Tales Of You

di Kim WinterNight
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Blurry ***
Capitolo 2: *** Urlando contro il cielo ***



Capitolo 1
*** Blurry ***


Blurry
[Puddle Of Mudd]
 
 
 
 
 
 
«Si può aumentare il volume?»
«Certo, prendi il telecomando.»
«Mi piace troppo questa canzone!»
 
Everything's so blurry
And everyone's so fake
And everybody's empty
And everything is so messed up
Preoccupied without you
I cannot live at all
My whole world surrounds you
I stumble then I crawl
 
Ogni canzone è un pezzo di te.
Leggo i testi e mi rendo conto che parlavi attraverso la musica.
Amavi andare a leggerli, sapere cosa significassero. Se ti piaceva la musicalità e la melodia di un brano, correvi subito a cercare le parole perché volevi sapere.
E dicevi: «Mi piace troppo questa canzone».
 
Ora ti immagino mentre per la prima volta leggi il testo di Blurry e nella tua mente si forma un pensiero, uno di quelli ironici che spesso si trasformava in una battuta capace di farmi ridere per minuti interi.
Questa canzone parla di me, avrai pensato mentre leggevi.
Come tutte le canzoni che amavi, mi ritrovo a pensare.
 
Ricordo come la canticchiavi a bocca chiusa, come ti lasciavi trascinare dalla melodia e dalle parole.
E io ora mi sento così, sento che la mia intera vita non può più essere la stessa senza di te.
Senza quelle battute, senza quelle risate, senza quegli sfoghi. Senza quei momenti trascorsi semplicemente a fare niente, a dire niente, a ridere per niente.
 
You could be my someone
You could be my scene
You know that I'll protect you
From all of the obscene
I wonder what you're doing
Imagine where you are
There's oceans in between us
But that's not very far
 
Penso a dove sei, penso a cosa fai adesso.
Se esiste un luogo dove tu ora puoi far ridere qualcun altro, un luogo dove puoi dare uno schiaffo morale a chi ha cercato per tutta la vita di sottometterti al suo volere.
So che ci sono oceani, ci sono altre vite, altri universi tra noi, adesso; ma so che non siamo poi così lontane.
Per me non è successo, è come se tu fossi ancora qui.
E puoi portare via lo smarrimento che provo? Puoi portarlo via?
 
Can you take it all away?
Can you take it all away?
Well you shoved it in my face
This pain you gave to me
Can you take it all away?
Can you take it all away?
Well you shoved it in my face
 
Mi fai soffrire, è vero, ma la prima a soffrire sei stata tu.
Non l’hai fatto apposta, non ti sei lasciata andare perché volevi farmi soffrire.
Ti sei lasciata andare perché ne avevi abbastanza di lottare contro i mulini a vento.
È stata un’intera vita, la tua, trascorsa a tentare di farti valere; ti sei fatta scivolare addosso giudizi altrui, decisioni altrui, voleri altrui.
Chi potrebbe mai biasimarti?
Però non posso neanche giustificarti. Perché io ho bisogno di te, ne avevo prima e ora le cose non sono cambiate.
So che non eri mia madre, ma era come se lo fossi. Un legame è pur sempre un legame, non è il sangue a renderlo autentico.
 
Everyone is changing
There's no one left that's real
So make up your own ending
And let me know just how you feel
Cause I am lost without you
I cannot live at all
My whole world surrounds you
I stumble then I crawl
 
E mentre tutti cambiavano, durante questi anni, tu rimanevi indietro.
E io non sono riuscita ad aiutarti, a sorreggerti, a capire come ti sentivi davvero.
Interiorizzavi il tuo dolore, è vero, ma la musica che amavi ne parlava, urlava al tuo posto perché tu non piangevi mai.
Sento che non potrò più vivere del tutto come prima, sei stata la mia prima, grande, vera perdita.
Ma so che dovrò vivere anche per te, sono quelle frasi fatte che si dicono. Solo che da pronunciare le parole sono semplici, a volte, ma non da mettere in pratica.
Mi guardo attorno, mi distraggo, faccio qualsiasi cosa, ma c’è sempre un’ombra incastrata nel mio finto buonumore.
 
And you could be my someone
You could be my scene
You know that I will save you
From all of the unclean
I wonder what you're doing
I wonder where you are
There's oceans in between us
But that's not very far
 
Magari!
Magari ti avessi davvero potuto salvare da tutto ciò che sporcava la tua bontà e la persona che eri…
Ironico, illusorio, pensare di poter essere davvero capace di aiutare qualcuno.
Poi succede l’inevitabile e non è così, certo che non è così.
Penso a cosa fai, a dove sei, a come ti senti ora.
Forse stai meglio, lo spero, spero che tu stia ridendo come rido io quando ricordo i nostri momenti più divertenti.
E spero che un giorno tu possa portar via da me questo dolore, questo senso di vuoto che mi accompagna anche quando sono convinta di non pensarti.
 
Can you take it all away?
Can you take it all away?
Well you shoved it in my face
This pain you gave to me
Can you take it all away?
Can you take it all away?
Well you shoved it in my face
This pain you gave to me
 
Sparirà un giorno quest’insensato disorientamento?
Penso a cosa faremo insieme quando ci rivedremo, poi mi correggo: non ci rivedremo.
 
Nessuno mi ha detto cosa pensavi, perché nessuno lo sapeva.
Nessuno ha saputo consigliarmi cosa dirti, perché nessuno lo sapeva e non sarebbe servito rivolgerti parole sbagliate.
Tutti ti hanno giudicato, tutti hanno cercato di instradarti con i loro discorsi, ma nessuno ti ha mai capito davvero.
Nessuno ha mai visto il dolore dietro i tuoi gesti, nemmeno io.
Solo adesso pian piano la consapevolezza mi sta crollando addosso, solo ora che rileggo questi testi e vedo il tuo riflesso in ogni sillaba.
 
Nobody told me what you thought
Nobody told me what to say
Everyone showed you where to turn
Told you when to run away
Nobody told you where to hide
Nobody told you what to say
Everyone showed you where to turn
Showed you when to run away
 
Hai cercato di nasconderti, di nascondere cosa provavi.
Lo hai fatto per tutta la vita.
Si intravedevano i tuoi sentimenti, ma era impossibile prenderti tra le braccia e portarti via.
Ti mostravi forte, sfacciata, infinitamente consapevole e sicura di te.
Ma eri fragile, debole, incapace di aggrapparti davvero a chi ti amava per ricominciare a vivere.
O per cominciare a farlo per la prima volta.
Forse non ti bastava essere amata, volevi soltanto essere capita.
E nessuno – nemmeno io – ci è riuscito, a capirti.
Quelle canzoni gridavano, lasciavano intendere quanto avessi bisogno di aiuto.
 
«Mi piace troppo questa canzone!»
Lo esclamavi con noncuranza, ma se solo io avessi letto tra le righe, se solo tutti lo avessero fatto.
Avremmo sentito la tua voce sussurrare: «Qualcuno può portare via da me il dolore che la vita mi ha dato?»
 
Can you take it all away?
Can you take it all away?
Well you shoved it in my face
This pain you gave to me
Can you take it all away?
Can you take it all away?
Well you shoved it in my face
This pain you gave to me
 
La vita ti ha voltato le spalle, la tua famiglia ti ha voltato le spalle.
Allora ti sei rimboccata le maniche e hai lottato finché hai potuto contro chi ti ha fatto star male con indifferenza e cattiveria gratuita, contro chi si è approfittato della tua bontà.
 
This pain you gave to me
This pain you gave to me
 
Poi loro hanno vinto, e tu hai lasciato il campo di battaglia.
Il dolore ti ha preso e ti ha portato via, perché nessuno è stato capace di portarlo via da te.
 
You take it all
You take it all away...
This pain you gave to me
You take it all away
This pain you gave to me
Take it all away
This pain you gave to me
 
Hai preso il dolore e l’hai portato via con te, ma hai lasciato il mio.
Il mio che pulsa perché tu non ci sei più e non potrò più sperare che tu vinca quell’infinita battaglia.
 
Ogni volta che ascoltavamo Blurry era un piacere, ho iniziato ad apprezzarla grazie a te.
So che la tua immagine si farà sempre più sfocata nel corso degli anni, ma farò di tutto per mantenere i ricordi vividi.
Non potrei mai dimenticarti, non potrò mai smettere di pensare a te nel sentire questa o quella canzone.
La musica è una delle tante cose che ci hanno unito, anche se non sempre eravamo d’accordo.
Ma è la musica che ti è stata fedele durante la tua lotta, l’unica in grado di scavarti dentro e comprenderti davvero.

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Capitolo 2
*** Urlando contro il cielo ***


 
 
 
 
 
 
«Mi ricorderò sempre di quando sono andata a sentire Ligabue…»
«Davvero ci sei andata? Io non l’avrei sopportato!»
«A me piace da sempre!»
 
Come vedi sono qua:
monta su,
non ci avranno
finché questo cuore non creperà
di ruggine, di botte o di età.
 
Non credo che riuscirò ad apprezzare mai Ligabue, non fa proprio per me.
Ma il tuo entusiasmo quando parlavi di quel concerto e di quelle canzoni lo ricordo eccome.
Sorrido perché riuscivi a trovare te stessa in ogni genere di musica, in ogni testo, in ogni voce particolare.
Uno schiaffo morale, una positività così grande era insita in te anche se la vita ti ha messo a dura prova.
Poteva esistere qualcosa di bello, per te è esistito quando eri giovane e, nonostante colei che ti ha messo al mondo ti abbia strappato dal luogo che più ti piaceva, hai cercato di ripartire con ciò che avevi.
Facevi amicizia facilmente, così aperta e spontanea, così divertente e ironica.
Sei entrata nella classe di una scuola che non avevi scelto e ti sei accorta subito che c’era una tizia che ti stava antipatica.
Tu stavi antipatica a lei, la cosa era reciproca.
Per alcuni giorni vi siete guardate in cagnesco, poi avete capito che non aveva senso fingere di non essere già parte l’una dell’altra.
 
C’è una notte tiepida
e un vecchio blues
da fare insieme,
in qualche posto accosterò
e quella là sarà la nostra casa,
ma credo che meriti di più
e intanto son qua io
e ti offro di ballarci su:
È una canzone di cent’anni almeno.
Urlando contro il cielo.
 
Insieme avete affrontato tutto, avete condiviso tutto, avete lottato contro tutto.
Primi amori, genitori bigotti, feste in discoteca, ragazzi che neanche vi piacevano tanto.
Non hai mai creduto nel vero amore, disillusa proprio come me.
Non ci hai creduto perché non lo hai mai provato, proprio come me.
Ma speravi e ti auguravi che per gli altri potesse esistere, in questo siamo diverse.
Il tuo non era cinismo, era realismo.
Ma nell’amicizia, oh, in quella ci credevi eccome. Per la tua amica avresti fatto di tutto e lei avrebbe fatto di tutto per te.
Niente è stato in grado di separarvi, nemmeno i vostri matrimoni, le disavventure, i mesi trascorsi lontane.
Niente vi ha spezzato, siete rimaste anime gemelle fino alla fine.
Avete ballato e lottato insieme, avete riso spensierate da giovani e riso per sdrammatizzare da adulte.
Avete cresciuto l’una le figlie dell’altra come fossero vostre.
Vi siete sempre capite senza parlare, e avete anche parlato senza capirvi, per poi scoppiare a ridere e ricominciare da capo.
 
Non saremo delle star
ma siam noi, in questi giorni
fatti di ore andate per
un week-end
e un futuro che non c’è.
 
Avreste potuto avere un futuro diverso, riprendere davvero in mano la vostra vita e darle una svolta.
Ma siete rimaste voi, sempre voi, l’una per l’altra.
Le scelte fatte si sono rivelate sbagliate, a volte, ma senza queste scelte io non sarei qui e non ti avrei avuto nella mia vita.
Quella tizia che non sopportavi durante i primi giorni di scuola era mia madre.
Lei mi ha permesso di conoscerti, di apprezzarti, di volerti bene come se anche tu fossi parte integrante della mia famiglia.
 
Non si può sempre perdere
per cui giochiamoci
certe luci non puoi spegnerle.
Se è un purgatorio è nostro
per lo meno.
Urlando contro il cielo.
 
Avete lottato insieme, vinto molte battaglie e perso altre.
Ma sempre insieme, unite, come anime gemelle inscindibili.
Un po’ vi invidio, non posso negarlo: io non ho qualcuno di così speciale al mio fianco, non so se lo avrò mai. Il tempo per stringere legami indissolubili sembra passato da un pezzo.
Qualunque cosa vi siete guadagnata, l’avete ottenuta perché ci siete sempre state l’una per l’altra.
Sorrido a pensarci, sorrido perché voi due eravate davvero una cosa sola.
È così che vi ho sempre visto, è così che continuerò a vedervi.
Continuerò a sentirmi un po’ tua figlia, continuerò a pensare a te che vorresti ancora urlare contro il cielo e combattere.
So che lo vorresti, so che vorresti ancora essere qui, se solo tu ce l’avessi fatta.
Qui, insieme alla tizia che conoscesti alle superiori, l’amica di una vita che è stata la tua metà indiscussa.
So che lo vorresti, in fondo l’ho sempre saputo; so che eri positiva, in fin dei conti speravi fino all’ultimo che le cose si aggiustassero.
 
Vorrei essere riuscita a stringerti prima di perderti per sempre.
Vorrei che ce ne fosse stata l’occasione, senza distanze imposte, senza restrizioni dettate da un altro mostro più grande di noi.
 
Fantasmi sulla A14.
Dai finestrini passa odor di mare,
diesel, merda, morte e vita.
Il patto è stringersi di più
prima di perderci.
 
Ricordo i giri in macchina con te, quando inveivi contro i pedoni imprudenti e imprecavi contro il finestrino che non potevi chiudere.
Ricordo tutti quei momenti con la pioggia e con il sole, sui sedili di quella vecchia macchina passata per chissà quante mani.
Io e te che cantavamo a squarciagola e tu che guidavi con prudenza.
Forse lassù ci sentivano cantare, forse qualcuno ci avrebbe preso per pazze se ci avesse guardato con occhio critico, dall’esterno.
Non ci siamo mai definite normali, non ci piacevano le convenzioni.
 
Forse ci sentono lassù.
È un po’ come sputare via il veleno.
Urlando contro il cielo.
 
Cantare ci permetteva di sfogarci, a me ha sempre fatto bene.
Come dice Ligabue: «Un po’ come sputare via il veleno».
Quello che avevi dentro, lo riversavi nella musica che amavi ascoltare, nei testi che amavi analizzare e comprendere.
Ci siamo perse ora, io ti ho perso, ma in realtà non mi abbandonerai mai.
E io non abbandonerò mai il tuo ricordo.
I racconti di quando eri giovane, di quando a te e mia madre capitava di tutto e allora ridevate, vi sfogavate, vi divertivate e vi supportavate a vicenda.
 
«Con chi sei andata al concerto di Ligabue?»
«Da sola. Ho preso la macchina e sono andata.»
«E com’era?»
«Bravissimo. Mi è sempre piaciuto, lo sai, no?»
«Io non l’avrei sopportato!»
«Io sì.»

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