Wolf in the city

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The three guys. ***
Capitolo 2: *** The loft. ***
Capitolo 3: *** The naked girl. ***
Capitolo 4: *** That disturbing scream. ***
Capitolo 5: *** Well, i’m the alpha. ***
Capitolo 6: *** I’m the one keeping you alive. ***
Capitolo 7: *** Someone we know. ***
Capitolo 8: *** -Ehm, we are in a gay club. -Oh, really?! ***
Capitolo 9: *** One is a clue, two is a coincidence, three is a track ***
Capitolo 10: *** If i can… ***
Capitolo 11: *** Wolftail cocktail. ***
Capitolo 12: *** Jackson is my fury. ***
Capitolo 13: *** A + W. ***
Capitolo 14: *** My hero. ***
Capitolo 15: *** I’m back. ***
Capitolo 16: *** Miss me? ***



Capitolo 1
*** The three guys. ***


Tirava una nuova aria in città.
Tutti i licantropi che fino a quel momento si erano nascosti, avevano avvertito che c’era un nuovo Alfa.
Ma non solo loro.
Il funerale di Kate si sarebbe svolto entro pochi giorni e ad Allison era stato detto che sarebbe venuta tutta la famiglia.
Intanto, Wendy aveva lentamente aperto gli occhi su un lettino d’ospedale, trovandosi circondata da Stiles, Scott e Derek.
-C-che cosa è successo?- bofonchiò, notando la flebo che aveva al braccio.
-Non lo so, Scott ti ha trovata senza sensi nella tua camera…Stanno facendo degli esami.- le spiegò Stiles, seduto accanto a lei, tenendole la mano.
Wendy spostò lo sguardo su Derek.- Non c’era bisogno che venissi anche tu.-
-Sei nel mio branco, adesso.- puntualizzò egli.
-Mamma sa qualcosa?- domandò Wendy al fratello, preoccupata che Melissa venisse a sapere qualcosa.
-No, tranquilla, all’accettazione ho detto che ti chiamavi Wendy Stilinski.-
-Suona bene.- commentò lei sorridendo, ancora intontita, forse per i farmaci.
Fu in quel momento che nella piccola stanza, entrò un’infermiera sulla quarantina che, alla vista di tutti quei ragazzi, arrossì ampiamente.
-Salve…- balbettò, guardandosi attorno con un sorriso imbarazzato.- Wow, tutti con lei?-
-Sì… Il mio fidanzato, mio fratello e il mio…Ehm…Boss.-
-Ragazza fortunata.- aggiunse lei, leggendo una cartella clinica.- Allora Wendy, hai avuto un semplice calo di zuccheri…Dovrai mangiare molto di più nei prossimi mesi, perché sei incinta.-
-Cosa?!- esclamarono all’unisono i tre ragazzi.
La donna ridacchiò.- C-Che carini, vi siete messi d’accordo?-
-Oh mio Dio.- mormorò Wendy, sconvolta: non capiva come potesse essere possibile.
-Congratulazioni! Chi è il padre?-
Derek e Scott, con volto sbalordito, puntarono il dito verso Stiles che stava sudando freddo.
-I-Io…Credo che sverrò.-
***
I quattro si fiondarono a casa di Stiles in cerca della miccia che aveva scatenato il caos.
Il ragazzo estrasse i preservativi da sotto il letto e lesse la scatola.- Oh…Sono scaduti l’anno scorso…-
-Non ci posso credere! Non ci posso credere che tu sia stato così stupido!- esclamò Scott, stringendogli il colletto della felpa.
-Okay, adesso diamoci tutti una calmata.- intervenne Derek, separandoli. Nemmeno a lui sembrava stare a genio la situazione.- La domanda è: volete tenerlo?-
Wendy si appoggiò allo stipite della porta, accarezzandosi il ventre.- Io…Non lo so, insomma…Forse non mi immaginavo che sarebbe successo così presto, ma…- mormorò, incrociando lo sguardo di Stiles.- Avevamo detto di volere una famiglia.-
Stiles sorrise appena, ripensando al ballo.- E’ vero…- aggiunse, prendendole le mani.- Ascolta, qualsiasi cosa tu decida, io sono con te.-
Derek guardò da un’altra parte, come se quella scena lo disgustasse.- Okay, ci sono delle cose che dovete sapere: la gravidanza di un licantropo è molto diversa da quella normale.-
Wendy lo guardò incuriosita.- Che intendi?-
-Quando è nata mia sorella Cora, la gravidanza è durata circa 3 mesi.-
-3 mesi?!-
-Cristo! E come faccio con la scuola?! E…Oddio, con mia madre, chi lo dice a mia madre?!-
-Ti preoccupi di tua madre?! Mio padre è un poliziotto, ha un’arma! - esclamò Stiles, dandosi colpetti con le nocche alla fronte.
Derek alzò gli occhi al cielo.- Volete stare calmi?!- urlò, sospirando. -Possiamo farcela.-
Entrambi furono confusi.- Possiamo?-
-In una parte molto molto profonda della mia coscienza, vi aiuterò.- affermò Derek. – A scuola dovrai inventarti qualcosa con il preside…Digli che la tua malattia è peggiorata, che stai per morire, che studierai da casa, quello che vuoi, insomma. Sono soltanto tre mesi, possiamo nasconderlo ai vostri genitori.-
-E come? Abitiamo con loro.-
-Allora dovrete trasferirvi.-
-Non se ne parla! Io guadagno 2,50 dollari l’ora.- commentò Wendy.
-E…Hai visto con che macchina vado in giro?- puntualizzò Stiles.
-Posso aiutarvi io…Ho un po' di risparmi da parte.-
Sia Wendy che Stiles furono abbastanza sorpresi di tutta quella generosità.
-Derek, no…Non posso chiedertelo.- continuò lei.
In quel momento, fu come se quel mannaro dalla pellaccia dura si addolcì.- Tanto non sapevo che farci.-
Wendy gli sorrise.
-Tutto questo è assurdo, non ho intenzione di farne parte!- intervenne Scott, facendo per andarsene.
Wendy non si sarebbe mai aspettata una reazione del genere da parte sua.- Aspetta, non vuoi che io abbia il bambino?-
-Sarà un licantropo, Wendy…Come minimo quella cosa ti ucciderà e scommetto che Derek sarà muto al riguardo, vero?- replicò Scott.
Allora tutti guardarono Derek.
-Ha ragione, è anche pericoloso. Non è un bambino normale, avrà bisogno di molte energie e le prenderà da te.- spiegò egli.
Scott scosse la testa, contrariato.- Non starò qui a vedere come ti uccide lentamente.- disse infine, per poi andarsene.
Stiles abbassò lo sguardo, dispiaciuto.- Gli parlerò…Vedrai, lo convincerò.- le disse, accarezzandole la spalla per confortarla.- Per ora siamo noi tre.-
-Voi andate a scuola, comportatevi normalmente. Nel frattempo, io cercherò un appartamento.-
***
-Sei incinta!- esclamò Allison, entusiasta.
-Sssh.- le disse Wendy, guardandosi attorno per il corridoio, sperando che nessuno la sentisse.
Sarebbero di sicuro girate voci sul fatto che non aveva nemmeno compiuto 17 anni.
-Sarò la zia Allison!-
-Già, peccato che tuo padre cerchi ancora di uccidermi.- commentò Wendy, mentre si avviarono alla lezione di ginnastica.
Quel giorno, si riunirono tutti in palestra per affrontare la scarpata: un muro alto circa tre metri, dove gli studenti si dovevano aggrappare e salire in cima.
Il tutto ovviamente con delle protezioni.
-Non dovresti farlo nelle tue condizioni, te lo vieto.- le sussurrò Stiles.
Wendy sospirò, ma sorrise per il fatto che fosse così premuroso.- Stiles, è grande come una nocciolina ancora, non gli farò niente.- replicò lei.- Vuoi essere uno di quei padri iperprotettivi o hai solo paura che ti batta?-
-McCall…Femmina e Stilinski, tocca a voi!- li chiamò il coach Finstock.
Entrambi si misero i para-ginocchi e si aggrapparono alla parete.
Wendy sembrò non riuscire a stargli dietro.
-Stai arrancando davvero o lo stai solo facendo per pietà?- domandò lui, già col fiatone al primo metro.
-Ammiravo il panorama.- rispose lei, ridacchiando, riferendosi al suo sedere.
-Posso batterti!-
Stiles prese un bel respiro e si concentrò, arrivando alla fine per primo ed esultando. -Ce l’ho fatta!-
Wendy sorrise tra se e se, lo aveva lasciato vincere.
-McCall maschio e..,Reyes, ora tocca a voi!- disse il professore.
Erica Reyes era una ragazza sempre con lo sguardo spaventato e i capelli biondi in disordine.
Molti la deridevano a scuola, poiché soffriva di epilessia e aveva spesso attacchi, anche in classe.
Scott e la ragazza si arrampicarono alla parete, quando lei si fermò tutto d’un tratto.
-Forse dovremmo farla scendere, soffre di epilessia.- commentò Allison, preoccupata.
-Perché nessuno mi dice queste cose?!- esclamò il coach.- Erica, va tutto bene, puoi lanciarti, qui sotto c’è il tappeto.-
Gli occhi di Erica le si rivoltarono nelle orbite e sarebbe precipitata di peso sul tappeto, se Wendy non avesse attutito la caduta.
Il suo corpo iniziò ad avere le convulsioni.
-Di fianco, di fianco!-
Lei ed Allison la misero d’un lato, fin che l’attacco non terminò.
Poi, chiamarono un’ambulanza.
Uscita dagli spogliatoi delle ragazze, Wendy camminò per il corridoio, fin che qualcuno non le afferrò il polso e la spinse dentro un’aula.
-Devi dirmi perché non succede niente!- esclamò Jackson, abbastanza su di giri.
Wendy si era completamente dimenticata di Jackson e non poteva dirgli che, il fatto che non si fosse ancora trasformato, era perché solo un Alfa può dare il morso.
-Jackson, devi stare calmo. Anche con me e Scott ci è voluto del tempo.- mentì lei.
-Non capisci…- balbettò lui, passandosi le mani nei capelli.- Io non ce l’ho il tempo!-
Wendy aggrotto le sopracciglia, confusa.- Che intendi?-
Il ragazzo abbassò lo sguardo e digitò qualcosa sul proprio cellulare, per poi passarglielo.
Era un immagine di una cartella clinica dell’ospedale che fece sgranare gli occhi della ragazza.- Leucemia?-
-Credevo che se avesse funzionato con la tua malattia, poteva funzionare anche con la mia.-
Ora Wendy capiva perché avesse insistito così tanto.
-Jackson, perché non me lo hai detto subito?-
-Non voglio fare la vittima.- rispose lui, acidamente.- Non è nella mia natura.-

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Capitolo 2
*** The loft. ***


Stiles e Wendy presero un vassoio e si avviarono al bancone della mensa.
-Devo sapere se mi odi.- le disse lui, mentre facevano la fila.
-Odiarti? E perché?- chiese lei, confusa.
-Perché sono talmente idiota da usare dei preservativi scaduti.-
Wendy gli sorrise, accarezzandogli la guancia.- Non ti odio, Stiles. Io sono letteralmente pazza di te.- gli sussurrò, baciandolo dolcemente.
Il momento romantico fu interrotto da un gruppo di ragazzi che prendevano in giro il tipo che distribuiva il cibo dietro al bancone per via della retina per capelli che indossava.
Da quando Wendy frequentava quella scuola, Vernon Boyd aveva sempre avuto quel compito.
Un bestione di 1 metro e 80, con la pelle scura e un bel po' di muscoli.
-Lasciali stare Boyd, secondo me sei carino.- commentò Wendy, prendendosi il pane.
-Grazie Wendy… Budino al cioccolato, come sempre?- rispose lei, sorridendole appena.
-Sì, dammelo doppio, sto morendo di fame.-
Si sedettero al tavolo insieme ad un altro ragazzo, quando videro Scott avvicinarsi con il vassoio, ma cambiando direzione e sedendosi altrove con Allison.
-Scherzi?! Ma quanti anni hai?! 8?!- borbottò Wendy, divorando in due secondi i due contenitori di budino al cioccolato: le voglie iniziavano a farsi sentire. Notò poi che il ragazzo davanti a lei aveva il barattolo ancora chiuso.- Scusa, lo mangi quello?-
Il ragazzo ricciolino alzò lo sguardo dal vassoio e scosse la testa.- No, prendilo pure.- le rispose, tastandosi piano lo zigomo arrossato.
Wendy lo osservò.- Che ti è successo?-
-N-niente.- balbettò l’altro, alzandosi in fretta.
-Quello chi era?-
-Isaac Lahey…Siamo in squadra insieme, se ne sta sempre zitto…Se gli chiedi delle ferite, dice sempre che è inciampato a LaCrosse.- spiegò Stiles.
Il sesto senso di Wendy le disse che non erano affatto ferite per il gioco.
***
Prima di andare a fare visita a Lydia, Stiles e Wendy si diressero all’indirizzo che gli aveva dato Derek su dove fosse l’appartamento che aveva comprato.
Appena fuori città, Derek aprì la porta scorrevole di legno che dava su un enorme stanza.
Era tutto pieno di polvere, le pareti erano marce e le colonne sembrava stessero per cedere.
Al centro dell’ampio salone, c’era un divano, un letto e una scrivania.
La parete principale aveva varie finestre, tra cui una rotta.
Wendy cercò le parole giuste per non essere offensiva.- E’…Carino.-
Stiles guardò bene negli angoli.- E’ uno scarafaggio, quello?-
La ragazza gli diede un colpetto col gomito per farlo stare zitto.
-A destra c’è la cucina e al piano di sopra due stanze, con due bagni.- spiegò Derek.- So che non è il massimo, ma possiamo darci una ritoccata.-
-Intendi un miracolo.- commentò Stiles, ricevendo un altro colpo dalla fidanzata.
Wendy, invece, sorrise.- E’ perfetto.-
Mentre Stiles cercò di preparare qualcosa da mangiare, Wendy si sedette alla scrivania e Derek le mostrò tre cartelle.
-Cosa sono?-
-Chi sono.- la corresse Derek.- Ho intenzione di dargli il morso…Abbiamo bisogno di un branco prima che arrivino i cacciatori.-
Wendy capì che si riferiva al funerale di Kate che era imminente.
Allora lesse i nomi.- Erica Reyes, Vernon Boyd, Isaac Lahey… Li conosco tutti, vengono a scuola con me. Ma cosa hanno in comune?-
-L’ingiustizia.- affermò Derek.- Li ho osservati: Boyd è continuamente deriso da tutti, inclusi i suoi genitori; non ha amici, è completamente solo.-
In effetti, Wendy non se ne era mai accorta.
-Erica soffre di epilessia…Lo sapevi che qualcuno, in classe, una volta l’ha ripresa durante un attacco e lei se l’è fatta dei pantaloni?-
Lei ne fu dispiaciuta.- Dio, no…-
-E Isaac…Sua madre è morta e suo padre lo picchia, tutti i giorni.- continuò, alzando poi le spalle.- E poi mi sembra carino.-
Wendy ridacchiò, mentre Stiles uscì dalla cucina con una vecchia padella tutta annerita e una frittata bruciata.- Ehm…Ordiniamo cinese?-
***
Anche se l’orario di visite era terminato, Melissa riuscì a far intrufolare Stiles e Wendy nella stanza di Lydia.
La ragazza dormiva profondamente, così Wendy le alzò lentamente il cerotto che aveva sul fianco.
Osservò che non era un morso, ma un profondo graffio.
Chris aveva detto che si poteva diventare licantropi anche solo con un graffio, se l’Alfa avesse affondato bene gli artigli.
Ma era strano, perché la ragazza non stava affatto guarendo.
Intanto, Melissa era stata chiamata nel parcheggio delle ambulanze per un’emergenza, ma l’unica ambulanza in sosta era vuota.
Successivamente, ecco arrivare lo sceriffo Stilinski in fretta su una volante.
-Che succede?- domandò egli.
Melissa si guardò intorno, confusa.- Niente, non succede niente…A me avevano detto che c’era un’emergenza qui fuori.-
Lo sceriffo la guardò accigliato. -Anche a me.-
D’un tratto, Stiles e Wendy gli afferrarono le mani e li spinsero dentro l’ambulanza vuota, chiudendo la porta.
-Ma che diamine sta succedendo qui?!- borbottò lo sceriffo.
-Tranquillo papà, vi abbiamo riunito perché dobbiamo parlarvi.- gli rispose il figlio.
Melissa guardò la figlia preoccupata.- Vi prego, non ditemi che state andando a Las Vegas per sposarvi.-
Inizialmente i due giovani balbettarono cose senza senso contemporaneamente.
-C-Cosa?! No! Ma come ti viene in mente?!-
-Insomma, i-in un futuro, sì, ma non adesso!- affermò Stiles.
Entrambi i genitori fecero un sospiro di sollievo.
-Pensavamo di andare a vivere insieme.- affermò Wendy, lasciando che cadesse un inquietante silenzio.
***
Non sapevano nemmeno loro come avessero convinto i genitori, ma li avevano convinti.
Il giorno successivo, comprarono tutto l’occorrente per rimettere in ordine il loft.
Tinture, nuovi materassi, nuove coperte e un tavolo per mangiare.
Stiles e Wendy presero i rulli e Derek si occupò dei dettagli.
Per i due fidanzati era quasi strano vederlo aiutarli in quel modo.
Wendy prese il telefono e mise un po' di musica, divertendosi a guardare Stiles che ballava in modo buffo.
Si avvicinò perfino a Derek, invitandolo con un paio di mosse, ma lui ringhiò, rimanendo nel suo angolino a pitturare.
Wendy colorò la parete di un grigio caldo e poi diede un colpetto di pennello sul naso di Derek, sporcandolo.
-Nah, a lui non piacciono questo tipo di scherzi.- commentò Stiles, prima che Derek potesse schizzargli la vernice sulla faccia.
Wendy scoppiò a ridere.
-Che hai da ridere?- esclamò l’altro, facendo la stessa cosa con lei.
Stiles la guardò divertito ed improvvisamente la situazione si ribaltò, con i tre ragazzi che cercavano di sporcarsi a vicenda.
Era così bizzarro vedere Derek che si divertiva: non avevano mai visto un sorriso sincero sul suo volto.
Stiles si occupò poi di costruire il tavolo, seguendo le istruzioni e sembrò anche che il legno tenesse.- Ta Daan!-
Ma poi, cadde in mille pezzi.
-Non fa per me.- borbottò Stiles, lanciando il libretto delle istruzioni.
Una volta sistemati i letti, Wendy si specchiò allo specchio a muro, accarezzandosi la pancia.
Ancora non si era abituata al fatto di avere un piccolo essere che le cresceva dentro e semmai sarebbe stata all’altezza.
Di una cosa era sicura: gli avrebbe dato tutto l’amore che aveva.
D’un tratto, Stiles entrò nella stanza preoccupato e con il telefono in mano.- E’ successo qualcosa a Lydia!-

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Capitolo 3
*** The naked girl. ***


Non si sapeva il come e il perché, ma Lydia era fuggita dalla stanza d’ospedale, mentre si faceva una doccia.
Perciò vagava nuda per la città e la polizia la stava già cercando.
Era sera quando Stiles, Wendy, Scott ed Allison salirono sulla Jeep.
Scott era riuscito a rubare il camice ospedaliero che indossava Lydia, così da seguire il suo odore.
Sia lui che Wendy seguirono il fiuto, mentre Stiles guidava.
Da quando gli Argent avevano scoperto che Scott era un licantropo, avevano espressamente vietato ad Allison di frequentarlo.
Quindi i due si continuavano a vedere clandestinamente, non riuscendo a stare separati.
-Gira a destra!- gli disse Wendy.
-Ma che stai dicendo?! E’ a sinistra!- ribatté Scott.
-Io sento il suo odore a destra, quindi si va a destra!-
-Stiles!- esclamò il migliore amico, guardandolo accigliato dal finestrino.
-Ehm, s-scusa Scott, ma lei mi fa più paura.- balbettò Stiles, svoltando a destra.
Parcheggiarono sul ciglio della strada e seguirono l’odore tra le foglie, fino a giungere a casa Hale.
-Perché sarebbe dovuta venire qui?- sospirò Scott.
-Forse il suo istinto le dice di andare da Derek, dopotutto lui è l’Alfa adesso.- commentò Allison.
Wendy ci rifletté su.- No…C’è qualcosa di strano in Lydia, io non credo che sia un licantropo.-
-Intendi dire che secondo te ci sono altre creature?-
-II libro che ho preso dalla biblioteca accenna qualcosa, ma per saperlo bisognerebbe avere un bestiario.- aggiunse Stiles.
In quel momento, Allison vide un filo teso tra due alberi e si piegò a toccarlo.- Che cos’è questo?-
D’un tratto, una corda si appigliò alla gamba di Scott, facendolo penzolare per aria a testa in giù.
-Ops.-
Wendy ridacchiò sotto i baffi.- Bene bene, guarda chi è appeso a testa in giù in una trappola dei cacciatori.-
Scott ringhiò.- Liberami.-
Lei incrociò le braccia sorridendo.- Non so se mi va.-
Allison sospirò per i loro continui litigi e, dopo aver estratto un coltello dal cappotto, tagliò la corda alla sua caviglia.
Wendy alzò un sopracciglio verso di lei.- E quello dove lo hai preso?-
-Non si sa mai.- rispose lei, alzando le spalle.
D’un tratto, Scott annusò qualcosa.- Ragazzi, sento qualcosa.-
-Te lo avevo detto che era da questa parte!-
I 4 proseguirono di nuovo verso la strada, dove c’erano altre auto della polizia e un’ambulanza con all’interno un uomo ucciso brutalmente.
Probabilmente era l’odore di sangue che Scott sentiva.
-S-Scusate…- bofonchiò una vocina dietro le loro spalle.
Era Lydia, con le foglie nei capelli e completamente nuda.
-Qualcuno può darmi qualcosa da mettere?- chiese, più che spaventata.
Wendy si tolse il giaccone e le andò in contro, coprendola.- Lydia, che cosa è successo?-
-Non lo so, non lo so.- ripeté piangendo.
La strinse poi a se.- Non ti preoccupare, è finita ora.-
Arrivò lo sceriffo e Lydia venne caricata sulla sua auto.
Prima di andare via, Wendy diede un’occhiata al cadavere: era un ragazzo giovane, sui 25 anni, con dei profondi graffi su tutto il petto, ma non sembravano artigli di un licantropo, erano molto più grossi.
Wendy non aveva mai visto una cosa del genere.
-E’ stato un licantropo?- le chiese Stiles.
-No…Qualcosa di più grosso.- rispose lei, captando qualcosa nella foresta.- Va a casa, devo controllare una cosa.-
Una volta lontano dagli umani, Wendy si trasformò e seguì un nuovo odore tra gli alberi: sentiva un altro licantropo.
Infatti, poco dopo, un uomo le saltò in contro, atterrandola.
Wendy gli diede un calcio sul petto e si rimise in piedi.
Sembrava un barbone, ma era sicuramente un lupo mannaro.
-E tu chi sei?- gli chiese, sulla difensiva.
-Non sono qui per fare del male…Sto cercando l’Alfa.-
A quel punto, Wendy osservò i suoi occhi: erano azzurri.- Sei un Omega.-
Prima che potessero continuare a parlare, una freccia si conficcò in un albero, lanciando scintille.
-Scappa!- gli urlò, capendo che erano arrivati i cacciatori.
Con gli occhi appannati, Wendy venne trascinata da qualcun altro dietro un albero, mentre l’Omega capitò in una delle trappole degli Argent e si ritrovò i polsi legati ad un ramo.
Wendy si strofinò gli occhi, capendo che Derek la stava nascondendo.
-Lasciami andare, posso aiutarlo!- esclamò Wendy, dimenandosi.
Ma Derek la tenne stretta.- No, è troppo tardi!-
In quel momento, giunse un gruppo di cacciatori, tra cui Chris e un uomo anziano che stava al suo fianco.
La sua aria emanava pure malvagità.
-Quello chi è?- sussurrò Wendy.
-Il più pericoloso: si chiama Gerard.- rispose Derek, voltandole lo sguardo verso di se.- Ti ricordi quando ti ho detto che ci sarebbe stata una parte nell’addestramento che non ti sarebbe piaciuta? Questo è il momento.-
Non sapendo a cosa si riferisse, Wendy continuò a guardare, anche se non riusciva a sentire cosa si stessero dicendo.
D’un tratto, il più vecchio, Gerard, estrasse una lunga spada affilata, tutta in argento e con un gesto netto, tagliò in due il lupo mannaro, dissanguandolo.
Wendy sobbalzò e affondò la testa nel petto di Derek sull’orlo di vomitare.
Era uno scenario orribile.
Prima che li notassero, i due uscirono dal bosco.
-Uccideranno il mio bambino, lo faranno anche a lui.- piagnucolò Wendy, in panico.
-No, ascoltami.- replicò lui, afferrandole le spalle.- Non permetterò che qualcuno gli faccia del male.-
Wendy lo guardò negli occhi, con una lacrima che le rigò il viso.- Me lo prometti?-
-Te lo prometto.-
***
Si vedeva già la pancia che cresceva: Wendy si armò di vestiti più larghi per stare comoda e non farla vedere mentre andava agli ultimi giorni di scuola.
Lydia aveva deciso di ricominciare fin da subito ed era tornata la ragazza che tutti conoscevano: i capelli profumati e gli abiti scollati.
Notò però che, tutti la fissavano, sapendo la sua storia e non solo.
I compagni squadravano anche Allison, vicino a lei, dato che Kate aveva preso la colpa degli omicidi di Peter.
-Che avete da guardare?- borbottò Wendy, facendo abbassare lo sguardo a tutti. Si mise poi in mezzo alle due ragazze, circondandole con le braccia.- Fate un sorriso, ragazze. Ricordatevi: Girl power. Andrà tutto bene.- esclamò, prima che le salisse improvvisamente la nausea e corse in bagno.
Uscita dal bagno delle ragazze, davanti a lei passò Erica Reyes: era splendente.
I capelli sistemati, le labbra rosse e i vestiti attillati.
Le passò accanto, come a rallentatore, salutandola con un sorriso compiaciuto.
Stava proprio bene.
Chi non vide a lezione di chimica, era Isaac: di solito sedeva all’angolino.
-Ehi,pss.- sussurrò verso Danny. -Sai dov’è Isaac Lahey?-
-Non hai sentito la notizia al telegiornale?-
Non avevano ancora comprato la televisione, così lei scosse la testa.
-Suo padre è stato ucciso ieri sera nella sua auto, dicono sia stato un animale.- spiegò Danny.
Wendy pensò che quell’uomo alla fine se lo meritasse, ma sperò che non fosse stato Isaac per vendicarsi.
Vide poi Jackson seduto al banco accanto: non le parlava o forse si era solo pentito di averle raccontato la verità.
Ma d’un tratto, durante la lezione, il suo naso iniziò a sanguinare.
-Ehi.- gli mormorò, con un cenno della testa.- Il naso…-
Jackson si tastò il naso con le dita e notò che gli usciva del sangue: quindi corse in bagno e Wendy dietro di lui, preoccupata.
Il ragazzo perdeva sangue da ogni fessura, naso e orecchie.
-Che cosa mi sta succedendo?- chiese lui, utilizzando un intero rotolo di carta igienica per fermare il sangue.
-N-non lo so…-
Ciò che la spaventava era il sangue completamente nero.

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Capitolo 4
*** That disturbing scream. ***


-Ma cosa diamine ti è venuto in mente?!- urlò Derek, lanciando una sedia contro la parete.Stile sospirò.- L’avevo appena montata.-
-Non lo so, ok? Non so cosa avessi per la testa…Lui insisteva.- spiegò Wendy, sentendosi in colpa.- E’ malato anche lui, Derek, anche lui aveva bisogno del morso.-
-Oh certo, quindi andiamo in giro a mordere gente malata, adesso!- ribatté Derek e Wendy lo guardò subito male, come se la stesse offendendo.- Sai c-che non intendo quello, ma facendo quello che hai fatto hai solo peggiorato la situazione. Il sangue nero indica che il corpo sta respingendo il morso, potrebbe anche morire.- spiegò poi.
Wendy si mise una mano nei capelli, in panico.- Cristo, cosa gli ho fatto?-
***
Per distrarsi dai problemi e anche per far distrarre Lydia da tutto quello che le era successo, lei, Stiles, Scott ed Allison organizzarono un’uscita alla pista di pattinaggio.
Boyd ci lavorava e perciò gli aveva fatto ottenere le chiavi anche nel giorno di chiusura, così che fossero da soli.
-Non mi aspettavo che facesse così freddo.- borbottò Lydia, strofinandosi le spalle nel suo abitino blu.
Stiles estrasse una maglietta arancione dal suo zaino.- Puoi prendere questa.- le disse, mentre si mettevano i pattini.
-Arancione? L’arancione e il blu non stanno affatto bene.-
Il ragazzo fece un leggero sorriso, ripensando a quando Derek si era messo addosso la sua maglietta arancione e blu.- Non su tutti.-
Wendy osservò come Allison cercasse di aiutare il fidanzato ad entrare sulla posta senza cadere.
-Non ho bisogno di aiuto. Devo ricordarti i sensi acuti e la super velocità?-
Wendy roteò gli occhi e dopo esser entrata in pista, gli fece uno sgambetto apposto e il fratello inciampò.
-Ops.- disse lei, tutt’altro che dispiaciuta.
Scott ringhiò e si alzò goffamente, andandole in contro con sguardo accigliato.- Egoista!-
Wendy gli si posò proprio davanti, con la stessa smorfia sul viso.- Bambino!-
-Basta! Per favore!- intervenne Allison, separandoli.
A quel punto, Stiles guardò alle loro spalle in maniera confusa.- Che fa Lydia?-
Wendy si voltò verso di lei, vedendo che la ragazza era piegata sul ghiaccio e lo osservava confusa.
-Lydia?-
Con la mano scansò via la polvere bianca e improvvisamente urlò terrorizzata.
Sia a Wendy che a Scott quel grido diede inaspettatamente fastidio alle orecchie, fino a quasi farle sanguinare.
Wendy la fece lentamente alzare, il suo corpo tremava.- Lydia, che succede?-
-E’ lui, vero? Mi perseguiterà per sempre.- singhiozzò, con occhi gelidi.
Non sapendo cosa fare, la portarono a casa e sua madre la mise al letto.
-Sono già accaduti degli attacchi come questi?- le chiese Wendy.
-Molto spesso ultimamente…Il medico vuole che le diamo delle pillole per farla stare tranquilla.- rispose la madre.- Mi sono anche dimenticata di pulire.- continuò, andando in cucina.
Wendy capì che si stesse riferendo ad uno specchio rotto al centro, come se ci avesse lanciato qualcosa contro.
Prima di andarsene, si sedette accanto a lei sul letto, ma lei dormiva già profondamente.- Scoprirò che cosa ti è successo, te lo prometto.-
Salì poi sulla Jeep con Stiles, dove dietro c’era anche Derek e gli raccontò l’accaduto.
Mentre parlavano, la radio della macchina, collegata a quella della polizia, suonò.
Un poliziotto stava comunicando che stavano andando ad arrestare il maggiore indiziato sul caso Lahey.
-Arrestano Isaac.- capì Stiles.
-Cazzo.- borbottò Derek, sospirando.
Stiles si ricordò anche di un altro particolare.- Lo metteranno nella cella della centrale e domani c’è la luna piena.-
-Dobbiamo farlo uscire di lì.- affermò Wendy. -Ma perché credono che sia stato lui?-
-Vi faccio vedere.- rispose Derek.
Anche se era vietato entrare, i tre si avviarono a casa Lahey.
Derek accese una torcia, mentre scesero in cantina.
Wendy si guardò intorno e percepì chiaramente odore di sangue.- Ma che è successo qui sotto?-
-Te l’ho detto: ingiustizie.- affermò Derek, facendo luce su un piccolo frigorifero spento.
Wendy aveva paura ad aprirlo, ma lo fece, scoprendo ciò che c’era dentro.
Segni profondi e sanguinanti che Wendy seguì con la mano, capendo che erano graffi di chi stava morendo di paura.
-Dio.- sussurrò Stiles, sconvolto.
Da allora, Wendy fu ancora più decisa.- Facciamolo uscire di lì.-
***
La mattina dopo, si sarebbe svolto il funerale di Kate prima dell’inizio delle lezioni.
Dato che Scott non poteva stare vicino ad Allison, lui e Wendy ci andarono di nascosto, rimanendo dietro una statua.
Come Wendy immaginava, Chris e Victoria furono accompagnati da un altro uomo anziano: Gerard, il padre di Chris.
Alla luce era meno losco e malvagio della sera in cui Wendy lo aveva incontrato, ma capì che quello era un cacciatore dalla quale stare alla larga.
Dato che la pancia cresceva sempre di più, a scuola, Wendy andò nell’ufficio della signorina Morrell, il consulente scolastico, per rivelarle l’intento di voler studiare a casa.
La signorina Morrell era una donna di colore alquanto elegante, con dei lunghi capelli lisci e neri.
La fece sedere dall’altra parte della scrivania, leggendo poi la sua cartella scolastica.
-Allora, sono venuta qui perché ho una richiesta: credo che tutti a scuola sappiano della mia malattia e…- esordì, sentendo poi l’esigenza di piangere improvvisamente. Colpa degli ormoni.- E…Capisce, sta diventando molto difficile per me.-
Anche se era imbarazzante, piangere l’aiutò a recitare bene la sua parte.
La donna le passò un fazzoletto.- Mi spiace tanto, Wendy.-
-E quindi, lei capisce che…Che ho bisogno di studiare da casa perché non riesco a venire a scuola in bici e mia madre non si può permettere di accompagnarmi tutti i giorni.-
-Wendy, sta tranquilla….Ti darò una mano.- continuò lei, per poi alzarsi e chiudere furtivamente la porta. -A quante settimane sei?-
Wendy si asciugò le lacrime e la guardò confusa.- Come lo ha capito…?-
-Ho avuto un bambino circa due anni fa, riconosco i sintomi.- spiegò lei.
La ragazza sospirò dato che era stata scoperta.- La prego, non lo dica a nessuno.-
La Morrel sorrise.- Sono un’insegnante di latino e una psicologa, non una spia…Però, tutte le pratiche degli studenti passano prima al preside e ci vorrà qualche giorno dato che hanno deciso di sostituirlo, quindi puoi parlare direttamente con lui e fare la tua recita con lui.-
-Hanno cambiato il preside? E ora chi è?-
Wendy tese tutti i muscoli del corpo quando si ritrovò nell’ufficio del preside e dall’altra parte della scrivania c’era Gerard Argent.
-Wendy Mccall.- disse, con la sua voce profonda, mentre chiudeva la porta. -Sei la sorella di quel Scott che usciva con mia nipote…Sai come mai si sono lasciati?-
Da quella domanda, Wendy capì che Chris non avesse rivelato a suo padre che fossero licantropi.
-No signore, non mi impiccio della vita sociale di mio fratello.- rispose lei; il che era vero.
-Mi hanno detto che hai una grave malattia.- continuò, estraendo dalla tasca un piccolo contenitore con delle pillole di vario colore.- Quindi anche tu prendi un cocktail di medicine come me ogni giorno?- le domandò, mandandone tre giù per la gola, senza usare un goccio d’acqua.
-Più o meno.-
-La signora Morrell dice che non ti senti più abbastanza bene da venire a scuola e che quindi preferisci studiare da casa.-
-Esatto: la mia malattia colpisce le mie cellule e giorno dopo giorno divento più vecchia e mi avvicino alla morte.-
-Capisco…Se solo ci fosse qualcosa di miracoloso che ti guarisca.- commentò, come fosse una frecciatina che si riferisse al morso da licantropo.
Wendy rimase calma, incrociando le gambe.- Già.-
-Scusami se mi permetto: ho delle usanze un po' medievali per capire se qualcuno mi sta mentendo.- affermò, avvicinandosi alla sua sedia.- Capisci che ogni allievo si potrebbe inventare una cosa del genere per evitare gli studi.-
Wendy deglutì la saliva nervosamente.- Capisco.-
Allora in quel momento, l’uomo le mise due dita sulla giugulare per controllare il suo battito.- Sei davvero malata, signorina McCall?-
Controllare le pulsazioni era una delle prime cose che Derek le aveva insegnato: Gerard stava giocando con il licantropo sbagliato.
-Sì.- rispose seccamente.
Infine, Gerard le sorrise, aprendo la porta dove erano attaccate le chiavi con una USB.- Molto bene, vedrò cosa posso fare per te.-
Wendy si alzò più che soddisfatta.- La ringrazio.-

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Capitolo 5
*** Well, i’m the alpha. ***


Nello stesso momento in cui Wendy era dal preside, Stiles si avviò all’allenamento di LaCrosse e mentre indossava i guanti, notò Jackson parlare con un ragazzo che sembrava gli stesse vendendo una videocamera.
Dato che anche Jackson era da tenere d’occhio, Stiles diede un colpetto a Lydia.- Ehi, chi è quello che parla con Jackson?- le chiese, dato che conosceva tutti quelli della scuola.
-Mi sembra si chiami Matt Daehler, fa sempre le foto per l’annuario scolastico. So che l’anno scorso aveva una cotta per te.- spiegò Lydia.
Stiles alzò le sopracciglia sorpreso.- Cosa?! Seriamente?!-
-E’ quello che ho detto anche io.-
-E perché dovrebbe parlare con Jackson?-
La ragazza abbassò lo sguardo.- Non lo so…Noi, non ci parliamo più…-
Stiles capì che lei stesse soffrendo per questo.- E’ un vero stronzo, mi dispiace.-
Lei gli sorrise.- Grazie.-
Come tutte le volte, Stiles restò in panchina per tutto l’allenamento, fin che Matt non gli si avvicinò con la fotocamera.
-Ehi, ciao, ti spiace?- gli domandò sorridendo, con l’intento di fargli una foto.- E’ per l’annuario scolastico.-
Stiles arrossì e annuì.- D’accordo…C-Come la vuoi?-
-Fammi solo un sorriso, così sei perfetto.-
Goffamente, Stiles piantò la mazza a terra e sorrise verso l’obiettivo.
Matt controllò poi lo schermo.- E’ perfetta, grazie.-
D’un tratto Stiles si sentì così strano.
I dubbi si stavano creando di nuovo.
Perché ne era così lusingato?
***
Prima di andare a casa, Scott e Wendy andarono al lavoro, ma quando stavano per entrare alla clinica veterinaria, videro un gruppo di cacciatori insieme a Chris.
Così si nascosero dietro la porta per origliare.
Sul tavolo operatorio c’era il cadavere dell’uomo che era stato trovato la stessa sera in cui Lydia era rispuntata fuori.
-Alan, credevo che ti fossi ritirato.- commentò Gerard.
-In effetti sì…Dopo che avete ucciso Aisha….Adesso mi occupo solo di cani e gatti.- ribatté il veterinario, con sguardo evidentemente triste.
Gerard, invece, fece un ghigno.- Beh, aveva cercato di uccidermi.-
-Sai dirci che cosa ha ucciso questo ragazzo?- gli domandò Chris.
-Nessun tipo di organo è stato portato via: questo animale non ha ucciso per mangiare qualcosa, ma solo semplicemente per il gusto di farlo: i licantropi non lo farebbero mai.- spiegò Deaton, voltando poi la testa della vittima per far notare a tutti un graffio che c’era dietro al collo.- Vedete questo? Era pieno di veleno. Questa creatura ha degli artigli velenosi che usa direttamente sulla colonna vertebrale per paralizzargli, come fanno i serpenti.-
Né Wendy né Scott avevano idea di che tipo di creatura fosse, ma andava fermata a tutti i costi.
***
Quando si fu fatta sera, Derek legò la catena ai piedi di Wendy: anche se ormai non sentiva più l’istinto di uccidere durante la luna piena, lo stesso non si poteva dire del licantropo che le cresceva dentro.
Dato che sia lei che Scott erano occupati a non uccidere, Derek e Stiles sarebbero andati a liberare Isaac.
Prima di uscire, Allison li chiamò.- Abbiamo un problema: i miei hanno scoperto di Isaac, hanno mandato un uomo alla centrale…Aveva in tasca una scatola con il disegno di un fiore.-
Stiles forse sapeva di cosa si trattasse.- Con i petali lilla?-
-Sì.-
-Strozzalupo, vogliono ucciderlo.- intuì Wendy.- Okay, adesso ho paura, non puoi andare lì disarmato.-
-Sta tranquilla, so cosa fare.- intervenne Allison.
Allison diede a Stiles il proprio arco e le frecce, così che potesse difendersi.
Stiles doveva prenderci ancora confidenza.
-Almeno lo sai usare questo coso?- gli domandò Derek, mentre si appostarono in un vicolo che dava sulla strada dove, il cacciatore, era costretto a passare per arrivare alla centrale.
-Ultimamente ho avuto solo un po' di fortuna.- rispose lui, con la mano tremante sull’arco.
I due si accucciarono per non essere visti e Derek chiuse gli occhi, cercando di percepire la macchina arrivare nella loro direzione.
-Non ancora…-
Stiles estrasse la freccia, concentrandosi.
-Non ancora…-
Preparò la freccia e puntò verso la strada.
-Non ancora…-
-E’ il terzo non ancora, arriva l’ora?!-
Di scatto, il licantropo aprì gli occhi.- Adesso!-
La macchina frecciò davanti ai loro occhi e Stiles scoccò la freccia, colpendo una delle gomme e facendolo andare fuori strada verso un muro.
Il ragazzo esultò.- Oh mio Dio! Hai visto?! Sono stato io!- esclamò, alzando le braccia.
Derek roteò gli occhi e gli prese il polso.- Sì, bravo, dopo ti do un biscottino, adesso andiamo!-
Ripartiti a bordo della Jeep, si fermarono davanti alla centrale di polizia, notando che all’entrata c’era una poliziotta.
-Bene, qual è il piano?- chiese Stiles.
-Andiamo dentro e mentre io la distraggo, tu entri.-
-Distrarla? Certo, con un bel pugno scommetto!-
-Anche se non succede da qualche anno, ci so ancora fare con le donne.- sospirò Derek, sentendosi quasi offeso.
-Mh, d’accordo, vediamo cosa sai fare.- lo sfidò Stiles.
Derek prese un bel respiro e gli fece un affascinante sorriso, guardandolo dritto negli occhi.- Ciao.-
Improvvisamente, Stiles sentì chiaramente la patta dei jeans gonfiarsi e una gocciolina di sudore cadere dalla fronte.- O-okay, forse può funzionare.-
Perciò entrarono dentro e nel frattempo che Derek ci parlava, Stiles proseguì con passo felpato verso le celle.
Ma quando girò l’angolo, ecco comparire il cacciatore: in mano aveva una siringa con un lungo ago, probabilmente strozzalupo.
L’uomo gli si avventò contro, chiudendogli la bocca per non farlo urlare e trascinandolo via.
Arrivata alla cella però, la porta era stata distrutta: Isaac era uscito.
Con gli occhi dorati e le lunghe zanne, Isaac afferrò il cacciatore e con forza animale, lo scaraventò contro il muro, spezzandogli la schiena.
Rimasto solo, Stiles strisciò verso la parete, non sapendo cosa fare, mentre Isaac gli ringhiava contro.
In quello stesso istante, Derek si mise tra i due e ruggì contro il Beta, con gli occhi rossi fiammanti.
Isaac si fece piccolo piccolo, in un angolino, come spaventato e tornò umano.
Stiles fece un sospiro di sollievo.- Come hai fatto?-
Derek si voltò verso di lui con un ghigno soddisfatto.- Beh, io sono l’Alfa.-
***
Nello stesso momento, Wendy era a casa, cercando di montare quel tavolo con un po' di musica di sottofondo, per passare il tempo.
D’un tratto però, sentì uno strano rumore, come un sibilo.
Inizialmente credeva di esserselo immaginavo, ma quando lo udì una seconda volta, decise di spegnere la canzone dal telefono sul tavolo e guardarsi intorno.
Il suono era chiaramente vicino e credendo fosse una minaccia, Wendy sfoderò gli artigli.
Era troppo buio e pochi raggi della luna entravano dalle finestre.
Wendy percepì chiaramente una presenza alle sue spalle e quando si voltò, si ritrovò davanti una strana creatura mai vista prima.
Aveva gli occhi dorati, il corpo squamoso, i denti piccoli, ma appuntiti e infine una coda che utilizzò per rompere il tavolo e far volare via il telefono dall’altra parte della stanza.
Se quello fosse stato il mostro che aveva ucciso quell’uomo, Wendy non avrebbe avuto molte possibilità contro i suoi artigli velenosi.
Corse verso il cellulare per chiamare Stiles, ma la catena era troppo corta e la fece inciampare, cadendo di pancia sul pavimento.
Con un gridolino di dolore, Wendy si voltò e se lo ritrovò sopra.
I due si guardarono negli occhi per alcuni secondi e Wendy giurò di conoscere quello sguardo.
Wendy rimase ferma, trattenendo il fiato, mentre il mostro fece scivolare la punta delle unghie sulla sua pancia, come per studiarla.
Infine, saltò via e scappò, rompendo una delle finestre.
Subito dopo, Stiles fece scorrere la porta e, vedendola a terra, le corse in contro.- Ehi, stai bene?!-
-Credo di sì.- rispose lei, sedendosi sul divano.
-Che è successo?-
-E’ stato qui…Aveva ragione Deaton, non è un licantropo, almeno credo. Sì, ha gli occhi di un Beta, ma ha il corpo coperto di squame…-
-Ci serve un Bestiario, altrimenti non capiremmo mai cos’è.- puntualizzò Stiles.
-So che gli Argent ne hanno uno: hanno classificato tutte le creature che hanno incontrato.- continuò Derek.
-Il bambino sta bene?-
-Non lo so…-
Silenziosamente, Isaac le si sedette accanto e chiudendo gli occhi, posò una mano sul suo ventre.
Essendo la luna piena, i sensi di Isaac erano ancora più acuti del normale e forse riusciva a sentire il feto.- Sta bene.-
Wendy gli fece un leggero sorriso.- E’ stato strano…E’ come quando vai ad una festa in maschera con i tuoi amici e non li riconosci perché hanno la maschera, ma sei certo che siano loro.-
Stiles la guardò accigliato.- Quindi credi che ti conosca?-
-Io credo che conosca tutti noi.-

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Capitolo 6
*** I’m the one keeping you alive. ***


Dopo una tisana rilassante, Stiles e Wendy andarono a dormire, cercando di dimenticare la serata.
-Io spero che abbia i tuoi occhi…- commentò Stiles, sorridendole.
-Io le tue labbra…- aggiunse Wendy, sfiorandogliele con le dita.
-Le mie labbra?-
-Sì, sono carine, sono a cuoricino.- spiegò lei, stringendosi al suo petto. -Mi piace stare qui.-
-Anche a me…Tranne quando inizi a sbavare e diventa tutto un po' schifoso.-
Wendy ridacchiò e gli diede un pizzicotto, ormai sull’orlo di addormentarsi.- Stiles…-
-Sì?-
-Ti amo.- bofonchiò, prima di dormire.
Per Stiles quella era una frase molto importante che Wendy aveva deciso di dirle proprio quella sera, proprio in quel periodo che il ragazzo era ancora confuso.
Era irritante non riuscire a capire chi fosse.
Da che parte stare.
Ma se non avesse mai provato, non avrebbe mai capito se Wendy fosse la persona giusta per lui.
Poco dopo, si alzò e dal balconcino vide Derek che cercava ancora di costruire il tavolo.
Isaac era addormentato nel suo letto: avevano deciso di farlo stare con loro fin che non avesse trovato un altro posto.
Ma, come facevano Stiles, Wendy e Derek da quando erano andati a vivere insieme, doveva rispettare le 5 regole che avevano scritto su un foglio, appeso al frigorifero.
Stiles scese le scale, notando che Derek si stesse innervosendo.- Dove diavolo è quella vite del cazzo?!-
Il ragazzo si guardò intorno, notando un bullone sul pavimento e glielo passò.
Derek lo inserì e il tavolino sembrò reggere.
-Bel lavoro.- gli disse lui.
-Non ci è voluto poi così tanto.-
Stiles prese un bel respiro per cercare di entrare nell’argomento.- Derek, io ho bisogno di fare una cosa…-
Isaac non stava proprio dormendo, così decise di origliare la conversazione.
-…Ti ricordi quando dicevi che dovevo provare per sapere cosa si provi?-
Derek annuì, senza dire una parola.
Stiles sentì il suo sguardo addosso e sbuffò.- C-come diamine faccio a baciare un uomo?! Dovrei forse andare lì, tipo, da Danny e dirgli: ehi, scusa Danny, potresti darmi un bacio così capisco se sono gay o no?-
Derek alzò gli occhi al cielo e con un unico gesto, lo prese per la maglietta e posò le labbra sulle sue, baciandolo lentamente.
Un brivido caldo corse lungo la schiena di Stiles, mentre, in modo naturale, i loro corpi si avvicinarono l’un l’altro.
Isaac sgranò gli occhi, sorpreso, ma fece finta di niente.
Dopo qualche secondo, si staccarono leggermente.
Derek stava per dire qualcosa, come allora? Quindi?
Ma Stiles si riavvicinò di nuovo e si baciarono ancora, più a fondo di prima.
Stiles era così a suo agio e Derek pensò che non si aspettasse che gli piacesse così tanto.
D’un tratto, Stiles si accorse di quanto fosse sbagliato quello che stava facendo.- S-scusa.-
-No, scusa tu, non dovevo.- sussurrò il licantropo, allontanandosi.
-Buonanotte.-
Stiles corse subito di sopra, come per scappare da un guaio di cui non voleva più saperne, da qualcosa che gli era proibito fare, tentando di dimenticarsene.
Ma purtroppo era successo davvero.
***
La sera successiva, mentre Scott si era intrufolato a casa di Allison per cercare il Bestiario nella camera degli ospiti dove dormiva Gerard, sua nipote cercava di distrarlo in qualche modo.
Gli chiese di assistere ad un allenamento di LaCrosse, dato che ultimamente parlava sempre di voler vedere di che tipo di gioco si trattasse.
Nel frattempo, quel giorno Stiles aveva saltato la scuola perché la Jeep aveva qualcosa che non andava.
Così la portò dal meccanico: un bel ragazzo sui 25 anni, biondo e affascinante, che lavorava solo con una canotta bianca dalla quale uscivano delle possenti braccia muscolose.
Stiles chinò la testa osservandolo lavorare, con la bocca asciutta.- Allora me lo fate apposta.- borbottò tra se e se, decidendo di usare il bagno per lavarsi la faccia.
Quando aprì la maniglia, qualcosa di viscido e appiccicoso gli si attaccò alla mano, facendogli fare una smorfia di disgusto.- Lo tieni bene questo posto, eh?- commentò, avvicinandosi al lavandino. Sulla parete c’era anche una sua vecchia foto di quando giocava a LaCrosse.- Carino.-
D’un tratto però, mentre cercava di prendere il sapone, la mano gli iniziò a tremare.
Non sapeva il perché, ma il tremolio arrivò per tutto il braccio e poi alla schiena, facendogli perdere l’equilibrio.
Non sentiva più il suo corpo, né riusciva a prendere il telefono per chiamare aiuto.
Dal pavimento, riuscì a vedere una spaventosa creatura alle spalle del meccanico: la stessa che aveva attaccato Wendy la sera prima.
Probabilmente era per il suo veleno che Stiles se ne stava paralizzato per terra.
Cercò anche di avvisare il ragazzo, ma non riusciva a parlare.
Con tutte le forze che si sentiva, Stiles mosse le dita sul telefono.
Il mostro aveva appena usato gli artigli sul collo del meccanico, paralizzando anche lui.
Il cuore di Stiles batté a mille: credeva davvero che l’avrebbe ucciso.
Improvvisamente, sentì qualcuno circondargli le ascelle e che lo trascinò fuori dal negozio.
Derek se lo prese sulle spalle e corse via, non sapendo come affrontare quella creatura.
Si nascosero in un vicolo e il licantropo lo fece sedere su un muretto.
-Stai bene?- gli domandò poi.
Stiles scosse la testa, con la gola ancora bloccata e la mano tremante.
Derek si accucciò su di lui. -Okay, devo far uscire il veleno, farà male.- gli disse in fretta, togliendosi la cintura dei jeans.
Stiles balbettò qualcosa di incomprensibile, impaurito.
-Vedrai, andrà bene.- lo rassicurò Derek, vedendo la paura nei suoi occhi.
Gli fece mordere la cintura e poi estrasse gli artigli, bucandogli la vena femorale per far uscire il veleno.
Stiles gridò e strinse i denti sulla cintura, evitando di mordersi.
Subito dopo, sentì di nuovo il resto del corpo: aveva funzionato.
-Va meglio?-
-Sì.- rispose lui, col fiatone.- Come sapevi dov’ero?-
In quel momento, Derek sentì un sibilo sulla propria testa: la creatura li aveva seguiti e li stava cercando.
Il licantropo gli fece cenno di stare zitto e poi lo aiutò ad alzarsi silenziosamente, facendolo aggrappare alla propria spalla.
Anche se un po' zoppicante, Stiles riuscì a camminare veloce.
Si voltò per vedere che non ce lo avessero alle calcagna, ma in realtà lui era lì. -Derek!-
-Corri!-
I due corsero verso la scuola ed entrarono dalla parte delle piscine.
Poi, il silenzio.
-Dov’è andato?- si chiese Stiles, guardandosi intorno. -Lo vedi?-
-No, ma adesso tu devi scappare di qui.- affermò Derek.
-No, no, non ti lascio qui da solo.- replicò Stiles.
-Io sono un licantropo, tu un umano.-
-Ma tu non sai come affrontarlo.-
Improvvisamente, il mostro ricomparve dal nulla e colpì Derek con gli artigli al collo.
-Scappa!- gli gridò.
Il corpo del licantropo cadde pesantemente su Stiles che, magro com’era, non riusciva a sostenerlo.
Inciampò e cadde in acqua.
Con tutta la forza che riuscì a raccogliere, Stiles tornò in superfice sostenendo il corpo di Derek: ora era lui quello paralizzato.
-Ma come si è ribaltata la situazione!- borbottò Stiles.- E tu che volevi restare qui da solo!-
La creatura non ne voleva sapere di andarsene, anzi, gli girava attorno aspettando che uscissero, ma lui, invece, non aveva intenzione di entrare perché sembrava avere paura dell’acqua.
-E adesso che facciamo?- domandò Derek: l’unica cosa che riusciva a muovere erano le labbra.
Stiles si guardò attorno e notò che il telefono gli era caduto a bordo piscina.- Devo telefonare a Scott.- Non sarebbe riuscito a nuotare verso il cellulare tenendo Derek, era troppo pesante.- Cristo quanto pesi! In questo momento odio che tu faccia palestra! Devo lasciarti andare per prendere il telefono.-
-Cosa?! Non ci pensare nemmeno! Non mi lascerai affogare!- esclamò l’altro.
-Ehi, sono l’unico che ti sta tenendo in vita, te ne sei accorto?!- sbottò Stiles, sospirando.- Non ho tempo di litigare con te.- mormorò fra se e se, prima di lasciare la presa e nuotare velocemente verso il bordo della piscina.
In fretta afferrò il cellulare e compose il numero di Scott, mentre Derek affondava lentamente.
-Scott, è qui! Siamo alle piscine!- gridò Stiles, prima di lasciare il telefono e tuffarsi in acqua per riprendere Derek e tornare in superfice.
Il licantropo fece un grosso respiro, attaccandosi al ragazzo.
-Sono qui, sono qui, ti ho preso.- gli disse Stiles.- Non ti lascio andare.-
 

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Capitolo 7
*** Someone we know. ***


D’un tratto, dall’entrata della piscina, si udì un ruggito.
Scott cercò di attaccarlo, ma la creatura usò la sua lunga coda e lo fece volare verso uno specchio, rompendolo in mille pezzi.
Avendo paura di avvicinarsi per via die suoi artigli, Scott prese un frammento appuntito da usare come arma.
Ma in quel momento, il mostro guardò il suo riflesso: stranito, chinò la testa e poi il suo sguardo fu come disgustato e scappò via.
Una volta tirati fuori dall’acqua Stiles e Derek, andarono a casa.
Contemporaneamente, Wendy e Isaac erano rimasti a casa: avevano comprato un sacco a pelo per il nuovo arrivato, fin che non si sarebbe sistemato.
Stavano preparando la cena, quando Isaac notò il foglio sul frigorifero.
-Dovrai rispettarle anche tu fin che vivrai qui.- gli disse.
- Non girare nudi per casa, questa mi piace.- commentò, ridacchiando appena.- Scommetto che è per Derek.-
Wendy ridacchiò con lui.- Sì, esatto.-
-Che rapporto hanno lui e Stiles?-
Lei la trovò una domanda strana.- Non saprei…Non credo che sia un vero e proprio rapporto. Lui fa battute piene di sarcasmo e Derek gli ringhia contro, ma dopotutto Stiles è solo un essere umano di 63 chili: il sarcasmo è la sua unica difesa.-
In quel preciso istante, la porta scorrevole si aprì, facendo sgranare gli occhi a Wendy e ridere a crepapelle ad Isaac.
Stiles e Derek se ne stavano tutti fradici e sgocciolanti sul salone.
-Che cosa è successo?- domandò Wendy, prendendo degli asciugamani.
-Non chiedere.- borbottò Derek, con il broncio.
-Succede che gli ho appena salvato il culo: se non ci fossi stato io, sarebbero morti.- borbottò Scott: ancora non gli andava giù che la sorella fosse incinta.
-No, non ci avrebbe presi: aveva paura dell’acqua.- puntualizzò Stiles. -Ma comunque Wendy aveva ragione, è qualcuno che conosciamo, ho avvertito anche io questa sensazione.-
-A casa Argent l’unico libretto che ho trovato è stato quello di ricette di cucina: deve essere qualcosa che Gerard tiene sempre con se.- continuò Scott.
Wendy ci rifletté su e, ricordandosi il suo incontro con Gerard, ne venne a capo.- Io so dov’è.-
***
Le chiavi dell’ufficio di Gerard avevano attaccata una USB che Allison riuscì a copiare facilmente, senza che il nonno si accorgesse di niente.
Intanto, per prepararsi alla prossima luna piena e soprattutto per difendersi dai cacciatori, Derek stava addestrando Isaac, Erica e Boyd nel salone di casa.
Isaac fece una capriola in avanti per evitare una sedia e poi saltò su una cassa di legno per avventarsi su Derek.
Ma l’Alfa lo prese per la gola e lo spinse a terra.
Wendy, Erica e Boyd stettero a guardare.
-Non dovete usare mai un modo prevedibile per attaccare.- intervenne Wendy.
-Ma ha messo lui la sedia e la cassa!- commentò Isaac.
-Ma non ti ha detto di usarli.-
-Come faremo a capire quando saremo diventati abbastanza bravi?- domandò Boyd.
-Quando diventerete come lei.- rispose Derek, indicando Wendy.- E fidatevi, siete molto, molto lontani.- Poi, lui le si avvicinò.- Che ne pensi di Isaac?- le sussurrò, per non farsi sentire.
-Secondo me è un gran combattente, sarà sicuramente una bella testa calda.- rispose Wendy.
-Credo sia gay.-
In quel momento, a Wendy arrivò una mail: Allison le aveva mandato il Bestiario.
-Ma che lingua è?-
Derek diede una letta.- Cazzo, è latino. Perfetto e adesso che facciamo?-
-Ehi, regola n° 4!- esclamò Isaac.- Niente parolacce!-
-L’unica persona che conosco che possa sapere il latino è Lydia.- rispose Wendy, scorrendo le pagine fino all’immagine di una strana creatura.- Eccola, somiglia molto a questo!-
Anche se il testo era in latino, il nome della creatura si leggeva anche nella loro lingua.- Ma certo! E’ un Kanima! Dovevo capirlo quando ha guardato il suo riflesso ed è scappato.-
-Ne sai qualcosa?-
-Solo voci: è un licantropo che si è trasformato in un serpente, ecco perché ha gli occhi dorati come i nostri. Ma non so nient’altro.- spiegò Derek.- La forma che prendiamo rispecchia sempre chi siamo… Chi conosciamo che ha il carattere di un serpente?-
Wendy ebbe paura a pensare ad una persona.- Lydia…-
-E Jackson.- affermò Erica.- E’ sempre stato uno stronzo con me.-
Wendy odiava l’idea che uno di loro due potesse trasformarsi in un anfibio e uccidere le persone.
-Come facciamo a capire se uno di loro?- domandò Isaac.
-Ho ancora il veleno in circolo di quel bastardo: un serpente non può paralizzarsi col suo stesso veleno.-
Wendy allora intuì il suo piano.- Se glielo diamo e non succede niente, vuol dire che è uno di loro.-
***
Per far incontrare Lydia e Jackson nello stesso posto senza che gli venisse detto che in realtà era un test per capire se uno di loro fosse un orribile mostro omicida, Allison organizzò una semplice sessione di studio al loft.
Derek non si sarebbe fatto vedere e sarebbe rimasto chiuso in camera.
Mentre passava per il corridoio, notò Stiles in bagno che, appena uscito dalla doccia, si toccava dolorante la ferita che Derek gli aveva fatto per far uscire il veleno.
-Fa ancora male?- gli domandò, entrando.
-Sì, faccio fatica a camminare.- rispose lui, con una smorfia di dolore.
Derek prese l’occorrente dal mobiletto del bagno, si sedette sul water e si mise la sua gamba sul ginocchio.
Tamponò con un po' di disinfettante e poi girò un paio di volte con la garza.
-Sei diventato anche dottore?- gli chiese Stiles, arrossendo.
-Solo con gli umani fragili.- mormorò l’altro, facendo un piccolo sorriso.
Successivamente, posò una mano sulla ferita chiudendo gli occhi.
Stiles non sapeva cosa stesse facendo, ma gli vide delle strane vene nere passargli per tutto il corpo.
E poi, si sentì meglio.
-C-che cosa hai fatto?-
-Un piccolo trucchetto da mago, non serve che tu sappia.-
Per un attimo, i due si soffermarono a guardarsi negli occhi, con un leggero sorriso, senza che Derek togliesse la mano dalla sua coscia.
Wendy passò lì per caso e li guardò stranita.- Tutto bene?-
Imbarazzati, i due si separarono, balbettando cose incomprensibili.
La ragazza arricciò il naso.- Non devo chiedere, giusto?-
-No.- ripeterono all’unisono.
Quando Derek fece per uscire, Stiles lo fermò.- Ascolta…Riguardo quello che è successo l’altra sera…- mormorò, per non farsi sentire dalla fidanzata.
-Non è successo, ce ne dimentichiamo e basta.- affermò Derek, annuendo più volte.
-Esatto, bene, perfetto.-
-Bene.-
Qualche ora dopo, arrivarono Lydia, Jackson, Allison e Scott.
Lydia non sapeva che ci fosse anche Jackson e Jackson non sapeva che ci fosse anche Lydia.
I due si fulminarono con lo sguardo e si sedettero al tavolo insieme agli altri.
-Allora, cosa studiamo?- chiese Jackson.
In realtà, Allison non aveva pensato a questo, ma solo a riunirli insieme nella stessa stanza.- Ehm…Potremmo fare qualche esercizio di economia.- balbettò Allison, cercando in fretta una pagina di esercizi.
-Sì, vado veramente male in economia quest’anno!- intervenne Scott, ridacchiando per allentare la tensione.
Così tutti si misero a fare la tabella sul quaderno.
-Il capitale proprio è una passività, giusto?- chiese Wendy.
-Ovvio.- rispose Lydia, con il solito fare altezzoso.
-E’ un’attività, idiota, vuol dire che i soldi entrano.- intervenne Jackson.
-No Jackson, non entrano: il capitale proprio è un investimento per l’azienda.- insistette Lydia.
Jackson lasciò cadere la penna sul quaderno, sbuffando e si passò le dita negli occhi, come se avesse mal di testa.
Wendy notò il suo comportamento.- Jackson, tutto bene?-
-Non spremerti troppo le meningi.- borbottò Lydia.
Jackson si alzò di scatto e afferrò il braccio della ragazza.- Lydia, posso parlarti?! In cucina?!-
Per lui non fu una domanda, ma un ordine: la trascinò in cucina e sbatté la porta.
Allora Wendy, per sapere cosa si stessero dicendo, si concentrò sulle loro voci.
-Perché non mi hai ridato la mia chiave?!-
-La tua chiave?! Mi prendi in giro?! Sono stata morsa da uno psicopatico che oltretutto non hanno ancora arrestato! Ho vagato per il bosco da sola e nuda! E tu mi vieni a parlare della tua maledetta chiave?!-
Wendy si sentì tremendamente in colpa per aver lasciato che le accadesse tutto questo.
-Lo so che sei stata tu!-
-A fare cosa?!-
-Ad entrare in casa mia e cancellare due ore del mio filmato! La notte di luna piena! Non volevi che il mondo vedesse quello che stava succedendo!-
-Non so di cosa tu stia parlando!- singhiozzò Lydia.- Io ti odio…Ti odio davvero tanto.- piagnucolò.- Ma se proprio rivuoi la tua chiave, eccotela! Contento?!-
Wendy non sapeva di cosa Jackson stesse parlando e per un attimo, forse, capì che Scott aveva ragione.
Avendo scelto di crescere un figlio, Wendy aveva lasciato in disparte tutto il resto.
Improvvisamente, si udì un urlo straziante, che di nuovo costrinse Scott e Wendy a tapparsi le orecchie.
La porta della cucina venne distrutta da una creatura con una lunga coda squamosa: si arrampicò per tutto il muro e poi saltò sopra Stiles, Wendy, Allison e Scott.
Ad un tratto, Derek uscì dalla camera e si lanciò dal balconcino, ruggendo verso di essa.
Wendy si voltò verso la cucina, dove Lydia era svenuta per la paura.
E se Lydia era  lì, voleva dire che il mostro poteva essere una sola persona.
-Oh Mio Dio, è Jackson.-

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Capitolo 8
*** -Ehm, we are in a gay club. -Oh, really?! ***


Trovandosi contro tre licantropi, la creatura era fuggita via.
Scott era saltato dalla finestra per andarle dietro.
-Dobbiamo seguirla!- intervenne Derek, uscendo insieme a Stiles.
Allison e Wendy si preoccuparono di far rinsavire Lydia con un po' di acqua sul viso.
La ragazza sobbalzò dal divano e si guardò intorno col fiatone.
-Lydia, Lydia, va tutto bene, sei al sicuro.- le ripeté Wendy.
-Al sicuro?! Ma che cos’era quella cosa?!- sbottò lei, con vocina acuta.- Mi spiegate che succede, cosa era quella cosa e perché Wendy non viene a scuola da una settimana?!-
Allison e Wendy si guardarono senza sapere cosa dire: lei non voleva rivelarle la parte oscura di se, perché questo l’avrebbe fatta spaventare ancora di più.
-E se ti dicessi che è meglio che tu non sappia?-
Lydia versò una lacrima guardandola.- Ti prego, non mentirmi.-
Wendy capì dal suo sguardo che era molto impaurita, così, decise di alzare la grande maglietta e farle vedere la pancia.
La ragazza sgranò appena gli occhi.- Sei incinta…-
-Per questo non vengo a scuola…-
-E perché non me lo hai detto?!- esclamò d’un tratto, sorridendo.- Adoro i bambini!-
Entrambe fecero un passo indietro per via del suo acuto urlo e capirono che era tornata in se.
***
Dato che la Jeep era stata riparata, Stiles e Derek seguirono il Kanima fino ad un locale notturno.
Mentre capivano come poter entrare dalla porta sul retro, Stiles notò che in fila c’era anche Danny e si chiese perché Jackson avesse scelto proprio quel posto.
-Okay, non ho idea di come entrare, sono al verde.- puntualizzò Stiles.
Ma Derek aveva già rotto la maniglia della porta e gliela aveva messa in mano.
-Oppure spacchiamo le maniglie, ma certo!-
Quando entrarono, erano tutto molto buio, tranne per le luci e la musica alta.
Derek si guardò intorno, notando che c’erano solo ragazzi e che, oltretutto, si strusciavano tra loro.
-Ehm, credo che siamo in un gay club.- urlò Derek, data la musica alta.
-Ma davvero?!-
Derek si voltò verso di lui, scoppiando a ridere quando vide che un gruppetto di drag queen lo stava accarezzando come fosse il giocattolino nuovo.
Si avviarono al bancone per vedere se trovavano Jackson tra la folla.
-Questa è offerta dal ragazzo laggiù. - disse al barista, porgendo una coca cola a Stiles e indicando un ragazzo ammiccante dall’altra parte del bancone.
Stiles arrossì ed evitò di guardarlo, mentre Derek rideva sotto i baffi.
-Non fare così!- borbottò, scuotendo la testa.
Il licantropo alzò le mani.- Non ho detto niente.-
In quell’istante, entrambi alzarono lo sguardo e videro il Kanima che strisciava sul soffitto, puntando proprio verso Danny.
Con i suoi artigli velenosi lo paralizzò, insieme ad altri ragazzi.
Mentre qualcuno chiamò la polizia, Derek si trasformò e si fece spazio nella folla, riuscendo a graffiare la creatura al petto.
Ma essa fuggì fuori e anche loro, prima che arrivasse lo sceriffo.
Seguirono il sangue fino al retro del locale e trovarono Jackson, con delle ferite molto più profonde di quelle che gli aveva fatto Derek.
Scott comparve al suo fianco, con gli artigli insanguinati. - Portatelo via di qui.-
***
Una volta portata Lydia a casa, Derek e Wendy decisero di mettere Jackson nella camera destinata alla bambina, legato con la catena usata per la luna piena.
Dato che dovevano ancora cercare di capire cosa dicesse il Bestiario, forse Wendy conosceva qualcuno a scuola che sapeva leggere il latino.
Doveva anche indossare vestiti sempre più grandi per non far vedere il pancione.
Prese il bus per arrivare a scuola e dovette rimanere in piedi perché non c’erano posti a sedere.
Sperava di non incontrare persone che la conoscessero, ma fu sfortunata.
Seduto davanti a lei, trovò Matt.
-Wendy? Wendy McCall?-
Wendy cercò di voltare lo sguardo, ma era troppo tardi.- Ciao Matt!-
Il ragazzo notò subito la sua pancia.- Oh, ecco perché non ti si vede più a scuola…-
-Ti prego Matt, ti sarei grata se non lo dicessi a nessuno.- lo pregò.
Lui fece il gesto della zip sulle labbra.- Bocca chiusa.- le disse, sorridendole dolcemente.- Dai, prendi pure il mio posto.-
-Grazie.-
La signorina Morrell non era solo la consulente scolastica, ma anche la professoressa di latino, così decise di chiederle aiuto.
-Kanima, l’ho detto bene?-
-Sì, è così.-
-A cosa ti serve queste roba?-
Wendy tentò di inventarsi qualcosa sul momento.- Ehm, nel tempo libero gioco ad un gioco online dove ci sono delle creature medievali.-
-D’accordo…- continuò la donna, anche se era un po' confusa.- Allora…Qui dice che il Kanima è una creatura dell’antichità che solitamente uccideva assassini per pura vendetta…Andando avanti negli anni, si è capito che questo mostro, ormai con l’anima spezzata, cercasse solo un amico.-
Da quella traduzione, Wendy scoprì il motivo per cui Jackson aveva puntato a Danny, perché era il suo migliore amico.
-La ringrazio, mi è stata molto utile.-
Nel frattempo, Stiles e Derek erano rimasti a casa per controllare Jackson e il licantropo stava montando la culla per il bambino.
-Dovrebbero chiamarmi a domicilio per il fai da te, sarei ricco.- borbottò tra se e se.
Stiles era quasi alla fine del suo libro preso alla biblioteca.- Hai mai sentito parlare di questa cosa? L’imprinting? -
-Sì, è una cosa molto rara e speciale. E’ così che i miei genitori si sono innamorati. Sai quando vedi una persona e hai quel lungo brivido sulla schiena che ti fa tremare le gambe e pensi che l’unica cosa che ti faccia tornare a respirare di nuovo, sia lei?- spiegò Derek, guardandolo.
Stiles incrociò il suo sguardo.- Sì, capisco…-
Derek si voltò, arrossendo leggermente.- Beh, è una cosa del genere. Il licantropo diventa talmente ossessionato, che darebbe la vita.-
-Molto romantico.- commentò Stiles, andando in cucina per prendersi da bere.

In quel momento, Isaac lo afferrò con fare duro e lo sbatté contro il muro.- Senti, non so cosa tu stia tramando, ma visto che stare qui mi piace, dato che prima ero abituato ad un padre che mi picchiava continuamente, vorrei che gli animi non si scaldassero. Perciò: sta alla larga da Derek.- gli sussurrò all’orecchio, strofinandogli appena un artiglio sulla gola.
Stiles capì allora che Isaac avesse una piccola cotta per Derek e lo aveva anche parecchio spaventato.
Derek collegò gli ultimi cavi della tv nuova e l’accese.
Al notiziario stavano trasmettendo il servizio dell’omicidio di un uomo di 24 anni che abitava in un camper nel bosco insieme a sua moglie.
Le ferite erano le stesse di quelle fatte al giovane trovato qualche giorno prima.
La ragazza però, non era stata toccata e trasportata immediatamente all’ospedale perché incinta al nono mese.
Di scatto, Stiles e Derek si guardarono e corsero di sopra.
Quando aprirono la porta, videro che la catena era stata spezzata e Jackson era fuggito.
-Non ci posso credere, come ha fatto a fuggire?!- esclamò Derek.
-Magari mentre voi vi facevate gli occhi dolci?- commentò Isaac, sospirando.

Wendy si sedette alla fermata dell’autobus per tornare a casa, quando Gerard l’affiancò.
-Wendy, che ci fai qui? Credevo di averti detto che potevi studiare a casa.- le disse lui, sorridendole mentre le si sedeva a fianco.
-Salve, ero venuta a prendere alcuni libri che avevo lasciato nell’armadietto.-
Accadde tutto in un lampo, Gerard estrasse un piccolo coltello e glielo conficcò nella spalla, senza far notare quello che stava facendo ai passenti.
-Sta ferma.- le sussurrò, continuando a farle quell’inquietante sorriso.- Anche se sento già praticamente i tuoi tessuti che cercano di cicatrizzare la ferita, non si sa mai con un Beta.- continuò, mentre Wendy fece una smorfia di dolore.- Posso interpretare bene la parte del vecchietto un po' tremolante, alla quale piace cucinare, come tu può fare bene la parte della ragazza malata e incinta. Mi ascolti?-
Wendy non sapeva esattamente cosa fare, aveva paura per il bambino.- S-Sì.-
-Un giorno di questi tu mi farai un favore, altrimenti questa lama sarà destinata a lui.- affermò, accarezzandole la pancia.- Sono stato abbastanza chiaro?-
-S-Sì.-
Infine, Gerard le diede una pacca sulla spalla e se ne andò.
Wendy si premette la mano sulla ferita, anche se stava già lentamente guarendo.
In quel momento però, notò un ragazzo dall’altra parte della strada.
Era Jackson, aveva gli occhi azzurri fissi nel vuoto e poi li alzò verso di lei.
Wendy voleva avvicinarsi, ma un paio di macchine sfrecciarono per strada e poi lui sparì.
Con il labiale, prima di fuggire, Jackson le aveva chiaramente detto: Aiutami.

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Capitolo 9
*** One is a clue, two is a coincidence, three is a track ***


Visto che Stiles e suo padre non abitavano più insieme, ogni tanto pranzavano insieme alla centrale nel suo ufficio e Stiles ne approfittò per spiare cosa avesse capito degli omicidi.
L’uomo addentò il suo panino, ma fece una smorfia di disgusto.- Che cos’è questa roba?-
-Panino vegetariano…Lo so che senza di me mangi solo schifezze, ti conosco.- commentò il figlio.- Allora, cosa hai scoperto?-
-Non condividerò le informazioni con mio figlio adolescente.-
Stiles diede un’occhiata alle foto che aveva attaccato al muro dietro di lui.- Intendi quelle?-
Lo sceriffo sospirò.- Credo che ci sia una connessione con tutti gli omicidi. Tutti quelli che sono stati uccisi, il ragazzo nel bosco, il tuo meccanico e la coppia di ragazzi del camper...-
-Aspetta, è morta anche lei?-
-Sì, è stata soffocata da qualcuno nella sua stanza d’ospedale dopo aver partorito.-
Allora Stiles capì una cosa.- Un momento, quindi gli assassini sono due.-
-Esatto: quello che ha ucciso la ragazza non è lo stesso che ha inflitto quelle ferite a tutti gli altri.-
-E cosa avevano in comune?-
-Avevano tutti 24 anni. E sai cosa dico io: uno è un indizio, due una coincidenza e tre…-
-Una pista.- affermò Stiles, incuriosito.- E che mi dici del padre di Isaac? Lui non ha 24 anni.-
Lo sceriffo prese un fascicolo da un cassetto.- No, ma sapevi che Isaac aveva un fratello che è morto in guerra? Indovina quanti anni avrebbe oggi.-
-24.-
A quel punto, Stiles si alzò ed ebbe un lampo di genio.- Quindi queste persone si saranno diplomate tutti nello stesso anno.- disse, cercando tra gli archivi l’annuario del 2006. Trovò una foto in cui i ragazzi uccisi erano tutti riuniti al campo di LaCrosse.- Giocavano tutti insieme a LaCrosse…- Notò poi un’altra curiosità nel vedere il volto del coach.- E guarda chi era il coach.-
Era proprio il padre di Isaac.
Non sapevano il perché, ma il Kanima e un altro uomo sconosciuto, puntavano ai diplomati del 2006.
Stiles strappò una foto di tutti gli studenti che si erano diplomati in quell’anno: se l’obiettivo del Kanima era uccidere quegli allievi, il prossimo era sicuramente in una di quelle foto.
***
Lydia decise di venire tre volte a settimana a casa di Wendy per aiutarla con le faccende.
Quella mattina, mise alcuni ingredienti dentro il frullatore che mischiati assunsero una miscela dal colore che fece disgustare Wendy.
-Esattamente cosa c’è dentro?- mugugnò Wendy, storcendo la bocca.
-Sedano, curcuma, zenzero e un pizzico di fragola per dare un po' di sapore.- rispose la ragazza, entusiasta.- Fidati, mentre mia madre era incinta di mio fratello prendeva tutti i giorni questo frullato ed è ancora bella come il sole.-
Wendy diede un sorso e le fece un piccolo sorriso per farla contenta, ma in realtà era pessimo.
-Peccato che non hai la macchina, potevamo andare a fare un po' di shopping.- continuò poi, osservando i suoi abiti con disappunto.
-Non ho neanche la patente in realtà…Dopodomani è il mio compleanno e una volta partorito, inizierò a studiare.- puntualizzò Wendy, sciacquando il frullatore.
-Il tuo compleanno?! Ma è fantastico! Possiamo fare una festa in piscina, conosco una bellissima location!-
Wendy tentò di dirle di no, ma lei non l’ascoltò proprio.
-Prenoto subito!- esclamò, attaccandosi al telefono.
Wendy prese un bel respiro.- E’ tua amica, cerca solo di aiutarti, fai un bel respiro e sorridi.- si disse tra se e se.
-Perfetto, ho prenotato per mercoledì sera alle 10! Posso fare qualcos’altro per te?-
La ragazza cercò di sorriderle.- Beh, se potessi tradurmi 15 pagine di latino sarebbe fantastico.-
Lydia annuì.- Conosco il latino, dà pure!-
 
Wendy le diede subito le pagine del Bestiario che parlavano del Kanima.- Il Kanima è una creatura dell’antichità che solitamente uccideva assassini per pura vendetta…Andando avanti negli anni, si è capito che questo mostro, ormai con l’anima spezzata, cercasse solo un padrone.-
Fu subito confusa.- Sei sicura? La signorina Morrel aveva detto che c’era scritto Amico.-
-Sono sicurissima, si è sbagliata, qui c’è scritto padrone.-
Forse era quello il motivo per cui c’erano due assassini: non erano affatto alleati.
-Non lo stanno aiutando…Lo stanno controllando.-
***
Scott e Stiles avevano il compito di seguire Jackson ovunque andasse.
Quella sera faceva la fila fuori dalla discoteca Qube Disco per ottenere i biglietti di un rave che ci sarebbe stato l’indomani.
I due amici non avevano un soldo, perciò non avevano idea di come entrare.
Tra la fila però, notarono che c’era anche Matt.
Scott gli diede una pacca.- Ehi, guarda chi c’è.-
-Sì e allora?-
-Lydia non ha detto che ha una cotta per te?-
Stiles arrossì.- Sì e quindi? Cosa dovrei fare? Andare lì e chiedergli un appuntamento?-
Scott annuì deciso.- Sarebbe un ottimo piano.-
L’altro non voleva farlo per niente, ma non avevano altre possibilità.- D’accordo, non dirlo a Wendy.-
-Acqua in bocca.-
Stiles prese un bel respiro e si avvicinò a Matt con le mani in tasca. -Ehi Matt, che ci fai qui?-
Matt si guardò intorno imbarazzato.- Quello che stanno facendo tutti…Prendo i biglietti.-
-Oh, sì, giusto, che stupido. Io non posso, ho dovuto pagare ultimamente un sacco di soldi per la mia Jeep…Anche se mi sarebbe piaciuto molto andarci.- balbettò Stiles, grattandosi la testa.
Il ragazzo gli sorrise.- Se vuoi compro due biglietti e ci andiamo insieme.-
Stiles alzò le sopracciglia: non credeva che sarebbe stato così facile.- Sarebbe fantastico!-
-Ti vengo a prendere alle 7.-
Non poteva di certo farlo venire a casa sua dove c’era la sua fidanzata incinta.- Facciamo che ci vediamo qui, okay?-
-D’accordo…Non vedo l’ora.-
Matt sembrava così gentile che Stiles si sentì quasi in colpa a prenderlo in giro.
Se il gruppo voleva intrappolare sia Jackson che chi lo controllava, doveva appellarsi a qualcosa di più di artigli e zanne.
Isaac, Stiles e Derek tornarono da Deaton per dei consigli.
-Ehi Doc, hai ancora quella polverina?- domandò Stiles, ripensando poi a quello che aveva appena detto.- Okay, così sembro un drogato.-
Deaton estrasse una valigetta con varie polveri.- Ce l’ho.- rispose, porgendogliela.- Ricordatevi che solo Stiles può toccarla.-
-Ma come facciamo a catturarlo? Se ci avviciniamo ci paralizza.- intervenne Isaac.
A quel punto, Deaton prese una fialetta dal cassetto.- Questa è valeriana, la usiamo per i cani: ovviamente a voi darò il triplo della dose per Jackson. Sappiamo se ha un punto debole?-
-Pare che il Kanima abbia paura dell’acqua.- rispose Derek.
-E anche Jackson?-
-Direi di no, è il capitano della squadra di nuoto.- affermò Stiles. -Il che è molto strano.-
A quel punto, Deaton tirò fuori una moneta.- E se queste due persone fossero collegate? Abbiamo detto che il Kanima ha un padrone…E se si trattasse del burattinaio e del suo burattino? Dopotutto la leggenda del Kanima è questa: qualcuno lo controllava per uccidere gli assassini.-
Stiles capì il suo ragionamento.- Intendi dire che non è Jackson ad avere paura dell’acqua, ma chi lo comanda?-
-Esatto e se intrappoliamo uno...- spiegò Deaton, circondando la moneta con la povere di sorbo.- Intrappoliamo anche l’altro.-
Derek tornò così a casa per spiegare il piano a Wendy.
-Sembra molto molto molto pericoloso.- commentò titubante.
-E’ l’unico modo che abbiamo per catturalo ed interrogarlo.- ribatté Derek. -So che sei preoccupata..-
-Lo sono.- replicò Wendy, afferrandogli la mano.- Ti prego, tienilo al sicuro.-
Derek la guardò dritto negli occhi.- Non gli succederà niente.-

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Capitolo 10
*** If i can… ***


Quello stesso pomeriggio, mentre tutti si stavano preparando, qualcuno bussò alla porta.
Allison non aveva una bella cera, ma le fece un piccolo sorriso con in mano una busta.- Ciambelle e 4 chiacchiere tra migliore amiche?-
Wendy ricambiò il sorriso.- Certo.-
Si sedettero sul letto e si divisero le ciambelle.
-Sei venuta perché qualcosa ti preoccupa?- le chiese Wendy.
Allison abbassò lo sguardo, torturandosi le mani.- Tutto, in realtà…Mio padre che non vuole che veda Scott: lo ha anche minacciato con una pistola, i-io non sapevo che fare.- balbettò, con gli occhi lucidi. – Ho dovuto dirgli di Jackson…Tutte queste persone stanno morendo e io dovevo fare qualcosa, capisci? Non posso starmene con le mani in mano.-
La situazione era già complicata senza che i cacciatori ci mettessero il loro zampino, ma Wendy intuì che Allison era molto preoccupata.
-Sta tranquilla Ally, tutto si risolverà.- le disse, abbracciandola.- Farò tutto il possibile.-
***
Si era fatta sera, Stiles e Derek parcheggiarono dietro la discoteca con la Jeep.
Erica ed Isaac sarebbero entrati, Derek e Boyd avrebbero fatto la guardia fuori e Stiles avrebbe sparso la polvere di sorbo intorno all’edificio.
-Allora, Deaton ha detto che gliela devi iniettare dietro il collo.- spiegò l’Alfa ad Isaac.- E sta attento.-
-Non ti preoccupare, sarà un gioco da ragazzi.- commentò lui, con un ghigno sulle labbra.
-No, parlo di te…Sta attento.- replicò Derek, guardandolo negli occhi.
Isaac gli sorrise appena e poi entrò dentro con Erica.
Wendy era molto convinta che Jackson non volesse uccidere tutte quelle persone: ogni volta entrava in una specie di trance e lo si poteva notare dagli occhi continuamente fissi verso il vuoto.
Erica ed Isaac gli si avvicinarono sulla pista da ballo, mentre Stiles cercò Matt.
-Ehi, sei carino.- gli disse Matt sorridendogli.
Stiles si guardò arrossendo.- Oh, ho preso la prima cosa che avevo nell’armadio.-
-Vuoi ballare?- gli chiese, indicandogli la pista da ballo.
Il ragazzo arricciò il naso.- Non sono capace.-
Matt ridacchiò e gli prese la mano, avvicinandolo a se.- Non fa niente, lasciati andare.-
Stiles cercò di eliminare la tensione e muoversi a ritmo di musica.
Matt avvicinò il proprio bacino al suo, strusciandosi, mentre gli afferrò un fianco.
L’altro sentì chiaramente una gocciolina di sudore cadergli dalla fronte e non appena voltò lo sguardo, Derek lo stava fissando, poggiando allo stipite della porta, con un sorrisetto divertito.
Stiles iniziò a sentire un misto di eccitazione ed imbarazzo.- Che ne dici se prendiamo qualcosa da bere? Ho la gola un po' secca.-
-Certo!-
Quando andarono al bancone, Stiles estrasse la foto dell’annuario scolastico del 2006, cercando tra folla qualcuno di conosciuto: alla console del dj, c’era una ragazza di colore, la stessa che stava vendendo i biglietti.
Si chiamava Cara ed era probabilmente per lei che il Kanima era lì.
-Ti scoccia se ti chiedo una foto?-
Stiles cercò di essere gentile.- No, certo che no.-
Si mise in una buffa posa mentre beveva la coca cola.
-Adorabile, guarda.-
Stiles diede un’occhiata e poi, per curiosità, sfogliò le foto: ce ne erano alcune fatte al campo di LaCrosse e a vari studenti per il corridoio, ma sfogliando ancora, vide altre foto di se stesso.
Erano scatti rubati, mentre si cambiava nello spogliatoio, mentre pranzava a mensa e altre in casa sua prima che si trasferisse.
In alcune non capì nemmeno come avesse fatto a farle.
Di scatto, Matt si riprese la fotocamera, con sguardo duro.
D’un tratto era passato da un ragazzo gentile, ad uno stalker.
Improvvisamente, si udì un urlo.
Stiles sfruttò quel momento per scappare da lui.
Erica ed Isaac aveva preso Jackson e lo tenevano stordito su una sedia dentro un magazzino.
-Non può farci niente, giusto?- domandò Erica.
-Scopriamolo subito.- Isaac si avvicinò e cercò di toccarlo, ma nonostante avesse gli occhi chiusi e il corpo mezzo addormentato, con una mano afferrò quella di Isaac e gliela stritolò. -Credevo fosse addormentato!-
-A quanto pare questo è il massimo.- commentò Stiles, accucciandosi davanti a lui.- Jackson? Mi senti? Sei ancora lì?-
In quel momento, Jackson sgranò gli occhi e fissò Stiles.- No, non più Jackson.-
-Che cosa vuoi? Uccidere gli assassini?-
-Sì, loro se lo meritano! Tutti loro!- esclamò, sibilando come un serpente.
-Perché lo stai facendo?-
-Perché loro hanno ucciso me!- esclamò, prima che le squame si facessero spazio su tutto il suo corpo.
-Okay, via, via di qui!- gridò Stiles, correndo fuori.
In quello stesso momento, mentre Derek faceva il palo, fecero la loro comparsa gli Argent, armati per bene.
Allison gli aveva detto di Jackson e perciò avevano deciso di intervenire.
-Derek.- affermò Chris.
-Chris.- replicò l’altro.
-Fatti da parte, Derek.- gli ordinò il cacciatore.
-Sono arrivato prima io, quindi, sei tu che ti dovresti fare da parte.-
-Mi dispiace, ma al contrario di mio figlio…- intervenne Gerard. -Non ho intenzione di contrattare.-
Con un unico gesto, Gerard premette il grilletto del suo fucile e colpì Derek al petto almeno una dozzina di volte, facendogli sanguinare nero.
Stiles lo afferrò prima che cadesse, spezzò il cerchio fatto con il sorbo e lo portò via di lì prima che arrivasse anche la polizia.
Non erano riusciti a fermare Jackson: Cara era stata uccisa.
Stiles prese Derek su una spalla e corse da Deaton, alla clinica.
-La prego, mi aiuti.-
Deaton lo fece stendere sul tavolo operatorio, mettendogli un ago nel braccio per alleviare il dolore.
Gli tolse la maglietta e pian piano estrasse tutti i proiettili. -Starà bene, per fortuna non erano proiettili d’argento: il suo corpo innescherà presto la guarigione.-
-Grazie.- gli disse Stiles, con il volto sudato.
-Vi lascio soli.-
Deaton si tolse i guanti e andò di fuori, dove, ad aspettarlo, c’era una donna di colore dai lunghi capelli neri.
-Hai davvero intenzione di lasciare tutto questo in mano a degli adolescenti?- gli chiese la signorina Morrell.
-Sanno cavarsela molto meglio di quanto pensassi.- commentò lui.
-Gli hai detto del vero legame che gli unisce?-
-No, se ne accorgeranno da soli.-
La donna gli sorrise appena.- Conosco quello sguardo…-
-Non fare la psicologa con me…-
Ma lei lo evitò.- Ti ricordano te ed Aisha…-
Deaton abbassò lo sguardo.- Si, è vero…-
Stiles prese uno sgabello e si sedette accanto al tavolo.
-Grazie.- mugugnò Derek, pallido in viso.
-E’ la seconda volta che salvo il tuo culo mannaro.- gli fece notare Stiles.
Derek tentò di fare un sorriso.- Vale per tutte le volte che l’ho fatto io.-
In quel momento, si guardarono negli occhi e Derek cercò la sua mano.
Stiles sospirò frustrato.- Non fare così…-
-Così come?-
-Non lasciarmi uno spiraglio aperto per poi chiudermi la porta in faccia!- esclamò l’altro.
-Se io….- balbettò Derek con gli occhi che gli si chiudevano per via della morfina.- Se io potessi…-
Infine, si addormentò.

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Capitolo 11
*** Wolftail cocktail. ***


Quella stessa sera, quando Wendy andò in camera per mettersi a dormire, trovò Stiles che aveva appena attaccato il telefono con suo padre e lo tirò con rabbia contro il letto.
-Che è successo?-
-Hanno licenziato mio padre.- borbottò, lanciando le scarpe nell’angolino.
-Perché?!-
-Perché non lo ritengono all’altezza del caso.-
-Vedrai Stiles, ne verremo a capo e tuo padre sarà reintegrato.- gli disse Wendy, cercando di consolarlo.
-Se ne verremmo a capo: ti ricordo che siamo ad un punto morto e più tento di fare un passo in avanti e più ne faccio 100 indietro.- esclamò, passandosi le mani nei capelli.- Io...Io vorrei fare qualcosa di più, dannazione, mi sento così…Così…-
Wendy capiva la sua sensazione.- Impotente.-
Stiles la guardò sospirando e annuì.
-Anche io mi sentivo così prima del morso…Non poter fare niente e… Morire un pochino di più ogni giorno.-
Stiles si morse un labbro, teso.- Ho la testa così piena di dubbi che non so più cosa sia reale.-
Wendy si sedette sul letto, portandosi le gambe al petto.- Per questo non mi dici che mi ami?-
Il ragazzo si sentì subito in colpa e le si avvicinò.- Cosa? No, questo…Questo non c’entra niente.- le disse, accarezzandole la guancia.
-Abbiamo fatto tutto troppo veloce? Forse sarebbe stato meglio se non avessimo avuto il bambino.-
-No, non dirlo neanche per scherzo, io voglio questo bambino e ne sono contento.- affermò, toccandole appena la guancia.
Allora Wendy lo guardò confusa.- Allora che c’è che non va?-
Stiles si era tenuto quel segreto dentro per così tanto tempo che non aveva mai pensato alle parole da dire.
E, non ricevendo alcuna risposta, Wendy si mise sotto le lenzuola e si girò dall’altra parte, senza più proferire parola.
***
Il giorno dopo, Wendy si risvegliò piuttosto giù di morale.
Anche se era il suo compleanno, non si sentiva affatto in vena di festa.
Stiles non era nemmeno steso accanto a lei.
Sospirò, si mise la vestaglia e aprì la porta.
-Buon compleanno!- urlarono all’unisono Allison, Lydia e Scott.
Si vedeva che il fratello lo faceva un po' controvoglia, ma le due amiche erano molto entusiaste, invece.
Wendy sobbalzò all’indietro e sorrise sorpresa.- E voi che ci fate qui?!-
-Festeggiamo prima della vera festa.- rispose Allison, conducendola in salone.- Stiles ha fatto i pancake.-
Stiles uscì dalla cucina con un sorriso timido e un piatto pieno di pancake che in cima aveva una candelina accesa.
-Avanti, esprimi un desiderio.- le disse Lydia che accanto aveva Derek con sguardo serio: forse perché la casa era piena di persone o perché non era abituato a fare festa.- Potresti fingere un po' di entusiasmo?-
Derek sbuffò e prese una trombetta, suonandoci dentro.
Wendy chiuse gli occhi per qualche secondo e poi soffiò sul fuoco.
-La mia parte preferita: regali!- continuò Allison, passandole una piccola busta.- Prima la migliore amica.-
Wendy aprì un piccolo sacchetto viola dove dentro c’era un braccialetto dell’amicizia colorata, con le loro iniziali.- Ally, è adorabile.- le disse, mettendoselo subito al polso.
Successivamente, Lydia le porse una busta un po' più grande.- Il tuo outfit per stasera.-
Wendy tirò fuori un vestito nero con gonna ampia e un paio di sandali bassi.
Fece un bel sospiro di sollievo.- Grazie per le scarpe basse.-
Allison diede una gomitata a Scott.- Avanti, tocca a te.-
Scott e Wendy non si parlavano ancora da un po', ma il ragazzo estrasse dalla tasca una scatolina.
Al suo interno c’era un altro braccialetto con la scritta Strong.
-Significa forte.- puntualizzò Wendy, indossandolo insieme a quello di Allison.
-Lo so…E anche se mi duole ammetterlo, lo sei sempre stata.- commentò Scott.
-Io ehm…- intervenne Isaac, grattandosi la testa.- Ti sono grato per avermi fatto restare.-
Wendy gli sorrise e gli scompigliò i ricci.
Infine, tutti fissarono Stiles.
-Oh, sì giusto.- balbettò il ragazzo, tastandosi le tasche.- Oddio, dove l’ho messo? Deve essere qui da qualche parte!- Iniziò a cercare in giro per la cucina, facendo cadere tazze e stoviglie, ma poi ne venne fuori con una scatola di Pandora.- Oh, eccolo.-
Wendy intuì che si trattasse di un gioiello.
Infatti, era un anello con una coroncina incastonata sopra.- Dio, Stiles…D-Deve esserti costato un sacco.-
L’altro alzò le spalle.- Risparmiavo da un po' per questo regalo…La Jeep ci ha rimesso un po', ma pazienza. C’è anche una scritta all’interno.-
Wendy notò delle parole: Eternamente tuo, eternamente nostri.
Lydia sorrise, stringendosi una mano sul cuore.- La lettera di Beethoven alla sua amata immortale.-
Calò un tombale silenzio, in cui Wendy e Stiles si guardarono imbarazzati.
-Beh…- intervenne Derek, alzandosi.- Si fa sul serio, adesso, tocca a me.-
Il licantropo le chiuse gli occhi e la condusse fuori in strada.
-Wow, non abbiamo fatto tanta strada.- osservò Wendy.
Quando Derek le tolse le mani dagli occhi, Wendy si ritrovò davanti la Camaro con un enorme fiocco rosso.
Wendy gridò di felicità e saltellò sul posto.- Dimmi che scherzi!-
Derek ridacchiò, scuotendo la testa.- Non scherzo…Quando avrai preso la patente, la potrai guidare.-
La ragazza accarezzò l’auto come fosse un animale da addestrare e poi lo abbracciò.- Grazie, grazie, grazie!-
***
La festa era già iniziata da un po'.
Il vestito le dava fastidio alle spalline, ma almeno le scarpe erano comode.
Lydia aveva organizzato il tutto in una villa con piscina, anche se Wendy conosceva la metà della metà delle persone che erano presenti.
Anche se non era una tipa da festa, le era grata di avergliela preparata.
Non potendo bere alcool, Lydia le aveva preparato il solito frullato disgustoso.
Mentre, per il resto degli invitati, c’era una fontana di ponch all’entrata.
Stiles le andò in contro col bicchiere in mano.- Sei molto bella.- le disse, sorridendo.
-Molto grassa, vorrai dire.- borbottò lei, sorseggiando il frullato e facendo poi una smorfia schifata.
Stiles la guardò negli occhi e le mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio, avvicinandosi poi per baciarla dolcemente. -Possiamo dimenticarci di ieri sera?- le sussurrò.
-Ad una condizione.- rispose lei, aggiustandogli il colletto della polo.- Dopo tutto questo casino, mi fai un massaggio alla schiena.-
Stiles ridacchiò appena.- Affare fatto.- In quel momento, il ragazzo vide Matt tra la folla e gli vennero i brividi.- Scusami, devo andare a parlare con una persona.-
Anche quando Matt lo notò, gli andò in contro.- P-possiamo parlare?-
Stiles era andato da lui per troncare qualsiasi relazione ci fosse tra i due, perciò acconsentì di parlarci.
Salirono in una delle camere.
-Ascolta…So cosa può sembrare, ma erano solo delle foto…- gli disse, arrossendo.- Hai mai avuto una tremenda cotta per qualcuno che sai che non ti noterà mai?-
-Sì, Matt e sorpresa, alla fine mi ha notato. Per te potrebbero essere solo foto, ma per la polizia si chiama stalking.- ribatté Stiles. -Io ho fatto tutto quello che potevo purché questa persona mi notasse e…- continuò, mordendosi un labbro, non capendo bene se si stesse riferendo a Wendy o a Derek.
-Ho capito…- mormorò Matt, abbassando lo sguardo.- Il tuo cuore è già impegnato.-
Quando Matt girò le spalle, Stiles notò un losco individuo tra le persone vestito tutto di nero.
Che fosse chi controllava il Kanima?
Preoccupato per Wendy, si fece spazio tra le persone che continuavano a bere per avvisarla.
D’un tratto, si ritrovò faccia a faccia con lui.
Non era il padrone del Kanima.
Era se stesso, come un riflesso: ma quel riflesso indossava un cappuccio, intorno alle gambe aveva delle bende sporche e teneva un arco teso.
D’un tratto, iniziarono a bruciargli gli occhi, come se quella fosse una visione.
-Wendy! Derek!- urlò, cercando di pulirsi le palpebre.
-Oh, ma guardati.- gli disse l’altro, sospirando.- Sempre e solo a chiedere aiuto, sei patetico.-
-Chi sei?- balbettò Stiles, più che spaventato.
-Io sono dentro te, Stiles.- sussurrò, puntando una freccia proprio verso di lui.- E non vedo l’ora di uscire.- esclamò e con un ghigno malvagio scocco la freccia, colpendolo in pieno petto.
Stile strinse gli occhi, facendo un versetto di dolore.
Li riaprì quando qualcuno gli venne addosso: la freccia e il sangue erano spariti.
Si era trattato solo di un’allucinazione: ma cosa l’aveva provocata?
Anche se aveva appena finito uno di quei disgustosi frullati, Lydia continuava a prepararglieli e metterglieli in mano come shottini di vodka.
Una volta che si fu allontanata, Wendy versò tutto il contenuto dentro una pianta.
Allison le si avvicinò scoppiando a ridere.- E’ davvero così terribile?-
-Orribile.- borbottò Wendy.
-Ascolta, ehm, c’è una cosa che non ti ho detto del mio regalo.- esordì Allison, mostrandole anche il suon braccialetto al polso.- Visto che sicuramente ti servirà una tata per uscire fare le tue cose licantroposche…Basta che premi la mia lettera e dentro c’è un piccolo GPS collegato al mio telefono.-
Sorpresa da quel marchingegno, Wendy premette la lettera A sul braccialetto ed automaticamente il bracciale di Allison prese a brillare.
-Wow…Ma non dovrebbe essere il contrario? Cioè, sono io il licantropo e tu l’umana, sono io che dovrei salvare te.- commentò Wendy, con sarcasmo.
-Ah-ah, molto divertente.- replicò, per poi sgranare gli occhi, con sguardo verso la porta d’entrata.- Guarda chi c’è.-
Wendy si girò verso l’entrata e vide Jackson: sembrava in se, tranne per gli occhi fissi verso il vuoto.
Che fosse venuto per uccidere qualcun altro?
Derek se ne stava in un angolino con Lydia che, ogni volta che finiva il bicchiere, glielo sostituiva con uno pieno.
-Ti stai divertendo?- gli chiese sorridendo.
Derek sospirò col broncio.- Un sacco.-
Successivamente, qualcuno gli passò un pasticcino.
-Burro d’arachidi?- le domandò una ragazza vicino a se.
-No grazie, sono allerg-
Quando si voltò, vicino a se vide una ragazza che conosceva benissimo.
Laura, sua sorella.
-C-Che succede? Non è possibile!- balbettò, sentendo che d’un tratto gli pizzicavano gli occhi.
-Certo che è possibile, fratellino. Io sono dentro la tua testa.- replicò l’altro, accarezzandogli la spalla con la mano piena di artigli.- E non posso credere che hai lasciato che mi squarciassero.-
-No…Non è stata colpa mia…- bofonchiò Derek, con il cuore a mille. -E’ stata di…-
-Peter? Peter voleva diventare Alfa perché tu non ne eri in grado, come non ne sei in grado adesso!- ribatté Laura, voltandogli la faccia verso Stiles.- Secondo me non sarai nemmeno capace di proteggere lui…Oh, è così carino.-
Derek avrebbe voluto precipitarsi da lui, ma non riusciva a muoversi. -No…No…-
-Derek…Sveglia!- gli urlò, prima che lui sobbalzare dal tavolo, ricoperto di sudore.
Stava succedendo qualcosa di strano.
In quell’istante, Derek notò qualcosa dentro il bicchiere.
Un petalo blu: strozzalupo.
-Cazzo! Smettete di bere! Smettete di bere tutti!- gridò.
Mentre faceva le scale per andare in bagno, Wendy ebbe una dolora fitta alla pancia e sentiva il bambino scalciare.
-Ti prego, non adesso.- mugugnò, entrando in una delle stanze per sdraiarsi un po'.
Chiuse gli occhi e prese un bel respiro.
-Potrei cantare una ninna nanna.- intervenne una voce maschile affianco a se.
Wendy conosceva molto bene quella voce e quando si voltò verso dessa, fece un passo all’indietro.- Peter…No…Tu sei morto!-
-Lo sono?- domandò lui, alzando le sopracciglia e tastandosi il corpo.
Wendy non capì cosa stesse succedendo, ma la sua mente le stava giocando brutti scherzi.- Tu non sei reale.-
Peter fece un ghigno malvagio.- Non ancora.-
In fretta, Wendy si alzò e uscì dalla camera, sentendo gli invitati di sotto che gridavano.
-Non so nuotare! Vi prego! Non so nuotare!- urlò Matt.
Alcuni ragazzi lo aveva preso per le gambe e buttato in piscina.
Wendy non riuscì a credere che nessun altro cercasse di aiutarlo.
Ma poi, ecco arrivare il suo salvatore.
Jackson lo prese per i vestiti e lo tirò fuori.
Matt tossì un po' e poi si aggrappò a Jackson per rialzarsi.
C’era qualcosa di strano in loro due, come se si conoscessero già da tempo.
Tutto ciò le fece venire un sospetto: Matt controllava il Kanima?
Non poté avvisare nessuno dei suoi amici, perché sentì un dolore lancinante alla pancia.
Quando se la toccò, la sua mano era ricoperta di sangue e iniziò ad urlare.
Stiles riconobbe la sua voce e corse da lei.- Che succede?!-
-Succede! Adesso!-

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Capitolo 12
*** Jackson is my fury. ***


 
Allison fece andare via tutti, mentre Isaac e Derek aiutarono Wendy a stendersi sul letto.
-Non ci posso credere che stia succedendo.- balbettò Stiles, nervosamente.
-Okay, mi servono: asciugamani, una bacinella d’acqua calda e delle forbici.- ordinò Lydia, divaricandole le gambe.
-O-Okay, vado io!- Stiles corse di sotto e fece un po' fatica a trovare tutto dato che era una casa che non conosceva.
-Come fai a sapere tutte queste cose?- le chiese Wendy, col fiato corto.
-Ti ricordi quando ho detto di aver assistito mia madre quando era incinta? Beh, l’ho aiutata anche a partorire.- spiegò Lydia, chinandosi su di lei.- Ora spingi: aggrappati a qualcosa se serve.-
Wendy afferrò la prima cosa che aveva vicino, ovvero la mano di Derek, fino a romperla.
Allison si coprì la bocca, sentendo le sue ossa scricchiolare e Derek grugnì di dolore.
-S-Scusa.- gli disse Wendy, dopo la potente spinta.
-Fa niente, sto bene. Qualcuno mi dà il cambio? Scott?!-
Scott sgranò gli occhi, deglutì il nervosismo e strinse la mano della sorella.
Stiles tornò con tutto l’occorrente, cercando di non rovesciare l’acqua da dentro la bacinella.
Si chinò vicino a Lydia, preoccupato.- Perché c’è così tanto sangue?- le sussurrò, per non spaventare Wendy.
-Sssh, non lo so, non lo so.- mormorò Lydia, tamponando il sangue con gli asciugamani.
Anche Isaac si mise a guardare e fece un smorfia di disgusto.- Ora mi ricordo perché non mi piace la vagina.-
-Okay Wendy, vedo la testa, adesso devi dare una bella spinta, fin che non hai più fiato!-
Wendy iniziò a spingere con forza, talmente tanta che gli occhi le si illuminarono di giallo e il suo grido si sentì fino alla foresta.
Dopo un tombale silenzio, ecco il pianto di un neonato.
-Sì, bravissima!- esclamò Lydia, sorridendo e arrotolando l’asciugamano intorno al bambino.
Lo porse poi a Stiles che sorrise con gli occhi lucidi.- Wendy è…E’ Angelica.- le disse, porgendola a Scott.
Nonostante i continui litigi, anche Scott fu felice di vedere la sua nipotina.- E’ bellissima.- commentò, passandola alla sorella. -Sono stato uno stupido, Wendy, mi dispiace.-
-Non fa niente, anche io dovevo capirti.- replicò Wendy, mentre lui le baciò la fronte.
-Ciao.- disse alla bambina, sorridendole.
-Ha i tuoi occhi.- commentò Stiles, accarezzandole le piccole guance. Nel guardarle insieme, pensò che fossero la cosa più bella che avesse mai visto.
Ad un certo punto, tutti sentirono dei singhiozzi e si voltarono verso Derek che se ne stava di spalle.
-Derek, stai piangendo?- gli chiese Allison.
-No..- singhiozzò l’altro, pulendosi la guancia.- E’ che…Mi era andato qualcosa nell’occhio.-
Scoppiarono a ridere tutti insieme, quando Wendy iniziò a sentirsi debole e la presa sulla bambina si allentò.
-Wendy, che succede?- si allarmò Stiles, afferrando Angelica prima che gli cadesse.
Wendy si accasciò sul letto e Allison le sentì il cuore con l’orecchio.- Non respira!-
Derek si fece spazio.- Okay, ha perso troppo sangue…Isaac, Scott, avvicinatevi.-
Derek le prese la mano, Scott l’altra ed Isaac posò la mano sulla sua gamba.
Tutti e tre si concentrarono e d’un tratto si videro delle vene nere che andarono dalle braccia dei licantropi, fino al corpo di Wendy.
Di colpo, la ragazza tornò a respirare e tutti fecero un sospiro di sollievo.
-Vi prego, ditemi che non mi avete visto tutti la vagina.- bofonchiò affaticata.
-Io? Nah!-
-Tu hai visto qualcosa?-
-Neanche un po'!-
-A me nemmeno piace!-
-Ragazzi!- esclamò Wendy, alzando il busto dal letto.- E’ Matt! Matt controlla il Kanima!-
***
Per far arrestare Matt e incolparlo degli omicidi, avevano bisogno di prove.
Anche se Wendy non voleva staccarsi da Angelica, prima doveva risolvere quella situazione, così da passare il resto della vita con lei.
Lydia non aveva fatto domande: sul fatto che Wendy avesse rotto la mano di Derek o che i suoi occhi fossero diventati oro.
Decise solo di tenerle la bambina, quel pomeriggio che, lei e Stiles riuscirono a convincere lo sceriffo a venire con loro in centrale.
Se fosse stato Matt ad uccidere la donna in ospedale, avrebbero dovuto esserci per forza delle telecamere che lo avevano ripreso.
Anche se lo avevano sospeso dal suo incarico, lo sceriffo Stilinski aveva ancora degli amici che acconsentirono a farlo entrare nel suo ufficio senza dirlo a nessuno.
Tramite il computer, controllarono le telecamere dell’ospedale la sera in cui la donna era stata uccisa.
In effetti, entrambi riconobbero Matt, ma purtroppo, in tutte le riprese, era di spalle.
In una però, stava parlando con qualcuno.
Melissa.
Così Wendy la chiamò.
-Non lo so Wendy, sai con quante persone parlo al giorno?- borbottò Melissa.
-Ti mando la foto, tu dimmi se lo riconosci.- le disse Wendy, spedendole una foto segnaletica di Matt.
-Sì…Mi ricordo, ci ho parlato, stava sporcando di fango tutto l’androne.- spiegò l’infermiera.
-Potresti venire alla centrale per una deposizione? Hai parlato con un possibile assassino.-
-Oh mio Dio, c-certo, vengo subito.-
Wendy attaccò, più che soddisfatta.- Caro Matt…Furbo, ma non abbastanza.-
-Ne sei sicura?-
Quando Wendy si voltò, Matt aveva una pistola puntata contro la nuca di Stiles.
Wendy gli ringhiò contro.- Che cosa vuoi fare?-
Matt fece ammanettare lo sceriffo dal suo stesso figlio, alla sedia che c’era all’entrata.
La donna che c’era prima era morta.
Erano tutti morti.
-Hai ucciso chiunque fosse qui.- notò Stiles.
-Oh no, per quello c’è il buon Jackson.- ridacchiò Matt, continuando a minacciarlo con la pistola.- Ora stringi.-
-Stiles, tranquillo, fa quello che ti dice.- gli disse suo padre.
Allora Stiles strinse la presa sulle manette e poi tornarono all’ufficio: Matt voleva che fossero distrutte tutte le prove che c’erano contro di lui.
Così, Stiles eliminò i file al computer e Wendy i fogli attraverso il tritacarte.
-Lo sapevo che Jackson non poteva essere un assassino.- commentò Wendy.
-In realtà lo è, ma devo ringraziare te, Wendy, se non lo avessi morso, non sarebbe stato tutto così facile.- ribatté Matt.- Ah sì, io so delle cose: licantropi, Kanima, questa città è un vero schifo, a parte per te Stiles, tu in cosa ti trasformi?-
-Abominevole uomo delle nevi, ma sai, è solo una cosa invernale.- rispose Stiles, sarcasticamente.
-Perché proprio Jackson?- chiese Wendy.
-Lui ha trovato me…Io dovevo solo pensare di uccidere qualcuno e lui lo faceva per me. Sai, nell’antichità, c’erano delle creature mostruose che gli Dei usavano per vendicarsi.-
-Le furie.- intuì Stiles.
Matt gli sorrise, dandogli una pacca sulla testa rasata con la pistola.- Ecco perché mi piaci, Stiles, perché sei intelligente.- d’un tratto, il sorriso scomparve.- Io volevo solo un appuntamento per farti capire cosa potevo offrirti, ma tu no, hai dovuto rovinare tutto.-
Wendy si ritrovò confusa.- Ma di che stai blaterando?-
Matt ridacchiò appena.- Oh oh, lei non lo sa?-
Stiles serrò i denti con rabbia.- Sta zitto, sta zitto!- esclamò, andandogli in contro.
Ma non fece in tempo, perché Jackson, dietro di lui, lo colpì con un artiglio e lui cadde a terra, paralizzato.
Jackson era trasformato a metà: aveva ancora gli occhi azzurri, ma la metà del corpo era squamoso e i denti piccoli e neri.
In quel momento, si sentì una macchina parcheggiare.
-E’ arrivata mamma McCall.-
-Per favore, non farle del male, lei non c’entra niente.- gli disse Wendy, impaurita che potesse spararle.
Matt la guardò serio.- Apri la porta.-
Con la mano tremante, Wendy girò la maniglia, ma fece un sospiro di sollievo quando vide Derek e non sua madre.
-Oh, grazie al cielo.-
Ma anche Derek cadde a terra come un birillo accanto a Stiles, perché era stato graffiato.
Matt scoppiò a ridere, chinandosi su loro due.- Anche se sono un po' geloso, vi trovo una meravigliosa coppia. Il licantropo ferito, burbero e con l’anima di pietra e l’umano fragile che gli scalda il cuore.-
-Giuro che non appena posso muovermi, ti spacco i denti.- mugugnò Stiles.
Wendy strinse il pugno: era stanca di sentire tutte quelle storie.- Adesso basta! Che cosa vuoi?!-
Subito dopo, ecco arrivare un’altra macchina: quella doveva essere per forza Melissa.
Infatti, entrò in centrale come nulla fosse, ma sgranò gli occhi quando vide una pistola puntata sulla testa della figlia.
-Mamma, ti prego, fa quello che ti dice e non ti farà del male.- le disse Wendy.
-Non lo so, vediamo quello che mi va di fare.- aggiunse Matt, cambiando l’obiettivo su Melissa.
Ma Wendy si mise in mezzo.- E’ una faccenda tra me e te, gli altri non c’entrano niente!- esclamò, ritrovandosi la pistola alla gola.- Perché hai ucciso quelle persone? Perché loro hanno ucciso te? Qualsiasi cosa significhi!-
Infastidito da quella frase, Matt le sparò al fianco.

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Capitolo 13
*** A + W. ***


Melissa gridò.- Oddio, no!-
Wendy si accasciò a terra: la ferita stava già guarendo, ma non poteva farlo vedere a sua madre, così la tenne nascosta con la mano.
Da quando Scott, Isaac e Derek l’avevano aiutata durante il parto, si sentiva più forte.
-Adesso chiudo quella bocca e fa quello che ti dico!- sbottò Matt, mentre Wendy si rialzò lentamente.
Le fece rinchiudere la madre dentro una delle celle. -Sta tranquilla mamma, non fa male.- le sussurrò, per rassicurarla.
-Perché l’adrenalina…Ti prego, fammi solo controllare…- singhiozzò la donna.
Matt ridacchiò.- C’è almeno qualcuno che sa tutta la verità?-
-Ho fatto quello che mi hai detto…Ora tu dimmi perché lo fai.- gli disse Wendy. -Sei annegato, non è vero? Per questo il Kanima ha paura dell’acqua.-
Matt serrò i denti, con gli occhi lucidi.- Lahey non avrebbe dovuto farli bere.-
-La squadra di LaCrosse?-
-Avevo solo 9 anni…Ero andato a casa di Isaac per scambiarci delle figurine…Erano tutti lì a festeggiare la partita vinta con le loro ragazze.- raccontò Matt, fissando il vuoto. – Ed ad un tratto hanno deciso che sarebbe stato divertente lanciare il bambino nella piscina. Gridavo di non saper nuotare, ma nessuno mi ascoltava.-
Wendy era sempre stata dell’opinione che si diventa cattivi per una ragione: come era successo con Peter.
Lui era diventato così perché gli avevano sterminato la famiglia.
Questo purtroppo non giustificava la loro malvagità.
-Più acqua mi entra nei polmoni e più capisco che sto morendo. Hai presente quel bagliore bianco che dicono si veda quando stai per morire?- le disse, con una lacrima che gli rigò il viso.- Io non l’ho vista…Ho visto solo…Oscurità.-
Mentre Matt raccontava e dato che gli aveva fatto spegnere tutti i telefoni, Wendy si mise le mani dietro la schiena e premette la A sul braccialetto.
Intanto, Stiles e Derek se ne stavano inermi sul pavimento.
-Hai qualche idea?- domandò Stiles.
-Al contrario di te, sto già facendo qualcosa.- rispose Derek che, come aveva fatto per Stiles l’ultima volta, aveva gli artigli conficcati nella gamba per far uscire il veleno.
-Poi, ecco Lahey che mi tira fuori dall’acqua e mi grida: E’ colpa tua, solo tua! Non devi dirlo a nessuno, hai capito?! Nessuno dovrà mai saperlo!- continuò Matt. -E quando l’ho rivisto dopo anni…Ho desiderato solo che morisse e Jackson lo ha ucciso per me.-
-E cosa intendi fare adesso?-
-Uccidere tutte le persone che mi hanno fatto soffrire.- affermò, abbassando la pistola e avvicinandosi a lei.- Io e te non siamo poi così diversi, Wendy.- le mormorò, accarezzandole i capelli.- Stiles ti sta mentendo, Derek ti sta mentendo….Chissà cosa farà Scott alla tua bambina quando tu non ci sei, dato che non è mai stato d’accordo…E poi c’è la tua amichetta Allison, la figlia del cacciatore. Cosa ti fa credere che un giorno non diventi come loro?-
Wendy era stanca dei suoi giochini e lo spinse via.- Io non sono come te!-
Matt si infuriò e le puntò la pistola alla tempia, quando si sentirono dei passi fuori.
-Spero tu sia pronto.- affermò Wendy, alzando un sopracciglio.
-Per cosa?-
-Per ritrovarti il corpo pieno di proiettili, stronzo.-
Improvvisamente, da fuori, qualcuno sparò all’impazzata verso l’interno.
Wendy si accucciò sotto una scrivania e anche Matt.
Scott sfondò la porta e trovò Stiles e Derek a terra.
-Prendi lui!- gli disse Derek, alzandosi lentamente.
Sentiva di nuovo che poteva muovere il corpo, perciò si avventò sul Kanima, trasformandosi.
Scott si unì a lui, ma Jackson gli diede un calcio sul petto, spingendolo verso la cella dove c’era Melissa.
Wendy li raggiunse e insieme al fratello gli ruggirono contro.
Si erano però dimenticati che Melissa stava guardando ed era sconvolta.
Derek intervenne da un lato, saltando contro il muro per darsi lo slancio e colpire il Kanima.
Ma Wendy si mise tra i due, impedendo a Jackson di tramutarsi completamente.
-Jackson…Jackson, so che sei ancora lì dentro.- gli disse, guardandolo negli occhi.- Se mi senti…Sappi che mi dispiace.- ripeté, con gli occhi lucidi.
Il Kanima fece un sibilo e la guardò negli occhi, ma non erano quelli del serpente, erano gli occhi azzurri di Jackson.
Sentendo altri spari poi, fuggì via.
***
Wendy ringraziò Allison per aver inventato quel braccialetto: non sapeva come, ma aveva convinto anche Chris ad aiutarla.
Matt purtroppo era riuscito a scappare e dato che le prove erano state distrutte, neanche la testimonianza di Melissa avrebbe potuto incastrarlo.
Tornata a casa, si fece una doccia e quando andò in camera, trovò Stiles che cambiava il pannolino ad Angelica.
-Allora…Mettiamo questo qui e lo leghiamo qua.- diceva tra se e se, baciandole poi i piedini.- Ed ecco che siamo di nuovo pulite!-
Wendy sorrise tra sé e sé: era come se Stiles lo facesse da tutta una vita.
Si voltò poi verso di lei.- Come ti senti?-
La ragazza si controllò la ferita del proiettile, che era sparita.- Sto bene e tu?-
Stiles alzò le spalle.- Sono stato paralizzato tre volte, ormai ci ero abituato.- rispose, grattandosi la guancia.
Wendy però percepì che qualcosa non andava.- Sei sicuro?-
L’altro annuì senza rispondere, come se non volesse parlarne.
Wendy prese la bambina e la mise in mezzo tra loro due, nel letto.- Dammela qua, non voglio separarmene più.- affermò, baciandole il pancino.
-Abbiamo fatto un bel capolavoro.- commentò Stiles, guardandola negli occhi.
Lei gli sorrise.- Già.-
***
Melissa continuava a non rispondere alle telefonate ed evitava anche Scott a casa.
Per via degli ultimi avvenimenti, gli insegnanti avevano ritenuto opportuno che gli studenti vedessero costantemente il consulente scolastico, ovvero la signorina Morrell, per parlare e sfogarsi.
Il tutto registrato con un registratore.
Il giorno dopo, Stiles entrò nel suo ufficio e si sedette alla sua scrivania.
-Allora…Stiles, come stai ultimamente?-
-Bene…- rispose sospirando.- A parte che la notte non dormo, faccio degli incubi in cui le persone a cui voglio bene viene fatto del male e ho la costante sensazione che accada qualcosa di brutto.- spiegò, giocherellando con la mazza da LaCrosse.- Ma è normale no? Ho 16 anni.-
-Tu credi che sia normale?-
-Non ne ho idea…E’ lei la psicologa.-
-E’ vero.- affermò lei, sorridendo.- So che sei fidanzato con Wendy McCall, con lei come va?-
Stiles si morse un labbro, come se avesse toccato un tasto dolente.- Lei è meravigliosa. E’ bellissima, audace, sexy e…Se solo…Se solo sapesse…-
-Sapesse cosa? Perché ho l’impressione che non proviate le stesse cose?- gli domandò lei, curiosa.
-E’ la mia migliore amica da quando avevo 4 anni. Sono cresciuto con lei, abbiamo condiviso tutto: il sudore, i pianti, le risate, l’ossigeno. Eppure certe volte, quando le sono vicino non so cosa dire…-
-Non ti senti all’altezza?-
Stiles scosse la testa silenziosamente.
-E lei queste cose le sa?-
-Me le ripeto nella testa, ma quando provo a parlare…N-non esce nulla.- sospirò Stiles, passandosi le dita sugli occhi. -Il fatto è che…C’è qualcun altro…-
-Sei innamorato di un’altra persona?-
Stiles ridacchiò appena.- Beh, non so se si possa dire così…Lui…Volevo dire…Lei…-
-Stiles…- continuò la donna, avvicinandosi appena col busto.- In questo studio va bene Lui e va bene Lei.-
Il ragazzo prese un bel respiro, come se quella frase lo avesse rassicurato.- Lui è così difficile: non si fida di nessuno e sento che non si aprirà mai con me.-
-Perciò tu non vuoi rischiare la tua relazione con Wendy fin che non saprai se con questo ragazzo ne vale la pena.- puntualizzò la Morrell.
Stiles spalancò appena gli occhi.- Esatto…Cavolo, lei è proprio brava.-
-E che mi dici di stasera? Sei nervoso? E’ la prima partita di campionato.-
Lui scrollò le spalle.- Tanto non mi fanno mai giocare quindi…-
Nel frattempo, frustrato dalla situazione, Derek era andato alla clinica veterinaria perché Deaton lo aveva chiamato urgentemente.
-Che succede?- gli chiese, stranito.
-Forse ho trovato una soluzione.-
-Per uccidere Jackson?-
-No, per salvarlo.-

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Capitolo 14
*** My hero. ***


Si era fatta sera, Wendy aveva lasciato la bimba con Allison per andare ad assistere, insieme allo sceriffo, alla prima partita di campionato di LaCrosse.
Stiles stava sempre in panchina, ma non si sapeva mai.
Melissa guardava i propri figli come se non li conoscesse, come se avesse paura di loro, ma qualcosa, probabilmente l’amore materno, la spingeva ad iniziare ad accettare il fatto che Scott e Wendy fossero dei lupi mannari.
Wendy e lo sceriffo si sedettero vicini sulle tribune.- Mi dispiace che non possiamo più incastrare Matt e quindi farla riassumere.- gli disse lei.
-Non preoccuparti, non voglio che accada di nuovo…Che uno di voi due si faccia male.- replicò lo sceriffo. -Da quando è morta sua madre, sto cercando di fare di tutto per proteggerlo…E’ per questo che faccio questo lavoro.-
Wendy gli fece un piccolo sorriso e poggiò la testa sulla sua spalla: non aveva mai avuto un padre e aveva sempre desiderato che fosse così.
-Wendy, riesci a sentirmi, vero?-
Wendy iniziò preoccupata a guardarsi intorno, quando riconobbe la voce di Matt.
Il ragazzo se ne stava nascosto nel bosco.
Cercò di rimanere tranquilla e fece di sì col capo.
-Molto bene…Ce l’hai quasi fatta, l’altro giorno, ma sappi che adesso tocca a me fare la mia mossa.- continuò Matt, fissandola accigliato.
In effetti, il Beta sentì chiaramente l’odore di Jackson in campo.
Wendy si avvicinò alla panchina, mentre l’arbitro stava per dare inizio alla partita, per avvisare Stiles.
-Scott.- lo chiamò nella mente.- Sta attento, c’è Jackson in campo.-
-Stilinski!- esclamò il coach, dandogli una pacca sulla spalla.- Visto che non abbiamo più Lahey e Greenback fa schifo, entra in campo, forza.-
Wendy era felicissima che finalmente Stiles giocasse, peccato che in campo ci fosse un mostro assassino.
-Oddio, c-che faccio, vado?- balbettò Stiles, non sapendo cosa fare.
-N-non lo so, tu cosa vuoi fare?-
-Voglio giocare! Fanculo Jackson!-
Wendy gli prese il viso fra le mani e lo baciò a stampo.- Allora fagli il culo!-
Con un sorriso a 32 denti, anche se inciampando inizialmente, Stiles indossò il casco e si avviò in campo.
E Wendy pregò che non gli succedesse niente.
Intanto, Derek era impegnato con Deaton.
-Perché mi stai aiutando?-
-Sono un emissario, un consigliere dei licantropi, è il mio lavoro.- rispose Deaton, con un sorrisetto.- E per quanto riguarda te, ho promesso a tua madre che ti avrei protetto.-
Derek non conosceva molto il mondo dei druidi, aveva solo sentito storie e sua madre gli parlava sempre di un amico molto speciale.
-Allora, sappiamo che Wendy ha morso Jackson perché lui insisteva e oltretutto era malato.-
-E crediamo che sia questo che abbia innescato la bomba.- puntualizzò Derek.
-Molto probabile: perciò adesso Jackson è senza identità. Non è né umano, né un licantropo, è in una specie di limbo dalla quale dobbiamo tirarlo fuori. Lo sapevi che un licantropo si può curare dicendo il suo nome di battesimo ad alta voce?-
-Sì, ma è solo una leggenda.- commentò Derek, sospirando.
-Beh, nei miti e nelle leggende c’è sempre un fondo di verità. In questo momento, Jackson ha bisogno di capire chi è, perché la sua identità sta scomparendo sotto la pelle da rettile. Ferma il processo!-
-E come?-
-Attraverso il suo cuore.- affermò Deaton.- La tua ancora è sempre stata la rabbia, ma non hai mai pensato con il cuore.-
-Jackson non lo conosci, lui non ha un cuore.- commentò il mannaro.
-Invece sì.- esclamò Deaton, guardandolo negli occhi.- Chi è l’unica persona che Jackson non ha ucciso?-
Derek lo guardò confuso.- Wendy…-
-No Derek, rifletti. Durante la luna piena, Jackson si è avvicinata a lei e non appena ha notato che in grembo portava qualcosa, si è fermato.-
-Quindi mi stai dicendo che il Kanima non ha ucciso Wendy perché era incinta di Angelica che era innocente?- gli domandò, sperando di arrivare al dunque.
-Molto di più…Un licantropo non si infatuerebbe mai di un neonato, non credi? Cosa c’è di più forte?-
Derek intuì tutto.- L’imprinting.-
-Esatto. Quella bambina può salvarlo, Derek. Non devi mai sottovalutare il semplice, ma inevitabile potere dell’amore umano.-
***
La scuola di Beacon Hills stava perdendo da ormai 10 minuti.
Gli avversari erano dei veri e propri colossi: per placcarne 1 ne servivano almeno 3 della squadra di Scott.
Ma quest’ultimo si era stancato e aveva tirato fuori gli artigli.
E mentre erano tutti occupati a placcare Scott, la palla volò lenta vicino ai piedi di Stiles.
Il ragazzo si guardò intorno: vicino alla porta c’era solo lui.
Wendy balzò in piedi.- Stiles!-
-C-Che devo fare?- balbettò lui, tremando.
-Corri!- gridò la ragazza.
-Corri Stiles!- aggiunse lo sceriffo.
-O-oddio, sì, vado!-
Stiles afferrò la palla dentro la mazza e poi corse verso la porta, segnando.
Tutti iniziarono a tifare e ad applaudirlo dagli spalti.
Nemmeno Stiles si era reso conto di quello che aveva fatto.
-Mancano 15 secondi, Wendy.- continuò Matt, entrandole nella testa come una mosca fastidiosa. -Chi ucciderà Jackson? Il tuo fratellino testardo? Il tuo fidanzato bugiardo? Potrei farti un favore ed uccidere tua madre, così non sarai costretta a raccontarle tutta la verità.-
Per tutta la partita Wendy si era ripetuta che non poteva intervenire davanti a tutti e fermare Jackson, ma sembrava l’unica scelta possibile.
Mancavano 10 secondi alla fine della partita, ora o mai più.
Wendy tirò fuori gli artigli e si buttò in campo, quando, improvvisamente, tuti le luci si spensero, lasciando il perimetro completamente al buio.
Wendy non vedeva più niente e si sentì anche un grido di paura.
I presenti iniziarono a scappare.
Melissa chiamava i suoi figli, Wendy cercava Stiles e Stiles cercava Wendy, solo che non riuscivano a trovarsi.
D’un tratto, le luci si riaccesero.
Melissa andò in contro alla figlia e l’abbracciò.- Stai bene?-
-Sì e tu?-
-Sì, ma è successo qualcosa…Qualcuno è rimasto a terra.-
Wendy vide i giocatori di LaCrosse tutti accampati in un punto e pregò che non si trattasse di Stiles o Scott.
Così, entrambe accorsero. -Sono un’infermiera!- esclamò Melissa, facendosi spazio tra i giocatori.
Stiles venne fuori dal nulla e abbracciò Wendy.- Oh, grazie al cielo.-
In quel momento, Wendy vide Jackson a terra, con gli occhi chiusi.
Non aveva ucciso nessuno, stavano tutti bene, tranne lui.
Melissa si piegò e ascoltò il suo cuore con l’orecchio.- Non respira. Wendy, aiutami, sollevagli la testa.-
Wendy era più che confusa mentre si inginocchiò dietro Jackson e gli poggiò la testa sulle proprie ginocchia.
E nel frattempo che Melissa gli faceva il massaggio cardiaco, si guardò attorno: Matt era sparito.

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Capitolo 15
*** I’m back. ***


Non sapevano il perché, ma Jackson si era inflitto delle ferite mortali da solo.
Era stato dichiarato morto e portato in ospedale con un’ambulanza.
Melissa era salita con loro per dare la propria testimonianza alla polizia.
Wendy e Stiles, invece, erano tornati a casa sconfitti.
La ragazza si lasciò andare sul divano, sospirando.- Non ci posso credere che è andata a finire così.- commentò, mettendosi le mani sugli occhi.- E’ tutta colpa mia, potevo fare altro.-
-Wendy, non dire così. Anche io non ho fatto gran che.- intervenne Stiles, sedendosi accanto a lei.
Wendy lo guardò accennando un sorriso.- Non hai fatto niente? Stiles, hai giocato per la prima volta.-
Ripensandoci, Stiles sorrise timidamente.
-Hai segnato negli ultimi 20 secondi…3 volte e hai fatto vincere la squadra…Sei un eroe.-
Stiles si grattò la guancia, scuotendo appena la testa.- No, non credo…-
A quel punto, gli prese il viso tra le mani.- Non dovresti mai sottovalutarti. Chi è stato a salvare la città da due licantropo impazziti durante la luna piena?-
-Io...-
-Chi ha pensato a come incastrare Matt tramite le telecamera dell’ospedale?-
-Io.-
-Chi ha salvato due volte la vita a Derek?-
-Io.-
-Esatto. Tu, Stiles. Credi che mi sia innamorata di te solo perché eri il mio migliore amico e avevo una cotta? No. Mi sono innamorata di te perché sei l’unico essere umano che conosco che cade e ha sempre la forza di rialzarsi, quello che pensa fuori dagli schemi, che guarda oltre.- affermò Wendy, guardandolo negli occhi.
Stiles le accarezzò lentamente la guancia con il pollice.- Non riuscirei proprio a vivere senza di te, Wendy.-
Wendy gli circondò il collo col braccio e poggiò la fronte sulla sua.
D’un tratto, Derek entrò di colpo.- So come salvare Jackson!-
Stiles mise le labbra indentro.- Troppo tardi…E’ morto.-
Derek aggrottò le sopracciglia.- Cosa? Non è possibile…-
Nello stesso istante, il telefono di Wendy squillò.- Mamma, che succede?-
-Non lo so tesoro, ma devi venire qui, subito…O darò di matto.- balbettò Melissa.
Accanto aveva il corpo di Jackson che ancora si muoveva.
***
Scott ed Isaac raggiunsero Melissa all’ospedale.
Dentro una porta cadaveri, Jackson era steso ad occhi chiusi, ma il suo corpo era metà Kanima e oltretutto si stava riempiendo di una strana melma viscida e appiccicosa.
Al telefono con Scott, Stiles, Derek e Wendy consultarono il Bestiario tradotto da Lydia.
-A quanto pare, quella che abbiamo visto, è soltanto la forma Beta del Kanima.- lesse Stiles, mostrando una foto che lo fece rabbrividire.- Questa è la forma completa.-
-Stiles…Questa cosa ha le ali.- notò Derek.
-Lo so, lo vedo!-
Improvvisamente, Jackson iniziò a dimenarsi e a sibilare.
-Ragazzi, si sta muovendo! Non mi piace per niente!- esclamò Scott.
-Scott, portatelo via di lì, subito!- gli disse Wendy.
Isaac e Scott chiusero la sacca e con l’aiuto di Melissa, portarono il corpo in una fabbrica abbandonata fuori città che conosceva Derek.
Lui, Isaac, Boyd ed Erica li raggiunsero.
-Quindi era questo il piano di Matt? Far diventare Jackson ancora più pericoloso e forte?- domandò Isaac.
-A quanto pare sì, ora cosa facciamo?- intervenne Scott.
Derek pensò alle parole di Deaton riguardo ad Angelica, ma non voleva mettere in pericolo così la bambina e oltretutto all’oscuro di Wendy.
Aveva promesso di proteggerla.
-Derek?- ribatté il Beta.
-C-Ci sto pensando!-
-Avevi detto che sapevi come salvarlo!-
-E’-E’ vero, ma… E’ molto pericoloso…-
-Pericoloso per chi?-
Derek sospirò.- Per Angelica.-
Tutti furono confusi.
-Angelica? Che c’entra Angelica?-
-Il lato debole dell’essere umano.-
I licantropi voltarono lo sguardo verso quella voce e accigliarono lo sguardo.
Era Gerard che accanto aveva Matt con una pistola.
-Tu?! Cosa c’entri in tutto questo?- ringhiò Scott.
-Quando per il caro Matt le cose si sono messe male, ho deciso di dargli una mano.- rispose Gerard, posandogli una mano sulla spalla come fosse suo nipote.
Di scatto, Jackson aprì gli occhi e con gli artigli affilati colpì Derek al petto, immobilizzandolo.
-Vedi Scott, io non sono qui solo per seppellire mia figlia….Sono qui per vendicarla.-
-Non hai considerato una cosa.- intervenne Wendy, dietro le sue spalle, con gli occhi dorati.- Che io sono tornata.-
In poche mosse, Wendy aizzò gli artigli, evitò i proiettili sparati da Matt, gli afferrò il polso e gli ruppe le ossa del braccio, dandogli poi un calcio sugli stinchi per farlo cadere a terra.
Infine, spezzò tra le mani la pistola, ma decise di non ucciderlo.
Le sbarre sarebbero state la sua punizione.
Derek si rialzò lentamente e guardò Isaac, Erica e Boyd.- Vedete? Era questo che intendevo!-
Gerard la guardò con un ghigno divertito.- Molto bene Wendy, hai tirato fuori le tue armi. Ora lascia che lo faccia anche io.-
In quel momento, da fuori, si udì arrivare una macchina.
All’interno dell’edificio abbandonato, due cacciatori portarono dentro Allison che in braccio aveva Angelica, piangente.
Wendy sgranò gli occhi.- No, lei lasciala stare!-
-Te lo avevo detto Wendy, che un giorno mi avresti dovuto fare un favore.- continuò Gerard.
Allison guardò la migliore amica singhiozzando.- Mi dispiace Wendy, non ho avuto scelta.-
Wendy la guardò scuotendo la testa, come a dirle che non era colpa sua.
-Ma di cosa sta parlando?- domandò Scott.
-Del motivo per cui è venuto qui.- rispose Wendy.
Gerard le sorrise.- Lo hai intuito dalla prima volta che sei venuta nel mio ufficio, non è vero?-
Isaac analizzò il corpo del vecchio con i sensi da lupo.- Sta morendo.-
-Sì, già da un po', in effetti. Sfortunatamente la scienza non ha trovato una cura per il cancro, ma con il sovrannaturale…E’ tutta un’altra cosa.- spiegò poi.
Allora tutti capirono le sue intenzioni: lui voleva il morso.
Voleva essere curato come era stata curata Wendy.
-Derek…- gli disse Wendy.- Mi hai promesso che l’avresti protetta.-
L’Alfa non aveva altra scelta: prese il braccio di Gerard e gli diede un morso.
Gerard fece una risata soddisfatta e i cacciatori lasciarono andare Allison.
Sembrava che ce l’avesse fatta, ma poi, d’un tratto, il morso iniziò a perdere sangue nero.
Non capiva cosa fosse andato storto: il sangue gli uscì dal naso e dalle orecchie, proprio come a Jackson.
-Che gli succede?- chiese Derek, confuso.
-Hai detto che la nostra forma è il riflesso del nostro essere.- affermò Wendy, alzando un sopracciglio.- Beh, lui è un figlio di puttana.-
-No!- gridò Gerard, inginocchiandosi a terra per il dolore.- Non è possibile! Uccidili! Uccidili tutti!-
Jackson si trasformò completamente e come prima cosa cercò di attaccare Derek.
Ma prima che potesse fare una mossa, la sua pelle da anfibio venne trafitta da una freccia.
Wendy guardò nella direzione da cui era venuta: era Stiles, con in mano arco e frecce.
-Se fai di nuovo quel sibilo, giuro che impazzisco!- esclamò, stringendo i denti.
La ragazza gli sorrise entusiasta, mentre il Kanima si era solo arrabbiato di più.
Ma il gruppo aveva un vantaggio in più: erano in branco.
Con l’intento di fermarlo e non di ucciderlo, Isaac, Boyd ed Erica lo circondarono e lo tennero fermo.
Wendy gli si mise davanti, ancora in forma umana.- Jackson?- gli mormorò, guardandolo negli occhi.
Un braccio scivolò dalle mani di Erica e Wendy credeva che le avrebbe graffiato il volto, ma si fermò.
Il suo corpo tornò per metà umano e voltò gli occhi azzurri verso la bambina che stava facendo dei versetti in braccio ad Allison.
Wendy non capiva cosa fosse successo, ma il ragazzo sembrava tornato in se.- Jackson?-
Jackson tornò a guardare lei.- Wendy…- sussurrò, con gli occhi lucidi.- Che cosa ho fatto?-
Lei gli prese il viso tra le mani.- Sta tranquillo.-
Stiles guardò la scena confuso.- Che cos’è?-
-L’imprinting.- affermò Derek, accanto a lui.
-No, ho fatto…Ho fatto del male.- mugugnò Jackson, allontanandosi di poco.- Non posso vivere in questa forma, ti prego…Uccidimi.-

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Capitolo 16
*** Miss me? ***


Calò un tombale silenzio.
Jackson si guardò intorno, aspettandosi che qualcuno non avrebbe esitato a tagliargli la gola, dopo che aveva fatto tutte quelle cose orribili.
-Avanti!-
Invece, nessuno si mosse.
-No, Jackson.- intervenne Wendy.- Noi non siamo assassini: siamo un branco.-
Scott, Erica, Isaac, Boyd e Derek si guardarono a vicenda sorridendo: si sentirono una famiglia.
-E tu puoi farne parte.- continuò Derek, avvicinandosi e prendendo il suo braccio.- Se vuoi.-
Jackson si voltò verso Wendy, come per cercare una certa approvazione e lei gli annuì sorridendo.
Allora Derek, una volta per tutte e questa volta per bene, gli diede il morso, aggiungendo un altro membro al suo branco.
***
In cambio della sua vita, Matt confessò tutti gli omicidi.
Gerard, nel mentre, era riuscito a fuggire: ma ferito com’era, non sarebbe andato molto lontano.
Toccava ad Allison spiegare tutta la situazione alla sua famiglia.
Lo sceriffo venne reintegrato alla centrale, mentre Wendy invitò sua madre a casa per raccontarle tutto e presentagli anche sua nipote.
Finalmente non si dovevano più nascondere.
Stiles si era ben integrato con l’arco e le frecce, tanto che decise che almeno tre volte a settimane, sarebbe andato nella foresta per esercitarsi.
L’estate stava quasi per iniziare: si tolse la felpa e la mise sotto ad un albero, tirò fuori l’arco dall’astuccio e si mise le frecce sulla spalla.
Allison aveva lasciato un mirino attaccato ad una corteccia per lui.
Scoccare le frecce, una dopo l’altra, lo faceva sentire meno debole, come se avesse anche lui un’arma con cui combattere.
D’un tratto, una delle frecce fu bloccata da Derek.
-Sei piuttosto bravo.- commentò, alzando le sopracciglia.
-E lo diventerò ancora di più, ho intenzione di allenarmi tutta l’estate.- affermò convinto.
-Così poi ti unisci ai cacciatori?-
-Nah, è diverso, io lo faccio per aiutarvi.- ribatté, prendendo la boccetta d’acqua dal suo zaino.
-Volevo parlarti di quello che è successo l’altra sera…Mentre montavo il tavolo…E la sera in cui eravamo in piscina…E la sera dopo la discoteca.- continuò Derek, avvicinandosi a lui.
Stiles abbassò lo sguardo timidamente.- Non c’è bisogno, ho afferrato, non succederà più…-
Derek scosse appena la testa e lo fece camminare all’indietro, fino all’albero.- E se invece…Lasciassi la porta aperta?- gli sussurrò, guardandolo negli occhi.
Stiles rabbrividì sorpreso.- Lo faresti?-
-La domanda è: avresti coraggio ad entrare?-
Derek gli stava così vicino e il ragazzo iniziò a sentire un fremito dietro la schiena, fino alle braccia e poi alle mani, che gli afferrarono la maglietta per premere le labbra sulle sue con passione.
Sapeva benissimo che era una cosa più che sbagliata, ma forse ne valeva la pena per scoprire se stesso.
Si staccò da lui col fiato corto e poi si morse il labbro.- In che guaio mi sono andato a cacciare…?-
A Beacon Hills si era tutto calmato e Wendy non vedeva l’ora di passare del tempo con Angelica, per questo aveva lasciato il lavoro da Deaton.
Lydia continuava a venire ad aiutarla mentre Stiles era a scuola, ma Wendy decise che ci sarebbe tornata dopo l’estate.
Quella mattina, stava riscaldando il biberon, per poi raffreddarlo appena sotto l’acqua fredda.
Ma quando tornò in soggiorno, c’era uno strano silenzio.
-Derek?- si guardò attorno, ma non vide nessuno. -Lydia?-
Wendy corse nella stanza della bambina, ma la culla per uscire non c’era.
Angelica aveva sempre avuto un odore ben specifico, che Wendy seguì fino alla foresta, senza capire cosa stesse succedendo.
Esso portava fino a casa Hale.
La sentì piangere e preoccupata entrò, ma lei era solo dentro la culla e stava bene.
Quello che stava succedendo nel salone, invece, era più terribile.
Derek era mezzo svenuto per terra e Lydia gli stava mettendo il braccio sotto le tegole del pavimento, dove era seppellito Peter.
-Lydia, che stai facendo?!- esclamò Wendy.
-Mi dispiace.- singhiozzò lei.- Devo farlo uscire dalla mia testa!-
Di colpo, il cadavere di Peter si mosse e affondò gli artigli nelle vene di Derek.
Poco dopo, venne fuori dal pavimento: il suo corpo era privo di bruciature e fissava Wendy con un ghigno divertito.- Ciao, Wendy. Ti sono mancato?-
 
CONTINUA…

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