Da
quando il mio signore Rosiel si è ritrovato con la sorella
Alexiel
io sono sparito, vengo chiamato solo per qualche ordine e poi
abbandonato come un cane, sapevo che questo momento sarebbe arrivato
solo che non credevo facesse così male.
Hanno
troppe cose in comune ed un semplice burattino come me non
può
resistere a queste due potenze, ma devo farlo sono stato creato per
questo.
Guardo
l’orologio in cucina, è l’ora di servire
il The anche su questo
sono uguali, stessi sapori e stessi orari non un minuto di
più né
uno di meno.
Metto
tutto sul vassoio e vado davanti alla porta del salotto bussando, non
posso entrare senza permesso.
Permesso
che mi viene accordato dopo poco.
Faccio
un bel respiro ed entro andando a poggiare il vassoio sul tavolo.
Faccio
un piccolo inchino ad entrambi e inizio a servire il mio signore.
“Non
ti hanno insegnato che si servono
prima le donne?”
Mi
sento dire con tono derisorio mentre porgo
il the al mio signore.
“Mi
scusi, forza dell’abitudine rimedio subito.” la
odio giuro.
Finisco
di preparare
per Alexiel
quando sento delle
scariche che mi fanno crollare in ginocchio, ti vedo ridere e questo
mi da noia ma devo star buono.
“Non
succederà più lo giuro, è stata solo
una svista.”
Stringo
i denti per il dolore e scioccamente spero nell’intervento di
Rosiel che la fermi ma invece accade tutt’altro, si
aggiungono le
sue scariche adesso fa veramente male, non riesco a trattenere i
mugolii di dolore, due forze del genere per un solo corpo sono
troppe.
“Non
osare mancare di rispetto a mia sorella un’altra volta Catan
o te
ne faccio pentire.”
I
miei occhi si spostano su di lui mentre stringo i denti per tutto il
dolore che sto sentendo.
“Non
volevo mio signore lo giuro, sono abituato a servire lei per
primo anche
quando abbiamo ospiti,
mi perdoni la prego non commetterò di nuovo lo stesso errore.”
Crollo
a terra quando entrambi smettono.
“Adesso
va Catan hai altri compiti da svolgere.”
Annuisco
alzandomi.
Mi
inchino nuovamente ad entrambi uscendo
di li dopo aver chiuso la porta.
Mi
allontano di lì e mi appoggio al muro tenendomi il braccio
che
continua a darmi scariche, fa male come tutto il mio corpo.
Mi
alzo la manica della divisa e vedo le bruciature, ci vorrà
del tempo
per farle guarire completamente.
Per
mia fortuna ho già svolto i miei compiti, ma appena la calma
si
impossessa nuovamente di me, vengo chiamato.
Ricorda
niente errori stavolta Catan mi dico in testa mentre vado alla porta,
busso nuovamente e con l’ordine di entrare lo faccio.
Mi
inchino nuovamente davanti a loro, il braccio continua a darmi le
scariche ma spero che nessuno lo noti.
“Cosa
posso fare per voi miei signori?”
Ho
messo entrambi al pari non dovrebbe essere un problema, ma poi
ricordo che Rosiel non vuole essere paragonato ad altri, non importa
ormai è andata così.
“Porta
via tutto Catan”
Gli
sento dire con voce calma, ma non fido, la sua è solo calma
apparente.
Annuisco
raccogliendo tutto e portandolo in cucina iniziando
poi
a lavar tutto, ma devo far attenzione a
questo
braccio mi sta dando problemi e preferisco perdere più tempo
invece
che rischiare di far danni.
Vado
a mettere tutto al suo posto passando davanti al salotto dove sento
dire.
“Mi
chiedo, mio caro fratello, come tu possa aver preso in casa uno del
genere, non è da te.”
Mi
soffermo ad ascoltare senza farmi sentire.
“Sai
cara sorella, sono stato obbligato a farlo non era mia
intenzione.”
Spalanco
gli occhi a quelle parole, bruciano come olio caldo sulla pelle.
Mi
allontano di li senza far rumore, mi sento uno schifo adesso, ma cosa
mi aspettavo che dicesse?
Che
tiene a me?
Stupido
stupido stupido ecco cosa sono.
Vado
a riporre tutto.
Subito
dopo vado in biblioteca, ho delle ricerche da svolgere che mi
terranno occupato tutto il pomeriggio per mia fortuna.
Prendo
tutti i libri che mi servono e mi metto alla scrivania con il
quaderno sottomano, solo qua riesco a sentirmi calmo anche se le
parole di prima mi risuonano in testa, ed il dolore al braccio non mi
aiuta per niente ma devo calmarmi e lavorare, se si arrabbia di nuovo
io sono finito oggi.
Mi
immergo nella lettura lasciando i problemi ad un lato, i libri sono
voluminosi e difficili da leggere, è una scrittura antica ed
io devo
tradurli e semplificarli per lui.
Non
ha voglia di perdere tempo con questi tomi noiosi.
Di
solito in poco capisco come svolgere il mio compito ma oggi no,
questo dolore aumenta minuto per minuto, mi sta facendo impazzire ed
io non so cosa fare, non voglio che lo veda quindi
nasconderò il
braccio finché non sarà guarito.
Per
fortuna non è il
braccio che uso maggiormente,
altrimenti sarei stato nei guai.
Il
pomeriggio passa senza essere chiamato nuovamente, io ho svolto la
metà del mio solito lavoro, dirò che sono punti
complessi e che mi
ci vuole più tempo, non ha mai detto niente su questo.
L’ora
di preparare la cena arriva ed io mi alzo dirigendomi in cucina, non
capisco perché mi gira la testa così tanto,
dovrò far attenzione
ai fornelli.
Per
mia fortuna la cena di stasera è piuttosto semplice e non
devo stare
lì a servirli, ho solo da preparare e portare tutto sul
tavolo della
sala da pranzo, ah già devo chiamarli o beh poco importa.
Preparo
tutto con precisione millimetrica.
Come
ho fatto oggi vado da loro dicendogli
che la cena è servita aggiungendo che se non hanno bisogno
di me, io
oggi finisco prima la mia
giornata
lavorativa.
Per
mia fortuna mi accorda il permesso, tanto
son io ad aver più lavoro domani ma ora
voglio solo stendermi.
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