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di Come What Klaine
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Salve a tutti :D
E' la prima volta che scrivo e pubblico in questo fandom e sono super emozionata! 
 
Allora questa fanfiction è nata così all'improvviso, mentre pensavo di scriverla basata su 'A Cinderella Story', ma poi ho cambiato idea.

Non ho nulla di prefissato, solo qualche scena in mente, quindi scriverò 'a sentimento', senza seguire alcuna scaletta. Comunque saranno pochi capitoli, un 5-6. 
Gli aggiornamenti saranno una volta a settimana, salvo imprevisti ovviamente!


Il rating momentaneamente è giallo, ma potrebbero esserci variazioni! :DDD 
 
Trama: Merlino e Artù sono coinquilini da poco più di un mese. Sin dall'inizio non si sono risparmiati battibecchi e deliri. (Quello che delira è soprattutto Artù) ma, nonostante ciò, il loro è un buon rapporto, seppur distaccato. E poi qualcosa cambia. Abbassano le difese e riescono a vedersi sotto una luce diversa. Ma nessuno dei due fa un passo avanti per avere qualcosa in più, in quanto entrambi hanno un'altra persona nei loro pensieri. 
Una persona che hanno conosciuto su un gioco di ruolo, di cui non sanno il nome e che non hanno mai incontrato. 
Ma le persone che li tengono in sospeso, sono proprio loro stessi. 




 
CAPITOLO I.


 
Merlino si svegliò a causa di un rumore assordante proveniente dalla cucina. 
Grugnì e affondò la faccia nel cuscino, coprendosi le orecchie con le due estremità. L’ennesimo deng deng lo fece sobbalzare.
Dannato asino con voglia di pancake alle sette del mattino. 
Se ne fosse valsa la pena, avrebbe sopportato quel rumore, ma no. Il suo caro coinquilino Artù era una frana ai fornelli, ma era ostinato ad essere l’unico a doverci stare.
 
Dopo tre giorni che stava lì, Merlino aveva provato a preparare la cena. Non appena Artù era rientrato, aveva urlato indignato in modo così forte e improvviso che Merlino era balzato in aria, facendo cadere del sugo sul bancone e sul piano cottura, combinando un disastro. Artù aveva gridato ancora più forte, rimproverandolo per aver osato mettere le sue mani ossute sulla sua cucina. Merlino aveva tentato di giustificarsi, facendogli notare che se non avesse urlato in quel modo, lui non si sarebbe spaventato e non avrebbe fatto cadere alcunché. Artù lo aveva letteralmente fulminato con lo sguardo e lo aveva zittito con un gesto della mano.
 
“Ascolta, tu sei davvero un bravo ragazzo, Merlino, non lo metto in dubbio. Ma forse non sono stato abbastanza chiaro quando ho detto che alla cucina ci penso io” aveva detto, sforzandosi di essere cortese.
“Stai in questo appartamento da pochi giorni, quindi devi abituarti alla nuova routine, lo capisco. Siccome non ci siamo capiti bene e mi sembri anche simpatico, posso chiudere un occhio sulla faccenda” continuò. Merlino lo aveva guardato con occhi sgranati e la fronte aggrottata, chiedendosi come diavolo era capitato nell’appartamento di un simile individuo.
 
Ah sì. L’agenzia lo aveva fatto passare per il perfetto coinquilino. Educato, di buona famiglia, rispettoso, disponibile e incredibilmente amichevole. 
L’unica caratteristica che Merlino aveva riscontrato era ‘di buona famiglia’ che nel suo personale caso, corrispondeva a ‘viziato e arrogante’.
 
“Già, ma se tu non sei a casa, io cosa mangio?”
Artù aveva scrollato le spalle, indifferente. Come se la cosa non fosse affatto un suo problema.
“E’ raro che io non sia a casa, ma in caso puoi ordinare qualcosa”
“Sono, uhm, un po’ a corto di soldi. Non ho ancora trovato un lavoro e ho dovuto pagare il trasloco e le due mensilità di affitto che ha richiesto l’agenzia..” ammise, mordicchiandosi imbarazzato il labbro inferiore.
“Puoi metterlo sul mio conto. C’è una trattoria qui vicino in cui sono cliente. Il numero è attaccato al frigo”
 
Merlino in quel momento lo aveva ringraziato perché, nonostante la sua strana mania di possessione della cucina, si era mostrato così generoso e comprensivo. Proprio un tesoro di ragazzo.
Peccato che quel pensiero era durato all’incirca due minuti. 
“Oh e Merlino, pulisci questo disastro. Mi aspetto che quel piano cottura brilli come venti minuti fa”.
 
E tanti saluti a qualsiasi pensiero positivo.
 
Merlino, riflettendoci su, era giunto alla conclusione che forse aveva esagerato e che non doveva essere facile neanche per lui trovare un nuovo equilibrio. Mai giudicare alla prima impressione, giusto?
Il problema fu che Artù si mostrò esattamente come Merlino aveva pensato in tante altre occasioni. Ad esempio quando Merlino stava per montare una mensola su cui sistemare i libri e Artù era entrato in camera come un uragano, guardandolo scioccato.
“Hai idea di quanto mi sia costato questo intonaco?! Non puoi farci dei buchi!” 
“E io dove li metto tutti questi libri?” 
“C’è una libreria nel salone. Posso liberarti uno scaffale”
 
O quando Merlino aveva per sbaglio messo prima l’ammorbidente del detersivo. Artù si era lanciato in una predica su quanto i suoi vestiti fossero delicati e per questo richiedevano un lavaggio a parte rispetto ai suoi. 
“Ma era per risparmiare luce e acqua” 
“Non è un problema”
“Forse non lo è per te”
“Merlino, tu preoccupati solo di pagare l’affitto, le bollette non sono un problema. Me ne occupo io”
 
A volte era dannatamente irritante. L’attimo prima era arrogante e autoritario e l’attimo dopo si mostrava gentile. Merlino sospettava che soffrisse di bipolarismo, ma non ebbe mai il coraggio di chiederglielo. Ci teneva a restare tutto d‘un pezzo. Questo non lo fermò, però, dal rispondere a tono ad Artù e i suoi deliri. 
 
Quella convivenza fra alti e bassi, punzecchiamenti, insulti e piccoli scambi di opinioni assolutamente amichevoli andava avanti da un mese e dieci giorni. E il fatto che entrambi si trovassero con ancora due braccia, due gambe, tutte le dita dei piedi e delle mani, la testa e i genitali al loro posto era davvero un buon segno. 
 
“Dovremmo vincere un premio. Miglior coinquilini di sempre” aveva scherzato Merlino, beccandosi un’occhiataccia da parte di Artù.
 
 
Merlino allungò una mano verso il comodino, prese il cellulare e si collegò su facebook con il profilo fake. Era un profilo che aveva creato per un gioco di ruolo, dopo che la sua amica Freya lo aveva assillato per giorni e giorni, quasi implorandolo. Merlino, sull’orlo dell’esasperazione, aveva accettato, e per quanto gli scocciasse ammetterlo, il gioco non era affatto male.
L’obiettivo era costruire un nuovo regno a Camelot, un regno pacifico e attento ai bisogno del popolo. Ognuno aveva un suo ruolo e il suo era quello dello stregone. 
 
Un’altra cosa bella del gioco era l’interazione con gli altri personaggi. 
E poi c’era il suo partner in crime. Il Re. 
Avevano iniziato a parlare nella chat di gruppo, pianificando le varie missioni e lasciandosi prendere un po’ la mano, tanto che gli altri membri non facevano che lamentarsi dei loro discorsi, invitandoli a parlarne in privato. E così fecero. E da quel momento in poi non si limitarono a parlare del gioco. 
Parlavano di tutto, si lamentavano degli studi, raccontavano ricordi e aneddoti felici, ma anche quelli più dolorosi,  come quando Merlino aveva dovuto affrontare il divorzio dei suoi genitori, e l’essere stato preso di mira dopo aver fatto coming-out al liceo. 
 
Ma c’era una cosa che non sapevano l’uno dell’altro. Il nome. 
Era strano parlare con quasi uno sconosciuto, ma allo stesso tempo era così naturale aprire la chat e scrivere, dalla cosa più inutile come ‘ehi, oggi ho visto un cane accucciato sulle gambe del suo padrone e sembrava che stesse leggendo il giornale’, alle cose più profonde e personali. 
Entrambi sapevano che potevano essere aperti e parlare di ciò che volevano, senza essere giudicati.
Pian piano Merlino sentì qualcosa dentro lui cambiare. E sorprendentemente anche il suo re provava lo stesso. Dopo due mesi i loro discorsi divennero più profondi, emersero parole di affetto reciproco, ma era così strano e destabilizzante. Non avevano saputo dare un nome a quel qualcosa, la maggior parte delle volte neanche ne parlavano, ma per il momento andava bene così.
 
 
 
The_Sorcerer: 

Dici che è normale voler uccidere il tuo coinquilino di prima mattina?
 
TheKing:
 
Dipende da quanto è grave la situazione. E poi...dove la trovi la forza di commettere un coinquilicidio di prima mattina?
 
The_Sorcerer:
 
Avete ragione, Sire. Siete un re così saggio.
 
TheKing:
 
Solitamente sei tu ad essere saggio. E’ bello avere questo privilegio di tanto in tanto ;) 
 
TheKing:
 
E comunque, buongiorno!
 
The_Sorcerer:
 
Buongiorno a te :3
Scusa, ho scordato le buone maniere per un attimo
 
TheKing:
 
Dovrei metterti alla gogna per questo, lo sai vero? 
 
The_Sorcerer:
 
Non credete sia una decisione un po’ drastica, sire?
 
TheKing: 
 
Mmh, forse potresti farti perdonare..
 
The_Sorcerer:
 
Qualunque cosa per voi, sire.
 
TheKing:
 
Valgono anche le proposte indecenti? ;)
 
The_Sorcerer:
 
Credo che la dolce donzella che presto diventerà Regina abbia qualcosa da ridire
 
TheKing:
 
Bé, non deve venire a saperlo.. E poi perché non puoi essere tu il mio re?
 
The_Sorcerer: 
 
Siamo a Camelot, sire. E io sono uno stregone! Non credo che la cosa sia ben vista
 
TheKing:
 
Sono il Re! Posso fare ciò che voglio, quindiii posso fare di te il mio re :D 
 
The_Sorcerer:
 
Mi state forse chiedendo di sposarmi?
 
TheKing:
 
Pff, seriamente?! Pensi che ti farei una proposta così? Meriti molto di più. 
 
The_Sorcerer:
 
Stiamo ancora scherzando..?
 
TheKing:
 
Non stavo scherzando affatto.. Ma sì, c’è del vero nelle mie parole. Meriti il meglio. Sei una persona straordinaria. 
 
The_Sorcerer:
 
Qualcuno si è svegliato di buon umore stamattina! E..grazie, davvero. Apprezzo molto le tue parole, e anche tu sei straordinario
 
TheKing:
 
Lo so :D 

Forse non te lo dico abbastanza spesso, ma grazie per esserci. Sei diventato una presenza costante nella mia vita e non hai idea di quanto sia importante per me. Quanto tu sei importante. So che può sembrare assurdo dal momento che ci parliamo da poco più di quattro mesi, non ci siamo mai visti, non so la forma del tuo viso, il colore dei tuoi capelli o dei tuoi occhi, non so se quando sorridi spuntano le fossette sulle tue guance, non so com’è stare fra le tue braccia, non so neanche come sono le tue braccia. Santo cielo non so neanche il tuo nome.. Ma c’è una cosa che so. So che ci sei, so che mi posso fidare di te, e ogni volta che vedo un tuo messaggio, ogni volta che parlo con te, dimentico tutto ciò che mi ha infastidito durante la giornata e so che andrà meglio.
Quindi, grazie. 
 
The_Sorcerer:
 
Non hai idea di quanto vorrei averti qui e stringerti. Sono senza parole, e questa non è una cosa che succede spesso, ma sono io a dover ringraziare te..per tutto. 
 
 
TheKing:
 
Potremmo vederci e andare a prendere un caffè.. 
 
The_Sorcerer:
 
Non sai quanto lo vorrei..
 
TheKing:
 
Ma..?
 
The_Sorcerer: 
 
Ho paura di perderti.
 
TheKing:
 
Perché dovresti perdermi?
 
The_Sorcerer:
 
Ho paura di non essere all’altezza delle tue aspettative. E se vedendoci, rovinassimo tutto? Se dovessi realizzare che non significo niente per te? Che non ne valgo la pena..
 
TheKing:
 
..non puoi dire sul serio. Dicendo così sembra che questi quattro mesi non siano mai esistiti. 
Non devi neanche pensare certe cose.. 
 
The_Sorcerer:
 
E’ più facile così.. Vederci renderebbe tutto così reale..
 
TheKing:
 
Non vuoi che sia reale?
 
The_Sorcerer:
 
Non sappiamo neanche cosa c’è fra noi. Sì, parliamo di continuo, scherziamo, ci confidiamo e ci diciamo parole che solitamente non si dicono ad un amico.
 
TheKing:
 
Possiamo parlarne di presenza, faccia a faccia.. Vederci e capire cosa sentiamo veramente l’uno per l’altro.
 
The_Sorcerer:
 
Mi dispiace, ho solo bisogno di tempo. Prometto che ci vedremo presto.
 
TheKing:
 
Va bene, non voglio forzarti. Quando sarai pronto, sai dove trovarmi
 
The_Sorcerer:
 
Sei davvero una persona meravigliosa. Grazie <3 
 
Merlino sospirò tristemente, asciugandosi le lacrime che si erano accumulate nei suoi occhi con la manica del pigiama. 
Esitò un istante prima di scrivere un altro messaggio.
 
The_Sorcerer:
 
Non pensare che non voglio vederti perché non è così. Sto impazzendo all’idea di averti finalmente dinanzi a me, e di poter guardare i tuoi occhi, vederti sorridere e magari anche abbracciarti..
 
TheKing: 
 
Soprattutto abbracciarmi u.u 
 
The_Sorcerer:
 
Non riesco a spiegare le cose che mi fai provare e perché. E questo mi spaventa.
 
TheKing:
 
Spaventa anche me..ma voglio vederti così tanto.
 
The_Sorcerer:
 
Presto, te lo prometto. 
 
Altrimenti avete il permesso di mettermi al rogo, sire.
 
TheKing:
 
Non lo farei mai. 
 
 
The_Sorcerer:
 
Devo andare, sono in super ritardo. Dovrei già essere pronto, invece sono ancora a letto D: 
 
TheKing:
 
Mi dispiace averti trattenuto..
 
The_Sorcerer:
 
No, non è vero :P 
 
TheKing:
 
..hai ragione. Non mi dispiace affatto..anzi, se fosse per me ti farei stare ancora un po’ a letto
 
The_Sorcerer:
 
Fammi indovinare, vorresti farmi compagnia? ;) 
 
TheKing:
 
Quanta intraprendenza. E comunque, mi preoccupo per te e voglio che tu faccia il giusto riposo. Nessun secondo fine. 
E comunque..non trovi strano essere attratti da qualcuno che non sai neanche come è fatto?
 
The_Sorcerer:
 
L’attrazione non è solo fisica..
 
TheKing:
 
Come pensi che io sia?
 
The_Sorcerer:
 
Vuoi farmi saltare le lezioni oggi?! 
 
TheKing:
 
Dai, sei lo stesso in ritardo, quindi cosa cambiano cinque minuti? U.U
 
The_Sorcerer:
 
Ti sto odiando così tanto in questo momento.
 
Comunque nella mia fantasia somigli a Leonardo Di Caprio.
 
TheKing:
 
Per favore, io sono molto più bello!
 
The_Sorcerer:
 
Riesco a vedere il tuo ego anche attraverso uno schermo. 
 
TheKing:
 
Ma è la verità! Incontriamoci e potrai constatare con i tuoi occhi ;)
 
The_Sorcerer:
 
. . . . .  Devo leggere fra le righe?!
 
TheKing:
 
Ahahahah 
#nopressure 
 
The_Sorcerer:
 
Bé, per quanto vorrei stare a chiacchierare ancora con te, devo andare :( 
 
TheKing:
 
Okay, ci sentiamo dopo?
 
The_Sorcerer:
 
Ovvio :3 
Arrivederci, sire!
 
TheKing:
 
Ciao ;) 
 
 
***
 
Merlino si preparò più in fretta che poté, entrando in cucina col fiatone. Artù, che stava mangiando i suoi pancake, sollevò lo sguardo e lo guardò con un cipiglio perplesso.
 
“Ciao testa di fagiolo” lo salutò, aprendo il frigo per prendere del succo d’ananas.
 
“Buongiorno a te, idiota” replicò Artù, addentando con troppa enfasi un pancake. Dello sciroppo d’acero colò sul suo mento e sul tavolo e Merlino sbuffò una risata, mentre metteva la bottiglietta di succo nello zaino. 
 
“Wow, cosa ti ha fatto di male quel pancake?” gli chiese, poggiandosi al bancone per guardarlo pulire. Artù gli lanciò un’occhiataccia, indicando con la mano lo sportello dietro di lui.
Merlino fece finta di non capire e lo invitò a parlare. 
 
“Prendi uno strofinaccio o un tovagliolo, idiota” gli intimò, sputacchiando un po’ di pancake che ancora aveva in bocca. Merlino si finse disgustato e scosse la testa.
 
“Mi dispiace, sono in ritardo” disse, fingendo un  tono dispiaciuto. Si mise lo zaino in spalla e con tutta la calma del mondo, uscì dalla cucina, sentendo lo sguardo furente di Artù puntato sulla sua schiena.
Mentre era sull’uscio, si voltò, trovando il suo coinquilino piegato verso il tavolo, con le mani appiccicose a mezz’aria e dello sciroppo che continuava a gocciolare dal suo mento.
 
“Oh, e mi raccomando. Questo tavolo deve splendere come dieci minuti fa” gli disse, facendogli un occhiolino complice. 
Nel momento in cui Artù strisciò la sedia indietro, pronto ad alzarsi, si affrettò a uscire di casa, lasciandolo da solo con ancora l’eco della sua risata affannata a risuonare fra le pareti. 
 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Salve! Eccomi qui con un nuovo capitolo :D
 
Per prima cosa volevo ringraziare tutte le persone che hanno recensito, e inserito la storia fra le seguite/ricordate/preferite. Non avete idea di quanto la cosa mi abbia reso felice *-* 
Grazie, grazie, grazie! <3 
 
 
(Capitolo leggermente modificato)
 
 
 
 
 
The_Sorcerer:
 
Salvami, ti prego. 
 
TheKing:
 
Lezione noiosa?
 
The_Sorcerer:
 
Uhm no, amiche+amico ficcanaso. 
 
TheKing:
 
Oh oh..buona fortuna ;)
 
Posso sapere di cosa si stanno interessando?
 
The_Sorcerer:
 
Di chi, non di cosa.
 
TheKing:
 
Allora..chi?u.u
 
The_Sorcerer:
 
..prova a indovinare. Con l’ego gigantesco che ti ritrovi, mi sorprende che tu non ci sia ancora arrivato.
 
TheKing:
 
O forse ci sono arrivato, ma volevo sentirtelo dire
 
The_Sorcerer:
 
Adesso ti riconosco :D 
 
Dovresti vedere come mi stanno fissando in questo momento. 
 
TheKing:
 
Sai quanto vorrei vederlo..
Posso immaginare le tue guance arrossarsi 
 
The_Sorcerer:
 
. . . . .
 
TheKing:
 
E adesso le tue labbra che si stendono verso l’alto in un sorriso timido.
 
The_Sorcerer:
 
..non è vero. 
 
TheKing:
 
Certo, certo.. Torna a spettegolare di me con le tue amiche + amico :P
 
The_Sorcerer:
 
Grazie dell’aiuto!
 
TheKing:
 
Sempre disponibile ;)
 
 
***
 
“Allora, quando vi vedrete tu e l’uomo del mistero?” chiese Gwen, senza sforzarsi di trattenere un sorriso all’ennesimo sbuffo di Merlino.
“Ti ho già detto che non lo so” le fece notare, aprendo uno dei tanti libri di medicina, con la speranza di mettere fine all’argomento. Speranza vana, ovviamente.
 
“Ma non sei curioso di vedere com’è?” continuò a chiedere. Merlino scrollò le spalle e tenne lo sguardo fisso sul libro.
Gwen allungò le mani e afferrò le estremità del libro, tirandolo via alla vista di Merlino.
“Ehi, sto studiando!” protestò, sporgendosi per riprenderlo, ma la sua amica fu più veloce di lui. Lo chiuse e lo poggiò sulla panca, sedendosi sopra. 
 
“Ora possiamo tornare alla nostra discussione senza che tu ti distragga” annunciò, sorridendo soddisfatta.
“Ho un esame la prossima settimana! Devo studiare, non ho tempo di spettegolare” ribatté, tirando fuori degli appunti. 
 
“Per favore, sei preparato per quell’esame già da giorni” si intromise Freya, lanciandosi uno sguardo complice con Gwen.
 
Merlino sospirò e ripose gli appunti nel raccoglitore, sapendo benissimo che era una battaglia persa quando quelle due si univano.
 
Incrociò le braccia al petto e aspettò l’interrogatorio. 
 
“Allora, non sei curioso barra ansioso di vederlo?” ripeté Gwen, beccandosi un pizzicotto sul fianco da parte del suo ragazzo. Lei si ritirò appena, lanciandogli un’occhiataccia.
 
“Se non gli va di parlarne, lascialo stare” la riprese Lancillotto, accarezzandole un braccio per farsi perdonare. Gwen lo guardò indispettita per un attimo, ma dopo poggiò la schiena contro il suo petto. 
 
“Sono cose di cui abbiamo già parlato. Certo che voglio vederlo e non immagini quante volte sono stato sul punto di scrivergli di vederci..” rispose Merlino, sciogliendo l’intreccio delle braccia e poggiando i gomiti sul tavolo. 
 
“Cosa ti trattiene allora?” gli chiese Freya, chiudendo il fumetto che stava leggendo. 
 
“Appena mi vedrà, capirà che non sono la persona che aspettava e..finirà tutto” disse, come se fosse una risposta ovvia. 
“Stai scherzando?” gli domandò Gwen, guardandolo con un cipiglio.
“Non puoi dire sul serio. Tu sei una delle migliori persone che conosco” aggiunse e Merlino le rivolse un piccolo sorriso riconoscente.
 
“Non parlo di questo. Conosce già questo lato di me e gli piace. Io parlo dell’aspetto fisico..” replicò, stringendosi nelle spalle. 
 
Gwen, Lancillotto e Freya assunsero la stessa espressione perplessa, per poi sospirare e scuotere la testa.
 
“Mi fate paura” commentò Merlino, spostandosi verso l’estremità della panca.
 
“Sei un idiota Merlino” gli disse Gwen senza troppi giri di parole. Merlino non ebbe neanche il tempo di fingersi offeso.
“Esattamente, cos’hai che non va?” gli domandò Freya, incrociando le braccia al petto e guardandolo con aria di sfida. E Merlino sapeva che qualunque cosa avesse detto, lei e Gwen avrebbero trovato il modo di replicare. Era una battaglia persa.
 
“Io..non mi sento sicuro del mio aspetto. Cosa potrebbe mai trovarci in me?” 
 
Lancillotto, che fino a quel momento era stato in silenzio, prese parola. “Scusa, neanche tu sai com’è. Per quanto ne puoi sapere, potrebbe essere un cinquantenne con la crisi di mezza età.” 
 
Gwen e Freya si guardarono preoccupate, fulminando Lancillotto con lo sguardo.
Lui le guardò come a chiedere: ‘cosa ho fatto?’. La risposta l’ebbe di fronte agli occhi l’attimo dopo. Merlino assunse un’espressione terrorizzata e andò in panico.
 
“Oddio, credete che sia possibile? Io non ci avevo pensato. E se mi stesse prendendo in giro? E se fosse un maniaco?” 
 
Lancillotto sospirò. “Io l’ho detto solo per farlo sentire più sicuro di sé, non per fargli fare ancora più paranoie” si giustificò, lanciando uno sguardo di scuse alle due ragazze e a Merlino.
 
“Posso sentire i ‘se’ e i ‘ma’ che si accalcano nel tuo cervello” disse Freya e Merlino le lanciò un’occhiataccia. Dopo ciò nessuno disse più una parola.
 
“Aspettate” interruppe il silenzio Lancillotto. “Freya, tu sei una delle amministratrici del gioco, no? Non puoi scoprire chi è questo ragazzo?” le chiese, sperando di infondere sicurezza a Merlino, ma il ragazzo sbuffò. 
“Se avesse potuto l’avrebbe già fatto”
“E’ difficile, nessuno si conosce veramente..tutti i profili sono fake e i nomi inventati. Alcune persone stanno dall’altra parte del mondo, figurati” rispose e, quando vide l’espressione di Merlino farsi attenta, si affrettò a chiarire.
“Non ci pensare neanche. Il tuo Re è londinese o per lo meno sta qui in Gran Bretagna. Quando ha fatto la registrazione è risultato in automatico che fosse di questo paese, almeno su questo puoi stare tranquillo” 
 
Gwen le diede un colpo alla gamba da sotto il tavolo, e lei ci mise un istante a capire. 
“Oh, voglio dire..puoi stare tranquillo su tutto. Se ti voleva prendere in giro, si stancava dopo poco tempo, ma quel ragazzo da quello che ti scrive sembra pazzo di te” lo rassicurò, facendogli un occhiolino alla fine della frase.
 
Merlino, suo malgrado, si ritrovò a sorridere. Il suo cellulare vibrò, segnalando l’arrivo di un messaggio e lui ci provò a non mostrare la sua impazienza, ma dal sorriso dei suoi amici capì di non esserci riuscito.
 
“E’ lui?” gli chiese Gwen emozionata, sporgendosi per guardare lo schermo.
 
Il sorriso di Merlino si trasformò in un sbuffo. “No, è quell’idiota di Artù” rispose, stringendosi nelle spalle. 
 
“Uh, stasera non ci sarà. Ha una cena di famiglia. Volete venire da me?” 
 
“Mi spiace, non posso. Devo aiutare mia sorella con il trasloco” rispose Freya, mentre Gwen e Lancillotto annuirono.
 
“Assolutamente sì. Sto sognando gli involtini di pollo del Light Garden” disse Gwen, ma Merlino scosse la testa. “Non compreremo la cena. Voglio prepararla io” 
 
“Credevo che tu non potessi mettere mano in cucina” gli fece notare Lancillotto, ma Merlino stese lentamente le labbra in un ghigno.
 
“Già, ma sai come si dice, quando il gatto non c’è..” iniziò, lanciando un’occhiata complice ad entrambi, che conclusero la frase insieme a lui.
 
“..i topi ballano” 
 
 
***
 
TheKing:
 
Ehilà straniero! 
 
The_Sorcerer:
 
Ti stavo per scrivere io, mi hai anticipato di mezzo secondo!
 
TheKing:
 
Certo, certo u.u
 
Domani è un giorno importante! 
 
The_Sorcerer:
 
Oh lo so! Dobbiamo andare nel regno di Annis e proporre un’alleanza (:
 
TheKing:
 
Già..prepara i cavalli.
 
The_Sorcerer:
 
Daai ci sei cascato xD 
Lo so che domani sono cinque mesi che ci ‘conosciamo’ u.u 
 
TheKing:
 
Perché ti sto immaginando mentre ti prendi gioco di me?
 
The_Sorcerer:
 
Proprio come io sto immaginando il tuo broncio :3 
 
TheKing:
 
Non ho il broncio.
 
The_Sorcerer:
 
Ahahah xD
Avrei tanto voluto vedere la tua faccia quando hai letto il messaggio! 
 
TheKing:
 
..sai cosa sarebbe bello?
 
The_Sorcerer:
 
Cosa?
 
TheKing:
 
Vederci domani. 
 
The_Sorcerer:
 
Non sai quanto lo vorrei, davvero..ma domani ho un esame e sarò bloccato in università tutto il giorno.
 
 
Merlino sospirò. Non voleva mentirgli, ma era l’unica scusa credibile che gli era venuta in mente. 
 
TheKing:
 
Va bene.. In bocca al lupo per domani (:
 
The_Sorcerer:
 
Ti ho promesso che ci vedremo e così sarà
 
TheKing:
 
Lo so.
 
The_Sorcerer:
 
Guarda! 
Non somiglia incredibilmente a  Kilgharrah? :D 
 
 
TheKing:
 
Sì, in una versione molto più tenera  rispetto a quella del gioco!
 
Aithusa!  Non è bellissimo? *.* 
 
 
 
The_Sorcerer:
 
Ma sono proprio loro *ww*
 
TheKing:
 
Già! Comunque scusami, devo andare. Cercherò di collegarmi appena posso, buona serata ;)
 
The_Sorcerer:
 
Anche a te (:
 
***
 
Artù bloccò il cellulare e lo fece scivolare in tasca, proprio mentre Uther lo raggiungeva a passo svelto con Mithian distante di qualche metro, che ghignava sotto i baffi. 
"Artù, ho bisogno che tu mi faccia un favore" gli disse e Artù dovette sforzarsi per non sbuffare, immaginando già il tipo di favore che gli avrebbe chiesto. 
"Il mese prossimo io e il padre di Mithian dobbiamo rinnovare l'accordo, e sarebbe bello se tu e Mithian foste legati"
"Oh ma lo siamo già" si affrettò a rispondere Artù, sorridendogli innocentemente. "E' una mia carissima amica" 
Uther assottigliò lo sguardo. "Artù, hai capito benissimo cosa intendo. Il signor Spencer ci tiene particolarmente" 
Artù si ritrovò ad annuire, fingendo accondiscendenza, voltandosi per sorridere a Mithian che li aveva raggiunti. Lei ricambiò il sorriso in modo complice, accennando un occhiolino.
 
“Artù ti dispiacerebbe tenere compagnia alla cara Mithian?” gli chiese suo padre e lui dovette trattenersi dal ruotare gli occhi. 
“Certo, padre. Con vero piacere” rispose, facendo cenno ad un cameriere di avvicinarsi. Prese due bicchieri dal vassoio e ne porse uno alla ragazza, sotto lo sguardo soddisfatto di suo padre.
 
“Ora, se volete scusarmi” disse Uther, per poi allontanarsi, lasciandoli soli.
Entrambi sospirarono e, quando i loro sguardi si incrociarono, scoppiarono a ridere.
 
“Dici che dovremmo dire ai nostri genitori che sono già impegnata?” chiese Mithian, facendo un cenno con la testa verso il Pendragon più anziano che parlottava con suo padre.
Artù li scrutò per qualche secondo, dopodiché le sue labbra si arricciarono in un sorriso ironico.
 
“Oh sì, muoio dalla voglia di vedere la loro espressione quando gli diremo che stai con una bellissima ragazza” le disse, facendola ridacchiare.
 
“Morgana mi ha implorato di aspettarla. Dice che non si vuole perdere la scena” 
 
Artù si ritrovò a sorridere divertito. “Tipico di Morgana. Non si vuole mai perdere uno spettacolo” 
 
Mithian si mordicchiò il labbro inferiore nell’istante in cui vide la sua ragazza Laurel farsi strada verso di loro con un sorriso così luminoso da oscurare la luce di quei lampadari costosi.
 
“Sarà un vero spettacolo” concluse, allungando una mano verso Laurel, per poi intrecciare le loro dita. Le ragazze si scambiarono uno sguardo languido e un piccolo sorriso e Artù si ritrovò a sorridere con loro. E per un attimo si chiese se un giorno avrebbe avuto anche lui qualcuno da guardare in quel modo, qualcuno da tenere orgogliosamente per mano, qualcuno da amare incondizionatamente e senza paura. 
 
***
 
Merlino sistemò l’ultimo piatto nella credenza con un sospiro. Per fortuna erano riusciti a preparare, mangiare e sistemare prima che Artù tornasse. 
Quando Gwen chiese cosa avrebbero detto ad Artù se avesse domandato cosa avevano mangiato, Merlino stava per andare in panico, ma Lancillotto salvò la situazione. In macchina aveva ancora il cartone della pizza della sera precedente, e lo potevano usare come diversivo.
 
“Ti vedo pensieroso” disse Gwen a Merlino, sedendosi accanto a lui sul divano.
 
“Mi ha chiesto di vederci” rispose semplicemente, sapendo che la sua amica avrebbe capito.
“Domani sono cinque mesi che ci conosciamo” aggiunse, facendo le virgolette con le dita al 'conosciamo'. 
“E tu hai detto di no” osservò, giustamente, Gwen. Merlino annuì e sospirò, poggiandosi allo schienale con poca grazia.
“Ho questa sensazione che tutto finirà non appena ci vedremo” sussurrò, giocherellando con un filo scucito della maglietta. 
“Non puoi saperlo” gli fece notare Gwen, mettendo una mano sulla sua spalla. “Potrebbe essere l’inizio di qualcosa di nuovo e ancora più bello” 
 
Merlino sorrise e ringraziò mentalmente l’arrivo di Lancillotto con la scatola della pizza. Si alzò dal divano e mise il cartone in cucina, prendendo dei tovaglioli e sporcandoli leggermente, sotto lo sguardo divertito dei suoi amici. "E' per renderlo più reale" spiegò, stringendosi nelle spalle. 
 
Proprio mentre si stavano per sedere nuovamente sul divano, si aprì la porta d’ingresso. 
 
“Sono a casa” gridò Artù, e i tre amici si lanciarono degli sguardi a metà fra il sollievo e la preoccupazione. Per un pelo erano riusciti ad organizzarsi e a non farsi scoprire.
Artù entrò nel salone e salutò Lancillotto con una pacca sulla spalla, Gwen con un mezzo abbraccio e Merlino con un cenno del capo.
 
Artù, da perfetto padrone di casa, si prestò ad offrire il dolce a tutti. Scrisse un veloce messaggio con le ordinazioni al suo amico Leon che lavorava in una pasticceria, mentre Gwen e Lancillotto parlottavano fra loro e Merlino stava imbronciato. 
Artù gli si avvicinò e si sedette sul bracciolo del divano. 
“Che succede?” gli domandò. Merlino non lo degnò di uno sguardo e si limitò a scrollare le spalle. 
Artù pensò che era meglio non insistere, magari glielo avrebbe richiesto quando sarebbero stati soli. Lo guardò un’ultima volta e poi si voltò a parlare con Gwen e Lancillotto. Li aveva visti in poche occasioni e le loro conversazioni erano state sempre vaghe, quindi gli chiese come si fossero conosciuti e da quanto stessero insieme. La coppia fu felice di rispondere, perdendosi nei ricordi della loro storia. Dai primi tentativi di approccio ai primi appuntamenti. I piccoli viaggi che avevano fatto e i posti che avevano visitato. 
Artù gli disse quanto li ammirava, complimentandosi per il loro impegno e la loro devozione. Merlino sbuffò, e sei occhi furono su di lui. 
 
“Qual è il tuo problema?” gli chiese Artù, stranito da quel comportamento. Solitamente Merlino non stava zitto un secondo e non faceva che punzecchiarlo. 
 
“Tu sei il mio problema” sbottò Merlino, non curandosi dell’espressione ferita di Artù e quella scioccata di Gwen e Lancillotto. 
 
“Come, scusa? Cosa ho fatto?” 
 
“Mi fai sembrare un idiota” rispose, rannicchiandosi contro lo schienale del divano.
 
“Non che mi debba impegnare così tanto” replicò Artù spontaneamente, rendendosi conto solo dopo un istante che non era il caso di fare battute.
“Scusa” si affrettò a dire. “Perché dici così?”
 
“Lascia perdere” sibilò Merlino, alzandosi dal divano per andare in cucina, ma non riuscì dal momento che Artù gli afferrò un polso. Le sue dita sfiorarono la pelle lasciata scoperta dalla manica ed entrambi sussultarono lievemente.
 
“Se ti ho infastidito in qualche modo, ti chiedo scusa” gli disse, allentando la presa quando Merlino strattonò il braccio per liberarsi. 
“Sì, mi hai infastidito. Sei sempre un coglione, ma adesso ti fai grande e simpatico davanti ai miei amici” ribatté il ragazzo, lasciandosi sfuggire una risata nervosa.
“Io..credevo che non ti desse fastidio come mi comporto con te. E’ una cosa nostra, pensavo..anche tu fai lo stesso. Pensavo fosse parte della nostra convivenza. E tu con i miei amici non avete fatto altro che prendermi in giro. Io mi sono interessato a loro” borbottò confusamente, non riuscendo a capire l’improvviso scatto di Merlino. Non seppe giustificarsi perché non sapeva per cosa scusarsi esattamente.
 
“E’ stata una lunga giornata. Credo che dovremmo riposare tutti” si intromise Gwen, tentando di incrociare lo sguardo del suo amico, ma fallendo dal momento che Merlino si ostinava a tenere gli occhi puntati per terra. 
Artù annuì e si alzò dal divano, andando verso l’ingresso. Gwen e Lancillotto si avvicinarono a Merlino per salutarlo, ma lui li guardò a stento.
 
“Non puoi continuare così. Devi chiarire la situazione con tu sai chi, altrimenti ti porterai dentro ansia e nervosismo,e sarai sempre sull’orlo di esplodere. Te la sei presa con Artù che non ha alcuna colpa” gli disse Lancillotto, dandogli una pacca sulla spalla. Merlino fece un piccolo cenno con la testa e batté la mano su quella del suo migliore amico. 
Gwen si sporse ad abbracciarlo, ricordandogli solamente che lei c’era per qualunque cosa e in qualunque momento.
 
Merlino aspettò Artù in piedi al centro del salone, spostando nervosamente il peso da un piede all’altro. Appena il suo coinquilino ritornò, lui si affrettò a chiedergli scusa, con le guance rosse d’imbarazzo e la voce tremante.
 
“Non devi scusarti. Capisco che tu possa avere i tuoi problemi e, se la cosa ti da fastidio, cercherò di non fare più battute o altro” lo rassicurò Artù, ma Merlino scosse la testa.
“No, i nostri continui battibecchi sono la parte migliore della nostra convivenza” ammise, arricciando le labbra in un sorriso giocoso e Artù si ritrovò a ricambiare, facendo uno sbuffo divertito.
"Scusa, ma devo andarmi a cambiare" disse Artù, indicando con un gesto della mano il suo abbigliamento elegante. 
Merlino, senza rendersene conto, fece scivolare velocemente lo sgaurdo lungo il suo corpo, fasciato alla perfezione da quel completo. Di certo non poteva negare che Artù fosse davvero un bel ragazzo. Irritante la maggior parte delle volte, ma bello.
 
"Sì, certo. Aspetto io Leon" gli disse Merlino, sedendosi all'estremità del divano. Artù fece un piccolo cenno con la testa e andò verso la sua stanza per cambiarsi.
 
Merlino, rimasto solo, prese il cellulare, aprì la chat con il re e sospirò. 
 
The_Sorcerer:
 
Mi manchi. 
 
TheKing: 
 
 mi manchi tanto anche tu 
 
The_Sorcerer:
 
❤❤
 
A volte non riesco a credere di quanto io sia stato fortunato ad averti conosciuto.
 
TheKing:
 
Qualcuno stasera è particolarmente sentimentale! 
E comunque, sono io quello fortunato. 
 
Merlino stava per rispondere, quando sentì il campanello suonare.
 
"Artù! C'è Leon" gridò, accorgendosi solo dopo che Artù era nel corridoio e stava andando già ad aprire.
Artù aprì la porta, trovò il suo amico che lo aspettava, poggiato al muro.
“Con i tuoi comodi, Altezza” lo prese in giro, porgendogli il sacchetto. Artù prese il portafoglio e, prima che Leon potesse fermarlo e dirgli che non era necessario, gli mise i soldi in tasca.
 
“Ci vediamo domani” lo salutò, rientrando in casa. 
 
“Abbiamo doppia razione di dolci” gridò Artù, andando verso il salone. Appena entrò si bloccò alla vista di Merlino che cercava freneticamente di allacciarsi le scarpe, senza alcun risultato. I suoi occhi erano spalancati e grosse lacrime scivolavano sulle sue guance. 
Artù gettò con poca grazia il sacchetto per terra e in un attimo gli fu di fronte. Si abbassò sulle ginocchia, mettendogli le mani sulle spalle.
 
“Merlino, che succede?” gli chiese con un filo di voce, accorgendosi solo in quel momento di come l’altro stesse tremando. Istintivamente, rafforzò la presa sulle sue spalle. 
 
“Gwen e Lancillotto hanno avuto un incidente”
 

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Salve! :D
 
Questo capitolo è un po' più lungo rispetto agli altri, ma spero non vi dispiaccia! u.u
 
Ci saranno anche altri personaggi nel gioco di ruolo e sono:
 
SirLence (Lancillotto)
LadyGinny (Gwen)
SirLi (Leon) 
Sir-Val (Percival)
Sir.Bei.Capelli (Galvano. Lo so è un nome assurdo ahah)
Morgause (Morgana) 
E poi Merlino e Artù ovviamente, che sono The_Sorcerer e TheKing. 
 
 
CAPITOLO MODIFICATO (solo la parte finale)
 
 
       CAPITOLO III

 
Artù andò verso la macchina, ma Merlino lo fermò.
"Possiamo andare in moto? Arriveremo prima" chiese, sorprendendo il suo coinquilino. Una volta Artù si era offerto di dargli un passaggio ma, appena l'altro aveva visto la moto, era sbiancato e aveva scosso la testa, borbottando qualcosa su come avrebbe preferito farsi chilometri a piedi piuttosto che salire su quella cosa. Artù stava per ricordarglielo, anche per smorzare un po' la tensione e sperando di farlo sorridere, ma poi ci ripensò. Non voleva sembrare insensibile.

Sollevò il sellino della moto e prese i due caschi, porgendone uno a Merlino. Andò ad aprire la saracinesca del garage e, mentre ritornava verso la moto, notò che Merlino stava avendo problemi ad attaccare la sicura del casco. Artù non poté reprimere un piccolo sorriso e si avvicinò a lui, afferrando le due estremità. Nel modo di incastrarle, le sue dita sfiorarono il collo pallido di Merlino. Qust'ultimo sussultò appena e sentì la pelle formicolare nel punto in cui quelle dita calde lo avevano toccato.
Artù fece finta di non averlo notato per evitare alcun tipo di imbarazzo. Spinse la moto fuori dal garage, seguito da Merlino, e poi si affrettò a chiudere. Montò sulla sella e accese  il motore, che emise un ruggito vibrante nel silenzio notturno. Merlino salì dietro di lui, esitando su dove mettere le mani. Poteva poggiarle sulla sella, ma aveva paura di essere spinto indietro a qualche manovra. Artù percepì la sua titubanza, così  lo prese per il polso e portò la mano sul suo fianco. Poteva sentire le sue dita fredde anche attraverso il tessuto del la felpa. Ancora tenendolo per il polso, gli fece scivolare la mano dentro la tasca. Merlino fece la stessa cosa con l'altra mano e, una volta sistemati, partirono.
Merlino non prestò molta attenzione al tragitto. Era così preoccupato per Gwen e Lancillotto da non avere neanche la forza di sussultare quando Artù fece un sorpasso azzardato. Tuttavia il suo corpo reagì, e si ritrovò a premere le mani contro lo stomaco di Artù, stropicciandogli la felpa.
Voleva allentare un po' la presa, ma proprio in quell'istante Artù accelerò allo scatto arancione del semaforo e, improvvisamente, si ritrovò ad avere il torace pressato contro la sua schiena. Merlino poteva sentire i muscoli delle spalle di Artù contrarsi ad ogni piccolo movimento contro il suo petto. Per quanto fosse strano, era una sensazione bella. 
Merlino sperò solo che ad Artù non desse fastidio quella vicinanza e il modo in cui lo stava stringendo.

Arrivarono dopo una decina di minuti, circa. Artù posteggiò e Merlino si affrettò a scendere, rischiando di inciampare dal momento che aveva le gambe intorpidite. Si tolsero i caschi e Artù li posò sotto la sella.
Si diressero a passo veloce dentro l'ospedale e Merlino andò subito alla reception per chiedere informazioni.
"Scusi, circa mezz'ora fa sono stati portati qui un ragazzo e una ragazza dopo un incidente. Sa dirmi dove posso trovarli?Ginevra Kean e Lancillotto DuLac?" chiese all'infermiera. Lei digitò qualcosa sulla tastiera, facendo battere rumorosamente i tasti.
"Dovrebbero essere nella sala d'attesa del pronto soccorso, altrimenti provate al primo piano, chiedete del dottor Evans." 

Merlino e Artù la ringraziarono e si diressero subito verso il pronto soccorso. Lì trovarono Gwen seduta su una lettiga, mentre teneva pressato del ghiaccio sintetico sulla guancia.
"Gwen" la chiamò Merlino, raggiungendola a passo veloce. Lei si voltò di scatto, mugolando infastidita alla fitta che causò quel movimento brusco. 
"Oddio, cosa è successo? Come stai? Dov'è Lancillotto?" chiese Merlino preoccupato, controllando che non avesse portato ferite gravi.
"Stavamo rientrando a casa e nel modo di schivare una macchina che stava sorpassando, ci siamo schiantati contro un albero. Ma stiamo bene, niente di grave. Solo qualche livido, delle distorsioni e un grande spavento"  lo rassicurò Gwen. 
"Lancillotto è al piano di sopra, gli stanno facendo dei controlli al braccio. Nel modo di sterzare ha fatto un movimento brusco e non si sa ancora se avrà bisogno del gesso." continuò, poggiando la busta del ghiaccio sulla spalla.

Merlino sospirò sollevato. "Non immagini che spavento mi sono preso quando tuo padre mi ha chiamato. Ha detto qualcosa sul fatto che fosse ancora al lavoro e che per arrivare qui avrebbe impiegato più di mezz'ora" le spiegò e lei gli sorrise grata.
"Mi spiace che ti abbia fatto preoccupare. Gli ho detto che stavamo bene, ma non ha sentito ragione a quanto pare... mi dispiace che tu sia dovuto correre qui"  
"Ma era il minimo"
"Siete arrivati presto, anzi. Per le strade si cammina a mala pena" notò Gwen, e Merlino  inspiegabilmente arrossì.
"Non abbiamo preso la macchina. Siamo venuti con la moto" rispose Artù, e Gwen stese le labbra in un ghigno.
"Merlino su una moto vera?" sentirono dire alle loro spalle. Tutti e tre si voltarono e videro Lancillotto con il braccio destro fasciato e due punti ancora freschi che spiccavano sulla sua tempia. Merlino gli si lanciò addosso e lo abbracciò, facendolo gemere sommessamente.
"Scusa" borbottò, tirandosi indietro. 
"Quindi sei davvero salito su una moto in movimento?" lo stuzzicò Lancillotto, facendolo sbuffare.
"Avevo il pensiero ad arrivare qui il prima possibile." si giustificò, mentre Gwen e Lancillotto lo guardavano divertiti. Artù stava in disparte, ma le sue labbra erano stese in un impercettibile sorriso.

Lancillotto si sedette accanto a Gwen, circondandole la vita con il braccio non fasciato, dandole un bacio sulla fronte.
Artù si avvicinò a Merlino, posizionandosi dietro le sue spalle. 
"Se dico che sono carini, mi guarderai di nuovo come se volessi farmi fuori?" gli chiese in un sussurro, solleticandogli l'orecchio con il suo respiro caldo. 

Merlino si impose di far sfuggire dalle sue labbra solo uno sbuffo e non altro. 
"Idiota" borbottò e, anche se non poteva vederlo, percepì il suo sorriso sornione. 

In quel momento si avvicinò uno degli infermieri, comunicando a Gwen e Lancillotto che il dottore voleva far loro degli ultimi controlli per essere sicuro che non ci fosse alcun tipo di problema.
 
***
 
Dopo essere rimasti soli, Artù e Merlino uscirono dall'ospedale, andando nel cortile sul retro. Era un piccolo giardino con delle panche in marmo e una fontana posizionata al centro. 
Stettero in silenzio per qualche minuto, guardando i pesci nuotare da una parte all'altra della fontana.

"Grazie" sussurrò Merlino, continuando a tenere lo sguardo puntato verso l'acqua. 
"Sai, per avermi accompagnato ed essere rimasto" aggiunse, voltandosi per rivolgergli un piccolo sorriso.
Artù scrollò le spalle. "Non è niente. L'avrebbe fatto chiunque" 
"Non sminuire ciò che fai" ribatté Merlino, dandogli una veloce occhiata. Artù era intento a fissare gli schizzi d'acqua e non sembrava aver intenzione di guardarlo. 
"Non stavo sminuendo alcunché. Solo, non è stato niente" rispose, e Merlino capì che quel discorso lo stava mettendo a disagio, ma questo non lo fermò.
 
"Ascolta, so che non siamo migliori amici, non ci raccontiamo i segreti o roba simile, ma so che quello che hai fatto stasera non era solo per cortesia, quindi grazie" replicò, guardandolo con la coda dell'occhio. Lo vide stringersi nelle spalle.
"Già, se la vedi così." rispose, sperando di mettere fine al discorso. Speranza vana dal momento che l'interlocutore era Merlino.
"Perché sei così sulla difensiva? Stavo cercando di esprimerti la mia gratitudine. Sei stato gentile"
 "Esattamente quando ho fissato una seduta di psicanalisi?" scherzò Artù, nel tentativo di alleggerire la tensione.
"Era un complimento, idiota" ribatté Merlino a denti stretti.
Artù fece uno sbuffo divertito. "Oh sì, questo sì che lo rende credibile"
Si guardarono e, senza che potessero controllarlo, scoppiarono a ridere.
 
***

The_Sorcerer:

Buongiorno :)

TheKing:

Buongiorno a te!

The_Sorcerer:

Auguri :3 ❤

TheKing:

Auguri ❤

The_Sorcerer:

Sono già passati cinque mesi. Se da un lato mi sembra che siano passati solo pochi giorni, d'altra parte sembra che sia passato molto più tempo. E' strano...

TheKing:

Già, ma ho capito cosa intendi... vale lo stesso per me. 

The_Sorcerer:

Adesso devo andare, ho pochissimo tempo per prepararmi. Ci sentiamo più tardi?

TheKing:

Ovvio! Io sono appena uscito da casa e l'unica cosa che vorrei fare è tornare a dormire 

The_Sorcerer:

Non dirmi niente. Io sono in camera e ti giuro, il letto mi sta implorando di tornare da lui. Mi sento una persona terribile a lasciarlo da solo. 

TheKing:

Sono sicuro che ti perdonerà u.u

The_Sorcerer:

Lo spero. Non potrei sopportare questo dolore. Sapere di aver ferito il mio letto... è il compagno di una vita e io non voglio farlo soffrire.

TheKing:

Sei un idiota.

The_Sorcerer:

Fa tutto parte del mio fascino ;)

TheKing:

Se ne sei convinto...

The_Sorcerer:

Devo andare. Ci sentiamo dopo :)

***

 

TheKing:

Cavalieri di Camelot, preparatevi. Partiremo domani all'alba. Per quanto possa sembrare una battaglia difficile, noi ce la faremo.

SirLence: 

E' un onore combattere al vostro fianco, Sire.

Sir-Val: 

Sempre pronto a combattere!

SirLi: 

Vi proteggeremo anche a costo della vita.

Sir.Bei.Capelli: 

Parla per te!

SirLi:

...non fare l'idiota. Era un discorso serio.

Sir.Bei.Capelli:

Oh, allora entriamo nello spirito. Lunga vita al Re!

TheKing:

Precisamente, com'è che sei diventato cavaliere?

Sir.Bei.Capelli:

Tecnicamente voi mi avete nominato tale, battendo la spada sulle mie spalle. In pratica ho fatto una semplice registrazione e scelto un nome super figo :D

LadyGinny:

Argomento alquanto discutibile.

Sir.Bei.Capelli: 

Ho davvero dei bei capelli! Dovresti vedere la mia chioma... r i s p l e n d e 

Sir-Val:

Abbiamo una diva fra noi. Sta' attento se domani ti spezzi un'unghia

Sir.Bei.Capelli:

Io e te facciamo i conti dopo.

TheKing:

Perché finisce sempre così con voi?! Dobbiamo essere preparati.

Sir.Bei.Capelli:

Qualcuno si è svegliato col piede sbagliato stamani.

The_Sorcerer:

*sbuffa esasperato*. Non importa quanti piani elaborati fate. Finirete lo stesso nei guai e indovinate chi salverà le vostre chiappe reali?

TheKing:

Tu :D

The_Sorcerer:

Precisamente.

TheKing:

Comunque, ciao eh! 

The_Sorcerer:

Ciao a te :) 

SirLi: 

Oddio, ora ricominciano.

Morgause: 

Patetici. Con un gesto della mano posso mettere tutti fuori gioco.

TheKing: 

E il mio stregone può fare lo stesso con un dito!

Morgause:

...il tuo stregone? Pensavo fosse lo stregone di Camelot.

TheKing:

Bè, è semplice logica. Camelot è il mio regno quindi anche lo stregone è mio.

The_Sorcerer:

Potrebbe costarvi la corona  questo discorso. Camelot dovrebbe essere del popolo

TheKing: 

Allora solo tu sei mio. Lasciamo che il popolo si prenda Camelot e tutto il resto

Sir.Bei.Capelli:

Per favore, sto vomitando la prima poppata della mia vita

Sir-Val:

Vuoi che ti tenga sollevati i capelli? Non vogliamo mica che si sporchino... 

SirLi:

Ahahah  

Sir.Bei.Capelli:

Domani passerò al lato avversario e mi divertirò a guardarvi fallire

The_Sorcerer:

Qualcuno qui è suscettibile...

LadyGinny:

Dovremmo condannarti per questo.

Sir.Bei.Capelli:

Senti, ciccia, scendi dal piedistallo che ancora non sei regina. Non hai alcun potere

LadyGinny:

Presto lo diventerò. E la prima cosa che farò, sarà farti rasare a zero i capelli :))

Sir.Bei.Capelli:

Tanto resterò sempre e comunque il più bello.  E tu sarai una regina cornuta dal momento che il re se la fa con lo stregone ;) 

TheKing: 

. . . . . . 

The_Sorcerer:

. . . . . .

Sir-Val:

Un po' di garbo non guasterebbe, sai

Morgause:

Andrebbe contro la sua natura

SirLi:

Qualcuno mi spiega perché Morgause è in questo gruppo? Non è il nemico?

Morgause:

...sono una nuova alleata :D

E sono tanto, tantooo dispiaciuta per tutto il male che vi ho fatto.

SirLence:

Quanto possiamo fidarci?

The_Sorcerer:

Tutti meritano una seconda possibilità. Se Morgause vuole stare con noi, deve mostrare la sua lealtà e allora sarà la benvenuta

TheKing:

Lo stregone ha parlato! :D

Sei così saggio. E io sono così fortunato ad averti al mio fianco. Tutta Camelot lo è.

Sir.Bei.Capelli:

Vi prego, smettetela.

Sir-Val

Altrimenti che fai? Ti tiri i capelli dalla disperazione?

SirLi:

Sei appena diventato il mio i d o l o

The_Sorcerer:

Val, hai vinto tutto! Mi inchino.

TheKing:

Sei il mio preferito, Val, giuro. 

The_Sorcerer:

... interessante. 

TheKing:

*cavaliere preferito. Non essere geloso :P

The_Sorcerer:

Non sono geloso. 

TheKing:

Certo certo :DD

The_Sorcerer:

Per quanto mi piacerebbe restare a parlare con voi, devo andare. Mi aspetta una lunghissima lezione sul sistema nervoso. Magari posso parlare di voi appena si arriverà all'esaurimento :D 

TheKing:

Penso di parlare a nome di tutti quando dico che ci reputiamo offesi.

The_Sorcerer:

Che peccato. Come farò a vivere adesso?!

TheKing:

Sei così amorevole oggi.

The_Sorcerer:

Anche questo fa parte del mio fascino ;)

SirLence:

...per favore, pietà. 

The_Sorcerer:

Me ne sto andando! Tornate pure a fare gli schemini di combattimento, tanto sarò io a farci vincere :D 

Sir.Bei.Capelli:

Vuoi un applauso?

TheKing:

No. Tutto ciò che fa, lo fa senza chiedere nulla in cambio, neanche un 'grazie'. 

The_Sorcerer:


Morgause:

... cosa avevo in testa quando ho deciso di tornare dalla vostra parte?!

Sir.Bei.Capelli:

Le doppie punte.

Morgause:

...prego???

TheKing:

E' arrivato il momento di ritirarci. 

Sir-Val si è disconnesso.
SirLi si è disconnesso.
LadyGinny si è disconnesso.
SirLence si è disconnesso.
The_Sorcerer si è disconnesso.
TheKing si è disconnesso.

Morgause:

Pare che siamo rimasti io e te.

Sir.Bei.Capelli:

Fatti avanti, non mi fai paura. 


***


Merlino sentì  che qualcosa non andava dal momento che iniziò a percorrere il vialetto di casa. Quando chiuse la porta alle sue spalle percepì una strana tensione nell'aria. Nel momento in cui entrò nel salone, capì il perché. Al centro della stanza c'era Artù, rigido come una corda di violino, e di fronte a lui Uther Pendragon.
Merlino lo aveva visto solo due volte da quando stava lì, e dalla prima occhiata aveva capito che non era affatto come Artù. C'era qualcosa nel suo comportamento austero che metteva i brividi. E Merlino non si sorprese del fatto che centinaia di dipendenti obbedivano ad ogni sua parola senza battere ciglio. 

"Signor Pendragon" lo salutò educatamente, muovendo qualche passo incerto dentro la stanza. Uther lo guardò per qualche secondo, come se stesse cercando di ricordare chi fosse.
"Papà, lui è Merlino, il mio coinquilino" disse Artù e le labbra di Uther si stesero a forza in quello che doveva essere un sorriso cordiale.
"Sì, scusa non riuscivo a focalizzarti. Incontro così tante persone che dopo un po' si fa confusione" si giustificò e Artù sbuffò. 
"Con tutte le persone che hanno a che fare con la tua azienda questo non succede. Ma, ovviamente, fatichi a ricordare i miei amici" sibilò. 

Uther gli lanciò un'occhiata di ammonimento e la sua mascella si irrigidì. 

"Non dire assurdità, Artù. Conosco tutti i tuoi amici, solo che ho incontrato Merlino poche volte." lo riprese, cercando di mantenere la calma e non fare scenate di fronte a Merlino. Artù non seppe se essere grato della sua presenza o sentirsi mortificato.
"Senti, dimmi quello che devi dire, così possiamo tornare entrambi ai nostri impegni" disse a suo padre, ignorando lo sguardo severo con cui lo stava guardando.
"Volevo solo ricordarti della cena di venerdì con i soci. Sperando che non ci siano altre scenate" 
"Con scenate intendi quella che ha fatto Mith?" gli chiese Artù, quasi sfidandolo. 
"Sì. Mithian poteva fare le cose un po' meno teatrali" rispose Uther e il disappunto era ben evidente nel suo tono di voce.
"Quindi va bene essere gay, basta solo tenerlo nascosto" 

Uther sospirò. "Non sto dicendo questo. C'è modo e modo di comportarsi e io ti sto solo chiedendo di stare tranquillo"
Artù sbuffò una risata. "Oh davvero? Quindi vuoi che venga e  me ne stia buono buono all'angolino, altrimenti mi metti in punizione?"
"Artù" lo riprese suo padre con tono severo. 
"Tranquillo, verrò e non farò alcuna scenata. Anche perché non ho nessuno con cui fare una scenata" rispose, fingendo un sorriso. 
"Del resto, come potrei mai avere qualcuno? Ho sempre avuto paura di costruire qualcosa di serio con qualunque ragazzo perché ciò avrebbe comportato delle presentazioni e come potrei mai presentarti qualcuno? Così non ho mai permesso a nessuno di amarmi e di amarlo. E mi sono stancato di questo" si sfogò Artù, cercando di mantenere il controllo, ma non poté evitare alla sua voce di tremare leggermente.

Merlino non lo aveva  mai visto così vulnerabile, e sentì il bisogno di prenderlo per mano e portarlo via da lì. Ma quello ad andare via, fu proprio lui. In silenzio, si allontanò e andò in camera sua. Erano discorsi personali e lui si sentiva di troppo. 
Artù non lo aveva neanche notato, troppo preso dal suo sfogo.

"Sono stanco di nascondermi. Ogni volta dici che hai accettato la mia omosessualità, ma poi te ne esci con questi discorsi senza senso. Ho fatto tutto pur di compiacerti. Ho scelto economia aziendale per poter dirigere la tua stupida azienda, e ho abbandonato il sogno di diventare artista come la mamma solo per farti felice, ma a quanto pare non è abbastanza. Niente è mai abbastanza per te" concluse con un sorriso amaro, stringendosi nelle spalle.
 
Uther restò interdetto per qualche secondo, chiaramente non si aspettava quello sfogo da parte del figlio.
"Sai perché ho insistito tanto sul perché tu scegliessi economia aziendale. Questo ti può garantire un futuro sicuro, l'arte va bene come hobby, non come mestiere" 
"Certo e tutto il resto non conta. Non importa la mia felicità, non importa la mia passione per l'arte e quanto sia importante per me, quanto mi faccia sentire legato alla mamma. No, niente di tutto questo importa" 
"Puoi sempre disegnare, non ti sto proibendo questo. Ho solo pensato al meglio per te" gli fece notare Uther e Artù scosse la testa con rassegnazione.
"Va bene, se è questo il tuo modo di vedere la cosa, non c'è molto che possa fare" concluse, scrollando le spalle.
"E' tutto?" chiese poi al padre.
Uther esitò qualche secondo, come se stesse per dire qualcosa, ma poi annuì.
Artù non disse più nulla, ma andò dritto verso l'ingresso ad aprire la porta, dopodiché si voltò verso suo padre, intimandogli silenziosamente di andarsene.
 
Uther si lisciò la giacca in un gesto casuale, mentre camminava verso l'uscita.
Non appena uscì, Artù chiuse la porta e batté con forza un pugno contro il legno. Restò qualche minuto fermo, poggiato contro il muro, prendendo dei respiri profondi per recuperare il controllo. 

Camminò lungo il corridoio, fermandosi davanti alla porta della stanza di Merlino. 
"Puoi uscire, se vuoi" gli disse, ma non ottenne risposta. Allora bussò e aprì leggermente la porta. 
Merlino era sdraiato a pancia in giù sul letto, con fogli sparsi un po' ovunque e le cuffie nelle orecchie. 
"Artù" disse, non appena lo vide. Si tolse le cuffie e si mise seduto. 
"Stai bene?" gli chiese esitante, e Artù si strinse nelle spalle. 
"Sì, più o meno. Volevo chiederti scusa e  soprattutto ringraziarti per aver avuto la delicatezza di restare fuori dal discorso. Voglio dire, potevi restare, questa è anche casa tua e mi dispiace che tu abbia trovato questo rientrando" farneticò Artù, rendendosi conto di quanto ciò che aveva appena detto fosse privo di senso.

Merlino fece un piccolo sorriso. "Tranquillo, mi sembrava il minimo. Erano discorsi personali fra te e tuo padre e io non volevo invadere la tua privacy restando ad ascoltare" 
Artù si mosse leggermente a disagio e lo ringraziò silenziosamente.

"Uhm, non ho neanche preparato la cena. Ordiniamo qualcosa?" gli chiese, sviando il discorso.
"No" lo fermò Merlino, e Artù lo guardò perplesso.
"Non so te, ma io non ho molta voglia di stare in casa. Ti va se andiamo a mangiare fuori?" 




Nel prossimo capitolo:

The_Sorcerer:

Aspetta, non andare

Ehi?

Scusa, ti prego. 

Possiamo chiarire, per favore?

Leggi i messaggi e neanche rispondi. Davvero molto maturo. 

Va bene, ho capito che non vuoi parlarne. Notte.


Merlino gettò con poca grazia il cellulare sul letto, fissandolo insistentemente, quasi sperando che con la forza del pensiero potesse segnalare l'arrivo di un messaggio, inconsapevole del fatto che a pochi passi da lui, Artù aveva spento il cellulare per evitare di rispondergli.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


Salveeee! :D
 
E' passata una vita, lo so. Tempo fa ho iniziato a modificare qualcosa di questa fanfiction e negli ultimi giorni l'ho continuata, ma andando avanti, mi sono resa conto che da questo capitolo in poi ci sono modifiche un po' più "drastiche" e che non potevo inserirle nel capitolo già presente (come ho fatto nel capitolo 2 e 3, in cui ci sono solo piccole modifiche che non vanno a cambiare di molto le cose scritte precedentemente), quindi a malincuore ho cancellato gli ultimi tre capitoli e li ripubblicherò modificati.  Non volevo perdere le vostre bellissime recensioni, così ho fatto gli stamp e le ho salvate tutte ❤
 
Non so se ci sia ancora qualcuno a seguire questa storia o magari qualche nuovo lettore a cui potrebbe interessare, ma è la mia prima Merthur e ci tengo troppo a finirla. Anche se nel corso della scrittura mi sono incasinata da sola xD
Sono stata indecisa fino all'ultimo, ma non voglio lasciarla incompleta. Quindi, tornerò a postare ❤
Anche se ho più ansia adesso rispetto alla prima volta xD 
 
Detto questo, vi lascio al nuovo capitolo! Mi sono resa conto che era un po' troppo lungo, così l'ho diviso.
 



 
CAPITOLO IV


 
 
 
Artù non sapeva spiegare come mai il suo cervello non si fosse fermato a riflettere due, tre, dieci volte prima di rispondere a Merlino. Non che si fosse pentito di avergli detto , ma in nessuna vita, in nessuna realtà parallela esisteva che lui dicesse sì con quell'enfasi. Avrebbe dovuto pensarci un po' su, farneticando qualcosa per poi uscirsene con un sì disinteressato, ma la sua bocca si era animata di vita proprio.
E Merlino aveva sorriso in un modo che gli fece contorcere qualcosa alla base dello stomaco. E neanche questo poteva esistere in nessun universo parallelo. Era assurdo. 
Artù si chiese come avesse fatto a non notare mai il modo in cui le sue palpebre si socchiudevano o come si formavano delle pieghe agli angoli degli occhi e della bocca.
Qualcosa in fondo alla sua mente gli fece ricordare che Merlino sorrideva  in quel modo ogni qualvolta che lo prendeva in giro, quindi Artù era impegnato a pianificare il suo omicidio,e non poteva concentrarsi su quegli stupidi, insignificanti dettagli. Era questione di priorità.
 
Artù prese un respiro profondo e si impose di smetterla di fare quei pensieri. Erano inutili e insensati. E di sicuro erano dovuti allo stress emotivo di ciò che era accaduto. Niente di più. 
Nonostante ciò, non riuscì a spiegare perché ci fosse quell'aria carica di imbarazzo fra di loro, mentre camminavano lungo il marciapiede, tenendosi a debita distanza. Il ristorante era proprio in fondo alla strada, ci volevano circa una decina di minuti per raggiungerlo a piedi, quindi non valeva la pena prendere qualche mezzo. 
 
"Come stanno Gwen e Lancillotto?" chiese Artù. Se per alleggerire la tensione o per puro interessamento, nessuno dei due lo capì. Forse era per entrambe le cose.
"Stanno bene. Lancillotto va in giro credendosi Harry Potter. Non è servito a nulla dirgli che dovrebbe avere la cicatrice sulla fronte e non sulla tempia" rispose Merlino, sbuffando divertito. Artù fece una piccola risata.
"E' sempre bene vedere il lato positivo delle cose"
 
Dopo ciò nessuno dei due disse niente. Artù vide con la coda dell'occhio Merlino che sembrava sul punto di dirgli qualcosa, ma poi richiudeva la bocca.
 
"E' sempre stato così il rapporto con tuo padre?" chiese infine Merlino, e Artù sospirò. 
"Sì e no. Non è mai stato quel tipo di padre che ogni domenica ti porta al parco o alle giostre. Cioè ogni tanto lo faceva, ma erano rare volte. Sono sempre stato più legato a mia madre, lei era incredibile. Chiunque l'abbia conosciuta non ha che le migliori parole da esprimere su di lei. 
Comunque ho sempre stimato mio padre. Per me è sempre stato un esempio da seguire, nonostante tutto. Aveva una carriera brillante, aveva portato grandi successi all'azienda, aveva una famiglia bellissima, e io lo ammiravo così tanto. Quando seppi che aveva avuto una figlia con un'altra donna avevo 10 anni. All'inizio mi sentii tradito e anche arrabbiato, ma poi Morgana è entrata a far parte della nostra famiglia e io gli ero grato per averla portata nelle nostre vite. Avevo sempre voluto una sorella" raccontò, guardando dritto verso la strada illuminata. 
 
"Quando sono cambiate le cose?" domandò Merlino, e Artù si voltò a guardarlo in modo ovvio.
"Quando hai fatto coming out" disse e Artù fece un piccolo cenno.
"Diciamo che affrontare la morte di mia madre, la mia omosessualità e la ribellione di Morgana contemporaneamente lo ha reso freddo. Quasi non lo riconoscevo. Ma credevo fosse normale, sai... era tanto da affrontare, e in più era a capo dell'azienda e il suo lavoro era triplicato. Dopo un po' le cose sono migliorate, ma il rapporto è rimasto comunque distaccato." concluse, stringendosi nelle spalle con un sospiro rassegnato.
 
"Mi dispiace" gli disse Merlino, poggiando una mano sulla sua spalla e dandogli una pacca.
Artù si limitò a rivolgergli un piccolo sorriso. Nessuno dei due aggiunse nulla, in quanto arrivarono di fronte al ristorante. Entrarono e subito vennero accolti da una pimpante receptionist.
 
"Signori, benvenuti al Light Garden" disse allegra. 
"Il solito?" chiese, dal momento che spesso Artù e Merlino ordinavano lì il cibo. E questo succedeva dato che Artù riusciva a cucinare qualcosa di decente tre-quattro volte su sette. 
 
"Uhm no, vorremmo un tavolo" rispose Artù, e il viso della ragazza si illuminò. 
"Oddio, finalmente vi siete decisi ad avere un appuntamento! E proprio nel nostro locale. Vi faccio preparare un tavolo all'esterno." disse euforica, alzandosi dalla sua postazione. 
 
"Non è un appuntamento" borbottarono contemporaneamente e lei, se possibile, sorrise ancora di più, guardandoli in modo scettico.
"Seguitemi" disse solamente, portandoli verso l'esterno. Era proprio da lì che il locale prendeva il nome di Light Garden. 
Si trattava di un giardino dalle modeste dimensioni, con  una ventina di tavoli o poco più, sistemati sotto un tendone trasparente per tenerlo riparato da eventuali piogge o dall'umidità della sera, ma da cui era possibile osservare il cielo. Intorno ai cespugli e ai rami degli alberi erano sistemati dei fili di luce bianca, mentre sulle sbarre che tenevano in piedi il gazebo, erano disposti fili di luce che alternavano vari colori, rendendo l'atmosfera intima e romantica.
"Eira, non sarebbe possibile avere un tavolo qui dentro?" le chiese Artù, ma lei scosse la testa, fingendosi dispiaciuta. 
"No, sono tutti già prenotati" 
 
"Se la cosa ti mette a disagio, possiamo ordinare e andare a casa" disse Merlino ad Artù, guardando con un cipiglio la luce soffusa sui toni del verde acqua. 
"No, non è un problema. E per te?"
"Nessun problema"
 
Eira chiamò uno dei camerieri, facendogli sistemare un tavolo per due. Una volta che fu pronto Artù e Merlino si sedettero uno di fronte all'altro, con le gambe che si toccavano sotto il tavolo. 
Sarebbe stata una lunga serata. Solo che non immaginavano quanto. 
 
***

Se qualcuno avesse detto ad Artù che si sarebbe trovato nello stesso tavolo con Merlino, Galvano e Percival in quella che sembrava un'uscita a quattro, lui sarebbe scoppiato a ridere, fino a farsi venire le lacrime. 
Eppure era successo. Si trovava davvero al fianco di Merlino, e con Galvano e Percival di fronte a lui mentre si scambiavano effusioni.
Era successo per caso, ovviamente. Mentre Artù e Merlino aspettavano di ordinare, si erano presentati Galvano e Percival, raccontando che erano andati a casa loro, non li avevano trovati e, quando li avevano intravisti lungo il marciapiede, li avevano seguiti. E poi si erano uniti a loro, trascinando da soli un tavolo e attaccandolo a quello loro. 
Come se non fosse abbastanza imbarazzante così, Merlino e Artù erano così vicini che nel modo di mangiare, le loro braccia si scontravano continuamente, tanto che dopo la terza volta avevano smesso di scusarsi. 

"Allora, hai ricevuto la visita del paparino?" chiese Galvano, stendendo le labbra in un ghigno divertito. Artù sospirò e gli lanciò un'occhiataccia. 
"Sì, vuole che venerdì io non faccia scenate. Dovrò stare 'tranquillo'" rispose, sbuffando una risata senza allegria.
"Ti terremo d'occhio noi, promesso" gli disse Galvano, incrociando le dita a mo' di scout. 
"Già, dimenticavo che ci sarai anche tu" replicò Artù, aggrottando la fronte.
"Il bello di avere un ragazzo che lavora in azienda" ammiccò, facendo un occhiolino a Percival, che scosse la testa rassegnato, ma che gli sorrise comunque. 
"Sono spacciato" commentò Artù, sorridendo sarcasticamente. 
"Oh andiamo, non potrà mai essere così male, no?" si intromise Merlino, ricevendo un'occhiataccia da parte del suo coinquilino e una soddisfatta da parte di Galvano.
"Tu neanche te lo immagini" rispose Artù, mandando giù il vino rimasto nel suo bicchiere. 
"Potrebbe venire anche Merlino" propose Percival con tutta tranquillità, lasciando sbigottiti i due interessati. 
"Sì, non è male come idea. Saremo tutti insieme" concordò Galvano, scambiandosi un'occhiata complice col suo ragazzo.

Artù ci pensò  qualche istante e poi si voltò verso Merlino, con fare quasi esitante. "Tu ci vorresti venire?"
Merlino aprì e richiuse la bocca, non sapendo cosa rispondere. "Non lo so, se la cosa non ti crea problemi, allora va bene" 
"Non devi venire se non vuoi o se la cosa ti mette a disagio. Probabilmente sarà noiosa, però ecco..se vuoi, puoi venire" borbottò Artù e Merlino non capì se il suo coinquilino voleva davvero che ci andasse o se glielo avesse chiesto solo per quello che avevano detto Percival e Galvano. 
"Tu vuoi che venga?" gli chiese, guardandolo con i suoi grandi occhi blu che, sotto quelle luci azzurre, sembravano spiccare ancora di più.
"Sì" rispose di getto Artù, per poi riscuotersi. "Voglio dire, per me non è un problema"
Merlino si ritrovò ad annuire in modo impercettibile. "Va bene, verrò"
 
"Ragazzi, non vorrei interrompere, ma Eira mi sta lanciando delle occhiate così assassine che mi sorprende di non essere ancora fulminato" disse Galvano, facendo un minuscolo cenno con la testa verso la ragazza.
"Ma non è stata lei a lasciarti?" chiese Merlino, che sapeva la storia solo in linee generali.
"Bé, non proprio. Lei mi ha tradito e io l'ho lasciata." rispose Galvano, bevendo un gran sorso di vino.
"Stronza psicopatica, ha anche il coraggio di guardarmi in quel modo come se fossi stato io il cattivo della situazione." aggiunse, guardandola un'ultima volta con la coda dell'occhio.
"Forse è perché ti ha visto amoreggiare con Perci?" domandò Artù, saracasticamente. 
"Sapeva della mia bisessualità ancor prima che ci mettessimo insieme. Non dovrebbe sorprenderla la cosa" gli fece notare infastidito. 
"Forse potremo farla esaurire ancora di più" suggerì Percival, passando un braccio intorno alla sua vita. Galvano lo guardò e ghignò, capendo le sue intenzioni. Sfortunatamente anche Artù e Merlino lo capirono e si nascosero dietro i menù, mentre Galvano e Percival si scambiavano un bacio che di casto aveva ben poco, attirando quasi tutti gli sguardi dei presenti. 
Interruppero il bacio con uno schiocco che sembrò rimbombare all'interno del gazebo  e si sorrisero. 
"La stronza deve ringraziare che non mi va di fare scenate. Altrimenti non ci saremmo limitati a questo" sibilò, facendo un occhiolino al suo ragazzo.
Merlino e Artù abbassarono i menù e si guardarono velocemente, sospirando. 

***
 
TheKing:
 
Ehi! Scusa se non mi sono fatto più sentire, ma sono stato con degli amici
 
The_Sorcerer:
 
Figurati, neanche io mi sono fatto sentire. Scusa :(
 
 
Giornata pesante?
 
TheKing:
 
Non immagini neanche quanto... sono distrutto 
 
The_Sorcerer:
 
Posso aiutarti in qualche modo? u.u
 
TheKing:
 
Ho bisogno di un abbraccio
 
The_Sorcerer:
 
*abbraccia* 
 
TheKing:
 
Grazie u.u ❤
 
TheKing:
 
ps: mi sei mancato oggi.
 
The_Sorcerer:
 
Mi sei mancato anche tu. 
 
TheKing:
 
Un po' mi mancano anche le nostre conversazioni senza senso...
 
The_Sorcerer:
 
Anche a me. Sono un po' di giorni che ci sentiamo di meno rispetto a prima, ma credo sia un periodo impegnativo per entrambi. Ma questo non cambia niente. 
E sai che ci sono sempre. Non è una frase fatta o detta tanto per dire, ma per qualunque cosa, sono qui.
 
TheKing:
 
Lo so, grazie. Sai che lo stesso vale per te. 
 
Adesso scusami, vorrei davvero stare a parlare con te, ma è stata una giornata stressante e sto morendo di sonno
 
The_Sorcerer:
 
Va bene, buona notte :)
 
TheKing:
 
Buona notte a te :3 
***
 
Artù si girò e rigirò nel letto, cambiando di continuo posizione. Sbuffò e allungò un braccio verso il comodino per prendere il cellulare.
 
TheKing:
 
Ehi, so che è tardi, ma mi chiedevo se per caso fossi sveglio..
 
The_Sorcerer:
 
Sì, non riesco a dormire. Ho finito di studiare quasi un'ora fa, ma non riesco a prendere sonno :( 
 
TheKing:
 
Come mai? Qualche pensiero ti tiene sveglio?
 
The_Sorcerer:
 
No, niente in particolare. E' solo un periodo un po' così..
 
TheKing:
 
Ti capisco. Se vuoi parlarne, sono qui ❤
 
The_Sorcerer:
 
Lo so. ❤
Ma davvero, non c'è molto da dire. Sto così e non so neanche perché.
Tu piuttosto perché non riesci a dormire? Se c'è qualcosa ti turba, sono qui per ascoltarti
 
TheKing:
 
Mi dispiace, vorrei poterti aiutare a stare meglio. Se c'è qualcosa che posso fare, qualunque cosa, basta solo che tu me lo dica. Puoi contare su di me, sempre. 
 
The_Sorcerer:
 
Sei davvero fantastico, lo sai vero? Mi basta sapere che tu ci sei per stare meglio. 
 
E non hai risposto alla mia domanda.
 
TheKing:
 
E' solo un periodo un po' così anche per me.
Vorrei tanto vederti. Sono sicuro che riusciresti a farmi dimenticare tutto ciò che mi tormenta 
 
The_Sorcerer:
 
...ci risiamo. 
 
TheKing:
 
Perché  sembra che la cosa ti infastidisca? 
 
The_Sorcerer:
 
Non è che mi infastidisce, è solo che mi sento a disagio perché ogni volta non so che dire
 
TheKing:
 
Dì di sì. Dì che vuoi vedermi e fallo. 
 
The_Sorcerer:
 
Io voglio vederti, tantissimo, lo sai..
 
TheKing:
 
Bé, forse non così tanto, altrimenti faresti qualcosa a riguardo. Sono sempre io a chiederti di vederci, sono sempre io che faccio un passo verso di te, ma tu ne fai due indietro. 
 
The_Sorcerer:
 
Io ho solo bisogno di tempo
 
TheKing:
 
Sono cinque mesi che dici così. Quanto tempo ti serve ancora? 
 
The_Sorcerer:
 
Sai una cosa? Non ti ho mai chiesto di restare e aspettarmi. Puoi lasciarmi stare in ogni momento, visto che sembra che la cosa ti stia stancando così tanto
 
TheKing:
 
Seriamente, cosa ti blocca? Sono qui, e ti sto aspettando. Questo non è sufficiente per farti vincere le tue paure?
 
The_Sorcerer:
 
Tu proprio non capisci o non vuoi capire. Sono terrorizzato all'idea di perderti
 
TheKing:
 
Perché pensi che mi perderai? Pensi davvero che io sia così superficiale da dare peso solo all'aspetto fisico? Pensi davvero che nell'attimo in cui ci vedremo, tutto ciò che ci siamo detti in questi mesi perderà qualunque significato? Pensi davvero che io possa rinunciare a te? 
 
The_Sorcerer:
 
Non so cosa pensare..
 
TheKing:
 
Wow, solo wow, davvero. E' bellissimo sapere che la persona che ha la tua più totale fiducia, abbia una pessima opinione di te. 
 
The_Sorcerer:
 
Non è così. Giuro che non è così. 
 
TheKing:
 
Come vuoi. Buona notte. 
 
The_Sorcerer:
 
Aspetta, non andare
 
Ehi?
 
Scusa, ti prego. 
 
Possiamo chiarire, per favore?
 
Leggi i messaggi e neanche rispondi. Davvero molto maturo. 
 
Va bene, ho capito che non vuoi parlarne. Notte.
 
 
Merlino gettò con poca grazia il cellulare sul letto, fissandolo insistentemente, quasi sperando che con la forza del pensiero potesse segnalare l'arrivo di un messaggio, inconsapevole del fatto che a pochi passi da lui, Artù aveva spento il cellulare per evitare di rispondergli.
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
Nel prossimo capitolo:
 
"Hai mai la sensazione di non essere abbastanza? Non importa quanto duramente ci provi, non importa quanto impegno tu ci metta, niente sarà mai abbastanza" gli disse, con lo sguardo perso nel vuoto.
"E non intendo solo con mio padre. E' in generale. Ho la sensazione che nessuno si renda veramente conto di quello che provo e di quello che faccio, o semplicemente non gliene importa" continuò, stringendosi nelle spalle.
Merlino cercò le parole giuste da dire, qualche rassicurazione, senza sapere che parte di quel discorso era implicitamente riferito anche a lui, nei panni dello Stregone.

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Buona sera! Eccoci qui con un nuovo capitolo :D 
Ringrazio tutti coloro che hanno iniziato/continuato questa storia. Non potete capire quanto mi faccia piacere! Grazie di cuore, davvero.
 
 
Piccolo premessa: in questo capitolo succederà una cosa very important, e magari potrà stonare un po' con il resto degli avvenimenti e dei discorsi soprattutto, ma nel prossimo cercherò di spiegarlo!
 
 
                            CAPITOLO V
 
 
 
Erano passati tre giorni da quella discussione e nessuno dei due sembrava intenzionato a fare il primo passo e scusarsi. Era diventata una questione di puntiglio. 
 
"Perché dovrei essere io il primo a scusarmi? Gli ho scritto io per ultimo, l'ho implorato di restare, ma lui mi ha ignorato" disse Merlino, sotto lo sguardo esasperato delle sue amiche.
 
"Bé, ma non ha tanto torto" gli fece notare Freya, beccandosi un'occhiataccia. 
"Come prego?"
"Sì, sembra davvero che ti dia fastidio quando lui ti chiede di vedervi. Anche io mi sentirei offesa se qualcuno a cui tengo mi respingesse ogni volta" 
"Io non l'ho rifiutato. Sai quanto voglio vederlo, sai quanto tengo a lui, sai quanto è importante"
"Lo so, ma è quello che sembra. Sono mesi ormai che questa cosa va avanti" gli fece notare, e Merlino sospirò.
 
"Lo so, ma ho la sensazione che tutto finirà, c'è qualcosa dentro me che mi blocca. E io non riesco ad affrontarla, non ancora"
 
"Io capisco che tu abbia bisogno dei tuoi tempi. Ma di tempo ne hai avuto parecchio. Quando si stancherà di aspettarti e troverà qualcun altro, non venire a piangere da noi"  gli disse con tono brusco.
"Freya" la riprese Gwen, guardandola severamente, ma lei scrollò le spalle. 
"Cosa? E' la verità. Per quanto possa essere preso da Merlino, se lui continua così non fa che allontanarlo" 
 
Merlino la guardò ferito, pensava che lei sarebbe stata dalla sua parte, ma, allo stesso tempo, si rendeva conto di quanto fossero vere le sue parole.
 
"Cerca di capirlo, Merl. Non deve essere facile neanche per lui. Magari anche lui è spaventato, ma la voglia di vederti è più grande di qualsiasi cosa" si intromise Gwen, sorridendogli in modo incoraggiante.
Merlino sospirò. "Lo so"
"Quindi, gli scriverai?" chiese Freya, e Merlino si ritrovò ad annuire, seppur poco convinto. Ma era sempre un passo avanti.
 
***
 
"Perché dovrei cercarlo io, dopo che mi ha fatto capire che non vuole vedermi?" chiese Artù, mentre Morgana leggeva la conversazione che aveva avuto con lo stregone.
"Forse per il fatto che non ha mai detto che non vuole vederti?" ipotizzò la ragazza, guardandolo in modo eloquente.
"Si chiama leggere fra le righe"
"No, si chiama avere il paraocchi. Capisco che ti possa sentire rifiutato, ma devi anche capire che questo ragazzo possa avere paura"
"Ma paura di cosa? E' questo che mi fa incazzare. Pensa davvero che io lo possa escludere dalla mia vita, dopo tutto quello che ci siamo detti?" sbottò Artù e Morgana sospirò, ruotando gli occhi.
 
"Magari ha paura di scoprire che tutto questo sia costruito su un'illusione e la realtà lo spaventa. Non puoi biasimarlo"
"Anche io sono terrorizzato all'idea di cosa possa accadere, ma non mi importa. Perché quello che provo per lui è più grande di questa paura e correrei da lui anche in questo preciso momento, se solo me lo chiedesse" 
 
" Lo so, e so che ti senti ferito da questo suo comportamento. Ma non puoi lasciare che questa discussione vi allontani. Metti da parte il tuo stupido orgoglio e scrivigli, anche solo per dirgli ciao, ma fallo. Mostragli che quello che avete è più forte di tutto il resto" gli disse Morgana, porgendogli il cellulare.
 
Artù guardò sua sorella e si ritrovò a sospirare. 
 
***
 
TheKing:
 
Ehi
 
The_Sorcerer:
 
Ehi
 
TheKing:
 
...telepatia. Ci siamo scritti nello stesso momento.
 
The_Sorcerer:
 
Già...
 
TheKing:
 
Volevo chiederti scusa per l'altra notte. Me ne sono andato senza neanche rispondere ai tuoi messaggi, e mi dispiace. Ma se fossi rimasto, avremmo finito con il litigare e magari dirci cose che non pensiamo, solo per ferirci.
 
The_Sorcerer:
 
Va bene, scusami tu. Non dovevo reagire in quel modo
 
TheKing:
 
Credo che dovremmo parlare.. E' chiaro che ci sono dei punti irrisolti e io voglio chiarire, prima che finiamo per attaccarci 
 
The_Sorcerer:
 
Credo di essere un po' paranoico. 
 
TheKing:
 
Solo un po'??
 
Ascolta, capisco che tu possa essere nervoso all'idea di vedermi, lo sono anche io. Ma siamo due adulti e credo che riusciremo a gestire qualunque situazione si presenti. Sia se ci rendiamo conto che non c'è alcuna alchimia, sia se scatta la scintilla. Ne parliamo, ci confrontiamo e decidiamo cosa fare. Insieme.
 
The_Sorcerer:
 
E se la scintilla scattasse solo per uno dei due? Se solo uno di noi si rendesse conto di provare qualcosa per l'altro e non fosse ricambiato?
 
TheKing:
 
E se ci concentrassimo solo sul vederci per ora? Poi ciò che verrà, verrà.
 
The_Sorcerer:
 
Se son rose fioriranno?
 
TheKing:
 
Esatto. Di cosa hai più paura? Di deludere me o di rimanere deluso da me? 
 
The_Sorcerer:
 
Non potrei essere deluso da te. Qualunque sia il tuo aspetto...
 
TheKing:
 
E non pensi che questo possa valere anche per me? 
 
The_Sorcerer:
 
Sai cosa? Hai ragione. 
(imprimiti nella memoria questo momento perché non lo dirò una seconda volta)
 
TheKing:
 
Scemo ahah 
Lo so che ho ragione!
 
The_Sorcerer:
 
Quindi, è tutto okay fra noi?
 
TheKing:
 
Certo, non sarà mica una piccola discussione ad allontanarci. Non ti liberi di me così facilmente!
 
The_Sorcerer:
 
Peccato, e io che pensavo di essere riuscito nel mio intento!
 
TheKing:
 
.... Sei così simpatico
 
The_Sorcerer:
 
Scusami ancora. Sono stato malissimo in questi giorni senza sentirti
 
TheKing:
 
Anche io. Mi sei mancato. 
 
E ti chiedo di nuovo scusa. Non voglio farti alcuna pressione. Io sono qui e ti aspetto, non importa quanto tempo ci vorrà.
 
The_Sorcerer:
 
Dovevo essere un santo in un'altra vita, per meritarmi una persona come te  

TheKing:
 
Eheh, non esagerare!
 
No okay scherzo, sei davvero molto fortunato. Seriamente, dove lo trovi un altro come me?
 
The_Sorcerer:
 
E' questo il punto, perché dovrei trovare un altro come te, quando ho già te? (ha senso ciò che ho detto??)
 
TheKing:
 
No, ma ho capito cosa intendi. Io sono unico e  l'unico :D
 
The_Sorcerer:
 
Vedo che sei sempre molto modesto. 
 
TheKing:
 
Tu mi fai volare 
 
The_Sorcerer:
 
Non troppo in alto, però. Rischi di bruciarti col sole.
 
TheKing:
 
Tu sei il mio sole. Illumini le mie giornate ❤
 
The_Sorcerer:
 
...che originalità 
 
TheKing:
 
Sssh, non rovinare l'atmosfera
 
The_Sorcerer:
 
Sei un idiota ahah
Ma mi piaci anche per questo
 
TheKing:
 
Oh oh, 'anche'? Per quali altre cose ti piaccio? 
 
The_Sorcerer:
 
Come se te lo venissi a dire! Pff. 
 
TheKing:
 
Ho il diritto di saperlo.
 
The_Sorcerer:
 
Devo andare, ciao  ❤
 
TheKing:
 
Non puoi lasciarmi così! Sei cattivo :( 
 
The_Sorcerer:
 
Mi farò perdonare ;)
 
TheKing:
 
Sarà meglio per te. u.u
 
***
 
Artù e Merlino avevano scoperto che passare del tempo insieme, non era così male come pensavano. Non potevano dire di essere diventati super amici, ma si stava creando un nuovo legame fra loro. Se prima ognuno stava per conto suo, adesso quelle rare volte che erano entrambi a casa, lo passavano insieme. Invece di chiudersi ognuno nella propria stanza, restavano in cucina o nel salone, rispettando l'uno lo spazio dell'altro. Spesso si rivolgevano a stento la parola, troppo impegnati a studiare, ma si scambiavano occhiate fugaci, o facevano qualche commento esaurito su un argomento difficile da studiare. La sera invece si sedevano alle due estremità opposte del divano, passando la maggior parte del tempo a litigare per scegliere che film vedere, piuttosto che vederlo per davvero.
 
"Wow, sembriamo quasi dei coinquilini normali" commentò una sera Artù, gettandosi con poca grazia sul divano, mentre Merlino scorreva distrattamente la lista dei film su Netflix. 
Merlino sbuffò una risata. "Quasi" sottolineò, guardandolo di sottecchi.
Artù ricambiò il suo sguardo e sorrise. Sì, decisamente non era male passare del tempo insieme a quell'idiota di Merlino.
 
***
 
Merlino si era immaginato tutto per quel venerdì sera. Per la testa gli erano passati gli scenari più assurdi, ma quello che stava vivendo in quel momento, non lo aveva preso proprio in considerazione. Stare seduto in macchina con Artù, mangiando un panino unto con hamburger e patatine, con la maionese che rischiava di cadere minacciosamente sulle loro camicie dai colletti inamidati  non era proprio ciò che si aspettava. 
Durante tutto il tragitto Artù non aveva detto nulla sul cambio di programma. Merlino  aveva realizzato che non erano dove dovevano essere, quando davanti a loro c'era un furgoncino con cibo di strada e non l'edificio imponente dell'azienda. 
Artù  aveva continuato a non dire nulla, se non per chiedergli come volesse il panino. Solo qualche minuto dopo aver finito di mangiare, prese parola.
 
"Mi dispiace, ma non me la sentivo di andare" disse con un filo di voce, guardandolo di sfuggita. 
"No, è a me che dispiace. Se ti sentivi a disagio ad avermi con te, potevi dirmelo" rispose Merlino, voltandosi a guardarlo.
"No, non è questo, giuro. Io non volevo neanche andarci e penso che tu l'avessi già capito" replicò e Merlino fece un piccolo cenno con la testa.
"Odio queste cene. Mi rendono sempre nervoso. Devo comportarmi in un determinato modo, stare attento a ciò che dico, a ciò che faccio, fingere sorrisi e cortesia, quando vorrei solo scappare. Non volevo coinvolgerti in questo" spiegò, stringendosi nelle spalle.
Merlino gli rivolse un piccolo sorriso. "Tranquillo, non ti devi giustificare. Ero nervoso un po' anche io" ammise. 
"Solo un po'?" chiese Artù, guardandolo in modo eloquente.
"Okay, forse un po' tanto" gli concesse Merlino, arricciando le labbra in un sorriso colpevole. 
"Allora mi sento meno in colpa per non esserci andato" 
 
"Cosa ne penserà tuo padre?" gli chiese Merlino, guardandolo in modo così intenso che per un attimo Artù si sentì a disagio. Sembrava che Merlino volesse leggergli dentro, non sapeva dire se lo facesse intenzionalmente o se fosse solo colpa dei suoi grandi occhi blu.
"Sinceramente non me ne importa. Non voglio pensarci" disse, sospirando rumorosamente.
 
"Dovrebbe importarti, invece. Io credo che dovresti fargli capire quanto il suo supporto e la sua approvazione significano per te" ribatté Merlino.
"Pensi che non lo abbia già fatto? Sembra che abbia i paraocchi" 
 
"Ascolta, so che ti sembra impossibile, e magari avrai provato altre volte a parlargli. Ma per prima cosa ne devi essere convinto tu" gli fece notare.
"Come faccio ad esserne convinto se ogni volta che vado per parlargli, mi si forma un nodo in gola? Nella mente ho le parole già pronte, ma poi non riesco a pronunciare nulla, non riesco a dire niente di ciò che vorrei dire" rispose Artù, sospirando frustrato.
 
"Perché parti prevenuto. Perché già immagini che la conversazione andrà male e alla fine è quello che succede. Io credo che lui sia disposto a venirti incontro più di quanto immagini. E' pur sempre tuo padre, lui è la tua famiglia. Non dovete allontanarvi per questo" disse con convinzione, arrossendo leggermente allo sguardo penetrante di Artù. Ringraziò il fatto che fossero quasi al buio, illuminati solo dalle luci distanti della città. 
 
"Perché dovrei fare io il primo passo? Non dovrebbe spettare a lui?" chiese Artù, rompendo il silenzio. 
"Mh, siete entrambi dei Pendragon. Come la pensi tu così, la pensa anche lui" rispose Merlino, stringendosi nelle spalle.
 
"Vorresti insinuare che noi Pendragon siamo..." andò per dire Artù, non riuscendo a trovare l'aggettivo esatto.
"Insopportabilmente orgogliosi, testardi e pieni di sé? Assolutamente sì" continuò Merlino per lui, nascondendo un ghigno dietro il bicchiere di carta che teneva in mano. Artù assottigliò lo sguardo in quella che doveva essere un'espressione minacciosa.
 
"Sinceramente in questo momento sembri un gattino arruffato" disse Merlino, allungando un braccio per scompigliargli i capelli, ma Artù gli schiaffeggiò la mano.
"Non ci provare" sibilò, e Merlino scoppiò a ridere. Artù, suo malgrado, non poté che fare lo stesso. 
 
"Comunque quello che voglio dirti è di non rischiare di perdere tuo padre solo per non mettere da parte il tuo stupido orgoglio. Potresti pentirtene un giorno" concluse Merlino, allungando un braccio per poggiare il bicchiere ormai vuoto, sul cruscotto.
 
Artù lo guardò per qualche istante, incerto su cosa dire. "Grazie. Sei davvero un buon amico, Merlino" 
 
Le labbra di Merlino si stesero in un ghigno. "Sta' attento, rischi di diventare sentimentale" scherzò, beccandosi uno schiaffo giocoso sul braccio. 
"Gattino arruffato" mormorò in tono provocatorio e Artù allungò le mani per solleticarlo. Merlino si ritirò sul sedile, cercando di bloccargli i polsi. Risero e continuarono quella strana lotta per qualche minuto, fino a quando Merlino non sbatté la nuca contro il finestrino. Artù si rimise composto, poggiando la testa sulla testiera del sedile. Merlino lo imitò e per qualche istante si guardarono in silenzio, cercando di regolarizzare i loro respiri leggermente affannati dalle risate.
 
Artù ad un certo punto sospirò e aprì e chiuse la bocca diverse volte, sul punto di dire qualcosa per poi ripensarci. E nel momento in cui Artù parlò, Merlino seppe quanto fosse difficile per lui aprirsi in quel modo e mostrarsi vulnerabile. 
 
"Hai mai la sensazione di non essere abbastanza? Non importa quanto duramente ci provi, non importa quanto impegno tu ci metta, niente sarà mai abbastanza" gli disse, con lo sguardo perso nel vuoto.
"E non intendo solo con mio padre. E' in generale. Ho la sensazione che nessuno si renda veramente conto di quello che provo e di quello che faccio, o semplicemente non gliene importa" continuò, stringendosi nelle spalle.
 
Merlino cercò le parole giuste da dire, qualche rassicurazione, senza sapere che parte di quel discorso era implicitamente riferito anche a lui, nei panni dello Stregone. Perché Artù si era sentito ferito dal suo comportamento, ma aveva mandato giù il nodo alla gola e aveva finto che tutto andasse bene, quando in realtà un po' sentiva di aver fallito. Aveva la sensazione di non essere riuscito a fargli capire quanto tenesse a lui. 
 
"So quanto sia brutto sentire di non essere abbastanza. Sentirsi soli anche in mezzo ad una folla. Avere quella sensazione di un vuoto dentro che non sai se riuscirai mai a colmare" disse Merlino, stupendosi del modo in cui fosse facile parlare con Artù. Era come se sentisse il bisogno di dirgli quelle cose. 
"E' frustrante. Metti tutto te stesso in una cosa, eppure anche quel tutto non è abbastanza e ti ritrovi a chiederti perché" continuò, mentre Artù lo guardava con attenzione. Era incredibile il modo in cui Merlino sembrava capirlo. 
 
"Come hai fatto?" domandò Artù con un filo di voce. Merlino assunse un'espressione perplessa. 
"Fatto cosa?"
"Sei riuscito a farmi parlare di cose personali, cosa che non faccio facilmente, neanche con i miei migliori amici" rispose, mentre una vocina dentro di lui gli ricordava che era riuscito ad aprirsi e a parlare senza paura solo con un'altra persona.
 
Merlino fece un piccolo sorriso e si strinse nelle spalle. "Magia" sussurrò come se stesse rivelando un segreto e Artù si ritrovò a sorridere con lui, non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso. Era come ipnotizzato da quegli occhi di un intenso blu, -sembrava che il cielo notturno si stesse riflettendo in quelle iridi-, dal suo sorriso ancora disegnato sulle sue labbra rosee, e dal calore che sprigionava la mano sulla sua spalla, irradiandosi lungo tutto il corpo. Senza che potesse controllarlo, si avvicinò a Merlino, o forse Merlino si era avvicinato o forse lo fecero entrambi contemporaneamente, nessuno dei due lo capì. Ciò che era certo era che l'attimo dopo si trovarono con le labbra unite. 
 
Merlino restò per un attimo immobile, ma poi sospirò e chiuse gli occhi, lasciandosi andare in quel bacio. Strinse la mano sulla spalla di Artù, mentre quest'ultimo portò una mano sulla sua guancia, sfiorandola con la punta delle dita. Merlino sentì la pelle formicolare e si spinse leggermente contro di lui.
 C'era qualcosa di terribilmente sbagliato in tutto quello, ma allo stesso tempo sembrava così giusto. Era come se non avessero aspettato altro che quel momento. I loro corpi cercavano di aggrapparsi l'uno all'altro, anche solo con una semplice carezza, e le loro labbra si muovevano lentamente le une sulle altre, creando una dolce armonia di sospiri nel silenzio della notte. 
Uno schiocco di labbra un po' più rumoroso, sembrò risvegliarli. Si resero conto di ciò che stavano facendo e, lentamente, si staccarono l'uno dall'altro, guardandosi attentamente negli occhi, come se stessero cercando una risposta l'uno nell'altro. Risposta che però non trovarono.
 
 "Scusa" dissero contemporaneamente, sorridendo nervosamente.
"Davvero, scusami. Io non so perché l'ho fatto" ribadì Artù, quasi sentendosi in dovere di giustificarsi. Merlino si strinse nelle spalle.
"Tranquillo, ci siamo solo lasciati trascinare dall'atmosfera che si era creata" lo rassicurò Merlino, sedendosi composto sul sedile. Artù sembrò sul punto di dire altro, ma poi ci ripensò e, senza pronunciare una parola, accese il motore della macchina e partirono. 
 
Durante tutto il tragitto, non avevano detto una parola. Una volta arrivati a casa, si chiusero rispettivamente nelle loro stanze. 
Merlino digitò un messaggio veloce a Gwen, chiedendole di andarlo a prendere con una qualsiasi scusa. Non poteva restare sotto lo stesso tetto con Artù. Non era pronto ad affrontarlo. 
Fortunatamente Gwen fu immediata a presentarsi sotto casa, e a Merlino non interessò neanche che scusa avesse usato. Ciò che importava era che si sarebbe allontanato da Artù.
 
 
 
 
 
 
Uhm, quindi sì. Artù e Merlino si sono baciati. Nel capitolo che avevo scritto precedentemente, il bacio era molto diverso. Molto più focoso e impulsivo, mentre qui l'ho riscritto in modo più soft. 




 
 
Nel prossimo capitolo:
 
(doppio spoiler!)
 
 
The_Sorcerer:
 
Credi che stiamo inseguendo una fantasia?
 
TheKing:
 
Cosa intendi?
 
The_Sorcerer:
 
Intendo questa cosa che c'è fra noi. Non so cosa sia, ma so che è importante per me. 
 
TheKing:
 
Lo è anche per me.
 
The_Sorcerer:
 
E' che non abbiamo mai definito il nostro rapporto e.. non lo so.
 
TheKing:
 
Perché me lo chiedi? C'è un'altra persona?
 
_______
 
 
Lady*of*the*lake:
 
Ragazzi, grandi notizie! Ho appena finito di parlare con gli altri amministratori del gioco, e dopo tanti dubbi e discussioni, abbiamo convenuto di fare un raduno proprio qui a Londra! Anche quelli di Dublino e Parigi e città limitrofe parteciperanno. 
Camelot prenderà vita!!
 
 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***



Eccoci qui con il nuovo capitolo! Voglio ringraziarvi per seguire questa storia con così tanto entusiasmo. Grazie a tutt*, siete meravigliosi. Mi rendete sempre felice 
Spero che il capitolo vi piaccia!


 

 
 
Gwen, Lancillotto, Will e Freya si scambiavano occhiate da circa dieci minuti, fissando preoccupati Merlino, che sembrava essere in trance. Da quando era entrato in casa non aveva detto una parola, se non per salutarli.
 
"Io e Artù ci siamo baciati" disse ad un tratto, facendo sputacchiare un po' d'acqua a Gwen. 
"Cosa? Oddio, racconta" gli disse Freya, spostando una bottiglia per poterlo guardare. 
Merlino sospirò e poi raccontò in linee generali ciò che era successo con Artù, senza scendere nei particolari della discussione.
"Okay, mi sembra di capire che tutto questo sia una cosa positiva. Artù ti piace, tu piaci a lui. Quindi, perché hai quell'espressione?" chiese Freya.
 
Merlino la guardò come se fosse ovvio. "Forse perché mi sento con un'altra persona e ho la sensazione di averlo tradito?" ipotizzò sarcasticamente.
 
"Chi senti di aver tradito? Artù o l'altro ragazzo?" domandò Will, e Merlino si ritrovò a boccheggiare in cerca della risposta.
"Io... non c'è niente fra me e Artù. Quindi non posso averlo tradito" osservò lui, ma Will sbuffò.
"Se la metti così non c'è niente neanche con l'altro" ribatté, beccandosi un pugno sulla gamba da Freya, che lo guardò severamente. 
 
"Insomma, avete mai parlato davvero del vostro rapporto? Siete legati sì, ma non state mica insieme. Potresti frequentare qualcuno, no? O avete deciso che è un rapporto esclusivo?" gli chiese, ignorando le occhiate preoccupate delle due ragazze e di Lancillotto e quella perplessa di Merlino.
 
"Vi sentite da quanto? Cinque mesi o poco più? Pensi davvero che in questi mesi lui non abbia frequentato nessuno?" continuò a dire, e Merlino si ritrovò a boccheggiare per un attimo, prima di rispondergli, ma non ne ebbe modo, perché Will parlò di nuovo.
 
"Vogliamo davvero far finta che tutto questo sia normale? Stai inseguendo una fantasia, Merlino. Svegliati. Queste cose non funzionano. Diamine, non sai neanche il suo nome" insistette e Merlino si sentì sempre più ferito. Non tanto per ciò che stava dicendo, ma per come lo stava facendo. Non c'era un minimo di comprensione nel suo tono di voce. 
 
"Will, basta" lo riprese Gwen, ammonendolo con lo sguardo.
"Perché? Così possiamo parlare di quanto sia romantico ciò che lega Merlino ad uno sconosciuto? E' una cosa assurda. Dovresti, anzi tutti voi dovreste concentrarvi sul mondo reale" disse Will, guardandoli con disappunto.
 
"Per rispondere alla tua domanda, sì. Penso davvero che non abbia frequentato qualcuno in questi mesi, mi fido di lui. Se così fosse stato, me lo avrebbe detto" disse Merlino con convinzione.
"Oh, e adesso gli dirai che hai baciato un ragazzo?" gli chiese Will, quasi sfidandolo.
"Non è stato niente di importante. Non vedo cosa ci sia da dire" rispose Merlino, sulla difensiva.
"Certo, perché tu vai in giro a baciare gente a caso così, perché tanto non è importante" replicò Will, con finta accondiscendenza. 
 
"Quello che Will sta cercando di dirti, è di considerare ciò che potresti avere con Artù" si intromise Gwen, cercando di alleggerire la tensione e far sentire meglio Merlino.
 
"Non credo ci potrà mai essere niente con Artù" disse francamente, stringendosi nelle spalle. 
"Se non ne avete parlato, non puoi saperlo" gli fece notare Gwen, allungando una mano sul tavolo per prendere la sua.
 
"Ascolta, io so cosa significa il Re per te. So quanto ti ha aiutato, anche senza saperlo. Dopo che quello stronzo di Josh ti ha ferito, dicendoti che non eri abbastanza  per lui, tu hai cominciato a farti mille paranoie. E questo ragazzo ti ha fatto sentire importante, ti ha fatto sentire parte della sua vita  senza neanche conoscerti. E tu ami aiutare le persone, ascoltarle e consigliarle. Anche tu sei riuscito ad aprirti con lui e questo è stato un passo da gigante, visto che a stento parlavi con noi. Ma so anche che ciò che è successo con Artù ti ha segnato" gli disse dolcemente, accarezzandogli il dorso della mano con il pollice. Merlino la guardò con affetto. 
 
"E' ovvio che mi ha segnato. E lo ammetto, mentre lo baciavo non riuscivo a pensare ad altro, a nessuno, se non ad Artù e a quanto erano perfette le sue labbra sulle mie. E per questo mi sento una persona orribile. So che non c'è un impegno ufficiale con l'altro ragazzo, ma io sono emotivamente legato a lui, in un modo che non avevo mai immaginato e sento di averlo tradito" spiegò, mordicchiandosi il labbro inferiore con fare incerto. 
 
"Devi ascoltare il tuo cuore, Merlino. Se vuoi provare a frequentare Artù, potresti farlo. Ma non devi pensare a cosa potresti avere con l'uno o con l'altro. Le relazioni non si basano su dei pro e dei contro, si basano sull'istinto e sulle emozioni" si intromise Lancillotto che fino a quel momento era stato in disparte.
 
"Con Artù ci siamo legati un po' in questi ultimi giorni. Il nostro rapporto è sempre stato particolare, ma nessuno dei due ha mai mostrato interesse per l'altro. 
Con il 're' c'è tutto un altro tipo di legame. Siamo connessi da qualcosa che non riesco neanche a spiegare. Sono cinque mesi che è il mio punto di riferimento e io sono il suo. Non posso rinunciare a questo" disse, scuotendo appena la testa. 
 
"Ma...?" chiese Freya, sapendo che c'era dell'altro.
"Artù è stupendo, e io non pensavo di poter mai piacere a un ragazzo come lui. Non pensavo di poter mai piacere a lui. E quando si è avvicinato a me e ci siamo baciati, mi sono sentito così bene. E vorrei poter dire che è solo attrazione fisica, ma c'è qualcos'altro in lui che mi attira." rispose, sospirando.
"Ma non è abbastanza" osservò Lancillotto e Merlino fece un piccolo cenno con la testa. 
"No, non è minimamente paragonabile a quello che provo per il re" disse con convinzione. 
"Allora sai già cosa fare" gli disse Gwen, rivolgendogli un sorriso incoraggiante.
Merlino ricambiò con un sorriso riconoscente, ignorando lo sbuffo di Will. 
 
"Spero solo che tu non te ne penta." borbottò e Merlino sospirò, senza dire che sperava esattamente la stessa cosa.
 
 
***
 
 
"Come mai avete portato anche Morgana?" chiese Artù, alternando lo sguardo fra Leon, Galvano, Percival e Morgana.
"Abbiamo pensato che potesse servire la saggezza di una donna" rispose Galvano, gettandosi sul divano.
"Sì, ma Morgana?!" domandò in modo scettico, beccandosi un'occhiataccia da parte della sua sorellastra.
"Non temporeggiare. Sputa il rospo" gli disse, incrociando le gambe e aspettando impaziente. 
 
"Io e Merlino ci siamo baciati" sbottò, passandosi una mano fra i capelli in un gesto frustrato.
"Aspetta, intendi proprio Merlino? Il tuo coinquilino? Merlino Merlino?" gli chiese Galvano, guardandolo con un ghigno. Artù sbuffò, ma rispose con un sì seccato.
 
"Non sapevo ti piacesse Merlino" disse Leon, aggrottando la fronte.
"Non mi piace infatti" ribatté prontamente Artù, risultando poco credibile perfino a sé stesso.
"Certo, perché è normale baciare uno che non ti piace" gli fece notare Morgana, con finto tono accondiscendente. 
 
"Okay, forse non mi lascia proprio indifferente..." ammise con un sospiro. 
"Ma...?" chiese Galvano, e Artù lo guardò in modo eloquente.
"Giusto, c'è di mezzo lo stregone" ricordò Morgana, stendendo le labbra rosse in un ghigno malizioso. 
"Il nome lo ha azzeccato dal momento che ti ha stregato per davvero" scherzò Leon, facendo ridacchiare i presenti, ad eccezione di Artù ovviamente.
 
"Ascolta, da quel che ho potuto capire dalle conversazioni di gruppo, lo stregone sembra davvero un ragazzo simpatico. Poi da quello che ti scrive sembra proprio perso per te" disse Morgana, sfregando le lunghe unghia rosse sul bracciolo della poltrona come se fosse un gatto.
 
Artù scattò a sedere e guardò sua sorella. "Da quello che mi scrive? E che ne sai tu?" le chiese e lei scrollò le spalle.
"Sono entrata con il tuo account e ho letto le vostre conversazioni" rispose con tono ovvio, come se fosse una cosa normale. 
"Come diavolo hai fatto? E perché?" domandò Artù, guardandola in modo scioccato.
"Tesoro, forse dovresti mettere una password meno ovvia della tua data di nascita. E l'ho fatto perché ero curiosa, naturalmente" rispose tranquillamente, stringendosi nelle spalle. Artù continuò a guardarla perplesso per qualche secondo, dopodiché sospirò rassegnato.
 
"Esattamente, cosa è successo?" gli chiese Leon e Artù raccontò ciò che era accaduto, restando vago sulla conversazione che aveva avuto con Merlino.
 
"Io credo che quello che è successo con Merlino sia stato solo un attimo di debolezza. Eravate entrambi senza difese e qualcosa è scattato. Merlino sembra un ragazzo fantastico, è simpatico e carino, ma sii onesto. Pensi che potresti mai stare con lui?" gli chiese Percival, e Artù ringraziò mentalmente la sua presenza. Non sarebbe riuscito ad affrontare Morgana e Galvano insieme senza un aiuto. E Leon a volte sapeva essere peggio di quei due.
 
"Non credo. Se non ci fosse di mezzo un'altra persona avrei detto senza alcun dubbio sì. Ma non so se riuscirei a costruire qualcosa con Merlino, pensando a cosa avrei potuto avere con l'altro" rispose, mordicchiandosi il labbro inferiore.
 
"Ma devi considerare che Merlino è reale, lo hai vicino e sai già che persona è" gli fece notare Leon.
"Già solo per il fatto che ti sopporta e riesce a tenerti testa, ha tutta la mia stima" disse Galvano, mettendosi in bocca uno dei cioccolatini preso da un porta caramelle. 
 
"Il fatto è che se il bacio con Merlino ti ha mandato in confusione, si vede che ha significato qualcosa" gli fece notare Percival.
"E' ovvio che ha significato qualcosa. Non vado in giro a baciare ragazzi a caso" ribatté Artù, massaggiandosi le tempie. 
 
"Voglio dire, con Merlino c'è stata intesa, non lo posso negare. Ma con l'altro ragazzo è tutta un'altra cosa. C'è una connessione, un legame speciale che non so se potrò mai avere con qualcun altro" continuò, sospirando affranto.
"Quindi ignorerai ciò che c'è stato con Merlino?" gli chiese Leon.
 
Artù si strinse nelle spalle. "Credo di sì" rispose. "Cos'altro potrei fare?" 
"Potresti passare del tempo con Merlino e capire se potresti essere interessato a lui oppure no" propose Leon.
"Io... non so se è quello che voglio. E non credo che ci riuscirei, non mentre sono legato ad un'altra persona"
 
"Sai, credo che sia normale che tu ti stia avvicinando a Merlino. Dentro hai tutto questo affetto nei confronti di un ragazzo che non hai accanto e non potendo mostrarlo direttamente a lui, ti stai attaccando a Merlino, che è davvero una bella persona ed è qualcuno che è presente e reale" gli disse Galvano, e Artù si sorprese nel rendersi conto che probabilmente poteva avere ragione. 
 
Ma non lo ammise, ovviamente. Non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura. 
E, anche se avesse voluto dire qualcosa, non ce ne sarebbe stato modo dal momento che sentirono la porta di casa aprirsi e poi chiudersi.
 
Significava solo una cosa. Merlino era rientrato.
 
E Artù in quel momento avrebbe voluto essere su un altro pianeta, perché avere Merlino e  i suoi amici che sapevano ciò che era successo nella stessa stanza, sarebbe stato un disastro. 
 
Infatti, non appena Merlino entrò nel salone, sembrò che il tempo si fosse fermato. Tutti lo fissarono con dei sorrisi poco rassicuranti, tranne  Percival che mantenne un sorriso cordiale. 
 
"Ciao Merlino" dissero in coro e Artù sprofondò nel divano nella speranza che esso lo inghiottisse e lo portasse via da lì.
 
"Ciao" ricambiò Merlino, salutando con un gesto timido della mano. Senza dire altro, camminò lungo il corridoio, pronto a chiudersi nella sua stanza e, mentre stava per aprire la porta, venne raggiunto da Artù.
Merlino lo guardò con finta perplessità, mentre aspettava che parlasse.
 
"Puoi aspettare un momento? Credo che dovremmo parlare... Mi libero di loro e arrivo" gli disse, indicando con un gesto della mano i presenti nel salone.
Merlino fece un piccolo cenno con la testa e Artù si allontanò.
 
"Dobbiamo andare via, suppongo" disse Leon, alzandosi dal divano. Artù li guardò con riconoscenza, mentre andavano via. Chiuse la porta d'ingresso con un sospiro, cercando di recuperare il coraggio necessario per parlare con Merlino di quanto era successo fra loro poco prima. 
Proprio mentre stava per andare verso la stanza di Merlino, quest'ultimo lo aveva già raggiunto nel salone, aspettandolo sul divano. Artù si schiarì la voce e gli si sedette accanto.
 
"Ascolta, riguardo a quello che è successo poco fa, io... Non so come dirlo senza sembrare una persona orribile, ma non voglio che tu fraintenda quel bacio" iniziò a dire Artù, un po' incerto. Non sapeva come continuare, cosa dire senza essere troppo insensibile. Andò per parlare di nuovo, ma Merlino lo anticipò.
 
"Tranquillo, è lo stesso per me. N-non credo che fra noi possa esserci qualcosa, ma giuro che non è per te. E' che sono in una situazione complicata e... Non so perché sia successo quello che è successo, forse avevamo entrambi bisogno di un contatto, di rassicurazione, non so neanche io cosa" farfugliò, passandosi una mano sulla fronte, e Artù non seppe se sentirsi sollevato o deluso. 
 
Artù resto a guardarlo in silenzio, non sapendo che dire. Sembrava che avessero detto quello che c'era da dire, eppure sentiva ancora un nodo alla gola.
 
"Sbaglio?" chiese Merlino in un sussurro, voltando di poco la testa per poterlo guardare. 
Artù scosse la testa. "No, hai ragione. E' stato solo un momento in cui ci siamo lasciati prendere" concordò, stendendo le labbra in un sorriso forzato.
 
Si guardarono per qualche istante, forse sperando inconsciamente in qualcosa di diverso, ma dopo un po' Artù si schiarì la gola.
 
"Allora, è tutto ok?" mormorò, avendo quasi paura di una sua possibile risposta.
"E' quello che spero" rispose Merlino e stavolta Artù sorrise sinceramente.
"Lo è per me, se lo è anche per te" gli disse e Merlino annuì. 
"Si, è tutto ok"
"Bene" concordarono contemporaneamente, ma per qualche ragione non ci credettero molto.
 
 
 ****
 
 
The_Sorcerer:
 
Credi che stiamo inseguendo una fantasia?
 
TheKing:
 
Cosa intendi?
 
The_Sorcerer:
 
Intendo questa cosa che c'è fra noi. Non so cosa sia, ma so che è importante per me. 
 
TheKing:
 
Lo è anche per me.
 
The_Sorcerer:
 
E' che non abbiamo mai definito il nostro rapporto e... non lo so.
 
TheKing:
 
Perché me lo chiedi? C'è un'altra persona?
 
The_Sorcerer:
 
No. E anche se ci fosse, sceglierei te. Sceglierei sempre te. 
 
TheKing:
 
Voglio che tu sappia che è lo stesso per me. Ma visto che ne stiamo parlando, voglio dirti una cosa. Non ho mai frequentato nessuno in questi mesi che ci conosciamo, non ne ho mai sentito il bisogno. Ma c'è stato un momento con un'altra persona...non è stato niente, non pensare male, perché non è successo niente. Però si è creata comunque una connessione. E...non so come spiegarlo 
 
The_Sorcerer:
 
Ti sei sentito sopraffatto. Non è qualcosa che si può controllare. Magari sarebbe stato facile lasciarti andare con lui...
 
TheKing:
 
Sì, sarebbe stato facile, ma non ho voluto farlo.  Perché ho già te. E lo so che è assurdo, perché non ci siamo mai visti, non sappiamo come siamo fatti, non sappiamo neanche i nostri nomi, ma so dove mi porta il cuore. Mi porta da te. 
 
 
The_Sorcerer:
 
E' lo stesso anche per me. Non potrei mai pensare di legarmi a qualcuno, non mentre ci sei tu. 
 
TheKing:
 
Sono contento che l'abbiamo chiarito. Non ne abbiamo mai parlato, è vero, ma credo perché abbiamo sempre saputo che questa non era una strada a senso unico.
 
The_Sorcerer:
 
Esatto, ma cosa più importante, sono contento della fiducia che abbiamo l'uno nell'altro. Mi fido ciecamente di te. 
 
TheKing:
 
Non farei mai niente che possa ferirti. Non intenzionalmente almeno...
 
The_Sorcerer:
 
Lo so ❤
 
TheKing:
 
❤❤
 
Okay, credo che per oggi siamo stati fin troppo sentimentali ahah
 
The_Sorcerer:
 
Che asino reale che sei!
 
TheKing:
 
Ti ricordo che sono il re u.u
Dovresti mostrare più rispetto!
 
The_Sorcerer:
 
Nah, non l'ho mai fatto e non intendo iniziare adesso!
 
TheKing:
 
Forse dovrei iniziare a punirti. 
 
The_Sorcerer:
 
Non ci riusciresti u.u 
 
TheKing:
 
Mmh, non sfidarmi 
 
The_Sorcerer:
 
Stavo pensando ad una cosa... l'altra volta mi hai chiesto come ti immagino. Adesso faccio io questa domanda a te. Come mi immagini?
 
TheKing:
 
Mi devo ispirare a un personaggio famoso?
 
The_Sorcerer:
 
Uhm no, puoi anche dirmi qualche caratteristica 
 
TheKing:
 
Okay, allora... di media corporatura, non tanto alto, capelli scuri, occhi castani, naso all'insù, labbra sottili
 
The_Sorcerer:
 
Ci hai preso ben poco xD
Ti do l'opportunità di scegliere una sola caratteristica e io risponderò
 
TheKing:
 
Occhi.
 
The_Sorcerer:
 
Blu :)
 
TheKing:
 
Scherzi?! 
 
The_Sorcerer:
 
Uhm, no ahah 
Sono blu, a volte tendenti al grigio
 
TheKing:
 
Abbiamo capito quale sarà la mia debolezza ahahah
Il tuo turno. 
 
The_Sorcerer:
 
Posso scegliere anche io gli occhi?
 
TheKing:
 
Sì. Azzurri, a volte con sfumature di verde
 
The_Sorcerer:
 
E capelli biondi immagino
 
TheKing:
 
Mmmh, chissà. 
 
The_Sorcerer:
 
Puoi scegliere solo un'ultima cosa. 
 
TheKing:
 
Labbra 
 
The_Sorcerer:
 
Eheh, perché proprio le labbra? 
 
TheKing:
 
Dai ahahah 
E' solo per curiosità u.u
 
The_Sorcerer:
 
Ma non le so descrivere. Credo siano normali xD
 
TheKing:
 
Allora cambio... altezza 
 
The_Sorcerer:
 
1.80 circa. 
Braccia. 
 
TheKing:
 
Un po' muscolose.
 
The_Sorcerer:
 
Abbiamo capito quale sarà la mia debolezza
 
The_Sorcerer:
 
Hai la barba?
(mi sembra di giocare a 'Indovina chi')
 
TheKing:
 
No. Ho la pelle liscia come quella di un bambino :)
(idiota ahaha)
 
The_Sorcerer:
 
Okay, adesso basta domande u.u Troppe informazioni ahahah
Meglio che vado a letto
 
TheKing:
 
Mi abbandoni :(
Buona notte ❤
 
The_Sorcerer:
 
Notte ❤
 
 
***
 
TheKing:
 
Cavalieri, dame, e stregone buongiorno! :D
 
Sir.Bei.Capelli:
 
Bastava che dicessi 'buongiorno a tutti'. 
 
LadyGinny:
 
Buongiorno a tutti! In particolare a voi, sire.  Stanotte ho sognato che diventavo regina!
 
Sir.Bei.Capelli:
 
Appunto, era solo un sogno. 
 
LadyGinny:
 
I sogni diventano realtà
 
Sir.Bei.Capelli:
 
Sei diventata Cenerentola?! 
 
LadyGinny:
 
Hai mangiato pane e simpatia stamattina?
 
Sir.Bei.Capelli:
 
Credimi, non vuoi sapere  cosa ho mangiato stamattina...
 
LadyGinny:
 
. . . . . . . e se volessi saperlo?
 
Morgause:
 
Io lo voglio sapere!
 
SirLi:
 
Perché voi donne siete così curiose? 
 
SirLence:
 
Anche io lo voglio sapere! :D
 
SirLi:
 
...ti ci metti anche tu adesso?
 
TheKing:
 
Per favore, nessuno vuole saperlo. 
 
The_Sorcerer:
 
Penso che il concetto sia abbastanza chiaro. Non servono spiegazioni
 
Sir.Bei.Capelli:
 
Ho fatto un pompino al mio ragazzo. Contenti adesso? 
 
Morgause:
 
Molto :DDD 
Vogliamo i dettagli!
 
SirLi:
 
No che non li vogliamo
 
Sir-Val:
 
. . . . . . . . 
Finezza, questa parola sconosciuta. 
 
Sir.Bei.Capelli:
 
Ehi! Sono state loro a chiedere. 
 
The_Sorcerer:
 
...cosa ci faccio qui?
 
TheKing:
 
Mi stavo chiedendo esattamente la stessa cosa. Andiamo via? 
 
The_Sorcerer:
 
Sì, andrei ovunque con te.
 
Sir.Bei.Capelli:
 
O d d i o. Vi prego, pietà. 
 
LadyGinny:
 
Ma sono così carini! 
 
Lady*of*the*lake:
 
Ragazzi, grandi notizie! Ho appena finito di parlare con gli altri amministratori del gioco e dopo tanti dubbi e discussioni, abbiamo convenuto di fare un raduno proprio qui a Londra! Anche quelli di Dublino e Parigi e città limitrofe parteciperanno. 
Camelot prenderà vita!!
 
Sir.Bei.Capelli:
 
Significa che tutti potranno ammirare la mia chioma e finalmente capire perché ho scelto questo nome?!
 
Lady*of*the*lake:
 
Esatto! :D
Mio zio Alator mi ha dato la possibilità di organizzare il tutto nella sua fattoria. Dopo vi manderò l'indirizzo e la data ovviamente! Sappiamo già che il raduno si dividerà in due giornate.  E ci sarà una minima quota da pagare all'ingresso. Poi vi faremo sapere il programma ^^
 
SirLi:
 
E' un'idea grandiosa! Se ti possiamo aiutare in qualche modo, faccelo sapere :) 
 
LadyGinny:
 
Sai già che puoi contare su di me ^-^ 
 
Lady*of*the*lake:
 
In effetti sì... se qualcuno può realizzare dei bigliettini che verranno poi presentati all'ingresso con il rispettivo ruolo e regno di appartenenza, sarebbe grandioso
 
SirLi:
 
Io me la cavo piuttosto bene con le grafiche e cose simili ;)
Posso provare a fare una bozza più tardi e mi dici cosa ne pensi
 
Lady*of*the*lake:
 
Perfetto, grazie :D
Poi li pubblichiamo nella pagina così  gli altri membri del gioco possono stamparli e poi presentarli!
Stiamo anche  lavorando per rendere il capanno simile al 'The Rising Sun' :)
#lavoriamoduro
 
The_Sorcerer:
 
...perché non mi hai detto niente?
 
Lady*of*the*lake:
 
Dovevo chiederti il permesso? Io e altre persone ci stiamo organizzando da mesi. E finalmente è un progetto realizzabile. 
 
The_Sorcerer:
 
No, ma avrei preferito che me lo dicessi prima. Lo sai. 
 
TheKing:
 
Perché non sembri contento della cosa? Siamo tutti entusiasti.
Credevo che dopo quello che ci siamo detti l'altro giorno, l'avresti presa come l'occasione perfetta per vederci...
 
The_Sorcerer:
 
Non è questo...
 
TheKing:
 
Allora qual è il problema? Non vuoi vedermi? Bene, non devi. Possiamo evitarci. 
 
The_Sorcerer:
 
Non fare il melodrammatico. 
 
TheKing:
 
Non si tratta di fare il melodrammatico. Si tratta di te che hai rovinato l'umore di tutti. E per cosa? 
 
The_Sorcerer:
 
Non devo dare alcuna spiegazione.
 
TheKing:
 
La pensi veramente così? Sul serio? Credevo che dopo questi mesi saresti stato contento di conoscere tutti, di conoscere me...
 
The_Sorcerer:
 
Non è questo. Ti prego, possiamo non parlarne? Non voglio litigare. 
 
TheKing:
 
Certo, come vuoi. 
Tanto è sempre così con te. Quando le cose cominciano a farsi serie, scappi. 
 
The_Sorcerer:
 
Perché non riesci a capire. 
 
TheKing:
 
Aiutami a capire, allora. Perché io proprio non ci riesco. 
 
The_Sorcerer:
 
Perché mi sto innamorando di te, stupido idiota. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E abbiamo perso Merlino! AHAHAH
 
I know, può sembrare un tantino affrettato, ma insomma, per non scegliere Artù deve essere proprio perso! E adesso abbiamo capito fino a che punto.
 
Nel prossimo capitolo vedremo la reazione di Artù! Sono curiosa di sapere come reagirà secondo voi! 
 
Allora, tornando al presente... Sia Merlino che Artù si confrontano ognuno con i propri rispettivi amici. Ho deciso di escludere Will da questo mondo virtuale e farlo essere un po' più realistico e schietto. 
 
Artù e Merlino forse sono stati un po' sbrigativi nel chiarire fra di loro, ma essendo sulla stessa lunghezza d'onda, ho deciso di non farli dilungare troppo. Nel prossimo capitolo però le cose si sistemeranno! 
 
Si accenna l'idea del raduno e Merlino si sente "tradito" da Freya che comunque è una delle sue migliori amiche e non gli ha detto nulla di quello che lei e gli altri amministratori del gioco stavano progettando. E poi sbotta con il Re, dicendogli che si sta innamorando di lui e tra l'altro lo fa nella chat insieme agli altri!  Quindi molto pubblico ahah
 
Vi lascio qualche spoiler dal prossimo capitolo.
So che non sono molto promettenti, ma non uccidetemi pls ahah Si spiegherà tutto!
 
 
LadyGinny:
 
Siete tornati finalmente!
 
TheKing:
 
Più o meno...
 
SirLi:
 
Più o meno??
 
Sir-Val:
 
Dov'è lo stregone?
 
TheKing:
 
E' finita. 
 
 
***
 
The_Sorcerer:
 
Io credo che per un po' mi allontanerò. Non ce la faccio a restare qui. 
 
Sir-Val:
 
Chiarite, vi prego. Sappiamo che se qualcuno può superare tutto questo, quel qualcuno siete voi. Qualunque cosa sia, non importa. Riuscirete a trovare una soluzione
 
***
 
Merlino:
 
Sì, ma è stato comunque strano. E mi sento un ipocrita. Prima dico al re che mi sto innamorando di lui e poi sbavo dietro ad Artù. 
 
Gwen:
 
Non è da ipocriti. Sei umano e Artù è proprio un bel ragazzo. Solo perché lo trovi attraente, non significa che i tuoi sentimenti nei confronti del re siano meno importanti.
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Capitolo VII ***













Eccomi qui! Scusate il ritardo, ma non ho avuto modo di aggiornare prima, nonostante il capitolo fosse già pronto e solo da rivedere. 
Come prima cosa vorrei ringraziarvi per il vostro entusiasmo e per seguire la storia. Grazie di cuore. 

Seconda cosa, mi scuso per come ho lasciato il capitolo precedente e per gli spoiler di questo. Giuro che non è come pensavate e leggendo capirete! Se vi può consolare, questo finisce anche peggio ahah No scherzo. Comunque è un capitolo un po' più lungo, ma non sapevo come dividerlo quindi l'ho lasciato per com'era, anche perché gran parte si svolge attraverso messaggi quindi è più veloce da leggere :)

Niente, adesso vi lascio al capitolo. Spero vi piaccia ^_^


E al più presto risponderò alle vostre bellissime recensioni! 



















Morgause:

OH. MIO. DIO. 

Sir.Bei.Capelli:

SI AMANO. 

LadyGinny:

Lo sapevo *www* 

SirLence:

Tecnicamente solo uno dei due si è dichiarato...

SirLi:

In teoria sì, ma è così ovvio quello che provano l'uno per l'altro

Morgause:

Esatto, sono così ovvi. Mi sorprende che ancora non si chiamino 'amoruccio' o 'cucciolo' o qualche altra cosa smielata 

LadyGinny:

Manca poco e poi questa chat avrà una dose di dolcezza insostenibile 

Sir.Bei.Capelli:

Già c'è adesso, figuratevi dopo questa dichiarazione!
*prepara l'insulina*

Sir-Val:

...perché non rispondono? Dite che stanno bene?

Lady*of*the*lake:

Sì, è solo che al momento sono troppo impegnati a parlare fra loro per darci retta

Sir.Bei.Capelli:

Sbrigatevi, che ho già il numero della wedding planner fra i preferiti! 

LadyGinny:

Dateci dei segni di vitaaa 

TheKing: 

...

Morgause:

Wow, davvero molto eloquente.

TheKing:

Dovete accontentarvi di questo al momento.

**

TheKing:

Tu...sei innamorato di me?

The_Sorcerer:

Bé, non ho detto che sono innamorato di te. Ho detto che mi sto innamorando di te...

TheKing:

Cambia qualcosa? Il concetto è quello

The_Sorcerer:

Già. Diciamo che non ho ancora raggiunto il punto di non ritorno, ma ci siamo quasi, no? E' inevitabile. Non c'è modo di tornare indietro, non posso smettere di provare quello che provo per te

TheKing:

Io sto tremando, giuro. Sapere che tu hai questi sentimenti così forti per me, tanto da parlare quasi di amore, è...non posso descrivere come mi sento. 

The_Sorcerer:

Perché sento che c'è un 'ma' che sta per arrivare?  

TheKing:

Come fai a dirlo? Non ci siamo mai visti, non sai come sono...non ci siamo mai trovati faccia a faccia, non ci siamo mai vissuti veramente. 
 Tu ti stai innamorando dell'idea di me. Ti stai innamorando del modo in cui ti faccio sentire, ti stai innamorando delle mie parole. E credimi, questo è incredibile, sapere che ti faccio sentire in questo modo, che sono riuscito ad entrarti dentro con l'anima, letteralmente. 
Ma forse è un po' presto per usare la parola amore.
In realtà non è presto, è solo che conosciamo solo un aspetto l'uno dell'altro, non tutto il pacchetto, capisci? 

Ti prego, non interpretare male ciò che ti sto dicendo. Io mi sento il cuore in gola, e sto tremando e sudando, ho lo stomaco sottosopra e il cervello è un casino. 

Anche io provo sentimenti per te, così forti e intensi che a volte mi spaventano, sentimenti che ho sempre e solo sognato di provare. E li provo per te, solo per te. Per te che sei arrivato come un uragano nella mia vita, ma che, allo stesso tempo, sei entrato a farne parte in punta di piedi. Non hai mai preteso nulla, hai preso quei piccoli pezzi di me che ti davo, custodendoli preziosamente, così come ho fatto io con te. Ogni parola, ogni segreto, ogni speranza, ogni delusione, ogni cosa che tu hai condiviso con me, me la porto dentro giorno dopo giorno. 
E' solo che amore non è proprio il termine che userei, ma non per sminuire ciò che ci lega. Quando sentirai uscire quella parola da me, sarà perché conoscerò ogni singola parte di te e saprò di amarti incondizionatamente. 

Scusa il poema. 

The_Sorcerer:

Io...non so che dire. Non so cosa provare.
So solo che mi sento un idiota.

TheKing:

Non devi. 

The_Sorcerer:

Già, ma hai ragione, non posso sapere cosa provo con certezza.

TheKing:

No, hai frainteso. Non stavo mettendo in discussione i tuoi sentimenti. 
Questa non è una strada a senso unico, ci siamo dentro entrambi. 


The_Sorcerer:

Mh...

TheKing:

Solo perché non ho ricambiato le tue parole, non significa che io non prova sentimenti per te. Mi dispiace se ti ho dato un'impressione sbagliata. 

The_Sorcerer:

No, va bene. Ho capito, tranquillo. E in parte hai ragione. E' assurdo innamorarsi di qualcuno che non hai mai visto, di cui non hai mai sentito la voce, e di cui non sai neanche il nome. Ma provo questo e non posso farci niente. 

TheKing:

Perché non riesco a smettere di tremare? Ti giuro, non riesco a riprendermi. 

The_Sorcerer:

Pensa a come sto io. 


TheKing:

Mi hai lasciato senza fiato. Nel momento in cui ho letto che ti stai innamorando di me, il mio cuore si è fermato e poi è impazzito. 

The_Sorcerer:

Non volevo dirtelo in questo modo. 

TheKing:

No? E come allora?

The_Sorcerer:

Non lo so, ma ho sempre avuto questa visione di noi due abbracciati, e io  mi stacco un po' per poterti guardare negli occhi e dirti cosa provo, per poi stringerti più forte. O magari mentre ridiamo per qualcosa di stupido, mi giro a guardarti e vedo tutto ciò che ho sempre voluto, tutto ciò di cui ho bisogno e le parole escono senza che io possa controllarle. Tu smetti di ridere, la tua espressione si fa seria e l'attimo dopo il tuo viso si illumina e mi sorridi in un modo che mi fa innamorare ancora di più di te. 

Credo di averti scioccato abbastanza. E anche di essermi messo abbastanza in ridicolo.

TheKing:

Io davvero non so che dire. Sei la meraviglia. Sei tutto ciò che, inconsapevolmente, stavo cercando e aspettando da una vita. E ti ho trovato, ci siamo trovati. In un modo un po' assurdo, ma non cambierei niente. Sin dal primo istante ho sentito una connessione con te, non sapevo che saremmo arrivati fino a questo punto, ma ci siamo e non potevo chiedere di più. Chi lo avrebbe mai detto che dal parlare di strategie per uno stupido gioco, ci saremmo trovati così uniti? 
Ma è successo e  io ancora stento a crederci. Sei diventato la parte migliore della mia giornata, della mia vita...E mi sento così fortunato ad averti. Sei parte di me e voglio averti nella mia vita ogni giorno. Abbiamo tanto da vivere davanti a noi e io voglio viverlo con te, voglio vivere te. 

The_Sorcerer:

Voglio vederti. Per davvero.

TheKing:

Dici sul serio??

The_Sorcerer:

Sì. Abbiamo  l'occasione perfetta. Basta scappare.

TheKing:

Sto letteralmente saltellando sul letto come un idiota ahah

Aiuto, ci vedremo

The_Sorcerer:

Non mettermi ansia ahah

TheKing:

Quello in ansia adesso sono io. H E L P

The_Sorcerer:

Mai più di me. 

TheKing:

Vedrai che andrà tutto bene ❤
Io e te ce la faremo, lo so. Me lo sento. 

The_Sorcerer:

Lo spero davvero tanto. 

Ma aiuto, quanti messaggi hanno scritto nel gruppo? o.o 

TheKing:

Sono pazzi. 

The_Sorcerer:

Dici che dovremmo dargli retta?

TheKing:

Mmh, sono un po' troppo impiccioni. Secondo me dovremmo dargli una lezione.

The_Sorcerer:

Oh oh oh 

***

TheKing:

Ehi...

Morgause:

Siete viviiiii 

LadyGinny:

Siete tornati finalmente!

TheKing:

Più o meno...

SirLi:

Più o meno??

Sir-Val:

Dov'è lo stregone?

TheKing:

E' finita. 

SirLence:

???

Lady*of*the*lake:

Cosa? 

Morgause:

Stai scherzando?

Sir.Bei.Capelli:

COSA CAZZO SIGNIFICA. 

SirLi:

Cosa è successo??

TheKing:

Niente. E' proprio questo il problema. Non è successo niente. 

Morgause:

...ma ha detto di amarti.

Sir-Val:

Appunto, ha detto di amarti e tu lo chiami 'niente'?? Ma sei deficiente?

TheKing:

Già. Ma non siamo sulla stessa lunghezza d'onda

Sir-Val:

Cazzate. 

***

The_Sorcerer:

Oddio, abbiamo fatto perdere la calma anche a Sir Val ahah

TheKing:

Aiuto ahaha

***

SirLi:

Battuta divertente. Ma se siete pazzi l'uno dell'altro

The_Sorcerer:

Lo credevo anche io. 

LadyGinny:

Vi prego, diteci cosa sta succedendo.

Lady*of*the*lake:

... perché stento a crederci?

The_Sorcerer:

Pensa un po' io. Mesi e mesi di bugie. 

TheKing:

Mi dispiace che le cose siano andate così, ma nel momento in cui mi hai detto che ti stai innamorando di me, ho capito che per me non è lo stesso.
Non è quello che voglio. E' successo tutto troppo in fretta.

Morgause:

. . . . non dire stronzate. 

SirLi:

Simpatici.

Sir.Bei.Capelli:

Ci state prendendo per il culo.

***

TheKing:

Non possiamo fregarli, ci conoscono troppo bene

The_Sorcerer:

Già, ma un piccolo colpo glielo abbiamo fatto prendere! 

***

The_Sorcerer:

Io credo che per un po' mi allontanerò. Non ce la faccio a restare qui. 

Sir-Val:

Chiarite, vi prego. Sappiamo che se qualcuno può superare tutto questo, quel qualcuno siete voi. Qualunque cosa sia, non importa. Riuscirete a trovare una soluzione

TheKing:

L'abbiamo già trovata.

The_Sorcerer:

CI VEDREMOOOOO :DDDDD

Sir.Bei.Capelli:

V a f f a n c u l o. 

LadyGinny:

Ci avete fatto morire

Morgause:

Vorrei davvero essere una strega per lanciarvi una maledizione in questo momento

Lady*of*the*lake:

Davvero divertenti. 

SirLence:

Lo sapevo che era uno scherzo!

Sir-Val:

Ci avete fatto prendere un colpo

SirLi:

. . . . senza parole. 

TheKing:

Così imparate a essere meno impiccioni u.u 

The_Sorcerer:

Però è bello vedere la fiducia che avete nel nostro rapporto ❤

Morgause:

Vi amateeeee 

LadyGinny:

Love love love 

Lady*of*the*lake:

I vestiti da damigelle sono pronti :D

Sir.Bei.Capelli:

E anche quelli dei testimoni! 

TheKing:

Okay, rimettete i vestiti nell'armadio per ora xD
Dobbiamo prima vederci u.u 

The_Sorcerer:

Sarà bellissimo poter stare tutti insieme ❤

LadyGinny:

Sì *w* 
Con voi e con tutte le altre bellissime persone del gioco! 

Lady*of*the*lake:

Prometto che lo renderò indimenticabile. Tutti i progetti già sono pronti e i lavori cominceranno domani. In men che non si dica, saremo tutti insieme :D 

TheKing:

Sarà sicuramente indimenticabile. 

***


Merlino si svegliò con un corpo pressato contro il suo. Sorrise e si voltò, perdendosi in quegli occhi color del cielo che lo stavano guardando in modo quasi adorante.

"Dovremmo parlare di ciò che è successo" disse, portando una mano fra quei capelli biondi, resi più luminosi dai raggi del sole che filtravano dalla finestra.

"Lo so, ma ne possiamo parlare dopo" borbottò in risposta l'altro, sporgendosi per un bacio. Merlino sorrise e pressò le labbra sulle sue.
"Non pensare di distrarmi" lo ammonì giocosamente, facendolo ridacchiare. 
Le sue mani si posarono sui fianchi nudi di Merlino e le sue labbra si stesero in un sorriso malizioso.
"Non ti stavo distraendo" ribatté innocentemente. "Voglio solo darti il buongiorno" aggiunse, sfregando il naso contro il suo braccio, lasciando un bacio sulla spalla. Spostò le labbra sul suo collo, cominciando a lasciare una scia di baci umidi sulla sua pelle. 
Merlino socchiuse gli occhi e portò una mano sul retro della sua nuca, insinuando le dita fra i suoi capelli. 
"Ho desiderato fare questo per così tanto tempo, Merlino" sussurrò, senza smettere di baciarlo.
"Addormentarmi fra le tue braccia e svegliarmi al tuo fianco, poter sentire il tuo profumo, poterti guardare, baciare e toccare..." continuò, facendo scivolare una mano lungo la sua coscia. 
"Già, magari in un letto più grande e più comodo di questo ad una piazza e mezza. Del resto, siete il re di Camelot" scherzò Merlino, pizzicandogli un fianco.
Artù rise, e fu a quel punto che Merlino si svegliò, scattando a sedere. 
Si guardò confusamente intorno, cercando di realizzare ciò che era appena successo.
Aveva sognato il Re.
Aveva sognato che Artù era il Re. 
Si passò entrambe le mani sul viso, dandosi dei piccoli schiaffi sulle guance per riprendersi.
E poi scoppiò a ridere per l'assurdità della cosa, sentendo comunque una morsa spiacevole allo stomaco.

***

Merlino: 

Ho bisogno della Gwen laureanda in psicologia

Gwen:

Cosa è successo?

Merlino:

Ho sognato il 're'. Eravamo stesi a letto, nudi, e scherzavamo...
E' stato strano.

Gwen:

Bé, è strano perché non sai che aspetto abbia.

Merlino:

E' questo il problema. Un aspetto l'aveva.

Gwen:

???

Merlino:

Era Artù.

Gwen:

Oh. 
Bé, se ci pensi non è tanto strano. Non avendo un'immagine di questo ragazzo, lo hai associato ad Artù. Qualcuno che vedi ogni giorno e da cui sei attratto. 

Merlino:

Sì, ma è stato comunque strano. E mi sento un ipocrita. Prima dico al re che mi sto innamorando di lui e poi sbavo dietro ad Artù. 

Gwen:

Non è da ipocriti. Sei umano e Artù è proprio un bel ragazzo. Solo perché lo trovi attraente, non significa che i tuoi sentimenti nei confronti del re siano meno importanti.
Io credo che finché non vedrai questo ragazzo, non avrai pace. Soprattutto adesso che sai che fra pochi giorni vi vedrete...

Merlino:

Sto cercando di non pensarci. Aiuto >.<

Gwen:

Vedrai che andrà tutto bene ❤

Merlino:

Lo spero ç_ç 

***


Merlino stette immobile davanti alla porta per quelli che sembrarono minuti interminabili. 
Si convinse ad uscire solo perché quel giorno le lezioni iniziavano presto e, per quanto fosse allettante l'idea di restare chiuso in camera, non poteva farlo. 
Andò verso la cucina con passo felpato, poggiando appena i piedi sul parquet. 

"Buongiorno" esclamò all'improvviso Artù, e Merlino avrebbe negato fino alla morte di aver emesso un gridolino spaventato.
"Buongiorno" ricambiò e, non appena lo guardò, ebbe l'impulso di tornare di corsa nella sua camera e non uscire più. O meglio di cambiare universo perché quello in cui si trovava gli stava chiaramente giocando qualche brutto scherzo. Altrimenti per quale motivo si sarebbe trovato davanti agli occhi, di prima mattina, Artù con addosso solo un telo verde di spugna legato mollemente in vita? E soprattutto dopo che si erano baciati, dopo  aver sognato di essere nello stesso letto con lui e quell'altra cosa che si rifiutava anche solo di pensare?  Di sicuro aveva fatto qualcosa di terribile in una vita passata, o l'avrebbe fatta in quella futura, e adesso stava avendo la sua punizione.
Già, quelle goccioline d'acqua che scivolavano lente su quell'addome  potevano essere la peggiore delle torture. 

"Forse dovresti smettere di mangiare pancake" disse Merlino all'improvviso. Artù lo guardò con occhi sgranati.
"Stai insinuando che sono grasso?" chiese con tono indignato.
"No, dico solo che hai su un po' di pancia. Guarda le goccioline d'acqua. Non scivolano giù fino al telo, ma si fermano all'ombelico" gli fece notare, indicando con l'indice il percorso di una goccia d'acqua. 
"Stai osservando bene" ammiccò Artù, e le guance di Merlino assunsero una leggera tonalità di rosso.
"Già, ho osservato anche la tua cinta l'altro giorno, mentre mettevo in ordine le cose che avevi lasciato a casaccio nel bagno. Ci sono due buchi in più" ribatté Merlino, arricciando le labbra in un sorriso giocoso. 
"E' per renderla più chic" replicò prontamente Artù, aggrottando la fronte nel rendersi conto della stupidaggine che aveva detto.
"Se volevi renderla più chic, ci potevi mettere degli strass. O per come sei egocentrico, una bella A placcata in oro" lo stuzzicò, mordendosi le guance per non scoppiare a ridere.
"Sì, così poi sarebbe sembrata più un collare che una cinta" borbottò, e a quel punto Merlino non poté più trattenere le risate.
Artù lo guardò indispettito e lo fronteggiò. 

"Permesso" mormorò, sgusciando fra il muro e il suo corpo.
Non appena Merlino sentì il profumo sprigionato dalla sua pelle, smise di ridere.
Senza dire una parola, Artù andò in camera sua e Merlino si diresse in cucina. Sospirò e si complimentò silenziosamente per la calma che aveva avuto. E soprattutto per essere riuscito a rispondere a tono ad Artù, mentre era ancora nudo e bagnato. 

Riempì una tazza di latte e prese i cereali al cioccolato dalla dispensa. 
Dopo qualche minuto lo raggiunse Artù, con i vestiti addosso stavolta. Prese anche lui il latte e lo mise in una tazza. Dopodiché allungò una mano verso i cereali e li fece cadere nella tazza, sotto lo sguardo confuso di Merlino.
"Quelli sono i miei" gli fece notare, e Artù scrollò le spalle.
"Bé, non posso mangiare sempre pancake o muffin" replicò. "Un mio carissimo amico me l'ha fatto notare, quindi ho preso la decisione di mangiare cose più leggere" aggiunse, stendendo le labbra in un sorriso innocente. Prese un cucchiaio di cereali inzuppati e se lo portò in bocca, masticando rumorosamente.

"Spero che ti vadano di traverso" borbottò Merlino, fulminandolo con lo sguardo.

Artù ridacchiò con la bocca ancora piena, con il risultato che i cereali gli andarono davvero di traverso. 
Merlino scoppiò a ridere, beccandosi un'occhiataccia e un colpo nella gamba da parte di Artù.  
E mentre ridevano, entrambi ebbero la consapevolezza che, quel bacio, non aveva rovinato il rapporto particolare che avevano. 
E quello li aiutò ad affrontare la giornata in modo più sereno.

***

TheKing:

Buongiorno raggio di sole ❤

The_Sorcerer:

Buongiorno a te ❤

TheKing:

Stavo pensando una cosa... come facciamo ad incontrarci al the rising sun? Ci saranno molte persone, come ci riconosciamo? 

The_Sorcerer:

Tranquillo, ci ho già pensato. Ho prenotato un tavolo. Sai, ho le mie conoscenze ;) 

TheKing:

Oh, ma davvero?

The_Sorcerer:

Già! 
Comunque ancora non sappiamo bene la disposizione  
Dovrebbe essere l'ultimo tavolo in fondo al capanno, sezione 'drago'
(l'ho scelto io, prima che finissimo nella sezione 'wildren' D:)

TheKing:

(Oddio, sarebbe stato inquietante)

The_Sorcerer:

Comunque se tutto va bene, in una settimana o giù di lì dovrebbe essere tutto pronto 

TheKing:

...quindi ci vedremo fra sette giorni?

The_Sorcerer:

Siamo finiti nel film 'the ring'? 

TheKing:

Ti prego no, quel film mi terrorizza...

The_Sorcerer:

Lo dobbiamo guardare insieme allora u.u

TheKing:

Ti ho appena detto che mi terrorizza D:

The_Sorcerer:

Magari è solo una scusa per abbracciarti...

TheKing:

Come se avessi bisogno di una scusa! Possiamo evitare il film e passare alla parte in cui ci abbracciamo u.u

The_Sorcerer:

Ahah va bene 

S e t t e  g i o r n i

TheKing:

Eh, però sei stronzo ahah

The_Sorcerer:

Mi perdoni? u.u

TheKing:

Mmmh, dipende... 

The_Sorcerer:

Comunque, penso che verrò con una parrucca nera di capelli lisci  ❤

TheKing:

No, ma seriamente... io devo andare a comprare la 'divisa' dei cavalieri di Camelot. Dove cavolo dovrei andare?

The_Sorcerer:

Io non ho problemi a trovare ciò che devo indossare xD

TheKing:

Aspetta, ma ti metti la lunga barba bianca e la parrucca? (bianca, perché se ti presenti con quella nera, scordati di parlarmi ancora) 

The_Sorcerer:

Ahahah 
Non credo. Sono uno stregone giovane e affascinante ;)

TheKing:

Non lo metto in dubbio 


The_Sorcerer:

Comunque per il tuo abbigliamento potresti andare da 'The who shop'. Hanno molti vestiti per cosplay, puoi vedere lì :)

TheKing:

Come farei senza di te?

The_Sorcerer:

Non riusciresti a sopravvivere un giorno 

TheKing:

Credi di essere così fondamentale?

The_Sorcerer:

Non lo credo. Lo sono. Così come lo sei tu per me.

TheKing:

Adesso mando altre quattro ditte alla fattoria, così finiscono prima i preparativi e ci vediamo. 

The_Sorcerer:

No! Sarebbe la fine dei  s e t t e  g i o r n i 

TheKing:

Smettila ahah 

The_Sorcerer:

Ahah, adesso devo andare. Stanno per cominciare le lezioni!

TheKing:

Scappa, scappa. 

The_Sorcerer:

Ci vediamo fra sette giorni ❤

TheKing:

Vaffanculo stronzo ❤

The_Sorcerer:

Ahah rendi tutto molto credibile col cuoricino 

TheKing:

Sta zitto. E vai a studiare! 

The_Sorcerer:

Sta attento al telefono. Non sai mai chi ti potrebbe chiamare ;)

TheKing:

. . . . sei così simpatico.

The_Sorcerer:

Sssh, mi adori per questo!

TheKing:

Mmmh. Se ne sei convinto

The_Sorcerer:

E' così bello farti incavolare ahah

TheKing:

Sei fortunato che io sia così affezionato a te. 

The_Sorcerer:

Lo so. 



***

The_Sorcerer:

... ammazzami ti prego.

TheKing:

???

The_Sorcerer:

Non ho passato l'esame scritto di medicina generale.

TheKing:

Cavolo, mi dispiace tantissimo :(
Vedrai che recupererai!

The_Sorcerer:

Giuro, mi viene da piangere. Mi ero impegnato così tanto. 

TheKing:

Lo capisco. Vorrei fare qualcosa per tirarti su di morale.

The_Sorcerer:

Il solo pensiero che ci vedremo fra pochi giorni è abbastanza

TheKing:

*abbraccia*

The_Sorcerer:

Credi che saremo così affettuosi anche quando ci vedremo? Voglio dire, io credo che a stento riuscirò a dire ciao e forse a presentarmi xD

TheKing:

Dai, esagerato ahah 
E...quello che ci sentiremo di fare, faremo.

The_Sorcerer:

Mmmh... qualunque cosa? 

TheKing:


http://media.tumblr.com/tumblr_lo9a1oAAyP1qan8uo.gif
My body is ready :D

The_Sorcerer:

Sono scoppiato a ridere come un idiota nel corridoio. Una ragazza mi ha guardato preoccupata ahah

TheKing:

Scusa se ti ho fatto passare per psicopatico ahah

The_Sorcerer:

Figurati, anzi grazie per avermi fatto sorridere.

TheKing:

Sono qui per questo ;)

The_Sorcerer:

Nonostante l'ansia, non vedo l'ora di vederti.

TheKing:

Anche io. 
Ma dobbiamo stare tranquilli, altrimenti rischiamo di fare scena muta ahah

The_Sorcerer:

Berrò litri di camomilla 

TheKing:

Non troppi però! Altrimenti diventi il bell'addormentato nel bosco 

The_Sorcerer:

Fammi indovinare... poi mi sveglierai con un bacio del vero amore?

TheKing:

Può essere u.u

The_Sorcerer:

Adesso devo andare, sto salendo sulla metro e la connessione non prende. Ci sentiamo  :)

TheKing:

:)


***

Quella settimana passò in fretta, ma allo stesso tempo sembrava essere passata un'eternità.  Finalmente era arrivato il giorno del raduno.

Merlino si sistemò la sciarpa intorno al collo, facendo una piccola smorfia al risultato finale. Pantaloni marroni, casacca blu, giacca di velluto di un marrone totalmente diverso dai pantaloni e sciarpa rossa. 
Un pugno in un occhio. 

Forse sarebbe stato meglio mettersi la lunga toga rossa e parrucca e barba bianca. Ma ormai era troppo tardi per cambiare idea, non aveva il tempo materiale per trasformarsi in un anziano stregone. Mancavano due ore.

Due ore e avrebbe incontrato il Re.
Ce la poteva fare.

***

Dall'altro lato della città, Artù stava osservando perplesso l'armatura che avrebbe dovuto indossare.
Percival ad un certo punto aveva tagliato le maniche alla sua divisa perché erano troppo strette. 

"Certo che le potevamo scegliere più semplici" si lamentò Leon, cercando di capire come agganciare il mantello rosso. 
"Sono le uniche che si avvicinano alle divise del gioco" gli fece notare Artù con tono irritato. 
"Uh, qualcuno qui è nervoso" lo stuzzicò Galvano, beccandosi un'occhiataccia.
"In fondo non sta per incontrare la persona di cui è pazzo, dopo mesi di effusioni in chat" continuò Leon, e Artù decise che era meglio ignorarli.
Finì di sistemarsi e poi si guardò allo specchio con un sospiro. Prese la corona finta e se la mise in testa. 
Era pronto. 

***

"Wow, questo sì che è fare le cose in grande" commentò Percival, una volta che arrivarono alla fattoria, mettendosi in fila per l'ingresso.
 Di fronte a loro si ergeva una riproduzione impressionante del cortile e della facciata del  castello di Camelot. A primo impatto sembrava fosse costruito davvero con mattoni e cemento, quando in realtà era una struttura in cartongesso lavorata in modo così meticoloso che dava l'effetto della pietra. 

Al lato destro della fattoria era stata allestita un'aerea per i giochi; caccia al tesoro; lotta con spade, finte naturalmente; e altri giochi a premio.
Verso sinistra, invece, quello che doveva essere il capannone degli attrezzi era stato trasformato in una perfetta imitazione del locale di Camelot, il The Rising Sun.
Non appena Artù lo vide, sentì un nodo in gola. Era lì dentro che lui e lo stregone si sarebbero incontrati. Controllò l'orologio, scoprendo che mancavano ancora venti minuti alle 10.30, orario stabilito per l'incontro. 

Galvano gli mise le mani sulle spalle, spingendolo in avanti, visto che sembrava essere incantato. Era arrivato il loro turno di presentare i bigliettini con il ruolo e regno di appartenenza. 
Artù tirò fuori il suo e, quando lo porse al ragazzo che si occupava dell'accoglienza, restò col braccio sospeso a mezz'aria.

"Lancillotto?" chiese sorpreso. Il ragazzo sembrava avere la sua stessa espressione stupita disegnata sul volto. 
"Artù" sussurrò, continuando a guardarlo come se fosse assurdo trovarlo lì.
"Voi vi conoscete?" chiese Morgana, alternando lo sguardo fra i due. 
Artù a malapena annuì. "Sì, è amico di Merlino" disse, sentendo un nodo alla gola al solo nominare il suo coinquilino. 
"Mh, Merlino eh?" lo stuzzicò sua sorella e Artù avrebbe voluto sparire in quel momento. Si schiarì la voce e porse il suo bigliettino a Lancillotto. Non appena quest'ultimo vide il suo ruolo, quasi sbiancò. Il re.
Artù era il Re. La sua mente volò subito a Merlino e a come avrebbe reagito a quella scoperta. 

"Tu sei il Re" mormorò, accorgendosi solo in quel momento della corona che Artù teneva in mano, poggiata sul fianco. 
Artù assunse un'espressione perplessa, non capendo lo stupore di Lancillotto. 
Quest'ultimo si rese conto che il suo comportamento potesse sembrare strano, così cercò di ricomporsi.

"Io sono Sir Lence" si presentò, forzando un sorriso tranquillo, nonostante si sentisse agitato per quella situazione.
"Sei uno dei nostri allora" esclamò Galvano, e Lancillotto gli fu grato per quell'intervento.
Artù continuava a fissarlo, forse cercando di interpretare la sua espressione enigmatica.

Fortunatamente anche gli altri si presentarono, felici di aver trovato un membro del loro gruppo privato all'interno del gioco. 

Artù guardò istintivamente l'orologio, ansioso di vedere quelle lancette spostarsi in fretta, così da incontrare finalmente lo Stregone. 

"Non è ancora arrivato" disse d'un tratto Lancillotto, pentendosene subito dopo quando sentì tutti gli occhi puntati addosso. In particolar modo lo sguardo perplesso di Artù.
Lancillotto si schiarì la gola. "Lo Stregone...non è ancora arrivato. Nessun bigliettino" spiegò, indicando con un gesto della mano la scatola dove aveva impilato tutte le tessere. 
Artù non riusciva davvero a capire perché ci fosse tutto quell'imbarazzo nell'aria. Forse era la presenza di Lancillotto, che comunque era una persona vicina a Merlino. 
 Anche se una parte di lui sembrava urlargli in faccia una realtà che lui non voleva neanche prendere in considerazione. Insomma, sarebbe stato assurdo. E lui davvero non voleva pensare a Merlino in quel momento, voleva solo allontanarsi da lì e prepararsi per incontrare la persona che sperava di conoscere da mesi.

"Okay, stiamo bloccando la fila. Dovremmo muoverci" osservò Leon, mentre prendeva il portafoglio dalla tasca. Andò per prendere i soldi per pagare l'ingresso, ma Lancillotto lo fermò.
"No, non c'è bisogno. Ho avuto disposizione di farvi entrare senza pagare nulla" disse, indicando con un cenno del capo verso la fattoria, chiaramente riferendosi a chi avesse organizzato il tutto. "Ordini del capo" aggiunse con un occhiolino. Gli altri lo ringraziarono e lo salutarono con la promessa di ritrovarsi dopo.

Artù tirò un sospiro di sollievo non appena oltrepassarono l'ingresso, quasi senza rendersene conto, peccato che i suoi amici lo notarono.

"E' stato strano...e anche imbarazzante" commentò Artù.
"Bè, piuttosto normale direi" ribattè Percival e Artù lo guardò in modo interrogativo.
"Bè, di sicuro Lancillotto sa cosa è successo fra te e Merlino. Ma, essendo sir Lence, sa anche del tuo legame con lo stregone. Non deve essere stato facile per lui" spiegò, e Artù si ritrovò ad aprire e chiudere la bocca diverse volte. Non ci aveva pensato. 
"Sì, questo spiega perché eravate entrambi strani" concordò Leon. Artù annuì, ancora un po' incerto, ma poi scrollò le spalle, dando la colpa all'ansia dell'imminente incontro. I suoi occhi si posarono di nuovo sul suo orologio e sospirò.

"Vallo a conquistare, tigre" gli disse Leon, battendo una mano sulla sua spalla. Artù gli rivolse un sorriso nervoso e poi si allontanò dai suoi amici. 
Ad ogni passo verso il capanno, il suo cuore accelerava i battiti e un nodo si stringeva sempre di più intorno alla sua gola. 
Non appena entrò, puntò i suoi occhi verso quello che doveva essere il loro tavolo, ma era ancora vuoto. Artù non seppe se esserne sollevato oppure no. 
Si andò a sedere e aspettò l'arrivo della persona che desiderava conoscere da mesi. 

***




Merlino era certo che Elyan in quel momento si stesse maledicendo per avergli proposto di andare in macchina con lui, visto che Gwen e Lancillotto erano andati prima per dare una mano a Freya con gli ultimi particolari. 
Merlino si rendeva conto di essere leggermente irrequieto, ma non poteva farci niente. Ogni due minuti si muoveva agitato sul sedile, sbuffando e picchiettando le dita sul cruscotto. 

"Portami indietro" disse ad un tratto, facendo sobbalzare Elyan. 
"Cosa?" gli chiese, guardandolo in modo perplesso.
"Non lo posso incontrare" rispose Merlino, fissando la strada davanti a loro con sguardo perso.
"Merlino, calmati. Vedrai che andrà tutto per il meglio" lo rassicurò Elyan, incerto. Non sapeva come gestire la situazione. Sapeva la storia in linee generali, quindi non sapeva cosa dire esattamente per tranquillizzarlo. 
"Quali sono i sintomi di un attacco di panico?" domandò Merlino, levandosi la sciarpa dal collo e sporgendosi verso il finestrino per prendere aria.
"Non lo so, tu stai studiando medicina. Dovresti saperlo tu" gli fece notare, continuando a guidare, seppur andando ad una minima velocità. 

"Elyan" lo chiamò Merlino, con fare esitante.
"Sì?"
"Sto avendo un attacco di panico" 

***

Merlino scese dalla macchina, poggiandosi allo sportello e prendendo dei respiri profondi.

"Stai bene?" gli chiese Elyan, raggiungendolo. 

"Sì, scusa" rispose, voltandosi verso lo specchietto della macchina. Fece una smorfia appena vide il suo riflesso pallido e sconvolto. 

"Ho del gel nel borsone e delle salviette, se vuoi darti una sistemata" gli disse, continuando a guardarlo preoccupato.
Merlino annuì e rientrò in macchina, mentre Elyan prendeva ciò che gli serviva. 

Dopo essersi rinfrescato il viso con la salviettina umidificata, pettinato i capelli e sistemato la sciarpa intorno al collo, si sentì un po' meglio. 
Scese di nuovo dalla macchina e si diresse verso la fattoria, sentendo una morsa allo stomaco. 

Non si guardò neanche intorno, ma camminò spedito verso il capannone. Entrò e subito i suoi occhi si posarono su una figura di spalle, leggermente chinata verso il tavolo, e sentì il cuore balzargli in gola. 
Silenziosamente, camminò verso di lui, sentendo l'ansia crescere ad ogni passo. Prese un respiro profondo e si sedette di fronte a lui.

"Ehi" disse in un sussurro. Non appena il re alzò il volto, Merlino si lasciò sfuggire un singulto di sorpresa.
Davanti a lui, perfetto nella divisa da cavaliere di Camelot, con la corona in testa, c'era l'ultima persona che avrebbe mai pensato di vedere lì. 



















Ed eccoci qui! Sì, sono una persona orribile a interrompere il capitolo proprio nel momento del loro incontro ahah
Comunque mi dispiace avervi fatto preoccupare nello scorso capitolo con gli spoiler che alla fine si sono rivelati essere solo uno scherzo per gli altri del gruppo, e anche per voi! Chiedo davvero scusa ahah 

Allora, abbiamo perso completamente Merlino con quelle dichiarazioni. Io lo so che può sembrare assurdo, perché si parlano solo in chat e può sembrare affrettato sentire questi sentimenti, ma chi c'è passato può capirlo. Io ci sono passata, purtroppo. Anche se le circostanze erano un po' diverse, perché sapevamo il nome, vedevamo le foto e tutto il resto, ma comunque mancava lo stesso il contatto diretto.
Comunque tornando a noi... Artù cerca di restare un po' con i piedi per terra e non si sbilancia, ma è super chiaro che anche lui è perso! 
Merlino sogna che Artù è il Re... ehehe ci hai visto giusto. Artù d'altro canto, quando vede Lancillotto sospetta qualcosa, anche se si rifiuta di ammetterlo. 

Lancillotto che poverino cerca di non farsi scoprire ahah Ma anche nella serie abbiamo visto quanto sia bravo a mantenere il segreto di Merlino e qui non è da meno!

Spero vi sia piaciuto, e cercherò di aggiornare as soon as possible :) 
Grazie sempre! 







Nel prossimo capitolo:


"Allora, decidi di parlare spontaneamente o dobbiamo passare alle maniere forti?" gli chiese Gwen, sorridendo in modo innocente. 
Merlino sospirò. "Non chiedo neanche di cosa diavolo state parlando. Comunque, che volete sapere?" si arrese, sapendo di non avere neanche lo 0,001% di possibilità di sviare o ignorare il discorso.

"Vogliamo sapere dell'incontro, ovviamente" rispose Freya, quasi indignata dal fatto che Merlino avesse osato porre quella domanda. 












 

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII ***


Eccoci qui, finalmente! Per prima cosa, grazie sempre per seguire/recensire la storia. 
E scusate se vi ho fatto aspettare, ma questo capitolo mi ha messo troppo in crisi >.<  Sono troppo in ansia, perché spero che vi piaccia e che non deluda le vostre aspettative. In caso lo facesse, vi chiedo umilmente scusa. 
Mi sto facendo coraggio a pubblicare, anche perché più rimando, più rileggo e modifico e peggio è. Quindi basta, lo pubblico così...via il dente e via il dolore!
E' stato un parto, e spero di non aver incasinato tutte cose ç_ç 
 
Piccola precisazione: Artù e Merlino possono sembrare lunatici, ma comunque sono in preda a mille emozioni e quindi diciamo che sono giustificati?! 
 
Okay adesso basta, vi lascio al capitolo, sperando che vi piaccia çwç 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
"Artù?"
"Merlino?" 
Chiesero contemporaneamente, quasi in un sussurro, come se avessero paura che dirlo ad alta voce l'avrebbe reso reale.  
Artù e Merlino restarono a fissarsi per quelli che parvero minuti interminabili, ringraziando il fatto che fossero seduti, altrimenti erano sicuri che le loro gambe non avrebbero retto.
 
Entrambi si trovarono più volte sul punto di dire qualcosa, ma le parole non riuscivano ad uscire dalle loro bocche. Se ne stavano uno di fronte all'altro, guardandosi increduli, cercando di mandare giù il nodo che si era formato in gola e di trovare qualcosa da dire.
 
"N-non puoi essere davvero tu" mormorò Merlino, e Artù aggrottò la fronte nel sentire quel tono di voce quasi tagliente.
"No, non può essere. Non puoi essere lui" continuò a dire, sottolineando quel lui come se non riuscisse a capacitarsi che Artù e il Re fossero la stessa persona e nella sua testa cercasse ancora di tenere le due identità separate. 
Merlino sembrava essere sulla difensiva e Artù davvero non riusciva a spiegare quel comportamento. Si limitava a guardarlo incredulo, nella speranza di decifrare l'espressione preoccupata e quasi spaventata di Merlino. 
 
"Perché mi sembra come se fossi l'ultima persona che avresti voluto vedere?" domandò Artù in un sussurro, avendo paura della risposta.
Merlino distolse lo sguardo da Artù, puntandolo sul tavolino. "Perché questo cambia tutto" borbottò in risposta e Artù si lasciò sfuggire uno sbuffo.
 
"Davvero?" chiese retoricamente, il tono di voce che gli uscì più duro di quanto si aspettasse. 
"Sai è assurdo, perché per me non cambia assolutamente niente. Tutto quello che ti ho detto, lo continuo a pensare. Solo perché tu sei lo stregone, non cambia nulla per me" continuò, cercando di incrociare lo sguardo di Merlino, invano visto che quest'ultimo teneva gli occhi puntati su qualunque cosa tranne che lui.
 
Merlino deglutì. "Io non so che dire" sussurrò, stringendosi nelle spalle. Artù continuava a guardarlo, sperando in qualche reazione diversa, sentendosi sempre più ferito da quel suo comportamento.
 
"Tutte quelle insicurezze che avevi...tutti quei discorsi sul fatto che sarei rimasto deluso da te, ma alla fine sembra che quello deluso sia proprio tu" disse Artù con amarezza. A quel punto Merlino sollevò il volto, puntando lo sguardo su quello di Artù, sentendosi morire quando vide la sua espressione affranta.
 
"Non sono deluso" si affrettò a dire, ignorando lo sbuffo di Artù. "Scusami, davvero. E' solo che...è tanto da reggere" cercò di giustificarsi.
"E credi che solo per te sia così? Merlino, ti ho detto più di una volta che questa non è una cosa a senso unico, ci siamo dentro entrambi. Quindi come è tanto da reggere per te, lo è anche per me" gli fece notare Artù, e Merlino si rese conto che aveva ragione. 
 
"Lo so, forse ho esagerato un po'..." ammise e all'occhiata che gli lanciò Artù, sospirò. 
"Ok, ho esagerato un po' tanto" rettificò, sentendo il cuore balzargli in gola quando vide le labbra di Artù stendersi in un sorriso.
 
"Ma sul serio, tu come fai ad essere così calmo? Io sento che sto per morire" gli chiese e Artù a quel punto rise.
 
"Posso sembrare calmo, ma credimi che dentro ho il casino più totale. Più che altro mi sto rendendo conto di quanto siamo stati stupidi. Eravamo proprio uno di fronte all'altro e non ce ne siamo mai accorti" rispose, non distogliendo lo sguardo da lui neanche per un attimo, e Merlino non si sentì mai così vulnerabile come in quel momento.
 
"Se solo lo avessimo saputo prima..." sussurrò Artù, stringendosi nelle spalle.
 
"Lo sappiamo adesso" replicò Merlino, sollevando gli angoli della bocca e dando vita ad un sorriso nervoso, ma sincero.
 
Artù ricambiò quel sorriso. "Lo sappiamo adesso" confermò sospirando.
 
"Anche se ci saremmo evitati un po' di...paranoie. Soprattutto non mi sarei sentito in colpa per quel bacio" aggiunse Merlino in un mormorio.

Nel sentire quelle parole, Artù si accigliò e Merlino non capì quel cambio improvviso di umore.
"Quel discorso...quando mi hai chiesto se stessimo inseguendo una fantasia. E' stato dopo il nostro bacio" ricordò Artù e Merlino si immobilizzò, mentre la sua mente ripercorreva quella conversazione.
"Sì e tu mi hai detto che avevi avuto un'intesa con un'altra persona" 
Artù lo guardò in modo ovvio. "Sì, eri tu quella persona" 
 
Merlino annuì. "Già, ma non so come sentirmi al riguardo onestamente. Da una parte sono sollevato che tu abbia scelto il me virtuale, perché comunque nonostante non sapessi il mio aspetto e neanche il mio nome, davi importanza al nostro legame. D'altra parte, forse non ero abbastanza per te nella vita reale" disse, stringendo le spalle come se volesse proteggersi.
 
"No. No" si affrettò a dire Artù, prima ancora che potesse elaborare la risposta. 
"Non è stato perché non eri abbastanza. Non pensarlo neanche. E' solo che...come Re e Stregone abbiamo un legame più solido e che va avanti già da un po', nella vita reale è stato tutto improvviso e anche confuso" tentò di spiegare Artù e Merlino fece cenno con la testa.
 
"Lo so, scusa, credo di essere un po' paranoico" ammise e Artù accennò uno sbuffo. 
"Non lo avevo capito" commentò sarcasticamente, ricevendo un'occhiataccia da parte di Merlino.
 
"Tu d'altro canto neanche mi hai preso in considerazione come Artù. Non hai neanche accennato alla mia presenza nella tua vita" mormorò Artù, facendo ancora riferimento a quella conversazione. 
 
Merlino trattenne per un attimo il fiato e poi sospirò. "Io...non sapevo cosa dirti. Non sapevo spiegare neanche io quello che era successo. Poi certi discorsi attraverso messaggi si possono interpretare male" si giustificò e Artù scrollò le spalle.
"Bè, quel che è stato è stato"
 
"No, hai ragione. Ho sbagliato a non parlartene, ma non sapevo davvero cosa dire" ribadì, sentendosi impotente. 
"Tranquillo, anche io sono rimasto sul vago. Credo che fosse difficile parlare di qualcosa che neanche noi riuscivamo a spiegare" lo rassicurò Artù e Merlino sospirò.

Entrambi stettero in silenzio per qualche istante, cercando di regolarizzare i loro battiti cardiaci e soprattutto riordinare i loro pensieri. Non riuscivano a ragionare lucidamente, non riuscivano ad elaborare un pensiero coerente. Rivivevano sprazzi di conversazioni avute e di momenti che avevano vissuto, cercando di collegare le due cose. Ma l'unica cosa che riuscivano a pensare era Artù è il Re. Merlino è lo Stregone. 
Erano davvero lì, l'uno di fronte all'altro. Con la persona che avevano desiderato di conoscere da mesi, immaginando e fantasticando, quando in realtà erano proprio sotto lo stesso tetto. 
 
"So che non dovrebbe esserci così tanto imbarazzo, insomma...siamo noi" andò per dire Artù, ma Merlino lo bloccò.
"O forse proprio perché siamo noi c'è più imbarazzo" gli fece notare e Artù fece un piccolo cenno con la testa in assenso. 
"Già, ma non ce n'è motivo. Voglio dire, abbiamo visto il meglio e il peggio di noi, sia in chat che nella vita reale" disse Artù, scrollando le spalle. "Non dobbiamo essere tesi, altrimenti non riusciamo a concentrarci su ciò che conta, sul nostro rapporto"  continuò Artù, poggiando le mani sul tavolo, vicino a quelle di Merlino. Non unirono le loro mani, semplicemente le tennero vicine, così vicine da sentire le dita formicolare dal desiderio di intrecciarsi.
 
"Dicevo sul serio, Merlino. Per me non cambia niente, tutto ciò che ci siamo detti non ha perso alcun valore, anzi è il contrario. Il fatto che sia tu rende tutto più...intenso" continuò. Era strano, solitamente era Merlino quello che non stava zitto un attimo, quello più portato per i discorsi, ma in quel momento sembrava essere pietrificato. 
 
"Credo che una parte di me sperava che fossi tu" ammise, sorridendo in modo quasi colpevole.
"Davvero?" chiese Merlino e sembrava sinceramente stupito, ma chiaramente sollevato.
 
"Sì, mi sono spesso ritrovato a chiedermi quale sarebbe potuto essere il tuo aspetto, ma ultimamente mi è apparso davanti agli occhi il tuo volto. 
So che non è proprio bello da dire ma, egoisticamente, una parte di me voleva non dover scegliere fra te e bé, te.
Quello che abbiamo come Re e Stregone è qualcosa che non avrei mai pensato di avere, è qualcosa di prezioso e speciale, ed è una cosa che non ero e non sono disposto a perdere" ammise, con una tale intensità e sincerità che Merlino sentì il respiro fermarglisi in gola. 
"Ma allo stesso tempo, mi stavo legando a te come Merlino. E per un attimo, solo per un attimo, ho pensato a quanto sarebbe stato facile lasciarmi andare con te. Ma non potevo, perché c'era l'altro aspetto di te che mi tratteneva. Non voglio sminuire ciò che ci lega come re e stregone, e non voglio neanche far passare quel bacio solo come un momento di debolezza, anche se è quello che ho fatto. Non lo è stato, e adesso capisco perché mi sento così legato a te. Lo siamo sempre stati, solo che non lo sapevamo" disse, non distogliendo lo sguardo dal viso di Merlino neanche per un attimo. Merlino stette col fiato sospeso per tutto il tempo in cui Artù parlò, scioccato ed emozionato dalle sue parole. Non sapeva cosa dire, non riusciva neanche a credere di essere davvero lì con Artù e, soprattutto, che Artù fosse davvero interessato a lui. Non solo come Merlino, non solo come lo stregone, ma ad entrambi gli aspetti che conosceva di lui.
 
"So che è banale da dire, ma anche per me è così. Quel bacio ha significato più di quanto volessi ammettere. Sai quanto mi sono legato a te, nei panni del Re..." iniziò a dire, arrossendo di botto a quelle parole, ricordando quando aveva detto al Re che si stava innamorando di lui. Di conseguenza aveva detto ad Artù, il suo coinquilino, che si stava innamorando di lui. Artù parve intuire i suoi pensieri, lui stesso stava rivivendo quel momento, e si sorrisero quasi timidamente. Merlino si schiarì la voce prima di continuare. "E io non potevo assolutamente rinunciarci. Non potevo pensare di provare ad avere qualcosa con te, Artù, quando dall'altra parte c'era una delle persone più importanti della mia vita. Non lo avrei mai fatto, non avrei potuto neanche riuscirci. " 
 
"E' chiaro che dovremmo parlarne. Cercare di capire cosa potrebbe esserci" disse  Artù esitante, ma Merlino scosse la testa.
 
"Sai cosa? Non dobbiamo. O meglio, non adesso. Credo che di parole ce ne siano state abbastanza. Dovremmo concentrarci sul fatto che sappiamo la verità e che finalmente siamo qui, insieme" disse all'improvviso Merlino, con una sicurezza che non pensava di avere. Del resto stava parlando con Artù, e lui non era mai stato insicuro con Artù, anzi il contrario; fra loro non mancava mai occasione di battibeccare. E il fatto che il suo coinquilino idiota fosse anche il ragazzo per  cui aveva perso la testa, non doveva cambiare le cose. Potevano riuscire a gestire la situazione.
 
"Viviamo queste due giornate insieme nel modo più spontaneo e tranquillo possibile, senza pensare troppo. E poi vedremo come far andare le cose" concordò Artù, sorridendo in un modo che fece contorcere lo stomaco di Merlino. 
Merlino ricambiò il sorriso, ed entrambi ebbero la consapevolezza che le cose sarebbero andate per il meglio.
 
"Dovremmo andare" suggerì Artù e Merlino annuì.
 
Si alzarono dal tavolo, dirigendosi verso l'uscita del capanno. All'improvviso Merlino si bloccò e, quando Artù si girò verso di lui per chiedergli perché si fosse fermato, notò che i suoi occhi erano lucidi e il respiro accelerato. 
 
"Ehi" gli disse in un sussurro e Merlino scoppiò a piangere e allo stesso tempo a ridere, senza distogliere lo sguardo da  Artù che aggrottò la fronte per un istante, ma poi gli rivolse un sorriso comprensivo e gli mise le mani sulle spalle. 
"Scusa. E' che è davvero tanto da reggere. E tutta l'agitazione di questi giorni si sta facendo sentire" spiegò Merlino, continuando a sorridere fra le lacrime.
 
Artù non disse nulla, semplicemente rafforzò la presa sulle sue spalle e lo avvicinò a sé, circondando il suo corpo esile con le braccia. Merlino trattenne il fiato per un attimo, ma poi si rilassò in quell'abbraccio e strinse Artù di rimando.
Merlino sembrava sparire fra le grandi braccia di Artù, e il fatto che Artù indossasse la divisa lo rendeva ancora più imponente. 
Era bello poter essere l'uno nelle braccia dell'altro. Lo avevano immaginato e voluto per così tanto tempo, che ancora stentavano a credere che fossero veramente lì. 
Nessuno dei due sembrava intenzionato a sciogliere la presa,  ma un rumore al di fuori del capannone li fece sobbalzare. Si guardarono confusamente intorno e videro che gli altri presenti stavano sbirciando fuori per vedere cosa fosse successo. Alcuni addirittura si alzarono e uscirono per andare a curiosare. 
 
Artù e Merlino si guardarono e fecero un piccolo cenno con la testa. Andarono fuori e, appena svoltarono l'angolo, fissarono attoniti la scena che avevano davanti.
 
Messi in cerchio c'erano i loro amici, che parlavano l'uno sopra l'altro, senza far capire nulla, e con le braccia sollevate in aria. 
 
Merlino e Artù alzarono lo sguardo ed erano sicuri che le loro mascelle fossero arrivati a toccare terra. Appeso  al cornicione della  finestra più alta del capannone, a circa quattro metri di altezza,  c'era Galvano.
 
"Se stai fermo con le gambe, forse riusciamo ad afferrarti" gridò Percival, cercando di afferrare le caviglie del suo ragazzo, con l'aiuto di Lancillotto.
Nel frattempo Elyan e Leon stavano mettendo delle pedane una sopra l'altra per formare una scala. 
 
"Vi prego, ditemi che non ci stavate spiando" disse Artù e tutti si voltarono verso lui e Merlino, guardandoli sorpresi per poi sorridere in modo innocente e dire no in coro. 
 
"No, io sono salito qua sopra per fare le pulizie di primavera" commentò acidamente Galvano, ancora a penzoloni. 
"Come diavolo ci è salito?" domandò Artù, mentre Merlino al suo fianco cercava di trattenere le risate. 
"Con le pedane. Ma ha messo male il piede, una si è rotta e sono precipitate tutte cose" spiegò Leon, cercando di restare serio, ma fallendo miseramente. 
 
Percival si arrampicò sulle pedane sistemate e afferrò Galvano per i fianchi. Lui si buttò fra le sue braccia e lo strinse. 
"Mi hai salvato. Sei il mio eroe" gli disse, fingendo un tono commosso, mentre scendevano le pedane. 
"Sei un idiota, ma ti amo anche per questo" rispose Percival, sorridendogli a metà fra il divertito e l'intenerito, dandogli un veloce bacio sulle labbra.
 
"Adesso che la principessina è in salvo, possiamo concentrarci su voi due" disse Morgana, voltandosi sorridente verso Artù e Merlino. Fu imitata dal resto dei presenti, e Artù e Merlino si guardarono leggermente a disagio. 
"Ascoltate, al momento non c'è niente di cui parlare..." iniziò Artù con fare incerto. 
"Già, quando ci sarà qualcosa da sapere, sarete i primi a saperlo" continuò Merlino.
 
I loro amici li guardarono poco convinti  per qualche istante, ma poi si rassegnarono. O almeno, così diedero a vedere. Merlino e Artù ebbero la sensazione che quella pace sarebbe durata ben poco.
"Va bene, adesso diamo inizio alla giornata!" 
 
***
 
 
 
Se qualcuno avesse chiesto a Merlino se per caso stesse evitando i suoi amici, la risposta sarebbe stata 'assolutamente no'. E sarebbe anche stata una bugia. Perché effettivamente aveva cercato di non restare mai solo con loro, sapendo che l'interrogatorio sarebbe stato imminente. 
 
Ma non si può evitare l'inevitabile, e lui stupidamente aveva abbassato la guardia, credendo che i suoi amici si fossero arresi, decidendo di parlarne in un altro momento. 
E tutto era colpa di Artù. Perché se non fosse stato così bello da guardare, con i raggi del sole che accarezzavano il suo corpo, i suoi occhi azzurri splendenti e il suo stupido sorriso luminoso, lui non si sarebbe fermato a guardarlo incantato e si sarebbe accorto di Gwen e Freya che si avvicinavano furtive a lui.
 
"Allora, decidi di parlare spontaneamente o dobbiamo passare alle maniere forti?" gli chiese Gwen, sorridendo in modo innocente. 
Merlino sospirò. "Non chiedo neanche di cosa diavolo state parlando. Comunque, che volete sapere?" si arrese, sapendo di non avere neanche lo 0,001% di possibilità di sviare o ignorare il discorso.
 
"Vogliamo sapere dell'incontro, ovviamente" rispose Freya, quasi indignata dal fatto che Merlino avesse osato porre quella domanda. 
"E' andato bene, credo..." disse, stringendosi nelle spalle.
"Sì, ma cosa hai fatto quando lo hai visto?" domandò Gwen, non smettendo di sorridere. 
Merlino si limitò a guardarle ed entrambe sospirarono. 
"Hai dato di matto" dissero in sincrono e Merlino annuì, sorridendo colpevole. 
 
"Okay, ci sta lo shock iniziale. E poi cosa è successo?" gli chiese Freya, anticipando Gwen, che le sorrise in modo complice.
"Bé, non lo so, credetemi, ancora sto cercando di elaborare il tutto" rispose, sospirando rumorosamente e puntando lo sguardo su Artù, che si stava guardando intorno. Una sensazione di calore lo invase all'ipotesi che Artù stesse cercando lui.
 
"Ma cosa farete adesso? C'è la possibilità che ci sia qualcosa fra voi?" domandò Gwen, mentre lo trascinava letteralmente dietro un albero per nasconderlo alla vista di Artù, ricevendo un'occhiataccia da Merlino, che lei ignorò.
 
"Non lo so, non ne abbiamo parlato" disse, sporgendosi per poter guardare Artù.
 
"Ok, ma non ti ha detto niente che ti abbia fatto capire le sue intenzioni?" chiese Freya, pizzicandogli un braccio per avere la sua attenzione. 
"Bé, mi ha detto che per lui non cambia niente. Che tutto ciò che mi ha detto in questi mesi era vero e continua ad esserlo" rispose, e le due ragazze quasi saltellarono sul posto.
 
"Ma è fantastico!"
"E tu che eri tanto spaventato dal fatto che potevi perderlo"
"Sono così contenta per te. Vedrai che tutto andrà per il meglio" 
Le due amiche parlarono contemporaneamente, lanciandoglisi addosso. Merlino abbracciò entrambe e sorrise insieme a loro. 
"Lo spero tanto"
 
***
 
Non appena si riunirono tutti insieme, si diressero subito verso quella che era il gioco più ambito. La corsa con dei piccoli trattori. 
I trattori disponibili erano solo due, e ciascuno poteva ospitare due persone. Ma non si trattava di una semplice corsa; mentre uno dei due guidava, l'altro doveva lanciare dei gavettoni d'acqua, cercando di colpire il guidatore dell'altro trattore e rallentarlo. Dovevano arrivare in un punto della fattoria, prendere la bandiera con lo stemma di Camelot, e ritornare. Ovviamente chi arrivava per primo, vinceva.
 
Per il primo giro andarono Artù e Merlino, contro Tristano e Isotta. Non era stato un caso. Nel gioco di ruolo c'era sempre stata una sorta di rivalità fra Artù e Tristano e adesso avevano l'opportunità di scontrarsi. Furono loro a mettersi alla guida, mentre Merlino e Isotta dovevano lanciare i palloncini pieni d'acqua. 
 
Allacciarono le cinture, misero in moto  e aspettarono il via. 
 
"3...2...1... via!" gridò Freya, soffiando nel fischietto.
 
Entrambi i trattori partirono con un ruggito. La strada non era asfaltata, ma fatta di terriccio, quindi ad ogni passo i trattori sobbalzavano.
 
Per i primi metri furono testa a testa, in quanto non potevano aumentare la velocità per via del percorso stretto. Non appena svoltarono la curva e la strada si allargò, accelerarono.
Merlino afferrò un palloncino e lo tirò verso il trattore, colpendo la gamba di Isotta. La ragazza si vendicò e gliene tirò uno sul braccio, e un po' d'acqua schizzò anche su Artù che per guidare si era tolto parte dell'armatura ingombrante, restando solo con i pantaloni e la casacca. 
 
"Vai verso destra e gira un po' le ruote" gli suggerì Merlino, tirando un altro gavettone che si schiantò contro la fiancata del trattore. 
Artù non ribatté nulla e fece come gli aveva suggerito Merlino. Quest'ultimo prese la mira e lanciò un palloncino, colpendo Tristano sulla spalla. 
"Bel colpo" si complimentò Artù, ridacchiando. Merlino rise felice e fece per tirarne un altro, ma Isotta sfruttò quell'attimo di distrazione in cui Merlino si era voltato per sorridere ad Artù, per colpirlo. Il palloncino si ruppe sulla sua testa, bagnandogli i capelli e parte del busto. 
"Sembri un pulcino bagnato" commentò Artù, sorridendo divertito. 
 
"Idiota, zitto e accelera" gli intimò Merlino, afferrando due palloncini e tirandoli con forza. Uno finì sul grembo di Isotta, mentre l'altro arrivò a colpire la mano che Tristano teneva sul volante. 
 
"Appena arriviamo alla fine del sentiero, gira a destra" gli disse Merlino, continuando a lanciare e ricevere gavettoni. 
"Dovremmo girare a sinistra" gli fece notare Artù, indicando la freccia che segnava quella direzione. 
 
"Fidati, conosco questa fattoria meglio di qualunque altro posto. Ci ho passato pomeriggi interi per gran parte della mia adolescenza. Arriveremo lo stesso alla bandiera, e se vai ad una velocità spedita, lo faremo prima di loro" spiegò Merlino, e Artù annuì in assenso, facendo come gli aveva detto Merlino. 
 
Non seppe se essere sorpreso o infastidito dal fatto che Merlino avesse avuto ragione. Arrivarono qualche istante prima di Tristano e Isotta, distanti solo di qualche metro. Merlino si sporse per prendere la bandiera ed esultò. 
 
"Per ritornare vai nella direzione da dove stanno venendo loro" suggerì Merlino, voltandosi per guardare Artù. Un palloncino gli arrivò in piena faccia e annaspò. Sputacchiò un po' d'acqua e Artù si morse la lingua per non scoppiare a ridere. 
Merlino si massaggiò la fronte e Artù rallentò per poterlo controllare.
 
"Ti fa male?" gli chiese, guardandolo preoccupato. 
"No, vai, sbrigati" rispose Merlino, gesticolando animatamente. 
 
Nel frattempo anche Tristano e Isotta afferrarono la bandiera e fecero inversione per il sentiero del ritorno. 
 
"Scusa" gridò Isotta a Merlino, seriamente dispiaciuta per il segno rosso che gli stava spuntando sulla fronte. Merlino le sorrise in risposta, facendole capire che andava tutto bene.
 
A pochi metri dal traguardo erano in vantaggio e Merlino decise di cambiare strategia. Afferrò i gavettoni e, invece di tirarli contro Tristano e Isotta, puntò alle ruote. Il lattice dei palloncini si incastrò nelle ruote, facendoli rallentare. 
 
Artù e Merlino li superarono e arrivarono al traguardo, sventolando vittoriosi la bandiera. Vennero accolti da applausi e grida di incitamento. 
 
Artù fermò il trattore e si voltò verso Merlino. Batterono il cinque e poi si abbracciarono euforici, ridendo senza fiato. 
 
"Siamo una bella squadra" sussurrò Artù, continuando a stringerlo. Merlino si tirò leggermente indietro per poterlo guardare negli occhi. 
"Avevi qualche dubbio?" gli chiese, non smettendo di sorridere. 
"Neanche uno" rispose Artù senza alcuna esitazione. 
 
"Okay piccioncini, adesso tocca a me" li interruppe Morgana, facendogli fretta per farli scendere. Salì al posto di guida e poi si voltò, aspettando che qualcuno si sedesse accanto a lei. 
 
"Se volete restare illesi, non andate" scherzò Artù, rivolgendo un sorriso innocente a sua sorella. 
 
"Vengo io con te" disse Gwen, sollevandosi il vestito lungo per salire sul trattore. 
"Così possiamo parlare di quanto sono stati ciechi Artù e Merlino e quante paranoie si sono fatti" esclamò Morgana, battendo il cinque con la ragazza. 
 
Artù e Merlino sospirarono rassegnati. 
 
"E' la fine"
 
***
 
La mattinata era passata in fretta fra un'attività e l'altra. Per l'ora di pranzo tutto il gruppo si era riunito, sedendosi in cerchio su delle balle di fieno. 
 
"E' incredibile essere tutti qui insieme" commentò Gwen, sorridendo felice. 
Istintivamente, Artù e Merlino si guardarono e sorrisero. 
 
"E' assurdo. Eravamo tutti più vicino di quanto pensassimo. E' vero che non abbiamo mai avuto modo di stare veramente tutti insieme, ma Merlino e Artù avrebbero potuto collegare le cose, se solo non avessimo tenuto i nostri nomi segreti" notò Galvano, ricevendo degli assensi da parte degli altri.
 
"Dovevo capirlo che eri tu. Seriamente, chi altri sceglierebbe quel nickname?" domandò Merlino retoricamente, sorridendo a Galvano.
"Esatto, mi sento offeso dal fatto che tu non l'abbia realizzato subito" scherzò, ricevendo uno sbuffo da parte di Artù.
"Qualcuno qui è suscettibile" lo stuzzicò Galvano, beccandosi un colpo giocoso sulla gamba da parte di Artù.
 
"In parte è colpa nostra che abbiamo messo la regola di non mettere il proprio nome completo come nickname" si scusò Freya.
"Bè, potevamo comunque presentarci in chat quando abbiamo creato il nostro gruppo" replicò Leon e tutti si guardarono colpevoli.
 
"Non avevamo bisogno di sapere i nostri nomi per andare d'accordo o per creare dei legami" rispose Lancillotto, alternando lo sguardo fra Artù e Merlino quando disse l'ultima frase. I due interessati si guardarono imbarazzati, sperando che quella conversazione finisse presto.
 
"Che poi è stato Artù a non volersi presentare" aggiunse Morgana, ricevendo un'occhiataccia da suo fratello. 
"Sai perché" borbottò a denti stretti. 
"Quel ragazzo che non appena ha saputo chi eri, ti ha usato per arrivare all'azienda di tuo padre" commentò Merlino, ricordando una delle conversazioni che avevano avuto riguardo alle loro relazioni passate.
 
"Il bastardo di Cenred" confermò Leon e Artù annuì.
 
"Artù si sente un po' come in quei film dove una persona famosa o con un certo prestigio si immischia in mezzo alla gente comune e non dice di essere chi è per tenere la sua identità segreta" disse Galvano, facendo un occhiolino ad Artù, che gli diede una spallata, facendolo barcollare.
 
"Come quel film...Un principe tutto mio" esclamò Gwen, insieme a Freya e Morgana che dissero il titolo del film nello stesso momento, sorridendosi in modo complice.
 
"Solo che Artù non è il principe, ma il Re" sottolineò Merlino, ridacchiando solo per un attimo. Perché non appena realizzò di averlo detto ad alta voce e che tutti gli occhi si puntarono su di lui, cambiò espressione. 
"Artù è il Re" sussurrò nuovamente, come se ancora faticasse a crederci. 
 
"E pensare che tu lo hai anche sognato" disse Gwen con un sorrisetto, che si tramutò in una smorfia quando vide Merlino girarsi di scatto verso di lei per incenerirla con lo sguardo, per poi voltarsi in direzione di Artù. Quando incrociò lo sguardo attento e curioso di Artù  sentì il cuore balzargli in gola.
 
"Oh, non glielo avevi detto..." commentò la sua amica, guardandolo colpevole. "Scusami" 
Merlino sospirò, sentendo le guance arrossarsi per tutti quegli sguardi puntati addosso. Soprattutto lo sguardo interrogativo, ma fastidiosamente soddisfatto di Artù.
 
"Non mi direte che siete imbarazzati" li stuzzicò Galvano, alternando lo sguardo fra i due. Artù ruotò gli occhi e non lo fulminò con lo sguardo solo perché era troppo impegnato a guardare Merlino, che se ne stava seduto con le spalle ricurve e le braccia poggiate sulle ginocchia.
 
"No, per quale motivo dovremmo esserlo?" commentò sarcasticamente Merlino, lanciando un'altra occhiata a Gwen che si strinse nelle spalle e gli mormorò un altro 'scusa'. 
 
"Appunto, non ne avete motivo. Vi conoscete, vivete insieme, sapete le abitudini l'uno dell'altro. Vi siete baciati, vi siete dichiarati amore eterno. Probabilmente vi siete già visti nudi o quasi! Bè, Merlino di sicuro, visto che Artù ha l'abitudine di camminare per casa mezzo nudo" disse Galvano, alzandosi di scatto quando vide Artù allungare un braccio per colpirlo.
 
"A volte mi chiedo se  sei davvero così cretino o ci fai" commentò Artù, e Galvano si portò una mano sul cuore, fingendosi ferito da quelle parole.
 
"Era per aiutarvi a superare l'imbarazzo" si giustificò, sedendosi in un punto lontano da Artù per evitare di essere colpito.
 
"Ed esattamente il pensiero di Artù mezzo nudo come potrebbe aiutare?" si intromise Merlino, con le guance sempre più rosse dall'imbarazzo.
 
Galvano andò per parlare, ma Percival gli mise una mano sulla spalla per fermarlo. Tutti si misero a ridacchiare, tranne Artù e Merlino ovviamente che sarebbero voluti sparire in quel momento. 
 
Fortunatamente Lancillotto e Freya sviarono il discorso, spostando l'attenzione su altro, parlando dei programmi che avevano organizzato per il pomeriggio.
 
"Scusa" mimò Artù in direzione di Merlino, ma quest'ultimo scrollò le spalle e gli sorrise. Artù gli fece un cenno con la testa, indicando il sentiero costeggiato da alberi proprio accanto a loro. Merlino annuì ed entrambi si alzarono, scusandosi con gli altri, mentre si allontanavano in silenzio, ignorando il parlottare dei loro amici e i loro sguardi incuriositi.
 
Artù e Merlino camminarono fra gli alberi in silenzio per un po', fino a che non furono abbastanza lontani da sentire a malapena il vociare della folla. 

"Che succede?" gli chiese Merlino, non appena si fermarono. 
"Mi dispiace. Forse vederci oggi è stato un errore" rispose Artù e Merlino si accigliò, sentendo un macigno posarsi sul petto.
Artù, rendendosi conto di come potesse essere interpretato ciò che aveva appena detto, si affrettò a chiarire.
 "Non intendo il fatto di vederci. Ma forse come primo incontro sarebbe stato meglio se fossimo stati soli..." 
Merlino sospirò di sollievo, scuotendo appena la testa come a rimproverarsi per essere giunto già a delle conclusioni affrettate. 
 
"Mi dispiace, già l'aria era abbastanza tesa e poi Galvano ha esagerato" si giustificò Artù, guardandolo dispiaciuto.
 
"No, va tutto bene. Non mi ha dato fastidio" lo tranquillizzò e alla sua occhiata scettica, sorrise. "Dico davvero. E sì, magari c'era un po' di imbarazzo, ma non mi dispiace che ci siano anche i nostri amici" 
 
Artù annuì, seppur ancora poco convinto. 
"Davvero mi hai sognato?" gli chiese l'attimo dopo, le labbra che gli tremarono nel tentativo di reprimere un sorrisetto. Merlino sbuffò, ma alla fine sorrise, stringendosi nelle spalle. Dopodiché iniziò a camminare per tornare dagli altri, seguito a ruota da Artù.
 
Non appena raggiunsero gli altri, Artù ammonì Galvano con lo sguardo. Quest'ultimo osservò attentamente Artù e Merlino, per poi sospirare seccato. Si rivolse verso Lancillotto, trovandolo con la mano protesa verso di lui e un ghigno sulle labbra.
Galvano guardò un'ultima volta Artù e Merlino, quasi implorandoli con lo sguardo. "Non avete pomiciato, vero? Neanche un bacino piccino?" gli chiese, stringendo le labbra in un broncio. Artù lo guardò con occhi sgranati, mentre Merlino al suo fianco ridacchiò nervosamente.
 
"No, te lo avevo detto che si erano allontanati solo per parlare" rispose Lancillotto, muovendo le dita della mano. "I soldi, grazie" 
 
"Ho paura anche a chiedere" disse Merlino, mentre Galvano tirava fuori il portafoglio.
 
"Galvano ha scommesso che vi eravate allontanati per sbaciucchiarvi" spiegò Morgana, trattenendosi per non ridere dell'espressione scioccata dei due interessati.
 
"E Lancillotto ovviamente ha scommesso l'opposto" sottolineò Leon. Tutti sembravano fin troppo divertiti. 
 
Artù si voltò a guardare Merlino esasperato, ma quest'ultimo gli si avvicinò, poggiandogli una mano sulla spalla e sporgendosi per poggiare le labbra sulla sua guancia. Artù si immobilizzò, sentendo il respiro bloccato in gola e il cuore battere talmente forte da sentirlo rimbombare nelle orecchie. Guardò Merlino mentre si staccava appena da lui, continuando a tenere la mano stretta sulla sua spalla.
 
"Puoi tenerti i soldi" disse a Galvano, per poi fare un occhiolino ad Artù, che ci mise un istante a capire a cosa si riferisse Merlino. 
 
Tutti li guardarono sorpresi, non aspettandosi quella dimostrazione di affetto. 
"Faccio altre cento scommesse se questo vi fa baciare" commentò Galvano e per la prima volta, furono tutti d'accordo con lui. 
 
"Quindi mi hai baciato soltanto per far vincere la scommessa a Galvano?" chiese Artù, intrigato, anche se si finse offeso.
Merlino si strinse nelle spalle. "Ti lascio libera interpretazione" rispose in un sussurro, lasciando scivolare via la mano dalla spalla di Artù. 
 
"Mi devi lo stesso i soldi. Si sono scambiati solo un bacetto sulla guancia, non vale" disse Lancillotto e Galvano si voltò a guardare Merlino, che stava già scuotendo la testa. 
"Non ci provare neanche" lo ammonì e Galvano sospirò. Andò per porgere i soldi a Lancillotto, ma quest'ultimo ritirò la mano.
 
"Tienili. Non li avrei presi comunque" gli disse. 
 
"Per curiosità...quanto avevate scommesso?" chiese Artù.
A quella domanda i presenti si guardarono e scoppiarono a ridere, per poi rispondere in coro.
 
"Cinque sterline"
 
 Artù si passò una mano sulla fronte, cercando di mantenere la calma. Merlino si mordicchiò il labbro inferiore, incerto se parlare o no, ma quando lo fece, lasciò tutti a bocca aperta.
 
"Quel bacio valeva molto di più"
 
***
 
Mentre aspettavano che venissero sistemati gli ultimi particolari per la caccia al tesoro, molti cavalieri di diversi regni si erano riuniti per la lotta con le spade, che aveva coinvolto un po' tutti, ragazze comprese. Morgana ad un certo punto aveva anche tirato una scarpa, essendo rimasta senza arma. I cavalieri di Camelot ebbero la meglio su quasi tutti gli avversari.
 
Alla fine erano rimasti Artù e Mordred a scontrarsi nel duello finale. Si fronteggiarono e i colpi ripartirono. 
Stettero circa cinque minuti a combattere, e poi Mordred sferrò il colpo finale, affondando la spada nel fianco di Artù. 
 
Freya fischiò, il che significava che aveva subito il limite dei colpi consentiti. 
Prima di accasciarsi a terra e fingersi ferito, Artù imitò il gesto di Mordred e piantò la spada nel suo stomaco. 
 
Entrambi di guardarono e si accasciarono insieme a terra. Freya fischiò un'ultima volta, segnando la fine dell'incontro.
"Sono  morti" osservò e qualcuno le gridò Capitan Ovvio, beccandosi uno strillo del fischietto.
 
Artù si voltò e cercò Merlino con lo sguardo. Lo vide poggiato contro la staccionata, mentre gli sorrideva.
 
"Dovresti essere qui a tenermi fra le tue braccia" gli fece notare Artù, arricciando le labbra in un broncio. 
 
"Non posso morire senza prima ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me e per Camelot" aggiunse con un filo di voce. 
 
Merlino scavalcò la staccionata e lo raggiunse, mettendosi in ginocchio accanto a lui. 
 
Artù sollevò una mano per salutarlo, ma Merlino l'afferrò e intrecciò le loro dita. Artù lo guardò sorpreso per qualche attimo, alternando lo sguardo dal suo viso illuminato dal sole alle loro mani unite. 
 
I loro palmi erano caldi e leggermente sudati, ma non importava. Perché le loro dita si incastravano alla perfezione e il resto non contava.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L'ansia mi sta divorando >.< 
Fatemi sapere cosa ne pensate, pls. ç_ç
 
Però stavolta sono stata brava, perché non c'è stato nessun cliffhanger! 
 
 
 
Nel prossimo capitolo:
 
"Ma guardaci..." disse dopo un po' Merlino, attirando l'attenzione di Artù. " E' il nostro primo appuntamento e dormiamo già insieme" continuò, stendendo le labbra in un sorriso furbo.
Artù assunse un'espressione sorpresa e intrigata. "Appuntamento?" gli chiese, con tono ammiccante. 

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Capitolo 9
*** Capitolo IX ***


* si affaccia timidamente *
 
BUONA SERA! YES, I'M STILL HERE AND I'M BACK!
 
Chiedo scusa per la lunga attesa. Non ho giustificazioni, lo so. Sono una persona orribile ç_ç Ma ho promesso che finirò la storia e così sarà. 
La cosa "divertente" è che il capitolo era quasi pronto già da tanto, ma mi sono bloccata su alcune cose. 
Ora ho deciso di pubblicarlo, perché al mio solito, più lo rileggo, più non mi piace e più mi viene voglia di cambiare tutte cose >.< 
Quindi, via il dente, via il dolore! 

Spero davvero che ci sia ancora qualcun* dispost* a continuare questa storia *-* 
 
Fatemi sapere cosa ne pensate, pls. Un abbraccio a tutt* ❤
 
 
 
 
 
 
 
                               CAPITOLO IX
 
 
 
 
Merlino e Artù non sapevano bene come comportarsi; se da una parte cercavano di non restare soli per evitare di confrontarsi, d'altra parte fremevano dal desiderio di restare soli e parlare. Tuttavia, anche se erano in compagnia, restavano vicini e quando erano lontani si cercavano con lo sguardo.
 
Quando arrivò il momento della caccia al tesoro, vennero divisi in gruppi con i diversi regni di appartenenza. A loro volta, i gruppi si divisero in gruppetti più piccoli, raccogliendo così diversi indizi contemporaneamente per poi arrivare insieme a quello finale. Per capire dove trovare l'indizio successivo, dovevano risolvere un indovinello. 
 
Merlino e Artù, fortunatamente, erano capitati con Elyan che ebbe l'accortezza di tenersi in disparte e non essere ficcanaso, nonostante il suo cellulare continuasse a segnalare l'arrivo dei messaggi che gli inviavano gli altri per spiare Artù e Merlino e riferire ogni cosa. 
 
Camminarono fra gli alberi, arrivando al pollaio, soluzione del primo indovinello.
 
Cosa deve essere rotto prima di usarlo?
Un uovo.
 
Appena arrivarono, trovarono qualcuno già intento a cercare indizi nelle gabbie delle galline contrassegnate con gli stemmi dei vari regni.
Merlino si diresse a passo svelto verso la fine del pollaio, seguito a ruota da Elyan, mentre Artù restò qualche passo indietro, guardandosi attorno con aria quasi impaurita. Merlino se ne accorse e si accigliò.
 
"Non entri?" gli chiese, e Artù si strinse nelle spalle. 
"Potete cercare voi l'indizio. Io aspetto qui" propose Artù vanamente, sapendo per certo che Merlino non si sarebbe arreso così facilmente. Difatti quest'ultimo gli si avvicinò, guardandolo con aria interrogativa e Artù sospirò.
"Non voglio entrare" mormorò Artù. 
"Questo lo avevo capito. Ma perché?" gli chiese Merlino, chinando la testa di lato per incrociare lo sguardo che Artù aveva distolto dal suo.
 
Artù fece una smorfia, non volendo svelare quale fosse davvero il motivo, ma sapendo di non avere altra scelta. Merlino sapeva essere  fastidiosamente insistente quando voleva tirare fuori qualcosa.
"Non mi piacciono le galline" ammise in un sussurro. Merlino lo guardò con un cipiglio. 
"Nel senso che...?" insistette e a quel punto Artù sbuffò.
"Ho paura, okay? Ho paura delle galline" disse infine, guardando Merlino come se si aspettasse che lo prendesse in giro da un momento all'altro. Invece Merlino sorrise e allungò una mano verso di lui.
Artù istintivamente l'afferrò, ma stette fermo quando Merlino provò a farlo camminare.
"Fidati di me" sussurrò Merlino, accarezzandogli il dorso della mano col pollice. Artù inspirò bruscamente e dopo sospirò, muovendo qualche passo all'interno del pollaio. 
 
"Ho trovato la nostra gallina" disse Elyan, facendo segno ai due di raggiungerlo. 
 
"Ciao Rosinda, credo tu abbia qualcosa per me" disse Merlino, abbassandosi sulle ginocchia e sorridendo alla gallina che fece un cooo quando lo vide.
Artù lo guardò con un cipiglio, avendo quasi paura quando Merlino si voltò verso di lui.
"Vuoi prendere tu l'indizio?" 
Artù spalancò gli occhi, scuotendo la testa. "No, non se ne parla. Te lo puoi scordare! Guarda come mi sta guardando. Le galline sono inquietanti" si oppose. 
"Rosinda è innocua" gli fece notare Merlino, allungando la mano che non teneva quella di Artù, verso la gallina, poggiandole due dita sulla testa per accarezzarla. 
"Rosi, ti presento Artù" disse Merlino, voltandosi verso Artù che, seppur in modo un po' esitante, si abbassò sulle ginocchia accanto a Merlino.
"Adesso apriamo la gabbia e prendiamo l'indizio. Tu farai la brava, vero Rosinda?" chiese Merlino, continuando ad accarezzarle le piume, invitando Artù ad aprire la gabbia.
 
Entrambi erano troppo distratti per notare Elyan che mandava messaggi.
 
 
 
Elyan:
 
Artù e Merlino stanno socializzando con Rosinda. 
 
Leon:
 
Rosinda? Chi è Rosinda?
 
Freya:
 
E' una delle nostre galline :D 
 
Morgana:
 
Galline?? Ma Artù ha terrore delle galline!
 
Elyan:
 
Lo so, ma poi Merlino lo ha preso per mano e Artù si è fidato di lui senza alcuna esitazione. 
 
Lancillotto:
 
Merlino ha preso Artù per mano??
 
Morgana:
 
Cioè quei due si prendono per mano e tu come prima cosa dici che stanno parlando con una gallina???
 
Percival:
 
Elyan. ELYAN. Non ci siamo proprio
 
Galvano:
 
Le basi, Elyan. LE BASI!!
 
Gwen:
 
Elyan! Questa è una cosa importantissima! Dovevi dirlo subitoooo
 
Galvano:
 
Elyan, carissimo Elyan. Loro si sentono al sicuro con te, pensano di essere stati fortunati a capitare con te che sei così pacato e non con uno di noi, che siamo un po' più...esuberanti. Quello che non sanno è che siamo stati NOI a sceglierti per questa missione. Proprio perché sapevamo che con te si sarebbero fidati e si sarebbero lasciati andare, non sospettando di te. Ricorda, sei in missione. Ogni cosa, ogni sguardo, ogni parola, ogni sfioramento, qualunque cosa tu la riporti a noi! 
 
Elyan:
 
Agli ordini, capo! 
 
Nel frattempo Artù e Merlino avevano recuperato l'indizio successivo. 
 
Puoi tenerlo senza mani o braccia. Cos'è? (*)
 
"Il respiro" esclamarono tutti e tre i ragazzi, contemporaneamente, guardandosi in modo complice.
 
"Il lago" disse Elyan, pensando subito all'azione di trattenere il fiato sott'acqua. 
Uscirono dal pollaio, dirigendosi a passo veloce verso le sponde del lago. Lì trovarono gli altri membri della loro squadra, mentre qualche avversario già si buttava nel lago, alla ricerca dell'ultimo indizio. 
 
"Scherzate, vero?" chiese Morgana, facendo un passo indietro per allontanarsi dall'acqua. 
"Ho impiegato un'ora e mezza per fare la piega ai capelli. E un'ora per il make up. Non esiste che mi butto in acqua" disse in modo categorico, guardando tutti con uno sguardo vicino al minaccioso, suggerendo di non provare neanche a farla cadere in acqua. Il suo sguardo si soffermò su Galvano, che alzò le mani in segno di resa. 
"Perché sempre io?!" chiese con un sbuffo,  per poi sospirare rassegnato quando tutti lo guardarono in modo ovvio. 
 
Nel frattempo anche Freya e gli altri amministratori del gioco li raggiunsero al lago. Si divisero e Freya ovviamente si avvicinò alla squadra di Camelot.
 
"Non c'è bisogno di entrare tutti in acqua, giusto?" chiese Morgana, portandosi le mani ai capelli in un gesto istintivo.
 
Freya fece una piccola smorfia. "Sono un po' delusa da voi. Pensavo ci sareste arrivati" disse e tutti si accigliarono, guardandosi in modo interrogativo. 
"L'indizio non è nel lago" esclamò all'improvviso Lancillotto, mentre tutti si voltavano verso di lui. "Troppo ovvio" continuò, puntando lo sguardo su Freya per avere conferma. Quando lei sorrise in modo colpevole, capì di avere ragione.
 
"E' come per l'uovo. Era parte dell'indizio che ci ha condotti al pollaio, ma non abbiamo dovuto prendere davvero l'uovo. Il lago è solo un punto di riferimento" disse Galvano, sorridendo fiero quando Freya annuì, confermando ciò che aveva appena detto. 
 
"Ma allora non escono solo idiozie dalla tua bocca" scherzò Morgana, fingendo stupore. Galvano le lanciò un'occhiataccia e lei sorrise. 
 
"Okay, quindi sappiamo che l'indizio si trova vicino al lago" riprese Gwen, guardandosi intorno nella speranza di individuare qualcosa. 
"Credo che sappiate già dove andare" disse Freya, piegando la testa di lato per guardare Merlino. "Tu lo sai" specificò con un sorriso. 
Merlino la guardò perplesso per qualche istante, ma appena vide l'espressione di lei, capì. La realizzazione si fece strada in lui, cambiando la sua espressione, cosa che notarono anche i suoi amici che lo guardarono incuriositi. 
 
"Siete piuttosto avvantaggiati perchè Merlino conosce ogni singolo angolo di questa fattoria" gli fece notare Freya, abbassando il tono di voce per evitare che qualcun altro potesse sentirla. 
 
"E' dove ci siamo scambiati il nostro primo bacio. Ricordi, no?" aggiunse Freya sorridendo. 
Leon, Percival, Morgana e Galvano si voltarono a guardare Merlino sorpresi, mentre Artù tossicchiò per colpa dell'acqua che gli andò di traverso. 
 
Merlino arrossì di botto. "Siamo stati insieme quando eravamo al liceo" disse, stringendosi nelle spalle. "E ovviamente ricordo dove andare" aggiunse, scambiandosi un'occhiata complice con Freya. 
 
"Il primo bacio non si scorda mai" commentò Morgana teneramente.
 
Merlino fece una piccola smorfia. "Mh...In realtà il mio primo bacio è stata Gwen" chiarì. Artù sputacchiò un po' d'acqua, e alternò lo sguardo fra Merlino e Gwen, fingendosi scioccato. Quando i suoi occhi si posarono su Gwen, lei gli fece l'occhiolino, sorridendo maliziosa. Artù la guardò per qualche secondo, fingendosi minaccioso e poi si mise a ridacchiare. 
 
"Merlino! Hai baciato entrambe le tue migliori amiche" commentò Percival, dandogli una pacca sulla spalla, come se si stesse complimentando e Merlino sorrise imbarazzato.
"Non ci dirai che hai pomiciato anche con Lancillotto, vero?" chiese Leon fra le risate. Artù improvvisamente smise di ridere, mettendosi sull'attenti. 
 
Il cambio di umore si avvertì immediatamente e Lancillotto si premurò a chiarire. 
"No, lascio questo onore alle due signore qui presenti" disse, indicandole con un cenno della testa.
 
Merlino si schiarì la gola, chiaramente imbarazzato, mentre Artù a pochi passi da lui, fulminò con lo sguardo Galvano e Morgana che stavano canticchiando "Artù è geloso".
 
"Ragazzi, non vorrei fare il guastafeste ma...le altre squadre hanno già cambiato direzione alla ricerca dell'ultimo indizio" si intromise Elyan, facendo segno con la mano verso le sue spalle, dove molti avevano intrapreso un sentiero vicino al lago. Quello sembrò risvegliarli e tutti si voltarono verso Merlino, aspettando indicazioni. 
"Giusto. Da questa parte" disse, iniziando a camminare nella direzione opposta a quella presa dalle altre squadre. Artù gli si mise accanto e Merlino sorrise. 
 
"Così', Freya e Gwen, eh?" gli chiese, le labbra stese in un piccolo ghigno divertito. Merlino sbuffò una risata. 
"Già, è stato un bel po' di tempo fa, prima di realizzare che fossi gay" rispose sbrigativo. 
Artù lo guardò silenziosamente, aspettando che Merlino aggiungesse altro. Quest'ultimo lo guardò di rimando, stringendosi nelle spalle.
 
"Io e Gwen ci siamo baciati quando avevamo quattordici anni. E' stato solo quello, un bacio. Non abbiamo mai provato a stare insieme. Con Freya è stato diverso. Siamo stati insieme per qualche mese. Avevamo sedici anni. Sembrava la cosa più giusta da fare. Sai, siamo cresciuti praticamente insieme e non so, stavamo bene insieme" disse, facendo un piccolo sorriso. 
"Ma con l'andare del tempo mi rendevo conto che sì, stavo bene con lei, ma non in quel senso. Credo che Freya lo abbia capito prima di me. Per un po' ci sono stato davvero male, perché volevo davvero che le cose funzionassero con lei. Avevo paura di rovinare il nostro rapporto, non volevo farla soffrire, così ho provato a continuare la nostra relazione, ma Freya è sempre stata troppo sveglia e ha capito che non potevamo continuare. E' stata fantastica. Non ha mai smesso di starmi accanto. Nonostante ci stesse male, è stata sempre al mio fianco ed è stata di supporto dopo il mio coming out" raccontò Merlino, perso nei ricordi di quel periodo. 
 
"Sembra davvero una persona fantastica" commentò Artù sinceramente e Merlino annuì vigorosamente. 
"E poi...è grazie a lei se siamo qui, no?" continuò, stendendo le labbra in un piccolo sorriso. Merlino annuì per l'ennesima volta, sbuffando una piccola risata.
"Sì, è stata alquanto insistente. Su tutto" confermò.
"Dovrei proprio ringraziarla allora" disse Artù, con un sorrisetto giocoso disegnato sulle sue labbra. Merlino lo guardò divertito, scuotendo appena la testa.
"Direi proprio di sì" asserì, per poi comunicare che erano arrivati dove pensava ci fosse l'indizio. 
 
Era un piccolo sentiero rialzato, che si affacciava proprio sulle sponde del lago, offrendo una vista mozzafiato. 
Merlino si guardò intorno, imitato a ruota dagli altri, anche se non sapevano bene cosa cercare. 
 
"Credo di aver trovato qualcosa" esclamò ad un tratto Percival, indicando un oggetto appeso ai rami di un albero, nascosto fra le foglie. 
"Grandioso! Come lo prendiamo?" chiese Leon. 
"Potremmo creare una piramide umana" propose Elyan. 
 
"Non è necessaria una piramide. Basta solo che ci mettiamo in cerchio e alziamo una persona" osservò Lancillotto. 
"O più semplicemente basta che uno salga sulle spalle di un altro" ribattè Galvano. 
Tutti quanti si voltarono verso Merlino, visto che sarebbe stato il più facile da reggere. Escluse Morgana e Gwen che però erano impedite nei movimenti a causa degli abiti lunghi che indossavano. 
 
Merlino li guardò rassegnato, ma poi si fece minaccioso. "Se mi fate cadere, vi uccido" esclamò, mentre loro si posizionavano in cerchio. 
 
"Dovresti salire sulle spalle di Perci, è il più alto" gli suggerì Morgana, e Merlino si voltò a guardarla in modo ovvio, come a dirle "Grazie tante!"
 
Percival si abbassò sulle ginocchia, facendo salire Merlino a cavalluccio sulle sue spalle, mentre gli altri ragazzi si mettevano in cerchio attorno a loro, pronti a prenderlo in caso di caduta.  Quando Percival si rialzò, Merlino allungò le braccia, rischiando di perdere l'equilibrio. Fortunatamente gli altri ebbero subito i riflessi pronti, parando le mani per sorreggerlo.  
 
"Ti tengo, fidati di me" mormorò Artù e Merlino sorrise, sfiorando la mano che Artù teneva sul suo fianco. Merlino si allungò nuovamente, aiutato dagli altri a tenere l'equilibrio e non cadere, esultando internamente quando riuscì ad afferrare l'indizio. 
 
"Ce l'ho" esclamò, sventolandolo vittorioso. Scese dalle spalle di Percival, barcollando appena, ma le mani di Artù furono subito pronte a sorreggerlo.
 
"Allora, cos'è?" chiese Morgana, dando voce ai pensieri degli altri. Merlino mostrò l'oggetto e qualcuno aggrottò la fronte, non capendo cosa fosse. 
 
"E' un pezzo di triscele" rispose Merlino.
 
"Cosa ne dovremmo fare?" domandò Leon e Merlino si strinse nelle spalle. "Non ne ho idea"
"Ma è un solo pezzo. Dovremmo cercare anche gli altri due?" chiese Lancillotto.
"Credo sia meglio ritornare al lago e vedere" propose Galvano. 
 
Una volta tornati al lago, trovarono gli amministratori del gioco schierati al centro. Quasi nello stesso istante, tornarono anche le altre squadre. 
 
"Okay, vedo che avete recuperato gli indizi finali. Quello che avete trovato è un triscele, ciascuno ne possiede un pezzo. Essendo tre i pezzi che compongono il triscele e Cinque squadre che rappresentano i Cinque Regni, non tutti ne hanno uno" iniziò a spiegare Freya. 
"Chi ha trovato il suo pezzo di triscele, faccia un passo avanti. Bene. A cosa serve? Le tre squadre che hanno trovato i rispettivi componenti del triscele, avranno il privilegio di accedere ad una nuova area di gioco!" disse emozionata, battendo le mani. I vincitori fischiarono ed esultarono, enfatizzando in modo teatrale l'entusiasmo. 
 
"Ovviamente anche chi ha perso avrà modo di accedervi, solo non adesso" disse Freya, consolando le due squadre che non erano riuscite a recuperare il pezzo di triscele. 
 
"Quindi abbiamo vinto una cosa che avremmo avuto lo stesso, prima o poi" notò Gwen. 
"Sì, ma ehi! L'importante è stato divertirsi" ribattè Freya e allargò le braccia, sorridendo in modo colpevole. 
 
"Esatto, l'importante è stato partecipare" concordò Artù.
"No, l'importante era vincere" commentò Morgana, incrociando le braccia al petto. 
Artù si voltò a guardare Merlino. "Ma io oggi ho già vinto" mormorò, sorridendo in modo ebete. Merlino arrossì di botto, mentre Morgana assunse un'espressione disgustata e fece finta di vomitare.
Galvano alzò le braccia e gli occhi al cielo, fingendosi esasperato. 
 
"Credi davvero di conquistarlo con queste frasi smielate e scontate?" gli chiese, scuotendo la testa con disapprovazione. 
 
Merlino, ancora imbarazzato, si mise accanto ad Artù, dandogli una leggera spallata. 
"Non ha bisogno di queste frasi per conquistarmi" disse, facendo un occhiolino e sorridendo ad Artù.
 
"Quindi stai insinuando che ti ha già conquistato?" lo provocò Galvano con un ghigno, mentre gli altri che stavano assistendo alla scena, cercarono di non ridere. 
 
"Mi ha conquistato al primo 'ciao'" rispose naturalmente Merlino e Artù si voltò a guardarlo sorpreso. "Ma davvero?" chiese e Merlino scrollò le spalle. 
 
Galvano si portò le mani sul petto. "Sono commosso. Veramente. Siete perfetti l'uno per l'altro, in quanto originalità soprattutto " 
 
Artù lo guardò indispettito, mentre Merlino arricciò le labbra per non ridere. 
 
Galvano continuò a scuotere la testa. "Dobbiamo seriamente lavorarci". 
 
 
 
                                                                                                                                                          ****
 
 
 
Per la sera avevano organizzato un vero e proprio accampamento. Ognuno aveva portato qualcosa per la sistemazione della notte: tende canadesi, sacchi a pelo, materassini da campeggio, e qualcuno avrebbe dormito in macchina. 
 
"Abbiamo pagato 7 sterline e non abbiamo neanche un letto" disse Galvano, spuntando da dietro un materassino.
Freya si voltò a fulminarlo con lo sguardo, e Galvano si affrettò a chiarire. "Lo so, noi non abbiamo pagato, ma se avessimo pagato..." aggiunse, mordendosi le labbra per non ridere e restare serio. 
"Questo non è un hotel" lo riprese, incrociando le braccia al petto in quella che doveva essere una postura autoritaria, sorridendo soddisfatta quando Galvano non trovò risposta. 
 
"Potevamo pagare anche noi, sai" le disse Leon.
"Lo so, ma non sarebbe stato giusto. Già mi sento in colpa ad aver fatto pagare l'ingresso agli altri, soprattutto perché ci sono persone che hanno pure viaggiato per arrivare qui" disse, stringendosi nelle spalle. 
 
"Ma è il minimo. Sarà costato un bel po' di soldi tutto questo lavoro, è giusto che ne recuperi almeno una parte" si intromise Artù, sistemando il suo sacco a pelo vicino a quello di Merlino, ignaro degli sguardi complici che si stavano scambiando i ragazzi alle loro spalle. 
 
"Esatto. Io e gli altri amministratori abbiamo diviso la spesa, quindi è pesato un po' di meno. Anche perché ammetto che siamo riusciti a farcela con il minimo grazie a delle conoscenze che ci hanno fatto un prezzo stracciato per eseguire i lavori. Era una cosa che volevamo fare e facendo qualche piccolo conto in tasca, considerando quello che avremmo recuperato, ci siamo resi conto che potevamo affrontare la spesa. Per fortuna siamo riusciti a farcela" 
 
Artù si voltò a guardare Merlino, che stava lanciando distrattamente dei rametti nel fuoco, e sorrise. 
"Per fortuna" disse in un sussurro udibile a malapena. Merlino, sentendosi fissato, sollevò lo sguardo e lo puntò su Artù, chiedendogli silenziosamente cosa stava succedendo e Artù rispose con una scrollata di spalle. 
 
Per un po' stettero tutti seduti intorno al fuoco, parlando del più e del meno, fino a che la stanchezza della giornata non si fece sentire. 
Mentre si coricavano, Artù e Merlino si resero conto di quanto fossero vicini. La distanza fra i loro sacchi a pelo era davvero minima, tanto che per poco i loro gomiti non si sfioravano. Per qualche minuto non dissero nulla, si limitarono ad alternare lo sguardo dal cielo stellato ai loro visi, sorridendo timidamente quando i loro occhi si incrociavano. 
 
"Ma guardaci..." disse dopo un po' Merlino, attirando l'attenzione di Artù. "E' il nostro primo appuntamento e dormiamo già insieme" continuò, stendendo le labbra in un sorriso furbo.
Artù assunse un'espressione sorpresa e intrigata. "Appuntamento?" gli chiese, con tono ammiccante. 
 
Merlino finse di pensarci. "Qualcosa del genere. Non sapevo che altro termine usare. Non possiamo dire di esserci appena conosciuti, né di esserci visti per la prima volta, quindi..."
"In realtà possiamo dire che ci siamo appena conosciuti, perché in parte è così. E anche che ci siamo visti per la prima volta, dal momento che è successo davvero. Ci siamo visti con occhi diversi" replicò Artù, girandosi sul fianco per poterlo guardare. Prima che Merlino potesse rispondere, continuò a parlare.
"Però spero che presto avremo un appuntamento" disse, mordicchiandosi le labbra nervosamente, quasi come se avesse paura di essere rifiutato.
"Certo che lo avremo. Ti preparerò la cena" rispose Merlino, e la serietà nel suo tono di voce fece preoccupare Artù.
"Avremo un appuntamento, fuori. Tu non cucini" ribatté con decisione. 
 
"Perché sei così restio a farmi cucinare? Guarda che me la cavo bene" insistette Merlino, mordendosi le labbra per non ridere delle espressioni ridicole che stava facendo Artù. 
 
"Vedremo" acconsentì, guardandolo con sospetto. Merlino fece lo stesso per qualche secondo e poi scoppiò a ridere, coinvolgendo anche Artù. 
Pian piano le loro risate scemarono e tornarono a contemplarsi in silenzio, non distogliendo lo sguardo l'uno dall'altro neanche per un attimo.
 
"Non riesco ancora a crederci" sussurrò Artù e, dopo un breve momento di esitazione, allungò un braccio e poggiò la mano sul viso di Merlino, che si ritrovò col fiato sospeso a quel tocco inaspettato. Artù cominciò ad accarezzargli dolcemente la guancia col pollice, seguendo il movimento del suo dito su quella pelle candida, quasi ipnotizzato. 
Merlino, in risposta, portò la sua mano sul braccio di Artù, solleticandogli l'avambraccio scoperto con la punta delle dita. 
Si limitarono a scambiarsi quelle carezze, fino a che non si addormentarono.
 
 
                                                                                                                                                                     

                                                                                                                                                               ****
 
 








L'indomani mattina Artù e Merlino si svegliarono all'alba, quasi contemporaneamente. Non appena aprirono gli occhi, si voltarono subito l'uno verso l'altro, come a volersi assicurare che fosse tutto vero. 
 
"Non è stato un sogno, vero?" chiese Artù in un sussurro, la voce ancora impastata dal sonno.
Merlino scosse la testa. "No, non è un sogno" confermò, nonostante faticasse ancora a crederci. 
 
"Siamo stati così ciechi" sussurrò dopo un po' Artù, non staccando lo sguardo dal viso di Merlino.
"Per tutto questo tempo avevamo la risposta davanti ai nostri occhi e non riuscivamo a vederlo" concordò Merlino con un filo di voce. 
 
"Sai, ho sempre pensato che, anche se non sapevo quale fosse il tuo aspetto, ti avrei riconosciuto per come mi facevi sentire" ammise Artù, scuotendo appena la testa come se si stesse dando dell'idiota per quel pensiero. 
Merlino si mordicchiò il labbro inferiore prima di parlare. "Ti sei mai sentito nello stesso modo?" chiese, rendendosi conto che quello che aveva appena chiesto non aveva molto senso, così cercò di spiegarsi. 
"Ti sei mai sentito con me Merlino, come ti sentivi con...lo stregone?" riformulò la domanda, guardando attentamente Artù da sotto le sue lunghe ciglia scure.
 
Artù sospirò. "Onestamente? Non lo so. Adesso avendoti davanti mi rendo conto che c'è sempre stato qualcosa di fondo, ma che forse ignoravamo. Non lo so, Merlino. Nella mia mente si stanno accavallando i momenti che abbiamo passato insieme e le parole che invece ci siamo detti in chat. Ed è come se tutto adesso avesse senso" rispose, passandosi una mano fra i capelli già scompigliati. "Ma allo stesso tempo mi sembra ancora surreale. E mi chiedo come diamine abbiamo fatto a non rendercene conto prima" aggiunse, stringendosi nelle spalle. Merlino non proferì parola, si limitò a guardarlo con espressione attenta, ma anche un po' persa. 
 
"Ci sono stati così tanti momenti in cui avremmo potuto capirlo" mormorò Artù, perso nei ricordi delle loro conversazioni.
"Già. Tipo quando mi sono trasferito da te. Ti avevo detto che stavo cambiando casa e  nello stesso arco di tempo, tu mi hai detto che avresti avuto un nuovo coinquilino" disse Merlino, scuotendo la testa incredulo.
"Bè, la gente trasloca tutti i giorni. Non ci pensavo proprio al fatto che, fra tante persone, saresti stato proprio tu a trasferirti a casa mia" ribattè Artù.  "Comunque sì, questo è uno dei momenti in cui avremmo potuto sospettare qualcosa. O anche per il fatto che tu studi medicina. E i miei problemi con mio padre. E il fatto che voglio diventare un artista" continuò Artù, sentendo un macigno sul petto. Ora sembrava tutto così chiaro, ma al tempo stesso si chiedeva come avessero fatto a non collegare tutti quei piccoli indizi lasciati per strada durante la loro conoscenza. 

"Erano tutte cose generiche e vaghe, a volte dette anche in archi di tempo differenti, che non potevamo associare esclusivamente l'uno all'altro. E poi, credo che nessuno dei due avrebbe mai potuto immaginare che la persona con cui si sentiva, fosse proprio sotto il suo stesso tetto" asserì Merlino. 
"Anche a me adesso tutto sembra assurdo. E' sempre stato davanti ai nostri occhi, ma non lo abbiamo mai visto veramente. Non so perché non lo abbiamo realizzato prima. Voglio dire, io ancora non l'ho realizzato" commentò Merlino, ridacchiando nervosamente alla fine della frase e 
 
Artù si ritrovò a sorridere, per poi tornare serio. 
"Sai, non ho mai creduto nel destino... ma guardando la situazione, la nostra situazione, non posso fare a meno di pensare che forse..." iniziò a dire Artù, puntando lo sguardo su Merlino.
"Eravamo destinati" concluse Merlino in un sussurro. 
 
" Se non mi fossi iscritto a quel gioco, saremmo stati coinquilini e al contrario se non mi fossi trasferito a casa tua, ci saremmo incontrati lo stesso oggi o in un'altra occasione. Ma in un modo o nell'altro, saremmo sempre stati parte l'uno della vita dell'altro. Come se fossimo due facce della stessa medaglia" aggiunse Merlino, sorridendo timidamente. 
 
"E' assurdo. Non riesco ancora a credere che sia proprio tu..." disse Artù, afferrandosi il labbro inferiore fra i denti. Gli occhi di Merlino scivolarono sulla sua bocca, ipnotizzati dal  leggero sfregare dei denti sulla sua pelle. Si schiarì la gola e si sistemò, girandosi su un fianco e poggiando la testa sulla mano.
 
"Comunque, se vogliamo far funzionare questa cosa, qualsiasi cosa sia, dobbiamo stabilire nuove regole" disse Merlino, cercando di mettere su un'espressione seria.
 
"Cosa?" gli domandò Artù, imitando la sua posizione così da essere proprio faccia a faccia. 
 
"Devo poter usare anche io la cucina" rispose, guardandolo a mo' di sfida. 
 
"Assolutamente no" ribatté Artù prontamente, assumendo un'espressione quasi indignata. "Non puoi mettere le tue mani ossute sulla mia cucina". 
Merlino mise su un'espressione indifferente. "Vorrà dire che troverò qualcos'altro su cui mettere le mie mani ossute" ribatté con fare casuale, ma guardando Artù con un'intensità tale che quest'ultimo sentì lo stomaco attorcigliarsi. 
 
Artù sgranò gli occhi. "Merlino, hai appena fatto un battuta maliziosa?" gli chiese, con un tono divertito e provocatorio.
Merlino si strinse nelle spalle. "No, sei tu ad averla vista in questo modo" rispose innocentemente. 
 
"No, sono piuttosto sicuro che la tua fosse davvero una battuta maliziosa" replicò Artù, le labbra stese in un mezzo ghigno. 
Merlino si finse sconvolto. "Assolutamente no" ribadì, scuotendo la testa. L'attimo dopo la sua espressione si fece seria.
 
"Posso chiederti una cosa?" domandò e Artù annuì. "Certo"
 
"Questa tua ossessione per la cucina, c'è un motivo dietro oppure...è solo una fissazione?" gli chiese con curiosità. "E' una cosa che mi sono sempre chiesto"
"Diciamo che c'è un motivo dietro, anche se mi rendo conto che è stupido" rispose, stringendosi nelle spalle. Merlino lo guardò attentamente in silenzio, aspettando che spiegasse.
 
Artù sospirò. "Sai, nella mia famiglia abbiamo sempre avuto delle persone che si occupavano delle faccende domestiche-"
"La servitù" lo interruppe Merlino con un sorriso furbo e Artù sbuffò una risata. "Se così vuoi chiamarla. Comunque andava tutto bene, mia madre si era adeguata alla decisione di mio padre di avere degli aiuti in casa. Ma aveva una sola condizione: della cucina se ne occupava lei. Quella era una sua mansione. Era il suo angolo di paradiso" raccontò e Merlino fece un piccolo sorriso, capendo finalmente la motivazione che c'era dietro. 
 
"Era bravissima a cucinare, tanto quanto lo era a disegnare. Erano le sue due passioni più grandi. Ogni volta che preparava, mi mettevo accanto a lei e la guardavo cucinare, mentre canticchiava. Quando preparava qualcosa, scriveva tutto in questo libro di ricette e ogni volta mi prometteva che mi avrebbe insegnato a cucinare come lei, ma quell'occasione non è mai arrivata. E' andata via troppo presto. Mi è rimasto solo il suo libro delle ricette" continuò, mandando giù il nodo che gli si era formato in gola. 
 
"Non è stupido" disse d'un tratto Merlino e Artù lo guardò perplesso. 
"Prima, hai detto che il motivo che c'è dietro è stupido. Non lo è. E' una cosa che ti fa sentire legato a tua madre. Una cosa così non potrebbe mai essere stupida" spiegò e Artù gli sorrise grato, con gli occhi lucidi. 
"Sì, bè lei era giustificata nel suo comportamento. Era bravissima. Forse se avessi il suo talento. Ma chiaramente non l'ho ereditato" ribatté e Merlino si ritrovò a concordare su quell'ultima affermazione. 
 
"A prescindere dal fatto che tu sappia cucinare oppure no, è una cosa che ti ricorda lei, una cosa solo vostra e vuoi preservarla. Credo sia tenero, non stupido" disse Merlino, allungando una mano per scostargli un ciuffo di capelli dalla fronte. 
 
"Grazie di avermelo detto" mormorò, sorridendogli teneramente. Artù ricacciò indietro le lacrime e si strinse nelle spalle. 
 
Dopo quello per un po' non dissero altro, limitandosi a guardare le sfumature chiare del cielo e i pallidi raggi di sole che pian piano si affacciavano.
 
Merlino si schiarì la voce prima di parlare. "Comunque credo che dovremmo seriamente parlare della situazione. Voglio dire, dobbiamo capire come comportarci adesso. Viviamo insieme. Questo immagino sarà un po' strano..." 
 
Artù assunse un'espressione pensierosa. "Forse, o forse rende le cose più facili. Renderà la parte della conoscenza più facile, perchè conosciamo già le nostre abitudini, i nostri modi di fare...dobbiamo solo trovare un nuovo equilibrio" replicò, allungando una mano per poggiarla su quella di Merlino. Quest'ultimo sentì il cuore colargli a picco nello stomaco per quel semplice gesto e gli sorrise, girando la mano con il palmo verso l'alto, per poterla incrociare con quella di Artù. Ma Artù non unì le loro mani. Con la punta delle dita sfiorò la pelle del suo polso, proprio vicino al punto nel quale si poteva sentire il suo battito. E Merlino pregò che Artù non si accorgesse di quanto i suoi battiti in quel momento fossero impazziti. 
 
"Voglio dire, so già quanto sei fastidiosamente irritante" commentò Artù, fingendo uno sbuffo esasperato. Merlino arcuò le sopracciglia, guardandolo sorpreso, ma poi decise di stare al suo gioco. 
 
"E io so già quanto sei disordinato" 
Artù lo guardò con un cipiglio, mentre Merlino lo fissava di rimando quasi come a sfidarlo di contraddirlo. Artù sbuffò, scrollando le spalle.
"Forse ogni tanto lascio le mie cose in giro..." ammise con una certa difficoltà, pizzicando il braccio di Merlino quando quest'ultimo sorrise soddisfatto. 
 
"So già quanto sei ritardatario" continuò Artù e Merlino scosse la testa.
"Non negare. Vai sempre di corsa perché ogni volta sei in ritardo" gli fece notare Artù. "Anche ieri...ti ho aspettato per un po'. Sei arrivato in ritardo" aggiunse, sfregando la punta delle dita sul palmo della mano di Merlino.
"Bè, questo perchè..." andò per dire Merlino, ma poi si bloccò quando si rese conto che non poteva dirgli di aver avuto un attacco di panico. 
"Questo perché Elyan guida piano. Molto piano" disse, marcando il molto piano, come a renderlo più convincente. 
"Lo stesso Elyan che ieri nella corsa con i trattori ha rischiato di perdere Leon per strada per quanto andava veloce?" domandò Artù retoricamente e Merlino scoppiò a ridere, gettando la testa indietro. Artù ridacchiò al ricordo, senza distogliere lo sguardo da Merlino. 
 
"Sei un terribile bugiardo" commentò, picchiettando le dita sulla mano di Merlino. Quest'ultimo smise di ridere e arricciò le labbra in una smorfia. 
 
"So già quanto a volte tendi ad essere un po'...altezzoso" disse e Artù mormorò contrariato, ma sapendo che Merlino non aveva tutti i torti.
 
"So già quanto sei permaloso. Ti lamenti per ogni cosa" ribattè Artù e Merlino aggrottò la fronte.
"Non è vero. Non sono permaloso" replicò, fingendosi risentito. 
Artù lo guardò in modo ovvio, come se con quella replica avesse appena confermato ciò che aveva appena detto. 
"Ti stai lamentando proprio adesso" gli fece notare. 
 
Merlino provò a ribattere, ma si rese conto che se avesse continuato, non avrebbe fatto altro che alimentare le accuse di Artù, così  si limitò a stringersi nelle spalle, senza dire nulla. 
Artù lo fissò per qualche secondo in attesa, picchiettando insistentemente il palmo della sua mano. Merlino lo ignorò, mordendosi l'interno delle guance per evitare di ridere.
 
"So quanto tu sia un buon ascoltatore" gli disse all'improvviso Artù, con una cadenza dolce nel suo tono di voce. 
Merlino ruotò gli occhi. "Sei un ruffiano" borbottò, stendendo un angolo della bocca verso l'alto. Artù sorrise colpevole.
 
"Dico davvero, Merlino. So che ci sei sempre" mormorò, solleticando le dita di Merlino con le sue. Merlino puntò gli occhi nei suoi e gli sorrise teneramente. 
"Sai cosa so io?" chiese in un sussurro e Artù scosse la testa, sentendo improvvisamente il respiro farsi più corto, mentre Merlino si avvicinava di qualche centimetro a lui, sporgendosi verso il suo orecchio come se stesse per rivelargli un segreto. 
 
"So che sei una testa di fagiolo" sussurrò, solleticandogli la pelle con il suo respiro caldo. Artù gli diede un pugno giocoso sul braccio, facendolo barcollare ed entrambi scoppiarono a ridere. Qualcuno mugugnò nel sonno, infastidito da quel parlottare e quelle risate. Artù e Merlino si guardarono e si intimarono a vicenda di fare silenzio, finendo per ridere più di prima. 
 
"Ssssh o ci ammazzano" borbottò Artù, provando a tornare serio, mentre Merlino accanto a lui annuì in accordo.
 
"Comunque..." riprese a dire Merlino. "So anche che all'apparenza sei questo affascinante ragazzo forte e un po' snob, ma hai davvero un gran cuore, Artù. Sei restio a chiedere aiuto per te stesso, ma sei sempre pronto ad aiutare gli altri. Sei un po' egocentrico, ma non sei per niente egoista. Sei disposto a fare tutto per le persone a cui tieni. E lo so perché è quello che hai fatto con me. Mi hai aiutato, sia come il re, sia come Artù,  forse senza neanche saperlo. E quindi, volevo ringraziarti. Per questo e per tutto ciò che hai fatto per me in questi mesi" aggiunse, sentendo le guance calde e arrossate. Artù poté chiaramente sentire il cuore battere furiosamente nel petto e il suo respiro farsi più pesante. 
Non sapeva davvero cosa dire, così fece scivolare le sue dita fra quelle di Merlino, stringendogli la mano. 
 
"Se anche tu lo vuoi, a me piacerebbe..." iniziò a dire Artù con fare incerto. Si fermò un istante prima di continuare, giusto il tempo di trovare le parole giuste da dire, per poi rendersi conto che non c'erano parole giuste o sbagliate in quel momento. Doveva solo ascoltare il suo cuore che, nella confusione dei suoi pensieri, sapeva con certezza cosa voleva. 
 
"Vorrei che provassimo a stare insieme, Merlino. Voglio vedere dove ci porterà tutto questo" disse, senza troppi giri di parole. Merlino inspirò ed espirò profondamente, frastornato e sopraffatto dalle emozioni che stava provando in quel momento. Il cuore batteva così forte che poteva sentirlo rimbombare nelle sue stesse orecchie. E il modo in cui Artù lo stava guardando, gli fece attorcigliare lo stomaco. E in quel momento tutte le sue insicurezze, i dubbi e le paure passarono in secondo piano. Esistevano solo lui e Artù e ciò che li univa. 
 
"Sì, Artù" rispose in un sussurro, stupendosi quando vide Artù rilassarsi e tirare un impercettibile sospiro di sollievo, quasi come se avesse temuto che Merlino lo avrebbe rifiutato. 
"Non potrebbe essere altrimenti. Non riuscirei mai ad ignorare questo. Noi." chiarì, indicando entrambi.  "Specialmente non adesso che sappiamo"
 
Artù si stese sulla schiena, senza lasciare la mano di Merlino e sospirò.
"Le cose che mi fai provare..." mormorò e Merlino sorrise. Si chinò verso di lui, mettendogli una mano sul braccio e poggiando il mento sulla sua stessa mano. "E' una cosa brutta?" chiese in un sussurro. Artù scosse appena la testa, portando la mano libera fra i capelli di Merlino. "No, è la cosa migliore che potesse capitarmi. Tu lo sei" rispose con un filo di voce. 
 
Merlino si sporse verso il suo viso, quasi colmando la poca distanza che li separava. Sfregò il naso contro quello di Artù, non distogliendo lo sguardo dal suo. Artù era certo che il cuore gli sarebbe scoppiato da un momento all'altro, mentre sentiva il respiro caldo di Merlino solleticargli le labbra. Inspirava ed espirava profondamente, perso in quei profondi occhi blu puntati nei suoi. 
 
Quando Merlino abbassò le palpebre, puntando lo sguardo sulle sue labbra, Artù fu percosso da un tremito. Poteva quasi sentire le labbra di Merlino sulle sue. Quasi. Perché proprio mentre stavano per baciarsi, un suono ruppe quella quiete, facendoli balzare in aria, e svegliando chi ancora dormiva. 
 
Artù chiuse gli occhi e sospirò, puntando lo sguardo su Merlino. "Sempre detto che non mi piacciono le galline" borbottò infastidito, e Merlino si trattenne dal ridere.
"Non c'è niente da ridere. La paura delle galline è una cosa seria" gli fece notare Artù, pizzicandogli un braccio. 
 
"Oh ma non rido per la tua paura per le galline" si affrettò a chiarire Merlino. 
"E allora? Per cosa?"
"Perché quello era un gallo, Artù. I galli cantano, non le galline" ribattè Merlino, non riuscendo a trattenere un sorriso divertito. Artù ruotò gli occhi. 
"Bè, questi sono dettagli insignificanti. Fanno parte della stessa famiglia" replicò con ostinazione, rendendosi conto da solo di quanto fosse ridicolo. Si scambiò delle occhiate con Merlino e l'attimo dopo scoppiarono a ridere, con i crampi allo stomaco e il cuore leggero. 
 
 
                                                                                                                                                               ****
 
 


"E' il momento dell'incoronazione della Regina" annunciò Freya, porgendo la corona ad Artù. Quest'ultimo prese l'oggetto e sorrise, puntando lo sguardo su Gwen che accennò un sorriso emozionato, mentre si lisciava il vestito. 
 
"Vorrei fare un ringraziamento speciale alla persona che sarà al mio fianco nella guida di Camelot. Qualcuno che ha fatto così tanto per me, forse senza neanche rendersene conto. Qualcuno che mi è sempre stato accanto e che continuerà a farlo" disse, prendendo un respiro profondo alla fine del discorso. 
 
"Dal potere conferitomi dalle sacre leggi, io incorono te..." iniziò a dire, voltandosi verso Gwen e scambiandosi con lei un ultimo sorriso complice.
 
"Merlino, Re di Camelot" pronunciò alla fine, sorridendo in direzione di Merlino. Quest'ultimo restò paralizzato sul posto, ignorando gli applausi e le grida di incitamento che erano scoppiati intorno a loro. Aveva occhi solo per Artù che, con la corona in mano, fece un passo verso di lui.
 
"Per Albione, il regno che costruiremo insieme" disse Artù, poggiando la corona sulla sua testa. 
 
"Cosa hai fatto?" gli chiese Merlino, l'incredulità ben evidente nella sua espressione e nel suo tono di voce. 
Artù sorrise, illuminandosi come se non stesse aspettando altro che quella domanda. 
 
"Te l'ho detto che avrei fatto di te il mio Re" (**)

Merlino lo guardò solo per un istante, dopodiché gli gettò le braccia al collo e lo baciò. Solitamente Merlino non era il tipo da compiere grandi gesti, non così plateali. Ma se Artù Pendragon ti proclamava Re di Camelot di fronte ai Cinque Regni, qual era la cosa più giusta da fare se non quella di baciarlo? 
 
Prontamente, Artù portò le mani su i suoi fianchi, attirandolo a sé. 
Entrambi ignorarono le voci intorno a loro, concentrandosi solo sulla sensazione dei loro corpi abbracciati, delle loro labbra unite e dei loro cuori che battevano freneticamente.
 
"Sono sicuro che costruiremo tante cose insieme" sussurrò Merlino sulle sue labbra, puntando lo sguardo su di lui. I loro occhi risplendevano della stessa felicità e smettere di sorridere sembrava impossibile. Si guardarono un'ultima volta e poi tornarono a baciarsi, mentre intorno a loro gridavano tutti in coro 'Lunga vita ai Re'.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E FINEEEE! No scherzo, ci sarà un altro capitolo o forse due, devo ancora capire come sistemarli :D 
 
 
 
(*) Puoi tenerlo senza mani o braccia. Cos'è? 
 
Allora questo è un indovinello che rende molto meglio in inglese. You can hold it without using your hands or arms. Your breath.
 Diciamo che il verbo 'hold' dovrebbe essere tradotto come 'trattenere' in questo caso, ma nella traduzione suona meglio il verbo 'tenere' e non 'trattenere'. 
 
(**) "Te l'ho detto che avrei fatto di te il mio Re" 
 
Nel primo capitolo c'è questo scambio di battute fra i due:
 
TheKing:
 
Bé, non deve venire a saperlo... E poi perché non puoi essere tu il mio re?
 
The_Sorcerer: 
 
Siamo a Camelot, sire. E io sono uno stregone! Non credo che la cosa sia ben vista
 
TheKing:
 
Sono il Re! Posso fare ciò che voglio, quindiii posso fare di te il mio re :D 
 
 
E Artù ha davvero fatto di Merlino il suo Re ❤









 
Non so ancora quando arriverà il prossimo capitolo e non faccio promesse, sappiate solo che arriverà! ❤ 
 
 
Grazie a chi è arrivat* fin qui e grazie a chi continuerà a seguirmi ❤ 
 

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