Sherlock e il ricordo di Eurus

di coopercroft
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Mycroft nervoso ***
Capitolo 3: *** Eurus é mia sorella ***



Capitolo 1
*** Un Mycroft nervoso ***


Mycroft Holmes era ancora scosso per la notte precedente. Sherlock aveva montato una sgradita farsa a suo consumo con quell’odioso pagliaccio da brividi, tutto per farsi confermare l’esistenza di Eurus. Anche se prima o poi avrebbe dovuto rivelargli quel segreto tanto opprimente, Sherlock sembrava non ricordare nulla di quel passato, tanto meno di avere avuto una sorella. E nemmeno di Barbarossa a cui non collegava alcun ricordo. Quindi si vestì inquieto preparandosi a una mattinata non proprio facile. Non sapeva come l’avrebbe presa Sherlock sulla sorella, ma aveva deciso che fosse troppo presto per rivelargli anche la verità di Barbarossa. Avrebbe aspettato ancora un po' in base alla reazione del fratello. Il segreto non era solo per Sherlock, più tardi avrebbe dovuto dirlo anche ai propri genitori che credevano Eurus perduta per sempre. Fece rapidamente colazione e indossò un elegante completo marrone e uscì.
Aveva avvertito Anthea di venirlo a prelevare a casa e si era avviato con ansia a incontrare Sherlock a Baker Street. 
Quando arrivò ebbe la netta sensazione di essere già in difficoltà, cosa che Mycroft non gradiva. Si sentiva a disagio per quello che avrebbe dovuto dire e ripercorrere. Un passato sepolto che non faceva bene a nessuno e non certamente a lui che ne era fautore.
Suonò il campanello e gli apri la signora Hudson. La salutò velocemente e si diresse al piano superiore.
Sherlock e John erano seduti sulle due poltrone di fronte al camino. Sherlock sollevò appena la testa salutando il fratello senza rivolgergli lo sguardo. John era seduto di fronte a lui e si girò fissando Mycroft.
“Ben arrivato Mycroft, quasi non ci speravamo più.”
Mycroft si sentì perplesso e allo stesso tempo irritato dalla frase di John.  Lui non era mai in ritardo.  Poi la faccenda riguardava la famiglia Holmes e sua sorella Eurus.
La solita sedia, stava davanti a loro due, ma Mycroft titubò nel sedersi, si prese alcuni secondi di tempo.
“Deve sedersi lì, Mycroft se vuole parlare con loro, come fanno tutti i clienti” disse la signora Hudson.
Mycroft sentì salire dentro di sé una sottile insofferenza mista a rabbia.
“Io non sono un cliente Sherlock” disse indignato fissando il fratello.
“Allora vattene “rispose secco Sherlock senza guardarlo.
Fu quello che mise fine ai buoni propositi di Mycroft. Si sentì sopraffatto dalla delusione e dall’amarezza verso un fratello assolutamente privo di comprensione. Si chiese se aveva sprecato i suoi anni dietro ad una impresa impossibile. Sì, stavolta Sherlock aveva oltrepassato la linea.
Fissò John che lo guardava divertito, ma Mycroft non ci trovò niente di spassoso, lo fulminò con lo sguardo, poi si giro verso il fratello lo studiò a lungo.
“Bene” disse alla fine stizzito” poiché sono tuo fratello e non un cliente e nostra sorella è sempre parte della famiglia, lascio a te il compito di trovarti delle risposte.”
Detto questo si girò roteando l’ombrello, avviandosi verso la porta dove era rimasta la signora Hudson.
“Attenta signora Hudson che i rettili mordono” le disse mentre la sfiorava per uscire. Vendicandosi di come l’aveva chiamato giorni prima.
Lei scappò verso la cucina scuotendo la testa. Mycroft gelido se ne andò.
“Credo che si sia arrabbiato” disse Johnn rivolgendosi a Sherlock che era rimasto sorpreso dalla reazione del fratello.
“Sembra che quello che nasconde sia molto doloroso da raccontare.  John avrei dovuto essere più cauto.  Quando sarà pronto mi chiamerà. Ma andrò da solo, se a te non dispiace.”
“Sono affari di famiglia Sherlock e sai come la pensa Mycroft.” Annui John “Deve essere sicuro di non rivelare fatti privati che lo possano mettere a disagio”  
“Quasi lo conosci meglio di me John “gli sorrise Sherlock pentito per ciò che era successo.

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Capitolo 3
*** Eurus é mia sorella ***


Mycroft non si fece sentire per una settimana, si era concentrato nel lavoro a cui dedicava tutto il tempo. Aveva elaborato quello che era successo e si dava dello stupido perché era caduto nella provocazione di Sherlock. Non era forse preparato alle battute velenose del suo caro fratellino?  Dentro di sé sapeva che avrebbe dovuto chiamarlo per dargli una spiegazione. Gli mandò un breve sms dove diceva che lo avrebbe aspettato a casa la sera. Anche insieme a Watson se avesse voluto. Sherlock teneva molto al buon dottore.
All’imbrunire Mycroft giunse a casa, liquidò rapidamente Anthea. Sistemò alcune cose sul tavolo del grande salotto e si preparò all’arrivo del fratello.
Sherlock non tardò a presentarsi, ma era solo.
“Bene fratello “cominciò Mycroft “sei solo? Non avevo nulla in contrario se ci fosse stato anche Watson. So che tieni molto a lui.”
 “Non è con me perché ho visto quanto fossi a disagio a parlare di Eurus.” Sherlock fu prudente.
Mycroft strinse le labbra sottili e si sedette sulla poltrona di fronte a lui e Sherlock fece altrettanto. Poi dopo una breve pausa prese a parlare con voce franca.
“Non hai ricordi dunque. Non ricordi nostra sorella”
“Nessun ricordo di lei, nemmeno di averci vissuto insieme” fece una pausa. Poi Sherlock continuò “perché non ne ho memoria Mycroft?”
“Credo che tu abbia rimosso tutto quello che è successo, in una sorta di difesa.  In quel periodo vivevamo a Musgrave.   Eurus era una bambina  vivace, se così si può dire. Se io ero stato classificato con una intelligenza sorprendente, lei era stata paragonata a Newton. Questo però la portò presto a isolarsi. Avrà avuto sette anni circa quando iniziò a comportarsi in modo strano.”
“Non ho ricordi Mycroft, di aver vissuto con lei perché? “disse turbato Sherlock “Cosa successe di cosi spaventoso”
 Mycroft con fatica continuò a rivivere il passato”. Un giorno trovarono Eurus con le braccia tagliate pensando che volesse uccidersi, in realtà rispose che voleva vedere come erano fatti i suoi muscoli. Nostra madre credeva sentisse dolore, ma Eurus rispose che non sapeva cosa fosse. Ti ricordi quando ti nominavo Barbarossa, così nel bel mezzo di un discorso. Era per monitorarti per vedere se la tua memoria fosse tornata. Ma quello che era successo tu lo avevi completamente rimosso. Anche se lei è dentro di te nelle scelte che hai fatto, di quello che sei diventato”   
“Barbarossa era il mio cane… ora lo ricordo. Cosa successe, so che sparì, lo cercai per giorni. Fu un grande dolore.”
“Si, fratello non lo trovammo più, ma Eurus da allora lo chiamò Barbarossa affogato. Fecero di tutto per farsi dire dove fosse, ma lei non parlò mai a parte cantare quella canzoncina senza senso del Vento del Est. Ti perseguitava cantandola spesso, quasi una tortura. “Mycroft sospirò poi continuò fissando il fratello “Tu eri un bambino sensibile e affettuoso, ti piaceva giocare ai pirati, ma da allora cambiasti.”  
“Pochi giorni dopo Eurus appiccò un incendio e Musgrave House andò in cenere, rischiammo di morire tutti. Eravamo così sconvolti che lo zio Rudy prese in mano la situazione e convinse i nostri genitori a internare Eurus. Ma non durò molto perché incendiò anche l’istituto dove era, da lì nostro zio decise di darla per morta per proteggerci tutti. Tu allora avevi sofferto molto così come tutti noi. Io ne fui messo al corrente quando lo zio si ammalò e gli promisi che avrei continuato a tenervi nascosta la verità. Mi convinse che era soluzione migliore per non mettervi in pericolo.  Anche se col tempo mi pesò molto” sospirò triste Mycroft.
Sherlock sembrava incredulo poi si decise a parlare “Ma ora dove si trova, come sta”
“Si trova a Sherrinford un’isola che è una prigione adatta a persone difficili da controllare, che non possono guarire, ed è lì da quando era adolescente.” Mycroft abbassò gli occhi quasi sconfitto “E’ pericolosa anche se è nostra sorella.”
“Ma in quali condizioni mentali si trova “Sherlock fissò il fratello sconvolto. “Tu hai parlato con lei in questi anni?”
“Vado da lei periodicamente ad accertarmi di come sta e se risponde alle cure degli psicologi, ma il più delle volte non parla e mi osserva, sa manipolare così bene le persone, che solo alcune la possono frequentare. E devono essere spesso sostituite.”
“Mycroft io vorrei vederla” disse deciso Sherlock” e non dirmi di no perché lo sai che lo farei lo stesso”
“Lo so fratello, lo faresti comunque. Ma quello che mi tormenta e che Watson dice che Eurus era la sua terapeuta e che gli ha sparato alla fine. Come è stato possibile, ho contattato Sherrinford e lei non si è mai mossa da lì.”
“Dico che dovremmo andare lì sotto copertura e vedere cosa è successo”
“Si penso che lo dovremmo fare potrebbe esserci una falla nella sua sorveglianza” Mycroft era turbato e sconfortato.”
“Bene” disse Sherlock mentre si alzava “faremo un piano. Poi decideremo. Ma dimmi fratello mio” continuò, guardando dritto in volto Mycroft “Mi hai detto tutto, tutta la verità?”
“La verità è raramente pura e mai semplice.”  E Mycroft mise fine al colloquio e si alzò.
Sherlock stava per replicare, ma si fermo. Pensò che suo fratello avesse i suoi motivi per tacere. Gli diede un breve saluto e se ne andò.
Mycroft camminò pensieroso fino alla finestra, rimase a guardare Sherlock che se ne andava. Certo non gli aveva detto tutta la verità, come avrebbe potuto dirgli di Victor. Ponderava scrupoloso quel fatto, temeva che suo fratello ne rimanesse sconvolto.  Avrebbe aspettato che la memoria gli fosse tornata, e l’incontro con Eurus non gli avrebbe risparmiato nulla di quel passato che tanto aveva influito su tutti loro.

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