Believe In Me 2: Payphone.

di Scream_Out_Loud
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** [Anteprima] ***
Capitolo 2: *** "...Where are the plans we made for us?" ***
Capitolo 3: *** The Gift Of A Friend. ***
Capitolo 4: *** Save My Heart. ***
Capitolo 5: *** Remember When ***
Capitolo 6: *** Baby Just Say ***
Capitolo 7: *** Darlin' ***
Capitolo 8: *** I'm Travelling Far. ***
Capitolo 9: *** Let it Go ***
Capitolo 10: *** Good Life ***



Capitolo 1
*** [Anteprima] ***


Payphone. 

[Anteprima]

« Muoviti che perdiamo l’aereo!! » gridò Zayn alla ragazza che trascinava con fatica cinque grossi bagagli uno accatastato sopra l’altro.

« Dammi una mano piuttosto!! » replicò lei seccata.

« Mi raccomando chiamami quando arrivi… » l’assillava l’amica con in braccio la piccola lagna vivente « Santo cielo non riesco a farla smettere, Louis dacci una mano! » affermò esasperata.

Arrivarono proprio davanti alla porta che separava i due viaggiatori dall’aeroplano in partenza.

« Si certo che ti chiamerò – rispose Katy – abbi cura di Jade e raccontale di noi » sorrise.

« Come potrei non farlo - sorrise di rimando – tieni, saluta la zia Katy » affermò la bionda lasciando la bambina nelle sue braccia.

« Miraccomando Jade, non fare dannare mamma e papà e pensa tanto alla zia Katy » disse mentre faceva versi strani in faccia alla bambina che rideva divertita.

« Tia » mormorò la bimba.

« Mi ha chiamato ziaa!! » sclerò la mora, emozionandosi.

« Bene, questa scena è molto toccante ma vuoi rimanere a Los Angeles o tornare a Londra? » ribatté Zayn, interrompendo il momento magico.

« Devo proprio risponderti? » domandò sarcastica Katy.

« Ok, riformulo la domanda: porta le tue chiappe su quell’aereo o ti renderò il tuo soggiorno a L.A. un vero inferno! » esclamò irritato e nervoso.

« Ma questa non è una dom- »

« Non voglio sentire ‘ma’, fila! » le ordinò. La ragazza ridiede la piccola alla madre, la salutò velocemente con un bacio sulla guancia e salutò anche rapidamente Louis per poi imbarcarsi.

Zayn salutò cordialmente gli amici e seguì la ragazza. Il loro soggiorno a Los Angeles era finito.

« Zayn sei troppo teso…» mormorò Katy accarezzando una mano al ragazzo che, al contatto con la sua pelle, istantaneamente si rilassò.

« Se una certa persona non avesse impiegato troppo tempo per trascinare le valigie…»

« Ti ricordo che quello che ci ha messo una vita a farsi i capelli sei stato tu, io invece ho un buon motivo per cui non sono riuscita ad arrivare puntuale » ribatté.

« E cioè? » ammiccò il ragazzo.

« Le valigie me le ha fatte Amber, sai quanta roba inutile c’è dentro in quelle borse?! » esclamò la mora. Il ragazzo di rimando sogghignò. « E tu non ridere » continuò, facendo la finta offesa.

« Sei adorabile quando ti arrabbi » disse Zayn, avvicinandosi alla ragazza, per poi stamparle un dolcissimo bacio sulle labbra.

« Se ogni volta che mi arrabbio mi dai un bacio come questo, allora devo farlo più spesso » ridacchiò, dandogli poi un altro bacio più smieloso di prima. Durante il viaggio i due ragazzi dormirono profondamente, si svegliarono poco prima di atterrare e la crisi post-vacanza iniziava a farsi sentire.

“Hai preso tutto?! …. Non hai dimenticato niente?!”

“Dove ho messo il cellulare?! … Santo cielo Zayn muoviti!”

I due ragazzi, spossati dal viaggio, appoggiarono le loro valigie non appena arrivarono all’aeroporto di Heathrow.

« Dove diavolo si è cacciato quel biondino?! » chiese irritato Zayn.

« Non so… Dovrebbe essere… - ipotizzò mentre con lo sguardo cercava la chioma bionda dell’amico – Eccolo!! » esclamò correndogli incontro.

« Katy!! Eccovi!! Finalmente!! » enfatizzò lui.

« Scusaci se non siamo arrivati prima ma.. » esordì la ragazza.

« Di certo non dobbiamo spiegazioni a te » tagliò corto il moro. Niall sbuffò, senza dare troppo peso alle parole del ragazzo che sapeva essere geloso, poi aiutò Katy a prendere le valigie e li accompagnò fino alla macchina verde scuro e rigorosamente piena di folletti sparsi qua e la per il parabrezza, bagagliaio, sedili posteriori e anteriori.

« Allora com’è andato il viaggio? » domandò l’irlandese.

« Bene dai – Katy sorrise ampiamente – a parte qualche piccolo sclero prima di partire… » disse lasciando intendere che si riferiva a Zayn che ora stava beatamente dormendo appoggiato al finestrino dell’auto. « E’ così innocuo quando dorme » affermò intenerita. Passò delicatamente una mano sui capelli del ragazzo e gli lasciò un lieve bacio sulla fronte.

« Solo quando dorme » precisò il biondo. La ragazza sogghignò, e scavalcando il piccolo poggia braccio in mezzo ai due sedili davanti, si andò a sedere vicino al guidatore. I due erano in sintonia, iniziarono a parlare di scuola, di musica, di musica e ancora di musica. Era per quello che loro stavano studiando, in modo da raggiungere la loro meta. Non sapevano che quella meta li avrebbe portati più lontano di quanto avrebbero mai pensato.

 

 

 

 

 

Ecco il seguito di Believe In Me!!!! Non vi immaginate quanto ero contenta mentre lo scrivevo, questa è solo l'anteprima!!! Spero che tutte le ragazze che seguivano Believe In Me seguiranno anche questa Seconda Stagione che si chiamerà Payphone :D:D:D:D ok sto delirando :D non vedo l'ora di postare il primo capitoloooooo!!

Non so ancora con esattezza quando lo posterò ma spero presto :) Come avrete visto le cose si sono evolute parecchio e quindi la prossima stagione sarà tutta una nuova esperienza!! Spero vivamente che la seguirete. Un Bacione.
~ xx ♥

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Capitolo 2
*** "...Where are the plans we made for us?" ***


believe in me 2

Capitolo 1.
"...Where are the plans we made for us?"

A metà tragitto i ragazzi si fermarono da Nando’s, il locale preferito di Niall.

« Sveglio Zayn, aspetta..» mormorò Courtney.

«No dai – piagnucolò il biondo – lascialo dormire, ci mettiamo poco » si lamentò. La ragazza acconsentì e silenziosamente i due sgusciarono fuori dell’ auto e una volta entrati nel localo ordinarono.

« Per me il solito, doppie ali di pollo fritte» sorrise Niall al cassiere.

« mmmm – scorse il menù indecisa – non c’è qualcosa di non eccessivamente ricoperto di frittura?» domandò con un espressione schifata.

«Da quand’è che non magi roba fritta?» chiese Niall stupefatto.

«Devo mettermi a dieta» piagnucolò Kat indicando la pancia.

«Occielo… ‘Ste ragazze…» dissentì.

Pagarono e poi andarono a sedersi, l’ordinazione arrivò velocemente, intanto i due stavano chiacchierando amabilmente.

«Lo sai vero che quest’anno ci faranno lavorare duro…?» si espresse Niall.

«Si, lo so… Ho paura… non voglio mandare all’aria questi quattro anni…» affermò preoccupata Kat.

«Perché dovresti mandarli all’aria?»

«Perché quest’anno è il più importante…e io sono distratta…»

«Distratta da cosa scusa?»

«Niall, ho 23 anni… Zayn 24… Stiamo insieme da sei anni…»

«No, non dirmi che…» la interruppe sbigottito il biondo.

«Eh si… mi piacerebbe…»

«Con quello?! Geloso marcio com’è?! Ma vuoi farmi morire?!» sbottò Niall scombussolato.

La ragazza si lasciò andare a una risata, poi si ricompose «Ma no dai è dolce…» affermò con le gote arrossate, poi guardò oltre le spalle di Niall «o forse no» aggiunse sbarrando gli occhi.

Zayn era entrato come una furia dentro il locale. Niall si voltò spaventato.

«Oddio adesso mi uccide, adesso mi uccide» ripeteva sommessamente Niall con la testa tra le mani, chino in avanti sul tavolo. Dopo poco sentì uno schianto violento sul suo collo scoperto, e la zona colpita iniziò a pulsargli per il dolore.

«Mi hai dato un coppino?!» chiese indignato all’ “amico”.

«Certo – rispose il moro con fare ovvio – te lo meritavi» sibilò arrabbiato.

Kat si portò una mano in fronte “Non cambierà mai…”pensò.

Zayn si sedette accanto alla sua ragazza portandole un braccio intorno al collo.

«Perché mi hai lasciato in macchina e sei venuta da sola con… Lui?» disse in tono sprezzante.

«Smettila di avercela con Niall! – lo sgridò Kat - e poi… dormivi come un angioletto» sorrise.

Niall tossì «solo quando dorme…» precisò. I due si scambiarono occhiatacce a vicenda. Mentre Kat disperata, oramai aveva deciso che non c’era niente da fare.

«Per piacere andiamo…» concluse sbrigativa, mentre quegli altri due continuavano imperterriti a ringhiarsi contro come due cani rabbiosi. Uscirono da Nando’s e ripresero la strada di casa. Una volta arrivati davanti all’appartamento di Zayn i ragazzi dovettero scendere a portare su i bagagli.

«Santo cielo Kat quanta roba hai portato!?» esclamò Niall mentre tentava di portare la valigia della ragazza.

«Ti avevo raccontato di Amber, la ragazza maniaca dello shopping?» domandò Kat.

«Si» annuì il biondo.

«Bene. E’ tutta opera sua» concluse, sorridendo compiaciuta.

«Lascia fare a me» si intromise bruscamente Zayn, prendendo la valigia dalle mani di Niall che non riusciva neppure a sollevarla.

«Sbruffone» sibilò.

«Aww» strepitò Kat con gli occhi luccicanti, guardando Zayn che senza fatica portava su per le scale le valigie ‘di mattoni’.

«non è possibile….» mormorò esasperato Niall, tornando verso l’auto.

«Grazie mille dell’aiuto Niall » lo salutò Kat, mentre il biondo metteva in moto la macchina e spariva attraverso le affollate vie londinesi. Katy tornò in casa, e si chiuse la porta alle spalle. Inspirò a fondo l’odore di quelle stanze che tanto le erano mancate. Londra era molto diversa da Los Angeles, niente spiagge, niente sole, niente mare. A volte pensava che non le sarebbe dispiaciuto fare la vita di Amber.No, non le sarebbe dispiaciuto affatto. La invidiava: un marito stupendo, una figlia meravigliosa, una bellissima casa e un lavoro fantastico, per di più tutto in un posto paradisiaco come L.A.. Poi pensava a lei e Zayn, una relazione che andava avanti da 6 anni, si amavano si, ma nessuno dei due era sicuro di fare il passo decisivo. Anzi, LEI non era sicura di fare QUEL passo. Zayn gliene aveva parlato, ma dopo ne era venuta fuori un’ accesa discussione così il ragazzo non ne parlò più apertamente, ma ogni tanto lasciava intendere. Eppure qualche minuto prima aveva detto che le sarebbe piaciuto. E allora perché aveva rifiutato la proposta di Zayn? Odiava essere così indecisa, così insicura, e troppo, troppo impulsiva. Le dispiaceva, ma allo stesso tempo voleva vivere il suo sogno. Ma nel suo sogno c’era anche Zayn e non lo poteva lasciare da parte, aveva fatto così tanti cambiamenti per lei e lei non era stata disposta a mettere in secondo piano la carriera. Si sentiva uno schifo.
Si, si considerava la peggior ragazza di sempre. Le sembrava come se fosse ieri quando si trasferì a Londra, il suo primo giorno di scuola, e come conobbe Niall. Proprio in un modo assurdo.

Era il primo giorno di scuola quando lo vide correre per il corridoio con la sua inseparabile chitarra. Non riuscì a fermarlo in quell’occasione, ma non troppo tempo dopo lo vide per terra a raccogliere un mucchio di fogli sparsi sul pavimento. Si chinò a dargli una mano. E lui la riconobbe.
Saunders che diavolo fai qui?”.
Ricordava ancora il tono scortese che il biondino usava, e non era cambiato. Ma lei non si era fatta scoraggiare. Aveva mostrato il lato forte di quella sua mista personalità. “Senti biondino” gli disse quando lo ebbe visto nella sua stessa classe “siamo compagni di classe anche ora quindi dobbiamo andare d’accordo. Che ti piaccia o no.” Aveva sentenziato “ricominciamo daccapo. Amici?”. Il biondo non aveva accettato la sentenza di Katy. Ma lei lo perseguitò per il resto della settimana, lo aveva addirittura seguito a casa e aveva scoperto il suo segreto. Fu allora che il biondo le concesse di diventare sua amica. Katy si era intrufolata in camera sua e aveva notato molte foto su una bacheca di sughero; Ritraevano lui e una ragazza, che le assomigliava molto, però bionda. Nello scappare dalla camera Kat aveva perso il braccialetto che le aveva regalato la madre, ritornò in camera per cercarlo, ma quando entrò e iniziò a cercare la porta della camera si spalancò e da questa entrò Niall che furibondo l’aspettava con il bracciale in mano. Da una lite accesa passarono a una conversazione di ‘sfogo’. Quella ritratta nelle foto era la ragazza di Niall, che lo aveva lasciato qualche mese prima di iniziare la scuola. Il ragazzo non era stato in grado di superare quella delusione così amara e si era chiuso in se stesso. Fece vedere a Katy tutti gli spartiti, tutte le canzoni che lui le aveva scritto. Ma lei ora non c’era più. Katy decise di aiutare Niall, mantenendo però il suo 'segreto' e da quel momento erano diventati grandi amici, inseparabili avrebbe osato dire.

Katy ripercorreva quei momenti mentre con gli occhi scrutava l’orizzonte dal balcone dell’appartamento. Che vita la sua…
I suoi pensieri furono interrotti da un soave bacio sul collo, e due braccia forti la strinsero da dietro. Katy portò una mano sulla nuca del ragazzo, che aveva poggiato il mento dell’incavo tra il collo e la spalla della ragazza.

«Non dirmi che ti è mancata Londra…» la derise Zayn.

«Nah – storse il naso – stavo pensando»

«Uhh – ammiccò il ragazzo – e a che cosa?» domandò.

«A noi…» esordì lei, poi si scostò dalla presa e iniziò a torturarsi nervosamente le mani «T-tu mi ami?» chiese.

«Più di ogni altra cosa, lo sai» le rispose prontamente, avvolgendo le sue braccia attorno al collo delicato della ragazza.

«Beh … - disse con voce sommessa – credo di non amarti abbastanza…»

Il ragazzo indietreggiò un attimo cercando di focalizzare le parole che Katy aveva appena pronunciato.

«No, non in quel senso!» lo interruppe subito lei «è solo che tu hai fatto così tanto per me… Hai cambiato città, hai comprato una casa nuova, ti sei messo a lavorare sodo, mi hai chiesto di stare con te per sempre e io invece ho sempre messo prima la mia ‘carriera’ dandoti per scontato…» gli occhi incominciarono a farsi lucidi, la ragazza iniziava a singhiozzare, invasa dal senso di inadeguatezza che di nuovo si faceva sentire, dopo tanto tempo. «Sono una pessima ragazza… La peggior ragazza del mondo! Ma che cosa diavolo ci trovi in me?!» domandò a bassa voce, interrotta dai singhiozzi.

«Ma io l’ho fatto perché volevo, non mi hai costretto. E poi - puntualizzò Zayn – non sei la peggior ragazza del mondo credimi, se sono ancora con te dopo sei anni è perché tu sai come tenermi… sei sempre seria, sempre di fretta, Non riesco ad arrabbiarmi con te. Siamo come venere e marte: due stelle completamente diverse. Sei quell’armonia che si canta nelle canzoni, non cambierei nulla di te… Cerchi sempre di fare qualcosa per gli altri, vuoi solo suonare la tua musica. Con te è ‘tutto’ o ‘niente’. Cerco di leggere i tuoi pensieri. Quando dico si, tu dici no. Quando tu tieni duro io lascio perdere. Siamo perfettamente imperfetti. Ma è bello così, come il fuoco e la pioggia. Il mio sentimento per te non cambia, non cambierei nulla di te, non cambierei nulla della mia vita con te, perché tu sei la mia vita.»

«Ti ho già detto che ti amo?» chiese la Kat, che aveva seguito ogni singola parola di quello che il ragazzo le aveva appena detto.

«Puoi ripetermelo se vuoi» sorrise lui dolcemente, alzandole il mento con un dito.

In quel momento Kat si era sentita apprezzata come mai prima, si fiondò sulle labbra del ragazzo per poi farle incontrare in un meraviglioso bacio che trasmetteva amore, gioia, pace in se stessi e col mondo.

“… Where are the times gone baby? It’s all wrong, we’re at the place we made for two…”

 

 

 

 

#AngoloAutrice:

Ok non ho resistito, dovevo postare questo capitolo *.* so che ho storpiato le parole della canzone nel titolo, però mi piaceva così, e poi beh stavo andando in brodo di giuggiole quando scrivevo la parte tenerona tra Zayn e Katy *-* ma poi la mia testa in questo momento sta facendo un party a più non posso, ho tante di quelle idee!!! Quindi aspettatevi di tutto, vi prometto che vi renderò orgogliose di seguire questa serie!! (sto sclerando lo so ma sono contenta e non succede troppo spesso :D)
Ma poi il banner all'inizio *.* l'ho fatto con photoshop, ci sto ancora prendendo la mano ma è venuto un bel lavorino che ne dite? io ne sono troppo fieraaa!!!
ok sto sclerando e andrà a finire che questo capitolo avrà si e no mezza recensione ç__ç
Vabbè bando alle ciance, chi ha voglia scriva tutto quello ke gli pare, anche le cavolate più inutili basta ke superino le dieci parole ahah xD scherzo :P
ah e ditemi, vedete la scritta all'inizio con un carattere come questo? (ditemelo così vedo se usare di nuovo l'editor EFP o se posso usare NVU senza dannare) ->
http://www.dafont.com/font-comment.php?file=love_ya_like_a_sister
un bacione, al prossimo capitoloooo ♥
~ #Scream.Out.Loud.♥

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Capitolo 3
*** The Gift Of A Friend. ***


                                      


Erano gli ultimi giorni di vacanza, quelli che i ragazzi stavano trascorrendo finalmente in casa loro. Ognuno era indaffarato a fare le sue cose, preparare per l’ultimo anno, sistemare i lavori lasciati in sospeso…

Kat era in camera che sistemava il resto degli acquisti fatti a L.A. mentre Zayn era ancora, dopo 40 minuti abbondanti, sotto il getto della doccia.

(http://www.youtube.com/watch?v=9lu6dA_uwH8&list=UU-6SZgvwdMi-uGgepPlWeug&index=1&feature=plcp partite da 0:18)

 “White lips, pale face, Breathing in snowflakes, Burnt lungs, sour taste… Light's gone, day's end, Struggling to pay rent, Long nights, strange men…”

La ragazza cantava sulle note di The A Team di Ed Sheeran mentre sistemava gli oggetti, con un espressione serena e raggiante, gelata da un velo di malinconia…

“And they say, She's in the Class A Team, Stuck in her daydream, Been this way since 18, But lately, her face seems, Slowly sinking, wasting, Crumbling like pastries and they scream, The worst things in life come free to us...”

Zayn era appena uscito dal bagno quando fece per entrare in camera. Fermato dalla dolcezza di quel momento solitario rimase ad ascoltare la voce della ragazza, appoggiato allo stipite della porta, che spensierata non si accorse di nulla…

“Cos we're just under the upperhand, And go mad for a couple of grams, And she don't want to go outside tonight, And in a pipe she flies to the Motherland, Or sells love to another man…”

Il ragazzo le cinse la vita da dietro e intonò al posto suo l’ultima frase del ritornello della canzone “It's too cold outside, for angels to fly…”

«Sai, potresti venire anche tu alla mia scuola» sorrise Kat stringendo le mani del ragazzo ancora avvolte a lei.

«Eh cara mia, il talento non si può contenere» si vantò il moro «Comunque ci verrei volentieri, ma devo lavorare… Tra dieci minuti esco, tornerò per stasera alle sei…» affermò iniziando a vestirsi.

«Va bene» mormorò dispiaciuta la ragazza, non le sarebbe dispiaciuto rimanere in casa a oziare insieme a Zayn, da quando erano arrivati a L.A. la loro comunicazione si era ridotta a zero, indaffarati con Amber e Louis persero tempo per loro stessi.
Non lo ammise, ma in realtà Kat rivoleva il tempo tutto per loro.

«…Poi abbiamo tutto il tempo per noi» aggiunse lui avvicinandosi a Kat, per poi lasciarle un bacio sulla guancia.

Quella frase rese raggiante Kat, che si sentì come un libro aperto per Zayn il quale riusciva sempre a ridarle il sorriso. Si salutarono e poi Kat riprese a sibilare sotto voce le parole malinconiche delle canzoni più depresse che conosceva, sistemando tutti i vestiti in più che Amber le aveva fatto comprare.

Si sentiva in colpa… si rendeva conto che non aveva fatto altro che far sprecare tempo a Zayn…


"… And then that time that I wasted, All of our bridges burnt down.. I’ve wasted your nights…"

 

 


 
Niall era nella sua stanzetta, intento a ricopiare in bella un testo di una canzone che aveva appena finito di scrivere.

A volte sentiva la mancanza di Holly ma aveva imparato a non dare troppo importanza a quel buco all’altezza dello stomaco che gli provocava un lancinante dolore, come se i muscoli gli si stessero lacerando da troppe cose tenute dentro per troppo, troppo tempo.

Quei due mesi che erano passati lo avevano riportato allo stesso stato in cui era prima di conoscere Kat. Depresso e senza speranza.

Con Kat si poteva sfogare ma lei in quei mesi non c’era stata e le telefonate erano poche, a causa del esagerato prezzo delle chiamate estere. Ora era tornata, si sentiva più sollevato da questo ma non ancora a posto completamente.
Si sentiva in subbuglio, tutte quelle voci che giravano lo facevano stare male. Le aveva smentite più volte ma si sa, i chiacchiericci non riguardano mai la verità. Lei non si merita questo, pensò. Ma in realtà avrebbe solo dovuto pensare più a se stesso, come faceva quando era un eremita.

Kat lo aveva cambiato, lo aveva fatto diventare premuroso, benigno e amorevole con tutti...
No.
Non lo aveva cambiato.
Aveva solo tirato fuori tutti i suoi lati migliori.
E’ bello poter pensare che qualcuno vede il tuo proprio potenziale e ti ‘disciplina’ per farlo venire a galla.

L’amicizia tra Niall e Kat era un’amicizia speciale, lo sapevano entrambi, così speciale a tal punto da far ingelosire Zayn, e indurre tutti gli studenti della Guildhall a pensare che Niall e Katy fossero fidanzati segreti. Tutti sapevano che Kat era fidanzata con Zayn Malik per questo le voci che giravano non erano per niente positive. La reputazione di Katy era stata minata a tal punto da portare Niall addirittura a pensare di troncare la loro amicizia per salvare la reputazione di lei. Era questo il suo problema. Non pensava abbastanza a se stesso.
Si torturava chiedendosi se fosse la cosa giusta da fare.
Ma era oramai da troppo tempo che non agiva senza chiedere consiglio alla sua migliore amica.

Sarebbe stato il caso di parlargliene? Non ne era sicuro, ma sapeva che sarebbe stata la cosa migliore.
Lei pensava al bene di lui e viceversa. Non si sarebbero mai fatti del male l’un l’altro, non ne erano capaci.
Erano amici, un anima divisa in due corpi.


"... The World Comes To Life and Everythings alright, from Beginning to End, When You Have a Friend By Your Side That
Helps You To find 
The Beauty you are When You'll Open Your Heart and Believe in The Gift of a Friend ..."



Zayn andava a lavorare tutti i giorni a quell’ora, stava via dalle 9 e mezza alle quattro del pomeriggio, la scuola gli aveva provveduto un buon lavoro che gli dava la possibilità di tenere un piccolo appartamento in affitto. Era abbastanza per lui e Katy e non si lamentavano di certo di quello che avevano, erano felici, soprattutto perché potevano stare insieme.
Era passato tanto tempo da quel giorno a scuola quando la prof. Darren aveva condannato Courtney Saunders a fare una ricerca con il famigerato bulletto Zayn Malik, che da quel giorno non era più lo stesso. Era così Courtney, capace di tirare fuori i lati buoni degli altri, senza accorgersi dei suoi. Chissà cosa sarebbe successo se lui non fosse stato assegnato a lei… probabilmente niente di tutto quello che ora stavano vivendo avrebbe avuto luogo. Sarebbe stato un bene?

Zayn scosse la testa per eliminare quella stupida domanda che gli era sorta mentre guidava verso il luogo di lavoro alla palestra sulla Quarta Strada, come poteva pensare che tutto quello che aveva non era un bene? Erano felici… o forse no…

Sentiva ancora pulsare la gola come se fosse solo ieri quel giorno…

«Katy…» le mormorò vicino all’orecchio. Lei si voltò con il suo bellissimo sorriso stampato sul volto. Il ragazzo si chinò davanti a lei e il sorriso della ragazza scomparve.

«Vuoi essere mia moglie?» domandò chiudendo gli occhi, rivolti verso il basso, e tenendole saldamente le mani.

Sentì la sua presa affievolirsi e le mani di Kat ritrarsi. Aveva un’ espressione sbigottita sul volto, quel sorriso che tanto amava era stato sostituito, gli occhi spaventati e tremendamente tristi. Il suo cuore si frantumò assistendo a quella scena. Non avrebbe mai pensato che le avrebbe causato così tanto turbamento una domanda del genere.

«Z-Zayn… I-io… N-non posso…» furono quelle le uniche parole che sentì, prima che lei sbattesse la porta, uscendo di casa in lacrime. Lui rimase lì, come uno stoccafisso a guardare la porta chiudersi. La reazione di Kat lo aveva lasciato di stucco. Per giorni e giorni non sentì più nulla dalla ragazza, la roba era lì in casa. "dovrà pur tornare” aveva pensato. Sapeva che Kat era impulsiva, pensava che sarebbe tornata una volta calmatasi. Ma non fu così. Per quasi tre settimane continuò a chiamarla al telefono, mandarle messaggi ogni mattina,pomeriggio e sera. Stava male, si era lasciato andare ed era ridotto a uno straccio, il volto sciupato e gli occhi stanchi dalle troppe notti insonni passate a guardare attraverso la finestra e sperare di vedere lei che tornava. Cosa aveva sbagliato? Non riusciva a capirlo.
Decise che l’avrebbe convinta a tornare,non poteva stare senza lei, non gli importava più del rifiuto di Kat, sperava solo di poter tornare come prima. Innamorati e spensierati. Niente vincoli… Vincoli… forse era quello che l’aveva spaventata? No. Kat non era una che non si prendeva le sue responsabilità… Proprio non capiva… Arrivò alla Guildhall e chiese dove fosse la stanza 316, la stanza che era stata assegnata a Courtney che però solo raramente aveva utilizzato, stando da lui praticamente sempre. Al suono della campanella della fine delle lezioni l’aveva aspettata davanti alla porta. Quando arrivò Kat abbassò lo sguardo,strinse al petto i fogli come era solita fare e cercò di evitarlo il più possibile. Zayn l’afferrò per un braccio, facendole alzare lo sguardo e non passò nemmeno un secondo che lui si trovò un ceffone stampato sulla guancia destra. In quel momento esplose.


Zayn storse la bocca in una smorfia, non erano bei ricordi quelli... Odiava come si erano comportati, tutti e due.

«Ma si può sapere che diavolo ti ho fatto!?!» gridò in preda alla rabbia.

«Non hai pensato a me!!» replicò lei allo stesso tono «non sono pronta! Mi spieghi come avevi intenzione di fare?! Mettere su famiglia?! Ma sei fuori?! Sto ancora finendo la scuola che diamine!!» continuò con le lacrime agli occhi.

«Ce la saremmo cavata comunque!» ribatté Zayn, senza abbassare il tono di voce.

«No Zayn… E’ una cosa seria, non si può decidere così da un momento all’altro…» rispose lei con voce sommessa, abbassando lo sguardo verso la moquette blu del corridoio.

«Va bene» sospirò esausto «Lascia perdere la proposta… Torniamo come prima?» la supplicò.

«Come?» chiese sorpresa.

«Ti amo Katy… Se non sei pronta ora aspetterò fino a quando non lo sarai, ma ti prego non andartene. Non sono niente senza di te» ammise umilmente, come non aveva mai fatto prima d’ora.

«Non ti lascerò mai» concluse Kat,circondandogli il collo con le braccia e lasciando cadere i mille spartiti sul pavimento, per poi unire di nuovo quelle labbra aride d’amore.

Zayn sorrise ripensando a quei giorni… non era mai stato così male in vita sua, aveva capito che senza di lei non era niente, ma non immaginava tanto. Svoltò a destra, era arrivato. Scese dall’auto ed entrò nell’edificio. Sapeva che presto quello che sognava si sarebbe avverato.

Sapeva che erano fatti l’uno per l’altra e il tempo l’aveva dimostrato.
Mancava solo quella ciliegina sulla torta e poi tutto sarebbe stato come nelle fiabe per mettere alla fine del loro libro la parola ~ Happy Ending 


" ...It's a quarter after one, I'm all alone and I need you now, Said I wouldn't call but I lost all control and I need you now, And I don't know how I can do without I just need you now "


#AngoloAutrice:
Eccomi quaaa! sono ancora viva gente :D per vostra sfortuna :P
Il capitolo è corto lo so, scusatemi ç.ç e anche il titolo forse non è dei più azzeccati. sorry.
comunque per  questa storia non ho molto da dire, diciamo che mi sto impegnando al massimo per scriverla e quindi spero vivamente che vi piaccia come piace a me. sono alquanto fiera di questo piccolo grande successo e mi piace condividerlo con voi :3
per chi volesse può recensire che fa sempre tanto piacere :)
ah e per chi seguisse la mia serie 
How To Love, mi scuso se ritardo nel postare i capitoli ma la scuola già non mi da tregua, insomma sono in quarta superiore e già ci stanno preparando all'esame dell'anno prossimo ç.ç sono nel panico più totale.
ma tornando a noi. scusate se sono lenta a postare i capitoli, spero capirete. un bacio.

~ xx. ♥

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Capitolo 4
*** Save My Heart. ***


save my heart

Il tempo ci scivola via tra le mani, e noi senza nemmeno rendercene conto scivoliamo via con lui nella nostra effimera esistenza...

La sveglia immancabilmente suonò, fiscale come sempre alle 7.00 per Courtney che avrebbe iniziato il suo ultimo anno alla Guildhall School of Music and Drama. Le sembrava ieri il giorno della promozione, anche se erano passati ben 5 anni da quel giorno...

Con il passare del tempo sempre più domande venivano a galla, sempre più dubbi. Aveva fatto la scelta giusta, focalizzandosi sulla sua carriera? O avrebbe fatto meglio a mettere su famiglia come aveva fatto Amber?

Non era più sicura di niente in questo ultimo periodo, il che non era da lei: determinata e decisa a fare sempre la cosa più razionale.

Non voleva fare perdere tempo a Zayn per i suoi comodi. Quando lui le aveva chiesto di sposarlo era scappata via come una codarda, non si era fatta sentire per oltre tre giorni, le era costato veramente tanto perché per lei Zayn era tutto. Ma lo era anche la musica. Avrebbe dovuto scegliere?

Si alzò dal letto osservando la meraviglia che dormiva affianco a lei e si diresse in bagno per lavarsi la faccia, e magari qualche dubbio sarebbe scivolato via con la sonnolenza mattutina. Rimase delusa quando dopo essersi asciugata il viso, i dubbi non erano stati risucchiati dall'acqua e sapone. Si sentiva male dentro per aver usato così una persona, una persona che amava e che la amava. Non era eticamente giusto, lei che di etica parlava tanto era stata la prima a trasgredirla in piena regola pensando egoisticamente solo a se stessa e il Suo futuro, senza contare che in esso sarebbe stato presente anche Zayn.

Mentre in cucina prendeva le uova e il bacon, la mente veniva affollata da mille pensieri, tanti tantissimi ricordi.

«Vuoi essere mia moglie?»

«Z-Zayn… I-io… N-non posso…» era stata capace di dire solo quello e di scappare dalle sue responsabilità, cosa che non aveva mai fatto ma che in quel momento le fece da unica via di uscita. In che guaio si era cacciata? Si era innamorata. Ma non aveva tenuto conto di tutto, era ancora troppo giovane per poter pensare di mettere su famiglia. Un giorno le sarebbe piaciuto si, mettere su una famiglia con Zayn, ma non ora. Non ora che stava inseguendo il suo sogno. Il sogno che per 10 anni si era tenuta stipato dentro la cassa toracica insieme all'altro muscolo involontario che la teneva in vita. Lei viveva per la musica, lo sapeva, lo aveva sempre saputo, non avrebbe potuto mai fare nient'altro al di fuori di quello. Era la sua vita. Il suo ossigeno. Ogni nota era una singola molecola che componeva il gas più indispensabile per la vita, ogni tono stava per ciascun componente dell' atmosfera indispensabile per la vita. La musica era per lei indispensabile per vivere. "Una vita senza musica?"

"Non è vita" rispondeva Kat "è la morte più terribile e amara che esista"

Si infilò dei jeans blu leggermente attillati, indossò una maglia larga e poi corse verso lo sgabuzzino per prendere le sue converse oramai così usurate dal tempo e dai chilometri percorsi che lasciavano solo intravedere mezza stella e una confusa scritta che non assomigliava nemmeno lontanamente a quella che una volta era incisa. La scarpa sinistra aveva una decorazione sulla punta giallognola: "forever". Proprio come quella in The Last Song.

Imboccò la Newbury street, sperando di riuscire a prendere in tempo l' autobus che tutte le mattine passava di lì e la lasciava giù in Lakesade Terrace, dopodiché avrebbe proseguito a piedi per arrivare in tempo a scuola. Quella mattina Niall non la poteva venire a prendere, dovette arrangiarsi in questo modo, scomodo, ma pur di arrivare a scuola in tempo era disposta a tutto. E per Zayn? Sarebbe altrettanto stata disposta a tutto ? La risposta era lampante.

"I'd catch a granade for ya, I'd jump in front of a train for ya, you know i'd do anything for ya... Yes I Would die for you baby... but You won't do the same..."

-
Meno tempo stava con Kat, peggio si sentiva. Non voleva rovinare la loro amicizia, se Katy fosse andata a scuola insieme a lui chissà cosa avrebbero pensato i compagni. Non poteva permetterlo. Quella mattina si alzò, ancora impastato dal sonno, senza capire perché la sveglia era suonata, rimase a guardare il soffitto prima di realizzare che era il primo giorno dell' ultimo anno di scuola. Era l' anno decisivo per lui e Kat, che avevano dimostrato di avere la stoffa.

Corse velocemente a vestirsi, mentre si lavava i denti. Allacciò le stringhe delle scarpe un po' alla carlona e poi corse giu per le scale per poi prendere l' uscita, sbattendoci contro la fronte.

Dopo varie peripezie Niall riuscì a mettersi al volante della sua Land Rover. Aveva un piccolo appartamentino a Londra, condiviso con alcuni compagni, ognuno aveva la sua stanza e condividevano solo il salotto e la cucina. Per Niall era normale svegliarsi da solo, si era abituato bene quando era un eremita, e poi per tutta l' estate era rimasto solo dato che i compagni erano tornati a casa. Anche lui era tornato a Mullingar per un mese... Dopocirca due settimane aveva rivisto Holly e di conseguenza decise di ritornare a Londra non prolungando il soggiorno a casa dei suoi per un giorno di più, non poteva sopportare di vederla assieme a un altro. Forse era per quello che era così turbato durante l' assenza di  Kat. Era sicuro che lei avrebbe avuto di certo qualche parola di conforto per lui. Parcheggiò nell'apposito spazio per gli studenti della scuola, e si precipitò all'interno dell' edificio. Se avesse fatto tardi, Katy lo avrebbe ammazzato questo era poco ma sicuro.

"Wherever you go just always remember, That you got a home for now and forever, And if you get low, just call me whenever, This is my oath to you!”

-

Era lì ad aspettare, nonostante fosse arrivata tardi a causa del pullman... Voleva entrare in classe e uscirne subito dopo. Quest'anno la scuola non la entusiasmava come gli altri anni. Non aveva più la forza di volontà che aveva prima. Forse lo smalto che si era preparata per il primo giorno di scuola non era abbastanza per motivarla per un intero anno scolastico.

Niall arrivò ansimante.

«A che ora ti sei alzato?» domandò con il suo solito tono di rimprovero e il sopracciglio destro alzato in segno di disapprovazione.

«Diciamo... Una decina di minuti fa» cercò di sorridere tra un respiro affannoso e l' altro più contenuto.

«Ecco adesso ci sarà una coda immane al ritiro degli orari » si lamentò Kat.

«Ma noi oggi nn dobbiamo prendere l' orario, abbiamo una riunione alle...» guardò il polso ma insoddisfatto a causa della sua sbadataggine che gli aveva fatto dimenticare a casa il suo orologio, tirò fuori dalla tasca il cellulare e osservando lo scattare dell' ora mormorò «adesso!»

«Oddiooo!!» sibilò Katy in preda al panico da primo giorno, trascinando Niall per la camicia verso l' aula magna a passi lunghi e svelti. Entrarono e per non farsi troppo notare si accomodarono nelle poltroncine in fondo alla sala.

«Bene ora che ci siamo tutti...» esordì la professoressa...Beccati. Non era un buon auspicio per l'anno scolastico. « possiamo iniziare con l' illustrare il programma, ma prima: volevo congratularmi perché siete arrivati fin qui. Ma questa non è la fine è solo un inizio, la vostra carriera musicale dipende interamente da quest'anno. Dimenticate tutto il resto, solo focalizzandovi esclusivamente sulla musica potrete avere successo non appena uscirete da questa scuola.»

Katy quella mattina non era in se' proprio non le veniva di ascoltare quello che veniva detto, fissava la prof attentamente con gli occhi da triglia persi nel vuoto più profondo.

Dopo mezz'ora di illustrazione del programma, la professoressa arrivò al punto più interessante.

«Bene, per ultimo parliamo delle gite» affermò, risvegliando gli studenti assorti in un tepore mattutino «la meta scelta per quella di quest'anno è l'Italia. Durerà circa una settimana e visiteremo la fiera della Musica a Cremona poi scenderemo verso la Toscana e visiteremo Pisa e Firenze.»

Il mormorio iniziale diventò un brusio sempre più acceso, di stupore e sorpresa degli alunni.

«E c'è una novità » esclamò ad alta voce la prof per riavere l' attenzione dei ragazzi «quest'anno, per gentile concessione, un/a ragazzo/a tra di voi verrà scelto per firmare un contratto con la Hollywood Records, la casa discografica della cantante Demi Lovato che rimarrà qua da noi nell' ultimo mese di scuola per scegliere personalmente la persona più idonea.» a quel punto il mormorio divenne ingestibile e la professoressa esausta esclamò «se ci sono domande chiedete pure altrimenti lasciate l'aula!» e detto questo sciolse l' assemblea.

Niall era tutto concitato e attento, e Kat sapeva bene perché: primo, l' Italia simboleggiava Pizza, tanta tanta pizza di qualità per l' ingordo e famelico Niall e secondo, Demi Lovato il loro idolo sarebbe venuto nella loro classe per scegliere una persona a cui far firmare un contratto discografico. Era il sogno di entrambi i ragazzi... il secondo si intende.

Quella riunione gli aveva dato la carica giusta con cui iniziare l' anno. Dando il meglio di se, focalizzandosi sulla loro musica. Non appena gli studenti si alzarono per uscire dall' aula due figure spiccarono tra le altre, due ragazze slanciate e alte una buona spanna in più di Katy. La snobbarono dall'alto al basso.

«Scordatelo. Quel contratto è mio.» sibilò quella bionda; la mora che passò ringhiò allo stesso modo ripetendo la stessa medesima cosa che l'altra aveva detto appena prima.

«Pf...» sbuffò seccata Katy guardandole con la coda dell'occhio imboccare sinuosamente l' uscita. Non avrebbe mai avuto la loro grazia. Non appena se ne andarono Katy abbassò lo sguardo avvilita.

Era un contratto e gli studenti erano più di 50 non avrebbe di certo avuto lei quel contratto.

Poi c'era anche Niall, non l'avrebbe mai lasciato a bocca asciutta, ma come si poteva condividere un contratto? Niall se lo meritava di più di lei. Ma se avesse perso l' occasione di firmare quel contratto avrebbe fatto perdere del tempo a Zayn e anche a se stessa...

«Non ascoltarle» sorrise Emily venendo incontro ai due ragazzi. Era una ragazza avvenente, capelli castani e boccolosi che scendevano lungo le spalle e due occhi scuri vispi vispi. Si erano conosciute con l' inizio del primo anno alla Guildhall, non era stata un amicizia istantanea anzi, ci misero ben più di un anno per 'sciogliersi' e diventare buone amiche. Niall le sorrise socievole mentre quella rispose con un timido sorriso verso il basso arrossendo leggermente. Uscirono dall'aula e si diressero in segreteria per ritirare l' orario. C'era poca coda essendo già iniziate le lezioni. Volevano fare presto, e così fecero. Arrivò il turno di Kat per ritirare il suo orario ma la segretaria prima di lasciarla andare la fermò «Courtney» la chiamò per nome, dato che erano oramai amiche, «è arrivata una lettera per te quest'estate»

«E da parte di chi?» chiese curiosa.

«Non so, sulla busta nn c'è il nome... Magari dentro si...» rispose indecisa la segretaria.

«e perché è stata spedita qua?» chiese mentre afferrava la busta bianca che le porgeva la donna.

«Probabilmente non conosceva il tuo indirizzo ma sapeva che facevi questa scuola...»

«Oh... Ma c'è un francobollo italiano!» osservò sempre più stupita Kat.

«Kat muoviti!» le gridò l' amico quasi alla fine del corridoio.

«Arrivo!» rispose Kat «Grazie Roxanne ci vediamo domani!» la salutò, correndo in direzione di Niall che l' aspettava insieme a Emily.

«Cos'è?» chiese Emily alludendo alla busta bianca che Kat stava mettendo in borsa.

«boh..l' hanno spedita qua per me...ma non ho idea di chi possa essere...» rispose indecisa, mentre la riponeva nella borsa.

«Oh muoviamoci! non voglio finire in detenzione il primo giorno di scuola!» esclamò Niall salutando con un bacio sulla guancia Kat e con la mano Emily che parve delusa.

«Come mai sei così?» chiese Kat guardando di sottecchi la castana.

«Niente» mormorò stringendo al petto i libri con gli spartiti.

«Va bene...» acconsentì Katy poco convinta, non aveva voglia di fare polemica quel giorno. Era moralmente a terra.

Così senza fiatare, si diressero alla classe di storia.

Passarono tre ore che furono entusiasmanti per Niall ma tremendamente assillanti e noiose per Kat. Al suono della campana dell' una una fiumana di studenti si riversò nei corridoi in direzione del chiosco e della mensa. Kat che era riuscita a farsi strada in mezzo a tutta quella gente era arrivata prima degli altri al chiosco. Si sedette nel suo angolo abituale e sfilò dalla busta una lettera, era scritta mano. Una calligrafia che aveva già visto. Scorse velocemente dall' alto al basso e notò il mittente.

«N-no... Non può essere...» mormorò sconcertata.

#AngoloAutrice:
Ta Daaaaa!!!
non vi potete immaginare la fatica che ho fatto per postare questo capitolo. non tanto per scriverlo che l'avevo già preparato da tempo quanto per formattarlo e caricarlo!!! tra l'altro l'editor di EFP non mi funziona più, non so se anche a voi è successo, e quindi ho dovuto usare NVU che mi ha dato un sacco di problemi ._. uffff.
Beh passando al capitolo. Che ne pensate?? :D
di chi sarà la lettera? ^^
Cosa ci sarà scritto dentro che la nostra Kat è così sconcertata? :O

muahahahah provate a indovinare se ci riuscite U_U vi ricordo che NESSUNO dei personaggi della prima stagione è andato perso quindi aspettatevi tanti, ma TAANTI colpi di scena :D
Cosa ne pensate della gita in Italia? :3 huhu io ero troppo esaltata quando lo scrivevo, avevo in mente quest'idea già da quando avevo scritto il capitolo 7 di Believe in Me quindi posso dire che un mio sogno si sta realizzaandoooo muaaaahahahahaaa *-*

Bene e dopo aver rotto un po le scatole come è mia abitudine. Scompariscoo (lo so che è sbagliato ma mi piaceva :D) :D

~ xx. ♥

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Capitolo 5
*** Remember When ***


"Remember when I cried to you a thousand times, I told you everything
You know my feelings... It never crossed my mind, That there would be a time
For us to say goodbye what a big surprise... But I’m not lost, I’m not gone... I haven’t forgot..." 
Remember When -  Avril Lavigne

-
(un consiglio: mettete questa canzone di sottofondo-> Remember When)


La calligrafia era quella di sempre: ordinata, corretta, pulita, perfettamente allineata.
Impossibile dimenticare chi le aveva scritto così tante lettere, senza mai cambiare stile nello scrivere.


Ciao Katy, O dovrei chiamarti Courtney?
Ti ricordi di me? Se ti ricordi ancora di me è perché la nostra amicizia non è stata poi così indifferente...
Come stai? Non ho più avuto tue notizie, ne tu mie. Ci siamo perse e questo mi ha fatto stare male...




"Non mi sembra che stessi male quando mi hai lasciata per quel ricciolo gasato..." pensò Katy, iniziando ad andare su tutte le furie.

Sapevo che il tuo sogno era studiare alla Guildhall e al diploma quando ti ho vista per l' ultima volta venni a sapere che saresti andata a studiare lì. Non so dove abiti, come stai ne niente quindi ho recapitato la lettera alla scuola durante l'estate, sapendo che l' avresti ricevuta il primo giorno si scuola.

"e hai pensato bene di rovinarmelo" sbuffò Katy, sempre più infuriata.

Non volevo mettere fine alla nostra amicizia, io tenevo a te come non ho mai tenuto a nessun altro. Nemmeno ad Harry. Tu mi avevi detto che non sarebbe cambiato niente e così non è stato. Perché? Covi ancora del rancore nei miei confronti? Io no, non potrei mai.


“Non sei stata tu quella tradita dalla sua migliore amica…Milly.” Katy si adirò sempre di più, nel leggere quella frase che le suonava così vuota.

Ti prego dimmi che mi hai perdonato, io non volevo andarmene non volevo metterti in secondo piano. Eravamo migliori amiche.

“Già. Eravamo” sbuffò ancora.

 Ti ricordi i pigiama party a casa mia quando litigavi con i tuoi e venivi da me in pigiama, ciabatte e in spalla lo zaino di scuola per il giorno dopo? Mi manchi tanto. Non ti immagini nemmeno quanto sono stata male quando te ne sei andata per sempre.


Sorrise inizialmente al ricordo del rapporto speciale che aveva avuto con Milly, ma poi nella sua mente gridò “Bugiarda!”

Prima mi hai rimpiazzato con Amber e poi hai preso il volo, per Londra. Come stai adesso?

“Hai anche la faccia tosta di chiedermi come sto? Meglio, senza di te quello è sicuro. E direi anche che io non ti ho rimpiazzata per Amber. Ho trovato una vera amica che non mi ha mai tradito e mai lo farà. A differenza di quello che hai fatto tu. Stronza.” Katy le rispondeva mentalmente a tutte le domande, furibonda. Tutto quello che stava leggendo la portava indietro nel tempo, indietro a ricordi che aveva voluto cancellare per sempre, a persone che aveva voluto cancellare per il resto dei suoi giorni.


Io ho cambiato città, paese... vita. Sono cambiata, e l’ho fatto anche in memoria di quello che abbiamo passato insieme. Voglio ancora riprendere i contatti, non siamo poi così lontane. Anche perché nemmeno 775 miglia possono separarci, come non lo hanno mai fatto in passato durante le vacanze estive che raramente trascorrevamo lontano. Ti ricordi al campeggio con tutti quei ragazzi carini che ti facevano la corte, e tu in cambio non facevi altro che farli scappare quando cercavi di giocare a calcio? E quella volta che eri scappata correndo per tutta la spiaggia gridando "una medusaaa!" mentre tutti i bagnanti ti guardavano male e quelli in acqua iniziavano a strillare per la paura o facendo gli indifferenti uscivano dall'acqua? Rimarranno per sempre immagini memorabili impresse nella mia mente. Amavo passare il tempo con te più che con chiunque altro.

"non è vero. non è vero milly... sei una bugiarda, solo una bugiarda..." singhiozzava sottovoce Kat, ricordando tutti quei momenti meravigliosi che aveva condiviso, tutto quel tempo che era andato sprecato, tutti quei sentimenti che aveva affidato a mani che si erano finte amiche ma che avevano mollato la presa e avevano lasciato cadere i suoi sentimenti, fragili come il vetro, sfracellandoli al suolo. Ma non solo Milly aveva distrutto i suoi sentimenti, insieme alle sue speranze e i suoi progetti, aveva deciso di calpestare bellamente anche i suoi sogni, quelli più irraggiungibili, dimostrandole ancora una volta che quella più brava era Milly e non lei. Non poteva andare avanti a leggere quella lettera. Sarebbe morta dentro. Di nuovo.

   


Sono molto lontano da casa ora, spero che tu venga a trovarmi un giorno, ti lascio in basso il mio indirizzo e spero che tu possa-
 

Katy stracciò la lettera e si avvicinò a un gruppo di ragazzi punk che era lì nelle vicinanze. Si asciugò prima le lacrime che le avevano lacerato l'anima, tentando accuratamente di non sbavare la matita nera più di quanto già non lo fosse.

«Ehi Smiths hai un accendino?» chiese con tono pacato.

«S-si...» rispose perplesso « ma tu non fumi..» aggiunse.

«Nono non mi serve per fumare, devo buttare via una cosa, te lo ridò subito» disse afferrando l'accendino rosso e nero. Il ragazzo annuì ma Katy era già tornata al suo posto e osservando attentamente la fiamma bruciare la avvicinò al foglio accartocciato che lentamente iniziò a prendere fuoco, dopo qualche secondo rimase solo un mucchio di cenere. Katy restituì l' accendino al proprietario ringraziandolo debitamente.
Aveva eliminato quel brutto ricordo...? Magari fosse stato così facile, dare fuoco alle cose la faceva sentire soddisfatta come se potesse fare tutto e niente le fosse impossibile. Era onnipotente, nel suo piccolo, e questo le dava la sicurezza che tanto ricercava.


"These feelings I can’t shake no more, These feelings are running out the door, I can feel it falling down, And I’m not coming back around... These feelings I can’t take no more, This emptiness in the bottom drawer, It’s getting harder to pretend...
And I’m not coming back around again... Remember when…"


Tornò al suo angolino di pavimento riprendendo in mano il suo pranzo portato da casa. Dopo poco arrivarono anche Niall seguito a ruota da Emily.

«Ehi Kat!! Ti abbiamo preso da bere» esclamò Emily porgendo a Kat un bicchiere e una bottiglietta di the alla pesca.

«Come hai fatto a superare tutta la marmaglia?» domandò Niall, sedendosi alla sua destra.

Emily si sedette alla sinistra di Katy ma poi osservò «là sotto l' albero c'è ombra e c'è l' erba non possiamo spostarci là?»

Gli altri due acconsentirono e passarono la pausa di mezzogiorno sotto l' albero strimpellando la chitarra del biondo mentre le due more canticchiavano seguendo il ritmo e improvvisando rap comici senza senso compiuto. Era quella la vita di Kat ora. Milly era solo un effimera presenza che era svanita come un’ ombra nella notte.
La campanella segnò la fine della pausa e i ragazzi dovettero tornare alle classi. Niall e Katy entrarono nell'aula di musica. Ognuno si sistemò su una poltroncina e tirò fuori dalla sacca il libro accovacciandosi comodamente.
Erano quasi due ore che la professoressa Marie Vassillou spiegava la storia delle performances più famose e notevoli nella storia della musica. Aveva saltato bellamente la parte di introduzione al programma e aveva iniziato con quello dell' ultimo anno. Erano dei senior ormai e non potevano permettersi di perdere ore preziose, il programma era intenso e sia per Niall che per Katy stava divenendo affascinante. Come spiegava lei era difficile da imitare era unica nel suo genere, ti appassionava ti rendeva partecipe a tal punto che quando la campanella suonava ti sentivi sbattuto giù dalle nuvole più alte della stratosfera. Una volta terminate le lezioni del primo giorno i due grandi amici si incamminarono verso la macchina del biondo.
Era stato bello il primo anno poter condividere l'appartamento del campus con Niall, si condivisero l’appartamento perché dopo un primo litigio i ragazzi decisero di scambiarsi i compagni di stanza e Niall fu costretto a trasferirsi nell'appartamento con Kat. Avevano tanti bei ricordi che difficilmente avrebbero mai dimenticato. Bei ricordi, un po' … particolari diciamo…
 
«Kat checcavolo spegni quel pianoforte elettrico!! Sto tentando di suonare!»

«Spegnilo tu! Anche io devo suonare, te e la tua Sandy potete andare da un' altra parte non siete attaccati alla corrente!!» sbraitò Kat dietro la porta chiusa della camera. Come una furia Niall entrò nella stanza e staccò bruscamente la spina «COSA STAI FACENDO!?! SI ROMPE! RAZZA DI BEDUINO AMORFOOO!! BIONDO TINTO CHE NON SEI ALTRO!!» imprecò la ragazza più collerica che mai.

«Come mi hai chiamato?» sibilò il biondo appoggiando delicatamente Sandy contro il muro retrostante.

«Biondo tinto» ringhiò di nuovo lei con tono di sfida, arricciando il naso.

«Prova a ripeterlo» la sfidò riducendo gli occhi a due fessure.

«B i o n d o  t i n t o» sillabò lentamente Kat.

«Sei morta» sentenziò freddamente.

Kat aspettava una reazione ancora sporta in avanti con le mani sui fianchi quando Niall si precipitò alla scrivania prendendo tutti i libri e fogli vari sparsi, gettandoli tutti nel bidone sotto la scrivania.

Alla faccia di chi dice che quel biondino è innocuo.

Sul volto della mora si dipinse una "O" tonda tonda e ne seguì un botto nella stanza del biondo che ancora troppo impegnato a riempire il bidone sbarrò gli occhi e si precipitò in camera sua dove vide i vetri di un bicchiere spargersi sulla moquette e un alone scuro formarsi tutt' intorno. Alzò lo sguardo dal pavimento giusto in tempo per vedere il suo libro di arpeggio volare fuori dalla finestra. Corse e si affacciò alla finestra mentre Kat si fiondò in camera sua chiudendola a chiave. Si appoggiò alla porta per poi lasciarsi cadere seduta a terra con le mani sulle tempie «quando arrivi Zayn?» sospirò.
Solo due ore più tardi i ragazzi si scusarono come persone mature, dopo che Niall ebbe ripreso il libro caduto fortunatamente in un cespuglio e non nella pozzanghera vicina e dopo che Kat ebbe incollato insieme i pezzi rotti del quadretto, contenente la foto di lei e Zayn nel prato del loro primo appuntamento, che il coinquilino le aveva rotto.

Ora ci stavano ridendo su, non pensando mai come sarebbe potuto finire, il loro rapporto, anche se ebbe un difficile inizio. Arrivarono all’auto di Niall che gentilmente portò a casa Katy.


-

 
 Best Friends Last Forever

-


«Zayn sono a casa!» esclamò Kat richiudendo dietro a se la porta d'entrata.

Nessuna risposta.

«Zayn?» domandò nuovamente. Ma nessuno rispose. Che non fosse ancora tornato?? Di solito tornava alle 4.10 mentre lei tornava a casa una buona mezz'ora dopo. Era difficile che arrivasse prima lei a casa, e poi la porta era aperta. Qualcuno in casa ci doveva essere.
Posò la borsa su un mobile nell’atrio. Uno sfarfallio di dubbi iniziarono a insinuarsi nella mente, mentre iniziava a esaminare ogni stanza del piccolo appartamentino senza trovare nessuno. Tornò in cucina a controllare se per caso avesse lasciato un biglietto sul frigo per avvertirla, ma niente. Sentii un leggero scricchiolio, ma non riuscì a capire da dove provenisse.

«Zayn rispondimi se ci sei! Non è divertente!» gridò, iniziando seriamente a preoccuparsi.

Controllò nuovamente il salotto per vedere se Zayn avesse lasciato il biglietto vicino al divano anziché sul frigo…ancora niente.
Sentì un cigolio accentuato, seguito da uno sbattere violento. Corse in direzione del rumore ma trovò la finestra aperta che a causa del vento sbatteva le ante una contro l' altra.
Si guardava accortamente in giro, ancora paralizzata all’idea che qualcuno fosse in casa. Zayn non c’era. Era sola. Sarebbe stata capace di difendersi? La Kat che si era sempre fatta vedere sbruffona e forte era realmente capace di picchiare qualcuno, anche solo per autodifesa?
Udì un leggero crepitio nell'armadio, cautamente posizionò le mani sui pomoli delle ante. Le si congelò il sangue nelle vene ma non poteva non farlo, qualsiasi cosa avesse comportato lei avrebbe aperto quell’armadio. Era una mosa sconsiderata ma non poteva non farlo, non sopportava l’idea di sentirsi succube della paura. Girò i pomoli, e aprì le ante con un movimento deciso.


-

Niall era tornato nel suo appartamento che aveva affittato con altri due ragazzi della sua stessa scuola. Dopo il primo anno in appartamento nel campus i ragazzi venivano ‘cacciati’ per lasciare posto ai nuovi arrivati, così Niall si era dovuto arrangiare. Non era molto amico con gli altri due ma non si poteva mai sapere. Controllò la posta e la raccolse portando in casa i vari fogli, dove poi ognuno avrebbe preso le buste indirizzate a loro. Mentre era in ascensore le fece scorrere, una era l' affitto, una la bolletta, una per Sean, il ragazzo che condivideva l'appartamento con loro, e una indirizzata a Liam Payne.
Un brivido percorse la schiena di Niall che solo a leggere quel nome sentiva pulsare i lividi che ora erano sepolti sotto i muscoli. Non lo avrebbe mai dimenticato.
Non era mai stato così prevaricato nella sua vita, quelli a Bradford nella scuola secondaria. Si era fatto umiliare per troppo tempo, tutta la sua forza di volontà era venuta meno davanti a quei due energumeni che erano gli scagnozzi di quel bullo. Era stato incapace di reagire. Aveva iniziato a fare palestra per potersi difendere ma con scarsi risultati, aveva perseverato, la sua forza di volontà lo spingeva a ribellarsi, ma tre contro uno non era leale. Sapeva che non ce l'avrebbe fatta comunque. E quella sconfitta non era facile da dimenticare.

Il Dling dell' ascensore lo fece riprendere.

Entrò in casa e vide Sean alle prese con i fornelli, era un ragazzo basso e magro, capelli scuri e occhi leggermente a mandorla.

«Ehi Sean qui hanno sbagliat-» si interruppe sentendo qualcuno cantare sotto la doccia «è Jay che canta così sotto la doccia?» ridacchiò.

Sean accompagnò la sua risata «lo sai che Jay non cantava sotto la doccia» gli ricordò.

«Cantava??» domandò, assumendo un espressione turbata.

«Ah si non ti abbiamo visto stamattina e non ho fatto tempo ad avvisarti. Sean si è trasferito, è andato a studiare in Giappone.. Sai no che aveva una particolare ossessione per Tokyo... E abbiamo fortunatamente trovato un altro che cercava appartamenti qua nei dintorni e allora l'ho invitato» spiegò senza giri di parole

«non ti dispiace che l'ho fatto senza chiederti niente vero?» supplicò un po' preoccupato dalla reazione immutata del compagno.

«E come si chiama?» chiese, gli occhi vuoti e dispersi.

«Liam, Liam Payne»


"I Remember when It was together 'til the end... Now I'm Alone again... Where do I begin?
I cried a little bit, you died a little bit, please say there's no regrets and say you won't forget...
That was thenNow it's the end! I'm not coming back! I can't pretend! Remember When!"


 

 

Ehilàààà! (si sono megalomane)
Non potevo non fare questo capitolo. ci tenevo veramente tanto a caricarlo.

Lo dedico a ognuna di noi, che abbiamo un tallone d'achille per colpa di quella brutta vacca che ci ha abbandonato tempo fa facendoci sprecare metà della nostra breve vita. (spero di non essere l'unica jellata che ha avuto quest'esperienza più di una volta .__.)
devo dire che sono quasi fiera di questo capitolo perchè sono riuscita a esternare tutti i miei sentimenti prima in Kat e poi in Niall... spero di averli trasmessi anche a voi, ci ho messo tanto impegno e tanto 'amore' (oltre a tante lacrime) quindi per chi volesse farmi almeno un pochino felice, recensite :)

Ringrazio anche le lettrici silenziose e tutte le ragazze che mi hanno messo nelle preferite/seguite/ricordate. Un grazie speciale va a: _BelieveInHimGhost Of A Lovely Girl che hanno recensito tutti i capitoli della mia ff e gliene sono indescrivibilmente grata ♥

Grazie anche a tutte quelle che recensiscono, anche una recensione piccolina piccolina, tanto da dire che apprezzate o "mi fa schifo come scrivi, vai a buttarti giù da un ponte" perchè mi va bene anche la seconda opzione, magari vi rispondo un po sgarbatamente mandandovi in un posto che oramai è sovraffollato ma potete comunque scriverlo, basta che recensite :D (si sono disperata lo so, e forse non ho tutte le rotelle a posto ma credetemi che un motivo c'è xD)

Beh niente vi saluto e per chi ne ha voglia, che non ha niente da fare (e se volete adesso potete mandarmi a quel paese dicendo "solo tu non c'hai niente da fare, capra") può passare a leggere una mia one shot? è un Crime e ho bisogno di sapere se piace a qualcuno perchè mi piacerebbe inventare una mia 'MissMarple' che investiga sui casi più intrigantii *occhi da cucciolo*




oppure se vi piace qualcosa di più musical vi chiedo di passare da questa ff (cliccate il banner) perchè è veramente stupenda. ve lo assicuro, magari se non avete tempo mettetela nelle ricordate e poi la leggete con calma ma seguitela che se no la ragazza la eliminaaa ç___ç e io piangooooo ç__ç

 

Va bene non rompo più.
Recensiteeeee e passateeeee
(ops non dovevo dirlo va beh xD)

~ xx. ♥

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Capitolo 6
*** Baby Just Say ***


"Marry me, Juliet – you’ll never have to be alone.
I love you and that’s all I really know.
I talked to your dad – go pick out a white dress;
It’s a love story – baby just say ‘Yes'..."
Love Story - Taylor Swift

 

...


"Zayn bontà divina santissimi numi dove diavolo sei finito?!" si tormentava Kat, preoccupata per il fatto che il ragazzo non fosse ancora tornato a casa.
Udì un leggero crepitio nell'armadio, e cautamente posizionò le mani sui pomoli delle ante. Le aprì con un movimento deciso.

«Aaaahhhh!»

L' urlo rimbombò in tutta la stanza e forse anche i vicini si sarebbero preoccupati.
Zayn rise di gusto uscendo dall'armadio vedendo l' espressione sbigottita della sua ragazza.

«Sei un cretino! Razza di un deficiente! Paraplegico da fiera!!» imprecò rabbiosa Kat, subito dopo essersi ripresa dallo shock.

 Zayn si era nascosto nell'armadio cogliendola alla sprovvista quando lei terrorizzata lo aveva aperto per vedere da cosa proveniva il rumore. Kat era sempre stata così, troppo ingenua e incauta. Zayn sapeva che questo prima o poi le avrebbe giocato un brutto scherzo. La curiosità la spingeva sempre ad andare verso l' ignoto senza accorgersi dei pericoli circostanti.

«Non osare farlo mai più altrimenti ti ci lascio chiuso dentro per un mese!» continuò furibonda picchiando con rabbia il braccio del ragazzo, che pareva insensibile al dolore e continuandola a fissare insistentemente «mi hai capito?!?!» ruggì alla fine del suo monologo isterico.

Zayn non rispose, la fissava amorevole, gli occhi colmi di ammirazione, dolcezza, amore... Tutto quello che poteva provare.

«Perché mi fissi così?» domandò la ragazza dopo uno sbuffo prolungato che lasciò uscire anche la sua rabbia e paura repressa, arrendendosi, sapendo che Zayn non avrebbe mai smesso di essere se stesso; giocoso quando ci voleva e serioso subito dopo, premuroso sempre ma a volte anche derisorio, dolce come il miele ma quando non era il momento poteva diventare più freddo del ghiaccio e più acido dell' olio di ricino.

«Menomale che ci sono io..» sorrise Zayn, mentre Kat continuava a non capire «se nell'armadio non ci fossi stato io? Se ci fosse stato qualcun'altro?»

«ma chi poteva entrare qua?» obiettò Kat.

«Come ti saresti difesa? Eh? - prosegui senza darle ascolto - Dio, Kat come fai a essere così ingenua?!» esclamò portando le mani ai capelli.

E in quel momento Kat era confusa. Era arrabbiata perché lo scherzo infantile l' aveva fatto lui, eppure adesso la colpa era sua perché non era stata abbastanza attenta. Era anche stupita di come non si fosse messo a deriderla ma a come avesse pensato a lei, di come si fosse preoccupato per lei a causa del suo carattere impulsivo e avventato. Era contenta di averlo al suo fianco, sapeva che non avrebbe mai trovato nessuno migliore di lui. Mentre i due ragazzi discutevano, vennero interrotti dallo squillo insistente del cellulare di Kat.

Lesse il numero.

«Amber!!» esultò

«Katy! - rispose l' amica, con un accento americano che si faceva sempre più notare - come è andato il primo giorno?»

«Uno-» si bloccò ricordandosi che Zayn era in stanza, e non gli avrebbe detto nulla della lettera di Milly «aspetta metto il vivavoce, Zayn è qui con me»

«Non posso parlare con la mia amica? Devo per forza sopportare anche quella cresta vivente che è il tuo fidanzato?» affermò scherzosa.

«Vado a farmi una doccia, devo rilassarmi...» obiettò Zayn «conversate pure tra donne» e dopo aver lasciato un bacio sulla guancia di Kat se ne andò chiudendo la porta della camera dietro di se'. Katy lasciò andare un sospiro e tolse il vivavoce.

«Cos'è successo?» chiese l' amica avvertendo anche al telefono il significato malinconico di quel sospiro.

«Milly...» sospirò nuovamente.

«Cosa?! È lì?! A Londra?!» esclamò.

«Nono - rispose subito - però mi ha lasciato una lettera...»

«Cosa c'era scritto?» continuò a porre domande preoccupata, sapeva che l' amica non era in grado di affrontare una situazione simile con tutto quello che già stava passando. Era troppo sicura di se, e allo stesso tempo troppo insicura degli altri. Non voleva deludere nessuno e aveva paura di essere delusa. Era un caso disperato quella ragazza, diciamocelo chiaro e tondo.

«Che le mancavo e blah blah blah...che si è trasferita e blah balh blah... Ah e quello schifoso di Harry l'ha piantata..» ci fu silenzio. Nessuna delle due parlava.

«Ma le sta bene» esclamarono in coro, anche al telefono era impossibile negare l' accesso alla loro telepatia, dono di un amicizia incredibilmente pura.

Scoppiarono a ridere subito dopo. Anche se ora avevano due vite radicalmente diverse erano sempre le stesse, e lo sarebbero sempre state. Nell'essere se stesse era
compreso sentire l' immane mancanza l' una dell' altra, perché in fondo erano così unite che ogni volta che erano giù o ogni volta che avevano una novità esilarante la prima persona che balenava nel cervello era la rispettiva amica, per Amber Katy, per Katy Amber. Era quasi diventato un nome unito, per tutti, chiamavano Amber e automaticamente era chiamata all'appello anche Katy e viceversa, perché il loro era un legame più unico che raro. E una cabina telefonica non avrebbe mai potuto dividere un rapporto simile.


---

---

«Niall tutto bene?» ripetè Sean abbandonando i fornelli e correndo a sorreggere il coinquilino che era sbiancato e sembrava prossimo a una paralisi permanente.

«H-Ho bisogno di aria, vado in camera mia, non mangio con voi stasera scusa» e detto ciò si dileguò in preda al panico.

Rivedeva quegli occhi castani che gli avevano causato tanto dolore con quello sguardo schernitore, quel ghigno dipinto perennemente sul volto, e poi la voce
graffiante che ordinava le peggiori angherie che un ragazzo di sedici anni possa mai subire. Eppure non si era mai ribellato, dove aveva trovato la forza di tenere tutto dentro non lo sapeva, sapeva solo che avrebbe dovuto fortificarsi anziché cedere avrebbe dovuto maturare anziché regredire. Avrebbe dovuto agire.
Avrebbe sopportato anche questa volta? Si sarebbe lasciato mettere i piedi in testa di nuovo?

«Toc toc» bussarono alla porta della stanza di Niall aprendola di poco «ti ho portato il tuo piatto di fish and chips» sorrise Sean facendo capolino.


«Grazie mille» ringraziò il biondo.

Quando il biondo poggiò il vassoio l' unico rumore che si sentiva era il ticchettio delle gocce di pioggia sulla finestra e l'odore di umido riempire la stanza. Qualcuno alla porta bussò di nuovo.

«Dimmi Sean, cos'hai dimenticato?» chiese mentre apriva la porta. Quando alzò lo sguardo incontrò un paio di occhi marroni. Gli stessi occhi che lo stavano tormentando qualche minuto prima. Per un momento pensò che lo stesso ghigno di sempre fosse presente sul viso del ragazzo ma Liam aveva tutt' altra espressione. Era serioso e lo guardava supplichevole, con in mano un bottiglia di coca cola. Niall fece per afferrarla ma l'altro la teneva stretta senza lasciarla andare. Notando la mano serrata del bullo Niall scattò per chiudere la porta ma il piede di Liam glielo impedì. Con la schiena contro il legno Niall spingeva nonostante la scarpa che passava tra lo stipite e la porta vera e propria. «Vattene Liam» ringhiò, sentendosi messo alle strette ma non diminuendo la pressione esercitata sulla porta.

«Dobbiamo parlare» rispose l' altro.

«Non ho niente da dirti» replicò furioso il biondo.

«Ma io si» sentenziò l' altro.

Niall venne bloccato da una morsa, non fisica ma dentro, dentro di se'. Aveva capito? Capito cosa?

«Dimmi, allora» disse infine accomodandosi seduto sul suo letto.

La reazione dell' ex vittima lasciò Liam perplesso capendo quale forte personalità si era venuta a creare in quel biondino che ingiustamente e codardamente aveva maltrattato. Prese un lungo respiro.

«Mi dispiace. Mi dispiace, ero un ragazzino stupido che voleva fare il bullo ma che non valeva niente, ti prego di perdonarmi. Se mai potrai.» il volto era rivolto verso la moquette dell' appartamento, buio cupo ma sincero senza alcuna traccia di falsità. Se erano scuse sincere Niall le avrebbe accettate. Oramai era tempo passato e non si poteva cambiare, l' importante era guardare al futuro e guardare a come era stato in grado di sviluppare una sua personalità brillante e finalmente non più passiva, si sarebbe fatto sentire. Avrebbe fatto vedere al mondo di che pasta era fatto.

Posò una mano sulla spalla del moro, che si stava quasi per lasciare andare a un pianto disperato.

«Non ti preoccupare. - affermò con il tono di voce più pacato che poteva assumere - Quello che è stato è stato non serve parlare di ciò che è passato.»

Il moro alzò la testa e un sorriso timido e speranzoso comparve su quel meraviglioso viso.


 

---

Finita la telefonata Kat tornò in salotto dove uno Zayn spaparanzato e svogliato leggeva il giornale.

Vide per un momento tutto quello che avrebbe voluto, lasciando perdere la realtà:

«Tesoro sono a casa» entrò Zayn lanciando la borsa sul divano e andando ad abbracciare sua moglie, la baciò passionalmente come se un solo giorno di lavoro avesse usurato le loro labbra che non aspettavano altro che il ritorno serale per ricongiungersi.

«Papàààà!» lo accolse un coro di gioia proveniente dai due bambini che gli correvano incontro.

«Amori miei!» li salutò con un bacio sulla fronte al maschietto e una bacio sul nasino alla femminuccia. I bimbi fecero smorfie contente quando abbracciarono il loro papà, poi Meagan prese la mano del padre e lo condusse verso il muretto dietro la cucina ad angolo.

«Guadda papà quetti siamo noi» disse indicando con il ditino un disegno colorato che raffigurava il papà con la valigetta la mamma con il grembiule e lei con il suo fratellino per mano che sorridevano.

«È-è bellissimo Meagan» la abbracciò stretta stretta il padre.


«Katy?» la chiamò Zayn.

«È? Eh.. Oh...» Kat sbatte più volte le palpebre per riprendersi. Aveva sognato tutto. Dicono che il subconscio è ciò che domina la mente, che motiva le nostre azioni ma allora se era questo quello che voleva perché non aveva accettato? Aspettava solo che Zayn glielo chiedesse di nuovo.
Ora aveva capito quale era la giusta risposta da dare: "Yes, I do"


#AngoloAutrice:
SCUSAAAAAAATEEEEEEEEEEE ç.ç

perdono perdono per la mia prolungata assenza scusatemi veramente tanto se ci ho messo così tanto tempo a postare il capitolo ç.ç pardòn
tornando al capitolo:non pensate che Niam siano tenerisshiiiimii? *-* adoro la foto di loro due insieme :)
il capitolo non mi convice affatto, inanzitutto pensavo fosse più lungo ._. poi pensavo venisse meglio la parte dei bimbi ç.ç volevo farla sembrare come quei flashfuture dei film ma non ci assomiglia per niente *sigh*
Cosa ne pensate di questa Kat che dopo anni di agonia di indecisione finalmente si decide a dire SI al benedetto Zayn?
E che ne dite della scenetta della famigliola felice? :3 oggi sono particolarmente Sweet perchè le udienze sono andate benissimo anche se i miei voti fanno schifo :D yeah buddy
Domanda del capitolo: come va a voi la scuola? cosa vorreste far fare a Katy nel prossimo capitolo?? :D
Recensite in tanteee :D
ringrazio tuutte le 10 ragazze (e ragazzi se ce ne sono ._.)che hanno messo questa storia nelle preferite, le 8 che la seguono e l'unica 
giuggigiggia4ever che l'ha messa nelle ricordate = Grazie ♥
e ora lascio la linea alla pubblicità ^^"
si vabbeh tralasciate il mio sclerotime e focalizzatevi sulle cose serie xD
un bacioneeeee :)
~ xx. ♥

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Capitolo 7
*** Darlin' ***


Non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di risorgere.

Anonimo


La giornata seguente a scuola iniziò il programma intensivo che preparava all esame finale. Ero cosi agitata che nemmeno riuscivo a seguirlo il professor Hallers.

Era difficile rimanere attenti dopo il flash di ieri sera. Avevo lasciato tutto perdere. Volevo concentrarmi su di lui, come lui avrei dovuto fare da tempo e come lui già aveva fatto. Oggi volevo parlarne con Niall, mi avrebbe aiutato. Lui era la parte saggia del consiglio e io quella insana.

«MA SEI MATTA?!» sbraitò Niall non appena ebbi finito di esporre quello che avevo progettato.

«E L' ULTIMO ANNO DI SCUOLA?! Non pensi a quello a cui andreste incontro se tu lasciassi tutto proprio adesso?!» iniziava a gironzolare per la stanza, cosa che mi dava piuttosto sui nervi. Continuava a ripetere che era una follia. Anche se lo fosse stata penso che sarebbe stata la più bella follia che avessi mai potuto fare.

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Era definitivamente impazzita, fuori di senno. Voleva sposarsi e andare a vivere all' estero come avevano fatto i suoi amici Louis e Amber dei quali mi straparla sempre. Loro però avevano un aiuto economico! Mi iniziai a preoccupare seriamente, non era una buona cosa quella che Katy avesse un piano. No, per niente, era la persona piu cocciuta e ostinata del mondo e non andava bene quando si metteva in testa qualcosa. Mentre mi disperavo lei mi fissava con quei suoi occhi profondi come l' oceano, leggermente su di giri perché la stavo facendo innervosire mentre giravo per la stanza.

Se avessero avuto i soldi non mi sarei preoccupato ma il punto era che Kat stava ancora finendo di studiare quello per cui aveva lavorato tutta la vita e smettere quest' anno avrebbe significato buttare tutto all'aria. Non volevo vederla distruggersi con le proprie mani, lei aveva aiutato me non potevo non fare lo stesso.

«Niall... - cercò di richiamare la mia attenzione - dimmi solo che tu mi starai vicino, ho bisogno di qualcuno vicino.» ammise sommessamente.

«No Katy... Non posso lasciarti buttare via tutto... Zayn se ne ricorda di questo?» chiesi.

«Beh non penso se lo dimentichi facilmente...»

«Lascia passare un po' di tempo... Questa primavera prima dell' esame o dopo glielo dirai...» proposi, lei mi guardava incerta. Poi con un gesto repentino portò la sua mano a stringere la mia, tesa verso di lei.

Sputai sulla mano, per fare vedere che cosi avremmo mantenuto entrambi la promessa. Io di starle vicino e lei di aspettare e essere ragionevole.
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Erano passati due mesi da quando era iniziata la scuola per Kat, anche se ci sentivamo spesso tutt' e due eravamo cosi impegnate che chiamarci stava diventando una chimera. Non avevo più tempo. Ero una mamma che lavorava. Louis era spesso a casa con Jade, ce la alternavamo: lui la mattina e io il pomeriggio. Oggi dovevamo fare degli esami importanti. Era da qualche settimana che Jade accusava un forte mal di testa e dolori lancinanti. Ero dovuta rimanere a casa, avevo paura che potesse peggiorare e che avesse bisogno di cure estreme che non volevo adottare, non avrei mai voluto vedere mia figlia con dei tubicini attaccati al corpo. Mai e poi mai. Louis aveva preso il mio posto ma circa ogni ora mi chiamava per sentire come stava Jade. Proprio mentre stavo rispondendo al suo ennesimo messaggio della giornata Jade iniziò a gridare.

«Mamma!! Mi fa male!! Mi stanno spremendo il cervello!» piangeva, e mi faceva male vedere la mia bambina piangere. Con le poche forze che aveva anche i gridi erano sempre più soffocati. Trattenni le lacrime e corsi da lei.

«Jade andiamo ora dal dottore… non aspettiamo un minuto di più, vieni che ti metto il giubbotto» mi affrettai a vestirla bene, per poi correre in macchina verso l’ospedale.

Durante il viaggio Jade si calmò, quando mi voltai al semaforo la vidi dormire pacificamente. Mi rasserenai un po’, ma non rallentai e dopo poco raggiunsi la hall. Scesi dal fuoristrada e aprii la portiera per prendere Jade dal seggiolino, dormiva così profondamente che non si svegliò nemmeno quando la presi in braccio. Poi il suo visetto mi toccò il collo scoperto.

Era gelida.

Toccai il polso per sentire il battito, nessuna reazione. Avvicinai il naso al suo volto paffutello, non respirava.
Il cuore prese a battere all’impazzata, l’agitazione saliva.

«Jade? Jade rispondi alla mamma per piacere…» iniziai a singhiozzare a voce alta. Non si svegliava. Ancora con la bambina in braccio corsi dentro la hall gridando alle infermiere di aiutarmi che la bambina non respirava. Accorsero due donne in camice con una barella e la portarono in una stanzina. Io le seguivo intimando a Jade di non cedere. Mentre ci dirigevamo in sala di emergenza le tolsero il giubotto imbottito blu che le aveva regalato Louis lo scorso anno e la sciarpina rosa chiaro che ora stonava con la carnagione della mia bambina, sempre più pallida.

«Jade ti prego…» tentai di restare il più calma possibile mentre le facevano indossare una mascherina, senza che lei protestasse. Quando la barella entrò in sala di emergenza dovetti aspettare fuori, era inutile. Non potevo non piangere. Tenevo stretti la sciarpa e il giubottino che avevano ancora il suo odore. Quell’odore di fragola che a lei piaceva tanto. Ricordavo il suo visino sorridente e quelle fossette agli angoli della bocca che mi chiamavano “Mamma” e per un momento mi parve di sentire ancora la sua vocina dietro le mie spalle, chiamarmi da quella stanza che avrebbe deciso se l’avrei potuta vedere ancora.

Non passarono nemmeno cinque minuti che uno dei medici che qualche minuto prima erano entrati nella stanza uscii e mi chiese «E’ lei la madre di Jade Tomlinson?»

«S-Si…» balbettai asciugandomi la faccia con uno dei tanti fazzoletti che avevo usato in quel poco lasso di tempo.

«Mi dispiace veramente tanto…» mormorò a testa bassa

«Cosa è successo alla mia Jade?» balzai in piedi soffocando un grido di dolore all’altezza dei polmoni.

«Quando è entrata in sala non c’era già più niente da fare… il corpo era freddo, era già deceduta…»

«C-Come?!Perchè?!» gridai perdendo ogni controllo.

«Si tratta di una malattia rara, nessuno la può ancora spiegare, che colpisce i bambini entro il primo anno di vita, sua figlia è resistita fin per troppo tempo. I bambini muoiono nel sonno… L’unica cosa che posso dirle è che non ha sentito dolore, ha semplicemente smesso di respirare, condoglianze…» spiegò con calma inesorabile, cercando di fare perpetrare le sue più sincere condoglianze.

Mi chinai in avanti portando le braccia alla pancia, quella che per nove mesi aveva contenuto la bambina che ora nella stanza alle mie spalle non viveva più. Aveva smesso di respirare senza motivo, il suo, e di conseguenza anche il mio, destino era stato infausto e spietato.

Repressi dei gridi lancinanti che mi bruciavano dal cuore fino in gola. Il medico se ne andò lasciandomi sola in quel grigio corridoio, che lasciava spazio a dei graffi che laceravano l’aria.


--


--

Ero in azienda che compilavo varie pratiche per i nuovi modelli che dovevano uscire a fine stagione, ero preoccupato non ricevevo notizie da Amber… Quando guardai il display illuminarsi segnalando un nuovo messaggio. Mi chiedeva di correre in ospedale, non aveva nemmeno messo i segni di punteggiatura.. di solito emoticon e puntini abbondavano nei messaggi di Amber. Mi allarmai tanto che chiesi all’assistente di sostituirmi per un emergenza all’ospedale. Immaginai si trattasse di Jade. Mi fiondai in macchina, lasciandomi alle spalle il grande edificio vetrato. Dopo un quarto d’ora sentivo i miei passi affrettarsi ciottolando sul pavimento piastrellato lucido dell’ospedale.
Corridoio 1 Reparto E, con le luci spente l’ambiente aveva ancora un’aspetto più cupo.

«Amber!» chiamai notando una figura seduta per terra con le ginocchia al petto. La faccia oramai gonfia dal pianto. Non volevo
pensarci. Alzò gli occhi senza però avere la forza di muoversi. Non volevo crederci. Mi chinai su di lei abbracciandola stretta, e mentre lei riprendeva a piangere la sostenni anch’io con le mie lacrime. Mia figlia non c’era più…

Delle donne in camice uscirono dalla stanza dietro di noi, riuscii miracolosamente ad alzarmi, aiutando anche Amber a farsi forza.

«Possiamo vederla?» chiesi a un di quelle. Lei annuì col capo senza proferir parola, e ci aprì la porta. Amber si asciugò ancora le lacrime e si soffiò il naso più volte.

«Amore vieni?» le chiesi tenendola per mano.

«non ce la faccio» disse voltandosi dall’altra parte coprendo il viso con i biondi capelli lunghi, soffocava ancora i singhiozzi e stringeva al petto l’ultima cosa che le rimaneva di Jade. Rimase a fissare il vuoto cercando di fare cessare i suoi occhi e il suo cuore dal piangere.

Entrai, la mia piccola giaceva senza vita su quella brandina. Il volto era pallido ma lei sembrava più viva che mai. Viva come i ricordi che ci porteremo sempre appresso. Il suo corpo candido come la neve, come non lo era stato mai. Le mani sembravano ancora morbide come quando l’anno scorso con quei salsicciotti mi prendeva un solo dito. La sua bocca non era più scarlatta, come quando la sua vocina risuonava nella nostra casa vicino alla spiaggia, quando piangeva perché era caduta. I suoi occhi erano chiusi, la pelle soffice come quando nella culla dormiva, le poche volte che ci dava tregua. Ora però tutto quello era solo un bel, bellissimo ricordo. Come se tutto fosse stato parte di un sogno. La gioia ci aveva portato più in alto del più grande grattacielo di New York, e ora dovevamo dimenticare tutto come se fosse stato frutto della nostra immaginazione, il dolore però era reale.

Rimasi ad accarezzare le guanciotte che una volta erano rosate mentre ora lasciavano capire che non vi scorreva più sangue. Era finita. Dopo due anni e mezzo era finita. Troppo presto…



Il bambino nel ventre materno non è un essere distinto e separato, ma una sorta di prolungamento, sul quale vengono proiettati i desideri della madre, le sue speranze segrete, affinché si realizzino attraverso lui.

--

Era passato quasi un mese, era quasi dicembre e a Londra continuava a piovere senza lasciare spazio alla neve che doveva preparare al Natale. Eravamo ancora nel mese dei morti è vero ma speravo passasse presto, mi dava angoscia quel clima di Halloween. Avevo deciso, con l’aiuto di Niall, di aspettare più tardi a parlare con Zayn, quando si sarebbe di nuovo presentata l’occasione giusta. Stava finendo il primo quadrimestre e i voti andavano bene. Per una volta.
Ero appena tornata a casa, l’appartamento sporco come sempre. Dovevo pulire, ma mi stava seccando perché io tornavo e dovevo studiare. Dov’era Zayn?! La risposta arrivò immediatamente.

«Sono a casa!» gridò dall’ingresso, gettando come al solito giubbotto e borsa sul divano.

«Tesoro… - iniziai con tono abbastanza irritato quanto sarcastico – il nostro ‘nido d’amore’ è alquanto sporco… quando pensi di darmi una mano a pulire?»

«M-ma sono stanco…» cercò di obiettare.

«Anch’io Zayn ma non puoi lasciarmi fare da sola, devo anche studiare…» cercai di rispondere sommessamente.

«Vuoi dire che io non faccio abbastanza?!» scattò sull’attenti lui.

 «Non volevo dire questo!» ringhiai io.

«Si invece, stai dicendo che io non faccio niente che rimango in palestra con quelle racchie e non faccio altro che civettare!» gridò isterico. Rimasi perplessa.

«Davvero pensi questo?»

Lui portò le mani ai capelli, spettinandoli, per la prima volta in vita sua. Si sedette esausto sul divanetto in stoffa. Mi sedetti accanto a lui, portai una mano sulla sua gamba. Lui scattò e prese la mia mano.

«Ti prego non lasciarmi» supplicò.

Credevo di sapere cosa faceva Zayn al lavoro, ma la realtà era che non lo capivo affatto. Ero tremendamente dispiaciuta per questo.

«Non lo farò mai» sussurrai avvicinandomi a lui, lui staccò l’altra mano dal volto, lasciando vedere gli occhi leggermente lucidi.

Rimanemmo in salotto a coccolarci per qualche minuto, poi ci alzammo e iniziammo a riordinare la casa. Tra i vestiti e il pavimento da lavare passò un’ora e mezza, poi ci lanciammo entrambi sfiniti. Squillò il telefono. Lasciai Zayn sul divano accarezzandogli dolcemente la spalla e corsi a rispondere.

«Amber! Tesoro era tanto che non ci chiamavamo scusami!» iniziai non appena ebbi sollevato la cornetta.

«Si… - mormorò lei, non sembrava nemmeno la voce di quella meravigliosa ragazza solare che chiamavo Amber – volevo dirti una cosa…»

«Cos’è successo? - la interruppi ancora prima che finisse – state tutti bene? Jade? Louis? Tu?» iniziai a tempestarla di domande.

«Jade…» mormorò lei, lasciando trasparire dolore, dolore che percepivo nonostante gli 8759km che ci separavano.

«Cosa le è successo?» chiesi ancora esortandola a continuare.

«E’… Non è… - prese un respiro – è morta ieri pomeriggio» dichiarò infine. E sentii il suo soffio riempire la linea, poi sentii dei sottili gemiti e il tipico tirar su la saliva che cadeva dalle labbra quando il pianto ti coinvolgeva fino alla disperazione.

Ancora non realizzavo quanto mi avesse detto Amber. Ero più scossa dal suo pianto dall’altro capo del mondo, non avevo ancora compreso le parole. Era così forte quel termine… “Morta”.

Mi inginocchiai di fronte al letto, nello stesso punto dov’ero rimasta da quando avevo risposto al telefono. Portando una mano alla bocca per impedirmi di gridare, mi accasciai aggrappandomi alla sponda del letto e lì cercando di consolare la mia migliore amica che piangeva disperata, iniziai a sentire premere all’altezza del cuore, sentii che non c’era più spazio nella cassa toracica, mi sentivo i polmoni chiudersi quasi impedendomi di respirare.

«Amber, io-io non immaginavo… C-come è successo?» domandai tra un singhiozzo e l’altro.

«E’ morta e basta, non sanno perché… La chiamano morte bianca…Mentre dormiva…» incominciò a piangere sempre più forte e la immaginai accasciata a terra proprio come lo ero io, avrei voluto essere là per poterla consolare veramente.

«Prendo il primo aereo e arrivo, non voglio più sentirti piangere» esclamai ferma. Zayn arrivò in camera e sobbalzò vedendomi così, si abbassò e mi abbracciò caldamente. «Amber verremo tutti, non ti lasciamo sola sappilo, non lasceremo ne’ te ne’ Louis.»

Lei mi ringraziò con la voce spezzata e poi riagganciammo.

Guardai Zayn piangendo disperatamente.

«E’ morta Jade…» singhiozzai stringendogli la felpa e rannicchiando il viso nel suo petto.

«N-no… stai scherzando spero…» rispose con un espressione stralunata.

«No Zayn, la morte bianca…» gemetti nuovamente. Lui spalancò gli occhi, ma non disse più nulla, continuò a stringermi, dopo poco
sentii una goccia bagnarmi il dorso della mano, alzai gli occhi. Zayn stava piangendo.


--

Posammo una rosa bianca sulla piccola lapide. Così piccola e già aveva smesso di vivere. Sarebbe stata un’ ottima modaiola, come la madre. Mi sembrava ieri quando lei prendeva il foulard rosa di Amber e me lo avvolgeva intorno al collo con quelle guanciotte splendenti e quegli occhi espressivi.
Louis non parlava, Amber invece non smetteva di piangere. Kat rimase ad appoggiare Amber, mentre io e Louis cercavamo di iniziare una conversazione, camminando a vuoto in quel lugubre posto.

«Lou…» esordii, cercando di mantenere la calma e di pronunciare le parole esatte.

«E’ la prima volta che mi chiami Lou» ghignò lui «siamo messi male in due…» sorrise.

Non era il tipico sorriso sornione del Louis con cui litigavo, era un sorriso che cercava di celare malinconia e tristezza inaudite. La perdita di un figlio non era proprio la massima aspirazione di un genitore.

«So che è una situazione difficile, anzi molto di più… però non potete rimanere così per sempre… la vita, la vostra, va avanti… dovete focalizzarvi sul presente e sul futuro, non pensare al passato.. E’ una batosta che… forse la batosta più dolorosa che esista… ma voi siete due persone solari, non smettete di sorridere. Fatelo per Jade…»

Louis portò una mano alla mia spalla e mi abbracciò come facevamo ai vecchi tempi, non eravamo più ragazzini. Eravamo uomini che dovevano andare avanti, e i veri uomini possono piangere.



Zouisss :'D che teneri :3

#ANGOLO AUTRICE
non ho molto da dire se non "scusate per il ritardo" ç.ç
spero di avervi commosso almeno un pochetto, come mi sono commossa io scrivendo questo capitolo. penso sia uno dei più dolorosi che io abbia mai scritto. dev'essere veramente brutto per una mamma vivere la situazione di Amber... Volevo solo fare riflettere sul fatto che le malattie non smettono di esistere e colpiscono anche le persone più fortunate, quindi non augurate mai certi male nemmeno ai vostri nemici anche se a volte siamo tentati....
lo scorso capitol oha avuto solo 4 recensioni :'( ce la facciamo ad arrivare a sette? dai vi supplicooooo ç.ç
dato che sono di fretta D: dopo questo capitolo piagnoso (?) vi lascio e al prossimo :)
se non avete per caso niente da fare con questa neve (D:) passate a leggere anche l'altra mia ff How To Love :)
un bacioneeeeee.
~ xx.

 che amooooriiiiiiii *-*

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Capitolo 8
*** I'm Travelling Far. ***


Believe in me: Payphone

Capitolo 8.
I'm travelling far.
 
Quando i due ragazzi tornarono da Los Angeles, dopo il funerale della piccola Jade, trovarono come sempre all' areoporto Niall con il suo van pieno di oggettini verdi. Il viaggio fu silenzioso, arrivati alla villetta e iniziarono a scaricare i bagagli.

Kat invitò Niall a salire, almeno per un bicchiere d'acqua dato che aveva notato la sua espressione martire quando avevano sorpassato Nando's e le aveva fatto tenerezza.
Niall entrò tranquillo ma immediatamente notò lo strano ordine che regnava.

«Ma chi è passato a pulire? Mary Poppins?» domandò sbigottito e allo stesso tempo ironico, stufo di quel cupo silenzio: bastava già il fuliginoso cielo di Londra.

Nonostante fosse quasi marzo, la primavera non si voleva fare vedere. Katy ritornò a scuola e scoprì di aver perso una buona fetta di programma, dovette passare i restanti giorni, che precedevano la gita, a recuperare tutto il materiale.
Scale, accordi, storia, spartiti, e tante tantissime lezioni di canto.
Anche se erano comunque pacchi di roba da studiare e a volte la voglia proprio giocava a nascondino, era il percorso di vita che aveva scelto e amava quello che faceva per cui non pesava affatto recuperare quei malloppi di pagine pinzate un po' spartanamente, tipico da parte di Katy.


--


«Ti prego chiamami ogni giorno» supplicò Zayn «non fare pazzie limitati a fare tutto quello che devi fare ma niente di più» continuò premuroso e, ancora di più, preoccupato.

«Zayn ho 23 anni so quello che devo fare»

«E io ne ho 24 ma ancora non ho capito come va la vita» irruppe lui. La ragazza lo guardò un po' perplessa, non capendo il senso dell' affermazione

«Ti chiamerò tutti i giorni, anche tu però devi farlo»

«Non preoccuparti, non sarà un problema» disse accarezzandole dolcemente la guancia con il pollice. Poi, con lo stesso suo fare di sei anni fa le prese il viso tra le mani e la avvicinò a lui per assaporare un momento magico che non li avrebbe mai più divisi.

«Katy muoviti!!» gridava Niall mentre anche tutti gli altri studenti caricavano le loro valigie.

«Arrivo!!»

Zayn aiutò Katy a caricare i bagagli sull'autobus e dopo essersi salutati ancora una volta Niall salì sul pullman e Katy dietro di lui, prima che però venissero chiuse le porte si ravvide e corse dietro a Zayn, il quale raggiungeva la macchina con le mani nelle tasche e lo sguardo perso nel vuoto.

«Zayn!» chiamò, e lui come rinsavito dal trans si voltò stupefatto.

«Katy cosa fai qua?! corri che l' autobus parte!» l' avvisò lui.

«Lo voglio!» affermò avvolgendo le braccia al suo collo.

«cosa?» chiese interdetto.

«Lo voglio, voglio essere tua moglie Zayn.» annunciò nuovamente a chiare lettere.

Niall si chiese se Katy avesse perso il cervello.

«C-c-che..» balbettava quasi incredulo o forse ancora interdetto. Non gli lasciò domandare altro e lo baciò, lui non esitò a ricambiare e quando si staccarono i loro sguardi erano uno più  luccicante dell' altro, riflettevano l'immensità della loro gioia e già la felicità della vita insieme.

«Ora vai che altrimenti ti lasciano qua sul serio» affermò Zayn dopo un lungo silenzio. Le voci di Niall e della prof. giungevano flebili.

«aspetterò con ansia il tuo ritorno» concluse.

«Anch'io» sorrise lei per poi correre verso il pullman. Sapeva che l' Italia rapisce, con i suoi meravigliosi paesaggi e monumenti ma ora aveva un valido motivo per tornare, per amare l' umido clima di Londra e non quello mite e soleggiato della Toscana.


--


Erano già arrivati a Heathrow ma il viaggio si prospettava estremamente noioso. Persero quasi tutta la mattinata per il check-in e dopo discussioni e malintesi vari verso mezzogiorno l' aereo decollò alla volta di Milano.
 
Malpensa, ore 16:30

Una volta riusciti a uscire dall'affollato aeroporto la ressa degli studenti della Guildhall si diresse al parcheggio dove un autobus aspettava solo loro. Era Venerdì, e il primo giorno di fiera era andato in fumo. Pensarono di poter permettersi un breve giro a Milano ma non fu così.

«Salite immediatamente sull'autobus e partiamo» ordinò il professore.

Dopo lamentele sentite e circa un quarto d'ora per "imbarcarsi" anche il pullman si avviò in direzione Cremona.
La notte aveva giocato brutti scherzi a Katy che non aveva chiuso occhio... pensava a come dirlo a Zayn pensava a come avrebbe reagito ed escludeva e aggiungeva possibilità una dietro l' altra. Era importante e non poteva far passare tutta la settimana, per di più trovandosi in un altro paese. Aveva promesso e ora doveva mantenere.
Durante il viaggio in aereo Katy si riposò abbastanza per non crollare come la bella addormentata non appena avessero messo giù piede a Malpensa.

Avrebbero pernottato in un albergo quattro stelle in un piccolo paesino nei dintorni di Cremona, la fiera era conosciuta a livello europeo e anche dall'Asia remota.
Avrebbero dovuto correre per non trovare coda all'ingresso la mattina seguente.
Disfarono le valigie ma senza mettere a posto nell'armadio, si sarebbero fermati solo due giorni e non valeva la pena disfare i bagagli totalmente.

Cremona non era grande, anzi tutt'altro, non c'era nulla da fare oltre a sentire i vecchietti cremonesi parlare in dialetto mentre bevevano nel pub lì vicino.

Katy si affacciò alla finestra, guardò il cielo e quell'azzurro spento della sera le sembrava molto diverso da quello che vedeva a Londra, grigio, ma ugualmente tetro. La camera era orientata verso est, poté solo vedere qualche riflesso rosa del sole primaverile sbiadire all'orizzonte, alle spalle dell' hotel.

Richiuse le ante e si gettò sul letto con aria stravolta.

«Non dirmi che sei stanca» ironizzò Emily mentre alzava un sopracciglio.

«Beh non è da tutti i giorni fare viaggi in aereo» si lamento Katy.

«Ah.. non cambierai mai» sospirò guardandola fissare il soffitto come se fosse la cosa più interessante dell' universo.

«Mi manca Zayn..» piagnucolò poi la mora.

«Chiamalo?» suggerì l' amica, sempre con il tono sarcastico di una persona stufa di tutto e di tutti.

«RAGAAZZIII! MA NON SIETE ENTUSIASTI DI ESSERE IN I T A L I AAA?!?!» irruppe Niall, esaltato più di quando lo si portava da Nando's. A Emily sfuggì un sorriso, che captarono sia Niall che Katy, ma al quale entrambi diedero un significato, molto diverso tra loro.

Le due amiche congedarono Niall in fretta e furia, a causa delle troppe cose da fare quella sera. La realtà era che entrambe non potevano soffrire quell' entusiasmo che gli era stato portato via alla partenza.

«Ti piace proprio Niall eh?» chiese furbetta Kat, non appena il biondo ebbe lasciato la stanza.

«Lascia perdere...» sentenziò l' altra, accennando un che di delusione nella sua voce.

«cos'è successo? Guarda che a me ne puoi parlare..» la incoraggiò. Dopo un sofferto silenzio e un lungo sospirò Emily decise di spiegarle come si sentiva in quel esatto istante: confusa, delusa, entusiasta, triste.

«l' unica cosa certa è che sei più negativa che positiva» cercò di chiarire Kat, come se si potesse mettere a posto in quel groviglio di pensieri mai espressi, che lei stessa aveva provato e nel quale con tanta fatica aveva fatto ordine. «E l' altra cosa certa che metà della colpa è tua, l'altra metà è di Niall» rise comprensiva.

«Ma ho già rinunciato a lui, non mi guarderà mai come guarda te..»

«Io e Niall siamo solo amici! SOLO AMICI!» strillò esasperata al sentire quell'espressione così assurda quanto comune. Tutti pensavano che lei e Niall fossero segretamente innamorati, la realtà era però che provavano amore per la stessa cosa: la musica.

«Andiamo a letto che domani c'è da visitare la fiera..» suggerì in seguito, ed entrambe consenzienti spensero la luce della camera e piombarono nel sonno più assoluto.
 
 
Il giorno dopo passo così in fretta che non si accorsero di aver già trascorso due ore nella sala degli Stradivari, tre ore in quella dei libri di spartiti e quattro nei due capannoni dei pianoforti. Avevano anche ascoltato alcune esibizioni che li avevamo lasciati senza fiato, scuola esclusivamente italiana, niente a che fare con il piano bar.

Ritornarono all'albergo soddisfatti e ristorati dopo un giorno di musica allo stato puro, nonostante la bolgia di gente che suonava melodie diverse nella stessa stanza, cosa che causò un mal di testa abbastanza forte a quasi tutta la classe.

Il viaggio però riprese, ora alla volta della bellissima Toscana: Terra dell' arte. Pisa, Firenze, Massa, Carrara, Siena e tutti i paesuncoli vignaioli nel dintorni erano meraviglie caratteristiche, nessun altro paese poteva averne di così belle.

« Hey! » sorrise mentre rispondeva al telefono.

« Hey tesoro dove sei? » chiese lui di rimando.

« Siamo quasi a Pisa, andiamo a vedere la torre pendente e il giardino intorno che una meraviglia... - un sospiro appena
percettibile aleggiò nelle cornette - mi manchi »

« anche tu, tanto... » mugugnò

« tu cosa fai di bello? »  cercò di cambiare argomento.

« beh oltre a continuare il mio lavoro alla palestra nulla, arrivo a casa mi corico sul sofa' e penso a te... »

«oh che tenero! – null’altro passo tra i fili delle cabine telefoniche -  devo andare che dobbiamo scendere, aspettati tante mail con tante foto! Ti amo! »

Conclusa la chiamata entrambi erano confusi. Non si potevano parlare spesso e adesso ne sentivano la mancanza, ma quando erano a casa nemmeno là avevano tempo di parlarsi...
Avevano deciso di fare sul serio ma non sapevano come, come sarebbe stata la vera vita insieme. Anche se avevano fatto continui passi da gigante non avevano ancora l' aspetto di una famiglia.
Detto in sincerità, nessuno dei due si sentiva pronto per quell'oneroso compito.

La prof. si dilungava in particolari inutili dell' interno della navata della cattedrale di Pisa, come il soffitto cassettonato e i vari dettagli dello stile romanico pisano, sorprendente in ogni sua peculiarità.
Quello che colpiva di più era l' esterno, il campo dei miracoli, verde come lo smeraldo che pareva macchiato di marmo bianco, i suoi tre splendidi monumenti ben disposti:  duomo, battistero e torre pendente. Sembrava un giardino da favola, veniva anche considerato particolare per il fatto che effettivamente erano costruzioni miracolate per la loro bellezza.

Quando Kat posò per una foto con Niall di fronte al Duomo sperò di poter essere lì con Zayn.
Quel posto aveva qualcosa di magico che non sapeva spiegare, il campo sembrava avvolto da un alone di arte che la ispirava fuori dal normale, sentiva i dolci toni del pianoforte fondersi con quelle delle campane e essere accompagnate da una leggera chitarra.

"È un ambiente perfetto" pensò.

Niall e Emily la tirarono per un braccio fuori dal giardino dove Katy si era comodamente seduta e dal quale non aveva intenzione di spostarsi, di malavoglia seguì i suoi amici e la classe che si dirigeva verso un tabacchino per comprare chi sa cosa.

Mentre Kat camminava tranquilla sistemandosi un po' lo zaino e un po' i pantaloni e anche un po' la maglietta una persona notò quel modo di fare così spontaneo e familiare.

Kat si fermò e lanciò un ultimo sguardo a ciò che si stava lasciando alle spalle, ripromettendosi di tornare lì un giorno, con suo marito.

"Non ci credo, è lei" e a quel pensiero, Milly non esitò ad avvicinarsi a quella persona che aveva cercato per tanto tempo.


* * * continua... * * *
 
#Angoloautrice
mi dispiace.
è passato un anno. UN ANNO e non mi sono fatta sentire. mi scuso enormemente.
chi dice "18 anni è l'età più bella..." VACCATE. non è vero nulla. avere 18 anni fa schifo. e averne 19 ancora di più.
ho lavorato tutta l'estate scorsa. quest'anno ho studiato come un mulo per uscire dalle superiori con uno schifosissimo 86, solo perchè non vado all'università. cani.
in compenso ho preso 15/15 nel tema, alla faccia della capra che avevo come professoressa.
ora sono disoccupata, che gioia. non ho trovato mai un attimo per scrivere e già faccio fatica a leggere la mia infinita lista di libri che voglio leggere prima di morire.
tra una e cosa e l'altra il tempo per scrivere è rimasto poco e quello che prima scrivevo in due giorni di getto ora ci vogliono due mesi per buttarlo giù correggerlo rivederlo ma mi sto allenando per riuscire un giorno a scrivere qualcosa di decente e magasri un giorno anche un piccolo capolavoro per ragazzi.

vi auguro di trovare tutto il tempo che vi serve per la scrittura in modo che un giorno possiate trasformare la vostra passione in professione, è incredibile quanto possono fare dei libri specialmente per i più giovani.

la serie giunge quasi al termine, mi sto impegnando per scrivere gli ultimi capitoli. spero che a voi piacciano.
mi dispiace ma non potrò ricambiare seguendo le vostre storie perchè come già detto non ho più tempo e il computer lo accendo raramente. vi ringrazio tutte per i commenti le recensioni, tutte quelle che hanno messo la storia tra le seguite/ricordate/preferite.. mi spiace non poter ricambiare ma so che ci sono molte di voi che hanno un vero talento per la scrittura e spero che lo possiate sfruttare.

non so se ho dimenticato qualcosa... ah si, manderò un messaggio a tutte le ragazze che mi hanno chiesto quando continuavo la serie non appena l'avrò caricata tutta. dopodichè caricherò qualcosa, ogni tanto, ma saranno oneshot o cose molto veloci. avevo scritto una storia originale che però è andata intricandosi sempre più, tanto che ora non riesco più a continuarla ma va beh, rimarrà come lo Spartaco di Manzoni, devo diminuire i personaggi e devo diminuire la mia presenza nella storia.
stavo anche lavorando a un altro progetto che invece va avanti bene e penso che riuscirò a postarla, credo che sarà una breve serie di quattro o cinque capitoli, si chiama Hall Of Fame e beh se mai riuscirò a caricarla la vedrete ;)
vi saluto e spero capiate,

un bacione.
~ xx. ♥

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Capitolo 9
*** Let it Go ***


Payphone: Capitolo 9.
Let it Go.

 

Improvvisamente mentre Katy stava raggiungendo la classe, oramai andata avanti, senti una voce chiamarla per nome, quando si voltò un cappello vintage alla cloche teneva in ombra gli occhi della persona che l’aveva chiamata, ma lasciava notare i boccoli castani leggeri cadenti lungo il collo. Quando l’estranea alzò lo sguardo, facendosi spazio tra i turisti, Katy ne riconobbe immediatamente il volto e quando due vispi occhi castani fecero capolino da sotto la visiera il cuore saltò un battito. Non sapeva se era gioia, sgomento o rabbia. Sentiva un sentimento forte montare dentro di lei ma non riusciva a definirlo, e in attesa di poterlo decifrare stette lì, immobile.

“Ciao Katy” Ripetè la ragazza, abbigliata di tutto punto come se fosse una modella uscita da qualche film anni 50. “Come stai?” Proseguì “Sei qui perchè hai ricevuto la mia lettera?” soffocò un mezzo sorriso. 

L’unico suono che provenne dalla bocca di Katy fu “Milly” pronunciato flebilmente come se fosse troppo doloroso dirlo ad alta voce.

“Sono contenta di vederti” proseguì imperterrita Milly.

“Cosa ci fai qui?” Chiese Katy ignorando ogni precedente domanda

“Ti ho scritto la lettera, ti ho dato il mio indirizzo, o… non l’hai letto?”

“No, la lettera l’ho bruciata” rispose Katy pacata, senza tralasciare alcuna emozione, lo sguardo che si faceva sempre più duro.

“Oh, e così deduco che non mi hai ancora perdonato..”

“Certo che ti ho perdonato, non abbiamo più 17 anni, non perdo tempo a pensare a quel periodo sai.. dovrei ringraziarti invece perchè è così che sono arrivata dove sono adesso. Quindi, Grazie. Ora devo andare” il tono non dava segno di alcuna emozione. Stoica Kat si girò, tornando dai compagni. Ma Milly non voleva demordere, era passato tanto tempo, non pensava che potete tornare tutto come prima ma voleva togliersi un peso.

“Kat! - chiamò di nuovo - io invece ci penso, ci tenevo a dirti ancora che mi dispiace… e che per quello che vale ti voglio ancora bene”

Kat si bloccò e si voltò indietro, le emozioni erano contrastanti ma per lo più aveva un gran senso di pace che la pervadeva, come se tutto quello che era successo a scuola più di sei anni fa, non avesse più importanza. Ecco come la pensava, deciso di lasciare andare il risentimento, decise di fare pace con Milly e se stessa, non voleva ripensare al passato con rancore, perchè era veramente come aveva detto poco prima, senza quello che successe all’epoca non avrebbe conosciuto bene Zayn, non avrebbe avuto bisogno di nuovi amici come Amber e Louis e sarebbe probabilmente rimasta la ragazza invisibile e introversa che era quando era con Milly. Si, il rancore era definitivamente spazzato via.

“E’ tutto a posto Milly, davvero. Grazie della lettera. Ti auguro una bella vita. Ci si vede” le sorrise e proseguì sulla sua strada. Da sotto la visiera del cappello anche Milly sorrise e sussurrò “la auguro anche a te Katy”.

Mentre arrivava al chiosco Katy aveva il volto raggiante, era serena come non lo era da tanto tempo. Tanto che Niall ed Emily la guardarono con espressione interrogativa.

“tutto bene?” Chiesero.

“certo perchè?” Ribattè Kat.

“…sei…strana…” ammise Niall.

“Cosa c’è non posso immaginarmi essere qui con Zayn e avere quell’espressione da sognatrice ad occhi aperti?”

Emily rise e Niall acconsentì a lasciare le discussioni per un altro momento, non voleva rovinarle il buon umore, ripresero a camminare e a seguire la classe al prossimo punto di interesse programmato per quel giorno.

Verso le 18 tornarono tutti in hotel e avrebbero avuto libero fino alla mattina dopo alle 8 quando sarebbero partiti alla volta di Firenze.

 

Quando il giorno dopo arrivarono a Firenze non fu molto in programma per il primo giorno, soltanto la visita guidata nel Giardino di Boboli, una passeggiata sul ponte vecchio e dopo a pausa in Piazza del Popolo avevano inizio le loro ore d’aria. Come diceva la prof. “in questa città l’arte la potete respirare, non lasciatevene sfuggire neanche un soffio”.

Kat, Emily e Niall si godevano la pausa in un Bar/Ristorante in piazza del popolo. Il cameriere che portò i gelati fece i complimenti alle ragazze in modo molto elegante, come solo gli italiani sanno fare, aggiunse Emily. Quando Kat si alzò per andare al bagno lo stesso ragazzo le si avvicinò, di nuovo facendole la corte, anche se lusingata da quelle attenzioni cercò di mettere subito le cose in chiaro dicendo “Grazie ma.. sono fidanzata” disse sorridendo le rifiutando le avance del ragazzo, quello di tutta risposta le fece notare “Non vedo nessun anello alle tue dita..”

A quell’osservazione Kat si senti quasi attaccata, portò d’istinto le mani al ciondolo a forma di cuore che indossava, il ciondolo che Zayn le aveva regalato anni fa, con le loro foto, quasi a cercare riparo dall’affermazione pungente del ragazzo. Poi pensò tra sè che d’altronde era stata una cosa improvvisa. Tempo fa quando Zayn aveva fatto la proposta aveva un anello, era stata lei a rifiutarlo, era sicura che glielo avrebbe dato una volta tornata. Un anello non significa niente, pensò poi.

Tornata a sedersi sorrise compiaciuta nel vedere Niall sbaffarsi una delle tipiche specialità del posto e Emily accanto quasi schifata dalla voracità del ragazzo.

Mentre si godeva il gelato e la vista sulla piazza osservava le persone, ognuno di loro aveva una storia, qualcosa da raccontare. E si chiedeva quale fosse, quale fosse per esempio la storia di quei due vecchietti che passeggiavano mano nella mano in direzione Galleria degli Uffizi, o quale fosse la storia che aveva portato quella famigliola con due teneri gemelli a venire in vacanza a Firenze, chissà da dove venivano e cosa avevano vissuto. Mentre era sommersa da queste fantasie le arrivò un messaggio che la riportò alla realtà. Sbirciò lo schermo

[Dove sei di bello ora? Mi manchi. xx Zayn] 

Anziché rispondere al messaggio Kat decise di chiamare, aveva voglia di sentire la voce di Zayn, già le mancava, continuava a pensare cosa sarebbe successo una volta tornata e ora era tutto accompagnato da un eco delle parole del cameriere. Neanche si ricordava l’aspetto dell’anello che Zayn le aveva presentato. Si sentì nuovamente male per come si era comportata. Dopo uno squillo Zayn rispose, la voce allegra. 

“Hey tesoro, allora? Come sta andando?”

“Tutto bene fin’ora, sai il duomo di Pisa è magnifico, dovremo pensare di andarci insieme qualche giorno.. e Firenze è pure spettacolare. Sarebbe bellissimo se tu fossi qui, mi manchi.

“Anche tu mi manchi.. ma prova a guardare bene quella statua del Michelangelo davanti a Palazzo Pitti”

“Cosa intendi? E tu come fai a sapere Palazzo Pitti ha un Michelangelo di fronte? E come fai a sapere che vedo Palazzo Pitti? Non ti ho detto dove sono…” mentre balbettava e ragionava controllò davvero la statua del Michelangelo che stava di fronte al palazzo. 

“Ma si tutti lo sanno” rispose Zayn.

Sotto la statua, anche lui in posa c’era un ragazzo al telefono, con una giacca di jeans e un inconfondibile ciuffo di capelli.

Kat strizzò gli occhi come per essere sicura che non era un illusione. Poi si alzò dalla sedia con espressione incredula e gli andò incontro sempre parlando al telefono 

“Ah si? E dimmi com’è il tempo lì a Londra?” Sul viso si formò una smorfia sorridente. 

Il ragazzo sotto la statua scrutava la piazza da sotto gli occhiali da sole sempre parlando al cellulare.

“Beh, solito, parzialmente nuvoloso con piogge sparse”

“Wow non sapevo fossi un meteorologo, sai che tempo fa qua?”

“Posso immaginare che ci sia il sole e faccia piuttosto caldo”

Kat agganciò lo sguardo con il ragazzo in occhiali da sole e giacca di jeans, lui alzò gli occhiali e sorrise guardando nella sua direzione.

“Non faceva così caldo fino a poco fa, ma la temperatura si sta alzando molto velocemente”

Da piccoli passi veloci quelli di Kat diventarono grandi falcate, e arrivo di fronte al moro ancora con il telefono all’orecchio, quasi ansimante dalla mezza corsa attraverso la piazza.

“Oh si, sta bruciando” rispose sornione chiudendo la cornetta.

Kat gli saltò al collo abbracciandolo e lui le fece fare un giro su se stesso, quando la rimise con i piedi a terra non potè trattenersi e la baciò teneramente, poi accarezzandole i capelli e scrutando i suoi occhi blu le disse “Mi sei mancata tantissimo, non potevo stare ancora a casa senza te”

“Sono contenta che tu sia qua,- e poi diede il via la bombardamento di domande che le passavano per la testa - ma quand-come hai fatto? Quando hai deciso di venire? Come hai fatto a trovarmi? E da quanto sei qua a firenze? Quanto rimani?”

Zayn rise e accarezzandole la guancia disse “be sai il folletto irlandese laggiù sa essere un buon amico, ogni tanto”

Kat si voltò e vide Emily e Niall salutare con la mano e sorridere.

“E’ stata una bellissima sorpresa - ammise Kat con ancora le braccia al collo del ragazzo - vieni dobbiamo passeggiare per le stravedi Firenze, hai già visto qualcosa?”

“No aspettavo la mia guida privata” ammiccò Zayn lasciandosi trascinare verso ponte vecchio.

“Questa città è così antica ha così tanta storia e arte, è incredibile, abbiamo visto il giardino di Boboli, potremmo tornarci ora insieme se vuoi, oppure prenderci un gelato a quella gelateria là vicino al ponte, ho letto le recensioni su Tripadvisor e deve essere ottima!” 

Zayn la tirò a se tenendola per mano “tutto quello che vuoi” poi le diede un altro bacio e le avvolse il braccio intorno alla vita. Era felice di vederla sorridere, sembrava una vita che non facevano più qualcosa di normale come una coppia normale di fidanzatini quali erano. La routine li aveva inghiottiti ed ora erano entrambi contenti di poter assaporare di nuovo quella freschezza di sentimenti e emozioni che le diverse ansie gli avevano fatto dimenticare.

Così agganciati l’uno all’altro si avviarono giù per le stradine lastricate di Firenze, passarono la casa di Dante, il giardino di Boboli, andarono fino alla Basilica di Santa Maria del fiore e tornarono indietro fino al meraviglioso duomo di Firenze, e Kat amante dell’arte qualora si emozionava davanti a quell’espressione di maestosità e imponenza. Un meraviglioso mosaico di pietra. Sarebbe molto volentieri entrata a vedere il battistero ma era solo possibile a pagamento e solamente aperto in certi orari. Si accontentò di poter passeggiarvi davanti con Zayn. Ritornarono verso palazzo pitti come da punto di ritrovo stabilito per messaggio con Niall e Emily, ma prima di arrivarvi passarono di nuovo sul Ponte Vecchio. Era quasi il tramonto e il cielo era pitturato da mille sfumature di rosso e rosa, poche nuvole all’orizzonte, quando Zayn si fermò e le fece notare la bellezza del panorama, poi si voltò verso di lei e le sussurrò all’orecchio “stavolta non farmi fare la figura del pesce”. Le tenne sempre stretta la mano quando si inginocchiò, tirò fuori il cofanetto e aprì mostrando un anello in oro bianco, un trilitero con due piccoli diamanti ai lati e uno più grande al centro. Semplice ma stupendo.

“Courtney Lara Saunders, vuoi essere mia moglie?”

Tra le lacrime e gli applausi dei passanti Kat annuì, lo aiutò a tirarsi tu e lo baciò. Dopodiché lui l’aiutò a infilare l’anello e con fare teatrale alzò il pugno al cielo guardando i passanti, che sorridenti e inteneriti dalla scena continuarono ad applaudire, alcuni fischiarono pure. In imbarazzo Kat nascose il viso nell’incavo del collo di Zayn e lo abbracciò stretto. Godendosi quel momento. Zayn le accarezzò i capelli e le stampò un bacio sulla fronte, poi indicò più avanti sul ponte due figure con in mano una fotocamera.

“Voi lo sapevate!” Accusò Kat i suoi due amici ridendo, ancora con gli occhi lucidi.

“Certamente, compare!” Rise Niall dando il cinque a Zayn. Kat era perplessa, si doveva essere persa qualcosa perchè l’ultima volta che aveva visto quei due insieme si stavano quasi azzannando, com’è e che si era arrivati a organizzare una proposta, darsi il cinque e a chiamarsi ‘compare’? In ogni caso, nonostante l’espressione stralunata decise di non fare domande, sollevata che anche quella tensione si fosse sistemata.


continua...

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Capitolo 10
*** Good Life ***


Payphone: Capitolo 10.
Good Life.

 

La classe pernottava in un ostello nelle colline toscane, anche se Firenze non dava sul mare, il paesaggio collinare che la circondava non la rendeva meno bella. Anzi avevano un gran fascino le colline toscane. L’ostello era molto rustico e decorato molto finemente, anche Zayn prenotò per dormire lì e aveva oltretutto preparato una cenetta romantica per festeggiare.

“Dovremmo farlo più spesso sai” ammise Kat una volta seduta al tavolo.

“che cosa?” Chiese Zayn, si era cambiato e indossava dei pantaloni eleganti e una camicia crema leggermente sbottonata che risaltava sul suo incarnato.

“questo” disse accennando alla cena con panorama, e a loro vestiti di tutto punto, anche Kat aveva optato per indossare un vestito legger ed estivo, molto chic in fantasia floreale che si era portata dietro ‘per ogni evenienza’. Aveva uno scollo a barchetta piuttosto profondo che lasciava spuntare le clavicole e le maniche corte a farfalla cadevano leggere lungo le braccia. Il ciondolo al collo metteva il risalto le clavicole e la forma delle spalle. E i capelli scuri spartanamente tirati su in un mezzo raccolto davano un tocco fine al viso che risaltava ancora di più da una fascia chiara avvolta introno alle tempie. “sai di nuovo quel feeling come quando avevamo 17 anni.. dove non importava cosa facessimo era sempre un’avventura”

“ma con te è sempre un avventura” ribatte Zayn ridacchiando

“su questo non avevo dubbi - rispose Kat a sua volta ridendo - ma sai non solo pigiama e divano, per quanto sia estremamente confortabile” le sembrava quasi di parlare come se fossero una coppia di pensionati ma effettivamente non avevano avuto molta tregua nell’ultimo tempo tra viaggi improvvisi, tragedie e lo stress della scuola. 

“su, dimmi dove vuoi che ti porti la prossima volta?” Chiese Zayn sporgendosi in avanti sul tavolo e disegnando con il pollice dei cerchi sul dorso della mano di Kat. 

“mhm non lo so.. Vienna? Amsterdam? Mosca? Amburgo? Oppure andiamo in estremo oriente! O in Australia!” Esclamò eccitata

“okay, okay, me ne bastava una”

“scherzavo - rise Kat - non mi interessa dove, finché sono con te anche Londra è la città perfetta, solo sai.. dicono tutti che con il matrimonio si diventa un po pantofolai… non voglio che anche noi veniamo risucchiati dalla routine”

“ti prometto che renderò ogni tua settimana speciale, non ogni giorno perché nonostante io sia modestamente fantastico così tante idee all’anno non posso averle” ammise con il suo ammiccante sorriso.

“ti amo” disse Kat, guardandolo direttamente negli occhi.

“ti amo anch’io” rispose Zayn.

La musica del ristorante era tipica musica d’atmosfera italiana, Zayn si alzò prendendole la mano e la accompagnò verso un terrazzo del ristorante e mentre si stringevano l’uno all’altro le note della canzone suonarono famigliari a Kat che si drizzò per ascoltare meglio e riconobbe Doris Day che cantava quella che al momento non peta essere la canzone più perfetta, e mentre ballavano lentamente sulle note di Que Sera Sera si sentì sicura che non avrebbe potuto fare scelta migliore. Carriera o non carriera, in quel momento, lei era la persona più felice del mondo.

 

3 Mesi Dopo…

 

“Mioddio mi sale l’ansia, sto per dare fuori di matto” ansimò Katy.

“Ce la fai andrà benissimo” la rassicurò Zayn

“e se dimentico le parole? E se dimentico gli accordi?” Lentamente l’iperventilazione stava prendendo il sopravvento.

Zayn la prese fermamente per le spalle, e guardandola dritta negli occhi le disse “Tu sei la migliore del corso, ce la farai, andrà più che bene”

Niall suonò in quell’istante il campanello. Katy continuava a fare avanti e indietro con la cartelletta in mano e lasciando sventolare la gonna larga del vestito che indossava.

Era il giorno della consegna dei diplomi e per accomiatarsi avevano preparato un esibizione come corso, e lei era la cantante solista quel giorno. Accompagnata nientepopodimeno che da Demi Lovato, venuta all’istituto per incidere qualche traccia del nuovo album e firmare il contratto della Hollywood Records con un fortunato studente della Guildhall. 

Durante la consegna dei diplomi ognuno sorrideva e alzava il diploma come se fosse una coppa del mondo. Se l’erano sudata ed erano tutti estremamente contenti di aver finito il loro percorso scolastico anche se ora rimaneva incerta quella che sarebbe stata la loro carriera dopo la scuola. Certo la Guildhall era un ottimo trampolino di lancio ma non si sa mai nel crudele mondo della musica. Come esibizione avevano preparato Here’s to Us degli Halestorm, e in seguito accodata da uno dei successi di Demi Lovato “Made in the USA” rinominato per l’occasione in “Made in the UK” . 

Zayn era in estasi tra il pubblico mentre faceva il tifo per la sua fidanzata e Katy cercava nella folla il suo sguardo e ogni volta che lo incontrava si sentiva sollevata. Portarono a termine l’esibizione e gli spettatori erano in visibilio se così si poteva dire di una folla composta da genitori, amici, parenti e professori che celebravano insieme ai diplomandi. Anche Amber e Louis erano presenti e facevano tifo con più voce che potevano. nell’auditorium tornò il silenzio quando la direttrice salì a sua volta sul palco, dopo l’esibizione e diede la mano congratulandosi con la cantante e le porse una busta. La band e Katy rimasero in disparte sul palco mentre la famosa Demetria Devonne Lovato annunciava il vincitore del contratto.

I pensieri di Katy schizzavano impazziti nella sua mente. Avevano parlato con Zayn Amber e Louis dell’eventualità di trasferirsi a Los Angeles, anche se Katy si chiedeva se fosse veramente quello che Zayn voleva.

“ma tu davvero saresti disposto a spostarti a Los Angeles?” Gli aveva chiesto

“andrò dovunque andrai tu, siamo una cosa sola ora. - rispose teneramente passando il pollice sui contorni della mandibola di Kat - L’unica cosa, magari sposiamoci qui e poi partiamo. Altrimenti penso davvero che i nostri genitori potrebbero stramaledirci” e dopo una risata e un tenero bacio si era concluso l’argomento. 

Aspettavano il giorno del diploma per sapere cosa fare ed era arrivato, cosa avrebbero fatto da ora in avanti? Le domande non lasciavano pace neanche in quel momento di tensione. Quasi perse il nome del vincitore, ma quando ne prese atto si voltò verso Niall che spinse la chitarra dietro se’ incredulo e quasi si inchinò davanti alla sua idola mentre prendeva il mano il contratto. Ringraziando mille volte chiunque gli fosse davanti. 

 

Poco più tardi eravamo tutti in un pub a festeggiare e in quel momento ci sentivamo completi, ci sentivamo arrivati. E in effetti lo eravamo, pronti ad affrontare quello che la vita vera ci metteva davanti.

 

1 anno e mezzo dopo.. 

 

Stavo guardando l’oceano dalla vetrata, e mi chiedevo come sarebbe stato il nostro primo anniversario, se Zayn avesse organizzato qualcosa o se si fosse dimenticato completamente.

Era quasi un anno che eravamo a Los Angeles, che l’etichetta discografica mi aveva preso per un album dopo il diploma, e ora che è stato pubblicato sta per iniziare tour. 

Oggi è esattamente un anno da che io e Zayn convolammo a nozze, fu una cerimonia semplice senza troppi fronzoli, Amber aveva organizzato tutto in pochi mesi concedendoci un’occasione meravigliosa per spendere tempo con la nostra famiglia prima di trasferirci a L.a. con loro … e Niall, sponsorizzato dalla Hollywood Records per registrare il suo primo album. Aveva fatto moine incredibili a Demi Lovato ma lei era decisamente non interessata, e fu solamente dopo un due di picche assai tosto che il ragazzo finalente iniziò a ragionare e si accorse che la persoan per lui l'aveva sempre avuta accanto e non se n'era mai accorto. Emily fu felicissima quando Niall le chiede di unirsi alla sua crew, e di diventare la sua ragazza certo, non dimentichiamolo.
La cosa migliore fu che riuscimmo a collaborare in un paio di tracce e non saremmo quindi stati troppo soli in tour. La vita on the road ti può dare alla testa, lo sapevamo bene. Eravamo ancora due collegiali che stavano ore sul balcone o in spiaggia semplicemente ‘jamming around’, chisà come avremmo affrontato tutta la pressione del palcoscenico live.

Avevo ancora qualche riserva al pensiero di non vedere Zayn per così tanto tempo, ma sapevo era in buona compagnia con Lou e Amber. Avevamo deciso che sarebbero venuti a trovarmi per qualche data del tour e io sarei comunque tornata nel tardo autunno per la nascita del piccolo Mickey. Si Amber era di nuovo in dolce attesa, speravamo tutti che andasse per il meglio, la coccolavamo più che potevamo e la sollevavamo da ogni possibile compito. Di certo nessuno aveva dimenticato la piccola Jade, e ogni anno per l’anniversario ci trovavamo tutti a casa loro e li tenevamo occupati come riuscivamo. 

Zayn è diventato il responsabile di una delle filiali della casa di moda di Amber e non possiamo lamentarci del nostro appartamentino piccolo con vista oceano, contiene tutto quello che potevamo desiderare, non ci serve tanto altro, e penso che sapersi accontentare sia ciò che ci fa vivere così bene la nostra vita.

Preparai una tazza di te e mi sedetti al tavolino sul terrazzo, rileggendo vari fogli e scrivendo e sistemando testi per nuove canzoni, accordi che sembravano stonare. Ho da sempre scritto canzoni ma non ne avevo mai parlato a nessuno, solo dopo la scuola quando si parlò di fare un Original scoprì che la cosa mi riusciva davvero bene, perchè di cose da raccontare ne avevo. E sono cose con cui la gente può immedesimarsi. Scoprire di amare una persona, dover lottare per poter stare con quella persona, le paure di entrare in una relazione seria, amicizie infrante, cuori infranti, scoprire se stessi, credere in se stessi… Tutto quello che viviamo può essere espresso con la musica. Tocca le corde più profonde della nostra anima. Da voce a sentimenti inespressi e ci consola quando siamo giù. 

Mentre ero di nuovo persa nei miei pensieri due braccia mi strinsero da dietro e due labbra calde si posarono sul mio collo, poi la sua voce roca da appena sveglio che mi dava i brividi sussurrò all’orecchio “buongiorno dolcezza”.
Allungai il braccio fino a toccare i suoi capelli e lo tirai verso di me per dargli il bacio del buongiorno. Poi si avvicinò di nuovo, mi strinse forte e continuò a sussurrare all’orecchio “Oggi è un giorno speciale, ti ho lasciato un paio di cose sul letto, vai a vedere”

Sorrisi e cercai di non essere troppo avventata nell’alzarmi e correre in camera, curiosa di vedere cosa aveva preparato. Il letto era cosparso di petali rossi, al centro un vestito e gli accessori abbinati e una busta rossa. Il vestito era uno di quelli della nuova collezione di Amber, un edizione limitata bello da impazzire, tacchi e orecchini abbinati molto in stile boho-chic. Aprii la busta e trovai due biglietti per Kawai ed erano per i prossimi giorni.

Zayn si appoggio allo stipite della porta “ho già parlato con il manager ed era d’accordo, ha pensato che sia buono ti prenda qualche giorno di pausa prima dell’inizio del tour.. e poi - aggiunse ammiccante - avremmo tanto spazio e tanto tempo per noi” venendo verso di me mi cinse i fianchi e mi baciò come solo lui sapeva fare. Dimenticai spazio e tempo. Succedeva sempre quando collidevamo, così armoniosamente che sembrava non potesse esserci una metà più perfetta che combaciasse con la mia, e non poteva. Era unico, e quello che abbiamo è unico. Lo comprendevo ogni giorno di più. Grazie a lui avevo trovato la mia strada, credevo in me stessa. Non mi aveva mai fatto dubitare, neanche per un minuto ha smesso di credere in me. Zayn aveva ritrovato la sua di strada, credeva in se stesso ed entrambi credevamo in noi. Nient’altro conta più di questo.
 

- the end -

 

Ebbene sei anni dopo l’ultimo aggiornamento della FF mi rifaccio viva, probabilmente quasi nessuno leggerà questi ultimi due capitoli, ma come ben sapete voi che leggete ora o più avanti rispetto a questo assurdo 2020, è in corso una quarantena che sta facendo andare ai matti molte persone.
Tra i miei propositi della quarantena c’era finire tutto ciò che avevo inziato, e ho iniziato tante cose, sono una procrastinatrice seriale come vedete dalle mie storie. Ma ora che tecnicamente abbiamo tutti più tempo, e dopo aver finito di guardare serie TV e film su Netflix, Amazon Prime e Disney+, aver ripreso in mano strumenti che non suonavo da anni e finalmente continuando progetti che riguardano la mia passione per video e foto, mi sono di nuovo addentrata nei meandri di YouTube e ho ritrovato le mie vecchie FF, le FF di tante ragazze che alla mia stessa età scrivevano queste incredibili fantasie adolescenziali con protagonisti personaggi famosi, che mai nella vita potrebbero essere come noi li dipingiamo. Ma d’altronde, quando scrivi FF e hai 16 anni, tutto ciò che riguarda il futuro può essere solo bello e speranzoso tutto rose e fiori, guai se fosse diverso cavolo, è la cosa bella di quell’età. Quando ti ritrovi a leggere queste cose quando ne hai 24 pensi “santissimoiddio, ma che cavolo mi passava per la testa a scrivere certe stupidate” o “cacchio ma questi si baciano ogni tre per due, manca della sostanza a sta storia”
Ripenso anche spesso al fatto che queste FF - Believe in Me e How to Love nello specifico -  inizialmente volevano essere una storia Originale, non volevo usare i One Direction come protagonisti ma sapevo che nessuno le avrebbe lette se avessi fatto diversamente. Sono contenta che però molte di voi lettrici le abbiano apprezzate anche per il mio stile di scrittura. 
Rileggendo le recensioni mi sono sciolta e volevo ringraziare tutte le ragazze che hanno letto questa serie nonostante le numerose pecche. Chissà magari per ricavare qualche soldino dalla quarante mi butterò sulla scrittura e userò questa mia FF come storia originale dopo aver corretto tutte le imprecisioni e le valanghe di smancerie assurde che ho scritto. 
Mi raccomando non perdetevela prossimamente in ogni libreria ;) haha no beh non penso sia realistico ma sarebbe divertente. 
Avevo scritto capitoli nuovi per Payphone che non ho mai pubblicato perchè una volta che mi si è rotto il vecchio PC ho perso tutte le bozze e non valeva la pena riscrivere tutto quello che era andato perso. Mi dispiace perchè ho iniziato diversi temi nella storia che poi non ho approfondito, volevo per esempio approfondire la sequenza tra Niall e Liam e affrontare i tema vittima-bullo ma oramai è passato così tanto tempo da quando avevo iniziato a scrivere la storia che è già tanto se qualcuno leggerà questi capitoli, perchè come me anche le altre ragazze che seguivano questa storia probabilmente saranno tutte oramai sui vent’anni passati non guarderanno più un sito come EFP ma tra i miei propositi c’era appunto quello di finire tutto quello che avevo iniziato, e una volta viste le vecchie FF lasciate a marcire senza fine ho pensato di usare una domenica in cui mi sentivo particolarmente creativa per scrivere qualcosa che la completasse. Non sono più nel flow per cui non so proprio dire come io abbia scritto questi due capitoli. Probabilmente troppo frettolosa e con delle mancanze piuttosto evidenti ma nonostante tutto Una cosa è certa, scrivere mi piace ancora molto e mi sono divertita a ripescare queste vecchie fiamme. Spero che qualcuna delle ragazze che seguiva la seria veda questo aggiornamento e faccia un tuffo nel passato con me, quando tutto era ancora così superficiale che la cosa più difficile da decidere era se eri team 1D o The Wanted. 
Questo è l’ultimo aggiornamento visto che ho portato a termine quello che mi ero proposta, probabilmente non ci sentiremo più, in ogni caso: è stato un bellissimo viaggio e un po’ quest’innocenza mi mancherà, ma L.I.F.E. G.O.E.S. O.N. come dicono i Noah and The Whale.
Grazie ancora e adiòs
- xx Gio.

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