The girl who Time forgot: Sweet Death

di Purplewitch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter one - A new arrival ***
Capitolo 2: *** Chapter two - In the wolves' den ***



Capitolo 1
*** Chapter one - A new arrival ***


Chapter one - A new arrival

 

Il silenzio surreale che regnava nella magione appartenente alla famiglia Sakamaki, era interrotto soltanto dal tenue rintoccare di quello che, con molta probabilità, doveva essere un orologio a pendolo. Stava iniziando a calare la sera ed alcune nuvole scure, colme di pioggia, sembravano voler presagire un imminente temporale. Ma neppure una goccia d’acqua sembrava voler cadere dal cielo, quasi come se in quel momento, il tempo si fosse fermato, congelando quella natura tetra, ravvivata soltanto dal verde del giardino, e dallo splendido roseto perfettamente curato.
Era passato un anno ormai, da quando Yui Komori, colei che apparentemente sarebbe dovuta essere una semplice sposa sacrificale, aveva pugnalato il suo cuore con quella lama d’argento, donatole da Subaru. Un anno, da quando aveva lasciato la vita da umana, per abbracciare quella di creatura della notte. Era diventata una vampira, come i sei ragazzi che per mesi si erano nutriti del suo sangue. Qualcosa in lei, era morto per sempre. Ma qualcos’altro era rinato, proprio nello stesso secondo in cui lei aveva trafitto il propio cuore. Qualcosa che per secoli era rimasto dormiente, e che si era finalmente risvegliato. 

Un anno da quando la dolce ragazza dagli occhi di un rosa delicato, aveva lasciato il posto ad una vampira, ormai abituata a nutrirsi come coloro che tempo prima avevano sempre bevuto il suo sangue.

Un tuono squassò il cielo, facendo quasi tremare la magione, mentre gli abitanti di essa erano riuniti per la cena. La tavola era ben apparecchiata e ricca di pietanze all’apparenza deliziose, e tutti, in silenzio, erano intenti a mangiare. 

« Reiji, quand’è che arriverà la prossima sposa? La precedente è morta già da una settimana, inizio a morire di fame~ »

Fu Laito ad interrompere il silenzio, osservando il maggiore con quello sguardo felino color smeraldo, che, seccato, alzò gli occhi magenta verso il rosso.

« Tra qualche giorno, potresti frenare la tua irrispettosa impazienza con una delle sacche di sangue in cucina. Invece che disturbare il sottoscritto. » 

Rispose lui, prima di riprendere a mangiare perfettamente e composto, come l’etichetta pretendeva. Per nulla soddisfatto da quella risposta, il ragazzo dai capelli rossi, con il cappello sulla testa, si alzò in piedi, con un sorrisino fastidioso e languido ad increspargli le labbra.

« Non sarebbe certo come mordere il delicato corpo di una nuova sgualdrinella, Reiji-san, una sacca non può implorare e gemere sotto le zanne..~ » 

Aggiunse lui, consapevole che il suo essersi alzato prima di finire di mangiare e il suo aver usato il suffisso "san" in modo chiaramente derisorio, avrebbe fatto infuriare il vampiro dai capelli viola, tendenti al nero. Egli infatti non tardò a fulminarlo con lo sguardo, ed era pronto a rimproverarlo per la sua maleducazione, e per certi discorsi non consoni ad una cena, quando un suono, non fece fermare tutti. Ayato, che si era goduto la scena con sguardo divertito, aveva girato la testa in direzione della porta, così come Kanato, non più occupato a sbriciolare con la forchetta, dei poveri macaron. Subaru aveva alzato gli occhi cremisi dal proprio piatto, e Shu, aveva persino tolto un auricolare. Qualcuno aveva bussato al portone d’ingresso.

« A quanto pare non servirà alcuna sacca. » 

Commentò Yui, che per tutta la durata della conversazione, si era limitata ad osservare i due, litigare. In tutta risposta, Laito stesso si diresse, quasi saltellando, all’ingresso spalancando la porta con finto fare cerimonioso. Era già pronto a rivolgere un sorriso malizioso alla possibile nuova sposa, ma ciò che trovò fuori la porta gli fece assumere un’espressione chiaramente sorpresa.
Una ragazza, dai capelli corvini, e vestita con un grazioso abitino nero, decorato da balze e pizzi, in evidente stile gothic lolita, era distesa davanti l’ingresso, priva di sensi. Ma ciò che più saltava all’occhio, era la benda bianca che copriva il suo occhio sinistro. "Sento che ci sarà da divertirsi." pensò il rosso divertito, ed inebriato dall’odore che la sconosciuta emanava, prima di prenderla tra le braccia, e di portandola all’interno, lasciandosi la porta chiusa alle spalle. Tenendo la ragazza come una specie di trofeo, raggiunse gli altri, che nel frattempo si erano spostati nel salone. 

« Guardate che bel regalo ci è stato recapitato! » 

Si annunciò allegramente, attirando l’attenzione di tutti. Soltanto Yui mancava all’appello.

« Laito, non potevi aspettare perlomeno che si presentasse? » 

Commentò Reiji, sistemando gli occhiali adagiati sul naso.

« Stavolta non c’entro, Reiji, era già così quando l’ho trovata. Ma di certo conosco innumerevoli modi per svegliare una sgualdrinella così carina. » 

Esclamò il rosso maliziosamente, lasciando intendere la tipologia dei modi ai quali alludeva. Al solo pensiero, un sorriso perverso apparve sul suo volto, in quel momento arrossato sulle gote. 

« Siete così rumorosi. » 

La voce assonnata di Shu interruppe le fantasie del ragazzo dalle iridi smeraldine, che in tutta risposta, si avvicinò al maggiore dei fratelli.

« Oh tranquillo Shu, sotto questo vestito nero c’è pelle per tutti noi. » 

Rispose Laito, mentre lasciava cadere tranquillamente la ragazza sull’unico divano libero, con fare poco delicato.  Ella ebbe un fremito, ma nemmeno quell’impatto sembrò svegliarla. "Kurumi...devi svegliarti...Svegliati!" una voce femminile risuonò nella testa della ragazza, che strinse istintivamente l’occhio non coperto dalla benda. 

« Che bella addormentata insistente...magari questo sarà più di tuo gradimento, Bitch-chan.»

Mormorò il vampiro, mentre si piegava verso il viso della ragazza ancora svenuta. Ma si fermò, nel momento in cui l’occhio non coperto di ella, color sangue, si aprì, rimanendo bloccata non appena incontrò quelle iridi di un verde brillante, illuminate da una luce maliziosa.
La corvina in un primo momento non fece nulla, frastornata da quel risveglio, ma nell’accorgersi che quel ragazzo dall’espressione poco rassicurante, a lei sconosciuto, era ad un nulla dal suo viso, agì d’impulso.

« Ben svegliata, Bitch-chan, che peccato, avrei voluto essere io a svegl..- »

Ma il vampiro con il cappello si zittì quasi sorpreso, quando uno schiaffo improvviso gli colpì una guancia. Il suono di quel colpo, risuonò per tutta la sala, e tutti gli occhi dei presenti, rimasero inchiodati sulla scena. Persino Shu aprì gli occhi, lasciando che un lieve sorriso divertito, apparisse sulle sue labbra, per una manciata di secondi, per poi richiudere gli occhi color mare.

« Ma chi ti credi di essere? » 

La ragazza aprì finalmente la bocca, mentre la mano, con cui aveva colpito il rosso, le doleva per lo schiaffo dato. La sua pelle, delicata e bianca come il latte, aveva assunto una colorazione più rosea sulle guance, a causa dell’imbarazzo nato nella ragazza, nel ritrovarsi uno sconosciuto quasi sul punto di baciarla. I capelli, neri come la pece, facevano risaltare ancor di più quel colorito, così simile alla porcellana . E probabilmente, quel grazioso vestito nero non faceva altro che farla apparire ancor di più somigliante ad una di quelle bambole da collezione. L’unico occhio scoperto, di un rosso scuro, era puntato sul ragazzo dai capelli rossi, che ancora immobile osservava la ragazza che l’aveva appena colpito. La corvina lo vide sfiorarsi la guancia, nemmeno arrossata dallo schiaffo, prima di vederlo scoppiare a ridere. Reazione che portò Ayato e Kanato, a fare lo stesso. Il suono di quelle risate fece rabbrividire Kurumi, che con uno scatto, fu in piedi, lontana di qualche passo dal rosso. Perché lei era lì? Chi erano quei ragazzi?

« Fufu..~ che Bitch-chan caparbia..sarà ancora più divertente vedere la paura sul tuo viso. »

Un altro brivido di inquietudine, la percorse da capo a piedi, a quelle parole così cariche di una cattiveria appena celata. Più confusa che mai, si guardò intorno, mentre un istinto di sopravvivenza, le sussurrava di andarsene da lì. Nonostante non sapesse a cosa effettivamente corrispondesse a quel "lì". Sapeva solamente che qualcosa, nello sguardo di quel vampiro, le faceva accapponare la pelle.

« Non so chi tu sia..ma non provare a toccarmi. » 

Rispose la corvina, mentre, con occhiate fulminee, si guardava intorno, in cerca di una via di fuga. Ogni parte di lei le stava urlando di scappare, senza che lei ne comprendesse il motivo. Era come se il suo corpo percepisse un pericolo che ancora non si era palesato ai suoi occhi. 

« Chi siete? E dove mi trovo? » 

Continuò lei, posando gli occhi su ogni persona presente nella stanza. Aveva tutti gli occhi puntati su di se, salvo quelli di un ragazzo, dai capelli biondi, sdraiato su un divano distante da tutti, che sembrava intento a dormire. 

« Non credi che dovresti essere tu a doverti presentare, e a dirci perché eri svenuta davanti il nostro portone? » 

Reiji, che non aveva ancora aperto bocca da quando la corvina si era risvegliata, si alzò, girandosi verso la sconosciuta. Non era stato avvisato dell’arrivo di nessuna fanciulla proveniente dalla Chiesa, e sebbene le spose non fossero mai consapevoli di ciò a cui andavano ogni volta in contro, la ragazza sembrava completamente un pesce fuor d’acqua, in modo maggiore rispetto alle altre che l’avevano preceduta.
Kurumi sussultò appena, nel sentirlo parlare, e girò la testa verso di lui, non sapendo nemmeno una delle risposte che egli le stava chiedendo. Le tornò alla mente il modo in cui quella voce misteriosa, che probabilmente si era immaginata, l’avesse chiamata, ma non riuscì a ricordare altro. Vide un evidente fastidio causato dal suo silenzio, negli occhi magenta del ragazzo con gli occhiali, il cui atteggiamento era perfettamente dritto e composto. Aveva un’espressione severa, che incuteva timore, ma ciò non intaccava la bellezza di esso. Ma non era il solo a possederla. Tutti i ragazzi in quel salone, possedevano una bellezza disarmante, un fascino però, che sembrava essere circondato da un’aula di pericolo. 

« Io..sono Kurumi e..mi dispiace non saprei dire altro. Non ricordo come io sia arrivata qui..non ricordo niente. »

Rivelò, con un tono che lasciava trasparire un evidente sincerità. Le sue parole scatenarono un altro sorriso nel ragazzo al quale aveva dato quello schiaffo, ma Kurumi non vi fece molto caso, seppur avvertisse i suoi occhi su di se. 

« Interessante, mi toccherà fare qualche telefonata. Ma prima lascia che presenti me e i miei fratelli. Quel Gokutsubushi* intento a sonnecchiare, è Shu, il primogenito. »

Iniziò lui, e Kurumi ebbe l’impressione di sentire un certo astio nella sua voce. Istintivamente, riportò l’occhio destro sul ragazzo, dai colori e le fattezze angeliche. Ma il biondo non le rivolse nemmeno uno sguardo, portandola a pensare che molto probabilmente stava dormendo veramente. 

« Io sono Reiji, il secondogenito. Mentre quello che hai schiaffeggiato poco prima, è Laito, il terzogenito. »

Stringendo appena le labbra, la ragazza incontrò nuovamente quelle iridi smeraldine, che ancora non si erano mai spostate da lei. La guardava in modo chiaramente provocatorio, ma lei, pur di non mostrarsi a disagio ai suoi occhi, sostenne il suo sguardo, in una sorta di scontro visivo. Delle mani sulle sue spalle però, la fecero sobbalzare, costringendola a distogliere lo sguardo da Laito. Non aveva sentito neppure un passo, eppure il secondo ragazzo dai capelli rossi, più corti di quelli del fratello, l’aveva raggiunta con un battito di ciglia. Era già pronta a chiedergli come avesse fatto a muoversi così velocemente, quando avvertì qualcosa di umido sfiorarle una guancia, che automaticamente si tinse di rosso. "Mi ha appena leccata?! Ma dove diavolo sono finita?" pensò lei, ritraendosi imbarazzata, già pronta a spingere via il ragazzo, ma qualcuno le fermò una mano, portandosela alle labbra. Un altro dei fratelli l’aveva raggiunta, e ciò che più lo faceva saltare all’occhio, era l’orso di peluche che teneva con un braccio. Aveva i capelli lillà, così come gli occhi. Sembrava appena più mingherlino rispetto agli altri, eppure la forza con cui le strinse il polso, la fece irrigidire per il dolore.

« Teddy, non pensi che il suo odore sia delizioso? Assaggiamola insieme. »

Aveva uno sguardo quasi insano, arricchito da delle occhiaie scure sotto gli occhi. Le faceva accapponare la pelle quasi di più di quanto facesse Laito.

« Non ci pensare neanche, Kanato. È sempre il sottoscritto a prendersi la loro prima volta. » Kurumi si ritrovò ad inarcare un sopracciglio a quelle parole. Si, doveva essere finita in una casa di maniaci.

« Kanato, Ayato, finitela, non mi sembra il caso di trattare così un’ospite appena arrivata. O di interrompere il sottoscritto. » 

A quell’evidente rimproverò, Ayato lasciò le spalle della ragazza, non prima di rivolgere un’occhiata assassina al fratello maggiore. Kanato invece, si limitò a nascondere parte del viso dietro la testa di Teddy, ma senza abbandonare quello sguardo che, secondo Kurumi, appariva quasi psicopatico. 

« Va bene sentite.. non voglio essere scortese ma preferirei andarmene..»

"E per andare dove, Kurumi?" ancora quella voce le risuonò nelle orecchie, facendola rabbrividire. Era forse pazza? Probabile, dato che aveva l’impressione che quella voce fosse realmente nella sua testa, e che nessun altro, oltre lei, la sentisse. Senza pensarci due volte, e non aspettando che qualcuno le rispondesse, fece per dirigersi verso una delle porte. Ma l’ultimo ragazzo di cui ancora non conosceva il nome, era proprio appoggiato accanto ad essa, e sembrò rivolgerle uno sguardo di fuoco. Aveva i capelli bianchi, dalle punte che tendevano al rosato, ed aveva un atteggiamento chiaramente minaccioso.

« Peggioreresti la tua situazione. »

Le disse, con un tono duro, quasi arrabbiato, mentre teneva le braccia conserte. E subito si sentì afferrare dalle spalle, finendo con la schiena contro quello che sembrava essere un petto. Sgranando gli occhi, Kurumi si sentì avvolgere da delle braccia, bloccandole i movimenti. 

« Subaru-kun ha ragione, Bitch-chan... non vorrai farci arrabbiare...devi ancora ricevere la tua punizione per avermi colpito. E guarda un po’, sono proprio assetato in questo momento.. »

La corvina non aveva bisogno di girarsi, per riconoscere che a tenerla bloccata era Laito. Tentò di liberarsi da quella stretta, ma la forza del rosso era di gran lunga superiore alla sua, e le risultava persino impossibile spostarlo di un millimetro. Cercò di girarsi, e nel tentativo notò un dettaglio che la immobilizzò sul posto, facendole sgranare gli occhi. I canini del ragazzo, molto più lunghi del normale, facevano capolino dalla fessura tra le labbra. Kurumi sgranò gli occhi spaventava, mentre nella sua testa, la parola "vampiro" apparve istantaneamente, alla vista di quelle zanne. Non sapeva esattamente come fosse possibile, ma dentro di se era ben conscia che il ragazzo, e di conseguenza anche gli altri in soggiorno, erano dei vampiri. Ed il suo corpo provò una paura folle, a quella scoperta. Mossa da un puro istinto di sopravvivenza, riuscì a spingerlo via, per poi scappare più velocemente che poteva, da quella sala.

« Scappa finché puoi, Bitch-chan..~ »

Riuscì ad udire Kurumi, prima di chiudersi la porta dietro di se, e correre velocemente. Il cuore le batteva furiosamente nel petto, e la testa le doleva in modo insopportabile, ma non aveva alcuna intenzione di rimanere lì impalata. Riprendendo a correre, cercò una qualsiasi tipologia di uscita, fino a che non giunse proprio davanti a quello che doveva essere il portone principale. I suoi polpastrelli sfiorarono la maniglia, così fredda rispetto alla sua mano, ma a quel contatto, una fitta lancinante al petto la costrinse a fermarsi, togliendole il fiato. Portò istintivamente la mano, proprio nel punto in cui il dolore non voleva accennare a fermarsi, e di nuovo, quella voce femminile, stavolta più arrabbiata, le rimbombò nella testa.

 "Tu resterai qui, Kurumi. Questo è il tuo destino."

Fu l’ultima cosa che sentì, prima di perdere i sensi e ripiombare nuovamente nel buio.

 

 

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Benvenuti nel primo capitolo di questa mia nuova ff. Mi mancava veramente tanto scrivere, e spero che questa storia vi piaccia. Chi sarà mai questa ragazza misteriosa, consapevole dell’esistenza dei vampiri, e dotata del coraggio di schiaffeggiare il maniaco Laito? Lo si scoprirà nel prossimo capitolo! (forse~)
È la prima vera ff che pubblico qui, non considerando la mia prima ff interattiva, perciò nel caso in cui vi siano errori, non esitate a farmelo sapere! Ho cercato di fare un capitolo abbastanza lungo, nonostante sia più che altro un’introduzione. Proprio per questo, ho preferito scriverlo in terza persona, ma probabilmente, dal secondo scriverò tutto dal punto di vista di Kurumi. Pubblicherò la storia anche sul mio profilo di Wattpad (@purplewitch_) quindi se volete, sarà possibile seguire la storia anche da lì.
un bacio,

your ram.

Gokutsubushi*: buono a nulla

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Capitolo 2
*** Chapter two - In the wolves' den ***


Chapter two - In the wolves’ den

 

Buio totale. Ecco cosa mi avvolgeva in quel momento, non serviva a nulla girarsi. Ovunque mi voltassi trovavo un nero denso ed insopportabile, che mi entrava fin dentro le ossa. Mi sentivo così sola, ed era come se quella solitudine non fosse nuova per me. Un angoscia insopportabile mi provocò una stretta soffocante al cuore, fino a che quella voce, una voce femminile che le appariva terribilmente familiare, ma allo stesso tempo estranea, non riempì quel luogo così silenzioso. "Non avere paura di ciò che sei, non sei da sola, Kurumi. " sentii nelle orecchie, prima che il terreno sotto i miei piedi sparisse nel nulla, lasciandomi cadere nel vuoto più totale. Ed automaticamente, il mio grido si fece largo in quell’oscurità angosciante. Ma nel momento in cui il mio occhio destro si aprì, mi accorsi di non star affatto precipitando. E di trovarmi invece, in una camera da letto, dall’arredamento classico, i cui colori predominanti erano il rosso e il nero. Appoggiai istintivamente una mano sul petto, proprio all’altezza del cuore. Ero confusa, terribilmente, ma il ricordo dei sei ragazzi, che la mia mente catalogava come vampiri, riapparve nei miei pensieri. Ricordavo di essere scappata fino all’ingresso, ma che qualcosa mi aveva impedito di fuggire. Avevo forse sognato tutto?
Mettendomi seduta, mi venne istintivo massaggiarmi il collo, quasi a costatare che nessuno mi avesse morsa. E per fortuna, il collo era privo di qualsiasi segno. Un sospiro di sollievo mi sfuggì dalle labbra, sempre più convinta che dovevo essermi sognata ogni cosa. Ricordavo ogni dettaglio riguardo quell’incontro, ma qualsiasi altro ricordo, era inesistente. Più mi sforzavo di far tornare qualsiasi elemento in mente, e più trovavo il nulla. Mi morsi il labbro, in un gesto di frustrazione, e proprio in quel momento mi sentii prendere per il mento, da una mano fredda come il ghiaccio, costringendomi a girarmi in quella direzione. Ed il mio occhio destro si sgranò, nell’incontrare due iridi smeraldine, dall’aspetto quasi felino. "Non era affatto un sogno.." pensai, anche se molto probabilmente, sarebbe stato più corretto definirlo un incubo.

« Finalmente ti sei risvegliata, Bitch-chan dormigliona. Iniziavo ad annoiarmi..~ »

Lo sentii dire, ed automaticamente cercai di liberarmi dalla presa che esercitava sul mio viso, e di allontanarmi il più possibile da lui. Ma prima ancora che potessi anche solo provare ad allontanarlo, la mano del rosso scese sul collo, stringendolo con forza, e togliendomi il respiro. Mi venne istintivo portare le mani intorno al polso del ragazzo, cercando in tutti i modi di anche solo fargli allentare la presa, ma non riuscii a muoverlo di un millimetro. Iniziai a respirare con maggior fatica, mentre la gola iniziava a bruciare ad ogni piccolo respiro. Il panico si impossessò di me.

« Vedi, Bitch-chan, non dovresti giocare troppo con il fuoco. Ti bruceresti dolorosamente. »

Mi sussurrò all’orecchio, prima di leccarlo con lentezza, producendo, in tutta risposta, un brivido, che percorse tutta la mia schiena. Ogni cosa mi consigliava di non oppormi ancora, e probabilmente avrei dovuto ascoltare la testa.

« Io non ho paura di te.. »

Mormorai, sapendo che la mia provocazione avrebbe potuto peggiorare la mia situazione. Ed infondo, non era nemmeno vero. Ero a dir poco terrorizzata, eppure cercavo ostinatamente di portare sul viso quella maschera da coraggiosa, indifferente dinanzi al pericolo. La sua forza era incommensurabile, rispetto alla mia. Non avevo alcuna speranza contro di lui. Lo sentii allentare la presa, e per un attimo, mi illusi che mi avrebbe lasciata stare, che forse non mi avrebbe fatto del male. Ma proprio mentre iniziavo a pensare ciò, lo sentii sfiorare la pelle immacolata del mio collo con la lingua, e le sue mani mi strinsero, in una morsa fatale, a lui. Ero in trappola.

« Ne avrai, Bitch-chan. È arrivato il momento per te, di essere educata. Questo sarà solo l’inizio della tua lunga punizione. »

Il suo tono mi raggelò il sangue nelle vene, facendo allo stesso tempo, battere il mio cuore furiosamente. Poi, il dolore arrivò con violenza. Una fitta insopportabile al collo, il cui dolore mi tolse il respiro per una manciata di secondi, ed inutilmente cercai di staccarlo. Mi stava mordendo, e potevo chiaramente sentire il mio sangue, che veniva succhiato dal vampiro, scorrendo velocemente verso il collo. Con la coda dell’occhio, lo vidi chiaramente sgranare appena le iridi feline, in un’espressione di sorpresa, ma che sparì poco dopo, dato che lo sentii mordere poco più in basso rispetto a prima.

« Wow, Bitch-chan..~ Non provavo un sangue così eccezionale, da quando Yui-chan è arrivata qui.

Dovetti mordermi con forza le labbra, per trattenere il minimo gemito di dolore. Provai a portare le mani sul suo petto, cercando di allontanarlo, ma mi risultava impossibile anche solo spostarlo di un millimetro.

« L..lasciami immediatamente. Mi stai facendo male... Basta! »

Cercai di dire, dimenandomi, ma arrecandomi soltanto più dolore. Non potevo dargliela vinta, era più forte di me, oppormi a quel feroce tentativo di sottomissione. Probabilmente quel mio tentativo di ribellione lo provocò ancora di più, poiché subito dopo mi prese con forza per i polsi, facendomi finire completamente distesa sul letto e bloccandomeli sopra la testa. Il cercare di oppormi, unito alla quantità di sangue che aveva bevuto, non potè che farmi sentire ancora più debole di prima, ed automaticamente, la testa iniziò a girarmi. Sarei morta così? Prosciugata del mio sangue? Lo sentivo bere con violenza, e probabilmente non aveva alcuna intenzione di fermarsi. Iniziavo a sentire le forze che venivano meno, quando una voce femminile, che a me arrivava ovattata, non disse al ragazzo di fermarsi.

« Basta così Laito-kun, o la ucciderai. »

Era una voce dolce, ma che in quel momento aveva assunto una certa sicurezza. In risposta, il rosso staccò finalmente le zanne dalla mia pelle, limitandosi a leccare i morsi fatti.

« Come sei noiosa, Yui-chan..nemmeno tu ti fermeresti al mio posto. »

Controbatté lui, leccandosi le labbra ancora sporche del mio sangue, prima di lasciarmi i polsi ed alzarsi dal letto, dirigendosi verso la porta. Non prima però di rivolgermi un'occhiolino, al quale io risposi con un'occhiataccia.

« A dopo, Bitch-chan.~ »

Concluse poi, prima di sparire nel nulla, così come era arrivato. Odiavo quel sopranome, lo trovavo terribilmente poco consono alla mia persona. Rassicurata dal fatto che se ne fosse andato, mi misi seduta, ma probabilmente mi mossi troppo velocemente per le mie condizioni, poiché mi girò la testa con violenza. La ragazza, che mi aveva praticamente salvata, mi si avvicinò per aiutarmi, ma mi venne spontaneo scostarmi ancor prima che potesse toccarmi.

« Tranquilla, non voglio farti del male..sono Yui Komori. »

Si presentò lei con un sorriso rassicurante, ed io potrei finalmente mettere a fuoco la mia salvatrice. Dei riccioli biondi le incorniciavano il viso delicato, ma ciò che più catturava l’attenzione, erano gli occhi rosa, da cerbiatta. In quella casa sembravano essere tutti dalla bellezza inequivocabile. Ma lei non mi trasfise alcuna inquietudine, quanto invece tanta tranquillità.

« Hanno preso anche te? »

Chiesi istintivamente, non notando però alcun segno di zanne sul suo collo. La vidi assumere uno sguardo più malinconico, prima di annuire impercettibilmente alla mia domanda.

« Si, ma è successo tanto tempo fa.. devi stare tranquilla. Se non cercherai di fuggire, nessuno ti farà del male. »

Farmi del male? Mi aveva appena salvata da un perverso vampiro che aveva tentato di prosciugarmi e mi diceva che nessuno mi avrebbe fatto del male? Stavo piano piano recuperando la lucidità, ed a quel punto ricordai la frase che Laito aveva rivolto alla bionda. Che cosa aveva voluto dire con "nemmeno tu ti fermeresti"? Realizzando il motivo, indietreggiai, soprattutto quando la ragazza si sedette accanto a me.

« Sei come loro..? Una vampira..? »

Domandai ancora, sperando di non essere passata dalla padella alla brace. Ma qualcosa mi sussurrava di non avere paura di lei, qualcosa nel suo sguardo realmente preoccupato la faceva apparire diversa, ai miei occhi, dai ragazzi che avevo conosciuto nel salone.

« Si, lo sono diventata..ma ti prometto che non ti farò mai del male. Non sono mai riuscita a mordere nessuna nuova sposa..alla fine ero una di voi. »

Rispose lei, con un sorriso malinconico. La guardai incuriosita, ma decisi di non continuare la conversazione con quell’argomento, sembrava un tasto delicato. Mi sfiorai istintivamente uno dei due morsi, e mi ritrovai subito a dover soffocare un lieve lamento. Bruciavano da impazzire, e mi sentivo terribilmente sporca, a causa del sangue che aveva appena macchiato i vestiti. La ragazza sembrò accorgersi del mio disagio, perché la vidi subito alzarsi e dirigersi verso l’armadio presente nella stanza.

« Dove ci troviamo, di preciso? Ti suonerà strano ma..non ho nemmeno la più pallida di come io sia arrivata qui. »

Rivelai, sentendo che la mia fiducia sarebbe stata ben riposta, con la bionda. Ella mi guardò, fermando quella ricerca, a me ignota, tra i vestiti contenuti nell’armadio.

« Ci troviamo in Giappone, nei pressi di Tokyo, per essere precisi. Non hai completamente alcun ricordo? »

Mi chiese poi, con una leggera curiosità, cercando allo stesso tempo di non apparire invadente. Io mi limitai a negare con la testa, rabbuiandomi appena. Era come se la mia mente fosse completamente vuota, in essa non sentivo più nemmeno la voce femminile sentita al mio risveglio. Tutto era avvolto nel più totale silenzio, silenzio che mi terrorizzava. Vidi Yui fare spallucce, prima di avvicinarsi nella mia direzione e porgermi un costume da bagno. Mi ritrovai a corrucciare le sopracciglia in un’espressione confusa. Cos’era quell’indumento? Non poteva coprire nulla! Yui parve vedere la mia espressione, e ne rimase altrettanto confusa.

« Tutto bene? Sembra che tu non abbia mai visto un costume da bagno! »

Mi disse, con tono scherzoso, ma il mio viso ancora scioccato la fece ammutolire. No, non avevo mai visto nulla del genere, in realtà, e la ragazza lo capì, evitandomi di mettermi ancor più a disagio.

« Cosa dovrei farci? Non sembra adatto a sostituire un vestito.. sembra biancheria intima! »

Risposi io, guardando l’indumento, che la bionda mi porse, scettica. Yui mi guardò affettuosamente, prima di riprendere la parola.

« Ciò che ti serve al momento è un bagno rilassante, e se posso darti un consiglio..beh è meglio non farlo da nuda, in questa casa. Sono certa che ti farà stare meglio. »

Mi consigliò lei, indicandomi poi dove trovare il bagno. Per fortuna, non era affatto distante rispetto alla camera, anzi, era la porta accanto. Nel guardare la ragazza che si dirigeva verso la porta però, mi apparve di vedere qualcosa di diverso, sbattendo le palpebre. Per una manciata di secondi, non vidi la dolce ragazza dai capelli biondi, minuta e dagli occhi rosa, ma una donna dai lunghi capelli viola e dagli atteggiamenti provocanti. La voce nella mia testa tornò, e sembrò sussurrarmi un nome: Cordelia. E senza accorgermene, lo pronunciai ad alta voce. Ma giusto il tempo di finire di dire quel nome, bastò per far sparire la figura, sostituendosi invece a Yui, che mi guardava con gli occhi sbarrati, come se avesse visto un fantasma.

« Che hai detto? »

Mi domandò, facendo trapelare la sua totale confusione. Sembrava così agitata, e quasi spaventata. Socchiusi le labbra ed agitati subito le mani imbarazzata, scuotendo appena la testa. Iniziavo ad odiare quella voce.

« N-no niente! Grazie per l’aiuto, Yui.. »

Le sorrisi con sincera riconoscenza, sperando di non averla turbata in qualche modo. La biondina finse di essersi tranquillizzata, e mi salutò, prima di uscire dalla camera, dirigendosi invece in un’altra delle camere. Sospirai, ormai sola, ancor più confusa di prima. Avevo le allucinazioni? O forse ero semplicemente pazza? Mi morsi il labbro, e senza guardarmi indietro uscii dalla stanza, per dirigermi al bagno. Ma una voce, la voce di Yui, proveniente da una delle camere presenti in corridoio, mi bloccò. Stava parlando con qualcuno, e dalla sua voce, sembrava spiazzata. Mi avvicinai a quella porta e riuscii a riconoscere la seconda persona con cui ella stava parlando. Reiji, riconoscevo il suo modo di parlare, elegante e composto. Stavamo parlando di me. E ciò che riuscii a sentire, mi diede la medesima impressione provata nel sogno. Mi sembrò di non avere più la terra sotto i piedi. 

 

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Salve a tutti! Scusate per l’immenso ritardo nel caricare il secondo capitolo, purtroppo ho avuto un sacco di impegni. Ma prometto che dal prossimo, caricherò più frequentemente!
Che dire, Kurumi ha avuto la sfortuna di provare il morso di uno dei vampiretti, ovvero Laito, che si era legato al dito lo schiaffo. Fortunatamente è sopraggiunta Yui per salvarla! Che sia una possibile amica per la protagonista?
TAN TAN TAN, tutto precipita quando Kurumi la chiama Cordelia, ma come fa lei a conoscerla? E cosa avrà sentito dire a Reiji e Yui? Lo si scoprirà nel prossimo capitolo!
Un sentito ringraziamento a tutti i lettori silenziosi, ma soprattutto a Nephertiti e stardust98, per aver recensito e messo la storia tra le seguite.

Al prossimo capitolo!
un bacio,
-your little witch.

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