La tomba del templare

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ricongiungimento del destino ***
Capitolo 2: *** Una storia vecchia di secoli ***
Capitolo 3: *** Una cena indigesta ***
Capitolo 4: *** Paure e timori ***
Capitolo 5: *** in mezzo al pericolo ***
Capitolo 6: *** Una vendetta che sa di libertà ***



Capitolo 1
*** Il ricongiungimento del destino ***


Le bellissime giornate che contemplavano il cielo della Toscana erano veramente splendide per Robert Langdon.
Non era mai stato abituato ad un simile clima e sembrava davvero per lui essere arrivato in uno dei luoghi più tranquilli del mondo.
Il professore, ormai un uomo di quasi cinquant’anni, era sempre immerso nel suo lavoro di rettore all’università di Washington dopo le sue recenti scoperte fatte sul famoso Santo Graal.
L’uomo non ha mai voluto confessare tutti i suoi retroscena che l’ha portato ad avere una collega nonché ultima guardiana di quello splendido tesoro di cui non si sono ancora trovate tracce sufficienti per ritrovarlo, ma stava di fatto che la sua fama era aumentata esponenzialmente a livello internazionale.
La sua intelligenza l’aveva portato ad essere uno degli uomini più influenti dell’ultimo anno.
Ma a Robert non gli interessavano simili oneri e onori, preferendo di gran lunga starsene da solo a fare una vacanza in un luogo che non era famoso per tutti.
Lucca è una cittadina molto conosciuta è vero, ma non è minimamente paragonabile alle metropoli come Rona, Napoli o Milano.
Affascinato da tali misteri che ricoprivano la città, il Professor Langdon decise di trascorrere le sue due settimane di ferie nelle campagne lucchesi a contemplare un bellissimo clima e un’accoglienza a cui non era affatto abituato.
Le sue giornate erano caratterizzate in giro all’aria aperta camminando per sentieri nascosti seguendo semplicemente una cartina che gli era stata data dal Bed and Breakfast in cui alloggiava.
Essendo divenuto molto famoso nonostante le sue scoperte, a Robert non gli interessavano i soldi, preferendo di gran lunga vivere normalmente come una persona normale senza troppe pretese e vizi.
E come se non bastasse, era riuscito ad imparare l’italiano in così breve tempo che fu sorpreso anche lui da tali miglioramenti, grazie anche a numerose audioguide che aveva ascoltato nel suo girovagare di musei.
Ma non avendo più voglia di rimanere rinchiuso in antichi edifici logorati dal tempo e per la maggior parte anche di scarsa pulizia, la cosa migliore da fare per lui era farsi una sana camminata.
Passando verso il paesino di Santa Maria a Colle, il professore arrivò dinanzi ad una cinta muraria che circondava un vecchio paesaggio di cui non aveva mai sentito parlare prima.
“Nozzano castello… Non avrei mai immaginato di trovare un castello qui nelle vicinanze. È davvero incredibile.”
Sorpreso e incuriosito allo stesso tempo, Robert Langdon decise di guardarsi intorno per cercare qualcosa che avrebbe attirato la sua curiosità da bambino piccolo.
“Davvero stupefacente tutte queste costruzioni… In America non si vedono questo tipo di cose.”
Robert non si era mai sentito così vivo e pieno di energia prima d’ora.
Era talmente al settimo cielo della vacanza che stava trascorrendo che non aveva minimamente voglia di tornare alla sua vecchia vita e alla sua routine.
Insegnare a giovani ragazzi avidi di piacere era sempre stato il suo sogno fin da quando era ragazzo, ma era anche consapevole che gli anni stavano passando in maniera molto veloce che si rese conto che non aveva visto abbastanza il mondo per conoscerlo appieno.
Non si poteva certo dimenticare l’avventura avuta quando era sulle tracce del Santo Graal insieme a Sophie Neveu, giovane ragazza intraprendente e piena di fascino.
“Non ho mai pensato all’amore vero e proprio” aveva detto una volta il professore ad un giovane studente molto colpito dai suoi insegnamenti “Ho sempre pensato ai miei interessi, senza curarmi della mia famiglia.”
Infatti, dopo essere andato via di casa all’età di diciotto anni, Robert tirava avanti con alcuni lavoretti santuari che gli servivano per pagare l’affitto di un costosissimo appartamento di New York e gli studi per diventare un ottimo studioso di storia.
“Il passato mi ha sempre affascinato in tutto e per tutto e non c’è niente che mi possa far cambiare idea.”
Quello era sempre stato il suo unico scopo: la storia e le scoperte che ne concernevano.
“Viaggiare per uno studioso è tutto. La devo smettere di rimanere incollato ad una cattedra per tutto il resto della mia vita.”
Detto questo, aveva fatto le valigie il giorno della conclusione dell’anno accademico ed era partito per l’Italia alla ricerche di nuove avventure.
“Questa volta non voglio rischiare la vita come ho fatto in precedenza” aveva pensato il professore ridendo “Questa volta voglio godermi il paesaggio toscano e tutto quello che può offrirmi.”
E fatto ciò, Robert non poteva essere più felice e fiero di sé.
Se non fosse che non riusciva ancora a comunicare molto bene con gli abitanti del posto che parlavano tra di loro un dialetto molto antico di cui non Robert non riusciva a capire una sola parola.
“Accidenti! Ho imparato l’italiano apposta per riuscire a comunicare quel che posso e poi la gente del posto parla in dialetto? Adesso come faccio?”
Ma Robert non se ne fece un grande problema, cercando di leggere tutti i fatti storici in italiano che riusciva a capire.
“La città di Lucca è molto lontano da qui. Mi sa tanto che domani dovrò prendere un pullman o un taxi per arrivare in centro. In questi posti non usano la metro come si fa nelle grandi metropoli americane. E come biasimarli? Non si può distruggere un luogo così vecchio e affascinante allo stesso tempo solo per la crescita tecnologica. Sarebbe alquanto ingiusto.”
Ma Robert non gli interessava pensare al domani, vivendo solo alla giornata e contemplando tutto quello che riusciva a vedere con i suoi occhi.
“Certo doveva essere molto bello vivere in un castello. Chissà com’era esserne proprietari… Ma preferisco di gran lunga vivere nel ventunesimo secolo. Almeno non rischio la vita in qualche guerra stupida… Il periodo medievale è fatto di misteri che vanno oltre ogni immaginazione. E qui c’è la prova vivente.”
Nel mentre il professor Robert Langdon era affascinato da quello che stava vedendo, non poteva minimamente sottrarsi alle curiosità degli abitanti del posto che non riuscivano a togliergli gli occhi di dosso.
“Anche gli italiani sono molto curiosi… Soprattutto gli anziani. Ma non gliene faccio una colpa. In fondo mi sto comportando come un vero turista.”
< Ehilà, buongiorno! > aveva gridato il professore cercando di iniziare una conversazione con gli abitanti del posto.
Ma niente, gli abitanti del posto non erano molto d’accordo per instaurare una conversazione con uno straniero.
Avevano paura che fosse un uomo pericoloso, magari un ladro.
“Va bene. Torniamo a quello che si può celare in questo castello… Ma perché non ci sono abbastanza informazioni che possono far capire il turista quando è stato costruito questo castello e tutti i suoi importanti avvenimenti? È così che ogni costruzione e ognuno di noi ha una storia… Il loro passato costruisce la loro storia.”
< Ci vorrebbero altre informazioni che non riesco a trovare… Magari se guardo all’interno… >
< Per conoscere la storia di questo castello e il mistero che si concerna qua dentro devi ascoltare una persona del posto o che sa il suo passato. >
Sentendo una voce menzionare quello che Robert stava pensando, l’uomo si girò di scatto sorpreso.
< No… Non posso crederci. Tu qui? >
< Professor Langdon, come sta? >

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Capitolo 2
*** Una storia vecchia di secoli ***


Gli occhi di Robert Langdon sortirono l’effetto di stupore e di meraviglia.
< Sophie, non avrei ami pensato… Cavolo! Questa sì che è una bella sorpresa. >
L’uomo si sentiva impotente e bloccato dinanzi a lei, come se una forza maggiore lo tenesse fermo.
Non osava avvicinarsi a Sophie solo per il piacere di sentire il suo tocco.
Era troppo frastornato dal momento che decise di limitarsi a fissarla.
Ma per quanto?
< Anche lei in vacanza qui a Nozzano Castello? > gli domandò la donna.
< Come? Oh, sono solo giunto in questo castello dopo aver fatto una passeggiata. Alloggio qui vicino e non ho mai sentito parlare di questo posto. >
< Un luogo davvero incantevole, non trova? >
“Certo. Incantevole è dire poco.”
< Professore, di solito era di molte parole durante la nostra ultima avventura… E’ successo forse qualcosa che l’ha cambiata da allora? >
< In verità, sì > rispose immediatamente l’uomo < La nostra storia è diventata di dominio pubblico e molti giornalisti hanno voluto sapere com’era andata… >
< E lei che cosa gli ha spiegato? >
< Non volevo e non voglio che si impicciano in cose private. Sono questioni che riguardano solo noi. >
< Capisco. Sono molto felice di constatare che la pensiamo alla stessa maniera. >
Il profumo di Sophie era proprio come se lo ricordava: quel sapore di lavanda gli era entrato nella mente e si sentiva alquanto instabile dinanzi a lei.
< Mi parli un po’ di lei… Dopo che ci siamo divisi che cos’ha fatto? >
< Non c’è molto da dire. Credevo di aver incontrato la mia anima gemella in uno dei miei tanti viaggi in giro per la Francia.
Era davvero innamorato di quell’uomo e avrei fatto qualsiasi cosa per lui.
Peccato che dopo più di due mesi che ci frequentavamo ho scoperto che lui aveva una moglie… Da quel momento il mondo mi è caduto addosso e mi sono ripromessa che non mi sarei mai legata a nessuno. >
< Davvero un grande dispiacere. >
< Ma adesso ho voltato pagine e non penso più a lui… A parte quando voglio deprimermi da sola. >
< E lo fa molto spesso? >
< Chi voglio prendere in giro… Non sono molto brava a mentire. Penso a lui tutte le notti. >
< Non ha ancora superato il trauma… Ma vedrà che quando conoscerà un uomo nuovo, la sua vita cambierà ancora. >
< No. Non voglio una vita diversa da quella che ho ora. Voglio essere solitaria. Non chiedo altro. >
< La solitudine è una brutta bestia, Sophie. E se non sappiamo controllarla, può diventare anche pericolosa. >
< Non ho paura del mio destino. Ho solo bisogno di distrarmi. Ecco perché mi trovo qui a Nozzano Castello. >
< Già… Ancora non riesco a capacitarmi della sorpresa. >
Inavvertitamente, alla fine fu Robert Langdon ad abbracciare la giovane donna senza nascondere il suo imbarazzo.
Avrebbe voluto restare lontano da lei.
Ma come poteva comportarsi in un simile frangente? Doveva stargli vicino. Aveva bisogno di lei e lei aveva bisogno di lui.
Un destino ricongiunto a cui non si poteva sottrarre.
< Adesso mi parli di questo posto: che segreto si cela dietro queste mura? >
< Lei è davvero avido di sapere, professore… Ma sarà meglio parlarne in un luogo più sicuro. >
< Perché? Qui non siamo abbastanza al sicuro? >
< Lo crede lei… In verità abbiamo tutti gli occhi addosso degli abitanti del posto. Non sono così amichevoli come può sembrare. >
< Eppure credevo che gli italiani… >
< Non tutti, professore. Adesso non faccia l’ingenuo e mi segua. >
< Ma io veramente… >
Una volta usciti dalle mura del castello, Robert si sentiva stranamente libero.
< Ecco, adesso siamo completamente da soli. >
< Possiamo parlare tranquilli? >
< Vuole sapere il segreto che si cela in questo castello? Ebbene, non ci crederà mai… >
< A cosa non dovrei credere? >
< Il cammino dei templari è passato anche da queste zone. Molti paesaggi qui vicini erano muniti di ospedali e di rifugi atti a ritemprare le energie ai poveri mendicanti e pellegrini che passavano di qui per raggiungere la città di Roma. >
< Mi sta forse dicendo che stiamo attraversando la Via Francigena? >
< Esatto, professore. Ma non è questo che ci interessa… A quanto pare un templare si nascondeva in questi luoghi per sfuggire alle persecuzioni che erano atti a quel tempo contro di loro. >
< E magari è seppellito in queste terre! >
Robert Langdon non poteva trattenere il suo stupore in un momento come quello.
Una nuova avventura emozionante sarebbe iniziata da lì a poco insieme a Sophie.
< Abbassi la voce! Nessuno deve sapere di questo segreto. >
< Perché no? Cosa ci sarebbe di male? >
< Trovandoci in un paesaggio dove la maggior parte sono dei radicali cattolici, gli abitanti di questo posto credono che i templari fossero il male della chiesa nel periodo centrale del Medio Evo. Se sapessero che qui si potesse nascondere una tomba di un templare, scuoterebbero l’intero paesaggio mettendo a ferro e fuoco tutto il territorio. >
< Ma questa è pura follia! Gli abitanti di Nozzano Castello arriverebbero a tanto? >
< Sarebbe saggio non fidarsi di loro. Ancora meglio sarebbe non intraprendere questi percorsi di notte. Girano strani individui che danno vita a riti molto macabri. >
< Ma dove diavolo sono finito? >
< Lasciando stare tutto questo, ci troviamo in un luogo incantevole e tranquillo. >
< Ne è sicura? Tutto quello che mi ha raccontato mi fa supporre il contrario. >
< Bisogna farci gli affari nostri senza ficcare il naso in faccende che non ci riguardano. Solo così il nostro soggiorno sarà tranquillo e senza problemi. >
< Ma essendo un professore curioso, sa bene che non posso fermarmi dinanzi all’apparenza. >
< No, Robert. Dobbiamo essere cauti. >
< E lo saremo, Sophie. Nei limiti ma lo saremo. >
< Vuole ispezionare tutto il paesaggio, non è vero? >
< Mi sembra un dovere sacrosanto. La mia curiosità è aumentata esponenzialmente e non l’avrei mai pensato. >
< Per quanto tempo si ferma qui? >
< Non lo so. Credo all’incirca ancora una settimana. Finito il mio periodo di ferie devo tornare subito a Washington. E lei? >
< Non ho programmi futuri ben precisi. Posso rimanere tutto il tempo che voglio. >
< Splendido. Questa sì che è una bella notizia. >
< Robert, però lei mi deve ascoltare: se dico che qui nei dintorni si potrebbe respirare aria di pericolo, dobbiamo tenere gli occhi bene aperti. Mi sono spiegata? >
< Certo. Sono solo saltato all’idea di trovare il… Insomma, lo sa. >
< Bravo, evitiamo di nominarlo… Quindi adesso che cos’ha intenzione di fare? >
< Torniamo dentro le mura? >
< Va bene. Ma appena scenderà il sole ce ne andremo subito. >
< Come vuole lei… Ma non vi facevo così paurosa. >
< Ve l’ho appena detto il perché. Non farmi essere ripetitiva. >
< Ha ragione. Scusa > disse infine il professore prima di rientrare nel piccolo paesaggio insieme a Sophie e senza rendersi conto che erano continuamente spiati.

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Capitolo 3
*** Una cena indigesta ***


Una volta tramontato il sole, Robert non si rese conto di quant0o fosse tardi.
< Sarebbe meglio tornare qui domani. Lei dove alloggia? >
< Da un’amica che abita vicino Santa Maria a Colle. Il suo Bed and Breakfast è molto lontano da qui? >
< No. Solo un paio di chilometri. Posso benissimo andarci a piedi. >
< A piedi? Non se ne parla nemmeno. L’accompagno. >
< Signorina Sophie, non si disturbi. >
< Nessun disturbo, professore. Lo faccio con piacere. Davvero. >
Pensando di recare qualche offesa alla sua amica Sophie, Robert decise di accettare con piacere.
< Però prima dovremmo mettere qualcosa sotto i denti > fece il professore < Ho visto un ristorantino molto invitante qui nelle vicinanze. Che ne dice? >
< Mi sembra un’ottima idea. >
< Però è mia ospite. >
< Che cosa? non se ne parla nemmeno. Ognuno pagherà la sua parte. >
< Assolutamente no. Lei mi fa un gentilezza nell’accompagnarmi a casa mentre io le offro cena. Mi sembra che siamo pari, no? >
< Professore, perché mi vuole mettere in imbarazzo? >
< Io non voglio mettere in imbarazzo nessuno. Ha cominciato lei. >
Non sapendo cosa dire, alla fine la donna accettò la sua proposta.
< D’accordo, adesso andiamo. Altrimenti rischio di cambiare idea. >
< Non credo che sia possibile. >
 
 
Una volta arrivati al ristorante, Robert e Sophie furono fatti accomodare dal cameriere in fondo alla sala in un angolino appartato.
Il luogo era arredato da mobili molto antichi e da un colore non troppo scuro che rispecchiava un’atmosfera davvero speciale.
“Chissà cosa ha capito il cameriere. Sophie non è la mia amata. Anche se…”
< Ecco i menù > fece il ragazzo con un perfetto accento italiano.
“La lingua italiana è davvero affascinante. Secondo me con il tempo potrei diventare più bravo.”
< Lei che cosa prende, professore? > mi domandò Sophie distraendomi dai mei pensieri .
< Sinceramente non lo so. Qui sembra tutto buono. >
< La specialità di questo ristorante è il pesce. Chissà cosa c’hanno da offrire. >
< Magari mi lascerò guidare dal consiglio del cameriere… Ecco che arriva puntuale. >
< Pronti, signori? >
< Sì. Lei che cosa prende, Sophie? >
< Un antipasto di mare misto. >
< Stessa cosa anch’io. >
< Molto bene. E per dopo? >
< Magari vediamo strada facendo > rispose l’uomo parlando anche per Sophie.
“Oh no. E se Sophie voleva qualcos’altro? Sono stato davvero un maleducato senza accorgermene.”
< Mi scusi Sophie, forse lei voleva altro dopo l’antipasto? >
< No, anch’io vedrò dopo insieme a lei. Non ho molto appetito. >
< Perfetto, nessun problema. Che cosa vi porto da bere. >
< Per me acqua naturale… Per lei, Sophie? >
< Va bene acqua anche per me > rispose la donna sorridente.
< Vino? Posso aiutarvi a scegliere qualcosa da abbinare alle vostre portate? >
< No, grazie, io non bevo… Non so la mia amica. >
< Va bene acqua > disse infine Sophie liquidando il camerier con un sorriso.
< Sophie, se lei vuole anche un bicchiere di vino… >
< No. Non bevo mai la sera. Magari quando voglio tirarmi un po’ su di morale, altrimenti mi basta l’acqua. >
“Tirarsi su di morale? Che significa?”
< Ha forse molte preoccupazioni? >
< No. Ma certe volte mi sento così sola che il vino mi tiene compagnia… Naturalmente senza esagerare. Non sono una grande bevitrice. >
< Nemmeno io se vuole saperlo > rispose sorridente il professore < Adesso quello che mi salta più all’occhio è cosa ha pensato il cameriere di noi due. >
< Perché? Cosa avrebbe dovuto pensare? >
< La sala è completamente vuota e ci ha fatto accomodare nel posto più appartato della sala… >
“Qui la cosa è sospetta e forse era meglio se non facevo notare questa cosa a Sophie ma sono curioso di sapere che cosa ne pensa.”
< Ahahah magari può aver capito che noi due… Diamo forse questa impressione? >
< Non lo so. Un uomo e una donna che vanno a cena in un ristorante… Magari potremmo fare una bella coppia. >
“Accidenti. Ma perché l’ho detto?”
Nel vedere il suo sguardo, Robert l’aveva fatta imbarazzare volutamente.
“No, mi scusi tanto Sophie.”
< Sophie, ho forse detto qualcosa che non andava? >
< No, va tutto bene. È che non voglio parlare di coppie e di uomini. Mi mettono a cattivo agio. >
< Mi dispiace, non volevo essere impertinente. >
< Non si preoccupi, professore. Lei non sa ancora molto bene la mia situazione sentimentale. >
“Da come ne parla sembra che il mondo gli stia crollando addosso. Se solo potessi fare qualcosa per risollevargli il morale.”
Ma in pochi minuti, il cameriere che ci aveva preso l’ordine arrivò con un piatto enorme di antipasti misti che ci aprirono lo stomaco.
Dopo la breve descrizione che a me sembrava un’eternità, vidi mangiare Sophie in maniera composta e molto lenta.
“Si gusta ogni prelibatezza di questo piatto.”
Ma io, affamato, in poco tempo divorai mezzo piatto.
“Forse dovrei andare più lentamente.”
< E’ tutto di suo gradimento, Sophie? >
< Sì, professore. E per lei? >
“Ma perché non può chiamarmi per nome? Va bene darsi del lei, ma tutto questo rispetto e tutta questa lontananza sta diventando insopportabile.”
< Sì. Davvero tutto buono. >
Ma nel mentre erano concentrati a finire il loro piatto, Robert notò una donna che non faceva altro che fissarli.
“Ma che cavolo vuole quella da noi?”
Sophie, vedendo che avevo lo sguardo perso nel vuoto, mi domandò subito se andava tutto bene.
< Certo. Stavo pensando al castello di oggi. >
< Secondo lei ci potrebbe essere un passaggio segreto che possa condurre nel sottosuolo del castello? >
< Ancora non lo so, Sophie. Non abbiamo avuto tempo di controllare tutta l’area del posto. >
< E soprattutto per colpa degli abitanti che ci guardavano in modo strano. >
< Secondo lei ce l’hanno con noi? >
< Nono lo so ancora per certo, ma sicuramente non siamo ben voluti. >
< Eppure credevo che l’accoglienza dell’Italia fosse ineguagliabile nel resto del mondo. >
< Diciamo che potremmo dare involontariamente fastidio. >
< Allora come ci comportiamo? >
< Come due semplici turisti che vogliono visitare il luogo in cui trascorrere le loro vacanze. Semplice. >
“Adoro quando Sophie ha tutto sotto controllo. Se solo potessi…”
Ma una volta girato ancora lo sguardo verso la donna misteriosa che non faceva altro che fissarli, il suo sguardo si rabbuiò sempre di più.
< Scusami un attimo, Sophie. Devo andare in bagno. >
< Faccia pure. Dopo vuole ordinare qualcos’altro? >
< No. Sarei apposto così. Magari un caffè. >
< Allora l’aspetto. >
Il caso volle che per raggiungere il bagno, Robert doveva passare accanto il tavolo della donna.
Nel mentre non distoglieva lo sguardo da lei, alla fine la misteriosa persona si alzò di gran carriera e liberò il tavolo.
“Adesso che cosa vorrà fare?”
Spiandola da dietro un pilastro che contornava la sala, Robert vide la donna pagare semplicemente il conto e uscire dal ristorante.
“Non ha fatto nessun cenno verso di me o verso Sophie… Che cosa mai potrà mai volere?”
Capendo che quella donna poteva non costituire un serio problema, Robert ritornò al tavolo senza essere passato dal bagno.
< Tutto bene? >
< Sì. Sono solo andato a lavarmi le mani > mentì l’uomo < Vuole qualcos’altro? >
< No. Sono apposto così. L’antipasto era abbondante e mi ha riempito. >
< Anch’io sono apposto. Di solito la sera mangio molto di più, ma stasera voglio fare un eccezione. >
< Capisco… Chiediamo il conto? >
< Va bene se ci alziamo e andiamo a pagare alla cassa? >
< Certo, nessun problema. >
Una volta pagato il conto, Sophie non fece che ringraziare Robert del nobile gesto di offrirgli la cena.
< Grazie a lei per aver accettato il mio invito > disse l’uomo sorridente.
Ma il sorriso stampato nel viso dei due sparì all’istante quando raggiunsero la macchina di lei.
< Ma che cavolo… >
Guardando il veicolo con fare sorpreso, notarono che era graffiata dagli sportelli e tutte le quattro gomme erano state sgonfiate.
< Chi diavolo può aver fatto una cosa del genere? > domandò Sophie rabbiosa.
Ma Robert non rispose, rimanendo a meditare su chi potrebbe avercela con loro.
< Non saprei chi fosse, Sophie > rispose seriamente Robert < Ma l’individuo che ha fatto questo, vuole forse metterci paura. >
< Ma per quale motivo, scusi? >
< Questo purtroppo non lo so. Ma starà a noi scoprirlo mettendo ancora una volta a repentaglio la nostra vita? >
< Qualcuno che ci vuole male vuole toglierci di mezzo? >
< Intanto ci ha avvertito, ma poi… >
< Sarà meglio chiamare la polizia, Robert. >
< Niente polizia, Sophie. Almeno non ora. >
< Ma perché? Dobbiamo denunciare questo fatto. Il colpevole non può farla franca. >
< Meglio non causare un polverone in questo paese… La gente potrebbe parlare troppo. >
< Quindi non vuoi fare niente? >
< Adesso limitiamoci a tornare nei nostri appartamenti… La mia camera è più vicina della sua. Che ne dici se la raggiungiamo e l’accompagno a casa? >
< Sì. Non voglio tornare da sola nei miei alloggi. >
< Anche perché noi glielo permettevo > rispose Robert smorzando un sorriso.
< Gentile come sempre, professore. >
< Grazie, Sophie. >

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Capitolo 4
*** Paure e timori ***


Robert non aveva mai visto Sophie così apprensiva e preoccupata.
Quello che gli avevano combinato alla sua auto superava un limite così sottile che la giovane donna credeva di essere entrata in un pericolo molto più grande di lei.
< Eccoci arrivati al suo appartamento, Sophie. >
Ma la donna sembrava distratta da qualcosa.
“Forse è così pensierosa perché ha paura d’incorrere in qualche dramma irreversibile? Non avrei mai pensato che Sophie fosse diventata così mentalmente fragile.”
< Sophie? >
< Cosa, Robert? >
< Va tutto bene? >
< Certo. Perché me lo chiede? >
< Perché siamo arrivati dinanzi al suo appartamento. >
< Oh, certo. Che sciocca che sono. >
Era capibile che Sophie non voleva uscire dalla macchina di Robert ma gli costava molto confessarlo.
< Robert, non voglio tornare in quell’appartamento. La mia amica non c’è mai ed è come se io abitassi da sola… Non so se dovrei chiederglielo, ma… >
< Non vuole rimanere sola? Se non è un grosso problema, questa notte posso dormire sul divano. >
< Ecco io… E’ un grande problema per lei? >
< Malgrado la serata passata rovinata da quell’episodio credo che ci possiamo anche dare del tu, non trova? >
Sentendo la richiesta dell’uomo, Sophie non poté trattenersi dal ridere.
< Certo, come vuoi tu. >
< Va bene. Allora parcheggio e ti raggiungo. >
< Andiamoci insieme. Non voglio uscire da sola. Anche solo camminando sul vialetto. >
< Sophie, se c’è qualcosa che ti preoccupa, ti prego di confessarmelo. >
< Ho paura a stare da sola. Tutto qui. >
< No, non è vero. Secondo me c’è dell’altro. >
Robert capì immediatamente di essere stata scoperta e di conseguenza non poteva più nascondersi.
< Va bene. Entriamo in casa e ti spiego le mie paure. >
 
 
Robert non stava più nella pelle.
Avrebbe ascoltato il racconto di Sophie più di qualsiasi altra cosa.
< Posso offrirti qualcosa, Robert? >
< No, grazie. Sono apposto così. >
< Allora ti sistemo il divano, ok? >
< Prima dimmi che cos’è cambiato da quando hai visto la tua macchina fino ad ora. Ti prego. >
< Robert… Sono convinto che se fosse accaduto anche a te, saresti morto dalla paura. >
< Qui non è morto nessuno, Sophie. >
< No… Per ora… >
< Tu sai chi ti sta minacciando ma non vuoi dirmelo. È così? >
Sophie non osava ancora parlare, ma sapeva benissimo che era con le spalle al muro.
< Sophie, come posso aiutarti se non me ne dai l’occasione? Tu sai chi ti ha fatto questo. >
< Robert… Devi sapere che la tua avventura a Nozzano Castello non è un caso. Alcune circostante ti hanno condotto fin lì alla scoperta di un segreto che si cela in quel luogo: la tomba del Templare.
Non è vero che gli abitanti di questo posto odiassero i templari per il loro passato, ma il suo segreto sta per conoscere la luce grazie ad una donna molto influente. >
< Chi sarebbe questa donna? >
< Colei che mi ha lasciato quest’appartamento… Ma ancora ignoro il suo nome. >
< No, non è vero. Tu mi stai ancora mentendo, Sophie. >
< Ti sembra davvero che io voglia continuare a dirti bugie per l’infinità? Beh, non è così. >
< Ma tu lo vuoi il mio aiuto oppure no?! >
< Certo che lo voglio! >
< Ma alle tue condizioni… >
< Robert, questa situazione è troppo complicata… >
< No. Tu vuoi tenermi nascoste altre cose come ad esempio l’identità di colei che magari ti tormenta facendoti questi spregi e che ti tiene sottobanco. >
< Io non mi voglio far mettere i piedi in testa da nessuno, Robert. >
< Allora perché mi fai pensare il contrario? >
< Accidenti. Forse era meglio se non ti raccontavo questa storia > fece Sophie cercando inutilmente di troncare la conversazione.
< Sophie, sai bene che adesso che ci siamo ritrovati, non ti lascerò più finché tutta questa storia non sarà chiara. >
< Robert, voglio avvertirti di una cosa: siamo schiavi di quella donna misteriosa. Andiamocene da qui finché siamo in tempo e abbandoniamo le nostre ricerche. La tomba del templare deve rimanere una leggenda. >
< Perché? Cosa vuole farci quella donna se scoprissimo la tomba? >
< Ci seppellirebbe insieme a quel cadavere… Molte persone sono scomparse da questo paese e noi potremmo essere i prossimi. >
< Che cosa nasconde quella donna?! Dimmelo! >
< Ancora ignoro tutto questo,. Ma sta di fatto che dobbiamo tenere gli occhi bene aperti. >
< Sophie, tu non me la racconti giusta… >
< Ha già cominciato a spiarci dal ristorante e adesso non ci mollerà gli occhi di dosso. Quindi stiamo molto attenti. >
< Dobbiamo chiamare la polizia. Questa storia non può andare avanti così. >
< No, Robert. Nessuno ti crederebbe! Quella donna ha la protezione del Vaticano! Per lo stato italiano non esiste. >
< Ma che significa? Se esiste per il Vaticano perché non esiste per lo stato italiano? >
< Perché usa un’identità falsa. >
< Tutto questo è tremendamente irrealistico. >
< Robert, dai retta a me: lasciamo per tutto il tempo necessario Nozzano Castello. Torneremo quando le acque si saranno calmate. >
< E dove andremo, secondo te? i tra pochi giorni devo tornare a Washington. >
< Posticipa la tua partenza. Ti prego. >
< Non posso! L’anno accademico sta per iniziare. >
< D’accordo, troveremo un’altra soluzione. Ma tu non devi partire. >
< Sai cosa facciamo? Ne riparleremo domani mattina quando avremo la mente lucida. Meglio andare a dormire. >
< Sì… Forse è meglio così. >

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Capitolo 5
*** in mezzo al pericolo ***


Sophie non riuscì a prendere sonno in nessun modo.
Dopo essersi preparata una tisana, credette che i suoi nervi si placassero.
“Devo riuscire a pensare ad altro. Il Professor Langdon la fa facile. Non sa di cosa possa essere capace quella donna.”
La giovane donna cercò di calmarsi anche leggendo uno dei suoi numerosi libri che si era portata, ma la sua concentrazione fu interrotta dallo squillare del suo cellulare.
Non poteva credere che qualcuno potesse cercarla a quell’ora della notte.
“L’unica persona che può rintracciarmi è lei… Ma perché vuole farsi scoprire? Il Professore potrebbe svegliarsi da un momento all’altro.”
Difatti, per evitare ciò, Sophie accettò la chiamata fatta da un numero privato rispondendo con voce flebile.
< Sophie, come stai? >
< Sei tu, Vittoria? >
< Sai che non devi provare a dire il mio nome per telefono. Potrebbero rintracciarci. >
< Nessuno sospetta di noi due. >
< E questo chi te lo dice? Il professor Langdon è un uomo dalle mille sorprese. >
< Sì. Lo conosco da molto più tempo di te. >
< Come va la tua ricerca della tomba del templare? È a buon punto? Oppure non avete nemmeno osato entrare all’interno del Castello di Nozzano? >
< La nostra ricerca è molto difficile, Vittoria. Ci vuole tempo. >
< Tempo che purtroppo non abbiamo. Sophie, sai bene che ho bisogno di quel tesoro. Il Vaticano non può aspettare oltre. Se la notizia di quel ritrovamento diventasse di dominio internazionale, rintraccerebbero i nostri loschi affari e tutto il tesoro sarebbe esposto in un museo. >
< Perché voi del Vaticano avete bisogno di arricchirvi sempre di più? >
< I musei vaticani non fruttano come una volta, sai? E poi si parla di una cifra che potrebbe sistemare me e la mia famiglia per tutto il resto della nostra vita-. Senza dimenticare te, ovviamente. >
< Io non voglio entrarci niente a che fare con questa storia. >
< Sophie, dopo che ho conciato male la tua macchina vuoi essere tu la prossima? >
< Quindi sei stata tu?! Lo sapevo! >
< Cerca di calmarti, stupida. Non vorrai mica svegliare il Professore. Dorme così beatamente che sembra che tutti i suoi problemi siano scomparsi nel nulla. >
< Come fai a sapere… Ci stai spiando? >
< E’ da quando hai ritrovato il professore che non ti mollo gli occhi di dosso. >
< Vittoria, lasciaci in pace. >
< Da quello che ho potuto capire è che tra di voi c’è del tenere… Brava Sophie, continua così. Fallo soffrire e poi dagli il colpo di grazia. >
< Io non sono una crudele spaccacuori come puoi immaginare! Io un cuore ce l’ho. >
< Certo… Se avevi anche un po’ d’intelligenza non ti ritrovavi in questo piccolo paesino a lavorare per il Vaticano. Anci no, a lavorare per me. Sei stata costretta, ricordi? >
Nel sentire quelle parole, Sophie fece di tutto per trattenere la sua rabbia.
< Sì. Non dimentico il mio passato. >
< Brava bambina. Adesso vedi di ritrovare quel tesoro il prima possibile o i servizi segreti del vaticano ti arresteranno per bancarotta fraudolenta… Il tuo passato non si potrà mai cancellare. >
< Sono stata incastrata. Qualcuno ha fatto fallire la mia azienda che si occupava di reperti storici. >
< Il Vaticano ti ha aiutato per quello che poteva, Sophie. Se hai fallito, è solo per colpa tua. >
Una volta riagganciata la chiamata, Sophie cadde sul divano in preda allo sconforto sfogando tutta la sua rabbia e piangendo talmente sottovoce da non farsi sentire.
Ma non avrebbe mai creduto che il professor Langdon fosse vigile come una civetta e avesse ascoltato tutta la sua conversazione.
“Devo rintracciare questa Vittoria Vetra e affrontarla di persona. Fosse l’ultima cosa che faccio.”
 
 
Il mattino dopo Robert fece di tutto per fare in modo che la serata prima non fosse successo niente.
era una bellissima giornata di sole, ottima per una bella passeggiata.
< Sophie, sei riuscita a dormire stanotte? >
< Come, Robert? >
< Non ti ho visto nella tua stanza questa notte quando mi sono svegliato per andare al bagno… >
< Che cosa? Quando ti sei alzato? >
< Erano le cinque del mattino. Sei rimasta nell’altra stanza e ti sei addormentata sul divano? >
< Sì, esatto. Mi ero alzata per prendere una tisana e sono crollata dalla stanchezza. >
< Capisco. Adesso come stai? >
< Va un po’ meglio. >
Robert dovette mentirgli per non farsi fregare dalle sue stesse parole.
“Sophie, così mi impedisci di aiutarti.”
< Io sono pronta. Porto con me solo il cellulare. >
< Al pranzo penseremo più tardi. Adesso che abbiamo fatto una bella colazione potremmo anche non mangiare fino a questa sera. >
< Ci penseremo più tardi. Andiamo. >
 
 
Una volta ritornati all’entrata del Castello di Nozzano, Sophie non faceva altro che guardarsi intorno.
La sua paura e i suoi timori stavano prendendo il sopravvento, ma doveva stare assolutamente tranquilla se non voleva dare nell’occhio.
< Professore, proseguiamo da questa parte > fece la donna indicando un cancello sbarrato.
< Ma è un passaggio chiuso. Sarebbe meglio prima entrare dall’interno per i piani superiori e poi andare giù sotto. >
< Che cosa ti dice che troveremo un passaggio per i sotterranei di questo castello? Meglio prendere questa via. >
< Sophie, questo vorrebbe dire che dovremmo forzare questo cancello. >
< Lo so. Ma a mali estremi, estremi rimedi. >
< Come faremo? Non abbiamo gli attrezzi necessari per rompere una catena di tale spessore. >
< Allora basterà scavalcarlo da sopra. >
Montando sul cancello, Robert non poteva credere che Sophie fosse così intraprendente e spericolata.
< Sophie, così rischi di farti del male. >
< E’ tutto sotto controllo, Robert > replicò appena si ritrovò dall’altra parte del castello.
< Se qualcuno ci vedesse… >
< Naturalmente se rimani qua fuori c’è più possibilità di essere scoperto. Avanti, entra immediatamente e non discutere. >
C’era qualcosa che non andava nelle parole di Sophie, ma Robert non voleva essere più insistente del dovuto.
Doveva tenerla d’occhio in ogni singolo movimento, stando attento a dove si dirigevano.
“Sophie sembra conoscere questo castello molto più che di me… Ma dove mi starà portando?”
< Vieni. La luce del mio cellulare ci illuminerà il sentiero. >
Le scale che conducevano nel sottosuolo del castello erano ripide e umide.
se non si stava attenti a dove si mettevano i piedi, si rischiava seriamente di cadere.
< Sophie, sei mai entrata qua dentro? >
< No. Non ne ho mai avuto il coraggio. >
< Quindi non hai la più pallida idea di dove stiamo andando? >
< No, professore. Però da qualche parte sbucheremo. >
< Sei ottimista… >
< Da sola la mia paura avrebbe preso il sopravvento… Ma insieme a te, è tutta un’altra cosa. >
“Non so se essere colpita dalle sue parole, oppure rimanere indifferente. Che cosa vorrà dirmi?”
Dopo aver camminato per una buona mezz’ora, i due avventurieri raggiunsero una sala illuminata dalla luce del sole che illuminava una specie di sarcofago.
“Questa sembra davvero…”
< Robert, credi che questa sia la tomba del templare? >
< Non lo so. Dovremmo leggere le sue incisioni se vogliamo saperne di più >
Leggendo il latino antico, Robert capì che si trattava davvero della tomba leggendaria nascosta da quasi un millennio.
< Questo povero templare è rimasto rinchiuso per giorni in questa sala prima di venire seppellito dalle guardie di questo castello. Ha subito una moltitudine di torture, ma venendo paragonato ad un disertore, la sua sofferenza doveva essere impagabile. >
< Sono convinta che questo pover’uomo non era un disertore. >
< Sì, ma come poteva dimostrarlo? Si è rifugiato nella tana del leone, credendo di nascondersi in un luogo protetto. Ma colui che l’ha fatto rinchiudere in questa trappola mortale, non aveva nessuna pietà. >
< Forse perché l’uomo che l’ha ucciso sapeva del suo segreto… Insomma, il templare si portava appresso una grande quantità d’oro. >
< Questo non lo potremmo mai sapere… A meno che non controlliamo dentro la tomba. Ma non saprei davvero come aprirla. È completamente sigillata. >
< Ci deve essere un modo. Si parla di un tesoro inestimabile, Robert > rispose Sophie con foga.
< Ma perché ti interessa così tanto questo tesoro? Devi consegnarla a quella donna, vero? >
< No, Robert. Che cosa ti viene in mente? >
< Sophie, adesso basta mentire: sei sotto ricatto da un certa Vittoria Vetra che controlla metà del Vaticano… E’ lei che ti sta rendendo la vita impossibile. >
< Ma tu… come fai saperlo? >
< Dopo averti spiato questa notte, ho fatto alcune ricerche su di lei e ho scoperto che è una donna avida che non si fermerebbe dinanzi a niente per un po’ di soldi… Quella donna ha trovato un pretesto per ricattarti e da quel momento sei diventata la sua schiava. È forse così? >
sentendo quelle parole giuste e piene di odio, Sophie dovette confessare.
< Gli dovevo un sacco di soldi per l’affitto dopo che ho fallito miseramente la mia nuova vita… Avevo aperto un centro di ricerca di reperti storici, ma senza le dovute conoscenze e i dovuti strumenti, ho dovuti dichiarare fallimento in brevissimo tempo.
Ero completamente invasa dai debiti e gli strozzini che mi giravano attorno mi chiedevano cifre astronomiche che non potevo pagare. >
< E dietro tutto questo c’era lei, vero? >
< Non ne ho mai avuto la prova… Ma so soltanto che Vittoria aveva bisogno di un grande favore per ritrovare questo famoso tesoro di un templare nascosto nelle campagne toscane. Ed è per questo che mi sono ritrovata qui da sola alla ricerca di un tesoro di cui ignoravo l’esistenza… Poi sei arrivato tu Robert e tutto è cambiato.
Avevo pensato bene che se avessimo cercato il tesoro insieme sarebbe stato molto più facile e forse avrei avuto una speranza per sfuggire dalle grinfie di quella donna. >
< Peccato che non potrai mai raccontarlo in giro. >
Sentendo una voce dietro le loro spalle, Sophie si girò di scatto vedendo la sua ricattatrice impugnare una pistola.
< Brava, Sophie. Ora che mi hai condotto alla tomba del templare dovrai aprirla per me… Se dentro ci sarà il famoso tesoro che il templare aveva sottratto, avrai salva la vita e potrai ripagare tutti i tuoi debiti.
Ma se il tesoro nono esistesse, avrai fatto un secondo buco nell’acqua e la tua situazione sarebbe irrimediabilmente compromessa. >
< Ci lascia andare. Noi non vogliamo guai. >
< Professor Langdon, ormai ci siete più dentro di me. Aprite immediatamente la tomba se non volete morire. >

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Capitolo 6
*** Una vendetta che sa di libertà ***


< Le tue minacce non serviranno a niente contro di noi > replicò freddamente Robert senza pensare alle dovute conseguenze < Perché non lo fai tu, Vittoria? Hai in mano la situazione e due persone in ostaggio. La tomba è tutta tua. >
< Non mi sporcherò mai le mani in un posto maledetto come questo > rispose sprezzante la donna stringendo sempre di più la pistola < E’ una questione che dovete portare a termine voi due, quindi fatelo immediatamente! >
< Robert, dobbiamo farlo. Quella donna ci ucciderà > rispose Sophie fissando l’uomo.
< Ci ucciderà lo stesso, Sophie. La sua sete di rancore è più forte di qualsiasi cosa. >
< Allora che cosa mai potremmo fare? >
< Credo che dovremmo lo stesso acconsentire alla sua richiesta. >
< Che cosa state confabulando voi due? Non cercate di fregarmi, altrimenti… >
< Stavo pensando come aprire questa tomba > precisò il professore < Deve pesare un sacco di tonnellate. >
< Allora rompila, professore. Fai qualcosa! >
< Non ho nessun oggetto con me. >
ma guardando più a fondo, Robert Langdon vide che la tomba era già stata aperta.
< Qui c’è uno spiraglio… Ma che vuol dire? >
Spostando il cerchio della tomba e facendolo cadere abbastanza lontano in modo che nessuno si potesse fare del male, Robert vide che il corpo del povero templare si stava consumando.
< Robert, che vuoi fare? >
< Il corpo del pover’uomo giace consumato in questa tomba… Ancora non riesco a capire come mai nn sia diventato polvere. >
< Dove si trova il tesoro? Professore, cercalo immediatamente! >
< Qui non c’è nessun tesoro, Vittoria > precisò l’uomo < Qualcuno è arrivato molto prima di noi profanando questa tomba. >
< No, non è possibile. >
< Guarda tu stessa: il corpo è stato spostato e quello che stava di sotto non c’è più… A parte questa moneta d’oro. >
Facendo vedere il reperto alla ricattatrice, Sophie capì che la missione era finita.
< Mi dispiace Vittoria, ma è questo il nostro risultato e la fatica di tutto questo tempo: il tesoro è stato già portato via. >
Non riuscendo a credere a quello che stava dicendo il professore, Vittoria arrivò alla conclusione che egli stava mentendo.
< No, non è possibile… Tu vuoi fregarmi, professore. >
< Perché dovrei farlo? Guarda tu con i tuoi stessi occhi. >
< Hai nascosto il tesoro da qualche parte e vuoi tenerlo tutto per te. Dimmelo! >
< Tu sei completamente pazza. Io non sono un viscido come te, Vittoria. >
Quelle parole furono udite come un fulmine a ciel sereno.
Non vedendoci più dalla rabbia, Vittoria si preparò a sparargli contro, ma l’avvento di Sophie complicò i piani di Vittoria.
La povera donna prese il proiettile che era destinato a Robert, venendo colpita all’altezza del piede sinistro.
Dolorante, la donna emano degli urli che risuonarono in tutto il territorio.
< Fai silenzio, maledetta! Vuoi essere la prima, Sophie? Molto bene. Ti accontento subito. >
Prendendo accuratamente la mira, Vittoria era pronta per far fuori la giovane Sophie.
Ma Robert fu così veloce a raggiungere Vittoria che riuscì a disarmarla e a metterla al tappeto.
< Le lezioni di arti marziali sono servite a qualcosa. >
Appena Robert e Sophie scortarono la criminale appena fuori dal paesaggio, una pattuglia di poliziotti arresto la donna per tentato omicidio.
< Lei deve essere il Professor Langdon, giusto? >
< Esatto. >
< Dovremmo scambiarci qualche parola in commissariato. Venga con me. >
< E di lei? Non la portiamo all’ospedale? > domandò Robert indicando Sophie.
< Sì, ha ragione. >
< Non ce n’è bisogno. Sto bene. >
< No, Sophie. Tu non stai bene. >
< Mi ha solo sfiorata, Robert. Vedi? Perdo a malapena sangue. >
< Ma com’è possibile? >
< Non l’avrei mai creduto ma credo di essere veloce più di un proiettile > scherzò la donna per sdrammatizzare la situazione creata.
< Adesso basta con gli scherzi > li interruppe il poliziotto < Se la donna sta bene, anche lei deve venire cn noi. >
< D’accordo. Nessun problema. >
 
 
Una volta raccontato tutto quello che sapevano, Robert e Sophie furono liberi di andare.
< Credo che questa storia sia finita, dopo tutto > fece Robert < Abbiamo ritrovato la leggendaria tomba del templare ma il suo tesoro è stato profanato. >
< Sai una cosa, Robert? Secondo me quel tesoro non è mai esistito. >
< Purtroppo questo non potremmo mai saperlo, Sophie… Ma sinceramente non voglio nemmeno indagare… Adesso che sei libero dal ricatto di Vittoria Vetra che intendi fare? >
< Non lo so. Purtroppo non ho un posto dove andare. Sono completamente sola al mondo. >
< Allora perché non vieni con me a Washington? Lì potrai trovare un lavoro degno e non avrai questo genere di problemi. >
< Robert, non lo so… Tu devi fare la tua vita, mentre io… >
< La mia vita è insieme a te, Sophie. >
Senza nemmeno accorgersene, Sophie si ritrovò le labbra del professore sulle sue.
Dopo aver realizzato che era stata baciata, Sophie rimase completamente spiazzata una seconda volta.
< Scusami, non avrei dovuto… >
< E’ qui che ti sbagli, Robert. Dovevi farlo anche qualche anno fa’. >
< In quel frangente non eravamo legati come adesso. >
< Già, hai ragione… Comunque sarò ben lieta di seguirti fino a Washington > rispose la donna con fierezza.
< Non potevi farmi un regalo più bello > disse infine il professore stringendo a sé la giovane donna e dimenticando per sempre il suo passato oscuro.

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