Ask any girl di Nefer (/viewuser.php?uid=14144)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Per questa storia mi sono ispirata al film omonimo (ma che in italiano si intitolava "Tutte le ragazze lo sanno") del 1957 o 1959, non lo so con precisione perché su internet ho trovato informazioni discordanti! La fic é ambientata ai giorni nostri comunque sia! Spero vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate! Il primo capitolo é un po' cortino, ma cercherò di allungare i prossimi! ASK ANY GIRL CAPITOLO 1 Sbuffando entrò in ufficio e si sedette alla sua scrivania. Mandò indietro la massa di soffici capelli neri, scuotendola. Faceva un caldo esagerato per essere a giugno. Kagome Higurashi stava letteralmente soffocando nel suo tailleur blu. Purtroppo era così che doveva vestire a lavoro e uguale le sue sfortunate colleghe: Sango Kamiya e Inoko Kawamura. Le due ragazze erano già sul posto di lavoro, accasciate sulle loro scrivanie e in balia dei ventilatori accesi al massimo della potenza. Nella stanza accanto c’era il loro capo, fresco fresco con il suo nuovissimo climatizzatore ultimo modello. Lavorare in un’agenzia immobiliare era sembrato a Kagome una passeggiata, inizialmente. Poi si era resa conto della ben diversa realtà. I clienti erano insopportabili! Il suo capo era insopportabile! E in quel momento… anche il caldo lo era! - Non ci posso credere – disse Sango – Noi qui a morire di caldo con due vecchi ventilatori del secolo scorso e lui bello fresco nel suo ufficio. Inoko annuì vigorosamente. - Bé, ragazze… lui è il capo – fece Kagome come se quella fosse la spiegazione più logica al mondo. Le altre due la guardarono. - Kagome-chan, solo perché hai una cotta per Sesshomaru-sama, non significa che tu possa difenderlo in ogni cosa – disse Sango brandendo una penna contro l’amica. Kagome divenne di tutti colori – M-ma cosa dici?! – sbraitò. In quel momento si aprì la porta e fece la sua comparsa il famigerato Sesshomaru-sama. Sesshomaru aveva 27 anni ed era un demone completo. Era alto, muscoloso e terribilmente bello. - Una di voi potrebbe portarmi un caffè? – disse con il suo solito tono freddo e distaccato. Kagome scattò in piedi – Ci penso io! – esclamò. - La ringrazio, Higurashi. Il capo si ritirò nuovamente nel suo ufficio. Sango lanciò uno sguardo eloquente a Kagome che arrossì indispettita – Oh, lasciami in pace! – sbottò prima di uscire dall’ufficio e di dirigersi al bar più vicino. Era vero. Aveva una cotta per Sesshomaru dal primo giorno che lo aveva visto. Era bello da svenire e così sexy. Kagome avrebbe tanto voluto provarci con lui, ma il capo sembrava accorgersi appena della sua presenza. In fondo lui era attratto da donne di alta classe, che sapevano il fatto loro e Kagome non era affatto così. Lei era goffa, tenera e molto timida. Così si limitava a guardarlo da lontano, a sentirsi fortunata se lui le rivolgeva la parola, anche se era solo per chiederle un caffè. Sesshomaru aveva un fratello, Inuyasha, che sembrava essersi accorto della cotta di Kagome per il maggiore e non perdeva mai occasione di punzecchiarla. L’agenzia immobiliare faceva parte della famiglia e ogni tanto capitava da quelle parti anche Inuyasha per concludere qualche affare. Ogni volta era sempre una guerra tra lui e Kagome. Lei non lo sopportava, e lui si divertiva terribilmente a prenderla in giro. Anche quel giorno non fu da meno. Tornando dal bar si incrociò col suddetto proprio all’ingresso dell’agenzia. Lui la salutò con un ghigno e lei non lo degnò di uno sguardo. Entrarono contemporaneamente nell’ufficio di Sesshomaru. - Sesshomaru-sama le ho portato il caffè – pigolò Kagome arrossendo sempre di più ad ogni parola. - Grazie… - fece Sesshomaru senza nemmeno guardarla. Era più interessato a delle scartoffie che teneva in mano. Inuyasha notò la delusione di Kagome e la derise con un ghigno. Lei gli fece una linguaccia e uscì dall’ufficio del capo, tornando alla propria scrivania, con aria sognante. Nei suoi sogni era frequente un susseguirsi di immagini: una casa di campagna, lei, Sesshomaru e i loro bambini che giocavano felici con i loro cani. Ma erano per l’appunto dei sogni! Quando Inuyasha uscì dall’ufficio del fratello, Kagome strinse le labbra e guardò altrove. Il ragazzo si avvicinò alla scrivania e vi poggiò le mani sopra, chinandosi leggermente su di lei. Così facendo Kagome poté sentire il buon profumo del ragazzo. Bulgari, se non andava errata. Il ragazzo sapeva scegliere davvero bene! Inoltre anche lui aveva il suo fascino. Più acerbo di quello di Sesshomaru, ma decisamente notevole, e poi quelle orecchie da cagnolino sulla sua testa avevano l’aria di essere così morbide! Kagome sbuffò e lo guardò negli occhi – Cosa vuoi? - Fino a quando continuerai a sbavare per mio fratello? – chiese lui con un ghigno. - Non sono affari che ti riguardano questi! – disse lei spazientita. - Ti sarai accorta che lui non sa nemmeno della tua esistenza a momenti… - continuò Inuyasha. - Ti ho detto che questi non sono affari che ti rig… - Nemmeno se ti offrissi il mio aiuto per conquistarlo? Kagome lo guardò a bocca aperta – Come scusa? - Bé… io lo conosco meglio di chiunque altro, potrei aiutarti a diventare la sua ragazza ideale. - Perché dovresti farlo? Inuyasha alzò le spalle – Così… mi fai pena… Kagome strinse i denti – Sparisci, stronzo! Non voglio la tua pietà! Ti detesto!! Inuyasha ridacchiò e lasciò l’ufficio – Dovresti tirarlo fuori più spesso quel caratterino! – disse prima di sparire dietro la porta. Kagome sospirò e si lasciò andare contro lo schienale della sedia. Quel idiota le toglieva ogni energia. Quella sera rientrò a casa all’ora di cena, come al solito e ad attenderla davanti la porta Hirame, la sua gattina nera. Kagome l’accarezzò sulla testa e si diresse dritta in cucina a preparare la cena per se e per la gatta. Mangiò davanti la tv, come sempre, seduta comodamente sul divano. Per lei il tavolo in cucina era un optional. Lo usava unicamente quando aveva gente a cena, di solito i suoi famigliari. Era appena iniziato il suo telefilm preferito, ma quella sera non riusciva a concentrarsi e a seguire l’intreccio della storia. Continuava a ripensare all’offerta di Inuyasha. Per quanto lo trovasse insopportabile non poteva rifiutare un’offerta del genere. Lei da sola non ce l’avrebbe mai fatta a conquistare Sesshomaru. Anche se ciò significava essere in debito con Inuyasha e la cosa non le piaceva per niente. Rimuginò tutta la sera su quell’idea. Così tanto che quando andò a dormire sognò di essersi sposata con Sesshomaru, grazie all’aiuto di Inuyasha. La mattina dopo aveva preso una decisione. Avrebbe accettato l’offerta di Inuyasha. Passò tutta la mattina a lanciare occhiate alla porta d’ingresso, sperando che arrivasse il ragazzo da un momento all’altro. Inoko e Sango continuavano a lanciarsi sguardi confusi. Di solito Kagome guardava la porta dell’ufficio di Sesshomaru con aria sognante. Invece, lo sguardo della ragazza ora era serio e scattante. Attento. Ma quella mattina Inuyasha non si fece vedere, a dispetto di quanto sperava Kagome. Sango le chiese di uscire insieme quella sera e Kagome pensò che era un ottimo modo per distrarsi, a casa da sola si sarebbe impiccata come minimo. Accettò di buon grado ed invitò anche l’amica a passare la notte da lei, come quando andavano al liceo e si chiudevano nella cameretta di Kagome a scambiarsi gli ultimi pettegolezzi. Così quella sera uscirono. Andarono alla ricerca di un qualche pub decente e quando ne trovarono uno vi entrarono. Si sedettero ad un tavolo ed ordinarono da bere. - Allora, mi spieghi che cosa avevi oggi? – esordì Sango guardando l’amica con un cipiglio. - Oh bé… Kagome non sapeva come dirle che voleva accettare l’offerta di Inuyasha. Si sentiva così stupida. In quel momento arrivò la cameriera a salvarla dall’imbarazzo, portando le loro cose da bere. Quando finirono e cercarono di pagare lei scosse la testa. - Ha voluto offrire quel ragazzo laggiù – disse. Kagome si voltò con il cuore in gola. Era Sesshomaru? Invece incrociò il ghigno di Inuyasha che alzava il suo bicchiere a mo’ di brindisi. Era con un altro ragazzo. Kagome sospirò e si afflosciò sulla sedia. Tanta agitazione per nulla. Era solo Inuyasha. Si alzò e lo raggiunse al tavolo – Ciao – disse alzando gli occhi al cielo. - Devo dire che senza il tailleur sembri proprio un’altra persona – fece lui. Kagome indossava dei jeans stretti a vita bassa e una camicetta aderente. La ragazza alzò nuovamente gli occhi in su. Intanto aveva attirato anche l’attenzione dell’altro ragazzo. Aveva un piccolo codino e occhi indaco che brillarono quando vide Kagome – Ooooh! Ma che bella ragazza! – esclamò afferrandole le mani – Come ti chiami, meravigliosa dea? Kagome lo guardò come se fosse un invasato. - Lascia perdere, Miroku – disse Inuyasha divertito – E’ cotta di mio fratello. Ma forse la sua amica è completamente libera. Miroku si voltò a guardare Sango e si agitò – Che ragazza bellissima!! – esclamò – Vado a presentarmi! Si alzò e raggiunse Sango al tavolo. - Miroku è un dongiovanni – disse Inuyasha ridacchiando. – Come mai sei venuta qui? Volevi dirmi qualcosa? - Sì… accetto il tuo aiuto – disse Kagome e quella frase le costò una fatica immane. Inuyasha alzò un sopracciglio – Davvero?! – chiese con un sorriso canzonatorio. - Sì, devo mettertelo per iscritto?! – sbottò lei acida. - Ci vediamo a casa mia domani, alle 19:00 – replicò il ragazzo dandole un biglietto con un indirizzo. Lei lo afferrò. Borbottando un grazie tornò al tavolo da Sango, credendo di trovarla tra le grinfie di quel pazzo dongiovanni. Invece la vide a ridere e chiacchierare piacevolmente con lui. Quando Kagome arrivò, Sango arrossì e fece un sorriso a Miroku, alzandosi da tavola. - Ora devo andare – disse – Spero di risentirti presto! Le due ragazze uscirono dal locale. - Avanti, parla! – disse Sango – Hai evitato le mie domande per tutta la sera, cosa stai combinando? Si incamminarono alla macchina di Kagome. – D’accordo – sospirò quest’ultima – Ma non prendermi in giro! - Te lo prometto! - Ho chiesto ad Inuyasha di aiutarmi a conquistare Sesshomaru. Sango saltò su dal sedile, strangolandosi quasi con la cintura di sicurezza nella foga – Lo sapevo! Lo sapevo che eri stracotta di lui! – urlò – Non potevi nasconderlo, non ne sei per niente capace! Kagome arrossì vistosamente, ma abbozzò un sorriso. - Inuyasha che ti ha detto? Ti aiuterà? - Bé, sì… in realtà è una cosa che mi ha proposto lui. Mi ha detto di essere a casa sua domani sera. - Mi chiedo proprio cos’abbia in mente! Chissà come potrà aiutarti – disse Sango pensosa. “Già, me lo chiedo anche io…” pensò Kagome impaziente di essere già a casa di Inuyasha e iniziare la conquista di Sesshomaru. L’attesa fu uno strazio. Il giorno dopo Kagome tentò di tenersi occupata in diversi modi. Era un giorno festivo e quindi non doveva lavorare. La maggior parte del tempo stette con Sango, poi la ragazza ricevette una telefonata di Miroku che le chiese di vedersi e lei accettò. Alle quattro del pomeriggio Kagome rimase da sola a casa e a quel punto credé di impazzire… Guardò un film che la tenne impegnata fino alle cinque e mezza, a quel punto aveva ancora un’ora e mezza di cui preoccuparsi. Decise di fare un dolce. Era molto brava nel fare i dolci, aveva imparato da una cuoca eccezionale: sua madre. Si dedicò ad una elaborata torta Sacher e quando guardò l’ora erano finalmente le sei e mezza. Con un’esclamazione di gioia andò a cambiarsi ed uscì di casa. Seguendo le indicazioni scritte sul biglietto da Inuyasha aveva capito che lui non abitava molto distante da lei. In effetti poco dopo era già sotto casa del ragazzo. Prese coraggio e suonò al citofono. Nessuno le rispose, ma sentì il portone aprirsi. Lo spinse ed entrò nel grosso atrio del palazzo. Individuò l’ascensore. Non era una grande amante di quei così infernali, ma Inuyasha abitava all’attico, in un palazzo di venti piani, e non sarebbe sopravvissuta alla salita senza ascensore. Così vi salì, pregando in tutte le lingue che non si fermasse o precipitasse. In un batter d’occhio era all’attico. L’ascensore aveva letteralmente volato. Felice scese e suonò alla porta. Le venne ad aprire lui. - Ciao, che puntualità! – le disse – Vieni, entra. - Grazie, con permesso. – fece Kagome e leggermente imbarazzata entrò nella casa, rimanendo poi praticamente a bocca aperta. Quella casa era incredibile! Subito entrati ci si ritrovava nell’enorme salotto, composto di tre divani, diversi puff e cuscini sparsi qua e là e soprattutto c’era una vetrata gigantesca che dava sulla città. Sulla sinistra vi era poi la cucina, grande anche quella, con tanto di anticucina e un tavolo che poteva ospitare almeno venti persone. Una porta sulla destra invece dava sicuramente nell’ala notte e Kagome si chiese quante camere da letto ci fossero in quel attico. Una cosa era certa. Inuyasha stava messo davvero bene, ma era una cosa normale visto che il padre era proprietario di una ditta immobiliare e lui e Sesshomaru ne erano i diretti eredi. - Siediti, ti porto da bere – disse lui indicando il salotto. Kagome si sedette su un divano color panna, ornato da splendidi cuscini di seta rosso scuro. Inuyasha tornò con due Martini e qualcosa da mangiare, insomma una specie di aperitivo. Si trattava anche bene quindi. Kagome lo ringraziò e sorseggiò appena il Martini. – Allora, come hai intenzione di aiutarmi? – chiese poi. Inuyasha prese un’agenda dal tavolino di fronte a loro. - E’ di mio fratello – disse – Ci sono annotati tutti i numeri delle ragazze con cui è uscito. - Quindi? - Uscirò con ognuna di loro, tanto per conoscere a fondo i gusti di mio fratello e da ogni ragazza individuerò il particolare che ha colpito Sesshomaru. - Bé… non capisco, a cosa serve tutto ciò? - Senza offesa, ma tu non ti avvicini nemmeno lontanamente al tipo di ragazza che piace a mio fratello, per questo ho intenzione di frequentare quelle con cui è uscito… per trasformare te, in ognuna di loro! Kagome lo fissò a bocca aperta. - Preparati, Kagome, stai per diventare una donna d’alta classe… CONTINUA |
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Eccomi di nuovo qui! Alla fine non ce l'ho fatta a fare i
capitoli più lunghi, se lo facessi, posterei ogni cento
anni!!
Ringrazio tantissimo per aver commentato lo scorso capitolo:
Kirarachan
Dance of Death
Ryanforever
Makiolina
Fmi89
Teso
Vi consiglio di vedere il film, perché anche se é
decisamente vecchio é troppo divertente! A me ha fatto morir
dal ridere!
CAPITOLO
2
- Uscirà con tutte quelle ragazze? – fece Sango
perplessa.
Lei e Kagome erano in cucina, a casa di quest’ultima, a
preparare dei pop-corn da mangiare, comodamente sedute davanti ad un
film. Avevano affittato una vecchia commedia romantica.
- Già – disse Kagome imburrando i
pop-corn.
- Mi sembra solo una scusa per accaparrarsene un
po’ – replicò Sango poco convinta.
Kagome alzò le spalle – Purtroppo Inuyasha
è un idiota, e una testa calda e io non posso fare altro che
fidarmi di lui, ahimé…
Si sedettero sul divano, afferrando una manciata di pop-corn per una e
dando il via al film.
Rimasero venti minuti buoni in silenzio a seguire la trama, poi il
telefono di casa squillo.
Kagome mise pausa, sbuffando. Odiava essere disturbata quando guardava
un film. Si alzò e andò a rispondere con tono un
po’ indispettito.
- Ho delle novità, vieni subito a casa mia
– fece una voce dall’altra parte.
Era Inuyasha.
– Come hai avuto il mio numero?! –
esclamò Kagome sorpresa.
- Sei una delle mie dipendenti, ricordi?
- Io non sono una delle tue dipendenti! Lavoro per Sesshomaru!
- E’ uguale! Ti aspetto, vieni presto!
Kagome non fece in tempo a replicare che lui le attaccò il
telefono in faccia. Irritata come non mai sbatté la cornetta
e tornò da Sango, fumante di rabbia.
Ma chi si credeva di essere quel idiota per permettersi di trattarla
così?! Ok, le stava facendo un favore, un grosso favore, ma
non poteva comportarsi in quel modo e dettarle le regole a proprio
piacimento.
Guardò l’amica sconsolata. – Devo fare
un salto da Inuyasha. Ti dispiace venire con me? Riprendiamo a vedere
il film dopo.
- Ma certo, figurati! – disse Sango.
Quando arrivarono a casa di Inuyasha lui guardò poco
convinto Sango.
- Sa tutto – fece Kagome – ed era a casa
mia a vedere un film, di certo non la cacciavo via! Allora, queste
novità?
- Ieri sera sono uscito con una delle ex di mio fratello
– disse Inuyasha.
Sango alzò un sopracciglio, perplessa.
Inuyasha la ignorò – Bé a mio fratello
piace da matti questo profumo. – disse porgendo a Kagome una
scatolina.
Lei l’aprì e prese la boccetta con la fragranza.
L’annusò in curiosità. Era dolce e
sapeva di fiori e frutti. Le piaceva e la cosa le strappò un
sorriso.
- Quanto ti devo? – chiese ad Inuyasha.
Lui fece un gesto vago con la mano – E’ omaggio.
Kagome sorrise ancora di più. Iniziò a sentirsi
emozionata. Quello era un passo avanti per la conquista di Sesshomaru.
La mattina dopo andò a lavoro di buonora e decisamente
allegra. Aveva messo il nuovo profumo e si sentiva parecchio dato che
lasciava dietro di se una dolce scia.
- Buongiorno! – disse entrando
nell’ufficio. Sango era già lì. Inoko
sarebbe arrivata a momenti.
Kagome e Sango si lanciarono un’occhiata d’intesa e
la prima prese posto alla propria scrivania con fare indifferente. Di
lì a poco sarebbe arrivato Sesshomaru, insieme al suo
caffè mattutino e il suo fiuto oltre la norma gli avrebbe di
certo permesso di avvertire subito il profumo di Kagome, se non
addirittura la scia che si era lasciata dietro al proprio passaggio
verso il negozio.
Infatti quando Sesshomaru entrò quel giorno, aveva
già un’aria vagamente interessata e incuriosita.
Subito si rese conto che era Kagome a emanare quel profumo che tanto lo
deliziava.
Il capo si avvicinò alla ragazza.
- Kagome, è Scarlet Rose quello che sento?
– chiese.
Kagome sorrise e alzò lo sguardo da dei contratti
– Già, proprio quello! – disse.
- Bé, ottima scelta. Davvero, ottima scelta.
– fece Sesshomaru ritirandosi nel suo ufficio, non senza
prima averle lanciato un’occhiata interessata.
Kagome rimase tranquilla per tutto il tempo. Poi quando la porta si fu
richiusa alle spalle del capo, saltò in piedi e corse da
Sango.
- Hai sentito?! – esclamò fuori di
sé.
Sango fece un sorriso raggiante – Sì! Hai visto
come ti ha guardata?! Cavolo, funziona!
Kagome soffocò un grido di gioia e tornò alla sua
scrivania.
Si sentiva così euforica che si sarebbe messa a saltare per
tutto l’ufficio. Finalmente Sesshomaru l’aveva
notata!
Quello non era semplicemente il primo passo. Era un passo da gigante.
Decise di ringraziare Inuyasha in qualche modo.
Magari poteva comprare un paio di pizze, una birra e presentarsi a casa
del ragazzo a sorpresa. Di certo avrebbe gradito, le dava proprio
l’idea di essere un tipo da cibi pronti.
Di sicuro non era un grande cuoco. La cucina era immacolata, come se
non l’avesse mai usata!
Quella sera fece come aveva pensato. Andò a casa del ragazzo
con le pizze e suonò alla porta. Ma nessuno venne ad aprirle.
Forse era uscito, magari sarebbe rientrato a momenti.
La ragazza si sedette sul pianerottolo per aspettarlo, ma ben presto si
rese conto che Inuyasha non sarebbe tornato da un momento
all’altro come credeva.
Voleva tuttavia ringraziarlo e poi la pizza per lui ormai
l’aveva comprata. Così mangio tranquilla la
propria e bevve un po’ di birra. Tenne da parte il resto per
Inuyasha, per quando sarebbe ritornato.
La cosa bella di chi abitava all’attico era che il
pianerottolo era esclusivamente di quella persona, così non
ci sarebbe stato un via vai di gente che la scambiava per una barbona.
Dopo aver mangiato la pizza andò a farsi un giro per poi
ritornare più tardi.
Kagome attese diverse minuti, fino a che non si scocciò e
decise di andarsene quando ormai era mezzanotte inoltrata.
Aveva parecchia pazienza, ma era arrivata al limite. Stava per
raggiungere l’ascensore, quando le porte di questo si
aprirono e ne uscirono Inuyasha e una ragazza.
Si reggevano l’uno all’altra e sembravano
totalmente ubriachi.
- Ciao, Kagome… - fece lui con le guance colorite
e un’espressione ebete in volto. Prese le chiavi di casa
dalla tasca e cercò di infilarle nella serratura, con scarsi
risultati.
- Lei è una delle ex di Sesshomaru? –
chiese Kagome.
- No, è solo una che mi porto a letto, niente di
che.
Kagome stava per fargli notare che non era molto carino dirlo davanti
alla ragazza, ma quella iniziò a ridacchiare come
un’idiota. Probabilmente nemmeno aveva capito cosa avesse
detto Inuyasha.
Kagome fissò entrambi, perplessa, poi strappò le
chiavi di mano ad Inuyasha e aprì lei la porta.
- Grazie, ma che ci fai qui? – biascicò
lui.
- Ero venuta a ringraziarti – disse semplicemente
lei scrollando le spalle – Sai, Sesshomaru ha sentito il
profumo e si è mostrato interessato! – aggiunse
con un sorriso.
- Bene… bene…
Kagome gli mise in mano la birra e la pizza – Sono per te. La
pizza è un po’ fredda, ma se la scaldi domani
sarà ottima! Ora vado, sto per crollare dalla stanchezza!
- Va bene, ciao… mi faccio sentire se ci sono
altre novità…
Kagome sorrise, trovandolo buffo tutto traballante e cordiale, il
contrario di come era di solito.
Il giorno dopo, verso mezzogiorno, Inuyasha fece la sua comparsa in
ufficio.
Aveva l’aria di uno che non dormiva da settimane.
- Ciao, avete un’aspirina? – fece
guardando le tre ragazze.
Kagome prontamente gliene porse una. Sapeva che sarebbe andata
così. Erano secoli che si trascinava in ufficio il giorno
dopo una sbornia elemosinando un’aspirina.
Spesso Sesshomaru usciva fuori di sé e mostrava la rabbia di
un vero demone. Non sapeva che fare con Inuyasha. In realtà
anche lui sarebbe dovuto stare sul posto di lavoro, gli avevano
addirittura fatto un ufficio tutto suo, che ben presto era diventato
una specie di archivio visto che il ragazzo non c’era mai.
Inuyasha preferiva andare a divertirsi. Diceva che era giovane per
lavorare.
La frase aveva fatto uscire dai gangheri anche Kagome e non poche
volte. Almeno lui aveva il paparino che gli pagava tutto. Lei invece
che doveva dire? Aveva solo ventiquattro anni e doveva sgobbare per
mantenere il suo appartamento e se stessa. Rinunciava spesso a
comprarsi qualcosa che le piaceva e più di una volta aveva
passato i fine settimana a fare la cameriera in qualche ristorante.
Osservò il ragazzo che mandava giù
l’aspirina senza nemmeno usare un goccio d’acqua.
- Senti, scusa per ieri sera – disse poi lui
– Ma sai com’è, quando si esce per
divertirsi si beve un po’ troppo.
No, Kagome non lo sapeva. Era sempre riuscita a diversi senza prendere
sbornie. Ebbene sì, alla veneranda età di
ventiquattro anni, Kagome Higurashi non si era mai ubriacata.
- Lascia perdere. Eri molto più simpatico ieri.
Quasi quasi ti preferisco sbronzo… - disse lei facendo un
gesto vago con la mano, come a dire che era tutto a posto.
Inuyasha ghignò, apprezzando in un certo senso la
frecciatina – Comunque grazie per la pizza
–aggiunse.
- Ehi, frena, rischi di farti venire un colpo apoplettico.
Cioè mi hai chiesto scusa e ringraziato nell’arco
di due minuti, non è da te, non ti fa bene eh!
- E non è da te tutto questo sarcasmo! –
replicò lui. Fece per andare nell’ufficio del
fratello, ma si bloccò e indicò la camicetta di
Kagome – Hai una macchia qui, a proposito.
Kagome abbassò lo sguardo e in quel momento Inuyasha le
diede un buffetto sul naso.
- Ahi… - borbottò lei, mentre lui
sghignazzava malignamente dirigendosi verso l’ufficio di
Sesshomaru.
Kagome gonfiò le guance indispettita –Idiota! Lo
fanno i bambini delle elementari!
- E tu ci sei cascata come una bambinetta delle elementari!
– disse lui sparendo dietro la porta.
Kagome soffocò un grido di rabbia, sbattendo la testa sulla
scrivania. Come avrebbe potuto sopportarlo ancora? Quanto tempo poi?
Già, quanto ci sarebbe voluto per conquistare Sesshomaru?
Kagome sospirò e alzò la testa, in quel momento
si sentirono le urla del suo capo.
- Quando la smetterai di andare solo a divertirti?!
Kagome Higurashi era una persona ingenua, ma di certo non era stupida.
Aveva rimuginato per giorni sull’offerta di Inuyasha, non
credendo affatto in un gesto di pietà o di gentilezza da
parte del ragazzo. Lui non era il tipo.
Di sicuro c’era qualcosa sotto, doveva avere per forza un
secondo fine, ma lei non riusciva proprio a capire cosa.
Non le veniva in mente nulla per cui Inuyasha avrebbe dovuto sforzarsi
tanto ad aiutarla.
Certo, non che facesse un gran sacrificio ad uscire con tutte quelle
belle ragazze. Kagome sapeva che erano bellissime, sapeva che erano
intelligenti e determinate e paragonata a loro si sentiva una
nullità.
Si piazzò davanti la tv, con una ciotola piena di latte e
cereali al cacao, pronta a seguire il suo telefilm preferito.
Quella sera sarebbe andata a cena dalla sua famiglia. La mamma, il
nonno e suo fratello Sota, che ormai aveva diciassette anni,
l’aspettavano entusiasti. Anche lei era felice di vederli, ma
quel giorno la sua mente era proprio altrove.
Vagava un po’ da Sesshomaru e un po’ ai piani di
Inuyasha.
In quel momento il telefono squillò facendola sobbalzare.
Quasi si rovesciò la ciotola addosso e un po’ di
latte cadde a terra. Hirame corse subito a leccarlo, avida.
Kagome posò la ciotola sul tavolino e andò a
rispondere.
Era Inuyasha. Come al solito le disse di avere novità e le
attaccò il telefono in faccia! La ragazza andò su
tutte le furie e tornò in salotto dove trovò la
gatta con il muso nella ciotola e la cosa le fece aumentare la crisi di
nervi.
Si vestì, continuando a borbottare epiteti rivolti ad
Inuyasha e alla gatta e afferrò le chiavi della macchina.
Arrivò all’attico di Inuyasha pochi minuti dopo,
incavolata nera.
Il ragazzo l’accolse con il solito modo di fare superiore e
distaccato.
- Senti, devi smetterla di attaccarmi il telefono in faccia
ogni volta! – sbottò lei.
- Lo faccio per evitare che tu mi faccia domande stupide, non
mi piace stare al telefono.
- Va bene, non ti farò domande stupide, ma per
favore salutiamoci come tutti i cristiani, d’accordo?
- Vedrò quello che posso fare! – disse
lui irritandola ancora di più.
Kagome si lasciò cadere sul divano di pelle, indispettita.
Lui si sedette su un puf davanti a lei.
- Allora, a Sesshomaru piacciono le ragazze che vestono bene
e con eleganza. Una delle sue ex faceva compere in questo negozio.
Le porse un depliant di un negozio decisamente di lusso, con cose di
marca a prezzi altissimi.
Kagome sbiancò – Gucci? Valentino? Armani?
– strillò – Ma io ho un misero
stipendio!!
- Lo so, infatti questa è tua – disse
Inuyasha dandole una carta di credito.
Kagome divenne ancora più bianca – Scherzi?
– soffiò – Io non posso accettare, tu
sei matto!
- Ok, come vuoi, in fondo i vestiti si possono
tralasciare… certo, erano un punto a tuo favore,
però vabbé.
Lei brontolò, indecisa. Non voleva accettare dei soldi da
Inuyasha. Tuttavia avrebbe tanto voluto fare compere in quel negozio.
Magari Sango l’avrebbe accompagnata, si sarebbero divertite
da morire e avrebbe anche potuto comprare qualcosa all’amica.
Con uno sbuffo afferrò la carta di credito e se la mise in
borsa. Le sembrava quasi di essere Julia Roberts in Pretty Woman.
- Domani non mettere quel noioso tailleur blu, vieni con
qualcosa di più… notevole. – disse
Inuyasha accompagnandola alla porta.
Le diede una spintarella per farla muovere.
- Ehi, mi stai cacciando?
- Sì, ho un appuntamento, sai? Con Clarisse.
È americana!
- E chi sarebbe?
- Un’altra ex di mio fratello!
- Ok, ok, vado! Speriamo che questa non abbia
particolarità strane! – disse Kagome dirigendosi
all’ascensore.
Quando fu a casa chiamò Sango e le disse di raggiungerla
immediatamente.
Non appena l’amica fu a casa sua, Kagome le mostrò
la carta di credito.
- Oggi si va a fare spese!! – le disse.
Sango lanciò un gridolino di gioia. Durante il tragitto
verso il negozio, Kagome le spiegò perché aveva
quella carta di credito.
- Faremo spese pazze, Sango!
E lo fecero. Non appena misero piede nella boutique iniziarono a
provare tutti i vestiti possibili e immaginabili, sentendosi delle gran
signore e divertendosi come ragazzine.
Alla fine uscirono di lì cariche di buste.
Kagome non sapeva come avrebbe potuto ripagare Inuyasha, ma era certa
che in qualche modo lo avrebbe fatto. Doveva solo scoprire come.
Inoltre era certa più che mai che il ragazzo avesse in mente
qualcosa per darle così tanti soldi da spendere, non poteva
essere un semplice aiuto.
E lei era decisa a scoprire cosa avesse in mente.
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