A te

di Digihuman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Koushiro ***
Capitolo 2: *** Taichi ***



Capitolo 1
*** Koushiro ***


Buongiorno,
questa storia fa parte di una raccolta di oneshot dedicata ai protagonisti di Digimon Adventure e a degli "ospiti" alquanto inediti.
Come avrete già capito, il capitolo che andrete ora a leggere è dedicato a Koushiro, il digiprescelto della conoscenza. Ad ogni personaggio ho voluto associare una persona speciale. Scelta casuale? Ovviamente nulla è lasciato al destino... a meno che questo non prenda il mio nome.

A te.
A LadyMoon89, cara amica, nonchè splendida persona, bella dentro e fuori e incredibile beta, grazie alla quale ho affinato di molto la mia scrittura ed il mio stile.


Rating capitolo: verde
Personaggi capitolo: Koushiro e Moon

Koushiro

Se dovessi definire la mia persona, preferirei utilizzare il termine responsabile piuttosto che carino. Sono un ragazzo atipico, ne sono piuttosto consapevole, eppure non credo di aver nulla da invidare al resto dei miei coetanei. Nonostante ciò, c'è qualcosa che mi frena dal vivere la mia vita seranamente come tutti gli altri.
Guardo la mia stanza e sorrido per i grandi traguardi raggiunti. Sono tra le menti più brillanti del mio Paese; ho iniziato l'università con ben due anni di anticipo; negli ultimi sei mesi ho dato l'equivalente degli esami di un triennio; ho vinto il primo premio all'ultima fiera dedicata alla robotica; ed ho conseguito il master in intelligenza artificiale presso una delle università più rinomate al mondo. Noto, però, con rammarico che la mia intera vita tende a girare intorno ad un'unica ambizione, ovvero quella di poter coronare precocemente il mio sogno d'infanzia di diventare l'ingeniere informatico più famoso al mondo. Non c'è spazio per altro. Il che comprende una vita sociale alquanto deprimente. Sono un nerd, non serve che io dica altro.
Quando ho scoperto di essere l'unico ragazzo single del mio gruppo, ci sono rimasto piuttosto male. Non sono un adone, sono il primo ad ammetterlo, però non credo neanche di far parte di quei relitti che spesso si trovano in fondo alla catena sociale. Voglio dire, non sono particolarmente alto come il mio amico Joe, non sono biondo con occhi azzurri come Takeru, né bello e dannato come suo fratello e non ho grandi doti atletiche come Taichi. Ma sono intelligente e parecchio. Eppure questo fattore pare non interessare alle ragazze. Il gentil sesso è attratto per lo più dai ragazzi muscolosi, appariscenti ed esageratamente estroversi. Insomma, il mio opposto!
Motivo per cui passo la maggior parte delle giornate insieme all'unico amore della mia vita: il mio computer. Mi dedico a cooperare con grandi aziente e multinazionali conosciute in tutto il mondo, cercando di impegnare le mie giornate sino all'ultimo minuto. La sera, però, crollo a letto senza neanche il tempo di realizzare che un'altra giornata è già volata via.

Guardo il mio computer, un'ultima volta, prima di accasciarmi sul letto sfinito. Una cosa che detesto è ricevere email spazzatura. Le cestino in automatico, sia per lo scarso interesse nei loro confronti, sia per l'inutilità di dover spendere tempo a leggere certe frivolezze. Nello spam, poi, ritrovo ogni volta di tutto e di più. Pubblicità sul viagra che, detto francamente, mi auguro di non dover utilizzare neanche superati i sessant'anni. Pubblicità persino sui salvaslip da donna che, siamo sinceri, proprio non utilizzo. Persino la mia vagina immaginaria si sta facendo due risate per questo. Pubblicità su strani siti di incontro, come se avessi bisogno di una donna virtuale per poter sentirmi completo.
Purtroppo, però, la mia curiosità ha appena preso il sopravvento e, senza neanche aver il tempo di realizzarlo, mi sono appena iscritto su uno di quei siti appena citati, che generalmente evito come la peste.
Al diavolo, già che sono online, tanto vale scuriosare un po' in giro.
Scorro tra i tanti profili suggeriti, la maggior parte dei quali ha foto visibilmente ritoccate o fake. Poi mi imbatto in lei. Non so neanche io come definirla. Una cantante, una cosplayer o forse più semplicemente una bella donna. Lei è più profonda di molte altre ragazze conosciute sul web. Tratta i più svariati argomenti, approfondendoli spesso nei suoi scritti. Già, perchè tra le sue tante doti, lei scrive.
Non ho mai avuto il coraggio di contattarla, ma non mi ci è voluto molto a rintracciare il suo vero profilo su facebook, risalendo così al suo vero nome e cognome. D'altra parte, sono o non sono una delle menti più brillanti del mio Paese?
Moon. Il suo nome mi fa drizzare i peli delle braccia. Moon è come un sussurro gelido, ululato dal vento del nord durante una fioca nevicata invernale. Moon è come il riflesso cangiante del pallore emanato dalla luna durante una notte serena sulle calme acqua del mare. Moon è come il primo respiro esalato da un tulipano appena sbocciato in un campo di fiori dal tipico scenario olandese.
Sento di aver forse volato troppo con la fantasia, ma una sensazione nuova si è appena impossessata di me. Cerco di combatterla, tenendola fuori dalla mia mente. Ma forse è vero quando si dice che il cuore sa essere più convincente della mente, alle volte.
Eppure sono un uomo di scienza e non posso vederla in questo modo.
Eppure mi sono appena accorto di averle lasciato un like all'ultimo post che ha pubblicato.
Dannazione.
Ci sono dentro fino al collo. E odio doverlo ammettere, perchè questo non sono io. Koushiro è saggezza, è conoscenza. Non è fatto per frivolezze come l'amore.
Poi però la guardo, parlare di sé, delle sue passioni, scopro più su di lei attraverso i suoi scritti e ascolto la sua anima pura mentre canta con quella voce che tanto mi fa vibrare il corpo.
E lo so, nella mia razionalità riesco ugualmente a capire di aver appena spalancato le porte verso una nuova esperienza. Perchè detto francamente, io e l'amore siamo due cose a parte. Eppure ora mi sento così attirato da lei, come se lei fosse il polo positivo da cui viene attratta la mia negatività . E nulla, non riesco a non includere la fisica in tutto questo.

Da qualche giorno la seguo in silenzio, fatta eccezione per quel like che venne spontaneo lasciarle la prima volta che la vidi. Ma cerco di stare attento e di tenere a bada le emozioni che mi ritrovo a vivere ogni sera, quando metto da parte il lavoro per potermi deliziare della sua presenza. Seppur virtuale che sia, ma ugualmente di buona compagnia.
Aggiorna le sue storie con costanza e in quelle ore insonni mi ritrovo a leggere romanzi rosa da cui mi sono sempre ben tenuto lontano. Se proprio mi devo accostare alla lettura, lo faccio con la consapevolezza di poter espandere i miei orizzonti e le mie conoscenze. Di solito mi dedico a scritti ben più impegnativi. A quattro anni avevo già letto l'intera enciclopedia di casa. Perciò mai avrei pensato nella mia vita di ritrovarmi a leggere storie d'amore, a trent'anni poi, figuriamoci. Storie d'amore, tra l'altro è un eufemismo. Perchè chiamare una ragazza babe e portarsela a letto in una frazione di secondo, seducendola tra l'altro con un'auto da migliaia di dollari, sarà mica amore. Eppure vorrei essere esattamente come lui. Così disinibito, così audace da potermi avvicinare ad una donna senza neppur tremare al sol guardarla. Vorrei poter essere il Jess che Moon sta cercando. Perchè lo so, lo capisco dai suoi scritti, che lei è ancora in attesa del grande amore.
Vorrei avvicinarmi a lei, uniformandomi al resto del mondo, divenendo solo uno tra i tanti. Eppure non ci riesco. Il mio genio me lo impedisce e mi suggerisce che tutto questo è sbagliato. Devo proseguire sulla mia strada, singolare e in salita, senza permettere ad una donna di deviarne il percorso.
Abbasso il monitor del mio computer e cado in un sonno profondo.

Proseguo così per altre sette sere, osservandola da lontano, amando ogni sua battuta, sorridendo ai suoi video buffi su TikTok, memorizzando ogni sua forma fino a ricrearne una versione 2D nella mia mente.
E poi accade l'inevitabile. Una sera il computer mi scivola brutalmente tra le mani, terminando la sua corsa sul tappeto senza apparenti danni. Lo sollevo, lo guardo preoccupato, quasi lo accarezzo sussurandogli che non è successo nulla. E lì comprendo quanto il mio stato sociale faccia veramente schifo. Sorrido beffardo a me stesso, immaginandomi per un istante il mio computer, talmente stufo dei miei abusi nei suoi confronti, da volersi suicidare pur di farmi aprire gli occhi sulla realtà. Una realtà che, lo ammetto, mi colpisce violentemente nel più profondo.
Una chat si apre in piena autonomia e una mano standard saluta il mio interlocutore. Maledetta tastiera che ha agito alle mie spalle.
Spalanco gli occhi quando realizzo che il destinatario di quello squallido saluto non è altro che lei, Moon.
Chiudo violentemente lo schermo del monitor nel tentativo di eliminare ogni traccia di vergogna, ma so benissimo che non è così che si cancellano i dati digitali. E poi realizzo di essere un white hat degno di tale nome, perciò riapro veloce il computer nell'intento di cancellare ogni segno di passaggio su quel candido profilo.
Eppure rimango basito ed esterrefatto quando noto che Moon risponde al mio saluto con una faccina sorridente.
In quel frangente sento la mia anima dividersi dal mio corpo. Ogni forma di vita intelletuale mi abbandona, per far posto ad una versione infantile di me che proprio non ero all'oscuro di avere. Parto così a scriverle, inizialmente scusandomi per l'accaduto, poi a getto, quasi sentendomi in completa armonia con lei.
Lei appare così dolce e delicata, accetta le mie scuse e rimane a chiacchiereare con me ancora un po'. Decide di sprecare altri minuti preziosi della sua vita in compagnia di una persona insulsa come me.
Si apre con disinvoltura, mutando di ora in ora come una splendida cristalide che sboccia sotto i miei stessi occhi. Mi racconta di lei, si apre, si espone, narrandomi della sua eccezionale vita ordinaria.
Per un istante perdo la concezione del tempo e mando a quel paese anni e anni di relatività, ritrovandomi così a vagare sospeso in un universo parallelo, in un tempo che non ha avuto modo di incontrare le leggi fisiche a noi oggi conosciute, cullato dalla dolce compagnia di questa creatura quasi eterea.

Quella è stata la prima ed unica notte spesa in sua compagnia. Non l'ho più sentita da allora, mai vista in vita mia e mai avuto il piacere di ascoltare la sua voce di persona. Ma grazie a lei ho fatto una scoperta sconvolgente.
Ho scoperto di poter anche io provare delle emozioni. E che emozioni. Fortissime, che mi hanno fatto rinascere, che mi hanno fatto evolvere.
Ho scoperto di poter amare. Certo, ciò che ho sentito per lei in quel frangente è stato solo interesse, seppur io l'abbia provato in maniera particolarmente intensa. Ma grazie a lei ho capito di poter amare e di essere fatto per amare. A modo mio, senza dubbi, con le limitazioni che la mia testa mi impone. Ma ugualmente in grado di farlo. E soprattutto ho realizzato di poter essere amato indipendentemente dal mio stato sociale, dalle mie attitudini, dalla mia apparenza nerd o dai miei discorsi forse eccessivamente intellettuali. Quella notte lei mi ha concesso qualche ora del suo tempo, semplicemente perchè mi ha trovato interessante.
Il che mi rende più umano di ciò che pensavo di essere.
Il che mi rende forse più vulnerabile, ma allo stesso tempo mi completa come essere pensante e funzionalmente sociale.

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Capitolo 2
*** Taichi ***



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Questa storia ed i personaggi in essa descritti sono frutto della mia fantasia. Qualsiasi similarità con persone reali o scomparse, luoghi o eventi è puramente causale e non intenzionale.


Buongiorno,
questa storia fa parte di una raccolta di oneshot dedicata ai protagonisti di Digimon Adventure e a degli "ospiti" alquanto inediti.
Come avrete già capito, il capitolo che andrete ora a leggere è dedicato a Taichi, il digiprescelto del coraggio. Ad ogni personaggio ho voluto associare una persona speciale. Scelta casuale? Ovviamente nulla è lasciato al destino... a meno che questo non prenda il mio nome.

A te.
A Isabella, una splendida persona, tutta da scoprire, dal carattere esplosivo e con un pensiero sempre rivolto al prossimo.


Rating capitolo: VERDE
Personaggi capitolo: Taichi ed Isabella


TAICHI


Sono trascorsi ormai diversi anni da quando il male è stato sconfitto.
Digiworld è tornata a prosperare ed insieme a lei anche la Terra. Incredibile come in così poco tempo tutto sia cambiato. Il nostro mondo, così come lo conoscevamo, si è fatto da parte, dando così ospitalità a quelle creature digitali che solo pochi anni prima avevano tentato di distruggere tutto quanto.
Mi sorprende come la Terra si sia adattata così facilmente ai Digimon. Voglio dire, vi immaginate Ogremon presidiare i siti natalizi insieme a Babbo Natale? Ogremon in veste di elfo natalizio?! Suvvia, se me lo avessero detto anche solo 10 anni fa, non ci avrei mai creduto! Per non parlare di Kuwagamon che quasi ha sostituito gli aerei di trasporto merci e partecipa a missioni umanitarie in giro per il mondo. E non scordiamoci, ovviamente, di Greymon, fondatore, nonché attrazione principale del parco preistorico situato nel cuore di Tokyo. Loro si sono integrati perfettamente. Siamo noi, digiprescelti, a non riuscire tutt’oggi a farcene una ragione.
Il fenomeno digitale è scoppiato come una bomba successivamente all’ultima esperienza vissuta da Daisuke e gli altri a Digiworld. Da allora tutti conoscono i Digimon e la nostra storia.

È un fenomeno talmente esteso, pensate, che una delle più grandi registe italiane ha deciso di girare una trilogia dedicata a noi. In realtà, tutto questo mi emoziona moltissimo perché ci permetterà di mostrare al mondo intero la grande avventura vissuta a Digiworld.
Oggi è il grande giorno e incontrerò questa regista per la prima volta. Non mi spiego ancora il perché, ma ha preferito intervistarmi per primo e soprattutto da solo. Il film, ovviamente, sarà su tutti quanti noi, Digimon compresi, ma lei insiste nel dire che io ne devo fare le veci, che solo io sono il capo e, di conseguenza, vesto la carica di portavoce del gruppo. E così sia.
Sarò forse scontato o decisamente banale, ma credo sia inutile dirvi con che outfit mi sia presentato oggi all’intervista: incredibile maglietta blu elettrica, inserti ocra, bermuda marroni con grandi tasche ai lati, sneackers bianche e i miei indimenticabili occhialoni da aviatore.

Eccola!
Lei è già arrivata e ha un’aria piuttosto frizzante ed eccitata.
Quando mi vede si alza dalla sedia e mi viene incontro con occhi sgranati e fiato tenuto sospeso. Non so perché, ma qualcosa nel suo modo di fare mi fa venire in mente Mimi.
«Ciao, sono Taichi Yagami» le dico allungandole una mano e stringendo debolmente la sua.
«Taichi, io sono Isabella e sono lieta di poterti finalmente incontrare» risponde la ragazza con un sorriso spiazzante.
«Prima di iniziare l’intervista ti devo confidare una cosa…» aggiunge la ragazza piuttosto nervosa.
Riesco a leggere il suo corpo, le sue dita affusolate giochicchiano con il piccolo registratore che ha portato con sé per l’intervista, le gambe non hanno ancora ben deciso se rimanere accavallate o meno e il suo sguardo saetta su e giù cercando quasi di leggermi nella mente.
«Sono curioso, di che cosa si tratta?» le domando.
«Okay…» mi risponde prendendo fiato e cercando visibilmente di dare un senso a tutto quel nervosismo «È da quando sono bambina che seguo le vostre avventure. Ho sempre creduto che i Digimon fossero esseri buoni e non cattivi come i media volevano farci credere. Quando finalmente la verità è stata resa al mondo, ho capito che tutto ciò non bastava e che avrei potuto rendervi il giusto omaggio che meritavate!».
Mi passo una mano tra i capelli. Ora sono io quello ad essere a disagio. Questa ragazza mi spiazza.
«Insomma, voi avete salvato il mondo, quando il mondo stesso era contro di voi. Perché?» mi chiede ancora.
È in quel frangente che capisco che l’intervista è iniziata. In realtà, sono già stato intervistato da altri grandi della televisione, ma mai nessuno aveva attaccato bottone con me in maniera così… sincera e spontanea.
Sono piuttosto convinto che in un’altra vita questa ragazza avrebbe potuto essere una grandissima digiprescelta.

Chiacchieriamo del più e del meno e per un istante quasi mi scordo di quel piccolo dispositivo che tiene tra le mani. Mi sento a mio agio e libero di poter dire finalmente tutto ciò che mi passa per la testa.
Poi lei solleva un tasto dolente e mi domanda come siano andate realmente le cose all’interno della piramide di Datamon. Mi soffermo a pensare a quel frangente e subito i miei pensieri vanno ad una persona a me cara. Le racconto obiettivamente la realtà dei fatti, senza però soffermarmi sul fatto che il mio cuore in questo istante stia facendo i capricci e stia imprecando di liberare tutte le mie emozioni. Eppure, il suo sguardo attento mi sta studiando e sono piuttosto convinto che abbia captato qualcosa.
L’intervista procede ancora per un’oretta circa. Mi fa moltissime domande e tutte molto diverse rispetto a quelle a cui sono abituato. Generalmente mi viene chiesto com’è essere guardiano dei due mondi, com’è aver salvato il mondo e cosa ci ho guadagnato in tutto questo. Lei è visibilmente più interessata al mio rapporto coi digimon, al legame che si è instaurato tra di noi e al fatto che la mia leadership fosse già scritta nel mio cuore.
Ma ecco che, terminate le domande più ovvie -se così le posso definire- iniziano quelle decisamente più scomode.
«Alla fine, quindi, Hikari ha deciso per Daisuke e non per Takeru. Che effetto ti fa questo?» mi chiede quasi a volermi stuzzicare.
Io scoppiò a ridere, gesto del tutto involontario «beh, poco importa in realtà quello che penso io, alla fine è la sua vita ed è giusto che stia con la persona per cui prova affetto!».
Isabella mi squadra brutalmente e alza un sopracciglio: è chiaro che non rimasta soddisfatta della mia risposta.
«Non capisco cosa tu voglia sentirti dire. Preferivo Takeru? No, in realtà no! Daisuke è un bravo ragazzo, certo… molto diverso da Takeru, ma ha la testa sulle spalle e se questo rende felice la mia Hikari, allora rende felice anche me…» le rispondo allargando le braccia ed implorando pietà con gli occhi.
La vedo sorridere e spegnere finalmente il registratore. The end. Sessione completata.
Ed invece no. Mi guarda nuovamente con quegli occhi pieni di sfida e mi dice «non ho intenzione di divulgare i vostri fatti personali, motivo per il quale ho appena interrotto la registrazione, ma ho seriamente bisogno di togliermi un pensiero dalla testa che davvero mi sta devastando. Diciamo che è più una mia curiosità personale… ».
«Dimmi» le rispondo solamente, nonostante un brivido gelido mi abbia appena attraversato la schiena.
«Tu e Sora siete sempre stati affiatati, non c’è dubbio, lo testimoniano soprattutto i video dei campionati di calcio giovanile che mi ha fornito la vostra scuola. Non capisco cos’è successo dopo. Perché Yamato? Cioè, seriamente!? - in questo stesso istante mi accorgo di non aver più davanti una professionista, bensì una mia fan.
Ridacchio divertito «siamo cresciuti e abbiamo voluto fare le nostre esperienze. Yamato è un tipo… solitario, molto introverso, ma è pur sempre il mio migliore amico. Non ho intenzione di parlare male di lui».
«Non è questo quello che ti sto chiedendo, infatti! I fan che hanno seguito le vostre avventure, non si sono appassionati solamente ai vostri digimon, ma soprattutto a voi come persone, ai vostri affetti e alle vostre relazioni interpersonali» mi spiega lei ritrovando la sua professionalità.
«Sì, ho sentito tanto parlare di Sorato e Taiora in questi anni e la cosa quasi mi mette i brividi. Venir quasi paragonato ad una star di Hollywood e di conseguenza divulgare tutta la mia vita personale… come dire, non è da me» le rispondo sinceramente.
Isabella sorride senza però dire una parola. Posso tranquillamente captare quanto lei si aspettasse quel genere di risposta.
«Diciamo che non sono solito farlo e probabilmente negherò fino alla morte qualsiasi cosa uscirà da questa stanza senza il mio consenso…» annuncio alla fine accendendo un’evidente luce di speranza nei suoi occhi «ma credo di poterti dare qualche spiegazione in più».
Isabella si mette comoda sulla sua sedia. È evidente che non le interessa registrare quanto sto per rivelarle. La sua posizione mi fa intendere che lei sta assaporando ogni istante della nostra chiacchierata. È qui per il suo film, il primo e vero film sui Digimon, ma è qui soprattutto per capire chi sono e cos’è un digiprescelto.
«Sai, da piccolo sono sempre stato innamorato di Sora. Ma essere digiprescelto mi ha anche fatto capire che alle volte è necessario mettersi da parte per un bene superiore» cerco di spiegarle. Lo so che è un concetto difficile e probabilmente in molti non lo riescono a capire.
«Yamato?» mi domanda lei.
«Amicizia…» rispondo semplicemente «il gruppo è sempre stato coeso perché il vero pilastro che ci ha sempre tenuti uniti in questi anni è sempre e solo stata l’amicizia. Non associare l’amicizia a Yamato solo perché lui ne è il portatore della digipietra. È un caposaldo che risiede in ciascuno di noi. Il gruppo non esisterebbe senza l’amicizia».
Isabella corruccia la fronte. La trovo tenera, mi ricorda in parte Mimi e la sua testardaggine. Capisco che non è ancora soddisfatta, perciò decido di proseguire «mi sono fatto da parte perché ero convinto che fosse giusto così. Yamato era ed è tutt’ora il mio migliore amico, è diventato un uomo dai grandi valori e sicuramente rispettabile nella sua personalità. Io volevo che Sora stesse con Yamato perché ero convinta che lui l’avrebbe resa felice e che le avrebbe concesso un futuro radioso».
«E così non è stato?» mi domanda Isa appoggiando i gomiti sulle ginocchia e il volto tra le mani. Anche quell’atteggiamento curioso l’associo a Mimi.
«No, lei non era felice e lui non era felice ed io li ho solo forzati a stringere una relazione che nessuno dei due voleva realmente» le rispondo guardando il pavimento.
Isabella sgrana lo sguardo «davvero?».
«Davvero! Essere leader è difficile e spesso ci si macchia di scelte sbagliate» la mia voce è quasi rancorosa «ma la cosa fondamentale è imparare dai propri errori e migliorare, sempre e comunque, dico bene?».
Lei annuisce ormai assorta dalle mie parole.
«Alla fine, è stata Mimi ha risolvere la situazione. È stata una scena epocale, me la ricordo ancora come fosse ieri» ridacchio divertito tra me e me.
«Ti prego, mi piacerebbe molto ascoltare questa storia» risponde lei con aria supplichevole.
«Beh, non è stato nulla di eccezionale in realtà. Era la Vigilia di Natale ed eravamo tutti riuniti a casa di Mimi. Yamato e Sora stavano insieme, ormai da qualche annetto. Non ti nego che Mimi era ormai un periodo che si comportava in maniera particolarmente strana. Quella sera ha perso la pazienza, ha rovesciato il bicchiere di champagne addosso a Yamato dicendogli che era un cretino a non capire che stava solamente intrappolando l’amore di Sora. Poi ha deciso di puntare il dito anche contro di lei, vomitandole addosso tutto ciò che pensava del suo finto amore per Yamato e del fatto che non esistevano solo loro due e che la loro relazione feriva anche gli altri» le spiego tutto d’un fiato.
Lo sguardo avvincente di Isabella mi fa intendere che si stia godendo pienamente il mio racconto.
«Mimi poi si è messa a piangere e ha confessato i suoi sentimenti per Yamato e ovviamente ha fatto una delle sue uscite di scena ad effetto. Degne di una qualsiasi attrice famosa» Isabella ridacchia ma posso leggere nel suo sguardo quanto stia sostenendo la tesi di Mimi «alla fine la serata è stata un successone. Entro la mezzanotte Yamato e Sora si sono lasciati, entrambi convinti della scelta fatta. Mimi ha trovato finalmente il suo principe azzurro ed io ho potuto aprire il mio cuore a Sora».
Isabella stavolta esplode. Si alza dalla sedia con tanta esuberanza da farla cadere dietro la sua schiena. Il suo volto diventa paonazzo e le sue gote si gonfiano teneramente «tu, Taichi Yagami, mi stai forse dicendo che alla fine ha vinto la TAIORA?! -
Rido di gusto questa volta. La giornalista, regista e donna di carriera che sedeva di fronte a me, si era appena trasformata in una mia fan sfegatata pronta ad esultare con il mio amore sbocciato «eppene sì, ti posso dire che alla fine ha vinto la Taiora» le rispondo, quindi, mostrandole la fede al dito.
Isabella inizia a saltellare di gioia ed urlare a pieni polmoni un «lo sapevo, io lo sapevo!».
Come si suol dire, ognuno di noi ha un sosia al mondo, io ho appena trovato quello di Mimi.



Due anni più tardi, esattamente il 15 Gennaio, è uscito in tutte le sale del mondo il primo capitolo della trilogia “Brave Heart” diretto da Isabella, in arte LadyItalia_UsabellaDream. Un film unicamente dedicato all’avventura vissuta a Digiworld da noi digiprescelti. Ma va ben oltre tutto ciò. Lei è riuscita a cogliere quel qualcosa in più, è riuscita a captare la nostra essenza, a cogliere ogni nostro particolare individuale e di gruppo creando una trama che ha letteralmente spiazzato tutti... me compreso.

Ah, quasi scordavo un particolare piuttosto rilevante… il film è interamente Taiora.

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