Quattro gemme per Parvati

di LilyLunaMandrake
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***
Capitolo 7: *** 7. ***
Capitolo 8: *** 8. ***
Capitolo 9: *** 9. ***
Capitolo 10: *** 10. ***
Capitolo 11: *** 11. ***
Capitolo 12: *** 12. ***
Capitolo 13: *** 13. ***
Capitolo 14: *** 14. ***
Capitolo 15: *** 15. ***
Capitolo 16: *** 16. ***
Capitolo 17: *** 17. ***
Capitolo 18: *** 18. ***
Capitolo 19: *** 19. ***
Capitolo 20: *** 20. ***
Capitolo 21: *** 21. ***
Capitolo 22: *** 22. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


 

1.

 

“Mi chiamo Parvati Patil, e sono una combattente.”

“Ripetilo con più convinzione.”

“Mi chiamo Parvati Patil! E sono una combattente!”

“Puoi fare di meglio...”

“MI CHIAMO PARVATI PATIL, E SONO UNA COMBATTENTE!”

“Ecco la mia leonessa preferita!”

“Scusami Padma, sono un po' in ansia...”

“Lo so... Per questo ti ho chiesto di tirare fuori tutto il tuo coraggio.”

“Mi sento così sciocca... Ho combattuto una guerra, ho passato i MAGO con voti molto soddisfacenti, nonostante la situazione che vivevamo a scuola l'ultimo anno, e non riesco a decidermi a chiedere a Dean di uscire con me...”

[...Nooo! Nooo! Fermo!]

“Parvati? Mi stai ascoltando?”

“Eh? Sì, sì...”

“Dicevo...”

[“Nooo! Ti prego! Lascia stare mio figlio!”]

“Parvati?”

“Credo di aver avuto una sorta di visione, sentivo una voce...”

“Un'allucinazione, vorrai dire...”

“Non dire così! È stato angosciante! Quella voce era disperata!”

“Non dirmi che vuoi darmi ancora a bere quella storia dell'occhio interiore!”

“Sei solo invidiosa! La professoressa Trelawney ha sempre sostenuto che ho una grande predisposizione per l'arte della divinazione, mentre il tuo intuito mistico non è che una briciola del mio!”

“Non sono affatto invidiosa, credimi... Comunque, cos'è che ha distolto la tua attenzione?”

“C'era una donna che urlava e piangeva. Sentivo disagio, sofferenza, dolore. È stato orribile.”

“E tu lo chiami un grande dono, questo?”

“Intanto questo grande dono ha permesso a Harry Potter di capire molti fatti importanti, per far finire la guerra!”

“Certo, ma vorrei ricordarti che non era l'occhio interiore quello, ma il collegamento mentale con Voldemort...”

“Come ti pare... Io comunque ho sentito chiaramente il disagio di questa donna.”

“Calmati, dai. Andiamo a fare una passeggiata. Magari starai meglio, sei tutta rossa in viso.”

 

..

 

[“La pietra, devi cercare la pietra!”

“Padre, di che pietra parlate?”

“La Sacra Pietra, figlio mio, la Sacra Pietra porrà fine alle sofferenze del nostro popolo!”

“Ma non era una leggenda?”

“Le leggende hanno un fondo di verità...”

“Com'è fatta? Come funziona? Dove la trovo?”

“Io... Aaargh... mi fa male...”

“Non muovetevi, padre, vi cospargo subito altro dittamo sulla ferita!”]

Mi sveglio di soprassalto. La passeggiata serale con mia sorella mi aveva calmata. Ma questo... Cos'era, un incubo? Padma dorme beata nel letto di fianco al mio. Mi sento tutta scombussolata. Mi alzo, mi infilo le pantofole e la vestaglietta leggera che mi ha regalato la mamma l'anno scorso e decido di scendere in cucina, cercando di accostare pian piano la porta della nostra camera da letto allo stipite, per non svegliare Padma. Lei non ha l'occhio interiore, non ci crede a queste “favole”, non capirebbe.

Bevo un po' d'acqua fresca, e decido di uscire in giardino a guardare le stelle, coccolata dalla notte estiva. Le fisso, non sapendo bene cosa chiedere a quelle splendide perle luccicanti, incastonate preziosamente nella volta celeste.

Sento il cuore pulsare all'impazzata.

[“Solo un cuore estremamente percettivo potrà aiutarti. Solo una creatura simile potrà raccogliere la tua richiesta di aiuto. Ti dò la mia benedizione, mio caro Barastain, trova la pietra e aiuta Skyfolks, il nostro povero mondo!”]

Che mal di testa. Mi seggo sulla panca di legno, in giardino. Riguardo il cielo, i miei cari astri mi sorridono, non capendo la mia perplessità. Che cosa mi succede? Chi è che soffre così tanto? Tutto ciò è orribile!

“Uhm... Eccoti. Mi stavo preoccupando.”

“Padma... Dormivi e non volevo disturbarti.”

“Che cosa succede, Parvati? Hai la faccia che sembri una pazza.”

“Ho sentito altre voci, in sogno e anche ora. Credimi, non sono allucinazioni! C'è gente in difficoltà, là fuori chissà dove! Stanno male!”

“Posso fare uno sforzo, e cercare di crederti. Ammesso che tutto questo sia vero, sai quanta gente sta male? Nostra madre lavora al San Mungo, sai quanti pazienti vede ogni giorno?”

“Non è la stessa cosa. Sembra più un problema collettivo, parlavano di popolo in pericolo...”

“Ah, bene... Un popolo addirittura...”

“Smettila di essere così scettica!”

“Scusa. Non volevo ferirti. Si vede che la cosa ti turba, sei inquieta, e non voglio sottovalutare la situazione. Scusami.”

“Ti ringrazio.”

Mi abbraccia forte e io mi sento meglio, col suo calore di sorella gemella. Anche l'odore del suo balsamo all'olio di semi di lino mi calma, ma con la coda dell'occhio, oltre la sua testa, noto una cometa nel cielo. Lascia una scia violetta, sottile e quasi impercettibile, mi sembra di sognare, non mi par vero. Non avevo mai visto nulla del genere.

E poi accade.

CRACK!

Nel nostro tranquillo giardino, baciato dalla luce della luna, si materializza una figura. Mia sorella si volta velocemente sgranando gli occhi, incredula per la visione notturna assolutamente inaspettata.

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.

Sembra un ragazzo, ad occhio e croce nostro coetaneo, indossa abiti di pregio e reca un'espressione preoccupata sul viso. Pare stanco e innocuo, ma noi non lo conosciamo!

Mia sorella gli punta la sua bacchetta addosso senza esitazione. Io ho lasciato la mia sul comodino, quindi mi limito a guardarlo malissimo, con tutto il coraggio che può avere una ragazza con addosso un pigiama con le paperelle, mentre Padma gli parla.

“Chi sei? Cosa ci fai qui?”

“Posso spiegare. Mi stai puntando un'arma contro? Io non voglio farvi del male.”

“Questo è ancora da stabilire. Intanto ti tengo sotto tiro.”

“Voi usate la Grada per difendervi qui su Terra? Questo non lo sapevo!”

“Che vai blaterando? Grada? Qui sulla Terra?”

“La riproduzione della Grada, la clava mistica di Shiva... Me la immaginavo più massiccia! Quella sembra a malapena un ramoscello!”

“Cosa intendi con qui sulla Terra? E comunque questa è una bacchetta magica potentissima!”

“Non intendevo offendere te o il tuo strumento. Noi usiamo le pietre. Guardate!”

Si scopre le braccia dalle ampie maniche, rivelando molti braccialetti arricchiti da pietre di vari colori e forme. Si sbottona di poco il bavero della camicia, mostrandoci molte collane con ciondoli semplici e variopinti.

“Noi su Skyfolks usiamo le pietre per controllare la magia. Mio padre mi aveva detto che avrei imparato molte cose interessanti qui da voi. E voglio tranquillizzarvi, vengo in pace.”

Skyfolks? Questo nome... Sono allibita!

“Tu... tu sei Barastain?”

Il giovane mi guarda affascinato. Non avevo ancora spiccicato parola.

“Allora sei tu il motivo per cui mi trovo qui! Lei in effetti mi pareva troppo scettica...” dice indicando mia sorella.

“Io... Io ti ho sentito. Parlavi con tuo padre.”

“Hai sentito anche lui? Sono decisamente nel luogo giusto! Aveva detto che solo un...”

“...cuore estremamente percettivo potrà aiutarti.” Finisco la sua frase, interrompendolo. Lui sembra commosso, cade sulle ginocchia giungendo le mani, guardandomi da basso con occhi tristissimi. E noi gemelle siamo sempre in pigiama.

“Sei proprio tu! Tu hai il dono! Che cosa sei riuscita a capire?”

“Ho percepito dolore, sofferenza, paura. Una donna piangeva per suo figlio, tuo padre ti mandava in cerca di aiuto per il tuo popolo.”

“Sì! È tutto vero!”

“Vedi Padma? Non erano favole.”

“Va bene, 1 a 0 per te. Ora però sarà meglio che lui ci spieghi un po' meglio questa storia.”

“È una storia angosciante. Provengo dal pianeta Skyfolks, si trova all'incirca a settecentomila anni luce dalla Terra. Sono riuscito a giungere qui molto velocemente grazie all'uso della magia. Di base è un mondo pacifico, la gente lavora e vive serenamente a contatto con la natura. Sapevo che voi usate molto i materiali artificiali, d'altronde è con quelli che avete colonizzato il pianeta dove sono nato... Ma è strabiliante come abbiate ricoperto così tanto questo bel prato con tutta questa pietra dura...”

“Si chiama cemento.”

“Sembra pressochè indistruttibile!”

“Lo è. Vai avanti.”

“Dicevo... Sappiamo qualcosa del vostro mondo, perchè lo apprendiamo dai libri di storia. Si pensa che geneticamente siamo vostri diretti discendenti. Ma sapete... Molte conoscenze sono andate perdute, e ne abbiamo approfondite altre...”

“Senti... Ma se davvero provieni da un altro pianeta, com'è che capisci il nostro idioma? Le lingue cambiano col tempo...” Saggia Padma.

“Prima di partire mi sono castato un incantesimo di traduzione simultanea dalla mia lingua a quella che parla chi mi ascolta.”

“Uhm... E com'è che mia sorella capiva la vostra lingua, nelle sue visioni?”

“Credo sia il collegamento mentale, non so spiegarlo...”

“Strabiliante! Quanto sarebbe stata utile però una magia come questa per tradurre i testi di Antiche Rune!” mi lascio scappare estasiata!

“Voi non conoscete questo incantesimo? Strano! Noi lo usiamo anche per comunicare con i nostri animali, per comprendere meglio i loro bisogni.”

“Questo è straordinario. Comunque c'entra poco con la tua storia.” Continuo io.

“No, infatti. Dicevo... Nel nostro mondo non tutti sanno usare la magia. Noi che in qualche modo dimostriamo di averla nel sangue, poi la studiamo per saperla usare al meglio, e veniamo chiamati Athar.”

“Da noi ci chiamiamo banalmente maghi.”

“Beh, andate al sodo, non è necessariamente un male. Dicevo, da noi Athar e non Athar convivono tranquillamente insieme, aiutandosi l'un l'altro. O meglio, convivevamo...”

“Padma, questo mi ricorda qualcosa...”

“Ma va?”

“Credo sia normale. Ogni mondo ha le sue guerre e i suoi conflitti. Ma ultimamente la situazione è peggiorata notevolmente. Ci sono Athar che coltivano idee malvagie... Credono che noi Athar siamo superiori ai non Athar, che dovremmo essere solo noi ad occupare ruoli di potere, noi con la nostra magia, non importa se i non Athar si dimostrano saggi o attenti alle necessità della gente... Per dire, mia madre è una non Athar, ma è una regina estremamente intelligente, di buon cuore e attenta ai bisogni del popolo.

“Un principe... Nel nostro mondo si direbbe che sei un Principe Mezzosangue.”

“Ne abbiamo avuto uno anche noi, ricordi, Parvati? Non ha fatto una bella fine...”

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Capitolo 3
*** 3. ***


 

3.

 

Barastein sembra turbato. Lo capisco.

“Ah... Ecco, capite che neppure io voglio fare quella... fine... Mio padre, Re Barassen del Regno di Skraya, è decisamente preoccupato per tutti noi e per il nostro avvenire. La sete di potere porta questi criminali, ho buone ragioni per chiamarli così, a compiere atti tremendi verso i poveri non Athar, considerati meno di niente. Il capo di questi qui, una donna crudele e sanguinaria che si fa chiamare Kalina, ha fondato la setta dei “A'Kalinar”, i suoi seguaci, la seguirebbero qualsiasi cosa facesse... Le sono devoti e fedeli... Intere comunità sono state rovinate dalle idee malsane di Kalina, che si stanno infiltrando anche nel pacifico Regno di Skraya.”

“Mi dispiace tanto, Barastain. Noi abbiamo vissuto la guerra, di recente, nata proprio a causa di ideali crudeli come quelli promossi da questa Kalina. Hai tutta la mia comprensione e solidarietà.”

“Tu sei Padma, giusto? Beh, se parli in questo modo, vuol dire che ne siete usciti, che la vostra guerra è finita!”

“Sì, ma ne siamo usciti con tante perdite e il cuore lacerato.”

“Tuo padre ti ha mandato qui in cerca di aiuto, però. Davvero, vorrei tanto aiutarti, ma come possiamo esserti utili? Non sappiamo granchè di te o del tuo mondo.”

“Ottima considerazione, Parvati. Ma già aver trovato qualcuno come te, che abbia un intuito mistico così forte, questo mi dà coraggio e mi fa credere di potercela fare, per me è già un grande punto di partenza! Il mio pianeta soffre, la mia gente ha paura di tutto questo odio, della distruzione dei valori di pace e fratellanza su cui si poggiava la nostra civiltà... Mia madre... Mia madre è stata ferita gravemente in un attentato. Lotta tra la vita e la morte. Mio padre è stato ferito, ma è il suo animo quello che più sanguina, capite, se non è riuscito a difendere adeguatamente i suoi cari, ora pensa di non saper difendere i suoi sudditi. I suoi ministri gli sono fedeli, ma secondo lui non basta. Questo è il motivo per cui mi ha mandato qui, sulla Terra. Lui ripone le sue speranze in un'antica leggenda terrestre. Qui, da qualche parte nel nostro pianeta di origine, ovvero il vostro, è stata nascosta la Sacra Pietra della Vita, un oggetto di inestimabile valore che può porre fine a conflitti e sofferenze. Ne abbiamo un bisogno disperato. Il giusto utilizzo della Pietra della Vita può sconfiggere Kalina, i suoi A'Kalinar e alleviare le angosce della mia gente!”

“Quindi si tratta di trovare questa pietra, capire come funziona, e poi te ne torni a casa, sperando vada tutto bene?”

“Magari fosse così semplice, Parvati. La Pietra della Vita è formata da quattro gemme, collegate simbolicamente ai quattro elementi naturali, che si incastrano magicamente tra loro come un puzzle, e... Oh! Buonasera! Perdonatemi il disturbo. Non stavo facendo nulla di male, non guardatemi così!”

Mi sento irrigidire. Il giovane aveva rivolto le ultime parole a qualcuno che si trovava evidentemente sopra di noi. Padma e io alziamo la testa. Mamma e papà sono affacciati da una finestra, ci scrutano preoccupati.

“Mamma! Papà!”

“Avete sentito tutto?”

“La nostra camera da letto è proprio qui sopra le vostre teste.”

“Mi dispiace se vi abbiamo svegliati!”

“Vi prego di accettare le mie più umili scuse, non volevo arrecare alcun danno al vostro riposo.”

“Finitela, ed entrate. Non si parla di queste cose in giardino.”

Entriamo tutti e tre in casa, imbarazzati. Ci guardiamo come se fossimo stati sorpresi a fare qualche marachella da bambini, e invece stavamo parlando di una guerra extraterrestre, tragicamente simile alla nostra.

Avvolti nelle loro vestaglie e con le loro bacchette in mano, i nostri genitori scendono le scale e ci chiedono di sederci in soggiorno, protetti dalle rassicuranti mura di casa nostra.

“Cosa stavi dicendo, caro?”

“La storia del ragazzo, sulla Pietra e tutto il resto... Ricorda tanto quello che mi raccontava nonna Shanti, quando abitavo ancora a Nuova Delhi...”

“Sciocchezze e superstizioni.”

“Anche le cose che facciamo noi maghi per i babbani sono sciocchezze.”

“Vabbé... Comunque ovviamente la conosco anche io la storia sul Syamantaka. Era un gioiello dotato di favolosi poteri magici, apparteneva al Dio del Sole e si diceva che chiunque lo avesse posseduto non avrebbe mai avuto a che fare con calamità naturali devastanti, e che il suo popolo avrebbe prosperato nell'abbondanza.”

“Uhm... Il fatto che sia collegata misticamente ai quattro elementi però ricorda più l'alchimia, quindi questo mi porta a credere che si tratti della Pietra Chintamani.”

“Quella che viene considerata una specie di Pietra Filosofale?”

“Proprio quella...”

È paradossale vedere i nostri genitori discutere animatamente davanti a noi di quelle cose, che sembrano al tempo stesso tanto lontane e tanto vicine a ciò di cui parlavamo noi poco prima. Barastain siede composto e silenzioso su una poltrona, Padma aggrotta le sopracciglia perplessa.

“Ragazzo, potresti descrivere le gemme, per favore?”

“Certamente, signore. Sono la Gemma dell'Acqua, nota come Gemma della Purificazione, la Gemma del Fuoco, nota come Gemma del Sacrificio, la Gemma dell'Aria, nota come Gemma dello Spirito e infine la Gemma della Terra, nota come Gemma della Rinascita.”

“Immagino che recuperarle non sarà una passeggiata...”

“No signora, infatti.”

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Capitolo 4
*** 4. ***


4.

 

“Ma mamma, noi possiamo aiutarlo...”

“Parvati, davvero vuoi tornare in guerra? Non ti è bastato il nostro ultimo anno? A dormire nella Stanza delle Necessità ammassati come topi?”

“E tu, Chunder, davvero lasceresti che le tue figlie se ne vadano in giro a cercar gemme? Chissà dove sono localizzate! Chissà cosa dovranno fronteggiare! Abbiamo appena vinto una guerra, davvero vogliamo farci coinvolgere in un altro conflitto, quando ancora dobbiamo finire di piangere i nostri, di morti?”

“Neha, cuore mio, io ti capisco. Come padre sono preoccupato anche io, ma in qualità di diplomatico dell'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale, non posso non stimare il coraggio di chi ha lottato e ancora vuole aiutare. Vedo chiaramente che Parvati ha a cuore questa cosa. Non sono più delle bambine. Già l'anno scorso abbiamo loro impedito di tornare a scuola, dopo la morte di Silente. Ci sono dovute tornare per via degli obblighi ministeriali, ma lasciamole scegliere da che parte stare, adesso. Hai sentito cosa ci hanno raccontato, quello che hanno vissuto a scuola l'ultimo anno. Hanno combattuto con onore. Ascoltiamole...”

[“Tu vuoi rubarci la magia, confessa!”

“No, non è vero!”

“Tu sei inferiore e infimo! Non potrai mai essere come me! Ora ti sistemo io!”

“NOOOOO! NOOOOO! Ti prego! NOOOO!”]

Mi sento la testa esplodere. La sofferenza e l'odio che percepisco mi pervadono, e tremo tutta. Lacrime amare nascono senza vergogna e scendono impietose, rivelando la mia agitazione. Tutti mi guardano sconvolti e preoccupati.

La mamma mi corre incontro, abbracciandomi.

“Parvati, tesoro, che succede?”

“Un'altra visione, mamma... È terribile!”

“Ecco, vedete? Io so solo che non voglio trovare una delle mie figlie in un letto di ospedale, o peggio.”

“Mamma...”

“Che c'è, Parvati?”

“Io credo che sia nostro dovere morale cercare di aiutare questa gente, a maggior ragione che noi siamo usciti vittoriosi da una guerra simile.”

“Potresti morire.”

“Lo so, mamma. Ma dopo aver ascoltato tutto questo, dopo aver sofferto così tanto per via del mio occhio interiore, se non faccio attivamente qualcosa mi sembrerà di impazzire!”

La mamma sembra l'emblema della tristezza rassegnata. Forse ha capito che tenterò di aiutare questo ragazzo anche senza la sua approvazione.

“Signora, io non posso promettere successi, onori e glorie, ma il cielo sa se abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile, e le doti psichiche di vostra figlia sembrano immense e preziose tanto quanto quelle delle gemme che devo trovare. Il collegamento psichico di vostra figlia Parvati con le mie necessità mi hanno condotto qui da lei. Vi prego, aiutatemi.”

Barastain è molto serio. Sua madre forse sta morendo. Ci credo che sia così determinato a voler far smettere tutta quella sofferenza che ho percepito.

“Credo che la posizione di Parvati sia molto chiara. Padma, tu cosa vuoi fare?”

“Papà... Io sono scettica. Sembra una missione impegnativa, e ci stiamo ancora leccando le ferite di qualche mese fa... Inoltre, cosa sappiamo noi della Pietra della Vita?”

“Io ho qualche libro che può aiutarvi. Nonna Shanti diceva che...”

“Vedi Chunder? Tu le incoraggi!”

“Le incoraggio a sentirsi a posto con la coscienza. Padma, aiuterai tua sorella?”

“Certo che la aiuterò...”

“Oh, grazie ragazze! Il mio popolo sarà grato alla vostra famiglia per il coraggio che dimostrate in questo momento! Grazie di cuore!”

“Quanto entusiasmo! Beh, se dovete partire in fretta, vi metto da parte delle scorte di cibo. Neha, non guardarmi con quella faccia, le ragazze avranno bisogno di coperte. E i libri, devo prendere i libri!”

Mamma e papà si danno da fare, una ricerca del genere si preannuncia difficile e avremo bisogno di tante cose utili. Noi ragazze saliamo in camera nostra per infilarci in qualche indumento più consono a una spedizione di ricerca.

Partire per l'avventura in pigiama, soprattutto se sono coinvolti extraterrestri, è qualcosa da evitare. Quel film babbano che piace tanto a Dean, quello sugli autostoppisti galattici fissati con gli asciugamani, lo diceva chiaramente.

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Capitolo 5
*** 5. ***


 

5.

 

Nella nostra camera, siamo sole con i nostri dubbi e le nostre paure.

“Padma... Sei sicura che vuoi venire con noi? Non ti biasimerei che volessi rimanere a casa. L'ultimo anno è stato devastante. Ti capirei.”

Mi guarda con la faccia più altezzosa del mondo. Mi ricorda il professor Piton. Pace all'anima sua.

“La tua domanda è stupida, ma voi Grifondoro non siete famosi per le vostre capacità deduttive, quindi dovrò spiegarmi, vero?”

“Uff... Che bella premessa...”

“Senti... Siamo sorelle gemelle. Siamo nate insieme, abbiamo affrontato la vita e la guerra insieme, vuol dire che affronteremo anche questo insieme. E poi devo assicurarmi che torni a casa sana e salva. Mamma e papà mi ucciderebbero, se lasciassi che ti succeda qualcosa di grave...”

Non riesco neppure a farla finire di parlare, che la stritolo in un abbraccio strizzacostole. Lei di rimando mi carezza la testa con la sua mano delicata.

“Ti voglio bene, Padma.”

“Anche io te ne voglio, scemotta.”

Le rispondo facendole la linguaccia, come un bambino monello. E poi via, di corsa a prepararci per il viaggio, che chissà dove ci porterà!

Una volta sistemateci, scendiamo al piano di sotto. Vedo mamma rimpicciolire magicamente degli oggetti per farli entrare comodamente dentro due zainetti leggeri, mentre papà aiuta Barastain a leggere certe pagine da alcuni libri.

“Guarda, credo che tu stia cercando questa!”

“La descrizione è impressionante, io non so davvero come ringraziarla! In questa casa io mi sento immensamente fortunato. Non è davvero un caso che io sia giunto proprio qui!”

“Riportami le mie bambine a casa sane e salve. Mi importa solo di questo.”

“Papà, noi siamo pronte...”

“Parvati! Venite qui ragazze, guardate queste pergamene, date un'occhiata a questi disegni, capirete molte cose.” Caro papà, sempre pronto ad aiutare gli altri...

 

..

 

“Allora, io credo che la Sacra Pietra che dovete cercare sia proprio la Chintamani. Potete cominciare a raccogliere informazioni al Tempio Chintamani, che si trova a Theur, nel Maharashtra.”

“Ma papà, come ci arriviamo in India velocemente, senza una passaporta?”

“Posso farvela io, Padma.”

“Davvero, papà?”

Sono scioccata!

“I permessi ministeriali per creare passaporte posso elargirmeli da solo, in caso di estrema necessità. Quando andrò a lavoro, deporrò il regolare modulo compilato in tutte le sue parti al giusto ufficio, offrirò un buon caffè al mio collega e lui mi timbrerà il permesso, anche se ottenuto dopo la effettiva creazione della Passaporta. Poi ognuno tornerà alle sue normali mansioni.”

Hai capito papà, che furbacchione?

“Quindi mi state dicendo che questa... Passaporta, si dice così, si? Questo è un mezzo di trasporto magico?”

“Sì, Barastain. Guarda.”

Papà cammina un po' attorno con aria indecisa, poi trova nei rifiuti qualcosa che sembra andargli a genio: una lattina usata di Pepsi.

Lo vedo concentrarsi, e pronunciare con solennità la formula magica che gli serve:

“PORTUS!”

Ci guarda, sorridendo. La mamma ha ormai un'aria più che rassegnata all'inevitabile.

“Ecco qui, appena toccherete questa lattina vi materializzerete nei pressi del tempio. State bene attenti a toccarla contemporaneamente tutti assieme, si attiva al contatto. Ah, aspettate!”

Papà scappa verso la libreria, cerca attentamente qualcosa, poi estrae da uno scaffale un piccolo libretto dalla copertina rossa.

“Tenete. Questo vi sarà d'aiuto! Qui potete trovare i posti dove poter usare la Metropolvere in India. La lista dei luoghi utili è aumentata molto negli ultimi decenni. Ovviamente la maggior parte della gente si sposta col tappeto volante là, come facevano i vostri nonni, ma sapete, la globalizzazione... Comunque fossi in voi porterei dietro pure le scope, non si sa mai.”

“Caspita papà, grazie!”

“Chunder, dove vanno senza la polvere volante?”

“Ah, giusto!”

La mamma ci allunga un sacchetto di cuoio, ben chiuso.

“Grazie, mamma!”

“Buona fortuna, ragazze mie.”
 

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Capitolo 6
*** 6. ***


6.

 

Finiti i preparativi, i nostri genitori ci abbracciano con affetto, preoccupati (più la mamma) ma comunque orgogliosi per il nostro coraggio. Dopo aver visto Barastain sperticarsi in lodi e ringraziamenti, ci sentiamo pronte al viaggio. Al tocco della lattina, percepisco la caratteristica sensazione di essere trascinati per l'ombelico da un uncino invisibile, all'interno di un vortice incredibilmente veloce, e via!

Ci materializziamo in un parchetto, e sembra poco frequentato, per fortuna. Barastain vomita dietro un cespuglio, vergognandosi un poco. Noi lo rassicuriamo, è normale la prima volta stare così male.

Ci incamminiamo quindi verso il tempio, effettivamente poco distante, dedicato al dio Ganesh. L'edificio è solenne ma semplice, pieno di offerte di fiori e frutta da parte dei devoti. Gli orologi per strada ci ricordano che, grazie al fuso orario, è già pomeriggio.

“Bene, cosa dobbiamo cercare?”

“Beh, guardiamoci in giro, magari qualcosa attira la nostra attenzione.”

“Ragazze, mio padre ha detto di prestare attenzione a un vecchio che medita...”

“Va bene, cerchiamo questo vecchio che medita...”

Ci guardiamo un po' attorno, ammirando le sculture e le pareti. A un certo punto, con la coda nell'occhio, scorgo una figura anziana, molto magra, seduta a gambe incrociate e con lo sguardo assorto. Si tratta di un quadro. Mi avvicino, e capisco che si tratta di un affresco, realizzato in una zona poco trafficata dai fedeli. Ottimo.

“Ragazzi! Venite con me!”

Mia sorella e il nostro nuovo amico mi seguono. Una targhetta poco leggibile recita “Kapila, custode della Sacra Pietra.”

“Io sento che si tratta di lui.”

“Beh, potrebbe essere...”

“Adesso mi levo ogni dubbio... SPECIALIS REVELIO!”

E... Sorpresa! Un cerchio bianco si forma sulla fronte del vecchio, e danzando in senso antiorario si divide in quattro piccoli cerchi di colori diversi tra loro. Sono esterrefatta! I quattro cerchi assumono la forma di quattro gemme, che vanno a posizionarsi attorno al volto del vecchio. E poi... Le labbra cominciano a muoversi!

[“Buongiorno, giovane amica. Mi hai trovato.”

“Buongiorno, mi scuso se ho disturbato la vostra meditazione.”

“Non scusarti, mi hai disturbato per una ragione valida. Tu cerchi la Sacra Pietra della Vita.”

“Sì, signore.”

“Io posso leggere nel tuo cuore sai? Non sembri malvagia. Perchè la cerchi?”

“Un popolo in pericolo può essere salvato dalla pietra, signore. Il dovere morale mi impone di cercarla.”

“Capisco, sei un'anima altruista e generosa. Dovrai tirare fuori tutto il tuo coraggio, però, perchè la Pietra non si trova qui.”

“Posso sapere dove posso trovarla, signore?”

“Certo che puoi saperlo, ma devi essere anche brava a procurartele. Osserva con attenzione, questi sono i luoghi dove sono custodite le quattro gemme che, unite magicamente, compongono la Sacra Pietra. Presta attenzione!”

“Sì, signore.”

“Bene. Buon viaggio, figliola. E buona fortuna!”]

“Parvati? Ci sei”

“Eh? Ah, sì... Sì che ci sono, stavo memorizzando ciò che mi diceva il custode.”

“Tu stavi COSA?”

“Il vecchio dell'affresco. Voi non avete sentito nulla?”

“Per Merlino, certo che no!”

“Confermo, Parvati, neppure io ho sentito nulla. Ma mi pare che tu abbia stabilito una connessione mentale con... Kapila, il custode. Questa è un'altra prova del tuo grande dono!”

“Usciamo da qui ragazzi, vi spiegherò tutto...”

 

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Capitolo 7
*** 7. ***


 

7.

 

Dean mi parlava spesso di un personaggio dei film, che ammirava tanto quando era un bambino, che si chiamava Indiana Jones ed era un professore di archeologia, che partiva per spedizioni straordinarie, alla ricerca di antichi manufatti preziosi, e viveva sempre "peripezie rocambolesche", ecco come le definiva. Chissà che cosa direbbe, se mi vedesse ora!

Mentre Barastain pare sorpreso e affascinato dal paesaggio urbano indiano, raggiungiamo uno dei luoghi indicati dal libretto rosso di papà e prendiamo la Metropolvere per giungere fino alla prima tappa indicatami dal vecchio custode. E intanto mi chiedo che custode sia, se poi le gemme sono state nascoste altrove, ma un motivo ci sarà, no?

Si dice che la zona sia ricca di bacini lacustri e fiumi che serpeggiano tra lussureggianti pianure. Ormai è tardo pomeriggio, ma il tempio è ancora aperto al pubblico, a giudicare dai vecchi cancelli di ingresso ancora aperti. L'unica presenza che rileviamo è quella di un gruppo di piccioni che saltella tranquillo. Nel giardino, antiche statue imperiose di creature mezzo uomo e mezzo serpente ci accolgono immobili ma severe, brandendo minacciose lance e pugnali. Si tratta di Naguri, un'antica razza di uomini-serpente, addestrati a fare da guardiani ai tesori. Bella premessa...

Barastain si guarda attorno incuriosito.

“Affascinante! Il nostro popolo conosce questi guerrieri col nome di Hydrana!”

[“L'acqua purifica la vita, ma non tutto ciò che vive nell'acqua purifica ed è vita”]

“Parvati?”

“Ho sentito una voce. Credo dovremo stare molto attenti.”

Entriamo nel tempio, decisamente in disuso, e percorrendo i corridoi non possiamo fare a meno di notare i bassorilievi e gli affreschi rovinati dal tempo. I soggetti si ripetono continuamente: Galline, uova, rospi e soprattutto serpenti, alcuni di essi con piume sulla testa, lunghissimi e sproporzionatamente grandi rispetto alle figurine umane. Mi pietrifico di botto.

“Padma... sembra un...”

“Sì... Sembra di vedere il Basilisco...”

“Ho paura. Sembra di essere tornati al secondo anno...”

“Voi conoscete questa creatura? Da noi si dice che renda tutte le creature simili a statue con la sola potenza del suo sguardo!”

“Da noi si dice di peggio. Sappiamo di gente che ci è morta, fissando i suoi occhi senza filtri...”

“Interessante. Ma anche spaventoso!”

Sento come una forza sovrannaturale che mi conduce verso l'altare, sbeccato dagli anni.

“Ragazzi... percepisco qualcosa...”

Mi concentro e... “SPECIALIS REVELIO!”

Una porta si rivela ai miei occhi, sulla parete dietro l'altare. Il bordo verde degli stipiti lampeggia in modo tenue ma costante.

“Lo vedete?”

“Vedere cosa?”

“Si è formata una porta, una specie di ingresso. Vedo anche i battenti. E un serpente con una gemma verde sopra la testa.”

Mia sorella e il nostro amico si guardano, preoccupati.

“Noi non vediamo niente, mi dispiace...”

“Ti giuro che non sottovaluterò mai più il tuo occhio interiore, sorellina, se là dietro si nasconde davvero un Basilisco!”

“Sempre che riusciamo a sconfiggerlo, ragazze mie...”

“Se davvero è lui il custode della pietra dell'acqua, siamo fritti.”

“Si... Sembra che Harry Potter sia riuscito a ucciderlo trafiggendolo con la Spada di Grifondoro. Oh, io ci provo! ACCIO SPADA DI GRIFONDORO!”

Niente. Padma mi guarda con aria di sufficienza, a braccia incrociate, mentre Barastain è più perplesso che mai.

“Cosa dovrebbe accadere, ora?”

“Mia sorella si aspetta che la spada di uno dei fondatori della scuola in cui abbiamo studiato voli magicamente dalla Scozia fino a qui. Credo che la McGonagall abbia preso precauzioni dopo il casino successo durante la guerra, con tutti quelli che la evocavano ogni tre per due...”

“Eh vabbé, oh, io ci ho provato! Dovremo trovare un'altra soluzione...”

Padma sbuffa.

“Usciamo da qui e cerchiamo un luogo tranquillo.”

Passeggiando un po', Padma ci porta dietro dei cespugli alti e robusti, poi pronuncia qualcosa che davvero non mi sarei mai aspettata!

“GALLUSSORTIA!”

Un bel gallo si materializza in braccio a mia sorella, dotato di un'espressione piuttosto stranita. Davvero non si aspettava di essere evocato da chissà dove! E neppure io!

“Un pollo? Sconfiggiamo un serpente gigante assassino dotato di straordinari poteri con un pollo?”

“Se tu avessi continuato Cura delle Creature Magiche lo sapresti.”

“Sì, ma un pollo?”

“Eh, esattamente! A te sembra un dettaglio banale, ma chi non è a conoscenza di questa informazione, non potrebbe mai sopravvivere a un Basilisco!”

“Sempre precisa tu, eh, Padma?”

“È il motivo per cui io sono stata nominata Prefetto, e tu no!”

“Dai ragazze, basta litigare. Padma, spiega a cosa serve questo bel galletto. Io non ne so nulla.”

“È semplice, Barastain, il canto del gallo è fatale per il Basilisco. Dobbiamo accertarci che lo senta direttamente, quindi sarebbe bene varcare quell'ingresso magico non molto tempo prima dell'alba.”

“Capisco. Ora però vorrei sapere come sta il gallo.”

Barastain si sfila dal collo una delle sue collanine, a cui è appeso un piccolo ciondolo rosa a forma di cuore. Chiude gli occhi e sembra molto concentrato, mentre stringe forte forte il cuore rosa, li riapre e fissa il gallo. Poi, sussurra qualcosa al polletto, sembra una nenia, non riesco a decifrare nulla, il volume della sua voce è troppo basso.

Terminata la nenia, il galletto borbotta qualcosa in direzione del giovane.

“Ha detto che sta bene, ma ha fame e gradirebbe del mangime. Inoltre vorrebbe sapere quando può tornare a casa sua.”

“Quello che hai fatto è straordinario!”

“Voi siete bravi a fare certe cose, io a farne altre, cara Padma.”

“Stupefacente!”

Mentre Padma evoca del mangime per galli, credo che Barastain spieghi al galletto quale sia la situazione, sempre servendosi di quella nenia.

 

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Capitolo 8
*** 8. ***


8.

 

Abbiamo passato la serata accampati nei pressi del tempio. Il galletto sembrava tranquillo, grazie alle premure del nostro amico extraterrestre, e abbiamo cercato di capire qualcosa di più della situazione dai libri che papà ci ha messo in saccoccia. Per fortuna mamma è stata previdente e ci ha riempito gli zainetti di molte pozioni che avevamo in casa, tra cui la Pozione Risvegliante. Grazie a questa, siamo riusciti a rimanere vigili per molte ore. Ormai siamo in prossimità dell'alba, dobbiamo tornare dentro il tempio e affrontare il portale. Grazie ad ALOHOMORA entriamo senza problemi. Non possiamo castare un Muffliato, per evitare che il Basilisco poi non senta il gallo, quindi ci muoviamo nel modo più silenzioso possibile.

Giungiamo davanti il portale magico, è ancora lì. Sembra visibile solo a me.

“ALOHOMORA!”

Pronuncio la formula con decisione, e il portone si sblocca. Ora anche gli altri lo vedono. Spingiamo i battenti ed entriamo.

“LUMOS!”

Davanti a noi scende una scalinata stretta verso dei sotterranei, presumo.

“Uhm, aspettate!” Dopo aver detto queste poche parole, mi tolgo da dosso il mio zainetto e lo apro.

“ACCIO SPECCHIO!”

“Uno specchio?” Barastain sembra perplesso.

“Solo perchè siamo in viaggio, non significa che io non debba prestare attenzione al mio aspetto. Come faccio a spalmare perfettamente il correttore o a usare l'eyeliner senza lo specchio?” Mia sorella sbuffa. Poi sorride.

“Grazie, Parvati, per ricordarmi sempre la tua frivolezza... Ad ogni modo, la cura per la tua carnagione ci eviterà di guardare direttamente il Basilisco, come fece Perseo con la Medusa.”

Rimesso lo zainetto, discendiamo attentamente la scalinata, guidati dalla luce delle nostre bacchette, mentre Barastain tiene in braccio il pollo.

Splash. Acqua, decisamente troppa. L'acqua ci arriva ai polpacci. Deve esserci una perdita da qualche tubo, o peggio, un collegamento con i fiumi nei paraggi. O i laghi... Quel mostro deve sentire chiaramente il canto del gallo, alla morte di una notte e alla rinascita di un nuovo giorno. Ci inoltriamo poco a poco nei sotterranei, prestando orecchio a tutto ciò che ci circonda.

Finalmente sentiamo un rumore, sembra che qualcosa si stia trascinando, sta strisciando in modo pesante e ritmico... Sento le onde provocate dagli spostamenti infrangersi contro le pareti del sotterraneo. Dev'essere lui! Lo sentiamo avvicinarsi!

“È il momento giusto!”

Servendoci dello specchio, scorgiamo qualche dettaglio. Sembra non finire mai, da quanto pare lungo... Reca una piuma borgogna sulla testa, fulgida corona per quello che si dice essere il Re dei Serpenti. Le squame color verde smeraldo rifulgono alla tenue luce delle nostre bacchette magiche, piccole come stuzzicadenti se comparate a quel colossale mostro. Cerco di distogliere subito lo sguardo, non voglio rischiare di incontrare i suoi occhi, che si dice siano color giallo brillante. Se li fissassi allo specchio mi trasformerebbero in pietra, se li fissassi direttamente mi ucciderebbero all'istante!

Mia sorella pronuncia chiaramente una formula magica.

“LUMOS MAXIMA!”

Dalla bacchetta viene emanata una luce decisamente più intensa di quella precedente, che si distacca dalla punta e vola su, su fino al soffitto del sotterraneo!

“Ora tocca a te, amico mio, canta!” Questa è la voce di Barastain, che parla al galletto. E lui, ispirato dalla luce forte, simile a quella di un sole, eccolo pronto a fare il suo dovere!

“CHICCHIRICHI'!”

Il canto fiero del gallo pervade l'aria carica di tensione, e noi rimaniamo in attesa. Sentiamo come un tonfo colossale, qualcosa si accascia a terra, producendo un rimbombo che ci gela il sangue nelle vene. Maestose ondate si infrangono contro i muri massicci.

“Sei stato bravissimo, amico mio! Grazie di cuore!”

Il gallo risponde a Barastain borbottando allegramente.

“Dite... Dite che è morto?”

“C'è solo un modo per scoprirlo, Parvati, usiamo lo specchio.”

Seguo il suggerimento di mia sorella e alzo lo specchio, sperando per il meglio. La gigantesca bestia è accasciata a terra, immobile.

“Fantastico! Siamo stati bravissimi!”

“Sì ragazze, siamo stati grandi! Ora dobbiamo trovare la Gemma dell'Acqua!”

Grazie alle luci potenziate delle nostre bacchette e percorrendo i sotterranei, constatiamo che quello era l'unico esemplare di Basilisco presente. I corridoi sembrano deserti: ottimo! Questo posto però è labirintico! Giungiamo infine ad un altare, posto in cima a una breve scalinata.

Saliamo e troviamo un piccolo scrigno in pietra verde, la cui base è salda al marmo dell'altare. Sembra chiuso.

“ALOHOMORA!” È ora possibile aprirlo, e al suo interno splende una piccola gemma verde.

“Aspettate!” mormora Padma. “SPECIALIS REVELIO!”

Niente.

“Via libera!”

Barastain afferra la gemma velocemente, estrae da una tasca interna della sua giacca elegante un cofanetto di legno e vi ripone il prezioso bottino recuperato. Ripone poi a posto il suo cofanetto.

“Bene, una su quattro è recuperata. Ora che si fa?”

“Non lo so, Barastain, questo posto mette i brividi, usciamo in fretta da qui!”

“Non me lo faccio ripetere due volte!”

Percorriamo a ritroso la via verso l'uscita del sotterraneo, lasciandoci alle spalle il corpo immenso del Basilisco, che giace senza vita sulla pietra allagata.

Tornati di sopra al tempio, chiudiamo il portone afferrando saldamente i battenti, ci asciughiamo magicamente i vestiti, soprattutto per non lasciare tracce, e abbandoniamo quel posto. La luce del mattino ci saluta, e noi ci lasciamo baciare dai raggi del sole.

 

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Capitolo 9
*** 9. ***


9.

 

Raggiunto un luogo appartato e discreto, Barastain ringrazia ancora il galletto, lo saluta affettuosamente e gli stringe saldamente al collo una delle sue collanine, a cui è appeso un ciondolino viola. Il giovane sussurra qualcosa al polletto che, dopo pochi istanti, sparisce sotto gli occhi attoniti di noi gemelle.

“Che cosa è successo?”

“Questo è un modo che noi usiamo per tornare a casa. È simile alle vostre Passaporte, ma funziona solo per chi non è dotato di poteri magici, e si può attivare una volta soltanto. Aiuta chi è in difficoltà, e questo gallo lo era. Adesso è sano e salvo al suo pollaio.”

“È straordinario!”

“Te l'ho detto Padma, noi siamo bravi in certe cose, voi in altre.”

“Indubbiamente. Ora finalmente possiamo riposare, aiutatemi a montare le tende.”

Difesi da un incantesimo di disillusione, ci dedichiamo a un buon sonno ristoratore. Al nostro risveglio, la nostra ricerca deve continuare.

“Parvati, ora dove dobbiamo andare?”

“Fammi controllare le mappe.”

Appellate le pergamene, constatiamo che la tappa più vicina è la grotta in cui è celata la Gemma del Fuoco.

“Possiamo raggiungerla a cavallo delle nostre scope, con un incantesimo di disillusione per mantenere la discrezione. Vogliamo duplicare una delle nostre scope per darne una a Barastain?”

“No ragazze, io non mi fido molto... Non sono mai salito su una scopa volante!”

Padma lo guarda sorpresa, poi esclama:

“Dai, ti do un passaggio io, salta su e tieniti stretto.”

Lui è molto impacciato, non sa neppure come deve mettere le gambe!

“Eddai, fingi che sia un cavallo, solo più stretto!”

“Eh... La fai facile, tu...”

Mentre loro cercano un equilibrio, io pronuncio velocemente la formula magica che ci proteggerà da sguardi indiscreti, babbani e non.

Giungiamo senza difficoltà alla grotta che mi aveva segnalato il vecchio Kapila.

“Qui dovrebbe trovarsi la Gemma del Fuoco, quella del Sacrificio.”

“Ecco, speriamo che nessuno di noi debba sacrificarsi...”

“Beh, non credo che uno di noi debba rimetterci le penne per forza, eh. Il libro di papà parla spesso di sacrifici rituali, non necessariamente connessi alla morte.”

“Sarà tremendamente buio là dentro. LUMOS!”

“LUMOS!” Le nostre bacchette ci fanno luce, e noi ci inoltriamo all'interno della grotta, silenziosa e misteriosa, profonda e nera. Giungiamo a una porta rotonda, in solida pietra.

“Padma, Barastain, state attenti! BOMBARDA MAXIMA!”

La porta si sgretola. Il passaggio conduce a una caverna molto ampia, popolata da stalattiti e stalagmiti che vi giaciono placidamente da chissà quanti millenni, accrescendo le loro lunghezze goccia dopo goccia, come lentissime lancette dei secondi di un orologio geologico primordiale.

“SPECIALIS REVELIO!”

Un'apertura tra le tante pare illuminarsi di rosso. Ci avviciniamo al varco, alla cui cima compare un cerchio rosso, con tanti puntolini rossi che danzano attorno al cerchio più grosso. Che significa? Lo vedo solo io?

La nostra attenzione viene attirata da dei passi, lenti e strascicati.

 

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Capitolo 10
*** 10. ***


10.

 

Ci voltiamo, e dalle aperture della caverna, piano piano, provengono delle persone molto lente. I loro volti sono corrosi dal tempo, la loro pelle rivela ossa e muscoli antichi, queste persone non sono più vive da molto tempo!”

“Sono inferi?”

“Sì, Parvati. Mannaggia!”

“Che sono sono?”

“Cadaveri riportati in vita grazie alla necromanzia, l'arte di resuscitare i morti. Ma questo posto era sigillato, come fanno ad essere qui?”

“Non capisci, Parvati? Sono loro i sacrificati. Qualcuno ha ucciso queste persone per renderli protettori immortali di questo luogo, e del tesoro che vi è celato.”

“Ma tutto ciò è crudele!”

“Lo è, sorellina, lo è per davvero...”

“Come diamine si respingono questi cosi?”

“Noi usiamo il fuoco. Bruciamo tutti i nostri morti. Forse funziona anche con quelli che camminano!”

[“La fiamma della vita è dono grato agli dei, ma il fuoco non è sempre cosa grata al frutto del sacrificio.”]

“Barastain... Credo proprio tu abbia ragione.”

“Beh, un tentativo non guasta, Parvati!”

Puntiamo le nostre bacchette magiche contro quei cadaveri ambulanti.

“LACARNUM INFLAMARE!”

“INCENDIO!”

Fuoco e fiamme vengono in nostro soccorso, rallentando l'avanzata dei morti.

“Il fuoco li tiene a bada! Facciamo presto!”

Riusciamo a entrare nel varco illuminato di rosso, corriamo per il lungo corridoio, fino al ritrovamento di un baule di ferro, poggiato contro una parete della strettoia.

“ALOHOMORA!”

Si sente uno scatto, apro il baule, una gemma rossa vi giace splendida. La afferro velocemente e la porgo a Barastain, che la ripone nel suo piccolo cofanetto, dove farà compagnia alla Gemma dell'Acqua.

E poi, panico e paura. Sentiamo passi strascicati dietro di noi. Sono di nuovo gli Inferi! E noi siamo in una piccola cavità senza altra uscita, se non quella da cui proviene quell'orda di cadaveri ambulanti!

“Dobbiamo filarcela da qui, e alla svelta!”

“Dobbiamo smaterializzarci!”

“Smateche?”

“Non sai smaterializzarti, Barastain?”

“Non so neppure di che cosa stai parlando!”

“Ah, per Merlino! Sta zitto, e stringimi forte!”

“Dove ci vediamo, Padma?”

“Fuori di qui andrà più che bene, no? All'ingresso della grotta.”

“Va bene!”

Gli Inferi ci stanno ormai addosso!

CRACK!

CRACK!

 

..

 

Mi materializzo impigliandomi i vestiti in un cespuglio, ma almeno mi trovo davanti la grotta. Mi guardo attorno, cercando gli altri. IL NULLA.

“Padma! Padma, dove sei?”

Niente.

“Padma! Barastain? Dove siete?”

Sento un fruscio a qualche metro di distanza, dietro degli arbusti.

Un giovane Clabbert si dondola tra i rami con l'agilità di un acrobata. Mi guarda malissimo, come se lo avessi interrotto mentre espletava i suoi bisogni corporali. Mi allontano subito.

“Padma? Barastain? Dove siete?”

Nessuno risponde.

Il panico mi assale.

Cosa sarà successo? Dove sono finiti? Si saranno spaccati? Non capisco!

Tutta l'adrenalina che mi circolava in corpo scema via di botto, e io mi sento come svuotata in tutto il mio animo. Crollo a terra, le lacrime mi scendono impietose.

Mi sfogo un po' col pianto, ma trovo poi la forza di rialzarmi.

Alzo lo sguardo al cielo.

“Ti troverò, mia cara Padma, e ti riporterò a casa sana e salva, dovesse essere l'ultima cosa che faccio a questo mondo, o in tutti quelli che esistono! MI CHIAMO PARVATI PATIL, E SONO UNA COMBATTENTE!”

 

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Capitolo 11
*** 11. ***


11.

 

“Ma cosa urli? Siamo qui dai, aiutami!”

Questa è la voce di mia sorella!

“PADMA! PAADMAA! Padma, dove sei!?!”

Il giovane Clabbert mi scruta con grande disapprovazione, visibilmente infastidito dai miei schiamazzi.

Da dietro un arbusto fanno capolino mia sorella e Barastain, camminando lentamente. Sembra che lei lo sostenga, e che lui possa muoversi solo zoppicando e appoggiandosi di peso su di lei, deve essere ferito!

“Che è successo, ragazzi?!?” chiedo correndo velocemente verso di loro, per aiutare Padma a sostenere il peso del nostro giovane amico.

“Eh... Ahia! La materializzacosa...”

“La Materializzazione Congiunta non è andata a buon fine, Parvati. Aiutami a farlo sedere qui, contro questo albero...”

“AHIA!”

“Lo so, Barastain, lo so che fa male. Cioè, non lo so ma posso immaginarlo! Mi dispiace tanto! Mi sono preoccupata tantissimo, non capivo dove foste! Avevo tanta, tantissima paura che fosse successo qualcosa di orribile!”

“Eh, come ben sai, occorre seguire la regola delle 3D: Destinazione, Determinazione e Decisione. Io ho cercato di focalizzare tutta la mia concentrazione per entrambi, ma per lui era la prima volta...”

“Ti prego di perdonarmi, sono così maldestro... Dovevo liberare la mente... Ahia”

“Non è colpa tua. Siamo stati presi troppo di fretta. Ci è anche andata bene, dai... Potevi spaccarti in modo peggiore. Parvati, nella tua borsa dovrebbero esserci del dittamo e della Pozione Cura Ferite. Io dovrei avere dell'antidolorifico.”

La gamba destra di Barastain presenta uno squarcio orribile, che viene medicato prontamente.

“Ragazze...”

“Devi riposare, tu. Sta' buono.”

“Lo so, Parvati, ma... Quella grotta è piena di quelle creature, gli inferi, come li chiamavate... Dobbiamo bloccare l'ingresso. Non possiamo lasciare che quei mostri escano da là dentro...”

Di scatto, i nostri sguardi si muovono in direzione dell'entrata della grotta. Avevamo fatto saltare la porta rotonda d'accesso. Porca miseria! È vero!

“Uff... Ora come ora non mi viene in mente niente di intelligente, a parte riempire quel corridoio di massi.”

“Parvati, guarda che secondo me è un'ottima idea!”

“Grazie, sorellina!” Oh, allora Padma non mi sgrida sempre!

Grazie alle pozioni, Barastain sembra meno addolorato, e possiamo lasciarlo riposare contro l'albero. Non dobbiamo perdere tempo, ora.

Per mezzo dell'Incantesimo di Levitazione spostiamo numerosi sassi, rocce e massi all'interno del corridoio della grotta, e con quello Gonfiante e l'Ingrossante, a seconda delle dimensioni di partenza, li rendiamo enormi, in modo che blocchino perfettamente quel varco. Sono magie particolarmente stancanti, decisamente dispendiose in termini di energia, ma il lavoro è lungo e deve essere fatto per bene.

Mi sento stremata, mia sorella idem. Con l'ultimo sforzo rimastomi, sistemo la tenda lì dove ci troviamo. Spostarci impiegherebbe troppa potenza, di cui noi ora non disponiamo per nulla, e Barastain comunque deve riposare in una posizione stabile, o non trarrà giovamento da pozioni guaritrici et similia.

Finalmente al sicuro, all'interno della tenda, completamente spossati dormiamo incuranti di tutto.
 

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Capitolo 12
*** 12. ***


12.

 

Ci svegliamo dopo un tempo che ci pare infinito. Avevamo davvero bisogno di una buona e lunga dormita, a quanto pare. Mi sistemo un po', e mi avvicino all'entrata della tenda, tirando su la cerniera e facendo capolino con la testa al di fuori. Un ragazzo molto attraente, snello e con una folta chioma bionda, è seduto sull'erba, a gambe incrociate a pochi metri dalla tenda, e mi fissa con aria di sufficienza.

“Ah, era ora. Ben svegliati.”

“...”

“Sì? Vorrai sapere chi sono, vero?”

“Eh, sì, ciao eh? Sarebbe un buon inizio...”

“Gereth? Sei tu?” Questa volta, è la voce di Barastain, dietro di me.

“Ah, che, vi conoscete voi due?”

“Gereth è mio cugino.”

“Ah! Beh, allora sei il benvenuto, entra pure!”

“Ti ringrazio.” Mi sorride in modo gentile e si intrufola dentro la nostra casetta da viaggio.

“Barastain! Ma cosa ti è successo?” Questo qui, Gereth-come-si-chiama, pare davvero preoccupato.

“Eh, ti spiegherò... Ma come hai fatto a trovarmi?”

“La situazione è peggiorata a Skraya. Il Re tuo padre mi ha inviato come rinforzo. Mi ha chiesto esplicitamente di aiutarti nella ricerca della Sacra Pietra della Vita. Ma non era una leggenda?”

“A quanto pare no, sembra che un fondo di verità ci sia. E queste due fanciulle generose mi hanno aiutato con coraggio, sai? Sono stato molto fortunato.”

Arriva Padma con una teiera in mano, la colazione è pronta. Fa levitare con destrezza quattro tazzine verso di noi, e arrivano anche i biscottini!

Afferro un biscotto quadrato al cioccolato e osservo il nuovo arrivato.

“Tutto questo è molto interessante, ma com'è che ci hai trovato?”

“La mia magia mi ha portato da mio cugino. Ho intuito fosse qui dentro, ma qualcosa mi ha impedito di avvicinarmi troppo, quindi ho atteso di essere invitato. Ancora mezz'ora e mi sarei messo a urlare per attirare la vostra attenzione.”

“Avresti solo fatto bene, in effetti non avevamo puntato la sveglia per oggi! Avevamo così tanta stanchezza addosso che avremmo potuto dormire fino a domani!”

 

..

 

Abbiamo dedicato la giornata di oggi ad accudire Barastain e ad aggiornare suo cugino sulla ricerca delle gemme. Era davvero stupefatto, credeva fosse solo una leggenda dei tempi andati, una sorta di favola per bambini.

Ormai, è tempo di rimettersi in viaggio. I seguaci di Kalina minacciano la corona, e noi abbiamo intenzione di fare tutto ciò che è possibile per aiutare Skyfolks.

[“L'alito della vita e l'alito della morte, ci vuole prontezza di spirito per evitare il malanno.”]

“Ragazzi, la prossima tappa ci condurrà alla Gemma dell'Aria.”

“La Gemma dello Spirito?”

“Eh sì. Chissà, a giudicare quanto vissuto finora, mi aspetto una masnada di spettri, di spiriti pronti ad assalirci!”

“Uhm, che bello! Dopo gli inferi, ci mancano giusto degli spettri che ci invitino a far loro compagnia. Non vedo l'ora... Che gioia!” commenta Padma con un sarcasmo così vivo da risultare persino palpabile.

 

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Capitolo 13
*** 13. ***


13.

 

A cavallo delle nostre scope, con Barastain ben saldo a Padma e Gereth attaccato a me, giungiamo finalmente alla destinazione successiva, nel nord-ovest del subcontinente indiano. Ci troviamo ora sulla cima di una montagna accarezzata da un vento deciso, mitigato dal sole del mezzogiorno.

Davanti a noi sorge un tempio dall'aspetto molto antico e trascurato. I mattoni che compongono il muro esterno, le alte colonne, l'edificio in generale e le scalinate attigue risultano erose dal passaggio degli anni e delle correnti d'aria. In questo paese, gli addetti alla Conservazione dei Beni Culturali devono soffrire di gastrite, non c'è dubbio. Sotto il porticato scorgiamo tracce di affreschi rovinati dalle intemperie. Possiamo riconoscere qualche immagine, come quella di un uomo bianco a cavallo di un leopardo, e tanti uomini sdraiati dipinti di rosso. Gereth si avvicina alle pareti con sguardo affascinato.

"Questo luogo deve davvero appartenere ad epoche remote... Potete tradurmi cosa vedo qui? La nostra magia ci permette di farci capire, ma non di comprendere quanto scritto."

"Purtroppo queste iscrizioni sono troppo rovinate, Gereth. Aspetta, tiro fuori i libri di nostro padre, magari troviamo qualche suggerimento.”

“Grazie, Parvati.”

Sfogliando per un po' quelle pagine ingiallite, cerchiamo di rintracciare la divinità a cui è dedicato questo tempio. Si tratta di Prayu, personificazione del vento e guardiano del respiro cosmico. Conduce il soffio vitale ai neonati e le anime dei trapassati all'aldilà. Promettente.

“Eh sì, è tutto quanto molto rassicurante. Soprattutto il Nundu.”

Sgrano gli occhi. Sentir pronunciare quel nome conferma le mie paure.

“Cos'è un Nundu, Padma?”

“La creatura cavalcata dal dio Prayu è un Nundu. Si tratta di una bestia molto pericolosa, tra le più letali del mondo. Da quando ci sei caduto dal cielo, ti stai facendo una bella cultura di animali fantastici, eh?”

Padma ridacchia poi in modo grazioso verso Barastain, senza malizia né ironia, e lui le risponde con un sorriso.

“Dicevo... gli affreschi sono molto rovinati, ma cogliendo un dettaglio da là, uno da lì sotto e uno qui, vedete, possiamo riconoscere un leopardo decisamente troppo cresciuto. Si dice che sia molto silenzioso, quindi dobbiamo tenere occhi e orecchie ben aperte! Se davvero avremo a che fare con un Nundu, dobbiamo prestare molta attenzione, perchè il suo fiato causa una malattia virale mortale. Vi dico subito che è impossibile sottometterlo per noi, possiamo solo cercare di immobilizzarlo, o schiantarlo per fargli perdere i sensi, per poi cercare la gemma il più in fretta possibile, e infine volarcene via alla velocità della luce!”

“Chiaro.”

“CAVE INIMICUM!” pronuncio decisa.

Mia sorella mi guarda, facendo un cenno di assenso con la testa. I nostri compagni di viaggio mi guardano curiosi, aspettandosi una spiegazione, credo.

“Questo incantesimo non ci proteggerà da quella bestia, ma almeno sapremo che sta arriv...”

Nemmeno il tempo di finire la frase, che percepiamo chiaramente un suono insolito ma esplicito, come di allarme. CI SIAMO!

Il segnale arriva dalla nostra sinistra, e noi ci voltiamo veloci. Il rumore che sentiamo è quasi impercettibile, come un fruscìo di foglie lontane accarezzate dal vento. Al suolo una grande ombra si staglia, aumentando di dimensioni sinuosamente. Poi una zampa maestosa compare, ed un'altra, e poi la grande testa fiera circondata dalla criniera di spine. Gli occhi scintillanti della bestia ci scrutano famelici.

“Va bene, pronti a schiantarlo.” Sussurro velocemente a mia sorella.

 

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Capitolo 14
*** 14. ***


14.

 

Il gigantesco leopardo esce rapido allo scoperto da dietro l'angolo del tempio, incurante di noi piccoli esseri umani. E noi non esitiamo a liberare la mente per concentrarci profondamente e a pronunciare le nostre formule magiche.

“STUPEFICIUM!”

Il Nundu perde i sensi. Incredibile, 1 a 0 per noi!

“Caspita, non pensavo che ci saremmo riuscite al primo colpo! WOW!”

“Non vorrei scontentarvi, Parvati, ma da sole non ce l'avreste fatta. Quella bestia è troppo potente...”

Ci voltiamo, e dietro di noi il bel Gereth brandisce una bacchetta viola simile alle nostre ma più spessa, di fattura molto più semplice, e apparentemente realizzata in pietra.

“Anche tu possiedi una bacchetta magica? Non ce l'hai detto! Barastain, tu non l'hai mai usata! Possiamo avere delle spiegazioni?”

Mia sorella è perplessa, e ne comprendo pienamente le ragioni.

“Va bene. Nel nostro mondo, solo una piccola élite può apprendere come utilizzare una Grada, come la chiamiamo noi. Mio padre, il nobile Gerovj, è il Sommo Stregone Atharva di Corte, e il titolo viene tramandato di padre in figlio. Ho studiato tutta la vita come usare correttamente questo tipo di strumenti.”

“È proprio così, ragazze. Gereth ha studiato a lungo. Quando io sarò Re, lui sarà il mio fidato Sommo Stregone Atharva di Corte. Immagino abbia usato la Grada per amplificare la vostra potenza magica, affinchè i vostri incantesimi potessero avere miglior presa su quel mostro.”

“Infatti. Non ho usato la mia magia, ho solo incanalato la vostra nella bacchetta per aumentarne gli effetti. Ora però mi sento stanco, non potrò usarla per un bel po'.”

“Perchè non ci hai parlato di questa tua abilità?”

“Non ne abbiamo avuto l'occasione. Comunque dovremmo sbrigarci, quel bestione se ne starà lì buono a terra ancora per poco.”

“PETRIFICUS TOTALUS!” Questa volta è mia sorella a parlare, puntando la bacchetta in direzione del Nundu svenuto. La guardiamo tutti.

“Beh, se si sveglia, da lì non si muove per un po'...”

“Beh, ottima idea. Muoviamoci.”

Cerchiamo l'ingresso al tempio, rappresentato da spesse porte lignee ben chiuse, che secoli addietro dovevano essere riccamente decorate.

“ALOHOMORA!”

Spingendo gli usurati battenti di ferro, entriamo all'interno dell'edificio, accolti dal buio.

“LUMOS MAXIMA!” E mia sorella mi imita. Vuole vederci bene anche lei, qui dentro!

Ci inoltriamo velocemente scrutando quanto possibile, fino a giungere a un armadietto di legno intarsiato, che attira curiosamente la mia attenzione.

“SPECIALIS REVELIO!”

Le decorazioni cambiano di colore, passando dal caldo mogano al vivace celeste. Ci siamo! Riesco ad aprire le ante senza difficoltà, e una bella gemma azzurrina rifulge timidamente alla luce della mia bacchetta. La afferro e la porgo a Barastain, che la custodisce prontamente nel suo solito cofanetto.

Chiudiamo tutto ciò che è stato aperto, e senza indugio lasciamo questo posto pericoloso. Quella creatura è terrificante anche da svenuta e immobilizzata. Le passiamo accanto procedendo svelti, e via, a cavallo delle scope.

Dopo aver trascorso un po' di tempo in volo, vedo Padma tentare di avvicinarsi nuovamente al suolo. La seguo, e ci ritroviamo nuovamente a terra, nel bosco di un'alta montagna.

“Che succede?”

“È colpa mia, la gamba ha ripreso a farmi male. Ho bisogno di riposare, scusatemi.” Barastain sembra davvero imbarazzato per l'inconveniente.

“Dai, va bene lo stesso, ci accampiamo qui. Peraltro questo posto sembra tranquillo e sufficientemente lontano da quel leopardo troppo cresciuto.”

“Parvati, ricordati che abbiamo finito la legna, dobbiamo metterne da parte un po' per cucinare decentemente.”

“Beh, se mio cugino può rimanere qui a riposare tranquillo, posso venire io con voi, in tre facciamo senza dubbio prima!” Stavolta è Gereth a prendere parola.

“Ma certo ragazzi, andate, anzi, grazie mille per la vostra pazienza! Sono così goffo... Grazie ancora!”

“Bene, è deciso!”

Aiutiamo Barastain a sedersi contro un bel pino, e mentre si spalma un po' di dittamo sulla ferita ci inoltriamo nel bosco.

Non impieghiamo molto tempo a raccogliere qualcosa di adeguato, e con tre paia di braccia si fa in fretta, perciò dopo poco torniamo indietro dal nostro amico.

 

 

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Capitolo 15
*** 15. ***


15.

 

Davanti a noi, si palesa uno spettacolo al limite della fiaba. Barastain sta cantando dolcemente, come una nenia per bambini, e quella che sembra una giovane fenice è appollaiata sulla sua gamba. Al nostro arrivo lei ci scorge subito, ma notando che il suo trespolo temporaneo pare sereno, decide di rimanere dov'è. Per non spaventarla, noi appoggiamo lentamente i ciocchi e i rami per terra, rimanendo poi a distanza, contemplando con rispetto quasi religioso e viva ammirazione quel volatile così affascinante. Al termine della canzone, la fenice decide di fare qualcosa di inaspettato e magnifico: piange. Le sue lacrime cadono dritte sullo squarcio provocato dalla spaccatura.

“La tua empatia verso gli animali è straordinaria, Barastain.”

“Non c'è nulla di straordinario Padma, a parte questa bella signorina alata.”

“Le lacrime di quel prodigioso volatile sono curative. Fossi in te, raccoglierei quelle in avanzo in una fialetta, appena possibile...”

Il ragazzo segue il consiglio di mia sorella, infatti dopo essersi tastato qualche tasca si cimenta a raccogliere quanto possibile.

“Grazie, piccola amica, sei stata preziosa. Grazie ancora per il tuo regalo, ora però si fa tardi, torna a casa!”

L'incantevole uccello scarlatto fa un graziosissimo cenno col capo e poi spicca il volo, rapida ed elegante, e noi non possiamo che rimanere lì, instupiditi dalla visione quasi onirica.

“In effetti è cosa nota che la fenice nidifichi in queste zone, ma avvistarne una è cosa ben rara! E quello che è appena successo è da registrare negli annali!”

La gamba di Barastain si è rimessa del tutto, e il dolore è solo un brutto ricordo. Trascorriamo la serata chiaccherando del più e del meno, ancora eccitati per le cose straordinarie capitateci in giornata.

 

..

 

Stanotte ho visto un vecchio a cui avevano dato fuoco alla casa. È stato orribile, e io non ho potuto farci proprio niente. Lui è riuscito a scappare, ma tutte le sue cose, i suoi ricordi, sono diventati prima un rogo e poi cenere nel vento. Spero tanto fosse un terribile incubo, e non una visione.

Ad ogni modo, questo mattino ci vede in viaggio verso la Gemma della Terra, chiamata anche Gemma della Rinascita. L'ultima della nostra ricerca.

Arriviamo volando nella giungla tropicale, ed è un intrico di alberi maestosi, un vero labirinto di liane, frutti esotici e ali coloratissime di pappagalli pettegoli. La nostra destinazione è una piccola piramide a gradoni.

[“Come un ragno emette e riassorbe la sua ragnatela, come l’erba cresce sulla terra, come i capelli spuntano sulla testa dei vivi, così dal moto perpetuo dell'universo nasce ogni cosa di questo mondo.”]

“Parvati? Mi senti?”

“Eh? Sì, sì...”

“Presta attenzione davanti a te, quel macaco ti stava per rubare il berretto.”

Avevo dimenticato quanto fossero dispettose le scimmiette, in effetti. Dopo una breve camminata e una sudata fastidiosa, amplificata dall'umidità della natura che ci circonda, giungiamo infine alla meta. Alzo gli occhi al cielo, sbuffando, e gli altri notano subito la mia aria insofferente.

“Guardate laggiù... Quando prima mi parlavi, io intanto sentivo delle parole lontane... Ma credevo fossero non so, delle metafore... Spero non ci siano aracnofobici tra di voi...”

 

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Capitolo 16
*** 16. ***


16.

 

A una certa distanza, grosse cupole argentate ricoprono il terreno attorno alla piramide. Sono tane di Acromantula. Mia sorella spiega ai nostri compagni di viaggio che tipo di creature dovremo affrontare.

“Si dice che quelle tane servano sia come case, sia come dispensa dove stipare il cibo, sia come incubatrici per le uova. Sono madri molto fertili, peraltro, perchè possono deporre fino a un centinaio di uova alla volta. Dobbiamo proprio rovinare tutto quel lavoro, eseguito con precisione e impegno?”

“Io non voglio neppure uccidere quelle creature, se non è strettamente necessario. Stanno solo facendo il loro dovere, difendendo la Gemma.”

“Infatti. Sono animali dotati di operosità, pazienza e attenzione, tutte doti di una madre. Capisco perchè siano stati posti a protezione della Gemma della Rinascita.”

“Giusto, non sarebbe come accaduto con la Gemma dell'Acqua. In questo caso, potrebbero mandarci dritti ad Azkaban.”

“Ora non esagerare, sorellina!”

“Ad Azkrapà?”

“Azkaban, è una prigione per maghi. Puoi finirci se usi una Maledizione senza Perdono.”

“Un nome altisonante, per questo tipo di magia. Noi usiamo le maledizioni e la magia oscura in generale solo a fin di bene. Al contrario, Kalina e i suoi seguaci le usano spesso, per intimidire i non Athar e chi simpatizza con i non Athar.”

“Mi dispiace, conosco bene la situazione. Ad ogni modo, dovremo trovare un altro modo per non farci ammazzare da quelle bestiacce.” affermo asciutta.

“Bestiaccia a chi? Guarda che ti ho sentito! Sarai bella te, umana rinsecchita!”

Davanti a noi, una minacciosa Acromantula si fa beffe di me!

"Guarda che noi abbiamo ucciso un Basilisco!" le rispondo senza paura.

“Non ti credo! Sei così secca che non potresti neppure uccidere un moscerino!”

“Vogliamo andare ancora a lungo a bisticciare con questo ragno, prima che chiami i rinforzi?” Gereth mi richiama all'ordine, a ragion veduta.

“Ha ragione, sorellina. Io comunque ricordo un incantesimo utile, dovremo farci strada sino all'entrata della piramidina usandolo, quindi ascolta bene!”

“ARANIA EXUMAI!”

Copio mia sorella, e quasi tutte le Acromantule si allontanano. Facendoci strada, dobbiamo lanciare anche qualche schiantesimo verso gli esemplari più coraggiosi, e riusciamo a giungere sino all'ingresso dell'edificio.

“ALOHOMORA!”

La porta in bronzo scatta, e poi possiamo penetrare all'interno. Usando le nostre bacchette magiche come torce riusciamo ad orientarci, ma i muri di mattoni rossi sembrano banalmente ordinari, semplicemente sciupati dal passare del tempo.

“SPECIALIS REVELIO!”

Ancora una volta, questa magia viene in nostro soccorso rivelando una cornice di colore giallo su una delle pareti, aprendo come un vano. Al suo interno troviamo un piattino rotondo in bronzo, finemente cesellato, su cui giace indisturbata una piccola gemma gialla. Ci siamo.

Padma l'afferra senza ulteriori indugi, un felicissimo Barastain la ripone nel solito cofanetto e poi richiudiamo tutto quanto sia stato aperto, lasciando la piccola piramide. In volo, nel folto della giungla tropicale sottostante, cerchiamo una zona lontana dalle tane delle Acromantule dove poter sostare, finalmente, senza ansia. Avvistata un'area che sembra tranquilla, montiamo la tenda.

 

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Capitolo 17
*** 17. ***


17.

 

[“Torna da me, giovane donna coraggiosa, torna qui.”]

Era il vecchio che medita, il vecchio Kapila. Dobbiamo tornare a Theur.

“Ragazzi, questa volta ho riconosciuto la voce, era il vecchio custode. Dobbiamo tornare al Tempio Chintamani.”

“Dici che è necessario?”

“Credo sia importante, Gereth. In fondo, senza di lui non avremmo potuto trovare le gemme.”

“Ci torneremo domani, è lontano da qui e abbiamo finito tutte le Pozioni Risveglianti che avevamo.”

Passiamo il resto del giorno nella tenda, resa un poco più fresca dalla magia. A volte, penso che l'aria condizionata dei babbani ci sarebbe immensamente utile.

 

..

 

Mi sento come soffocare. Apro gli occhi, vedo tutto nero. Mi sento compressa, appiattita, spiaccicata. Qualcosa mi opprime e mi impedisce di respirare. NON CAPISCO COSA STIA SUCCEDENDO!

Sento la voce di mia sorella urlare nella notte tropicale.

“EXPECTO PATRONUM!”

Finalmente mi sento libera, la sensazione di oppressione mista a soffocamento si allevia, mi sento stordita e confusa.

Mentre tossisco con forza, riesco a riconoscere un lenzuolo nerissimo fuoriuscire da uno spiraglio della tenda, che forse non avevamo chiuso bene. Un appunto da tenere a mente per la prossima volta.

Mia sorella è sbiancata. Anche le pecorelle sul suo pigiama sembrano terrorizzate quanto lei.

“Che... Cavolo... E-era quello?”

“Era un Lethifold, Parvati. Tu come ti senti?”

“M-m-meglio, molto. Ora posso... respirare! Ma... Come ve ne siete accorti?”

“Grazie a Barastain. Io non me n'ero resa conto, ma prima di dormire lui incanta una delle sue pietre, funziona tipo un allarme, no?”

“Si, Padma. Una vecchia abitudine che spesso si rivela inutile, ma quando serve, non rimpiango mai di averci speso del tempo.”

“Come funziona? Come si attiva?”

“Se dormo con qualcuno, chiedo a questa pietra di svegliarmi, nel caso chi sia nella mia stessa stanza stia soffocando. Si tratta di una magia che usano le mamme e le nutrici per assicurarsi che i bambini non abbiano problemi durante la notte, mentre tutti dormono e ovviamente non si è vigili. Quando hai cominciato a soffocare, è diventata incandescente. Tenendo le pietre a contatto col mio corpo, svegliarmi è stato immediato. E anche doloroso.”

“Mi dispiace.”

“Io ti dico mi dispiace, non ci siamo accorti che non avevamo chiuso bene la tenda, e tu sei stata aggredita da quella coperta malvagia. Che creatura bizzarra!”

“C'è da dire che, sul nostro pianeta, anche noi abbiamo il nostro bel repertorio di animali fantastici, e quello era davvero affascinante ma spero davvero di non trovarmelo mai più davanti!” Gereth sembra impressionato. Credo non veda l'ora di tornarsene a casa sua. Un po' lo capisco.

“Davvero! Per fortuna che Padma conosceva quella formula magica! È davvero una ragazza preziosa!”

Barastain sorride timidamente a mia sorella che, da bianca che era, arrossisce di botto e decide di rifugiarsi dentro il sacco a pelo. Gereth fa spallucce, chiude per bene la tenda e torna a dormire, suo cugino lo imita. Io, ormai sveglia e ancora troppo terrorizzata per riuscire a prendere sonno, attendo che un nuovo giorno ci abbracci, spero dolcemente.

 

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Capitolo 18
*** 18. ***


 

18.

 

Eccoci nuovamente davanti al Tempio Chintamani. Il buon Ganesh ci accoglie nella sua casa, e noi ci indirizziamo verso il vecchio Kapila.

“SPECIALIS REVELIO!”

Il vecchio mi sorride.

“Buongiorno, giovane amica, ti aspettavo. Sei stata brava a individuare dove avevo nascosto le quattro gemme.”

“Quindi tu le hai poste lì?”

“Certamente, sono o non sono io Kapila, il custode della Sacra Pietra?”

“Quindi tu hai posto quelle terribili creature a guardia delle gemme?”

“Sono gemme di potere immenso, non posso lasciare che cadano in mani sbagliate.”

“Capisco. Lo sai che abbiamo ucciso il Basilisco, vero?”

“La vita trova un modo per equilibrarsi. Avete annientato una creatura incredibilmente potente, ma credi che quel posto possa rimanere incustodito? Che non ci sia un uovo pronto a sostituire quella perdita? Oh, non lo troverete mai. La vita vince sempre.”

“Perchè ci hai richiamati qui?”

“Perchè la Sacra Pietra deve essere ricomposta per poter essere utilizzata. Guarda là! Un passaggio segreto ti condurrà dove le Gemme potranno congiungersi. Solo con la loro mistica unione la vita potrà trovare la sua strada!”

Il mio dono interiore ha permesso a me e me sola di poter comprendere le parole del vecchio, e quando indico agli altri il varco di luce brillante contro quella parete di destra, loro rimangono stupefatti. Sembravano non aver visto affatto quel muro rifulgere, prima che io glielo facessi notare. Velocemente attraversiamo il varco, e non sento più i rumori che si affollavano nel tempio, pare di essere proprio in un altro edificio, lontano da tutto e da tutti, a giudicare dalla tranquillità.

Ci troviamo in una stanza spoglia, con fiaccole accese alle pareti e davanti a noi troneggiano le statue di due bellissime sfingi di pietra. In mezzo a loro, una porta di legno ornata di graziosi motivi geometrici conduce chissà dove.

I due volti spostano lo sguardo verso di noi, sorridendo sardoniche.

“Guarda guarda chi è venuto a trovarci!”

“Dove pensate di andare, voi?”

“Ma cosa dici, non devono andare da nessuna parte, si saranno persi!”

“Uhm... Dici?”

“Kapila ci ha mandati qui.” Le interrompo io. Ci manca solo che mi metta a litigare con due statue dal temperamento passivo-aggressivo!

“Oh oh oh, il buon vecchio Kapila! Ma allora siete dei raccomandati!”

“Lo sapete, vero, che dovete rispondere correttamente ai nostri indovinelli, per andare, dove dovete andare, per dove dovete andare, no?”

“E dove devono andare?”

“Chissà se lo sanno!”

“Vogliamo assemblare la Sacra Pietra della Vita!” afferma mia sorella.

“Oh oh oh, ma davvero? Sappiate che dovete rispondere prima al mio indovinello, e poi al suo, e se le risposte non sono corrette, ahimè, non saremo così simpatiche...”

Ah! Se questo per loro significa essere simpatiche!

“No, no, prima il mio indovinello, e poi il tuo...”

“Uff... E va bene...”

“Siete pronti?”

“Ma sì, che sono pronti, guarda che sguardo sveglio che hanno...”

SI! Sì, per favore, non le sopporto più queste pazze!

“Attenzione: Più persone mi custodiscono e meno sono al sicuro. Cosa sono?”

“Ahahahaahha, carino questo!”

“Grazie, cara, vediamo come se la cavano...”

Uhm... Se i custodi sono tanti, sarà un oggetto molto prezioso. Se fossi da sola a fare da guardiana, lo saprei solo io...

“Ma cose del genere ce le chiedevano per accedere al dormitorio di Corvonero quando ero una matricola!” Mi sussurra mia sorella.

“Quindi tu conosci la risposta?”

“Certo che la conosco!”

“Beh, allora dilla!”

“Quindi? Qual è la vostra risposta?”

“La nostra risposta è UN SEGRETO!”

“La vostra risposta è... Esatta. Che peccato, siete noiosini!”

“Oh, beh, vuol dire che il mio indovinello sarà un po' più difficilino del tuo...”

“Hai ragione, facciamoli ragionare un po' di più...”

“Eeh... Andiamo bene... Proprio bene...” sospira Gereth.

 

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Capitolo 19
*** 19. ***


 

19.

 

“Attenzione: tre esploratori vengono rapiti da alcuni guerrieri di una civiltà segreta, e sono condotti immediatamente dal sovrano. Questo re spiega agli esploratori che le uniche persone degne di restare in vita e conoscere questa civiltà, al fine di mantenerla segreta, sono esclusivamente quelle dotate di logica e intuito, per questo motivo dovranno tutti superare una prova per non essere giustiziati. I tre vengono portati all'interno di una stanza buia contenente 5 cappelli, 3 bianchi e 2 neri. Ognuno ne indossa uno e poi vengono fatti uscire. Ogni esploratore può vedere il cappello degli altri ma non il suo; per aver salva la propria vita, il malcapitato dovrà indovinare il colore del proprio cappello e darne una spiegazione logica.

Comincia il primo e dice: “il mio cappello è bianco ma non ne so dire la spiegazione”. Lo aveva nero e quindi viene ucciso.

Il secondo: “il mio cappello è bianco ma non ne so dare la spiegazione”. Lo aveva bianco ma non sapendo dare una spiegazione viene ucciso anche lui.

Infine arriva il terzo, che comunica il suo colore ed una spiegazione plausibile, e viene risparmiato. Di che colore era il cappello del terzo esploratore? E quale è stata la sua spiegazione?”

“Ahia, questa è tostarella...”

“Si, vabbè, ma questa è difficile...”

“Se fosse facile, ti offrirebbero al massimo un bicchiere di vino al primo bar dello sport babbano, non entreresti qui dentro.”

“Ti ci metti anche tu, con la simpatia, ora?”

“Cos'è il bar dello sport?”

“Deve essere una cosa loro, cugino...”

“Mi sa che hai ragione...”

“Deve essere qualcosa di assolutamente incontestabile...” riflette Barastain...

“Il primo l'ha nero e il secondo bianco...”

“I bianchi sono tre...”

“Forse... Sì, ci sono! Deve essere questo per forza! Il terzo cappello è bianco!” interrompe mia sorella.

“Hai capito anche tu?” le chiede Barastain. “Oh no? Aspetta... Forse...”

“No no, è proprio bianco!” continua Padma “Il terzo esploratore deve aver detto: “Il mio cappello è bianco perché, nel caso in cui fosse stato nero, il secondo esploratore avrebbe potuto dire con certezza di averlo avuto bianco, in quanto i neri erano terminati essendo solo due, ma così non è stato!”

“Perchè lui non ha potuto dare una spiegazione!”

“Esatto!” esclama Padma, felice.

Io non ci ho ancora capito niente. E infatti, non sono Corvonero.

“Mica sarà questa, la vostra risposta?” chiede scocciatissima la sfinge.

“Sì, è questa! Ha senso!” afferma Barastain, con calma ma deciso.

“Oh, ma che noia che siete... La risposta è corretta, potete passare...”

Sentiamo chiaramente uno scatto provenire dalla porta, è possibile spingerla e andare oltre. Mentre procediamo, le sfingi sopra di noi continuano a blaterare.

“Eppure avevano l'aria di chi è appena scappato di casa...”

“Sì, hanno deluso enormemente anche me, ma lo sai che dobbiamo farli passare, quando l'azzeccano...”

Davanti a noi vi è un piccolo altare di marmo bianco, venato delicatamente di varie sfumature di grigio, la cui superficie presenta una cavità.

“Immagino vadano lì dentro...” suggerisce Gereth.

Barastain estrae dalla tasca il suo fidato cofanetto di legno, e infila le preziose gemme nella rientranza. Ecco quindi un fascio di luce bianca fuoriuscire dalla cavità. Al suo spegnersi, troviamo una piccola pietra bianca, liscia e indifesa.

 

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Capitolo 20
*** 20. ***


20.

 

Vedo Barastain commuoversi, pensando sicuramente alle peripezie affrontate finora, e a come usare poi la Sacra Pietra della Vita per aiutare il suo popolo, e poi c'è mia sorella che si commuove al vedere Barastain commosso, e io sento chiaramente Gereth dietro di me parlarmi in modo inaspettato!

“Ti ordino di rimanere immobile!”

A questo punto non riesco più a muovermi, mi sento come una statua! Che cosa sta succedendo? Provo a urlare, e non ci riesco! AIUTO! Nulla... Vedo poi Gereth puntare la sua Grada contro mia sorella. CHE COSA?!?

“Ti ordino di obbedirmi, se mio cugino mi minaccia schiantalo, sei molto brava in questo.”

CHE COSA? Qualcuno mi spieghi, per favore! Padma punta la sua bacchetta contro Barastain, anche Gereth punta la sua Grada contro suo cugino, e lui è lì, confuso e perplesso! Sembra uno di quei stalli alla messicana di quei film che piacciono tanto a Dean...

“Padma? PADMA!” Lei non gli risponde. Muta come me.

“Gereth, cugino mio, cosa fai? Perchè?”

“Perchè? Sei così sciocco da non capire il perchè?”

“Cosa c'è da capire?”

“Ah, io sono l'unico lucido tra tutti voi, e vi vedo come vi state rovinando con le vostre mani, accogliendo nelle nostre vite i non Athar...”

“Ma come! Non posso crederci, tu sostieni Kalina!” sbotta Barastain, inorridito.

“Come credi che lei e i suoi A'Kalinar siano riusciti a infiltrarsi nel Regno di Skraya?”

“Che cosa?”

NON-POSSO-CREDERCI! Questo si che è un colpo di scena!

“Quando tutti si saranno convertiti alla causa di Kalina, lei mi consegnerà il Regno, e io sarò Re! Io che sono più grintoso, più abile, persino più bello di te! La tua potenza magica non è altrettanto grande, eh? Sempre col naso infilato dentro ai libri, a chiedere a tutti come stanno, sempre con quell'aria modesta, la verità è che tu sei debole, saresti un pessimo Re!”

“Non ho chiesto io di essere l'erede al trono, ma devo assumermene le responsabilità. Per me, è un grande onore! E comunque, so benissimo di non essere tanto potente. È il motivo per cui mi circonderei di persone sagge.”

“Ah, persone sagge che apprezzano i non Athar e li trattano come noi? Non ha senso!”

“Come ha fatto mio zio a trovarsi un figlio tanto ingrato come te?”

“Mio padre Gerovj è uno stolto, come tutti voi.”

Barastain ha perso la sua felicità di poco fa, con queste rivelazioni scioccanti. E io non posso fare nulla, se non guardare! Che amarezza!

“Padma, Padma, parlami!” Barastain fissa mia sorella incredulo.

“Ah, la tua bella, insopportabile Padma! Deve essere una che ha sempre fatto i compiti, eh? Quante belle magie che conosce, ma voglio proprio vedere CHI aiuterà, ora che obbedisce solo al mio volere. Dammi la Sacra Pietra, Barastain.”

“Perchè?”

“Se non me la dai, la tua bella Padma fa una brutta fine.”

 

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Capitolo 21
*** 21. ***


21.

 

Mia sorella, inflessibile, continua a puntare la bacchetta contro Barastain, guardandolo fisso negli occhi. E poi accade tutto così di fretta!

Mia sorella punta la sua bacchetta contro Gereth.

“STUPEFICIUM!” Il bel biondo, troppo sicuro di sé, non riesce a difendersi.

Contemporaneamente Barastain sussurra qualcosa alla Pietra della Vita.

Gereth cade svenuto a terra. La sua Grada rotola sul pavimento, allontanandosi con disinteresse dal suo proprietario.

“INCARCERAMUS!” Mia sorella vuole accertarsi che al suo risveglio, Gereth sia immobilizzato.

“FINITE INCANTATEM!” Questo incantesimo è rivolto a me! Oh santo cielo, posso muovermi! Finalmente!

Tossisco come dopo l'attacco notturno del Lethifold, riempiendo i polmoni e assaporando la libertà di movimento.

“Ma... Ma che cosa è successo?” Chiedo perplessa e confusa, ma felice di non essere più come fatta di pietra.

“Se mio cugino ha studiato a lungo l'uso della Grada, mio padre mi ha spiegato come usare questa Pietra, secondo quanto appreso dalle leggende. Non credeva di potercela fare, e voleva che io potessi finire quello che lui aveva cominciato, resistendo contro Kalina, mandandomi qui sul vostro pianeta. La Sacra Pietra ha implementato il potere di Padma, bucando la protezione che Gereth ha sempre su di sé.”

“Ma Padma era sotto il controllo di Gereth!”

“Non è così, Parvati. Ho bluffato.” Mia sorella tira fuori da sotto i vestiti un ciondolo, una piccola pietra gialla appesa al suo collo.

“Questa pietra mi ha difeso dall'attacco mentale.”

“Ehi, cos'è questa storia? Perchè io non ce l'ho?”

“Perdonami, Parvati, ma non ho avuto il tempo di incantarne un altro anche per te, di parlarti come funziona eccetera. Non credevo difendesse anche dagli attacchi mentali onestamente, pensavo più a una protezione generale...”

“”Sì, sì, ok, ho capito che mia sorella ti sta più simpatica, vabbé, stai tranquillo che non mi offendo. E tuo cugino?”

“Lo condurrò a Corte, e verrà giudicato dai ministri per crimini contro la corona.”

“Beh, mi pare il minimo.”

Barastain piange, commosso.

“Ce l'abbiamo fatta! Posso salvare mia madre, la mia gente, il mio mondo...”

Ripone la nuova Pietra nel suo solito cofanetto.

“Ragazze... non so che cosa dire, il vostro coraggio e il vostro cuore mi hanno aiutato... Non ce l'avrei fatta senza di voi! Grazie!”

Ci abbraccia entrambe in modo impacciato, emozionatissimo.

Anche noi siamo commosse, abbiamo rischiato la vita più volte per salvare delle persone che neppure conosciamo, ma avendo passato i loro stessi problemi da poco, non potevamo non tentare di aiutarli!

Torniamo da Kapila a riferire la buona riuscita della missione, non prima di aver rimpicciolito magicamente un Gereth privo di sensi e di averlo messo “sotto chiave”, al sicuro dentro una delle tante tasche di Barastain. E la Grada altrove.

 

..

 

“La Sacra Pietra della Vita è stata assemblata, saggio Kapila.”

“Fatene buon uso, e che la saggezza sia con voi. Risolvete il vostro problema, e riportatemi infine la Sacra Pietra, perchè io ne sono il custode. Dove troppa morte avanza, la vita va aiutata, ma il giusto equilibrio è necessario perché questo universo ha bisogno di armonia. Se terrete per voi la Sacra Pietra, la vita non sarà più dono grato. Buona fortuna, ragazzi miei.”

“Capisco. Allora il nostro non è un addio, bensì un arrivederci!”

Faccio un cenno di saluto nel modo più educato che io conosca in direzione del vecchio, e Padma e Barastain mi imitano, anche se non credo che possano vedere Kapila. Forse, vogliono ugualmente mostrare rispetto a chi ci ha aiutati in questa ricerca. Il vecchio non fa domande, vedendoci solo in tre.

Raggiungiamo un luogo discreto al di fuori del tempio, e aggiorno i miei compagni di avventura su quanto detto dal vecchio custode.

“Ragazze, non so come ringraziarvi. La vostra generosità, il vostro coraggio, il vostro cuore mi hanno aiutato tantissimo. Davvero il nostro non è un addio, ma un arrivederci. Il mio posto ora è a fianco del mio popolo, ma ci rivedremo appena possibile, è una promessa! Tanto so dove trovarvi, grazie al dono di Parvati!”

"Usa le lacrime di fenice per tua madre." ricorda Padma a un riconoscente Barastain.

Lui mi abbraccia, poi abbraccia mia sorella. Forse è solo una mia impressione, ma mi sembra che quell'abbraccio duri più del necessario, sembra si siano anche presi per mano. Lei è davvero triste, dev'essersi affezionata.

Lui si mette poi a cercare tra le sue collane un ciondolo con una pietra azzurra venata di viola, e sussurra parole che non riesco a capire. Ed eccolo lì, sparire sotto i nostri occhi. L'avventura è davvero finita, e noi torniamo a casa tramite la Metropolvere, di camino in camino.
 

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Capitolo 22
*** 22. ***


 

22.

 

Epilogo. Agosto 1998.

 

Alla fine, ho chiesto a Dean di uscire. Siamo andati a vedere un film babbano uscito a maggio, avrebbe voluto vederlo prima ma con la guerra di mezzo sarebbe stato difficile. A distanza di mesi, c'è ancora gente che ha voglia di vedere questa storia assurda con questo Gorozilla, Godrozilla, Godzilla o come accidenti si chiama, che va in giro a distruggere New York. Bah. Ad ottobre dovrebbe uscire al cinema Amori & incantesimi, e ci ammazzeremo di risate, già lo so, dovrebbe essere una commedia romantica ma per noi sarà sicuramente un film comico, perchè i babbani hanno davvero delle idee assurde su come funzioni la magia! Comunque lui è molto carino con me.

 

Padma tutte le sere esce in giardino a guardare le stelle, con aria malinconica. Vuole iscriversi a un corso di Lettere Classiche Magiche, dice che vuole approfondire materie come Antiche Rune e roba simile, perchè è rimasta molto incuriosita da come Barastain usava le pietre...

La scorsa notte l'ho sognato, sorrideva e si rivolgeva proprio a me!

“Parvati, Parvati! Noi stiamo bene! La guerra è finita, Kalina e i suoi seguaci si sono distrutti tra loro, mio cugino è sotto stretta sorveglianza, mia madre è uscita dal coma, mio padre è tornato a regnare...” E parlavamo, parlavamo, ma non mi ricordo molto, ieri sera devo aver esagerato con la vodka. Quando stamattina ne ho parlato con Padma, è sbiancata tutta.

 

Stasera ci godiamo un té freddo sulle nostre sedie di vimini, godendoci il bel cielo estivo, parlottando del più e del meno. Siamo lì che mi parla degli ultimi libri messi in vendita al Ghirigoro che si blocca, smette di parlare, così di botto, senza senso.

“L'hai visto?”

“Cosa, Padma?”

“La cometa! La cometa viola!!”

“Cosa!? Dove!?”

E accade di nuovo!

Un CRACK ed è lui, è proprio Barastain. Visibilmente affaticato, ma sorride.

Padma si alza velocemente per correre verso di lui e abbracciarlo. Doveva mancarle proprio tanto. Io sono contentissima di vederlo, sembra in salute.

“Ti sei ripresa dalla... sbronza? Avevi detto questa parola.” mi chiede lui, sghignazzando.

“Eh? Ah, sì, direi di sì. Sei tornato per riportare la Sacra Pietra al suo custode?”

“Beh, non solo. Avevo promesso a Padma che le avrei insegnato qualcosa sull'uso delle pietre.”

“Cosa? Questa me l'ero proprio persa.”

“Te l'avevo detto che non è una grande osservatrice, senza il suo dono.”

 

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