Il fantasma della torre

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tracce di sangue per il castello ***
Capitolo 2: *** Gioco psicologico ***
Capitolo 3: *** Colpire nella mente ***
Capitolo 4: *** L'incendio della torre ***



Capitolo 1
*** Tracce di sangue per il castello ***


Mentre Ono Tofu passava la maggior parte del suo tempo in ospedale, Ranma e suo padre Genma stavano facendo di tutto per far luce sul mistero fittizio di Takewaki.
< Non può essersi buttato dalla finestra della sua stanza. E’ stato avvelenato dalla sua stessa sostanza. >
< Non lo so, papà. E se la sostanza non fosse letale come tutti noi pensavamo? >
< Che cosa vorresti dire? >
< Dovrei analizzarla con Ono Tofu. Solo così potremmo avere delle risposte soddisfacenti su questa strana storia… Ma adesso Ono Tofu è troppo impegnato a rimanere in ospedale con Kasumi. >
< Il giovane ragazzo è davvero innamorato, non ti pare? >
< Spero che sia un amore corrisposto e che non riceva nessuna delusione. Sarebbe troppo per lui. >
< Non credo che Kasumi possa arrivare a tanto. È una persona seria da quello che ho intuito. >
< Non possiamo saperlo se non conosciamo le persone vicine a noi… Tu avresti mai immaginato che un tuo collega potesse insorgere contro il Capitano Soun Tendo? No. >
< E’ stato un momento che ci ha presi tutti in contropiede. >
< Già. E ci stava per costare a tutti la vita. >
< Ora però la situazione si è stabilizzata, non ti pare? >
< Come fai a rimanere tranquillo ben sapendo che Takewaki potrebbe tornare ad attentare alle nostre vite? >
< Ma è morto! L’abbiamo visto tutti! >
< Tu non riesci a capire, papà. >
< Sei tu che non capisci, Ranma. Stai diventando paranoico. >
< Certo, come no. >
Nel mentre padre e figlio stavano discutendo tra di loro, Kodochi controllò tutto il perimetro del castello senza aver trovato nessuna traccia di suo fratello.
< Qualcosa mi dice che dovremmo continuare le nostre ricerche questa sera. >
< Che cosa? Al buio? >
< Sarò che ho visto troppi film dell’orrore sui castelli, ma è proprio di notte che succedono le cose più strane. >
< Bene. Quindi non ci rimane altro che rimanere qui dentro e aspettare la notte. Dove ci mettiamo comodi? >
< Ranma, guarda che non sto scherzando. >
< Credo di non essere il solo a pensare che Takewaki sia ancora vivo, vero Kodochi? >
< E se fosse un’anima che torna dall’aldilà? >
< Oltre ad aver visto film dell’orrore, credo che hai visto fin troppi film soprannaturali, Kodochi. >
< Bisogna mettere tutto in conto, Genma. Se volete posso rimanere anche da sola in questo castello. Non ho paura. >
< Non ti preoccupare. Ti faremo compagnia > rispose Ranma.
< Dobbiamo proprio? >
< Hai di meglio da fare, papà? >
< Andare a trovare Soun Tendo. Voglio sincerarmi delle sue condizioni e quelle delle sue figlie. >
< Va bene, vai pure. Però ti aspetto prima del tramonto. Credi di riuscire a essere di nuovo qui? >
< Controvoglia ma ci sarò. >
< Bene. A dopo. >
 
 
Nel mentre Kodochi si trovava da solo con Ranma, non perse tempo nel sincerarsi delle sue condizioni fisiche e mentali.
< E’ stata molto dura > fece Ranma abbassando gli occhi verso le sue ginocchia < Soprattutto quando mio padre ha dovuto rinchiudermi in cella contro la sua volontà. È stato orribile. >
< Ma adesso non devi più preoccuparti. Il peggio è passato. >
< Davvero? Io non ne sarei così sicura. >
< Tornando a questa storia, sai dov’è finito Ryoga? >
< E’ stato rinchiuso per precauzione nella Torre del Castello. Lì non darà fastidio a nessuno e non proverà a fuggire in nessun modo. >
< Credi che sia pericoloso. >
< Sì. Proprio come lo era tuo fratello. >
< Perché non proviamo ad interrogarlo sulla scomparsa del corpo di Takewaki? Magari lui sa qualcosa. >
Nel pensare alla richiesta di Kodochi, Ranma fu folgorato dalla sua idea.
< Potrebbe essere una bella intenzione. Ma dovremmo stare molto attenti. >
< Siamo due contro uno. E poi non penserebbe mai di farci del male. A meno che non voglia provare la sala delle torture come hai fatto tu. >
< Sì, forse hai ragione. >
< Mi fai strada verso la Torre? >
< Non lo so. Forse sarebbe meglio attendere il ritorno di mio padre. >
< Che cos’hai? Hai forse paura? >
< Questo posto annebbia la mente. Me lo sento. >
< Non pensavo che ti saresti fatto frenare in maniera così imperturbabile… E poi non sappiamo nemmeno quando tuo padre farà ritorno. Se non vuoi far visita al nostro prigioniero di notte, sarebbe meglio andarci ora visto che il sole è ancora alto. >
< D’accordo. Alla fine mi hai convinto. >
Una volta arrivati in cima alla Torre, Ranma sentì un brivido percuoterlo su tutto il corpo.
< Che cosa ti succede, Ranma? >
< Fa molto freddo in questa parte del castello. >
< Come? Ma se fa un gran caldo! >
< Io veramente… >
< Se hai freddo dovresti vestirti più pesantemente. Ma dato la temperatura di questo posto, non credo che sarà un problema il freddo. >
< Sarà forse come dici tu… Comunque è meglio fare presto. Non voglio rimanere in questa stanza ostile ancora per molto. Mi rievocano brutti ricordi. >
< Va bene, non ti preoccupare. >
Una volta arrivati dinanzi alla cella di Ryoga, il prigioniero contemplava l’orizzonte dalla sua finestra.
< Si gode di un bel panorama, non c’è che dire… Ma buttarsi da questa altezza è da pazzi scellerati. >
< Non hai nessuna possibilità di fuga, Ryoga. Vedi di mettertelo bene in testa. >
< Oh, ma io non voglio fuggire… Sarete voi i primi che ve ne andrete da questo castello senza sapere la verità sulla scomparsa del corpo di Takewaki. >
< Tu che cosa puoi dirci al riguardo? >
< Niente. Io ero solo un sottoposto che adempiva agli ordini ricevuto. >
< Bugiardo. Tu sai cose che noi non riusciremo mai a sapere. >
< Pensate quello che volete. Io non ho niente da perdere. >
< Se solo fossi dentro la cella con te ti farei passare la voglia di fare lo spiritoso > replicò Kodochi digrignando i denti.
< Sei forse nervosa, Kodochi? Eppure Takewaki era tuo fratello. Dovresti conoscerlo più di qualsiasi altra persona. >
< Io e mio fratello non siamo mai rimasti uniti. Non potevo mai rimanere accanto ad un pazzo come lui. >
< Voleva rendere questo mondo un posto migliore. Punto e basta. >
< Uccidendo delle vite innocenti e incastrare me e Ono Tofu? Era solo una figura abietta nata per far soffrire un mucchio di persone. >
< E ne farà soffrire molte altre… >
< Che cosa vuoi dire? >
< Pensate davvero che sia morto? Io penso proprio che non sia così… Altrimenti perché non riuscite a trovare il suo corpo morente da nessuna parte? Se è davvero morto, non può essere scomparso nel nulla. >
< Dicci quello che sai e facciamola finita. >
< Guardatevi bene attorno, cari ragazzi. È meglio per voi. >
Guardandosi dritti negli occhi, Kodochi e Ranma cercarono di criptare le parole del prigioniero, fino a quando la ragazza non vide tracce di sangue che non aveva notato prima.
< Questa scia di sangue… Da dove proviene? >
< Non ne ho la più pallida idea, Kodochi. >
< Visto? Che vi avevo detto? E questo è solo un primo avvertimento… Meglio se lasciate perdere e uscite immediatamente da questo castello se non volete fare una brutta fine. >
< E lasciarti da solo così tu possa provare a fuggire? Non se ne parla nemmeno. >
< Le celle delle prigioni sono malandate e arrugginite da molti anni. Come ha fatto Ono Tofu, anch’io posso fuggire in qualsiasi momento. >
< Non se ci siamo noi. >
< Ma non avrete mai il tempo di controllarmi perché sarete troppo impegnati a guardarvi le spalle dai vostri spettri. >
Sentendo un urlo acuto rimbombare nelle loro orecchie, Kodochi e Ranma non facevano altro che guardarsi intorno.
< La scia di sangue… sta aumentando a vista d’occhio. >
< Vediamo dove porta. >
< Andate pure. Io rimango qui ad attendervi > rispose Ryoga con tono malefico.
< Non finisce qui, Ryoga. Presto torneremo da te per sapere tutta la verità. >
< Quando volete… Però portatemi qualcosa da bere e da mangiare, altrimenti rischio di morire di fame e di sete. >
< Penseremo dopo a te > mormorò Kodochi < Andiamo Ranma. >
Seguendo le tracce di sangue, alla fine Ranma e Kodochi ritornarono nella sala dove si era consumato l’omicidio di Takewaki.
< Le tracce s’interrompono dinanzi a questa finestra > disse Ranma.
< E se fosse tutto un trucco? >
< Quale trucco? Questo è sangue vero. Non è vernice o altre sostanze rossastre. >
< Secondo me dovremmo farlo analizzare. Meglio prendere un campione e portarlo da Ono Tofu. Immediatamente. >
< Sì, è l’unica soluzione… Ma come faremo con Ryoga? >
< Penserò io a fargli da guardia. Tu raggiungi lo scienziato in ospedale e quando avrete la risposta alla diagnosi, fammi sapere. >
< Potrebbe essere molto pericoloso rimanere solo con quel pazzo, Kodochi… >
< Ho visto uccidere mio fratello. Posso benissimo rimanere in compagnia di quello svitato. >
< Va bene, come preferisci tu. Se hai bisogno di me contattami al cellulare. Tornerò qui il prima possibile. >
< D’accordo. A più tardi > disse infine Kodochi prima di ritornare verso la cella di Ryoga.

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Capitolo 2
*** Gioco psicologico ***


Ranma corse più veloce che poté per raggiungere l’ospedale dove avrebbe trovato Ono Tofu.
Dopo una lunga corsa durata quasi un’ora, il giovane ragazzo dovette impiegare un bel èpo’ prima di riuscire a trovarlo all’interno dell’edificio.
< Ranma, che cosa ci fai qui? > gli domandò Ono Tofu appena lo vide.
< Ono… ho bisogno di parlarti… è urgente > rispose il ragazzo con tono affannato.
< Non dirmi che sei venuto fin qui dal castello a piedi. >
< Avevo forse un’altra alternativa? >
< Potevi prendere un taxi. >
< Non avevo soldi con me… E comunque non ti preoccupare. Non è questo il nostro problema… Le ragazze e Soun Tendo stanno bene? >
< Sì, fortunatamente sì. Tuo padre è con Soun mentre le ragazze stanno mangiando la loro cena. Le dimetteranno domani. >
< Meno male. >
< Allora, di cosa dovevi parlarmi? >
Guardandosi intorno con aria circospetta, Ranma decise alla fine di voler parlare allo scienziato in privato.
< Ne sei davvero sicuro? >
< Io e Kodochi abbiamo visto tracce di sangue partire dalla Torre dov’è rinchiuso Ryoga fino ad interrompersi nella sala dove tutti noi abbiamo visto morire Takewaki… Ho portato una provetta con dentro il sangue per analizzarlo. >
Ma mentre si stava tastando addosso, con grande sorpresa Ranma vide che non l’aveva con sé.
< E’ impossibile. Era nella mia tasca fino a pochi minuti fa’. >
< Non è che per caso l’hai fatta cadere da qualche parte? >
< Non ne ho la più pallida idea… Accidenti! Questa non ci voleva! >
< Ok, facciamo che questa storia sia vera… Dove si trova Kodochi? >
< E’ rimasta in compagnia di Ryoga a fargli la guardia. Quel dannato non vuole rivelarci cosa sta succedendo in quel castello. >
< Forse è meglio se ritorniamo al castello. Stanno succedendo cose fin troppo strane. >
< Secondo me succederà qualcos’altro questa notte. Me lo sento. >
< Allora dovremmo essere pronti per ogni evenienza… A questo punto penso che avremmo bisogno dell’aiuto di tuo padre. >
< Lascialo pure in compagnia di Soun Tendo. Possiamo farcela benissimo noi tre da soli. >
< Forse è meglio che Kodochi stia fuori da questa situazione. È troppo coinvolta. >
< No, Ono Tofu. Ormai c’è dentro come noi fino al collo. E poi conoscendo il suo carattere, non vorrà mai starne fuori. >
< Sì, forse hai ragione… Hai fatto bene ad arrivare fin qui ma da un lato era meglio se non la lasciavi sola. >
< C’ho pensato anch’io ma non avevo altre possibilità. >
< Prenderemo la macchina di tuo padre. Così faremo molto prima ad arrivare al Castello. >
< Va bene. Andiamo. >
 
 
Nel mentre Kodochi aspettava il ritorno di Ranma insieme allo scienziato, non smetteva di fissare ogni singolo gesto di Ryoga.
< Ti diverti così tanto a fissarmi? >
< Ti do forse fastidio? >
< Perché a questo punto non entri nella cella con me? Ci divertiremo insieme. >
< E lasciarmi abbindolare da te? Non ci pensare nemmeno. >
< Peccato… >
< Che cosa stai facendo con quei fogli? >
< Non lo vedi? Sto dipingendo il panorama che si vede dalla mia cella. È davvero bellissimo. >
Fissando accuratamente i suoi disegni, Kodochi notò delle figure molto strane tra di loro.
< Non stai disegnando solo il panorama… Che cosa sono quegli schizzi? >
< Frutto della mia immaginazione. Ma non te le faccio vedere perché sono ancora incompleti. >
< Passameli immediatamente invece. Secondo me stai tenendo nascosta la verità proprio con quei disegni. >
< Ahahah tu sei davvero paranoica, Kodochi. >
< Ho detto di farmeli vedere! > gridò spazientita la ragazza.
< Se vuoi vederli perché non entri insieme a me? >
< Adesso mi hai stancata. >
Non vedendoci più dalla rabbia, Kodochi aprì la cella di Ryoga per vedere chiaramente i suoi disegni, ma quest’ultimo fu molto più veloce di lei prendendoli per prima.
< Vuoi giocare, Ryoga? Lo scherzo è bello quando dura poco. >
< Un vero artista non mostra mai i suoi capolavori incompleti. >
< Stai elaborando un piano strategico di fuga, vero? >
< Non servirà, mia cara. Se tu e tutti gli altri continuerete a soggiornare in questo castello impazzirete ad uno ad uno. >
< Ahahah sarai tu che ci farai impazzire? >
< Io non riderei se fossi in te. la faccenda è molto più seria del previsto. >
< Dammi quei fogli, altrimenti… >
< Sai cosa farò? Li getterò via. Tanto a te non servono. >
< No! >
Non riuscendo a fermarlo, alla fine Ryoga gettò i suoi schizzi fuori dalla torre.
< Che fai? Non vuoi andarli a prendere? >
< Maledetto! > gridò Kodochi minacciandolo con un coltello alla gola < Se fosse per me ti ucciderei all’istante. >
< Allora perché non lo fai? Te l’ho detto: io non ho niente da perdere a differenza vostra. >
< Se non mi dici che cosa stai nascondendo ti ucciderò davvero. >
< Non lo farai, Kodochi. Sono troppo prezioso per te. >
< Uccidendoti risolverò un sacco di miei problemi. >
< Davvero? Uccideresti il più fedele alla causa di tuo fratello evitando di sapere qual è la verità? Saresti più stupida di quanto potessi mai immaginare. >
< Che cosa sai di mio fratello? Parla! >
< Lo vedi? Stai già cominciando a diventare matta. >
< Non provare a giocare con me, Ryoga. Non ti conviene. >
< Sai cosa c’è? Mi stai annoiando. È ora che prenda in mano la situazione. >
Senza accorgersene, Kodochi fu pugnalata alla gamba grazie ad un oggetto contundente che Ryoga teneva gelosamente nascosto dietro la schiena.
< Adesso potrei essere libero di fuggire. Ma non lo farò… Quando gli altri torneranno dall’ospedale voglio che mi trovino esattamente nel punto dove sono stato rinchiuso. >
< Quando vedranno che mi hai aggredito non avranno pietà di te. >
< Possono fare pure quello che vogliono con me… Ma è l’anima di Takewaki che vi causerà un sacco di problemi. >
< L’anima di Takewaki? >
< Non lo vedi? Secondo te dov’è finita la scia di sangue che ha fatto allarmare Ranma e tu? Sembra scomparsa nel nulla. Ma è solo un trucco del vostro nemico che vuole prendersi gioco di voi. >
< Ma cosa stai dicendo? Stai dicendo cose senza senso. >
< Tu e Ranma volete rimanere qui anche stanotte, vero? Allora è solo questione di tempo e vedrete che cos’è capace di fare il tuo fratellino. >
< Vuoi forse dirmi che è ancora vivo. >
< Lui no… Ma il suo spirito vaga ancora per questo castello in cerca di vendetta. Una vendetta che non tarderà ad arrivare. >
Sentendo un rumore di un auto, Ryoga intuì che Ranma era appena tornato.
< Curati immediatamente quella ferita. Così dopo ti sentirai meglio… Non vedo l’ora che venga questa notte. Ci sarà un sacco da divertirci. Ahahah > disse infine Ryoga immergendosi nella sua risata isterica prima di fissare il tramonto sul mare.

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Capitolo 3
*** Colpire nella mente ***


< Kodochi? Kodochi, dove sei? > urlò Ranma cercando di farsi sentire una volta entrato nel castello.
Ma niente, la giovane sorella del defunto Takewaki non accennava a rispondere.
< E se gli fosse successo qualcosa di grave? Dobbiamo controllare in tutto il castello. >
< Forse non riesce a sentirci perché è in cima alla torre. Andiamo a vedere. >
Preoccupati per le sorti della ragazza, Ono Tofu e Ranma si recarono fino in cima all’edifico con il cuore che gli martellava in gola.
< Salve, ragazzi > fece Kodochi con tono lieve spaventandoli.
< Allora eri qui! Ci hai fatto spaventare > rispose Ranma.
< Ero andata a curarmi questo graffio che mi sono procurata alla gamba.
< Fammelo vedere. Magari potrei curartelo. >
< Non ce né bisogno, Ono Tofu. Sto bene. >
< Va bene… >
< E di me non vi preoccupate minimamente? > domandò Ryoga con ghigno malefico.
< Lasciaci in pace. Non sei stato interpellato. >
< Avete forse intenzione di non rivolgermi la parola per sempre? Molto bravi. Ma non è così che sì fa’. >
< Non rimarrai rinchiuso qui dentro per il resto della tua vita, stai tranquillo. >
< Ma io non ho detto questo, stupido Ranma. >
< Come mi hai chiamato? >
< Presto avrete bisogno di me per combattere un nemico molto superiore a voi… >
< Che cosa stai farfugliando? >
< Oh niente… Ranma, non vedi qualcosa di diverso intorno a te? >
< A cosa ti stai riferendo? >
< Sei più sciocco di quello che potessi mai immaginare… Kodochi, lo aiuti tu? >
< Nemmeno io so di cosa stai parlando. >
< Si tratta delle tracce di sangue che vi hanno fatto impazzire per un paio d’ore. Sono sparite. >
< Ranma, a cosa si sta riferendo? Quali tracce di sangue? >
< Avevo raccolto un campione per fartelo analizzare, ricordi? Poi lo accidentalmente perso. >
< Bravo Ranma, ottimo lavoro > rispose Kodochi risentita.
< Qualcuno me l’ha rubato! Ne sono sicuro. >
< E chi potrebbe essere stato? >
< Lo tenevo gelosamente nascosto nella mia tasca ma appena arrivato in ospedale mi sono accorto di non averlo più. >
< Magari l’hai fatto cadere accidentalmente > mormorò Ono Tofu < Ma adesso non è questo il nostro problema, Ryoga, se sarai magnanimo con noi, ridurremo la tua pena. >
< Ahahah ma non farmi ridere, scienziato da strapazzo. Questa notte sarò finalmente libero mentre voi due soccomberete contro un nemico molto potente. >
< Se stai parlando di Takewaki voglio ricordarti che ormai è morto. Il suo spirito non potrà mai farci del male. >
< E’ qui che sti sbagli, Ono Tofu. >
< I fantasmi e i demoni non esistono! Mettitelo bene in mente, Ryoga. >
< Staremo a vedere questa notte… Ah, il sole è finalmente tramontato. Vedete ci andarvene il prima possibile prima lo spirito di Takewaki vi impedisca di uscire vivi da qui. >
< Stai solo dicendo un mucchio di scempiaggini, Ryoga. Se stai cercando di spaventarci sappi che non siamo così stupidi come puoi pensare. >
Ma il prigioniero decise di non rispondere, ritornando alla sue faccende e ai suoi lavori di pittura.
< Andiamo ragazzi. L’aria si sta facendo molto più pesa qui. >
 
 
Da quando erano tornati nel castello, Ranma e Ono Tofu pensarono che Kodochi era diventata improvvisamente strana.
< Che cosa mangiamo questa sera? Dovremmo rimanere qui tutta la notte e di conseguenza dobbiamo essere pienamente in forze > fece Ranma.
< Io non ho fame. Mangiate voi due. >
< Magari vado a prendere un panino qua vicino. Giusto per non ammattire più del dovuto… E poi credo che non ci sia nemmeno la cucina in questa castello. >
< Buona idea, Ono Tofu. >
< Se avrete bisogno di me sono nella stanza di sopra. Vado a riposarmi un pochettino. >
< Ok, vai pure > rispose Ranma prima di rimanere da solo con lo scienziato < Noi andiamo a prendere i panini? >
< Sì, ottima idea. >
Ma una volta ritrovatisi dinanzi all’ingresso del castello, Ono Tofu vide con grande preoccupazione che l’edificio era stato sprangato e incatenato.
< Chi può aver fatto una cosa del genere in così poco tempo? >
< Non ne ho la più pallida idea. >
< Aiutami ad aprirlo. >
< E’ tutto inutile, Ono Tofu. Non abbiamo le chiavi di questi enormi lucchetti. >
< C’è un’uscita secondaria? >
< Non ne ho la più pallida idea. >
< Non è possibile… E’ tutto tremendamente surreale… Non riesco a capire. >
< Se siamo condannati a rimanere qui dentro siamo fritti. >
< Stai calmo, Ono Tofu. Non tutto è perduto. Forse Kodochi ci potrebbe aiutare in qualche modo. >
< Dobbiamo proprio andarla a svegliare? >
< Hai qualche idea migliore? >
< Sinceramente no. >
Una volta tornati al piano di sopra, videro che tutte le stanze erano stranamente spalancate.
< Non c’è una corrente d’aria così forte > mormorò Ranma < Chi può aver aperto tutte le porte? >
< Meglio se cerchiamo Kodochi il prima possibile e usciamo da qui. Mi sto seriamente preoccupando. >
Non riuscendo a capire che cosa stava succedendo, Ranma e Ono Tofu stavano diventando sempre più paranoici.
< Non c’è nemmeno in questa stanza! Ma dove può essersi cacciata? >
< Proviamo a controllare di nuovo. Forse non l’abbiamo vista. >
< Avete bisogno del mio aiuto? > fece Ryoga piombando all’improvviso.
< E tu che diavolo ci fai fuori dalla tua cella?! > gridò Ono Tofu.
< Sapete una cosa, ragazzi? Dovreste stare molto attenti alle serrature delle prigioni. Sono arrugginite. >
< Che fine ha fatto Kodochi? Peerchè non riusciamo a trovarla da nessuna parte? >
< Che cosa vuoi che ne sappia io? Sono appena uscito dalla mia cella pochi minuti fa’. >
< E non hai notato niente di strano? >
< Dovevo farlo? >
< La situazione si sta aggravando ogni singolo momento che passa > ribatté Ranma perdendo la calma < E tu non fai altro che fare lo spiritoso? Se fosse per me ti prenderei a pugni. >
< Puoi anche farlo. Tanto non ho paura di te. >
< Dovresti averne! >
< Finitela voi due. State diventando ridicoli. >
< E’ lui che ha cominciato. >
< Non m’interessa chi ha iniziato, Ranma… >
< Provate a tornare nella stanza dove avete fatto fuori il mio vero Capitano. Magari potreste trovare delle risposte lì. >
< Ci siamo già stati e non abbiamo trovato niente di strano. >
< Provate a riguardare una seconda volta, no? Che cosa vi costa? >
Seguendo il consiglio di Ryoga, Ranma e Ono Tofu ritornarono in quella stanza e quello che trovarono gli raggelò il sangue.
< Kodochi! >
La giovane ragazza aveva gli occhi fissi su una figura appesa per un cappio sul trave principale della stanza.
< Che stai guardando? >
< Il corpo di mio fratello… Che cosa ci fa’ lassù? >
Con la paura che gli ribolliva nelle vene, fu Ono Tofu a farlo a tagliare la corda e a farlo scendere.
< Il suo sguardo… mette i brividi… >
< Chi può aver fatto una cosa del genere? >
< Colui che tutto questo tempo ha rubato il corpo di tuo fratello, Kodochi > rispose Ranma.
< Sei stato tu, Ryoga. Dimmi la verità! >
< Come ho fatto a muovermi se fino a pochi minuti fa’ ero in prigione? >
< Sono convinta che hai qualche spia che ci sta rendendo la vita impossibile. Diccelo! >
< L’unica spia è la vostra paranoia continua… Sarebbe meglio se lasciaste andare il corpo di Takewaki prima che lui… >
Ma Ryoga si bloccò di colpo per paura di confessare qualcosa di troppo pericoloso.
< Che cosa volevi dire, Ryoga? >
< Meglio se proviamo ad uscire da questo castello. >
< Qualcuno ci ha barricati dentro! > replicò Ranma.
< Allora non c’è altra maniera che buttarci da questa stanza per sfuggire da lui. >
< Ma a chi ti stai riferendo?! >
< Stava parlando di me. >
Girandosi di scatto, tutti i presenti videro il corpo di Takewaki fluttuare misteriosamente e fissarli con gli occhi rossi e lo sguardo glaciale.
< Ma che diavolo sta succedendo? >
< Ti fanno paura i fantasmi, Ranma? Adesso puoi dire che esistono realmente. >
Mentre il corpo senza vita di Takewaki venne spazzato via fuori dalla finestra, il suo fantasma prese il sopravvento mostrandosi ai presenti.
< Sei stato tu che hai continuato a giocare con le nostre menti? >
< E chi sennò? Mi sono divertito un mondo… Ma adesso che mi sono fatto vedere, voi non uscirete vivi da qui. >
< Tu lo sapevi, vero Ryoga? >
< Che cosa volevate che dicessi? Che ho visto il fantasma del mio Capitano? Mi avreste preso per pazzo. >
< Certe volte la pazzia ha sempre un bricioli di verità, non scordatevelo. Ma non potrete dirlo a nessuno… Non ora che finirò il mio conto in sospeso con tutti voi. Preparatevi. >

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Capitolo 4
*** L'incendio della torre ***


Ranma e Ono Tofu non riuscivano ancora a credere di trovarsi davanti al fantasma di Takewaki.
< Kodochi, che cos’hai? Perché non dici nulla? >
La giovane ragazza sembrava in un profondo stato di trance mentre fissava suo fratello.
< Kodochi, sei rimasta scioccata vero? Ma non ti preoccupare. Presto anche tu diventerai come me. >
Inspiegabilmente, la giovane ragazza non si muoveva di un millimetro mentre Takewaki stava provando di tutto a fargli del male.
< Non osare toccarla, altrimenti… >
< Che cosa vuoi farmi, Ono Tofu? Avvelenarmi come hai fatto prima? Ormai Kodochi è in mio potere e non potete fare niente per fermarmi. >
Mentre Takewaki l’aveva sollevata da terra, Kodochi si trovava dinanzi alla finestra pronta per essere buttata di sotto.
< Fermati, Takewaki! >
< Perché dovrei fermarmi, Ranma? Ormai non ho niente da perdere. >
< Che cosa vuoi che facciamo perché tu non commetta un gesto estremo su tua sorella? Lei non ha fatto niente. >
< Come no?! mi ha tradito! >
< Se l’ha fatto era solo per proteggere sé stessa. Tutto qui. >
Nel mentre Ranma e Ono Tofu stavano facendo di tutto per distrarre Takewaki dalle sue intenzioni, a quest’ultimo gli balenò una seconda idea.
< Volete davvero che la lasci in vita? Molto bene. Allora qualcuno di vostra conoscenza pagherà al posto suo > rispose Takewaki fissando Soun Tendo e le sue figlie avvicinarsi verso il castello.
< Non starai mica pensando… >
< Qualcuno deve fare una brutta fine in questa storia, Ono Tofu… Magari la tua amata che sta venendo qui insieme alla sua famiglia… Sarà molto divertente. Vedrai che non soffrirà molto. Te lo prometto. >
< Se osi torcere un solo capello a Kasumi… >
< Occhio alle minacce, Ono. Ti ho già avvertito. Sono io che ho in mano la situazione e non tu. >
< Ono Tofu, meglio se mi sacrifico io. Così tutta questa storia finirà all’istante > fece Ranma.
< No, Ranma. Tu non farai un bel niente. >
< Non posso permettere che tu o gli altri facciate una brutta fine. Fate andare me contro questo triste destino. >
< Sto aspettando una decisione finale > fece Takewaki mettendogli fretta < Non ho tutta la notte a disposizione. Anche se questo castello rimarrà in eterno la mia dimora. >
< Ranma, non lo fare. Non te lo permetterei mai. >
< Allora cosa facciamo? Chi si sacrificherà? >
< Ragazzi, anche se uno di voi perderà la vita, non servirà a niente a placare la furia del mio Capitano > mormorò Ryoga.
< Tu stai zitto! > gridò Takewaki prendendolo per il collo < Credevo che tu fossi dalla mia parte! >
< Lo ero, Capitano…. Ma non posso vedere con quale crudeltà sta facendo soffrire queste persone. Non se lo meritano. >
< E questa morte? La meritavo? >
< L’ho sempre rispettata in tutto e per tutto… Ma adesso basta. È giunta l’ora di finirla. >
Prendendo la lampada ad olio che stava tenendo in mano per illuminare la stanza, improvvisamente Ryoga la fece cadere a terra scatenando un incendio che si propagò molto velocemente in tutta la stanza.
< Stupido! Che cos’hai fatto?! > gridò Takewaki interrompendo l’ipnosi su sua sorella.
< Capitano, mi dispiace… Non volevo. >
< Sei un traditore pure tu! Siete tutti dei dannati traditori! Ma vi giuro sulle ultime forze che non uscirete vivi da qui! >
Cercando una via d’uscita che sembrava impossibile, Ranma, Ono Tofu, Kodochi e Ryoga arrivarono fino in cima alla Torre per sfuggire alle fiamme che si stavano propagando velocemente.
< Kodochi! Svegliati! >
< Cosa? Ma che succede? >
< Eri sotto il potere di tuo fratello > gli spiegò Ranma con tono flebile.
< Mio fratello… E’ vivo? >
< Non esattamente. Diciamo che il suo spirito sta continuando a tormentarci. >
< Adesso dove si trova? >
< Non ha importanza, Kodochi > replicò Ono Tofu < Dobbiamo trovare una via d’uscita da qui. Il fumo e le fiamme ci stanno bloccando l’uscita.
< Ragazzi… Mi sa tanto che siamo spacciati > fece Ryoga.
< Non dirlo nemmeno per scherzo! Deve esserci per forza un’uscita! >
< L’unica maniera è buttarsi di sotto da questa prigione… Ma se lo faremo non riusciremo mai a sopravvivere. L’altezza è troppo elevata > spiegò RYoga mentre si crogiolava per terra chiudendo gli occhi per evitare di guardare in faccia la brutta fine che avrebbe fatto lui e i suoi compagni.
 
 
Nel mentre Soun Tendo, le sue figlie e Genma stavano avanzando verso il Castello di Sonnino con la consapevolezza che il peggio era passato, Kasumi, si bloccò all’istante vedendo il fumo nero divampare dall’edificio.
< Kasumi, che cosa ti succede? Perché ti sei fermata? >
< Il castello… sta prendendo fuoco > rispose la ragazza terrorizzata.
< Oh, no! questa non ci voleva! >
< Sono convinto che i nostri ragazzi sono intrappolati là dentro > mormorò Soun Tendo < Dobbiamo liberarli alla svelta. >
< Purtroppo siamo ancora molto lontani e le vostre condizioni non vi facilitano la corsa > rispose Genma.
< Non importa. Non rimarremo qui immobili senza fare niente> replicò Akane.
Mentre i vigli del fuoco si preparavano a spegnere le fiamme, le tre sorelle Tendo non vollero in nessun caso stare a vedere il loro operato.
< Ragazze! Cosa state facendo?! > gridò loro padre vedendole correre verso il castello.
< Dobbiamo salvare Ono Tofu e gli altri. Non c’è un minuto da perdere. >
< Ma potrebbe essere pericoloso! Fermatevi! >
< Papà, ti promettiamo che andrà tutto per il meglio. Fidati di noi > mormorò Nabiki consapevole che molto probabilmente non sarebbe tornata viva da quel posto.
Una volta arrivati dinanzi all’ingresso del castello allo stremo delle forze, Kasumi e le sue sorelle cercarono ogni modo per sfondare il portone e entrare all’interno.
< E’ impossibile aprirlo > gli fece un membro dei vigili del fuoco < Sembra che qualcuno l’abbia chiuso dall’interno. >
< Ci dev’essere un’altra via per entrare! > gridò spazientita Kasumi < Il mio fidanzato è rinchiuso qua dentro e sta rischiando la morte. >
domandò Nabiki sorpreso.
< Non è il momento di parlarne, sorella. >
< Mi dispiace, ma non posso aiutarvi… E’ molto pericoloso anche per noi. >
Senza darsi per vinta, Kasumi controllò sul retro del castello per un eventuale passaggio che l’avrebbe portata all’interno.
< Kasumi! Vedo Ono Tofu e Ranma in cima alla Torre! > gridò Akane < Ragazzi! Non vi muovete! Stiamo venendo da voi! >
Una volta attirata la loro attenzione, Ranma e Ono Tofu decisero di rimanere immobili aspettando la loro fine.
< Ormai è finita, Ranma. Mettiamoci l’anima in pace. >
L’incendio era arrivato quasi dinanzi alla vecchia cella mentre le fiamme stavano bruciando tutto quello che incontravano.
< No! non finirà in questo modo! Takewaki! >
Con la forza della disperazione. Ryoga si buttò in mezzo alle fiamme mentre il suo corpo carbonizzò in pochi secondi.
< Perché si è suicidato? Con quale speranza credeva di riuscire a scamparla? >
< Non lo so, Kodochi… Ma presto toccherà anche a noi tre. >
Mentre i tre prigionieri dell’incendio chiusero gli occhi per non vedere la morte in faccia, Ono Tofu s’immaginava la sua vita come sarebbe stata in compagnia di Kasumi.
“Ti garba tanto il mare, vero Kasumi?”
“Si mi rilassa moltissimo… Ma adesso che sei qui possiamo guardarlo insieme.”
“Anche oggi sembrava una giornata interminabile. Le lezioni non finivano mai… Perché i ragazzi non mi ascoltano quando gli parlo?”
“Perché pensano ad altro. O forse trovano la tua materia di chimica poco interessante.”
“Hai ragione. Sono in un’età in cui la mia materia non è centro dell’universo come penso io… Certe volte vorrei entrare nelle loro menti, sai? Per sapere che cosa pensano.”
“Ahahah credo che ti stupiresti molto” replicò Kasumi divertita.
“Sì, lo penso anch’io.”
“Adesso però non ci pensare e stringimi la mano.”
Nel mentre Ono Tofu sentiva la vicinanza della sua donna, non poté trattenere la sua felicità.
“Kasumi, sono stato molto fortunato ad incontrarti… Non potrei immaginare come sarebbe la mia vita senza di te.”
“La stessa cosa vale per me, Ono Tofu” mormorò Kasumi prima di immergersi in un suo abbraccio e baciarlo con passione senza pensare a niente e a quello che gli succedeva intorno.”
Ma nel mentre Ono Tofu era immerso nel suo ricordo bellissimo, qualcuno lo svegliò di soprassalto facendogli spalancare gli occhi.
< Che succede? Dove mi trovo? >
< Vieni subito via da qui! > gli gridò Kasumi trovandosela dinanzi.
< Kasumi, che cosa ci fai qui? >
< Fuori tutti da qui! > gridò il vigile del fuoco mentre era impegnato a spegnere le fiamme.
Con le ultime residue energie, Kasumi e le due sorelle riuscirono a mettere in salvo Ono Tofu, Ranma e Kodochi.
In quel momento Ono Tofu non riusciva a credere a quello che gli stava succedendo intorno, andando a credere che era tutto uno splendido sogno.
< Svegliati, Ono! Non mollare proprio ora! Gridò Kasumi scuotendolo.
< Kasumi… Sei davvero tu? > fece lo scienziato con tono flebile.
< Sì, Ono. Come stai? Credevo di non rivederti mai più > replicò la donna abbracciandolo e baciandolo a sua volta.
< Attenta. Così mi fai male. >
< Scusa, non volevo. >
< E gli altri? Come stanno. >
< Bene. Sono qui fuori in perfetta forma. >
< Meno male… Credevo di non uscire mai più da quel castello… Ma tu come hai fatto ad entrare? >
< E’ stata pura fortuna. Sono riuscita a trovare un passaggio segreto che mi ha permesso di entrare e di arrivare fino in cima alla Torre accompagnata dalle mie sorelle e dai vigili del fuoco > spiegò Kasumi < Ma com’è potuto divampare un incendio di tali dimensioni? >
< Non lo so. È stato tutto un terribile incidente > mentì Ono Tofu senza menzionare Takewaki.
< Perché ti sei chiuso dentro? Hai rischiato di farti uccidere! >
< Te l’ho detto. È stato tutto un terribile incidente. Ma fortunatamente si è risolto tutto per il meglio. >
< Meglio non pensarci più… Vieni con me. Devi farti curare > replicò Kasumi mentre lo scienziato era intento a fissare il castello che veniva divorato dalle fiamme.
“Che la tua anima possa ardere all’inferno, Takewaki. Per tutta l’eternità.”

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