Darkness Mind

di sixi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Ladro Innamorato ***
Capitolo 2: *** Il Ladro Rubacuori ***
Capitolo 3: *** Il Ladro Incavolato ***



Capitolo 1
*** Il Ladro Innamorato ***


Darkness Mind

Darkness Mind

Capitolo I - Il ladro innamorato

 

 Sorrise, anche quel giorno aveva rubato un’altra opera degli Hikari, rimase qualche istante ad osservarla, erano degli orecchini d’oro, forma rettangolare, sottili e con incisi dei simboli egizi, quando sarebbe arrivato a casa li avrebbe decifrati con calma. Guardò sotto di sè e vide un’immensa villa… guarda, guarda, una ragazzina, chissà perchè Daisuke stava facendo il diavolo a quattro, ora che la guardava bene assomigliava molto a Risa, forse era la sorella.

- Dark, vattene! Che stai facendo, perchè stai scendendo!!!

- Sta un po’ zitto.

Calò silenziosamente dietro di lei, le tappò la bocca  e la tenne stretta mentre la portava nella casa. Chiuse la finestra e la fissò, certo che era forte, stava ancora tentando di liberarsi, ma…

- MANIACO!!!!!!!!!!!!!!!!

Come aveva fatto a liberarsi? Eppure era sicuro di aver utilizzato tutta la sua forza per bloccarla e ora dov’era finita? Abbassò lo sguardo e la vide sotto di lui pronta a tirargli un pugno. Saltò utilizzando solo una minima parte della sua agilità e la prese da dietro. Riuscì a rompere un pezzo del vestito e le legò la bocca; la girò affinché riuscisse a guardarla in faccia e la vide con le lacrime agli occhi.

- Ehi, non piangere, non voglio farti nulla.

La vide rilassarsi appena, ma le lacrime rimasero lì, sulla punta delle ciglia pronte a sgorgare. Gli nacque il desiderio irrefrenabile di stringerla a sè per rassicurarla, ma sentì l’ultima delle sensazioni che non voleva sentire: stava per ritrasformarsi.

- Dolce Riku, devo lasciarti, stammi bene.

Le tolse il bavaglio e la stordì per evitare che urlasse; la poggiò sul letto e se ne andò dalla casa, ma appena si alzò in volo si trasformò in Daisuke e rovinò in un ruscello.

 - Maledetto Dark, dovevi proprio fermarti, vero?

- Che posso farci? Volevo conoscerla… com’è carina!!! Riku, o Riku, quando ti rincontrerò?

Non voleva crederci: Dark si era innamorata della gemella di Risa e adesso come avrebbe fatto a scuola? Sarebbe uscito pazzo nel tentativo di evitare entrambe!

Arrivò a casa bagnato fradicio, abbandonò gli orecchini in cucina e andò in camera sua per riposare, era troppo stancante fare lo studente la mattina e il ladro la sera… doveva dirlo alla madre, quegli orari non andavano per niente bene.

Si svegliò con la sveglia, come tutti i giorni, e andò in cucina per la colazione.

- Daisuke! Gli orecchini che hai rubato sono bellissimi!!

Doveva dirle qualcosa, ne era sicuro, ma cosa?

- Tutto bene?

- Sì, ehm… io vado a scuola, ci vediamo dopo.

La donna si girò e vide una busta abbandonata lì sul mobile. – Anche oggi si è dimenticato il pranzo. With, puoi portarglielo tu?

- Kyuu.

Il piccolo “animaletto” prese la busta e volò verso la scuola di Daisuke. Arrivò al cancello prima di lui e rimase alcuni minuti ad aspettarlo, poi, finalmente, arrivò e volò verso di lui.

- With! Oh, il pranzo, gra

- Daisuke! – un ragazzo moro comparve dietro al nostro piccolo ladro facendogli lo sgambetto.

- Ciao, Saehara. – si alzò a fatica e guardò l’amico grattandosi la testa per il dolore. Camminarono insieme verso la loro classe, ma a metà strada incontrarono le due gemelle Harada, brutta, bruttissima situazione. Sentì il suo cuore palpitare sempre più velocemente, no, non doveva trasformarsi in Dark, assolutamente no, tutti l’avrebbero riconosciuto e poi da qualche parte c’era anche Hiwatari, se lui l’avesse visto l’avrebbe sicuramente catturato e quello non doveva accadere, insomma, era Dark solo da qualche giorno, che razza di ladro sarebbe stato se l’avessero catturato così facilmente.

- Ehi, Niwa, mi stai ascoltando?!

- Eh, cosa?

- Ti stavo chiedendo se hai sentito dell’ultima impresa di Dark.

- Ah, sì, ho saputo che ha rubato degli orecchini, ma nient’altro, perchè?

Fissò Saehara che per la prima volta in vita sua sembrava pensieroso… a che stava pensando?

- La prossima volta che entra in azione dobbiamo essere lì.

- Cosa?!

- Non dirmi che hai paura!

- No, certo che no… - come faceva ad essere in due luoghi contemporaneamente? Era impossibile, anzi… forse no… With poteva aiutarlo, ma certo!

Entrarono in classe, perché Riku era seduta davanti a lui? Da quando? Non poteva crederci, perchè di tutte le ragazze che c’erano in classe proprio lei doveva sedersi lì? Sentì Dark diventare irrequieto, bruttissimo segno, anzi pessimo, perchè oggi non gliene andava una giusta?

- Daisuke Niwa. Daisuke Niwa. – ma lo stavano chiamando? – Daisuke Niwa, c’è Daisuke Niwa?

- Presente. – sussurrò imbarazzatissimo.

Fortunatamente l’insegnante sorvolò sulla sua distrazione e continuò a fare l’appello.

 

Alla fine delle lezioni uscì dalla scuola e vide With seduto sulla recinzione. – With!

- Kyuu kyuu.

- Mi hai aspettato tutto il tempo? – fortuna che c’era With, almeno non andava solo a casa.

S’incamminò, ma fu fermato da una voce a lui troppo nota: Harada. – Niwa! Aspetta, andiamo a casa insieme?

- Va bene.

Peggio di così non poteva andare, oltre ad essere imbarazzatissimo perchè Harada era con lui, doveva anche fare attenzione a non esserlo troppo perchè sennò si sarebbe trasformato, situazione pessima, peggio di così non poteva andare.

- Risa, Niwa, aspettatemi!! – Riku!!! Perchè c’era anche lei? Oddio, come avrebbe fatto, in mezzo alle due gemelle, in mezzo alla ragazza che piaceva a lui e alla ragazza che piaceva a Dark. Sentiva di essere al limite, mancava pochissimo prima che si trasformasse nel ladro leggendario.

- Scusate, ragazze, mi sono ricordato di un impegno urgentissimo, ci vediamo domani! – girò nella prima via e iniziò a correre senza meta. Sentì il corpo crescere, stessa cosa per i capelli, maledizione! Si era trasformato! Iniziò a rallentare e si fermò definitivamente, dopotutto non poteva andare in giro con l’aspetto di Dark.

- Com’è carina!!! – perchè doveva mettersi anche Dark a peggiorare la situazione.

- Zitto! È per colpa tua se siamo in questa situazione!

- Calmati, Daisuke, pensa a Riku, così torni normale.

Pensò alla ragazza e sentì il suo corpo rimpicciolirsi. Si guardò intorno e capì di non sapere minimamente dov’era finito, vide il sole alla sua destra, quello era l’ovest, la sua casa era a nord-est, andò dalla parte opposta del sole e dopo una decina di minuti arrivò davanti ad un’immensa villa. Oh no, non poteva essere proprio quella villa. Sentì la voce delle gemelle Harada e capì di non aver sbagliato: quella era casa loro. Vide un albero davanti al cancello e ci si arrampicò velocemente, non dovevano vederlo!

Le vide arrivare davanti a lui e il cuore non poté fare a meno di battergli, no, no, non doveva trasformarsi ancora!! Chiuse gli occhi e voltò la testa, magari se non vedeva Risa non succedeva niente… ma perché doveva mettersi a ridere proprio in quel momento, però, che bella risata, così sobria e cristallina, no, non doveva pensarci, che bella voce, così melodica, no!!! Basta, basta, non doveva pensarci, non in quel momento, non dovevano accorgersi di lui.

Sentì il cancello chiudersi, finalmente! Aprì gli occhi e scese dall’albero, doveva arrivare a casa il più velocemente possibile, non doveva incontrare nessun altro per strada, se anche fosse successo avrebbe fatto finta di non vederlo, sì, avrebbe fatto così. Si avviò verso casa, ma dopo neanche dieci secondi vide Hiwatari appoggiato ad un muro. L’avrebbe salutato e avrebbe continuato a camminare. Lo vide alzarsi dal muretto e guardarlo, perchè ora gli stava venendo incontro? Magari doveva parlare con qualcuno dietro di lui, sì, era sicuramente così.

- Ciao, Niwa.

No, non era così, lo stava veramente aspettando. – Ciao, Hiwatari.

- Vorrei parlare con te, posso?

- Veramente devo arrivare a casa al più presto. – tentò di sorridere, magari era più convincente se sorrideva.

- Allora parleremo mentre camminiamo verso casa tua.

Perchè aveva detto che doveva andare a casa? Avrebbe dovuto dire che andava da un’amica della madre che abitava nella casa lì di fronte, che pollo che era stato.

- Posso chiederti cosa pensi di Dark?

- Di Dark? – ma… che doveva rispondere? – È solo un ladro, perchè?

- Curiosità.

Quel sorrisino non gli piaceva per niente, perchè lo stava fissando con quella faccia?

Intravide casa sua e ringraziò la sua fortuna, presto sarebbe arrivato. Vide la madre a qualche passo da lui e la chiamò a gran voce. La donna si girò e lo guardò sorridendo felicemente, ma, appena il suo sguardo si posò su Hiwatari, cambiò faccia.

- Daisuke, vieni, dammi una mano con queste buste.

- Hiwatari, parleremo un’altra volta, ciao.

- Ciao.

Corse verso la madre e la ringraziò mentalmente; prese delle buste e andò verso casa.

Poggiò tutto in cucina e sentì la madre dire: - Non avvicinarti mai più a quel ragazzo.

Come faceva a non farlo? Hiwatari lo sospettava di essere Dark, forse aveva sbagliato ad aprire la porta dell’aula di musica… - Va bene. – non poteva certo dirglielo.

 

 

 

 

Allora, spero che questa fanfic vi piaccia, siate clementi con me, perché è la prima che scrivo su DNAngel… non so se ho dato il giusto carattere a tutti i personaggi e non so se ho scritto troppe cavolate mentre descrivevo i pensieri di Daisuke e Dark, ma… è solo l’inizio, indi, siate clementi avec moi… al prossimo capitolo ^^

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Il Ladro Rubacuori ***


Capitolo II – Il Ladro Rubacuori

Capitolo II – Il Ladro Rubacuori

 

Eccolo ancora in fuga, ma perchè la polizia lo inseguiva? Tanto dovevano aver capito che non ce l’avrebbero mai fatta a prenderlo, che stupidi. Saltò fuori dalla finestra e aprì le ali, finalmente era libero, in cielo non potevano catturarlo, quella era la sua patria.

Volò vicino alla villa delle gemelle Harada e vide Riku sul balcone, non poteva andarsene senza neanche salutarla, sarebbe stato scortese, dopotutto.

- Ciao, Riku.

La ragazza si voltò e rimase imbambolata a fissarlo, forse era più bello del solito…

- Oppure sei solo più appariscente! Hai visto come ti sei conciato?!?!

Perché Daisuke non poteva starsene buono almeno in quei momenti?

Continuò a fissare Riku e la notò tremare, impercettibilmente, ma tremava. – Hai paura?

- Cosa vuoi da me?

- Niente, voglio solo parlare.

- Di cosa?

- Scegli tu, a me va bene qualunque cosa.

La vide rimanere ancora imbambolata a fissarlo, com’era carina!!!

- Parliamo di cosa succederà quando chiamerò la polizia.

Non l’avrebbe fatto, per il puro e semplice motivo che lui l’avrebbe bloccata prima che avesse avuto il tempo di fare qualunque cosa, ma decise di rimanere al gioco, l’importante era conversare con lei.

- Penso che quando li chiamerai, loro verranno qui, ma io non andrò da loro.

- Perché?

- Perché resterò qui con te a guardare questa magnifica luna piena e a parlare con te, con una delle ragazze più affascinanti che io abbia mai visto.

Arrossì vistosamente e lui sorrise, se arrossiva era un buon segno, forse non avrebbe fatto nessuna mossa falsa.

- Davvero mi trovi affascinante?

Com’era carina!!!!!!! – Sì, e non lo dico per scherzo, sei davvero bellissima.

- E allora perché lui non mi guarda?!?!?!?!

Dolorosissimo colpo al cuore. – Lui chi?

- Il ragazzo che mi piace!

Altro dolorosissimo colpo al cuore, non era possibile che le piacesse già qualcuno, no, non voleva crederci. – Come si chiama?

- Daisuke Niwa.

Questa volta gli cadde una montagna sul cuore, perché dovevano piacerle i ragazzi come Niwa? Dopotutto a scuola era un imbranato totale!!

- Ti piace davvero?

- Ovvio!!

- Se ti piace davvero, allora, devi confessargli i suoi sentimenti.

- E se rovinassi la nostra amicizia?

- Non succederà, ne sono sicuro, solo uno stupido rovinerebbe un rapporto con te.

Almeno l’aveva fatta sorridere… - Ora devo andare.

- Aspetta, dimmi il tuo nome!

- Dark, il leggendario ladro dalle ali d’angelo.

Aprì le ali e tornò nella sua patria, quella rivelazione sui sentimenti di Riku gli faceva troppo male, non poteva crederci, perché lei doveva proprio amare Daisuke, non era possibile!!

 

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Capitolo 3
*** Il Ladro Incavolato ***


Capitolo III- Il Ladro Incavolato

Capitolo III- Il Ladro Incavolato

 

- Dark…

- Lasciami in pace.

- Non e’ colpa mia se le piaccio.

- Si’, invece che e’ colpa tua!!! Ora sta zitto, voglio dormire.

Ecco, se l’era presa, beh, dopotutto come dargli torto? La ragazza che gli piaceva era gia’ innamorata di qualcuno e per di piu’ quel qualcuno era proprio lui…

Si addormento’ con la testa piena di pensieri e il mattino dopo si sveglio’ con un caldo allucinante e in un bagno di sudore. Si alzo’ e inizio’ a girargli la testa, c’era qualcosa che non andava, fece qualche passo e cadde a terra, perche’ gli erano cedute le gambe? Senti’ dei passi avvicinarsi alla sua porta e dopo qualche istante entro’ la madre fissandolo sconcertata. – Daisuke, che cos’e’ successo?

- Mi gira la testa…

La donna si avvicino’ e gli mise una mano sulla fronte. – Ma sei bollente! Fila a letto, oggi non vai a scuola.

- Vuoi far preoccupare Riku, cosi’ magari viene qui e ti rimane vicino, povero piccino.

- Non e’ vero!

- Cosa? – gli chiese la madre guardandolo perplessa.

- Scusa, eh eh…

Appena lei usci’ dalla stanza ricomincio’ a parlare con Dark: - Come puoi aver detto una cosa del genere? Sai benissimo che mi piace Risa.

- Si’, certo, dopo quello che ha detto ieri Riku, immagino che tu abbia deciso di cambiare amore, dopotutto Risa e’ irraggiungibile per te.

- Piantala!!

Inizio’ a tossire violentemente, ma perche’ gli era venuta la febbre? Forse le sue escursioni notturne non erano salutari, ma no, era Dark che andava in giro, mica lui, e poi la sera prima era sano come un pesce.

- Ti sei addormentato pensando alla situazione, forse hai una febbre da stress.

Una febbre da stress? Poteva essere vero, dopotutto erano alcuni giorni che era teso come una corda di violino quando andava a scuola, forse il motivo della sua malattia era proprio quello.

- Daisuke, ti ho portato la colazione!

La madre entro’ portando un vassoio con sopra delle fette biscottate, della marmellata, un coltello e un bicchiere di te’ caldo.

- Quando starai meglio chiamami, capito?

- Si’, grazie mille.

Certo che era strana la madre: tutti i giorni doveva superare delle trappole per arrivare in soggiorno messe appositamente da lei e dal nonno, mentre le rare volte che si ammalava lo accudiva come se fosse un bambino.

- Infatti tu sei un bambino.

- La vuoi piantare di ascoltare i miei pensieri?

- Non posso farci niente, sono dentro di te e mi devo assorbire per forza i tuoi crogioli mentali.

- Mi spieghi perche’ ce l’hai con me?

- Perche’ e’ per colpa tua se Riku ha pianto!

Ecco il motivo, e non era neanche una motivazione stupida.

- Ovvio che non e’ stupida.

- Come faccio a farmi perdonare?

Perche’ quel ragazzino riusciva a colpirlo ogni momento che passava? Una persona normale avrebbe detto che non era colpa sua, mentre lui si assumeva la colpa e cercava un modo per farsi perdonare… perche’?

- Devi passare piu’ tempo con Riku.

- D’accordo, se lo faccio mi perdoni?

- Dipende da come andranno le cose.

 

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