Prima dell'ultimo bacio

di semplicementeme
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo I ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Nuova pagina 2

Prima dell’ultimo bacio

 

Prologo

 

       - Che cosa vuoi?

       - Mi sembra chiaro.

       - Scusa ma non capisco.

       - Sai perfettamente di cosa parlo.

       - No, mi spiace non ne ho idea, e se non ti dispiace io adesso chiudo. Ho perso già abbastanza tempo.

       - Aspetta…

   Ma non aveva atteso oltre. Aveva rimesso giù. Non lo sopportava. Non lo sopportava proprio.

   Ma a chi voleva darla a bere? Lei era perdutamente innamorata di lui ma non poteva continuare a vivere in quella maniera. Non era giusto per lei.

   Ogni volta che incontrava qualcuno che si interessava a lei lui cosa faceva? Si metteva in mezzo. Faceva di tutto per farla sentire in colpa. Le metteva il muso. Non le rivolgeva la parola per mesi e poi se ne usciva con una telefonata, come aveva fatto quel pomeriggio.

   Il cellulare prese a suonare. Guardò il display: Marco.

   No, adesso basta. Non poteva continuare così. Rifiutò la chiamata e poi spense direttamente il telefonino. Non voleva sentirlo né vederlo.

   Peccato che il giorno seguente si sarebbero rivisti a scuola!

  

*****

 

   Quella mattina il viaggio in pullman era stato davvero breve. Non si era resa conto del tempo che passava e si era ritrovata, improvvisamente, davanti l’ingresso del Galilei senza essersene accorta.

   Appena arrivata si guardò intorno, mancavano dieci minuti alle otto ed il portone della scuola era ancora chiuso, come tutte le mattine. Si mise a sedere sulla panchina ancora vuota e tirò fuori il libro di filosofia. Quel giorno sarebbe stata sicuramente interrogata dato che era rimasta l’unica a non avere ancora un voto. Il giorno dopo sarebbe stato il primo dicembre ed il 13 ci sarebbe stato l’incontro scuola-famiglia. Un modo carino per rovinarti le vacanze natalizie.

   Il ripasso durò poco perché, involontariamente, si mise a ricordare che, fino all’anno prima, arrivare a scuola presto significava incontrare Marco e ridere e scherzare insieme, da soli. Adesso non era più così, ma non per colpa sua.

   Marco era il suo migliore amico, o meglio, lei lo definiva tale ma la realtà era diversa: era innamorata follemente di lui sin dal primo giorno di liceo, e dire che lei non aveva mai creduto ai colpi di fulmine!

  

   Ricordava ancora quel giorno. L’appello nel cortile della scuola, l’assegnazione alla sezione C e l’essere scortati dalla professoressa Gentile, solo di nome sia inteso, sino a quella specie di bugigattolo che il Preside-Pinguino-Torrone aveva loro assegnato.

   Era finita nella stessa sezione del suo vecchio compagno di classe delle medie, Luca. Avevano deciso di essere compagni di banco dato che entrambi, ancora, non conoscevano nessuno. Erano stati anche fortunati dato che erano riusciti ad occupare – dopo una corsa a perdifiato all’interno della classe – i posti vicino alla finestra così almeno, in quella specie di aula, non si sarebbero sentiti soffocare dal caldo di fine settembre.

   Davanti a lei sedevano due ragazze, Chiara e Cinzia. Erano mingherline. Chiara aveva un naso importante, Cinzia non era una vera bellezza ma probabilmente era dovuto al fatto che era un anno più piccola di loro ed ancora non aveva abbandonato le fattezze di una bambina, oddio, non che lei avesse delle forme giunoniche...

   Dietro si trovavano due ragazzi.

   Il primo Giovanni, senza dubbio un bel ragazzo. Alto, occhi castano chiaro, capelli a spazzola perfettamente gellati. L’aria da bello ed impossibile – e lui si sentiva bello ed impossibile! –  ed un ampio sorriso, accompagnato anche da occhiate languide che dispensava a qualsiasi individuo di sesso femminile che raggiungeva il metro e sessanta e che avesse almeno una seconda di reggiseno.

   Il secondo era un ragazzo più timido e meno sicuro di sé. Un sorriso sincero che si allargava sino agli occhi. Occhi che erano la sua caratteristica, il destro castano, il sinistro azzurro. Il suo nome era Marco.

   Sara aveva sorriso ai due ragazzi ma Marco fu l’unico a ricambiare il gesto dato che Giovanni si era girato a parlare con un tipo alto seduto la fila dietro.

   Dopo quel giorno, e probabilmente a causa di quel sorriso, Sara si era ritrovata a pensare, con una frequenza al quanto imbarazzante, a Marco… per poi scoprirsene innamorata, perdutamente innamorata.

   Erano trascorsi tre anni da quel giorno e le cose erano cambiate, in peggio. Da un crescendo iniziale alla fine erano arrivati ad un decrescendo senza eguali. Era da quasi quattro mesi che non si rivolgevano la parola se non lo stretto indispensabile e tutto perché lui era geloso.

   La giovane ripercorse quegli anni in modo rapido e si vergognò quando, al primo anno, aveva accettato la corte di un altro compagno di classe sperando di far ingelosire Marco ma il suo piano era miseramente fallito. Aveva dato il suo primo bacio ad un ragazzo per il quale non provava nulla se non un’amichevole simpatia. Cosa peggiore, Marco non aveva battuto ciglio, era rimasto tranquillo ed anzi, aveva avuto il coraggio di farle gli auguri una volta scesi dal treno.

       - Auguri.

       - Spiritoso.

   Il padre di Sara era andato alla stazione per prendere la figlia e chiese subito a cosa si riferisse il compagnetto di classe.

       - Lascialo perdere papà, è uno stupido.

   La verità era un’altra: la stupida era lei che aveva dato il suo primo bacio ad un ragazzo che non le piaceva per nulla, neanche fisicamente!

   Il secondo anno era stato ancora peggio. Marco in gita aveva conosciuto Daniela e per un gioco idiota organizzato da Giovanni – mai che si facesse gli affaracci suoi! – i due si erano baciati e da allora facevano coppia fissa. Marco continuava a mantenere il suo rapporto di amicizia con Sara, un’amicizia speciale fatta di sguardi languidi e carezze innocenti che però provocavano non pochi problemi cardiocircolatori alla povera ragazza.

   Sara non era stupida, aveva capito di non essere indifferente a Marco ma, da quando Daniela era diventata la ragazza dell’amico, si era tirata da parte per non essere considerata una poco di buono, peccato che era creduta tale nonostante i suoi buoni propositi.

   La situazione familiare di Daniela non era delle migliori. I genitori non le permettevano di uscire neanche per una passeggiata pomeridiana giù in centro con le amiche, figurarsi se avessero scoperto che aveva un ragazzo. Non erano ammesse telefonate se non controllate ed il cellulare per la ragazza era un’utopia. In pratica i due fidanzati, i novelli Romeo e Giulietta come li aveva scherzosamente definiti Giovanni – sempre il simpaticissimo Giovanni – si vedevano solamente a scuola.

   E Marco? Semplice passava il tempo libero con Sara – che era considerata l’amica fidata – a casa di quest’ultima o in giro per le vie del centro con lei… senza contare i sabati pomeriggi in discoteca… e proprio durante uno di quei sabati, quattro mesi prima, il ragazzo aveva provato a baciare l’amica che subito si era allontanata indignata ma con la speranza nel cuore...

       - E Daniela?

       - Io non la vedo.

   Speranza tranquillamente andata a farsi un viaggio per le Maldive. Sara era andata via senza dire nulla. Era uscita di fretta dal locale ed aveva chiamato a casa chiedendo di essere venuta a prendere prima del previsto per un improvviso mal di testa. Marco l’aveva raggiunta ed era rimasto in silenzio a farle compagnia.

   Da quell’episodio, avvenuto appunto quattro mesi prima, Sara si era progressivamente allontanata da Marco per paura. Paura di non sapere resistere ad un nuovo assalto da parte del ragazzo. Lei quel pomeriggio aveva resistito ma era stato solo un caso, ed era costato una fatica incredibile; la voglia di baciare Marco era tanta e difficile da contenere. Non era sicura di poter resistere ancora ed ecco perché si era allontanata.

   Aveva troncato ogni rapporto di amicizia con Marco per se stessa, perché non voleva essere considerata una poco di buono.

   Ed anche per Daniela perché non meritava, nonostante l’antipatia reciproca, di essere tradita a quel modo.

   E per questo aveva deciso di allargare i propri orizzonti e frequentare gente nuova suscitando, però, la gelosia di Marco che si era comportato da perfetto idiota!

E tu
E noi
E lei
Fra noi
Vorrei
Vorrei
E lei adesso sa che vorrei

 

Buona sera, so perfettamente di avere all’attivo tante storie da completare ma non ho potuto resistere.

   Questa fanfic ha per protagonista Sara, la stessa protagonista de L’ultimo bacio, ed ecco il perché di un titolo così stupido per questa fanfic. In questa storia racconterò la storia d’amore, ai tempi del liceo, tra Sara e Damien.

   Non è necessario leggere l’altra mia storia per seguire questa dato che i fatti che sono qui raccontati avvengono ben quindici anni prima o giù di lì.

   Adesso vi saluto e torno a scrivere il nuovo capitolo de L’ultimo bacio.

   I versi alla fine del capitolo sono parte della canzone “Pensiero Stupendo” di Patty Pravo dell’anno 1977 facente parte dell’album Miss Italia.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo I ***


Nuova pagina 1

Capitolo I

 

       - Buondì Sara!

   La voce squillante di Laura la strappò alle sue riflessioni. Chiuse il libro di filosofia: per quel giorno il ripasso era saltato. Poco male, aveva studiato e si sentiva abbastanza preparata! Un sette lo avrebbe sicuramente strappato, se poi il professore Galeazzo era in giornata anche un otto sarebbe stato ben accetto!

       - Buongiorno! Come mai tutto questo entusiasmo?!

   Laura si mise a sedere alla sua destra e le sorrise di rimando.

       - Come mai hai il cellulare spento?

       - Ieri pomeriggio l’ho spento per non essere disturbata.

   Parlando Sara aveva messo le mani in tasca cercando il cellulare. Quando toccò la superficie fredda sentì un brivido percorrerle la schiena in tutta la sua lunghezza. Almeno se la passione adolescenziale non le faceva venire i brividi, c’era il suo fidato cellulare a farla sentire viva! Stupida consolazione! Comunque tirò fuori il cellulare e guardò il display spento. Pigiò il pulsante per l’accensione e digitò il pin.

   Intanto Laura si era accesa la solita – dannosissima – sigaretta mattutina e guardava l’amica con un sorriso idiota sulle labbra. Dopo la prima boccata, un rito per Laura in modo da iniziare bene la giornata, si era girata verso Sara che aspettava che il display si illuminasse, poi decise di fare la domanda, alquanto ironica.

       - Ancora Marco?

   E quell’ancora era appunto saturo di ironia. Sara si era limitata ad annuire senza aggiungere altro. Il bip dei messaggi in arrivo distrasse entrambe le ragazze. Il portone della scuola era stato aperto e Laura si alzò prendendo lo zaino e mettendolo in spalla, la sigaretta ancora in bocca.

       - Mi spieghi perché non lo mandi definitivamente a cagare?

       - Bonjour finesse!

   Laura roteò gli occhi in cielo: con Sara doveva stare sempre attenta a come parlava.

       - Mi scusi tanto Principessa sul Pisello… ma ancora non mi ha spiegato, sua Maestà, perché non lo ha mandato a… a quel paese! Così va meglio?

       - Decisamente! Comunque, te l’ho spiegato mille volte. Non posso tagliare definitivamente i rapporti con lui, stiamo nella stessa classe e lo vedo praticamente tutti i giorni. Mi spieghi come faccio ad ignorarlo?

   Si stavano incamminando verso la loro classe e parlavano abbastanza animatamente. Mentre salivano le scale furono chiamate da una voce maschile e si fermarono per farsi raggiungere dal ragazzo.

       - Ma non mi avete sentito? È da un pezzo che vi chiamo!

       - Stavamo parlando!  

Sara aveva ripreso a salire le scale senza guardare avanti e per questa ragione andò a sbattere contro un’altra persona.

       - Scu… sami…

   Le parole le morirono in gola. Non poteva assolutamente essere così fortunata, erano solo le otto del mattino. Il ragazzo che aveva urtato era andato via salutando Laura e Giuseppe ed ignorando deliberatamente Sara.

       - Non farci caso. Ancora non gli è passata. È stata una batosta per lui!

       - Sì… io…

   Senza concludere la frase aveva ripreso da dove si era fermata. Ma perché con tutti i ragazzi che andavano in quella scuola – scuola che alle otto del mattino era praticamente deserta ma che contava più di mille studenti – lei doveva andare a sbattere contro l’unico con cui aveva avuto una storia?

       - Adesso hai capito perché ti ho detto di troncare definitivamente i rapporti?

       - Laura ti prego!

   Giuseppe era rimasto indietro cercando di capire a cosa si riferissero le due ragazze.

       - Di cosa state parlando?

       - Fatti i cazzi tuoi…

       - Laura!

   Sara aveva ripreso l’amica per la volgarità non tanto per la rispostaccia, infatti tutti erano abituati al modo di essere della ragazza, aggressiva e bisbetica; senza scomporsi più di tanto, Laura aveva preso Sara, e senza neanche lasciare gli zaini in classe, l’aveva trascinata in bagno.

       - Mi spieghi perché cavolo mi stai trascinando in bagno?

       - Vuoi parlare dei ca… cavoli tuoi davanti a Giuseppe?

       - Certo che no!

       - Perfetto! Allora tappati quella ciabatta e seguimi!

   E parlando si erano ritrovate in bagno. Laura aveva chiuso la porta e spento la cicca con dell’acqua, adesso si stava specchiando sistemando una ciocca liscia che non voleva saperne di stare al suo posto.

       - Posso sapere perché sono qui?

   Senza spostarsi dallo specchio e continuando a sistemare la ciocca, che puntualmente fuggiva dalla forcina, Laura rispose alla compagna di classe.

       - Perché non guardi il cellulare?

   Solo in quel momento Sara si ricordò del suo cellulare. Lo tirò fuori dalla tasca e notò l’icona dei messaggi lampeggiare. Andò direttamente ad aprire la busta e vide che i messaggi erano tre, uno di Marco e gli altri due di… Damien.

   Aprì direttamente la prima busta che aveva il nome che le interessava e si accorse che era un messaggio del gestore telefonico che la informava che il giorno precedente era stata cercata da Damien, successivamente aprì il secondo messaggio del ragazzo e lesse il messaggio.

 

Ciao. Come va? È imbarazzante…

parecchio imbarazzante.

Trovare il coraggio per chiamarti è stato

davvero difficile.

Poi ho trovato spento… ti dirò,

mi sono smontato… ok, vado al punto!

ti andrebbe di fare un giro

una di queste sere?

Lo so, l’invito non  è dei migliori,

ma non sapevo come chiedertelo!

Chiudo qui, mi sto

rendendo ridicolo.

Sorry!

 

   Aveva letto il messaggio silenziosamente ed ad ogni parola il sorriso sulle labbra si allargava sempre di più.

       - Carino il messaggio?

       - Come scusa?

   Laura si girò verso l’amica e la guardò come in attesa di una risposta. Sara sorrise e  guardò Laura alzando le spalle e allargando ancora di più il suo sorriso.

       - Ciao ciao Marco… ben arrivato Damien!

       - Adesso non esagerare…

   Sara scoppiò a ridere poi seguita da Laura. Le due tenendosi a braccetto uscirono dal bagno per andare verso l’aula.

       - Mi dici allora cosa c’era nel messaggio di Damien?

       - Mi chiedeva di uscire…

   Laura si girò verso l’amica ed aspettò… aspettò senza però vedere la fine del racconto, si strinse nelle spalle ed entrò in aula.

       - Buongiorno gente!

   Le ragazze entrarono in classe salutando i presenti con la stessa frase, si guardarono in faccia per poi scoppiare nuovamente a ridere.

 

Ci vediamo sabato
se non avrai da fare
tutte le cose piccole
mi fanno stare bene.
Tutte le cose fragili
si fanno sempre amare
l'ho capito subito
sentendoti parlare

 

L’angolo dell’autrice

 

   Ed eccomi qui con il primo, vero, capitolo di questa fic. Sono passati sei mesi dalla pubblicazione del primo capitolo e poi puff sono sparita! Scusatemi tantissimo ma sono stracolma di impegni e poi ho un po’ un blocco, non riesco ad andare avanti!

   In questo capitolo non è successo molto, abbiamo conosciuto il personaggi di Laura e credetemi questa ragazza avrà spazio nei prossimi capitoli e sarà determinante per il proseguimento della storia, spero solo di farvela piacere come piace a me… per quel che riguarda Sara… ed il suo odio per la volgarità… bhè io sono così e Principessa sul Pisello è il nome con cui mi chiama la mia Laura!

   Vi ricordo che la storia è ambientata un bel po’ di anni prima rispetto la fic da cui nasce, “L’ultimo bacio”, però potete leggerla tranquillamente perché, essendo ambientata anni prima, non c’è nessun legame tra questa fic e l’altra…

   Adesso passo ai ringraziamenti e vi promesso che non passeranno più sei mesi tra un aggiornamento e l’altro… ah se vi va ho sistemato il primo capitolo quindi se volete potete leggerlo nuovamente…

  

RINGRAZIAMENTI:

 

- SARAV20: Ciao, sono felice che la mia Sara ti sia piaciuta, che dire… io ho cercato di renderla per come mi vedo io… per come mi sono comportata io in una situazione simile e spero solo di essere riuscita a rendere Sara vera! Marco… lo conoscerai nei prossimi capitoli e vedrai che simpaticone… nel vero senso della parola! Talmente simpatico che mi fermo qui… vedrai!

 

- TARTIS: ecco la mia Sara, mi chiedo se mi seguirai anche qui con la stessa passione che fai nell’altra fic! In questa fic si parla proprio di Sara e Damien ancora giovincelli… ad essere sincera non so fino a che punto della loro relazione arriverò ma a questo ci penserò dopo, prima facciamola decollare questa storia… sfigata proprio non direi Sara anche perché (piccolo spoiler) si rifarà alla grande in futuro… mi spiace averti fatto attendere troppo, mi impegno per fare in modo che non accada più!

 

- HATORI: ciao Tanya… ok, sono imperdonabile, è da un macello di tempo che non mi faccio sentire ma tu potrai mai mettere una pietra sopra a questo mio atteggiamento? Per favore, è un periodo pieno per me… e tu come stai? Spero che vada tutto bene, qui eviterò i termini medici anche perché Sara ancora è una liceale (mi chiedo se riuscirò a renderla tale dato che ormai ho superato da un pezzo gli anni del liceo!) e si gode la vita o quasi, se non fosse per colpa di questo Marco! Ti prometto che quanto prima mi farò sentire… magari oggi stesso, però  non ti prometto nulla! Un bacio e scusami ancora!

 

   Prima di chiudere volevo dirvi che ho modificato il primo capitolo, ho provato a migliorarlo stilisticamente ed aggiungendo qualche informazione che non stravolge le conoscenze precedenti… se vi va andate a leggerlo.

   I versi che chiudono il capitolo sono tratti dalla canzone “Assurdo Pensare” di Tiziano Ferro, fa parte dell’album “Alla mia età” dell’anno 2008.

  

   Alla prossima!

 

 

 

 

 

 

 

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