A te di Digihuman (/viewuser.php?uid=632586)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Koushiro ***
Capitolo 2: *** Taichi ***
Capitolo 1 *** Koushiro ***
Buongiorno,
questa
storia fa parte di una raccolta di oneshot dedicata ai protagonisti
di Digimon Adventure e a degli "ospiti" alquanto inediti.
Come
avrete già capito, il capitolo che andrete ora a leggere
è dedicato
a Koushiro, il digiprescelto della conoscenza. Ad ogni personaggio ho
voluto associare una persona speciale. Scelta casuale? Ovviamente
nulla è lasciato al destino... a meno che questo non prenda
il mio
nome.
A
te.
A
LadyMoon89,
cara amica, nonchè splendida persona, bella
dentro e
fuori e incredibile beta, grazie alla quale ho affinato di molto la
mia scrittura ed il mio stile.
Rating
capitolo:
verde
Personaggi
capitolo:
Koushiro e Moon
Koushiro
Se
dovessi definire la mia persona, preferirei utilizzare il termine
responsabile piuttosto che carino. Sono un ragazzo atipico, ne sono
piuttosto consapevole, eppure non credo di aver nulla da invidare al
resto dei miei coetanei. Nonostante ciò, c'è
qualcosa che mi frena
dal vivere la mia vita seranamente come tutti gli altri.
Guardo
la mia stanza e sorrido per i grandi traguardi raggiunti. Sono tra le
menti più brillanti del mio Paese; ho iniziato
l'università con ben
due anni di anticipo; negli ultimi sei mesi ho dato l'equivalente
degli esami di un triennio; ho vinto il primo premio all'ultima fiera
dedicata alla robotica; ed ho conseguito il master in intelligenza
artificiale presso una delle università più
rinomate al mondo.
Noto, però, con rammarico che la mia intera vita tende a
girare
intorno ad un'unica ambizione, ovvero quella di poter coronare
precocemente il mio sogno d'infanzia di diventare l'ingeniere
informatico più famoso al mondo. Non c'è spazio
per altro. Il che
comprende una vita sociale alquanto deprimente. Sono un nerd, non
serve che io dica altro.
Quando
ho scoperto di essere l'unico ragazzo single del mio gruppo, ci sono
rimasto piuttosto male. Non sono un adone, sono il primo ad
ammetterlo, però non credo neanche di far parte di quei
relitti che
spesso si trovano in fondo alla catena sociale. Voglio dire, non sono
particolarmente alto come il mio amico Joe, non sono biondo con occhi
azzurri come Takeru, né bello e dannato come suo fratello e
non ho
grandi doti atletiche come Taichi. Ma sono intelligente e parecchio.
Eppure questo fattore pare non interessare alle ragazze. Il gentil
sesso è attratto per lo più dai ragazzi
muscolosi, appariscenti ed
esageratamente estroversi. Insomma, il mio opposto!
Motivo
per cui passo la maggior parte delle giornate insieme all'unico amore
della mia vita: il mio computer. Mi dedico a cooperare con grandi
aziente e multinazionali conosciute in tutto il mondo, cercando di
impegnare le mie giornate sino all'ultimo minuto. La sera,
però,
crollo a letto senza neanche il tempo di realizzare che un'altra
giornata è già volata via.
Guardo
il mio computer, un'ultima volta, prima di accasciarmi sul letto
sfinito. Una cosa che detesto è ricevere email spazzatura.
Le
cestino in automatico, sia per lo scarso interesse nei loro
confronti, sia per l'inutilità di dover spendere tempo a
leggere
certe frivolezze. Nello spam, poi, ritrovo ogni volta di tutto e di
più. Pubblicità sul viagra che, detto
francamente, mi auguro di non
dover utilizzare neanche superati i sessant'anni. Pubblicità
persino
sui salvaslip da donna che, siamo sinceri, proprio non utilizzo.
Persino la mia vagina immaginaria si sta facendo due risate per
questo. Pubblicità su strani siti di incontro, come se
avessi
bisogno di una donna virtuale per poter sentirmi completo.
Purtroppo,
però, la mia curiosità ha appena preso il
sopravvento e, senza
neanche aver il tempo di realizzarlo, mi sono appena iscritto su uno
di quei siti appena citati, che generalmente evito come la peste.
Al
diavolo, già che sono online, tanto vale scuriosare un po'
in giro.
Scorro
tra i tanti profili suggeriti, la maggior parte dei quali ha foto
visibilmente ritoccate o fake. Poi mi imbatto in
lei. Non so
neanche io come definirla. Una cantante, una cosplayer o forse
più
semplicemente una bella donna. Lei è più profonda
di molte altre
ragazze conosciute sul web. Tratta i più svariati argomenti,
approfondendoli spesso nei suoi scritti. Già,
perchè tra le sue
tante doti, lei scrive.
Non
ho mai avuto il coraggio di contattarla, ma non mi ci è
voluto molto
a rintracciare il suo vero profilo su facebook,
risalendo così
al suo vero nome e cognome. D'altra parte, sono o non sono una delle
menti più brillanti del mio Paese?
Moon.
Il suo nome mi fa drizzare i peli delle braccia. Moon è come
un
sussurro gelido, ululato dal vento del nord durante una fioca
nevicata invernale. Moon è come il riflesso cangiante del
pallore
emanato dalla luna durante una notte serena sulle calme acqua del
mare. Moon è come il primo respiro esalato da un tulipano
appena
sbocciato in un campo di fiori dal tipico scenario olandese.
Sento
di aver forse volato troppo con la fantasia, ma una sensazione nuova
si è appena impossessata di me. Cerco di combatterla,
tenendola
fuori dalla mia mente. Ma forse è vero quando si dice che il
cuore
sa essere più convincente della mente, alle volte.
Eppure
sono un uomo di scienza e non posso vederla in questo modo.
Eppure
mi sono appena accorto di averle lasciato un like all'ultimo post che
ha pubblicato.
Dannazione.
Ci
sono dentro fino al collo. E odio doverlo ammettere, perchè
questo
non sono io. Koushiro è saggezza, è conoscenza.
Non è fatto per
frivolezze come l'amore.
Poi
però la guardo, parlare di sé, delle sue
passioni, scopro più su
di lei attraverso i suoi scritti e ascolto la sua anima pura mentre
canta con quella voce che tanto mi fa vibrare il corpo.
E
lo so, nella mia razionalità riesco ugualmente a capire di
aver
appena spalancato le porte verso una nuova esperienza.
Perchè detto
francamente, io e l'amore siamo due cose a parte. Eppure ora mi sento
così attirato da lei, come se lei fosse il polo positivo da
cui
viene attratta la mia negatività . E nulla, non riesco a non
includere la fisica in tutto questo.
Da
qualche giorno la seguo in silenzio, fatta eccezione per quel like
che venne spontaneo lasciarle la prima volta che la vidi. Ma cerco di
stare attento e di tenere a bada le emozioni che mi ritrovo a vivere
ogni sera, quando metto da parte il lavoro per potermi deliziare
della sua presenza. Seppur virtuale che sia, ma ugualmente di buona
compagnia.
Aggiorna
le sue storie con costanza e in quelle ore insonni mi ritrovo a
leggere romanzi rosa da cui mi sono sempre ben tenuto lontano. Se
proprio mi devo accostare alla lettura, lo faccio con la
consapevolezza di poter espandere i miei orizzonti e le mie
conoscenze. Di solito mi dedico a scritti ben più
impegnativi. A
quattro anni avevo già letto l'intera enciclopedia di casa.
Perciò
mai avrei pensato nella mia vita di ritrovarmi a leggere storie
d'amore, a trent'anni poi, figuriamoci. Storie d'amore, tra l'altro
è
un eufemismo. Perchè chiamare una ragazza babe
e portarsela a
letto in una frazione di secondo, seducendola tra l'altro con un'auto
da migliaia di dollari, sarà mica amore. Eppure vorrei
essere
esattamente come lui. Così disinibito, così
audace da potermi
avvicinare ad una donna senza neppur tremare al sol guardarla. Vorrei
poter essere il Jess che Moon sta cercando. Perchè lo so, lo
capisco
dai suoi scritti, che lei è ancora in attesa del grande
amore.
Vorrei
avvicinarmi a lei, uniformandomi al resto del mondo, divenendo solo
uno tra i tanti. Eppure non ci riesco. Il mio genio me lo impedisce e
mi suggerisce che tutto questo è sbagliato. Devo proseguire
sulla
mia strada, singolare e in salita, senza permettere ad una donna di
deviarne il percorso.
Abbasso
il monitor del mio computer e cado in un sonno profondo.
Proseguo
così per altre sette sere, osservandola da lontano, amando
ogni sua
battuta, sorridendo ai suoi video buffi su TikTok, memorizzando ogni
sua forma fino a ricrearne una versione 2D nella mia mente.
E
poi accade l'inevitabile. Una sera il computer mi scivola brutalmente
tra le mani, terminando la sua corsa sul tappeto senza apparenti
danni. Lo sollevo, lo guardo preoccupato, quasi lo accarezzo
sussurandogli che non è successo nulla. E lì
comprendo quanto il
mio stato sociale faccia veramente schifo. Sorrido beffardo a me
stesso, immaginandomi per un istante il mio computer, talmente stufo
dei miei abusi nei suoi confronti, da volersi suicidare pur di farmi
aprire gli occhi sulla realtà. Una realtà che, lo
ammetto, mi
colpisce violentemente nel più profondo.
Una
chat si apre in piena autonomia e una mano standard saluta il mio
interlocutore. Maledetta tastiera che ha agito alle mie spalle.
Spalanco
gli occhi quando realizzo che il destinatario di quello squallido
saluto non è altro che lei, Moon.
Chiudo
violentemente lo schermo del monitor nel tentativo di eliminare ogni
traccia di vergogna, ma so benissimo che non è
così che si
cancellano i dati digitali. E poi realizzo di essere un white
hat
degno di tale nome, perciò riapro veloce il computer
nell'intento di
cancellare ogni segno di passaggio su quel candido profilo.
Eppure
rimango basito ed esterrefatto quando noto che Moon risponde al mio
saluto con una faccina sorridente.
In
quel frangente sento la mia anima dividersi dal mio corpo. Ogni forma
di vita intelletuale mi abbandona, per far posto ad una versione
infantile di me che proprio non ero all'oscuro di avere. Parto
così
a scriverle, inizialmente scusandomi per l'accaduto, poi a getto,
quasi sentendomi in completa armonia con lei.
Lei
appare così dolce e delicata, accetta le mie scuse e rimane
a
chiacchiereare con me ancora un po'. Decide di sprecare altri minuti
preziosi della sua vita in compagnia di una persona insulsa come me.
Si
apre con disinvoltura, mutando di ora in ora come una splendida
cristalide che sboccia sotto i miei stessi occhi. Mi racconta di lei,
si apre, si espone, narrandomi della sua eccezionale vita ordinaria.
Per
un istante perdo la concezione del tempo e mando a quel paese anni e
anni di relatività, ritrovandomi così a vagare
sospeso in un
universo parallelo, in un tempo che non ha avuto modo di incontrare
le leggi fisiche a noi oggi conosciute, cullato dalla dolce compagnia
di questa creatura quasi eterea.
Quella
è stata la prima ed unica notte spesa in sua compagnia. Non
l'ho più
sentita da allora, mai vista in vita mia e mai avuto il piacere di
ascoltare la sua voce di persona. Ma grazie a lei ho fatto una
scoperta sconvolgente.
Ho
scoperto di poter anche io provare delle emozioni. E che emozioni.
Fortissime, che mi hanno fatto rinascere, che mi hanno fatto
evolvere.
Ho
scoperto di poter amare. Certo, ciò che ho sentito per lei
in quel
frangente è stato solo interesse, seppur io l'abbia provato
in
maniera particolarmente intensa. Ma grazie a lei ho capito di poter
amare e di essere fatto per amare. A modo mio, senza dubbi, con le
limitazioni che la mia testa mi impone. Ma ugualmente in grado di
farlo. E soprattutto ho realizzato di poter essere amato
indipendentemente dal mio stato sociale, dalle mie attitudini, dalla
mia apparenza nerd o dai miei discorsi forse eccessivamente
intellettuali. Quella notte lei mi ha concesso qualche ora del suo
tempo, semplicemente perchè mi ha trovato interessante.
Il
che mi rende più umano di ciò che pensavo di
essere.
Il
che mi rende forse più vulnerabile, ma allo stesso tempo mi
completa
come essere pensante e funzionalmente sociale.
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Capitolo 2 *** Taichi ***
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contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto
o rete telematica, senza previa autorizzazione
scritta.
Questa
storia ed i personaggi in essa descritti sono frutto della mia
fantasia. Qualsiasi similarità con persone reali o
scomparse, luoghi
o eventi è puramente causale e non intenzionale.
Buongiorno,
questa
storia fa parte di una raccolta di oneshot dedicata ai protagonisti
di Digimon Adventure e a degli "ospiti" alquanto
inediti.
Come
avrete già capito, il capitolo che andrete ora a
leggere è dedicato a Taichi, il digiprescelto del coraggio.
Ad ogni
personaggio ho voluto associare una persona speciale. Scelta casuale?
Ovviamente nulla è lasciato al destino... a meno che questo
non
prenda il mio nome.
A
te.
A
Isabella, una splendida persona, tutta da scoprire, dal carattere
esplosivo e con un pensiero sempre rivolto al prossimo.
Rating
capitolo:
VERDE
Personaggi
capitolo:
Taichi ed Isabella
TAICHI
Sono
trascorsi ormai diversi anni da quando il male è stato
sconfitto.
Digiworld
è tornata a prosperare ed insieme a lei anche la Terra.
Incredibile
come in così poco tempo tutto sia cambiato. Il nostro mondo,
così
come lo conoscevamo, si è fatto da parte, dando
così ospitalità a
quelle creature digitali che solo pochi anni prima avevano tentato di
distruggere tutto quanto.
Mi
sorprende come la Terra si sia adattata così facilmente ai
Digimon.
Voglio dire, vi immaginate Ogremon presidiare i siti natalizi insieme
a Babbo Natale? Ogremon in veste di elfo natalizio?! Suvvia, se me lo
avessero detto anche solo 10 anni fa, non ci avrei mai creduto! Per
non parlare di Kuwagamon che quasi ha sostituito gli aerei di
trasporto merci e partecipa a missioni umanitarie in giro per il
mondo. E non scordiamoci, ovviamente, di Greymon, fondatore,
nonché
attrazione principale del parco preistorico situato nel cuore di
Tokyo. Loro si sono integrati perfettamente. Siamo noi,
digiprescelti, a non riuscire tutt’oggi a farcene una ragione.
Il
fenomeno digitale è scoppiato come una bomba successivamente
all’ultima esperienza vissuta da Daisuke e gli altri a
Digiworld.
Da allora tutti conoscono i Digimon e la nostra storia.
È
un fenomeno talmente esteso, pensate, che una delle più
grandi
registe italiane ha deciso di girare una trilogia dedicata a noi. In
realtà, tutto questo mi emoziona moltissimo
perché ci permetterà
di mostrare al mondo intero la grande avventura vissuta a Digiworld.
Oggi
è il grande giorno e incontrerò questa regista
per la prima volta.
Non mi spiego ancora il perché, ma ha preferito
intervistarmi per
primo e soprattutto da solo. Il film, ovviamente, sarà su
tutti
quanti noi, Digimon compresi, ma lei insiste nel dire che io ne devo
fare le veci, che solo io sono il capo e, di conseguenza, vesto la
carica di portavoce del gruppo. E così sia.
Sarò
forse scontato o decisamente banale, ma credo sia inutile dirvi con
che outfit mi sia presentato oggi all’intervista: incredibile
maglietta blu elettrica, inserti ocra, bermuda marroni con grandi
tasche ai lati, sneackers bianche e i miei indimenticabili occhialoni
da aviatore.
Eccola!
Lei
è già arrivata e ha un’aria piuttosto
frizzante ed eccitata.
Quando
mi vede si alza dalla sedia e mi viene incontro con occhi sgranati e
fiato tenuto sospeso. Non so perché, ma qualcosa nel suo
modo di
fare mi fa venire in mente Mimi.
«Ciao,
sono Taichi Yagami» le dico allungandole una mano e
stringendo
debolmente la sua.
«Taichi,
io sono Isabella e sono lieta di poterti finalmente
incontrare»
risponde la ragazza con un sorriso spiazzante.
«Prima
di iniziare l’intervista ti devo confidare una
cosa…» aggiunge
la ragazza piuttosto nervosa.
Riesco
a leggere il suo corpo, le sue dita affusolate giochicchiano con il
piccolo registratore che ha portato con sé per
l’intervista, le
gambe non hanno ancora ben deciso se rimanere accavallate o meno e il
suo sguardo saetta su e giù cercando quasi di leggermi nella
mente.
«Sono
curioso, di che cosa si tratta?» le domando.
«Okay…»
mi risponde prendendo fiato e cercando visibilmente di dare un senso
a tutto quel nervosismo «È da quando sono bambina
che seguo le
vostre avventure. Ho sempre creduto che i Digimon fossero esseri
buoni e non cattivi come i media volevano farci credere. Quando
finalmente la verità è stata resa al mondo, ho
capito che tutto ciò
non bastava e che avrei potuto rendervi il giusto omaggio che
meritavate!».
Mi
passo una mano tra i capelli. Ora sono io quello ad essere a disagio.
Questa ragazza mi spiazza.
«Insomma,
voi avete salvato il mondo, quando il mondo stesso era contro di voi.
Perché?» mi chiede ancora.
È
in quel frangente che capisco che l’intervista è
iniziata. In
realtà, sono già stato intervistato da altri
grandi della
televisione, ma mai nessuno aveva attaccato bottone con me in maniera
così… sincera e spontanea.
Sono
piuttosto convinto che in un’altra vita questa ragazza
avrebbe
potuto essere una grandissima digiprescelta.
Chiacchieriamo
del più e del meno e per un istante quasi mi scordo di quel
piccolo
dispositivo che tiene tra le mani. Mi sento a mio agio e libero di
poter dire finalmente tutto ciò che mi passa per la testa.
Poi
lei solleva un tasto dolente e mi domanda come siano andate realmente
le cose all’interno della piramide di Datamon. Mi soffermo a
pensare a quel frangente e subito i miei pensieri vanno ad una
persona a me cara. Le racconto obiettivamente la realtà dei
fatti,
senza però soffermarmi sul fatto che il mio cuore in questo
istante
stia facendo i capricci e stia imprecando di liberare tutte le mie
emozioni. Eppure, il suo sguardo attento mi sta studiando e sono
piuttosto convinto che abbia captato qualcosa.
L’intervista
procede ancora per un’oretta circa. Mi fa moltissime domande
e
tutte molto diverse rispetto a quelle a cui sono abituato.
Generalmente mi viene chiesto com’è essere
guardiano dei due
mondi, com’è aver salvato il mondo e cosa ci ho
guadagnato in
tutto questo. Lei è visibilmente più interessata
al mio rapporto
coi digimon, al legame che si è instaurato tra di noi e al
fatto che
la mia leadership fosse già scritta nel mio cuore.
Ma
ecco che, terminate le domande più ovvie -se così
le posso
definire- iniziano quelle decisamente più scomode.
«Alla
fine, quindi, Hikari ha deciso per Daisuke e non per Takeru. Che
effetto ti fa questo?» mi chiede quasi a volermi stuzzicare.
Io
scoppiò a ridere, gesto del tutto involontario
«beh, poco importa
in realtà quello che penso io, alla fine è la sua
vita ed è giusto
che stia con la persona per cui prova affetto!».
Isabella
mi squadra brutalmente e alza un sopracciglio: è chiaro che
non
rimasta soddisfatta della mia risposta.
«Non
capisco cosa tu voglia sentirti dire. Preferivo Takeru? No, in
realtà
no! Daisuke è un bravo ragazzo, certo… molto
diverso da Takeru, ma
ha la testa sulle spalle e se questo rende felice la mia Hikari,
allora rende felice anche me…» le rispondo
allargando le braccia
ed implorando pietà con gli occhi.
La
vedo sorridere e spegnere finalmente il registratore. The
end. Sessione
completata.
Ed
invece no. Mi guarda nuovamente con quegli occhi pieni di sfida e mi
dice «non ho intenzione di divulgare i vostri fatti
personali,
motivo per il quale ho appena interrotto la registrazione, ma ho
seriamente bisogno di togliermi un pensiero dalla testa che davvero
mi sta devastando. Diciamo che è più una mia
curiosità personale…
».
«Dimmi»
le rispondo solamente, nonostante un brivido gelido mi abbia appena
attraversato la schiena.
«Tu
e Sora siete sempre stati affiatati, non c’è
dubbio, lo
testimoniano soprattutto i video dei campionati di calcio giovanile
che mi ha fornito la vostra scuola. Non capisco
cos’è successo
dopo. Perché Yamato? Cioè, seriamente!? - in
questo stesso istante
mi accorgo di non aver più davanti una professionista,
bensì una
mia fan.
Ridacchio
divertito «siamo cresciuti e abbiamo voluto fare le nostre
esperienze. Yamato è un tipo… solitario, molto
introverso, ma è
pur sempre il mio migliore amico. Non ho intenzione di parlare male
di lui».
«Non
è questo quello che ti sto chiedendo, infatti! I fan che
hanno
seguito le vostre avventure, non si sono appassionati solamente ai
vostri digimon, ma soprattutto a voi come persone, ai vostri affetti
e alle vostre relazioni interpersonali» mi spiega lei
ritrovando la
sua professionalità.
«Sì,
ho sentito tanto parlare di Sorato e Taiora in questi anni e la cosa
quasi mi mette i brividi. Venir quasi paragonato ad una star di
Hollywood e di conseguenza divulgare tutta la mia vita
personale…
come dire, non è da me» le rispondo sinceramente.
Isabella
sorride senza però dire una parola. Posso tranquillamente
captare
quanto lei si aspettasse quel genere di risposta.
«Diciamo
che non sono solito farlo e probabilmente negherò fino alla
morte
qualsiasi cosa uscirà da questa stanza senza il mio
consenso…»
annuncio alla fine accendendo un’evidente luce di speranza
nei suoi
occhi «ma credo di poterti dare qualche spiegazione in
più».
Isabella
si mette comoda sulla sua sedia. È evidente che non le
interessa
registrare quanto sto per rivelarle. La sua posizione mi fa intendere
che lei sta assaporando ogni istante della nostra chiacchierata.
È
qui per il suo film, il primo e vero film sui Digimon, ma è
qui
soprattutto per capire chi sono e cos’è un
digiprescelto.
«Sai,
da piccolo sono sempre stato innamorato di Sora. Ma essere
digiprescelto mi ha anche fatto capire che alle volte è
necessario
mettersi da parte per un bene superiore» cerco di spiegarle.
Lo so
che è un concetto difficile e probabilmente in molti non lo
riescono
a capire.
«Yamato?»
mi domanda lei.
«Amicizia…»
rispondo semplicemente «il gruppo è sempre stato
coeso perché il
vero pilastro che ci ha sempre tenuti uniti in questi anni è
sempre
e solo stata l’amicizia. Non associare l’amicizia a
Yamato solo
perché lui ne è il portatore della digipietra.
È un caposaldo che
risiede in ciascuno di noi. Il gruppo non esisterebbe senza
l’amicizia».
Isabella
corruccia la fronte. La trovo tenera, mi ricorda in parte Mimi e la
sua testardaggine. Capisco che non è ancora soddisfatta,
perciò
decido di proseguire «mi sono fatto da parte
perché ero convinto
che fosse giusto così. Yamato era ed è
tutt’ora il mio migliore
amico, è diventato un uomo dai grandi valori e sicuramente
rispettabile nella sua personalità. Io volevo che Sora
stesse con
Yamato perché ero convinta che lui l’avrebbe resa
felice e che le
avrebbe concesso un futuro radioso».
«E
così non è stato?» mi domanda Isa
appoggiando i gomiti sulle
ginocchia e il volto tra le mani. Anche quell’atteggiamento
curioso
l’associo a Mimi.
«No,
lei non era felice e lui non era felice ed io li ho solo forzati a
stringere una relazione che nessuno dei due voleva realmente»
le
rispondo guardando il pavimento.
Isabella
sgrana lo sguardo «davvero?».
«Davvero!
Essere leader è difficile e spesso ci si macchia di scelte
sbagliate» la mia voce è quasi rancorosa
«ma la cosa fondamentale
è imparare dai propri errori e migliorare, sempre e
comunque, dico
bene?».
Lei
annuisce ormai assorta dalle mie parole.
«Alla
fine, è stata Mimi ha risolvere la situazione. È
stata una scena
epocale, me la ricordo ancora come fosse ieri» ridacchio
divertito
tra me e me.
«Ti
prego, mi piacerebbe molto ascoltare questa storia» risponde
lei con
aria supplichevole.
«Beh,
non è stato nulla di eccezionale in realtà. Era
la Vigilia di
Natale ed eravamo tutti riuniti a casa di Mimi. Yamato e Sora stavano
insieme, ormai da qualche annetto. Non ti nego che Mimi era ormai un
periodo che si comportava in maniera particolarmente strana. Quella
sera ha perso la pazienza, ha rovesciato il bicchiere di champagne
addosso a Yamato dicendogli che era un cretino a non capire che stava
solamente intrappolando l’amore di Sora. Poi ha deciso di
puntare
il dito anche contro di lei, vomitandole addosso tutto ciò
che
pensava del suo finto amore per Yamato e del fatto che non esistevano
solo loro due e che la loro relazione feriva anche gli altri»
le
spiego tutto d’un fiato.
Lo
sguardo avvincente di Isabella mi fa intendere che si stia godendo
pienamente il mio racconto.
«Mimi
poi si è messa a piangere e ha confessato i suoi sentimenti
per
Yamato e ovviamente ha fatto una delle sue uscite di scena ad
effetto. Degne di una qualsiasi attrice famosa» Isabella
ridacchia
ma posso leggere nel suo sguardo quanto stia sostenendo la tesi di
Mimi «alla fine la serata è stata un successone.
Entro la
mezzanotte Yamato e Sora si sono lasciati, entrambi convinti della
scelta fatta. Mimi ha trovato finalmente il suo principe azzurro ed
io ho potuto aprire il mio cuore a Sora».
Isabella
stavolta esplode. Si alza dalla sedia con tanta esuberanza da farla
cadere dietro la sua schiena. Il suo volto diventa paonazzo e le sue
gote si gonfiano teneramente «tu, Taichi Yagami, mi stai
forse
dicendo che alla fine ha vinto la TAIORA?! -
Rido
di gusto questa volta. La giornalista, regista e donna di carriera
che sedeva di fronte a me, si era appena trasformata in una mia fan
sfegatata pronta ad esultare con il mio amore sbocciato
«eppene sì,
ti posso dire che alla fine ha vinto la Taiora» le rispondo,
quindi,
mostrandole la fede al dito.
Isabella
inizia a saltellare di gioia ed urlare a pieni polmoni un «lo
sapevo, io lo sapevo!».
Come
si suol dire, ognuno di noi ha un sosia al mondo, io ho appena
trovato quello di Mimi.
Due
anni più tardi, esattamente il 15 Gennaio, è
uscito in tutte le
sale del mondo il primo capitolo della trilogia “Brave
Heart”
diretto da Isabella, in arte LadyItalia_UsabellaDream. Un film
unicamente dedicato all’avventura vissuta a Digiworld da noi
digiprescelti. Ma va ben oltre tutto ciò. Lei è
riuscita a cogliere
quel qualcosa in più, è riuscita a captare la
nostra essenza, a
cogliere ogni nostro particolare individuale e di gruppo creando una
trama che ha letteralmente spiazzato tutti... me compreso.
Ah,
quasi scordavo un particolare piuttosto rilevante… il film
è
interamente Taiora.
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