Make me hate you again.

di SnowBlack_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Se avessi saputo che quella sarebbe stata l'ultima volta che ti avrei visto Alice giuro che ti avrei stretto più forte.
Avevo così tante cose da raccontarti dopo quel bacio, cose che avrei voluto dirti una volta tornata da Madrid ma la vita ha scelto in modo diverso.
Ricordo tutto di quel giorno.
Ricordo il dolore, il viso di tuo fratello che crolla in pezzi avanti ai miei occhi, il nodo in gola che ci ha tenuti svegli tutte le notti da allora senza darci tregua...
Ho sperato fosse un incubo dal quale svegliarmi e quando ho realizzato fosse tutto vero ho desiderato con tutte le mie forze che tu su quel treno non fossi mai salita.
Mi manchi Ali, mi mancherai sempre.
La tua Evie.


 

Spazio autrice:
Alice pronunciato in inglese

       
                            
                             Cast:
Ogni membro del cast è similare con i personaggi della serie tv, eccezione fatta per due aggiunte...
           
                  *rullo di tamburi*

     Britt Robertson as Cassandra Haas.

     Britt Robertson as Cassandra Haas

 

        Sofia Carson as Alice Cordova.

Ci tengo a specificare che nelle mie storie preferisco lasciare i protagonisti all'immaginazione, in modo che ognuno si senta libero di immergersi fino in fondo nel personaggio     

 

***

"Fa in modo che io ti odi di nuovo"

disse Clay senza distogliere nemmeno per un secondo lo sguardo dai miei occhi, quasi come se stesse cercando di metabolizzare attraverso quello sguardo qualcosa che andasse oltre il significato di quelle parole

disse Clay senza distogliere nemmeno per un secondo lo sguardo dai miei occhi, quasi come se stesse cercando di metabolizzare attraverso quello sguardo qualcosa che andasse oltre il significato di quelle parole.
"Clay..." 
"Ho passato tutta la vita a cercare di odiarti.
Ho passato ogni giorno degli ultimi venti anni a ripetermi come questa situazione fosse colpa tua.
Ho cercato con tutte le mie forze di restare il più lontano possibile da te nel corso del tempo.
Quantico, Harvard, lo studio legale, Maxine, erano tutte cose che avrebbero dovuto tenermi il più distante possibile da ovunque fossi tu e durante quel tempo le cose hanno funzionato.
Era tutto perfetto finché mia madre non mi ha assegnato questa task force.
Ero convinto che magari con l'aiuto di Shelby avrei potuto ricostruire il rapporto con Caleb, che avrei potuto finalmente sistemare le cose tra noi perché infondo siamo fratelli...ma niente, quando ci sei tu di mezzo io e Caleb non facciamo altro che litigare..."
"Adesso basta! Non provare a dare la colpa a me!" urlai alzandomi di scatto dalla sedia.
Sentivo ogni muscolo del mio corpo contrarsi per la rabbia e in contemporanea sentivo i miei occhi bruciare a causa delle troppe lacrime che cercavo di trattenere.
Clay che era appoggiato contro la scrivania si alzò in piedi e dopo essersi passato una mano tra i capelli sbatté un pugno sulla scrivania.
"Tu non lo capisci!" urlò prima di rigirarsi verso di me.
"Credi che per me sia facile?" urlai.
"..credi che per me sia semplice lavorare con te?
Claire non ha messo solo te in questa situazione ma anche me!
Continui a colpevolizzare me, continui a cercare in ogni modo possibile di farmi sentire la cattiva della tua storia come se lo avessi scelto io.
Non ho scelto io niente di tutto questo!"
Quando ebbi finito di parlare Clay prese un respiro profondo.
"Ed è per questo che non riesco ad odiarti!
Non lo capisci?
Io non riesco ad odiarti perché non sei tu il problema.
Provo qualcosa per te.

Non riesco a passare un'ora senza pensare a te

Non riesco a passare un'ora senza pensare a te.

Non riesco a passare un'ora senza pensare a te

Ma questo non è colpa tua, è colpa mia."

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


                      Mesi prima

"Salve signorina, benvenuta sul volo Delta" 
"La ringrazio.
Sa dirmi a che ora è prevista la partenza?" domandai sorridendo.
"Decolleremo tra cinque minuti, la invito quindi a prendere posto" mi rispose l'hostess invitandomi a procedere.
"Certo, la ringrazio" conclusi iniziando a percorrere il corridoio in cerca del mio posto.
Ne era passato di tempo dall'ultima volta in cui ero salita su un aereo.
Il viaggio in quella occasione era durato poco più di un'ora e mezza e se non ricordavo male era stato di lunedì mattina.
Senza rendermene conto camminando ero arrivata alla mia prenotazione, così posai le valige e mi sedetti.
Non avevo avuto molto tempo per preparare le mie cose avendo saputo solo poche ore prima del mio imminente viaggio di ritorno a casa.
Claire mi aveva chiamata dicendo di aver bisogno del mio aiuto e io senza nemmeno pensarci le avevo assicurato che nel minor tempo possibile sarei stata da lei.
Ero già al corrente della situazione conflittuale che si era creata tra lei ed il signor Roarke eppure ero convinta che le cose si sarebbero sistemate senza troppi problemi.
partirà tra un minuto, per tanto vi invitiamo ad allacciare le cinture di sicurezza.
Buon viaggio>
Senza perdere altro tempo allacciai la cintura e presi il telefono dalla tasca per controllare l'orario.
Il cellulare segnava le ore 9 e 40 perciò senza ritardi sarei dovuta atterrare in aeroporto per le 12 e se ci fosse stata un'auto ad aspettarmi sarei stata in orario per l'incontro organizzato alla Casa Bianca. 
Senza ulteriori indugi l'aereo iniziò il decollo e in pochi istanti prese quota.
Fortunatamente non fu un viaggio turbolento ma molto tranquillo e come sperato senza intoppi perciò in men che non si dica mi ritrovai a destinazione.
compagnia.
A presto>
La discesa durò pochi minuti e una volta recuperate le mie cose mi avviai verso l'uscita.
Percorsi l'aeroporto fino a giungere fuori dall'edificio dove mi fu facile distinguere l'auto presidenziale.
"Signorina Haas" mi salutò l'autista aprendomi la portiera.
"Salve agente" gli risposi passandogli le valigie ed entrando in macchina.
"La signora presidente mi ha chiesto di dirle che l'incontro è stato spostato.
Se per lei va bene l'accompagnerei subito ma se desidera fermarsi..." mi avvertì lui mettendo in moto.
"No, va bene mi porti dove le ha indicato la signora presidente. La ringrazio" 
"Dovere Signorina" rispose iniziando a guidare.

***

"...il nostro compito è quello di smascherare l'attuale Speaker della Camera, Henry Roarke.
Crediamo possa avere dei complici che lo aiutino a manipolare le volontà dei cittadini americani a favore..." 
"Eve, da quanto tempo sei lì?" mi domandò mia madre.
"Non da molto in realtà" risposi avvicinandomi a lei.
In effetti ero arrivata giusto in tempo per sentire il discorso di Clay che nel frattempo si era interrotto.
"Hey tesoro" mi sussurrò mamma abbracciandomi.
"Ciao mamma" risposi stringendola.
"Direttore Matthew Keyes, lei è mia figlia maggiore Eve Haas"
"Signorina Haas è un piacere conoscerla"
"Direttore Keyes il piacere è mio" risposi stringendogli la mano.
"Finalmente!! 
A cosa devo il piacere?
È il giorno del mio compleanno e nessuno me l'ha ricordato?" domandò ironicamente Caleb venendomi incontro con le braccia aperte.
"Ciao piccola canaglia!" risposi abbracciandolo.
"Mi sei mancata" sussurrò continuando a stringermi.
"Anche tu Cal, anche tu"

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Una volta finita la riunione la mamma mi invitò ad andare con lei specificando come il suo invito fosse "per aggiornarti personalmente sulle novità e per passare del tempo insieme".
Così dopo aver salutato i vecchi amici di Quantico e aver conosciuto i nuovi membri del team, ci avviammo alla macchina.
"Hai intenzione di salutarmi? O in tutto questo tempo oltre ad essere diventato spocchioso, sei diventato anche germofobico?" domandai continuando a camminare.
Clay si girò sorridendo,

"Il lupo perde il pelo ma non il vizio, non è così?" rispose guardandomi.
"Ti riferisci alla simpatia?
Beh direi di si, è tutta una questione ereditaria a conti fatti" risposi facendo spallucce.
"Ma non mi dire!!" esclamò lui accennando una risata ed avvicinandosi per abbracciarmi.
"Ehm...pensaci bene..." risposi facendogli segno di non continuare.
"...sai non vorrei stropic.." continuai ma prima che potessi finire la frase, Clay mi stava abbracciando.
"Beh se così fosse ti manderò il conto della lavanderia!" sussurrò ridendo.
"Ah si?? Brutto..." iniziai a dirgli indietreggiando dall'abbraccio.
"Non te l'aspettavi questa risposta, vero?" chiese facendo spallucce.
"Ti tengo d'occhio Haas. Sta attento a quello che dici" risposi ridendo.
"Agli ordini mia signora" rispose facendo lo stesso.
"Allora dimmi...come ti ha convinto la mamma? Si beh...considerato che è da due anni che non ti fai viva" aggiunse aggrottando un sopracciglio.
"Ohh accidenti! Le chiudo scusa per la mia assenza ingiustificata signor Figlio Perfetto ma non tutti godiamo dei benefici che comporta lavorare al fianco della signora Presidente!" risposi incrociando le braccia.
"Oh certo...passare i due anni consecutivi al conseguimento della laurea all'accademia di Quantico all'interno della polizia di Atlanta è di certo una possibilità che si offre a qualsiasi cadetto fresco di addestramento" commentò sarcasticamente Clay.

"Stai per caso osando insinuare che io sia stata raccomandata, Clayton Jacob Haas?"
"Come fa a passarti per la testa una cosa del genere!!
Non insinuerei mai che una delle agenti più preparate, brillanti e risolute che io conosca sia stata favorita per la sua familiarità con la Presidente degli Stati Uniti e non per le sue innumerevoli capacità"

"Voleva essere una sorta di complimento quello?" domandai sorridendo.
"Non saprei dirti con certezza se si possa definire come una specie di  complimento ma si..in realtà credo di si" rispose prima che Caleb ci raggiungesse con Shelby.

"Mi sorprende che tu sia ancora qui Figliol Prodigo" commentò Caleb guardando Clay.
"Hai ragione..alcuni a differenza di altri hanno diverse cose da fare" commentò il fratello facendogli un'occhiataccia.
"Allora cosa stai aspettando?
Non hai niente di meglio da fare che stare qui?" continuò Caleb indicando l'orologio.
"Qualsiasi altra cosa al momento sarebbe un valido motivo per non restare qui ad ascoltarti" commentò Clay avvicinandosi a Shelby per salutarla.
Caleb rise e iniziò a fissare Clay che dopo aver salutato Shelby si girò verso di me ignorando completamente il fratello.
"Ci vediamo domani?" mi domandò avvicinandosi.
"Si Clay. Ci vediamo domani" risposi abbracciandolo.
Dopo qualche istante Clay interruppe l'abbraccio e se ne andò.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


"Okay..questi dovrebbero essere tutti i documenti che mi hai chiesto stamattina" comunicò Clay entrando in ufficio e portando con se una cartellina.
"Grazie Clay" rispose sua madre alzandosi per andargli incontro.
"Hey Hermano" lo salutò Caleb.
"Lui cosa ci fa qui? chiese Clay.
"La stessa cosa che ci fai tu genio, aiuto la mamma" rispose Caleb continuando a giocherellare con il sombrero che aveva in mano.
"Oh davvero?" esclamò Clay guardando ancora una volta sua madre.
Caleb che aveva finito di giocare, indossò il cappello e poco dopo lo passò al fratello.

Caleb che aveva finito di giocare, indossò il cappello e poco dopo lo passò al fratello

"Caleb smettila, abbiamo del lavoro da fare" si intromise Claire. 
"Andiamo mamma!!!
In questa famiglia siete tutti così infelici!" borbottò quest ultimo mentre Clay con un gesto deciso della mano scaraventava via il sombrero.

"Mi auguro di non diventare mai come te! urlò Caleb andandosi a sedere.
"Deve per forza restare anche lui?" domandò Clay. 
"Clay!" lo ammonì la mamma fulminandolo con lo sguardo. "Okay...farò finta non ci sia.
Hai bisogno di qualche altra cosa prima di domani?" domandò Clay tornando all'ingresso della stanza.
"No...credo di avere tutto il necessario. Ci vediamo domani?"
"Si mamma...ci vediamo domani" concluse lui aprendo la porta.
"Ciao Cla..." iniziò Caleb ma prima che potesse finire la frase, il fratello era già andato via.

***

"È stata a Quantico con entrambe e nessuna di voi due ha mai pensato di presentarmela?" domandò Harry aprendo la sua birra.
"Esatto" rispose Alex posando il suo cellulare sul tavolino.
"Siete davvero due brutte persone!" ribatté Harry guardando Shelby.
"Tanto per la cronaca io vi sento!" urlai dalla cucina.
"Allora Eve si può sapere cosa diavolo stai facendo in cucina?" mi domandò Ryan lanciando un salatino.
"Sto cercando il nascondiglio della tua roba buona!" ammisi girandomi verso di lui.
"Non ci..." urlò lui alzandosi di scatto.
"Andiamo Booth, so che dove sei tu c'è anche la roba buona" continuai ridendo.
"Ha ragione! Tira fuori la roba buona!!!" mi assecondò Alex.
"Tu non darle corda!" insistette Ryan avvicinandosi ad uno dei mobili.
"Non mi dire che è lì che la nascondi!" sussultai fintamente sorpresa e prima che potessi fare o dire qualcosa la porta di ingresso si aprì.
"Buonasera a tutti" salutò Clay entrando.
"Signor Haas" risposero tutti in coro dal salotto.
"Sta lontana da quel mobile Haas, non lo ripeterò ancora" mi intimò Ryan con uno sguardo serio e minaccioso.
"Non cantare vittoria Ryan, non finisce così questa storia"gli risposi facendogli cenno che lo avrei tenuto d'occhio.
"Agente Booth" lo salutò Clay raggiungendoci in cucina.
"Signor Haas" rispose Ryan prima di chinare il capo e torarsene in salotto. 
"Hey Haas" lo salutai.
"Ciao Eve" rispose avvicinandosi alla parete di mattoni che separava la cucina dallo studio dell'appartamento.
"È già la seconda volta che ti vedo in una giornata...dovrei preoccuparmi?" commentai ridendo.
"In realtà io credo sia la terza" mi corresse.
"Da quando hai iniziato a contarle?" risposi facendo il giro della penisola per raggiungerlo dall'altro lato.
Lui accennò uno strano sguardo, uno dei suoi sguardi indecifrabili che avevo passato molti anni a cercare di comprendere ottenendo però scarsi risultati.
"Maxine vorrebbe sapere se ti va di venire a cena da noi la prossima settimana" mi domandò poi.

"E se non mi andasse?" domandai ironicamente.
"Se non ti andasse mi vedrei costretto a dirlo alla ma..."
"Non lo...."
"Vogliamo scommettere?" rispose allungando la mano come per stringere un patto.
"Tu..."
"Lo prendo come un si.
Ti aggiornerò riguardo il giorno e l' orario, ci vediamo domani" concluse indietreggiando con uno sguardo fiero e compiaciuto.
"Sappi che mi prenderò la mia rivincita" urlai mentre Clay era diretto alla porta.
"Buonaserata a tutti..." salutò aprendo la porta,
"..staremo a vedere" aggiunse uscendo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


"Che ruolo hai ad Atlanta?" mi domandò Dayana.
"Ad Atlanta sono la supervisor di una sezione sperimentale che si occupa di fornire una specializzazione aggiuntiva a cadetti scelti di Quantico.
La specializzazione prevede un addestramento di sei settimane sotto la visione di agenti di polizia ed ex agenti del Federal Bureau" le spiegai.
"Insomma dopo la laurea a Quantico la ragazza è partita dal basso" ironizzò Alex facendo una smorfia.
"Detto da Alexandra Parrish poi" commentai strattonadola amichevolmente.
"In realtà è davvero un valido agente..." si intromise Ryan.
"..e sa il fatto suo quindi non c'è da sorprendersi se durante questi anni le abbiano affidato un compito del genere" continuò.
"Oh Ryan mi fai commuovere!" urlai alzandomi e scaraventandomi sul divano al fianco di Ryan per abbracciarlo.
"Scusamiii!!!" urlò Alex tirandomi via da Ryan.
"Dimenticavo...fidanzata gelosa!" sussurrai ridendo.
"Non hai idea di quanto!" si intromise Shelby.
"Tu invece signorina McGregor-Wyatt cosa hai da dirmi?
Non vedo nessun anello quindi..."
"Io?
Oh no Eve lo sai!
È ancora presto per parlare di matrimonio tra me e Caleb" tagliò corto lei arrossendo.
"Immagino valga anche per voi due piccioncini" dissi guardando Alex. 
"Esatto" rispose lei aprendosi un'altra birra.
"Invece tu? Hai un ragazzo?" domandò Sebastian.
"Già!!! Tu hai un ragazzo???" mi incalzò Shelby ed ecco che in un attimo tutti gli occhi furono puntati su di me.
"Ehm...no...io non ho nessun ragazzo" risposi fulminando Shelby con lo sguardo.
"Non ti credo!" ribatté Alex.
"Che tu ci creda o no ti odio Alex Parrish!" urlai.
"Questo è vero" commentò ironicamente Ryan ridendo.

***

Restammo a chiacchierare fino alle due e in quel tempo conobbi meglio il resto del team che ancora non conoscevo e mi feci aggiornare sulle novità dai vecchi amici.
Arrivate in camera scoprii che avrei dormito in stanza con Shelby mentre Alex sarebbe stata con Nimah dal giorno seguente.
"Mi fa piacere tu sia tornata o meglio fa piacere a tutti...specialmente a Caleb. Quando tua madre gli ha detto che aveva intenzione di chiamarti era al settimo cielo" disse Shelby prima di entrare in bagno per cambiarsi.
"Sono felice anche io di essere a casa, ovviamente speravo che quando sarei tornata sarebbe stato per una circostanza migliore di questa" risposi aprendo la valigia.
"Già, siamo tutti preoccupati in questo momento ma faremo del nostro meglio per evitare che le cose.." aggiunse Shelby.
"Lo so Shelby, andrà tutto per il meglio" sussurrai girandomi verso di lei.
La mattina seguente però sin da subito la situazione divenne piuttosto chiara.
"Se dovessero approvare questa bozza di legge, le cose diventeranno catastrofiche" ammise Clay guardandoci uno ad uno.

        

"Non permetteremo che passi" commentò Caleb.
"Cosa vuoi che facciamo?" domandò Ryan.
"Andremo in parlamento e proveremo a convincere tutti coloro che sono indecisi a votare a sfavore dell'emendamento. Faremo capire loro che non è la scelta giusta contribuire affinché un'ideologia del genere venga applicata in America" rispose Clay.
"Quindi Felix è l'assistente di Roarke?" domandai leggendo il fascicolo che mi avevano consegnato pochi minuti prima.
"Si" rispose Clay buttando una veloce occhiata su di me.
Io ricambiai lo sguardo e tornai a visionare il fascicolo.
"Parlerò con lui" dissi posando sulla scrivania gli scritti.
"Non credo sia una buona idea" obiettò Clay.
"Io invece credo di si.
Roarke sicuramente sa che Claire sta tramando qualcosa per screditarlo ed io al momento solo l'unica di voi che non conosce" insistetti.
"Credo che tua sorella abbia ragione..." si intromise Harry.
"Cosa hai intenzione di fare?" proseguì Clay come se avesse del tutto ignorato le parole di Harry.
"Condurrò Felix a darmi i nomi degli incerti e voi.."
"Eve sono cambiate tante cose..."
"È l'unica opzione che abbiamo Clay. Lasciami tentare" gli risposi.
Lui sospirò e dopo qualche attimo di titubanza fece cenno di si.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


"Io e Eve andremo..."
"Io ed Eve?" gli feci eco interrompendolo.
"Non ti lascerò..." iniziò lui voltandosi verso di me.
"Non ci sarà nessun《Io ed Eve》, Clay" gli risposi con tono calmo e deciso.
Clay che mi guardò con fare infastidito, prima che potessi aggiungere altro mi prese delicatamente per il braccio e mi fece allontanare da Shelby e Nimah.
"Ho acconsentito al fatto.." 
"Non ho bisogno della tua benedizione Clay, io non sono..."
"Oh è qui che ti sbagli! Sei un membro del mio team e quindi..." mi rispose lui e prima che potesse finire lo interruppi ancora.
"Beh allora la mia presenza qui è del tutto inutile. 
Io non prendo ordini da te, dovresti saperlo" commentai alzando inavvertitamente il tono di voce.
In quel momento Nimah accortasi di come gli animi si stessero scaldando si avvicinò a noi per mediare e disse,
"Ragazzi non è il momento di litigare, non qui e non ora, ci sono troppi occhi e orecchie indiscrete" .
"Credo che stiano per iniziare" commentò Shelby che era rimasta qualche passo indietro.
"Voi andate, io vi raggiungo" risposi facendole cenno di si con il capo per poi voltarmi.
"Farai di testa tua non è così?" mi domandò Clay guardando Nimah e scuotendo la testa.
"Come sempre" riposi prima di dirigermi verso l'ufficio di Felix.

***

"Bene, bene, bene, la mia ragazza preferita!" urlò Felix scaraventandosi su di me per abbracciarmi.
"Ciao Felix!" risposi stringendolo e dandogli un bacio sulla guancia.
"A cosa devo l'onore?" domandò invitandomi a sedere.
"Sappiamo entrambi la risposta" ammisi avvicinandomi alla sua scrivania.
"Sai da te non me lo sarei mai aspettato, mi aspettavo di vedere Clay non te, questo non è mai stato il tuo genere di cose" rispose inarcando un sopracciglio e offrendomi una caramella.
"Felix non sono qui per giocare.
Sai bene che l'uomo che rappresenti non è.."
"Ecco...ecco...queste parole!
Sembra proprio di star parlando con tuo fratello" commentò Felix accompagnando quelle parole ad una finta risata. 
"Io non sono Clay, dovresti saperlo bene" risposi infastidita dalla sua reazione.
"Eve, mi dispiace ma non posso.
Per un momento ho creduto davvero fossi qui per salutare un vecchio amico"
"Lei cosa ne penserebbe?" domandai alzandomi di colpo.
Subito dopo aver parlato, Felix cambiò sguardo.
《Non avrei dovuto, non è giusto》 pensai ma era troppo tardi.
"Wow! Adesso credo sia meglio tu vada" rispose indicandomi la porta.
"Felix ti prego, non lasciare che succeda ancora. Per favore" gli sussurrai quasi implorante.
Lui abbassò lo sguardo e dopo qualche attimo di silenzio parlò.
"Eve...non posso dirti che Jones ha ricevuto una chiamata questa mattina e dopo aver saputo dei dettagli riguardo una certa situazione è incerto sul voto, oppure che Shane ha..."
Non ci volle molto prima che mi rendessi conto che ce l'avevo fatta, Felix mi stava dando i nomi di cui avevo bisogno.

***

"Non è possibile!" urlai.
"Nessuno! Nessuno di loro era contro.
Erano tutti indecisi ma propensi a votare a favore e ora grazie a noi senza dubbio lo faranno!" esclamò Clay passandosi una mano tra i capelli.
"Ci ha teso una trappola. Ci ha dato nomi sbagliati affinché screditassimo Claire" commentò Nimah guardando me che ero rimasta in silenzio.
Ero come paralizzata, non trovavo le parole per descrivere le emozioni contrastanti che provavo in quel momento.
"Signori Haas vi prego di seguirci verso l'uscita" sentii dire ad un addetto alla sicurezza fermo alle spalle di Shelby.
"Prego?" domandò Clay.
"C'è stato comunicato di scortarvi fuori" rispose lui invitandoci a seguirlo.
Io guardai Clay che rimase immobile aspettando fossi io a muovermi.
"Signori..." sentii sussurrare alle mie spalle prima che una mano mi sfiorasse la schiena.
"Non..."
"Agente la lasci stare" si intromise Clay fulminandolo con gli occhi e avvicinandosi a me.
L'agente si spostò e abbassò lo sguardo.
"Da questa parte" ci indicarono e senza ulteriori indugi li seguimmo. 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


Dopo la mattinata in parlamento ci rivedemmo tutti al bunker.
"Nonostante gli sforzi collettivi la bozza è stata approvata e quindi il nostro intervento è risultato del tutto inutile" spiegò Clay guardando le notizie proiettate al telegiornale.

"Quindi ora che si fa?" domandò Dayana.
"Sinceramente?
Non lo so" rispose Clay chinandosi in avanti e appoggiando entrambe le braccia sulla scrivania in modo che sostenessero il peso del suo corpo.
"Hey Eve, stai bene?"
domandò Ryan dopo essersi accorto dal mio silenzio che seppure fossi in quella stanza in quel momento, la mia testa fosse da tutt'altra parte.
"Si, ero sovrappensiero. Scusate" risposi alzandomi dalla poltrona e notando, come previsto, lo sguardo contrariato di Clay.

 Scusate

"Mi dica signor Hall è stata nostra madre a chiamarla?" chiesi per sviare l'attenzione da me.
"Si, la signora presidente mi ha contattato qualche ora fa. Ritiene che possa esservi d'aiuto ed in effetti io avrei un'idea" rispose lui guardando prima me e poi Clay.
"Quale?" domandò mio fratello.
"Questa sera ci sarà una festa esclusiva e molte persone al vertice della piramide sociale vi prenderanno parte.
Se la vostra teoria è giusta e Roarke ha dei collaboratori saranno a questo evento" spiegò il signor Hall.
"Okay..." rispose Clay facendo un giro di sguardi per cercare di capire se fossimo tutti d'accordo.

"Ah...prima che tu vada ho bisogno di parlare con te nel mio..."

"Non posso adesso..devo andare..." risposi indietreggiando con passo svelto.
"Eve!" mi chiamò Clay.
"Ci vediamo stasera ragazzi, signor Hall con permesso...Clayton.." salutai con un rapido cenno della mano.
"Non chiamarmi Clayton!" urlò Clay scuotendo il capo.
"Ma cosa c'è di sbagliato? Clayton è il tuo nome riccioli d'oro!" commentò Caleb ridendo.
"Andate...ci vediamo stasera" lo ignorò il fratello tornando a concentrarsi su Owen mentre tutti gli altri si dirigevano all'uscita .
"Sta tranquillo, andrà bene" lo rassicurò Owen posandogli la mano sulla spalla in segno di conforto.
"Lo spero, oggi sembra che qualsiasi cosa giusta cerchi di fare si riveli l'esatto contrario" esclamò Clay guardando i fascicoli sul tavolo.
"Incluso il tentativo di parlare a tua sorella?" 
"Eve?
Ah si...ci rinuncio, mia sorella è tutta la vita che non mi ascolta.
Sa signor Hall, credevo che essere il figlio maggiore fosse difficile per la necessità di dover interagire con persone più piccole di te che molte volte non riescono a capire le tue logiche ma mi sbagliavo.
La parte più difficile è non essere 'l'unico' figlio maggiore, specialmente se dall'altra parte c'è una donna...mi creda è una situazione davvero devastante" commentò Clay alzando le braccia al cielo in segno di disperazione. 
"Oh beh lo vedo" rispose divertito Owen sorridendo.
"Già.." concluse Clay ricambiando il sorriso.
"Se può consolarti credo che tu te la stia cavando piuttosto bene" ammise Hall prima di andare via.
"Lo dice solo perché non conosce Eve" lo corresse l'altro dirigendosi nel senso opposto.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7. ***


"Dovresti provare ad essere più gentile con lui" mi sussurrò Alex.
"Oh andiamo! Stai scherzando?" le risposi sorpresa.
"No. Voleva solo essere premuroso, credo si preoccupi per te"
"Parliamo della stessa persona?" domandai davvero preoccupata che stessimo parlando di due persone diverse.
"Sai benissimo di chi sto parlando"
"Okay...vuoi sapere come sarebbe stato il nostro discorso?
Benissimo, ti farò un breve riassunto.
Innanzitutto mi avrebbe fatta entrare nel suo ufficio e dopo qualche minuto di silenzio mi avrebbe detto con quel suo tono saccente《Mi dispiace Eve ma io te l'avevo detto 》e io gli avrei risposto sicuramente qualcosa del tipo《E allora? Vuoi sentirti dire che avevi ragione?》e lui avrebbe continuato dicendo di aver imparato nella sua elettrizzante carriera a riconoscere quando la persona che hai avanti a te cerca di tenderti una trappola e..."
"Okay...okay...hai reso l'idea" commentò Alex ridendo.
"Stavo arrivando alla parte più divertente..."
"Posso farne a meno" rispose lei dandomi un pizzico.

***

"Siete tutti in posizione?" domandò Clay tramite gli auricolari.
《Si signore》 rispose Owen.
《Si》 dissero insieme Alex, Dayana, Harry, Shelby e Ryan.
"Okay...ricordate che siamo qui per carpire più informazioni possibili" 
《Ricevuto》 rispose Dayana prima di silenziare il microfono.
"Allora quando mi rinfaccerai che avevi ragione riguardo Felix?" domandai ironicamente.
"Qualcuno ha ritrovato improvvisamente la voglia di parlare " rispose Clay facendo una smorfia.
"Sai, credo che dovresti iniziare a scioglierti un po...specialmente in vista del tuo matrimonio..." gli sussurrai all'orecchio mentre ero impegnata a stropicciargli il papillon.
"Come fai tu?" domandò dopo aver presi due bicchieri di champagne dal vassoio della cameriera giunta verso di noi.
"Beh perché no!" risposi prendendogli uno dei bicchieri dalle mani per poi, dopo una rapida occhiata, lasciarlo solo.
《Resta concentrata. Io ti terrò d'occhio》

"Ed eccolo, noioso come sempre" sbuffai dirigendomi nel patio della sala, dove erano stati posizionati dei tavolini.
《L'uomo che sta venendo verso di te è un amico di Roarke, l'ho visto in un paio di interviste. Inizia facendogli qualche domanda sul suo lavoro riguardo...》
"Lasciami fare il mio lavoro, tu pensa a fare il tuo" tagliai corto lanciandogli un'occhiataccia veloce.
《Lo sto facendo》 rispose.
"Se non la pianti di parlare in quel maledetto auricolare giuro che.." 
"Buonasera Signorina?" mi domandò l'uomo di cui Clay stava parlando pochi attimi prima.
"Signorina Eve, Eve Claire Haas" risposi tendendogli la mano.
"Signorina Haas è un piacere"
"Il piacere è mio Signor?" 
"Signor Evans" si presentò stringendomi la mano.
Io sorrisi.
"Signorina Haas, posso chiederle cosa ci fa una splendida donna come lei ad..."
Clay fece un verso incomprensibile seguito da una frase del tipo 《 Sto per vomitare 》

E prima che il signor Evans potesse finire la frase, la sua segretaria ci interruppe.
"Mi scusi, devo rispondere" 
"Prego, non si preoccupi" risposi e lui si allontanò di qualche passo.
"Ti sei per caso bevuto il cervello?" sussurrai.
《Potrebbe essere nostro padre!》 commentò Clay dall'altra parte.
"Fatti gli affari tuoi!" conclusi vedendo Evans tornare al tavolo.

"Stavo per chiederle cosa ci facesse qui una giovane donna come lei"
"Una donna deve pur iniziare da qualche parte, non crede signor Evans?" domandai.
"Le auguro di non entrare mai a far parte del mondo della politica signorina, si occupano sempre posizioni incerte e nessuno come sua madre al momento... " rispose cercando di alludere a qualcosa che mi infastidì particolarmente.
"Mia madre cosa?" domandai con tono quasi arrogante.
"Ci ho ripensato. Mi va quel ballo" si intromise Clay prendendomi la mano.
"Mi scusi" dissi allontanandomi con Clay.
"Avevo tutto sotto controllo. Ti avevo detto non immischiarti!" 
"Un《Grazie Clay》sarebbe ben accetto" 
"Sentiamo per cosa dovrei ringraziarti?
Io avevo..."
"Si avevi tutto sotto controllo.
Talmente sotto controllo che se non fossi intervenuto io avresti fatto saltare l'intera copertura"
"Io almeno mi sono impegnata, tu cosa hai fatto tutto questo tempo, oltre a bere vino e champagne?" 
"Ti tenevo d'occhio.
Sai è un lavoro piuttosto estenuante.
Un po di vino e qualche calice di champagne sono il minimo dato l'immenso impegno che richiede assicurarsi che tu non crei qualche casino"
"Avevo dimenticato quanto tu fossi arrogante! Santo cielo!" 
"Più che arrogante mi definirei realista  perché se sei qui a ballare con me e non a tirare un pugno al signor Evans vuol dire che sono piuttosto bravo a tenerti a bada"

Un po di vino e qualche calice di champagne sono il minimo dato l'immenso impegno che richiede assicurarsi che tu non crei qualche casino

"Sei davvero... " risposi rendendomi conto che avevo iniziato a seguire i suoi passi senza accorgermene.
"Prima che tu dica qualcosa di tremendamente cattivo e io ti risponda a tono, lascia che ti dica qualcosa di carino per una volta.
Sei davvero bellissima"

Sei davvero bellissima

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. ***


"E questo? Questo voleva essere una sorta di complimento?" domandai sorridendo.
"Lo sai che quando arrossisci ti si fa un piccola ruga proprio lì...in quel punto..." commentò Clay smettendo di ballare.
"Scusami...non volevo metterti in imbarazzo" aggiunse sorridendomi e io d'istinto, come se fosse stata una cosa spontanea, abbassai lo sguardo.
La mamma, come qualsiasi altra madre, aveva sempre etichettato i suoi figli come《I più belli al mondo》.
Sin da piccoli Caleb e Clay avevano in più occasioni suscitato innumerevoli consensi da parte del genere femminile. 
Ognuna di loro, subito dopo averli visti, non faceva altro che parlare di come quegli occhi chiari l'avessero ammaliata dal primo sguardo.
Anche Cassandra come loro aveva ereditato da Claire gli occhi chiari e da Clayton i capelli biondi tendenti al castano, infatti per molti tratti era quasi come se fossero stati fotocopiati.
Eppure, nonostante le particolarità ereditate tra di loro, specialmente in ambito caratteriale, i fratelli Haas erano assolutamente diversi.
"Sarà meglio io vada...ci vediamo dopo. Okay?" sussurrai ancora visibilmente imbarazzata.
"Si, certo" rispose Clay lasciandomi andare.


"Qualche aggiornamento?" domandò riattivando il microfono.

《No signor Haas》rispose Owen.
"Okay...restiamo in contatto"
《Clay io ho una pista ma non so quanto sia attendibile》si intromise Alex.
"Seguila. Nessun tentativo è superfluo al momento"
《Vi tengo aggiornati》rispose l'agente Parrish prima di chiudere il microfono.

***

"Almeno adesso abbiamo un nome!" rispose Harry facendo spallucce.
"Appunto...tutto quello che abbiamo recuperato da ieri sera è un nome" commentò seccamente Clay.

"Beh se non fosse per Alex non avremo neanche quello" ammise Ryan dandole una pacca sulla spalla.
"La signora Sherman organizza eventi? Perfetto.
Organizzerà la festa di fidanzamento per te e Maxine!" urlò Shelby alzandosi in piedi.
"Lo so è geniale!" continuò guardando Nimah che aveva assunto un'espressione sbalordita.
"Sei per caso impazzita Shelby?" domandò Caleb.
"Può funzionare" commentò Alex guardando Shelby che ormai era estasiata dalla sua idea.
Le erano sempre piaciuti i matrimoni, a quanto non faceva che parlare di come sarebbe stato il suo.
"Assolutamente no!" rispose Clay ammonendo Shelby.
"Owen dì qualcosa per aiutarmi" riprese Clay sospettando che il silenzio che si era creato non portasse niente di buono.
"Clay io credo abbiano ragione..."
"Io credo che abbiate bevuto troppo ieri e che..."

"Andiamo non fare la femminuccia!" gli urlò contro Caleb.
"Eve???? Eve, anche tu sai che è una follia, aiutami!" mi interpellò Clay.
"Cl..." ma lui capì prima che potessi finire la frase.
"Vedete questa mano?
Perfetto.
Su questa mano ci andrà un anello e non lascerò che Maxine mi lasci per la vostra stupida idea. Quindi la mia risposta resta comunque no" concluse prima di rintanarsi nel suo ufficio.

 Quindi la mia risposta resta comunque no

"Ci penso io" dissi alzandomi dalla sedia dove ero seduta per andargli incontro.
"Spreca il suo tuo tempo nel provare a convincermi" esordì Clay dopo aver sentito bussare alla porta.

"Cl.."
"Ah sei tu? Pensavo fosse Owen.
Sei una traditrice, sono molto ferito dal tuo comportamento"
"Ah si?" domandai ironicamente.
"Si e adesso se tu fossi così gentile da lasciarmi in pace te ne sarei grato"
"Perché invece non mi fai entrare e ne parliamo?" continuai varcando la soglia della porta.
"Perché no"

"Verrò io con te e Maxine. Sai anche tu che quando le darai questa possibilità, lei non potrà che dire si.
Sarà veloce ed indolore"
"Dovrei sentirmi più sollevato dal fatto che ci sia tu e di conseguenza acconsentire a questa follia?" 
"È davvero una domanda questa?"
"Il solo fatto che non uscirai da quella porta finché non avrò detto si mi fa venire voglia di ucciderti con questa matita" commentò lui posando la matita che aveva preso dalla scrivania.
"Allora dì di si" risposi sedendomi sulla scrivania proprio avanti a lui.
"Non guardarmi così..conosco quello sguardo.."
"Perché? Come ti sto guardando?" chiesi sbattendo le palpebre come quando da piccola lo facevo per convincere nostro padre a lasciarmi mangiare l'ultimo pezzo di torta al cioccolato.
"Me ne pentirò...me ne pentirò..." sussurrò Clay chiudendo gli occhi.
"È un si?" domandai sfiorandogli con le dita, la mano che teneva ferma sulla scrivania.
A quel contatto rabbrividii, sentii ogni muscolo della mia schiena contrarsi e il respiro diventare più lento.
Lui riaprì gli occhi e allargò di un millesimo le dita facendo così in modo, ero sicura senza nemmeno volerlo, che le sue dita si incastrassero con le mie.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9. ***


"Dimmi che ha detto si" 
"Sono qui Caleb...sai che ti sento vero?" chiese ironicamente Clay.

sai che ti sento vero?

"Quindi Eve?" insistette Caleb guardandomi.
"Ma almeno tu ti sopporti Caleb? Io sono convinto di no, sai?" aggiunse Clay  smettendo di digitare sulla tastiera del computer una mail per la signora Rebecca e girandosi verso il fratello.

"Avete presente i bambini di cinque anni? Sono sicura che sappiano comunicare meglio di voi" commentò Nimah.
"Signorina Amin se non erro lei ha una gemella? È in grado di averci un rapporto civile? Oppure anche sua sorella è ottusa come mio fratello Caleb?" 
"Clay!"urlò Shelby.
"Andiamo Shelby...sai anche tu che il tuo fidanzato è un vero id..." e prima che potesse finire Caleb si era alzato con fare minaccioso per raggiungere il fratello.
"Amico dai!" lo afferrò per il polso Ryan.
Tra i due Haas ci fu un intenso scambio di sguardi fulminati e poi la tensione calò.

***

"Non posso credere che la signora Sherman abbia accettato" commentò estasiata Maxine.
"Io non posso credere che tu abbia accettato" scherzò Clay spostandole una ciocca di capelli dalla guancia.
"Se il mio futuro marito ha un'idea perche dovrei non essere d'accordo?" finì per dire Maxine prima che Clay si avvicinasse per baciarla.
"Oh...scusate io non volevo.." dissi distogliendo lo sguardo.
Ero arrivata in quel preciso istante accompagnata dalla signora Sherman che gentilmente mi aveva permesso di fare un veloce giro della sua casa per controllare che non ci fossero problemi.
"Hey!" mi salutò Maxine dirigendosi verso di me.
"Ciao Maxine, è un vero piacere rivederti" risposi abbracciandola.
"Anche per me. Non vedevo l'ora!" rispose lei sorridendo.
"Perché non entrate? Vi faccio preparare del the" ci invitò Rebecca che fortunatamente per qualche istante si era persa il silenzio imbarazzante dopo la mia entrata di scena.
"Dopo di voi" dissi facendomi da parte per far passare prima Maxine e poi Clay.
Dopo aver fatto entrare Maxine, Clay si fermò spalla a spalla con me.
"Allora?" mi domandò abbassando la voce.
"Il suo computer è al piano di sopra, seconda porta a destra" gli sussurrai.
"Avrà una password"
"Già" risposi portano la mano nella tasca del suo cappotto.
"Cos'è?" domandò Clay spostando leggermente il braccio affinché dall'altra parte non fosse possibile vedere cosa stessi facendo.
"È una USB in grado di decriptare le password. Consideralo un regalo" commentai ridendo.
"Te l'hanno mai detto che sei davvero.." sussurrò ma Maxine lo interruppe.
"Hey amore vieni a vedere!" urlò e Clay la raggiunse.

***

"Sono davvero una bella coppia non trova Eve?" mi domandò la signora Sherman una volta sole.
"Si, lo penso anche io" risposi accennando un sorriso.
"C'è qualcosa che ti turba? Mi sembri agitata..."
"Oh no signora Sherman io..."
"Chiamami Rebecca. 
Sai Eve, ho imparato a leggere dentro le persone facendo il mio lavoro.
Ho imparato come molte volte un gesto o uno sguardo esprimano più di quanto una parola potrebbe fare"
Io alzai lo sguardo,
"Non la seguo Rebecca" risposi spalancando gli occhi.
"Credo che tu non ti senta molto a tuo agio...all'inizio pensavo fosse solo perché..."
《È impossibile》pensai spalancando gli occhi.
Avevo iniziato a sentire improvvisamente molto caldo e non potei fare a meno di portare i capelli dietro la testa.
"Ha sentito questo rumore?" domandò poi lasciando interrotta la frase precedente e precipitandosi su per le scale. Presi un respiro e la seguii correndole dietro. 
"Cosa sta succedendo qui?" domandò spalancando la porta che Maxine aveva lasciato socchiusa.
《Non ci posso credere》pensai. Eppure ecco Clay con la mia USB tra le mani avanti al computer della signora Sherman e Maxine con un'espressione mista di rabbia e stupore.
"Signora Sherman posso spiegarle" disse Clay alzandosi in piedi.
"Signora..." iniziai io cercando di pensare a qualcosa di sensato da dire.
"Ditemi che le avete trovate...vi prego!" esclamò lei cambiando espressione.
Se pochi secondi prima il suo viso esprimeva dubbio e preoccupazione adesso invece sembrava sollevata.

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Capitolo 11
*** Capitolo 10. ***


"Non mi parlerà mai più!" urlò Clay dando per la millesima volta uno sguardo allo schermo del suo cellulare.

"Clay, capirà. Dalle tempo, non è facile da digerire che..."
"Cosa...che il tuo fidanzato ti abbia usata come copertura per una missione segreta e per di più illegale?" commentò inespressivamente Clay guardando Shelby.
"Mi odia! Maxine mi odia!" continuò guardando me.
"Clay hai almeno ascoltato mezza parola di quello che ha detto poco fa Owen?" domandò Dayana.
"No" fece cenno lui con la testa, gettando il telefono lungo la scrivania.
Ryan si portò una mano alla fronte e guardò Alex che dopo aver sospirato guardò me.
"Okay" sussurrai prima abbottonarmi il cappotto.
"Io vado, ci vediamo domani. Tenetemi aggiornata riguardo l'incontro"


***

"Hey Eve. Cosa ci fai qui?" mi domandò Maxine.
"Ciao Maxine. Sono passata per vedere come stavi, si insomma questa mattina è successo un po..."
"Eve è gentile da parte tua voler aiutare Clay ma questa cosa..."
"Si Maxine, non mi riguarda hai ragione ma è mio fratello e al momento è a pezzi"
"Eve..."
"Ascolta, so che non è perfetto, che noi Haas non siamo una famiglia perfetta però lo conosco e so per certa che a te ci tiene tanto.
E adesso tu mi chiederai come lo so considerando che prima di adesso io e te ci siamo viste di sfuggita una sola volta..."
"Eve, Clay mi ha parlato di te...non mi sorprende che tu sia qui per cercare di aiutarlo"
"Ti ha parlato di me?" domandai stupita.
"Certo che si. Certo, non gli piace parlare di Caleb ma di te e Cassandra parla spesso"
"Ne sono sorpresa" ammisi incredula.
Clay non amava parlare della sua famiglia con nessuno quasi quanto molto spesso non amava parlare neppure con la sua stessa famiglia. 
"Eve sono sicura che avrai qualcosa di più importante da fare al momento. 
Ti ringrazio di essere passata.
Ci vediamo a cena la settimana prossima?" mi chiese sorridendo ed io intesi dalle sue parole che aveva intenzione di risolvere la situazione con Clay.
"Si...certo. Grazie.." le risposi dopo un intenso sospiro di sollievo.

***

《È da ieri mattina che rifiuti le mie chiamate.
Richiamami》
"Accidenti" esclamai.
"Ci sono problemi?" domandò Nimah.
"È Felix, continua a riempirmi di chiamate e messaggi" le dissi dandole il mio telefono.
《Niente di personale》 lesse lei scorrendo tra i messaggi.
"Già" risposi riprendendo il libro che avevo appoggiato sul letto.
"Ragazze vi disturbo?" 
"No Dayana, entra pure" rispose Nimah.
"Harry e Ryan hanno pensato di andare al bar questa sera. Voi volete unirvi?" 
Nimah mi guardò e senza perdere altro tempo disse si.
"Quel posto di cui mi ha raccontato Shelby?" chiesi.
"Si proprio quello" rispose Dayana.
"Okay...ci sto" risposi.

***

《Ti devo una birra.
           Grazie》
Era un messaggio di Clay.
"A quanto pare la tua chiacchierata con Maxine ha funzionato" commentò Nimah prendendo il mio telefono.
"Come?" domandai fermando la macchina.
"Da un'occhiata" rispose passandomi il cellulare e scendendo dall'auto.
Ci ero risucita, avevo aiutato affinché Clay e Maxine si riappacassero, sarei dovuta essere felice...eppure...eppure quella sensazione di sollievo che avevo avuto uscendo da casa di Clay era completamente scomparsa.
"Andiamo!
Ci stanno aspettando!" urlò Nimah tenendo la porta del locale aperta.
"Arrivo" risposi posando il cellulare e scendendo dall'auto per raggiungerla.

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


"Guardate chi ho trovato qui fuori!" urlò Owen portando con se qualche drink.
"Hey" salutò il diretto interessato.
"Cosa ci fai qui?" domandai alzandomi.
"Ciao Haas" mi rispose prima di darmi un bacio sulla guancia.
"Ehm...è il tuo modo per dire grazie?" chiesi ironicamente.
"Potrebbe...ma ti ho promesso una birra, quindi dato che io mantengo sempre le mie promesse, ti offrirò anche una birra"

ma ti ho promesso una birra, quindi dato che io mantengo sempre le mie promesse, ti offrirò anche una birra

"In realtà ci ho ripensato visto il mio impegno...una birra non è abbastanza"
"Beh vorrà dire che avrai un conto aperto al bar"
"Se la metti così Haas potrei quasi commuovermi e fare qualcosa di stupido tipo dirti che non sei poi così tanto male" risposi sorridendo.
"È una specie di complimento questo?" domandò Clay avvicinandosi e iniziando ad accennare un sorriso.
"No, assolutamente no" risposi prima che lui ricominciasse a sorridere.

"Andiamo vieni a sederti" lo invitai a seguirmi.
"È bello averti qui" commentò Owen dirigendosi al piano bar.
"Da adesso offro io" rispose Clay guardando Owen.

"Clayton Haas offre a tutti ragazzi...sarà una lunga serata" ironizzò Ryan.
"A cosa dobbiamo l'onore?" chiese Alex.
"Sono di buon umore" rispose Clay sedendosi alla mia sinistra.
"Non lo sarà ancora quando gli avrò prosciugato completamente la carta di credito" commentai facendo un cenno al cameriere.

"Va bene...ne ero consapevole venendo qui...non mi opporrò questa volta" rispose lui.
"Non ci credo è davvero di buon umore" blaterò Ryan guardando me.
"Salve...può portarmi altre quattro birre?" domandai al cameriere che ci aveva appena raggiunti al tavolo.
"Certo, arrivano subito"
"Potrebbe gentilmente far aprire un conto a mio nome? Clay Haas.
Addebiti tutto lì e per cortesia mi aggiunga anche i drink che ha preso prima del mio arrivo la signorina" aggiunse Clay indicando me.
"Certo signor Haas" rispose il ragazzo prima di riportare la comanda al bancone.
"Non era compreso pagassi anche i miei extra" commentai sarcasticamente girandomi verso di lui.
"Beh ho da farmi perdonare un bel po di disturbo no?" rispose scivolando lateralmente verso di me fino ad appoggiare la sua testa tra il mio collo e la spalla.

"Se non ti conoscessi bene mi verrebbe da dire che hai bevuto prima di venire qui" gli sussurrai all'orecchio.
"Potrebbe essere...
O magari sei solo tu che mi fai questo effetto" commentò Clay.

Se qualcuno me lo avesse chiesto prima di quel momento, gli avrei risposto che si sbagliava, che erano entrambi gli Haas ad avere gli occhi più belli che avessi mai visto

Se qualcuno me lo avesse chiesto prima di quel momento, gli avrei risposto che si sbagliava, che erano entrambi gli Haas ad avere gli occhi più belli che avessi mai visto.
Eppure adesso alla stessa domanda avrei risposto che ero io a sbagliarmi, che ero io ad essermi sbagliata per tutto quel tempo.
Eccomi ancora una volta ad avvertire la stessa sensazione che avevo provato il giorno della mia partenza.
La stessa sensazione che avevo il giorno in cui Clay era entrato a casa al fianco di Maxine.
Li avevo visti arrivare mentre scendevo le scale con le mie valigie, gli avevo sorriso e dopo aver saputo della proposta di matrimonio, li avevo guardati con la coda dell'occhio mentre con tanta fretta di andarmene, che in realtà ripensandoci nemmeno credevo di avere, mi ero chiusa la porta di casa alle spalle.
Perché tutto questo?
Perché ancora una volta?

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Capitolo 13
*** Capitolo 12. ***


"Cosa c'è?" mi domandò Shelby.
"Niente, solo non riesco a dormire" risposi rigirandomi tra le lenzuola per la milionesima volta.
"Sei sicura che sia solo quello?
Ultimamente mi sembri strana" continuò Shelby accendendo la luce.
"Probabilmente sono solo stanca"
"Okay..."
"Buonanotte Shelby, a domani"
"Notte Eve, a domani"

***

"Se vuoi posso accompagnarti io a casa"
"Ehm...no grazie. Sono ancora in grado di guidare" risposi trovando finalmente le chiavi in borsa.
"Considerando che hai impiegato cinque minuti solo per trovare le chiavi dell'auto ho qualche dubbio..."

"Clay posso cavarmela. Devo solo guidare fino a casa ed in più con me ci sono Nimah e Dayana"
"E quindi dovrei essere meno preoccupato per te?"
"Si il concetto è proprio quello fratellone" si intromise Dayana prendendo le chiavi che avevo appoggiato sul tavolo.
"Buonanotte signorina Mampasy" urlò Clay senza però ottenere risposta.
"Buonanotte signor Haas. Stia tranquillo io reggo benissimo l'alcool. Sua sorella è in ottime mani.
Ora può sentirsi sollevato" ironizzò Nimah facendo cenno a Clay di alzarsi per farmi passare.
"Se lo dice lei signorina Amin!"
"Dorma bene, arrivederci Haas"
"Buonanotte anche a lei Nimah" rispose lui prima di farmi passare.
"Ci vediamo domani?" mi chiese Clay.
"Si, ci vediamo domani...ehm grazie per le birre e gli shot e il...si beh quello"
"Ma che scherzi?
Non devi ringraziarmi!
L'unico che deve ringraziare l'altro sono io perciò davvero grazie per aver parlato con Maxine"
"Non c'è di che Clay" 
"Allora ti muovi?" urlò Dayana.
"Credo sia...è ubriaca..."
"Si certo..vai.
Buonanotte Eve" mi salutò Clay.
"Notte Clay" risposi.
"Hey Eve?"
"Si Clay?"
"Sono felice che tu sia qui" aggiunse guardandomi dritto negli occhi.
"Anche io" dissi tutto d'un fiato prima di uscire con le ragazze.

***

《Eve, sono sempre io, Felix. Quando mi richiamerai?
Voglio solo che tu mi ascolti, poi potrai decidere anche di ignorarmi.
Ti prego E》
"Ancora lui?" 
"Si Nimah"
"Lascia che ci parli io, sarò pacata lo prometto"
"No Nimah! So cosa comprende il tuo 《sarò pacata》!" esclamai.
"Peccato, avrebbe smesso di infastidirti sai"
"Non ne ho dubbi" commentai dandole una pacca sulla spalla.
"Credo di aver bevuto troppo ieri sera" urlò entrando Alex prima di gettarsi sul mio letto.
"Credi?" domandai retoricamente.
"Anche tu tornata qui hai iniziato a dare i numeri, non reggi più l'alcool come una volta Haas!!
Rassegnati!"
"In effetti..." commentai dopo averci riflettuto.
"Oggi cucini tu Haas, tanto per la cronaca" annunciò Shelby uscendo dal bagno.
"Non toccava a te?" domandai tirandole un cuscino.
"Si toccava a me...ma ho deciso che in realtà sarai tu a cucinare" mi rispose tirandomi a sua volta un cuscino.
"Brutta..."
"Ohoho! Un nuovo messaggio..." urlò Nimah passandosi da una mano all'altra il mio cellulare.
"Nimah!!! Sarà Felix! Posa il telefono!"
"No io adesso rispondo!" urlò lei.
"Nimah no!"
"Ehm...no.
Non è Felix, è sua altezza il signor Clay Haas"
"Da quando vai così d'accordo con Mister Perfezione?
Mi sto seriamente iniziando a preoccupare" si intromise Caleb affacciandosi dal corridoio.
"Dammi quel telefono!" dissi scaraventandomi su Nimah per recuperare il mio cellulare.
"Ti tengo d'occhio!" sussurrò Caleb dopo aver aver aspettato che le ragazze uscissero.

《Hey E, sei tornata tutta intera ieri?》
《SI! UOMO DI POCA FEDE!》digitai e scesi di sotto.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13. ***


"Buongiorno..." sussurrò Clay chiudendosi alle spalle lo sportello del furgone.
"No non..."
"Si stavi dormendo...tieni questo è per te" continuò poggiando una caffè-latte da portare via sulla scrivania.
"Non ci credo...come..."
"Beh avrai dormito si e no quattro ore questa notte..." commentò Shelby.
"E tu da dove sei uscita? E voi?" domandai dopo essermi resa conto di non essere l'unica sul furgone.
"Buongiorno principessa" commentò Caleb passandomi la tazza.
"È assurdo...non posso aver dormito...siamo qui da almeno un'ora..." iniziai a farfugliare.
Owen rise,
"Noi siamo qua da un'ora Eve, non tu" rispose.
"Davvero Clayton?" urlò Caleb voltandosi verso il fratello e guardando la tazza che mi stava ancora porgendo.
"Cosa???" domandai strofinandomi gli occhi.
"Sei un idiota.." rispose freddamente Clay.
"...ecco lo zucchero" aggiunse tirando fuori delle bustine dalla tasca.
"Oh andiamo!
Davvero fate a gara per qualsiasi cosa?" sbuffò Alex.
"E questo non è niente!" sbuffai prendendo le bustine di zucchero dalla mano di Clay e la tazza che mi stava reggendo Caleb.
"Grazie" aggiunsi poi guardando prima Caleb e dopo Clay che mi sorrise.
"La signora Sherman?" domandai iniziando a mescolare lo zucchero.
"Ancora deve arrivare...mancano dieci minuti" rispose Owen per poi aggiungere che sarebbe andato a prendere posizione fuori.
《Qui Rebecca Sherman, mi sentite?》 sentimmo provenire dai microfoni.
"Si signora Sherman la sentiamo" risposi.
《Eve sei tu? Grazie di essere venuta..io..》
"Mi aveva chiesto di esserci ed eccomi qui"
"Sta bene signora Sherman?"domandò Clay.
《Si sto bene...sono solo un po agitata》 
"Rebecca sono ancora io, Eve.
Andrà tutto bene. Se lei si attiene al piano andrà tutto bene glielo..."
《Eve, ricordati della mia famiglia.
Mi hai promesso che se mi fosse...》
"Non le capiterà niente Rebecca.
Ha la mia parola"
《Io non avrei voluto aiutare quelle persone, spero che possiate capire il perché delle mie azioni.
Hanno minacciato la mia famiglia e non sapevo...》
"Rebecca glielo potrà raccontare lei stessa una volta che tutto questo sarà finito"
"Eve.." iniziò Clay interrompendo la connessione tra me e la signora Sherman in modo che non potesse sentire.
"Eve..non puoi prometterle che andrà tutto..."
"Le ho promesso che avrà una seconda possibilità con la sua famiglia ed intendo fare tutto il possibile, fino in fondo" risposi.
Clay alzò lo sguardo ed iniziò a fissarmi con la stessa espressione di quando da piccoli venne a dirmi che Alice forse era tra le vittime di quel treno.

Clay alzò lo sguardo ed iniziò a fissarmi con la stessa espressione di quando da piccoli venne a dirmi che Alice forse era tra le vittime di quel treno

《Vedo qualcuno...mi ricevete...si sta avvicinando》
《Rebecca si siamo qui. Non si agiti》 le rispose Alex.
《Rebecca sono qui》dissi cercando di ricacciare indietro nella mia mente quell'immagine tremenda.
《Signora Sherman perché ha voluto vedermi? Cosa c'è?》sentimmo provenire dagli auricolari.
《Qualcuno mi ha fatto delle domande, vogliono...》
《Qualcuno chi?》
《Non ne ho idea, ma sanno molte cose e...》
《Rebecca cosa sanno?》 domandò la voce che dal timbro sembrava appartenere ad un uomo.
"Sta andando in panico" commentò Shelby guardandomi.
"Rebecca respiri.
Sta andando bene, continui a farlo parlare" dissi avvicinandomi al microfono.
《Io non lo so. Te l'ho detto. Mi hanno fatto delle domande riguardo il signor..》
"Harry, Ryan e Owen è tutto sotto controllo.
Siete in...?" non feci in tempo a concludere la frase che dalle cuffie venne fuori un boato assurdo.
Mi voltai verso lo schermo e vidi Rebecca cadere all'indietro.
《Colpo d'arma da fuoco! Ripeto, qualcuno ha sparato》" sentii dire da Harry.
Strappai via l'auricolare e lo gettai,
"Eve no!" mi urlò Clay.
"Cosa diavolo stai..."
"Eve no!" ripetè lui.
"Dobbiamo intervenire! Le hanno sparato...noi possiamo ancora salvarla...lei..." 
"Se interveniamo adesso sarà stato tutto inutile...non abbiamo niente...perderemo l'unico vantaggio che..."
"Clay lasciami passare!" urlai alzandomi dalla sedia.
"No Eve...non posso lasciartelo fare" ribatté Clay parandosi avanti a me.
Mi sforzai di restare lucida, la vista mi si era appannata e improvvisamente avevo la sensazione che il mondo intorno avesse iniziato a girare.
"L'uomo è scappato. Tutti stanno scappando. Harry cerca il cecchino, io mi avvicino alla signora Sherman" annunciò Owen.
"Owen" urlai, 
"Owen fa qualcosa san..."
"Owen no!
La polizia sta arrivando, dobbiamo andarcene.
Nessuno di voi intervenga, è un ordine" mi interruppe Clay.
"Voi.." mi girai per guardare Alex, Shelby e Caleb che erano rimasti immobili, senza dire neppure una parola.
《Eve...》 sentii sussurrare mi precipitai a riprendere l'auricolare e lo portai il più vicino possibile all'orecchio.
"Rebecca...Rebecca...resisti...sto arrivando Rebecca..."
"Eve, dove sei?
Eve...io non mi sento...》
Le avevano sparato al petto, stava perdendo così tanto sangue che il suo respiro si affievoliva di più ogni secondo.
"Eve non ti lascerò andare.
Quello di non intervenire è un ordine"
"Cosa?" urlai lanciando contro Clay gli auricolari che si tirarono dietro uno degli schermi.
《Eve...Eve..la mia..mia..fam...》sentii sussurrare prima che calasse il silenzio.
《La polizia è qui》avvisò Ryan in attesa di istruzioni.
"Dio!" urlai avventandomi verso Clay che si spostò un secondo prima che lo raggiungessi.

"La signora Sherman è..."
Chiusi lo sportello e iniziai a correre.

 

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