno caro Kingsley!» Poi tornando a rivolgersi ai due ragazzi «Però non abbiate fretta eh! Ho ancora una famiglia da mantenere!» Aggiunse con una risata

Harry e Ron si guardarono indecisi se sentirsi imbarazzati o lusingati, ma prima che riuscissero a dire qualcosa Robards riprese la parola.

«Ora vi lascio al Ministro! Scommetto che troverete interessanti le cose che ha da rivelarvi!»

«Non anticipargli nulla Gawain!» Lo ammonì Kingsley bonariamente

«Non ti preoccupare!» Rispose prontamente l'uomo per poi tornare serio «Kingsley per quanto riguarda l'altra faccenda spero di aver novità il prima possibile. Ti garantisco che ho messo i migliori auror al lavoro»

Kingsley fece un leggero cenno di assenso con la testa, poi Robard si voltò di nuovo verso i due ragazzi e lanciò un'occhiata minacciosa a Ron

«Signor Weasley vedi di non farti bocciare all'esame finale! Mi è giunta voce che sei un ottimo giocatore di scacchi e nel Quartier Generale degli Auror non ho ancora trovato nessuno che sia riuscito a farmi divertire durante una partita!» Poi facendogli l'occhiolino uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Harry e Ron spostarono lo sguardo su Kingsley che con una risata imbarazzata disse:

«È un tipo un po' troppo espansivo. Ma è una brava persona e soprattutto un ottimo Capo Auror!» Poi facendogli un gesto verso le due poltrone aggiunse «Sedetevi prego»

«Kingsley che succede? Perchè siamo qua?» Chiese Harry dopo essersi accomodato sulla poltrona «I migliori auror per cosa?» Incalzò

il Primo Ministro si sedette dietro la scrivania e congiungendo le mani rispose

«Non c'è niente di cui preoccuparsi Harry» iniziò con tono mesto «Però stanotte c'è stata una leggera scossa di terremoto che ha fatto crollare un muro esterno di Azkaban»

I due ragazzi si guardarono intensamente non riuscendo a trovare motivi per cui non avrebbero dovuto preoccuparsi.

Kingsley sembrò leggergli nella mente:

«La maggior parte dei mangiamorte fuggiti sono stati catturati, ma di cinque di loro abbiamo perso le tracce» poi si affrettò ad aggiungere «L'unica di cui mi preoccupo è Alecto Carrow, tutti gli altri sono mangiamorte di secondo piano. Inoltre testimoni giurano di averli avvistati in Spagna»

«Quindi stanno scappando?» Chiese Ron

«È quello che pensa Robards. Per questo vi ho detto che non dovete preoccuparvi. Comunque un Auror è stato assegnato alla sorveglianza di ogni membro dell'Ordine per sicurezza»

Harry si tranquillizzò leggermente pensando che tutti i Weasley e i suoi amici erano protetti a dovere.

Kingsley riprese la parola con tono più allegro:

«Ma veniamo al vero motivo per cui vi ho convocato: notizie decisamente migliori di questa!» concluse sornione

«Cioè?» lo incalzò Ron

«Ebbene ora vi spiego» Iniziò Kingsley prendendo fiato ed assumendo un tono ufficiale «In seguito alle elezioni abbiamo deciso di lasciarci alle spalle il periodo buio di qualche anno fa. Abbiamo iniziato profondi riforme anche nel Ministero stesso, ma prima di tutto ci sembrava giusto celebrare tutti coloro che ci hanno aiutato a superare quei momenti difficili»

«Non credo che...» Si affrettò a dire Harry già immaginandosi di dover partecipare a qualche parata mentre veniva portato in trionfo.

«Fammi finire Harry, per piacere»

«Si scusa»

«Perciò il Wizengamot, e io mi trovo totalmente d'accordo con loro, ha deciso di conferire a voi e a Hermione l'Ordine di Merlino Prima Classe» Concluse con evidente soddisfazione nel vedere le loro facce.

Ron strabuzzò gli occhi e fece cadere la mascella senza riuscire a spiccicare una parola, mentre Harry, altrettanto sorpreso, riuscì a trattenersi e chiese:

«Perché proprio a noi? Cioè non fraintendere apprezzo, ma tantissime persone hanno combattuto nella battaglia ad Hogwarts e senza di loro noi...»

Kingsley lo interruppe di nuovo

«Harry la tua modestia ti fa onore e, anche se non so se mi è permesso, vi rivelo che tutti quelli che hanno partecipato alla battaglia riceveranno l'Ordine di Merlino Seconda Classe» con un velo di tristezza aggiunse «Anche quelli che non ce l'hanno fatta» Poi continuò «Il Wizengamot ha però ritenuto che per tre maghi appena maggiorenni l'impresa di distruggere gli Horcrux, che detto tra noi la maggior parte dei maghi che fanno parte del consiglio non sapevano neanche cosa fossero, sia meritevole della Prima Classe»

Ron e Harry rimasero senza parole.

Fu di nuovo Harry a riprendersi per primo.

«Anche a Piton?» Chiese rapidamente

«Si Harry. Anche Severus riceverà l'Ordine di Merlino alla memoria. Inoltre il Wizengamot ha ritenuto fosse necessario porre rimedio ad alcuni errori del passato: verranno revocati gli Ordini conferiti a Peter Pettigrew, Gilderoy Lockhart e Cornelius Caramell e sarà pienamente ristabilito il nome di Sirius Black. Anche a lui e ad Alastor verrà conferita la Seconda Classe così come a tutti quelli che hanno combattuto Voldemort lasciandoci la vita»

Harry finì le obiezioni. Continuava a provare sentimenti contrastanti: da un lato non voleva essere premiato per qualcosa che era stato costretto a fare. Era stato Voldemort stesso a sceglierlo come fautore della sua fine, l'unica cosa di cui poteva ritenersi responsabile era non essersi tirato indietro. Dall'altro però era contento che venisse riconosciuta l'importanza di tutti coloro che avevano combattuto al suo fianco.

Ron finalmente si riprese e mormorò un

«Grazie Kingsley»

«Non è me che dovete ringraziare» Esclamò alzandosi e dirigendosi verso la porta «Vi ho avvisato solo per darvi tempo per preparare un bel discorso per la sera della premiazione»

«Un discorso?» Sbottò Ron

«Beh tutti si aspetteranno che diciate qualcosa»

I due ragazzi si fissarono sicuri di star pensando la stessa cosa. Sarebbe stata Hermione a fare il discorso.

«Un'ultima cosa» aggiuse Kingsley «Gradirei che evitaste di farlo sapere ai giornali. Anche se credo che dopo oggi non abbiate più molta voglia di parlare con qualche giornalista» Concluse ridendo

«Perchè? Non leggo la Gazzetta del Profeta da molto tempo» Chiese Harry quasi preoccupato.

«È uscito l'ennesimo articolo su di te, ma questa volta coinvolge anche altre persone» Rivelò Kingsley «Se vuoi, il mio assistente ha la Gazzetta. Vai direttamente alla sezione Gossip» e con un gesto li accompagnò fuori dallo studio.


Nota dell'autore: Buongiorno a tutti. Allora questo capitolo è stato parecchio faticoso da scrivere; molta carne è stata messa sul fuoco: il capo Auror Robards, il periodo di addestramento sul campo per Harry e Ron, la fuga dei mangiamorte, l'Ordine di Merlino e l'articolo di giornale. Alcuni argomenti saranno trattati già dal prossimo capitolo, altri molto più avanti (almeno secondo l'idea che ho in testa per i prossimi capitoli). Spero che vi abbia lasciato un po' di curiosità di sapere come continuerà la storia!
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo e chi ha messo questa storia tra le preferite/seguite/ricordate.
A presto! :) 

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Capitolo 8
*** Tutte le donne del Salvatore ***


CAPITOLO 8: TUTTE LE DONNE DEL SALVATORE



20 novembre 2000

Quando Ginny tornò dall'allenamento con le Holyhead si materializzò direttamente dentro la casa che condivideva con Harry.

Lui era seduto sul divano intento a leggere uno dei manuali del suo addestramento e sentendo il sonoro crack si voltò per salutarla, ma in cambio lei gli lanciò una copia della Gazzetta del Profeta sulla faccia.

«Gin!» Esclamò massaggiandosi il naso.

«Hai anche da lamentarti?» Chiese lei buttandosi sulla poltrona di fronte a lui e incrociando le braccia

«Non crederai mica a quell'articolo!» esclamò stupito indicando il giornale finito sul pavimento aperto sulla sezione Gossip. In altro capeggiava il titolo a chiare lettere:


 

“TUTTE LE DONNE DEL SALVATORE”


 

Sotto cinque foto che lo ritraevano insieme ad altrettante ragazze di cui solo una era Ginny.

«Certo che no!» Rispose lei piccata

«E allora perché mi hai tirato il giornale?»

«Prima di tutto perché ho dovuto sorbirmi gli sguardi compassionevoli delle mie compagne di squadra che mi hanno trattato come se fossi una povera fidanzata tradita»

«Ma questo non è mica colpa mia! Bastava che dicessi che erano solo cavolate»

«L'ho fatto» sogghignò lei «E ho anche aggiunto che se non fossi a conoscenza dei motivi per cui ti trovavi con loro al momento della foto a quest'ora sarei famosa come la strega che ha ucciso il mago che ha ucciso Voldemort» aggiunse stringendo gli occhi minacciosa.

«Quindi se sono ancora vivo, perché sei arrabbiata?»

«Perché per una foto non riesco a darmi una spiegazione!»

Harry abbassò lo sguardo sul giornale. Nonostante gli occhiali faceva difficoltà a distinguere i visi delle ragazze sgranate dall'inchiostro sulla carta.

«Quella con Hannah? Sai bene che..»

«Non quella con Hannah!» Lo interruppe lei «Dopo l'addestramento ti fermi sempre a mangiare al Paiolo con Ron, non credo sarebbe stato difficile trovare il momento giusto per farvi una foto da soli. E poi lei ora esce con Neville»

«Cosa??» Chiese Harry sbarrando gli occhi «Neville e Hannah escono insieme?»

«Non cambiare argomento!» Intimò Ginny

«Fai prima a dirmelo» mormorò lui esausto

«Dovrebbe essere semplice da capire. In una ci sono io, in una Hermione ed è stata scattata quando c'eravamo anche io e Ron, solo che sono stati bravi a tagliarci dall'inquadratura»

Harry aveva capito da un po' qual era la foto che aveva irritato Ginny, ma decise che era meglio farla sfogare e rimase zitto.

«In un'altra c'è Virginia. Di lei mi hai già raccontato. L'ho conosciuta e so benissimo che non c'è più stato niente tra voi» poi fissandolo chiese con tono minaccioso «Giusto?»

«Giusto!» Si affrettò a rispondere Harry

«Quindi non rimane che l'ultima»

«Gin ma l'ho incontrata per caso! Ci siamo fermati a chiacchierare cinque minuti!»

«Quindi incontri per caso Cho Chang, che fatalità è anche la tua ex, ti ci fermi a chiacchierare, ti fai fotografare e poi non lo dici alla tua fidanzata?» Chiese intimidatoria

«L'ho incontrata un mese fa, era un sabato e tu eri in ritiro pre partita!»

«Ti è rimasto molto impresso vedo! Ti ricordi tutti i dettagli!» Ribatté lei ironica

«Gin non te l'ho detto perché mi sei mancata quel week end e quando sei tornata ero felice di vederti e tutto il resto mi è passato di mente!»

Un lampo di affetto attraversò gli occhi color cioccolato della ragazza alla dichiarazione di Harry.

Poi scoppiò a ridere.

Lui la fissò spalancando gli occhi.

«Perché ridi?»

Ginny si alzò e si accomodò sul divano accanto al ragazzo, appoggiando la testa sulla sua spalla.

«Perché mi sono divertita» rispose lei sincera strusciandosi leggermente contro il corpo di Harry

«Mi hai preso in giro?» Esclamò lui sconvolto

«Un pochino!» rivelò stampandogli un bacio sulla guancia.

«Quindi non eri arrabbiata per la foto con Cho?»

«Non così tanto da farti una scenata, però abbastanza per prenderti in giro»

Lui rimase a fissarla per qualche secondo stringendo la bocca indeciso se arrabbiarsi.

Poi però si sciolse in un sorriso:

«Ok, allora dammi un bacio»

«Solo un bacio?»

«Per ora mi accontento» Rispose Harry prendendola di peso e facendola sedere sulle sue ginocchia.

Si scambiarono un lungo e passionale bacio mentre le mani di lei gli scompigliavano i capelli e quelle di lui si infilavano sotto la maglia accarezzandole la schiena.

Quando si staccarono Ginny si appoggiò al suo petto mentre lui continuava a percorrere delicatamente la schiena della ragazza con le dita.

«Raccontami di Neville e Hannah!» Esclamò d'improvviso

«È semplice in realtà. L'altro giorno stavo andando in negozio da George e mi sono fermata a chiacchierare con lei al Paiolo» cominciò a raccontare Ginny con la voce bassa e gli occhi chiusi «Mi ha detto che lei e Neville hanno parlato per la prima volta in sette anni alla festa a casa sua dell'anno scorso»

«Mi ricordo! Neville era abbastanza alticcio»

«Esatto. Hannah ha detto che l'ha trovato simpatico e che dopo che è partito per il Brasile lui le ha scritto dicendole che non si ricordava molto di quello che aveva fatto quella sera e per sicurezza stava scrivendo a tutti scusandosi di eventuali brutte figure!»

«A me non ha mai scritto!» Fece Harry quasi offeso

«Penso che fosse una scusa per scrivere solo a lei, in realtà» rispose Ginny condiscendente «E da li hanno cominciato a sentirsi. Hannah all'epoca usciva con un ragazzo di Tassorosso. Nel frattempo le lettere diventavano sempre più frequenti e si accorse che attendeva più l'arrivo del gufo di Neville che un appuntamento con il suo ragazzo, così l'ha lasciato»

Ginny fece una pausa per cambiare posizione stendendosi sul divano e appoggiando la testa sulle gambe di Harry che cominciò a passare una mano tra i suoi lunghi capelli rossi.

«Mi ha detto che nelle lettere hanno sempre parlato di argomenti generici: di come andava il lavoro, degli amici e del tempo passato ad Hogwarts quindi lei non sapeva bene se Neville fosse interessato. Però a metà agosto, invece che vedere il solito gufo se lo vede spuntare nel locale e prima ancora di dirle ciao le chiede se le va di andare a prendere un gelato»

«Ma non è che stavate parlando di due Neville diversi?» Chiese Harry dubbioso

«No, è proprio Neville» Confermò Ginny con una punta di severità nella voce «Dalla battaglia dell'Ufficio Misteri è diventato un'altra persona. Non ti ricordi come ha affrontato Voldemort quando tutti ti credevamo morto?»

«Hai ragione, però ho sempre pensato che ci voglia molto meno coraggio ad affrontare Voldemort che chiedere di uscire ad una ragazza che ti piace»

«Vale anche per te, Salvatore del mondo?» Chiese Ginny sarcastica

«Certo!» Confermò senza vergogna Harry

«Quindi se non ti avessi baciato io dopo la ...»

«Ehi!» Esclamò con tono offeso «Sono stato io a baciarti dopo la partita!»

«Davvero?» Chiese lei corrugando la fronte come se cercasse di far affiorare il momento «Non mi ricordo!» Concluse guardandolo maliziosa.

«Mi sa che ti dovrò rinfrescare la memoria allora!» dichiarò chinandosi e ricominciando a baciarla.

Quando si staccò Ginny aveva le guance rosse sia per la mancanza di fiato che per la mano di Harry che era finita sotto il suo reggiseno.

«Comunque prima della tua finta scenata stavo per comunicarti una notizia» le disse ammiccando.

«Se non levi la mano da li, dubito che riuscirei ad ascoltarti» mormorò sospirando «o a farti parlare» aggiunse ammiccando.

«Riprenderò dopo allora» Concluse Harry sfilando la mano, lasciando in Ginny una leggera delusione.

«Cosa devi dirmi di così importante da farti distogliere l'attenzione da me?» Chiese lei mettendosi a sedere e sistemandosi il reggiseno da sotto la maglia.

«Non c'è nulla che possa distogliere la mia attenzione da te, è solo rimandata» Rispose facendo l'occhiolino «Però devo dirti cosa ci ha rivelato Kingsley stamattina!»

«Kingsley? È un sacco che non lo vedo! Come sta?»

«Bene, l'ho visto molto a suo agio nel ruolo di Ministro»

«Che ti ha detto?»

«C'eravamo io e Ron» Cominciò a raccontare Harry «E ci ha rivelato che a noi e Hermione sarà conferito l'Ordine di Merlino Prima Classe!»

Ginny strabuzzò gli occhi esattamente come aveva fatto il fratello poche ore prima poi esplose in un grido abbracciandolo

«È fantastico! Solo i grandi maghi hanno l'onore di ricevere l'Ordine di Merlino» e poi altezzosa aggiunse «E io sto con uno di loro!»

«In realtà anche io sto con uno di loro!» Rispose Harry con sguardo furbo

Ginny lo guardò senza capire e lui le spiegò

«Io Ron e Hermione avremo la Prima Classe per aver distrutto gli Horcrux, mentre i membri dell'Ordine, dell'ES e tutti quelli che hanno combattuto ad Hogwarts riceveranno la Seconda Classe!» Rivelò divertito mentre osservava l'espressione della ragazza tornare euforica.

«Quindi anche io riceverò l'Ordine di Merlino!» Esclamò incredula «E anche mamma e papà!»

Poi il suo entusiasmo si spense per un secondo e a bassa voce mormorò

«Anche Fred?»

Harry annuì prendendole la mano

«Tutti quelli che hanno contribuito alla sconfitta di Voldemort!» confermò

Ginny gli sorrise e gli si accoccolò tra le braccia.

Rimasero così stretti per qualche minuto, poi la ragazza spazzò via la tristezza data dal ricordo del fratello e chiese:

«Quando ce lo daranno?»

«Ha detto Kingsley che faranno una cerimonia ufficiale, ma non sa ancora il giorno»

Gli occhi della ragazza si illuminarono di nuovo

«Ogni tanto mamma e papà hanno partecipato ad una cerimonia al Ministero!» Esclamò felice «È da allora, ho sempre sognato di andare ad una cena di gala!»

«Perché?» Chiese Harry stupito

«Puoi fare un sacco di cose alle cene di gala!» Rispose lei alzandosi

Lui la guardò senza capire

«Puoi mangiare cibo delizioso, puoi vestirti elegante, puoi incontrare gente importante» poi con uno sguardo ammiccante aggiunse «Ma soprattutto puoi chiuderti in bagno con il tuo fidanzato mentre tutti si chiedono dove sei!»

«Perché dovresti nasconderti in bagno mentre ti cercano?» Chiese Harry confuso

«Davvero devo spiegartelo, Potter?» Chiese lei con un sorriso malizioso.

Poi si voltò dirigendosi verso la camera da letto mentre si sfilava la maglietta e aggiunse

«Se vuoi ti faccio vedere!»




Nota dell'autore: Ciao a tutti. In questo capitolo viene svelato l'articolo di gossip di cui si parlava in quello scorso. Ho approfittato e ho introdotto l'inizio della storia tra Neville e Hannah. All'inizio l'avevo scritta vissuta dai protagonisti, ma veniva troppo corta per un capitolo dedicato, e fuori contesto per unirla ad un altro capitolo. Spero di avere l'idea giusta per ritornare a parlare di Neville (e magari anche di altri).
Nel frattempo mi diverto a scrivere di Ginny e Harry (mi piace un sacco il modo in cui li faccio interagire) e di Ron e Hermione. I prossimi due capitoli saranno scritti dal loro punto di vista. Nel prossimo avverrà la premiazione per l'Ordine di Merlino!
Grazie a chi legge e chi recensisce. Spero di ricevere altre opinioni, che sono sempre gradite! ;)
A presto! :)

 

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Capitolo 9
*** Regali e premi ***


CAPITOLO 9: REGALI E PREMI

 

23 dicembre 2000

Harry e Ron avevano finito gli esami finali del corso di addestramento il giorno prima, ed ora erano in giro per Diagon Alley dopo essere passati a salutare George al suo negozio.

«Quando arriva Hermione?»

«Fra qualche ora» Rispose Ron «Abbiamo ancora un po' di tempo per comprarle i regali di Natale!»

«Io in realtà gliel'ho già preso due settimane fa»

«Vabbè quello per Ginny allora!»

«Già preso anche quello!»

«Miseriaccia Harry, allora aiuta me, visto che sei così bravo!» Esclamò Ron esasperato «Non ho neanche un'idea! Tu cos'hai preso a mia sorella?»

Harry tentennò, indeciso se dirglielo.

«Non l'ho preso a Diagon Alley, ma in un negozio babbano» rispose vago

«E cos'è? Magari ti rubo l'idea»

Harry sogghignò, ma rimase in silenzio.

«Dai Harry!» Insistette l'amico «Aiutami sono in alto mare!»

«Sei sicuro di volerlo sapere?»

«Si!»

«Ok» Rispose Harry alzando le spalle «Le ho preso un completino intimo sexy»

Ron strabuzzò gli occhi e divenne rosso

«Miseriaccia, perché me l'hai detto!?» Esplose strizzando gli occhi per levarsi l'immagine dalla testa

«Me l'hai chiesto te!»

«Troppi dettagli!» Ribattè scontroso «Te l'ho già spiegato, non dovete essere troppo precisi su certi argomenti!»

Harry non rispose, ma un sorriso sarcastico gli si era formato sul viso.

Continuarono a camminare in silenzio per qualche minuto.

«Quindi hai deciso che prenderle?»

Ron annuì.

«Mi rubi l'idea?» chiese stuzzicandolo, Harry

«Già» ammise sconfitto l'amico «Alla fine se non stessi con mia sorella, non sarebbe un'idea così malvagia»


 

 

6 gennaio 2001

Per la tanto attesa cerimonia di consegna degli Ordini di Merlino, l'atrio del ministero era stato completamente stravolto per poter ospitare tutti gli invitati e i giornalisti.

Il pavimento era stato trasformato in un elegante parquet scuro, quattro spesse pareti erano state tirate su per separare i camini, da dove arrivavano tutti gli ospiti, e la sala principale, ed erano coperte da drappi verdi e viola. Dal lato degli ascensori era stato costruito un enorme palco, dove per ora si esibiva un'elegante orchestra di musica classica, mentre in mezzo alla sala erano stati predisposti numerosi tavoli rotondi apparecchiati di tutto punto.

Quando Hermione e Ron spuntarono dal camino furono accolti subito da una strega ed un mago che gli lanciarono un incantesimo addosso per pulirli dalla fuliggine, poi sorridendo, gli porsero una pergamena ciascuno con il programma della serata e una piccola pinatina che indicava il tavolo a cui erano stati assegnati.

«Siamo praticamente in mezzo alla sala!» Esclamò Ron

«Siamo gli unici con l'Ordine di Prima Classe, penso che ci vogliano al centro dell'attenzione» Rispose Hermione sbuffando.

Dentro di se però era un po' soddisfatta di essere tenuta in considerazione e aveva impiegato tutto il pomeriggio per prepararsi.

Indossava un lungo abito elegante comprato in una sartoria italiana pochi giorni prima di rientrare per le vacanze di Natale: di colore fucsia, aveva due maniche appena accennate che le coprivano poco più delle spalle. Lo scollo a v partiva dalla scapola fino a ricongiungersi con un fiocco formato da un nastro stretto appena sotto al décolleté. Un paio di scarpe nere con il tacco le avevano fatto guadagnare un bel po' di centimetri, ma non abbastanza per raggiungere l'altezza del suo accompagnatore. I lunghi capelli castani erano acconciati in modo da ricadere morbidi e ondosi sulle spalle.

Guardò Ron, vestito semplicemente con un completo nero e un papillon, e sorridendo lo prese sotto braccio, oltrepassando le tende rosse che caratterizzavano l'entrata per la sala.

Appena oltrepassato il varco due camerieri porsero ad ognuno un lungo bicchiere pieno di Acquaviola.

C'era già pieno di gente e guardandosi intorno riconobbero parecchie facce conosciute.

Passarono pochi secondi e, complice la bellezza e l'eleganza di Hermione, cominciarono ad attirare parecchi sguardi.

Ron avvistò George e Angelina intenti a parlare con Oliver Wood e Katie Bell e si diressero verso di loro.

«Hermione sei bellissima! Devi assolutamente dirmi dove hai preso quel vestito!» Esclamò Angelina andandole incontro e abbracciandola.

«E invece a me devi dire come ha fatto un mago mediocre e anche un po' brutto a conquistare una strega splendida come te!» Aggiunse George facendole l'occhiolino.

La risposta piccata di Ron fu interrotta dall'arrivo di Kingsley Shackebolt che allargando le braccia e il suo solito sorriso andò incontro ai due ragazzi.

«Benvenuti!» esclamò con il suo caratteristico tono profondo «Spero che vi godiate la serata e che abbiate preparato un bel discorso!»

E dopo aver stretto loro le mani, si allontanò per altri incontri di rappresentanza.

«Avete visto Harry?» Chiese Ron rivolto al fratello

«Non credo sia ancora arrivato» Rispose lui alzando le spalle prima di perdersi in un lungo abbraccio con Lee Jordan.

Ron cominciò a guardarsi intorno. Scorse i suoi genitori intenti a parlare con Minerva McGonagall e il Professor Flitwick.

Vide Luna Lovegood, con un lungo vestito verde decorato con quelle che sembravano palle di natale appese, intrattenersi con altri membri dell'ES.

«Eccoli!» Esclamò Hermione tirandolo per un braccio.

Ron voltò lo sguardo sull'ingresso da cui erano entrati loro e vide Harry, con un completo nero e un cravattino sottile, che teneva per mano con una ragazza estremamente bella.

«Quella è mia sorella?» Chiese stupito fissandola. Indossava un lungo abito nero senza maniche e abbastanza aderente da risaltarne le forme. I lunghi capelli rossi erano raccolti in uno chignon stretto sulla nuca che le lasciava scoperto il collo mettendo in risalto una splendida collana arricchita di smeraldi uguali a quelli incastonati nei pendenti che portava alle orecchie.

«Ron, vedi di non fare commenti inopportuni, per favore» Lo riprese Hermione trascinandoselo dietro verso i due ragazzi.

«Ciao! Complimenti state davvero molto bene!» Esclamò lei abbracciando entrambi

«Sei incantevole Herm!» Rispose Ginny ricambiando la stretta «Mi devi raccontare tutto sull'Italia! Ciao Ron!» aggiunse poi rivolta al fratello

«Ehm...Ciao Ginny...Sei...ehm» farfugliò grattandosi compulsivamente una guancia «Sei molto bella!»

«Grazie Ron» Rispose la ragazza stupita. Poi con un sorriso sarcastico aggiunse «Ti sei finalmente accorto che anche io sono una ragazza?» Chiese prendendolo in giro.

«Oh no. Di quello me ne sono reso conto mentre slinguazzavi con Michael Corner nella sala di Grifondoro» puntualizzò prontamente il ragazzo per poi esclamare «Ahi!» guardando Hermione che lo fissava sorridendo mente gli infilava le unghie nel palmo della mano.

Gli venne nuovamente in soccorso Kingsley che, salito sul palco, si puntò la bacchetta alla gola e proruppe:

«Signore e signori benvenuti!» Il mormorio nella sala si placò all'istante e lui continuò «Credo che più tardi ci sarà tempo per discorsi pomposi e prolissi, ma ora vi invito solo a prendere posto al vostro tavolo. La cena sarà servita a breve» Concluse scendendo dal palco.

Harry, Ron, Ginny e Hermione si sedettero al tavolo al centro della tavola che condividevano con lo stesso Kingsley, la preside McGonagall e Neville e Hannah.

Neville aveva ucciso Nagini e quindi distrutto un Horcrux, ma il Wizengamot aveva deciso di conferirgli solo la Seconda Classe e, forse come consolazione, Kingsley l'aveva voluto al tavolo d'onore.

Quando tutti si furono accomodati i bicchieri si riempirono da soli e nei piatti comparve cibo dall'aspetto tanto raffinato quanto appetitoso.

Passarono buona parte della cena a chiacchierare dei loro progetti per il futuro con Kingsley e la McGonagall. Quest'ultima propose loro addirittura di andare a fare un paio di lezioni speciali di Difesa contro le Arti Oscure durante l'anno.

Tutti raccontarono delle loro attuali esperienze, ma l'attenzione più grande la catturò Hermione parlando dell'Italia e del lavoro che stava svolgendo li.

«Dove sono Harry e Ginny?» Chiese ad un certo punto Ron notando che le loro sedie erano vuote

«Ginny è andata in bagno» Rispose Hannah «Mentre Harry ha detto che doveva spedire un gufo urgente»

Hermione e Ron si guardarono stupiti.

«Un gufo?» Chiese il ragazzo perplesso «E a chi lo doveva mandare che tutte le persone che conosce sono qua?»

Passarono più di venti minuti prima che li vedessero ricomparire.

«Dov'eravate finiti?» Chiese Ron intimidatorio ignorando la mano di Hermione che gli stringeva la coscia

«Ho avuto un problema con il regalo di Natale di Harry» mormorò Ginny guardando il suo ragazzo maliziosamente mentre si sedevano «Ci siamo persi il dolce?» Chiese per cambiare argomento

Hermione guardò Ron interrogativa, ma lui distolse lo sguardo paonazzo mormorando qualcosa tipo «Troppi dettagli»

Alla fine Kingsley si alzò dal tavolo e salì nuovamente sul palco.

«Spero che la cena sia stata di vostro gradimento e vorrei che vi uniste a me per un applauso di ringraziamento a tutti gli elfi di Hogwarts che ci hanno preparato queste prelibatezze»

Tutti si alzarono in piedi e un rumoroso applauso scrosciò tra le pareti della sala.

Kingsley fece un gesto ad un mago vicino all'ingresso dall'altro lato e lui spostò le tende. Una moltitudine di elfi entrò disponendosi diligentemente in fondo alla sala.

Una volta che anche l'ultimo mago fu tornato a sedere il primo ministro riprese la parola.

«Vorrei iniziare con una buona notizia: come tutti saprete recentemente c'è stata una fuga da Azkaban. Ebbene il mio ringraziamento va a Gawain Robards e a tutti gli Auror che stamattina hanno catturato due dei cinque fuggitivi»

Mormorii di sollievo si diffusero tra la gente.

«Ora torniamo però a questa splendida serata: abbiamo ancora qualcuno da ospitare» e rivolse lo sguardo dal lato opposto rispetto al quale erano entrati gli elfi.

Un rumore di zoccoli fece tremare tutta la sala prima che dall'ingresso spuntassero fuori una ventina di centauri capitanati da Fiorenzo.

«Non siamo qua per fini politici, quindi eviterò di citare il mio programma elettorale. Ma credo sia giusto dire che centauri e elfi meritano di essere qua tanto quanto voi» e battendo le mani fece partire un altro rumoroso applauso

«Perchè stasera siamo qua per celebrare la fine di un periodo buio e di terrore, tanto per noi maghi quanto per tutte le altre creature del nostro mondo. Ma ora bando alle chiacchiere e arriviamo al succo della questione» agitò leggermente la bacchetta e davanti a quasi tutti i maghi seduti, ai centauri e agli elfi comparve una scatola quadrata.

«Grazie all'onore concessomi dal Wizengamot, conferisco a tutti i partecipanti alla Battaglia di Hogwarts l'Ordine di Merlino Seconda Classe»

Si sentirono parecchie scatole aprirsi con uno scatto mentre Kingsley continuava.

«Non saremmo qua se non fosse per chi si ha perso la vita durante questa lunga lotta alla magia oscura» fece una pausa di qualche secondo per attirare di nuovo l'attenzione di tutti poi proseguì «Non voglio fare discorsi banali dicendo che si sono sacrificati e che hanno donato la loro vita per un bene superiore. Sicuramente tutti quelli che ci hanno lasciato avrebbero preferito vivere. È nostro dovere ricordarli e onorarli per le persone che erano e non come martiri. Quindi vi invito nuovamente ad un applauso per...» Si interruppe di nuovo per schiarirsi la voce ed estrarre una lunga pergamena dalla tasca, poi iniziò il lungo elenco.

«Albus Silente...» Harry giurò di sentire le orecchie dolere dallo schiocco violento delle mani dei presenti.

«...Colin Canon...»

«...Fred Weasley...» Harry si voltò verso Ginny che applaudiva vigorosamente con un sorriso orgoglioso.

Lui ad ogni nome stringeva sempre di più i denti cercando di ricacciare indietro le lacrime.

«...Remus Lupin, Ninfadora Tonks...» Sentì gli occhi inumidirsi e smise di applaudire cercando la mano di Ginny per stringerla

«...Severus Piton...»

«...Sirius Black...»

Harry ormai aveva rinunciato e sentiva le lacrime scorrere sulle guance mentre fissava Kingsley che continuava l'elenco.

Quando finì si voltò verso la ragazza che le porse un fazzoletto con un sorriso, poi tornò ad ascoltare.

«A tutti loro conferiamo l'Ordine di Merlino Seconda Classe» esclamò cercando di sovrastare il frastuono degli applausi che non si erano mai fermati.

Poi rimase in silenzio attendendo che tutti tornassero seduti.

Poi riprese:

«A tutti voi va il ringraziamento del mondo magico e anche di quello babbano, ma c'è ancora qualcuno che va ringraziato. Sono tre ragazzi che all'età di appena diciassette anni sono stati in grado di compiere imprese che risulterebbero impossibili anche per alcuni dei maghi più esperti. Sono loro che hanno dato il via alla serie di eventi che ha portato alla sconfitta di Voldemort. Sono loro che hanno permesso a tutti noi di non avere più paura. Quindi è con grande onore che chiamerei qui sul palco vicino a me Ronald Weasley, Hermione Granger e Harry Potter»

I tre si alzarono in piedi, accompagnati dall'ennesimo applauso. Anche Ginny si tirò su per stampare velocemente un bacio sulle labbra di Harry per poi ricominciare ad applaudire energicamente.

Raggiunsero impacciati Kingsley che continuò:

«Non serve che ve li presenti, li conoscete bene tutti. Quindi vi annuncio che il Wizengamot ha deciso di conferire a loro tre l'Ordine di Merlino Prima Classe»

Un boato di grida accolse tre maghi che portavano una scatola rossa ciascuno che porsero ai ragazzi.

«E ora lascio la parola alla signorina Granger» Concluse Kingsley facendo spazio alla ragazza e scendendo dal palco per riaccomodarsi al suo tavolo.

Hermione fece due passi incerti al centro del palco e si schiarì la voce, mentre Harry e Ron rimasero alle sue spalle ringraziando di avere la scatola con cui tenere occupate le mani.

«Prima di tutto vorrei dire» Iniziò la ragazza «Che per quanto i miei due amici possano essere maghi abili e coraggiosi di fronti alla magia oscura, mi hanno incaricato di parlare anche a nome loro per paura di fare un discorso di fronte a un sacco di gente»

La maggior parte delle persone presente proruppe in una sonora risata, mentre Harry e Ron arrossivano vistosamente.

«Questo però non toglie che siano due persone davvero splendide e affidabili. Abbiamo corso molti pericoli mentre eravamo in fuga, ma quello che ci spingeva a continuare era sapere che c'erano molti nostri coetanei e non, che lottavano e mettevano in pericolo la loro vita tanto quanto noi. Non è stato Harry a sconfiggere Voldemort. Non siamo stati noi tre a distruggere gli Horcrux. Nessuno di noi da solo sarebbe riuscito a fare nulla»

Harry notò che Hermione procedeva spedita, a suo agio come durante un esame e fu davvero molto orgoglioso di lei e delle parole che stava pronunciando

«Voldemort è stato sconfitto perchè percorreva la via della divisione. Per lui c'erano maghi migliori di altri, esseri migliori di altri. Ma tutti noi abbiamo dimostrato che se stiamo uniti, ignorando le nostre differenze, nulla è insormontabile» Appena pronunciò l'ultima parola un nuovo applauso si propagò tra le pareti.

«Vorrei fare un ultimo annuncio. In accordo con il Primo Ministro e la Preside McGonagall abbiamo deciso che il nostro premio in denaro che accompagna l'Ordine di Merlino sarà utilizzato per istituire una borsa di studio per coloro che non si possono permettere di frequentare Hogwarts. La formazione che abbiamo avuto a scuola è stata fondamentale per diventare i maghi e le streghe che siamo ora e abbiamo ritenuto fosse necessario permettere a tutti di avere questa possibilità. Grazie a tutti»

Un ultimo applauso accompagnò i tre ragazzi mentre scendevano dal palco e si risedevano al loro tavolo.



Nota dell'autore: Eccoci con un nuovo capitolo. Allora ci tengo a fare delle precisazioni: mi ricordo che tempo fa avevo letto un articolo in cui JKR affermava che tutti i partecipanti alla battaglia di Hogwarts avessero ricevuto l'Ordine di Merlino. Sono andato a ricercarlo, ma non trovo nulla da nessuna parte, quindi ci sta che me lo sia immaginato. Ritengo però sia abbastanza plausibile. 
Ho fatto pronunciare il discorso ad Hermione perchè tra i tre credo sia quella più portata (e più instradata verso un percorso "politico" nel suo futuro).
Un ultima cosa: ho notato che sto facendo dei gran mischioni con i nomi, utilizzando un po' quelli della prima traduzione, un po' quelli della seconda. Per alcuni personaggi ho preferito utilizzare i nomi originali (Lockhart invece di Allock) per altri sono affezionato alla prima traduzione, ma dato che recentemente ho ascoltato gli audiolibri (che utilizzano la seconda traduzione) e ora sto provando a leggerli in inglese, capita che ne utilizzi un po' uno e un po' l'altro (McGranitt/McGonagall ad esempio). Spero di non aver creato confusione, ma tranquilli che Tassorosso non diventerà Tassofrasso!
Detto questo, ringrazio tutti come al solito per le recensioni precise e puntuali! Spero di riceverne ancora! 
A presto! :)

 

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Capitolo 10
*** Sulla scogliera ***


CAPITOLO 10: SULLA SCOGLIERA


 

13 aprile 2001

«Mi immaginavo che fare l'Auror sarebbe stato più emozionante, a essere sincero» mormorò Ron mentre sorseggiava una burrobirra seduto insieme ad Harry ad un tavolino del Paiolo Magico.

«Siamo abituati troppo bene, Ron» Rispose l'amico ridendo «Abbiamo passato sei anni a scontrarci con mangiamorte e magia oscura e ora qualsiasi cosa ci capiti ci sembrerà noiosa»

I due ragazzi avevano superato entrambi gli esami di dicembre ed erano stati assegnati a due Auror più anziani per il periodo di affiancamento.

Quella mattina, come tutte le altre nelle ultime tre settimane, erano stati incaricati, sempre sotto la supervisione dei loro partner, di pattugliare le strade di Diagon Alley.

Harry aveva sedato una rissa tra due elfi domestici incaricati dai loro padroni di comprare una zucca. Peccato che al mercato fosse l'ultima rimasta e se l'erano litigata fino a lanciarsi incantesimi e qualsiasi cosa gli capitasse a tiro.

Ron invece aveva dovuto fare una ramanzina ad un ragazzo che era stato beccato a rubare un vasetto contenente una pianta di bubotubero dentro il negozio di Slug & Jiggers.

Ora avevano deciso di fermarsi a pranzo al Paiolo Magico per poi godersi il resto della giornata libera e il weekend alle porte.

«Quindi vai da Hermione oggi?» Chiese Harry addentando il suo panino

«Si, Audrey è riuscita ad organizzarmi una passaporta sia all'andata che al ritorno» Confermò Ron «Ma lei non sa che vado. Le faccio una sorpresa! Tu che programmi hai?»

«C'è la partita delle Harpies»

«Molto probabilmente l'ultima della stagione»

«Dici che non hanno speranze di vincere e arrivare in finale?»

«Il Puddlemere quest'anno sembra imbattibile. A parte per i Cannoni!» Rispose Ron con un po' di orgoglio

«Ma se è l'unica partita che avete vinto!»

«Però contro i primi in classifica!»

«Se il Puddlemere ha perso contro i Cannoni, allora possono sconfiggerlo anche le Harpies»

«Scommettiamo un galeone?»

«Andata!»

Finirono il pranzo poi Harry si alzò e facendo un cenno di saluto a Hannah si rivolse all'amico

«Io vado che ho promesso ad Hagrid di incontrarlo ai Tre Manici di Scopa. Pensavo di andarci con la moto di Sirius»

«Ok Harry tanto ora vado anche io che ho solo un'ora di tempo prima della passaporta»

«Ci vediamo lunedì, salutami Hermione!»

Dopo essere passato da casa per una veloce doccia ed aver cacciato alla rinfusa qualche vestito dentro uno zaino, Ron si diresse verso l'ufficio della cognata.

Audrey lo accompagnò all'Ufficio Passaporte indicandogli in quale stanza sarebbe dovuto entrare.

Meno di cinque minuti dopo si ritrovò dentro il Ministero della Magia italiano. Ormai era abituato a tutti quei maghi che parlavano una lingua sconosciuta e che agitavano le mani mentre discutevano quindi si diresse spedito nell'atrio per poi fiondarsi nel primo camino disponibile.

«Herm?» Chiamò dopo essere spuntato nell'appartamento della ragazza.

Ma l'unico rumore che sentì fu il miagolio lamentoso di Grattastinchi. Il gatto gli si avvicinò e cominciò a strusciarglisi tra le gambe.

«Si, ciao anche a te, ma dov'è Hermione?» Chiese all'animale mentre si aggirava nel piccolo appartamento.

Poi si gettò sul divano.

«Sto parlando con un gatto!» Esclamò alzando gli occhi al cielo.

Non aveva pensato alla possibilità che la ragazza non fosse in casa, ma a ragionarci bene era plausibile. Era pomeriggio di un giorno feriale e probabilmente era ancora al lavoro.

Ron si sgranchì le gambe stendendole sul tappeto e poi ripensò al sogno che aveva fatto due notti prima.

Compariva dal camino di Hermione esattamente come aveva fatto pochi minuti prima, ma sullo stesso divano su cui era sdraiato lui trovava due aitanti uomini mezzi nudi intenti a intrattenere la sua ragazza.

“Meglio non trovare nessuno, che trovare troppa gente!” concluse nella sua testa.

Poi la fatica del pattugliamento della mattina cominciò a farsi sentire e in pochi secondi si addormentò.


 

«Ron!»

Il ragazzo non aveva idea di quanto avesse dormito, ma quando aprì gli occhi ci mise un secondo a svegliarsi: Hermione era sulla porta d'ingresso dell'appartamento e gli stava puntando contro la bacchetta.

«Ehi, abbassa quell'affare!» Biascicò strizzando gli occhi e alzando istintivamente le braccia.

«Stavo per schiantarti! Cosa ci fai qua?» Rispose stizzita lei, infilando la bacchetta nella borsa

«Volevo farti una sorpresa» dichiarò cercando di riattivare la circolazione nelle gambe, addormentate in una posizione non certo comoda.

«Ci sei riuscito, stavo per...»

«Schiantarmi, si lo so l'hai già detto!»

«La prossima volta invia un gufo per avvisarmi!»

«Se ti avvisavo che sorpresa era?»

Hermione lo fissò alzando un sopracciglio con fare severo, poi lasciò cadere la borsa e gli si gettò al collo.

Incominciarono a baciarsi con passione distesi sul divano.

Le mani scorrevano veloci, scavando tra i vestiti e cercando il contatto con la pelle.

Hermione sentì qualche bottone della camicetta saltare mentre Ron cercava di sbottonargliela, ma decise che non era abbastanza importante per far si che staccasse le labbra da quelle del ragazzo.

Quando finalmente lui riuscì a sfilarle la camicia, si alzò, prendendola in braccio e sempre senza separare le loro bocche si diressero verso la camera da letto.

Le gambe di Hermione erano strette intorno alla sua vita e lui la reggeva con una mano sul fondoschiena. La gonna si era alzata e poteva sentire sotto i polpastrelli la pelle calda.

Il resto dei vestiti finì presto sparso sul pavimento intorno al letto.

Infine, dopo aver passato un bel po' di tempo accompagnati dal cigolio del letto che non riusciva a coprire i gemiti, crollarono addormentati, stretti l'uno all'altro.


 

Hermione si risvegliò e fuori dalla finestra c'era meno luce di quanto si aspettasse.

«Che ore sono?» mormorò con la voce impastata di sonno voltandosi verso Ron.

Sapeva che era sveglio. L'aveva sentito muoversi e poteva distinguere chiaramente i rumori del suo stomaco brontolante per la fame.

«Sono quasi le nove» rispose lui, mentre le baciava dolcemente la fronte.

«Abbiamo dormito più di tre ore?» Chiese lei alzandosi di scatto e lasciando scivolare il lenzuolo che la copriva.

«Esatto» rispose Ron avvicinandosi e cominciando a passarle la labbra sulla schiena nuda «E ora siamo pronti per ricominciare»

Hermione chiuse gli occhi rabbrividendo. Non riusciva a resistere ai leggeri baci che le dava sul collo.

Un nuovo brontolio dello stomaco do Ron le fece scappare una risata.

«Hai fame?»

«Un po'» Ammise lui passando le mani sul suo corpo.

«Preparo qualcosa da mangiare, poi riprendiamo il discorso» Propose lei ammiccando

Ron spalancò gli occhi preoccupato.

«E se invece preparassi io la cena?»

«Non ti fidi ancora della mia cucina?»

«Non molto, Herm»

«Bene!» Esclamò lei mettendo il broncio. Lo spinse via sdraiandosi sul letto e ricoprendosi con il lenzuolo «Come credi che sia sopravvissuta qua negli ultimi mesi?»

«Sulla scrivania ci sono centinaia di scontrini di una rosticceria!»

Lei arrossì.

Aveva sempre odiato cucinare. Si perdeva un sacco di tempo ad aspettare. Al tempo stesso, però, odiava non sapere fare qualcosa.

Ron la fissò cercando di capire se la sua rabbia fosse vera.

Poi le si avvicinò dandole un bacio sulla guancia.

«Ti amo anche se non sai cucinare, Herm!»

«Non vale» Rispose lei stizzita

«Cosa?»

«Se sono arrabbiata, non puoi dirmi che mi ami»

Ron rise e cominciò a riempirle la faccia di baci. Alla fine lei cedette e, dimenticata la cena, fecero di nuovo l'amore.


 

14 aprile 2001

«Wow» esclamò Ron spalancando gli occhi.

Erano appena scesi da un treno babbano e davanti a loro si estendeva un'enorme distesa d'acqua.

Hermione per quel giorno aveva organizzato una visita nella riviera ligure.

Una sua collega le aveva parlato di cinque piccoli, ma graziosi borghi che si affacciavano sul mare, creando splendidi scorci insieme alle alte scogliere e alla brulla vegetazione.

Avevano dovuto utilizzare un treno, non conoscendo un luogo al riparo da sguardi indiscreti per materializzarsi.

Percorsero i sentieri che passavano attraverso boschi e scogliere e che collegavano un borgo all'altro.

In ogni paese si fermavano: Ron insisteva per provare ogni tipo di cibo che trovava, mentre Hermione passava da ogni negozietto riempiendo la sua borsa magica di oggetti e souvenir da riportare a casa.

Quando finalmente arrivarono nell'ultimo paesino, era tardo pomeriggio.

Si allontanarono dal centro abitato per salire su una piccola scogliera a picco sul mare.

Il sole stava calando disegnando riflessi colorati sulla superficie dell'acqua ogni tanto interrotti dalla scia di qualche barca che si muoveva lentamente lasciandosi cullare dalle leggere onde.

Si sedettero sull'erba rada. Hermione si accoccolò tra le braccia di Ron ed entrambi si lasciarono rapire dallo spettacolo che la natura stava fornendo.

Il cielo era quasi arancione e il sole sembrava affondare nel mare.

«Se qualcuno, mentre eravamo nella foresta di Dean, mi avesse detto che dopo qualche anno sarei stato qui, abbracciato con te, probabilmente l'avrei fatto internare al San Mungo insieme a Lockhart» Sussurrò Ron all'orecchio della ragazza.

Lei girò la testa e gli appoggiò le labbra contro le sue.

Poi sogghignando rispose

«Anche io, visto che mentre eravamo nella foresta di Dean non ti ho rivolto la parola per dei giorni»

Un lampo di rammarico attraversò gli occhi del ragazzo, poi con un sorriso rassicurante mormorò

«Giuro che non ti abbandonerò mai più»

«Sarà meglio, Ronald!» Ribatté lei prima di dargli un altro bacio.

Si strinsero ancora, osservando il tramonto e i suoi colori.

«Cosa?» Hermione si girò verso il ragazzo sembrandole che avesse detto qualcosa.

Ron diventò rosso.

«Niente» si affrettò a dire tornando con lo sguardo sul sole che scendeva oltre l'orizzonte.

«Dai, cosa hai detto?» lo incalzò lei bonaria

«Niente una cosa stupida»

«Come al solito quindi! Una in più non fa differenza» lo prese in giro.

Ron rimase in silenzio continuando a fissare in avanti e lei si arrese.

Dopo qualche minuto però lo sentì dire

«Ok» e facendola voltare prese fiato e tutto in un colpo disse «Ho detto: sposami»

Hermione spalancò gli occhi e rimase senza parole

«Ecco, vedi? Te l'ho detto che era una cosa stupida» e fece per alzarsi

«Non stupida, inaspettata più che altro» Si affrettò a dire la ragazza cercando di trattenerlo «È solo che io non credo che sia...»

«Non sto dicendo domani eh!» La interruppe «E neanche fra un anno, magari neanche fra dieci»

Hermione rimase con la bocca ancora aperta, bloccata mentre formulava l'ultima frase, non capendo dove volesse andare a parare.

Ron continuò:

«L'ho detto solo perché io sono sicuro che vorrò stare sempre con te. Nella mia vita non potrei mai più fare a meno di tenerti stretta, di risvegliarmi al tuo fianco e neanche dei nostri litigi. Quindi voglio che tu sappia che ho intenzione di sposarti» Concluse sentendosi la testa girare come se fosse ubriaco «Quando tu vorrai, quando credi che sarai e saremo pronti allora ci sposeremo. Tutto qua. Era una cosa stupida»

Hermione lo fissò ancora per qualche secondo, mentre lui cercava di non incrociare i suoi occhi, poi alzò la mano e gli accarezzo una guancia.

«Non è una cosa stupida» Mormorò facendogli girare la testa per guardarla «È la cosa più bella che tu mi abbia mai detto» e lo baciò.

E fu un bacio lento e delicato. Di quelli che durano secoli. Di quelli in cui le mani neanche si muovono.

Di quelli in cui tutto il resto scompare.

Come il sole, ormai adagiato oltre la linea tra il mare e il cielo.


 

18 aprile 2001

Hermione stava compilando quel modulo per la terza volta quando Gwendolyn Sherwood piombo senza bussare nel suo ufficio.

Certo, non è che si potesse proprio definire ufficio: era una stanza di due metri per te colma di scaffali vuoti e al centro era stata posizionata una scrivania. Hermione era certa che prima che arrivasse lei fosse il ripostiglio della donna delle pulizie dato il persistente odore di candeggina e detersivo che le desensibilizzava le narici ogni volta che ci passava più di qualche ora dentro.

«Si, so di essere in ritardo con i moduli delle autorizzazioni per il monitoraggio dei soggetti durante il periodo di luna piena» Si affrettò a dire la ragazza al suo superiore «Entro domani li consegno, a costo di passare la notte qua!»

Da quando Ron se ne era andato, domenica sera, non aveva fatto altro che pensare a quello che le aveva detto.

Era certa che se avesse seguito il suo istinto l'avrebbe sposato l'indomani.

Ma la sua parte razionale, quella predominante, continuava a fare liste di pro e di contro, a ragionare su tutto quello che poteva andare male.

E tutto ciò la distraeva dal lavoro.

«Hermione, tranquilla. Li farò compilare a Stephen» rispose la donna condiscendente e a bassa voce «Ora però devi tornare a Londra»

La ragazza spalancò la bocca cominciando a farsi mille domande. Perché la rimandava a Londra? Non era soddisfatta del suo lavoro?

«Perché? Giuro che mi impegnerò! Negli ultimi giorni ho avuto un po' di stanchezza, ma non può farmi fuori dal progetto solo per questi moduli!» Si era alzata in piedi pronta a battersi per tenersi il suo impiego.

«Hermione, non c'è nulla che non va nel tuo lavoro. Devi tornare a Londra perché è successa un incidente» Fece una pausa guardando la ragazza sbiancare poi continuò cercando di essere la più delicata possibile «Ron Weasley è al San Mungo»



Nota dell'autore: Buongiorno a tutti. Prima di tutto vi chiedo di perdonarmi: dopo questo finale molto sospeso, non so quando pubblicherò il prossimo capitolo. Ne ho solo uno pronto e di solito non pubblico se non ne ho almeno un due o tre. Un po' di hype non fa male, dai! Inoltre ho messo nella storia un piccolo riferimento geografico (ok, non tanto piccolo dato che vi si svolge la scena clou): da qualche parte dovevo ambientarla questa scena e invece di essere generico, ho fatto un omaggio foscoliano alla mia "terra lontana".
Comunque a parte tutto, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. È (secondo i miei piani) l'apice della story line tra Ron e Hermione. 
Grazie per le recensioni, spero di pubblicare il prima possibile!
A presto! :)

 

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Capitolo 11
*** La cassa sbagliata ***


CAPITOLO 11: LA CASSA SBAGLIATA
(N.d.A.:Questo capitolo si svolge due giorni prima del paragrafo finale del capitolo precedente)


 

16 aprile 2001

«Che succede? Hai la faccia di uno che ha incontrato un troll di montagna nei bagni della scuola!»

Harry e Ron erano nel Quartier Generale degli Auror.

Avrebbero dovuto pattugliare nuovamente le strade di Diagon Alley quel pomeriggio, ma poco prima che uscissero insieme ai loro partner, Robards era entrato di fretta nella sala e aveva convocato tutti per una riunione straordinaria.

Tutti tranne loro due.

«Ci sei rimasto male perché hanno lasciato fuori noi pivellini?» Incalzò Harry vedendo l'amico seduto su una scrivania con lo sguardo perso nel vuoto.

Ron scosse la testa e Harry chiese la cosa più ovvia:

«Hai litigato con Hermione questo weekend?»

«Non direi proprio litigato» Rispose l'altro con uno sbuffo

«Che è successo?»

«Ho fatto una cazzata, Harry»

«Strano» Rispose il ragazzo accomodandosi sulla sedia di fronte a lui «Su racconta. Cosa hai combinato?»

Ron prese un respiro e disse

«Le ho chiesto di sposarmi»

«Cosa?» Urlò Harry scattando in piedi con gli occhi sbarrati «E hai quella faccia da funerale perché lei ha detto di no?»

Ron scosse la testa.

«Ha detto di si?» Chiese cauto

Di nuovo un cenno negativo.

«Per Merlino, Ron! Mi vuoi spiegare? O devo utilizzare le tecniche di interrogatorio che ci hanno insegnato?» Chiese esasperato dalla reticenza dell'amico.

Ron fece un altro sospiro e gli raccontò quello che era successo sulla scogliera.

«Beh “la cosa più bella che tu le abbia detto” è una risposta positiva, no? Perché sei così?»

«Non ha detto di si»

«Vabbè, ma tu le hai fatto capire che non era una proposta di matrimonio vera e propria!»

«Però poteva almeno dire “si anche io non posso fare a meno di te” o qualcosa del genere!»

«Ma poi non ne avete più parlato?»

«No, siamo tornati a casa e abbiamo passato tutta la notte e il giorno dopo a letto» rivelò Ron mettendo l'ultima parola tra virgolette tracciate in aria con le dita.

«Ah!» Harry ormai aveva capito che i due amici utilizzavano il sesso per evitare di comunicare. Lo facevano quando litigavano e, a quanto pare, anche quando non volevano parlare dei loro sentimenti.

«Ehi reclute!» Robards era spuntato dalla sala riunioni interrompendoli «Siamo sotto organico, ci servite! Venite dentro che vi spiego»


 

«Voi due starete qua con Stunning» Esclamò Robards con tono severo «Non siete ancora Auror a tutti gli effetti e non voglio dover compilare mille scartoffie se qualcuno di voi ci lascia le penne»

«Ma signore...»

«Nessun “ma” Potter» Lo interruppe «Appena finiranno di scaricare tutte le casse noi entreremo dalle entrate principali, come concordato. Voi e Stunning sorveglierete l'uscita di sicurezza nel caso qualcuno riuscisse a fuggire» poi rivolto verso l'Auror incaricato di rimanere con loro disse «Tu sarai responsabile. Se ritieni che ci serva una mano intervenite pure, ma se uno dei due prova a fare l'eroe senza il tuo permesso sentiti libero di lanciargli contro un Pietrificus Totalus»

Poi con passo spedito raggiunse gli altri Auror già posizionati per l'irruzione al capannone.

Si trovavano nello scalo merci portuale sul Tamigi.

Avevano ricevuto informazioni abbastanza sicure sul fatto che i tre mangiamorte fuggiti mesi fa e ancora latitanti, avessero provato ad entrare a Londra nascondendosi nelle casse di una nave merci.

Ron, Harry e Stunning si acquattarono dietro dei container vuoti aspettando che succedesse qualcosa.

Videro due Auror andare incontro ad alcuni operai, agitargli contro la bacchetta rapidamente ed osservare i babbani dirigersi il più lontano possibile dal capannone prima di raggiungere di nuovo i colleghi.

Quando anche l'ultima cassa fu stipata dentro il magazzino e il portellone chiuso gli Auror si mossero entrando senza esitazioni dentro l'edificio.

Lo sguardo dei tre era fisso sulla porta dell'uscita di sicurezza.

Harry avrebbe voluto essere dentro il magazzino con gli altri, ma comprese le motivazioni di Robards. Inoltre nei giorni passati al Quartier Generale aveva conosciuto Stunning e lo riteneva un Auror molto competente, anche se un po' troppo preciso riguardo alle regole e il regolamento.

Per qualche minuto non accadde nulla.

Poi la situazione precipitò.

Fuori dall'uscita di sicurezza si materializzarono cinque maghi che si fiondarono all'interno del capannone con le bacchette in pugno.

In breve, lampi di luce filtravano dalle finestre alte del magazzino.

Harry e Ron si voltarono verso Stunnings e lo videro concentrato mentre decideva che fare.

«Ok, entriamo» dichiarò alla fine «Rimanete dietro di me, colpite per disarmare, non schiantate che potremmo rischiare di prendere qualcuno dei nostri» e con passo rapido e deciso si diresse verso la porta oltre la quale erano scomparsi i nuovi arrivati.

Harry sentì l'adrenalina scorrergli nelle vene e insieme a Ron seguirono Stunning.

Non erano neanche a metà strada quando due figure coperte da pesanti cappucci neri uscirono dalla porta trovandoseli davanti.

«Stupeficium» Urlò uno di loro, mentre l'altro incappucciato correva verso il capannone vicino a quello in cui avevano fatto irruzione gli Auror.

«Protego» Rispose Stunning deviando l'incantesimo «Voi due inseguite quello che è scappato. Non fate cazzate. Expelliarmus»

Harry e Ron si guardarono per un secondo poi corsero verso l'ingresso dove si era nascosto il fuggitivo.

Entrarono con cautela, mentre alle loro spalle sentivano gli incantesimi sfrecciare nell'aria.

All'interno del magazzino videro colonne di casse impilate le une sulle altre. Al centro una figura incappucciata era intenta a rovistare all'interno di una delle enormi scatole di legno.

Ron fece un gesto ad Harry e silenziosamente si diressero ai lati opposti per provare a chiudere le vie d'uscita.

All'improvviso però, un incantesimo lanciato da qualcuno all'esterno, colpì la facciata del capannone scatenando un boato all'interno e attirando l'attenzione del mago fino ad ora concentrato a cercare qualcosa all'interno della cassa.

Appena alzò la testa Harry puntò la bacchetta e urlò:

«Expelliarmus»

L'incantesimo però fu evitato con un colpo di bacchetta.

«Potter! È un piacere rivederti»

In mezzo al capannone Alecto Carrow si era abbassata il cappuccio rivelandosi ai due giovani.

«Tra tutti gli Auror che ci sono la fuori tu sei l'unico che avevo voglia di reincontrare» Esclamò lanciando una risata isterica «Abbiamo un conto in sospeso, se ricordi!»

«Non riuscirai a scappare» urlò Ron

«Non ho intenzione di farlo, Weasley» Rispose lei ghignando «Ad Hogwarts mi sono divertita con tua sorella, ora è arrivato il tuo tur...»

«Stupeficium» Harry non le fece finire la frase provando a schiantarla, ma Carrow si riparò dietro una cassa che fini in frantumi.

«Hai deciso di abbandonare l'Expelliarmus, Potter? Ti sei arrabbiato sapendo che ho torturato la tua fidanzatina?» Un'altra risata si propagò all'interno del capannone.

«Con l'Expelliarmus ho scofitto Riddle, per te basterà molto meno Carrow» Esplose rabbioso Harry.

Fece un gesto a Ron che proseguì lungo il lato lungo del magazzino, provando a raggiungere la mangiamorte alle spalle.

«Stupeficium» urlò di nuovo mirando ad un'altra cassa per distrarre l'avversaria dai movimenti di Ron.

«Potter fino ad ora hai preso le casse giuste, chissà che la prossima non sia quella sbagliata»

Harry non capì che volesse dire, ma finché la faceva parlare guadagnava tempo per Ron e per gli altri Auror.

«È stato divertente lanciare una maledizione Cruciatus su tuo fratello, magari prima che arrivino i miei colleghi mi verrà voglia di provare anche con te» e puntando la bacchetta fece esplodere un'altra cassa.

«Arriverà il giorno in cui pagherai tutto, Potter. Confrigo» decine di casse vicino a Harry esplosero lanciando schegge tutt'intorno.

Il ragazzo sentì una fitta alla spalla sinistra e voltandosi vide un grosso pezzo di legno spuntargli dalla pelle.

Un brivido gli percorse la schiena. Pochi centimetri più a destra e la grande scheggia gli avrebbe perforato il collo.

Percepì il sangue scorrergli lungo il braccio ormai inutilizzabile.

Lanciò altri due schiantesimi, facilmente parati dalla donna.

Gettò uno sguardo verso il lato opposto del magazzino e vide che Ron aveva raggiunto un punto ideale per sferrare un doppio attacco.

«Ora!» Urlò e insieme spuntarono oltre le casse che li proteggevano dalla vista della mangiamorte.

Accadde tutto in pochi secondi.

Alecto Carrow si voltò di scatto nella direzione di Weasley urlando

«Confrigo»

I due ragazzi risposero esclamando insieme

«Stupeficium» ed entrambi gli incantesimi andarono a bersaglio, colpendo Alecto Carrow uno in pieno petto, uno sul fianco.

L'incantesimo della strega si infranse su una cassa vicino a Ron.

Harry vide la scena a rallentatore: una palla di fuoco divampò disintegrando la cassa e scagliando l'amico in aria.

Lo vide atterrare contro la lamiera delle pareti del magazzino sbattendo violentemente la schiena e la testa.

Non fece in tempo a correre verso Ron che sentì frammenti di legno penetrargli nella pelle attraverso i vestiti.

Poi qualcosa di più pensante gli colpì una tempia e divenne tutto nero.



Nota dell'autore: Buongiorno a tutti. Questo weekend non ho avuto poi tanto tempo per scrivere, ma ho completato un altro capitolo, quindi ho deciso di pubblicare questo. Non credo di essere particolarmente abile a scrivere le scene d'azione, spero perciò che abbiate trovato il tutto abbastanza realistico.
Grazie a tutti per la lettura e a chi mi ha recensito fino ad ora. spero di leggere altre recensioni! :)
A presto! :)

 

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Capitolo 12
*** Attesa ***


CAPITOLO 12: ATTESA


 

17 aprile 2001

Erano le due di notte quando i signori Weasley raggiunsero il quarto piano dell'ospedale San Mungo.

Nella sala d'attesa videro la loro unica figlia, Ginny, che discuteva animatamente con una strega seduta dietro l'accettazione.

«Sono la sua fidanzata, per Merlino! È scritto su tutti i giornali da tre anni!» Urlò esasperata.

«Mi dispiace signorina, ma posso dare informazioni solo ai parenti»

«Oh peccato che tutti i suoi parenti siano stati uccisi da Voldemort!» Esclamò rabbiosa tentata di estrarre la bacchetta dalla tasca dei pantaloni.

«Ginny, cara, calmati» provò a rassicurarla Molly avvicinandosi, cingendole le spalle con un braccio e allontanandola dalla donna «Sono sicura che ora tuo padre troverà una soluzione» e con uno sguardo Arthur Weasley prese il posto della figlia davanti al banco dell'accettazione.

«Oh mamma» Esclamò lei abbracciandola

«Come sta Ron?» Chiese la donna accarezzandole i capelli

«Hanno detto che non ha ancora ripreso conoscenza» Mormorò stringendo la madre «So solo che c'è stata un'esplosione al porto e che loro sono rimasti dentro, tra le fiamme, per almeno due minuti prima che riuscissero a portarli fuori»

«Arthur, Molly» Una voce profonda fece girare i tre Weasley e si ritrovarono davanti Kingsley Shackebolt insieme ad un altro uomo di mezza età con capelli biondo cenere.

«Kingsley, cosa è successo?» Chiese Arthus Weasley andandogli incontro e stringendogli la mano.

«Vi presento Gawain Robards, Capo Auror» disse indicando l'uomo al suo fianco «Vi spiegherà tutto. Io nel frattempo chiederò che vi vengano date informazioni più dettagliate sulla salute di Harry e Ron» e con due ampie falcate raggiunse la strega dietro l'accettazione.

«Signori, sediamoci» iniziò Robards. Poi quando tutti e quattro si furono accomodati sulle sedie di plastica della sala d'attesa cominciò:

«Eravamo impegnati in un'operazione per la cattura dei mangiamorte fuggiti»

«Ma sono solo reclute! Credevo che si occupassero solo di pattugliamenti e...»

«Signora Weasley» la interruppe Robards «La guerra ha decimato gli auror e siamo sotto organico. Mi serviva che anche loro prendessero parte alla missione. Mi ero assicurato che si occupassero solo della sorveglianza di un'uscita, tenendoli lontano dall'azione» Emise un sospiro poi continuò «Purtroppo raramente le missioni vanno come pianificate: i tre fuggitivi hanno ricevuto supporto da altri maghi. Alecto Carrow e un altro mangiamorte sono riusciti a fuggire dall'uscita controllata da Potter, Weasley e Stunning. Quest'ultimo ha duellato con l'uomo, mentre Harry e Ron hanno inseguito la Carrow dentro un altro magazzino»

Fece un'altra pausa per permettere a tutti di assimilare le informazioni.

«All'interno del magazzino c'era materiale di contrabbando, probabilmente portato dagli stessi mangiamorte. Tra cui una cassa di Pozione Esplosiva. Un incantesimo deve averla colpita causando la detonazione. Finché uno dei due non si sveglierà non sapremo cosa è accaduto all'interno, ma data la posizione in cui sono stati trovati posso assicurare che hanno agito come qualsiasi altro Auror avrebbe fatto»

«E la Carrow?» Chiese Ginny con la voce tremante

«È morta. Harry e Ron l'hanno colpita con due schiantesimi. È rimasta svenuta in mezzo alle fiamme e al fumo troppo a lungo per poter sopravvivere»

Kingsley si avvicinò:

«I guaritori sono con loro ora. Stanno visitando tutti gli Auror coinvolti» Rivelò

Lo sguardo di tutti si spostò su Robards

«Ci sono stati parecchi feriti» Poi si interruppe abbassando gli occhi «E Stunning non ce l'ha fatta»

Ginny si mise una mano sulla bocca non riuscendo a pensare cosa sarebbe successo se al posto del povero Stunning ci fosse stato Harry o Ron.

«Quando potremo vederli?»

«Non lo so Molly» Si rammaricò Kingsley «Ho autorizzato a darvi qualsiasi informazione su Ron e anche su Harry appena le avranno, ma potrebbe volerci un po' di tempo»

«Grazie Kingsley» mormorò sincero Arthur

«Vi direi di andare a riposarvi, ma dubito che vogliate muovervi di qua» disse appoggiando la mano sulla spalla dell'uomo «Quindi ora vado con Robards a tenere a bada i giornalisti all'ingresso, poi torno qua per aspettare notizie con voi»

«Non c'è bisogno Kings...»

«Non sono solo dipendenti del mio Ministero, Arthur. Sono membri dell'Ordine e soprattutto miei amici. Tornerò fra poco» E con un rapido movimento si smaterializzò insime a Robards.


 

Passarono alcune ore, il sole stava sorgendo e nella sala d'attesa erano arrivati anche George con Angelina, Bill e Percy.

Ad un certo punto dal corridoio spuntò una guaritrice vestita di verde. Sul petto c'era ricamato il classico simbolo di tutti i medimaghi: un osso e una bacchetta incrociati.

«La famiglia Potter?» Chiese rivolta a nessuno in particolare

Ginny si alzò di scatto seguita dai signori Weasley e poi da tutti gli altri.

«Siamo qui sia per Potter che per Weasley» Dichiarò sicura e con tono fermo la ragazza.

La guaritrice la fissò per un secondo senza capire poi spostò lo sguardo sulla strega dietro l'accettazione che, con un cenno della testa, confermò.

«Ok, allora» Iniziò la donna «Vi voglio subito rassicurare: nessuno dei due è in pericolo di vita»

Sospiri di sollievo si propagarono per la sala

«Possiamo vederli?» Chiese una signora Weasley che aveva riacquistato il suo colorito

«Non ancora, mi dispiace» mormorò la guaritrice «Per quanto riguarda Potter ha riportato una lesione grave al tendine della spalla sinistra e un trauma cranico abbastanza importante. Niente che non possa guarire con qualche settimana di riposo e costante assunzione di pozioni e sieri. Ora però è sotto l'effetto della pozione soporifera e non potrete vederlo fino a stasera»

«Ron, invece?» Chiese Bill preoccupato

«La situazione del signor Weasley è un pochino più complessa: era estremamente vicino all'esplosione e abbiamo già curato tutte le ustioni. Non avrà nessun segno permanente. Però ha subito un grave trauma cranico e una lesione alla colonna vertebrale. Ora è sotto le bacchette dei guaritori, ma posso assicurarvi che non rischia la vita»

«Ci saranno conseguenze?» la incalzò Molly tornata un po' più preoccupata

«Per il signor Potter potrebbe esserci qualche momentanea perdita di memoria. Per il signor Weasley è troppo presto per fare qualsiasi previsione» Concluse «Ora scusate, ma devo tornare dentro»

Tornarono tutti a sedersi, rinfrancati dalle parole della guaritrice, ma ancora leggermente preoccupati per le condizioni di Ron.

Ginny convinse i genitori ad andare a riposarsi. Kingsley e Percy tornarono al ministero, George andò ad aprire il negozio e Bill ritornò a Shell Cottage da moglie e figlia.

Rimase solo Angelina insieme alla ragazza.

Si accomodarono di nuovo in sala d'aspetto e attesero.

Passò l'intera mattinata e anche l'ora di pranzo.

Quando arrivarono circa le tre del pomeriggio Ginny si rivolse all'amica.

«Dovresti andare. Abbiamo allenamento fra un'ora»

«Dopo la sconfitta con il Puddlemere siamo fuori dai playoff. Non credo succeda niente se salto un allenamento»

«Gwenog si infurierà»

«Capirà Ginny, tranquilla»

Passarono altre due ore e nel frattempo i signori Weasley erano ritornati mentre Angelina aveva raggiunto il marito in negozio.

Nel silenzio della sala e nonostante la scomodità delle sedie Ginny cominciò ad appisolarsi, ma scattò in piedi quando una nuova guaritrice entrò

«Potter?» Chiese alle uniche tre persone presenti e senza aspettare la risposta continuò «L'effetto della pozione è terminato, può entrare una persona alla volta»

«E Weasley?» Chiese Molly preoccupata

La donna consultò la pergamena che aveva in mano.

«Lui è ancora addormentato. Avremo i risultati degli incantesimi di guarigione solo una volta che sarà sveglio»

Poi uscì dalla sala con un sorriso e con Ginny al suo seguito.

«Ehi» Mormorò entrando nella stanza di Harry e vedendolo steso a letto, con gli occhi aperti

«Buongiorno» Rispose lui con un cenno della testa fasciata.

La ragazza si avvicinò scrutandolo.

«Come stai?» Chiese timorosa

«Bene a parte che non riesco a muovere il braccio» disse guardando verso la spalla sinistra fasciata «Lei è qui per cambiarmi la fasciatura?» Aggiunse guardando curioso la ragazza

Ginny spalancò gli occhi.

“Non mi riconosce” Pensò terrorizzata

«Sono...sono Ginny» Balbettò senza riuscire a muoversi

«Un bel nome! Piacere, io sono Harry» Poi con un ghigno aggiunse «Quando uscirò di qui potrei invitarla a prendere un succo di zucca?»

La ragazza lo squadrò, poi vide il lampo di divertimento che percorreva i suoi occhi verdi e aggrottò la fronte.

«Volentieri!» Rispose piccata «Tanto il mio ragazzo è uno stronzo che mi fa preoccupare, penso che lo lascerò»

Harry scoppiò a ridere, ma ben presto la risata si trasformò in colpi di tosse.

Ginny si avvicinò al letto prendendogli la mano del braccio sano.

«Stai bene?»

«Sono solo le conseguenze per aver respirato fumo» Rispose il ragazzo riprendendosi «Per il resto ho solo un po' di mal di testa. Vieni qua» aggiunse facendole spazio nel letto.

Lei si sdraiò e lo abbracciò.

«Come sta Ron?»

«È ancora privo di sensi» rispose la ragazza «Ma dovrebbe stare bene»

«Hermione è qua?»

Ginny alzò di scatto la testa

«Hermione!» Urlò «Non credo che nessuno l'abbia avvisata!»

La porta della stanza si spalancò e Robards comparve insieme a Kingsley.

«Potter, mi hanno detto che ti sei ripreso» Esclamò il Capo Auror «Possiamo parlare di quello che è successo?»

«Non si può fare domani? Si è appena svegliato!» Esplose Ginny indignata alzandosi dal letto.

«Fa niente, Gin» la rassicurò Harry, poi rivolgendosi al Ministro «Kingsley puoi fare in modo di avvisare Hermione? Non credo che sappia di Ron»

«Avverto subito Sybil e organizzo una passaporta per domani mattina per farla rientrare» rispose Shackebolt

«Può restare?» Chiese Harry a Robards facendo un cenno verso Ginny che nel frattempo si era accomodata su una sedia vicino al letto.

La ragazza guardò duramente il Capo Auror facendogli intendere che non sarebbe uscita da quella stanza per nessun motivo.

«In teoria dovrebbe essere una conversazione riservata» rispose l'uomo spostando lo sguardo su Kingsley «Ma se il Ministro è d'accordo e la signorina Weasley promette di non parlarne alla stampa, direi che non c'è problema»

Harry raccontò dettagliatamente tutto quello che era successo nel capannone, tralasciando solo l'accenno che Alecto Carrow aveva fatto a Ginny.

«Bene Potter» Rispose Robards alla fine del resoconto «Devo dire che tu e Weasley avete agito nel miglior modo possibile, come qualsiasi altro Auror avrebbe fatto»

«Posso farle delle domande, signore?» Chiese titubante

«Certo, chiedi pure»

«C'è stato qualche altro ferito?»

«Stunning è stato accerchiato mentre i mercenari provavano a fuggire» Rispose Robards abbassando lo sguardo «È riuscito a lanciare un incantesimo anti-smaterializzazione prima di venire colpito da una maledizione senza perdono»

Harry sbarrò gli occhi ripensando all'uomo che fino a poche ore prima era accucciato con lui dietro un container. Sospirando continuò:

«Come mai c'è stata quell'esplosione?»

«L'incantesimo della Carrow ha colpito una cassa di pozione esplosiva» Rivelò «Abbiamo arrestato gli altri due mangiamorte e ci hanno rivelato che hanno introdotto materiale necessario per un attentato, ma non avevano ancora idea di cosa attaccare»

«Chi è che è venuto in loro soccorso?»

«Mercenari che hanno reclutato in Spagna, Potter. Sono stati tutti o uccisi o catturati»

«Alecto Carrow?»

«È morta in seguito all'esplosione»

«Ok. Non ho altre domande» Concluse Harry con un cenno di soddisfazione.

«Ok Potter, ottimo lavoro. Quando tornerai in ufficio dovrai stendere un rapporto dettagliato insieme a Weasley»

«Ok signore, ci vediamo domani allora»

«Harry!» Esclamò Ginny arrabbiata

Kingsley scoppiò a ridere

«Non credo che i guaritori ti lasceranno uscire tanto presto, Harry!»



Note dell'autore: Buongiorno a tutti. Oggi non ho particolari annotazioni da fare. Quindi vorrei ringraziare tutti quelli che recensiscono costantemente questa storia come Miss Wendy, CatherineC94 e Milan94. Grazie anche a chi l'ha inserita tra le preferite/seguite/ricordate.
Grazie davvero, ci sentiamo nel prossimo capitolo! 
A presto! :)

 

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Capitolo 13
*** Tutto bene ***


CAPITOLO 13: TUTTO BENE


 

18 aprile 2001

La passaporta fece arrivare Hermione direttamente nell'atrio del San Mungo.

Ad attenderla c'era Molly Weasley e istintivamente la ragazza le corse incontro e la strinse in un abbraccio.

«Come sta Ron?» Chiese sforzandosi di non far diventare lucidi i propri occhi

«È ancora sotto l'effetto della pozione soporifera, ma non è in pericolo di vita» rispose la donna.

Hermione la guardò e vide gli evidenti segni della stanchezza.

«Posso vederlo?»

«Mi dispiace cara, ma finché non si sveglia non fanno entrare nessuno» Rispose la signora Weasley accarezzandole una guancia «Harry è sveglio e sta bene. Ti porto da lui»


 

«Voglio andarmene!» Esclamò Harry rabbioso

«Signor Potter, bisogna attendere che l'ossofast saldi tutte le ossa del cranio, poi potrà uscire»

«Sto bene!»

«Ha ancora un braccio fuori uso signor Potter!»

«Ma quello con cui uso la bacchetta funziona benissimo!» Rispose tentato di lanciare una fattura al guaritore che gli impediva di uscire «Se non mi dimettete io mi smaterializzo!»

«Non ci si può smaterializzare dentro l'ospedale!» Esclamò Hermione entrando nella stanza

«Hermione! Sei arrivata!» Harry sorrise vedendo entrare l'amica «Aiutami a convincerlo a dimettermi!»

«Non credo lo farò, Harry!» Rispose la ragazza sorridendo

«Vi siete coalizzati contro di me»

«Signor Potter, ancora qualche giorno e poi potrà uscire» Concluse il guaritore, esausto dalla conversazione, prima di uscire.

«Come stai, Harry?»

«Starei meglio se mi facessero uscire»

«Dov'è Ginny?» Chiese Hermione ignorando l'insistenza del ragazzo

«A Holyhead. C'è la riunione di fine stagione. Sarà qua nel pomeriggio»

La ragazza fece un cenno di assenso e si sedette sulla sedia vicino al letto dell'amico.

«Hai visto Ron?» chiese Harry

«Non fanno entrare nessuno finché non si sveglia»

«Starà bene, vedrai» La rassicurò vedendo comparire una smorfia di preoccupazione su suo volto.

«Si» mormorò lei mentre gli occhi le diventavano lucidi.

Calò un silenzio imbarazzato. Fu Harry il primo a prendere parola

«Mi ha detto Ron di quello che...»

«Harry mi dispiace così tanto» Lo interruppe lei scoppiando in lacrime e chinando la testa sul materasso, avvolta tra le braccia.

Lui le passò una mano tra i capelli.

«Herm, che succede?»

Lei continuò a singhiozzare qualche secondo, poi alzò lo sguardo verso l'amico.

«E se fosse...fosse...» Mormorò senza riuscire a finire la frase

«Ron sta bene e tornerà come nuovo» la tranquillizzò lui «E dubito possa darsi alla pazza gioia tra le lenzuola per almeno un po' di tempo, quindi sarete costretti a parlare e non potrete evitare i problemi con il sesso»

Hermione divenne rossa alternato una risata con qualche singhiozzo.

Si asciugò le lacrime con il dorso della mano.

«Sai che non mi piace mettermi in mezzo fra voi due, ma mi spieghi che è successo?»

La ragazza fece un sospiro, provando a calmarsi.

«Immagino che ti abbia detto che mi ha chiesto di...» Rimase con la frase in sospeso come se avesse paura a continuarla.

«In realtà, da quanto ho capito» Intervenne Harry venendole in aiuto «Più che una vera proposta di matrimonio, era una dichiarazione! Era più un “Miseriaccia, sono sicuro di amarti e che vorrò stare con te per sempre”» Concluse provando a fare l'imitazione di Ron.

«Fai pena a fare le imitazioni» rispose lei facendo un sorriso divertito

«Lo so, Ginny è più brava, ma non cambiare argomento»

«Non poteva dire semplicemente così?» Esclamò lei sbuffando «Perché ha dovuto metterci “sposami” all'inizio?»

«Perché è Ron, lo conosci! È un istintivo e dice sempre la prima cosa che gli viene in mente»

«Io invece no!» Rispose lei stizzita

«Lo so bene. Tu devi avere tutto ben chiaro in testa e ben pianificato» Ribatté il ragazzo ripensando all'estate in cui Hermione è andata in giro per settimane con una borsa piena di libri e vestiti in previsione, poi rivelatasi esatta, di dover partire alla ricerca degli Horcrux senza preavviso.

«Esatto! E di sicuro non era pianificato sentirmi fare una proposta di matrimonio a ventun'anni» Esclamò appoggiandosi sullo schienale della sedia e lasciando andare la testa all'indietro, con gli occhi fissi sul soffitto «Ho passato tutto ieri a fare liste di pro e contro»

«Ed è servito a qualcosa?» Chiese Harry sorridendo sornione

«No» Ammise la ragazza

«Herm, stammi ad ascoltare» cominciò lui provando a tirarsi su dal letto facendo forza con l'unico braccio che funzionava «Dall'alto della mia esperienza in rapporti romantici, che è probabilmente pari alla tua, posso dirti che ragionare troppo quando ci sono di mezzo i sentimenti non serve a nulla. Non ci sono regole da seguire. Guarda me e Ginny per esempio»

«Te e Ginny?» Chiese lei perplessa

«Esatto. C'è una cosa che non ho mai detto a nessuno» Rivelò lui «Durante l'estate prima del sesto anno abbiamo passato molto tempo insieme alla Tana. All'inizio credevo fosse solo affetto come per te e per Ron e tutti gli altri Weasley. Poi però è iniziato l'anno e lei stava con Dean. Vederli insieme mi dava fastidio, ma credevo fosse gelosia fraterna esattamente come quella di Ron»

«Ma non era solo quello»

«Infatti. Se quella sera dopo la partita mi fossi fermato a ragionare, avrei avuto mille motivi per non baciarla: prima di tutto eravamo davanti a tutti i Grifondoro, tra cui due suoi ex; Poi non ero sicuro che i miei sentimenti fossero ricambiati»

«Non ha mai smesso di essere cotta di te, ma non dirle che te l'ho detto» Rivelò lei abbassando la voce come se rischiasse di essere scoperta

Harry sorrise

«Ma soprattutto rischiavo di perdere Ron: pensavo che si comportasse da stronzo quando lei usciva con due ragazzi qualunque, figurati cosa avrebbe combinato se il suo migliore amico ci avesse provato con la sua sorellina»

«E invece...»

«E invece non ho ragionato Herm! Ho spento il cervello per un secondo ed ogni volta che mi sveglio e mi ritrovo i suoi capelli rossi in faccia ringrazio Merlino di averlo fatto» Concluse, particolarmente soddisfatto di come era venuto fuori il suo discorso.

Hermione rimase in silenzio fissando l'amico che sorrideva.

«Quand'è che sei diventato così saggio, Harry Potter?»

«Sai, ho passato parecchie notti da solo nei letti di infermeria e ospedali vari. Ho avuto molto tempo per riflettere!» Rispose facendole l'occhiolino.


 

Ron si svegliò quando ormai era ora di cena.

La prima a fiondarsi dentro fu la signora Weasley, mentre gli altri rimasero nella sala d'attesa ad ascoltare il guaritore.

«Ora che si è svegliato possiamo escludere eventuali danni permanenti. È giovane e in forma, sono sicuro che si riprenderà in breve tempo» concluse per poi tornare nei corridoi dell'ospedale.

Il signor Weasley raggiunse la moglie e insieme uscirono dalla stanza dopo una decina di minuti.

«Hermione, cara, Ron ha chiesto di te» Mormorò Molly rassicurante avvicinandosi alla ragazza.

Lei avanzò cauta, temporeggiando con la mano sulla maniglia della stanza,

Poi fece un respiro profondo ed entrò

«Herm!» Esclamò Ron vedendola entrare.

La ragazza si sorprese di vederlo piuttosto vitale: si sarebbe aspettata di trovarlo agonizzante e sofferente invece era li, appoggiato con la schiena a due cuscini, che le sorrideva con un leggero imbarazzo.

Sentì di nuovo le lacrime provare a spuntarle dagli occhi e cercò di trattenerle.

Così come provò a resistere all'istinto di lanciarsi sul suo letto e stringerlo.

Con un colpo di bacchetta accostò una sedia al letto e si sedette accanto a lui. Ron allungò una mano e lei gliela strinse.

«Ero preoccupata» mormorò Hermione sentendosi subito stupida per una frase così sciocca.

«Sto bene, Herm, tranquilla» la rassicurò lui accarezzandole la mano.

Ricadde un silenzio imbarazzato mentre i due continuavano a fissarsi negli occhi.

«Scusa» sussurrò Hermione dopo un po'.

Notando l'espressione confusa di Ron continuò «Scusa per non aver detto nulla sabato. Sai dopo...» Lasciò la frase in sospeso abbassando gli occhi

«Herm, non ti preoccupare»

«Ron, io ti amo, ma...»

«Anche io ti amo! Non serve altro» la interruppe lui stringendole la mano

«Ti prego lasciami finire» esclamò lei con uno sguardo supplichevole «Ti amo, ma mi hai sorpreso con quella dichiarazione, ecco»

«Herm, non serve...» Iniziò lui per poi fermarsi quando vide l'espressione della ragazza «Scusa, continua»

«Se devo essere onesta mi sono un po' spaventata. Non perché non sia sicura di quello che provo per te» Si affrettò ad aggiungere «Ma mi conosci, sai che la mia mente viaggia veloce e di fronte a cose che non avevo previsto vado in confusione. Poi quando ho saputo che eri in ospedale ho capito di essere stata stupida. Ho avuto di nuovo paura, ma paura di non poterti più stringere e paura che per il resto della mia vita non ti avrei più avuto al mio fianco» Hermione aveva sputato fuori tutto rapidamente, quasi senza respirare.

Si fermò un secondo poi continuò

«Anche io voglio passare il resto della vita con te, quindi ok» Concluse con un sorriso «Sposiamoci»


 

I signori Weasley erano seduti nella sala d'attesa quando entrò di nuovo un guaritore guardandoli imbarazzato.

Erano le dieci di sera. Hermione era tornata a casa dai suoi genitori e anche tutti gli altri figli erano andati via. Ora stavano solo aspettando Ginny, che avrebbe trascorso la notte alla Tana.

Era arrivata mezzora prima, trattenuta a Holyhead con il resto della squadra. Era passata in camera del fratello per sincerarsi delle sue condizioni, per poi andare subito da Harry.

Il guaritore si avvicinò con evidente disagio

«Signori Weasley? Ci sarebbe un problema» quando un'espressione preoccupata comparve sul volto di Molly si affrettò ad aggiungere «Niente di grave! Nessuno sta male, però avrei bisogno del vostro aiuto»

Molly e Artur si guardarono confusi per poi seguirlo fino alla camera di Harry.

«Vedete, l'orario delle visite è finito un'ora fa e lei non potrebbe...» Sussurrò lasciando la frase in sospeso e lasciando che anche i coniugi Weasley vedessero dentro la stanza.

Ginny era stesa a fianco di Harry, con la testa sul suo petto e il braccio che gli circondava la vita. Le mani dei due erano strette le une alle altre e stavano entrambi dormendo.

«Vuole che svegli mia figlia e il suo ragazzo, che si trova qui dopo aver sventato un attentato, solo perché l'orario delle visite è finito?» Chiese Molly alzando un sopracciglio, leggermente alterata.

«Vede ci sono delle regole che...»

«Forse per Harry Potter» lo interruppe Arthur sussurrando, ma con tono fermo «Si può chiudere un occhio su queste regole, no?»

Il guaritore era molto in imbarazzo e non vedeva l'ora di uscire da quella stanza.

Fece un cenno di assenso e senza dire nulla tornò nel corridoio.

I signori Weasley lanciarono un'ultima occhiata ai due ragazzi poi si guardarono sorridendo. Uscirono anche loro, tenendosi per mano, e chiudendosi delicatamente la porta alle spalle.



Note dell'autore: Ciao a tutti. Non manca poi molto alla fine di questa seconda parte della storia. Sicuramente ci sarà un altro capitolo (che pubblicherò domani) e forse un altro ancora (che non ho ancora scritto). Non so se e quando ci sarà la terza parte. Comunque ne parlerò meglio nelle note del capitolo finale.
Grazie a quelli che hanno recensito e anche a quelli che hanno solo letto.
A presto! :)

 

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Capitolo 14
*** Da solo ***


CAPITOLO 14: DA SOLO


 

25 agosto 2001

Harry spalancò gli occhi di scatto.

Si accorse di avere sete, ma non riusciva a muoversi.

In fondo alla stanza, seduta sulla poltrona vicino all'armadio, una figura umana era leggermente illuminata dalla luce dei lampioni fuori dalla finestra.

Istintivamente cercò la bacchetta che teneva sul comodino, ma il braccio non rispose al suo comando.

«Stai cercando questa, Potter?» La figura si era alzata tenendo in mano la sua bacchetta e quella di Ginny, che ancora dormiva placida al suo fianco.

Harry non riuscì a parlare e allora capì. Era stato pietrificato.

Osservò la figura avvicinarsi al suo letto e un terrore gli pervase il corpo quando la riconobbe.

Nonostante la faccia deturpata da cicatrici e gli abiti bruciacchiati non gli fu difficile distinguere i lineamenti di Alecto Carrow.

Voleva urlare ma non riusciva.

«Te l'avevo detto che un giorno avresti pagato tutto!» Con una risata spezzò le bacchette che teneva in mano ed estrasse la sua da sotto il mantello.

La puntò contro Ginny e, delicatamente come se cantasse una ninna nanna, sussurrò:

«Crucio»

Harry vide gli occhi della ragazza spalancarsi.

Vide la paura e il dolore contorcersi dentro i suoi profondi occhi marroni.

La risata della mangiamorte era un'eco lontano mentre vedeva soffrire la ragazza che amava.

«Dimmi, Potter, hai provato anche tu questo senso di felicità ed eccitazione mentre facevi la stessa cosa con mio fratello?» aveva abbassato la bacchetta e il corpo di Ginny non era più soggetto a spasmi.

Harry continuò a fissare il viso della ragazza mentre lei provava a parlare. Ma la sua bocca si muoveva senza successo.

«Crucio» Questa volta Carrow urlò con tutto l'odio che aveva dentro.

Vide le pupille di Ginny ribaltarsi mentre rivoli di lacrime le scorrevano dagli angoli degli occhi.

Spostò lo sguardo sulla mangiamorte e la vide ridere.

«Sai Potter, non è divertente senza la tua solita parlantina, credo che ti libererò così potrò ascoltare mentre mi supplichi di smetterla»

Poi con un rapido gesto spostò la bacchetta da Ginny a Harry mormorando

«Finite incantatem»

Il ragazzo non fece neanche in tempo a provare ad alzarsi che subito la donna pronunciò

«Incarceramus»

Sentì delle corde stringersi intorno al corpo tenendolo fissato a letto.

Girò la testa verso Ginny che giaceva svenuta accanto a lui poi tornò a fissare Alecto Carrow

«Ti ucciderò» Ringhiò provando a muovere le mani

La donna proruppe in una risata profonda.

«Mi hai già ucciso Potter, eppure sono ancora qua. Esattamente come il mio Signore e io porterò a termine il suo obiettivo»

Improvvisamente un pianto di un bambino irruppe nella casa.

«Oh» Fece sorpresa la mangiamorte con un sorriso malefico «Non sapevo ci fosse un piccolo Potter in questa casa, chissà se anche la rossa Weasley sarà tanto altruista da sacrificare la vita per suo figlio. Esattamente come quella sporca mezzosangue di tua madre»

La porta della camera si spalancò e un moto di sollievo lo pervase quando vide entrare Ron e Hermione.

«C'è la Carrow» Urlò agitando la testa nell'angolo in cui si trovava la mangiamorte.

Hermione lo guardò con compassione

«Harry, non possiamo farci coinvolgere questa volta»

«Ha ragione amico. Stiamo per sposarci, devi imparare a cavartela da solo»

«Mi dispiace che non sarai al nostro matrimonio»

Harry vide i suoi amici guardarsi sorridendo, poi stringendosi la mano uscirono dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Alecto Carrow aveva ripreso a ridere.

«Non hai più nessuno, Harry Potter. E ora rimarrai da solo»

La vide alzare la bacchetta mentre un lampo verde sgorgava dalla punta andando a colpire Ginny nel petto.

Urlò vedendo i suoi occhi spalancarsi mentre la vita li abbandonava.

«Ginny» sputò fuori con tutto il fiato che aveva in gola.

«Harry»

Poteva quasi sentire la sua voce che lo chiamava.

«Harry»

Era un'eco lontana, come le voci dei suoi genitori nella Foresta Proibita mentre andava da Voldemort.

«Harry, svegliati!»


 

Spalancò gli occhi di nuovo.

Vide subito Ginny sopra di se, la spinse via e afferrò la bacchetta sul comodino puntandola dove, fino a poco prima, stava Alecto Carrow.

«Harry» mormorò dolcemente la ragazza posandogli una mano sulla spalla «Era un sogno, calmati»

Sentì le lacrime che gli scorrevano sulle guance e il respiro accelerato.

Abbassò la bacchetta tremando e si voltò verso Ginny. Lei lo stava guardando con aria preoccupata e impaurita.

«Scusa» mormorò gettandosi sul cuscino, con la bacchetta ancora stretta in mano.

Il sollievo di averla ancora accanto, viva, fu presto sostituito da rabbia e frustrazione.

Era da quattro mesi che almeno un paio di notti a settimana sognava mangiamorte o Voldemort che torturavano Ginny o chiunque altro a cui volesse bene.

«Amore non devi scusarti » sussurrò la ragazza accarezzandogli una spalla, poi cauta aggiunse «Cosa hai sognato?»

«Sai che non mi va di parlarne» Ribatté stizzito

«Si lo so, ma credo che dovresti farlo»

«Io no!» Urlò gettando via il lenzuolo e uscendo dalla stanza.

Si gettò sul divano del salotto. L'orologio sopra la porta d'ingresso segnava l'una e quaranta.

Chiuse gli occhi e inspirò dal naso cercando di scacciare le immagini del sogno via dalla sua testa.

Sentì i passi di Ginny raggiungerlo nella sala e, anche con le palpebre serrate, percepì la luce irrompere nella stanza.

«Harry non puoi tenerti tutto dentro»

«Si che posso» Rispose acido continuando a tenere gli occhi chiusi

«Ma se non parli di quello che ti preoccupa, continuerai a fare questi incubi!»

«Se ti da tanto fastidio che ti svegli la notte, posso venire a dormire sul divano!» Esclamò lui sbarrando gli occhi.

Sentiva la rabbia montargli dentro.

«Non fare l'idiota, sai che non è questo il problema»

«E allora qual è? Siete tutti così morbosi di sapere! Sei come tutti quei giornalisti che mi riempiono di domande!» Era scattato in piedi e stava urlando

Ginny fece un sospiro.

«Harry» Il suo tono era ancora calmo, ma molto più fermo e deciso «Se urlarmi contro ti fa stare bene, ok fallo pure. Ma se mi stai accusando di queste stronzate solo per sfogare la tua frustrazione allora non ci sto»

Lui continuò a fissarla, con gli occhi spiritati dalla rabbia.

«Ok, ho capito» Ginny fece due passi indietro e poi si diresse in camera.

Ne uscì dopo qualche minuto, aveva indossato un paio di pantaloncini e una maglietta e in mano aveva una borsa.

Harry nel frattempo era tornato sul divano e fissava il muro davanti a se.

«Vado per qualche giorno alla Tana» mormorò la ragazza avvicinandosi al camino.

“E ora rimarrai da solo”.

A Harry tornò in mente la frase che la Carrow aveva pronunciato nel sogno e si voltò di scatto verso Ginny.

Aveva il pugno immerso nel vasetto sopra il camino in cui tenevano la polvere volante.

Harry sentì le lacrime spuntargli dagli occhi e scendere rapide lungo le guance.

«Gin» sussurrò piano «non andare via»

La ragazza lasciò cadere la borsa che aveva in mano e si voltò piano.

Lo vide piangere come mai gli era capitato prima.

«Scusa» Mormorò Harry.

Ginny si sdraiò sul divano insieme a lui accarezzandogli i capelli e fissandolo negli occhi verdi.

«Scusa Gin» Ripeté

Si baciarono, prima delicatamente poi sempre con più foga. Le mani di Harry si infilarono sotto la maglietta della ragazza e quasi la strapparono.

Una volta nuda la avvolse in un abbraccio. Aveva bisogno di sentirla, di percepire la pelle contro la sua.

Poi fecero l'amore con furia, facendo scricchiolare il divano e senza curarsi che i vicini potessero sentirli. Le unghie piantate nella schiena e il collo oggetto di baci e morsi.

Vennero quasi urlando prima di accasciarsi esausti sul divano.

«Andiamo a letto» mormorò Ginny quando il loro respiro tornò regolare. Senza aspettare la risposta si alzò dal divano e, prendendo per mano Harry, tornò in camera.

Lui si sdraiò appoggiando la testa sul petto della ragazza e lei cominciò ad accarezzargli i capelli.

«C'era Alecto Carrow...» mormorò Harry dopo qualche minuto di silenzio «Qua nella nostra camera. E ti torturava mentre mi aveva pietrificato»

Ginny non disse nulla continuando ad accarezzarlo, sapendo che c'era dell'altro

«Poi sono arrivati Hermione e Ron e hanno detto che non volevano farsi coinvolgere e che dovevo cavarmela da solo e se ne sono andati. Poi la Carrow ti ha ucciso dicendo che sarei rimasto solo per sempre»

«Amore mio» sussurrò lei dolcemente «Non ti lascerò mai da solo»

Harry la strinse più forte. Con il viso appoggiato al suo seno poteva sentire il cuore battere.

«Gin» mormorò

«Dimmi»

«Mi racconti che è successo durante il tuo sesto anno?»

La sentì irrigidirsi per un secondo, poi la sua mano riprese a scorrere lentamente tra i suoi capelli

«Sei sicuro?»

«Si» Ribatté lui con voce ferma «Alecto nel magazzino ha detto che ti ha torturato»

Ginny rimase in silenzio.

«Sono contento sia morta» ringhiò Harry.

La ragazza sospirò

«Lei dei due Carrow era la migliore. Si limitava per lo più a aggressioni verbali, anche se ogni tanto sperimentava qualche fattura sui pochi figli di babbani rimasti. Il vero sadico però era suo fratello» rivelò sussurrando.

«Neville mi ha detto che non si sono mai accaniti su voi purosangue»

«All'inizio no. Più che altro ci obbligava a esercitarci con le maledizioni senza perdono sui ragazzini del primo anno. Poi ogni mese che passava diventava sempre più crudele e...» si fermò rabbrividendo «..e più viscido» aggiunse deglutendo

Harry alzò la testa di scatto.

«Lui ha...» Esclamò con furia

«Non con me» Rispose lei scuotendo il capo «Ma non era raro che si strusciasse contro le ragazze usando come scusa il mostrare come impugnare la bacchetta» Rivelò con la voce rotta «Poi una sera, dopo il coprifuoco, eravamo in giro per raggiungere la Stanza delle Necessità. C'eravamo Colin, Michael, io e Amelia Groff, una Corvonero del mio anno. Amycus è uscito dalla biblioteca e ci ha scoperto»

«Continua» Chiese Harry ribollendo dalla rabbia

«Ci ha lanciato un incantesimo paralizzante e ci ha portato nei sotterranei» Ginny strinse più forte la mano del ragazzo «Me lo ricordo come se fosse ieri. Ci ha fatto levitare giù per le scale e fischiettava contento. Una volta dentro una segreta ha sprangato la porta e ha cominciato a spostare la bacchetta tra me e Amelia fermandola poi su di lei. Aveva un ghigno malefico e i suoi occhi sprizzavano felicità. Senza dire nulla, con solo un leggero movimento della mano, ha squarciato la parte davanti del maglione di Amelia e si è messo a ridere avvicinandosi. L'ho guardato in faccia e ho visto che si stava leccando le labbra. All'improvviso la porta si è spalancata ed è entrato Piton, ha schiantato Carrow e gli ha detto che la scuola non era il suo parco divertimenti. Ci ha liberato e ordinato di tornare in camera. Non sono riuscita a dormire per quattro giorni»

Harry sentì la collera scivolare via, sostituita da un dolore che partiva dallo stomaco e abbracciò Ginny seppellendo il viso nel suo collo.

«Va tutto bene» mormorò lei

Rimasero svegli tutta la notte.

Harry le raccontò ogni cosa che successe dopo il matrimonio di Bill e Fleur: l'attaco al pub in Tottenham Court Road, la missione al Ministero, l'abbandono di Ron, la trappola a Godric's Hollow, la prigionia a Malfoy Manor e la fuga dalla Gringott cavalcando un drago.

Rivelò degli Horcrux, dei Doni della Morte, della Bacchetta di Sambuco, dei ricordi di Pitone e dei suoi genitori che insieme a Sirius e Lupin lo avevano accompagnato di fronte a Voldemort.

Gli raccontò anche l'unico segreto che gli era rimasto.

«Ero io il settimo Horcrux. Quando Riddle ha ucciso mia madre una parte della sua anima si è trasferita dentro di me. È per questo che potevo entrare nella sua testa e parlare il serpentese»

Lei continuò a guardarlo mentre la luce dell'alba faceva capolino dalle imposte chiuse.

«Per questo ho capito che sarei dovuto morire» Harry si interruppe e si mise seduto sul letto. Avvicinò una mano al volto della ragazza e le passò un dito sulle labbra.

«L'ultimo pensiero prima che la maledizione mi colpisse è stato per te e le tue labbra»

Ginny era rimasta in silenzio per ore, ad ascoltarlo e a stringerlo.

Non lo aveva mai interrotto e non aveva fatto domande, sapeva che ci sarebbe stato tempo per quelle.

Era rimasta impassibile di fronte alla fuga del fratello, ad un serpente travestito da vecchia signora e a un drago cieco in volo nei cieli di Londra.

Ma quest'ultima frase le fece spalancare gli occhi dalla sorpresa.

Lo attirò a se e lo baciò.

Restarono così per diversi minuti. Immobili solo con le labbra le une contro le altre e le braccia avvolte intorno ai loro corpi.

Quando si staccarono Harry la fissò, ma lei non riuscì a decifrare il suo sguardo.

«Queste cose» disse il ragazzo «Il fatto che fossi un Horcrux e del mio ultimo pensiero prima di morire, non l'ho mai detto a nessuno. Neanche a Hermione o Ron»

Harry ripensò ai due amici e al sogno di quella notte e un leggero fastidio gli fece capolino dentro.

«Lo sai vero che ci saranno sempre per te?» Chiese Ginny, come se potesse leggergli dentro.

Annuì, ma non riuscì a scacciare dalla testa l'idea di essere stato escluso.

Lei lo guardò e decise di non insistere.

«Fra poche ore bisogna essere alla Tana. Oggi ci saranno tutti, anche i genitori di Hermione e se arriviamo tardi mia madre ci uccide»

«Abbiamo tempo per andare in un posto prima?»

«Dove?» Chiese lei curiosa

«Godric's Hollow»


 

Era dal Natale di quattro anni prima che non tornava nel villaggio in cui era sopravvissuto a Voldemort la prima volta.

Passando davanti alla casa di Bathilda Bagshot provò meno emozioni di quanto si aspettasse. Non si fermò, ma serro più forte le dita intorno alla mano di Ginny.

Continuarono a camminare superando prima il monumento ai caduti, poi il cancello che faceva da ingresso al cimitero.

«Harry, penso che abbiamo appena superato il...»

«Non sto andando dai miei genitori, Gin»

La ragazza rimase perplessa. Non parlava mai di loro, ne di Sirius o Lupin.

Neanche le volte in cui andavano a trovare Teddy, il figlio di Remus nonché suo figlioccio.

Quando si erano trasferiti nell'appartamento in cui abitavano aveva chiuso foto, lettere e tutto ciò che gli ricordava loro in una scatola posata in fondo all'armadio.

Dopo le confessioni di quella notte e averle detto che voleva andare a Godric's Hollow, lei si aspettava che l'avrebbe portata sulla tomba dei suoi genitori e sentì montare un po' di delusione.

Poi capì.

In fondo alla via prese forma una casa all'apparenza uguale alle altre. Se non fosse che una facciata dell'edificio ora giaceva in pezzi nel giardino.

Harry continuò a camminare fino ad arrivare al cancello, lo aprì e entrò, sempre senza lasciarle la mano.

Si fermarono di fronte alle scale che conducevano al patio con la porta d'ingresso.

«È la prima volta che supero il cancello. Anche durante quel Natale io e Hermione ci siamo fermati fuori prima di incontrare Nagini»

«Vuoi entrare?» Chiese Ginny, sperano in cuor suo che dicesse di no. Non capiva perché l'aveva portata li: tra i tanti traumi vissuti da Harry nella sua breve vita, era sicura che la morte dei genitori fosse uno dei pochi che aveva già metabolizzato.

«No» Rispose scuotendo la testa mentre scrutava il cottage. Ginny notò che l'insicurezza e la paura da cui era stato impossessato quella notte e negli ultimi mesi, erano scomparse «Volevo solo vederla per un'ultima volta»

Poi si voltò verso di lei «Sto pensando di farla demolire e vendere il terreno, tu che ne pensi?»

«Credo sia la cosa giusta» mormorò titubante.

«Ora che Riddle è morto non credo ci sia più bisogno di un santuario» E con un cenno della testa indicò le centinaia di bigliettini di ringraziamento che maghi e streghe avevano lasciato in onore dei suoi genitori.

Uscirono dal cancello e ricominciarono a camminare.

«Gin» disse Harry dopo un po' fermandosi e tirandola leggermente per farla voltare.

Lei lo guardò curiosa.

Si erano fermati a metà del viale che conduceva al pub gestito da maghi che permetteva ai clienti di smaterializzarsi in sicurezza. Erano sotto uno dei tanti enormi tigli che costeggiavano la strada.

«Cosa?» lo vide arrossire leggermente e capì che era uno di quei momenti in cui lui sputava fuori la prima cosa che gli passava per la testa, per poi pentirsene o imbarazzarsene, subito dopo. Sorrise leggermente e aspettò che continuasse.

«Pensavo che mi piacerebbe, sempre se vuoi eh!» Iniziò titubante «Cioè non intendo domani, magari più avanti! Ecco quando noi...» Si interruppe arricciando le labbra

«Harry, se non arrivi al dunque, Ron si mangerà tutti i dolci» Lo incalzò lei sogghignando

Il ragazzo prese un respiro e sputò fuori rapidamente

«Ecco pensavo che quando saremo sposati, mi piacerebbe abitare qua»

Ginny spalancò gli occhi.

Non avevano mai parlato seriamente dei loro piani per il futuro. Ci scherzavano sopra, spesso incalzati dalle battute dei suoi fratelli, ma mai avevano affrontato l'argomento seriamente.

Con un passato faticoso ancora troppo fresco, si erano trovati bene a vivere nel presente, godersi ogni momento insieme senza preoccupazioni e con la paura di complicare troppo le cose.

«Sempre se vuoi, eh!» Ripeté Harry, notando che Ginny era rimasta in silenzio per un po' troppo tempo.

«Si che lo voglio!» Si ritrovò ad esclamare senza capire da dove venisse quell'entusiasmo. Poi si rese conto di aver usato una frase che di solito si utilizzava in altri frangenti e arrossì «Venire a vivere qua intendo, non sposarti!»

Harry alzò un sopracciglio.

«Cioè anche sposarti» Si corresse rapidamente prima di capire di aver commesso un'altra gaffe e, alzando la voce, esclamare «Non adesso! Insomma intendevo che in futuro potevamo...»

«Gin, ho capito» la interruppe Harry sorridendo «È la prima volta che ti vedo così imbarazzata e devo dire che sei davvero molto carina» aggiunse avvicinandosi e poggiandole delicatamente le labbra su una guancia arrossata.

 


 

Note dell'autore: Allora questo capitolo mi è piaciuto davvero davvero tanto. Prima di tutto perché parla di Harry e Ginny in frangenti che non ho ancora analizzato: litigano, piangono e si imbarazzano.
Ho pensato che fosse plausibile che Harry, preso dalla sua nuova vita, avesse accantonato tutte le sofferenze e i traumi in una “scatola” in fondo alla mente. Poi alla prima occasione (Alecto Carrow e le ferite) tutto viene fuori come un'esplosione.
E chi se non Ginny riesce a fargli superare (o almeno iniziare a superare) tutte le sue difficoltà? Spero che vi sia sembrato tutto abbastanza coerente e realistico.
Ho avuto un problema di ricordi: mi sembra che Harry e Hermione rimangano fuori dal cancello della casa prima di incontrare la finta Bathilda, ma non sono sicuro.
Venendo al prosieguo della storia: era mia intenzione scrivere un altro capitolo per parlare di come mai Harry si sente abbandonato da Hermione e Ron e pubblicarlo subito dopo questo. Purtroppo non ce l'ho fatta e non so quando riuscirò (ritorno finalmente qualche giorno a casa e non credo di avere tempo per scrivere).
Continuerò ad aggiornare solo l'altra raccolta (per cui ho già alcuni capitoli pronti), mentre per il capitolo 15 di questa storia ho paura che si dovrà attendere un po'.
Spero comunque che fino ad ora vi sia piaciuta e mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate nelle recensioni!
Grazie mille a tutti,
a presto! :)

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