The best of times

di Violet20
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


Siete tutti invitati a preparare i fazzoletti prima di leggerla perché ho pianto io che non ho la lacrima facile mentre la scrivevo perciò 😭😂.
Questo è uno dei tanti missing moments che noi tutti fan avremmo voluto vedere: il Dottore che restituisce i ricordi a Donna... E lei che fa le ultime raccomandazioni a lui prima di dirgli definitivamente addio 😭😭!
La ff è collocata tra 'Waters of Mars' e 'The day of The Doctor'... Spero vi piaccia!


Our children will always hear
Romantic tales of distant years
Our gilded age may come and go
Our crooked dreams will always glow

 
La radio andava a tutto volume, ma il Dottore era troppo impegnato per ascoltarla. La sua amata Tardis aveva oramai qualche anno ed era necessario tenerla il più possibile sotto controllo per evitare che da un giorno all'altro smettesse di funzionare, com'era successo quella volta che era finito nell'Universo parallelo di Pete... Lo stesso universo dove ora si trovava la sua vecchia companion. Rose Tyler: se solo avesse potuto vedere, anche solo per un secondo, se era felice con la sua metacrisi... 
 
Stick with me
Oh you're my best friend
All of my life
You've always been

 
"Ecco dove stava il problema!" 
Qualche ora prima si era accorto che alcuni pulsanti della consolle non funzionavano come di dovere e dopo ore passate a cercare il perché, si era ritrovato nella sua mano destra un piccolo anello, poco più grande di una fede nuziale umana, che probabilmente doveva essersi infilato da qualche parte all'interno della consolle. Ma bastò un'occhiata per ricordargli chi ne era stata la proprietaria: "Donna..." 
 
Remember remember
All we fight for
Remember remember
All we fight for1
 
Sembrava fosse passata un'eternità da quella vigilia di Natale, quando quella rossa tutto pepe era comparsa come per magia nella sua macchina del tempo... Era stato in quell'occasione che le aveva regalato quel piccolo bio – ammortizzatore. Non si ricordava quando se l'era tolto e se ne faceva una colpa, nonostante nella sua mente fossero ancora freschi i ricordi di tutti momenti passati insieme… Perché se si fosse scordato qualcosa, neanche Donna avrebbe potuto ricordarlo. 
Donna Noble. Quando aveva avuto l'occasione di dimostrare all'Universo di che pasta era fatta, aveva rischiato di andarsene per sempre. E pur coi cuori a pezzi, il Dottore aveva seguito quella regola che si imponeva sempre quando i suoi companion si trovavano in pericolo: "Sani e salvi, anche senza di me". 
Oramai era quasi un anno che la Tardis ospitava una sola persona e gli mancava la presenza di un companion: aveva dei bellissimi ricordi di tutti i periodi trascorsi con ognuna delle sue vecchie compagne di viaggio e pensava che questi fossero importanti perché nel momento in cui si sarebbe lasciati avrebbero contribuito ad alleviare il dolore dell'addio... Ma non per Donna.
ll Dottore sferrò un pugno alla consolle, furioso al pensiero che avrebbe continuato a considerarsi una perdente, incapace di avere una relazione o di tenersi un lavoro: se solo avesse saputo che per un attimo, un solo attimo, era stata la donna più importante di tutto l'Universo... Ma era impossibile. Ricordare per Donna sarebbe significato morire e il Dottore non avrebbe mai permesso che la sua migliore amica facesse quella fine.
Tormentato da questo dilemma esistenziale, prese allora a camminare su e giù per la Tardis in cerca di un modo per far sì che la sua amica ricordasse senza provare troppo dolore. Camminò a lungo e in largo per alcuni minuti fino a che non si fermò: un modo c'era. Prese lo schermo della Tardis, se lo portò di fronte e si mise a digitare in cerca di tutte le informazioni necessarie per portare a termine la sua missione. 
 
Donna Noble sarebbe morta all'incirca alle 19.00 del 16 aprile del 2049 nella stanza 104 dell'ospedale St. James, per un tumore alla gola troppo aggressivo per essere curato.
"Se ne è andata il compleanno di Charlie Chaplin: perché non gliel'ho fatto conoscere in tempo..." pensò il Dottore con una nota di malinconia: "e peccato non sia il 3049: in quell'anno sono ormai decenni che tutti i tumori sono curabili!”
Stava per impostare la data e il luogo, quando si fermò. In rete era riuscito a trovare ogni dettaglio riguardante la sua dipartita: forse sarebbe riuscito a trovare qualcosa su ciò che Donna era riuscita a fare dopo la loro separazione forzata. Aveva un disperato bisogno di buone notizie. Fortunatamente fu accontentato: poco dopo averla lasciata, Donna aveva trovato lavoro come segretaria presso la redazione del The daily facts, e lì aveva conosciuto Travis McDonald, un giovane scozzese che faceva il giornalista investigativo: con la scusa che gli serviva un passaggio per l'aeroporto, Travis si era fatto portare dalla sua amica in un'azienda sospettata di fare esperimenti con gli animali pur schierandosi contro e Donna, rifiutandosi di lasciarlo solo, aveva deciso di seguirlo... E da lì era nata una splendida amicizia.
"Non ti smentisci mai!" sorrise il Dottore. Continuò a cercare e in breve trovò in rete tutti gli articoli che raccontavano dei casi che avevano risolto insieme: più di una volta questo Travis ribadiva che non sarebbe andato da nessuna parte se non fosse stato per lei, che nel frattempo era stata promossa come sua assistente personale, dal momento che Travis era diventato la firma più importante del giornale. Molti sospettavano una storia tra i due, ma in realtà Donna si era sposata il 10 maggio 2010, dopo sette mesi di fidanzamento, con un certo Shaun Temple, rappresentante indo - gallese di computer. Il Dottore lesse che all'epoca si era appena trasferito a Londra dopo un matrimonio mancato e che aveva incontrato Donna perché l'ultima persona che aveva visto a Cardiff per lavoro gli aveva consigliato di passare da lei perché ‘necessitava’ davvero di un nuovo computer... Peccato che Donna sostenesse di non aver alcun bisogno di un computer e di non conoscere nessuno che si chiamasse Jack Harkness2, ma la chiamata provvidenziale della ex di Shaun aveva fatto sì che entrambi si mettessero a parlare della loro ‘non proprio felice’ vita amorosa davanti a una tazza di caffè.
"E adesso Jack si è messo a fare anche da cupido?” commentò il Dottore sorpreso.
A quel pomeriggio era seguito un invito a cena, due uscite al cinema e un picnic al parco, durante il quale per la prima volta nella sua vita Donna aveva fatto il primo passo, baciando uno Shaun che fino a quel momento aveva perso ogni speranza di trovare l'anima gemella. I due si erano follemente innamorati l'uno dell'altro e dopo che Donna gli era stata vicino durante un'operazione alla schiena, Shaun le aveva chiesto se voleva andar a convivere con lei... E due mesi dopo, entrambi avevano fatto la proposta di matrimonio all'altro. Peccato che non appena avevano provato ad avere figli, non avevano avuto la stessa fortuna che avevano avuto all'inizio. Sembrava che Donna non potesse averne, ma per fortuna Shaun le era stato sempre vicino e quando ogni speranza sembrava essere svanita, Donna era rimasta incinta e... Proprio sul più bello, lo schermo si oscurò.
"Fantastico, adesso anche lo schermo necessita una manutenzione!" si lamentò il Dottore. Ma non sarebbe stato quel piccolo inconveniente a impedire alla sua macchina del tempo di funzionare a dovere.
"Se c'è altro da scoprire lo scoprirò una volta arrivato... Sperando non sia niente di brutto!" disse tra sé e sé mentre impostava la Tardis nella data e nel luogo prestabiliti... Con una mezz'ora d'anticipo. 


Ed eccoci al primo capitolo di questa fanfiction! 
Riuscirà il Dottore nel suo intento? Incontrerà Donna da solo? 
Le risposte nel prossimo capitolo... E preparate i fazzoletti!

1- La canzone è Heaven dei The Walkmen (i cui diritti non m'appartengono): probabilmente il titolo non vi dice niente, ma se siete fan di How I met your mother è quella dell'amato/odiato finale... Io personalmente l'ho amato, adoro la canzone ed era perfetta come intro della ff.
2- Mi duole comunicare che questa bellissima headcanon non sia mia, ma l'ho trovata su Tumblr 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Eccoci al momento clou!
Finora è l'unica scena che abbia scritto versando qualche lacrima (e ricordo che non sono una che si commuove facilmente): questo è il motivo per cui sono affezionata a questa fanfiction - oltre alla trama, ovviamente - e vi ringrazio per il sostegno fin qui ricevuto.
Spero che vi piaccia il suo sviluppo: prendete i fazzoletti e buona lettura!







Quando fu certo che la Tardis fosse atterrata, il Dottore prese il cappotto e si diresse alla porta, ma poco prima di aprirla si fermò lasciando la sua mano sospesa per aria. Fino a quel momento non aveva avuto ripensamenti, ma adesso non era più sicuro di potercela fare.
"Oh, andiamo!” si disse cercando di farsi coraggio: “Immagina come si arrabbierebbe se venisse a sapere che eri sul punto di farlo e non l'hai fatto!" e dopo aver immaginato l’ipotetica reazione dell’amica alla notizia, fece un bel respiro e aprì la porta.
La Tardis era atterrata in uno stanzino delle scope, dal quale una volta uscito, si ritrovò in un lungo corridoio d'ospedale con le pareti azzurre. Svoltò a destra, poi a sinistra e poi sempre dritto. Girato l'ultimo angolo, si trovò finalmente nel corridoio giusto, ma mentre si avvicinava alla stanza di Donna, notò di non essere da solo. Al di fuori della porta di quella stanza in cui voleva e non voleva entrare c'erano seduti un uomo e una donna, sui trenta/quarant’anni circa, che pur non parlandosi, si tenevano per mano, come volessero farsi coraggio. Al Dottore bastò un'occhiata al colore dei loro capelli per capire chi fossero e appena lo realizzò, gli venne un groppo alla gola per l'emozione. Erano i figli... I figli di Donna! Avevano entrambi i capelli rossi, anche se la ragazza li aveva leggermente più scuri del fratello: ma eccettuata quella differenza, i due si somigliavano come due gocce d'acqua... Gemelli, Donna aveva avuto due gemelli! Come gli sarebbe piaciuto tornare indietro nel tempo e comunicarle la bella notizia! Ma l'improvvisa felicità che l'aveva colto si dissolse non appena fece per muoversi nella loro direzione.
"Salve... E’ questa la stanza di Donna Noble?" 
La ragazza alzò lo sguardo, corrugando la fronte.
"E lei chi è?" chiese sospettosa. 
"Sono... Un amico di vostra madre" rispose il Dottore, cercando di non lasciar trasparire l'agitazione dalla sua voce.
"Così giovane? E quando vi sareste conosciuti?" chiese il ragazzo, corrugando la fronte esattamente come aveva fatto la sorella e alzandosi in piedi.
"Bè, ecco, è un tantino lungo da spiegare..." rispose lui imbarazzato. Non ce l’avrebbe mai fatta a raccontargli tutto, il tempo era quello che era... Quando all'improvviso, alla ragazza le brillarono gli occhi.
"Wilfred, è lui..." mormorò prendendo per un braccio il fratello e alzandosi lentamente, senza distogliere per un attimo lo sguardo dal Dottore.
Il ragazzo guardò prima la sorella e poi guardò lo sconosciuto che aveva affermato di conoscere sua madre. E strabuzzò anche lui gli occhi per la sorpresa.
"Sei proprio tu..."
"Wilfred? Ti chiami Wilfred?" domandò il diretto interessato, spaventato dalle occhiate sorprese e al tempo stesso inquisitorie dei gemelli.
“... Come il nonno. E io Agatha, come la scrittrice che avete conosciuto in uno dei vostri viaggi... Dottore!" rispose la ragazza, mentre sul viso cosparso di lentiggini le si formava un sorriso. Stavolta fu il Dottore a strabuzzare gli occhi per la sorpresa.
"Un... Un momento... Come sapete tutte queste cose? Non può essere stata lei..."
Il ragazzo sorrise e prese dalla borsa che aveva ai piedi un diario dalla copertina nera di cuoio che gli consegnò in mano. Il Dottore prese a sfogliarlo: in quel diario abbastanza voluminoso c'erano scritte tutte le sue avventure con Donna, dalla prima all'ultima. Ma quella non era sua la scrittura.
"Chi vi ha dato questo diario?"
Che fosse opera della misteriosa River Song?
"Papà. Due anni fa..." disse Agatha abbassando gli occhi.
Al Dottore bastarono quelle parole per capire qual era stata la circostanza.
"Quando abbiamo parlato con lui per l'ultima volta, ci fece aprire un cassetto con una chiave che aveva sempre tenuto nascosta e ci consegnò questo diario. Disse che nonno Wilfred gliel'aveva consegnato al momento della sua... Dipartita" 
Al sentire la notizia che il nonno di Donna era morto, pur sapendo di trovarsi nel futuro, il Dottore non poté evitare che una lacrima gli rigasse il volto: "Ci disse che poco prima di incontrarlo, mamma aveva viaggiato nel tempo e visitato l'Universo con un alieno dalle sembianze umane che si faceva chiamare 'il Dottore'. Ci disse che trovava ingiusto che non potesse ricordare niente di quel periodo che l'aveva fatta diventare la persona che aveva conosciuto, ma come gli aveva detto il nonno, toccava a lui farlo per lei" 
Il Dottore sorrise commosso.
"E così abbiamo fatto noi. Sapevamo di avere una grande mamma, ma dopo questo..." commentò il ragazzo, ma subito dopo si fermò e fissò il Dottore con uno sguardo serio: "Ma lei non può ricordarti, a meno che oggi..."
Il Dottore li guardò a fatica negli occhi. Fece un debole sorriso e fece segno di sì con la testa. Subito i due si cercarono con la mano e se la strinsero a vicenda per farsi coraggio.
“Bè, non ci cogli di sorpresa, in un modo o nell’altro ce lo aspettavamo...” disse Agatha abbassando lo sguardo.
“E... Tu sei qui per fargli un ultimo regalo prima che se ne vada per sempre?” chiese timidamente Wilfred.
“Non sono obbligato a farlo se non volete” rispose lanciando un'occhiata all’orologio del corridoio: aveva ancora venti minuti a sua disposizione.
“Devi farlo" esclamò Agatha, stavolta guardandolo dritto negli occhi: "Quando i medici ce l’hanno comunicato, io e Wilfred abbiamo pensato entrambi che se c’era una cosa che avrebbe reso più sopportabile tutto questo per mamma sarebbe stato ricordarsi cosa le era successo nel 2008!”
“Ripensava sempre a quell’anno,” continuò Wilfred: “ma non riusciva mai a ricordarsi troppo. Hai presente quando hai un vuoto in testa, ma sai che è perché hai scordato momentaneamente qualcosa? Per lei è sempre stato così: col tempo ci aveva fatto l’abitudine, ma era comunque triste perché sapeva che era qualcosa di importante, ma non riusciva a ricordare che cosa...”
Il Dottore stava per replicare, ma Agatha aveva preso la testardaggine della madre e continuò.
“Non si può fare più niente per lei... Fallo per la precaria che ha salvato l’Universo e l’ultimo Signore del Tempo, fallo per tutti i bei momenti passati insieme... Fallo per noi,” indicò lei e il fratello: “per papà, per il nonno, la nonna, tutti quelli che sapevano quanto valesse mamma e non hanno mai potuto dirglielo apertamente... Falla morire felice!” disse concludendo con le lacrime che le rigavano il volto.
Il Dottore sorrise e fece per asciugarle una guancia.
“E allora andiamo a ricordare a vostra madre chi è la donna più importante dell’Universo!”
I due gemelli vennero in avanti entrambi per abbracciarlo e il Dottore li strinse forte a sé. Avrebbe voluto replicare che così facendo, sarebbe stato costretto a dirle di nuovo addio ed era stanco di perdere tutti quelli che viaggiavano con lui. Ma nel vedere le sue lacrime le parole che avrebbe voluto usare per replicare gli erano morte in bocca: non avrebbe mai potuto negare il proprio aiuto a due bambini che stavano per dire addio alla propria madre. 
 
 
 
A causa delle tapparelle abbassate, la camera era un po’ buia. Al centro di questa c’era un letto sul quale era sdraiata un’anziana signora che in gioventù aveva avuto i capelli rossi e nonostante l’età e la malattia, conservava ancora uno sguardo vispo. Non stava dormendo perché non appena i tre varcarono la soglia, sollevò lo sguardo e chiese: “Che ci fate ancora qui ragazzi? Non siete appena usciti?”
Il Dottore ebbe un piccolo sussulto. La sua voce non era invecchiata di un giorno. 
“Mamma, c’è una persona che vorrebbe salutarti…” le spiegò Agatha.
Donna distolse lo sguardo per cercare questa persona e Wilfred spinse dolcemente il Dottore con la mano. Si fece avanti e sotto gli sguardi ansiosi dei gemelli, andò a sedersi sul lato sinistro del letto.
“E tu chi sei?”
Il Dottore le prese la testa fra le mani nonostante tremassero: “Donna... Ti ricordi di me?”
Fu un attimo. Donna sobbalzò, come se fosse stata colpita da un fulmine, facendo spaventare i suoi figli, ma subito dopo guardò più attentamente quello strano individuo che aveva chiesto di vederla. I suoi occhi si spalancarono per la sopresa e sulle labbra le si formò un sorriso: “Spaceman!”
Il Dottore, insieme con Agatha e Wilfred, a quel punto non riuscirono più a trattenere le lacrime e le risate per la buona riuscita dell’impresa, mentre Donna cominciava a mettere insieme tutti i tasselli mancanti della sua vita grazie ai nuovi ricordi.
“Ciao Donna!” le rispose il Dottore: “Deduco che adesso ti ricordi di me...”
“Non solo di te, megalomane” gli rispose a tono: “Ora tutto ha più un senso: non mi sono sposata con Lance perché se la faceva con Nerys... Era perché se la faceva con quella gigantesca donna ragno!”
“Già” mormorò il Dottore.
“E quei cuccioli di grasso: com’erano carini... Anche se lo stesso non si poteva dire di come nascevano... E la famiglia di Pompei: chissà che fine avrà fatto quella ragazza... Evelina, Evelina si chiamava... E la biblioteca! Quella gigantesca biblioteca che ospitava quei mostri terrificanti: ora capisco perché ho sempre avuto paura delle ombre... E ho chiamato mia figlia Agatha non solo perché mi piaceva la scrittrice, ma anche perché l’avevo conosciuta! Agatha, hai sentito? Ho risolto un caso con Agatha Christie!” disse cercando con lo sguardo la figlia, che annuiva commossa.
“Lo so mamma, il nonno ce l’ha raccontato!”
E Wilfred le porse il diario che prima aveva fatto sfogliare al Dottore. Lei lo prese tra le mani e lo lesse quasi in un battibaleno... Come solo un Signore del Tempo avrebbe potuto fare.
“Noooo” esclamò ad un certo punto: “Mio nonno ha scritto anche di Freddie Mercury!
"Davvero?" chiese il Dottore sbirciando la pagina che teneva aperta per poi commentare ai figli: "Rimase impressionato dalle doti da ballerina di vostra madre!"1
"Ballavo molto meglio di te! E non solo mi offrì da bere, ma a un certo punto ci siamo ritirati nel sala VIP della discoteca e..."
Un forte dolore alla testa non la costrinse a piegarla in avanti.
“Mamma?” esclamò Wilfred chinandosi verso di lei preoccupato.
“Va tutto bene tesoro, è solo il prezzo necessario per ricordare. Non c'è bisogno che vi racconti questa storia: abbiamo poco tempo, quindi usiamolo bene” disse alzandosi un poco mentre lui annuiva alla sua richiesta con le lacrime agli occhi. Ecco il DoctorDonna, pensò il Dottore con un mezzo sorriso.
“Prima tu, Dottore... Quanto tempo è trascorso dall’ultima volta che ci siamo visti?” gli chiese con tono deciso. 
“Un anno...”
“E viaggi già con qualcun altro?”
Il Dottore abbassò la testa: “Non viaggio più con nessuno da quando ti ho lasciato” Donna aggrottò le sopracciglia in segno di disapprovazione e scosse la testa: “Dottore, Dottore... Uno come te non dovrebbe mai stare da solo!”
“Lo so Donna, lo so...” disse il Dottore ripensando a cosa l’aveva spinto a fare su Marte la mancanza di un companion pronto a farlo rinsavire: “... Ma dove la troverei un’altra come te?”
“Oh, andiamo: scommetto che là fuori c’è un’altra rossa pronta a tenerti testa che non vede l’ora di scoprire l’Universo e... AHH!!!” 
Donna provò un’altra fitta di dolore, stavolta più forte.
“Promettimelo, Dottore: trova qualcuno...” disse la sua amica stringendo i denti per il dolore, mentre i figli le tenevano la mano destra per farle coraggio: “... Perché penso che a volte tu abbia bisogno di essere fermato!” 
“Lo prometto, Donna, lo prometto!” 
Sopraggiunse un’altra fitta di dolore, ma Donna continuò imperterrita stringendo la mano destra a quelle di Agatha e Wilfred.
“Grazie, grazie di tutto... Per le cose belle e le cose brutte!” 
Il Dottore si portò la sua mano alle labbra e le scoccò un bacio: “Grazie a te... Anche a nome di tutti quelli che hai salvato!” 
Donna gli rispose con un sorriso.
“Sapevo che ce l’avresti fatta, anche senza di me. Un bel lavoro, Shaun, i gemelli..."
“I miei tesori..." Donna si rivolse ai suoi figli: "Ho visto tante cose nella mia vita... Ma vedervi crescere è stata la cosa più bella a cui abbia mai avuto la fortuna di assistere: perciò... Siate fantastici, in qualunque cosa facciate!”
I due stavano per abbracciarla quando una quarta fitta di dolore non la costrinse a rifiutare l’abbraccio: oramai era questione di minuti, pensò il Dottore dando una rapida occhiata all’orologio...
“Dimenticavo...” mormorò Donna prendendolo per un braccio e guardandolo per l’ultima volta: “... Rose e la tua metacrisi... Sono felici... Molto felici... Sii felice...” e non distolse più lo sguardo dall’ultimo Signore del Tempo.

 


1- riferimento alla mia precedente fanfiction su Donna e il Dottore 'I'm lying here, with my friend, to see the stars': vi consiglio di leggerla al termine di questo capitolo <3

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Eccoci qui con il finale di questa storia!
Ok, il grosso è già successo, ma volevo fare qualche piccola precisazione e chiudere al meglio questa fanfiction.
Buona lettura e ancora grazie per il supporto!


Agatha e Wilfred scoppiarono in lacrime e s’abbracciarono per farsi forza a vicenda. Il Dottore invece rimase lì dov’era, con le lacrime che continuavano a scendergli lungo le guance.
“Addio Donna Noble” le sussurrò, . Cercando di non farsi notare dai due fratelli, si dileguò dalla stanza, chiudendo gli occhi dell'amata companion, per poi asciugarsi le lacrime e dirigersi verso lo stanzino delle scope. Strano come a volte erano le ultime persone a cui potevi pensare quelle in grado di cambiarti la vita, pensò mentre camminava a testa bassa. Chi l’avrebbe detto che una precaria sulla quarantina con poca stima in sé stessa avrebbe salvato l’ultimo Signore del Tempo per ben tre volte? Donna era stata la migliore amica che avesse mai potuto avere in quel momento nella sua vita. E avrebbe sempre avuto un posto speciale nei suoi cuori, fino alla fine della sua vita.
“Almeno potresti avvisare quando esci da una stanza!” 
Il Dottore sussultò. 
“Non... Volevo essere di troppo” ribatté, avvicinandosi a testa bassa a quella che gli sembrava la versione giovanile di Donna.
“Tu non sei un peso. Hai restituito tutti i ricordi di mamma...”
“Grazie Dottore...” disse Wilfred sorridendo.
E per la seconda volta nella giornata si ritrovò placcato dal doppio abbraccio dei gemelli Temple – Noble. Un abbraccio che esprimeva tutta la loro gratitudine, molto meglio di quanto non avessero potuto fare a parole e il Dottore non oppose resistenza.
“Quindi è lì dentro?” chiese Agatha una volta sciolto l’abbraccio: “Time and relative dimension in space... La Tardis...” 
Il Dottore fece un sorrisetto malizioso: “Volete vederla?”
I due fratelli si scambiarono un’occhiata e annuirono entrambi. Il Dottore aprì la porta e una volta nello stanzino delle scope, fece per aprire la porta della sua cabina blu, ma prima si volse ai due gemelli per prepararli psicologicamente: “Quello che state per vedere è qualcosa di sconvolgente, mai visto prima. Avete letto di lei, certo, ve la siete immaginata, ma niente di tutto questo potrà reggere il confronto con l’esperienza vera e propria. Dunque... Siete pronti?” domandò. 
Agatha per tutta risposta si precipitò ad aprire la porta, seguita dal fratello e da un suo rumoroso: “OMIODDIO!!!”
“E’... E’...”
“E’ davvero più grande all’interno!” sentenziò Wilfred con gli occhi quasi fuori dalle orbite. 
“Non mi stancherò mai di sentirvelo dire!” commentò il Dottore compiaciuto richiudendo la porta.
 
“E’ bellissima” mormorò Wilfred con la bocca aperta per lo stupore.
“E’ ancora meglio che immaginarla!” aggiunse Agatha. 
I Temple – Noble avevano domandato al Dottore di portarli a vedere la Terra dallo spazio, qualcosa che sognavano di vedere da quando Donna aveva provato a raccontargli come la immaginava - inconsapevole che fosse esattamente come l'aveva descritta -. Il Dottore li guardava soddisfatto: la loro felicità gli aveva fatto momentaneamente scordare a cosa avevano appena assistito quel giorno, quando sentì qualcosa nella sua tasca: era il bio – ammortizzatore di Donna che aveva impedito il corretto funzionamento della consolle fino a quella mattina. Tutto quello che era successo fino a quel momento era stato per causa sua, per quel piccolo regalo che le aveva fatto tanto tempo fa. In quel momento si precipitò in una delle stanze attigue alla sala di comando e si mise a cercare qualcosa, buttando per aria tutto quello che non gli serviva.
“Dottore, va tutto bene?” chiese Agatha distogliendo lo sguardo dal suo pianeta natale.
“Niente, niente, Agatha... Mi serviva solo un vecchio strumento che avevo lasciato a prendere polvere quasi un secolo fa” disse ricomparendo alla vista dei gemelli mezzo impolverato e tenendo qualcosa nella mano destra: “Ora vi riporto a casa”.
 
“Prima che ve ne andiate,” disse una volta atterrati: “devo darvi una cosa” e tirò fuori dalla tasca destra due anelli dorati che consegnò a ognuno dei Temple – Noble: “L’ho duplicato in modo che ciascuno di voi potesse averlo... Apparteneva a vostra madre e non credo che ci sia bisogno di dire cosa sia...”
“Grazie Dottore!” e sulle labbra di Agatha si disegnò un gran sorriso: “Senza contare che è anche un buon modo per fare pratica quando indosserò la fede!”
“Lei e il suo fidanzato si sposeranno a settembre!” spiegò a bassa voce Wilfred. 
Il Dottore sorrise: “Felicitazioni allora. Consideralo il mio regalo di nozze...”
“... Un regalo inusuale” commentò Wilfred: “come il biglietto della lotteria vincente che hai regalato a mamma...” ma si tappò subito la bocca.
“Cosa hai detto?” chiese il Dottore.
“Spoilers!” commentò Agatha con un sorriso nervoso, per poi fulminare con lo sguardo il fratello.
Il Dottore annuì divertito: “Messaggio ricevuto”. 
Fece per rientrare nella Tardis, ma si fermò poco prima e rivolse un ultimo sguardo ai figli di Donna. Sarebbero stati dei gran companion... Ma forse dopo quello che era successo alla loro madre, non avrebbero accettato di viaggiare con lui. Pensò che però avrebbe potuto fare altro per loro. Insomma, gli avevano confermato che avrebbe rivisto Donna un’altra volta e chissà quante altre volte l’avrebbe rivista: mentre faceva shopping, al pub a bere con gli amici, in giro per le strade... Per lei sarebbe stato un perfetto sconosciuto, soprattutto se in futuro si fosse rigenerato, ma lui avrebbe potuto continuare a farle da angelo custode, e non solo per lei.
“Siate fantastici... Sempre!” e rivolgendo loro un ultimo sorriso, chiuse la porta della cabina. E mentre s’avvicinava alla consolle, vide che lo schermo era tornato a funzionare e gli mostrava una foto di una bella famiglia felice, composta da Donna, Shaun e due piccoli gemelli dai capelli rossi. Il Dottore sorrise e con due lacrime che gli scendevano lungo le guance, partì.
 
Mentre pilotava la sua cabina blu, Dottore pensò a molte cose, e non tutte erano belle, ma una cosa di quella giornata l’aveva reso particolarmente contento... Rose, la sua Rose era felice con la sua controparte umana! Era così sollevato nell’apprendere quella notizia, ma ancora non poteva dire che di averla superata del tutto. Sii felice, gli aveva detto Donna ... Doveva andare avanti: lo faceva sempre, poteva farlo anche questa volta... Con un nuovo companion al suo fianco? Ne aveva assolutamente bisogno... E poi l’aveva promesso a Donna. E conoscendola, sapeva che se non avesse rispettato l’impegno, avrebbe trovato un modo per venirlo a tormentare nei suoi sogni finché non si fosse deciso a trovarne un altro... Un’ultima lacrima gli scorse lungo la guancia e nel momento in cui se l’asciugò, sullo schermo della Tardis apparve qualcosa che attirò la sua attenzione.
“Zygon nell’Inghilterra del 1562... Chi è che governava in quell’anno? Ma certo, Elisabetta I! Chissà se la regina vergine sarà la rossa capace di tenermi testa...” e alzando lo sguardo, come se volesse rivolgersi al cielo, prima di abbassare la leva disse: “E questa avventura è anche per te, Donna Noble... Allons – y!”.

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