Il giocattolo

di Dark Night
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Accusa ***
Capitolo 2: *** Verità ***



Capitolo 1
*** Accusa ***


Da quando il mio signore Rosiel si è ritrovato con la sorella Alexiel io sono sparito, vengo chiamato solo per qualche ordine e poi abbandonato come un cane, sapevo che questo momento sarebbe arrivato solo che non credevo facesse così male.

Hanno troppe cose in comune ed un semplice burattino come me non può resistere a queste due potenze, ma devo farlo sono stato creato per questo.

Guardo l’orologio in cucina, è l’ora di servire il The anche su questo sono uguali, stessi sapori e stessi orari non un minuto di più né uno di meno.

Metto tutto sul vassoio e vado davanti alla porta del salotto bussando, non posso entrare senza permesso.

Permesso che mi viene accordato dopo poco.

Faccio un bel respiro ed entro andando a poggiare il vassoio sul tavolo.

Faccio un piccolo inchino ad entrambi e inizio a servire il mio signore.

Non ti hanno insegnato che si servono prima le donne?”

Mi sento dire con tono derisorio mentre porgo il the al mio signore.

Mi scusi, forza dell’abitudine rimedio subito.” la odio giuro.

Finisco di preparare per Alexiel quando sento delle scariche che mi fanno crollare in ginocchio, ti vedo ridere e questo mi da noia ma devo star buono.

Non succederà più lo giuro, è stata solo una svista.”

Stringo i denti per il dolore e scioccamente spero nell’intervento di Rosiel che la fermi ma invece accade tutt’altro, si aggiungono le sue scariche adesso fa veramente male, non riesco a trattenere i mugolii di dolore, due forze del genere per un solo corpo sono troppe.

Non osare mancare di rispetto a mia sorella un’altra volta Catan o te ne faccio pentire.”

I miei occhi si spostano su di lui mentre stringo i denti per tutto il dolore che sto sentendo.

Non volevo mio signore lo giuro, sono abituato a servire lei per primo anche quando abbiamo ospiti, mi perdoni la prego non commetterò di nuovo lo stesso errore.”

Crollo a terra quando entrambi smettono.

Adesso va Catan hai altri compiti da svolgere.”

Annuisco alzandomi.

Mi inchino nuovamente ad entrambi uscendo di li dopo aver chiuso la porta.

Mi allontano di lì e mi appoggio al muro tenendomi il braccio che continua a darmi scariche, fa male come tutto il mio corpo.

Mi alzo la manica della divisa e vedo le bruciature, ci vorrà del tempo per farle guarire completamente.

Per mia fortuna ho già svolto i miei compiti, ma appena la calma si impossessa nuovamente di me, vengo chiamato.

Ricorda niente errori stavolta Catan mi dico in testa mentre vado alla porta, busso nuovamente e con l’ordine di entrare lo faccio.

Mi inchino nuovamente davanti a loro, il braccio continua a darmi le scariche ma spero che nessuno lo noti.

Cosa posso fare per voi miei signori?”

Ho messo entrambi al pari non dovrebbe essere un problema, ma poi ricordo che Rosiel non vuole essere paragonato ad altri, non importa ormai è andata così.

Porta via tutto Catan”

Gli sento dire con voce calma, ma non fido, la sua è solo calma apparente.

Annuisco raccogliendo tutto e portandolo in cucina iniziando poi a lavar tutto, ma devo far attenzione a questo braccio mi sta dando problemi e preferisco perdere più tempo invece che rischiare di far danni.

Vado a mettere tutto al suo posto passando davanti al salotto dove sento dire.

Mi chiedo, mio caro fratello, come tu possa aver preso in casa uno del genere, non è da te.”

Mi soffermo ad ascoltare senza farmi sentire.

Sai cara sorella, sono stato obbligato a farlo non era mia intenzione.”

Spalanco gli occhi a quelle parole, bruciano come olio caldo sulla pelle.

Mi allontano di li senza far rumore, mi sento uno schifo adesso, ma cosa mi aspettavo che dicesse?

Che tiene a me?

Stupido stupido stupido ecco cosa sono.

Vado a riporre tutto.

Subito dopo vado in biblioteca, ho delle ricerche da svolgere che mi terranno occupato tutto il pomeriggio per mia fortuna.

Prendo tutti i libri che mi servono e mi metto alla scrivania con il quaderno sottomano, solo qua riesco a sentirmi calmo anche se le parole di prima mi risuonano in testa, ed il dolore al braccio non mi aiuta per niente ma devo calmarmi e lavorare, se si arrabbia di nuovo io sono finito oggi.

Mi immergo nella lettura lasciando i problemi ad un lato, i libri sono voluminosi e difficili da leggere, è una scrittura antica ed io devo tradurli e semplificarli per lui.

Non ha voglia di perdere tempo con questi tomi noiosi.

Di solito in poco capisco come svolgere il mio compito ma oggi no, questo dolore aumenta minuto per minuto, mi sta facendo impazzire ed io non so cosa fare, non voglio che lo veda quindi nasconderò il braccio finché non sarà guarito.

Per fortuna non è il braccio che uso maggiormente, altrimenti sarei stato nei guai.

Il pomeriggio passa senza essere chiamato nuovamente, io ho svolto la metà del mio solito lavoro, dirò che sono punti complessi e che mi ci vuole più tempo, non ha mai detto niente su questo.

L’ora di preparare la cena arriva ed io mi alzo dirigendomi in cucina, non capisco perché mi gira la testa così tanto, dovrò far attenzione ai fornelli.

Per mia fortuna la cena di stasera è piuttosto semplice e non devo stare lì a servirli, ho solo da preparare e portare tutto sul tavolo della sala da pranzo, ah già devo chiamarli o beh poco importa.

Preparo tutto con precisione millimetrica.

Come ho fatto oggi vado da loro dicendogli che la cena è servita aggiungendo che se non hanno bisogno di me, io oggi finisco prima la mia giornata lavorativa.

Per mia fortuna mi accorda il permesso, tanto son io ad aver più lavoro domani ma ora voglio solo stendermi.

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Capitolo 2
*** Verità ***


Mi congedo da loro e dopo aver spento la luce in cucina mi dirigo in camera dove mi spoglio mettendomi a letto subito dopo, non è da me dormire in boxer ma oggi sento ho stranamente caldo.

Mi infilo a letto e mi addormento in pochi minuti, non ho cenato non ne avevo voglia.

Cado in un sonno profondo in poco, risvegliandomi la mattina solo perché sento bussare insistentemente alla mia porta.

Sento una voce ma non capisco chi sia sento tutto ovattato, solo quando vedo la porta spalancarsi ed entrare Rosiel infuriato collego tutto, ma prima che possa parlare mi arriva uno schiaffo talmente forte da farmi girare la testa di lato.

Cosa ci fai ancora a letto?! Muoviti, alzati sei in ritardo su tutto oggi e non tollero il tuo comportamento Catan, ho lasciato correre ieri ma oggi non credere di passarla liscia!”

Sento che è infuriato e neanche poco ma mi chiedo perché non mi sia svegliato al solito orario o addirittura prima, eppure mi sono addormentato presto ieri sera.

Chiedo perdono mio signore, non capisco cosa mi succede non è da me svegliarmi tardi, a quest’ora ho già svolto metà dei miei compiti di normale.”

Mi lancia uno sguardo glaciale.

Non mi interessa cosa hai, devi svolgere il tuo lavoro tutti i giorni, cos’è sei in ribellione contro di me perché ho qua mia sorella?”

Riconosco il tono di sfida, mi alzo subito dal letto non ricordandomi che sono solo in boxer.

Assolutamente no mio signore, le vostre decisioni non influiscono il mio lavoro.”

Faccio fatica a reggermi in piedi mi gira tutto e sento le gambe molli, mi sento ancora peggio di ieri sera.

Crollo a terra in ginocchio davanti a lui ho il fiato corto e le gambe non mi reggono quando provo ad alzarmi, ma che mi sta succedendo?

Lui mi guarda cinico.

Si, si bella trovata far finta di star male per non svolgere il tuo dovere, come prima punizione svolgerai il doppio dei tuoi compiti.”

Lo guardo spalancando gli occhi.

NO! Non sto mentendo e non sto fingendo non mi punirà per una cosa che non ho fatto.”

Ho il fiato ancora più corto di prima ed un altro schiaffo raggiunge il mio volto facendomi crollare a terra.

Perché non volete credermi? Non vi ho mai mancato di rispetto, non ho quasi mai disobbedito ad un vostro ordine, morirei per lei mio signore.”

Dico a voce bassa mi sento a pezzi, non mi merito tutto questo, non ha mai avuto da che sospettare di me.

Mi rimetto in piedi a fatica ed inizio a vestirmi.

Svolgo subito i miei compiti…”

Mi sento veramente ferito stavolta, vedo che se ne va senza aggiungere altro mentre io, con una notevole fatica, esco da camera andando in cucina.

Non hanno ancora mangiato, devo pensare prima a quello.

Ma non metto a fuoco e come prima cosa mi taglio il palmo della mano, non ho visto il coltello.

Tutto questo non mi piace ma devo andare avanti non posso farlo arrabbiare ancora.

Mi sorreggo al bancone dove preparo sempre tutto ma niente, le gambe non mi vogliono sostenere, faccio forza con le braccia ma una serie di fitte mi fanno mollare la presa facendomi cadere in terra andando a colpire l’angolo del tavolino con la testa.

Per fortuna vedo correre verso di me un ragazzo della servitù, il mio respiro è accelerato, la sola cosa che sento prima di svenire è il ragazzo che va a chiamare il mio signore, lo capirà adesso che non mentivo?

Quando mi risveglio mi ritrovo in infermeria con l’ossigeno attaccato assieme a non so quante flebo, almeno son ancora a casa non mi ha cacciato.

La debolezza e le sensazioni di prima si sono un po' attenuate, ma non il braccio quello continua a far un male cane, lo guardo ed il colore che ha preso non è per niente dei migliori, sembra che sia rotto.

Non mi accorgo di non essere solo finché non sento la sua voce.

Se te lo chiedi no, non è rotto ma devo ancora capire cosa hai.”

Cerco di mettermi seduto ma fallisco miseramente.

Shh, sta giù devi riposare, non possiamo rischiare.”

Lo guardo annuendo lentamente, sembra che abbia la gola secca e che nessuna parola voglia uscire.

Mi rimetterò e tornerò a servirla glielo prometto.” Dico con un notevole sforzo.

Come risposta mi accarezza il viso non me lo aspettavo, non son cose da lui queste.

Lo guardo.

Io credo di saper cosa è.”

Mi invita a parlare.

Ieri… quando mi avete entrambi riempito di scariche...credo che il mio corpo le abbia assorbite e adesso sta lottando per buttarle fuori.”

Lo guardo, non so quale potrebbe essere la sua reazione ormai mi aspetto di tutto.

Ed allora dobbiamo trovare la maniera di toglierle, non credi?”

Ecco di nuovo il tono e lo sguardo gelido che stavolta mi fanno veramente paura.

Perché non sei venuto a dirmelo? Pensavi di fare da solo?!”

Annuisco mentre chiudo gli occhi pronto a ricevere un altro schiaffo, cosa che non avviene per mia fortuna, anzi sento una risatina che mi fa calmare e riaprire gli occhi.

Su questo siamo molto simili, mio fedele servitore”

Tiro un sospiro di sollievo a quelle parole.

Adesso tu riposa e penserò io a come fare.”

Mi dice mentre vedo che mette del liquido nella flebo che arriva dritta al braccio.

Mi fido ciecamente di lei”

Dico mentre mi lascio avvolgere dal sonno, adesso mi sento al sicuro.

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