Dalle ceneri nasce una fenice

di ailyn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scoperta ***
Capitolo 2: *** FRA PASSATO E REAZIONI ***
Capitolo 3: *** Figli e Missioni ***
Capitolo 4: *** Prima Luna ***
Capitolo 5: *** Novità all'orizzonte ***
Capitolo 6: *** Konoha ***
Capitolo 7: *** Quasi morte ***



Capitolo 1
*** Scoperta ***


Ciao a tutti. Dopo anni di inattività ho deciso di tornare a scrivere. Spero che questa fic vi piaccia. Buona lettura

CAPITOLO 1: SCOPERTA

Hinata fissava le foto poste sopra la mensola in salotto, mentre calde lacrime le rigavano il bellissimo viso. Dentro a sé, nel profondo, aveva sempre sospettato, sempre saputo, ma mai avrebbe immaginato una ferita tanto profonda, un’umiliazione così pesante, il suo orgoglio ruggiva, la sua anima di Hyuga scalpitava.

Era sempre stata una brava persona, i più la definivano un angelo così puro da essere quasi unico in quella terra ninja, in cui combattimenti, assassini e onori regnavano sovrani nell’animo della gente, anche in periodo di pace spie e guardiani si davano da fare per eliminare qualunque minaccia. Nessuno, però, conosceva veramente Hinata. Nessuno immaginava che dietro la sua bontà, la sua innocenza, la sua timidezza, si nascondeva un animo forte e una volontà di ferro con cui cercava costantemente di migliorarsi e rendersi una persona sempre migliore.

Ora però sentiva che tutto ciò che aveva fatto, tutte le sue battaglie contro il suo lato oscuro, erano state un’inutile perdita di tempo. Molte cose successe potevano essere evitate se lei si fosse lasciata andare, ma le parole di sua madre, quelle pronunciate a lei sola in punto di morte, ogni volta le mettevano un freno. “Tesoro mio” aveva sussurrato “è un brutto mondo quello in cui viviamo e che io sto per lasciare. Non lasciare che gli insegnamenti della nostra famiglia ti rendano fredda. Sii gentile con tutti e non arrecare mai offesa, sii luce mai oscurità e prenditi cura di tua sorella.”

Luce. Semplice essere luce, vero? Aveva cercato di esserlo per trent’anni della sua vita, aveva combattuto contro sé stessa e perfino nei momenti più bui in cui veniva denigrata per la sua debolezza, aveva preferito subire piuttosto che far del male.

Questo però ha rappresentato il suo fallimento. Si era ridotta ad una casalinga che si occupava solo dei bambini e sopportava le lunghe assenze del marito, troppo impegnato nel suo ruolo di hokage per occuparsi di lei e della sua famiglia. Aveva rinunciato ad essere una kunoichi, una guerriera, una protettrice, diventando madre affettuosa e moglie tradita.

Sì, perché Naruto il ragazzo che aveva sempre ammirato, amato e osservato di nascosto aveva deciso di tradirla, di ferirla, di calpestare la sua dignità di donna, di guerriera e il suo orgoglio di Hiyuga.

Ora tutto ciò che il suo subconscio le aveva sussurrato per anni si era materializzato nella sua forma più devastante: era sempre stata solo un rimpiazzo.

Un odio profondo e viscerale si appropriò del proprio cuore mentre il byakugan si manifestava nella sua forma più completa: le vene si espandevano ai lati dei sui occhi per poi ritrarsi, contrarsi all’interno delle pupille. I suoi occhi stavano cambiando, si stavano sviluppando, come non era mai successo nella storia della casata Hiyuga, assumendo un colore azzurro acceso, mentre le pupille venivano contornate da una forma di cerchio da cui partivano sei punte.

Cercò di calmarsi Hinata, ritraendo il byakugan. Doveva ragionare e cercare di capire quale fosse il miglior modo di procedere. Naruto l’aveva tradita, su questo non c’erano dubbi. Dopotutto l’aveva visto con i suoi occhi con Sakura mentre abbracciavano un bambino dai capelli biodi come il grano e gli occhi verdi di, su per giù quattro anni che, a quanto aveva capito era stato affidato a Kakashi perché se ne prendesse cura, dato che l’uomo era seduto vicino a loro.

Non erano in una zona in vista, ma Hinata non aveva bisogno di essere vicina per vederli.

Era andata al palazzo dell’Hokage per parlare con suo marito, dato che non rincasava da giorni, del fatto che Himawari desiderava recarsi in gita a Suna insieme agli altri ragazzi dell’Accademia, ma la segretaria le disse che era impegnato e che non poteva riceverla. Un presentimento si fece largo nel suo cuore notando l’occhiata dispiaciuta della donna e decise di sorridere e uscire dal palazzo. Saltò sul tetto di un’abitazione vicina e attivò la sua abilità innata. Fu così che li vide. Fu così che il suo mondo crollò.

Era tornata a casa scossa, ferita, apatica. Aveva guardato le foto e in quel momento, osservando Himawari e Boruto che sorridevano felici verso l’obiettivo, aveva capito cosa fare.

Andò in camera da letto e aprì una scatola riposta in un angolo dell’armadio, tirandone fuori il cambio che utilizzava per le missioni e il coprifronte. Raccolse i corti capelli in una coda alta e legò l’oggetto di metallo sopra la fronte, adagiandovi sopra la frangia. Si guardò allo specchio notando il cambiamento nel suo sguardo. Maturo, deciso, freddo. Uno sguardo da guerriera. Uno sguardo da Hiyuga.

A passo svelto uscì di casa a saltando da un tetto all’altro e raggiunse il palazzo dell’Hokage. La segretaria la guardò stupita e dopo, un’iniziale sgomento, provò nuovamente a impedirle di entrare.

Un solo colpo bastò per farle perdere i sensi e Hinata non cercò nemmeno di attutire la caduta del corpo della donna. Non la degnò di uno sguardo e aprì la porta dell’ufficio dell’hokage.

Quando entrò la faccia dei presenti sbiancò di colpo e i loro occhi sgranarono osservando la Hiyuga che fiera li osservava in maniera glaciale soffermandosi sul bambino e su Kakashi.

“Hokage-sama. Sono qui per porre alla vostra attenzione la mia volontà di tornare ad essere una kunoichi”

Un silenzio di tomba cadde nella stanza, mentre i tre la guardavano esterrefatti

“Forse è meglio che io vada” disse Kakashi, allungando le mani per prendere il bambino dalle braccia di Naruto

“No, rimanga Kakashi sensei” li stava stupendo. Hinata lo vedeva nei loro occhi, osservava il loro sconcerto e la loro titubanza e sempre più orgogliosa e nobile si stagliava di fronte a loro

“Hinata, per favore. Lascia che ti spieghi” Naruto si stava rendendo conto di cosa stava succedendo a quanto pare.

“Non sono qui per sentirle Hokage sama. Da me riceverà la fedeltà che devo all’Hokage di Konoha, ma oltre a questo per me da oggi non valete nulla. Vi esorto a ricercare missioni adeguate al mio livello e di affidarmene il più in fretta possibile. Avete due giorni di tempo, in cui io mi trasferirò assieme ai miei figli a Villa Hiyuga. Se entro questo lasso di tempo non avrete trovato una missione adatta, l’intera vicenda non si limiterà alla stipulazione di un divorzio pacifico e segreto, ma tutti i media avranno un resoconto dettagliato di come l’Hokage abbia un figlio bastardo con la moglie di Sasuke Uchiha, suo, peraltro, migliore amico nonché eroe di guerra.” Parole dure e concise. Fredde e calcolate. Hinata si ergeva davanti a loro e sembrava possente, importante, fiera e nobile.

“Hinata…” sussurrò Sakura cercando di avvicinarsi a lei, tendendo il braccio.

La mora le sorrise senza allegria, facendole accapponare la pelle “hai mai visto il mio animale, Sakura?” le domando impassibile.

La donna la guardò senza capire e scosse la testa, mentre guardava la Hiyuga che estraeva due kunai e afferrandoli con le mani opposte si apriva due lunghi tagli nelle braccia, facendo poi una serie di sigilli complessi e velocissimi che nessuno di loro aveva mai visto

“richiamo” disse semplicemente, congiungendo le braccia e sulla sua spalla dopo un puf e una nuvola di vapore, comparve un uccello in miniatura, dalle lunghe piume rosse. Naruto e Sakura guardavano l’animale stupiti, poiché non conoscevano quella specie, mentre Kakashi sbiancava e guardava attonito la donna davanti a lui

“Una fenice” sussurrò, stupefatto “si conosce solo un precedente che aveva stipulato un contratto con questo genere di animale”

“sono animali fantastici le fenici” disse Hinata, accarezzando le piume del volatile che abbassò il capo in segno di gradimento “muoiono e risorgono dalle proprie ceneri, sono furbe e intelligenti e ad ogni rinascita si rafforzano” una pausa, carica di tensione riempì la stanza “avete due giorni” ribadì poi, dando le spalle ai tre ed incamminandosi verso la porta

“ah, dimenticavo.” Disse beffarda, fermandosi e voltando leggermente il capo “ho tramortito la tua segretaria. Dato che c’è una kunoichi medico, può tranquillamente soccorrerla”

Uscita dal palazzo si diresse verso casa e, una volta arrivata cominciò a raccogliere la propria roba e dei suoi figli velocemente; Rapida e silenziosa stipava tutto il necessario in scatole e valige, ma all’improvviso si bloccò mentre un ghigno sadico si disegnava sulle sue belle labbra. Prese un foglio e velocemente scrisse una lettera in una calligrafia ordinata, richiuse il foglio in un rotolo ed evocò nuovamente la fenice

“Fanny, per favore, porta questa lettera a Sasuke Uchiha” sussurrò guardando l’animale dritto negli occhi “ha il diritto di sapere” continuò, mentre la creatura magica la osservava severa per poi prendere fra il becco il rotolo e volare via.

Fu in quel momento che la porta di casa si aprì e due voci allegre raggiunsero la donna che scese ad accogliere i figli, decisa. I bambini la guardarono stupiti, poiché avevano visto loro madre vestita da tenuta da missione solo in foto e non riuscivano a capire la motivazione per la quale aveva tirato fuori quegli indumenti e il coprifronte

“mamma” disse Boruto confuso, osservandola “che succede?”

La donna li guardò e sospirò pesantemente “venite in salotto, vi devo comunicare alcune cose”

I due bambini si seddero sul divano mentre la madre prendeva posto davanti a loro sulla poltrona e, sospirando nuovamente, chiuse gli occhi per poi riaprirli mostrando una tristezza e una rabbia smisurati

“è successo” cominciò “che feci uno sbaglio immenso anni fa credendo che vostro padre mi amasse. Probabilmente non dovrei dirvelo, probabilmente dovrei lasciare che la fiducia e l’ammirazione che nutrite per l’Hokage rimanga immutata, ma non posso nascondervi la verità poiché diventerei complice di una menzogna troppo grande e incolpereste anche me in futuro” fece una pausa, osservando gli sguardi sorpresi e timorosi dei bambini, ma facendosi coraggio continuò nel dare risposte ai figli “oggi ho scoperto che vostro padre ha un’altra donna, da cui ha avuto un figlio. Non vi dirò chi è questa donna, né dove è stato cresciuto questo bambino. Questo non spetta a me rivelarvelo.”

“Cosa stai dicendo mamma?” sussurrò Himawari mentre gli occhi le si riempivano di lacrime stringendo la mano di suo fratello che digrignava i denti furioso

“non è semplice, bambini miei. Ma dobbiamo mostrare al mondo che siamo forti e orgogliosi. Ho chiesto di tronare a fare la kunoichi, poiché è quella la mia natura, e sto cominciando a raccogliere le nostre cose in modo da trasferirci a Villa Hiyuga”

“stai scappando?” domandò Boruto fissando intensamente la madre che sorrise

“No, tesoro. Non sto scappando. Ma voglio evitare di fare mosse avventate e rimanendo al villaggio potrebbe succedere. Voi siete grandi e con vostro nonno e vostra zia sarà come avermi sempre vicino. Potete sopportarlo, io non sono sicura di farcela senza commettere errori irreparabili”

Il silenzio calò nella stanza mentre i bambini assimilavano le informazione date dalla madre: Himawari era sconvolta e non riusciva a capire come il suo papà avesse potuto fare una cosa del genera, dopotutto la bambina era troppo piccola per capire come l’amore può nascre, mutare, intensificarsi o morire. Boruto, invece era semplicemente furioso… nella sua testa insultava il padre in modo molto colorito mentre i suoi occhi osservavano la madre, non potendo fare a meno di essere orgoglioso di lei. Hinata non aveva fatto scenate, non si era abbassata a piangere e disperarsi, non si era spezzata dal dolore. Hinata aveva reagito e aveva fatto prevalere il buonsenso e l’orgoglio, dopotutto c’erano molti modi di vendicarsi senza abbassarsi.

“cosa stiamo aspettando?” disse il ragazza, sorridendo energico “finiamo di mettere via le nostre cose, Dattebasa!”

Hinata sorrise e si precipitò ad abbracciare i figli orgogliosa di come li aveva cresciuti

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Capitolo 2
*** FRA PASSATO E REAZIONI ***


Ciao a tutti! Ecco a voi il secondo capitolo, sperando vi piaccia. Data la disponibilità di tempo libero, sono riuscita a scriverlo in poco tempo.

Buona lettura!

 

CAPITOLO 2: FRA PASSATO E REAZIONI

Naruto si teneva la testa fra le mani, devastato mentre Sakura si lasciava andare su una sedia con gli occhi pieni di lacrime, dopo aver prestato soccorso alla povera Eiko, e Kakashi li osservava tenendo il piccolo Keiji che cercava di toglierli la maschera.

“Che succederà ora?” domandò la donna guardando Naruto affranta, ma l’uomo non diede segni di averla sentita troppo preso a pensare a ciò che aveva irrimediabilmente perso.

Non aveva mai visto Hinata in quello stato, mai quella donna dolcissima e gentile si era rivolta a chicchessia con quel tono, quella decisione, quell’assenza di emozioni quali imbarazzo e soggezione. Forse si era illuso di conoscere sua moglie. Quando era entrata l’aveva osservata e aveva provato una gran vergogna di fronte a quella donna fiera, a quella guerriera orgogliosa e bellissima. Lui non ricordava nemmeno che sua moglie fosse così bella, sembrava sbocciata all’improvviso o forse così gli era sembrata una volta indossata quell’uniforme che aveva utilizzato durante la missione per salvare Hanabi.

Che stupido che era stato. Si era lasciato andare con Sakura, il suo primo amore, la sua compagna di team, la ragazza che gli faceva sempre battere il cuore quando si rivolgeva a lui. Poco conta che Keiji era nato a causa di una confessione dopo una sbornia in compagnia della donna.

Era successo prima che lui diventasse Hokage. Mentre tornava a casa dopo un viaggio diplomatico al Villaggio della Nebbia, ma prima di rincasare aveva deciso di passare a trovare Sakura che sentiva mancargli terribilmente. La donna lo accolse con un viso rosato guardandolo sorridendo

“Ciao Naruto, che ti porta da queste parti?” domandò lei allegra

“Ero passato a salutarti e vedere come stavi. Sono appena tornato da una missione” rispose lui, mentre la donna lo invitava ad entrare “che stavi facendo?” le domandò curioso, osservandola. Era bella Sakura, come Hinata non sarebbe mai stata ai suoi occhi: così allegra, con quel viso che trasudava sicurezza e quegli occhi verdi che gli facevano perdere letteralmente la testa. Lui aveva sperato fino all’ultimo che dopo la guerra lei l’avrebbe scelto, lasciando stare Sasuke e la sua cotta adolescenziale, ma così non era stato… lei aveva scelto l’Uchiha e lui dovette rinunciare al suo amore, avvicinandosi a Hinata, sperando che la mora riuscisse a farlo innamorare di lei. Certo, lui voleva bene a sua moglie che l’aveva sempre sostenuto, assecondato e dato due meravigliosi bambini, decidendo di stare a casa ad accudirli e rinunciare così ad essere una kunoichi. Ma se da un lato queste caratteristiche gli avevano fatto piacere, dall’altro cominciò a dare per scontata la presenza e l’affetto della donna… non aveva più neanche il desiderio di tornare a casa il prima possibile per rifugiarsi fra le sue braccia, sapendo che se anche si fosse assentato per mesi la donna l’avrebbe accolto con quel sorriso timido e le guance arrossate.

Ma Sakura non era così e Naruto lo notava. Notava come si era pentita di aver scelto Sasuke perché quella decisione l’aveva portata a vivere da sola, dato che il marito non cercava affatto di tornare a casa per lei, anche se ne aveva la possibilità e lui sapeva che l’amico avrebbe potuto rincasare più volte di quanto non facesse. Dopotutto l’aveva incontrato diverse volte nei pressi di Konoha per ritirare i rapporti delle sue missioni da consegnare poi a Kakashi e ogni santa volta gli chiedeva di tornare a casa almeno per qualche ora, per trovare Sakura, rassicurarla, e vedere Sarada che stava crescendo senza una figura paterna. Insomma, lui c’era e sosteneva l’amica come poteva ma sentiva che non era sufficiente

“Stanno bene?” gli chiedeva il moro, impassibile

“Certo che stanno bene, dattebayo! È di Sakura che stiamo parlando!” gli rispondeva infervorato

“bene” e poi spariva, tornando da dove era venuto

Ogni volta lo stesso copione, stesse domande e stesse risposte che lasciavano il biondo amareggiato e furioso

“Nulla di particolare” disse la donna, interrompendo il flusso dei pensieri del biondo “mi rilassavo e bevevo un po' di sakè, ti va di farmi compagnia?”

“Certo, dattebayo!” esclamò euforico, facendo sorridere affettuosamente la donna.

Si accomodarono in salotto, vicini e cominciarono a bere e scherzare dimentichi di qualunque problema avessero, dimenticando figli, famiglia, responsabilità e anche Hinata.

“sai” disse Sakura d’un tratto incupendosi “avrei dovuto scegliere te, Naruto. Ti amavo davvero, ma la presenza di Sasuke e la consapevolezza che era tornato a casa o che quantomeno sarebbe tornato, avevano fatto riaffiorare sentimenti che non erano stati vissuti”

Un silenzio carico di sgomento seguì quelle parole, mentre Naruto fissava la donna stupito, abbracciandola di slancio quando lei cominciò a piangere. Rimasero stretti per un po', quando poi lui si staccò cercando di asciugarle gli occhi con le mani “Non ho mai smesso di amarti” sussurrò poi, baciandola con foga.

Si amarono più volte quella notte incuranti del mondo, dimentichi di qualunque conseguenza, e la loro relazione continuò anche nei giorni seguenti, facendo vivere ad entrambi momenti indimenticabili; ogni scusa, ormai, era buona per Naruto per non passare  la notte a casa sua, certo che Hinata l’avrebbe comunque accolto quando lui avrebbe deciso di rincasare.

La gravidanza li aveva colti di sorpresa in quanto avevano sempre usato protezioni…tranne la prima volta. Sakura lo aveva comunicato a Naruto, pallidissima e visibilmente sconvolta: non potevano permettersi un tale scandalo, lei era la vicedirettrice dell’ospedale di Konoha, nonché un’eroina di guerra, allieva di Tsunade e moglie di Sasuke Uchiha; mentre Naruto sarebbe diventato il settimo Hokage e non poteva macchiarsi di uno scandalo tanto grande e sua moglie era amata da tutti. Decisero di parlarne con Kakashi per cercare di trovare una soluzione al problema senza ricorrere alla strada dell’aborto poiché nessuno dei due voleva non veder nascere quella creatura.

Il loro sensei li aveva guardati dapprima scioccato, poi arrabbiato come non lo avevano mai visto “Vi rendete conto della gravità della situazione?” aveva domandato loro con la solita voce calma ma, a differenza del solito, piena di ira

“Si Kakashi sensei ma non intendiamo interrompere la gravidanza” aveva risposto Sakura tenendosi saldamente a Naruto che la stringeva in vita con fare protettivo.

Il sesto Hokage li osservava: aveva sempre saputo che quei due si amavano, ma non avrebbe mai immaginato che sarebbero finiti insieme dopo aver formato famiglie con altre persone. Ma comunque il danno era fatto e vedeva la decisione nei loro occhi mista a paura.

Sospirò chiudendo gli occhi e riflettendo. Lui era un ottimo stratega e ora doveva trovare una soluzione a quella situazione senza rovinare la vita ai due ragazzi.

Fu un silenzio lungo. Naruto aveva perso la cognizione del tempo osservando il sensei in attesa di una opzione miracolosa che arrivò

“a che mese sei, Sakura?” le chiese l’Hokage fissandola

“secondo. Per la precisone sono di sei settimane”

L’uomo annuì e sospirò, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi alla finestra “applicheremo dei sigilli in modo che si crei un’illusione, in questo modo non si vedrà il tuo corpo mutare. A circa due mesi dal parto partirai per una missione, o almeno questa sarà la versione ufficiale, in realtà andrai a stare in una tenuta fuori dal villaggio. È una dimora accogliente, nulla di speciale in mezzo ai boschi, che appartiene a me” fece un’altra pausa, voltandosi per osservare le loro espressioni, trovandole sorprese “ Naruto potrà venire a farti visita spesso, ma dato che non potrà astenersi dai suoi obblighi sarà costretto a continuare a svolgere i suoi compiti. Una volta partorito starai con il bambino per qualche mese in modo da poterti prendere cura di lui, e successivamente tornerai al villaggio. Prima che me lo chiediate vostro figlio o figlia non sarà portato in orfanotrofio o altro. Me ne occuperò io e potrete vederlo quando desiderate.”

I due lo guardato stupiti e a mano a mano che le informazioni venivano assimilate, sui loro visi si apriva un sorriso pieno di gratitudine

“c’è un unico problema” disse poi l’uomo tornando a sedersi “Sarada, dove intendi lasciarla?”

“Lei non è un problema” rispose Naruto, entusiasta “se ne occuperà Hinata, dattebayo!”

Gli altri due lo guardarono esterrefatti: come poteva anche solo immaginare che sua moglie potesse occuparsi della figlia della donna che le stava rubando il marito

“Non fate quelle facce, lei non saprà del bambino. Semplicemente si occuperà della figlia di una sua cara amica, impegnata in missione”

Kakashi sospirò contrariato: non potevano fare una cosa del genere a Hinata, ma in effetti era una soluzione ragionevole e, non considerando il lato umano, era la più idonea.

E così era successo, ma ora tutto rischiava di complicarsi e uno scandalo del genere avrebbe investito sia il Settimo che il Sesto Hokage.

“Naruto…” sussurrò Sakura, interrompendo il flusso di ricordi dell’uomo che la guardò abbattuto

“Sakura non possiamo permettere che Hinata parli. Accoglierò la sua richiesta e le affiderò missioni di spionaggio che la terranno a debita distanza da Konoha e da Sasuke. Lui non deve assolutamente sapere, sperando che non l’abbia raccontato a Boruto e Himawari” disse il biondo deciso, mandando poi a chiamare Shikamaru.

“beh, noi andremmo allora” disse Kakashi che era più preoccupato a tenere su la maschera, mentre il piccolo Uzumaki cercava in tutte le maniere di tirargliela giù.

“Via la maschera, zio Kakashi” piagnucolava infatti facendo sorridere i genitori.

“Va bene Kakashi sensei. Ci vediamo questa sera Keiji” disse Naruto alzandosi per dare un bacio in fronte al figlio, seguito da Sakura.

Intanto, Hinata e i figli avevano finito di metter via le proprie cose e, una volta riposte nei rotoli, si erano recati a Villa Hiyuga, dove Hiashi li aveva accolti sorpreso, cominciando a tremare di rabbia una volta ascoltato il racconto della figlia

“Padre!” esclamò Hinata, vedendolo in procinto di recarsi dall’Hokage “non lasciare che la rabbia vi offuschi la mente. Pensate all’onore della nostra casata!”

Quelle parole ebbero un effetto immediato sull’anziano che si voltò di scatto verso la figlia, sbalordito: da quando Hinata anteponeva l’onore del clan ai suoi sentimenti? E fu lì che non poté che esserne estremamente orgoglioso

“non ho intenzione di sorvolare sulla cosa, padre. Ma intendo fare le cose con calma” continuò lei, guardandolo dolcemente ma con decisione. Era cresciuta Hinata, finalmente. Era diventata la sua degna erede e, nonostante le regole del clan fossero cambiate, non potè Hiashi far a meno di guardarla compiaciuto.

“sistemate le vostre cose. Benvenuti a casa vostra”.

Nel pomeriggio Naruto tornò a casa sua, trovandola deserta e non potè far a meno di sentirsi perso: lui non amava Hinata, le voleva bene certo, ma non amava lei. In compenso adorava i suoi figli e tornare a casa senza trovarli, fu per lui un duro colpo e il timore che la madre li avesse informati dell’accaduto si fece strada nel suo cuore.

Ora. Naruto non era mai stato una persona riflessiva e si lasciava sempre guidare dai sentimenti e proprio a causa di questo suo lato caratteriale si fiondò di corsa fuori casa, cominciando a correre in direzione di villa Hiyuga

“Ti vedo trafelato Settimo Hokage”

Quella voce. – No, non può essere- pensò il biondo, alzando lo sguardo lentamente. Sgranò gli occhi, fissando Sasuke Uchiha che se ne stava comodamente seduto sul ramo di un albero. Naruto sbiancò, mentre un brutto presentimento si faceva largo nel suo cuore.

Il moro lo fissò freddamente per poi balzare giù a fianco a lui

“Sa…Sasuke. Che ci fai qui?”

“Mi hai rincorso per anni, dobe, per riportarmi a Konoha e, ora che l’ho fatto, mi poni questa domanda?” era arrabbiato Sasuke, e Naruto lo vedeva. Vedeva lo sharingan illuminare il suo occhio e d’istinto indietreggiò, non desiderando dare spettacolo per strada

“sai, una graziosa fenice mi ha recapitato questo rotolo oggi” continuò il moro porgendo all’Hokage l’oggetto

Naruto lo afferò e leggendolo sbiancò visibilmente. Poche parole, ma un concetto chiaro:

 

Naruto Uzumaki e Sakura Haruno hanno un figlio

L’orgoglio del clan Hiyuga ne è profondamente risentito.

Suppongo anche quello del clan Uchiha.

H.H.

Naruto ripiegò nuovamente il rotolo interdetto. Come aveva potuto Hinata fare una cosa del genere? Una ferita profonda si fece largo nel suo cuore, sentendosi per la prima volta tradito dalla moglie.

Sasuke intanto lo osservava, trovando conferma alle parole scritte nella lettera e una rabbia ceca si impadronì di lui. Non amava Sakura, semplicemente lei era l’unica donna disposta a stare con un ex nukenin e lui l’aveva accettato per ridare vita al suo clan. Ciò non toglie che l’ammirava e non era stato con altre ragazze durante gli anni di lontananza, certo di avere una moglie fedele che lo attendeva mentre lui era impegnato a proteggere quel maledetto villaggio.

“Sei uguale a tutti gli altri” sussurrò, mentre un chakra violaceo cominciava a ricoprire il suo corpo.

“Non lo farei fossi in te” Sasuke spostò di scatto gli occhi verso la fonte della voce e così fece anche Naruto.

I due fissarono Hinata appoggiata al muro di un’abitazione, in tenuta da missione, che li osservava senza traccia di emozione sul viso.

“Non è questa la strada giusta. Ci rimetteresti solo tu, tornando ad essere un nukenin” eccola. La nuda e cruda verità, a cui Sasuke non aveva pensato

“me ne fotto” rispose furioso, osservando quella donna così cambiata

Lei sorrise senza gioia notando la finezza di linguaggio dell’Uchiha, staccandosi dal muro e avvicinandosi a loro “e a Sarada cosa dirai? La lascerai con quella madre?”

L’Uchiha sgranò gli occhi, mentre riassorbiva il suo chakra, cercando di controllarsi: la Hiyuga aveva ragione, non poteva lasciare Sarada con Sakura. Non più.

E mentre l’Uchiha prendeva consapevolezza, la stessa cosa faceva Naruto. Hinata avrebbe portato via loro i figli, senza destare clamore, semplicemente i ragazzi avrebbero odiato i genitori. E il biondo non riusciva a credere che quella fosse la donna che aveva sposato, rendendosi conto di non aver mai conosciuto a fondo la moglie.

“Hokage” continuò lei impassibile ai sentimenti che si facevano largo sulla faccia dell’uomo “suppongo che vi stavate dirigendo a villa Hiyuga. Avete già individuato la missione da affidarmi? Perché altrimenti non vedo perché dobbiate essere il benvenuto” un sorriso. Hinata aveva sorriso. Ma non come faceva solitamente, questo era uno stiramento di labbra compiaciuto e sadicamente consapevole del potere che aveva: era lei ad avere il coltello dalla parte del manico. Lei e Sasuke che la stava osservando stupito, non riuscendo a comprendere il cambiamento di quella donna ai suoi occhi da sempre debole e patetica. Si sarebbe aspettato lacrime, depressione e disperazione. Non certo quello.

“vado da mia figlia” disse poi, interrompendo il suo flusso di pensieri

“non ce n’è bisogno. È a Villa Hiyuga. Boruto è andato a prenderla” comunicò la donna impassibile. “sei il benvenuto anche tu Uchiha sama, nel caso lo desiderassi”

E lui ghignò. Aveva capito e non poteva che essere soddisfatto delle mosse messe in atto dalla Hiyuga: dopotutto la vendetta aveva diverse forme.

“Vi seguirò con piacere Hiyuga sama” rispose, lanciando uno sguardo beffardo a Naruto “beh, dobe. Credo che avrai una puttanella da consolare al momento. Ti consiglio di andare da lei” continuò lasciandolo indietro e seguendo la donna che dopo pochi passi si fermò e senza voltarsi ricordò all’Hokage che non aveva più molto tempo per trovarle una missione.

Naruto li osservava mentre si incamminavano senza fretta verso la dimora del clan Hiyuga e maledicendosi, prese la direzione opposta per raggiungere l’abitazione di Kakashi, poiché Sakura si trovava lì al momento.

Non era un vigliacco, ovviamente. Ma non poteva fregarsi da solo nel bel mezzo del villaggio.

Ciò di cui non era a conoscenza era che quella sarebbe stata la prima volta che un membro del Clan Uchiha sarebbe stato il benvenuto nella dimora del Clan Hiyuga, da sempre rivali.

 

 

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Capitolo 3
*** Figli e Missioni ***


Ciao a tutti! questo è un capitolo di "transizione" che servirà ad entrare nella vera e propria storia. E' stato abbastanza complicato scriverlo e spero sia decente.
Fatemi sapere che ne pensate, buona lettura!



CAPITOLO 3: FIGLI E MISSIONI

 

Sasuke Uchiha procedeva apparentemente calmo a fianco della Hyuga, ma dentro era irrequieto e preoccupato per come avrebbe parlato a Sarada. A quanto aveva capito, infatti, nessuno aveva comunicato alla ragazza quanto successo, ma Boruto l’aveva portata a Villa Hyuga in attesa dell’arrivo del padre certi che si sarebbe presentato a Konoha la sera stessa.

Fu un duro colpo leggere quelle poche parole, scritte evidentemente in fretta poiché non si aspettava il tradimento di Sakura e, soprattutto, di Naruto. Il ragazzo che l’aveva rincorso per anni, che l’aveva combattuto, che continuava a ripetergli che era suo amico… proprio lui non è riuscito a stare lontano da sua moglie. L’orgoglio Uchiha ruggiva e la rabbia dominava il suo cuore, ciononostante il timore per la reazione di Sarada era il sentimento a cui dava più importanza poiché non conosceva bene la figlia e non sapeva se il fatto che non fosse stato presente nella sua vita, avrebbe condizionato la sua reazione.

“Siamo arrivati” la Hyuga aveva interrotto i suoi pensieri facendogli focalizzare l’attenzione su di lei. E lo vide. Il dolore profondo che devastava il suo cuore era ben celato, ma per occhi attenti come i suoi non poteva passare inosservato. E lui che aveva sempre considerato insignificante Hinata Hyuga, si ritrovò a farsi coraggio ispirato proprio dalla sua forza.

La donna fece strada ed entrarono in casa dirigendosi verso la grande sala della residenza, trovando lì riuniti i loro figli.

Sarada alzando lo sguardo attirata dal rumore dei passi e sgranò gli occhi, alzandosi in piedi di scatto

“Papà!” esclamò sorpresa, guardando il genitore e chiedendosi cosa stesse succedendo poiché era evidente che era accaduto qualcosa se si trovavano a Villa Hyuga, posto peraltro, dove lei non aveva mai messo piede.

“Ciao Sarada” le rispose l’uomo, rivolgendo poi l’attenzione agli altri presenti e salutando Hiashi e Hanabi che lo stavano osservando, cercando di capire i suoi pensieri.

Sasuke si accomodò davanti alla figlia e la fissò dritto negli occhi, consapevole che ciò che gli stava per rivelare non era per nulla semplice da accettare

“Sarada, non era programmato il mio rientro oggi, ma ho dovuto rincasare data la situazione” cominciò, poi mantenendo il contatto visivo, leggendo negli occhi della figlia preoccupazione “abbiamo scoperto, sia Hinata – sama che io, che” continuò, non riuscendo però a finire. Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi, lui in genere non veniva toccato da queste situazioni, si era imposto autocontrollo e freddezza, e un buon shinobi non si faceva mai sopraffare dalle emozioni. Ma ora si trovava davanti a sua figlia che lo guardava irrequieta e in attesa. Si schiarì la gola e riaprì gli occhi, puntando nuovamente lo sguardo in quello della figlia “tua madre e Naruto hanno una relazione e hanno avuto un figlio”

Via il dente, via il dolore. Aveva spiattellato la storia e ora attendeva la reazione della figlia, aspettandosi lacrime e urla. Invece Sarada stupì tutti guardandoli uno ad uno e sospirando “Sì, lo so” disse, facendo sgranare gli occhi ai presenti “loro non sanno che io sapevo. Ma, ecco…non sono proprio silenziosi.” Spiegò, a disagio e rossa in viso, provocando l’immediata reazione di Boruto che si alzò di scatto urlando “Perché non me l’hai mai detto?”

Sarada lo fissò stupita “Cosa volevi che ti dicessi, esattamente? Hey, Boruto, tuo padre se la fa con mia madre e tante notti io mi sveglio di soprassalto senza riuscire a tornare a dormire? Avrei dovuto dirti della mia disperazione e delle mie lacrime? Scusami tanto, ma non ci riuscivo.” Si interruppe, alzandosi anche lei in piedi e anche lei si mise ad urlare “Mio padre non c’è mai stato! Se fosse stato qualunque altro uomo l’avrei accettato e avrei sostenuto mia madre. Ma il fatto che lui fosse l’Hokage, che fosse sposato e che fosse tuo padre, mi dava il voltastomaco.”

“Tu!” esclamò, poi, rivolta al padre “è tutta colpa tua! La mamma ti amava, ma tu non sei mai tornato a casa! Quando lo hai fatto pensavo che lei avrebbe interrotto la relazione con l’Hokage, ma anche mentre eri a Konoha loro si incontravano e litigavano, perché lui era geloso. Io non la colpevolizzo per aver avuto il bisogno di amare e sentirsi amata, ma se avesse scelto qualcun altro l’avrei sostenuta!”

Nella stanza calò un silenzio surreale mentre calde lacrime rigavano il volto della ragazza

“è solo colpa tua” sussurrò ancora, lasciando il padre interdetto

“Quindi” disse Hinata, che dava le spalle ai presenti guardando fuori dalla finestra “stai incolpando tuo padre, che ha deciso di vivere un’intera vita in missione e di rispettare gli ordini dell’Hokage per proteggere Konoha?”

“vedi” continuò, voltandosi verso la mora guardandola dolcemente “un Hokage ha un braccio destro e uno sinistro. Il primo è rappresentato dal suo consigliere, colui che opera alla luce del sole, sostenendolo nelle decisioni. Il secondo, invece, opera nell’ombra fornendo informazioni ed eliminando i nemici prima che questi possano diventare una minaccia concreta per il Villaggio. Tuo padre è stato scelto dal Sesto per svolgere questa missione e nessuno a parte lui sarebbe stato in grado di farlo. Quindi non imputarli colpe che non ha. Tua madre sapeva benissimo che tipo di ninja era suo marito ed era a conoscenza dello stile di vita che avrebbe condotto.”

La ragazza ammutolì, consapevole di aver fatto un torto grave alla donna che si ergeva davanti a lei con sguardo spento. Anche Hinata era stata tradita e lei non se lo meritava proprio.

Sasuke rivolse un’occhiata indecifrabile alla donna che lei capì essere una strana forma di ringraziamento, e prese le mani della figlia

“Non tornavo a casa perché avevo timore che se lo avessi fatto non sarei più potuto andarmene. Tornare in missione dopo aver vissuto con te e aver assistito al tuo esame di chunin è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto” sussurrò guardando la figlia dritto negli occhi e lei, piangendo, si tuffò fra le braccia del padre.

“dico alla governante di preparare la tavola per la cena” disse Hanabi, interrompendo il momento e, notando le occhiate degli altri continuò “Non voglio sentire storie. Cenate e riposatevi, ne avete bisogno per affrontare la giornata di domani. Farò preparare anche le stanze per voi Uchiha.”

Hinata la guardò e sorrise debolmente per poi riportare l’attenzione sugli ospiti “Fate come se foste a casa vostra. Siete in benvenuti.” E poi si dileguò lasciando i componenti della stanza preoccupati. Boruto e Himawari si apprestarono a seguirla, ma inaspettatamente Sasuke li fermò

“Andate a cenare, vado io. Vi raggiungiamo fra poco”

Hiashi lo guardò con un sopracciglio alzato e un’espressione stupita si dipinse anche sul volto di tutti gli altri, ma l’Uchiha li ignorò bellamente e, seguendo la traccia del chakra della Hyuga, la raggiunse.

La trovò sul retro nel grande giardino della villa, in piedi con lo sguardo perso nel vuoto. L’uomo si avvicinò, non era mai stato bravo a consolare e sostenere le persone, ma sentiva che in quel momento doveva farlo, lei dopotutto l’aveva inaspettatamente aiutato con Sarada, probabilmente intuendo che  lui non sapeva che cosa dire, totalmente spiazzato dalle parole della figlia.

La affiancò e rimasero in silenzio a osservare i fiori del giardino che, grazie alle luci della casa, erano ben visibili

“Non dovresti essere dentro a cenare?” chiese lei dopo minuti di silenzio che sembravano ore

“E tu?” rispose lui semplicemente

“Non ho fame”

Sasuke sospirò e volse lo sguardo verso lei “Oggi mi hai sorpreso Hyuga. Sei stata brava a rimanere lucida e a fare le cose che hai fatto, ma so che il dolore ti sta soffocando. Tu amavi davvero Naruto e gli hai dato tutto quello che potevi dargli. Ma ora tocca a te ricevere e prenderti quello che ti spetta, perciò piangi, urla, sfogati e torna a combattere con forza come stavi facendo”

Hinata lo guardò stupita e gli occhi le si riempirono di lacrime che lei cercò di non far scendere, ma l’uomo se ne accorse e le sorrise impercettibilmente, come ad incoraggiarla. E lei pianse, pianse cadendo a terra e abbracciandosi, pianse portando le mani ai capelli, pianse dondolandosi sul posto. Hinata si stava liberando del dolore, si stava lasciando andare mentre Sasuke la osservava in attesa che lei si rialzasse.

L’Uchiha non seppe dire esattamente quanto tempo era passato, ma i singhiozzi della donna cominciarono lentamente a farsi più deboli, fino a sparire del tutto e quando poi lei si voltò verso l’uomo trovò la mano di lui protesa in un chiaro desiderio ad aiutarla a rialzarsi. E afferrandola Hinata ebbe la certezza che l’avrebbe superata e che, stranamente, l’Uchiha l’avrebbe aiutata.

“Andiamo dentro. Sono certo che ai ragazzi farà piacere vedere che stai bene”

Hinata sorrise dolce e riconoscente e insieme si incamminarono verso la sala da pranzo.

 

 Intanto fuori dalla tenuta di Kakashi, Sakura sembrava una furia, dando pugni a rocce che regolarmente si frantumavano.

In un solo giorno la povera, debole e cornuta Hyuga, le aveva sconvolto l’esistenza e la Haruno era semplicemente furiosa dato che sicuramente Sarada non avrebbe più voluto aver a che fare con lei.

Kakashi e Naruto la osservavano cupi, preoccupati che la furia potesse distruggere buona parte della foresta di Konoha, mentre il piccolo Keiji, osservava la madre stupito.

“Sakura, troveremo di sicuro una soluzione” disse Naruto, cercando di calmarla

“E che soluzione pensi che ci sia?” urlò lei, sempre più arrabbiata

“Se ti calmassi, potremmo entrare dentro e discuterne, non pensi?”

La donna lo guardò furente per poi dirigersi verso casa, seguita dagli altri due

“Allora.” Disse impaziente, guardando i due uomini “Come intendete fargliela pagare?”

“Cosa stai dicendo, Sakura?” Naruto la guardava sbigottito. Anche lui aveva perso molto in quella giornata, ma non poteva certo incolpare Hinata. Anzi, lei era stata fin troppo calma e i figli l’avrebbero saputo prima o poi, quindi non se la sentiva di addossare tutta la responsabilità  alla donna. Certo, inizialmente quando aveva visto Sasuke, si era sentito tradito e deluso, ma a mente fredda aveva capito che la reazione della moglie era stata estremamente calma e non aveva creato scandali urlando per le vie di Konoha o prendendolo a pugni come qualunque altra donna, Sakura compresa, avrebbe fatto. “Io non ho intenzione di farla pagare a Hinata! Ricorda che è la madre dei miei figli e non intendo farle del male. Le ho già fatto un torto enorme.” Naruto la guardava deciso e inflessibile, mentre la donna era sempre più furiosa

“cos’è, Naruto. Te ne stai pentendo?

“No, Sakura. Semplicemente avrei potuto agire in maniera differente, parlandole e divorziando prima che succedesse questo fra noi. Non se lo meritava”

Sakura ammutolì sedendosi e sospirando, in attesa che qualcun altro parlasse

“Hinata non se lo meritava e su questo non c’è alcun dubbio” disse Kakashi accomodandosi a sua volta, seguito da Naruto “Voi due avete sbagliato e, nonostante io consideri Keiji come mio figlio, non posso far a meno di pensare che se voi aveste tenuto un comportamento differente, ora lui potrebbe tranquillamente essere riconosciuto da tutti”

L’uomo fece una pausa osservandoli mentre abbassavano la testa dispiaciuti “Detto questo” continuò poi “è innegabile che Hinata dovrà andare in missione. Possibilmente una di lunga durata in modo che nel frattempo possiate ufficializzare i divorzi. Con lei lontana, le acque prima o poi si calmeranno e quando tornerà i mormorii avranno breve durata”

Naruto annuì pensieroso. Certo, avrebbe mandato Hinata in missione, ma doveva trovarne una che non comportava un rischio per la vita della donna “Ci sono gli incarichi diplomatici. Potrei mandarla come ambasciatrice a Suna”  disse dubbioso, mentre continuava a valutare tutte le possibilità che gli aveva illustrato quel pomeriggio Shikamaru.

Sakura s’irrigidì improvvisamente: un incarico diplomatico avrebbe mantenuto i contatti fra la Hyuga, i suoi figli e Naruto,  e questo lei non poteva permetterlo. Desiderava che Hinata sparisse dalla loro vita e se non avesse più fatto ritorno per molto tempo, loro avrebbero avuto il tempo di ristabilire i contatti con i ragazzi.

“Non penso ne sarà contenta” disse, attirando l’attenzione su di lei “Hinata ha bisogno di adrenalina e di sentire il pericolo per dimenticare ciò che è successo. Se le venisse affidato un incarico meramente diplomatico, avrebbe tutto il tempo di crogiolarsi nel dolore e di rimanere in contatto con Himawari e Boruto che potrebbero anche decidere di seguirla e di andare a vivere a Suna con lei.”

“e cosa proponi, Sakura” chiese Kakashi osservandola severo. Aveva capito benissimo i pensieri della sua ex allieva, ma voleva sapere fino a che punto si sarebbe spinta.

“Beh, non so” rispose lei, facendo finta di pensarci “Potrebbe andare a caccia di nukenin” disse poi puntando lo sguardo su Naruto, che sgranò gli occhi e si alzò di scatto

“è fuori discussione!” urlò l’Hokage con enfasi “Hinata non è un’assassina e non è più allenata al combattimento. Non la manderò in una missione che potrebbe risultare fatale per lei”

Anche Sakura si alzò arrabbiata “Cosa credi? Siamo Shinobi, Naruto. Siamo assassini e lei ha chiesto espressamente una missione consona al suo livello. Pensa, prima di rifiutare. Hinata non è una sprovveduta e non affronterà chi sa di non poter battere”

Kakashi intanto la guardava stupito e disgustato dal suo comportamento poiché  non le interessava l’incolumità della Hiyuga, ma era piuttosto concentrata sul come liberarsi di lei. Decise comunque di non intervenire. Era Naruto, ora l’Hokage e spettava a lui decidere. E il biondo ci stava pensando. Pensava a quale fosse la cosa più giusta da fare, indeciso poichè non voleva che Hinata rischiasse la vita.

Sakura intuendo i suoi pensieri li si avvicinò, accovacciandosi di fronte a lui e posando le mani sulle sue gambe, attirando la sua attenzione. “Basta proteggerla” sussurrò, avvicinandosi e baciandolo, facendo cadere definitivamente le difese dell’uomo.

Kakashi si alzò, arrabbiato, portando via il piccolo Keiji e pensando che Naruto davanti a Sakura non capiva più niente, e non riusciva a capacitarsi di come il ragazzo determinato e cocciuto di un tempo potesse farsi condizionare in quel modo.

L’indomani Naruto si alzò presto, deciso ad andare a Villa Hyuga per comunicare la decisone e vedere i suoi figli, e Sakura aveva deciso di accompagnarlo: era ora di affrontare Sarada e Sasuke.

I due erano molto tesi e procedevano per le vie del villaggio in assoluto silenzio, sperando che la discussione che stavano andando a fare, sarebbe andata per il meglio.

Una volta arrivati suonarono e venne ad aprire la governante che li guardò sorpresa per poi avere uno sguardo disgustato.

“Desiderate?” chiese, osservandoli truce

“Vorremmo vedere Hinata” rispose Naruto sentendosi in soggezione.

La donna alzò un sopracciglio “Aspettate qui. Vado ad avvertire” e senza tante cerimonie, chiuse loro il portone del cancello in faccia, lasciandoli in attesa sgomenti.

Naruto fece una risata nervosa scompigliandosi i capelli “hehe, cosa dovevamo aspettarci?”

Rimasero ad aspettare per un quarto d’ora e, proprio mentre Sakura aveva deciso di abbattere il cancello a suon di pugni, questo si aprì e la stessa donna di prima fece loro cenno di entrare.

Si accomodarono in sala e trovarono già tutti presenti che li guardavano scioccati, poiché si erano presentati assieme.

Naruto sospirò e fece per sedersi, ma la voce severa di Hiashi lo interruppe

“Non sei il benvenuto Hokage, quindi non perdere tempo a sederti e dicci perché sei qui”

Naruto lo fissò ferito, mentre la voglia di piangere si faceva più prepotente. Aveva rispettato ed amato quell’uomo severo, chiamandolo padre e considerandolo davvero come tale, e un’accoglienza del genere lo faceva stare terribilmente male.

“io…” cominciò sussurrando

“padre” a quella voce Naruto alzò lo sguardo di scatto, puntando la voce su quella che era la madre dei suoi figli “nonostante io stessa non fossi felice di vederli, abbiamo delle tradizioni e un nome rispettabile. Non accoglieremo i nostri ospiti in questo modo nonostante non siano i ben voluti. Kim, per favore, prepara due tazze di tè all’Hokage e alla sua compagna”

Naruto e Sakura, la guardarono stupiti mentre seguendo il suo gesto si accomodavano.

“Allora” disse un’altra voce, atona “perché siete qui?” Chiese Sasuke guardandoli con indifferenza e quello sguardò ferì Sakura poiché l’uomo non mostrava né dolore né rabbia, ma era semplicemente indifferente, come se non gliene fregasse nulla nel del tradimento, né del fatto che lei fosse lì. La donna poi spostò lo sguardo verso la figlia, trovandola furente e così era Boruto, mentre Himawari piangeva silenziosamente, attirando l’attenzione di Hinata che sospirò “Himawari, tesoro” disse dolce, tornando per un attimo ad essere l’angelo che era sempre stata “non desidero la tua sofferenza. Vai pure da tuo padre, se pensi che ciò potrebbe farti bene”

La bambina non se lo fece ripetere due volte e si alzò, fiondandosi fra le braccia già aperte di Naruto che lasciò libere le lacrime a lungo represse

“Scusami, scusami, scusami” continuava a ripetere l’uomo, stringendola forte a sé

E, mentre tutti fissavano la scena, Sasuke spostò o sguardo su Hinata cercando di capirne le emozioni, notando il sorriso dolce rivolto alla figlia e uno sguardo triste, ma non per questo debole. A quanto pare la donna aveva accettato quello che era successo e l’uomo penso che lei sospettasse da tempo, perché altrimenti non si spiegava come faceva a comportarsi in quel modo tanto nobile. E, mentre lui studiava la Hyuga, Sakura osservava lui, cogliendo quella preoccupazione che non aveva mai visto rivolta a lei e ciò non fece che aumentare la sua rabbia.

Naruto mise la figlia sulle ginocchia e rivolse ad Hinata uno sguardo pieno di gratitudine e affetto.

“Allora?” chiese nuovamente l’Uchiha sinceramente turbato, attirando l’attenzione su di lui

“Sono qui per comunicare a Hinata che intendo accogliere la sua richiesta di mandarla in missione”

Sakura, la osservò con soddisfazione, dato che era certa Naruto avrebbe ascoltato il suo suggerimento, ma poi si pietrificò ascoltando le parole del biondo che ora si rivolgeva direttamente a quella che a tutti gli effetti era ancora sua moglie.

“Sono anni che non vai in missione e sinceramente non me la sento di mandarti a rischiare la vita. Sai perfettamente quanto ti stimo e, anche se ho fatto un torto enorme a te e a Sasuke, rimanete due persone che amo sinceramente. Perciò lascerò che sia tu a decidere fra due opzioni. Puoi scegliere se ricoprire un incarico istituzionale diventando ambasciatrice a Suna, oppure prendere la lista di ricercati e diventare spia di Konoha, eliminando eventuali minacce così come fa Sasuke”

Cadde un silenzio pesante nella stanza, interrotto di Hiashi che espresse la volontà che sua figlia diventasse ambasciatrice, poiché sarebbe stato troppo pericoloso considerare l’altra possibilità e mentre tutti annuivano, Sasuke osservava le reazioni di Hinata, vedendola stringere i pugni.

“Io penso” disse, stupendo tutti “che la decisione spetti a lei”

La mora lo guardò grata, mentre l’espressione degli altri era semplicemente sbigottita: da quando Sasuke Uchiha interveniva a favore di un altro essere umano?

“Sono certo” continuò l’Uchiha “che la seconda opzione non sia farina del tuo sacco, dobe, ma comunque sei stato corretto nel proporre entrambe le cose a Hinata, che ora dovrà prendere una decisione”

Tutti rimasero in attesa mentre la donna rifletteva a testa bassa e quando rialzò lo sguardo, notarono come guardò Sasuke riconoscente e, anche mentre dava la sua risposta, il suo sguardo era incatenato a quello dell’uomo che aveva il potere di infonderle sicurezza e un senso di protezione.

“non desidero l’incarico istituzionale. Voglio tornare sul campo”

Naruto raggelò, mentre la guardava preoccupato

“Hinata, ti prego, pensaci bene. Non devi rischiare la vita”

“Non le succederà nulla” disse Sasuke, guardando con un sorriso di scherno l’Hokage che ora lo fissava stupito “verrà con me”

 

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Capitolo 4
*** Prima Luna ***


Ciao a tutti! Mi sentivo particolarmente ispirata e sono riuscita a scrivere in tempo record il nuovo capitolo. Ringrazio tutti coloro che seguono questa fanfiction! Buona lettura
Ailyn


CAPITOLO 4: PRIMA LUNA
 

Sakura si alzò di scatto con la faccia rossa dalla rabbia, guardando furente l’Uchiha

“Quante volte ti ho chiesto di venire con te? Non mi hai mai degnato di considerazione!” lacrime amare di rabbia cominciarono a scorrerle sulle guance, mentre Sasuke interrompeva il contatto visivo con Naruto, che lo stava pregando con lo sguardo di non ferire la donna. Ma a lui non importava nulla di lei e dei suoi sentimenti e, se un tempo ne aveva riguardo, sentendosi anche in colpa di non essere mai presente, ora non provava la minima comprensione o compassione per lei: pura e semplice indifferenza

“Sei sempre stata così patetica.” Disse calmo, guardandola freddo.

“Come ti permetti?” la donna era sconvolta e ora lo guardava affranta.

“Ora basta!” li interruppe Hinata, capendo che l’Uchiha non si sarebbe contenuto “ragazzi andate via. Hanabi, portali fuori di qui e assicurati che non assistano” ordinò poi, suscitando l’opposizione dei giovani che, però, vennero condotti fuori dalla giovane Hyuga che non aveva fiatato contro l’autorevolezza della sorella.

Una volta che furono fuori, Hinata attivò il byakugan per accertarsi che non fossero nei paraggi e tutti sgranarono gli occhi nel vedere la strana forma delle iridi e il colore azzurro brillante; Hiashi dalla sorpresa fece cadere la tazza che aveva fra le mani mentre fissava la figlia sbalordito “Il Byakugan del fato” sussurrò “com’è possibile? Era solo una profezia di secoli fa che abbiamo smesso di tenere in considerazione”

La donna disattivò l’abilità innata e guardò il padre “ne parliamo dopo, padre” gli disse, riportando l’attenzione sui due litiganti “Ho pensato che fosse meglio che Sarada non ascoltasse” spiegò poi, suscitando l’immediata reazione di Sakura

“Certo! Tu, la sempre dolce Hinata, quella buona con tutti! Ti sei sacrificata per Naruto, gli hai fatto da scudo salvandolo, credendo che lui si sarebbe accorto di te, sei stata patetica! Tuo cugino è morto per questo! E tu, hai continuato ad andargli dietro, credendo che in una manciata di ore si fosse innamorato di te! Sei una sciocca!”

Naruto guardò la donna sgomento da quello che aveva detto a Hinata che non si meritava nulla di ciò che aveva sentito, ma proprio mentre stava per esprimere il suo disappunto, Sasuke lo anticipò.

“Ho cercato di ucciderti svariate volte Sakura e per te ho sempre provato indifferenza e fastidio, ti proteggevo solo come qualunque compagno di squadra avrebbe fatto, ma nonostante ciò alla fine della Guerra hai voluto metterti con me, sapendo comunque che non mi avresti avuto vicino come le coppie normali. Ti sei accontentata e non dirmi che era amore, perché non è possibile amare qualcuno che ha tentato di assassinarti, nonostante fosse in un periodo molto buio della sua vita. Dov’era la tua dignità? Ma a me stava bene perché volevo riformare il mio clan e tu eri l’unica in quel momento che avrebbe accettato. Mi servivi solo per procreare e non dirmi che non l’avevi sospettato. Direi che la sciocca non è certo Hinata.”

Ammutolirono tutti quanti, mentre Sakura crollava sulle ginocchia shockata e Naruto si alzava e le si avvicinava.

“Sakura?” domandò, posandole una mano sulla spalla, mentre Sasuke sbuffava e Hinata li guardava a disagio.

“Forse è meglio che tu la porti via, Naruto.” Disse, infatti la Hyuga, richiamando l’attenzione su di sé. Naruto annuì, ma al posto di andarsene si avvicinò alla moglie sedendosi davanti a lei e prendendole le mani fra le sue

“Hinata. So che ti ho ferita e mi dispiace tantissimo. Avrei voluto che le cose fossero andate in modo diverso, avrei voluto davvero imparare ad amarti come ti meritavi, ma sono solo riuscito a darti affetto. Ma voglio che tu sappia che ho sempre pensato che tu fossi la donna più dolce, gentile e buona che esista. Provo una gran stima per te e spero davvero che un giorno riuscirai a perdonarmi e ad essere mia amica.”

Hinata mantenne lo sguardo fisso in quello del biondo, per poi ritrarre le mani lentamente per non far vedere che stava iniziando a tremare, cercando fino all’ultimo di mascherare il dolore.

“Partirò con Sasuke per la missione domani. Oggi dovremo incontrare un avvocato per il divorzio” disse, cercando di mostrarsi forte.

Naruto annuì addolorato e poi si alzò, tornando da Sakura e fissando l’Uchiha dritto negli occhi disse “te la affido, Sasuke. Con te non ho paura che possa succederle qualcosa” e una volta presa in braccio la donna uscì di casa, dirigendosi all’ospedale saltando sui tetti.

Hinata nel frattempo continuava a tremare senza riuscire a smettere: le parole di Sakura l’avevano ferita, ma quelle di Naruto e il suo desiderio di esserle amico, l’avevano distrutta. Un suono strozzato cominciò ad uscirle dalla bocca e il respiro le si incastrava nel petto, non riuscendo più ed espirare tranquillamente. Hiashi l’affincò immediatamente, preoccupato, mentre lei diveniva sempre più pallida

“Hinata, Hinata! Respira, figlia mia!” eslamò spaventato, guardando la figlia, mentre le braccia di lei perdevano forza rimanendo inermi ai lati del corpo.

Sasuke si alzò di scatto e le prese le mani, stringendole “Guardami Hinata!” disse calmo, senza far trasparire la preoccupazione “Tu sei più di questo! Sei una madre fantastica, una guerriera forte e diventerai mia compagna di squadra. Reagisci!”

Senza interrompere il contatto visivo, le accarezzò il viso con una mano e quando vide che cominciava lentamente a respirare, l’abbracciò stringendola forte a sé “Naruto si merita tanto, ma non il tuo dolore” disse accarezzandole i capelli mentre lei cominciava a piangere sommessamente stringendosi sempre di più all’uomo.

Hiashi li guardava impassibile: se la profezia era vera e, dato che Hinata aveva sviluppato il Byakugan del fato lo era, non avrebbe dovuto in alcun modo intromettersi in ciò che sarebbe successo.

Lentamente la donna cominciò a tranquillizzarsi, ma Sasuke non la lasciò andare, senza capire il perché del desiderio di farla stare meglio. Forse perché era sempre stata fragile, aveva sempre avuto bisogno di protezione, ma ora aveva dovuto cambiare ed essere forte.

La donna si staccò da lui e guardandolo negli occhi diventò rossa come un pomodoro, facendo sorridere Sasuke che si alzò “Dobbiamo capire le potenzialità del tuo nuovo byakugan. Dopotutto, viaggerai con me e ci sarà parecchio da combattere.”

A quelle parole, lei sorrise e guardò il padre chiedendogli spiegazioni sulla sua abilità oculare.

Lo Hyuga anziano guardò la figlia e sospirando cominciò a parlare “Il byakugan del fato. Non avrei mai pensato di vederlo un giorno, in effetti nessuno ormai si aspettava la sua comparsa poiché questa era stata predetta centinaia di anni fa. Secondo la leggenda il tuo potere oculare permette non solo di visualizzare il flusso di chakra ma anche i pensieri e le emozioni di chi ti sta di fronte e ti da la facoltà di dominarle a tuo piacimento, potresti anche dominare i ricordi e leggere la mente. È un’arma incredibilmente potente se sai come usarla. Al Byakugan del Fato è legata una profezia, che però preferisco non rivelarti. Vorrei che gli eventi seguissero il loro naturale corso”

Sia Sasuke che Hinata rimasero colpiti dalle potenzialità dell’arte oculare e decisero che sarebbe stato il caso di allenarla a dovere poiché poteva rivelarsi un grande vantaggio in battaglia, ma prima di tutto era necessario recarsi da un avvocato per avviare le pratiche dei rispettivi divorzi, perciò si congedarono da Hiashi ed uscirono dalla residenza.

Intanto, Boruto e Sarada si trovavano in un fast food a mangiare qualcosa, mentre pensavano agli avvenimenti che erano successi, non sapendo come avrebbero dovuto comportarsi da quel momento in avanti con Naruto e Sakura. Boruto non se la sentiva ancora di affrontare il padre avendolo visto visibilmente dispiaciuto per quello che era successo e avendo notato l’abbraccio quasi disperato dato a Himawari, temeva di non riuscire a rimanere arrabbiato con lui. Non era pronto, ma quando lo sarebbe stato avrebbe parlato col genitore chiaramente illustrandoli i motivi per cui era un emerito idiota.

Sarada, invece, aveva intenzione di parlare con la madre, dopotutto la ragazza aveva avuto più tempo per metabolizzare la cosa, ma voleva dire chiaramente a Sakura cosa ne pensava, cercando di dare un po' di sollievo alla madre che era visibilmente instabile.

La mora si alzò e comunicò a Boruto la sua intenzione rimanendo sorpresa quando lui le disse di voler parlare a sua volta con Sakura.

La trovarono solo dopo un paio d’ore in ospedale, poiché a quanto avevano capito era stata male, probabilmente i suoi nervi avevano ceduto, ma una volta entrati nella stanza trovarono la donna con la testa bassa e Naruto che la guardava furente

“Che succede?” domandò Sarada, fissando i due adulti e non riuscendo a capire la tensione che aleggiava nella stanza e attirando così l’attenzione dei due che vedendoli, sgranarono gli occhi stupiti.

“Non pensavo ci fossi anche tu” disse Boruto, guardando il padre “me ne vado!” affermò, dando le spalle ai presenti

“No, Boruto, aspetta” lo fermò l’uomo, con tono di voce cupo che riuscì ad incuriosire il ragazzo: perché suo padre sembrava così arrabbiato, deluso e abbattuto? “Che vuoi?”

Naruto sospirò e crollo su una sedia, prendendosi la testa fra le mani e cominciando a piangere, lasciando i due ragazzi interdetti e a disagio, mentre la donna lo osservava mortificata.

Il ragazzo, non sopportando quella vista, si avvicinò al padre e gli mise una mano sulla spalla “Papà, che succede?” sussurrò, cercando di capire il padre e combattendo il subdolo pensiero che qualunque cosa fosse successa se la meritava dopotutto

“Boruto… mi vergogno così tanto” disse Naruto a fil di voce “Ho tradito Hinata e, nonostante avessi seguito il mio cuore, non posso far a meno di sentirmi un pessimo uomo, soprattutto ora che…”

L’uomo si interruppe alzando lo sguardo verso il figlio e Boruto poté notare una sofferenza enorme dentro a quelle iridi blu così simili alle sue

“Continua papà” lo incitò il ragazzo

“giuro preferirei riaffrontare Kaguya in questo momento” disse l’uomo abbassando nuovamente lo sguardo e dopo qualche secondo di silenzio ricominciò a parlare, ora rivolto a Sakura “Keiji è stato un incidente. Certo è mio figlio e lo adoro, ma non era certo programmato, ma non penso che questa nuova gravidanza sia per te così inaspettata, vero Sakura?”

Boruto ritrasse la mano scottato, mentre rivolgeva lo sguardo verso la donna che veniva fissata anche dagli occhi esterrefatti di Sarada

“Cosa volevi che facessi, Naruto?” urlò la donna alzando la testa di scatto “ero gelosa, gelosa marcia! Tu, tornavi sempre a casa da lei, sempre! Anche dopo aver passato del tempo con me, prima di andare in ufficio, tornavi a casa a salutarla! E non volevi lasciarla, non dirmi che ci avevi provato, perché so perfettamente che non è vero!”

“Era la mia famiglia!” urlò a sua volta l’uomo, alzandosi di scatto “Hinata è sempre stata perfetta e se tornavo da lei era perché aveva il sapore di casa! Lei e i miei figli, non potevo permettermi di rovinare le loro vite solo perché ero innamorato di te! Ma questa mossa proprio non me l’aspettavo da parte tua”

“Certo, perché io e Keiji non valiamo nulla, vero? Anche noi siamo la tua famiglia e in un momento di disperazione ho pensato che fosse la soluzione ideale!”

Sarada era disgustata e guardava la madre inorridita, mentre Boruto osservava il padre capendo che li amava veramente e che aveva sbagliato, certo, ma sbagliare è umano e suo padre non era immune agli errori.

“voglio conoscerlo” disse rivolto al genitore che lo guardò sorpreso “Keiji non deve pagare i vostri sbagli e io, Himawari e Sarada, siamo suoi fratelli. Quanto a questa gravidanza, accoglieremo il prossimo nascituro come faremo con Keiji e anche tu papà, ci vorrà del tempo, certo, ma capisco che sei pentito.”

“quanto a te” continuò poi rivolto alla donna “sei stata un’eroina di guerra, sei la migliore ninja medico in circolazione, hai una figlia fantastica e fino a poco tempo fa eri un modello da seguire. Ci vorrà un po' per perdonarti, soprattutto dopo questo, ma spero vivamente di riuscirci. Sono sicuro che mia madre starà bene e troverà una persona che la meriti, è più forte di quanto non si pensi e la partenza non le farà che bene, soprattutto dopo questo. Nessuno dei due si merita la sua sofferenza e penso che entrambi lo sappiate perfettamente”

Era maturo, Boruto, per la sua età e il padre non poteva far a meno di essere estremamente orgoglioso del figlio, provando anche molta vergogna per il suo comportamento e anche Sakura abbassò lo sguardo colta dallo stesso turbamento.

Sarada invece, molto meno diplomaticamente, si avvicinò alla madre e guardandola dritto negli occhi le disse: “ogni santa volta ero sveglia e vi sentivo. Sapevo di voi già da molto tempo e avrei potuto accettare il fatto che avessi una relazione se non fosse stato l’Hokage. Ora mi fai solo schifo” e uscì dalla stanza, lasciando la madre in lacrime, sconvolta da quella rivelazione

Il ragazzo, invece, sospirò e la seguì ma prima di uscire si fermò rivolgendosi alla donna “cerca di tornare in te, Sakura – san”

I due adulti si guardarono a disagio e Naruto si sedette sul letto vicino alla donna “Sakura non avevi bisogno di fare questo. Sapevi e sai che ti amo, non era necessario mettermi davanti ad una scelta che non avrei potuto fare. Se Hinata non avesse scoperto da sé della nostra storia, mi sarei comportato in un modo che non ti sarebbe piaciuto e spero che ti sia chiaro questo punto. Ragiono con la mia testa e mettendomi di fronte a questi fatti, senza avermene parlato, probabilmente ti avrei allontanata con i figli da Konoha e avresti ricoperto l’incarico istituzionale che non desideravi venisse affidato ad Hinata. Come ha detto Boruto, cerca di tornare in te perché questa Sakura non mi piace per niente”

L’uomo le accarezzò il viso e si alzò per tornare ai suoi compiti da Hokage “appena i divorzi verranno ufficializzati ci sposeremo e i bambini saranno legittimati” aggiunse, per poi andarsene lasciando Sakura profondamente sconvolta.

La donna solo ora si accorgeva di quanto era stata stupida e fortunata, poiché se Hinata non avesse scoperto tutto, ora sarebbe in viaggio verso il deserto, con due figli da crescere da sola e delle scuse da rifilare a Sasuke. Un profondo senso di angoscia le attanagliò le viscere misto a sollievo: poteva ancora andare tutto bene, ma doveva lavorare su sé stessa e non lasciarsi più sopraffare dai pensieri negativi.

L’indomani all’alba a Villa Hyuga erano tutti svegli per poter salutare Sasuke e Hinata che stavano per partire: avevano ricevuto una lista di cinquanta ricercati di livello S e dovevano andare il più in fretta possibile. La donna abbracciò stretta i figli raccomandandoli di ascoltare sempre il nonno e la zia Hanabi e la stessa cosa fece con Sarada che rimase di sasso, non aspettandosi un gesto tanto materno da parte della donna e si stupì ancora di più quando anche Sasuke salutò non solo lei, ma anche i due Uzumaki con il classico buffetto in fronte.

Passò così un mese. Sasuke e Hinata si spostavano veloci, fermandosi di tanto in tento in una radura per qualche giorno ad allenare il Byakugan della donna che, sorprendentemente, riuscì a controllarlo molto velocemente probabilmente perché era già abituata ad usare la versione precedente dell’abilità.

In quel lasso di tempo, inoltre, erano riusciti a catturare uno dei componenti della lista, facendo veramente poca fatica. Lo avevano trovato solo in un villaggio sperduto che faceva provviste e lo seguirono silenziosamente fino alla locanda dove alloggiava. Attesero la sera per far irruzione dalla finestra e Sasuke decise di lasciar campo libero a Hinata che usò subito la sua abilità innata per far crescere nell’uomo un sentimento di pausa schiacciante che lo indusse ad accovacciarsi per terra tenendosi le braccia attorno alle gambe, abbracciandosi. A quel punto la donna gli si avvicinò e gli blocco i punti di chakra, dopodiché lo portarono all’autorità locale perché lo conducessero in carcere, dove gli avrebbero imposto dei sigilli per bloccare la sua forza in modo da renderlo inoffensivo.

In quel mese, inoltre, il loro rapporto era maturato ed entrambi si erano affezionati l’uno all’altra. Sasuke, abituato a viaggiare solo, non poteva non apprezzare la presenza della donna: Hinata era silenziosa e discreta, non diceva mai cose fuori posto e preferiva non aprir bocca se non aveva qualcosa da dire. Era forte, sensibile, dolce e bellissima: in quel periodo i capelli avevano cominciato ad allungarsi e il suo corpo tornava ad essere allenato e l’uomo non poteva far a meno di perdersi nel suo sguardo ogni volta.

Anche Hinata era profondamente colpita dal moro. Apparentemente freddo, nascondeva un vulcano dentro a sé: Sasuke era coraggioso, riflessivo, intelligente e furbo e la capiva. Comprendeva ogni suo sguardo, ogni sua muta richiesta, ogni sua esigenza e la donna si sentiva immensamente fortunata ad averlo al suo fianco.

Quel giorno, nel tardo pomeriggio, un falco di Sai disegnato atterrò davanti a loro, trasformandosi in un messaggio scritto che informava i due della firma sia di Naruto che di Sakura delle condizioni di divorzio scelte da loro. A quanto pareva avevano accettato tutto ciò che la Hyuga e l’Uchiha avevano stilato insieme all’avvocato prima della loro partenza e quindi il divorzio sarebbe stato registrato nei prossimi giorni. Inoltre, Naruto si complimentava con loro per la cattura del nukenin e li salutava calorosamente.

Hinata ripiegò il rotolo e fissò Sasuke, triste

“ero riuscita a non pensare a questa storia in questo mese” sussurrò appena, abbassando lo sguardo

“non farlo” le disse l’uomo, poggiandole due dita sotto al mento, sollevandole la testa “non abbassare lo sguardo e continua a non pensarci. Questa storia non è degna di attenzione, ormai.”

La donna sorrise dolcemente, perdendosi in quelle iridi nere come la notte, così rassicuranti e in quel momento espressive. Era evidente l’affetto e il timore che lei stesse male e lei non potè non sentirsi stranamente felice per quelle premure.

Dopo cena, Hinata si congedò, dirigendosi alla cascata lì vicino per farsi un bagno e Sasuke, dopo qualche minuto di esitazione, decise di seguirla.

Quando arrivò vide i vestiti della donna messi sul tronco di un albero si svestì a sua volta, riponendo lì anche i suoi; cercò poi la Hyuga trovandola sdraiata sull’acqua con gli occhi chiusi, il corpo nudo ben in vista, e si immerse raggiungendola.

Appena lei sentì la sua presenza, aprì gli occhi e nascose la sua nudità sott’acqua diventando rossa come un pomodoro

“Sa…Sasuke. Che… che ci fai qui?” domandò balbettando come quando era ancora una ragazzina, facendo sorridere teneramente l’uomo che le si avvicinò, prendendola per i fianchi ed attirandola a sé.

“Hinata” sussurrò, facendole alzare lo sguardo verso di lui, in una muta richiesta che lei accolse attivando il byakugan e vagando per la mente del moro, trovandoci lei dipinta come un angelo. Sasuke era innamorato di lei, follemente e, anche se non glielo aveva detto, Hinata lo vide dentro di lui, in una maniera talmente nitida che era impossibile fosse menzogna.

E sorrise. Hinata sorrise, sentendo di aver trovato la persona che le sarebbe stata accanto qualunque cosa fosse successa, che l’avrebbe amata e rispettata incondizionatamente. Dopotutto, lei aveva capito da un po' che Sasuke aveva spazzato via Naruto dal suo cuore, ma non aveva avuto il coraggio di affrontarlo per paura di perderlo.

Sasuke, vedendo quel sorriso la baciò prima dolcemente e poi con sempre più passione animato da una forza sconosciuta, mentre entrambi aprivano gli occhi e Byakugan, Mangekyō Sharingan e Rinnegan brillavano nei loro occhi e un’energia impressionante si sprigionava dai loro corpi, mentre si univano.

In alto, nel cielo, intanto sorgeva la prima luna su quell’amore che sarebbe stato narrato per molto, molto tempo.

 

 

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Capitolo 5
*** Novità all'orizzonte ***


Ciao a tutti! Ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia
Ailyn

CAPITOLO 5: NOVITA’ ALL’ORIZZONTE

 

Hinata e Sasuke tornarono sulla riva e, guidati da istinto e passione, continuarono ad amarsi più volte quella notte e così nei giorni a seguire. Durante il giorno seguivano le tracce dei nukenin, mentre la sera stavano insieme, ma dopo un po' si fece forte l’esigenza della donna di informare i figli: non voleva tenerli all’oscuro di un avvenimento così importante in modo da non creare disagi in futuro e Sasuke ne fu pienamente d’accordo. Dopo il tradimento di Naruto e Sakura, i ragazzi non dovevano pensare che anche gli altri due genitori fossero in torto e fu così che presero la decisione di scrivere un messaggio affidato a Fanny.

I ragazzi, intanto, erano riuniti a Villa Hyuga ed erano di malumore: stavano, infatti aspettando l’ora per uscire dato che avevano acconsentito ad incontrare Keiji per la prima volta e non potevano far a meno di sentirsi a disagio; erano riusciti a far passare più di un mese dalla discussione in ospedale, evitando Naruto come la peste, cosa non facile dato che l’Hokage si era fissato e mandava tutto il giorno una copia a seguirli, tentando di avere un approccio con loro e, se con Himawari ci era riuscito facilmente, con Boruto e Sarada il compito non si era rivelato semplice. I ragazzi, infatti, capendo che si trattava di un Kage Bunshin lo attaccavano, per poi darsela a gambe. Quel giorno però riuscì a incastrarli recandosi al fast food dove in genere si riunivano con i loro amici e li richiamò ad un tavolo isolato, costringendoli a seguirlo per non disubbidire all’Hokage in pubblico. Perciò non avevano avuto scampo e, controvoglia, avevano accettato.

Quando mancava un quarto d’ora all’incontro, uscirono tutti e tre, diretti alla tenuta di Kakashi, dove trovarono il Sesto davanti all’ingresso ad aspettarli

“Ciao ragazzi” salutò allegro, ma il suo buonumore sciamò ricevendo risposta sola dalla piccola Uzumaki e notando le facce scure dei due maggiori. Si fece serio e guardandoli severamente ricordò loro che il bambino non c’entrava nulla e non era colpa sua essere venuto al mondo; li fece poi entrare e li condusse in giardino dove il piccolo stava giocando con Naruto, che vedendoli si aprì in un sorriso a trentadue denti, mentre Sakura era seduta su un divanetto e li osservava mordicchiandosi il labbro inferiore.

“Benvenuti!” esclamò l’uomo, prendendo il bambino in braccio ed avvicinandosi, permettendo così ai ragazzi di vederlo meglio: era un bel bambino biondo con un viso paffutello su cui spiccavano grandi e brillanti occhi verdi “Keiji loro sono i tuo fratelli” disse il padre, posandolo a terra.

La prima ad avvicinarsi fu Himawari, mentre Boruto e Sarada rimanevano indietro “Ciao Keiji, io sono Himawari” disse dolcemente sedendosi a terra “Ciao Hima!” esclamò lui con un sorriso identico a quello del padre.

Sarada non ne poté più: stavano sbattendo loro la realtà davanti agli occhi e a lei non stava bene. Guardando poi il ventre leggermente rigonfio della madre una rabbia ceca si impadronì di lei. La ragazza si voltò facendo per andarsene, quando notò un uccello atterrare verso di loro, attirando anche l’attenzione degli altri. La ragazza si avvicinò e prese la lettera che la creatura portava, mentre questa svaniva

“è indirizzata a me, Boruto e Himawari” disse, guardando gli altri. Il ragazzo si avvicinò e lesse i nomi “è la calligrafia della mamma, aprila Sarada”

L’Uchiha non se lo fece ripetere due volte e a mano a mano che leggeva i suoi occhi si riempivano di stupore mentre un ghigno si delineava sulle sue labbra. Una volta terminato, consegnò il rotolo a Boruto e andò a salutare Keiji con un sorriso sadico. Anche il ragazzo la prese bene e sorridendo anche lui si diresse verso il bambino.

“cosa diceva la lettera?” chiese Naruto, sulle spine, avendo notato il cambio di espressione della ragazza e del figlio “quella era la fenice di Hinata”

“oh, nulla di che” rispose la mora, guardando prima lui e poi la madre ghignando “Papà e Hinata – san si sono messi insiemi e a quanto pare sono innamorati seriamente. Quella lettera era scritta a due mani”

Gli adulti ammutolirono, mentre i ragazzi facevano conoscenza con il bambino 

“Cosa?” sussurrò Saakura, guardandoli con occhi sgranati

“E chi se lo immaginava” commentò Kakashi, stupito, mentre focalizzava l’attenzione sugli altri due, notando una donna sconvolta ed un uomo incredulo, ma sereno.

Il biondo sorrise e sospirò: Hinata sarebbe riuscita a curare tutte le ferite nell’animo di Sasuke e lui non poteva che esserne contento. Certo una piccola parte del suo cuore era gelosa, dopotutto la donna era la madre dei suoi figli e colei con cui aveva condiviso anni della sua vita, ma si rendeva anche conto di non averne alcun diritto.

Anche Sakura stava riflettendo: era naturale che Sasuke avesse bisogno di una compagna, ma mai si sarebbe immaginata che avrebbe scelto Hinata. Ma lei ora, nonostante ne fosse invidiosa, aveva tutto ciò che poteva desiderare: un fidanzato amorevole con cui sarebbe convolata a nozze presto, un figlio in arrivo e uno che in quel momento stava facendo conoscenza con i suoi fratelli; doveva quindi essere felice per Hinata e Sasuke, anche se ci sarebbe voluto del tempo. Magari ora con questa novità, sarebbero potuti tornare uniti.

La donna si alzò e si avvicinò alla figlia che la osservava ghignando “togliti quel ghigno da Uchiha vendicativa dal volto” le disse, per poi sorriderle dolce “sono contenta per loro”

La ragazza la osservò stupita per poi scattare “Hinata sarà una buona madre per me!” esclamò poi, correndo via.

Anche Boruto si alzò, facendo un cenno ad Himawari, che lo seguì “Ce ne andiamo” disse il ragazzo cominciando ad avviarsi “ci rivedremo presto Keiji, ma non qui”

“Ciao Keiji, ciao papà!” esclamò la ragazzina correndogli dietro.

Sakura guardò il punto dove era sparita la figlia e calde lacrime cominciarono a rigarle il volto

“l’ho persa” sussurrò singhiozzando, mentre Keiji e Naruto le si avvicinavano

“mamma” disse il bambino, toccandole le guance con le manine

“Non dire così, Sakura. Ci vorrà del tempo” le rispose l’uomo cercando di sollevarle il morale “non è facile per loro.”

 

Passarono altre settimane e il freddo cominciava a farsi sentire, ormai lontano da Konoha, Sasuke e Hinata continuavano la caccia ai traditori. Erano una squadra formidabile e in poco tempo ne catturarono o uccisero altri, mentre la lista che venne affidata loro alla partenza si accorciava sempre più.

Una sera, mentre Hinata era indaffarata a preparare qualcosa da mangiare, Sasuke osservava i nomi di coloro che dovevano ancora cercare con fare pensieroso e con una penna ne cerchiò alcuni

“Chi sono?” domandò la donna, sedendosi a fianco a lui con due ciotole di riso in mano e un po' di carne secca

“Nukenin che non ho mai incontrato ma di cui ho sentito parlare. Sono dei pazzi che rimpiangono la realtà alternativa disegnata loro da Madara” le rispose, guardandola e notando il suo volto pallido e stanco “cos’hai?” le chiese preoccupato, mettendo di lato i fogli “Nulla, amore mio. Sono solo un po' stanca” sussurrò lei, facendolo arrossire e un sorriso dolce le increspò le labbra. Sasuke non era il tipo da imbarazzarsi per qualcosa e lei aveva il piacere di vedere il suo colorito farsi acceso ogni volta che lo chiamava in quel modo

“Sarà” borbottò l’uomo imbarazzato “domani dormiremo in una locanda” continuò avvicinandosi di più a lei.

La donna annuì e gli porse la sua ciotola, invitandolo a continuare ciò che stava dicendo sui traditori

“temo che si siano uniti” le ripose l’Uchiha tornando pensieroso “da soli potremmo sconfiggerli, ma se avessero formato una coalizione diventerebbe più complicato. Non sono semplici shinobi, ma guerrieri potenti”

“Dovremo approfondire la questione, allora” disse la donna cominciando a mangiare, per poi fermarsi di colpo, attirando lo sguardo attento dell’uomo.

Hinata si alzò di scatto e corse fuori dalla caverna seguita dall’Uchiha, dove si inginocchiò, dando di stomaco.

Sasuke la guardò preoccupato e le tenne ferma la testa, raccogliendole i capelli all’indietro e, non sapendo che altro fare, attese che lei finisse di rimettere quel poco che aveva mangiato; una volta che i conati si fermarono, Hinata si alzò e guardò il compagno stanca “Non è la prima volta” sussurrò, pallida mentre le forze venivano meno e chiudeva gli occhi, svenendo fra le braccia dell’Uchiha che la guardava terrorizzato.

L’uomo la prese in braccio e torno di scatto dentro, raccogliendo le loro poche cose in fretta e furia, dopodiché la riabbracciò e si fiondò fuori dal nascondiglio, correndo veloce, col cuore in gola, mentre la donna cominciava lentamente ad aprire gli occhi “Sasuke…” sussurrò lei, colta da un altro capogiro “Tranquilla, il villaggio della Roccia è vicino” disse lui, accelerando.

Arrivarono dopo due ore di corsa, in cui Sasuke aveva continuato a muoversi a ritmo sostenuto, mosso dalla preoccupazione per quella donna che era diventata per lui, come ossigeno: sentiva di non poter più vivere un solo giorno senza di lei e la paura di perderla lo fece muovere sforzando il corpo a reggere il ritmo e la stanchezza. Al portone principale del villaggio, le sentinelle lo fermarono, ma notando la donna visibilmente pallida, lo fecero scortare in ospedale, dove un medico la visitò immediatamente sotto l’occhio vigile dello shinobi, che ringhiava ogni volta che l’uomo toccava troppo il corpo della compagna

“Se fa così, la dovrò allontanare!” sbottò il medico infastidito “La sto solo visitando. E comunque nel suo stato non dovrebbe affaticarsi troppo”

“stato?” domandò Sasuke, guardandolo stupito

“La sua compagna è incinta” rispose il dottore, concentrando maggiormente il flusso di chakra verde sull’addome della donna “una gravidanza gemellare, a quanto sembra. Ma è diversa da ogni cosa io abbia mai percepito. La placenta è circondata da una sfera di chakra spessissima e non avevo mai visto una cosa del genere, probabilmente è data da questo fatto la stanchezza della signora” continuò, spostando lo sguardo sull’Uchiha che aveva sgranato gli occhi shockato. Hinata era incinta. Hinata era incinta di due gemelli. Che lui si ricordi non si era mai verificato un parto gemellare nel clan Uchiha.

“Starà bene?” domandò poi, rivolto all’uomo

“Ha bisogno di riposo. Dovremo darle degli integratori e delle vitamine e non dovrà viaggiare per le prossime due settimane almeno”

Sasuke annuì, mentre notava che la compagna cominciava ad aprire lentamente gli occhi “Sasuke” sussurrò lei cercando di mettersi seduta, ma l’uomo le sorrise impedendoglielo “siamo nell’ospedale del Villaggio della Roccia. Ti hanno appena visitata e sei incinta, Hinata. Ora hai bisogno di riposo”

Lei sospirò: l’aveva intuito, ma non desiderava interrompere la missione per così poco. Insomma, lei era uno kunoichi, sarebbe dovuta essere in grado di muoversi nonostante la sua condizione.

“Non pensarci nemmeno. Sei in attesa di gemelli, Hinata e a quanto pare sono protetti da uno spesso strato di chakra. Questo ti indebolisce” disse Sasuke, intuendo i pensieri della donna che alzò gli occhi al cielo esasperata “Tipico Hyuga” esclamò “le gravidanze gemellari, intendo” continuò, accorgendosi della confusione degli uomini. L’Uchiha le regalò uno dei suoi rari e veri sorrisi “grazie” sussurrò, poi, chinandosi a baciarla.

Il medico cominciò a sentirsi di troppo in quella stanza e schiarendosi la gola, interruppe i due “Allora signora…?”

“Uchiha” rispose Sasuke, facendo strabuzzare gli occhi dell’uomo sorpreso e attirando lo sguardo felice della donna

“U…Uchiha? Quindi Voi siete Sasuke Uchiha?” domandò, impallidendo al cenno affermativo del suo interlocutore “Oh. È un enorme onore avere un eroe di guerra da noi.” Commentò estasiato “la vostra compagna è di dieci settimane, quindi è già nel terzo mese di gestazione. Vi conviene rimanere al villaggio fino alla tredicesima settimana, cioè quando entrerà nel quarto mese.”

“ma…” cominciò Hinata, venendo interrotta dal compagno “niente ma, Hinata. Hai bisogno di energie, io intanto continuerò a fare delle ricerche” e la donna annuì a malincuore, capendo che non aveva altra scelta.

Una volta dimessa la Hyuga, Sasuke prese una stanza in una locanda accogliente dove avrebbero potuto alloggiare indisturbati. Durante il giorno lui usciva a fare le sue ricerche, ma non ci volle molto per capire che non sarebbe andato da nessuna parte in quella maniera e così decise di discuterne con la donna che appena capì che sarebbe andato via per giorni andò nel panico

“No…No! Non lasciarmi sola qui!” esclamò mentre un senso di angoscia si impadroniva di lei

“Hinata, cerca di capire” disse l’uomo combattendo anche contro il suo desiderio di rimanere lì

“NO!” urlò la donna mentre il byakungan si attivava e un vortice di chakra si addensava davanti a lei, per poi espandersi per tutta la stanza e, successivamente per tutto il villaggio e le terre confinanti nel raggio di chilometri.

E mentre Sasuke la osservava esterrefatto, incapace di far alcun che, il potere della sua mente vagava e cercava, entrando a contatto con i pensieri della gente di quel luogo e, quando individuò le menti di chi cercava, le manipolò ordinando loro di recarsi al Villaggio della roccia. Una volta fatto ciò l’abilità oculare si disattivò e Hinata perse i sensi, allarmando l’Uchiha che si precipitò da lei. Lentamente lei aprì gli occhi, puntando lo sguardo sul compagno “ne ho trovati quindici” sussurrò “saranno alle porte del villaggio all’alba”

Sasuke la osservò sbigottito, rendendosi conto dell’enorme potere del byakugan della compagna che lo aveva attivato in preda alla paura di rimanere senza di lui. L’uomo sorrise e la face stendere sul fouton in attesa dell’alba e, appena sorse il sole, si recò nel posto indicato dalla compagna, dove poco dopo cominciarono ad arrivare i nukenin, proprio come aveva detto Hinata. I traditori furono immediatamente resi inoffensivi dall’Uchiha che successivamente li condusse dalle Autorità competenti, per poi tornare alla locanda dove trovò la donna ancora addormentata. Prese due rotoli e scrisse dei messaggi, affidati a due falchi diversi, per poi prendere posto vicino alla sua donna ed addormentarsi, abbracciandola.

Era una bella giornata a Konoha e un venticello autunnale scuoteva le foglie degli alberi. Naruto si trovava nel suo studio, immerso nelle scartoffie, pensieroso: era fine luglio quando Hinata e Sasuke erano partiti e in quattro mesi erano riusciti a catturare tantissimi traditori e Naruto si chiedeva come avessero fatto in così poco tempo a consegnare ben venti prigionieri, riducendo sensibilmente la lista. Inoltre era preoccupato per il summit dei Kage che si sarebbe tenuto fra una settimana, in cui avrebbe dovuto informarli del suo divorzio e del suo prossimo matrimonio e non era sicuro di come l’opinione pubblica l’avrebbe presa. Doveva perciò cominciare a preparare un discorso alla nazione in cui sottolineava il fatto che era Hokage non per assersi sposato, ma per i suoi meriti in battaglia e, anche se non gli piaceva giocarsi la carta dell’eroe, sapeva che era l’unico modo per sedare gli animi dato anche il fatto che praticamente tutti adoravano la dolce Hinata.

All’improvviso un picchiettio sul vetro attirò la sua attenzione e voltandosi vide l’animale di Sasuke alla finestra. Senza pensarci due volte, andò a prendere il rotolo che portava, cominciando subito a leggere il messaggio.

 

“Dobe, gli ultimi avvenimenti che hanno interessato

le nostre famiglie hanno rappresentato un duro colpo.

Ora però siamo entrambi felici e anche Sakura e Hinata lo sono.

Con le missioni svolte in tutti questi anni, ho messo da parte una bella somma

non avendo bisogno di molto per sopravvivere, e considerando anche l’eredità

del mio clan, posso anche definirmi benestante.

Ti scrivo per chiederti di trovare un terreno lontano dal centro cittadino, dove costruire

la dimora mia e della mia compagna, sperando che tu riesca a farne ideare una idonea.

Ti avverto che deve essere grande, Hinata è incinta di due gemelli e ci servirà spazio.

ho provveduto a mandare un messaggio alla mia banca per avvisarli che ti ho autorizzato

ad attingere dal denaro versato.

S.U.”

 

Naruto, fece cadere il rotolo dalle mani sorpreso dalla notizia della gravidanza e dalle indicazioni di Sasuke: Sakura aveva dovuto chiedere un mutuo per comprare casa, mentre lui aveva così tanto denaro messo da parte. Ormai era più che lampante che Sasuke non aveva mai pensato di stare accanto a Sakura più del dovuto e questo risvegliava in lui una rabbia immensa poiché sapeva che la donna non solo aveva sofferto molto, ma la paura di essere abbandonata l’aveva fatta comportare come la donna che non era. Fortunatamente ora, però, stava meglio e lentamente stava tornando ad essere la Sakura di un tempo. Comunque, l’Hokage non aveva scelta, se non soddisfare le richieste dell’Uchiha e si sarebbe messo subito all’opera per trovare il luogo e l’architetto adatto, anche se dentro di lui un guizzò di gelosia si fece sentire e la sua mente immagino il corpo di Hinata che, però, ormai non gli apparteneva più.

Il tempo passò veloce e, mentre Naruto si occupava del suo matrimonio con Sakura, della costruzione di Villa Uchiha e degli affari di Stato, aiutato da Shikamaru, Hinata si era ripresa e lei e Sasuke si rimisero in viaggio. La donna aveva informato i figli e Sarda della gravidanza e loro si erano sentiti alquanto straniti dalla cosa, anche se non erano propriamente arrabbiati con i genitori: semplicemente tutta quella storia era difficile da digerire, ma capivano che sia Hinata che Sasuke non avevano fatto nulla di male.

Hiashi invece sorrise soddisfatto alla notizia: la profezia si stava avverando e nessuno avrebbe mai immaginato che fosse Hinata la portatrice del gene originale. Dopotutto era sempre stata una ragazzina timida e dal cuore troppo dolce e gentile che le impediva di combattere al cento per cento, ma a quanto sembra il suo vero potere era celato.

Passò così l’inverno e la coppia era ancora intenta a rintracciare i nomi sulla lista: Sasuke aveva impedito ad Hinata di riutilizzare il byakungan per paura che consumasse troppo chakra, perciò dovettero ricorrere ai metodi tradizionali.

Fu nei pressi del villaggio della Nebbia che seppero del matrimonio di Naruto e dello scandalo che ne derivò. In molti non erano contenti del comportamento dell’Hokage e a Konoha ci furono diverse manifestazioni per farlo dimettere dai suoi incarichi. Gli animi si acquetarono dopo un discorso duro di Naruto che fece leva sul fatto che lui non doveva essere giudicato per la sua vita privata ma per il suo operato, giocandosi anche la carta della guerra. Poco tempo dopo appresero anche della nascita di sua figlia, ma nessuno dei due ne fu turbato e Sasuke era felice del fatto che ormai il biondo era acqua passata per la donna.

Maggio lasciò il posto a giugno e sulla lista rimanevano solo una ventina di nomi, che Sasuke aveva cerchiato: erano i nostalgici dello Tsukuyomi.

“Non li affronteremo mentre sei incinta Hinata. Ormai sei al nono mese e manca poco, dovremo dirigerci verso Konoha.” Disse Sasuke una notte e la donna non poté che concordare “comunque le informazioni che abbiamo sono molto valide e il villaggio dispone di buoni ninja spia che si muoveranno, ora come ora voglio pensare a te, ai bambini e a recuperare del tempo con Sarada”

Hinata sorrise contenta al compagno e lo seguì sul falco che aveva evocato per viaggiare, ma proprio mentre sorvolavano i deserti dei forti dolori cominciarono a farsi sentire e furono costretti a dirigersi a Suna.

Gaara appena seppe della presenza di Sasuke, andò personalmente ad accoglierlo e si sorprese non poco a vederlo reggere una Hinata molto incinta.

“Kazekage, hai intenzione di fissarci ancora per molto? La mia donna sta per partorire” esclamò l’Uchiha scortese mentre il rosso era sempre più stupefatto.

Nonostante lo sbigottimento, però, diede subito ordine di portare la Hyuga in ospedale dove cominciò un travaglio di settantadue ore.

Erano le 3 del mattino del dieci giugno e Sasuke era un uomo disperato: vedere Hinata in quelle condizioni lo stava distruggendo e il non poter far nulla per alleviarle il dolore lo fece sentire inutile. Quando poi vide le infermiere correre a chiamare la primaria si spaventò a morte

“è ora!” esclamò una donna minuta e anziana “tranquillo figliolo, andrà tutto bene”

Hinata urlava sfinita e in preda ai dolori e dopo una mezz’oretta un primo vagito riempì la stanza, ma non ci fu tempo per respirare che nuovamente le contrazioni si fecero sentire e dopo poco venne alla luce una seconda testa dai capelli scuri.

Hinata si accasciò esausta e col fiato corto, mentre Sasuke la guardava per accertarsi che stesse bene e solo dopo aver visto il suo sorriso stanco, prestò attenzione ai figli

“Congratulazioni!” esclamò la stessa donna di prima “sono due bei maschietti sani” e così dicendo li mise sul petto della madre che aveva gli occhi lucidi di felicità

“Ciao” sussurrò Sasuke, abbassandosi su di loro

“Itachi e Neji” disse Hinata, facendo sgranare gli occhi al compagno “benvenuti, che il vostro futuro sia radioso”

Sasuke la guardò e le lacrime cominciarono a rigargli il viso. Era felice, estremamente felice e il fatto che ci sarebbe stato di nuovo un Itachi Uchiha a Konoha lo riempiva di orgoglio e gratitudine per quella donna che gli aveva fatto un regalo tanto grande.

Rimasero a Suna per un mese, durante il quale Hinata si riprese. I piccoli erano semplicemente meravigliosi: avevano i capelli scuri e gli occhi di colori diversi, uno perlato e uno nero. Crescevano a buon ritmo e i genitori erano al settimo celo.

Venne però il momento di tornare a casa e, dato che i bambini non potevano viaggiare via aerea, optarono per muoversi tramite il fulmitreno, anche se l’uomo detestava farlo. Prima di partire Sasuke andò a comprare degli abiti nuovi per la compagna e dei lunghi mantelli per poter proteggere meglio i bambini.

Hinata raccolse i lunghi capelli in uno chignon lasciando la frangetta adagiata sul copri fronte e indossò i pantaloni neri attillati che le aveva portato l’uomo e una maglia senza maniche anch’essa nera, che le mostrava il fisico longilineo e formoso, ma quando la vide, l’uomo fu tentato di farle rindossare la vecchia tenuta, conscio di quanto attraente fosse la compagna.

Indossarono i mantelli, sistemarono i bambini sul petto di ciascuno e salutarono il Kazekage dirigendosi all’entrata del mezzo: era giunta l’ora di tornare a Konoha.

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Capitolo 6
*** Konoha ***


Ciao a tutti! Sono spiacente per il lento aggiornamento, ma è periodo di esami e quindi ci metteò un pò più del solito.
Spero che il nuovo capitolo vi piaccia, buona lettura!

 

CAPITOLO 6: KONOHA

Il fulmitreno si fermò alla stazione di Konoha che erano le dieci di sera, con gran sollievo di Sasuke che era rimasto rigido per tutto il viaggio, mentre Hinata lo guardava estremamente divertita. Insomma, lui era uno shinobi e quei mezzi non erano di suo gradimento preferendo correre fra gli alberi o volare su uno dei suoi falchi, ma poi lo sguardo ricadeva su Itachi e Neji che dormivano beati e non poté che ringraziare l’inventore di quella diavoleria e, appena il convoglio si fermò, scattò in piedi e si fiondò verso l’uscita scatenando la risata della donna che lo fece sbuffare.

Si incamminarono verso Villa Hyuga senza fretta l’uno a fianco all’altra mentre le loro mani erano intrecciate, decidendo di andare la mattina seguente a fare rapporto all’Hokage e quando arrivarono aprì loro la governante che per poco non urlò dalla sorpresa

“Ciao Kim, è un piacere rivederti” disse Hinata, guardando l’anziana con affetto: conosceva quella donna da tantissimo tempo ed era stata per lei come una madre.

“Signora Hinata! Oh Kami, bentornati!” esclamò la donna, facendosi da parte per farli entrare per poi precedendoli per avvisare Hiashi che era intento a leggere dei rotoli in sala e, appena scorse i due li lasciò cadere alzandosi

“Hinata! Figlia mia, bentornata!” esclamò dirigendosi verso la figlia “bentornato, Sasuke-san” disse poi, rivolto all’uomo che gli rispose con un gesto del capo

“Grazie padre” disse la donna slacciandosi il mantello, rivelando il piccolo Neji che aveva appena aperto gli occhietti, e Sasuke la seguì mostrando Itachi, anch’esso sveglio.

L’anziano guardò i bambini, mentre i genitori li tiravano fuori dalle fasce, commosso ed estasiato

“Neji” sussurrò con un groppo in gola, così strano per un uomo di temperamento duro come lui, ma ormai aveva imparato a mostrare i suoi sentimenti e a lasciarsi andare soprattutto dopo la nascita di Boruto

“e Itachi” aggiunse la donna facendo un cenno verso l’altro bambino che stava sbadigliando teneramente.

Hiashi lo guardò per poi tendere le mani verso l’Uchiha che glielo pose delicatamente “Mi ricordo di tuo zio, piccolo Itachi” sussurrò l’uomo, stupendo i genitori “sono certo che diventerai un guerriero temerario, proprio come lui” e gli diede un bacio leggero sulla fronte “entrate, accomodatevi. Sono certo che sarete stanchi dopo il viaggio”

A quelle parole Sasuke sbuffò, mentre Hinata sorrideva “direi di no” rispose infatti schifato l’uomo “siamo venuti con il fulmitreno da Suna”

“Dove sono i ragazzi?” domandò la Hyuga seguendo il consiglio del padre “non li percepisco in casa e neanche Hanabi”

“no, infatti” rispose l’anziano sedendosi “oggi è il compleanno dell’Inuzuka e ha organizzato una festa con tutti i suoi vecchi amici e i loro figli, dicendo che era un’ottima occasione per una rimpatriata e ha insistito molto perché i ragazzi partecipassero”

Hinata si voltò verso il compagno che, campendo cosa gli stava per chiedere impallidì visibilmente “Non ci pensare nemmeno, non ci andremo!” esclamò, infatti, capendo però che non avrebbe avuto via di scampo dato che la donna sapeva essere veramente testarda quando ci si metteva

“Dai amore mio” disse infatti lei, facendolo arrossire “sarà un’ottima occasione per far conoscere a tutti Neji e Itachi”

L’uomo sospirò sconfitto, dato che ogni volta che Hinata lo chiamava in quel modo così dolce, le sue difese crollavano inevitabilmente, e si alzò “direi che è inutile discutere. E poi, desidero vedere Sarada”

La donna sorrise raggiante e seguì il compagno dopo aver salutato il padre che li guardava felice; s’incamminarono verso l’Ichiraku avendo capito che la festa sarebbe avvenuta lì, arrivando dopo poco. Il rumore fatto dai compagni si sentiva da fuori e Hinata sorrise, mentre Sasuke assumeva la solita aria impassibile, in netto contrasto con la mano che dolcemente stringeva a se Neji, dato che avevano optato di non usare le fasce per un tragitto così breve.

La Hyuga lo guardò teneramente e aprì la porta, notando subito che c’erano proprio tutti.

“Ma quelli non sono Hinata e Sasuke?” chiese Sai notandoli, con il solito sorrisino, facendo voltare tutti verso l’entrata sorpresi.

“ciao ragazzi” disse la donna sorridendo, avvicinandosi insieme al compagno, mentre gli amici fissavano i bambini e i due vicini.

“Mamma!” esclamarono Boruto e Himawari, alzandosi di scatto e dirigendosi verso di loro, seguiti da Sarada che fissava il padre cercando di trattenere le lacrime.

Hinata abbracciò i figli con la mano libera, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime e Sasuke guardava intensamente la figlia “Mi sei mancata” le disse dolcemente, mentre la figlia si fiondava ad abbracciarlo in maniera molto poco Uchiha.

“Quando siete tornati?” domandò una voce, richiamando la loro attenzione

“mezz’ora fa, dobe” rispose l’Uchiha guardandolo

“quando abbiamo saputo della festa, abbiamo deciso di venire a farti gli auguri Kiba-kun” disse Hinata rivolgendosi al festeggiato che li guardava con gli occhi fuori dalle orbite, un po' come tutti

“Hinata! Che piacere averti qui” esclamò poi l’Inuzuka felice “Benvenuto anche a te Sasuke, faccio aggiungere subito due posti!”

“Nee-san!” disse invece Hanabi con entusiasmo, contenta di vedere la sorella dopo tanto tempo e si alzò avvicinandosi a scrutare i gemelli.

“Ma quei bambini che tenete in braccio chi sono?” domandò, invece, Ino ponendo la domanda che frullava per la testa di quasi tutti

“Loro sono Itachi e Neji Hyuga Uchiha, i nostri figli” rispose Sasuke inflessibile

Un silenzio stupefatto calò fra i presenti, scioccati dalla notizia e dai nomi dei bambini. Nessuno riusciva a capacitarsi di come la dolce e timida Hinata si fosse messa con il freddo e malinconico Sasuke.

Naruto guardò i due intensamente, riscoprendo la bellezza dell’ex moglie che stava sorridendo teneramente a tutti. Quanto gli era mancato quel sorriso genuino? Ma non poteva lasciare che la gelosia gli offuscasse la mente, dopotutto era stato lui stesso la causa della rottura con la donna, quindi non poteva far altro che biasimarsi. Non che non fosse felice con Sakura. Al contrario, si trovava in perfetta sintonia con la moglie e amava immensamente la loro piccola figlioletta Ayama e Keiji , ma vedere Hinata lo aveva fatto ripensare ai bei momenti passati con lei.

Fu il primo ad alzarsi e a dirigersi verso di loro, con un sorriso “Itachi e Neji” sussurrò guardando i bambini con affetto “benvenuti a Konoha” continuò accarezzando le teste dei piccoli, che emisero un verso infastidito, facendo sorridere i genitori

“Grazie Naruto-kun” disse Hinata, guardandolo dolcemente, per poi spostare leggermente il bambino verso di lato ed abbracciare il biondo, che dopo un attimo di stupore, ricambiò felice, mentre i componenti della tavola li osservavano confusi e stupiti dalla scena e Sasuke diventava via via più cupo

“Dobe” disse infatti, con una voce che fece accapponare la pelle al biondo “spostati. Ora.”

L’Hokage sciolse l’abbraccio e fece un passo indietro, grattandosi la nuca imbarazzato, mentre Hinata scoppiò a ridere come raramente faceva in pubblico e l’Uchiha le si faceva ancor più vicino come a marcare chi fosse ora il suo compagno. I loro amici poi, una volta passato lo sconcerto, erano curiosi di scoprire i dettagli della storia tra i due e li riempirono di domande facendo arrossire Hinata e ghignare Sasuke che adorava veder mutare il colorito della compagna quando si parlava di lui.

Solo una persona era taciturna e osservava i comportamenti dell’Uchiha, non potendo far a meno di confrontarli con quelli che teneva con lei. Sakura guardava anche Sarada che era vicino al padre e cercava di osservare il bambino in braccio al genitore, incurante del fatto che avesse una nuova compagna, nonostante non avesse ancora accettato di ristabilire i contatti con sua madre.

Lei era felice ora con Naruto, che l’amava davvero e faceva il possibile per passare con lei e i figli più tempo possibile, ma non poteva far a meno di lasciare che il fantasma della sua vita passata in quel momento prendesse possesso dei suoi pensieri facendole provare una forte invidia verso quella donna che ora si stava accomodando con loro al tavolo. Cos’aveva Hinata più di lei? Perché Sasuke era riuscito ad amarla? E perché anche Naruto molte volte faceva il confronto con lei? Erano domande che le frullavano in testa, ma cercò comunque di far buon viso a cattivo gioco preferendo non deludere il marito, anche se era veramente difficile far finta di nulla.

La donna si schiarì la voce “Bentornati, Hinata. Sasuke” disse attirando su di sè e sulla bambina bionda che teneva in braccio, l’attenzione.

Sasuke la guardò per qualche secondo e fece un cenno con la testa, mentre Hinata le sorrise gentile “Grazie Sakura-chan. Che bella bambina, come si chiama?”

“Ayama” rispose l’altra donna, posando l’altra mano sul capo del bambino biondo vicino a lei “mentre lui è Keiji”

Il sorriso della Hyuga non accennò ad incrinarsi e Sasuke non poteva far a meno di sentirsi al settimo cielo per questo: Hinata aveva completamente dimenticato i sentimenti che provava per Naruto e ora amava solo lui e i suoi figli e mentre la compagna, rivolgeva piccole domande al bambino cercando di farci amicizia, lui la guardava sorridendo leggermente, mentre i componenti del tavolo lo guardavano stupiti.

L’uomo notò poi Che Sarada osservava il piccolo Neji con grande interesse “Vuoi tenerlo un po'?” le domandò, tranquillamente, mentre gli occhi della ragazzina si illuminavano e lei annuiva; dopo che fu seduta a fianco al padre, questi gli pose il fratellino delicatamente che aprì gli occhi fissandola mezzo addormentato e la giovane poté notare gli occhi perlacei così simili a quelli di Hinata. La ragazza sorrise teneramente, dandogli un bacio sulla fronte per poi guardare il padre felice, che la stava osservando compiaciuto. Anche Boruto e Himawari si avvicinarono a vedere Itachi che intanto si succhiava il pollice assorto, fra le braccia della madre.

La serata continuò in modo molto piacevole anche se gli amici vollero sapere i particolari della storia, ma quando i piccoli cominciarono ad agitarsi, Hinata e Sasuke si congedarono e sia Sarada che Boruto e Himawari andarono via con loro e Hanabi, verso villa Hyuga

“Avete intenzione di ripartire?” chiese improvvisamente Boruto, attirando l’attenzione degli adulti che lo guardano

“No” rispose Sasuke, senza particolari inclinazioni nella voce “staremo a Konoha per un po' e, quando tornerò in missione sarà solo per brevi periodi”

I ragazzi lo guardarono felici mentre Hanabi domandava se avessero intenzione di rimanere a Villa Hyuga, ricevendo un’altra risposta negativa dal moro che stupì Hinata

“Ho chiesto a Naruto di far costruire una dimora in un terreno fuori dal centro cittadino. Domani andremo a controllare a che punto sono i lavori e, appena ultimati, ci trasferiremo. Tutti e sei.” Rispose lui, entusiasmando ancora di più i ragazzi, sempre più contenti che i due fossero tornati.

L’indomani Sasuke e Hinata lasciarono i gemellini con Hanabi e si diressero verso l’ufficio dell’Hokage a fare rapporto per la massione. Camminavano vicini fino a sfiorarsi, senza fretta, ma non inosservati; al loro passaggio tutti si voltavano, stupiti di vedere l’ex moglie dell’Hokage al villaggio in quanto tutti avevano cominciato a pensare che, dopo che Naruto si era legato a Sakura, la fragile Hinata non sarebbe più tornata a Konoha per non vederli e per non sentire le dicerie della gente. Poi notavano Sasuke Uchiha, l’ex nukenin ed eroe di guerra, camminarle vicino e la confusione non faceva che aumentare.

L’uomo era molto a disagio a causa di tutte quelle attenzioni e lo stesso era per Hinata, ma entrambi non mostravano sul fiso alcun malcontento, uno indifferente, l’altra serena, ma la maschera non resse quando una donna, che era vicina di casa della Hyuga le si avvicinò, salutandola calorosamente e ponendo poi domande scomode, “Come stai dopo ciò che è successo?”, oppure “Non me lo sarei mai aspettata, sembravate una coppia così felice, dove sei stata?”, e ancora “Perché sei con l’Uchiha?”.

Sasuke sospirò pesantemente, conscio che se non avesse fatto qualcosa, quella scenetta si sarebbe ripetuta molte altre volte e anche se a lui non piaceva per niente attirare l’attenzione su di sé, capì che solo un gesto eclatante avrebbe evitato situazioni simili a quella. Guardò, quindi, con indifferenza la donna che attendeva risposte da una Hinata veramente a disagio che si torturava le mani “Sei noiosa” disse facendole sgranare gli occhi, prendendo poi il braccio della sua compagna e facendola voltare verso di lui, cogliendola di sorpresa

“Diamo loro le risposte che cercano” le sussurrò, alzandole il viso e baciandola, lasciandola spiazzata, anche se, pochi secondi dopo, si dimenticò di dove erano e della presenza di tutte quelle persone, avvicinandosi sempre di più all’uomo e avvolgendogli le braccia al collo, aprendo poi gli occhi e rivelando la sua abilità innata.

A malincuore, Sasuke si staccò da lei e, sorridendole divertito, le indicò la strada piena di gente che li osservava con occhi sgranati. La donna si staccò di colpo diventando rossa come un pomodoro e per poco non le usciva fumo dalle orecchie, per poi afferrare la mano del compagno che se la rideva, e scappare biascicando un “ci vediamo” all’altra, rimasta impietrita dallo stupore: com’era possibile che una donna timida come Hinata avesse avuto al suo fianco entrambi gli shinobi più forti ed attraenti che esistano?

E fu così che si presentarono davanti a Naruto: uno ghignante e l’altra preoccupatamene bordeaux, mentre il biondo li guardava interrogativo.

“Non fare domande, dobe, lo vedrai sulle riviste scandalistiche domani, suppongo” lo anticipò Sasuke, non smettendo di ghignare

“Oddio” sussurrò, invece, sconvolta Hinata, facendo scoppiare il moro in una risata fragorosa, che lasciò Naruto a bocca aperta: Sasuke stava ridendo? Aveva per caso le allucinazioni?

“Teme… stai bene?” domandò l’Hokage, guardando l’amico che in risposta rise ancora

“Certo” disse poi, cercando di ricomporsi, mentre Hinata lo guardava male

“Non avresti dovuto” disse infatti la donna, facendo sorridere ancora di più il moro, che le si avvicinò con fare provocante mentre lei tornava ad arrossire

“Sa…Sasuke” sussurrò nel panico, mentre lui le alzava il viso

“Ragazzi!” esclamò Naruto, scandalizzato dalla visione, riportandoli alla realtà. Ma Hinata, scossa da quanto era successo fece in tempo a sussurrare al compagno “niente sesso per un mese, se quelle foto finiscono sui giornali”, facendolo sbiancare, per poi avvicinarsi all’Hokage a fare rapporto.

La donna parlava, descrivendo nei dettagli la loro missione e i loro sospetti e, mentre Naruto ascoltava attento, l’Uchiha era ancora imbambolato nella stessa posizione di prima.

“Sasuke” disse il biondo, cercando di richiamare la sua attenzione “hai qualcosa da aggiungere?”

Il moro non lo degnò di uno sguardo, fissando invece la Hyuga esterrefatto “Non puoi dire sul serio!” esclamò infatti, mentre lei si metteva a ridacchiare, facendo innervosire il biondo che era sempre più esterrefatto “Ma insomma!” urlò, infatti “si può sapere che vi prende?”

“Devo andare” disse per tutta risposta il moro, dirigendosi a passo spedito alla porta “devo impedire che delle foto vengano pubblicate o per me non sarà un bel periodo”

Una volta rimasti soli, Naruto guardò l’ex moglie con fare indagatore attendendo risposte, ma notò che la donna cominciava a torturarsi le mani, imbarazzata “lascia stare Naruto-kun, cose di coppia” lo anticipò, mentre lui sospirava appoggiandosi alla scrivania e scrutandola attentamente: Hinata era come rinata e, anche se arrossiva ancora e non aveva perso la sua timidezza, lui notava il cambiamento

“Sei felice?” le chiese guardandola fissa negli occhi

“Si, Naruto” rispose lei, con voce ferma, ricambiando lo sguardo

“mi dispiace Hinata, per tutto quello che ti ho fatto. So di averti fatto un grave torto”

“Se non lo avessi fatto, io ora sarei ancora una casalinga che si occupa dei figli e di un marito assenteista. Quindi non scusarti. Non nego di averne sofferto, ma non tutto il male viene per nuocere. Con Sasuke sono felice e lui mi comprende meglio di quanto tu abbia mai fatto”

Hinata. La dolce Hinata ora lo stava guardando senza abbassare lo sguardo, senza traccia di dolore, di soggezione o di semplice tenerezza. Lo fissava come avrebbe fatto con chiunque altro. Lo fissava come non aveva mai fatto, e questo lo ferì perché si sentiva speciale un tempo, ad avere quegli occhi premurosi e pieni di affetto su di lui. Era stato un ingrato e si sentiva veramente una pessima persona.

“Dovremo registrare Itachi e Neji all’Ufficio anagrafe” disse la donna interrompendo le sue riflessioni

“Ah si, Itachi e Neji Uchiha. Chi l’avrebbe mai detto” sussurrò l’uomo, ancora sconvolto per l’ondata di emozioni che lo avevano travolto

“Itachi e Neji Hyuga Uchiha. Abbiamo deciso di dare entrambi i nostri cognomi” lo corresse la donna e notando lo sguardo confuso del suo interlocutore, sorrise “Sasuke è il capo clan Uchiha, anche se non ce ne sono molti, mentre io erediterò il titolo di capo clan Hyuga. Abbiamo entrambi cognomi importanti e apparteniamo a casate di tutto rispetto, quindi vogliamo che i nostri figli si sentano parte di entrambe”

“Non avrei mai pensato che Sasuke accettasse una cosa del genere” rispose l’uomo, sinceramente colpito

“in realtà è stata una sua idea. Vuole ridare vita al suo clan, ma desidera che sia diverso da come era in passato e l’unione delle nostre due casate e dei nostri due poteri, non può che agevolare questa sua intenzione”

Naruto annuì e congedò la donna che sorridendo si avviò verso Villa Hyuga.

Rimasto solo l’uomo sospirò pesantemente: non credeva che vedere Hinata e Sasuke così vicini l’avrebbe destabilizzato. Insomma, alla fin fine era stato lui a tradire la moglie quindi certamente non poteva biasimarla, ma perché doveva scegliere proprio Sasuke? Non desiderava che l’antica rivalità con il suo amico lo facesse commettere qualche atto sconsiderato, ormai era l’Hokage e non poteva certo permettersi di tenere comportamenti avventati, soprattutto avendo già creato uno scandalo, ma non riusciva proprio a comprendere come mai provasse così tanti sentimenti contrastanti alla vista di Hinata. Fortunatamente per lui, Shikamaru entrò in quel momento rammentandogli la riunione con gli anziani; si alzò quindi, sospirando nuovamente e si avviò seguendo l’amico.

L’articolo uscì l’indomani, senza però riportare alcuna foto a sostegno del gossip del momento e Sasuke guardò la compagna con sguardo furbo e un sorrisino di scherno sulle labbra

“e ora come la mettiamo?” le domandò, abbracciandola e sospingendola verso il letto

“Direi che hai trovato una scappatoia” gli rispose lei mentre si lasciava baciare e amare.

******

I mesi passarono veloci e Hinata e Sasuke si trasferirono con i figli nella nuova e immensa Villa Uchiha, situata su una collinetta lontana dal centro cittadino, composta da un giardino enorme, due piani e dieci stanze.

Appena vi entrarono i ragazzi erano rimasti estasiati dalla raffinatezza dello stile scelto dai genitori e, dopo essersi guardati intorno, si precipitarono a scegliere le proprie stanze.

“glielo dovremmo dire che abbiamo già scelto noi per loro?” domandò Hinata al compagno, guardandolo divertita

“Credo lo scopriranno da soli” le rispose lui, sorridendo, dandole poi un bacio che divenne sempre più voglioso “dopo, amore mio” aveva sussurrato a malincuore la donna, staccandosi e salendo le scale per dirigersi verso la loro stanza.

Passarono giorni felici e spensierati, pieni di gioia e amore e i gemellini crescevano felici e sani, circondati dall’affetto dei genitori, dei fratelli, del nonno che stravedeva per loro e della zia. Sasuke mantenne la promessa di andare in missione per poco tempo assentandosi per due settimane al mese e appena tornava si fiondava sulla compagna che ogni volta gli mancava più della precedente.

Aveva raccolto altre informazioni sui nukenin nostalgici che a quanto pareva avevano deciso di rifondare l’Akatsuki anche se, per ovvi motivi, la nuova organizzazione era solo l’ombra della precedente che invece era composta da shinobi formidabili.

Itachi e Neji avevano due anni quando Hinata tornò a svolgere le missioni alternandosi al compagno in modo da lasciare i figli sempre con almeno un genitore, perciò il tempo che passava con Sasuke era veramente poco e cercavano di stare insieme il più possibile nei pochi giorni che condividevano.

Ma quel giorno Sasuke era agitato e di cattivo umore: la compagna era partita già da tre settimane e ancora non aveva fatto ritorno e lui aveva un terribile presentimento. Si era recato da Naruto per esporgli le sue preoccupazioni e si sorprese nel vedere il biondo preoccupato quanto lui

“Ci stavo pensando anch’io, Sasuke. Sono due settimane che non riceviamo nessun tipo di comunicazione da parte sua e la cosa non mi piace per niente. Dovrai andare a cercarla.”

L’Uchiha non se lo fece ripetere due volte e, una volta affidati i piccoli e i ragazzi alle cure di Hanabi e Hiashi, si precipitò fuori dal villaggio, correndo più veloce che poteva verso il Paese del Ferro dove sapeva che la compagna si sarebbe recata per ricercare informazioni

“Sto arrivando, amore mio” pensò, accelerando ancora di più.

 

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Capitolo 7
*** Quasi morte ***


Ciao a tutti! Purtroppo a causa degli esami non sono riuscita ad aggiornare prima. Spero che il capitolo vi piaccia, Buona lettura!
 

CAPITOLO 7: Quasi morte

Hinata stava concentrando tutto il suo chakra per chiudere la crepa dimensionale aperta da quei folli, ma si sentiva sempre più debole e non era certa di poter resistere ancora a lungo, poiché erano giorni che stava lì cercando di fermare in quell’area lo scorrere del tempo grazie alla sua abilità oculare, ma sapeva che non ce l’avrebbe fatta a resistere ancora a lungo e sperava che Sasuke avrebbe presto capito che qualcosa non andava.

Tutto era iniziato due settimane prima quando era nel Paese del Ferro e stava scandagliando i pensieri della gente presente lì poiché, data la sua neutralità a qualsiasi conflitto era il posto migliore dove rifugiarsi per i nukenin, lontani dal braccio delle forze alleate, ed effettivamente, dopo una settimana aveva individuato due shinobi sospetti, che erano arrivati al Villaggio a fare rifornimenti ma non si erano trattenuti a lungo.

La Kunoichi decise di seguirli, stando attenta a mantenere una distanza tale da non farsi scoprire e non ci volle molto per arrivare al loro covo nascosto in mezzo alle montagne. Hinata si appostò, studiando attentamente il luogo e notando la presenza di dodici nukenin, non accorgendosi però di un millepiedi lì vicino e presto venne circondata dai ninja desiderosi di farla fuori il più in fretta possibile.

“Guarda, guarda chi abbiamo qui” disse uno di loro: un tipo non molto alto e grassottello, dai capelli viola che ricadevano scomposti sulle spalle e un ghigno sulle labbra. Hinata lo identificò come Kamu Yoshina, nukenin di Suna “quale onore avere Hinata Hyuga nostra ospite”

La donna si mise in posizione di difesa e senza indugiare si scagliò su di loro usando le tecniche del suo clan e la sua nuova capacità di controllo delle emozioni e dei pensieri, ma non fu facile. Subito, infatti uno dei nukenin le lanciò contro un fumo nero e denso che le ostacolava sia la respirazione che la vista e gli altri si fiondarono su di lei in un susseguirsi di tecniche che la misero in enorme difficoltà, mentre Kamu osservava lo scontro beffardo.

Hinata era sfinita: combattere con undici ninja di quel calibro non era un’impresa semplice e lei non si era mai trovata ad affrontare una tale sfida da sola, ma doveva riuscirci per poter tornare a casa dalla sua famiglia, da Sasuke.

E proprio grazie al timore di non vedere più le persone che amava, riuscì a contrattaccare e con un turbine di chakra, spazzò via la nube lanciata dal nukenin. Presto si impossessò dei pensieri dei combattenti e li indusse a puntarsi un kunai sul petto e a conficcarlo dritto nel cuore, mentre Kamu ora la guardava terrorizzato

“Pensi di poterci fermare? Sei solo un’illusa!” esclamò per poi correre in mezzo alla radura e comporre dei sigilli che servivano ad aprire un varco dimensionale

“Che stai facendo?” urlò Hinata, osservandolo spaventata

“Saranno i demoni a porre fine a questo Mondo! Io li comanderò e poi riuscirò a far risorgere Kaguya!”

La donna dopo le parole del nukenin capì che non c’era tempo da perdere poiché il varco stava lentamente aprendo. L’uomo non possedeva abilità innate quali il rinnegan e quindi era molto difficile creare un contatto con altre dimensioni e Hinata aveva il tempo di agire. Immediatamente si scagliò sull’uomo e con un kunai li recise la gola, per poi attivare il Byakugan e posizionarsi davanti al varco cercando di fermarne l’apertura.

Ma ora, dopo giorni di stallo senza cibo né acqua si sentiva esausta e priva di forze, ma proprio quando stava per perdere i sensi avvertì una presenza che le fece alzare lo sguardo speranzosa. Notò subito il falco di Sasuke che scendeva in picchiata verso di lei con l’Uchiha in groppa.

L’uomo non perse tempo e appena sceso attivò il rinnegan chiudendo definitivamente la crepa dimensionale, recidendo un braccio nero e squamoso che usciva da essa. Si precipitò poi dalla compagna che aveva perso i sensi notando immediatamente l’eccessivo pallore e il tremolio che percuoteva il corpo e, senza esitare ulteriormente, la posizionò sul falco e partirono alla volta di Konoha

“Resisti amore mio!” pensò Sasuke, stringendo a sé il corpo della donna.

Grazie al falco, arrivarono a Konoha dopo poche ore e Sasuke portò immediatamente Hinata in ospedale, attivando un braccio del susanoo per poterla portare

“Dov’è Tsunade-sama?” esclamò entrando, attirando l’attenzione su di sé. Subito venne affiancato da infermiere, spaventate dal chakra violaceo dell’uomo, che presero la donna posizionandola su un lettino

“Vi ho chiesto dov’è Tsanade-sama” urlò nuovamente, irritando il personale medico che però non osava rivolgersi a lui

“Sono qui moccioso, cos’hai da sbraitare?” disse Tsunade facendo la sua comparsa, attirata dal trambusto e notò che Sasuke la guardava quasi supplicante mentre si avvicinava al lettino dove era adagiata Hinata.

La donna controllò subito il flusso di chakra e notò che era ridotto al minimo e che a malapena riusciva a mantenere il funzionamento degli organi vitali.

“In sala rianimazione, subito!” urlò, spingendo lei stessa la paziente e, una volta giunti, intimò a Sasuke di non entrare.

Passarono due ore nelle quali nessuno era uscito per rassicurarlo e lui stava per impazzire: se fosse successo qualcosa a Hinata era certo che ne sarebbe morto. In quel momento sopraggiunse Naruto, pallido e visibilmente spaventato, e si sedette al suo fianco “Cos’è successo?” sussurrò l’Hokage con lo sguardo fisso sulla porta dove all’interno si trovava la Hyuga.

“Stava cercando di rallentare l’apertura di un varco dimensionale. Mentre la portavo via ho notato dodici cadaveri” rispose l’Uchiha, a voce bassa.

Naruto non fece in tempo a rispondere che la porta si aprì e ne uscì trafelata un’infermiera; immediatamente i due uomini si alzarono e le chiesero se ci fossero novità

“Tsunade sama non ce la fa da sola. Ha bisogno di Sakura-sama” rispose frettolosamente la donna mentre correva in direzione dell’ufficio dell’Haruno.

Sasuke perse le forze di colpo, capendo che la situazione era più grave del previsto, si appoggiò al muro e si lasciò scivolare mentre calde lacrime cominciavano a rigargli il viso incapace di trattenerle oltre

“Hinata” sussurrò “Non andartene anche tu”

Naruto lo guardava straziato e prese posto al suo fianco, prendendosi la testa fra le mani, incapace di immaginare un mondo privato della presenza della donna. Fu in quello stato che Sakura li trovò, ma non riuscì a confortarli in alcun modo, seguendo l’infermiera all’interno della stanza: ora doveva far prevalere la Kunoichi medico, ignorando la visione di poco prima.

Passarono altre tre ore, prima che la porta si aprisse e Tsunade, accompagnata dall’Haruno, uscì visibilmente stanca, trovando i due uomini seduti a terra sconvolti.

Entrambi si alzarono lentamente, terrorizzati da ciò che avrebbero sentito e guardarono le donne in attesa. “Abbiamo fatto il possibile” disse Tsunade, titubante “Non è ancora fuori pericolo. Il suo corpo ha rigettato qualunque tipo di chakra ed è in coma. Dovremo aspettare quarantotto ore… e se non si dovesse svegliare… dovremo valutare di staccare le macchine”

I due uomini la guardavano cercando di assimilare le informazioni, non riuscendo a capire “Staccare le macchine?” sussurrò Sasuke con occhi sgranati

Sakura annuì “se non si dovesse svegliare non possiamo lasciarla vivere solo in funzione ad una macchina”

“Che cazzo stai dicendo, Sakura?” urlò Naruto

“Vorresti farla vivere come un vegetale?” gli rispose freddamente la donna, sconvolgendo ancora di più i due.

Sasuke si appoggiò al muro e, mentre il respiro si faceva più pesante e cominciava a sudare, si portò la mano sul cuore

“Sasuke!” esclamò Tsunade avvicinandosi e sentendolo sussurrare “Hinata no. Anche tu no, Hinata”

La donna intimò a Sakura di portargli un lettino dove far stendere l’uomo, ma la Haruno sembrava impietrita mentre guardava interdetta lo stato del suo ex marito e ciò non sfuggì all’Hokage che si avvicinò all’amico, facendo spostare Tsunade

“Sasuke! Sasuke, guardami” urlò, scuotendolo, mentre il moro alzava lo sguardo vitreo su di lui “non è detta l’ultima parola! Hinata è forte, ce la farà! Tornerà da te e dai vostri e nostri figli! Vedrai!”

L’Uchiha tremando leggermente annuì, riprendendo la posizione eretta “Ora andiamo da lei” disse Naruto, dirigendosi assieme a lui verso la stanza dove stava per essere spostata Hinata, non prima di aver lanciato uno sguardo di fuoco alla moglie e aver sussurrato a Tsunade “Fate il possibile, baa-chan” che annuì.

Per i successivi due giorni, Sasuke non si spostò dal capezzale della compagna così come Naruto che si era preso due giorni di ferie, chiedendo a Kakashi di sostituirlo.

I figli maggiori e la famiglia di HInata furono informati da una copia di Naruto, che chiese loro di recarsi in ospedale e di portare i gemelli, per cercare di creare uno stimolo ad Hinata, ma fu tutto inutile poiché la donna non reagì e nessuno dei presenti poteva immaginare la lotta che si stava svolgendo nella testa della Hyuga.

Infatti, la donna stava guardando sconvolta la madre che si ergeva davanti a lei severa

“Sembri stupita, Hinata”

“Mamma? Com’è possibile?”

“Sono solo una proiezione di chakra, Hinata. Quando eri piccola avevo intuito che tu avevi ereditato un grande potere dalla mia famiglia, perciò ti imposi un sigillo invisibile a custodia della gran parte del tuo chakra, ma in quest’ultima missione hai prosciugato la forza non sigillata”

La Hyuga era sconvolta e incredula non riuscendo a capacitarsi delle parole della madre “Ma perchè?” sussurrò trattenendosi dal piangere, ricordandosi delle umiliazioni subite a causa della sua debolezza.

La madre sospirò e dopo un attimo di silenzio, cominciò a spiegare le sue ragioni “Tu, tuo padre e tutto il resto del clan pensa che il mio nome sia Mei Hyuga, figlia di un componente del clan morto in guerra, ma non è così. Il mio vero nome è Kinboshi Otsutsuki e sono la pronipote di Kaguya.”

“COSA?” urlò Hinata sconvolta

“Solo tu hai ereditato i poteri del mio clan, quando tuo padre volle un altro figlio, riuscii a sigillare il mio potere, usando un sigillo diverso dal tuo che però mi indebolì e mi portò alla morte”

La giovane crollò sulle ginocchia sconvolta, incapace di dire alcunché, mentre la madre le si avvicinava “Ti farò vedere la storia del mio clan, ti farò conoscere le nostre tecniche, ti insegnerò a domare il tuo potere e acquisirai conoscenza. Tramite questa, deciderai se seguirmi lasciando questo mondo o tornare nel mondo dei vivi.”

Hinata, sgranò gli occhi mentre il paesaggio cambiava e davanti a lei si materializzavano i suoi antenati e la storia del clan Otsutsuki prendeva forma.

Erano già passate le quarantotto ore e Sasuke era fermo davanti al letto di Hinata, impedendo a chiunque di avvicinarsi ai macchinari

“Sasuke non puoi fare così!” esclamò Tsunade, ferma davanti a lui insieme a Sakura

“Basta Tsunade-sama!” esclamò Naruto, entrato in quel momento “Non staccherete le macchine a Hinata!”

“Volete farla vivere così fino alla fine dei suoi giorni?” domandò Sakura, guardando prima uno e poi l’altro

“Hinata non morirà!” urlò Sasuke, sempre più arrabbiato e spaventato.

“Ora basta!” disse Tsunade “Cosa pensate? Che io non desideri più di ogni altra cosa che Hinata torni fra noi? Ma sono realista e non vorrei vederla costretta in questo letto per mesi o anni. Comunque, lasceremo le macchine fino a quando non capirete che non c’è speranza! Andiamo Sakura”

La Haruno guardò prima l’uno e poi l’altro, facendo una smorfia, per poi apprestarsi a seguire la sensei

“Sakura” la richiamò Naruto, serio “lei non morirà”

La donna lo fissò di rimando, amareggiata dal suo comportamento “Abbiamo perso tanti compagni durante questi anni. Hinata non merita di vivere attaccata ai macchinari, fatevene una ragione e non siate egoisti”

“Certo” sussurrò il biondo, volgendo lo sguardo verso Sasuke, che sembrava non ascoltarli mentre era seduto a fianco al letto e stringeva la mano della donna “è solo per questo che tu vuoi che muoia, vero?”

“Io non voglio che muoia!” urlò di rimando la donna, furiosa

“Torna al tuo lavoro. Non aspettarmi questa sera” le rispose l’uomo prendendo posto dalla parte opposta dell’Uchiha.

Sakura osservò prima l’uno poi l’altro, ferita e se ne andò.

I giorni diventarono mesi e Naruto cominciò a perdere le speranze e a farsene una ragione, tornando dalla sua famiglia e riappacificandosi con la moglie, mentre Sasuke non si assentava mai dal capezzale dell’amata e i figli lo andavano a trovare, portando anche i gemelli che soffrivano particolarmente l’assenza dei genitori.

Anche i ragazzi stavano male e non riuscivano a rimanere nella struttura ospedaliera per più di qualche minuto durante il quale l’Uchiha sembrava apatico e non rispondeva a nessuno di loro, a volte dava un buffetto alla fronte ai gemelli, per poi tornare a fissare la compagna. Era una visione straziante per chiunque e anche le infermiere entravano di malavoglia nella stanza dove aleggiava un clima tetro e desolante. Portavano da mangiare all’uomo, che poche volte consumava il pasto, e una di loro lo rassicurava che avrebbe tenuto d’occhio la donna, mentre lui usufruiva del bagno per darsi una rinfrescata.

Tuttavia, dopo otto mesi la situazione era diventata insopportabile per chiunque e anche Naruto era ormai convinto che bisognava lasciar andare Hinata poiché non era giusto costringerla in quel modo e dopo ciò anche Sasuke sarebbe potuto tornare a vivere. Perciò il biondo prese una drastica e dolorosa decisione, recandosi nella stanza di prima mattina.

“Sasuke” lo chiamò “vai a rinfrescarti, ci sono io qui”

L’Uchiha lo fissò e annuì, alzandosi e Naruto non era più certo se il suo amico avesse ancora la capacità di parlare, piegato com’era dalla sofferenza. Il biondo sospirò e, quando la porta del bagno si chiuse, corse a sigillarla per impedirle di aprirsi e Sakura entrò nella stanza, avvicinandosi al letto di Hinata.

Accarezzò il viso della donna e piangendo, spense i macchinari, proprio mentre la porta sigillata da Naruto veniva avvolta da fiamme nere che la consumarono assieme al sigillo, rivelando un Sasuke furioso con lo Sharingan ipnotico e il rinnegan attivi

“Cosa avete fatto?” urlò l’Uchiha avvicinandosi al letto e notando i monitor spenti

“Sasuke…” cominciò Naruto, osservandolo “era la cosa giusta”

Il moro non sembrava sentirlo, mentre osservava la compagna con le abilità oculari disattivate e gli occhi spenti, avvicinandosi poi e sedendosi nuovamente a fianco al letto, prendendole la mano

“Sasuke!” esclamò Sakura, sconvolta “piantala!”

“lei non è morta” sussurrò di rimando l’uomo “il suo cuore batte e sta respirando”

La donna volse lo sguardo verso la paziente, sconcertata e poté constatare che l’uomo aveva ragione “Com’è possibile”

Anche Naruto si avvicinò, mentre l’Uchiha si alzò e si sporse sul viso della donna

“Torna da me, amore mio” sussurrò per poi baciarle le labbra

“Devo avvertire Tsunade-sensei” disse Sakura, precipitandosi fuori

“Sasuke…”cominciò Naruto, in evidente imbarazzo

“Non parlarmi” rispose l’Uchiha, guardandolo con talmente tanto odio che Naruto indietreggiò ferito

“pensavo fosse la cosa giusta da fare per te e i bambini. Non torni a casa da mesi, sentono la tua mancanza”

“Vattene, Naruto”

L’Hokage lo fissò ferito e si diresse verso la porta “la amo anch’io, Sasuke. In maniera diversa dalla tua, ma è importante anche per me”

Passarono così altri due mesi e neanche Tsunade riuscì a capire cosa avesse la Hyuga, ma ormai era evidente che riusciva a sopravvivere senza l’assistenza artificiale, quindi non c’era altra alternativa se non aspettare.

Quella notte Sasuke stava dormendo appoggiato al letto della compagna, quando si accorse che la stretta sulla mano della donna veniva ricambiata e, alzando la testa di scatto, il suo sguardo si puntò su quello dolce della Hyuga che sorrideva con amore

“Ciao Sasuke” sussurrò la donna

“Hinata” rispose l’uomo baciandola di slancio, mentre calde lacrime gli solcavano il viso.

La donna ricambiò, affamata anche lei di quel calore che le era mancato per così tanto tempo "vado a chiamare un'infermiera" disse l'uomo staccandosi a malincuore
"No, ho bisogno di te" lo contraddisse lei, stringendolo a sè 
"Ma Hinata..."
"No Sasuke, sto bene"
L'uomo a quelle parole, spense il cervello e si lasciò guidare dall'istinto, togliendole tutti quei fili collegati al corpo e si amarono, incuranti di dove fossero, tornando a vivere dopo mesi di quasi morte.

 

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