La Malinconia di Haruhi Suzumiya 2

di pikychan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Una sola lacrima ***
Capitolo 3: *** È semplice! ***
Capitolo 4: *** L’ha desiderato? ***
Capitolo 5: *** La fine del mondo ***
Capitolo 6: *** Una giornata di pioggia ***
Capitolo 7: *** La sua malattia ***
Capitolo 8: *** Quale sarà il motivo? ***
Capitolo 9: *** Causa effetto ***
Capitolo 10: *** Solo… buonanotte ***
Capitolo 11: *** Fiabe per bambini ***
Capitolo 12: *** La Bella Addormentata ***
Capitolo 13: *** {...} Remember {1.0} ***
Capitolo 14: *** {...} Remember {2.0} ***
Capitolo 15: *** {...} Remember {3.0} ***
Capitolo 16: *** {...} Remember {Final!} ***
Capitolo 17: *** Haruhi ***
Capitolo 18: *** Capolinea ***
Capitolo 19: *** Punto a capo ***
Capitolo 20: *** Equilibrio ritrovato? ***
Capitolo 21: *** Gelosia ***
Capitolo 22: *** Neve ***
Capitolo 23: *** Fraintendimenti ***
Capitolo 24: *** SOS Natale ***
Capitolo 25: *** Capodanno ***
Capitolo 26: *** Io ti seguirò ***
Capitolo 27: *** San Valentino ***
Capitolo 28: *** A caccia di misteri ***
Capitolo 29: *** White Day ***
Capitolo 30: *** Fioritura dei ciliegi ***
Capitolo 31: *** Cosa succede qui!? ***
Capitolo 32: *** Prestabilito ***
Capitolo 33: *** È un incubo ***
Capitolo 34: *** Un mondo perfetto ***
Capitolo 35: *** Mi piaci ***
Capitolo 36: *** Epilogo ***
Capitolo 37: *** Ringraziamenti ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Hare Hare Yukai
 

Nazonazo mitai ni chikyuugi wo tokiakashitara

minna de doko made mo ikeru ne

Wakuwaku shitai to negainagara sugoshiteta yo

kanaete kureta no wa dare nano?

Jikan no hate made… Boooon!!

Warp de Loop na kono omoi wa

nani mo kamo wo makikonda souzou de asobou

Aru hareta hi no koto

mahou ijou no yukai ga

kagirinaku furisosogu fukanou janai wa

Ashita mata au toki

warainagara Humming

Ureshisa wo atsumeyou

kantan nanda yo konna no

Oikakete ne tsukamaete mite

ooki na yume & yume suki deshou?

Iroiro yosou ga dekisou de dekinai mirai

sore demo hitotsu dake wakaru yo

Kirakira hikatte atsui kumo no ue wo kazaru

hoshitachi ga kibou wo kureru to

Jikan ni norou yo Byuuuuun!

Cheao de Cool na toshigoro da mon

samishigaccha hazukashii yo nante ne iwasete

Te to te wo tsunaidara

mukau toko muteki desho

kagayaita hitomi ni wa fukanou ga nai no

ue dake miteiru to namida mo kawaichau kawaritai!

kokoro kara tsuyoku omou hodo tsutawaru

hashiridasu yo ushiro no hito mo oide yo

dokidoki suru deshou?

BOOON!!!

Waapu (warp) de luupu (loop) na

kono omoiwa,

nanimo kamo o makikonda

soozoo de asoboo

Aru hareta hino koto

mahooijoono yukaiga,

kagirinaku furisosogu.

Fukanoojanaiwa

Ashita mata autoki,

warainagara hamingu.

Ureshisa o atsumeyoo.

Kantan nandayo, konnano.

Oikaketene, tsukamaetemite

ookina yume yume sukidesho

dokidoki suru deshou?

 

Mi figuravo già che sarebbe stato un disastro su scala mondiale. Haruhi che inizia ad urlare come una matta, la creazione di spazi chiusi di proporzioni gigantesche, un cataclisma, l’apocalisse… e invece no.

 

Si sono addirittura alzati in piedi e stanno applaudendo con trasporto. Neanche Haruhi li avesse minacciati, sembrano davvero entusiasti dell’esibizione.

 

È stato imbarazzante girare quel video, forse la cosa più imbarazzante che abbia fatto finora. Comunque devo riconoscere che alla fine, dopo un centinaio e passa di prove, non contando tutte quelle che ho dovuto fare in privato o con Haruhi a braccia conserte che, imbronciata, continuava a dire che non andasse bene qualsiasi cosa facessi, è venuto un lavoro di tutto rispetto. Naturalmente alla fine chi si è occupato di montare il video sono io. È stato un lavoro un po’ ingrato, ma almeno mi sono reso conto quanti progressi abbiamo fatto dalla volta del film. Realizzare un videoclip musicale è complesso, ma sicuramente più fattibile della realizzazione di un film, che tra l’altro richiede effetti speciali all’avanguardia.

 

La canzone l’ha scritta Haruhi e anche la musica è sua. Non so se si è fatta aiutare da qualcuno. Non ci ha detto niente, non è escluso che abbia preso in ostaggio qualcuno del club di musica leggera.

 

Taniguchi mi ha preso in giro per settimane, eppure anche lui è tra il pubblico, del festival della cultura, e sta applaudendo. Con lui c’è anche Kunikida, beh, era prevedibile.

 

Ricordo che l’anno scorso al festival Haruhi mi aveva detto di voler improvvisare un concerto della Brigata SOS quest’anno, sono contento abbia optato, alla fine, per questo. Almeno nessuno ha visto quanto eravamo scoordinati dal vivo. I peggiori, devo dirlo, eravamo io e Koizumi. Haruhi ha dovuto modificare una parte della coreografia per ballarla solo con Yuki e Asahina a causa della nostra inettitudine.

 

L’occhio mi cade su Haruhi, che tra l’altro è dietro le quinte accanto a me. Sembra parecchio soddisfatta, lo vedo nei suoi occhi scintillanti.

 

Forse in una situazione del genere potrebbe, addirittura, abbracciarmi, ma non lo farebbe mai solo per principio.

 

Angoletto dell’autrice:

Ok, questa selezione è stata inattiva anche per troppo tempo, quindi, adesso ci penso io!

Io parlo più che altro del manga, anche se al suo tempo ho riguardato almeno un paio di volte le due serie dell’anime, per quanto inconcludenti, e almeno una decina il film. Trovo che sia MERAVIGLIOSO. L’autore ha avuto un’intuizione creativa pazzesca! L’unica cosa che mi dispiace è che il finale sia, tremendamente, aperto (ho notato che è una cosa tragicamente comune nella trame giapponesi).

Coomunque, in passato ho scritto altre piccole fanfiction sulla Malinconia di Haruhi Suzumiya, ma non era niente in confronto a questa… perciò preparatevi!

 

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Capitolo 2
*** Una sola lacrima ***


In un giorno come tanti mi alzo di malavoglia. 

Oggi fa un freddo... siamo appena ad inizio dicembre, ma è diventata troppo dura venire a scuola. Le aule non sono quasi per niente riscaldate, nelle giornate peggiori si rischia di gelare! 

Raggiungo il mio banco e mi siedo, sono anche abbastanza in anticipo. Dopo aver tirato fuori il materiale dalla borsa mi giro a controllare il banco dietro di me. Come sospettavo Haruhi non è ancora arrivata. Che sia malate? Figuriamoci, malata lei...? Però non sarebbe così strano in questo periodo, neanche per lei. 

Mi rigiro convinto che tra poco arriverà. 

- Ehi Kyon! - mi saluta con una pacca amichevole sulla spalla Taniguchi. 

- Ciao Taniguchi. - lo saluto accennando un sorriso. 

- Vedo che Suzumiya non è ancora arrivata. - commenta guardando il banco dietro di me. - Ne sai qualcosa? -.

- Proprio nulla. - rispondo scuotendo la testa. 

Non so se dal mio comportamento si intuisce, ma mi fa strano sapere che Haruhi non è nel solito posto dietro di me. 

- Buongiorno Kyon, buongiorno Taniguchi. - ci saluta Kunikida avvicinandosi. 

- Buongiorno. - ricambio il saluto. 

- Sembra proprio che oggi Suzumiya non abbia intenzione di presentarsi. - commenta fuori luogo Taniguchi. - Guarda Kyon quanto è triste! - scherza. 

Quando Taniguchi si comporta così è proprio un'idiota... proprio non capisco perché non gli vada a genio che io e Haruhi facciamo solo parte dello stesso club. Detta sinceramente per me è solo una seccatura, è come se fossi una specie di baby-sitter per lei e non vengo neanche pagato. 

- Ma come? Non lo sapete? - chiede Kunichida confuso. 

Lo guardiamo altrettanto perplessi... che cosa dovremmo sapere?

Il giorno prima Haruhi mi aveva detto una cosa che non avevo capito totalmente.

Flashback:

Siamo seduti ai nostri posti ed è appena suonata la campanella dell'intervallo. 

- Kyon? - mi chiamata Haruhi con tono assente. 

Voltandomi vedo che sta guardando fuori dalla finestra con la testa appoggiata su una mano. 

- Sei anche tu un membro della brigata, hai il dovere di proteggerla. - continua non distogliendo lo sguardo. - Se dovesse succederle qualcosa non te lo perdonerò, voglio dire, in quanto membro è anche tuo compito, è ovvio che la decisione finale spetta a me, ma se ce ne sarà bisogno ricorda che è anche un tuo dovere. -.

Non capisco perché mi dice questo, così, all'improvviso, se non la conoscessi direi che sta delirando. In realtà, però, so bene che Haruhi ha un talento naturale per confondermi con strani giri di parole, a questo punto non credo neanche lo faccia apposta.

Fine flashback

Non avevo risposto niente ad Haruhi, perché non sapevo cosa dire. Ma ora ho capito...

♥ ♥ ♥

Al termine delle lezioni sono andato di corsa davanti all'istituto Kyoen

Quella stupida! Perché non aveva detto niente?! 

Mentre vedo gli studenti dell'istituto uscire mi rimbombano ancora nella testa le parole di Kunikida. 

- I genitori di Suzumiya l'hanno ritirata dal nostro liceo, gira voce che l'abbiano iscritta all'istituto Koyoen. -.

Solo ora riuscivo a capire il motivo della sua richiesta il giorno precedente. Perché non sei stata più chiara, eh Haruhi?! Sono stati davvero i tuoi genitori o sei stata tu!? Se lo avessi saputo te lo avrei impedito! È ingiusta una richiesta del genere, lo capisci? Specie se la fai esclusivamente per te stessa! 

Passano minuti che si trasformano in ore, ma di Haruhi neanche l'ombra. Ormai è buio, ma poco mi importa, specie con questa stagione considerando che il buio cala già alle quattro del pomeriggio. 

La mia paura è si sia verificata una situazione simile a quella avvenuta il 18 dicembre dell'anno scorso, quando Haruhi è scomparsa. Pensandoci bene, però, è impossibile si sia verificata una situazione del genere. Il mondo sembra uguale, Taniguchi e Kunikida si ricordano bene chi è Haruhi. Rimane, però, la possibilità che la stessa Haruhi abbia desiderato il trasferimento in un’altra scuola... dovrò parlare al più presto con Koizumi per accertarmene. 

Aspetto ancora Haruhi, non intendo andarmene senza averle parlato. Ho bisogno di capire cosa succede così all'improvviso. 

Ormai non esce più nessuno da molto tempo e mi sto quasi dando per vinto quando vedo due ragazze che parlano, ridono e scherzano tra di loro. Istintivamente le guardo e finalmente eccola. Dietro di loro a qualche metro cammina, a passo lento, nient’altri che Haruhi. Ha un’espressione spenta e mogia, è dai tempi in cui ci siamo conosciuti che non la vedo così. 

Quando la vedo mi viene quasi da sorridere, non posso credere di averla a solo qualche passo da me. 

Inizio a correre e la raggiungo sorpassando anche le due ragazze di poco fa. 

- Kyon? - emette confusa Haruhi vedendomi. 

Mi fermo davanti a lei con un mezzo sorriso stampato in faccia. Anche se vorrei farne a meno non posso non essere contento. 

- Che ci fai qui? - mi chiede incrociando le braccia quasi sulla difensiva. 

- Perché non mi hai detto che lasciavi il liceo? - le chiedo ignorando la sua domanda. 

Haruhi non mi risponde e la vedo distogliere un po’ lo sguardo. 

Proprio in quel momento il mio cellulare squilla e nonostante provi ad ignorarlo alla fine rispondo. 

- Scusami. - dico prendendo il cellulare dalla tasca. - Pronto? -.

Non faccio in tempo a rendermi conto con chi sto parlando che vedo Haruhi andarsene senza alcun preavviso. 

- Ehi! - esclamo incredulo iniziando a seguirla. 

Lei comincia a correre così io faccio lo stesso. Mentre la rincorro rimetto il cellulare in tasca dopo aver spento la chiamata. 

Sorprendentemente riesco a raggiungerla, forse Haruhi oggi non è molto in forma. 

- Haruhi, mi spieghi che succede? - le chiedo correndo per rimanere al suo passo. 

Ora ha rallentato, ha la testa bassa e cammina solo a passo svelto. 

Mi fermo e sorprendentemente anche lei fa lo stesso, anche se è qualche passo in avanti rispetto a me. 

- Haruhi? - cerco di attirare la sua attenzione prendendola per una mano. 

- Che cosa vuoi ancora?! - strilla girandosi. 

Nel suo tono si avverte una nota calante che le muore completamente in gola, poi... una lacrima. Una lacrima che cade sull'asfalto come una goccia di pioggia. 

Rimango di sasso, in vita mia non avrei mai pensato di vedere Haruhi piangere...

Il cielo sopra di noi è diventato scuro, si sente un tuono simile ad un urlo. Inizia anche lui a piangere, forse contagiato dalle lacrime di Haruhi Suzumiya.


Angoletto dell'autrice:
Ciao! ^^
Eccovi il primo capitolo, voi non avete idea di che MERAVIGLIA vi aspetta. Sono ben più avanti nella scrittura e mi sto sorprendendo da sola. Adoro troppo questo anime/manga <3
Comunque, adesso è presto perché ve ne accorgiate, ma, si nota che sto facendo dei piccoli riferimenti all'opera originale? Dopotutto la mia è una fanfiction tributo all'autore, perché ha avuto un'intuizione creativa, semplicemente, geniale!!

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Capitolo 3
*** È semplice! ***


La pioggia ormai ha cominciato ad aumentare. 

Io e Haruhi ci siamo riparati sotto il tetto della scuola. Fa un po' freddo e siamo bagnati dalla testa ai piedi. 

Osservo Haruhi che si trova qualche passo avanti a me. Sta guardando intensamente la pioggia, come se volesse che smettesse all'istante. Lei non lo sa, ma forse inconsciamente ha desiderato che iniziasse a piovere e quindi non vuole veramente che smetta. Se io fossi Koizumi sarei in grado di capire che cosa passa per la testa di Haruhi, ma non sono lui, quindi non posso fare altro che aspettare e vedere come andrà a finire questa storia. 

Forse dovrei dire qualcosa, anche se non so cosa... lo sguardo lontano di Haruhi mi fa desiderare di non trovarmi qui. Ero felice di averla rivista, ma ora vorrei non doverla vedere così. Si vede che è triste... è così diversa da come la conosco... 

- Mi hanno ritirata da scuola. - dice all'improvviso. 

Rimango stupito, ma non dico niente e aspetto che continui. 

- I miei genitori hanno scoperto il sito della Brigata SOS. - continua. - Sapevo che i miei non approvavano che entrassi in un club della scuola, mi hanno permesso di entrare in quello di Letteratura solo perché reputavano potessi scambiare commenti costruttivi sui libri letti. -.

Dopo quest’ultima frase smette di parlare, così capisco che è il momento che dica qualcosa. 

- È per questo che all’inizio del primo anno passavi da un club all'altro, ma non entravi in nessuno? -.

Vedo Haruhi voltassi, ha un’espressione indescrivibile. Non capisco se è arrabbiata o triste o altro... 

- Non è esatto. - dice con tono fermo. - È vero che per i miei genitori entrare in un club è una perdita di tempo, ma io non la penso come loro. - continua rivoltandosi e appoggiandosi al muro davanti a lei. - Mi sono ripromessa che se avessi trovato un club veramente interessante ci sarei entrata e non mi sarebbe importato delle conseguenze. -.

Continuo ad ascoltarla senza dire niente, non avrei mai immaginato che le cose stessero così. Un po’ mi sento in colpa, il mio consiglio di aprire un club tutto nuovo non è stato corretto nei confronti dei suoi genitori. 

Haruhi si volta di nuovo con uno scatto deciso e incrocia le braccia. 

- I miei pensano che cambiandomi scuola mi rassegnerò, ma si sbagliano di grosso! -.

Senza accorgermene mi trovo Haruhi a qualche centimetro dal viso. La cosa mi mette a disagio e cerco di distogliere lo sguardo, ma posso anche finalmente vedere la solita scintilla nei suoi occhi che non promette mai niente di buono. 

- Hai intenzione di creare la Brigata SOS qui? -.

Haruhi indietreggia decisa e mette i pugni sui fianchi. 

- Non dire stupidaggini! - esclama. - Non possiamo spostare la sede principale, sarebbe troppo scomodo portare tutto fino a qui! -.

La sua convinzione nell’affermare le sue tesi mi scoraggia dal dirle che in realtà intendevo che potrebbe fondare un nuovo club da zero. 

Distolgo un po’ lo sguardo e spero che non capisca cosa penso. 

- Cosa c’è? - mi chiede ad un tratto con espressione confusa. 

- Come pensi di riuscire a venire al Liceo Kita senza passare inosservata? - le domando dopo aver pensato molto al fatto di domandarglielo. 

Sicuramente Haruhi non si sentirà in difficoltà, mi dirà qualcosa di impraticabile, ma che di sicuro con lei potrebbe essere fattibile. Quasi quasi mi pento della domanda, come minimo mi toccherà fare qualcosa di impossibile come prendere la luna con uno stuzzicadente. 

- È semplice! - esclama prendendo qualcosa da una tasca. 

Mi mostra una tessera azzurra. 

- Il permesso dell'Istituto Koyoen! Vedi che non sono così stupida? -.

Devo ammettere che questa volta Haruhi mi ha stupito, ma non posso fare a meno di pensare che sia rischioso. Se i suoi genitori ci scoprono passeremo tutti dei guai. 

Ci sono due motivi per cui si potrebbe generare uno spazio chiuso, se adesso io la scoraggio nella sua folle idea e se i suoi genitori lo scoprono. In entrambi i casi saremmo nei guai, quindi tanto vale tentare. Dobbiamo cercare di impedire che i suoi lo scoprano e impedire così che il mondo si trovi in pericolo. 

- Va bene Haruhi, verrò a prenderti ogni giorno dopo le lezioni. - le dico. 

Farei volentieri a meno di fare avanti e indietro tutti i giorni, ma so che Koizumi tanto prima o poi me lo chiederà lo stesso. 

- Perché? - mi chiede confusa e sorpresa. - Posso venire da sola. -.

- Penso che sia meglio così, la strada è abbastanza lunga, venendo a piedi ci metteresti un sacco di tempo. -.

Haruhi mi guarda pensosa incrociando le braccia. Sembra quasi sospettosa, ma forse è solo un'impressione. 

- Allora è deciso! Ti aspetto domani alla fine delle lezioni, non fare tardi! - esclama iniziando già a correre. 

- Aspetta! Non hai pensato che i tuoi potrebbero insospettirsi se rientri sempre tardi?! -.

Haruhi si volta a guardarmi. È già bagnata fradicia, non ha per niente smesso di piovere, anzi, ma naturalmente presa dall'entusiasmo del momento non se n’è neanche accorta. 

- Non lo sapranno mai! Pensano che frequenterò i corsi pomeridiani di potenziamento! - mi risponde piena di entusiasmo. 

La vedo tornare a voltarsi e correre via. Rimango ad osservare il vuoto lasciato dalla sua presenza. 

Haruhi sembra essere tornata allegra, alla fine è bastato poco. Quello che non capisco è perché fosse così triste se sapeva già che cosa fare... capisco bene invece perché è così brava a scuola, i suoi genitori pretendono molto da lei. Forse ora capisco anche di più la sua eccentricità. Probabilmente è dovuta dal fatto che non abbia mai avuto tanto tempo libero. Chiusa nella sua realtà ha cominciato a trovare noioso tutto ciò che invece per gli altri è di abitudine. 

Si è creata un mondo del tutto suo dove lei è la protagonista assoluta. Se ci pensi poi non è altro che la realtà. Il mondo gira davvero intorno a lei, si è modificato a causa sua. Perché il mondo abbia scelto proprio lei è un mistero che non trova spiegazione. Perfino Koizumi non è in grado di rispondere a questo. 

Dovrò chiamare Koizumi ed informarlo su tutto quello che è successo, anche se ho la sensazione che sappia già tutto.


Angoletto dell'autrice:
Ieri ho avuto un'ispirazione fulminante, praticamente ho finito di scrivere l'intera fanfiction, mancano solo dei pezzi, secondari, tra un capitolo e l'altro.
È impressionante come stia riuscendo a portare avanti un progetto così ambizioso...
Beh, a presto, fatemi sapere cosa ne pensare! ^^

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Capitolo 4
*** L’ha desiderato? ***


- Non lo sapranno mai, pensano che frequenterò i corsi pomeridiani! -.

- Degno di Suzumiya. - se la ride Koizumi. 

L'ho chiamato per spiegargli la situazione e tutto quello che è successo quando ho incontrato Haruhi. A giudicare dal suo umore di spazi chiusi non ce n’è stata nemmeno l'ombra, ma non è detto. Koizumi e gli altri della Organizzazione sono sempre pronti a fare i salti mortali per Haruhi. Sembra quasi che siano contenti di sentirsi utili per il mondo. 

- Credi che ciò che è successo sia causato da un desiderio inconscio di Haruhi? -.

- Non posso risponderti con assoluta certezza, sicuramente però la situazione non è da sottovalutare. - mi risponde. 

La sua risposta un po' mi irrita... Mr. Ovvio... 

- Cosa proponi di fare allora? - domando distogliendo gli occhi, ma lui non mi può vedere naturalmente. 

- Per ora nulla, Suzumiya ti ha messo al corrente del suo piano vero? Tu devi solo assecondarla e tutto andrà bene. -.

- Ma che facciamo se i suoi genitori lo scoprono? -.

- Non devi preoccuparti di questa eventualità, finché Suzumiya continuerà a credere nella buona riuscita del suo piano non dobbiamo far niente se nonché assecondarla. - continua a spiegarmi quasi soddisfatto. 

Mentre lo ascolto finalmente riesco a riordinare i miei pensieri. Che questa situazione sia stata desiderata da Haruhi o meno non fa differenza. Ora l'importante è solo che riusciamo a far credere ai suoi che dopo la scuola frequenta i corsi di potenziamento al Koyoen. Facendo credere ad Haruhi che il suo piano per non farsi scoprire può funzionare non c'è pericolo che pensi il contrario. Magari un pensiero inconsapevole potrebbe rovinare tutto, questo è vero, tuttavia questa è solo una soluzione provvisoria. Domani parlerò anche con Nagato, lei dovrebbe sapere cosa fare in una situazione del genere... o almeno lo spero. 

- Ti devo lasciare, ho una riunione con la Organizzazione. - mi dice distraendomi dai miei pensieri. 

- Immagino che l'argomento principale sia Haruhi. - dico, ironicamente, ridendo tra me e me. 

- Non solo, diciamo che ci sono molte questioni che riguardano lei e le persone che le stanno vicine. - precisa con il suo solito tono enigmatico. - Discuteremo di tutto stasera, comunque tu non ti devi preoccupare di questo. -.

Per lui è facile parlare, anche se non dovrei mi sento sempre in colpa quando parliamo dell’argomento Haruhi. Roba da matti se ci pensi! Perché mai la colpa di certe cose dovrebbe essere mia? 

- Ora devo proprio andare, a domani. - conclude riagganciando subito dopo. 

- Kyon, la cena è pronta! - mi avverte mia sorella entrando nella mia stanza. 

Mi volto a guardarla, ha stranamente un'espressione stupita. Forse non si aspettava di trovarmi al telefono. 

Lo appoggio sul comodino e intanto noto che Shamisen ha seguito mia sorella ed è entrato. 

Mia sorella lo prende in braccio e corre nel corridoio. Anche se non la vedo più so già che sta scendendo le scale per raggiungere la cucina.

♥ ♥ ♥

Oggi la pioggia di ieri sembra soltanto un lontano ricordo. Non splende particolarmente il sole, anzi, si può dire sia piuttosto nuvoloso. 

- Ehi Kyon! - mi sorprende Taniguchi con un'amichevole pacca sulla spalla. 

- Ciao. - lo saluto continuando a camminare. 

- Hai sentito la novità? -.

- Novità? - ripeto sorpreso. 

- Sì, pare che tra due giorni arriverà una nuova studentessa nella nostra classe! - spiega entusiasta. 

Appena lo sento rimango sorpreso, ma poi comincio a trovare la notizia abbastanza normale. Conosco qualcuno che invece la troverebbe molto interessante, vero Haruhi? 

Apro il mio armadietto delle scarpe e come tutti i giorni me le cambio. 

- Non sei entusiasta della notizia!? C'è da dire che le nostra classe ha perso dei punti quando Suzumiya se n'è andata, ma forse questa nuova studentessa potrebbe tornare ad alzare la media! -.

- Sembri un pervertito. - dico senza peli sulla lingua. 

In realtà Taniguchi non sembra solo un pervertito, ma lo è proprio. Non ho problemi a dirglielo, anche lui sa di esserlo. Anzi, dovrebbe ringraziarmi che lo riprenderlo, se qualcun’altro lo sentisse chissà cosa penserebbe. 

Mentre mi rialzo dopo essermi messo le scarpe vedo che Taniguchi mi ha messo una mano sulla spalla. Ha un'espressione, quasi, caritatevole... è così irritante. 

- Kyon, tu non capisci. - mi inizia a dire calmo. - È importante circondarsi di ragazze carine. -.

- Ecco, ora parli davvero come un maniaco. -.

Lo vedo balzare dalla sorpresa e la cosa mi stupisce abbastanza. 

- Ora non ti sembra di esagerare un po’? - mi chiede per poi mutare in un’attimo la sua espressione. - Tranquillo, ti ho già detto che Suzumiya non è il mio tipo. - aggiunge scoppiando a ridere orgogliosamente. 

Non è Haruhi quella che mi preoccupa, mi domando come reagirebbe se lo potesse sentire... la nuova arrivata mi preoccupa ben di più, con tutte le probabilità non si immagina di aver già una fans club che l'aspetta nella nostra classe. 

- Ti posso parlare? - domanda una voce quasi impercettibile. 

A causa della risata di Taniguchi ho potuto sentire solo parlare, ma riconoscerei questa voce tra mille. 

Taniguchi smette di ridere e si volta. Forse anche lui ha sentito. 

- Ciao Nagato. - saluto con un mezzo sorriso. 

Nagato è lì, di fronte a me immobile come al solito. Il suo temperamento naturalmente rigido la fa sembrare una ragazza molto educata e posata. Sicuramente nessuno si aspetterebbe mai che lei in realtà è un'interfaccia umanoide integrata di dati... chi se lo aspetterebbe? Nemmeno io ho capito totalmente cosa vuol dire. 

- Vi lascio, ci vediamo in classe Kyon! - si sbriga a dire Taniguchi. 

Accenno un saluto con la mano... che Taniguchi abbia accettato di lasciarci soli senza bisogno di dirgli niente mi sembra strano, quando c'è Nagato mi sembra sempre nervoso. Forse Nagato lo mette in soggezione, oppure... vuoi vedere che quell'idiota pensa ancora che...!? Dovrò fargli un bel discorsetto prima o poi... 

Torno ad osservare Nagato di fronte a me. Pensavo che sarei stato io a doverla cercare per parlarle, ma a quanto pare mi ha preceduto. Forse il fatto che mi abbia cercato lei indica che la situazione è più grave del previsto. 

Sicuramente mi fido più di lei che di Koizumi. Se la versione di Nagato fosse diversa da quella di quell’esper non avrei dubbi sul chi credere. Pensandoci bene, poi, Koizumi non aveva neanche un’idea chiara della situazione, per questo la parola di Nagato è tanto importante. 

Non mi resta che ascoltare, anche se so che qualunque cosa dirà dovrò agire di conseguenza.


Angoletto dell'autrice:
Non mi ricordo quando è stata la prima volta che ho aggiornato una fanfiction così velocemente... oh beh, spero che pubblicando una serie di capitoli, prima o poi, qualcuno mi dica cosa ne pensa.
Ho una mezza idea di cambiare un po' il titolo, ma non saprei proprio che mettere.
Alla prossima! Se avete tempo fatemi sapere, mi raccomando!!

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Capitolo 5
*** La fine del mondo ***


- Vi lascio, ci vediamo in classe Kyon! -.

Io e Nagato siamo ancora nel corridoio. Ormai molti hanno già raggiunto le loro aule, sarebbe il momento ideale per parlare senza rischiare di essere sentiti.

- So tutto. - dice Nagato all'improvviso.

Le sue parole sono come una doccia fredda. Non mi aspettavo che iniziasse così, anche se forse da Nagato ce lo si può aspettare.

- Ti riferisci al trasferimento di Haruhi? - le chiedo - È stata lei a desiderare che accadesse? -.

Nagato scuote la testa un paio di volte, poi si ferma e torna a guardarmi.

- Il soggetto che voi umani chiamate Haruhi Suzumiya non ha nulla a che vedere con quello che sta succedendo, si può dire che sia solo una vittima del sistema. - mi spiega. - Tutto ha origine da un'altra entità che proteggendo tutti i dati in suo possesso riesce ad agire nell'ombra senza farsi scoprire. -.

- In poche parole qualcuno di cui non si sa la vera identità sta causando problemi al mondo? -.

- Credo si possa anche dire così, in realtà se potessi rintracciare l'entità generatrice potrei rendere nulli tutti i suoi sistemi d’azione. -.

- Aspetta un’attimo. - deglutisco prima di continuare. - Stai dicendo che se non riusciamo a fermarla modificherà il mondo? -.

Nagato scuote ancora la testa e già questo mi solleva molto. 

- Lo escludo, questo è solo un modo come un’altro di arrecare danni al sistema di interesse, se i dati dovessero risultare inconsistenti c’è sempre la possibilità di resettarli così da azzerare tutti i bug. -.

La ascolto poi mi porto una mano sulla fronte. Vorrei farle tante domande, ma non penso ce ne sia il tempo. 

- Mi stai dicendo che neanche tu sai come correggere l’errore? -.

- Se non conosco la fonte è tutto inutile. -.

Suona la campanella e quando termina torno a guardare Nagato. 

- La campanella è suonata, sarà meglio andare in classe. - dico prendendo a camminare. 

- Scusa. - dice con il suo solito tono fermo. 

Quando la sento mi fermo stupito. Solo poco tempo fa non avrei mai pensato che Nagato potesse scusarsi. Ormai, come già sapevo da un po’, stava cominciando a manifestare una volontà propria e di questo non potevo che esserne felice. 

Sorrido tra me e me, poi continuo a camminare. Non penso si aspettasse che mi voltassi, penso volesse solo dirmelo anche se la colpa di quello che sta succedendo non è sua.

♥ ♥ ♥

Al termine delle lezioni dopo aver sistemato tutta la mia roba mi dirigo fuori dall'edificio. Haruhi non mi perdonerebbe mai qualche minuto in più di ritardo... 

Ho appena raggiunto il corridoio principale e sto per raggiungere il mio armadietto quando qualcuno mi viene contro. 

- Scusami! - esclama Asahina con voce flebile. 

Mi sembra passato un secolo dall’ultima volta che l'ho vista, sono felice di averla incontrata anche se sono di fretta... 

- Oh ciao Kyon, non avevo visto che eri tu. - dice sorridendomi. 

Le sorrido anch'io, ma prima che possa dire qualsiasi cosa qualcuno mi dà una pacca abbastanza forte sulla spalla. 

- Buongiorno Kyon! -.

Non faccio in tempo a girare lo sguardo per vedere chi è, ma in effetti non ce n’è bisogno, perché so già di chi si tratta. 

Tsuruya raggiunge Asahina e si piazza di fianco a lei con i pugni sui fianchi. 

- Allora? Stai andando da Haru-nya? -.

Quasi mi ero dimenticato che Tsuruya la chiama così... fa davvero strano nel contesto, trascurando il fatto che lei non dovrebbe neanche saperlo. 

Faccio inevitabilmente una faccia confusa o comunque sorpresa, perché la domanda di Tsuruya... 

- Per favore, si vede lontano un miglio che stai andando da lei, altrimenti che motivo avresti di correre? - dice con aria saccente aprendo le braccia e scuotendo la testa. 

È ovvio che abbia fretta, non vorrei si verificasse la fine del mondo per un po’ di ritardo. Ma questo la gente non lo sa... che nervi...! 

Mentre Tsuruya ha cominciato a ridacchiare da sola guardo un po’ disorientato Asahina. Chissà se lei sa cosa sta succedendo e soprattutto qual è la sua teoria al riguardo. Prima o poi dovrò parlare anche con lei. 

Asahina non mi dice niente, ma mi sorride. Che abbia capito cosa sto pensando? Dopotutto pare che io sia un libro aperto, ormai, per loro...

- Noi andiamo, salutaci Haru-nya! - conclude Tsuruya camminando via al fianco di Asahina. 

♥ ♥ ♥

Mi cambio velocemente le scarpe e corro alla mia bici. Pedalo più veloce che posso, ma stando comunque attento a non andare troppo forte. Quanto meno i semafori sono dalla mia parte, infatti mi capita solo una volta di prendere un rosso. 

Finalmente raggiungo l'Istituto Koyoen e non faccio quasi in tempo a fermarmi che trovo Haruhi davanti al cancello a braccia incrociate. Ha un'espressione eccessivamente arrabbiata... 

- Sei in ritardo! - sbotta subito. - Hai idea da quanto tempo ti sto aspettando!? -.

Cinque minuti? No, non posso dirlo, se si arrabbia un altro po’ potrebbe essere una catastrofe per il mondo... meglio limitarsi a subire passivamente. 

- Dai andiamo! - esclama lasciando totalmente perdere ciò che aveva detto poco fa. 

Prende posto sul portapacchi della bici, spero che regga il peso di Haruhi anche se in teoria dovrebbe. 

Riprendo a pedalare e vado dritto verso il liceo Kita. La maggior parte del tempo mi preoccupo del fatto che Haruhi potrebbe cadere ad una frenata o durante una curva troppo stretta. Quella stupida non si vuole proprio tenere a me, eppure ho visto come faticava a restare ancorata dopo che un sasso era capitato sotto una ruota anteriore. Forse non voleva che la gente vedendoci si facesse strane idee o forse voleva che fossi io a non farmi strane idee. Devo ammettere che una situazione del genere sarebbe il massimo ideale di un film romantico, ma decisamente non è il nostro caso. Non riuscirei mai ad immaginarmi in una situazione simile o se ci riuscissi di sicuro il mio ruolo non sarebbe quello del protagonista. 

♥ ♥ ♥

Arriviamo nel cortile del liceo. È deserto, devono essere tutti tornati a casa o nelle aule dei club a svolgere le loro attività. 

Non faccio quasi in tempo a parcheggiare la bici e fermarmi che Haruhi balza giù. 

- Bene! Siamo arrivati! - esclama entusiasta correndo verso la porta d’ingresso. 

La osservo correre, devo dire che non mi dispiace vederla così felice. 

Sorrido o almeno penso che la mia espressione ricordi qualcosa di simile. Sembra che la fine del mondo anche stavolta sia stata posticipata a data imprecisata.


Angoletto dell'autrice:
Uhm... non ci sono molte visite... beh, mi dispiace, spero che la situazione cambi T^T
Alla fine ho deciso che il titolo resterà "La Malinconia di Haruhi Suzumiya 2", forse non sarà molto accattivante, ma, era la mia idea iniziale, e, ci tengo a tenerne fede.
Comunque spero presto di sapere anche cosa ne pensate, è vero che scrivo fanfiction soprattutto perché mi diverto, ma, mi piace anche sapere cosa ne pensa chi le legge ^^
A presto!

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Capitolo 6
*** Una giornata di pioggia ***


Piove da stamattina presto. Se continua così non so se riuscirò ad andare a prendere Haruhi come al solito dopo le lezioni. 

Sono passati due giorni e ho continuato ad andare a prenderla, a scuola, e riportarla a casa dopo le attività del club. È stancante, da un lato spero di non dover continuare allungo questo traffico, dall’altro mi piace quando nonostante le difficoltà ci ritroviamo. L'aula del club non sarebbe la stessa senza Haruhi... eccerto, ha fondato lei la Brigata SOS. Cosa ne sarebbe della brigata senza il suo dio? Va beh, Haruhi ha troppe responsabilità per essere l'incosciente che è. 

Sono seduto al mio banco e guardo fuori dalla finestra. La pioggia aumenta di minuto in minuto... mi chiedo se si fermerà con il termine delle lezioni. 

- Kyon? - mi richiama la voce di Taniguchi. 

Istintivamente mi volto e... non posso credere ai miei occhi... 

- Come va? - domanda una voce amichevole

Sono semplicemente sbalordito, mi chiedo come sia possibile che Ryoko Asakura sia qui! Nagato ne sarà al corrente?! 

- Ti ricordi di Asakura, no? -.

Guardo prima lui e poi Asakura, talmente velocemente che mi viene quasi un capogiro. 

- Ovvio che si ricorda, mentre ero via ci siamo tenuti in contatto. - prende parola Asakura facendomi l'occhiolino. 

Rabbrividisco alle sue parole. Se solo penso che poteva essere una normale ragazza carina...

- Kyon, non mi avevi detto che ti sentivi con Asakura. - mi sussurra Taniguchi. - Che è? Per caso tieni il piede in due scarpe? -.

Sì Taniguchi, io e Asakura siamo così in confidenza che ha quasi provato ad uccidermi, due volte. Tanto con la materia grigia che ti ritrovi anche se te lo dicessi penseresti che è uno scherzo. Tanto vale risparmiare il fiato. 

- Ho sentito che Suzumiya si è spostata in un’altra scuola, mi dispiace molto, speravo potessimo diventare buone amiche. - dice con aria innocente. 

Odio quando fa così... lo so che non è altro che un androide e che in quanto tale segue i principi secondo cui è stata programmata, ma ciò non toglie che sia irritante. 

- Questo posto è libero, vero? - chiede retorica avvicinandosi al banco di Haruhi per poi sedersi. 

In un primo momento sarei stato tentato di alzarmi e ripetere la scenata del 18 dicembre dell’anno scorso, ma poi fortunatamente torno in me. 

Il mondo non è cambiato. Almeno non nel modo radicale di allora. A quanto ho capito dalle spiegazioni di Nagato si è verificato un errore di cui non si sa né la causa né la provenienza. 

- Voi eravate sempre vicini, vero? - mi sorride ancora Asakura. 

La guardo visibilmente turbato. Quando Asakura ha tentato di uccidermi, la prima volta, mi aveva detto chiaramente di voler vedere la reazione di Haruhi. Deduco quindi che secondo lei Haruhi ci tiene a me e forse non ha tutti i torti. Insomma, se ad un membro della Brigata SOS dovesse succedere qualcosa sarebbe inevitabile una reazione da parte di Haruhi. Siccome io sono l'unico umano è quasi normale che tutti i nemici se la prendano con me, no? 

♥ ♥ ♥

L'ora passa in fretta, così come le successive e in poco tempo la giornata scolastica volge al termine. Senza pensarci raggiungo il corridoio principale. Vedo che fuori sta continuando a piovere. Non c'è nessuno a parte me, immagino che tutti si siano recati alle loro aule dei club. 

Continuo a guardare la pioggia che aumenta a vista d'occhio. Oggi ho anche dimenticato l'ombrello... 

All'improvviso mi appare davanti proprio l'oggetto a cui stavo pensando ed inevitabilmente faccio un’espressione stupita. 

- Tieni. - mi dice cortesemente una voce lasciandomi in mano l'ombrello. 

Lo prendo e quando lo sposto mi ritrovo Asahina sorridente. La visione è semplicemente paradisiaca... quando la vedo riesco a dimenticare in un istante tutti i miei problemi. 

- Stai andando da Suzumiya non è così? - mi chiede sempre abbastanza allegra. 

Trovo un po’ strano il suo comportamento, ma bisogna ammettere che è davvero carina quando fa così. 

- Per caso anche tu devi dirmi qualcosa a proposito di quello che sta succedendo? -.

- Sì. - fa cenno con la testa e assumendo un tono più serio. - Ti spiegherò tutto in un altro momento. -.

Il suo sguardo serio ed enigmatico la fa sembrare quasi un’eroina di altri tempi. Beh, in effetti questo per metà è vero. 

- Ora però devi andare! - dice spingendomi all'uscita. 

Rimango ancora più sorpreso. È veramente strano questo suo comportamento... mi domando se di qui a poco non si verificherà un fatto soprannaturale. 

- Sicura che posso prenderlo? - chiedo riferendomi all'ombrello mentre faccio resistenza sulla soglia. 

- Sicura. - risponde Asahina facendo di sì con la testa convinta. - È così che deve andare. -.

♥ ♥ ♥

- Sicura, è così che deve andare. -.

Mentre mi incammino verso l'Istituto Koyoen le ultime parole di Asahina continuano a rimbombarmi in testa. La sua frase mi fa pensare sempre di più che debba succedere qualcosa di importante, anche se ad essere sincero non so proprio cosa. Cosa potrebbe succedere di insolito in una banale giornata di pioggia? C’entra Haruhi? Neanche da chiederlo, è ovvio che c'entra Haruhi. 

Senza accorgermene raggiungo l'istituto Koyoen, la nuova scuola di Haruhi. Prima di entrare mi fermo a guardarla fuori dal cancello. Spero solo che Haruhi non mi faccia una scenata solo perché sono un po’ più in ritardo rispetto al solito.

Dopo una manciata di secondi decido finalmente di entrare. Mi fermo a guardare l'ingresso e noto che escono ancora parecchie persone. Di Haruhi neanche l'ombra... aspetto ancora, magari l’hanno trattenuta. 

Di teorie ne formulo tante mentre aspetto, ma proprio quando meno me lo aspetto mi si avvicina una ragazza riparata da un ombrello bianco. Ha dei fogli in mano e indossa l'uniforme della scuola. Deve essere di sicuro una studentessa. 

- Tu sei il ragazzo di Suzumiya? - mi chiede. 

Alla domanda rimango spiazzato, perché un’estranea dovrebbe chiedermi una cosa del genere? Forse mi ha visto venire a prendere Haruhi negli ultimi giorni... allora lei deve essere una sua compagna di classe. 

- Suzumiya oggi non è venuta, se passi da lei puoi consegnarle questi? - mi dice mettendomi in mano i fogli. - Sono gli appunti di oggi. -.

Guardo il plico di fogli graffettati e ben curati. Se questa ragazza si è presa tanto disturbo devono essere diventate proprio amiche. Non credevo che Haruhi fosse in grado di stringere amicizia con qualcuno. 

- Certo, ci penso io. - rialzo gli occhi su di lei. 

La ragazza accenna un sorriso e un inchino per poi correre via subito dopo. 

Per un po’ guardo la direzione che ha preso, poi torno a guardare i fogli. Era questo che Asahina voleva che accadesse?


Angoletto dell'autrice:
Ciao!
Io continuo ad aggiornare, tanto lo so che prima o poi le visite arriveranno. Da una parte è meglio pubblicare una serie di capitoli prima che altri si soffermano a leggere.
Purtroppo in questo periodo ho molto da fare *sigh* è vero che ho praticamente finito l'intera storia, ma se avessi più tempo potrei curare meglio i dettagli...
Va bene, alla prossima! ^^

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Capitolo 7
*** La sua malattia ***


- È così che deve andare. -.

Nella mia mente lo sguardo sorridente di Asahina non riesce a smettere di tormentarmi. Intendevi che sapevi che sarebbe successo quello che è appena successo? 

Beh, comunque non ha molta importanza. Nell'ultimo anno ho imparato che i fatti soprannaturali mi assalgono quando meno me lo aspetto. Devo solo continuare ad agire come credo. 

Indovino? Ora devo andare a casa di Haruhi. Chissà perché stamattina non è venuta a scuola... sono convinto che i suoi genitori saranno sorpresi di vedermi, ma non importa. Non possiamo opporci all'evolversi naturale degli eventi, no? 

Senza rendermene conto non ho fatto in tempo a pensare a tutto ciò che mi ritrovo davanti alla casa di Haruhi. Esito un po’ prima di suonare, cosa potrei dire una volta che mi verranno ad aprire? Nell'indecisione sto quasi per andarmene, ma prima che possa muovere un passo una ragazza apre la porta. È molto simile ad Haruhi, ma è troppo giovane per essere la madre. Haruhi ha quindi una sorella maggiore? Non me lo sarei mai aspettato... a giudicare dall'aspetto sarà una studentessa universitaria del primo o secondo anno. Ha in mano un sacco della spazzatura, credo la stesse portando fuori. 

Da subito mi guarda stupita, ma poi mi sorride come se sapesse chi sono. Ha i capelli raccolti in un'altissima coda di cavallo e sono abbastanza lunghi perché si possa apprezzare l'acconciatura. 

♥ ♥ ♥

Mi ha fatto entrare e mi ha preparato il the come se fossi un vecchio amico di famiglia. Mi sento un po’ a disagio a dirla tutta. 

- Tu sei Kyon del liceo Kita? Haruhi mi ha parlato molto di te. - dice mentre è indaffarata ad asciugare dei piatti. 

Io sono seduto al tavolino con la tazza di the bollente posta davanti a me. Non posso credere di essere davvero finito in una situazione del genere, questa davvero mi mancava...

- Scusami, non mi sono ancora presentata, io sono Haruka Suzumiya,  la cugina di Haruhi. - si presenta tendendomi la mano. 

La stringo accennando un sorriso, non è neanche il caso che dica il mio vero nome a questo punto. 

Certo che a pensarci bene Haruhi e Haruka sono due nomi molto simili... sarà una coincidenza o è proprio voluto? 

- Immagino tu sia venuto per Haruhi. - dice. - Purtroppo oggi non si è sentita molto bene, sta ancora dormendo da stamattina. - spiega con un velo di tristezza. 

Comincio a bere il the ancora bollente e mi affretto a finirlo. 

- Non voglio disturbare, ero venuto solo a consegnare gli appunti della lezione ad Haruhi. -.

Haruka sembra farsi pensierosa, ma ad un certo punto riprende a guardarmi con entusiasmo. 

- Perché non vai a portarglieli nella sua stanza? Sono sicura che le farebbe piacere vederti. - sorride. 

La guardo un po' stupito, io, invece, non ne sono così sicuro. Haruhi potrebbe uccidermi anche con 40 di febbre per aver invaso la sua privacy…

♥ ♥ ♥

Mi fermo davanti alla camera di Haruhi, ma esito ad entrare. Busso, leggermente, sperando in una risposta che non arriva. Apro, quindi, la porta ed entro cercando di fare meno rumore possibile. 

La camera di Haruhi è cambiata un po’ da come la ricordavo. Bianca e gialla, deve averla pitturata durante la Golden Week. 

Non trascorre molto tempo prima che il mio sguardo sia attirato dal letto e di conseguenza da Haruhi. Sta ancora dormendo, incredibile. Trasmette una tale calma... e dir che quando è sveglia ne combina di cotte e di crude. 

Sorrido. Vederla così mi ha intenerito lo ammetto. 

Mi siedo sulla sedia di fianco al suo letto e continuo a guardarla mentre dorme. Mi sento un po’ stupido perché non riesco a levarmi questo sorrisimo dalla faccia... mi chiedo se abbia ancora la febbre... forse sarebbe bene accertarsene. Allungo una mano per sentirle la fronte, ma proprio in quel momento sento un mugolato. 

Haruhi apre lentamente gli occhi e se li strofina. 

- Kyon!? - esclama agitata alzando il busto. - C-che cavolo ci fai qui?! -.

- Sono venuto a trovarti. -.

La mia affermazione, diretta come una freccia, sembra averla messa in difficoltà. 

- Non hai pensato che ti potrei contagiare?! Io sono malata, non puoi venire qui come se niente fosse! Sono contagiosa non ci hai pensato!? - dice tutto d’un fiato incrociando le braccia. 

Quando Haruhi fa così è, chiaramente, nervosa. 

Aspetto che si calmi, anche se resta sempre rossa in faccia. Forse è a causa della febbre o forse è solo arrabbiata...  potrebbe anche essere tutte e due le cose insieme. 

- Una ragazza della tua scuola quando mi ha visto mi ha chiesto di portarti gli appunti della giornata. - le spiego indicando la scrivania. 

Vedo Haruhi farsi pensierosa e disperdere lo sguardo nel vuoto. Si porta un dito vicino al viso. 

- Kazumi si è presa davvero tanto disturbo? - domanda sempre con lo sguardo perso e allo stesso tempo attento. 

- Kazumi è una tua compagna di classe, giusto? - le chiedo con molta leggerezza. 

- Sì, è gentile con me dal primo giorno che sono arrivata nella loro scuola. - risponde facendo di sì con la testa. - Anche se non riesco a capire perché... - aggiunge perdendosi di nuovo a guardare un punto impreciso. 

A sentirla mi viene da sorridere. Probabilmente non lo capisce perché non ci è abituata, ma quella ragazza vuole chiaramente fare amicizia. Capisco come si sente, non è così strano che Haruhi conoscendosi non capisca come una ragazza normalissima possa interessarsi a lei. Haruhi è chiara sul tipo di persone con cui vuole circondarsi: alieni, viaggiatori del tempo, esper, persone provenienti da altre dimensioni... l'unico essere umano che finora ha dimostrato interesse verso di lei sono proprio io, che anche questa ragazza voglia avvicinarla è una novità. 

- Cos'hai da ridere?! - si arrabbia all’istante. 

- Niente. - dico cercando di tornare serio. 

- Se hai qualcosa da dire dillo e basta. - sbuffa incrociando le braccia. - Non c’è bisogno di fare tutta questa scena, sempre che tu lo faccia per attirare l'attenzione. - continua imbronciata. 

Sembra quasi delusa... o è solo arrabbiata? Non la capisco bene quando fa così, però un po’ mi fa sentire in colpa. 

- Penso solo che questa Kazumi voglia fare amicizia con te. -.

- Con me? - sgrana gli occhi sorpresa sciogliendo le braccia. - Quindi ci sono persone che ci tengono a stringere amicizia con i nuovi arrivati... - riflette tornando a fissare un punto impreciso. 

Istintivamente vedendola così sorpresa penso ad una bambina la notte di Natale. Una bambina molto piccola che si stupisce nel sentire i suoi che le dicono di aspettare Babbo Natale in camera sua. Fa proprio tenerezza quando fa così. 

Mi alzo e vedo Haruhi alzare lo sguardo su di me confusa. 

- Perché no? Dopotutto una studentessa appena trasferita è un fatto insolito. - dico non potendo fare a meno di sorridere. 

Sorprendentemente lei ricambia il sorriso. Haruhi non è solita sorridere, ma quando lo fa è... lasciamo stare. Piuttosto oggi ho fatto giornata, prima mi sorride Asahina poi Haruhi. Mi ci potrei anche abituare.


Angoletto dell'autrice:
Ancora poche visite...
Oh, va beh, arriveranno, arriveranno, lo so u.u
Spero che siano chiari anche i riferimenti all'opera originale, mi piaceva l'idea di farli ^^

Beh, a presto!

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Capitolo 8
*** Quale sarà il motivo? ***


Oggi non piove, ma è un po’ nuvoloso. 

Sono passati tre giorni dalla mia visita a casa di Haruhi. Alla fine me ne sono andato subito dopo averle detto che è normale che una ragazza voglia fare amicizia con una studentessa appena trasferita. Non so quanto questo sia vero, ma dopotutto anche lei si è sempre dimostrata entusiasta per un trasferimento di uno studente durante l’anno scolastico. 

Prima di andarmene comunque ho salutato sia lei che sua cugina. Le ho detto di riguardarsi e di non strafare come al solito. Lei a sbuffato, ma alla fine ha detto che lo farà. In quanto ad Haruka l’ho vista parecchio felice della mia visita. Mi ha addirittura detto di tornare qualche volta. Possibile che Haruhi le abbia parlato bene di me? Pensavo che Haruka lo avesse detto solo per gentilezza... allora cosa mi nascondi Haruhi? Non mi consideri solo un buono a nulla? 

- Buongiorno Kyon. - mi saluta Asakura appoggiando la sua roba sul suo banco dietro al mio. 

Guardo Asakura senza voltarmi e vedo che si siede. 

- Che faccia... è successo qualcosa? -.

Da quando Asakura è tornata nella nostra scuola mi si è acceso come un campanello d’allarme... voglio dire, ci sarà un motivo se è tornata. Dati i precedenti ho capito che devo fare molta attenzione, Nagato non sarà qui sempre a proteggermi, senza contare che potrebbe accadere qualcosa simile al 18 dicembre dell'anno scorso. Nagato lo esclude, ma se nemmeno lei fosse in grado di capire cosa sta succedendo al mondo? Non ho capito totalmente quando mi ha esposto la sua teoria. L'unica cosa che ho capito è che il mondo è afflitto da un errore dovuto ad una causa ignota. Mi chiedo se Nagato sappia che Asakura è qui e se lo sa mi chiedo se sappia se lei ha qualche legame con tutto questo. 

- Ho l'impressione ti manchi qualcuno. - dice ancora Asakura. - Suzumiya come sta? -.

- Non c'è bisogno che fingi con me. - le dico, solo, irritato. 

- Che cattivo. - commenta Asakura tra il mortificato e il triste. - Non devi prendertela se Suzumiya non è più nella nostra scuola, sono certa che continuerete a vedervi. - aggiunge stavolta sorridendo. 

Non le rispondo. Probabilmente sa già che continuiamo a vederci dopo le lezioni, che la vado a prendere tutti i giorni per portarla all’aula del club.

♥ ♥ ♥

Nella pausa pranzo sono sceso in cortile. Potrei dirvi che volevo solo prendere una boccata d’aria, ma la verità è che pare che una certa viaggiatrice del tempo volesse parlarmi. 

Vedo Asahina seduta su una panchina guardarsi intorno, così decido di avvicinarmi. 

- Mi cercavi? - chiedo retorico mentre mi avvicino. 

- S-si. - risponde presa alla sprovvista. 

Mentre mi avvicino le rivolgo un mezzo sorriso per rassicurarla. Mi dispiace di non essere stato presente quando prima mi ha cercato in classe.  Mi ha riferito Kunikida che Asahina mi stava aspettando nel cortile della scuola. 

Sono sicuro che mi vorrà parlare di quello che sta succedendo, della sua teoria al riguardo. Sarà molto diversa da quella di Nagato? Devo anche sentire la versione di Koizumi... per poi non parlare del fatto che mi deve anche parlare di quello che si sono detti alla riunione della Organizzazione! Mi stupisce non mi abbia ancora cercato. 

Mi siedo accanto ad Asahina sulla panchina e aspetto che cominci a parlare. Mi sembra in difficoltà, spero trovi le parole per dirmi tutto. 

- Ecco... - comincia incerta. - Credo che Nagato ti abbia già parlato... -.

Mi sembra molto nervosa, devo cercare di aiutarla o non ci capiremo mai. 

- Va tutto bene Asahina, so di cosa mi vuoi parlare. - dico. 

- Meno male. - si lascia scappare dopo aver tirato un sospiro di sollievo. - Però devi sapere che io la penso un po’ diversamente. - continua facendo diventare il tono più serio. 

- In che senso diversamente? -.

- Come dire... - emette portandosi un dito alla fronte. - Diciamo pure che quello che per Nagato rappresenta un errore per noi è la giusta linea temporale. -.

Non nascondo la mia confusione, come fa un errore ad essere la giusta linea temporale? 

- L’errore di cui parla Nagato per noi non è altro che la normalità. - spiega Asahina. - Noi crediamo che questo non possa danneggiare in alcun modo il futuro. -.

La sua spiegazione è concisa e precisa,  tuttavia c'è ancora qualcosa che non mi è chiaro. 

- Scusa, ma allora perché Nagato non riesce a rilevare la causa? - chiedo. - Se è come dici perché Nagato avverte tutto questo come una minaccia? -.

Asahina mi guarda disorientata, a volte mi dimentico con chi ho a che fare. Lei ne sa ben poco rispetto ad Asahina adulta, lo so già. Devo aspettare, però, che sia lei a venirmi a cercare, per il momento non posso che pormi domande a cui non riesco a trovare risposta. 

- È un’informazione riservata... - mi dice mortificata. 

Non insisto, anche perché ho già capito che non lo sa. Aspetterò di parlare con Koizumi o con Asahina adulta. Per ora non posso fare altro. 

- Grazie di avermi detto ciò che sapevi. - la ringrazio alzandomi. 

- Figurati. - mi dice sempre mortificata. 

Mentre mi allontano riordino le idee, almeno ho capito che per Asahina questa situazione non ha nulla di strano. È già qualcosa anche se la sua teoria si contrappone quasi totalmente a quella di Nagato. Se devo scegliere a chi credere tra Nagato e Asahina sarei tentato di scegliere Nagato. Comunque qui non si tratta di credere a qualcuno piuttosto che ad un altro e poi devo ancora sentire la teoria di Koizumi. 

Mentre continuo a camminare senza che me ne accorga vedo una sagoma davanti al cancello della scuola. A causa della lontananza non riesco a distinguerla bene, così decido di avvicinarmi un po'. 

Riconosco, subito, l’inconfondibile, uniforme dell'istituto Koyoen... accidenti, ma quella è Haruhi! Che cosa ci fa qui quella stupida!? Se la beccano i suoi insegnanti...! O il preside… o peggio ancora i suoi genitori! Devo dirle di andarsene, ma che ci fa qui!? Si è bevuta il cervello!?! 

- Haruhi!? - la chiamo ad alta voce per attinare la sua attenzione. 

La sagoma comincia a muoversi e in poco tempo sparisce dalla mia vista. Decido di correrle dietro per raggiungerla. Perché ora corre così? Cosa sarà successo!? Inizio quasi a preoccuparmi. Haruhi non può essere venuta qui senza un motivo, lei non è così. Ci credo che potrebbe essere il più futile dei motivi, ma un motivo deve esserci per forza.


Angoletto dell'autrice:
Certo che questo capitolo finisce proprio lasciandovi sulle spine.
Comunque ho notato che ci sono alcune visite all'ultimo capitolo che ho pubblicato questo pomeriggio... eheh, leggete con ordine, vi garantisco che ne vale la pena ^^
Spero che prima o poi qualcuno mi dirà anche cosa ne pensa.
Ok, alla prossima!!

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Capitolo 9
*** Causa effetto ***


- Aspetta Haruhi! -.

Ho corso a perdifiato per un tempo e una distanza che mi sembravano infiniti. Proprio quando stavo per mollare mi sono accorto di aver ormai raggiunto Haruhi. Così mi sono detto: forza Kyon, un ultimo sforzo! Ho allungato la mano per afferrare la sua, ma quando l'ho afferrata mi sono subito accorto di una cosa. Sapevo bene che effetto mi avrebbe fatto quel contatto con lei. Non potevo crederci, non avrei mai potuto sbagliarmi su una cosa simile...

- Scusami, ti ho scambiata per un'altra. - dico un po’ in imbarazzo. 

La ragazza che ho rincorso è, ora, di fronte a me. Ha un'espressione smarrita e stupita, mi ricorda Asahina quando ci siamo incontrati la prima volta. 

La ragazza di fronte a me è veramente molto simile ad Haruhi. Non c'è da stupirsi molto se l'ho scambiata per lei. I capelli sono dello stesso colore e della stessa lunghezza... ha perfino la stessa bandana che fa da cerchietto! 

- Suzumiya, giusto? - chiede lei quasi retorica. 

Ad essere sincero la cosa non mi stupisce. Se Haruhi è ancora la stessa che tutti gli studenti del Koyoen la conoscano già non è per niente strano. Mi stupirebbe più il contrario... comunque questa ragazza deve essere proprio una fan di Haruhi per copiare così spudoratamente il suo stile. Chissà se le ha mai parlato, forse potrebbero diventare amiche. Anche se non so quanto Haruhi potrebbe apprezzare chi copia così il suo stile... 

- Sono Kazumi Mitsuko, ci siamo incontrati tre giorni fa davanti all'Istituto Koyoen. - si presenta tendendomi la mano. 

Questa notizia, sì, invece che mi stupisce! Quando ci siamo incontrati aveva le trecce e i capelli erano molto più lunghi. È incredibile che in soli tre giorni abbia stravolto così tanto il suo stile. Di solito le ragazze sono molto affezionate ai loro capelli, soprattutto se sono lunghi. 

- Quindi tu sei Kazumi? - chiedo retorico sorridendo. - Haruhi ti ringrazia per gli appunti. -.

Vedo Kazumi arrossire un po', forse è un po' timida... o forse è perché l'ho chiamata per nome... che scemo, non dovrei prendermi troppe confidenze. 

- Ora è meglio che vada! - mi saluta con il braccio in alto indietreggiando. 

Ricambio il saluto finché non la vedo voltarsi ed allontanarsi. Riabbasso il braccio e guardo per un po' la direzione che ha preso. In effetti sento una specie di malinconia... per un'attimo avevo pensato che Haruhi fosse venuta al Liceo Kita per incontrarmi... devo essere realista. Cosa vado a pensare? E poi non sarei per niente contento di sapere che è scappata da scuola. Sarebbe un disastro se la scoprissero, il mondo rischierebbe davvero di sparire. 

Decido di tornare dentro. Mi accorgo subito che per i corridoi non c'è nessuno. La campanella sarà suonata come minimo da una decina di minuti, il professore mi farà di sicuro una bella ramanzina quando mi vedrà. 

Mi chiedo se Kazumi ce l'abbia fatta a tornare in tempo alla sua scuola, ma ne dubito. 

Comincio ad andare verso la mia aula, ma non riesco ad entrare. Sono preso da un momento di vigliaccheria all'idea di ciò che potrebbe succedere una volta dentro. Rimango davanti e osservo la porta senza avere il coraggio di fare niente. Finalmente prendo coraggio e la apro, ma con grande sorpresa non trovo né i miei compagni né il professore... che sta succedendo? Sono andati tutti ad una gita scolastica improvvisata? 

- Non preoccuparti, c'è un motivo se nella tua classe non c'è nessuno. - mi dice una voce che conosco decisamente troppo bene. 

Mi volto subito, è già strano che sia sbucato alle mie spalle, ma quello che ha detto non riesco a capirlo. 

- Che significa? - chiedo già agitato. 

- Credo che sia ora di parlare. - dice con il suo perenne sorrisino irritante stampato in faccia. - La riunione della Organizzazione di qualche giorno fa non era programmata. -. 

- Quindi era una riunione straordinaria? - chiedo sorpreso. 

- Esatto, vedo che capisci subito. - ridacchia compiaciuto. - Veniamo alla questione, durante la riunione è emerso che i fatti avvenuti nell'ultimo periodo hanno creato parecchi problemi e in alcuni casi rallentato processi che avevano la necessità di essere completati in tempi prestabiliti. -.

Lo seguo per metà, quando comincia a parlare così capisco che è il momento di accendere veramente il cervello. Per uno che fa fatica a prendere la sufficienza nelle verifiche capire certi discorsi è già una vittoria. Che poi sfido gli altri a prendere il mio posto e subire giornalmente tutti i fatti soprannaturali a cui sono esposto. 

- Quello che stai dicendo è simile a ciò che ha detto Nagato. -.

- Non è proprio così, sai? - mi fa notare in modo assolutamente irritante. - In realtà secondo Nagato il mondo è esposto ad un errore di causa ignota, invece noi crediamo che sia l'effetto ad essere ignoto. -.

Quello che ha detto a primo impatto non mi convince... anzi, se proprio devo essere sincero non ho capito del tutto. 

- Provo a farti un esempio, immagina di aver sbagliato un calcolo in un’espressione di matematica, molto probabilmente il risultato che uscirà sarà sbagliato e dovrai tornare indietro per trovare l'errore, ovvero la causa che l'ha scatenato. -.

Il suo esempio mi confonde quasi di più, ma apprezzo lo sforzo e cerco comunque di capire. 

- La differenza tra la nostra e la teoria di Nagato è che noi siamo interessati a  capire che effetto produrrà l'errore, che nel nostro caso dell'espressione sarebbe il risultato, per correggerlo, mentre Nagato vuole trovare la causa per correggere l'errore all'origine, ovvero l'errore di calcolo vero e proprio. -.

Le parole di Koizumi mi producono un forte mal di testa, ma forse ora inizio a capire. Nessuna delle teorie che ho sentito negli ultimi giorni coincide. Non sono neanche simili, speravo che almeno quella di Nagato e quella di Koizumi lo fossero, ma a questo punto devo accettare la realtà. Quale sarà quella vera? Nessuno ha idea di cosa sta succedendo, in più Koizumi non mi ha ancora detto dove sono finiti i miei compagni di classe. Questa storia diventa sempre più complicata. Haruhi, hai desiderato tutto questo o sei anche tu vittima degli eventi? Ho troppe domande da fare senza sapere a chi farle per poter ricevere una risposta.

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Capitolo 10
*** Solo… buonanotte ***


Nagato dice: - Tutto ha origine da un'altra entità che proteggendo tutti i dati in suo possesso riesce ad agire nell'ombra senza farsi scoprire. -.

Asahina dice: - Noi crediamo che questo non possa danneggiare in alcun modo il futuro. -.

Koizumi dice: - I fatti avvenuti nell'ultimo periodo hanno creato parecchi problemi e in alcuni casi rallentato processi che avevano la necessità di essere completati in tempi prestabiliti. -.

Queste tre teorie mi hanno scombussolato tanto che non riesco a dormire. Ripenso a ciò che è successo solo poche ore prima del mio ritorno a casa. Koizumi mi ha proprio intontito a furia di parlare, poteva dirmi senza troppi giri di parole che ci trovavamo in uno spazio chiuso. Chissà perché l'ha creato... forse io non c'entro, magari Haruhi ha preso un brutto voto ed è caduta in una momentanea depressione. No, in effetti non ci credo che abbia potuto prendere un brutto voto. Stiamo parlando di Haruhi, un genio su tutta la linea, una delle migliori studentesse che finisce le verifiche in mezz'ora e tutto il resto del tempo lo passa dormendo... 

Sarà colpa mia come al solito anche se non so cos'ho fatto, ma questa non è una novità. 

Sono quasi le dieci di sera e mi sono già coricato da mezz'ora. Ho bisogno di dormire anche se non ci riesco proprio, non faccio apposta, il mio cervello non si vuole proprio spegnere.

Se almeno lo spazio chiuso si fosse creato dopo le lezioni avrei potuto capire, ma perché durante le lezioni? 

Il mio cellulare squilla dal comodino, mi chiedo chi possa chiamarmi a quest'ora. Lo prendo restando sdraiato e guardo chi è prima di rispondere. È un numero che il mio cellulare non riconosce, mi chiedo chi possa essere. 

- Pronto? -.

- Ciao sono Kazumi! -.

Dalla sorpresa mi tiro su a sedere. Come fa a conoscere il mio numero? Glielo avrà dato Haruhi? 

- Ciao Kazumi. - saluto a mia volta. 

Mi sento un po' a disagio... voglio dire, non è che ci conosciamo molto bene. La sua chiamata mi stupisce, cosa vorrà? 

- Ti ho chiamato così puoi memorizzare il mio numero. - mi dice. 

Non so cosa risponderle. Ero convinto fosse una ragazza un po' timida, ma dopo stasera mi devo ricredere. 

- Allora a presto! - conclude rimettendo giù. 

Guardo il tempo che è passato dall'inizio alla fine della chiamata. 00:00:08:11... Ho potuto trarre le mie conclusioni e devo dire che sì, mi ero sbagliato. Kazumi non è assolutamente timida e io dovrei cominciare a chiamarla per cognome prima che si prenda troppe confidenze. Le ragazze si comportano in modo strano quando le chiami per nome. 

Non faccio neanche in tempo a risdraiarmi che il mio cellulare squilla un'altra volta. Leggo dallo schermo il nome di Haruhi e subito mi viene il panico. Sta per succedere qualcosa di grosso me lo sento. Alla fine tra lo spazio chiuso e le spiegazioni di Koizumi non sono andato a prenderla per portarla al club. Mi aspetta una strigliata sicuramente, ma se non rispondo sarà anche peggio. 

- Ciao Haruhi. - la saluto già socchiudendo gli occhi per prepararmi alla strigliata che mi aspetta. 

- Ciao Kyon, va tutto bene? - mi chiede stranamente tranquilla. - Oggi non ti ho visto dopo le lezioni, è successo qualcosa? -.

Le sue domande tranquille mi stupiscono molto. Forse anzi che dirmi subito che sono un idiota ha intenzione di far leva sui miei sensi di colpa? Comunque è veramente strano questo suo modo di fare. 

- C'è stato un imprevisto al Liceo Kita, un nostro compagno di classe è stato morso da un cane randagio che è entrato nell'edificio. -.

Palesemente è una bugia, ma il mio tono è così credibile che potrebbe anche crederci. 

- Un cane randagio? Il personale della scuola dovrebbe fare più attenzione! - commenta un po’ arrabbiata e preoccupata. - Ora come sta? -.

- Ora sta bene, i suoi gli hanno fatto fare un controllo, ma sembra che non sia niente di grave. - rispondo mentendo anche stavolta. 

- Intendevo il cane. - precisa annoiata. 

Sgrano un po’ gli occhi. Davvero si aspettava sapessi che si riferiva al cane? Chiunque il una situazione del genere si interesserebbe allo stato di salute della vittima. 

- Non pensare di dare la colpa a quel povero cane! Non avrebbe attaccato se non si fosse sentito il pericolo! - esclama. 

Ora si che la riconosco... devo ammettere che mi tranquillizza sapere che è ancora così energetica, anche se questo significa sottoporre le mie orecchie ad un'enorme tortura. 

- Piuttosto... - lascia in sospeso la frase per un po'. - Ti ha chiamato Kazumi? -.

La sua esitazione nel chiedermelo mi fa pensare. Allora è stata davvero lei a darle il mio numero. 

- Sì. - rispondo. - Mi ha chiamato poco fa. -.

Aspetto che risponda, ma i secondi passano e comincio a sentirmi un po’ sotto pressione. 

- Capisco... - mormora con un tono che mi sembra triste. - Mi ha chiesto il tuo numero nel caso si verifichino situazioni simili a quella di tre giorni fa, mi raccomando memorizzalo. -.

Nel sentire con che tono mi dice tutto questo mi viene la tentazione di correre a casa sua e abbracciarla. Sembra proprio abbia bisogno di conforto... perché è così triste? Vorrei chiederglielo, ma non saprei come... 

- Allora buonanotte... - mi dice ancora con quel tono malinconico che comincio ad odiare. 

- Buonanotte. - le dico io nella speranza di confortarla. 

Haruhi riattacca subito dopo, così lentamente mi stacco il cellulare dall'orecchio 00:01:50:54... questa chiamata è durata di più, ma al contrario della prima provo una certa nostalgia. Per forza, Haruhi mi sembra di conoscerla da una vita invece Kazumi so a malapena chi è... c'è qualcosa che non mi convince in Kazumi e perché Haruhi mi sembrava così triste? Cosa sta succedendo tra quelle due? Sono amiche o...? Forse è un po' troppo tardi per pensare a certe cose. 

Rimetto il cellulare sul comodino e mi sdraio. Non ho controllato l'ora, ma devono essere poco più delle dieci e mezza. Spero di riuscire ad addormentarmi, domani sarà un'altra giornata intensa. Me lo sento e chissà se dovrò ascoltare di nuovo una delle strane teorie di Koizumi. La cosa certa è che dovrò cominciare a costruirmi un'idea mia su questa storia.

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Capitolo 11
*** Fiabe per bambini ***


Flashback

- Quindi siamo bloccati in uno spazio chiuso? - chiedo ansioso di ricevere una risposta. 

Koizumi mi ha detto che Haruhi ha creato uno spazio chiuso. Però non posso credere di essere rimasto intrappolato in esso. Nessun altro è qui a parte noi due. Uno solo di noi ha deciso di entrare e di sicuro non sono io. 

- Esatto, purtroppo temo che te ne dovrai stare qui buono ad aspettare. - dice. 

- Perché sono intrappolato in questo spazio? -.

Koizumi esita prima di rispondermi. Immagino stia organizzando una risposta convincente. 

- Non ne sono certo, potrebbe essere un tentativo inconscio di Suzumiya di proteggerti da qualcosa. -.

Proteggermi? Certo che Haruhi non sa proprio il significato della parola proteggere. Sono più in pericolo qui con lo Uomo Divino in circolazione che là fuori nel mondo crudele e spietato. 

...

- Kyon, si può sapere dov’eri finito? - mi chiede Kunikida. 

Fortunatamente una volta che Koizumi e gli altri della Organizzazione hanno sconfitto lo Uomo Divino siamo tornati immediatamente nel nostro mondo. 

Sono seduto al mio banco e sto parlando con Kunikida. Pare che il nostro professore oggi manchi, per questo me la sono cavata senza alcun richiamo. 

- Ehi Kyon! Pensi di poter saltare le ore e andare in giro a spassartela!? - mi chiede ridacchiando Taniguchi. 

- Non lo penso. - dico solo abbastanza a disagio. 

Se solo loro sapessero che cosa passo ogni giorno non mi tratterebbero così. 

Asakura è seduta nel banco dietro al mio e guarda la scena con un sorriso... è così irritante.

Fine flashback

A causa di tutti i miei pensieri, la scorsa notte non sono riuscito a chiudere occhio. Continuavo a pensare a Koizumi, a Nagato, ad Asahina, ad Asakura, a Kazumi, a Haruhi... in particolare ad Haruhi. Perché era così triste? Che cosa c'è che non mi ha detto? Ho così voglia di scoprirlo... non posso vivere con questo dubbio. 

- Terra chiama Kyon! - mi richiama Asakura sorridendo e muovendo la mano. - Che hai? Ultimamente sei strano. - domanda guardandomi ansiosa. 

Sospiro, perché Asakura non la smette mai di tormentarmi? Penso che non sarebbe male se cambiasse di posto. 

- Senti Asakura. - comincio a dirle. - Non ha senso prenderci in giro, dimmi perché sei qui. -.

- Davvero non lo hai capito? - mi chiede leggermente divertita. 

È proprio irritante anche se immaginavo non mi avrebbe risposto. Però penso sempre di più che lei c’entri qualcosa con tutta questa storia. Voglio dire, è una bella coincidenza che proprio lei prenda il posto di Haruhi. Poi io conosco anche la vera identità di Asakura quindi non mi lascio ingannare, dovrebbe saperlo. 

- Ehi Kyon, hai visite! - mi avverte Taniguchi indicandomi la porta. 

Ha un'espressione che fa quasi impressione e tutto perché è venuta a parlarmi Nagato... ma quanti anni ha? 

Mi alzo e prima di andare alla porta dò una pacca compassionevole sulle spalle a Taniguchi. 

- Ciao Nagato. -.

Lei mi fa un piccolo cenno con la testa e comincia ad andare. La seguo cercando di stare al suo passo. 

♥ ♥ ♥

Le ho chiesto come posso incontrare Asahina adulta e lei mi ha detto di saperlo. Ora la devo solo seguire e sento che tutto andrà bene. Ormai sono ad un passo dallo scoprire la verità su questa storia. Asahina adulta dovrebbe sapere cosa sta succedendo. Che me lo voglia dire o meno è un'altra questione. Non sono sicuro che non se ne uscirà con la sua classica frase: è un'informazione riservata

Ci fermiamo davanti alla porta del club e Nagato apre la porta. 

Dentro all'aula scorgo Koizumi e Asahina adulta. Sembrano in riunione, ma quando Asahina adulta mi vede si alza e viene verso di me. 

- Sei arrivato! - esclama entusiasta. 

- Ciao Asahina. -.

- Come va? - saluta, sorridendo come sempre, Koizumi dal suo posto. 

- Non possiamo perdere tempo, ci sono tante cose da dire e poco tempo! - mi dice Asahina seria attirando di nuovo la mia attenzione. - Kyon, ricordi la prima volta che sei rimasto intrappolato nello spazio chiuso con Suzumiya? -.

- Certo, come dimenticarlo... - emetto senza pensarci. 

Quell'avventura è indimenticabile sotto diversi punti di vista...

- Quella volta in mio indizio era: Biancaneve stavolta invece è Raperonzolo. -.

Un'altra fiaba... mi chiedo perché Asahina adulta trovi sempre dei paragoni di questo genere o forse non è lei a pensarci, ma i suoi superiori.

- Prometti di ricordartelo. - si preoccupa di dirmi stringendomi le mani. - Non posso sapere cosa succederà, ma se ti ricorderai delle mie parole sarà sufficiente! -.

Dimenticavo che Asahina adulta non sa mai bene cosa succede in situazioni del genere. In effetti è ridicolo abbia anche solo pensato fosse lei ad inventare questi strani paragoni. Asahina adulta esegue solo degli ordini, come tutti del resto... tutti ricevono ordini da certi superiori che non ho neanche mai visto. Perché non vengono loro a fare tutto il lavoro anziché dare tanti ordini!? 

- Va bene, ho capito grazie. - le dico facendo un mezzo sorriso. 

Sono tutt'altro che tranquillo, ma spero non si noti. 

Asahina adulta mi guarda sgranando un po' gli occhi. Deve stupirla molto la mia apparente calma, ma la verità è che ormai queste situazioni anomale sono diventate la normalità per me. 

- Asahina, è ora. - rompe il silenzio Koizumi alzandosi in piedi. 

Asahina adulta lo guarda iniziare ad avvicinarsi, poi torna a guardare me. 

- Sii prudente Kyon. - mi dice seria, ma allo stesso tempo complice. 

La guardo e cerco ancora di sorriderle, ma ora mi è quasi impossibile. Questa storia ha tutta l'aria di essere grave, spero solo di esserne all'altezza. 

Koizumi raggiunge Asahina adulta ed escono poco dopo dalla stanza lasciando la porta aperta. 

Mi volto verso Nagato che per tutto il tempo ha aspettato vicino alla libreria dell'aula. 

- Grazie Nagato. -.

In tutta risposta lei fa un piccolissimo cenno con la testa. 

- Fa attenzione. -.

Sorrido alle sue parole, non è da tutti ricevere delle parole di augurio da un'interfaccia umanoide integrata di dati. Anche se devo ammettere che il fatto che persino lei mi faccia gli auguri mi fa stare tutt'altro che tranquillo.

♥ ♥ ♥

Quando torno nella mia classe vado dritto al mio posto. 

- Kyon!? - mi chiama Asakura dal banco dietro con tono quasi preoccupato. 

- Ti piacerebbe sapere quello che ci siamo detti, vero? - le rispondo scocciato guardando fuori. 

In realtà non volevo neanche risponderle, ma non ho resistito. 

- Un po’. - ammette sorridendo enigmaticamente. 

Mi volto stupito, più che per quello che ha detto per come si atteggia. Dire che agli occhi di quelli che ignorano la verità sembra anche una ragazza carina... non sanno quanto si sbagliano!

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Capitolo 12
*** La Bella Addormentata ***


Lo sguardo sorridente di Asakura è terribilmente irritante. Mi rivolto, ma non prima di aver tramutato l'espressione stupita in annoiata. 

- Tu non cambi proprio mai... -.

Sopporto lei quasi quanto Koizumi. Con la differenza che almeno lui non ha provato ad uccidermi. 

- Che vuoi farci, è nella mia natura. - commenta ridacchiando ancora. - Io e Nagato siamo uguali, nemmeno lei può comportarsi in modo diverso da come è stata programmata, dovresti saperlo. -.

Per quanto detesti ammetterlo è proprio vero. Loro due non sono altro che interfacce umanoidi, non hanno volontà propria, di conseguenza possono comportarsi solo come è stato previsto per loro. 

- Non preoccuparti, so cosa ti tormenta. -.

Mi volto di nuovo, perché deve essere così presuntuosa? È solo un backup di Nagato, come pretende di sapere più di lei? 

- Dubito che tu lo sappia dal momento che io per primo faccio fatica a comprenderlo. - dico orgogliosamente rivoltandomi. 

- Chissà. - emette lei. - Forse hai ragione, ma ricorda che io potrei aiutarti. -.

Non le rispondo, mi chiedo a che cosa si riferisca. Saprà già di cosa ho parlato con Asahina adulta? No, probabilmente sta solo bluffando. Continuo a guardare fuori ancora preso dai miei pensieri. Non vedo l'ora che le lezioni finiscano per andare da Haruhi. Sembra sciocco, ma anche se è lei l'unica ragione del perché mi accade quel che accade solo quando siamo insieme riesco a dimenticare tutte le teorie e i discorsi complicati a cui sono costretto prendere parte ogni giorno.

Quando la campanella dell'ultima ora è suonata mi sono diretto all'entrata. Mentre raggiungevo gli armadietti delle scarpe ho notato che passava di lì Asahina. 

- Ciao Asahina! - la valuto ancora in corsa. 

- Ciao Kyon! - mi saluta a sua volta fermandosi e sorridendo. 

Vedo che proprio in quel momento Tsuruya la sorprende da dietro le spalle facendole prendere un bello spavento. Sorrido e mi volto, quelle due sono proprio buone amiche. 

♥ ♥ ♥

Esco e salgo sulla mia bici, poi dritto fino al Koyoen. Meno male che oggi non piove, in questi giorni sembra che la pioggia non ci voglia proprio abbandonare. 

Quando finalmente mi avvicino al cancello della scuola vedo due sagome pressoché identiche. Non mi serve avvicinarmi per scoprire che si tratta di Haruhi e Kazumi. Non ho ancora capito perché Kazumi voglia copiare così letteralmente lo stile di Haruhi, ma dopotutto non mi dovrebbe interessare poi molto. 

- Ciao Kyon! - esclama Kazumi alzando il braccio. 

Forse Kazumi è un po' simile anche a Tsuruya. Dir che pensavo fosse timida... in effetti quando l'ho conosciuta e quando l'ho incontrata al Liceo Kita era molto diversa. Forse da quando è diventata amica di Haruhi si sente più sicura di se, non mi stupirebbe sapere che la presenza di Haruhi può fare quest'effetto. 

- Ciao Kazumi. - rispondo al saluto. - Haruhi. - accenno un saluto anche a lei. 

Haruhi non risponde e volta la testa imbronciata incrociando le braccia. Che avrò combinato adesso? 

Sorrido rassegnato, tanto ormai non so più che fare con lei. Mi va bene anche se mi tiene il muso, tanto prima o poi le passerà. 

- Andiamo! - sbotta a un certo punto salendo sul portapacchi della mia bici. 

- Ciao Kyon! Ciao Suzumiya! - ci saluta Kazumi alzando un braccio mentre ce ne andiamo. 

Mi stupisco nel sentire che chiama Haruhi per cognome. So che in certi casi persino le amiche si chiamano usando il cognome, ma non credevo fosse il caso di Haruhi e Kazumi. 

- Non ti chiama per nome? - chiedo ad Haruhi mentre pedalo. 

- Dice che non vuole prendersi troppe confidenze. - mi risponde in tono neutro. 

Con me però se le prende tralasciando il fatto che non credo sappia il mio cognome. A dirla tutta credo neanche Haruhi lo sappia nonostante l'avrà sentito di sicuro durante gli appelli in classe. Dubito che abbia mai prestato troppa attenzione e pretenderlo da Kazumi, dal momento che anche io la chiamo per nome seppur la conosca da meno di una settimana, mi sembra esagerato entro qualsiasi logica. 

Mentre sono troppo occupato a pensare a tutto questo mi accorgo che Haruhi si sta tenendo a me. Forse ha finalmente capito che è pericoloso non farlo. Mi sembra anche che si sia completamente appoggiata, quasi come se mi stesse davvero abbracciando... che cambiamento dai giorni scorsi... 

So perfettamente che questo non significa niente, non sono stupido come lei o come Taniguchi. Però non posso dire che sentire Haruhi abbracciata a me... come non detto, siamo arrivati al Liceo Kita e io dovrei decisamente smetterla di fantasticare come una ragazzina. 

- Haruhi siamo arrivati. - l'avverto girando la testa verso di lei. 

Sta dormendo e non riesco quasi a crederci. Come ha fatto ad addormentarsi così profondamente con tutte le buche che abbiamo preso? Per lei è stata davvero una giornata così pesante? 

Mentre dorme così beata sembra davvero la Bella Addormentata, ma io non sono un principe. Anche se ho salvato lei e il mondo in moltissime occasioni. Dovrei svegliarla, ma non me la sento. Mi tiene forte come se fossi un orsacchiotto di peluche e mi chiedo se ne tenga davvero uno per andare a dormire. In questo momento sembra una bambina che dopo aver giocato con gli amici crolla in un sonno profondo. 

- Dorme? - spunta dal nulla la voce di Koizumi. 

So subito dove guardare, anche se la sua presenza mi lascia molto perplesso. 

- Sai, non mi stupisce, dopotutto di qui a poco potrebbe accadere qualcosa. -.

- Questo vuol dire tutto e niente allo stesso tempo. - gli faccio notare io con tono secco. - Asahina ti ha detto qualcosa?! - chiedo ad un tratto preoccupato. 

Naturalmente mi riferisco ad Asahina adulta e a quando lei e lui hanno tenuto una piccola riunione nella nostra aula del club. Sono agitato perché ho paura che l'avvertimento di Asahina adulta potrebbe essermi utile già da oggi. 

- Chissà. - dice solo sorridendo con quel suo solito fare irritante. 

- Ti ci metti anche tu a fare il misterioso adesso? - gli domando con fare scocciato. 

- Mi dispiace, ma non posso dirti niente. - mi dice mantenendo come sempre il suo tono. - Quello che dovevi sapere te lo ha detto oggi Asahina, non preoccuparti, anche se ti sembra difficile venire a capo a tutto quello che sta succedendo devi solo avere pazienza e vedrai che si risolverà tutto. -.

Le parole di Koizumi mi sembrano insensate e prive di significato. Mi sembra di essere l'unico con le idee confuse. Davvero il tempo risolverà ogni cosa? Dopotutto dovrebbe già essere tutto deciso dal destino. Quindi sia io che tutti abbiamo una parte ben precisa da seguire... 

Mi volto a guardare Haruhi. Immagino che la prossima mossa sia aspettare che si svegli. Chissà per quanto dovrò aspettare, anche se devo ammettere che non mi dispiacerebbe restare ad osservarla per ore.

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Capitolo 13
*** {...} Remember {1.0} ***


Ho aspettato pazientemente che Haruhi si svegliasse e quando finalmente ha aperto gli occhi l'ho vista abbastanza confusa...

- Che ci faccio qui!? - esclama nel panico. 

Il suo sguardo viene proiettato all'istante sulle sue braccia, così tutta rossa in faccia le ritrae all'istante. 

La osservo in tutta la sua agitazione e non posso fare a meno che essere divertito da questo suo comportamento, lo devo ammettere. 

- Che hai da guardarmi così?! - mi chiede arrabbiata e ancora un po' rossa in volto. - Dì qualcosa almeno! -.

- Dormito bene? - la prendo in giro con un mezzo sorriso. 

Ammetto che forse sono stato un po’ bastardo, ma ci stava benissimo nel contesto. 

- Cretino! - dice guardandomi malissimo per poi incrociare le braccia e voltare la testa di lato.

♥ ♥ ♥

Ho deciso di riaccompagnare a casa Haruhi dal momento che si è fatto già buio. Sto portando la bici a mano siccome non mi ricordo bene la strada. 

Camminiamo uno affianco all'altra e devo dire che fa quasi strano. Non immagino se dovesse vederci Taniguchi o Kunikida, sicuramente si farebbero delle strane idee anche se è matematicamente impossibile che ci vedano. 

- Kyon, che ne pensi di Kazumi? - mi chiede Haruhi all'improvviso. 

La domanda mi disorienta un po’. In tutta onestà non ho mai pensato ad una risposta, deve essere perché la considero solo una compagna di classe di Haruhi. 

- Penso che potreste diventare amiche. - le rispondo infine. 

Lei non risponde o almeno non subito. A dirla tutta pensavo che loro fossero già amiche, ma a giudicare da come si comportano ci deve essere qualcosa di molto strano sotto... 

- Non so se posso fidarmi di lei... - si lascia scappare sovrappensiero guardando in basso assorta. 

La guardo senza farmi notare. Mi domando cosa avverta di strano in Kazumi. Proprio lei che è la ragazza più eccentrica del pianeta? Deve esserci proprio qualcosa di grosso. 

Arriviamo davanti alla casa di Haruhi e mi fermo. 

- Siamo arrivati! - esclama entusiasta correndo verso l'abitazione come una furia. 

Resto ad osservarla con un mezzo sorriso stampato in faccia, finché lei non mi rivolge uno sguardo confuso. 

- Che aspetti!? - mi chiede tra la soglia e il cancello. 

- Non posso, devo tornare subito a casa. - la informo. 

Non la vedo più tanto allegra. È stupita e forse anche un po’ delusa dal rifiuto. 

- Non importa, ci vediamo domani e mi raccomando di non fare tardi, se no te la vedrai con me! - conclude prima di aprire la porta e sparire in casa. 

Rimango un po’ lì ad osservare il punto da dove è entrata. Se non si fosse capito le ho raccontato una bugia per non entrare, in effetti avrei anche potuto accettare. Meglio di no, in casa ci saranno di sicuro i suoi genitori. Meno mi conoscono meglio è, specialmente ora che accompagno tutti i giorni Haruhi al Liceo Kita

Decido di salire in bici e pedalare fino a casa. Ormai si è fatto talmente buio che non mi stupirei se prendessi un palo in pieno viso. Spero solo di arrivare a casa indenne.

♥ ♥ ♥

Sono arrivato a casa e parcheggiato la bici nel cortile apro subito la porta. 

- Kyon! - esclama subito mia sorella. - Mamma è tornato Kyon! - grida correndo per tutta la stanza, ma allo stesso tempo sul posto. 

- Come mai tanto entusiasmo? - le chiedo poggiandole una mano sulla testa per farla fermare. 

Lei si calma e sgrana gli occhi stupita. 

Mia sorella mi ricorda tanto una certa persona delle volte... tutto l'entusiasmo e l'energia che trasmette è ammirevole. 

- Kyon, sei stato da Haru-chan non è così!? -.

Non mi abituerò mai a lei che chiama Haruhi in quel modo, neanche fosse una sua cara amica. Posso capire però che non se la senta di rivolgersi a lei in mondo troppo formale, soprattutto perché io stesso non chiamo Haruhi per cognome. Sarà un vizio di familia. 

Tutto questo mi fa tornare in mente Kazumi. Quando ha salutato Haruhi non l'ha chiamata per nome, bensì per cognome. Non pensavo che Kazumi facesse parte di quel tipo di persone attente a mantenere una certa distanza. 

- Non dovresti fare certe domande. - le spiego togliendole la mano dalla testa. 

Comincio ad avvicinarmi alle scale per poi salire e raggiungere la mia camera. 

- Oh uffa! Volevo solo saperlo! - strilla arrabbiata senza però seguirmi.

Non so come mia sorella possa sapere che dopo la scuola vado a prendere Haruhi, ma non c'è da preoccuparsi. Probabilmente ha tirato ad indovinare, si sa come sono fatti i bambini. Anche se un po’ mi offende che lei pensi che io non possa avere altri impegni all’infuori di Haruhi.

♥ ♥ ♥

Quella notte dopo cena vado subito a letto. Mi addormento senza troppi pensieri, credo di essere piuttosto rilassato. Sarà stata la chiacchierata con Asahina adulta... non è molto, ma adesso ho un indizio: Raperonzolo. Ho cercato di ripassare mentalmente la fiaba, una ragazza dai lunghi capelli imprigionata in una torre da una strega. Non vedo come questo potrebbe essermi d'aiuto, ma mi stupisco sempre di come questi indizi insensati possano diventare sensati davanti allo scorrere incontrollabile del paranormale. 

Non mi ricordo se mi sono addormentato subito, ma sicuramente il mio sonno era così pesante che non mi sarei svegliato per nulla al mondo…

♥ ♥ ♥

La mattina sono più assonnato del solito. Pensavo che andando a dormire presto avrei recuperato il sonno e mi sarei sentito meglio, ma sono più stanco di ieri. 

Sbadiglio incontrollabilmente mentre cammino verso scuola. Non capisco perché mi sento così a pezzi. 

- Ehi Kyon! - mi saluta Taniguchi con una pacca sulla spalla. 

- Ciao. - ricambio a stento il salito. 

- Come va? È arrivato anche dicembre, eh? - prende a camminare di fianco a me. 

Non so come dovrei prenderla, è quasi natale ormai... non è un po' tardi per questa battuta? Beh, dopotutto è Taniguchi, da lui me lo posso anche aspettare. 

- Già. - dico solo. 

Raggiungiamo il corridoio principale e ci cambiamo le scarpe. Mentre entriamo però mi passa di fianco qualcosa di così familiare che non posso che fermarmi a guardare. La bandana irriconoscibile di Haruhi... 

- Kyon, che ti prende? - mi chiede Taniguchi affiancandomi e cercando di capire dove sto guardando. 

In questo momento ho un'espressione che deve essere peggio di quella che farei se avessi visto un fantasma. È dal 18 dicembre dell'anno scorso che non provo una sensazione simile. Che cosa ci fa lei qui!? Indossa l'uniforme e sembra tranquillissima, come se la sua vita non avesse subito alcun cambiamento negli ultimi giorni.

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Capitolo 14
*** {...} Remember {2.0} ***


Cosa ci fa Haruhi qui!? 

Non dovrebbe essere qui! Che sia questa la situazione da cui Asahina adulta, Koizumi e Nagato mi avevano messo in guardia!? 

- Suzumiya ti ha tolto le parole di bocca? - scherza, maliziosamente, Taniguchi. 

- Non dire sciocchezze. - dico mostrandomi irritato dalla sua domanda. - Piuttosto mi dici che succede? Lo sai anche tu che i suoi genitori l'hanno iscritta al Koyoen, no? -.

- Ehi aspetta! - lo vedo quasi terrorizzato, forse è per via del mio tono. - Non ne so niente! Davvero! - dice mettendo avanti le mani.

Come immaginavo, sono sempre più convinto che siamo davanti ad un caso simile a quello dello scorso 18 dicembre. Però c'è qualcosa che non mi torna... forse è presto per giudicare. 

- Parlane direttamente con Suzumiya, io non voglio saperne niente di questa storia! -.

Taniguchi è proprio un idiota. Quando si parla di Haruhi prova un eccessivo senso di panico. Loro due andavano alla stessa scuola media, probabilmente non posso neanche immaginare cos'è successo ogni giorno per tre anni. Se solo penso che una volta stavano anche insieme... anche se è stato per poco non riesco proprio ad immaginarmeli. 

♥ ♥ ♥

Una volta cambiate le scarpe mi dirigo in classe. C'è già movimento per i corridoi nonostante sia ancora presto. Mettendo piede in classe noto subito che Haruhi è seduta al suo banco. Il banco che Asakura le aveva rubato quando si era trasferita all'Istituto Koyoen. Non posso dire di non provare un senso di sollievo nel ritrovarla seduta lì come dovrebbe sempre essere, ma so che questa situazione ha qualcosa di strano. Devo capire cosa sta succedendo, dentro di me sono convinto che se non ricerco la verità me ne pentirò presto. 

- Ciao Haruhi. - la saluto andando al mio posto per poi sedermi. 

- Ciao. - emette mentre continua a riordinare un plico di fogli. 

- Che sono quei fogli? -.

Lei mi sorride orgogliosamente e mi mostra uno dei fogli. 

- La Brigata SOS partecipa allo spettacolo primaverile della fioritura dei ciliegi! -.

Prendo il foglio e lo osservo. So già di cosa si tratta, sono i copioni per lo spettacolo a cui Haruhi vuole farci partecipare. 

- La Brigata SOS avrà l'onore di presentare il numero di apertura! - dice tutta entusiasta. 

Sfoglio il copione fingendo curiosità. 

- Stavolta hai preparato addirittura i copioni? -.

- Certo. - risponde saccente incrociando le braccia. - Questo spettacolo dovrà essere un successo, non ammetto errori! -.

Non faccio altre domande, dopotutto la prima volta non ne ho fatte. Ricordo che però mi sono seriamente stupito davanti a tutta questa dedizione dal momento che Haruhi organizza sempre tutto male e in fretta. 

Il professore entra e io mi giro. Se non altro oggi per me la lezione sarà solo un ripasso. 

Mi domando se esista ancora la realtà che tutti conosciamo. Se le cose stessero così probabilmente Asahina adulta e gli altri staranno provando a mettersi in contatto con me. 

Forse Nagato ha nascosto qualche indizio nell'aula del club come il 18 dicembre dell'anno scorso. Più tardi dovrei proprio accertarmene. 

♥ ♥ ♥

La campanella suona e dovrei sapere bene cosa succede ora. Perché sono tornato indietro nel tempo? Non riesco proprio a capirlo. 

- Kyon? - mi chiama con tono assente Haruhi. 

Mi volto come la prima volta e vedo senza sorpresa che sta guardando fuori dalla finestra con la testa appoggiata su una mano. 

- Sei anche tu un membro della brigata, hai il dovere di proteggerla. - continua non distogliendo lo sguardo. - Se dovesse succederle qualcosa non te lo perdonerò, voglio dire, in quanto membro è anche tuo compito, è ovvio che la decisione finale spetta a me, ma se ce ne sarà bisogno ricorda che è anche un tuo dovere. -.

Ora riesco a capire totalmente il senso delle sue parole. Possibile che si tratti di un'altra possibilità? Perché proprio adesso? Se Haruhi sapeva già che i suoi l'avrebbero ritirata dal Liceo Kita per iscriverla al Koyoen è possibile che mi abbia fatto tornare per impedirlo? Si tratta veramente di questo? Di un semplice desiderio di Haruhi? Come vorrei che ci fosse qualcuno che rispondesse a tutte queste mie domande.

♥ ♥ ♥

Al termine delle lezioni ci dirigiamo all'aula del club. La riunione si svolge esattamente nello stesso modo di come la ricordavo. Dura solo mezz'ora e nel resto del tempo ognuno torna alle proprie attività. 

Haruhi, come ben mi ricordavo, si siede al computer e comincia a lavorare. In quanto a me mi siedo come mi ricordo che avevo fatto la scorsa volta. 

Quello che invece non avevo previsto è che Koizumi si alzasse... 

- Scusatemi, ora devo proprio andare. -.

- E-ecco...! - balbetta Asahina cercando di prendere parola. - A-anch'io avrei un impegno... -.

Nagato si alza e prende in mano il libro che stava leggendo. Che debba andarsene anche lei? 

Li guardo confuso, cosa sta succedendo? Adesso non dovrebbe accadere questo... a meno che non sia questo il punto che devo cambiare in modo che il mondo riprenda il suo normale flusso di attività... ogni volta ci perdo la testa in queste situazioni, spero di non impazzire neanche stavolta. 

- Andate pure, ma ricordatevi di essere puntuali domani! - esclama Haruhi alzando una mano da dietro il computer. 

Una bella pretesa a pensarci ora. Se sapeva già che il giorno dopo i suoi l'avrebbero iscritta al Koyoen questa sua richiesta risulta proprio assurda. Forse cerca solo di comportarsi come in qualsiasi altro giorno. Infondo Haruhi è fatta così, solo con me si è un po’ più sbilanciata con quello che mi ha detto all’intervallo. Se solo l'avessi capito subito... e anche stavolta pur capendo il perché delle sue parole non ho detto niente. Mi sa che sono troppo presuntuoso, non capisco così bene Haruhi da poter azzardare ogni volta teorie sul suo comportamento. Credo che dovrei cercare di capirla meglio, dopotutto c'è un abisso da come si comporta con me a come si comporta con Asahina, Nagato o Koizumi. Comunque sia non so cosa succederà ora, immagino che lo scoprirò per la prima volta, come lei del resto. L'unica differenza è che saranno le mie azioni ad influenzare il mondo da adesso alla fine di questa storia. È così da sempre anche se non ne capisco perché. Non sono io che creo gli spazi chiusi o che gioco a fare dio, è persino crudele farmi trovare sempre il queste situazioni. Perché è toccato proprio a me? Semplicemente perché non credo che in tutto il mondo ci sia qualcuno in grado di sopportare tutto questo.

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Capitolo 15
*** {...} Remember {3.0} ***


- Torno a casa anch'io, non ho più nulla da fare qui! -.

Quando Haruhi pronuncia questa frase sento come un presagio. Un'enorme ansia che mi assale e mi grida di non lasciarla andare. Così senza rendermene conto mi alzo e vado verso di lei trattenendola per il braccio. 

Lei mi guarda confusa facendomi rendere conto solo ora quanto sia strano il mio gesto. Arrossisco e ritraggo subito la mano per poi portarmela alla fronte. Che mi prende? Io non mi sarei mai comportato così, è come se fossi stato manipolato come una marionetta. 

Intanto che sono ancora impegnato a chiedermi perchè mi sono comportato in quel modo sento la porta aprirsi. 

- Aspetta Haruhi! - esclamò correndo e parandomi davanti alla porta. 

- Cosa c'è ancora? - mi chiede scocciata. 

Sentendo il suo tono arrabbiato e rigido mi intimorisco. Già non sapevo cosa dire e ora non so proprio cosa inventarmi. Ho l'impressione che qualsiasi cosa dirò sarà usata contro di me. 

- Va bene, me lo dici mentre mi accompagnami a casa. - dice sorpassandomi e uscendo dall'aula. 

Rimango davvero stupito, mai nella vita avrei pensato che Haruhi avrebbe risposto con tanta maturità. Però continuo a credere ci sia qualcosa di strano, questa situazione, tutto quello che sta succedendo è strano. 

Essere rispediti nel passato senza sapere che scopo hai di preciso è una cosa che non auguro a nessuno. C'è da uscire proprio di testa, fortuna che non sono nuovo a situazioni simili.

♥ ♥ ♥

È diventato buio in un batter d'occhio,  almeno questo non cambia mai. Il cielo comincia già a diventare scuro alle quattro e alle cinque e mezza già non si vede più niente. Non è così strano che Asahina, Koizumi e Nagato abbiano voluto andarsene già alle cinque. È quello che penserei se non sapessi che sono tornato indietro con uno scopo preciso. Ho cercato degli indizi tra i libri dell'aula, ma non li ho trovati. Forse non ho cercato bene... comunque è tardi per pensarci. Ora devo prestare molta attenzione e tenere gli occhi aperti. Forse Haruhi desidera che parli coi suoi, che li convinca a non iscriverla al Koyoen. Naturalmente lo desidera solo inconsciamente, ma Haruhi non sa ancora che tutti i suoi desideri sono destinati a diventare realtà. 

Ad un certo punto scorgiamo una sagoma familiare sotto un albero del parco. Haruhi si ferma, così mi fermo anch'io. 

- Quella è Yuki! - esclama indicando la sagoma. 

È stupita, ma io lo sono quanto lei. Questo va contro qualsiasi mia immaginazione. Ci sono abituato certo, ma che senso può mai avere tutto ciò?! 

Nagato comincia a camminare verso di noi. Si avvicina lentamente, ma rispetto alle altre volte in maniera più svelta. Mentre si avvicina a noi non riesco ad immaginare cosa voglia fare. Non riesco proprio a pensare a niente. 

Vedo che prende per mano Haruhi e la trascina come se niente fosse. 

- Yuki, che succede? - chiede confusa. 

Si allontanano e non mi sembra che Haruhi opponga molta resistenza. Posso capire che non si senta in pericolo, stiamo parlando di Nagato, lei è nostra amica. Perché dovrebbe farle del male? 

Però perché Nagato dovrebbe trascinarla via così? C'è qualcosa di strano... possibile che dovessi tornare in questa realtà proprio per questo? Se Nagato la trascina e io stavolta sono qui significa che le devo seguire, giusto? Non posso aspettare oltre, devo capire che sta succedendo. 

- Che ci fai tu qui? - mi chiede una voce che ormai conosco troppo bene. 

Viene dall'alto, precisamente dall'albero più vicino a me. Guardo in alto e vedo chiaramente Asakura che mi guarda con un ghigno sarcastico. 

- Dovevo immaginarlo che c'eri tu dietro a tutto questo! -.

- Parli come il protagonista di un anime. - commenta soffocando le risate con una mano. - Tanto ormai è tutto inutile, non riuscirai a cambiare le cose, è già tutto deciso. - sorride malignamente. 

- Non credo, non so perché lo fai, ma troverò di sicuro un modo per correggere la linea temporale! - dico a tono forse un po' troppo alto. 

In questo momento mi sento davvero il protagonista di un anime e non perché mi sto sopravvalutato, ma perché sento che il mondo intero in questo momento è sulle mie spalle. 

Asakura salta giù dall'albero senza scomporsi minimamente e mi sorride. 

- Mi dispiace che tu la pensi così perché vedi... - sorride falsamente dispiaciuta per poi estrarre il coltello. - Sarò costretta ad eliminarti e, vedi, speravo di evitare stavolta. -.

Nel vedere ancora quel coltello mi assale il panico. Già una volta ho dovuto sopportare la terribile sensazione di essere trapassato da quell'oggetto infernale e il solo pensiero è insopportabile. Non so se da questo momento il mio destino è segnato, ma di sicuro non posso sopportare l'idea di morire per mano sua. 

Un boomerang colpisce la mano di Asakura facendole cadere a terra il coltello. Mi volto istintivamente e vedo nient'altri che Asahina adulta e Koizumi. Non c'è neanche da dirlo, sono salvo. Sia ringraziato il cielo che almeno loro hanno tempismo. 

- Non ti muovere! Ho tutte le autorizzazioni necessarie a rendere i tuoi sistemi inoperativi! - grida Asahina adulta con aria severa. 

- Che cattiveria! - alza le mani sorridendo Asakura. - Non c'è bisogno di essere così radicali. -.

- Kyon! - corre verso di me Asahina adulta. - Sei ferito?! Siamo arrivati in tempo, vero!? - comincia a chiedere preoccupata. 

- Sìsì. - si sbriga a dire Asakura annoiata. - Non gli ho torno ancora un capello. -.

- Se fossi nella tua posizione non mi rallegrerei troppo. - commenta Koizumi rivolto ad Asakura. 

- Hai ragione. - sorride ancora lei. - Però vedi, sono abituata ad avere sempre il coltello dalla parte del manico. -.

Asakura sparisce sotto i nostri occhi e il mio primo pensiero è Nagato. Sono sicura che è andata proprio da lei e di conseguenza da Haruhi. So che però non farà niente ad Haruhi, o almeno lo penso. Quella che mi preoccupa ora è Nagato, perché a quanto sembra Asakura ha trovato il modo di manovrarla come un burattino. Quindi anche Haruhi sarebbe in pericolo? Non ci capisco più niente, so solo che devo correre. Devo trovare il modo di risolvere questa situazione al più presto e tornare nel nostro mondo. Ce la devo fare a qualunque costo, non posso sbagliare.

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Capitolo 16
*** {...} Remember {Final!} ***


- Sono abituata ad avere il coltello dalla parte del manico. -.

Asakura sorrideva quando lo diceva, ma nessuno stava ridendo a parte lei. 

Devo raggiungere al più presto Haruhi e Nagato. Devo assicurarmi che stiano bene. Anche se non so esattamente dove corro, saranno le mie gambe a decidere dove. So che non sbaglieranno. 

L'appartamento di Nagato è qui vicino, sono pronto a scommettere che è lì che sono. 

Corro e corro. È una corsa contro il tempo e contro lo spazio. Non so bene come si dica in questi casi, naturalmente un termine non è mai stato inventato per questo. 

Mi avvicino sempre di più all'appartamento di Nagato e anche quando sono ancora a qualche metro di distanza scorgo la figura di Asakura. Quella maledetta è arrivata prima di me, c'era da immaginarselo. 

C’è anche qualcun altro, non è Nagato... è Haruhi! Spero che Asakura non le abbia fatto niente anche se a giudicare da quello che vedo non sembra il contrario. Non le darò comunque il tempo di agire, non mi fermo e corro dritto verso di loro. Haruhi sono qui...

- Haruhi! - la chiamo ancora in corsa con tutta la forza che ho. 

- Kyon...? - mormora Haruhi. 

Sembra disorientata e impaurita. Non l'ho mai vista così. Devo ammettere che questo suo lato è adorabile, ma data la situazione direi proprio che non è il caso di apprezzare. 

- Che carino. - commenta Asakura sarcastica. - Hai visto Haruhi? Kyon è arrivato. - sorride rivolta ad Haruhi. 

Lei la guarda sempre più spaventata facendomi desiderare che Asakura si mordesse la lingua da quanto è viscida. 

Finalmente arrivo da lei, ormai non mi ricordo neanche più quanto è stata faticosa l'interminabile corsa. 

- Haruhi! - esclamo vittorioso ora che finalmente l'ho raggiunta. 

Lei si volta verso di me con lo sguardo ancora impaurito. Adesso vedo chiaramente che sta tremando... è proprio diversa dalla Haruhi che conosco, sempre allegra e piena di vita. 

- K-Kyon? - emette sorpresa di ritrovarmi di nuovo lì vicino a lei. 

Così tremante e diversa dal solito quasi non ce la faccio neanche a vederla. Sento un groppo al cuore vedendola così, davvero non riesco a sopportarlo. 

L'abbraccio senza pensarci due volte, dopotutto sono convinto che non se la prenderà. Soprattutto in un momento del genere. Chiunque avrebbe bisogno di un abbraccio al suo posto. Però anch'io ne ho bisogno, non è solo per lei. Ho bisogno di conforto e chi meglio di lei può darmelo? So che è pericoloso abbassare la guardia con Asakura nei paraggi, ma sento che tutto andrà per il meglio. In questo momento mentre stringo Haruhi non potrei pensarla diversamente, perché mi sento così bene che potrei anche sopportare una pugnalata. 

...

Sfondo la porta della camera dell'appartamento di Nagato. Non c'era scelta, Nagato mi aveva rivelato di aver perso la chiava e lì dentro c'è ancora Haruhi. 

Cado inevitabilmente a terra, ma cerco subito con lo sguardo per la stanza Haruhi. La vedo rannicchiata vicino al muro davanti alla porta. Mi guarda con stupore e forse una punta di gratitudine. 

Ci scambiamo per un po’ sguardi carichi di parole non dette. Sono felice di vedere che sta bene, per tutta la notte non mi sono dato pace. Sarà meglio che vi spieghi cos'è successo. Quando Nagato ha portato Haruhi al suo appartamento ero convinto lo avesse fatto perché era manipolata da Asakura, invece non era proprio così. Nagato l'ha chiusa a chiave nel suo appartamento per proteggerla da Asakura. Non sono tuttora chiare le sue intenzioni, ma è bene essere riusciti a non farla avvicinare. Il piano stava quasi per andare in fumo quando Haruhi è riuscita a scappare e Asakura l'ha trovata, ma il mio arrivo è stato fondamentale. Abbracciando Haruhi sono riuscito a riportarla al giusto equilibrio psichico, poi Nagato ha neutralizzato Asakura e fatto cadere in uno stato di incoscienza Haruhi. Dopo l'abbiamo riportata nell'appartamento e l'abbiamo richiusa a chiave nella stanza. Dovevamo riaprirle stamattina, ma con tutto il trambusto, causato dai vari viaggi nel tempo per mettere tutte le cose al loro posto, Nagato ha perso la chiave. So che questa situazione ha molto di fraintendibile, ma Asahina adulta mi ha detto cosa devo raccontare ad Haruhi nel caso lo chieda. Le devo raccontare che Nagato l'ha portata in quella stanza per farle vedere un oggetto particolare che aveva trovato, ma che poi aveva sentito dei rumori e l'aveva chiusa dentro per poi nascondersi. Questa storia inventata sui ladri è poco convincente, spero non pretenda spiegazioni. Non mi ci vedo per niente a raccontarle una cosa del genere. 

Haruhi si alza in piedi come se si rendesse conto solo ora che sono qui. 

- K-Kyon! - esclama incrociando le braccia e dandosi un tono che però tradisce nervosismo. - Era ora, quanto pensavate di lasciarmi chiusa qua dentro! Non dovreste mai dimenticarvi della vostra capogruppo! Ricordate che la Brigata SOS non esiste senza di me! -.

Sorrido per metà, questa è la Haruhi che conosco. Forse un po' più agitata di quel che ricordavo, ma è lei in tutto e per tutto. 

Quando si accorge che sto sorridendo distoglie un po’ lo sguardo. Che sia a disagio?

♥ ♥ ♥

Preparo del the ad Haruhi. Spero la possa aiutare a calmarsi. 

Siamo seduti al tavolino dove Nagato mi ha parlato per la prima volta di Haruhi. Prendo la tazza di Haruhi e le verso del the per poi ripassargliela. Lei dopo qualche secondo prende la tazza e beve un sorso. La riappoggia sul tavolo e noto che sta ancora fumando. 

- Sai... - comincia a dire con tono basso e forse più incerto del solito. - Mentre ero rinchiusa in quella stanza ho sognato che mi venivi a salvare... -.

Non posso che non fare una faccia stupita. Non mi aspettavo certo che Haruhi mi dicesse una cosa del genere. Questo va al di là di qualsiasi mia immaginazione. È ironico come io pensassi a lei e lei intanto mi sognasse. Chissà se sogni e realtà in questo caso coincidono, sempre se si possa considerare quello che è successo realtà, ovvio. 

Vedo Haruhi diventare terribilmente rossa e osservare la tazza di the. All'improvviso la prende e la beve tutta d’un fiato. 

- Ci voleva proprio! - esclama riappoggiandola sul tavolo alzandosi in piedi. - Va bene andiamo, la giornata è ancora lunga! - aggiunge iniziando ad andare verso la porta d’ingresso. 

Chi la capisce quando fa così? Prima mi ha fatto una confessione del tutto anomala per lei e subito dopo se ne esce con frasi morali sulla vita. Haruhi non cambia proprio mai, o forse sono io quello che non cambia... 

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Capitolo 17
*** Haruhi ***


- Yuki, che succede? -.

Yuki mi sta trascinando però non capisco perché. Non me lo vuole dire e io sono nel panico. So che casa sua è qui nei dintorni, forse mi vuole portare lì. Però non capisco perché non me lo voglia dire. Forse ha paura che dicendomelo non vorrò più venire... sì, in effetti è possibile. Poi si sa che Yuki è un po' timida, probabilmente non se la cava bene con le parole, anzi non credo di averla mai sentita formulare un vero e proprio discorso. 

- Stiamo andando al tuo appartamento? C'è qualcosa che vuoi farmi vedere? - le chiedo. 

Anche se non mi risponde non ce la faccio proprio a restare zitta. Vorrei almeno capire dove stiamo andando, anche se ormai la risposta è venuta da sé. Siamo davanti all'appartamento di Yuki, immagino che ora saliremo e andremo nel suo appartamento. Adesso sono un po' curiosa... in passato sono venuta diverse volte nell'appartamento di Yuki, ma non ho mai avuto il tempo di esplorarlo come si deve. 

Entriamo e prendiamo l'ascensore sempre accompagnate da un agghiacciante silenzio di tomba. Come fa Yuki a non dire una parola neanche per sbaglio? Sarà che io sono una gran chiacchierona, ma mi sembra un’esagerazione. Ho provato a guardare Yuki per richiamare la sua attenzione, ma a quanto pare non è servito. 

Quando l'ascensore arriva al piano di Yuki scendiamo e lei apre la porta. Entriamo dopo esserci tolte le scarpe. Comincio a guardarmi intorno, finora è tutto come mi ricordavo. 

Vedo che Yuki va verso la porta di una stanza e la apre. Io la seguo incuriosita. 

- Che succede Yuki? - le chiedo quando la vedo fermarsi con il pomello della porta in mano. 

Mi guarda e sembra che i suoi occhi mi comunichino qualcosa. 

- Vuoi che entri? -.

Lei fa cenno di sì con la testa, così anche se non capisco bene perché entro nella stanza. Comincio a guardarmi intorno e mi accorgo troppo tardi che ne approfitta per chiudermi dentro. 

- Yuki! - strillo battendo i pugni sulla porta. - Fammi uscire! -.

Batto i pugni sulla porta e urlo finché ho energia, ma ad un certo punto mi lascio cadere a terra sfinita. 

Inizio a piangere in una maniera incontrollata portandomi le ginocchia al petto. Cosa diamine sta succedendo?! Perché sono chiusa qui!? Qualcuno vuole venirmi a salvare!?? 

Kyon. Mi viene in mente lui. La sola persona che mi potrebbe salvare, la sola persona che si interessa a me... mi faccio pena... cosa sto dicendo? Lui non mi sopporta esattamente come tutti gli altri, anzi, forse più degli altri. Sono io che mi sono affezionata a lui, non il contrario. Perché proprio Kyon? Sarà che il cuore sceglie chi vuole? Io non credo di meritare la sua compagnia e questa convinzione mi dà sui nervi. Sono davvero convinta che Kyon è un buono a nulla... e allora perché penso sempre a lui? È per puro spirito caritatevole? La verità è che quando siamo insieme io mi sento al sicuro. Per questo dico che sarà lui a salvarmi, non potrebbe essere altrimenti. Noi dobbiamo restare insieme o morirò di tristezza... ho passato tutta la mia vita ad annoiarmi e a ricercare cose particolari solo per saziare la mia inguaribile curiosità. Poi ad un tratto tutto mi appare più bello e interessante. Io non voglio perderti Kyon... sono sicura di questo.

♥ ♥ ♥

Mi sveglio senza un apparente motivo e trovo la porta della stanza aperta. Senza pensarci due volte mi alzo e sgattaiolo fuori. È l'occasione che cercavo, forse non ci sarà bisogno di salvataggi eroici. 

L'appartamento è completamente al buio, così come tutto il resto del condominio. Deve esserci stato un cortocircuito generale. 

Finalmente esco dal palazzo, ma appena metto piede fuori incontro chi meno mi aspettavo di trovare. 

- Come va? - sorride Ryoko Asakura. - Non dovresti essere dentro? -.

Non le rispondo, sono impaurita dalla sua presenta... sì, io Haruhi Suzumiya sono spaventata! Cosa ci fa lei qui?! Non dovrebbe essere da qualche parte in giro per il mondo!? 

- Sei spaventata? - mi chiede con tono dispiaciuto. - Ma no, non devi, vedrai si risolverà tutto. -.

Sorride così tanto da sembrare inquietante. L'unica spiegazione è che sto sognando anche se il mio tremare incontrollabilmente mi fa pensare tutto il contrario. Il paranormale è la mia specialità, ma questa situazione è del tutto assurda! Non ha logica, è tutto confuso! Kyon dove sei? Ti prego vieni presto...

- Haruhi! -.

Sento qualcuno chiamare il mio nome in lontananza. Non vedo bene chi è ma la voce mi sembra quella del mio Kyon... 

- Kyon...? - mormoro con un filo di voce. 

- Che carino, hai visto Haruhi? Kyon è arrivato. - mi dice Asakura sempre sorridendo. 

La trovo veramente inquietante, ho paura possa farmi del male. Le intenzioni sembra averle tutte, per giunta mi coglie anche in un momento di debolezza. 

- Haruhi! - esclama Kyon quando finalmente è di fianco a me. 

- K-Kyon? -.

Dall'emozione sto quasi per mettermi a piangere, la sua sola vista mi fa tirare mentalmente un lungo e agognato sospiro di sollievo. 

Mi abbraccia e mi sembra di essere finita di colpo in paradiso. Non riesco ad immaginare sensazione più bella. Finalmente ci siamo ricongiunti, volevo così tanto rivederlo. Alla fine mi ha davvero salvata. Ora mi sento così protetta e al sicuro che non vorrei questo momento finisse mai.

♥ ♥ ♥

Mi svegliano le innumerevoli botte che riceve la porta. Sono ancora troppo intontita per capire bene cosa sta succedendo, ma sembra proprio che qualcuno stia tentando di sfondarla. 

La porta cede e Kyon cade a terra. Da subito si guarda intorno, forse mi sta cercando! Quando i nostri occhi si incontrano il mix di emozioni che provo è indescrivibile. Cerco di trasmettergli tutta la gratitudine che a parole non sono brava ad esprimere. Lui mi ha salvato... lui è il mio eroe...

Usciti dalla stanza mi prepara del the. Ci sediamo al tavolo di Yuki. Mi versa la bevanda in una tazza e me lo porge. 

Prendo la tazza e bevo un sorso. La riappoggio sul tavolo perché è decisamente troppo caldo per berlo subito. 

Vorrei fare un sacco di domande a Kyon. Come: perché Yuki mi ha rinchiusa in quella stanza? Ma in questo momento non me la sento, anzi, a dir la verità c'è una sola cosa che vorrei dirgli... 

- Sai, mentre ero rinchiusa in quella stanza ho sognato che mi venivi a salvare... -.

In tono con cui lo dico è più basso e incerto del solito, lo riconosco. 

Arrossisco terribilmente e abbasso gli occhi sulla mia tazza. Vale come sorta di dichiarazione? Tanto prima o poi gliene farò una fatta come si deve. No... cioè... insomma non è colpa mia se mi piace! Sì, Kyon mi piace! Dico solo che se devo scegliere scelgo lui... spero che per lui sia lo stesso o credo che mi si spezzerebbe il cuore. In ogni caso conto di fargli capire poco alla volta i miei sentimenti standogli vicino. Poco importa se sembro strana.

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Capitolo 18
*** Capolinea ***


- Kazumi cos'è successo ad Haruhi?! - chiedo agitato. 

Ho telefonato ad Haruhi e mi ha risposto Kazumi come se niente fosse. Non so perchè ho una strana sensazione... e dir che abbiamo appena passato una situazione difficile. Non c'è proprio mai tregua. 

Forse Haruhi non aveva tutti i torti a dubitare di Kazumi, avrei dovuto darle retta. Non capisco perché mi abbia risposto come se niente fosse... cosa sarà successo? Perché Kazumi ha il cellulare di Haruhi...?!

5 ore prima...

Andare a scuola e sapere di aver appena salvato il mondo è il massimo. Sono andato direttamente nella mia classe, non avevo molta voglia di perdermi in chiacchiere, come sempre del resto. 

- Buongiorno Kyon. - mi saluta Asahina dall'altra parte del corridoio. 

Sorride e non posso fare a meno di ricordarmi cosa è successo solo la sera prima. Purtroppo anche quella volta ha combinato un danno. Mentre Haruhi tirava dei bugni alla porta nella speranza di farsi aprire, presa dal panico ha rovesciato accidentalmente dell'acqua su un filo elettrico. Un'azione che non sarebbe stata di troppa importanza, se non fosse stato che quel filo ha causato il cortocircuito dell'intero condominio. Nagato ha detto che quello era il filo della luce collegato anche a tutti gli altri appartamenti... che devo dirvi? Anche le goffaggine fa parte del fascino di Asahina. 

Faccio un cenno con la mano in segno di saluto sorridendo. 

- Mikuru cosa...? - arriva di fianco a lei Tsuruya. - Ehi Kyon! - esclama salutandomi con le braccia quando mi vede. 

Faccio un altro cenno accompagnato da un sorriso. Adesso dovrebbe essere il 13 dicembre, il giorno dopo il mio ritorno nel passato. 

Comincio ad andare verso la mia aula. Quando entro e raggiungo il mio banco noto, con mio enorme piacere, che il banco dietro al mio è vuoto. Lo osservo orgoglioso e vittorioso pensando che sono riuscito a riprendermi il banco di Haruhi. Il prossimo passo è riprendersi Haruhi in carne e ossa. Sto ancora fissando il banco quando Taniguchi mi raggiunge seguito da Kunikida. 

- È un vero peccato che Asakura si sia ritirata di nuovo... - commenta Taniguchi con una nota di tristezza. 

Che questo stupido si sia preso una cotta per Asakura? Da lui non potevo non aspettarmelo in effetti... 

- Non poteva fare altrimenti. - prende parola Kunikida. - I suoi genitori si devono di nuovo trasferire per lavoro.  -.

Sentendoli parlare non posso che provare un senso di sollievo. Loro non si immaginano neanche quanto possa essere pericolosa Asakura. È un bene sapere che a partire da ora starà lontana da tutti noi. 

- È proprio una scocciatura! - sbotta Taniguchi mettendo le mani dietro la testa. - Una volta che c'è una ragazza carina e senza troppi grilli per la testa... -.

- Sei monotematico Taniguchi. - dico sedendomi. 

- Senti chi parla! - esclama leggermente divertito dalla provocazione. - Scommetto che vai ancora a prendere Suzumiya tutti i giorni dopo le lezioni! -.

- Appunto. - mormoro io atterrito dalla sua ultima frase. 

Monotematico è dire poco, o mi parla di ragazze carine o di Haruhi. Che vita triste devi avere amico mio... a volte mi viene da pensare che Taniguchi sia interessato a Haruhi, ma poi mi dico che è impossibile. Anche perché quei due non potrebbero mai stare insieme, sono troppo diversi... 

 

Le ore passano un po' più lente di quanto ci si potrebbe aspettare. 

Oggi è uscito il sole, sembra passato un secolo dall'ultima volta che il tempo è stato così bello. Mi chiedo se Haruhi non l'abbia influenzato, è probabile sia così. È una bella fortuna quella di poter capire l'umore di Haruhi dal cielo. 

Le lezioni sono terminate e come ogni giorno dovrei andare a prendere Haruhi. Forse prima dovrei passare da Nagato e chiederle spiegazioni sugli ultimi fatti avvenuti. Asakura è stata sconfitta, almeno per stavolta, ma non posso fare a meno di chiedermi se non ci sia dell'altro. 

Prendo il cellulare dalla tasca e chiamo Haruhi. La voglio avvertire che arriverò più tardi, tanto oggi è di buon umore, non si arrabbierà. 

- Ciao Kyon! - mi risponde una voce squillante, ma non è quella di Haruni. - Sono Kazumi. -. 

Da subito mi stupisco, perché Kazumi dovrebbe avere il cellulare di Haruhi e rispondere come se niente fosse? Mi viene quasi il panico, forse i dubbi che aveva su di lei non erano del tutto sbagliati…

 

Sto pedalando velocemente verso l'Istituto Koyoen. Kazumi non mi ha detto niente incredibile! E dir che la domanda diretta gliel'ho ripetuta praticamente per tutta la chiamata! Ora sono veramente preoccupato, sarò esagerato? Io non esagero, cerco di essere realista e Kazumi cerca di nascondermi qualcosa. 

Il cielo si è oscurato di colpo e questo non è di certo un bel segno. 

Sono quasi arrivato davanti all'Istituto quando scorgo la sagoma di Haruhi. Mi sento di colpo più sollevato, ma prima che possa tirare un sospiro di sollievo capisco che quella è solo Kazumi. 

- Ciao Kyon! - esclama Kazumi salutandomi con il braccio alzato anche se ormai sono vicino a lei. 

- Dov'è Haruhi!? - chiedo correndo con la bici a mano. 

Kazumi mi segue, ma subito non mi dice niente. Parcheggio la bici e mi volto verso di lei. 

Lei continua a guardarmi con aria gioiosa e pacifica, ma io ormai sono stanco. Cosa sono tutti questi misteri? Dov'è Haruhi!? 

Noto che a parte noi nel cortile non c'è nessuno. Mi chiedo se se ne siano davvero già tutti andati... 

Kazumi sorride solo e quel sorriso è così irritante che comincio a provare quasi odio. 

Senza pensare oltre a ciò che sta succedendo comincio a correre verso l'edificio. Haruhi deve essere ancora dentro e io la troverò! Non capisco cosa sta succedendo, sembrerebbe che siamo ricaduti nel paranormale. E io che credevo di aver sistemato le cose per un po'. 

Kazumi non è la semplice compagna di classe di Haruhi che credevo. A questo punto dubito di tutto... chi è Kazumi Mitzuko? Perché Nagato non mi ha mai parlato di lei come di una possibile minaccia?

Non ha senso tormentarsi, ora l'importante è trovare Haruhi. Penserò dopo al resto. Spero di trovarla al più presto, non c'è tempo per le esitazioni. Haruhi sto arrivando!

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Capitolo 19
*** Punto a capo ***


Sono corso dentro all'Istituto Koyoen. Sto correndo come un matto, ma è come se sapessi già dove andare. Per nei corridoi non c'è nessuno e probabilmente anche nelle aule. 

Mi fermo all'improvviso davanti a un'aula. C'è scritto: 2°B... non mi dice niente, ma allo stesso tempo le mie gambe fremono per entrare. Apro la porta e trovo Haruhi stesa sul pavimento. Raggiungo un altro livello di panico, cosa cavolo è successo? Corro subito da lei. 

Sembra svenuta, non riporta alcuna ferita o almeno è quello che credo. Mi domando come sia potuto succedere... ci troviamo nuovamente di fronte a un caso paranormale... è una mia impressione o in questo periodo capita troppo spesso? 

Alzo gli occhi e vedo Nagato, Asahina e Koizumi. Mi danno le spalle e davanti a loro c'è niente meno di Ryoko Asakura. Eccoli tutti al completo, come avranno fatto ad arrivare prima di me? Neanche da chiedere, con tutto quello che sanno fare che vuoi che sia anche riuscire ad anticiparmi? 

- S-smetti di interferire su questa linea temporale! - esclama Asahina non potendo fare a meno di balbettare. 

- Ci siete proprio tutti. - osserva Asakura sorridendo. - Anche tu sei tra noi, vero, Kyon? - aggiunge sporgendosi per vedermi. 

Koizumi si gira e mi fa un cenno che non capisco. 

- Non sto interferendo, sto solo facendo il mio dovere. - dice Asakura allargando le braccia. 

- Il tuo dovere è aspettare i dati per la loro elaborazione. - precisa Nagato. 

Non capisco neanche cosa stiano dicendo, ormai i loro discorsi sono diventati troppo complicati per me. Da quello che ho potuto capire Asakura ha attaccato Haruhi e gli altri sono accorsi per aiutarla. Se almeno me lo avessero detto ci saremmo potuti presentare come squadra speciale in missione per salvare il mondo. 

- Mi costringi sempre a usare le maniere forti. - commenta Asakura tra lo scocciato e il mortificato. 

All'improvviso l'aula diventa un vero e proprio campo di battaglia. È da quando Asakura ha tentato di uccidermi che non vedevo nulla di simile. Nagato e Asakura iniziano a lottare senza esclusione di colpi. 

- Ehm. - emette Asahina venendo davanti a me. - Kyon dovresti portare Suzumiya fuori dall'edificio... - mi spiega. 

Noto solo ora che indossa il vestito che indossava ai tempi che abbiamo girato Le avventure di Mikuru Asahina. Chissà se è intenzionale o un caso... comunque ora non ho tempo per domandarmelo. Devo portare fuori Haruhi. Capisco perché non vogliono che resti qui, se si dovesse svegliare vedrebbe tutto questo e non immagino cosa succederebbe. 

Carico Haruhi sulle spalle e mi dirigo fuori. Devo ammettere che forse è un po' più pesante di come immaginavo, ma comunque è un peso che posso sostenere. 

 

Raggiungo il cortile più velocemente che posso. Quando raggiungo il prato la stendo su di esso. Ora è al sicuro, sono sicuro che Nagato e gli altri se la caveranno. Alla fine sconfiggeranno Asakura e tutto tornerà alla normalità... no, questo è presto per dirlo. 

Non so quando Haruhi si sveglierà, ma sta bene, quindi sono sicuro che presto sia alzerà e mi guarderà con quei suoi occhi pieni di vita. 

- Meno male. - si avvicina Kazumi. - Sei riuscito a trovarla! -.

Rivolgo a Kazumi uno sguardo truce, sono scettico nel sentire le sue parole. Non capisco proprio a che gioco sta giocando. È tra i nemici o gli amici? Di che categoria fa parte? 

- Si riprenderà presto. - dice chinandosi e poggiandole la mano sulla fronte. 

Scatto subito in allarme. Temo che possa farle in qualche modo del male, ormai non mi fido più di lei. 

- Che cosa fai!? -.

Kazumi ritrae la mano con un'espressione confusa, ma poi sorride. 

- Ti faccio vedere. - dice tornando a posare la mano sulla fronte di Haruhi. - Vedi, nel mio pianeta lo facciamo spesso quando abbiamo bisogno di alcune risposte sulla realtà di qualcun'altro. - spiega. - Ti chiedo solo di chiudere gli occhi. -.

Faccio come mi dice cercando di non pensare a nient'altro. Ha detto nel mio pianeta?

...

Sono finite le lezioni da una decina di minuti quando Haruhi guarda fuori dalla finestra con aria annoiata. 

Uffa, chissà quando arriverà Kyon... mi annoio così tanto! 

- Suzumiya, il tuo telefono! - dice Kazumi arrivando di fronte a lei. 

- Grazie. -. 

- Ti aspetto fuori. - annuncia l'altra correndo fuori dall'aula. 

Si dirigi all'uscita dimenticando però di restituirle il cellulare. 

Incredibile, Kazumi è più agitata di me... 

Haruhi sistema in suo banco lentamente. Non bada molto al fatto di essere ormai l'unica in classe. 

- Ehi Haruhi! - arriva Asakura sorridendo. 

Haruhi si alza sorpresa e un po' impaurita. 

Non può essere... lei qui come nel mio sogno?! 

- Era da molto che volevo passare a trovarti, come va? -.

Haruhi arretra fino a ritrovarsi contro un altro banco che la fa inciampare e cadere. 

- Accidenti. - si lascia scappare Asakura tirando un sospiro esasperato. - E dire che stavolta volevo solo parlare... -.

...

Riapro gli occhi subito dopo questo... flashback dal punto di vista di Haruhi si può chiamare? 

Mi guardo intorno per trovare Kazumi, ma mi accorgo che è scomparsa. Possibile provenga davvero da un altro pianeta? Non mi stupirebbe a questo punto. Nell'ultimo anno ho fatto la conoscenza di alieni, viaggiatori del tempo e esper. Gli esseri provenienti da altre dimensioni ancora mi mancavano, ma non mi stupisce per niente incontrarli in situazioni totalmente normali. 

Guardo Haruhi e noto che sta ancora dormendo. È quasi un peccato svegliarla, anche se in suo è un mancamento dovuto ad aver sbattuto la testa. 

Comincia ad aprire gli occhi a fatica e lentamente, forse a causa della luce. 

- Kyon? - emette un po' stupita e assonnata. - Che ci fai qui? -.

- Haruhi tutto bene? Ti fa male la testa? - le chiedo ignorando quasi totalmente la sua domanda. 

- La testa? -.

Sembra non si ricordi neanche che ha sbattuto contro un banco... e se avesse perso la memoria? No, impossibile, poco fa mi ha chiamato per nome. 

- Quanti sono questi? - le domando mostrandole due dita. 

- Due... - risponde contrariata. 

Probabilmente ora mi crede impazzito, ma poco importa dal momento che mi dovevo accertare non avesse riportato danni celebrali. 

Poco dopo vediamo uscire Koizumi, Nagato e Asahina. Haruhi alza la testa da terra stupita. È ovvio che si chieda cosa sta succedendo. 

- E voi che ci fate qui? - chiede ancora stupita. - Ah! Ho capito! Siete tutti venuti a prendere la capogruppo! - esclama entusiasta. 

Si alza in piedi e mette i pugni sui fianchi orgogliosa. 

- Ma potevate aspettarmi come al solito all'aula del club, tanto basta Kyon per venire a prendermi. -

Quando dice tutto questo sembra soddisfatta, probabilmente è felice di vederci tutti riuniti. 

Nessuno di noi dice niente. È molto meglio che lei creda così.

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Capitolo 20
*** Equilibrio ritrovato? ***


Sono passati alcuni giorni dall'ultima avventura e finalmente ora sembra che tutto sia tornato alla normalità. Almeno secondo il mio concetto di normalità. Vado a prendere Haruhi al Koyoen, a volte litighiamo e Koizumi mi avverte della creazione di spazi chiusi. Però dice che sono così piccoli che non possono arrecare danni: quasi come se Suzumiya scaricasse la rabbia per una semplice litigata. Sono le parole di Koizumi, poi ride in modo assolutamente irritante... però devo ammettere di riuscire meglio a parlare con Haruhi. Non so che cos'abbia in questo periodo, ma nel tragitto dal Koyoen al liceo Kita parliamo un sacco. Beh, diciamo che lei parla e io ascolto. Ogni tanto faccio degli interventi e lei mi risponde in maniera pertinente. Mi commuovo quasi, sembra proprio che abbia fatto molti progressi in questi anni. 

Appena entrato in classe mi dirigo subito al mio banco. Non nascondo che sono ancora assonneto... l'inverno mette una tale sonnolenza... 

- Ciao Haruhi. - la saluto senza pensarci mentre le passo di fianco. 

- Ciao. - mi dice lei normalmente. 

Mi siedo e solo adesso mi rendo conto che Haruhi non dovrebbe essere qui! Siamo di nuovo tornati nel passato?! O forse questa è una realtà alternativa come quella creata il 18 dicembre dell'anno scorso?! Tra l'altro caso vuole che oggi sia proprio il 18 dicembre... e se non fosse un caso?! 

Mi giro sorpreso e quasi in ansia, mentre Haruhi mi guarda stupita senza battere ciglio. Vuoi vedere che avevo ragione a dire che non siamo più nella realtà che conoscevo? Questi giorni di calma mi facevano pensare che si fosse tutto sistemato... chi mai avrebbe sospettato questo? Forse neanche Koizumi, Asahina e Nagato. 

- Che faccia. - commenta Haruhi. 

Sembra la solita di sempre, impossibile dire cosa sta succedendo. Cosa potrei chiederle per capito a che tempo ci troviamo? 

- Haruhi, i tuoi non hanno mai pensato di iscriverti al Koyoen? -.

- Che domanda è? - mi chiede incrociando le braccia. - Ti sei ammattito? -.

Non dico niente, lo so che la mia domanda le può sembrare strana, ma non sapevo che altro chiederle. Devo scoprire cosa sta succedendo, ma non so come fare. Se almeno Asahina adulta mi avesse detto qualcosa... 

- Se è un modo gentile per dire che sarebbe meglio fossi restata al Koyoen sappi che potevi evitare di dirmelo. - dice offesa. 

Rimango spiazzato, allora Haruhi è stata al Koyoen e ora è tornata! Ora rimane da capire se siamo nel futuro o in una realtà alternativa! 

- Sai dirmi che giorno è oggi? -.

- Il 18 dicembre... - mi risponde sorpresa dalla domanda inaspettata. 

Da questo capisco che non siamo nel futuro, sono ancora nel mio presente e non potrei ricevere notizia migliore. Però se Haruhi è qui allora...! 

- Quindi oggi è il primo giorno che vieni al liceo Kita! - esclamo ancora meravigliato. 

- Ci sei arrivato. - dice esasperata incrociando le braccia. - Un semplice bentornata era sufficiente. - aggiunge distogliendo lo sguardo.

Sorrido senza neanche rendermene conto. Sembra che tutto sia tornato alla normalità. Haruhi ora è nel suo banco dietro al mio e non si ha più alcuna traccia di Asakura... sembra che l'avventura sia davvero finita. 

- Haruhi? - la chiamo attirando su di me il suo sguardo. - Bentornata. - le dico accennando un sorriso. 

Lei diventa tutta rossa e distoglie lo sguardo. Se proprio voleva sentirselo dire adesso sarà soddisfatta. Dopotutto ho fatto cose ben più difficile in questi ultimi anni.

 

Quando le lezioni terminano mi dirigo nell'entrata principale. Solo una volta arrivato lì però mi rendo conto che non c'è più alcun bisogno che vada al Koyoen. Haruhi è tornata ad essere una studentessa della nostra scuola e Kazumi è sparita. Probabilmente sarà tornata sul suo pianeta. Ho ancora il suo numero memorizzato nella rubrica del telefono. Non posso fare a meno di chiedermi se un giorno mi tornerà utile. 

- Kyon! - esclama Tsuruya apparendomi alle spalle. - Ho sentito che Harumiao è tornata! -.

Le notizie corrono veloci vedo o forse è solo perché si tratta di Haruhi... 

- Dove stai andando? Non vai all'aula del club? - mi chiede confusa. 

- Sì, avevo solo dimenticato una cosa nell'armadietto. - mento per nascondere la vera ragione. 

- Capisco. - sorride. - Allora divertiti, io vado! - mi saluta correndo via. 

Tsuruya è sempre piena di entusiasmo, un po' la invidio. 

Faccio per andare nella direzione dell'aula del club, ma mi blocco quasi subito. Nel corridoio non c'è quasi nessuno, ma vedo una ragazza agli armadietti. Sembra stia cercando nel suo qualcosa che non riesce a trovare. Non ho mai visto questa ragazza prima d'ora. 

- Serve aiuto? - le chiedo avvicinandomi. - Hai perso qualcosa? - aggiungo una volta di fianco a lei. 

La ragazza si gira perplessa, probabilmente neanche lei mi ha visto prima di ora. Ha i capelli biondi, molto lunghi, e gli occhi marroni. 

- No, nulla, stavo solo cercando il quaderno di chimica, ma mi sono dimenticata di averlo lasciato a casa. -.

I suoi capelli sono molto lunghi se si facesse la coda di cavallo le starebbe sicuramente molto bene... ma che vado a pensare? Va a finire che mi sono ammattito davvero. D'altronde è comprensibile con tutto quello che mi tocca passare. 

- Qualcosa non va? - domanda perplessa. 

- Nulla. - mi sprigo a risponderle. 

Chiude l'armadietto e mi guarda. 

- Come ti chiami? - mi chiede. 

- Puoi chiamarmi solo Kyon. - dico leggermente a disagio. 

Sono l'unica persona costretta a sfoggiare quel ridicolo nomignolo. Nessuno mi prenderebbe sul serio, ma allo stesso tempo se le dicessi il mio vero nome e cognome risulterebbe troppo strano ora. 

- Sicuro? - mi chiede sempre più spaesata. 

- Non fraintendermi, tutti mi chiamano così. - dico sorridendo sempre più a disagio. 

Non vorrei mai pensasse che la sto prendendo in giro. So bene che tutti rimarrebbero sorpresi da una presentazione del genere. 

- Capisco... - dice pensosa. - E di che classe sei? -.

- 2-6. - rispondo. 

- Quindi hai un anno in più di me? - osserva sorpresa. - Ora devo andare, ciao! - dice velocemente correndo via. 

In poco tempo esce dalla scuola e raggiunge l'uscita. Corre davvero veloce, mi ricorda qualcuno... 

Mi rendo conto solo ora di non averle chiesto il nome. Il principe con Cenerentola non ha fatto la stessa cosa? Meglio smetterla con queste strane idee e andare al club. Haruhi sarà arrabbiata per il mio ritardo. Ho perso la concezione del tempo.

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Capitolo 21
*** Gelosia ***


Tutto sembra essersi sistemato per il momento. Ormai è passata una settimana da quando Haruhi è tornata nella nostra scuola. Mi aspetto che da un momento all'altro che inizi a parlarmi della festa di natale. L'hanno scorso è stato umiliante, non solo ho dovuto salvare il mondo, ma alla fine ho anche dovuto fare il buffone vestito da renna... quest'anno ho intenzione di rifiutarmi con tutte le mie forze, anche se so che se Haruhi veramente lo volesse alla fine dovrei farlo per evitare un cataclisma. 

La campanella è appena suonata e molti nostri compagni di classe cominciano ad alzarsi e uscire dall'aula. 

Butto l'occhio sulla porta e vedo una ragazza bionda che mi sembra di avere già visto. Mi saluta con un sorriso, allora mi alzo e vado da lei. Credo sia la ragazza che ho incontrato qualche giorno fa agli armadietti. 

- Ciao, mi stavi cercando? - le chiedo. 

- Veramente sì. - risponde. - Sai, mi sento un po' in colpa per qualche giorno fa, tu mi hai detto il tuo nome, io invece non ti ho ancora detto il mio. -.

Aspetto che finisca di parlare e poi realizzo che è proprio vero. Io non ho proprio idea di come si chiami, a dire la verità è il caso proprio di dire che non so niente di lei. 

- Mi chiamo Ayano Yamada e frequento la 1-6. -.

Quando lo dice non posso che pensare al fatto che sia una nostra succeditrice. Non avrei mai pensato fosse una matricola anche se in effetti al nostro primo incontro me lo aveva detto. 

- Mi sono ricordata di una cosa che devo fare, ci vediamo! - mi saluta allontanandosi con il braccio alzato. 

Mentre la vedo allontanarsi non faccio che pensare al fatto che sia sempre sfuggente. Ci sono persone che troverebbero irresistibile questo modo di fare, Taniguchi per fare un esempio... 

Torno dentro e vado di nuovo al mio posto. Mi siedo e non faccio in tempo a rimettere apposto niente che sento qualcuno richiamarmi tamburellandomi una biro sulle spalle. Mi volto già consapevole di chi possa essere. 

- Stai scherzando? - mi chiede incrociando le braccia. - Chi è quella? -.

- Ayano Yamada. - rispondo senza scompormi. 

Haruhi mi guarda solo incredula e poi distoglie lo sguardo. Guarda fuori dalla finestra pensando a chissà quali cose. Forse ho fatto male a risponderle così, avrei dovuto pesare di più alle possibili conseguenze delle mie azioni, ma ora non so proprio cosa dirle per rimediare. 

Ad un certo punto si alza e la cosa mi confonde. 

- Dove vai? -.

- In bagno. - risponde con tono neutro. 

Si allontana e non posso fare a meno di sentirmi in colpa. Come minimo sarà arrabbiata con me, le passerà, ma avrei potuto evitarlo. 

- Kyon, hai litigato con Suzumiya? - mi chiede Taniguchi. 

- Chi le capisce le ragazze. - commento evitando di rispondere direttamente alla sua domanda. 

- Per giunta stiamo parlando di Suzumiya. - commenta ridacchiando. - Lei è tutt’altro che una ragazza comunque, ormai dovresti saperlo. -.

Non sopporto quando Taniguchi parla in questo modo, come se sapesse tutto di ogni cosa. Appunto perché ormai conosco bene Haruhi ho imparato che la sua eccentricità non è nient'altro che una maschera per camuffare sentimenti ed emozioni simili a quelle di tutti gli altri. 

- Organizzerete una festa di natale anche quest'anno? - mi domanda cambiando argomento. 

- Per caso vuoi venire? - gli faccio una domanda a mia volta. 

- No grazie, quel giorno sarò a Londra. - mi risponde orgogliosamente. 

Non so perché ho l'impressione volesse solo vantarsi nel dirmelo. A dir la verità non lo invidio per niente, l'inglese non è mai stato il mio forte. 

Guardo fuori e noto Koizumi che mi fa un cenno sorridendomi. Vorrà dirmi qualcosa... chissà cosa, ho quasi paura…

♥ ♥ ♥

Scendo nel cortile e incontro Koizumi. È seduto ad un tavolino, così lo raggiungo. 

- Eccoti finalmente. - sorride lui.

- Ciao. - saluto sedendomi. 

Mi chiedo di che argomento voglia discutere. C’entra Haruhi di sicuro, ma mi chiedo a quale fatto insolito si collegherà. Forse mi parlerà di un fatto soprannaturale che si verificherà di qui a poco. 

- Così conosci già Ayano Yamada. - dice all'improvviso. 

Lo guardo sorpreso... e lui come lo sa?! Non è che Yamada è un esper come Koizumi... 

- Tranquillo, Yamada non è né un alieno, né una viaggiatrice del tempo, né un esper, né un essere di un'altra dimensione. - mi dice. - È un comune essere umano esattamente come te. -.

Come me prima di essere coinvolto in queste strane situazioni vuole dire... 

- Non capisco allora perché mi vuoi parlare di lei. -.

- Non ti ho chiamato per parlare di lei. - corregge. - È solo che il caso ha voluto che lei fosse la causa di ciò che accadrà. -.

Quando comincia a fare il misterioso lo prenderei a schiaffi... come si fa a tenere una persona tanto sulle spine?! 

- Potresti essere un po’ più chiaro? - chiedo esasperato. 

- Mi dispiace, ma non conosco i particolari. - sorride ancora. - Poi Asahina e Nagato mi hanno detto che ti parleranno al più presto, quindi non ti devi preoccupare. -.

È facile dirlo per lui, quelle due potrebbero decidere di parlarmi oggi o domani come tra una settimana e io non potrei fare altro che aspettare. La mia vita è davvero ingrata... 

La campanella suona, così mi alzo e torno alla mia classe. Per i corridoi non incontro quasi nessuno, molti devono essere rimasti in classe. Dopotutto li posso capire con questo freddo, io stesso non sarei uscito se Koizumi non mi avesse chiamato. 

Quando sono quasi davanti alla mia classe vedo Haruhi arrivare nell'esatto momento dalla direzione opposta. Mi fermo senza pensarci e non posso fare a meno di chiedermi se non avesse solo inventato una scusa... in questo caso chissà dove è stata fino adesso... 

Anche Haruhi si ferma e mi guarda confusa. Chissà a cosa pensa in questo momento, vorrei tanto saperlo. 

Dopo essersi fermata riprende a camminare, così realizzo che anch’io devo sbrigarmi ad entrare. Riprendo a camminare e raggiungo la porta. 

Haruhi mette la sua mano sulla maniglia della porta nell'esatto momento in cui la metto io. Quando le nostre mani si sfiorano avverto una sensazione molto simile a quando mi ha abbracciato mentre la accompagnavo in bici... 

Ritrae subito la mano agitata. La vedo molto rossa, sinceramente non so cosa pensare... 

- Dove sei stato? - incrocia le braccia tornando gradualmente del suo colore originario. 

- Perché ti interessa? - chiedo a mia volta. 

Non so se dirle la verità sarebbe bene, probabilmente no. 

Lei incrocia solo le braccia con aria più contrariata distogliendo lo sguardo. 

- Stavo parlando con Koizumi di alcune questioni riguardanti le attività del club. - mi invento. 

- Per la festa di natale? - mi chiede sgranando gli occhi stupita e lasciando ricadere le braccia. 

- Sì. - mento. 

Il suo sguardo si illumina all'istante e il suo sorriso mi abbaglia in un secondo. 

- Volevo parlarvene giusto oggi! Quest’anno la festa sarà un grande successo! -.

Mi prende per mano e inizia a tirarmi. 

- Vieni, in via del tutto speciale ti mostro le decorazioni fantastiche che ho trovato! - esclama trascinandomi entusiasta. - Però non dirlo agli altri, chiaro?! -.

- Non dovevamo andare in classe? -.

La parte dello studente modello non mi si addice proprio. Così decido di non oppormi più, tanto servirebbe comunque a poco. Quando Haruhi vuole una cosa se la prende.

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Capitolo 22
*** Neve ***


L'albero di natale della Brigata SOS è quasi pronto. L'abbiamo addobbato con moltissime luci e decorazioni di ogni genere. Ora manca solo la stella da mettere sulla punta. È stato deciso con un sorteggio che sarà Asahina a metterla. Pare però che Haruhi non sia mai soddisfatta ogni volta che ci prova... e dir che è un inutile dettaglio. Solo lei può ostinarsi a polemizzare su una cosa del genere. 

- No Mikuru! Non va bene, più a destra! - la sgrida Haruhi. 

Andiamo avanti così da un tempo che sembra essere infinito... perché non lo fa lei e basta? 

- No Mikuru! Ti ho detto destra! -.

- Perché non lo fai tu e basta? - le chiedo ormani esasperato. 

- Non si può. - incrocia le braccia irremovibile. - Il sorteggio ha deciso, non possiamo disonorarlo. -.

Direi che è inutile tentare di convincerla. Anche perché se il sorteggio ha deciso così non è un caso. Se fossimo soli Koizumi mi direbbe di certo che in realtà lo ha desiderato Haruhi. 

- Perfetto! - esclama Haruhi entusiasta. 

Contempla l'albero con un sorriso soddisfatto e le braccia sui fianchi. Ora l'albero di natale della Brigata SOS è terminato, devo ammettere che si avverte già l'energia del natale. 

- Itsuki, prendi le altre decorazioni! Yuki, la neve artificiale! - ordina entusiasta la capogruppo. 

Asahina scende dalla scala facendo attenzione a non cadere. Meno male che è andato tutto bene, poteva essere un disastro considerando che proprio a lei è capitato questo arduo compito. 

- Qui non c'è più niente. - dice Koizumi dopo aver controllato nello scatolone. 

- Sicuro? - si volta Haruhi stupita e pensosa. - Yuki, la neve artificiale? -.

Nagato porta ad Haruhi l'unica bomboletta rimasta dall'anno scorso e poi torna al suo posto a leggere. 

Haruhi prova a spremerne un po', ma la bomboletta emette solo un rumore sordo. Alza lo sguardo su di noi e so già che questo significa sia delusa. 

- Così non va. - annuncia vagando un po’ con lo sguardo. - Non si può festeggiare il natale senza neve artificiale. -.

Non penso che sia una cosa così indispensabile, chissà perché Haruhi si è fissata tanto. Entra in fissa sempre per le cose più inutili. 

- Cosa pensi di fare allora? - gli chiedo pentendomene subito. 

- Andrò a comprarla naturalmente. - risponde incrociando le braccia ancora chiaramente sovrappensiero. - Ci vado domani, ora potete andare, per oggi abbiamo finito. - aggiunge prendendo la sua borsa e andando fuori. 

Forse è scappata via così perché si è ricordata di un impegno. Mi domando che cosa sia... 

- Sembri stupito. - commenta Koizumi attirando la mia attenzione. 

Neanche da dirlo sta sorridendo in modo irritante. Non lo sopporto proprio anche se devo ammettere che spesso mi è di aiuto con tutte le avventure paranormali che sono costretto ad affrontare. 

- Cosa te lo fa pensare? - chiedo facendo finta di non capire. 

In realtà ha ragione Koizumi. Sono stupito perché pensavo che Haruhi ci avrebbe coinvolto nella missione di comprare la neve artificiale. Non credo di esserci rimasto male... no, non credo proprio, però mi fa strano... 

Vedo che Nagato se ne sta seduta a leggere il suo libro, così sospetto non voglia dirmi niente, almeno per il momento. 

- Ehm... - si intromette Asahina incerta. - Ora dovrei cambiarmi... - aggiunge sempre più a disagio. 

Quasi dimenticavo che Haruhi l'aveva fatta vestire da cameriera anche oggi. Che senso ha ripensandoci? 

♥ ♥ ♥

Io e Koizumi usciamo dall'aula dopo aver salutato Asahina e Nagato. 

- Ora andrai a casa? - mi domanda Koizumi chiudendo la porta. 

- Immagino di sì. - rispondo. 

Non capisco il perché della domanda... se conosco Koizumi un perché deve esserci di sicuro. 

Sorride facendo aumentare in un istante la mia irritazione. Perché ora fa così? Non lo capisco proprio. 

- Cos'è quell'espressione? -.

- Nulla, solo tieni acceso il cellulare quando sei a casa. -.

Sgrano gli occhi sorpreso, sta per caso per accadere qualche situazione paranormale legata al mio cellulare?

♥ ♥ ♥

Sono tornato a casa e sono sdraiato già da più di mezz'ora. Continuo a pensare a quello che mi ha detto Koizumi. Finora non è successo niente, sempre ammesso che non me ne sia accorto. Vorrei solo sapere cosa sta per succedere, è stressante sapere che accadrà qualcosa, ma non sapere esattamente cosa. 

Il mio cellulare squilla e mentre lo prendo sono quasi sicuro sia Koizumi. Non guardo il display, rispondo e basta. 

- Pronto Koizumi? - dico quasi annoiato.

- Koizumi? - emette stupita la voce dall'altra parte che, decisamente, non è la sua. - Aspettavi una telefonata da Itsuki? - mi chiede sempre più stupita. 

È Haruhi e dire che tra tutti è quella che meno mi aspettavo è poco. Mi chiedo perché mi abbia chiamato se ci siamo visti solo un’ora fa. Perché non mi ha detto quello che doveva di persona. 

- Senti. - prende nuovamente a parlare. - Domani dopo la scuola potresti venire con me? - mi chiede. 

In suo tono è così normale da sembrare anormale. Sono abituato talmente tanto a sentirla urlare e dare ordini che quando la sento parlare con tono diverso mi sembra che la realtà si modifichi ogni volta. 

- Va bene. - rispondo per niente fingendo di non essere per niente sorpreso. 

Anche se non pensavo che mi avrebbe chiamato sapevo che non mi avrebbe lasciato fuori da questa storia. 

- Ottimo! - dice entusiasta. - Allora andiamo domani dopo la scuola! - aggiunge riagganciando. 

Riappoggio il cellulare sul comodino. Per alcuni secondi è tornata esattamente l'Haruhi che conosco. Devo ammettere che anche la parte pacata di lei non mi dispiace... cioè, è sempre Haruhi dopotutto... no, meglio lasciar perdere. Quello che voglio dire è che non mi dispiace mi abbia chiamato. Sono contento di andare con lei, almeno non può accusarmi di non fare niente per la brigata. Di cose ne faccio anche troppe, ma naturalmente Haruhi non lo sa ed è questa la parte irritante. Se fossi bravo come Koizumi a fare del bene e dimenticarmene... a volte qualche riconoscimento non sarebbe male considerato che Haruhi mi tratta anche peggio di come tratta qualsiasi altra persona. Forse, però, sto esagerando, dopotutto mi sembra che in questi ultimi tempi Haruhi stia maturando sempre di più. È molto strano se ci pensi... forse se continua di questo passo non ci sarà più bisogno che le faccia da babysitter. Di sicuro per me sarebbe una grande liberazione, ma chissà se proverei nostalgia. Dopotutto è da quando sono entrato al liceo che seguo e vigilo su ogni mossa di Haruhi. Se lei non avrà più bisogno di me che piega prenderà la mia vita?

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Capitolo 23
*** Fraintendimenti ***


- Ottimo! Allora andiamo domani dopo la scuola! -.

Sto aspettando Haruhi seduto su una panchina del centro. Fosse stato per me saremmo potuti, tranquillamente, venire insieme, ma quando eravamo in classe mi ha detto di precederla. Non me l’ha detto, ma ho l’impressione c’entri con la festa di natale. Probabilmente in questo momento è nell’aula a controllare chissà cosa.

- Kyon? - mi dice qualcuno sorpreso.

Riconosco subito la voce e sposto lo sguardo su di lei.

Sasaki.

Da quanto tempo non ci vedevamo. Era circa da aprile, quando c’era stata una sorta di guerra tra i suo team e quello della brigata. Tecnicamente dire suo team non è esatto, Sasaki non ha mai voluto i poteri di Haruhi. Da quello che sembra ha molta stima di lei e ammira il suo carattere solare. 

- Ciao Sasaki. - la saluto sorridendo.

- Cosa fai qui tutto solo? Non sei con i tuoi amici stavolta? -

- Devo incontrarmi con Haruhi, arriverà a momenti, aveva qualcosa da sistemare prima al club. - spiego.

- Ah capisco… - dice sorridendo in modo enigmatico. - Avete un appuntamento. -

Sorrido a disagio senza riuscire a controllarmi. In effetti si può dire così, ma non è quello che sembra…

- Kyon, scusa per il…! - esclama Haruhi arrivando, ma quando vede Sasaki si ferma sgranando gli occhi.

Sasaki le sorride sempre con quell’aria, vagamente, enigmatica.

- Suzumiya, da quanto tempo, tutto bene? - 

Haruhi sembra essere impietrita sul posto. Ora non ha più gli occhi sgranati, ma ha l’aria sorpresa. È come un libro aperto, o forse sono io che ormai ho imparato a conoscerla bene, ho capito subito che è disorientata.

- Haruhi… - mormorò cercando di attirare la sua attenzione.

Non so neanche con che, razza, di espressione l’abbia potuta chiamare. Forse con l’espressione di qualcuno colpevole, ma non so proprio perché.

All’improvviso Haruhi torna in sé e si volta per poi cominciare ad andarsene, a passo svelto, così io mi alzo e la seguo di corsa. 

- Haruhi! - esclamò prendendola per mano.

È evidente volesse essere raggiunta, perché non stava andando particolarmente veloce.

- Che c’è!? - urla voltandosi con aria davvero alterata. - Ti chiedo di precedermi e ti trovo a flirtare con la tua vecchia fidanzatina delle medie, sei davvero rivoltante! -

- Addirittura rivoltante… - mormoro, inconsapevolmente, stranito.

Credo che dovrei tentare di contestare, ma è tutto così sbagliato nella sua frase che non so da che parte cominciare. Intanto io e Sasaki non siamo mai stati fidanzati e non stavamo di certo flirtando, ci siamo semplicemente trovati per caso nello stesso posto allo stesso momento.

Il mio sguardo viene catturato da una figura che conosco bene. Una figura che in questo momento si trova in piedi di fronte a noi. È perfettamente immobile e così come Sasaki anche lei non si faceva vedere da un po’.

Kuyo Sou.

Quando i miei occhi si posano su di lei comincio a provare una forte sensazione di ansia ed angoscia. Non sono certo dell'espressione di Haruhi, in questo momento, ma penso sia confusa. Dopotutto lei non può sapere quello che so io. Non può sapere che Kuyo ha tentato di ucciderci.

Prendo per mano Haruhi, instintivamente, ed inizio a correre.

- Kyon?! - esclama lei confusa.

♥ ♥ ♥

A forza di correre arriviamo nello stesso parco in cui Asahina mi ha svelato la sua vera identità circa una anno fa. Ne sono passate molte, ma, è quasi ironico a dirla tutta, i luoghi che visitiamo quasi quotidianamente sono sempre gli stessi. In realtà in questo parco sono successe molte altre cose d’allora.

- Kyon, ma ti sei ammattito!? - strilla Haruhi.

Sto ancora recuperando il fiato, ma intendo risponderle subito onde evitare altre complicazioni.

- Kuyo Sou. - dico scandendo bene il nome. - Ti dice niente? -

- Se non sbaglio aveva l’uniforme dell’Istituto Koyoen. - dice sorpresa dalla mia domanda.

- Esatto, non ti è mai capitato di vederla per i corridoi? -.

Haruhi si porta un dito sulle labbra e guarda in alto dubbiosa.

- Ora che mi ci fai pensare forsa sì, ma… - dice per poi lasciare sospesa la frase e tornare a guardarmi stupita. - Ehi, un attimo… questo cosa c’entra?! Perché mi hai trascinata via così!? Mi spieghi cosa ti prende oggi!?!! -.

Sembra davvero arrabbiata…

- Ti dò sessanta secondi, alias un minuto, per organizzare un discorso di senso compiuto e spiegarmi quindi cosa succede! - esclama. - 1! -

Continua a contare e io cerco di pensare a qualcosa alla svelta.

Haruhi incrocia le braccia facendo un’espressione imbronciata, ma, al contempo, enigmatica.

- Allora? -.

Sono passati 60 secondi, ma io non so proprio che cosa dirle. Pensa, Kyon, pensa.

- Ti ho trascinata via con me perché Kuyo mi fa paura. - dico infine.

Alla fine ho optato per dire semplicemente la verità.

- Cosa? - chiede scettica. - Hai paura di una ragazza? Ma per favore… -.

Naturale. Haruhi non può sapere che Kuyo non è una semplice ragazza.

- Taniguchi per un periodo di tempo si è messo con lei, ma non è finita bene. - racconto.

- Sì, immagino. - dice con tono di sufficienza. - Taniguchi è un idiota, a maggior ragione se stavano insieme, non dovrebbe sputare sul piatto su cui ha mangiato. -

- Tu non capisci... - dico, ma mi interrompe praticamente subito. 

- Certo che bisogna essere in due per portare avanti una relazione, forse il tuo amico idiota ha trovato una ragazza più idiota di lui e credevano di completarsi a vicenda almeno per un periodo. -

- Sarà anche vero che sono degli idioti, ma non li starai offendendo un po’ troppo...? -

Improvvisamente lo sguardo che mi rivolge cambia totalmente. Si incupisce notevolmente.

- Comunque non mi interessa, ora devo andare a comprare la neve artificiale, mi hai fatto perdere anche troppo tempo. - dice voltandosi e iniziando ad andare.

- Sei ancora arrabbiata con me per via di Sasaki? - le domando incredulo. - Guarda che stavamo solo parlando, ci siamo incontrati per caso, lo giuro! -

Lei, però, non si ferma, così tiro un sospiro di esasperazione.

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Capitolo 24
*** SOS Natale ***


Sembra che con la neve artificiale le decorazioni dell’aula siano soddisfacenti per Haruhi. Alla fine l’abbiamo comprata insieme anche se dopo tutto quello che è successo non mi ha, praticamente, più rivolto la parola. Chi si immaginava che avremmo incontrato Sasaki e Kuyo? Sasaki è stata una sorpresa in positivo, anche se Haruhi ha frainteso tutto, ma avrei fatto volentieri a meno di incontrare, anche, Kuyo.

- Come capo della Brigata SOS dichiaro che i festeggiamenti inizino! - esclamò Haruhi per poi fare scoppiare una scatola di coriandoli.

♥ ♥ ♥

Ho preso un piatto di plastica e sto guardando cosa offre il buffet. Quest’anno Haruhi ha deciso di fare così. In perfetto stile occidentale, come dice lei. Non sono molto solito di queste cose, ma riconosco che è curioso.

Ehi, guarda, lassù c’è un rametto di vischio, chi sarà stato a metterlo?

- KYON! Certo che sei proprio un vecchio, sei al tavolo del buffet da mezz’ora! - mi grida Haruhi venendomi incontro.  - Gli altri si stanno tutti sforzando per trovare la parola misteriosa e tu resti qui a perdere tempo?! -

Ho distolto lo sguardo dal soffitto per guardare lei, anche se non so proprio cosa dirle. Non mi sono mai piaciuti questo genere di giochi, ma suppongo che non le importi minimamente.

- Cosa stavi guardando, così, concentrato, sentiamo! - esclama per poi fare un altro passo e volgere lo sguardo al soffitto.

Sgrana gli occhi stupita e poco dopo si gira di scatto verso gli altri.

- CHE SIGNIFICA!? Itsuki, è una tua iniziativa??! -

Mi sembra che le guance di Haruhi siamo diventate rosse come se avesse mangiato piccante per giorni.

Koizumi sorride mortificato.

«Era con le altre decorazioni, pensavo dovesse essere messo anche quel rametto.»

«P-pensavi male! Dovevi consultarmi!!»

È proprio raro vedere Haruhi arrabbiarsi furiosamente con qualcun altro che non sono io. Beh, almeno ho la prova che ogni tanto io non c’entro con le sue uscite, anche se devo dire che il rossore sul suo viso mi fa pensare di essere in parte colpevole.

Credo che a questo punto Haruhi sappia dell’usanza e sia in imbarazzo. Perché non si sposta e basta invece di urlare contro a Koizumi?

Mentre la guardo pensando a tutto questo noto che torna a guardarmi a sua volta. È ancora rossissima in volto, ma sembra essersi calmata. Mi chiedo a cosa stia pensando. 

- Smettila di perdere tempo e raggiungici! - esclama di nuovo alterata per poi andarsene.

Rimango sorpreso, per tutto il tempo è rimasta rossa come un peperone.

Torno a girarmi verso il tavolo del buffet. Ho deciso che prenderò solo qualcosa da bere.

Certo che è un vero peccato…

♥ ♥ ♥

Sto camminando affianco a Koizumi e stiamo uscendo insieme dal cancello della scuola. Haruhi ha detto che avrebbe accompagnato lei le altre, quindi nessuno ha osato obiettare. 

- Curioso quello che è successo. - commenta Koizumi ad un certo punto.

- Cosa intendi? -

- Suzumiya ha desiderato inconsciamente che tra le decorazioni ci fosse anche un rametto di vischio, mi domando il perché. -

- Dici che è un suo desiderio inconscio? Ma non ha senso, ti ha urlato contro per averlo appeso… -

- Già, lo ha fatto. - dice annuendo con la testa. - Però questo non toglie che lo abbia desiderato. -

- Perciò stai dicendo che anche se sembrava arrabbiata in realtà non lo era? -

- Intendo che era arrabbiata, sì, però nel profondo quel rametto rappresentava ciò che voleva davvero. -

Non voglio e non posso ribattere subito. Sto cercando di interpretare le sue parole. Non è un concetto, particolarmente, complicato, ma sono arrivato ad un punto nel quale le cose semplici mi confondono.

- Davvero non ci arrivi? Si può facilmente dedurre che Suzumiya volesse un bacio da qualcuno. -

Haruhi voleva un bacio da qualcuno in particolare? E chi sarebbe il fortunato? Nel club, oggi pomeriggio, ci eravamo solo noi.

- Sono stupito, davvero non ci arrivi? O forse non conosci la tradizione legata ai rametti di vischio? -

Ho notato solo un momento nel quale Koizumi aveva cambiato espressione. Aveva sgranato gli occhi, ma forse aveva intuito che non fossi del tutto sincero.

♥ ♥ ♥

 

È notte e io con tutti i miei pensieri sono sicuro che non chiuderò occhio. Le parole di Koizumi continuano ancora a tormentarmi. Si creerà uno spazio chiuso stanotte? In tempo è pessimo, almeno nevicasse… un Natale con la pioggia non è concepibile.

- Kyon? - mi dice impaurita la mia sorellina entrando nella mia camera.

- Cosa c’è? - le chiedo alzando la testa dal cuscino di malavoglia. 

- Kyon, Babbo Natale riuscirà a portare i regali anche con questo tempo? -

Cosa l’ho chiesto a fare? Immaginavo fosse per questo.

- Sta tranquilla, la slitta di Babbo Natale è impermeabile all’acqua. - dico riappoggiando la testa.

Forse non è una spiegazione molto adatta da dare ai bambini.

- Impermeabile? Cosa significa? -

♥ ♥ ♥

Mia sorella stamattina mi ha svegliato prestissimo e ora sono poco più delle nove. Sono stanco come se avessi passato la notte in bianco… cosa che tra l’altro, alla fine, ho fatto. Per tutta la notte ho aspettato una chiamata da parte di Koizumi. Avevo il bruttissimo presentimento che si sarebbe creato uno spazio chiuso, ma fortunatamente sembra che, alla fine, non sia stato così.

Il campanello d’ingresso suona e senza dire niente vado io. I miei genitori sono in cucina, mia sorella sta saltellando per tutta la casa indossando delle orecchie da renna e io sono l’unico che è appena sceso dalle scale, quindi il più vicino alla porta d’ingresso.

Che siano i nonni? Ma non è un po’ presto? Se non sbaglio di norma arrivano verso le dieci e mezza. 

- Haruhi? - 

Devo essere più stanco di quanto pensassi, anzi, forse, sto dormendo in piedi. È per forza così, dai, altrimenti, che ci fa Haruhi con indosso un cappello da Babbo Natale davanti alla mia porta? Ha un’espressione tesa e tiene in mano qualcosa, mi sembra sia una torta al cioccolato.

- È arrivata Haru-chan Natale! - esclama mia sorella entusiasta.

Ah, quindi non la vedo solo io?

Credo sia perché la sto fissando con insistenza, devo ancora accertarmi non sia un’illusione, perché vedo che le sue guance diventano leggermente rosse.

- È una torta di Natale, non ti fare strane idee, ne ho presa una per tutti i membri della Brigata SOS, l’ho appena portata a Yuki e ora devo portarla anche a Mikuru. - 

La prendo guardandola incredulo, come se anche quello facesse parte dell’illusione.

- Bisogna festeggiare Natale alla grande! Dopotutto questa è l’ultima festa prima della fine dell’anno!! - esclama sorridendo entusiasta.

La guardo più consapevole. Ora si che so che è proprio di fronte a me.

- Bene, ora devo andare, ci vediamo a Capodanno! - esclama correndo via.

A Capodanno? Così in là? Non vuole che ci incontriamo prima per andare tutti e cinque a caccia di misteri prima della fine dell’anno?? A proposito, alla fine quest’anno niente ritiro… che strano…

- A presto Haru-chan! - esclama mia sorella sbucandomi alle spalle e salutando con la mano.

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Capitolo 25
*** Capodanno ***


- Ciao Kyon. -

Sorpreso mi fermò e, lentamente, mi volto.

Asahina adulta mi sta guardando con un sorriso a pochi metri di distanza. Indossa il kimono, probabilmente per confondersi meglio tra la folla.

- Finalmente ti ho trovato, ci sono un paio di cose di cui dovrei parlarti. -

Ho la presunzione di sapere cosa mi vuole dire, dopotutto, è da quella volta che non ci vediamo. È anche passato più tempo di quanto mi aspettassi.

♥ ♥ ♥

Stiamo camminando in mezzo alla folla, sono sicuro che chi ci vede pensa che siamo fratello e sorella. In effetti dovrebbe essere considerato un po’ strano che una sorella maggiore così carina passi la sera di Capodanno con il fratello minore. Lo so, soprattutto, perché anch’io sono un fratello maggiore e anche se non sono una bella ragazza non passerei mai una festività del genere con mia sorella più piccola.

C’è un sacco di gente e a volte spero di scorgere Haruhi e gli altri, lo ammetto, anche se riconosco che in questo momento è meglio se non ci troviamo.

Per la prima volta penso che non sia casuale il fatto che Asahina mi abbia raggiunto proprio adesso. Ci sono cose che gli altri membri della Brigata SOS, soprattutto Haruhi, non possono sapere.

Arriviamo in un punto particolarmente isolato e lei si ferma, così faccio lo stesso.

- Allora Kyon, come sta andando? - mi chiede con un sorriso.

- Bene, considerando che tutto adesso sembra essere tornato alla normalità. -

- So che il mio consiglio ti è stato utile. - dice sorridendo ancora. - Meno male, avevo paura fossero informazioni insufficienti per far fronte ad una minaccia del genere. -

- Asahina, posso farti una domanda? -

Vedo che la sua espressione muta in un secondo, sembra sorpresa.

- Capisco. - dice sbattendo le palpebre e ricominciando a sorridere. - Chiedi pure. -

- Quella volta mi hai detto di non sapere cosa sarebbe successo, ma non è così, dico bene? -

Asahina distoglie lo sguardo in un punto impreciso del marciapiede. Non sembra tanto in difficoltà, anzi, direi, piuttosto, pensosa.

- Immagino sia un’informazione riservata. - dico rassegnato.

- Non è questo. - dice per poi tornare a guardarmi con più convinzioni. - È molto complicato da spiegare, in quel preciso momento il mondo stava prendendo una direzione un po’ diversa da quella prevista. -

Sono confuso, mi fa male la testa...

- Non capisco… -

- Vedi? - mi domanda retoricamente. - Anche se tentassi di spiegarti tutto ora non potresti capire. -

- Va bene, va bene… quindi stai dicendo che quello che è successo non era solo un caso isolato? -

- Kyon, non si tratta mai di un caso isolato. -

La determinazione che traspare dal suo volto è quasi folgorante. Mi gira la testa, forse ho fatto male ad esordire subito con una domanda.

 - Cosa mi volevi dire? - le chiedo portandomi, instintivamente, una mano alla fronte.

- Si tratta di Asakura. - dice, per la prima volta, senza giri di parole. - So che la reputi come una nemica, ma ricordati che è pur sempre il backup di Nagato. -

Davvero si aspetta che dicendomelo cambi la visione che ho di lei? Ha tentato due volte di uccidermi, la considererò sempre una nemica.

- Anche se mi dici così… -

- Per favore Kyon, non interrompermi. - dice sempre con aria decisa. - Ci sono nemici molto più temibili con i quali dobbiamo fare i conti tutti i giorni, ad esempio il vero responsabile dell'alterazione dei dati che ha provocato il trasferimento di Suzumiya. -

Cosa?! VERO responsabile??

- Non è Asakura la responsabile? - chiedo scioccato.

Asahina scuote la testa.

- No. - risponde secca. - E se ti stai chiedendo chi sia allora, beh, quella sì che è un’informazione riservata, posso dirti solo che è meglio che tu non lo sappia, serve per proteggere te e Suzumiya. -

- Non capisco… - mormoro portandomi nuovamente una mano sulla fronte. - Asahina di questo tempo ha detto ad Asakura “Smettila di interferire su questa linea temporale!” -

Sul volto di Asahina compare un sorrisetto, vagamente, nostalgico.

- Kyon, sai bene che la me del passato si limita a seguire gli ordini dei suoi superiori, se rammenti la prima volta ti ha detto anche “Per noi questa è la giusta linea temporale”. -

Realizzo che Asahina adulta ha già vissuto, in passato, le stesse situazioni. Ecco il motivo del suo sorriso. È paradossale come l’Asahina di questo tempo soffra per non ricevere tutte le informazioni quando Asahina adulta, a volte, sembri quasi pressata da tutto ciò che sa già. Ecco spiegato perché sul suo viso sia comparso quello strano sorriso.

- Kyon? - richiama la mia attenzione prendendo le mie mani tra le sue. - Fai attenzione, d’accordo? Proteggi Suzumiya ad ogni costo. -

Inizialmente la guardo confuso, poi annuisco di sì accennando un sorriso.

- Ok, è meglio che vada. - dice lasciando le mie mani e ricominciando a sorridere entusiasta. - Ah, ma prima… -

Lascia in sospeso la frase e scorgo una figura avanzare, lentamente, alle sue spalle.

- Come va Kyon!? - mi chiede Kazumi sorridendo raggiante.

Incredibile, non pensavo di rivederla tanto presto!

- Kazumi è una creatura proveniente da un’altra dimensione, ma questo già lo sai, vero? - mi spiega Asahina. - È stata chiamata su questo mondo per volere di Suzumiya, è per questo che all’inizio ti ho detto che il mondo ha preso una direzione diversa da quella prevista. -

Certo, ora capisco, perché Haruhi si è trasferita, ma non era un evento prestabilito. Haruhi deve aver invocato, inconsapevolmente, Kazumi per affrontare quel momento difficile… oppure forse non è proprio così? Accidenti, mi scoppia di nuovo la testa!

- Kyon, sono contenta! Come sta Suzumiya? Mi raccomando, stalle vicino, sono in tanti quelli che le vogliono fare del male per tentare di controllare i suoi poteri. - mi dice Kazumi sorridendo.

Già, ha ragione, purtroppo mi rendo sempre più conto, giorno dopo giorno, che il Team Sasaki non era che un pronostico di tutti i problemi che sarebbero ancora venuti.

- Kyon, finalmente! - 

Mi volto all’istante e come previsto trovo Haruhi a, circa, un metro di distanza da me.

- Cosa stai facendo? Dove sono gli altri? -

Accidenti, cosa ci fa Haruhi qui?! A quanto ne so non dovrebbe mai venire a conoscenza di Asahina adulta!

Torno a voltarmi, quasi in automatico, e vedo che sia Asahina adulta che Kazumi sono scomparse. Meno male.

- Ehi, dico a te! -

Torno a guardare lei, ma credo di aver l’aria un po’ scossa.

- Si può sapere che hai?! - mi chiede, spazientita, avvicinandosi. - Sembri tonto… - aggiunge fermandosi e incrociando le braccia.

Nonostante l’espressione imbronciata il kimono giallo che indossa le sta divinamente. In più si è fatta anche la coda di cavallo, a questa distanza è ancora più carina.

- Sto cercando gli altri da mezz’ora, sembrano essersi volatilizzati nel nulla e in più lo spettacolo inizierà a momenti! - esclama.

- Provo a chiamare Koizumi. - dico prendendo il cellulare dalla tasca.

♥ ♥ ♥

- Allora? - mi chiede per l’ennesima volta Haruhi seduta sul muretto.

Sto provando a chiamare Koizumi da un quarto d’ora, ma non mi risponde. Il cellulare sembra spento.

- Non risponde ancora. - dico rassegnato lasciando ricadere il braccio sul fianco.

Haruhi, senza preavviso, si alza.

- Sono preoccupata, speriamo non sia successo niente. - dice. - Ho deciso, andiamo a cercarli! - aggiunge già lì lì per voltarsi e cominciare ad andarsene.

Sto per seguirla, ma in quel momento si sente il primo scoppio di un fuoco d’artificio e guardo, istintivamente, il cielo.

Haruhi torna sui suoi passo e si ferma di fianco a me guardandolo a sua volta.

- Cavolo! Troppo tardi, è già iniziato! - esclama arrabbiata. - Non posso crederci! Che senso ha se non siamo tutti insieme! Non avrei mai dovuto permetterlo! -

Sposto lo sguardo su di lei senza sapere cosa dire.

- Sono IO la Capogruppo! Mi vergogno dalla mia inefficienza, una cosa del genere non sarebbe MAI dovuta capitare! -

Vederla così arrabbiata con sé stessa mi fece pensare di non conoscerla poi tanto bene in realtà. Solitamente tende a dare ordini e tiranneggiare gli altri, ma è molto autocritica. Come ogni leader che si rispetti.

- Haruhi, sta tranquilla, sono convinto che anche loro stanno vedendo i fuochi in questo momento. -

Lei si volta verso di me visibilmente irritata.

- Guarda che lo so! Non è questo il punto! -

Ecco, io e la mia boccaccia, ma cosa mi è saltato in mente di dirle? So bene che quando Haruhi fa così non bisogna fiatare per non rischiare di prenderci sotto.

Sorprendentemente, lo sguardo di Haruhi cambia radicalmente, fino a diventare quasi, oserei dire, sorpreso, e torna a guardare il cielo.

- Beh, immagino che ormai non ci sia più niente da fare. - dice nonostante sia palese stia, già, pensando a qualcos’altro.

Torno a guardare il cielo a mia volta, ma non posso fare a meno di continuare a guardare con la coda dell’occhio Haruhi. Cosa starà elaborando, in questo momento, la sua bella testolina?

♥ ♥ ♥

Lo spettacolo pirotecnico è finito e ci siamo messi a cercare gli altri.

Fino a pochi secondi fa ho dovuto continuare a sorbirmi Haruhi che parlava di quanto fosse durato poco lo spettacolo. Non sembra per niente soddisfatta e comincio a pensare che sarebbe decisamente stato meglio se ci fossero stati anche gli altri, almeno non sarei il solo a dovermi sorbire questa lagna.

All’inizio, devo dire la verità, mi sono chiesto cosa pensasse la gente vedendoci. A differenza di prima, quando camminavo con Asahina adulta, più che fratelli, io e Haruhi sembriamo, effettivamente, due compagni di classe. Due semplici amici o… va beh, come non detto, non si sa mai che Haruhi abbia acquisito l’abilità di leggermi nel pensiero. In quel caso, credo, mi tirerebbe un pugno per quello che sto pensando…

All’improvviso un soffio di vento, potente, ci colpisce in pieno lasciando una temperatura a dir poco gelida nell’aria.

Haruhi stringe gli occhi infastidita. I suoi capelli stanno volteggiando nel vento e anche gli orli del suo kimono stanno danzando.

- Accidenti che freddo! Questa serata non potrebbe andare peggio di così! - esclama abbracciandosi.

Ci siamo fermati senza che ce ne rendessimo conto.

Per quanto detesti ammetterlo odio vedere Haruhi contrariata… soprattutto se posso tentare di fare qualcosa per impedirlo.

Mi tolgo la giacca e gliela appoggio sulle spalle. 

Fa un po’ freddo, ma credo di poterlo sopportare.

Haruhi sgrana gli occhi sorpresa, potrei giurare sia arrossita anche se non la vedo in volto.

Sicuramente un anno fa, anzi, due anni fa, non avrei mai avuto il coraggio di fare una cosa simile. Mi avrebbe spaventato troppo l’idea, mi sarei preoccupato della creazione di spazi chiusi e sarei rimasto sulle mie cercando di interferire il meno possibile per non rischiare di arrecare, inutili, problemi. Ora come ora, però, ne sono già successe di tutti i colori. Se per una volta voglio vivere, per quanto possibile, una situazione romantica con una ragazza che mi piace volete farmene un crimine? 

Ho detto davvero che Haruhi mi piace?? Non posso credere di averlo ammesso in modo tanto diretto…

La sto guardando aspettando, ansiosamente, che ricambi il mio sguardo. Non mi aspetto neanche un grazie, tanto so com’è fatta. Non sarebbe la mia Haruhi se ora mi ringraziasse.

Si gira a sua volta per guardarmi ancora leggermente sorpresa. Credo non si aspettasse un simile gesto da parte mia.

Ci guardiamo negli occhi e sto rivivendo la prima volta che ci siamo ritrovati, insieme, nello spazio chiuso. All’epoca ci conoscevamo appena, eppure, ripensandoci adesso già credevo di conoscerla da una vita, chissà se anche per lei era lo stesso.

Se ora la baciassi sono quasi convinto che non mi schiaffeggerebbe. Non so da cosa venga questa convinzione, ma penso che non potrebbe essere in nessun altro modo…

- Kyon, Suzumiya! - 

Riconosco immediatamente la voce, ridente, di Koizumi e Haruhi si volta stupita.

La magia, naturalmente, è completamente andata in frantumi. C’era da aspettarselo.

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Capitolo 26
*** Io ti seguirò ***


- Ciao Kyon! -

 

- Ciao Yamada, come stai? -

 

Penso, istintivamente, che avrei fatto decisamente meglio ad andare direttamente nell’aula del club. Non so neanche bene perché sono venuto nella zona armadietti, chissà, magari gli eventi prestabiliti esistono davvero… o magari, semplicemente, passo troppo tempo con Koizumi e gli altri.

 

- Non ci vediamo spesso. - dice sorridendo. - Immagino che la vita di uno studente del secondo anno di liceo sia impegnativa. -

 

La vita di un normale studente del liceo al secondo anno non lo so, ma la mia è più impegnativa di quello che sembra. Comunque più che concentrarmi su quello che mi dice vorrei fare caso a come mi sorride. Da quando siamo così in confidenza? Mi sono perso qualcosa?

 

- Non poi così tanto. - mento, facendo un sorriso goffo, portandomi una mano sul retro della testa.

 

Si vede che sono a disagio? Si deve vedere parecchio, ne sono sicuro…

 

Nonostante ciò Ayano Yamada continua a sorridermi iperterrima. Il suo sorriso non è di certo irritante come quello di Koizumi, però mi mette in soggezione. 

 

All’improvviso i miei occhi vengono catturati dal corridoio.

 

Non ci credo.

 

Haruhi ci sta fissando a qualche metro di distanza. 

 

Stranamente non colgo nel suo sguardo alcuna traccia di rabbia. Sembra… sorpresa? Ha già avuto modo di conoscere Yamada e la situazione non era stata decisamente delle migliori. Credevo che vedermi, di nuovo con lei, le avrebbe fatto perdere le staffe, ma evidentemente mi sbagliavo.

 

Ha gli occhi sgranati. Come se fino a questo momento non si sarebbe mai aspettata di vederci insieme.

 

Appena si accorge che la fisso fa un’espressione colpevole e si allontana, a passo pesante, come se niente fosse.

 

Resto a fissarla anche quando se ne va. Non ne sono sicuro, ma forse sto pensando a quanto sono stupido a non aver spiccicato neanche una parola.

 

- Quella è Haruhi Suzumiya, vero? - chiede Yamada. - L’ho riconosciuta subito, che stile, è una forza della natura. -

 

Chissà a cosa ha pensato Haruhi quando ci ha visti…

 

- Kyon? -

 

Torno a spostare lo sguardo su di lei solo perché mi sento irrispettoso nei suoi confronti.

 

- C’è qualcosa tra te e Suzumiya, vero? - domanda sorridendo.

 

Rimango, completamente, spiazzato. Cosa le viene in mente così all’improvviso? Cosa c’è tra me e Haruhi? Beh, andiamo nella stessa classe e… siamo entrambi membri della Brigata SOS. Solo questo? Beh, sì, o meglio… si può dire che siamo amici? Immagino di sì, nonostante non abbia mai pensato a lei come ad un’amica…

 

♥ ♥ ♥

 

Sono riuscito a scamparla, alla fine sono riuscito a girare intorno alla domanda di Yamada e a non risponderle. Sospetto, comunque, che abbia la presunzione di aver capito bene la situazione. Non penso, però, sia un problema mio, infondo quello che gli altri pensano di te non è affar tuo.

 

Sto attraversando il corridoio a passo svelto. Mi sembra già di sentire Haruhi urlarmi dietro per aver fatto tardi. In realtà sono anche un po’ in ansia perché prima mi ha visto con Yamada. Cosa avrà pensato? Quello che gli altri pensano di te non è affar tuo, ma quando si tratta di lei le cose cambiano notevolmente.

 

https://www.youtube.com/watch?v=XxOEbxoUkCM

 

Sento delle note e, all’improvviso, mi fermo.

 

Il corridoio è deserto, ecco perché sono riuscito a sentirle nonostante siano quasi impercettibili.

 

Non c’è dubbio. Sono le note di un pianoforte.

 

Mi faccio comandare dal mio udito e raggiungo una porta. È quella del club di musica leggere.

 

Che strano, è aperta per metà…

 

Ehi, ma quella…!

 

Haruhi è seduta al pianoforte a coda. Non c’è nessuno nell’aula apparte lei.

 

Sta suonando con gli occhi chiusi. Sembra essere completamente trasportata dalla melodia che sta suonando. 

 

Incredibile.

 

Suona davvero bene.

 

E quell’espressione? Sembra un angelo, un angelo triste e malinconico caduto dal cielo.

 

Haruhi non mi aveva mai detto di saper suonare. Di lei so solo che è molto brava a scuola e negli sport. Se parliamo di musica se la cava molto bene anche nel canto, ma non sapevo sapesse anche suonare il piano.

 

Un attimo, ma questa… questa è la canzone che ha cantato l’anno scorso al festival della cultura. 

 

Cosa?

 

Accidenti, è bravissima…

 

Se ci fosse Koizumi direbbe che è davvero degno di lei. Sta suonando in una maniera incredibile. Mi chiedo se abbia mai pensato di entrare nel club di musica leggera. Un talento simile è sprecato per una testa calda come lei.

 

Certamente è brava, ma avverto una rabbia, incontrollata, nei suoi movimenti. Scioccante, lo riconosco, mi chiedo se centri qualcosa con ciò che è successo prima. Quando ha visto Yamada e me parlare.

 

A cosa hai pensato, eh, Haruhi?

 

La sento fermarsi di colpo e prima ancora che realizzi, completamente, noto che i suoi occhi si sono incollati ai miei.

 

- Cosa ci fai qui? - mi chiede in tono, quasi, accusatorio.

 

Sentendo la sua voce tagliente torno in me.

 

- Stavo andando all’aula del club. - rispondo. - Tu, piuttosto, cosa ci fai nel club di musica leggera? -

 

La vedo distogliere lo sguardo e incrociare le braccia.

 

- Ho il permesso di utilizzare l’aula se è questo che ti interessa. - dice scocciata.

 

Non ne dubito cara Haruhi, anzi, probabilmente, so meglio di qualsiasi altra persona sulla faccia della terra quanto tu possa essere persuasiva nel chiedere il permesso di fare qualcosa.

 

Sono strano, e me ne rendo conto in momenti come questo, ma la sua espressione imbronciata mi dà il coraggio di avvicinarmi.

 

- Oggi non vieni all’aula del club? - le domando ancora camminando.

 

Haruhi non risponde subito. Continua a guardare la finestra di fianco a sé.

 

- L’ho riconosciuta, sai? - le dico fermandomi.

 

Lei si volta, immediatamente, a guardarmi sgranando gli occhi.

 

Sorrido, perché, sapevo che sarei riuscito ad attirare la sua attenzione.

 

- È la canzone che hai cantato al festival della cultura l’anno scorso. - dico dal momento che lei si ostina a non emettere un fiato.

 

- L’hai riconosciuta… - mormora sorpresa.

 

Per un attimo penso davvero di averla colpita, ma poi torna ad incrociare le braccia e distogliere lo sguardo.

 

- Non so come hai indovinato, nonostante tutto non sei un completo idiota, hai orecchio per la musica. - dice in maniera vagamente aggressiva. - A volte mi piace suonarla o anche solo canticchiarla, trovo che il motivo sia molto orecchiabile, non come quella robaccia che si sente per radio. -

 

- Com’era? Watashi tsuiteiku yo donna tsurai sekai no yami no naka de sae kitto anata wa kagayaite* - 

 

Anche se non mi sta guardando noto che è arrossita e ha abbassato leggermente lo sguardo. Ad essere sincero non pensavo proprio di riuscire a provocare una simile reazione da parte sua.

 

- Scemo. - dice, sicuramente, più piano di quello che in realtà avrebbe voluto.

 

Si alza e finalmente torna a guardarmi negli occhi. Ha incrociato le braccia e nei suoi occhi non scorgo più alcuna traccia di vergogna. Questa è la Haruhi che conosco.

 

- Coraggio, andiamo. - dice sorpassandomi senza preavviso. - Yuki e gli altri ci staranno aspettando da un pezzo, non è carino farli aspettare tanto. -

 

Non riesco a togliermi questo mezzo sorriso dalla faccia. Mi sento, davvero, un po’ scemo a dirla tutta. Quella canzone non è stata scritta per me e Haruhi, tuttavia è come se lo fosse.

Io ti seguirò, non importa dove sei nell'oscurità di questo mondo amaro, tu brillerai e supererai i limiti del futuro.

* Io ti seguirò, non importa dove sei nell'oscurità di questo mondo amaro, tu brillerai e supererai i limiti del futuro

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Capitolo 27
*** San Valentino ***


Raggiungo la mia bicicletta senza fretta. 

 

Alla fine Haruhi non si è fatta vedere all’aula del club… questo mi dispiace? Ma no, certo che no! Provo solo un po’ di nostalgia, forse, l’anno scorso Haruhi e le altre si erano date tanto pensiero per farci una sorpresa il giorno di San Valentino.

 

Era stato divertente, sì, proprio divertente scavare senza una meta certa.

 

Ho tolto la catena e ho preso la bici per il manubrio. Sto per salire in sella quando vedo i rami dell’albero di fronte a me agitarsi senza un motivo. In questo momento non c’è neanche un filo di vento, com’è possibile?

 

All’improvviso qualcosa cade sul terreno spoglio facendo più rumore di quanto avrei pensato.

 

Haruhi è a terra?

 

Accidenti, avrei dovuto capirlo subito, il rumore era in realtà un urlo. Cosa ci faceva quella stupida sull’albero?!

 

- HARUHI! - esclamo lasciando cadere la bici e correndole incontro.

 

Haruhi intanto si è alzata e si è, velocemente, sistemata i capelli e la gonna della divisa.

 

Quando mi fermo incrocia le braccia con aria irritata. Se non la conoscessi bene non direi mai che è nervosa.

 

- K-Kyon! - esclama vagando con lo sguardo di qua e di là. - M-mi era sembrato di vedere qualcosa su quell’albero, per questo mi ero arrampicata! -

 

Sarà la verità o se lo è appena inventato?

 

- Scema, la prossima volta chiama qualcuno, potevi farti male. -

 

Lei in tutta risposta, con l’aria offesa, si volta di lato ancora con le braccia incrociate.

 

- Perché oggi non sei venuta all’aula del club? -

 

- Avevo da fare. - risponde senza guardarmi.

 

Sì, con da fare intendi arrampicarti su un albero per recuperare oggetti smarriti. Dai Haruhi, neanche fossi una bambina che ha perso il suo aquilone perché si è impigliato tra i rami di un albero!

 

- Tieni. - dice tirando fuori un pacchettino colorato.

 

Continua ad ostinarsi a non guardarmi negli occhi e a questo punto mi sembra ridicolo.

 

Un attimo, ma non è che Haruhi…? Si è arrampicata su quell’albero per farmi una sorpresa?? Ma allora è ancora più scema di quello che pensavo!!

 

- Oggi è il giorno di San Valentino… e io ci tengo ad onorare le feste, chiaro?! -

 

Sembra arrabbiata, ma in realtà è solo il suo carattere da Tsundere che mi ricorda quanto possa essere carina.

 

Anche se non mi ha ancora guardato negli occhi suppongo, a questo punto, di potermi avvicinare.

 

Quando la mia ombra la sovrasta finalmente comincia a guardarmi con occhi sorpresi. Quasi fossi stato io ad essere appena caduto da un albero.

 

- Grazie, non serviva ti prendessi tanto disturbo. - le dico sorridendo sincero.

 

Mi sembra di vederla arrossire, ma volta lo sguardo prima che possa accertarmene.

 

- Tieni stupido! - esclama tendendomi di più il pacchetto perché lo prenda. - Ti ho detto che ci tengo ad onorare le feste, quindi l’ho fatto con piacere! - aggiunge rossa dalla testa ai piedi.

 

Sono commosso, questo è un classico dell’animazione giapponese. Non credevo che in vita mia avrei mai vissuto, soprattutto in prima persona, una scena del genere.

 

- D-devo andare, ci vediamo! - esclama correndo via.

 

Probabilmente dopo l’ultima frase stava morendo dall’imbarazzo. Non è abituata ad esprimere i suo sentimenti, lo so.

 

Sto sorridendo come un idiota.

 

Chi avrebbe mai pensato che potessi essere tanto felice per una stramberia di Haruhi? Certo, poteva evitare di arrampicarsi su un albero e lasciarmi un biglietto, nell’armadietto, come la maggior parte delle adolescenti, ma… diciamocelo, Haruhi è speciale anche per questo.

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Capitolo 28
*** A caccia di misteri ***


- Haruhi, possiamo fermarci? Stiamo camminando da ore e abbiamo tutti i piedi a terra! - esclamò io fermandomi.

 

Lei si volta e so già, ancora prima che parli, che è arrabbiata terribilmente con me.

 

- Cosa? Osi contestare gli ordini della Capogruppo?! - esclama. - Abbiamo poco tempo! -

 

- Poco tempo per cosa!? -

 

- Poco tempo e basta! -

 

- Tu sei fuori… -

 

- Cosa?! -

 

- Calmatevi ragazzi… - cerca di intervenire Koizumi.

 

Penserà che sono completamente impazzito e magari lo sono, ma trovo assurdo che ci stia tenendo in ostaggio da stamattina per andare a caccia di misteri chissà dove.

 

- S-Suzumiya…? -

 

Vedo Haruhi voltarsi sorpresa, quella idiota… probabilmente non ci sarebbe da stupirsi scoprendo che si era completamente dimenticata che la diretta interessata è ancora qui.

 

- Suzumiya, io… io ti sono davvero grata per tutto quanto. - dice Asahina. - Sono stati due anni intensi, ne abbiamo passate tante insieme, non so davvero come ringraziarti. -

 

Sembra che Asahina possa scoppiare a piangere da un momento all’altro, possibile che nonostante tutto si sia affezionata tanto a Haruhi e a noi altri?

 

- Mikuru sei davvero tenera. - commenta Haruhi sorridendo compiaciuta. - Quando andrai all’università mostrati fiera di essere un membro della prestigiosa Brigata SOS e se qualcuno ti infastidisce vienimelo immediatamente a dire, non tollero chi maltratta le mie reclute. - aggiunse avvicinandosi e picchiettandole una mano, amichevolmente, sulla spalla.

 

- Suzumiya! - esclamò abbracciandola all’improvviso iniziando a piangere disperatamente.

 

Haruhi era sorpresa come non mai.

 

- Ehi Mikuru? - dice ricambiando l’abbraccio un po’ a disagio. - Cosa ti prende? Non è così grave dopotutto, tu farai sempre parte della Brigata SOS… quando vorrai venire a trovarci noi ti accoglieremo a braccia aperte. -

 

Sarà una mia impressione, ma mi sembra che Haruhi sia un po’ in difficoltà in questo momento.

 

- Suzumiya, io…! - esclamò tornando a guardarla con gli occhi colmi di lacrime. - Io sono stata presa in una prestigiosa università molto lontano da qui e non so quando potrò tornare! -

 

Mi sembra di vedere Haruhi impallidire a vista d’occhio. La notizia l’ha scioccata.

 

- Sono tanto felice per te amica mia! - esclama buttandosi stavolta lei ad abbracciarla. - Mi raccomando, resta in gamba e non ti far mettere i piedi in testa da nessuno! -


Potrei, quasi, giurare che anche Haruhi stia piangendo. Incredibile guardarle ora e pensare a quando Haruhi l’ha catturata la prima volta. Ne sono passate tante. In due anni. Chissà quante altre avventure vivremo ancora io, Haruhi e gli altri. Asahina non ci sarà più. Ritornerà nel suo tempo, ma per adesso manca ancora un po’ di tempo.

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Capitolo 29
*** White Day ***


- 37 e 7 di febbre, uffa, perché non si vuole abbassare?! - si domanda Haruhi, spazientita, guardando il termometro.

 

Sorrido tra me e me, poi mi avvicino. La porta era già aperta, per questo non mi ha sentito entrare. Comunque non si è ancora accorta di niente, le farò di sicuro prendere un bello spavento.

 

- Ciao Haruhi. - la saluto intanto che mi avvicino.

 

Haruhi alza gli occhi incredula, poi scatta in piedi rossa come un peperone.

 

- K-K-Kyon… ma cosa?...! - 

 

Forse sta per pugnalarmi al cuore peggio di Asakura, ma almeno posso dire che ne è valsa la pena.

 

- Cosa sei venuto a fare? Chi ti ha fatto entrare?? LO SAI CHE QUANDO SONO MALATA NON VOGLIO CHE MI VENIATE A TROVARE!! -

 

Perché hai paura di contagiarci, lo so, lo so.

 

- Ci sono solo io, non serve che ti preoccupi tanto. -

 

- Perché, tu pensi di essere immune alle malattie!!? -

 

Prendo il pacchetto colorato dalla tasca della giacca.

 

- Dovevo solo darti questo. -

 

Haruhi lo guarda incredula e posso giurare stia, lievemente, arrossendo di nuovo.

 

- Anch’io sono uno che onora sempre le feste, sai? - dico con un sorriso ingannevole.

 

Torna a guardarmi con espressione incredula.

 

- Scemo. - commenta annoiata. - Ma se prima di conoscere me non ti interessavano minimamente queste cose… -

 

Dovrebbe offendermi che pensi questo di me? Oh beh, dopotutto è la pura verità. Mi domando solo come, tu, possa dirlo con tanta sicurezza dal momento che non ne abbiamo mai parlato.

 

- Esatto, prima di conoscere te. - dico sorridendo.

 

Non è da me sorridere tanto, ma a differenza di Koizumi i miei sorrisi hanno un senso.

 

Vedo che Haruhi arrossisce, enormemente, di più.

 

- SCEMOOO! ESCI DALLA MIA CAMERA! -

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Capitolo 30
*** Fioritura dei ciliegi ***


Conoscete la leggenda di Sakura? Risale a più di cento anni fa…

In quell’epoca i signori dei feudi si sfidavano in battaglie nelle quali morivano moltissimi umili combattenti, diffondendosi così nel paese tristezza e desolazione. A causa del susseguirsi di guerre, i momenti di pace erano molto rari.

Nonostante ciò, esisteva uno splendido bosco che la guerra non aveva ancora toccato, pieno di alberi rigogliosi che esalavano delicati profumi e consolavano i tormentati abitanti dell’antico Giappone. Nonostante tutte le battaglie che si svolgevano ogni giorno, nessuno degli eserciti osava contaminare tale bellezza naturale.

L’albero si ergeva solitario. Gli animali non gli si avvicinavano per paura di essere contagiati dallo stesso male, neanche l’erba cresceva nei suoi dintorni. La solitudine, la sua unica compagna. Narra la leggenda di Sakura che una fata dei boschi si commosse vedendo l’albero apparisse vecchio, pur essendo giovane.

Haruhi posa la mano su un albero di ciliegio spoglio con aria addolorata.

«Mi dispiace tanto...» mormorò.

Una recitazione da oscar, non sembra neanche la solita, insopportabile, combinaguai di sempre.

È stata proprio una fortuna scoprire che qui nei dintorni c’è ancora un albero spoglio, anche se, in effetti, parlare di fortuna quando c’è di mezzo Haruhi non è corretto.

«Prima la guerra e poi questo!?» esclama voltandosi verso Koizumi e Nagato che si trovano a qualche metro di distanza da lei.

«Shikō-san...» dice Koizumi facendo un sorriso amareggiato. «Sapete bene che non possiamo farci niente, è il corso naturale degli eventi a determinare ciò che è e ciò che non è.»

Com’è vero… questa rappresentazione rispecchia molto la mia vita. Mai come gli ultimi tempi di sono sentito una pedina nelle mani del tempo.

Haruhi torna a girarsi verso l’albero e torna a posare la sua, candida, mano. La guarda intensamente, così come scruta ogni singolo dettaglio della corteccia intorno ad essa. I lineamenti del suo viso trasmettono perfettamente tutta la preoccupazione che prova in quel momento.

«Shikō-san, è ora di andare.» dice Nagato con la sua solita inespressività. 

Una notte la fata comparve accanto all’albero e con nobili parole gli sussurrò che avrebbe voluto vederlo rigoglioso e raggiante, e che era disposta ad aiutarlo. 

Haruhi, all’insaputa delle altre fate, torna vicino al grande albero morente e posa una mano sulla sua corteccia. Lo accarezza, lentamente, come se fosse un cucciolo.

«Vorrei vederti verde e rigoglioso...» mormorò con fare materno. «Non mi interessa cosa pensano gli altri, ho deciso che ti aiuterò!» aggiunse indietreggiando di qualche passo.

Gli fece la sua proposta: avrebbe lanciato un incantesimo che sarebbe durato 20 anni. Durante questo lasso di tempo, l’albero avrebbe provato quello che prova il cuore umano. Forse così si sarebbe emozionato e avrebbe trovato la fioritura.

La fata aggiunse che si sarebbe potuto trasformare in qualsiasi momento in essere umano e di nuovo in pianta, come più desiderava. Tuttavia, se terminati i 20 anni non fosse riuscito a recuperare la sua vitalità e bellezza, sarebbe morto immediatamente.

A questo punto, finalmente, posso uscire allo scoperto. Esatto, l’albero malconcio e spoglio non sono altri che io.

«Perfetto!» esclama posandomi una mano sulla spalla, con fare amichevole, sorridendo orgogliosa. «Ti ho donato una nuova vita, ma ricordati che devi riuscire a trovare entro 20 anni qualcosa che ti faccia recuperare vitalità e bellezza.»

So, naturalmente, che è tutta una recita, ma è raro che Haruhi si rivolga a me con fare tanto amichevole. 

Devo dire che questa recita mi riporta alla mente diversi ricordi. Come quando mi ha raccontato che in seguito alla partita allo stadio ha deciso di dedicare la sua vita a cercare l’eccellenza. È ironico che proprio lei adesso interpreti la parte di chi dice agli altri di cercare.

Se devo essere del tutto sincero mi ricorda, anche, quando mi ha trascinato fuori dall’aula e mi ha parlato per la prima volta della Brigata SOS. Sarebbe da folli pensare lo abbia fatto per me, ma in un certo senso mi ha salvato. Mi ha salvato davvero, perché con tutte le probabilità avrei finito per venire soffocato dalla mia, noiosa, quotidianità.

Proprio come disse la fata, l’albero scoprì che poteva prendere le sembianze di un uomo e tornare ad essere albero quando voleva. Provò a passare lunghi periodi tra gli umani, per vedere se le loro emozioni lo potevano aiutare nel suo proposito di fiorire. Inizialmente, però, ricevette una delusione: attorno a lui non vedeva altro che odio e guerra.

Questo lo spingeva a tornare nelle sue sembianze originali per lunghi periodi, e così passarono i mesi e poi gli anni. L’albero era quello di sempre e non trovava negli esseri umani la svolta che potesse liberarlo dalla sua condizione. Un giorno, tuttavia, dopo essersi trasformato in umano, camminò fino ad un ruscello cristallino e lì vide una bellissima giovane. Era Sakura. Impressionato dalla sua bellezza, l’albero dalle sembianze umane si avvicinò a lei.

Il ruolo di Sakura è interpretato da Asahina. Naturalmente è adattissima, Haruhi ha fatto bene a scegliere lei. Una ragazza bella e pura come poche, anche se, in pochi sanno che in realtà lei è molto di più. Lei è una viaggiatrice del tempo. Un tassello fondamentale per placare quella scatenata di Haruhi.

Quando la vedo in lontananza, di spalle, voltarsi non devo neanche fingere di essere sorpreso. Indossa un kimono rosa carico decorato con dei, delicati, fiorellini bianchi e rosa. I suoi capelli accarezzati dal vento la fanno sembrare leggera e delicata come una piuma.

Ora capisco perché Haruhi mi ha tenuto all’oscuro di cosa avesse fatto indossare ad Asahina. Voleva ottenere una reazione spontanea e io non sono, decisamente, un bravo attore. Non si direbbe, ma, mi conosce meglio di quanto sembri.

Sakura si rivelò gentile con lui. Per ricambiare la sua gentilezza, la aiutò a trasportare l’acqua fino a casa. Durante il tragitto conversarono animatamente, e con una vena di tristezza sullo stato di guerra in cui si trovava il loro paese, condividendo i loro sogni di speranza.

Quando la giovane gli chiese quale era il suo nome, all’albero venne in mente una sola parola: “Yohiro”, che significa speranza. Tra i due nacque una profonda amicizia. Si incontravano tutti i giorni per conversare, per cantare e leggere poemi e libri pieni di storie meravigliose. Più conosceva Sakura, più sentiva il bisogno di stare al suo fianco. Quando non era con lei, contava i minuti che mancavano per vederla.

Un giorno Yohiro non poté più trattenersi e confessò a Sakura tutto il suo amore. Le confessò anche la sua vera natura: era un albero tormentato che presto sarebbe morto perché non era riuscito a fiorire. Sakura rimase impressionata e restò in silenzio. Il tempo era passato e la scadenza dei 20 anni stava per avvicinarsi. Yohiro, che tornò ad assumere le sembianze di un albero, si sentiva sempre più triste.

Un pomeriggio, quando meno se lo aspettava, Sakura si presentò al suo fianco. Lo abbracciò e gli disse che anche lei lo amava. Non voleva che morisse, non voleva che gli accadesse nulla di male. Fu allora che apparve nuovamente la fata e chiese a Sakura di scegliere: rimanere umana o fondersi con Yohiro sotto forma di albero.

«Molto bene.» Haruhi incrocia le braccia. «Immagino, dunque, che tu abbia finalmente trovato ciò che cercavi.» aggiunge lanciandomi un’occhiata.

Sobbalzo.

So che è tutta una recita, ma lo sguardo indagatore di Haruhi mi confonde. Non so spiegarlo bene, è come se provasse un po’ di astio nei miei confronti, in questo momento, e io, chissà perché, mi sento colpevole.

«Ti chiami Sakura, giusto?» spostò lo sguardo su di lei addolcendo un po’ il tono.

Asahina sobalza, ma fa cenno di sì con la testa poco dopo.

«Piacere di conoscerti Sakura, se davvero vuoi salvare Yohiro l’unica scelta che hai, per evitare che muoia, è di fonderti con lui sotto forma di albero.»

Lei si guardò intorno e ricordò i campi desolati e distrutti dalla guerra. Allora scelse di fondersi per sempre con Yohiro. Ed ecco che i due si fusero e divennero uno solo, e come per miracolo, l’alberò fiorì. La parola Sakura significa “Bocciolo di ciliegio”, ma l’albero non lo sapeva. Da allora, il loro amore profuma i campi del Giappone.

♥ ♥ ♥

Lo spettacolo è stato un successo. È piaciuto a tutti, soprattutto a me che, non avrei mai pensato di dirlo, sono commosso all’idea che Haruhi, per una volta, non abbia messo in piedi uno spettacolo improvvisato o strambo. Dopotutto, forse, c’era da immaginarlo, Haruhi ha molto rispetto per le feste tradizionali.

Finalmente la trovo intenta a contemplare l’orizzonte su una collinetta.

È sparita subito dopo il picnic con Tsuruya, era preoccupata, poi Koizumi mi ha detto di andare a cercarla. Immagino che anche questo rappresenti un evento prestabilito. 

«Allora eri qui.» dico mentre mi avvicino.

Lei non si volta nemmeno, sembra concentrata a guardare l’orizzonte e, detta sinceramente, forse è meglio così. I capelli di Asahina accarezzati dal vento sono una visione celestiale, ma anche quelli di Haruhi che danzano nel vento non sono da mento. Non hanno niente da invidiare l’una all’altra.

Mi fermo, a qualche passo da lei, senza sapere come togliermi questo stupido sorrisino dalla faccia.

«Abbiamo fatto un buon lavoro, non pensi?» mi dice, dopo un po’, non distogliendo ancora lo sguardo.

«Sì, certo che lo penso.»

«La prossima volta prometto di coinvolgervi di più nella scrittura del copione, stavolta era una prova per vedere se riuscivo a portare a compimento un compito tanto impegnativo da sola, ma la prossima volta troverò il modo di convolgervi.»

Sgrano gli occhi non potendo quasi crederci. Davvero stava pensando a questo?? È stupefacente, ogni volta mi stupisco di quanto Haruhi sia cambiata da quando la conosco.

«Certo Haruhi, sta tranquilla.» dico solo sorridendole.

Koizumi deve avermi attaccato la sua, strana, malattia del sorriso.

Conoscete la leggenda di Sakura? Risale a più di cento anni fa…

In quell’epoca i signori dei feudi si sfidavano in battaglie nelle quali morivano moltissimi umili combattenti, diffondendosi così nel paese tristezza e desolazione. A causa del susseguirsi di guerre, i momenti di pace erano molto rari.

Nonostante ciò, esisteva uno splendido bosco che la guerra non aveva ancora toccato, pieno di alberi rigogliosi che esalavano delicati profumi e consolavano i tormentati abitanti dell’antico Giappone. Nonostante tutte le battaglie che si svolgevano ogni giorno, nessuno degli eserciti osava contaminare tale bellezza naturale.

L’albero si ergeva solitario. Gli animali non gli si avvicinavano per paura di essere contagiati dallo stesso male, neanche l’erba cresceva nei suoi dintorni. La solitudine, la sua unica compagna. Narra la leggenda di Sakura che una fata dei boschi si commosse vedendo l’albero apparisse vecchio, pur essendo giovane.

Haruhi posa la mano su un albero di ciliegio spoglio con aria addolorata.

«Mi dispiace tanto...» mormorò.

Una recitazione da oscar, non sembra neanche la solita, insopportabile, combinaguai di sempre.

È stata proprio una fortuna scoprire che qui nei dintorni c’è ancora un albero spoglio, anche se, in effetti, parlare di fortuna quando c’è di mezzo Haruhi non è corretto.

«Prima la guerra e poi questo!?» esclama voltandosi verso Koizumi e Nagato che si trovano a qualche metro di distanza da lei.

«Shikō-san...» dice Koizumi facendo un sorriso amareggiato. «Sapete bene che non possiamo farci niente, è il corso naturale degli eventi a determinare ciò che è e ciò che non è.»

Com’è vero… questa rappresentazione rispecchia molto la mia vita. Mai come gli ultimi tempi di sono sentito una pedina nelle mani del tempo.

Haruhi torna a girarsi verso l’albero e torna a posare la sua, candida, mano. La guarda intensamente, così come scruta ogni singolo dettaglio della corteccia intorno ad essa. I lineamenti del suo viso trasmettono perfettamente tutta la preoccupazione che prova in quel momento.

«Shikō-san, è ora di andare.» dice Nagato con la sua solita inespressività. 

Una notte la fata comparve accanto all’albero e con nobili parole gli sussurrò che avrebbe voluto vederlo rigoglioso e raggiante, e che era disposta ad aiutarlo. 

Haruhi, all’insaputa delle altre fate, torna vicino al grande albero morente e posa una mano sulla sua corteccia. Lo accarezza, lentamente, come se fosse un cucciolo.

«Vorrei vederti verde e rigoglioso...» mormorò con fare materno. «Non mi interessa cosa pensano gli altri, ho deciso che ti aiuterò!» aggiunse indietreggiando di qualche passo.

Gli fece la sua proposta: avrebbe lanciato un incantesimo che sarebbe durato 20 anni. Durante questo lasso di tempo, l’albero avrebbe provato quello che prova il cuore umano. Forse così si sarebbe emozionato e avrebbe trovato la fioritura.

La fata aggiunse che si sarebbe potuto trasformare in qualsiasi momento in essere umano e di nuovo in pianta, come più desiderava. Tuttavia, se terminati i 20 anni non fosse riuscito a recuperare la sua vitalità e bellezza, sarebbe morto immediatamente.

A questo punto, finalmente, posso uscire allo scoperto. Esatto, l’albero malconcio e spoglio non sono altri che io.

«Perfetto!» esclama posandomi una mano sulla spalla, con fare amichevole, sorridendo orgogliosa. «Ti ho donato una nuova vita, ma ricordati che devi riuscire a trovare entro 20 anni qualcosa che ti faccia recuperare vitalità e bellezza.»

So, naturalmente, che è tutta una recita, ma è raro che Haruhi si rivolga a me con fare tanto amichevole. 

Devo dire che questa recita mi riporta alla mente diversi ricordi. Come quando mi ha raccontato che in seguito alla partita allo stadio ha deciso di dedicare la sua vita a cercare l’eccellenza. È ironico che proprio lei adesso interpreti la parte di chi dice agli altri di cercare.

Se devo essere del tutto sincero mi ricorda, anche, quando mi ha trascinato fuori dall’aula e mi ha parlato per la prima volta della Brigata SOS. Sarebbe da folli pensare lo abbia fatto per me, ma in un certo senso mi ha salvato. Mi ha salvato davvero, perché con tutte le probabilità avrei finito per venire soffocato dalla mia, noiosa, quotidianità.

Proprio come disse la fata, l’albero scoprì che poteva prendere le sembianze di un uomo e tornare ad essere albero quando voleva. Provò a passare lunghi periodi tra gli umani, per vedere se le loro emozioni lo potevano aiutare nel suo proposito di fiorire. Inizialmente, però, ricevette una delusione: attorno a lui non vedeva altro che odio e guerra.

Questo lo spingeva a tornare nelle sue sembianze originali per lunghi periodi, e così passarono i mesi e poi gli anni. L’albero era quello di sempre e non trovava negli esseri umani la svolta che potesse liberarlo dalla sua condizione. Un giorno, tuttavia, dopo essersi trasformato in umano, camminò fino ad un ruscello cristallino e lì vide una bellissima giovane. Era Sakura. Impressionato dalla sua bellezza, l’albero dalle sembianze umane si avvicinò a lei.

Il ruolo di Sakura è interpretato da Asahina. Naturalmente è adattissima, Haruhi ha fatto bene a scegliere lei. Una ragazza bella e pura come poche, anche se, in pochi sanno che in realtà lei è molto di più. Lei è una viaggiatrice del tempo. Un tassello fondamentale per placare quella scatenata di Haruhi.

Quando la vedo in lontananza, di spalle, voltarsi non devo neanche fingere di essere sorpreso. Indossa un kimono rosa carico decorato con dei, delicati, fiorellini bianchi e rosa. I suoi capelli accarezzati dal vento la fanno sembrare leggera e delicata come una piuma.

Ora capisco perché Haruhi mi ha tenuto all’oscuro di cosa avesse fatto indossare ad Asahina. Voleva ottenere una reazione spontanea e io non sono, decisamente, un bravo attore. Non si direbbe, ma, mi conosce meglio di quanto sembri.

Sakura si rivelò gentile con lui. Per ricambiare la sua gentilezza, la aiutò a trasportare l’acqua fino a casa. Durante il tragitto conversarono animatamente, e con una vena di tristezza sullo stato di guerra in cui si trovava il loro paese, condividendo i loro sogni di speranza.

Quando la giovane gli chiese quale era il suo nome, all’albero venne in mente una sola parola: “Yohiro”, che significa speranza. Tra i due nacque una profonda amicizia. Si incontravano tutti i giorni per conversare, per cantare e leggere poemi e libri pieni di storie meravigliose. Più conosceva Sakura, più sentiva il bisogno di stare al suo fianco. Quando non era con lei, contava i minuti che mancavano per vederla.

Un giorno Yohiro non poté più trattenersi e confessò a Sakura tutto il suo amore. Le confessò anche la sua vera natura: era un albero tormentato che presto sarebbe morto perché non era riuscito a fiorire. Sakura rimase impressionata e restò in silenzio. Il tempo era passato e la scadenza dei 20 anni stava per avvicinarsi. Yohiro, che tornò ad assumere le sembianze di un albero, si sentiva sempre più triste.

Un pomeriggio, quando meno se lo aspettava, Sakura si presentò al suo fianco. Lo abbracciò e gli disse che anche lei lo amava. Non voleva che morisse, non voleva che gli accadesse nulla di male. Fu allora che apparve nuovamente la fata e chiese a Sakura di scegliere: rimanere umana o fondersi con Yohiro sotto forma di albero.

«Molto bene.» Haruhi incrocia le braccia. «Immagino, dunque, che tu abbia finalmente trovato ciò che cercavi.» aggiunge lanciandomi un’occhiata.

Sobbalzo.

So che è tutta una recita, ma lo sguardo indagatore di Haruhi mi confonde. Non so spiegarlo bene, è come se provasse un po’ di astio nei miei confronti, in questo momento, e io, chissà perché, mi sento colpevole.

«Ti chiami Sakura, giusto?» spostò lo sguardo su di lei addolcendo un po’ il tono.

Asahina sobalza, ma fa cenno di sì con la testa poco dopo.

«Piacere di conoscerti Sakura, se davvero vuoi salvare Yohiro l’unica scelta che hai, per evitare che muoia, è di fonderti con lui sotto forma di albero.»

Lei si guardò intorno e ricordò i campi desolati e distrutti dalla guerra. Allora scelse di fondersi per sempre con Yohiro. Ed ecco che i due si fusero e divennero uno solo, e come per miracolo, l’alberò fiorì. La parola Sakura significa “Bocciolo di ciliegio”, ma l’albero non lo sapeva. Da allora, il loro amore profuma i campi del Giappone.

♥ ♥ ♥

Lo spettacolo è stato un successo. È piaciuto a tutti, soprattutto a me che, non avrei mai pensato di dirlo, sono commosso all’idea che Haruhi, per una volta, non abbia messo in piedi uno spettacolo improvvisato o strambo. Dopotutto, forse, c’era da immaginarlo, Haruhi ha molto rispetto per le feste tradizionali.

Finalmente la trovo intenta a contemplare l’orizzonte su una collinetta.

È sparita subito dopo il picnic con Tsuruya, era preoccupata, poi Koizumi mi ha detto di andare a cercarla. Immagino che anche questo rappresenti un evento prestabilito. 

«Allora eri qui.» dico mentre mi avvicino.

Lei non si volta nemmeno, sembra concentrata a guardare l’orizzonte e, detta sinceramente, forse è meglio così. I capelli di Asahina accarezzati dal vento sono una visione celestiale, ma anche quelli di Haruhi che danzano nel vento non sono da mento. Non hanno niente da invidiare l’una all’altra.

Mi fermo, a qualche passo da lei, senza sapere come togliermi questo stupido sorrisino dalla faccia.

«Abbiamo fatto un buon lavoro, non pensi?» mi dice, dopo un po’, non distogliendo ancora lo sguardo.

«Sì, certo che lo penso.»

«La prossima volta prometto di coinvolgervi di più nella scrittura del copione, stavolta era una prova per vedere se riuscivo a portare a compimento un compito tanto impegnativo da sola, ma la prossima volta troverò il modo di convolgervi.»

Sgrano gli occhi non potendo quasi crederci. Davvero stava pensando a questo?? È stupefacente, ogni volta mi stupisco di quanto Haruhi sia cambiata da quando la conosco.

«Certo Haruhi, sta tranquilla.» dico solo sorridendole.

Koizumi deve avermi attaccato la sua, strana, malattia del sorriso.

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Capitolo 31
*** Cosa succede qui!? ***


Sto camminando insieme a Koizumi e Nagato, alla fine come, era prevedibile, Haruhi è finita in coppia con quel viscido di Takamine. La cosa mi fa, letteralmente, andare in bestia.

 

- Curioso come si siano evoluti i fatti. - dice Koizumi con il suo solito, irritante, sorriso.

 

- Curioso? Ma se era prevedibile dall’inizio. - dico scocciato.

 

Nagato cammina più indietro rispetto a noi. Ad essere sincero mi piacerebbe sapere cosa ne pensa lei di tutta questa storia.

 

- Perché dici che era prevedibile? -

 

- Eddai, pensi che non lo fosse? Takamine rappresenta una novità per nella Brigata SOS, è quasi naturale che Haruhi ne voglia sapere di più sul suo conto. - rispondo di malavoglia.

 

Parlare di quel tizio è l’ultima cosa che vorrei fare in questo momento. Non mi interessa niente né di lui né del suo profilo da studente del terzo anno appena trasferito. Vorrei solo che tutto potesse tornare esattamente come prima, con Asahina al posto di quel verme.

 

Nagato si ferma e anche io faccio lo stesso non sentendo più i suoi passi. Anche Koizumi ha fatto lo stesso.

 

Perché ci siamo fermati? La risposta arriva da sé.

 

Kuyo Sou è, immobile, davanti a noi.

 

È agghiacciante, se solo ripenso ai fatti legati al suo nome i brutti ricordi cominciano a riaffiorare. Lei ha fatto ammalare Nagato, è stata la sola, finora, a riuscire a metterla in seria difficoltà. E ora che vuole? Perché si ostina a prendersela con noi??

 

- Voi andate. - dice Nagato sorpassandoci. - Me la vedo io con lei. -

 

Le si ferma di fronte e cominciano a guardarsi con aria apatica. Istintivamente mi chiedo se sia il loro modo di comunicare. In passato, lo ricordo bene, Nagato ha fatto una cosa simile anche con Kimidori. Immagino che allora fosse diverso, ma il principio rimane uguale, come gli addendi in un’addizione.

 

- Credo che faremmo meglio a seguire il consiglio di Nagato. - mi dice Koizumi.

 

Mi volto a guardarlo incredulo. Sta sorridendo come al solito, ma questa volta sembra un po’ diverso… come se fosse in difficoltà… o è solo una mia impressione??

 

- Come fai a pensare di lasciarla sola con quella?! -

 

- Noi non possiamo fare niente, tra poco questo frammento di realtà diventerà un vero e proprio campo di battaglia. -

 

Continuo a guardarlo scettico, poi sposto lo sguardo su Nagato e Sou. Si stanno ancora fissando con quell’espressione poco viva. Difficile credere che di qui a poco inizieranno a lottare senza esclusione di colpi.

 

All’improvviso lo scenario di fronte a me inizia a cambiare… incredibile, o ho le allucinazioni o sta succedendo esattamente quello che è successo quando Nagato e Asakura hanno combattuto la prima volta.

 

Ho gli occhi sgranati e si può dire sia sotto shock, ma sento, ugualmente, il suono di una macchina frenare in gran fretta.

 

- Puntuali come un orologio svizzero. - commenta Koizumi. - Forza Kyon, Mori e Arakawa sono arrivati giusto in tempo! - aggiunge iniziando a correre lontano da Nagato e Sou.

 

Io le guardo velocemente un’ultima volta, poi decido di seguirlo.

 

Non posso fare a meno di chiedermi per cosa sono arrivati in tempo.

 

♥ ♥ ♥

 

Così siamo saliti in macchina in gran fretta e ora stiamo andando chissà dove. Koizumi non mi ha detto ancora niente, o meglio, di cose ne ha dette ma, è stato sempre molto attento a rimanere sul vago.

 

- Per favore, mi dici cosa accidenti sta succedendo? - gli chiedo esasperato. - Abbiamo lasciato Nagato a combattere contro quella Kuyo Sou, non sono per niente tranquillo. -

 

- Tu sottovaluti le capacità di Nagato. - mi dice sorridendo.

 

- Non è vero, io ho fiducia in lei, sono solo preoccupato, Sou in passato è riuscita a mettere in seria difficoltà Nagato. - dico abbassando lo sguardo senza accorgermene.

 

Anche se non lo vedo so che sta continuando a sorridere. È così irritante, anche perché ho capito che non cercherà di rincuorarmi in alcun modo.

 

Il mio cellulare inizia a suonare e quasi in automatico lo prendo dalla tasca.

 

È Haruhi, l’ho appena letto sul display, e ora cosa faccio??

 

- È Haruhi. - dico rivolgendomi a Koizumi per chiedere consiglio.

 

- Che aspetti? Rispondi. - mi dice ovvio.

 

- Per dirle cosa? Parlaci tu se proprio ci tieni. -

 

- Lei ha chiamato te, quindi si aspetta che sia tu a risponderle, non pensi? Inoltre cosa pensi che penserebbe se rispondessi io al tuo posto? -

 

Che non ho voglia di risponderle e questo la manderebbe in bestia… accidenti, Koizumi ha ragione.

 

- Pronto? - dico avvicinandomi il cellulare all’orecchio.

 

- Kyon, dove siete? - 

 

Il suo tono sembra parecchio preoccupato, impossibile, forse ha capito qualcosa? Ma come fa??

 

Cerco di pensare velocemente, ma so che il mio silenzio non serve di certo a calmarla.

 

- Kyon dimmi, per favore, che state tutti bene! Puoi passarmi gli altri?! -

 

Guardo Koizumi come per chiedere aiuto e per fortuna la mia supplica viene accolta.

 

- Capogruppo! - esclama prendendomi il telefono.

 

Apparentemente sembra il solito, ma ascoltando bene la sua voce si nota una certa nota di preoccupazione.

 

- Koizumi? Anche Yuki è lì con voi, puoi passarmela?? -

 

Torno a prendere il cellulare. Ho già visto che Koizumi recita anche peggio di me.

 

- Haruhi, ora devo chiudere, ho il cellulare scarico! - esclamo in fretta.

 

- Aspetta Ky…! -

 

Chiudo la chiamata e faccio un sospiro avvilito.

 

- Beh, è andata bene. -

 

Torno a guardare Koizumi che come al solito sorride come se non avesse problemi. Se per bene intende creare inutili allarmismi…

 

All’improvviso la macchina frena.

 

Non ci credo.

 

Davanti a noi è comparsa Ryoko Asakura. E ora cosa vuole lei??

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Capitolo 32
*** Prestabilito ***


POV Haruhi

 

Incredibile. 

 

Incredibile, quello scemo di Kyon ha riagganciato davvero! Quando lo vedo devo fargli un bel discorsetto!!

 

Non so perché sono tanto preoccupata. All’improvviso ho avuto una sensazione strana. Come se qualcuno o qualcosa stesse facendo male ai miei amici. Per questo ho voluto telefonare e a giudicare da quanto era nervoso Kyon qualcosa è successo davvero. 

 

Devo trovarli.

 

- Andiamo, dobbiamo ricongiungerci con gli altri. - dico a Hikaru iniziando ad andare.

 

Naturalmente mi aspetto che mi segua senza fare domande, ma mi afferra per un braccio.

 

- Perché all’improvviso hai tutta questa fretta? - mi chiede abbozzando un sorriso.

 

Lo guardo incredula. Che cosa sta facendo? Ora non c’è tempo per perdersi in chiacchiere!

 

- Ho una brutta sensazione, come se di qui a poco potesse succedere qualcosa di brutto. -

 

- Qualcosa di brutto? - mi domanda avvicinandosi al mio viso.

 

Quello che fino a poco fa mi sembrava un inizio di sorriso è in realtà un ghigno beffardo. Comincio a pensare di aver giudicato male Hikaru.

 

- Sai? - continua a dire. - A dire la verità mi sono trasferito al Liceo Kita solo per te, volevo assolutamente conoscere la famosa Haruhi Suzumiya. - 

 

Sono scioccata. Non so se sono più sorpresa dal suo comportamento o dal fatto di non essermi già allontanata.

 

- La tua fama ti precede, sei proprio il genere di ragazza che si può definire interessante. - dice ancora con quel ghigno disgustoso. - Il genere di ragazza che mi fa letteralmente impazzire. -

 

Sbaglio o si è avvicinato ancora di più? Ora gli mollo un calcio… anzi, penso basti uno schiaffo per non attirare troppo l’attenzione.

 

Alzo la mano libera per colpirlo, ma lui riesce a bloccarmi.

 

- Cosa cerchi di fare? - mi chiede con quel solito ghigno beffardo.

 

E va bene, suppongo di non avere scelta a questo punto…

 

Gli mollo un calcio ben assestato, facendogli lasciare la presa e indietreggio.

 

- Bastarda… - mormora piegato in due per il dolore.

 

- Così impari! - dico ribollendo di rabbia. - E nel caso non l'avessi capito sei bandito dalla Brigata SOS! Puoi consegnare distintivo e fischietto alla segreteria!! -

 

Naturalmente l’ho aggiunto solo perché volevo essere chiara, mica siamo dei poliziotti noi.

 

Mi volto e comincio ad andarmene. A passo lento, tanto se ha un minimo di sale in zucca non mi seguirà.

 

- Haruhi! - esclama, non ho sentito la sua voce spostarsi, quindi, deduco che sia ancora fermo. - Tanto lo so perché fai così! È per quel ragazzo, vero!? Che cosa ci trovi di speciale in lui?? Non è nulla di che e per giunta è un somaro a scuola!! -

 

Sono quasi tentata di fermarmi, tornare indietro e tirargli un altro calcio mentre gli spiego i mille motivi per cui Kyon è nettamente superiore a lui. È vero che sono la prima a comportarmi da tiranna nei suoi confronti, ma lo faccio solo perché vorrei una reazione da parte sua. Kyon è esattamente quel tipo di persona che potrebbe passare ore a fissare il soffitto senza pensare a nulla di rilevante. Per qualche motivo non voglio che sprechi in questo modo la sua vita, non voglio.

 

♥ ♥ ♥

 

POV Kyon

 

Io e Koizumi siamo smontati dalla macchina. Ora ci troviamo davanti ad Asakura e… onestamente non so a cosa pensare. Cosa ci fa adesso lei qui?

 

- Tempismo perfetto, esattamente come aveva detto Asahina. - dice Koizumi, immagino anche se non lo vedo bene, sorridendo tranquillo.

 

Asahina adulta immagino…

 

- È questo il bello degli eventi prestabiliti. - commenta lei sorridendo in modo che dovrebbe essere considerato carino, ma che a me sembra solo inquietante. - Ciao anche a te Kyon, come va? - aggiunge spostando lo sguardo su di me.

 

- Cosa ci fai qui Asakura?! - chiedo a gran voce.

 

Asakura tira fuori dalla tasca il pugnale, che conosco fin troppo bene, e continua a sorridermi.

 

In un attimo ho un tuffo al cuore. 

 

- Tranquillo, stavolta non ti riguarda, sono venuta ad aiutare Nagato. -

 

Finalmente qualcosa che non devo sforzarmi per capire… un attimo, ha usato la parola aiutare??

 

L’espressione di Asakura diventa sorpresa, ma dopo pochi secondi ecco che ricomincia a sorridere.

 

- Perché sei così sorpreso? Ricordi? Sono un backup di Nagato. - dice.

 

Ma Nagato l’aveva resa inoperativa tempo fa, c’è qualcosa che non va…

 

- Kyon, puoi stare tranquillo. - interviene Koizumi amichevolmente. - Asakura dice la verità, e, il fatto che sia qui era prestabilito. - 

 

Mi giro a guardarlo sorpreso.

 

- Perché? Cosa significa?? -

 

- Non l’hai ancora capito? - chiede Asakura stupita attirando il mio sguardo. - Eppure c’eri quando Nagato e gli altri mi hanno bloccata all’istituto Koyoen. -

 

E questo che significa??!

 

- Pensavo te lo avesse detto Asahina, Asakura era comandata da un’entità con lo scopo di arrecare danni al sistema. -

 

Rimango di sasso.

 

♥ ♥ ♥

 

Ad essere sincera non so bene dove andare a cercare Kyon e gli altri, spero che stiano tutti bene e che siano andati nel solito bar dove ci raduniamo. La sensazione che avevo prima, quando ho chiamato Kyon, non è passata, anzi… se possibile, si è intensificata.

 

Ho un pensiero fisso. Devo trovarli. Devo trovarli al più presto.

 

Improvvisamente sento una macchina, attraversare accanto a me, a tutta velocità poi…

 

Vedo tutto buio.

 

♥ ♥ ♥

 

Speravo che Asakura ci concedesse di andare con lei, sono preoccupato per Nagato, ma so che non dovrei. Come dice Koizumi la nostra unica preoccupazione ora dev’essere Haruhi.

 

Nonostante non pensi che possa essere in grave pericolo ho ancora stampato nella mente quanto ho sofferto per via della sua scomparsa, quel maledetto 18 dicembre, e quanta paura ho avuto quando hanno tentato di ucciderla per passare i suoi poteri a Sasaki.

 

Mentre camminiamo vedo Takamine, ha l’aria di essere turbato, ma questo non mi interessa… piuttosto perché Haruhi non è con lui?!

 

Inizio a correre verso di lui.

 

- Takamine! - esclamo.

 

Lui si ferma per nulla sorpreso. Ha un’espressione irritata.

 

- Dov’è Haruhi?! - gli chiedo fermandomi.

 

- Non lo so e non me ne interessa niente. - dice seccato facendo per voltarsi ed andarsene.

 

- ASPETTA! - esclamo bloccandolo per le spalle. - Come non lo sai?? Dov’è Haruhi?! - 

 

Forse ho fatto male a pensare non potesse esserle successo niente…

 

- Vuoi lasciarmi?! - dice liberandosi dalla mia presa con uno strattone. - Non me ne frega proprio niente della tua fidanzatina. - aggiunge prima di andarsene davvero.

 

Sono nel panico.

 

Dietro di me sento dei passi, probabilmente è Koizumi che si è avvicinato.

 

- HARUHI! - grido iniziando a correre.

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Capitolo 33
*** È un incubo ***


La paziente Haruhi Suzumiya è stata ricoverata d’urgenza all’ospedale Itaka.

 

Non posso crederci. Questo è un incubo.

 

Sono in sala d’aspetto con la testa tra le mani. Sono qui solo da poche ore, ma mi sembra già passata una vita.

 

Come è potuto succedere? Questo… non posso sopportarlo! Non posso sopportare che Haruhi sia in quelle condizioni!!

 

- Sembra che siamo arrivati troppo tardi. - dice Koizumi. - O magari anche questo è un evento prestabilito, chissà. -

 

Alzo gli occhi su di lui di malavoglia, è appoggiato alla colonna e sorride… come fa a sorridere in un momento simile?? Distolgo lo sguardo perché non sopporto la sua espressione, specie in questo momento.

 

- Come fai a dire una cosa del genere? È orribile… -

 

- Perché? Guarda che gli eventi prestabiliti prescindono vita, morte e malattia. - 

 

Eppure quella volta… quella volta io ho viaggiato nel futuro e ho visto Haruhi all’università… non può essere morta.

 

- Tranquillo, Suzumiya se la caverà, anzi, sono venuto apposta per accompagnarti da Asahina. -

 

Sta parlando di Asahina adulta, non c’è bisogno di specificarlo, Asahina del nostro tempo è tornata nel futuro, ma sono sicuro che la Asahina che mi ha sempre aiutato a tenere testa al paranormale è disposta ancora una volta ad aiutarmi.

 

- Allora, sei pronto? -

 

- Non so se mi piace l’idea di lasciare Haruhi qui. -

 

Non posso fare niente, ma già una volta ho fatto l’errore di allontanarmi da lei.

 

- Asahina è proprio fuori dall’edificio, se proprio senti di non poter resistere puoi sempre correre al secondo piano del palazzo. -

 

Sposto di nuovo lo sguardo su di lui. 

 

Che fa? Mi prende in giro??

 

Koizumi sta sorridendo come il suo solito.

 

- Forza, andiamo. - dice voltandosi e cominciando ad andare.

 

♥ ♥ ♥

 

Siamo scesi nel cortile, ma dov’è Asahina?

 

Koizumi non ha detto una parola per tutto il tragitto e in più adesso si ferma accentuando il suo sorrisetto enigmatico…

 

- Kyon! - esclama Asahina adulta correndo a prendermi entrambe le mani. - Come sta?! -

 

A giudicare dalla sua espressione sembra parecchio preoccupata, certo, potrebbe essere un bluff, ma siamo sicuri che sia in grado di aiutarci?

 

- I dottori dicono che non si è ancora svegliata, l’hanno ricoverata d’urgenza e nessuno a parte la famiglia può vederla. - dico facendo uno sforzo immane.

 

Asahina mi lascia le mani pallida come un lenzuolo. I suoi occhi si riempiono di lacrime e giurerei possa scoppiare a piangere da un momento all’altro.

 

Sto realizzando, secondo dopo secondo, che Asahina del nostro tempo è tornata nel suo futuro e, se nessuno l’ha avvertita come immagino sia stato, Asahina adulta non poteva sapere fino a questo momento che Haruhi avrebbe avuto un incidente.

 

Asahina adulta spazza via una lacrima dalla guancia.

 

- Va bene. - dice sbattendo le palpebre e tornando a guardarmi con decisione. - Piangere non serve a niente, ho tutte le autorizzazioni per mandarti nel futuro e sistemare il presente. -

 

Un altro viaggio nel futuro. Vorrei tornare ai tempi nei quali mi lamentavo inutilmente, ma a questo punto dico solo: grazie al cielo!

 

- Precisamente andrai avanti di un anno, una volta lì assicurati di trovare Nagato e raccontale tutto quello che è successo. - mi spiega.

 

Giusto, Nagato, chissà se anche la nostra Nagato sa dell’accaduto, non l’abbiamo più vista da quando l’abbiamo lasciata a combattere con Sou. Immagino che la battaglia non sia finita, lei, Asakura e forse Kimidori staranno ancora combattendo contro Sou? Ehi, e se ci fosse una correlazione tra quello che è successo e l’incidente di Haruhi??

 

- Non c’è più tempo, è ora che tu vada. - mi dice prendendomi una mano e chiudendo gli occhi.

 

Non c’è bisogno, a quanto pare, che io lo faccia a mia volta, così vedo la realtà attorno a noi che cambia, diventando un vortice di colori fluo. Koizumi e tutto il resto del panorama, naturalmente, sono scomparsi. In tutta questa confusione di colori, che fa quasi male alla vista, mi sembra che i capelli di Asahina stiano fluttuando nell’aria. È sicuramente diverso da tutti gli altri viaggi temporali che ho fatto finora… che fosse stabilito anche un simile cambio di aspettative?

 

♥ ♥ ♥

 

Sembra che io ora mi trovi davvero nel futuro. Sono in una zona della mia città che conosco bene e molti edifici che vedo solo stamattina erano in costruzione o inesistenti.

 

Adesso ho un po’ le vertigini, non dico che mi fa male la testa, ma il mio fisico sente che c’è qualcosa di anomalo.

 

Sembra che io sia all’ingresso di un’università, forse sarebbe il caso me ne andassi alla svelta, ma anche se resto nessuno farà tanto caso alla mia presenza.

 

- Perché ti sei messo quella vecchia divisa? -

 

Ma certo.

 

Infatti questo luogo mi era familiare, io sono già stato qui. Certo, in altre vesti, ma dopotutto quello sono sempre io.

 

Quella volta ero stato mandato nel futuro per tornare al tempo dal quale provengo… o meglio, un mese dopo al tempo dal quale provenivo.

 

 - MA COME? Ma sei anche lì... -

 

Ora finalmente capisco tutto. 

 

Quella volta sarò sempre io a sbucarle alle spalle. Non ho bisogno di aspettare per capire quale sarà il suo stato d’animo. Haruhi era sorpresa, ma poi mi ha rivolto un luminosissimo sorriso e mi ha salutato prima che sparissi. Degno di Suzumiya, Koizumi lo direbbe. Cosciente o no ha sempre saputo che il paranormale esiste davvero. La sua vita è stata resa davvero interessante a causa, o grazie, alla sua continua e insistente richiesta alle stelle. Alla fine devo dire che come uno specchio riflette, perfettamente, l’immagine di una figura, anche la mia è diventata interessante almeno quanto la sua. Ma se ho potuto accorgermi della mia fortuna è stato solo grazie a lei. Haruhi Suzumiya. La ragazza un po’ pazza che non smette di farmi battere il cuore.

 

- Kyon, allora ci vediamo. -

 

Sorrido nel vedere quel me stesso sparire. Non vedo l’ora di essere io quello che apparirà all’improvviso alle spalle di Haruhi.

 

Mi costringo a distogliere lo sguardo e ad iniziare ad andarmene, ora Haruhi e il me stesso del futuro stanno parlando, ma non voglio anticipazioni sul mio futuro, e poi ora devo trovare la Nagato di questo tempo. Abiterà sempre nello stesso appartamento? Scontato, fintanto che la psiche di Haruhi non sarà perfettamente stabile non avrà terminato il suo servizio sulla terra. Chissà se in questo tempo io, lei e Koizumi continuiamo a tenere a bada Haruhi, immagino di sì, ma tanto lo scoprirò in prima persona.

 

♥ ♥ ♥

 

- Nagato, sono Kyon. - dico nel citofono.

 

Avrei voluto aggiungere di un anno fa, ma se non l’ho fatto è stato solo per i pochi presenti che avrebbero potuto sentire.

 

- Sali. - 

 

Mi ha aperto il portone, così faccio come mi dice. Salgo le scale e finalmente raggiungo la sua porta. È già aperta per metà, quindi la spingo e…

 

Non posso crederci. Cosa ci fa Asahina nell’appartamento di questa Nagato?? Asahina… non quella adulta, proprio la nostra Asahina! Quella che ci ha servito the tutti i giorni per due anni!!

 

- Kyon, cosa…? - mormora con gli occhi sgranati.

 

È incredula almeno quanto me. Si capisce dal suo sguardo che non si aspettava minimamente quello che sta succedendo.

 

- Mikuru Asahina. - dice Nagato con tono neutro, completamente immobile, sulla porta dell’altra stanza. - Richiedi immediatamente l’autorizzazione a tornare nel tuo tempo. -

 

- Sì, ecco…! - Asahina digita velocemente qualcosa su quello che sembra essere un cellulare, poi scompare sotto i nostri occhi.

 

Devo dire che a sentire parlare per oltre due anni del fatidico tempo di Asahina mi è venuta una gran voglia di visitarlo, ma immagino che almeno per questa volta non sia possibile.

 

- So tutto. - dice Nagato avvicinandosi a me. - Non c’è bisogno che tu mi dica niente. -

 

- Puoi aiutarci? Haruhi è… -

 

- Ho detto che non c’è bisogno che tu dica niente. - dice con la sua solita inespressività. - Dammi la mano. -

 

Faccio come mi dice, farò qualsiasi cosa per salvare Haruhi.

 

- Questo è un dispositivo per resettare i dati modificati da prototipi potenzialmente pericolosi. - mi spiega. - Devi tornare indietro e darlo alla me stessa che sta combattendo contro Kuyo Sou. -

 

Suppongo che non ci voglia un genio per capire che con prototipi potenzialmente pericolosi intende Sou. Sbaglio o la Nagato ai tempi universitari è più comprensibile della Nagato liceale?

 

- Ho capito, Nagato. - dico accennando un sorriso. - Lascia fare a me. -

 

Haruhi, aspettami, non temere ti salvo io.

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Capitolo 34
*** Un mondo perfetto ***


Sono uscito dall’appartamento della Nagato del futuro. Scioccamente mi ritrovo a chiedermi come mai stesse indossando ancora la divisa nonostante si sia diplomata, probabilmente c’entra con lo stato di attesa in cui si trovava anche prima che Haruhi diventasse una liceale.

 

Comunque, anziché questo, dovrei chiedermi come fare a tornare al mio tempo. Mi sono fidato del fatto che Nagato mi aiuta sempre, ma non capisco come dovrei fare a tornare nel tempo al quale appartengo.

 

Appena metto piede fuori dall’edificio mi fermo. Asahina piccola è di fronte a me, ha l’aria di un cucciolo smarrito… capisco che nonostante si sia diplomata e sia tornata nel futuro le nascondono ancora molte cose. Lo so perché ho imparato, col tempo, che persino Asahina adulta non sa molto di più di quel che dice.

 

- Asahina? - dico avvicinandomi a lei.

 

- Kyon, tocca a me riportarti indietro! - esclama prima che possa raggiungerla del tutto. - Però, ecco… io non potrò venire con te! Promettimi che farai tutto il possibile per salvare il futuro!! -

 

Mi fermo sorpreso.

 

Ha le lacrime agli occhi.

 

- Io… io non so che cosa sta succedendo, ne… ne tantomeno quel che succederà! Però tu promettimelo, intesi!? -

 

Le sue parole mi colpiscono dritto all’anima e manca poco perché anch’io non scoppi a piangere. Forse solo in questo momento inizio a intravedere alcune, deboli, somiglianze tra lei e Asahina adulta. Per forza, dopotutto sono la stessa persona, sicuramente anche Asahina piccola crescerà, un giorno diventerà forte e coraggiosa esattamente come Asahina adulta.

 

- Te lo prometto. - dico solo accennando un sorriso.

 

♥ ♥ ♥

 

Haruhi si stava preparando a tornare dal mondo dei sogni. Ne ero sicuro, dopotutto ora era tutto sistemato. Consegnando quello strano apparecchio a Nagato, Sou era scomparsa. Prima di sparire aveva detto cose incomprensibili sull’importanza di un mondo perfetto. Tutte fesserie. La perfezione non esiste. Esiste solo la voglia di rendere speciale, per quanto possibile, la nostra vita, vero Haruhi?

 

Haruhi sta muovendo la testa da un lato all’altro del cuscino. Ha gli occhi ancora serrati, ma sono sicuro possano sbocciare da un momento all’altro.

 

- Dove sono?! -

 

Visto? Che vi dicevo?

 

Scatta a sedere e mi guarda stupita.

 

- Come stai Haruhi? - le domando non potendo fare a meno di sorridere.

 

Sono molto più tranquillo ora che si è svegliata. Non so che avrei fatto se non avessi visto più quell’adorabile sorriso di chi ne sa una più del diavolo.

 

Lei continua a guardarmi con sorpresa.

 

- Kyon, perché sono in ospedale? -

 

Oh, ha finalmente capito che si trova in un ospedale. Deduco, quindi, non si ricordi niente degli ultimi eventi prima dell’incidente. Forse per certi versi è meglio così…

 

- Mi ricordo solo che ho cacciato in malo modo quell’idiota di Hikaru dalla Brigata SOS. - dice per poi portarsi una mano alla testa. - Mi fa male la testa… non è che c’è del ghiaccio da qualche parte? -

 

Quell’idiota di Hikaru… sembra una cosa che potrei dire io, nonostante lo chiami per cognome. Mi stupisce che ad Haruhi sia voluto un pomeriggio da sola con lui per capire quanto in realtà sia scemo. Beh, è il caso di dire meglio tardi che mai.

 

- Che hai da sorridere? - mi chiede irritata tenendosi una mano premuta sulla fronte.

 

- Niente. -

 

Sto sorridendo? Davvero?

 

- Ora ricordo. - dice togliendo la mano per poi tornare a guardarmi. - Quella macchina mi ha colpita in pieno, vero? È una fortuna che sia ancora intera, da quanto tempo sono ricoverata? -

 

L’autista poteva guidare più piano, è quello che direi se non sapessi che era tutta opera di Sou. Lei voleva eliminare Haruhi per costituire il fatidico mondo perfetto.

 

- Da circa una settimana. -

 

- Una settimana… - mormora pensierosa tornando a guardare il letto.

 

Starà pensando che abbiamo buttato all’aria questo tempo che potevamo, invece, usare per andare a caccia di misteri. Lei è fatta così, per Haruhi ogni istante è un dono.

 

Decido di alzarmi.

 

- Dove vai? - mi chiede Haruhi guardandomi.

 

Dall’espressione che ha immagino non voglia che mi allontani.

 

- A prenderti il ghiaccio. - rispondo iniziando ad andare verso la porta.

 

Non mi aspetto dica qualcosa, però quando arrivo sulla porta mi fermo sorpreso…

 

- Grazie, Kyorosuke... -

 

Il suo tono di voce risulta leggero e soave, forse, addirittura, timido. Il fatto che abbia pronunciato il mio nome per intero mi provoca una strana sensazione. Finora non mi aveva mai, e dico mai, chiamato per nome, neanche per sbaglio.

 

Sorrido interiormente e senza voltarmi o dire niente apro la porta.

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Capitolo 35
*** Mi piaci ***


- A proposito Haruhi, non mi hai ancora detto cos’è successo tra te e Takamine. -

 

- Te l’ho detto! È un idiota! - esclama arrabbiata continuando a non guardarmi. - Ha tentato di baciarmi, roba da matti! - aggiunge accelerando il passo.

 

Come? Ha tentato di baciarti??

 

Devo avere un’espressione da zombi… e mi è completamente passata la voglia di cercare di rimanere al suo passo. 

 

Haruhi è una ragazza carina, nonostante la sua eccentricità è perfettamente comprensibile che abbia stuoie di ragazzi ai suoi piedi. So perfettamente come la pensa, quindi non mi spaventa molto l’idea che si dichiarino a lei. Però quel Takamine ha davvero esagerato, spero di non rivederlo mai più… anche se andiamo nella stessa scuola ed è, praticamente, impossibile.

 

♥ ♥ ♥

 

Ti aspetto al termine delle lezioni nel cortile della scuola, devo parlarti.

  • Ayano Yamada

 

Che situazione… e adesso? Un biglietto lasciato nell’armadietto delle scarpe fa pensare solo a una cosa.

 

- Ayano Yamada è un comune essere umano esattamente come te. - 

 

Sobbalzo, ma è solo Nagato. 

 

Nagato? Che ci fa qui??

 

- Che spavento Nagato, dovevi dirmi qualcosa? -

 

Senza dirmi niente si avvicina per poi prendermi il biglietto che ho tra le mani. Lo guarda e dice qualcosa.

 

- Questa è… - dice per poi guardarmi. - Una confessione romantica. - aggiunge con tono inespressivo.

 

Certo che se lo dice con quel tono perde tutta la sua poesia.

 

- Una confessione romantica potrebbe creare problemi nei sistemi di funzionamento di Haruhi Suzumiya. - spiega.

 

- Intendi che la notizia potrebbe turbarla? -

 

Nagato mi guarda con i suoi soliti occhi profondi e inespressivi. Certo, cosa lo chiedo a fare?

 

- Suppongo si possa dire anche così. -

 

- Perché ad Haruhi dovrebbe interessare? Sono fatti miei e, comunque, non può sapere cosa dirò a Yamada. - dico.

 

- Kyorosuke. - mi richiama. - Haruhi Suzumiya ti è più affezionata di quanto pensi, le stai a cuore e non le fa piacere se qualche altra ragazza ti gira attorno. -

 

È la prima volta che mi chiama per nome o è la prima volta che si rivolge a me con qualunque appellativo?

 

- Suzumiya ha come uniche eccezioni me e Mikuru Asahina, perché sa che, fondamentalmente, non ti interessa nessuna di noi due in senso romantico. -

 

Dovrei essere commosso dal fatto che Nagato finalmente parli di sentimenti umani, ma a dirla tutta mi fa un po’ impressione…

 

- Ho capito Nagato, non ti preoccupare, parlerò con Yamada e mi assicurerò che Haruhi non lo sappia. - dico accennando un sorriso.

 

- Fai attenzione. - mi dice lei.

 

♥ ♥ ♥

 

Al termine delle lezioni sono uscito in cortile come richiesto. Sto aspettando Yamada, anche se sono passati minuti e lei non si è ancora vista. Che abbia intenzione di darmi buca?

 

- Ehi Kyon, eccomi. - mi saluta Yamada con un sorriso avvicinandosi.

 

- Yamada, prima che tu dica qualcosa… -

 

- MI PIACI! Mettiti con me! - mi interrompe chinando il capo.

 

Mi sembra di essere finito in un manga shojo, ma è stata anche fin troppo diretta.

 

E ora come comincio? Nessuno ha sentito vero…?

 

Cavolo, l’ho pensato solo per sdrammatizzare, ma ho girato la testa e ho incontrato gli occhi di Haruhi! Ha un’espressione gelida… che dico gelida? Il termine corretto è glaciale!

 

Senza dire una sola parola la vedo girarsi, velocemente, e correre via.

 

- HARUHI! - esclamo prendendo a correre.

 

Accidenti! Cosa ci faceva Haruhi qui!?

 

Incredibilmente riesco a raggiungerla e ad afferrarla per un braccio.

 

- Lasciami! - esclama liberandosi con uno strattone. - Ti avverto Kyon, l’ultimo che mi ha presa per il braccio si è beccato un calcio!! - aggiunge guardandomi negli occhi con rabbia.

 

Chiaramente si riferisce a Takamine. Quel vile…

 

- Non hai capito niente! Hai frainteso tutto!! - esclamo.

 

Almeno sembra sia, finalmente, riuscito ad attirare la sua attenzione.

 

- Sì certo, come no! -

 

- Poi cosa te ne frega!? Voglio dire, me la vedo io, tu che titolo hai per arrabbiarti?! -

 

Ho esagerato, lo so, ma le parole mi sono uscite di bocca da sole.

 

Haruhi non tenta di ribattere, ma fa per voltarsi di nuovo. Sembra quasi disgustata e questo mi fa preoccupare molto più di prima.

 

- Haruhi, per favore, ascoltami! - esclamo facendo uno scatto e comparendo davanti a lei. - Non era quello che…! -

 

- Sei uno stupido! - esclama con le lacrime agli occhi.

 

… volevo dire.

 

Haruhi mi passa di fianco e io non posso, quasi, neanche, muovermi. 

 

Sei uno stupido.

 

Haruhi che mi dà dello stupido, dell’idiota o del buono a nulla non è certo una novità, eppure questa volta sento che ha ragione. Sono proprio uno stupido.

 

- Tranquillo, l’avevo già capito. - 

 

Naturalmente è Yamada, nonostante sia di fronte a me la vedo solo con la coda dell’occhio. Sono ancora accecato dalla mia stupidità.

 

- Volevo solo che tu sapessi il reale interesse che nutro nei tuoi confronti, non sei molto sveglio a capire queste cose, vero? - mi dice. - Suzumiya… si chiama così, giusto? Lei lo sa? Intendo che ti piace, secondo me anche tu piaci a lei, sai? -

 

Sento solo distrattamente le parole di Yamada, in realtà la mia mente è molto lontana. Il mio pensiero, naturalmente, va ad Haruhi. 

 

Nonostante dica che non le importa niente delle questioni di cuore si comporta come se fosse tutto il contrario.

 

♥ ♥ ♥

 

Non pensavo di arrivare a tanto, a volte, la vita ti stupisce davvero. Fino all’ultimo anno delle medie non avrei mai, neanche lontanamente, pensato di fare una cosa del genere. Forse, addirittura, nemmeno un anno fa, ma adesso è tutta un’altra storia.

 

Oggi all’intervallo mi sono deciso e l’ho scritto. Il primo, e probabilmente unico, bigliettino che lascio nell’armadietto di una ragazza… e non una ragazza qualunque. Ormai è inutile negarlo, no? Dopotutto non lo faccio neanche più da un po’ di tempo.

 

Parlando del diavolo…

 

Si ferma pochi metri di fronte a me incrociando le braccia. Ha un’espressione seria, ma non sembra arrabbiata. Magari le è passata, anche se ne dubito… Koizumi ha detto che non si sono verificati casi di spazi chiusi, forse sta immagazzinando nuova energia per scoppiare tutta in una volta o forse ha, semplicemente, deciso che preferisce uccidermi direttamente. 

 

- Sei venuta. - dico sforzandomi di sorridere nonostante dentro stia morendo.

 

- Un bigliettino nell'armadietto delle scarpe? Davvero Kyon?? Non è per niente da te fare una cosa del genere. - commenta con tono secco.

 

Ho l’impressione che stia sulla difensiva. Così non va.

 

Decido di avvicinarmi.

 

- Senti, Haruhi. - 

 

Mi fermo a pochi passi da lei, ma non le poso le mani sulle spalle né la prendo per mano...

 

- Lo so che il mio comportamento può risultare strano o bizzarro, ma non sapevo davvero come altro parlarti. - 

 

… credo che ci resterei malissimo se si allontanasse.

 

- Beh, ora sono qui, avanti parla. - dice tenendo ancora le braccia incrociate.

 

Ha un’espressione seria e raggelante. È decisamente sulla difensiva.

 

- Scusami per quello che ho detto… intendo per il discorso sul diritto o meno di arrabbiarti. -

 

- Va bene, dopotutto è la verità. - dice con tono, schiettamente, tagliente.

 

La sua ultima frase mi fa capire che sto sbagliando tutto… accidenti, non so davvero che fare.

 

Mi porto una mano alla fronte. Che capogiro incredibile, non ce la faccio più.

 

- Cosa ti prende adesso? -

 

Haruhi scioglie le braccia e sgrana gli occhi stupita. Forse è anche un tantino preoccupata… andiamo, figuriamoci. 

 

- Nulla, tranquilla. -

 

- Vuoi andare in infermeria? Se vuoi ti accompagno. -

 

Valla a capire, ha cambiato totalmente tono. Dev’essere il suo istinto di protezione nei confronti dei membri della Brigata SOS. In passato ho avuto prova, prima con me e poi quando Nagato è stata male, che, Haruhi, per quanto tiranna ci tiene veramente a noi.

 

Tolgo la mano dalla fronte e la lascio ricadere sul fianco.

 

- Tranquilla, davvero, sto bene. - 

 

Haruhi mi guarda ancora con quell’espressione vagamente preoccupata. Se non altro adesso non mi guarda più con quel l'astio insopportabile.

 

Come spinto da una forza misteriosa, che mi preme sopra le spalle, l’abbraccio. Non so se mi meriterò uno schiaffo o un calcio alla fine di questo. So solo che non sapevo cos’altro fare di meglio. Probabilmente non c’era proprio niente che potessi fare di meglio.

 

In questo momento vorrei dirle tante cose, a cominciare dal fatto che Yamada non significa proprio niente per me. Vorrei dirle quanto mi ha mandato in bestia vederla tanto vicina a Takamine nell’ultimo periodo. Vorrei dirle che nonostante tutto io sono sempre dalla sua parte.

 

Alla fine non dico niente, perché inizio ad avere l'impressione che riesca già a capire tutto questo dal mio abbraccio. 

 

La cosa più stupefacente è che sta ricambiando davvero, una piccola parte di me pensava mi avrebbe allontanato in malo modo. Ma in fondo sapevo che non l’avrebbe mai fatto davvero.

 

Restiamo per un po’ così. Semplicemente abbracciati, mentre i minuti passano. Ma noi, naturalmente, non ci facciamo il minimo caso.

- A proposito Haruhi, non mi hai ancora detto cos’è successo tra te e Takamine. -

 

- Te l’ho detto! È un idiota! - esclama arrabbiata continuando a non guardarmi. - Ha tentato di baciarmi, roba da matti! - aggiunge accelerando il passo.

 

Come? Ha tentato di baciarti??

 

Devo avere un’espressione da zombi… e mi è completamente passata la voglia di cercare di rimanere al suo passo. 

 

Haruhi è una ragazza carina, nonostante la sua eccentricità è perfettamente comprensibile che abbia stuoie di ragazzi ai suoi piedi. So perfettamente come la pensa, quindi non mi spaventa molto l’idea che si dichiarino a lei. Però quel Takamine ha davvero esagerato, spero di non rivederlo mai più… anche se andiamo nella stessa scuola ed è, praticamente, impossibile.

 

♥ ♥ ♥

 

Ti aspetto al termine delle lezioni nel cortile della scuola, devo parlarti.

  • Ayano Yamada

 

Che situazione… e adesso? Un biglietto lasciato nell’armadietto delle scarpe fa pensare solo a una cosa.

 

- Ayano Yamada è un comune essere umano esattamente come te. - 

 

Sobbalzo, ma è solo Nagato. 

 

Nagato? Che ci fa qui??

 

- Che spavento Nagato, dovevi dirmi qualcosa? -

 

Senza dirmi niente si avvicina per poi prendermi il biglietto che ho tra le mani. Lo guarda e dice qualcosa.

 

- Questa è… - dice per poi guardarmi. - Una confessione romantica. - aggiunge con tono inespressivo.

 

Certo che se lo dice con quel tono perde tutta la sua poesia.

 

- Una confessione romantica potrebbe creare problemi nei sistemi di funzionamento di Haruhi Suzumiya. - spiega.

 

- Intendi che la notizia potrebbe turbarla? -

 

Nagato mi guarda con i suoi soliti occhi profondi e inespressivi. Certo, cosa lo chiedo a fare?

 

- Suppongo si possa dire anche così. -

 

- Perché ad Haruhi dovrebbe interessare? Sono fatti miei e, comunque, non può sapere cosa dirò a Yamada. - dico.

 

- Kyorosuke. - mi richiama. - Haruhi Suzumiya ti è più affezionata di quanto pensi, le stai a cuore e non le fa piacere se qualche altra ragazza ti gira attorno. -

 

È la prima volta che mi chiama per nome o è la prima volta che si rivolge a me con qualunque appellativo?

 

- Suzumiya ha come uniche eccezioni me e Mikuru Asahina, perché sa che, fondamentalmente, non ti interessa nessuna di noi due in senso romantico. -

 

Dovrei essere commosso dal fatto che Nagato finalmente parli di sentimenti umani, ma a dirla tutta mi fa un po’ impressione…

 

- Ho capito Nagato, non ti preoccupare, parlerò con Yamada e mi assicurerò che Haruhi non lo sappia. - dico accennando un sorriso.

 

- Fai attenzione. - mi dice lei.

 

♥ ♥ ♥

 

Al termine delle lezioni sono uscito in cortile come richiesto. Sto aspettando Yamada, anche se sono passati minuti e lei non si è ancora vista. Che abbia intenzione di darmi buca?

 

- Ehi Kyon, eccomi. - mi saluta Yamada con un sorriso avvicinandosi.

 

- Yamada, prima che tu dica qualcosa… -

 

- MI PIACI! Mettiti con me! - mi interrompe chinando il capo.

 

Mi sembra di essere finito in un manga shojo, ma è stata anche fin troppo diretta.

 

E ora come comincio? Nessuno ha sentito vero…?

 

Cavolo, l’ho pensato solo per sdrammatizzare, ma ho girato la testa e ho incontrato gli occhi di Haruhi! Ha un’espressione gelida… che dico gelida? Il termine corretto è glaciale!

 

Senza dire una sola parola la vedo girarsi, velocemente, e correre via.

 

- HARUHI! - esclamo prendendo a correre.

 

Accidenti! Cosa ci faceva Haruhi qui!?

 

Incredibilmente riesco a raggiungerla e ad afferrarla per un braccio.

 

- Lasciami! - esclama liberandosi con uno strattone. - Ti avverto Kyon, l’ultimo che mi ha presa per il braccio si è beccato un calcio!! - aggiunge guardandomi negli occhi con rabbia.

 

Chiaramente si riferisce a Takamine. Quel vile…

 

- Non hai capito niente! Hai frainteso tutto!! - esclamo.

 

Almeno sembra sia, finalmente, riuscito ad attirare la sua attenzione.

 

- Sì certo, come no! -

 

- Poi cosa te ne frega!? Voglio dire, me la vedo io, tu che titolo hai per arrabbiarti?! -

 

Ho esagerato, lo so, ma le parole mi sono uscite di bocca da sole.

 

Haruhi non tenta di ribattere, ma fa per voltarsi di nuovo. Sembra quasi disgustata e questo mi fa preoccupare molto più di prima.

 

- Haruhi, per favore, ascoltami! - esclamo facendo uno scatto e comparendo davanti a lei. - Non era quello che…! -

 

- Sei uno stupido! - esclama con le lacrime agli occhi.

 

… volevo dire.

 

Haruhi mi passa di fianco e io non posso, quasi, neanche, muovermi. 

 

Sei uno stupido.

 

Haruhi che mi dà dello stupido, dell’idiota o del buono a nulla non è certo una novità, eppure questa volta sento che ha ragione. Sono proprio uno stupido.

 

- Tranquillo, l’avevo già capito. - 

 

Naturalmente è Yamada, nonostante sia di fronte a me la vedo solo con la coda dell’occhio. Sono ancora accecato dalla mia stupidità.

 

- Volevo solo che tu sapessi il reale interesse che nutro nei tuoi confronti, non sei molto sveglio a capire queste cose, vero? - mi dice. - Suzumiya… si chiama così, giusto? Lei lo sa? Intendo che ti piace, secondo me anche tu piaci a lei, sai? -

 

Sento solo distrattamente le parole di Yamada, in realtà la mia mente è molto lontana. Il mio pensiero, naturalmente, va ad Haruhi. 

 

Nonostante dica che non le importa niente delle questioni di cuore si comporta come se fosse tutto il contrario.

 

♥ ♥ ♥

 

Non pensavo di arrivare a tanto, a volte, la vita ti stupisce davvero. Fino all’ultimo anno delle medie non avrei mai, neanche lontanamente, pensato di fare una cosa del genere. Forse, addirittura, nemmeno un anno fa, ma adesso è tutta un’altra storia.

 

Oggi all’intervallo mi sono deciso e l’ho scritto. Il primo, e probabilmente unico, bigliettino che lascio nell’armadietto di una ragazza… e non una ragazza qualunque. Ormai è inutile negarlo, no? Dopotutto non lo faccio neanche più da un po’ di tempo.

 

Parlando del diavolo…

 

Si ferma pochi metri di fronte a me incrociando le braccia. Ha un’espressione seria, ma non sembra arrabbiata. Magari le è passata, anche se ne dubito… Koizumi ha detto che non si sono verificati casi di spazi chiusi, forse sta immagazzinando nuova energia per scoppiare tutta in una volta o forse ha, semplicemente, deciso che preferisce uccidermi direttamente. 

 

- Sei venuta. - dico sforzandomi di sorridere nonostante dentro stia morendo.

 

- Un bigliettino nell'armadietto delle scarpe? Davvero Kyon?? Non è per niente da te fare una cosa del genere. - commenta con tono secco.

 

Ho l’impressione che stia sulla difensiva. Così non va.

 

Decido di avvicinarmi.

 

- Senti, Haruhi. - 

 

Mi fermo a pochi passi da lei, ma non le poso le mani sulle spalle né la prendo per mano...

 

- Lo so che il mio comportamento può risultare strano o bizzarro, ma non sapevo davvero come altro parlarti. - 

 

… credo che ci resterei malissimo se si allontanasse.

 

- Beh, ora sono qui, avanti parla. - dice tenendo ancora le braccia incrociate.

 

Ha un’espressione seria e raggelante. È decisamente sulla difensiva.

 

- Scusami per quello che ho detto… intendo per il discorso sul diritto o meno di arrabbiarti. -

 

- Va bene, dopotutto è la verità. - dice con tono, schiettamente, tagliente.

 

La sua ultima frase mi fa capire che sto sbagliando tutto… accidenti, non so davvero che fare.

 

Mi porto una mano alla fronte. Che capogiro incredibile, non ce la faccio più.

 

- Cosa ti prende adesso? -

 

Haruhi scioglie le braccia e sgrana gli occhi stupita. Forse è anche un tantino preoccupata… andiamo, figuriamoci. 

 

- Nulla, tranquilla. -

 

- Vuoi andare in infermeria? Se vuoi ti accompagno. -

 

Valla a capire, ha cambiato totalmente tono. Dev’essere il suo istinto di protezione nei confronti dei membri della Brigata SOS. In passato ho avuto prova, prima con me e poi quando Nagato è stata male, che, Haruhi, per quanto tiranna ci tiene veramente a noi.

 

Tolgo la mano dalla fronte e la lascio ricadere sul fianco.

 

- Tranquilla, davvero, sto bene. - 

 

Haruhi mi guarda ancora con quell’espressione vagamente preoccupata. Se non altro adesso non mi guarda più con quel l'astio insopportabile.

 

Come spinto da una forza misteriosa, che mi preme sopra le spalle, l’abbraccio. Non so se mi meriterò uno schiaffo o un calcio alla fine di questo. So solo che non sapevo cos’altro fare di meglio. Probabilmente non c’era proprio niente che potessi fare di meglio.

 

In questo momento vorrei dirle tante cose, a cominciare dal fatto che Yamada non significa proprio niente per me. Vorrei dirle quanto mi ha mandato in bestia vederla tanto vicina a Takamine nell’ultimo periodo. Vorrei dirle che nonostante tutto io sono sempre dalla sua parte.

 

Alla fine non dico niente, perché inizio ad avere l'impressione che riesca già a capire tutto questo dal mio abbraccio. 

 

La cosa più stupefacente è che sta ricambiando davvero, una piccola parte di me pensava mi avrebbe allontanato in malo modo. Ma in fondo sapevo che non l’avrebbe mai fatto davvero.

 

Restiamo per un po’ così. Semplicemente abbracciati, mentre i minuti passano. Ma noi, naturalmente, non ci facciamo il minimo caso.

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Capitolo 36
*** Epilogo ***


- MA COME SEI ANCHE LÍ…?! -

 

Come sapevo già, da circa l’anno scorso, il me stesso del passato è apparso davanti ad Haruhi proprio mentre io del presente sto arrivando dall’altra parte.

 

Ci siamo dati appuntamento l’altro giorno, nonostante io oggi non abbia lezione ho insistito per raggiungerla. Ci sto pensando da un po’ e penso di aver esitato anche troppo. Ci conosciamo dal primo anno di liceo, eppure, ne sono successe così tante che sembra essere passata una vita. Forse non è corretto dire che ci conosciamo dalla prima liceo, ci conosciamo dal Tanabata di tre anni prima, eppure lei neanche lo sa.

 

- Kyon, allora ci vediamo. - dice sorridendo al me stesso del passato, mentre sta sparendo.

 

All’epoca mi sembra di aver pensato: chissà se anche il me stesso del futuro sarà altrettanto fortunato, o qualcosa di simile. Sono certo che anche lui penserà lo stesso, ormai posso dire di aver, finalmente, compreso i bizzarri e intricati meccanismi del tempo.

 

Haruhi torna a concentrarsi su di me.

 

- Cosa volevi dirmi? - mi chiede sembrando, quasi, annoiata incrociando le braccia.

 

Se Koizumi non si fosse trasferito un anno fa direbbe di sicuro che è degno di lei, se glielo raccontassi. 

 

È paradossale, vero, che tratti il me stesso del passato/futuro, dipende dai punti di vista, con più gentilezza di come tratti il mio io attuale?

 

Le prendo entrambe le mani costringendola a scioglierle dalla solita posizione difensiva.

 

- Ti va di fare un giro al parco? -

 

♥ ♥ ♥

 

Il parco. Questo parco ne ha viste davvero di tutti i colori, a cominciare dal Tanabata di tre anni prima del liceo. Quindi ora nessuno mi accuserà di cliché se finisco ciò che tutto è iniziato da qui, vero?

 

Io e Haruhi stiamo camminando per i sentieri del parco. Ricordo che una volta ho fatto lo stesso percorso con Asahina piccola. La sensazione era molto diversa, all’epoca facevo fatica a capirlo, ma Asahina era un po’ come una sorellina minore per me, nonostante, ufficialmente, avesse un anno in più.

 

A un certo punto mi fermo. Ok, è il momento.

 

Haruhi ha fatto qualche altro passo, ma quando si accorge che mi sono fermato si volta confusa.

 

- Kyon, cosa? -

 

- Haruhi, ho deciso di confessarti tutto. -

 

I suoi occhi si riempiono, se possibile, ancora più di stupore e mi sembra di vedere anche le sue guance tingersi lievemente di rosso.

 

- Poco fa hai visto il me stesso dei tempi del liceo. - inizio a dire. - Precisamente del primo mese del secondo anno. -

 

- Cos… Kyon? -

 

Non so esattamente cosa voglia dire Haruhi, però non posso lasciarla intervenire, o rischio di perdere il coraggio.

 

- Davvero non ti sei mai accorta di niente? Il mondo girava attorno a te, la Brigata SOS era tutta per te. Nagato era un alieno, Asahina una viaggiatrice del tempo, Koizumi un esper… so che in passato mi hai preso per pazzo, ma so che dopo quello che hai visto oggi potrai credermi. - dico tutto d’un fiato. - Ricordi il Tanabata nel quale disegnasti, nel cortile della tua vecchia scuola media, dei segni rappresentanti un messaggio per gli alieni? Quel messaggio diceva “Io sono qui” e ti ha aiutata un certo John Smith accompagnato dalla sua sorellina dormiente! -

 

- Come fai a…? -

 

Accidenti, sembra confusa. Devo dire ancora qualcosa.

 

- Devi solo fidarti di me, John Smith, in realtà ero io! -

 

Haruhi sbatte le palpebre e quando torna a guardarmi fa un dolcissimo sorriso.

 

- Infatti ti credo. - 

 

È lo stesso che ha rivolto all’altro me.

 

- Non per vantarmi. - dice, imbarazzata, distogliendo lo sguardo. - Ho sempre saputo di avere qualcosa di speciale, tutti siamo speciali, ma alcune persone proprio non ci pensano. L’unica cosa che fanno è abbassare la testa e convincersi di non valere la pena. -

 

Sorrido e, lentamente, mi avvicino.

 

Haruhi è cambiata molto dai tempi del liceo. Già allora, rispetto al primo anno, aveva fatto degli enormi progressi, facendo sempre di più diventare la Haruhi del primo anno un lontano ricordo. Beh, c’è da dire che comunque da qualche parte ci sarà sempre una Haruhi tiranna e una Asahina tormentata.

 

- Tu sei speciale. - le dico posandole le mani sulle spalle.

 

Ci scambiamo un’occhiata intensa in questo momento, ne sono sicuro. Il tempo sta rallentando.

 

- Anche tu sei speciale. - dice lei.

 

Mai nella vita avrei pensato potesse dirmi una cosa così carina, ma devo dire che in questo momento non mi interessa poi granché.

 

Un soffio di vento primaverile ci sovrasta e i capelli di Haruhi ondeggiano nel vento leggeri. Col tempo ho imparati ad apprezzarli anche se sono lunghi fino alle spalle, sembra che Haruhi li voglia tenere così per ricordarsi dei bei ricordi creati con la Brigata SOS.

 

Chiudiamo gli occhi quasi in contemporanea e le nostre labbra si incontrano.

 

Non so chi di noi si sia avvicinato per primo… dopotutto che importanza ha?

 

Forse è stata Haruhi. È proprio da lei essere sempre la prima ad aver la parola o ad agire… anche in momenti del genere.

 

Degno di Suzumiya, come direbbe una certa persona.

 

Comunque ora non voglio pensare a questo, ho aspettato questo momento da molto tempo. Penso da quando ci siamo baciati per la prima volta in quello spazio chiuso creato circa quattro anni fa.

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Capitolo 37
*** Ringraziamenti ***


Ecco qui, ho pubblicato tutti i capitoli. In realtà sono anni che avevo gli ultimi capitoli salvati nelle bozze del computer.

 

Sì, beh mi piace l’anime di Haruhi Suzumiya. Ha una trama molto complessa e per niente scontata o noiosa. Però mi sono accorta di una cosa e cioè che è un anime tossico. Ma credo che lo sia perché molti non hanno capito bene. Sembra che sia Haruhi la pazza e Kyon il grande saggio… ma persino Kyon lo sa benissimo che Haruhi è una grande persona. Perché lei potrà essere bizzarra ed eccentrica (e a volte esagera proprio come con Asahina), ma è sempre se stessa… e soprattutto vuole davvero bene alle persone a cui tiene. 

 

Se avete guardato solo l’anime tutto questo emerge davvero poco. Io ho letto il manga e l’ho riletto poco prima di scrivere questa fanfiction. 

 

Perché le interpretazioni che si possono dare possono essere tante. Però certamente Haruhi non è la cattiva… anzi, lei è la protagonista. 

 

Ok, solo questo. Grazie per avermi seguito.

 

Ciao, alla prossima! :)

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