Love or Crown? |KOOKV|

di Kyandi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** †01† ***
Capitolo 2: *** †02† ***
Capitolo 3: *** †03† ***
Capitolo 4: *** †04† ***
Capitolo 5: *** †05† ***
Capitolo 6: *** †06† ***
Capitolo 7: *** †07† ***
Capitolo 8: *** †08† ***
Capitolo 9: *** †09† ***
Capitolo 10: *** †10† ***
Capitolo 11: *** †11† ***
Capitolo 12: *** †12† ***
Capitolo 13: *** †13† ***
Capitolo 14: *** †14† ***
Capitolo 15: *** †15† ***
Capitolo 16: *** †16† ***
Capitolo 17: *** †17† ***
Capitolo 18: *** †18† ***
Capitolo 19: *** †19† ***
Capitolo 20: *** †20† ***
Capitolo 21: *** †21† ***
Capitolo 22: *** †EPILOGO† ***



Capitolo 1
*** †01† ***


«Chiamate immediatamente mio figlio, devo parlargli» la reggente ordinò a una guardia che si inchinò al suo cospetto «Si, maestà» l'uomo uscì dalla sfarzosa stanza per andare a chiamare il principe.

Taehyung, dopo qualche minuto, fece il suo ingresso nelle camere ben decorate della madre e un servitore annunciò il suo arrivo. «Madre» lei si voltò verso il figlio «Perchè mi avete fatto chiamare? Avete bisogno?» chiese curioso lui.

«Taehyung» fece accomodare il figlio su una delle tre sedie, intagliate a mano e foderate di un tessuto bordeaux, posizionate al centro della stanza, «Ho bisogno di parlare con te» lui annuì e lei fece un cenno della mano per far capire a tutti i presenti di uscire per tenere una conversazione privata. Tutti tranne uno.

Un giovane alto e vigoroso, dalla muscolatura massiccia e dalla struttura imponente, dai capelli nero pece e dalla pelle lattea, si avvicinò ai due e si sedette sull'unica sedia rimasta vuota. «Perchè costui non è uscito come tutti gli altri?» domandò confuso il principe. «È proprio di questo che voglio parlarti» esalò la madre alzandosi dalla sua posizione e voltando le spalle ai due ragazzi. Prese un profondo respiro osservando fuori dalla grande vetrata.

«Taehyung la tua vita è sempre stata in pericolo, lo sai bene, ma ora ancora di più. Con la morte di tuo padre la tua sicurezza non è più certa, il nemico potrebbe attaccarti in qualsiasi momento e in qualunque luogo» iniziò sua madre con un tono rigido, «Per questo motivo ho preso la decisione di affidare la tua salvaguardia al cavaliere più valoroso che esista in tutta la Corea» espose senza guardare gli occhi di nessuno dei giovani presenti, «Ho appena nominato Jeon Jungkook come tuo protettore personale» concluse solenne.

«COSA?!» il ragazzo quasi urlò incredulo alzandosi anche lui in piedi «Io non ho bisogno di nessuno, sono in grado di proteggermi da solo! E poi ci sono già le guardie reali che mi possono difendere. Nemmeno lo conosco come faccio a fidarmi, magari vuole solo usurpare la mia corona?» Taehyung era su tutte le furie, non voleva assolutamente che nessuno lo seguisse ovunque, esigeva la sua libertà.

«Staresti insinuando la mia lealtà verso la corona principino viziato?» per la prima volta Jungkook parlò canzonando il principe, la sua voce, per quanto dolce e leggera, in quel momento aveva assunto una sfumatura velenosa che a Taehyung non piacque per nulla. «Taehyung ho già deciso! Tu da adesso in poi verrai sorvegliato costantemente da Jungkook» si impose la madre interrompendo gli sguardi di fuoco che si stavano scambiando il più grande e il più piccolo. Sapeva che non sarebbe stato facile per lui accettare il cavaliere, ma doveva capire che lei lo stava facendo solo per il suo bene.

Il castano grugnì un'ultima volta prima di uscire maestosamente da quella stanza per recarsi nelle sue camere private -mi seguirà pure lì? l'aggettivo 'private' non gli suggerisce nulla?- pensò il ragazzo oltrepassando le porte.

«Maestà, quando mi avete chiamato pensavo dovessi svolgere il ruolo di "cavaliere protettore del principe" non di "badante"» espresse Jungkook contrariato e infastidito dal comportamento infantile dell'altro. Si rivolse alla reggente senza peli sulla lingua, non essendo ancora abituato a comunicare con adeguate parole di fronte a una figura così potente e importante, in fin dei conti lui aveva sempre vissuto in campagna con la sua famiglia non all'interno di un'imponente castello, non gli erano mai state insegnate sicuramente le buone maniere.

La reggente era venuta a conoscenza, grazie al suo defunto marito, che in un piccolo villaggio di quel vasto regno viveva un giovane ragazzo che possedeva un'abilità speciale nell'arte della guerra, e, nel momento del bisogno, la donna non aveva esitato a chiamarlo per difendere il suo amato figlio.

Lei semplicemente sospirò. «Ti prego Jungkook proteggilo a costo della vita, mi fido di te» pareva una supplica la sua, infatti era la sua parte di madre che stava parlando in quel momento «Non gli succederà nulla, ve lo prometto» il giovane si inchinò al suo cospetto per poi uscire e seguire il castano -sarà dura stare dietro a quel principino viziato. Jungkook ricorda che lo stai facendo per il regno-.

 

 

 

Taehyung si trovava disteso sul suo letto a baldacchino a pensare mentre ammirava il soffitto affrescato con ornamentazioni floreali. Aveva mandato via tutti i servitori e le guardie reali dalla propria camera per stare da solo insieme ai suoi pensieri confusionari. Non gli andava assolutamente bene di avere sempre qualcuno che lo seguisse come fosse la sua ombra, in più Jungkook gli aveva fatto una cattiva impressione. Il suo viso era talmente bello da volerlo prendere a pugni, senza contare il suo pessimo carattere.

Avevano sicuramente iniziato con il piede sbagliato, ma Taehyung non aveva assolutamente intenzione di contribuire per far nascere un rapporto basato sulla fiducia, anzi, la sua mente stava cercando delle soluzioni per togliersi dai piedi quel ragazzo all'apparenza così fastidioso e irritante -e forse non solo all'apparenza-.

Sospirò per l'ennesima volta in quel pomeriggio ma un'idea lo fece alzare di scatto con il busto e gli fece illuminare il viso. A quanto aveva intuito neanche a Jeonbiscotto, o come si chiamava, andava tanto a genio quella situazione, quindi a Taehyung bastava solo far uscire la parte del suo carattere più viziata e fastidiosa così da far esaurire il cavaliere e fargli abbandonare il suo incarico -si stancherà subito di me e se ne andrà più che volentieri, ne sono certo-.

Si alzò del tutto dal suo letto e uscì velocemente dalle sue camere diretto dove lo aveva visto per l'ultima volta. Entrò nella stanza della madre ma non vi trovò nessuno, perciò sbuffando tornò sui suoi passi e uscì anche da lì. Si recò verso il giardino del castello, luogo di pace e tranquillità, dove presuppose si fosse cacciato Jeonbiscotto ma nemmeno lì pareva esserci l'ombra di lui.

Taehyung si guardò intorno e si mise subito dopo seduto sul prato fiorito con un broncio sul viso e le braccia incrociate. In quel momento poteva sembrare veramente un bambino a cui era stato negato il suo dolce preferito e a Jungkook quasi non venne da ridere a quella smorfia -forse però questo lavoro può diventare interessante-.

«Ma scusa non doveva seguirmi ovunque io andassi? Che incompetente» sbuffò infastidito dando voce ai suoi pensieri, non si fidava per nulla di lui anche se gli aveva detto che era leale al suo regno. Qualcuno, che non aveva visto prima di quel momento, sbucò da dietro un albero e si avvicinò al principe seduto a terra. «Non sono un incompetente, principino, visto che è da quando sei uscito dalla tua camera che ti sto seguendo e tu nemmeno te ne sei accorto» ridacchiò Jungkook.

A Taehyung non piaceva per nulla la sensazione di impotenza che gli fece provare in quel momento, odiava il fatto di sentirsi così debole di fronte ad un uomo così forte e virile, lo detestava. «Ti stavo cercando» cercò di cambiare discorso rialzandosi dalla sua posizione iniziale per riuscire ad affrontarlo faccia a faccia, anche se comunque risultava un po' più basso di lui.

«Oh, allora dovrei sentirmi onorato che il principino richieda la mia presenza» parlò con un tono talmente fastidioso che irritò molto il ragazzo dai capelli castano chiaro. «Dovresti portarmi rispetto» rispose stizzito il principe incrociando le braccia davanti al petto.

Il corvino si avvicinò pericolosamente al corpo di Taehyung che si irrigidì senza riuscire a muovere un singolo muscolo, «Ma io ti sto portando rispetto principino, sei tu che non lo stai portando a me. Perchè non inizi a chiamarmi Hyung?» disse in un sussurro al suo orecchio. Il castano deglutì a vuoto e le sue guance si tinsero di rosso «Bhè, i-io non sapevo tu fossi u-n mio Hyung» balbettò cercando di giustificarsi, si maledisse mentalmente per aver usato un tono così insicuro nei suoi confronti, perciò si schiarì la voce e parlò un po' più deciso «Tu non mi stai portando rispetto chiamandomi in quel modo, quindi io posso non utilizzare l'onorifico».

«E comunque io non ti chiamerò mai Hyung» si impuntò determinato, l'altro ridacchiò divertito facendo irritare ulteriormente il ragazzino di fronte a lui. «Mh, staremo a vedere fino a quanto arriverà la tua sopportazione principino» Jungkook fece spallucce per poi girarsi e andarsene lasciandolo lì spiazzato e sconvolto. -Ma non dovevo essere io a infastidire lui?- pensò il ragazzo.

Taehyung ce l'avrebbe fatta a sopportare lui e la sua arroganza?

~

Ehilà...
Stavo lavorando (mentalmente) già da un po' a questa fan fiction e oggi sono riuscita a portarvi il primo capitolo❣️

Spero che questa storia vi possa piacere, se volete fatemelo sapere con un commento🌈

Volevo informarvi che saranno presenti scene di sesso descritte in modo esplicito, ma non saranno frequentissime, quindi metterò comunque l'avviso all'inizio del capitolo🔞

Per chi decidesse di continuarla...BUONA LETTURA!📖

©Kyandi🍬

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Capitolo 2
*** †02† ***


Taehyung detestava Jungkook. Ogni sua azione o commento era mirata a stuzzicare il più piccolo, in quei tre giorni passati insieme aveva fatto di tutto per farsi odiare dal principe.

In realtà il cavaliere non aveva uno scopo ben preciso, lo divertiva solamente molto il viso imbronciato o imbarazzato del castano, le sue reazioni ogni qualvolta era irritato erano il pane quotidiano del corvino. Jungkook amava divertirsi.

Come sempre Taehyung uscì dalle sue camere per recarsi a fare colazione insieme alla madre e al nuovo membro inutile della famiglia. La smorfia che si era appropriata delle sue labbra quella mattina, e non l'unica di quei giorni, non sembrava avere intenzione di andarsene ma, soprattuto, non aveva intenzione di scomparire dopo il «Buongiorno» divertito di Jungkook.

«Oh vedo che hai dormito bene principino» ghignò il cavaliere osservando lo stato in cui era messo quel giorno: capelli scompigliati, occhiaie marcate e hanbok reale stropicciato. Lo affiancò nella sua camminata verso le cucine.

«Ma tu non hai un altro passatempo oltre che stuzzicare me? Ti diverte così tanto?» gli lanciò un'occhiataccia e Jungkook non potè fare a meno di ridere. «Io avrei molti altri divertimenti, ma devo dire che tu sei quello che preferisco» sussurrò all'orecchio del castano con una lieve sfumatura maliziosa che fece venire dei brividi al più piccolo e di conseguenza aumentò il passo per raggiungere più velocemente la sua meta.

Entrò nella stanza e salutò cordialmente la madre con un inchino, si sedette sul suo zabuton* e subito le cuoche gli portarono la sua colazione. Un sospiro di piacere rilasciarono le sue labbra per quel sapore afrodisiaco ma, purtroppo, la sua breve tranquillità venne nuovamente interrotta dall'arrivo di Jeonbiscotto.

«Buongiorno maestà» Jungkook si inchinò davanti alla reggente mentre il castano sbuffò considerandolo sono un ruffiano. «Oh, buongiorno anche a te Jungkook» sorrise la madre osservando il ragazzo sedersi affianco al figlio sul suo zabuton. Iniziarono tutti e tre a mangiare, la pace e il silenzio calarono tra di loro.

Taehyung ci aveva sperato, fino all'ultimo secondo, ma anche quella volta la tranquillità fu interrotta dalle parole della madre «Taehyung ho pensato che sarebbe stata un'ottima idea se Jungkook ti avesse insegnato a maneggiare meglio la spada, perciò, se a lui va bene, potreste allenarvi questo pomeriggio» sulle ultime parole rivolse lo sguardo verso quello del cavaliere che fece spuntare un ghigno.

«Sarebbe un onore essere l'insegnante di Taehyung» il corvino accettò di buon grado, sarebbe stato del tempo in più per divertirsi. Il castano, al contrario, avrebbe voluto solamente urlare per la frustrazione, avrebbe voluto gridare alla madre per dirle che no, non voleva allenarsi con Jeonbiscotto perchè non sopportava lui e il suo caratteraccio ma, stranamente, non lo fece. Quella volta si trattenne mordendosi il labbro inferiore e annuendo flebilmente, sorprendendo un Jungkook che si sarebbe aspettato di tutto fuorché il suo silenzio.

 

 

 

«Bene Taehyung, le basi le dovresti sapere perciò fammi vedere ciò che sai fare» il corvino era di fronte al principe, entrambi con una spada in mano e delle vesti comode per il combattimento, si trovavano nel giardino del castello.

Il più piccolo si posizionò con il corpo per un attacco all'altro, fece un passo in avanti e mosse le proprie braccia in modo tale che la spada colpisse il corvino, ma non fu così. Egli prontamente si mosse indietro per schivare il colpo e parò con la sua spada quella del castano.

Jungkook era agile, svelto e forte, perciò il principe non si sorprese del fatto che quello scontro finì con la sua sconfitta, precisamente quando il più grande fece cadere a terra l'arma affilata del più piccolo puntando la spada al cuore dell'altro.

«Devo ammettere che non sei male» Jungkook, probabilmente per la prima volta senza beffardaggine, sorrise verso di lui e Taehyung rimase secondi immobile ad ammirare quei dentini che gli ricordavano tanto quelli di un coniglietto. Si rese conto di essere rimasto troppo a fissare quel punto, quando vide l'altro trasformare quel suo sorriso adorabile in un ghigno che non prometteva nulla di buono.

«Dovrei giusto correggerti sulla postura» il cavaliere si avvicinò al castano ritrovandosi dietro di lui, forse un po' troppo vicino al suo corpo. «Ti faccio vedere» disse il corvino prima di mettersi nella posizione di attacco e far ripetere le sue azioni a Taehyung.

«Metti le gambe in questo modo e le braccia avanti, così la postura ti renderà più libero di scegliere se attaccare o difenderti» spiegò prima di mettersi appiccicato al corpo esile del castano e fargli vedere in modo pratico. Il principe, che fino a quel momento aveva annuito ai suoi insegnamenti, si irrigidì alla sensazione di calore che emanavano i due corpi a contatto tra loro. Provava emozioni contrastanti che non riusciva a spiegarsi.

Alla sua pelle non dispiaceva tutta quella vicinanza, il suo respiro bollente sul collo che gli provocava in continuazione dei brividi, i capelli morbidi che gli formicolavano la guancia e quelle labbra, quelle dannatissime labbra, attaccate al suo orecchio. Invece il cervello gli urlava di staccarsi e di correre il più velocemente possibile lontano da lui perchè, in fondo, continuava a detestare il suo caratteraccio, la sua insolenza e la sua sfacciataggine.

Tutto quel calore e quella vicinanza gli avevano affuscato per pochi secondi la mente, perchè Taehyung, pur essendo un principe, era anche un adolescente in piena crisi ormonale.

E Jungkook? Bhè lui sicuramente non era un adolescente, ma non disprezzava affatto quel corpo magro e dalle forme particolarmente pronunciate. Doveva ammettere che Taehyung, per quanto fosse un principio viziato, possedeva una bellezza rara e ricercata.

«Non credi che potremmo allenarci un po' per il combattimento corpo a corpo?» sussurrò seducente il corvino all'orecchio del più giovane, avendo notato le sue guance leggermente arrossate e i muscoli più rigidi, egli annuì solamente come fosse caduto in uno stato di trance: Jungkook lo confondeva parecchio, con la sua arroganza e malizia da un lato e dall'altro la sua bellezza virile.

In un secondo il cavaliere intrappolò il corpo di Taehyung nel suo e la loro vicinanza aumentò ulteriormente tanto che il principe si risvegliò e cercò di liberarsi dalla sua presa ferrea. «Lasciami andare» piagnucolò il ragazzo cercando di muoversi per quanto poteva. Calciò con le gambe, ma il risultato che ottenne fu completamente diverso da quello che si sarebbe aspettato: una risata, una fastidiosa e irritante risata. Il corvino cercò di distrarsi ridendo della smorfia sulle labbra di Taehyung, anche se in realtà i movimenti veloci delle cosce del castano stavano provocando solamente lo scontro del fondoschiena di quest'ultimo con il suo bacino, e ciò non andava molto bene.

«Taehyung se stai fermo, forse potrei spiegarti come liberarti» il più piccolo si bloccò immediatamente e decise, solo per quella volta, di ascoltarlo. «Allora, piega i polsi all'indietro e con le gambe spingi, con tutta la tua forza, contro di me. Sei pronto?» il castano non si fidava ancora del tutto ma provò comunque e con uno scatto fece cadere atterra il cavaliere e riuscì a liberarsi.

«Si!» esultò felice, «Ce l'ho fatta, alla faccia tua» gli rivolse una pernacchia e continuò a complimentarsi con se stesso per essere riuscito a "battere" l'altro.

Jungkook ridacchiò al suo comportamento infantile e si rialzò in piedi. Per qualche secondo si soffermò a osservare il sorriso squadrato sul suo volto e gli parve davvero tenero, era la prima volta che riusciva a vederlo e si promise non sarebbe stata l'ultima. «Per oggi direi che abbiamo finito» parlò il corvino guardando il castano ancora con un'espressione felice stampata sul volto.

«Dici questo solo perchè non accetti le sconfitte» di rimando Taehyung lo stuzzicò come aveva fatto lui in quei tre giorni, ma egli rispose tranquillamente con un «E tu invece lo stai dicendo solo perchè ti piaccio e vuoi continuare a rimanere in mia compagnia» ghignò prima di rivolgergli le spalle e camminare verso l'ingresso.

Taehyung ci mise qualche secondo prima di realizzare le parole che gli aveva rivolto il ragazzo. «Cos- Non è assolutamente vero! Tu non mi piaci, io ti detesto!» urlò in modo tale da farsi sentire dall'altro, ora distante da lui, con un broncio sulle labbra. Il cavaliere ridacchiò pensando fosse davvero un tenero bambino.

Ma era vero che lo detestava o era solo confusione dovuta all'attrazione la sua?

~

*zabuton= cuscino che si utilizza per sedersi atterra (l'ho cercato su internet perchè non lo sapevo quindi non so se è giusto, spero di si😅)

Sì in questo capitolo non succede molto, però ho adorato scrivere i battibecchi tra i due protagonisti...Che ne pensate?

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Capitolo 3
*** †03† ***


Taehyung non ce la faceva più, voleva uccidere con le sue stesse mani, se ne avesse avuto la possibilità, il suo vero e unico nemico: Jungkook -sicuramente se mi rapisse il regno che minaccia il nostro da millenni e che vuole solo uccidermi, sarebbe meglio di passare un'altra giornata con Jeonbiscotto-

-Ma perchè capitano tutte a me le sfortune? Il destino mi è avverso per caso?!- Jungkook lo portava all'esasperazione, quella era una certezza, tanto che aveva anche cominciato un soliloquio interiore con se stesso.

-Taehyung, devi parlare con tua madre e risolvere questa situazione, tuo padre ti ha insegnato a comandare un impero non a essere un pappamolla insicuro e indeciso, sei un Principe, con la P maiuscola, non devi avere paura nè di affrontare tua madre nè di fronteggiare quel cavaliere fastidioso- continuava con i pensieri di incoraggiamento all'interno della sua sfarzosa stanza decorata con tappeti in velluto verde scuro e bordeaux.

Il ragazzo uscì dalla sua camera leggermente timoroso di incontrare Jeonbiscotto proprio davanti la porta ad aspettarlo. -Ma perchè proprio lui su tutte le guardie presenti al castello?!- il corvino era proprio appoggiato ad essa in tutta la sua magnificenza. Taehyung non potè fare a meno di osservare le sue forme virili che venivano messe in risalto dal pantalone stretto che indossava e dal tessuto leggero a coprire la parte sovrastante del corpo tonico.

Il principe doveva ammettere di essere anche un po' invidioso del fisico di Jungkook, il castano si copriva sotto diversi strati di costosi hanbok proprio per evitare che qualcuno vedesse quanto magra e poco muscolosa fosse la sua struttura corporea.

-Taehyung concentrati! Alza lo sguardo e non soffermarti troppo sui suoi addominali scolpiti come le statue greche, magari non si è accorto di nulla- ma purtroppo Jungkook era come un'aquila che riesce a scovare la sua preda anche a chilometri di distanza, perciò aveva notato la bavetta che era colata dalla bocca del principino quando i suoi occhi si erano soffermati proprio a delineare con lo sguardo ogni muscolo.

«Buonpomeriggio principino, sai mi stavo chiedendo proprio che fine avessi fatto poichè è da questa mattina che sei rinchiuso nelle tue camere» il corvino fece un passo verso il proprio interlocutore che si immobilizzò all'istante, «Mi stavi per caso evitando?» sussurrò al suo orecchio facendo tremare il più piccolo.

«N-No» si schiarì la voce per risultare più sicuro di sè di fronte all'uomo che più lo metteva a disagio «Assolutamente no» esultò mentalmente per quel tono virile che, forse per la prima volta, era riuscito a far uscire dalle sue labbra «E ora, se vuoi scusarmi, ho da fare» sorpassò il ragazzo esternando quanta più sicurezza possibile nella sua camminata, lasciandolo leggermente perplesso.

«Ma scusa cosa devi fare ora?» chiese curioso il cavaliere, «Ma sai, i soliti lavori di routine di un principe: amministrare le legioni dei territori a nord-ovest, gestire l'economia dell'impero, bhè in sostanza, come futuro re, ho l'incarico di governare il regno» il castano si vantò del suo ruolo importante all'interno del principato, non lo aveva mai fatto, non ne era il tipo, ma veramente con Jungkook doveva affilare gli artigli per riuscire a vincere uno scontro sia verbale sia fisico.

Affrettò il passo per arrivare prima nelle stanze della madre così da parlarle della questione Jeonbiscotto. Ogni qualvolta fosse in sua presenza il fastidio cresceva costantemente in lui e non poteva più sopportarlo, molte volte capitava che Taehyung paragonasse Jungkook a un sassolino che gli si infilava nelle scarpe e punzecchiava il piede del giovane. Ma ogni volta, poi, si ritrovava a pensare anche a quanto bello e attraente potesse essere, e costantemente si ripeteva che sì, doveva parlare con sua madre per placare la sua confusione ed evitare di impazzire a causa della frustrazione.

Lo detestava, ne era certo, però la sua testa accostava sempre questa frase a una del tipo "ma è talmente seducente e carino che vorrei tanto che lui mi trasmettesse altro calore".

Doveva assolutamente discuterne con la madre!

Un servitore annunciò l'ingresso del figlio nelle stanze reali della donna. «Taehyung tesoro, c'è qualcosa che non va?» la reggente sorrise al castano, forse per il suo istinto materno, forse per la sua capacità di capire le persone, aveva subito compreso che il principe non fosse venuto lì per caso. «Madre, vorrei discorrere con lei per risolvere una questione che turba il mio animo da un po' di giorni» Taehyung sapeva che tono doveva utilizzare con la donna in presenza di altri.

«Vuoi passeggiare?» gli propose lei per fare in modo di avere un po' di riservatezza che in quel momento non potevano concedersi. L'altro annuì positivamente. Si ritrovarono presto loro due soli a camminare lentamente sotto il porticato in marmo che collegava il giardino interno a quello esterno del castello, luogo che Taehyung amava e che gli trasmetteva tranquillità.

«Di cosa volevi parlarmi?» domandò lei, «Volevo chiederti di ritirare l'incarico di Jungkook» disse diretto il ragazzo facendo fare una piccola smorfia alla madre, «Non ho bisogno di protezione, io tra qualche mese raggiungerò la maggiore età e diventerò il re di questo regno, sono abile con la spada e ho vinto molti scontri quind-» non riuscì a finire il suo discorso che la donna arrestò i suoi passi e si voltò a guardare negli occhi il figlio. «Taehyung non è una faccenda su cui discutere questa, te l'ho già detto più volte e sai che odio essere ripetitiva, ho già deciso, la questione finisce qui» espresse la reggente con tono rigido e solenne, non voleva far preoccupare il giovane, perciò gli nascose il vero motivo di quella decisione. La madre, dopo aver ricevuto una lettera anonima in cui veniva minacciato di morte il suo amato figlio, non aveva esitato ad affidare Taehyung nelle mani del cavaliere più valoroso di tutta la Corea.

Sperava di salvarlo fidandosi di Jungkook, peccato non sapesse che agendo in quel modo, sarebbe stato proprio quest'ultimo la rovina di Taehyung, colui che lo avrebbe portato maggiormente all'esasperazione e, addirittura, alla pazzia.




 

Dopo il discorso di sua madre rimase spiazzato e forse anche un po' deluso, lui aveva sempre avuto un buonissimo rapporto con lei basato sul dialogo e la fiducia reciproca, si era sempre confidato, eppure da quando era morto suo padre sembrava che il suo animo si fosse raffreddato e avesse perso completamente la vitalità e lo spirito che la caratterizzavano.

A Taehyung tutto ciò dispiaceva, quasi gli venivano le lacrime, poiché sua madre era la sola con cui riusciva veramente a parlare a cuore aperto ma, quella volta, non fu così, era come se quell'argomento non potesse essere toccato in una conversazione.

Il ragazzo, come era solito fare da bambino, si rifugiò nella sala del trono dove due immense e lussuose sedie si ergevano imponenti al suo interno. Da più piccolo il castano si divertiva a sedersi al posto del padre e simulare la sua futura incoronazione, ma ora tutto quello gli ricordava la morte del re.

Taehyung non si riuscì a trattenere e scoppiò a piangere, raggiunse gli scalini che elevavano le due sedie dal pavimento e si nascose proprio dietro una di esse. Non amava farsi vedere così debole agli occhi degli altri, in fondo lui era un principe e come tale non doveva scomporsi, doveva celare le proprie emozioni davanti al popolo, come se fosse disumano. Sarebbe stato scandaloso vedere un futuro re frignare come un bambino.

Si prese le ginocchia tra le braccia e vi appoggiò sopra la testa, singhiozzò ininterrottamente fino a che il cigolio di una porta che si apriva non gli fece tappare la bocca con una mano. «Taehyung?» la testa di Jungkook sbucò proprio nel momento più sbagliato, il più piccolo non voleva farsi vedere fragile proprio davanti alla persona che più detestava. Il corvino era entrato nella stanza e i suoi occhi avevano ispezionato la sala in cerca di quelli dell'altro.

Li trovò arrossati e ancora patinati di lacrime, il cuore di Jungkook si fermò per un istante, mosse qualche lento passo verso di lui «N-No, ti prego non ti avvicinare» lo bloccò il castano supplicante. «Stai bene?» gli chiese dolcemente il cavaliere, il respiro di Taehyung si arrestò al tono delicato che usò l'altro -ah allora sa essere anche gentile- si sorprese.

«S-Si» si alzò in piedi asciugandosi alcune delle lacrime che gli erano scese lungo le guance, camminò spedito verso la porta per uscire da quella sala opprimente e intrisa di ricordi troppo vividi nella mente del povero ragazzo. Superò la figura di Jungkook, senza far incrociare mai il suo sguardo con quello dell'altro, ancora fisso nella posizione iniziale.

Sarebbe stato troppo facile fuggire da lì senza avere domande scomode a cui rispondere, fortunatamente fu ciò che successe proprio all'interno di quelle quattro pareti. Fu un'altra cosa a stupire e intrattenere il castano lì, e quella cosa furono proprio le braccia forti del corvino.

Jungkook non era mai stata una persona empatica, "la sofferenza degli altri deve rimanere negli altri" pensava ogni qualvolta uccideva un soldato in un combattimento o un nemico in guerra, ma quella volta non riuscì a restare indifferente e apatico agli occhi pregni di lacrime del principino. Qualcosa in lui, nemmeno egli nella realtà sapeva cosa, era scattato, tanto da afferrare il polso del più piccolo, farlo voltare e stringerlo tra le sue braccia in modo tale da confortarlo il più possibile.

Non lo aveva mai fatto con nessun altro perciò l'imbarazzo prese possesso del suo corpo e dopo vari istanti, in cui il suo calore si era iniziato a diffondere anche nel corpo dell'altro, si staccò da quell'abbraccio così bello e piacevole. Taehyung era sorpreso da quel gesto, ma ancor di più lo era per l'accenno di rossore che dipingeva le guance del corvino.

Le sue labbra si erano praticamente spalancate a quella vista «Chiudi la bocca o ci entreranno le mosche» ed ecco di nuovo quel ghigno arrogante che Jungkook aveva stampato sul suo volto solo per nascondere il suo imbarazzo in quel momento. Uscirono dalla stanza senza fiatare, non ce ne era bisogno, sapevano entrambi che non dovevano fare parola con nessuno di quello che era successo tra di loro.

Taehyung non lo riusciva proprio a capire e odiava tutto ciò che non era capace di comprendere, ma si sa che l'amore e l'odio sono emozioni umane talmente simili che si alimentano a vicenda.

~

Sono 1720 parole, quindi perdonatemi il ritardo nella pubblicazione del capitolo perfavore...🌈
Spero vi sia piaciuto🦄

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Capitolo 4
*** †04† ***


Taehyung amava guardare il tramonto, lo rilassava e lo faceva riflettere, e in quel momento ne aveva davvero bisogno. Il cielo si colorava contemporaneamente di mille sfumature e il castano ne rimaneva ogni volta affascinato. Il sole riusciva a tuffarsi in mezzo alle montagne che circondavano il castello, per lasciare spazio alla luna e al suo colore latteo. I piedi scalzi che calpestavano l'erbetta del giardino, il venticello fresco che scompigliava leggermente i capelli del ragazzo e i suoi occhi puntati sull'orizzonte per ammirare quell'esplosione di colori.

Taehyung doveva pensare, era confuso, perciò si trovava lì a quell'ora. E ovviamente la persona che non abbandonava la sua mente per nessun motivo, da quando l'aveva conosciuta, era sempre la stessa: Jungkook.

Da quando erano rimasti soli loro due per allenarsi con la spada, da quando lo aveva abbracciato così dolcemente e senza un apparente secondo fine, solo per consolarlo, non riusciva a non pensare a lui e al suo calore, alle sensazioni piacevoli che gli aveva fatto provare in contrasto con la sua arroganza caratteriale, al suo corpo tonico, al battito accelerato del suo cuore, al rossore sulle sue guance. Perchè gli rendeva tutto così difficile? Perchè lo faceva andare così in confusione? Perchè la sua bellezza lo attraeva in quel modo? O forse non era solo quella?

Il flusso di pensieri che scorreva nella mente del principe, venne interrotto da un rumore non troppo lontano da lui. Si voltò di scatto indietro con la testa, ma non vide nulla, solo una distesa di prato verde scuro. Taehyung comprese, solo in quel momento, che era rimasto in quel giardino più dell'orario del tramonto, tanto che il buio era diventato sovrano di quell'ambiente.

Il ragazzo si maledì mentalmente per non aver preso una lanterna per farsi luce, sospirò e tornò lentamente sui suoi passi per rientrare al castello. Un brusio, stavolta più udibile, lo fece nuovamente bloccare sul posto «Jeonbiscotto so che sei tu, mi vuoi fare paura, ma non ci casco» parlò al vento con un sorrisetto. «Jungkook, ora che ti ho scoperto puoi anche farti vedere» espresse con un tono divertito, era la seconda volta che lo riusciva a "battere". «Jungkook?» continuò, dopo qualche secondo, un po' spaesato e confuso.

«TAEHYUNG SCAPPA!» un urlo arrivò dritto alle orecchie del principe che si immobilizzò. Aveva riconosciuto benissimo quella voce e l'aveva subito associata ad un'unica persona: Jungkook. Il castano si voltò nella direzione di quel grido e vide il corvino che combatteva con la spada contro tre uomini molto più alti e grossi di lui, ma la cosa che notò in seguito gli fece gelare il sangue e lo fece scattare in avanti correndo il più velocemente possibile verso le mura difensive del castello: un giovane robusto ma agile lo stava rincorrendo con il solo intento, probabilmente, di ucciderlo.

I piedi nudi di Taehyung si riempirono presto di tagli, il respiro gli venne a mancare, le sue gambe iniziarono a perdere velocità e aderenza al terreno e la vista si iniziò ad annebbiare a causa dell'oscurità di quella notte. Il principe, però, non poteva fermarsi nemmeno per riprendere fiato, perchè il suo inseguitore era a poche falcate da lui.

Il corpo del castano venne intrappolato da due possenti braccia, che quasi non lo stritolarono per la forza con cui lo avevano afferrato e stretto. Iniziò a dimenarsi e a urlare per chiamare aiuto, ma fu tutto inutile «Non ti sentirà nessuno, sei ancora troppo lontano dal castello» rise l'uomo bloccando con una mano i suoi polsi, mentre con l'altra andò a tappargli la bocca. Peccato che non avesse fatto bene i conti con il caratterino impulsivo del ragazzo, che andò a mordere la sua mano affondando con i denti nella sua carne, per riuscire a respirare di nuovo.

Un'idea venne in mente al giovane che subito si preoccupò di mettere in atto: piegò i polsi in avanti e spinse con le gambe, come gli aveva insegnato Jungkook, il corpo di quello sconosciuto, che cadde atterra e lasciò libero Taehyung. Cominciò nuovamente a correre velocemente con il cuore che batteva fortissimo nella cassa toracica, sia a causa dell'affaticamento sia al pensiero del corvino che stava combattendo da solo contro tre, e forse più, uomini. Doveva assolutamente raggiungere in fretta il castello per poter inviare delle guardie ad aiutarlo, non poteva lasciarlo solo.

Arrivò a pochi metri dalle mura del castello, ma nessuno ancora venne a soccorrerlo, poichè il buio della notte non permetteva di vedere oltre al proprio naso. Un altro uomo sbarrò la strada del principe ma questo, a differenza dell'ultimo, aveva anche una spada che stava puntando alla giugulare del ragazzo. Iniziò lentamente a indietreggiare spaventato.

«Non sai da quanto tempo ho aspettato per poterti uccidere» cominciò lui, «Tutti credono che sia tu il salvatore dell'impero, colui che proteggerà il regno dalle minacce del nemico, ma come può un ragazzino piccolo come te difendere l'impero? Sono solo stronzate queste!» il respiro gli si era fermato e la punta della spada premeva sempre più forte contro la sua gola. L'uomo rise amaramente «Ma ora che ti ho visto, non sono più così convinto di volerti uccidere. Insomma, perchè sprecare un faccino tanto bello e un corpo perfetto per essere scopato?» a Taehyung vennero brividi di ribrezzo a quell'affermazione, inorridito da quelle mani callose che stavano toccando la sua pelle ancora pura. In quel momento si sentiva indifeso e impotente, si sentiva come se la lama, che puntava quello sconosciuto verso di lui, lo stesse squarciando dall'interno.

Voleva piangere e urlare perchè non aveva mai provato così tanto disgusto e dolore, aveva sempre vissuto sotto la protezione dei genitori, come poteva sapere che al mondo esistessero anche persone così malvagie? Non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di vedere delle lacrime uscirgli dagli occhi. Lui non era affatto debole.

Lo sconosciuto portò indietro il braccio per caricare il colpo e trafiggere con la lunga spada la gola del castano, ma ciò non accadde. La lama tagliente fece sanguinare il corpo di un'altra persona che si frappose tra i due. La spada squarciò la pelle lattea di Jungkook che si era posizionato tra loro per impedire l'omicidio del principe.

Il metallo del pugnale del corvino, nello stesso momento, infilzò il cuore dell'uomo, facendolo morire sul colpo proprio davanti ai loro occhi. Taehyung rimase immobile e scioccato da quella scena orrorosa, in tutti quegli anni non aveva mai assistito ad un'uccisione, le gambe gli tremavano terribilmente e la paura che anche Jungkook potesse morire si propagò per tutti il suo corpo.

Il cavaliere cadde atterra senza forze emettendo un verso gutturale, il castano si sentiva così inutile perchè non sapeva assolutamente cosa fare. Nessuno lo aveva mai istruito su quel campo, lui aveva studiato solo materie futili per governare al meglio un regno, no di certo come salvare qualcuno.

«J-Jungkook i-io non-» balbettò spaventato il principe piegandosi sulle ginocchia per avvicinarsi al suo corpo disteso sull'erba leggermente bagnata dalla rugiada, venne interrotto da un sorriso di Jungkook che scaldò completamente il cuore impazzito dell'altro «Shh, tranquillo è solo un graffietto, ha sbagliato la mira e ha colpito la spalla non un organo vitale».

«O-Okay» si tranquillizzò leggermente a quelle parole, «Fai dei respiri profondi» gli disse con tono calmo il corvino e l'altro eseguì. Tra i due quello ferito sicuramenta sarebbe sembrato Taehyung se non fosse stato per il sangue che continuava a fuoriuscire dal profondo taglio che gli aveva inflitto la spada. La veste bianca di Jungkook si stava mano a mano tingendo sempre più di rosso scarlatto e le forze stavano abbandonando il corpo del cavaliere.

Le palpebre divennero improvvisamente pesanti «No, n-no, no, Jungkook tu non p-puoi morire, se no chi continuerà a-a prendermi in giro?» Taehyung cercò in tutti i modi di farlo restare sveglio parlando con lui. Il castano non voleva e non doveva piangere, ma alcune lacrime sfuggirono comunque al suo controllo.

Agì in modo istintivo, si strappò un pezzo del tessuto costoso che avevano usato le sarte per cucire il suo hanbok reale e lo posò sulla ferita in modo da fermare il più possibile il sangue. «J-Jungkook?» singhiozzò accarezzando la guancia fredda del ragazzo.

Una guardia che, fortunatamente, stava passando di lì per controllare il perimetro udì il pianto di Taehyung e si avvicinò a loro due. «Lo a-aiuti la prego, sta m-morendo» balbettò guardando la guardia che velocemente prese in braccio il corpo del corvino e si diresse all'interno del castello seguito subito dopo dal castano.

Lo portarono immediatamente in infermeria dove trovarono il medico ancora sveglio, anche a quella tarda ora, che stava disinfettando dei tagli a un servitore. «Oddio, ma cosa gli è successo?» Seokjin, il medico, sconvolto iniziò a fare il suo lavoro per tentare di salvarlo. Taehyung al suo fianco piangeva silenziosamente per non disturbarlo.

L'esistenza di Jungkook si trovava al confine tra la vita e la morte. Si sarebbe svegliato o avrebbe abbandonato quel principino viziato dal sorriso tenero?

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Capitolo 5
*** †05† ***


Il tempo sembrava essersi fermato per Taehyung che era in attesa da troppo di un riscontro da parte del medico. Il ragazzo era uscito dalla piccola stanza in cui Seokjin stava curando il corvino per prendere un po' d'aria fresca: quel luogo era troppo opprimente per i suoi gusti.

Il castano si sentiva terribilmente in colpa: quegli uomini stavano cercando lui, Jungkook non c'entrava nulla in tutta quella situazione, eppure, era l'unico a essersi ferito. Taehyung, però, era fatto così, si incolpava per tutto, anche se la colpa, la maggior parte delle volte, non era sua. In fin dei conti, il cavaliere aveva solo svolto il suo compito: salvare la vita del futuro re piuttosto che la sua. Ma l'avrebbe fatto anche se Taehyung non fosse stato il principe?

Seokjin uscì finalmente dallo stanzino e si avvicinò al ragazzo, «Si riprenderà presto, gli serve solo tanto riposo e di non fare assolutamente sforzi» gli sussurrò per non svegliare tutto il castello essendo notte inoltrata. «Grazie» il castano si inchinò davanti al medico asciugandosi le ultime lacrime, «Ho fatto solo il mio dovere, maestà. Ora se vuole può entrare nella stanza, sta dormendo, gli ho dato alcune erbe per fargli passare più in fretta il dolore e per far cicatrizzare più velocemente la ferita. Se ha bisogno di me nuovamente mi faccia chiamare. Buonanotte» gli sorrise e si dileguò per raggiungere le sue camere.

Taehyung entrò facendo piano per evitare di svegliarlo. Si posizionò al suo fianco in quel piccolo lettino, spense con un soffio la candela che illuminava lievemente quello stanzino e si accoccolò sul petto, nudo e fasciato dalle bende, del corvino. Inspirò il suo buon odore, si sentì per pochi secondi in paradiso, ma poi dovette espirare e quella sensazione svanì. Perchè mai con Jungkook al suo fianco si sentiva così strano?

Il principe cercò di darsi una spiegazione per tutto quell'interesse, ma l'unica risposta che rielaborò la sua mente non la prese nemmeno in considerazione -provi interesse verso Jungkook-, non poteva essere vero, lui lo detestava. Ma perchè allora si sentiva così in sua presenza?

La notte era padrona di quel luogo e i raggi lunari illuminavano lievemente i loro visi. Il flusso di pensieri che vagava per la testa di Taehyung fu interrotto dalla sua stanchezza, sia fisica sia mentale. La sonno prese possesso improvvisamente del corpo del castano che si addormentò stretto al petto dell'altro senza nemmeno accorgersene.

 

 

 

Il sole era ormai sorto da un bel pezzo eppure quei due non avevano intenzione di svegliarsi, stando, inconsciamente, troppo bene uno tra le braccia dell'altro. Nessuno era consapevole di cosa stava succedendo all'interno di quella stanza, nemmeno loro che ci erano dentro.

I raggi andarono a disturbare la vista del corvino che subito mugugnò qualcosa di incomprensibile, cercò di girarsi dalla parte opposta alla luce ma qualcosa, o meglio qualcuno, glielo impedì. I capelli morbidi e setosi di Taehyung andarono a solleticargli il petto e non potè non ridere silenziosamente -si è seriamente addormentato su di me?-.

Il principino viziato era davvero uno spettacolo per gli occhi, doveva ammetterlo, in più in quel momento risultava maggiormente tenero per via dei suoi occhietti a mandorla chiusi, i muscoli rilassati e la bavetta alla bocca, okay no forse quest'ultima poteva evitarla.

Portò una mano ad accarezzare quelle ciocche castano chiaro che ricadevano perfettamente e dolcemente sulla fronte di Taehyung. Le sue labbra rosse rilasciavano sospiri regolari. Le sue gote erano leggermente rosee come quelle di un bambino.

Il corpo del più piccolo venne scosso da un brivido di freddo causato dal venticello mattutino che era entrato nella piccola stanzina in legno dagli spifferi. Si avvicinò maggiormente, in un gesto involontario, al calore che emanava la pelle del più grande fino a far sfiorare i loro nasi e le loro labbra. A Jungkook venne la pelle d'oca e non si spiegò il motivo per cui non ebbe l'impulso di allontanarsi da lui.

Le palpebre di Taehyung si schiusero piano piano, i suoi occhietti scuri e grandi si andarono subito a posare su quelli del corvino che lo stava osservando, adesso, con un sopracciglio alzato ma allo stesso tempo con uno sguardo intenerito e divertito. La sua mano andò a strofinare quella parte ancora leggermente assonnato e ancora inconsapevole su chi si fosse addormentato.

Le sue dita andarono a tastare leggermente gli addominali scolpiti del cavaliere e chiese in un sussurro rivolto a se stesso «Come mai il mio cuscino è così duro?» era ovviamente una domanda retorica data dall'inconsapevolezza di dove si trovava e, principalmente, con chi si trovava. La risposta arrivò comunque da parte dell'interlocutore che con uno sbuffo divertito disse «Ma, guarda non saprei proprio...».

Taehyung spalancò gli occhi e in un secondo si ritrovò con il busto alzato e distanziato dal corpo del corvino «Jungkook ma tu che cos-» prima di finire la frase si guardò intorno e realizzò, solo in quel momento, che quella non era la sua camera da letto, ma bensì la stanza in cui Seokjin curava i suoi pazienti.

Il principe non poteva essere più in imbarazzo di così, le guance gli si erano arrossate a dismisura e il suo sguardo si era abbassato per la vergogna, in fin dei conti era la prima volta che dormiva con qualcuno che non fossero i suoi genitori e, specialmente, con un ragazzo che gli lasciava la testa piena di dubbi.

«Scusa» sussurrò alzandosi da quel lettino minuscolo sempre con il capo abbassato. Jungkook non rispose, avrebbe voluto sicuramente fare una battutina delle sue per stuzzicare ulteriormente il castano, ma, quella mattina, si trattenne per evitare di mettere ancora più a disagio il principino: era riuscito a percepire il suo forte imbarazzo, quindi stette in silenzio e continuò a mantenere il suo sguardo fisso, ma non ricambiato, sul castano.

«I-Io ora vado. Il medico ha detto che devi stare a riposo e non sforzarti, quindi ti lascio dormire» il più piccolo voltò le spalle e fece un passo verso la porta per uscire, ma la voce del corvino che richiamò il suo nome, lo fece girare di scatto e puntare i suoi occhi in quelli dell'altro. «Mh?».

«Grazie per essere stato con me tutto il tempo e non avermi lasciato solo questa notte» disse trasparente il cavaliere e ciò fece sciogliere il cuore di Taehyung, non lo aveva mai sentito parlare in modo così sincero. Le guance del ragazzo presero nuovamente una sfumatura rossastra. Non gli rispose, in realtà non sapeva cosa dire: lui si era semplicemente addormentato perchè eccessivamente stanco e perchè il calore del corvino lo aveva fatto rilassare troppo. Gli rivolse un timido sorriso e se ne andò senza dire una parola.

Appena uscito dalla stanza, chiuse la porta e ci si appoggiò con la schiena sopra. Portò una mano al petto e potè sentire quanto veloce stesse battendo il suo povero cuoricino.

Jungkook lo destabilizzava, questo era certo, ma perchè il suo muscolo pulsasse all'impazzata non gli era ancora chiaro. Forse provava qualcosa per quel cavaliere? Ma che cosa e, soprattutto, come era possibile?

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Capitolo 6
*** †06† ***


Taehyung avrebbe voluto parlare con qualcuno dei suoi sentimenti verso il corvino, in realtà non sapeva nemmeno lui come definirli, avrebbe voluto confidarsi magari con un amico. Solitamente lo faceva con la madre, ma quella volta non gli era stato concesso.

I genitori del ragazzo, fin dalla nascita, lo avevano da sempre "protetto" da qualsiasi minaccia, da chiunque si volesse avvicinare a lui, da una qualunque persona a cui si sarebbe potuto affezionare, come un amico. Lo avevano privato delle esperienze che avrebbe dovuto sperimentare solamente vivendo, per non rischiare che venisse influenzato da persone malvagie che avrebbero voluto usurpare il suo potere. Lo avevano sempre isolato dal mondo esterno, lo avevano cresciuto in una bolla fatta solamente di studio della storia e di discipline politiche: non aveva mai vissuto veramente.

Solo ora iniziava a comprendere tutto ciò, solo dopo aver conosciuto Jungkook, solo dopo aver provato emozioni così nuove per lui, che gli avevano finalmente fatto aprire gli occhi: si era svegliato dallo stato di passività che lo aveva caratterizzato tutti quegli anni, quello stato di sottomissione impostogli dagli stessi genitori.

Quella notte non era riuscito a dormire bene, forse gli era venuto qualche malanno a seguito della corsa che aveva fatto in piena notte, al buio e al freddo, per scappare dagli uomini che lo volevano aggredire o, forse, perchè dopo la sera precedente, dopo aver sperimentato il calore del corpo di Jungkook, ne sentiva talmente la mancanza che non poteva più farne a meno.

Le occhiaie erano marcate, i capelli scompigliati, la pelle imperlata di sudore e il suo respiro era affannato. Il sole stava quasi per sorgere, ciò significava che erano indicativamente le sei di mattina e che si era svegliato troppo presto per svolgere qualsiasi attività volesse; solitamente, infatti, la vita al castello cominciava circa per le otto di mattina.

Taehyung decise di farsi un bagno rilassante per sciacquare via i troppi pensieri che stavano iniziando a mescolarsi nella sua testa. Si avvicinò alla vasca, creata da una miscela dei metalli più pregiati, posizionata al centro della grande sala da bagno e aprì l'acqua calda. Il vapore riempì velocemente quella stanza tanto che gli specchi presenti si appannarono completamente. Il principe fece scivolare lungo il proprio corpo le sue vesti notturne e si immerse nel tepore di quel liquido. Tutto ciò poteva essere veramente chiamato tranquillità.

Dopo circa un'ora passata mollemente a bagno, si asciugò e passò altri minuti a cospargere il proprio corpo di unguenti e creme preziose, amava prendersi cura della propria pelle. Indossò il suo costoso hanbok e uscì dalle sue camere e si diresse dalla persona che lo avrebbe sicuramente portato alla pazzia con tutta la confusione che gli faceva nascere nella mente. Si fermò qualche minuto nelle cucine e prese la colazione per due, che consisteva in una ciotola di riso, del kimchi e della zuppa con trippa di maiale.

Entrò nel piccolo stanzino in cui stava dormendo, dalla notte scorsa, Jungkook. Non si era ancora ripreso del tutto da quella ferita profonda, quindi Seokjin, per precauzione, lo aveva fatto rimanere lì. Il corvino si trovava ancora nel mondo dei sogni, perciò Taehyung fece piano per non svegliarlo.

Si sedette accanto a lui su quello stretto lettino e lo osservò dall'alto. Doveva ammettere che risultava ancora più bello con i lineamenti rilassati al posto di quel ghigno fastidioso e stranamente attraente che aveva perennemente stampato sul viso. Il castano, quasi involontariamente, si avvicinò con il busto verso il suo corpo tonico e sorrise impercettibilmente.

Le dita lunghe del principe sfiorarono quelle ciocche nero pece ma, subito dopo, per paura di svegliarlo, le ritirò velocemente. Il ragazzo al suo fianco non si mosse nemmeno di un millimetro, quindi accarezzò, questa volta con più intensità, i suoi morbidi capelli. Si spostò delicatamente sul suo volto dai lineamenti perfetti e dalla pelle diafana.

Il suo sguardo finì sulle sue labbra rosse e leggermente screpolate, le falangi saettarono subito in quel punto e constatò quanto piacevolmente morbide fossero. I denti di Taehyung affondarono nel suo labbro inferiore per frenare quella voglia di avvicinarsi a lui e far scontrare la sua bocca con quella dell'altro. Ma ciò, purtroppo, non successe, poichè il cavaliere, ancora ad occhi chiusi, schiuse le labbra e iniziò a parlare «Mi sento davvero lusingato che il principino mi abbia fatto visita quest'oggi».

Taehyung balzò giù dal letto urlando in modo poco virile per lo spavento, di certo non si aspettava che Jungkook fosse sveglio, ma realizzare che lo aveva colto proprio in flagrante lo fece immobilizzare per il terrore, cos'avrebbe dovuto fare ora? Sarebbe stato troppo imbarazzante ammettere che avrebbe tanto voluto baciarlo!

«Hyung mi hai fatto prendere un infarto!» esclamò il principe con la mano sul cuore che batteva all'impazzata, ma forse non solo per lo spavento. Il suo sguardo finì sul corpo del corvino ancora sotto a una coperta di lana spessa per proteggersi dal freddo della sera, quest'ultima, però, durante la notte si era alzata leggermente e gli aveva lasciato scoperte completamente le gambe e il torace. Realizzò solo in quel momento che il cavaliere era praticamente nudo, se non per quel tessuto ad avvolgere il suo bacino. Le guance di Taehyung si infuocarono, come aveva fatto a non notarlo?

«Che cosa stav-» la frase che cercò di formulare il ragazzo venne bloccata da un Taehyung paonazzo che esclamò un «Ti ho portato la colazione!» per smorzare l'imbarazzo creatosi. Jungkook rimase piacevolmente sorpreso da quella sua affermazione e, per la seconda volta, sorrise sinceramente e ciò contagiò anche l'altro.

Mangiarono in un religioso silenzio finchè a spezzarlo non fu proprio il principe, ci aveva riflettuto tutta la notte, e ora sapeva cosa dire «G-Grazie per avermi salvato la vita» eppure le sue guance si tinsero nuovamente di rosso. Di nuovo Jungkook sorrise a quelle parole e
al viso imbarazzato del principe, era troppo tenero, non poteva fargli battere così forte il cuore.

Ridacchiando aggiunse «Il dottore ha detto che ti serve tanto riposo per riprenderti, il che vuol dire che per un po' sarò libero di fare quello che voglio» espresse vittorioso. «Scommetto che ti annoierai senza di me a farti compagnia» espresse sicuro Jungkook, «E comunque non pensare che io non ti tenga d'occhio in ogni caso» risero insieme ed entrambi si sorpresero perchè in quei minuti di compagnia si trovarono davvero bene l'uno con l'altro.

Che stesse germogliando qualche sentimento particolare fra loro? E se quest'ultimo fosse stato alimentato dal corso della storia, come se fossero stati proprio il destino, il fato o addirittura gli dei a volerlo?




 

«Taehyung, Jungkook, vi stavo cercando» la madre entrò nella stanzetta interrompendo la colazione silenziosa e leggermente imbarazzante dei due ragazzi. «Cosa c'è madre?» il principe si accigliò, il volto della donna era diverso dal solito, freddo, senza emozioni: impassibile. «Ho bisogno che voi mi raggiungiate il più presto possibile nelle segrete» e con quelle parole la reggente uscì dalla stanza lasciando entrambi sconcertati.

I ragazzi finirono di mangiare e si recarono subito dopo nelle prigioni del castello, luogo buio e cupo che a Taehyung faceva accapponare la pelle ogni volta. Quasi in un gesto inconscio afferrò il braccio di Jungkook come per proteggersi da ogni spirito maligno che occupava quel posto raccapricciante. Dopo secondi di sorpresa, il corvino ghignò «Il principino ha paura dei fantasmi per caso?», oh, eccome se ne aveva ma non l'avrebbe mai ammesso davanti a lui. «Certo che no! Ho solo...solo...freddo» inventò la prima scusa che gli saltò in mente staccandosi dal braccio dell'altro -da quanto stiamo camminando in questo corridoio tenebroso? Possibile che non finisca più?!-. «Certo, certo» ridacchiò il corvino puntando lo sguardo sull'hanbok pesante di Taehyung, gli venne quasi spontaneo pensare che fosse un adorabile fifone.

Finalmente arrivarono davanti alla cella indicatagli dalla madre e il principe tirò un sospiro di sollievo. Entrarono tra quelle pareti in roccia completamente ricoperte di muschio verde scuro, e la puzza di marcio si insinuò terribilmente tra le loro narici il che provocò una smorfia di disgusto sul loro viso.

La madre li attendeva proprio lì di fronte, gli occhi iniettati di sangue che lasciavano trasparire tutta la sua rabbia e la fronte leggermente sudata. «Taehyung, è ora che tu impari anche la parte violenta e vendicativa del governare un impero» quelle parole dette dalla donna inquietarono parecchio il figlio, ma ciò che gli fece mozzare il respiro in gola fu riconoscere l'uomo che lo aveva aggredito l'altro giorno dietro la figura della madre.

Si trovava disteso su un piano di legno freddo, le corde, che gli legavano sia i polsi sia le caviglie, erano fissate a due manovelle; la sua espressione era sofferente, i suoi vestiti sgualciti erano intrisi di sangue e sudore. Che cosa gli stavano facendo? Perchè si trovava lì?

«Madre io non capisco» Taehyung si ritrovò a distogliere lo sguardo dall'uomo per puntarlo su quello severo della madre. «Certo che non capisci Taehyung, non hai mai visto una cosa del genere, non hai mai torturato un uomo per estorcergli informazioni utili sul nemico» la reggente fece un cenno a un servo, che si trovava di fianco a quel macchinario, che girò la manovella con forza e tirò le corde legate all'uomo.

Un urlo di straziante sofferenza rimbombò tra quelle pareti, il respiro gli si fermò nuovamente in gola alla vista del dolore lancinante che stava provando il torturato. «Allora? Continui a non rispondere? Perchè il vostro re mi ha inviato quella lettera?» la voce della madre era intrisa d'ira, in tanti anni non l'aveva mai vista così «I-Io–AH–N-Non lo so» rispose lui con voce tremante, «Sciocchezze! Devi dirmelo!» il principe si spaventò a quel tono rabbioso. Quella non era la donna dolce e gentile che aveva dato alla luce e cresciuto Taehyung, non poteva essere lei.

Altri strazianti gemiti di dolore fuoriuscirono dalle labbra dell'uomo, il castano distolse lo sguardo e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Si avvicinò sempre di più alle braccia di Jungkook, come se tra esse avesse trovato protezione e conforto. Egli lo strinse in un gesto affettuoso. Come poteva quella donna tanto dolce all'apparenza far torturare un uomo che sicuramente aveva una famiglia e magari dei figli a cui voleva bene, solo perchè era un nemico del regno? Si certo avrebbe voluto uccidere il principe, ma solo perchè gli era stato ordinato dai suoi superiori, magari nemmeno per sua volontà.

«BASTA!» il castano non ce la fece più a sopportare quella vista di sofferenza, «B-Basta, i-io non p-posso-» le parole interrotte dai singhiozzi del piccolo vennero fermate da quelle severe della madre «È così che si governa un regno Taehyung, con la forza puoi dimostrare la supremazia dell'impero. Se non riesci a sopportare tutto ciò significa che sarai un re debole» l'ultima frase ferì profondamente il figlio. Lui non era fragile.

«No madre ti sbagli, io non sarò un re debole, non inseguirò ideali futili come conquistare territori uccidendo e sottomettendo popolazioni innocenti, sarò più forte e intelligente tanto che bandirò la violenza nel mio regno, perchè la guerra porterà sempre solo a conflitti sanguinosi che coinvolgeranno persone incolpevoli, utilizzerò solo la parola perchè comunicare è meglio di uccidere. È la violenza a rendere debole l'animo delle persone, non il dolore» quelle parole vennero gridate con tanta impetuosità che fecero quasi tremare le pareti della stanza. Il principe voltò le spalle a sua madre e camminò senza fermarsi verso l'uscita, si posizionò nel luogo a lui più caro, dove riusciva in qualche modo a confortare il suo animo e comunicare con il padre: la sala del trono.

«P-Papà, io non voglio fare soffrire le persone, secondo te è questo che mi rende debole? Dovrei uccidere secondo te? Ma i-io non voglio farlo!» parlò al vento seduto proprio di fronte al ritratto del padre «Vorrei diventare un re saggio proprio come te e il nonno» sospirò il ragazzo. «E lo diventerai, con il tempo, ne sono sicuro» Jungkook si trovava alle sue spalle, non l'aveva nemmeno sentito entrare. «Dici davvero?» un sorriso a trentadue denti spuntò sul viso dai tratti infantili del principino. «Si, ne sono più che certo» anche il cuore di Jungkook perse un, o forse anche di più, battito a vedere quegli occhioni speranzosi e sprizzanti di gioia.

Il cuore di ghiaccio di Jungkook avrebbe retto ancora davanti al suo principino, o si sarebbe sciolto e avrebbe iniziato a battere più velocemente in sua presenza?

~

Il capitolo è DAVVERO lungo, spero non risulti noioso, ma volevo delineare meglio i pensieri del nostro protagonista in relazione al suo regno, quindi diciamo che mi sono un po' dilungata.

Giusto per curiosità, preferite i capitoli un po' più lunghi come questo (1800-2000 parole circa), o più corti (1000-1300 circa)?

Non sta succedendo molto, lo so, ma tra poco preparatevi per una svolta...🙈🙉🙊

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Capitolo 7
*** †07† ***


La notte era padrona della stanza in cui il castano stava dormendo beatamente, avvolto nella coperta di lana e riscaldato dal leggero tepore che emanava il camino acceso.

Era stranamente rilassato, forse perchè stava sognando di stare tra le braccia e di essere accarezzato delicatamente proprio dalla persona che gli aveva salvato la vita, il suo principe azzurro, o avrebbe dovuto dire cavaliere azzurro?

Tutta quella tranquillità, però, venne interrotta da un leggero brusio «Taehyung» un sussurro, «Taehyung, svegliati» un altro, «TAEHYUNG SVEGLIATI!» il castano aprì gli occhi di scatto il cuore che batteva all'impazzata e la visuale ancora annebbiata.

«Taehyung, sbrigati!» la mano di qualcuno lo accompagnò fino al bordo del letto per farlo scendere. Il piccolo si sfregò gli occhi ancora assonnato e gettò uno sguardo a colui che si trovava di fronte. «Dobbiamo andare» e con quelle due semplici parole Jungkook afferrò la sua mano per poi iniziare a correre verso la porta d'uscita trascinando il corpo dell'altro con sè. «Jungkook?» disse perplesso «Io mi devo cambiare, non posso andare in giro con l'hanbok che utilizzo per la notte» egli non rispose, si limitò ad aumentare il passo per andare più veloce. Stava ancora sognando per caso?

«Ma che cos-Jungkook perchè eri in camera mia? Cosa sta succedendo? Perchè stiamo correndo? Dove stiamo andando?» una cascata di domande uscirono dalle labbra del principe. La confusione era palese. Il cavaliere continuò a correre senza sosta, aveva una meta ben precisa: la scuderia.

Il corvino, appena vide delle sagome indefinite in lontananza, si voltò improvvisamente in un buio vicolo cieco trasportando con sè anche Taehyung, che si ritrovò appiccicato al muro, una mano a tappargli la bocca, lo sguardo del corvino che gli intimava di fare silenzio e la figura muscolosa dell'altro attaccato alla sua, dato il ridotto spazio in quell'angolo. Stava decisamente sognando!

Passarono quegli uomini in armatura affianco a loro, senza però notarli. «Jungkook si può sapere che sta succedendo?» sussurrò il principe per farsi sentire solo dal proprio interlocutore. «Mi dispiace Taehyung ma non abbiamo tempo per delle spiegazioni» strinse il polso esile del minore e camminò nuovamente a passo svelto.

«Tua madre-dobbiamo andare nelle scuderie» rispose in modo lascivo alle domande del castano, ma tutto ciò non lo soddisfò affatto. «Allora è meglio andare di qua» decise di fidarsi di quel ragazzo, anche senza una spiegazione ai suoi interrogativi. -Avrò fatto la scelta giusta?-

Il più piccolo guidò Jungkook verso una stanza a pochi metri da dove si trovavano in precedenza, la riconobbe subito come quella del trono. Dietro alle sedie reali si trovava una parete immensa costellata da dipinti, ma quello che spiccava per grandezza rispetto agli altri era il ritratto di famiglia raffigurante la reggente, l'ormai defunto re e, tra le sue braccia, un bambino dai lineamenti dolci e dal sorriso appena accennato. Sollevò con non poca fatica quella pesante quanto grande cornice e dietro essa si aprì un tunnel, «È un passaggio segreto, con questa galleria arriviamo direttamente alle stalle» e ci si infilarono dentro in pochissimi secondi.

Il principe, esperto nel destreggiarsi tra i sotterranei polverosi e raramente utilizzati, accese una lanterna e iniziò a camminare «Seguimi» disse semplicemente in modo tale che il ragazzo dietro di lui non si perdesse. In alcuni minuti raggiunsero il luogo da loro desiderato, uno stalliere aveva già preparato due cavalli addestrati per le corse nelle radure. La curiosità mista alla confusione non abbandonavano la mente del minore.

«Sai cavalcare vero?» con un salto il cavaliere balzò sul cavallo dal manto nero pece, proprio come i suoi capelli. «Certo! Ma per chi mi hai preso? Non sono mica un dilettante io!» si vantò delle sue doti saltando anch'egli sopra la groppa dell'animale. «Bene» il corvino era più serio che mai. Ma cosa stava succedendo? Non ci capiva più nulla, esigeva delle spiegazioni! Aveva atteso fin troppo, in fondo era lui il principe e tutto gli era dovuto, proprio come un bambino viziato.

«Finchè non mi dirai cosa diavolo ci facciamo qui io non mi muovo» si impose con un tono quasi arrabbiato. «Il castello è sotto attacco, tua madre mi ha ordinato di portarti al sicuro lontano da qui» sospirò «Dobbiamo muoverci Taehyung, non abbiamo più tempo!» lo spinse a voce ma il castano rimase immobile assimilando troppo lentamente le parole dell'altro, sua madre, il suo castello, il suo regno erano in pericolo e lui stava scappando?

«Jungkook lei dov'è?» domandò con uno sguardo talmente serio che avrebbe fatto tremare chiunque, il ragazzino tenero che arrossiva ad ogni parola che pronunciava l'altro dov'era finito in quel momento? «Io non lo so, non ne ho proprio idea» rispose abbassando lo sguardo, «Dobbiamo trovarla» e con quelle parole Taehyung fece scattare il cavallo in avanti alla ricerca della madre, Jungkook di seguito.

Il castello brulicava di guardie che si stavano accingendo a ordinarsi, una affianco all'altra, sulle mura difensive del castello ed eseguire alla perfezione ciò che avevano imparato agli allenamenti. «Pronti. Mirare. Lanciare» erano quelle le tre parole che si udivano costanti, anche se il castano si accorse ben presto della potenza del nemico che non frenava la propria avanzata o chiamava la ritirata, tutt'altro! Quegli uomini non avevano paura di nulla, nemmeno di morire, e continuavano il loro attacco contro quella struttura tanto imponente.

Trovarono la madre ferita nella stanzetta di Seokjin. «Madre!» il ragazzo si precipitò verso il corpo della donna, «Taehyung?-Taehyung perchè non sei ancora fuori da queste mura?» lanciò uno sguardo di rimprovero al corvino che abbassò il capo. Il viso stanco e affaticato della reggente facevano vedere evidentemente il suo stato di salute.

«Mamma devi venire con noi, devi salvarti» il castano non poteva accettare la separazione dalla madre, almeno non dopo la morte improvvisa del padre, gli rimaneva solo lei della famiglia non poteva abbandonarlo così. «Taehyung, io credo in te, nelle tue capacità decisionali, ho sbagliato a giudicare prematuramente il tuo operato, so che diventerai un re saggio, mi sono sbagliata. Ora, però, devi scappare, devi metterti in salvo, per favore fidati di Jungkook e fuggi da qui, io starò bene» disse la donna prima di fare un cenno al ragazzo dietro il castano in modo tale da farlo andare via.

Ma Taehyung non era stupido, sapeva che la donna non stava affatto bene, e non poteva lasciarla lì in balia del regno nemico. «No madre, io non me ne vado, non prima di aver combattuto valorosamente per difendere te, il mio popolo e il castello» il principe era deciso a restare, ma la reggente era consapevole che sarebbe stato tutto inutile lottare, il nemico era più forte numericamente, e che doveva assolutamente mettere in salvo l'unica possibilità di salvezza per l'impero: Taehyung.

Ella scosse il capo in segno negativo e baciò la fronte del figlio «Ti voglio bene Taehyung e sempre te ne vorrò, ricordalo. Tutte le mie azioni, tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto per te, per il tuo bene, voglio che tu lo sappia. Ora vai, segui Jungkook, scappa da qui e rifugiati nei boschi, lì sarai al sicuro» la donna guardò il più piccolo e gli sorrise teneramente.

Uscirono entrambi dalla stanza lasciando spazio al medico di curare, come poteva, la reggente per impedire la sua morte. Salirono sopra i rispettivi cavalli, chi con le lacrime agli occhi, chi con il solo scopo di non deludere la donna che aveva affidato a lui il suo bambino, e fuggirono da quelle mura.

Cavalcarono per ore e ore tra le radure, nei boschi, ovunque, l'unica cosa che riusciva a vedere Taehyung era solo della vegetazione, fitta o rada, dai rampicanti al muschio, solo esclusivamente piante. Si fermarono alle prime luci dell'alba, dopo aver galoppato l'intera notte.

«Fermiamoci qui per un po', ci riposiamo e ripartiamo» disse Jungkook saltando giù dal cavallo e atterrando su un piccolo spiazzo d'erba fresca e leggermente bagnata dalla rugiada mattutina.

Erano scappati entrambi per sopravvivere all'avanzata dei nemici, ma non avevano messo in conto che avrebbero dovuto passare un tempo indefinito soli loro due tra i boschi e le radure. Ce l'avrebbero fatta a sopportarsi? Ma, la vera domanda da porci è: ce l'avrebbero fatta a far rimanere nascosti i sentimenti che provavano l'uno per l'altro, o questi ultimi avrebbero perso il sopravvento nei loro corpi e li avrebbero portati ad abbandonarsi al piacere?

~

Che mi dite, piaciuto il capitolo?✨

Questo capitolo è un po' di passaggio, da ora inizierà effettivamente il nodo centrale della storia...i nostri protagonisti ce la faranno a non abbandonarsi all'amore, considerato "peccato", tra due ragazzi o succederà comunque qualcosa tra i due?

Questa settimana sarò davvero impeganta, quindi molto probabilmente aggiornerò tra giovedì e venerdì della prossima settimana (spero di riuscire prima ma non assicuro ninte)🤷🏼‍♀️

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Capitolo 8
*** †08† ***


Cercarono di rilassarsi e dormire il più possibile, ma i pensieri di quella stessa notte li tormentavano in continuazione, soprattutto al castano che non riusciva per nulla a prendere sonno. Erano entrambi stesi su quel prato verde, un leggero lenzuolo bianco a coprire ognuno dei due corpi, il fuoco che avevano acceso grazie alla legna trovata nel bosco li riscaldava a malapena e lo sguardo rivolto verso il cielo che piano piano si iniziava a rischiarare alle prime luci dell'alba.

«Jungkook, secondo te mia madre morirà?» il corvino sospirò «Non lo so, non ne ho proprio idea» disse continuando a tenere gli occhi fissi verso l'alto. «Non voglio che muoia, lei è l'unica persona che mi è rimasta della famiglia, non posso perderla» al principe tornarono gli occhi lucidi al solo pensiero. Il cavaliere non rispose, non sapeva bene cosa dire, era a conoscenza che la donna sarebbe morta a breve, molto probabilmente anche prima del loro ritorno al castello, ma allo stesso tempo non voleva far perdere le speranze al più piccolo, non voleva ferirlo rendendolo conscio della cruda realtà.

Dopo qualche minuto di silenzio, il castano parlò di nuovo «Jungkook, ho un po' freddo» affermò con le guance rossastre sia a causa della fresca brezza, sia a causa del leggero imbarazzo. Il corvino gli sorrise timidamente colpendo, in seguito, l'erba al suo fianco accompagnando quel gesto ad un «Vieni qui». Taehyung si alzò subito dal suo posto e si diresse nel punto indicatogli dall'altro, si stese al fianco del corpo del corvino e, dopo qualche minuto di scambi di muti sguardi, si accovacciò più vicino al corpo del maggiore per trovare più calore possibile.

Il fisico del corvino, non si spiegò per quale strano motivo, emanava una temperatura elevata e davvero piacevole in contrasto con l'ambiente esterno. Le braccia di Jungkook si strinsero attorno alla vita esile del più piccolo quasi in un gesto simbolico di protezione che però fecero venire brividi al castano.

«Jungkook, i-io ehm...non riesco a dormire, h-ho paura» ammise il principe a testa bassa per non incrociare lo sguardo dell'altro. «Tranquillo, resterò sveglio io» gli sorrise dolcemente, anche se l'altro non potè vederlo, e per fortuna se no il suo cuore sarebbe impazzito più di quanto già non stesse battendo. «Ma poi dopo sarai stanco, devi riposare anche tu» controbattè alle sue parole «Il principino si sta per caso preoccupando per me?» ridacchiò il corvino facendo imbarazzare troppo il ragazzo, non si stava assolutamente preoccupando per lui, gli era solo venuto spontaneo pensare che il giorno seguente sarebbe stato affaticato nel cavalcare. «Tranquillo starò bene» sussurrò Jungkook all'orecchio del ragazzo troppo orgoglioso per ammettere di starsi preoccupando per quel cavaliere tanto dolce quanto perfido e arrogante.

Passarono interi minuti dove nessuno dei due emise alcun suono, semplicemente si erano lasciati cullare uno dal respiro profondo dell'altro, finchè Taehyung imbarazzato più che mai non parlò di nuovo «I-Io non riesco a dormire» avrebbe voluto aggiungere che la causa era il suo cuore che rimbombava troppo forte nella sua cassa toracica quando era in presenza del corvino, ma quella volta evitò. «Sai, mia madre quando ero piccolo mi cantava una dolce melodia per farmi addormentare, magari funziona anche con te» guardò il castano che annuì semplicemente con la testa affondata ancora sul suo petto. Quanto era adorabile?

Il cavaliere intonò le prime note di ciò che ricordava della melodia cantata dalla madre, ormai troppi anni fa. Il suono soave ed estremamente piacevole della sua voce creava un'armonia perfetta con il cinguettio di prima mattina dei fringuelli e degli usignoli. Taehyung ne rimase estasiato, non pensava che quel ragazzo potesse avere una voce così gradevole alle orecchie di chiunque.

Il castano impiegò poco per addormentarsi cullato da quella dolce melodia, in fin dei conti aveva dormito davvero poco quella stessa notte.

Jungkook smise di cantare quando si accorse che le palpebre dell'altro si erano chiuse. Egli sorrise alla vista dell'altro, come poteva un ragazzino che aveva considerato viziato e bello solo all'apparenza fino a poco tempo prima, scaldargli così tanto il cuore? Come era possibile che in qualsiasi momento lo trovasse tenero? Come potevano le sue labbra, il suo corpo, il suo carattere a volte leggermente viziato, ma comunque meraviglioso, attrarlo in quel modo? Come era possibile?

Non poteva permettersi di provare qualcosa per un ragazzo, o meglio, non si sarebbe affatto preoccupato se si fosse innamorato di un uomo qualunque, ma in questo caso si trattava di un principe, colui che sarebbe diventato a breve il re, non poteva assolutamente mettere a repentaglio la sua reputazione, lo avrebbero considerato tutti come un peccatore se si fosse venuto a sapere del loro rapporto. Il principe doveva continuare la dinastia dei Kim, quindi non si sarebbe potuto concedere a nessuno all'infuori di una nobil'donna della sua stessa stirpe, e questo Jungkook lo sapeva bene, fin troppo.

 

 

 

Gli occhietti di Taehyung si aprirono lentamente e subito la luce forte del sole, in contrasto con il buio della precedente visuale, lo accecò. Quanto aveva dormito? E soprattutto, dov'era Jungkook? Strano come il suo primo pensiero appena sveglio fosse rivolto proprio al corvino.

Si alzò in piedi e scosse leggermente la testa, vagò con lo sguardo di fronte a sè, ma non sembrava esserci nessuna traccia di Jungkook; entrambi i cavalli, però, erano ancora legati. Si sfregò gli occhi per vedere meglio ma nulla, sembrava quasi scomparso nel nulla. Iniziò leggermente a preoccuparsi, e se gli fosse capitato qualcosa?

«Mi stavi cercando per caso?» ed ecco che la sua voce melodiosa quanto fastidiosa tornava a risuonare nelle orecchie di Taehyung, un sospiro di sollievo uscì dalle sue labbra. Si voltò in direzione del cavaliere e lo contemplò in tutta la sua immane bellezza. Il ghigno malizioso sempre e costantemente stampato su quelle labbra perfette, i rami e le foglie secche in mano raccolti per accendere il fuoco e quel sottile strato di sudore, lo rendevano un uomo a cui Taehyung sarebbe volentieri saltato addosso -no okay, datti una calmata, sei un principe puoi farcela a controllare i tuoi impulsi innati e le tue forti emozioni-.

«Cos'è quella faccia? Sono così bello?» e ovviamente quella era una domanda retorica rivolta al principe che conosceva già la risposta: si. «Dai aiutami ad accendere il fuoco che, mentre tu dormivi beatamente, io ho procurato la cena per entrambi: una bella lepre» continuò il più grande appoggiando la legna al suolo e cercando di creare una scintilla tra quelle sterpaglie.

Taehyung lo aiutò e in poco tempo si ritrovarono seduti, uno accanto all'altro, a guardare il fuoco prendere vita e bruciare la legna. «Jungkook» richiamò l'attenzione dell'altro, «Mh?» i loro sguardi profondi si incrociarono e, stranamente, nessuno dei osò abbassare il capo, troppo impegnati a perdersi negli occhi dell'altro.

«Ti devo ringraziare nuovamente per avermi salvato la vita, se non fosse stato per te probabilmente sarei morto durante l'attacco al castello» un respiro profondo interruppe quel flusso costante di parole, «Ma-» il corvino non ebbe neanche la possibilità di parlare che venne interrotto. «Vorrei anche chiederti scusa se all'inizio non mi sono fidato di te, ma ora che mi hai dimostrato la tua lealtà vorrei che tu accettassi queste scuse, lo so che non sono molto rispetto a tutto quello che hai fatto e che continui a fare proteggendomi, ma veramente io-» le sue parole espresse con impeto furono bloccate da Jungkook. «Taehyung, non ho bisogno delle tue scuse, io ho fatto tutto questo perchè volevo farlo. Io ti proteggerò finché vorrai e non lo farò perché dettato da te, da tua madre o da chiunque altro, lo farò solo perchè voglio» ad ogni parola pronunciata, il corvino si avvicinava mano a mano lentamente al viso del castano, fino ad arrivare a pochi centimetri dalle sue labbra.

«Taehyung» le pupille dei due erano incatenate le une alle altre, «Mh?» lo sguardo del più grande si abbassò verso le sue labbra, «Posso baciarti?».

Jungkook non aveva resistito, sapeva quanto fosse sbagliato e quanti rischi avrebbero corso se solo Taehyung avesse accettato, ma egli aveva un bisogno disumano di baciare quelle labbra che, in quel momento, non si era preoccupato delle conseguenze.

A quel punto Taehyung che cosa avrebbe fatto?

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Capitolo 9
*** †09† ***


«A-Aspetta» Taehyung avrebbe voluto veramente baciarlo, ma a quella richiesta da parte del corvino tutte le sue certezze e sicurezze erano crollate, frantumate, dissolte nell'aria come cenere. Il suo cuore scalpitava nel petto e quegli occhi neri che lo fissavano non aiutavano a farlo rallentare. «J-Jungkook i-io non sono sicuro d-di–» non finì di pronunciare quella frase che venne interrotto dalle parole del cavaliere espresse con un tono ferito «Perchè Taehyung? Perchè non mi vuoi baciare? Io non ti piaccio?».

Il principe non lo aveva mai visto così, con quella voce triste e gli occhi lucidi, e a Taehyung faceva male, proprio all'altezza del petto. «I-Io non sono sicuro che sia g-giusto dare il mio p-primo bacio ad u-una persona del mio s-stesso sesso, u-un ragazzo» le labbra del castano tremavano, voleva farlo, allungarsi e far scontrare le loro bocche, sarebbe stato così semplice, ma c'era qualcosa dentro di lui che glielo impediva.

Il corvino si avvicinò ulteriormente all'altro, pose le sue mani proprio sopra le guance arrossate del più piccolo e sorrise amaramente «Per una volta, te lo chiedo per favore, non pensare a cosa sia giusto o sbagliato, per una volta, ti chiedo di essere sincero con me e qualsiasi cosa sceglierai di fare io la rispetterò».

In quel momento tutto era confuso, offuscato nella mente di Taehyung, non era sicuro di nulla, nemmeno di come fare a respirare, ma di un'unica cosa era certo: voleva baciare le sue labbra. Il principe spense tutti i pensieri che gli rimbombavano in testa e ascoltò semplicemente il battito accelerato del suo cuore, causato solo dalla persona che si trovava proprio a pochi centimetri da lui.

Fu un secondo, uno scatto improvviso e inaspettato, il castano si era messo in punta di piedi, aveva chiuso gli occhi e si era lasciato andare alla sensazione fugace della bocca del corvino. Un solo schiocco, un semplice tocco, un singolo bacio era bastato per sorprendere Jungkook che non si sarebbe mai aspettato un gesto di quel tipo da parte del suo principino, non che non gli fosse piaciuto, al contrario stava esplodendo di gioia.

«Non fare quella faccia che mi metti in imbarazzo» ed ecco, di nuovo, che il rossore del castano non faceva altro che scaldargli il cuore. Sorrise, il sorriso più grande che avesse mai fatto e che riusciva a trasmettere solamente felicità, perchè sì in quel momento era dannatamente e fottutamente felice.

 

 

 

«Jungkook fermo!» era ormai da ore che i due ragazzi cavalcavano in mezzo ai boschi ininterrottamente «Non ce la faccio più, sono stanco e affaticato, non riesco a continuare, possiamo riposare un po'?» gli chiese facendo rallentare il passo al suo cavallo. «Hai ragione ci fermiamo qui per la notte, ormai è tardi e viaggiare con il buio non è mai saggio» gli sorrise dolcemente saltando giù da cavallo, e l'altro fece lo stesso.

Ormai il buio era padrone di quell'ambiente, solo la luce lunare riusciva ad illuminare leggermente i volti dei due. Jungkook stese i due lenzuoli bianchi su cui dormire per terra e si voltò verso il più giovane «Visto che non abbiamo acceso il fuoco, dovremo dormire vicini per riscaldarci» parlò senza un minimo d'imbarazzo, al contrario dell'altro che a quella frase le sue guance si colorarono di rosso e gli spuntò un piccolissimo e quasi invisibile sorrisino.

Dopo il bacio, nessuno dei due si era azzardato a toccare minimamente l'argomento, uno per l'imbarazzo che provava ad aver dato il suo primo bacio ad un ragazzo che fino a poco tempo prima odiava, ma che adesso aveva imparato ad amare, mentre l'altro voleva trovare il momento e la situazione giusta per trattare di quello che era successo tra i due e dei sentimenti che provavano l'uno per l'altro.

Taehyung si voltò e camminò verso la sponda di un piccolo laghetto situato di fianco al posto in cui avevano deciso di accamparsi. L'acqua era buia e scura, completamente nera, e rifletteva in modo lieve la luna bianco latte posizionata tra le nuvole in quel cielo stellato. La figura del principe, ai piedi del lago, non si specchiava in modo definito a causa della fresca brezza serale che faceva muovere, anche se di poco, l'acqua di fronte ai suoi occhi.

«Dove stai andando?» Jungkook si accorse dei movimenti del castano, perciò si alzò e lo seguì fino ad arrivare dietro al suo corpo. «Ho voglia di farmi un bagno, è quasi due giorni che non mi lavo e ne ho bisogno» sorrise al corvino prima di cominciare a togliersi le calzature.

«Jungkook, potresti per favore girarti che mi devo spogliare?» gli chiese gentilmente ma il cavaliere rispose con uno sbuffo accompagnato da un «Però quando vieni lavato dai servitori non gli chiedi di girarsi dall'altra parte», questo era vero e ne era consapevole anche il diretto interessato, che però ribattè prontamente «E infatti ti chiedo di voltarti perchè tu sei più importante di un servitore».

Il castano non pensava di averlo detto seriamente, lui lo aveva solo pensato, la colpa era stata della sua bocca che lo aveva espresso in un modo così diretto, si sorprese di se stesso. Anche il corvino rimase leggermente stupito da quella frase, nel giro di qualche ora Taehyung era riuscito a sbalordirlo ben due volte, e bhè a lui non era mai capitato con nessun altro di rimanere senza parole da dire.

«Va bene, va bene, mi giro» ingnorò, per la fortuna del principe, quel discorso e si voltò dando le spalle al castano. La veste scivolò lungo il corpo longilineo e privo di imperfezioni del più piccolo e, quando essa cadde a terra, un brivido di freddo gli percorse la schiena a causa del vento gelido che si infranse contro la sua pelle, scoperta dai vestiti. Jungkook, però, aveva mentito al principe poichè sì, il suo corpo era voltato, ma i suoi occhi erano rimasti puntati su di lui e avevano assistito a tutta la scena rimanendo piacevolmente meravigliato: non avrebbe mai pensato di aver trovato l'incarnazione della perfezione.

Il corpo del giovane venne ricoperto dall'acqua rinfrescante del lago e si rilassò tranquillo che il suo corpo fosse completamente oscurato dal buio. «Jungkook che stai facendo?» chiese Taehyung confuso osservando i movimenti frettolosi del corvino «Mi pare ovvio, ti raggiungo in acqua, anche io ho bisogno di un bel bagno rigenerante» gli sorrise nel modo più innocente possibile «COSA?!».

Jungkook era pazzo questo era certo, sicuramente se non lo fosse stato non avrebbe fatto una follia del genere.

E mentre si spogliava di tutto quello che indossava, Taehyung, nel panico più totale, manteneva gli occhi fissi sul corpo dell'altro che mano a mano scopriva ogni parte. Proprio quando si calò l'ultimo indumento, i pantaloni, il principe si coprì gli occhi con le mani, anche se, ormai, era troppo tardi, aveva già visto, e tutto quello non gli dispiaceva affatto. «Jungkook non puoi venire in acqua, saremo entrambi nudi!» gli ricordò, sempre con gli occhi chiusi, il castano mentre l'altro ridacchiò «Guarda che puoi aprire gli occhi» evitò di proposito la richiesta di non entrare nel lago del principino, prima di avvicinarsi ulteriormente alla riva ed addentrarsi, silenziosamente e senza farsi notare, tra quelle acque. «No grazie, sto bene così» si morse il labbro non sentendo risposta dall'altro.

«Preso!» il corvino sussurrò suadente e d'improvviso all'orecchio di Taehyung che si spaventò e urlò, «Shhh, piccolo sono io» gli baciò dolcemente una guancia per farlo calmare. «Mi hai fatto prendere paura, antipatico!» il più piccolo incrociò le braccia al petto e mise un piccolo broncio proprio come un bambino, mentre l'altro sorrise sornione a quella tenerezza.

«E non ridere, mi hai disubbidito e fatto spaventare, sono arrabbiato con te» lo rimproverò il castano, «Ah si? E allora toglimi tu il sorriso» lo provocò il corvino. Il principe accolse quella sfida e, con dell'acqua, schizzò il viso del maggiore che ritornò serio asciugandosi le goccioline finitegli negli occhi.

«A dire il vero avrei preferito qualcos'altro» espresse il più grande, «E che cosa precisamente?» chiese innocente il castano, sapeva bene che cosa intendeva ma voleva che questa volta fosse il corvino a fare la prima mossa. «Vuoi scoprirlo?» domandò a sua volta l'altro ghignando compiaciuto da quel discorso intriso di doppi sensi. Taehyung annuì.

Si baciarono per la seconda volta, in modo estremamente passionale, diveroso dalla prima volta. La lingua del corvino si insinuò fra le labbra del castano e iniziarono una danza perfetta all'interno delle loro cavità orali, il secondo in modo un po' impacciato. Le dita affusolate e bagnate del principe si strinsero attorno alle ciocche nero pece del maggiore, mentre le mani dell'altro si arpionarono ai fianchi fino a sollevare da terra il corpo del più giovane che cinse con le gambe il suo bacino.

I loro corpi bagnati erano a contatto tra di loro, i loro sguardi erano incatenati, i loro sorrisi indelebili sui loro volti ed erano entrambi estremamente felici. «Taehyung dimmi di fermarmi o io non sarò in grado di farlo da solo» disse il corvino tra un vorace bacio e l'altro. «E allora non lo fare» ansimò il minore incatenando il loro sguardo.

In pochi secondi si ritrovarono con le labbra incollate l'una all'altra troppo desiderose di baciarsi nuovamente, e ancora, e di nuovo, e ancora una volta per sempre...

Peccato che il "E vissero per sempre felici e contenti..." esista solo nelle fiabe lette ai bambini piccoli per illuderli che possa esistere un mondo perfetto, molto lontano da quella che è effettivamente la realtà.

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Capitolo 10
*** †10† ***


!SMUT ALLERT!

– – –

Sapevano fosse una cosa talmente sbagliata quella che stavano per compiere, ma ad entrambi non importava. In quel momento esistevano solo loro due, niente regno di cui occuparsi o nemici da vincere, nessun giudizio da parte altrui, solo il suono dei loro baci proibiti.

Il loro non si poteva ancora definire amore, si conoscevano da troppo poco tempo e nessuno dei due aveva mai speriamentato veramente quel sentimento per riconoscerlo tra tutte le altre miriadi di emozioni che esplodevano all'interno del loro corpo. Però, entrambi, erano consapevoli che tra i due ci fosse qualcosa che li legava l'uno all'altro come un filo, no, una catena che non si sarebbe mai spezzata, che avrebbe sorpassato qualsiasi ostacolo; quel qualcosa era un sentimento sconosciuto, misterioso e allo stesso tempo meraviglioso, che entrambi sapevano non si sarebbero potuti lasciare scappare, non dovevano lasciarsi scappare.

Pur essendo per metà del corpo sommersi dall'acqua fredda, non sentivano il gelo di quella notte troppo buia. Gli unici suoni che percepivano al di fuori del loro battito cardiaco, esageratamente accelerato, erano i loro sospiri caldi, che creavano del vapore ogni qualvolta venivano in contatto con il vento ghiacciato, le loro epidermidi bagnate, che si scontravano continuamente in modo sensuale e lo schiocco delle loro labbra, che si baciavano senza mai fermarsi.

Le mani del covino accarezzavano e stringevano tutto il corpo del castano che si lasciava sfuggire degli ansiti di appagamento solo per quel tocco. I denti di Jungkook affondarono nella pelle dell'altro per marchiarla e succhiargli via quell'ultimo barlume d'innocenza che rimaneva al principe.

Mano a mano Taehyung si stava abbandonando al peccato.

«J-Jungkook questa notte voglio concedermi a te» il principe si stava crogiolando nel piacere più totale sotto quei tocchi lussuriosi, «Ne sei sicuro? I-Io sono solo un cavaliere non u-un nobile o della famiglia reale come te» sospirò incatenando lo sguardo a quello del castano. «Non me ne frega nulla del tuo rango sociale, ho spento la mente Jungkook e, per la prima volta nella mia vita, voglio seguire il mio cuore e quest'ultimo urla continuamente il tuo nome» era sbagliato? Secondo Taehyung sì, ma non gli importava, voleva solamente donare tutto se stesso alla persona che gli aveva fatto provare sentimenti sconosciuti e nuovi in tutto e per tutto.

Le stelle sarebbero state le uniche testimoni della loro unione blasfema.

Uscirono dall'acqua e Jungkook stese il corpo nudo dell'altro sotto il suo su quel lenzuolo bianco. Lo ammirò finalmente dall'alto perchè non aveva mai visto così tanta bellezza racchiusa in una sola persona. Gli baciò le labbra, scese sul collo, poi sul petto, sull'addome e infine raggiunse la sua intimità. Il castano fremette alla sensazione delle labbra del corvino sul suo membro eretto e un gemito osceno sfuggì dalla sua bocca.

Sarebbe sicuramente finito all'inferno, ma almeno il suo diavolo tentatore portava il nome di Jeon Jungkook.

La bocca del cavaliere, però, non si fermò a baciare e leccare volgarmente tutta la sua lunghezza, al contrario, si spinse più in basso e con la lingua entrò nel suo orifizio. Succhiò via qualsiasi traccia dei suoi umori, colati anche lungo le cosce, e mimò con il suo muscolo l'atto sessuale.

«Ah-Ah–J-Jungkook!» il pene del principe era dolorante e in procinto di arrivare al culmine, il ragazzo sapeva che non avrebbe resistito ulteriormente, «A-Aspetta–Fermo!» quelle parole non fecero che aumentare la velocità con cui Jungkook si insinuava con la lingua tra le sue calde e bagnate pareti, mantenendo fisso lo sguardo negli occhi lussuriosi di Taehyung.

Non era riuscito a resistere, il castano era venuto schizzando il suo sperma sul suo addome e sporcando le labbra del maggiore, «O-Oddio scusa! I-Io non volevo, m-mi dispiace così tanto» parlò il principe balbettando troppo imbarazzato. In fondo che ne poteva sapere lui, non si era mai neanche sfiorato da solo con un dito, se non per lavarsi, che dalla sua intimità sarebbe uscito un liquido biancastro e cremoso?

Il corvino, alla vista di quegli occhioni da cucciolo, sorrise, si piegò e con la lingua leccò via parte dello sperma presente sull'addome del castano, a cui si bloccò il respiro in gola. Jungkook si avvicinò alle labbra dell'altro e, prima di unirle in un bacio estremamente erotico, disse sopra esse «Questo è parte di te, senti quanto sei buono».

Il maggiore approfittò di quel piccolo momento di distrazione del castano per penetrare il suo orifizio bagnato e lubrificato dalla sua saliva, entrò in modo estremamente lento percependo le pareti del più piccolo stringersi attorno al suo pene. Taehyung avrebbe voluto piangere e urlare tanto era il dolore, sentiva un male atroce mano a mano che il corvino si spingeva dentro di lui.

«A-Aspetta Jungkook, non m-muoverti» sussurrò addolorato mordendosi il labbro inferiore con tanta veemenza da far sgorgare un po' di sangue, «Non mi sarei mosso comunque senza il tuo permesso» leccò via quel rivolo rosso scarlatto per poi baciare con tanta delicatezza la sua bocca perfetta. Il dolore si affievolì, anche se di poco, e disse a Jungkook che poteva continuare.

I loro corpi erano perfettamente intrecciati sotto quel cielo stellato, le goccioline di sudore che si mescolavano a quelle d'acqua del lago, le spinte regolari che andavano sempre più a fondo e colpivano la prostata del minore, i gemiti acuti e quelli rochi che si mescolavano insieme e si dissolvevano nell'aria, il calore che emanava la loro pelle riusciva a riscaldarli dal freddo della notte.

Taehyung non avrebbe mai pensato che un'azione tanto peccaminosa come quella potesse recare così tanto piacere.

Il più giovane percepì di nuovo quella sensazione tanto piacevole all'interno del suo corpo, però, questa volta riuscì ad avvisare il corvino «J-Jungkook sta p-per risuccedere». Il cavaliere serrò la mascella e con veloci e irregolari affondi si spinse dentro il suo orifizio fino ad arrivare all'orgasmo, riversandosi all'interno del più piccolo e riempiendo completamente di cremoso sperma il suo buchino stretto.

Appena venuto, Jungkook si dedicò a quello imminente del castano, con la mano prese a masturbare il membro del più piccolo, che inarcò la schiena e ricoprì completamente di bianco le falangi dell'altro.
Il corpo di Taehyung tremò percependo il liquido dell'altro all'interno del suo orifizio e anche per quanto fu potente quel secondo orgasmo.

Si sdraiarono accovacciati uno al fianco dell'altro e si guardarono negli occhi per interminabili minuti senza dire una parola, non servivano, bastava il loro sorriso e le guance leggermente rosse per testimoniare la loro felicità. Il corvino cercò la mano del castano per poterla intrecciare alla sua, mentre con l'altra accarezzò il viso e i capelli del minore, gli stampò un veloce bacio sulla fronte e «Sei stato bravissimo piccolo, ora dormi».

Taehyung non avrebbe voluto dormire, sì era davvero stanco, ma gli sarebbe piaciuto di più osservare e baciare per tutta la notte il suo cavaliere. «Io dormo solo se mi prometti che anche tu lo farai» disse Taehyung e il corvino fu costretto ad accettare, non che gli dispiacesse, in fondo anche lui aveva bisogno di dormire e quale momento migliore se non dopo aver dato atto alle sue prestazioni fisiche? O, detto semplicemente con un tono meno orgoglioso, dopo aver fatto l'amore sotto un meraviglioso cielo stellato.

E così si addormentarono nel loro mondo perfetto fatto di sogni e immaginazione, inconsapevoli del fatto che qualcuno aveva assistito a quell'unione peccaminosa.

~

Nuovo capitolo abbastanza pieno di contenuti...hot?

Comunque spero vi sia piaciuto, ho cercato di renderlo un po' soft rispetto ad altre volte che scrivevo proprio ogni particolare...ditemi che ne pensate💜

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Capitolo 11
*** †11† ***


Le prime luci dell'alba andarono a disturbare il sonno dei due ragazzi abbracciati l'uno all'altro dalla notte precedente. Entrambi aprirono gli occhi lentamente e se li stropicciarono ancora assonnati, poi i loro sguardi si incrociarono e tutti e due non poterono fare altro che sorridere.

«Dormito bene?» chiese Jungkook con voce roca, «Sto sempre bene quando mi sei vicino» disse l'altro senza peli sulla lingua 'Appunto mentale: devo smetterla di dar voce ai miei pensieri così facilmente' pensò e arrossì violentemente subito dopo. Il corvino rimase piacevolmente sorpreso da quelle parole, allungò leggermente il collo in direzione di Taehyung e gli diede un bacio che si prolungò più del dovuto.

Ciò che li fece staccare fu un rumore proveniente da qualche cespuglio lì vicino. I ragazzi si guardarono negli occhi confusi e si accigliarono, che cosa cavolo era quel bisbiglio? Il cavaliere si scoprì il corpo dal lenzuolo bianco rivelando la sua nudità, si alzò da terra velocemente, si rivestì semplicemente con i pantaloni rimanendo a torso nudo e prese la spada avvicinandosi lentamente al cespuglio da cui proveniva il rumore.

Il castano, a quelle azioni, oltre ad essere un po' spaventato, non riusciva a staccare gli occhi da quel corpo tonico che quella stessa notte gli aveva regalato così tanto piacere solamente toccandolo, cullandolo con delicatezza, dolcezza e facendolo sentire veramente bene.

Il corvino si avvicinò lentamente sempre di più al cespuglio finchè da esso non uscì un batuffoletto bianco. Entrambi tirarono un sospiro di sollievo e Taehyung rise per l'espressione di stupore che si era stampata sul volto il cavaliere «Guarda, ti assomiglia pure!» cercò di trattenere le risate, ma scoppiò dopo un paio di secondi a vedere che Jungkook lo aveva fulminato con lo sguardo. «Bestiaccia corri via e ringrazia che non ti uccida per avermi fatto staccare dal mio principino!» il cavaliere urlò innervosito contro il coniglietto bianco e, quando lo vide scappare dalla parte opposta alla sua, aggiunse con un ghigno soddisfatto «Si bravo corri, corri».

Rivolse lo sguardo verso il castano che ancora rideva per quella scena «Ora faccio i conti con te, non pensare che mi sia dimenticato» e si avvicinò all'altro minaccioso. «No, Jungkook! Va bene s-smetto di ridere–Scusa, scusa» Taehyung cercò in tutti i modi di fermare l'avanzata del cavaliere, invano. Il maggiore si posizionò sopra alle gambe del più piccolo e iniziò a punzecchiarlo su tutta la pancia «A-Aspetta! Mi d-dispiace, m-mi dispiace–Smettila ti p-prego!» il minore si contorse dalle troppe risate e cercò di bloccare l'altro. «Così impari a paragonarmi ad un coniglio, principino» concluse Jungkook togliendosi da sopra il castano e sedendosi al suo fianco con un piccolo broncio sulle labbra. «Dai, non fare l'offeso» il castano gli pizzicò un fianco e Jungkook voltò la testa di lato per dire qualcosa, ma venne interrotto dalla bocca del suo principino che premette sulla sua senza approfondire nulla, un semplice e casto tocco per farsi "perdonare".

Però la felicità non può durare per sempre e, questa volta, a disturbare i due fu una figura che sbucò da dietro un tronco d'albero e tossì per richiamare l'attenzione di entrambi «Maestà». Taehyung si staccò dalle labbra di Jungkook rosso in viso per l'imbarazzo, si schiarì la voce e si rivolse al consigliere di corte «Mi dica pure Namjoon».

«Mi dispiace informarvi che sua madre è morta durante lo scontro al castello, il medico non è riuscito a salvarla. Vi faccio le mie, e quelle di tutto il popolo, più sentite condoglianze» Namjoon si inchinò di fronte al principe in segno di rispetto, quest'ultimo sbarrò gli occhi alla notizia e il respiro gli si bloccò in gola era rimasto solo, la sua famiglia lo aveva abbandonato. «Devo anche riferirvi che, anche se sua maestà non ha ancora compiuto la maggiore età, per volontà di sua madre voi salirete al trono non appena tornerete al castello oggi stesso, la cerimonia d'incoronazione è prevista tra due giorni» il consigliere si inchinò nuovamente verso colui che sarebbe diventato re a breve.

Taehyung assimilò tutte le notizie impassibile di fronte agli occhi di Namjoon anche se in realtà dentro il suo corpo si stava scatenando un uragano, gli avevano insegnato a non far trasparire le sue emozioni di fronte a nessuno, «Va bene Namjoon, ora ci potrebbe lasciare qualche minuto in solitudine? Poi prepareremo i bagagli e partiremo» con un gesto della mano il principe dileguò il consigliere e successivamente voltò lo sguardo verso il corvino al suo fianco.

«T-Taehyung, mi dispiace» non sapeva che altro dire se non queste due parole di circostanza, lui sapeva, lo aveva provato sulla propria pelle, che tutte le frasi del mondo sarebbero state inutili perchè non potevano assolutamente sostituire un genitore e non sarebbero mai bastate per colmare il vuoto che si era creato proprio all'altezza del petto. Taehyung, dal canto suo, ci aveva provato di fronte a quegli occhioni enormi e neri a non lasciarsi sfuggire nemmeno una sfumatura della sua sofferenza, ma aveva fallito, non era stato abbastanza bravo a nascondersi anche davanti a Jungkook.

In quel momento, però, non gli importava di farsi vedere debole di fronte al suo sguardo, non gli importava se Jungkook avrebbe visto per la seconda volta le sue lacrime, lui aveva bisogno di un rifugio sicuro che in quel momento era raffigurato dalle forti braccia del suo cavaliere, perciò non esitò ad avanzare la sua richiesta «J-Jungkook ho bisogno di un tuo abbraccio» e quello fu.

Il castano affondò il viso nel petto forte del più grande e pianse, si liberò di tutte le sue lacrime e di tutto il suo dolore tra la sua salda stretta che lo fece sentire per la prima volta protetto, al riparo da tutta la sua sofferenza.

Ma ancora non era consapevole che il suo approdo di pace e tranquillità lo avrebbe abbandonato proprio nel momento in cui aveva più bisogno di un suo abbraccio.




 

Stavano per partire, erano tutti e tre sui loro rispettivi cavalli pronti per affrontare un lungo viaggio di ritorno. «Va bene, siete tutti pronti per partire?» chiese Il principe davanti agli altri due «Si!» risposero entrambi. Il castano partì al galoppo e Jungkook fu in procinto di seguirlo, ma una mano fermò la sua partenza «Non so per quale motivo sua maestà questa mattina aveva le labbra incollate alle tue, forse per uno sbaglio o forse ho visto male io, ma stai bene attento, non permetterò mai che il re si innamori di un semplice cavaliere come te, o di un qualsiasi ragazzo o ragazza di una classe inferiore alla sua. In fondo, sai bene anche tu che il suo destino è già stato segnato prima ancora che nascesse, perciò non permetterò che un poveraccio ostacoli il futuro del nostro regno. Sono stato chiaro?» Namjoon lo guardò minaccioso, ma non aspettò nemmeno una risposta da parte dell'altro che diede l'ordine al suo cavallo di partire, sapeva che il corvino lo avrebbe ascoltato.

Jungkook avrebbe voluto urlargli in faccia che non avrebbe mai abbandonato il suo principino, neanche sotto una stupidissima minaccia o addirittura sotto tortura, avrebbe gridato anche a gran voce che ormai era troppo tardi, che il loro legame avrebbe vinto contro tutto e tutti perchè loro erano destinati a stare uniti, ma sapeva anche lui che non era così, un principe non si sarebbe mai potuto innamorare di un cavaliere, non era possibile nella loro società dove i matrimoni non si svolgevano per amore ma per convenzione.

Quel piccolo paradiso che entrambi si erano costruiti quei pochi giorni passati insieme isolati dalla cruda realtà, si stava mano a mano sgretolando, ad ogni consapevolezza un pezzo di felicità scompariva dal loro bellissimo luogo, sarebbero stati in grado di ripararlo con la sola forza dei loro sentimenti?

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Capitolo 12
*** †12† ***


«Allora? Come sto?» chiese il castano guardandosi un'ultima volta allo specchio per poi voltarsi e sorridere a Jungkook seduto sul letto. Il corvino era consapevole dell'immane bellezza del suo principino, ma con quella veste leggermente aderente sui fianchi che metteva in risalto le sue forme, i decori dorati che si sposavano perfettamente con la carnagione ambrata del ragazzo e la corona tappezzata di rubini, smeraldi e diamanti che rendeva il soggetto ancora più raffinato ed elegante di quanto già lo fosse, il cavaliere non potè fare a meno di mordersi il labbro inferiore e osservare attentamente ogni dettaglio del suo prezioso Taehyung.

«Jungkook sto così male? Ecco, lo sapevo che dovevo indossare l'hanbok che ho provato prima» sbuffò il minore, ma ciò fece risvegliare Jungkook da quello stato di trance in cui era caduto ammirando la sua persona preferita. «NO! Non farlo, non toglierti questa veste, sei bellissimo» il corvino si avvicinò alla figura del ragazzo di fronte a sè e con le affusolate dita andò a toccare la morbida pelle della guancia del principe fino a spostargli le ciocche castane dietro l'orecchio, e quest'ultimo si beò di quella delicatezza.

«Sei la persona più bella che io abbia mai visto, e non importa quale vestito tu abbia addosso, lascerai senza fiato tutti quanti proprio come hai fatto con me» il maggiore gli rivolse un occhiolino e sorrise sincero. «Dai fai il serio! Sei venuto qui per consigliarmi quale vestito mettere per la cerimonia di domani, non per sparare cavolate!» sbuffò il castano arrossendo a dismisura per colpa delle parole dell'altro.

«Taehyung io davvero non sto scherzando, lo vuoi capire che sei stupendo?» ridacchiò Jungkook prendendo il viso del minore tra le mani e stampandogli un veloce bacio «E questo abito vi dona maestà» un altro tocco leggero e di nuovo quel rossore sulle gote del più piccolo, possibile che tutte le volte gli facesse quell'effetto?

«Ho un po' di paura, domani verrò incoronato come re e non mi sento per nulla all'altezza di questo incarico» Taehyung abbracciò il corpo del corvino affondando il viso sul suo petto scolpito, l'altro iniziò ad accarezzare delicatamente i morbidi capelli del più giovane «Tranquillo, andrà tutto bene e io starò al tuo fianco tutto il tempo, non ti lascio qualsiasi cosa succeda. Io so che riuscirai a governare benissimo questo regno. Non farti scoraggiare dalle persone che ti diranno "Lui è così giovane per poter regnare", perchè loro non ti conoscono e non sanno quanto in realtà sei moderato e saggio» e quelle parole servirono a rassicurare il futuro re, come se piano piano andassero a scacciare via tutte le sue paure. Non era solo, aveva Jungkook al suo fianco che lo sosteneva.

Stettero abbracciati per interminabili minuti cullati ognuno dal calore che emanava il corpo dell'altro. «Taehyung, ora io devo tornare nelle mie stanze, ci vediamo domani mattina okay?» si staccò a malincuore dal più giovane che lo supplicò con lo sguardo di restare, di non lasciarlo solo quella notte. «Stai tranquillo per domani, non avere paura piccolo» Jungkook si voltò, consapevole che se avesse guardato qualche secondo in più dentro quegli occhioni marroni simili a quelli di un cucciolo, non sarebbe rientrato nelle sue camere ma sarebbe rimasto tutta la notte con il suo principino e ciò, purtroppo, era troppo rischioso per entrambi poichè di notte il castano sarebbe stato maggiormente sorvegliato dalle guardie del palazzo. Camminò fino all'ingresso della camera del minore, gli sorrise un'ultima volta e uscì definitivamente.

Il castano sospirò sprofondando supino sul grande letto, troppo spazioso per far dormire una singola persona, lui voleva avere Jungkook al suo fianco, ma ciò non era affatto possibile. Il principe, dopo qualche minuto, richiamò all'interno della stanza alcuni servitori che lo lavarono e lo vestirono per la notte e, infine, abbandonarono anche loro la camera con un inchino. Taehyung ci provò davvero ad addormentarsi, a chiudere gli occhi e immaginarsi di essere disteso al fianco del cavaliere, ma l'immaginazione non bastava a sostituire il corvino, perciò sospirò e si preparò mentalmente per passare una notte insonne.

Jungkook, dopo essere uscito dalla camera da letto di Taehyung, si era diretto alla svelta nelle sue stanze per evitare che qualcuno lo notasse e facesse domande troppo scomode a cui nemmeno lui sapeva come rispondere. Le sue speranze, però, furono troncate in asso, non appena svoltato l'angolo che avrebbe portato al corridoio dove si trovava la sua stanza, incontrò due occhi che lo guardavano pieni di odio.

«Ti avevo avvisato che non dovevi più avvicinarti a sua maestà» Namjoon lo osservò minaccioso. «Come farò a proteggere sua maestà dai nemici se non posso neanche stargli vicino?» ribattè nervoso Jungkook, sapere che non poteva neanche stare a contatto con il suo principino lo alterava parecchio, e quando era arrabbiato il corvino agiva d'istinto senza ragionare sulle proprie azioni «Non lo sai? Con la morte della madre del principe, ho fatto sollevare te dall'incarico di guardia protettrice della corona» disse ridacchiando per la faccia sorpresa del cavaliere, «Ora puoi tornare dal quartiere di campagna da dove sei venuto» aggiunse sempre con quella voce fastidiosa «Tu non puoi farlo! Io non lascerò mai nelle tue mani Taehyung!» quasi urlò adirato. «Allora sei solo uno stupido se credi che ti lascerò andare liberamente in giro per il castello a questa tarda ora. Rinchiudetelo nelle segrete!» ordinò Namjoon ad un paio di guardie dietro di lui. Jungkook non si oppose, anche se avrebbe benissimo potuto data la sua forza fisica e la sua abilità nel maneggiare qualsiasi arma trovasse, preferì seguire in silenzio le guardie che lo stavano portando nelle segrete.

Venne legato ad una sedia con delle corde ben strette ai polsi e alle caviglie e venne posizionato all'interno di una delle centinaia di celle contenenti prigionieri. «E ora cosa farai quando domani mattina sua maestà attenderà la tua presenza alla cerimonia d'incoronazione? Quanta delusione avrà in corpo quando tu domani non ti presenterai?» rise beffardo Namjoon fissando i suoi occhi in quelli infuocati del cavaliere. Jungkook non rispose alla provocazione, sapeva sarebbe stato anche peggio, perciò Namjoon abbandonò la stanza con un sorrisetto maligno chiedendo alla guardia di sorvegliarlo tutte le ore del giorno e della notte.

Aveva promesso al suo principino di essere presente alla cerimonia, e lui ci sarebbe stato, a qualsiasi costo.


 

La mattina seguente Taehyung si svegliò con un mal di testa atroce e delle occhiaie ben evidenti sotto gli occhi a causa delle poche ore in cui era riuscito a prendere sonno, troppo agitato per la cerimonia che si sarebbe tenuta quella mattina. Fece un bagno rilassante e rigenerante e poi invitò i servi ad entrare per vestirlo, truccarlo e acconciarlo per quel giorno tanto importante, forse il più importante della sua vita, escludendo ovviamente il giorno del suo matrimonio con Jungkook, consapevole però che mai sarebbe avvenuto nella realtà un evento simile, il ragazzo lo avrebbe potuto solo immaginare.

Dopo qualche ora di preparazione fu pronto, perciò diede l'ordine ai servitori di uscire lasciandolo solo in stanza e attendendo che arrivasse il suo cavaliere, si erano accordati che il corvino lo avrebbe raggiunto nelle sue stanze non appena avrebbe visto uscire i domestici, ma ciò non accadde. Taehyung attese una mezz'ora, durante la quale l'ansia si stava impossessando mano a mano del suo corpo e necessitava di un abbraccio da parte del corvino per farlo calmare, ma Jungkook non entrò da quella porta.

«Sua maestà attendiamo la vostra presenza per l'inizio della cerimonia» Namjoon, dopo aver bussato, fece il suo ingresso nella stanza, Taehyung aveva sperato per un istante che fosse il cavaliere la persona che era entrata da quella porta, ma si ritrovò a pensare con tristezza -forse si è dimenticato- e rispose con un «Possiamo attendere ancora qualche altro minuto che non mi sento molto bene?» il consigliere, a quel punto, annuì lasciando il principe nuovamente solo.

«No! No! No! Non posso lasciare solo il mio principino in un giorno così importante» nel frattempo Jungkook continuava a ripetersi queste parole in quella gabbia di ferro ma senza trovare una soluzione per potersi slegare da quelle corde opprimenti.

Jungkook non avrebbe sicuramente sopportato di vedere il viso del castano pieno di delusione e tristezza solo a causa sua, il fato questa volta non sembrava essere dalla loro parte. Doveva assolutamente liberarsi e correre da lui per sostenerlo durante tutto il corso della cerimonia, ma ce l'avrebbe fatta a combattere contro ogni ostacolo per il suo principino o si sarebbe arreso al suo schifoso destino?

~

Abbiamo capito che Jungkook si addossa un po' di colpe anche se il problema non è lui ma Namjoon (I love you Nam❤️)...

Jungkook riuscirà a liberarsi e raggiungere Taehyung oppure lo deluderà?😬

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Capitolo 13
*** †13† ***


Taehyung era riuscito a ritardare la cerimonia il più possibile per aspettare Jungkook, ma dopo l'ultimo avviso da parte di Namjoon che gli aveva riferito che tutti gli invitati lo stavano attendendo da troppo tempo e che non potevano più posticipare l'evento, egli annuì, uscì dalla propria stanza con il cuore in gola e scese lentamente le enormi scale in legno di ciliegio fino ad arrivare davanti alla porta che lo avrebbe condotto, tramite un tappeto di tessuto rosso, all'interno della sala del trono.

Jungkook, nel mentre, approfittò del cambio turno della guardia per per rompere la sedia contro il muro senza farsi sentire da nessuna sentinella, sciogliersi i nodi stretti delle corde dai polsi e dalle caviglie, uscire dalle segrete, grazie alla dimenticanza di una delle guardie di Namjoon di chiudere a chiave la porta, e correre il più velocemente possibile nella stanza in cui si sarebbe svolta la cerimonia.

Taehyung inspirò ed espirò a pieni polmoni un'ultima volta guardandosi intorno e successivamente fece il suo ingresso nella sala. Ci aveva sperato fino all'ultimo secondo di vederlo arrivare di corsa in ritardo o che fosse già all'interno di quelle quattro mura ad aspettarlo tra tutti gli invitati ma, purtroppo, non vide nessuno. Camminò lentamente sopra il tappeto rosso rivolgendo qualche occhiata verso la folla di persone ai suoi fianchi per scorgere dei bellissimi capelli nero pece ma non notò nessuno che somigliasse anche solo vagamente al ragazzo.

Arrivò di fronte al trono e, come di rituale, si inchinò abbassando il capo in segno di rispetto verso il Duca, l'uomo incaricato di svolgere la cerimonia d'incoronazione. Alzò la testa non appena egli iniziò a parlare in modo solenne «Per il volere divino, oggi siamo qui riuniti per conferire tutti i poteri, esecutivo e legislativo, per governare il nostro regno a Kim Taehyung, figlio legittimo di Kim Seojun e Kim Haneul, deceduti entrambi per proteggere l'impero, il popolo e la lunga dinastia dei Kim» tutti i presenti erano estremamente attenti al discorso tanto che nessuno si accorse che il quadro di famiglia, posizionato alle spalle del Duca, si era spostato leggermente e da dietro la cornice era sbucato un ragazzo dai tratti dolci e dai capelli corvini.

Taehyung non potè fare a meno di sorridere felice non appena il suo sguardo incrociò quello di Jungkook, era venuto alla fine, non lo aveva lasciato solo, il suo sorriso squadrato venne subito ricambiato sinceramente. Il cuore del ragazzo perse un battito, o forse più di uno, e si morse il labbro per trattenere tutta la sua gioia nel vedere l'altro, anche se una domanda gli sorse spontanea: perchè era vestito con degli abiti sgualciti?

«Questo è lo scettro, simbolo di saggezza» il Duca diede al castano, che si alzò in piedi, un bastone dorato con all'estremità superiore il simbolo del loro regno: la fenice. «Il mantello, simbolo del dominio del nostro regno sul mondo» un mantello lungo ricamato in rosso e oro gli venne appoggiato sulle spalle «E, infine, la corona, simbolo di lealtà e fedeltà all'impero» una corona decorata con quanti più gioielli preziosi possibili gli venne posta sul capo.

«Lunga vita al re!» urlò il Duca accostandosi di lato per far salire le scale all'effettivo giovane re.

Il primo scalino, poi il secondo e, infine, il terzo fino ad essere di fronte al trono dove il ragazzo aveva visto sedere sia il nonno sia il padre e, ora, si sarebbe seduto lui. Tutta la folla ripetè la frase appena pronunciata dal Duca e subito dopo l'orchestra iniziò a suonare una melodia e gli ospiti a banchettare in onore del nuovo re.

Il corvino si avvicinò al ragazzo seduto sul trono e si inginocchiò per formalità e fingere che non ci fosse alcun legame tra loro due, se non quello tra una guardia e il suo re, di fronte a tutti gli ospiti della sala, «Ora non potrai più chiamarmi principino» scherzò il castano. «Hai ragione, non sei più un principe per loro, ma rimarrai il mio principino per sempre, te lo assicuro» Jungkook ammiccò verso il re che fece una faccia da finto offeso incrociando anche le braccia al petto e mettendo su un broncio adorabile.

«Pensavo ti fossi dimenticato di questo evento! Come mai sei arrivato così in ritardo e soprattutto con quei vestiti sgualciti?» il re osservò l'abbigliamento lurido del corvino e si accigliò, «Ehm, diciamo che è una lunga storia e che adesso non hai tempo di ascoltare» il cavaliere aveva deciso di tenere allo scuro Taehyung del suo astio con il consigliere per non dargli troppe preoccupazioni da seguire e risolvere già al suo primo giorno come re.

«Scusate l'interruzione. Maestà, sua zia chiede di voi, volete riceverla in questo momento?» Namjoon si intromise senza nemmeno considerare minimamente la persona che stava parlando con il giovane re. «Certo che posso riceverla ora! È già da tantissimo tempo che non la vedo!» esclamò felice battendo le mani «Così anche Jungkook la conoscerà» e quell'ultima frase fece spalancare la bocca e gli occhi del consigliere, si voltò verso il soggetto al suo fianco a cui prima non aveva dato peso, e riconobbe il viso del cavaliere. «Oh–Jungkook? È sempre un piacere rivederti» le labbra di Namjoon crearono a malapena un sorriso falso che si sarebbe potuta paragonare più ad una smorfia di disgusto, «Il sentimento è reciproco Namjoon» e anche il cavaliere si stampò in volto un sorriso tirato. «Bene, allora vado a chiamare vostra zia» e l'uomo si dileguò velocissimamente ritornando subito dopo con al fianco una donna di mezza età e vestita alla perfezione con un abito lungo, di seta nero e soprattutto costosissimo.

«Taehyung» il suo tono pareva formale, anche se non aveva aggiunto appellativi od onorifici accanto al nome, e quasi severo. «Come stai? Dopo tutto ciò che è successo sarai molto spaesato» la sua voce non esprimeva alcuna emozione. Taehyung non si ricordava affatto che sua zia fosse così rigida, non la vedeva ormai da sette anni ma come avrebbe potuto dimenticarsi del suo sorriso sempre stampato sulle labbra e della sua vivacità? Quella donna era troppo diversa per essere sua zia.

«Mi dispiace molto per la morte di tua madre, ma lei ha combattuto fino all'ultimo e si è sacrificata per salvare questo regno. Dovresti fare anche tu così» cosa? Si sarebbe dovuto sacrificare, in che senso? Morendo come sua madre? Vedendo l'espressione accigliata del re, la donna continuò «Dovremmo tenere una conversazione privata per ciò che debbo dirti» le sue pupille si soffermarono sulla figura di Jungkook al fianco di Taehyung «Lontano da occhi e orecchie indiscrete» il suo sguardo era incatenato a quello del cavaliere che non osava distoglierlo dal suo, certo quella donna tanto raffinata ed elegante lo intimoriva, ma aveva affrontato "battaglie" peggiori di quella.

Il corvino, abbassando il capo in segno di resa, fece un passo per allontanarsi, ma la voce del castano lo fece fermare all'istante «No, può restare, mi fido di lui». «Come vuoi Taehyung, ma sappi solo che non dovresti fidarti di nessuno ora che sei re, nemmeno di te stesso» disse lei fermamente in tono di rimprovero. «È questo tutto ciò che dovevi dirmi?» sputò acido il re, egli non aveva paura della donna, ormai aveva il potere persino di farla uccidere.

«No, io sono stata incaricata dai tuoi genitori di parlarti, insieme al consigliere Namjoon, del tuo matrimonio e della tua futura sposa: la regina cinese Li Shu».

Tutto all'interno dei due ragazzi innamorati si frantumò, proprio come il vetro di uno specchio, e il rumore assordante della realtà rimbombò all'interno dei loro petti. Ancora una volta, la consapevolezza della loro differente posizione sociale li travolse come un violento tsunami. Entrambi sapevano di non poter più continuare a nascondersi, ma cos'altro avrebbero potuto fare?

~

La situazione si sta complicando...😵🤐

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Capitolo 14
*** †14† ***


«Ma io non voglio sposarmi!» esordì Taehyung con tono fermo, avrebbe voluto aggiungere un  "A meno che non sia Jungkook a farmi la proposta", ma dovette tacere per evitare qualsiasi problema. «Capisco benissimo tu possa essere spaventato in questo momento, ma devi comprendere che il nostro grande impero si allargherebbe e fonderebbe con quello altrettanto vasto della Cina, saremmo invincibili contro qualsiasi nemico osi attaccarci, e, inoltre, tu hai bisogno di una regina al tuo fianco che ti aiuti a governare e ti dia degli eredi» ribattè lei sempre con lo stesso tono severo.

«No! Io sono benissimo in grado di governare da solo questo impero. Non ho bisogno di nessuno al mio fianco: sarebbe solo un ostacolo!» ma la donna non aveva tenuto in conto che anche Taehyung negli anni era cambiato parecchio, specialmente nell'ultimo periodo a causa o grazie a Jungkook, il suo carattere era diventato più forte e deciso, non era più debole come quando era piccolo.

«Va bene Taehyung riflettici un po', non voglio tu prenda decisioni affrettate, hai tutto il diritto di pensarci, sappi solo che tua madre e tuo padre si sono sacrificati per questo regno e per salvare te e tutta la dinastia dei Kim, se accetterai di sposare Li Shu la loro morte non sarà stata vana e potrai vendicarti attaccando i loro uccisori» la zia, purtroppo o per fortuna, sapeva dove fare leva quando si parlava di emozioni e, che dire, il senso di colpa era il modo più facile e veloce per ottenere ciò che voleva. «Ti darò tre giorni, poi tornerò da te» e con un ultimo sorriso di circostanza e un inchino, si dileguò senza dare il tempo a nessuno di ribattere.

 

 

 

Le ultime parole della zia incisero molto su Taehyung che si ritrovò dopo ore dalla fine della cerimonia e del banchetto ancora a pensarci. Prima di quella frase era sicuro al 100% di non volersi sposare, ma in quel momento non ne era più così certo.

Il re aveva sempre considerato il matrimonio come un atto d'amore e non di convenienza, ma se con quell'unione fosse veramente riuscito a vendicare la morte dei suoi genitori, forse si sarebbe potuto concedere ad una donna per cui non provava e non avrebbe mai provato nulla.

Solo una persona gli impediva di prendere una decisione e purtroppo quest'ultima era molto importante per Taehyung che non poteva non tenere conto di lui nella sua scelta, perchè doveva essere tutto così complicato? Alla fine doveva solo dire un "Sì" o un "No" che, detta in questo modo, poteva sembrare semplice, ma per il cuore del giovane non lo era affatto.

Taehyung, però, non era neanche certo di amare Jungkook, era consapevole che un forte legame li teneva vincolati l'uno all'altro, ma non era sicuro si trattasse di amore o qualcosa di simile che entrambi avevano scambiato o confuso per quel sentimento meraviglioso, magari solo affetto?

Su una cosa era deciso: non avrebbe mai e poi mai abbandonato o lasciato Jungkook, era troppo importante per lui per poterglisi separare; certo non avrebbe neanche potuto dichiarare pubblicamente il suo interesse nei confronti di un uomo, più grande di lui e di una classe sociale inferiore alla sua, lo avrebbero sicuramente condannato come pazzo e ucciso al rogo insieme ai malati mentali.

Doveva trovare una soluzione o almeno prendere una decisione, e anche in fretta.

I suoi pensieri erano tutti confusionari che a breve, sicuramente, gli sarebbe sicuramente venuto un forte mal di testa. Aveva tre giorni per rifletterci e sicuramente li avrebbe usati tutti, anche a costo di avere un emicrania perenne.

Fortunatamente qualcuno bussò alla porta della sua camera e lo fece distogliere da quelle riflessioni. Con un «Avanti» il re fece entrare colui che a prima vista sembrava una guardia, ma che poi si rivelò il suo cavaliere. Un sorriso squadrato si fece largo sul viso del castano che con un balzo scese dal letto e si avvicinò al corvino domandandogli un «Ma come hai fatto ad entrare?». La risposta non tardò ad arrivare, un ghigno e quattro parole: «Ho i miei metodi».

Il re non riuscì a contenere la sua felicità e abbracciò fortemente e d'improvviso il corpo di Jungkook sprofondando il viso nel suo petto, dopo qualche secondo si allontanò leggermente, il minimo indispensabile per rivolgere all'altro uno sguardo accigliato «Non hai picchiato la guardia di questo turno per entarre, vero?» chiese preparandosi già a chiamare d'urgenza il medico Seokjin. Una piccola e spontanea risata uscì dalle labbra del cavaliere «Ma no! Ho solo scambiato il mio turno di guardia con un ragazzo che non vedeva l'ora di uscire per andarsela a spassare in qualche bordello, mentre io ti sorveglierò per tutta la notte».

Si guardarono negli occhi per interminabili secondi, sorrisero felici entrambi e si baciarono dolcemente. Jungkook fu il primo ad interrompere quel tocco piacevole «Visto che non ho potuto chiedertelo oggi alla cerimonia davanti a tutte quelle persone, lo faccio adesso: Kim Taehyung vuoi ballare con me?» si inchinò davanti a lui come un vero gentiluomo e gli prese una mano che si portò alla bocca. Una piccola risatina uscì dalle labbra del più piccolo «Ma senza la musica?» chiese con fare scherzoso, «Immagina che ci sia, non rovinare questo momento romanico per favore» il corvino mise un piccolo broncio che venne subito spezzato dai cuscinetti morbidi dell'altro che entrarono in contatto delicatamente con i suoi, «Sarebbe davvero un onore ballare con te mio nobile cavaliere». Le braccia del più giovane si allacciarono intorno al collo del maggiore che contemporaneamente le posizionò sui suoi fianchi e ballarono abbracciati in quella tranquillità notturna, senza che nessuno li potesse disturbare.

Il silenzio che si era creato tra i due era piacevole, se non fosse stato che i pensieri di Taehyung erano davvero troppo rumorosi e fastidiosi per poterli reprimere tutti nella sua mente perciò, ancora attaccato al corpo dell'altro, parlò «Secondo te cosa dovrei fare per il matrimonio? Sono così confuso che non riesco nemmeno a concentrarmi su uno dei mille pensieri che mi balenano in testa».

Jungkook prese un grosso respiro e rispose alla domanda del castano «Secondo me dovresti accettare di sposare Li Shu» gli occhi del più piccolo si spalancarono a quell'affermazione «Cos- Perchè?», il corvino prese un secondo profondo respiro e tentò di spiegarsi come meglio poteva «Capisco che non faresti questo matrimonio per amore ma per convenienza, però riflettici, alla fine che cos'hai da perdere? Vendicheresti la morte dei tuoi genitori, al tuo fianco a governare avresti l'aiuto una bellissima regina, i territori del regno si espanderebbero spropositatamente e avrai sicuramente dei meravigliosi figli. Quindi, perchè rinunciare a tutto ciò? Tanto noi due, anche se volessimo, non potremmo mai sposarci».

Jungkook stava praticamente spingendo Taehyung tra le braccia di un'altra donna, del suo più acerrimo nemico, solo per renderlo, in parte, felice; si sarebbe mai pentito di quel preciso momento?  Probabilmente si. E Taehyung, avrebbe dato ascolto alle parole del maggiore, o avrebbe fatto di testa sua?

~

Ehii...piaciuto il capitolo?

Cosa deciderà il nostro giovane ed insperto re? Entrambe le scelte lo potrebbero portare alla felicità, anche se in modi diversi...La soluzione più sempice sarebbe accettare il matrimonio, ma Taehyung sarebbe pronto ad abbandonare Jungkook?

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Capitolo 15
*** †15† ***


Tre giorni d'inferno erano passati dal suo ultimo incontro con la zia. Taehyung non aveva fatto altro che domandarsi se la scelta che aveva deciso di prendere fosse la cosa più giusta da fare o se in realtà fosse tutto solo uno sbaglio. L'unica certezza che aveva in quel momento era che aveva terribilmente paura di rivelare alla donna la propria decisione.

Al fianco di Taehyung, che era seduto sul trono, si trovava il suo bellissimo cavaliere pronto a sostenerlo qualunque delle opzioni avesse selezionato. Nemmeno a lui aveva rivelato la sua scelta.

«Ho convocato la tua presenza al castello poichè, dopo lunga riflessione, ho preso una decisione» Taehyung parlò alla donna con tono solenne, «Sapevo non avresti deluso i tuoi genitori» la zia, però, si fece scappare quella frase sussurrata accompagnata da un piccolo ghigno. Taehyung era una persona pacata e paziente, ma se c'era una cosa che odiava era che le sue decisioni fossero prevedibili e prese poco seriamente, quindi «Bhè, i miei genitori avrebbero sicuramente voluto la mia felicità, quindi io non accetto di sposarla» a quella frase gli occhi della donna si spalancarono quasi dalla paura «Ora; voglio prima conoscerla di persona e poi riserverò il mio giudizio finale quando sarò pronto» aveva trovato un modo per posticipare ancora la sua scelta, aveva ulteriore tempo per pensare; in fondo si sa che nel momento del bisogno si ideano le migliori soluzioni.

La donna di fronte Taehyung non si aspettava di certo una risposta del genere da parte del nipote ma comunque non ci mise molto a riprendersi, in fondo il suo piano perfetto non era stato intaccato, solo ritardato di un po' di tempo. «Perfetto, allora penso di doverti avvisare dell'arrivo previsto tra due giorni della regina al castello, l'ho contattata circa due settimane fa tramite delle lettere ed ora si trova in viaggio verso questa corte» sorrise soddisfatta la zia.

-Oh- fu l'unica affermazione che la mente di Taehyung riuscì ad elaborare.




 

Ulteriori due giorni di agonia.

Taehyung si poteva definire in ansia? No assolutamente, anche perchè stava facendo avanti e indietro davanti a quel maledettissimo portone enorme in legno attendendo la sua apertura e di conseguenza l'arrivo di Li Shu, si si era proprio tranquillissimo.

Il castano aveva sempre vissuto in solitudine, era per questo che l'agitazione lo stava mangiando vivo, nei suoi quasi diciotto anni di vita non si era mai dovuto rapportare con nessuno al di fuori della sua famiglia e, nell'ultimo mese, con Jungkook. Tanta era l'ansia quanta, però, lo era la curiosità di vederla, -Sarà bella? Sarà simpatica? Dolce? Gentile?- erano questi gli interrogativi che si poneva il ragazzo, -Spero sia molto simile a Jungkook così, visto che mi piace lui, anche Li Shu mi deve piacere per forza- e la risposta che veniva rielaborata dalla sua mente era sempre la stessa. Peccato non fosse propriamente giusto come responso.

Jungkook nel frattempo si godeva ridacchiando in disparte, immerso nell'ombra di una colonna, lo spettacolo del suo principino colto dal panico più totale solamente al pensiero di conoscere una ragazza di un'altro paese, la quale sarebbe diventata a breve sua sposa e gli avrebbe portato dei bambini stupendi, proprio come lui; -ripensandoci, un po' nervoso lo dovrei essere anche io-.

Il portone si spalancò d'improvviso, Taehyung si bloccò sul posto e Jungkook si irrigidì, una guardia annunciò a gran voce l'arrivo della regina e, appena finito di parlare, da una delle tre carrozze scese la bellissima Li Shu. Capelli lunghi, morbidi, perfettamente lisci e di un nero pece che si sposava magnificamente con l'incarnato bianco colore della porcellana, con qualche tocco colorato sulle guance e sugli occhi, una veste bordeaux in seta circondava il suo corpo magro e slanciato: si poteva definire l'incarnazione di bellezza in Terra.

«Salve maestà, io sono Li Shu è un piacere conoscervi dopo aver sentito tanto parlare di voi» la ragazza si inchinò di fronte la figura del re, che ancora la squadrava da testa a piedi senza riuscire a muovere un muscolo e domandandosi se fosse reale o solo un'allucinazione. «Oh- Ehm...» -wow Taehyung, sei riuscito a fare una figuraccia anche con la prima ragazza in assoluto che incontri- si ricompose e arrossì leggermente «Il piacere è tutto mio Li Shu, benvenuta alla corte dei Kim» e anche il giovane si inchinò in segno di rispetto e accoglienza.

«Oh, finalmente siete arrivata! Attendevamo con ansia il vostro arrivo al castello- Oh, scusatemi ho interrotto qualcosa?» la zia arrivò come un uragano per accogliere la regina, ma appena si avvicinò ai due notò subito con piacere il rossore sulle gote di Taehyung. «Certo che no, ci stavamo solamente persentando ufficialmente l'uno all'altro» Li Shu rispose prontamente alla donna sempre con un magnifico sorriso stampato sulle labbra.

«Bene ne sono proprio felice, com'è andato il viaggio?» la zia di Taehyung accompagnò la giovane nelle sue stanze, allestite appositamente per il suo arrivo, e chiese ad alcuni servitori di trasportarle i bagagli mentre loro due conversavano appassionatamente come se si conoscessero da parecchio tempo.

Un sospiro di sollievo abbandonò le labbra di Taehyung non appena le due abbandonarono l'ingresso. «È davvero una bellissima ragazza» quelle parole lo fecero immobilizzare nuovamente, alzò lo sguardo e incontrò gli occhioni scuri di Jungkook, la sua espressione era dura e trasmetteva solo freddezza. «Già» fece spallucce il castano, «Ma comunque tu rimani più bello» continuò senza dare peso alle sue parole, gli uscirono spontanee perchè, in quel momento, non stava mentendo, lo pensava davvero. Oggettivamente parlando sicuramente Li Shu poteva essere considerata la dea della bellezza, ma, agli occhi di Taehyung, Jungkook rimaneva la perfezione assoluta.

Quei lineamenti contratti si sciolsero immediatamente e vennero sostituiti da un sorriso sornione e una spruzzata di rossore sulle gote.

E con quella piccola verità Jungkook si guadagnava un punto in più nella battaglia per il cuore del suo principino, ma ancora non sapeva che, come nelle guerre più distruttive e sanguinose, la situazione si poteva ribaltare completamente e in qualsiasi momento a causa di un insignificante errore, portando la parte in svantaggio alla facile vittoria.

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Capitolo 16
*** †16† ***


La situazione stava diventando esageratamente imbarazzante. Era ormai più di un'ora che andava avanti quello scambio intenso di sguardi, ma nessuno si azzardava ad interromperlo. Nella sala da pranzo, ad un'occhio estraneo, sembrava regnasse l'assoluto silenzio anche se, tra i presenti al tavolo, l'unica cosa che era assente in quel miscuglio di occhiate intimidatorie era proprio la quiete.

Le iridi nere di Jungkook erano puntate sull'unico soggetto che in quel momento avrebbe preferito vedere morto sul tavolo che vivo e vegeto al fianco del suo principino: Li Shu. Al contrario, le pupille di Namjoon non facevano altro che mandare sguardi assassini al corvino ai quali, però, non prestava il minimo interesse, troppo impegnato ad incenerire con i suoi occhi scuri la regina cinese.

Il volto del re era puntato invece in direzione del consigliere scrutando le sue espressioni visive interrogativo, non sapendo decifrare il motivo di così tanta avversione verso il cavaliere, che non si stessero simpatici? La zia di Taehyung, contrariamente, non faceva altro che sorridere meccanicamente a tutti per cercare di mascherare quello che in realtà voleva comunicare con lo sguardo al nipote, ossia di andare da un'altra parte a conversare e conoscere meglio la sua futura sposa. Li Shu sembrava tranquilla e disinteressata ad inserirsi in quell'intreccio di sguardi, perciò i suoi occhi rimanevano costantemente puntati verso il suo piatto ricolmo di kimchi.

«Shu, verreste con me a passeggiare un po'?» alla fine Taehyung aveva ceduto alle "minacce" della zia e aveva invitato la regina a stare loro due in tranquillità, allontanandosi da quello scambio irrequieto di sguardi; in fondo il re sapeva che la ragazza aveva intrapreso quel viaggio fino lì solo per conoscere il castano e infatti, per farlo, i due dovevano stare soli. «Molto volentieri» ella gli rivolse uno dei suoi migliori sorrisi, si alzarono entrambi e se ne andarono.

Usciti in giardino fu Taehyung il primo a parlare per rompere il ghiaccio «Questo è uno dei miei posti preferiti del castello, vengo qui spesso per pensare, non so come ma questo prato mi aiuta a prendere decisioni difficili» un sorriso «Tu hai qualche luogo speciale in Cina dove pensare?» chiese continuando a passeggiare uno al fianco dell'altro. «In realtà sì, è un piccolo tempio buddista, non è nulla di particolarmente sfarzoso ma ai miei occhi è un luogo davvero meraviglioso; magari quando verrai alla corte cinese te lo farò vedere» parlò serena lei. «Mi farebbe molto piacere».

«Che cosa ti piace fare principalmente?» domandò la ragazza con interesse, «Ehm, se devo essere sincero diciamo che nell'ultimo periodo ho riscoperto la passione nel maneggiare le armi, principalmente la spada» e a quella sola rivelazione arrossì -Cavolo non devo pensare a Jungkook in questo momento, devo concentrarmi su di lei! Ma aspetta, mi appassiona seriamente maneggiare la spada, oppure mi piace solamente quando è Jungkook a insegnarmelo? In fin dei conti da piccolo ho sempre odiato le armi e- le sue riflessioni vennero interrotte da una dolce risatina «Io preferisco l'arco e le frecce alla spada, trovo che siano più utili per mirare a qualcosa a grandi distanze». «Hai ragione anche tu» ridacchiò Taehyung.

«E tu? Hai qualche interesse segreto?» domandò allora il re, «Amo dipingere, lo faccio spesso e mi rilassa molto quando sono sovrappensiero; di solito preferisco ritrarre volti di persone o scene di vita quotidiana, se disegnassi paesaggi i miei dipinti sarebbero così anonimi» sospirò la giovane per poi ritornare sorridente. «Bhè in questo caso, io sarò il tuo prossimo soggetto» si morse il labbro e fissò il volto della regina che annuì felice «Sarebbe davvero un onore ritrarre un soggetto così bello» e a quell'affermazione entrambi arrossirono.

Dopo qualche altro minuto di passeggiata, si sedettero a conversare su una panchina ed entrambi trovarono piacevole stare in compagnia dell'altro. Peccato che anche due occhi scuri avevano notato la loro sintonia.

Jungkook, subito dopo l'uscita di Taehyung e di Shu dalla sala da pranzo, si era alzato di scatto in piedi, aveva annunciato a tutti i presenti che avrebbe dovuto seguire il re per garantire la sua sicurezza ed era uscito dalla stanza con tutti gli occhi puntati contro. Aveva seguito, o meglio dire pedinato, i due finchè non si erano seduti a parlare sulla panchina, non sentiva ciò che si stavano dicendo però poteva vedere benissimo le reazioni che aveva il suo principino ogni volta che la regina parlava o ridacchiava con quella sua risata che Jungkook riteneva fastidiosissima.

Le sue iridi nere erano ancora incollate alla figura dei due, quando notò che Li Shu si stava avvicinando lentamente al viso del re -E se volesse baciarlo? Cazzo non lo posso permettere!- e proprio a causa di quell'impulso d'invidia, si alzò di scatto dal cespuglio dietro cui era nascosto e avanzò verso la panchina.

«Coff-Coff– Oh scusate ho interrotto qualcosa?» la voce del corvino uscì con un tono palesemente geloso, «No, no, ma figurati stavo solo togliendo a Taehyung una ciglia dalla guancia» rispose Shu con lo stesso amabile sorriso di sempre. «Oh brava quanto rispetto che porti a sua maestà, lo sai che devi mettere l'appellativo di fianco al nome del re?» sbottò innervosito il cavaliere che ovviamente si stava arrampicando sugli specchi per evitare di lasciare quei due ulteriore tempo insieme, «C-Certo, ma lui mi ha detto che potevo chiamarlo solo "Taehyung" senza l'appellativo» la sua voce uscì insicura e si sentì leggermente in imbarazzo di fronte a quelle accuse, seppur insensate.

Taehyung intervenne mettendo un freno al veleno che stava sputando il corvino «Jungkook che cosa vuoi? Perchè sei qui?» la sua mascella era contratta ed era davvero irritato dal fatto che il cavaliere non stava parlando con rispetto a Shu, una regina proprio come lui. «Maestà non è più sicuro per voi stare qui, vi prego di seguirmi in un luogo protetto» il suo sguardo si soffermò in quello innervosito del re intimandogli di seguirlo. Il re stava per rispondergli che no, quella volta non avrebbe fatto tutto ciò che avrebbe voluto il corvino, ma «Va bene, scusami Shu» quelle parole gli uscirono come una minaccia, doveva assolutamente parlare con lui e chiedergli perchè si stava comportando in quello strano modo. Il corvino strinse tra le dita il polso esile di Taehyung lanciando un'ultima occhiata omicida alla giovane e si allontanò quasi correndo.

«Jungkook fermati!» ma l'altro non aveva intenzione di interrompere il suo cammino fino a quando non fossero arrivati in un luogo isolato da tutti, voleva baciare il suo principino lontano da tutti, voleva ricordargli che era solo e soltanto suo e nessun altro avrebbe potuto portarglielo via. «Lasciami mi fai male» urlò Taehyung strattonando via dalla presa del corvino il suo polso dolorante. «Si può sapere che cosa ti prende?» il castano era furibondo, non solo aveva interrotto la sua conversazione con Li Shu, ma pretendeva pure che lo seguisse come fosse un cagnolino senza neanche una spiegazione.

«Vuoi sapere cosa mi prende, eh?! Mi dà fastidio che tu trascorra così tanto tempo con lei» gridò di rimando il corvino con gli occhi iniettati di sangue, «Mi stai prendendo in giro?! Sai non ci posso proprio credere che tu mi stai dicendo queste cose dopo che mi hai consigliato tu di sposarla» come poteva non capire che la sua opinione era quella che contava più di tutte ed era stato proprio lui a spingerlo tra le braccia della regina, «Bhè ora ho cambiato idea, ti rivoglio con me» sussurrò il cavaliere abbassando lo sguardo, non aveva neanche il coraggio di incontrare gli occhi del re.

Taehyung però, ancora irritato, non riuscì a contenere le sue parole «Jungkook sei proprio un bambino con il suo giocattolo, quando capisce di averlo perso lo rivuole indietro; ma ormai ho già preso una decisione e quella seguirò» e questa volta fu il re a sputare veleno. Probabilmente aveva detto quelle parole accecato dalla rabbia, ma non si era reso conto che aveva spezzato un cuore nel frattempo.

Nella battaglia, quella per il cuore di Taehyung, l'insignificante errore che aveva portato il nemico verso la vittoria era stata proprio la gelosia, quel tormentato sentimento di possessività che era stato in grado di far allontanare l'unica fonte di salvezza per il cuore rotto di Jungkook.

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Capitolo 17
*** †17† ***


Non si era mai sentito peggio di così, voleva piangere ma non ci riusciva, era troppo arrabbiato con se stesso per poterlo fare. -Sono solo uno stupido. Perchè non ragiono mai prima di parlare? Perchè non posso essere saggio come Taehyung? Perchè sono un fottutissimo bambino ingenuo, proprio come mi ha definito lui- rifletteva Jungkook sdraiato sul suo piccolo letto. Le parole del re lo avevano ferito profondamente ed era davvero frustrato perchè sapeva, in cuor suo, che Taehyung aveva perfettamente ragione. Jungkook era sommerso dai sensi di colpa poichè era proprio a causa sua, o meglio della sua gelosia e possessività nei confronti del suo principino, che Taehyung si era allontanato da lui, lo aveva lasciato.

-Sono solo un coglione- perchè era stato proprio lui stesso a spingerlo tra le braccia di quella cortigiana di Li Shu. -Sono solo...Jungkook- perchè alla fine non poteva fare nulla. Non poteva combattere contro forze esterne per riavere il suo amato, poichè sarebbe stato come combattere contro la sua stessa natura. In quel momento stava odiando quel lato geloso, quasi morboso, che possedeva; certo aveva preso la decisione di consigliare a Taehyung di sposare Li Shu perchè voleva che fosse felice, ma sperava fosse solo lui stesso a renderlo tale. Era solo un egoista. -Fanculo a me stesso-.

Ma per avere una giustificazione ai suoi sensi di colpa la sua mente aveva elaborato quella specifica frase -In realtà però è stato a causa sua e alle sue parole taglienti che mi sto insultando perfino da solo, quindi in realtà sarebbe lui a doversi scusare con me- e la soluzione più facile da prendere gli apparve davanti agli occhi -Aspetterò che sia lui a venire da me-.

Taehyung, accovacciato nel suo letto, invece, piangeva. Era anche lui frustrato e arrabbiato sia con sè stesso, per aver parlato d'impulso al corvino, senza raginare alle conseguenze che avrebbero portato le sue frasi; sia con il cavaliere, perchè non lo capiva, non riusciva a comprendere che lui avrebbe scelto sempre Jungkook, per quanto Shu fosse simpatica, dolce e carina, non avrebbe mai potuto sostituire il suo primo e forse unico amore?

-Dovrei andare da lui e scusarmi?- si chiedeva nella mente sempre con il viso premuto sul cuscino di piume d'oca per soffocare alcuni dei singhiozzi -Non voglio perderlo, ma non posso scusarmi quando in realtà è colpa sua- sospirò nuovamente -Aspetterò che sia lui a venire da me- giunse a questa conclusione, la più facile tra le due opzioni.

Si erano comportati da bambini entrambi, ma allo stesso tempo nessuno dei due aveva il coraggio di fare quel piccolo passo ed esporre sinceramente i suoi sentimenti. Tuitti e due purtroppo erano troppo orgogliosi per farlo.

 

 

 

I giorni passarono lentamente per tutti, ma ancor di più per i due che li dovettero trascorrere lontani l'uno dall'altro. Nessuno ancora aveva intenzione di parlare, o anche solo di scambiare uno sguardo, con l'altro. Si limitavano entrambi solamente a farsi del male a vicenda; Taehyung, trascorrendo del tempo piacevole con Li Shu piuttosto che con Jungkook, mentre quest'ultimo a osservare da lontano la sintonia e il legame che si era formato tra i due, e quindi far sanguinare ulteriormente la profonda ferita del suo cuore.

Il re si trovava seduto sui divanetti vellutati verdi scuro della sala da tè, al suo fianco la zia che lo stava assillando di domande riguardo al suo giudizio verso la regina cinese. «Allora, come ti sembra Li Shu, è carina non è vero?» chiese la zia con un sorrisetto, «Ehm...S-Si certo» rispose incerto sorseggiando il suo infuso alle erbe per nascondere la sua espressione, la giovane era sicuramente oggettivamente una bellissima ragazza, ma a Taehyung purtroppo non faceva alcun effetto. «Ed è anche molto gentile, dolce e simpatica giusto?» domandò nuovamente al nipote che semplicemente annuì d'accordo con le parole della donna.

Il castano cercò di finire il prima possibile la sua bevanda per scampare ad altre scomode domande della zia ma, quando vide con la coda dell'occhio entrare Jungkook, in un primo momento si irrigidì, ma successivamente decise di sfruttare quella situazione a suo vantaggio.

«Vedo che passi molto tempo in sua compagnia, quindi suppongo che si stia creando un rapporto intimo tra di voi, non è vero?» sorseggiò il suo tè, «Sì, ormai abbiamo stabilito un rapporto decisamente intimo» e il ragazzo lanciò uno sguardo al cavaliere che in quel momento aveva contratto la mascella e stretto i pugni -Bingo!-. «Non facciamo altro che trascorrere del tempo insieme e devo ammettere che è davvero piacevole la sua compagnia» aggiunse per far ingelosire ulteriormente l'altro, voleva farlo arrivare al limite dell'esasperazione, voleva che fosse lui per primo a scusarsi per la sua incoerenza.

«Avete già deciso la data del matrimonio?» e a quella domanda il re si strozzò con il suo infuso tanta era la sorpresa, incominciò a tossire a dismisura facendo sorridere il corvino che aveva capito la messa in scena architettata da Taehyung, aveva finto solo per farlo ingelosire.

Il ragazzo si riprese e subito incrociò lo sguardo con quello sorridente di Jungkook, abbassò il capo come fosse stato scottato con solo un'occhiata e poi guardò la zia scusandosi con lei «Mi d-dispiace ma mi sono ricordato solo ora che dovevo raggiungere Shu nelle sue stanze e sono già in ritardo, ci vediamo per l'ora di cena» si alzò dal divanetto, si inchinò di fronte l'espressione perplessa della donna e quasi corse fuori dalla sala da tè pur di non stare un altro secondo tra quelle quattro mura con il cavaliere.

Taehyung si trovava nel corridoio che conduceva alla camera da letto di Li Shu, ovviamente non avevano alcun appuntamento, aveva mentito solo per andarsene anche se poi si era ritrovato tutto solo davanti alla porta in legno della regina -Magari sta facendo altro e se busso la disturbo- pensò dando le spalle all'entrata per andarsene.

«Taehyung, che ci fai qui?» ma da quel lungo corridoio apparve la regina cinese che stava rientrando in quel momento nelle sue camere, «Ehm, passavo di qui e mi chiedevo se volessi trascorrere un po' del pomeriggio insieme a me» sorrise gentilmente alla ragazza che ricambiò subito annuendo. «Vuoi entrare?» chiese lei aprendo la porta della sua camera e facendo entrare il re prima di richiuderla alle sue spalle.

Si stesero entrambi sul materasso e conversarono per svariati minuti, ritrovando quella sintonia che caratterizzava il loro rapporto. Continuarono fino a quando, curiosa, Shu si mise seduta, guardò fissa negli occhi del giovane e pose la fatale domanda «Tu sei mai stato innamorato?».

Un silenzio quasi imbarazzante fu la risposta del castano che arrossì a dismisura a quelle parole, che avrebbe dovuto rispondere?, perciò la ragazza continuò a parlare consapevole dei sentimenti del re «Bhè io sì, e posso vantarmi di saper riconoscere le persone innamorate, anche se per te è proprio palese e chiunque lo noterebbe» ridacchiò leggermente facendo sorprendere Taehyung che non sapeva assolutamente cosa dire o fare in quel momento. «È la tua guardia personale non è vero?» aggiunse infine con un sorriso.

Con la bocca e gli occhi spalancati per lo shock e le gote rosso fuoco per l'imbarazzo non riusciva a muovere un singolo muscolo, «Tranquillo, a me sta bene» a vedere quell'espressione spaventata, Shu dovette tranquillizzarlo con quelle sincere parole, «D-Davvero?» balbettò il ragazzo; sì, aveva paura di non essere accettato per quello che era, per amare un uomo, una persona del suo stesso sesso e di una diversa classe sociale, ma si riuscì a rilassare quando ella gli rivolse il suo dolce sorriso accompagnato ad un «Anche io sono dalla parte dei matrimoni per amore e non per convenienza».

Taehyung abbracciò la ragazza sollevato da quella risposta, mentre lei rise e ricambiò subito dopo la stretta. «Io mi trovo molto in sintonia con te ma non penso riuscirai mai a guardare me con gli stessi occhi con cui guardi lui» parlò la ragazza accennando un sorriso, «Mi dispiace» abbassò lo sguardo colpevole «Non fa niente, in fondo al cuore non si comanda» gli prese una mano e la intrecciò con la sua in segno d'affetto, nulla di più.

«Come lo hai capito?» chiese curioso «Solo uno stupido non avrebbe notato gli sguardi assassini che mi lanciava, a volte faceva davvero paura» Shu ripensò ai brividi che le provocavano gli occhi scuri di Jungkook ogni qualvolta incrociavano i suoi, «Bhè allora sarà meglio che gli faccia un discorsetto» ridacchiò il castano, ma subito dopo tornò serio sospirando.

Quel cambio repentino d'espressione venne notato dalla ragazza che si affrettò a domandare se stesse bene, «Abbiamo avuto una discussione qualche giorno fa e io mi sento in colpa per le parole che gli ho detto, non le pensavo veramente ero solo preso dalla rabbia» si morse il labbro pensando a Jungkook, gli mancava troppo. «E perchè non vai da lui a scusarti?» chiese «Perchè è colpa sua se abbiamo litigato» esclamò deciso il re incrociando le braccia al petto.

«Ma ti devo proprio insegnare tutto?» ridacchiò sospirando lei «Taehyung pensaci, ti importa davvero se sia colpa di Jungkook o di qualsiasi altra persona, o è più importante risolvere con la persona che si ama?» la regina ormai era diventata una buona amica per il castano e, come tale, gli consigliava ciò che era meglio per lui, per la sua felicità. «Ora va da lui e non tornare finchè non avrete risolto» lo spronò la ragazza con un sorriso, «Grazie» il giovane scattò in piedi e uscì dalla stanza quasi correndo diretto da una sola ed unica persona.

-Buffo come solo poche ore fa stavo correndo per allontanarmi da lui e ora lo sto facendo per andargli in contro- pensò incominciando ad arrestare i suoi passi di fronte alla porta della stanza del suo amato.

Bussò una volta ma non ottenne alcuna risposta, una seconda ma ugualmente sentì silenzio, una terza e nulla. Girò lentamente la maniglia e rimase pietrificato per ciò che vide all'interno di quella camera.

Se c'era una certezza che perfino Li Shu, un'estranea, aveva notato, era che entrambi si erano innamorati l'uno dell'altro senza nemmeno accorgersene, e avevano bisogno di qualcuno che li facesse guarire da quella loro cecità durata troppo a lungo. Ciò che non aveva ancora capito Jungkook era che il cuore di Taehyung lo aveva già conquistato, lo aveva in pugno e gli sarebbe sempre appartenuto, qualsiasi sbaglio avesse mai compiuto.

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Capitolo 18
*** †18† ***


Girò lentamente la maniglia e rimase pietrificato per ciò che vide all'interno della camera o, meglio dire, ciò che non vide. Non c'era nulla. Quella stanza era spoglia, priva di qualsiasi oggetto personale appartenente a Jungkook, come se lui non avesse mai abitato tra quelle quattro muara. Non c'era traccia di alcun soprammobile, nessun capo d'abbigliamento all'interno dell'armadio o quadro appeso alle pareti, il letto era intatto come se non vi avesse dormito sopra nessuna persona.

Taehyung era spaesato, non sapeva cosa fosse successo o in quale altra camera si fosse sistemato il corvino. Non era stato informato di alcuno spostamento o trasferimento, eppure ogni qualvolta un servitore o una guardia decidevano di cambiare alloggio lui veniva subito messo al corrente.

Il re vagò con lo sguardo accigliato in cerca anche solo di un briciolo di informazione, aveva bisogno di sapere. I suoi occhi si soffermarono sul volto di una guardia che era di turno in quell'ala del castello in quel momento e subito lo richiamò «Scusa, sai per caso dove si trova tutta la roba della guardia che alloggiava in questa camera? Sai per caso se lo hanno trasferito in un'altra stanza o-» il giovane interruppe le parole del castano con un «Maestà, Jungkook ha fatto i bagagli ed è partito oggi stesso per combattere in prima linea al fronte» sospirò mentre il re rimaneva pietrificato sul posto «Mi ha riferito che al castello non era più necessaria la sua presenza e che sarebbe andato a combattere direttamente contro il nemico per proteggere la patria e sua maestà» aggiunse per poi riprendere a camminare lungo il corridoio ispezionando attentamente ogni stanza.

-Cosa? Non può essere vero! È-È solo uno scherzo! Non può essere partito così dal nulla senza nemmeno avvisarmi-

Taehyung non sapeva che fare, era lì immobile in quella camera ormai vuota da quello stesso pomeriggio. Non era riuscito a fermarlo, a parlargli prima che prendesse quella decisione tanto stupida quanto pericolosa per la sua stessa vita ma, il castano non avrebbe mai messo a rischio la vita del suo cavaliere anche a costo di sacrificare la sua stessa esistenza.

Sapeva che l'idea che gli era balenata per la mente in quell'istante fosse da pazzi, completamente insensata e davvero azzardato, ma forse era la sua unica speranza.

Corse a perdifiato, nel vero senso della parola, fino alla stanza del suo fidato consigliere, non bussò nemmeno ed entrò con il solo scopo di parlare con lui ed esporgli la sua richiesta. Appena il re riuscì ad aprire la porta, si fiondò subito all'interno della camera senza prestare attenzione a Namjoon, troppo perso nello sguardo del compagno per capire anche solo minimamente che cosa stava succedendo, e parlò «Namjoon devi radunare tutto il consiglio militare al più presto, ho preso una decisione davvero importante e la devo comunicare a tutti voi. Arrivederci» e uscì senza dare neanche il tempo al consigliere di comprendere a pieno quella richiesta.

«Ma non si è accorto di nulla?» chiese Seokjin, il suo compagno da diversi anni ormai, sorpreso dalla situazione «A quanto pare no» ridacchiò Namjoon «Si vede che è molto sovrappensiero. Sarà meglio che io vada che ho notato che sei impegnato» Seokjin gli accarezzò una guancia seduto sul bordo del letto, «No- Cosa?! Rimani ancora un po' per favore?» chiese il moro con uno sguardo da cucciolo che fece sciogliere il medico. «Ma non hai sentito sua maestà? Tu, essendo il primo consigliere, hai l'importante compito di radunare tutto il consiglio, perciò è meglio che io non ti disturbi ulteriormente, tanto ci vediamo stasera» ridacchiò avvicinandosi alla porta per uscire dalla camera. «Ti amo Nam» sussurrò prima di aprire il legno pesante e richiuderlo alle sue spalle, «Ti amo anche io Jin» sospirò il consigliere prima di alzarsi dal letto e iniziare a svolgere il suo incarico.

Come richiesto da sua maestà, il consiglio militare venne radunato in corto tempo e tutti i membri si riunirono di fronte all'imponente trono su cui era seduto il re. L'espressione del viso impassibile e la corona sul capo, erano i tratti distintivi di Taehyung che si schiarì la voce prima di iniziare ad esporre la sua idea «Dopo una lunga e attenta riflessione sono arrivato alla conclusione che sarebbe meglio per il nostro regno che le truppe abbandonassero la guerra».

Dei bisbigli di disapprovazione si sollevarono all'interno di quelle quattro mura. Secondo tutti i presenti era una pessima idea quella di dichiarare una ritirata delle truppe al confine poichè tutto ciò avrebbe solo portato all'avanzata del nemico sul territorio coreano; infatti, si poteva notare tutto il loro disappunto dalle espressioni di sorpresa che si erano stampati sul volto. Tra quel chiacchericcio insistente una voce di uno dei tanti consiglieri della sala si sovrappose tra le altre facendo le veci di tutti i presenti «Ma maestà, con tutto il rispetto, secondo me questa è un'idea folle, un suicidio per le nostre truppe» e dopo quelle parole tutti si ammutolirono e attesero una risposta da parte di Taehyung che non tardò ad arrivare.

La mascella serrata e gli occhi iniettati di sangue facevano capire ad ognuno che il re non aveva apprezzato per nulla quell'indiscreto, ma lecito, intervento che venne subito confermato dalle parole che uscirono atone dalla sua bocca «Non mi importa, io sono il re e ormai ho preso questa decisione e va rispettata, comunicatelo in emergenza alle truppe al fronte» si alzò dal trono e, prima di uscire dalla sala pronunciò la sua vera richiesta «E, inoltre, vorrei richiamare al mio cospetto la guardia, assegnatami da mia madre prima di morire, per la mia protezione». Nessuno osò più controbattere quelle parole e fecero come gli era stato ordinato.




 

Passarono due settimane in cui la situazione al confine si fece più grave delle aspettative del re, che, in fondo, aveva ordinato ai suoi consiglieri di comunicare all'esercito di non avanzare ulteriormente fronteggiando il nemico, con il solo scopo di salvare Jungkook, senza però pensare effettivamente a tutto il resto dei militari coinvolti nella guerra; aveva agito d'impulso, da stupido e da incosciente, seguendo il suo cuore e non la sua coscienza.

A seguito della ritirata, infatti, l'esercito nemico aveva nuovamente attaccato uccidendo una parte delle truppe coreane portando una grossa perdita e la conseguente avanzata del rivale. Per questo Taehyung, in quel momento, era steso sul letto ad osservare il soffitto riflettendo sulle decisioni prese in attesa dell'arrivo del suo cavaliere, ma ciò non accadde.

Bussarono alla porta della camera del re e quest'ultimo si fiondò ad aprire sperando di trovare un Jungkook sorridente alla porta ma, al contrario, si presentò un messaggero che consegnò una lettera d'urgenza per sua maestà e si dileguò, a seguito di un inchino, senza ulteriori spiegazioni. Il castano si sedette sul morbido letto osservando incuriosito la busta tra le sue mani, essa riportava il sigillo reale e, sul retro, semplicemente il nome dell'intestatario Taehyung.

Aprì lentamente la busta e ne estrasse la lettera; prima ancora di leggerne il contenuto capì che la scrittura non perfettamente ricurva, dettata da una scarsa istruzione, apparteneva al suo Jungkook, perciò procedette nella lettura della missiva.

"Taehyung, se stai leggendo questa lettera significa che sono morto..."

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Capitolo 19
*** †19† ***


"Taehyung, se stai leggendo questa lettera significa che sono morto.

Non voglio che tu pianga per me, non ne varrebbe la pena per una semplice guardia. Voglio solamene il bene e la tua felicità ed è per questo che ti sto scrvendo questa lettera. Stai attento all'esercito nemico e all' sua avanzata, sono morte parecchie truppe a causa loro e non vorrei che succedesse una tragedia m'olto peggiore con lei.

Stai bene.

-Jeon Jungkoook".

Taehyung era pietrificato di fronte a quelle parole. Non potevano essere vere, Jungkook non gli avrebbe mai scritto una lettera del genere. Esaminò nuovamente la calligrafia, era proprio quella di Jungkook, la busta e il sigillo reale, non avevano nulla di imperfetto o sbagliato, ritraevano semplicemente lo stemma della casata dei Kim.

Aggrottò le sopracciglia quando, rileggendo per l'ennesima volta l'inchiostro su carta, notò dei dettagli a cui la prima volta non aveva fatto caso. Jungkook, seppur avendo una scarsa istruzione, la conoscenza della grammatica un minimo l'aveva acquisita; si sarebbe aspettato uno o forse due errori, ma non cinque, tra cui uno nella firma a fondo pagina. Tutto ciò era davvero strano anche per lui.

Si alzò di scatto con la carta in mano e si appoggiò sulla scrivania in quercia bianca posta al lato della stanza. Prese una piuma e la intinse nell'inchiostro per poi sottolineare quei banalissimi errori che aveva commesso.

"Taehyung, se stai leggendo questa lettera significa che sono morto.

Non voglio che tu pianga per me, non ne varrebbe la pena per una semplice guardia. Voglio solamene il bene e la tua felicità ed è per questo che ti sto scrvendo questa lettera. Stai attento all'esercito nemico e all' sua avanzata, sono morte parecchie truppe a causa loro e non vorrei che succedesse una tragedia m'olto peggiore con lei.

Stai bene.

-Jeon Jungkoook".

Poteva essere male istruito, impulsivo e a volte maleducato ma sicuramente non si poteva definire stupido, il corvino aveva comunicato tra le righe il vero messaggio rivolto, non al re, ma solamente al suo principino: "Ti amo". Il corvino era stato obbligato a scrivere in quel modo così formale perchè sicuramente al confine avrebbero controllato attentamente il contenuto della lettera, soprattutto se indirizzata al re.

Le sue mani tremarono, i suoi occhi divennero lucidi e il respiro gli si bloccò in gola alla consapevolezza di quelle parole. Non voleva crederci, non poteva crederci; anche la persona più importante che gli era rimasta, se n'era andata, era morta.

Taehyung si sentì smarrito, vuoto, come se anche lui fosse privo di vita, come se la sua anima avesse abbandonato il suo corpo che, in quel momento, era inerte all'interno della spaziosa camera. Non riusciva a pensare ad una vita senza Jungkook, senza quel suo bel viso, senza i suoi occhi scuri, senza le sue battute maliziose che lo facevano sempre imbarazzare, senza i suoi abbracci, i suoi baci, senza la sua presenza al suo fianco.

Era vero, non esistevano i per sempre nella vita reale, solo sofferenza. Ma se lo meritava veramente? Si meritava tutto quello che gli era capitato, tutto il dolore che aveva dovuto patire? Forse sì, pensava lui, in fondo era stato solo e soltanto lui a dare l'ordine della ritirata dell'esercito, era stata colpa sua se Jungkook era morto, lui lo aveva ucciso.

Le sue gambe cedettero e le ginocchia si schiantarono contro il pavimento ruvido, le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi bagnando le guance arrossate e dalle labbra uscì un urlo straziante, pregno di disperazione. Non riusciva a respirare, era come se gli mancasse l'aria ogni volta che un singhiozzo veniva soffocato all'interno della sua bocca, come se, in quei mesi di conoscenza, fosse stato Jungkook a donargli l'ossigeno per poter vivere, e ora non poteva più farlo.

Stava male, ma non per un superficiale dolore fisico, no, il suo andava ben oltre, ti scavava all'interno, ti risucchiava dentro un vortice e ti stritolava interamente l'anima affondando in essa i suoi artigli. Ed in quel momento, nella più totale agonia, il ragazzo si rese conto che il suo sentimento era genuino, che non gli importava minimamente che cosa avrebbero detto o fatto le altre persone, perchè lui si era finalmente reso conto di provare un meraviglioso sentimento chiamato, più comunemente, amore.

Troppo tardi.



 

Tre giorni erano passati da quando aveva mangiato l'ultima volta, tre giorni da quando era uscito dalla sua stanza l'ultima volta, tre giorni da quando aveva parlato con qualcuno dall'ultima volta, tre giorni dalla notizia della morte di Jungkook erano passati e Taehyung non aveva intenzione di smettere di piangere. Non ce la faceva, non poteva sopportarlo, non poteva accettarlo e l'unica cosa che sembrava farlo sentire meglio era soffrire in solitudine.

Nessuno sapeva ciò che gli era successo realmente, giravano voci che fosse gravemente malato e, per evitare il contagio, si fosse rinchiuso nella sua stanza; alcuni credevano che, avendo preso una decisione sbagliata che aveva fatto perdere la vita a molti soldati, fosse scappato da codardo; altri invece sostenevano che fosse stato ucciso e che per non creare il panico tra la popolazione non avessero diffuso la notizia.

Neppure Li Shu aveva più notizie dal re e si stava iniziando a preoccupare per lui, più volte era andata a bussare alla sua porta ma non aveva ottenuto risposta, aveva chiesto ai servitori che gestivano le camere reali ma l'unica cosa che gli avevano detto era che Taehyung si rifiutava da giorni di mangiare e bere.

La ragazza non sapeva che fare, camminava senza una meta per i lunghi corridoi del castello riflettendo. All'improvviso una figura girò l'angolo e si diresse spedita verso una stanza posta sul lato sinistro della parete senza considerare minimamente le persone circostanti. Per un secondo gli occhi dei due si incrociarono dando la possibilità a Li Shu di riconoscere Taehyung, le era bastato un secondo per notare la sua stanchezza, le occhiaie marcate, la carnagione più pallida del solito, il suo sorriso spento, gli occhi rossi dal pianto e le iridi pregne d'ira.

Il re si diresse nella sala del trono dove vi trovò il consiglio militare riunito una seconda volta sotto sua richiesta. Tutti i presenti erano perplessi e non avevano minimamente idea di quello che avesse in mente il castano.

«Voglio lo squadrone B in difesa, mentre le truppe A sul fronte per un contrattacco, abbiamo già perso troppi uomini e io non ho intenzione di arrendermi così facilmente» le sue parole uscirono violente e intrise di rabbia. Nella stanza si alzarono alcuni bisbigli, perciò l'imperatore continuò impassibile «Loro mi hanno privato di ciò che mi stava più a cuore, ora è il loro turno di pagare» una voce ruppe il silenzio creatosi dopo la frase pronunciata dal re «Ma, maestà, le truppe non sono ancora ben riorganizzate dopo la perdita della prima e della seconda linea, sarebbe un suicidio contrattaccare!». Taehyung si alzò dal suo trono e incontrò lo sguardo di colui che aveva osato contraddirlo, gli occhi iniettati di sangue e la bocca che sputò veleno «Non importa, ora sono loro che proveranno sulla loro pelle la mia furia vendicativa» e detto ciò se ne andò senza più rivolgere parola a nessuno, lasciando basiti tutti i presenti.

Namjoon uscì dalla stanza al seguito del re e quasi dovette correre per riuscirlo a fermare «M-Maestà, maestà aspetti! Si fermi!» il castano sbuffò attendendo il consigliere «Devo parlarvi di una cos-» non fece in tempo a concludere la frase che venne interrotto da un Taehyung spazientito «Se mi vuoi dire qualcosa riguardo la mia decisione militare, è inutile! Risparmia il fiato, non cambierò idea» disse Taehyung «Non si tratta di questo» ribattè l'altro sospirando.

«Penso di aver compiuto un'azione molto sbagliata» Namjoon abbassò lo sguardo, mentre il più giovane si accigliò incitandolo a parlare «I-Io, ehm...Sono stato i-io ad inviare la sua guardia personale in guerra al fronte, l'ho minacciato affinchè se ne andasse per sempre dal castello e non rimettesse mai più piede qui dentro. Maestà, mi pento delle mie azioni, vi prego di perdonarmi e di essere clemente» si inchinò in segno di scuse mentre Taehyung elaborava mano a mano le sue parole.

«C-Che cosa hai fatto?!?» il castano alzò il tono di voce facendo tremare di paura l'altro. «M-mi dispiace, vi prego non era mia intenzione separarvi, io pensavo che Jungkook volesse solo usurpare la corona, non pensavo vi foste innamorato di lui, io n-non avrei mai agito in questo modo se avessi saputo dei vostri sentimenti» il consigliere era veramente dispiaciuto, non immaginava che anche sua maestà provasse dei sentimenti verso il cavaliere, pensava che il corvino stesse fingendo di essersi innamorato solo per rubare il potere al re.

Ma Taehyung a quel punto non ragionò più razionalmente «Tu, come hai osato?! Ora stammi lontano, ti assolvo dalla carica di consigliere, vattene da questo castello e non tornare mai più» diede le spalle a Namjoon, iniziando a camminare dalla parte opposta. Il consigliere lo fermò prendendolo dal polso «Maestà aspetti io non avrei mai agito così se avessi saput-» venne interrotto dalla furia del re «Non m'importa più di nulla, non farti mai più vedere perché se anche solo una volta incrocerò di nuovo il tuo sguardo farai la stessa fine che ha dovuto fare Jungkook per colpa tua» concluse il discorso ritirandosi nelle sue stanze.

Taehyung aveva perso la testa, non riusciva più ad agire per il benessere del suo regno ma solo per vendetta personale. Egli voleva bene a Namjoon, ma non sarebbe mai più stato in grado di fidarsi di lui dopo ciò che aveva fatto. Il consigliere sapeva di doversi riscattare agli occhi del re ma come poteva fare?

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Capitolo 20
*** †20† ***


Namjoon era distrutto, non aveva idea di cosa fare se non quella di seguire gli ordini del re. Sapeva di aver sbagliato, ma non voleva neanche lasciare il castello; era stata la sua casa da quando era un bambino e aveva sempre lavorato al servizio della corona come consigliere, aveva assistito alla successione di tre diversi regnanti: il padre di Taehyung, morto in battaglia, la madre, reggente al posto del figlio per un breve periodo, e il re attuale. Non poteva assolutamente abbandonare tutto ciò, doveva riscattarsi di fronte agli occhi del giovane re. La vera domanda era: come poteva farlo?

Corse nella stanza del medico, nonchè suo compagno da diversi anni, e gli raccontò nel dettaglio ciò che era successo e come, per colpa sua, Jungkook fosse morto. «Tu cosa hai fatto?!?» fu l'esclamazione indignata di Seokjin, «Lo so, non mi urlare contro anche tu, tanto la situazione non cambia. So di aver commesso un errore enorme e i sensi di colpa non accennano ad abbandonarmi, mi sono rivolto a te perchè ho bisogno di un consiglio, non so più che fare!» urlò Namjoon esasperato, i suoi occhi lucidi fecero sciogliere il cuore del dottore che lo strinse subito tra le braccia teneramente. «Come hai fatto a non notarlo, quei due erano palesemente innamorati» parlò il più grande mantenendo stretto l'altro, «Non lo so, ho pensato che Jungkook stesse fingendo, io volevo solo proteggere sua maestà e invece ho rovinato tutto» la voce del consigliere uscì ovattata a causa della bocca di quest'ultimo che premeva sull'hanbok del maggiore.

«Ora tranquillo, pensiamo ad una soluzione» entrambi si staccarono e rimasero in silenzio per alcuni minuti riflettendo sul da farsi. «Io penso che sia meglio se per un po' tu stia lontano dal castello come ti ha detto sua maestà, mentre io cerco di calmare un po' le acque. Rivelerò al re della nostra relazione segreta e ribadirò che non era tua volontà mandare in guerra Jungkook facendolo morire, speriamo abbia un po' di clemenza nei tuoi confronti e che almeno ti faccia tornare al castello» propose il medico con un sorriso per rassicurare l'altro. «Ma io non ti voglio lasciare da solo al castello in balia delle guardie che appena finiscono il loro turno vanno in cerca solamente di buchi da tappare» ribattè il più giovane tra i due, «Hai reso l'idea, ma non preoccuparti starò attento, non mi succederà nulla in tua assenza, e poi sei stato tu a insegnarmi come difendermi quindi abbi fiducia nel tuo operato e soprattutto in me» i due si avvicinarono nuovamente stringendosi un'ultima volta prima della partenza di Namjoon. Si baciarono e si scambiarono un semplice "Arrivederci" perchè sapevano si sarebbero ritrovati di nuovo, forse dopo un mese, forse un anno, quello non lo potevano prevedere, ma erano certi si sarebbero rivisti.

 

Nel mentre Taehyung, arrabbiato e frustrato, andò dall'unica persona che sperava potesse aiutarlo: Li Shu. Bussò alla porta della sua camera e attese un suo riscontro, «Chi è?» chiese la dolce voce della ragazza, «Sono Taehyung, avresti cinque minuti? Ho bisogno di parlar-» non fece in tempo a concludere la frase che la porta si spalancò e venne accolto all'interno della stanza.

Si sedettero entrambi sul letto, ma passarono interi minuti di silenzio dove nessuno dei due fiatò. «Cos'è successo Taehyung?» chiese lei, ma non ricevette risposta, il ragazzo continuava a guardare il muro fisso davanti a sè senza espressione, come svuotato di ogni emozione, «Taehyung, puoi parlare con me se ti va» ma nulla, il giovane non accennava ad alcun movimento o a qualunque parola. A quel punto la ragazza, che non sapeva cosa fare, poggiò una mano sulla sua spalla per confortarlo, ma appena compì quel gesto egli scoppiò in un pianto doloroso e straziante balbettando tra i singhiozzi il nome di Jungkook.

Dopo qualche ora Shu riuscì a calmarlo e gli chiese di raccontargli ciò che era successo tra i due, e il re, con fatica e per la prima volta, riuscì a parlare. «Taehyung, mi dispiace moltissimo» lo abbracciò trasmettendogli tutto il suo calore, il suo affetto, sperando di confortarlo nella sua sofferenza, quella stretta venne ricambiata dal ragazzo.

«Ogni giorno spero di svegliarmi la mattina pensando che tutto questo sia stato solo un incubo, che in realtà Jungkook stia dormendo al mio fianco nel letto, ma ciò non succede mai» i suoi occhi divennero nuovamente lucidi, cercò di trattenersi, «Ogni volta che mi guardo allo specchio, provo vergogna a vedermi riflesso, mi chiedo "Perchè sono stato scelto io per vivere e non lui?" Sono io quello che viene minacciato di morte, è a me che hanno tentato di uccidere, non lui. Lui non c'entra nulla in tutto questo, eppure è stato coinvolto ed è solo colpa mia, io l'ho fatto entrare a far parte di tutti i miei casini, io l'ho reso partecipe della mia vita e il risultato qual è stato? È che io sono vivo, mentre il suo corpo è privato della sua anima, probabilmente senza neanche una degna sepoltura, inerte su un campo di battaglia insanguinato» non ce la fece più, aveva pianto fin troppo, lo sapeva, ma non riusciva comunque a smettere, era consapevole che non serviva a nulla dolersi in quel modo, ma quella era la sua unica valvola di sfogo.

«Taehyung, smetti di incolparti per nulla, non è stato a causa tua se Jungkook è morto. Basta, non devi pensare questo mai più okay? Me lo prometti?» Shu aveva preso le mani del re tra le sue per tranquillizzarlo e farlo smettere di tremare, «E smetti di piangere, sei forte, in realtà penso tu sia la persona più forte che io abbia mai conosciuto in tutta la mia vita, sei riuscito a superare la morte dei tuoi genitori, riuscirai a farlo anche con quella di Jungkook» la ragazza gli asciugò la lacrima che aveva rigato il volto del giovane e gli sorrise dolcemente, «Per la morte di mio padre avevo mia madre al mio fianco, per quest'ultima ho avuto Jungkook che è rimasto con me, e ora chi mi è rimasto?» lo sguardo con cui si rivolse a Shu, quegli occhioni pieni di lacrime, fecero spezzare il cuore di quest'ultima che abbracciando Taehyung disse in un sussurro «Ci sono io con te, non sei solo», «Ti ringrazio» fu la risposta del re che aveva trovato un'ancora di salvezza in mezzo alla sua sofferenza.

«Per la questione militare ti posso aiutare io. Invierò subito una lettera al mio consigliere di guerra dicendogli di intervenire con le truppe cinesi al confine per la difesa dei battaglioni coreani. Spero solo che il mio esercito intervenga prima che sia troppo tardi» disse sospirando. «Sono felice di averti conosciuto, non so come avrei fatto senza di te» sorrise sinceramente il re, «Anche io lo sono, e sappi che ci sarò, per qualsiasi cosa tu abbia bisogno puoi venire da me».


 

Taehyung aveva gli incubi quella notte, in realtà non era una cosa nuova per lui, soprattutto in quell'ultimo periodo gli capitava molto spesso di non riuscire a dormire. Era steso sul letto a guardare il soffitto scuro senza riuscire a prendere sonno.

Un leggero rumore lo destò da quella posizione, si mise seduto e si guardò intorno non vedendo però nessuno. Un altro brusio lo fece alzare in piedi e avvicinare alla finestra vetrata che dava accesso al balcone, la aprì e il vento gelido gli arrivò dritto in faccia facendolo tremare dal freddo.

Cercò con lo sguardo di vedere qualcuno in lontananza, ma tutto sembrava deserto, era talmente silenzioso e scuro che pareva quasi spaventoso. "Taehyung, non puoi avere paura del buio" pensò voltandosi e tornando dentro, ma, prima che potesse farlo, qualcuno da dietro gli bloccò i movimenti e, con la mano destra, gli tappò la bocca.

Fu un millesimo di secondo, Taehyung si riuscì a liberare da quella presa scaraventando a terra il suo nemico, proprio come aveva imparato da Jungkook, e si voltò di scatto per vedere in faccia il suo aggressore. Aveva un mantello nero che gli avvolgeva completamente il corpo e il copricapo non permetteva di riconoscere il viso dello sconosciuto.

Una leggera risatina si liberò dalle labbra di quella persona, si alzò lentamente dal pavimento e in un sussurro disse «Ti ho insegnato proprio bene a difenderti, principino». Quelle parole, quella voce...non poteva essere vero!

«J-Jungkook?» la voce del re uscì tremante dalle labbra, il fiato quasi gli mancò quando il ragazzo tolse il mantello nero scoprendo completamente il suo viso, leggermente ferito sullo zigomo e vicino alla bocca, e il suo corpo. «N-Non può e-essere vero...» sussurrò Taehyung a se stesso, «Tu non puoi essere qui, s-sto solo sognando» abbassò lo sguardo triste e rientrò nella stanza.

«Taehyung» però, quella voce l'avrebbe riconosciuta a chilometri di distanza, un brivido percorse la sua schiena, si bloccò per un secondo, poi riprese il suo cammino verso il letto. «Taehyung» lo aveva raggiunto, lo aveva fatto voltare e gli aveva sussurrato all'orecchio «Sono qui».

«T-Tu sei v-vivo?»

Taehyung ormai era completamente impazzito senza Jungkook, faceva davvero fatica a distinguere ciò che era reale e quello frutto della sua immaginazione. Tutto ciò gli appariva talmente reale che sembrava quasi convincerlo, un sogno talmente bello dal quale non avrebbe mai voluto fare ritorno.

~

Che dite? Secondo voi è possibile che Jungkook non sia morto? O è solo l'immaginazione di Taehyung?✨

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Capitolo 21
*** †21† ***


«Ti spiegherò tutto te lo prometto, ma ora ti prego baciami, ne ho bisogno» entrambi si avvicinarono l'uno all'altro, incatenarono le loro iridi scure e le loro labbra si sfiorarono, non si toccarono ancora, «Aspetta, giurami che questo non è un sogno, non voglio svegliarmi e soffrire di nuovo» il corvino accarezzò con una delicatezza disarmante la guancia del suo principino e premette le sue labbra contro quelle del castano dando inizio ad un bacio che esprimeva sofferenza, malinconia, ma allo stesso tempo colmava il vuoto nel cuore di entrambi.

«Mi sei mancato» i loro visi erano talmente vicini che a separarli vi erano solo pochi millimetri «Anche tu, tantissimo» e si baciarono nuovamente. Le loro labbra si erano cercate per troppo tempo e ora si erano riuscite a ritrovare creando un'esplosione di sentimenti all'interno dei loro cuori.

Le braccia di Taehyung si allacciarono al collo del corvino, mentre quelle dell'altro si andarono a posizionare sui fianchi del minore stringendoli in modo possessivo, non voleva allontanarsi di nuovo dal suo principino, non ci sarebbe riuscito. Jungkook adagiò il corpo del minore sul grande letto sovrastandolo completamente. Continuando a baciarlo, le sue dita affusolate si andarono a intrufolare sotto la veste notturna del castano, mentre le mani dell'altro erano ancorate alle possenti spalle del corvino.

Le loro pupille si incatenarono e si persero ognuno nello sguardo dell'altro, gli occhi del più piccolo divennero lucidi, non poteva ancora crederci, non doveva farlo se no quando si fosse svegliato da quel meraviglioso sogno, un'altra piccola parte del suo cuore si sarebbe sgretolata.

Le falangi del re delinearono dolcemente il viso del cavaliere, come se fosse un vaso di porcellana che si sarebbe rotto solamente facendo più pressione. Il pollice toccò delicatamente le sue labbra, leggermente gonfie e rosse a causa dei baci proibiti che gli aveva rubato, «C-Come hai fatto a s-sopravvivere?» quella domanda gli uscì spontanea perchè il ragazzo aveva bisogno di certezze, di sicurezze, di sapere ogni cosa successa al suo amato.

Jungkook sorrise leggermente, stampò un bacio sulle labbra del castano e si stese al suo fianco sul letto. «Dopo essere partito per il fronte, ho combattuto contro il nemico per giorni senza mai una pausa, ma loro erano in numero molto maggiore a noi perciò vinsero. Alcuni soldati li hanno uccisi, i restanti li hanno fatti prigionieri e venduti come schiavi. Per settimane sono stato chiuso dentro una buia, fredda e sudicia cella finchè un giorno mi hanno costretto a scriverti una lettera dove ti dichiaravo di essere morto, ero io a capo di quello squadrone perciò ho dovuto scriverti per avvisarti "della potenza del nemico". Una stronzata, avevano paura del nostro esercito, volevano solo spaventarti e far annunciare la ritirata. Successivamente mi hanno portato in una piazza insieme ai soldati rimanenti e hanno venduto tutti al miglior offerente e, fortunatamente, lì c'era Namjoon che mi ha comprato, si è scusato e mi ha offerto un posto in cui riposare, è grazie a lui se sono qui ora, non avrei mai pensato di poter dire parole di questo tipo rivolte a Namjoon fino a poco tempo fa, ma lui mi ha salvato. Mi ha spiegato tutto ciò che era successo mentre ero in battaglia, mi ha detto che tu stavi soffrendo per la mia morte e da lì sono partito il prima possibile per raggiungerti e dirti che stavo bene e che ti amo» sorrise notando gli occhi lucidi del più piccolo, «Non preoccuparti, ora che ti ho rivisto sto bene» aggiunse scacciando con il pollice le lacrime che stavano rigando il volto del castano.

«Uff, volevo dirtelo prima io, non è giusto!» il corvino rise alla faccia imbronciata dell'altro, «Me lo puoi ancora dire, anzi, io lo voglio sentire, sono tutt'orecchie» le guance, e forse tutto il viso del minore, si tinse di rosso a quelle parole. Taehyung si avvicinò maggiormente al più grande fino ad arrivare a solleticare il volto dell'altro con i suoi capelli, sorrise perchè non poteva farne a meno ora che aveva veramente Jungkook davanti ai suoi occhi e poi parlò aprendo completamente il suo cuore al corvino «Ti amo anche io».


 

Un leggero bussare portò Shu ad alzarsi dal letto e andare alla porta per vedere chi fosse. «Oh Taehyung, ciao» sorrise la ragazza «Non ti aspettavo qui di prima mattina e con che sguardo felice! Stai meglio?» chiese lei giustamente accigliata, il giorno prima il giovane si era presentato davanti alla sua camera che quasi piangeva e in quel momento si poteva considerare felicissimo. «Jungkook è vivo!» esclamò il ragazzo in preda alla gioia mentre lei non potè fare a meno di sorridere trovando adorabile il volto di Taehyung, era già da troppo tempo che il viso del re non veniva illuminato da quel luccichio straordinario. «Ma com'è possibile?» Shu stentava quasi a crederci, come anche il castano del resto.

«Adesso dov'è?» chiese, «Non osservare il mio principino troppo a lungo che poi lo consumi!» una figura sbucò da dietro alla porta ed entrò nella camera della ragazza senza chiedere il permesso e accomodandosi tranquillamente sul suo letto. Una leggera risatina sfuggì dalle labbra della ragazza al ricordo di quella possessività che caratterizzava Jungkook solo nei confronti di Taehyung, mentre il corvino le lanciò uno sguardo di sfida. «Oh, ancora con queste scenate di gelosia Jungkook?» sbuffò il re sedendosi accanto al cavaliere, «Lo sai che non mi fido di lei» gli occhi del ragazzo si assottigliarono in uno sguardo minaccioso e le sue braccia si incrociarono davanti al petto. «Stupido, è lei che mi ha fatto capire che cosa provo veramente per te quindi dovresti solo ringraziarla» lo sgridò l'altro sbuffando nuovamente.

«Okay, speravo di non essere il motivo della vostra prima lite di coppia, o almeno avrei preferito non assistervi, quindi se volete che me ne vada...» ella era già pronta ad uscire dalla sua stanza per lasciare un po' d'intimità ai due ragazzi, ma le parole del re la fermarono all'istante. «No, siamo venuti qua perchè abbiamo bisogno di te per dire a mia zia che io e te non vogliamo sposarci» disse Taehyung, ma venne subito corretto dal ragazzo al suo fianco «Ti ribadisco che non abbiamo bisogno di lei per dirlo a tua zia, basta semplicemente che la fai uccidere, tanto sei il re e hai il potere di farlo» parlò quasi annoiato come se non fosse nulla far uccidere una persona. «Jungkook l'hai detto tu stesso, non posso farla decapitare perchè È MIA ZIA!» quasi urlò il castano esasperato, «Va bene, va bene come vuoi» fece spallucce non intervenendo più nella conversazione tra il re e la regina cinese.


 

«E quindi voi mi stareste dicendo che non vi volete sposare?» chiese la zia seduta comodamente su una poltrona rivestita in velluto rosso, di fronte a lei Taehyung e Shu accomodati invece su un piccolo divanetto del medesimo materiale e colore, «Nè io nè suo nipote siamo consenzienti a questo matrimonio, però possiamo comunque rimanere in buoni rapporti tra gli stati, potremmo stabilire un'alleanza senza per forza essere sposati» parlò Li Shu in tono formale. «E come faremo a sancire il patto di alleanza senza un atto ufficiale come il matrimonio?» domandò quasi insistente la donna, «Io sono una regina, e vi basterà la mia parola» ma la ragazza si espresse con tono fermo talmente da riuscire a convincere la signora. «Va bene».

«Allora Taehyung, ti informo che, appena fatti i bagagli farò ritorno alla mia dimora, nel ducato di P'yŏngyang, e-» non riuscì a concludere la frase che un messaggero interruppe la loro conversazione «Maestà è arrivata una lettera direttamente dal re del regno nemico, con richiesta urgente e di massima priorità» il messaggero consegnò l'epistola e se ne andò con un inchino.

Il castano lesse immediatamente il contenuto della lettera e sorrise vittorioso quando arrivò in fondo al foglio «È un contratto di pace, il nemico si sta arrendendo». Shu ridacchiò «Le truppe coreane e quelle cinesi sono imbattibili!!» esclamò contenta.

Taehyung chiamò al suo fianco una guardia, «Andatemi a chiamare Namjoon, deve rientrare al castello per ripristinare il suo incarico di consigliere militare, ho bisogno di lui in questo momento» bisbigliò il re al suo orecchio facendo, successivamente, un cenno con la mano alla guardia in modo tale che si allontanasse. Egli fece un inchino accompaganto da un «Certamente, maestà» e uscì dalla stanza.


 

«Ogni volta che vorrai tornare a trovarci, zia, non esitare! Magari dacci un po' di preavviso la prossima volta» esclamò il re salutando con la mano la zia in partenza sulla carrozza. «È meglio che vada anche io» anche la regina cinese era in partenza per il suo lungo viaggio fino in Cina. Gli addetti caricarono i bagagli della ragazza sulla carrozza reale mentre lei salì al suo interno. «Grazie mille Shu, non ce l'avrei fatta senza di te. Sei un'ottima amica» si inchinò davanti a lei con un sorriso sincero che lei ricambiò. «Bhè, se avrai ancora bisogno di me sai dove trovarmi» rispose dolcemente. «Vienimi a trovare ogni tanto!» la carrozza partì, ma pochi minuti dopo ne sbucò fuori un'altra che si fermò all'ingresso del castello, davanti a Taehyung e Jungkook.

«Namjoon, sono felice di riaverti qui» si inchinò davanti al consigliere «Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per Jungkook» sorrise leggermente imbarazzato guardando il suo compagno. «Sono io a dovervi ringraziare maestà, non sprecherò questa seconda possibilità che mi avete dato» si inchinò a sua volta.

«Amore mio, sei arrivato finalmente!» esclamò il medico saltando in braccio al suo fidanzato, tutti ridacchiarono mentre Seokjin si ricompose in imbarazzo e si scusò con tutti per la sua euforia. Il re e il cavaliere si scambiarono sguardi innamorati, perciò Namjoon disse al medico del regno «È meglio che noi andiamo, sono stanco dopo questo lungo viaggio e poi ti devo raccontare un sacco di cose» e si allontanarono a passo spedito verso la loro abitazione poco fuori dal castello rimasta segreta fino a quel momento, proprio come la loro relazione.

Jungkook subito dopo prese in braccio il re e lo portò dentro «Ora che siamo soli tra queste mura, sappi che non avrò pietà per te» e lo iniziò a portare nella camera da letto, «Jungkook, ci sono comunque le guardie! E io sono un re ormai, non posso farmi vedere in certi comportamenti, quindi ora mettimi giù!» esclamò fingendo di essere arrabbiato con lui, in realtà era solo felice. «Oh, le guardie se ne faranno una ragione, non penso gli dispiaccia vedere due persone innamorate che si uniscono in un corpo solo e-» sorrise perchè l'altro non lo fece continuare per il troppo imbarazzo «JUNGKOOK!».

Arrivarono nella camera del minore e il corvino chiuse immediatamente la porta alle sue spalle e appoggiò il castano sul suo enorme letto con un sorriso che non poteva trasmettere altro che amore e felicità.

«No seriamente Jungkook, devi rispettare anche tu, come tutti, i miei ordini» sospirò e in modo scherzosamente solenne disse «Ora che sono re devi inchinarti al mio cospetto». In tutta risposta il maggiore ghignò e «Il massimo che posso fare è inginocchiarmi per succhiarti il-» ma venne nuovamente interrotto da un «JUNGKOOK!» quasi urlato. Risero entrambi e infine Taehyung aggiunse con le guance tinte di rosso «Anche se...non sarebbe una cattiva prospettiva».

Alla fine Taehyung aveva scelto l'amore e qualcuno; il destino, il fato, gli dei?..., non lo sapeva, lo aveva aiutato a riprendersi il suo regno. Le sue scelte erano state dettate, per la maggior parte, seguendo il suo cuore e, grazie a quest'ultimo, era riuscito a prendere quasi sempre sagge decisioni anche per il suo impero. Com'era possibile?

In tutto questo tempo non si era reso conto che in lui scorreva il sangue reale, lui era il prescelto dalla profezia per la sua nobiltà d'animo, per cui, ogni volta che sceglieva di seguire il cuore, in un qualche modo riusciva ad agire nel giusto modo anche per il suo regno.

Non doveva più essere una scelta tra l'amore o la corona, doveva essere la miscela dei due all'interno del cuore di Taehyung, un re saggio per tutta la popolazione, e, un principino da amare per Jungkook.

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Capitolo 22
*** †EPILOGO† ***


«Ragazzi, ci spostiamo ora nella sala contenenti dipinti e oggetti di uso quotidiano della dinastia Kim, questa famiglia ha regnato più di 2000 anni in Corea e ha cessato la sua discendenza di sangue con l'ultimo re: Kim Taehyung. Possiamo trovare qui esposto il ritratto dell'imperatore affiancato dal valoroso cavaliere che ha protetto il re fino alla sua morte» espose la guida mentre gli studenti ammirarono il quadro.

Un ragazzo curioso, forse un po' troppo, chiese «Ma com'è possibile che Kim Taehyung non si sia mai sposato? Non voleva continuare la dinastia della famiglia dei Kim?» e la guida sorridendo gentilmente gli rispose «Io ho studiato molto approfonditamente questo periodo storico e mi risultava molto strano che non avesse mai avuto un successore di sangue, quindi, indagando e cercando documenti anche successivi a quel periodo, ho scoperto che i due non avevano solamente un rapporto "lavorativo" ma più intimo, si sa che alla fine tutti i personaggi dell'antichità erano omosessuali, si pensi a Catullo, Erodoto, Senofonte o Platone».

«Ma quindi lui era un finocchio di merda» disse un ragazzo facendo ridere il suo gruppetto di amici, e la guida, sempre gentilmente, chiese «Posso sapere il tuo nome?» lui gli rispose sbuffando un «Kim Jungwoo». «Bene Kim Jungwoo, ti informo che senza Kim Taehyung e, al suo seguito, tutti i discendenti, anche se non di sangue, della dinastia Kim non sarebbero mai esistiti e il mondo adesso non sarebbe come lo stai vedendo tu ora con i tuoi occhi, ci sarebbero state molte più guerre e carestie che avrebbero portato tutta la società coreana al fallimento e non a diventare una potenza economica crescente quale è in questo momento» lo riprese la guida facendo poi spostare tutti i ragazzi in un'altra sala, tutti tranne uno.

Un ragazzo rimase lì davanti ad ammirare il dipinto pensando tra sè e sè "Anche io vorrei incontrare il mio cavaliere che mi possa proteggere e amare per il resto della mia vita", sospirò iniziando a camminare ma mantenendo gli occhi fissi sul dipinto, constatando quanto fosse bello.

«Oh! Mi scusi tanto, non l'avevo vista» si inchinò in segno di scuse davanti a colui che sembrava un ragazzo, poco più grande di lui, che lavorava nel museo. «Non ti preoccupare, a volte anche io mi distraggo molto facilmente» sorrise dolcemente. «Anche tu sei rimasto affascinato da quel dipinto?» il più piccolo annuì leggermente in imbarazzo, «Bhè anche io ne sono rimasto ammaliato la prima volta che l'ho visto. Se ti interessa posso darti qualche informazione in più sul ritratto» si avvicinarono all'olio su tela appeso alla parete e il più piccolo rispose con le guance rosse e con un «Sarebbe bellissimo».

«Oh, a proposito io mi chiamo Jeon Jungkook» l'addetto si inchinò in segno di saluto, «Io sono Kim Taehyung» si sorrisero complici.

Forse, dopo anni, dopo secoli, dopo millenni, dopo generazioni intere, un altro Kim Taehyung e un altro Jeon Jungkook si sarebbero incontrati di nuovo e la storia sarebbe ricominciata dall'inizio...

†FINE†

~

E ho pubblicato anche l'epilogo! Spero vi piaccia anche se è molto corto, solo che non mi volevo prolungare troppo in una storia che non avrebbe seguito la trama generale di questa Fan Fiction.💕
Vi ringrazio davvero per aver letto questa storia, mi rendete molto felice.🌟
Mi dispiace ancora per non essere stata costante nel pubblicare i capitoli ma ho avuto un po' di "contrattempi".❤️
Ancora grazie mille per aver seguito questa Fan Fiction e ci vedremo alla prossima stora!!!

🍬キャンディ🍬

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