God of Darkness

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Ultimo capitolo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Mia aveva finalmente fatto ritorno ad Asgard, aveva smesso di prendere ordini e doveva cercare in tutti i modi di controllare i suoi poteri.
La mattina dopo del suo arrivo, ci sarebbe stato il processo di Loki davanti ad Odino.
Egli si avviò con le mani in catene al cospetto del re: dove i presenti erano Frigga,sua madre e Thor,il fratellastro.
Di Mia nessuna traccia, ma non perché non voleva essere presente,ma perché le era stato vietato.
Il re credeva che facesse una scenata, dato il suo rapporto con Loki.
-Madre.- salutò Loki,con un cenno di capo.
-Chiedi perdono Loki,sei ancora in tempo.- disse Frigga,con sguardo dispiaciuto.
Loki non disse nient’altro,voltò solo il capo verso il padre per sentire il suo giudizio: raccontò semplicemente che,come suo dovere di re, voleva comandare la sua gente,solo che essa si ribellava a lui.
-Ho semplicemente fatto quello che avresti fatto tu. Hai sacrificato tante vite in passato o sbaglio?- commentò Loki,davanti ad Odino.
Il re degli Dei non disse altro, lo mandò solamente alla prigione nei sotterranei del castello.
***
Intanto Thor, dopo aver lasciato Jane sulla Terra, spesso andava da Haimdall per chiedergli se con i suoi occhi la vedeva e di sapere come stava.
Ma in quel giorno particolare, la guardia perse il contatto con lei e il Dio,preoccupato, si diresse sulla Terra per controllare da più vicino.
Insieme al suo lungo mantello e la sua arma,scese nel punto in cui Jane era sparita.
Non appena lo vide, la ragazza corse da lui,ma,inizialmente, gli lanciò uno schiaffo.
-Sei sparito! Ti ho cercato per due anni, prima ero furiosa, poi, beh, ho pianto e poi mi sono messa a cercarti! Avevi detto che tornavi! Qual è la tua giustificazione? Sentiamo!- esclamò lei.
-Non potevo, i nove mondi sono entrati in caos, il Bifrost è stato distrutto.- spiegò Thor.
-Mh…Come giustificazione è plausibile.- commentò Jane,con una smorfia.
-Dove sei stata? Haimdall non ti vedeva.- le chiese confuso.
-Sono stata dove mi hai lasciato!- esclamò la ragazza, mentre notò che erano giunti sul posto dei poliziotti e si arrabbiò con Darcy. -Hai chiamato la polizia?!-
-Jane, sei sparita per 5 ore!- continuò l’amica, mezza preoccupata.
Tutto corrispondeva con la versione del Dio, ciò voleva dire che Jane era stata in un posto non esistente sulla Terra, magari un altro pianeta.
Non appena il poliziotto le si avvicinò  per chiedere spiegazioni, il corpo della ragazza emanò una grande forza che fece volare via l’uomo.
Jane iniziò a sentirsi debole e Thor la prese in braccio per portarla direttamente ad Asgard.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Non appena ebbero raggiunto il pianeta, le infermiere la fecero sdraiare e si misero a controllare il suo corpo.
-Che cos’ha?- domandò Thor, con voce dura.
-Non riesco a capire. C’è una forza enorme dentro di lei.- rispose l’infermiera, mentre giunse anche Odino.
Jane si guardava attorno spaesata,ma anche curiosa di quello che le stavano facendo.
-Che cos’è?- chiese, con voce sorpresa.
-E’ una fucina dell’anima.- rispose anche l’altra donna.
Odino arrivò furioso del fatto che un’umana fosse stata portata nel suo regno.
-A quanto pare nessuno segue i miei ordini.- esclamò il re.
-E’ malata.- gli disse Thor, che voleva tenere Jane sotto controllo.
-Ci sono delle persone sulla Terra chiamate medici: loro sapranno cosa fare.- ribatté Odino, poggiando una mano sulla spalla della ragazza.
Non appena lo fece, il corpo di Jane reagì e quasi la difese da quel tocco.
-L’infezione, la sta proteggendo.- commentò l’infermiera.
-No, sta difendendo se stessa.- continuò Thor, sempre più preoccupato.
A quel punto giunse Mia, che doveva assolutamente pregare il re di farle vedere Loki,ma arrivò al momento sbagliato.
Thor le raccontò l’accaduto e i tre seguirono Odino in una biblioteca antica: forse il re sapeva che cosa stava succedendo.
-Tanto tempo fa, mio padre ha combattuto contro gli elfi oscuri, una razza guidata da Malekith che voleva impossessarsi dell’ Aether, un materiale fluido dotato di un enorme potere e sfruttando la Convergenza dei nove regni, avrebbe portato l’oscurità ovunque.- spiegò Odino.
- Ricordo queste storie sulla Convergenza: mamma ce le raccontava da piccoli.- commentò Thor. – Questa forza è dentro Jane, la ucciderà.-
***
Mentre padre e figlio si raccontavano di antiche guerre vinte, ad Asgard era riuscito ad entrare qualcuno che aveva sentito che la potenza dell’Aether era stata riattivata.
Malekith e i suoi guerrieri erano riusciti ad abbattere Heimdall ed ad andare in cerca di Jane. Algrim, un fedele aiutante del re degli elfi trasformatosi in una bestia possente, entrò nelle prigioni dopo aver ucciso le guardie e iniziò a liberare tutti i prigionieri per far scattare l’allarme.
Giunse anche davanti la cella di Loki, che, tranquillo, si godeva la vista.
 I due si guardarono per un attimo,ma Algrim decise di non liberarlo per sua sfortuna.
-Ti consiglio di usare le scale sulla sinistra.- gli disse Loki, con sorriso spavaldo.
Thor e Mia sentirono l’allarme nella prigioni e per un primo momento pensarono fosse colpa di Loki: che si fosse liberato in qualche modo?
Ma quando arrivarono sul posto, videro che le celle erano state quasi tutte aperte.
-Se fermate questa rivolta ora, vi do la mia parola che non vi sarà fatto alcun male!- esclamò ad alta voce Thor, provando con le parole a far calmare la gente. Ma un uomo si avventò contro di lui e gli diede un pugno sul viso. – Okay, non avete la mia parola!- sputò poi fra i denti, afferrando l’uomo per i capelli e gettandolo a terra.
A furia di uccidere prigionieri, Mia incontrò la cella di Loki: i due si fissarono negli occhi per un paio di minuti, mentre la rivolta giungeva al termine e non spicciarono parola.
Forse lui sapeva come Mia poteva controllare i suoi poteri.
Intanto, anche Malekith era riuscito ad entrare nel castello: grazie al collegamento che aveva con l’Aither, riusciva a capire dove si trovasse.
Jane si trovava nelle stanze di Frigga che la stava proteggendo.
La donna difendeva la ragazza alle sue spalle e teneva nelle mani due lunghi pugnali.
-Dammi quello che mi appartiene, donna.- gli disse l’elfo.
-Vieni a prenderlo.- esclamò Frigga.
I due si misero a combattere,disarmandosi poi a vicenda.
Giunse anche Algrim che, cogliendola alle spalle, la alzò per il collo e le puntò un’arma dietro la schiena.
Malekith stava per riprendersi i propri poteri, ma quando si avvicinò a Jane, essa scomparve: era un ologramma.
-Strega!- esclamò furioso l’elfo.
In quel preciso istante, Algrim la pugnalò.
Thor intervenne, ma non fece in tempo perché i due elfi fuggirono via e la madre morì davanti i suoi occhi.
 
Ci furono grandi funerali per la regina di Asgard.
Odino sapeva in cuor suo che Jane non doveva restare nel suo regno e la fece imprigionare. Mentre Mia andò personalmente ad avvisare Loki della morte della madre.
Il Dio dell’oscurità non lo dava a vedere, ma moriva dentro per aver perso una delle due donne più importanti della sua vita.
Strinse i pugni e fece scaraventare i mobili alle pareti della cella.
Nemmeno Mia lo aveva mai visto in quel modo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Dopo la morte della madre, Thor si sentì in dovere di fare qualcosa per mettere fine a tutto quello che poteva accadere.
Decise che doveva portare Jane a Svartafaheimir, il regno degli elfi oscuri e consegnarla a Malekith.
Quando egli sarebbe stato più vulnerabile, Thor avrebbe tentato di distruggerlo e con lui anche l’Aether.
Ovviamente Odino era contrario a tutto questo: la sua idea era quella di combattere contro di loro, anche fino all’ultimo respiro asgardiano ed era convinto di vincere.
Così Thor avrebbe dovuto fare tutto di nascosto.
Riunì i propri amici in una taverna sicura, insieme ad Haimdall e anche a Mia.
Thor e gli altri si riunirono in una tavola tonda, mentre Mia girovagava dietro di loro ascoltando la sua proposta.
-Vi chiedo di fare qualcosa di pericoloso: qui si parla di alto tradimento. Devo portare via Jane da Asgard e spero che voi mi aiuterete.- disse Thor.
-Tradire Odino? Strano, non è da te.- commentò Mia, con un sopracciglio alzato.
-Io non mi fido di lei.- disse anche Sif, guardando l’amico.
-Dovrete fidarvi l’uno dell’altra. Sif, tu avrai il compito di rapire Jane nel momento più opportuno. Volstagg, Haimdall ha detto che sono venuti qui grazie ad una nave, useremo quella per andare via dal castello: fa si che nessuno ci veda. Fandral, tu ci preparerai una navetta per fuggire.- spiegò Thor.
-Quindi intendi scappare da Asgard attraverso l’uscita?- domandò Fandral, con una smorfia.
-No, ci sono altre uscite nascoste.- rispose il Dio.
-…Conosciute solo a pochi.- continuò il biondo baffuto.
-Solo ad uno veramente…- sussurrò Thor, guardando Mia di spalle.
La ragazza in piedi e vestita di nero lo guardò profondamente negli occhi.- Lo libererai.- esclamò.
Il Dio annuì a lei.
-E io a cosa ti servo?- chiese Mia.
-Non starà mai ai miei ordini, ma ubbidirà a te.- rispose Thor.
Il piano era chiaro, bastava solo metterlo in atto.
***
Odino venne urgentemente chiamato da Haimdall, che doveva distrarlo.
E mentre Sif uccise due guardie per rapire Jane, Thor e Mia si avviarono nelle segrete per parlare con Loki.
Il Dio dell’oscurità all’apparenza sembrava in ordine, ma era solo uno dei suoi soliti ologrammi.
-Come mai vieni a farmi visita fratello?- gli chiese curioso.
-Loki, basta bugie ed ologrammi.- intervenne Mia, capendo del suo trucco.
In un secondo Loki era da in piedi a seduto, i mobili erano messi a soqquadro e il suo sguardo era triste, mentre ripensava alla madre in vita.
-Ha sofferto tanto?- sussurrò.
-Noi possiamo vendicarla. Mi aiuterai ad uccidere Malekith?- gli domandò Thor.
-Devi essere molto disperato per venire a chiedere aiuto a me.- commentò Loki.
-Porterò Mia con me…- continuò il Dio.
Loki si alzò di scatto e si avvicinò alla figura del fratello.
-Tu prova a tradirmi e io la uccido.- disse poi con voce dura.
L’altro socchiuse gli occhi per cercare di capire il suo gioco. –Credi che io tenga ancora a lei?- chiese ridacchiando.
-Si.-
Loki si irrigidì e prese un bel respiro. –Bene, da dove cominciamo?-
 
I due camminarono velocemente verso dove era atterrata la nave degli elfi oscuri, cercando di non farsi vedere da nessuno.
-E’ intrigante fare tutto di nascosto, non credi? Ma forse preferiresti la compagnia di uno dei tuoi nuovi amici.- disse Loki a Thor, camminando accanto a lui. Fece apparire l’ologramma di Captain America e ci scherzò su. – Forte. Sento l’integrità morale crescermi dentro! La tuta è un po’ stretta però.. Dio benedica l’Ameri…-
Mia lo zittì prima che potesse dire altre scemenze e lo mise contro il muro. –Smettila.-
-Oh, questo è amore?- commentò l’altro, quasi sorpreso. -Dammi almeno un arma.-
Thor gli mise le manette alle mani senza spicciare parola e andò verso Sif, che aveva liberato Jane.
-Ciao, io sono Loki.- si presentò a Jane.
Di tutta risposta, la ragazza gli diede un ceffone. –Questo è per New York!-
-Mi piace lei.- commentò Loki, massaggiandosi la guancia con un sorriso soddisfatto.
Mentre si avviarono da Volstagg, Sif estrasse due pugnali di scatto e li puntò alle gole di Mia e Loki.
-Se tradite Thor, vi uccido.-
I due non si spaventarono, anzi, si guardarono ridacchiando.
Nessuno di loro sapeva che Mia non era più quella di una volta, ma avere Loki al suo fianco la divertiva.
Volstagg aveva trovato una navicella degli elfi: con quella sarebbero fuggiti.
Prima che potessero salire sulla nave, l’uomo puntò la propria ascia contro Mia e Loki. –Se pensate solamente di tradirlo…-
-Ci ucciderai?- lo bloccò Loki.
-Credo che dovrai metterti in fila.- continuò Mia, ridendo.
Infine Mia, Thor, Loki e Jane si avviarono sulla nave degli elfi per fuggire da Asgard.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


La navicella era enorme e piena di tasti che Thor iniziò a premere a caso, tentando di far partire la nave.
-Credevo sapessi come farla partire. Magari se premessi delicatamente!- commentò Loki.
-Premo delicatamente, ma non si muove!- esclamò Thor, evidentemente arrabbiato, fin che, alla fine, la nave non si vibrò in volo.
Con sorriso soddisfatto, Thor portò la navicella fino al Bifrost: le guardie di Asgard si erano accorti che una nave nemica si era appena mossa e gli sparava tentando di abbatterla.
-Ci inseguono!- disse Mia.
Iniziarono anche a fare fuoco contro di loro.
-Ora ci sparano!- gridò Loki.
-Si, grazie per la cronaca! Non mi distraete affatto!- commentò Thor, cercando di pilotare.
Improvvisamente, Jane svenne per colpa di tutto quel movimento: la forza dentro di lei continuava ad aumentare, a prendere la sua energia.
-Oh cielo, è morta?- domandò Mia, dandole un colpetto con lo stivale.
Ma la ragazza riaprì piano gli occhi, confermando di stare bene.
Infine, giunsero al Bifrost mentre le guardie continuavano a colpirli.
-Sai fratello,è davvero un idea geniale! Rubiamo la nave più vistosa di tutto il regno e ci diamo alla fuga! Davvero geniale!- esclamò Loki, su tutte le furie.
Thor fece un cenno a Mia, che spinse fuori Loki, gettandolo di sotto.
I due atterrarono su una navicella asgardiana comandata da Fandrall.
Egli rise per via dello sguardo sorpreso di Loki, che non sapeva niente del piano di Thor.
Fandrall rise.- Vedo che le prigioni non ti hanno reso meno teso Loki.-
Giunsero anche Jane e Thor, che ringraziò Fandrall per averli aiutati.
Il guerriero tornò indietro, sapendo che sarebbe stato giudicato per il suo tradimento.
-Portaci al tuo passaggio segreto Loki.- gli disse il Dio.
Quindi Loki, con le mani ancora incatenate, prese il controllo della navicella e aveva tutta l’intenzione di passare attraverso un minuscolo buco tra due colline.
-Sei impazzito?!- esclamò Mia.
-Probabile.- disse Loki, con un sorriso beffardo sul volto.
-Mi piace.-
Una volta passati attraverso il buco, si teletrasportarono a Svartafaheimir, regno degli elfi oscuri.
-Tadaan!-
***
Una volta giunti sul pianeta, Thor lasciò che Jane si addormentasse fra le proprie braccia.
Nel mentre, Loki si sedette accanto a Mia.
-Perché sei tornata?- le domandò.
-Non riesco più a controllare i miei poteri, non capisco più chi dovrei essere
. E credevo che tornare ad Asgard mi avrebbe dato la risposta.- rispose lei.
-Posso darti una mano, in cella ho letto dei libri al riguardo.-
-Beh, vorrai sicuramente qualcosa in cambio.- continuò Mia.
-Ovviamente.- sorrise l’altro.
Mia sapeva che se ne sarebbe pentita in futuro, ma era l’unico modo per ritrovare se stessa.
 
Thor era a conoscenza di trovare Malekith e i suoi guerrieri su quel pianeta, quindi gli avrebbe consegnato l’Aether e una volta vulnerabile, lo avrebbe distrutto con il proprio martello.
Il piano del Dio era quello di esser ucciso da Loki e Mia sotto gli occhi dell’elfo, ovviamente si sarebbe trattato di un suo ologramma, così egli avrebbe potuto prendere Jane e quando fosse stato il momento, Thor l’avrebbe ucciso.
Superata una montagna di terra, Thor liberò Loki dalle catene, anche se titubante.
-Oh andiamo, ancora non ti fidi di me?- domandò lui.
-Vorrei.- disse secco Thor.
In quel momento, gli elfi notarono la loro presenza.
-Infatti non dovresti!- esclamò Mia, dando un calcio sul viso di Thor e atterrandolo.
-Credevi davvero che mi importasse di Frigga o di tutti voi?!- continuò Loki, estraendo un coltello e tagliando il braccio con cui il Dio reggeva il martello.
-Malekith!- lo chiamò Mia. –Siamo Loki e Mia di Jotunheim e ti portiamo un dono!-
Loki mise in ginocchio Jane davanti a Malekith.
Algrim gli sussurrò, nella loro lingua, che aveva visto Loki nelle prigioni di Asgard.
Malekith credette che Loki gli stesse facendo un favore e  non ci pensò due volte ad afferrare Jane e prendere tutto il potere che ella aveva in corpo.
-Loki, adesso!-
Con i suoi ologrammi, Loki restituì il braccio a Thor che afferrò il suo martello: con tale potenza, tentò di distruggere Malekith insieme all’Aether, mentre Loki e Mia proteggevano Jane.
Purtroppo il tentativo di Thor era stato vano, perché Malekith aveva assorbito l’Aether anche se Jane era salva.
Adesso Malekith era potentissimo e tentò distruggere Thor. –Uccideteli.- ordinò ai suoi elfi oscuri, prima di salire sulla sua nave.
Davanti a Thor, Mia e Loki si presentò Algrim con la sua potenza.
Mia tirò fuori i pugnali che aveva nascosti negli stivali e Loki la guardò come per dire che contro quel grosso tipo di pietra non avrebbero funzionato.
Così Mia li tirò via e tentò di organizzare un piano per sconfiggerlo. –Okay, io lo congelo e poi tu lo riduci in mille pezzi.- disse a Thor.
Ma l’elfo sembrava molto più forte anche di Thor e lo scaraventò a terra, riempiendolo di pugni.
Mia e Loki pensarono prima agli elfi più piccoli, tagliandogli la gola.
Loki afferrò una lama e lo conficcò nell’armatura di Algrim, giusto per far guadagnare tempo a Thor di rialzarsi.
L’altro però, ricambiò afferrando Loki e colpendolo con la stessa arma dritto in petto.
Thor e Mia gridarono e quest’ultima afferrò la creatura al piede, riempiendo il suo corpo di ghiaccio.
Infine, Thor usò il martello per ridurlo in mille pezzi.
Sconfitto il nemico, Mia si accasciò tristemente su Loki. – Perché l’hai fatto? Sei uno sciocco!- esclamò, mentre alcune lacrime le scendevano sul viso.
-Sono pazzo, lo so. Vi avrebbe ucciso.- commentò l’altro.
-Dirò a  nostro padre cosa hai fatto oggi.- singhiozzò Thor.
-Ma io non l’ho fatto per lui..-
Entrambi gli accarezzarono la mano prima che il suo respiro cessasse.
Mia abbracciò il suo corpo e fu quel giorno che Thor capì che suo fratello nascondeva una parte buona e coraggiosa.

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Capitolo 5
*** Ultimo capitolo. ***


Jane si era ripresa ed insieme a Thor e Mia, avevano trovato un passaggio segreto che li aveva riportati a Londra.
Ella raccontò che prima dell’arrivò di Thor, aveva trovato un posto nascosto e desolato, dove le cose scomparivano, come se si fossero teletrasportate.
Thor sapeva che questo dipendeva dalla Convergenza dei nove mondi e forse Malekith voleva sfruttarla per riportare l’oscurità nell’universo: non c’era tempo da perdere.
I tre si avviarono al laboratorio di Jane, dove c’erano lo scienziato Eric, Darcy e Ian, un altro stagista.
Thor guardò curioso Eric che girava in casa senza pantaloni.
-Thor! Che piacere rivederti!- esclamò egli: dopo quello che era successo con Loki e il suo scettro, lo scienziato non si era più ripreso del tutto. –Tuo fratello non c’è vero?- domandò, con tono preoccupato e spaventato.
-Loki è morto.- mormorò Mia.
-Oh bene!- esclamò l’altro, che si tolse poi il sorriso notando che stava a cuore ad entrambi.
Eric raccontò ai due di sapere della Convergenza e di come impedirla: attraverso delle pinzette gravimetriche che destabilizzavano l’avvenimento.
 Infine, Thor e Mia si sarebbero occupati di Malekith e l’avrebbero sconfitto una volta per tutte.
 
 
In quella serena mattinata, a Londra si scatenò il panico: una navicella oscura si era piazzata al centro della città e Malekith doveva solo aspettare che  tutti i 9 regni fossero allineati per completare il suo piano.
La Convergenza si sarebbe scatenata in un punto preciso chiamato Greenwich che si trovava a Londra.
Ma Thor non lo avrebbe mai permesso e Mia lo avrebbe aiutato per vendicare Loki.
Eric e Jane portavano con se un marchingegno che avrebbe fatto scomparire Malekith e il suo esercito grazie alle loro pinzette gravimetriche, rispedendoli nel loro mondo.
L’elfo e il Dio presero a combattere: martello contro una forza oscura.
Tutto ciò mentre i mondi si allineavano e creavano scompiglio.
Entrambi furono teletrasportati persino a Jotunheim mentre si prendevano a pugni.
Erano faccia a faccia, quando Thor gli tirò contro il martello ma l’elettromagnetismo della Convergenza lo fece attirare verso il petto dell’elfo e deviare verso l’alto per poi uscire dall’orbita terrestre.
Quando il Dio corse incontro Malekith, venne trasportato nella metro di Londra e fu costretto a chiedere indicazioni.
-Come arrivo a Greenwich?- domandò ad una donna, abbastanza imbarazzato dato che perdeva sangue dalle ferite.
-Prenda questo treno, tre fermate.-
Una volta tornato al centro di Londra, Thor riprese il proprio martello attirandolo a se e cercò di individuare l’elfo.
Malekith creò una tempesta di fulmini e vento forte usando il potere dell’Aether.
Solo Thor poteva affrontarlo da vicino ed Eric gli diede alcune delle sue pinzette da utilizzare.
-Sicuro di voler andare da solo?- gli chiese Mia.
-Posso farcela.-
-Sta attento.-
Il Dio strinse fra le mani la sua unica possibilità di sconfiggere l’oscurità ed entrò nella tempesta.
-Sei un patetico sciocco, Dio del tuono e morirai.- esclamò Malekith.
-Non per mano tua!- gridò Thor.
Egli lanciò due pinzette contro un braccio dell’elfo e poi l’altro, facendoli scomparire e rispedendolo nel loro mondo.
Infine, l’ultima pinzetta andò a conficcarsi nel suo petto: Thor lo scaraventò contro la nave con il martello ed entrambi scomparvero.
Tornarono a Svartalfaheimr e la navicella cadde contro Malekith inerme.
Il buio se ne andò e il cielo si schiarì.
Jane fu pronta ad abbracciare Thor, ormai svenuto per lo sfinimento.
Londra era salva, ce l’avevano fatta.
 
Thor promise a Jane che sarebbe davvero tornato un giorno, solo doveva risolvere alcune cose con suo padre, visto che aveva commesso alto tradimento.
Mia e Thor tornarono a vestire i panni di tutti i giorni ed ad ascoltare il verdetto di Odino sul loro tradimento.
-L’hai fatto per salvare la donna che ami come feci io in passato. Sei stato molto coraggioso e per questo meriti la corona: per aver salvato i 9 regni e così anche il tuo.- disse Odino.
-Io non voglio il trono, padre, non sarò mai un re saggio come te.- disse Thor.
-E’ mio figlio che sento parlare o la donna che ama?- domandò il re.
-Le tue parole hanno mai avuto la mente di nostra madre?- continuò l’altro. –Il mio posto è questo.-
Odino fece un ghigno. –Un figlio che desiderava il trono con tutte le sue forze ed uno che addirittura lo rifiuta.- commentò. –Va figlio mio e vivi la vita che desideri.- gli disse infine.
-Grazie padre.- Detto questo, si dileguò, forse sulla terra per tornare da Jane.
Mia fece un sorrisetto soddisfatto. Perché? Perché Odino non era altro che un ologramma di Loki. Mia sapeva che non era morto, lo aveva sempre saputo.
Quindi si avviò a sedersi sul trono accanto a lui, come se quel posto le stesse alla perfezione.
-No..- mormorò Loki, sorridendo compiaciuto.
Mia al suo fianco. -Grazie a te.-
 
CONTINUA…
 
Quando tutto si era calmato, Mia si avviò alla stanza delle armi dove era riposto lo Scrigno degli Antichi Inverni.
Dietro di lei, anche Loki.
-Ho rispettato il patto, ti ho aiutato a prendere Asgard. Ora rispetta la promessa.- gli disse lei.
-Sono un uomo di parola.- continuò lui, affiancandola. –Prendilo.-
Mia afferrò lo scrigno e poté percepirne il potere.
-Concentrati sul potere che emana e ricorda cosa sei.- le sussurrò all’orecchio. –Tu sei artefice del tuo destino, tu decidi chi essere: sei una Dea.-
La donna pensò a tutto quello che stava ascoltando e sapeva che Loki aveva ragione: da quel momento in poi, lei avrebbe deciso per se stessa.
Quindi ripose lo scrigno dov’era. –Ha funzionato?-
-Non lo so, fa qualcosa.-
Mia chiuse gli occhi e si concentrò: in pochi secondi la stanza era completamente ghiacciata.
Lei ridacchiò soddisfatta e poi lasciò un delicato bacio sulle labbra di Loki. –Grazie.-
Nei panni di Odino, Loki accompagnò Mia al Bifrost: era pronta a tornare sulla Terra.
Si voltò un attimo per incrociare il suo sguardo e poi si teletrasportò in una foresta, preparata per tornare dagli Avengers.
Con uno schiocco di dita, gli alberi divennero pieni di neve e fiocchi ne cadevano dal cielo.
Lei era pronta e l’inverno stava arrivando.
 
 
 

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