Ricordi delle due di notte

di Dear_Harry_Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 30 agosto 2019 - sera ***
Capitolo 2: *** 30 agosto 2019 - notte ***
Capitolo 3: *** 1 settembre 2019 - mattina ***



Capitolo 1
*** 30 agosto 2019 - sera ***


“Ti ricordi quando eravamo noi a preparare i bauli?” chiese Hermione al marito, mentre appoggiava sul letto della loro primogenita una pila di abiti babbani accuratamente piegati.
“Scusa ‘Mione, ma mi spieghi adesso noi cosa staremmo facendo?” le rispose il marito, guadagnandosi un’occhiataccia pari a quando la interrompeva dal leggere un libro.
“Ronald, per le mutande di Merlino, che c’entra? Non sono i nostri; sono di Rose e Hugo!” lo rimbeccò la moglie calcando la voce sul nome del secondogenito, come per essere ben sicura che anche lui quest’anno avrebbe lasciato il nido per frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
“Hai ragione, sembra passata un’eternità; un po’ mi manca la scuola  –ammise Ron, cedendo anche lui ai sentimentalismi di Hermione- ancora di più da quando l’ha iniziata Rosie… Miseriaccia! Possibile che questa serratura non funzioni mai come dovrebbe?!” sbuffò il mago, asciugando con una mano il sudore che gli imperlava la fronte, dovuto all’aver trasportato alla babbana i bauli dei figli dallo scantinato.
Hermione sorrise; era quello il Ron che amava, un po’ pasticcione e sempre pronto al suo inconfondibile miseriaccia. “Aspetta -gli disse la giovane strega afferrando la bacchetta -Alohomora!” e la serratura si aprì di scatto. Ron si passò la mano dietro la testa, mentre le orecchie si imporporavano appena per non aver pensato ad un incantesimo così banale; la moglie gli sorrise con affetto. Finirono insieme di sistemare abiti e libri scolastici nei bauli dei due ragazzi; Hermione impose poi un controllo finale per essere sicura di non dover spedire gufi con la roba dimenticata per le due settimane successive.

Finiti i bagagli, la coppia raggiunse il soggiorno dove avevano lasciato i figli circa un tre ore prima, appena tornati da Diagon Alley. Lì avevano fatti gli ultimi acquisti scolastici, tra cui la tanto agognata bacchetta di Hugo: 10 pollici, legno di faggio con interno di crine di unicorno, abbastanza flessibile. Hugo ne era così contento che appena entrato in casa si era messo a raccontare alla sorella, che si trovava nel negozio dello zio George a scegliere, con sommo terrore di Hermione, il regalo di inizio scuola, come era andato l’acquisto e a vantarsi delle qualità della sua bacchetta. Era stato subito però messo a tacere dalla sorella che gli aveva aspramente ricordato che lui non sapeva nulla di magia e che quindi non ci avrebbe potuto fare un bel niente. Hugo aveva le messo il broncio e non si erano più fatti sentire per tutto il pomeriggio.

Ron si affacciò dalla porta mentre Hermione si appoggiò allo stipite opposto e si godettero per pochi secondi quella scena di tranquillità: Hugo stava ancora ammirando la sua nuova bacchetta mentre Rose era china sul libro di artimanzia con la testa tra le mani, intenta a finire i 30 centimetri di pergamena richiesti dalla professoressa Vector sulle proprietà del numero 7. Rose, senza dubbio, possedeva il cervello di sua madre tuttavia, di fronte agli argomenti più noiosi, prendeva in lei il sopravvento la pigrizia e la tendenza a rimandare del padre. I due genitori, dopo essersi scambiati un’occhiata, presero due strade diverse: Hermione prese una sedia e si mise accanto a Rose per rivedere il tema finito mentre Ron si sedette sul tappeto e si fece raccontare da Hugo per l’ennesima volta di come la bacchetta lo avesse scelto. Appena finita la correzione del tema, il quale, come a prova che la sua scrittrice possedesse un cervello degno di quello di Hermione Granger, era stato lasciato intonso, Rose esibì alla famiglia Tilly, un’adorabile puffola pigmea lilla che le era stata donata dallo zio quel pomeriggio come compagna di Wisky e Ally, i rispettivi gufi dei ragazzi Weasley, e Croockshanks II, il nuovo gatto di Hermione.

Come a voler smentire ogni timore dei genitori, mezz’ora dopo i bambini erano nei rispettivi letti e un’ora dopo tutti gli abitanti della casa erano ormai immersi nel mondo dei sogni.

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Capitolo 2
*** 30 agosto 2019 - notte ***


Verso le 2:00 di mattina, i coniugi Weasley sentirono degli strani rumori provenire dalla cucina, dove era stata accesa anche la luce. Ancora segnati della paura durante la battaglia contro Voldemort, i due presero le rispettive bacchette e si diressero verso la cucina, pronti a Schiantare chiunque si fossero trovati davanti. Girarono a l'angolo e si trovarono faccia a faccia con il loro secondogenito, intento a prepararsi una tazzona di camomilla. Hermione si lasciò sfuggire un ,forse un po' troppo acuto: "Hugo Weasley! Si può sapere cosa stai facendo a quest'ora della notte in cucina?!". In tutta risposta il bambino fece cadere per lo spavento un po' di camomilla dalla tazza che stava trasportando, mentre le orecchie gli si imporporavano in un'imitazione tremendamente fedele del padre. Si lasciò cadere sulla sedia più vicina e fece un profondo sospiro; Hermione lanciò uno sguardo preoccupato la marito, che passò un braccio intorno alle spalle del suo secondo genito sussurrandogli "Tutto a posto, campione?". Fu allora che il bambino scoppiò in un pianto disperato, lasciando i genitori senza parole. Dopo 5 minuti buoni, il piccolo mago alzò lo sguardo arrossato dal pianto sulla madre e bisbigliò "Ti prego non dirlo a James". La strega, ancora leggermente stupita, strinse il figlio a sé e poi si inginocchiò di fronte a lui per domandargli "Hugo, cosa c'è? Con noi puoi sempre parlare, lo sai..." supportata da un caloroso sorriso da parte di Ron nei confronti del bambino. "E se non ce la faccio?" sputò lì Hugo finalmente. Evidentemente il giovane mago si rese conto dell'espressione confusa dei genitori, perché si sbrigò ad aggiungere "A Hogwarts. È il mio primo anno; non so niente, sbaglierò tutto di sicuro. Ho paura." con un altro profondo sospiro. Marito e moglie si scambiarono un tenero sorriso di comprensione; ecco cosa teneva sveglio Hugo: il panico da Hogwarts, quello che tutti loro avevano provato al loro primo anno e poi, forse, anche negli anni successivi. Hermione prese posto accanto al figlio, Ron di fronte; "Hugo è normale avere paura, ci siamo passati tutti..." iniziò il padre "...ma presto ti renderai conto che Hogwarts è come una seconda casa e ti troverai bene." terminò la madre con un sorriso rassicurante. "Ma io sono davvero terrorizzato! E se non sono bravo come i miei cugini e Rose? Sarò sempre paragonato a lei e non è facile dato che riuscirebbe a dare del filo da torcere anche alla mamma! E poi se non finisco in Grifondoro? Cioè i Weasley lo sono da più di un secolo! E poi..." "Frena campione! –lo interruppe Ron- andiamo con ordine. Primo; non devi dimostrare di essere all'altezza di nessuno e avrai tutto il tempo per far vedere chi sei e cosa sai fare. Secondo; non finirai in Grifondoro? Pazienza! Albus è in Serpeverde ma nonno Arthur o nessun altro della famiglia gli vuole meno bene per questo. Tutte le case sono belle e valgono allo stesso modo. Pensa che il Cappello Parlante al mio Smistamento era indeciso tra Tassorosso e Grifondoro." "Invece per me era decisamente propenso per Corvonero. Non ho mai capito cosa lo abbia fatto optare per Grifondoro. Ma ricorda che sono le scelte che facciamo che dimostrano chi siamo e non la casa nella quale sarai smistato. Ti ricordi che ti ho raccontato di Tonks, la mamma di Teddy? Ecco, era una Tassorosso ma era una delle donne più coraggiose che ho mai conosciuto e che ha combattuto al nostro fianco contro Voldemort." gli raccontò Hermione. "Ma se davvero non sarò all'altezza di Rose o della mamma?" ribattè il ragazzino. "Beh, vorrà dire che come Rose è la degna figlia di sua madre, tu sarai il degno figlio di tuo padre! La mia prima lezione di incantesimi è stata un totale disastro; da beccarsi un 'Troll' seduta stante. -lo rassicurò Ron per poi aggiungere rivolto ad Hermione, dimenticandosi per un attimo la presenza del figlio- "Te la ricordi?" "Certo –gli rispose la moglie con gli occhi pieni di affetto, per poi aggiungere con un lieve sorriso che ricordava la sua espressione da bambina al primo anno di Hogwarts- è LeviOsa, non LeviosÀ!" I due coniugi si guardarono e sorrisero; avevano più volte convenuto che era stato in quel momento che si erano innamorati, anche se poi gli ci erano voluti anni per capirlo e ammetterlo. "E se sarò una schiappa in volo e non riuscissi nemmeno a entrare nella squadra di Quidditch? –chiese il bambino con la testa bassa- Lo desidero così tanto. Vorrei diventare Battitore, come zio Fred e zio George." aggiunse poi. A quelle parole, rotolò una piccola lacrima sulla guancia sinistra di Ron; era bello per lui che il figlio ricordasse con affetto Fred e in qualche modo gli fosse legato, nonostante non lo avesse mai conosciuto. Insomma Fred era il suo fratello preferito, era stato l'unico al quale aveva confidato di essere innamorato di Hermione... Non aveva mai davvero accettato la sua morte e spesso faceva ancora incubi a riguardo. Hugo era davvero molto simile allo zio e insieme a Lily Luna (perfetta copia di George) formavano un duo degno dei gemelli Weasley. "Se lo desideri davvero, vedrai che ce la farai. –intervenne la madre per dare il tempo al marito di riprendersi- Poi non potrai mai essere peggio di tuo papà che alla prima lezione di volo si è tirato la scopa sul naso mentre cercava di farla alzare." lo rassicurò infine la madre, ridacchiando. "Disse quella la cui scopa si alzò al suo sedicesimo 'Su'! A me almeno si è alzata al terzo tentativo! –si difese Ron, facendo spuntare un lieve sorriso sulle labbra del figlio- E comunque, pur non essendo un gran talento come Harry, sono riuscito ad entrare in squadra; sono sicuro che ce la farai anche tu." concluse l'uomo con un sorriso. "E poi James mi ha detto che per essere uno a posto devi avere un bel gufo che vola perfettamente. E se Ally non fosse abbastanza brava e mi facesse fare una brutta figura? Non voglio essere preso in giro per colpa di un gufo!" rabbrividì Hugo. "Per prima cosa, nessuno ti obbliga a partecipare. Seconda, il mio gufo, al secondo anno, si è schiantato sul tavolo in Sala Grande davanti a tutti, facendosi anche un bel bagno nel porridge; questa non si batte, tranquillo." cercò di rasserenarlo il padre. "E se sbagliassi tutto e facessi delle figure da idiota? Questo è quello che mi spaventa di più." ammise infine il bambino, mentre guance e orecchie si tingevano di un color porpora acceso. "Tranquillo, anche qui il record lo detengo ancora io; -ammise Ron, arrossendo anche lui- ho rischiato di perdere la strega più brillante della sua età, l'unica che io abbia mai amato." "Ti riferisci a quando Krum invitò mamma al Ballo del Ceppo prima di te al quarto anno e quando al sesto ti sei messo con Lavanda per ripicca nei confronti di zia Ginny e hai fatto soffrire mamma da morire? –disse Rose spuntando all'improvviso dalla porta- Mi avete svegliato, si può sapere cosa sta succedendo qui?" "Rose, come fai a saperlo?" chiese Hermione sbigottita. "Beh, me lo ha raccontato papà, no? Mi ha raccontato di quanto se ne penta ancora oggi e mi è sembrato davvero dolce. " rispose con semplicità la ragazzina, ricordando per un momento il talento per le verità scomode di Luna Lovegood. La donna si girò piacevolmente stupita, ma le parole le morirono in gola, un po' per l'emozione, un po' perché venne interrotta da Rose. "Ma ora mi volete spiegare che succede?!" ripropose la domanda la ragazza. "Hugo soffre del famigerato panico da Hogwarts." risposero in coro i genitori, mentre Ron gli dava un tenero buffetto sulla testa. "Non avreste dovuto dirglielo! Cosi ora lo dirà a tutti i nostri cugini che rideranno di me! Soprattutto James, che mi prenderà in giro di sicuro per questo; lui non ha mai avuto paura. Zio Harry e zia Ginny gli scrivevano solamente una volta al mese, è entrato in Grifondoro e non ha avuto problemi; -disse Hugo ai genitori, col morale decisamente a terra- anche Rose e Albus non hanno avuto praticamente nessun problema! Sarò il disastro di famiglia!" aggiunse, ormai con le lacrime agli occhi. "Oh Hugo, non è assolutamente vero! Tutti noi abbiamo avuto paura! A partire da Teddy e Victoire per poi continuare con tutti gli altri! –lo rassicurò la sorella- E poi non dirò nulla a James, né agli altri." aggiunse facendo la croce sul cuore in atto di giuramento. Ron continuò il discorso della figlia e, ridacchiando, gli confidò "Non dirlo a nessuno ma anche James era spaventato, e davvero tanto; per non parlare di Albus e tua sorella. E poi Harry e Ginny hanno scritto ai ragazzi con la stessa frequenza con la quale la mamma e io scrivevamo a Rosie; tre volte a settimana. -poi tornò improvvisamente serio e aggiunse- Non dirlo neanche per scherzo; tu Hugo Weasley sarai grandioso, probabilmente a modo tuo, ma lo sarai; come lo siamo stati tutti noi. L'importante è non tradire mai sé stessi, perché è per quello che si viene apprezzati." "E non sarai mai solo Hugo; -continuò Hermione- hai un'immensa famiglia alle spalle che ti ama. Sei molto di più di quello che credi e, qualunque cosa accadrà ad Hogwarts non dimenticarlo mai. Non dimenticare mai chi sei; non sei il risultato di un esame, non sei un 'Oltre ogni aspettativa' o un 'Troll', non sei il risultato di una partita di Quidditch. Tu sei Hugo Weasley; hai una mamma che ti ama" lo rassicurò lei, "un papà che ti sosterrà e aiuterà sempre" aggiunse Ron, "e una sorella, a volte un po' rompiscatole, ma che ti promette ti sarà sempre vicina." ricordò la sua presenza la giovane Weasley; "Ecco cosa sei" terminò il mago, allungando al figlio una foto con ritratti loro quattro sorridenti, sotto il grande cipresso di un campo poco fuori Londra. "Ce l'abbiamo anche noi tre, uguale alla tua –gli spiegò Rose- la guardiamo quando abbiamo paura o ci sentiamo persi, per ricordarci sempre chi siamo realmente. Io la porto sempre con me; di giorno la tengo nella custodia della bacchetta, di notte sotto il cuscino. Mi fa stare bene e vi sento più vicini quando ne ho bisogno". "La mia invece è nel portafoglio, se vado in ufficio; invece durante le missioni la tengo in una tasca interna della giacca da Auror" disse il padre. "Io invece la tengo nel pendente di questo bracciale; -disse Hermione, estraendo dalla manica del pigiama un piccolo braccialetto d'argento con un ciondolo, decorato con la scritta "Always in my heart", che aprì mostrando una miniatura della foto, e aggiungendo- me lo ha regalato papà quando ci siamo sposati e abbiamo fatto incidere la scritta quando abbiamo scoperto di aspettare Rose, a simboleggiare l'inizio della nostra famiglia, e abbiamo deciso di cambiare la foto a ogni cambiamento importante per noi." I due giovani Weasley si rivolsero un sorriso di intesa nel vedere la mano sinistra dei genitori intrecciata con quella dell'altro mentre le fedi nuziali si toccavano e le iridi blu del padre perse in quelle marroni della madre, e viceversa; era bello per loro vedere che dopo tanti anni di matrimonio si amavano come quando erano giovani, secondo i racconti di zio Harry e zia Ginny, e durante il giorno del loro matrimonio, come dimostrava la moltitudine di foto raccolte con cura da nonna Molly in un album custodito in un panno e riposto in un cassetto del mobile in salotto. "Ce la farai Hugo; come ce l'abbiamo fatta tutti noi" lo confortò con un grosso sorriso la sorella, seguita da quelli dei genitori, riportati alla realtà dalla frase, uniti a gesti di assenso e incoraggiamento. Hugo sorrise, bevve l'ultimo sorso di camomilla e si alzò dalla sedia; prese la foto dal tavolo, abbracciò il padre e la sorella, baciò la madre e mormorato un "Grazie" abbandonò la cucina, visibilmente più sereno, seguito a ruota da Rose. I genitori si alzarono e, dopo aver rimesso in ordine la cucina, si abbracciarono; mentre Hermione era ancora al sicuro tra le braccia del marito, quest'ultimo, come a togliersi un peso dal cuore, snocciolò in fretta: "Scusa 'Mione, forse non avrei dovuto dirlo a Rosie ma mi sembrava carino raccontarle la nostra storia ora che è un po' più grande." Poi aggiunse facendo scendere un braccio lungo il fianco e stringendo la mano a pugno: "Però quello che ha detto è vero e, per gli slip più consunti di Merlino, se potessi tornerei dal me di 14 e 16 anni per dirgli di fare la cosa giusta." "Oh, Ron! Non ho parole! Grazie." disse la donna, stringendo forte la mano chiusa a pugno del marito. Iniziarono poi a improvvisare un ballo abbracciati mentre Ron intonava un po' impacciato 'The Way You Look Tonight', una canzone d'amore babbana che piaceva particolarmente a Hermione, che, nell'anno successivo al matrimonio, la metteva spesso nelle serate in cui lui tornava tardi dal lavoro e la trovava addormentata sul divano con un libro appoggiato sul grembo e il disco bloccato sulla quella canzone chissà da quanto tempo.Alla fine di quel ballo improvvisato ,si scambiarono un dolce bacio; forse, ricordare aveva fatto bene anche a loro.

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Capitolo 3
*** 1 settembre 2019 - mattina ***


Nonostante fosse il 1 settembre, casa Weasley-Granger era tranquilla. Contrariamente al primo anno di scuola di Rose dove la partenza si era svolta in un caos folle che aveva portato alla dimenticanza di qualche oggetto, i bauli erano già in macchina e le gabbie di Wisky, Ally e Tilly erano ai piedi delle scale vicino alla porta. La famiglia era riunita in cucina a fare colazione; Ron beveva il caffè mentre con la coda dell'occhio sbirciava i figli, colmo d'orgoglio; Hugo era immerso ne "Il Quidditch attraverso i secoli" mentre Rose, avendo già letto tutti i libri di testo come una perfetta copia di Hermione, sfogliava la copia di "Trasfigurazione oggi" della madre, la quale con la schiena al tavolo, stava cuocendo le uova mentre qualche lacrima le rotolava silenziosamente sulle guance. Dopo aver servito tutta la famiglia, si sedette al tavolo e tirò un forte sospiro che attirò l'attenzione degli altri membri della famiglia; "Non posso credere che quest'anno andrete entrambi ad Hogwarts; siete cresciuti troppo in fretta. Mi mancherete da morire." ammise con un sorriso malinconico. Entrambi i ragazzi si alzarono e l'abbracciarono; "Non ti preoccupare mamma; staremo bene, in fondo non siamo mica così avventati e irrispettosi delle regole come un certo Trio di mia conoscenza –disse la ragazza con un tono di finto rimprovero ai genitori, scatenando l'ilarità generale- e torneremo per Natale." terminò con un sorriso. "E poi noi siamo sempre con voi." aggiunse il bambino mostrando alla mamma la foto che aveva con cura inserito nel portafoglio. La famiglia terminò con calma la colazione e sistemò in macchina le gabbie e la nuova Nimbus 2020 di Rose, che aveva ereditato il talento per il Quidditch dai suoi zii ed era un' abile cacciatrice della squadra di Grifondoro; dopo mezz'ora la famiglia era in viaggio diretta alla stazione di King's Cross. Ron guidava in silenzio e ascoltava Rose e Hermione che discutevano di un articolo trovato su "Trasfigurazione oggi". Hugo si era fatto piccolo piccolo e sedeva completamente indifferente alla conversazione con la testa appoggiata al finestrino e lo sguardo perso nel paesaggio; per la prima volta da una settimana si sentiva sereno. Strinse la foto che aveva in mano e, forte delle parole che gli erano state rivolte la sera prima, iniziò a fantasticare su ciò che lo avrebbe atteso a Hogwarts. ​Davanti al muro tra il binario 9 e 10, a ogni membro della famiglia batteva il cuore, anche se per motivi diversi; troppi ricordi per Ron e Hermione, troppe aspettative per Rose e Hugo. Per mettere fine a quella bizzarra contemplazione di un muro che stava attirando lo sguardo di qualche Babbano, il padre cinse le spalle alla sua primogenita e insieme corsero verso la barriera che li inghiottì. La madre, dopo aver sussurrato un "Forza" probabilmente rivolto più a se stessa che al secondogenito, spinse con lui il carrello dei bagagli fino a quando non spuntarono sul binario 9¾, dove scintillava l'Hogwarts Express. Entrambi i genitori abbracciarono e baciarono i figli che poi salirono di corsa sul treno e si sedettero vicino al finestrino dello scompartimento dove Ron aveva sistemato i bagagli mentre Hermione faceva loro le ultime raccomandazioni. La coppia si avvicinò al finestrino appena in tempo per l'ultimo ciao, perché il treno con uno sbuffo più forte degli altri iniziò a muoversi. Osservando lo scintillio negli occhi di Hugo e la felicità con cui Rose salutava i vari cugini, il rosso, stringendola a sé, passò il braccio intorno alle spalle della moglie, che intrecciò la mano nella sua; "Non avranno problemi." la rassicurò Ron, "E nemmeno noi." terminò serena Hermione. E ancora stretti l'uno all'altro lasciarono il binario, mentre l'Hogwarts Express diventava sempre più piccolo all'orizzonte.

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