L'avvoltoio innamorato dell'acqua marina di camillavaamare (/viewuser.php?uid=961703)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 9 ***
Capitolo 1 *** 1 ***
à
1.CUORE INNAMORATO E CRUDELE
Ares,
è figlio di Era e Zeus. Nsce in Tracia. Ha due sorelle, anche
loo Dee: Eris (Dea Della Discordia) ed Atena (Dea delle Stratgie
Militari Ed Astuzia).
Ares
è il dio che incita all'odio; per poter così provocare le
guerre, stragi e distruzioni. Ama la vendetta, tanto quanto il sangue.
Ad
Ares delle guerre interessa solo lo sterminio degli umani e le
carneficine, quindi non è interessato a sapere da quale parte
fosse la ragione e il torto. Ha grande forza ed un temerario
coraggio... per non dire incoscienza. Si butta nella lotta allo
sbaraglio.
Ares è corazzato di bronzo. Ed ha una lunga lancia capace di trapassare gli scudi più duri e resistenti.
Ares in guerra viene seguito da Eris ed i figli: Deimos Lo Spavento e Phobos Il Terrore.
Un dio così ispirava poca devozione; anche tra gli Dei stessi non è molto amato. Ares ed Afrodite si amano.
Ares,
sta passeggiando per levie della città; sente due litigare.
Estrae la spada e i avvicina. Uccie un ragazzo a caso, dopodiché
rindodera l'arma.
"Come ti chiami, umano? Parla. Sono Ares."ordina impaziente il ragazzo.
"So chi siete. Mi chiamo Alexis. Perché l'avete ucciso? Abbiamo avuto una discussione."
"Il
tuo amico, voleva rubarti tua moglie. Ecco, perché. Devo
andare."spiega impassibile Ares prima di andarsne. Adora mettere i
sentimenti peggiori dentro le persone, l'odio è quello che si
diverte a mettere di più.
Ares
va dalla sua amata Afrodite. Si amano... perché è l'amore
a calmare la violenza. Non potrebbero essere più diversi. Sono
opposti mab si completano. L'amore ferma quella sua furia omicida
ingiustificata. Ares solo quando è con Afrodite non fa il pazzo,
anzi. Riesce ad essere perfino dolce! Lei lo calma... sono molto
innamorati.
Ares; bussa alla porta della casa e il servo gli apre, lo porta dall'amante. Li lascia.
Afrodite,
è una ragazza bellissima. Ha 24anni apparenti, con grandi occhi
blu, lunghi capelli biondi, ricci, labbra sottili, rosee, ha le
orecchie ed il naso piccoli. Le sue forme sono sensuali e terribilmente
morbide, nonostante il suo corpo esilissimo ed asciutto. Lei ama con
tutta sé stessa, ma senza secodi fini. Ha deciso i amare Ares.
Afrodite,
nasce in primavera dalla spuma del mare fecondata dai testicoli di
Urano, che Cronos aveva scagliato in mare dopo la ribellione contro il
padre.
Quando
Ares, vede la ragazza viene invaso da un senso di pace profonda.
È l'unca ad amarlo senza volerlo cambiare. Adora il sangue e lei
lo sa.
"Finalmente,
ti vedo senza corazza. Sembri quasi un ragazzo normale."dice allegra
Afrodite prima di baciarlo. La guarda accigliato.
"Esatto,
asembro. E non voglio nemmeno esserlo. Sai che noia avere paura del
tempo. Per fortuna, sono immortale."commenta il ragazzo sedendosi con
lei sul divano. Ammira Afrodite. Indossa tanti gioielli stupendi, tra i
capelli ha delle ninfee rosa ed un lungo vestito blu quasi trasparente.
Afrodite
essendo molto vanitosa adora essere venerata. Stende l'amante sul
divano ed inizia a baciarlo. Lenta con tanta passione.
"Ti
appartengo... perché amarti è semplice come sorridere...
voglio possederti. Mi desideri fino al limite dell'ossessione... voglio
rifare l'amore."
"Sei
sempre molto tenera. Come potrei non amarti? Conosci la parte peggiore
di me. Sai cosa faccio, però ci resti. Perché? Nessuhno
mi ama."
"4Sono l'esatto opposto dell'amore. Vendicativo, sadico e olento. Come puoi essere innamorata?"
"Te
lo ripeto... io, ti amo. Non posso cambiare la tua natura... sei bello.
Ecco, perché."spiega soave svestendosi, lo stesso fa lui; Ares
intanto che la bacia porta la ragazza sul letto. Fanno l'amore, quando
finiscono i loro sguardi teneri si fissano. Anche con tutte le
rassicurazioni di Afrodite, lui continua a non capire come la Dea
Dell'Amore E Della Bellezza possa amarlo. Viene invidiato da tutti gi
Dei Dell'Olimpo! Atena, ha cercato di avvisare la rgazza della codardia
del fratello; ma essendo accecata dall'amore per Ares non le crede.
Afrodite
gli sposta la frangia e accarezza il suo corpo. È perfetto senza
segni. Ha una pelle chiara, quasi cadaverica. L'unica cosa che lo
differenzia dagli umani è la forza sovrumana... ha perfuino gli
stessi sentimenti. Positivi e negativi.
I Greci non usano l'orientamento sessuale come un identificatore sociale.
La
società non divide desiderio o comportamento sessuale dal sesso
di appartenenza dei partecipanti, ma per il ruolo che ciascuna persona
ha all'interno del rapporto e nell'atto sessuale. Se fosse stato
dominante o dominato. Questa divisione viene fatta tra attivo e
passivo. Corrisponde ai ruoli sociali (dominanti e sottomessi).
Il
ruolo attivo, anche nella penetrazione viene collegato con la
mascolinità; quindi allo stato sociale più elevato ed
all'età adulta. Mentre il ruolo passivo viene collegato con la
femminilità, che sarebbe lo stato sociale più basso ed
alla pr adolescenza.
Ares,
dopo aver baciato l'amante si alza ed esce sulla spiaggia. La sabbia
calda gli scotta i piedi e lui corre nel mare. Ama l'acqua marina
perché Afrodite nasce qua.
Le onde si infrangono sul suo corpo spruzzando quel liquido salato nella sua bocca.p
Ad Ares, l'acqua marina ricorda il sangue. Gli umani nsenza quei liquidi non possono vivere.
Ares
ha un cuore innamorato e crudele... come può amare Afrodite ed
essere così spietato? Non lo sa neanche lui. Tuttavia, è
impassibile cambiare la propria natura.
Zeus,
manderà il suo irresonsabile figlio a cercare un misterioso
oggetto; in questo modo Afrodite vedrà realmente la natura del
Dio Guerriero. Ares e Zeus fanno l'accordo che se tornerà vivo
potrà sposare Afrodite.
Ares,
è cotto dell'amante... rinuncierebbe perfino
all'immortalità... se significsse sare con lei! Non gli
interessa cosa deve sacrificare.
L'avventura
di Ares ed Afrodite sta per iniziare... riusciranno a tornare vivi? Il
loro amore, nonostante questo supererà i problemi della
convivenza ed i caratteri diversi? O suo padre riuscirà a
tenerli separati? Lei è già sposata, ma ama Ares per la
bellezza e l'incoscienza dimostrata nei combattimenti. Non le importa
se ha un marito.
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Capitolo 2 *** 2 ***
6
2.ETERNI RIVALI!
Ares
baciata Afrodite monta sul cavallo, galoppa a casa e nel corridoio
incontra sua sorella. Lei gli salta addosso per baciarlo.
“Buonasera, sorella... dove vai di bello? Posso accompagnarti? Ne sarei felice...”
“Da
nessuna parte, veramente. Stavo cecando te. Ti regalo un po' di me...
con silenzi seducenti... tormenti e passioni. Desidero
baciarti...”dice soave al fratello avvicinandosi. Lo bacia e lui
osserva Eris innamorato. Indossa un vestito giallo, lungo, con le
bretelle dorate ed i sandali.
“Non
saprei stare senza di te... voglio baciarti. Fa niente, se sei mia
sorella.”aggiunge tenero Ares prima di baciarla. Eris solo in
qesti momenti si sente bene. Ama suo fratello più della sua
stessa vita.
“Nessuno ci dividerà. E se proveranno a farlo li trafiggerò con la lancia.”
“Nessuno
ci proverà. Sanno che sei crudele. Tutti hanno paura, tranne
Afrodite.”aggiunge soave venendo trascinata dal fratello nella
sua stanza.
Fratello
e sorella si baciano lentamente, vogliono gustarsi quel momeno. Eris
toglie il vdestito. Il tuo corpo mi affascina. È bello... e lo
stesso i tuoi baci. Sono seducenti... sei perfetta. Riflette innamorato
Ares accarezzandola.
“Devo
andare. Scusa. Ci vediamo in un altro momento...”aggiunge sove
baciandolo. I soldati entrano e sposta no la ragazza per prendere Ares.
“Tuo padre è arrabbiato. Vuole parlarti. Vieni con noi senza protestare.”
“E' arrabbiato e manda i soldati?!”sclama sprezzante il rgazzo al solato.
“Eseguo l'ordine di tuo padre. Non parlarmi in questo modo. Forza. Vieni.”
“Ringrazia
Zeus che non posso prendere la spada. O saresti già
morto.”repica rabbioso il ragazzo cvenendo ammanettatto dalla
guardia. Quello è l'unico modo per portarlo dal padre. Non sono
fatte dall'uomo; perché Ares essendo un Dio le romperebbe
immediatamnte. Ha una forza sovrumana, dunque vengono fabbricate nello
stteso posto delle Armi Divine. Non riesce a rompere le manette.
I
soldati portano Ares al Tempio Di Zeus, dopo avergli tolto le manette
lui gli rompe il braccio. Suo padre lo guarda infuriato... la gardia
dolorante se ne va.
“La
evi smettere di comportarti in questo modo. Non sei pazzo. Gli umani ci
venerano. Fai il Dio, ogni tanto.”replica rabbioso Zeus al figlio.
“Non
mi venerano. Prefino gli altri Dei hanno paura di me.”commenta
sereno Ares sedendosi sulla panca. Non gli interessa venire venerato,
vuole che Afrodite continui ad amarlo. Zeus si avvicina.
“Non dovrebbero? Hai rotto il braccio della guardia solo perché ti ha ammanettato.”
“Avete
fatto ammanettare vostro figlio. Fatelo anche con Athena.”replica
crudele Ares, ma Zeus gli dà uno schiaffo. Nesuno deve sfidarlo.
“Athena?! Lei non fa un incesto ed ha una relazione con uno sposato!”
“Amo entrambe! Vi, padre... quante aanti avete?! Afrofidite è innamorata di me!”
“Molto bene. Allora... partirete per Delfi. Andrete all'oracolo di Apollo...”
“Ma... padre... perché? Non posso rischiare che Afrdite venga uccisa...”
“Sei il Dio Della Guerra, no? Con chi sarebbe più al sicuro? I soldati?”
“Perché? Ditemi l motivo. Siete tanto crudele... rischiate che venga uccisa o ferita.”
“Delfi
non è molto lontana e tra due settimane sarte tornati. Potrete
sposarvi o stare nsieme da amanti. Nessuno potrà
opporsi.”spiega calmo Zeus e suo figlio pur di stare con Afrodite
deve accettare l'accordo.
Ares sulla scalitnata inconta Athena, si inchina con una frda educazine.
“Fratello...”dice impassibile Athena guardondolo con sufficienza. Lui fa lo stesso.
“Sorella...
sto per partire. Nostro padre mi manda a Delfi per parlare con
Apollo...”annuncia annoiato prima di andarsene. Non vuole
sentirla.
Ares
svelto esce dall'edificio e monta sul cavallo, trotta fino ad una
caverna in montagna. È sera, gli unici esseri viventi che vede
sono cinghiali.
Ares
siede su un macigno e guarda l'avvoltoio mangiare il corpo della
pecora. Forse essendosi persa nel bosco è morta di fame... o il
pastore l'aveva abbandonata perché invendibile, per qalche
strana ragione.
Ares deve dire ad Afrodite della partenza, odia sé stesso per averla messa in pericolo.
Ares è il Dio Della Fuerra, quando ha problemi nel combattimento preferisce fuggire.
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Capitolo 3 *** 3 ***
6
3.FAI SUL SERIO, PADRE?!
Ares
guarda l'avvoltoio mangiare il cadavere. Si alza per avvicinarsi,
quello invece di volare lo uarda infasidito, non vuole venire
interrotto mentre mangia. Lui ignorando lo sguardo irritato
dell'uccello gli accarezza il collo e decide di portarselo a casa.
Lo schiavo vedendo Ares smontare dal cavallo si avvicina con la torcia.
"E' pronta la cena, se volete. Vostr sorella ha preferito aspettarvi."
"Prendi
l'uccello e mettilo nel serraglio."ordina calmo dando allo schiavo
l'avvoltoio, ignora la frase precedente detta dall'uomo. Andato nel
salone, Ares siede sulla sedia e capisce che sua sorella è
arrabbiata.
"Fratello... è ero che dovrai partire con Afrodite, per andate a Delfi?"
"Sì.
È stato nostro padre a deciderlo. Domani. All'alba."dice
sconsolato nfilzando la carne con il coltello. Mangia disinteressandosi
della sua gelosia.
Ares
finito la cena va nella casa di Afrodite, ma sente delle voci provenire
dal giardino. Non è suo marito... allora, chi può essere?
Ares da dietro una colonna vede Afrodite bacire Adone. Impazzisce di
gelosia.
"Ci
vediamo un altro giorno. Appena mio marito non c'è... vai...
forza."dice serena Afrodite accarezzando i lunghi capelli di Adone.
"Spero
presto. Eros ci ha trafitto con le sue frecce. E sono contento che
l'abbia fatto."aggiunge dolce Adone accarezzando la ragazza. Lentamente.
Ares
impazzito dalla gelosia si trasforma in un cinghiale! Uccide Adone
incornandolo. Carica il ragazzo al galoppo infilando le zanne dentreo a
uel corpo molle. Lo sbatte ovunque, Afrodite ha troppa paura per
intervenire. E comunque, Adone è già morto dissanguato.
"Fermati...
Ares. So che sei te... dimmi... perché? Ucciderlo in questo modo
crudele."dice sconvolta la raazza vedendo il corpo massacrato di Adone,
ma Ares non avendo nessuna intenzione di rispondere galoppa ontano nel
bosco; dopo essersi trasformato si lava. L'acqua del lago è
scura e immbile, solo le mani del Dio Guerriero la muovono
increspandola.
Ares tornato a casa passeggia nel cortile tra uliverti e vigne. Le fiamme delle torcie tremolano con il venticello.
"Chi state cercando? Quale dei due fratelli?"domanda apprensiva la guardia all'ospite.
"Ares."risponde disperata Afrodite e il soldato la porta dal ragazzo. L'uomo li lascia.
"Cosa
ti è successo? Perché stai piangendo?"domanda innocente
Ares facendola sedere su una delle panche intorno al laghetto. La
abbraccia.
"Adone... è stato massacrato da... un cinghiale. Dimmi... che non c'entri..."
"Non c'entro... a volte pastori e caciatori vengono uccisi o feriti dagli animali..."
"Ho fatto una domanda stupida... scusa. Hai ragione. Lui... era entrambi."
"Zeus... vyuole che andiamo a Delfi per parlare con Apollo. Partiamo domani. All'alba..."
"Perché?
Non può mandare uno dei suoi messaggeri?"domanda sconsolata al
ragazzo, il quale scuota la testa piano; Afrodite annuisce. Non possono
disobbedire all'ordine di Zeus. Deono partire. Non voglio che hai altri
amanti. Solo me. Ho ucciso quel ragazzo. Poiché è bello
lo amavi e mi avresti dimenticato. Come tutti... del resto. Chi
può amare un codardo che scappa dal combattimento? Rifltte
vergognandosi guardando l'amante andarsene. Ares va a preparare le armi
per la partenza, non può rischiare che Afrodite vanga ferita!
È inpensabile. Assolutamente. Deve tprnare sana e salva.
Lamattina
seguente; Ares vede che il cielo è nuvoloso, spera che possano
partire. Le navi non salpano quando c'è butto tempo, rischia di
uccidere l'equipaggio, naufragare o perdere la marce. Nel mare
c'è uno dei mostri più pericolosi e subdoli: sirene. Sono
cannibali. Sbranano gli sfortunati marinai che naufragano, a volte se
sono barche di emergenza li trascinano dall'imbarcazione negli abissi.
Ares indossata l'armatura e presa la lncia esce dalla casa.
"Avete
dimenticato i mantello! Signore!"esclama agitato lo schiavo rincorrendo
Ares per darglielo. Se ne va. Il ragazzo infila l'oggetto nella sacca e
riprende la camminata. Sebbene chiunque lo odi nessuno prova a
deriderlo. Ci tengono alla vita, sanno che Ares li ucciderebbe senza
farsi problemi. Ama l'odio e la violenza. Incontra Alexis.
"Siete
in partenza, Dio Della Guerra? Posso chiedervi dove andate?"domanda
l'altro ragazzo porgendogli la mano. Ares lo guarda sprezzante.
"Non
siamo amici. Perché dovrei darti la mano? Rispondi,
umano."replica irritato camminando. Vine seguito dal ragazzo; non vuole
allontanarsi.
"Avete
ragione. Se volete partire con una nave temo di deludervi. Niente
partenze con questo tempo. Ci sarà la burrasca. Ed i marinai
diventeranno cibo per le sirene."spiega deluso Alexis abbassando lamano.
"Cosa dovrebbe importarmi se degli umano verranno mangiati dalle sirene?"
"Voi non siete un marinaio. Chi remerà? Ci vogliono tante persone, non una."
"Molto
bene. Viei con me, marinaio."ordina arreso il Dio Guerriero. I due
ragazzi vengono raggiunti da Afrodite. La poverina ha ancora gli occhi
gonfi.
Il
gruppo non potendo partire dal porto di Bisanzio (Istanbul) va a Neos
Marmaras. Camminano per giorni sotto la tempesta, zuppi nei mantelli.
Il
pomeriggio di un giorno impreciso, Afrodite sfinita trscina le redini
del mulo; quando si ferma viene tramortita da un ladro. Ruba l'animale.
Alexis ed Ares prendono le armi, ma lo sconosciuto è già
lontano. E con quella pioggia non possono inseguirlo! Sui sentieri
c'è fango e le rocce rotolano dalle pareti montuose o collinari.
"Che facciamo? Quello ha rubato tutte le nostre cose, compresi i soldi."
"Fermiamoci
a riposare sotto quella tettoia."dice triste Ares indcando un piccolo
edificio, di lato c'è un recinto con del pollame.
"Ho un'idea... potrestre fingere di essere marinai. E cercare lavoro su una nave. Lei potrà fare l'eterea."
"Assolutamente, no! Non farà sesso con quei marinai! È fuori discussione!"
"D'accordo.
Lo facio... mi fingerò un'eterea... se può portarci a
Delfi."aggiunge rassegnata Afrodite prima di andare ad uccidere un
pollo, orna con l'animale. I rami degli alberi essendo zuppi non
possono venire usati per accendere il fuoco: sono costretti a mangiare
la carne cruda. Poi esausti e depressi si rannicchiano vicini per
scaldarsi.
Il pomeriggio seguente Alexis, Ares ed Afrodite salpano dal porto di Neos Marmaras (Skiathos).
I ragazzi vengono messi insieme ai marinai ed Afrodite fa l'eterea per il capitano.
Alla sera una nave trireme abborda quella dove stanno Ares, Afrodite ed Alexis.
Le de navi iniziano la guerra! I sioldati attraversanoil ponte e combattiono.
Ares
estrae la spada ed uccide i nemici, ma un uomo cerca di ferirlo. Alexis
lo spinge lontano, ma quello gli tira una freccia nel braccuio.
Ares
la estrae e corre ad uccidere un solato sl ponte; gli lancia la lancia
nella schiena. Il corpo floscio cade dal parapetto e le sirene lo
prendono.
Afrodite
è nascosta dietro a dei barili... Alexis e Ares sono accerchiati
dagli uomini. In realtà, questi sono pirati in cerca di schiavi
da vendere nell'agorà. Atene per costruire quei templi maestosi
ha bisogno degli schiavi; in quanto è un lvavoro molto faticoso.
Il
gruppo di pirati vedendo che entrambi i ragazzi sono feriti (non hanno
riconosciuto Ares), li spingono dal parapetto. Con quei tagli saranno
morti in poche ore. Le sirene vedendo i corpi nuotano vero di loro per
portarli negli abissi, ma vengono decapitate da Eris. Ares vede solo il
sangue uscire dai colli delle sirene.
Afrodite
si tuffa nel mare per venire mangiata dai mostri, non ha più
nessuno! Etrambi gli amanti sono morti... e lei detesta uo marito.
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Capitolo 4 *** 4 ***
6
4.SIAMO UMANI
Il
corpo di Ares galleggia verso la riva. È a Sciato. O così
pensa (non è sicuro.). Visto da lontano pare morto... non si
vede bene. Mangia la sabbia. Ansma dolorante... ha male in tutto l
corpo... l'acqua marina brucia sulle ferite! Inizia ad odiarla! Gattona
verso Eris, alza la mano per toccarla. Non si è mai sentito in
questo modo.
"Sorella?
Dove sono finito? Mi hai salvato dalle sirene?"domanda sofferente alla
ragazza, ma lei senza rispondere cammina verso l'acqua ed Ares la segue
trascinandosi... le onde salate sui tagli sono un tormento.
Ares dopo vari tentativi riesce ad alzarsi, barcollante segue sua sorella.
"Ragazzo? Stai bene? Sei tutto ferito. Ti sta colando ilsangue sulle gambe."
"Sto
bene. Hai visto una donna? Stava camminando nel mare... è la mia
gemella."spiea incerto Ares indicando l'acqua con il dito; si gira.
Vedendo che non c'è nessuno sia lui che lo sconosciuto sono
confusi.
"Non sai quello che dici. Il caldo ti ha dato alla testa. Vieni con me, soldato."
"Sno
Ares! Il Dio Guerriero! Non un soldato! Abbi rispetto, umano!"esclama
irritato Ares, ma l'uomo paziente lo trascina alla sua barca.
"Gli
ssomigli, ma non sei lui. Ti porto a casa mia. Le mie sorelle cureranno
i tagli. Potrai restare con noi, finché starai bene."risponde
stanco lo sconosciuto raccogliendo la rete da pesca, per darla a lui.
"Cosa dovrei farci? Non ti aspetterai che mi metta a pescare, vero?"
"No.
Certo. Soldati e nobili, non potrebbero mai pescare. Figurati."commenta
spazientito il pescatore riprendendosi la rete. Ares cerca le ue armi
con lo sguardo. Guarda verso le onde, ma non c'è nula.
"Hai visto la mia lancia di bronzo? Avevo anche una spada... non le vedo..."
"No.
Eri solo. Forza, vieni. Basta parlare."risponde spazientito l'uomo,
intanto Ares guarda l'acqua trasparente del mare: si vedono i pesci.
"SONO
UN UMANO! ZEUS, MI HA TOLTO TUTTE LE ABILITA' DIVINE! È PER
QUESTO CHE NON GUARISCO!"strilla sconvolto Ares irritando ancora di
più l'uomo.
Ares
si trascina seguendo il pescatore fino a casa sua, non è molto
distante dalla spiaggia; per fortuna. Ha talmene tanta voglia d
camminare che appena arrivano si fionda sulla sedia. Le sorelle
dell'uomo lo guardano affascinate, ma Ares è troppo sconvolto
dalla punizione del padre per accorgesene. Zeus l'aveva punito
trasformandolo nella cosa che odia e disprezza: umano! È stato
crudele.
"Sorelle,
curate le sue ferite e dategli da mangiare. È nostro ospite.
Può restare quanto vuole."ordina calmo il pescatore prendendo
dei coltelli per sgusciare i gamberi. Tre donne portano Ares in una
stanza al primo piano. Le case sono divise per maschi e femmine.
Nelle
stanze maschili non esistono specchi, vengono usati solo dalle femmine:
significano bellezza narcisistica; temono di finire come Narciso. Gli
uomini non devono usarli perché loro vedono la bellezza
esteriore e sono socialmente attivi nlla vita della polis. Le donne,
inece no.
Ares viene curato e bendato, odia venire toccato da femmine che non conosce.
Le
donne gli sfilano gonna, chitone e clamide. Questo è
l'abbigliamento dei soldati. Poiché i Greci non usano i
pantaloni resta nudo. Li considerano dei barbari.
Le
altr donne stanno preparndo il pesce; dalla cucina roviene un profumo
di focaccia, zuppa alle lenticchie e salsiccie. Al ragazzo bronola lo
stomaco.
Le
donne dopo averlo vestito lo accompagnano in cucina e servino la cena
li lasciano. Prima mangiano i maschi e poi le femmine. Non devono flo
insieme.
"Non
abbiamo vestiti da nobile o soldato. Mi dispiae."dice dispiaciuto
l'uomo offrendo la ciotola delle olive all'ospite. Lui accetta.
"FRATELLO! C'E' UN RAGAZZO CHE CORRE VERSO LA CASA! FORSE SONO I SOLDATI!"
"Dimmi
la verità. Sei un ladro o qualcosa di simile?"dice preoccupato e
l'atro risponde scuotendo la testa. Il pescatore, quindi nasconde Ares
nella sua stanza.
Ricordo di Ares.
Sono
a casa insieme ad Eris. Mi piace stare con lei... siamo in tutti sensi
gemelli. Amiamo sangue, violenza, sofferenza e distruzione... è
bello vedere gli umani affannarsi ad uccidersi per far piacere agli
Dei. In realtà, amano il possesso di conquista.
Se
avessi voluto il potere avrei fatto la guerra contro mio padre, non
è così. Sono semplicemente sadico. E violento. Mi piace
vedere l'odio negli umani.
"Vieni
con me. Ho una sorpresa per te."dico sereno accompagnandola nella
scuderia. Saliti ul calesse la luce del bronzo brilla riflettendosi
sugli oggetti. I cavalli cavalcano nel cielo, sopra le nuvole. Saliamo
fino alle stelle e lei mi bacia tenera. Guardo mia sorella innamorato.
Quel vestito bianco non le rende giustizia. È fatto di lana...
dai tessitori umani. Ne serve uno rosso. Gli occhi verdi ed i capelli
biondi sono stupendi. Certo... samo figli degli Dei, come potremmo non
essere perfetti? È normale... gli umani sono l'opposto.
Arrivati
al mio tempio vedo chedei soldati di Sparta: stanno sacrificando dei
cani per avere un aiuto da me. Li sgozzano. Vedere il sangue sui campi
di bttaglia mi eccita. Anche a mia sorella capita lo stesso.
Aspettiamo
che finiscano il sacrificio, dopodiché scendiamo dal calesse ed
ntriamo nel tempio. È vuoto. Gli umani mi raffigurano con l'elmo
rosso e un'armatura di bronzo. Sono proprio divertenti! Mi fanno ridere.
Eris cammina sul sangue che gocciola dall'altare sacrificale, non è schifata. Anzi.
Ares
odia nascondersi! Lui è il Dio Guerriero, non un mortale! Ma
deve farlo... suo padre l'aveva punito facendolo diventare umano. Che
cattiveria. È la peggiore dlle punizioni! Avrebbe preferito
stare con Ade nel Regno Degli Inferi. O sopportare le paranoie di
Athena. Ma questo è troppo.
Ares ha paura che Zeus abbia punito anche Afrodite. Deve trovarla, assolutamente.
Ares
sente la voce di quel ragazzo fastidioso e si rilassa. Alexislo irita
ma è l'unico a conoscere davvero quel mondo complesso.
Ares
ha sempre visto il mondo reale dall'esterno, senza viverlo realmente.
Se vuole sopravvivere per tornare da Zeus e pretendere di stare con
Afrodite; deve imparare a vivere nel mondo reale. I nemici sono ovunque.
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Capitolo 5 *** 5 ***
6
5.CI SERVONO SOLDI
Alexis
insieme ad Ares vive con la famiglia del pescatore. Sono ancora troppo
deboli per ricominciare a camminare dall'alba al tramonto.
Ares
ogni volta che c'è da mangiare piagnucola irritato, non riesce
ad abituarsi ai magri pasti della gente povera; sull'Olimpo si fanno
sempre banchetti con qualsiasi pietanza conosciuta a Dei e persone.
Un
giorno apparentemente normale, Ares tornato a casa con una sacca di
pesce nota che dalla capanna sale del fumo. Dubbioso osserva
l'edificio... non sa bene come comportarsi. È preoccupato che
possa essere successo qualcosa ad Alexis. Senza la sua guida umana non
sa cosa fare, gli importa di portare Afrodite a casa e farla tornare
immortale. È questa la sua missione, non quella affidatogli dal
padre.
"ALEXIS?! STAI BENE, VERO?!"urla terrificato Ares correndo dentro la capanna.
Ares vedendo Alexis sospira sollevato. È immobile davanti ai corpi.
"Non ho potuto fare niente... sono morti mentre ero a caccia."spiega distrutto.
"Sono
dispiaciuto... mi dispiace molto. So che eravate amici..."aggiunge
tenero Ares stringendo la sua spalla. È l'unico modo che ha pr
rincuorarlo.
"Andiamo. Dobbiamo partire per cercare Afrodite. Hai un'idea di dove possa esere?"
"E' annegata. O mangiata dalla sirene. L'avevo vista tuffarsi... sei solo..."
"Non ti credo! Hai visto male! Perché avrebbe dovuto uccidersi?! Sbagli!"
"Non lo so... avrà pensato che fossi morto. E ha voluto raggiungerti."
"Esatto! Non lo sai, dunque staizitto! Devo trovarla! Magari l'anno venduta!"
"Ti devi clmare... non sappiamo nulla di cosa le può esere capitato..."
"Non
ho tempo da perdere! Basta parlare! Se vuoi venire, vini! Altrimenti
stai qua!"esclama infastidito Ares raccogliendo più cibo
possibile da mettere nella sacca, cerca qualcosa anche come arma.
Ovvimente, è costretto ad accontentarsi dei coltelli usati per
il cibo. Non esistono spade o lance.
I
ragazzi finito di mangiare il polpo; legano la sacca sulla sella
dell'asino e partono per il villaggio. Ci mettono 1 ora e 45 minuti.
"VENITE!
CARNE E PESCE FRESCHI! SBRIGATEVI A COMPRARE, PRIMA CHE
FINISCANO!"strilla ottimista un mercante tagliando delle bistecche. Con
la confusione della piazza il rumore del coltello si sente poco.
Le
persone passeggiano tra: bancarelle, mendicanti, animali randagi ed
operai. I bambini cercano di convincere madri e zie a comprargli dei
dolci al miele, ma quelle non ne vogliono sapere; li trascinano lontano.
Ares si avvicina al venditore e quello gli sorride educato, spera di riuscire a vendergli qualcosa.
"Dove posso trovare il venditoredi schiavi?"domanda impaziente e l'uomo sospira deluso.
"E'
al porto... vuoi del polpo? O dei gamberi?"domanda infastidito ed Ares
senza rispondere cerca il porto. Afrodite tra gli schiavi, non
c'è.
Ares sconfitto siede sulla sedia a vedere l'asta degli schiavi, viene raggiunto da Alexis.
"Questo
schiavo costa 1 dracma! Venite a vederlo! Avvicinatevi!"esclama
convincente il venditore ai clienti e gli schiavi aspettano: sono
rassegnati al loo destino. Se nessuno li libererà dovranno
servire il padrone fino alla morte, facendo lavori pesanti per poche
dracme.
Ares bacia Alexis sul collo facendolo rabbrividire di piacere, si sente in colpa per Afrodite.
"La
mia pena per Afrodite viene alleviata da te... grazie. Perché in
questo bizzaro mondo mi sento smarrito."dice tenero Ares baciando
Alexis.
I
due ragazzi vivono per settimane in questo villaggio. Le persone
aspettano che il primo freddo finisca prsto; ma non fu così.
Anzi. L persone svelt macellano la carne e mettono sotto sale il resto
del cibo. Senza queste cose non supererano l'inverno. Gli albri sono
senza frutta.
Ares l'unica cosa ch può fae è il gladiatore, ovviamnte. Intanto Alxis lavora com fornaio.
Ares dev aver più soldi pe pagar il viaggio in nav, dv assolutamente trovar Afrodite.
Ares
si sente debole e vulnerabile da umano... si aggrappa alla spranza del
trovar Afrodit. Vuole tornare ad avere potere sull'umanità.
Ares
vede un nobile seduto sulla panca che sta parlando con altri uomini,
convince due ladri a derubarli. Poi si nasconde dietro alla parete di
un edificio per godersi la scena. I nobile derubato estrae l'arma per
uccidere l'uomo. Le guardie vedendo cosa succede arrestano l ladro. Lo
sconosciuto è quasi morto; ci stava per lasciare le penne... e
l'uomo con la spada cerca di ferirlo, ma viene immobilizzato dal
soldato.
Nella
confusione dell'arresto nessuno si è accorto del piccolo
sacchettino caduto sul lastricato, Ares lo raccoglie per nasconderlo in
tasca.
La priogioe non è punitiva, serve solo ad allontanare le persone pericolose dalla società.
Ares si diverte lo stesso a mettere zizzania tra le persone! Fa niente se rprima o poi rischia il collo.
Ares crede che la vita sia inutile e non gli da nessuna importanza, ma capirà che sbaglia.
Alexis a differenza dell'amante tiene molto aklla sua reputazine, senza non può sposarsi.
Ares crede che tutte le regole sociali sian solo ipocrisie come la repuazione.
Alexis vorrebbe che Ares non trovi Afrodite, ma sa che appena arriverà la primavea dovranno ripartire.
Ares quando è solo sul letto di paglia pensa ad Afrodite ed a sua sorela.
La
notte c'è tempo per pensare e sia Alexis che Ares rimuginano su
Afrodite. Hanno ei motivi diversi, ma il risultato è lo stesso.
Non camia nulla. Ares vuole sapere che Afrodite sta bene. Ed Alexis
perché lo vuole tutto per sé (Ares).
Ares si sta sforzando ad abituarsi alla vita umana... con scarso successo.
Ares
sa che ogni giorno come gladiatore potrebbe essere l'ultimo; tuttavia
non riesce ad evitarlo. La lota è nel suo sangue, dopottuto lui
causa guerra e violenza.
Alexis
sgrida sempre Ares, senza vita non pu salvare Afrodite. Zeus l'avava
trasformato in umano e suo figlio deve accettarlo. Pria
dimenticherà l'immortalità, meglio sarà. Ares in
questo momento non può fare nulla.
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Capitolo 6 *** 6 ***
6
6.LA PELLE DEL CICLOPE
E'
arrvata la primavera ed Ares può cercare Afodite, insiemead
Alexis parte per Xanemos. Meno male che sono soo 35 minuti di
camminata! Quel giorno è caldissimo, sebbene indossino i sandali
sentono il caldo delle pietre.
Ares
vede i contadini (non esistono le mondine, perché la donna non
può uscire dalla casa) arare il riso dai buoi che tirano
l'aratro. Le risaie attraversano campi lunghissimi confondendosi con
gli ulivi.
I contadini vengono inseguiti dai bambini che giocano a sfidare la pazienza dei buoi.
Ares accaldato e dolorante siede sotto un grande fico, l'ombra gli da sollivo.
“Manca poco... ancora un po' e siamo arrivati...”spiega dolce Alexis.
“Come lo sai? Ho mle ai piedi. Perché non posso avere il mio calesse?”
“La
mia f1amiglia vive in questo posto. Me ne sono andato per mantenere i
nonni. Loro mi hanno cresciuto. I miei genitori erano morti
subito.”
“Ah... spero che riusciamo a trovare Afrodite. Non so più dove cercare.”
“E'
quasi il tramonto. Andiamo.”ordina stanco Alexis aiutando
l'amante ad alarsi. Vedendo che non ha voglia di camminare, lo tira
correndo.
“Non ho il permesso di correre... lasciami. M fanno male i piedi...”
“Guarda!
Là c'è il mare! Vieni! E smettila di
piagnucolare!”eclama allegro Alexis indicando con l'altra mano il
mare blu; tira Ares fino alla spiaggia.
“AFRODITE! TI HO TROVATA!”urla euforico correndo da lei, la donna lo guarda infastidita.
“Cosa
fate?! Giratevi! Sono nuda! E non parlo con uomini
sconosciuti!”esclama spazientita quella vedendo la delusione del
ragazzo. Dietro Ares c'è una bellissima sorpresa: Afrodite
è a pochi metri dal suo corpo sudato.
“Ares! Ho sentito la tua voce da dentro la stalla! È bello vederti!”
“Ti cercavo ovunque! Non ho mai smesso di pensarti, neanche per un secondo!”
“Andiamo.
Lasciamoli da soli. Venite. Mi serve il vostro aiuto.”ordina
calma l'altra donna, Alexi la segue; intanto Afrodite bacia l'amante.
Gli tocca ii capelli; qei riccioli le erano jmancati.
Are
osserva Afrodite svestirsi per lavarsi nel mare. La schiuma marina esce
dai testicoli del Dio Marino, disspovendosi sotto l'acqua. Era un
corpicino bianco (dello stesso colore dell'acqua marina) che in pochi
minuti si fece più grande; le alghe diventarono dei bellissimi
capelli ed i assolini gli occhi. La sabbia invece forma il corpo.
Una
volta Ares trasformato in avvoltoio vola sopra il mare e vede queste
scena; da quel momento si innamora di Afrodite. Decide che sarà
sua. Non importa come. Percé perfino il Dio Guerriero sa amare.
“Ricordi quando ci siamo conosciuti? Avevi la pelle azzrra. Eri strana.”
“Non potrei mai dimenticarlo. Mi sei rimasto nei pensieri per giorni.”
“DOBBIAMO
UCCIDERE POLIFEMO! IL GIGANTE CHE VIVE NELL'ISOLA DEI
CICLOPI!”esclama ansioso Alexis dalla finestra del cucinotto.
Ares lo guarda irritato.
Afrodite
accompagna Ares in casa per cenare. Mangiata la salsiccia ed i fichi
chiacchierano sui mesi in cui non si sono visti. Hanno tante coe da
dirsi.
Ares ha ancora fame, ma si è rassegnato che queste persone non mangiano tanto.
Ares
insieme ad Alexis partono per Catania dal porto di Xanemos, devono
raggiungere Aci Trezza. La famiglia doe ha vissuto Afrdite vuole la
pelle del ciclope, perché vivrebbreo per sempre come dei nobili;
dopo averla venduta.
Polifemo
vive nell'Isola Dei Ciclopi ad Aci Trezza sotto l'Etna. Non esce quasi
mai dalla sua caverna, solo per mangiare qualche pecora.
Alexis ed Ares organizzano una rissa con alcune guardie per rubargli le armi.
“Mi
ubriacherò e piccherò la guardia alla pota ovest, poi te
le dai dei pugni.”spiega dubbioso Ares prima di entrare nella
taverna.
Ares
crede di meritarsi un po' di divertimento, dopo l'incubo che sta
vivendo! Gioca a braccio di ferro. E beve la birra fino al tramonto.
È in questo momento che le guardie cambiano il turno di guardia.
Si alza dal tavolo da gioco barcollante.
I soldati guardano Ares sospettosi, sono attenti a qualsiasi movimento.
Ares si avvicina al soldato per tiragli un pugno, l'altro lo spintona irritato.
“Attento,
ragazzo! Torna a casa che è meglio... ordina spazientito il
soldato, intanto Alexis colpisce l'uomo e gli ruba l'arma; Ares
raccoglie la spada. Non si sa come riesca a stare in piedi. I ragazzi
fanno lo stesso con una seconda guardia.
Alexis
ed Ares dormono sotto un albicocco: è troppo ubriaco per
riuscire a coordinare il corpo sl sentieo collinare. All'alba, i
ragazzi camminano fino alla caverna del ciclope; si guardano intorno
angosciati. Non c'è nessuno in quelle strade, neanche un
animale... che gira in quelle campagne. Frutteti, vigne e cascine; solo
queste cose ci sono in queste colline. Come se in quel posto ci vivesse
qualcosa di sbagliato. Mostruoso e crudele. Nesuna vita può
nascere in queste campagne; ma solo distruzione... perché vivono
i giganti con un solo occhio: ciclope è l'essere brutale che
insazabile mangia gli umani.
Ares
ed Alexis giungono davanti alla caverna del ciclope, vedono un recinto
di pecore e degli scheletri... probabilmente umani. Sono schifati.
Polifemo
nobn uscendo mai dalla su caverna, usa il succo prodotto dal fico per
la coagulazione del latte e la produzione dei formaggi. Nessuna persona
capita sull'isola: ci devono andare apposta.
Alexis gira intorno al recinto delle pecore, per cercare un'entrata secondaria. Non c'è.
Ares insieme all'amico aspettano che Polifemo esca dalla caverna per entrare.
Polifemo
presa una pecora se ne torna nella caverna; l'animale bela
terribilmente. L'essere dopo aerla scuoiata infilza dei pezzi di carne
sul bastpne, la mette a cuocere sotto il fuoco. Polifemo si è
già accorto degli intrusi! Ma Ares preso dall'incosciente
coraggio estrae la spada per uccidere il mostro; nel frattempo Alexis
lo distrae parlandogli, dopo un po' Polifemo capisce l'inganno e riesce
ad afferrare Ares dalla caviglia! Il Dio Guerriero si dimena come un
umano qualunque... ma Alexis riesce a raccogliere il bastone della
carne e brucia il mostro. Lo scuioano.
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Capitolo 7 *** 7 ***
6
7.UCCIDERE IL DIO CHE C'E' IN NOI
Alexis
ed Ares infilata la pelle della gamba di Polifemo nella sacca fuggono
dalla caverna, prima che l'essere riesce a caturarli.
Ares apre il recnto delle pecore e Polifemo vedendolegaloppare urla.
“AVETE LIBERATO IL MIO CIBO! VI TROVERO', MALEDETTI UMANI! VERRETE MANGIATI DA VIVI!”
“Non
ci vedrai mai più! Essere schifoso! Appena tornerò
sull'Olimpo dirò a mio padre di uccidervi!”esclama
sprezzante Ares ed Ares lo guarda torvo.
“Cosa
ti è saltato in mente?! Ci stavi pr lasciare la pelle! I ciclopi
hanno un occio solo, manon sono stupidi! Attaccare in questo modo
è da stupisi!”
“Non
ho vogia di parlarne... per stasera ci accampiamo. Sono stanco. Vado a
prendere la legna per il fuoco...”rispnde scontroso Ares posando
la sacca sul sentiero. L'altr ragazzo lo guarda contrariato, ma ha
ragione; quel atto ci stava per la scare le penne.
Ares mentre raccoglie la legna guarda l'Etna. È un vulcano molto alto cn tanta vegetazione.
Ares
sente il pulpare di un avvoltoio sopra la sua testa, poiché si
distrae a guardare l'animale inciampa nella radice. Cade sulla terra.
È arida.
“Fratello...
come ti sei ridotto? Sei uguale alle èersone che tanto
disprezzavi...”dice sconfortata Eris osservandolo alzarsi, poi
cammina verso un laghetto. Ares molla la legna èer seguire sua
sorella.
“Vi odiate. Perché siete insieme?”dice meravigliato vedendo Athena con Eris.
“E'
stata Athena a chiedermi di venire. Sa che...”spiea calma, ma
viene interrotta dall'ira del fratello; il quale estrare la spada.
Punta alle sorelle, ma loro conoscendolo aspettano indifferenti che
finisca.
“Devo
andare. Scusate.”dice dispiaciuta Eris guardando Ares, vorrebbe
abbracciarlo. Ma no. Meglio lasciare perdere. Salita sul calesse vola
nel cielo e scompare. Athena accarezza la criniera dell'unicorno.
“Che betia schifosa... usar un ibrido. Sono innaturali come i centauri...”
“Non voglio parlare di animali e filosofia, per queste cose c'è Apollo.”
“Cosa vuoi? Se ti sei scomodata tanto è successo qualcoa di grave, immagino.”
“Voglio
dirti che mi devi aiutare. In questo lago dentro la averna c'è
un oggetto molto importante. Recuperalo per me.”spiga calma
indicando il lago con un dito.
“Perché? Non sono più immortale. Evito di aiutare un nemico. Devo portare Afrodite a casa.”
“Come
sei sentimentale... se non ti conoscessi potrei anche
crederti...”commenta spiritosa tornando ad accarezzare l'essere.
Il mostro nitrisce.
“Ti
rifacco la domanda: cosa ci guadagno?”dice spazientito sedendosi
sul sasso; sua orella ne approfitta per spingerlo nel lago! Lui
è muscoloso, ma Athena ha la forza divina. Non resce a liberarsi
dalle sue mani... e si ritrova sotto l'aqua. Quella lo stringe.
Ares non può far altro che eseguire l'ordine della sorella, perché senza respirare muore.
Ares
furioso non vede nulla, deve toccare con le mani. Quasi senza ossigeno
raggiunge la caerna subacquea. L'acqua si abbassa finché sente
la pietra sotto i sandali.
“Appena
tornerò una divinità, mi vendicherò di quella
rgazza! Costringermi a fare il suo schiavo usando le mie debolezze!
Odio essere uomo!”esclama rabbioso guardando la lunga galleria.
Il lago appariva piccolo.
Ares entra nella galleria. Non pensare nemmeno per un istante
che
nei miei silenzi, io ti ami di meno. Come potrei? Sei una parte del mio
cuore. Riflette innamorato arrivando alla fine della galleria. I
pensierisono interrotti dal ringhio d una creatura mostruosa. È
un umanoide fino alla pancia, con il resto del corpo da lucertolone.
Ares estrae la spada, ma quello si gira e guarda l'intruso famelico.
“Finalmente un umano! Sono stanco di mangiare i pesci! Hanno una carne schifosa!”
“Sparisci prima che ti faccia a fette! Voglio solo prendere l'oggetto per cui sono venuto!”
“Non
ti permetterò di prendere la boccetta con il veleno. Diventerai
la mia cena.”dice famelico Tifone coprendo con un telo le
boccette che sono ul tavolo. C'è anche una spada a forma di
serpente. Tifone si avvicina al ragazzo e cerca di graffiarlo con gli
artigli; ma qello scappa.
Ares
giunto alla fine della seconda galleria, è costretto a lottare.
In quel vicolo cieco non c'è un'altra uscita! Tifone zampetta
facendo stridere gli artigli, a sentire quel suono il ragazzo
rabbrividisce.
Ares
con tutta la suaforza salta addoso all'essere, lo frisce infilandogli
l'arma nella zampa; poi corre al tavolo dei veleni per raccogliere la
spada.
“Qual è?! Non lo so! Athena! Dimmelo!”esclama terrificato rimbombando la voce.
“Non
è nessuna di quelle! Sono tutte false! Dentro c'è solo
dell'acqua!”dice allegro l'essere, ma Ares le lancia tutte contro
la parete frantumandole: solo quella verde ha un liquido diverso. Non
è trasparente ma giallo. Ares osserva il sangue uscire dalla
ferita del lucertolone: hanno lo stesso colore! E Tifone ha paura che
riesca ad ucciderlo.
“Non
ho bisogno delola boccetta mi basti te. Ti do un'ultima
possibilità, prima di ucciderti.”ordina crudele e Tifone
rinuncia al combattimento. Sta scappando dentro la galleria, quando
Ares gl lancia l'arma nella schiena. Ferito mortalmente si affloscia
tentando di graffiare quell'essere spietato e codardo. Viene raggiunto
da Ares.
“Che cosa sei? Nessun umano mi ha mai ferito... come hai fatto ad uccidermi? Dimmelo...”
“Infatti
sono il Dio Della Guerra. Ares. Spietato e codardo,
esatto.”risponde beffardo prima di tagliuzzare la creatura per
dissanguarla. Tifone strilla sofferente, lui sadico continua a ferirlo;
finché non è morto.
Ares
tornaal tavolo per cercare una boccetta vuota, dopo averla trovata
torna al corpo ed aspetta che si riempa del sangue di Tifone.
Ares torna nella secona galeria per raccogliere l'arma, è spezzata.
Ares nuota nel lago e tornato in superficie vede sua sorella seduta sul sasso, intanto l'unicorno dorme.
“Pensavo che Tifone ti avesse mangiato. Hai recuperato il veleno, vero?”
“Certo! A cosa ti serve?! Dimmelo! Ho rischiato di venire ucciso, per cosa?!”
“Addio,
fratello... torna vivo nell'Olimpo. Io ed Eris ti aspettiamo...
sempre.”dice calma sua sorella prima di montare sull'unicorno.
Galoppa. Ares sente gli zoccoli allontanarsi rapidamente e la pelle
luminosa della creatura illuminare tutto! Brilla di luce propria.
Ares
non sapendo cosa farsene, infila la boccetta nella borsa e torna da
Alexis. Vedendolo tornare corre ad abbracciarlo sollevato, pensava che
Ares fosse stato mangiato da qualche essere... ma sbagliava.
Le creature vivono lonane dalle città umane: di solito stanno nelle campagne o el mare.
Ares ed Alexis mangiano il coniglio che ono riusciti a catturare il giorno precedente.
Alexis guarda i nuvoloni preoccupato del temporale che sta pr soppiare.
Finita la cena i ragazzi si stringononei mantelli per riscaldarsi. Sono zuppi di pioggia. E l'acquazzone spegne il fuoco.
Il
giorno seguente tornano al villaggio, date le pelli alla famiglia che
ha curato Afrodite riescono a salire sulla nave; l'acquazzoneè
finito.
Afrodite
eguirà Ares ovnque, non importa se rischia la pelle. Hanno
iniziato quell'avventura insieme e torneranno a casa vivi. Entrambi.
Ares
vuole convincere il padre di Afrodite che non è così
indegno dell'amore di sua figlia e farlo tornare immortale. La prossima
missione sarà parlare con il Dio Del Mare. Ad aiutarlo ci
saranno Ales ed Afrodite.
Ares fa tutto questo pr vivere insieme alla sua amata Afrodite. Rischia la vita.
Alexis ama Ares, nonostante tutto.
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Capitolo 8 *** 9 ***
7
9.GUARDIE E LADRI
Ares viene portato dal Dio Marino, la sirena nuota da un'altra parte lasciandoli soli.
"Sai combattere bene, giusto? Se sì mi serve che recuperi il mio tridente rubato."
"Perché dvrei? Avete tanti di quei soldati tra tritoni e sirene."commenta beffardo Ares.
"Ti darò l'immortalità. Tuo padre te l'aveva tolta. No?"aggiuge serio attirando l'attenzine del ragazzo.
"Dovete convincermi usando alte parole. Solo Zeus può dare o togliere l'immortalità."
"Non nel mare. Pure io posso. Cosa rispondi?" spiega spazientito dal tanto parlare.
"D'accordo. Ma anche alla Dea Dell'Amore. Chiedo solo questo."risponde serio.
"Va
bene. Tritone ti accompagnerà."spiega sollvato Poseidone mentre
suo figlio raggiunge Ares. Entrambi escono dal palazzo, in strada i
passanti non li notano nemmeno. Sono tutti occupati dalle loro coe.
"VENITE
A COMPRARE GLI STRUMENTI MUSICALI USATI DAGLI UMANI! SONO IN
OFFERTA!"esclama annoiato il venditore, ma nessuno si ferma alla sua
bancarella.
Tritone
si avvicina al venditore e prende un flauto per osservarlo meglio.
È fatto di bambù verde, sottile e vene verdi. Anche Ares
li guarda.
"Prendo questo."dice pensieroso Tritone pagando l'uomo, lui gli porge il flauto.
"Grazie,
mio signore."dice grato l'essere ed Ares fissa Tritone incredulo. Come
può sprecare i soldi in oggetti inutili?! Non lo capisce.
"Non sei Apollo. A cosa ti serve uno strumento musicae? Sai suonarlo, almeno?"
"Devo essere il Dio Dell'Arte per sunare un flauto? E gli umani, allora?"
"D'accordo. Come ti pare."aggiunge stanco Ares prima di venire intrrotto da Afrodite.
"Dove andate di bello? Posso venire?"domanda euforico ansimando ai ragazzi.
"Ho
fatto un accordo con Poseidone. Se lo aiuto ci darà
l'immortalità."spiega ottimista Ares entre caminano tra le
strade di Atlantide.
Tritone, Afrodite ed Ares si fermano davanti ad un portone verde. È l'unico edificio ad essere abbandonato.
"Siamo arrivati."annuncia agitato l'essere dando ad Ares il flauto.
"Cosa dovrei farci? Non so suonare il flauto... tienilo te... è meglio..."
"Ti
servirà... ci vediamo in giro. Torna vivo... va bene?
Promettimelo."dice sconsolato Tritone prima di andarsene. Quella frase
non dà un buon segno. Entrambi si guardano preoccupati. Restano
immobili in mezzo alla strada infastidendo i passanti. Li urtano.
"Spostatevi! Non avete gli occhi?! Siete in mezzo alla strada!"esclama un tritone trainando le redini del cavalluccio marino.
Afrodite bussa al portone e quello si apre. Entrati vedono un labirinto di scale: vanno in tutte le direzioni.
"E
ora? Cosa facciamo? È un labirinto... hai una qualche idea?
Spero di uscie viva..."domanda disorientata guardando le scale. Arriva
una sirena... due. Tre. Dieci. Li attaccano con i tridenti ed Ares
estrae la spada per ucciderle. Manca l'ultima che si arrende.
"Non
uccidermi. Mi arrendo."dice spaventata la sirena, ma lui non ha
pietà e taglia il corpin due. Rinfoderata l'arma guarda
Afrodite, però lei è scandalizzata dalla crudeltà
con cui l'aveva uccisa. Le fa impressione che lui sia a suo agio anche
con il sangue della airena addosso.
Afrodite
sconvolta sale la scala girata al contrario ed Ares segue l'amante
indifferente. Non capisce cosa le sia preso, sa che lui ama la violenza.
Afrodite
piutosto che parlare con l'amante preferisce salire le scale
faticosamente. Dopo acuni minuti giungono in una sala circoare con due
sirene che lottano, quella bionda spinge l'altra sul bordo e preme un
tsto sul muro. I sassi crollano dal soffitto bloccando il passaggio a
gli intrusi.
Afrodite
contrariata si aggrappa al ragazzo poi lui afferrata la corda dondola
avanti – indietro, poi salta sul masso e l'amante scend dalla sua
schina. Corrono ad aiutare la sirena che sta per cadere.
L'altra
sirena lotta con Ares, intanto Afrodite insieme alla sirena cercano un
modo per aiutare il ragazzo; non trovandolo preferiscono sare lontano
dalla lotta. Ares disarmato l'essere infila la spada nella sa pancia
facendo schizzare sangue ovunque... è morta.
La
sirena per ringraziare regala ad Ares il suo tridente ed una spada a
forma di chiave. Poi se ne va. Sono soli un'altra volta... sospirano.
Zeus
sta riuscendo nel suo piano contorto, infatti Afrodite inizia a vedere
Ares per quello che è. Violento e spietato senza motivo. Athena
aveva ragione.
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