Sete di te

di RobyR
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gelosia ***
Capitolo 2: *** Pianoforte ***



Capitolo 1
*** Gelosia ***


SETE DI TE





 

1 - GELOSIA

 

Esco dal pub completamente ubriaco.

Dovrei tornare all'accampamento ma non sono sicuro di volerci andare. Non ho voglia di vederti adesso, non ho voglia di vedere nessuno, men che meno te. Ho ancora impresso a fuoco nel cervello lo sguardo che hai rivolto a Peggy Carter là dentro. Sulle mie mani ci sono i segni delle mie unghie pressate a fondo nella pelle quando cercavo di trattenermi dal fare qualcosa, qualunque cosa, per impedire quello scambio di battutine e sguardi proprio davanti ai miei occhi. Forse avrei fatto meglio ad andare via ma non ci riuscivo, dovevo sapere, dovevo vedere quanto profonda fosse la mia gelosia nei tuoi confronti e la tua indifferenza nei miei.

Se ripenso a lei, al modo in cui ti parlava, al suo vestito rosso, al tuo sguardo sul suo corpo... Dio, mi viene da vomitare.

Forse ho bevuto davvero troppo.

Volevo cancellare dalla mente la sensazione di te che te ne vai via da me, che non mi guardi, che mi ignori solo perché davanti a te c'è una bella donna come lei, ma invece di cancellare tutto questo ci sono affogato dentro con tutto il whisky che mi sono scolato.

Mi fa male la testa.

Mi fa male la pancia.

Mi fa male il cuore.

Mi fa male tutto e mi viene da vomitare.

Mi accascio in questo vicolo puzzolente che sa di spazzatura e piscio, e vomito anche l'anima.

Vorrei si potesse fare davvero. Smetterei di soffrire così tanto per questo amore impossibile, se non avessi un anima?

Alla fine l'anima non l'ho vomitata ma il contenuto del mio stomaco è di certo riverso sull'asfalto di questo vicolo.

Mi asciugo la bocca con la manica della divisa e mi rendo conto di stare piangendo. Da quanto? Non lo so.

Mi guarderesti come hai guardato lei Steve, se fossi stato una donna?

Dimmi Steve? Se fossi una donna, mi ameresti come ti amo io?

Vorresti fare l'amore con me? Saresti dolce? Mi baceresti sulle labbra sporche di rossetto?

Io lo farei Steve, ti amerei anche se tu fossi una donna, come ti amavo quando eri solo un ragazzino scheletrico, come ti amo adesso che sei Captain America e il tuo corpo è forte e muscoloso.

Non c'è universo al mondo o realtà parallela in cui non ti amerei. Ti amerei anche se mi dimenticassi di te, perché il mio cuore ti appartiene e ti apparterrà per sempre. Perché è la mia anima che ama la tua, ovunque essa abiti.

Ho voglia di vederti adesso e non mi importa più se hai flirtato con la Carter davanti ai miei occhi.

Voglio vederti, voglio che mi guardi mentre sono così, distrutto, per causa tua.

Scusa, che pensiero egoista. Sono troppo ubriaco.

Voglio vederti perché mi sei mancato da morire e mi sta bene, davvero mi sta bene, averti solo come amico. Mi basta stare al tuo fianco. 

Eppure vorrei sapere, cosa faresti, cosa diresti? Se ti dicessi che ti amo, vorresti ancora ancora essere mio amico? Mi guarderesti allo stesso modo?

Mi dirigo con passo malfermo verso il campo. Mi fermo un attimo ad una fontanella sulla strada e mi sciacquo la bocca e il viso per cancellare ogni segno di questa notte terribile e da dimenticare.

Quando entro nella tua tenda ti trovo già addormentato. Mi inginocchio per terra davanti al tuo viso come un devoto di fronte al suo dio, e poggio la testa sul materasso.

"Bucky... Cosa c'è?" sussurri.

Ti ho svegliato, scusa Steve, volevo fare piano ma forse sono troppo ubriaco per accorgermi di quello che faccio.

Strofino il viso sulle tue coperte e vi soffoco un singhiozzo. Tu mi appoggi una mano sui capelli e io tremo un po' più forte.

"Che succede Buck?”

"Steve..." mormoro.

Tu continui ad accarezzarmi i capelli e io a piangere in silenzio con il viso nascosto tra le coperte.

"Steve, ti devo dire una cosa..."

"Tutto quello che vuoi Buck, sono qui."

Tremo ancora un po', poi raccolgo tutto il mio coraggio da ubriaco e inizio il discorso più difficile della mia vita.

"Non voglio che tra noi cambi qualcosa solo per questo."

"Non succederà, dimmi."

Alzo lo sguardo e la tua mano sulla mia testa si ferma per un secondo alla vista dei miei occhi gonfi e delle mie lacrime.

"È così brutto quello che hai da dirmi?"

Io annuisco e tu riprendi a carezzarmi i capelli.

"Andrà tutto bene Bucky, puoi dirmi tutto, io non smetterò mai di esserti amico."

Una nuova lacrima solca la mia guancia destra, non so se per il sollievo o per il dolore.

"Io odio Peggy Carter." affermo convinto. Tu mi guardi un po' perplesso, forse ti aspettavi qualcosa di diverso, non lo so. Ti ignoro e continuo.

"La odio perché ti sta portando via da me. Veramente odio tutti. Odio come ti guardano le persone, odio che vedano quanto sei forte e coraggioso e perfetto quando prima tutto questo lo vedevo solo io. E odio ogni sguardo e ogni sorriso che rivolgi a chiunque, perché un tempo quei sorrisi e quegli sguardi erano solo per me. Ma Peggy Carter la odio più di tutti perché lei ti guarda come se volesse prendersi il tuo cuore. E odio anche te, perché la guardi come se volessi darglielo e io non voglio! Non voglio!Ti odio perché ti amo troppo e a te non importa e io... Non ce la faccio... "

Stringo forte le lenzuola nella mie mani e mi tiro su per andarmene via da qui il più in fretta possibile e lasciarmi alle spalle i frammenti spezzati del mio cuore. Ma tu ti alzi dal letto e mi abbracci da dietro. Appoggi la testa sulla mia spalla e sento le tue lacrime scendere a bagnare la mia pelle. Tremo e un singhiozzo mi esce delle labbra.

"Sei uno stupido Bucky. Io non posso dare il mio cuore a Peggy, perché è sempre appartenuto a qualcun altro, è sempre appartenuto a te."

Un sospiro fragile esce delle mie labbra e tutta la tensione accumulata in questa serata si rilascia nell'aria mentre io mi appoggio al tuo corpo e volto la testa per guardarti negli occhi.

" Steve... " sussurro contro il tuo orecchio.

" Ti amo..." dici, e io non riesco credere che tutto questo stia avvenendo davvero.

"Sto sognando?" ti chiedo.

"Dovrei essere io a chiederlo a te" mi rispondi con un sorriso splendido su quelle labbra che voglio baciare da anni. Lo faccio, ti bacio, mi lascio andare e ti bacio come sempre ho voluto fare.

Assaggio le tue labbra, la tua lingua, ti stringo a me e ringrazio Dio per avermi dato te, Steve.

"Ti amo, ti amo Steve. Ti amo da morire."

Le nostre labbra si cercano con disperazione. I palmi delle mani scorrono cercando di arrivare sotto i vestiti, a contatto con la pelle e senza che io riesca a capire come, ci ritroviamo sdraiati sulla tua branda. É troppo piccola per noi e questo mi ricorda quando, da ragazzo, mi fermavo a dormire da te e passavo le notti a vegliarti per il solo piacere di poterti stringere a me e sussurrarti un lieve ti amo mentre dormivi. Ma ora posso dirtelo guardandoti negli occhi, così lo faccio, ti stringo a me e non riesco a smettere dire quelle due parole che mi sono tenuto dentro così a lungo. 

Ti bacio la bocca, il viso, il collo. Ho sete di te, come fossi un uomo che, disperso a lungo nel deserto avesse finalmente trovato la sua oasi. 

Ma anche tu hai sete di me. Lo capisco dalle tue mani che si sono insinuate sotto la mia camicia, che tirano per spogliarmi in un colpo solo di tutti i miei vesti, fino a raggiungere l'anima. E io vorrei che fossimo già nudi. Vorrei che ogni singolo centimetro di questo tuo nuovo corpo entrasse in contatto con il mio. Ci spogliamo a vicenda e poi restiamo un secondo immobili a contemplare l'uno il corpo dell'altro. Ci siamo desiderati così tanto che questo momento sembra, ad entrambi, un sogno.

“ Oh Bucky, tu non sai da quanti anni desideravo tutto questo.” mi dici, carezzandomi una guancia. Mi appoggio con il viso alla tua mano, poi la prendo tra le mie e ti bacio il palmo. 

Voglio fare l'amore con te con tutta la delicatezza di cui sono capace, per questo motivo ti preparo a lungo, fino a che non sono sicuro di darti il minor dolore possibile. Quando entro in te, finalmente, mi sento completo, come se non avessi aspettato altro che ricongiungermi a te per tutta la vita. Sono le nostre anime che stanno facendo l'amore su questa branda. Non riesco a smettere di guardare il tuo viso. Mi sorridi anche se ti ho visto fare una lieve smorfia di dolore. Non so cosa fare, ma ci pensi tu a venire in mio soccorso.

“Muoviti Buck.” mi dici.

“Ai tuoi ordini.” Ti sussurro sulle labbra.

Inizio a muovermi e tuoi ansimi sono musica per le mie orecchie. È tutto cosi bello, Steve, tu sei bellissimo, fare questo con te è bellissimo.

“Ti amo Steve, sei tutta la mia vita...” riesco a dire tra un gemito e l'altro.

“ E tu... sei la mia...” mi rispondi con fatica. Sorrido. 

Raggiungiamo l'apice insieme, io dentro di te, tu nella mia mano.

Ci abbracciamo e ci diamo il tempo di riprendere fiato prima di tornare a baciarci come se non riuscissimo a vivere l'uno senza le labbra dell'altro.

“ Steve, ti voglio chiedere una cosa.”

“ Tutto quello che vuoi Bucky.”

“ Vorresti fare l'amore con me?”

Tu aggrotti le sopracciglia e mi guardi senza capire.

“ Pensavo avessimo appena finito di fare l'amore...” l'espressione che hai in questo momento è stupenda. Sembri così confuso e perso che non posso fare a meno di ridere. 

Mi dai una pacca sulla spalla e io cerco di trattenermi e tornare serio.

Ti guardo negli occhi e ti chiedo ancora una volta: “ Certo ma, Steve, vuoi fare l'amore, con me?” mi guardi per un secondo, e finalmente capisci ciò che sto cercando di chiederti.

Il tuo splendido sorriso sarebbe già una risposta sufficiente, ma tu mi abbraccia e sussurri, quasi commosso, un sì che sa di promessa, che sa di eterno.

Questa notte abbiamo fatto l'amore per la prima volta. Domani dovremo assaltare un treno in corsa, ma non importa, non ci importa ora né dei nazisti, né dell'Hydra, né della guerra, né di nessun altro.

L'unica cosa che importa sono i nostri cuori che battono, finalmente, insieme.


 

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Capitolo 2
*** Pianoforte ***


2 - PIANOFORTE



 

C'era un vecchio pianoforte in quel bar dove andavamo da ragazzi, a Brooklyn, te lo ricordi Steve?
Il pianista suonava sempre canzoni jazz, ballabili, e io mi tiravo in pista la ragazza di turno con cui ero uscito, mentre tu rimanevi in disparte, vicino al pianoforte, ad ascoltare la musica e guardarti intorno con aria persa. La ragazza che doveva far coppia con te, generalmente, a quel punto della serata, stava ballando con qualcun altro, ma non ti importava.
Sai come lo so Steve? Perché anche se ballavo con questa o quella ragazza, i miei occhi erano su di te, costantemente.
Di solito, ad un certo punto della serata, mollavo la ragazza con cui stavo ballando per venire a farti compagnia accanto al pianoforte. Nessuno di noi sapeva suonare, ma ci piaceva ascoltare, ed era una buona scusa per me per poter restare lì, insieme a te, appoggiati al muro con le braccia che si sfioravano delicatamente.
Una sera, poi, il pianista iniziò a suonare un lento. Tutte le coppie intorno a noi incominciarono a ballare lentamente, abbracciate e io avrei solo voluto prenderti e trascinati in pista insieme a me, ma non potevo, non potevamo.
Iniziai a dondolare sul posto, al ritmo di musica e poco dopo tu incominciasti a muoverti insieme a me. Il tuo braccio sinistro a contatto con il mio braccio destro. I brividi scendevano sulla mia schiena anche per un così semplice tocco fugace.
A vederci da fuori saremmo sembrati ridicoli, lo so. Due uomini che dondolano come scemi, perfettamente sincronizzati, appoggiati ad una parete.
Ma per me, fu stupendo.
Fu quanto di più simile ad un ballo insieme che io te abbiamo mai fatto... Se avessi chiuso gli occhi, avrei potuto immaginare di stare davvero ballando insieme a te.
Ma non potevo permettermelo, non dovevo cedere alle mie fantasie più di quanto non avessi già fatto. Così tenni gli occhi aperti sulla sala e sulle coppiette intente a danzare come se nulla fosse, come se avere il privilegio di poter ballare con la persona che si ama fosse per loro completamente normale. E lo era, per loro, per un uomo e una donna. Ma due uomini, negli anni quaranta, possono solo essere amici, nient'altro, ma io... Era da anni ormai che ti amavo, ed ero sceso a patti con tutto questo. Mi ero rassegnato ad una vita in cui non avrei mai avuto il tuo amore. Mi ero rassegnato all'idea di vederti, un giorno, sposato ad una brava ragazza. O almeno questo era quello che mi raccontavo per non morire di gelosia al solo pensiero. Volevo che tu fossi felice, anche se io avrei sofferto come un cane a vederti tra le braccia di qualcun altro.
E ora invece siamo qui, Steve, sdraiati insieme su questa brandina militare troppo piccola per due uomini adulti, e io non riesco ancora a credere di aver fatto l'amore con te. Di aver davvero assaggiato il sapore dei tuoi baci, di aver sentito la tua pelle sotto la mia lingua e il tuo corpo caldo e duro sotto le mie mani.
Non riesco ancora a credere di avere avuto il permesso e il privilegio di amarti come avrei sempre voluto fare.
Adesso, il tuo corpo è nudo al mio fianco, sporco di sudore e dei nostri umori mischiati insieme e io ancora non riesco a crederci.
In questo momento, mi sembra di risentire la musica che emanava da quel pianoforte quella sera, come una colonna sonora ad i nostri momenti più belli.
Sento sulla pelle gli stessi brividi di quella notte.
Ho uno strano presentimento, ma forse ho solo paura che tutto questo sia solo un sogno, destinato a dissolversi quando il sole illuminerà le stelle. Non lo so.
Voglio godermi questo momento Steve, questo attimo di quiete e di amore accanto a te.
Sei così bello mentre dormi Steve, lo sei sempre stato, per me.
Ma questa paura insensata e primordiale non mi vuole lasciare andare. Mi invade e io mi stringo più forte al tuo petto.
"Non mi lasciare mai Steve, non mi lasciare" non so perché l'ho detto, so che non lo faresti mai.
Tu ti giri verso verso di me, nel sonno e mi rispondi con gli occhi chiusi, in un flebile sussurro.
"Mai Bucky, fino alla fine..."
"Fino alla fine..."

 

 

 

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