Secrets blood

di The Bride of Habaek
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Master and Servant ***
Capitolo 2: *** Truth and Lies ***
Capitolo 3: *** The Judgment Night ***
Capitolo 4: *** To unknown destinations ***
Capitolo 5: *** Gentleman ***
Capitolo 6: *** Dangerous contingencies ***
Capitolo 7: *** Fatal Attraction ***
Capitolo 8: *** Prohibited ***
Capitolo 9: *** My future with you ***
Capitolo 10: *** Daily madness ***
Capitolo 11: *** Unexpected proposals ***
Capitolo 12: *** Secrets and lies ***
Capitolo 13: *** Manual of a seducer ***
Capitolo 14: *** Little Lord ***
Capitolo 15: *** Lightning wedding ***
Capitolo 16: *** The Green Mile ***
Capitolo 17: *** The wings of freedom ***



Capitolo 1
*** Master and Servant ***


Secrets blood

“Guarda i girasoli: loro si inchinano al sole, ma se uno è troppo inchinato vuol dire che è morto. Tu sei un servitore, non un servo. Servire è l'arte suprema. Dio è il primo servitore; Lui è il servitore di tutti gli uomini, ma non è il servo di nessuno.” - Dal Film "La vita è bella"

Racconta Lord Edward - Master and Servant
Sicuramente vi starete chiedendo in cosa consiste la vita di un nobiluomo dell'aristocrazia Inglese, molti di voi penseranno "vorrei tanto essere al suo posto" oppure "bei tempi quelli del Victorian Age" e sotto molti aspetti non posso assolutamente negarlo, ma per altri ci tengo a precisare che questa posizione di prestigio possiede aimè diritti e doveri. Il diritto ad una sana e ferrea educazione dalla più tenera infanzia fino al raggiungimento dell'età matura, il diritto allo svago perché no e alla conoscenza come a molte altre cose, ma i doveri a cui devo adempiere sono di gran lunga maggiori ed irrevocabili, ve ne citerò solo alcuni: gestire gli affari di famiglia, organizzare eventi mondani e battute di caccia, sposare una donna d'alto rango, impegnarsi giornalmente nello studio e nell'arricchimento del proprio apparato lessicale. Dopo la morte improvvisa di mio padre in seguito ad un arresto cardiaco ho preso le redini come capo famiglia. Sono il primogenito, il figlio prediletto, nonché l'erede dell'intero patrimonio di famiglia che comprende non solo il castello ma anche tutto ciò che lo circonda, tra cui le terre e la servitù al completo. Il mio dovere come pilastro della casata Whitlock è anche quello di salvaguardare il futuro della nostra stirpe contraendo matrimoni convenienti con donne in vista o comunque possedenti una cospicua dote, ciò vale per me quanto per mio fratello Oscar. Oggi per la prima volta sceglierò personalmente il vassallo, colui che dovrà occuparsi di molte mansioni in mia vece, un uomo audace ed intelligente che sappia svolgere qualsiasi compito con rinnovato entusiasmo. Ciò che cerco non è protezione ma sostegno. Ho fatto riunire l'intera servitù dinanzi l'atrio principale affinché possano assistere alla mia decisione. Sono innumerevoli gli uomini che hanno avanzato la richiesta di divenire miei personali servitori, l'età media non supera i 25 anni di età ed indossano tutti l'uniforme che ho fatto distribuire per loro per la lieta occasione. Siccome hanno già superato in maniera eccelsa, più o meno tutti, la prova di servizio ho deciso che sceglierò il mio servitore in base a dei canoni meramente estetici. Il suo compito non sarà solamente servirmi, ma in particolar modo apparire e sapersi distinguere per la sua eleganza e leggiadria quando verrà il momento di affiancarmi nei miei viaggi d'affari o nelle feste mondane. La figura che è maggiormente risaltata ai miei occhi è quella di un ragazzo di nome Sam, in modo particolare ho notato la sua esile figura ma al tempo stesso un gran portamento. Possiede due iridi azzurre da confondersi con il cielo ed i suoi lineamenti sono talmente delicati da far pensare a quel genere di bellezza che solitamente appartiene ad una donna.
"Sam Wilson, da oggi in poi sarai un mio fedele servitore nonché vassallo della casata Whitlock ."
"Infinite grazie Lord Whitlock."
Afferma Sam chinando il capo in segno di sottomissione.
"D'ora in avanti mi chiamerai semplicemente Signore."
Concludo facendo cenno alla restante servitù di congedarsi.
"Come desiderate mio Signore."
"Ho delle commissioni per te, seguimi."
Attraverso l'ampio salone illuminato dalle vetrate della mia lussuosa dimora in stile gotico, salgo le scale per poi percorrere il corridoio principale che conduce alla mia camera da letto. Sam si guarda attorno senza mai veramente distogliere lo sguardo dalla mia persona, gli chiedo di entrare e mi da come l'impressione di provare un ingiustificato imbarazzo.
"Suvvia non sono così terribile come potrebbe sembrare."
"Non mi permetterei mai di pensare una cosa simile Signore."
Risponde con prontezza.
"Poi c'è un'altra cosa che vorrei tenessi bene a mente. Quando mi parli non devi distogliere lo sguardo, non sei un servitore qualsiasi ma il vassallo di Lord Edward."
"Ogni vostro desiderio è un ordine."
"Avrai sicuramente notato una mia peculiarità: la curiosità. Siccome trascorreremo molto tempo assieme vorrei conoscerti in maniera più approfondita."
Sam annuisce ponendosi in posizione d'ascolto mentre gli mostro i miei alloggi personali che comprendono non solo la camera da letto ma anche la cabina armadio ed il bagno.
"Qual'è la tua provenienza? Non credo di averti già visto in città."
"Sono di Londra Signore, mi sono trasferito a Canterbury solo di recente."
"Vi è una particolare motivazione?"
"Si, vorrei aiutare la mia famiglia. Mio padre ha perso la casa a causa del vizio per il gioco ed essendo l'unico maschio  di quattro sorelle ho deciso di recapitare il mio tributo direttamente a mia madre."
"Nobile da parte tua, andremo molto d'accordo ne sono più che convinto."
"Ne sarei onorato Signore."
"Il tuo primo compito sarà rendere impeccabile la mia persona per il ricevimento che si terrà questa sera. Devi dimostrarmi di avere buon gusto ed imparare a conoscere le mie preferenze."
Quando mostro a Sam il mio guardaroba il suo sguardo s'acutisce ed inizia a sistemare gli abiti per il cambio in ordine crescente. Non ho mai conosciuto nessun uomo con dei gusti tanto raffinati, le sue mani affusolate frugano negli scaffali alla ricerca del giusto abbinamento e gli accessori si sa sono fondamentali ancor più del vestiario negli eventi mondani.

 

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Capitolo 2
*** Truth and Lies ***


Racconta Sam - Truth and Lies

“Siamo sempre, tragicamente soli, come spuma delle onde che si illude di essere sposa del mare e invece non ne è che concubina.”

- CHARLES PIERRE BAUDELAIRE -

Quest'enorme castello è un Paradiso idilliaco, le sue vaste stanze sono contornate da vetrate arcobaleno ed archi gotici che affacciano su un giardino labirintico contornato da un gazebo e fiori di ogni specie. Inutile dire che la creatura più affascinante in questo Eden improvvisato è Lord Edward, ogni qual volta i suoi occhi si posano su qualcosa essa riluce generando attorno a sé un incantevole miraggio. Ho sentito molto parlare di lui in città ma vederlo di presenza è tutt'altra cosa, spero soltanto che non sveli l'arcano che celo dietro queste vesti di vassallo o la mia permanenza qui verrà bruscamente interrotta. Credevo che fingere di essere un uomo fosse semplice, che bastasse nascondersi sotto un uniforme di almeno una taglia in più per nascondere le curve ed una fasciatura stretta per reprimere il seno ma non è stato così. Nonostante i miei numerosi sforzi temo che questa farsa non durerà ancora per molto. Sono andata a prepararmi per la grande festa che si terrà questa sera mentre il mio padrone è intento ad indossare gli abiti che ho accuratamente selezionato per lui.
"Sam sei pronto?"
La sua voce mi richiama da dietro il separé.
"Si Signore, ci sono quasi..."
Non riesco a terminare la frase poiché lui appare dinanzi a me e mi vede per come sono realmente.
"Posso spiegare, vi prego di credermi!"
"Cosa c'è da spiegare? Lo vedo chiaramente, sei una donna. Ho nutrito questo dubbio sin dal principio ma adesso ne ho la certezza."
Afferma lui imperturbabile mentre continuo a vestirmi con foga.
"Non ho intenzione di licenziarti, ma desidererei sapere perché mi hai mentito."
Ora non posso più nascondermi tanto vale sperare nella sua clemenza. Mi siedo su di una poltrona mentre Lord Edward incrocia le braccia in attesa della mia confessione.
"La mia famiglia ha contratto dei debiti molto alti, come le dicevo, mio padre aveva il vizio del gioco. Ho iniziato a lavorare cercando di porre rimedio all'imponente perdita di denaro ma avanzando nel tempo mi sono resa conto che quei soldi guadagnati con impieghi saltuari non erano sufficienti per  ripagare il debito, perciò quando ho saputo del vostro annuncio nel quale cercavate un vassallo a cui destinare un ingente paga ho deciso di lanciarmi a capofitto su quell'unico spiraglio di luce che eravate voi."
"Comprendo la tua necessità e il fatto di voler aiutare la tua famiglia è un motivo più che sufficiente per restare, ma ad una condizione."
I suoi verdi smeraldi mi parlano più della sua stessa voce.
"Qualsiasi cosa Signore, sono disposta a tutto."
"Dovrai continuare ad indossare abiti maschili cercando di mantenere il segreto con gli altri membri della casata oltre che della servitù."
"Grazie infinite Signore."
Le mie gambe si piegano in un gesto di supplica ma lui me lo nega tendendo una mano verso di me.
"Ora basta, ho detto che hai ottenuto il mio perdono."
Mi alzo da terra dopo averla afferrata e i nostri sguardi s'incontrano tanto che il mio cuore ha avuto un sussulto per così tanta vicinanza.
"Qual'è il tuo vero nome?"
"Mi chiamo Samantha."
Riesco a dire con gran sollievo.
"Benvenuta nel mio castello Samantha, d'ora in poi obbedirai ad ogni mio ordine. Quest'oggi ho appreso che sai mantenere un segreto ma non sei in grado di mentire."
Sono le parole del mio padrone, bello e dannato a causa della sua duplice natura.
"E' una cosa buona Signore?"
"Per quello che dovrai fare credo lo sia."
L'uomo dolce e affabile che mi aveva accolta qualche ora fa ora sembra essere distante, come se quello fosse solo un frammento della sua personalità.
"Ora che ho svelato il tuo segreto te la sentiresti di conoscere il mio?"
Ho quasi paura a rispondere, i suoi smeraldi sono incupiti da un male che non riesco a decifrare, come Jekyll e Mr.Hyde anche il mio Lord sembra celare un mistero di simili fattezze.
"Qual'è il vostro segreto se posso chiedervelo?"
Inizialmente tentenna inarcando le sopracciglia, ma infine lo rivela senza indugiare oltre.
"Tempo addietro ho ucciso un uomo. Era l'amante della donna che amavo più della mia stessa vita."
Le sue parole mi raggelano il sangue e la paura si fa spazio dentro di me scansando la precedente meraviglia.
"Dite sul serio?"
"Certo, non potrei mentire nemmeno se lo volessi. Sono trascorse ben 4 stagioni da allora ma quell'episodio ha reso la mia vita peggiore degli Inferi."
Afferma iniziando passeggiare nervosamente per la stanza.
"Che ne è stato di lei?"
"Intendi Lady Cathrine?"
Fa una pausa prima di concludere la storia.
"Ho ucciso anche lei, mi stava tradendo con uno dei miei migliori amici, il generale Winter. So che non avrei dovuto farlo, ma in quel momento ho perso la testa... mi sono lasciato sopraffare dall'ira e dalla gelosia tanto che ora vivo ogni mio giorno nel rimorso oltre che nello sconforto."
"Voi due eravate promessi?"
E' una domanda che sorge spontanea anche se lui è ancora sconvolto per l'accaduto.
"Cosa importa ormai? Comunque no eravamo amanti, entrambi promessi sin dalla nascita ad altri. E' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, diceva di amarmi dal profondo del suo cuore ed invece nemmeno il tempo di voltarmi e lei si gettava fra le braccia di un altro uomo."
Non che io voglia giustificare Lord Edward ma in parte comprendo i suoi sentimenti.
"Non pensateci più, oramai è andata come doveva andare."
E' inutile, oltre che una perdita di tempo, piangere sul latte versato.
"Lo so, ma quando le mani di un uomo si tingono del sangue di chi amava o credeva di amare egli non avrà pace finché non sarà giunta la sua dipartita."
"Non dite così, io ho visto del buono in voi e sono certa che ce ne sia molto altro. Il vostro cuore è stato infranto e avete commesso il più grave dei peccati, ma non è solo vostra la colpa poiché siete stato tradito dalle persone in cui avevate riposto la vostra fiducia."
"Forse hai ragione."
Conclude lasciando in sospeso la questione, per giunta irrisolvibile.
"Grazie per avermi ascoltato, ora però dobbiamo affrettarci oppure gli ospiti apriranno le danze senza il padrone di casa."
"Perché l'avete riferito proprio a me?"
"Perché ho letto il mio stesso rammarico nei tuoi occhi."
Ci rechiamo in salone dopo esserci cambiati d'abito e noto con sorpresa che lui sorride e si muove con disinvoltura fra i suoi nuovi ospiti come se nulla fosse accaduto. La sua espressione muta non appena incontra il mio sguardo, le sue iridi nascondono un segreto inconfessabile. Nonostante ciò continuo a fissarlo meditando sul fatto che lui sia l'uomo più intrigante che io abbia mai conosciuto, questo suo lato così meschino ed istintivo mi fa credere che dietro quell'elegante maschera si nasconda una mente diabolica e brillante.

 

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Capitolo 3
*** The Judgment Night ***


Racconta Lord Edward - The Judgment Night

"Gli occhi sono lo specchio dell’anima."
- Proverbio italiano -

Ora che Samantha è venuta a conoscenza del mio segreto non posso perderla di vista nemmeno per un istante. Sento di potermi fidare di lei anche se la conosco appena, ma dopo ciò che mi è accaduto ho imparato che la fiducia è un focolare che va spesso alimentato proprio come l'Amore. Mi avvicino a lei nell'ampio salone e mi viene da sorridere vedendola in quegli abiti maschili che tengono all'oscuro i presenti della sua vera identità.
"Oscar ti presento il mio nuovo vassallo. Sam ti presento mio fratello minore."
"Piacere di conoscerla Signore."
Risponde lei con prontezza prostrandosi in un ampio inchino.
Mio fratello non mi somiglia molto, è un baldo giovane dagli o azzurri e i capelli dorati che veste sempre di bianco, praticamente il mio opposto visto che adoro il velluto nero. Questo divario è giustificato dal dato di fatto che Oscar ha ripreso i tratti distintivi di nostra madre, mentre il sottoscritto è la fotocopia del defunto padre.
"Sei il benvenuto Sam, spero che mio fratello non ti abbia spaventato con le sue storie."
Afferma Oscar tutto d'un pezzo.
"Cosa vai insinuando nobile fratello? In ogni caso il mio servitore sa ben distinguere la realtà dalla fantasia, forse ancor più di te."
"No affatto, Mr. Edward è stato molto gentile nei miei riguardi."
Risponde Sam senza mai distogliere lo sguardo.
"Ne sono confortato. Vogliate scusarmi ma ci sono alcune donzelle in attesa di conforto."
Annuncia Oscar congedandosi dopo aver visto entrare in sala alcune splendide cortigiane.
"Non farci caso, lui è un Don Giovanni."
Il ricevimento prosegue con danze, banchetti ed una buona dose di pettegolezzi da parte delle Lady oltre che delle cameriere in servizio durante l'evento mondano. I loro sguardi si posano su di me come un velo pietoso, le loro biforcute lingue ondeggiano sputando veleno come se fuoriuscissero dalle fauci di un serpente. Mi dileguo con la banale scusa di non sentirmi troppo bene, almeno vengo risparmiato dalla fatidica domanda che riaffiora ogni qual volta sullo scoccare della mezzanotte come una maledizione:
"Quando avete intenzione di accompagnare all'altare Lady Elisabeth?"
La risposta è la medesima:
"C'è ancora tempo."
Quando al contempo urlerei:
"Mai e poi mai!"
"Signore vi sentite bene?"
E' la voce di Sam che ha continuato a seguirmi come fosse la mia stessa ombra.
"Si non preoccuparti, è solo un diversivo."
Rispondo evasivo.
"Puoi andare nella tua stanza, è situata accanto alla mia."
"Non devo riposare con il resto della servitù?"
"Il tuo ruolo è quello di difendermi dagli incubi notturni, perciò ho bisogno che tu resti nelle vicinanze."
Ironizzo.
"La ringrazio Signore, le auguro la buonanotte."
"A domani Sam."
Entro nella mia stanza sfilandomi di dosso gli abiti come fossero riposti nel fodero della mia spada, mi corico nel letto spegnendo con un soffio la candela accesa sul mio comodino e, come d'incanto, il mondo viene inghiottito dall'oscurità. Non riesco a prendere sonno, miriadi di pensieri e paure s'annidano come uno stormo di corvi dentro di me riportando al presente gli eventi del passato. Mi ritorna in mente Lady Cathrine, l'unica donna che io abbia mai amato, colta in fragrante mentre si sollazzava con uno dei miei migliori amici nella sua dimora londinese. Penso all'atto sconsiderato che mi ha reso un demone, un assassino, un uomo incapace di perdonare che preferisce sopprimere la sofferenza piuttosto che lasciarla andare. In realtà non c'era molto che io potessi fare, non avrei mai potuto possedere il suo cuore visto che ero stato promesso ad un'altra anche se ancora desisto dal portarla all'altare. Nonostante le ingiurie, l'infedeltà e le bugie che si celano dietro un sorriso mascherato io credo fortemente nell'Amore. Se potessi tornare indietro chiederei ai miei sentimenti d'indirizzarsi verso un'altra persona, chiederei ai miei occhi di posarsi su una donna dal cuore puro e dall'animo gentile, nei confronti di una fanciulla incapace di mentire. Aver raccontato il mio segreto a Samantha oggigiorno ha alleggerito la mia coscienza, l'ho condiviso con lei pur sapendo che si tratta di un'estranea ma in compenso ho scoperto una giovine pura nascosta dietro un paio di iridi azzurre che parlano da sé. Ora conosciamo l'uno il segreto dell'altra per quanto inconfessabili, ed anche se volesse farne parola con qualcuno dubito che le crederebbero. In ogni caso terrò alta la guardia trattandola con il giusto riguardo e magari chissà, un giorno potrebbe nascere una complice amicizia fra di noi. Chiudo gli occhi ed inizio a sognare mescolando assieme fantasia e realtà, la luna cede il passo alle stelle ed insieme ad esse riluce come un diamante sul mio davanzale.




 

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Capitolo 4
*** To unknown destinations ***


Racconta Sam - To unknown destinations

"La vita è questa, forse, un sogno terrificante."
- Joseph Conrad -

Mi desto di buon ora dopo aver sognato la storia che il mio padrone mi ha narrato proprio ieri. Qualcosa in quella visione mi ha turbata, forse un messaggio subliminale. Ho immaginato di scorgerlo dal buco di una serratura mentre uccideva quella donna a sangue freddo impugnando una beretta, poi mi vede e m'invita a raggiungerlo io obbedisco incapace d'intendere e di volere. Le sue mani si posano sui miei fianchi mentre la sua bocca bacia il mio collo opalino, le sue membra sono ricoperte di sangue ma sono consapevole del fatto che non si tratta del mio. Quando la visione notturna si dissolve provo uno strano senso di vuoto, una parte di me trema dalla paura mentre l'altra vorrebbe che Lord Edward mi avesse realmente stretta a sé fino a togliermi il respiro. Faccio colazione con la servitù per poi recarmi nella cappella di famiglia dove noto una grande affluenza di servi e membri della casata. Il mio padrone è inginocchiato dinanzi un enorme crocifisso con la testa china verso il basso, l'usanza vuole che servi e padroni preghino tutti assieme ogni mattina prima di adempiere alle loro attività quotidiane. Seguo il rituale mentre penso alla mia famiglia, al mio futuro incerto in questo posto e a come la mia vita in ogni sua sfumatura non sia mai stata facile. Prego affinché vada tutto per il verso giusto e che il Signore mi aiuti.
"Sei pronto Sam? Ho fatto preparare una diligenza solo per noi."
Afferma Lord Edward dopo essersi avvicinato all'interno della cappella.
"Certamente. Vuole che le prepari un cambio Signore?"
"Non è necessario, ti ringrazio. Come vedi sono già abbigliato per la partenza."
Quando usciamo da quel luogo di culto il mio padrone si sfila il mantello mostrandosi in tutta la sua eleganza. Indossa una camicia di seta bianca con un paio di pantaloni a vita alta, che mettono in risalto la vita e le spalle.
"Qualcosa non va? Chiedo venia per aver utilizzato quel nome maschile, ma quando siamo insieme ad altre persone è inevitabile. Dobbiamo mantenere il tuo segreto."
Afferma lui parlando sotto voce, dopo essersi assicurato che non vi sia nessun altro a parte noi al di fuori della cappella.
"Non c'è alcun problema, vi ringrazio per l'apprensione."
In realtà sono rimasta di stucco vedendolo indossare gli stessi indumenti del sogno, forse è solo suggestione. Saliamo sulla diligenza e mi sento un po' come la Regina Vittoria anche se solo nel mio immaginario, perché in realtà sono solo un umile serva per Lord Edward, niente di più.
"Dove siamo diretti?"
"Oggi andremo a Birmingham, devo fare un po' di compere e i tuoi consigli mi sarebbero di fondamentale aiuto."
Risponde prontamente.
Chiudo la portiera della carrozza e noto che sulla diligenza siamo realmente soli, suo fratello e sua madre rimarranno al castello, c'è solo un cocchiere sulla parte esterna che guida la carovana.
"Possiamo dialogare se ti gratifica, c'è qualcosa che vorresti chiedermi o che t'incuriosisce del sottoscritto?"
"Mi piacerebbe conoscervi in maniera più approfondita, ad esempio: quali sono i vostri passatempi? Oppure, cosa apprezzate maggiormente in una persona?"
"Mi verrebbe da rispondere che apprezzo molte cose tra loro affini, ma adoro in particolar modo: la lettura, la scrittura, dipingere, andare a caccia e l'avventura. Per quanto riguarda il secondo quesito, oserei dire che amo la sincerità e la purezza d'animo. Ora narrami qualcosa di te, sono curioso."
Mentre lo ascolto lo sguardo vaga al di là della finestra, osservando il sole e le nubi rincorrersi nel cielo, la campagna, gli animali in libertà.
"Io più o meno le stesse cose Signore. Tra queste aggiungerei il tiro con l'arco ed il cucito."
"Molto bene, vuol dire che ti sfiderò con arco e frecce una volta tornati a Canterbury. Però non hai ancora risposto al secondo quesito..."
"Scusatemi me ne ero dimenticata! Direi che amo la bellezza in tutte le sue forme, interiore ed esteriore, apprezzo le persone dirette dal carattere temperato."
"Esaustiva come risposta. Ora dimmi, in tutta sincerità, secondo te rispecchio queste doti?"
Forse vuole solo un mio parere o, nella peggiore delle ipotesti, sta solamente cercando di stuzzicarmi.
"Veramente io..."
"Sii sincera, è solo una domanda non ho secondi fini."
Mi rassicura lui volgendo lo sguardo oltre la linea dell'orizzonte.
"Si, le possedete."
A dire il vero superate di gran lunga i miei canoni ideali, ma non posso riferirglielo o finirei col ridicolizzarmi.
"Ti ringrazio, lo apprezzo molto. Sei una persona obiettiva e possiedi buon gusto, per questo te l'ho chiesto."
"Posso farvi una domanda personale?"
"Certamente, chiedi senza esitazione."
"C'è qualcosa che desiderate dal profondo del vostro cuore?"
"Si, vorrei tanto innamorarmi ma questa volta di una donna leale e sincera. E tu Samantha?"
"Io vorrei creare una famiglia con un uomo sensibile ed intelligente. Mi piacerebbe sposarmi per amore e coronare il tutto con la nascita di due o tre bambini."
Mi apro con lui come non mi capitava da tempo, è come se ci conoscessimo da sempre.
"Sono dei bei sogni, magari riusciremo a realizzarli un giorno."
Afferma con l'aria di chi dentro di sé sta già immaginando tutto quanto come fosse un bel dipinto su di una tela, le nostre vite riflesse in una fonte cristallina.
"Signore siamo arrivati!"
Annuncia il cocchiere aiutandoci a scendere dalla diligenza.
"Ora puoi andare. Aspettaci poco dopo il tramonto in questo stesso punto in cui ci hai lasciati."
Ordina Lord Edward prima di dileguarsi in compagnia della sottoscritta lungo il centro di Birmingham.
"Ti piacerebbe indossare un abito da donna?"
Mi domanda all'improvviso fermandosi in mezzo alla piazza dove solitamente allestiscono uno sfarzoso mercato.
"Mi piacerebbe moltissimo Signore."
A quel punto mi afferra per mano e mi trascina fin dentro una boutique. Non ero mai entrata in un posto così elegante e lussuoso, non è mai stato nelle mie finanze.
"Ora sei il mio vassallo, perciò ti concederò un desiderio."
Esclama indicando meraviglie di ogni tipologia. In questo preciso istante mi sento come se fossi nel paese dei balocchi, non c'é dono che disprezzi perché ogni cosa è straordinariamente bella ai miei occhi.
"Allora, hai visto qualcosa che vorresti portare via con te?"
"Signore posso esserle d'aiuto?"
Domanda la commerciante a Lord Edward mostrando un gran sorriso.
"Si Signora, potreste mostrare a Lady Samantha degli abiti della sua misura?"
Lady? Si sta riferendo a me?
"Certamente! Vedrà la renderò ancora più graziosa!"
Afferma la donna indicandomi il camerino.
"Vai con lei Samantha, ti aspetto qui."
"Ma Lord Edward..."
"Voglio farti un regalo. Vedrai ti piacerà, ne sono sicuro."
Conclude accennando un occhiolino.

 

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Capitolo 5
*** Gentleman ***


Racconta Lord Edward - Gentleman

“Non è abbastanza conquistare; uno deve imparare a sedurre.”
- VOLTAIRE -

Attendo dinanzi al bancone mentre trascrivo nuove pagine del mio diario. Provo piacere nel veder sorridere chi ho vicino, che si tratti del personale domestico o di un qualunque membro della mia famiglia. Chissà cosa sceglierà d'indossare, se ho appreso alcune cose di lei credo che opterà per qualcosa di elegante ma sobrio. Quando esce dal camerino non riesco a non fissarla: è meravigliosa. Indossa un abito drappeggiato color rosso carminio, con uno stretto corsetto che mette in risalto il seno e i fianchi.
"Forse è un po' eccessivo."
Commenta Samantha imbarazzata arrossendo copiosamente.
"Voi cosa ne pensate Signore?"
Chiede la commerciante con aria soddisfatta.
"Lo acquistiamo."
Rispondo secco posando il denaro sul bancone, ancora incapace di distogliere gli occhi da lei.
"Ottimo acquisto! Voi si che avete buon gusto!"
Ci congediamo chiedendo alla Signora del negozio di lasciare l'abito indosso a Samantha, potete immaginare la sua espressione quando le ho riferito in tutta sincerità che quell'abito le dona come fosse ricoperta da petali di rosa.
Entriamo in una posh, un elegante pasticceria inglese in cui poter degustare il tè delle cinque. Ci sediamo all'aria aperta, l'uno di fronte all'altra separati solo da un piccolo tavolino.
"Siete proprio sicuro che posso tenerlo?"
Mi chiede improvvisamente continuando a sorridere come non mai.
E' il ritratto della felicità.
"Si certo, la parola di un Gentleman è irrevocabile."
"Grazie infinite, siete troppo gentile Signore."
"Potresti indossarlo durante le feste in maschera o quando vorrai far visita alla tua famiglia."
Gli propongo mentre la cameriera ci serve del tè seguito da alcuni pasticcini.
"Posso realmente? Non s'insospettiranno?"
Mi domanda lei in un flebile sussurro piegandosi in avanti.
"No affatto. Le maschere servono proprio per nascondere la propria identità."
Nel frattempo noto un ragazzo ben vestito dinanzi ad un pianoforte intento ad eseguire brani su richiesta.
"Gradiresti della buona musica?"
"Certamente!"
Faccio cenno al ragazzo di avvicinarsi e gli suggerisco di suonare un pezzo per creare l'atmosfera.
Samantha chiude gli occhi trasognante immedesimandosi nel testo della melodia, si tratta della Moonlight Sonata di Beethoven, un brano che spesso amo eseguire al piano.
"Che pezzo splendido! Vorrei che questo giorno non avesse mai fine."
Sono parole fuggite dalla sua bocca con spontaneità.
"Possiamo tornare qui quando vogliamo, la mia carrozza è amante del brivido e dell'avventura oltre che della buona musica."
"Mi ricorda voi Signore."
Commenta Samantha sorseggiando il tè distrattamente.
"Oh, mi dispiace tanto. Spero di non aver chiazzato l'abito!"
Esclama dopo aver afferrato in fretta e furia la tazzina che stava per scivolarle dalle mani.
"Fammi vedere."
Sfilo il mio fazzoletto dal taschino e mi affretto ad asciugare il liquido sul suo decolté.
"Signore non ce n'è bisogno, è solo una goccia di tè."
Afferma lei sentendo su di sé lo sguardo dei presenti.
"Un vero Gentleman non può mancare di questi doveri. Sta tranquilla i loro sono sguardi invidiosi, non ti stanno giudicando."
Sento i suoi battiti accelerare non appena sfioro la superficie della sua pelle, mi ritraggo invitandola a rientrare al castello dopo aver notato che il sole ha quasi lasciato il posto alla luna. Strada facendo, prima di risalire sulla diligenza, lei mi guarda parlandomi a cuore aperto. E' come se una sorta di legame stia nascendo fra di noi.
"Non posso credere che voi siate l'uomo di cui mi avete parlato la scorsa notte."
Afferma omettendo la parola "assassino".
"Purtroppo sono quell'uomo oltre che questo. Ognuno di noi possiede un lato oscuro, una parte di sé che non mostrerebbe a nessun altro."
"Pochi istanti fa avete persino beneficiato ad un mendicante, siete un uomo buono e caritatevole Lord Edward, non negate l'evidenza."
"Ciò non esclude che io possa essere alquanto sgradevole sotto altri aspetti."
"Su questo concordo con voi, ma il mio pensiero non muterà. Che voi abbiate o meno commesso quel genere di peccato Dio vi perdonerà."
Mi riferisce portandosi le mani al petto.
"Cosa te lo fa credere? Sono forse migliore di altri? Se il denaro potesse riscattarmi, eliminando quel gesto oltre che il ricordo dalla mia mente, cederei il mio intero patrimonio."
"Forse non siete migliore di altri, ma lo sareste per me. Non è più una semplice supposizione, so che possedete un cuore generoso ed un'anima sofferente almeno quanto la mia."
Il tempo è un mare in tempesta, tra un discorso e l'altro ci rendiamo conto che bisogna recarsi alla diligenza o trascorreremo la notte qui a guardare le stelle. Samantha adora il suo nuovo abito, si vede che non è abituata a questo genere di abbigliamento poiché solitamente indossa abiti molto meno aderenti ma non le dispiace mostrarsi attraente e piacente, soprattutto per il suo padrone.

https://www.youtube.com/watch?v=5-MT5zeY6CU

 

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Capitolo 6
*** Dangerous contingencies ***


Dangerous contingencies

“Da quando mi sono innamorata di te, ogni cosa si è trasformata ed è talmente piena di bellezza. L’amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo.”
- Frida Kahlo -

Saliamo sulla diligenza quando ormai la luna ha preso il posto del sole.
"Perdonateci per il ritardo, in città si perde spesso il senso del tempo senza contare che ho obliato la mia clessidra."
Si giustifica Lord Edward rivolgendosi al cocchiere facendomi cenno di salire.
"Nessun problema Signore, in ogni caso non sarei ripartito senza di voi."
Risponde l'uomo scoccando le redini dei suoi due frisoni.
Non appena montiamo sulla carrozza il mio padrone chiude le tende e rimaniamo completamente al buio.
"Signore cosa... ?"
"Chiedo venia ma dovresti cambiarti d'abito prima di rientrare."
Afferma con tono amareggiato dopo aver acceso una lampada ad olio.
"Non c'è nessun problema, comprendo le vostre ragioni."
"Molto bene, allora puoi cambiarti qui."
"Dinanzi a voi?"
"Si, ti prometto che non sbircerò. Terrò gli occhi serrati finché non avrai terminato."
"Grazie mille."
Inizio a slacciare il corsetto che tiene unite le pieghe del vestito, con apparente calma inizio a sfilarlo dall'alto evitando di sfilacciarlo o logorarlo nella peggiore delle ipotesi. Dopo pochi istanti sono priva di ogni velo ed inizio a stringere la fasciatura sul mio seno abbondante. Lord Edward mantiene la sua promessa e mantiene le palpebre serrate come fossero la trappola di una volpe. In cuor mio ho sperato che li aprisse anche solo per un istante, che ammirasse la mia femminilità dato che solitamente può scorgermi solo nella mia divisa di vassallo che nega all'uomo ogni proibita fantasia.
"Samantha hai finito?"
Mi chiede dopo un po' sentendo uno strano silenzio da parte mia.
"Ecco ci sono quasi..."
Indosso i pantaloni dopo qualche esitazione e spalanco le tende per far si che entri la luce della luna.
"Adoro la luna piena, dicono che ad amarla siano a maggior ragione i lupi o i vampiri."
Afferma lui dopo aver riaperto gli occhi indirizzandoli verso l'unica luce nel cuore della notte.
"Mi state forse chiedendo se credo ai miti e alle leggende?"
"Può darsi, non sarebbe poi tanto strano se io fossi una creatura notturna."
Argomenta lui giocherellando con i suoi lunghi capelli corvini.
"Questo genere di cose non mi spaventano, anzi ne sono attratta."
"Sei una donna coraggiosa, ho fatto proprio bene a scegliere te."
"Vi ringrazio Signore, ma non credo di meritare le vostre lusinghe."
"E' la verità. Qualsiasi altra donna mi avrebbe guardato con disprezzo dopo averle narrato la mia storia, ma tu sei rimasta."
Conclude con sguardo trasognante.
"Ve l'ho già riferito ciò che penso di voi. Ho accettato la vostra confessione per quanto dolorosa fosse perché siete stato sincero nei miei riguardi, siete stato comprensivo quando avete svelato la mia vera natura e ve ne sono riconoscente."
"Un peccatore come me non potrebbe mai etichettare qualcun'altro, o almeno non per un segreto che non reca male alcuno."
Afferma deciso.
La diligenza sbanda bruscamente per poi capovolgersi sul lato sinistro. Lord Edward m'afferra con prontezza frenando la mia caduta e finisco a peso morto sopra di lui.
"Cosa diavolo sta succedendo??"
Impreca ignaro del proprio destino.
"Vi ho fatto del male Signore? Siete forse ferito?"
"No tranquilla, sto bene ma forse il nostro cocchiere non è dello stesso parere..."
Commenta tenendo il discorso in sospeso.
Usciamo dalla fessura laterale mentre lui, con eleganza, mi solleva cingendomi la vita per aiutarmi ad uscire dalla carrozza.
"O mio Dio!"
"Cosa succede Samantha?"
"Venite a vedere presto!"
Il nostro cocchiere, per la caduta, deve aver battuto la testa contro un masso ed ora è riverso a terra inerme mentre sanguina copiosamente. La nostra diligenza di rimando giace come un cadavere riverso in una fossa.
"Dobbiamo chiamare i soccorsi per quel pover' uomo!"
"Samantha non servirebbe a molto, non vedi che è già in viaggio per l'altro mondo? Quando torneremo a casa manderò qualcuno che si occupi di lui oltre che dei bagagli, ma ora dobbiamo andarcene se non vogliamo fare la sua stessa fine."
"E adesso cosa faremo?"
Panico.
"La diligenza è andata, le ruote non hanno retto la caduta."
"Trascorreremo la notte qui?"
Una sensazione di ansia e smarrimento s'impossessa della mia mente.
"Nemmeno per sogno. Torneremo a cavallo."
Uno dei frisoni è fuggito a causa dello spavento, mentre l'altro è ancora in buono stato, legato alla parte anteriore della diligenza.
"Ce n'è soltanto..."
Uno.
Lord Edward sale in sella con una tale rapidità da far invidia ad un cavaliere. Dopodiché tende una mano verso di me.
"Forza sali, conosco la strada."
Mi rassicura. L'afferro montando sul cavallo insieme a lui, le sue braccia ora contornano la mia sottile vita rassicurandomi. L'oscurità è partecipe della nostra sventura, molto probabilmente se fossi stata sola sarei morta dalla paura.
"Tieniti forte, andrà tutto per il verso giusto."
"Non vi lascerei per nulla al mondo."
Senza di voi sarei perduta.



 

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Capitolo 7
*** Fatal Attraction ***


Racconta Lord Edward - Fatal Attraction

“Rinuncia al tuo potere di attrarmi ed io rinuncerò alla mia volontà di seguirti.” - WILLIAM SHAKESPEARE -


Come se l'oscurità non bastasse, a rendere questo ritorno ancora più impervio, sopraggiunge il maltempo. La divisa di Samantha si è lacerata dopo essersi impigliata in ciò che rimane della diligenza e, colta da un ulteriore sventura, si è  ritrovata in lingerie.
"Signore vi chiedo perdono per questo abbigliamento indecoroso."
Inizia a farfugliare imbarazzata mentre cerca di coprirsi il più possibile con i suoi lunghi capelli.
"Non è tua la colpa, stai tranquilla, ok?"
Lei si volta verso di me per annuire, quando un fulmine divampa nel cielo seguito da un tuono rocambolesco. Samantha si stringe contro il mio petto percossa da un brivido freddo, da un sentimento di timore. A quel punto l'attraggo verso di me con le mani e mentre cerco di riscaldarla, posandole il mio mantello sulle spalle, finisco col percepire le sue stesse sensazioni. Ci baciamo con impeto lasciando scivolare ogni angusto pensiero distante da noi. Accolgo la sua lingua nella mia bocca per farle assaporare una parte di me che ancora non conosce, faccio lo stesso con lei che ora sembra essersi smarrita in questa nuova situazione. Le mie mani le accarezzano la pelle nuda delle cosce sentendola tremare sotto i palmi, per l'emozione e per il freddo.
"Lord Edward..."
Sussurra dopo essersi risvegliata dall'incantesimo.
"Ti senti meglio?"
"Si, mi sento al sicuro adesso."
Afferma allungando una mano per carezzarmi il viso imberbe. Dopodiché un fulmine colpisce in pieno un arbusto non molto distante da noi ed incombe una pioggia torrenziale.
"Dobbiamo trovare un riparo o ci ammaleremo sotto quest'acqua."
"Avete ragione, dobbiamo trovare una grotta o qualcosa che le assomigli."
Strada facendo Samantha mi indica una casa abbandonata che aveva intravisto in mattinata, per fortuna non dista molto dal luogo in cui ci troviamo. Dopo aver legato il frisone ad una palizzata, entro insieme a lei in cerca di un rifugio in cui trascorrere la notte e noto che quell'abitazione, che è poco più di un fienile, potrebbe salvarci la vita. Al suo interno c'è solo una vecchia sedia a dondolo con un camino incenerito, Samantha inizia a staccare parti della sedia che cadono quasi autonomamente sul pavimento ed inizia a sfregarne i frammenti l'uno contro l'altro.
"Stai cercando di accendere un fuoco?"
"Si, esatto."
"Guarda qui."
Estraggo una scatola di fiammiferi e ne sfilo uno generando una fiamma in pochi semplici movimenti.
"Magia."
"Potevate dirmelo prima!"
Afferma entusiasta.
"Diamoci del tu d'ora in avanti, o almeno quando siamo soli."
Concludo dopo averla aiutata ad accendere il fuoco.
"Va bene, lo preferisco. Ho sempre odiato i convenevoli."
Aggiunge Samantha sedendosi contro la parete dinanzi al camino.
"Anche per me è lo stesso."
Mi siedo accanto a lei utilizzando il mio mantello come fosse una coperta. Samantha posa la testa sulla mia spalla ed inizia a fissare il fuoco danzare come fosse lo spirito di qualche primitiva tribù.
"Siamo stati fortunati a trovare questo posto."
Commenta lei come se stesse parlando fra sé e sé.
"In verità, è solo grazie a te se adesso abbiamo un rifugio asciutto in cui ripararci da quel finimondo."
Aggiungo cingendole la vita con un braccio.
"Potevamo morire lì giù, proprio come il nostro povero cocchiere."
"Ma il fato ci ha voluti qui Samantha. Credi nel destino?"
"Si, credo anche nell'Amore a prima vista."
Dice lei guardandomi negli occhi per leggere nei miei la conferma al suo quesito.
"Vieni qui."
Non riesco a trattenermi, l'istinto seguito dalla passione che arde nei nostri cuori in questa notte burrascosa è ancora più forte di qualsiasi tormenta. La bacio sul collo assaporando il profumo della sua pelle opalina, lei mi desidera come una creatura della notte vuole il sangue della sua preda. Inizio a slacciarle il corsetto con delicatezza, mentre lei mi sfila di dosso la camicia attirandomi verso di sé.
"Edward."
"Qualcosa non va? Forse sto correndo troppo, ti chiedo scusa."
Affermo ritraendomi.
"No, non è questo. Volevo solo che tu sapessi che... è la mia prima volta."
"Samantha, sei proprio sicura di volere me? E' molto importante per una donna preservare la propria purezza per l'uomo che sceglierà di amare per il resto dei suoi giorni."
"Ne sono consapevole. Volevo solo che lo sapessi. Sei stato il mio primo bacio e sarai il mio unico Amore."
Confessa lei incrociando le sue dita alle mie.
"Vorrei poter tornare indietro e averti incontrata prima, così che il mio animo sia puro ed il mio cuore degno del tuo Amore."
"Tu lo sei, non pensare ai tuoi errori ma piuttosto guarda quanta felicità questa vita ha da offrirci."
Dice lei riferendosi alla triste storia che le ho narrato oltre a questo momento.
"Hai ragione, penso che il Signore voglia darmi una seconda opportunità per porre rimedio ai miei peccati."
"Erano dunque queste le tue preghiere stamattina?"
"Si, lo sono ormai da un anno o forse più. Per la prima volta nella mia vita sento di potermi aprire senza il timore di essere giudicato. Quando ti ho vista per la prima volta non sapevo ancora fossi una donna, eppure il tuo sguardo, i tuoi modi di fare così genuini e delicati mi hanno conquistato sin dal primo istante. Inizialmente non comprendevo il perché di tutto quell'interessa che generavi nella mia persona, forse erano i tuoi occhi o semplicemente m'ispiravi. Ma adesso lo comprendo e voglio dirtelo apertamente."
Samantha sgrana gli occhi mentre ascolta il mio monologo con grande interesse. Se non fossimo incappati in questo luogo desolato molto probabilmente avrei atteso ancora qualche luna prima di dirglielo, ma questa notte è diverso: lei prova esattamente ciò che provo io.

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Capitolo 8
*** Prohibited ***


Racconta Sam - Prohibited

“Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti.”
GARY OLDMAN - Dracula di Bram Stoker


"Io ti amo."
Le sue parole mi raggiungono come la freccia di cupido nel cuore della notte. E' accaduto tutto così in fretta, sono passata da semplice vassallo all'essere la sua donna, come nell'intercalare fra il sole e la luna. Spero tanto che sia veritiero e che non mi risveglierò nel sonno, in lacrime, perché potrebbe trattarsi solo di uno splendido sogno.
"Samantha a cosa pensi?"
Mi domanda lui vedendomi imbambolata, con la testa fra le nubi.
"Pensavo che mi sono innamorata di te sin dalla prima volta che ti ho scorto, ma facevo fatica ad ammetterlo."
"E perché mai?"
"Sono solo una serva, di primo ordine ma pur sempre di rango inferiore al tuo. Come avrei potuto anche solo immaginare che un uomo come te potesse provare interesse per una simile donna?"
"La risposta è semplice: perché sei unica."
Risponde lui accarezzandomi il viso.
Giunti ormai ad un punto di non ritorno non riesco più ad opporre resistenza. Ciò che stiamo compiendo insieme è un atto proibito, non essendo ancora moglie e marito dovremmo limitarci a baci casti e sguardi, forse nemmeno quelli visto che apparteniamo a classi così differenti. I suoi lunghi capelli corvini si fondono con i miei quando, con un gesto deciso, la sua bocca carnosa incontra la mia. Finiamo l'uno sull'altro distesi sul suo mantello, che ci protegge dal mondo esterno oltre che dalle crepe sul pavimento. Il suo modo d'amare sa essere al tempo stesso dolce e passionale, la mia pelle brucia a contatto con la sua come fossimo fuoco e cenere. I suoi baci percorrono le zone erogene del mio corpo rendendomi sua, siamo in simbiosi e questa nuova condizione sa rendermi invincibile e vulnerabile al contempo. Non mancano gli sguardi d'intesa, i suoi smeraldi rilucono al buio e li trovo ancor più seducenti quando tornano a posarsi su di me. Lo stringo per paura che tutto questo possa finire, lascio sfuggire un gemito dopo averlo accolto dentro di me donandogli tutta me stessa.
Anima e corpo.
"E' stato meraviglioso."
Riesco a dire pervasa da un senso di appagamento indescrivibile.
"Quando si prova amore tutto il resto smette di esistere, vorresti che gli occhi della persona amata fossero solo per te."
Commenta Edward riscaldandomi fra le sue braccia.
"Hai ragione, ora come ora vorrei restare qui con te in eterno ma so che non è possibile. Cosa faremo una volta tornati al castello?"
"Dovremo tenerlo segreto almeno finché non troverò un modo per farti diventare una lady a tutti gli effetti."
"Hai in mente qualcosa?"
"Forse si, ma non temere presto potremo vivere la nostra storia alla luce del sole. Non sarà certo la mia casata ad impedirmelo."
Le sue parole dettate con convinzione mi fanno bene sperare.
"Credi in me ed ogni cosa si risolverà a tempo debito."
Insieme ce la faremo.
Edward mi bacia con tenerezza accantonando le remore e i problemi, mentre attendiamo che sorga il sole per rimetterci in cammino spazzando via ciò che resta della pioggia. Quando dalla finestra riusciamo a scorgere già lo scheletro di un arcobaleno.

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Capitolo 9
*** My future with you ***


Racconta Lord Edward - My future with you

"Ci innamorammo nonostante le nostre differenze, e nacque tra noi qualcosa di raro e stupendo. Secondo me, un amore così è unico nella vita, ecco perché ogni minuto passato assieme è sigillato nella mia memoria. Non me ne dimenticherò mai."
- NICHOLAS SPARKS -

Aprendo gli occhi mi rendo conto di essermi addormentato senza neanche accorgermene. Per prima scorgo Samantha che riposa serenamente accoccolata sul mio mantello, un braccio teso verso di me ed un sorriso malioso stampato sulle labbra.
"Edward."
"Buongiorno principessa."
"Credo di essermi addormentata..."
"Si anch'io, ieri è stata una giornata intensa. Nonostante tutto è stato un bene trovare questo posto, non credi anche tu?"
"In effetti penso che da un'esperienza negativa possa comunque nascere qualcosa di armonioso, di diverso."
"Come quello che c'è stato fra di noi."
Puntualizzo.
"Si, esatto."
"Ed è solo l'inizio."
Mi alzo in piedi tendendole una mano che lei afferra prontamente, la cingo a me un'ultima volta prima di uscire dal nostro nido d'amore per poi ritornare al castello Whitlock.
"Indossa il mio mantello, quando saremo rientrati ti farò avere degli abiti appropriati."
"Grazie di cuore."
"Non c'è di che mia Lady."
Affermo concedendole un baciamano prima d'incamminarci verso casa in sella al frisone. Al nostro rientro, scorgo mia madre e mio fratello intenti a passeggiare nervosamente dinanzi l'enorme cancello che anticipa il giardino. Hanno l'aria preoccupata di chi deve aver trascorso una notte insonne.
"Dove eri finito figlio mio? Ti abbiamo cercato ovunque, credevamo ti fosse accaduto qualcosa!"
Esclama mia madre in preda ad una crisi di nervi.
"Sto bene madre, abbiamo avuto un contrattempo. Il nostro cocchiere è deceduto a causa del rovesciamento improvviso della nostra diligenza, per fortuna il sottoscritto ed il suo vassallo ne sono usciti illesi."
"Come mai Sam indossa il tuo mantello?"
Mi chiede Oscar guardando Samantha dall'alto in basso.
"I suoi abiti si sono logorati a causa della caduta. Non è vero Sam?"
"Certamente Signore. E' andata proprio così."
Afferma lei tenendo il capo chino in presenza della mia famiglia.
"Vogliate scusarci, ma abbiamo l'urgente bisogno di fare un bagno."
Concludo per eludere ulteriori interrogativi sulla questione.
"Andiamo Sam."
Ci allontaniamo da loro per poter parlare senza essere uditi, è difficoltoso nascondere i nostri sentimenti ma per il momento è così che vanno le cose.
"Ora ci separiamo, ti aspetto dopo il bagno nella mia stanza."
"Va bene, farò come dici."
Parliamo in flebili sussurri, ma il nostro modo di scrutarci tradirebbe le parole dinanzi ad occhi indiscreti e guardinghi.
Quando Samantha bussa alla mia porta vado ad aprirle senza alcuna esitazione, la faccio accomodare girando frettolosamente la chiave della serratura ed un senso di pace riaffiora fra i miei pensieri aggrovigliati. Le sue labbra si congiungono alle mie mentre le chiedo di sedersi sul mio letto per parlare un po' del nostro futuro.
"Ho in mente un piano, ma ci vorrà del tempo."
Esordisco andando dritto al punto.
"Ti ascolto, farei qualsiasi cosa pur di poter stare con te."
Afferma lei posando la testa sulle mie ginocchia così che io possa interloquire giocherellando con la sua lunga chioma.
"Chiederò a mio fratello di aiutarci, lui ha molti agganci e sicuramente saprà esserci di grande supporto."
"Hai intenzione di rinunciare ai tuoi privilegi? Non voglio che tu viva in povertà a causa mia."
"No affatto, non rinuncerò né a te né alla mia famiglia. Voglio donarti un roseo futuro in cui poter crescere i nostri figli, ti spiegherò tutto nei prossimi giorni. Ti fidi di me?"
Samantha mi guarda cercando di comprendere il messaggio celato dietro il mio discorso.
"Certo, altrimenti non sarei qui."
"Tra le altre cose ci tengo a dirti che questa è l'unica stanza sicura per i nostri furtivi incontri, poiché solo noi due possediamo le chiavi."
"Un altro punto a nostro favore, ne sono lieta."
All'improvviso odo bussare alla porta ed una voce conosciuta mi richiama dietro l'uscio.
"Fratello c'è una lettera indirizzata a te!"
Urla Oscar.
"E' di Lady Elisabeth."
Continua imperterrito.
"Arrivo subito, attendi un minuto."
"Nasconditi sotto il letto presto."
Bisbiglio a Samantha aiutandola a scomparire sotto i tendaggi del baldacchino.
Mio fratello mi consegna la lettera ed inizia a sbirciare nella stanza.
"C'era qualcuno con te? Mi era sembrato di sentire dei rumori..."
"No affatto, sono da solo come puoi vedere."
"Ci hai fatto preoccupare ieri notte, non sei più rientrato, nostra madre stava per mandare l'esercito."
"Lo so com'è fatta, ma credimi non ce n'era bisogno. E' stato un incidente che sarebbe potuto capitare a chiunque."
"Già forse hai ragione tu."
Oscar abbandona la stanza dopo avermi consegnato la lettera e finalmente Samantha può riemergere dall'oscurità. Apro la lettera contrassegnata da un francobollo irlandese e subito lei si avvicina per leggere il suo contenuto.
"Cosa annuncia la missiva?"
"E' di Lady Elisabeth, la donna che vorrebbero affibbiarmi per accrescere il patrimonio familiare. Dice di amarmi e che vuole convolare a nozze. Samantha, ora che sei entrata nella mia vita non ho più alcun ritegno, infrangerò il suo cuore una volta per tutte e scioglierò il nostro fidanzamento seduta stante. Voglio fare mia l'unica donna che amo dal profondo del cuore."
"Credo sia la scelta migliore, la verità a volte è l'unica strada percorribile. Il cuore di una fanciulla è un organo estremamente delicato, ma è anche vero che non si può obbligare un uomo ad innamorarsi di una donna per cui non prova sentimento alcuno. L'Amore viene da sé, nasce e cresce come i frutti di un albero maturo."
"Già è proprio così."
Mi accosto a lei che ora giace distesa sul baldacchino, dopodiché mi metto a cavalcioni per impedirle di andare altrove.
"Sei gelosa?"
"Perché dovrei esserlo? Hai appena detto di non amarla."
"I tuoi occhi mi riferiscono altro."
Samantha in quel momento li socchiude per non farsi leggere dentro, quando alcune lacrime solitarie iniziano a scivolare lungo le sue gote.
"Cara, ti ho forse ferita senza volerlo?"
"No, non è questo Edward."
"Cosa c'è allora?"
Le mie dita sfiorano il suo viso nell'atto di consolarla da quel malessere interiore che la rende vulnerabile. Samantha si siede contro lo schienale mentre io la osservo in silenzio, sedendomi sulle ginocchia dinanzi a lei.
"Il fatto è che a causa mia dovrai affrontare mille difficoltà, dovremo mentire nuovamente prima di raggiungere la tanto agognata felicità."
"E allora? Vale la pena lottare. Non credi che sia un nostro diritto vivere la vita che abbiamo sempre sognato?"
"Si. Solo che sarà difficoltoso, soprattutto per te. Non voglio che tu soffra ulteriormente, non a causa mia."
Interviene Samantha afferrando le mie mani.
"Non succederà, non permetterò che accada."
Io ti proteggerò.
Mia amata.





 

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Capitolo 10
*** Daily madness ***


Racconta Sam - Daily madness

“Se non ricordi che l'amore t'abbia mai fatto commettere la più piccola follia, allora non hai amato.”
- WILLIAM SHAKESPEARE -

Sono trascorse tre settimane da quella fatidica notte, vivere al fianco di Lord Edward limitandomi ad essere il suo vassallo è una vera impresa, non poterlo toccare, osservarlo fingendo di non provare niente è qualcosa che mi lacera nel profondo. Spesso ci capita di perderci l'uno negli occhi dell'altra anche in presenza d'altri, temo che ben presto il nostro segreto verrà svelato e le conseguenze potrebbero rivelarsi atroci. Per fortuna Edward è un uomo scaltro e sa sempre come camuffare ogni cosa come se niente fosse realmente accaduto. Oggi l'ho seguito in città in compagnia di sua madre e suo fratello, per firmare delle carte inerenti il maneggio familiare. Edward mi aveva avvisata dicendomi che mi avrebbe trattata come una comune serva, con distacco, assumendo un comportamento consono all'interazione fra padrone e servitù, ma nonostante ciò gli riesce sempre complicato gestire le emozioni e le sensazioni che scaturisco nel suo cuore. Dopo aver trascorso qualche ora ad osservarlo da dietro una vetrata mentre svolgeva alcune pratiche burocratiche, finalmente esce dallo studio legale e lo aiuto ad indossare mantello e cilindro per il rientro in sede. Non so bene come spiegarlo ma in giornate come questa, in cui devo limitarmi a guardarlo di soppiatto mentre lo servo, lui mi manca tremendamente. Questo nostro amore è come un fuoco che richiede repentinamente di essere alimentato. Da parte mia so che non potrà mai spegnersi ma temo sempre che Edward possa incontrare qualche altra donna molto più benestante e attraente, anche se lui mi ha riferito che nel suo cuore c'è spazio solo per me. Tornando al castello dopo un'intensa giornata lavorativa mi reco nella mia stanza accanto alla sua, mi giro e rigiro nel letto inquieta senza riuscire in alcun modo ad addormentarmi, né tantomeno  a spegnere la mente come si fa con una candela. Decido così di uscire in camicia da notte per fare due passi, ma non appena apro la porta vado a sbattere contro qualcosa di veramente duro.
"Ehi, hai forse intenzione di uccidermi?"
Mi domanda Edward dopo essersi beccato la porta in faccia.
"Scusami! Non ti avevo visto davvero."
Lui mi afferra per un polso trascinandomi nella sua camera da letto chiudendo la porta alle sue spalle.
"Ora possiamo parlare liberamente. Dove pensavi di andare nel cuore della notte? Lo sai che è pericoloso, potrebbero scoprire il tuo segreto."
Afferma lui dopo aver allentato la presa su di me.
"Veramente non riuscivo a prendere sonno. Ultimamente faccio solo incubi..."
"Puoi venire qui da me quando vuoi, l'importante è che non ci facciamo scoprire per adesso."
"Ti ringrazio. Come mai eri nascosto dietro la porta della mia stanza?"
"Stavo per bussare ma non me ne hai dato l'occasione. Così, di punto in bianco, mi sono ritrovato senza naso."
Ironizza.
"In verità volevo scusarmi per oggi, a causa di alcuni impegni lavorativi sono stato schivo e scostante nei tuoi riguardi."
Aggiunge lui guardandomi finalmente negli occhi.
"Non preoccuparti, lo capisco. Io stessa ho evitato di fissarti per non destare sospetti."
"A si?"
A quel punto Edward mi raggiunge sul baldacchino e mi guarda in maniera talmente ammaliante da esprimersi anche senza parole.
"Ho fatto la stessa identica cosa per timore che ci scoprissero, ma adesso non mi tratterrò più."
Un bacio passionale ci unisce sotto le lenzuola di seta rossa. Edward dimostra d'amarmi non tanto con le parole ma piuttosto con le sue gesta, lo sento a pelle dal modo in cui mi tocca e dalla sua apprensione nei miei confronti. Quando siamo soli mi sento protetta come se indossassi una corazza, so che nulla potrà scalfirla perché confido in lui. Le sue mani seguono le curve del mio corpo indagando anche gli angoli più remoti, lo stringo forte graffiando leggermente la sua schiena con le unghie, lasciando sulla sua pelle un segno del mio passaggio. Il suo corpo emana un calore incredibile, è in contrasto con la sua candida pelle che riporta un po' ai Paesi nordici. Dopo aver fatto l'Amore un senso di rilassatezza s'impossessa di noi, non trascorre molto tempo e finiamo con l'addormentarci abbracciati mentre lascio che le sue braccia mi proteggano durante il sonno. Questa è stata solo una delle tante notti che trascorreremo insieme, correre da lui o viceversa diventerà una routine. Non esiste risveglio più gradevole se non quello di potersi svegliare fra le sue braccia, osservarlo mentre dorme per poi scambiarsi il bacio del buongiorno.


 

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Capitolo 11
*** Unexpected proposals ***


Racconta Lord Edward - Unexpected proposals

"Nella vita nessuno di noi trova la gentilezza che dovrebbe."
- Memorie di una geisha -

Ho preparato una sorpresa per Samantha, sono certo che sarà di suo gradimento. Oramai sono settimane che dormiamo assieme cercando di non farci scoprire dai membri della casata e dal personale domestico, ma l'attrazione proviamo è talmente forte che non riusciamo a farne a meno. Presto le cose cambieranno e sarà in meglio. La sveglio nel cuore della notte e la invito a vestirsi per uscire un po' al crepuscolo, sotto l'ombra della luna cavalcando verso mete a lei del tutto sconosciute.
"Dove stiamo andando?"
Mi chiede lei pervasa dalla curiosità, mentre la bendo dopo averla aiutata a montare a cavallo.
"E' una sorpresa, porta pazienza Samantha."
Il mio frisone segue le mie direttive e in breve tempo raggiungiamo il luogo dei sogni, il posto in cui il nostro rapporto si evolverà come una splendida farfalla che fuoriesce da una crisalide.
"Siamo arrivati."
La porto in un orto botanico non molto distante dalla mia attuale residenza, un Paradiso terrestre popolato da piante, animali, acque cristalline. Samantha continua a chiedermi dove siamo diretti, ma continuo a non risponderle per non rovinarle la sorpresa. Quando le toglierò la benda voglio che rimanga senza parole per così tanta bellezza racchiusa in un solo luogo, come fosse una sfera di cristallo. Le sfilo la benda e finalmente lei può vedere ciò che vedo io, scavalco il cancello d'ingresso ed apro un varco solo per lei che è talmente affascinata da tutto ciò che ci circonda da non riuscire ad aprire bocca.
"Allora, che te ne pare?"
"E' meraviglioso."
"Seguimi."
La prendo per mano e la trascino al suo interno assaporando il silenzio, il profumo dei fiori ed in modo particolare delle rose.
"Ma non è illegale questa cosa che stiamo facendo?"
Mi chiede lei vedendomi scavalcare un altro cancello prima di farla entrare.
"Credevi di avere a che fare con un uomo normale?"
"No assolutamente, è proprio questo che mi piace di te."
"Ora ti porto a fare un giro di ricognizione."
Mentre la porto via con me le narro un po' la storia di questo posto, un luogo in cui andavo spessissimo da bambino soprattutto con mio padre quando era ancora in vita. Passavamo giornate insieme a passeggiare fra i fiori, è da lui che ho ereditato la passione per la botanica oltre che per la natura incontaminata. Ogni bellezza viene baciata dai raggi lunari che illuminano i nostri passi come fossero una silenziosa benedizione.
"In verità ti ho portata fin qui per una ragione precisa."
Invito Samantha a sedersi sul bordo di una fontana, lasciando la sua mano che ora sfiora la superficie dell'acqua formando dei piccoli cerchi.
"Che cos'hai in mente? Più passa il tempo più diventi misterioso."
"Lo scoprirai presto."
Le chiedo di chiudere nuovamente gli occhi e di riaprirli solo quando mi sarò allontanato. Prima di scomparire fra le fronde poso un biglietto sulle sue ginocchia affinché, una volta riacquistata la vista, possa leggerlo.
"Edward dove sei finito?"
Dopo un po' Samantha apre gli occhi prendendo lo scritto fra le mani ed inizia a leggerlo ad alta voce.
"Mi troverai solo seguendo la luce in fondo al labirinto."
E' il primo indizio che la condurrà verso di me. Non appena raggiunge il luogo indicato lei si ferma per raccogliere il secondo biglietto posto su una panca solitaria.
"Nel roseto troverai svariate sfumature, ma soltanto uno è il colore dell'Amore."
Il rosso.
Si dirige verso un cespuglio di rose rosse e, cogliendone una all'estremità, ne estrae un altro biglietto che le consentirà di continuare la ricerca.
"C'è una dèa la cui bellezza supera ogni immaginazione."
Si tratta di Afrodite. Così, si dirige verso la statua in fondo al tunnel e coglie l'ultimo scritto che le indicherà dove mi trovo in questo momento.
"Se il tuo Principe vuoi incontrare, il sentiero del loto dovrai oltrepassare."
Si tratta di un giardino giapponese circondato da acque cristalline e fiori di loro, che la trasporterà sotto un gazebo circondato dall'acqua e da fiori esotici di ogni tipologia. Samantha percorre il percorso come previsto e raggiunge la destinazione addobbata con candele, incensi e tende di purissima seta. Quando mi vede sorride, ancora incredula per tutto ciò che sta accadendo, ma ancora non sa cosa ho veramente in serbo per lei.
"Edward allora sei qui."
M'inginocchio a terra mostrandole una scatola con al suo interno un anello di fidanzamento. Samantha inizia a piangere per la commozione ancor prima che io possa dirle quali sono le mie vere intenzioni.
"Amore mio, non volevo sembrare banale facendoti una proposta così importante senza celebrarla come si conviene. Spero che il mio pensiero abbia raggiunto il tuo cuore come tu, inevitabilmente, hai raggiunto il mio. Ti ho portata fin qui questa sera perché avevo qualcosa di veramente importante da proporti, ciò che coronerà le nostre promesse e i baci che ci siamo scambiati. Samantha Wilson vuoi diventare la mia sposa e condividere, insieme al sottoscritto, quell'inconfessabile segreto per il resto dei tuoi giorni?"
"Si, lo voglio! Se non lo avessi voluto ora non sarei qui."
Esclama porgendomi la mano mentre le infilo l'anello al dito.
"Sapevi già tutto?"
"Diciamo che avevo notato una scatola sospetta qualche giorno fa, mentre curiosavo fra le tue cose..."
"Hai aperto i cassetti della mia scrivania?"
"E non solo quelli."
"Non ti si può nascondere nulla."
"In ogni caso non m'aspettavo tutto questo, va ben oltre la mia fervida immaginazione."
Mi avvicino a lei per cingerle la vita quando Samantha incrocia le dita dietro la mia nuca e mi bacia con trasporto. La felicità sembra aver scavalcato le mura di cinta per poter entrare a far parte delle nostre vite, ciò che non riusciamo a scorgere però è una tempesta di sabbia che sopraggiunge in lontananza, ancora più impervia e meschina di quella che abbiamo già vissuto.






 

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Capitolo 12
*** Secrets and lies ***


Racconta Sam - Secrets and lies

“Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra mai a nessuno.”
- MARK TWAIN -

E' difficoltoso fingere che fra di noi non ci sia niente. Continuo a chiamarlo Signore in presenza d'altri, ma quando siamo soli il resto del mondo scompare ai nostri occhi. Edward mi ha suggerito d'indossare l'abito che mi ha regalato a Birmingham, gli ho chiesto se aveva intenzione d'indire una festa mascherata, ma lui ha risposto in maniera vaga di aspettarlo nella sua stanza dopo cena, con solo la luna complice di quell'incontro. Ho eseguito le sue richieste alla lettera, dopodiché l'ho visto entrare nella stanza seguito da suo fratello Oscar.
"Cosa vuoi dirmi di tanto importante, non capisco..."
"Ti presento Samantha, Sam per gli amici."
Oscar sgrana gli occhi sbattendo più volte le palpebre prima di realizzare che Sam e Samantha sono la stessa persona.
"Quindi il tuo vassallo..."
"E' una donna, esatto. Abbiamo bisogno di te fratello, solo tu puoi aiutarci."
"Come ho fatto a non accorgermene! Hai buon gusto fratello, devo ammetterlo."
"Lo so, vorrei fare di lei una Lady."
"Sai che non è possibile vista la classe a cui appartiene."
"Voglio che diventi mia moglie."
A quelle parole dettate con convinzione, non riesco a rimanere una semplice spettatrice nella conversazione.
"Lo desidero anch'io, dal profondo del cuore."
"Samantha non voglio continuare a nascondere i sentimenti che proviamo ancora per lungo tempo."
"Per fare questo servirà la benedizione di nostra madre e..."
"No, lei non acconsentirebbe perciò sarà l'ultima a venirne a conoscenza. Non accetterebbe mai un unione che vada contro i suoi interessi economici."
Controbatte Edward facendo intuire che ha già qualcosa in mente a tal proposito.
"Comunque, ti sembra questo il modo di presentarsi di fronte alla mia congiunta?"
"Intendi forse dire in tali sconce fattezze? La tua villica non l'avrà nemmeno notato, in ogni caso non potevo sapere che avrei trovato una donna tanto attraente nella tua stanza, a quest'ora tarda per giunta."
Rimango immobile sul bordo del letto mentre Edward e suo fratello discutono cercando un punto d'incontro.
"Se mi avessi detto che c'era lei avrei senz'altro provveduto a recapitarle un dono."
Afferma Oscar dopo avermi ben squadrata.
"Oscar devi aiutarci, ti prego. Samantha ed io non vogliamo più nasconderci, siamo pronti per il grande passo."
"Se me lo chiedi con questo tono non posso tirarmi indietro o rifiutarmi ma, ti avverto, non credo di riuscire ad organizzare tutto in meno di un mese."
"Sapevo di poter contare su di te!"
Esclama Edward abbracciando suo fratello come se avesse appena vinto una scommessa all'ippodromo.
"Se posso aiutarvi lo faccio volentieri. Il sacerdote che conosco organizza cerimonie private, ci serviranno solo le fedi nuziali, gli abiti e due testimoni. Un matrimonio essenziale senza invitati, so che non è esattamente ciò che desideravi, ma non vedo altra alternativa. Il vostro rango è troppo distante."
Dice Oscar parlando apertamente al mio promesso sposo guardando verso di me.
"Va bene così, l'importante è che potremo stare assieme alla luce del sole. I festeggiamenti possono aspettare."
"Però, saggia la tua donna."
Commenta Oscar di sottofondo.
"Grazie ancora fratello."
Afferma Edward sollevato per aver trovato supporto ed una soluzione concreta al nostro dilemma.
"Devi amarla molto, non ti avevo mai visto così preso prima d'ora."
Conclude Oscar guardandoci mentre ci teniamo per mano.
"Si, sono perso per lei."
"Edward."
"E non mi  arrenderò finché non diverrà la mia sposa."
"Vi farò da testimone."
Aggiunge Oscar come fosse un ultimatum.
"Dici sul serio?"
"Ovviamente. Ora manca un altro testimone per Lady Samantha."
"C'è mia sorella Eleine lei vive a Londra, sono certa che accetterà!"
"Andrò io stesso ad annunciarle il lieto evento, voi occupatevi degli abiti e delle fedi."
"Non vorrai provarci con sua sorella spero."
"Edward ma per chi mi hai preso? Certo, se dovesse essere affascinante quanto la tua futura sposa dovrò rimangiarmi ogni singola parola."
"Sei sempre il solito."
"Vi aggiornerò presto sul giorno e l'ora della cerimonia. Non vi preoccupate, siete in mani sicure."
"Buonanotte fratello, contiamo su di te."
"Buonanotte a voi piccioncini."
Si congeda lasciando una rosa rossa sul divano in pelle. rimaniamo soli nella stanza con il faro della speranza acceso.
"Edward, forse per questa notte farei meglio a tornare nella mia stanza."
"No, aspetta. Resta con me, ora più che mai sento di aver bisogno di te."
Afferma afferrandomi per un polso.
"E se Oscar ci tradisse?"
"Lui non lo farà, è un bravo ragazzo in fin dei conti."
E adesso amami, come se un domani non esistesse.

 

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Capitolo 13
*** Manual of a seducer ***


Racconta Oscar - Manual of a seducer

“Conquistare l’anima di una ragazza è un’arte, sapersene liberare è un capolavoro.”
- SØREN KIERKEGAARD -


Molto presto mio fratello si sposerà con una donna di un rango molto inferiore al suo. Non credevo che questo lieto evento sarebbe avvenuto così velocemente, da un giorno all'altro la nostra famiglia si è allargata a macchia d'olio. Sono andato a Londra per conoscere Eleine, la sorella minore di Samantha, una ragazza appena maggiorenne e molto testarda da come me l'ha descritta. Busso alla porta della sua umile dimora nella periferia londinese e viene ad aprirmi un uomo barbuto sulla cinquantina, molto probabilmente si tratta di suo padre.
"Buongiorno Signore. Sto cercando una donna di nome Eleine, è in casa?"
"E' mia figlia, cosa volete da lei e chi siete voi?"
Mi chiede un po' scorbutico.
"Sono il fratello di Lord Edward, come voi ben saprete vostra figlia Samantha lavora a casa nostra da un po' di tempo..."
"Ha combinato qualche guaio? Non abbiamo denaro né possedimenti, dovrà ripagarselo di sua tasca."
"No, è una ragazza d'oro. Posso parlare con Eleine gentilmente? Non voglio recarle alcun disturbo, sono qui solo per parlare con sua figlia."
Ad un certo punto la ragazza appare come dal nulla, vestita solo di stracci, con i capelli raccolti in uno chignon. Occhi azzurri che somigliano ad acqua profonda contornano il suo viso dolce e delicato, i suoi capelli neri entrano in contrasto con le sue vesti color confetto.
"Sono io Eleine, cosa desiderate Signore?"
Suo padre abbandona l'uscio e ci lascia dialogare in santa pace alzando le spalle in segno di congedo.
"Posso avere l'onore di parlare con voi per qualche istante?"
Le domando chinandomi rigorosamente in un baciamano.
"Potete entrare... Signor?"
"Sono Lord Oscar, fratello di Lord Edward il futuro erede della casata Whitlock."
"Piacere di conoscerla. Si accomodi pure Signore."
Ci sediamo su un divano logoro dinanzi un fuoco improvvisato, Eleine mi serve da bere mostrandosi austera e indomabile come le tigri della Malesia.
"Cosa vi porta fin qui? Mia sorella ha in qualche modo offeso voi o il suo padrone?"
"Niente di tutto questo. Sono qui per annunciarvi una lieto evento."
"Samantha è incinta? Di chi?"
"Non ancora o almeno non credo, il punto è che vostra sorella e Lord Edward si sono follemente innamorati ed ora desiderano convolare a nozze. Voglio chiedervi se ci onorereste della vostra presenza durante la funzione religiosa come testimone di nozze."
Eleine mi guarda annuendo con il capo, poi si alza in piedi ed inizia a passeggiare su e giù per la casa.
"Lo farei volentieri, ma non posseggo un abito consono per un simile evento."
"A quello ho già pensato io stesso. Vostra sorella mi ha illustrato le vostre misure."
Apro la valigia che ho portato con me da Canterbury, mostrandole un vestito che ho scelto io stesso per lei ispirandomi alle dame di corte ed ovviamente allo stile vittoriano.
"Spero sia di vostro gradimento, ma soprattutto che sia della vostra misura."
Eleine si assenta un attimo per andarsi a provare l'abito, dopodiché esce dalla stanza adiacente al salone come fosse una modella che sfila su un red carpet.
"Quest'abito è spettacolare! Grazie infinite."
Avevo notato che fosse una donna attraente, ma ora che la vedo in quest'abito sfarzoso con i capelli sciolti e una sottile linea di trucco sono paradossalmente senza parole.
"I miei baci saranno il vostro vestito. L'unica cosa degna di toccare il vostro corpo sono le mie labbra."
Sussurro queste parole rimanendo a fissarla per un po' di tempo.
"Credete di avere a che fare con una cortigiana?"
"Non volevo offendervi, è il mio modo per dirvi che vi dona come fosse stato cucito sul vostro corpo."
"In ogni caso non illudetevi. Non ho alcuna intenzione di cadere fra le vostre braccia per una semplice lusinga, non sono così ingenua."
Afferma lei incrociando le braccia, mostrando una strana smorfia che la rende ancora più interessante. E' tutto un fuoco questa ragazza, possiede il viso di un angelo caduto ma allo stesso tempo ha un carattere tanto singolare. Esplodo in una sorta di risata nervosa per non essere riuscito a conquistarla al primo impatto, cosa che generalmente mi viene naturale con tutte le altre dame, ma lei è diversa e non credo che basteranno degli ossequi e un bel vestito per conquistarla.
"Cosa c'è di tanto divertente?"
"Siete la sola che ha saputo resistere al mio fascino, c'è qualcosa in voi che mi attrae come il miele per le api con la sola differenza che io sono una semplice rosa e voi un'ape Regina."
"Questo paragone vi si addice. Allora dove siamo diretti?"
"A Canterbury. Spero che riuscirete a resistere al mio fascino fino al nostro arrivo in sede, o sarò costretto ad organizzare due matrimoni al posto di uno."
Ironizzo mandandole un'occhiata maliziosa.
Saliamo sulla diligenza dopo aver fatto i bagagli ed esserci scambiati più di una frecciata.
"Credo stiate parlando della sottoscritta, perché il vostro fascino lo reggerò benissimo..."
Continua lei riprendendo il discorso di prima.
"State forse dicendo che mi trovate attraente?"
"Più che attraente vi definirei insolito e supponente. Spero che mia sorella sia in buone mani in questo momento."
"Pensate a vostra sorella anche in un momento come questo, dovete avere un buon cuore in fin dei conti. Mio fratello è un uomo dai grandi attributi, non sono sorpreso che sia rimasta così tanto colpita da lui, anzi credo sia stato inevitabile."
"Quindi state insinuando che vostro fratello è migliore di voi?"
"Dico solo che lo ammiro e non solo dal punto di vista caratteriale, ma per molte altre ragioni che non starò qui ad elencarvi mademoiselle."
Io ed Eleine continuiamo a parlare scambiandoci occhiate furtive, nessuno dei due vuole essere la preda dell'altro, siamo due cacciatori. Il nostro linguaggio si addolcisce man mano che ci avviciniamo alla mia residenza, quando finalmente tendo una mano verso la sua e lei non rifugge. Alla fine l'afferra sorridendo ovviamente mentre la stringe si volta verso l'esterno per non darmi soddisfazione, ma in fondo lo sento che fra di noi sta nascendo qualcosa di singolare e intenso, qualcosa che si avvicina molto all'amore a prima vista di cui Edward mi ha tanto parlato.


 

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Capitolo 14
*** Little Lord ***


Racconta Lord Edward - Little Lord

“Bimbo mi chiedi cos'è l'amore? Cresci e lo saprai. Bimbo mi chiedi cos'è la felicità? Rimani bimbo e lo vedrai...”
- JIM MORRISON -

Le prime luci dell'alba fanno capolino dalla finestra, Samantha è già sveglia e passeggia irrequieta per la stanza.
"Qualcosa non va?"
"Edward, credo di non sentirmi molto bene."
Risponde lei con gli occhi lucidi.
"Vuoi che chiami un medico?"
"No, lascia stare... sicuramente non è niente."
"Ne sei proprio sicura?"
"Si, ti ringrazio di cuore per tutto quello che stai facendo per me."
Afferma lei avvicinandosi nella sua candida sottoveste.
"Vorrei poter fare molto di più."
Dopo un po' Samantha corre in bagno coprendosi la bocca con un fazzoletto di lino.
"Che cosa...?"
Vado ad aiutarla e la vedo piegata in due mentre rigetta nel water.
"No, non va affatto bene. Chiamo un dottore."
L'aiuto a liberarsi, poi la prendo facendola distendere sul baldacchino.
"Cosa dirai alla tua famiglia?"
Samantha è più preoccupata per le menzogne che dovrò raccontare, piuttosto che per il suo attuale stato di salute.
"Dirò che il mio vassallo ha avuto un mancamento."
Il medico arriva con la sua valigia e visita Samantha. Lei adesso sembra serena, ma continua a sentirsi spossata e mi ha appena riferito di aver avuto un ritardo di 3 o 4 settimane.
"Dottore posso chiederle che cos'ha?"
"E' in buono stato non vi preoccupate, non ha proprio niente che non va."
"Che cosa intende dire?"
"E' in dolce attesa."
Conclude senza troppi giri di parole.
"E' incinta?"
Non posso crederci.
"Si Signore è esattamente ciò che le ho riferito, è incinta da 3 settimane circa. I miei ossequi."
"Samantha hai sentito?"
"Si Edward, in verità lo sentivo dentro di me ma non ne ero sicura."
"Dottore la prego rispetti la nostra privacy, non ne faccia parola con nessuno."
Riferisco al medico mentre lo accompagno verso l'uscita.
"Certamente Lord Edward, non ne farò parola con nessuno."
"Grazie infinite."
Quando torno da Samantha la trovo in piedi dinanzi al davanzale, con lo sguardo rivolto verso il cielo.
"Samantha come ti senti?"
"Mi senti meglio, sto ancora metabolizzando la cosa."
Mi avvicino lentamente per poterla osservare in tutta la sua fragile bellezza. Le mie mani le cingono la sottile vita come fossero rampicanti e lei una splendida rosa.
"Dirò ad Oscar di anticipare le nozze, d'ora in poi non dovrai più lavorare per me."
"Edward, lo sai che serve ancora del tempo prima di poterci unire nel sacro vincolo."
"Io non ti permetterò di lavorare o di compiere ulteriori sforzi, non in queste condizioni. Hai in grembo mio figlio, voi siete il dono più prezioso che io abbia mai ricevuto."
Samantha si volta verso di me per concentrare il suo sguardo sulle mie iridi verdi.
"Faresti tutto questo per me?"
"Certo, non vedo l'ora di diventare tuo marito e padre. Non puoi lontanamente immaginare quanto io sia felice in questo momento."
"Edward stai tremando."
Afferma lei portandomi le mani al viso.
"Sono brividi d'amore, non preoccuparti. Ora riesci a sentire nitidamente quanto ti amo?"
"In verità l'ho sempre saputo, anche restando in silenzio riesco a sentire distintamente i battiti del tuo cuore."
Samantha si solleva sulle punte mentre la sostengo con le braccia, chiude gli occhi prima di congiungere le sue labbra alle mie e per un istante la mia mente si svuota.




 

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Capitolo 15
*** Lightning wedding ***


Racconta Sam - Lightning wedding

In qualche modo Edward riesce a convincere Oscar ad organizzare il nostro matrimonio nel minor tempo possibile. Indosso l'abito bianco che un tempo apparteneva a sua madre, mi sento come le principesse delle fiabe, con la sola differenza che il mio principe azzurro è molto più reale di qualsiasi storia fantastica. Il luogo dove celebreremo le nozze è poco più di una cappella allestita in una Cattedrale gotica di Canterbury. Oscar è andato a prendere mia sorella a Londra, mentre Edward si è occupato di tutto il resto proibendomi ogni sorta di stress, o ulteriori sforzi che possano peggiorare la mia condizione fisica. Attraverso l'arcata principale lasciando strisciare l'abito sul tappeto rosso, l'intima cappella all'interno della Cattedrale è deserta, oltre al sacerdote ci siamo solamente io ed Edward, Oscar ed Eleine. Edward ha fatto persino addobbare l'altare con alcune splendide rose colte direttamente dal suo giardino, mentre il nostro banco è ricoperto di petali rossi che scivolano su di noi come neve.
"Vuoi tu Samantha Wilson prendere come tuo sposo il qui presente Mr. Edward Whitlock?"
Le parole del sacerdote risuonano intorno a noi come un eco.
"Si, lo voglio."
Non riesco a trattenere le lacrime, attendo questo giorno da tutta la vita e finalmente potrò coronarlo al suo fianco.
"Vuoi tu Edward Whitlock prendere come tua sposa la qui presente Samantha Wilson?"
"Si, lo voglio. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita."
Lo scambio delle fedi è il momento più emozionante di tutti. Mi tremano le mani e mi lacrimano gli occhi, Edward sorride mentre mi scruta trasmettendomi serenità e amore, ciò di cui ho estremamente bisogno.
"Puoi baciare la sposa."
Il desiderio di baciarlo è sempre presente dentro di me, ora che aspetto il nostro primogenito avverto ancor di più la necessità di un abbraccio, di un gesto gentile, delle sue parole confortanti. I nostri testimoni di nozze esplodono in lacrime, soprattutto quando Edward mi prende fra le braccia per portarmi via, fuori dalla chiesa, con ancora il mio rossetto sulle labbra.
"Non vedo l'ora di iniziare a vivere al tuo fianco."
Afferma dopo avermi messa giù.
"Anch'io. Una parte di te sta già crescendo dentro di me."
Torniamo a casa in diligenza, seguiti da Oscar ed Eleine che sembrano aver già instaurato un certo feeling nonostante si conoscano appena. Inizialmente sua madre non la prende molto bene, si rifiuta di accettare la nostra unione. Per lei sono solo una serva anche se ho fatto breccia nel cuore di suo figlio. Con il passare del tempo, man mano che ha iniziato a conoscermi meglio, dopo aver saputo che aspetto un figlio, ha iniziato ad accettarmi sperando che il bambino sia un maschio, colui che erediterà ogni cosa: l'intera casata. Le voci corrono in fretta come l'eco su un crinale, la donna che Edward doveva sposare ma che ha giustamente rifiutato, adesso ha sete di vendetta. Non abbiamo nemmeno la possibilità di fuggire o di ribellarci all'infame destino che ci attende, la gioia e i bei momenti finiscono nel baule dei ricordi non appena il segreto di Edward viene sbaragliato ai quattro venti da Lady Elisabeth. La donna che diceva tanto di amarlo. Entrano in casa con un mandato, suo fratello Oscar si frappone fra Edward e gli uomini in divisa per impedirgli di portarlo via, ma ogni sforzo si rivela vano.
"Vi prego lasciatelo andare!"
"Samantha Whitlock, suo marito è accusato di omicidio passionale, dobbiamo scortarlo fino alla prigione in attesa del processo."
"Edward non ha fatto niente, lui... è innocente!"
"Come fate a dirlo? Eravate con lui quel giorno? Prendete anche lei, è sospetta. Potrebbe trattarsi di una sua complice."
Conclude l'ispettore senza nemmeno degnarmi di uno sguardo, come se fossi un criminale.
"Non potete farlo, lei non c'entra niente con questa storia!"
Controbatte Edward dimenandosi.
"Questo sta a noi deciderlo."
"Vi scongiuro, è incinta!"
Continua lui afferrando l'uomo che cerca di ammanettarmi. Edward viene colpito con un manganello dopo aver insistito diverse volte affinché gli agenti mi lasciassero in pace, dopodiché viene portato via con la forza biascicando sul pavimento, come un reietto.
"Edward! Edward!!"
"Non abbiamo intenzione di ucciderlo Mrs. Whitlock, intendiamo solo far luce sulla morte di Lady Cathrine. Se il vostro sposo è innocente non avete nulla da temere."
A quel punto m'inginocchio a terra implorandoli di lasciarci andare per l'ultima volta. Avevamo appena iniziato la nostra vita insieme e qualcuno sta già cercando di portarcela via.


 

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Capitolo 16
*** The Green Mile ***


Racconta Lord Edward - The Green Mile

"I sentimenti negativi ci tengono prigionieri in una gabbia dalle sbarre di ferro e ci impediscono di comunicare con gli altri."
- Romano Battaglia -

Veniamo trascinati in prigione con la forza, dietro le sbarre siamo come uccelli in gabbia che urlano per rabbia. Samantha è spaventata, si stringe a me nella piccola cella con gli occhi lucidi e la voce tremula.
"Edward, adesso cosa facciamo? Marciremo qui dentro, io non..."
Farnetica lei mentre si accoccola contro il mio petto in cerca di conforto.
"Usciremo di qui non preoccuparti. Tu non hai fatto niente di male, oltre ad innamorarti dell'uomo sbagliato,"
"Cosa stai dicendo? Edward guardami. Non devi nemmeno pensarla una cosa simile."
"L'unico modo per farti uscire di qui è confessare loro tutta la verità. L'errore è stato il mio e sarò il solo che ne pagherà le conseguenze."
"Cos'hai intenzione di fare? Ti daranno l'ergastolo! Io non voglio crescere nostro figlio da sola, io non posso continuare a vivere senza di te!"
"Samantha non vedo altra soluzione, vorrei tanto ne esistesse una..."
"Io resterò al tuo fianco fino alla fine. Se deciderai di confessare dirò che sono tua complice, preferisco essere condannata a vivere al tuo fianco per il resto dei miei giorni in questa gabbia di ferro piuttosto che perderti."
Le sue parole fuoriescono con sincerità, tanto che la mia mente inizia a girare nella disperata ricerca di un modo per renderci entrambi liberi.
"Samantha, amore mio."
Le mie ginocchia si piegano mentre poso le mani sul suo ventre, voglio che anche il nostro bambino ascolti le parole di suo padre.
"Piccolo Lord spero tu possa sentirmi. Il tuo papà ti vuole bene e non vede l'ora di tenerti fra le braccia. Se dovesse accadermi qualcosa di brutto affido a te e alla mamma tutti i miei possedimenti, compreso il mio cuore."
Samantha inizia a piangere, incapace di trattenere la tempesta che ha dentro. Le lacrime solcano le sue iridi come dighe.
"Edward non puoi farci questo, ti supplico."
"Anche se riuscissi ad uscire continuerei a vivere nel rimorso, non voglio imbrattare la tua bianca veste del sangue dei miei peccati."
"Sono stata io a volerlo, lo sapevo sin dall'inizio che avevi ucciso per amore. Io non sono perfetta come non lo sei tu, ma nella mia vita ti voglio! Nostro figlio verrà presto alla luce, lui ha bisogno di te!"
"Nostro figlio hai detto?"
"Si, il dottore ha detto che molto probabilmente si tratta di un maschietto. L'ha dedotto dalla forma del pancione."
"Che meraviglia, non potevi darmi una notizia più lieta!"
Esulto nonostante il futuro incerto che ci attende.
"Ho già in mente un nome, te lo dirò quando usciremo di qui."
Afferma lei passandomi le dita fra i capelli.
Rimaniamo in quella cella buia per un bel po', reclamo ogni utilità per Samantha che ora si trova nello stato interessante e, per giunta, prossima al concepimento. Il cibo non manca, ma viene a mancare tutto il resto. La libertà sembra un ricordo lontano, la scala della memoria si scontra con il presente allontanando i buoni propositi ed il positivismo. La nostra cella matrimoniale è composta da un bagno e due brande da una piazza e mezza, ma Samantha di notte soffre il freddo e finisce sempre con l'intrufolarsi nella mia. In realtà credo che lei desideri solo il mio calore, le mani su di sé, il mio petto contro la sua schiena. L'unica cosa che posso fare in questo momento è sperare in un aiuto da parte della mia famiglia, di un buon avvocato che convinca il giudice che si è trattato solo di un terribile malinteso, di un incidente di percorso. Tutto fuorché di omicidio premeditato o passionale.
"Edward che cos'hai?"
Mi domanda lei nel cuore della notte vedendomi ancora sveglio.
In verità credo di non aver chiuso occhio.
"Niente, stavo solo riflettendo."
"Su che cosa?"
"Credo di conoscere un modo per uscire di qui, ma non sarà semplice in ogni caso. Ti fidi di me?"
"Certo. Non ho mai smesso di credere in te. Mai."
Afferma Samantha posando la sua fronte contro la mia.
"Se il mio piano dovesse funzionare saremo presto liberi e nostro figlio non nascerà in questo luogo desolato, ma a casa nostra."
"Posso esserti d'aiuto in qualche modo?"
"Forse si, sei sempre mia moglie."
"Già, al tuo fianco non ci si annoia mai."
"Nemmeno al tuo se è per questo."
Finalmente intravedo il suo sorriso illuminato dalla lampada posta dinanzi l'ingresso della cella. E' inutile fuggire, tanto vale riprendersi la propria vita lottando con le unghie e con i denti.



 

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Capitolo 17
*** The wings of freedom ***


Racconta Sam - The wings of freedom

“È proprio vero alcuni uccelli non sono fatti per stare in gabbia, sono nati liberi e quando volano liberi ti si riempie il cuore di gioia.”
MORGAN FREEMAN - Ellis Boyd 'Red' Redding

Dopo la nottata trascorsa in prigione mi sento intorpidita, ma la mia preoccupazione più grande è rivolta al nostro bambino. Non voglio che assorba tutta la tensione dovuta a questa situazione. Il nostro carceriere ci avverte di punto in bianco che abbiamo delle visite, forse saremo liberi, oppure sono giunti fin qui per annunciare la nostra condanna definitiva.
"Edward!"
"Fratello!"
Oscar fa aprire la gabbia sventolando un documento firmato dal procuratore distrettuale.
"Sei un uomo libero, ti spiegherò tutto strada facendo."
Afferma Oscar abbracciando me ed Edward durante l'atto di liberazione.
"Grazie di cuore, siamo così felici di vederti."
Usciamo dalla prigione e saliamo sulla diligenza con Oscar, dopodiché vedo mia sorella seduta al suo fianco che lo tiene per mano.
"Vedo che ti sei dato da fare."
Commenta Edward facendo l'occhiolino a suo fratello.
"Non l'ho obbligata a seguirmi, non è vero Eleine?"
"Esatto, volevo riabbracciare mia sorella e vedere come sta il bambino."
Dice lei riferendosi al pancione.
"Sto bene, per fortuna siete intervenuti voi."
"Chi hai corrotto per farci assolvere così rapidamente?"
Domanda Edward a suo fratello andando dritto al dunque.
"Ho consegnato una bella mazzetta e mi hanno consegnato in cambio la chiave della cella, un gioco da ragazzi."
Afferma Oscar gonfiando il petto sotto la sua camicia di seta.
"Edward e se..."
"Se ci scoprono? No, non succederà. La nostra famiglia è un pilastro imponente per la società, nessuno farebbe la spia oltre all'odiosa Lady Elisabeth."
"Cosa c'entra quella donna in tutto questo?"
"Non è evidente? Siete finiti dentro per una soffiata, le sue accuse sono cadute dopo il mio intervento."
Argomenta Oscar chinandosi verso di noi.
"Avrei dovuto prevederlo e rompere il fidanzamento molto tempo fa. Ho messo a repentaglio ciò che più amo al mondo a causa sua. E' vero ho sbagliato, ma voglio ricominciare da zero, dal giorno in cui Samantha è entrata a far parte della mia vita."
Dice Edward tenendo le mie mani serrate fra le sue.
"Edward..."
"E' la verità. Sei finita nel limbo a causa mia, ti prometto che sarà la prima e l'ultima volta Samantha."
"Come chiamerete il bambino?"
Chiede Eleine improvvisamente.
"William... William Whitlock. Suona bene non trovate?"
Interviene Oscar intromettendosi nella discussione.
"A me non dispiace, cosa ne pensi caro?"
Edward guarda suo fratello prima di voltarsi verso di me.
"Si, mi piace. In realtà lo avevo accennato ad Oscar qualche giorno fa, mentre fantasticavo su come sarebbe stato il nostro primogenito."
"In ogni caso ci ha salvati, mi sembra il minimo come ringraziamento."
"Non posso darti torto, a quest'ora staremo ancora marcendo dietro le sbarre."
Conclude Edward.
"Io ed Eleine dobbiamo dirvi qualcosa di molto importante."
Introduce Oscar con gli occhi spalancati.
"Che cosa?"
"Io ed Eleine ci sposiamo! Le ho fatto la proposta prima di venire a salvarvi."
Esclama Oscar euforico.
"Sono felice per voi veramente, ma non vi sembra di correre troppo?"
Chiede Edward un po' accigliato.
"E' stato amore a prima vista."
Conclude Eleine sorridente.
"Già è proprio così."
Rincara Oscar.
"Siete così belli insieme."
Intervengo io dando loro la mia benedizione e quella di mio marito.
Qualche giorno dopo William nasce con un mese e mezzo di anticipo. La levatrice agisce con prontezza non appena avverto le prime doglie, Edward non mi lascia sola nemmeno un istante e le disavventure vissute in confronto al miracolo della vita sembrano solo un lontano ricordo. Prenderlo fra le braccia per la prima volta sembra un sogno, provo a sbattere le palpebre per verificare che sia tutto vero. Edward che non aveva mai pianto, si avvicina a suo figlio con gli occhi lucidi mentre lo stringe fra le braccia. Le sue iridi sono color verde smeraldo come quelle del papà, è talmente piccolo e soffice che riesco a tenerlo sul palmo di una mano. Il futuro ci sorride e noi lo contraccambiamo, lasciando che il destino si compia e scorra su di noi come le acque di una fonte cristallina. Le labbra del mio sposo si posano su di me e sul piccolo Lord William, mentre veniamo colti dai raggi del sole che ci avvolgono in un abbraccio caloroso.
Ora sono divenuti due gli amori della mia vita: Edward e William.
Staremo insieme per sempre.
Finché morte non ci separi.
Fine.



 

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