Il Ragazzo Che Non Dovrei Voler Amare

di Dan13la1995
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sarà divertente, fratellino! ***
Capitolo 2: *** Qualcosa che non si può aggiustare ***
Capitolo 3: *** Se me lo permetterai.... ***
Capitolo 4: *** Solo i deboli piangono ***
Capitolo 5: *** Qualcuno che non posso avere ***
Capitolo 6: *** Mi dovevi un bacio ***
Capitolo 7: *** Buttare giù quel muro ***
Capitolo 8: *** Tu non sei da solo ***
Capitolo 9: *** Concederesti un ballo anche a me? ***
Capitolo 10: *** Ne è valsa la pena ***
Capitolo 11: *** La persona che vorrei poter amare ***
Capitolo 12: *** Non ne parlano e basta ***
Capitolo 13: *** Ho bisogno che resti con me ***
Capitolo 14: *** Bisogno di risposte ***
Capitolo 15: *** Rovinare tutto ***
Capitolo 16: *** Nessun diritto di piangere ***
Capitolo 17: *** Mi odi, non è vero? ***
Capitolo 18: *** Gli amici non... ***
Capitolo 19: *** Se potessi tornare indietro... ***
Capitolo 20: *** Chiedimelo di nuovo ***
Capitolo 21: *** Chiudere il cerchio ***
Capitolo 22: *** Tutto quello che potevo chiedere ***
Capitolo 23: *** Essere all'altezza ***
Capitolo 24: *** Non mi sono mai sentito così ***
Capitolo 25: *** In cima al mondo ***
Capitolo 26: *** Nel bene, nel male e in tutto ciò che c'è in mezzo ***
Capitolo 27: *** La calma prima della tempesta ***
Capitolo 28: *** Il mio primo e ultimo ***
Capitolo 29: *** Sistemare le cose ***
Capitolo 30: *** Supponiamo che sia amore... ***
Capitolo 31: *** Amici ***
Capitolo 32: *** Il ragazzo che voglio amare [FINE] ***



Capitolo 1
*** Sarà divertente, fratellino! ***


1. Sarà divertente, fratellino


"Hey tesoro, sei pronto? Non vorrai fare tardi il primo giorno di scuola!?"

La voce di sua madre gridò dal fondo delle scale. Liam sobbalzò, in piedi davanti all'armadio, guardando nell'anta il riflesso di sé, ancora ovviamente in pigiama, vestiti e scarpe sparsi ovunque dietro di lui. Mugugnò, riprendendo la ricerca dell'abito perfetto più febbrilmente di prima.

Qualcuno bussò. E ovviamente poteva essere solo sua madre. Dopottutto erano solo loro due, da anni ormai, a condividere quel piccolo monolocale alla periferia della città. Però...

Le cose stavano per cambiare.


 

La testa di sua madre fece capolino dalla porta, e quando notò il disastro che era la sua stanza, sbarrò gli occhi, entrando completamente. "Liam, che stai combinando? Sembra che sia esplosa una bomba qua dentro!" Si chinò sbuffando e raccogliendo le prime cose che le capitavano a tiro, per poi gettarle sul letto. Si voltò a fronteggiarlo, poi, con un cipiglio.

"Scusa, mamma, metterò tutto apposto, sì... prima o poi..." farneticò, mentre afferrava finalmente i jeans neri attillati che stava cercando da ore, e una maglia bianca. Si voltò finalmente, incontrando la vista di sua madre, le braccia incrociate, un sopracciglio alzato, in attesa. "Vuoi uscire?" gli chiese Liam, alzando i jeans per farle capire che si doveva cambiare.


Jenna sbuffò "Sono tua madre, Liam, non c'è niente là sotto che io non abbia già visto" rise.

"E io sono tuo figlio, e ci sono cose che nessun figlio vorrebbe sua madre vedesse" mormorò divertito lui in risposta, dandogli le spalle e togliendosi la maglia del pigiama. Si voltò di nuovo verso di lei mentre si lisciava la maglia

"Già" commento lei, studiandolo. "Io non vorrei vederti esagerare, tesoro, per esempio. Sembra che tu debba andare a un matrimonio, sei sicuro di volerti vestire così?"

Liam roteò gli occhi. "Ti prego, mamma, che ne vuoi sapere di come si vestono i ragazzi al giorno d'oggi?" sbuffò

"Mi stai dando della vecchia?" rispose lei in risposta, mentre raccoglieva una maglia da terra e gliela tirava scherzosamente contro.

"Mai" Si sedette sul letto, sfilandosi i pantaloni e sostituendoli con i jeans prescelti, alzandosi per allacciarli.

Jenna lo studiò per qualche secondo, un sorriso dolce che le inclinava le labbra ora "Sei uno schianto, tesoro. Farai un figurone a scuola"

"Speriamo" sospirò Liam voltandosi a guardare il riflesso nello specchio, una mano che si mosse a tirarsi indietro i capelli.

"Mi dispiace, tesoro, che tu debba cambiare scuola a metà anno-" disse poi lei con un sospiro.

"Non è colpa tua, mamma, lo sai" la interruppe subito Liam, bruscamente. Se c'era un responsabile lì, era solo lui. "Non parliamone, ti prego"

Jenna annuì, apparentemente sollevata. Liam tentò un sorriso, cambiando prontamente argomento. "E comunque, questo-" indicò il suo look "non è solo per la nuova scuola, non vorrai che conosca il tuo fidanzato vestito come un barbone"

Jenna rise, avvicinandosi e scompigliandogli i capelli. Liam sfuggì alla sua presa "Mamma, i capelli!" Lei rise ancora, poi lo prese per le spalle. "Sono molto fiera di te, lo sai?"

"Lo so, anch'io sono molto fiero di te" rispose onestamente.

Lei sembrò un attimo pensierosa, guardandolo negli occhi profondamente. "Sei sicuro che a te vada bene, tesoro? Nuova scuola, nuova casa, una nuova.. famiglia? Non vorrei che fosse, ecco- troppo"

Liam scosse la testa, sorridendo "Mamma, la cosa piu' importante per me è che tu sia felice. E se Paul ti rende felice, allora io lo adoro. E adorerò anche suo figlio, ne sono sicuro"

Jenna sembrava preoccupata però "Forse avrei dovuto farvi incontrare prima, non mi sembra una buona idea trasferirsi da loro senza-"

"Mamma" la ammonì Liam dolcemente, roteando gli occhi. "Ne abbiamo già parlato. È okay. E poi ho sempre voluto un fratello" Scrollò le spalle. Jenna gli sorrise abbracciandolo forte. "Papà sarebbe contento, lo sai?" mugugnò Liam contro la sua spalla.

"Lo so" rispose lei allontanandosi per guardarlo negli occhi "E anche lui sarebbe molto fiero di te"

 

*

 

Quando scese dal bus, fuori dal liceo di Beacon Hills, provò contemporaneamente due sensazioni contrastanti. Si senti a disagio, un estraneo, in un liceo che non era quello a cui si era abituato nell'ultimo anno e mezzo; e allo stesso tempo, a casa. Sarebbe tornato a vivere nel suo vecchio quartiere, avrebbe frequentato di nuovo la scuola pubblica di Beacon Hills, dopo aver vissuto tre anni a Los Angeles, dove aveva frequentato le scuole medie, e dopo aver frequentato la Devenford Prep per quasi due anni. Sì, quasi, finchè... be' finchè non era successo quello che era successo.

Si guardò intorno attentamente, le centinaia di persone che affollavano il cortile, chiacchierando eccitate del piu' e del meno. Probabilmente tra di loro c'era qualche suo vecchio compagno delle scuole elementari. Ma comunque, chi si sarebbe ricordato di lui? Chi si sarebbe ricordato del ragazzino ipersensibile, silenzioso e nerd che i più 'fighi' della classe usavano prendere in giro? Sperava di non incontrare nessuno di quei tizi, onestamente... Strinse la presa sulla bretella della borsa a tracolla, mentre degludiva al pensiero. In particolar modo, sperava di non incontrare lui. Il ragazzo che era stato il tormento dei suoi anni alle elementari, il ragazzo che aveva reso la sua vita scolastica un letterale inferno, il ragazzo che era molto probabilmente la causa della sua ansia sociale. Il suo terapista – sì, aveva un terapista – diceva che era normale avere soggezione delle persone. Ma la sua non era soggezione, ero puro terrore. Di trovarsi di nuovo davanti qualcuno che lo facesse sentire sbagliato, inadeguato, diverso – come lo aveva fatto sentire per anni lui, e con lui tutti i suoi stupidi amici.

 

6 anni prima – Quarta elementare

Liam era seduto al suo solito posto in prima fila, davanti alla cattedra. Non per niente, ma era l'unico modo per assicurarsi di vedere la lavagna. Doveva farlo da quando quell'idiota di Reaken gli aveva rotto gli occhiali schiacciandoli sotto i suoi piedi. Non gli aveva nemmeno chiesto scusa. Non lo faceva mai comunque. Per qualche motivo ce l'aveva sempre con lui. Eppure non si ricordava di avergli mai fatto nulla. Ovviamente Liam non aveva detto niente a sua madre degli occhiali. Non voleva che si arrabbiasse. Così ora si ostinava ogni giorno a strizzare gli occhi per riuscire a distinguere le scritte fitte sulla lavagna.

Quella mattina, si era seduto al suo posto con un sorriso contento. Afferrò la cartella da terra ed estrasse il fumetto che vi aveva nascosto quella mattina. Suo padre glielo aveva regalato la sera precedente, prima di salire su un taxi diretto all'aereoporto, e non aveva ancora avuto modo di leggerlo. Lo strinse a se' prima di aprirlo, sembrava stupido, probabilmente, ed era impossibile, ma poteva quasi giurare che avesse l'odore di suo padre. Non lo vedeva quasi mai. Sua madre gli aveva spiegato che suo padre era come un vero supereroe, che andava nei posti in cui la gente stava male, per curarli e farli stare bene. Così, mentre tirava giu' il fumetto, ammirando la vistosa copertina in cui Superman portava in salvo una donna, immaginò con orgoglio che fosse quello che stava facendo suo papà proprio in quel momento.

Non fece in tempo nemmeno ad aprirlo, che un'ombra su di lui lo spinse ad alzare gli occhi. "Hey Dumbar" Incontrò gli occhi verdi, brillanti per il divertimento, che ben si abbinavano al ghigno sulle labbra di Theo Reaken, il ragazzino piu' odioso al mondo.

Liam arrossì immediatamente "Il mio nome è Dun-bar, non Dumbar!" fece debolmente, evitando di guardarlo.

"Come hai detto, scusa? Non ti sento da quassù" fece lui per tutta risposta, con una mano sull'orecchio destro e un ghigno ancora piu' grande.

Idiota, mi hai sentito benissimo. Sarai sì e no tre centimetri piu' alto di me, pensò frustrato, ma tutto quello che fece fu arrossire ancora di piu' e rimase in silenzio, stringendo la presa sul suo fumetto. Theo spostò lo sguardo dal suo viso alle sue mani, e prima che potesse notarlo- "Che hai lì, Dumbar?" - gli strappò il fumetto dalle mani.

"Ah!" Stavolta Liam scattò in piedi, protendendo la mano per riprenderselo, mentre Theo, ridendo, lo alzava sempre di piu' sopra la sua testa. Okay, forse erano piu' di tre centimentri. "Ridammelo, è mio!"

Theo rise ancora "Oh allora parli" fece, usando l'altra mano per tenerlo lontano, mentre abbassava il fumetto per guardare. "Cos'è questa robaccia?" esclamò con una smorfia. "Superman. Leggi ancora queste cose da poppanti?" Lo aveva fatto apposta a gridare, ora tutti in classe li stavano guardando. Qualcuno stava ridacchiando, e Liam era piu' rosso che mai. Smise di cercare di riprenderselo, abbassando la testa per guardarsi in piedi. Avrebbe solo voluto scavare una buca e nascondercisi. "Non è una novità, Dumbar, non c'è bisogno di vergognarsi, lo sappiamo già tutti che sei uno sfigato" fece Theo, sfogliando le pagine, con un tono gentile che non si abbinava per niente con le sue parole e il suo ghigno. "Giusto ragazzi?" urlò piu' forte guardandosi intorno.

Tutti risero, qualcuno fece sì con la testa. Liam sentiva le lacrime bruciargli ai lati degli occhi, sul punto di uscire. Inghiottì il groppo alla gola, e fece un respiro. Voleva solo che Theo gli restituisse il fumetto che gli aveva regalato suo padre. Non doveva farlo arrabbiare, rispondendogli, o sarebbe finita di nuovo come per gli occhiali.

Così alzò la testa lentamente, guardando timidamente. Sperava solo che i suoi occhi non fossero rossi come temeva che fossero, e che il labbro non gli stesse tremando come immagina che stesse facendo. "Per favore, potresti solo ridarmi il mio fumetto?" chiese a bassa voce.

Theo sembrò per un attimo preso alla sprovvista, almeno il suo ghigno era sparito. Lo guardò fisso per qualche secondo, prima di alzare il fumetto nella sua direzione. "Ci tieni tanto?" chiese serio.

Liam annuì esitante, sorpreso dal tono del ragazzino. Forse si era sbagliato, forse non era così pessimo come sembrava. Forse anche Theo Reaken aveva un cuore in fondo in fondo... Poi le labbra di Theo tornarono a inclinarsi in un altra smorfia. "Be' allora vattelo a prendere" Fu l'unica cosa che disse prima di lanciare il fumetto dalla finestra spalancata.

"No!" esclamò Liam, sbarrando gli occhi prima di precipitarsi alla finestra, solo per vedere il fumetto cadere lentamente in una delle pozzaghere del cortile. Tutti dietro di lui ridevano, Theo piu' forte degli altri. "Allora, non ci vai a riprenderlo?" lo sentì dire, ma lo ignorò, mentre chino sul davanzale, a guardare il regalo di suo padre, lasciava cadere finalmente una lacrima.

 

Presente – seconda superiore

"Oh mio dio, Liam, ma sei tu?"

Liam trasalì, tornando bruscamente alla realtà. Si voltò di scatto verso la voce che aveva urlato il suo nome. Urlato, sì. Qualcuno ora li stava guardando curiosamente. Liam spalancò gli occhi imbarazzato, prima di puntare il ragazzo che lo guardava con un sorriso sul volto. Si avvicinò di qualche passo "Sì, sei proprio tu, ti ricordi di me?"

"Uh.. uh-uh" mugugnò, preso alla sprovvista. "Mason, giusto?"

"Sì, Dio, come sei cambiato! E' intenso, quasi non ti riconoscevo! Che fai qui? Credevo... fossi andato a Los Angeles, mi pare?" Mason si avvicinò del tutto, mettendogli una mano sulla spalla quando capì che era stato riconosciuto.

"Uh.. sì, cioè, no- ci sono andato, ma- sono tornato- sì, insomma-" balbettò.

Mason ridacchiò "Okay, forse non sei cambiato tanto" scherzò. Liam arrossì, ma Mason proseguì come se nulla fosse "Da quando ti sei iscritto?"

"Be' da.. oggi, in realtà" fece nervosamente.

Ricordava Mason. Si era trasferito a Beacon Hills nella loro classe in quinta elementare. Era stato uno dei pochi a essergli amico. Almeno non lo aveva mai preso in giro. Poi lui si era trasferito a Los Angeles e non si erano piu' visti. "Sono contento che tu sia qui" fece con un sorriso.

Sembrava sinceramente felice, così Liam ricambiò il suo sorriso. "Uhm, anch'io"

"Vieni, vuoi che ti accompagni in segreteria?"

Liam parve sollevato. Temeva già che si sarebbe perso. E avrebbe fatto tardi a lezione fin dal primo giorno. "Uhm si, magari... grazie"

Si avviarono verso la scuola, entrando dall'ingresso principale e muovendosi velocemente fra i corridoio. Mason cominciò a blaterare del piu' o del meno, dei professori e delle lezioni. Stava dicendo qualcosa a proposito della severa professoressa di biologia, Pinch o qualcosa del genere, quando si fermò improvvisamente davanti a una porta. "Ci siamo, ti aspetto, così ti accompagno in classe. Non vorrei che ti perdessi"
Liam gli sorrise estremamente grato. Questo ragazzo era un dono del cielo. Forse non sarebbe stata poi così male. "Okay grazie"

Quando Liam uscì con la sua nota per la professoressa, il suo orario e il foglio con numero di armadietto e password, Mason gli comunicò dispiaciuto che non avevano molte lezioni insieme.

"Okay, ora hai economia col coach" lesse.

"Coach?" chiese Liam confuso.

"Sì, di lacrosse. E' Finstock, ma tutti lo chiamiamo Coach" spiegò. "Tu giochi a lacrosse?"
Liam scosse la testa. Figuriamoci. Lui e lo sport erano due cose agli antipodi.

"Dovresti provare, hai senz'altro il fisico. La nostra squadra non è un granchè. Il mio ragazzo è il portiere" comunicò con nochalanche.

Liam lo guardò stupito. "Davvero?" Poi si fermò, forse era suonato offensivo? "Cioè- non che sia strano, è... okay, è forte- cioè-"

Mason ridacchiò. "Tranquillo, è la reazione di tutti" Scrollò le spalle. Liam arrossì. "No, voglio dire- uhm- anch'io sono- cioè-" prese un respiro "sono bi" concluse poi.

"Be' buono a sapersi" Mason gli fece l'occhiolino.

Liam si lasciò andare a una risatina. Era bello vedere qualcuno che ne parlava tranquillamente e allegramente. Lui non si vergognava di quello che era, ma sapeva per esperienza che le persone sanno essere parecchio cattive e maliziose. Quindi di non solito non ne parlava mai, o almeno non con estranei o quasi-non-estranei, in questo caso.

"Ci siamo" Mason si fermò davanti a una classe, la porta aperta, un brusio concitato che veniva dall'interno. "Se vuoi, possiamo pranzare insieme? Ti presento Corey – il mio ragazzo – Nolan, Alec... gli altri" offrì.

Liam annuì sorridendo. "Sì, certo, grazie"

"Figurati, amico, a dopo" Mason gli diede una pacca sulle spalle e gli rivolse un sorriso, prima di allontanarsi.

 

Liam si voltò verso la classe, facendo un bel respiro e entrando finalmente. Marciò subito verso la cattedra, dove posò la nota del preside, e poi si voltò per cercare un posto, attento a non incrociare lo sguardo di nessuno. Alla fine optò per un posto nella fila di mezzo, accanto alla finestra. Quando si fu seduto, sistemò i fogli con l'orario e il numero di armadietto nella tasca della borsa e tirò fuori il quaderno degli appunti. Quando suonò la campanella, sentì tutti muoversi attorno a lui, prendendo posto, mentre gli ultimi ritardatari entravano dalla porta. Stava cercando la penna chino nella borsa, quando qualcuno sbattè la porta spingendolo ad alzare lo sguardo. L'uomo fischiò avvicinandosi alla cattedra, un mucchio di fogli in mano, ma restando in piedi. "Allora, piccoli stronzetti, ascoltatemi bene" Liam lo guardò con gli occhi spalancati. Era serio? "So che non vi interesserà minimamente, ma la scuola farà una raccolta di oggetti usati la settimana prossima da donare ai bambini dell'orfanotrofio della città. So che voi viziati figli di papà probabilmente non sapete nemmeno cosa voglia dire, ma voglio che ognuno di voi doni qualcosa. E che scriva un bel biglietto che faccia desiderare al vostro coach di strapparsi gli occhi dalla commozione. E sì, ciò varrà metà del voto, quindi vedete cosa fare" Mollò una pila di fogli su ogni primo banco della prima fila. "Passate dietro, riconsegnate i moduli domani firmati dai vostri genitori." fece, mentre i primi della fila cominciavano a ubbidire. "Genitori, Greenberg. Non sei abbastanza sveglio perchè io possa pensare che sei anche minimamente emancipato" Poi si voltò per sedersi alla cattedra.

Liam era sicuro di non aver mai sentito un professore parlare così in vita sua. O qualunque persona, in realtà. Sicuramente il Coach era impossibile da non notare. Quando la ragazza davanti a lui gli passò i due fogli rimanenti, ne posò uno sul suo banco, e si girò sulla sedia per dare l'ultimo alla persona seduta dietro di lui. Quando posò il foglio sul banco del ragazzo, intento a guardare quello che sicuramente era il suo cellulare nascosto sulle gambe, questo alzò di scatto la testa. E Liam si ritrovò a guardare gli occhi piu' verdi che avesse mai visto. Oppure li aveva già visti.... Il tipo lo guardò fisso per due secondi, prima di sbarrare gli occhi. E Liam lo imitò quando lo riconobbe.

Non era possibile.

"Tu-!" sbottò lui. Liam sbiancò, voltandosi di scatto dandogli le spalle. Strinse i pugni sul grembo, gli occhi chiusi. Non è possibile. Non è possibile. Non può essere davvero lui. Cosa ho fatto di male per-?

"Liam Dunbar!" La voce scattante del professore lo fece trasalire. La testa di Liam scattò su verso di lui. Poteva sentire gli occhi di Theo Raeken su di lui. Non l'aveva perso di vista nemmeno per un istante.

"S-si?" rispose, il cuore a mille. Non è possibile. Non è possibile.

"Oh eccoti. Allora da oggi abbiamo un nuovo studente" comunicò allegramente alla classe. Liam si guardò nervosamente intorno, con un sorriso sul viso che probabilmente venne fuori piu' come una smorfia. "Spero sia meglio di voi schiappe" borbottò poi il coach roteando gli occhi. "Ora cominciamo- chi vuole fare un resoconto del programma affrontato finora al signor Dunbar?"

Liam si fece piccolo nella sedia. Non sapeva se era per gli insulti che probabilmente tutti gli stavano lanciando in quel momento, o per gli occhi di Theo che si sentiva ancora sul retro della nuca, ma in quel momento voleva solo scomparire.

Non è possibile.

 

*

 

Quando suonò la campanella, Liam si affrettò a gettare tutte le sue cose nella borsa e si alzò, facendo grattare la sedia sul pavimento. Theo alzò lo sguardo su di lui al rumore "Ah- Hey Du-" Liam accellerò il passo velocemente sparendo tra la folla, prima che Theo avesse il tempo di dire o fare altro.


"Liam!" Quando sentì qualcuno che lo chiamava, sobbalzò. Davvero tutti si ricordavano di lui? Era quasi inquietante. Si voltò verso la ragazza che lo aveva chiamato, e quasi gli venne un colpo, quando lei dopo una corsetta lo raggiunse. Quella... era Hayden? La ragazza ansimando per riprendere fiato, gli rivolse un sorriso "Certo che corri eh"

"Uh- scusa, non vorrei rischiare di perdermi" balbettò, arrossendo.

"Mi dispiace, volevo- sai, salutarti, non ti avevo riconosciuto finchè il coach non ha detto il tuo nome, è... figo che tu sia tornato"

"Uhm grazie, anche per me... credo, è tutto un po'... schiacciante"

Hayden ridacchiò. "Sì posso immaginare. Be' allora credo che ci vedremo in giro. Magari un giorno mi racconterai dove sei stato questi 6 anni"

Liam rise a sua volta "Sì okay"

"Ciao Liam" lo salutò lei allegramente, prima di superarlo e allontanarsi.

Sì okay Dunbar? Non ti è venuto in mente niente di meglio da dire? Liam gemette sbattendosi una mano sul viso. Cavolo, ai tempi delle elementari aveva avuto una cotta pazzesca per Hayden. Per quanto poteva esserlo una cotta di un ragazzino di dieci, insomma. Però lei gli piaceva.. sì finchè Theo non aveva rovinato tutto.

 

5 anni prima – Quinta elementare

"Se ti piace, dovresti dirglielo" fece Mason allegramente, mentre erano seduti a pranzo.

"La fai facile tu" mugugnò Liam sconsolato, lanciando uno sguardo al tavolo dove erano sedute Hayden e Tracy, pochi metri da loro. "Non saprei nemmeno cosa dirle"

"Puoi sempre scriverle un biglietto" suggerì Mason con una scrollata di spalle.

"Un biglietto?"

"Uhuh poi glielo mettiamo di nascosto nell'armadietto!" esclamò Mason eccitato. "Sarà una forza!"

"Non lo so, e se mi dice che non le piaccio?" chiese Liam titubante, giocando col suo cibo invece di mangiarlo.

Mason roteò gli occhi "Piangi e te ne fai una ragione, è quello che dice sempre mio padre" Diede un morso al panino. Liam sorrise al suo migliore amico. "Sei davvero strano"

"Ouch" fece lui drammaticamente, fingendo un colpo al cuore. Liam rise ancora di piu'. Mason lo imitò. "E tu sei davvero molto piu' carino quando ridi, Liam" Riprese il suo panino "Via quel muso e fatti coraggio!"

"Sai che c'è?" esclamò d'un tratto. "Forse lo farò, scriverò a Hayden una vera lettera, come quelle che mio papà scrive alla mamma" Sorrise al pensiero. "Però tu mi aiuterai" supplicò.

Mason rise "Ovvio, a che servono gli amici altrimenti?"

 

*

Aveva scritto la lettera. Ci aveva impiegato quasi tutto il pomeriggio, ma era soddisfatto del risultato. L'avrebbe messa nell'armadietto di Hayden, sperando per il meglio.

"Hey Li" sussurrò Mason dalla fila accanto alla sua, mentre aspettavano l'inizio della lezione. Liam alzò la testa per guardarla. "Me la fai leggere prima?"

Liam arrossì. "Mason, che dici? È personale!"

"Ma io sono il tuo migliore amico" piagnucolò lui. Quant'era drammatico.

"Uh va bene" Liam roteò gli occhi, chinandosi sullo zaino per prenderla, inconsapevole degli occhi di Theo che avevano seguito il loro scambio di battute dall'ultimo banco fin dall'inizio. Quando allungò una mano per passarla a Mason, con uno scatto da far invidia al miglior corridore, Theo la afferrò al volo, già sghignazzando. Liam lo guardò alzandosi. "Hey ridammela!" esclamò, sbiancando già.

"Oh mio- cos'è? Una lettera d'amore, Dumbar?" esclamò fin troppo divertito. Tutti si voltarono a guardarlo incuriositi. Anche Mason si alzò. "Theo, non è divertente, ridagliela!"

"Sta zitto, Hewitt" sbottò Theo infastidito.

"Non è tua, non sono cose che ti riguardano" insistette Mason.

"Ma ormai siamo tutti curiosi no?" fece Theo, la voce carica di malizia, guardandosi intorno. Saltò sopra la cattedra con due salti "Chi vuole sapere cos'ha scritto Dunbar a..." Theo girò la busta per leggere. "-A Hayden? Seriamente?"

Tutti risero. Qualcuno gridò "Leggi, leggi!"

Liam sembrava sul punto di prendere fuoco, mentre tutti si voltavano verso Hayden, anche lei imbarazzata e quasi sul punto di darsi alla fuga.

"Theo, basta!" Mason lanciò disperato un'occhiata a Liam che sembrava completamente paralizzato. Fece per camminare verso Theo, ma qualcuno lo afferrò per un braccio

"Piantala, Hewitt!" gli fece il verso Josh, uno del gruppetto di Theo. "Dai, Theo, leggi!" rise poi.

Theo si schiarì la gola in modo drammatico, ancora in piedi sulla cattedra. "Cara Hayden" cominciò a leggere, facendo una voce profonda "Non sapevo come dirtelo, non sono bravo con le parole... Davvero, Dumbar, non ce n'eravamo accorti-" sbuffò, qualcuno ridacchiò "così ho deciso di scriverti questa lettera. Tu mi piaci tanto, perchè sei sempre così gentile con me e non mi prendi in giro, anzi prendi sempre le mie parti... chi è l'uomo dei due?"

"Theo-" sbottò Mason. Liam voleva solo sparire. Non aveva il coraggio di alzare lo sguardo da terra.

"-Sei la ragazza piu' carina che io abbia mai incontrato, e vorrei tanto che tu diventassi la mia ragazza. Mi piaci -Liam Dunbar" Il tono di Theo si era fatto sempre piu' acido, parola dopo parola. Mentre leggeva la firma di Liam, saltò giu' dalla cattedra e camminò verso il banco di Hayden dove lei era seduta, completamente rossa e imbarazzata. Le tirò la lettera sul banco. "Allora, sì o no?" sbottò.

Hayden guardò la lettera per due secondi, prima di correre via, fuori dalla classe senza dire una parola. Tracy scosse la testa verso Theo, prima di seguirla.

In quel momento suonò la campanella, e tutti tornarono ai loro posti. Mason strattonò il braccio e Josh lo lasciò andare con un ghigno, mentre Theo camminò verso Liam posandogli una mano sulla spalla. Liam non alzò nemmeno lo sguardo. "A quanto pare la risposta è no, Dumbar" commentò, prima di ridacchiare fino al suo posto.

Mason lo seguì con lo sguardo allibito, e poi guardò Liam pietrificato. E non potè evitare di chiedersi perchè?

 

Presente – seconda superiore

Tutto filò liscio fino a pranzo. Fortunatamente non condivise altre lezioni ne' con Theo, ne' con Hayden. Solo il ripensare a quel giorno di 5 anni prima, gli aveva fatto tornare la voglia di seppellirsi. Mentre raggiungeva la mensa per il pranzo, tirò fuori il cellulare. Sua madre gli aveva scritto un messaggio, dicendogli che lei e Paul avevano iniziato il trasloco. E gli aveva mandato la posizione di casa di Paul dove avrebbe dovuto raggiungerli per cena.

Rimise il cellulare in tasca, mentre si accodava alla fila per il pranzo. "Uh-uh Liam!" sentì Mason chiamarlo da un tavolo lì vicino. Si voltò a guardarlo, e vide che stava scuotendo una mano nella sua direzione. Liam gli sorrise e gli fece un cenno.

Quando ebbe preso il pranzo, marciò verso il suo tavolo. "Ciao" mugugnò esitante quando vide gli altri tre ragazzi seduti con lui.

"Hey!" "Ciao" fecero tutti allegramente. Il ragazzo riccio piu' vicino a lui gli fece posto e lui si sedette.

"Ragazzi, lui è Liam, ve ne ho parlato. Liam, loro sono Alec, - indicò il riccio seduto accanto a lui – Nolan – il ragazzo accanto a Alec gli fece un cenno – e questo è Corey, il mio ragazzo" Corey alzò una mano.

"Piacere, ragazzi, grazie... per avermi fatto sedere con voi"

"Figurati, amico" fece Nolan leggermente.

"Allora questo primo giorno?" chiese Mason curioso.

Liam scrollò le spalle. "Così così"

"Mhh" mugugnò Mason pensieroso. "Tu... hai incontrato qualcuno dei... vecchi compagni?"

Liam si strinse le labbra e abbassò la testa sul suo piatto "Seguo economia con Hayden.. e Theo"

"Bello schifo eh"

"Perchè?" chiese Alec con un boccone in bocca.

"Nah niente, ma Theo non era esattamente simpatico alle elementari" tagliò corto Mason

"Be' non lo è nemmeno ora" Nolan roteò gli occhi.

"Corey e Nolan sono nella squadra di lacrosse, Theo è il capitano" spiegò Mason a Liam.

"E' uno stronzo" mormorò Corey. Ed erano le prime parole che disse. Liam non poteva essere piu' d'accordo.

"E che mi dici di Hayden?" fece Mason malizioso.

Liam arrossì ma roteò gli occhi "Ti prego, Mason, sono passati cinque anni"

"Bene, magari si è dimenticata di quella storia"

"Non credo sia possibile dimenticarsene"

"Quale storia?" fece Corey.

"Ah lascia perdere" sbuffò Mason.

Liam si distrasse dalla conversazione, mentre si allungava per prendere la bottiglietta d'acqua aprendola. Dopo che ebbe bevuto, si diede un'occhiata intorno. Il suo sguardo incrociò quello di Theo per caso, distogliendolo subito. Quando si azzardò a guardare di nuovo, scoprì che il ragazzo lo stava ancora guardando, un mezzo ghigno sul volto.

A Liam vennero i brividi.

Poi notò Hayden e un'altra ragazza avvicinarsi al tavolo in cui era Theo e sedersi, chiacchierando animatamente. Hayden disse qualcosa alla sua amica e poi si guardò intorno, facendo contatto visivo con Liam. Gli sorrise e alzò la mano in un cenno di saluto. Liam rispose impacciatamente, prima di tornare ai suoi vicini di tavolo.

Hayden intanto si era chinata verso Tracy accanto a lei, sussurrandole qualcosa e ridacchiando, sotto gli occhi attenti di Theo.

 

*

 

Liam scese alla fermata che secondo Google Maps era la piu' vicina a casa di Paul. Lo scuola bus impiegò quasi mezz'ora minuti, e quando scese dovette farne altri 10 a piedi. Grandioso, lo avrebbe perso senz'altro il giorno dopo! Quando Google Maps segnò che era arrivato a destinazione, Liam si fermò, scrutando la bella casa dal marciapiede. Sembrava la classica casa da serie tv anni '90. Gli mancava solo la staccionata bianca. Mentre si avviava sul vialetto, notò che c'erano due auto parcheggiate nel garage accanto. Quindi il figlio di Paul ha sicuramente piu' di 16 anni. Riflettè.

Sua madre gli aveva solo riferito che aveva piu' o meno la sua stessa età. In realtà gli era sembrato sospetto che sua madre non si fosse informata su questo dettaglio in anticipo. Però che motivo aveva di tenerglielo nascosto? Liam scosse la testa, per allontanare il pensiero, e camminò fino alla porta. Degludì nervoso. Aveva visto Paul solo in foto, e una volta da lontano. Sua madre, nonostante si frequentassero da quasi due anni, non glielo aveva mai presentato. Probabilmente perchè non voleva che magari si affezionasse a qualcuno che sarebbe potuto uscire presto dalla sua vita.


Si fece forza e bussò facendo poi mezzo passo indietro "Arrivo!" fece una voce ovattata e energica oltre la porta, ma stranamente familiare. Quando la porta si aprì, Liam alzò lo sguardo per guardare il ragazzo davanti a lui, restando pietrificato. Anche l'altro ragazzo sembrava scioccato. "Che diavolo fai tu qui?" chiese, gli occhi spalancati.

"Io- potrei farti la stessa domanda" balbettò Liam

Theo roteò gli occhi "Io vivo qui, Dumbar"

"E' Dunbar!" sbottò con un'occhiataccia.

"Sì come vuoi" rispose lui con un ghigno.

"Hey allora vi conoscete come immaginavamo" esclamò la voce di un uomo, prima che Paul apparisse con accanto sua madre.

"Che vuol dire?" chiese Theo, la voce carica di quella che parve ansia.

"Theo, lui è mio figlio, Liam-" fece Jenna sorridente.

I due ragazzi si guardarono sconvolti oltre i loro genitori. "Non è possibile" borbottò Liam tra i denti.

"Quando abbiamo scoperto che avevate la stessa età e che quindi eravate andati senz'altro a scuola insieme, abbiamo pensato di non dirvi nulla e farvi una sorpresa" fece Paul entusiasta.

Liam forzò un sorriso. "Sì che sorpresa grandiosa" borbottò tra i denti sarcasticamente.

Paul lo prese per le spalle e lo spinse dentro. "E' un piacere conoscerti, Liam, sono sicuro che andremo molto d'accordo"

"Uhm- sì" balbettò, poi incrociò l'espressione radiosa di sua madre. E ricambiò il sorriso di Paul, guardandolo. "Sicuramente"

"Theo?" Paul lo guardò in attesa.

Theo sembrava letteralmente scioccato "Sai, vorrei dire che me ne andrò in camera per stasera, ma non credo sia la risposta che vuoi sentire... quindi, sì come dici tu" roteò gli occhi. Liam sbuffò al suo tono saccente.

"Piantala di fare l'idiota e andiamo" borbottò suo padre allegramente, prima di sparire con Jenna in salone.

Theo spostò lo sguardo su Liam, che richiamò tutto il suo coraggio per non abbassare gli occhi. Poi Theo fece un sorriso sardonico. "Be' magari sarà divertente, fratellino"

 

CONTINUA

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Capitolo 2
*** Qualcosa che non si può aggiustare ***


2. Qualcosa che non si può aggiustare


Se qualcuno avesse detto al suo se stesso di 9 anni che un giorno si sarebbe trovato a cena con nientepopodimeno che Theo Reaken, con i loro genitori che flirtavano amorevolmente da un lato all'altro del tavolo, passandosi piatti e ridendo del piu' e del meno, si sarebbe senz'altro offerto volentieri di pagargli una seduta a Eichen House. Forse l'intero soggiorno.

Theo sembrava della stessa opinione. Seduto davanti a Liam, se ne stava zitto, le sopracciglia corrucciate da tutta la sera, al punto che Liam pensò che gli si sarebbe bloccate in quell'espressione per sempre.

Liam teneva lo sguardo fisso sul piatto da cui stava mangiando, tenendosi la bocca occupata con grossi bocconi sperando che non lo coinvolgessero nella conversazione. Si azzardò solo un attimo ad alzare lo sguardo sul ragazzo davanti a lui, notando come non aveva quasi toccato cibo, giocherellandoci piuttosto con la sua forchetta.

Liam pensava di aver toccato il fondo delle situazioni imbarazzanti e scomode nella sua breve vita, di cui molte in effetti comprendevano Theo, ma questo raggiungeva tutt'altri nuovi livelli. A un certo punto anche Paul e Jenna dovettero notarlo, perchè si scambiarono un'occhiata, il sorriso dovuto al loro ultimo scambio di battute che si affievoliva leggermente.

"Allora" si schiarì la gola lei, guardando prima Liam poi Theo "Com'è andata a scuola?"
Liam alzò lo sguardo verso di lei, e scrollò le spalle. Theo nemmeno rispose. Sua madre sembrava in trepidante attesa, e Liam prese un bel respiro. Sapeva quanto sua madre teneva a far funzionare questa cosa. Avrebbe fatto qualunque cosa per farla felice. "E' andata bene, ho... incontrato Mason, sai... te lo ricordi?" rispose nervosamente

"Uh certo, era un bambino così tanto adorabile" esclamò lei con un sorriso. Theo emise un verso a metà tra uno sbuffo e lo strozzarsi. Liam lo ignorò, ma vide l'occhiataccia che gli rivolse Paul.

"Sì, mi ha invitato a pranzo con lui e mi ha presentato i suoi amici, è stato gentile" rispose Liam tranquillamente. Sapeva che sua madre era preoccupata quanto lui per la nuova scuola, e vedere il sollievo nei suoi occhi era abbastanza perchè Liam classificasse quella di oggi una buona giornata. E ciò lo spinse a continuare. "Anche Hayden... si è ricordata di me. È nella mia classe di economia, e si è fermata a salutarmi in corridoio" aggiunse timidamente, tornando a guardare il suo cibo.

"Ohh, Hayden, sì. Sai... Liam aveva una bella cotta per quella bambina alle elementari, non faceva che parlare di lei in continuazione!" ridacchiò sua madre, voltandosi verso Paul. Liam avvampò al ricordo. Paul ridacchiò, lanciando un'occhiata a Theo.

"Ragazzini..." Scosse affettuosamente la testa "Anche Theo parlava sempre di... chi era? Non ricordo ora il nome, era assilla-"

Theo mollò la forchetta con forse fin troppa forza, facendola tintinnare sul piatto. "Che dite se prendo il dolce?" s'intromise alzandosi in piedi senza nemmeno aspettare una risposta. "Lo prendo per un sì" mugugnò, prima di sparire in cucina.

Paul ridacchiò incrociando lo sguardo di Jenna. "Argomento sensibile, a quanto pare" sussurrò divertito. "Magari Liam lo sa-"

Liam spalancò gli occhi, sentendosi chiamato in causa. "Uhm io- in realtà-" balbettò.

"Non lo sa" s'intromise bruscamente Theo, tornando in cucina con una torta gelato che posò davanti a Jenna, prima di tornare al suo posto. "Io e lui... non eravamo così amici"

Guardò Liam con un sopracciglio alzato come a sfidarlo a dire diversamente.
Liam sbuffò internamente. Perchè quello era l'eufemismo del secolo. Non così amici. Lui e Theo Raeken... non sapeva nemmeno come descrivere ciò che erano. E 'amici' non era nemmeno sulla lista. Però annuì. "Sì... diciamo che... avevamo... interessi diversi" borbottò, torcendosi le mani di nascosto in grembo.

"Be' si dice che questa è la chiave per la migliore delle amicizie" commentò Paul. Theo sbuffò beffardo. Paul lo fulminò, prima di schiarirsi la gola. "Perchè non cominci facendo vedere a Liam la casa.. la sua stanza?"

Theo lo guardò impassibile. "La sua stanza è piena di scatole e valigie, e non ha un letto" osservò.

"Infatti dormirà nella tua"

Entrambi i ragazzi sbarrarono gli occhi "Cosa?" esclamò Theo.

"Uhm- io, io- posso dormire sul divano" si affrettò a mormorare Liam, lanciando un'occhiata al divano all'angolo della stanza.

"Visto? Può dormire sul divano" Theo ripetè vigorosamente

"Assolutamente no, figuriamoci se ti lascerò dormire un quel divano, quando Theo ha in stanza un letto perfettamente funzionante" Paul scosse la testa, sorridendogli. "Sarà solo per qualche giorno. I traslocatori dovranno spostare qui solo la tua camera, fortunatamente. Hanno chiamato stamattina dicendo che lo faranno in settimana" lo rassicurò.

"Sono sicura che sarà divertente, tesoro" esclamò Jenna entusiasta. "Ti sono sempre piaciuti i pigiama party" Liam voleva sparire. Niente di questo sarebbe stato divertente, e non avrebbe mai definito un letto accanto a Theo Raeken funzionante. Era quasi certo che non avrebbe chiuso occhio per niente quella notte.

"Bene" sbottò secco Theo alzandosi. Lo guardò. Liam ricambiò lo sguardo quasi terrorizzato. "Allora, andiamo?" E uscì senza aspettarlo. "Non finite la torta" sbottò dalle scale.

Liam guardò rapidamente sua madre, quasi in cerca di supporto, e lei gli rivolse un grosso sorriso incoraggiante. Liam si alzò lentamente, rassegnato, prendendo un respiro mentre seguiva Theo.

*

"Questo è il corridoio" parlò Theo con voce annoiata e seccata, constatando l'ovvio. Lo vedeva benissimo che era il corridoio. "Laggiu' c'è la stanza di mio padre... e di tua madre" Indicò la stanza in fondo a destra. "Quella là è la tua stanza" Indicò la porta accanto. Poi si voltò a sinistra. "Questo è il bagno, o meglio il nostro bagno. Papà ha il suo in camera" Poi camminò fino alla porta accanto aprendola. "Questa è la mia stanza. Giro finiro" Theo si gettò sul suo letto. "Allora, regola numero uno, non toccare le mie cose. Regola numero due, quando avrai la tua bella stanza, la mia sarà off-limits, soprattutto se stessi morendo. Regola numero tre" Theo si lanciò sul suo letto "non parlarmi" Liam si sentiva davvero il benvenuto.

Roteò gli occhi prima di guardarsi intorno con circospezione. Era una stanza ordinata, sorprendentemente, e molto spoglia. A parte l'armadio a ponte, con il letto sotto, c'era solo una scrivania e una televisione nell'angolo. Gli occhi di Liam tornarono su Theo, ancora sdraiato e impegnato con il cellulare.

"Dove dovrei dormire io?" si azzardò a chiedere.

Theo lo guardò, un sopracciglio alzato. "Cos'ha che non va il pavimento?"

Liam chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo. Poi tirò fuori a sua volta il cellulare, buttandosi seduto con le gambe incrociate sul pavimento. Dopo qualche secondo, sentì gli occhi di Theo su di lui, ma non lo guardò. Poi Theo sbuffò irritato, alzandosi e chinandosi per tirare il grosso cassetto sotto il suo letto. "Togliti" gli fece brusco mentre tirava fuori il letto completamente. Poi si arrampicò sul letto per aprire un'anta dell'armadio e tirò una maglietta e un paio di pantaloni del pigiama a Liam.

Liam le afferrò al volo sconcertato. "Ho... le mie cose" gli ricordò preso alla sprovvista.

"Sì, sparse in decine di scatole e valigie. Se vuoi andare a cercarle e passare così la notte, fai pure"

"Uhm- be' allora.. grazie" fece Liam poco convinto.

Theo lo guardò quasi come se lo stesse valutando. Poi rilasciò un respiro irritato, dandogli le spalle per tornare al letto "Se vuoi fare una doccia, fai pure. In bagno ci sono asciugamani puliti"

Liam rimase per un attimo immobile, le mani che si stringevano attorno ai vestiti che Theo gli aveva tirato. Strinse le labbra, facendosi coraggio. "Io- mmh-" Theo si fermò prima di arrivare al letto e si voltò verso di lui. Liam fece un respiro. "So che questo fa schifo. So che mi odi e sono probabilmente l'ultima persona che avresti pensato di vedere qui stasera... e va bene, anch'io preferirei essere da tutt'altra parte, ma voglio che questo funzioni... per mia madre. Sono disposto a sopportare tutto, anche il fatto di avere te come fratello, se lei è felice. Quindi non fare niente che possa ferirla-" Liam strinse ancora di piu' la presa, alzando finalmente gli occhi su Theo. Aveva un'espressione decisa, nonostante gli tremasse leggermente la voce, le guance arrossate. "-perchè in questo caso non rimarrò zitto a guardare"

Liam ebbe un veloce guizzo del ghigno di Theo, prima che delle mani grandi gli afferrassero le braccia spingendolo contro il muro. Il colpo lo fece boccheggiare leggermente, e quando riuscì a aprire gli occhi, incontrò quelli di Theo a pochi centimentri dal suo viso, la mani che ancora lo tenevano premuto contro il muro. "Davvero, Dumbar?" sbuffò divertito. "E cosa farai? Vorrei proprio vederlo" Liam restò a guardarlo, gli occhi spalancati e il viso ancora piu' rosso. Theo ridacchiò beffardo. "Non sei cambiato proprio per niente" aggiunse poi acidamente. "Però su una cosa hai ragione, ti odio e non mi interessa affatto far funzionare questa cosa. Non che durerà comunque. E per quel che mi riguarda-" Il viso di Theo si fece ancora piu' vicino. Liam trattenne il fiato. "-Io non ti considererò mai un fratello"

Lo lasciò andare di scatto, e si voltò per tornare deciso al letto. Liam rimase per un attimo contro il muro, immobile in quella posizione, gli occhi sbarrati fissi dove prima c'era Theo.

Si riscosse solo quando sentì dei passi salire le scale. "Liam, Theo... allora, la volete questa torta?" chiamò sua madre.

Liam degludì, prima di gettare i vestiti che aveva ancora stretti in mano sul 'suo' letto, e uscire velocemente dalla porta.

Odiava tutto questo. Odiava il suo non saper reagire. Il non averlo saputo fare in passato. Il non riuscire a farlo ora. E soprattutto odiava da morire Theo Raeken.

*

Come aveva previsto, quella notte dormì malissimo, troppo consapevole della presenza dell'altro ragazzo a meno di mezzo metro da lui. Scivolava dentro e fuori dal sonno ripetutamente, brutti ricordi che gli affollavano la mente al punto che a un certo punto si chiese se li stesse sognando o se fosse solo sovrappensiero. Brutti ricordi che lo rendevano ancora meno incline a lasciarsi andare al sonno, quasi temendo quello che poteva fargli Theo se l'avesse sorpreso indifeso per un solo istante.

Come quella volta che l'aveva spinto in una fontana durante una gita scolastica davanti a centinaia di persone, o quando durante una corsa campestre gli aveva fatto uno sgambetto, slogandogli una caviglia o quando lo aveva chiuso a chiave dentro lo stanzino del custode per tre ore o quando aveva portato a scuola la sua collezione di figurine per scambiarle con Mason, per ritrovarle ore dopo sparse nella piscina della scuola (non lo aveva visto farlo, ma sapeva che era opera di Theo), o quando mentre cercava di recuperare suddette figurine chino sul bordo della piscina, Theo lo aveva spinto da dietro, facendolo quasi affogare perchè ovviamente non sapeva notare (sia lodato Mason che seguiva lezioni di nuoto) oppure quando- insomma, avete capito.
Liam si chiedeva come sarebbe sopravvissuto in quel modo fino al diploma. Mancavano due anni e mezzo. E in quel momento sembravano un'eternità.

Per distrarsi, prese il cellulare. I suoi occhi vagarono sulle notifiche di messaggi non letti. Ne aveva oltre 20. Degludì. Sapeva che erano lì, e sapeva che la maggior parte dovevano essere di Stiles. Ma non aveva coraggio di guardarli. Non aveva coraggio di parlargli. Aveva paura di sentire la rabbia, il disprezzo o la disapprovazione nella sua voce. Aveva paura di sentire il dolore nella sua voce. Aveva paura, così lo evitava. Scappava via. Al punto che aveva preferito cambiare scuola.

Degludì, bloccando di nuovo il cellulare, quando gli arrivò una notifica. Sorrise quando vide che era una richiesta di amicizia di Mason. Accettò velocemente, e il suo sorriso si ampliò quando Mason gli scrisse subito.

Evvai, siamo amici ora, ci vediamo domani a scuola?

Liam rispose velocemente Sicuro! (:

Grande, 'notte Dunbar

'notte Hewitt

Liam bloccò finalmente il cellulare e col sorriso si girò nel letto, cercando di prendere un po' di sonno.


*

La mattina si svegliò quando sentì qualcosa di morbido colpirgli la testa. Aprì gli occhi di scatto, alzando la testa. Il cuscino che gli avevano tirato, scivolò giu' e lui incontrò lo sguardo di Theo, seduto sul suo letto, i capelli disordinati e gli occhi assonnati, che lo fissava con un ghigno che apparve piu' come un sorriso confuso.

"Sei difficile da svegliare, Dumbar" commentò. "Ti conviene sbrigarti o ti lascio qui"

Saltò giù dal suo letto, e Liam lo seguì con lo sguardo ancora assonnato, ma non abbastanza da non essere scioccato "Vuoi darmi un passaggio?"

"Se preferisci prendere l'autobus, fai pure" disse soltanto Theo seccamente mentre usciva. "A proposito, russi"

Liam arrossì, sprofondando di nuovo con la testa nel cuscino.

*

Quando furono nel pick-up di Theo, il silenzio invase l'abitacolo. Opprimente, pesante e imbarazzante. Ma Theo continuò a guidare, fissando davanti e Liam osservò il panorama fuori dal suo finestrino. Almeno finchè Theo non accostò di scatto sul bordo della strada. Liam si guardò intorno confuso. Non gli risultava che fossero arrivati.

"Perchè ti sei fermato?"

"Scendi"

Liam restò a guardarlo per qualche secondo, incredulo "Cosa?"

"Ho detto scendi"

"Scherzi vero?"

"Ho la faccia di uno che scherza?" roteò gli occhi. "Non voglio che tutta la scuola ci veda arrivare insieme. Si faranno strane idee"

Liam non potè evitare di arrossire, però mantenne il contatto visivo, rispondendogli seccato. "Quindi mi abbandoni in mezzo alla strada?"

Theo roteò di nuovo gli occhi "Non fare il drammatico, Dunbar, mancherà mezzo chilometro"

Liam sbuffò irritato prima di aprire violentemente la portiera. La sbattè allontanandosi con lo zaino in spalla. Theo si chinò con un sorriso sardonico per vederlo attraverso il finestrino lato passeggero aperto. "Ci vediamo sempre qui all'uscita" gridò, il tono canzonatorio.

Liam si voltò per lanciargli un'occhiataccia mentre si allontava. "Fottiti" mormorò tra i denti.

*

Liam arrivò in ritardo. Quando mise piede nell'ingresso principale, la campanella stava suonando. Il suo orario diceva che doveva essere alla lezione di storia, così imprecò internamente, mentre partiva alla ricerca dell'aula.

Quando entrò, il professor Harris era già lì. Liam si bloccò sulla soglia, sotto il suo sguardo severo. "Bello vedere che vuole unirsi a noi, signor..." lasciò in sospeso. Sentì qualcuno ridacchiare di sottofondo.

"Dunbar" rispose, le guance che andavano già a fuoco, sentendosi gli occhi di tutti addosso.

"Benvenuto nella nostra scuola, signor Dunbar, però impari ad essere più puntuale la prossima volta. Ora si sieda" Liam annuì, lanciando una breve occhiata alla classe per trovare un posto.

Si bloccò. Ovviamente, chi poteva essere a ridacchiare delle sue sventure? Solo lui. E l'unico posto libero era proprio quello accanto a lui. Theo incontrò il suo sguardo con aria di sfida, quasi come se non credesse che avrebbe avuto il coraggio di sederglisi accanto.

"Pensa di sedersi, signor Dunbar?" lo incitò Harris seccato.

"Uhm, s-sì..." Si rassegnò, cominciando a camminare verso il banco condiviso con Theo, quando una bella ragazza scivolò dal posto accanto in quello accanto a Theo. Theo la guardò preso alla sprovvista, mentre lei allegra rivolgeva un cenno a Liam indicandogli il suo vecchio posto.

Fu in quel momento che Liam riconobbe Tracy, e voltandosi verso il banco accanto, notò Hayden che gli sorrideva. Liam, piu' sollevato, rispose al sorriso prendendo posto. Theo gli lanciò solo un'occhiataccia, prima di aprire di scatto il libro di testo.

*

"Quindi Hayden ti ha invitato a pranzo?" ripetè Mason allegramente.

Liam annuì. "Sì, cioè- no, mi ha detto- se mi andava di sedermi con lei, non è un invito"

"Lo è" commentò Corey, mentre camminavano per i corridoi verso i loro armadietti.

"Uhm ha ragione Corey"

"Lo dici solo perchè è il tuo ragazzo" scherzò Liam.

"Forse, usa argomentazioni molto convincenti" ridacchiò Mason, al che Corey roteò gli occhi.

Liam rise, mentre si fermava, aprendo l'armadietto.

"Sai però che-" Il cambio di tono di Mason lo spinse a voltarsi verso di lui "-probabilmente anche Theo sarà lì"

"Cosa?" chiese Liam, d'un tratto agitato.

"Uhm, sai- lui sta tipo con Tracy, quindi-"

"Non sta con Tracy, lui scopa con Tracy, è diverso" specificò Corey acido. "Dubito seriamente che Theo Raeken sia capace di sviluppare sentimenti romantici verso qualcuno"

"Be' però sarà lì" Mason si voltò verso Liam "Sai, non credo tu debba preoccuparti tanto di lui" aggiunse poi rassicurante. "Certo, Theo è uno stronzo, è uno sbruffone, crede di essere il re di questa scuola solo perchè è il popolare capitano della squadra di lacrosse" Mason roteò gli occhi "-ma si è dato una calmata da quando te ne sei andato. Diciamo che è diventato uno stronzo piu' maturo. Spero lo sia abbastanza da non ricadere nella vecchia routine"

"Mason mi ha detto di voi due" S'intromise Corey. "Onestamente non so come tu abbia potuto sopportarlo senza spaccargli la faccia"

Liam si agitò sul posto a disagio. Poi Corey gli sorrise. "Se ti dà fastidio, sappi che non sei solo"

Mason annuì "Si, amico, siamo tutti con te. Anche se probabilmente ci farà a pezzi, lo combatteremo insieme" scherzò. Liam rise.

*

Hayden gli aveva detto durante una delle ultime lezioni che l'avrebbe aspettato fuori dalla mensa, e così fece. Quando ebbero preso il loro pranzo, s'incamminarono alla ricerca di un tavolo, finchè sentirono qualcuno che li chiamava allegramente. Si voltarono incontrando Tracy che faceva un cenno da un tavolo poco lontano. "Hey ragazzi" li salutò mentre si sedevano.

"Ciao" la salutò timidamente Liam.

"Temevo avremmo dovuto mangiare in piedi" fece Hayden guardandola sollevata. Lei ridacchiò prima di concentrarsi su Liam.

"Allora Liam... com'è essere tornati a Beacon Hills? Eri a Los Angeles vero? Come ti invidio" fece sognante.

"Uhm- si, però sono tornato a Beacon Hills l'anno scorso"

"Davvero?" chiese Hayden sorpresa.

"Sì, ho frequentato la Devenford l'anno scorso"

"Come mai hai cambiato scuola?" chiese Tracy leggermente.

Liam si agitò nervosamente. Era un argomento che non gli piaceva affrontare. Fece per aprire bocca, cercando un modo per liquidare la domanda, quando qualcuno li distrasse.

Per la prima volta, Theo Raeken era stato utile almeno. Lui e un altro ragazzo scivolarono rispettivamente accanto a Tracy e Hayden. "Ragazzi, che fila pazzesca, cosa deve fare un uomo per avere il suo cibo?" si lamentò il ragazzo, drammaticamente.

"Uomo? Non vedo nessun uomo qui" fece Tracy sarcastica.

"Fottiti, Stewart"

"Molto maturo, Josh" commentò Hayden. Liam trasalì al nome, voltandosi a guardarlo. Così c'era anche Josh. A guardarlo bene, non era cambiato molto.

Anche lui incontrò il suo sguardo. "E lui chi è?" chiese curioso, tirandosi una patatina in bocca.

"Come chi è?" fece Tracy ridacchiando. "E' Liam"

"Liam.."

"Liam Dunbar, idiota"

Josh si bloccò con una patatina vicina alle labbra, la bocca che si socchiuse a formare una O. Mosse lo sguardo da Theo a Liam, poi di nuovo a Theo, che se ne stava seduto, fingendo indifferenza, anche c'era una leggera tensione appena visibile sulle spalle.

"Oh mio Dio, seriamente?" Josh lo guardò, un sorriso che si allargava sulle sue labbra. "Maledizione, non ti avrei mai riconosciuto, Dunbar" rise. "Quanto tempo è passato? Cinque anni?" Josh si voltò verso Theo "Dio mio ti ricordi quando-?"

"Sta zitto idiota" sbottò Theo interrompendolo. Liam alzò di scatto losguardo su di lui, quasi sorpreso.

"Uh okay, sta calmo, amico" Josh sbuffò alzando le mani in segno di resa, prima di tornare alle sue patatine

"Parliamo d'altro okay?" s'intromise Hayden in un tentativo incoraggiante, voltandosi a guardare Liam seduto alla sua destra. Liam la guardò, e gli rivolse un sorriso grato.

Theo spostò lo sguardo da Liam a Hayden piu' volte, prima di commentare, a voce forse un po' troppo alta "Come sta il tuo ragazzo, Hayden?" chiese, sorridendo con indifferenza, rubando una patatina a Josh "E' un po' che non lo vedo in giro"

Hayden si tese, e Liam perse un battito. Quindi Hayden ha il ragazzo... "Sta bene, Theo"

"E' ancora alle medie?" Hayden arrossì, e Liam la guardò confuso.

"Sì Theo" rispose acidamente. "Come l'ultima volta che me l'hai chiesto"

"Theo, piantala di fare lo stronzo" Tracy roteò gli occhi, come se non stesse assistendo a niente di nuovo.

"Credo sia impossibile" commentò Josh dal suo angolo. "L'ho sempre detto io, stronzo doveva essere il suo secondo nome. Hai mai pensato di cambiarlo?" fece Josh allegramente

"Sta zitto Josh"

"Stai bene?" sussurrò Liam a Hayden.

Lei lo guardò. "Sì" Diede una scrollata di spalle. "Ho smesso di curarmi di quello che dice Theo anni fa"

"Guarda che ti sento"

"Fantastico. Allora fottiti, l'hai sentito questo?"

Theo sbuffò irritato. Le labbra di Liam s'inclinarono in sorriso. Avrebbe voluto avere lui la sfacciataggine di Hayden. Probabilmente ora non si troverebbe in quel casino.

Theo si voltò di scatto a guardarlo, le labbra serrate. "Lo trovi divertente, Dunbar?" Liam trasalì, alzando la testa verso di lui, il ricordo di Theo che lo sbatteva al muro violentemente ben vivido nella memoria. Theo fece un verso di scherno. "Non ti senti patetico a stare qui cinque anni dopo ancora a sperare che la stessa ragazza ti guardi? Cosa farai, scriverai un'altra lettera d'amore?"

Liam arrossì furiosamente, ma non fece in tempo a parlare che Hayden si tirò in piedi, la sedia che strideva forte sul pavimento. "Sei un tale stronzo" Stavolta non c'era alcuna allegria o divertimento nella voce di Hayden. "Quando crescerai?" Hayden prese la sua borsa e posò una mano sulla spalla di Liam "Andiamocene, Liam. Tracy, ci vediamo all'uscita"

Tracy annuì debolmente.

Quando Hayden e Liam furono spariti dalla mensa, Tracy si voltò verso Theo sconcertata. "Ma che ti prende? C'era davvero bisogno?"

Theo la ignorò spudoratamente. Tracy sbuffò irritata, prima di alzarsi e uscire a sua volta.

"Non dire niente" disse solo Theo a Josh.

"Non dirò niente" fece lui, serio. "Ma credevo l'avessi superata"

Theo rimase zitto qualche secondo a disagio "Lo pensavo anche io"

*

Theo non fu sorpreso di scoprire che Liam non era dove gli aveva detto di incontrarlo. Lo aspettò comunque qualche minuto, prima di partire verso casa.

Quando entrò dalla porta d'ingresso, puntò direttamente verso le scale, abituato che a quell'ora non c'era mai nessuno in casa, visto che suo padre lavorava fino a sera. Così quando qualcuno chiamò il suo nome, sobbalzò, fermandosi in mezzo alle scale. Si voltò per incontrare Jenna. La donna gli sorrise dalla soglia del soggiorno. "Ciao, caro... Liam non è con te?" chiese guardandosi intorno.

Quindi Liam non era tornato a casa. Theo sentì una punta di senso di colpa guardandola. "Non... l'ho visto, probabilmente è... con Mason"

"Be' allora lo chiamerò tra poco. Vuoi fare merenda? Ho fatto una torta" disse lei allegramente, gli occhi speranzosi.

"Una torta?" chiese Theo, come se non avesse mai sentito dire una cosa del genere.
"Sì, non ti piacciono i dolci forse?"

"Uh- no, sì mi piacciono" Theo scese di nuovo le scale, seguendola in soggiorno. Si sedette al tavolo, in attesa, finchè Jenna tornò con un piattino e due caffe'. Li posò davanti a lui, tenendo una tazza per sé.

"Com'è andata a scuola?"

"Bene, credo- come al solito" rispose lui, stuzzicando la torta col cucchiaino, dando una scrollata di spalle.

Jenna sembrò esitare per un momento, prima di sporgersi piu' avanti sul tavolo. "Senti, posso chiederti... un favore?"

Theo la guardò con le sopracciglia alzate in uno sguardo interrogativo. "Che tipo di favore?" chiese esitante.

"Riguarda Liam. Io- sono un po' preoccupata per lui. Lui non me l'hai mai detto, ma credo che sia stato spesso vittima di bullismo a scuola, o qualcosa del genere... è così riservato, non parla mai di sé, ed è così gentile" Jenna sorrise all'ultimo aggettivo "-che probabilmente è facile per lui diventare un bersaglio" Theo sentì di nuovo un'ondata di senso di colpa travolgerlo, mentre distoglieva lo sguardo dalla donna. "C'è.. stato un incidente nella sua ultima scuola, e non voglio che ricapiti."

"Che... tipo di incidente?" chiese Theo incerto.

"Credo spetti a Liam dirtelo" fece Jenna mestamente. "Però mi piacerebbe che lo tenessi d'occhio, ecco- che gli dessi una mano"

"Io.." Theo deglutì "non credo di essere la persona giusta per questo" Incontrò lo sguardo preoccupato di Jenna "Però ci proverò" si arrese con una scrollata di spalle.

Jenna gli sorrise "Grazie, Theo" Finì il suo caffè e poi si alzò a fatica. "Bene, torno a disfare i bagagli. Finisci la torta, mi raccomando"

E si allontanò con un sorriso gentile.


Una volta finito, Theo si incamminò verso la sua stanza. Si voltò verso la stanza di Liam dove sentiva i movimenti di Jenna che apriva le varie scatole. Indugiò, poi sospirò, buttando lo zaino in terra in cima alle scale e aprendo la porta, fermandosi sulla soglia. Jenna si voltò. "Serve una mano?"

"Oh tesoro- Non devi, se non vuoi, immagino tu abbia da studiare-"

"In realtà, no- non ho nulla da fare" disse Theo raggiungendola e prendendo il taglierino da terra per aprire una nuova scatola.

"Uh grazie allora" gli sorrise lei, tornando al lavoro.


Theo si concentrò sul lavoro per distrarsi, tirando fuori vari soprammobili e cornici varie. Si fermò a guardarne una che ritraeva un piccolo Liam, probabilmente aveva appena 7 anni, abbracciato a un uomo. Entrambi ridevano felici. Theo immaginò che dovesse essere suo padre. Posò la cornice in terra con le altre, e tornò a frugare nella scatola, tirando fuori qualche libro. Ne scorse uno a uno, posandoli di volta in volta in terra, finchè non si fermò riconoscendone uno.

Non era un libro. Era un fumetto. Era stropicciato e sporco di fango. Era impossibile non riconoscerlo. Theo lo guardò ammutolito.

Sentì Jenna avvicinarsi. "Oh attento con quello" rise leggermente. "Liam ci tiene tantissimo. Fu un regalo di suo padre" Theo perse un battito "Lo ha fatto cadere in una pozzanghera giocando, è stata l'unica volta in cui l'ho visto davvero piangere" concluse con un sorriso triste.

Theo tornò a guardare il fumetto nelle sue mani, sentendosi improvvisamente stordito.

*

Quando Liam rincasò quella sera, trovò sua madre impegnata in cucina. La salutò velocemente prima di correre in camera. A quanto pare Theo non era ancora tornato. Era quasi un sollievo. Posò lo zaino in terra, e pensò di fare una doccia nel frattempo. Notò che sua madre aveva ammucchiato in un angolo qualche suo vestito. Prese una maglia e dei pantaloncini, prima di fiondarsi in bagno.

Quando rientrò, i capelli ancora umidi, e i vestiti puliti addosso, trovò Theo seduto alla scrivania davanti al portatile. Il ragazzo alzò lo sguardo per guardarlo, ma Liam lo ignorò, puntando al letto.

Ignorarlo probabilmente era la cosa migliore. Ho smesso di curarmi di quello che dice Theo anni fa

Hayden aveva ragione. L'unica cosa che poteva fare era non dargli importanza.

Sentì Theo alzarsi e avvicinarsi, e ciò lo spinse a malincuore ad alzare lo sguardo. Theo non disse nulla, ma gli porse una busta di plastica rossa. Liam la guardò con sospetto senza prenderla. "Cos'è?"

Theo si passò una mano sui capelli. "Ascolta, mi dispiace per prima" disse a malincuore.

"Come scusa?" chiese Liam sconcertato.

"Mi hai sentito, idiota" Liam alzò un sopraccigliò. Theo espirò seccato. "Mi dispiace per quello che ho detto, e mi dispiace per ieri sera. Tua madre è una brava persona, e mio padre è felice... come non lo era da anni. Anch'io voglio che funzioni. Quindi prendi questo e basta, Dunbar"

"Cos'è?" ripetè Liam piu' calmo, alzandosi e allungando la mano.

"Un'offerta di pace"

Liam lo squadrò dubbioso, prima di infilare una mano nella busta. Quello che tirò fuori gli fece mancare un battito. Era la stessa copia del fumetto che suo padre gli aveva regalato anni prima, lo stesso che Theo aveva rovinato. Liam restò a guardarlo con gli occhi spalancati.

"E' questa la tua soluzione?" chiese Liam debolmente.

Theo scrollò le spalle. "Non posso tornare indietro nel tempo, però posso aggiustare quello che posso"

"Aggiustare?" Liam sibilò "Pensi che sia qualcosa che tu puoi aggiustare? Pensi che questo basti-?"

"E' solo uno stupido fumetto, Dunbar-"

"No non lo è!" gridò Liam, sentendosi per la prima davvero arrabbiato. "Non lo è mai stato, niente lo è mai stato! Tu non capisci- non è qualcosa che puoi semplicemente sostituire, non basta chiedere scusa!" Theo trasalì, facendo mezzo passo indietro. Liam sembrava aver perso il controllo "Quando hai schiacciato i miei stupidi occhiali sotto i tuoi piedi, tu hai schiacciato qualunque fiducia io potessi avere in me stesso! Quando hai letto la mia stupida lettera davanti a tutti, tu ti sei preso gioco dei miei sentimenti! Quando hai buttato questo stupido fumetto nel fango, è come se avessi buttato dalla finestra un pezzo di mio padre! E quando continuavi a chiamarmi Dumbar, era come se mi ricordassi ripetutamente che ero troppo stupido per fare qualunque cosa! Quindi, pensi che sia qualcosa che tu possa aggiustare?!" Liam prese fiato, la vista che si appanava "La risposta è no, niente, niente... di quello che farai o dirai... mi ridarà tutto questo!"

E sotto gli occhi sconvolti di Theo, Liam girò i tacchi sbattendosi la porta alle spalle.

 

CONTINUA

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Capitolo 3
*** Se me lo permetterai.... ***


3. Se me lo permetterai...


Quando Liam sparì, sbattendosi alle spalle la porta, Theo restò a guardare la porta chiusa per una manciata di secondi, prima di trovare la forza di seguirlo, almeno fino al pianerottolo. Da lì guardò impotente mentre Liam sfrecciava davanti a sua madre, appena apparsa dalla porta della cucina, uno straccio ancora in mano, e l'espressione confusa. Liam si sbattè anche la porta di casa alle spalle, un rumore sordo che risuonò nelle orecchie di Theo come un colpo di cannone.

Jenna guardò sconvolta la porta, per poi alzare lentamente lo sguardo su Theo. "Che è successo?" chiese debolmente, agitata. Theo deglutì un paio di volte, un groppo in gola che sembrava non voler sparire. Restò a guardare ancora la porta chiusa, un fischio nelle orecchie che sembrava coprire tutto il resto. Ci mise un po' a realizzare che Jenna aveva effettivamente chiesto qualcosa, e che forse si meritava una spiegazione. Una spiegazione che lui non sapeva dare.

Pensi che sia qualcosa che puoi aggiustare? No, niente di quello che avrebbe fatto, avrebbe mai cancellato dalla sua memoria l'espressione di dolore sul viso di Liam mentre gli urlava l'amara verità che da bambino gli aveva sempre taciuto. Verità che probabilmente non avrebbe nemmeno compreso all'epoca. Dopotutto era solo un ragazzino stupido e arrogante, che non sapeva quello che stava facendo.

Niente... di quello che farai o dirai... mi ridarà tutto questo! Theo sollevò il viso per incontrare quello ancora sconvolto di Jenna, e sentiva gli occhi bruciare, un nodo che gli opprimeva la gola rendendo difficile respirare, figuriamoci parlare.

"Mi dispiace" fu tutto quello che disse, prima di tornare nella sua stanza, l'eco della porta sbattuta da Liam che ancora gli riecheggiava nelle orecchie.

*

Non sapeva dove stava andando. Sapeva solo che voleva allontanarsi da lì. Sentiva le vertigini, e il fiato corto, che non aveva nulla a che fare con la corsa che aveva fatto per allontanarsi da casa. Si fermò solo quando fu a parecchi isolati di distanza, immobile, fermo sul ciglio della strada. Liam fece un respiro profondo cercando di calmare il battito cardiaco. Sentiva le lacrime bagnargli le guance e alzò la mano destra per asciugarle con stizza. Mentre la rabbia si dissipava, la vergogna si faceva strada sotto forma di ricordi, flash, di quello che aveva urlato a Theo. Sentì il rossore invadergli il viso, una sensazione di caldo bruciante all'altezza del viso e del petto, come se qualcuno gli avesse accesso un fuoco sotto pelle. Seppellì il viso tra le mani, rilasciando un gemito frustrato. Non ci posso credere che l'ho fatto davvero. Sapeva che non poteva tornare indietro ora. Così riprese a camminare piu' lentamente, piu' calmo, ma pur sempre senza meta.

Liam non si arrabbiava mai. Il suo terapista diceva che vergognarsi della propria rabbia era un'altra caratteristica della sua fobia sociale. Spesso si era chiesto perché non fosse capace di liberarsi, dare sfogo alla rabbia che gli inondava il cervello, di imprecare, urlare e spaccare oggetti, come chiunque altro, invece che tenersi tutto dentro. Se l'era chiesto spesso, soprattutto da bambino, mentre rimaneva immobile a sopportare le crudeltà di Theo. Forse era perché preferiva che ogni cosa sembrasse al suo posto anche quando non lo era. Perchè odiava quel profondo, improvviso e sgradevole senso di nudità, di sentirsi scoperti, spogliati, smascherati che segue sempre uno sfogo di rabbia. Perchè la rabbia e' un modo per mettere a nudo davanti agli altri le proprie debolezze, i propri punti deboli. Aveva letto da qualche parte che per conoscere veramente qualcuno, devi scoprire cosa lo fa arrabbiare. Ed era vero. Ma Liam odiava chi era, per questo odiava arrabbiarsi. E odiava averlo fatto ora proprio davanti a Theo Raeken fra tutte le persone.

Senza rendersene conto si ritrovò davanti al cancello del vecchio parcogiochi, in cui sua madre lo portava sempre da bambino. Restò per un attimo immobile a guardare il vecchio cancello arrugginito e chiuso da un grosso lucchetto. Poi, senza ulteriori indugi, si arrampicò, una mano alla volta, una gamba alla volta, saltandolo e atterrando con un tonfo sordo sul terreno fangoso. Lì nessuno lo avrebbe trovato. Ed era tutto quello che poteva chiedere ora.

*

"Sono preoccupata" fece Jenna, l'angoscia nella voce, mentre allontanava il cellulare dall'orecchio per l'ennesima volta, posandolo sul tavolo. Paul le posò una mano sulla spalla, in piedi dietro di lei.
"Sono sicuro che sta benissimo, sarà andato a fare una passeggiata, per schiarirsi le idee... tornerà presto" le disse, cercando di essere il piu' rassicurante possibile. Ma la tensione nelle sue spalle e le labbra serrate dicevano altro.

"Non capisco cosa è successo" Jenne abbassò la voce, come se temesse che Theo potesse sentirla. Come se Theo non fosse in cima alle scale, seduto sull'ultimo gradino, ascoltandoli di nascosto. "Sembrava tutto okay oggi pomeriggio. Forse è colpa mia-" Il panico si insinuò sempre di piu' nella voce di lei "Forse ho sbagliato- abbiamo sbagliato, i ragazzi-"

Theo si spinse in piedi scendendo le scale velocemente. "Non è colpa tua" borbottò apparendo sulla porta.
Paul lo guardò esasperato. "Che diavolo è successo, Theo?" sibilò.

"Non è colpa vostra, voi non c'entrate, è una cosa- che riguarda me e Liam" Theo alzò una mano verso di loro, la voce agitata ma decisa.

"Sai che non possiamo accontentarci di questo? Siamo i vostri genitori, si suppone che voi andiate d'accordo per far funzionare le cose, o che almeno ci proviate. Sono passati solo due giorni, e uno di voi corre già fuori casa sbattendosi la porta alle spalle, non possiamo solo-" Paul rispose, frustrato.

"Lo sistemerò. Io- lo sistemerò" Theo entrò nella stanza, allungando una mano verso la chiave dell'auto appoggiata sul mobile della tv.

Jenna si portò una mano alla fronte, e Paul strinse la presa sulla sua spalla. "Cosa vuoi fare ora?" chiese, suonando esausto.

"Lo vado a cercare, e lo riporto qui" dichiarò Theo, senza guardarli di nuovo e fiondandosi fuori casa.

*

Rannicchiato nella piccola casetta in cima allo scivolo, la schiena contro l'asse di legno, e le ginocchia strette al petto, Liam ascoltava il silenzio, i suoi pensieri e il thump thump agitato del suo stesso cuore come unica compagnia. Il cielo era cupo, come se fosse ancora indeciso se lasciar piovere o no, e cominciava davvero a far freddo. Era uscito solo con una maglia leggera, e aveva ancora i capelli umidi dalla doccia. Rabbrividì, stringendosi le ginocchia ancora di piu', come se così potesse attingere a un po' di calore.

Sua madre era senz'altro preoccupata. In preda all'impulso del momento, non aveva nemmeno preso il cellulare. Non aveva idea di quanto tempo fosse passato. Forse minuti, forse ore. Ma non voleva tornare ancora. E rivedere Theo. Theo. Cosa starà facendo Theo ora? Sarà nella loro camera, a ridere di lui, della sua sfuriata e di quanto doveva essere suonato patetico? Sua madre gli avrà fatto delle domande? Theo gli avrà detto la verità? Il suo cuore perse un battito: sua madre non doveva scoprirlo. Avrebbe rovinato tutto.

Ripensò al fumetto. Theo lo aveva comprato per lui. Superato ora lo shock iniziale del trovarselo all'improvviso davanti, poteva chiaramente vedere le buone intenzioni dell'altro ragazzo. Forse era davvero il modo di Theo per scusarsi per quello che aveva fatto. Ricominciare, sostituendo qualcosa di danneggiato con qualcosa di completamente nuovo. Rifare tutto daccapo. Il problema era che Theo ignorava l'entità del danno che gli aveva causato. Era qualcosa per cui non sarebbe bastato quel singolo gesto. Non sarebbe bastato aggiustare quel singolo pezzo, perchè il danno era talmente esteso, talmente vario, su talmente parti di sé che a quel punto non sapeva nemmeno se qualunque cosa sarebbe mai stata sufficiente per tornare integro.

Liam sospirò di nuovo afflitto, tremando, e stringendosi ancora di piu'.


"Davvero, non sei cambiato per niente"

La voce proveniente dal nulla di Theo lo fece letteralmente saltare sul posto. Sciolse la presa sulle ginocchia per potersi voltare. Sbalordito, incontrò attraverso gli spazi tra le assi laterali della casetta, il volto teso e serio di Theo, in piedi sotto di lui, a pochi passi di distanza dallo scivolo.

"Che fai qui?" chiese Liam, la voce piena di sorpresa e qualcosa che suonava tanto come disperazione. "Co-come mi hai trovato?"

Theo scrollò le spalle alla domanda. "Ti nascondevi sempre lassù quando da bambini giocavamo qui e qualcuno ti infastidiva o ti prendeva in giro" Fece un altro passo in avanti, le mani nella tasca della felpa, senza però mai distogliere lo sguardo da lui. "Probabilmente pensavi che lì nessuno ti avrebbe visto piangere, ma... sbagliavi. Ti vedo"

Liam si voltò per nascondere il viso, e alzò di nuovo una mano ad asciugarsi gli occhi con stizza. "Immagino che con 'qualcuno' tu intenda te" disse con amarezza, fissando un punto in lontananza davanti a se'.

"Non ero solo io" disse Theo lentamente, come se quello facesse una grande differenza. Fece un altro passo.

"Tu eri l'iniziatore. Sempre." Liam serrò le labbra, trovando finalmente il coraggio di tornare a guardare il ragazzo sotto di lui, una sorta di furia silenziosa nel suo sguardo. "E non ho mai saputo il perchè. Cosa diavolo ti avevo mai fatto per meritarmi una cosa del genere?"

Theo per la prima volta abbassò lo sguardo, dondolando sui suoi piedi, come in cerca delle parole giuste. "Ero un ragazzino ed ero stupido" disse alla fine, tornando a guardarlo, le sopracciglia corrucciate in un'espressione colpevole. "A volte lo sono ancora." Theo si strinse nelle spalle. "Mi dispiace, per il fumetto-"

"Ti ho già detto che-"

"Non era mia intenzione rimpiazzarlo. So che non posso. Speravo di poter compensare per quello che ho fatto in passato, ma forse hai ragione tu, non si può. Così come non posso tornare indietro nel tempo e cambiare le cose. Se potessi lo farei. Tutto quello che posso fare è chiedere scusa. E cercare di fare meglio d'ora in poi... se me lo permetterai"

Liam rimase in silenzio, gli occhi incastrati in quelli di Theo. Poi abbassò lo sguardo, come in segno di resa. Theo fece un altro passo avanti "Posso salire?" chiese esitante.

"E' un luogo pubblico, puoi fare quello che ti pare" fece Liam brusco.

"Non ora"

Liam lo guardò di nuovo, attentamente. Poi scrollò le spalle con un sospiro "Sali"


Le spalle di Theo si rilassarono visibilmente, le labbra inclinate in un piccolo sorriso, mentre con un salto, si arrampicava sulla piccola costruzione. Liam lo seguì con lo sguardo, scettico, le sopracciglia aggrottate, mentre Theo balzava dentro. "Seriamente? Non potevi usare le scale?" sbuffò Liam, mentre Theo si lasciava cadere a pochi passi da lui.

"Dov'è il divertimento in questo?" Theo gli rivolse un tentativo di sorriso.

Liam lo guardò di nuovo, prima di distogliere lo sguardo, un lieve rossore che gli si faceva strada sul viso al ricordo della sua sfuriata. "Mi dispiace, di averti urlato contro in quel modo" disse debolmente.

"Non scusarti, idiota" Theo fece brusco "Me lo sono meritato, anzi... forse avresti dovuto atterrarmi e darmi un pugno. Sarebbe stato il minimo" Liam lo guardò sconvolto, come se la sola idea lo terrorizzasse. "Sono serio"

Liam scosse la testa, lasciandosi scappare uno sbuffo divertito. "Be' me ne ricorderò per il futuro"

Anche Theo sorrise, tirandosi indietro con la schiena finchè non riposò completamente contro la superficie fredda di legno. Restarono in silenzio per un po', le teste inclinate verso l'alto, persi ad osservare il cielo stellato visibile oltre la recinzione attorno a loro.

"Sai" disse Theo dopo un po' "Forse dovremmo tornare, tua mamma era davvero preoccupata. E mio padre sì che sembrava davvero volermi dare un pugno"

"Tu... gli hai detto... gli hai detto que-?"

Theo scosse la testa. "No, non ce l'ho fatta. E poi ho pensato che non volessi che lei lo sapesse, altrimenti gliene avresti parlato anni fa"

"Davvero?" gli chiese Liam, sorpreso.

Theo annuì. Poi sospirò. "Prima che tu arrivassi a casa, mi ha chiesto di prendermi cura di te. Temeva che qualcuno potesse darti fastidio e prenderti di mira..." Theo fece uno sbuffo pieno di amarezza. "Se solo sapesse... probabilmente mi odierebbe anche lei" Theo chinò il capo.

Liam seguì il suo movimento. "Io non ti odio" disse poi lentamente.

Theo rise scettico. "Ti ho già detto che non dovresti farmi sentire meglio, dovresti urlarmi contro e picchiarmi-"

"Io non ti odio" ripetè Liam piu' deciso. "Odio il modo in cui mi hai fatto sentire per tutti questi anni. Odio il fatto che non sono mai riuscito a difendermi o a reagire. Odio il non aver mai saputo cosa dire. Odio quei brutti ricordi. Ma non odio te. Eri un ragazzino, e tutti facciamo cose stupide da ragazzini, no? Anch'io lo ero. Ero un codardo, e probabilmente lo sono ancora. Però forse ora possiamo essere diversi. Tutti e due. Se ci lasciamo questa storia alle spalle, magari io sarò piu' forte e tu...-"

"Meno un coglione?" suggerì Theo.

"Mi hai tolto le parole di bocca" Le labbra di Liam si inclinarono in un sorriso genuino, e gli occhi di Theo indugiarono sul suo viso mentre rideva anche lui.

Sprofondarono di nuovo in un silenzio, stavolta meno carico di tensione. Ascoltarono i grilli cantare nella notte, mentre le nuvole che coprivano il cielo lentamente correvano via. Poi Theo prese un bel respiro. "Che ne dici se torniamo a casa ora?" Si alzò, porgendo tentativamente una mano a Liam, che la guardò incerto prima di annuire.

"Torniamo a casa"

*

Non appena Theo aprì la porta di casa, Jenna si fiondò nell'ingresso lanciandosi tra le braccia di Liam e stringendolo in un abbraccio stritola-ossa. Theo incrociò lo sguardo di Paul, che l'aveva seguita lentamente. L'uomo gli fece un cenno, rivolgendogli un sorriso, che Theo ricambiò debolmente.

"Ero così preoccupata, tesoro! Non fare mai piu' una cosa del genere" esclamò Jenna, dandogli un'ultima stretta prima di allontanarsi, le mani ancora sulle spalle di Liam, studiandolo attentamente come in cerca di qualche ferita visibile.

"Mi dispiace, mamma, avevo solo bisogno.... di stare un po' da solo" si scusò Liam, sentendo una morsa di senso di colpa attanagliargli lo stomaco.

Jenna guardò prima lui poi Theo "Cosa è successo?" chiese angosciata.

Theo vide il modo in cui Liam si era teso alla domanda e s'intromise. "Noi solo- abbiamo discusso..." tentennò "-per la doccia!" Jenna, Paul e Liam lo guardarono scettici.

"Sei... corso via di casa... per via di una lite sulla doccia?" chiese Jenna, tornando a guardare Liam quasi diverita, come se non si bevesse una singola parola.

"E' una.... bella doccia?" tentò Liam, allargando le sopracciglia.

Theo sbuffò, in un vano tentativo di trattenersi, prima di scoppiare a ridere. Jenna li guardò confusa, mentre Paul le si avvicinava, posandole una mano sulla spalla. "Vedi? Ora sembra tutto apposto" le sussurrò all'orecchio, mentre Liam spingeva Theo. "Non ridere, idiota" gli sibilò, mentre l'altro continuava a ridere. Liam poi lo imitò, la tensione che li abbandonava piano piano.

Magari ci sarebbe voluto tempo, ma era qualcosa su cui potevano lavorare. Qualcosa che potevano far funzionare... per il bene di tutti quanti.

*

Quando l'allarme sotto il suo cuscino cominciò a suonare, Theo gemette, il viso sprofondato nel cuscino, cercando a tentoni il telefono per spegnerlo. Quando fu finalmente zittito, sospirò sdraiandosi di schiena, gli occhi persi nel fondo dell'armadio sopra di lui.

Liam si lamentò nel sonno, facendo sì che gli occhi di Theo si trascinassero su di lui. Theo si voltò su un fianco, un sorriso che gli increspò le labbra quando incontrò la sua espressione pacifica, le labbra socchiuse mentre dormiva ancora profondamente. Cavolo, era davvero difficile da svegliare! Si alzò a sedere, afferrando il cuscino e tirandoglielo di nuovo in faccia.

Liam sobbalzò impaurito, afferrando il cuscino mentre scattava seduto. "Che-" Incontrò il ghigno di Theo. "Smettila, idiota" Liam sbuffò tirandogli indietro il cuscino. Theo lo afferrò al volo, ridendo. "Allora- anche oggi mi mollerai a metà strada?" volle sapere Liam, mentre si alzava, corrucciato, senza guardarlo e marciando verso i suoi vestiti ammucchiati in angolo.

"Be', dipende. Vuoi che tutti pensino che te la fai con me?" chiese Theo, con una scrollata di spalle e l'espressione tranquilla, ancora seduto comodamente sul letto.

Liam si voltò a guardarlo di scatto con gli occhi sbarrati "Cosa? Pe-perchè dovrebbero pensare una cosa del genere?!"

"Be'... perchè sono io" rispose solo Theo, rivolgendogli un sorriso malizioso

"Co-?" Liam aggrottò le sopracciglia, fermandosi "Questo sarebbe il tuo modo di fare coming-out con me?" chiese dubbioso e improvvisamente a disagio.

"Be' almeno ora-" Theo si alzò di slancio, puntando alla porta, diretto al bagno "-hai qualcosa per cui prendermi in giro nel caso tu voglia vendicarti"

Liam arrossì distogliendo lo sguardo "Non potrei farlo" gli sfuggì.

Theo si voltò a guardarlo dalla porta, studiandolo con attenzione. Poi un ghigno si fece strada sul suo viso. "Quindi anche tu-" Lo lasciò in sospeso perchè l'imbarazzo di Liam per aver ammesso così facilmente una cosa del genere era evidente.

"Ci vediamo di sotto!" Liam alzò la voce per impedirgli di aggiungere altro, schizzando tra Theo e la porta semi-aperta. Theo guardò la sua ritirata con un sorriso ancora piu' grande, scuotendo la testa nella sua direzione.

*

Dopo aver percorso le ultime centinaia di metri che lo separavano dalla scuola, Liam si diresse al suo armadietto. Lo aveva appena aperto, quando registrò dei passi di corsa avvicinarsi da un lato. Si sporse incontrando un Mason particolarmente agitato. "Hayden mi ha detto di quello che è successo ieri" disse soltanto, sbattendo la mano sull'armadietto accanto al suo. Liam gli rivolse un'espressione confusa. "Theo." aggiunse, infervorato. "Mi ha detto che l'ha fatto di nuovo. Quel figlio di- giuro che ora gliene dico quattro-"

"Mason, Mason- calmati- è tutto okay" Liam si affrettò a fermare la sua invettiva.

"Non è affatto okay, chi si crede di essere? Io-"

"Abbiamo parlato" esclamò Liam. Mason lo guardò sbalordito. "Sì, noi... abbiamo- diciamo che abbiamo chiarito le cose" Liam tornò a frugare nel suo armadietto alla ricerca dei libri.

Mason non sembrava affatto d'accordo "Liam, non si tratta di qualcuno con cui hai avuto una discussione o cose del genere. Lui è stato- perfido con te, per anni. Torni e si comporta come se avesse ancora dieci anni. Come si chiarisce una cosa del genere?"

Liam degludì, chiudendo l'armadietto con i libri stretti in mano e guardando il ragazzo di fronte a lui. "Lo so, non potrò mai dimenticare quello che ha fatto, ma... possiamo provare a ricominciare daccapo?" tentò Liam.

"Perchè vorresti fare una cosa del genere? Non si merita una seconda possibilità, non si merita niente" protestò Mason, abbassando la voce quando altri studenti cominciarono a circondarli, impegnati ad aprire i loro armadietti.

Liam sospirò afflitto. Poi si guardò intorno con circospezione. "Guarda, posso dirti una cosa? Però devi promettermi che resterà tra di noi per ora" Mason inarcò le sopracciglia. "Non dovrai dirlo nemmeno a Corey"

"Non posso prometterti questo" fece Mason debolmente.

"Okay" Liam lo prese da una spalla, tirandolo lontano da orecchie indiscrete. Prese un respiro. "Io sono tornato a Beacon Hills per un motivo, in realtà. Mia mamma... si risposerà, tra qualche mese."

"Uh è fantastico-"

"Sì lo è. E' felice ora e voglio che continui ad esserlo"

"Mi sembra giusto, Liam, ma non capisco cosa-"

"Ieri ci siamo trasferiti a casa del suo fidanzato. In via di prova, in attesa del matrimonio. E-" Liam fece un altro respiro. Ancora dirlo suonava strano perfino a lui. "Lui è il padre di Theo"

Cadde il silenzio. Mason sembrò impiegare qualche secondo per recepire la cosa. Liam lo vide lentamente allargare gli occhi. "Cosa?" gridò. Parecchie persone si voltarono verso di lui.

"Shh non voglio che lo sappiano tutti prima del tempo!"

"Mi-mi stai dicendo che Theo sarebbe ... cosa ? Tuo fratello ora?"

"Fratellastro. O almeno lo saremo quando i nostri genitori si sposeranno"

"Oh mio Dio, questo è assurdo"

"Sì, lo è" concordò Liam, le spalle che si afflosciavano. Si guardò di nuovo freneticamente intorno, prima di tornare a Mason "Guarda, andare d'accordo con Theo non è qualcosa che avrei mai voluto provare a fare, visto quello che è successo in passato. Ma è qualcosa che devo fare... per mia madre. Per Paul. Loro meritano di essere felici, e io e Theo... non possiamo rovinare tutto solo... per... delle cose successe quando eravamo bambini"

Mason restò in silenzio ad osservarlo. Ora sembrava visibilmente piu' calmo, probabilmente aveva colto il punto di Liam. "Sì... immagino che sia così" mormorò alla fine. "Però- se solo prova a fare qualcosa di nuovo, io ti giuro su Dio, Liam, che-" riprese, di nuovo infervorato.

Liam ridacchiò. "Sì, lo so, lo farai a pezzi"

"Lo ucciderò" corresse Mason determinato, ricambiando il suo sorriso. "Comunque, sta tranquillo, è un segreto che posso mantenere, ma sai che- prima o poi si verrà a sapere, vero?"

Liam scrollò le spalle. "Sì, lo so. A me non importa in realtà. Però preferisco aspettare che la situazione si calmi, capisci?"

"Bene" concordò, poi scoppiò a ridere. "Oh mio Dio, non ci credo che Theo è tuo fratello" Liam lo spinse allegramente, mentre incominciavano a camminare verso la loro classe.

"Fratellastro" lo corresse di nuovo Liam con uno sbuffo.

*

Alla fine della giornata scolastica, Liam stava beatamente camminando per il corridoio ormai già quasi deserto, diretto in biblioteca per incontrare Mason, quando qualcuno pensò fosse una buona idea sequestrarlo.

Non fece in tempo ad emettere nemmeno un suono, che una mano si cinse attorno al suo polso, sbucata da una porta socchiusa, tirandocelo dentro, e nemmeno con delicatezza. Restò a guardare Theo che se la chiudeva alle spalle con fare circospetto. Liam lo guardò scioccato. "Sei serio?"

Theo si voltò verso di lui, roteando gli occhi, anche se c'era una leggera spruzzata di rosso sulle sue guancie. "Okay" sospirò Liam "Perchè mi hai rapito?"

"Idiota, non ti ho rapito, non essere drammatico" Theo sbottò di nuovo acido. Imbarazzo finito.

"Volevo dirti che ho gli allenamenti, quindi non potrò accompagnarti a casa"

"Non potevi dirmelo a lezione o in corridoio come qualunque persona normale?" Theo non rispose. Però distolse lo sguardo, le labbra serrate in evidente disagio. Liam lo studiò. "Perchè non vuoi che scoprano che viviamo insieme?" chiese stringendo gli occhi.

"Non sono affari tuoi" rispose Theo velocemente. "Ora ho gli allenamenti" Lo scansò per puntare alla porta.

"E' perchè ti imbarazza che sia io?" gli gridò dietro Liam. Theo si bloccò, voltandosi verso di lui e incontrando l'espressione corrucciata e in evidente attesa di Liam.

Theo sospirò e stavolta parlò con voce piu' calma e gentile "No Liam, non è per questo. Non sono affari tuoi, perchè non riguarda te, quindi... semplicemente- tienitelo per te" Si voltò per aprire la porta. "Ci vediamo a casa" mugugnò mentre usciva. Sicuramente non era il momento giusto per dirgli che lo aveva spiattellato a Mason.

Sospirò, e stava per uscire quando il cellulare suonò. Lo tirò fuori e vide che era un sms di Mason


Oggi pratica di lacrosse, ti unisci a me per fare il tifo per Corey? (;

A quanto pare non avrebbe dovuto aspettare di arrivare a casa per rivedere Theo.

*

Liam non si aspettava tutto quel fermento al campo di lacrosse, solo per un allenamento.

"Che fa qui tutta questa gente?" sussurrò a Mason, mentre si arrampicavano sugli spalti in cerca di un posto. Mason roteò gli occhi senza degnare di uno sguardo le decine e decine di ragazzine, soprattutto, che li circondavano. "Theo" disse soltanto.

"Theo cosa?"

"Hai presente quando ti ho detto che Theo si crede il re di questa scuola? Be' qualcuno ce lo deve pur far credere" spiegò Mason. "Anche se in effetti è abbastanza figo, lo devo ammettere" sospirò poi, come se ammetterlo gli costasse una grande fatica.

In quel momento, la folla di ragazze cominciò a saltellare e schiamazzare, facendo sobbalzare Liam, che alzò lo sguardo verso il campo, dove Theo stava correndo verso la panchina a bordo campo, togliendosi il casco, il sudore che gli appiccicava i capelli alla fronte in un modo in cui chiunque altro sarebbe sembrato un mostro. Lui sembrava un modello pronto per un servizio fotografico.

Liam abbassò la testa tornando poi a Mason scettico "Non so proprio che ci trovino in lui" commentò, mentre le ragazze si lanciavano in una serie di gridolini eccitati quando Theo si rovesciò la bottiglietta d'acqua sulla testa, scuotendosi. Esibizionista, pensò Liam, mentre lo guardava.

Theo sollevò la testa, lo sguardo che sfrecciò sulla folla, fermandosi su di lui. Il cuore di Liam perse un battito mentre chinava la testa. Theo avrà pensato che lo stava fissando! Quando osò dare un'altra occhiata, vide il sorriso di Theo allargarsi prima di correre via, di nuovo verso i suoi compagni.

"E' un pallone gonfiato" commentò Mason, scuotendo la testa, catturando di nuovo l'attenzione di Liam.

"Uh-uh" si affrettò a concordare lui, spostando lo sguardo sul resto della squadra e notando finalmente Corey, che stava lanciando occhiatacce a Theo.

"A Corey non piace per niente Theo, eh" sussurrò a Mason.

"Uh, te l'ho detto, a nessuno piace veramente Theo. A parte Josh, e forse Tracy"

"Però Corey sembra particolarmente incazzato" osservò, inarcando le sopracciglia e ricordando le parole di Corey del giorno prima su Theo.

Mason sospirò. "Sai, non mi piace dirlo, ma... L'anno scorso, a inizio anno, c'è stato un piccolo... flirt... tra lui e Theo"

Liam lo guardò sbalordito "Davvero?"

"Sì, nel senso che Theo l'ha solo usato. Corey non glielo ha mai perdonato" Mason scrollò le spalle "Theo è così. Non gli importa particolarmente di nessuno, ragazzi e ragazze, è uno a cui piace divertirsi... non so se mi spiego"

Liam tornò a guardare il campo, gli occhi che trovarono Theo, mentre con un bel placcaggio stendeva un avversario e tirava in porta. "Mi sembra avessi detto che uscisse con Tracy però, no?"

"E' come ha detto Corey, lui se la fa con Tracy. È la cosa piu' simile a una relazione che ha mai avuto sicuramente, sì, ma non significa nulla, per nessuno dei due, probabilmente, altrimenti lui non la tradirebbe e lei non gliela farebbe passare liscia, no?"

"Immagino di sì" fece Liam pensieroso, tornando a guardare gli allenamenti con un cipiglio.

Comunque non che a lui importasse qualcosa di quello che faceva Theo fuori casa, quello che faceva con gli altri o perchè. Quello che gli importava era mantenere un rapporto civile con lui dentro casa.

 

Però....

A nessuno piace veramente Theo

Ho smesso di curarmi di quello che dice Theo anni fa

Ero un ragazzino ed ero stupido. A volte lo sono ancora.

Non sono affari tuoi, perchè non riguarda te

 

...non poteva fare a meno di chiedersi se ci fosse altro, se ci fosse un motivo dietro a quel comportamento che Theo aveva sempre avuto...

 

CONTINUA

 

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Capitolo 4
*** Solo i deboli piangono ***


4. Solo i deboli piangono

Era un placido noioso sabato pomeriggio, e Liam se ne stava seduto alla scrivania di Theo a fare i suoi compiti, approffittando del raro silenzio che c'era in casa dal momento che tutti erano fuori. Sua mamma e Paul erano andati a fare compere, Mason e Corey sarebbero usciti per un appuntamento, Theo era chissà dove, quindi non è che avesse di meglio da fare.

Questo finchè all'improvviso la porta della stanza si aprì con uno slam da far tremare le cornici appese alla parete. Liam alzò la testa quasi esasperato per urlare a Theo di fare piano almeno, ma incontrò una vista che gli fece sbarrare gli occhi inorridito.

Davanti a lui c'erano Theo e Tracy avvinghiati in un bacio disordinato, inciampando nella stanza, prima di cadere in un mucchio contorto sul letto. Liam restò a guardarli scioccato, troppo imbarazzato per trovare qualcosa da dire o da fare. Quella non era sicuramente una cosa che capitava tutti i giorni.

Probabilmente Tracy avvertì gli occhi di qualcuno su di lei – il famoso intuito femminile – perchè mentre Theo le baciava il collo, voltò la testa di lato incontrando gli occhi di Liam e assumendo la sua stessa espressione scioccata.


"Ehm Theo" biascicò lei debolmente

"Uh?" mugugnò lui, ancora preso dal suo collo.

Tracy spostò le mani dal collo di Theo alle spalle per spingerlo via. Theo alzò il viso per guardarla seccato "Che c'è?!" sbuffò.

Quando vide che Tracy guardava da un lato, seguì il suo sguardo. Trasalì incontrando gli occhi di Liam, spalancati e il viso in fiamme. Questo sarebbe stato difficile da spiegare.

"Cosa ci fa Liam Dunbar nella tua camera da letto?" chiese Tracy con tutta la calma possibile che riuscì a radunare, tornando a guardarlo dal suo posto ancora sotto di lui

"Uhm" tentò Theo tornando a guardarla "Tu ignoralo e basta"

Liam inarcò un sopracciglio allibito. Davvero, Theo?

Tracy parve della stessa opinione. "Theo!" esclamò spingendolo indietro e mettendosi seduta.

"Ugh" protestò Theo roteando gli occhi scivolando di lato e tirandosi a sua volta a sedere, evitando accuratamente di guardare Liam e concentrandosi sulle cornici appese per le stanza con una faccia indecifrabile.

"Allora volete spiegare?" chiese però Tracy, spostando lo sguardo dall'uno all'altro.

"Uhm io credo che me ne andrò, sì" fece Liam, alzandosi velocemente e puntando alla porta a testa bassa.

"Aspetta stronzo, non puoi filartela così!" protestò Theo.

"E' la tua ragazza, non la mia"

"Questa è colpa tua, che cavolo ci fai qui poi?"

"Questa è anche casa mia, ti ricordo-"

"Perchè non sei in giro con Mason o chissà chi come qualsiasi altra persona normale fa di sabato?"

"Scusa se avevo da studiare" ribattè Liam acido roteando gli occhi.

"Chi studia di sabato pomeriggio?!" Theo strinse gli occhi nella sua direzione, incredulo

"Qualcuno che non è un idiota"

"Ho i miei dubbi su-"

"Aspettate, aspettate-" esclamò Tracy zittendoli, lo sguardo che si muoveva freneticamente tra l'uno o l'altro "Voi due vivete insieme?!" Nessuno rispose. "No, questa non è nemmeno la mia prima domanda" Tracy li guardò con gli occhi sbarrati "Voi due... siete amici?!"

"No" "Ci stiamo lavorando" fecero Liam e Theo contemporaneamente.

Theo roteò gli occhi. E la guardò. "Appunto. Ci stiamo lavorando" aggiunse con una smorfia.

"Oh mio dio" rise Tracy scuotendo la testa.

"Okay, me ne vado" decretò Liam, completamente rosso e fiondandosi fuori dalla stanza prima che Theo potesse fermarlo. Si chiuse la porta alle spalle e si fiondò di sotto, chiudendosi nel salone, per non ascoltare. Una volta seduto sul divano, tirò fuori il cellulare incerto. Poi scrisse a sua madre.

Per curiosità, quando vengono i traslocatori?

*

"Oh mio Dio, questo è folle" Tracy stava ancora ridacchiando.

L'espressione di Theo però era tutt'altro che divertita, sembrava teso, perso, le labbra serrate, mentre fissava un punto lontano oltre la finestra. "Chi l'avrebbe mai detto che tuo padre avrebbe risposato proprio la madre di Liam Dunbar?! C'era una possibilità su un milione!"

Quello sembrò riscuotere Theo, che si voltò di nuovo verso di lei, ancora seduta accanto a lui. "Senti, non devi dirlo a nessuno, mi hai capito?"

"Scherzi? Oh mio Dio impazziranno tutti-" Tracy estrasse il cellulare, come se avesse davvero intenzione di scriverlo a tutti in quel momento.

Theo le afferrò bruscamente il polso che teneva il cellulare. "Non sto scherzando" aggiunse brusco, l'espressione corrucciata.

Tracy si lasciò sfuggire un gemito, strattonando via la mano. Theo la lasciò, un'espressione ora turbata. "Sei impazzito?" esclamò lei, guardandolo con gli occhi sbarrati. Theo non rispose, ma distolse lo sguardo, mordendosi il labbro quasi colpevole. "Qual è il tuo problema?" chiese poi lei sconcertata. "Perchè non vuoi che si sappia? Theo, le persone si lasciano e si rimettono insieme in continuazione. Non c'è niente di male in questo" aggiunse, rilasciando un verso tra l'esasperato e il divertito.

Theo fece uno sbuffo irritato, scattando in piedi e cominciando a camminare su e giu' per la stanza. Tracy lo seguì con lo sguardo. "O forse è perchè si tratta di Liam? Ti vergogni che sia lui?" chiese dopo qualche secondo, ad un tratto quasi disgustata.

"Non è questo" Theo si affrettò a dire, voltandosi di scatto verso di lei, ora quasi arrabbiato. "Vorrei che tutti smetteste di pensarlo! Non c'entra Liam in tutto questo!"

"Allora cos'è?" esclamò Tracy esasperata, alzandosi a sua volta e allargando le braccia. Theo non rispose di nuovo, guardando testardo di nuovo fuori dalla finestra, mordendosi l'interno della guancia quasi al punto da farsi male.

"E' per tua madre?" sussurrò poi lei piu' dolcemente, dopo secondi che parvero un'eternità. Theo trasalì come se l'avessero improvvisamente pugnalato, e Tracy capì di aver colto nel segno. "Non parli mai di lei, non sapevo nemmeno che lei e tuo padre-"

"Se n'è andata!" esclamò Theo brusco coprendo la sua voce. "Non c'è niente da dire, non c'è niente di cui parlare"

"E' questo allora? Non vuoi che le persone sappiano che tua madre ti ha abbando-?"

"Ora basta" sbottò Theo, camminando verso la porta e spalancandola. Si fermò, tenendola aperta, e voltandosi verso Tracy, ancora in piedi in mezzo alla stanza. Lui distolse lo sguardo "Ora è meglio che tu vada" disse con tutta la calma che riuscì a radunare.

"Seriamente?!" esclamò Tracy sconcertata. "Mi stai cacciando?" Theo non rispose, continuando a guardare terra e a tenere la porta aperta.

Tracy sbuffò irritata, prima di allungarsi per prendere la borsa sul letto e camminare verso la porta. Si fermò davanti a lui, guardando il suo viso chino "Sai Theo? Se continuerai ad allontanare le persone, prima o poi resterai da solo" E se ne andò.

Tutti se ne andranno comunque, pensò Theo mentre chiudeva la porta dietro di lei.

Sette anni prima, terza elementare

"Papà, papà!"
Theo saltò sul divano accanto a suo padre, seduto col portatile sulle ginocchia e gli occhiali sul naso. L'uomo era così impegnato a digitare che non sembrò nemmeno notarlo. Almeno finchè Theo non gli piazzò davanti un foglio di carta. Paul trasalì, voltandosi verso il bambino.

"Cos'è questo, tesoro?" chiese con un sorriso esasperato.

"Devi firmarlo, papà. Ci verrai vero? Ci verrai?" esclamò Theo entusiasta, afferrandolo per la manica e saltellando sul posto. Paul raccolse il foglio, strizzando gli occhi dietro le lenti per vedere meglio. "Open Day? Cos'è?"

"La maestra ha detto che è un giorno in cui possiamo portare i genitori a scuola, potranno fare lezione con noi e stare con noi tutto il giorno! Non vedo l'ora! Verrai vero?!"

Paul fece un sorriso triste, abbassando il foglio e mettendo una mano tra i capelli di Theo con fare paterno. "Tesoro, mi dispiace, ma lo sai che il tuo papà deve lavorare, vero?"

Il sorriso scivolò lentamente via dal viso di Theo. "Ma non puoi non andarci, per una volta?"

"Tesoro, lo sai che non posso" Paul scosse la testa, debolmente.

"E la mamma?" chiese Theo, suonando quasi disperato, le sopracciglia corrucciate, come se cercasse di trattenere le lacrime.

"Tesoro-"

"Quando torna?! Ha detto che sarebbe tornata, ma sono passati tanti giorni, se la chiamo lei ci verrà sicuramente"

"Theo" Paul allontanò il portatile, girandosi di lato e prendendo Theo per le spalle. "Ascoltami bene, tesoro... La tua mamma..." Theo guardò angosciato gli occhi di suo padre, verdi e profondi come i suoi. "...lei non tornerà piu' da noi"

"No..." Theo scosse la testa. "Lei tornerà!" aggiunse testardo, strizzando gli occhi per liberarsi delle lacrime. Guardò suo padre determinato, prima di recuperare il suo foglio e correre via.

*

Un'ora più tardi, Theo si rigirava nel letto inquieto. Sapeva che non era vero. La sua mamma non poteva essersene andata. Non poteva averli lasciati. Theo ricordava quel giorno di due settimane prima, seduto di nascosto in cima alle scale, aveva visto sua madre, una grossa borsa da viaggio in mano, uscire dalla porta. L'aveva fatto spesso, ma era sempre tornata. Ogni volta. Theo sapeva che sarebbe tornata. Sarebbe tornata sicuramente per lui.

Infilò le mani sotto il cuscino, tirando fuori il foglio piegato che gli aveva dato la maestra quella mattina. Guardò gli spazi vuoti in cui si chiedeva di inserire i nominativi dei genitori e sospirò. Poi scivolò goffamente fuori dal letto, riponendo il foglio sotto il cuscino come se fosse un tesoro. E sgattaiolò al piano di sotto. Mentre camminava in punta di piedi per non disturbare suo padre che stava ancora lavorando nello studio, fece per dirigersi in cucina per bere. Quando un rumore lo fece fermare sui suoi passi. Erano... erano singhiozzi? Sorpreso, Theo cambiò direzione avvicinandosi allo studio. La porta era socchiusa, e sì, i singhiozzi venivano da lì. Suo padre... stava piangendo?

Solo i deboli piangono. Promettimi che non piangerai mai, tesoro, puoi farlo?

Theo spiò suo padre, chino sulla poltrona, le spalle che tremavano mentre piangeva, incapace di fermare le lacrime, il viso sepolto tra le mani, mentre la voce di sua madre gli ripeteva quelle parole che aveva sentito così spesso da essere diventate quasi un mantra.

Quasi inorridito, si allontanò dalla porta ed entrò in salone. Afferrò una sedia e l'avvicinò al mobile del telefono. Vi si arrampicò per poterci arrivare e aprì l'agenda che suo padre teneva accanto con tutti i numeri importanti. Quello di sua madre era facile da trovare. Era sempre stato il primo della lista. Theo lo inserì portandosi la cornetta all'orecchio con la mano tremante. Lei sarebbe venuta. Sarebbe venuta, avrebbe risposto e sarebbe corsa da loro...

Il telefono emise un bip. Siamo spiacenti, il numero da lei chiamato è inesistente.

Theo per poco non lasciò cadere la cornetta in terra. Inesistente... inesistente...

...lei non tornerà piu' da noi

Se n'è andata.

Inesistente.

Theo saltò giu' dalla sedia correndo in camera sua. Si nascose sotto le coperte, i singhiozzi di suo padre che ancora gli risuonavano nella testa. Non piangere, solo i deboli piangono.

Non tornerà.

Inesistente....

Presente, seconda superiore

Liam aspettò ben trenta minuti dopo che sentì Tracy sbattersi la porta di casa alle spalle. Voleva dar tempo a Theo di metabolizzare la cosa. Sapeva quanto sapeva essere meschino, soprattutto quando era già nervoso di suo. Solo quando ritenne che fosse sicuro, risalì in camera. Entrò tranquillamente, notando Theo seduto sul letto, le cuffie alle orecchie e gli occhi chiusi, mentre tornava ai suoi compiti.

Theo sentì Liam rientrare in camera. Chiuse gli occhi concentrandosi sulla musica che gli rimbombava nelle orecchie, per evitare ulteriori conversazioni scomode. Erano state già abbastanza per una giornata. Dopo qualche minuto osò aprire un occhio per controllare, e vide Liam intento a scrivere qualcosa. Probabilmente i suoi stupidi compiti. Seriamente, chi studiava di sabato pomeriggio? Stava decidendo se prenderlo in giro per questo e tornare alla solita routine, quando Liam si girò sulla sedia girevole, tirandogli in grembo una palla di carta. Theo scattò preso alla sprovvista, guardandolo poi con gli occhi spalancati, mentre con una mano la raccoglieva. Si tolse le cuffie mentre Liam finiva il giro su stesso tornando alla scrivania.

"Cos'è questo?" chiese Theo confuso, aprendo la pallina quando notò che c'era scritto qualcosa.

"Il mio numero di telefono" rispose Liam. Theo guardò il foglietto ancora piu' confuso, vedendo che sì, effettivamente, c'era scritto un numero di telefono. "Sai, così non dovrai piu' rapirmi quando dovrai dirmi qualcosa. E potrai avvertirmi quando non devo essere in casa. Ecco, non vorrei mai piu' assistere a una cosa del genere" aggiunse titubante, tornando a guardarlo.

"Pff, e io che pensavo che saresti rimasto lì a guardare se Tracy non ti avesse notato" ghignò Theo, guardando Liam arrossire.

"Sai, aggiungerò 'avermi bloccato la crescita' alla lista dei traumi che mi hai causato" borbottò in risposta.

"Credo che quella si sia bloccata anni fa" fece Theo con un sorriso ancora piu' grande

Liam lo guardo impassibile "Sai che la storia della tregua dovrebbe presumere basta insulti?"

"Non posso smettere di essere me" rispose lui tranquillamente, tornando a mettere le cuffie.

"Immagino di no" rispose Liam scuotendo la testa.

Caddero di nuovo in un silenzio tranquillo. Liam riprese a leggere, però notò Theo con la coda nell'occhio che salvava con attenzione il suo numero sul suo cellulare.

*

Quel lunedì finalmente i traslocatori riuscirono a consegnare la camera di Liam, e così la settimana seguente passò rapidamente tra sua madre che lo costringeva a un'intensa pulizia della stanza, e Theo che fingeva di aiutarlo a riporre le cose, quando in realtà ne approffittava per oziare e ridere di ogni singola foto o vecchio giocattolo che trovava.

Nel frattempo, era uscito spesso con Mason e gli altri ragazzi, ogni tanto aveva anche pranzato con Hayden e Tracy, a cui a quanto pare Theo aveva chiesto di mantenere il segreto, perchè la ragazza si comportava come se non sapesse nulla, e di certo non sembrava averne parlato con nessuno, nemmeno con Hayden.

Mason era comunque la persona con cui Liam aveva legato particolarmente. A parte Theo, certo, anche se Liam trovava ancora difficile inquadrare il loro strano rapporto e dargli un nome. Reciproca sopportazione, l'aveva definita Mason un giorno che erano seduti in mensa. Forse sì, era la definizione che ci si avvicinava di piu'.

"E che mi dici di Hayden?" chiese Mason, mentre lui, Liam e Corey se ne stavano ai piedi del letto, davanti al loro violento gioco preferito, una ciotola di patatine e una bottiglia di coca cola davanti a loro.

"Hayden cosa?" chiese Liam, confuso, senza distogliere lo sguardo dalla tv, i lampi degli spari che si riflettevano nei suoi occhi azzurri, nella penombra della stanza.

Mason roteò gli occhi. Corey ridacchiò scuotendo la testa debolmente "Dai, ti sbava dietro!"

Fu il turno di Liam di roteare gli occhi. "Ricordate che Hayden ha già il ragazzo?"

"Ragazzo, appunto. Non ha mica firmato un contratto matrimoniale" Mason gli fece l'occhiolino.

Liam sbuffò. "Sì, ok, non ci tengo ad essere coinvolto in un turbinoso e scandaloso triangolo amoroso" fece con un mezzo sorriso.

"Sarebbe intenso" commentò Mason con un sospiro emozionato.

"Non credo Gabe sarebbe d'accordo" commentò Corey dal suo posto, pigiando violentemente sui tasti, prima che il suo giocatore cadesse sotto i proiettili di Mason. Corey imprecò, buttandosi sconfitto indietro contro il letto.

Mason rise. "Ti amo, ma fai schifo in questo, tesoro"

Liam ridacchiò, mentre la partita si concludeva. Si voltò poi verso Mason seduto alla sua sinistra. "Gabe è il ragazzo di Hayden?" Mason annuì. "Theo ha detto che è alle medie, è vero?" chiese curioso, ricordandosi del disastroso primo pranzo insieme.

"Sì, ha ripetuto un anno. In realtà, ha solo un anno meno di noi" spiegò Corey, tirandosi di nuovo seduto e prendendosi una patatina.

"Ha ripetuto un anno?" chiese Liam alzando un sopracciglio.

"Oh sì" Mason spalancò gli occhi, mentre ricordava qualcosa. "Una volta in seconda media litigò con Theo, di brutto. Non so perchè, ma se le diedero di santa ragione." raccontò. "Il giorno dopo Gabe si presentò a scuola con un coltello"

"Davvero?!" fece Liam sconcertato.

"Già, credo Theo abbia ancora una cicatrice. Non mi dimenticherò mai quel giorno" Mason scosse la testa al ricordo "Gli insegnanti, i genitori... fecero un gran casino"

"Be' è il minimo" commentò Liam, pensieroso.
"Mi chiedo cosa gli avesse fatto Theo" Corey roteò gli occhi scettico.

"Non credo fosse colpa sua quella volta" Mason fece, riprendendo il controller, quando riapparve il menu' di start. "Allora, facciamo un'altra partita? Liam?"

Liam trasalì uscendo dai suoi pensieri. "Uhm- sì, facciamone un'altra" Liam afferrò il controller cominciando a scorrere i vari scenari.

"Hey Li" fece Mason qualche secondo dopo "il tuo telefono sta squillando" spostò lo sguardo sul telefono che vibrava sul pavimento tra loro due.

"Uh?" mormorò Liam distratto

"Chi è Stiles?" chiese Mason con un sorriso, alzando lo sguardo su di lui.

Liam sussultò al nome, mollando il controller sulle ginocchia e afferrando di fretta il telefono. "Nessuno" fece, portandosi velocemente il telefono vicino e chiudendo la chiamata, lanciando poi il telefono sul letto. Mason gli rivolse un'occhiata confusa. "Non rispondi?" Alzò le sopracciglia.

"No... no-non è importante" Liam balbettò.

"Ah-ah non dirmi che è il tuo ragazzo?" L'espressione di Mason si fece divertita.

Liam arrossì "N-no che dici..."

"Ex allora" Mason sghignazzò

"Non è come pensi, Mase" Liam si affrettò a dire brusco, distogliendo lo sguardo e tornando alla tv.

"Dai a noi lo puoi dire, Li" Mason ridacchiò di nuovo, dandogli una gomitata. "E' della tua vecchia scuola-?"

"Non è nessuno!" sbottò Liam irritato. Mason trasalì all'improvviso tono brusco. Liam fece un mezzo respiro, ritraendosi colpevole. Chiuse gli occhi, calmandosi "Scusa- solo- non voglio parlarne"

Mason lo guardo' preoccupato "Okay, mi dispiace" Il ragazzo si scambiò un'occhiata preoccupata con Corey da sopra le spalle di Liam, Corey scrollò le spalle confuso.

"Mi dispiace" ripetè Liam, arrossendo lievemente.

"No.. non ti preoccupare, non... dovevo insistere, scusa"

Liam fece un sospiro profondo. Corey li guardò turbato, prima di cambiare strategicamente argomento "Allora questa partita?"

"Uh... sì"

"Sì giochiamo" concordò Mason in fretta

Liam si concentrò sulla partita, il cuore che gli pulsava violentemente nel petto, le mani intorpidite attorno al controller, un peso doloroso nello stomaco. Poteva quasi ancora sentire il cellulare vibrare dietro di lui. Si diede dell'idiota, stringendo le labbra, e aumentando la presa sul controller. Cosa diavolo stava facendo?

*

Quando Liam rientrò a casa, notò subito che l'auto di Paul non c'era. C'era solo il pick-up di Theo parcheggiato nel vialetto. Quando entrò, posò le chiavi di casa sul mobile del telefono e fece qualche passo avanti "Sono a casa?" disse incerto se ci fosse qualcuno che potesse effettivamente sentirlo

"L'avevo notato, idiota" rispose la voce sarcastica di Theo dalla cucina. Liam roteò gli occhi, mentre entrava trovando Theo chino sui libri.

Liam gettò lo zaino in terra, lanciando a Theo una sola occhiata scettica, prima di sorpassarlo per andare in cucina e prendersi un bicchiere d'acqua. "Dove sono mamma e Paul?" chiese, rientrando.

"Ristorante" disse soltanto Theo senza alzare lo sguardo e sfogliando freneticamente le pagine.

"Okay" rispose Liam lentamente, indeciso su cosa fare.

Theo stappò un'evidenziatore sottolineando tutto quello che leggeva. Gli occhi di Liam indugiarono sulla sua mano, dove una piccola cicatrice era abbastanza evidente se ci facevi caso. Era quella di cui parlava Mason, senz'altro.
"Se devi dire qualcosa dillo, o altrimenti lasciami studiare. Sto impazzendo qui" Theo borbottò.

"Non.. devo dire niente" fece Liam, indugiando ancora qualche secondo "Cosa stai studiando?" Si sedette poi nella sedia accanto alla sua. Theo lo guardò confuso per un attimo, come se non capisse perchè si fosse seduto.

"Storia. Ho un test domani" fece tornando al libro. Poi sembrò ricordare qualcosa. "Hey anche tu sei nella mia classe di storia"

"Caspita che occhio" sbuffò Liam divertito.

"Idiota" Theo roteò gli occhi "perchè tu non stai studiando?"

Liam lo guardò stringendo gli occhi. "Ricordi quando sabato mi hai preso in giro perchè stavo studiando?" Theo annuì con una scrollata di spalle "Ecco, ora rido io"

Theo fece uno sbuffo, tirandosi indietro sulla sedia e portandosi una mano tra i capelli. "Okay, sapientone" sospirò alla fine. "Magari allora puoi spiegarmi tu com'è possibile che ci fosse un tizio metà uomo e metà toro che viveva in mezzo a un labirinto nel bel mezzo di una città divorando vergini e a nessuno sembrava strano?"

Liam sbuffò divertito. "Quella era solo una leggenda, per spaventare i nemici e tenerli lontani. Non c'era nessun Minotauro"

"Questo è scioccante" fece Theo fingendo sconcerto.

Liam rise di nuovo, stavolta per davvero. Guardò Theo scuotendo debolmente la testa "Sei un idiota" commentò, ma non c'era nessun morso dietro quelle parole. Sembravano quasi affettuose, e il cuore di Theo perse un battito, quando gli occhi di Liam incontrarono i suoi. Si schiarì la gola, distogliendo in fretta lo sguardo, e avvicinando il libro. "Uh- allora, qual'era la scopo del labirinto?" chiese riportando la discussione all'argomento iniziale.

"Uhm era un diversivo." Liam si schiarì la gola. E cominciò a spiegare "Costruirono tutte quelle strade strette e tortuose attorno alla città... gli invasori vi si perdevano, non trovavano piu' una via d'uscita, non riuscendo mai a raggiungere la città e permettendo ai soldati di stanarli-"

Theo restò a guardarlo, gli occhi di Liam brillavano come se stesse parlando della cosa piu' incredibile del mondo, e Tho non riusciva a distogliere lo sguardo. Le sue labbra s'inclinarono in un mezzo sorriso, mentre il ragazzo continuava a straparlare. Liam si fermò notando il suo sguardo e arrossì leggermente. "Che c'è?"

Theo scosse la testa "Niente, solo- sono colpito"

Liam arrossì ancora di piu', chinando il capo per nasconderlo. Il cuore di Theo perse un altro battito.

"Io..." Liam lo guardò con un piccolo sorriso, le guance ancora spolverate di rosso e gli occhi luminosi "Mi piace la storia"

Theo si bloccò per un attimo, le parole che si facevano strada nella sua mente prepotentemente. Aveva... uno strano senso di dejà-vù. Come se fosse qualcosa che aveva già sentito da qualche parte....

Sette anni prima - Terza elementare

Theo guardò dalla porta il gruppo allegro di bambini accompagnati dai loro genitori. Ricacciando dentro un cipiglio e con l'espressione fredda e distante, camminò fino al suo banco, accanto a quello di Josh, buttando a terra lo zaino. "Hey T" lo salutò Josh con un sorriso, mentre sua mamma era distratta a parlare con i genitori di Hayden e Tracy. "Dov'è tuo papà?"

"Lavoro" Theo disse soltanto, tirando fuori i quaderni e le penne.

"Uh, sì anche mio papà non è potuto venire" mormorò Josh comprensivo. Theo si guardò intorno e notò che infatti molti genitori erano lì da soli. O c'era solo il padre o solo la madre.

Poi il suo sguardo cadde sul bambino che sedeva sempre in prima fila. Theo non ci aveva mai parlato. A malapena lo si notava di solito. Era sempre silenzioso, sempre chino su qualche libro o fumetto, nascosto dietro i suoi occhiali spessi. Non ricordava nemmeno il suo nome. Ma anche lui come Theo era solo. Non c'era nessuno accanto a lui. E sembrava a disagio. Si torceva le mani in grembo, lanciando ogni tanto occhiate tristi ai bambini intorno a lui che parlavano allegramente coi loro genitori, mostrandogli soddisfatti i lavori che avevano fatto durante l'anno. Sembrava quasi sul punto di piangere.

Hayden e Tracy si avvicinarono a Liam, probabilmente notando che era solo "Liam, cosa leggi?" chiese Tracy. Liam trasalì guardandole, mentre Hayden si sporgeva sul banco. "I Vichinghi?" lesse a fatica.

Liam, a quanto pare così si chiamava, annuì tremante, arrossendo leggermente.
"E' bello?" chiese ancora Hayden.

"Uh-uh" Liam mugugnò. "Io- mi piace la storia" disse lui piano. "Me l'ha regalato il mio papà"

"Forte. E non verrà oggi il tuo papà?" chiese Tracy. Gli occhi di Liam si riempirono di lacrime improvvisamente, e lui chinò il capo, mentre scuoteva la testa. Hayden e Tracy si scambiarono un'occhiata compassionevole. "Hey, puoi stare con noi se vuoi" disse Hayden velocemente.

Liam singhiozzò, annuendo.

Theo sentì un'ondata di stizza. Solo i deboli piangono. Non c'era bisogno di piangere. Lui non era affatto come lui. Odiava l'idea che qualcuno potesse guardare anche lui con quegli sguardi pietosi. A lui non importava. Non avrebbe pianto solo perchè era lì da solo.


"Dov'è tua mamma, T?" La voce di Josh lo distrasse. Theo lo guardò, l'espressione dura e impassibile.

"Lei non verrà"

"Mi dispia-"

"Non m'importa, sto bene da solo, non mi serve... nessuno di loro" lo interruppe Theo bruscamente, aprendo poi il suo quaderno. Lanciò un'occhiata di fuoco a Liam, circondato ora anche dagli altri bambini, ora tutti improvvisamente compassionevoli.

Io non sono così debole.

Presente – seconda superiore

"-eo...Stai bene? Theo?"

Theo trasalì tornando alla realtà. "Uh- sì.. credo di sì"

Liam lo guardò quasi preoccupato. "Sei sicuro?"

"S-sì... sto bene" Avvicinò di nuovo il libro. "Continuiamo?" chiese schiarendosi la gola.
Liam annuì. E riprese a spiegare allegramente "Alla fine però Teseo riuscì a superare il labirinto. La legenda dice che riuscì grazie al filo di Arianna, ma anche quella è una metafora. E' un modo poetico per dire che fu Arianna stessa a guidarlo..."

Theo non era certo di star ascoltando davvero. Si era ricordato finalmente. Sì, era stato quello il giorno. Il giorno in cui tutto era cominciato. Ora lo ricordava. Non aveva mai associato le cose, probabilmente perchè non era stato in grado di capirlo da bambino. Ma quello era stato il giorno in cui aveva deciso che era piu' facile attaccare l'essere debole di Liam piuttosto che venire a patti con il suo. Che era piu' facile dimostrare di essere forte e sicuro di se' attaccando chi non lo era.
Crescendo poi, prendersela con Liam era diventata una routine, era diventata la normalità, al punto da scordare perchè era incominciato.

Theo guardò Liam accanto a lui che continuava a parlare di storia, col sorriso sulle labbra. Ora, col senno di poi, capiva quanto fosse stato stupido, perchè se c'era stato un debole lì, quello era stato solo lui. E se uno di loro era sempre stato forte, forse quello era proprio Liam.

 

CONTINUA

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Capitolo 5
*** Qualcuno che non posso avere ***


5. Qualcuno che non posso avere
 

Meglio vero o sintetico?
 

Quello fu il primo messaggio in assoluto che Theo ricevette da Liam, e lui restò a guardarlo per un minuto buono chiedendosi quale diavolo fosse il suo problema. Stava per rispondere, quando Josh lo chiamò dal fondo del corridoio. Theo bloccò in fretta il cellulare, prima di infilarlo in tasca.

"Hey amico" Josh lo raggiunse correndo con un sorriso sul viso.

"Hey" lo salutò Theo, continuando a camminare verso gli spogliatoi per prepararsi per la pratica.

"Sai, stavo parlando coi ragazzi a pranzo e- quest'anno solita festa a casa tua per Natale, giusto?" esclamò Josh elettrizzato. "Ho già trovato un tizio che vende alcool sottobanco ai minorenni" aggiunse in un sussurro.
Theo trasalì per un attimo. Si diede uno schiaffo mentalmente. Giusto, la festa. Come aveva fatto a non pensarci? Era diventata una sorta di tradizione da qualche anno. Visto che suo padre per Natale partiva sempre per un paio di giorni coi suoi colleghi di lavoro, e non poteva portarlo con sé, Theo aveva la casa tutta per se'. Dopotutto Theo era abituato fin da piccolo a badare a se stesso, visto che suo padre era quasi tutto il giorno al lavoro, quindi non c'erano mai stati grossi problemi.

E da ragazzini ne approffittavano e si riunivano lui e un paio di altri amici per giocare e vedere film. Ma da un paio di anni, le loro serate cinema si erano trasformate in feste in grande stile.

Ma quest'anno la situazione era diversa. C'era Jenna, e c'era Liam.

"Uhm.. non so, in realtà... forse mio padre quest'anno resterà a casa. Magari possiamo trovare un altro posto..?" In realtà Theo aveva sentito Paul e Jenna parlare di un weekend romantico da qualche parte in Canada la settimana scorsa, ma non ne era certo.

"Credevo andassero in vacanza" fece Josh confuso.

"Non credo quest'anno... aspe- andassero chi?" chiese Theo guardandolo ad un tratto sconcertato.

Josh lo guardò come se fosse stupido "Tuo padre e la sua fidanzata" rispose inarcando le sopracciglia, con un sorrisetto malizioso sul viso

Theo sbarrò gli occhi, voltandosi a guardarlo così velocemente che probabilmente si slogò qualcosa. Lo afferrò per una spalla spingendolo in un angolo tra gli armadietti e il muro. "Tu lo sai?" sussurrò.

"Certo che lo so, idiota" Josh roteò gli occhi. "Tuo padre ci ha spedito gli inviti di matrimonio un secolo fa. A proposito-" Corrugò le sopracciglia verso di lui, fingendo di essere profondamente offeso "-quando pensavi di dirmelo?"

"Io-"

"Magari il tuo migliore amico meritava di sapere che vivi col ragazzo per cui hai una cotta da quando avevi dieci anni" fece Josh tranquillamente, come se stesse parlando del tempo.

Theo stava per avere un infarto. Una cotta, lui, per Liam Dunbar? Strinse la presa sulla sua spalla, prima di dargli una spinta. "Che cazzo dici, Josh?"

Josh roteò di nuovo gli occhi. "Tu e il tuo rifiuto verso l'ovvio"

"Ascoltami bene, stronzo, io non ho..." Arrossì leggermente, le parole che gli si incastrarono in gola. Abbassò la voce di parecchi decibel. "Non ho una cotta per Liam. Non ce l'avevo quando avevo dieci anni e sicuramente non ce l'ho ora" Sbuffò una risata incredula. Questo era ridicolo. "Chi ti ha messo in testa questa stronzata? E come diavolo fai a sapere che vivo con lui?"

"Sugli inviti c'è scritto il nome, sai" gli ricordò Josh impassibile. "E mia madre ha incontrato sua madre, che gli ha raccontato che andranno in montagna per Natale" Josh rise scuotendo la testa. "Sei un tale idiota, per quanto pensavi di poterlo nascondere? Theo, a nessuno importa" Scrollò le spalle con noncuranza "E in ogni caso, non puoi impedire alle persone di parlare." Theo si morse l'interno della guancia, le labbra serrate, mentre distoglieva lo sguardo da Josh. "Comunque, tutto questo ci riporta al fatto che casa tua è libera e che quindi... che festa sia!"

"Josh, no- meglio lasciar perdere" Theo sospirò, alzando una mano per tirarsi indietro i capelli, sconfitto. "Troviamo qualche altro po-"

"Mmh, credo sia un po' tardi per quello" Josh borbottò guardandolo con una smorfia colpevole.

"Che vuol dire?" Theo lo guardò, il panico che saliva lentamente. Spalancò gli occhi. "Che cazzo hai fatto?" chiese lentamente, terrorizzato di sapere la risposta
"Potrei averlo già detto a qualcuno"

"Be' disdici" sbottò Theo stizzito.

"Theo!" Theo sobbalzò quando Liam, appena comparso in fondo al corridoio, si fiondò verso di lui, il cellulare stretto in mano e ansante per la corsa. Theo guardò su e giù per il corridoio, guardandolo seccato. "Ti ho detto di non parlarmi a scuola" gli sussurrò.

"Troppo tardi per questo, non credi?" fece Liam ironico roteando gli occhi. All'espressione confusa di Theo, girò il cellulare verso di lui.

Theo lo afferrò per leggere, alzando poi lentamente gli occhi su Josh, che sembrava sul punto di voler darsi alla fuga. "Perchè c'è un evento su Facebook che invita tutta la scuola alla festa di Natale a casa di Theo Raeken e Liam Dunbar?"

"Uhm- credo che io andrò, sì-" Josh fece, fingendo noncuranza

"Josh!" Theo quasi ringhiò, mollandogli un pugno sulla spalla.

"Credevo che non dovesse saperlo nessuno" fece Liam divertito, incrociando le braccia.

"Non sono stato io!" Josh si affrettò a esclamare. Theo lo fulminò con lo sguardo. Josh sospirò. "Okay, io- potrei averlo detto a Boyd, che l'ha detto a Isaac, che l'ha detto a Erika..."

"...che l'ha detto all'intera scuola" completò Liam tranquillamente, annuendo in accordo

"Liam, stai zitto"

"Okay" Josh alzò le mani, con fare conciliante. "Lo so che non volevi si sapesse in giro, chissà per quale oscuro motivo, mi dispiace, ma comunque l'avrebbero scoperto comunque, no? Insomma, il matrimonio è tra sette mesi" Theo continuava a guardarlo di traverso, l'espressione corrucciata. "E guarda il lato positivo" Il sorriso di Josh si allargò.

"Sarebbe?" sbuffò Theo seccato.

"Possiamo fare la festa" esclamò l'altro ragazzo alzando le mani in un'esultanza.

Theo stava per dargli un pugno. Ma Liam lo interruppe. "Seriamente faremo una festa mentre i nostri genitori non ci sono? Questo è così clichè" Roteò gli occhi, un piccolo sorriso sulle labbra

"Hey, innanzittuto, è la mia festa" Theo puntualizzò puntando il dito verso se stesso "Non la tua"

"Ti ricordo che vivo anch'io lì" protestò Liam alzando un sopracciglio. Josh seguì il loro scambio di battute con un ghigno divertito.

"Solo da tre settimane, non c'è confronto"

"Non conta il tempo, visto che potrei sempre fare la spia" fece Liam petulante.

"Non oseresti" fecero in coro Josh e Theo scioccati. Liam incrociò le braccia con aria di sfida.

"Okay" mormorò Theo. Liam avrebbe esultato mentalmente se Theo non lo stesse poi improvvisamente guardando, con un ghigno che si allargava sul viso.

Liam lo guardò incerto. "Che c'è?" chiese, ora spaventato

"Oh niente, pensavo a quando mi aiuterai a pulire casa dopo la nostra festa"

Liam boccheggiò, mentre Theo si allontana ridendo con Josh "Uh, lo odio" borbottò Liam tra i denti.

"A proposito" Theo si voltò continuando a camminare all'indietro "Sintetico"

Liam lo guardò per un attimo confuso, poi ricordò il messaggio. "Scherzi? Chi preferisce l'albero sintentico?"

"Uno che non vuole pulire il disastro che fa un albero vero!" gridò allontanandosi poi con Josh.

Liam scosse la testa "Idiota"

*

Nonostante Theo avesse negato veemente - e continuasse in realtà a farlo ripetutamente nella sua testa da giorni - di provare anche il benchè minimo interesse per Liam, non poteva negare, da quanto Josh lo aveva sottolineato, di essersi accorto di quanto spesso i suoi occhi indugiavano sul ragazzo più basso. Di come il suo sguardo lo trovava quasi immediatemente non appena metteva piede in una stanza affollata, di come le sue labbra si inclinavano istintivamente in un sorriso quando vedeva Liam ridere, di come si faceva particolarmente attento ogni volta che Liam gli parlava di qualunque cosa, anche la più noiosa del mondo, di come la sua pelle formicolasse quando le loro mani si sfioravano per caso quando a tavola gli passava qualche piatto, del bisogno di mettersi in mostra ogniqualvolta scorgeva Liam seduto sugli spalti al campo di lacrosse, di come lo stomaco si contraeva spiacevolmente quando vedeva Liam parlare allegramente con Hayden o perfino con Mason, consapevole che lui non avrebbe mai potuto chiedere di più dell'educata sopportazione che li univa ora, perchè Liam non l'avrebbe mai considerato piu' di un fratellastro non voluto con cui doveva necessariamente andare d'accordo. Non solo per tutto quello che gli aveva fatto passare in passato, ma perchè per Liam la felicità e la serenità di sua madre era evidentemente una priorità, e non avrebbe mai permesso che niente scombinasse quella neonata famiglia. Soprattutto non lui.

Non ha senso inseguire qualcuno che non posso avere, qualcuno che non dovrei nemmeno volere, qualcuno che non merito. Doveva fermare quest'attrazione intensa che sentiva per l'altro ragazzo prima che fosse troppo tardi, prima che diventasse qualcosa di piu'. Era quello che Theo si ripeteva da giorni – forse perfino da settimane – se lo ripeteva a casa, se lo ripeteva a scuola, e se lo ripeteva soprattutto ora, mentre si spingeva a fondo dentro la ragazza sotto di lui, mentre Tracy gli cingeva le spalle, graffiandogli la pelle e gemendo debolmente il suo nome. Mentre lui teneva le labbra serrate, per non rischiare di dire il nome sbagliato, e gli occhi chiusi, per non vedere che gli occhi che aveva davanti non era quelle profonde pozze blu che lo avevano sempre attratto come falene verso la luce.

E quando si accasciò su Tracy, stremato, Theo pensò di non essersi mai sentito tanto vuoto, tanto sporco e insoddisfatto come in quel momento.

*

"Mi sorprende che tu abbia scelto un albero sintetico, tesoro" commentò sua madre scettica, mentre insieme a Liam aveva cominciato a decorare il grosso albero che ora adornava il soggiorno.

Liam scrollò le spalle "Qualcuno mi ha fatto notare che sarebbe stato piu' pratico" disse soltanto con un mezzo sorriso. Jenna sbuffò divertita, scuotendo la testa affettuosamente, mentre si chinava per prendere altre decorazioni dalla grossa scatola ai suoi piedi.

Liam guardò l'orologio appeso alla parete dietro di lui, prima di tornare al suo albero. Aveva sperato che potessero decorare l'albero tutti insieme come una vera famiglia. Sapeva che Paul lavorava fino a tardi, ma contava che almeno Theo li avrebbe raggiunti dopo gli allenamenti di lacrosse. Invece gli allenamenti erano finiti da oltre due ore e lui ancora non si vedeva. Probabilmente era con Josh, oppure con Tracy, sempre che si vedessero ancora dopo l'ultima volta che se n'era andata sbattendo la porta. Liam non aveva ancora capito che razza di rapporto avessero. Non che gli importasse, fintanto che non doveva piu' assistere a scene raccapriccianti.

Scosse la testa violentemente per liberarsi del pensiero, e si allungò per appendere la pallina all'albero.

Sua madre alzò lo sguardo verso di lui. Lo studiò attentamente, prima di aprire la bocca, come se indecisa se parlare o no. Alla fine optò per farlo, perchè lo chiamò "Hey Li"

Liam si voltò verso di lei, aggrottando le sopracciglia al suo tono stranamente e improvvisamente teso. "Cosa?" chiese.

Sua madre si concentrò sulle decorazioni mentre rispondeva "Io... ho parlato con Melissa ieri"

Il cuore di Liam perse un battito, il corpo che si tese dolorosamente mentre stringeva la pallina che aveva in mano come se fosse l'ancora che gli impedisse di farsi trascinare via. Prese un respiro tremante "Novità?" chiese, allungandosi tentativamente per appendere la decorazione.

Jenna scosse la testa "Ancora non ci sono miglioramenti" Caddero in silenzio per qualche secondo, prima che Jenna si decidesse a parlare ancora. "Tesoro, so che è difficile per te, ma... forse dovresti-"

"No" esclamò Liam, la voce carica di angoscia, forse un po' troppo forte.

Theo che stava rientrando dalla porta principale proprio in quel momento, sentì la voce alta di Liam, e si mosse lentamente verso il soggiorno con un'espressione confusa.

"Io- non posso, mamma. Non- non ce la faccio" disse Liam quasi disperato.

"Non dovresti addossarti tutta la colpa in questo modo, Li, non-"
"Invece sì, mamma, è stata tutta colpa mia!" Liam sospirò afflitto, prima di posare la pallina che aveva in mano sul tavolo. "Scusa, vado in camera mia, finirò dopo la mia parte"

Theo trasalì quando sentì i passi di Liam avvicinarsi, ma non fu abbastanza veloce. Quando Liam varcò la soglia, si ritrovò Theo davanti, e riuscì a fermarsi giusto a pochi centimetri da lui evitando di sbattergli contro. Theo fece istintivamente un passo indietro, vedendo lo sguardo sconvolto di Liam. "Stavi origliando?" gli chiese Liam in un soffio incredulo.

"No- no! Io.. sono appena arrivato.." protestò Theo, scuotendo la testa, prima di fermarsi a guardarlo attentamente. "Stai bene?"

"Io- sì, lascia perdere" disse soltanto prima di correre via su per le scale.

A Theo bastò guardare l'espressione addolorata sul viso di Jenna per capire che qualunque cosa fosse, era qualcosa di grosso. Non sapeva cosa fosse, ma probabilmente si riferiva a quel famoso incidente successo alla Devenford Prep che lei gli aveva accennato settimane prima, e di cui a quanto pare Liam era – o si considerava – responsabile.

Theo sospirò facendosi coraggio. Posando lo zaino e la borsa da lacrosse in fondo alle scale, salì velocemente, puntando poi alla stanza di Liam invece che alla sua. Guardò la porta per un momento indeciso, prima di bussare due volte. Liam non parlò per parecchi secondi, ma Theo bussò di nuovo, non demordendo. Sentì Liam sospirare pesantemente. "Non voglio parlare, mamma" disse poi, con la voce ovattata, probabilmente perchè teneva la testa contro il cuscino.

Theo sbuffò "Sono io" disse tranquillo. Non che ciò dovesse incentivare Liam ad aprire la dannata porta, perchè probabilmente l'ultima persona con cui voleva parlare era proprio lui.

Liam girò la testa verso la porta, confuso. "Cosa vuoi?" chiese debolmente.

"Non lo so" Theo rispose onestamente. Si diede dell'idiota mentalmente. "Io- solo-" sospirò "Non lo so"
Liam sbuffò, un mezzo sorriso che gli inclinò le labbra. "Ci sai proprio fare con le parole" mormorò. "Entra, dai"

Le labbra di Theo si inclinarono in un sorriso sollevato, aprendo la porta, nel momento in cui Liam si tirava seduto sul letto. Il cuore di Theo mancò un battito, fermandosi sulla porta. Si era preparato a trovare un Liam sconvolto, forse con gli occhi lucidi, forse nervoso, e sicuramente non disposto a confidarsi con lui, ed era così in realtà, ma di certo non era preparato a trovarlo seduto sul suo grande letto senza maglia, i capelli bagnati sul davanti, il viso ancora umido. Lo sguardo di Theo indugiò sulla maglietta buttata in terra piu' in là. Theo poteva quasi immaginarselo, Liam entrare di corsa in camera, togliersi la maglia con stizza, lanciandola via, correndo poi in bagno buttandosi acqua sul viso per calmarsi. Gli occhi di Theo tornarono a lui, proprio mentre con un sospiro Liam si tirava indietro i capelli che gli si erano appiccicati in fronte, goccioline che schizzarono via, alcune che scivolarono lungo il collo e il petto nudo. Theo ne seguì una con lo sguardo, e degludì. Poi si scosse mentalmente. Non è il momento per questo, Theo. Sei qui per fare il bravo fratello. Si disse, mentre camminava verso il letto, sedendosi cautamente accanto a Liam. Sei qui per fare da sostegno morale, non per scoparlo con gli occhi. Penseremo alla tua stupida cotta piu' tardi.

"Sei qui per consolarmi?" chiese Liam scettico, guardandolo di sbieco.

"Non lo so, dipende" rispose Theo, scrollando le spalle.

"Dipende da cosa?" sbuffò Liam divertito.

"Dipende da quello che vuoi" fece l'altro con semplicità. "Possiamo parlare di quello che ti ha sconvolto, se è che quello di cui hai bisogno."

Liam lo guardò esitante, con gli occhi grandi, quasi colpito. "Oppure?" lo incitò tentativamente.

"Oppure possiamo tornare di sotto, e finire il nostro meraviglioso albero sintetico, per il quale non ti ringrazierò mai abbastanza"

Liam rise leggermente, chinando il capo, un lieve rossore sul viso. Theo non distolse lo sguardo dal suo viso, e fece un sospiro. "Senti" aggiunse serio "Tua madre mi ha detto che è successo qualcosa nella tua vecchia scuola" Theo vide Liam trasalire, e si affrettò a continuare "Però mi ha detto che doveva spettare a te decidere se dirmelo o no, quindi... so che non sono di certo il tuo miglior amico, però se cerchi qualcuno che può capire come ci si sente a fare qualcosa di cui ci si è pentiti o di cui ci si sente in colpa, forse allora sono la persona giusta"

Liam lo guardò, il cuore che accellerò alle parole di Theo, un'allusione poco velata riferita a lui nascosta in esse, prima di abbassare di nuovo lo sguardo sul pavimento.

Non era che non ne voleva parlare con Theo, in realtà non ne parlava mai con nessuno. Cambiava argomento quando sua madre lo accennava, aveva scansato l'argomento con Mason, e con chiunque gli avesse chiesto perchè aveva cambiato scuola. Era un mese che ignorava le chiamate di Stiles per non pensarci, come se bastasse tenere lontano il pensiero per cancellare il ricordo e il peso che portava. No, non era ancora pronto a parlarne. Sapeva che era un codardo. Sapeva che era sbagliato, ma era piu' forte di lui.

Theo sembrò cogliere la sua esitazione, perchè gli diede una spinta scherzosa sulla spalla per attirare la sua attenzione. Gli occhi di Liam scattarono su di lui. "Non devi farlo ora se non vuoi. Ma, quando vorrai, io sarò qui" Theo scrollò le spalle con semplicità.

Liam annuì, un sorriso sollevato che gli increspò le labbra. Poi Theo si battè la mani sulle ginocchia, alzandosi. "Dai, andiamo a decorare questo albero. Ho bisogno di aiuto, non l'ho mai fatto in vita mia!"

Liam lo guardò sconcertato "Cosa?! Sei serio"

Theo mormorò in accordo "Di solito passavo il Natale da solo o dai nonni, quindi-"

"Dio, dobbiamo recuperare allora" Liam esclamò alzandosi a sua volta.

"Bene. Però magari..." Lo sguardo di Theo indugiò sul suo petto nudo. "...Vuoi- non so metterti qualcosa addosso prima di scendere?" suggerì, con un ghigno che sperò nascondesse il suo desiderio.

Liam arrossì come realizzando solo al momento che era senza maglia. "Uhm- sì, g-giusto"

Liam raggiunse la maglia che aveva tirato lontano, e la infilò con un gesto fluido. Theo cercò di non guardare i muscoli che si tendevano al momento. Inutile dire che fallì miseramente. Quando la testa di Liam spuntò dal collo della maglia, distolse in fretta lo sguardo per non essere beccato a fissare.

"Andiamo?" chiese tentativamente Liam. Theo annuì. "Fai strada" gli disse, facendosi di lato per farlo passare con un cenno della mano.

Jenna sembrò sollevata di vedere Liam scendere piu' tranquillo assieme a Theo. Mentre i due si concentravano sull'albero, Liam cominciò ad istruire Theo sull'arte di decorare un albero di Natale, mostrandogli quali palline andavano messe sotto e quali in alto, dove quelle piu' grandi e dove quelle piu' piccole, mentre Jenna sparì in cucina, tornando poi con dello zabaione in grosse tazze per tutti. Fu così che li trovò Paul quando tornò a casa dal lavoro, tutti e tre attorno all'albero di Natale, ormai quasi concluso, le tazze in mano e un sorriso sul loro volto, mentre chiacchiere casuali si susseguivano placidamente. Mentre si univa a loro allegramente, Theo non potè fare a meno di pensare che nonostante la loro non fosse sicuramente una famiglia convenzionale, sapeva comunque di casa. E forse anche lui, come Liam, voleva, desiderava, aveva bisogno di quella felicità, di quella stabilità... e l'avrebbe protetta. Per una volta non sarebbe stato egoista, non poteva essere egoista, no....

 

CONTINUA

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Capitolo 6
*** Mi dovevi un bacio ***


6. Mi dovevi un bacio
 

L'ultima settimana prima della pausa natalizia fu parecchio frenetica. I test si susseguivano l'uno all'altro, e Liam spesso si chiudeva pomeriggi interi con Mason e Corey per studiare insieme. A volte, quando passavano il pomeriggio a casa di Liam, si univa anche Theo, che ignorava affabilmente le occhiatacce che Corey gli lanciava dall'altra parte della stanza, con il suo solito ghigno beffardo sul viso, come se nulla di tutto ciò lo riguardasse.

Anche Mason non era da meno, anche se le sue occhiate, piuttosto che arrabbiate, erano perlopiù sospettose, o forse attente, come se Theo fosse un bizzarro esperimento scientifico da studiare con interesse. D'altra parte, Liam si era trovato al centro di un tutt'altro nuovo tipo di attenzioni. Ora non era piu' il "ragazzo nuovo", ma il "tipo che vive con Raeken", e nell'ultima settimana aveva ricevuto mille diversi tipi di sguardi: c'erano stati sguardi invidiosi, sguardi sospettosi, sguardi intimoriti, sguardi divertiti, e perfino sguardi furiosi.

"Odio la gente" commentò Liam piatto, mentre aspettava con la spalla destra contro la superficie gelida di un armadietto che Mason e Corey recuperassero i loro libri

Mason rise e Corey scosse la testa divertito "Non prendertela troppo, non dipende da te, è per Theo" disse poi roteando gli occhi. Corey chiuse l'armadietto di scatto e Mason e Liam lo seguirono lungo il corridoio "Vedi, il mondo è diviso in chi ama Theo Raeken e in chi lo odia, e ora tu, qualunque sia il caso... sei in mezzo" concluse tranquillamente.

"Grandioso" Liam roteò gli occhi. Se c'era una cosa che odiava era proprio essere al centro dell'attenzione. Odiava la sensazione di avere occhi su di lui, a scrutare e giudicare ogni sua mossa e ogni sua parola. Lo faceva sentire inadeguato, il disagio che strisciava come veleno e ribolliva sotto la sua pelle. Sospirò frustrato. "Non pensavo l'avrei mai detto, ma aveva ragione Theo"

"Non pensarci" fece allegramente Mason, colpendolo sulla spalla. "Sai come vanno queste cose, dà loro un paio di giorni e troveranno qualcosa di piu' interessante su cui spettegolare"

"Già, e poi domani c'è la festa. Se c'è una cosa che Theo sa fare bene, apparte essere uno stronzo, è proprio organizzare feste" borbottò Corey

"I tuoi sono già partiti?" chiese Mason curioso.

Liam scosse la testa "No, partiranno stasera" Si morse poi il labbro incerto. "Sapete, mi sento un po' in colpa, a fare una festa di nascosto-"

"Ma dai!" Stavolta fu Corey a dargli una pacca sull'altra spalla, con una risatina "Andrà tutto bene, e poi non c'è niente di meglio che ubriacarsi per dimenticare i propri problemi"

Liam rise nervosamente "Non so se questa è una buona ide-"

"Hey Liam!" La voce di Hayden proveniente da qualche parte dietro di loro li fece fermare. Mason e Corey si scambiarono due occhiate complici, e Mason diede una gomitata leggera a Liam. "Ci vediamo a pranzo" gli sussurrò con un sorrisetto. Liam arrossì, fulminando entrambi con un'occhiataccia. "Piantatela" sussurrò nella loro direzione, mentre si allontanavano ridacchiando.

Quando Hayden lo raggiunse, Liam tornò a guardarla, improvvisamente imbarazzato. I continui commenti di Mason e Corey lo rendevano fin troppo consapevole nei confronti della ragazza.

"Hey" balbettò guardandola.

Lei gli sorrise. "Hey. Stai andando a economia?" Liam annuì. "Bene, andiamo insieme?"

"E-ehm.. okay, sì"

Rimasero in silenzio per qualche secondo, mentre camminavano per i corridoi prima che Hayden si decidesse a parlare. "Allora... quindi..." fece incerta.

Liam gli rivolse un'occhiata divertita. "Vuoi chiedermi di Theo" indovinò.

Anche Hayden sbuffò una risata. "Be'.. sì insomma.. è... che è così strano, l'idea di voi due, insieme, sotto lo stesso tetto"

"Non me ne parlare" Liam scosse la testa con un sorriso.

Hayden gli afferrò poi all'improvviso la manica della maglia, costringendolo a fermarsi, voltandosi per guardarla. La sua espressione ora stranamente era piu' seria, e Liam la guardò interrogativo. "Lui... lui non ti dà... fastidio, vero?"

"Uhm.." Liam la guardò incerto "No... cioè, credo che essere fastidioso sia qualcosa congenito in lui, però.. non più del solito, no"

"So... che ti sembrerà strano sentirlo ora, però.." Hayden fece un respiro "Mi dispiace"

"Per che cosa?" chiese lui sorpreso

"Be'..." Hayden scrollò le spalle, imbarazzata. "Allora avrei voluto fare di piu' per aiutarti. Eravamo ragazzini, spesso sembrava tutto un gioco, ma mi sono resa conto solo dopo che probabilmente per te non lo era affatto. Theo era crudele con te, e anche quelli come me che restavano a guardare... be' non eravamo da meno. Non farò lo stesso errore due volte"

Liam gli rivolse un sorriso grato, un lieve rossore che gli colorava le guancie, mentre rispondeva "E' okay. Non devi chiedermi scusa, io- tu non potevi fare nulla" Hayden fece per protestare, ma Liam continuò piu' deciso "Tu eri quella che cercava sempre di coinvolgermi, di non farmi sentire solo. Probabilmente eri l'unica a ricordare il mio nome. Hai fatto abbastanza, per me, credimi"

Hayden gli sorrise "Okay" Liam sorrise a sua volta, mentre riprendevano a camminare.

"Però la prossima volta che Theo fa anche un solo commento sarcastico o acido, lo prenderò a calci nelle palle" aggiunse lei sardonica.

Liam rise "Sai, non pensavo l'avrei mai detto, ma... non.. non è così male" Hayden lo guardò con gli occhi sbarrati "Sì, insomma... a volte sa essere... stranamente.." Si interruppe pensieroso. Liam ripensò a qualche giorno prima, quando Theo si era offerto di ascoltarlo, o quando l'aveva seguito in piena notte dopo la sua sfuriata. Ti nascondevi sempre lassù quando da bambini giocavamo qui. Non aveva mai pensato che Theo gli prestasse tanta attenzione, o almeno, non quel tipo di attenzione. Ripensò al fumetto che gli aveva regalato. A quando avevano fatto insieme l'albero come una normale famiglia. A quando avevano studiato insieme. Sono colpito. "...Stranamente premuroso"

"Premuroso?" Hayden alzò ancora di piu' le sopracciglia "Theo Raeken?"

Liam ridacchiò al suo tono scettico. "E' strano, ma sì"

"Oh allora il vero Theo è stato rapito dagli alieni, senz'altro" Liam scoppiò a ridere proprio mentre entravano in classe. Hayden proseguì con foga "Dovremmo denunciarlo a qualcuno?"

Theo alzò lo sguardo dal suo libro di economia, quando sentì Liam ridere. Il suo cuore mancò un battito quando lo vide ridere spensierato insieme ad Hayden, mentre si facevano strada tra i banchi verso i loro posti. Theo distolse in fretta lo sguardo, stringendo i pugni in grembo con un sospiro frustrato, mentre cercava di mantenere la calma per non fare schiocchezze come al suo solito, tipo sparare loro frecciatine.

*

Quando quella sera Theo tornò a casa, suo padre stava spostando le valigie al piano di sotto. "State andando?" gli chiese tranquillo.

"Sì" Paul guardò l'orologio nervosamente. Poi gridò verso la cima delle scale "Jenna, faremo tardi, l'aereo è tra due ore!"

"Arrivo!" gridò la donna, poco prima di apparire con un'ultima borsa. "Liam!" gridò poi, facendo apparire Liam dal salone. Liam affiancò Theo, mentre Paul apriva la porta. Jenna si voltò agitata verso i due ragazzi. "Allora, la cena è in forno, vi ho lasciato soldi nel primo cassetto della cucina, e ho lasciato un appunto con tutti i numeri da chiamare in caso di emergenza, anche quello del nostro albergo, e della nostra guida turistica"

"Perchè hai il numero della guida turistica?" chiese Theo, evidentemente sconcertato dal flusso di raccomandazioni.

"Non chiedere" commentò Liam.

"Ah e ho lasciato anche il numero dello zio Peter" fece rivolta a Liam

"Non chiamerò lo zio Peter nemmeno se stessi per morire" rispose Liam tranquillamente.

"Bravo" commentò Jenna con un sorriso.

"Ah e mi raccomando, non state svegli fino a tardi" fece lei chinandosi per prendere un'altra borsa

"Sì mamma" Liam roteò gli occhi, Theo fece un sorriso scuotendo la testa.

"...Non mangiate troppe schifezze..."

"Sicuramente" rispose Theo

La testa di Paul spuntò dalla porta "E niente feste"

Liam sbarrò gli occhi. "Festa? Quale festa?" chiese nervosamente, gli occhi che schizzavano in giro per la stanza, senza mai incontrare quelli di Jenna e Paul "Non c'è nessuna festa, figuriamoci se-"

Theo gli pizzicò un fianco senza farsi vedere. Liam trasalì, ma almeno si zittì.

"Non faremo nessuna festa, papà, tu guardi troppi film" fece Theo annoiato. "Non dovete andare? Farete tardi"

"Giusto" fece Jenna, spingendo allegramente via Paul e afferrando la maniglia per chiudersi la porta alle spalle. "Fate attenzione, vi vogliamo bene!"

"Anche noi" fecero in coro Theo e Liam, mentre la porta si chiudeva alle loro spalle. Rimasero immobili per qualche secondo, finchè sentirono le portiere sbattere e l'auto avviarsi. Poi Theo si voltò verso Liam, con un grosso ghigno sul viso. Liam lo guardò a disagio, poi Theo scosse la testa divertito "Ricordami di non chiamare mai te se mai dovrò commettere un omicidio" disse soltanto prima di dirigersi in salone. Liam lo guardò andarsene con un'espressione aggrottata prima di seguirlo "Be' in quel caso credo potremmo chiamare lo zio Peter"

*

Quando il campanello suonò, Theo si affrettò ad aprire la porta. Josh apparve sulla soglia con tre grosse scatole di pizza in una mano e due birre nell'altra. "Porto doni!" esclamò entrando senza aspettare un invito. Puntò subito in cucina, seguito da Theo.

"Cerchi di comprarti il mio perdono con la pizza e due birre scadenti?" chiese lui tranquillamente, mentre Josh posava la loro cena sul bancone. "Forse" rispose lui con una scrollata di spalle.

Theo sbirciò le pizze, con un'espressione affamata. "Hai preso quella ai peperoni?"

"Ovvio" rispose lui porgendogli una birra.

"Okay sei perdonato" rispose Theo accettando la birra con un ghigno.

Josh ridacchiò, per poi guardarsi intorno. "Allora, dov'è il tuo piccolo fratellino?"

"Non chiamarlo così" Theo roteò gli occhi seccato "Ed è sotto la doccia" Si portò la bottiglia alle labbra, bevendo un grosso sorso.

"Interessante" commentò con un sorrisetto. Theo gli rivolse un'occhiata non impressionata, e fu trattenuto dal commentare solo dal campanello. "Chi è adesso?" gemette.

"Ah vado io!" lo precedette Josh schizzando fuori dalla stanza "Sarà il tipo dell'alcool!!"

Un grosso tizio barbuto varcò la soglia con un carrello che trasportava un grosso barile, proprio mentre Theo raggiungeva Josh. "Dove lo lascio questo?" chiese l'uomo annoiato, senza guardare nessuno dei due in particolare.

"Uh.. in salone, credo" rispose Theo. Josh stava quasi letteralmente saltando eccitato sul posto. L'uomo tornò verso di loro "Vado a scaricare gli altri" disse prima di uscire.

Theo si voltò verso Josh sconcertato. "Altri? Quanto cazzo di alcool hai comprato?!"

"Uhm... 30 litri?"

"30 litri?" urlò-sussurrò Theo scioccato.

"Forse 50" aggiunse Josh ritraendosi, mentre l'uomo tornava col secondo barile.

"50 litri?! E sentiamo, chi pagherà 50 litri di alcool illegale?!"

"Uhm.. pensavo potessimo... fare a metà?" tentò Josh

Theo sospirò esausto "Okay, e quant'è?"

"200 dollari"

"200 dollari?!"

"La smetti di ripetere tutto quello che dico?!"

"Io ti uccido, okay, dammi la tua metà" ringhiò Theo.

"Ehm ecco- vedi... al momento sono un po' a secco, però giuro che te li ridò" Se gli sguardi avessero potuto uccidere, Josh era sicuro che sarebbe morto ora. "Hey io ho portato la pizza!" protestò lui.

"Oh be' scusa per la tua perdita" soffiò Theo, andando a recuperare i soldi che Jenna aveva lasciato 'per le emergenze' proprio mentre l'uomo tornava con l'ultimo barile.

"Sono 250, ragazzi" comunicò lui inflessibile. Theo fulminò Josh.

"Credevo fossero 200" si affrettò a dire Josh.

"Be' sì, ma i minorenni pagano un supplemento. Se capite cosa intendo"

Josh incontrò lo sguardo di Theo esitante "Ho portato anche le birre?" fece esitante.

Theo sbuffò, porgendo i soldi al tizio che li salutò, affrettandosi a sparire.

Josh fece un sospiro "Spero che ne valga le pena almeno"

"Oh sì, c'è così tanto alcool qui che potrei affogartici dentro"

"Sei sempre così simpatico"

*

Liam li raggiunse appena ebbero apparecchiato il tavolo al volo, le grosse pizze sistemate ciascuna a un posto. Liam si fermò sulla soglia, addocchiando i tre grossi barili che invadevano la stanza.

"Wow, non vi siete regolati" commentò. Theo non poteva che essere piu' d'accordo.

"Oh eccoti" Josh esclamò invece entusiasta, mentre riempiva un bicchiere dal rubinetto del barile, e si avvicinava a Liam cingendogli le spalle. "Tieni, Dunbar, su, bevi, bevi"

Liam prese il bicchiere esitante, annusando leggermente per capire cosa fosse. "Cos'è?" chiese, non avendolo capito.

"Non ho la piu' pallida idea" rispose Josh sincero.

Theo roteò gli occhi. "E' qualcosa per cui dovremmo trovare una buona scusa sul come cazzo abbiamo speso i 200 dollari delle emergenze di tua madre"

"Avete speso 200 dollari di alcool?" chiese Liam sconcertato.

"250 in realtà" precisò Josh, come se fosse qualcosa di cui vantarsi.

"Oh mio dio" Liam sospirò sedendosi accanto a Theo e tirando piu' vicino la sua pizza, mentre Josh tornava al barile a riempire altri bicchieri per loro.

Theo intanto si prese un momento per osservare l'altro ragazzo, il viso pulito e liscio, i capelli biondicci e corti tirati su dal gel, una camicia bianca e attillata che gli avvolgeva il busto.

Non poteva fare a meno di notare quanto esteriormente fosse così diverso dal bambino che aveva conosciuto anni prima. Era piu' robusto, i lineamenti più decisi, e c'era qualcosa di magnetico in lui che attirava costantemente lo sguardo di Theo.

Probabilmente Liam avvertì i suoi occhi su di lui, perchè si voltò a guardarlo. "Che c'è?" chiese incerto, agitandosi sotto il suo sguardo. "Ho qualcosa sulla faccia?"

"Uh" Theo distolse lo sguardo preso alla sprovvista "Niente- niente"

"Tieni, T" Josh s'intromise salvandolo dal cercare una scusa che giustificasse il suo essere stato a lì a fissarlo come un maniaco, e Theo si affrettò a riempirsi la bocca con grosse sorsate.

Josh passò un altro bicchiere a Liam "Prendi, Dunbar, stasera ti farò ubriacare!"

Theo osservò Liam lanciare uno sguardo dubbioso al bicchiere. "Non devi bere per forza, se non vuoi" si intromise.

"Si che deve!"

"Stai zitto, Josh"

"N-no, io- va bene, è una festa no?" tentò Liam con un sorriso incerto, ripensando anche alle parole di Corey del giorno prima, e buttando giù il bicchiere tutto d'un fiato.

"Ohh vai così Dunbar!" esultò Josh, imitandolo. Theo sospirò, facendo altrettanto

*

Dopo le 9, la casa cominciò decisamente a riempirsi. C'erano persone in ogni angolo, che si passavano bicchieri strapieni di alcool, c'era musica alta che rimbombava per tutte le stanze, e qualcuno ballava lì dove Theo e Josh avevano fatto spazio spostando i mobili. C'era gente che rideva, qualcuno urlava, qualcuno pomiciava sfacciatamente.

"Bella festa, amico!" gridò Alec, mentre si avvicinava a Liam, in piedi sulla porta del salone, assieme a Mason e Corey.

"Grazie, ma... onestamente sento di non avere alcun controllo su di essa" ridacchiò Liam.

"Sei ubriaco?" chiese Mason sospettoso.

"Non ancora, almeno credo. Questa roba è forte!"

"Cioè, avete visto quei barili in salone?" chiese Nolan sconcertato, mentre appariva dal nulla con quattro bicchieri in mano, distribuendoli.

"Josh?" fece Corey a Liam.

"Josh" annuì lui.

"Be' non so voi, ma io ho voglia di ballare!" esclamò Mason allegro, guardandosi intorno e afferrando Corey per la mano e trascinandolo in mezzo alla pista.

"Dai Liam!" urlò Alec afferrandolo per una manica.

"Ah no-no-"

"Niente no!" si unì Nolan, afferrandolo dall'altro lato e trascinandolo dietro a Mason e Corey.

Liam perse il conto del tempo che passarono a ballare, ridendo e prendendosi in giro a vicenda per le loro mosse goffe, passandosi bicchieri di alcool. A un certo punto anche Hayden e Tracy si unirono a loro, i capelli svolazzanti mentre si muovevano al ritmo della musica.

Theo si girò sulla sedia, lanciando un'occhiata a Liam e gli altri che ballavano e ridevano spensierati, o probabilmente ubriachi, per tornare poi a Josh e un altro ragazzo del loro anno che si stavano sfidando a bere una lunga fila di bicchieri ciascuno che occupava quasi tutto il tavolo. Uno alla volta, Josh li scolò tutti arrivando per primo alla fine e esultando selvaggiamente alla fine, mentre l'altro imprecava.

Poi Josh saltò su, facendo un cenno a Tracy "Hey Tracy, ragazzi, chi c'è per un gioco?!"

"Ah! Io ci sto!" gridò Tracy entusiasta, afferrando Hayden, che a sua volta afferrò Liam.

"Forza, andiamo!"

"Uh?" Liam guardò Mason, che annuì, seguendolo, dopo aver fatto un cenno anche agli altri.

"Io passo-" fece Theo, facendo per alzarsi, ma Josh lo afferrò ritirandolo sulla sedia "Scordatelo, stronzo" Theo roteò gli occhi. Di solito questi giochi non finivano mai bene, soprattutto quando si cominciava ad avere fin troppo alcol in circolo.

Mentre si riunirono tutti quanti attorno al tavolo, Josh prese una bottiglia che aveva riempito di alcool, svuotandola in una ventina di bicchieri prima di appoggiarla a terra "Giochiamo a 'Io non ho mai-'?" suggerì allegramente, al che tutti mormorano in assenso vivacemente.

Theo alzò gli occhi al cielo, afferrando però un bicchiere. "Bene, giochiamo." Guardò Josh con un ghigno. "Io non sono mai stato così stupido da ordinare 250 dollari di alcool" borbottò. Tutti ridacchiarono, mentre Josh prendeva il bicchiere dalla mano di Theo.

Josh sbuffò "Quando la smetterai?" canticchiò allegramente, scolandoselo.

"Okay okay- ora faccio io!" si intromise Alec "Io non ho mai organizzato una festa così da sballo!" fece allegramente, facendo cenno a Theo e Liam.

"Seriamente?" sbuffò Theo, bevendo. E Liam lo imitò con un sorriso.

"Ah ora io!" si fece avanti Hayden, con un sorriso sardonico verso Tracy "Io non ho mai fatto sesso a scuola"

"Stronza" soffiò lei fingendosi offesa, buttando giu' un bicchiere. Theo, con un altro roteare di occhi, che fece ridere Josh, la imitò. E così anche Mason e Corey.

Nolan accanto a loro boccheggiò esterrefatto. "Oh mio Dio" Tutti risero. "Okay" soffiò dopo, con un cenno della mano come a voler allontanare l'immagine. "Io non ho mai... fatto sesso" comunicò tranquillamente.

Josh lo guardò "Non dovresti ammetterlo così facilmente" fece divertito, bevendo. Imitato da tutti... tranne che da Liam, che restò a guardare a disagio il tavolo imbandito, prima di alzare lo sguardo sentendo gli occhi di tutti su di lui.

"Figo, visto? Non sono l'unico" fece allegramente Nolan. Liam arrossì, sentendosi stranamente in imbarazzo. Sapeva che non era una cosa per cui dovesse sentirsi a disagio, semplicemente era una cosa che non aveva ancora avuto modo di provare, ma non poteva evitare di sentirsi come fuori posto, diverso. Alzò d'istinto lo sguardo per incontrare gli occhi di Theo che lo fissava con una strana espressione illegibile sul viso dall'altra parte del tavolo.

Il cuore di Theo perse un battito quando Liam guardò verso di lui. Ma poi realizzò che probabilmente il motivo era perchè istintivamente Liam si aspettava un suo commento o una presa in giro a riguardo. Distolse lo sguardo, sentendo di nuovo un ondata di colpa scorrergli sotto la pelle.

Corey sembrò leggere i pensieri di Liam, perchè serrò le labbra. "Uh è il mio turno ora" comunicò poi. Poi guardò Theo con un espressione pungente "Io non ho mai fatto lo stronzo con qualcuno"

Theo lo guardò tagliente mentre tutti intorno improvvisamente tacevano "Sai, ho i miei dubbi in proposito, Bryant" controbattè lui, sardonico, spingendo il bicchiere verso Corey.

Corey fece uno sbuffo beffardo. "Okay, non ho mai fatto lo stronzo con qualcuno che non se lo meritasse" si corresse poi, con una smorfia, spingendo di nuovo il bicchiere verso Theo.

"Be' che mi dici di questo..." ribattè Theo ancora piu' tagliente, un ghigno sul suo viso, mentre spingeva ancora il bicchiere verso Corey "Io non ho mai supplicato qualcuno perchè mi scopas-"

Non aveva ancora finito di parlare, che Corey scattò in piedi, Mason e Alec che lo trattennero all'istante, mentre Josh si metteva tra di loro "Hey, hey, stronzi, questa è una festa, tenetevi i vostri problemi per un'altra occasione!" sbottò seccamente.

Liam mosse lo sguardo scioccato tra Corey, il viso rosso forse dalla rabbia o forse dalla vergogna, e Theo, le labbra serrate in un'espressione di pietra.

"Lascialo perdere, non ne vale la pena" sentì Mason sussurrare a Corey, che si liberò dalla presa che Alec e il suo ragazzo avevano su di lui.

"Okay, ragazzi, che ne dite se cambiamo gioco?" s'intromise subito Hayden conciliante. Guardò prima Theo che sbuffò. "Come vi pare" disse soltanto.

"Sì è meglio" borbottò Corey, guardando altrove.

Hayden si mosse per raggiungere il punto in cui erano Josh e Theo e raccolse una bottiglia vuota da terra. Theo la guardò scettico, avendo già capito.

"Il gioco della bottiglia? Seriamente? Cos'hai, 10 anni?"

"Come se tu non vedi l'ora di ficcare la lingua in bocca a qualcuno, Theo" commentò lei roteando gli occhi.

"Uh tu piuttosto... che mi dici del tuo piccolo fidanzato?" gli fece, guardandola con un ghigno.

Hayden trasalì, guardandosi intorno come ad assicurarsi che nessun'altro li stesse ascoltando "Non che siano affari tuoi, ma... ci siamo lasciati, la scorsa settimana"

Theo si tese, guardandola, ma controbattè con la sua solita indifferenza e il suo sorrisetto "Cos'è? Non trovavi piu' tempo di portarlo al parcogiochi?"

Hayden roteò gli occhi "Smettila di fare lo stronzo Theo. Questa battuta sta diventando vecchia" disse soltanto, allontanandosi. Theo la seguì con lo sguardo, mentre lei tornava al suo posto accanto a Liam, rivolgendogli un sorriso rassicurante. Theo serrò le labbra, prima di tornare a sedersi al suo posto al tavolo con un sospiro frustrato.

"Okay, chi vuole avere l'onore di cominciare?" esclamò Josh. "Nessuno? Allora vado io" Afferrò la bottiglia prima che qualcuno potesse protestare, girandola. Theo la fisso pregando il Dio in cui nemmeno credeva che non si fermasse su di lui, perchè ora l'ultima cosa che voleva fare era baciare Josh. Al massimo poteva dargli una testata. Ma la bottiglia girò, lo sorpassò, passò Tracy, Alec, Nolan e si fermò su Mason. Theo sbuffò una risata.

"Okay questo è strano" commentò Josh.

"Forza, dov'è finito il tuo entusiasmo, Josh?" lo stuzzicò Theo spingendolo.

"Be' io non ho nessun problema" fece Josh alzandosi. "Lo dicevo solo per Corey"

"Ah io non vedo l'ora di vedere" fece Corey con un'espressione divertita, guadagnandosi una gomitata da Mason accanto a lui.

"Bene, facciamolo" Josh fece il giro del tavolo, mentre Mason si alzava con un sospiro. Si scambiarono un veloce bacio a stampo che somigliò davvero molto a una testata, prima che ognuno tornasse al suo posto. "Tutto qui?" fece Theo a Josh, con un sopracciglio alzato, mentre si risiedeva accanto a lui "Sta zitto stronzo" "Non dirmi che sei arrossito?" "Fottiti, bastardo"

"Vai, Mase" lo incitò Alec, avvicinandogli la bottiglia. Mason girò.

A quanto pare la bottiglia si divertiva a tirar fuori abbinamenti bizzarri. Fu così che Mason si ritrovò a baciare un nervosissimo Nolan, Nolan si ritrovò a baciare Tracy, che si ritrovò a baciare Hayden.

"Vieni qui!" fece Tracy enfatica, prendendo a coppa le guancie di Hayden e lasciandogli un esagerato bacio sulle labbra, facendo ridere tutti, Hayden piu' di tutti. Poi Hayden girò la bottiglia, e lì Theo seppe che quella bottiglia lo odiava. Perchè girò, girò, passando Mason, poi Corey e fermandosi su Liam. Theo si chiese come fosse possibile arrossire e impallidire allo stesso tempo, perchè Liam era appena riuscito a farlo. Mason e Corey si scambiarono due sorrisi maliziosi, mentre Hayden si voltava verso Liam, seduto alla sua sinistra. "E' okay?" chiese lei a bassa voce.

"Ah- uhm.. sì, credo-" balbettò lui, girandosi verso di lei. Non poteva dire di non volerlo. Baciare Hayden era stata stata una delle cose che aveva desiderato fare di piu' fin da bambino, ma era strano e imbarazzante farlo ora davanti a tutti, soprattutto con Mason, Corey e Tracy che li incitavano allegramente. E con gli occhi di Theo puntati addosso. Per qualche motivo erano quelli che gli mettevano maggiore soggezione. E poi c'era il fatto che Hayden fosse fidanzata, certo, anche Mason lo era, però aveva baciato Josh...- I suoi pensieri frenetici furono zittiti dalle labbra morbide e delicate di Hayden che si posarono sulle sue. Le palpebre di Liam tremolarono chiudendosi, mentre si chinava nel bacio. Hayden succhiò tentativamente il suo labbro inferiore e lui si sentì coraggioso nel fare altrettanto.

Mentre tutti esultavano nemmeno fossero allo stadio, Theo distolse lo sguardo. Lo sapeva che doveva lasciar perdere questi stupidi giochi da ubriachi finchè era in tempo. Sbuffò irritato, mentre alzava lo sguardo nel momento in cui, entrambi rossi in viso, Hayden e Liam si separavano.

Imbarazzato in un modo che Theo non potè che definire adorabile, Liam si concentrò sulla bottiglia, prendendola in mano pronto a girarla. Non potendo sopportare di assistere a un'altra scena simile, Theo decise di chiuderla qua con lo stupido gioco. Nel momento in cui Liam girò si alzò. "Ragazzi, io chiudo. Ho bisogno di aria, questa schifezza mi sta dando alla testa" comunicò, con un cenno al suo bicchiere mezzo vuoto.

"Ma dai-" Josh protestò cercando di tirarlo di nuovo seduto.

Proprio in quel momento la bottiglia passò Tracy fermandosi su di lui. Tutti si zittirono, guardando la bottiglia scioccati. Liam e Theo sbarrarono gli occhi alzando contemporanemente gli sguardi per guardarsi. Josh restò fisso sulla bottiglia a bocca aperta, ancora aggrappato a Theo "Okay, questo è ancora piu' strano" commentò.

Mason guardò prima Liam, poi Theo, dubbioso. "Be' teoricamente Theo si è appena ritirato" fece notare.

Theo guardò Mason poi di nuovo Liam. Non poteva certo dire che aveva cambiato idea ormai. Anzi, forse era meglio così. Baciare Liam... era qualcosa che era meglio non lasciar succedere, no? Non importava quanto la bramasse..- "Sì, l'ho fatto... fortunatamente" si affrettò a dire. Sospirò, scuotendo la testa "Ho bisogno di aria" ripetè.

"Eh no aspetta, stronzo" lo fermò Josh con un ghigno. "Pensi di filartela senza fare un obbligo?"

"Giusto!" si accodò allegramente Alec. Theo li guardò prima di sbuffare. "Forza, cosa volete che faccia?"

"Mhh" fece Josh pensieroso. Poi gli rivolse un grosso sorriso sardonico. "Spogliati"

"Come scusa?" chiese Theo allibito.

"Passerai il resto della serata in boxer" spiegò ridacchiando, e facendo ridere tutti quelli intorno.

"Scherzi vero?"

"Assolutamente no, forza, dai, spogliati!"

Theo gli rivolse un'ultima occhiata assassina, prima di sbuffare e sfilarsi la maglietta. Josh fischiò, mentre tutti ridevano. Da qualche parte, qualcuno tra la folla di invitati, lo imitò. Theo tirò la maglietta contro la faccia di Josh che rise piu' forte. "Ora i pantaloni!"

"Ti farò il culo per questo" commentò Theo, mentre si liberava anche dei pantaloni, rimanendo in boxer.

Theo non si era mai vergognato del suo corpo. Anzi, sapeva di avere un corpo a dir poco perfetto, su cui letteralmente sbavare, ma in quel momento era decisamente tutto molto strano.

"Mmh non male" commentò Alec, lanciandogli un'occhiata e ridacchiando.

"Bello vedere che qualche parte di te si salva" commentò Hayden sarcastica.

Molto simpatica, davvero. Pensò Theo facendole il medio. Poi il suo sguardo scivolò su Liam, che distolse lo sguardo nel momento in cui Theo incontrò i suoi occhi. Era ancora leggermente rosso in viso, e il modo in cui si era voltato di fretta fece chiedere a Theo se per caso Liam lo stesse guardando. Be' ti sei appena spogliato davanti a cinquanta persone, Theo, tutti ti stanno guardando, di che ti sorprendi? Gli ricordò la sua mente, ma il suo cuore non potè fare a meno di mancare un battito all'idea degli occhi di Liam su di lui. Questa stupida cotta stava diventando un problema.

"Ora andrai a prendere un po' di aria così?" s'informò Nolan con un sorriso.

"Fottetevi" rispose soltanto Theo, mentre andava a riempirsi un altro bicchiere, perchè era l'unica cosa che gli restava da fare per aggiustare quella serata.

"Okay, Liam, a questo punto devi girare di nuovo" fece Hayden, dandogli una gomitata

"Uh?" Liam trasalì, tornando evidentemente alla realtà, mentre si voltava a guardare lei, poi la bottiglia, capendo. "Ah, sì.. okay"

Girò di nuovo, la bottiglia che si fermò lentamente su Mason. Liam scoppiò a ridere, mentre Mason lo guardava scuotendo la testa drammaticamente. "Sapevo che questo sarebbe successo prima o poi"

Fu a quel punto che Theo tracciò la linea, abbandonando definitivamente la stanza.

*

Verso le 2 del mattino, mentre tutti lentamente abbandonavano la festa, chi barcollando, chi sostenendo i propri amici sbronzi, Theo, ancora rigorosamente in boxer, pensò fosse ora di vedere che fine aveva fatto Liam. Fu così che lo trovò seduto dietro il bancone della cucina, con la testa abbandonata tra le gambe.

"Che diavolo stai facendo?" rise mentre si sedeva accanto a lui.

"Sto morendo" mugugnò Liam, la voce attutita dalle sue braccia. Theo rise scuotendolo da una spalla. "Non stai morendo, sei solo davvero davvero ubriaco"

"Non scuotermi, o potrei vomitare" lo avvertì Liam con una smorfia, tirandosi indietro e abbandonandosi contro la superficie alle sue spalle, esponendo la gola in un modo che non attirò affatto l'attenzione di Theo. Poi Liam si voltò con la testa verso di lui, un sorriso confuso che gli allargava sul viso, gli occhi piccoli e lucidi, e quelli di Theo scattarono subito a incontrarli, un sorriso che gli si aprì sul suo viso di riflesso. "Perchè sei nudo?" mugugnò poi Liam.

Theo ridacchiò "Okay, hai decisamente bevuto troppo." Gli diede un colpo sul ginocchio, alzandosi e porgendogli la mano "Andiamo, è ora di andare a dormire"

"Uh..." Liam gli afferrò la mano goffamente, ma non fece niente per aiutare Theo a sollevarlo. Barcollò quando Theo lo tirò in piedi, finendo contro il petto di Theo che lo afferrò dalle spalle per sostenerlo. "Ci sei?" gli chiese divertito.

"Uh-uh" mugugnò Liam, ma nel momento in cui Theo abbassò le braccia, Liam barcollò indietro e non finì col sedere per terra solo perchè Theo lo afferrò al volo prendendogli le mani e tirandolo di nuovo vicino. "A quanto pare no" mormorò Theo con un sorriso, il viso ora a un palmo da quello di Liam. Liam alzò lo sguardo incerto, il cuore che mancò un battito all'improvvisa vicinanza, incerto su cosa fare, visto il modo in cui l'alcool gli annebbiava la vista e la mente in quel momento. Non ebbe tempo di elaborare la cosa, perchè una voce che chiamava entusiasta il nome di Theo li interruppe, e Theo fece un passo indietro, lasciando le mani di Liam e voltandosi verso Tracy, che era appena entrata in cucina, incerta nei suoi passi, evidentemente ancora un po' brilla.

"Hey T" Si avvicinò a Theo con un sorriso confuso, gettandogli le braccia al collo e tirandolo in un bacio bagnato. Liam si agitò sul posto, gli occhi che indugiarono sui due per qualche secondo di troppo, prima che abbassasse lo sguardo imbarazzato.

Theo si tirò indietro quasi subito, le mani sulla vita di Tracy per tirarla indietro, un'espressione quasi infastidita sul viso. "Che fai ancora qui? Non è ora che tu vada a casa?" le chiese.

"Mmmh.. Hayden mi sta aspettando in macchina, però... potrei restare qui" fece, con voce morbida e seducente. "Continuare la festa..." Lo guardò con un sorriso allusivo, ma l'espressione di Theo rimase immutata.

"Dovresti andare a casa" disse soltanto. "Sei ubriaca"

"Questo non ti ha mai fermato" fece lei divertita. Liam si agitò di nuovo imbarazzato, indeciso su cosa fare, soprattutto perchè era sicuro che se avesse fatto anche un solo passo, sarebbe caduto.

"Tracy" Theo sospirò irritato, lanciando un'occhiata rapida a Liam "Vai e basta, non è il momento"

Tracy strinse le labbra, il sorriso ora svanito. Il suo sguardo oscillò leggermente su Liam, mentre faceva un passo indietro da Theo, lasciando cadere le mani che erano ancora posate sulle sue spalle. Poi tornò a guardarlo. "Okay" sospirò alla fine sconfitta, e forse un po' irritata. "Ci vediamo domani?"

"Sicuro" rispose Theo, ma non suonava affatto sicuro.

Tracy sbuffò, e uscì senza dire altro.

Liam alzò lo sguardo su Theo quando Tracy sbattè la porta dietro di sé.

"Non sei stato gentile" mugugnò alzando un sopracciglio, e barcollando di nuovo indietro.

Theo rise alla sua voce biascicata per colpa dell'alcool, prendendogli la mano per impedirgli di cadere e cominciando a fare strada verso il piano superiore. "Dovresti sapere ormai che io non sono gentile"

Liam si lasciò trascinare di sopra, gli occhi fissi sulle loro mani intrecciate, il palmo di Theo caldo contro il suo, un rossore lieve sulle guancie quando il suo sguardo si posò sulle spalle nude di Theo.

"Dai" sussurrò Theo, e Liam si rese conto improvvisamente di essere in camera sua, Theo gli spinse leggermente la spalla, aiutandolo a sdraiarsi, e a sistemarsi sotto le coperte.

Liam mugugnò sistemandosi meglio contro il cuscino, gli occhi chiusi in un'espressione ora soddisfatta, biascicando qualcosa di confuso.

"Che hai detto?" chiese Theo, non avendo afferrato le sue parole.

"Lo sei invece" ripetè Liam piu' chiaramente.

"Sono cosa?" ripetè di nuovo, ancora piu' confuso.

"Gentile" rispose Liam aprendo gli occhi, con un piccolo sorriso sul viso.

Il cuore di Theo saltò dolorosamente nel suo petto, ma si sforzò di mantenere un tono tranquillo "Devi essere davvero ubriaco allora"

"Non ti hanno rapito gli alieni, vero?" mugugnò di nuovo Liam, gli occhi che si chiudevano di nuovo.

"Cosa?" rise Theo.

Quando Liam non rispose, Theo pensò che si fosse addormentato, e fece per allontanarsi. Ma la mano di Liam attorno al suo polso lo trattenne facendolo inciampare. "..ta qui" lui mugugnò.

"Come?"

Liam aprì di nuovo gli occhi "Resta qui" ripetè. "Sto morendo"

Theo rise di nuovo "Non stai morendo" disse, un affetto nella sua voce che suonava estraneo anche a lui stesso. Esitò un attimo, incerto sul cosa fare, prima di sdraiarsi accanto a Liam, rimanendo però sopra la coperta. Aveva fatto sesso con così tante persone diverse da non poterle piu' contare, ma non aveva mai diviso il letto con qualcuno, dormendoci insieme. Anche uno come lui si sentiva come se quello fosse un gesto estremamente intimo, forse perfino più del sesso stesso.

Liam si girò su un fianco, voltandosi verso Theo, che imitò la sua posizione, posando la testa sulla sua mano destra, il gomito puntato nel materasso.

"Sei morto?" chiese, quando Liam non diede piu' segni di vita.

Liam rise debolmente, poi aprì di nuovo gli occhi. Il suo sguardo indugiò di nuovo su di lui, in un modo che gli diede la pelle d'oca. Poi strinse gli occhi confuso. "Perchè sei nudo?"

"Stai diventando ripetitivo" Sbuffò Theo. "L'obbligo, ricordi? Ho dovuto spogliarmi per smettere di giocare allo stupido gioco della bottiglia"

"...Bottiglia?" mugugnò Liam pensieroso. "Mhh.." Poi sembrò ricordare qualcosa perchè la sua espressione si schiarì, gli occhi si alzarono verso il viso di Theo e con un mezzo sorriso si puntellò sul gomito.

"Che-?" Theo lo guardò preso alla sprovvista, mentre Liam si avvicinava con un'espressione che sarebbe stata predatoria se non fosse stato irremediabilmente ubriaco. Theo si congelò, quando Liam gli posò un leggero e veloce bacio all'angolo tra le sue labbra e la guancia, prima di cadere di nuovo di peso contro il cuscino. "Che-?" ripetè Theo, gli occhi spalancati e il cuore che batteva velocemente nel petto. Era stato così leggero e veloce che Theo si chiedeva se fosse davvero successo, o fosse stato solo un sogno.

"Mi dovevi un bacio" mugugnò Liam debolmente, prima di addormentarsi definitivamente con un ultimo sospiro, lasciando Theo solo col suo cuore impazzito e la mente che lavorava febbrilmente.

Cercando di radunare i pensieri, Theo si lasciò cadere sul cuscino. Si chiese se era il caso che tornasse in camera sua, ma in quel momento non trovava la forza, il coraggio o la volontà di fare una cosa del genere. Così restò lì, a guardare Liam dormire.

Si era detto che doveva fermare quell'attrazione prima che diventasse qualcosa di più. Ma forse, forse era già tardi. Perchè guardando il ragazzo accanto a lui, addormentato con un'espressione pacifica, tutto quello che riusciva a pensare era quanto volesse fermare il tempo a quel momento, chiudere il mondo in quella stanza, un mondo dove Liam gli chiedeva volutamente di restare al suo fianco, un mondo dove Liam sapeva stare al suo fianco così rilassato, così pacifico... così se stesso.

Si era detto che era solo attrazione, si era detto che era una cotta passeggera che sarebbe andata via come era venuta, ma non era così. Forse, forse... era sempre stata lì. Fin da bambini. Aveva odiato Liam, l'aveva attaccato perchè rivedeva in lui la parte piu' debole di se'. Quella che voleva cancellare. Ora, a conti fatti, riusciva a vedere come ciò implicava che già allora aveva riconosciuto un pezzo di sé nell'altro ragazzo, qualcosa che li univa, qualcosa che li rendeva simili.

E se all'epoca era stato stupido, e aveva odiato quella connessione, ora invece era come un caldo conforto, come una voce nel retro della sua mente che ripeteva di continuo

'Non sei solo, non sei l'unico a soffrire, andrà tutto bene'
 

CONTINUA

 

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Capitolo 7
*** Buttare giù quel muro ***


7. Buttare giù quel muro
 

Quando aprì gli occhi quella mattina, la prima cosa che Liam si chiese fu se il sole fosse sempre stato così accecante. Strizzò gli occhi, districando un braccio dalle coperte per coprirsi il volto. Gemendo poi quando il movimento gli fece rovesciare lo stomaco in un modo per niente piacevole.

La testa gli scoppiava, sembrava come se qualcuno gli stesse battendo ripetutamente dei colpi dall'interno contro la tempia destra. Liam annotò mentalmente che non avrebbe mai piu' accettato alcool da Josh, o da qualunque altra persona al mondo, a dirla tutta. Mentre stringeva questo sacro voto con se stesso, tirò la coperta in modo da coprirsi il volto e non dover affrontare il mondo esterno per almeno qualche altra ora. Sì, tirò, o almeno ci provò. Perchè quella non sembrava interessata a collaborare.

"Liam smettila di tirare, cazzo" mugugnò da qualche parte dietro di lui la voce di Theo, assonnata ma in qualche modo già carica di irritazione fin di prima mattina.
Liam sobbalzò violentemente, perchè quella era davvero l'ultima cosa che si aspettava di sentire in quel momento e in quel posto. Si voltò di scatto solo per vedere Theo che dormiva nel suo letto, accanto a lui, in mutande. Forse l'alcool gli stava giocando ancora brutti scherzi, perchè davvero, era surreale.

Non ebbe però tempo di metabolizzare o interrogarsi sulla cosa, perchè il suo stomaco si vendicò pesantemente per il suo movimento brusco, la bile che gli risalì la gola prepotentemente. Correre in bagno era un pensiero che non lo sfiorò nemmeno lontanamente in quel momento – si sarebbe sotterrato per la vergogna più tardi, quando sarebbe stato sicuro che morire non era più un rischio possibile – mentre vomitava sul pavimento sporgendosi dal letto. Disgustoso, pensò sbattendo gli occhi pieni di lacrime, una smorfia che gli contraeva le labbra.

Sentì Theo ridere dietro di lui, lo stronzo, mentre si faceva lentamente ricadere contro il materasso, avvilito. "Non ridere, stronzo" borbottò Liam, le guance ora rosse per la vergogna, guardando il soffitto come se fosse la cosa piu' interessante del mondo.

"Hey, io ti avevo detto di non bere, se non volevi, ricordi?" disse Theo tranquillamente, guardandolo con un mezzo sorriso sulle labbra.

"In realtà, credo di non ricordare assolutamente nulla" mormorò Liam lentamente, strizzando gli occhi, mentre cercava di mettere insieme i pezzi della sera precedente. Poi finalmente si voltò verso Theo, guardandolo sospettoso. "Perchè sei nel mio letto?" chiese, e alzò un sopracciglio "E perchè sei in mutande?"

Theo roteò gli occhi. "E' una lunga storia" disse soltanto.
"Ho tutto il tempo del mondo. Non ho intenzione di alzarmi da qui per i prossimi cinque anni"

"Non essere drammatico. E sappi che non pulirò tutto il disastro di sotto da solo, signor Questa-è-anche-la-mia-festa"

Liam gemette al solo pensiero del disastro che poteva esserci al piano inferiore. Alzò le mani per massaggiarsi le tempie e Theo rise di nuovo.

"Ti odio" mugugnò Liam, spostando poi le mani a coprirsi poi gli occhi.

"Mmh eppure non la pensavi così stanotte" fece Theo, la voce suggestiva mentre un sorriso malizioso gli incurvava le labbra.

"Cosa?" gracchiò Liam in risposta, la voce più alta di qualche ottava, sbarrando gli occhi e voltandosi di nuovo a guardarlo, lo stomaco che protestò di nuovo violentemente.

Theo scoppiò a ridere di nuovo alla sua reazione, al punto che gli si formarono delle lacrime agli angoli degli occhi. "Sto scherzando, idiota" ansimò poi, scuotendo la testa

Anche se vorrei non star scherzando, la sua mente gli presentò infida.
Liam continuava a guardare Theo con gli occhi spalancati, il cuore che palpitava ancora contro il suo petto all'immagine che la frase di Theo aveva fatto formare nella sua mente, mentre attendeva. Attendeva. Alla fine Theo smise di ridere abbastanza da poter parlare, e lo guardò. "Ho solo trascinato il tuo sedere molto ubriaco fin qui, e- be' volevo assicurarmi che non soffocassi nel tuo stesso vomito, sai-" Liam fece una smorfia "-E la mia camera era troppo lontana, così mi sono fermato qui"

 

Theo decise che era meglio tacere l'altra parte della storia per ora. O forse per sempre. Perchè probabilmente Liam nemmeno lo ricordava. Era abbastanza fuori in quel momento dopotutto. Anche perchè nemmeno lo avrebbe fatto se non fosse stato completamente ubriaco. Theo si morse il labbro, ripensando al modo in cui Liam gli aveva sorriso. Lo sei, gentile. Al modo in cui gli aveva preso il polso, chiedendogli di restare. E quel bacio... Gli occhi di Theo scivolarono sulle labbra di Liam, al ricordo. Non era stato proprio un vero bacio, piu' un tocco leggero, quasi una carezza, quasi inesistente, ma che non aveva fatto altro che incrementare in Theo il bisogno fisico di sentirle di nuovo sulle sue, assaggiarle, stavolta per davvero. Riportò velocemente gli occhi su, prima che Liam lo notasse. Non andare lì, ordinò alla sua mente. Non pensarci, lo sai che non accadrà mai, Theo.

Liam lo stava ancora guardando in attesa "Questo non spiega perchè sei in mutande" biascicò, ancora rosso in viso.
Theo roteò gli occhi "Josh" disse soltanto
Liam sbarrò gli occhi sconvolto "Oh mio Dio"
"-No! Ew, sto per vomitare anch'io- era lo stupido obbligo per smettere di giocare allo stupido gioco della bottiglia, ricordi?" Theo si affrettò a spiegare, con una smorfia.

A quelle parole Liam allargò gli occhi tornando a guardare il soffitto. "Oh si, è vero... Dio, cavolo... non ricordo niente" gemette disperato
"Proprio niente?" chiese Theo esitante dopo qualche secondo di silenzio.

"Vuoto totale all'incirca da quando abbiamo iniziato a giocare allo stupido gioco della bottiglia" Liam si sbattè una mano in fronte. Ricordava la cena, l'arrivo di Mason e gli altri, parti di quando avevano ballato, i bicchieri pieni di alcool che si passavano, la musica assordante, ma il resto erano solo spezzoni confusi. E la strana sensazione di aver fatto qualcosa di imbarazzante.

"Ti prego, dimmi che non mi sono reso ridicolo"
"Non piu' del solito, no" rispose Theo tranquillamente. "Cioè... potrebbero esserci state molteplici cadute, ipotesi mediche di morte imminente, qualche domanda bizzarra sul mio essere stato rapito o no dagli alieni-" Liam arrossì mortificato. Cosa? Theo fece una pausa e pensò di tastare le acque "-e qualche bacio, niente di che" concluse con nonchalance
"Bacio? Quale bacio?" Liam esclamò, gli occhi che si allargavano lentamente, probabilmente ricordando. "Oh mio dio." esclamò infatti qualche secondo dopo.
Il cuore di Theo saltò nel suo petto, mentre guardava Liam in trepidante attesa. Se lo ricordava? Cosa avrebbe detto? Theo si stava già pentendo di aver tirato fuori l'argomento.

"Oh mio dio. Io..." continuò Liam, voltandosi a guardarlo agitato. "Ho baciato Hayden!"

Sì, era ufficialmente pentito di aver tirato fuori l'argomento. Il cuore di Theo affondò rapidamente, mentre spostava lo sguardo di nuovo al soffito. Si era quasi dimenticato anche lui di Liam e Hayden fino a quel momento. "Già" sospirò in risposta. Lanciò un'occhiata di sbieco a Liam, che ora si stava mordendo nervosamente le unghie, lo sguardo perso, probabilmente mentre ricordava i dettagli, le guance rosse e gli occhi grandi, che quasi brillavano. Si sforzò a distogliere lo sguardo. Se gli avesse detto del loro bacio, la reazione di Liam non sarebbe stata affatto quella. Probabilmente sarebbe stato disgustato, inorridito, incredulo all'idea di averlo davvero fatto. Non avrà mai per te quell'espressione così agitata e emozionata allo stesso tempo, era una cosa che doveva accettare.

Poi Liam si bloccò, un'espressione confusa. "Aspetta, hai detto 'baci'. Plurale. Chi altro ho baciato?" chiese poi ancora piu' nel panico. Theo si voltò a guardarlo, un sorriso che gli si allargava già sul viso, mentre Liam continuava a fissarlo in trepidante attesa.

"Hai baciato anche Mason"

"Cosa?" urlò Liam mentre Theo scoppiava di nuovo a ridere, lasciandosi ricadere contro il materasso.
 

*

Dopo qualche minuto, Theo decise probabilmente che stava diventando imbarazzante stare sdraiati uno accanto all'altro nello stesso letto. Anche se il suo era un grande letto matrimoniale e sarebbe probabilmente entrata un'altra persona tra loro, anche se Liam era sotto la coperta, e Theo invece no, era comunque strano. Soprattutto perchè Theo era quasi nudo, ed era difficile evitare di far scivolare il suo sguardo sulle sue spalle scoperte e sul suo corpo perfettamente scolpito ogni volta che si voltava a guardarlo. Sì, l'idiota era uno stronzo, ma sicuramente aveva un bel corpo, doveva concederglielo, non che lo avrebbe mai ammesso ad alta voce. Per questo fu contento quando Theo comunicò che sarebbe andato a farsi una doccia.

Liam pulì il disastro sul pavimento, prima di ributtarsi sul letto, non trovando in se' la forza di alzarsi di nuovo o tantomeno scendere di sotto. Però prese il cellulare da dove lo aveva lasciato la sera prima sul comodino e lo sbloccò.

Erano quasi le 13. Imprecò internamente, e si affrettò a controllare i messaggi che aveva ricevuto. Ce n'era uno di sua madre che chiedeva se era tutto okay, a cui rispose prontamente con un messaggio affermativo. Poi aprì la chat con Mason.


Sei vivo? Gli aveva lui scritto quasi due ore prima.

Le labbra di Liam si inclinarono in un sorriso mentre rispondeva Ho dei dubbi in proposito

Ricordi tutto?
Pezzi.
Sapendo già dove voleva andare a parare Mason con quella domanda, lo precedette. Mi ricordo di Hayden

Liam aspettò una risposta, che non venne. Perchè qualche secondo dopo, Mason lo stava chiamando. "Hey, amico. Allora, come vanno i postumi della sbornia?" ridacchiò Mason dall'altro lato.
Liam sbuffò. "Te lo dirò quando scoprirò come alzarmi dal letto senza vomitare di nuovo"

Mason rise. "Eri così ubriaco, amico"

"Non dirmelo" gemette Liam "Ti prego"

"Potrei giurare di averti visto salutare una pianta ad un certo punto"
"Oh mio dio" Liam si coprì gli occhi con le mani, arrossendo "Sei serio?"
"Mai stato piu' serio"

"Uccidimi" gemette Liam, facendo ridacchiare Mason.

La sua risata si affievolì leggermente mentre riportava finalmente la conversazione al motivo per cui aveva chiamato. "Allooora.. parlerai con Hayden?"
"Non lo so?" Liam fece incerto "Voglio dire, è stato solo un bacio durante uno stupido gioco. Non vuol dire nulla"

"Baciare me durante uno stupido gioco non vuol dire nulla, non baciare Hayden, per cui hai una cotta da quando avevi 8 anni!" fece Mason saggio.
Liam arrossì, ma non commentò. "Che cosa dovrei fare, Mase? Lei ha già un ragazzo, un ragazzo che una volta ha colpito Theo con un coltello, vorrei ricordarti. Non credo sia il tipo che vorrei far incazzare"
"Be' ti informo ufficialmente che Hayden e Gabe non stanno piu' insieme" borbottò Mason con aria drammatica.

"Cosa? Come lo sai?" chiese subito Liam, il cuore che saltava un battito.
"Ieri Gabe ha cambiato il suo stato su Facebook"
"Davvero?" fece Liam non impressionato "E' ancora qualcosa che si fa?"
Mason ridacchiò. "A quanto pare sì. Il mio stato su facebook dice ancora 'in una relazione complicata con il mio letto' da quando avevo tredici anni"

Liam sbuffò una risata.
"Quindi, che farai?"
"Cosa dovrei fare?"
"Chiamarla?" suggerì Mason.

"E cosa dovrei dirle? 'Sono contento che la bottiglia ci abbia fatto baciare, ti va di uscire insieme'?"

"Be' è la verità"
"Mason! Non sei d'aiuto"

"Chiedile solo di uscire, Liam, è semplicissimo, non è ingegneria aereospaziale" Liam poteva quasi giurare di aver avvertito Mason roteare gli occhi esasperato.

"E se mi dice di no?" piagnucolò Liam.

"Liam" sospirò Mason esasperato. "Lei non fa altro che guardarti, ti invita a pranzo, ti ha difeso con Theo, cerca scuse per parlarti di continuo. Le piaci evidentemente, quindi falle capire che piace anche a te, così sarete finalmente felici e contenti"

Liam rimase immobile per un momento contempleando il soffitto meditabondo, il telefono ancora premuto contro l'orecchio. "Okay" sospirò poi infine.

"Okay?" ripetè Mason quasi non credendo a quello che aveva appena sentito.

"Glielo chiederò. Oggi" aggiunse Liam deciso.
"Grande! Okay, bene... e come?"
"Le scriverò un messaggio" Liam rispose scrollando le spalle. Era il modo piu' semplice e indolore. Se avesse detto di no, alemno sarebbe stato meno imbarazzante e umiliante, no?

"Liam, vorrei ricordarti cosa è successo l'ultima volta che hai provato a scrivere a Hayden dei tuoi sentimenti, ma sento che non è il caso, visto che il piccolo demonio potrebbe essere in ascolto"

Liam roteò gli occhi, ritrovandosi a soffocare improvvisamente lo strano e inconsueto bisogno di difendere Theo. "Non c'è" però rispose soltanto.

"Questo lo credi tu" Liam sbuffò una risata. Poi Mason fece un sospiro. "Okay, ascoltami. Ora hai bisogno di alzarti-"
"No-"
"Alzati, fatti una doccia, poi vengo da te e porterò cibo, tanto cibo-"
"Solo l'idea del cibo mi disgusta ora"
"Cambierai idea tra poco. E possiamo giocare ai videogames, mentre ti infondo il coraggio di scrivere a Hayden, perchè so che altrimenti non lo farai se sei da solo"
Liam rise "Mi piacerebbe, Mase, però devo aiutare Theo a pulire la casa. I nostri genitori tornano domani sera e qui è un disastro"
"Meglio ancora. Vi aiuterò a pulire"
"No non de-"
"Voglio farlo, ok?" insistette Mason.
Liam sospirò, troppo stanco per protestare "Okay"
"Bene, ora vai a fare una doccia, e mi raccomando, non affogarci."
"Non garantisco nulla" mugugnò lui, facendo ridacchiare l'altro.

"A dopo, Li"
"A dopo, Mase"

*

Quindici minuti piu' tardi Liam era ancora sul letto, il telefono alto davanti al viso, contemplando la chat con Hayden, cercando il coraggio di inviare quel semplice "Ciao! Ti va di vederci?" Liam sospirò afflitto, il dito che ondeggiò su Invio prima di cancellare il messaggio per la ventesima volta.

Quando Theo bussò prima di aprire la porta, era ancora in quella posizione, lo sguardo sul telefono. "Hey" Theo lo guardò alzando un sopracciglio. "Il bagno è libero, se vuoi fare una doccia" Liam annuì rapidamente, approffitando della distrazione per bloccare il telefono e lanciarlo sul letto, mentre si tirava a sedere attento a non fare movimenti bruschi. "Io vado a pulire di sotto" aggiunse poi Theo.

"No, aspetta-" lo interruppe Liam. "Cioè, aspettami- ti... darò una mano"

Theo lo guardò studiandolo con attenzione prima di parlare e sospirare "Puoi tornare a dormire se non te la senti"
"No, ce la faccio" Marciò deciso verso di lui, come a dimostrare così il suo punto. Theo rise, scuotendo la testa "Okay, però- vai a fare una doccia prima, ti prego" gli rivolse un'occhiata intensa e poi un ghigno "Puzzi di alcool e vomito e ti assicuro che non è piacevole"
Liam arrossì, ma si affrettò a ubbidire. Theo non aveva proprio tutti i torti.

*

Quando uscì dalla doccia completamente vestito , si sentì già un po' piu' rinato. Passandosi un asciugamano tra i capelli, rientrò in camera. Il suo telefono trillò una volta, segnalando un nuovo messaggio. Quando sbloccò il cellulare, vide che Mason gli aveva scritto Sono per strada (:
Lanciò l'asciugamano sul letto, e fece per bloccare il telefono di nuovo e raggiungere così Theo al piano di sotto, quando notò che aveva ricevuto un altro messaggio, 15 minuti prima. Riaprì le chat e il suo cuore mancò un battito quando vide che il messaggio era proprio di Hayden. Con le mani tremanti, cliccò sulla chat.

Hey, Li, tutto bene? Ieri è stato davvero folle!

Liam si affrettò a rispondere, il cuore che batteva. Hey, sto bene, almeno credo. Che mi dici di te?
Be' sto ancora respirando, quindi direi che sto bene

Ecco, ora era il momento. Liam guardò la chat. Doveva chiederglielo ora. Non è difficile, Liam. Fallo e basta! Chiuse gli occhi, ripetendosi queste parole mentalmente, una decina di volte. Ma quando li riaprì, scorse la scritta Hayden sta scrivendo... in cima alla chat.

Il suo cuore saltò un battito.
 

Mi chiedevo... se ti andasse ti vederci uno di questi giorni?

Il suo cuore si fermò.

Non sapeva se sentirsi un idiota o festeggiare per essere stato battuto sul tempo. Okay, ora rispondi, Liam, su!

Mi piacerebbe, inviò tremante. Poi prese coraggio, battendo rapidamente. Che ne dici di domani?

Aspettò ancora, il cuore a mille, lo sguardo fissò sulla chat.

Mi sembra perfetto (:

Fammi sapere dove e quando!

Liam trasse un sospiro di sollievo ributtandosi sul letto. Non ci riusciva quasi a credere, ce l'aveva fatta. Sarebbe uscito con Hayden. Sollevò il telefono di nuovo e scrisse a Mason un semplice: L'ho fatto!

*

"Non dovevi venire ad aiutarci a pulire, lo sai" commentò Liam, quasi sentendosi colpevole, mentre Mason reggeva una grossa busta dove Liam stava pian piano lanciando i bicchieri vuoti e distrutti che ingombravano il pavimento.
Mason era arrivato una mezz'ora prima e aveva portato hamburger e patatine, e Liam si era davvero sorpreso per il fatto che avesse pensato anche a Theo. Theo doveva essere stato della stessa opinione perchè aveva guardato il suo cibo con un'espressione profondamente meravigliata, e si era seduto incerto al tavolo con loro, rimanendo poi stranamente silenzioso.

Fu così che dopo un rapido pranzo, si erano messi al lavoro.
"Scherzi? E perdermi il tuo primo post-sbornia e l'occasione di prenderti in giro?"

"Sei così premuroso, Mase"
Theo rise dall'altra parte della stanza, mentre ripeteva la medesima azione, reggendo una busta con una mano e raccogliendo bicchieri con l'altra.

"E ora devi dirmi di Hayden, non puoi scrivermi solo che uscirai con lei e non aspettarti il terzo grado! Aspetto questo momento dalla quinta elementare" sospirò poi drammaticamente.

Theo smise di ridere, alzando la testa "E-esci con Hayden?" chiese subito, guardandolo, e simulando quanta piu' indifferenza possibile.

"Mase!"
"Lui vive con te, lo avrebbe scoperto comunque!" esclamò lui

"E comunque andremo soltanto a prendere un caffè, non è proprio un appuntamento" protestò Liam arrossendo, e lanciando un bicchiere nella busta con un po' troppa, non necessaria, forza

"Tutto inizia con un caffè" fece Mason saggio.

"Credevo iniziasse con un ciao"
"Poi passerete a scambiarvi informazioni inutili tipo il vostro colore preferito, o il gusto di gelato preferito, e in un attimo starete pomiciando sotto gli spalti del campo di lacrosse"
"Come farle sapere che il mio gusto preferito di gelato è il pistacchio mi farà finire a pomiciare con lei? E perchè dovrei farlo sotto gli spalti del campo di lacrosse?" chiese Liam scettico.

"Perchè è così che vanno le cose" rispose Mason con una scrollata di spalle.

"Ah poi se lo dice Mason" borbottò Theo fiaccamente mentre li sorpassava per andare a buttare la spazzatura di fuori.

Mason strinse gli occhi nella direzione dove era sparito. "Mhh che gli prende? Non sembrava nemmeno un insulto quello, oggi sembra un po'... spento?"

Liam scrollò le spalle, lanciando un altro bicchiere nella busta "Sarà la sbornia"
"Forse allora abbiamo finalmente trovato l'antidoto alla stronzaggine compulsiva di Theo" commentò Mason allegramente. Liam sbuffò, ma non rispose, avvertendo di nuovo quello strano senso di fastidio di fronte ai commenti poco lusinghieri di Mason verso Theo. Non che Mason non avesse le sue buone ragioni per avercela con Theo, però... be', Liam non sapeva spiegarselo.


Si morse il labbro pensieroso mentre continuava imperterrito le pulizie, e Theo rientrava dalla porta, attirando lo sguardo di Liam su di se'. Seriamente, quando aveva cominciato a sentirsi in dovere di difendere Theo? Quando aveva cominciato a pensare che Theo meritava di essere difeso, da lui, per di piu'? Non aveva una risposta, è vero, Liam riflettè, però era così. In qualche momento imprecisato durante quel mese passato fianco a fianco, Liam aveva smesso di considerare Theo un nemico. Quasi inconsciamente si era aperto sempre di piu', le conversazioni era diventate piu' facili e piu' frequenti, – a parte ovviamente certe uscite da stronzo sarcastico, ma per quelle Liam era ormai convinto che non ci si potesse far nulla. Come aveva detto anche Theo, non poteva certo smettere di essere se stesso – era diventata poi abitudine aiutarsi a vicenda a studiare, perchè Liam era un nerd per storia tanto quando Theo era un genio in biologia. E in qualche momento nel mezzo Liam aveva cominciato a osservare l'altro ragazzo, a notare delle cose: il modo in cui Theo lo ascoltava veramente con attenzione quando straparlava di storia, quando invece chiunque altro lo aveva sempre interrotto o cambiato argomento. Il modo in cui lo vedeva ogni tanto parlare con sua madre, spalla a spalla, un raro sorriso sulle labbra, mentre lavavano e asciugavano i piatti con una sincronia perfetta, e il modo in cui il suo stesso cuore si stringeva allegramente alla vista. Il modo in cui Theo stesso sembrava aprirsi ogni giorno di piu' con lui, come cominciasse a sentirsi sempre piu' a suo agio, il modo in cui sembrava capire quello che Liam pensasse prima ancora che parlasse, come quel giorno che lo aveva seguito in camera dopo quella mezza discussione con sua madre. E il modo in cui, forse a modo suo, si prendeva cura di lui. Come aveva fatto stanotte. Ma soprattutto... aveva notato che forse Theo era solo tanto quanto lui. Non perchè non avessero persone intorno, ma per il muro che si erano costruiti intorno. Quel muro che lasciava vedere agli altri l'esterno, la facciata, quello che avevano scelto di far vedere, nascondendo interamente tutto ciò che c'era all'interno. Liam per timidezza, Theo forse per rabbia. Eppure quel muro era lì. E per la prima volta in vita sua, Liam si sentiva disposto ad abbassare il suo, se voleva dire abbattere anche quello di Theo.

*

Quando ebbero finito con le pulizie, Mason e Liam optarono per una partita a Call of Duty. Liam osò perfino chiedere speranzoso a Theo se avesse voglia di unirsi a loro, ma Theo rifiutò dicendo che avrebbe studiato un po' prima di rimettersi a dormire. Liam captò la bugia a distanza, ma non protestò. In qualche modo Theo davvero non sembrava particolarmente in se' oggi, era pallido e doveva aver sentito freddo perchè a un certo punto era salito in camera tornando di sotto con una giacca pesante addosso. Liam lo osservò sparire oltre la porta senza altre parole, prima di sospirare e seguire Mason nella sua stanza.

*

La mattina dopo Liam si svegliò e la prima cosa che sentì fu la voce di Theo nel corridoio, probabilmente diretto alle scale, che parlava al telefono.

"-no, dorme ancora- sì, no-" Theo si fermò, prima di proseguire "-certo che non abbiamo speso tutti i soldi-" fece, un lieve sarcasmo nascosto nella voce, che si abbassava gradualmente mentre scendeva le scale. Liam sbuffò, sedendosi. La sveglia sul suo comodino segnava le 12 passate, avrebbe dovuto vedersi con Hayden alle 15, quindi aveva tutto il tempo per farsi una doccia, vestirsi e perfino mangiare qualcosa.

Erano così quasi le 14 quando scese in soggiorno, già pronto per uscire, stretto in un paio di pantaloni bianchi attillati e una camicia azzurra, i primi due bottoni rigorosamente slacciati (ordini di Mason), un maglioncino blu scuro annodato sulle spalle, e sì, il nervosismo a mille.

"Hey che dicono mamma e Paul? Sono già partiti?" chiese entrando, sperando in una distrazione.

Theo era seduto sul divano, avvolto in una coperta, intento a guardare la tv, e si voltò verso di lui quando Liam gli parlò. Restò a fissarlo poi, gli occhi che si muovevano lentamente dalla testa ai piedi e viceversa, prima che Liam, inchiodato sul posto dallo strano sguardo sul viso di Theo, parlasse, per qualche motivo ora ancora piu' nervoso. "Che c'è? Non vado bene?" balbettò.

Theo trasse un mezzo respiro, tornando a guardarlo negli occhi prima di tornare alla tv "Niente..-no.." borbottò, poi decise evidentemente di cambiare argomento. "Hanno detto che l'aereo parte alle 17, saranno qui stasera tardi"
"Okay" rispose Liam "Probabilmente anch'io tornerò stasera"
Theo ovviamente decise di ignorare anche questa sua affermazione perchè continuò, ancora rivolto alla tv "C'è del brodo nel microonde, se hai fame"

Liam assunse un espressione perplessa "Perchè hai fatto il brodo?" Si avvicinò a Theo, mettendosi in piedi davanti al divano. Theo gli rivolse solo una rapida occhiata prima di tornare al suo programma televisivo. "Perchè hai quella coperta? E perchè sei così pallido? Theo, stai be-?"
"Sto bene!" lo interruppe bruscamente Theo stringendosi nella coperta.

"A me non sembra-" Liam si sedette accanto a lui, allungando poi una mano verso la sua fronte. Theo sbarrò gli occhi, schiaffeggiandola via mentre si ritraeva "Che fai?" chiese sconcertato.
"Idiota, voglio solo sentire se hai la febbre-"
"Sto bene, ho detto" ribadì Theo testardo allontanandosi ancora di piu' dalla mano di Liam che sbuffò irritato. "Sei davvero-"
"Non hai un appuntamento?" insistette Theo secco, ignorandolo per tornare a guardare la tv. "Vai, non vorrai fare aspettare Hayden!"
"Non me ne vado se non so se stai bene" rispose Liam semplicemente, guadagnandosi un'altra occhiata sconcertata da Theo. Che poi sospirò esasperato "Liam, vai, ho solo una linea di febbre e non c'è niente che tu e la tua stupida pietà possiate fare per me"
"Non è pietà, Theo" Liam roteò gli occhi, sbuffando.
"Ah davvero? E cos'è?" C'era qualcosa di molto esasperante nel modo in cui Theo era solito sollevare un sopracciglio. O forse era la sua voce che riusciva a venir fuori sempre in qualche modo, qualunque cosa dicesse, in maniera sarcastica, e che ti faceva venir voglia di dargli un pugno.

"Si chiama essere preoccupati per il tuo stupido sedere febbricitante, stronzo" sbottò Liam stringendo gli occhi nella sua direzione con stizza.

Theo stavolta lo guardò quasi con ammirazione, le sopracciglia che quasi toccavano l'attaccatura dei capelli "Quando hai imparato ad essere così volgare?"
"Tu quando hai imparato ad essere così stronzo?"
"Il mio è un talento innato, modestamente" Theo gli rivolse un mezzo sorriso, che si allargò mentre Liam incrociava le braccia accanto a lui, imbronciato. Theo gli diede una gomitata, attirando la sua attenzione. "Vai, non mi ucciderà di certo un po' di febbre" Roteò gli occhi mentre si buttava di lato per sdraiarsi completamente sul divano. Diede un calcio a Liam sulla coscia spingendolo via per poter distendere anche le gambe. Liam gli rivolse un'occhiata non impressionata.

Sapeva che Theo non stava bene. Era pallido, e la fronte era sudata. Vedeva la pelle d'oca camminargli sul collo fino a sparire sotto la coperta. Si era preparato il pranzo, ma non lo aveva toccato sicuramente, poteva benissimo vedere da lì che la ciotola che aveva sistemato nel microonde era ancora piena. Ma sapeva anche che Theo non avrebbe mai ammesso di stare male, non avrebbe mai chiesto aiuto. Ne' a lui ne' a nessun altro, nemmeno se fosse stato in punto di morte.

"Okay" sospirò alla fine Liam. "Ma se dovessi ave-"
"Liam" lo bloccò subito Theo con uno sguardo omicida.

"Sei davvero insopportabile" sbuffò Liam, rinunciando.

"Lo so" fece Theo con un sorriso. "Ora vai e basta. Voglio dormire, e la tua voce mi dà fastidio"
"Be' grazie" Liam roteò gli occhi, allontanandosi. Considerò l'idea di mangiare il brodo che Theo aveva lasciato, ma poi decise che era meglio prendersi un cheeseburger al volo in qualche fast food.

Si fermò sulla soglia del soggiorno, lanciando un'ultima occhiata dubbiosa a Theo, il viso sudato contratto in un'espressione stanca, le luci della tv che si riflettevano nei suoi occhi, mentre la guardava distrattamente.

"Ci vediamo stasera" mormorò Liam tentativamente.

Theo nemmeno lo guardò, mentre mormorò un distratto "Sì"
Liam sospirò uscendo di casa.

*

Ad essere onesti, Liam aveva temuto di rendersi ridicolo in qualche modo. Non era mai stato un esperto di appuntamenti. Anzi, il contrario. L'anno prima alla Devenford era uscito per un paio di mesi con un certo Brett, figo, otto addominali, gran baciatore, ma decisamente uno stronzo. E non certo un tipo da appuntamenti romantici. Non era durata. Quindi era giusto dire che Liam era alquanto inesperto. Però con Hayden si trovava bene. Lei aveva questa strana dote di metterlo sempre a suo agio, di rilassarlo, fin da bambini.

Fu così che dopo aver fatto una passaggiata per negozi, chiacchierando del piu' e del meno, ridendo e scherzando, in particolar modo ad alcuni aneddoti della festa, si erano ritrovati seduti un'ora dopo in un bar, uno di fronte all'altra, davanti a una cioccolata fumante.

Mezz'ora prima, Liam aveva scritto a Theo per assicurarsi che fosse ancora vivo. Theo aveva visualizzato e non risposto. All'ennesimo messaggio ignorato, Liam l'aveva allegramente minacciato di chiamare un'ambulanza e fargli fare una figuraccia se non avesse risposto al dannato telefono entro due minuti.

Calmati, Dunbar, non ti libererai di me così facilmente 😩

Aveva risposto alla fine Theo, e Liam poteva quasi sentirlo, la voce sarcastica, quel ghigno di merda in faccia, mentre roteava gli occhi. Però almeno sapeva che era ancora vivo.

Fino ad ora. Perchè quaranta minuti piu' tardi, quando Liam gli scrisse una seconda volta, non ricevette risposta. Stavolta Theo nemmeno visualizzò. Ovviamente poteva essersi semplicemente addormentato, ma Liam non pote' fare a meno di ricominciare a preoccuparsi. Così quando Hayden si scusò dicendo di dover usare il bagno, Liam ne approffittò per provare a chiamare Theo. Nessuna risposta. Provò col telefono di casa. Niente. Mentre Hayden tornava al suo posto, restò a guardare il suo cellulare, contemplando quanta merda avrebbe dovuto sopportare negli anni a venire se avesse davvero chiamato un'ambulanza.

Sospirò internamente. Quell'idiota. Perchè non poteva fare a meno di preoccuparsi per lui? Era Theo. Lo stesso Theo che lo aveva letteralmente torturato, umiliato e svilito da ragazzini. Ma anche lo stesso Theo che si era beccato un'influenza per essere rimasto in boxer, senza coperte, per tutta la notte, accanto a lui, perchè era stato così idiota da ubriacarsi.

"-iam... Liam, stai bene?" La voce di Hayden lo fece trasalire, sollevando lo sguardo dal cellulare per guardarla.
Arrossì imbarazzato. "Eh.. si.. cioè si- scusami. E' solo che..." sospirò, bloccando il telefono e posandolo sul tavolo "è Theo"
"Theo? Cosa ha fatto?" chiese lei, aggrottando le sopracciglia preoccupata.
"Nulla, nulla! No-è solo che quando sono uscito, non sembrava stare bene. Credo avesse la febbre. E lo sai... è un idiota testardo, non ammetterebbe mai di stare male. E ora gli scrivo, ma non risponde. Prima ho provato a chiamarlo ma è irraggiungibile. E so che probabilmente starà solo dormendo... ma sono preoccupato"

Hayden non disse nulla, ma un sorriso gentile si allargò lentamente sulle sue labbra.

"Che c'è?" gli chiese Liam incerto
"Sei incredibile, Li" disse lei, la voce carica di ammirazione
Liam arrossì di nuovo "P-perché?"

"Riesci a preoccuparti per Theo nonostante tutto. Riesci a buttarti tutto alle spalle e andare avanti, io- non so se ne avrei la forza"

Liam sospirò, scrollando le spalle "E' solo che- non credo che Theo sia la persona orribile che tutti noi pensiamo. Penso che ci sia qualcosa di piu' sotto- non so, forse c'è un motivo dietro questo suo atteggiamento-" ammise onestamente

"Sai, Tracy mi ha detto che venerdì sera Theo l'ha piantata in asso... per prendersi cura di te"
Il cuore di Liam mancò un battito. "Cosa?"

"Sì... ha sorpreso anche me. Qualche giorno fa mi hai detto che Theo era stranamente premuroso con te... non ci avevo creduto, ma forse... lo è." Hayden scrollò le spalle, bevendo un sorso di cioccolata "Forse si sente in colpa" Liam non rispose, contemplando meditabondo l'ipotesi. Sapeva che Theo si sentiva in colpa. A modo suo, glielo aveva fatto capire piu' e piu' volte. "Io penso che voi due siate molto simili, in realtà" disse poi Hayden, rivolgendogli un piccolo sorriso.
"Che intendi?"

"Conosco Theo da anni, ma a volte penso di non conoscerlo affatto. Non so niente di lui, non parla mai di se', evita le domande personali e tiene tutti a distanza a forza di battutacce e giudizi sarcastici... Non ha amici, a parte Josh forse, e le sue relazioni sono solo una lunga serie di rapporti occasionali... Non l'ho mai visto piangere, non l'ho mai visto arrabbiarsi..." Hayden si interruppe, pensierosa, prima di riprendere "So-solo una volta,in effetti..." ricordò, guardandolo "Gabe, il mio ex ragazzo, alle medie, litigò violentemente con lui-"
"Sì Mason me lo ha accennato"
"Theo fu il primo a colpirlo, è vero, ma Gabe lo provocò. Io ero lì. Disse una cosa che mi restò in mente, e lo sguardo sul viso di Theo... non so descriverlo- furioso sarebbe troppo poco... non lo avevo mai visto perdere il controllo-"
"Cosa gli disse?"
"Qualcosa su sua madre. Gli disse qualcosa tipo che doveva essere davvero un piccolo stronzo insopportabile se la sua stessa madre era scappata via da lui, un mostro che nemmeno la sua stessa madre ama..."
"E' orribile-" boccheggiò Liam. Hayden annuì.
"Non ci avevo mai pensato prima, ma non avevo mai davvero visto la madre di Theo.. non so come Gabe sapesse che se n'era andata... poi quando l'anno scorso, Tracy iniziò a... passare il tempo... con Theo, mi disse che a casa non c'era mai nessuno a parte Theo, e suo padre, la sera... probabilmente deve essere stato molto solo.. ma questo non giustifica quello che ha fatto o il suo comportamento no?"

Liam non rispose, metabolizzando le informazioni e riflettendo. Non sapeva nulla della madre di Theo, non sapeva che ne fosse stato di lei, Theo non ne aveva mai parlato, e nemmeno Paul. Se fossero stati divorziati, sarebbe stato logico che Theo la incontrasse occasionalmente. Anzi, sarebbe stato logico che Theo fosse affidato a lei, e non a Paul. Era strano.

Liam guardò di nuovo il telefono preoccupato.

"Chiamalo di nuovo" mormorò alla fine Hayden, seguendo il suo sguardo.
"Mi prenderà in giro a vita quando vedrà tutte le chiamate perse che gli ho lasciato" fece, forzando una risata poco convinta mentre prendeva il cellulare in mano. Fu allora che il telefono vibrò, facendolo sobbalzare. Il nome 'Casa' lampeggiò sul display. "Mi sta chiamando" borbottò meravigliato a Hayden, prima di rispondere. "Hey, idiota- perchè non rispondevi al telefono?!"

Liam rimase in attesa, ma nessuno parlò. Si sentì appena un fruscio, o forse era un respiro pesante. "Theo?! Mi senti?" chise ancora. Poi si sentì udilmente un tonfo. "Hey!" esclamò allarmato. Alzò lo sguardo su Hayden che lo guardava in attesa, un'ombra di preoccupazione ora anche sul suo viso. "Scusami, io-" mormorò Liam facendo per alzarsi.
"Vai" disse soltanto lei, con un piccolo sorriso. "Ci rifaremo la prossima volta"

Liam le sorrise, sistemandosi il maglione sulle spalle "Sicuramente" concordò.

Poi corse fuori dal cafe', diretto verso casa. Rifece il numero intanto, ma la linea suonò occupata.

"Che diavolo, Theo-?" sussurrò tra i denti, ora definitivamente preoccupato, mentre rinunciava a chiamare, aumentando il passo.

 

CONTINUA

 

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Capitolo 8
*** Tu non sei da solo ***


8. Tu non sei da solo

 

Quando Liam uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle, Theo si lascio cadere ancora di piu' contro il divano, un sospiro che gli sfuggì dalle labbra mentre socchiudeva gli occhi. Si sentiva stranamente intontito, le palpebre pesanti, e il respiro spezzato. Si strinse di piu' nella coperta quando fu colpito dall'ennesimo brivido di freddo, per poi calciarla via minuti dopo quando sentì risalirgli per il corpo una vampata di calore. Imprecò internamente, mentre si portava una mano alla fronte sudata. Ci mancava solo la febbre. Erano anni che non stava così male.

Le voci provenienti dalla tv sembravano solo echi lontani, e la luce dello schermo era una tortura per gli occhi, così sollevò stizzito il telecomando per spegnerla, e cercare di dormire un po'. Per un momento contemplò l'idea di chiamare Tracy, ma poi ci ripensò. Non ne aveva ne' la voglia, ne' le forze per sopportarla al momento.

Riaprì debolmente gli occhi, il silenzio che lo circondava era quasi opprimente, soffocante. Era una cosa a cui avrebbe dovuto essere abituato. Aveva passato metà della vita in quel posto da solo. Non era qualcosa che avrebbe dovuto lasciarlo spiazzato, o confuso, o addirittura triste. Non sicuramente triste.

Ma forse in qualche momento aveva cominciato ad abituarsi. Ad abituarsi a tornare in una casa piena. Con Liam e i suoi stupidi videogiochi ad alto volume. Con Jenna che cucinava qualcosa per cena, l'odore che rimpiva l'aria mentre lei canticchiava allegramente. Avere qualcuno con cui parlare a cena, passandosi i piatti e raccontandosi la propria giornata. Avere qualcuno con cui ridere, qualcuno con cui passare il tempo. Qualcuno che si preoccupasse di lui. Non me ne vado se non so se stai bene. Theo aveva sbuffato una risata affettuosa all'ennesimo messaggio di Liam, e si era deciso finalmente a rispondergli prima di spegnere il telefono, cercando di addormentarsi.

Sospirò. Ascoltando il silenzio, però, ora gli sembrava di essere di nuovo al punto di inizio. Forse alla fine non era cambiato poi tanto.

Sei solo, Theo. Nessuno verrà ad aiutarti. Come sempre. Devi cavartela con le tue forze.

Theo respirò ansante, la gola secca, le palpebre che si chiudevano tremolanti.

Anche lui. Anche lui se n'è andato. Sta correndo verso qualcun'altro...

Si sentiva stanco, prosciugato, ogni singola membra del suo corpo era pesante. Aveva solo voglia di dormire...

...proprio come ha fatto lei. Se n'è andata. Ti ha sostituito, Theo

Theo tossì, una mano sugli occhi, la pelle umida e calda al suo stesso tatto, la mente annebbiata, i pensieri che vorticavano mentre lentamente si lasciava sprofondare in un sonno agitato.

Devi essere davvero un mostro se nemmeno la tua stessa madre ti vuole.

Theo, lei se n'è andata.

Ti dispiace restare a casa da solo? Sai che papà deve lavorare...

Io ti odio!

Anch'io preferirei essere da tutt'altra parte!

Se continui ad allontanare le persone, resterai da solo!

Da solo...

Solo...

Non lo sai? Se n'è andato, Theo....

Se n'è andato...

Quattro anni fa – prima media

Theo lanciò un'occhiata al foglio che teneva in mano, prima di guardarsi intorno tra le decine di ragazzi che ancora affollavano il corridoio. Si sentiva leggermente intimorito, essere in una nuova scuola, essere circondato da ragazzi piu' grandi, era qualcosa a cui doveva presto abituarsi. Ma ricacciò indietro ogni sentimento negativo, indossando la sua solita maschera indifferente e inscalfibile, e seguì le indicazioni fino a quella che secondo la donna all'ingresso doveva essere la sua classe. Mentre esitava davanti alla porta, si ritrovò per un breve istante di debolezza a sperare che almeno Josh fosse in classe con lui. E il suo viso si allargò in un sorriso, quando lo notò subito, rigorosamente all'ultimo banco, il suo zaino buttato sul banco accanto, probabilmente per tenere il posto per Theo. Lo raggiunse tranquillamente, buttandosi a sedere.

"Hey T" lo salutò Josh, battendogli il cinque quando lo vide. "Figo questo posto, vero?" esclamò entusiasta.

Theo annuì con un ghigno, lanciandogli il suo zaino "Puoi dirlo forte" Poi si guardò intorno per studiare gli altri. Vide subito qualche faccia familiare. Hayden, Tracy sedute vicine qualche fila avanti alla loro. E c'era anche Mason. Il posto accanto a lui era ancora vuoto... Theo si guardò intorno freneticamente.

"Hey" lo chiamò Josh. "Cerchi qualcosa?" Theo si bloccò voltandosi a guardarlo, incontrando la sua espressione aggrottata. Scrollò le spalle con fare indifferente, prima di fare un cenno con la testa verso Mason. "Mi chiedevo soltanto se Dumbar fosse in classe con noi" Fece un ghigno "Sarebbe un peccato non avere piu' qualcuno con cui passare il tempo" Tornò a guardare Josh, l'espressione sarcastica ancora dipinta sul viso, aspettando di vederlo ridere, ma incontrò invece un'espressione triste e mortificata che non si aspettava minimamente. "Cosa?" chiese allora, confuso, mentre il sorriso si indeboliva.

"Non lo sai?" fece Josh, confuso, sporgendosi sul banco verso di lui. Il cuore di Theo mancò un battito in anticipazione. "Lui... se n'è andato, Theo"

"Cosa?" chiese sconcertato, lo stomaco che si contraeva dolorosamente mentre quelle parole facevano eco a quelle che si era ripetuto per anni, pensando a sua madre.

Josh si succhiò un labbro a disagio. "Lui e sua madre hanno lasciato la città... Pare che.. quest'estate suo padre.. sia morto" raccontò. "Pare fosse un medico, tipo.. nei paesi poveri dov'è c'è la guerra, capito?" Josh abbassò la voce, Theo che lo ascoltava allargando gli occhi, mentre cercava di capire "Me l'ha detto mia madre" Scrollò le spalle mestamente "Uhm... una bomba, dicono.."

Theo distolse lo sguardo, la voce di Josh che ora gli arrivava appena, mentre sposava lo sguardo su Mason. Sul posto vuoto accanto a lui. E in quel momento la realizzazione lo colpì. Non lo avrebbe rivisto mai piu'.

Non avrebbe piu' rivisto il suo viso, non lo avrebbe piu' rivisto con quel broncio quasi tenero, gli occhi lucidi e le guancie spolverate di rosso ogni volta che lo prendeva in giro. Non avrebbe piu' sentito il suono della sua risata, le poche volte in cui si lasciava andare a un vero sorriso. E non avrebbe piu' incontrato quegli occhi, quegli occhi del blu piu' blu che avesse mai visto.

Se n'era andato, anche lui, come tutti gli altri.
Il cuore di Theo pulsava dolorosamente contro il suo petto. Degludì cercando di capire cosa fosse quella strana sensazione che stava provando.

Ma non lo poteva sapere allora. Era troppo giovane e inesperto per capirlo. Solo anni dopo, rincontrando per puro caso e per uno strano scherzo del destino, quegli stessi occhi azzurri, sentendo di nuovo il cuore palpitare come allora, che capì che forse era sempre stato innamorato di quello strano ragazzino con gli occhiali e il viso triste, appassionato di fumetti e storia.

Lo stesso ragazzino che se n'era andato una volta e che, anche se in un modo completamente diverso, continuava a farlo ancora oggi.

Presente – seconda superiore

Theo si svegliò con un sussulto, era completamente sudato, il respiro affannato, sentiva gli occhi bruciare e la gola in fiamme. La testa girava vorticosamente, e si sentiva insensibile al resto del mondo. Come se non fosse veramente lì. Forse stava solo sognando. Sentiva ancora gli echi dei suoi sogni agitati che gli vorticavano in testa. La voce di Josh che gli parlava quasi con una tristezza disarmante.

Non lo sai? Se n'è andato, Theo....

Confusamente e goffamente si alzò, incespicando in balia della febbre, ormai alta. Inciampò aggrappandosi allo stipite della porta a un certo punto trascinandosi poi davanti al telefono di casa. Quasi inconsciamente lo afferrò, leggendo la chiamata persa dal numero di cellulare di Liam. Liam. Non sapeva nemmeno cosa stava facendo quando premette il pulsante di richiamata. Forse voleva solo accertarsi che fosse stato davvero solo un sogno. Che non se n'era veramente andato. Che non era di nuovo in quella casa da solo. La sua visuale si appannò, la presa sul telefono si allentò.

Inesistente. Inesistente.

Non registrò nemmeno la voce di Liam dall'altro lato del telefono. Tutto quello che seppe era che a un certo punto le sue gambe ceddettero e cadde, cadde... poi il buio.

*

Liam era seriamente spaventato. E preoccupato. E incazzato. Perchè Theo non rispondeva al telefono, perchè sapeva quanto la febbre alta potesse renderti debole e facilmente soggetto a perdere i sensi, e perchè Theo era un coglione testardo che si rifiutava perennemente di ammettere le sue debolezze e accettare aiuto. Se lo avesse ascoltato dall'inizio, probabilmente non sarebbe successo questo. Probabilmente non starebbe percorrendo come un pazzo i due chilometri che separavano il cafe' in cui era poco prima da casa, ripetendosi che l'unico motivo per cui era così preoccupato era perchè era una persona civile e gentile per natura, e non perchè per qualche strano assurdo motivo, si era ritrovato ad essersi affezionato a Theo. A Theo, fra tutte le persone.

I suoi buoni propositi di convincersi di ciò svanirono nel nulla nel momento in cui aprì frettolosamente la porta di casa e si ritrovò davanti Theo svenuto nell'ingresso davanti al mobile del telefono, il telefono in terra a pochi metri da lui. Il suo cuore si fermò per un attimo, e impallì. "Theo! Oh mio Dio-" Si lanciò verso di lui, inginocchiandoglisi accanto e prendendogli il viso tra le mani. "Maledizione" boccheggiò senza fiato "Sei bollente!"
Le palpebre di Theo tremolarono mentre apriva di poco gli occhi, vacui e lucidi dalla febbre. Liam seppe che era una cosa seria, quando Theo non commentò la sua scelta di parole, con una qualche battuta sarcastica tipo "Lo so che sono bollente, Dunbar" Invece Theo incontrò il suo sguardo, il viso completamente sudato, ma sembrava sollevato, un debole sorriso che gli inclinava le labbra. I suoi occhi però erano quasi vuoti, come se non lo vedesse davvero, come se stesse ancora sognando. "Theo.." lo chiamò di nuovo Liam.

"Sei.." Theo sussurrò con voce flebile. "Sei qui. Sei tornato" Il cuore di Liam perse improvvisamente un battito, mentre Theo richiudeva gli occhi tornando a dormire. "Tu..." sussurrò ancora muovendo appena le labbra. "..mamma" ansimò alla fine. E si addormentò.

Liam lo guardò dolcemente, anche se leggermente spiazzato. "Non preoccuparti" sussurrò "Andrà tutto bene"

*

Trasportare Theo dal pavimento al divano fu probabilmente la cosa piu' faticosa che Liam avesse mai fatto in tutta la sua. Non era certo mingherlino, però trasportare uno come Theo, completamente svenuto e inerme, non era affatto facile. Per questo per quanto sarebbe stato meglio far riposare Theo in un vero letto, decise che non sarebbe mai stato in grado di portarlo su per le scale senza rischiare di cadere entrambi e rompersi l'osso del collo.
Una volta disteso, lo coprì bene, con una coperta diversa, giusto per sicurezza, e preparò delle spugnature d'acqua tiepida per abbassargli la temperatura. Poi dopo aver messo a bollire un secondo brodo, andò di sopra a cercare la scorta di medicinali che sua madre teneva solitamente nel suo bagno.

Era ormai sera quando Theo diede nuovamente segni di vita. Liam era rimasto seduto sulla poltrona accanto, con la tv accesa, per poter vigilare su di lui. Aveva messaggiato brevemente con Hayden, scusandosi di nuovo per essere scappato via in quel modo, finchè lei gli chiese novità sulla situazione Theo. Guardando il ragazzo riposare, il viso ora piu' sereno e meno sudato, Liam aveva semplicemente risposto che sembrava star meglio. Ora si sentiva piu' tranquillo.

Quando Theo si mosse, dando un colpo di tosse, Liam lo guardò, prima di spegnere la tv e alzarsi. Lo raggiunse inginocchiandosi accanto al divano. "Hey" lo salutò tentativamente con un piccolo sorriso.

Theo sbattè le palpebre, infastidito dalla luce o forse semplicemente confuso dalla situazione. Si sentiva ancora caldo, e leggermente intorpidito. "Hey" gli fece eco Theo, la voce rauca.
"Tieni" Liam gli prese un bicchiere d'acqua che aveva appoggiato lì accanto in previsione del suo risveglio, e glielo porse, aiutandolo a bere. Theo sospirò alla sensazione piacevole dell'acqua fresca che scendeva lungo la sua gola asciutta. "Devi prendere anche questa" fece poi Liam prendendo dalla scatola una pasticca e allungandola verso di lui. Theo, puntellandosi sul gomito per mettersi mezzo seduto contro il bracciolo del divano, spostò lo sguardo ancora piu' confuso tra il bicchiere nella sua mano, la pasticca in quella di Liam e il viso di Liam. Però non ebbe la forza di protestare. Prese la pasticca ingoiandola con un grosso sorso d'acqua. Liam si alzò e sparì in cucina, tornando pochi secondi dopo con un brodo su un vassoio. Theo lo guardò quasi nauseato, e Liam sbuffò. "So che non hai appetito, ma devi mangiare" ordinò allegramente, posandolo sul tavolino di fronte al divano. "Allora.. come ti senti ora?" chiese Liam esitante, tornando a guardarlo

Theo lo guardò per una manciata di secondi. "Che cosa fai qui?" chiese poi. Non c'era nessun morso o nemmeno sorpresa nel suo tono, era semplicemente debole, quasi una leggera sfumatura di... speranza forse? "C-che è successo?" aggiunse poi, massaggiandosi la fronte.

"La febbre è scesa ora, sei stato ko per un paio di ore"

"Ore..? Che- che ore sono?"
"Quasi le 7" rispose Liam, con una rapida occhiata all'orologio sulla parete che Theo non riusciva a vedere dalla sua posizione.

"Le 7?" ripetè Theo quasi incredulo. "E-e il tuo appuntamento?" Fece una smorfia
Liam scrollò le spalle "Diciamo che l'ho rimandato" disse soltanto.

"Per colpa mia?" Il cuore di Theo saltò un battito, mentre si tirava meglio a sedere, portando la coperta con se' ben stretta attorno alle spalle. Guardò Liam, che si avvicinò, mettendosi a sedere nel posto che Theo aveva lasciato libero sedendosi e portandosi le gambe al petto. "Non direi 'colpa tua'... diciamo piu' che non potevo lasciarti morire sul pavimento dell'ingresso, no?" fece Liam, leggermente. "Sono figlio di due medici, che figura avrei fatto?" scherzò.

Theo abbassò la testa "Non avresti dovuto, potevo ca-"
"No." Theo alzò lo sguardo su Liam, preso alla sprovvista dal suo tono deciso "Basta con queste stronzate da duro. So che sei bravo a 'cavartela da solo'..." Liam sbottò, disegnando anche le virgolette in aria "Ma devi capire che non sei piu' da solo adesso. Quando stai male... quando sei triste... va bene contare sulle persone che hai vicino. Siamo qui per questo" Theo si morse un labbro nervosamente, evitando gli occhi del ragazzo seduto accanto a lui. Liam esitò facendo un mezzo respiro prima di continuare a parlare, gli occhi ancora fissi sullo sguardo basso di Theo "...noi non ce ne andremo"

Theo alzò lo sguardo su di lui, con gli occhi spalancati e quasi spaventato ora. "Tu non-"
"Aspetta" lo interruppe Liam arrossendo. "So che dirai qualcosa di scortese tipo di non immischiarmi o di non parlare di cose che non so, e probabilmente è vero. Soprattutto perchè è ipocrita da parte mia." Theo assunse un'espressione confusa all'ultima frase. "Mi hai detto che eri disposto ad ascoltarmi, ma io non ho voluto. Quindi è ipocrita da parte mia pensare che tu invece debba farlo con me" spiegò poi, mordendosi il labbro nervosamente.
Theo sospirò stanco. "Liam, non è quello che-"
"Aspetta!" Theo gli lanciò un'occhiata esasperata. "Però tu hai detto che potevo parlare con te perchè tu potevi capire quello che si prova a sentirsi in colpa, giusto? Be' lo stesso vale per te. Puoi parlare con me, perchè io so come è sentirsi soli. Non solo per.. per mio padre, ma...." Liam esitò arrossendo "io non sono mai stato bravo con gli altri, costruisco un muro intorno a me senza volerlo, e alla maggior parte delle persone non interessa buttarlo giù. Se ne vanno prima ancora di provare a conoscerti. Io... posso capire come ti senti. E so quanto è difficile parlarne." ammise.
Theo sbuffò una risata canzonatoria "Perchè pensi che io mi senta solo?"
Liam abbassò lo sguardo sulle mani di Theo, in particolar modo su quella destra dove era ben visibile la piccola cicatrice. Quasi senza pensarci allungò una mano, le dita che percorsero leggermente il segno. Stavolta Theo non si ritrasse, ma trasalì leggermente sotto il tocco delle dita calde e morbide di Liam. Degludì, seguendo il movimento con gli occhi, e il cuore che batteva piu' velocemente. Liam sospirò, prima di tornare a guardarlo "Mason e Hayden mi hanno detto di Gabe... e di tua madre..." ammise lentamente.

"Non avrebbero dovuto" sospirò Theo, a sua volta.

"No probabilmente... è qualcosa che spetta a te raccontare, e non agli altri." Theo spostò lo sguardo verso la stanza vuota ma non rispose. "Hai... chiamato tua madre per tutto il tempo che sei stato addormentato" mormorò poi Liam, timidamente. Theo strinse le labbra, il cuore che perse un battito a quella frase. "Perciò..." Liam fece con piu' forza, prendendo coraggio. "se sei ancora disposto ad ascoltarmi, ti voglio dire quello che è successo nella mia vecchia scuola... E se vorrai, tu mi dirai di tua madre"

Liam non sapeva da dove gli veniva tutta quella determinazione. E non sapeva spiegare quel bisogno di avvicinarsi che provava nei confronti del ragazzo di fronte a lui. Però sapeva che Theo aveva delle questioni irrisolte, dei problemi da affrontare, tanto quanto lui. Questo poteva essere il loro punto di incontro. Poteva aiuare se stesso, aiutando Theo. E Theo poteva fare altrettanto. Avevano entrambi delle debolezze, ma potevano farsi forza a vicenda. Per la prima volta, Liam si concesse di pensare che potevano essere piu' che fratelli non voluti, potevano essere amici.

Theo lo guardava stupito. "Perchè ne vuoi parlare con me?" chiese quasi sorpreso.

Liam scrollò di nuovo le spalle. "Perchè per qualche motivo mi fido di te, e so che potrai capire, forse, come mi sento. Perchè ti ho detto che non sei da solo, ed è vero, quindi devo cominciare a pensare che forse non sono solo nemmeno io"

Theo continuò a fissarlo, i suoi occhi stanchi che scrutavano il suo viso quasi in cerca di una menzogna, come se non credesse che fosse tutto vero, prima di annuire debolmente. "Okay" sospirò alla fine. "Ti ascolto" Si sistemò meglio sul divano per poter vedere Liam in faccia "Cosa è successo?"

Liam fece un respiro profondo, gli occhi che saettavano tra Theo e le sue mani intrecciate nervosamente in grembo "Se vogliamo cominciare dall'inizio... partiamo da quando sono tornato a Beacon Hills. Mi sono iscritto alla Devenford piuttosto che alla scuola pubblica, perchè era la scuola che aveva frequentato mio padre, così... mi sembrava giusto, non so. Mia madre... era preoccupata per me. Non avevo fatto molte amicizie a Los Angeles, e trasferirsi di nuovo in così poco tempo poteva peggiorare le cose per me." Liam si fermò un attimo "Prima di lasciare Beacon Hills cinque anni fa, mia madre era infermiera qui, e aveva un'amica, una collega... Melissa, che sapeva aveva un figlio all'incirca della mia età. Così cerco di farci legare, portandomi a casa sua e andando a cena insieme. E ci riuscì. Probabilmente Scott McCall è stato il primo vero amico che ho avuto dai tempi di Mason. Era piu' grande di me di due anni, ma ci trovavamo bene. A scuola divenne il mio punto di riferimento, e presto legai con il suo gruppo. Stiles, il suo migliore amico, e le loro fidanzate, Lydia e Malia. Erano popolari, ma erano persone apposto. Probabilmente l'anno passato è stato il miglior anno della mia vita" Liam fece un sorriso triste.

"E poi... cosa è successo?"
Liam esitò "Quello che succede sempre. È andato tutto all'aria"

Sei settimane prima, seconda superiore (Davenford Prep)

Quando la campanella suonò, Liam infilò in fretta e furia i libri nello zaino, tirando fuori il cellulare dalla tasca.

Andate a pranzo intanto, io devo sistemare una cosa con il coach :)

Gli aveva scritto Scott pochi minuti fa, e Liam si sentì già irremediabilmente piu' ansioso. Odiava i posti affollati, ma almeno con Scott accanto si sentiva sicuro, quasi protetto. In qualche modo gli trasmetteva una sicurezza quasi unica. Sospirò, uscendo dalla porta.

"Hey amico!" lo salutò una voce eccitata, afferrandolo dalle spalle e facendolo sobbalzare. Quando si voltò, roteò gli occhi esasperato, mentre un sorriso gli inclinava le labbra.

"Stiles, vuoi uccidermi?"
"Ucciderti? Forse, dipende... indossi ancora quell'orribile maglietta dei Red Sox?" Stiles fece cenno di slacciargli la felpa, ma Liam gli schiaffò via le mani sbuffando divertito. "Smettila, i Red Sox sono i migliori"
"Sì, se ti piacciono le schiappe" Stiles roteò gli occhi.

Liam scosse la testa esasperato "Dove sono Malia e Lydia?"
"Avevamo lezioni diverse, probabilmente sono già in mensa. Sbrighiamoci, sto morendo di fame" Stiles fece strada voltando a destra per scendere la prima rampa di scale. Liam lo guardò divertito mentre scendeva i gradini due a due. "Muoviti, lumaca" esclamò, mentre fece per voltarsi sul pianerottolo e scendere la seconda.

Ma si ritrovò Jackson davanti. Il sorriso di Stiles vacillò e si fermò sul posto roteando gli occhi, distogliendo lo sguardo, le mani che andarono con un sospiro a stringere le bretelle del suo zaino. Liam si fermò qualche passo dietro di lui, mentre sul viso di Jackson si allargava un ghigno. "Bene bene, guardate chi c'è." Jackson incrociò le braccia, e Liam degludì, sapendo già che stava per scatenarsi l'ennesima discussione a tema Lydia. A quanto pare a Jackson non era andata giù di essere stato scaricato... per Stiles. Onestamente Liam si chiedeva come avesse fatto Lydia a uscire con un tipo del genere per anni senza ucciderlo.

"Jackson, togliti dai piedi, non ho voglia di discutere con te oggi" Stiles fece esasperato, e cercò di oltrepassarlo puntando alle scale dietro di lui, ma Jackson con una spallata lo fece barcollare indietro. Stiles strinse le labbra, come a cercare di trattenersi dal fare qualcosa di cui poi si sarebbe pentito. Liam trasalì e fece mezzo passo avanti, indeciso sul da farsi. Le poche persone ferme sul pianerottolo li fissavano ora con occhi spalancati. Qualcuno che al momento stava scendendo o salendo si era fermato lungo le pareti ad osservare incuriosito.

Il viso di Jackson si contorse in un altro ghigno all'espressione di sfida sul viso di Stiles. "Pensi di avere qualche chance contro di me, Stilinski? Soltanto perchè quella puttana ha scelto di stare con te, forse ora pensi-" Nessuno scoprì mai cosa pensasse, perchè alla parola 'puttana', l'espressione di Stiles cambiò. Liam non aveva mai davvero visto Stiles furioso come in quel momento. Si lanciò in avanti afferrando Jackson per il bavero, ma il suo momento di gloria durò poco, perchè nel momento in cui le sue mani si strinsero sulla sua maglia, Jackson gli mollò un pugno sul viso, talmente forte da farlo cadere all'indietro, contro un gruppo di ragazze ferme all'angolo. Qualcuno gridò, e Liam vide rosso per un momento. "Hey, smettila!" urlò, spintonandolo. Jackson gli rivolse un sorriso canzonatorio barcollando leggermente alla spinta di Liam e rimettendosi subito composo "Oh guardate, il vostro cucciolo ammaestrato sa anche parlare allora? Credevo che sapesse solo corrervi dietro sbavando e scodinzolando"

Liam arrossì violentemente, e chinò il capo, mentre sentiva che qualcuno ridacchiava incerto, l'imbarazzo e la vergogna che si facevano strada sotto la sua pelle in un modo che lo fece sentire improvvisamente simile al ragazzino di quattri anni prima. Debole, indifeso. Ma non sarebbe rimasto zitto stavolta. Lui che sapeva come ci si sentiva ad essere presi di mira, derisi, mentre tutti rimanevano immobili a guardare, non poteva farlo, soprattutto non con uno dei suoi migliori amici.

Stiles si massaggiò lo zigomo, cercando di rimettersi almeno seduto dal suo angolo. Una ragazza si era chinata su di lui. "Lascialo stare" mugugnò debolmente.

"Non ti è bastata Stilinski?" fece Jackson sarcastico, facendo un passo in avanti. Ma si bloccò quando Liam si mise tra lui e Stiles. Con il cuore a mille e il viso rosso, Liam degludì facendosi coraggio. "V-vattene, Jackson" borbottò.

Stiles lo guardò quasi stupito dal basso.

Jackson lo fissò per un lungo momento prima di scoppiare a ridere. Si guardò in giro. "L'avete sentito?" Poi tornò a Liam afferrandolo per un lembo della maglietta e tirandolo verso l'alto. Liam ansimò. "Cosa pensi di fare, moscerino?" gli sussurrò poi bruscamente, i loro visi vicini.

"Io-io-"

"Io-io-" lo scimmiottò Jackson. Liam avvampò di nuovo, i pugni che si serravano lungo i fianchi.

"Hey!" Qualcuno gridò in lontananza, facendo trasalire tutti. "Jackson! Lascialo stare!"
Liam perse un battto, il sollievo che lo invase, nel sentire la voce rassicurante di Scott. Jackson lo lasciò andare, senza però allontanarsi, limitandosi a voltarsi per guardare Scott che era apparso in fondo alle scale.

Il viso di Scott si mosse sconcertato tra Jackson e Stiles ancora in terra. Le sue labbra si strinsero, sospirando quasi esausto. Questa storia doveva finire, maledizione... pensò mentre cominciava a salire le scale.

"Guarda, Dunbar, è arrivato il tuo paparino... Puoi correre a piangere da lui e nasconderti dietro la sua schiena ora, non sei contento?" fece Jackson ironico, tornando a guardarlo, ancora a un palmo dal suo viso "Certo, pensavo che McCall avesse gusti migliori. Non pensavo che i frocetti piagnucoloni fossero il suo tipo-"

Fu in quel momento che qualcosa in Liam scattò. Da una parte sentì il bisogno di allontanare quel tipo da lui, mettere quanta piu' distanza possibile tra loro, dall'altro sentì la rabbia montare, il bisogno di fare male, ferire come Jackson aveva ferito lui, o Stiles o Lydia per mesi.

Successe tutto in un brevissimo momento. La mani di Liam si alzarono, e con uno scatto rabbioso, salirono verso il suo petto, spingendolo violentemente indietro. L'espressione di Jackson sarebbe stata comica, gli occhi spalancati e la bocca socchiusa mentre indietreggiava, se non fossero stati tutti consapevoli che erano ancora in cima alle scale. Cosa che Liam aveva dimenticato fino a quel momento. Fu come se successe tutto al rallentatore. Jackson barcollò indietro, il piede che scivolò quando gli mancò il suolo sotto al primo gridino, la mano che cercò inutilmente di afferrare il corrimano, prima di cadere indietro. Scott che stava salendo gli ultimi gradini alzò gli occhi, sgranati, e quella fu l'ultima cosa che Liam vide prima che Jackson cadesse contro Scott, e che i due rotolassero in un groviglio confuso di membra giù per la rampa di scale.

Qualcuno urlò. Liam rimase immobile in cima alle scale, gli occhi spalancati, incapace di parlare o fare qualunque altra cosa, se non fissare con sguardo perso la scena che aveva davanti.

"Scott!!" gridò Stiles. Liam aveva appena registrato il fatto che Stiles si fosse alzato, e che stesse correndo verso il suo miglior amico immobile a terra.

"Non si muove, non si muove!" gridò una voce di ragazza da qualche parte.

Jackson si contorceva a terra, gemendo, una mano che reggeva il braccio sinistro, evidentemente rotto.

Stiles si chinò su Scott, immobile, e lo scosse, il panico che montava nella sua voce. "Scott, mio dio, svegliati! Scott!" Stiles alzò lo sguardo verso Liam, il viso angosciato e stravolto, e in quel momento ancora pietrificato lassu' in cima, realizzò che aveva fatto lui tutto questo.
"Che succede qui?" Tutti fecero spazio alla preside Martin che si stava avvicinando di corsa "Oh mio Dio-" Lei si portò una mano alla bocca, prima di guardare le scale e poi chinarsi su Scott. "Qualcuno chiami il 911...-"

Il resto della giornata fu per Liam un groviglio confuso di parole e telefonate.

Presente – seconda superiore (Beacon Hills High School)

Theo rimase in silenzio quando Liam concluse il racconto. Guardò il ragazzo, gli occhi lucidi e la voce che tremava. "E' stata tutta colpa mia" sospirò Liam alla fine. "Jackson si ruppe un braccio, e perse la borsa di studio per il lacrosse che avrebbe dovuto ottenere alla fine dell'anno-"
"Liam, quello stronzo aveva colpito il tuo amico, tu stavi solo cercando di proteggerlo-" protestò Theo lentamente, sciogliendo la presa attorno alle sue ginocchia per farsi piu' vicino a Liam.
"Non importa" Liam alzò gli occhi, ora rossi, su di lui "L'ho comunque ferito, molto piu' di quanto lui abbia fatto a chiunque di noi. Non ci sono giustificazioni. E-" Chiuse gli occhi, una lacrima che scivolò lungo la sua guancia. "Ho ucciso uno dei pochi amici che avessi al mondo. Lo stesso che stava correndo verso di me per aiutarmi"
Il respiro di Theo si bloccò, il cuore che perse un battito "Io non credevo che-" degludì a fatica "-è-è morto?" chiese debolmente.

Liam rimase in silenzio per un momento. "E' come se lo fosse" disse poi. "Sono passati quasi due mesi e ancora non si è svegliato." Si morse un labbro "Un coma viene considerato irreversibile.. dopo 8 settimane-"
"Allora c'è ancora tempo" esclamò Theo, afferrando istintivamente la mano di Liam "Liam, non è morto, e non è stata assolutamente colpa tua. Tu non volevi far del male a nessuno, è solo successo, è stato un incidente. Nessuno potrebbe incolparti per questo"

Liam tirò su con il naso debolmente. "Non posso smettere di pensare che sia stata colpa mia." Scosse la testa "I genitori di Jackson hanno sporto denuncia, ma Melissa si è rifiutata. E lo sceriffo disse che sarebbe stato archiviato come incidente"
"Perchè nemmeno loro ti reputano responsabile" sussurrò Theo deciso.

"Ma non ho il coraggio di andarlo a trovare... non ho il coraggio di vedere Melissa, di incontrare Stiles. Lui mi scrive e chiama di continuo, ma io non so cosa dirgli."
Theo restò a guardare tristemente il ragazzo davanti a lui, stringendo la presa sulla sua mano, disegnando cerchi casuali sulle sue nocche. Liam alzò lo sguardo su di lui, cercando di ingoiare il groppo alla gola, un'espressione vulnerabile sul viso, ma quasi... aperta.

"Liam, ascoltami. Ti ho detto che potevi parlarmene perchè potevo capirti. Allora, devi credermi quando ti dico che... hai bisogno di affrontarlo. Che tu abbia colpa o no, non importa. Quel che importa è che tu ti senti in colpa, a prescindere da quello che le persone ti dicono, sarà sempre così. L'unico modo è affrontarlo. Affrontare Scott. Come hai affrontato me. Scappare, nascondersi... non risolverà mai niente. E se mai avrai paura, se mi vorrai... quando sarai pronto a farlo, io verrò con te"
Liam incontrò gli occhi verdi e profondi di Theo, come alla ricerca di una qualche bugia ma non trovò altro che la stessa determinazione e fermezza con cui stringeva la sua mano. Liam degludì annuendo debolmente, i suoi occhi blu e lucidi incapaci di distogliersi da quelli di Theo.
"Verresti con me?" gli chiese debolmente.
"Certo. Cosa hai appena detto? Non sei solo, giusto?" rispose Theo con un sorriso.

Le labbra di Liam si inclinarono in un leggero sorriso, poi annuì, asciugandosi gli occhi "Giusto" Poi guardò Theo curiosamente. "Dovresti prendere la febbre piu' spesso" aggiunse poi con il sorriso che si allargava sulle sue guancie arrossate.

Theo sbuffò abbassando lo sguardo. "Sai, non sono così orribile come tutti pensano" disse con una smorfia ironica.

"Lo so" disse Liam sinceramente.

Theo sospirò. A quel punto era il suo turno, no? Liam si era aperto con lui, gli aveva confidato il suo piu' grande segreto, la sua piu' grande paura. Si era fidato. Nonostante fosse qualcosa che andasse contro ogni sua regola, sentiva che poteva farlo con lui. Poteva abbassare quel muro.
"Io..." Degludì. "Hai ragione, sai" mormorò, evitando però il suo sguardo. "Io allontano le persone e lo faccio di proposito, perchè ho paura che mi abbandonino. Come ha fatto mia madre. Ho paura che se lascio che mi conoscano, se mi lascio conoscerle... poi soffrirò di piu' quando se ne andranno" ammise finalmente. Alzò lo sguardo al soffitto prima di prendere un respiro profondo "Quando ero piccolo, stavo quasi sempre solo. Non fraintendermi, io amo mio padre. Ha sempre lavorato sodo e tanto, perchè potessimo permetterci qualunque cosa volessimo. Ha fatto di tutto perchè stessimo bene, però a volte forse dimenticava che quello di cui avevamo piu' bisogno.. era lui. Mia madre... la ricordo a malapena, ora come ora. Avevo appena sette anni quando se n'è andata. Ma anche prima... non era.. non era diciamo un tipo affettuoso. Niente abbracci, niente baci della buona notte, la cosa che ricordo di piu' è che ripeteva di continuo che non dovevo mai farmi vedere piangere, da nessuno, perchè era come mostrare agli altri un punto debole. Lo diceva sempre, che alla fine è diventata come una regola non detta. E anche oggi.... è qualcosa che mi è rimasto." Rise amaramente "L'unica cosa che mi è rimasta di lei è questa"

Liam lo guardò esitante prima di fare la domande che gli premeva da giorni "Cosa ne è stato di lei?"

"Se n'è andata, non c'è molto da dire." disse semplicemente Theo con una scrollata di spalle.

"Non può essere solo questo, Theo."

Theo si strinse di piu' le gambe al petto e appoggiò il mento sulle ginocchia. "Fin da quando ero piccolo, lo faceva spesso. Ogni tanto con la borsa in spalla, spariva per qualche giorno. Poi tornava sempre. E anche quella volta, pensai che l'avrebbe fatto prima o poi. Poi il tempo passò, e io.. cominciai perfino ad incolpare mio padre. Pensavo fosse colpa sua, non c'era mai, io mi sentivo solo, e pensai che anche mia madre si sentisse così per colpa sua. Poi cominciai a pensare che fosse colpa mia, che avessi fatto qualcosa di sbagliato, ero un ragazzino..." Scosse la testa "Poi un giorno circa un anno dopo origliai per caso una telefonata tra mio padre e il suo avvocato. Doveva spedire i documenti per il divorzio e mio padre gli riferì il nuovo indirizzo di mia madre e io decisi di andare lì. Zaino in spalla neanche dovessi partire per il giro del mondo." Sbuffò un'altra risata "Scoprii che aveva sempre vissuto a pochi chilometri di distanza da noi. E non si era mai degnata di farsi vedere.
Ero così stupido. Ero così felice all'idea di rivederla."

"E cosa disse lei?"
"Non lo so, non arrivai mai a suonare al campanello. Quando mi avvicinai, vidi dalla finestra mia madre. Era con un altro uomo. C'era anche una bambina, forse della mia età e... mia madre aveva un neonato tra le braccia. Sembravano una famiglia. Noi non eravamo mai stati così. In quel momento non capii bene, ero un bambino, per me lì c'era solo mia madre con un uomo che non era mio padre, e due bambini che non erano me. Mi sono sentito... sostituito, rimpiazzabile, non indispensabile. Solo anni dopo ho realizzato che se mia madre aveva un neonato tra le braccia, doveva essere rimasta incinta mentre stava ancora con mio padre. E capii che tutti quei viaggi di lavoro o visite a un'amica erano sempre state scuse, lei aveva tradito mio padre per tutto il tempo. Ci aveva lasciato perchè non aveva piu' bisogno di noi, perchè aveva trovato qualcosa di meglio." Theo scrollò le spalle "Per questo non mi fido di nessuno. Per questo all'inizio ti dissi che non ero interessato a far funzionare questa cosa. Mio padre ha avuto altre relazioni... La madre di Gabe è stata una di quelle"
"Per questo sapeva di tua madre?"
Theo sbuffò. "Probabilmente mio padre si confidò con lei, e lei lo raccontò a Gabe. Poi lei lo lasciò dopo la storia della rissa" Theo rise di nuovo amaro, guardando la sua cicatrice e scuotendo la testa "Idiota, suo figlio aveva cercato di darmi una coltellata e lei incolpava me per avergli dato un pugno"

"Sai, non conosco questo Gabe, ma sentendovi parlare di lui, già lo odio" borbottò Liam cercando di spezzare la tensione.

"Non sarà che sei solo geloso per Hayden?" fece Theo alzando un sopracciglio ironico.

Liam gli diede una gomitata "Figuriamoci"

"Perchè sei rosso allora?"
"Mi avrai attaccato la febbre" fece Liam deciso.
"Sicuramente" Theo roteò gli occhi. Poi il suo sguardo indugiò sul brodo ormai freddo. "Sai, nessuno si era mai preso cura di me mentre stavo male. Mia madre mi mandava a letto, mi riempiva di medicine e mi diceva di resistere che sarebbe passata. E' la prima volta che qualcuno s'interessa veramente a come sto" Guardò Liam, con un sorriso. "Dovrei ringraziarti, probabilmente"

Liam rise un po', prima che la tristezza nascosta nella voce di Theo lo raggiungesse. "Lo sai, io non posso giudicare tua madre, ma... se lei è stata così stupida da voltarvi le spalle, a te e tuo padre, è stata tutta una sua perdita. Non vi meritava. Potrò sembrare duro, ma se ti ha fatto sentire così solo, allora non era degna di chiamata tua madre"

"Che intendi dire?"
"Be', non so come spiegarlo, vedi io penso che il punto dell'andare via è-"

"Non dire il ritornare perchè ti dò un pugno"
"No" Liam rise scuotendo la testa "Stavo per dire che il punto è che l'andare via è solo... fisico. Mio padre ancora prima che.. morisse... partiva spesso. Era un medico, lavorava per Medici Senza Frontiere.. aiutava le persone in difficoltà, per me era come un vero supereroe" ammise con orgoglio "Non era mai a casa, è vero, lo vedevamo poche settimane all'anno. Ma io... non ho mai pensato che mi avesse abbandonato, non mi sono mai sentito abbandonato da lui. Lui era con me, sempre, faceva in modo che io lo sentissi sempre vicino, e anche ora che non c'è piu', sembrerà stupido ma lo sento comunque."
"Non è stupido" fece Theo dolcemente

"Quello che volevo dire è che andare via non vuol dire dimenticare. E se tua madre si è dimenticata di te, se non gli è mai interessato mantenere un contatto... allora non merita di essere considerata tua madre. E non merita che tu soffra per lei. Tu...." Liam arrossì leggermente "-non sei sostituibile. Anzi-" Fece una smorfia divertita, dandogli una leggera gomitata "Sono abbastanza sicuro che non ci sia un altro fastidioso, testardo e egocentrico come te in tutto il mondo"

Theo rise "Non dimenticare affascinante, intelligente e simpatico"
"Per non parlare di modesto" sbuffò Liam "Ah e hai sicuramente il miglior fratellastro del mondo"

"Sicuro" concordò Theo con un cenno della testa e un sorriso.

Lo sguardo di Liam cadde sul brodo. "Dovrò rifarti la cena"
"Ti prego, niente brodo" supplicò Theo.
Liam roteò gli occhi "Cosa vuoi?"
"Pizza"
"Pizza?"
"Pizza"

"Come fai a pensare alla pizza?"
"Ho la febbre, non vuol dire che non abbia fame. E poi mi sento già meglio"
"Sì come no"
"Te lo giuro"
Liam fece per alzare la mano e tastargli la fronte ma poi si bloccò ricordando l'ultima volta. Theo guardò la sua mano a mezz'aria prima di guardarlo in faccia "Forza, senti"

Liam lo guardò sorpreso, prima di fare un mezzo sorriso toccandogli la fronte.

"Mmh sei tiepido" Theo chiuse gli occhi al tatto, lasciandosi andare alla piacevole sensazione di fresco della mano di Liam sulla sua pelle calda. E se fosse leggermente arrossito, poteva dare la colpa alla febbre.

*

Quando poche ore piu' tardi, Paul e Jenna rincasarono, si guardarono intorno, seguendo il rumore della televisione fino in salone. E lì trovarono Theo e Liam beatamente addormentati, circondati da scatole di pizza, Theo avvolto da una coperta, il viso appoggiato sulle sue braccia intrecciate sul bracciolo, le gambe piegate per far posto a Liam accanto a lui, usando la coperta ammucchiata all'altezza delle costole di Theo come cuscino. Paul mise un braccio intorno alle spalle di Jenna, che sorrise. "I nostri ragazzi..." mormorò affettuosamente.

"Sembra che vada tutto bene, no?" sussurrò Paul al suo orecchio. "Sbagliavamo a preoccuparci"

"Si... sono contenta. Sento che nulla può andare storto ora"

"Lo penso anch'io" sorrise Paul, posandole un bacio sulla testa. "Andrà tutto bene"
 

CONTINUA

 

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Capitolo 9
*** Concederesti un ballo anche a me? ***


9. Concederesti un ballo anche a me?

"-iam... Liam..."

Liam, gli occhi ancora chiusi, emise un mugugnio di protesta quando qualcuno lo agitò bruscamente, girando il viso contro la coperta come a proteggersi. "Un altro po' mamma..." biascicò confusamente.

Qualcuno sbuffò.

"Liam, svegliati o giuro su Dio che ti butto giu' da questo divano"
Liam spalancò gli occhi quando gli arrivò chiaramente al cervello il messaggio che no, non era sua madre che stava provando a svegliarlo da dieci minuti. Nei secondi successivi realizzò che la sua mano destra non era posata sul materasso come credeva, ma su una coscia. La coscia di Theo. E che la sua testa riposava non su un cuscino, ma sulla coperta ammucchiata alla bell'e meglio su un fianco. Il fianco di Theo. E quando il pensiero di star dormendo semi spalmato sull'altro ragazzo lo raggiunse, scattò a sedere velocemente, con uno squittio, cercando contemporaneamente di districare le mani dalla coperta e le sue gambe dalle gambe di Theo. Fu lo stesso momento in cui ciò lo fece ruzzolare giù dal divano. Liam, il viso rosso per l'imbarazzo, non sicuro se fosse per aver dormito sopra a Theo o semplicemente per essere caduto come un idiota, incontrò finalmente gli occhi dell'altro, che lo guardava con un sopracciglio alzato e un mezzo sorriso, un'ombra di rossore anche sulle sue guance... probabilmente per colpa della febbre, pensò Liam.

"Be' a quanto pare hai fatto tutto da solo" mormorò Theo compiaciuto mentre le labbra si inclinavano in un sorriso sardonico. Liam si tirò a sedere con un gemito, rivolgendogli un'occhiataccia. "Potevi semplicemente spingermi via" borbottò, massaggiandosi la testa

"Ci ho provato" fece Theo drammaticamente, mettendosi a sua volta seduto e allontanando la coperta. "Ma hai provato a mordermi"
Liam si alzò in piedi con un sospiro, facendosi poi ricadere pesantemente al suo posto accanto a Theo, spingendolo piano sulla spalla. "Non esagerare ora, idiota"

Theo ridacchiò. "Seriamente, dormivi così bene, non ti avrei nemmeno svegliato se non fosse stato che mi stavi bloccando la circolazione alle gambe" aggiunse poi, piu' dolcemente.
Liam scosse la testa con uno sbuffo, poi lo scrutò preoccupato. "Come ti senti ora? Sembra che tu abbia ancora la febbre" fece poi Liam.

"Sto bene" Theo roteò gli occhi.
"Allora perchè sei completamente rosso?" chiese Liam ingenuamente.

Theo sentì il cuore mancare un battito, e istintivamente si portò una mano sulla guancia, quasi come a volerne sentire il calore per accertarsene. Seriamente, era arrossito solo perchè si era svegliato con Liam che gli riposava sul fianco? ..Il viso rilassato, la bocca socchiusa, e una mano posata delicatamente sulla sua gamba... Probabilmente ora era arrossito di nuovo. Maledizione. Cosa gli stava facendo questo ragazzino? Theo voltò la testa, trovando all'improvviso estremamente interessanti i motivi che decoravano il tappeto sotto il divano. "Fa... è solo che fa caldo" disse seccamente.

Liam roteò gli occhi. "Si certo"

"Hey se-"
"Oh siete svegli finalmente!" La voce di Jenna fece zittire i due che si voltarono a guardare la donna sorridente, in piedi sulla soglia del soggiorno.
"Hey mamma!" Liam scattò prontamente in piedi, stringendo sua madre in un abbraccio. "Mi sei mancata" Theo seguì con gli occhi le loro azioni, un piccolo sorriso che gli inclinava le labbra, sentendosi leggermente a disagio a stare lì a guardarli, come se si stesse intromettendo in qualcosa di intimo

"Mi sei mancato anche tu, tesoro" mormorò Jenna, sciogliendosi dall'abbraccio e dandogli un buffetto sulla guancia, rivolgendo poi subito dopo un'occhiata preoccupata a Theo. "Dicevate che hai la febbre, Theo?" chiese raggiungendolo, e posandogli subito una mano sulla fronte. Theo si mosse a disagio.
"Ah.. uhm, no... è... già passata"
"Sì, ora non sembri caldo" riflettè lei, scrutandolo poi attentamente come in cerca di altri malanni visibili. "Mi dispiace che non fossimo qui, io-"
"Non preoccuparti" Theo scosse la testa, mentre un piccolo sorriso gli inclinava le labbra. "Liam si è preso buona cura di me"
Liam per qualche strano si sentì di nuovo arrossire dal suo posto in piedi, ancora sulla porta.

"Ne sono sicura" commentò Jenna con un sorriso, scompigliando poi i capelli di Theo con fare affettuoso. "Ora vi preparo qualcosa per colazione, ragazzi"

"Papà è uscito?" chiese poi Theo, seguendola con lo sguardo.

"Sì" rispose la sua voce dalla cucina "Ha detto che cercherà di liberarsi per cena, visto che oggi è la Vigilia, sarebbe bello cenare tutti insieme no?"

Theo e Liam si scambiarono un occhiata prima di rispondere insieme "Sì" "Sarebbe bello"

Theo non aveva mai davvero avuto una cena di famiglia per Natale. Nemmeno da prima che sua madre se ne andasse, almeno per quel che poteva ricordare. E anche Liam, prima che partissero per Los Angeles, quando sua madre ancora lavorava in ospedale come infermiera, spesso lo aveva trascorso da solo, visto che il turno di Jenna era quasi sempre notturno. Dopo, quando partirono e lei lasciò il posto, accontentandosi di lavori occasionali come donna delle pulizie o commessa o badante, il piu' delle volte sedevano a cena al tavolo loro due soltanto, chiacchierando e mangiando qualcosa al volo come ogni altro giorno. L'unica differenza era lo scambio di regali, quello non mancava mai. Come per ricordare l'uno all'altra, sei importante, è dura, non ci vediamo spesso forse, ma sono qui

"Com'è andato il weekend?" Jenna parlò di nuovo. Theo e Liam si guardarono, soffocando una risata

"Le solite cose" disse soltanto Theo, scrollando le spalle. "Niente di che"
Liam decise che era meglio tacere. Theo pregò che Jenna si fosse dimenticata dei 200 dollari, e non facesse altre domande. "Avete speso molto?" Come non detto.

Il cuore di Theo accellerò, mentre Jenna si voltava per aprire il fatidico cassetto. "Ah aspetta, io-"
Jenna sollevò una manciata di banconote contandole e Theo le guardò sconvolto. Che diavolo-?

"Solo 30 dollari, sono stupita" ridacchiò lei, guardandoli
Liam scrollò le spalle cercando di essere indifferente. "Theo voleva la pizza" disse soltanto. Theo era ancora sconcertato. Liam lo afferrò per la maglia trascinandolo via prima che la sua espressione lo tradisse. "La colazione sarà pronta a breve!" gridò loro dietro Jenna

"Sì" fecero in coro, mentre salivano le scale.

"Sai, dovresti fare una doccia" mugugnò Liam lanciandogli un'occhiata.

"Uh? Mi stai dicendo che puzzo?" Theo gli rivolse un sorrisetto, Liam roteò gli occhi
"No sto solo dicendo che una doccia è un buon modo per guarire in fretta, Theo" rispose esasperato

"Okay" fece Theo afferrandolo poi per la manica e spingendolo a voltarsi, non appena furono nel corridoio. Liam lo guardò esitante "Se mi dici da dove cavolo sono spuntati quei soldi. Avevo spesso ogni centesimo" sussurrò incredulo. Liam rise.

"Ho i miei mezzi." Theo sollevò un sopracciglio. "Anni e anni di 'soldi per le emergenze' messi da parte" spiegò Liam scrollando le spalle.

Theo lo guardò tra il meravigliato e l'incerto. "Be'... grazie. Avresti potuto lasciare che mi dessero la colpa. Li ho spesi io in fondo quei soldi. Non dovevi rimetterci i tuoi. Te li ridarò"
Liam si agitò sul posto incerto. "Be' n-non l'ho fatto per te, voglio dire... avrebbe dato la colpa a entrambi. E f-forse ci avrebbe perfino scoperti, sai... per la festa" balbettò, sussurrando l'ultima parola, e evitando lo sguardo di Theo. "Non mi devi niente, è okay"
Un sorriso divertito ma allo stesso tempo affettuoso di fronte all'imbarazzo di Liam si allargò sulle sue labbra, mentre rispondeva "Come dici tu"
Liam gli rivolse un'occhiata non impressionata. Si distrasse poi al suono di un messaggio in arrivo sul suo cellulare. Theo lo guardò mentre lo estraeva dalla tasca dei pantaloni. "Chi è?" chiese d'impulso, pentendosene un secondo dopo. Non erano mica affari suoi, imprecò internamente. Però Liam rispose tranquillamente senza esitazione "E' Hayden" Theo si pentì ancora di piu' di averlo chiesto. "Sai, anche lei era preoccupata per te" spiegò Liam, dopo aver digitato qualcosa e aver rimesso il telefono in tasca.

Theo sbuffò a quelle parole. "Figuriamoci" Dubitava seriamente che Hayden potesse anche solo lontanamente preoccuparsi per lui.
"Dovresti dare piu' credito alle persone, sai" Liam roteò gli occhi esasperato.

Theo strinse le labbra, incerto, guardando l'altro ragazzo. "Tu.. uhm, mi dispiace per il tuo appuntamento" disse alla fine.

"Non preoccuparti, non è così grave" mormorò Liam, arrossendo di nuovo leggermente. "Ci rifaremo" scrollò le spalle in un tentativo di minimizzare la cosa.

"Quindi... vi rivedrete?" chiese Theo, il cuore che batteva dolorosamente contro il suo petto.

"Penso di sì, sì, forse" rispose lui. "Ora dovresti fare quella doccia sai, mamma ci uccide se saltiamo la colazione" scherzò, facendo per voltarsi verso la sua stanza.

"Ah aspetta-"
"Che c'è?" chiese Liam sorpreso.

"Ecco- fai attenzione"

Liam corrugò le sopracciglia confuso. "A cosa?" chiese, non capendo.

"So che Gabe e Hayden si sono lasciati, ma- lui non è- ti sembrerà strano detto da me, ma credimi... lui non è una brava persona. E'... un tipo violento, ecco. Penso te ne sei accorto" Theo alzò vagamente la mano con la cicatrice. "Non sai mai come potrebbe reagire, soprattutto se dovesse scoprire che Hayden lo ha lasciato per un altro"
Liam allargò gli occhi arrossendo. "Ma lei non lo ha lasciato mica per me!"
"Forse, però sarà difficile spiegarglielo se viene a sapere che Hayden è uscita con te appena una settimana dopo aver rotto con lui. Si farà strane idee sicuramente."
"Be' starò attento" Liam guardò Theo con attenzione, il cuore che aveva accellerato inspiegabilmente. Deglutì, tormentandosi il labbro inferiore coi denti. "Grazie" aggiunse dolcemente.

Theo non sapeva come definire tutto questo, ma era già la terza volta in mezz'ora che arrossiva per colpa di questo ragazzino. Piu' di quanto fosse mai arrossito in tutta la sua vita probabilmente.

*
 

I giorni passarono velocemente. Per la gioia di Jenna, erano riusciti ad avere la loro cena della Vigilia e perfino un pranzo di Natale in famiglia. Avevano cantato stupide canzoni di Natale, bevendo zabaione e cioccolata calda davanti a un film, con Theo che sbuffava di sottofondo, ma alla fine cantava ugualmente, un lieve rossore che gli illuminava le guance. Quando la mattina di Natale si erano scambiati i regali, Liam aveva deciso immediatamente che l'espressione meravigliata e stupefatta sul viso di Theo nel vedersi porgere un regalo con scritto sopra 'da parte di Liam' era probabilmente uno dei traguardi piu' ambiziosi raggiunto quell'anno. Assieme a convivere con Theo, perdonare Theo, aprirsi con Theo, far aprire Theo. Liam si stava trovando particolarmente confuso dal modo in cui ultimamente sembrava quasi d'istinto gravitare intorno all'altro ragazzo. Ma tra la concitazione degli ultimi giorni, tra feste, festività e uscite con Mason e gli altri ragazzi, non ci aveva dato molto peso. Non aveva dato molti pensieri a nulla, in realtà. Ne' a Hayden con cui aveva continuato a messaggiare tranquillamente, senza ancora tirare in ballo l'argomento 'appuntamento', ne' a Scott.

Di questo se ne vergognava. Ma il solo pensiero faceva strisciare di nuovo la paura, l'ansia e il senso di colpa come veleno nelle sue vene. Però in qualche modo parlare con Theo lo aveva aiutato. E sapeva che Theo aveva ragione. Aveva bisogno di affrontare la cosa, piu' di qualunque altra cosa.

Farlo tuttavia era tutt'altra storia.

*

Il pomeriggio tardi del 31 Dicembre Liam stava tranquillamente in camera sua quando Mason si fiondò letteralmente in camera sua. Senza nemmeno bussare. Liam lo guardò dal letto, tirandosi a sedere. "Mase! Potevo essere nudo!" protestò.
"Era quello che speravo" scherzò lui, facendogli roteare gli occhi, mentre il suo amico si buttava sul letto accanto a lui, l'eccitazione che gli usciva da tutti i pori.
"Che diavolo ti prende?"
"Li, hai bisogno di vestirti!"
Liam si guardò d'istinto il corpo, scrutandosi i vestiti. "Credevo di esserlo"
Mason sbuffò "Intendo dire vestirti vestirti, nel senso che stasera... ti porto a ballare!" esclamò Mason, ancora piu' elettrizzato, un sorriso che gli si allargava sul viso.

"Oh mio Dio, non di nuovo" gemette Liam, il ricordo della festa di una decina di giorni prima ancora vivo nella sua memoria, e nel suo stomaco.

"Non dovrai bere, se non vorrai, ma-" fece subito Mason, alzandosi e tirandolo per un braccio.

"Ma cosa?!"
"Ma vorrai, è questo il punto" fece l'altro con un ghigno.

Liam era quasi terrorizzato. "E dov'è che andiamo?"
"Sinema, stasera c'è un evento per Capodanno, ci saranno tutti, e io ho trovato delle prevendite a metà prezzo. Non sono un genio?"

Liam rise scuotendo la testa affettuosamente. "Okay, devo dirlo a mia ma-"
"Già fatto" disse Mason velocemente. Liam lo guardò di sbieco. "Scusa?"
"Ho parlato io con tua madre."
Ora era davvero terrorizzato. "E cosa gli hai detto, sentiamo?"

Mason scrollò le spalle. "Che facciamo una piccola festicciola intima a casa mia"
Liam era scandalizzato "Oh mio Dio, hai mentito a mia madre"

"Pensavi di dirle la verità?"
"Uhm... no"
"Be' allora dovresti ringraziarmi, perchè Liam..." Mason lo guardò con aria drammatica "Sei un pessimo bugiardo"
"Non è vero"
"E' vero"
"Non è vero"
"Liam" lo ammonì Mason.
Liam sospirò sconfitto "Sì è vero"
Mason rise, prima di puntare al suo armadio. "Allora... hai qualcosa di attillato e corto?"

"Cosa? Credevo che ci si vestisse eleganti a Capodanno"
"Liam, è il Sinema, non devi essere elegante. Devi essere nudo, quanto piu' possibile"


Liam aveva già detto che era terrorizzato?

*

I posti affollati avevano sempre avuto il potere di mettere Liam in soggezione. Stretto nella canottiera nera attillata che Mason aveva scelto per lui, dove 'stretto' era probabilmente un eufemismo qui, si sentiva ancora piu' a disagio. Mason gli aveva mollato in mano un drink rosa acceso, ordinandogli di rilassarsi e divertirsi, prima che Corey lo trascinasse via verso la pista da ballo. Le luci psichedeliche e la musica a tutto volume erano quasi piu' inebrianti dell'alcool, mentre Liam muoveva rapidamente gli occhi quasi a catturare ogni cosa attorno a lui. Aveva notato Alec e Nolan nella mischia, e i due gli avevano fatto un cenno entusiasta con le mani prima di tornare ad agitarsi come matti. Poi aveva visto di sfuggita Hayden e Tracy sedute al bar, raggiunte poco dopo da Josh.

Liam si portò la cannuccia alla bocca bevendo un grosso sorso, il liquido freddo che gli incendiava la gola, e stava contemplando se fosse il caso di raggiungere Mason e Corey o no, quando sentì qualcuno posargli una mano sulla schiena e un respiro caldo, con un odore lieve di alcool, solleticargli l'orecchio sinistro. Liam trasalì appena, prima che la persona parlasse con voce bassa.

"Rilassati e divertiti, Li"
Il cuore di Liam accellerò contro la sua volontà, mentre si voltava velocemente incontrando il sorriso di Theo, la sua voce bassa e roca che gli risuonava ancora in testa, l'orecchio che solleticava lì dove il respiro di Theo lo aveva sfiorato. "Co-cosa fai qui?" balbettò, agitato.

"Quello che dovresti fare anche tu, mi diverto" fece lui allegro.

Liam lo guardò con un sorriso divertito "Sei ubriaco?"
Theo fece una smorfia sardonica "Sono sulla buona strada. Dovresti provare anche tu" Theo gli fece l'occhiolino. "Non preoccuparti, ti reggerò di nuovo io se dovessi farlo"
Liam rise "E chi reggerà te?"
"Uhm forse potremmo guardarci le spalle a vicenda, che ne dici?" Theo sorrise allegramente, alzando una mano per scompigliargli i capelli prima di dirigersi verso Josh, lanciandogli un'ultima occhiata divertita.

Liam si ritrovò incapacitato a distogliere lo sguardo, un rossore che gli si allargava sul viso, mentre gli occhi scivolavano inconsapevolmente dalle spalle alle braccia muscolose di Theo, stretto anche lui in una canottiera attillata, al fondoschiena-

Che diavolo- Cosa vai a pensare Liam? Liam scosse la testa tra se e se, distogliendo lo sguardo e buttando giu' il resto del suo drink.

Dal suo posto al bancone, Tracy lo stava ancora fissando.

*

Due ore dopo Liam era decisamente sudato. Non era ubriaco, perchè sì, aveva ripromesso a se stesso che non sarebbe mai piu' stato male come la settimana precedente, e aveva intenzione di mantenere il patto, però era allegro, mentre si lasciava tirare qua e là da Mason e Corey, che sicuramente erano ubriachi. Ad un certo punto Liam avrebbe voluto parlare con Hayden, spinto dal coraggio infuso in lui dall'alcool, l'avvertimento di Theo a proposito di Gabe ancora in testa, ma la ragazza sembrava scomparsa. Al bancone erano rimasti solo Josh e Tracy.

Quando il livello di alcool nel sangue di Mason e Corey fu sufficiente perchè ritenessero che fosse il caso di sparire per un po' da soli, Liam decise di tornare a bordo pista. Ordinò un altro drink e si fermò a riprendere fiato, guardandosi intorno. Il suo sguardo scivolò senza fermarsi sulle decine di persone attorno a lui, ma si fermò come attratto da un magnete su Theo. Era preso a parlare con una ragazza bionda, che Liam riconobbe vagamente come Erika, e gli dava le spalle. Ma Liam avrebbe potuto riconoscerlo ovunque. Si chiese se fosse una cosa normale saper trovare qualcuno in una stanza affollata quasi immediatamente, quando si condivideva la quotidianità con lui come facevano loro due.

Quotidianità, pensò Liam, bevendo un sorso di drink. Due mesi fa non avrebbe mai detto che avrebbe mai associato quella parola a Theo Raeken. E ora, mentre guardava Theo laggiu' di spalle, quei pochi metri che li dividevano sembravano uno spazio infinito.

Quando la presenza di Theo accanto a lui era diventata una costante? Al punto da guardarlo ora, pensando quasi inconsciamente Dovresti essere qui accanto a me, idiota

Perso nei suoi pensieri confusi, Liam realizzò troppo tardi che non stava più fissando la nuca di Theo, ma il suo viso. E che gli occhi di Theo ora erano incastrati ai suoi, di nuovo quel suo sorrisetto spavaldo incollato sul viso. Liam arrossì, abbassando subito lo sguardo, imbarazzato per essere stato beccato a fissarlo. Bevve un altro sorso di drink, finendolo e posando il bicchiere su un tavolo vuoto a pochi passi da lui.

"Quindi" La voce di Theo lo fece trasalire per l'ennesima volta quella sera. Liam alzò lo sguardo per guardarlo, mentre con due ultimi passi il ragazzo gli arrivava di fronte "Hai intenzione davvero di stare qui tutta la sera?"
Liam si finse offeso "Hey guarda che ho ballato per quasi due ore!"
"Si certo" fece Theo sarcastico.

"Sai" Liam incrociò le braccia "Non è colpa mia se eri distratto da altro"

Liam sussultò alle sue stesse parole, non gli era uscito brusco come temeva, vero? Che diavolo gli prendeva? Stava uscendo forse di testa? Se questo era l'effetto che gli dava l'alcool, non avrebbe seriamente toccato mai piu' nemmeno un solo bicchiere.

Lanciò un'occhiata a Theo esitante, ma lui non sembrava infastidito. Stava sorridendo.
Infatti gli si avvicinò "Che ne dici allora di concedere un ballo anche a me?" gli sussurrò, raggiungendo la mano destra di Liam e prendendola tra la sua. Il cuore di Liam accellerò selvaggiamente "C-cosa?" balbettò senza voce, e gli occhi grandi.

Theo per tutta risposta camminò all'indietro, un sorriso ancora piu' grande sul viso, tenendo la mano di Liam, che si lasciò trascinare in pista, incapace di fare qualcosa, qualunque cosa. Il suo cervello sembrava essersi momentaneamente dissociato dalla realtà.
Quando Theo si fermò, il pollice che disegnava distrattamente sagome astratte sulle nocche di Liam, Liam, in piedi di fronte a lui, alzò esitante lo sguardo per incontrare i suoi occhi verdi. Theo ora non stava sorridendo, continuava a guardarlo fisso, un'espressione sul viso che Liam non fu in grado di leggere. Poi Theo posò l'altra mano sulla parte bassa della sua schiena, e Liam rabbrividì alla sensazione del tocco delicato delle punte delle dita di Theo, leggermente attenuata dal materiale della maglia che indossava. Poteva quasi giurare di poter sentire il calore propagarsi a ondate da quel punto.

Liam continuò a guardarlo incerto, incapace di bloccare il suo battito accellerato. Deglutì, chiedendosi se il cuore gli sarebbe uscito dal petto da un momento all'altro. Cosa diamine stava succedendo? Questo non era qualcosa che doveva succedere. Loro erano fratellastri, i loro genitori avevano una relazione, non potevano starsene in piedi in mezzo a una discoteca affollata e piena di persone che li conoscevano, a un palmo l'uno dall'altro. Non stavano facendo nulla di strano, è vero, ma sapete, le voci girano, la gente parla, questo lo sanno tutti. E poi non c'era modo assolutamente che lui, Liam, potesse sentirsi attratto in qualche modo da Theo, Theo Raeken fra tutte le persone. Era impossibile. Era qualcosa che non sarebbe mai successo, qualcosa che non poteva, non doveva succedere. Eppure c'era qualcosa nello stare lì davanti a Theo, averlo vicino, il suo tocco leggero sul corpo, la sua mano nella sua, i loro occhi incapaci di distogliersi gli uni dagli altri, che sì, è vero, lo terrorizzava, lo rendeva spiazzato e improvvisamente confuso, ma faceva anche attraversare il suo corpo da una scarica di adrenalina.

Era come se dalla sera in cui si erano finalmente aperti l'uno con l'altro, fosse scattato qualcosa. Come se con il decidere di liberarsi di quel peso che portava nel cuore con Theo, Liam avesse anche liberato qualcos'altro. Come l'aver aperto un rubinetto, un flusso costante di emozioni e sentimenti, che ora non sapeva piu' come chiudere.

E una parte di lui voleva sapere di più, l'altra sapeva che stava giocando con il fuoco.
Era qualcosa di spaventosamente allettante.

Come quando sai per certo che la fiamma di una candela finirà per bruciarti, ma non puoi fare a meno, lentamente e inesorabilmente, di avvicinare la punta delle dita, in attesa di sentire il dolore, forte e pungente, solo per poi rifarlo ancora e ancora, sperando ogni volta di riuscire finalmente ad avvicinarti di piu', a resistere di piu'.

Ma Liam non era mai stato così coraggioso. Non era mai stato audace.

Non dovrei sentirmi in questo modo. Liam fece un passo indietro, ed entrambe le mani di Theo si allontanarono da lui come se l'altro avesse letto esattamente i suoi pensieri. "Io-io dovrei andare a cercare Mason" balbettò Liam a disagio.

"S-sì... okay, va bene" si affrettò a concordare Theo, agitandosi sul posto, nervosamente. Che diavolo aveva appena fatto? Aveva appena rovinato tutto, vero?
Liam fece per voltarsi, poi deglutì tornando a guardarlo esitante "Ci vediamo dopo?"
Theo lo guardò, un sorriso di sollievo che spaccò la sua espressione tesa, annuendo "Sì, -sì, ok ...dopo"

Liam annuì a sua volta con un piccolo sorriso prima di allontanarsi.

"Hey tieni"

Tracy trasalì distogliendo finalmente lo sguardo da Theo, mentre Liam si allontanava, per guardare Josh che le porgeva un drink. Lo guardò sospettosa. "Per cos'è questo?"
Josh scrollò le spalle. "Sembravi una che aveva bisogno di risollevarsi il morale"
Tracy sbuffò una debole risata, tornando a guardare Theo ancora in piedi e immobile. Josh si sedette accanto a lei. "A cosa pensi?" le chiese lentamente.

Lei non rispose per qualche secondo "Sai..." sussurrò quasi sconsolata, mentre Theo si teneva la fronte con una mano "Lui non ha mai guardato me così"

*

Venti minuti piu' tardi, dopo aver girovagato per la discoteca almeno dieci volte, Liam finalmente individuò Mason e Corey seduti su dei gradini. In qualche modo la sua frenetica ricerca era almeno servita a calmare il suo battito cardiaco e ad allontanare in parte il pensiero. Anche se continuava a tornargli in mente l'espressione sul viso di Theo. Come se fosse un'immagine rimasta impressa a fuoco nella sua memoria. Dio, questo finirà per essere l'ennesimo problema che non riuscirò ad affrontare? Si chiese avvicinandosi ai suoi due amici, mentre Mason stava passando un bicchiere d'acqua a Corey, che si massaggiava le tempie.

Quando Liam gli fu di fronte, Mason lo guardò confuso, inarcando un sopracciglio "Che hai fatto?"
Liam impallidì internamente "Perchè?"
"Sembri sconvolto" commentò Mason, scrutandolo preoccupato

"E non è l'unico" mugugnò Corey, attirando la loro attenzione sulla loro destra, da dove stava venendo un'agitatissima Hayden. Quando li notò, puntò subito verso di loro.
"Hey ragazzi" mormorò agitata.

"Che è successo?" le chiese Liam, preoccupato.

Lei fece un respiro tremante "Okay, senti, Liam, mi dispiace così tanto... non so come ma- Gabe ha scoperto che siamo usciti insieme la settimana scorsa. E' qui, e ti sta cercando" farfugliò afflitta.
Liam trasalì, mentre Mason guardava da Hayden a lui "Cosa? Co-come fa a sapere chi è?"

Hayden sbuffò esasperata "Qualcuno dei suoi amici ci ha visto al cafe' e glielo ha riferito, e quando ha riconosciuto Liam stasera, lo ha chiamato. E' di fuori ora. Ho provato a parlarci, ma non è nelle condizioni-"
"Okay, Liam, ce ne andiamo, subito" fece Mason con tono definitivo. Corey annuì.

"Aspettate, no" Liam fece, guardandoli velocemente "E' inutile andarsene ora, intanto finirò per incontrarlo di nuovo no? Meglio se ci vado a parlare"
"Cosa?" fecero in coro gli altri tre.

Corey saltò in piedi "No no Liam, lascia perdere, credimi, non è una persona con cui puoi pensare di parlare civilmente... senza offesa" concluse guardando Hayden.

Lei sbuffò irritata "Perchè credi che abbia rotto con lui? Due settimane fa era qui e ha scatenato una rissa mandando all'ospedale due matricole. Gli hanno proibito l'accesso per un mese. Ha superato il limite" Poi guardò Liam, supplichevole. "Liam, ti prego, lascia perdere, non è il caso"
"Devo farlo. Devo affrontare il problema" mugugnò Liam, ripensando alle parole di Theo. Aveva ragione, non poteva scappare da ogni piccolo problema che gli si presentava. Ne stava evitando già troppi. "Vado a parlarci!"
"Liam aspe-" Ma Liam stava già marciando verso l'uscita.
"Liam!" Hayden guardò Mason e Corey disperata prima di seguire il ragazzo. Mason e Corey si guardarono e si scambiarono un cenno. "Chiamo la sicurezza" mormorò Corey convinto, facendo un passo a destra. Mason ne fece uno a sinistra. "Hey dove vai?" lo richiamò il suo fidanzato.

"Mi secca farlo, ma io vado a chiamare Theo. È l'unico che riesce a tenere testa a Gabe"

Corey esitò un attimo prima di annuire e allontanarsi nella direzione opposta.

*

Theo sedeva accanto a Josh e Tracy, un drink ancora intero tra le mani, e gli effetti dall'alcool che pian piano si ritiravano, lo sguardo fisso sul pavimento sporco. Seppe che qualcosa non andava nel momento in cui Josh gli diede una pacca sul braccio facendogli alzare lo sguardo e vide Mason avvicinarsi a loro trafelato. Si fermò davanti a loro, ansimando. "Hey. Mi secca dirlo, ma abbiamo bisogno del tuo aiuto"
Noi? Theo alzò un sopracciglio, guardandolo, prima di realizzare. Rivolse a Mason uno sguardo titubante. "Dov'è Liam?"

Mason sospirò "Gabe"
Fu tutto ciò che servì perchè Josh, Tracy e Theo si scambiassero un'occhiata nervosa. Theo posò il drink sul bancone e superò Mason, che si scambiò uno sguardo con gli altri due prima di seguirlo.

"Prevedo guai" fece Josh, alzandosi.

Tracy recuperò la borsa dallo sgabello accanto, imitandolo. "Ci mancava solo Gabe stasera"

*

Mentre Liam procedeva a grandi passi per il parcheggio del locale, con Hayden alle calcagna, si chiedeva cosa avesse intenzione di dire a questo tipo. Non ci aveva minimamente pensato. Che tra lui e Hayden non c'era niente, era vero in parte. Ma anche che ci fosse stato qualcosa, non era propriamente una bugia. Ma qualunque cosa fosse, era successa dopo la loro rottura, quindi Gabe non aveva diritto di metterci bocca. Per non parlare del fatto che, mentre marciava tra le varie auto, il solo pensiero della piccola cicatrice che solcava la mano di Theo, delle parole che Theo gli aveva raccontato Gabe aveva detto su di lui quella volta, servì solo a aumentare la sua irritazione.
Non andava bene. L'ultima volta che si era sentito così irritato non era finita nel migliore dei modi.

"Liam, fermo!" Hayden lo raggiunse con uno scatto, afferrandolo per il polso. Liam si voltò a guardarla. "Per favore, ascoltami, lascia perdere, non risolverai nulla parlandogli, ti mollerà un pugno prima ancora che sarai in grado di dirgli una parola, io lo conosco"
Liam sospirò sconcertato "Cavolo, Hayden, ma perchè uscivi con uno del genere?! Ti prego, dimmi che non ti ha mai fatto del male-"
"No! No! Non- non l'avrebbe mai fatto!" esclamò lei, decisa, poi sospirò "Io- so che sembra una persona orribile, ma non è-" Hayden rise stanca, scuotendo la testa "E' che a volte sei così preso da una persona che ti dimentichi di guardare i suoi difetti, passa tutto in secondo piano... e ti ritrovi solo a sperare che basterai tu a cambiarlo in meglio, ma-" Liam deglutì, mordendosi il labbro, la mente che scivolò inevitabile verso Theo. Allontanò il pensiero però. "-non è così, lui non può cambiare, credimi" Liam si morse il labbro indeciso, e fece per parlare, quando...

"Oh eccoti qua" Una voce a pochi metri da loro li fece trasalire. Hayden sbiancò, la mano che teneva il polso di Liam si ritrasse subito, mentre superava Liam dirigendosi verso il ragazzo in questione, seguito da altri tre. "Gabe, vattene!" sibilò Hayden arrabbiata.

Gabe le rivolse un sorriso tranquillo "Che c'è? Voglio solo presentarmi al tuo nuovo fidanzato"
"Te l'ho detto, non è il mio fidanzato" rispose lei decisa.

"Al tipo con cui fai la puttana allora, molto meglio, no?" rise lui.
Hayden trasalì, e Liam fece un passo avanti d'istinto. "Hey!"

"Liam, per favore-" Hayden fece due passi verso di lui "-andiamo via"
"Col cazzo che te ne vai con lui!" sbottò Gabe con un ringhio furioso, afferrando Hayden per la spalla e tirandola indietro. Non usò molta forza, ma bastò a far incespicare Hayden facendola cadere in terra. "Hey, stronzo-" Liam protestò, scattando in avanti.

Un secondo dopo si ritrovò con la faccia contro l'asfalto. Solo quando il dolore allo zigomo lo raggiunse, realizzò che Gabe gli aveva dato un pugno senza la minima esitazione, con uno scatto degno di un pugile professionista. Liam non l'aveva nemmeno visto arrivare. Barcollò cercando di tirarsi almeno seduto, mentre Hayden urlava qualcosa a Gabe. Liam sentiva solo un fischio nelle orecchie, il dolore che gli fece lacrimare gli occhi.

"Sei già andato ko? Dove l'hai pescato questo pappamolla, Hayden?" rise Gabe, mentre Liam riusciva finalmente a incontrare il suo sguardo da terra. I suoi amici ridacchiarono dietro di lui, e Liam si accorse che uno teneva Hayden ferma da un braccio. "Lasciami andare, stronzo" gli stava sibillando lei, furiosa. "Altrimenti?" la stuzzicò lui.

"Basta" biascicò Liam debolmente. "Possiamo soltanto parlarne?" barcollò, spingendosi per alzarsi. "Non c'è bisogno di-"

Si era solo alzato a metà quando gli arrivò un altro pugno dritto sul naso. Cadde di nuovo all'indietro. Sentì vagamente Hayden urlare e Gabe ridere forte. Quando riaprì gli occhi, vide che Gabe si era inginocchiato accanto a lui, tenendogli il mento con la mano destra. "Che peccato, hai una faccia così carina" disse, simulando dispiacere. Liam tossì, cercando di allontanare la mano da se'. "Magari però così impari a fregare le ragazze degli altri"
"No-" Liam tossì "Non è come pensi-" Il terzo pugno nemmeno lo sentì, tanto era già dolorante. Gemette, il fischio nelle orecchie che tornava prepotente, la vista che gli si appannava, mentre lacrime di dolore e rabbia e frustrazione gli scendevano contro la sua volontà.
"Vediamo se lo troverai ancora carino con la faccia spaccata, eh" sentì Gabe dire a Hayden, mentre si alzava.

"Sarai tu quello che non sarà carino una volta che ti avrò spaccato la faccia-" Gabe si voltò di scatto verso la direzione da cui sentì provenire la voce di Theo, il viso che si contrasse subito in un'espressione furente. "Ah aspetta" continuò Theo, marciando velocemente verso di loro, un'espressione glaciale sul viso. "Non sei carino nemmeno ora"

"Che diavolo fai tu qui? Questo non ti riguarda, Raeken" Gabe spostò lo sguardo rapidamente da Theo a Josh, Tracy e Mason che arrivarono subito dopo di lui.

"Mi riguarda, eccome, si dà il caso che il ragazzo che hai appena riempito di botte qui-" Theo esitò, lo sguardo che indugiò su Liam, un'ondata di rabbia che gli accartocciò lo stomaco "-è mio fratello"
Gabe ci mise un secondo prima di scoppiare a ridere. "Grandioso, quindi tuo padre ha trovato l'ennesima sostituta per quella puttana di tua ma-" Quando Theo mollò un pugno a Gabe, nessuno si stupì. Gabe vacillò appena, caricando poi Theo di peso e spingendolo con il suo stesso corpo contro l'auto dietro di loro. Tracy boccheggiò portandosi una mano alla bocca, mentre Mason sbarrò gli occhi seguendo la scena chino su Liam, pregato che Corey arrivasse presto. Quando gli altri due fecero per intervenire ad aiutare Gabe, Josh si fece avanti con un ghigno. "Eh no, non ci pensate nemmeno"

Fu lì che la situazione degenerò. Da quando Theo era arrivato a quando Corey apparve con la sicurezza al seguito erano passati sì e no cinque minuti, ma quello che si trovarono davanti fu un vero e proprio campo di battaglia. Liam aveva perso i sensi qualche secondo dopo l'arrivo di Theo, mentre Mason, Tracy e Hayden, ancora bloccata dal terzo amico di Gabe, assistevano impotenti alla scena. Quest'ultimo probabilmente, a giudicare dalla sua faccia, stava usando la scusa di 'sto tenendo Hayden' solo per non gettarsi nella mischia, perchè non sembrava particolarmente convinto. Però quando vide la sicurezza avvicinarsi, impallidì e mollò il suo polso. "Hey ragazzi, filiamo, c'è la sicurezza!" urlò. La velocità con cui si defilarono fu degna del miglior corridore olimpico.

Theo, seduto con la schiena contro lo sportello di un auto, prese fiato, portandosi una mano a un taglio sul sopracciglio sinistro, gemendo debolmente. Guardò Josh, in piedi, che urlava insulti ai quattro in fuga. Poi sentì le sirene della polizia, e seppe che erano fottuti. Si rilasciò cadere di peso contro l'auto. Che bell'inizio dell'anno.

 

CONTINUA

 

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Capitolo 10
*** Ne è valsa la pena ***


Nota autrice: Eccomi qui ad aprire la mia prima nota d'autore. Volevo ringraziare chi sta leggendola storia, chi l'ha aggiunta ai seguiti e anche chi ha lasciato una recensione! Mi fa piacere sentire il parere di chi legge, quindi non fatevi scrupoli, buone o cattive, accetto qualunque critica! Può solo aiutarmi a migliorare!
Inoltre volevo informarvi che procederò abbastanza spedita con la storia, poichè l'ho già scritta quasi tutta, ad eccezione dei capitoli finali, e che avrà circa 30 capitoli. Grazie ancora a tutti! ^_^


 
10. Ne è valsa la pena
 

La stazione dello sceriffo era stranamente più silenziosa di quanto Theo si aspettasse. Non si sentiva volare una mosca, l'unico rumore erano i loro respiri lenti e tesi, e il ronzio delle luci appese al soffitto, mentre aspettavano e aspettavano. E aspettavano.

Theo, la testa buttata all'indietro contro il muro vicino alla porta e le braccia incrociate al petto, fissava attraverso le tapparelle la schiena di suo padre e dei genitori di Josh che parlavano con lo sceriffo, mentre batteva nervosamente con il piede in terra. Non voleva stare qui. Non gli interessava sapere cosa lo sceriffo stava dicendo a suo padre, e non gli importava della punizione che sicuramente lo aspettava. Voleva solo sapere come stava Liam. Voleva solo correre da lui il prima possibile.

Quando la polizia li aveva 'invitati' a seguirli in centrale, aveva fatto arrivare un'ambulanza per l'altro ragazzo, e Corey, l'unico non coinvolto apparentemente nella rissa, lo aveva seguito con la sua auto. Theo spostò lo sguardo su Tracy e Hayden sedute riposando l'una sulla spalla dell'altra, a Mason, che sembrava solo star fissando vacuamente il cellulare, a Josh che si teneva un impacco di ghiaccio sulla guancia. Quando incrociò il suo sguardo, lui gli rivolse una tacita scrollata di spalle.


Hayden diede un sospiro pesante, portandosi la mano sulla fronte e Tracy la guardò preoccupata, disegnandolo cerchi sulla schiena con fare consolante. "Forse dovresti andare a casa e riposare un po'. Lo sceriffo ha già sentito la tua dichiarazione, non c'è bisogno che resti qui"

"Non voglio andare a casa, tutto quello che vorrei fare ora è spaccare la faccia a Gabe" mugugnò con rabbia lei. Rilasciò un altro respiro frustrato prima di alzarsi di scatto. Tracy la guardò preoccupata. "Dove pensi di andare ora?"

"Vado a cercarlo" disse soltanto, camminando decisa verso l'uscita.

Theo le afferrò il polso con forza nel momento in cui gli passò accanto. Hayden lo guardò seccata. "Che vuoi, Theo? Lasciami andare-" protestò cercando di liberarsi.

"Non farlo." rispose gelido. "Basta già che Liam sia rimasto coinvolto in tutto questo, tutto quello che ci manca ora è il doverci preoccupare anche per te" Hayden smise di provare a liberarsi e si immobilizzò guardandolo quasi sorpresa. Theo le lasciò il polso, e continuò ancora senza guardarla. "So che non sono affari miei, ma- dovresti solo stare lontana da lui. È pericoloso, tutti quelli che gli stanno intorno finiscono per farsi male, non lo vedi? E tu potresti essere la prossima, non ti lascerò uscire da quella porta"
"Lui.. non mi farebbe mai del male" protestò Hayden debolmente, stringendosi istintivamente il polso dove l'amico di Gabe le aveva lasciato un piccolo livido, mentre lo sguardo sorpreso diretto a Theo diventava piu' inarcato. Anche Mason e Tracy lo stavano guardandolo allo stesso modo, solo Josh per qualche motivo non sembrava stupito.

"Non puoi mai saperlo" rispose lui, cercando di ignorarli.

Hayden lo fissò per un secondo. "Perchè ti importa?" chiese incerta.
"Non mi importa" Theo sentì il suo stesso cuore saltare alla menzogna. E a giudicare dalle espressioni esasperate di tutti, non ci avevano creduto nessuno. Theo sospirò prima di guardare Tracy.
"Tracy" La ragazza sussultò sentendosi chiamata in causa. "Dovresti accompagnare Hayden a casa, non c'è bisogno che restate qui ancora, tutte e due" intimò con forza.

"Uh..." Tracy fece presa allo sprovvista prima di annuire e alzarsi, raggiungendo Hayden, ancora in piedi davanti alla porta, quasi come se fosse indecisa sul fare di testa sua o dare ascolto a Theo per la prima volta nella sua vita probabilmente.

Tracy le poggiò una mano sulla spalla "Andiamo?"

Dopo qualche secondo Hayden sospirò sconfitta "Andiamo" Guardò i ragazzi uno a uno. "Mi dispiace per stanotte, ragazzi, davvero"
"Niente di tutto questo è colpa tua, Hayden" rispose Mason dolcemente, rivolgendole un sorriso. Josh lo imitò. Theo non disse nulla. Ma Hayden lo guardò. "Theo, dì a Liam scusa da parte mia"
Theo sentì una stretta al petto a sentire il nome di Liam, ma sbuffò una mezza risata affettuosa "Quell'idiota non ti incolperebbe mai per questo, ma se proprio gli vuoi chiedere scusa, dovresti farlo di persona"
"Penso che lo farò... Notte, ragazzi"
"Fateci sapere se succede qualcosa"
"Certo"

Quando le ragazze furono sparite, cadde di nuovo il silenzio. L'unico rumore ora era quello del vice sceriffo, il cui bedge recitava Parrish, che batteva al computer qualcosa. Theo era tornato a sentirsi irrequieto, l'unico suo pensiero era Liam, Liam, Liam. Si maledì per la sua abitudine di lasciare in auto il cellulare quando andava al Sinema, e per un attimo pensò di chiedere a Mason se avesse ricevuto notizie da Corey, ma visto il modo in cui Mason lo stava fissando quasi a volerlo smembrare per studiarlo pezzo per pezzo, pensò di evitare. In ogni caso se Mason avesse saputo qualcosa sarebbe stato il primo a comunicarlo, no?

Josh sembrava condividere la sua frustrazione, perchè a un certo punto aveva iniziato a battere il piede in terra, voltandosi ripetutamente per spiare oltre il vetro dietro di lui. Alla fine si era arreso, sbattendo la testa contro la parete e sospirando frustrato. "Giuro che ucciderò Gabe per questo, deve pregare che non mi capiti mai piu' tra le mani o giuro su di Dio che-"
"Che fai cosa?" lo interruppe una voce dura, mollandogli un ceffone leggero sulla nuca. Josh alzò lo sguardo su suo padre che aveva appena aperto la porta. "Guarda come ti sei ridotto" aggiunse, guardando il livido sullo zigomo e scuotendo la testa severamente, mentre la moglie gli appariva accanto.

"Dovresti vedere come abbiamo ridotto gli altri" fece Josh con un ghigno, guadagnandosi un altro ceffone. Mason nascose un sorriso esasperato dietro la mano.

"Sei fortunato che lo sceriffo Stilinski sia una persona comprensiva. A quanto pare questo ragazzino, Gabe o come si chiama, lo conosce bene. Gli ha già dato un sacco di problemi."
"Quindi... non ci succederà nulla?" fece Josh speranzoso.
"Oh no, mio caro, sappi che sei in punizione fino al diploma"
"Uh pensavo peggio" esclamò lui sollevato.
L'uomo roteò gli occhi esasperato "Forza, andiamo" sospirò, e lo afferrò per la spalla tirandolo in piedi. Josh fece cenno a Theo di chiamarlo mentre i suoi genitori lo spingevano fuori.

Cinque minuti dopo il silenzio non poteva piu' essere definito teso, ma solo goffamente imbarazzante. Innanzittutto, Theo non ricordava di essere mai stato veramente solo con Mason, e per giunta il modo in cui l'altro lo stava fissando da quasi mezz'ora era decisamente snervante. Theo lanciò un'occhiata a suo padre oltre la vetrata, ancora preso in una conversazione concitata con lo sceriffo, prima di emettere uno sbuffo esasperato. "La smetti?"

Mason trasalì. "Di fare cosa?"
"Di fissarmi, è inquietante, se hai da dire qualcosa, dimmelo e basta." sbottò. "Pensi che io sia un idiota? Pensi che io sia uno stronzo? Un violento? Che non ho diritto di giudicare Gabe perchè sono come lui? Che-?"
"Grazie" disse Mason all'improvviso, fissandolo con gli occhi grandi dopo il suo sproloquio.

Theo lo guardò sconcertato. "Come scusa?"
"Non sapevo come dirlo... o se dirlo. Sai, potrai essere un idiota a volte, e sei sicuramente uno stronzo... ma non sei come Gabe. Sei corso da Liam prima ancora che ti chiedessi qualcosa, e hai fermato Hayden dal fare una sciocchezza, quindi... grazie"

Theo evitò decisamente il suo sguardo, a disagio. "Non devi ringraziarmi, chiunque lo avrebbe fatto" disse seccamente.

"Sai che non è vero" Mason si torse la mani in grembo "Sai, Liam mi aveva detto che non eri... poi così male come sembravi, ma io non gli ho creduto-" Il cuore di Theo saltò un battito e alzò lo sguardo sull'altro ragazzo esitante "-fino a stasera"
"Ce ne hai messo sicuramente di tempo" fece Theo sarcastico.

"Tu non hai sicuramente fatto nulla per aiutare il tuo caso" sbuffò Mason.

"Non è che tu possa dire di conoscermi" protestò Theo.

"Non è che tu me ne abbia mai dato modo!" Theo si zittì, e abbassò lo sguardo degludendo. Mason scosse la testa "Sei stato un idiota da bambino con Liam, e sei stato uno stronzo con Corey l'anno scorso, e con tante altre persone a dirla tutta – ma questo non ti rende una persona cattiva" Lo guardò per un attimo. "Ti rende semplicemente un idiota" concluse poi con un sorriso. Theo si lasciò a malincuore andare a una piccola risata. "E se Liam è altrettanto idiota da darti una possibilità, allora posso farlo anch'io no?"
"Non credo che Corey sarebbe d'accordo"
Mason scrollò le spalle "Lo sarà... dopo stasera" Theo lo guardò confuso. "Ho sempre pensato che non avessimo nulla in comune, e che per questo non saremmo mai potuti andare d'accordo. Ma ora.. ce l'abbiamo, qualcosa in comune, e lo stesso vale per Corey" Allo sguardo ancora piu' confuso di Theo, Mason continuò. "Liam" Il cuore di Theo saltò di nuovo un battito. Doveva imparare a controllarsi, non poteva essere sufficiente il suo solo nome, il suo solo pensiero a farlo impazzire. Il ricordo di quando avevano ballato appena quella sera si presentò nella sua mente prepotentemente. In quel momento sembrava essere passata una vita, non sembrava qualcosa successo solo poche ore fa. Theo scrollò la testa per allontanare il pensiero tornando a concentrarsi su Mason "Se qualcuno è disposto a fare quello che hai fatto tu per proteggere il mio amico, allora per me è un tipo apposto. E so che Corey sarà d'accordo. Forse avrà bisogno di tempo, ma lo sarà"
"Stai dicendo che ora siamo migliori amici?" scherzò Theo. Aveva bisogno di spezzare la tensione in qualche modo.

"Mai" rispose Mason leggermente, un piccolo sorriso che gli inclinava le labbra. Il suono di una notifica sul cellulare di Mason troncò definitivamente l'argomento. Mason prese il cellulare "E' Corey" disse trepidante. Poi tirò un sospiro sollevato "E' okay, Liam sta bene, a quanto pare non era così grave come sembrava, l'hanno perfino dimesso. Jenna lo ha riportato a casa"
Theo sentì un'ondata di sollievo invaderlo lentamente, mentre la tensione abbandonava le sue spalle lasciandolo il posto a una stanchezza opprimente. La sua mente si svuotò per un attimo e lasciò ricadere la testa contro la parete. Era andata bene. Ora mancava solo che suo padre uscisse da lì, e sarebbe potuto andare da Liam. Aveva bisogno di vederlo con i suoi stessi occhi per essere del tutto tranquillo.
Si voltò di nuovo verso Mason, in cerca di una distrazione. "Perchè sei ancora qui? Il vice-sceriffo ha già preso la tua dichiarazione, non c'è bisogno che aspetti-"
Mason scrollò le spalle. "Non riuscirei comunque a dormire a casa, tanto vale che resti a farti compagnia" disse semplicemente.

"Sai, credo che potremmo dire che abbiamo davvero avuto un nuovo inizio quest'anno" scherzò Theo.

Mason sorrise "Già"

Sicuramente i loro se stessi delle elementari non avrebbero mai creduto possibile di ritrovarsi un giorno in quel modo. Loro cinque, insieme, a fare fronte unito per proteggere... per aiutare Liam. In un modo o in un altro, Liam aveva cambiato qualcosa. Lo aveva fatto quando se n'era andato, lo aveva fatto ritornando. Era come se qualcosa si stesse evolvendo proprio lì davanti agli occhi di Theo, come se cose che credeva rovinate stessero tornando improvvisamente apposto. Non sapeva esattamente dire cosa o come, ma durante quei due mesi qualcosa era sicuramente cambiato. E sicuramente era tutto merito di Liam.

Passò un altra mezz'ora prima che Paul uscisse con un sospiro dall'ufficio dello sceriffo. Theo si alzò subito in piedi e Paul lo guardò con un'espressione inquieta. "Allora?" chiese Theo bruscamente.
Paul guardò prima Mason poi tornò al figlio passandosi una mano tra i capelli. "Credo che ora andrò a casa" fece Mason, alzandosi. Guardò Theo "Saluta Liam per me, e digli che passerò da lui domani"
"Okay"
"Notte Theo" Mason guardò Paul "Signor Raeken" lo salutò, prima di uscire lentamente.

"Non lo hai fatto vero?" chiese Theo lentamente dopo qualche secondo di un intenso scambio di sguardi. Paul aspettò un momento, prima di scuotere la testa. "Papà!" protestò Theo con rabbia. "Quello stronzo mi ha colpito con un coltello una volta, e non hai voluto denunciarlo. Ora ha riempito di botte Liam, e non hai voluto denunciarlo di nuovo? Per cosa poi? Per quella stupida donna che non ha nemmeno saputo apprezzarti!"

"So che sei arrabbiato, figliolo, e sono il primo a dire che forse ha sbagliato la prima volta, ma questa non è stata una mia scelta. Ma di Liam"
"Cosa?" Theo si fermò sorpreso, prima di scuotere la testa esasperato. "Certo, ovvio, quell'idiota-"

"Theo, dobbiamo seriamente parlare di questo. Tu e Gabe- So che-" cominciò Paul mestamente.

Theo sbuffò irritato, voltandosi e cominciando a farsi strada verso l'uscita "Non ora, ora voglio solo andare da Liam"

Paul lo seguì a grandi passi fuori dalla centrale di polizia. "Sai, Theo- per quel che vale-" gli gridò dietro. Theo si fermò e si voltò a guardare suo padre. Incontrò confuso il suo sorriso.

"Che hai da sorridere ora?"
"Niente, è che... sono orgoglioso di te."
"Seriamente? Sei orgoglioso che abbia riempito di botte qualcuno? Wow ti daranno sicuramente il premio padre dell'anno" sbuffò sarcastico

"Sai, questo tuo atteggiamento perennemente sarcastico è esasperante, figliolo" Paul scosse la testa. "Ma sì, sono fiero di te. Perchè lo hai fatto per aiutare qualcuno che non fossi te stesso per una volta. L'hai fatto per aiutare Liam."
Theo roteò gli occhi "Non voglio avere una toccante conversazione padre-figlio con te ora" fece leggermente.

"Bene, nemmeno io. Ma sono felice, sappilo. Di solito tu non ridevi mai... invece da quando Jenna e Liam si sono trasferiti da noi sei... meno piatto. Ridi molto, ti arrabbi, dici se qualcosa ti dà fastidio..."
"Non credevo che il mio arrabbiarmi fosse fonte della tua felicità"

"Sai cosa intendo Theo"

Theo sospirò passandosi una mano tra i capelli. "Cosa vuoi che ti dica?"
"Tu sei felice?"

"Ora non molto" Paul gli lanciò un'occhiataccia e Theo roteò gli occhi "Ma sì, quando qualcuno non cerca di fare a pezzi me o i miei amici, sì, sono tendenzialmente felice. Le cose vanno bene, diciamo"
"Bene" Paul lo sorpassò tirando fuori le chiavi dell'auto. "Forza, ti accompagno a recuperare il tuo pick-up"
"Okay" disse soltanto Theo prima di salire in auto.

 

*

"Non ci posso credere che mi hai mentito" mugugnò Jenna, picchiettando con un fazzoletto bagnato per pulire il sangue rimasto sul viso di Liam.
"Mi dispiace tanto mamma" rispose Liam, la voce leggermente nasale. "Ma in realtà, Mason ti ha mentito" Jenna gli lanciò un'occhiata che poteva significare solo "non è il momento per questo"

Sospirò. "Ho sempre temuto che qualcuno potesse prenderti di mira, ma questo- questo è-" Lei scosse la testa, muovendo lo sguardo dal suo naso leggermente gonfio al grosso livido sullo zigomo destro.
"Non è come pensi, mamma, non è niente di grave"

"Niente di grave? E dimmi, è per questo che hai un occhio nero e Melissa ha dovuto sistemarti il naso? Per questo Theo e i tuoi amici ora sono alla centrale di polizia?" chiese lei ironica.

Liam deglutì al pensiero. "Cosa succederà?"
Jenna sospirò stanca "Niente, tesoro, risponderanno a qualche domanda e basta."
"E Gabe?"
"Ho detto a Paul che preferivi non denunciarlo, tesoro. Anche se devo ammettere, non sono affatto d'accordo" Jenna abbassò la mano, incontrando gli occhi di Liam, seduto sul letto, con la schiena contro parecchi cuscini. Liam evitò il suo sguardo. "Non... volevo creare altri problemi-" mugugnò debolmente. Sapeva che non era proprio la verità. Alzò una mano istintivamente a toccarsi il naso dolorante, e non riuscì a trovare in se' la forza di odiare Gabe per questo, non quando lui stesso... era stato la causa dello stesso identico dolore per qualcun'altro. Degludì, e sua madre gli accarezzò i capelli affettuosamente. "Stai bene? Hai bisogno di qualcosa?"
Liam scosse la testa. "Bene, ti lascio riposare un po', okay?" Jenna si chinò posandogli un bacio sulla fronte, attenta a non fargli male.
Liam la guardò alzarsi faticosamente "Mi dispiace mamma" ripetè debolmente.

Jenna gli sorrise. "Non hai bisogno di esserlo, tesoro. Ora dormi un po'"
Liam dubitava seriamente che avrebbe chiuso occhio stanotte, i mille pensieri che gli affollavano la mente probabilmente l'avrebbero tenuto sveglio per settimane. Dopo che sua madre fu uscita, rimase seduto, ma chiuse gli occhi, tirando indietro la testa.

Il dolore al viso era molto diminuito ora, sicuramente merito degli antidolorifici che gli avevano dato all'ospedale. I dottori lo avevano inoltre avvertito che probabilmente i lividi e il gonfiore sarebbero peggiorati nei giorni seguenti, ma che sarebbe spariti in una settimana o due. Quello che non poteva veramente sopportare era il pensiero che gli altri, soprattutto Theo, fossero nei guai per causa sua. Era stata una sua idea parlare con Gabe, sperava di dimostrare qualcosa a se stesso, invece aveva messo in pericolo Hayden per prima, e poi tutti gli altri. Aveva ricordi confusi della rissa, come era confuso il momento in cui gli altri li avevano raggiunti. Ricordava solo che a un certo punto Mason era accanto a lui, e che poteva vedere Theo fronteggiare Gabe esattamente sopra di lui. Poi piu' niente. Era imbarazzante da dire, ma doveva essere svenuto come una vera femminuccia. Un'ondata di imbarazzo lo travolse al pensiero e arrossì, scuotendo la testa.

Allo stesso tempo al dolore fisico e all'imbarazzo e al senso di colpa si mescolava una strana stretta al petto all'idea di Theo che si metteva contro Gabe per lui. Per proteggerlo. Il suo cuore svolazzò all'immagine che gli si era formata nella mente. "E' mio fratello" ricordava vagamente di aver sentito dire a Theo prima di svenire. E per la prima volta quelle parole che aveva aspettato di sentire per quasi due mesi, erano apparse quasi dissonanti. Sbagliate. Come se non fossero le parole che Theo avrebbe dovuto dire. Come se non fossero le parole che Liam avrebbe voluto sentire. Tutto questo è così sbagliato. Liam ricordò il modo in cui avevano ballato, a come il suo corpo sembrava reagire alla vicinanza dell'altro ragazzo. Al modo in cui avrebbe voluto avvicinarsi e scappare lontano quasi nello stesso momento. Ma era sbagliato. Ed era assurdo. Perchè quello era Theo. Theo che era dannatamente figo e attraente, è vero, ma niente di piu'. In qualche modo aveva cominciato a preoccuparsi dell'altro ragazzo, e aveva imparato a guardare Theo sotto una nuova luce. Non era piu' solo il ragazzino prepotente e bullo che lo aveva maltrattato da bambino, ma era la persona che lo aveva capito, che lo aveva ascoltato e che si era preso cura di lui a modo suo. Aveva conosciuto il vero Theo. E probabilmente era uno dei pochi ad averlo mai visto. Forse... forse stava solo proiettando dopottutto. È normale provare confusione davanti a gesti gentili e premurosi soprattutto di persone da cui non te lo aspetteresti mai, probabilmente era per questo che si sentiva in quel modo. Sì, era ovvio, mai al mondo lui avrebbe potuto...- No era impossibile.

Quando qualcuno bussò alla porta, Liam trasalì uscendo dai suoi pensieri di scatto. "C-chi è?" mugugnò.

"Hey Li" fece la voce di Theo ovattata da dietro la porta. Il cuore di Liam accellerò di colpo, e Liam si rifiutò di pensare che il suo bel monologo di poco fa fosse stato completamente inutile. "Posso entrare?"
"Uh.. s-si" balbettò. Alzò lo sguardo su Theo nel momento in cui aprì la porta, e il suo respiro si bloccò, gli occhi che si trascinarono istintivamente verso la ferita sul sopracciglio sinistro.

"Hey" Theo lo salutò, avvicinandosi lentamente "Come ti senti?" gli chiese sedendosi sul letto vicino alle sue gambe.

"E tu?" chiese Liam debolmente, ancora guardando quasi terrorizzato la ferita. Theo sembrò ricordarsi solo ora del taglio e portò le dita a sfiorarlo. "Io? Non è niente, tua mamma dice che devo metterci i punti, ma non mi sembra così grave" rispose lui come se nulla fosse. Poi si soffermò a guardare il viso livido di Liam, un'ondata di rabbia che gli torceva lo stomaco, ma trasalì quando poi incontrò i suoi occhi lucidi. "Mi dispiace così tanto, Theo" sussurrò debolmente.

"Che-? Di che parli? Non è stata mica colpa tua"

"Qualcuno si è ferito per colpa mia... di nuovo" Theo non potè evitare di sentire stringersi il cuore all'espressione afflitta sul viso di Liam. Certo, pensava a Scott. Theo avrebbe dovuto immaginarlo che questa storia avrebbe riportato alla luce brutti di ricordi in Liam.

"Hey" Istintivamente coprì la mano di Liam con la sua, stringendola. Liam lo guardò esitante. "Non è stata colpa tua. La vedi questa?" Theo si indicò la ferita "E' vero, fa male ora, ma ne è valsa la pena, e sai perchè? Perchè è servita a proteggerti" Theo gli sorrise. "E sai, se Scott tiene a te tanto quando ci tengo io-" Il cuore di Liam accellerò di nuovo a quelle parole "-sono sicuro che quando si sveglierà, la penserà allo stesso modo. E sono sicuro- che quando succederà, vorrebbe vederti accanto a lui"

Liam lo guardò in silenzio per un attimo, il cuore che batteva forte contro il suo petto, e gli occhi ancora grandi e lucidi. "Tu... tieni a me?"

Il cuore di Theo saltò quando comprese ciò che aveva detto nella foga del momento. Era sembrato fuori luogo? Strano? Aveva esagerato? Così Theo ricorse all'unica soluzione che conosceva per evitare conversazioni scomode e eccessivamente serie. Il sarcasmo.
"Certo! Sai, io non faccio regali a tutti" fece con un sorrisetto.
Liam strinse gli occhi nella sua direzione "Tu non mi hai regalato niente per Natale, stronzo" gli ricordò con un mezzo sorriso.

"Be' ho qualcosa per te ora" Theo ridacchiò sollevando una scatola bianca che Liam non avevano notato all'inizio, troppo preso dalla ferita sul suo viso.
Liam lo riconobbe subito. "Quello è-?"
"Non è sicuramente all'altezza del tuo regalo, però-" Theo gli porse la scatola "Mia nonna diceva sempre che il gelato è il miglior antidoto per la tristezza, non so se è vero" Scrollò le spalle mentre Liam sorrideva. "Lo è"

"Grandioso, allora ti andrebbe di dividerlo con me?" sbuffò Theo. Liam ridacchiò mentre si muoveva lentamente per fare posto a Theo accanto a lui. "Tieni" Theo tirò fuori due cucchiaini dalla tasca e Liam lo guardò divertito. "Cosa? Bisogna essere sempre preparati, non lo sai? È la prima regola dei boy scout"
"Saresti stato un ottimo boy scout" concordò Liam ironico, mentre prendeva il cucchiaino.

"Puoi dirlo forte" Liam sorrise mentre apriva la scatola. Sussultò quando vide cosa Theo aveva scelto. "Questo è -?"
"Pistacchio" rispose Theo allegramente, togliendogli il coperchio dalle mani e posandolo sul comodino. Liam fece per dire qualcosa ma Theo fu piu' veloce. "E' il tuo preferito, no?" chiese incerto. Il cuore di Liam perse di nuovo un battito. "Co-?" Come lo sai? Era quello che voleva chiedere. Ma poi ricordò di averlo detto, una volta. Qualche settimana prima, parlando con Mason di Hayden. Come farle sapere che il mio gusto preferito di gelato è il pistacchio mi farà finire a pomiciare con lei? Il suo cuore accellerò di nuovo all'idea che Theo stesse prestando attenzione alle sue parole al punto da ricordarsi di un dettaglio così stupido e banale in un momento del genere. "Non lo è?" chiese poi ad un tratto agitato.

"S-sì, lo è" mormorò Liam sorridendo e alzando lo sguardo per guardarlo.

"Forza, a te l'onore di iniziare" Liam sorrise, le guance rosse e il cuore che ancora batteva velocemente, mentre cercava in tutti i modi di ripetersi che no, quello che non voleva dire assolutamente nulla.

Mentre attaccavano lentamente il gelato, Liam rimase silenzioso, e anche Theo sembrava assorto nei suoi pensieri. Infatti qualche minuto dopo lo guardò intensamente. "Posso chiederti una cosa?" chiese ad un tratto, facendo voltare Liam verso di lui. Lui annuì. "Devi essere sincero però" Liam si agitò nervosamente. "Il motivo per cui non hai voluto denunciare Gabe... è perchè pensi che siate in qualche modo simili?" Il respiro di Liam si bloccò. "Pensi che l'aver ferito Scott e Jackson sia come il suo aver ferito te? Perchè Liam, non lo è, e dovresti saperlo"

Liam degludì il boccone che aveva in bocca, un ondata di gelo che gli scendeva nella gola che non aveva del tutto a che fare con il gelato che aveva inghiottito.

"Lo so, è- solo che-"
"Ti prego, dimmi che non pensi che meritavi di essere picchiato, perchè giuro su Dio che ti dò un pugno anch'io" esclamò Theo. Il cuore di Liam perse un battito. Dio, come era possibile che questo ragazzo sapesse leggerlo così dannatamente bene? La sua espressione dovette tradirlo perchè Theo sospirò frustrato "Lo sapevo, sai, sei un vero idiota" mormorò scuotendo la testa affettuosamente. "Pensi che io meriti di essere picchiato perchè ho ferito Gabe per aver ferito te?" chiese poi improvvisamente
"Che-? No!"

"Pensi sia colpa tua se io di mia scelta sono intervenuto per aiutarti e mi sono ferito?"
Liam rimase zitto per un attimo "No.." mugugnò poi meno convinto. "Ma Scott- è stata davvero colpa mia-"
"Forse sei il motivo per cui si è ferito, è vero, ma non è qualcosa che volevi fare. Questo ti rende diverso da Gabe. Gabe è scappato lasciandoci lì, senza preoccuparsi di quello che aveva fatto. La vera domanda ora è se vuoi continuare a scappare anche tu. Questo è ciò che veramente farà la differenza" concluse Theo. Liam degludì, il cuore che accellerava di nuovo prepotentemente. Theo aveva ragione. Affrontare Gabe... aveva pensato che fosse un modo per evitare di scappare ancora, ma invece lo stava facendo di nuovo. Scappava, cercava modi per incolparsi, per punirsi... evitando però la vera questione. E aveva bisogno di smettere di farlo. Finalmente l'aveva capito.

Guardò Theo. I suoi occhi verdi guardavano dentro i suoi in un modo che sembrava stesse leggendo la sua anima, e forse lo stava facendo davvero. Ad un tratto era piu' difficile ignorare la sensazione del corpo di Theo, caldo e premuto contro il suo. Era come un ancora di salvezza. Come la soluzione a tutti i suoi problemi. Per la prima volta si sentiva come se avesse potuto affrontare qualunque cosa.

Ma non osava chiedersi cosa significasse precisamente tutto ciò.

 

CONTINUA

 

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Capitolo 11
*** La persona che vorrei poter amare ***


11. La persona che vorrei poter amare
 

"Oh mio dio, la volete smettere?" sbuffò Liam irritato.

Jenna e Theo si immobilizzarono all'istante, Jenna seduta al suo fianco sul divano, ancora curva per sistemargli i cuscini dietro la schiena, e Theo in piedi davanti a lui con un altro cuscino in mano. Era tutto il giorno che si comportavano come se fosse un moribondo sul letto di morte. Era frustrante.

Si mosse sul divano per trovare finalmente una posizione comoda. "Aspetta, tesoro, fammi solo sistemare que-" si affrettò a parlare Jenna, ma Liam gli schiaffeggiò via la mano con un sorriso erasperato. "Piantatela, vi ho detto che sto benissimo! I cuscini sono apposto, il mio caffè non era troppo caldo, e decisamente non ho bisogno di aiuto per fare il bagno!"
Jenna lo guardò sconcertata "Non ti ho mai chiesto se avessi bisogno di aiuto per fare il bagno!"
"Infatti è stato Theo" rispose Liam, cercando di non arrossire di nuovo al ricordo.

Theo roteò gli occhi. "Era una battuta, Dunbar, rilassati" Non proprio in realtà. "E comunque questo cuscino..." Theo si buttò sul divano di peso "...era per me" concluse con un ghigno, sistemandoselo dietro la schiena. Liam lo guardò di sbieco, per niente convinto.

Jenna ridacchiò scuotendo la testa affettuosamente, prima di alzarsi. Liam la seguì con lo sguardo esitante. "Mamma, credi che potrei uscire piu' tardi?" le chiese supplichevole.

Jenna lo guardò corrucciata. "E' proprio necessario, tesoro?"

Liam scrollò le spalle. "C'è una cosa che dovrei fare"
"Coinvolge risse da bar o liti di qualunque tipo?"
"Non esattamente" Jenna alzò un sopracciglio. "Voglio dire... assolutamente no"
La donna sospirò. "Andrò in ospedale piu' tardi, quindi va bene solo se posso accompagnarti io e passarti a prendere dopo."
Il cuore di Liam perse un battito. "Ospedale? Perchè l'ospedale?"
Jenna scrollò le spalle con fare indifferente, anche se la sua espressione diceva tutt'altro. "Io... tutta questa storia mi ha fatto riflettere.. e ho pensato... che forse sì, potrei riprendermi il mio vecchio lavoro..." mormorò esitante. Poi guardò Liam "Che ne pensi?"
Un sorriso si allargò sul viso di Liam. "E' fantastico, mamma! Tu ami fare l'infermeria!"
"Sì... cioè... ho pensato che.. avevo smesso per prendermi cura di te ma ormai sei grande... entrambi lo siete" Il suo viso scivolò anche su Theo. Poi sorrise sardonica "E a quanto pare non hai bisogno di me"

Liam roteò gli occhi "Avrò sempre bisogno di te, mamma" rispose poi sinceramente. "Ma dovresti farlo, se è quello che vuoi"
"Lo è" rispose Jenna con un sorriso. "Allora, dove è che devi andare, tesoro?"
Liam esitò. La prospettiva ora già lo allarmava. "Ah sai.. credo che ci andrò domani, sai-" rispose, con un cenno della mano. Theo lo guardò, incuriositò dal suo tono vago e dal cambio repentino di idea ma non disse nulla.

Anche sua madre sembrò insospettita, finchè poi non gli rivolse un sorrisetto "So cos'è- ti vergogni di farti accompagnare a casa del tua fidanzatina da tua mamma?"
Liam arrossì furiosamente. "Non è- non è vero, voglio dire- non mi vergogno, perchè non devo andare dalla mia fidanzatina, cosa che comunque Hayden non è-" balbettò.

"Sarebbe il minimo da parte sua visto che ti sei preso un pugno per lei" osservò Jenna tranquillamente.
"Mamma!" Liam mormorò sconcertato. "Hayden non ha nessuna colpa in tutto questo"
"Se non quella di avere un pessimo gusto in fatto di ragazzi" s'intromise Theo saggiamente. Liam lo guardò di sbieco, ma non poteva esattamente discutere su questo.

"Sono solo preoccupata, hai intenzione di rivederla, Liam?" chiese Jenna sfacciata come al solito.

"Non ho intenzione di rispondere" mormorò Liam in risposta, arrossendo di nuovo. "Comunque, non devi preoccuparti... per Gabe intendo. Hayden mi ha detto che lo sceriffo è riuscito a infondere un po' di buon senso in sua madre. E con 'infondere un po' di buon senso' intendo che le ha detto che alla prossima minima infrazione l'avrebbe spedito in riformatorio e poi in galera. Lo manderà a stare con suo padre a New York per un po'."
Theo si piegò verso di lui "Mi stai dicendo che non vedrò piu' la sua brutta faccia in giro?" chiese, fingendo commozione, mentre si teneva una mano sul cuore.

Liam rise. "Sì, a quanto pare"

"Be' non posso dire di non essere contenta" mormorò Jenna scuotendo la testa. "Be' vi lascio ora, sei sicuro di non aver bisogno di nulla, tesoro?"
"No mamma" Liam sospirò con un sorriso, poi la guardò orgoglioso "Vai a riprenderti il tuo lavoro"

Jenna ricambiò il sorriso "Contaci"

Quando la porta si chiuse alle spalle della donna, Theo guardò Liam. "Non hai davvero intenzione di uscire?"
Liam scrollò le spalle incerto, evitando il suo sguardo "Non.. non era urgente. Può aspettare domani"
Theo lo guardò attentamente. Riusciva a vedere che c'era qualcosa di strano in Liam, qualche pensiero che lo tormentava dal giorno precedente. Theo strinse le labbra. Era curioso anche lui se avesse intenzione di rivedere Hayden dopo quello che era successo, ma non trovò la forza di chiedere. Aveva troppa paura di sentire la risposta, così decise di cambiare argomento. Liam sembrò apprezzarlo. "Mason verrà anche oggi?" chiese.
"Uh no, lui e gli altri passeranno domani mattina" rispose Liam velocemente.

"Bene, allora..." Theo lo guardò esitante. "Ti va un film e una pizza?"

Liam si voltò a guardarlo di scatto, con gli occhi grandi "Uh.. intendi.. qui?" biascicò. Si maledisse internamente. Certo che Theo intendeva qui, idiota. Non è come se ti stesse chiedendo di uscire.

"Be' non credo tua madre sarebbe d'accordo all'idea che uscissimo per andare al cinema, però- se è quello che vuoi-" Theo alzò un sopracciglio colto alla sprovvista.

Liam arrossì di nuovo, agitandosi sul suo posto sul divano "No, io- cioè, sì... va bene qui" balbettò impacciato, evitando il suo sguardo
"Okay" rispose Theo lentamente, il cuore che accellerava per qualche motivo. Che sta succedendo? Si chiese esitante.

"Chiamo la pizzeria, tu scegli un film" si affrettò a dire Liam alzandosi. Theo lo seguì con lo sguardo, incapace di fermare la piacevole sensazione di calda speranza che gli si gonfiò per qualche motivo nel petto.

*

"Alloraa.. cosa ti va? Call of Duty o Street Fighter?" chiese Mason dondolando davanti ai suoi occhi le due custodie, mentre lui e Corey stavano seduti comodamente in terra davanti alla tv.

"Call of Duty. Niente piu' pugni, grazie" rispose Liam tranquillamente.

Mason ridacchiò ubbidendo prontamente. Corey si voltò a guardare Liam con uno sguardo indagatore. "Sai, però ti dona il look cattivo ragazzo, Li, dovresti prenderlo in considerazione"

"Impossibile" esclamarono contemporaneamente Liam e Theo, che aveva appena varcato la porta con una ciotola di pop corn in una mano e una bottiglia di cola nell'altra. I due si scambiarono un'occhiata divertita, mentre Liam alzava un sopracciglio nella sua direzione. "Non pensi che io possa essere un cattivo ragazzo?" fece in finto tono offeso.

"Per favore" sbuffò Theo roteando gli occhi, e sedendosi accanto a lui. "Ieri hai pianto guardando "Resta anche domani"."
"Hai pianto anche tu, stronzo" protestò Liam arrossendo.
"La pizza ai peperoni era troppo piccante" rispose Theo senza inflessioni.

Liam roteò gli occhi "Si certo"

Liam notò il modo in cui Mason e Corey osservavano le loro interazioni. Non sapeva esattamente cosa fosse successo la sera di Capodanno, ma evidente qualcosa era cambiato. Due giorni prima, quando Mason si era presentato a casa, Liam aveva subito notato che c'era qualcosa di diverso nascosto tra i rapidi anche se ancora rari scambi di battute tra lui e Theo. Meno tensione e sospetto, e più qualcosa che suonava tanto come cordialità. Corey era un po' più sulla difensiva. Teneva le chiacchiere al minimo, ma sembrava piu' disposto ad accettare la presenza dell'altro ragazzo, al contrario delle settimane precedenti, in cui tutto quello che faceva era lanciargli occhiate assasssine da una parte all'altra della stanza.

Liam non poteva dire di non essere sorpreso. Ma non poteva nemmeno dire di non essere contento. Aveva scelto di dare una seconda possibilità a Theo, e fino ad ora non aveva mai avuto modo di pentirsene. Anzi, Theo sembrava essere diventato un punto focale nella sua vita, qualcuno su cui poter sempre contare. Quindi poteva solo essere contento che i suoi amici più stretti si concedessero a loro volta la possibilità di vedere questo lato migliore di Theo.

Anche se un'altra parte, quella più egoista, quella piccola voce nel retro della sua testa, non poteva fare a meno di ripetergli che avrebbe voluto tenere questo lato finora nascosto di Theo tutto per sè.
Scosse la testa, per allontanare il pensiero. Non doveva pensarci.

"Tua mamma ha riavuto il suo lavoro, Li?" chiese improvvisamente Mason, dopo aver inserito il gioco e essersi seduto accanto a Corey.

"Non ancora. Ha un colloquio domani, ma è fiduciosa. Ha già lavorato lì in passato, e ha anche delle conoscenze. E poi lei è incredibile, ce la farà" rispose Liam prontamente, afferrando il joystick.

"Sì lo è, pensavo mi avrebbe ucciso per averle mentito, lo sai? Avevo il terrore di incontrarla" sussurrò Mason. Gli altri ridacchiarono. "Ma quando sono arrivato, mi ha solo detto che ho un'idea abbastanza confusa di "festicciola privata"." continuò.

"Lei è incredibile" ripetè Liam.

"Ma sono sicuro che se si troverebbe Gabe davanti, lo farebbe diventare docile come un agnellino" sorrise Theo.
"Sicuro, lei è una tosta" concordò Liam scuotendo la testa affettuosamente.

"A proposito di Gabe..." s'intromise finalmente anche Corey "..sapete se è vera la voce che se ne va a New York finalmente?"
"Sì, me l'ha detto Hayden" rispose Liam tranquillamente, pigiando i tasti del joystick.

Mason si voltò a guardarlo. "Hai parlato con Hayden?"
"Sì è venuta a trovarmi ieri mattina" Liam scrollò le spalle con noncuranza.

"E?"
"E cosa?"
Mason roteò gli occhi. "Avete parlato solo di Gabe?" chiese con un sorrisetto malizioso.
Liam roteò gli occhi a sua volta arrossendo leggermente. "Si Mason" rispose esasperato. "Lei mi ha chiesto scusa, io gli ho detto che non ce n'era bisogno ...non è stata colpa sua" aggiunse poi con un sospiro.
"Quindi vi rivedrete?" insistette Mason speranzoso.

Theo si mosse a disagio sul suo posto, voltandosi a guardare Liam che era arrossito ancora di più, e sembrava fare del suo meglio per evitare il suo sguardo. "Non lo so" biascicò Liam "Forse"

La verità era che lui stesso faceva fatica ad ammettere che il suo interesse iniziale era lentamente sfumato. Si era fatto guidare da vecchi sentimenti, dall'illusione che niente fosse cambiato nonostante il tempo passato, e sicuramente anche Mason aveva avuto la sua parte. Ora il fatto che l'amico sembrasse volerlo spingere per forza verso la ragazza cominciava quasi a infastidirlo. Certo, sapeva che Mason lo faceva per il suo bene, ma Liam sentiva che qualcosa era diverso ora. Hayden era una brava ragazza, sì, ma più il tempo passava, più la vecchia cotta stava lentamente sfumando in qualcos'altro. In qualche modo, c'era un qualcosa in tutto questo che non sembrava giusto, come se stesse forzando un pezzo di un puzzle in un posto che non era il suo.

Tenendo lo sguardo fisso sulla tv, cercò di ignorare gli occhi di Theo su di lui, quasi in attesa, ma era difficile quando la spalla di Theo contro la sua era come una calda presenza, solida e sicura. Liam cercò di scuotersi internamente. No non è per questo. Non doveva pensarci.

*

Il giorno dopo, Liam aspettò che sua madre uscisse per le sue solite commissioni, che voleva sbrigare prima del suo incontro col direttore dell'ospedale. Poi si vestì rapidamente e scese al piano di sotto. Si fermò quando incontrò Theo che usciva dal salotto diretto in camera sua. Il ragazzo lo guardò sorpreso. "Stai uscendo?"
"S-sì.. Va-vado da Mason, ci vediamo stasera" balbettò frettolosamente prima di uscire di casa. Theo lo seguì con lo sguardo, un sopracciglio alzato, osservandolo mentre usciva veloce chiudendosi la porta alle spalle.

Theo restò immobile per un attimo. Non aveva mai conosciuto un bugiardo peggiore di Liam, era palese che avesse altro in mente, che ce l'avesse da giorni. E se lo conosceva bene, sapeva fin troppo bene cosa stava succedendo.

*

Liam si fermò in mezzo al parcheggio contemplando l'ingresso principale del Beacon Hills Memorial. Sentiva il suo stesso cuore martellargli nelle orecchie, l'ansia che gli scorreva nelle vene, intorpidendogli il corpo e rendendolo pesante. Era arrivato il momento.
Si sentiva quasi in colpa ad aver escluso sua madre e Theo dalla sua decisione, soprattutto visto quanto entrambi erano stati determinati nel cercar di convincerlo ad affrontare la cosa e a smettere di incolparsi, ma in qualche modo sentiva che era qualcosa che voleva, che doveva fare da solo.

Sapeva anche che entrambi avrebbero capito se avesse detto loro che voleva farlo da solo, tuttavia... Liam se ne vergognava, ma il motivo per cui non lo aveva detto a nessuno era che nel caso avesse fallito, nel caso all'ultimo minuto avesse avuto paura e si fosse tirato indietro... non avrebbe avuto così spiegazioni da dare a nessuno, nessuno lo avrebbe saputo.

Tremava mentre varcava l'ingresso dell'ospedale, era pallido mentre chiedeva informazioni alla donna alla reception, aveva il fiato corto mentre pigiava il pulsante per chiamare l'ascensore. Era quasi nel panico mentre l'ascensore cominciava a salire. Il suo cuore sembrò fermarsi al ding dell'ascensore che segnalò l'apertura delle porte.

Era ora, era il momento. Non poteva più tirarsi indietro. Non voleva farlo. Fece un passo verso il corridoio, prima che le porte si chiudessero davanti a lui cancellando quel poco di coraggio che aveva preso, e cominciò a camminare lungo il corridoio. Quell'ala era quasi deserta, non si sentiva quasi volare una mosca. Liam riusciva a sentire il suono dei suoi passi che battevano sul pavimento spoglio. Sembrò passare un'eternità, come se il corridoio continuasse ad allungarsi sotto i suoi piedi, fino a quando raggiunse la porta contrassegnata dal numero 21. Deglutì facendosi coraggio.

Cominciò a pentirsi di essere venuto da solo quando oltrepassò la soglia, bloccandosi sul posto. Scott era sul letto davanti a lui, immobile. Il viso era rilassato, i capelli scuri che gli ricadevano sulla fronte, le braccia ai lati del corpo. Sarebbe sembrato come se dormisse pacificamente, se non fosse stato per la fasciatura attorno alla fronte, l'ago nel braccio sinistro e il monitor che scandiva il suo battito cardiaco, lento ma costante. Cercò di degludire di nuovo, ma scoprì di non avere più saliva. Aveva il cuore a mille, ma continuò. Fece un altro passo avanti e poi un altro, finchè non fu di fronte al letto. Come prosciugato di tutte le sue forze si lasciò cadere sulla sedia al lato del letto e sospirò, le lacrime che minacciavano di uscirgli da un momento all'altro. Tornò finalmente a guardare Scott, soffermandosi sul suo viso. In quel momento ogni parola che aveva pensato di dire sembrava essere svanita, dimenticata. Nessuna sembra buona o giusta abbastanza per quella situazione. Così Liam allungò la mano e prese quella dell'altro ragazzo tra la sua, stringendola delicatamente. Fece un respiro tremante, abbassando lo sguardo.
"Io..." iniziò, la voce strozzata e rauca, come se non parlasse da giorni "... non so davvero cosa dire" biascicò "Mi... dispiace così tanto, Scott" Strinse ancora di più la mano dell'altro, una lacrima solitaria che gli solcò la guancia "Ho bisogno che tu ti svegli, così da potertelo dire di persona. Devi svegliarti, Scott. Ti prego" Un'altra lacrima gli bagnò la guancia, mentre chiudeva gli occhi nel tentativo di fermarle, soffocando i singhiozzi, il beep beep del monitor come unico rumore, lento ma rassicurante in qualche modo, come lo era stata per lui la voce di Scott in passato. "Io... non avrei mai, mai... voluto ferirti, Scott" sussurrò alla fine.

"Liam" fece una voce meravigliata dietro di lui.

Liam sussultò, voltandosi di scatto, lasciando la mano di Scott e alzandosi per fronteggiare il ragazzo moro in piedi sulla soglia davanti a lui, una lattina di cola in mano. Il cuore di Liam accellerò nuovamente, in preda al panico. "Io- mi dispiace, forse è meglio che vada via-" balbettò.

"Cosa?" sussurrò Stiles debolmente, allungando una mano per posare la lattina sul mobile alla destra della porta senza mai smettere di fissarlo. "Tu, piccolo nanerottolo" Fece due veloci passi verso di lui, facendolo tendere. "Dove diavolo pensi di andare?" E un attimo dopo Liam si ritrovò con due braccia che gli avvolgevano il collo stringendolo in una morsa d'acciaio. Liam si ritrovò preso alla sprovvista, le mani che si libravano senza sapere cosa fare. Di sicuro non era quello che si aspettava. Non sapeva cosa dire. "Tu, razza di idiota- Ero così preoccupato per te!" mormorò Stiles contro la sua spalla, prima di fare un passo indietro, tenendogli con le mani le spalle e guardandolo in faccia.
"Tu... non sei arrabbiato con me?" chiese Liam in un sussurro, la voce piccola e gli occhi spalancati ed esitanti.

"Liam" sospirò Stiles, scuotendo la testa. "Nessuno di noi è arrabbiato con te, non io, non Melissa, non Malia né Lydia!" Si fermò per un attimo, parlando piu' velocemente "Okay, forse io un po' lo sono, ma solo perchè hai continuato ad ignorarmi per mesi! Razza di idiota!" Liam continuava a non sapere cosa dire, guardava soltanto il ragazzo davanti a lui sentendosi profondamente in colpa. "Ma sai chi meno di tutti potrebbe essere arrabbiato con te? Scott" Stiles strinse la presa sulle sue spalle. "Lo sai cosa sarebbe? Lo stesso che sono io! Fiero di te"
Liam lo guardò senza capire "Co-?"
"Tu sei la persona più buona al mondo, Li" Stiles gli sorrise "Nonostante avessi paura, nonostante tutto, ti sei fatto avanti per proteggermi, per aiutarmi" Stiles abbassò lentamente le mani "Pensi che io non mi sia sentito in colpa per questo?" Il suo sguardo scivolò tristemente su Scott "E' successo tutto... Jackson, la lite.... per colpa mia"
"Non è stata colpa tua, Stiles" esclamò subito Liam.
"E nemmeno tua" ribattè prontamente l'altro, con un cenno della testa. "Scott ci avrebbe preso a pugni se ci avesse sentito incolparci per questo" aggiunse poi con un sorriso, facendo un passo verso il suo migliore amico e guardandolo con affetto. Poi si voltò verso Liam "Si sveglierà, Li, lo so. Lui è più forte di questo, hai bisogno di crederci. E smettere di incolparti o isolarti. Non risolverà nulla"
Liam sorrise debolmente, passandosi la mano sugli occhi per asciugarsi le guance umide e fece un passo avanti verso il letto anche lui. "Lo so, qualcuno mi ha ripetuto per settimane la stessa identica cosa, finchè non ci ho creduto"
"Deve essere un qualcuno speciale allora" mormorò Stiles. Non c'era malizia nella sua voce, e Liam potè solo sorridere, un calore che gli si allargava nel petto.

Perchè era vero. Lo era. "Lo è"

Stiles gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla. "Pensi che tornerai?"
Liam esitò solo un secondo prima di annuire. "Sicuramente"
"Be'... allora la prossima volta potresti portarlo con te. Vorrei davvero conoscere la persona in grado di convicere Liam Dunbar a fare qualunque cosa"

Liam rise, tornando a guardare Scott. Poi sospirò. "E' solo che a volte mi sembra egoista continuare con la mia vita quando lui...-" Si bloccò.

"A volte va bene essere un po' egoisti sai? Non puoi fermare la tua vita, Li, nessuno può, e Scott non lo vorrebbe in ogni caso, non è così?"

"Probabilmente no" concordò Liam mestamente. Perchè questo era il tipo di persona che Scott era.

Ma non lo rendeva meno difficile. Anzi. Poteva superare il senso di colpa, poteva vincere l'ansia opprimente e l'odio verso se stesso che l'aveva mangiato vivo in quei mesi, ma non il dolore. Il dolore che forse avrebbe potuto non vedere mai piu' Scott, parlare con lui, averlo vicino. Era un dolore che non aveva ancora affrontato davvero, almeno non fino ad ora che lo aveva visto lì disteso, immobile e inerte, con i suoi stessi occhi.

"Posso chiederti una cosa?" chiese Stiles qualche minuto dopo, distraendolo dai suoi pensieri negativi.

"Cosa?" chiese Liam alzando la testa esitante.

Stiles lo guardò per un secondo. "Cosa è successo alla tua faccia?" chiese leggermente.

Liam scoppiò a ridere a malincuore. "Ohh e' una lunga storia" rispose poi drammaticamente.

"Ho tutto il tempo del mondo sai"

*

Quando uscì dall'ospedale, mezz'ora più tardi, Liam non sapeva dire come si sentiva. C'era un peso in meno nel suo cuore, è vero, ma c'era ancora una sensazione spiacevole che gli opprimeva la bocca dello stomaco. Erano passate sette settimane, sette settimane, e Scott non si svegliava. Sapeva che Stiles aveva le stesse paure, ma cercava di essere forte e ottimista, per non crollare. Ma lui non era mai stato così forte. Mentre attraversava lentamente il cortile esterno, Liam si sentiva davvero sul punto di piangere. Ora che era solo trattenersi richiedeva davvero ogni sforzo della sua forza di volontà....

Si fermò sui suoi passi quando raggiunse il parcheggio, il cuore che mancò dolorosamente un battito. Davanti a lui, le mani nella tasca della felpa, appoggiato con la schiena contro la portiera del pick-up, accostato sul ciglio della strada, c'era Theo. Il ragazzo alzò lo sguardo su di lui quando gli fu vicino e lo osservò esitante.

"Co-cosa fai tu qui?" chiese Liam debolmente e senza fiato.

Theo scrollò le spalle facendo un passo avanti. "Ho pensato che potessi avere bisogno di una spalla su cui contare una volta uscito di lì"
Il cuore di Liam batteva incontrollabile ora. "Co-come sapevi che ero qui?"
Theo fece un mezzo sorriso mesto "Non sei mai stato un buon bugiardo. Sapevo che qualcosa ti turbava, e non è stato difficile fare due piu' due. Ero sicuro che ti avrei trovato qui"
Liam abbassò lo sguardo, come a nascondere le emozioni che lo sovrastavano in quel momento, sicuro che Theo le potesse leggere chiaramente nei suoi occhi. "Mi.. mi dispiace se ti ho mentito" mormorò, guardandosi i piedi. "Mi hai detto che saresti venuto con me, e-"
"Non c'è bisogno che ti scusi, Li" si affrettò a dire Theo facendo ancora un altro passo verso di lui e facendogli alzare lo sguardo "Ho capito. Avevi bisogno di farlo da solo, e l'hai fatto." Un sorriso si allargò sul viso di Theo, e Liam si ritrovò incapace di distogliere lo sguardo. "Ce l'hai fatta, Li. Sono fiero di te"

Quelle parole furono come una scarica elettrica che lo attraversò da parte a parte. Era quasi doloroso ora il modo in cui il suo cuore gli pulsava nel petto, come se volesse uscirne, il modo in cui tutto il suo corpo doleva per il miscuglio di emozioni contrastanti che stava provando. Dolore, perdita, paura... ma anche sollievo, speranza e affetto. Ed era tutto merito di quel ragazzo in piedi davanti a lui. Sentiva il suo corpo attirato come una calamita verso l'altro, ma non riusciva a trovare la forza di fare quel passo. Sapeva cosa significa tutto questo. Negarlo non sarebbe servito a farlo sparire. A cancellare in qualche in modo il fatto che era arrivato a provare sentimenti, sentimenti forti, per l'unica persona al mondo per cui non avrebbe mai pensato ne avrebbe provati, l'unica per cui non avrebbe dovuto provarli. Tutto questo era troppo. "Perchè-?" balbettò Liam, quasi terrorizzato, quasi disperato di sapere perchè Theo era venuto fin lì per lui, quasi desiderando che in qualche modo il ragazzo dicesse qualcosa di sbagliato, qualcosa che cancellasse tutto questo, perchè non sapeva come gestirlo, non sapeva assolutamente cosa fare con questi sentimenti. "Perchè sei qui?"
Theo lo guardò tranquillo, ignaro della battaglia interiore nella sua mente. Probabilmente pensava che fosse sconvolto per Scott. In parte lo era, era... per tutto. Liam si sentiva sul punto di impazzire.

"Non lo so, so che è difficile affrontare tutto questo, decidere di vedere Scott... ma credo di aver pensato che forse sarebbe stata ancora piu' dura gestire il dopo, ecco- Non lo so" Lo guardò esitante. "Credo di aver solo pensato che non volevo che fossi solo" Liam strinse le labbra, strizzando gli occhi, le lacrime sul punto di uscire finalmente. Dio, come può questo ragazzo sapere sempre cosa provo, a volte perfino prima che lo capisca io? "Li, va bene piangere" sussurrò alla fine Theo. E lì fu il momento in cui Liam si arrese, in cui smise di contrastare la forza di gravità che lo spingeva verso l'altro ragazzo. E Theo sembrò fare lo stesso, come se si fossero letti nella mente, mentre coprivano il metro che li separava ancora, avvolgendo l'uno le braccia attorno all'altro, in un'abbraccio mozzafiato. Liam si perse nell'abbraccio, come se fosse l'unica cosa che lo tenesse davvero in piedi. E forse era proprio così. Sentì la mano di Theo stringersi al tessuto della sua maglia, come a non lasciarlo andare. E così Liam, il viso nascosto tra l'incavo del collo di Theo e la spalla, lasciò finalmente uscire le lacrime, tutte quelle che aveva sempre trattenuto, lacrime per Scott, per Stiles, per suo padre, per sua madre, per Theo... per se stesso. Per questi sentimenti che non sapevano dove andare. Perche' non erano destinati ad essere. Ma che però erano l'unica cosa che al momento sembrava giusta. Mentre si perdeva tra le braccia di Theo, incastrandovisi perfettamente, si sentiva a casa, come se l'avesse finalmente trovato, quel pezzo giusto del puzzle che gli era sempre mancato. Era folle, era sbagliato forse, forse era inutile, nessun'altro l'avrebbe capito, nessun'altro l'avrebbe accettato. Ma era così.

Qualcuno potrebbe dire che non dovrebbe voler amare la persona che lo ha distrutto. Però lui vuole amare la persona che lo ha rimesso insieme. Lo vuole, davvero, ma non può averlo.

 

CONTINUA

 

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Capitolo 12
*** Non ne parlano e basta ***


12. Non ne parlano e basta

 

Cinque giorni dopo, guardandosi attentamente allo specchio, Liam era felice di poter dire che il suo naso sembrava essere tornato di dimensioni quasi normali. E anche il livido sul viso era decisamente di dimensioni piu' ridotte. Tanto che era sicuro di poter farlo passare per una sua sbadataggine, tipo che avesse sbattuto contro lo stipite della porta o qualcosa del genere. Cominciava a credere che sì, poteva evitare di far sapere a tutta la scuola, nel momento in cui ci avrebbe rimesso piede, che le aveva prese da uno piu' piccolo.

Il suo ottimismo svanì nel momento in cui lui e Theo varcarono la porta principale e tutti – tutti - si girarono a guardarli parlottando tra di loro. Perchè ovviamente, nessuno poteva tenere nascosta una cosa del genere. Era Beacon Hills, lì non succedeva praticamente mai nulla, a parte a quanto pare le crociate personali di Gabe, quindi era ovvio che tutti lo sapessero già.

Liam si fermò sul posto, in soggezione, stringendo forte la bretella dello zaino

"Ignorali e basta" sbuffò Theo, rivolgendo un'occhiata seccata a una matricola che lo aveva fissato per qualche secondo di troppo e che corse via subito alla velocità della luce. Scosse poi la testa esasperato.

Liam si voltò a guardarlo, lì al suo fianco, e Theo gli rivolse un piccolo sorriso incoraggiante, che fece sfarfallare il cuore di Liam, cosa che lui decise prontamente di ignorare per il momento. Theo gli diede una leggera gomitata sul fianco, prima di continuare "Ne hai passate di peggio, no?"

"Già" Liam non potè però evitare di sorridere in risposta, una sensazione calda che gli avvolgeva lo stomaco, e si chiese se fossero queste le famose farfalle nello stomaco di cui parlavano tutti. Decise immediatamente che era una sensazione che gli piaceva.

Theo guardò poi l'orologio al polso, e sembrò trasalire. "Dio, devo parlare col coach prima che inizi la mia lezione" gemette seccato e accellerando il passo, però voltandosi di spalle per poter continuare a guardare Liam con un sorriso di nuovo sul viso "Ricorda, ignorali e basta!" Fece poi per voltarsi del tutto e correre via.

Liam si agitò sul posto nervoso, stringendo ancora più forte la bretella, come a cercare il coraggio e decidere se parlare o no. "Hey, ti va di pranzare insieme?" alla fine gli gridò velocemente dietro, il tono esitante. Poteva sentire il cuore battergli contro il petto. Dio, era così fottuto.

Se il sorriso di Theo gli aveva fatto venire le farfalle allo stomaco, la sua espressione di puro stupore e speranza quando si fermò e si voltò di nuovo a guardarlo fu abbastanza da farle letteralmente volar via da lui. E sì, era decisamente una sensazione che gli piaceva da morire.

Theo sembrò forzare un attimo dopo la sua espressione in una più neutra, mentre annuiva lentamente "Okay" Lo guardò curiosamente per un attimo "Niente Mason e Corey oggi?"
Liam si agitò sul posto, spostando il peso da un piede all'altro, gli occhi che saettavano in imbarazzo tra Theo, il pavimento e le persone intorno, per assicurarsi che nessuno lo stesse ascoltando dopo che aveva gridato a quel modo. Fortunatamente, il corridoio era affollato e ognuno era assorto nelle propre conversazioni. "Oggi è qualcosa tipo.. il loro anniversario? Voglio lasciarli un po' da soli" balbettò in risposta, scrollando le spalle.
"Okay" ripetè di nuovo Theo lentamente, continuando a guardarlo e mordendosi il labbro, gli occhi attraversati da una serie di emozioni che Liam non riuscì a leggere. Alla fine il viso di Theo si piegò in un sorriso, mentre riprendeva a camminare "Ci vediamo a pranzo allora"
Liam annuì rapidamente e lo guardò allontanarsi, prima di raggiungere con un sospiro il suo armadietto. Poggiò la testa contro l'anta, e senza nemmeno troppa grazia. Voleva solo urlare. Si chiese stupidamente se fosse fattibile urlare con la testa nell'armadietto nella speranza che questo attutisse il rumore. No idiota, si rispose da solo. Si allontanò di un paio di pollici dall'anta solo per tornare a sbatterci poi la testa. Nella sua testa urlante tutto questo era... così frustrante ma meraviglioso, terribile ma allettante, incredibilmente stupido ma allo stesso tempo tremendamente giusto. Liam non si era mai sentito più confuso in vita sua. E più in colpa, e questo era tutto dire.

Perchè doveva sviluppare sentimenti proprio per la persona che si supponeva doveva considerare suo fratello? Perchè Theo doveva essere così... così... incredibilmente affascinante, così premuroso e divertente... così.. così Theo? Perchè non poteva essere Hayden? Sarebbe stato tutto così facile se fosse stata Hayden! Sarebbero usciti, avrebbero parlato, si sarebbero baciati, avrebbero ufficializzato la cosa qualche settimana dopo, e poi un giorno avrebbe potuto presentarla a sua madre, come qualunque coppia normale, e le cose sarebbero andate avanti, finchè sarebbero durate. Normale, semplice. Ma no, lui da stupido doveva innamorarsi del suo dannato fratellastro!

Almeno prima era più facile, quando non ne era consapevole. Invece ora ogni volta che Theo lo guardava, lo sfiorava o faceva anche qualcosa di dannatamente banale come respirargli troppo vicino, il suo cuore cominciava a saltargli nel petto come impazzito. E tutto ciò a cui riusciva a pensare era il calore del suo corpo contro il suo quando lo aveva stretto, quel giorno fuori dall'ospedale, al suo profumo, la sua voce roca, alle sue mani sulla sua schiena e il suo respiro contro il suo collo. E voleva solo farlo di nuovo. Perchè era stato meraviglioso. Ma non poteva. E questo era tremendamente frustrante.

E sapeva di non poterne parlare con nessuno. Nè con i suoi amici, né con sua madre.

Sua madre... Paul.. se mai avessero scoperto una cosa del genere... non sapeva nemmeno cosa aspettarsi avrebbero fatto, perchè di certo non era una cosa che si vedeva tutti i giorni. Si sentiva isolato, costretto a gestire una cosa che non sapeva affatto come gestire, tutto da solo. E questo era terribile.

Non poteva nemmeno parlarne con Theo. Il che era quello che facevano da mesi. Non ne parlavano. Si avvicinavano, ogni giorno, ad ogni gesto, ogni parola, sempre di più, in modi in cui Liam non si era mai sentito vicino a nessuno, in modi che avevano lasciato sicuramente un segno dentro, ma non ne parlavano mai. Non ne avevano parlato dopo quella notte in cui si erano scambiati i loro segreti più oscuri, non ne avevano parlato dopo quel lungo abbraccio fuori dall'ospedale. Probabilmente perchè era inutile, era stupido... aprire... iniziare qualcosa che non poteva avere speranza di crescere.

Però Liam non poteva evitare di gravitare verso Theo, di guardarlo e cercarlo sempre con gli occhi. Di inventare sempre piu' scuse per passare più tempo insieme. Di sentirsi a suo agio nonostante tutto, tranquillo e al sicuro, ogni volta che erano insieme. Gli piaceva vedere Theo sorridere, e ascoltare il modo in cui il suo cuore batteva ogni volta piu' forte al solo vederlo. Gli piaceva sentirlo parlare, avrebbe passato ore a sentire solo la sua voce. Era una sensazione incredibile, che non aveva mai provato prima d'ora. Non era niente in confronto alla sua cotta per Hayden o all'infatuazione che aveva avuto per Brett l'anno prima. Questo era diverso. E sembrava solo tremendamente giusto.

Ed era allettante. Perchè lo aveva notato, da quando aveva cominciato a prestare attenzione a Theo, il modo in cui anche Theo lo guardava a volte, per poi distogliere sempre lo sguardo quando i loro occhi facevano contatto. Il modo in cui Theo sorrideva a quel modo solo a lui. Alla sua voce carica di gioia e speranza con cui gli aveva risposto poco prima... Non riusciva a smettere di pensare cosa sarebbe successo se anche Theo si fosse sentito allo stesso modo verso di lui. E se da una parte, ogni fibra del suo essere lo voleva, lo bramava... dall'altra sapeva che avrebbe reso tutto solo piu' complicato, piu' sbagliato e ancora piu' triste.


Triste perchè niente di ciò aveva un futuro, e lo sapeva lui. E lo sapeva Theo. Quindi non ne parlavano e basta. Fingendo che tutto fosse normale, che tutto fosse okay.

Liam sospirò sbattendo per la terza volta la testa contro l'anta. Magari con un po' piu' di forza, avrebbe potuto procurarsi un'amnesia...


"Amico" fece la voce di Mason accanto a lui, e Liam si voltò a guardarlo, incontrando le sue labbra piegate in un mezzo sorriso. "Che diavolo stai facendo?"
Liam si tirò su, scuotendosi e cercando una rapida scusa: "Uh.. Tutti... non fanno che parlare di me e Gabe, è fastidioso" borbottò, aprendo finalmente l'armadietto e evitando il suo sguardo. Non avrebbe voluto mentire a Mason, però...

"Scherzi? E' incredibile" lo corresse Mason con una risata e battendogli la mano sulla spalla. "Tutti parlano del nuovo ragazzo e di come è riuscito a liberarci tutti finalmente da Gabe"

"Seriamente?" chiese Liam, impassibile.

Mason annuì deciso "Sì, amico, sei il nuovo eroe di Beacon Hills" Poi il suo sorriso si allargò e Liam davvero non sapeva se lo stava prendendo in giro o era serio. "Dai, faremo tardi a spagnolo" ridacchiò poi spingendolo lungo il corridoio.

"Oh, a proposito.. auguri, Mase, per.. l'anniversario tuo e di Corey"
"Sai.. uhm.. non è proprio oggi il nostro anniversario"
Liam strinse gli occhi confuso nella sua direzione "E allora oggi cos'è?"

"Be'.." Mason si agitò e Liam capì che era chiaramente imbarazzato. Ora era ancora piu' curioso, se c'era una cosa in grado di imbarazzare Mason voleva saperla a tutti i costi.
"Cosa?" lo incitò con un sorriso.

"E' stupido, lo so ma esattamente un anno fa, ho detto a Corey che doveva solo mandare al diavolo Theo perchè si meritava molto di meglio.. qualcuno che lo amasse davvero" Mason scrollò le spalle con un sorriso imbarazzato. "E in qualche modo in quel momento ho capito che volevo essere io quel qualcuno, e Corey dice sempre... che lì ha capito di provare qualcosa per me. Così abbiamo scelto questo giorno, come una sorta di anniversario. È stupido, vero?"
Liam scosse la testa, un sorriso affettuoso che gli si allargava sul volto "Non lo è, per niente." Lo guardò prima di tornare a guardare avanti, lungo il corridoio. "Credo si possa amare qualcuno anche senza stare necessariamente insieme, no?" Era più che altro un pensiero fra sé e sé, e Mason lo guardò incuriosito

"Già" rispose poi annuendo, e Liam gli fu profondamente grato in quel momento per non aver chiesto altro.

*

Dal suo posto con la spalla destra contro l'armadietto, mentre aspettava che Hayden prendesse i suoi libri, Tracy osservò attentamente Liam e Theo che si separavano, prendendo corridoi diversi, e i suoi occhi indugiarono su Theo, che passò loro accanto senza nemmeno notarle, preso evidentemente dai suoi pensieri. Soffocò un verso di stizza, mentre tornava a Hayden, roteando gli occhi e cercando di fingere indifferenza.

"Allora..." iniziò poi strascicando la 'o' e rivolgendole un sorriso malizioso quando Hayden sollevò lo sguardo verso di lei. "Come vanno le cose con Liam?"

Hayden chiuse la borsa, prima di chiudere l'armadietto e incamminarsi con l'amica lungo il corridoio. "Io... non lo so" Hayden scrollò le spalle mestamente. "Sai, comincio a pensare che lui non sia più interessato a rivedermi"
"Perchè no?" chiese Tracy quasi incredula.

"Mi scrive e parliamo, ma non... non so, non è...-"
"Ti prego, non dirmi che non è come con Gabe, perchè ti uccido. Dimenticati di quello stronzo"
Hayden le rivolse un'occhiata seccata "Non è quello che stavo per dire"
"E allora cosa?"
"Credo che quello che sia successo al Sinema abbia un po'... non so, raffreddato le cose?" sospirò Hayden. "E non sono sicura che iniziare una nuova relazione sia la cosa migliore, ora come ora, anche per me"
"Sciocchezze" Tracy liquidò le sue parole con un cenno della mano e una risata. "Se le cose si sono raffreddate, riscaldale di nuovo" Gli diede una gomitata scherzosa sul fianco e Hayden rise scuotendo la testa.

"Non lo so... non saprei nemmeno come fare"
Tracy si fermò, prendendola per le spalle e facendola voltare verso di lei. "Ascoltami, lui ti interessa?" chiese diretta.

Hayden la guardò esitante. "Sì... credo di sì"
"Bene, questo è tutto ciò che c'è da sapere" fece l'altra decisa, con un cenno del capo. "Lascia fare a me" Abbassò le mani e riprese a camminare, e Hayden la seguì con gli occhi sbarrati.

"Che hai in mente?"

"Tu non preoccuparti"

Quello che sapeva è che doveva solo separare quei due, far capire a Theo che era inutile tormentarsi per qualcuno che non lo degnava nemmeno di uno sguardo, soprattutto non quando c'era qualcun'altro disposto a fare qualunque cosa per lui.

E sapeva esattamente come fare.

*

La mensa era affollatissima e rumorosa mentre Hayden e Tracy la attraversavano coi loro vassoi in mano. Tracy si scrutò intorno trovando quasi subito Theo, Liam e Josh seduti qualche tavolo più avanti.

"Andiamo, vieni"
Hayden le afferrò un braccio dolcemente. "Mi dici cosa hai mente" Non era nemmeno una domanda, la voce carica di minaccia e ansia allo stesso tempo.

Tracy roteò gli occhi esasperata "Non preoccuparti. Non sai se Liam vuole ancora uscire con te? Be' non può dirti di no a un appuntamento se non sa che è un appuntamento" sussurrò poi con un sorriso subdolo.

"Che diavolo significa?" esclamò l'altra, ma Tracy si voltò continuando a camminare a passo deciso verso i ragazzi. Hayden, dopo un attimo di esitazione, la seguì sconcertata.

"Ehilà ragazzi!" esclamò Tracy fin troppo allegramente, interrompendo qualunque cosa di cui i tre stessero parlando, e sedendosi senza troppi preamboli tra Liam e Theo. Liam si spostò verso destra per farle posto, guardandola leggermente a disagio, mentre Josh e Theo la fissarono confusi. Hayden scosse la testa sedendosi sull'altro lato accanto a Josh. "Ciao ragazzi" li salutò lei tranquillamente.

"Allora.. di cosa stavate parlando?" chiese Tracy vivacemente, ma quando Josh fece per aprir bocca, lei lo interruppe. "Non importa- ho una bella notizia" Tutti la guardarono incuriositi, Hayden leggermente terrorizzata. "Sentite, mio padre qualche settimana fa ha tirato fuori dai guai un tizio che possiede il parco divertimenti fuori città, avete presente?" riferì poi. Liam non sapeva di cosa stesse parlando, ma ricordava vagamente che il padre di Tracy fosse un avvocato o qualcosa di simile. "Be' come ringraziamento gli ha lasciato dei pass gratuiti per il parco, e ho pensato che potremmo fare una piccola uscita di gruppo, questo sabato. Sapete, per compensare al disastroso Capodanno che abbiamo passato" Liam si agitò in imbarazzo, sentendo di nuovo un'ondata di colpa travolgerlo. Theo lanciò un'occhiata seccata a Tracy che si affrettò a aggiungere: "Non intendevo dire che fosse colpa di Liam, o di Theo.. o di Josh... è solo- successo, quindi c'è bisogno di rimediare, no?"
"Io sono a favore di qualunque cosa sia gratuita" disse soltanto Josh, dondolandosi all'indietro e battendo le mani sul tavolo allegramente. Theo e Liam si guardarono un attimo, poi Liam scrollò le spalle. "Mi sembra figo"

Theo roteò gli occhi "Okay, quello che volete"
"Puoi invitare anche Mason e Corey" suggerì Tracy casualmente, guardando Liam.

"Ah.. uhm, oggi è il loro anniversario.. e um, hanno programmato un'uscita tra loro per questo sabato"
"Uh peccato" Per qualche motivo, non suonò affatto dispiaciuta. Liam inarcò un sopracciglio, guardandola. "Bene, quindi siamo d'accordo?" aggiunse lei subito dopo battendo le mani. "L'appuntamento sarà fuori dal parco alle 11" concluse poi con tono definitivo. Nessuno se la sentì di contraddirla.

*

"Allora, cosa ne pensi?" chiese Tracy sorridendo a Hayden quando gli altri tre se ne furono andati.

Hayden la guardò sospettosa, un'ombra di sorriso sul suo viso. "Chissà perchè ho la strana sensazione che questo sia molto di piu' per te e Theo che per me e Liam"
Tracy fece una finta espressione ferita, guardandola. "Cosa? Così mi offendi. Io voglio solo aiutare la mia migliore amica a conquistare il ragazzo che le piace"
Hayden rise scuotendo la testa. "Ma comunque non ho del tutto afferrato il tuo piano. Hai invitato Mason e Corey? Che avresti fatto se Liam avesse detto che erano liberi?"
Tracy scrollò le spalle "Un doppio appuntamento sarebbe diventato un triplo appuntamento"
"Doppio appuntamento? E che mi dici di Josh?" chiese Hayden divertita.

Tracy gli lanciò un'occhiata poco raccomandabile. "Penso io a Josh"
*

"Come scusa?" Josh guardò Tracy davanti a lei, sbattendo le palpebre confuso. "Sei seria?" Un sorriso si allargò lentamente sulle sue labbra. "Mi stai davvero pagando per non uscire con voi sabato?"
Tracy roteò gli occhi tenendo in mano ancora 50 dollari. "Vuoi 50 dollari o no?"
"Non ci sto davvero capendo niente... perchè non vuoi che venga anch'io a-" Il suo sorriso si congelò mentre la realizzazione lo colpiva. "Non ci credo, mi volete escludere per rimanere da sole con Theo e Liam!" Assunse un'espressione scandalizzata. "Quindi vengo tagliato fuori perchè sono single?" Sospirò poi, in un finto tono drammatico "Tutto questo è così deprimente"
"Smettila di fare il drammatico, lo farai o no?"
"Non mentirò al mio migliore amico, se è quello che mi stai chiedendo" borbottò, incrociando le braccia.

"Non devi mentire, devi solo inventarti una scusa all'ultimo minuto per non essere potuto venire" disse Tracy tranquillamente.

"Questo è mentire"

"Dirò a Theo che sei stato tu a mettergli quelle riviste porno nello zaino in terza media, facendolo sospendere"

"Okay lo farò" disse Josh velocemente afferrando i 50 dollari. Poi la guardò stringendo gli occhi. "Sei una bastarda" disse soltanto voltandosi e allontanandosi lungo il corridoio.
Tracy sorrise. "E' bello fare affari con te!" gli gridò dietro.

"Fottiti" Josh le fece il medio senza nemmeno voltarsi.

*

Mentre la settimana passava velocemente tra lezioni, allenamenti di lacrosse, e occasionali visite a Scott all'ospedale, Liam si faceva sempre più nervoso man mano che il sabato si avvicinava. Non sapeva perchè, ma per qualche strano motivo, aveva un brutto presentimento. E il suo sesto senso non lo stava tradendo. Lo capì nel momento in cui lui e Theo scesero dall'auto, incamminandosi verso l'ingresso nel parco, e tutto ciò che videro furono Tracy e Hayden in piedi in un angolo tra la folla.

"Ehilà!" li salutò Tracy con un cenno della mano mentre si avvicinavano. "Ci siamo tutti?"

Theo si fermò a pochi passi da loro guardandosi intorno sospettoso. "Dov'è Josh?"
"Uh non te l'ha detto?" fece Tracy con tono innocente.
"Cosa?"
"Non è potuto venire, un impegno improrogabile" disse lei con tono solenne, affiancando Theo e prendendolo a braccetto. Il ragazzo la guardò sconcertato "Come-?" prima di voltarsi verso Liam, che era stato affiancato a sua volta da Hayden. I due si scambiarono uno sguardo allarmato prima di realizzare in cosa si erano cacciati.

Liam guardò impotente mentre Tracy trascinava via Theo, verso l'ingresso del parco, una sensazione spiacevole che cominciava a farsi strada nel suo petto. Dio, la vita doveva odiarlo davvero. Non bastava avere Theo sempre davanti agli occhi, mattina e sera, a ricordargli che era qualcosa che non poteva avere, ora doveva anche vederlo per un giorno intero appiccicato come una cozza a Tracy!? Questo era-

Qualcuno lo sfiorò delicatamente sull'avanbraccio, e Liam trasalì, voltandosi verso Hayden che lo guardava timidamente. "Hey, andiamo?"
"Uh.. s-sì andiamo" soffiò nervosamente, seguendo a passi piccoli e a distanza gli altri due. Lasciò poi cadere lo sguardo su Hayden al suo fianco. Era carina, in quei jeans stretti, giacca e cappello di lana, non poteva negarlo. E' carina, ma non è Theo. Gli ricordò la sua mente beffarda. Si scosse. No. Forse, questa era un'occasione buona per cercare di far funzionare le cose con lei, e dimenticarsi una volta per tutte di Theo. Doveva almeno provarci, no? Richiamò tutto il coraggio che aveva, e allungò tentativamente una mano per stringere quella di Hayden, che lo guardò sorpresa, ma senza ritrarsi.
"E'.. è okay?" chiese Liam in imbarazzo.

"Sì" rispose lei sorridendo e stringendogli la mano in risposta. Liam lasciò che fosse lei a guidarlo, ignorando il modo in cui la mano di lei sembrava troppo piccola, troppo poco calda e fin troppo poco forte contro la sua. Inghiottì l'amarezza, mentre pensava E' okay, ma non è Theo.

"La pianti di tirare?" sbottò Theo, puntando i piedi per rallentare Tracy che si voltò a guardarlo sbuffando.

"Dai, non fare il musone come al solito. Siamo qui per divertirci" si lamentò. "Vuoi seriamente andartene solo perchè non c'è Josh?" lo sfidò lei
"Non ho detto questo" Theo incrociò le braccia seccato.
"E non puoi lasciarmi sola con quei due, sarebbe imbarazzante, dai!" Theo si voltò verso Hayden e Liam che venivano verso di loro, mano nella mano. Cavolo, questo faceva male. Perfino piu' dei pugni di Gabe. Avrebbe dovuto assistere a questo per tutto il giorno? "O forse..." Tracy fece, con voce maliziosa "Li lasciamo da soli e ce ne andiamo da qualche altra parte noi due da soli?"
"No!" Theo rispose velocemente. Cavolo, era anche masochista ora. Strinse le labbra prima di sospirare. "Vogliamo andare o no?" sbottò poi seccato, proprio mentre Hayden e Liam li raggiungevano.

Lo sguardo di Theo indugiò sulle loro mani giunte, prima di voltarsi senza fare nemmeno contatto visivo con loro. Afferrò a sua volta la mano di Tracy e la tirò avanti. Patetico, masochista, e geloso. Theo sentiva proprio di star toccando il fondo in questo momento. Non avrebbe resistito ancora a lungo.

*

Se si ignoravano le continue fitte di gelosia, la giornata proseguì piacevolmente. Saltarono da una attrazione all'altra, ripetendo le piu' avvincenti un paio di volte. Theo cercò di fare del suo meglio per ignorare Liam e Hayden, il modo ridicolo in cui lei rideva alle sue stupide battute, o il modo in cui Liam le aveva gentilmente offerto il pranzo. Il modo in cui lei si appoggiava alla sua spalla quando rideva forte, o come Liam l'aveva presa per mano nella casa degli orrori.

Ma c'era una cosa che non riusciva a ignorare del tutto. Il modo in cui Liam sembrava guardarlo di tanto in tanto, soprattutto quando era vicino a Tracy, un'espressione sul viso che conosceva benissimo. Perchè mostrava la stessa bramosia, la stessa tristezza che immaginava chiaramente stampata anche sul suo stesso viso. Il suo cuore aveva perso un battito la prima volta che era successo, subito dopo pranzo.

Visto che Liam aveva pagato il pranzo a Hayden, si era sentito un idiota ad aver lasciato pagare Tracy. Certo, poteva essere stronzo, ma non così stronzo. Per rimediare, quando era andato a comprare un gelato per se' ne aveva preso uno anche per lei. Quando glielo aveva porto, lei era sembrata piacevolmente sorpresa. Aveva guardato la coppa piena di panna e cioccolata e gli aveva sorriso dolcemente. "Grazie, è il mio preferito" Theo aveva solo scrollato le spalle tornando a sedersi sulla panchina accanto a lei, e il suo sguardo era 'casualmente' scivolato su Liam, seduto con Hayden nella panchina di fronte. E in quel momento l'aveva vista. Quell'espressione triste ma quasi rapita sul viso dell'altro ragazzo, e il suo cuore aveva saltato un battito, mentre Liam con un sussulto aveva abbassato il viso per guardarsi le mani in grembo. Fin da lì, Theo poteva benissimo vedere le sue guance arrossire.

Forse era stato un caso, forse Liam stava solo fissandolo pensando che voleva anche lui un gelato, poteva essere, no? Forse stava solo proiettando di nuovo le sue emozioni sull'altro ragazzo, forse ci sperava a tal punto da cominciare ad avere le allucinazioni. Se era vero, era davvero messo male.

Liam non avrebbe mai potuto provare qualcosa per lui, no? Però c'erano state delle cose, nei giorni passati, che in qualche modo alimentavano quel piccolo piccolo barlume di speranza nel suo petto. Ma anche se così fosse stato, cosa avrebbe fatto? Niente, aveva deciso di non essere egoista per una volta. Era un peccato che dovesse proprio esserlo con l'unica cosa al mondo che sentiva di aver mai voluto veramente.

*

Liam sentiva il viso che bruciava, mentre se ne stava seduto sulla sua panchina accanto ad Hayden, lo sguardo basso. Che stupido. Theo lo aveva visto? Si era accorto che lo stava fissando come uno stalker? Solo perchè quell'idiota aveva comprato a Tracy uno stupido gelato! E lui non aveva potuto fare a meno di ripensare a quella sera di Capodanno, a Theo che era tornato a casa con un gelato per lui, in qualche modo ricordandosi quale fosse il suo gusto preferito, in qualche modo facendolo sentire... speciale? Ora si sentiva solo patetico. Aveva una meravigliosa ragazza a pochi passi di distanza, e tutto quello a cui riusciva a pensare era Theo, Theo, Theo. Theo che gli regalava quel fumetto, Theo che lo andava a cercare nel suo posto preferito in piena notte, Theo che si prendeva cura di lui quando era ubriaco, Theo che lo capiva, che lo incoraggiava con Scott, Theo che ballava con lui, Theo che lo difendeva da Gabe, Theo che lo abbracciava come non volesse lasciarlo piu'... Il suo cuore faceva male in quel momento, ed era un dolore diverso da qualunque tipo avesse mai provato in tutta la sua vita.

*

Quando Hayden e Tracy suggerirono di fare un giro sulle tazze da te', Liam alzò le sopracciglia scettico, mentre Theo disse un solo e secco 'No.' Al che Hayden trascinò via Tracy intimando loro di restare là. Come se potessero andare chissà dove.

Mentre camminavano intorno allo spiazzale giusto per passare tempo, lo sguardo di Theo indugiò su Liam, che si guardava intorno attentamente, come a voler evitare a tutti i costi di incrociare il suo sguardo.


"Hey" chiese alla fine "Tutto okay?"
Lo sguardo di Liam schizzò su di lui, solo per un attimo, prima di tornare ai suoi piedi, mentre camminava con le mani in tasca. "S-sì... perchè non dovrei star bene?" balbettò.

Theo scrollò le spalle. "Niente- sembravi solo... un po' distratto-" La sua voce si perse, quando notò che Liam era davvero distratto. Seguì il suo sguardo mentre Liam si fermava davanti a uno di quegli aggeggi per pescare peluche. "Scusa- Sai, non sono mai riuscito a prendere niente in questo affare" fece, avvicinandosi e appoggiando le mani contro il vetro, felice di aver trovato qualcosa per cambiare argomento. Il suo sguardo cadde su uno dei peluche. "Da ragazzino volevo da morire uno di quei pupazzi a forma di spiderman" Lo indicò col dito, lanciando un'occhiata malinconica a Theo "Una volta ci ho buttato quasi 20 dollari. Mia mamma si è arrabbiata tantissimo" Scosse la testa divertito al ricordo, mentre Theo lo affiancava seguendo il suo sguardo e con un sorrisetto che si allargava sul viso. "Be' oggi è il tuo giorno fortunato allora" mormorò, tirandosi su le maniche della giacca.

Liam si voltò a guardarlo "Uh?"

Theo lo guardò con quell'espressione di pura gioia e sfida che solo lui sapeva fare e che non mancava mai di far saltare il cuore di Liam nel petto, e disse "Si da il caso che io sia sempre stato un asso in questo gioco" Poi estrasse il portafoglio dalla tasca e pescò una banconota da un dollaro. Liam lo fissò attentamente, lo sguardo di Theo concentrato su un punto preciso e la lingua tra i denti, mentre il braccio meccanico si muoveva verso destra. Liam lo seguì con trepidante attesa mentre si calava, afferrando il pupazzo di spider-man che gli aveva indicato prima.

"Okay.. ora piano.." sussurrò Theo, facendo rialzare il braccio e guidandolo verso l'uscita. "Piano..."

Quando il pupazzo cadde nella conca, entrambi esultarono come due bambini. Liam si voltò verso Theo con gli occhi scintillanti. "Woh, è stato incredibile!"

Theo rise, mentre si chinava per raccoglierlo. "Be' modestamente!" disse poi guardando il pupazzo, prima di allungarlo verso Liam "Tutto tuo!"

"Cosa?" Liam lo guardò con gli occhi spalancati, il cuore che palpitava furiosamente.

"Per te, è questo che volevi no?"
Liam allungò una mano esitante, afferrandolo e guardandolo come affascinato. Theo continuò a fissarlo, mordendosi un labbro ansioso. Aveva di nuovo esagerato? "Se non lo vuoi, posso riprendermelo" disse, tentando un tono scherzoso.

"No!" esclamò Liam, alzando lo sguardo su di lui e arrossendo immediatamente. Avvicinò il pupazzo al petto, tenendolo con entrambe le mani "Io- mi piace, davvero... grazie" mormorò, stringendolo poi a sè leggermente.

E Theo si chiese se fosse plausibile che in quel momento si fosse innamorato un poco di più... perchè forse era stupido, ma era esattamente così che si sentiva.

*

Liam si vergognava ad ammetterlo, ma in quasi diciassette anni di vita non aveva mai messo piede su una pista di pattinaggio. Così quando Tracy propose di farci un salto, impallidì ma non si oppose. Dopotutto, quanto poteva essere difficile? Sapeva andare sui pattini a rotelle – insomma – non poteva essere poi così diverso, no?
 

*

Era diverso. Appena mise piede sul ghiaccio, restò per un attimo immobile, fingendo nochalance, ed ebbe appena tempo di pensare, muovendo un piede 'Okay, non è così male' che i piedi persero aderenza, e un attimo seppe solo che la sua testa aveva sbattuto dolorosamente contro il fondo ghiacciato. E che si era appena reso ridicolo davanti a tutti, se la risata di Theo era di qualche indicazione. Imprecò sottovoce spingendosi seduto, mentre Hayden lo raggiungeva, la voce carica di preoccupazione attenuata però dall'ombra di un sorriso. "Stai bene?"
"Uh- Sì insomma-" biascicò massaggiandosi la testa, mentre Hayden gli afferrava le mani aiutandolo ad alzarsi.

"Potevi dirlo che non sapevi pattinare, idiota" fece Theo roteando gli occhi e distogliendo lo sguardo.

"Ma può sempre imparare, giusto? Hayden può insegnargli!" s'intromise Tracy velocemente con un sorriso, afferrando poi il braccio di Theo e tirandolo via. "E tu puoi insegnare a me"

Theo la guardò non impressionato, lasciandosi però tirare. "Tu sai pattinare"

"Be'.. ma si può sempre migliorare no?" aggiunse lei con voce soave, fermandosi e buttandogli poi le braccia attorno al collo e avvicinandosi a lui.

Theo la guardò per un attimo esitante. Era tutto il giorno che Tracy si comportava in modo strano. È vero, nell'ultimo anno, avevano passato parecchio tempo insieme, ma per lo più si vedevano per fare sesso, non erano mai usciti per appuntamenti, e non si erano mai nemmeno baciati in pubblico, o baciati in generale, se non allo scopo di arrivare appunto al sesso. Era una cosa conseziente, l'avevano decisa insieme nel momento in cui tutto questo era iniziato. Perchè Theo non si era mai considerato tipo da appuntamenti, non l'aveva mai nemmeno presa in considerazione come cosa, o almeno finchè non aveva conosciuto Liam, conosciuto veramente. Solo con lui, per la prima volta, aveva pensato che valesse la pena far entrare qualcuno, lasciarlo avvicinare. Sapeva fin dall'inizio che anche Liam se ne sarebbe andato, lasciandolo solo di nuovo, metaforicamente o realmente, volontariamente o involontarimente, ma per la prima volta, aveva pensato che valesse il rischio. Valeva la pena soffrire per Liam.

Mentre Tracy lo tirava piu' vicino, lo sguardo di Theo scivolò d'istinto verso sinistra, vedendo con la coda nell'occhio Hayden, di spalle, che teneva entrambe le mani di Liam, barcollante davanti a lei, e un'ondata di pura semplice e dolorosa gelosia lo travolse. Voleva essere lui al posto di lei, voleva insegnare lui a Liam a pattinare, o a pescare gli stupidi peluche da quegli stupidi aggeggi. Voleva comprargli il suo gelato preferito, oggi e domani. Voleva sentirlo parlare dei suoi stupidi documentari storici che gli piacevano tanto al punto da fargli brillare gli occhi. Voleva che fosse Liam quello davanti a lui, con le braccia attorno al suo collo e a tirarlo più vicino. Voleva che fosse Liam e basta.

Aveva pensato che le possibilità che Liam si sentisse verso di lui almeno la metà di come lui si sentiva per lui fossero una su un milione, una su un miliardo, ed era stato più facile convivere con questa certezza. Ma ora, nel momento in cui Liam alzò di nuovo lo sguardo verso di loro, guardandoli con quell'espressione piena di desiderio e sofferenza, Theo seppe che non si era immaginato niente. Quegli sguardi c'erano, come aveva pensato, da tutto il giorno, o addirittura da tutta la settimana. E vedere Liam distogliere lo sguardo ancora, voltargli le spalle, come se il modo in cui si sentiva per lui fosse la cosa più deplorevole che potesse fare, faceva ancora più male ora.

E mentre si afflosciava quasi sconfitto, lasciandosi tirare in un bacio da Tracy, Theo chiuse gli occhi, perdendosi nella sensazione e baciandola a sua volta con trasporto, quasi immaginando che ci fosse Liam davanti a lui, mentre la parte piu' meschina del suo cervello – quella di cui non andava affatto fiero – era quasi contenta all'idea che Liam lo vedesse, all'idea che soffrisse tanto quanto stava soffrendo lui, nella speranza che magari ciò sarebbe servito a scuoterlo, a spingerlo a fare un passo avanti. A fargli capire che niente di tutto ciò era scandaloso o deplorevole. Theo non riusciva a convicersi che i suoi sentimenti fossero solo questo.

Con sua sorpresa, fu Tracy la prima a tirarsi indietro, una strana espressione rapita ma in qualche modo tesa dipinta sul suo viso, mentre lo guardava attentamente, serrando le labbra. Quasi automaticamente, lo sguardo di Theo scivolò verso il punto in cui prima c'erano Liam e Hayden, e che ora era vuoto. Theo non ebbe modo di voltarsi intorno per cercarli perchè Tracy sospirò rumorosamente davanti a lui, attirando la sua attenzione. "Cosa?" le chiese, guardandola e notando come ogni traccia della precedente euforia sembrava essere stata succhiata via da lei.

"Lo chiedi davvero?" fece lei debolmente, facendo un passo indietro. Sospirò di nuovo chiudendo gli occhi quasi come a radunare i pensieri. "Non mi avevi mai baciata così" mormorò poi, quasi tra sé e sé. Theo la guardò confuso. C'era qualcosa che suonava come vera e propria stanchezza nella sua voce, qualcosa che Theo non aveva mai sentito venire da lei. "Ascolta, so che questo-" Tracy tornò a guardarlo, facendo un cenno vago tra loro due "-non è mai stato niente per te. Io ho accettato questo stupido accordo di 'niente sentimenti' perchè speravo che col tempo le cose sarebbero cambiate"
Theo non ci stava capendo piu' niente. "Di cosa diavolo stai parlando?" sbottò, attirando l'attenzione di qualcuno intorno a loro.

"Sto parlando del fatto che tu mi piaci, Theo! Mi piaci, ma tu sei sempre stato così preso solo da te stesso da non essertene mai nemmeno accorto! Pensavo di poterlo sopportare, ma non posso... non posso stare con qualcuno che mentre mi bacia sta pensando a qualcun'altro!" gridò Tracy con frustrazione evidente nella voce.

Theo si guardò intorno allarmato, prima di guardarla di nuovo con rabbia. "Sei impazzita all'improvviso?" le sussurrò sconcertato.

"Forse lo sono!" rise lei quasi isterica. "Forse lo sei anche tu! Mio Dio, Theo, ma cosa hai in testa?"
"Di che stai parlando?" chiese di nuovo Theo, il panico nella voce, perchè sapeva benissimo di cosa stava parlando.

"Sto parlando di Liam!" sussurrò-urlò di nuovo lei. Theo evitò il suo sguardo, le labbra serrate, gli occhi fissi su un punto in lontananza. Tracy fece uno sbuffo irritato. "Theo, niente di questo finirà bene, non lo capisci?!"
"Non ho idea di cosa stai dicendo" Theo sbottò alla fine facendo un passo indietro.

"Lo sai benissimo invece. Sai, all'inizio pensavo che ti comportassi in quel modo con lui perchè avevi in mente qualche altro stupido orribile scherzo contro di lui, ma poi- dopo Capodanno- ho capito che non era così" Lo guardò stringendo gli occhi. "A te piace Liam" sussurrò quasi incredula. Scosse la testa con una mezza risata derisoria. "Pensavo fossi più intelligente di così, finirai solo per starci male"
Theo rimase in silenzio per un attimo, poi alzò la testa verso l'alto con un sospiro. "Senti, non sono affari tuoi-"
"Lo sono invece" mormorò lei tristemente.

Theo la guardò finalmente, il senso di colpa che cominciò a strisciargli nelle vene. "Senti, mi dispiace per- io non-" Non sentiva niente per lei, non aveva mai sentito niente per lei.
"Lo so" lo interruppe lei velocemente. "Non c'è bisogno che tu lo dica" Fece un altro passo indietro, e Theo seppe che stava facendo del suo meglio per trattenere le lacrime, nonostante lo guardò con un'espressione fiera e determinata. "Qualunque cosa ci fosse, è finita, ok?" disse lei debolmente.

Theo non rispose nemmeno, restando a testa bassa. Quando alzò lo sguardo parecchi secondi dopo, vide soltanto Tracy allontanarsi scivolando sul ghiaccio velocemente, passando accanto a Hayden e Liam a pochi passi da loro. Hayden guardò sconvolta prima lei poi Theo, poi di nuovo Tracy. Liam teneva invece lo sguardo, sconcertato, fisso su Theo, che evitò i suoi occhi.


"Hey Li" Liam si voltò verso Hayden al suo tono preoccupato. "Scusa, devo andare da lei, non posso lasciarla sola"
"Sì, lo so, vai da lei" rispose lui, guardandola e annuendo velocemente.
"Ci vediamo lunedi a scuola" lo salutò con un mezzo sorriso, posandogli un bacio veloce sulla guancia. Liam nemmeno ci fece caso, la sua attenzione tutta rivolta al ragazzo in piedi davanti a lui.

"Quanto avete sentito?" chiese Theo titubante qualche secondo dopo, nessuno dei due che si era mosso di una virgola.

"Da 'non sono affari tuoi'" rispose Liam lentamente. Theo tirò internamente un sospiro di sollievo. Non avevano sentito niente sulla sua ipotetica cotta per Liam, allora. Ne avrebbero dovuto parlare prima o poi, ma non pensava che questo fosse il modo giusto per iniziare quesa conversazione. "Vuoi parlarne?" chiese poi Liam esitante.

"Sto bene" rispose seccamente. Poi Theo lo guardò scettico "Puoi avvicinarti, non mordo"
Liam si mosse a disagio "Lo farei, ma..." Theo alzò un sopracciglio, mentre Liam arrossiva. "Finirei per cadere di nuovo, e la situazione è già abbastanza imbarazzante così com'è"

Theo fece del suo meglio per trattenersi, ma alla fine scoppiò a ridere, scuotendo la testa divertito, guardandolo però con un'espressione così carica di affetto che Liam sentì il cuore saltargli nel petto. Con un'ampia falcata, Theo lo raggiunse. "Forza, andiamo-" Theo gli prese la mano, entrambi ripetendosi in testa che era solo per impedire a Liam di finire di nuovo col sedere per terra, mentre intrecciavano le loro dita. Liam guardò esitante la nuca di Theo, mentre il ragazzo lo guidava verso l'uscita della pista di pattinaggio. "Dove stiamo andando? A casa?"

"Non voglio ancora andare a casa" disse Theo prima di voltarsi a guardarlo, un grande sorriso sul viso "Ci stai per un ultimo giro? C'è un posto che voglio farti vedere"

"O-okay" mugugnò Liam, sentendosi arrossire, il cuore che gli palpitava nel petto. Ti seguirei in capo al mondo. Sorrise, stringendo ancora di più la presa sulla mano di Theo "Ci sto"

*

"Wooah, è incredibile!" esclamò Liam, incanto, il vento che gli scompigliava leggermente i capelli mentre si sporgeva per ammirare il panorama dell'intera città che si stendeva sotto di lui.

Theo rise al suo stupore dietro di lui e Liam si voltò a guardarlo, vedendolo mentre distendeva un'orribile coperta arancione sull'erba, procedendo poi a sdraiarcisi sopra, mettendosi comodo. Liam si avvicinò guardandolo dall'alto, con un cipiglio divertito "Perchè mai tenevi una coperta nel pick-up?"
Theo gli lanciò uno dei suoi ghigni strafottenti "Sai, cose"

Liam lo guardò confuso solo per un due secondi prima di capire. "Ew, sai... non credo che mi sdraier-oow!" Theo rise mentre lo tirava giù per un braccio, facendolo rovinare al suo fianco con una risata.

"Sei un idiota" mugugnò Liam, dolorante, facendo leva sulle braccia per girarsi supino come Theo, le loro spalle che quasi si sfioravano, mentre se ne stavano lì distesi a guardare il cielo stellato.

"Quindi..." Liam mormorò, lanciando un'occhiata in tralice a Theo "è qui che di solito porti le tue vittime?" chiese forzando un tono divertito mentre batteva allusivamente sulla coperta.

Theo fece uno sbuffo divertito, ma scosse la testa "Nah, sai.. non ho mai portato nessuno quassù. È il mio posto speciale, ci vengo quando ho voglia di stare da solo"
"Davvero?" chiese Liam guardandolo con un'espressione esitante "Allora perchè hai portato me?"

Theo si voltò di lato per guardarlo negli occhi. "Be'... con te è diverso" Aveva un sorriso stampato in viso, ma il tono non era mai stato piu' serio e gentile, e Liam si sentì di nuovo arrossire, distogliendo subito lo sguardo per tornare a guardare il cielo. Theo si morse l'interno della guancia, prima di imitarlo.

"E' incredibile" sussurrò Liam poco dopo, i grandi occhi che sembravano tentare di afferrare, il più possibile, tutta la bellezza dello spettacolo su di lui "Non credevo che le stelle si vedessero così bene anche d'inverno"

"Davvero? In realtà, d'inverno si vedono molto meglio" spiegò Theo spostando lo sguardo dal cielo a lui e viceversa. "Con il freddo la visuale diventa piu' chiara" Liam si voltò verso Theo, beandosi della vista del suo viso rilassato, i capelli mossi leggermente dal vento, e gli occhi verdi che riflettevano le stelle sopra di loro. Teneva le mani intrecciate dietro la nuca, i muscoli delle braccia che si flettevano sotto la giacca. "E' uno spettacolo magnifico, vero?" continuò Theo.

"Sì lo è" sussurrò Liam in risposta, trasognato, senza distogliere lo sguardo da lui. Trasalì quando realizzò di star diventando di nuovo inquietante e tossicchiò tornando a guardare il cielo, le mani distese lungo i fianchi. Fortunatamente Theo non sembrava essersene accorto.

"Theo"
"Mmh?"
"Sei... sicuro di stare bene?"

Theo si voltò a guardarlo e sospirò. "Sì sto bene" rispose lentamente.
"Cosa è successo?"
Theo rimase un attimo in silenzio prima di decidere come rispondere. "Niente, solo- lei non mi piace tanto quanto io piaccio a lei, lei voleva di più, io non potevo darglielo, fine della storia"
"Quindi avete.. rotto?"
"Non siamo mai davvero stati insieme, sai..."

"Non credo Tracy la pensasse così"
"C'è bisogno di due persone per fare una coppia" Theo scrollò le spalle. "Sapeva fin dall'inizio che per me non significava nulla, non le ho mai mentito al riguardo"
Liam lo guardò un attimo, poi gli rivolse un sorriso quasi divertito "Sai, sarebbe stata davvero una frase ad effetto, se non fosse stato per l'intera faccenda degli scopa-amici"
"Piantala" Theo scoppiò a ridere, dandogli una leggera spinta sulla spalla. Liam sobbalzò d'istinto, la mano che saettò a proteggersi le costole. Theo lo guardò sconcertato prima di realizzare, un sorriso che gli si allargava sul viso "Dio, non dirmi che soffri il solletico?"
"No!" disse velocemente Liam, tirandosi indietro quando Theo allungò di nuovo una mano. "No-no, Theo, non osare- uh-" Scoppiò a ridere in maniera incontrollata, dimenandosi sotto le mani di Theo sui suoi fianchi, quando lo stronzo cominciò a fargli il solletico, tirandosi in ginocchio per avere campo libero. "Theo- basta, ti prego-" Liam rise ancora, ansimando, le lacrime che gli inumidirono gli occhi. Theo rise con lui, beandosi della vista sotto di lui, finchè non divenne troppo, e si fermò così, le mani ancora sui suoi fianchi, solo guardandolo ridere. Liam si calmò velocemente guardandolo a sua volta, l'ombra della risata ancora impressa sul suo viso. "Che c'è?" ansimò, riprendendo fiato.

"Niente-" sospirò Theo, fissandolo ancora. "E' solo... che sei carino quando ridi"
Liam arrossì di nuovo, il viso improvvisamente in fiamme, mentre distoglieva lo sguardo, il sorriso ora svanito del tutto. Theo si sentiva coraggioso in quel momento. "Sei carino anche quando arrossisci" aggiunse, le labbra piegate in un sorrisetto divertito.

"Smettila, idiota" mugugnò Liam imbarazzato, osando alzare gli occhi per guardarlo brevemente, se possibile ancora più rosso di prima, il cuore sul punto di saltargli fuori dal petto

"Perchè? E' la verità" sussurrò Theo in risposta. I suoi occhi, che non avevano mai lasciato quelli di Liam, scivolarono sulle sue labbra, e Liam giurò di star per avere un infarto. No no questo non può succedere, urlò una voce nella sua testa mentre un'altra ancora più prepotente urlava qualcosa che suonava molto come 'bacialo!'. Liam deglutì, si sentiva come sull'orlo di un baratro, teso, in equilibrio, indeciso se fare un passo indietro verso il solido sicuro terreno o lasciarsi cadere verso l'elettrizzante e desiderato baratro. Mentre Theo oscillò quasi impercittibilmente verso di lui, il panico ebbe la meglio, gelandogli il sangue, e Liam distolse finalmente lo sguardo, girando la testa verso gli alberi che delimitavano la zona. Sentì la tensione, tesa come un filo tra loro, spezzarsi improvvisamente e dolorosamente. Theo sussultò quasi realizzando sul momento cosa stava facendo e si tirò indietro, e Liam ne approffittò per tirarsi a sedere, guardando ovunque tranne Theo, a disagio, il cuore che pompava forte contro il suo petto. Era quasi sicuro che Theo potesse sentirlo. Ma non voleva che le cose fossero strane tra loro, Liam era disposto a sopportare questo enorme peso nel petto, se almeno gli permetteva di avere Theo accanto, come amico, come fratellastro. Così fece quello che gli riusciva meglio. Non ne parlò.

"Uhm... che- che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa? Sto morendo di fame" balbettò, esitante.

Theo sapeva cosa stava facendo Liam. Voleva ignorare la cosa. Come aveva fatto ogni altra volta. Come se fingere che non ci fosse, servisse a cancellare il tutto. Ma era doloroso. Non sapeva se ne era in grado. Era come ricevere un rifiuto continuo. Però forzò un sorriso "Sì- sì- andiamo"

Theo aveva detto che non voleva essere egoista, e poteva provarci, davvero, ma non sapeva per quanto a lungo avrebbe resistito.

*

Mentre Theo ripiegava cautamente la coperta, Liam si stava spolverando i jeans, ma fu distratto dal suo del cellulare. Lo tirò fuori dalla tasca posteriore e lo guardò, lanciando poi un'occhiata esasperata a Theo. "E' mia madre" Rispose. "Uhm hey mamma- scusa, siamo proprio tornando a casa ora-" Liam si zittì improvvisamente, e la sua espressione si corrucciò. "Mamma, se parli così velocemente, non capisco niente" fece d'un tratto allarmato, attirando l'attenzione di Theo. "Che è successo? ...Cosa?" soffiò alla fine, incontrò il viso di Theo, che aveva assunto la sua stessa espressione. "Sì" biascicò alla fine Liam, allontanando come in trance il telefono dall'orecchio e lasciando cadere il braccio lungo il fianco, gli occhi fissi a terra. Theo lo guardò in preda al panico. "Che cazzo è successo?"
Il viso di Liam era pallido, gli occhi spalancati e la mascella serrata mentre alzava lo sguardo per guardare Theo. "Liam..?" Poi le sue labbra si inclinarono in un sorriso tremante, mentre gli occhi si inumidivano

"Scott" disse soltanto. "E' sveglio"

 

CONTINUA

 

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Capitolo 13
*** Ho bisogno che resti con me ***


23. Ho bisogno che resti con me
 

Liam a malapena registrò la voce di sua madre che gli parlava ancora concitata nell'orecchio, la sua mente sembrava come appannata, le parole 'è sveglio' che si ripetevano come in loop, ancora e ancora, come se a ogni volta potesse diventare in qualche modo piu' vero. A malapena registrò Theo che si muoveva davanti a lui, dicendo qualcosa, facendo poi scivolare la sua mano nella sua e tirandolo verso il pick-up. Tutto sembrava lontano. Le stelle, la città, ogni albero attorno a loro, ogni sua preoccupazione precedente. C'era solo quella voce, è sveglio, è davvero sveglio, e una mano calda nella sua, che lo guidava, e lui che lo lasciava fare, perchè sapeva che lo avrebbe condotto dove doveva essere. A malapena registrò la strada, la folle velocità a cui Theo percorse le strade a quell'ora deserte di Beacon Hills, puntando all'ospedale, a malapena registrò il silenzio, e il battito accellerato del suo cuore. Sapeva e basta che quello di Theo era uguale al suo. Registrò a malapena le decine e decine di persone che lo circondavano mentre entrava a passo di corsa dalla porta principale, il respiro corto e con Theo dietro di lui di qualche passo.

Tornò in sé quando colpì distrattamente qualcuno alla spalla, e si voltò verso destra balbettando un 'mi scusi' mentre si allontanava. Poi alzò lo sguardo verso il grosso banco nella sala d'attesa, mentre sua madre sollevava lo sguardo al suono della sua voce. Lasciò immediatamente i fogli che stava leggendo, andandogli incontro a passo veloce, gli occhi lucidi e un sorriso tremolante sul viso, mentre lo tirava in un veloce abbraccio, prima di allontanarsi di un passo, prendendogli il viso tra le mani. "Oh, Li, questo..." sospirò, non riuscendo a trattenere il sorriso "Questo è un vero miracolo, lo sai? Sono così felice"

Liam cercò di riprendere fiato e calmare il suo battito, mentre guardava sua madre trepidante. "Come sta? Cosa-?" soffocò parlando. E Jenna mosse leggermente le dita ancora sulle sue guance in una mezza carezza affettuosa. "Sta bene, gli hanno fatto i primi esami e sembra tutto normale. Ne faranno altri, ma... sta bene, tesoro, sta bene" Liam sospirò, mentre lei continuava a ripete quelle due parole, come se sapesse quanto lui avesse bisogno di sentirlo. Jenna si allontanò abbassando le mani e lasciandone una posarsi sulla spalla, stringendolo dolcemente. "Sono tutti di sopra, forse vuoi...?" disse esitante, e Liam annuì senza pensarci. "Lo voglio" disse sorprendendosi perfino lui al suo tono deciso.

Il sorriso di Jenna si allargò, mentre i suoi occhi tornavano ad inumidirsi. "Bene" disse soltanto. "L'hanno trasferito al primo piano, stanza 59" continuò. "Devo tornare a lavoro, ma parlaremo dopo, ok?" Gli diede un altro buffetto, guardandolo mentre annuiva tremante prima di tornare al suo lavoro.

Theo, che era rimasto a guardarli in disparte, si avvicinò non appena Jenna si fu allontanata.

Gli posò da dietro una mano sulla spalla e Liam si voltò a guardarlo, un'ondata di calma che lo invase sedutastante. "Io- aspetterò qui, ok?" disse piano Theo.

"No!" esclamò subito Liam, il panico che minacciava di salire di nuovo all'idea che Theo lo lasciasse solo. Arrossì imbarazzato, quando Theo lo guardò con gli occhi grandi. "Io- per favore-" aggiunse, la voce piccola e abbassando il capo "Ho bisogno che resti con me" Ignorò il cuore che gli batteva nel petto all'ammissione, e sollevò uno sguardo esitante sull'altro ragazzo. Theo degludì, mentre annuiva e basta, non fidandosi della sua voce, e di quanto avrebbe potuto tradire le emozioni che lo stavano sopraffacendo in quel momento al sentir Liam dire quelle parole. Non era il momento per preoccuparsi di questo, ora doveva essere la spinta di cui Liam aveva chiaramente bisogno, così allungò una mano afferrando di nuovo quella dell'altro ragazzo e guidandolo verso l'ascensore.

Non lasciò andare mentre salivano lentamente, né mentre camminavano per i corridoi affollati.

Quando Liam adocchiò a distanza l'etichetta che recitava "Stanza 59" si bloccò sui suoi passi e Theo quasi inciampò, ma non protestò, stringendo ancora di piu' la presa e attirando lo sguardo di Liam su di lui. "Sei pronto?" chiese dolcemente, guardandolo negli occhi.

Liam restò a fissare quelle profonde iridi verdi in risposta per qualche secondo, prima di annuire a labbra serrate. "Sono pronto"

Le labbra di Theo si inclinarono in un sorriso incoraggiante. "Allora facciamolo"

Liam si era chiesto per tutto il tragitto cosa avesse intenzione di dire, ma nel momento in cui si stagliò sulla soglia, e tutti si voltarono a guardarlo, fu anche il momento in cui tutto sparì. Stiles, Lydia, Malia e Melissa, chi in piedi, chi seduto, diventarono solo forme indistinte, e Liam sentì il suo respiro incepparsi mentre tutto ciò che rimaneva davanti a lui furono gli occhi quasi sorpresi di Scott che lo guardavano fisso dal suo posto sul letto, semi seduto contro lo schienale rialzato.

Sembrò passare un'eternità. Ma poi l'intero viso di Scott si piegò in un sorriso così caloroso, mentre chiamava il suo nome, e lì Liam perse il contatto con ogni cosa. Un minuto prima stava fissando in attesa il ragazzo davanti a lui, la mano di Theo come l'unica ancora che gli impediva di correre via, quello dopo potè sentire qualcosa sciogliersi nel suo petto, mentre la vista gli si annacquava di lacrime. E quello dopo ancora, non sa come, aveva colmato la distanza lanciandosi su Scott e abbracciandolo stretto, piangendo disperatamente sulla sua spalla, mentre Scott lo stringeva in risposta, disegnando cerchi irregolari sulla sua schiena. "Mi dispiace così tanto Scott, mi dispiace così tanto..." sentì la sua voce balbettare, soffocata dalle lacrime e dalla pressione della spalla di Scott sulle sue labbra.

"Lo so, lo so, Li." fece piano Scott, la voce ancora roca e debole, non smettendo di stringerlo e battergli sulla schiena. "E' tutto okay ora"

Theo dal suo posto sulla soglia osservava la scena sentendosi in qualche modo sia come scaldato che come una sorta di intruso. Gli altri li osservavano affettuosamente, Lydia e Melissa con le lacrime che scendevano copiosamente sulle loro guance.

Qualche minuto dopo Liam si tirò indietro, gli occhi rossi e lucidi, tirando su col naso, rimanendo con un piede sul pavimento e l'altro ginocchio contro il materasso accanto alle gambe di Scott. "Non è okay. Dovresti essere arrabbiato con me" mugugnò debolmente, asciugandosi le lacrime bloccate sulle ciglia

"Non lo sono, perchè non è stata colpa tua, Li, come non è stata colpa di Stiles e non è stata nemmeno colpa di Jackson" Stiles fece un verso di sdegno a questo e Scott lo guardò con quell'espressione esasperata e le sopracciglia inarcate che a Liam, sembrerà strano, era mancata profondamente. "E' successo e basta, è stato brutto per un po' ma le cose si sono aggiustate. Questo è quel che conta." Poi scrollò le spalle. "Mi sono perso qualche settimana di scuola e le vacanze di Natale? Che perdita" scherzò debolmente.

Melissa alzò un sopracciglio nella sua direzione, mentre Liam faceva un sorriso acquoso. "Mi permetto di dissentire" fece lei, mentre un mezzo sorriso si faceva strada sul suo viso. Anche a Theo sfuggì uno sbuffo divertito, di cui si pentì nel momento in cui attirò finalmente lo sguardo di tutti su di lui. Si agitò sul posto, a disagio.

"Apparentemente ci siamo persi tutti quanti qualcosa qui" Stiles ghignò, alzandosi e affiancando Theo, indicandolo col pollice mentre guardava Liam ammiccante "Liam, amico, dove diavolo hai pescato un fidanzato del genere, dì anche a me il tuo segreto, stronzo!"

"Fidanzata, proprio qui" gli ricordò Lydia, con un cipiglio divertito, mentre Liam arrossiva quasi fino ai capelli.

"Aspe- lui non-" balbettò Liam. Theo non si mosse, continuando a sentirsi fuori posto.

"Scommetto che è lui la persona speciale di cui mi hai parlato l'altro giorno" Stiles battè sulla spalla di Theo tornando a guardarlo. Aspetta cosa? "Grazie per aver trascinato qui questo zuccone, a volte sa essere davvero testardo, vero?" Stiles scherzò, mentre Liam scopriva una nuova sfumatura di rosso. In quel momento avrebbe voluto solo correre da Stiles e tappargli quella dannata bocca.

"Non posso negarlo, però vedi, io-"

"Lui non è il mio ragazzo!" esclamò allora Liam precipitosamente. Nessuno sembrò prestargli attenzione. "Lui è mio fratello" A quel punto tutti si voltarono a guardarlo sconcertati.
"Uhm sicuro mi ricorderei di un fratello del genere" fece Stiles stringendo gli occhi.

Liam arrossì abbassando lo sguardo "E' il mio fratellastro"
"Sono Theo" aggiunse poi lui, fuori dal nulla.

"Aspetta" L'espressione di Scott passò dal divertito allo sconcertato. "Quel Theo? Il Theo delle elementari?" fece guardando Liam.

Liam si morse le labbra annuendo, mentre Theo sentiva qualcosa di pesante scivolargli nello stomaco. Lui sa, sa cosa ho fatto. Scott tornò a guardare Theo, ora un'espressione piu' ferma, quasi indagatoria sul viso. "E' okay ora, noi- noi-" Liam si affrettò a dire, inciampando sulle sue parole nel tentativo di spiegare cos'erano. Difficile quando non lo sapevano nemmeno loro.

"Siamo apposto" intervenì Theo in aiuto.

"Sì" Liam balbettò "Siamo apposto"

Scott non parlò per qualche secondo. "Bene" disse poi. "Se per Liam è okay, allora non ho nulla da dire" Guardò di nuovo Theo, prima di allungare la mano "Io sono Scott" Theo fece un mezzo sorriso avvicinandosi per stringerla.
"Io sono Stiles" s'intromise allegramente l'altro "E le ragazze qui sono Lydia, Malia e Melissa"
"Piacere di conoscerti, Theo" fece Lydia con un sorriso.

"Piacere mio, ho sentito tanto parlare di voi" disse, guardando brevemente Liam.
"Spero tutte cose buone" commentò Malia avvicinandosi a Liam e scompigliandogli i capelli. "Questo piccoletto... ci ha fatto preoccupare da morire" disse poi rivolgendo una finta occhiataccia a Liam che arrossì di nuovo, prima di guardare tutti imbarazzato. "Mi dispiace tanto, ragazzi"

"Oh tesoro!" fece Lydia avvicinandosi e abbracciandolo di colpo. Un Liam ancora piu' rosso rispose all'abbraccio. "E' un po' è anche colpa nostra, saremmo dovuti venire lì a riprenderti ovunque fossi, ma.. credo avessi bisogno di tempo, giusto?"
"Già... credo di sì, ora sto bene"
"E' vero che ti sei trasferito alla Beacon Hills High, amico?" chiese Scott, improvvisamene dispiaciuto. Liam annuì. "Non cambierai idea, immagino?"
Liam non ci aveva pensato, e la domanda lo prese alla sprovvista. Improvvisamene l'idea di lasciare il liceo di Beacon Hills, lasciare Mason, Corey... lasciare Theo... lo turbò. "Probabilmente no, io- credo resterò lì" rispose, prima di precipitarsi a dire "Be' ma questo non vuol dire che non ci vedremo piu'! Sempre se... se volete ancora-"

"Certo che vogliamo, idiota!" Stiles roteò gli occhi, incrociando le braccia con un cipiglio esasperato. "Non ti lasceremo scappare mai piu'!"

"Già" concordò Scott. Poi guardò Theo "Immagino che noi ci incontreremo sul campo di lacrosse, allora. Mi sembra di ricordare di aver letto il tuo nome nelle schede del coach. Sei il capitano della Beacon High, giusto?"
"Sì, da quest'anno" rispose Theo annuendo
"Anche Scott è capitano" spiegò Liam.

"Non credo che il lacrosse debba essere una delle tue priorità ora, tesoro" rammentò Melissa con un cipiglio. "Dovrai fare molta fisioterapia prima di tornare a giocare"

"Lo so, ma voglio essere ottimista" rispose Scott positivo.

In quel momento un'infermiera si affaccio sulla soglia. "Scusate il disturbo, ma l'orario delle visite è terminato, il paziente ha bisogno di riposare ora"
"Riposare? Ho dormito quasi due mesi" protestò Scott, ma l'infermiera lo ignorò, mentre Stiles ridacchiava. "Mi sei mancato così tanto amico"

"Vorrei dire lo stesso, ma sai, a me sembra che fosse solo ieri che tu e Liam stavate discutendo per quell'orribile maglia dei Red Sox"
"Amico!" protestò Liam.

"E' orribile" commentò Stiles tranquillamente.

"Non è vero"
"Lo è" commentò Theo.

Liam lo guardò inorridito. "Anche tu? Voi non capite niente!"

Le tre ragazze si guardarono divertite. "Forza, lasciamolo riposare ora, che ne dite?" suggerì Lydia.

Melissa posò un bacio sulla fronte di Scott. "Ci vediamo domani mattina, tesoro"

"Uh, mamma, credi che potrei avere una delle tue cheesecake per colazione domani?" chiese Scott speranzoso
Melissa lo guardò esasperata. "Credo che ci siano cibi piu' adatti alla tua condizione, tesoro"
"Ugh ma io sto morendo di fame!" lui gemette, facendo ridere tutti

"Quando sarai fuori da qui, te ne preparerò quante vorrai"
"Me lo puoi mettere per iscritto?"

*

Mezz'ora dopo Liam e Theo erano in auto, il pick-up che procedeva per le strade buie e deserte in modo stranamente lento dopo la folle corsa di qualche ora prima.

Theo continuava a muovere lo sguardo tra la strada fuori dal parabrezza e Liam, che teneva invece gli occhi fissi fuori dal finestrino, probabilmente preso dai suoi pensieri. La prova di ciò fu che quando Theo lo chiamò, sobbalzò leggermente prima di voltarsi verso di lui.

"Hey stai bene?" chiese Theo dolcemente.

"Io- sì, sì, sto bene" rispose cercando di suonare deciso.

"Sicuro?"
"Sì... cioè, voglio dire... Scott è sveglio, è grandioso, tutto è perfetto ora" blaterò Liam. "Finalmente è tornato tutto apposto, niente piu' sensi di colpa, niente più brutti pensieri, giusto? Ora posso- possiamo tornare ad essere.. normali, normali e felici" Liam lo guardò e suonava quasi supplichevole, ed era come se Theo sentisse la sottile preghiera nascosta dietro le sue parole. Non parliamone, non parliamo di ciò che ci sta succedendo, non ora che sembra andare tutto bene. Faceva male, e Theo non poteva fare a meno di chiedersi come vivere nella negazione potesse suonare anche solo vagamente per Liam come normalità, come felicità. Per Theo non lo era. Non era mai stato paziente, non era mai stato altruista. Lui era il tipo che si prendeva quello che voleva, quando lo voleva. E voleva Liam così tanto che ogni passo che l'altro faceva lontano da lui era come sentire la propria anima venir strappata in mille pezzi. Lui era egoista, ma qui davanti aveva Liam, che probabilmente era la cosa migliore che gli fosse capitata, da anni. Poteva aspettare, aspettare che fosse pronto anche lui, puoi farlo, Theo. Si ripeteva. Cercando di non pensare al fatto che forse Liam non si sarebbe mai sentito pronto.

"Già, credo che ce lo meritiamo no?" disse così alla fine, tornando alla strada.

Lo sguardo di Liam indugiò su di lui, il cuore che batteva forte e che raccontava una storia diversa da quella che dicevano le sue parole, implicite o no. Si torse le mani in grembo, abbassando lo sguardo su di esse. "Sì, ce lo meritiamo. E Theo... io-" Theo lo guardò "Credo che- volevo solo dirti grazie" Liam lo guardò fisso. "Per tutto. Io- non credo di non avertelo mai detto, ma- da quando sono arrivato qui, tu non hai fatto altro che aiutarmi, con Scott e con Gabe... e con tutto quello che è successo in passato... è solo- grazie, davvero... io non so dove sarei ora senza di te. Probabilmente non avrei mai nemmeno messo piede in quell'ospedale"

Theo lo guardava, con gli occhi grandi e il cuore che palpitava, e avrebbe solo voluto fermare la macchina lì nel bel mezzo della strada, e afferrare Liam, tirarlo contro di lui e baciarlo, baciarlo fino a perdere ogni contatto con la realtà, baciarlo come se ci fossero solo loro due al mondo, come se nient'altro avesse importanza. E in realtà, era proprio così che si sentiva quand'era con Liam.

Degludì, e abbassò lo sguardo per nascondere il sorriso e probabilmente le sue guance rosse. "Figurati" disse soltanto, prima di guardarlo con un sorriso sardonico. "Immagino questo sia il minimo visto che sono la tua persona speciale, giusto?"

Liam arrossì, dandogli una spinta sulla spalla. "Sta zitto" gemette Liam. "Odio Stiles"

Theo rise. "Io lo trovo simpatico"
"Sì, perchè ti stava letteralmente spogliando con gli occhi" Liam roteò gli occhi seccato

"Cosa, sei geloso?" Theo stava ancora ghignando ma si pentì immediatamente di essersi fatto sfuggire quelle parole, perchè Liam arrossì ancora e si voltò di nuovo verso il finestrino.

"Ti piacerebbe" mormorò così piano che Theo potè benissimo fingere di non averlo sentito. Così soffocò l'impulso di continuare a prenderlo in giro rispondendo "Be' sì mi piacerebbe" come avrebbe voluto e semplicemente tacque, tornando a concentrarsi sulla strada.

Aveva una lunga strada davanti, pensò, e non stava affatto pensando al tragitto fino a casa.

*

Anche se Theo era abbastanza scettico al riguardo, col passare dei giorni, si ritrovò a pensare che forse, se smetteva di far girare tutto il suo mondo attorno a Liam, poteva davvero cominciare a pensare che tutto stava tornando alla normalità. Dopo quel giorno erano stati un altro paio di volte in ospedale, fino a che dieci giorni dopo Scott era stato dimesso. Tra la fisioterapia e il recupero scolastico non aveva molto tempo ora, e l'unica volta che Liam lo andò a trovare, Scott insistette che voleva assolutamente conoscere tutti i suoi amici della Beacon Hills. E così un tremendamente nervoso Liam si ritrovò a raccontare tutto a Mason e Corey un giorno a pranzo, con Mason che quasi lo prese a pugni per non avergli detto niente per tutto quel tempo, e Corey che guardava Theo seduto accanto a Liam, con la faccia di uno che stava pensando chiaramente 'non ci credo che hai fatto davvero qualcosa del genere per lui'. E quindi sì, in qualche modo le cose sembravano andare lisce per una volta. I loro genitori erano felici, Liam sembrava felice, gli altri ragazzi non lo guardavano piu' come se fosse il demonio sceso sulla terra, perfino Tracy aveva smesso di evitarlo tornando a parlargli come se nulla fosse, e Theo non aveva mai ammirato la sua forza di carattere come in quel momento.

Liam continuava a parlare amichevolmente con Hayden quasi ogni giorno, aveva dato anche a lei un resoconto - anche se piu' vago - della vicenda con Scott, scusandosi per non averla cercata in quei giorni. E Liam si vergognava all'idea di usare tutto quello come scusa, ma non era ancora pronto a dirle che forse era meglio restare solo amici, non perchè temeva che Hayden non capisse - anzi, sospettava che Hayden lo sapesse già - ma perchè dirlo sarebbe stato come ammettere che era troppo preso da Theo anche solo per pensare a qualcun'altro. Semplicemente non ce la faceva.

E fu così che Gennaio lasciò il posto a Febbraio.

Il freddo era pungente fuori, mentre loro se ne stavano chiusi al caldo in casa. Avevano appena cenato, e Theo stava aiutando suo padre a lavare e asciugare i piatti prima che Jenna tornasse dal suo turno serale.


"Io dovrei fare cosa?" chiese Theo allibito.
"Niente dovresti, tu devi, Theo" rispose tranquillamente Paul.

"Dio, papà, lo sai che non sono bravo in queste frivole cose sociali"
"Theo, devi solo comprare un regalo" Paul roteò gli occhi mentre Liam scuoteva la testa seduto sul divano. "A Jenna, per il suo compleanno, che è tra quattro giorni, quindi hai bisogno di darti una mossa"
"Tu cosa le regali? Potremmo fare a metà per i soldi" propose Theo entusiasta.

"Ho prenotato un weekend in Messico" rispose Paul guardandolo.

"Okay no non possiamo fare a metà coi soldi. A meno che io non venda un rene..." Theo parve pensarci seriamente, così Liam si voltò soffiando esasperato. "Possiamo farlo insieme noi due, idiota, non le ho ancora preso nulla comunque"

"Credevo che il tuo regalo fosse quel libro di cucina che hai comprato l'altro giorno in libreria" osservò Theo.
"Quello era per me" rispose Liam arrossendo. Perchè Theo doveva notare sempre tutto?
Theo alzò un sopracciglio divertito "Davvero? Ora ti interessi anche di cucina, Dunbar?"

Liam roteò gli occhi per nascondere l'imbarazzo mentre tornava a guardare la tv "In realtà pensavo di farle anche una torta. Puoi aiutarmi se vuoi"

"Ovviamente!" esclamò Theo, spalancando gli occhi "Non lascerò la cucina nelle tue mani, non vorrei che incendiassi la casa... di nuovo"

"Non ho incendiato la casa! Solo.. il tappeto..."
Paul smise di asciugare i piatti alzando lo sguardo su Liam con un sopracciglio divertito. Non per niente era il padre di Theo "Seriamente? Quando hai dato fuoco al tappeto?"
"E' stato un incidente!" balbettò Liam.

"Ha fatto cadere un fiammifero e ha provato a spegnerlo con l'olio" rincarò Theo ancora piu' divertito.
"Credevo fosse acqua" fece Liam ancora piu' rosso.

"Okay, si, certo, comunque non metterai mai piu' piedi in cucina senza la supervisione di un adulto"
"E saresti tu l'adulto?" Liam sbuffò. "Ti ricordo che sono piu' vecchio di te, stronzo"

"Ci crederò quando imparerai a distinguere l'acqua dall'olio, Liam"
"Fottiti"
"Linguaggio, ragazzi" fece Paul, ma non suonò affatto deciso mentre camminava per la cucina, riordinando il tutto. Theo sparò un altro ghigno sfacciato a Liam e Liam gli fece il medio quando Paul si voltò. Poi Paul tornò a guardare Theo. "Quindi Theo domani andrai a comprare il regalo per Jenna con Liam e poi lo aiuterai a non incendiare piu' tappeti, ok?"
"Non basta che aiuti con la torta?" L'occhiata di Paul valse piu' di mille parole, perchè Theo sospirò roteando gli occhi. "Okay"

"Ora io vado nello studio, ho una chiamata importante da fare"
Theo lo guardò confuso. "Chiamata importante? Ma se sono le dieci passate!"
"Già giusto, sono le dieci passate, quindi voi due non dovreste essere già a letto? Domani c'è scuola" disse lui soltanto sparendo oltre la porta. Theo e Liam si scambiarono un'occhiata dubbiosa.

*

Piu' tardi quella sera, Theo si svegliò di soprassalto e uno sguardo all'orologio gli disse che era appena passata mezzanotte. Gemette, sbuffando prima di alzarsi e uscire dalla stanza per andare a prendersi un bicchiere d'acqua. Si fermò sui suoi passi quando notò dalla cima delle scale che la luce in soggiorno era ancora accesa. Poteva benissimo sentire da lì Jenna e Paul che parlavano a bassa voce per non svegliarli. Theo esitò, scendendo solo i primi due gradini.

"Sei davvero sicuro di questo?" stava dicendo Jenna.

Paul disse qualcosa che Theo non sentì bene. "-so che dovrà saperlo prima o poi, però-"

"Lui capirà, devi solo trovare il momento giusto per farlo"

"Esiste un momento giusto per questo?" Perchè suo padre suonava così esausto?

Mentre scendeva un altro gradino, le assi cigolarono e Theo si bloccò, mentre Jenna e Paul si zittirono. Col fiato sospeso, tornò rapidamente indietro prima che suo padre lo beccasse di nuovo ad origliare da lassù.

Di cosa stavano parlando? Se volesse azzardare un tentativo, direbbe che si trattava sicuramente di lui. Cosa doveva dirgli suo padre? Era successo qualcosa? Cosa c'era di così brutto da far sì che suo padre temesse fino a quel punto una sua reazione?
 

Quella notte Theo non chiuse piu' occhio.
 

*

"Parlavano di te? Ne sei proprio sicuro?" chiese Liam quando Theo gli ebbe riferito la bizzarra conversazione che aveva origliato la sera prima. Stavano camminando l'uno accanto all'altro lungo la via principale, costeggiata di negozi alla ricerca del regalo perfetto, quando, tra una chiacchiera e l'altra, Theo aveva deciso di parlarne con Liam. In realtà non l'aveva proprio deciso, era successo e basta, come se fosse diventata una cosa normalissima per lui confidare in Liam. In qualche modo era una sensazione piacevole.

"Non lo so, è la conclusione piu' logica, no?" Theo scrollò le spalle. "Ho avuto l'impressione che volesse dirmi qualcosa che era sicuro non mi sarebbe piaciuto"

"E non sai cosa potrebbe essere?"
"Non lo so, l'ultima volta che mi ha detto che voleva parlarmi e aveva quell'espressione, mi ha detto che si sarebbe sposato e avrei avuto un fratello" fece Theo. "Quello non è finito così male però, anche se mi pare di averlo insultato parecchio sul momento" riflettè. "Magari stiamo per avere un nuovo fratello? Spero che almeno lui sappia cucinare" scherzò. Liam gli diede una spinta alla spalla facendolo ridere.

"Perchè questa dovrebbe essere una brutta notizia poi?"
Theo scrollò le spalle "Be' potrebbe venir fuori uno stronzo come me e un testone come te, io sarei spaventato da morire all'idea"

"Smettila, idiota, e parla seriamente. È una cosa importante. Potresti essere stato adottato, oppure qualcuno che conosci potrebbe essere malato o peggio, morto..."
"Non sono stato sicuramente adottato, gli unici parenti che ho all'infuori di mio padre, sono i miei nonni e stanno bene, considerato che ci ho parlato ieri, e so già che mio padre è malato, sono stato il primo a saperlo e avevo dieci anni" riferì Theo tranquillamente.
"Cosa?" Liam boccheggiò. "Cos'ha tuo padre?"
"Soffre di cuore da anni, ma non è così grave come sembra. Deve solo stare attento. Pensavo lo sapessi"
"Cosa? Theo, perchè mi hai fatto dire che avevo quasi incendiato la casa davanti a una persona che soffre di cuore?!" chiese Liam sconcertato.

Theo roteò gli occhi. "Non morirà per la tua stupidità, se fosse così lo avrebbe già ucciso la mia anni fa" Poi si fermò di colpo. "Oh aspetta- che ne dici di quello come regalo per tua madre?"
Liam seguì il suo sguardo e sospirò "Non regalerò a mia madre un'impianto stereo, Theo"
"Perchè no? E' perfetto!"
"Solo perchè lo vorresti usare tu, non è così?"

"Me ne prenderei buona cura per lei" ammise lui allegramente.

"Theo, per favore, fai sul serio, dobbiamo trovare qualcosa che possa piacere a lei, non a te. Questo è il punto del fare un regalo"
"Rilassati, Dunbar, stavo solo scherzando... forse" mugugnò tornando a camminare. Liam trascinò lo sguardo sulla vetrina soffermandosi su un vistoso manifesto che pubblicizzava una fiera. Si fermò di nuovo. "Hey, guarda questo, Theo, che figo, ho sempre voluto andare a una di queste cose" Theo tornò indietro e si fermò accanto a lui. "Una fiera?" chiese scettico.

"Deve essere forte, ci sarà musica dal vivo, stands di cibo e giostre, ed è qui a Beacon Hills" lesse Liam con gli occhi che si illuminavano. "Dovremmo andarci, tutti insieme... io, te, Mason e Corey..."
Theo esitò leggendo la data. "Uhm, potremmo, ma... hai visto che giorno è?" chiese esitante.
Liam scattò a leggere la data in grassetto in basso. Riportava il 14 Febbraio. "14..?" Poi ricordò. Era il giorno di San Valentino. "Ah"
"Probabilmente Mason e Corey avranno altri programmi" fece Theo lentamente. "E Josh lavorerà senz'altro considerato che giorno è, e non ho intenzione di uscire di nuovo con Hayden e Tracy" Theo guardò Liam, la cui espressione si era afflosciata. Strinse le labbra. "Forse dovresti invitare Hayden" suggerì controvoglia. Liam lo guardò quasi allarmato, prima di abbassare lo sguardo arrossendo. "Non credo sia una buona idea, noi...- noi abbiamo deciso di restare solo amici" Liam si pentì immediatamente di quella patetica scusa, maledicendosi mentalmente, perchè non era affatto vero. Solo perchè l'aveva deciso lui, non voleva dire che Hayden ne fosse a conoscenza.
Theo strinse le labbra, osservandolo mentre tornava a fissare in imbarazzo il grosso poster con espressione triste. "Be' allora..." Non lo dire, Theo "Potremmo andarci noi due"

Liam si voltò a guardarlo velocemente, gli occhi spalancati e l'espressione esitante. "Noi due.. nel senso di me e te insieme... a San Valentino?"
Theo si mosse a disagio. "Sì, be'... come... una sorta di protesta di single. Non possiamo mica restarcene a casa solo perchè non abbiamo qualcuno con cui passare questo giorno stupido!" Theo scrollò le spalle cercando di minimizzare. "Che te ne pare?"
Liam lo guardò per un istante. Poi annuì lentamente. "Okay"

Theo sorrise "Bene" Poi lo tirò per una manica "Andiamo, credo di avere avuto l'idea perfetta per

il regalo"

Liam gemette mentre si lasciava tirar via "Theo, giuro su Dio che se è un'altra delle tue, ti affogo nella fontana laggiu'..."

*

L'idea di Theo non era così male. Anzi, non era male per niente. Fu così che un'ora dopo si ritrovarono a comprare una bella cornice porta foto, e poi a scegliere seduti davanti a una cioccolata calda al bar quante piu' foto possibili di loro quattro insieme dai loro cellulari per poterla riempire. Non era niente di costoso o appariscente, ma era qualcosa che Liam era sicuro sua madre avrebbe adorato. E non poteva fare a meno di sentire un calore al petto all'idea che Theo avesse avuto un'idea così dolce.

Dio, poteva letteralmente sentire qualcosa crescergli dentro nei confronti dell'altro ragazzo giorno dopo giorno. Al punto che temeva che sarebbe arrivato al punto che trattenerlo sarebbe stato impossibile, al punto da farlo impazzire. Liam sapeva che accettare di uscire con Theo a San Valentino era stato un azzardo, e se dà una parte era dannatamente terrificato, dall'altra non poteva non sentirsi elettrizzato. Cosa poteva andare male dopotutto?

Quello che non sapeva davvero allora era quanto le cose potessero andare male...

*

"Sai, credo tu abbia sbagliato qualcosa" osservò Theo tranquillamente.

"Cosa? Perchè?" Liam si voltò per vedere Theo con un dito sporco di impasto, impegnato a leccarlo via. "Theo!" Liam si avvicinò spingendolo via "Lascia stare l'impasto!"
"E' sbagliato, è da buttare, Liam"
"Non ci credo" s'impuntò lui.
"Bene allora assaggialo" Theo incrociò le braccia, alzando un sopracciglio. Liam lo guardò innervosito prima di fare come diceva, prendendone una grossa cucchiaiata. Se ne pentì all'istante. "Ora dimmi che non è salato" disse Theo.

Liam lo sputò nel lavandino prendendo un sorso d'acqua dalla bottiglia posata lì accanto. Theo lo osservò divertito, mentre poi si passava una mano sulla bocca disgustato. "Che diavolo-" imprecò.

"Perchè ci hai messo il sale?"
"Era sulla ricetta!" esclamò Liam, indicando il libro aperto sul bancone.

Theo roteò gli occhi avvicinandosi al libro. "Qui c'è scritto un pizzico"
"E' quello che ci ho messo"

"Okay allora, forza, fammi vedere quant'è un pizzico!"
Liam lo guardò di nuovo irritato, prima di infilare una mano nel contenitore e tirarla fuori con una grossa manciata di sale. Theo lo guardò allibito. "Questo non è un pizzico, idiota!"

"Che vuoi che ne sappia io?!" protestò Liam.

"Questo è un pizzico!" Theo infilò l'indice e il pollice nel contenitore, per poi tirare il pizzico di sale dritto addosso a Liam. Liam squittì scioccato, indietreggiando. "Hey, stronzo!" E afferrò un po' di farina dal mucchio avanzato spalmandola sulla faccia di Theo.
"Non ci credo che l'hai fatto davvero" disse Theo immobile, un leggero velo di minaccia dietro il tono tranquillo. "Lo sai?" Alzò le mani facendo un passo con fare intimidatorio "Ora ti solleticherò a morte"
Liam assunse un'espressione terrificata, indietreggiando e afferrando la ciotola con l'impasto. "Stai indietro, ho una ciotola di impasto e non ho paura di usarla!"

Theo scoppiò a ridere "Sai questa potrebbe essere stata la cosa piu' stupida che ti ho sentito dire, e fidati.. te ne ho sentite dire tante!"

"Ah sì?" Liam gli rivolse un sorriso dispettoso prima di prendere una manciata di impasto e tirarla direttamente contro di lui.

Theo lo fulminò con gli occhi "Ora ti uccido davvero!" e fu tutto quello che disse prima di scattare.
Liam squittì, posando la ciotola sul bancone e iniziando a correre, con Theo alle calcagna. Fecero il giro della cucina e del salone due volte, schivandosi e correndo da una parte all'altra come due bambini, finchè Liam non tornò al bancone, nascondendosi dietro di esso "Tregua! Tregua!" gridò ansimando.

"Nessuna fottuta tregua per te, Liam" fece Theo con finto tono minaccioso. Quando Liam provò a passargli accanto per fuggire di nuovo, Theo lo bloccò facendo cadere entrambi in terra. Ansimando per riprendere fiato, mentre entrambi scoppiavano a ridere, Liam guardò Theo sopra di lui "Sei fuori di testa, cazzo!"
"Lo so" fece Theo con un ghigno, premendogli le mani sul petto per tenerlo fermo mentre si sollevava a sedere. "Dov'eravamo?"
"Niente solletico, ti prego!" esclamò Liam supplicante cercando di tirargli via le mani.

"Oh no, in mente qualcosa di meglio" Theo allungò una mano per afferrare la ciotola ancora sul bancone sopra di loro e Liam lo guardò sbarrando gli occhi "Non osar-" Con un sorriso malefico, Theo prese una grossa manciata di impasto e glielo spalmò in faccia lentamente. Liam chiuse gli occhi per proteggerli mentre Theo rideva. "Sei un fottuto stronzo" mugugnò Liam.

"Raccogli quello che semini... o quello che impasti in questo caso" fece Theo posando la ciotola sul pavimento e ammirando il suo capolavoro. "Ti odio così tanto" piagnucolò Liam, portandosi le mani sul viso e togliendo quanta piu' crema viscida che poteva prima di tirarla contro la maglia di Theo. "Mia mamma ci ucciderà letteralmente se vede il casino che abbiamo appena fatto qui"

"Ci assicureremo che non lo sappia mai" disse Theo lentamente, finalmente soffermandosi a guardare il ragazzo sotto di lui. I suoi occhi indugiarono sull'impasto che gli sporcava le labbra, e riuscì a sopprimere l'impulso di baciarglielo via solo perchè farlo l'avrebbe probabilmente fatto vomitare, visto quant'era salato. Liam lo guardò, riprendendo fiato, come realizzando solo ora la posizione in cui erano. Arrossì, ma i suoi occhi si fermarono sulla macchia di farina che aveva coperto il neo che Theo aveva sulla guancia. Per qualche motivo era una cosa disturbante, ed era bizzarro visto il pasticcio che erano entrambi, ma non pote' fare a meno comunque di sollevare la mano destra e pulirla via. Il cuore di Theo accellerò al gesto mentre Liam imbarazzato ricambiava il suo sguardo nervoso. Theo sospirò. "Li, io...-"

Poi il campanello suonò. Entrambi trasalirono, tornando bruscamente alla realtà, e Theo scattò in piedi. Imprecò. "Chi diavolo è a quest'ora?" Afferrò un panno dal bancone e si pulì velocemente il viso, mentre Liam si metteva prima a sedere e poi in piedi. Theo uscì dalla cucina, lasciando Liam a lavarsi il viso.

Quando aprì la porta, per un attimo pensò che non ci fosse nessuno. E aggrottò le sopracciglia confuso. Poi lo notò. Il bambino in piedi di fronte alla porta. Avrà avuto sì e no otto anni, capelli biondi e occhi scuri.

"E tu chi sei?" chiese Theo confuso.
"E' questa casa Raeken?" chiese lui subito. Gli occhi passarono oltre Theo studiando l'interno. "Me la immaginavo piu' grande" commentò tranquillo.
"Hey, chi è alla porta?" fece la voce di Liam, prima che anche lui apparisse al suo fianco. Theo lo guardò "Non ne ho la piu' pallida idea" gli disse, prima di tornare a guardare il bambino. Incrociò le braccia "Allora.. chi cazzo sei?"
"Hey! C'è un bambino qui!" esclamò Liam, dandogli una botta sulla spalla, al che Theo roteò gli occhi, forzando un sorriso al bambino che doveva essere cortese ma risultò solo inquietante
"Scusa, allora.. cortesemente, mi diresti cosa desideri, bambino?"
"Chi di voi due è Theo?" disse lui diretto.
"Sono io" sospirò Theo.
"Cavolo, speravo fossi tu" il ragazzino guardò Liam, con un'espressione dispiaciuta, e lì Theo sbottò. Ha già detto che non era mai stato paziente?
"Hey, marmocchio, piantala coi giochetti e dimmi che vuoi, chi diavolo sei?!"

Lui lo guardò curiosamente per un attimo.
"Sono Nathan" disse lui con una scrollata di spalle e un tono ovvio, come se si aspettasse che Theo lo sapesse già "Io sono tuo fratello"

Theo non era sicuro di aver sentito bene. Si scambiò un'occhiata con Liam e fu quando vide lo shock nella sua espressione che realizzò. Perchè... cosa?

CONTINUA

 

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Capitolo 14
*** Bisogno di risposte ***


14. Bisogno di risposte


"Sono tuo fratello"
 

Un silenzio attonito aveva seguito quelle parole, e Liam e Theo erano rimasti a fissare il bambino in piedi davanti a loro a bocca aperta, mentre lui ricambiava il loro sguardo impassibile, come se non ci trovasse assolutamente nulla di strano.

"So che ho detto che avremmo potuto avere un fratello, ma non credevo sarebbe stata una cosa così veloce" commentò Liam, sbattendo le palpebre, in un tentativo di rompere la tensione

"Liam, non è proprio il momento di scherzare!" Theo roteò gli occhi nella sua direzione, prima di fare un passo verso Nathan. "Ascoltami, marmocchio" fece con stizza "Non ho idea da dove tu sia venuto o chi ti ha messo in testa una cosa del genere, e se è una specie di scherzo non è affatto divertente-"
"Non sto scherzando, stupido!" Anche lui roteò gli occhi, seccato, e Liam non potè non notare la somiglianza tra i due. "La mamma non fa che blaterare di te in continuazione da anni, ma ogni volta che le chiedevo di portarmi da te non ha mai voluto. Sai, io ho una sorella, ma lei è una femmina, non capisce niente, ho sempre voluto avere un fratello..." parlò con un ingenuità disarmante.
Liam strinse gli occhi confuso "Tua madre.. conosce Theo?" Non ci stava capendo piu' niente.

"E poi come diavolo sei arrivato fin qui? Quanti anni avrai? Sei?"
"Ne ho 9, testa di cavolo" fece sbattendo il piede.
"Oh mio Dio, Theo è proprio tuo fratello!"

"E sono venuto con l'autobus. Ieri ho visto gli inviti al matrimonio dello zio Paul così ho finalmente scoperto l'indirizzo" annunciò con orgoglio.
"Zio.. Paul?" sillabò Theo sconcertato.

Poi improvvisamente tutto fu chiaro. Si bloccò, guardandolo con gli occhi spalancati mentre la realizzazione lo colpiva finalmente. Ricordava quel neonato che aveva visto tra le braccia di sua madre quasi 9 anni prima come se fosse successo ieri. Ricordava ogni dettaglio delle scena, da come era vestita sua madre, coi capelli biondi raccolti, e un sorriso sul viso, al colore della tutina di lui, l'albero di Natale su uno sfondo beige. Si era ripetuto quella scena nella testa in modo quasi maniacale, chiedendosi dove avesse sbagliato per essere stato escluso, per essere stato privato della stessa cosa.

"Devi andartene da qui, subito" disse seccamente.
"Theo" fece Liam sconcertato. Theo lo ignorò continuando a guardare il bambino che non si mosse di una virgola.

"Non puoi stare qui" ripetè, sentendo il controllo che scivolava via, mentre pezzi di conversazioni gli tornavano in mente. Inviti al matrimonio? Zio Paul?!
"Theo" Liam lo afferrò per un braccio tirandolo da una parte e Theo finalmente lo guardò.
"No Liam non capisci- lui- lui è-" gli fece a bassa voce, un'espressione così vulnerabile e turbata sul viso che a Liam si strinse il cuore solo a guardarlo. Non l'aveva mai visto così fuori di se'.

"Lo so, l'ho capito, ma ascoltami- lui non ha nessuna colpa in questo. È venuto qui perchè voleva solo conoscerti. E' tuo fratello"

"Non lo è! E' solo il figlio della donna che mi ha abbandonato! E... Mio dio!" Fece un gemito frustrato, portandosi le mani al viso cercando di riordinare i pensieri.

"Theo, dovresti chiamare tuo padre, credo che tu ti meriti delle risposte, e hai aspettato fin troppi anni per averle. Non vuoi sapere cosa significa tutto questo?" Liam parlò cercando di suonare quanto piu' ragionevole possibile.

"Onestamente? Non credo di volerlo sapere, ho paura di saperlo" mormorò scuotendo la testa e portandosi una mano a tirarsi indietro i capelli.

"Ascolta, lo chiami tu o lo chiamo io, ok?" fece Liam deciso e Theo lo guardò stringendo le labbra. Poi sospirò. "Okay.. okay.." Lanciò una breve occhiata a Nathan che girava per il corridoio guardando le foto appese alla parete "Che ne facciamo di lui?" chiese brusco.

Liam lo sparò uno sguardo non impressionato, prima di avvicinarsi al bambino. "Hey, ti andrebbe qualcosa da mangiare?"
Lui lo guardò impassibile "Non proprio"
"Un film?"
Lui fece una smorfia "Nah"
Liam esitò "Videogiochi?"
Quello parve attirare la sua attenzione. "Che tipo di videogiochi?"
Liam fece un'espressione compiaciuta "Dinne uno e qui lo troverai di sicuro"
Gli occhi di Nathan si illuminarono, mentre Liam indicava le scale. "Andiamo, ti faccio vedere"
"Evvai!" E schizzò su per le scale. Liam si voltò verso Theo facendogli un cenno deciso prima di seguirlo.

Theo sospirò. Tutto quello era così assurdo. Un attimo prima stava facendo la guerra col cibo con Liam nella loro cucina e quello dopo tutto si era capovolto. Theo restò per un attimo sovrappensiero, fissando il contatto di suo padre sul display. Gli aveva sempre detto di non disturbarlo al lavoro, però... Liam aveva ragione. Si meritava delle risposte. Quel ragazzino non poteva essere saltato fuori dal nulla. No. Lui sapeva di lui, sua madre gli aveva parlato di lui? Al punto da fargli desiderare di conoscerlo. Parlava di lui, ma non si era mai degnata di farsi vedere? Perchè?
Era arrivato fin qui spinto dalla curiosità, esattamente come aveva fatto lui nove anni prima. Lo aveva fatto perchè aveva letto gli stupidi inviti di matrimonio, che suo padre aveva spedito. Suo padre... si era tenuto in contatto con quella donna? Al punto che Nathan lo chiamava zio?! Al punto che suo padre aveva avuto l'idea di invitarla al matrimonio?! Senza nemmeno parlarne con lui per giunta... Theo non ci stava capendo piu' nulla. Sì, voleva della risposte. Aveva bisogno di risposte. E non avrebbe aspettato. Così premette il pulsante di chiamata.


Suo padre rispose dopo soli tre squilli e suonò leggermente stupito.
"Theo? Perchè mi chiami al lavoro? E' successo qualcosa?"

Theo non sapeva nemmeno come spiegarlo. Non sapeva se arrabbiarsi o urlare o strapparsi i capelli. Ma niente di questo era da lui. Lui era fatto per trattenersi, per non vacillare mai.

Solo i deboli piangono.
 

Così tutto ciò che gli uscì fu puro e acido sarcasmo "Oh non so dimmelo tu! Visto che in casa nostra al momento c'è un bambino che afferma di essere mio fratello e che a quanto pare ti conosce molto bene, zio Paul!"
Cadde il silenzio. Che si prolungò per parecchi secondi, al punto che Theo cominciò a temere che suo padre avesse davvero avuto un infarto questa volta, finchè poi parlò, la voce inflessibile ma in qualche modo diversa. "Torno a casa"

E chiuse la chiamata.

Quando Liam scese le scale, cinque minuti dopo, trovò Theo seduto al bancone della cucina, il telefono accanto mentre fissava i minuti che passavano sul display, il piede che batteva impazientemente.
"Hey" lo chiamò dolcemente, sedendoglisi accanto. "Stai bene?"
"Non lo so, mi sento..." sospirò. "Ho quasi come la sensazione di star sognando, come se tutto questo non può essere vero, deve essere solo un folle sogno. Magari ho sbattuto la testa quando ti ho atterrato prima e ora sono a terra svenuto in quel punto e tu stai cercando di rianimarmi a suon di pugni e questo spiegherebbe perchè mi sento come se la testa mi stesse per esplodere" Theo blaterò, e Liam rise leggermente. "Potrei provare a colpirti e vedere se ti svegli?" suggerì ironico.

Anche Theo rise debolmente, poi lo guardò mestamente "Mi dispiace se ho rovinato il tuo tentativo di fare una torta per Jenna"
"Uhm non credo tu l'abbia rovinato, probabilmente l'hai salvata da un avvelenamento nel giorno del suo compleanno" commentò tranquillamente, non smettendo mai di guardarlo. Sapeva che Theo non stava bene, nonostante la sua facciata forte.

Theo rise di nuovo. "E qualcuno dice che non so fare regali"
Liam sbuffò e poi lasciò il sorriso spegnersi lentamente prima di parlare di nuovo. "Sai già cosa dirai a tuo padre?"
"Oh io non dirò niente, lui ha bisogno di spiegarmi un po' di cose"

Liam si morse le labbra "E riguardo tua mamma?"
"Lei cosa?"
"Be', lei ha parlato di te a Nathan, non mi sembra l'atteggiamento di una che ti ha dimenticato"

Theo sbuffò beffardo "Questo non ha nessuna importanza, niente potrà mai compensare per il fatto che non si è mai degnata di farsi vedere in questi dieci anni! Se n'è andata e basta, può dire quello che vuole per quel che mi riguarda"

"Però hai mai-" Liam si bloccò al suono della chiave che girava nella serratura, e entrambi si voltarono verso la porta, mentre si udivano dei passi nell'ingresso. Troppi passi.

Theo si alzò quando suo padre apparve sulla porta, guardandolo con un'espressione così tesa e preoccupata e nervosa allo stesso tempo che rimpianse quasi di averlo chiamato. Quasi.

Paul mosse lo sguardo velocemente per il salotto. "Dov'è?"
"Di sopra" Paul annuì a labbra serrate, Theo lo guardò in attesa di qualcosa, l'impazienza che lo divorava dentro. "Allora? Non hai niente da dire?" sbuffò scettico.

Paul fece un respiro quasi a prendere coraggio. "Theo, noi abbiamo bisogno di dirti qualcosa e-"
Theo aggrottò le sopracciglia confuso. "Noi?"
Paul si morse le labbra e lanciò una breve occhiata alla sua destra, verso la porta probabilmente. "Sì, noi" Poi fece un cenno con la testa, spostandosi per fare posto a una donna, che avanzò con aria esitante e se possibile perfino piu' tesa e preoccupata di Paul.

Liam non aveva nemmeno bisogno di chiedersi chi fosse perchè il suo viso, i suoi lineamenti, i suoi capelli... era come guardare Theo allo specchio. Sbarrò gli occhi, scattando a guardare Theo, immobile e pallido, lo sguardo fisso su di lei.

"Che ci fa lei qui?" Theo strinse i pugni, e Liam poteva quasi vederlo tremare dalla rabbia lì accanto a lui
"Ascolta Theo-" cominciò lei debolmente, e al suono della sua voce, Theo divenne ancora piu' pallido, come se avesse avuto la prova che era davvero lì. Che era reale.

"No no no" Theo rise quasi isterico "Non voglio fare questo, non voglio nemmeno sentirti, tu devi andartene via, adesso!"
"Theo..."
"No papà... perchè diavolo l'hai portata qui?" urlò lui.
"E' suo figlio" disse l'uomo debolmente
"Ah sì? Be' anch'io lo sono, ma non si è fatta problemi ad abbandonarmi una volta! Con che faccia ti presenti qui ora?!"

"Tesoro-" La donna cercò di fare un passo avanti, ma trasalì poi al tono carico di rabbia di Theo
"Non chiamarmi così!" Mosse lo sguardo sconvolto tra sua madre e suo padre. "Io- Voglio sapere che diavolo sta succedendo qui!" sbottò poi, cercando di mettere quanta piu' calma nella sua voce.
"Theo... vedi, Nathan-" cominciò Paul.
"Non lui, so benissimo chi è! L'ho visto con la mamma e un altro uomo quando sono andato da lei anni fa!"
"Tu cosa hai-?"
"Non provare a rigirarmi la colpa ora!" Paul si zittì. "Voglio sapere che succede con lei!" Theo indicò con la mano la donna pallida ancora immobile sulla soglia. Stentava quasi a riconoscere in lei la donna brusca e fredda che ricordava dall'infanzia. "Lui è qui perchè ha letto gli inviti , tu... l'hai invitata al tuo matrimonio? E lui.. lui ti conosce! Per tutti questi anni in cui io pensavo che lei ci avesse abbandonato, tu sei stato in contatto con lei?!" chiese incredulo e quasi ferito.
Paul sospirò "Theo, ascoltami, non è questo il modo in cui avrei voluto dirtelo-"
"Aspetta, è questo quello di cui parlavi l'altro giorno con Jenna? Quello che non sapevi come dirmi?" realizzò all'improvviso.
"Stavi di nuovo origliando dalle scale?"
"Non-" Theo fece un gemito frustrato. "Papà! Voglio sapere che diavolo succede! Ora!"

"Theo, non credo sia questo il momento adatto-"
"Paul" Paul si voltò a guardare la donna accanto a lui, che stringeva la cinghia della borsa a tracolla così forte da avere le mani bianche. Lo guardò tremante "Forse ha ragione, lui... deve sapere la verità, solo così potra decidere cosa fare"
"Di che diavolo state parlando?"
"Theo," Lei si voltò verso di lui "Ci sono cose di tutto questo che tu non sai, pensavamo di fare la cosa giusta tenendoti all'oscuro, ma probabilmente abbiamo peggiorato soltanto le cose"
"Quali cose?" Theo chiese subito sconcertato. Nessuno parlò, Theo mosse lo sguardo dall'uno all'altra di nuovo. "Parlate oppure no?!" sbottò.
"Forse dovremmo parlarne... da soli... è una.. cosa di famiglia?" Il suo sguardo indugiò brevemente su Liam che si mosse a disagio dal suo angolo dove stava seguendo tutta la scena con ansia. "Uhm si.. scusate, io posso andare di so-"
"No!" urlò Theo con rabbia, senza distogliere lo sguardo da lei, ma premendo una mano sul petto di Liam per farlo tornare seduto "Liam resta, lui è molto piu' della famiglia di quanto non lo sia tu!" Liam si sarebbe soffermato su quanto quelle parole gli causassero un tale sconvolgimento dentro, se non fosse stato per la situazione allarmante. "Ora parlate e basta!" Theo incrociò le braccia. "Ma niente di quello che dirai mi farà mai cambiare idea su di te!" Guardò sua madre con furia, ma fu suo padre a rispondere, qualcosa simile a disperazione nel suo viso.

"Infatti probabilmente ti farà cambiare idea su di me" disse.

"Che.. che vorrebbe dire questo?" chiese Theo, improvvisamente confuso.

"Theo, devi sapere prima di tutto che tutto quello che ho fatto, io l'ho sempre fatto per te"
"Che.. che cosa hai fatto?" soffiò Theo con voce debole, il panico che finalmente cominciava a farsi sentire.

"Theo" Sua madre fece un passo avanti, fece scivolare la borsa dalla spalla e la posò sul tavolo. "Ascolta, sia io che tuo padre abbiamo fatto delle scelte per cui non andiamo fieri, e alla fine l'unico a rimetterci sei stato tu, anche se non era quello che speravamo. Non ti chiederò di perdonarmi, voglio solo che tu sappia la verità. Ora che sei grande, ora che-"
"Ora che stai finalmente buttandoti il passato alle spalle, e stai andando avanti" completò Paul
Theo rise di nuovo "Per cosa? Per tirarmi di nuovo indietro?"
"No per lasciarlo andare del tutto" rispose Paul.

"Prima però, dov'è Nathan? Non voglio che senta niente di tutto questo" La donna guardò i due ragazzi e Liam si schiarì la gola, prendendo parola dopo tanto. "E' di sopra, in camera mia, davanti ai videogiochi, non credo che riuscirà a sentire qualcosa"
Lei fece un breve cenno poi tornò a Theo. "Tesoro, ascoltami, forse ti suonerà folle, ma... tutto iniziò quando tu avevi due anni. Probabilmente non te lo ricordi, ma all'epoca, io..." esitò "Io aspettavo un bambino"
"Cosa?" chiese Theo stupefatto.

"Si, tu eri piccolo e non ho mai superato il quinto mese quindi non hai mai avuto modo di notarlo, ecco..."
"Che cosa... che cosa è successo?"
"Noi... fummo coinvolti in un.. incidente d'auto. E io- be' ,persi il bambino" C'era qualcosa nella sua voce e nel modo in cui lei guardò Paul che gli disse che quello non era tutto.

"L'incidente... avvenne per colpa mia" disse alla fine suo padre. "Tua madre chiamò perchè la passassi a prendere al lavoro, io ero... stanco per il lavoro e... avevo bevuto un po' quella sera, così mi... addormentai al volante"
"Oh mio dio..." Theo sussurrò. Poi li guardò sconcertato "Ma non capisco.. cosa c'entra questo con-?"
"Quello fu il giorno in cui il nostro matrimonio finì, col tempo divenne impossibile restare insieme. Ma decidemmo di continuare a vivere insieme.. per te. Almeno finchè non saresti stato abbastanza grande da capire la nostra decisione" spiegò sua madre, pallida, come se i ricordi in qualche modo le facessero male. Probabilmente era così.

"Allora cos'è successo?" chiese Theo con stizza. Non ci stava davvero capendo nulla.

Lei si scambiò un'altra occhiata nervosa con Paul che le fece un cenno.

"Io... ebbi dei... problemi... dopo tutto quello che era successo. Passai un periodo brutto, e caddi in depressione. Non ho mai capito quanto a fondo stessi andando finchè non iniziai a bere. E questo peggiorò solo le cose. Io diventai... quasi ossessiva... con te. Ero protettiva in maniera morbosa, e l'alcool peggiorava le cose, al punto che non sopportavo nemmeno l'idea di vederti piangere. Ti volevo forte, come se questo mi desse la sicurezza che non ti sarebbe mai capitato nulla di male... e nella mia mente contorta era disposta a tutto perchè tu lo fossi.. anche... a farti del male io stessa"
"Io non mi sono mai accorto di niente, per mesi, non ero mai a casa e avrei dovuto essere piu' presente, e quello.. è stato il mio primo errore" disse Paul debolmente. "Poi... quando avevi cinque anni, un giorno tornai a casa e ti trovai in salone che piangevi disperato, e capì subito che qualcuno ti aveva... fatto del male... e pensai che non potevamo andare avanti così"
"Tuo padre mi parlò e decidemmo di provare a fare qualcosa... mi feci ricoverare in una clinica specializzata e ci passai dei giorni, ma poi tornavo e tutto ricominciava daccapo, provammo un sacco di volte, fino all'inverno dei tuoi sette anni-"
"Quindi... è lì che andavi ogni volta che partivi?" chiese Theo debolmente.

"Sì, l'ultima volta pensammo che fosse quella buona, però... successe ancora. Bevvi, tuo padre mi colse in fragrante e cominciammo a litigare. Tu eri lì, ed era la prima volta che ci vedevi litigare davvero. Provasti a metterti in mezzo, e io... ti spinsi, Theo, e tu caddi dalle scale." Ormai sua madre stava piangendo, le lacrime che scendevano lentamente sulle sue guance. Theo deglutì "Non dimenticherò mai quel giorno. Volevo proteggerti, invece ero diventata una minaccia per te, eri mio figlio, avrei dovuto tenerti al sicuro e invece ero ciò che ti danneggiava di piu'."
"E'... per questo quindi che te ne sei andata?" chiese Theo a bassa voce.
"Mi feci ricoverare di nuovo, e stavolta decisi di restare, e ci rimasi per molto tempo, ma-" Lei guardò Paul, tesa "-Non è questo il motivo per cui non sono mai tornata"
"Che vuol dire?" Anche Theo guardò suo padre in attesa.

"Quel giorno, dopo l'incidente con le scale, io..." Paul evitò il suo sguardo mentre parlava "Cacciai tua madre di casa, le dissi di non tornare mai piu', la denunciai e chiesi un ordine restrittivo, e avviai le pratiche per assicurarmi che le negassero il tuo affidamento" confessò poi.

Theo non credeva a quello che sentiva. "Che cosa?"

"Non potevo permettere che ti mettesse ancora in pericolo, Theo"
"E così... fammi capire... tu... l'hai cacciata via di casa e basta?!" La sua voce si spezzò. "E hai passato dieci anni a dirmi che se n'era andata e che non sarebbe tornata, quando invece eri tu a tenerla lontana?"
"Theo, tuo padre... ha fatto la cosa piu' giusta..-"
"Qualcuno mi ha mai chiesto cosa ne pensassi?" urlò Theo. Poteva sentire gli occhi bruciargli, e per quanto si sforzò di trattenere le lacrime, era sicuro di star fallendo miserabilmente. "Ero un ragazzino e credevo che mia madre mi odiasse, che non mi volesse... ho passato anni a chiedermi dove avessi sbagliato...! E mi dite ora che tutto questo è stato solo il risultato di una serie interminabile di vostri stupidi errori, delle vostre stupide scelte...?! E io non dovrei arrabbiarmi?!" Theo fece un verso di sdegno, facendo un passo verso la porta, e fermandosi a guardarli un'ultima volta. "Sapete cosa, non voglio avere a che fare con nessuno dei due in questo momento! Non voglio vedere nemmeno le vostre facce!! Io-" Fece di nuovo un verso di frustrazione, zittendosi e uscendo dalla stanza. Un attimo dopo si sbattè la porta d'ingresso alle spalle.

Liam non ci pensò nemmeno un secondo prima di seguirlo, e l'ultima cosa che vide della stanza furono loro due, mentre lei appoggiava la testa contro il petto di Paul, scossa dai singhiozzi, e Paul le cingeva le spalle.

*

"Theo- Theo! Aspetta!" Liam accellerò ancora di piu' il passo riuscendo finalmente a raggiungere Theo che aveva continuato a proseguire diritto senza voltarsi, e lo afferrò per il polso. Theo cercò di liberarsi dalla presa, tirando avanti, intenzionalmente deciso a non guardare Liam, finchè Liam non lo strattonò. "Theo, ti prego-"
Quando finalmente vide il viso di Theo, capì perchè non voleva che lo fermasse. Stava piangendo, le lacrime gli scendevano copiose sulle guance, il labbro inferiore che tremava, mentre tentava di voltare la testa in un tentativo di impedire che Liam lo vedesse. Qualcosa nel cuore di Liam si frantumò a quella vista, mentre senza pensarci due volte tirò Theo in un abbraccio. Sentì Theo sciogliersi tra le sue braccia, mentre si aggrappava alle sue spalle, singhiozzando con la testa nascosta contro il suo collo. Liam lasciò la mano accarezzare il tessuto della maglia di Theo, mentre seppelliva il naso nei suoi capelli, sussurrandogli dolcemente "Shh è tutto okay, ci sono io"

*

Liam tornò pochi minuti dopo sedendosi accanto a Theo sul marciapiede e porgendogli una birra.

Theo, il viso ancora arrossato e gli occhi gonfi, lo guardò curiosamente mentre la prendeva "Una birra?" chiese, divertito.

"Sembravi uno a cui serviva una po' di birra" confermò Liam, stappando la sua.

Theo rise asciutto "Già hai ragione" Avvicinò la bottiglia a Liam in modo da farle scontrare e Liam ubbidì "Be' alle nostre fottuttissime vite" disse con una smorfia.

"Salute" ribattè Liam, portandosi la bottiglia alla bocca.

Caddero in silenzio, e Theo si agitò la bottiglia tra le mani, muovendosi a disagio. "Scusa... per prima, sai... non volevo-" Arrossì leggermente ripensando a quanto a lungo aveva pianto sulla sua spalla.

"Non dovresti, probabilmente te lo dovevo" Liam gli rivolse un sorriso esitante prima di abbassare lo sguardo al suolo. "Sai, vorrei poter fare di piu'... che offrirti una birra... mi sento così inutile in questo momento"

"Non è vero. Non lo sei. Sai, se tutta la tua storia con Scott mi ha insegnato qualcosa, è che in realtà non posso davvero incolparla per quel che ha fatto. Non era quello che voleva, ma è successo comunque. Ma..." Scosse la testa guardando Liam negli occhi "Come posso fidarmi? Come posso sapere che non sparirà ancora? E come posso fidarmi ancora di mio padre sapendo che mi ha mentito per anni? Cosa si suppone che si dovrebbe fare quando scopri che hai costruito tutta la tua vita su una bugia?"

Liam lo guardò e scrollò mestamente le spalle "Ti aggrappi all'unica verità?" suggerì
"E quale sarebbe?" chiese Theo angosciato
"Loro ti amano, hanno sbagliato, ma volevano solo proteggerti. Forse hanno fallito, ma ora hai la possibilità di scegliere come comportarti, niente dipenderà piu' dalle loro scelte, dipenderà solo ed esclusivamente da te"

"Quindi cosa dovrei fare?"
"Forse.. dare a tua madre il beneficio del dubbio? Provare.. a conoscerla? Darle la possibilità di meritarsi il tuo perdono? Dare la possibilità a tuo padre di farsi perdonare? Affrontarli e basta. Quello che hai detto tu di fare a me"

Theo resto in silenzio qualche secondo. "Sai e' piu' facile dare consigli quando non sei tu a doverli seguire" sbuffò Theo

Liam rise scuotendo la testa e tornando poi a guardarlo "Mi prometti che ci penserai però?"
Theo lo guardò, per un attimo, prima di tornare a fissare la strada deserta davanti a se, e se disse di sì fu solo per l'espressione supplichevole e ansiosa dipinta sul viso di Liam.

*

Liam avrebbe voluto dire che Theo aveva seguito il suo consiglio, ma non era così. Anzi, sembrava deciso ad evitare i contatti con entrambi, e se con sua madre sembrava facile, con suo padre non lo era poi così tanto. E l'espressione sul viso di Paul era così triste che Liam avrebbe voluto poter fare qualunque cosa per aiutare, ma non c'era niente che potesse tentare. Quella era una scelta di Theo.
Apprezzò comunque l'impegno che ci mise a mantenere la situazione tranquilla durante la cena di compleanno, e probabilmente anche Jenna lo fece. Sapeva quanto fosse dura per loro, ma quando aveva suggerito di annullare tutto, Theo aveva protestato fortemente.


Il vero problema era che Theo sembrava essere tornato al solito vecchio se chiuso in se stesso. Parlava raramente, e a volte nemmeno mangiava. E Liam era sicuro che saltasse anche le lezioni piu' spesso di quanto volesse fargli credere.

Il 12 Febbraio alla fine mentre erano fuori dagli armadietti in attesa della campanella, Liam lo aveva guardato incerto, chiedendogli se se la sentisse ancora di passare San Valentino fuori dopo tutto quello che era successo. Theo lo aveva guardato e aveva solo scrollato le spalle.

"Un po' di distrazione mi può fare solo che bene, no?" aveva detto prima di chiudere l'armadietto e allontanarsi con un cenno vago.

Qualcosa nel suo petto faceva male al vedere Theo allontanarsi, all'idea che Theo potesse tornare a respingere o allontanare tutti... ad allontanare lui.

Approfitterò della nostra uscita per parlargli ancora, si ritrovò a pensare, mentre camminava distrattamente verso l'aula di Spagnolo. Fu così che sbattè contro qualcuno facendogli cadere tutti i libri. "Scu-scusami!" Alzò lo sguardo mentre si chinava e notò che era Hayden. "Hey!" aggiunse, aiutandola a raccogliere i libri e poi alzandosi.
"Hey" la salutò lei con un sorriso.

"Scusa, ero- un po' sovrappensiero"

"Non preoccuparti, sai ti stavo cercando in realtà" fece lei, prendendo i libri che Liam le porgeva mormorando un
"Sì?"
Hayden si mosse imbarazzata stringendosi i libri al petto "Mi chiedevo se fossi libero... dopodomani?" Il cuore di Liam mancò un battito "C'è una fiera in città e potremmo.. non so, andare insieme?" chiese speranzosa.

"Uhm.. ecco, io-" Liam balbettò imbarazzato cercando di trovare una via d'uscita. Si rendeva conto di essere estremamente contraddittorio, ma non voleva rinunciare a stare con Theo, in questo momento piu' che mai. "Io- ho... già un altro impegno, sì.."
"Ah" Il sorriso di Hayden si afflosciò e Liam capì come sembrava detta così "..con mia mamma, e il padre di Theo... e Theo" si affretto a aggiungere. "Gita di famiglia, è stato il compleanno di mia mamma la settimana scorsa.."
"Ah capisco" Il viso di Hayden sembrò schiarirsi. "Be' allora ... un'altra volta?"
"Sì.. sì certo" disse Liam
"Bene, ora scappo, ho letteratura tra due minuti"

"Okay, ci vediamo a pranzo"
 

Liam sospirò afflitto. Mai come in quelle settimane Liam aveva sentito che la sua vita stesse letteralmente sfuggendo al suo controllo.


*

Theo sapeva che la sua vita era letteralmente sfuggita al suo controllo. Era una settimana che non smetteva di pensare e pensare. Ogni singolo momento, ogni singola parola detta da sua madre o suo padre che avrebbero potuto essere indizio di tutto quello che stava accadendo. Ma niente. Non riusciva a ricordare. Si sentiva come se stesse affogando cercando di aggrapparsi a qualcosa che però non era lì. Si sentiva fottutamente tradito. Questa era la parola. Dalle due persone al mondo che avrebbero dovuto amarlo di piu' per giunta. Aveva sofferto e combattuto l'idea di essere stato abbandonato da sua madre per anni, di non essere stato voluto, ma aveva comunque sempre potuto contare su suo padre. Razionalmente, sapeva che suo padre c'era ancora, che lo amava comunque, e sapeva di amarlo a sua volta, ma l'incertezza si era fatta strada in lui, al punto da mettere in dubbio qualunque altra cosa. Se non poteva fidarsi dei suoi genitori, di chi poteva?

Di Liam. Mi fido di Liam. Una voce nella sua testa gli suggeriva in continuazione, ed era vero. Liam c'era stato per lui, in modi in cui nessuno c'era mai stato, ma... ma c'era un ma.

Questo non era il modo in cui lo voleva. Non sapeva cosa fare con suo padre, non sapeva cosa fare con sua madre, e non sapeva assolutamente cosa fare con Liam. Aveva sempre vissuto con la paura che le persone lo abbandonassero, e ora le tre persone a lui piu' vicine stavano diventando un'ombra confusa. Non sapeva definirle, non trovava il loro posto. E per la prima volta, Theo era stufo di tutti questi dubbi. Per la prima volta voleva solo delle fottute risposte. E per la prima volta, non aveva paura di sentirle. Perchè sarebbero state comunque meno dolorose di tutta questa frustrazione e perenne incertezza. Theo era semplicemente stanco di aspettare.

*

"Hey"

Quando Liam ebbe addocchiato il pick-up di Theo nel parcheggio, vi si era diretto senza esitazione. Una volta chiusa la portiera dietro di se aveva guardato l'altro ragazzo. "Dov'eri? Non ti ho visto nemmeno a pranzo" esclamò allargando gli occhi.

"Sono tornato a casa dopo la terza ora" rispose lui tranquillamente mentre ripartiva.

"Hai praticamente aspettato che mamma e Paul partissero per l'aereoporto e sei tornato a casa?"
"Già"

"Theo" sospirò Liam. "Non vorrei sembrarti moralista, ma dovresti smetterla di saltare la scuola"

"Sì"
"Sì cosa"
"Sembri moralista" fece rivolgendogli un ghigno.

Liam lo guardò male. Sapeva che quello era il suo modo di dire "cambiamo argomento", così sbuffò tornando a guardare avanti.
"Vuoi passare a casa a cambiarti? O andiamo direttamente a questa fiera?"

"Andiamo direttamente. Mi sono cambiato negli spogliatoi della palestra, non volevo perdere tempo" rispose con un sorriso.

Theo rise, premendo sull'accelleratore.

Lo spazio allestito per la fiera era immenso e incredibilmente affollato. Mentre Theo passava due banconote al tipo all'ingresso per i biglietti, Liam si guardava intorno meravigliato. Theo lo guardò trattenendo a stento un sorriso. Certe volte Liam sembrava proprio un bambino.

"Allora, cosa vuoi fare per primo?" chiese passandogli il suo ticket.
"Ho voglia di zucchero filato"

"Okay fai strada"

I due passarono da uno stand all'altro, dividendosi pacchetti di caramelle e noccioline. E Liam dovette trascinare via due volte Theo da degli stands quando rischiò di venire alle mani coi gestori perchè sosteneva che era impossibile che le lattine non fossero cadute quando gli aveva sparato con le pistole a piombini.

"Sono dei fottuti imbroglioni!" gemette per la millesima volta.

"Che ti aspettavi? Devono guadagnare soldi, non ti lascerebbero mai vincere" rise Liam al suo sdegno.

"Qual è il senso allora?"
"Divertirsi?" suggerì Liam con una scrollata di spalle e un sorriso.

"Ti sembro uno che si è divertito a farsi minacciare da strani uomini barbuti?" sbuffò lui, rubando l'ennesima caramella dal pacchetto di Liam.

"A me sembrava che ti divertissi quando gli hai suggerito una tosatura dal tuo toelettatore di fiducia"
"Non so nemmeno cos'è un toelettatore" rise Theo mentre Liam gli dava una spinta leggera sulla spalla. "Forza, cos'altro c'è su quell'opuscolo?" fece un cenno col capo all'opuscolo dell'evento che Liam aveva preso all'ingresso.
"C'è uno spettacolo di magia alle 21, e fuochi d'artificio a mezzanotte"
"E-?"
"E basta, siamo a Beacon Hills, Theo, non a Las Vegas" Roteò gli occhi. "Cosa vuoi fare?"
"Niente spettacolo di magia, sarà senz'altro qualche altro vecchio barbuto che tira fuori un coniglio da un cilindro" sbuffò. "E sarà pieno di mocciosi"
"Okay, niente spettacolo di magia. Uhm... vuoi cavalcare il toro?!"
Theo si voltò a guardarlo con un ghigno. "Ti stai proponendo?"
Liam arrossì violentemente non appena capì l'allusione, voltandosi subito dall'altra parte mormorando un "Smettila di fare l'idiota" tra i denti.

Theo sentì l'ennesimo moto di stizza al gesto, per il modo in cui Liam evitava sempre in un modo o nell'altro ogni suo tentativo di flirt. Stava diventando esasperante.

Mosse lo sguardo nervosamente per la zona circostante finchè adocchiò una di quelle cabine fotografiche a gettoni. Afferrò la mano di Liam tirandolo senza troppi giri di parole. "Andiamo!"
Liam squittì ma si lasciò trascinare fino all'aggeggio. Lo guardò sconcertato. "Vuoi entrare là dentro?"
Theo scrollò le spalle. "Potremmo avere delle foto ricordo" disse semplicemente, e poi lo spinse dentro mentre Liam protestava debolmente "Non c'entreremo in due qua dentro!"
"Cercheremo di entrarci" disse soltanto Theo con un sorrisetto, mentre Liam si premeva contro il fondo per far posto a Theo. Anche così c'erano a malapena due centimetri a separare i loro corpi. "Visto? Siamo dentro" sorrise Theo, mentre Liam sentiva il viso andare in fiamme, facendo di tutto per evitare il suo sguardo.

"Io... non si respira"
"E' per questo che sei arrossito?" Se possibile Liam arrossì ancora di piu'.
"E'- è caldo qui" balbettò cercando di tenere le mani lungo i fianchi per non rischiare di toccare Theo. Il suo cuore minacciava di risalirgli la gola già così.

"Sì lo è" disse Theo in risposta.

"Theo" Liam disse debolmente deglutendo.

"Cosa?"

"Po... possiamo solo fare questa foto?" biascicò imbarazzato

Theo sospirò sconfitto. "Okay okay"

Fecero qualche scatto e alla fine scelsero le quattro piu' decenti, e Liam si affrettò a uscire alla velocità della luce, in cerca d'aria, mentre Theo si fermava a raccogliere le stampe.

"Possiamo dire che siamo carini insieme" fece allegramente, ammirando le foto. Liam si sporse per guardare sopra la sua spalla, il suo cuore che batteva ancora veloce nel petto.
"Po- posso averne due?" chiese timidamente.

Theo lo guardò prima di strappare cautamente a metà la striscia di foto "Ecco a te" disse. Liam le prese fermandosi a guardarle mentre Theo lo superava guardandosi intorno in cerca di altro da fare in attesa dei fuochi d'artificio. "C'è altro che-?" Si voltò verso Liam, zittendosi quando notò che Liam era ancora davanti alla cabina, a guardare le tessere con uno sguardo talmente dolce sul viso che qualcosa tremò nel petto di Theo. Si chiese se Liam si rendeva conto dell'espressione che aveva sul viso in quel momento e di quello che gli stava facendo. Gli mandava talmente tanti segnali contraddittori da farlo sentire come se stesse quasi impazzendo.

"Li-"
"Liam?" La voce di qualcun'altro coprì la sua e sia Liam che Theo alzarono di scatto la testa per guardare Hayden e Tracy in piedi a pochi passi da loro.

Liam sentì improvvisamente il panico salire, quando si ricordò della sua piccola bugia. Hayden lo guardava confusa, spostando poi lo sguardo a Theo che era rapidamente tornato indietro. "Non avevo capito che sareste venuti qui coi vostri genitori" fece lei incerta. Theo la guardò non capendo. "Genitori? Per chi mi hai preso? Non verrei qui con i miei genitori, non ho mica otto anni" sbuffò suonando quasi insultato. Guardò Liam, e notò che aveva di nuovo il viso rosso come un pomodoro. Hayden lo guardò. "Mi avevi detto che avevi un impegno... con i tuoi... per il compleanno di tua madre?"

"Uhm.. io- be', ecco-"
 

Theo guardava Liam sconcertato. Le ha mentito? Per non uscire con lei e uscire piuttosto con me? Il cuore di Theo saltò un battito.

Mi dovevi un bacio.

A proposito di segnali contrastanti.

Non me ne vado se non so se stai bene

Theo strinse le labbra mentre Liam farneticava per trovare una scusa plausibile.

Tu non sei piu' da solo

Non era giusto. Non poteva andare avanti così in eterno.

Non so dove sarei ora senza di te

Aveva bisogno della verità, per una volta nella vita.

Ho bisogno che resti con me

Aveva bisogno di sentirsi dire che era reciproco. Aveva bisogno di Liam.

Liam trasalì quando Theo lo afferrò per una mano tirandolo lontano. Theo si rivolse a Hayden, sconcertata, mentre Tracy rimase del tutto impassibile. "Scusate, ma devo rubarvelo. Abbiamo delle faccende di cui occuparci al momento" disse dando loro solo una veloce occhiata prima di tirare letteralmente via Liam, che non potè che farsi trascinare, accellerando il passo per riuscire a stargli dietro.
"Theo, aspetta- che-"

Non ce la faceva piu' ad aspettare. Non voleva essere egoista, non voleva soffrire. Eppure si era ritrovato comunque a stare male per tutta la vita per scelte fatte da altri. Sua madre che se ne andava. Suo padre che gli mentiva. Suo padre che si risposava. Liam che voleva proteggere sua madre. Dov'era lui in tutto questo? Gli spettava la possibilità di fare una scelta, no? E se avrebbe sofferto comunque, pensò Theo, almeno avrebbe sofferto per le sue scelte.


"Theo- Hey! Fermati!"

All'ennesima protesta di Liam, Theo si fermò voltandosi di scatto verso Liam, che trasalì alla sua espressione evidentemente turbata.

"Li" fece Theo, la voce senza inflessioni, guardandolo fisso negli occhi

"Cosa?" chiese Liam debolmente guardandolo con gli occhi grandi, mentre gli stava in piedi a pochi passi di distanza, in mezzo a una strada deserta a quell'ora della notte, le mani ancora intrecciate tra di loro.


"Sei innamorato di me?"
 

CONTINUA

 



Ciao! Per chi non lo sapesse, i nomi dei personaggi della storia sono ispirati a quelli della serie Teen Wolf, ed è anche coi loro volti che li immagino. Per chi non conoscesse la serie, e volesse dare un volto ai protagonisti, vi allego quest'immagine ^_^

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Capitolo 15
*** Rovinare tutto ***


15. Rovinare tutto


"Sei innamorato di me?"
 

Qualcosa nel cervello di Liam si spense. Non poteva aver sentito bene. Theo non poteva davvero aver chiesto una cosa del genere

"C-cosa?" gracchiò, sentendosi subito imbarazzato per quanto la sua voce suonò ridicolamente acuta, soffiando una risata esterefatta. Doveva essere uno scherzo. Ma mentre Theo avanzava di un passo verso di lui, lasciando andare la sua mano, sul suo viso non c'era nessuna traccia di divertimento. Anzi, Liam non pensava di averlo mai visto così serio.


"Mi hai sentito benissimo, Li" disse deciso, senza mai distogliere gli occhi dai suoi, mentre Liam faceva di tutto per evitarli, gli occhi che saettavano ovunque.

"N-non so di cosa stai parlando..." balbettò. Dio, perchè stava tremando? Il suo cuore batteva in preda al panico contro la sua cassa toracica, e sentiva tutto il suo corpo teso sotto il peso dell'ansia che gli scorreva dentro annebbiandogli la mente.

Questo non doveva accadere. Si presupponeva che non avrebbero dovuto mai parlarne. Perchè Theo l'aveva tirato in ballo? Perchè proprio ora?

"Io-" Fece un passo indietro a disagio, ma Theo lo afferrò rapidamente da una manica come se temesse che potesse scappare. "Dannazione, Li, rispondi solo alla fottuta domanda!" gridò.

Liam trasalì, notando poi con la coda nell'occhio il gruppo di ragazzi che li osservava confusi mentre passava loro accanto. "Stanno litigando?" sentì qualcuno mormorare, seguito da delle risatine. Arrossì ancora di piu', la paura che montava all'idea che qualcuno che li conosceva potesse vederli ora. "Theo.." fece, la voce bassa e supplichevole, cercando di liberarsi dalla presa di Theo sulla sua manica.

Theo lo ignorò "Liam, solo-" Lo tirò ancora più vicino al punto che ormai quasi si toccavano. E lì qualcosa nella mente di Liam scattò. Perchè Theo gli stava facendo questo?!

"Lasciami andare!" sbottò e strattonò il braccio con forza. Probabilmente Theo non si aspettava una reazione così brusca, ecco perchè quando Liam lo spinse via, barcollò all'indietro finendo poi in terra.

Liam non si fermò nemmeno a guardare, in quel momento voleva solo correre via. E fu quello che fece.


"Liam!" provò Theo a chiamarlo, mentre si tirava a sedere. Ma ormai l'altro era già sparito. Theo imprecò, facendo ricadere la testa sulle mani. Si aspettava che sarebbe andata male, ma di certo non così male. Comunque non avrebbe rincorso Liam per tutta Beacon Hills, sicuramente. Intanto sapeva già che prima o poi sarebbe dovuto tornare a casa.

*

Liam non si soffermò a pensarci. In effetti non stava assolutamente pensando a nulla, mentre per istinto scappava verso casa. La sua mente era vuota, solo il suo respiro affannato e il rumore dei suoi passi come compagnia mentre correva per le strade buie e deserte.

Solo quando fu in camera sua e si fu chiuso a chiave la porta alle spalle, lasciò che la realtà lo raggiungesse. Boccheggiò per riprendere fiato, sudore freddo che gli scendeva dalla fronte, mentre la appoggiava contro il legno della porta, prima di voltarsi, scivolando contro di essa fino a sedersi sul pavimento, nascondendo la testa tra le ginocchia strette al petto.

Cosa aveva appena fatto? Aveva rovinato ogni cosa. Theo aveva capito tutto, e gli aveva fatto una sola, semplice e diretta domanda, e lui era scappato. L'aveva spinto via, letteralmente stavolta, ed era scappato, di nuovo. Aveva lasciato Theo da solo in mezzo a una strada buia, nonostante sapesse che brutto momento stesse affrontando l'altro ragazzo. Ma non poteva, non poteva rispondere sinceramente a quella domanda senza compromettere ogni cosa che lui - loro - sua madre, Paul... stavano duramente e lentamente costruendo. Sarebbe bastato un solo e semplice a rovinare tutto. Possibile che a Theo non importasse?

E in quel momento Liam odiava un po' Theo per averlo messo alle strette a quel modo, odiava il fatto che a lui non sembrassero importare le conseguenze, e soprattutto... odiava il fatto che avrebbe davvero tanto voluto dirlo, quel sì.

Liam sobbalzò quando Theo battè forte sulla porta, cercando poi di aprirla, inutilmente.

"Liam, apri questa dannata porta, possiamo parlare?" gridò, e Liam spinse ancora di piu' la testa tra le ginocchia quasi a voler zittire la disperazione che trasudava dalla voce di lui. Ti prego, ti prego, non farmi questo. Pensò Liam. Non poteva chiedergli di scegliere tra lui e sua madre. Tra la loro felicità e quella della loro famiglia. Non era giusto. "Liam..." lo chiamò di nuovo Theo, più debolmente. Liam non rispose, immobile, ascoltando il battito frenetico del suo stesso cuore, cercando di impedirsi di piangere con tutta la forza di volontà che aveva. Ti prego...

Alla fine sembrò che Theo avesse ascoltato la sua supplica silenziosa, perchè passarono parecchi secondi, che divennero minuti, e non si sentiva più volare una mosca in tutta casa. Liam sospirò tremante. Non aveva nemmeno la forza di alzarsi da terra in quel momento. Aveva davvero toccato il fondo, letteralmente.

Finchè poi non sentì un rumore sotto la sua finestra.

Alzò lo sguardo di scatto per guardare ma impiegò qualche secondo di troppo a collegare le cose. Anche perchè, onestamente, non si sarebbe mai aspettato che qualcuno riuscisse a risalire quel muro a mani nude. O che a qualcuno venisse in mente anche solo di farlo, a dirla tutta. Ma a quanto pare non conosceva ancora bene Theo e la sua testardaggine.


Così realizzò cosa stesse succedendo solo quando metà del corpo di Theo comparve sul davanzale.

Liam non era sicuro di cosa volesse davvero fare, mentre si voltava per riaprire la porta. Ma Theo fu piu' veloce – dannati riflessi da lacrosse - e lo afferrò per un braccio voltandolo e spingendolo con forza contro la porta, bloccandolo poi mettendo le mani ai lati del suo viso. Liam riuscì solo a emettere un verso sorpreso, prima di congelarsi in quella posizione, gli occhi fissi sul ragazzo davanti a lui. Il suo cervello si spense, smettendo di cercare vie di uscita. Probabilmente non ce n'erano più.

Anche Theo come lui stava ansimando. Per la fatica, per il panico, per l'adrenalina, non lo sapevano nemmeno loro. Forse un po' tutto insieme. Lo guardò supplichevole. "Smettila di scappare, Li, ti prego, parla con me!" esclamò, quasi disperato.

Liam tremò contro la porta. Non sapeva cosa dire. La gola era chiusa, serrata, gli sembrava di non avere piu' ne' un filo di voce, ne' un briciolo di forza in corpo. Sentiva le lacrime che minacciavano di uscirgli da un momento all'altro.

Perchè doveva sempre essere un tale codardo? "Io-" soffocò, ma si zittì subito. Davvero, la sua voce non voleva collaborare.

In quella posizione poteva sentire il respiro di Theo sul viso, e poteva vedere chiaramente il verde dei suoi occhi, un verde che sembrava quasi oro o grigio alcuni giorni, in un modo che non smetteva mai di affascinarlo, poteva sentire il calore del suo corpo e vedere ogni dettaglio del suo viso, e non potè non pensare che non gli era mai sembrato bello come in quel momento. Che non l'aveva mai sentito tanto vicino, e tanto lontano allo stesso momento come ora.

Theo deglutì, gli occhi che si abbassavano verso le sue labbra, poi parlò, la voce che gli tremava leggermente. "Se.. se mi odi, se non mi vuoi, se non senti nulla... dillo adesso, in questo preciso momento.... perchè ho intenzione di baciarti ora, e stavolta non mi fermerò a meno che tu non me lo dirai esplicitamente"

Liam sentì il cuore accellerare a quelle parole, un brivido di panico e anticipazione che gli percorse il corpo mentre Theo si avvicinava lentamente. Sempre più vicino.

Liam fece un mezzo respiro tremante. Poi le labbra di Theo si posarono esitanti, un solo tocco leggero, sulle sue.

Il suo cervello si zittì. Le palpebre si chiusero tremolanti. Le sue mani, finora abbandonate inutilizzate lungo i suoi fianchi, scattarono istintivamente ad afferrare la maglia di Theo. Poteva essere fatto sia per allontanarlo sia per tirarlo piu' vicino, ma nemmeno Liam stesso sapeva cosa voleva in quel momento. Theo andò con la seconda opzione, evidentemente, perchè allontanò le labbra di appena due pollici, i loro respiri affannati che si mescolarono per qualche battito, prima che si fiondasse di nuovo in avanti, catturando le labbra di Liam in un vero bacio stavolta. E Liam potè solo baciarlo in risposta. Le sue mani si strinsero ancora più forti contro il tessuto mentre Theo si spingeva con tutto il suo corpo contro di lui spingendolo contro il muro.

Per un attimo fu come essere in Paradiso. O almeno Liam immaginava fosse così il Paradiso. La sua mente si zittì, godendosi soltanto la sensazione delle labbra di Theo che lo baciavano con una tale dolcezza e allo stesso tempo con una tale bramosia, come nessuno lo aveva mai baciato in tutta la sua breve vita. Stupidamente si ritrovò a pensare che nessuno lo avrebbe baciato così mai più. Sentiva il suo corpo tremare contro quello di Theo, e quello di Theo tremare contro il suo, in preda a una tensione che si portavano dietro da troppi troppi mesi.

Poi improvvisamente fu come sprofondare all'Inferno.

Mentre le mani di Theo lentamente lasciavano il muro, scivolando sui suoi fianchi, la lingua di Theo che cercava ancora avidamente la sua, le dita che accarezzavano la pelle nuda della sua schiena, fu come se una scarica elettrica lo attraversò da parte a parte, rimettendo in moto i suoi pensieri. Che diavolo stavano facendo? Questo- questo era...


Liam si agitò sotto di lui inutilmente.

"N-mmh- fermo, basta" mugugnò contro le labbra di Theo. Non suonava nemmeno lui troppo convinto. Il panico aumentò. "F-fermati, Theo!" Liam usò la presa sulla sua maglia per spingerlo via del tutto, e Theo barcollò indietro di qualche passo, un'espressione sconcertata sul viso mentre lo guardava con sguardo interrogativo, portandosi distrattamente una mano a massaggiarsi il punto sul petto dove Liam l'aveva colpito. "Co-?"
"No-non possiamo farlo!" gridò allora Liam nel panico, ansimando per riprendere fiato

Lo sconcerto nell'espressione di Theo fu sostituito presto da dolore. Liam deglutì, gli occhi che scivolarono sulle labbra gonfie e rosse di Theo, e lì realizzò che l'aveva fatto lui quello. Pensò nel panico che lui non doveva essere in condizioni migliori e la mano destra scattò subito a coprirsi le labbra. "Non possiamo- è sbagliato!" biascicò.

Theo fece un passo avanti alzando le mani "Li-"
"No! Noi- non possiamo- questo è-" blaterò sconvolto

"Non so nemmeno io cosa fare, Li!" Theo disse in fretta cercando di suonare rassicurante "Pensi che per me sia facile? Però... parliamone, e possiamo trovare un modo per far funzionare le cose..."

"Niente funzionerà... Io-" Liam fece un mezzo respiro cercando di calmarsi "Non posso fare questo a mia madre! Do-dovremmo... solo- dimentichiamoce e basta, ti prego!"

Theo lo guardò sconvolto per qualche istante, prima di fare una risata amara e tornare a guardarlo quasi sprezzante "Non puoi fare questo, Li! Non puoi baciarmi e poi dire che non possiamo farlo!" sbottò, non riuscendo del tutto a tenere la rabbia a bada. "Ti rendi conto di quanto è fottutamente ingiusto?! Tutto quello che hai fatto fino ad oggi è fottutamente ingiusto!"
"Co-?"

"Tu sei stato... un tormento per me in tutti questi anni! Continuavo a prenderti in giro cercando di nascondere a me stesso il fatto che mi piacessi già allora..." Theo sbottò, incapace di trattenersi ormai.
"Cosa?" balbettò Liam, appena udibile. Theo lo ignorò.
"Poi te ne sei andato, sei sparito nel nulla senza nemmeno una parola. E torni cinque anni dopo dicendo di voler essere mio fratello!" continuò Theo con rabbia. "Li, io non riuscirò mai a considerarti solo un fratello"

"E io non posso fare una cosa del genere a mia madre!" gridò. Si rifiutò di soffermarsi sulle altre parole che Theo aveva detto. Era... troppo difficile da gestire ora. E inutile. Era inutile. Non avrebbe portato a niente, lo sapevano entrambi. E allora perchè Theo continuava a-?

"Non puoi sempre mettere il bene altrui davanti al tuo, Liam! Per una volta chiediti... Tu che cosa diavolo vuoi?!"
"Io.. io-" balbettò preso alla sprovvista "Io non lo so! N-non ha importanza quello che voglio io!"
"Come puoi anche solo dirlo?! E non è vero che non lo sai! Lo sai benissimo! Ma continui ad essere un codardo e a scappare dalle situazioni che ti spaventano!"

Liam trasalì al tono furioso di Theo, mentre ogni sua singola parola era come una pugnalata al petto. Digrignò i denti e guardò il ragazzo davanti a lui con rabbia.
"Allora tu? Credi forse di essere migliore di me, signor Tengo-tutti-a-distanza?!"
"Almeno io ci sto provando!"
"Provando a fare cosa? Stai soltanto... rovinando tutto!"


A quelle parole, tutto il corpo di Theo parve afflosciarsi, e ogni traccia di rabbia svanì. Rimase solo qualcosa che agli occhi di Liam assomigliava a dolore, e il suo cuore si strinse all'idea che lui, lui, aveva fatto sembrare Theo così.

"Rovinare? Rovinare? Pensi che sia questo quello che sto facendo?" chiese Theo debolmente, guardandolo e facendo un passo indietro. Liam non rispose, il senso di colpa che lo attanagliava alle parole che aveva detto. Non pensava niente di tutto quello, però... però...

Theo fece uno sbuffo esausto, scuotendo la testa con un sorriso amaro.

Poi lo guardò fisso. "Tu mi piaci Liam, mi piaci davvero..." Il cuore di Liam mancò un battito "-ma al contrario di te io non mi vergogno ad ammetterlo" C'era qualcosa di così stranamente dolce e triste nell'espressione di Theo che Liam sentì letteralmente il cuore andare in mille pezzi e infrangersi al suolo. "Anche in questo momento... probabilmente dovrei odiarti, vorrei davvero poterti odiare, ma non ce la faccio"
"Theo..-" Liam soffocò, un'espressione addolorata sul viso. Doveva sistemarlo....
"Non preoccuparti, hai già espresso la tua opinione perfettamente, e piu' di una volta." lo interruppe, tranquillo, quasi gelido, facendo un altro passo indietro "Non sarò una rovina per te mai più" E con questo si diresse alla porta.

"Theo aspe-" Liam lo chiamò in preda al panico.

Ma Theo uscì, sbattendosi la porta alle spalle con forza senza guardarsi indietro.

Dopo che sentì sbattere anche la porta d'ingresso, Liam rimase lì, immobile, in quel punto, per così tanto tempo che perse la cognizione del tempo, le lacrime che gli scorrevano ormai inarrestabili sul viso. Era finita, stavolta era finita davvero. Aveva fatto un casino. Se qualcuno aveva rovinato tutto, lì, era stato proprio lui. Inghiottì cercando di liberarsi del groppo in gola, inutilmente.

Theo gli aveva dichiarato i suoi sentimenti, nonostante la rabbia, nonostante il suo rifiuto, era stato sincero. Quello che lui non era riuscito ad essere nemmeno per un secondo. E ora era tardi.

Liam si buttò sul letto, e pianse ogni lacrima che aveva in corpo, finchè non si addormentò ancora scosso dai singhiozzi, l'ombra delle labbra di Theo che bruciava ancora contro le sue come fosse un tatuaggio indelebile. E probabilmente ormai lo era.

*

Theo guidava per le strade buie, senza nessuna meta, lasciando che il respiro, il battito si calmassero sempre di piu' ad ogni chilometro. Non poteva restare in quella casa. Non ora che anche Liam gli aveva voltato le spalle.

Stai soltanto rovinando tutto!

Quelle erano le parole che avevano fatto più male. Theo strinse la presa sul volante, cercando di non farsi sopraffare dalle emozioni. Aveva sempre tenuto lontano tutti, aveva sempre preferito stare solo piuttosto che lasciar entrare le persone, per non dare a nessuno la possibilità di ferirlo... e l'unica volta in cui si era sentito pronto a volerlo fare, stava rovinando tutto? Era davvero così? Forse doveva solo accettare il fatto che lui non era fatto per i sentimenti e basta. Facevano schifo in ogni caso.

Ma la cosa peggiore era che non riusciva davvero ad avercela con Liam. Sapeva a cosa andava incontro, sapeva quanto Liam tenesse a sua madre e a questa famiglia, ma aveva voluto rischiare. Era pronto al rifiuto. Era pronto a farsene una ragione. Quello che odiava era il fatto che Liam avesse lasciato che lo baciasse nonostante gli avesse dato la possibilità di fare una scelta prima. Si sentiva come se l'avesse... illuso, dandogli una speranza - per una volta - e uccidendola subito dopo. Era come se improvvisamente qualcuno gli avesse strappato via la terra da sotto i piedi.

Scosse la testa tra sé e sé cercando di riordinare i pensieri. Cosa avrebbe dovuto fare ora? Tornare a casa e fingere di non essere innamorato della persona con cui avrebbe passato fianco a fianco probabilmente gran parte della sua vita? Stare in quella casa e fingere con suo padre e Jenna che tutto andasse bene? Fingere che non li incolpasse un po' nel profondo per quella loro scelta? Perchè loro potevano essere felici e loro due no? Perchè il destino aveva avuto uno strano modo di giocare con le loro vite? Li aveva fatti rincontrare, in due dei momenti più decisivi della loro vita, li aveva fatti avvicinare, li aveva fatti crescere e migliorarsi a vicenda.. e ora li stava facendo allontanare.

Non era per niente giusto. Ma le cose era queste. Doveva trovare un modo per conviverci. Liam non avrebbe mai cambiato idea, per quanto ci sperasse, non sarebbe mai successo. Doveva solo accettarlo.

Theo trasalì quando si rese conto dov'era, gli occhi che scivolarono sul cartello di Benvenuti a Riverside mentre lo sorpassava. Normalmente non avrebbe mai pensato una cosa stupida come 'forse era destino' ma ultimamente tutto quello che era successo l'aveva reso tendenzialmente più superstizioso. Forse poteva... seguire il flusso, in ogni caso la giornata era finita male. Peggiorare sarebbe stato impossibile.

Così zittì ogni protesta nella sua mente e svoltò bruscamente a destra al bivio seguente. Ricordava ancora la strada come se l'avesse percorsa soltanto ieri.

*

Theo non si aspettava che qualcuno gli aprisse davvero. Dopottutto erano comunque quasi le 23, ed era il giorno di San Valentino. Avrebbero potuto benissimo essere fuori casa. Non era nemmeno certo in cosa stesse sperando, finchè poi la porta si aprì, rivelando la figura snella e scarmigliata di sua madre in vestaglia che lo guardò con un'espressione di pura sorpresa. "Theo, che fai qui?" chiese, e non sembrava affatto turbata o arrabbiata. Semmai... speranzosa.

"Io... scusa- non... non sapevo dove altro andare" mormorò, tentennando sulla porta.

Qualcosa nell'espressione di lei mutò, sembrando ora preoccupata, ma non fece domande. "Vuoi entrare? Stavo proprio per farmi una tazza di camomilla" disse soltanto.

Theo annuì a labbra serrate, entrando esitante quando lei si fece da parte tenendo la porta aperta.

"Vieni, andiamo in cucina." fece a bassa voce. "Nathan sta dormendo e non vorrei svegliarlo" Theo non disse niente, seguendola soltanto per il corridoio.

Theo si sedette immobile e in silenzio mentre sua madre toglieva il bollitore dal fornello, versandone il contenuto in due tazze e aggiungendo lo zucchero, prima di prenderle e raggiungerlo. Fece scivolare una tazza verso di lui prima di sederglisi di fronte.

Theo la osservò esitante prima di prenderla tra le mani, fissando il liquido ambrato al suo interno. Era arrivato fin lì ma onestamente non sapeva nemmeno lui perchè. Aveva sentito il bisogno di fuggire, nascondersi per un po', ma forse allo stesso tempo voleva altre risposte. Ma in quel momento non sapeva davvero cosa dire.

Lei restò a guardarlo per un po', poi prese un sorso di liquido bollente e finalmente parlò. "Dopo la settimana scorsa non pensavo saresti mai venuto, sai?"
"Nemmeno io" disse subito. Poi si schiarì la gola a disagio.

"Ma ci speravo in realtà." Theo non disse nulla. "Ho parlato con tuo padre" fece lei dopo qualche altro secondo.
"Sì mi sembra di capire che è una cosa che fate spesso" mormorò lui in risposta, non riuscendo a nascondere del tutto il risentimento nella sua voce.

Lei sospirò. "Lo so che sei deluso e arrabbiato, e hai tutte le ragioni, Theo... ma... non dovresti prendertela con tuo padre. Lui ha sempre fatto tutto per te" Theo si mosse a disagio alle sue parole "Non è forse così?"
"Sì... sì è così..." sospirò alla fine "ma- lui ti ha allontanata quando avevi bisogno, come fai a non avercela con lui?" chiese allibito.
"Non è stato tuo padre ad allontanarmi, ma la mia auto-distruzione. Ora che vedo le cose con la mente lucida, posso dire con certezza che Paul mi ha soltanto salvata. E ha salvato te."
"Io non capisco... perchè aspettare così tanto per dirmi la verità?" Theo chiese con una punta di amarezza. "Ho passato anni... infernali... avrei avuto bisogno di sentirmi dire che non ero stato abbandonato... che... non era colpa mia..."
"Mi dispiace se ti abbiamo fatto sentire così, tesoro, ma... tu hai mai detto a tuo padre che era così che ti sentivi?"

Theo trasalì. Non era una domanda che si aspettava. In effetti non lo aveva mai fatto. Anche perchè... "Non è che lui me ne abbia mai dato modo, non c'era praticamente mai!" protestò.

Era vero in parte, ma non potè evitare di sentirsi in colpa a dire quelle parole. Non era colpa di suo padre se si era chiuso in se stesso, soffocando i suoi stessi sentimenti per mantenere intatta la maschera di indifferenza dietro cui si era nascosto.

Lei lo guardò pensierosa, prima di posare con un tintinnio la tazza sul tavolo e alzarsi, facendo sobbalzare Theo "Ti farò vedere una cosa" disse soltanto, prima di dirigersi in salone. Theo confuso la seguì con lo sguardo fino alla libreria, dove si chinò tirando fuori un libro voluminoso. Poi tornò accantò a lui, posandoglielo di fronte e tornando a sedersi. "Cos'è questo?"
"Aprilo" rispose lei facendogli un cenno.
Theo la guardò brevemente prima di concentrarsi sull'oggetto, aprendolo lentamente. Non era un libro, era un album fotografico. E una accanto all'altra, c'erano tantissime foto che decoravano ciascuna pagina. Alcune non erano più incollate e ora vagavano libere. Theo guardò a bocca aperta ogni foto che lo ritraeva, sfogliandolo. Passando dalle foto delle elementari, le recite scolastiche, i tornei di baseball e le gite di famiglia. C'erano foto vecchie con suo padre e altre con sua madre. C'erano foto coi suoi nonni, e alcune foto con Josh e la sua famiglia quelle volte in cui erano andati tutti insieme in campeggio o a pescare. Poi c'erano foto più recenti. Delle partite di lacrosse, altre foto con Josh in camera sua mentre giocavano ai videogiochi, foto con il pick-up di quando aveva appena preso la patente...

"Perchè hai tutte queste foto?" chiese sconcertato, mentre continuava a sfogliare.

"Tuo padre ha continuato a raccoglierle tutto questo tempo e me ne portava un po' ogni volta che veniva a trovarmi... e mi raccontava di quello che facevi, del lacrosse e della scuola e dei tuoi amici... Ogni volta che parla di te, i suoi occhi brillano. Devi ricordarti che lui è molto orgoglioso di te, Theo, e ti ama più di ogni altra cosa. Forse a volte non lo dimostra, ma... dovresti capirlo, perchè da quel che mi sembra di aver capito, tu sei esattamente come lui" concluse con un sorriso affettuoso
Theo arrossì leggermente, tornando a guardare le foto. "Avrei voluto che me lo avesse detto qualche volta."
Lei sospirò ancora, bevendo un altro sorso. "Avremmo tutti dovuto dire tante cose, ma sai.... la vita è strana, e certe volte diventa difficile dire quello che pensiamo, o fare la cosa giusta"

Theo riflettè, mordendosi le labbra. "Sai, sto cominciando a pensare che forse non c'è affatto giusto e sbagliato. Papà ti ha allontanata, ma l'ha fatto per proteggermi, e per impedire a te di fare qualcosa di male. E tu ti sei allontanata da noi, ed è stato orribile, ma forse è stato anche per il meglio. Ognuno aveva le sue ragioni, e ha fatto quello che doveva fare, a volte sbagliando, a volte facendo giusto, ma... credo che in fondo la colpa non sia di nessuno" Theo scrollò le spalle, poi tornò a guardare l'ultima pagina dell'album, e trasalì.

Allungò la mano per prendere una delle foto, ancora non incollata e la sollevò davanti agli occhi. Ritraeva lui e Liam seduti sul divano la sera della cena di Natale. Ricordava Jenna che li chiamava dicendo loro di voltarsi per fare una foto. Il Theo nello scatto ghignava con il braccio sinistro attorno alle spalle di Liam e la mano destra sollevata, probabilmente per indicare a Liam Jenna, mentre Liam lo guardava irritato, per qualcosa che gli aveva detto sicuramente e che ora non ricordava più. Qualcosa nel suo stomaco si contorse dolorosamente alla vista. Sarebbe stato più facile se tutto fosse rimasto così. Era quello che Liam voleva, quello che continuava a fare.

Ma era una bugia. E Theo aveva smesso di nascondersi dietro a bugie costruite per far sì che la vita continuasse tranquillamente. Avrebbe voluto sapere dall'inizio la verità su sua madre e suo padre, se lo avesse saputo forse tutto sarebbe stato diverso ora. E ora allo stesso modo non avrebbe continuato a nascondersi per altri mesi, o forse anni, dietro l'illusione che potesse essere per Liam solo un bravo fratello. Lo avrebbe – li avrebbe – solo fatti soffrire ancora di più.

"Ora che abbiamo parlato di questo-" Sua madre interruppe il filo dei suoi pensieri "Ti va di dirmi cosa ti ha portato qui veramente? So che non riguarda tuo padre, visto che lui è partito ore fa con Jenna per il Messico."

Theo trasalì, stringendo istintivamente la presa sulla foto che teneva ancora in mano e deglutì, alzando lo sguardo su di lei. Sentiva davvero il bisogno di dirlo ad alta voce. Come se farlo avesse potuto aiutarlo a buttarlo fuori, ad andare avanti.

Deglutì ancora "Ho fatto un casino" disse soltanto, sentendo di nuovo il panico salire all'idea di quello che era successo appena un'ora prima.

Lei lo guardò con le sopracciglia aggrottate in un'espressione preoccupata. "Cosa è successo?"
Theo si morse le labbra cercando le parole giuste "Ho finito per provare... sentimenti... per l'unica persona per cui non avrei dovuto" ammise tranquillamente, e si sorprese di non provare alcun imbarazzo ad ammetterlo.

"Come potrebbe essere negativo amare qualcuno, tesoro?" chiese lei scettica, con un mezzo sorriso.

Theo sospirò, prima di far scivolare lentamente la foto verso di lei sul tavolo. Lei la guardò senza prenderla, prima di alzare gli occhi, spalancati, su di lui. "Oh tesoro"

"L'ho baciato, e lui mi ha respinto. Mi ha detto che non possiamo fare questo a papà e Jenna. E... ha ragione. Lo so che ha ragione. Solo..- è così ingiusto! Non so più che cosa fare, mamma, so solo che non posso tornare a casa adesso" sospirò di nuovo, portandosi una mano tra i capelli.

"Andrà tutto bene tesoro." Lei si alzò mettendoglisi alle spalle e stringendogli una spalla con fare rassicurante. "Sappi che se vorrai, ogni volta che vorrai, le porte di questa casa saranno sempre aperte per te. E mi troverai qui. Anche solo se sentirai il bisogno di insultarmi, andrà bene comunque"

Theo fece uno sbuffo divertito, poi la guardò. "Grazie, credo.. che accetterò l'offerta per stanotte. Stavo già pensando di dormire nel pick-up e l'idea non era molto allettante."
"Non sia mai che tu debba dormire in auto. Purtroppo però.. dovrai accontentarti del divano, tesoro"
"Direi che va più che bene"

*

La mattina seguente Theo si svegliò dolorante al suono di voci ovattate e stoviglie sbattute. Poi qualcuno si schiarì la gola.

"Ti chiederei chi sei, ma sai... ho sentito così tanto parlare di te che giurerei di conoscerti quasi come fossi mio fratello" osservò una voce femminile, facendogli spalancare gli occhi. Nel breve istante che seguì, ricordò dov'era e cosa era successo la notte precedente e scattò a sedere, trovandosi faccia a faccia con una ragazza dai lunghi capelli scuri seduta sul tavolino di fronte al divano.

Theo la guardò storto "Chi cazzo sei tu?"
Lei sollevò le sopracciglia. "Scortese, è l'effetto appena svegliato o sei sempre così?" chiese divertita.
"E' sempre così" rispose una voce più acuta da dietro di lui. E Theo si voltò per vedere Nathan che entrava in salone portando una ciotola di latte e cereali.

"Ragazzi, non molestate il nostro ospite" fece sua madre entrando in cucina con un piatto di ciambelle. "Tu, scendi da quel tavolino" ammonì poi la ragazza, che roteò gli occhi saltando a sedere. E buttandosi accanto a Theo che la guardò ancora confuso. "Comunque io sono Tara" disse lei lanciandogli un'occhiata. "E tu sei Theo, o almeno spero, perchè altrimenti vorrebbe dire che la mamma ha degli hobby discutibili"
"Tara!" sbottò lei, mentre Tara rideva.

"Che voleva dire, mamma?" chiese Nathan con la bocca piena di cereali.

"Voleva dire che tua sorella vuole essere messa in punizione fino ai suoi vent'anni" disse leggermente lei.

Lui la guardò sconcertato poi sospirò esasperato dando una scrollata di spalle "Ah l'ho sempre detto io che è scema"

Tara gli tirò un cuscino del divano che lo colpì diritto in testa "Mamma!" protestò lui.

"Oh mio dio" lei gemette, prima di ricomporsi. "Okay Tara, porta tuo fratello agli allenamenti di baseball, ti prego"
Tara gemette. "Ma non può farlo papà?!"
"E' dovuto andare in clinica stamattina, quindi niente discussioni" fece lei ferma.

Tara sbuffò. "E' stato un piacere Theo" disse con un sorrisetto, poi si alzò dirigendosi verso le scale, passando dietro a Nathan e scompigliandogli i capelli. "Muoviti, nano"
Nathan gemette e guardò Theo "Ora mi capisci?" Poi si alzò e la seguì senza aspettare risposta.

Theo tornò lentamente a guardare sua madre un po' preso alla sprovvista. "Scusali, non sanno come ci si comporta con gli ospiti" Lei roteò gli occhi e Theo fece un mezzo sorriso prima di alzarsi. "Vuoi una ciambella?" chiese lei "Serviti pure, ti prendo del caffè."

Quando lei tornò. Theo aveva avidamente divorato la sua colazione e aspettò che lei gli versasse una tazza, prima di chiedere. "Il loro.. loro padre.." Perchè suonava strano dire tuo marito "...è un dottore?"
"Già.. lui..." Lei tornò a sedersi "Lui era il mio medico curante, sai.. in clinica... ci siamo conosciuti così... e..." Si fermò a disagio "L'altra sera hai detto che sei venuto qui una volta... e... ci hai visti. Immagino tu abbia pensato che io tradissi tuo padre" Theo non rispose ma distolse lo sguardo. "Voglio che tu sappia che io amavo tuo padre e non avrei mai fatto nulla del genere. Tutto quello che è successo, è successo quando tra noi era finita, questo te lo giuro, tesoro"

Theo annuì lentamente "Sì.. sì.. ora lo so"

"Cosa farai ora? Tornerai a casa?"
"Sì.. insomma... devo" Theo scrollò le spalle.

"Okay, ma... ricorda quello che ti ho detto ieri, ok?" Lei allungò una mano posandola sulla sua e stringendola.

"Sì.. sì.. me lo ricorderò"

*

Quando Liam si svegliò quella mattina, si sentiva letteralmente a pezzi. Uscendo lentamente dalla stanza, guardò verso la porta di Theo, ancora spalancata com'era ieri. Evidentemente non era tornato per niente a casa. Deglutì, chiedendosi che fine avesse fatto. Avrebbe voluto avere il coraggio di scrivergli e sapere almeno se stava bene. Ma non ce l'aveva.

Così entrò in bagno e si chiuse a chiave dentro. Guardò il suo riflesso nello specchio, trasalendo al suo viso pallido, dove spiccavano gli occhi ancora rossi e gonfi per le lacrime versate la sera prima. Distolse lo sguardo, voltandosi per aprire la doccia, e spogliandosi in fretta, buttandosi sotto il getto d'acqua senza nemmeno aspettare che si riscaldasse.

La testa gli scoppiava, mentre pezzi della sera prima gli tornavano in mente, il senso di colpa che gli montava dentro, facendogli contorcere lo stomaco dolorosamente. Poggiò la fronte contro le piastrelle gelide della doccia prendendo un respiro mentre l'acqua gli scorreva addosso.

Cosa avrebbe dovuto fare ora? Con che faccia, con quali parole avrebbe dovuto affrontare Theo quando sarebbe tornato? Come potevano sistemare tutto questo?

Liam sollevò la testa verso l'alto inspirando e espirando di nuovo. Riusciva in qualche modo a sentirla ancora, la pressione delle labbra di Theo sulle sue, il ricordo delle sue mani sulla sua pelle nuda. Era abbastanza da fargli girare di nuovo la testa. E riusciva ancora a vederla, l'espressione ferita sul suo viso quando lo aveva spinto via. L'espressione dolce e stanca quando gli aveva detto 'mi piaci, mi piaci davvero'. Il suo cuore accellerò al solo ricordo.


Non gli aveva nemmeno risposto. Non era stato capace di rispondergi, sì, mi piaci anche tu, ma non possiamo farlo. L'aveva solo spinto via dopo averlo baciato. Theo doveva odiarlo ora. Dovrei odiarti, vorrei davvero poterti odiare, ma non ce la faccio. Il cuore di Liam saltò ancora.

Non si era mai sentito così disgustato da se stesso come in quel momento.

Improvvisamente sentì qualcuno risalire le scale e dei passi nel corridoio. Liam si bloccò, il cuore che gli martellava nel petto, in trepidante attesa. Ma Theo non lo chiamò, non lo cercò. Sentì i suoi passi dirigersi in camera sua e la porta chiudersi.

Non sapeva cosa fare. Sapeva solo che il suo cuore faceva terribilmente male.

*

Se in qualche modo, Liam aveva sperato che le cose sarebbero migliorare col passare dei giorni, dovette ricredersi. Perchè la situazione non fece altro che peggiorare. Parlavano a malapena quando erano davanti a Jenna e Paul, quel tanto che bastava per non farli preoccupare o spingerli a fargli delle domande in proposito, perchè non avrebbero potuto dar loro una risposta sul perchè le cose erano così tese improvvisamente tra loro. Ma quando erano soli, era come se l'altro non ci fosse. Se si incrociavano nei corridoi fingevano di non vedersi. Liam usciva prima ancora che Theo scendesse in cucina e prendeva l'autobus. Quando Theo non aveva il lacrosse, e andava diretto a casa, passava il pomeriggio a casa di Scott o da Mason. Theo smise di pranzare con loro, in effetti smise del tutto di venire in mensa, e una volta Liam sentì Alec chiedere a Nolan perchè mai il ragazzo mangiasse al campo di lacrosse. Per quanto fossero bravi a non farsi scoprire dai loro genitori, i loro amici erano tutt'altra cosa. E Mason fu il primo a fargli domande.

"Cosa è successo con Theo?" chiese un giorno mentre lo riaccompagnava a casa.

"Cosa-? Perchè- dovrebbe essere successo qualcosa?" chiese sulla sua difensiva.

"Per favore Liam, eravate praticamente inseparabili fino a due settimane fa e ora non vi guardate nemmeno in faccia! Cosa ha fatto? Se ha di nuovo-"
"Niente di tutto questo, è- abbiamo solo discusso, ma- si sistemerà, prima o poi" si affrettò a dire Liam, sentendo una stretta al petto.

Evitava Theo perchè non sapeva cosa dirgli, come comportarsi. Quindi la sua soluzione come al solito era semplicemente scappare. Ma questo non voleva dire che non gli mancasse, o che non soffrisse per come erano andate a finire le cose. Solo pensare a quanto erano stati felici fino a pochi minuti prima di tutto quel casino, era come una pugnalata. E sarebbero potuti essere ancora più felici, se Liam avesse risposto onestamente a quella dannata domanda. Ma non poteva farlo. Liam poteva solo continuare a ripetersi di star facendo la cosa giusta. Meglio che soffra io, piuttosto che la mamma, lei ne ha già passate troppe. Si ripeteva.

Ma diventava sempre più difficile crederci, ogni giorno di più.

*

Theo sapeva di non poter fingere che tutto andasse bene. Come poteva tornare a ridere, a scherzare e parlare con Liam come se nulla fosse accaduto tra di loro? Sapeva di dover mantenere una facciata con Jenna e suo padre, ma per il resto, era come se fossero due sconosciuti. Liam lo evitava, e lui faceva altrettanto. Forse con il tempo sarebbe stato utile per dimenticare. Come si dice? Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Ma probabilmente stava fallendo, visto che nonostante tutto, quando chiudeva gli occhi, la prima cosa che vedeva era il sorriso di Liam quando rideva delle sue stupide battute. Visto che era la prima cosa a cui pensava quando apriva gli occhi la mattina. Visto che, le poche volte in cui erano vicini, l'unica cosa a cui sapeva pensare era la sensazione delle sue labbra sulle sue, del suo corpo premuto contro il suo. E faceva male. Theo non si aspettava che avesse potuto anche solo lontanamente fare tanto male.

Doveva trovare una soluzione.

*

La soluzione venne per Theo un giorno di Marzo, poco prima delle vacanze di primavera. Era una cosa a cui pensava da un po', ma che solo ora aveva cominciato a prendere in considerazione veramente. Sapeva che poteva essere una cosa affrettata, e che era spinto soprattutto dal bisogno di prendere le distanze da Liam, ma sentiva che doveva farlo. Quindi ora doveva solo parlarne con suo padre.


Quel sabato quando rientrò in casa dopo essere stato da sua madre, si guardò intorno. Poteva sentire lo stereo acceso in camera di Liam, ma lo ignorò dirigendosi nello studio. Bussò piano entrando poi senza aspettare una risposta. Suo padre alzò lo sguardo dai suoi documenti, togliendosi gli occhiali e posandoli sulla pila di fogli. "Hey" lo salutò lentamente.

"Hey, possiamo.. parlare, papà?" chiese esitante.
L'uomo lo guardò sospirando. "So cosa vuoi dirmi, lei mi ha chiamato proprio ora"
Il cuore di Theo sobbalzò in preda all'ansia. "So cosa penserai, ma- papà, sento che è qualcosa che devo fare, io- non sarà per sempre!"
"Penso che dovresti farlo" disse lui e Theo lo guardò come se gli fossero cresciute due teste.
"Se-seriamente?"
"Sì.. sì" sospirò. "Theo, non abbiamo... davvero parlato di tutto questo, io e te... so che sei arrabbiato e io non ti biasimo-"
"No- aspetta, papà" Theo lo fermò facendo un passo avanti. "La mia decisione non ha a che fare con te, io.. non ce l'ho con te. E non ti odio. Non potrei mai farlo. Tu mi hai cresciuto da solo, e so che a volte sono insopportabile, ma mi piace pensare che hai fatto un buon lavoro"
Paul sbuffò una risata. "Sì.. credo di averlo fatto"
Theo si mosse sui suoi piedi, cercando le parole. "In realtà, sono io che dovrei scusarmi. Per averti evitato di recente, e soprattutto... per averti fatto pensare che fossi il tipo di persona con cui non potevi parlare, papà" Paul lo guardò sorpreso. Theo fece un respiro arrossendo "So che non te lo dico spesso, però... ti voglio bene" Paul lo guardò ancora più sconcertato prima di esplodere in un sorriso. "Ti voglio bene anche io, paperella"
"Oh dio" Theo gemette. "Ritiro tutto, ti odio. E odiavo quel nomignolo anche quando avevo sei anni, te l'ho mai detto?"
"Più volte, ripetutamente, seguito da insulti, sì"

"Bene, dovresti apprezzare la mia recente neo-maturità perchè come vedi non ti sto insultando ora" scherzò. Paul rise, alzandosi dalla sedia girevole e raggiungendo Theo, posandogli le mani sulle spalle.

"Tornando a quello che dicevamo, io... sono con te, so che è la cosa migliore, e so che te lo meriti, quindi io non protesterò"

Theo fece un debole sorriso "Grazie papà"
"Posso abbracciarti o il tuo momento di dolcezza è già finito?" chiese poi con un sorrisetto.

"Dura ancora qualche altro secondo, quindi sbrigati" disse soltanto rispecchiando il suo stesso sorriso.

"Uh sei un tale idiota" disse Paul affettuosamente tirandolo in un abbraccio paterno. Theo rise contro la sua spalla abbracciandolo in risposta. Quando si separarono, Paul lo guardò con un sorriso. "Be' magari ora vuoi-"
"Sì... vado, ti lascio lavorare. A dopo papà"
"A dopo figliolo"

Theo uscì dallo studio con un mezzo sorriso ancora sul volto, cominciando a risalire le scale. Era andata meglio di quanto si aspettasse. Ora doveva soltanto...


Sentì dei passi bloccarsi improvvisamente e alzò lo sguardo per vedere Liam che scendeva le scale in quel momento. Lo vide trattenere il respiro prima di forzarsi a riprendere a camminare, con lo sguardo basso. Theo sospirò, guardandosi intorno mentre radunava il coraggio. "Aspetta, Liam" lo chiamò senza voltarsi. Sentì Liam fermarsi qualche gradino più in giù. Si voltarono insieme guardandosi ansiosamente.
"Cosa c'è?" chiese Liam debolmente.

"Possiamo parlare?" Il cuore di Liam saltò un battito mentre si guardava intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno. Ma Jenna era a lavoro e Paul era chiuso nel suo studio al lavorare. "Per favore" aggiunse Theo con un leggero tono di supplica. Liam lo guardò facendo un mezzo respiro prima di annuire debolmente.

Theo scese un gradino andando verso di Liam che trasalì. Theo si fermò. "Volevo solo dirti che... la smetterò." Liam lo guardò confuso per un attimo "So che non posso forzarti. E so quello che provi per tua madre, e... quanto tieni a tutto questo... e io-" Theo sospirò esausto, passandosi una mano tra i capelli, prima di guardare Liam dolcemente e fare un altro passo avanti. Stavolta Liam non fece nulla. Continuava solo a guardarlo in attesa. "Questa famiglia a cui tu tieni così tanto... io non la voglio rovinare" sospirò alla fine. Il cuore di Liam vacillò nel suo petto, mentre una sottile speranza che tutto potesse tornare apposto si faceva largo a tentoni in lui. Ma poi Theo abbassò lo sguardo scuotendo leggermente il capo "Ma non posso farne parte"

E il cuore di Liam sprofondò, giurò quasi di poterlo sentire abbattersi al suolo e frantumarsi in mille pezzi. "Cosa?" respirò sconvolto, il battito che accellerava, guardandolo, mentre Theo ora faceva di tutto per evitare il suo sguardo.

"Non posso starti vicino sapendo quello che provo" disse Theo debolmente. "E mi rendo conto che mette a disagio anche te, e prima o poi loro se ne accorgeranno"

"Io- io non capisco, cosa intendi dire?" Liam insistette, il panico che saliva nella sua voce, tremante, come se fosse sul punto di piangere.

Theo continuava a non guardarlo. Scrollò solo le spalle, un piccolo sorriso triste sul viso "Ho seguito il tuo consiglio. Ho deciso di dare un'altra occasione a mia madre. E quindi io-" Theo incrociò finalmente i suoi occhi, e vide il momento preciso in cui qualcosa si ruppe in Liam non appena parlò "Mi trasferirò da lei"

CONTINUA

 

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Capitolo 16
*** Nessun diritto di piangere ***


16. Nessun diritto di piangere

 

Theo se ne stava andando.

Quelle parole rimbalzarono per un po' nella testa di Liam prima di affondare del tutto. Lo guardò allibito per un attimo, il cuore che pompava violentemente, prima di riuscire a ritrovare la voce. "Tu... ti trasferirai... da lei?" ripetè lentamente, quasi non capendo, parole come cenere sulla sua lingua. Theo non rispose, chinò solo il capo. Liam lo guardò sembrando quasi distrutto, mordendosi le labbra prima di chiedere ancora. "E lo fai per me o per lei?"

"Lo faccio per me stesso!" disse velocemente Theo, e probabilmente si rese conto che era suonato un po' duro perchè sospirò, dando una scrollata di spalle e ammorbidendo il tono, proseguendo impassibile "Devo darle il beneficio del dubbio, no? Sono parole tue. E almeno così non dovremo più fingere con nessuno che vada tutto bene. Ti renderò più facile ignorarmi, non sei contento?"

Liam lo guardò aspramente allargando le braccia "Pensi che sia questo quello che volevo?! Ho odiato ogni singolo istante di queste due settimane!" sbottò, cercando di non alzare troppo la voce in modo che Paul non lo sentisse.

Theo incrociò le braccia lasciandosi andare a una risata sarcastica "Oh non mi sembrava che lo odiassi quando ti giravi dall'altra parte appena mi vedevi o quando uscivi di casa prima che perfino mi alzassi per non rischiare di incontrarmi"

"Cosa avresti voluto che facessi?!" esclamò Liam con veemenza e disperazione nella voce. "Io-"

"Niente. Non voglio che tu faccia niente, Li" Theo lo guardò stringendo gli occhi, prima di voltarsi per tornare in camera sua. "In ogni caso, me ne andrò, presto non sarò più un tuo problema, non preoccuparti"

"Non è-" Liam fece per risalire un gradino, ma si distrasse al rumore della porta dello studio che si apriva. Paul fece capolino guardandolo.

"Oh Liam per fortuna sei qui, non è che mi porteresti un caffè? Questo lavoro mi uccide-" Paul lo guardò curiosamente. "Cosa facevi?"

"Ah" Liam si voltò di scatto verso il punto dove era Theo, ma dove ora non c'era più nessuno. Tornò a guardare Paul, forzando un sorriso. "Niente- niente, io..- ti faccio subito quel caffè"

"Grazie, figliolo" Paul gli sorrise sparendo di nuovo all'interno del suo studio.

Liam sospirò afflitto lanciando un'ultima occhiata alla cima delle scale, prima di riprendere a scenderle.

Non sei un problema. Era quello che avrebbe voluto dire a Theo, che fino ad ora, anzi, era sempre stato, in ogni momento, la sua soluzione, a qualunque problema o difficoltà si fosse trovato davanti.

Theo era diventato il suo punto fermo, la sua ancora, il suo salvagente... e ora che si stava allontanando, Liam si sentiva perso. In qualche modo, l'idea di non avere Theo accanto era qualcosa che non era veramente affondata in lui fino a quel momento.

Theo se ne sta andando.

Ed era anche colpa sua. Anche se Theo non l'avrebbe mai ammesso. Ma era soprattutto colpa sua.

*

Theo passò gran parte delle vacanze di primavera a spostare le sue cose dalla sua stanza a casa di sua madre. Avrebbe potuto farlo in pochi giorni, ne era consapevole, ma in qualche modo preferì temporeggiare, prendendo le cose con calma. Così per la prima settimana si alternò tra lo stare a casa e lo stare da lei, e dentro di sè si ripeteva che lo faceva solo per rendere graduale il cambiamento a suo padre, ma sapeva in fondo che anche per lui quello era un grande passo.

E si vergognava in parte ad ammetterlo, ma nel profondo sperava che in qualche momento Liam lo avrebbe fermato e gli avesse chiesto di non andare. Una speranza vana probabilmente, perchè la domenica in cui ammucchiò le ultime cose sul suo pick-up, mentre Jenna e Paul stavano in piedi sul vialetto abbracciandolo e salutandolo tra mille raccomandazioni, Liam rimase semplicemente a osservarli – avvilito – dalla sua finestra.

"Mi raccomando, fai attenzione e scrivimi quando arrivi" disse Paul stringendolo. "E chiama per qualunque cosa"

Theo rise contro la sua spalla "Sto andando a cinque chilometri da qui, non dall'altra parte del mondo, papà"

"Sono comunque troppi" mugugnò Paul separandosi da lui.

Jenna gli rivolse un sorriso, abbracciandolo poi a sua volta. "Non ci credo che te ne stai davvero andando" fece lei con una smorfia triste "Chi sarà ora il mio piccolo aiutante in cucina?"

"Credo che dovrai insegnare a Liam a cucinare, finalmente" scherzò lui.

"Assolutamente no"

"Basterà ricordarsi di nascondere i tappeti quando è in giro" sbuffò, osando alzare lo sguardo verso la finestra di Liam. Liam si ritrasse rapidamente dietro la tenda. Mentre Jenna rideva dandogli un buffetto, Theo si morse il labbro. "Salutatelo da parte mia" disse esitante.

"Vado a chiamarlo se vu-"

"Non c'è bisogno, noi-" si affrettò a dire "ci vedremo comunque domattina a scuola, sarebbe stupido salutarci, no?" cercò di minimizzare, soffocando tutta la delusione e la tristezza che sentiva.

"Be' meglio che vada ora..." fece esitante facendo un passo indietro.

"Mi raccomando-" cominciò Paul.

"Sì sì ti chiamo appena arrivo, e prima di andare a dormire, e quando mi sveglio" sbuffò Theo affettuosamente.

"Bravo ragazzo" Theo rise voltandosi verso il suo pick-up e aprendo lo sportello. Lanciò d'istinto un'altra rapida occhiata alla finestra di Liam, ma si sforzò di distogliere lo sguardo salendo in macchina e mettendo finalmente in moto.

E' ora di andare avanti, Theo.

Liam restò a guardare Theo che salutava Paul e sua madre, lo stomaco aggrovigliato e una sensazione spiacevole che gli montava dentro. Fu sul punto di uscire e raggiungerli almeno cinque volte, ma alla fine quando Theo montò in macchina e partì, sospirò e basta, buttandosi sul letto. Voltò la testa verso destra, lo sguardo che si spostava dal peluche posato sul suo comodino e che Theo gli aveva regalato settimane fa, alle fototessere che aveva incastrato al bordo di una cornice e che ritraevano lui e Theo sorridenti. Una fitta di dolore lo attraversò.

Gli sarebbe mai passata? Mentre ascoltava il silenzio di una casa vuota, e le lacrime minacciavano di uscire ancora, Liam si rispose da solo. No, non sarebbe passata.

*

Le cose non andarono meglio per Liam nei giorni seguenti. La notte non riusciva a dormire sonni tranquilli, e quindi la mattina continuava a dormire oltre la sveglia, o a perdere puntualmente l'autobus, arrivando a scuola costantemente in ritardo. Avrebbe chiesto a sua madre di lasciargli provare a prendere la patente, se non avesse ben in mente la sua espressione quella volta che era finito nella sua aiuola mentre provava a fare retromarcia nel vialetto. Il suo primo e ultimo tentativo di guidare.

Le cose non erano migliori per lui a scuola. Parlava a malapena con Theo, e ora perfino Hayden lo evitava dopo quella bugia. Ma era consapevole di non potersi lamentare con nessuno se non con se stesso. Stava affondando lentamente e inesorabilmente nella metaforica fossa che si era scavato da solo. Liam sapeva perfettamente che se si trovava in quella situazione era solo colpa della sua perenne incertezza e esitazione. Non era stato capace di essere onesto e diretto, né con Theo né con Hayden. Continuava a mentire a Mason quando lui gli chiedeva cosa ci fosse che non andava, continuava a fingere che tutto fosse okay con Jenna e Paul. Ma a quel punto Liam sentiva di essere finito talmente tanto a fondo da non sapere più nemmeno come provare a uscirne.

Quindi poteva solo continuare a ripetersi giorno dopo giorno che stava facendo la cosa giusta e che no, non gli mancava affatto Theo. Non gli mancava parlare con lui, scambiarsi stupidi messaggi, o litigare per la tv a cena. Non gli mancava quel sorrisetto divertito ma in qualche modo affettuoso con cui lo guardava ogni volta che diceva o faceva qualcosa di stupido. Non gli mancava il modo in cui Theo lo guardava quasi come se gli leggesse dentro. Non gli mancava la sensazione delle labbra morbide di Theo sulle sue, che a volte gli sembrava ancora di sentire. No, Theo non gli mancava affatto.

Ma più i giorni passavano, più era difficile ignorare la stretta al petto che sentiva ogni volta che per caso incrociava gli occhi di Theo, e Theo distoglieva lo sguardo, o quando non si scambiavano nulla di più che un misero saluto. Era difficile ignorare il modo in cui si sentiva la sera quando si ritrovava a casa da solo e si voltava per commentare per abitudine qualcosa che aveva visto o letto, incontrando però solo il silenzio.

In qualche modo aveva la sensazione che Theo gli fosse stato portato via. A casa, a scuola... ovunque. Ma poi si ricordava che quella era stata una sua scelta. Non poteva aspettarsi che tutto sarebbe rimasto come prima tra loro due, non dopo aver rifiutato in quel modo i sentimenti che Theo gli aveva dimostrato così apertamente.

Me lo merito. Non ho nessun diritto di piangere ora.

*

A Theo mancava Liam. Ma aveva deciso di mantenere la promessa e restare alla distanza a cui Liam lo teneva. Non avrebbe più forzato i suoi sentimenti su di lui, non solo nel rispetto della decisione di Liam, ma anche nel rispetto di se stesso. Quel costante struggimento stava diventando fin troppo doloroso. E il rifiuto era ancora una ferita aperta, al punto che era preferibile restare in disparte, quasi ad amarlo in silenzio, perchè almeno nel silenzio non avrebbe potuto esserci rifiuto. O un'altra falsa e vana speranza che Liam potesse cambiare idea. Theo era arrivato al punto che non avrebbe potuto sopportare più nessuna delle due cose.

E poi al momento aveva ben altri problemi a cui pensare.

Appena una settimana dopo, Theo si era scoperto tremendamente a disagio nello stare in una casa che non era la sua, e con persone che erano principalmente degli sconosciuti. Tutti lo avevano accolto a braccia aperte, è vero, e nessuno gli faceva mancare nulla, ma per esempio avvertiva qualcosa di profondamente sbagliato nel signor Morgan – o Adam, come lui gli aveva chiesto mille volte di chiamarlo, e come lui non riusciva a fare – che la mattina gli porgeva i soldi per il suo pranzo. Era un'azione stupida, e banale, ma che Theo non riusciva ad accettare. Non poteva nemmeno chiedere soldi a suo padre, sapeva che Paul non glieli avrebbe negati, ma era una questione di principio. Aveva voluto prendere le distanze. Ritagliarsi il suo spazio. Fare questo passo. Quindi ora doveva assumersene la responsabilità. Semplice.

E quando poi sua madre sganciò la bomba, la sua esigenza di trovarsi velocemente un lavoro non fece altro che aumentare.

"Boston?" chiese allibito guardando sua madre seduta davanti a lui.

"Già, Adam ha avuto una cattedra all'università di Harvard per il prossimo semestre"

"Ma Boston è letteralmente dall'altra parte del paese..." fece Theo sbattendo le palpebre.

"E' qualcosa che Adam ha sempre desiderato. Aspetta da anni questa possibilità. E sarebbe una grande opportunità anche per Tara, sai, lei vorrebbe studiare medicina..." rispose lei, rigirandosi la tazza di caffè tra le mani

"Non l'avrei mai detto" mugugnò Theo. "Quindi..." la guardò un po' sconcertato, picchiettando col dito sul tavolo "Vi... vi trasferirete?"

"Theo" Sua madre si sporse sul tavolo. "Voglio che tu sappia che l'offerta è valida anche per te. Puoi venire con noi, se lo vorrai"

Theo non rispose. Rimase a guardarla decisamente preso alla sprovvista. Non era una cosa che si aspettava minimamente. "Io.. io non lo so. È qualcosa di... grosso" disse, con gli occhi spalancati.

"Non so se hai mai pensato al college, ma dovrai comunque andartene prima o poi. Non c'è molta possibilità in una città piccola come la nostra. Si tratterebbe solo di accorciare i tempi" rispose lei esitante.

In realtà, Theo non aveva mai pensato al college. O almeno non seriamente. Era una cosa ancora lontana, da affrontare tra un paio di anni se tutto sarebbe andato bene, non nell'immediato futuro. Lui e Josh avevano già programmato un viaggio on the road per l'estate dopo il diploma. E a volte aveva pensato di prendersi un anno sabbatico, lavorare e guadagnare soldi per poter pagarsi gli studi da solo.

"Quando dovreste partire?"

"A Giugno, non appena Tara e Nathan finiranno la scuola"

"E il matrimonio di papà?" chiese ad un tratto allarmato. Non era sicuramente il problema piu' grosso della questione, ma fu l'unica cosa che riuscì a chiedere.

"Saremo solo a un volo di sette ore di distanza, non sarà un problema tornare qui quel giorno" Lei gli sorrise incoraggiante. "Promettimi solo che ci penserai.. è...- sarebbe una grande occasione per te, tesoro"

"Io- non lo so" Theo si morse il labbro nervosamente "Io- ci penserò, te lo prometto"

Quello che metteva in ansia Theo era il fatto che da quel giorno aveva iniziato seriamente a pensarci. A pensare a come sarebbe stato andarsene finalmente da quella città piena di brutti ricordi, ricominciare e lasciarsi tutto alle spalle.

Così si ritrovò una domenica di fine marzo in piedi di fronte al bancone di un bar del centro, una donna sulla quarantina, i capelli raccolti in uno chignon, che lo scrutava attentamente dall'altro lato.

"Hai mai lavorato in un bar?" chiese lei senza troppi giri di parole.

"Onestamente? Mai. Ma sono uno che impara in fretta" assicurò tranquillamente.

Lei lo scrutò prima di guardarsi intorno con un mezzo sospiro. "Ci servirebbe proprio un aiuto maschile in realtà... scaricare le merci, spostare i tavoli..."

Theo si sarebbe accontentato anche solo di spazzare il pavimento, se si fosse trattato di guadagnare qualche soldo. Non fece in tempo a farglielo notare, però, che la donna fu affiancata da una giovane ragazza, lunghi capelli biondi, non troppo più grande di lui, che posò bruscamente una ciotola piena di cubetti di ghiaccio sul lavabo prima di lanciare un'occhiata inquisitrice a Theo. "Onestamente non metterei uno come lui sul retro, capo. La sua faccia dovrebbe stare in prima linea, potrebbe davvero farti guadagnare un sacco di clienti, non so se mi spiego..." fece rivolgendogli poi un sorriso malizioso e scrutandolo da capo a piedi.

Theo avrebbe riconosciuto quel tipo di sguardo ovunque. Le cose si fanno interessanti

"Be'..." Theo rispose al sorriso con una scrollata di spalle. "Potete mettere la mia faccia dove volete"

La ragazza, il cui cartellino diceva Amber, ridacchiò "Quindi? A te la parola capo"

La donna scosse la testa divertita. "Okay, per ora sei in prova. Amber ti mostrerà quello che devi fare"

"Agli ordini!" fece lei con un sorriso, mentre la donna spariva sul retro e lei tornava a guardare Theo. "E solo perchè tu lo sappia..." fece sporgendosi sul bancone "...anche il resto del tuo corpo non è male...?" Lasciò la frase in sospeso e Theo rise allungando la mano "Theo"

"Be', Theo, io sono Amber" rispose con un sorriso ancora piu' grande. "Vieni, ti faccio fare un giro"

Theo fece un sorrisetto seguendola. Era abituato all'effetto che faceva sulle persone, in particolar modo sulle ragazze. Be' almeno, se il lavoro fosse andato male, avrebbe potuto guadagnarci altro. Gli avrebbe fatto decisamente bene un po' di svago.

*

Quel venerdì quando Liam entrò in mensa adocchiò subito Mason seduto da solo a pochi passi dall'ingresso. Lo raggiunse rapidamente, sedendoglisi di fronte., con un sospiro esausto. Mason lo guardò curiosamente.

"Dove diavolo eri? Non c'eri a Spagnolo"

"Mi sono svegliato tardi, di nuovo" mugugnò, avvilito, buttando la zaino sulla sedia accanto.

"Di nuovo? Amico, è la terza volta questa settimana" Mason alzò le sopracciglia divertito nella sua direzione.

"Ieri non è stata colpa mia" sbuffò Liam, aprendo la borsa e tirando fuori il suo pranzo, roteando gli occhi. "Quel dannato autobus continua a passare in anticipo e io continuo a perderlo!"

"Nessun autobus passa mai in anticipo" constatò Mason con una risata. "Sai, dovresti semplicemente prendere la dannata patente, amico"

"Sì, dillo a mia madre" Liam roteò di nuovo gli occhi stavolta mestamente "L'ultima volta che ho provato a guidare la sua auto nel vialetto... sono finito nella sua aiuola. Non è stata molto contenta"

"Per questo esistono le scuole guida" Mason ridacchiò esasperato.

"Dov'è Corey?" Liam decise di ignorarlo. Mason fece un cenno con la testa alla sua sinistra "E' al tavolo con la squadra, a quanto pare quest'anno spetterà a loro organizzare il ballo di primavera"

Liam lo guardò sgranando gli occhi. "Il ballo di primavera? E quand'è?" Se n'era completamente dimenticato.

"Il mese prossimo. Subito dopo la gita, ricordi? Che, comunque, sarà indimenticabile. Lo sai chi sarà il nostro accompagnatore? Il coach!" Mason lo guardò come uno che aveva appena vinto alla lotteria

"Non vedo l'ora" mormorò Liam poco convinto, mentre lanciava uno sguardo al tavolo della squadra, spostando gli occhi da Corey a Nolan e infine posandosi su Theo che rideva tranquillamente insieme a due dei suoi compagni. Liam deglutì quando Theo girò lo sguardo verso di lui facendo contatto visivo. Stavolta Liam non distolse lo sguardo continuando a fissarlo a labbra serrate, finchè non fu proprio Theo a voltarsi da un'altra parte, tornando a ridere come se niente fosse assieme a tutti altri. "Immagino che stiate ancora litigando..." fece Mason all'improvviso attirando la sua attenzione. Liam tornò a guardarlo vedendo che anche lui aveva seguito il suo sguardo. Non rispose, muovendosi a disagio e scartando semplicemente il suo panino. Mason continuò a fissarlo. "Mi dici che è successo? Al punto da non darti più nemmeno un passaggio...?" chiese, sinceramente confuso.

Liam continuò a evitare il suo sguardo concentrandosi sul cibo. "Io- No- cioè, noi.. lui- non vive più con noi" sospirò alla fine. Come se gli pesasse ammetterlo.

Mason sbattè le palpebre nella sua direzione "Cosa?"

"Sua madre è riapparsa, è stata una cosa un po' improvvisa, e lui- be' sta facendo un tentativo con lei" riassunse Liam senza far trapelare troppi particolari.

Mason lo guardò sconcertato. "Da quando?" chiese poi soltanto.

Liam scrollò le spalle. "Vive da lei da una decina di giorni"

Mason boccheggiò sconcertato allungandosi sul tavolo e dandogli uno schiaffo sul braccio "Diavolo, perchè non mi dici mai niente, amico!!"

"Che cosa dovevo dirti?" protestò Liam ridendo cercando di allontanarsi dalle sue mani

"Non sto scherzando! Sono il tuo migliore amico no? E non mi hai detto nulla né di Scott, né di Theo... ancora non so nemmeno perchè avete discusso... e poi non parliamo di Hayden!"

"Hayden cosa?" chiese Liam imbarazzato.

"Amico, ti prego! Pensi che non mi sia accorto che la eviti come la peste da quasi un mese? E onestamente anche lei non è da meno... che diavolo è successo?"

Liam arrossì "Niente- è solo che- le cose si sono un po' complicate" farfugliò Liam.

"Sai, io non te lo chiedo perchè voglio impicciarmi, ma solo perchè se non so nulla, non posso aiutarti" fece Mason un po' mesto, scrollando le spalle. "Avrei voluto starti accanto con Scott, e vorrei poterti consigliare su Hayden, e mi piacerebbe sapere se devo finalmente prendere a calci Theo oppure no-"

Liam rise a malincuore. "Non ce ne sarà bisogno-" Sono io quello che dovresti prendere a calci.

"Ha fatto qualcosa? Non sarà di nuovo per quello che è successo alle elementari?" insistette Mason "Perchè sai, se è così, devo dirti che avevi ragione. Dopo aver visto come si è comportato con te in questi ultimi mesi, devo ammettere a malincuore che non è poi così male. Anzi, credo finalmente di aver avuto la prova che quello che pensavo cinque anni fa fosse giusto" concluse compiaciuto.

Liam lo guardò inarcando le sopracciglia. "E sarebbe?"

Mason scrollò le spalle tranquillo "Che Theo aveva solo una cotta per te"

"Cosa?" provò a dire allarmato ma il risultato fu solo un colpo di tosse strozzato mentre gli andava di traverso il boccone.

"E sai, credo ce l'abbia ancora, in realtà" continuò Mason senza battere ciglio.

Liam afferrò la bottiglia d'acqua togliendogli il tappo e bevendo un grosso sorso. "Mase- che dici?" soffiò, sentendosi arrossire e guardandosi intorno freneticamente. "Amico- no- non è così!" si affrettò a dire a bassa voce.

Mason ridacchiò. "Perchè ti agiti tanto? Non ci sarebbe nulla di male, no?"

Liam lo guardò esitante "E' il mio fratellastro" gli ricordò corrugando la fronte.

Mason fece un cenno con la mano. "Teoricamente sì. Ma non avete mica legami di sangue, non siete veramente parenti"

"Be'- que- questo non- è-insomma-" Liam arrossì ancora di più e Mason ridacchiò "Calmati, era tanto per dire, non è che stavo dicendo che te lo devi sposare. Anche se... mmh, sareste davvero una coppia interessante..-"

"Mase!"

"Okay okay, la smetto" Mason scosse la testa, la risata che si affievoliva sul viso mentre guardava Liam, impegnato a fissare imbarazzato il suo panino quasi come se volesse potercisi nascondere dentro. "Quello che intendevo..." riprese poi seriamente. "E' che puoi parlare con me, di qualunque cosa, ok?"

Liam alzò lo sguardo su di lui esitante. Mason lo stava fissando con una strana espressione determinata, e lui riuscì solo annuire preso alla sprovvista "O-Okay?"

Quando il suo cellulare squillò, si affrettò a prenderlo come via di uscita dalla conversazione. Gemette quando lesse l'sms che gli aveva mandato sua madre.

"Cosa?" volle sapere Mason alzando un sopracciglio.

"La mamma ha ritirato oggi dalla lavanderia le ultime cose di Theo e mi ha chiesto di portargliele"

"Credevo avessi detto che era tutto apposto tra di voi" osservò Mason malizioso.

"Sì.. cioè si, ma- cavolo, come pensa che dovrei arrivare a Riverside? A piedi?" sbuffò Liam

Mason scrollò le spalle. "Be' posso darti un passaggio io, nessun problema"

"Davvero? E Corey?"

"Corey ha la pratica oggi in ogni caso."

"Anche Theo allora"

Mason parve preso alla sprovvista. "Oh be' allora possiamo farci qualche partita ai videogiochi da te, e passare da Theo non appena finiscono gli allenamenti?" suggerì speranzoso.

"Oh.." Liam lanciò un'occhiata veloce al tavolo della squadra, dove Theo era preso dallo scrivere sul suo cellulare, e poi tornò con un sospiro a Mason "O-okay, facciamo così"

*

"Hey amico!" Theo stava rapidamente recuperando le sue cose dall'armadietto, quando Josh lo raggiunse dandogli una pacca sulla spalla. "Hai qualche piano per dopo? Che ne dici se andiamo a farci un giro? O ci facciamo una bella partita da me? È un po' che non ti faccio il culo ai videogiochi"

Theo lo guardò sembrando quasi dispiaciuto. Quasi. Perchè se qualcuno avrebbe fatto il culo a qualcuno ai videogiochi qui, quello era lui a Josh e non il contrario. Però era un bel po' che non passavano un pomeriggio insieme, e strano a dirsi, anche Josh gli mancava, ma... "Scusa, amico, ma ho da fare oggi"

"Uh?" Poi Josh guardò l'orologio, prima di tornare a guardare Theo confuso. "Non dovresti essere agli allenamenti ora?"

"Non oggi" Theo gli rivolse un sorrisetto "Ho un appuntamento"

Josh lo guardò impassibile "Un appuntamento" ripetè lentamente. "Intendi che ti vedi con qualcuno per scopare..." dedusse, alzando poi le sopracciglia nella sua direzione.

"Una cosa del genere" Theo scrollò le spalle con noncuranza.

"Dio, era ora, stavo cominciando a preoccuparmi che il vero Theo Raeken fosse stato rapito e tu fossi solo un qualche replicante" soffiò Josh battendogli drammaticamente sulla spalla. "E forza, spara, chi è?"

"Una tipa che lavora con me"

"Woh, vuoi seriamente farlo con una tua collega? Potrebbe causarti problemi, no?"

Theo si sistemò la borsa sulla spalla "Non preoccuparti, 'senza legami', è stata lei stessa a dirmelo, quindi... no problem"

"Puoi presentarmela?" chiese subito Josh alzando un sopracciglio nella sua direzione, mentre uscivano dalla porta principale. Theo scoppiò a ridere, spingendolo via. Josh rise a sua volta. "Be' ci vediamo domani mattina, eh! Buona scopata, Raeken" gli urlò dietro sogghignando.

Theo continuò a ridere facendogli il medio senza nemmeno guardarlo.

*

Quello che Theo voleva era proprio una distrazione, una via d'uscita dai suoi pensieri incasinati, e sì, forse aveva anche bisogno di scopare. Era da Dicembre – da quando aveva realizzato di provare sentimenti per Liam – che non andava a letto con qualcuno. Non aveva nemmeno voglia di perder tempo a corteggiare – come diceva Josh. Ne aveva bisogno, e ne aveva bisogno adesso. Fortunatamente lui e Amber sembravano essere sulla stessa lunghezza d'onda. Theo si sarebbe soffermato a chiederle se magari avesse anche lei bisogno di dimenticare qualche stronzo che l'aveva ferita, ma non ne ebbe modo. Amber lo stava già baciando prima ancora che avesse tempo di chiudersi la porta di casa dietro di sé. Rispondendo al bacio con altrettanta veemenza, Theo allungò una mano a caso dietro di sé per chiudere la porta. Prima ancora di sentirla sbattere, Theo sentì le mani di Amber scivolargli sotto la maglia, tirandogliela sopra la testa. Emise un gemito contro le sue labbra, spingendola contro la parete. Non poteva essere da meno, no?

Theo fece scivolare le mani sulle sue cosce sollevandola da terra e lei gli cinse automaticamente la vita con le gambe,mentre lui continuava a baciarle le labbra e il collo, la pressione del suo corpo contro quello di lei come l'unica cosa che la teneva in piedi. Le slacciò rapidamente i bottoni del vestito che indossava, togliendolo rapidamente e lanciandolo da qualche parte. Amber gemette sulle sue labbra, allontanandosi, le mani intorno al suo collo e guardandolo con un mezzo sorriso. "Siamo soli?" volle sapere.

"Sì"

"Di sopra?"

"Di sopra"

Continuarono a baciarsi inciampando sulle scale e per il corridoio, e in un attimo furono nella stanza di Theo. In realtà nella stanza di Nathan, in cui Theo dormiva al momento, e Theo non potè che essere grato che fossero tutti fuori quel fine settimana, perchè sarebbe stato difficile da spiegare altrimenti.

Amber lo spinse - senza troppa grazia - sul letto (di Nathan) per poi mettersi a cavalcioni su di lui, riprendendo a baciarlo famelicamente. Mentre la sua schiena colpiva il materasso, Theo cercò di lasciarsi andare al momento, di chiudere letteralmente il resto del mondo fuori dalla stanza, come si era prefissato di fare. Posando le sue mani sui suoi fianchi, tirò Amber più vicino, mentre lei spostava le labbra a baciargli e leccargli il collo. Theo inclinò la testa indietro per lasciarle spazio e lo sguardo indugiò sulla scrivania in un angolo.

Per un momento gli sembrò di vederlo lì. Liam. Come quella volta con Tracy. I suoi occhi blu che fissavano dritti verso di lui.

Non pensare a lui. Pensò con stizza, mentre con un gesto rapido e impaziente invertì le loro posizioni, premendola contro il materasso con un altro bacio. Ricordava quanto era stato facile con Tracy fingere che ci fosse Liam con lui, ma ora, mentre baciava Amber, non riusciva a fare paragoni. Non solo perchè ora sapeva il sapore che avevano le labbra di Liam, il modo in cui baciava, la sensazione del suo corpo tra le sue mani... ma perchè... be'... perchè non ci riusciva, Liam era Liam. E nessuno sembrava poter competere.

Non pensarci, Theo. Non pensare a lui. C'è una bella ragazza qui solo per te, non osare...-

Poi la sua mente infida gli presentò l'immagine di Liam che faceva esattamente quello che stava facendo lui con qualcun altro, e ad un tratto tutto quello che sentì fu nausea. Nausea e disgusto. Si irrigidì e Amber dovette aver colto la sua esitazione perchè si tirò indietro per guardarlo. "Tutto okay?" ansimò, le labbra gonfie e il rossetto sbavato.

Theo anche stava ansimando, poi sospirò afflitto. "Io... mi dispiace, non...non posso farlo-" Senza dire altro rotolò su un lato, sdraiandosi accanto a lei.

Amber restò per un attimo senza parole, sbattendo le palpebre al soffitto "Wow" sussurrò poi dopo qualche secondo "Questo non mi era mai capitato" fece quasi colpita.

Theo si lasciò andare a una risatina nervosa "Immagino che i ragazzi non ti dicano spesso di no"

"Uhm di solito no, ma per esperienza se un ragazzo lo fa, vuol dire che... c'è già una ragazza?" Voltò la testa a guardarlo esitante.

"No nessuna ragazza"

"Allora un ragazzo?" lo incitò lei con un sorrisetto.

Theo non rispose, ma lei probabilmente lesse il suo silenzio, perchè sospirò tirandosi a sedere "Allora? Che ha fatto? Ti ha mollato?"

"No" Theo si morse le labbra "E' il mio fratellastro"

Lei sgranò gli occhi "Be' questo sì che fa schifo" Theo la guardò, ancora quasi aspettandosi che lei gli tirasse un pugno o qualcosa del genere "Immagino che allora sia unilaterale?" chiese invece lei.

"Qualcosa del genere" rispose Theo mestamente. "Io.. mi dispiace per-"

"Non preoccuparti, come ho detto 'niente legami', ma mi sembra evidente che tu sia legato a qualcuno. E a me non piace fare sesso con qualcuno che mentre lo fa, pensa a qualcun altro" rispose lei con una scrollata di spalle.

"Quindi ora che si fa?" chiese Theo esitante. Quella era decisamente una situazione nuova per lui.

"Io sto morendo di fame" rispose lei con enfasi.

Theo rise. "Be' vado a vedere cosa offre la casa allora" rispose alzandosi e cogliendo l'occasione per allontanarsi. Aveva bisogno di riorganizzare i pensieri. Era arrivato al punto che non riusciva nemmeno a guardare qualcun altro senza vedere Liam, come diavolo poteva sistemare una cosa del genere?!

"Ah Theo-" Theo si voltò sulla porta a guardare Amber seduta a gambe incrociate sul letto, un'espressione tranquilla sul suo viso. "Lui sarebbe fortunato ad averti"

Theo sorrise mesto in risposta. "Non sono più sicuro che sia vero" disse prima di voltarsi.

*

Liam esitò sul vialetto per quasi cinque minuti prima di prendere una decisione. Lanciò un'ultima occhiata alla macchina di Mason parcheggiata qualche centinaio di metri più su e prese un respiro. Passò accanto al pick-up di Theo che era l'unico nel vialetto, e la borsa appesa alla sua spalla non era l'unica cosa che sentiva pesare su di sé. Cosa avrebbe detto Theo? Lo sapeva che sarebbe venuto lui? Forse gli avrebbe chiesto di restare? Il suo cuore pulsava velocemente, in preda all'ansia. Deglutì e poi suonò il campanello prima di farsi venire altri dubbi. Qualche secondo dopo sentì dei passi dietro la porta. Mentre questa si apriva, Liam alzò lo sguardo. Quello che si trovò davanti però non era qualcosa che si aspettava...

*

"Quindi- devo ipotizzare che la tua intenzione sia di lasciarmi morire di fame?" fece la voce di Amber mentre entrava lentamente in cucina qualche minuto dopo.

Theo chiuse il frigorifero riemergendo solo con una bottiglia di succo. "Scusa, non ho niente in frigo. Solo..." Aprì un cassetto estraendo un pacchetto di patatine e lanciandolo sul tavolo. "Patatine"

"Fortuna che io sia stata previdente e ho appena ordinato due pizze allora" rispose lei afferrando il bicchiere che Theo le porgeva. "Paghi tu ovviamente"

"Ah si?" Theo le lanciò un'occhiata divertita aprendo il pacchetto di patatine.

"Mi hai lasciato in bianco, devi offrirmi una pizza" rise lei.

"Funziona così?" Theo alzò un sopracciglio divertito, prima di stringere gli occhi verso di lei "E perchè poi hai la mia felpa addosso?"

"Girare per casa con i vestiti di un ragazzo è uno dei motivi principali per cui le ragazze fanno sesso, non puoi togliermi anche questo. E..." Lei fece una smorfia "Potrei non sapere dove sono i miei vestiti"

Theo rise, tastandosi poi le tasche per cercare il cellulare. Lo estrasse notando che aveva ricevuto un messaggio da... Jenna?

"Quindi... quando torneranno i tuoi?" lo distrasse Amber. "Sto per fare davvero una pessima figura? Perchè in quel caso lo vorrei sapere"

"Non preoccuparti, sono fuori fino a tardi." Theo sapeva solo che Nathan aveva una partita fuori casa, e che sua madre e Tara sarebbero andati con lui.

"Buono a sapersi" rispose lei allegramente, allungando una mano per prendere un'altra patatina. Sobbalzò quando suonò il campanello, scattando in piedi subito dopo "Oh questo deve essere il fattorino" E si fiondò alla porta.

"Vai ad aprire così?" gli gridò dietro Theo ridacchiando incredulo, mentre sbloccava il telefono per leggere il messaggio di Jenna. Sbattè per qualche secondo le palpebre al messaggio.

Liam passerà più tardi a portarti una borsa con le tue ultime cose

Sbarrò gli occhi, il sangue che gli si gelava nelle vene. Lanciò il telefono sul tavolo senza nemmeno soffermarsi a rispondere e seguì a ruota Amber. Merda.

Liam sbatté le palpebre alla ragazza in piedi davanti a lui. Lei lo guardò con un broncio "Oh tu non sei il fattorino della pizza"

"Uhh.. no?" rispose lui esitando, gli occhi che scivolavano sul suo rossetto sbavato e le gambe nude... Aspe- quella non era la felpa di Theo? Deglutì, il suo cuore che batteva ancora più forte di prima, mentre stringeva la presa sulla bretella della borsa a tracolla. "E tu.. sei..?" fece Liam esitante

"Amber!"

La domanda "sei Tara?" morì a Liam in gola nel momento in cui Theo apparve dal nulla, con niente addosso se non i jeans calati in basso sulla vita. Il respiro gli si bloccò in gola, quasi come se qualcuno gli avesse dato un pugno allo stomaco, la bocca semiaperta mentre gli occhi si muovevano freneticamente tra i due. Poi lei si voltò verso Theo "Credo sia per te" disse soltanto divertita.

"Sì.. uhm.." Theo balbettò imbarazzato, gli occhi che vagavano per il vialetto prima di posarsi su di Liam, completamente rosso in viso, la mortificazione che trasudava da lui. Liam doveva capitare lì proprio in un momento del genere? "..Hey?" Hey?!

Liam avrebbe voluto che il terreno si aprisse e lo inghiottisse lì sul momento. Quanto doveva odiarlo la sua vita per farlo capitare lì proprio in un momento del genere?! Perchè la situazione non lasciava molto spazio all'immaginazione. Theo era a casa da solo con una ragazza, senza maglietta, lei con la sua felpa addosso. Li aveva interrotti proprio mentre-? Oppure l'avevano già fatto? E Dio, non poteva pensarci. Solo il pensiero era doloroso. "Io...-" sussurrò debolmente, continuando a tenere la testa bassa. "Mi dispiace..." Dannazione, perchè gli tremava la voce? Era un ipocrita. Aveva allontanato lui Theo, ma non poteva evitare di volerlo.

Sei un maledetto ipocrita, Liam. Non puoi fargli scenate imbarazzanti, non ne hai il diritto. Ricomponiti!

"Io.. La mamma mi ha chiesto di portarti questa" continuò a bassa voce, osando lanciare loro una breve occhiata mentre porgeva la borsa a Theo, che se ne stava lì teso sotto lo sguardo inquisitorio di Amber. Presa la tracolla della borsa esitante, un'espressione ancora più turbata sul viso e senza mai smettere di guardare Liam.

"Okay... grazie.." fece Theo in risposta, sentiva il proprio cuore battere all'impazzata. Sapeva come doveva sembrare a Liam, in realtà era così che doveva essere se lui non avesse voluto fermarsi. Però non sapeva come spiegarsi, in realtà non sapeva nemmeno se doveva spiegarsi. Erano perfettamente liberi di fare quello che volevano. Tuttavia l'espressione di puro dolore sul viso di Liam era sufficiente a causargli una fitta al petto. Chissà se Liam lo sapeva, quanto il suo viso in momenti come questi dicesse più delle sue parole. "Io.. vado adesso" balbettò Liam. E si voltò senza dire altro. Sentiva il viso che bruciava, una voragine al centro del petto che sembrava poterlo inghiottire da un momento all'altro. Si impegnò con tutte le sue forze per non piangere. Non hai il diritto di piangere, Liam. Questa è stata una tua scelta.

E Theo non disse nulla, semplicemente lo guardò andare via, camminare a passo svelto lungo il vialetto, sparendo poi dietro la siepe.

"Suppongo che sia lui il fratellastro" osservò Amber, incrociando le braccia mentre Theo fissava ancora incantato il punto in cui Liam era sparito. Lui non rispose e lei lo guardò di sottecchi. "A me non sembra tanto unilaterale la cosa"

"E' un po' più complicato di così" sospirò Theo

"Ora se ne andrà e non saprà mai che non sei nemmeno riuscito a fare sesso con qualcun altro perchè non riuscivi a non pensare a lui, ti sta bene questo? Magari dovresti dirglielo"

L'espressione sul viso di Theo si indurì leggermente. "Io ho già parlato abbastanza. Se ha qualcosa da dire, ora tocca a lui"

*

Liam sapeva che quello che stava provando era letteralmente scritto sul suo viso, dalla sua espressione pallida e sconvolta al modo in cui batteva le palpebre in un tentativo quasi vano di impedire alle lacrime di scendere. Saltò sul sedile del passeggero dell'auto di Mason sbattendo la portiera alle spalle e accasciandosi contro il sedile.

"Già fatto? Allora ti va di andarci a prendere qualcosa da ma- Che diavolo hai fatto?" Mason trasalì mentre parlava, rispecchiando la sua espressione sconvolta.

"Andiamocene e basta, Mase, ti prego" mugugnò scuotendo la testa.

Mason guardò indietro con gli occhi sgranati verso il punto in cui sapeva che c'era la casa di Theo per poi tornare a Liam. "Amico, sei sconvolto. Mi dici cosa è successo? Cosa ti ha fatto-?" protestò debolmente

Qualcosa in Liam si ruppe. Una singola lacrima scivolò lungo la sua guancia destra.

"Lui non ha fatto niente, è-è- tutta colpa mia. Io.. io..." balbettò tremante. Incrociò gli occhi di Mason, disperazione e supplica nella voce come se Mason potesse fornirgli una qualche via di uscita. "Non so più cosa fare..." La sua voce si incrinò, mentre l'espressione di Mason si contorceva in una smorfia avvilita. "Lui mi piace, Mase, mi piace davvero..."

"Oh amico.." sospirò, tirandolo poi in un abbraccio, accarezzandolo gentilmente sulla spalla con fare consolante. Liam premette la faccia contro la sua spalla, respirando e sforzandosi di mantenere la calma. "Sapevo che stava succedendo qualcosa... avrei voluto che me ne parlassi, ma non pensavo foste a questo punto..."

"Mi dispiace..." mugugnò Liam mentre Mason si tirava indietro, rivolgendogli un sorriso gentile "Non devi scusarti Li." Lo guardò un attimo "Immagino è per questo che state... litigando?" Non era più sicuro che quella fosse la parola giusta.

Liam si agitò a disagio. Non avrebbe voluto parlarne con nessuno, ma era arrivato a un punto in cui se non lo avrebbe fatto, sarebbe esploso. E poi sapeva di potersi fidare di Mason. Così annuì debolmente. "Gli ho detto che non ... non potevamo farlo, visto..."

"Sì, lo so, per i vostri genitori" Mason completò

"Ha detto che non riusciva a stare vicino a me e così se n'è andato e basta. E... riguardo Hayden... non ti ho detto cosa è successo... perchè..." Liam sospirò, lasciando uscire tutte le cose che si era tenuto per sé in questi giorni. "Le ho mentito. Quando mi ha chiesto di uscire a San Valentino, le ho mentito. Ma ero con Theo e lei ci ha visti"

"Oh amico...!"

"Ho fatto un casino... con tutto. E non so come rimediare"

"C'è solo una via di uscita Li. Devi essere sincero su quello che provi, con tutti"

L'espressione di Liam si accartocciò in una smorfia addolorata. "Come posso essere sincero se la verità finirà per far star male persone a cui tengo?"

Mason fece un sorriso triste. "Le persone a cui tieni stanno male anche adesso, Li. E tu più di tutti."

Liam non rispose, strinse solo le labbra chinando la testa, pensieroso. "Io non posso dirti cosa fare, amico, però sappi che qualunque cosa sceglierai, io sarò sempre al tuo fianco, ok?"

Liam si aprì a un sorriso acquoso. "Grazie, Mase. Io... Sei il migliore amico al mondo, lo sai?"

Mason rise accendendo finalmente l'auto e tornando a sedere composto sul volante. "Lo so, anche tu lo sei. Un po' ottuso a volte ma comunque il migliore"

Liam rise leggermente e Mason lo guardò affettuosamente "Andrà tutto bene, Li, si sistemerà, te lo prometto"

Liam sospirò voltandosi a guardare fuori dal finestrino mentre Mason finalmente partiva, lasciandosi quel posto alle spalle. "Lo spero davvero"

CONTINUA

 

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Capitolo 17
*** Mi odi, non è vero? ***




 

17. Mi odi non è vero?

 

"Okay... piano ora..." Parlò la voce di Paul suonando in qualche modo un po' tesa. Doveva avere qualcosa a che fare col fatto che quella era la sua auto. Auto che in quell'esatto momento rombò prima di saltellare in avanti e spegnersi del tutto... di nuovo.

Liam imprecò tra i denti, sbattendo la testa sul volante. Mason, seduto sui sedile posteriori, lo guardò quasi meravigliato. "Dio, amico, fai veramente schifo in questo"
Liam gemette, perchè davvero, aveva bisogno di ricordarglielo?, mentre Paul rideva battendogli sulla spalla affettuosamente. "Non preoccuparti, imparerai, è questione di pratica. Vuoi fare un altro tentativo?"
Liam alzò la testa guardandolo supplichevole. "Ho bisogno di una pausa, e quel gatto mi sta ancora fissando" disse seccamente, e fece un cenno verso la casa di fronte.

Mason alzò le sopracciglia non impressionato "Forse perchè l'hai quasi investito"
"Dovrebbe gioire per quel 'quasi'" sbuffò lui, aprendo lo sportello e scendendo.

"Già, purtroppo la cassetta postale dei vicini non è stata altrettanto fortunata" commentò Paul imitandolo.

"Credo che non salirò in auto con te molto presto" fece Mason allegramente.

"Bene, perchè nemmeno io salirei in auto con me" Liam roteò gli occhi. Cominciava a capire perchè sua madre avesse voluto tenerlo lontano dalle auto fino ad ora. Quelle cose erano complicate.

"Non essere pessimista" lo ammonì Paul dolcemente. "Sai, anche Theo all'inizio non era molto bravo" ricordò con nostalgia. Qualcosa nel viso di Liam si tese alla menzione del nome di Theo, e abbassò lo sguardo a terra. "Un giorno è finito dritto in un fossato" Sorrise scuotendo la testa. Mason si chiedeva cosa ci fosse da sorridere. Quando lui aveva steso un cartello stradale, suo padre non era stato così entusiasta. "Be' credo che tornerò dentro a riposarmi un po', chiamami se vuoi fare un altro giro, Li" fece poi dandogli un'altra pacca paterna sulla spalla

Liam non aveva intenzione di risalire su quell'auto per molto tempo. "Si certo" Sorrise "Grazie Paul"
"Figurati" rispose mentre saliva i gradini del portico e sparendo in casa.
Liam sospirò, fermandosi davanti ad essi e sedendocisi sopra. Mason lo raggiunse presto, guardandolo un po' preoccupato. Rimasero in silenzio per qualche minuto, l'unico rumore erano le cicale che frinivano sugli alberi e le occasionali auto che attraversavano la strada in quell'assolata domenica pomeriggio.


"Ci hai più parlato?" chiese poi ad un tratto Mason.

Liam non aveva bisogno di chiedere di chi parlasse. Lo sapeva benissimo. "Intendi dopo che sono capitato lì proprio mentre si scopava una ragazza a caso?" Liam non riuscì del tutto a evitare un tono acido. Poi sospirò stancamente "No non ci ho parlato"

"Sai odio dirtelo, ma... non puoi proprio avercela con lui per-"
"Sì lo so, e questa è la cosa peggiore" Liam gli lanciò un'occhiata sofferente e supplichevole. "Possiamo cambiare argomento? Non mi va davvero di par-"
"Invece dovresti, e dovresti parlare con lui. Tipo-"
"Davvero? Perchè ogni volta che ci proviamo mi sembra che finisce sempre male" Liam sbuffò scettico.

"Tipo-" ripetè Mason lentamente. "In una situazione diversa. Parlare o stare soli, soltanto voi due è ancora difficile o imbarazzante? Be' magari dovreste provarci in gruppo. Potrebbe alleviare la tensione, non credi?"
"Cosa hai in mente?" Liam lo guardò a occhi stretti.
Mason gli rivolse un ghigno poco raccomandabile. "So che hai detto di non voler fare nulla per-"
"Mason!" gemette Liam.

"Amico, andiamo, è il tuo compleanno, diciasette anni non si compiono tutti i giorni, dobbiamo festeggiare, e così puoi invitare Theo, è l'occasione perfetta per parlare"
"Probabilmente nemmeno ci verrà" mormorò Liam sconsolato.

Mason rise scettico, prima di parlare con un tono definitivo "Non ti direbbe mai di no per il tuo compleanno"

Ma Liam non ne era così sicuro.

*

Liam sapeva che Mason aveva perfettamente ragione. Soprattutto perchè stava diventando patetico perfino a se stesso, il suo crogiolarsi nell'auto commiserazione. Se voleva che le cose si sistemassero, doveva incominciare a darsi da fare. Eppure il 17 Aprile, il giorno del suo diciasettesimo compleanno, si faceva sempre più vicino, e Liam non era nemmeno riuscito a trovare il coraggio di avvicinarsi a Theo.

Ogni volta che lo sfiorava l'idea, non faceva altro che apparirgli davanti gli occhi l'immagine di Theo e quella ragazza, in piedi sulla porta; non riusciva a non pensare al tono quasi distaccato e distratto con cui Theo gli aveva parlato quel giorno; al modo in cui lo aveva lasciato andare via, senza una parola; a come non l'aveva minimamente cercato i giorni seguenti.

Sentiva un costante groppo alla gola al pensiero che Theo potesse avercela con lui al punto da non volergli nemmeno più rivolgergli la parola o stargli accanto.

Di consequenza l'idea di invitarlo al suo compleanno era una prospettiva quasi spaventosa, perchè in una sola singola parola Theo avrebbe potuto dargli la risposta a quella domanda che lo tormentava da settimane.

Mi odi adesso?

Mentre usciva dal bagno dei ragazzi all'ora di pranzo, Liam alzò il capo da terra e si ritrovò di fronte proprio Hayden fra tutte le persone, che usciva in quel momento preciso dall'aula di Biologia. Liam si bloccò, momentaneamente preso alla sprovvista, e Hayden fece lo stesso. Lei lo guardò però solo mezzo secondo prima di voltarsi e camminare nella direzione opposta.

Okay quello era decisamente troppo anche per uno come Liam. Poteva sopportare una persona che lo evitava, ma due assolutamente no. La voce gli scivolò fuori dalle labbra prima ancora che riuscisse a rendersene conto, facendo automaticamente due passi nella direzione in cui si era allontanata la ragazza.

"Hayden, aspetta-" la chiamò esitante.

Hayden si fermò di nuovo, dandogli ancora le spalle. Dopo qualche secondo la tensione sulle sue spalle sembrò scivolare via, mentre queste si afflosciavano e lei si voltava a guardarlo titubante. "Che cosa c'è?" chiese, suonando, per qualche motivo, esitante.

Liam ingoiò il panico crescente e l'imbarazzo che si faceva strada sul suo viso colorandogli le guance di un rosso acceso, stringendo la presa sulla bretella della borsa a tracolla. "Io... volevo solo dirti... che mi dispiace" ammise con un sospiro afflitto. "Mi dispiace se ti ho mentito... se sono scappato via in quel modo... e se ti ho evitato... io..." Liam arrossì ancora di più mentre parlava, rendendosi conto del pasticcio che aveva combinato. Chiuse gli occhi prendendo un respiro, prima di riaprirli "Mi dispiace e basta, per tutto"

Hayden lo guardò fisso per un po' prima di sospirare a sua volta e rivolgergli un sorriso a labbra strette "Be' meglio tardi che mai" disse poi. "Mi chiedevo se avessi intenzione di darmi una spiegazione prima o poi"

Liam deglutì abbassando gli occhi a terra "Io-"
"Liam, se non volevi uscire con me, avresti semplicemente dovuto dirmelo. Mi sarebbe dispiaciuto ma avrei capito. Piuttosto che... mentirmi in quel modo... per poi scoprire che invece.." Si bloccò e si morse le labbra indecisa. "Insomma... tu e Theo?" Sbuffò una mezza risata. "Mi sembra ancora un qualche tipo di scherzo"

Qualcosa cambiò nell'espressione di Liam, che divenne in qualche modo più tagliente, perchè Hayden si bloccò, agitandosi sui suoi piedi "Scusa, non intendevo- è solo... inaspettato?" Hayden offrì a disagio. "Ma capisco perchè non volevi che nessuno sapesse, deve essere... una situazione strana?"
Probabilmente ''strana'' era l'eufemismo del secondo. Liam si morse il labbro. "Già... diciamo di sì.." Poi la guardò imbarazzato. "Come-?"
"Come l'ho capito?" chiese lei "Be' quando vi ho visto ho realizzato come mai Tracy non aveva voluto dirmi perchè aveva rotto con Theo. E il fatto che non fosse molto sorpresa di vedervi insieme è stata un'altra bella indicazione" cercò di scherzare. Liam si agitò sui suoi piedi. "Quindi... voi due... Cosa, state insieme ora? ...Di nascosto?"

Liam allora spalancò gli occhi guardandola e prendendo quasi fuoco. "Uh.. cosa? No- noi- non è-" Sospirò "Non stiamo insieme." La sua espressione si accattorciò in una smorfia triste, e abbassò lo sguardo a terra "A malapena ci parliamo. Penso che a questo punto lui mi odi." Emise un mezzo suono strozzato "Tu mi odi. Probabilmente anche Tracy mi odia! Ho davvero fatto un casino. E mi dispiace.. così tanto.."
"Liam, io non ti odio" Hayden scosse la testa con un sorriso debole. "E non posso parlare per Tracy ma sono sicura che non ce l'ha con te. Non puoi controllare i sentimenti no?"
Liam strinse le labbra dandole un'occhiata rapida "Vorrei davvero che si potesse, sarebbe tutto molto più facile"
"Ma sarebbe anche abbastanza noioso giusto?" tentò lei con un altro sorriso. Liam imitò a malincuore il suo sorriso.
"Già, probabilmente" Si guardò intorno un po' a disagio, il corridoio era ormai deserto, tutti erano sicuramente già in mensa per il pranzo. "Senti, io... questo weekend è il mio compleanno" Liam roteò gli occhi "e Mason ha insistito perchè festeggiassimo tutti insieme. Capisco se non ti va di venire, però..."
"Ci verrò, scemo"
"Davvero?"
"Davvero"
"Grande, potresti... portare anche Tracy, se vuole..."
"Scherzi? Ogni occasione per Tracy è buona per festeggiare, verrà sicuramente" Hayden gli sorrise incoraggiante.

Liam apprezzava i tentativi di lei di metterlo a suo agio e fargli capire che era tutto okay, ma in ogni caso il suo sorriso restò tirato e incerto. Non riusciva a smettere di sentirsi un fottuto disastro. Non riusciva a non ripensare a quel momento. Hayden che li chiamava, la sua espressione stupita, Theo che lo trascinava via, quella dannata domanda, e poi quel bacio, e l'espressione di puro dolore sul viso di Theo quando lo aveva spinto via, e ogni singola volta in cui Theo lo aveva evitato da allora. La sua espressione dovette rispecchiare le sue emozioni perchè Hayden gli posò una mano sulla spalla. "Hey, è tutto ok?"
"Non lo so..."
Hayden sospirò prima di avvicinarsi e mettergli le braccia attorno alle spalle, Liam si lasciò abbracciare, posando solo qualche secondo dopo le mani sulla sua schiena. "Non credo sia la cosa che ti tormenti ora, ma... noi siamo apposto, ok?" mugugnò Hayden contro la sua spalla. "E per qualsiasi cosa avrai bisogno, io ci sono. Siamo amici, giusto?"
Liam annuì soltanto stringendosi contro la sua spalla. E non potè fare a meno di pensare che non si meritava affatto tutto quell'affetto. Per niente.

*

La campanella suonava ancora mentre tutti sciamavano velocemente fuori dall'aula, puntando alla mensa. Theo e Josh uscirono spalla a spalla parlando.

"Quindi... hai fatto cilecca" osservò Josh tranquillamente con un ghigno sul viso.
Theo roteò gli occhi. "Semplicemente non me la sono sentita, idiota. Smettila di ripeterlo come se fosse divertente"

"Un po' lo è" Josh scrollò le spalle con un risata "Peccato, un nome in meno sulla tua lista"
"Tieni ancora la lista?" Theo sbuffò.
"Ovvio" Josh esclamò quasi scandalizzato "Abbiamo ancora una sfida in corso, io e te."
"Buona fortuna" lo prese in giro Theo, mentre svoltava a sinistra nel corridoio.

"Dove stai andando?" Josh sbattè le palpebre preso alla sprovvista, ma seguendolo.
"Bagno" disse soltanto Theo. "Sai, non devi seguirmi" gli fece notare alzando un sopracciglio nella sua direzione
Josh continuò a camminargli accanto, ora improvvisamente più silenzioso. Theo gli lanciò un'occhiata. Il silenzio di Josh era raramente un buon segno.

"Hey, senti..." cominciò lui esitante, qualche secondo dopo "...il fatto che tu abbia fatto cilecca..."
Theo roteò gli occhi esasperato "Smettila di dirlo"
Josh fece una mazza risata, ripetendo: "Il fatto che tu abbia fatto cilecca..." Gli rivolse poi uno sguardo stranamente serio "Ha qualcosa a che fare con Tracy?"
Theo lo guardò preso alla sprovvista "Cosa? No! Perchè lo chiedi?"
Josh gli lanciò un'occhiata indecisa "Ecco, io voglio chiedere a Tracy di venire al ballo con me. Quanto ti arrabbieresti con me se lo facessi?"
"Perchè diavolo dovrei arrabbiarmi?" chiese Theo confuso.

"Be' sai, tu e lei..."
"Josh, se tu dovessi evitare di chiedere di uscire a tutti quelli con cui sono andato a letto in questi anni, moriresti triste e solo" osservò Theo tranquillamente.

Josh sembrò rifletterci. "Be' non hai tutti i torti" Poi lo guardò. "Quindi posso..?"
"Puoi" Theo roteò gli occhi.
"Grandioso. Perchè gliel'ho già chiesto!"
Doveva immaginarselo. "E che cosa ha detto?" chiese guardandolo con un sopracciglio alzato.

Josh fece una faccia ovvia "Ovviamente ha detto di no. Ma! Le farò cambiare idea!"
"Lo farai sicuramente" rise Theo, girando l'ultimo angolo.

Si fermarono sui loro passi quando si ritrovarono qualche metro più avanti Liam e Hayden in piedi davanti alla porta del bagno. Abbracciati. Theo sentì quella ormai familiare sensazione, come se qualcuno gli stesse stritolando con forza inaudita ogni singolo organo dentro di lui.

"Cavolo" gemette Josh a bassa voce "Hayden era la mia riserva nel caso che-" Theo gli diede un colpo al petto zittendolo e si voltò per tornare indietro prima che Liam e Hayden li notassero.

"Ahio, dove stai andando ora? Non dovevi andare in bagno?" esclamò Josh correndogli dietro.

"Mi è passata la voglia" Theo rispose seccamente.

Josh scrollò le spalle, perplesso "Non so come questo sia possibile, però okay"

*

"Quindi- stava abbracciando la sua ex?"


Il giorno dopo Theo aveva il turno serale al bar, era chino sotto al bancone cercando di capire perchè il lavandino avesse deciso improvvisamente di perdere mentre Amber sedeva sul bancone, mangiucchiano le patatine dell'aperitivo e chiacchierando del piu' e del meno, e in qualche modo si era ritrovato a raccontarle tutto senza nemmeno rendersene conto.

Era facile parlare con lei. In qualche modo Theo era arrivato alla conclusione che Amber era letteralmente l'antitesi di Liam. Lei era sfacciata, onesta, diretta e schietta. Non l'aveva mai vista arrossire o vacillare, né davanti ai rimproveri del loro capo, né davanti a occasionali clienti un po' troppo amichevoli. Diceva sempre quello che pensava, punto e basta. A volte anche quando era meglio tacere, a volte anche in modo scortese, e quando Theo glielo aveva fatto notare una volta, lei aveva solo scrollato le spalle e detto "Se a qualcuno non sto bene, la porta è lì"


"Lei non è la sua ex" rispose Theo seccamente. "E' la sua..." esitò "ex cotta"
"Ex cotta? E' una cosa che esiste?" ridacchiò lei
"Da ora esiste"

"Sei davvero insopportabile quando sei geloso" ridacchiò Amber.

"Ragazzi, basta chiacchiere. Amber, va a togliere tutto dalla veranda sul retro, sta iniziando a piovere forte"
"Perchè non può farlo Theo?" gemette lei
"Sei capace di aggiustare il lavandino al posto di Theo?" la prese in giro lei.

Theo avrebbe voluto dire che nemmeno lui sapeva aggiustare il lavandino, ma vista l'alternativa, lasciò che Amber sparisse nel retro con un ultimo gemito esagerato. "Sono in cucina se hai bisogno, Theo" disse poi la donna prima di girare i tacchi.

Quando si rialzò da dietro il bancone, cinque minuti dopo, pioveva davvero a dirotto, le goccie d'acqua che sbattevano prepotentemente contro le enormi vetrate in un modo che gli avrebbe fatto venire i brividi se non avesse amato la pioggia. Lanciò uno sguardo all'orologio sul muro. Mancava ancora un'ora alla fine del turno, ma probabilmente avrebbero chiuso prima se quella pioggia torrenziale fosse continuata. Ci stava già quasi sperando, mentre si chinava per pulire il disastro che aveva fatto sul pavimento, quando il campanello appeso sulla porta tintinnò, segnalando l'arrivo di qualcuno. Si voltò, chiedendosi chi diavolo andasse in giro con quel diluvio, e si bloccò, trovandosi a guardare sconcertato e decisamente preso alla sprovvista, un Liam completamente bagnato dalla testa ai piedi, i capelli incollati al viso e la maglia aderente al corpo, tremante e immobile lì sulla porta.

Però per qualche motivo, non potè fare a meno di pensare che forse ora amava la pioggia un pochino di più.

*

Alla fine era arrivato il giorno prima del suo compleanno, e Liam non aveva parlato con Theo.

Ancora.

"Liam, ma dai, avevi un solo compito, uno solo!" gli sussurrò Mason quasi scandalizzato.

Liam arrossì sotto il suo sguardo giudicante, muovendosi a disagio e abbassando lo sguardo sul suo panino. "Mi dispiace-"
"Non si tratta di essere dispiaciuti o no qui, si tratta di quello che vuoi. Vuoi che Theo venga alla tua festa di compleanno?" chiese Mason deciso. "O forse non ti importa?"
Liam scattò su con un cipiglio "Sì che mi importa!"

"Okay, vuoi salvare il vostro rapporto, o almeno la vostra amicizia?"
"S-sì"

"Bene, allora cazzo, fai qualcosa. Smettila di piangerti addosso e di chiedere scusa, e comincia coi fatti!"

Liam fissò Mason per un po', il suo sguardo indeciso che incontrava quello fermo e determinato del suo migliore amico, un sopracciglio inarcato in attesa.

Strinse i pugni, prima di sospirare. "Okay, hai ragione, lo farò"

Mason si sciolse in un sorriso sollevato. "Questo è il mio ragazzo, hai bisogno di un passaggio a casa sua?"
"No, non serve. Theo ha il turno al bar più tardi, passerò da lì"
Mason lo guardò stupito "Come sai che ha il turno al bar se a malapena vi parlate?" Liam arrossì evitando il suo sguardo. Mason strinse gli occhi con un ghigno che si allargava. "Lo stalkerizzi sui social?"
"Forse" rispose Liam velocemente.
"Mi rendi più fiero di te giorno dopo giorno" sospirò Mason drammaticamente, con un sorriso commosso.

Liam potè solo ridere in risposta.

*


Sapeva dove Theo lavorava e sapeva che non avrebbe impiegato più di 20 minuti da scuola a raggiungerlo a piedi. Quello che non aveva previsto era l'acquazzone che si abbattè su di lui appena dieci minuti dopo. E così si era ritrovato bagnato come un pulcino e tremante dal freddo sulla porta di un bar fortunatamente deserto con un Theo che sfortunatamente lo guardava come se un alieno avesse appena varcato la porta.

"Che cavolo stai facendo qui?" chiese, sbattendo le palpebre confuso.

"Io... facevo un giro?" buttò lì imbarazzato.
"Lo vedo" Theo alzò un sopracciglio, prima di abbassare lo sguardo sulle gocce d'acqua che cadevano sul pavimento. "Sai, sarò io che dovrò pulire quel casino"
Liam si agitò sul posto abbassando lo sguardo sulla pozza ai suoi piedi. Arrossì "Mi dispia-"
"Stavo scherzando" sospirò Theo roteando gli occhi. "Vuoi restare lì in piedi sulla porta?"

"No" rispose Liam subito, per poi realizzare che non si stava effettivamente muovendo. Così si avvicinò al bancone sotto lo sguardo attento di Theo. "Sei venuto fin qui a piedi?"

"S-sì..." biascicò Liam. Quando Theo alzò un sopracciglio, quasi sorpreso, aggiunse. "Non è così lontano, non mi aspettavo che piovesse però" balbettò, sulla difensiva.

"Ovviamente" sbuffò Theo. Roteò gli occhi all'ennesimo brivido che fece tremare il corpo dell'altro ragazzo. "Aspetta qui"
Liam guardò Theo sparire sul retro e tornare un minuto dopo con un mucchio di vestiti in mano. Glieli porse da dietro il bancone. "Cambiati, o ti prenderai un raffreddore" disse dolcemente.

Liam li guardò per un attimo "E tu?"
"Ne ho altri, questi li tengo solo per le emergenze" Theo scrollò le spalle, mentre Liam finalmente li afferrava. "Perchè sei venuto fin qui? Immagino non sia solo per un caffè"

"No, in realtà..." Liam si agitò a disagio, lanciando brevi occhiate nella sua direzione. Fallo e basta, Liam! Una voce stranamente simile a quella di Mason parlò nella sua testa. "Io... volevo-" balbettò, prima di prendere un respiro. "Seiliberodomani?" soffiò fuori poi velocemente.

Theo sembrò preso alla sprovvista. "Cosa?"
Liam arrossì, prendendo un altro respiro profondo. "Io volevo sapere se eri libero domani" ripetè poi lentamente. Theo continuava a guardarlo con gli occhi spalancati. "E' il mio compleanno domani" Quello sembrò attirare l'attenzione di Theo. "Così io, Mason e gli altri pensavamo di passare la serata tutti insieme."
"Altri?"
"Sì.. Sì.. Mason, Corey, Scott, Nolan, Alec, Hayden..." Le labbra di Theo si strinsero alla menzione di lei, ma Liam non sembrò notarlo. "Verrà anche Josh" aggiunse, speranzoso, come se puntasse su quella carta in qualche modo. "E io... sarebbe bello se venissi anche tu, sì... ecco-" concluse, arrossendo di nuovo e abbassando lo sguardo.

Theo lo studiò per un attimo prima di spostare lo sguardo riprendendo a passare la spugna sul bancone. "Io... non posso" disse poi con un sospiro.

Liam potè letteralmente sentire qualcosa frantumarsi nel suo petto a quelle parole. La sua espressione si afflosciò, una sensazione bruciante e dolorosa che si faceva strada nel suo stomaco. "Ca-capisco" mormorò debolmente. Doveva aspettarselo. Era vero allora, Theo lo odiava. Lo odiava e non poteva nemmeno fargliene una colpa. Non c'era niente che potesse fare...

Theo sembrò leggere qualcosa sul suo viso perchè si affrettò a parlare. "Non è come pensi, io..." Si guardò intorno allusivo "Devo lavorare domani sera"
Liam poteva sentire il cuore battergli dolorosamente contro la gabbia toracica. Strinse la presa sui vestiti che teneva ancora in mano "Sì... giusto..." balbettò. "Mi dispiace... dovevo immaginarlo..." Forse se ci avesse parlato prima Theo avrebbe potuto liberarsi? Cercò di forzare la sua espressione in una meno compromettente, ma i muscoli del suo viso non sembravano voler collaborare. Scherzi? Non sei più la sua priorità, Liam, cosa ti aspettavi? "Credo che andrò ora"

Fece per voltarsi, sotto lo sguardo improvvisamente allarmato di Theo. "Hey aspe- aspetta" lo chiamò. Liam si voltò a guardarlo esitante. "Non dovresti andare in giro con questo tempo! Se non ti dispiace aspettare, io stacco tra meno di un'ora. Ti dò un passaggio a casa" tentò Theo debolmente, nonostante la mente gli urlasse che non era una buona idea che Liam rimanesse lì, che non era una buona idea stare da soli, che non era una buona idea parlare. Come se temesse che sarebbe bastato questo a cancellare gli sforzi fatti in quei due mesi per mettere distanza tra loro e andare oltre.

"Sei sicuro?" chiese Liam piano. Theo annuì, prima di sospirare "Sì, sì... dovresti andarti a cambiare però, sei bagnato fradicio, poi puoi aspettarmi seduto qui"
"Okay"
"Il bagno è di là"
"Okay" ripetè Liam meccanicamente, prima di voltarsi e puntare, con le spalle curve e la testa bassa, verso il bagno indicato da Theo.

Theo tornò a pulire il bancone, un'espressione turbata sul viso. Probabilmente il solo fatto che pensava che sarebbe bastato così poco a cancellare i suoi sforzi, voleva dire che quegli sforzi erano stati del tutto vani.

*

Liam si tolse i suoi vestiti fradici infilandoli nella borsa di scuola senza pensarci troppo, e scivolò poi nei vestiti puliti di Theo, l'odore familiare dell'ammorbidente usato da sua madre gli invase le narici, facendolo trasalire. Probabilmente quei vestiti Theo non li aveva ancora indossati dopo il trasloco, li aveva semplicemente spinti nel suo armadietto nel caso gli servissero. Liam inalò l'odore con trasporto tremando alla sensazione.

Riusciva a malapena a trattenere le lacrime. Profumavano di Theo. Profumavano di casa. Non si era nemmeno accorto di quanto gli mancasse, di quanto bramasse quella quotidianità perduta. Perduta, probabilmente per sempre.

*

Quando ritornò nel locale principale, Liam scivolò su una panca vicino alla finestra, cercando di non prestare troppa attenzione a Theo, impegnato a pulire ogni superficie accessibile del bancone, e al modo in cui i suoi muscoli si flettevano sotto la maglietta a mani corte, o al modo in cui i capelli gli scivolavano sulla fronte, o al modo in cui i suoi vestiti erano caldi e morbidi contro la sua stessa pelle, l'odore che gli inebriava la mente.

Mi manchi così tanto.

"Che diavolo!-" sbottò una voce irritata di ragazza dal retro. Theo si voltò nella sua direzione mentre la ragazza in questione appariva, sbuffando e togliendosi con stizza i capelli umidi appiccicati sulla fronte.

Theo la guardò con un ghigno. "Piove forse?"
"Non ti facevo così perspicace, T" fece lei in risposta, un ghigno simile che si allargava sul viso, prima che il suo sguardo scivolasse brevemente su Liam.

Quando fecero contatto visivo, Liam trasalì distogliendo lo sguardo. Quella era...? Liam osò lanciare un altro sguardo nella loro direzione, poteva vederli parlare e ridere per qualcosa che non poteva sentire, e sentì di nuovo quella dolorosa fitta al petto. Era la ragazza dell'altra volta! Quella che era a casa di Theo! Quindi non era solo una ''ragazza a caso''. Si conoscevano bene, e stavano parlando e scherzando come se fossero amici da una vita. Sentì il suo viso assumere un cipiglio cupo e abbassò gli occhi sulle sue mani intrecciate sul tavolo per non essere visto.

Amber lanciò un'occhiata a Liam "Be' almeno non sono l'unica fradicia qui" scherzò. "Porterò del caffè al nostro unico e solo cliente della giornata"
Theo si agitò allarmato, fermandola per un braccio. "Non essere scortese"
Lei lo guardò confusa. "Cosa? Sei matto?" E si voltò.

Theo sbattè le palpebre prima di realizzare che quell'idiota non l'aveva riconosciuto.

Be' meglio così.

"Theo, ci sono i rifornimenti da mettere sugli scaffali!" urlò la voce del capo dal retro. Theo roteò gli occhi, lanciando una rapida occhiata a Liam e Amber prima di raggiungerla.

"Hey, bellezza, vuoi del caffè?" fece allegramente Amber, posando una tazza di fronte a lui e riempiendola senza aspettare una risposta. Liam la guardò alzando le sopracciglia. Mi sta prendendo in giro? "Ecco a te" continuò lei altrettanto vivace.

"Uhm grazie?"
Lo guardò, e Liam potè sentire i suoi occhi studiarlo con attenzione, poi lei strinse gli occhi.

"Noi... ci conosciamo?" chiese poi lei guardandolo ad un tratto dubbiosa.

Liam la guardò, il sopracciglio che si inarcava ancora di più "Ehm... ci siamo visti da Theo...? La settimana scorsa?" le suggerì non riuscendo a nascondere del tutto l'ostilità.

Qualcosa nel suo viso sembrò schiarirsi. Si succhiò il labbro inferiore mentre continuava a guardarlo. "Ahh, il fratellastro" fece poi con un sorrisetto. "Liam, giusto?"

"Sì..."
"A proposito, scusa, sai... per il modo in cui ti ho aperto la porta l'altra volta" aggiunse poi, con un sorrisetto malizioso che fece pensare a Liam che era tutto tranne che dispiaciuta. Qualcosa in lei gli ricordava tanto Theo, e ciò gli fece stringere il petto ancora di più. Ovviamente a Theo piaceva una così. Cosa mai ci poteva trovare in uno come lui? Probabilmente Theo se ne stava rendendo conto finalmente, stava andando oltre. Era lui quello che restava bloccato, sentendosi sempre più patetico giorno dopo giorno.

"Non fa niente" disse soltanto Liam, abbassando lo sguardo e arrossendo di nuovo al ricordo, le mani che si avvolsero attorno alla tazza a disagio.

Amber lo studiò con attenzione. Certo, era carino, e poteva capire perchè Theo avesse una cotta per lui, ma non era sicuramente il suo tipo. In realtà lei non aveva mai sopportato le persone indecise, quelle che non sanno dire quello che pensano, o non sanno fare quello che vogliono per paura del giudizio altrui. Le odiava profondamente. Ma erano quelle più divertenti da stuzzicare.

Un sorrisetto si allargò sul suo viso mentre lo guardava. "Posso dirti una cosa?" fece, chinandosi un po' verso di lui e abbassando la voce. Liam la guardò esitante. Lei gli fece l'occhiolino. "Non sai davvero cosa ti perdi" gli disse soltanto, e con un altro sorrisetto si allontanò, lasciando Liam a guardarla con gli occhi spalancati e il cuore a mille, l'allusione che gli risuonava nelle orecchie.

Lei sa.

Theo, lo stesso Theo che si teneva sempre tutto per sé, lo stesso Theo che lui aveva impiegato mesi a far aprire, aveva raccontato tutto a una ragazza che conosceva... da quanto? Qualche settimana?

E il modo in cui lei lo aveva detto, buttato là come una battuta, nonostante sapesse quanto lo avrebbe probabilmente ferito... lei non lo conosceva se non attraverso le parole di Theo, non aveva motivo di avercela con lui, a meno che non fosse stato Theo stesso a parlarle male di lui, a meno che lei non stesse soltanto rispecchiando la rabbia di Theo. Se erano vicini al punto che Theo le raccontava i suoi problemi, lei avrebbe ovviamente preso le sue parti no?
Liam non riusciva nemmeno a pensare a quanto quel 'vicini' potesse essere, e tantomeno voleva pensare al fatto che sì, probabilmente Theo lo odiava davvero ormai.

*

Liam non disse una parola per gran parte del viaggio, si limitò a fissare fuori dal finestrino la pioggia che cadeva incessante, mentre Theo procedeva quasi a passo d'uomo visto la visibilità ridotta a quell'ora della notte. Poteva sentire gli occhi dell'altro ragazzo su di lui di tanto in tanto. Probabilmente Theo era a disagio quanto lui. Bene, di male in peggio.

Quando Theo finalmente parlò schiarendosi la gola, quasi sussultò. "Quindi... co-come vanno le cose a casa?"
"Bene. Vanno bene" disse soltanto Liam lanciandogli solo una breve occhiata prima di tornare a guardare fuori dal finestrino.

"Bene" lo imitò Theo, battendo sul volante e succhiandosi le labbra.

Liam, ancora col viso rivolto al finestrino, imprecò internamente, chiudendo gli occhi e stringendo le labbra. "Sai, tuo padre... sta cercando di insegnarmi a guidare" tentò debolmente, spostando lo sguardo sulle mani che si conterceva in grembo.

Un'ombra di sorriso apparve sul viso di Theo. "Davvero? E come sta andando?"
"Non bene, ho quasi ucciso il gatto dei vicini la settimana scorsa"

Theo lo guardò con gli occhi spalancati. "Blackie Chan?"
Liam lo guardò per un momento con le sopracciglia aggrottate. "Se avessi saputo che si chiamava così, lo avrei ucciso" mormorò.

Theo rise debolmente. "L'ho chiamato io così"

"E' stupido"
"Avevo otto anni!"
"Eri stupido"
Theo gli lanciò un'occhiata, i suoi occhi che si soffermarono su di lui, il sorriso ancora sul viso "Probabilmente lo ero"

Il cuore di Liam perse un battito sotto al suo sguardo e tornò a fissarsi le mani, schiarendosi la gola. "E co- come va con tua madre invece?" chiese poi.

Theo scrollò le spalle tornando a guardare la strada. "Bene, tutto sommato. Non sono male, ma è difficile ambientarsi"
"Immagino sia per questo che hai avuto l'improvviso desiderio di metterti a lavorare?"

"Si, anche per questo... e-" Theo esitò, lanciandogli un'occhiata indecisa. "Si stanno per trasferire a Boston"
Liam si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati "B-Boston?"
"Già..." rispose, evitando di guardare Liam negli occhi. Non sapeva nemmeno perchè glielo stava dicendo. "Adam ha avuto una cattedra ad Harvard. Quindi si spostano lì"
"Ho capito" mormorò Liam piano, guardandolo ancora. "Quindi...?" Esitò, tornerai a casa? Voleva chiedere ma non voleva rischiare di suonare esageratamente speranzoso, ma Theo fu più veloce.

"Mia madre vuole che vada con lei" sputò fuori.

Liam rimase in silenzio per un po', l'unico rumore tornò ad essere la pioggia incessante e il motore che rombava sotto di loro. Continuò a fissarlo, cercando di metabolizzare le troppe informazioni della giornata. "A Boston?" Alla fine ripetè quasi meccanicamente, quasi senza fiato.

"Sì. A Boston. Con loro." ripetè Theo lentamente. "Lei pensa che avrò buone probabilitàdi entrare ad Harvard così..."
"Ed è quello che vuoi anche tu?" chiese debolmente, cercando di ingoiare il groppo alla gola.

Theo continuò a evitare prontamente il suo sguardo. "Non lo so... forse"

Finalmente Liam si voltò tornando a guardare fuori dal finestrino, in un tentativo di nascondere la sua espressione amareggiata. Theo se ne stava andando di nuovo. Era pronto a mettere 1000 km tra di loro, e ne parlava come se fosse niente. Si morse l'interno della guancia sperando che la sua voce non uscisse tremante come temeva. Si sorprese lui stesso dal modo in cui parlò, distaccato, quasi glaciale.

"Dovresti andarci se è quello che pensi sia meglio per te"


Theo finalmente si voltò a guardarlo, il cuore che pulsava dolorosamente nel petto, e incontrò solo il retro della sua nuca, mentre Liam guardava ostinatamente fuori dal finestrino. Non sapeva perchè gliene aveva parlato, soprattutto dopo tutti quei mesi di silenzio, ma sapeva che non era quella la risposta che avrebbe voluto sentire.

Perchè sapeva che non era quello che Liam veramente pensava.

Lui voleva soltanto che Liam fosse finalmente sincero. Che smettesse di avere paura, che smettesse di chiedersi cosa avrebbe pensato la gente. Che seguisse il suo cuore e basta, che si prendesse quello che voleva, che facesse ciò che amava, senza rimpianti e senza esitazioni.

Forse non gli importava nemmeno se quello che Liam voleva era lo stesso che voleva lui, a patto che Liam fosse felice. Cosa che chiaramente ora non era. Quello che voleva era che Liam fosse semplicemente se stesso. Perchè l'aveva visto, com'era Liam quando sorrideva davvero, com'era quando si arrabbiava e ti sputava addosso ogni amara verità, l'aveva visto spaventato e sconvolto, l'aveva visto fare l'idiota, con il suo pessimo senso dell'umorismo, l'aveva visto piangere senza vergogna. Aveva visto il vero Liam, ed era proprio di quello che si era innamorato.

Ma sapeva anche che era qualcosa che Liam aveva bisogno di tirar fuori da solo. Non poteva essere sempre lui a spingerlo, non poteva forzarlo, e ogni volta che ci aveva provato, era sempre andata a finire male.

Theo sospirò pesantemente "Già, probabilmente sarebbe la cosa migliore per tutti" mugugnò tra i denti, tornando a concentrarsi sulla strada.

*

Liam pensava di non essere dell'umore per una festa di compleanno, ma si ritrovò incapace di resistere all'atmosfera travolgente mentre sedevano tutti insieme nel soggiorno di casa sua, bevendo e mangiando e parlando del piu' e del meno. C'era qualcosa di incredibilmente rassicurante nell'essere circondato da tutte le persone a cui teneva, con Alec, Nolan, Corey e Mason che continuavano a brindare alla sua, Mason che ogni tanto tirava fuori qualche aneddoto su di lui da bambino che faceva ridere tutti, era bello vedere Scott e Stiles parlare con gli altri come se li conoscessero da una vita; Hayden che era presa in una conversazione con Malia e Lydia, Josh che continuava a seguire Tracy, parlandole a raffica, mentre lei roteava gli occhi, incapace però di trattenere un'ombra di sorriso. Era quasi piu' facile dimenticarsi dell'assenza di Theo. Quasi. A volte aveva la sensazione che qualcosa mancasse a rendere perfetto il quadro. Avrebbe soltanto voluto che fosse lì anche lui.

"Okay, ragazzi, non so voi, ma a me sembra veramente uno spreco concludere la serata così" esclamò a un certo punto Josh, alzandosi dal tavolo. Tutti si voltarono a guardarlo.

"Scommetto che puoi farti venire in mente qualcosa" scherzò Tracy, bevendo dal suo bicchiere.

"Be'..." soffiò Josh, trascinando la 'e' "Ci sarebbe questa serata al Sinema..." tentò con un sorriso.
"Oh dio" gemette Liam, buttando indietro la testa

"E' una vita che non vado a ballare" commentò Scott scambiandosi un'occhiata con Stiles.

"Io ci sto, ragazzi!" gridò Nolan.

Mason guardò Liam. "Dai, non puoi piantarci in asso così!" lo supplicò con un ghigno che si allargava. Tutti lo guardarono trepidanti per qualche secondo. Liam resse il loro sguardo finchè poi emise un gemito roteando gli occhi "Okay, andiamo al Sinema" sospirò. Tutti esultarono esageratamente alzandosi in piedi. Mason gli mise un braccio intorno alle spalle. "Sai di cosa hai veramente bisogno?" Liam lo guardò alzando un sopracciglio. "Di affogare i tuoi problemi nell'alcool"
"Credo avrei bisogno di un'intera piscina piena di alcool per quello" commentò Liam con uno sbuffo.

Mason ridacchiò. "Vediamo cosa si può fare"

*

A fine turno Theo uscì dalla stanza sul retro dopo essersi cambiato dagli abiti di lavoro e si avvicinò a Amber mentre lei chiudeva la cassa. Recuperò il telefono dalla tasca della giacca e i suoi occhi si soffermarono su una notifica che segnalava un nuovo messaggio in arrivo da Josh. Corrugò le sopracciglia quando vide che l'idiota gli aveva mandato un video circa quaranta minuti prima. Lo aprì premendo play. Rise quando vide che mostrava un Josh abbastanza brillo, una folla indefinita che lo circondava mentre la musica rimbombava nelle casse. Amber si avvicinò attirata dal rumore per spiare dalla sua spalla.
"Amico, so che probabilmente stai lavorando, ma devi assolutamente raggiungerci qui quando finisci!" Josh urlò per farsi sentire sopra la musica. "E sì, sono ubriaco, siamo tutti ubriachi, anche il tuo piccolo piccolo fratellino è ubriaco!" ridacchiò, poi si sporse fuori dall'obiettivo e un attimo dopo riapparve tirando Liam, un braccio sulle sue spalle.
"Io non sono ubriaco!" protestò Liam, con un broncio adorabile sul viso, ma non cercò di divincolarsi. Theo lo studiò, non riuscendo a trattenere un sorriso. Non sembrava ubriaco, ma dal modo in cui strascicava un po' la voce era sicuramente brillo.

"Smetti di mentire e dì ciao a Theo!" gridò Josh, attirando l'attenzione di Liam sul cellulare. Non riusciva a vedere bene visto le luci psichedeliche che li avvolgevano, ma era sicuro che Liam stesse arrossendo, mentre si agitava sul posto. "Hey" mugugnò "D-dovresti proprio venire..."
"Sì, dovresti proprio venire, stronzo! Non piantarci in asso come al solito" si intromise Josh urlando monopolizzando lo schermo "Ti aspettiamo" urlò di nuovo prima di chiudere il video.

"Simpatico il tuo amico" commentò Amber ridacchiando.

"Se lo dici tu" rise Theo

"E' single?" chiese poi lei alzando un sopracciglio.

"Direi di sì"
"E' innamorato del suo fratellastro?" volle sapere ancora Amber, ironica.

"Decisamente no"

"Okay, allora non c'è altro da sapere!" gridò Amber eccitata. "Andiamo?"
Theo si bloccò "Vu-vuoi venire con me? Alla festa di compleanno di Liam?" Niente di quell'idea gli sembrava buona.

"E' una discoteca, tu vai per Liam, io ci vado per ballare." Roteò gli occhi, scrollando poi le spalle "Io ho solo bisogno di un passaggio e tu hai una macchina"

Theo sbuffò "Okay, andiamo" accettò poi. Aveva già imparato che discutere con Amber era una battaglia persa in partenza.

*

Dal momento in cui Josh aveva inviato il video a Theo, Liam non aveva fatto altro che andare con lo sguardo alle scale d'ingresso della sala da ballo, sperando di vederlo arrivare. A un certo punto Mason gli aveva dato un pizzico sul braccio. "Amico, esci dalla modalità stalker! Le persone cominceranno a notarlo" gli sussurrò, facendo un cenno al punto dove, a pochi passi da loro, Corey, Alec, Nolan, Scott e Stiles stavano ballando freneticamente.

"Scusa, non riesco a farne a meno" sospirò Liam arrossendo ma abbassando lo sguardo. "Vorrei soltanto che venisse"
"Lo so, ma controllare ogni dieci secondi non lo farà apparire magicamente" scherzò Mason, mentre gli occhi di Liam saettavano di nuovo verso l'alto.

Liam non aveva mai creduto a quelle stupidaggini secondo cui si è capaci di trovare subito in una stanza affollata la persona che ti piace, o che quando la vedi, tutto il resto del mondo scompare, eppure quando Theo apparve in cima alle scale, fu esattamente quello che successe. Il suo cuore accellerò nel suo petto, ma la piccola bolla di felicità che lo fece sentire leggero ebbe vita breve. Perchè non era vero che il resto del mondo era scomparso. Liam non potè assolutamente non notare la ragazza accanto a Theo. Una fitta lo attraversò da parte a parte e lui spalancò gli occhi, attirando l'attenzione di Mason.

"Cosa?"
"L'ha portata qui" biascicò Liam. Poteva sentire anche lui il dolore che trapelava dalla sua stessa voce. "Non posso crederci che ha portata lei qui. Proprio oggi fra tutti i giorni"
"Lei...?" Anche Mason spalancò gli occhi capendo, voltandosi poi e individuando Theo dopo qualche tentativo. Lo vide nel momento in cui Josh gli si lanciò addosso gridando come un matto. Theo rideva ancora mentre presentava la ragazza al suo migliore amico.
Liam strinse le labbra prima di voltarsi e allontanarsi. "Li, aspe-"
"Ho bisogno di un po' d'aria" borbottò Liam tra i denti. Non era sicuro che Mason l'avesse davvero sentito, ma dovette averlo capito perchè non lo seguì.

Invece il ragazzo marciò verso Theo che aveva fatto qualche passo piu' in là, lasciando la ragazza con Josh, e puntando evidentemente verso Alec, Nolan e Corey. Ma Mason lo intercettò mettendoglisi davanti con un cipiglio cupo. Theo trasalì preso alla sprovvista. "Mason, che diavolo- mi hai spa-"

"Amico, avresti potuto evitare" sibilò Mason irritato.
"Cosa?"
"Sai benissimo di cosa sto parlando! Ascolta, so che Liam ti ha ferito, ma cosa? È una sorta di vendetta questa? Non è divertente. Liam ci sta provando, lui vuole soltanto fare quello che reputa migliore per tutti, non è così che lo smuoverai" sbottò, cercando di non farsi sentire dagli altri, non che c'era qualche rischio, visto il modo in cui erano ancora tutti presi dalla musica.

Theo sbattè le palpebre. Ci mise un po' per capire. Non riusciva a crederci che Liam ne avesse davvero parlato con qualcuno. Avrebbe gioito del piccolo progresso, ma si ricordò improvvisamente di essere appena stato accusato di qualcosa. Lanciò un'occhiata veloce a Amber tornando poi a Mason, affrettandosi a spiegare "Aspetta, non è quello che io-"
"Non dovresti dirlo a me, io volevo soltanto avvertirti! E' Liam di cui stiamo parlando. Ha perso suo padre all'improvviso, senza una ragione, ha quasi perso un amico e non ha mai smesso davvero di darsi la colpa, è stato umiliato e preso in giro da bambino multiple volte, e tu ne dovresti sapere qualcosa! Non puoi incolparlo se si tormenta ed è terrorizzato da ogni passo che fa! Tu l'hai aiutato in qualche modo a venirne fuori, non rispingerlo giù ora" esclamò Mason con una nota di disperazione nella voce.

Theo rimase immobile per qualche secondo, le parole che affondavano lentamente facendogli gelare il sangue nelle vene. Per la prima volta sembrò realizzare che forse la timidezza di Liam era solo uno schermo, una protezione per evitarsi di essere coinvolto, di soffrire ancora. Theo l'aveva sempre saputo che erano simili, loro due, ma solo in quel momento probabilmente comprese quanto. "Dov'è?"
"Non lo so" Mason allargò le braccia. "Ma farai meglio a trovarlo, e in fretta" E il suo tono non ammetteva obiezioni.

*

Liam appoggiò i palmi contro il lavabo cercando di calmarsi e riorganizzare i pensieri. Deglutì incapace di smettere di ripetersi la stessa identica domanda. Perchè Theo l'aveva portata lì? Proprio il giorno del suo compleanno. Non gli importava di come si sarebbe sentito? Sapeva che l'avrebbe ferito.

Chiuse gli occhi, aprendo il rubinetto e buttandosi un po' d'acqua sul viso prima di tornare nella stessa posizione di prima.

Non voglio sentirmi così. Odio sentirmi così. Non voglio essere egoista. Non voglio essere avido.

"Fa schifo quando la persona che ti piace guarda qualcun altro eh?" parlò all'improvviso una voce carica di ironia, facendolo sobbalzare dallo spavento. Alzò lo sguardo sullo specchio incontrando la smorfia di Tracy, appoggiata allo stipite della porta, le braccia incrociate al petto, mentre lo guardava quasi compiaciuta.

Liam si voltò lanciandole un'occhiata amareggiata. "Sei qui per sbattermelo in faccia ora?"
Tracy roteò gli occhi staccandosi poi dal muro e facendo un passo verso di lui. "Rilassati, non ce l'ho con te" sbuffò alzando le mani. Poi distolse lo sguardo, quasi come se costasse dire quello che probabilmente stava per dire, e proseguì lentamente. "Sai dove ho sbagliato io? Mi sono lasciata trascinare. Theo voleva solo divertirsi e io l'ho lasciato fare. Sperando che magari col tempo le cose si sarebbero messe apposto da sole" Rise amara "Ma sai ,non funziona così. Non sono mai stata onesta con Theo sui miei sentimenti finchè non è stato troppo tardi." Gli lanciò un'ultima occhiata prima di voltarsi per andarsene. "Mi auguro che tu saprai essere più intelligente di così" concluse con un cenno di saluto.

Onesto. Intelligente. Felice. Ogni cosa che Liam avrebbe voluto essere, ogni cosa che tutti gli altri gli suggerivano di essere, finiva sempre per fare a cazzotti con un'altra.

*

"Ho bisogno di una piscina di alcool"

Il barista guardò Liam, apparso dal nulla con pretese assurde, e sbattè le palpebre. "Quanto hai bevuto, amico?"

"Co-? Non sono ubriaco, è per questo che ti sto chiedendo di darmi da bere!"

Cominciava a sentire gli effetti dell'alcool bevuto in precedenza svanire, e ora tutto quello che voleva era non sentire nulla, diventare insensibile al mondo circostante.
"Io ti chiederei un documento, ma non ho bisogno di vederlo per sapere che non hai l'età" borbottò lui in risposta guardandolo dall'alto in basso.

Liam si sarebbe mostrato offeso alla velata insinuazione sulla sua altezza, se una risatina divertita al suo fianco non l'avesse distratto. Si voltò per fronteggiare il proprietario, che gli lanciò un'occhiata... affascinata?... prima di voltarsi verso il barman. "Dai, lascialo avere quello che vuole. Me ne prendo io la responsabilità" sorrise affabilmente.

"Sei sicuro?"
"E' sicuro, l'hai sentito? Portami la cosa piu' forte che hai!" borbottò Liam con un cipiglio, sedendosi sullo sgabello accanto al suo improvvisato salvatore.

"Brutta giornata?" chiese qualche secondo dopo il ragazzo. Liam gli lanciò un'occhiata. Nel suo progetto di estraniarsi dalla realtà non era prevista una conversazione con nessuno, ma a mali estremi, estremi rimedi no?
"Brutta vita" rispose subito amaramente, facendolo ridere. Liam alzò un sopracciglio. Non era davvero sua intenzione essere divertente. Per evitare di parlare ancora, afferrò il bicchiere che il barista gli aveva posato davanti e se lo portò alle labbra. "Bevilo lentamente che è forte" lo avvertì il barman. Liam lo bevve in un unico sorso. "Come non detto"

Quello roteò gli occhi, mentre Liam posava il bicchiere di plastica con forza sul bancone. "Un altro"

"Sicuro di avere abbastanza spazio là dentro, piccoletto?"

"Sicuro di saper fare il tuo lavoro? Perchè non l'ho sentito per niente"
Il ragazzo accanto a lui rise di nuovo, lanciandogli un'occhiata ammirata e poi ammiccando al barman. "L'hai sentito? Portagliene un altro" Il barman roteò gli occhi, prima di allontanarsi per ubbidire.

Al terzo bicchiere, il barman aveva smesso di protestare. Al quinto bicchiere, Liam era decisamente su di giri, e al settimo aveva letteralmente raccontato metà della sua vita al ragazzo seduto accanto a lui, seduti ora frontalmente sporgendosi l'uno verso l'altro, mentre i bicchieri si accumulavano lentamente sul bancone. "E così si è presentato qui con lei, lo stronzo" ripetè il ragazzo, Mark... Mitch... qual era il suo nome?, comprensivo quasi in maniera esagerata, le mani ora posate sulle ginocchia di Liam.

Quando le aveva messe lì? Tutto cominciava ad essere confuso e sfocato... tutto tranne...

"Non è uno stronzo" strascicò debolmente Liam "Lui è carino... è gentile... è perfetto... questo- tutto- è solo colpa mia..." Avvicinò tentativamente il bicchiere alle labbra solo per scoprire che era vuoto. Questo non gli impedì di continuare a cercare di versarselo in bocca, finchè Mark/Mitch non glielo sfilò dolcemente dalle mani, spingendolo a guardarlo.
"Sai, il mondo è pieno di ragazzi carini e gentili" sussurrò, avvicinandosi ancora.

Liam lo guardò fisso, gli occhi appannati e la mente offuscata. Perchè tutto stava girando? "Nessuno è come Theo"
Lui alzò un sopracciglio "Vuoi fare un tentativo?"

Liam restò a guardarlo confuso, come se avesse perso il filo del discorso. In realtà aveva perso il filo di ogni cosa al momento. Dov'era? Cosa si supponeva che stesse facendo? Voleva solo chiudere gli occhi e non vedere piu' nulla...

Chiuse gli occhi istintivamente quando sentì una pressione calda sulle labbra, si appoggiò al corpo davanti a lui sperando di poter fermare le vertigini e impedire a tutto di ondeggiare. Sembrò funzionare, così quando una lingua punzecchiò tentativamente le sue labbra, aprì la bocca per dargli accesso. Sembra facile così. Avrebbe voluto che fosse così anche di fuori, nella vita vera...

*

Quando nel corridoio aveva incontrato Tracy, non aveva avuto nemmeno bisogno di fare domande. Lei l'aveva anticipato. "E' in bagno" aveva detto soltanto senza fermarsi. E Theo aveva cercato Liam in ogni bagno del locale per quasi mezz'ora. Inutilmente. Così si era ritrovato di nuovo in mezzo alla pista, quando Amber lo aveva affiancato. "Ti spiace se ho un altro passaggio per tornare a casa?" gli chiese lei con un sorriso malizioso.

Theo trattene a fatica una smorfia "Josh?"

"No, anche lui mi sembra abbastanza preso" Amber con una smorfia indicò col pollice dietro di sé, e Theo lo seguì con lo sguardo fermandosi su Tracy e Josh che ballavano abbracciati. Non riuscì a trattenere un sorriso. "Perchè siete tutti così schifosamente innamorati?" gemette lei roteando gli occhi.

Theo rise amaro, mentre i suoi occhi continuavano a frugare tra la folla in cerca di Liam. "Chi ti porta a casa? Voglio essere sicuro di non lasciarti in mano a un maniaco omicida, sai"
"Sarei capace di far scappare qualsiasi maniaco omicida avesse coraggio di avvicinarsi a me" borbottò Amber.

"Ne sono sicuro"
"Comunque vado col tuo amico Nolan" Lo sguardo di Theo scivolò su Nolan che aveva la stessa espressione di uno che aveva appena vinto una lotteria. "Maniaco omicida?" chiese Amber ironica.

"Ora temo per la sua di incolumità"

"Oh grazie. Mi dici sempre le cose piu' dolci, T" Amber roteò gli occhi, prima di dargli una pacca sulla spalla. "Ci vediamo lunedì allora"
"Sì" Lei sorrise prima di saltellare verso Nolan. "Divertiti" le gridò dietro Theo ridendo.

"Contaci!!"

Theo scosse la testa, il sorriso che lentamente moriva mentre tornava di nuovo alla folla. Era inutile. Ma Liam non poteva essere sparito, e non poteva essere tornato a casa a piedi. E tutti quelli del gruppo erano ancora lì in giro a ballare, quindi nessuno poteva averlo accompagnato. Allora...?

Puntò Mason non appena apparve da un corridoio laterale e lo raggiunse. "L'hai trovato?" chiesero in coro. Theo roteò gli occhi, mentre lo sguardo di Mason continuava a vagare.

"Non può essere sparito, maledizione!"
Lo sguardo di Mason si fissò allibito su un punto "Uh, non lo è"

"Cosa?"
Mason gli indicò un punto con il dito e Theo semplicemente si voltò, incontrando la vista del bar, l'unico posto dove aveva pensato fosse inutile guardare. Teoricamente nessuno avrebbe potuto far bere Liam. Eppure lì c'era Liam, chiaramente ubriaco, la parte superiore che oscillava leggermente avanti e indietro e gli occhi vacui, mentre un tizio lo guardava come se fosse un qualche bocconcino squisito, le mani posate sulle sue ginocchia, le dita che lo accarezzavano quasi impercettibilmente. Poi il tizio ebbe la sfrontezza di sporgersi avanti e baciarlo. E Liam lo lasciò fare.

La mente di Theo si svuotò, la rabbia che montava e i pugni serrati, le unghie che scavavano nei suoi palmi, all'idea di un tizio qualunque che approfittava di Liam, facendo quello che lui desiderava fare da mesi. Potrebbe giurare di aver sentito se stesso ringhiare a un certo punto. Poi un attimo dopo si stava muovendo in avanti.

"Woh-oh" Mason con uno scatto lo raggiunse, prendendolo prima per un braccio e poi mettendoglisi di fronte, le mani avanti "Cosa vuoi fare?" esclamò allarmato, gli occhi spalancati.
"Levati di mezzo, Mason" sbottò Theo, la rabbia che trasudava dalla voce. Mason non si mosse, ma non protestò quando Theo lo raggirò.

"Aiuto" mugugnò tra i denti, mentre si voltava per seguire la scena.

Liam non sapeva cosa stava facendo, ma almeno tutto aveva smesso di girare. Finchè poi non sentì qualcosa tirare indietro violentemente lo sgabello su cui era seduto. Il suo stomaco si rigirò e annaspò scivolando in avanti aggrappandosi istintivamente alla prima cosa che trovò. Una spalla. La spalla di qualcuno.
Alzò gli occhi vacui incontrando la vista di Theo che gli si parava di fronte, un cipiglio arrabbiato sul volto mentre guardava qualcosa davanti a sé.

Perchè Theo era arrabbiato? Era arrabbiato con lui? Non voleva che Theo fosse arrabbiato con lui di nuovo... Sembrava però l'unica cosa che fosse capace di fare. Deludere le persone...

Il tizio alzò lo sguardo sull'intruso nel momento in cui gli si parò davanti. "Qual è il tuo problema amico?" sbottò con rabbia.
"Sei tu quello che avrà un problema se non sparisci all'istante" sibilò Theo, uno sguardo sul viso che avrebbe fatto fuggire a gambe levate chiunque con un minimo di buon senso. Quello però non sembrò impressionato, mentre si alzava in piedi.

"Sai forse dovresti insegnare al tuo ragazzo a non fare la puttana in giro se poi la tua reazione è questa" disse con un sorriso accondiscendente
Theo fece un passo avanti, la rabbia che continuava a montare. "Cosa hai detto? Ripe-"
Mason gli si parò di nuovo avanti, prendendolo da una spalla e tirandolo indietro di un passo. "Theo-Theo! Okay, non vogliamo passare un'altra notte alla centrale di polizia vero?" fece poi allusivamente. A quel punto la maschera di sfrontatezza del tizio cominciò a vacillare, e dovette pensare che era meglio lasciar perdere, perchè fece un ultimo sbuffo derisorio prima di voltarsi e andarsene.

"Perchè mi hai fermato? Voglio cancellargli quel sorriso del cazzo dalla faccia a suon di pugni-" Theo ringhiò cercando di nuovo di fare un passo avanti, ma Mason lo rispinse indietro.

"Dai, lascia perdere. Abbiamo altri problemi ora" gli ricordò, con un cenno della testa verso Liam.
Theo si voltò verso di lui, trovandolo con la testa sul bancone, addormentato scompostamente. Si trattenne a stento dal roteare affettuosamente gli occhi.

"Io glielo avevo detto che era forte" commentò il barista dal suo angolo mentre asciugava i bicchieri con una pezza. Theo gli rivolse una sola occhiataccia prima di tornare a guardare Liam, decidendo mentalmente cosa fare
"Lo porto a casa" disse infine.
"Sicuro?"
"Si, ho ancora le chiavi, lo farò salire in camera senza che dobbiate svegliare Jenna. Non credo che sarebbe contenta di vederlo così"

"Uh direi di no... Okay... uhm... scrivimi quando siete a casa..." mugugnò Mason. "E... riguardo... la tua amica?" chiese calcando sull'ultima parola

"Ha già un passaggio" Lo guardò seccato. "E non è la mia amica" Roteò di nuovo gli occhi avvicinandosi a Liam, e scuotendolo dolcemente. "Dai, piccola spugna, è ora di andare a casa"
"Uh-" Liam gemette, emettendo poi una serie di suoni che dovevano essere parole ma di cui Theo comprese solo "-casa"

"Sì, casa" annuì soltanto in risposta.

Aiutarono Liam a alzarsi, Mason su un lato e Theo dall'altro. Ad un certo punto, Liam inclinò la testa verso Mason, con un sorriso sornione sul viso che si allargava sempre di piu' "Piscina" disse soltanto. Mason scoppiò a ridere, inspiegabilmente almeno per Theo, che non aveva idea di cosa ci fosse da ridere. "Visto? Ti avevo detto che si poteva fare... e sappi che ti prenderò in giro per questo per il resto della tua vita" fece Mason mentre la testa di Liam ricadeva giù lasciandosi guidare fuori dal locale a peso morto tra di loro.

Ci vollero quindici minuti per far salire Liam in macchina, cinque per convincere Mason che sarebbe andata bene e che poteva tranquillamente tornare dal suo ragazzo e dieci per tornare a casa, tempo che Liam passò dormendo con la fronte contro il finestrino.

Il vero problema si presentò quando Theo accostò nel vialetto, e scese dall'auto, realizzando che Liam non aveva fatto altrettanto. Roteò gli occhi prima di camminare verso la portiera di Liam e aprirla. Liam si risvegliò con uno scatto quando gli mancò l'appoggio del finestrino, e per poco rotolò fuori dall'auto. Theo lo sorresse, e davvero, non l'aveva fatto apposta, ma non potè trattenere il sorriso.

"Theo, stronzo..." piagnucolò Liam buttando la testa indietro sul sedile mentre Theo rideva più forte.
"Bene, almeno stai tornando te stesso" commentò. "Dai, dammi la mano"
Liam, di nuovo col suo broncio adorabile sul viso, esitò per mezzo secondo prima di aggrapparsi a Theo e scivolare fuori dall'auto.

"Sto morendo?" biascicò Liam debolmente
"Non stai morendo"

"Mi sento davvero come se stessi morendo" insistette Liam piagnucolando. "Se mamma mi vede...-" Theo aveva appena aperto la porta d'ingresso cercando di essere il piu' silenzioso possibile, quando Liam inciampò sul tappeto entrando. Theo lo afferrò prontamente ma questo non gli impedì di tramortire il portaombrelli che rotolò a terra con un clangore assordante che sembrò risuonare per l'intero vicinato. I due restarono pietrificati per qualche secondo, Theo che ancora sorreggeva Liam con una mano sulla schiena e una attorno alla sua vita, finchè poi Liam alzò lo sguardo su di lui, un altro sorriso confuso che si allargava sul suo viso "Merda" disse soltanto. Theo rise a malincuore. Era ancora evidentemente ubriaco.

Poi sospirò, si assicurò che Liam riuscisse a reggersi sulle sue gambe per almeno mezzo secondo e si voltò dandogli le spalle e mettendosi in ginocchio. Liam lo guardò perplesso. "Che-?"
"Sali"
"No"
"Non voglio scoprire quanto rumore farai tu cadendo dalle scale"
"Sono pesante"
"Ora sei solo ubriaco, dai"
Theo non poteva vederlo ma era sicuro che Liam avesse di nuovo il broncio, e probabilmente era arrossito, e non per il colpa dell'alcool stavolta, mentre stringeva le braccia attorno al collo di Theo e Theo lo afferrava per le coscie sollevandosi.

 

"Okay lì dietro?" chiese mentre cominciava a salire le scale.
Liam seppellì il viso sulla spalla di Theo, gli occhi che si chiudevano ogni volta che si posavano su una superficie comoda. "Mi dispiace" mugugnò mezzo addormentato.

"Non dovresti. Sei ubriaco, è il tuo compleanno, è la normalità" cercò di rassicurarlo Theo. Poi rise leggermente "Al mio compleanno dell'anno scorso mi sono risvegliato nella doccia"

Un sorriso assonnato si formò anche sulle labbra di Liam mentre premeva ancora di piu' il viso contro il collo dell'altro. "Eri nudo?"
Theo rise "No, ma ero completamente bagnato, e pieno di sapone"

Liam rise debolmente stringendosi a lui. Era una sensazione piacevole, avrebbe potuto restare così per sempre. Poteva sentire l'odore dello shampoo di Theo. E della sua acqua di colonia. Poteva sentire il calore della sua pelle contro tutto il suo corpo. E poteva sentire chiaramente il cuore di Theo battere, un po' piu' forte del normale.

Ma forse era solo per la fatica del salire le scale con un Liam mezzo svenuto sulle spalle. O forse era panico. Theo si fermò all'improvviso, con solo un piede sull'ultimo gradino, guardando dritto negli occhi Paul in piedi sulla porta della camera.

"Che diavolo state facendo?" fece Paul col tono di uno che è stanco di tutto.

"Ti prego dimmi che Jenna non c'è" Theo sussurrò soltanto in risposta.
"Dio" Paul roteò gli occhi, poi sospirò portandosi due dita a pizzicarsi il naso "Ti prego, portalo in camera e basta, fingerò di non avervi mai visto"

Theo sorrise, rilassandosi "Grazie papà" E si affrettò ad ubbidire.

Aiutò Liam a mettersi a letto, guardandolo lamentarsi e agitarsi mentre gli rimboccava le coperte, seduto su un lato del letto. Theo sorrise "Dormi un po', domani mattina non ricorderai piu' nulla"

Liam mugugnò di nuovo, fermandosi e guardando Theo sopra di lui.

Sapeva cosa stava per succedere. Theo sarebbe andato via. L'avrebbe lasciato lì da solo.

Sarebbe andato a migliaia di chilometri da lui.

"Non lasciarmi" sentì la sua voce dire, bassa ma tremendamente rumorosa nel silenzio della stanza.

Theo non sembrò sorpreso. Lo guardò solo con un'espressione affettuosa, lo sguardo che scivolava dai suoi occhi socchiusi alle mani strette attorno alle lenzuola che gli avvolgevanoil busto.

"Non posso restare"
"Ti prego, solo-" Solo per stavolta, stava per dire, ma non era quello che voleva veramente. Voleva che fosse per sempre. "Solo- resta... ancora un po'." Liam piagnucolò riaprendo gli occhi del tutto.

Theo non rispose. E per un momento pensò che l'avrebbe mandato al diavolo e se ne sarebbe andato. Probabilmente era quello che si merita. Ma poi sentì il suo delle scarpe che cadeva sul pavimento, e di lenzuola smosse. Guardò mentre Theo si sdraiava accanto a lui, giacendo entrambi su un fianco, continuando a guardarsi negli occhi come in cerca di qualcosa. Risposte forse.


"Ho la sensazione che siamo già stati qui" sorrise Theo ad un certo punto, la mente che tornava a quella notte di mesi prima. La notte che Liam lo aveva baciato. Lo notte in cui aveva realizzato quanto erano grandi i sentimenti che provava per lui.

Ora, dopo mesi, dopo tutto quello che era successo, poteva vedere quanto quei sentimenti fossero cresciuti, e quanto stessero continuando a crescere, giorno dopo giorno. Theo sapeva in un modo o nell'altro che non potevano piu' essere fermati.

Il cuore di Liam pulsava dolorosamente nel suo petto, mentre continuava a guardare Theo. Come se temesse che non appena avesse chiuso gli occhi, sarebbe sparito nel nulla.


Avrebbe voluto che fosse sempre così. Theo, lì al suo fianco, parlando di cose stupide, e ridendo, con la certezza di esserci sempre l'uno con l'altro. E non solo nel momento del bisogno.

Voleva sporgersi e coprire la poca distanza che separava i loro corpi, lasciarsi avvolgere dal calore del suo corpo e sentire di nuovo le sue labbra sulle sue.

Ne aveva bisogno. Lo voleva. Lo bramava.

Ma Theo continuava a mettere sempre piu' distanza tra di loro. E forse era Liam che lo aveva spinto a farlo, ma non era quello che Liam voleva quando aveva scelto di proteggere la felicità di sua madre e della sua famiglia. Non voleva che Theo sparisse dalla sua vita per poterlo avere. Ma probabilmente era tardi ora.

Theo se ne stava andando, ancora. E probabilmente lo stava già dimenticando.

Ripensò al commento di Amber al locale, al fatto che Theo l'avesse portata al Sinema, all'espressione furiosa sul viso di Theo poco prima...

Sentì qualcosa di bagnato sulle sue guance, ma realizzò cosa stesse accadendo solo quando Theo sgranò gli occhi in shock. "P-perchè stai piangendo?"

Liam sbattè le palpebre, piu' volte, in un tentativo di fermarle, ma le lacrime continuarono a scorrere copiose, la vergogna che ora si mescolava al senso di colpa e al dolore. Il suo labbro inferiore tremò e lui serrò la mascella cercando di fermarlo, ma non riuscì comunque a distogliere le sguardo da Theo, che lo guardava in sofferente attesa

"Sei... sei arrabbiato con me?" Liam singhiozzò alla fine. "Tu mi odi, non è vero?" Liam serrò gli occhi, cercando di smettere di piangere. Dio, si sentiva così stupido. Li riaprì guardando di nuovo Theo, la stessa identica espressione ancora sul viso. "Non voglio che tu mi odi"

Qualcosa nel cuore di Theo si ruppe, mentre si spostava piu' vicino, una mano che andò a posarsi sul collo dell'altro. "Io non ti odio, Li." gli sussurrò "Non potrei mai, io tengo a te. Niente cambierà questo" Usò la mano ancora incastrata sull'incavo tra il collo e la spalla per tirarlo vicino, e Liam si lasciò attirare, sciogliendosi tra le braccia di Theo, le mani che si avvolsero attorno alla sua vita e aggrappandosi alla sua maglia. Sentiva che non poteva incolpare del tutto l'alcool in quel momento. Era piu' il motivo per cui poteva permettersi di essere spontaneo per una volta. Così affondò la testa nel petto di Theo, sentendo Theo fare lo stesso tra i suoi capelli.

"Mi manchi così tanto"

Non era sicuro che Theo lo avesse sentito.

*

Quando aprì gli occhi, la mattina dopo, il sole era accecante contro i suoi occhi sensibili, la sua gola era secca, la testa gli scoppiava, e Theo non c'era più. Non riuscì del tutto a trattenere la delusione, mentre la sua testa si muoveva qua e là per la stanza.

Il suo cuore si fermò non appena lo sguardo cadde su un piatto posato sulla sua scrivania. Scivolò fuori dal letto in un ammasso di lenzuola e vestiti così velocemente e così prontamente che stupì perfino se stesso. Si fermò solo quando fu davanti alla scrivania, gli occhi che si spostarono quasi affascinati dal piatto di pancakes (sciroppo mirtilli e panna, i suoi preferiti, quelli che gli preparava sempre sua mamma) al bicchiere di cappuccino ormai freddo, al biglietto posato su di esso.
Liam lo prese con mani tremanti.

Non preoccuparti, le mie capacità in cucina sono sicuramente migliori delle tue!

PS. Buon compleanno, Li

Liam non era sicuro di poter descrivere la sensazione di calore che lo avvolse a quelle parole. Poteva ricordare quasi ogni minimo dettaglio della serata prima, e stavolta era quasi certo di aver fatto scappare Theo una volta per tutte. Ma evidentemente si sbagliava.

Con un sorriso grande, si sedette alla scrivania, mangiando la sua colazione, nonostante le proteste del suo stomaco. E niente gli era mai sembrato piu' buono.


*

Passò un'altra ora a letto, prima di alzarsi e strisciare sotto la doccia. Solo allora sentì di essere tornato ad essere un essere umano funzionale. Una volta vestito, prese il telefono, rispondendo ai messaggi di Mason che chiedeva se fosse vivo o no, e scese di sotto. Controllò l'ora sul cellulare prima di infilarselo in tasca. Erano quasi le 14 e sua mamma non sarebbe rientrata prima delle 16. E in quel momento sentiva il bisogno di mettere assolutamente qualcosa sotto i denti. Si preparò un panino e si buttò sul divano, accendendo la tv.


Continuava a guardare il cellulare, sperando in qualche modo di vedere apparire un messaggio di Theo. O forse doveva essere lui a scrivergli per primo? Dopottutto era lui che si era reso ridicolo – di nuovo – e aveva avuto bisogno di aiuto – di nuovo –

Arrossì al pensiero, posando il telefono sul cuscino accanto, mentre tutto ciò che continuava a ricevere erano messaggi di Mason sul suo essere caduto in qualche piscina. Non ricordava niente del genere.

Erano le 15 quando sentì improvvisamente qualcuno armeggiare con la porta di casa, e il cuore gli saltò in gola per lo spavento. Chi diavolo era?!


Quando Theo aprì la porta di casa, l'ultima cosa che si aspettava di trovare era Liam con un cuscino

tra le mani, pronto a colpire- "Wo-oh!" gridò facendo un passo indietro nella veranda, mentre Liam si bloccava vedendolo.

"Che diavolo, Theo, mi hai fatto prendere un colpo!" Liam sibilò agitato.

Theo rise puntando il cuscino. "Dio, e cosa volevi fare? Stendere un ladro a cuscinate?" Liam arrossì, facendo ricadere il braccio col cuscino lungo il fianco. "Ecco perchè non dovresti mai fare tu i piani"
"Perchè sei qui?" chiese Liam in un debole tentativo di combattere l'imbarazzo, cambiando argomento. Fece un passo fuori casa anche lui, posando il cuscino su una delle sedie della veranda.

Theo scrollò le spalle "Sapevo che Jenna non c'era, e nemmeno mio padre... così sono venuto a controllare se andava tutto bene." rispose esitante, ficcandosi le mani in tasca. "Direi di sì, apparte il tuo debole tentativo di omicidio... ma possiamo tenercelo per noi-"
"Theo, sta zitto" Liam roteò gli occhi.
"Posso andarmene se non vuo-"
"No!" Liam divenne di un rosso brillante non appena la sua bocca si mosse senza il suo permesso. Theo si fermò, mezzo voltato per andarsene e lo guardò. Liam si mosse a disagio sui suoi piedi, lanciandogli brevi occhiate. "Io-" Sospirò, buttandosi sul dondolo lì vicino "Mi dispiace per ieri... scusa se sono stato strano..."
"E' tutto okay"
"Non lo è. Sono sempre quello che ti causa problemi, e tu sei sempre lì ad aiutarmi..-" Liam insistette.

Theo fece un passo avanti e si sedette accanto a lui "Mai una volta ho pensato a te come a un problema, e ti assicuro che non ho mai fatto nulla che non volessi" ammise sinceramente.
Liam resse il suo sguardo stavolta, prima di parlare "In questo caso, grazie" Arrossì di nuovo "...per avermi portato a casa, e per-" Si zittì, mentre ricordava quella notte "-per la colazione" si affrettò a concludere prima di dire qualcosa di troppo.

Theo sorrise poi abbassò lo sguardo esitante. "Ho anch'io delle scuse da farti"

Liam lo guardò sorpreso, perchè non c'era niente di cui Theo dovesse scusarsi a suo parere. Ma Theo interruppe prontamente il suo tentativo di farglielo notare "Mi dispiace se ti ho evitato, mi dispiace se sono stato uno stronzo a volte in questi ultimi mesi. È solo che.. pensavo che se non potevo essere il tuo..-" Theo si fermò, mentre il cuore di Liam sobbalzava alla parola che Theo non era riuscito a dire "Se non potevo averti come volevo io" si corresse, "allora non potevo averti in nessun altro modo. Sono stato egoista, e mi dispiace. Ma quello che provo... non cambia" Un lieve rossore tinse le guance di Theo "ma voglio correggermi su una cosa. Non sarò mai in grado di essere tuo fratello, è vero... ma voglio provare a essere tuo amico" Theo lo guardò incerto "Perchè... mi manchi anche tu, Li"

Liam arrossì, ricordando che quella era una cosa che aveva ammesso lui per primo. Il suo cuore batteva veloce nel suo petto, mentre cercava qualcosa da dire. Nulla sembrava appropriato. Era felice, perchè Theo stava accettando di provare a far tornare le cose come prima. Ma la sua non era una felicità completa, perchè in un modo o nell'altro, 'amico' era qualcosa che stonava ormai anche alle sue orecchie. Ma era la scelta migliore. Meglio essere amici che ciò a cui si erano ridotti in quei mesi! Quei sentimenti non sarebbero andati mai via comunque. Magari così potevano lavorarci insieme.

"Grazie" Fu tutto quello che riuscì a dire alla fine, e probabilmente fu il grazie piu' sincero che avesse mai detto in vita sua.

Restarono per un po' in silenzio, finchè poi Theo parlò, rompendo la tensione."Quindi..." Sorrise malizioso quando Liam lo guardò. "Qualcuno mi ha detto che hai quasi ucciso il mio gatto cercando di far partire l'auto..."

Liam arrossì roteando gli occhi "Sta zitto, è solo... meno facile del previsto! E lui non è il tuo gatto"
"O forse non hai avuto l'insegnante giusto" fece Theo con un cenno allusivo.

"Cosa?" Per tutta risposta Theo gli tirò le chiavi della macchina. Liam si agitò per afferrarle stringendole poi al petto e guardandolo sconvolto. "Mi vuoi far guidare la tua macchina?"
"Dovresti essere onorato. Ti sto affidando la mia cosa piu' preziosa"

"Io non lo farei se fossi in te" lo avvertì Liam con una nota di panico.
Theo rise alzandosi e Liam lo seguì a malincuore.

"Soltanto non avere fretta di partire, lascia andare piano e accellera dolcemente. Le cose vengono meglio se ti prendi il tuo tempo, giusto?"

"Sembra facile detto così" Liam roteò gli occhi, ma non poteva non sorridere, non davanti al sorriso di Theo, e allo scintillio nei suoi occhi. Prese un mezzo respiro, avviando il motore, poi serrò entrambe le mani sul volante. "Okay..."
Theo lo guardò prima di posare una mano sulla sua coscia. "Quando senti che sta per partire, dai gas. Non lasciarla spegnere"

Liam annuì, sentendosi stranamente nervoso. Quando il motore rombò, Liam sentì la mano di Theo stringersi su di lui e seppe che era il momento. La macchina saltò, ma poi si spostò in avanti senza spegnersi. "Oh-oh-oh" Un grosso sorriso si dipinse sul viso di Liam, guardando velocemente Theo che lo imitò. "Dai accellera!" lo incitò.

"Cosa? Vuoi andare su strada?" strillò Liam
"Sarebbe un peccato fermarsi adesso no?"

"Questo è così illegale" rise Liam, ma premette un po' di piu' il gas acquistando velocità.

Theo rise di nuovo, mettendosi comodo, una mano fuori dal finestrino, mentre lo guardava.

"Visto? Ci stiamo finalmente muovendo, Dunbar"
 

CONTINUA

 

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Capitolo 18
*** Gli amici non... ***


NB: Volevo dirvi che mi sono divertita a fare una playlist su Spotify per questa storia, con le canzoni che mi ricordano i protagonisti della storia. La troverete - se vi interessa - qui o semplicemente cercandola su Spotify col nome TBISWTL.

 


18. Gli amici non....

 

Liam sobbalzò sul posto, lì dove era seduto sul suo letto, quando qualcuno bussò delicatamente contro il vetro della sua finestra.

Alzò lo sguardo, corrugando poi le sopracciglia quando incontrò gli occhi verdi di Theo che lo fissavano, e scivolò giù dal letto, aprendo la finestra lentamente.

"C-che fai qui?" balbettò perplesso, mentre Theo si spingeva dentro la stanza.

Liam aveva mille altre domande in mente che lo aiutassero a capire la strana situazione. Era piu' che sicuro che solo due minuti prima fosse in auto, guidando in una strada qualunque – un po' troppo bene perchè fosse reale – finchè sul ciglio non aveva visto l'orribile gatto dei vicini che lo fissava. Inquietante.

E ora era lì. E voleva chiedere, davvero, ma qualcosa nello sguardo scuro e determinato di Theo lo inchiodava sul posto.

Theo fece un passo verso di lui, cauto, lento, quasi predatorio. Liam ne fece istintivamente uno indietro. Il muro avrebbe dovuto essere molto piu' lontano, ma si ritrovò a cozzare con le spalle contro una superficie solida. Theo alzò il braccio destro, posando la mano contro la parete accanto alla sua testa.

Il cuore di Liam gli batteva in gola, mentre cercava di deglutire. Qualcosa in quella situazione era stranamente familiare.

"Sai.. non hai ancora risposto alla mia domanda" Theo disse soltanto.

Liam si agitò sul posto, abbassando gli occhi, le parole incastrate in gola. Theo però fu più rapido, alzando anche l'altra mano e sbattendola contro il muro mentre si faceva piu' vicino. Il suo petto ora era premuto contro quello di Liam, il respiro per qualche motivo pesante. Liam sarebbe voluto scappare, ma non riusciva a staccare gli occhi da quelli dell'altro, mentre quelli di Theo scivolavano sulle sue labbra.

"Ma non ce n'è bisogno, Theo sussurrò, la voce roca e bassa "Conosco già la risposta..."

Liam socchiuse leggermente le labbra per parlare, ma cambiò idea quando le mani di Theo si spostarono dal loro posto contro il muro, posandosi sul suo avanbraccio e poi risalendo lentamente su, verso le spalle, verso il petto, accarezzando la pelle lasciando scie di fuoco mentre continuava a premere col suo corpo contro il suo.

"Liam", Theo sussurrò, senza mai smettere di guardarlo negli occhi "vuoi che me ne vada?"

Liam deglutì. Poi scosse semplicemente la testa. Non aveva senso combattere, spingerlo via, mentire, non più, non quando ogni parte di lui gli stava urlando di baciarlo, toccarlo, stringerlo, lasciarsi andare, scoprire cosa sarebbe successo se quella notte di mesi prima fosse stato sincero.

Theo sembrò esitare, mentre le mani si avvolgevano attorno ai fianchi di Liam, e le sue labbra si libravano sopra quelle dell'altro. "Sei sicuro?" gli chiese ancora.

Qualcosa scattò in Liam in quel momento. Si morse le labbra poi l'ultimo barlume di esitazione svanì. Alzò le mani mettendole a coppa sul viso di Theo tirandolo vicino con forza. Le loro labbra si scontrano in un bacio incasinato, disperato. Liam si spinse contro Theo, cercando ancora piu' contatto, e la mani di Theo si artigliarono in risposta al tessuto della maglia mentre lo tirava piu' vicino.

In una lotta di membra, labbra e pelle, Liam sentì il suo corpo scivolare verso il basso e la schiena colpire il materasso. Theo si tirò indietro, senza fiato, le labbra a un pollice di distanza mentre i loro respiri si confondevano.

"Qualcuno potrebbe sentirci..." sussurrò Theo esitante con una sola rapida occhiata alla porta.

"Non mi importa" disse Liam subito, le mani che si avvolgevano attorno al collo di Theo. Theo lo guardò quasi incantato, come cercando nei suoi occhi qualche segno di pentimento. Non ce n'erano.

Così lo baciò di nuovo.

Liam trovò l'orlo della sua maglia, facendo scorrere le mani sulla sua pelle calda, mentre Theo spostava la sua attenzione sul collo e sulla sua clavicola. Liam emise un sospiro, inclinando la testa indietro.

Poteva sentire le mani di Theo ovunque, sulla schiena, sul petto, sulle sue cosce. Theo rotolò i fianchi contro i suoi. "Oh dio", Liam espirò pesantemente, "Theo..."

"Liam..."

Qualcuno bussò alla porta. Sembrava lontano anni luce, così nessuno dei due gli prestò attenzione mentre continuavano a baciarsi.

"Liam?" Qualcuno bussò ancora. Stavolta forte e chiaro, e Liam spalancò gli occhi mentre sua madre apriva la porta, e si ritrovò a fissare il soffitto bianco con gli occhi sgranati, il corpo immobile. "Tesoro, farai tardi a scuola!"

Il suo cuore palpitava violentemente contro il suo petto mentre scattava a sedere, le lenzuola che gli scivolavano in grembo, voltandosi poi verso sua madre affacciata alla porta. Si guardò intorno, il viso che si colorava di un rosso intenso mentre realizzava cosa era appena successo. Tornò imbarazzato verso sua madre, che lo guardò un po' perplessa. "Tutto ok, tesoro?"
"Sì..sì.." balbettò. Si portò una mano alla fronte "Scusa... io- scendo subito"
"Bene" fece lei lentamente, lanciandogli un'ultima occhiata preoccupata prima di chiudersi la porta alla spalle.

Liam rimase qualche secondo immobile ad ascoltare il ticchettare dell'orologio e il ritmo folle del suo stesso cuore, prima di buttarsi di nuovo sul letto, coprendosi il viso con entrambe la mani, i pezzi del sogno che lo raggiungevano lentamente.

Mio Dio. Aveva appena fatto un sogno erotico su Theo?! Be' non proprio erotico perchè era stato svegliato prima che loro... Oh dio!

Liam si girò di pancia nel letto premendo il viso contro il cuscino, soffocando un grido. Che diamine gli prendeva?!

Quando Liam scese completamente vestito al piano di sotto, trovò sua madre impegnata in cucina. Impiegò qualche secondo a realizzare quanto fosse strano. Forse stava ancora sognando e presto avrebbe di nuovo visto Blackie Chan che lo fissava inquietante da un angolo. Questo oppure Theo sarebbe saltato fuori con solo indosso un grembiule da cucina. Non sapeva quale delle due ipotesi sarebbe stata piu' folle.

Guardò sua madre mentre si sedeva sullo sgabello dell'isola della cucina. "Come mai non sei al lavoro? Non avevi il turno di mattina questa settimana?" chiese perplesso.

"Melissa aveva bisogno di un cambio, così oggi lavorerò di notte" rispose sua madre tranquillamente, mentre versava il bacon dalla padella al piatto posizionato davanti a Liam.
"Oh capito" si accigliò Liam fissando il suo bacon. Si sentiva ancora confuso e imbarazzato dall'intera situazione. Non che ci fosse qualcosa di strano, dopottutto era un adolescente, no? Era normale fare sogni erotici di tanto in tanto, chi non ne aveva? E' che questo era Theo. Theo a cui non avrebbe dovuto pensare, soprattutto non in quel senso, soprattutto non ora che i loro rapporti sembravano star lentamente migliorando.

Lanciò un'occhiata aggrottata a sua madre che mangiava di fronte a lui. "Non mi importa" aveva detto nel sogno quando Theo gli aveva fatto notare che qualcuno avrebbe potuto sentirli. Ora si sentiva in colpa al solo ricordo.

"Tutto bene tesoro?" gli chiese Jenna guardandolo preoccupata. Liam trasalì quando si accorse che si era incantato a fissarla.
"Co-? Oh- si tutto bene, scusa..." si affrettò a ricominciare a mangiare.

"Non mi sembri molto in forma, sai- Poco fa..."
"Non era niente, mamma... solo- un incubo" inventò prontamente, guardandola dolcemente
"Vuoi parlarmene?"
Il cuore di Liam perse un battito "Meglio di no!" Liam si affrettò a dire.
Jenna alzò un sopracciglio. Poi sospirò "Sai che puoi dirmi tutto, vero?"
Liam si morse un labbro sentendosi infinitamente colpevole. "Lo so, lo so" Ma non poteva.
"Allora, cosa c'è?" chiese Jenna, con una lieve nota di ansia nella voce. "Ultimamente non sembri... felice? E' successo forse qualcosa? A scuola? Qualcuno ti-"
"No no, niente del genere. Io... uhm" Liam balbettò. "No-non sono io in realtà, è-" Gli venne un'idea. "E' che un mio amico ha un problema!"
"Un amico?" chiese Jenna lentamente, alzando il sopracciglio.

"Sì- sì" sospirò
"E sentiamo, qual è il problema di questo tuo amico?" chiese Jenna con un sorrisetto, posando il mento sul palmo

Liam si fissò sul suo piatto vuoto, prima di iniziare a parlare con cautela. "Lui... il mio amico-" Liam specificò. Sospirò. "Ha finito per provare sentimenti per una persona, ma... accettare di stare con questa persona, ecco...farà stare male un'altra persona a cui lui tiene tantissimo..." Liam alzò lo sguardo incontrando quello di sua madre. "E così lui non sa cosa fare" concluse mesto.
Jenna lo guardò "E questa altra persona tiene al tuo amico?"

"Sì, sì... loro diciamo che sono davvero legati... è... praticamente è la persona piu' importante" Liam ammise titubante.

"Be' allora non vedo come potrebbe soffrire nel vederlo felice accanto alla persona a cui vuole bene" disse Jenna semplicemente. Liam la guardò preso alla sprovvista. "Se qualcuno che ti vuole bene, ti impedisce di fare ciò che ami, non ti vuole bene, tesoro"
Liam battè le palpebre "Al mio amico intendi?" la corresse ansioso.

"Sì, al tuo amico, a chiunque vuoi" Jenna roteò gli occhi. "E se scegli di non fare ciò che ti rende felice per il bene di qualcun'altro, come pensi si sentirà questa persona quando lo scoprirà? Soffrirà ancora di più perchè è stata la causa della tua infelicità, non credi?" Jenna si alzò, recuperando i piatti. "Alla fine qualcuno deve star male, è così che va la vita, ma almeno scegli un dolore per cui ne valga la pena" Jenna sorrise scrollando le spalle.

Liam la guardò affettuosamente. Lei era davvero incredibile.

Però non poteva fare a meno di chiedersi se l'avrebbe pensata ancora così, se avesse saputo a cosa Liam si riferiva davvero....

*

Mason non la smetteva di ridere, e Liam gli avrebbe tirato dietro il vassoio del pranzo se non fosse impegnato a sprofondare nella sedia per l'imbarazzo.

"Oh mio dio" soffocò Mason, con le lacrime agli occhi.

"Smettila, Mase, non è divertente, se non l'hai notato qui sono leggermente nel panico"
"Se sei così imbarazzato per un sogno, cosa farai quando succederà vera-?"
"Ah non dirlo!" Liam si coprì il viso con le mani "Non succederà mai, non mettermi immagini in testa"
"Mi sembra che tu abbia già immagini in testa, e anche abbastanza chiare" Mason ridacchiò, guardandolo.

"Ti odio" mugugnò Liam da dietro le mani. Le abbassò con un sospiro pesante, il viso arrossato, "Avrei dovuto stare zitto"
Mason roteò gli occhi ridendo di nuovo "E' solo un sogno, Li, magari hai solo bisogno di fare sesso, o forse il tuo subconscio cerca di dirti qualcosa"
"E cosa?"
"Che sei un'idiota senza speranza"

"Non aiuti, Mase"

"Be' allora dammi più dettagli su questo sogno..." Mason lo stuzzicò "Sentiamo, che follie avete fatto tu e Theo?"
"Mase, pia-"
"Che abbiamo fatto io e Liam?" chiese all'improvviso la voce, lievemente incuriosita, di Theo.

Liam si bloccò, impallidendo, prima di voltarsi verso destra, Mason che lo imitò, incontrando la vista di un Theo perplesso, il vassoio in mano.

Theo camminò attorno al tavolo, sedendosi poi accanto a Liam.

"Di che parlavate?" chiese ancora Theo, non c'era malizia nel suo tono, era solo perplesso, quindi probabilmente aveva origliato solo quelle ultime parole.

"Lo chiedi pure? Dovresti sapere bene le cose folli che fate tu e Liam qua-" Liam calciò Mason sotto al tavolo, e Mason si zittì. Theo li guardò come se fossero pazzi.

"Gli ho detto che mi hai fatto guidare la tua auto" disse soltanto Liam. Si stupì di se stesso per la prontezza di risposta e l'inaspettata naturalezza. Era davvero fiero di sé.

Ma Mason non aveva ovviamente colto il suo geniale piano.

"Lui cosa?" Mason strabuzzò gli occhi, e Liam gli diede un altro calcio accompagnato da un'occhiataccia. Una smorfia di dolore si formò sul viso di Mason mentre iniziò a sproloquiare: "Sì... "lui cosa?" è esattamente quello che gli ho detto quando me l'ha raccontato... seriamente, amico, hai avuto un gran fegato ad affidare a questo ragazzo un auto marciante, e salirci anche a bordo... sai del tentato omicidio del gatto?" disse tutto così velocemente, che c'era da stupirsi che Theo avesse afferrato qualcosa.

Ma Theo rise stappando la sua bottiglia d'acqua "Be' mi conoscete, mi piace rischiare"

"C'è una bella differenza tra rischiare e correre con consapevolezza verso la propria morte-" commentò Mason con un'occhiata eloquente.
"Mason, ora sta zitto" Liam disse impassibile. Mason si zittì.

Theo rise soltanto, scuotendo la testa.

*

"Non credevo l'avrei detto, ma il mio sabato è stato decisamente migliore del tuo" commentò Amber, quando Theo ebbe finito di raccontargli il resto della serata. Emise un sospiro drammatico, mentre riprendeva a lavare il pavimento. "Non ci posso credere che hai quasi picchiato un tizio per gelosia e io me lo sono perso"

Theo roteò gli occhi, senza nemmeno guardarla mentre passava una spugna sui tavoli del locale. "Non ti sei veramente persa nulla, è letteralmente scappato a gambe levate quando Mason ha accennato al passare un'altra serata alla centrale di polizia"
Amber si fermò di nuovo sbattendo le palpebre nella sua direzione "Sei stato dentro per rissa?"
"Non esattamente, però... ho avuto i miei guai" rispose tranquillamente.

"Fammi indovinare... stavi interpretando la parte dell'eroe in armatura lucente?" Amber ghignò. Poi incontrò il viso di Theo, un lieve rossore che gli colorava le guance, mentre faceva di tutto per evitare il suo sguardo. "Oh mio Dio, lo stavi facendo davvero" Rise diverita "Prendi a pugni tutti quelli che guardando anche solo male il tuo bel principino?"

Theo arrossì ancora di piu', ma sbuffò infastidito. "Piantala adesso. Piuttosto... com'è andata la tua notte fuori con Nolan Holloway?" Theo le sparò un sorriso.
"Decisamente fuori schema"

"Non è esattamente la parola con cui avrei definito Nolan"
"Siamo andati in un drive-in, mi ha offerto una pizza e una birra, mi ha accompagnato fino alla porta di casa, mi ha baciato sulla guancia e ha perfino aspettato che entrassi" elencò Amber con enfasi. Theo la guardò in attesa. Dietro al suo solito tono derisorio, c'era qualcos'altro. Era come... colpita?
"Quindi non hai avuto quello che volevi?" la stuzzicò Theo.

"Ci sto lavorando" lei sorrise "Sarà fantastico quando verrà a letto con me" Theo fece una smorfia. Non aveva bisogno di quell'immagine mentale. E Amber rise alla sua espressione. "Sai," lei gli sparò un'altra occhiata maliziosa, prima di tornare a lavorare "Ho imparato per esperienza che le persone piu' timide sono anche quelle piu' scatenate in certe situazioni, non so se mi spiego..."

Theo potè sentire qualcosa muoversi nel suo basso ventre alla sua velata insinuazione, e non stava assolutamente pensando a Nolan. La guardò fisso e impassibile. "Come pensi che posso lavorare con quest'immagine in testa ora?"
Amber rise di cuore. "Amico, hai bisogno di smettere di immaginare e passare a un po' di azione"

Theo non rispose, tornando a pulire il tavolo, cercando di forzare nella parte piu' nascosta della sua mente ogni strano pensiero che gli era appena affiorato. Inutile dire che fallì miseramente.

Tutta quella intera faccenda di essere amici si sarebbe rivelata molto piu' difficile del previsto.

*

Mentre anche Aprile lasciava il posto a Maggio, Theo si faceva sempre piu' irrequieto. Non solo il semestre era agli sgoccioli e il lavoro al bar gli impediva di concentrarsi completamente sullo studio, ma anche il campionato di lacrosse era quasi finito, e l'ultima partita decisiva si sarebbe disputata a fine mese. Inoltre non aveva ancora dato una vera risposta a sua madre riguardo la questione Boston, continuando a ripetere "ci sto pensando" ogni volta che lei chiedeva.

Ma sapeva che presto avrebbe dovuto fare una scelta. Restare a Beacon Hills, per almeno altri due anni, tornare a vivere con suo padre, Jenna e Liam, diplomarsi con tutti i suoi amici... oppure partire per Boston, avere una buona possibilità di entrare in una delle migliori università del paese, avere l'occasione di recuperare il tempo perso con sua madre, e dimenticarsi del ragazzo con cui a quanto pare non aveva assolutamente nessuna chance.

Ma piu' la parte razionale di Theo continuava a dire che la scelta non era poi così difficile, più il suo istinto, il suo cuore urlavano il contrario.

Theo era tremendamente combattuto.

L'unica sua consolazione al momento era la gita scolastica. L'idea di passare tre giorni fuori Beacon Hills non gli era mai sembrata tanto allettante come ora. Poteva solo sperare che per una volta sarebbe filato tutto liscio.

*

"Allora hai tutto quello che ti serve?"
"Sì mamma" Liam roteò affettuosamente gli occhi.

"Scarpe di ricambio, crema solare... biancheria extra?"
"Mamma! Per favore! Mi metti in imbarazzo!" Liam arrossì, con un'occhiata intorno anche se nessuno stava effettivamente prestando attenzione , vista la folla di ragazzi e genitori e insegnanti radunati attorno al bus per gli ultimi saluti o impegnati a caricare i bagagli. "Sarò via solo tre giorni!"
Jenna sorrise, tirandolo poi in un abbraccio "Sono sempre troppi"

"Ti chiamerò ogni mattina" Liam promise ma Jenna gli rivolse una finta occhiataccia "Ogni mattina e ogni sera?" si corresse Liam.

"Molto meglio" Jenna gli diede un buffetto.
Liam stava ancora sorridendo quando il suo sguardo fu istintivamente catturato dall'apparizione improvvisa del pick-up di Theo. Il ragazzo scese proprio in quel momento chiudendo l'auto a chiave e recuperando la sua borsa dal retro. Poi si voltò.

Il respiro di Liam si inceppò mentre lo guardava. Theo indossava una semplice canottiera grigia, aveva gli occhiali dal sole sul viso e un cappello al contrario calato sulla testa, e sorrideva. Sorrideva a Josh che gli si era appena fiondato addosso con un balzo, dandogli poi il cinque e prendendolo per le spalle. Liam non potè evitare di incantarsi a fissarlo, perchè dio, Theo era magnifico, e lui sembrava accorgersene per la prima volta solo ora. E arrossì, mentre il ricordo del sogno della settimana prima gli tornava alla mente. Per fortuna sua madre era stata proprio distratta da Theo e non se ne accorse.

"Oh c'è Theo, andrò a salutare anche lui, è così tanto che non lo vedo" comunicò allegramente prima di dare un ultimo bacio sulla guancia a Liam e allontanarsi. Liam la seguì con lo sguardo avendo una scusa per tornare con gli occhi su Theo.

Finchè qualcuno non lo colpì sulla spalla facendolo sobbalzare. Si voltò per incontrare il ghigno di Mason. "Amico, occhio che stai sbavando!" lo prese in giro.

"E piantala!" Liam roteò gli occhi dandogli a sua volta una spinta sulla spalla ridendo e seguendolo verso il bus, mentre Mason continuava a sghignazzare.

Camminarono fino al fondo dove Alec e Nolan avevano già occupato due posti su un lato e Corey uno di quelli paralleli ai due, aspettando Mason. Liam scivolò in quello libero davanti a loro e tirò fuori il cellulare e le cuffie dallo zaino, pronto al lungo viaggio verso lo Yosemite National Park.

Poi Mason picchiettò sulla sua spalla. "Oi, chiama Theo, fallo sedere con noi" gli soffiò, facendogli alzare lo sguardo verso la porta del bus da cui Theo era appena entrato, seguito da Josh che scivolò accanto a Tracy.

Theo aveva tolto gli occhiali, che penzolavano ora dal colletto della canotteria, e Liam poteva vedere i suoi occhi verdi scrutare il bus in cerca di un posto.

Liam aprì la bocca per chiamarlo, la mano già semi alzata, quando qualcuno nella fila centrale attirò l'attenzione di Theo su di sé, afferrandogli leggermente un lembo della canotteria.
"Hey Theo, vuoi sederti qui? Il posto accanto a me è ancora libero, se vuoi" chiese lui con un sorriso. Liam corrugò le sopracciglia, la sua mano che tornava giù, le labbra che si chiudevano, mentre Theo annuiva con un sorriso e si sedeva accanto al ragazzo, che Liam riconobbe vagamente come uno dei compagni di squadra di Theo, un certo Danny.

La sua espressione era ancora probabilmente corrucciata, quando Theo si voltò verso di lui, facendo contatto visivo, gli occhi che scivolavano poi sul posto vuoto accanto a Liam quasi con un'ombra di... rimpianto? Liam abbassò lo sguardo velocemente, concentrandosi sulle cuffie ora avvinghiate attorno alle sue dita, e sentì un rossore serpeggiargli sul viso. Certo, erano amici, ma Theo non era obbligato a sedersi con lui, no? Poteva sedersi accanto a chi voleva.

"Non farci caso, amico, non puoi competere con una scopata facile" mormorò Corey simpateticamente. Mason e Liam si voltarono contemporaneamente verso di lui, Mason con uno sguardo allarmato - perchè dio, Corey non sapeva cosa diceva – e Liam con uno quasi afflitto. "Come?" biascicò.

Corey scrollò le spalle. "Danny. E' gay." rispose con ovvietà "Una volta ho beccato lui e Theo che scopavano nel bagno del Sinema" Corey fece una smorfia disgustata. "Non è stato bello"

Il cuore di Liam prese velocità mentre tornava a guardare verso Theo e Danny, presi in una conversazione divertente a quanto pare. Sentiva a malapena gli occhi preoccupati di Mason su di se', che in quel momento si tratteneva dal prendere a pugni Corey - ma dopottutto come poteva sapere il danno che aveva appena fatto?

Tutto quello che Liam vedeva era Theo.

Tutto quello a cui riusciva a pensare era Theo.

Ma a differenza del suo sogno, ora non era lui che vedeva nella sua mente avvinghiato a Theo su un letto, ma questo Danny. O Amber. O chiunque altro.

E Liam poteva sentire qualcosa dentro di sé gemere sofferente al solo pensiero, il posto vuoto accanto a lui come un indelebile promemoria della sua scelta.

Si supponeva che fossero amici. Ma gli amici non si sentono così.

Gli amici non si guardano incapaci di distogliere lo sguardo.

Gli amici non provano gelosia.

Liam sospirò, portandosi le cuffie alle orecchie e facendo partire la musica a palla, sperando che il rumore zittise ogni altra voce nella sua testa.

*
 

Dopo sei ore di autobus, e una sola breve sosta per il pranzo, sotto il sole cocente e imbottigliati nel traffico, in un veicolo ovviamente senza aria condizionata, come unico panorama Theo e Danny che parlavano allegramente davanti, col sottofondo sonoro di Mason e Corey che pomiciavano dietro di lui, Liam era quasi pronto a lanciarsi dal veicolo in corsa.

Fortunatamente un fischio acuto lo scosse, mentre il Coach si alzava dal suo posto in prima fila, intimando con poco garbo di stare zitti.

"Se potete smettere anche solo per un minuto di smanettare coi vostri cellulari o con la bocca del vostro vicino di posto, magari potrete osservare il magnifico panorama che avete fuori dalla finestra. Siamo in uno dei parchi più belli del paese, addirittura del mondo, guardatelo adesso perchè nei prossimi giorni ci sarà solo da camminare e rimpiangerete di aver preso parte a questa gita!"
Ci fu un gemito di massa. "Quanto manca all'hotel?" chiese qualcuno dal fondo in modo petulante.

"Un altro gemito di protesta e vi farò camminare fino all'albergo con tutti i bagagli. Ora, ammirate il panorama in religioso silenzio" E si sedette senza dire altro.

Mentre tutti si afflosciavano sui loro posti, chi ubbidendo, chi riportandosi le cuffie all'orecchio, chi scambiandosi sussurri col vicino, Liam spostò lo sguardo fuori dal finestrino. Il momento in cui salirono su un ponte elevato, il panorama fu decisamente spettacolare. Il parco si estendeva per chilometri e chilometri tra le montagne, e a distanza riusciva a vedere il lago Tahoe e perfino le immense cascate. Liam ricordava di aver letto che il loro albergo, lo Yosemite Lodge at the Falls si trovava proprio lì vicino, al centro del parco. Per la prima volta non vedeva davvero l'ora di arrivare.

*

Mentre tutti recuperavano i loro bagagli radunandosi fuori dall'albergo, Liam si guardava intorno estasiato. Da vicino il panorama era ancora piu' magnifico, non ricordava da quanto non fosse circondato da così tanto verde. Anche l'aria sembrava avere un sapore diverso. I suoi occhi caddero su Theo a pochi metri da lui, poteva vederlo guardarsi intorno e nonostante gli occhiali da sole vedeva le sue sopracciglia inarcate, in qualche modo colpito da quel che vedeva. Liam si sentì orgoglioso, non sapeva nemmeno perchè. Non è che fosse stato lui a portare lo Yosemite Park da Theo, ma non poteva fare a meno di provare questa strana sensazione leggera nello stomaco. Probabilmente quel posto era il Paradiso.

Un secondo fischio del coach li portò tutti a radunarsi attorno a lui. Sollevò un mucchio di fogli sopra la sua testa. "Tecnicamente dovremmo fare delle stanze eque e dello stesso sesso, ma non vedo quale sia il senso visto che intanto farete comunque quello che vi pare, quindi... formate le coppie, due per stanza, e per l'amor di Dio, non torniamo più di quanti siamo partiti. I preservativi sono una cosa che esiste, piccole merde." Fischiò ancora, mentre tutti ridevano e cominciavano a esultare. "Ora datevi una mossa! Faremo una piccola escursione dopo che vi sarete sistemati e stasera ci sarà un falò di benvenuto. Scattare!"

Tutti iniziarono a disperdersi, mentre si formavano le coppie. Mason sorrise guardando Liam e Corey. "Dio, io amo il coach!"
"Vado a prendere una chiave prima che occupino tutte le migliori!" comunicò Corey.
"Noi recuperiamo i bagagli" annuì Mason.

"Andiamo anche noi, amico!" Nolan diede una gomitata ad Alec precedendolo.

Quando Mason gli ebbe passato la sua borsa, Liam se la fece scivolare sulla spalla. "Cosa vuoi fare per la stanza, Li?" gli chiese.

Liam si bloccò. Cavolo, non ci aveva pensato. Tutti i suoi amici erano già sistemati, a meno che... Arrossì. Non poteva chiedere a Theo di dividere la stanza! Sarebbe... stato strano! Soprattutto dopo quello che era successo l'ultima volta che avevano condiviso un letto. Maledizione...

"Oh oh, sanguisuga a ore tre!" sussurrò Mason allarmato, facendogli cenno vagamente verso Theo che sembrava star cercando qualcuno con lo sguardo.

Liam vide Danny avvicinarsi con calma, un sorriso trionfante già semi dipinto sul viso. Serrò le labbra. Col cavolo che l'avrebbe avuta vinta anche stavolta! Pensò cominciando a camminare altrettanto velocemente verso Theo, un'espressione corrucciata sul viso.

Mason lo guardò strabuzzando gli occhi e portandosi una mano sulla fronte.

Theo alzò gli occhi su Danny quando lui lo chiamò. "Hey T, hai già un compagno di stanza? Ho pensato che potremmo-"
Liam spuntò da dietro Theo mettendosi quasi tra loro. "Scusa amico ma Theo ha già un compagno!" sbottò acidamente, l'espressione dura. Danny sembrò sorpreso, sbattè le palpebre verso Liam prima di guardare Theo che stava a sua volta guardando Liam con gli occhi spalancati, senza parole. "E'.. così?" chiese Danny
Theo sembrò ridestarsi mentre lo guardava con un sorriso accondiscendente. "Sì, scusa... l'avevo già promesso a mio fratello, sai com'è..."
"Okay, fa niente" Danny diede una mesta scrollata di spalle prima di voltarsi e sparire tra la folla.


Mentre il silenzio cadeva tra di loro, Liam si sentì prendere fuoco. Che diavolo aveva appena fatto? Theo si voltò a guardarlo a metà tra lo sconcertato e il colpito, e l'intensità dello sguardo di Theo se possibile lo fece arrossire ancora di più mentre lo evitava a tutti i costi. "Li, che diavolo..." fece in un sussurro. "Per fortuna che conosco Danny e non è uno che fa troppe domande... ma vuoi che tutti si facciano strane idee?"

"Sì immagino quanto lo conosci!" Liam non riuscì a trattenersi dal dire con uno sbuffo seccato e una roteata di occhi.

Theo soffiò una mezza risata "Cosa?"

Liam arrossì ancora, il cuore che pompava, per qualche motivo sentiva gli occhi umidi. Probabilmente Theo avrebbe preferito dormire con quel tipo... "Okay, mi dispiace, sai cosa?" balbettò poi nel panico "Non devi dividere la stanza con me se non vuoi, puoi dormire con Dennis o come diavolo si chiama, io- io cercherò un altro compagno!" Liam si mosse rapidamente cercando di darsi alla fuga, ma Theo lo fermò prendendolo per un polso. "Razza di idiota..." Theo roteò gli occhi con un mezzo sorriso, mentre Liam si fermava guardandolo. "Non voglio dormire con Danny. Nè con nessun'altro"

Liam si morse il labbro, incerto, Theo che ancora gli teneva il polso, il cuore che pulsava ancora nel petto. "Io non... penso che il coach sarebbe d'accordo sul prenderti una stanza singola" tentò poi esitante, cercando di smorzare la tensione. Non era ancora sicuro se Theo fosse d'accordo o no.

Poi Theo rise, lasciandogli il polso e roteando ancora gli occhi affettuosamente. "Vai a prendere la chiave, idiota" Poi si voltò. "Prendo la mia borsa intanto"

Liam lo fissò, un sorriso che gli cresceva sul viso, mentre la pesantezza sul petto lasciava di nuovo il posto a quella sensazione di leggerezza.


"Sbrigati!" gridò Theo di spalle. "Se ci prendono tutte le camere migliori, ti farò dormire sul pavimento!"
Liam ubbidì, scuotendo la testa, il sorriso che non vacillava.

Gli era mancato tutto questo. Aveva dimenticato quanto lo facesse sentire bene avere Theo vicino in questo modo. Averlo come amico.

Amico. Si supponeva che fossero amici.

Ma gli amici non ti fanno battere il cuore fino in gola.

Gli amici non ti fanno perdere contatto con la realtà.

Gli amici non ti fanno sentire un momento come se ti stessi schiantando al suolo, l'altro come se stessi toccando il cielo con un dito.

*

Quando ognuno ebbe ottenuto la sua chiave magnetica, il coach li avviso di farsi trovare nell'atrio entro un'ora e si divisero.

"Mio dio hai visto questo posto?" sussurrò Theo quasi colpito mentre attraversavano l'immenso salone verso le scale.

"Sì è magnifico" Liam mugugnò in accordo. "Credo che sarebbe tutto perfetto se non ci fosse il coach, quel dannato fischietto e questi-" Qualcuno dei loro compagni li sorpasso urlando. "-pazzi" concluse Liam annuendo tra sé.

Theo rise "Non ti facevo tipo da natura ed escursioni"
"Giusto, escursioni. Toglierei anche quelle, con la mia fortuna cadrei subito in una buca o in un precipizio. Soltanto natura, sole, lago, tranquillità e pace assoluta"

"Tranquillità? Cos'è la tranquillità?" scherzò Theo, mentre un altro gruppo li sorpassava spintonandosi. Liam scosse la testa divertito, gli occhi che scivolavano sui numeri incisi sulle porte, mentre quelli di Theo rimanevano fissi su di lui. Almeno finchè Liam non si fermò, e Theo quasi inciampò sulla sua valigia. "Siamo arrivati" disse Liam quasi a mo' di scusa.

"Sì... ho visto..." rispose Theo, lievemente in imbarazzo

Liam lo guardò, un sorriso che si apriva sul suo viso. "La chiave?"
"La chiave? Uh sì, la chiave-" Theo arrossì leggermente, distraendosi mettendosi a cercare la chiave nelle tasche. Liam sorrise dolcemente. Theo era stranamente adorabile quando arrossiva o era in imbarazzo. Non capitava quasi mai, quindi era come se sentisse che dovesse catturare ogni istante.

Theo passò la chiave magnetica nel lettore e la porta si aprì. Liam la guardò con gli occhi che scintillavano "Posso tenerla io?"
"Assolutamente no" Theo rispose allegramente entrando per primo e posando la borsa in terra. "La prima doccia è mia!" chiamò, fiondandosi verso il minifrigo e prendendo subito una bottiglietta d'acqua. "Vuoi?"
Liam era momentaneamente distratto dal letto matrimoniale. Cazzo. Doveva aspettarselo. Posò la valigia accanto a quella di Theo mentre si sedeva. Theo gli porse la bottiglietta e Liam la bevve famelicamente. Non si era accorto di avere tutta quella sete fino a quel momento. "Non lo sai che quest'acqua ci costerà almeno cinque dollari?"
"Lavoro come un mulo ogni settimana, potrò godermi una bottiglietta d'acqua fresca dopo sei ore in un fottutissimo puzzolente autobus?"
"Non hai tutti i torti" Sorrise. "Be' direi di farci questa doccia. Abbiamo solo..." guardò l'orologio "37 minuti prima che il coach venga a tirarci fuori a suon di fischi uno per uno"
"Vado"

*

La miglior parte delle escursioni era che la fatica e il caldo ti impedivano di pensare a qualunque altra cosa, Liam scoprì. Mentre camminavano per il parco, i vestiti che gli si appiccicavano alla pelle, facendogli desiderare il fresco della loro stanza di hotel, Liam cercava di non pensare al fatto che tra poche ore avrebbe dovuto dividere il letto con il ragazzo di cui era ormai irreimediabilmente innamorato e che aveva palesemente respinto, più volte.

Certe volte pensava che quello fosse il karma. Probabilmente si meritava tutto quello struggimento visto che quello che aveva fatto passare a Theo.

Dal suo posto in fondo al gruppo Theo non riusciva a non fissare Liam. Si sentiva... spaesato? Aveva smesso con le battutine, con i flirt e i tentativi di contatto, aveva fatto quello che Liam chiedeva, anche se faceva male, anche se i sentimenti continuavano a riemergere in qualche modo. E poi Liam continuava a fare cose del genere. Probabilmente non lo aveva mai visto così brusco e diretto mentre parlava con qualcuno. E quella era sicuramente gelosia, Theo non voleva piu' osare essere speranzoso, ma che altro poteva essere?

Alla fine dei conti, non sapeva cosa pensare. Ma sapeva una cosa, tutto quel continuo girarci intorno stava diventando stancante.

*

La loro estenuante passeggiata finì ricompensata dalla meravigliosa vista delle Cascate di Yosemite, che li lasciò piu' stanchi, piu' bagnati ma decisamente più felici mentre tornavano lentamente all'abergo, il tramonto che colorava tutto d'arancio attorno a loro, l'eccitazione all'idea del falò che li aspettava una volta tornati in albergo.

Quando raggiungensero la piccola spiaggia sul retro dell'albergo, che si affacciava sul lago, alcuni dipendenti dell'albergo stavano già accendendo un piccolo falò. Il gruppo si disperse tra gridolini eccitati, e Liam, Mason, Corey, Alec, Nolan e Theo si scelsero un loro angolo a pochi passi di distanza. Tracy li raggiunse pochi minuti dopo buttando lo zaino a terra e accasciandosi con un sospiro esausto. "Non mi alzerò mai piu' da qui" sospirò.

"Dov'è Josh?" chiese Theo guardandosi intorno. Lei scrollò le spalle "Ha detto che doveva fare qualcosa in camera"
In quel momento, Nolan corrugò le sopracciglia come notando qualcosa "Che ne è di Hayden?"
"Non è venuta, sua sorella si è ferita durante un arresto l'altro ieri ed è rimasta con lei" spiegò Tracy

"Cosa? Non è niente di grave vero?" chiese subito Liam.

"No" Tracy fece un cenno con la mano "Solo una piccola distorsione alla caviglia. Ma loro vivono sole e Hayden non voleva lasciarla per tre giorni"

Liam non fece domande anche se avrebbe voluto chiedere dei suoi genitori. Mason interpretò la sua espressione e si avvicinò spiegandogli all'orecchio: "I loro genitori sono morti. Un incidente d'auto tre anni fa"
Qualcosa di doloroso si agitò nel petto di Liam "Non lo sapevo" disse soltanto.
L'argomento fu chiuso dall'arrivo tempestivo di Josh che si lanciò tra Tracy e Theo con un sorriso a trentadue denti che non prometteva nulla di buono. Tra le mani teneva uno zaino, eccessivamente voluminoso.

"Cosa hai lì?" chiese Theo alzando un sopracciglio.

"Sai, carburante"
Tutti lo guardarono. Alec rise "Oh mio Dio, hai portato dell'alcool anche qui?"

"Ovviamente" Josh aprì lo zaino, passando una lattina di birra a tutti. "Prendete e bevetene tutti" disse con tono solenne. Tutti risero, aprendole "Cin cin" chiamò Josh, e tutti fecero scontrare le loro lattine prima di bere avidamente.
"Vado a vedere cosa offre la casa, sto morendo di fame!" fece ad un certo punto Corey alzandosi.
"Ah vengo con te" lo seguì Nolan a ruota.

Tornarono poco dopo con piatti di salsicce e pane, e marshmallow per dopo da arrostire sul fuoco. Li sistemarono tra loro.

"Dio, pensate che possiamo rimanere qui per sempre?" chiese Liam quando tutti si furono rimpizzati.

"Sapete, dovremmo organizzare un campeggio questa estate, da qualche parte, sarebbe forte!" suggerì ad un certo punto Mason, gli occhi che si illuminavano.

Tutti lo seguirono con cori di assenso. "Sì, facciamolo!" gridò Nolan, mentre Theo abbassava gli occhi sulle sue gambe incrociate. Non poteva non pensare che forse quest'estate non sarebbe stato lì con tutti loro... "T, che c'è?" chiese Josh notando la sua espressione.

Theo alzò lo sguardo su di lui "Niente, stavo... solo pensando" disse con una scrollata di spalle

"Riguardo cosa?" chiese Josh

Lo sguardo di Theo scivolò su tutti i presenti, i cui occhi erano tutti posati su di lui ora. Si mosse a disagio. Non ne aveva ancora parlato con nessuno a parte Liam, che sembrò aver capito cosa gli passasse per la testa, visto l'espressione mesta che gli rivolse.
Theo fece un sospiro "Non so se lo sapete, ma... mia madre è tipo riapparsa qualche mese fa, dopo anni, e io ho deciso di provare a fare un tentativo con lei... così mi sono trasferito a casa sua"
Nolan e Alec furono gli unici che lo guardarono sorpresi, gli unici che ancora non lo sapevano. Liam non ricordava di averlo detto a Corey però probabilmente lo aveva fatto Mason. E anche Tracy doveva averlo saputo da Josh.

"Quindi... è per questo che tu e Liam avete smesso di passare tempo insieme?" chiese Alec ingenuamente, prendendo i due alla sprovvista. "Pensavo avesse avuto un qualche tipo di lite"
Liam e Theo si scambiarono un'occhiata imbarazzata. "In realtà... Liam non era d'accordo. Non pensava che lei meritasse fiducia, così abbiamo discusso... ora è... tutto apposto, credo..." inventò prontamente Theo. Vide Tracy alzare un sopracciglio scettica, ma non commentò.

Liam arrossì a disagio. Non gli piaceva continuare a mentire, però... che altro potevano fare?
"Praticamente... mia madre sta per trasferirsi a Boston e mi ha chiesto di andare con lei"
Un silenzio attonito seguì le sue parole. "Come?" chiese Tracy stupita.

"Per quanto?" chiese Josh sconcertato, anche se probabilmente sapeva già la risposta
"Per sempre, Josh" sospirò Theo. "Dovremmo partire a fine mese"
"Cosa?" Josh sbottò "Amico, ma- ci sono le vacanze, e il diploma, e abbiamo quello stupido viaggio on the road programmato tipo da quando avevamo dieci anni!"

Liam sentì una fitta di dolore ascoltando in silenzio. Non sapeva da cosa dipendesse, ma si sentiva in qualche modo in colpa.

"Lo so, io- non ho ancora deciso, non so se andrò con lei o no... ci sto ancora pensando"
"E che mi dici di tuo padre?" rincarò Josh. "Lo vuoi lasciare così? Per tua madre?"
"E' Che- Non è solo questo- c'è altro-" A Theo sfuggì. Tutti seguivano il loro acceso scambio di battute con gli occhi spalancati, come in una bizzara partita di tenis.

"E cosa può essere più importante di tuo padre?"

"Niente! Ma c'è il college, e mia madre, e-" Theo si zittì improvvisamente, e Liam finalmente lo guardò. Il suo cuore accellerò. Sapeva cosa Theo stava per dire, sapeva di essere una delle ragioni per cui Theo voleva andarsene. Ma faceva comunque male venirlo a sapere.

"E cosa?"
"Josh, basta" s'intromise Tracy dolcemente, interpretando la situazione. "Credo sia una scelta di Theo, e comunque non ha ancora deciso no? Non è qualcosa di cui dovremmo discutere ora, non credi?"
Josh sembrava star per protestare, ma poi le sue spalle si afflosciarono in segno di sconfitta. "Okay, okay" sospirò. "Scusate" Raccolse la sua lattina e la bevve tutta ad un sorso. Poi si alzò. "Io vado a farmi un bagno, chi viene?"
Tutti accolsero l'idea positivamente e si alzarono.
"Andiamo Li?" lo chiamò Corey.
"Sì.. sì" Liam si affrettò ad imitarli, poi guardò Theo che era rimasto seduto. "Non vieni?" chiese esitante.

"Passo, non ne ho voglia ora" Aveva un sorriso sulle sue labbra, ma Liam sapeva che era palesemente finto.

"Stai... bene? Posso restare qui se-"
"Non preoccuparti, vai, preferisco stare da solo adesso" Theo distolse lo sguardo concentrandosi sul fuoco davanti a lui e portandosi le ginocchia al petto.
"Okay" soffiò alla fine Liam, sconfitto. Aveva fatto un passo quando si voltò per dire qualcos'altro, ma poi cambiò idea e raggiunse gli altri.

*

Mentre risalivano in camera più tardi quella notte, Liam era tentato di chiedere a Mason e Corey se poteva dormire con loro, e si trattenne solo perchè sarebbe stato difficile da spiegare.

Mentre eravano nella penombra della stanza, Liam poteva in qualche modo già sentire la tensione, soffocante e opprimente. Non sapeva cosa dire, così osservò Theo mentre si sedeva sul suo lato del letto, armeggiando con il cellulare per collegarlo al caricabatterie.

"Vuoi fare tu stavolta la prima doccia?" gli chiese d'un tratto Theo.
"Uhm?"
"Puzzi tipo di cane bagnato, lo sai?" scherzò Theo.

Liam mise il broncio. "Sta zitto" Theo rise, mentre afferrava la borsa tirando fuori biancheria e pigiama. "Sarò veloce" mormorò soltanto.

"Fai con calma" fece Theo con un ghigno, sdraiandosi sul letto con le mani intrecciate dietro la nuca. Liam gli rivolse una sola occhiataccia prima di chiudersi in bagno.

Quando Liam uscì, Theo prese il suo posto, e Liam sedette sul suo lato del letto, in attesa, non sapeva nemmeno lui di cosa. Scrisse a sua madre la buona notte, poi spense il cellulare.

Si accorse di quanto il suo corpo fosse teso, solo quando sentì la chiave girare nella serratura del bagno e Theo uscì. Il suo respiro gli si inceppò in gola, mentre ammirava Theo, i piedi nudi, nel suo pagiama dall'aspetto morbido, i capelli lunghi che gli ricadevano sulla fronte. Sembrava stranamente indifeso. Non che non gli fosse mai capitato di vederlo così, anzi! Ma erano mesi che non vedeva Theo in pigiama, sembrava stupido forse, ma era una delle cose che gli ricordava che Theo non viveva piu' con loro.

Theo si arrampicò sul suo lato, affondando la testa nel cuscino e fissando il soffitto. Dopo qualche minuti, Liam lo imitò.

Cazzo, questo era così dannatamente imbarazzante.

"Be' buona notte, credo" sussurrò a un certo punto Theo nel buio, una leggera sfumatura sarcastica nella sua voce.
Liam inghiottì. "S-si, b-buona notte" Si mosse tirandosi le lenzuola fino al mento e si girò su un fianco dando le spalle a Theo, sentiva di essere in bilico sul bordo del letto, probabilmente se si fosse mosso nel sonno sarebbe senz'altro caduto.

Gli parve di sentire Theo sospirare a un certo punto, prima di udire di nuovo il rumore di lenzuola smosse. Anche Theo doveva essersi girato su un fianco. Il piccolo spazio tra di loro sembrava una voragine.

"Non russare, per favore" fece all'improvviso la voce di Theo, rompendo il silenzio. Fu quasi doloroso il modo in cui la tensione si ruppe.

Liam gemette "Oh sta zitto, stronzo, io non russo!"

*

Quella notte Liam non dormì per niente bene, e probabilmente per Theo fu lo stesso, se la sua faccia spenta e assonnata era di qualche indicazione. Non sapeva dire se la colpa era dei pensieri, del letto che non era il suo o semplicemente del coach che alle 7 del mattino cominciò a battere su tutte le porte del corridoio fischiando e urlando che era ora di alzarsi. Mentre con un gemito si copriva la testa col cuscino, Liam giurò di aver sentito la voce di qualcuno che decisamente non era un loro compagno, urlare al coach di andare ad affogarsi nel lago, lui e il suo fischietto. Liam non poteva dire di non essere d'accordo.

Theo si alzò come un zombie scivolando verso il bagno imprecando tra i denti, e Liam si tolse il cuscino mettendosi seduto. Di solito aveva bisogno di almeno venti minuti di contemplazione del soffitto nel letto prima di svegliarsi del tutto, ma l'ennesimo colpo alla porta gli disse che non aveva tutto quel tempo. Si alzò, sbuffando e cominciò a vestirsi, infilandosi le prime cose che gli capitavano a tiro. Si stava infilando la maglia sulla testa quando Theo uscì dal bagno.

Theo non potè evitare di fissare la pelle esposta dell'altro, che sparì coperta dal tessuto fin troppo presto per i suoi gusti. Distolse lo sguardo e si distrasse tirando fuori i suoi vestiti dal borsone. Si tolse la maglia del pigiama, dando le spalle a Liam, con estrema lentezza. Consapevole dello sguardo di Liam su di lui. Era qualcosa che non smetteva di dargli i brividi lungo la spina dorsale, l'idea degli occhi di Liam su di lui.


Quando Theo si sfilò anche i pantaloni, Liam deglutì, decidendo che era ora di andare in bagno. Si chiuse dentro, e Theo non potè evitare di sorridere tra se' e se'. Mentre si sciacquava il viso e lavava i denti, Liam non potè fare a meno di chiedersi quanto a lungo potesse sopportare tutto questo.

Quando scesero per la colazione, trovarono gli altri già al loro tavolo. "Buongiorno!" gli fece Mason allegramente.
"Non lo è" disse soltanto Theo mentre si serviva ben tre cornetti.

Il coach fischiò di nuovo. "Ascoltatemi tutti, su questa mappa è segnato il percorso che dovrete seguire fino a un punto di incontro. Questo vuol dire niente scorciatoie, niente deviazioni, niente fuori pista, a meno che non volete perdervi e passare la notte nei boschi o essere mangiati dagli orsi"
"Non ci sono orsi qui, coach" gli fece notare qualcuno.

"Non è questo il punto" tagliò corto lui. Il coach posò le cartine sul tavolo in modo che potessero prenderle. "Non più di quattro per gruppo! Ogni gruppo avrà inoltre un percorso diverso, e mentre andrete, dovrete catalogare ciò che vedete, piante, animali... quello che vi pare. Il gruppo che arriverà per primo al traguardo con una scheda degna di questo nome avrà dei bonus extra in Biologia, quindi vedete di impegnarvi"

"Grandioso" mugugnò Theo "Vi prego, andiamo prima che il coach si rimetta a fischiare"
"T, facciamo squadra? Che ne dici?" lo chiamò Josh allungandosi per prendere una delle cartine che Alec gli porgeva.

"Come ti pare"
"Bene, Tracy, tu cataloghi"
Tracy roteò gli occhi, prendendo la cartina che Josh gli porgeva. "Ci perderemo" disse soltanto.

"Mason, Corey, venite con noi?" chiese Nolan.
"Certo" fece Corey con una scrollata di spalla.
"Uh aspettate però-" Mason guardò Liam. Lui imprecò internamente. Perchè era sempre quello che restava fuori?
"Liam viene con noi" fece Theo. "Giusto?"
Liam non potè evitare di sorridergli. "Sì, okay!"
"Grande, cataloga Liam" esclamò Tracy alzandosi e buttandogli la cartina davanti mentre passava. Liam la afferrò "Cosa?! Io non so nemmeno che differenza c'è tra un orso e un leone di montagna!"
"Semplice, se vedi un orso, scappa. Se vedi un leone di montagna, pure" commentò Theo. "Andiamo" E lo tirò su da una manica della giacca.
"Ci vediamo al traguardo" Theo ammiccò agli altri con aria di sfida.

"Questo sarà da vedere!" rispose Mason con un ghigno. "Andiamo, non accetto di perdere contro Josh e Theo"

*

"Cos'è questa pianta?"
"A me sembra erbaccia"
"Scrivo erbaccia?"

"Cazzo ne so, Li"
"Oh mio dio" Tracy gemette, spingendosi avanti e strappando il foglio di mano a Liam e Theo che se lo litigavano. "Non sapete proprio niente"
"Vuoi dire che tu sai che pianta è questa?" chiese Josh meravigliato, sollevando un rametto.

Tracy alzò un sopracciglio "Quella è ortica"

Josh la mollò subito. "Cazzo!"

"Scherzavo"

Theo rise, mentre Tracy tirava fuori il cellulare. "Basta fare una ricerca sulla flora e fauna dello Yosemite Park e il gioco è fatto, idioti"
Liam tirò fuori il cellulare. "Non c'è nemmeno campo qui, siamo in mezzo al nulla"
Tracy roteò gli occhi "Infatti ho fatto la ricerca in albergo appena il coach l'ha detto"
"Oh mio dio, ti amo" esultò Josh. Tracy gli lanciò un'occhiataccia, ma un lieve rossore le colorò le guance mentre passava il cellulare a Liam. "Copiate e basta" borbottò brusca.

"Be' ora che il lavoro è fatto, possiamo divertirci" commentò Josh con un sorriso, girandosi la mappa tra le mani.
"Come supponi di divertirti se siamo in mezzo al nulla?" chiese Theo.

"Vincendo la sfida, ovviamente. Guardate qua, c'è una scorciatoia per il punto di incontro"
"Il coach ha detto di non prendere scorciatoie" gli ricordò Liam impassibile.

"Proprio per questo dobbiamo prenderla"
"Io preferisco seguire il sentiero" protestò Liam

"Non fare il guastafeste, Dunbar"
"Non ti sto impedendo di andarci se vuoi"
"Okay, credo che Liam abbia ragione" Theo si intromise. "Ci sarà un motivo se il coach l'ha detto no?"
"Oh mio dio, ti sta contagiando" Josh gemette, divertito.
"Fottiti"
"Va bene, allora, che ne dite se rendiamo la sfida personale? Io vado per la scorciatoia e voi per il sentiero noioso e vediamo chi arriva prima" propose Josh allargando le braccia.

"Fai sul serio? E poi abbiamo solo una mappa!" Liam sbottò esasperato.

Tracy roteò gli occhi. "Siete davvero stupidi" Tolse la mappa dalle mani di Liam che l'aveva appena compilata sul retro, e gli scattò una foto. "Ci voleva tanto?"
"E' così intelligente" sospirò Josh. "Quindi vuol dire che verrai con me?"
"Devo, se ti lascio solo probabilmente correresti incontro a un orso alla prima occasione"
"Ah-ah qui non ci sono orsi" le ricordò lui.

"Sta zitto, o ti butto giù dalla prima scarpata che incontriamo"
"C'è così tanto amore nell'aria..." sbuffò Liam.

"Sta zitto" fecero i due in coro.

*

Solo quando Tracy e Josh avevano imboccato la scorciatoia ed erano svaniti tra i rami, Liam aveva realizzato che così lui e Theo erano rimasti da soli. Avevano ripreso a camminare, seguendo il percorso in silenzio, finchè Theo non aveva saltato una piccola fossa, dimenticandosi "casualmente" di avvertire Liam, impegnato a leggere la mappa, che ci era finito dentro. E lì avevano incominciato a ridere e bisticciare e in qualche modo l'imbarazzo era sparito, e tutto sembrava tornato come prima.

"Non pensavo fossi serio quando parlavi di cadere in qualche buca" commentò Theo ridendo ancora dopo mezz'ora.

Liam gemette. Era ancora coperto di terra e foglie secche "Per quanto ancora ci riderai?"
"Non lo so, è stata una caduta abbastanza epica"

"Fottiti"

Theo rise, guardandosi intorno. Gli alberi si stavano diradando e sentiva rumore di acqua in movimento. "Siamo vicini al lago?" chiese aggrottando le sopracciglia.
Liam tornò a guardare la mappa. "Sì, ma non credo lo vedremo. Non è sul percorso"
"Dai, facciamo una pausa, è anche ora di pranzo"
"Ora sei tu quello che vuoi andare fuori percorso?" chiese Liam divertito.

"E' solo... una piccola deviazione" fece Theo con un ghigno. Liam roteò gli occhi, senza smettere di sorridere. "Okay, andiamo"

La riva non era poi così lontana, probabilmente solo mezzo chilometro. Quando gli alberi sparirono, ebbero la vista piena del lago. Poco più giù si vedeva un piccolo pontile che risaliva il lago. "Andiamo là!" fece Theo e partì prima che Liam rispondesse.

"Uh? Ah – hey- aspetta Theo!"

Quando arrivarono ai piedi del pontile, Theo mollò lo zaino sulla spiaggia e cominciò a camminare verso l'acqua. Liam lo imitò finchè non raggiungero la fine, solo l'acqua cristallina davanti a loro.

"Woh, è incredibile" sussurrò Liam incantato dal panorama.
"Sì, lo è"

Lo sguardo di Liam tornò all'acqua cristallina, non aveva avuto modo di rendersene conto quella notte quando avevano fatto il bagno. "Anche l'acqua sembra magnifica"
"Vuoi dargli un'occhiata piu' da vicino?"
"Cosa?" Liam ci mise un secondo di troppo a capire. Theo aveva già messo le mani sulla sua schiena, spingendolo forte dritto in acqua. Non ebbe nemmeno tempo di gridare che si ritrovò in acqua.

Theo rise mentre Liam cadeva come un salame per la seconda volta quel giorno.

Ma Liam impiegò un po' troppo a risalire, e quando lo fece agitò le mani, mettendo a malapena fuori la testa, cercando di parlare mentre l'acqua gli entrava in bocca. "The- non so- nuo- are!"
Cosa? Il sorriso svanì dal viso di Theo alla velocità della luce, mentre il panico saliva e si buttava in acqua accanto a Liam senza pensarci due volte. "Aggrappati a me" gridò agitato, mentre afferrava Liam per la vita.


Liam per tutta risposta mise le mani sulla testa di Theo spingendolo sotto. Mentre andava sotto, sentì a malapena Liam ridere. Quando lo lasciò andare riemerse, prendendo un grande respiro e lo guardò sconvolto. "Che cazzo-"
"Così impari stronzo" rise Liam, mentre si teneva a galla tranquillamente.

Theo non credeva ai suoi occhi. "Sei un bastardo" rise a malincuore, schizzandolo con le mani. Mentre rideva voltando la testa per proteggere gli occhi, Liam lo schizzò a sua volta, e continuarono a giocare come due bambini rincorrendosi e spingendosi sott'acqua per quella che parve un'eternità.

"Vediamo se fai ancora lo sbruffone!" gridò Theo mentre lo afferrava per l'ennesima volta. Stavolta le dita si mossero sui suoi fianchi, iniziando a solleticarlo. Liam emise un verso poco dignitoso, mentre iniziava a contorcersi tra le sue mani "Que- questo non è leale!" ansimò, mezzo ridendo.

"Da che pulpito, piccolo stronzo!"

Continuò a solleticarlo senza pietà, al punto che Liam perse l'equilibrio ingoiando grosse boccate d'acqua. Ad un certo, in un tentativo di restare a galla, Liam si apprappò alle spalle di Theo cingendole, forte. Istintivamente le mani di Theo smisero di muoversi e si strinsero sulla sua vita, tirandolo vicino al suo corpo. Restarono così, ansimando in un tentativo di riprendere fiato, goccie d'acqua che scivolavano sui loro visi e colli, tornando a sparire nel lago.

Liam fece scivolare le mani fino a fermarsi coi palmi sulle spalle dell'altro, e guardò fisso negli occhi di Theo, che lo guardarono in risposta, quasi incerti. Per un attimo pensò che l'acqua cristallina non era niente in confronto al colore dei suoi occhi. Tremò impercettibilmente, e non era sicuro che fosse per il freddo. Poteva sentire le mani di Theo bruciare sulla sua vita nonostante l'acqua e il tessuto dei vestiti che indossava che gli pesava addosso. Il suo cuore batteva forte, e la sua mente smise di pensare. In quel momento c'era Theo, ed era così vicino. Eppure sentiva che non era abbastanza vicino.
 

Realizzò di essersi sporto quasi impercettibilmente con il suo viso verso quello di Theo solo quando Theo si spostò leggermente indietro, le mani che allentavano la presa su di lui.

"Io..." Theo sussurrò quasi sopraffatto, cercando di forzare un tono normale "Credo che dovremmo... ripartire... se vogliamo battere Josh..."

Liam sentì la delusione travolgerlo come un'onda, quando Theo lo lasciò andare del tutto allontanandosi un poco. "Sì.. sì... hai ragione" biascicò in risposta. "Dovremmo andare"

Theo si voltò nuotando verso la riva, e Liam lo seguì da dietro, fissando intensamente la sua nuca, le spalle che si flettevano mentre nuotava. Deglutì. Stava per baciarlo. Se Theo non si fosse tirato indietro, lo avrebbe sicuramente fatto. Quando era diventato così intraprendente? Quando aveva smesso di pensare ai 'se' e ai 'ma'? Quando Theo aveva cominciato a diventare tutto ciò vedeva?

Si supponeva che fossero amici.

Ma gli amici non sanno che sapore hanno le tue labbra.

Gli amici non ti tolgono il respiro. Gli amici non sono il centro di ogni tuo pensiero.
Gli amici non ti fanno tremare dentro, non ti scuotono fin nelle viscere

*


Quando arrivarono al punto di incontro, il sole stava tramontando e la maggior parte dei loro compagni era già lì.

"Dunbar, Raeken, siete stati appena battuti da Greenberg, questo dovrebbe farvi capire la gravità della cosa" disse soltanto il coach, mentre Theo gli riconsegnava la loro scheda. "E dove diavolo sono Diaz e Stewart?" gridò poi a nessuno in particolare.

"Ce l'avete fatta" li salutò Mason quando gli furono accanto. "Perchè siete bagnati?"
"Theo è caduto in acqua"
"Liam è caduto in una buca"

Tracy e Josh furono gli ultimi ad arrivare, ed era quasi già buio. Per fortuna non avrebbero dovuto tornare a piedi all'albergo. C'era un piccolo bus ad aspettarli, e Theo non vedeva l'ora di chiudersi in camera e farsi una bella doccia. A quanto pare Josh era dello stesso parere. Quando si avvicinò a loro, col viso scuro, fu impossibile non notare che era coperto di fango da capo a piedi.

"Che cazzo ti è successo?" chiese Theo, con gli occhi spalancati trattenendo a fatica una risata. Tracy al suo fianco non si preoccupava di trattenersi. "La mappa ha dimenticato di segnalare una palude"

Tutti risero tranne Josh "Non è divertente stronzi!"

*

Quando si furono ripuliti dalla sporcizia e dal sudore, Liam e Theo rimasero sdraiati uno accanto all'altro sul letto. Liam aveva il telefono in mano, la chat con Mason ancora aperta.
Lanciò un'occhiata a Theo e si schiarì la gola "Gli altri sono sulla spiaggia, li raggiungiamo?"
"Non credo di riuscire ad alzarmi dal letto" Theo rispose guardandolo "Credo che resterò qui a vedermi un film o qualcosa del genere."

"Okay" Liam si sistemò piu' comodo sul letto e Theo lo guardò curiosamente. "Tu puoi andare se vuoi. Ti lascerò prendere la chiave magnetica se giuri di non perderla in qualche buca"
"Sta zitto" Liam roteò gli occhi all'ennesimo riferimento non così velato al suo essere caduto in una buca "Non ho voglia nemmeno io di uscire, e poi è un po' che non mi vedo un film in santa pace" disse con una scrollata di spalle.

"Okay" disse Theo lentamente. "Netflix?"
"Netflix"

 

Alla fine, iniziarono per l'ennesima volta una delle loro maratone più frequenti, quella della saga di Final Destination. Per qualche motivo, Theo li trovava estremamente divertenti, a Liam facevano venire i brividi, ma se Theo era contento era sufficiente a quanto pare. Così si ritrovò a scivolare sempre più vicino a Theo ogni volta che una morte raccapricciante si avvicinava, e alla fine del secondo film erano praticamente spalla a spalla, pacchetti di patatine e schifezze dal minifrigo sparse sul letto.

Sobbalzò evidentemente quando un bilanciere – chissà come – fracassò la testa di uno dei personaggi. Theo rise scuotendo la testa. "So che odi questi film, eppure continui a volerli guardare"
"A te piacciono" Liam disse soltanto
"A me piace vedere te sobbalzare a ogni scena" lo corresse Theo con un ghigno.

"Sei uno stronzo" Liam decretò, allungandosi per prendere una patatina.

"Lo so" Theo rise, bevendo un sorso di cola.

Caddero di nuovo in un silenzio piacevole, e Liam si voltò leggermente per osservare Theo nella penombra, le mani immerse in un pacco di patatine, le luci della tv che si riflettevano sul suo viso dandogli un aspetto quasi etereo. Si morse leggermente le labbra.
"Senti..." disse poi, pentendosene subito. Ma ormai doveva parlare, Theo si era già voltato a guardarlo con un sopracciglio alzato, in attesa. "Tu... Riguardo Boston..."

Il corpo di Theo si tese alla menzione della città. "Se vuoi chiedermi se ho deciso qualcosa, la risposta è ancora no, mia mamma continua a chiederlo e io continuo a dirle che non lo so ancora" disse Theo stancamente.

Liam continuò a torturarsi il labbro. Quello che lui voleva chiedere era altro. Ma non sapeva davvero se era pronto alla risposta. Si mosse sedendosi più diritto e voltandosi verso Theo. Prese un respiro. "Quello che intendevo... Ecco, so che è una grande occasione, con il college... e Harvard... e con tua madre... Riesco a capire che è una cosa incredibile, e probabilmente dovresti andarci se è quello che davvero vuoi... ma-"
"Ma?" lo incitò Theo

"Tra le ragioni per cui stai davvero considerando Boston..." Liam lo guardò col cuore che gli pulsava dolorosamente nel petto "...ci sono anch'io?" sputò fuori alla fine. Theo lo guardò preso alla sprovvista. Sentì anche il suo cuore accellerare. "Te ne vuoi andare per colpa mia? Mi sento come se ti avessi cacciato di casa in qualche modo, non voglio essere il motivo per cui devi lasciare anche la città, Theo"

Theo si sentì come se qualcuno lo avesse pugnalato al petto, mentre guardava l'espressione afflitta e preoccupata sul viso di Liam. Deglutì. Che voleva recuperare con sua madre, che puntava ad Harvard... erano solo ragioni marginali, il vero motivo era che voleva dare a Liam spazio. Perchè non si fidava di se stesso quando era con Liam, perchè sapeva che non poteva dargli quello che voleva. Perchè sapeva che avrebbe sempre voluto di più. Sapeva che non avrebbe mai potuto dimenticare e andare avanti.

La sua espressione si ammorbidì "No non è per colpa tua" Non era nemmeno una vera bugia. Non era per colpa di Liam, era per Liam. "E non mi hai cacciato di casa, idiota, smettila di prenderti colpe che non hai, è stata una mia scelta, perchè credevo che fosse la cosa migliore per entrambi al momento. E ha funzionato no?" chiese Theo, la voce che si inclinava, guardando Liam come in cerca di conferma. Theo forzò un sorriso. "Tutto si è sistemato, siamo amici no? Nessuno ha scoperto nulla e tutto è come volevi" Non c'era rabbia nel tono di Theo, ma Liam sentì comunque un'ondata di bruciante dolore all'altezza del cuore. Forzò un sorriso a sua volta. "Sì... giusto... siamo amici. E' tutto apposto" borbottò cercando di suonare convinto.

Non sapeva come suonò effettivamente, ma sicuramente non ne era convinto.

*

L'ultimo giorno era prevista una lunga camminata fino al punto panoramico di Glacier Point da cui si poteva ammirare l'intera vista del parco, per poi rimettersi in viaggio per Beacon Hills subito dopo pranzo. Liam pensava che ormai avrebbe dovuto essere abituato a quelle camminate ma dovette ricredersi. Visto che era un punto panoramico, se lo aspettava che fosse in alto, ma non così in alto.

Mentre si affacciavano dal parapetto, una vista mozzafiato davanti a loro, Liam si sentiva morire.

"Avrei dovuto dire che soffro di vertigini?"

"Prima di salire a 2000 metri di altezza? Probabilmente sì" commentò Alec

Liam impallidì "Siamo così in alto? Cazzo"

Theo lo guardò serio. "Ti prometto che non ti spingerò di sotto stavolta"
"Grazie per la considerazione"

Theo gli si mise dietro guidandolo piu' vicino al parapetto. "Theo, che- No, non mi avvicinerò a quel coso!"
"Dai, non cadrai di sotto! E' sicuro!" protestò Theo continuando a spingerlo.

"Non avresti dovuto farmi guardare Final Destination per tutta la notte!!" gridò Liam "Ora riesco a immaginare mille modi diversi in cui posso morire" Theo roteò gli occhi mentre lo fermava davanti al parapetto. Gli si mise accanto, solo per vedere che Liam aveva serrato gli occhi. Gli diede un colpetto. "Non essere idiota , guarda e basta, c'è una vista pazzesca" Liam non si mosse "Dai, Liam!" Sospirò trattenendo a stento un sorriso. Gli mise il braccio sulle spalle. "Apri gli occhi, ti tengo in ogni caso, sai? O non ti fidi di me?"

Liam si girò verso Theo e aprì gli occhi lentamente. Mise un finto broncio "Certo che mi fido" mormorò, arrossendo. Theo sorrise "Allora guarda"

Liam ubbidì finalmente, e sì era dannatamente meraviglioso, ma la sensazione di pace, di meraviglia e stupore, mista al senso di vertigine erano niente in confronto a quelle che gli faceva provare Theo ogni giorno.

"Cosa ne pensi?" chiese Theo, ancora col braccio sulle sue spalle.

"Penso che potrebbe davvero essere il paradiso"

Dietro potè sentire qualcuno scattar loro una foto, e sapeva già che poteva essere soltanto Mason. E lo adorava ancora di piu' per questo.

*

Il giorno dopo quando Mason gli inviò le foto, scoprì che ne aveva fatta piu' di uno. C'erano loro di spalle, vicini, Theo ch stringeva Liam dalle spalle, la vista del parco sotto di loro. In un'altra si guardavano, Liam con il broncio, prima che Theo lo convincesse a voltarsi. E poi ce n'era un'altra ancora, che ritraeva Liam e Theo sull'autobus durante il viaggio di ritorno, pacificamente addormentati l'uno sulla spalla dell'altro. Mason aveva allegato un messagio.

"Amici?"

Il cuore di Liam saltò un battito. Niente sembrava così dannatamente sbagliata come quella parola adesso.

Si supponeva che fossero amici.

Ma gli amici non sentono le scintille quando si guardano.

Gli amici non ci fanno desiderare di essere migliori

Gli amici non bramano di essere di più.


CONTINUA

 

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Capitolo 19
*** Se potessi tornare indietro... ***


19. Se potessi tornare indietro...

"Per quanto ancora vuoi stare lì a deprimerti?"

Liam non si voltò nemmeno verso Mason stavolta, era almeno una settimana che l'amico gli ripeteva la stessa identica domanda.

"Io non sono depresso" E Liam abbassando con uno sbuffo il cellulare che teneva alto sopra la testa mentre se ne stava sdraiato sul suo letto, gli diede la stessa risposta che gli dava da altrettanto tempo.

Mason roteò gli occhi sporgendosi in avanti sulla sedia girevole "Vedi, anche il Theo di quella foto che continui a fissare da una settimana tra poco roteerà gli occhi e uscirà dallo schermo per picchiarti"

Liam finalmente si voltò a guardarlo sconcertato. "Questo non ha senso"

"Tu non hai senso" Mason sospirò pesantemente. "Per quanto ancora continuerai a vivere nella negazione?"

Liam si tirò su a sedere e lanciò a Mason un'occhiata pungente. "Io non vivo nella negazione"

"Ah no?" chiese Mason alzando un sopracciglio con un tono scettico che avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque.
Ma Liam era soltanto esausto ormai.
Così sospirò a sua volta. "Okay, mi piace Theo, è questo che vuoi che ti dica?" sbottò poi allargando le braccia e guardando Mason in un modo da 'sei contento adesso?' Si passò una mano tra i capelli "Dannazione, potrei addirittura dire che sono innamorato di lui, lo amo, voglio stare con lui, voglio baciarlo, e voglio-"

"Okay basta" Mason lo fermò alzando una mano
Liam lo guardò non impressionato "Stavo per dire che voglio abbracciarlo"

"I tuoi sogni raccontano un'altra storia" Mason gli sparò un ghigno, e Liam sbuffò tirandogli contro il suo cuscino ma ridendo a malincuore. Mason lo afferrò al volo, usandolo poi come appoggio per le braccia.

"Questo non è il punto comunque, io non vivo nella negazione" disse Liam con tono ovvio.

"Sì, se non è Theo quello a cui dici queste cose"

"Io- noi- abbiamo già parlato di questo, io non posso" balbettò lui improvvisamente a disagio. "Non è così facile"

"Sei tu che stai complicando una cosa semplice. Hai detto che perfino tua madre ti ha detto di fare quello che ti rende felice, ricordi?"

"Lei non sapeva di cosa stavo parlando. Se lo avesse saputo..."

"Ti avrebbe detto la stessa cosa, perchè ti vuole bene, e vuole che tu sia felice, perchè la conosco ed è la persona migliore del mondo, e tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro" insistette Mason con calma

Liam si zittì, rimanendo immobile a guardare Mason incerto. Deglutì e finalmente sospirò ributtandosi indietro sul letto. "Non so cosa fare" piagnucolò, guardando il soffitto cercando una risposta che non era da nessuna parte.

"Non lo sai o hai solo paura di saperlo fin troppo bene?" Mason rincarò dolcemente.

O forse Liam aveva in qualche modo già la risposta.

Liam gli lanciò un'occhiataccia. "Ti odio quando hai ragione"

"Wow, quindi mi odi sempre"

"Già proprio così"

*

"Non ci posso credere" gemette Liam quando la Finch posò l'ultimo compito dell'anno sul suo banco, una vistosa D rossa che spiccava accanto al suo nome.

"Hai bisogno di recuperare questo voto, Liam, se speri di superare il corso quest'anno" gli disse lei guardandolo severamente. "Fermati in aula dopo la lezione così possiamo discutere sulle tue possibilità"
Liam seppellì il viso tra le braccia non appena lei si allontanò. Era quasi certo di essere fottuto ormai.

A quanto pare, le sue "possibilità" di superare il corso di Biologia risiedevano tutte in una stupida relazione che doveva consegnare entro una settimana sulla Genetica Mendeliana, e ormai era davvero sicuro di essere fottuto, perchè se il risultato era una D dopo otto mesi, non vedeva come le cose potessero cambiare in sette giorni. Sospirò afflitto mentre percorreva il corridoio, rassegnandosi all'idea di passare l'estate a frequentare lezioni supplementari della materia che gli piaceva di meno.

Avvistò Theo non appena girò l'angolo. Il ragazzo era talmente preso a tirar fuori velocemente libri dal suo armadietto che non lo notò finchè Liam non gli fu accanto e gli posò una mano sulla spalla. Theo saltò visibilmente e tutti i libri che teneva in mano gli caddero in terra rumorosamente.
"Merda" "Cazzo" imprecarono entrambi tra i denti mentre si chinavano contemporaneamente. "Cavolo, volevi uccidermi, Li?" sbuffò Theo, ammucchiando rapidamente i libri.

Liam lo guardò in colpa prendendone un paio "Scusa"

Theo lo guardò con un piccolo sorriso prendendo i libri che Liam gli stava porgendo esitante. "Stavo scherzando. Ero... solo distratto"
Liam sbuffò una risata "A me sembravi fin troppo concentrato"

"Già..." Theo roteò gli occhi "E' colpa del coach, ci sta addosso per la partita finale, e ci vuole in campo mezz'ora prima del solito." Guardò l'orologio "E io sono già in ritardo. Sto per essere assassinato" decretò.

"Questo non gioverebbe alle vostre possibilità di vittoria" gli fece notare Liam con un sorriso, mentre Theo tornava in piedi, infilando i libri nella borsa e ridendo.

Liam lo imitò. "Non ne sono sicuro, non mi sento molto in forma ultimamente, e la partita il giorno dopo il ballo non è esattamente la prima cosa che avrei chiesto"

"Merda, è questo finesettimana anche la partita?" Liam affiancò Theo mentre camminava a passo veloce verso gli spogliatoi.

"Già, è sabato"

Liam spostò lo sguardo avanti quasi trasognato "Non ci credo che è quasi finita" mormorò debolmente.

Theo lo guardò. "Sì, ce l'abbiamo fatta per un altro anno" concordò, ma c'era qualcosa di spento nel suo tono.

"Be' non tutti" Theo lo guardò improvvisamente perplesso. "Credo che verrò bocciato in biologia" Liam ammise con una smorfia
"Cosa?" esclamò Theo sconcertato.

Liam sospirò. "Ho preso una D al test finale"

"Co-? Perchè? Non sei mai andato così male. Che è successo?" chiese Theo, aggrottando le sopracciglia
Era vero. Non era mai stato una cima in Biologia, ma se l'era sempre cavata con delle C e qualche B. Be' forse il problema ora era che passava fin troppo tempo a pensare alla biologia di Theo piuttosto che concentrarsi sullo studio.

"Le cose sono diventate piu' complicate" mugugnò Liam in risposta. "E ora devo fare questa relazione infinita sulla Genetica di Mendel come se avessi qualche chance di migliorare il voto in una settimana" Liam roteò gli occhi.

"Potrei aiutarti io" Theo parlò prima di rendersene conto. Merda. Si morse il labbro fissando in attesa il ragazzo davanti a lui.

E Liam lo guardò con gli occhi grandi, pieni in qualche modo di speranza. "Davvero? Lo faresti?"
Nessuno avrebbe potuto resistere agli occhi di Liam, e Theo non aveva nemmeno voglia di provarci. "S-sì- be' se vuoi... io sono bravo in biologia" Theo fece, un sorrisetto compiaciuto che gli si formò sulle labbra.

"Quanto bravo?"
"Ho preso una A - al test finale"

Liam sbarrò gli occhi colpito "Dio, sei assunto" soffiò.
Il sorriso sulle labbra di Theo si allargò. "Significa che mi pagherai?" lo prese in giro

"Se mi aiuti con Biologia, ti offrirò la pizza ai peperoni più buona che tu abbia mai mangiato" promise Liam con enfasi

"Non è giusto, tu conosci il mio punto debole" Theo borbottò con finta indignazione.

Liam rise "Quindi, ci stai?"

Theo lo guardò per un solo istante prima di rispondere "Ci sto" Guardò di nuovo l'orologio. "Devo scappare ora, o non sarò piu' abbastanza vivo da aiutarti." Theo accellerò il passo, voltandosi e camminando all'indietro mentre continuava a guardare Liam. "Ti va bene se ci vediamo da me domani pomeriggio?"
Liam si fermò guardando Theo allontanarsi. "Sì, va bene" Il suo cuore batteva già veloce in antipazione. La situazione non migliorò quando Theo gli sparò un sorriso luminoso, voltandosi poi e correndo via.

Si posò una mano sul petto ascoltando il ritmo frenetico del suo cuore, chiedendosi se fosse biologicamente possibile sentirsi in quel modo per qualcuno che non gli apparteneva nemmeno.
 

*

Quando Theo rientrò a casa quella sera, la prima cosa che notò fu l'auto di suo padre nel vialetto. Aprì la porta di casa con la sua chiave, e inciampò quasi in uno degli scatoloni che incombravano l'ingresso. Deglutì. L'idea del trasferimento non gli era sembrata così tanto vera come in quegli ultimi giorni, quando sua madre aveva cominciato a impacchettare le cose non essenziali per spedirle a Boston. Mancavano solo due settimane alla partenza e lui non aveva ancora degnato sua madre di una risposta precisa. E a proposito di questo...

"Questo non era l'accordo!" Sentì la voce di suo padre gridare dalla cucina. "Ho accettato che lui venisse a stare da te con l'accordo che fosse temporaneo, e ora mi vieni a dire che vuoi portarlo con te dall'altra parte del paese?!"

"Non è che lo sto costringendo in alcun modo, Paul, ho semplicemente fatto un'offerta, e credo che Theo sia abbastanza adulto da prendere questa decisione da solo" rispose lei con tono apparentemente calmo
"Ha diciassette anni, non è abbastanza adulto, non puoi arrivare dal nulla e stravolgere la sua vita in questo modo! Ha tutto il tempo per pensare al college, e lo farà senza costrizioni di alcun tipo"

"Non lo sto forzando! Se c'è qualcuno qui che lo sta costringendo, sei soltanto tu... di nuovo!" La voce di sua madre si alzò di un ottava e Theo sentì chiaramente lo stridio della sedia mentre lei si alzava velocemente.

"Che diavolo vuoi dire? Non provare a riversare tutta la colpa di quello che è successo in passato su di me! La ragione principale per cui siamo qui ora, sei tu"
"Perchè torniamo sempre a parlare di questo? Stavamo parlando di Theo-" sbottò lei con un sospiro pesante
"Che diavolo sta succedendo qui?"

Theo entrò in cucina, lo sguardo che oscillava allarmato rapidamente tra i suoi genitori. Posò le chiavi sul bancone della cucina senza smettere di guardarli in attesa.

"Theo, tesoro, non sapevo fossi in casa" sospirò sua madre, l'ombra del senso di colpa poco celato nella sua voce.
Theo incrociò le braccia al petto. "Sono appena tornato" Si voltò poi verso suo padre che lo stava guardando con durezza. "Mi dispiace papà se non te ne ho parlato prima, ma non l'ho fatto perchè non ho ancora deciso, quindi non c'è motivo che litighiate per questo! E anche se lo avessi fatto, è una mia scelta!"
Paul fece un passo verso di lui, e Theo notò finalmente il suo volto corrucciato e lievemente sudato, la voce che tremava leggermente per il nervoso. "Io non capisco perchè lo stai addirittura prendendo in considerazione! Non ti è mai interessato andare in un college prestigioso, non eri nemmeno sicuro di volere andare al college! Perchè mai questo cambio improvviso? Non sei forse felice qui? O è per me? Non vuoi tornare a vivere con me?! Preferisci stare con tua madre ora?!"


Theo sbuffò rabbiosamente. "Questo non ha niente a che fare con voi, riguarda solo me! Sono così dannatamente stufo che ogni cosa che faccio finisce sempre per diventare una questione per tutti quanti! E' la mia vita, e forse non voglio piu' passarla qui, ci hai pensato?! Forse sono stufo di questa dannata città, e sono stufo di queste dannate persone! Forse non sono l'idiota che tutti credete che io sia, e voglio davvero andare al college! Forse voglio soltanto azzerare tutto e ricominciare la vita daccapo! O pensi di essere l'unico che ha il diritto di farlo?"

Paul diede uno sbuffo scettico "Hai diciassette anni, sei solo un ragazzino, cosa vuoi saperne della vita?!"

La mente di Theo si svuotò. Le parole furono fuori prima ancora che potesse rifletterci. "Cosa ne so della vita?" sussurrò con rabbia e freddezza. "Assolutamente niente, visto che fin da quando ero piccolo ho conosciuto solo la versione incasinata e schifosa della vita. E indovina di chi è la colpa?"

"Theo-" soffiò sua madre quasi scandalizzata.

Paul impallidì, e fece un passo indietro come se fosse stato colpito. Il suo respiro divenne improvvisamente pesante e frenetico e si portò una mano al petto, barcollando lievemente e aggrappandosi a una sedia. Tutta la rabbia di Theo svanì improvvisamente sostituita dal senso di colpa, mentre sua madre si avvicinava a Paul allarmata. "Paul? Dio, il tuo cuore... stai prendendo le tue medicine?" sussurrò terrorizzata.

Paul si fece guidare sulla sedia. "Sto bene" sospirò stancamente. "E' stato solo un calo di pressione"
"Vuoi che ti chiami un dottore?"
"No non ce n'è bisogno, sto bene" insistette lui.
Sua madre guardò Theo, immobile davanti a loro. Theo degludì, qualcosa che si contorceva dolorosamente nel suo stomaco. "Mi dispiace" disse soltanto, prima di voltarsi e correre in camera sua.

Mentre se ne stava disteso sul letto, lo sguardo perso sul soffitto, Theo non poteva non sentirsi in colpa. Ma non era quel tipo di senso di colpa che ti faceva sentire come se avessi un magigno sullo stomaco. Lui si sentiva soltanto vuoto. Prosciugato. Solo. Come se qualcosa lo stesse mangiando vivo.

Perchè tutto quello che faceva sembrava arrecare dolore alle persone a cui teneva? Perchè non poteva andare tutto liscio per una volta?

Fin da quando ero piccolo ho conosciuto solo la versione incasinata e schifosa della vita, e indovina di chi è la colpa?

Deglutì al ricordare le sue stesse parole, mentre rivedeva l'espressione di suo padre come se ce l'avesse ancora davanti, impressa per sempre nei suoi occhi. Non lo pensava davvero. Suo padre aveva sempre fatto tutto per lui, e non era certo colpa sua se l'unico meccanismo di difesa che Theo aveva imparato ad usare era l'allontanare tutti.

Un colpo alla porta lo fece trasalire e scattò a sedere quando questa si aprì. Il suo cuore perse un battito quando vide Paul fare capolino esitante. Parlò velocemente senza nemmeno pensare: "Papà, mi dispiace per quello che ho detto, io... non lo penso davvero"
"Lo so" disse Paul lentamente, facendo qualche passo verso di lui. "Lo so"
"Ero solo arrabbiato, e dico cose stupide quando sono arrabbiato." Theo continuò febbrilmente. Paul alzò una mano per fermarlo, le labbra inclinate in un tentativo di sorriso. "Theo, lo so, ricordi? Ti conosco da tutta la vita" Theo si zittì, il cuore ancora a mille, guardando suo padre che si sedeva con un sospiro stanco sul letto accanto a lui. "So che a volte non sono stato il migliore dei padri, ma ti voglio bene, e non ho mai voluto soffocarti o ostacolarti o..."
"Non l'hai mai fatto" si affrettò a dire Theo. "Anzi, a volte avrei voluto che lo facessi. Che mi prendessi per le orecchie e mi dicessi di smettere di fare l'idiota"
Paul lo guardò dolcemente, e Theo pote' quasi giurare di vedere un'ombra d'orgoglio passare nei suoi occhi. "Sei cresciuto per diventare un uomo straordinario di cui sono molto fiero, devi sapere questo. Mi fido di te, e so che puoi affrontare qualunque cosa, ma devi ricordare che io sono tuo padre, e sei stato con me per tutta la tua vita. Capisci che è difficile per me lasciarti andare?"

Theo abbassò lo sguardo sul suo grembo, arrossendo. "Lo so, ma non andrò mai davvero da nessuna parte. E una persona molto intelligente una volta mi ha detto che partire non vuol dire dimenticare"

"Deve essere una persona davvero incredibile" Paul sorrise.

"Si lo è" Theo sorrise.

"Mi dispiace se ti ho urlato contro" sospirò poi Paul, scompigliandogli i capelli

"A me dispiace averti quasi fatto venire un infarto" mugugnò Theo con lieve sarcasmo nella voce. Paul sbuffò una mezza risata e lo tirò per le spalle stringendolo in un abbraccio.
"Ti voglio bene in ogni caso" Theo seppellì il naso nella sua spalla di suo padre, chiudendo gli occhi e ispirando il profumo di casa. "Ti voglio bene anche io, papà"

*

Quando la campanella segnò la fine delle lezione, Liam uscì dalla classe con impazienza.

Avrebbe passato il pomeriggio con Theo, e anche se si sarebbero visti solo per studiare, non riusciva a smettere di sorridere al pensiero. Theo gli aveva scritto un messaggio quella mattina dicendogli che lo avrebbe aspettato all'uscita nel parcheggio. E la parola 'appuntamento' non smetteva di nuotare nella testa di Liam, facendolo sentire teso e elettrizzato allo stesso tempo. E di certo i commenti maliziosi di Mason non erano stati affatto d'aiuto durante tutta la giornata.

Theo stava aspettando Liam appoggiato contro la portiera del suo pick-up, cercando di auto-convincersi che non fosse una cosa importante. Avrebbe solo aiutato un amico a studiare, niente di piu', eppure non riusciva a smettere di agitarsi e tormentarsi all'idea di stare con Liam per tutto il pomeriggio, da soli, nella sua stanza. La sola idea bastava a farlo impazzire. E quando Liam entrò nel suo campo visivo, mentre si avvicinava nervosamente al pick-up, il suo cuore accellerò e non potè fare a meno di sorridere come un'idiota. Non che Liam fosse messo molto meglio.

"Sei pronto per andare?"

"Okay... voglio dire- sì, pronto... prontissimo" Liam balbettò, agitato "Andiamo?" tagliò corto, per evitare di rendersi ancora di piu' ridicolo, mentre un sorrisetto si disegnava sulle labbra di Theo.

"Andiamo"
Il viaggio verso casa di Theo fu silenzioso, tranquillo. Theo si allungò verso la radio accendendola, lasciando che una musica leggera riempisse l'abitacolo, e canticchiando ogni tanto le canzoni che conosceva. Liam non pote' evitare di guardarlo, in qualche modo ammirato, finchè Theo non sbuffò una risata, voltandosi verso di lui brevemente prima di tornare alla strada. "Che c'è?"
"Niente niente" rispose Liam, arrossendo e tornando a guardare la strada "E' solo che hai davvero una bella voce, lo sai?"
"Davvero?" Una piacevole sensazione fluttuante riempì lo stomaco di Theo

"Hai mai pensato di fare il cantante?" scherzò Liam con un sorriso

"Sì, sai, quando pensavo anche di fare l'astronauta, la spia o l'archeologo"

"L'archeologo non è così bizzarro" osservò Liam
"La mia idea di archeologo all'epoca coincideva con Indiana Jones" spiegò Theo con una mezza risata. Liam ridacchiò prima di tornare a guardarlo, stavolta seriamente. "Hai mai pensato seriamente a cosa vorresti fare dopo?"
"Cosa c'è di non serio nel voler fare l'astronauta?" scherzò Theo.

Liam sbuffò "Sto parlando sul serio"

Theo rimase in silenzio per un po' continuando a guidare. "Non lo so, non ci ho mai pensato, però mi piacerebbe fare qualcosa di importante..." Liam lo guardò. "Sì insomma, di utile... per gli altri per esempio" spiegò

"Davvero?" chiese Liam alzando un sopracciglio.

"Ti sorprende che io voglia aiutare gli altri?" rise Theo, e Liam arrossì. "No no non è questo- io- in realtà ti ci vedo, sai. Qualcosa tipo... Theo l'assistente sociale" concluse con enfasi.

"Non ci avevo mai pensato, sai" fece Theo pensieroso.

"Dovresti" Liam rispose leggermente, con una scrollata di spalle.

Theo sorrise. "Invece io non ho bisogno di indovinare, so già che tu sarai un grande insegnante di storia" fece senza guardarlo.

Liam arrossì di nuovo, il cuore che palpitava nel petto. Gli dava sempre una bella sensazione vedere quanto Theo lo conoscesse bene. "Non so se sarei un bravo insegnante" disse però.

"Lo sarai, se riusciremo ad evitarti di essere bocciato in Biologia ovviamente" lo prese in giro Theo.

Liam rise a sua volta. "Allora non credo che il mio futuro sarà così roseo"

*

Mentre scendevano dall'auto una volta che ebbero parcheggiato nel vialetto, Liam seguì nervosamente Theo che si frugava nelle tasche in cerca della chiave. Quando aprì la porta, Liam entrò cautamente, non sicuro se fossero soli o no. Non era particolarmente entusiasta all'idea di conoscere la madre di Theo, l'unica volta in cui si era visti era successo il putiferio e be'... era quella che stava potenzialmente per portare via loro Theo, anche se Liam era pienamente consapevole di quanto fosse egoista questo suo pensiero. Le sue speranze svanirono quando sentì dei passi avvicinarsi, e entrambi si voltarono verso la donna che veniva verso di loro con un sorriso, asciugandosi le mani in un panno prima di posarlo su un mucchio di scatoloni lì accanto. "Ciao tesoro" sorrise a Theo prima di concentrarsi su Liam "E tu devi essere Liam, sono felice di conoscerti come si deve." Allungò una mano che Liam prese imbarazzato. "Sono Janeth"

"Piacere di conoscerla, signora-" Liam si fermò, perchè effettivamente non conosceva il suo cognome. Arrossì imbarazzato "-Janeth"

Lei rise "E' Morgan, però ti prego chiamami Janeth. Signora mi fa sentire così vecchia" Recuperò il panno che aveva posato poco prima. "Perdonami la confusione, ma sono tempi un po' pazzi."

"Si figuri, signora Mo- Janeth" Liam abbassò la testa imbarazzato, e sua madre lanciò un'occhiata a Theo ancora lì in piedi tra di loro, sorridendogli e mimando con le labbra un "E' carino".

Theo gli lanciò uno sguardo di disperata supplica, prima di prendere Liam per una spalla. "Be' ora noi dovremmo andare. Tanti compiti" sospirò con enfasi.
Liam si lasciò trascinare, voltandosi brevemente verso la donna "E' stato un piacere conoscerla" mormorò educatamente.

"Anche per me, Liam." rispose lei, mentre Theo e Liam risalivano le scale. "Vi porterò qualcosa per fare merenda" gridò loro dietro.

Theo rispose con un solo breve cenno d'assenso con la mano.

Mentre salivano e percorrevano il corridoio, Liam non potè non notare gli innumerevoli scatoloni che affollavano ogni stanza, ora stranamente spoglia. "Non farci caso" Theo sembrò interpretare il suo sguardo. "Mia mamma sta spedendo a Boston tutto quello che al momento non serve loro"

Liam non rispose, ma la sua mente allerta non potè non soffermarsi sull'uso del "loro". Non "noi". Sembrava una sciocchezza, ma Theo non si era incluso. Possibile che avesse deciso di non partire alla fine? Solo quel pensiero gli fece gonfiare il cuore di speranza, e il prospetto di passare un pomeriggio a studiare biologia non era mai sembrato tanto allettante come ora.


*
Se Liam aveva pensato che non avrebbe concluso nulla, vista la fonte di distrazione che aveva seduta proprio lì accanto, dovette ricredersi. Perchè niente in Biologia gli era sembrato piu' chiaro come in quel momento. Certo, era difficile ignorare il calore della gamba di Theo che premeva contro la sua mentre sedevano alla piccola scrivania, era difficile ignorare le sottile occhiate che si scambiavano quando credevano che l'altro fosse distratto, ma Theo restava comunque un fottuto genio, e Liam ebbe il suo tema pronto in meno di due ore. Guardò il foglio ammirato. "Non ci posso credere che ho capito questa fottuta cosa dei geni ereditari! Perchè la Finch non l'ha spiegato così? Mi sarei risparmiato tante C e molte crisi di panico" sbuffò.
Theo rise. "Vedi? Non è difficile quando lo capisci. Ed è dannatamente interessante scoprire qualunque cosa su come siamo fatti"
"Già... quindi io ho gli occhi azzurri anche se mio padre non li aveva perchè era portatore del gene recessivo provieniente da mia nonna, giusto?" ricapitolò Liam, per essere sicuro di aver afferrato il concetto, dando una veloce scorsa al testo.
"Giusto" Theo annuì
"Quindi quando io avrò un figlio non è detto che avrà gli occhi azzurri?" chiese poi senza pensare.

Si fissarono per un momento presi alla sprovvista dall'improvvisa piega del discorso.

"Uhm no.. probabilmente no" rispose poi Theo agitandosi sulla sedia girevole e lanciandogli solo delle brevi occhiate. "A meno che la madre non abbia a sua volta gli occhi azzurri, o genitori con gli occhi azzurri, ma anche in quel caso non sarebbe sicuro" Si schiarì la gola. "Prendi me, entrambi i miei genitori e io abbiamo gli occhi verdi, ma non è detto che... mio figlio... li avrà. Se la madre li avrà marroni, ci saranno comunque piu' probabilità visto che il marrone..."
"..è dominante" concluse Liam con un cenno e un sorriso.

Theo si morse un labbro, improvvisamente incapace di distogliere lo sguardo dagli occhi di Liam. "Se invece io e te avessimo un figlio, avrebbe degli occhi fottutamente incredibili" soffiò fuori senza riflettere

Liam arrossì come un peperone "C-cosa?"

Theo sembrò tornare in sé, arrossendo a sua volta e girandosi verso il suo libro di biologia. "Be' sì, ipoteticamente..." balbettò "Biologicamente parlando"

"Già.." mugugnò Liam debolmente. Il solo pensiero, seppur impossibile, era destabilizzante.

"Theo, volete una tazza di te'?" gridò all'improvviso la madre dal piano di sotto, facendoli sobbalzare entrambi. E la colsero al volo come opportunità per sfuggire all'imbarazzante conversazione.

*

Quando il sole cominciò a tramontare, Theo si offrì di dargli un passaggio a casa.

Mentre andavano, Liam non riusciva a smettere di ripetere la giornata nella sua testa, e non riusciva a smettere di guardare l'altro ragazzo. Il modo in cui quelle labbra piene si muovevano al ritmo delle canzoni alla radio, i capelli morbidi che gli ricadevano sulla fronte, il modo in cui le mani si avvolgevano decise attorno al volante. La sua mente traditrice gli riportò alla mente il sogno, il modo in cui quelle stesse mani avrebbero potuto stringersi attorno a lui, avvolgendolo completamente, accarezzandogli la pelle... Liam arrossì ai suoi stessi pensieri e si sforzò di non fissare Theo come un maniaco. Aveva bisogno di riprendere il controllo su stesso, lo sapeva, ma l'unico pensiero che aveva in testa al momento era che avrebbe voluto che quella giornata non finisse mai. Prolungarla un altro po', per non rompere quella bolla di pace in cui si erano nascosti.

"Uhm.. che ne dici se ci fermiamo a prendere qualcosa da mangiare al volo lungo la strada?" Liam impiegò un po' a realizzare che Theo aveva parlato, e cosa avesse detto. Lo fissò quasi incredulo, perchè cavolo, qualcuno lassù aveva ascoltato la sua preghiera? "A meno che Jenna non ti stia aspettando per cen-" si affrettò a dire Theo quando si accorse che Liam non sembrava intenzionato a rispondere

"Uh? No- no, cioè, è okay, lei non è a casa comunque, quindi-" Scrollò debolmente le spalle. "Avrei comunque mangiato qualche avanzo riscaldato"

"Uh bene allora" Theo sorrise, meno teso. "Qualcosa contro il Mcdonald?"
"Scherzi?" Liam sbuffò una risata "Hai appena reso perfetta la mia serata"

*

Una volta preparati i loro ordini, la ragazza dietro la cassa li guardò con un sorriso "Sono 16 dollari e 75"
Entrambi si affrettarono a frugarsi nelle tasche, estraendo il portafoglio. "Faccio io!" esclamarono in coro, prima di guardarsi sconcertati. La ragazza ridacchiò allegramente.

"Ti ho portato io qui, pago io" sbuffò Theo

"Ricordi? Te lo devo in cambio dell'aiuto in biologia" protestò Liam petulante

"Tu mi hai promesso una pizza ai peperoni, ricordi?" Theo ribattè a tono.

"Be' allora prendiamo una pizza ai peperoni" Liam incrociò le braccia testardo.

"Credo sia un po' tardi per quello, non credi?" rise Theo alzando un sopracciglio e lanciando una vaga occhiati ai loro vassoi pieni davanti alla commessa.

"Sì, lo è" concordò lei con una risata divertita.

"Perdonalo, è un'idiota" mormorò Theo sorridendole e porgendole una banconota da venti.

"Hey!" Liam mise il broncio stringendo poi gli occhi in direzione di Theo "Ti comprerò così tante pizze ai peperoni che non ne vorrai piu' per tutta la tua vita" fece poi con tono minaccioso. Ed era sicuramente la cosa meno minacciosa con cui Theo fosse mai stato minacciato in vita sua.

"Me ne ricorderò" sorrise, prendendo il resto.

"Oh voi ragazzi siete davvero una coppia adorabile" commentò la commessa, quasi sul punto di sciogliersi letteralmente.

Si paralizzarono entrambi, i vassoi in mano, mentre la fissavano. Liam arrossì violentemente. "Noi- noi non stiamo insieme" protestò debolmente.

"Già, non lo siamo" si accodò Theo ancor piu' meno convincente di Liam.

Lei ridacchiò "Si certo. Non c'è niente di cui vergognarsi, sapete" E fece loro l'occhiolino complice prima di allontanarsi lasciandoli lì a crogiolarsi nel loro imbarazzo, per servire gli altri clienti in fila.

Perchè giusto, ricordò Liam, non c'era solo loro due al mondo.

*

Mangiarono in silenzio per dieci minuti buoni, prima che qualcuno ritrovasse finalmente la parola. Mason gli aveva suggerito che la cosa migliore era sempre partire dalle chiacchiere banali, nella speranza di spazzare via l'imbarazzo e la tensione, che in qualche modo erano perennemente presenti ogni volta che erano soli.

"Quindi... come vanno i preparativi per la grande finale?"

Theo quasi sobbalzò, probabilmente non si aspettava che Liam parlasse. Poi scrollò le spalle, riprendendo a immergere le sue patatine fritte nella maionese "Vanno"

"Corey mi ha detto che giocherete contro la Devenford Prep" borbottò Liam.

"Già, ci giocheremo il primo e il secondo posto al campionato, per questo il coach è fuori di sé. Nonostante Scott e Whittemore siano fuori gioco, sono rimasti imbattutti per tutto il semestre, c'è questo tipo... Talbot... è incredibile" ammise Theo a malincuore, pensando al giocatore avversario che non era ancora riuscito a superare nemmeno una volta.

"E' solo un pallone gonfiato" si lasciò sfuggire Liam brusco.

Theo lo guardò alzando un sopracciglio. "Lo conosci?" chiese.

E Liam arrossì. "Uhm... sì... lui è-" si agitò sulla sedia. "Uscivo con lui l'anno scorso" ammise poi imbarazzato.

"Ah" Theo riuscì soltanto a dire, preso alla sprovvista, mentre la solita spiacevole sensazione di gelosia gli torceva lo stomaco, l'antipatia verso l'attuale capitano della Devenford che aumentava per qualche motivo. Forzò poi un sorrisetto sul suo viso. "Quindi per chi tiferai sabato? E' pur sempre la tua vecchia scuola..."
"Io tiferò per te!" si affrettò a dire Liam. "Voglio dire-" Arrossì "per voi, voglio dire- faccio parte della Beacon Hills ora no?"

Il sorriso si allargò sul viso di Theo "Buono a sapersi" disse soltanto mangiando un'altra patatina.

"Vincerete sicuramente" aggiunse Liam con enfasi "Potreste anche già festeggiare la vittoria al ballo per quanto ne sono sicuro"
Il sorriso di Theo si attenuò "Già, il ballo..."

Liam lo guardò perplesso dal suo tono "Il ballo cosa?"

Theo si prese un momento per bere la sua cola prima di rispondere. "Non credo ci verrò" disse come se non significasse nulla

"Cosa?" Liam lo guardò scandalizzato. "Amico, è il ballo, non puoi perderterlo!"

Theo rise al suo tono drammatico "Passi troppo tempo con Mason" gli disse.

Liam si ricompose "Probabilmente hai ragione" Poi si scosse. "Ma non puoi non venire al ballo" ripetè poi con piu' calma.
"C'è la partita il giorno dopo... e non muoio davvero dalla voglia di venire allo stupido ballo da solo come un idiota- voglio dire, Mason andrà con Corey e Josh con Tracy..."

"Davvero?" chiese Liam ancora piu' scioccato. "Come cavolo è successo?"

"Non chiederlo a me" Theo sbuffò una risata. "Perfino Nolan ha una ragazza, tu andrai con Hayden e a me resta solo Alec, ma non mi sembra il caso, sai..."

"Aspe- io non vado al ballo con Hayden" disse Liam subito, quasi meccanicamente.

"Ah no? Forse allora dovrei chiederlo a lei" scherzò Theo, facendo per prendere un'altra patatina.

"O potremmo andarci insieme" Liam impiegò qualche secondo a realizzare che era stato lui a parlare, e guardò Theo imitando la sua espressione sbigottita.

"Cosa?" gracchiò Theo, con la patatina ancora davanti alle labbra.

Liam si guardò freneticamente in giro, in cerca di una via di uscita. Cosa diavolo gli era saltato in mente? Invitare Theo al ballo! Doveva essere impazzito del tutto ormai.

"Io- ecco-" balbettò. "Sì, io- tu-" Dal modo in cui continuava a parlare a scatti, Liam dedusse che il suo cervello era ormai in pappa. "Potresti darmi un passaggio. Per il ballo. E potremmo stare lì. Insieme. Al ballo. Io e te. Come amici" Guardò Theo in attesa, che lo stava guardando quasi spaventato. Merda.

"Come amici..." ripetè poi lui lentamente. "Al ballo..." Probabilmente ora anche Theo avrebbe iniziato a parlare a scatti, e non sarebbero mai piu' usciti da questo loop.

"Sì" si affrettò così a dire. "Se... per te è ok... almeno che non preferisci stare a casa o invitare davvero Alec o chiunque altro. Chiunque altro va bene" Non andava bene per niente.

"No, è okay..." fece Theo debolmente "Come amici. Al ballo. Io e te. Va bene"

"Bene" Liam gli fece eco. Questo era dannatamente imbarazzante.

"Vuoi un gelato?" chiese Theo velocemente, improvvisamente desideroso di scappare via.
"Uh sì?" mormorò Liam preso alla sprovvista
"Okay vado a prenderlo" disse e si alzò prima che Liam potesse dire altro.

Merda merda merda. Liam sentiva di star per avere una crisi di panico. Tirò fuori il telefono e scrisse velocemente a Mason, perchè in quel momento sembrava l'unica cosa possibile da fare.


Ho fatto un casino, digitò rapidamente, le dita che tremavano.

Che cazzo hai fatto stavolta? Mason rispose così velocemente, che Liam si chiese se non avesse qualche potere di preveggenza.

Ho invitato Theo al ballo. Merda, amico, aiutoo

Stavolta Mason impiegò qualche minuto a rispondere, e Liam si chiese non avesse causato un infarto al suo migliore amico.

Merda

Finalmente rispose.

Allora Dio esiste

Questo non era affatto d'aiuto. Liam sbuffò irritato. Questa è tutta colpa tua! Digitò

Come fa a essere colpa mia? Liam poteva quasi immaginarsi il suo ghigno strafottente

Continui a mettermi idee in testa, mi hai letteralmente manipolato a chiedere a Theo di venire al ballo con me. Questo probabilmente aveva senso solo nella sua testa, ma okay.

Certo, sicuro, continua a ripetertelo se ti aiuta a dormire la notte.

Cosa che non funziona, visto che continui a sognare Theo

Liam allontanò il cellulare all'ultimo messaggio.

"Ecco a te" Sobbalzò quando si trovò di fronte Theo che gli porgeva timidamente un McFlurry. Theo scrutò la sua espressione "Stai bene?"
"Sì.. sì... sto bene" balbettò. Mentre Theo si sedeva incominciando a mangiare silenziosamente il suo gelato, Liam ora non riusciva a togliersi di nuovo dalla testa il suo stupido sogno. Imprecò internamente.

Aveva già detto che odiava il suo migliore amico?

*

"Merda merda merda" Liam mugugnò in preda al panico, mentre camminava su e giu' per la sua stanza, già vestito nel suo completo, Mason che lo fissava seduto sul letto. A un certo punto dovette tracciare la linea, perchè si alzò mettendoglisi davanti e afferrandolo per le braccia. "Okay, ora basta, stai per scavare una buca nel pavimento"

"Merda" ripetè Liam.

"Theo ha fottuto tutti i tuoi neuroni e questa è l'unica parola che sai pronunciare ora?"

"Non dire quella parola!" esclamò Liam nel panico.

"Cosa? Neuroni?" lo prese in giro Mason. Liam gemette buttando indietro la testa. "Oh sei così fottuto"

"Masee" Mason rise. "Ammettilo, le mie disgrazie ti divertono"

"Sì abbastanza" Mason lo lasciò andare e guardò l'orologio. "Okay, Corey passerà a prendermi tra 5 minuti e tu devi toglierti quell'espressione dalla faccia altrimenti qualunque persona ti vedrà, capirà cosa ti passa per la testa"

"Fosse facile..." Liam assunse l'espressione di un cane bastonato, seguendo Mason con lo sguardo mentre recuperava la macchina fotografica. "Perchè hai portato la fotocamera?"

"Per aggiornare il mio album 'Thiam'" rispose Mason subito, e Liam lo fulminò con un'occhiata tormentata. "E' il ballo, ci saranno molti momenti da immortalare, non credi?" Mason si corresse roteando gli occhi. "Tu pensa soltanto a divertirti, Theo sarà lì, tutti i tuoi amici saranno lì, la scuola è finita e arriva l'estate, cosa puoi chiedere di piu'?" fece Mason. Liam lo fissò per un po' prima di sospirare. "Hai ragione. Forse devo solo rilassarmi"

"Così mi piaci" Mason gli diede una pacca amichevole sulla spalla, sorridendogli. Poi il suo cellulare squillò. "E' Corey, è qui sotto. Tra quanto verrà Theo?"

"Mi ha scritto che passerà a prendermi alle 8"
"Bene. Allora ci vediamo tra mezz'ora a scuola?"
"Sì, grazie Mase... per tutto"
"Figurati, se no a che servono gli amici?" Gli rivolse un ultimo sorriso rassicurante prima di uscire.

Quando rimase da solo, Liam si gettò di pesò sul letto, lo sguardo perso nel vuoto, una mano posata sul petto ad ascoltare il ritmo frenetico del suo cuore. Non gli sembrava vero che stava per andare al ballo con Theo. Ma se da una parte l'eccitazione lo faceva sentire come se potesse toccare il cielo con un dito, dall'altra l'amarezza gli scorreva nelle vene come veleno. Perchè sarebbe andati al ballo solo come amici. Niente di più. Non avrebbero mai potuto essere niente di più, non importava quanto ci pensasse. E questo faceva male. E lo rendeva mille volte più insopportabile.

Un colpo leggero alla porta lo fece sussultare e si alzò mentre sua madre si affacciava sulla porta. "Mamma? Che fai qui?" chiese confuso. Lei entrò del tutto un'espressione quasi commossa sul viso. "Sono uscita dieci minuti prima, non potevo perdermi questa scena!" Si avvicinò, sistemandogli le spalle della giacca e Liam gli sorrise affettuoso. "Sei veramente bellissimo, lo sai?"

"Grazie mamma"

"Stai aspettando il tuo appuntamento?"

"Uh..." Liam borbottò. "No nessun appuntamento. Theo passerà a prendermi"

Sua madre si illuminò a quelle parole. "Oh anche Theo sta venendo qui? Peccato che Paul non ci sia! Devo avere una macchina fotografica da qualche parte" disse poi dal nulla, agitandosi sul posto. "Dì a Theo di entrare, voglio salutarlo, mi raccomando" gridò mentre usciva dalla stanza
"Cosa?" gli gridò dietro Liam. Poi sospirò. Era inutile insistere. Mandò un messaggio a Theo dicendogli di entrare perchè sua madre voleva vederlo e Theo rispose soltanto che era per strada.

Improvvisamente di nuovo agitato, Liam si fiondò allo specchio per darsi un'ultima sistemata ai capelli.

*

Quando Theo si fermò davanti alla porta di casa, si ritrovò a pensare a quanto fosse strano il suo essere nervoso all'idea di suonare alla sua stessa porta. Ma era nervoso, e questa era l'unica cosa a cui riusciva a pensare. Però suonò il campanello, e sentì dei tacchi sbattere sul pavimento dell'ingresso quasi immediatamente, prima che Jenna gli aprisse con un grande sorriso.
"Theo, è così bello vederti, caro!" lo abbracciò.

E lui rispose con trasporto. "Anche per me, Jenna" Jenna si tirò indietro tenendolo per le spalle e ammirandolo "Woh sei bellissimo anche tu!" Theo arrossì lievemente, mugugnando un grazie imbarazzato mentre Jenna si allontanava, urlando il nome di Liam in direzione del piano di sopra.

"Arrivo!" rispose la voce di Liam, lievemente ovattata.

Non appena Liam apparve in cima alle scale, Theo giurò di aver sentito il suo cuore fermarsi nel petto. Perchè... be' perchè era fottutamente bellissimo. In realtà, lo era sempre, ma ora piu' che mai. Rimase lì a fissarlo a bocca aperta, contento che Jenna fosse distratta dal figlio tanto quanto lui. Quando Liam fu di fronte a lui, lo stesso sguardo nei suoi occhi, celato però da un gran nervosismo, non potè evitare di sorridergli.

"Hey" lo salutò.

"Hey" lo imitò Liam, imbarazzato.

"Oh mio dio, siete fantastici, tutti e due. Dov'è la mia fotocamera?" Jenna sembrava sul punto di sciogliersi mentre correva in salotto a recuperare la sua fotocamera

"Mamma" gemette Liam guardandola supplichevole. Ma lei sorrise, col tono di una che non ammetteva repliche "Solo una foto, Liam, non ti ucciderà mica! Solo per ricordo, e per Paul, sono sicura che vorrebbe vedervi! I nostri due ragazzi" Era così euforica che Liam non se la sentì di protestare. E Theo sembrò pensarla allo stesso modo perchè si avvicinò, mettendogli un braccio attorno alle spalle, gli occhi verdi che in qualche modo il completo scuro sembrava far risaltare ancora di piu' fissi su Jenna con un sorriso sul volto.
"Sorridi Liam" lo incitò lei, sorridendo a sua volta.

E Liam sorrise, avvicinandosi instintivamente a Theo, ed era sicuro che i suoi sentimenti potessero quasi essere letti sul suo viso. E si sentiva in colpa, guardando l'espressione felice sul volto di suo madre, perchè i suoi sentimenti riguardo l'andare al ballo con Theo non erano sicuramente quelli che sua madre si immaginava che fossero. Lei vedeva due fratellastri che andavano finalmente d'accordo. Liam vedeva molto, molto di più. Vedeva, senza però poterlo raggiungere in qualche modo.

"Credo che dovremmo andare ora..." balbettò dopo la terza foto. Non vedeva l'ora di fuggire almeno per un po' da quel senso di colpa.

"Sì, gli altri ci staranno aspettando" si accodò Theo.

Jenna li salutò con un ultimo abbraccio. "Mi raccomando, divertitevi, e andate piano"
"Sì" fecero in coro. "Ciao, mamma!" "Ciao, Jenna!"

E se Liam aveva sperato che una volta chiusa la porta alle loro spalle, quella brutta sensazione si sarebbe attenuata, si era sbagliato di grosso.

*


Quando entrarono in palestra, la musica ad alto volume, le numerose decorazioni scintillanti e la folla di persone che affollavano la vista li colpirono in pieno.

"Wow non avete badato a spese" mormorò Liam sbigottito, ricordando che era stato organizzato in gran parte dalla squadra di lacrosse.

"Già, quando si tratta di organizzare feste, nessuno mi batte" concordò Theo con un ghigno compiaciuto. "Vuoi da bere?"
"Uh... sì?"
"Tranquillo, niente alcool stasera" lo rassicurò Theo avvertendo la sua esitazione. "Aspettami qui"
E sparì tra la folla. Non ebbe nemmeno il tempo di sentirsi solo perchè Mason, Corey e Alec si fiondarono su di lui. "Ce l'hai fatta!" gridò il ragazzo riccioluto. "Ero stufo di essere circondato da tutte queste coppiette!"

"Dov'è Theo?" chiese Mason quasi sospettoso.
"E' andato a prendere da bere. Nolan?"
"In pista" rispose Corey con un cenno verso la folla. Liam seguì il suo sguardo, e trovò l'amico dopo qualche secondo. Il suo cuore si fermò per un attimo. "Aspe- quella non è-?" boccheggiò, guardando Mason.

"Sì, è la collega di Theo"

"Esce con Nolan?" soffiò Liam scioccato.

"Fortunato bastardo" sospirò Alec scuotendo la testa

"Escono insieme da qualche settimana, a quanto pare" lo informò Mason lanciando un'occhiata allusiva a Liam. Liam sbattè le palpebre sconcertato. Questo sì che era strano. Però una parte di lui non potè non sentirsi improvvisamente piu' sollevata all'idea che non ci fosse nulla tra lei e Theo.
 

Quando la canzone finì, Nolan e Amber si diressero verso di loro ridendo per qualche motivo e Nolan salutò Liam dandogli il cinque. Poi lo sguardo di Liam si fermò sulla ragazza. Non era ancora sicuro se lei gli piacesse o no. E qualcosa gli suggeriva che il sentimento era reciproco. Tuttavia Amber gli rivolse un sorrisetto. "Credo che non ci siamo mai presentati veramente, vero?" Gli porse la mano "Io sono Amber" Liam la guardò incerto solo per mezzo secondo, prima di stringerla. "Uhm... io sono Liam"

"Dove hai lasciato il mio barista idiota preferito?" chiese allegramente.

"Sono proprio qui" s'intromise la voce di Theo, porgendo da bere a Liam "E fottiti" sbuffò poi anche se stava sorridendo.
"Ciao T!" lo salutò lei con enfasi, saltandogli letteralmente tra le braccia e avvighiandosi a lui come un koala. "Mi sei mancato, lo sai?" Le mani di Theo scivolarono istintivamente sui suoi fianchi, soprattutto per evitarle di cadere. "Ci siamo visti l'altro ieri" le ricordò lui impassibile.

"Lo so!" fece lei ad alta voce, posando la testa sulle sue stesse braccia ancora strette al collo di Theo. "Si è ingelosito?" gli sussurrò poi lei all'orecchio. Theo spostò gli occhi automaticamente a guardare Liam, che a labbra serrate sembrava trovare estremamente interessante il contenuto del suo bicchiere. "Piantala" rispose Theo a bassa voce, lasciandola andare e facendola tornare coi piedi per terra. "Non mi piacciono questi giochetti" gli sussurrò innervosito ancora a voce piu' bassa, ma lei gli sparò un sorrisetto e gli fece l'occhiolino, prima di tornare da Nolan.

Mentre una nuova canzone partiva, Mason colse l'occasione per distrarli. "Oh adoro questa canzone! Forza, andiamo a ballare!!"

Tutti si mossero entusiasti verso la pista tranne Liam. "Io credo reste-"
"No!" gridò Mason col tono di uno che non sente ragioni, prendendolo per il polso e tirandolo. "Andiamo Theo!" Theo ubbidì senza nemmeno protestare.

Continuarono a ballare e a ridere e divertirsi bevendo punch per un'oretta buona, e a un certo punto anche Josh e Tracy si unirono a loro. Finchè ad un certo punto tutte le luci si abbassarono, lasciando la stanza in penombra, e la voce del dj sul palco parlò soavemente: "E' ora di formare le coppia, rallentiamo un po'"
Mentre tutti intorno a loro si avvicinavano ai propri partner, Liam e Theo si guardarono a disagio. Liam cercò Alec con lo sguardo nella speranza che non fossero gli unici due esclusi della situazione, ma imprecò internamente quando lo vide avvinghiato già a una ragazza che non era sicuro di conoscere. Tornò a guardare Theo, in piedi davanti a lui. "Magari dovremmo saltare questa...?" suggerì Liam. Theo fece per annuire, ma Mason s'intromise.

"Assolutamente no!" protestò spingendo Liam sulla schiena dritto contro il petto di Theo, che lo afferrò prontamente "Non fate gli asociali! E' solo un ballo, quindi ballate!" Mentre la musica si alzava, sentirono chiaramente tutti gli altri ridacchiare attorno a loro.

Theo spostò le mani sui fianchi di Liam, cercando i suoi occhi. "Be' è solo un ballo, no?" sussurrò. Liam deglutì. "S-sì..." Alzò le mani lentamente, tenendole sospese, incerto, per un momento, prima di posarle sulle spalle di Theo. Mentre iniziavano a ondeggiare al ritmo della canzone, Theo lo tirò istintivamente piu' vicino e ben presto le mani di Liam si spostarono cingendogli il collo. Lasciò cadere la testa sulla spalla di Theo e sentì il respiro di lui solleticargli la pelle, la punta del naso che gli sfiorava il collo, facendolo sentire ipersensibile e iperconsapevole. Aprì gli occhi, senza sapere quando in realtà li avesse chiusi e si guardò intorno, incapace di trattenersi, solo per vedere ogni coppia nel buio troppo presa da loro stessi per rendersi conto di quello che succedeva intorno. Dopottutto era così anche per lui. Sentiva solo l'odore della colonia di Theo, sentiva solo il proprio cuore pulsare violento contro il suo petto, allo stesso ritmo di quello di Theo, sentiva le mani calde di Theo sulla sua vita, quasi brucianti nonostante il tessuto, sentiva il suo respiro pesante, si sentiva quasi ubriaco. Nonostante non avesse bevuto nulla. Era come se fosse ubriaco di Theo.

Theo non si era mai sentito così con nessuno. Era come se avere Liam tra le sue braccia fosse tutto quello di cui avesse bisogno per sentirsi felice, per sentirsi completo. Gli dava una scarica di adrenalina come nessun goal, nessuna partita o campionato vinto gli avrebbero mai dato. Nemmeno sommando tutto quello che aveva provato con ogni singola persona che aveva baciato o con cui aveva dormito in vita sua, il risultato sarebbe stato paragonabile a come si sentiva in quel momento. E avrebbe voluto soltanto che durasse.

Respirò pesantemente, sfiorandogli il collo con il naso, ispirando il suo profumo come per essere sicuro di non star sognando, e sentì il corpo di Liam tremare contro il suo. Spostò le labbra a sfiorare l'orecchio di Liam. "Sai..." sussurrò, incapace di trattenersi. "Sei mozzafiato con questo vestito"

Col cuore che minacciava di risalirgli la gola, Liam tirò indietro la testa in modo da poter guardare Theo negli occhi. Era arrossito, e ora scrutava il viso di Liam, quasi spaventato, come in attesa di una reazione.

"Theo..." sospirò Liam, a metà tra un avvertimento e una supplica. Non lo sapeva piu' nemmeno lui cosa stesse facendo, o cosa volesse. Se correre lontano o tirare Theo ancora piu' vicino.

Theo alzò una mano per allontargli i capelli dalla fronte, e poi esitò, lasciando che la mano si posasse delicatamente sullo zigomo dell'altro e Liam istintivamente si sporse contro il tocco. Poi Theo si stava sporgendo in avanti, le punte dei loro nasi che si sfioravano, i loro respiri che si mescolavano, e sembrava che al mondo ci fossero davvero soltanto loro due. Sembrava facile dimenticarsi della festa, delle persone attorno a loro, della musica, sembrava facile persino dimenticarsi dei loro genitori.

Le loro labbra si sfiorarono appena, una breve carezza esitante e spaventata.

Poi la musica finì. Le luci si riaccesero. Tutti tornarono a gridare quando la musica tornò ad alzarsi. E Liam e Theo sobbalzarono facendo un passo indietro ciascuno, lo sguardo come di un cervo davanti ai fari impresso su entrambi i loro volti.

"Li, io-"

Liam lo interruppe alzando una mano "Ho bisogno di un po' d'aria" borbottò soltanto, prima di darsi alla fuga tra la folla

"Aspetta, Li!" lo chiamò Theo, seguendolo. Quando raggiunse l'uscita si guardò intorno freneticamente, prima di portarsi una mano tra i capelli "Merda" Imprecò.

Perchè di Liam non c'era già piu' traccia

*

Camminando senza metà, Liam si ritrovò davanti agli spalti del campo di lacrosse. Si ritrovò a pensare che non c'era posto migliore per sedersi in silenzio da solo a rimurginare per un po', dandosi il tempo di calmarsi. Così cominciò a salire. Sussultò quando realizzò che non era effettivamente solo, e che qualcun altro a quanto pare aveva avuto la sua stessa idea. La ragazza era seduta poco piu' giu', le gambe incrociate, distratta a guardare in lontananza verso il campo, e Liam comprese cosa era la nuvoletta di fumo attorno a lei solo quando scorse il breve lampo luminoso della sigaretta che aveva tra le dita. "Hayden?" la chiamò forse un po' troppo forte.

Hayden sobbalzò, voltandosi verso di lui di scatto. "Liam! Cavolo, volevi farmi prendere un colpo?!" esclamò.

"Scusa, io-" Corrugò le sopracciglia avvicinandosi con un'espressione sconcertata. "Tu fumi?"

Lei guardò tra di lui e la sigaretta prima di buttarla con un sospiro e una smorfia amara. "Già, l'unica cosa che mi ha lasciato Gabe. Bello schifo eh?"

Liam si sedette accanto a lei. "Non dovevi buttarla per me"

Lei scrollò le spalle. "Meglio così no?" Poi lo studiò, lo sguardo che si muoveva sulla sua espressione tesa. "Come mai sei qui?"
"Avevo bisogno di starmene un po' da solo" rispose lui mestamente.

"Quindi... vuoi che me ne vada?" fece lei con un mezzo sorriso.

"No no!" Liam scoppiò a ridere nervosamente "Non intendevo questo"

"Allora lasciami indovinare..." mormorò Hayden fingendosi pensierosa. "Si tratta di Theo?"

Liam fece un sospiro mesto, muovendo lo sguardo sul campo da lacrosse deserto. "Si vede così tanto?"
"Sai solo un cieco non lo vedrebbe" scherzò Hayden.

"Questo non mi rassicura per niente" mugugnò Liam.

Hayden restò a fissarlo per un po' in silenzio, prima di parlare ancora. "Sai, io lo so che non sono affari miei, però... ti capisco. Lo so come ci si sente a voler stare con qualcuno che i tuoi genitori, o gli altri... non approverebbero. Certo, le nostre sono due situazioni diverse, ma il punto è sempre lo stesso..."

"E sarebbe? Che siamo fregati in ogni caso?" rise Liam amaramente

Hayden sbuffò una risata "No, è che gli altri non hanno nessuna voce in capitolo. E' la tua vita, i tuoi sentimenti, è una cosa che appartiene solo a te... soltanto a voi due. Nessun'altro può veramente capirlo, e nessuno può mettersi in mezzo. Lasciare che i giudizi degli altri ti blocchino è sbagliato, le persone avranno sempre da ridire, quindi fai soltanto quello che vuoi"

Liam lasciò che le parole di Hayden affondassero, prima di tornare a guardarla. "Non è andata molto bene per te e Gabe però, no?"
"Forse. Ma ci ho provato, questo conta, e non ho rimpianti" affermò lei decisa. "E tu?"

Liam non rispose, mordendosi le labbra incerto.

Rimpianti. Era sicuro che di quelli ne avesse a centinaia.

Liam sentì Hayden muoversi al suo fianco. "Hey guardami" Lei gli prese delicatamente il viso tra le mani, facendogli voltare la testa verso di lei. E poi senza alcun preavviso posò le sue labbra sulle sue. Fu breve e Liam non ebbe il tempo di ritrarsi prima che lo facesse lei stessa. La fissò con gli occhi spalancati. "Perchè l'hai fatto?"

Lei rise alla sua espressione. "Qual è la prima cosa che ti è venuta in mente quando ti ho baciato?" chiese poi sera

Liam la guardò preso alla sprovvista, prima di capire. "Che avrei voluto fossi lui"
"Allora... ecco la tua risposta" sussurrò Hayden allegramente, con un mezzo esulto. Liam rise scuotendo la testa.

Sicuramente avrebbe avuto un bel po' a cui pensare ora.

*

Theo aveva cercato Liam dappertutto. Invano. Finchè non aveva incontrato Erica e Boyd che attraversavano il cortile mano nella mano. "Hey ragazzi avete visto Liam?" Non aveva potuto evitare di chiedere, avvicinandosi

"Mmh... mi pare di averlo visto andare verso il campo" rispose Erika.

"Il campo?"

"Davvero? Io non l'ho visto" le chiese Boyd, alzando un sopracciglio

"Mi sorprende, non passa di certo inosservato" commentò lei con un sorriso malizioso.

"Okay" Theo sbuffò, soffocando l'irritazione istintiva al suo commento "Grazie, ragazzi" E si allontanò a passo veloce.

Che diavolo faceva Liam al campo da lacrosse? Mentre camminava veloce verso gli spalti, Theo non poteva non sentirsi nervoso. Aveva di nuovo oltrepassato la linea. Però stavolta era sicuro che qualcosa fosse diverso. Il modo in cui Liam si era comportato la sera del suo compleanno, o in gita, il suo essere geloso di Amber e di Danny, quel quasi bacio al lago, l'invito al ballo... Aveva letto male la situazione? Perchè sembravano sempre tornare al punto di partenza?
 

Il suono di alcune voci troppo basse per essere sentite chiaramente lo distrasse, e alzò lo sguardo ora che era abbastanza vicino per guardare verso gli spalti. Si fermò sui suoi passi quando vide Hayden e Liam parlare uno accanto all'altra. Poi Hayden allungò le mani per prendere il viso di Liam tra di esse e lo baciò.

Cosa...?

Il bacio durò poco, ma Theo non voleva davvero assistere ad altro. Così fece per voltarsi e andarsene via seccanto, finchè poi non sentì Liam alzarsi, e parlare a voce un po' piu' alta con un tono quasi disperato "Sai, io sono molto felice di averlo conosciuto..." Theo si fermò. Stava parlando di lui? Si voltò di nuovo verso gli spalti che si eregevano davanti a lui, pregando che Liam o Hayden non lo notassero proprio ora. Ma sembravano troppo presi dalla conversazione per farlo. "Davvero, ma da una parte avrei voluto non conoscerlo mai, ha senso questo?" Theo sentì il sangue gelarglisi nelle vene, mentre Liam fece un verso esasperato portandosi le mani al viso. Poi le abbassò, con un'espressione amareggiata tanto quanto la sua voce "Se potessi tornare indietro nel tempo, non mi lascerei avvicinare così tanto, direi a mia madre che è stato solo un errore, farei qualunque cosa per continuare a vedere Theo come la persona orribile che ricordo. A volte vorrei quasi che lui fosse ancora così. Sarebbe tutto più facile, odiarlo e basta, vederlo come qualcosa che non ha mai significato niente. Come qualcuno che non ho mai conosciuto!"

Theo fece un passo indietro, sconvolto. Era così che Liam lo vedeva? Come qualcuno che avrebbe preferito non conoscere mai? Erano arrivati a questo punto? Se Theo fosse stato il tipo da piangere quando si sentiva ferito, tradito, distrutto, lo avrebbe fatto, perchè era esattamente così che si sentiva. Ma Theo non piangeva. Lui metteva soltanto le distanze. E fu quello che fece in quel momento.

Liam tornò a sedersi, un'espressione ancora piu' disperata sul viso "Mi piacerebbe così tanto poter dire questo, dire che lo penso davvero... ma in realtà se potessi tornare indietro nel tempo, l'unica cosa che cambierei... è quella risposta che non gli ho mai dato" Liam lasciò cadere la testa sulle sue braccia incrociate sulle ginocchia, finchè non sentì la mano di Hayden posarsi sulla sua schiena
"Allora dagliela, non è troppo tardi." fece lei "Ci avete messo quasi dieci anni per avvicinarvi e capire che siete praticamente fatti l'uno per l'altro, questo non è niente in confronto. Il tempo non significa niente, solo la verità."

E nel miscuglio di sentimenti, rimorsi e paure che era la testa di Liam, non potè non pensare però che Hayden avesse davvero ragione.

*
 

Theo si diresse alla sua auto senza nemmeno fermarsi a riflettere. Saltò a bordo e partì. Alzò la musica a palla per non sentire il frastuono nella sua testa, cercando ad ogni costo di non pensarci, ma piu' provava, piu' continuava a risentire la voce di Liam. A un certo punto si distrasse tanto che quasi finì fuori strada, riuscendo a tornare in carreggiata all'ultimo momento. Col cuore che pompava o per la rabbia o per la paura o per l'adrenalina, Theo decise che era ora di tracciare la linea e semplicemente tornare a casa.

Quando rientrò, vide che le luci in soggiorno era ancora accese e controllando l'ora scoprì che non erano nemmeno le 23. Quando varcò la soglia, sua madre, in vestaglia davanti alla tv con una tazza di camomilla in mano, lo guardò perplessa. "Già di ritorno, tesoro?"
Theo posò le chiavi sul tavolo e la guardò scrollando le spalle. "Non era così divertente come immaginavo"
"Nervoso per la grande partita di domani?" chiese lei con un sorriso incoraggiante.

Theo scoprì che in realtà non gli interessava più davvero. "Si una cosa del genere" però rispose.

Lei si sistemò meglio sul divano per poterlo guardare bene. "Sai... stavamo pensando di andare a cena tutti insieme una di queste sere... io, te e tuo padre... insomma, per parlare della situazione... così che tu possa essere sicuro di fare la scelta giusta senza-"

"Non ce n'è bisogno" la interruppe Theo bruscamente. "Ho già deciso"

"Tesoro, ne sei sicuro-?"

"Sì, io verrò con voi a Boston"

E salì in camera sua senza dire altro.

 

CONTINUA

 

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Capitolo 20
*** Chiedimelo di nuovo ***


20. Chiedimelo di nuovo
 

C'erano grida e fischi dappertutto. L'aria era così carica di eccitazione e attesa che Liam poteva quasi sentirla bruciare sulla pelle, facendolo rabbrividire nonostante l'aria calda di quella sera di fine maggio. Mosse gli occhi lungo tutta la lunghezza del campo, dove i giocatori di entrambe le squadre stavano facendo gli ultimi esercizi prima della partita decisiva. I suoi occhi trovarono subito Theo, e fu facile, anche perchè, dopo uno scatto, era l'unico rimasto indietro della squadra.

Liam aggrottò le sopracciglia. Theo era così strano, per tutto il giorno. Dal giorno prima, in effetti. L'aveva lasciato al ballo nonostante fosse il suo passaggio, ed era stato alla larga da loro per tutto il pomeriggio, al contrario di Corey e Nolan che si erano fermati a parlare tra un esercizio e l'altro. Inoltre sembrava in qualche modo... distratto? Nervoso? Come se fosse costantemente sul punto di esplodere.

Liam era sicuro che c'entrasse quel quasi bacio della sera prima. Era stato sul punto di cedere fino all'ultimo, visto quanto lo bramava, e proprio per questo era dovuto scappare. Perchè era troppo. Troppi sentimenti, troppa tensione, e decisamente troppe persone attorno a loro. Non poteva lasciarlo accadere. Non in quel modo.

"Tutto okay amico?" gli chiese Mason, picchiettandolo dolcemente col gomito sul fianco.
"Uh?" Liam tornò bruscamente alla realtà. "Sì- cosa?" balbettò.

"La tua faccia non si adatta alla situazione" osservò Mason con un cipiglio.
"Scusa- mi ero solo distratto"
"Ho visto" rise Mason. Il suo sguardo si perse dietro di lui, e Liam si voltò verso Alec e Amber che venivano nella loro direzione, carichi di cibo e bibite.

"Tenete! Non hanno ancora cominciato per fortuna" esultò Alec sedendosi e passando pacchetti a Mason e Liam.

In quel momento l'arbitro fischiò a lungo. "Giusto in tempo" ridacchiò Amber, alzandosi e togliendosi la felpa per mostrare la canottiera della squadra.
"Indossi la maglia di Nolan?" rise Alec.

"Ben fatto sorella" canticchiò Mason in approvazione, sfoggiando a sua volta la felpa bordeaux con inciso il cognome "Bryant" a lettere cubitali.
"E' per calarmi nel contesto, e poi sto benissimo con questa addosso. Il bordeaux è di moda quest'anno" fece lei, facendoli ridere, prima di tornare a sedersi.


Liam non potè fare a meno di sentire una punta dolorosa di desiderio. Perchè non poteva avere anche lui qualcosa del genere? Perchè non poteva starsene qui coi suoi amici a tifare per il ragazzo che gli piaceva col suo nome scritto sulla schiena? Mostrando al mondo che apparteva a lui? Perchè era così maledettamente difficile fare la cosa sbagliata?

O forse era la cosa giusta? Liam non lo sapeva piu'. Ma c'era qualcosa dentro di lui, qualcosa che lo faceva sentire come sull'orlo di un precipizio. Sentiva che aveva bisogno di agire. Di fare qualcosa. Qualunque cosa. Forse era solo stanco di nascondersi. O di cercare scuse.

O forse cominciava solo a rendersi conto di quello che voleva.

*

Quando l'arbitro fischiò, Theo si lasciò andare. Era come se tutta la rabbia, il nervosismo, l'angoscia e il dolore che per tutto il giorno erano serpeggiati proprio lì, sotto la superficie, in attesa, fossero definitivamente pronti per esplodere. Iniziò a correre, il cuore che pompava a mille, cercando di perdersi tra la massa di giocatori e le grida della folla, concentrandosi sulla palla e sulla vittoria. E se poteva atterrare quanti piu' giocatori avversari possibili nel mentre, non si sarebbe trattenuto. Il lacrosse era un gioco violento, ed era proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento.

Prese la palla e iniziò a correre a perdifiato verso la porta avversaria, scartando i giocatori. Mentre i difensori si preparavano a fargli muro, scorse con la coda dell'occhio Boyd che gli faceva cenno di passargli la palla. Lo ignorò. Atterrò con violenza uno di loro, scartando poi l'altro, e tirò a porta.


La folla esultò.

Theo sorrise compiaciuto della sua impresa, mentre alcuni dei suoi compagni vicini gli battevano il cinque. Boyd lo guardò con un cipiglio scorcertato. "Amico, questo è stato rischioso, cazzo. Io ero libero."
Theo scrollò le spalle con indifferenza. "Ho segnato no?"
Da qualche parte sentì il coach gridare e si voltò verso di lui. "Bel tiro, Raeken. Ma il gioco di squadra? Sai cos'è? O hai scartato anche quello? Un'altra mossa del genere e ti metto in panchina"

"Ma coach-" sbuffò Theo allargando le braccia.

"Niente coach, e niente colpi di testa! Segui gli schemi di gioco e basta" Poi si allontanò, lasciando Theo ancora piu' nervoso.

Alla fine del primo tempo, erano in vantaggio di due punti sulla Devenford Prep, e Theo aveva segnato la maggior parte dei goal. Raggiunse la panchina, il respiro corto e il viso sudato, prendendo una delle borracce e bevendone metà in un solo sorso, assetato

Qualcuno gli sfiorò la spalla, e prima che potesse voltarsi, Josh si sedette accanto a lui.

"Bella giocata" gli disse.

"Grazie"
Josh lo studiò per un po', mentre Theo concentrava lo sguardo sulla panchina avversaria, ritrovandosi a seguire cogli occhi Liam che si era allontanato dagli spalti per raggiungerla, abbracciando in quel momento Scott e poi Stiles. Non potè non notare il modo in cui Brett lo seguì con lo sguardo per tutto il tempo. Quella rabbia che gli scorreva dentro ribollì di nuovo, e cominciò a picchiettare nervosamente col piede sul terreno.
"Stai bene T?" gli chiese finalmente Josh, spostando lo sguardo dal suo viso corrucciato al piede in movimento e viceversa. "Mi sembri un po'.... nervoso?"
Theo sbuffò seccato "Sto bene, e starò meglio quando avrò fatto il culo a questi stronzi" rispose brusco, continuando a fissare Brett, un ghigno ancora sul viso mentre continuava a seguire Liam come fosse un pezzo di carne particolarmente prelibato

Josh gli diede una pacca sulla spalla attirando finalmente la sua attenzione. "Be' vedete di vincere allora, i miei sono fuori per tutto il weekend e sarebbe un peccato sprecare un'occasione del genere senza fare una grande festa"
Theo sorrise a sua volta. "Prepara tutto allora" fece alzandosi, mentre l'arbitro si metteva in posizione. "Perchè festeggeremo alla grande stasera"

Mentre la squadra si allontanava, Josh si alzò, ficcandosi le mani in tasca. "Ci conto!" gli gridò dietro.

Quindici minuti dopo la Deveford Prep era riusciva a pareggiare grazie a Brett, e Theo era sempre piu' nervoso. Dopo il secondo loro goal, quando si posizionarono al centro campo, Theo occupò il suo posto al centro, e Brett Talbot stavolta si posizionò proprio di fronte a lui.

Il ragazzo gli rivolse un ghigno sardonico, chinandosi in avanti, le mani sulle ginocchia "Raeken, ti sei dato una calmata?"

"Sta zitto Talbot" rispose furiosamente, imitando la sua posizione.
"A quanto pare no." rise lui "Immagino che chiederti una buona parola con Dunbar sia fuori questione allora. Stilinski mi ha detto che siete tipo fratelli ora, non è così?"
Theo sapeva che stava solo cercando di provocarlo. Era quello che sapeva fare meglio. Ma oggi era fin troppo sul limite per stare al suo gioco. Sentì di nuovo qualcosa ribollirgli dentro alla menzione di Liam. "Stai alla larga da lui" disse soltanto.
"Cosa? Non dirmi che hai una cotta per il tuo fratellino?" lo prese in giro lui, rincarando la dose. Theo non rispose, le labbra serrate, al punto che sentì i denti schioccare sotto la sua stretta ferrea, gli occhi che lampeggiavano di rabbia mentre stringeva la presa sul materiale che copriva le sue ginocchia "Be' comprensibile, cioè.... l'hai visto? Onestamente non so perchè l'ho scaricato" Il ghigno di Brett si allargò ancora di piu' "In realtà sapeva fatto il suo, sai... se capisci cosa intendo"

Fu allora che Theo non ci vide piu'. Mentre l'arbitro fischiava, scattò in avanti, atterrando l'altro con violenza, e prima che se ne potesse rendere conto, il suo pugno si scontrò contro lo suo zigomo. Non sentì piu' niente, finchè l'arbitro fischiò di nuovo, la folla che tratteneva udibilmente il respiro, e qualcuno, probabilmente un suo compagno di squadra lo allontanò di peso dal corpo di Brett.

"Sei impazzito?!" Qualcun'altro gridò mentre Brett si contorceva al suolo.

Poi l'arbitro gli fece un segno veemente di uscire dal campo e lui si divincolò bruscamente dalla presa che lo tratteneva. Il coach gli si avvicinò con gli occhi che lampeggiavano di rabbia. "Non so cosa diavolo ti passi per la testa, Raeken, ma esci subito da qui." Lo spintonò bruscamente verso la panchina. "Non voglio piu' vedere la tua faccia! Vattene negli spogliatoi e torna solo quando e se ti sarai dato una calmata!"

Theo non rispose nemmeno. Si precipitò solo verso il cancello. Josh fece per afferrarlo da una spalla ma lui lo scansò facendogli il gesto con la mano di non toccarlo.

Quando Theo dal nulla atterrò Brett, Liam, e come lui tutti gli altri, trattenne il fiato alzandosi in piedi, mentre la folla rumoreggiava e l'arbitro buttava fuori Theo. Liam seguì preoccupato la sua camminata verso gli spogliatoi, che erano proprio dietro gli spalti.

"Che diavolo gli è preso?" gemette Mason.

"Lo avrà sicuramente provocato" borbottò Amber incrociando le braccia.

Mason attirò l'attenzione di Liam colpendolo sul fianco. "Chi è quello? Lo conosci?"
Liam deglutì. "Sì... Lui... è il mio ex" sussurrò in risposta.

Amber lo guardò quando lo sentì, rotendo poi gli occhi ironica "Capisco"

Liam nemmeno la sentì, troppo preso a guardare Theo. Ad un certo punto, Theo alzò lo sguardo incontrando quello preoccupato e agitato di Liam, ma durò solo un attimo, perchè Theo si voltò subito dall'altra parte.

Liam tremò. Perchè quel solo attimo bastò a Liam per vedere pura e semplice rabbia nei suoi occhi.

*

Per un attimo sembrò che la squalifica di Theo potesse costare alla squadra la partita, la Devenford Prep riuscì infatti a portarsi in vantaggio subito dopo, ma a dieci minuti dalla fine Boyd segnò un goal e Nolan ne fece un altro subito dopo. Dopotutto anche loro avevano perso un valido elemento, Brett era infatti schiacciato sulla panchina tra Scott e Stiles con un impacco di ghiaccio secco premuto sulla guancia e l'espressione corrucciata sul viso. Quando Nolan segnò, la folla esultò impazzita. Tra il clamore generale, Liam scorse Theo, ora pulito e cambiato, seduto accanto a Josh, Tracy e Hayden. Nonostante ci fosse ancora qualcosa di aspro nella sua espressione, esultò come tutti gli altri, e quando l'arbitro fischiò la fine, decretando la vittoria della Beacon High un grande sorriso gli si formò sul viso mentre abbracciava Josh e saltava su con tutti gli altri, un boato che riecchieggiava per tutto il campo.

Liam applaudiva insieme a tutti gli altri, gridando e esultando, mentre Theo raggiungeva di nuovo la squadra. Si strinsero in un gigantesco abbraccio fatto di grida e salti e pacche sulle spalle e scompigliate di capelli. Ad un certo punto, Theo sollevò la coppa, e la squadra sollevò lui, e da allora divenne un confuso e incasinato festeggiamento.

*

Qualche tempo dopo furono letteralmente cacciati dal campo di lacrosse, e Liam sentì qualcuno (presumibilmente Josh) gridare sopra la folla che la festa si sarebbe spostata "a casa Diaz" e di "muovere il culo"

Mentre Liam e gli altri scendevano dagli spalti, Corey e Nolan li raggiunsero raggianti. Corey tirò subito Mason in un bacio e Amber saltò al collo di Nolan. "Siete stati fantastici, ragazzi!" gridò Alec battendo sulla spalla di Nolan quando si fu allontanato dalla ragazza.

"Sì, fottutamente fantastici" sospirò Mason estasiato

Corey ridacchiò.
"Quindi ora cosa? Si va da Josh?" chiese Liam, cercando sottilmente di guardarsi intorno in cerca di Theo. Sembrava già sparito però.

"Ovvio!" gridò Nolan mettendo un braccio sulle spalle di Amber.

Liam si lasciò tirare, ma non riusciva a scrollarsi di dosso la brutta sensazione che ci fosse qualcosa che non andava. Perchè Theo lo aveva evitato per tutto il pomeriggio? Perchè se n'era andato senza nemmeno invitarlo alla festa o semplicemente festeggiare insieme? Avevano parlato così tanto di questa finale per oltre un mese... no, Liam era sicuro che ci fosse qualcosa che non andava. Ed era determinato a scoprire cosa.

*

Liam ricordava che qualcuno gli aveva accennato il fatto che i genitori di Josh fossero ricchi, ma non immaginava così ricchi. Rimase a bocca aperta quando si ritrovò davanti all'immensa villa, il giardino gremito di gente che ballava a bordo piscina. Qualcuno si era perfino tuffato completamente vestito.

"Wow" Liam boccheggiò.

"Wow" gli fece eco Amber.

Mason e Corey ridacchiarono. "Forza, andiamo, prima che decidano di buttare tutta la squadra in piscina" osservò Nolan, andando avanti per primo, mentre un gruppo di ragazzi tra le grida gettava Isaac e Danny in piscina.

Si fecero strada tra la folla fino a raggiungere il giardino sul retro, dove su un lungo tavolo erano stati ammucchiati boccali di vino e bottiglie di birra e alcolici vari. Liam prese distrattamente la bottiglia di birra che Alec gli stava passando, mentre continuava a cercare Theo con lo sguardo.

"Diavolo, adoro questa canzone!" borbottò Amber "Balliamo" decise tirando Nolan avanti.
"Nessuno sta ballando" osservò lui.

"Be' qualcuno dovrà pure iniziare no?" gli sorrise lei mettendoglisi davanti. Mentre Nolan diventava improvvisamente rosso come un peperone, Alec e Corey scoppiarono a ridere alle sue mosse scoordinate.

Mason si girò verso Liam, approfittando del fatto che i loro amici fossero tutti distratti.

"Stai bene?" gli chiese preoccupato "E'... per Theo?"
"No...sì... io... non lo so."
"E' stato strano tutto il giorno, forse gli è successo qualcosa?" Mason suggerì cercando di rassicurarlo. Liam mugugnò in risposta. Non lo sapeva nemmeno lui.

"Dovresti andare a parlarci"
"E cosa dovrei dirgli? Ho la sensazione che lui mi voglia evitare" rispose mesto.
"Be' e non vuoi sapere perchè?" Liam sentiva di sapere già il perchè. Si morse il labbro nervosamente. Mason roteò gli occhi. "Potresti andare da lui e congratularti per la vittoria. È una buona scusa per attaccare discorso no?" Gli diede una leggera gomitata sul fianco. "Avete bisogno di parlare"

Liam bevve un altro sorso di birra pensieroso, poi la posò sul tavolo. "O-okay... io... andrò a cercarlo allora?" fece esitante

"Bene, noi staremo qui. Se non ti vedremo tornare, manderemo una squadra di soccorso" cercò di sdrammatizzare Mason. Liam ridacchiò nervosamente. Sperava davvero che non sarebbe stato necessario.

*

Theo era rintanato nella tranquillità della cucina di Josh, seduto sul bancone con una bottiglia di vodka, sorseggiandola tranquillamente nella speranza che riuscisse a calmarlo, quando Josh lo trovò. Il ragazzo aprì la porta e roteò gli occhi quando lo vide.
"Cazzo, eri qui! Che diavolo stai facendo qui da solo? Non so se hai notato ma la festa è là fuori" Josh mosse la testa con ironia verso la vetrata che dava all'esterno. In quel momento qualcuno lanciò Nolan e Alec (per chissà quale motivo) in piscina.

"Si ho notato" rispose Theo sarcastico portandosi di nuovo la bottiglia alle labbra "Preferisco qui"

Josh gli tolse la bottiglia dalle mani a favore di berne un sorso a sua volta.
"Sai, il tuo piccolo fratellino ti sta cercando. Mi ha chiesto dove fossi"
"Non gliel'hai detto, vero?" chiese Theo allarmato.
"Be' no, visto che non sapevo dove cazzo fossi" rispose Josh con enfasi. "State di nuovo litigando?"
Theo fece uno sbuffo "A volte penso che non abbiamo mai smesso" disse seccato. Fece per allungarsi per riprendere la bottiglia, ma Josh la allontanò. Alla faccia seccata di Theo, gli sparò un sorriso. Poi sospirò. "Posso dirti una cosa che ti sembrerà del tutto fuori carattere da parte mia?"
Theo lo guardò alzando un sopracciglio perplesso. Josh lo guardò, il sorriso che svaniva. "Non puoi essere amico e innamorato della stessa persona nello stesso momento" disse poi. Theo quasi si strozzò con la sua stessa saliva, e lo guardò quasi sconvolto senza riuscire a parlare. "Non sei esattamente una persona sottile, T" Josh sorrise di nuovo dando una scrollata di spalle e bevendo un altro sorso "E nemmeno il tuo piccolo fratellino se è per questo"

"Bene. Grandioso. Visto la verità insita nella tua improvvisa rivelazione di maturità, mi ridaresti la vodka? Ne ho chiaramente bisogno" Theo ribattè allungandosi di nuovo. Stavolta Josh gli porse la bottiglia.

"Comunque questo non vuol dire che devi stare qui a piangerti addosso. Merda, questa è l'ultima settimana che potremmo passare insieme, poi prenderai il volo con la tua mammina. Quindi mi devi la miglior settimana della mia vita, T"
Theo sbuffò una risata, scuotendo la testa. Era sul punto di rispondergli, quando la porta della cucina si aprì lentamente. Entrambi si voltarono, mentre Liam appariva sulla soglia. Il sorriso di Theo morì lentamente, guardandolo, perchè dall'espressione sofferente sul viso di Liam era evidente che aveva sentito tutto. Josh espirò drammaticamente, guardandosi intorno. "Be' io credo che tornerò fuori... a controllare che nessuno affoghi in piscina, sì... Ci vediamo in giro, T. Dunbar." fece scivolando oltre quest'ultimo uscendo.


Il silenzio calò pesante e opprimente su di loro. Theo si rigirò la bottiglia tra le mani per qualche secondo prima di posarla rumorosamente sul bancone e saltare giù. "Quindi... mi cercavi per dirmi qualcosa? O pensi di restare lì per tutta la sera?" chiese Theo brusco, senza nemmeno guardarlo.

Liam sentì la bocca spalancarsi, sgomento. "Io?" annaspò. "Forse sei tu quello che dovrebbe dirmi qualcosa?"

Theo lo guardò freddamente "Io non ho niente da dirti"

Liam sentì un brivido attraversargli il corpo. Che diavolo-? "Quindi è così e basta? Tu- te ne stai andando davvero?"
Theo scrollò le spalle indifferente. "Be' sapevi che era nelle mie intenzioni"
"M-ma... non hai piu' parlato e ho pensato che avessi deciso di restare alla fine" Liam balbettò, l'espressione tesa.

Theo fece una mezza risata amara "Magari non te ne ho parlato perchè non penso che ti riguardi, non credi?"

Liam non sapeva cosa facesse piu' male. Le parole di Theo o il modo in cui Theo gli stava parlando, come se non contasse nulla.
"Quindi cosa? Avevi intenzione di andartene così?! Senza nemmeno dirmelo? Senza nemmeno salutare?" sbuffò suonando incredulo, sconcertato e ferito allo stesso tempo

"Si erano proprio queste le mie intenzioni, Liam" sbottò Theo. "Ora, se vuoi scusarmi-" Theo fece per scavalcarlo, ma Liam lo tirò indietro con una forte spinta sul petto

"Che diavolo-?! Perchè fai così? Sei arrabbiato con me? Ti ho forse fatto qualcosa?!" sbottò a sua volta.

Theo sbuffò una risata amara. Liam lo guardò ancora piu' sconcertato. Non ci stava capendo piu' niente.

"No Liam, non hai fatto niente" Theo rispose ironico. Poi la voce si riempì di risentimento spingendo bruscamente Liam a sua volta "Mi stai soltanto rovinando la vita!"

Liam si pietrificò, un'ondata di gelo che gli percorse il corpo, le mani ancora sospese a mezz'aria. "P-perchè parli così adesso? Io- io credevo che fossimo amici!" fece debolmente. Sentiva che il cuore stava per uscirgli dal petto, le lacrime che premevano ai lati degli occhi per uscire.

Theo sbuffò di nuovo seccato, prima di fare un passo avanti minaccioso. Liam ne fece uno indietro mentre Theo iniziava a sbottare arrabbiato e senza controllo, ogni muscolo del suo viso teso come se ogni parola gli provocasse dolore "Ascoltami, noi non saremo mai amici! Io non sarò mai tuo amico, non voglio essere tuo amico! Sono così dannatamente stufo di stare male per colpa della tua cazzo di indecisione! Tu mi piaci, ti rendi conto di quanto cazzo è doloroso per me averti attorno? Un giorno stai per baciarmi, l'altro mi spingi via, sai quanto mi confondi?" Qualcosa nella voce di Theo si ruppe. Gli occhi di Liam si riempirono di lacrime. Theo inspirò pesantemente, la voce che ora tremava "Io... non so piu' come comportarmi. Quindi sì, me ne vado, e sì, sto scappando. Perchè è meglio di tutto questo!" Poi Theo allargò le braccia in segno di resa "Quindi, fai quello che desideri tanto... lasciami tornare ad essere qualcuno che non hai mai voluto conoscere, e solo... sta alla larga da me!"

Qualcosa nelle ultime parole di Theo lo aveva sconvolto a tal punto che non protestò quando Theo gli passò accanto colpendolo forte alla spalla e uscendo dalla cucina. Liam restò lì, il cuore che pulsava dolorosamente, le lacrime che cominciavano finalmente ad uscire, la mente che risuonava con la voce di Theo.

Fai quello che desideri tanto... lasciami tornare ad essere qualcuno che non hai mai voluto conoscere.

Come diavolo era venuta in mente a Theo una cosa del genere? Pensare che lui preferisse non averlo mai conosciuto.... All'improvviso Liam si scosse, camminando veloce verso la porta di casa e guardando freneticamente tra la folla, la vista appannata dalle lacrime e una voragine nel petto.

Ma Theo era sparito di nuovo.

*

Mason lo trovò oltre un'ora dopo seduto al buio ai piedi di un letto in una delle stanze al piano di sopra. Qualcosa aveva suggerito a Liam che fosse la stanza di Josh, non che avesse prestato molta attenzione. Se fosse stato il bagno o la sgabuzzino, sarebbe andato bene comunque. Voleva solo ranicchiarsi su se stesso e piangere fuori tutto il suo dolore, tutta la rabbia e l'angoscia.

Mason sospirò quando entrò, a metà tra il sollevato di averlo trovato e l'angosciato perchè non doveva essere un bello spettacolo. Liam aveva sollevato gli occhi pieni di lacrime, il labbro inferiore tremante su di lui e Mason si era semplicemente avvicinato, sedendosi in terra accanto a lui e abbracciandolo. Liam nascose il viso contro la sua spalla, iniziando di nuovo a singhiozzare, mentre Mason gli accarezzava la schiena con fare confortante. Mason non gli fece domande, lo lasciò solo piangere e rimase lì finchè i singhiozzi non si trasformarono in un caldo e ansante respiro. Probabilmente era l'unica cosa di cui aveva davvero bisogno.

Qualche minuto dopo, o forse era passata qualche ora, Liam non ne era piu' sicuro, la testa dolorante e annebbiata dalle lacrime, qualcuno aprì improvvisamente la porta e accese la luce, in un modo che gli fece quasi male agli occhi. Lui e Mason si voltarono insieme solo per vedere Theo, chiaramente ubriaco, che tirava Danny per una mano.

Danny si fermò sui suoi passi, imbarazzato. Theo anche almeno ebbe la prontezza di bloccarsi e sembrare sorpreso. Poi fece un ghigno, strascicando la voce mentre parlava. "A quanto pare questa stanza è già occupata"
Mason stava alternando lo sguardo tra lui e Liam, quasi in attesa dell'esplosione, poi Liam si alzò e lui lo imitò.

Questo era decisamente troppo. Sentiva la rabbia farsi strada tra il dolore e il rimpianto, risalendo velocemente in superficie. Voleva solo andarsene prima di fare qualcosa di cui si sarebbe pentito poi. "Andiamoce, Mase, qui sta diventando troppo affollato" disse secco, mentre Danny tirava via Theo dalla soglia. Mentre si allontanava lungo il corridoio con Mason alle calcagna, sentì chiaramente Theo fare uno sbuffo esageratamente esasperato. E' ubriaco, non dargli peso.

"Sì, evita la situazione, scappa come al solito... è quello che sai fare meglio, no, Dumbar?" gli gridò dietro Theo. Liam si fermò sui suoi passi, la rabbia che montava, facendogli di nuovo inumidire gli occhi, e prima che potesse rendersene conto stava correndo indietro, ignorando Mason che cercò di fermarlo, e un attimo dopo il suo pugnò si scontrò contro la mascella di Theo, che cadde all'indietro a peso morto. Serrò la mascella, guardandolo con rabbia e strinse i pugni lungo i fianchi, una lacrima che gli scendeva lungo la guancia, incurante che Danny fosse lì, incurante di tutto. "Io... ti odio!" gli gridò, prima di girare i tacchi e andarsene una volta per tutte.

Theo rimase lì, col viso a terra. Danny si era chinato su di lui preoccupato, ma era come se non esistesse. Theo sentiva le lacrime scendergli lungo le guance, e faceva così dannatamente male.

E non sicuramente per colpa del pugno.

*

Come sapeva che sarebbe successo, la rabbia non durò molto. Dopo una notte di sonno, tormentato, e una domenica a piangersi addosso, sfumò lentamente in rimpianto e vergogna. Liam lo sapeva che aveva ben poco per cui avercela con Theo. E' vero, l'aveva evitato dal nulla e all'improvviso, aveva deciso di andarsene senza nemmeno dirglielo e poi gli aveva parlato come se Liam fosse una persona qualunque lungo la sua strada, tanto quanto il tizio che si stava per scopare davanti a lui. Però lui lo aveva letteralmente fatto impazzire probabilmente per mesi.

Non era affatto vero che odiava Theo, probabilmente era la bugia meno convincente che avesse mai detto a qualcuno o a se stesso in tutta la sua vita, e quel pugno aveva fatto male piu' a lui che a Theo forse. Ma era comunque difficile passare sopra all'orgoglio ed essere il primo a chiedere scusa.

Theo poi non gli rese affatto le cose facili, perchè né lunedì, né martedì si presentò a scuola. Seduti con Josh durante la pausa pranzo colse il ragazzo dire a Tracy qualcosa tipo "sta facendo i bagagli" e capì che parlavano di Theo. Ebbe la nausea tutto il pranzo poi e non riuscì a mangiare piu' niente.

Quella notte non chiuse occhio.

Il giorno dopo perfino la Finch sembrò voler rincarare la dose. A fine lezione lo chiamò porgendogli la sua relazione, una vistosa B rossa che spiccava in cima al foglio. Lui la guardò sorpreso, alzando poi lo sguardo sulla Finch che stava sorridendo. "Qualunque cosa tu abbia fatto, continua a farla anche il prossimo anno, mi raccomando" gli disse. Liam deglutì, ma annuì e basta. Cos'altro poteva dire? Che stava lasciando andare quella cosa a 1000 km da lui?

Che stava lascando andare l'unica persona al mondo che l'avesse mai capito, apprezzato, amato per ciò che era, senza filtri, senza trucchi, senza maschere?

Non riuscì ad alzarsi dal letto il giovedì. Quando Paul e Jenna la sera gli chiesero se volesse andare con loro dai Morgan a salutarli, a salutare Theo, disse di no, che lo avrebbe fatto il giorno dopo. Ma era una bugia.

Se ne restò a casa anche venerdì, era l'ultimo giorno di scuola, ma non era esattamente in vena di festeggiamenti e stupidi giochi, consapevole che da lì a poche ore Theo sarebbe partito per sempre.

E non riusciva a smettere di guardare l'orologio. Mancavano solo due ore...

Un bussare alla porta lo fece sussultare e si voltò mentre Mason faceva capolino. "Hey"
"Hey" gli fece eco il suo miglior amico, sedendosi accanto a lui sul letto. "Come stai?"

Liam scrollò solo le spalle, lasciando prolungare il silenzio. Poi Mason parlò. "Oggi Theo è venuto a scuola" disse soltanto, secco, come se stesse cercando di strappare il cerotto il piu' velocemente possibile. Liam lo guardò esitante. "Voleva salutare tutti, ha detto"

Liam si morse il labbro. "Ha... ha chiesto di me?" deglutì. Mason non rispose. Gli occhi gli si riempirono di nuovo di lacrime, e seppe che della rabbia non era rimasto proprio niente. "Io... non capisco dove ho sbagliato" biascicò.

"Li..." sospirò Mason.
"Non sai come mi ha guardato, Mase. Come mi ha parlato" ricordò, sentendo la stessa angoscia di quel momento. "E quando mi ha detto che sarebbe tornato ad essere qualcuno che non ho mai voluto conoscere... Io non so nemmeno come gli è venuta in mente una cosa del ge-" Poi sbarrò gli occhi. Perchè sapeva come era successo. "Dio, è quello che ho detto ad Hayden!" esclamò sconcertato.

"Hayden? Che c'entra Hayden adesso?" chiese Mason confuso.

"La sera del ballo, sugli spalti." Liam si alzò in piedi cominciando a camminare per la stanza in preda al panico. "Ho detto a Hayden che se avessi potuto tornare indietro nel tempo, avrei voluto non conoscerlo mai" Si fermò davanti a Mason "Deve avermi sentito...?"

"Li, ma che cazzo..!" lo rimproverò Mason, battendosi le mani sulle ginocchia. "Non guardi mai i film, non lo sai che quando dici qualcosa del genere, è scontato che qualcuno stia origliando?"

"Ma non c'era solo questo!" protestò Liam, ignorando la sua battuta "Io ho detto che avrei voluto riuscire a pensarla così, ma che se in realtà avessi potuto tornare indietro, avrei solo voluto dargli quella stramaledetta risposta!"
"Allora dagliela, cazzo!"

Liam si sedette di nuovo, pensieroso e depresso, e Mason per tutta risposta si alzò di scatto.

"Okay ora Liam devi starmi a sentire!" Lo prese per le spalle attirando la sua attenzione parlando piano e attentamente come si farebbe con un bambino "Perchè io sono il tuo migliore amico e sono stufo di vederti piangere addosso ok?! Che diavolo stai facendo qui?! Dovresti mandare al diavolo tutto e correre da lui! Digli quello che provi! Vuoi veramente che se ne vada così?" Liam lo fissò a occhi spalancati. Mason roteò gli occhi e continuò esasperato "Ti sei innamorato di una persona così incredibile che ti ha cambiato, ti ha fatto finalmente credere in te stesso, una persona così incredibile che era disposta a rinunciare a tutto, ad andare perfino contro chi ama per te, a migliorarsi per te! E so cosa dirai ora, ma tua madre... Paul... non hanno niente da dire in questo... è la tua vita! E se anche ce l'avessero... loro sono i vostri genitori! Vorrebbero che foste felici, ne sono sicuro! Potete trovare un modo che non sia quello di mettere 1000 miglia tra voi! Li..." Mason fece una respiro "ti ho detto che non potevo dirti cosa fare, ma non posso starti a guardare mentre ti distruggi con le tue stesse mani... C'è una persona là fuori che ha bisogno di te quanto tu di lui, e che... mi sembra assurdo dirlo, ti completa e ti rende felice! Sai quante persone vorrebbero una cosa del genere nella loro vita? Non lasciarlo andare via così, ti prego, ti prego!"

Fu come se un interruttore scattasse improvvisamente nella sua testa. Dio, era così fottutamente stupido! Non poteva crederci che stesse seriamente per lasciare Theo andare via senza dirgli almeno la verità, senza dirgli quello che provava veramente. Niente nel suo stupido orgoglio poteva reggere il confronto. Theo l'aveva cambiato, Theo era cambiato, l'aveva protetto, l'aveva aiutato, gli era stato accanto e l'aveva ascoltato come nessuno aveva mai fatto, come se contasse davvero qualcosa. Nonostante il suo rifiuto, non aveva mai smesso di pensare al suo bene. Aveva lasciato la sua casa perchè avesse il suo spazio, aveva proposto di provare ad essere amici nonostante lo facesse soffrire perchè a Liam mancava, e ora era disposto a lasciare tutto e tutti sempre per colpa sua. E Liam? Cosa aveva fatto per lui? Non era nemmeno riuscito ad essere sincero, nemmeno una volta. E Theo meritava la verità. Theo che era sempre stato solo, Theo che aveva tenuto sempre tutti a distanza per paura di soffrire, Theo che si era sempre nascosto dietro un muro di indifferenza, Theo che in realtà era la persona migliore che Liam avesse mai incontrato, meritava di sapere che qualcuno lì fuori lo amava, lo amava davvero.

Liam si alzò di scatto, e Mason lo guardò allarmato, temendo che fosse uscito di testa del tutto.

"Mase" lo chiamò, la voce carica di tensione "Quando hai detto che è di preciso l'aereo?"

Mason rilasciò una risata sollevata mista a un esulto, mentre si alzava a sua volta e tirava fuori il cellulare. "Okay" fece qualche secondo dopo "L'unico volo per Boston di oggi parte da Los Angeles tra quaranta minuti"
Liam lo guardò sconvolto "Non ce la faremo mai"
"Stai zitto" Mason lo tirò per il polso verso la porta senza troppe esitazioni "Spero che tu non abbia paura della velocità"

*

Liam solitamente sarebbe stato terrorizzato dalla folle velocità a cui Mason percorse quei chilometri che li separavano dall'Aereoporto di Los Angeles, ma al momento era impegnato a dare di matto internamente per ben altri motivi. Continua a guardare l'orologio, proteso in avanti sul sedile incapace di rilassarsi e battendo nervosamente con le mani sul cruscotto. Quando Mason inchiodò davanti al terminal delle partenze, aprì lo sportello scendendo e poi voltandosi verso l'amico.
"Cosa farai ora?"
"Credo tornerò indietro" rispose Mason con un sorriso.
"Cosa?" chiese Liam confuso. "E come-?"
"E' il mio modo per dire che spero che le cose ti vadano bene! Però se avessi bisogno, chiamami e lo sai, verrei a prenderti ovunque"

Liam sorrise al suo migliore amico quasi commosso "Grazie, Mase... per tutto"
"Figurati, ora corri e vai a prenderti il tuo uomo!" Liam sorrise, prima di ubbidire.

Se c'era una cosa di cui era grato, era che dai tempi in cui praticamente quasi ogni mese veniva in quell'aereoporto con suo padre, niente era cambiato. Così corse a perdifiato attraverso l'entrata e la folla e andò direttamente allo sportello informazioni, senza esitazioni.
Quando apparve come una furia davanti alla ragazza dietro al bancone, lei era impegnata a parlare al telefono. "Mi scusi!" la chiamò
"Attenda un momento" gli fece cenno lei distrattamente
Liam battè impazientemente sulla superficie con le mani "E' urgente, quando parte il volo per Boston?" insistette sporgendosi in avanti. Lei lo guardò per un momento seccata prima di roteare gli occhi "Attenda un momento in linea" fece al telefono, prima di digitare qualcosa sul computer. Guardò poi Liam, e poi verso la grande vetrata che si affacciava sulla pista. "Mi spiace" fece lei con un sorriso mesto, indicando fuori "Sta partendo proprio in questo momento" Liam si voltò giusto in tempo per vedere l'aereo prendere il volo dopo una lunga rincorsa, mentre nello stesso istante qualcosa in lui sprofondava. Era arrivato troppo tardi. Come ogni dannata volta.

Sentì vagamente la ragazza chiedergli se voleva prenotare un nuovo volo, ma lui non rispose, allontanandosi a passi lenti verso la vetrata. Continuava a fissare l'aereo che diventava sempre piu' minuscolo man mano che si allontanava, minuscolo come le possibilità che avrebbe avuto ancora di rivedere Theo. Sembrava già così lontano... Liam appoggiò la fronte contro il vetro freddo. "Merda" mugugnò a bassa voce, trattenendo a stento la frustrazione, frustrazione verso se stesso. Perchè aveva aspettato l'ultimo secondo? Era stato uno stupido, un idiota, un fottuto stronzo, terrorizzato, testardo e orgoglioso, e ora era troppo tardi.

Continuava a pensare alle mille cose che avrebbe fatto se fosse stato davvero capace di tornare indietro nel tempo, ma la ragione per cui era a quel punto ora era solo lui. Era stata colpa sua, non si sarebbe ritrovato a desiderare di tornare indietro se avesse fatto quello che andava fatto, quello che si sentiva di fare, al momento giusto! Strinse i pugni lungo i fianchi, tremando, sentiva solo il bisogno di colpire qualcosa, qualunque cosa...

"Liam?"

Quando sentì la voce di Theo alle sue spalle, ebbe quasi un infarto. Era sicuro di star avendo le allucinazioni, ma si voltò comunque. E davanti a lui c'era Theo, una borsa su una spalla e l'altra mano che tirava una valigia, e lo guardava con la testa leggermente piegata e un'espressione quasi perplessa. Ed era fottutamente reale.

"Theo..." fece quasi senza fiato, guardandolo con gli occhi spalancati e la bocca semi aperta, il cuore che batteva all'impazzata. "Sei qui... io-" Si voltò brevemente a guardare il cielo prima di tornare a lui "L'aereo... credevo...-" Non gli sembrava vero.

Theo sospirò sconfitto, facendo sciovolare la pesante borsa a tracolla in terra. "Io... non ce l'ho fatta a salire alla fine"
 

Il cuore di Liam accellerò ancora di piu'. Fece un passo verso di lui esitante. "Porca puttana" sospirò senza fiato, così a bassa voce che sembrò piu' che parlasse a se stesso "Non ci posso credere che sei davvero qui"

"Liam, perchè sei qui?"

Qualcosa nell'espressione di Liam cambiò, passando dallo sbalordito al determinato. E semplicemente cominciò a camminare, coprendo a grandi passi, prima incerti, poi più fermi, la distanza tra di loro. Theo lo guardò avvicinarsi, spalancando gli occhi all'espressione ferma dell'altro e ritraendosi, quasi temendo che Liam volesse mollargli un altro pugno. Ma non ebbe davvero tempo di preoccuparsene perchè Liam accellerò il passo alla fine e in un attimo fu su di lui, lo afferrò per la nuca, tirandolo contro di lui e facendo incontrare bruscamente le loro labbra. La valigia che Theo teneva ancora nell'altra mano cadde a terra con un tonfo mentre lui barcollava leggermente indietro, preso alla sprovvista. Il suo shock durò solo qualche secondo, perchè poi finalmente realizzò che Liam lo stava baciando. E pensò che era ora, cazzo. E allora tutto sparì e Theo potè solo baciarlo in risposta.

Le sue mani si avvinghiarono al tessuto sui suoi fianchi, scivolando poi sulla schiena, tirando Liam ancora piu' vicino se possibile, mentre Liam gli cingeva completamente con le braccia il collo, alzandosi sulle punte dei piedi. E si baciarono, ancora e ancora. E mentre sentiva Liam tremare tra le sue braccia, le labbra che memorizzavano ogni piccolo dettaglio di quelle dell'altro, le lingue che si cercavano, si intrecciavano salvando il suo sapore, le mani che si trattenevano a vicenda, avide, o forse solo spaventate, che l'altro potesse scappare via, sparire da un momento all'altro, di nuovo, Theo pensò che non si era mai sentito così in vita sua. E che forse era valsa la pena aspettare.

Liam stava baciando Theo, lo stava baciando e avrebbe voluto continuare a farlo, in quell'aereoporto stracolmo di gente. E il mondo non si era fermato, non era imploso, perchè non c'era niente di fottutamente sbagliato, ora lo sapeva. Era tutto perfetto. Era tutto giusto. E aveva bisogno che Theo se lo sentisse dire.

Si baciarono finchè tutto cominciò a girare, finchè non ebbero seriamente bisogno di respirare, e anche allora si allontanarono solo di qualche pollice, i loro respiri spezzati e ansanti che si mescolavano. Gli occhi di Theo brillavano quando incontrò quelli di Liam, che lo fissò in risposta, nonostante il viso in fiamme. Aveva bisogno di dirlo ora. Deglutì, cercando di riprendere fiato e ritrovare la voce.

"La domanda..." ansimò, senza smettere di guardarlo, le mani che scivolarono a stringersi sul tessuto che copriva il petto di Theo. "La domanda... che mi hai fatto quella sera..." ripetè piu' convinto "fammela di nuovo"

Theo lo guardò confuso solo per un attimo, prima di capire. Il suo viso si tese leggermente, mentre aumentava la presa attorno ai fianchi di Liam. Anche Theo deglutì udibilmente.
"Tu..." sussurrò, anche lui ancora ansante "Sei innamorato di me?" chiese poi. I suoi occhi erano lucidi ora, e c'era una nota di disperazione mista a speranza nella sua voce, mentre continuava a fissare Liam come se non volesse piu' smettere di bearsi di quella vista.
Liam rilasciò un respiro, lasciandosi andare a un sorriso e annuendo subito "Si.. sì, sono innamorato di te!"

Finalmente il sorriso esplose anche sul viso di Theo, e spostò una delle sue mani sulla nuca di Liam, tirandolo dentro per un altro bacio. Stavolta fu più lento, più dolce e meno bisognoso. Si presero il tempo, lasciando le labbra scivolare le une su quelle dall'altro, mordicchiando e succhiando, senza smettere un secondo di sorridere. Alla fine, lasciarono riposare le loro fronti l'una contro l'altra. "Io.. mi dispiace.. se ci ho messo così tanto..." fece Liam lentamente.

"Liam.."
"No, ascoltami..." Liam prese un respiro "Ero così spaventato all'idea di deludere le persone a cui tengo, e lo sono ancora..." La sua voce si spezzò, lacrime che scivolarono fuori lentamente "ma voglio trovare un modo perchè possa funzionare, perchè tu sei altrettanto importante per me, e non voglio perderti. E non è vero che avrei preferito non conoscerti! Io... il giorno in cui ho conosciuto te... il vero te... io penso di aver trovato anche me stesso. E non voglio scappare piu'."

Theo lo guardò come incantato e sopraffatto, e lo tirò in un abbraccio mozzafiato. "Cazzo, sono così innamorato di te" ammise lentamente contro la sua spalla. Liam si strinse a lui come se ne valesse la sua vita. "Te lo prometto, troveremo un modo perchè funzioni, Li. Sei bloccato con me ora"

"Si.." Liam rise tremante contro la sua spalla. E se qualcuno in futuro gli avesse chiesto cosa fosse per lui la vera felicità, avrebbe detto che era in quel momento, lì con Theo, e nessun'altro.

*

Non erano pronti ancora a tornare a casa, e a dare spiegazioni. Decisero di prolungare ancora un po' quel momento di pace e perfezione. Mentre il sole tramontava, presero il primo autobus che trovarono per Riverside, seduti in silenzio, appoggiati l'uno all'altro, godendosi finalmente la compagnia reciproca con il cuore piu' leggero. Una volta a casa, salirono sul pick di Theo, guidando senza metà finchè non si decisero di fermarsi a Lookout Point, nello stesso punto in cui parecchi mesi prima si erano fermati a guardare le stelle. Mentre il cielo si faceva sempre piu' scuro, restarono distesi sul retro del pick-up, la testa di Liam posata sul petto di Theo ad ascoltare il ritmo costante del suo cuore, mentre lui gli cingeva le spalle, giocando coi suoi capelli.

"Cosa faremo coi nostri genitori?" chiese ad un certo punto Theo, la voce bassa mentre spostava il viso dalle stelle a Liam. Liam alzò il viso per guardarlo. "Dovremmo dirglielo" aggiunse.
"Sì dovremmo" sospirò Liam "Ma credo... dovremmo aspettare? Voglio dire... vedere se le cose funzionano...?" Liam fece esitante prima di sorridere "Sai, potresti anche stancarti di me tra qualche settimana" scherzò.
Theo rise "Non mi stancherò mai di te" disse poi, avvicinando il viso al suo "Te l'ho detto, sei bloccato con me ora" Theo intrecciò il suo sguardo col suo, tornando lentamente serio.

Liam colse un'improvvisa ombra di esitazione "Che c'è?" sussurrò.

"Io... Non lo so, ho come... paura... ogni volta che voglio baciarti, ho paura che tu fugga via da me, di nuovo" ammise Theo. Liam sentì il petto stringersi e per tutta risposta si sporse in avanti, catturando le sue labbra con le sue. Theo alzò la mano libera, che finora era rimasta adagiata sul suo petto, per cingergli la guancia e tirarlo vicino. Ben presto il bacio, dapprima lento e cauto, si fece piu' caldo. Theo si spostò, spingendo Liam in modo che ora fosse sdraiato sulla schiena, librandosi sopra di lui, e inchiodandolo al fondo del pick-up con un bacio piu' bisognoso. Liam gemette contro le sue labbra mentre gli cingeva le spalle. Tremò leggermente quando Theo fece scivolare lentamente le mani sotto la sua maglia, sfiorando la sua pelle calda all'altezza dello stomaco. Theo si spostò piu' vicino, facendo incontrare i loro fianchi e strappando a Liam un altro gemito tremante. La presa di Liam si allentò sulle sue spalle e Theo separò le loro labbra, lasciando, ora quasi preoccupato, vagare lo sguardo sul suo viso arrossato e teso. "Scusa..." mugugnò.

Liam deglutì, il cuore che gli pulsava nel petto. Non si sentiva pronto per quello, ma... probabilmente Theo lo voleva, e lui non poteva essere da meno. "E'-e' okay" balbettò, arrossendo ancora di piu'.

Per tutta risposta, Theo lasciò cadere la testa sulla sua spalla, cercando di riprendere fiato e controllo. Lasciò andare una mezza risata affettuosa "Non devi dirmi così solo perchè vuoi farmi contento, stupido" Alzò di nuovo la testa, guardando Liam serio "La tua prima volta... la nostra prima volta.... non sarà sul cassone del mio stupido pick-up." Gli sorrise lasciando scorrere delicatamente una mano tra i suoi capelli. Liam chiuse gli occhi al contatto mentre Theo posava la fronte contro la sua "Sarà speciale"

Liam lo tirò si nuovo giù per un bacio, e avrebbe continuato a farlo per tutta la notte probabilmente, se il suo cellulare non avesse preso a vibrargli contro la coscia. Entrambi gemettero in segno di protesta, però Theo si separò da lui, puntellandosi sulle braccia per dargli modo di prendere il cellulare.

Liam alzò lo sguardo su Theo allarmato "Merda, è mia madre"
"Be' rispondi!"
Liam rispose, e improvvisamente sua madre gli stava gridando nell'orecchio. E probabilmente non aveva tutti i torti, era sparito da casa nel pomeriggio e ora era quasi mezzanotte.

"Si, mi dispiace- non sono morto in un fosso, mamma, altrimenti non starei rispondendo al telefono!" gemette. Theo rise silenzioso, guardandolo dall'alto. "Sì, ok- no- io- no, sono con Theo"
Sua madre boccheggiò al telefono. "Sei a Boston?"

All'improvviso Liam ricordò che effettivamente Theo doveva essere dall'altra parte del paese, e che forse sarebbero dovuti tornare a casa e parlare delle novità. "No! Io non sono-" Sospirò stancamente. "Ti spiegheremo dopo"
"E tra quanto sarebbe dopo?" sbottò lei esasperata. Poteva quasi immaginarsi il modo in cui il suo sopracciglio si era alzato
"Mezz'ora?" tentò Liam

"Liam!"
"Okay okay, dieci minuti!" si arrese alla fine sconfitto.

"Sarà meglio!" concluse Jenna minacciosa, prima di chiudere la chiamata. Liam lanciò drammaticamente il telefono, tornando a guardare Theo che ancora rideva sopra di lui.
"Sei nei guai" lo prese in giro.

"Hey, guarda che torni a casa anche tu!"
"Be' ma io sono il figliol prodigo che torna a casa dopo taanto tempo" scherzò lui con un sorriso "Saranno troppo felici per arrabbiarsi con me"

"Dio.." Liam sospirò buttando di nuovo le braccia attorno al collo di Theo "Me ne sto già pentendo"

Theo sorrise avvicinandosi a sua volta "Sei un pessimo bugiardo, Dunbar" E posò due baci leggeri sulle sue labbra. Poi lo guardò affettuosamente. "Che ne dici? Torniamo a casa?"


Liam gli sorrise "Torniamo a casa"
 

CONTINUA

 

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Capitolo 21
*** Chiudere il cerchio ***


21. Chiudere il cerchio
 

Mentre lentamente apriva gli occhi alla luce calda che filtrava dalla sua finestra aperta, Liam non riusciva a dare veramente un nome alla sensazione che stava provando. Era qualcosa di leggero, caldo, piacevole, che lo faceva sentire pieno, felice, e riposato come non si sentiva da tempo. Si mosse sotto le coperte, il viso per metà sepolto sul cuscino, senza riuscire a fermare il sorriso stupido e assonnato che gli si stava formando sul viso.

Aveva baciato Theo. E Theo aveva baciato lui. Aveva riportato finalmente Theo a casa.

Ripensò al momento in cui la sera prima erano entrati in casa, prima Liam e poi Theo, e rivide l'espressione sconcertata ma quasi trasognata di Paul. Si era alzato dal divano, seguito da Jenna. "Cosa è successo?" aveva chiesto lei, perplessa, guardandoli entrambi.

Theo era rimasto sulla porta del salone, la borsa a tracolla sulla spalla, mentre Liam teneva l'altra valigia. Aveva lanciato loro una breve occhiata, prima di dire, quasi timidamente. "Credo di aver cambiato idea?" Lo aveva fatto suonare come una domanda, come se stesse chiedendo il permesso di tornare a casa sua, lo stupido. Paul doveva essere stato della stessa opinione, perchè era subito corso ad abbracciarlo. E il resto della serata era stata una confusa successione di abbracci e di risate e di 'bentornato'.

Tutto è perfetto, pensò Liam mentre si girava nel letto, senza smettere mai di sorridere tra se' e se'. Non vedo l'ora di dirlo a Mason, fu il pensiero successivo. Non poteva non pensare che gran parte di quella felicità la doveva proprio a lui. Prese il telefono, ma vide che Mason non gli aveva ancora scritto nulla, né la sera prima né ora. Probabilmente ieri gli stava lasciando il suo tempo con Theo, e ora aspettava che fosse Liam a dirgli finalmente come era andata.

In compenso, tra i messaggi ne figurava uno di Theo. Liam lo aprì subito. Sei sveglio, bell'addormentato? Aveva scritto quindici minuti prima. Il sorriso di Liam s'ingrandì mentre rispondeva. Lo sono adesso. Ponderò l'idea di inserire qualche emoji con gli occhi a cuoricino perchè era esattamente così che si sentiva in quel momento, ma si fermò. Era tutto così nuovo per lui, non sapeva quanto potesse spingersi oltre. La sera prima si era chiesto se avrebbe provato un qualche tipo di imbarazzo, conoscendosi, all'idea di rivedere Theo il giorno dopo, alla luce del sole. Ma si scoprì non affatto imbarazzato. Ed anche quello era nuovo per lui. Tutto quello che voleva era vedere Theo ora.
Probabilmente Theo era sulla sua stessa pagina perchè rispose immediatamente con "Tua mamma blocca la strada" In quel momento Liam notò i passi e i movimenti lungo il corridoio e il bagno. Probabilmente sua madre stava approffittando del suo giorno libero per una pulizia intensiva della casa. Liam si rigirò di nuovo tenendo il telefono alto sopra la testa, ancora sorridendo. Si sentiva incredibilmente coraggioso in quel momento, così digitò velocemente prima di darsi tempo di cambiare idea Peccato, sto morendo dalla voglia di vederti. Poi bloccò il cellulare e lo lasciò cadere a faccia in giù sul petto, il cuore che batteva forte. Due minuti dopo cominciò a temere di aver sbagliato qualcosa, perchè Theo non aveva ancora risposto. Cinque minuti dopo, stava per riprendere il cellulare, quasi nel panico, per scrivere qualcos'altro, non sapeva nemmeno lui cosa, ma si fermò quando sentì dei movimenti fuori dalla finestra. Il suo cuore pulsò più veloce nel suo petto, le labbra che tornavano instantaneamente a inclinarsi in un sorriso, in anticipazione. Non fu nemmeno sorpreso di vedere prima le mani di Theo, poi il suo viso, e poi il resto del suo corpo fare capolino dalla finestra. Rimase solo lì, ancora sdraiato, a fissarlo.

Theo lo guardò con lo stesso identico sorriso, posandosi un dito sulle labbra per dirgli di fare silenzio, mentre scavalcava il davanzale. Liam rise piano, scuotendo la testa affettuosamente, senza mai smettere di guardarlo. Theo si avvicinò lentamente.

"Sai, ho fatto un sogno che cominciava così una volta" lo stuzzicò Liam a bassa voce.

"Ah sì?" ribattè Theo, con lo stesso tono malizioso, mentre posava un ginocchio sul letto, piegandosi in avanti "E esattamente come continuava questo sogno?"
Il sorriso di Liam s'ingrandì mentre alzava le braccia per andare incontro al corpo di Theo in avvicinamento, cingendogli le spalle "Così" E lo tirò dolcemente contro di se' nello stesso momento in cui Theo si sporgeva avanti, facendo incontrare le loro labbra in un bacio dolce e lento. Liam non potè non notare come i loro corpi sembravano muoversi quasi simultaneamente, e come sembravano essere fatti per incastrarsi insieme. Mentre lasciava le mani accarezzare i capelli sulla nuca di Theo, sentì le mani di Theo stringersi attorno al tessuto della sua maglia all'altezza dei fianchi, il ginocchio puntato ora sul materasso tra le gambe di Liam.

Non smisero un attimo di sorridere, nemmeno nel baciarsi. E il cuore di Liam non smise un attimo di sfarfallare felice, e poteva quasi sentire quello di Theo fare lo stesso contro il suo petto.

Dopo quella che parve un'eternità, Theo si separò da lui, puntellandosi sulle braccia e sulle ginocchia, ma continuò a guardarlo con uno strano sguardo. "Cosa?" gli chiese Liam esitante, sentendosi inchiodato sul posto sia dal suo corpo che lo sovrastava sia dal suo sguardo intenso.
Theo non poteva esprimere a parole quello che sentiva in quel momento, quanto dannatamente spaventato era stato dall'istante in cui si era svegliato due ore prima, chiedendosi se sarebbe stato tutto perfetto come lo era stato la sera prima, o cosa avrebbe fatto Liam se fosse andato in camera sua, o se gli avesse scritto. Quanto era terrorizzato all'idea che Liam potesse cambiare idea, o scappare se si fosse spinto troppo oltre. Ora, baciandolo, avendolo lì tra le sue braccia, poteva solo sentirsi felice e sorridere come un idiota, guardando il meraviglioso ragazzo sotto di lui. "Niente" rispose con un sussurro. "Baciami e basta"

Continuarono a baciarsi e baciarsi, finchè le loro labbra non furono rosse e gonfie e finchè non cominciarono ad avere effettivamente bisogno di tornare a respirare, e anche allora, Theo si lasciò cadere accanto a Liam, sdraiati su un fianco, l'uno di fronte all'altro, guardandosi in silenzio, mentre Theo stringeva la mano di Liam, giocando con le sue dita.

"Sai, ieri... con tutto quello che è successo..." cominciò poi Liam, parlando sempre a bassa voce, un orecchio sempre concentrato sui movimenti di sua madre per la casa. Theo lo guardò in attesa "non ti ho chiesto cosa ha detto tua madre... voglio dire, riguardo alla tua decisione di restare qui"

"Non era così sorpresa, quando gliel'ho detto, lo sai?" rispose lui, con una risatina "Credo che se lo aspettasse. Era piu' preoccupata che sarei dovuto tornare a casa da solo in autobus" Poi il suo tono sfumò di nuovo in uno malizioso "Fortunatamente poi... sei apparso tu"

Liam lo guardò tornando serio. "Sai... non so che avrei fatto se non fossi arrivato in tempo" fece qualche secondo dopo
"In realtà non hai fatto in tempo, l'aereo era partito, ricordi?" lo prese in giro Theo.

"Oh sta zitto" Liam gemette con uno sbuffo esagerato. "Stavo per perdere la testa, probabilmente avrei comprato un biglietto per Boston"
"Se avessi avuto i soldi intendi... o se tua mamma non ti avesse inseguito poi per il paese" Theo scherzò, avvicinando di nuovo pericolosamente il viso al suo.

"Sai, stavo cominciando a dimenticare quanto sei insopportabile" osservò Liam fingendosi tremendamente serio "Posso ridarti indietro?"
"No non puoi, ricordi? Sei bloccato con me" Theo posò ancora di nuovo le sue labbra sulle sue, forte e a lungo, prima di allontanarsi di nuovo.

"Mmh... credo di poterci convivere" scherzò Liam, esitante, ancora frastornato dai baci.

Theo rise leggermente. "In ogni caso" riprese a parlare dopo qualche secondo, tornando di nuovo serio "Abbiamo un sacco di cose di cui parlare, ma..." Si fermò esitante, Liam lo guardò in attesa. "Pensavo che potremmo farlo in un posto tranquillo?" Liam lo guardò aggrottando le sopracciglia senza capire. "Intendo, da qualche parte, soltanto noi due"

Liam lo guardò con gli occhi grandi, il cuore che saltava nel suo petto. "Intendi... come a una specie di appuntamento?" chiese.

Theo rise di nuovo "Non una specie. Intendo proprio un appuntamento"
Il cuore di Liam accellerò di nuovo. Temette che potesse esplodergli per la felicità da un momento all'altro "Sì... voglio dire, sì! Dove? Quando?" si affrettò a dire, e forse era suonato eccessivamente impaziente perchè Theo rise di nuovo. Ma non c'era traccia di presa in giro in lui, ma solo pura e semplice felicità. "Calma! Potremmo andarci domani, ma dove sarà una sorpresa"

Liam gemette. "Non vuoi dirmelo solo perchè non lo sai nemmeno tu!"

"Forse"

"Stronzo" Theo rise, e Liam gli diede una spinta leggera sulla spalla, facendolo solo ridere di piu' mentre lui gli rispondeva facendogli il solletico sui fianchi. Liam emise un verso poco dignitoso ed effettivamente troppo rumoroso.

"Shhh!" Theo gli intimò ridendo, le dita che si paralizzavano sui suoi fianchi mentre si fissavano a occhi sbarrati. Liam rise a sua volta, stavolta più piano, e quando si furono accertati che non ci fossero rumori sospetti fuori sul corridoio, tornarono a sorridersi. "Scusa"

Theo lo guardò dolcemente, allungando una mano per tirargli indietro una ciocca di capelli che gli era finita sulla fronte indietro. "Che fai oggi pomeriggio?" gli chiese poi.

"Mason" rispose Liam soltanto, con una smorfia quasi dispiaciuta sul viso.

"Oh capisco, parlerete di me, vero?" lo prese in giro.

"Oh parleremo così tanto di te" concordò Liam.
"Bene, almeno se le mie orecchie fischieranno a morte, saprò perchè" sbuffò lui allegramente.

Liam rise. "Mi dispiace già per te"
Theo gli diede un altro bacio leggero e veloce sulle labbra prima di parlare "Credo che dovremmo scendere prima che.... sai..."
"Sì, già...." Theo si tirò a sedere e lo guardò. "Tu vai per primo, fammi un segnale di qualche tipo se la strada non è libera" fece poi drammaticamente.

Liam si tirò a sedere a sua volta. "Sei un tale idiota" fece affettuosamente, e prima di riuscire a trattenersi lo afferrò per la nuca tirandolo in un altro bacio rapido. "Ci vediamo di sotto" mormorò contro le sue labbra, prima di alzarsi dal letto e uscire di fretta dalla stanza, un rossore che gli colorava il viso.

Theo rimase per un attimo inebetito, prima di lasciarsi ricadere di schiena sul letto, fissando con un sorriso intontito il soffitto, il cuore che batteva rapido mentre si beava dell'odore di Liam che lo avvolgeva. Non si era mai sentito così felice in tutta la sua vita, ed è era un po' spaventoso. Ma era anche un po' elettrizzante.

*

Quando quel pomeriggio suonò al campanello di casa Hewitt, fu la mamma di Mason a farlo entrare, accogliendolo con un sorriso, e riferendogli immediatamente che Mason lo aspettava in camera sua. Non appena entrò, Mason si alzò dal letto, con uno slancio che gli avrebbe fatto guadagnare senz'altro il posto nella squadra di lacrosse se solo l'avesse voluto, e si fiondò su di lui.

"Hey! Okay sputa il rospo!" Stava praticamente saltellando.
"Ciao anche a te, che bello vederti, Mason. Come stai?" fece Liam sarcastico. Mason lo liquidò con un cenno della mano poi proseguì quasi minaccioso "Corey sarà qui tra meno di dieci minuti, quindi sii veloce e spero che tu abbia buone notizie da darmi, altrimenti ti stenderò qui sedutastante, lancerò il tuo corpo dalla finestra, ti caricherò in macchina e ti abbandonerò in un fosso"
Liam lo guardò stringendo gli occhi "Questo è stato incredibilmente specifico" commentò poi, sedendosi. Poi lentamente il suo viso serio si increspò con un sorriso "Ma non servirà"
"Oh dai" Mason gemette, colpendolo sulla spalla mentre si sedeva accanto a lui sul letto "non tenermi sulle spine, cosa è successo?"
"Be'" Liam mugugnò "Ci siamo baciati"
"L'avete fatto?" chiese quasi come se non ci credesse.

"Un po'." Liam arrossì, e Mason sbuffò esasperato. "Ora voglio i dettagli però"

Il rossore di Liam s'intensificò. "Ah no, scordatelo"
Mason strinse gli occhi "Il solo fatto che non vuoi dirmi altro, mi dice molto, sai? Cosa hai fatto? Sono abbastanza sicuro che sei andato in modalità sdolcinatezza all'aereoporto, degno di uno di quei polpettoni romantici..." A quel punto Liam era color porpora, e evitava il suo sguardo. "Lo sapevo! E... porca puttana, non avrete fatto sesso?"

Liam boccheggiò scandalizzato. "Cosa?! No- Dove avremmo potuto farlo poi? Nel bagno dell'aereoporto?"

"Non sarebbe sicuramente il posto piu' strano in cui Theo l'ha fatto" osservò lui
Liam lo colpì sulla spalla. "Okay, certo... mi sono dichiarato, ci siamo baciati e abbiamo fatto sesso nel bagno dell'aereoporto. E' veramente così che ti sei immaginato la scena?"

"Così mi fai sembrare uno che fantastica sui suoi amici che fanno sesso"

"Un po' lo fai"
"Hey, quello non fantasticare, è shippare"
Liam rise, scuotendo la testa. E Mason lo imitò. "Comunque, parlando seriamente.... siete apposto ora? Niente Boston?"
"Niente Boston" Liam annuì. "Gli ho detto quello che provo e che voglio provarci, e abbiamo tipo un appuntamento domani." Sorrise imbarazzato

"Oh amico, sono così felice per te!"
"Non abbiamo davvero parlato della situazione, so che dovremmo prima o poi però.."

"Vi meritate un po' di tempo solo per voi, dopo tutto quello che è successo" Mason lo rassicurò.
"Già, lo penso anch'io. E devo ringraziare te, mi hai dato la spinta che mi serviva, Mase, non ce l'avrei mai fatta senza di te" Liam lo guardò, gli occhi pieni di gratitudine. Mason gli battè una mano sulla spalla.
"Quando vuoi amico. E' a questo che servono gli amici, no? A questo, e a fare imbarazzanti discorsi su di te nel giorno del tuo matrimonio" lo stuzzicò.

"Stai di nuovo fantasticando."
"No" Mason scosse la testa esageratamente "Sto shippando" E scoppiarono entrambi a ridere.

Il suono del campanello li distrasse. "Questo è Corey." Mason guardò la porta prima di tornare a lui esitando. "Ora hai intenzione di dirlo... a tutti gli altri?"
"Forse, piu' avanti però. Preferisco che resti tutto tra noi per il momento, è okay?"
"Certo, odio un po' avere segreti con Corey, ma... questa è una cosa tua, tua e di Theo, quindi rispetterò qualunque cosa sceglierete di fare... riguardo i nostri amici, e riguardo i vostri genitori"
"Grazie, Mase"

"Di nulla. Allora... sei pronto a perdere di nuovo contro di me e il mio ragazzo a Call of Duty?"
"Stai di nuovo shippando?" Liam lo guardò divertito.
"No questo è fantasticare"

*

Non appena Liam fu uscito di casa, dopo pranzo, per raggiungere Mason, Theo cercò di combattere la noia e l'impazienza che fosse già sera per rivederlo, andando a scuola. Doveva recuperare le ultime cose dall'armadietto e dallo spogliatoio e magari sì, ritirare la sua richiesta di trasferimento. Sicuramente non gli sarebbe piu' servita.

La scuola era ancora aperta per via dei corsi supplementari e seppure le aule erano piene di studenti, c'era uno strano silenzio per i corridoi mentre Theo li percorreva verso il suo armadietto. Era quasi surreale. Stava rapidamente infilando nella borsa i pochi libri e appunti rimasti nell'armadietto, insieme al foglio firmato che la preside Martin gli aveva appena lasciato, quando qualcuno gli arrivò alle spalle, facendolo sobbalzare.


"Porca puttana, Josh, vuoi uccidermi?" Theo sbuffò, lasciando cadere la borsa ai suoi piedi, e per tutta risposta al suo sguardo seccato, Josh lo strinse in un abbraccio stritola ossa, e decisamente imbarazzante. Theo rimase lì stretto tra le sue braccia, senza ricambiarlo del tutto, i suoi occhi che si fermarono sulle poche persone nel corridoio che li guardavano divertiti.


"Okay Josh, basta così" Josh lo mollò, senza smettere un attimo però di sorridere come un idiota.
"Non ci credo che sei davvero qui" fece allegro. Poi si corresse. "Anzi, ero sicuro che avresti cambiato idea! Voglio dire, si fotta Boston, quella città fa schifo"
Theo lo guardò divertito, mentre chiudeva l'armadietto e recuperava la sua borsa. "Ma se non ci sei mai stato"
"La loro squadra di basket fa schifo, quanto può essere diversa?" Theo scosse la testa ridendo. "Quindi..." Josh fece poco dopo. "Cos'è che ti ha fatto cambiare idea?"
"Uhm niente in particolare" rispose Theo evasivo.

"Davvero?" Josh gli rivolse un sorriso poco raccomandabile "Quindi non ha niente a che fare con un certo biondino con gli occhi azzurri e il viso da cucciolo?"
"Fottiti Josh" Ma nemmeno lui poteva trattenere il sorriso.

"Okay come vuoi, non dirmi niente" Josh sbuffò. "Comunque, sono bloccato in questa prigione per le prossime due settimane, ma poi dovrai darmi la migliore estate della mia vita, T" fece drammaticamente, mentre camminavano per i corridoi. "E con questo intendo, feste, uscite, altre feste e qualche giorno nella casa al mare dei miei. Ho pensato che potremmo invitare tutta la banda" Gli fece poi l'occhiolino.

Theo non parve impressionato. "Seriamente? E dove pensi che entreremo in così tanti in quel posto?"
"Sarebbe solo per un weekend, e poi chi ha bisogno di dormire?" Josh ribattè chiaramente eccitato.
Theo roteò gli occhi affettuosamente. Onestamente l'idea non era male, soprattutto se Liam era compreso nella "banda".

"A proposito di non dormire" Josh lo guardò ammiccante "Che ne dici se domani sera ci facciamo una bella serata videogiochi? Solo noi due, tutta la notte svegli, musica, birra, pizza..."
"E' veramente invitante come programma, ma..." Theo scrollò le spalle, mentre si fermavano davanti all'aula in cui evidentemente Josh doveva entrare ora. "Ho già qualcosa da fare domani"
Josh lo guardò tra il sospettoso e il divertito. "Qualcosa da fare... o qualcuno da fare?"

Theo nemmeno rispose, roteò gli occhi esasperato e si allontanò. Josh allargò le braccia guardandolo. "Oh ma dai, non puoi non dirmi niente!" piagnucolò. Che drammatico.

Theo gli fece solo il medio senza voltarsi, ma non potè evitare di sorridere ancora.

*

Fin dal momento in cui Liam aveva aperto gli occhi quella mattina, il nervosismo aveva cominciato a strisciargli sotto la pelle, mescolato a una buona dose di eccitazione, che gli faceva sentire lo stomaco in subbuglio e lo aveva reso stranamente iperattivo. Si certo, quella non era la prima volta che passava del tempo da solo con Theo, anzi, ma era il loro primo appuntamento, un appuntamento ufficiale, come una coppia. E non poteva non sentirsi sul punto di una crisi di panico.

In una situazione normale, avrebbe chiamato Mason facendosi consigliare su come vestirsi, cosa dire, cosa non dire, per avere insomma un'idea di quello che poteva aspettarsi, ma era un po' ridicolo, visto che il suo appuntamento viveva a un metro da lui, e poteva sentirlo, a un certo punto, dire a sua madre che lui e Liam avrebbero passato la giornata fuori con tutti i loro amici, e sarebbero tornati tardi. Per un attimo si sentì di nuovo colpevole, ma il nervosismo e l'eccitazione erano piu' dirompenti dentro di lui, e ebbero decisamente la meglio. Così dopo una doccia veloce, scelse un paio di jeans e una camicia a caso dal suo armadio, cercando di sistemarsi i capelli al meglio possibile, senza rischiare di far sospettare a sua madre che ci fosse qualcosa di piu' sotto che una semplice uscita tra amici. Perchè non puoi andare nel panico per un'uscita tra amici, quello lo sapevano tutti.


Quando Theo bussò alla sua porta, il suo cuore stava per uscirgli dal petto. Si affrettò ad aprire, e Theo lo guardò, quasi timidamente dalla soglia. "Sei pronto?"
"Uh.. uh-uh" rispose, perchè non era certo di potersi fidare della sua bocca al momento.

Mentre scendevano le scale, salutando Jenna e ripetendo la bugia che si erano inventati, seguita da mille raccomandazione di lei, Liam non potè non pensare che non era sicuramente la sua immagine ideale di come cominciare un appuntamento. Non si supponeva che mentisse a sua madre, di solito lei era quello che lo stuzzicava e lo prendeva in giro quando ne aveva uno. Non si supponeva che uscissero dalla stessa casa insieme, di solito era quello che veniva passato a prendere, non avendo la patente. Certo, non si supponeva nemmeno che i loro genitori stessero per sposarsi da lì a un mese. Non era il suo tipo ideale di appuntamento, ma, mentre guardava Theo, mozzafiato nella sua maglia e pantaloni attillato, i capelli accuratamente tirati indietro dal gel, le mani che gli tremavano lentamente mentre apriva il suo pick-up, non potè non pensare che almeno era con il suo ragazzo ideale, finalmente stava con la persona che gli piaceva, che gli piaceva da morire. E questo sembrava far sparire ogni altra cosa, questo bastava a rendere tutto semplicemente perfetto.

Mentre andavano, Liam scrutava fuori dai finestrini cercando di capire dove fossero diretti. Alla fine si arrese. "Quindi... non mi dirai davvero dove stiamo andando?"

"Già" Theo gli lanciò una breve occhiata prima di tornare alla strada, un sorriso inclinato sul viso. "Dovrai aspettare"
"Va bene" Liam scrollò le spalle e si sistemò meglio contro il suo sedile. "Non mi importa davvero dove andiamo, basta che stiamo insieme" Liam parlò con una tale leggerezza e naturalezza, che probabilmente nemmeno lui stesso realizzò la portata delle sue parole. Theo lo guardò per qualche secondo con occhi spalancati, prima di degludire e tornare alla strada, picchiettando nervosamente sul volante. Qualche secondo dopo, stava azionando l'indicatore di direzione, accostando poi sul lato della strada. Liam si guardò prima intorno e poi si voltò a guardarlo, perplesso. "Perchè ti sei ferma-?"

Theo non lo lasciò finire, e un attimo dopo lo stava tirando contro di lui in un bacio famelico e incasinato. Liam restò impietrito per giusto due secondi prima di sciogliersi nel bacio, la mano che corse a stringersi, forte, attorno al tessuto della maglia di Theo, quella di Theo attorno al suo collo, mentre si baciavano con trasporto, succhiandosi e mordicchiandosi le labbra, cercando di tirarsi l'un l'altro ancora piu' vicino. Quando si separarono, avevano di nuovo respiri pesanti e labbra gonfie.

Liam guardò Theo con gli occhi spalancati e luminosi, un rossore che gli colorava il viso. Merda, erano solo all'inizio dell'appuntamento e lui era già un casino. "Pe-perchè l'hai fatto?"
Theo sorrise mordendosi poi il labbro mentre lo continuava a fissare, beandosi della vista. Scrollò leggermente le spalle, simulando indifferenza "Mi sono accorto che non ti avevo ancora baciato oggi, e morivo dalla voglia di farlo"

Liam degludì, gli occhi che scivolavano sulle labbra di Theo quasi per istinto. Si sforzò di trovare la voce "Be'... fo- forse dovremmo ripartire? Sai... siamo un po' in mezzo alla strada... un po'..."

Theo sorrise piu' ampio al modo in cui Liam sembrava così scombussolato da un solo bacio un po' piu' spinto. "Sì.. un po'." fece prima di sporgersi e posare un altro piccolo e veloce bacio sulle labbra di Liam. Liam instintivamente chiuse gli occhi al tocco, ma Theo si era allontanato subito dopo tornando al suo posto e riavviando la macchina, lasciandolo quasi in sospeso, bisognoso e trepidante. Liam si accasciò di nuovo contro il suo sedile, il cuore a mille, chiedendosi se fosse normale che bastasse un solo bacio per farlo sentire in questo modo.

Intanto Theo non riusciva a smettere di far andare il suo sguardo dalla strada a Liam e viceversa.
 

*

Parecchie miglia piu' tardi, Liam potè indovinare quasi con certezza che erano diretti a Sacramento. Non sapeva cosa avesse in programma Theo, ma ricordava di essere stato lì in passato, in gita scolastica. Gli sembrò di riconoscere anche qualche strada, mentre guardava con impazienza cercando di capire dove fossero diretti precisamente.

Quando Theo girò l'ennesima curva, Liam ebbe un flashback molto vivido del suo se stesso alle elementari, e capì. Si voltò guardando Theo, quasi saltando sul posto eccitato.
"Dio, stiamo andando al Sacramento History Museum, vero?!"
Theo gli rivolse un'occhiata in tralice. "Ci sei finalmente arrivato" lo prese in giro. Poi il suo viso si contorse in un'espressione tesa "So che non è il massimo per un primo appuntamento, ma ho pensato che ti sarebbe piaciuto, vista la tua malsana passione per la storia"
Liam ignorò la velata presa in giro e si tirò in avanti sul sedile impaziente "Non vedo davvero l'ora, però..." Tornò a guardare Theo, quasi dispiaciuto "A te non piace davvero la storia, non sarà noioso per te?"

Theo sorrise, mentre svoltava e finalmente l'edificio prominente appariva in vista "Non mi dispiace poi così tanto, e poi... come hai detto tu... non importa dove siamo, finchè siamo insieme, no?" Liam arrossì, guardandolo timidamente "Già"

Theo tornò alla strada, battendo di nuovo nervosamente sul volante, mentre cercava parcheggio. In realtà tutto quello che aveva programmato per la giornata aveva uno scopo preciso, ma non era ancora il momento perchè Liam lo sapesse.

Non appena si fu infilato nel primo parcheggio libero, si voltò di nuovo verso l'altro ragazzo. Assunse poi un'espressione enigmatica "Sei pronto per un tuffo nel passato?"

*

Quando era piccolo, Liam amava la storia, perchè l'amava suo padre. Era stato uno storico dell'arte, prima di arruolarsi. E quando lui era lontano, gli piaceva sfogliare i libri che teneva ben ordinati sugli scaffali per sentirlo un po' piu' vicino. Crescendo, quella devozione era cresciuta fino a diventare una vera passione anche per lui. All'inizio gli piaceva solo l'idea di perdersi nelle storie altrui, per non pensare alla propria, e gli piaceva imparare ogni piccolo dettaglio poco noto per stupire sua madre o i suoi insegnanti. Poi all'improvviso smise di essere una via di fuga, ma divenne una specie di rassicurazione. Mentre imparava come ogni piccola azione, ogni monumento apparentemente insignificante, ogni nome appeso all'inizio di ogni strada... nascondesse una storia, una ragione, uno scopo, qualcosa che riusciva ancora a influenzare in qualche modo il presente, imparava a fare lo stesso con se stesso. Lui non era definito da ogni cosa triste che gli era capitata in passato, ma era la somma di tutto quello che ogni cosa triste gli aveva insegnato, dove lo aveva portato. E non era solo il ragazzino timido e impacciato che si vedeva all'esterno, perchè dietro l'apparenza sapeva di avere una storia, aveva uno scopo, e qualcosa che lo aveva portato lì, e lo avrebbe condotto un giorno da qualche parte. E così non aveva mai smesso di pregare che un giorno qualcuno avrebbe provato ad andare oltre quell'apparenza.

E poi era arrivato Theo. Theo, che era l'ultima persona al mondo che Liam bambino avrebbe immaginato fosse quel qualcuno. Eppure era così.


E in quel momento, essere immerso allo stesso tempo sia nella storia che nella compagnia di Theo faceva sentire Liam come se nient'altro al mondo avesse alcuna importanza. Avrebbero potuto stare lì per ore - e probabilmente era davvero così - ma Liam non aveva alcuna voglia di andare via.

Camminavano per i corridoi e le stanze, la mano calda di Theo intrecciata alla sua e c'era qualcosa di incredibilmente rassicurante anche solo in quel semplice gesto. Come ad essere ancorati, come sentirsi contemporaneamente con i piedi e terra e al settimo cielo.

E si rendeva conto che forse si stava lasciando trasportare un po' troppo, e che probabilmente non aveva smesso un secondo di blaterare di storia da quando erano entrati, ma non riusciva a farne a meno. Era felice come non mai. E la cosa che lo rendeva ancora piu' contento era il fatto che Theo lo stesse davvero ascoltando, interessato, e non sembrava affatto annoiato.

Mentre snocciolava davanti a un quadro tutto quello che sapeva sulla corsa all'oro, Theo lo guardava colpito, un sorriso che gli inclinava le labbra, completamente stregato da lui.


"Sono davvero colpito" fece, quando Liam s'interruppe per prendere fiato.
"Sì, vero? E' davvero una cosa incredibile come l'autore è riuscito a cogliere la realtà de-" Liam si voltò entusiasta verso Theo, notando che l'altro non stava nemmeno guardando il quadro. Sbuffò divertito. "Non stai nemmeno guardando, Theo"

"Oh" fece Theo nemmeno un po' imbarazzato "Non parlavo del quadro, io stavo parlando di te"
Liam arrossì leggermente, mentre Theo stringeva di piu' la presa sulla sua mano tirandolo piu' vicino al suo fianco "Sei così carino quando vai in modalità nerd" fece con un sorriso malizioso, avvicinandosi e baciandolo leggermente. "Carino, e anche un po' sexy" Liam arrossì ancora di più, agitandosi imbarazzato sul posto, senza sapere davvero cosa dire. Alla fine se ne uscì con un impacciato "Smettila, scemo" Il sorriso di Theo s'ingrandì davanti al suo imbarazzo, poi lo tirò per la mano camminando piu' avanti. "Dai, voglio saperne di piu'"

Liam si lasciò tirare, e sì, non si era mai sentito piu' felice.

*

Quando uscirono dal museo, Theo comunicò allegramente a Liam che la parte nerd della giornata non era ancora conclusa. E be', Liam non poteva dispiacersene. Theo gli disse che aveva prenotato un posto per loro in una delle visite pomeridiane del Museo ai tunnel sotterranei di Sacramento. Ma visto che mancavano ancora un paio d'ore all'appuntamento, optarono per un giro veloce della città, in cerca di qualcosa da mangiare per pranzo. Alla fine si ritrovarono di nuovo in un piccolo McDonald's lungo la vita principale.

Non appena scivolarono sul primo tavolo libero che trovarono, vassoi in mano, Theo iniziò subito ad aggredire le sue patatine. In realtà, le aveva già iniziate a mangiare mentre erano in attesa del resto del loro ordine. A quanto pare era un fermo sostenitore del fatto che andassero sempre mangiate prima di qualunque altra cosa, e il piu' velocemente possibile, perchè, a detta sua 'fredde fanno schifo al cazzo'. Liam non poteva non essere d'accordo, mentre lo imitava, continuando a guardarlo affettuosamente.
"Sai, mi fa strano pensare quanto le cose siano cambiate dall'ultima volta che abbiamo mangiato qui"

"Amico, è stato letteralmente dieci giorni fa" Theo lo prese in giro.

"Sì! Ma tutto è cambiato" protestò Liam sulla difensiva.

"Be' se ricordo, tu sei andato nel panico, hai cominciato a blaterare, sei diventato rosso come un peperone, e mi hai invitato al ballo" Liam arrossì furiosamente. "Visto? Niente è cambiato" Theo ghignò.

"Sai, a volte mi chiedo davvero cosa io-" Theo si sporse sul tavolo, premendo forte le labbra sulle sue, zittendolo finalmente. Ghignò di nuovo quando si allontanò e vide l'espressione accaldata sul viso di Liam. "Non sai quante volte avrei voluto zittirti così"
"Oh tu sta zitto" Liam mise il broncio. Era così frustrante. Perchè era sempre l'unico a sentirsi così scombussolato ad ogni tocco, ad ogni bacio mentre Theo manteneva sempre una calma perfetta? Era un costante promemoria di quanto fosse inesperto rispetto a Theo. Theo che probabilmente aveva baciato, aveva toccato in quel modo decine e decine di persone diverse prima di lui. Quel pensiero divenne per un attimo insopportabile. Così lo spinse in fondo alla sua mente.


"Costringimi" fece Theo spavaldo, sporgendosi in avanti, invitante, e inconsapevole del suo disagio interiore.

Liam alzò un sopracciglio. "Ah sì? Ok" canticchiò sporgendosi leggermente, prima di afferrare una manciata di patatine e spingerle contro la bocca di Theo. Rise mentre tornava indietro, guardando

Theo, preso alla sprovvista, che riusciva a tenerne alcune in bocca, mentre le altre cadevano sul vassoio. Lo guardò non impressionato, le parole che uscirono soffocate tra un boccone e l'altro "Non è esattamente quello che indendevo"

"Oh be' mi dispiace"

"Lii" Gli occhi di Theo si inumidirono un po', mentre degludiva il boccone e lo guardava quasi disgustato "Sono gelate"
Liam ghignò malefico "Lo so"

*

Due ore dopo, mentre camminavano ascoltando la guida turistica che raccontava loro ogni piccolo dettaglio sul periodo della corsa all'oro, Liam si guardava intorno. La maggior parte di quei tunnel gli dava i brividi. Certo, erano un pezzo di storia. Ma questo non gli impediva di andare con la mente a tutti i minatori che sicuramente erano morti in quel posto. Istintivamente afferrò la mano di Theo avvicinandosi. L'altro ragazzo lo guardò, alzando un sopracciglio prima di ghignare "Non avrai paura, Li?"
"Io...? Paura? Uh, certo che no!" mugugnò poco convinto, continuando a guardarsi intorno con circospezione.
"Sì, ci credo totalmente"
"Merda, qualcuno una volta mi ha detto che questi tunnel sono infestati" sussurrò poi, buttando ogni cautela al vento.

"Sì, be' lo so... te l'ho detto io" Theo gli ricordò divertito.

"Cosa?" Fu allora che qualcosa nella memoria di Liam scattò. Era già stato qui. "Aspe- noi siamo già stati qui, e anche al Museo!"
"Credevo te ne saresti ricordato subito, visto la tua passione per la storia" Theo lo prese in giro.

Liam roteò gli occhi "Be', probabilmente l'ho rimosso. Sai... Mi hai letteralmente traumatizzato quella volta, per non parlare del fatto che mi hai spinto in una fontana davanti a centinaia di persone" Il tono di Liam era divertito, ma Theo non potè fare a meno di arrossire al ricordo. Sì, era stato un vero stronzo in passato con Liam. Ma questo era il motivo per cui erano qui...

Liam strinse gli occhi verso di lui "Quindi hai reciclato un vecchio appuntamento-non-appuntamento?" scherzò.

Theo rise, buttandogli poi una mano sulle spalle mentre continuavano a seguire il gruppo "Vedrai"

Theo gli rivolse di nuovo quel sorriso enigmatico. "E comunque, non ti prendevo in giro quella volta. Qui ci sono davvero i fantasmi" gli fece.

"Cosa?"

Theo continuò solo a ridere, tirandolo un po' piu' vicino.

*

Mentre il pomeriggio si avviava al termine, Liam e Theo si comprano un gelato passeggiando poi sul lungo fiume, fermandosi di tanto in tanto su qualche panchina, baciandosi, riposandosi l'uno sulla spalla dell'altro, senza la paura che qualcuno potesse vederli o riconoscerli. Senza doversi preoccuparsi di nascondersi. Potevano solo essere loro stessi, ed era dannatamente perfetto. Parlarono di quello che era successo nelle ultime settimane, Liam chiedendo a Theo se avrebbe ripreso il suo lavoro al cafe' ora che aveva deciso di restare, cosa di cui Theo non era ancora sicuro, e Theo chiedendogli del suo voto in Biologia. Questo ricordò a Liam che aveva ancora un debito con Theo.

Così comprarono della pizza da portar via e si fermarono in un parco, sedendosi ai piedi di un grande albero, mangiando in silenzio, mentre gli ultimi genitori con i loro bambini abbandonavano il posto, il sole che lentamente tramontava.

"E' bello qui... tranquillo" sussurrò Liam ad un certo punto, quando i cartoni della pizza furono buttati da parte e i due si furono sdraiati sull'erba senza farsi troppi problemi, il viso di Liam che riposava sulla spalla di Theo, mentre lui teneva un braccio dietro le sue spalle, giocando coi suoi capelli

"Resterei qui per sempre" mugugnò in accordo Theo.

"Già anche io"
Theo fermò per un attimo la mano sui suoi capelli, e si spostò leggermente, quasi esitando. "Forse... potremmo restare qui un altro po'" suggerì, tentativamente.

"Uh?" Liam girò la testa verso l'alto per poter vedere almeno il suo profilo. La sua espressione sembra tesa. "Potremmo restare qui per la notte. Ho abbastanza soldi per prenderci una stanza. Dovremmo solo avvertire i nostri genitori..."

Il cuore di Liam accellerò, mentre degludiva. Non era sicuramente la prima volta che dormiva con Theo, fianco a fianco su uno stesso letto, ma stavolta sembrava diverso. Piu' intimo. Piu'... carico di aspettative. Aspettative che Liam non era così sicuro di poter soddisfare. Era dannatamente spaventato, ma inghiottì l'incertezza "Sì... okay..." mugugnò. Theo, che fino a quel momento aveva evitato il suo sguardo, si girò verso di lui guardandolo quasi sorpreso. "Davvero?"
"Sì" Si schiarì la gola cercando poi di sdrammatizzare "Non è come se fosse la prima volta che dormiamo insieme, no?"
Theo rise leggero "Giusto" E ricominciò ad accarezzargli i capelli. Liam si spostò piu' vicino, sistemando la testa sul petto dell'altro. Poteva sentire il ritmo veloce del cuore di Theo sotto il suo orecchio, e si chiese se forse anche Theo fosse nervoso quanto lui.

"Sai" fece Liam qualche secondo dopo "Ieri Mason mi ha chiesto se avessimo intenzione di dirlo agli altri ora"

Theo alzò un sopracciglio, guardandolo ancora "Lo vuoi?"
"Io... io non lo so. Voglio dire, Mason lo sa, e probabilmente anche Hayden e Tracy ne hanno qualche idea."
"Sì, anche Josh ha parecchie idee" Theo sbuffò roteando gli occhi.

"Detesto l'idea di mentire, ma credo che dovremmo volare basso almeno finchè non ne parleremo ai nostri genitori" rispose Liam esitante.

Sentì Theo sospirare, il petto che si alzava e abbassava contro il lato sinistro del suo viso.

"Cosa vuoi fare con i nostri genitori?" chiese poi. E Liam sapeva che avrebbero dovuto parlarne prima o poi di quello, ma era comunque difficile.
"So che dobbiamo dirglielo." Liam disse chiudendo gli occhi "E' giusto, meritano di saperlo. Ma... stavo pensando che... dovremmo aspettare"
"Li. Io non credo sia una scelta saggia." Theo si mosse, alzandosi leggermente e tenendosi in equilibrio posando un gomito sull'erba. Liam lo imitò, così che furono mezzi seduti uno di fronte all'altro. "Voglio dire... Qualcuno potrebbe vederci per caso o potrebbero vederci loro stessi. Fidati, sarebbe molto peggio se lo venissero a sapere così..." Theo si affrettò a dire.
"Lo so, lo so... ma... è solo che non c'è un modo giusto per dirlo. Qualunque cosa succeda, qualunque saranno le parole che sceglieremo di usare, non cambierà niente. Non ci possiamo aspettare che ci abbracceranno entusiasti dicendo che sono felici per noi. In un modo o nell'altro, è scontato che andrà male. Quindi, io penso soltanto che... dovremmo aspettare almeno dopo il matrimonio, dopo la luna di miele... lasciargli avere questo momento di gioia completamente loro senza alcun pensiero o preoccupazione... Se lo meritano" Liam continuò, il viso turbato mentre cercava di far capire a Theo il suo punto di vista. Theo strinse le labbra guardandolo. Poi annuì.

"Sì okay"
Liam lo guardò stupito "Davvero?"
Theo sorrise affettuosamente. "Vuoi essere protettivo e premuroso, vuoi che loro siano felici... non posso davvero incolparti per questo"

Si sporse in avanti e lo baciò lento e dolce. Una delle mani di Liam si posò a coppa sulla guancia di Theo, rispondendo al bacio con lo stesso trasporto. Sentì Theo spingerlo indietro, e lo lasciò fare, sdraiandosi di nuovo sull'erba, mentre Theo si librava su di lui, ancora baciandolo.

Quando si separarono, Theo fece leva sui palmi per guardare Liam negli occhi. C'era qualcosa d'intenso nel modo in cui Theo lo stava guardando, e Liam poteva sentire qualcosa di frenetico, di elettrizzante scorrergli per tutto il corpo. "Non sai quanto cazzo mi piaci" Liam sentì il suo corpo tremare tra le braccia di Theo, ma spostò le mani fino ad avvolgerle attorno al suo collo. "Sì invece, lo so" lo guardò dolcemente "Mi sento un po' alle stesso modo"

"Davvero?" Theo sorrise. "Quindi... questo significa che ti sei divertito oggi?"
"Sì, era da un po' che non mi divertivo così tanto." Liam abbassò gli occhi, mordendosi le labbra. "Questi ultimi mesi sono stati un po' incasinati. Probabilmente non mi sentivo così pienamente felice da quando siamo andati insieme a quella stupida fiera di San Valentino" Liam rise
"Era un po' stupida, ma ti piaceva" lo prese in giro Theo, continuando a guardarlo dall'alto.

"Già..." Il sorriso di Liam morì lentamente, mentre stringeva la presa attorno al collo di Theo. "Mi dispiace se ho incasinato tutto dopo quel giorno"
"Li, non dobbiamo davvero più parl-"
"Si, dobbiamo.Io..." Liam arrossì, tornando a fissare il colletto della maglia di Theo pur di non incrociare i suoi occhi "Non ero in una bella situazione con me stesso allora. Mi sembrava di essere al punto in cui tutto quello che facevo era far star male le persone a cui tengo, o deluderle. Come se quella fosse l'unica cosa che fossi capace di fare. Mio padre, mia mamma, Scott, Hayden, perfino Brett... e poi anche te. Stavo come scappando dalla felicità perchè pensavo di non meritarla, o perchè pensavo di non essere capace di averne cura."

Theo deglutì "Cosa ti ha fatto cambiare idea?" Theo voleva saperlo. Cosa aveva fatto andare Liam dal respingerlo in continuazione a raggiungerlo e baciarlo in un aereoporto affollato?
"Non so, Mason ha aiutato un po'... e anche mia mamma, stranamente... e poi a un certo punto è come se la paura di perderti fosse diventata piu' grande della paura di essere una delusione. Non volevo che accadesse. Volevo essere... felice per una volta."
Theo usò la mano che teneva ancora a terra per accarezzare il lato del viso di Liam e i capelli vicini all'attacattura "E lo sei?"
"Sì... lo sono. Tu mi rendi felice" Theo sorrise e Liam lo imitò "Quindi sì, mi piaci da morire anche tu"

Theo si lanciò in avanti, catturando le labbra di Liam con le sue, premendolo contro il manto erboso sotto di lui, mentre Liam lo tirava vicino usando la sua presa attorno alle spalle. Sentì Liam gemere contro le sue labbra, quando la sua lingua si fece strada nella sua bocca, leccando, succhiando, mordicchiando ogni centimento. Baciare Liam potrebbe essere diventata la sua nuova dipendenza, perchè avrebbe continuato a farlo per sempre, davvero. E voleva sempre di piu'.

Poi un attimo dopo era bagnato. E nemmeno nel modo divertente. Sentì qualcosa di gelido sulla schiena e alzò la testa,mentre tutti gli irrigatori nel parco si azionavano, schizzandoli complettamente. "Porca puttana" imprecò Theo, mentre Liam rideva "Oh mio dio"
Ancora librandosi sopra di lui, Theo lo guardò ridere, stringendo gli occhi per evitare che l'acqua gli finisse dentro "Questo non lo avevo previsto" fece ironico
"Ok, non mi importa" Liam rise piu' forte, mentre tirava di nuovo Theo per un altro bacio.

*

Quando uscirono dal parco erano da poco passate le 22, e avevano i vestiti ancora umidi, che si appiccivano fastidiosamente alla pelle. Liam continuava ancora a ridere di tanto in tanto, e Theo non poteva non imitarlo. Mentre salivano in auto, Liam controllò il telefono, e vide che sua mamma gli aveva finalmente risposto, con un assenso e un'infinita' di raccomandazioni inutili.
"Cosa ha detto Jenna?"
"Che dobbiamo darle il numero dell'albergo in cui staremo" Liam rispose subito, con un sorriso divertito. Theo rise.
Liam lo vide sistemare il telefono sul cruscotto, Google Maps già aperto "Hai trovato qualche albergo?"
"Ho trovato un B&B, ce n'è uno con posti ancora disponibili a qualche isolato da qui."
"Bene" Liam fece, senza riuscire a nascondere del tutto il suo panico crescente, mentre si agitava sul sedile.

"Prima però..." Theo non sembrò averlo notato però, perchè stava parlando di nuovo con quel suo ghigno sul viso "...c'è un altro posto da visitare"
Liam lo guardò confuso. "Davvero? A quest'ora?" Poi il suo sguardo si fece sospettoso. "Non entrerò in un night club con te, sappilo"
Theo rise. "Non è decisamente quello che stavo pensando"
"Sei mai stato in un night club?" chiese subito Liam, prima che potesse perfino rifletterci

Theo lo guardò divertito "Cosa?"
Liam scrollò le spalle, fingendo indifferenza, anche se stava già arrossendo "Era solo una domanda"
"Pensi che mi farebbero entrare in un night club?"
"Be' non avresti nemmeno potuto comprare 200 dollari di alcool ma l'hai fatto" Liam fece, sorridendo al ricordo.
"Quello era Josh, e..." Theo arrossì, focalizzandosi sulla strada. "sì, Josh potrebbe averci fatto dei documenti falsi per situazioni del genere. Ma è stato tanto tempo fa"
"Davvero?" chiese Liam scettico.

"La scorsa estate." Theo incrociò lo sguardo di Liam. "Cosa? Eravamo solo curiosi"
"Sì immagino curiosi di cosa" Liam rise, anche se sentì di nuovo quella situazione di disagio. Theo aveva avuto tante esperienze, con persone diverse, sicuramente cento volte piu' esperte di lui. Come poteva competere? Lui era fottutamente terrorizzato dalla sola idea di spogliarsi completamente di fronte a qualcun'altro. Certo, questo non era un qualcuno qualsiasi. Era Theo. Poteva vincere l'imbarazzo. Ma proprio perchè questo era Theo, non poteva vincere altrettanto facilmente la paura di rendersi ridicolo. O di non apparire abbastanza attraente ai suoi occhi. O quella di non riuscire a farlo bene.

Quando Theo fermò la macchina, Liam nemmeno se ne rese conto, talmente assorto nei suoi pensieri, finchè Theo non fece il giro dell'auto aprendo la sua portiera.
"Sai, non credevo che fossi uno di quelli che pensa che un uomo debba sempre aprire la porta"
Liam lo guardò pericolosamente mentre scendeva "Mi stai dando della donna?"
Theo rise "Stavo solo scherzando"

Liam fu poi attratto dal posto in cui erano. Una piazza, quasi deserta, a parte qualche dipendente dei bar che stava pulendo il proprio locale, e un uomo piu' lontano, con un cane al guinzaglio. "Dove siamo?" Poi il suo sguardo si posò sull'enorme fontana al centro della piazza e allargò gli occhi quando la riconobbe. Guardò Theo a metà tra l'esitante e il divertito "Perchè siamo qui?"
"Vieni" Theo prese la mano di Liam guidandolo verso l'enorme fontana, e si fermò solo quando furono pericolosamente vicini.
"Ti prego, dimmi che non stai pensando di buttarmi dentro di nuovo" rise Liam.
"In realtà, il contrario"
Liam allargò gli occhi perplesso. "Vuoi che io ti butti dentro?"
Theo parve sorpreso "No!" Poi parve rifletterci "A meno che non sia quello che vuoi"

"Non voglio buttarti in una fontana" commentò Liam divertito.

"Bene. Grazie" Theo rise sollevato

"Okay quindi perchè siamo qui?" chiese poi leggermente.
Theo gli prese di nuovo la mano. Sembrava teso e imbarazzato. Per un attimo Liam fu sfiorato dall'idea che Theo sembrasse sul punto di chiedergli di sposarlo. Si colpì mentalmente poi al pensiero che un'idea così ridicola l'avesse anche solo sfiorato. Stava delirando?
"Ecco vedi..." Theo sussurrò, abbassando lo sguardo sulle sue scarpe. "Questo è il posto... in cui per la prima volta mi hai urlato che mi odiavi." Liam lo guardò preso alla sprovvista. Sì, ricordava vagamente quando aveva urlato quelle tre parole, seduto sul fondo della fontana, completamente fradicio, mentre ogni singola persona attorno rideva di lui. Theo si portò la mano libera a tirarsi indietro i capelli "Immagino tu l'abbia capito ormai, che ho scelto gli stessi posti di quella stupida gita. So che è un po' stupido... e me l'hai già mille volte che non posso sostituire quello è stato, ma-"
"Theo, non c'è bisogno che tu- voglio dire, ormai è il passato"

"Lasciami finire. Quando ho deciso di farlo, non stavo pensando a sosituire nulla. Sai, credo... volessi portarti qui... non so, come per chiudere il cerchio." Si spostò piu' vicino a lui. "Noi... abbiamo iniziato male" Theo rise perchè quello era davvero l'eufemismo del secolo. "Voglio dire, davvero male" Liam non potè che sbuffare divertito, in accordo. "ma le cose sono migliorate, e sto solo sperando che andranno sempre meglio." Le mani di Theo scivolarono sui suoi fianchi tirandolo vicino.

Liam lo guardò sorridendo, col cuore a mille. "Be' e credevo di essere io quello sdolcinato" E poi lo baciò. E ancora e ancora. Finchè non dovettero separarsi per riprendere fiato. Gli occhi luminosi e i sorrisi ormai probabilmente stampati in eterno sui loro visi.


E in quel momento, mentre sentiva felicità, amore, invadere ogni centimento del suo corpo, non riusciva quasi a pensare di aver mai desiderato qualcosa di diverso da quello con Theo.

Sì. Le cose erano davvero cambiate.

*

Lungo la strada verso il B&B, si fermarono velocemente in un negozio aperto 24 ore su 24 come recitava l'insegna. Non avendo programmato di passare la notte fuori, erano leggermente a corto di oggetti utili. Theo suggerì di comprare solo spazzolini, dentifricio e bagnoschiuma, e che potevano fare a meno di pigiami, potevano semplicemente dormire in boxer. Questo rese ancora Liam ancora piu' consapevole e agitato.

Quando entrarono nel B&B la vecchia signora alla reception lanciò loro una sguardo giudicante e Liam si sentì ancora più sotto pressione. Anche le vecchie signore sapevano meglio di lui quello che si supponeva dovesse accadere date le circostanze.


La stanza del B&B era piccola e spoglia, per niente simile a quella che avevano condiviso durante la gita allo Yosemite Park, aveva solo un letto matrimoniale al centro con due comodini al lato e un piccolo armadio leggermente consunto. Liam notò che le lenzuola non era messe meglio, mentre si sedeva a gambe incrociate al centro del letto. Avevano anche un leggero odore di chiuso. Ma non avrebbe fatto sicuramente lo schizzinoso. Dopotutto Theo aveva a malapena pagato 30 dollari per quella stanza. Si guardò intorno nervosamente mentre aspettava che Theo uscisse dal bagno. Controllò il telefono nel mentre, e vide che Mason gli aveva mandato un messaggio poche ore prima che diceva soltanto Domani voglio i dettagli.

Liam sorrise scuotendo la testa, mentre digitava Non so quando torneremo, siamo ancora fuori

Mason: Davvero? Dormirete fuori?

Liam: Già, Theo ci ha preso una stanza


Mason: COSA?!

Liam rise. Liam: Riesco a sentirti shippare da qui


Mason: puoi dirlo forte

ok ti lascio al tuo... impegno... allora ;)

Liam arrossì. Bloccò il suo telefono posandolo sul comodino quando sentì la chiave girare nella serratura e Theo uscì dal bagno. Il suo respiro s'inceppò, quando prese atto del fatto che Theo non indossava piu' la maglietta, che ora oscillava stretta alla sua mano destra. La tirò distrattamente su una sedia sgangherata all'angolo, e si voltò finalmente verso Liam. Le sue labbra s'inclinarono in un sorriso, quando vide che Liam era ancora seduto al centro del letto, completamente vestito e totalmente preso in contropiede. "Pensi di dormire così?" lo prese in giro, avvicinandosi. "Sì... cioè voglio dire, no..." Arrossì furiosamente, abbassando lo sguardo su di se'. Improvvisamente non sapeva cosa fare delle sue mani. Le sentì stringersi all'orlo della sua t-shirt, ma non si stavano effettivamente muovendo per tirarla via. Guardò Theo agitato "Resterai lì a fissarmi?"

Theo sorrise di nuovo, arrampicandosi finalmente sul letto, un ginocchio alla volta e inginocchiandosi davanti a Liam. "Cosa? Vuoi che ti aiuti?" lo stuzzicò. Liam avvampò. Forse era soltanto lui che stava diventando iper-consapevole, non c'era bisogno di agitarsi tanto solo per questo. Tirò la maglia tentativamente, fermandosi poi subito dopo, il cuore che pulsava doloramente. Liam sentì le mani di Theo sfiorare le sue dita dolcemente, prima di stringersi a sua volta attorno alla sua maglia. Liam deglutì mentre Theo, senza smettere un secondo di guardarlo negli occhi, lo aiutava a tirar via finalmente la t-shirt. Lasciò che fosse Theo a prenderla e a gettarla poi da qualche parte nella stanza, mentre il suo sguardo continuava a rimanere su Liam spostandosi dal suo viso al suo petto. Liam era sicuro che perfino quello era rosso ormai, e si sentì stranamente vulnerabile ed esposto, sotto lo sguardo intenso di Theo.

"Posso baciarti?" chiese Theo in un sussurro.

"Da... da quando mi chiedi il permesso per farlo?" Liam pigolò, quasi senza fiato.

"Da quando ho paura che tu possa fuggire da un momento all'altro"
"Tu... hai paura?" Liam guardò Theo, quasi incredulo. In effetti anche Theo sembrava combattuto.
"Sono dannatamente terrorizzato" sussurrò.

Liam deglutì. "Non scapperò da nessuna parte" E lo pensava davvero, non importava cosa sarebbe successo o no, non sarebbe piu' fuggito.

"Bene" Theo sussurrò ancora, prima di lanciarsi in avanti. Lo prese a coppa ai lati del viso, baciandolo avidamente e pieno di desiderio, mentre si spingeva in avanti. Liam colpì con la schiena il materasso, la testa che affondava nel cuscino logoro. Lo baciò in risposta, con lo stesso bisogno, ma quella sensazione di ansia non voleva sparire. Tenne la mani mezze sospese in aria, non sicuro di dove metterle. E quando il bacio si scaldò sempre di piu', le mani di Theo che scesero avide lungo il suo corpo, accarezzandolo, esplorandolo, le sue si strinsero d'instinto sulle lenzuola sotto di lui. Il suo respirò balbettò, trattenendo un gemito, quando Theo spostò le labbra sul suo collo, lasciando una serie di baci e morsetti anche lì. Quando succhiò avidamente un lembo di pelle in quel punto, Liam non riuscì piu' a trattenersi. Ansimò, le mani che scattarono a posarsi sulle spalle di Theo. Serrò gli occhi, combattuto tra l'imbarazzo e il piacere, tra il tirarlo piu' vicino e l'allontanarlo. Sentiva il proprio viso in fiamme, e un principio di erezione sotto i suoi jeans, il che lo rese soltanto piu' nervoso. Poi Theo, che fino a quel momento si era librato su di lui senza veramente far toccare i loro corpi, si lasciò cadere su di lui, la testa ancora nascosta contro l'incavo del suo collo, e fece rotolare i fianchi, in cerca di frizione, ansimando contro il suo orecchio qualcosa che suonò vagamente come il suo nome. Potè anche letteralmente sentire Theo a sua volta già mezzo duro contro di lui, e quello gli mandò una scossa di piacere lungo la spina dorsale. Merda, merda, questo sta davvero accadendo, s'impanicò. Sentì il suo corpo irrigidirsi, e chiuse gli occhi di nuovo in attesa. Lo voleva, lo voleva anche lui...

"Li" Liam annotò mentalmente che la voce distrutta di Theo doveva essere ritenuta illegale. Non stava affatto aiutando. Riaprì gli occhi, e vide che Theo lo stava guardando. Il suo respiro era corto, ma non aveva piu' quello sguardo intenso e quasi famelico di poco prima. Sembrava... mortificato.
"Mi dispiace" sussurrò infatti, prima di far di nuovo leva sulle braccia per allontanare il proprio corpo da quello di Liam. Il cuore di Liam perse un battito, da una parte per la perdita, dall'altra perchè onestamente non sapeva esattamente per cosa si stesse scusando. Si sentì a sua volta mortificato. Era lui quello che aveva ucciso l'atmosfera con la sua esitazione. "Io... non voglio costringerti a fare nulla che non vuoi fare" Theo continuò, senso di colpa che trasudava dalla sua voce.

Liam si agitò. "N-no! Io.. io lo voglio, tu... non hai fatto niente di male!" Arrossì ancora di piu', abbassando lo sguardo. Si sentiva un vero idiota "E' colpa mia, è solo che- io-"

Theo sorrise, sfiorandogli la guancia con la mano e facendo sì che Liam tornasse a guardarlo. "E' okay. Non importa." disse. "Cioè, voglio dire, importa, ma..." Theo si corresse impacciato poi sospirò. "Quel che intendo è che non è solo sesso, per me, non stavolta... quindi se e quando sarai pronto, noi lo faremo" lo rassicurò Theo dolcemente. Liam lo guardò, imbarazzo e commozione che ribollivano in lui facendogli inumidire gli occhi. Poi annuì debolmente. Theo si sporse di nuovo in avanti, posandogli un bacio leggero sulle labbra. "Vuoi andare a dormire?" gli chiese poi, rotolando su un fianco accanto a lui.
"S-sì..." Liam rotolò a sua volta per mettersi di fronte a lui. Lo guardò per un attimo incerto. "Po-posso abbracciarti?" chiese poi.

Theo sorrise "Da quando devi chiedermi il permesso?" lo imitò. Liam non rispose, sorrise e basta, avvicinandosi e posando la testa sul petto di Theo, lasciandosi abbracciare e sciogliendosi nella piacevole sensazione.

Non riusciva ancora ad allontanare del tutto quella sensazione di senso di colpa mista ad imbarazzo. Ma Theo aveva ragione, aveva bisogno di essere pronto, e le cose sarebbero migliorate. E sicuramente che con un po' di tempo si sarebbe sentito al sicuro anche in quello, tanto quanto si sentiva ora stretto tra le braccia di Theo.

CONTINUA

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Tutto quello che potevo chiedere ***


22. Tutto quello che potevo chiedere

 

"Okay. Quanto tempo abbiamo?"

Erano appena tornati a casa dopo aver passato la mattinata tra fiorai e agenzie di catering. Il matrimonio era ormai alle porte, e c'erano gli ultimi dettagli e conferme di cui occuparsi e spettava solitamente a loro, visto che sia Paul e Jenna erano irrimediabilmente assorbiti dal lavoro e non avevano molto tempo. Non appena avevano messo piede in casa, Theo aveva tirato Liam per la mano frettolosamente, guidandolo su per le scale e poi in camera sua. Con una delicata spinta sul petto, fece sedere sul letto Liam, che vi cadde con un morbido thump, senza mai smettere un secondo di guardarlo quasi con bramosia, la bocca leggermente aperta, in attesa.

"Il turno di mamma finisce tra venti minuti" rispose Liam un po' preoccupato, ma impaziente, mentre Theo, col suo sorrisetto caratteristico stampato in faccia, si arrampicava sul suo grembo. "Bene" Gli prese il viso tra le mani, tirandolo piu' vicino. "Allora abbiamo tempo"

Un attimo dopo Liam stava scivolando all'indietro, cadendo di schiena al centro del letto, Theo che si librava su di lui, inchiodandolo al materasso con un bacio carico di desiderio. Liam mugugnò contro le sue labbra, mentre si lasciava andare al bacio, le mani che si fiondarono tra i capelli di Theo, un po' tirandoli un po' accarezzandoli, in un tentativo di farlo piu' vicino. Le mani di Theo si spostavano bisognose lungo tutto il suo corpo, mentre leccava il suo labbro inferiore, come a chiedere il permesso a Liam di farlo entrare. Per tutta risposta, Liam schiuse le labbra e strinse la presa delle braccia attorno al suo collo, tirandolo piu' vicino e facendogli perdere l'equilibrio sulle ginocchia. Theo mugugnò quando cadde completamente su di lui, i corpi di entrambi caldi e bisognosi di contatto, mentre le loro lingue si incontravano finalmente nel migliore dei modi. Le mani di Theo si spostarono sui suoi fianchi, scivolando tentativamente sotto la maglia dell'altro, sfiorando finalmente la sua pelle rovente.

"E' okay?" ansimò. Si allontanò solo di qualche pollice, incontrando gli occhi di Liam, e ammirando le sue labbra gonfie e le guance rosse. Non voleva rischiare di fare qualcosa che potesse anche solo lontanamente mettere Liam a disagio. Sapeva bene che non avrebbero fatto niente, né ora né nell'immediato futuro. Gli bastava solo sentire Liam piu' vicino.

Liam doveva pensarla allo stesso modo perchè annuì velocemente, e le sue mani si spostarono dal suo collo lungo tutta la schiena, per poi risalire, stavolta sotto il tessuto, sollevandolo un po'. La sua pelle bruciava ovunque Liam lo toccasse, e non riusciva a non pensare a come si sarebbe sentito quando l'avrebbe fatto definitivamente suo. Se bastava solo un bacio, e qualche rapido tocco, per far incendiare ogni singola fibra del suo corpo, per portalo già vicino al limite, non osava immagine come fosse il dopo. Ma cercò di non pensarci, zittendo i pensieri fiodandosi di nuovo in avanti e baciandolo ancora, stavolta piu' lento, ma comunque intenso, mentre Liam continuava ad accarezzargli la schiena.

Quando alla fine riuscì a separarsi da quelle labbra afrodisiache, Theo sorrise al ragazzo sotto di lui, lanciando una rapida occhiata all'orologio legato al polso di Liam, posato contro il suo bicipite. "Visto? Te l'ho detto che avevamo tempo"

Incontrò gli occhi di Liam, che lo stavano guardando fisso, gli occhi grandi, quasi come a studiarlo. Si stava torturando il labbro inferiore, e sembrava imbarazzato.

Theo cominciò a preoccuparsi. "Hey, che c'è? Ho esag-?"

"No!" Liam si affrettò a dire, scuotendo la testa sotto di lui "Io- io- ecco, io vorrei-" Liam si agitò imbarazzato, facendo oscillare lo sguardo tra gli occhi di Theo e un punto piu' in basso
Theo sorrise. Vorrei. Gli piaceva quella parola, soprattutto se proveniva dalle labbra di Liam. "Cos'è che vuoi, Li?" chiese dolcemente.
"Uhm-" Gli occhi azzurri di Liam scivolarono stavolta fermandosi allusivamente sul suo collo. "Posso-?"
Il sorriso di Theo si allargò. "Vuoi... farmi un succhiotto?" suggerì sorpreso

Liam arrossì, ma annuì. "Voglio marchiarti, così che tutti possano vederlo" ammise.
Il cuore di Theo perse un battito. "Okay" soffiò velocemente. Liam sapeva passare dall'essere imbarazzato e timido all'essere determinato e spavaldo in un modo che lo lasciava sempre senza fiato.

Si lasciò spingere seduto contro la testiera del letto, e Liam si mise seduto sul suo grembo, catturando immediatamente le sue labbra. Theo lo tirò piu' vicino facendo leva sui suoi fianchi, mentre Liam senza esitazione spostava la sua attenzione sul suo collo, leccando e succhiando con cura. Theo soffocò un gemito, arricciando le dita contro il tessuto della maglia di Liam socchiudendo gli occhi alla sensazione delle labbra di Liam sulla sua pelle. Poteva sentire già un principio di erezione premere contro il cavallo dei suoi pantaloni, e non era esattamente una buona cosa in quel momento.


Quando Liam si allontanò da lui, ammirando il suo lavoro col viso in fiamme, Theo lo prese per il viso tirandolo in un altro bacio affamato. Poi si allontanò, sorridendogli, e Liam fece altrettanto.


"Ti dona" constatò lui, tornando a guardare la pelle del collo di Theo che cominciava ad arrossarsi.

"Sai essere diabolico quando vuoi lo sai?" Theo lo stuzzicò, dandogli un altro leggero bacio. "Ma dobbiamo smetterla ora, altrimenti avrò un problemino che non si risolverà nei cinque minuti che ci restano" Theo scherzò.

"Okay" Liam rise un po' senza fiato, mentre scendeva dal grembo di Theo, buttandosi seduto accanto a lui. Qualche secondo dopo, lo guardò in tralice "Sai... mi spiace"
Theo lo guardò curiosamente "Per cosa?"
"Se... uh, ecco-" Liam si torse le mani in grembo imbarazzato "se ti faccio impazzire... con questa cosa del- sai..."
"Non dirlo nemmeno, Li" Theo lo guardò severamente "Non è quello che intendevo, lo sai..."

"Sì...lo so..." rispose Liam debolmente
"Io sono felice con quello con cui ti senti a tuo agio di fare" Theo gli disse tranquillamente, posandogli una mano su un ginocchio con fare affettuoso "Baciarti, anche solo averti così... è molto piu' di quanto avrei pensato di poter avere" ammise poi onestamente.

Il cuore di Liam accellerò, e le sue labbra si inclinarono in un sorriso felice. Poi si sporse di lato, baciando di nuovo Theo delicatamente. Quando si allontanò, lo guardò sardonico "Sei così sdolcinato"

Theo sbuffò esagerato "Zitto, lo adori"
Il sorriso di Liam si allargò "Sì, da morire" sussurrò

Theo si sporse e lo baciò di nuovo, stavolta piu' profondamente. I loro corpi non si stavano toccando, era solo un semplice tocco di labbra, ma sembrava abbastanza da farlo impazzire. Poteva quasi sentire letteralmente l'elettricità passare da un corpo all'altro.

Quando si separarono, Theo lo contemplò, di nuovo un sorrisetto sul viso "Sai, in realtà non mi aspettavo che tu fossi così bravo in questo, mi hai sorpreso, te lo devo dire"
Liam fece un verso di finto sdegno, incrociando le braccia al petto "Ho baciato delle persone prima, Theo!"

Theo alzò un sopracciglio, con aria strafottente "Ah si? E sentiamo, quante?"
"Uh...be'... non posso ricordarmele tutte" fece Liam vago, cercando di suonare altezzoso. Il sopracciglio di Theo si alzò ancora di piu', se possibile. Liam roteò gli occhi, cedendo. "Okay, quattro."
"Una di queste è Mason, vero?" fece Theo, sorridendo di piu'. "E un'altra sono io"

"Uh... uh-uh" Liam gemette. Theo rise. Liam lo colpì leggermente sul braccio. "Hey, non conta la quantità di persone, ma la quantità di pratica" protestò Liam. "E fidati, con Brett ne ho fatta abbastanza"

Il sorriso di Theo si trasformò in una smorfia. "Non nominarmi quello stronzo. Il solo pensiero che lui è stato il tuo primo bacio è rivoltante"
Liam rise "Sai, non puoi davvero fare il geloso per Brett quando solo ieri quella tizia ti ha seguito per tutto il locale, non mollandoti per un solo secondo" rispose, cercando di suonare indifferente.

Non lo era per niente.

Theo allargò gli occhi. Non pensava che Liam se ne fosse accorto, visto che non ne aveva accennato minimamente per tutto il giorno. Poi sorrise. "E ora so da dove ti è venuta l'idea di 'marchiarmi'." fece, mettendo le virgolette in aria sulle ultime due parole. Suonava fin troppo compiaciuto per i suoi gusti, ma Liam potè solo arrossire mugugnando un imbarazzato "sta zitto"

Perchè era vero.

Aveva dovuto passare la serata a vedere quella tizia seguire Theo per tutto il Sinema, standogli appiccata come una cozza, con il seno strategicamente in bella vista e la gonna troppo corta. Non si era allontanata da lui nemmeno per un attimo, impedendo così loro di sgattaiolare via in un posto piu' riservato per qualche minuto come facevano sempre durante uscite del genere.

Era stato frustrante. Tanto che Mason a un certo punto aveva dovuto accompagnarlo fuori, prima che il suo fastidio evidente diventasse di dominio pubblico, finendo per rovesciare alla ragazza in questione qualche drink in testa. Josh, Tracy e Hayden erano già abbastanza sospettosi così, grazie.

Theo si sporse di nuovo verso di lui, sorridendo "Sai, sei carino quando sei geloso"
"Io non sono carino" disse Liam col broncio. Poi realizzò. "E non sono geloso"

"Sì, lo sei. Entrambi" Theo fece per baciarlo, quando si sentì qualcuno aprire la porta al piano di sotto. Un secondo dopo Jenna stava gridando un "Sono a casa!" a chiunque fosse a portata d'orecchio.

Liam sorrise compiaciuto, mentre metteva una mano sul viso di Theo fermandolo e spingendolo indietro dolcemente, prima di saltare giù dal letto. "Tempo scaduto, stronzo" lo prese in giro, picchiettando l'orologio col dito e fiondandosi fuori dalla stanza.

Theo lo guardò uscire, senza parole. "Ti odio, cazzo" rise

"Ci credo totalmente" rispose la voce di Liam dal corridoio.

*
 

"Porca puttana" esclamò Mason a un certo punto, alzando la testa leggermente dalla sdraio a bordo piscina, e sollevando un po' gli occhiali da sole, come se gli impedissero di vedere bene in qualche modo.

Distratto dal suo momento di relax sulla sdraia accanto a quella del suo migliore amico, Liam aprì gli occhi, sbattendo le palpebre alla luce improvvisa, e voltandosi stupito verso Mason. "Che cosa?"
 

Mason lo guardò ammirato "Theo è davvero in gran forma"
"Mason!" Liam boccheggiò scandalizzato "Ti ci metti anche tu?!" piagnucolò.

I suoi occhi saettarono poi verso Theo, che doveva essere appena uscito dalla piscina in modalità fotomodello sexy, visto l'espressione di Mason. A quanto pare aveva deciso di accompagnare Josh al supermercato a rifornirsi di birra e snack per tutti loro.


"Scusa" Mason alzò una mano con fare conciliante, rimettendosi gli occhiali mentre Josh e Theo si dirigevano alla depandance per cambiarsi nei loro abiti asciutti "ma saper apprezzare un bel ragazzo è nella mia natura, non posso farne a meno" disse tranquillo.

"Sì, ok, ma sbava sul tuo di fidanzato" Liam fece con un cipiglio sul viso. Mason rise.

"A proposito, non c'è forse qualcosa che vorresti dirmi?" Liam lo guardò, ancora non sicuro se essere arrabbiato o no "Magari su quel vistoso segno apparso magicamente sul collo di Theo?" continuò derisorio Mason.

Liam arrossì, roteando gli occhi "E' solo un succhiotto"

"Quindi non stavi solo marchiando il territorio?" continuò Mason ridendo. "Con la ragazza dell'altra sera?"
"Con lei e il resto del mondo" sbuffò Liam amareggiato.

Mason si girò verso di lui alzando un sopracciglio. "Che vuol dire questo?"
Liam sospirò, tirandosi a sedere, dando le spalle alla piscina e guardandolo solo Mason. "Mase, è così difficile competere" piagnucolò.

"Competere?" Mason lo guardò senza capire, tirandosi a sedere a sua volta, finalmente serio.

Liam annuì esitante, scrollando le spalle afflitto e abbassando la voce per non farsi sentire dagli altri tre. "Theo ha un sacco di... esperienza... io invece so a malapena baciare, e al massimo so fare qualche succhiotto" fece un vago cenno verso la depandance. "Come posso pensare di... fare altro..." Liam allargò gli occhi alla parola allusivamente, un lieve rossore sul viso "...se so già che quando succederà, sarò una completa delusione per lui?"

Mason lo guardò con una mezza risata sconcertata. "Liam, che dici- perchè dovresti essere una delusione?"

Liam alzò gli occhi al cielo con un gemito tormentato "Come posso competere con le decine di persone con cui Theo ha... ha fatto sesso?" Il suo viso si contorse in una smorfia "Saranno state tutte sessesperte e io farò schifo" concluse poi velocemente.

"Sessesperte?" ripetè Mason non riuscendo a trattenersi dal ridere.

Liam arrossì di piu', mettendo il muso "Si dice, e poi sai cosa intendo!"

Mason sospirò "Io penso solo che tu sia spaventato, ed è normale, è la tua prima volta. E Theo questo lo sa benissimo. Fidati che quando sarà il momento, avrà ben altro a che pensare che le decine e decine... e decine... e decine... di persone 'sessesperte' che ha incontrato prima di te" dichiarò, disegnando le virgolette in aria.

Liam lo guardò male. "Non sei per niente d'aiuto Mase"
"Scusa, cercavo solo di alleggerire la tensione" Poi tornò serio. "E comunque, non vuol dire che io non abbia ragione. State insieme solo da due settimane. E a Theo piaci, davvero, e l'ha dimostrato molte volte. Soprattutto l'altra sera, quando non ha degnato di uno sguardo quella ragazza che lo seguiva come un cagnolino. Lui vedeva solo te" fece Mason con semplicità. "E questo non cambierà, sesso o non sesso"
Liam lo guardò ancora un po' scettico. "Lo pensi davvero?"

"Certo" fece Mason convinto "Li, il sesso non è tutto in un rapporto" Liam si sentiva già molto meglio. Okay, forse non si sarebbe arrabbiato con Mason per il commento fuoriluogo su Theo.


"Stronzate" commentò la voce di Nolan da dietro di loro. I due si voltarono di scatto verso di lui, vedendolo appoggiato con entrambe le braccia a bordo piscina, intento a guardarli con un sorriso trasognato. "Il sesso è tutto"

Liam guardò Mason, impassibile "Posso affogarlo?" "No"

Alec e Corey risero mentre raggiungevano Nolan. "E cosa vuoi saperne tu?" lo prese in giro Alec, schizzandolo. "Non lo hai mai fatto!"

Nolan lo guardò con aria compiaciuta. "Quello era prima"
Tutti e quattro lo guardarono sconcertati. Si vedeva lontano un miglio che non vedeva l'ora di urlarlo ai quattro venti. "Oh mio Dio" rise Corey.

"Non ci credo. Tu e quella st-..." boccheggiò Liam scandalizzato. "...-tuupenda ragazza l'avete fatto?!" Mason lo guardò divertito, trattenendo una risata a stento

Nolan non sembrò farci caso. Scivolò indietro galleggiando sull'acqua annuendo e sorridendo come un ebete. "Già"
"E quando?" chiese Alec alzando un sopracciglio.

"La scorsa settimana"
"Quindi... state insieme?" chiese Liam debolmente. Non riusciva a crederci che anche Nolan si fosse unito al lato oscuro e ora lui fosse l'unico idiota rimasto dall'altra parte.

"Be'... in realtà no" rispose Nolan tranquillo. "Ci vediamo spesso, ma non abbiamo mai parlato di essere ufficiali, quindi.."
"E a te sta bene? Insomma, era la tua prima volta, non dovrebbe essere una cosa... speciale?" chiese Liam dubbioso.

"Sei troppo sentimentale, Li" Alec ridacchiò. "E poi il sesso senza sentimenti sa essere molto speciale, sai"
"Sì, ma il sesso con sentimenti è tutt'altra cosa" s'intromise Mason, guardando Liam allusivamente. E allargò gli occhi, incrociando lo sguardo di Corey in cerca di aiuto. "Certo, Mason ha ragione" annuì lui velocemente.
Alec sbuffò. "Questo perchè voi siete una coppia, che vuol dire sesso garantito a lungo termine, non tutti hanno questa fortuna, sapete"

"Quindi quando l'hai fatto tu l'ultima volta?" chiese Nolan fin troppo curioso.

"Il mese scorso, la sera del ballo" La mente di Liam andò alla ragazza con cui Alec stava ballando quella sera.

"Ah-ah! Ti ho battuto"

Alec lo schizzò "Sta zitto, ne hai di strada per raggiungermi, stronzo"

Liam si morse il labbro, abbassando gli occhi sulle sue mani intrecciate in grembo. Possibile che solo per lui fosse un problema? Era davvero così ingenuo?

"E comunque" Nolan fece attirando di nuovo lo sguardo di Liam. "per me non è stato senza sentimenti, a me Amber piace, e poi..." Scrollò le spalle guardandolo. "è diverso quando frequenti qualcuno che non è alla sua prima volta. Il sesso è un bisogno no? E io lo sapevo che se non avesse avuto da me quello che voleva, sarebbe andato a cercarlo da qualcun'altro. Non volevo rischiare"

Liam sgranò gli occhi. Cosa? Quelle parole lo colpirono in pieno. Sentì il cuore accellerare, accompagnato da un'ondata di panico crescente. A questo non aveva pensato! Faceva male pensarlo, è vero, ma Theo era abituato a fare sesso. Possibile che ne sentisse il bisogno? Dio, stava forse torturando il suo fidanzato? E possibile che se Theo non avesse avuto da lui quello che voleva, lo sarebbe andato a cercare da qualcun'altro? No no quello era-

C'era una guerra letterale nella testa di Liam in quel momento. Non si accorse nemmeno che Josh e Theo erano tornati. I due si avvicinarono, porgendo loro delle birre fresche.


"Quindi... di che stavate parlando?" chiese Josh tranquillamente, togliendosi le scarpe e sedendosi a bordo piscina vicino a Nolan. Theo lo imitò poco dopo.

Liam li guardò allarmato mentre Corey, Alec e Nolan risposero in coro senza farsi alcun problema: "Di sesso"
Josh li guardò allibito. "Be' questo è un argomento che mi piace" commentò, bevendo un sorso di birra.

Liam arrossì mentre Theo incrociava il suo sguardo, divertito. "E qual è il contributo di Liam a questa conversazione?" lo prese in giro.

Liam sentì un peso affondargli nello stomaco. Sapeva che Theo non lo aveva detto con cattiveria, ma quelle parole non servirono affatto a migliorare la situazione. Si sentiva sempre di piu' a disagio.

"Liam è un sentimentale, che vuole che la sua prima volta sia con una persona speciale che probabilmente non arriverà mai" rispose Alec con un sorrisetto.

"Arriverà invece" disse Theo per tutta risposta, lanciandogli un sorriso affettuoso in direzione di Liam. Il suo cuore gli saltò nel petto, e distolse lo sguardo. Tutta quella conversazione stava decisamente sfuggendo loro di mano

"Tu invece Josh? Quand'è stata la tua ultima volta?" chiese allegramente Alec.
Appunto. Liam li guardò brevemente, cercando di non sentirsi escluso da quello scambio di confidenze tra amici. L'occhiata preoccupata che Mason gli stava lanciando, gli fece capire che stava fallendo miseramente.

"Due giorni fa" rispose Josh compiaciuto, bevendo di nuovo.

"E la tua, Theo?" Quando Alec, spostò lo sguardo su Theo, tutti, compreso Liam, si voltarono a guardarlo in attesa. Liam non era sicuro di voler sentire la risposta.

Anche Theo sembrava a disagio. "Uh.. a... dicembre" rispose.

Tutti lo guardarono allibiti. "Davvero?" chiese Mason sconcertato.

Theo scrollò le spalle fingendo indifferenza.

"Non l'avrei mai detto" commentò Nolan.

Alec lo guardò comprensivo "Dobbiamo trovare qualcuno con cui farti scopare" disse come se nulla fosse. Theo rise. Liam si strozzò col suo sorso di birra. Mason gli battè sulla schiena.

"Sono perfettamente capace di trovarmelo da solo, grazie" sbuffò Theo divertito.
"A me non sembra" fece Nolan ridendo. Theo gli fece il medio con un cipiglio scuro.

"Al tuo posto io sarei dannatamente frustrato ora" gli fece eco Alec, suonando quasi dispiaciuto.

"Okay, la smettete di parlare della mia vita sessuale?!"
"Intendi la tua vita sessuale inesistente vero?" lo prese in giro Josh, guardandolo con un sorrisetto compiaciuto. Theo era sicuro che stesse di nuovo pensando alla stupida lista. Roteò gli occhi, e poi senza alcun preavviso, spinse Josh in piscina completamente vestito e con tutta la birra.

Josh riemerse sputando acqua, e sbattendo le palpebre, la birra ancora rigorosamente in mano. "Oh, ti farò il culo per questo, Raeken"

Qualche ora piu' tardi, quando Mason e Corey se n'erano già andati, e Nolan aveva raggiunto Amber da qualche parte, probabilmente a casa sua, pensò Liam con una smorfia, lui e Alec sedevano tranquilli a bordo piscina. Liam lanciò uno sguardo alla depandance dove Theo e Josh stavano ordinando qualcosa per cena, e poi tornò ad Alec. C'era una domanda che moriva dalla voglia di fargli, ma si stava ancora chiedendo se fosse socialmente accettab-...

"Come si fa a capire se qualcuno è frustrato sessualmente?" chiese all'improvviso. Alec lo guardò come se gli fossero spuntate due teste.

"Cosa?" rise sconcertato. Liam arrossì senza osare aggiungere altro. "Perchè mai lo chiedi?"
"Così" Liam scrollò le spalle, cercando di ricacciare dentro l'imbarazzo. "Curiosità"

Alec restò in silenzio per un attimo prima di ridere di nuovo leggermente. "Be' per noi ragazzi è facile" fece poi allegramente "Basta guardare la cronologia del pc, se capisci cosa intendo"

Liam avrebbe preferito non capire

*

Quella sera, approfittando che Jenna fosse al lavoro, e Paul chiuso nel suo ufficio a lavorare, Liam e Theo si accoccolarono sul letto, davanti a un film a caso. Liam non stava davvero prestando attenzione, ancora troppo sopraffatto dalla giornata e dalla quantità di informazioni. Si girò tra le braccia di Theo, ammirando il suo profilo illuminato tenuamente dalla luce della tv. Si morse il labbro, lasciando gli occhi vagare dalle sue labbra piene al naso sottile, dai capelli morbidi che gli ricadevano sulla fronte agli occhi che in quella situazione sembravano incredibilmente scuri e profondi. Ripensò a Theo che usciva dalla piscina, gocciolante d'acqua, quasi luminoso sotto la luce, bello da togliere il fiato. Era quasi ingiusto che qualcuno potesse essere così bello. Era normale che chiunque lo volesse. Probabilmente doveva ritenersi fortunato. Ma il pensiero di quelli che lo avevano avuto, nonostante le parole di Mason, era ancora vivido nella mente di Liam, facendolo sentire costantemente un passo indietro, un inetto, un incapace.

"Posso farti una domanda?" sussurrò a un certo punto Liam. Theo finalmente si distrasse dal film e si voltò a guardare Liam, accoccolato sulla sua spalla.

"Certo" fece Theo guardandolo ora incuriosito.

"Uhm... quello che hai detto prima..." Liam arrossì leggermente "che la tua ultima volta è stata a Dicembre... era vero?"

Theo lo guardò sorpreso. "Sì... perchè avrei dovuto mentire?"
"E' solo che... pensavo che tu... e Amber... quella volta..." Theo rise leggermente. "Perchè ridi? Non c'è niente da ridere" Liam mise il broncio.

"Lo sai com'è andata veramente quel giorno?" rise di nuovo Theo.

"Non so ci tengo a saperlo" sbuffò Liam.

Theo gli posò una mano sul viso, sollevandolo perchè lo guardasse dritto negli occhi.

"Ci stavamo baciando e io l'ho fermata" disse Theo serissimo. Liam lo guardò sorpreso "Perchè non riuscivo a smettere di pensare a te"
Il cuore di Liam perse un battito. "E Tracy?" soffiò fuori. "Vi siete tipo lasciati molto dopo"
Theo sospirò, guardandolo quasi a disagio. "Vuoi veramente saperlo?" chiese, e sembrava quasi in imbarazzo.

"Sì" rispose subito Liam, petulante.

"Okay, stupido" Theo lo guardò quasi irritato. "Ho smesso di dormire con lei quando ho capito che provavo qualcosa per te" ammise poi.

Liam sorrise "Davvero? E quando è stato?"
"Sai, avevi detto una domanda" Theo sbuffò ironico.
"Ti prego, Theo" Liam lo guardò con gli occhi da cucciolo, sollevandosi coi gomiti contro il suo petto per guardarlo meglio. "Dimmelo" Theo roteò gli occhi.

"Okay" si arrese con un sospiro "E' stato alla festa di Natale"

Liam lo guardò confuso. Aveva immaginato potesse essere successo quando si era ammalato o a Capodanno. "Perchè proprio la festa di Natale?" Non ricordava fosse successo qualcosa di particolarmente significativo allora.

Theo si morse il labbro, guardandolo prima di sospirare di nuovo. "Quando ho trascinato il tuo sedere ubriaco in camera, tu... mi hai detto che pensavi che fossi gentile. E mi hai chiesto di restare con te, e..." Theo si fermò.
"E cosa?" lo incitò curioso. I suoi ricordi di quella sera erano molto confusi.

"E mi hai baciato"
Liam lo guardò sbigottito "Che cosa?" sussurrò. "Non è vero!"
Theo rise alla sua espressione "Sì, l'hai proprio fatto! Mi hai detto che ti dovevo un bacio"

Liam arrossì, guardandolo sconvolto "Oh mio dio, perchè non me l'hai mai detto?!"

"Che avrei dovuto dirti?" Theo rise di nuovo "Eri troppo preso da Hayden, e se anche te l'avessi detto, probabilmente te la saresti presa con me, o avresti vomitato... di nuovo"

Liam lo colpì leggermente sul petto, perchè quello lo ricordava bene, e non aveva bisogno davvero di ripensarci.

"Hey" lo chiamò Theo piu' dolcemente, e Liam lo guardò. "Non te l'ho detto allora perchè non volevo essere un fastidio per te. E non volevo essere egoista. Ma quella sera, tu eri felice con me come se ti sentissi libero di essere te stesso, mi hai chiesto di restare come se ti sentissi piu' al sicuro con me, mi hai baciato come se mi volessi nella tua vita, e io ho capito che era tutto quello che volevo"

Il cuore di Liam accellerò mentre le labbra si inclinavano in un sorriso quasi commosso.
"Ed è così. Io sono felice con te, sono me stesso, mi sento al sicuro, e ti voglio nella mia vita" ripetè Liam lentamente. Si morse il labbro esitando "E anche per me è così da un sacco di tempo"
Theo deglutì, continuando ad accarezzargli i fianchi quasi d'instinto. "Da quando?" chiese, con voce quasi rotta. "Da quando è così per te?" ripetè di nuovo con voce piu' ferma.

"Non ne sono sicuro. Forse quando ti sei messo tra me e Gabe, o quando hai aspettato che uscissi dall'ospedale il giorno in cui sono finalmente andato da Scott, o forse anche prima... quando ho piantato in asso Hayden perchè stavi male e non rispondevi al telefono... è abbastanza confuso per me, da allora mi sembra di essere come su una montagna russa ed è difficile puntare il dito su un solo e singolo momento... so solo che a un certo punto sapevo che eri lì, ed era tutto quello che potevo chiedere"

Theo sorrise, ed era buio, ma Liam era sicuro che Theo avesse gli occhi lucidi. Lui sicuramente ce li aveva. "Chi è lo sdolcinato ora?" sussurrò Theo prima di tirarlo contro le sue labbra. Restarono lì a baciarsi, e ad abbracciarsi per un tempo che sembrò infinito. E se sembravano sdolcinati, a chi importava? Nessuno al mondo li stava guardando, nessuno li stava giudicando. Erano semplicemente e solamente loro.

A un certo punto il film era finito e uno nuovo era iniziato. Ma non aveva importanza. Non avevano voglia di spegnere tutto e tornare ognuno nella propria stanza. Almeno così avevano una scusa, una ragione per prolungare quel momento.
Liam era tornato a posarsi sulla spalla di Theo, cingendogli la vita e Theo gli accarezzava distrattamente i capelli.

"Posso farti un'altra domanda?" chiese ad un tratto Liam, rompendo il silenzio. Theo lo guardò alzando un sopracciglio. "E' l'ultima lo giuro" promise Liam, ridendo.

"Okay sentiamo questa domanda" sospirò Theo con finta esasperazione
"Chi- chi è stato la tua prima volta?" chiese Liam, arrossendo

Theo lo guardò spalancando gli occhi, preso alla sprovvista. La sua mano che si muoveva tra i capelli di Liam, si fermò

Ci mise un po' a rispondergli "Pe-perchè lo vuoi sapere?" chiese poi esitante
"Semplice curiosità." Liam scrollò le spalle. "No-non ti va di dirmelo?" chiese poi alzando un sopracciglio
"Cosa? No- voglio dire, non-" Theo sembrava in difficoltà
"E' qualcuno che conosco vero?" indovinò Liam, alzando leggermente la testa dalla spalla di Theo per guardarlo e sentendosi improvvisamente nervoso.

"No, no-non lo conosci. Io-" Theo sospirò, facendo pressione sulla sua spalla per farlo tornare a sdraiarsi su di lui. Lui lo lasciò fare, stringendosi di piu' a Theo, che posò la guancia contro i suoi capelli, massaggiandogli la spalla con la sua mano, fissando distrattamente la tv "Non ricordo bene, perchè non ha significato niente. Era... una ragazza qualunque, ad una festa qualunque" mugugnò Theo. "Ormai non importa piu'. E' inutile parlarne" disse poi, tornando a guardare Liam. C'era un'ombra di supplica nella sua voce, e Liam potè solo annuire, tornando a seppellire il viso contro la sua maglia
"O-okay..."

*

Liam sapeva che dare retta ad Alec poteva essere la cosa piu' stupida che avrebbe potuto fare, ma aveva bisogno di sapere. Probabilmente Mason aveva ragione, e quella per lui stava diventando un'ossessione, ma doveva sapere. Così esattamente una settimana dopo la loro giornata in piscina, quando Josh sequestrò Theo per una giornata "tra maschi" (parole di Josh, non di Liam), Liam decise di entrare in azione, approfittando del fatto che avesse la casa tutta per se'.

S'infilò in camera di Theo, roteando gli occhi al disordine totale che vi regnava e notò subito il computer portatile, semi chiuso sul letto, che era praticamente l'unica cosa in ordine nella stanza. Liam vi si sedette a gambe incrociate, tirandosi il computer sulle ginocchia e avviandolo.
Si sentiva quasi male all'idea di invadere così la privacy di Theo, ma in fondo non voleva fare nulla di male, solo dare una sbriciata alla sua cronologia di internet. Non avrebbe fatto male a nessuno no?

Alzò gli occhi di nuovo sullo schermo e si rese conto che chiedeva una password.
"Figlio di-" Doveva aspettarselo. "Okay.." cercò di calmarsi, digitando come prima cosa il suo nome e cognome. Poi provò con il giorno del compleanno di Theo, il compleanno di suo padre e, sì, provo anche con il suo. Tutte sbagliate. Decise di provare anche con il numero di telefono di Theo, perchè era la password che Liam usava di solito per tutto, il proprio numero di telefono, per non rischiare di dimenticarsene. Così prese il suo cellulare per poterlo andare a leggere, e fece per inserire il suo pin, ma si bloccò con il dito sul 6, prima di tornare a guardare il computer di Theo, sospettoso

Nah non possiamo aver avuto la stessa idea. Pensò Liam. Si avvicinò però con le dita alla tastiera. Be' tanto vale provare.

Digitò rapidamente 050619.

Il computer si sbloccò. E Liam lo guardò a bocca aperta per un secondo. "Oh mio dio" gemette, roteando gli occhi ma non potendo evitare di sorridere "Siamo entrambi due sdolcinati"

Liam aprì subito la cronologia di Google Chrome, iniziando a scorrere verso il basso. Le ultime cose che Theo aveva aperto erano di quella mattina ed erano Youtube e Facebook. Arrivò fino a due giorni prima, e ormai pensò non avrebbe trovato piu' nulla. Stava maledicendosi per aver dato retta ad Alec quando lo vide. Il primo di una lunga serie.

Liam deglutì. Il nome del sito era abbastanza esplicativo da non esserci alcun dubbio sulla natura del video. Liam copiò il nome nella barra di ricerca della cronologia, per restringere i risultati. Il suo cuore accellerò all'elenco infinito che gli apparve davanti agli occhi. E i primi risalivano tutti agli ultimi giorni.

Dio, Alec aveva ragione

Sentì un'ondata di fastidio all'idea che Theo provasse piacere nel vedere degli sconosciuti fare... certe cose. Sapeva che era stupido sentirsi gelosi di una cosa del genere, ma, diavolo, lo era. Theo era il suo ragazzo, solo lui avrebbe dovuto farlo sentire in quel modo.

Be' peccato che tu sia troppo codardo per farlo sentire in quel modo. Gli ricordò la sua mente traditrice. Liam chiuse di scatto il computer. Era meglio se non avesse guardato. Stava andando di nuovo nel panico.

Così Liam fece l'unica cosa che gli venne in mente al momento. Chiamò Mason.
Il suo migliore amico rispose solo dopo due squilli. "Hey, amico, che si dice?!" lo salutò allegramente

"Mase, sto frustrando il mio ragazzo!" sbottò Liam per tutta risposta.
"Oh mio dio" Sentì Mason sospirare pesantemente "Okay non so che succede, ma resta lì, sarò da te in dieci minuti"

Mason era chiaramente un bugiardo, perchè erano passati 12 minuti e lui non era ancora arrivato. Sapeva che "in dieci minuti" era un modo di dire, perchè in 10 minuti Mason non riusciva nemmeno ad infilarsi le scarpe e allacciarle di solito, però Mason doveva capire che Liam stava impazzendo qui. Si era spostato in camera sua, e per qualche motivo aveva portato il computer di Theo con se'. Ora era posato sul suo letto, chiuso ovviamente, e Liam gli passeggiava davanti, guardandolo ogni tanto con circospezione, nemmeno fosse una bomba pronta ad esplodere. Liam sapeva che stava diventando ridicolo, si sentiva ridicolo, e per questo aveva bisogno di Mason. Di solito lui era la sua voce della ragione, quello che lo riportava coi piedi per terra. Perchè in questo momento era palesemente geloso di alcune immagini su uno schermo, e questo era decisamente molto lontano da terra.

Che diavolo ci sarà di così bello poi? Sbuffò irritato dentro di se'. Guardò il computer un'ultima volta, prima di saltare sul letto e aprirlo di nuovo. Scrisse il nome del sito sulla barra di ricerca del browser, e subito gli apparvero dei suggerimenti. Alcuni avevano accanto la stellina che contrassegnava i preferiti.

Oh mio dio Theo ha anche dei preferiti, pensò scioccato, cliccando sul primo e saltando direttamente a un punto imprecisato a metà video.

Preferì non averlo fatto.

Okay, lui sapeva come funzionava il sesso. Nel senso che sapeva la logistica, cosa andava dove, che potesse fare un po' male all'inizio, ma fosse piacevole dopo, ma si era sempre immaginato che fosse una cosa intima, una cosa romantica. Ma questo andava oltre ogni sua immaginazione. Mentre le casse spararono ad alto volume una serie di gemiti, ansiti, grugniti e imprecazioni, Liam restò a guardare a occhi sbarrati, letteralmente terrificato, il miscuglio di membra che dovevano essere due uomini sullo schermo. Sembrava doloroso. Perchè gridavano così? E uno... aveva le gambe sulla testa dell'altro?

Porca puttana, era questo che Theo si aspettava da lui?

"Porca puttana" Liam sobbalzò al suono della voce di Mason, e si voltò di scatto verso la porta chiudendo velocemente il computer e zittendo finalmente ogni rumore.

"Shh" sussurrò Liam allarmato

"Li non c'è nessuno qui, e che cazzo stavi guardando? Lo scannamento di un maiale? Ti prego, dimmi che stavi guardando lo scannamento di un maiale" lo supplicò.

"Porca puttana, Mase, sono traumatizzato a vita" boccheggiò Liam. Mason lo raggiunse sedendosi accanto a lui e prendendo il computer tra le mani allontanandolo come se fosse la cosa piu' disgustosa del mondo. "Okay, dimmi che diavolo hai fatto stavolta"
"Come sei entrato?"
"Tua mamma mi ha detto della chiave di scorta sotto lo zerbino" Liam fece per protestare. Mason lo zittì con un vago cenno della mano "Lascia perdere. Liam, cosa hai fatto?"
"Be' Alec mi ha detto-"
"Ah!" Mason lo fermò subito "Nessuna frase che inizia con "Alec mi ha detto" può finire bene"

"Mase, dovresti darmi il tuo supporto morale qui, sto impazzendo!" si lamentò Liam
"Okay okay"

Il supporto di Mason attraversò vari gradi. Dalla paternale alla "Non ci posso credere che l'hai spiato, Li!" alla rassicurante "Li, quasi tutti guardano porno al giorno d'oggi" all'irritante "che porno ha guardato?"

"Ora, cancelliamo dalla cronologia quello che hai aperto tu, così il tuo ragazzo non scopre che l'hai spiato" borbottò Mason parlando come se stesse avendo a che fare con un bambino particolarmente lento di comprendonio. "E rimettiamo questo al suo posto, esattamente dove l'hai trovato"

Liam annuì ubbidiente e fece quello che gli era stato detto. Quando tornò in camera sua, Mason era seduto a gambe incrociate sul letto. Liam lo raggiunse con un'espressione afflitta.

"Pensi che io sia stupido, vero?" sospirò.

"No, te l'ho detto, penso solo che tu sia spaventato. Ma non è questa la soluzione. La maggior parte di quei video.... sono irrealistici, sono assurdi e sono fatti per puro divertimento"
"Divertimento?" boccheggiò Liam. "Cosa c'è di divertente? Mase, e se è questo che Theo vuole? E se è questo che è abituato a fare coi suoi..."
"Sessesperti?" gli venne in aiuto Mason alzando un sopracciglio sorridendo.

"Non è divertente" Liam sbuffò. "Io non riuscirò mai a fare una cosa del genere." mugugnò tristemente. "Theo mi lascerà perchè non so fare sesso"
"Okay, basta, nessuno ti chiederà mai di fare una cosa del genere, a meno che tu non stia pensando a una carriera come pornostar"
"Oh mio dio"

"Le coppie normale non fanno cose del genere"
"Cosa fate tu e Corey?"
Mason lo guardò impassibile "Non risponderò a questa domanda"
Liam fece un verso sdegnato "Quindi tu puoi 'shippare'...." Liam mise le virgolette sulla parola "e io invece no"
"Questo non è shippare, è essere strambi"
Liam strinse gli occhi verso di lui "Non decidi tu cosa è shippare e cosa no"
Mason sospirò stancamente, portandosi due dita a pizzicarsi il naso e chiudendo gli occhi. Quando li riaprì aveva riacquistato la calma e il suo tono alla voce-della-ragione-di-Liam.

"Ascoltami bene. Dimentica quello che hai visto. E ignora quello che dice Alec, o chiunque altro. E sì, il sesso sa essere divertente, può essere violento a volte, è vero, ed è eccitante, ma quello viene dopo. Quando si è con qualcuno di speciale, come sono sicuro che Theo è per te... e come Corey è per me... prima ancora di fare sesso, si fa l'amore. E' dolce, è intimo, è bello ed è una cosa interamente vostra. E' quanto piu' vicino puoi sentirti alla persona che ami, è quanto piu' tu puoi sentirla tua. Potrà essere imbarazzante, e strano, e un po' doloroso la prima volta, ma poi c'è la seconda, e la terza... e fidati, sarà sempre meglio"
 

Liam arrossì, abbassando il capo e guardandosi le mani. "Tu credi?"
"Io non credo, lo so. Perchè ero al tuo posto piu' o meno un anno fa" Mason gli sorrise, poi fece una smorfia "Un po' meno strambo, però diciamo al tuo posto, sì"

Liam scoppiò a ridere. "Scusa, questo è stato strano vero"

"Un po', ma ho visto di peggio" Mason rise a sua volta. Poi gli diede un colpetto sul ginocchio. "Comunque, se posso darti un consiglio, dovresti parlarne con Theo"
"Dei video porno?" chiese Liam scioccato

"No!" Mason fece una smorfia "Di quello che provi, voglio dire- di quello che ti preoccupa, credo sia giusto che lo sappia. Dovresti sapere fin troppo bene ormai, che evitare certi discorsi non porta mai a cose buone. Un giorno potrebbero sempre esploderti in faccia"

"Ugh ok ci penserò" mugugnò Liam non troppo convinto.

"Okay" Mason gli sorrise incoraggiante "Adesso torniamo alla vita normale e ci facciamo una partita a Call of Duty?" lo supplicò poi.

Liam rise "Okay, Mase, okay"

*

Se c'era una cosa che Liam avrebbe dovuto aver imparato ormai, era che Mason aveva sempre ragione. Quindi, aveva parlato a Theo del motivo dietro la sua esitazione? Ovviamente no.

Gli stava per esplodere in faccia? Probabilmente.

Liam era al suo quarto gin tonic e la sala da pranzo di casa di Josh aveva già cominciato a girare un po'. I genitori di Josh erano partiti per passare la settimana nella loro villa al mare a Santa Monica, e Josh ne aveva approfittato per radunare quanta piu' gente possibile. C'era alcol, e musica e un sacco di confusione. Il che non aiutava il suo giramento di testa


"Adoro il fatto che i tuoi abbiano una casa al mare, praticamente l'estate ci lasciano casa libera una settimana sì e una no" commentò Theo allegramente, versando un altro giro di alcool per tutti.


"E non è tutto! I miei dicono che visto che sono 'grande ormai'" Josh disegnò le virgolette in aria, facendo sbuffare Corey e roteare gli occhi di Tracy, "mi lasceranno la casa al mare per qualche giorno quest'estate, quindi preparatevi, perchè andiamo tutti in vacanza"
Alec si strozzò col suo gin tonic "Sei serio? A Santa Monica? Tutti insieme?"

"Be' staremo un po' stretti, ma ci arrangeremo"
"Sì dopotutto... chi ha bisogno di dormire?" gli ricordò Theo con un sorriso.

"Giusto" annuì Josh, facendogli un cenno.
"Io no di sicuro" fece Amber con un sorrisetto, appoggiandosi col gomito alla spalla di Theo "E quando ci andiamo?"

Liam guardò male in direzione del suo braccio, come se l'avesse in qualche modo appena offeso mortalmente "E a te chi ti ha invitato?" sbottò bruscamente, roteando gli occhi seccato. Theo si voltò a guardarlo.

Amber sorrise provocatoria "Non ho bisogno di un invito, se ci sono Theo e Nolan io faccio parte del pacchetto"
Liam si morse un labbro, cercando di non risponderle. Cosa pensava di avere a che fare lei con Theo?!

Un attimo dopo Theo lo stava tirando fuori dalla stanza, l'ultima cosa che sentì fu Josh dire che potevano andarci anche la settimana prossima visto che i suoi non ci sarebbero sicuramente tornati così presto.

Theo lo spinse in un angolo, guardandolo preoccupato. "Li, che ti è preso?"
"Niente, non so di che stai parlando" disse sulla difensiva.

Theo si guardò rapidamente intorno per controllare che nessuno fosse a portata di orecchio "Non c'è bisogno che tu sia così scortese con lei, ti ho già detto che non c'è stato niente" gli ricordò a bassa voce.

Liam fece uno sbuffo derisorio. "Questo non le impedisce di flirtare con te a quanto pare"
Theo allargò gli occhi stupito "Lei non flirta con me, sta con Nolan"

"Scopano e basta" rispose brusco incrociando le braccia. "Dovresti sapere bene che non è una garanzia quindi"
Theo strinse le labbra, prima di togliergli il bicchiere della mani. "Hey!" protestò Liam, corrugando le sopracciglia e facendo il gesto di riprendersi il bicchiere.

Theo per tutta risposta lo gettò ancora mezzo pieno in un cestito lì vicino. "Non so che diavolo ti prende, ma è meglio che per stasera la finisci qui"

"Perchè la stai difendendo?" chiese subito Liam, incrociando le braccia con un'espressione irritata
Theo sembrava non starci piu' capendo nulla. "Li, ma di che parli? Io non la sto difendendo, ti sto solo dicendo che non c'è bisogno da comportarti da stronzo, ti ho anche detto che non sono riuscito a farci niente perchè non riuscivo a non pensare a te, cos-"

"Be' scusa se ti impedisco di scopare!" Liam sbuffò stizzito, spingendo via Theo e puntando alla porta.

"Li!"

Liam si voltò a metà strada "Puoi sempre andare a finire quello che hai iniziato, sono sicuro che lei ne sarà piu' che felice! Potrebbe essere l'unica possibilità che avrai per molto tempo, visto che a quanto pare io non dò "nessun contributo a questa conversazione"!"
"Cosa...?" Theo lo guardò preso alla sprovvista, ricordando le sue parole durante la discussione tra Liam e gli altri a bordo piscina di dieci giorni prima. "Li, questo non è-" Ma Liam si era già fiondato di fuori.

*

Theo avrebbe voluto essere là fuori a cercare Liam, che poi era quello che aveva fatto nell'ultima ora praticamente. Perchè sapeva che Liam era chiaramente ubriaco, e aveva il sospetto che questa storia del sesso fosse molto piu' grande per lui di quanto Theo avesse immaginato all'inizio. Voleva solo trovarlo e dirglielo ancora, dirglielo alla sfinimento, che lui l'avrebbe aspettato anche per sempre, se fosse servito, e che i suoi sentimenti non sarebbe cambiati per questo. Ma a quanto pare non poteva, perchè ovunque si girasse, qualcuno lo fermava per salutarlo, e dirgli quanto fosse bello che avesse deciso di restare o per congratularsi ancora per il campionato vinto.

Ora era bloccato con Danny, che aveva insistito per bere qualcosa insieme, e non aveva voluto accettare un no come risposta, e che ora parlava a manetta della partita, cercando sottilmente di toccarlo, facendosi sempre piu' vicino. Non che Theo lo notasse. Mentre rispondeva con tono vago e per lo piu' a monosillabili, i suoi occhi frugavano per la stanza cercando Liam. Inutilmente.

Liam era uscito dalla porta nel giardino affollato a grandi passi, aveva afferrato una bottiglia di vodka dal tavolo imbandito vicino alla piscina, per poi fare il giro della casa e rientrare dal retro. Sentiva il bisogno di stare per un po' da solo, in silenzio, nella speranza di affogare ogni piccola voce fastidiosa nella sua testa con un po' di alcool. S'infilò in una delle prime camere da letto che trovò libera, e scivolò a terra, con la schiena contro la parete accanto alla finestra. Aprì la bottiglia di vodka bevendone un grosso sorso, prima di guardarsi intorno. Aveva lasciato la luce spenta, ma la luce della luna che veniva da fuori dalla finestra teneva la stanza in penombra, quindi abbastanza visibile. Doveva essere nella camera di Josh, se la foto di lui e Theo sulla scrivania era di qualche indicazione.

Theo... Liam bevve un altro grosso sorso, strizzando gli occhi alla sensazione bruciante che gli scese giu' per la gola. Poi si tirò indietro con la testa esponendo la gola. Perchè era così difficile per Theo capire come ci si sentisse? Ad avere la costante sensazione di doverlo dividere con il resto del mondo? Ad avere la sensazione di non poter essere mai abbastanza per lui?

Mentre continuava lentamente a sorseggiare il liquore, Liam si sentiva sempre piu' cadere in una spirale di brutti pensieri, il silenzio come unica compagnia, la musica e la confusione solo un eco lontano.

Poi all'improvviso la porta si aprì e qualcuno entrò nella stanza ridacchiando allegramente. Liam sbatte' le palpebre, immobile, guardando Tracy e Josh baciarsi e barcollare sul letto. Probabilmente era troppo brillo perfino per sentirsi in imbarazzo. In quel momento riusciva solo a sentirsi un po' invidioso. Cavolo. Forse stava davvero impazzendo.

"Ehm... scusate..." chiamò a un certo punto, non sapendo cos'altro fare.

Josh e Tracy sobbalzarono e Tracy strillò, prima che entrambi scattassero seduti, voltandosi verso di lui, ancora seduto al suo angolo, la bottiglia di vodka quasi vuota accanto a lui.

"Dunbar, che diavolo fai lì?!" soffiò Josh scioccato, prima di allungarsi per accendere la luce.

"Oh mio dio, Li, ma cos'è? Un vizio?" sbuffò Tracy roteando gli occhi e incrociando le braccia.

"Scusate, scusate, non volevo disturbarvi, e non volevo guardare! Me ne vado.. subito" biascicò, cercando di alzarsi.

Sia Josh che Tracy alzarono un sopracciglio divertiti. "Non ci credo. Sei ubriaco?" gli chiese Josh, trattenendo una risata.
"No! Sto... benissimo, sì. Non sono ubriaco" Liam riuscì a mettersi in piedi, tornando finalmente a guardarli. "Dovete fare sesso?"

"Oh mio dio" Tracy gemette, portandosi una mano in fronte, mentre Josh rideva alzandosi "Sì, sei decisamente ubriaco" gli disse, guidandolo verso la porta e spingendo piano nel corridoio. "E sì, dobbiamo fare sesso." disse a voce piu' bassa. "Torna di sotto. E cerca di non svenire da qualche parte, ti prego, o Theo mi ucciderà" lo ammonì allegramente, sulla soglia.

"Okay" Liam annuì serissimo, cosa che probabilmente non gli era mai successa parlando con Josh.

Solo mentre rientrava nella zona giorno, si ricordò di una cosa. Aveva lasciato la sua bottiglia di vodka in camera di Josh.

Affacciato sul salone affollato, Liam girò lo sguardo a destra e a sinistra, cercando qualche viso familiare. O qualche cosa da bere. Finchè i suoi occhi non si posarono su Theo.

Theo che stava parlando con Danny. Danny stava parlando con Theo. E lo stava guardando. E lo stava toccando. Liam odiava dannatamente quello stronzo. Theo era il suo ragazzo, doveva essere in giro a cercare lui, non a parlare con quell'idiota. Quell'idiota con cui Theo era stato a letto. Probabilmente piu' di una volta. E con cui Theo si era baciato nemmeno tre settimane prima.

La mente di Liam si svuotò, e si era lanciato in avanti prima che potesse anche rendersene conto. Un attimo dopo apparve dietro di Theo, afferrandolo per un polso e trascinandolo via con forza, lontano da Danny. Lontano da chiunque.

Theo sobbalzò quando qualcuno lo afferrò e si voltò pronto a dirgliene quattro, solo per vedere che era Liam. La sua espressione seccata lasciò il posto a quella sorpresa. Simile a quella sul viso di Danny, in effetti. Liam si voltò a malapena a guardarlo mentre gli gridava seccato "Scusa, ma devo rubartelo, cercati qualcun'altro con cui scopare stasera" Theo non ebbe nemmeno il coraggio di voltarsi per vedere l'espressione di Danny.

Così si lasciò tirare da Liam nella stanza degli ospiti, nella speranza di capire cosa diavolo gli fosse preso quella sera.

"Li, dove sei stato?" fece restando a guardarlo sconcertato mentre l'altro chiudeva la porta a chiave. "Mi vuoi dire qual è il pro-?"
"Sta zitto" mugugnò Liam, prima di spingerlo contro la parete e assalire le sue labbra con le sue. Sì, assalire. A Theo non venne in mente altra parola per descriverlo, perchè woh, Liam non l'aveva mai baciato così. Stava premendo contro di lui con tutto il suo corpo, e Theo era sicuro che non fossero mai stati tanto vicini. Liam teneva le mani contro il suo petto, come se temesse che Theo potesse sfuggirgli. Ma Theo non avrebbe nemmeno saputo dove trovare la forza di volontà per allontanarsi da quel bacio pazzesco. Un attimo dopo erano già senza fiato, ancora uniti in un bacio a bocca aperta, in un tentativo di respirare senza smettere. Il labbro inferiore di Theo bruciava, lì dove Liam l'aveva morso a un certo punto, ed era sicuro che stesse sanguinando ma non gli importava.

Liam spostò l'attenzione sul suo collo, sfiorando con le labbra il punto in cui il succhiotto della settimana scorsa ormai non era quasi piu' visibile. Sentì un impeto di stizza al vederlo, e leccò quel punto, prima di prendere la pelle sensibile di Theo tra le labbra.

"Li..." Theo lo chiamò, le mani che scavavano contro il tessuto che copriva le spalle di Liam, con voce rotta. Non era sicuro se lo stesse supplicando per fermarsi e parlare di tutta questa situazione, o per continuare a baciarlo in quel modo.

Una volta finito con quel punto, Liam si spostò qualche pollice piu' in basso, verso la clavicola, strappando con forza i primi bottoni della camicia di Theo. Theo gemette, chiudendo gli occhi con un mezzo sospiro e buttando la testa indietro contro la parete. Non appena ebbe finito, Liam catturò di nuovo con frenesia le labbra di Theo, le mani che scivolarono sotto la sua maglia, accarezzandogli gli addominali scolpiti e poi il petto solido, prima di scivolare fuori e cominciare a slacciare gli altri bottoni rimasti.

Theo sentì il cervello andare in contocircuito. Aveva leggermente la mente annebbiata dall'alcool, ed era già eccitato da morire. Gli sembrava di essere in Paradiso, ma in qualche modo non riusciva a non pensare che ci fosse qualcosa che non andava. Quello non era da Liam.

Poi improvvisamente le mani di Liam smisero di armeggiare con la sua camicia, e un secondo dopo erano sul bottone dei suoi jeans. Theo trasalì. "Li, che stai facendo-?" boccheggiò.
"Shh è tutto okay" biascicò lui. C'era qualcosa di scuro e selvaggio nei suoi occhi quando incrociò quelli di Theo. Liam sembrava fuori di sé.

Poi un attimo dopo si era lasciato cadere in ginocchio davanti a lui. Theo lo guardò senza parole. No, quello non era decisamente il suo Liam.

"Li, fermati, sei ubriaco, non sai cosa stai facendo" protestò Theo debolmente, mentre Liam continuava ad armeggiare con la zip dei suoi pantaloni.

"E' tutto okay, lo voglio, sono pronto" Liam guardò verso di lui, dal basso, e porca puttana, quella sola vista era abbastanza a farlo impazzire, ma doveva essere lucido, almeno uno di loro doveva esserlo.

Afferrò i polsi di Liam e li strattonò forte, per fermarlo e costringerlo a guardarlo. "Non lo sei, sei chiaramente fuori di te!" Theo sbottò con voce ferma.

Liam gli rivolse un'occhiata arrabbiata, prima di alzarsi tirando via le mani da quelle di Theo.

"Qual è il tuo problema?! Non era forse quello che volevi!?" gridò arrabbiato.

"Non così, e nemmeno tu! Non è così che vuoi che succeda, Li, credimi!"

Liam sbuffò quasi incredulo. "Ti ho detto che lo voglio, che sono pronto!" ripetè con enfasi, allargando le braccia.

"Chiaramente non lo sei!" sbottò Theo. "Ti stai comportando come un bambino immaturo!"

"Non spetta a te dire se sono pronto o no!" Liam urlò ancora piu' arrabbiato "Ma ho capito, se lo fanno gli altri, nessun problema, ma se sono io... non va bene, perchè sono solo uno bambino immaturo, okay!" Liam fece un passo verso la porta, e Theo cercò di afferrargli il polso.

"Li, non è così, non è questo! Per favore, parliamo di que-"
"No!" sbottò un'ultima volta Liam con furia, prima di aprire la porta e uscire, sbattendosela alle spalle.

Doveva imparare a dare ascolto a Mason. Perchè se lui diceva che le cose sarebbero andate male, sicuramente sarebbero andate peggio.

*

La cosa piu' orribile di tutte non fu la rabbia, né il rifiuto, né la gelosia, né il tornare a casa e infilarsi nel letto senza accoccolarsi a Theo come si era abituato a fare ultimamente. La cosa piu' brutta fu il modo in cui cominciò a sentirsi pian piano che la mente si liberava dall'annebbiamento dell'alcool, tornando di nuovo lucida. E fu lì ad assistere all'intero processo, perchè non riuscì a chiudere occhio nemmeno per un attimo. Restò solo nascosto con la testa sotto le coperte, desiderando di poter sparire, ascoltando la sua rabbia evaporare, mentre il tempo passava. La sveglia a LED segnava le 3 e Theo non era ancora tornato.

Si era comportato davvero da stupido. Aveva letteralmente assalito Theo, fisicamente e verbalmente. Non poteva credere alle parole che gli aveva detto. Theo stava solo cercando di proteggerlo dopotutto. Di capirlo. Come aveva sempre fatto.

Non si era mai sentito tanto in imbarazzo e pieno di vergogna come in quel momento. Non voleva uscire da lì mai piu'. Si ranicchiò ancora di piu' sotto le coperte, le lacrime che scendevano lente e copiose dagli occhi, bagnando la federa del materasso sotto di lui.

Theo aveva ragione. Si era comportato come un bambino immaturo. Voleva qualcosa solo perchè lo avevano gli altri? Voleva Theo solo perchè era geloso di chi era venuto prima di lui? Solo per 'marchiare il territorio', come aveva detto Mason?

Il cuore di Liam accellerò. No, non era così. Semplicemente era piu' facile lasciarsi andare quando era la gelosia a spingerlo. Ora capiva cosa aveva voluto dire Theo. Doveva arrivare al sentirsi pronto coi suoi tempi. Senza gelosia, alcool o competizioni di alcun tipo a spingerlo a farlo. Doveva arrivarci solo perchè era Theo che voleva. Perchè voleva Theo e basta. Theo così com'era.

Liam trasalì sotto la coperta quando sentì qualcuno aprire lentamente la porta della stanza. Non l'aveva sentito rientrare, ma sapeva già che era Theo, poteva riconoscere il suono dei suoi passi, il suo profumo, perfino il suono del suo respiro. Ma non era ancora pronto ad affrontarlo dopo quella scenata.

"Li..." lo chiamò Theo debolmente. Liam non si mosse, fingendo di dormire, il cuore che batteva veloce. Sentì Theo sospirare afflitto, e un attimo dopo un peso affondò accanto a lui.

Theo si sedette sul letto, posando una mano sulla coperta all'altezza della spalla di Liam.
"Mi dispiace per prima" sussurrò Theo. Probabilmente sapeva che era sveglio. Nessuno al mondo sembrava conoscerlo bene tanto quando lo conosceva Theo. "Volevo solo dirti che io non sono arrabbiato con te"

Theo fece un ultimo sospiro, e prima di andarsene, si sporse in avanti, posando un bacio sulla coperta, all'altezza della testa di Liam. Liam chiuse gli occhi al contatto, le lacrime che continuavano a scendere silenziose.

Era così stupido.

Il cuore gli palpitava ferocemente nel petto.

Sarebbe stato pronto quando Theo sarebbe stato tutto ciò che voleva, tutto ciò di cui aveva bisogno. E probabilmente era già così.

Doveva solo smettere di essere troppo spaventato per rendersene conto.
 

CONTINUA

 

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Capitolo 23
*** Essere all'altezza ***


23. Essere all'altezza
 

Quando aprì gli occhi quella mattina, Liam impiegò qualche secondo per dare un nome alla sensazione opprimente che gli avvolgeva lo stomaco. E sapeva di non poter completamente incolpare la sbronza per quello.

Non aveva veramente chiuso occhio quella notte, scivolando continuamente fuori e dentro dal sonno, il senso di colpa e la vergogna che serpeggiavano dentro di lui al ricordo del giorno prima, il pensiero di Theo, Theo, Theo come unico punto fermo.

Si tirò su a sedere, le coperte che scivolarono sul suo grembo, e si strofinò pigramente il viso. Guardò la sveglia sul comodino e sussultò quando notò che segnava appena le 8. Probabilmente era la prima volta in vita sua che si svegliava così presto di domenica mattina. Poteva sentire le voci ovattate di sua madre, Paul e Theo in soggiorno, sicuramente impegnati a preparare la colazione.
La domenica era l'unico giorno che i loro genitori avevano libero, quindi Liam sapeva benissimo che non sarebbe potuto rimanere tutto il giorno nascosto in camera sua.

Non sono arrabbiato con te. Gli aveva detto Theo la sera prima, e Liam sapeva che era sincero. Perché Theo era incredibile, e comprensivo con lui proprio così. Ma lui non riusciva ad allontanare il pensiero che Theo avrebbe dovuto essere arrabbiato invece.

Lui lo era.

Era così fottutamente arrabbiato con se stesso.

Sospirò stancamente, scivolando fuori dal letto. Si vestì pigramente, prendendosi poi il suo tempo in bagno per lavarsi il viso, nella speranza che potesse aiutarlo a cancellare quell'espressione stanca e afflitta dal suo viso.

Non sembrò funzionare.

Mentre scendeva di sotto, riuscì chiaramente a cogliere spezzoni della conversazione in corso. Theo stava dicendo qualcosa a Paul su questo finesettimana e su Josh e su una casa al mare. Liam ricordava vagamente che avessero accennato a qualcosa del genere la sera prima alla festa. Sì, su una vacanza tutti insieme. Prima che lui scattasse contro Amber e Theo lo trascinasse via. Arrossì lievemente, sentendo quella sensazione spiacevole tornare prepotente al solo pensiero.

Entrò a passi incerti in cucina, e tutti si voltarono verso di lui. "B-buon..giorno" mugugnò soffermandosi con lo sguardo solo su Jenna e Paul.

"Buongiorno, tesoro, già sveglio?" chiese Jenna piacevolmente sorpresa, mentre tornava a sedersi con un bricco di caffè in mano e posandolo sul tavolo.
"Uh si... non sono riuscito a riaddormentarmi" rispose brevemente. Riusciva a sentire gli occhi di Theo su di se, ma fece di tutto per evitarli mentre si sedeva accanto a Jenna, sul lato opposto a Theo, intrecciando le mani sotto il tavolo mentre Jenna gli versava il caffè per impedir loro di tremare visibilmente.

"Quindi... stavi dicendo, Theo?" Jenna tornò con un sorriso a guardare l'altro ragazzo. Theo sobbalzò lievemente distogliendo quasi a fatica lo sguardo da Liam che sembrava quasi voler sprofondare con il viso nella sua tazza di caffè. "...su Josh?"
"Uh sì, i suoi genitori gli lasciano la casa al mare per qualche giorno, e lui ha tipo finito gli esami supplementari finalmente, quindi..."

"Sbaglio o è a Santa Monica?" chiese Paul.

Jenna alzò un sopracciglio. "E' abbastanza lontano" osservò.
"Non proprio. E io e Josh abbiamo passato lì molte estati, è ormai quasi come casa per noi" rispose Theo rassicurante, non riuscendo a evitare di far scivolare lo sguardo brevemente su Liam di tanto in tanto. L'altro ragazzo non aveva ancora alzato lo sguardo dal tavolo. Theo poteva vedere quasi chiaramente un lieve rossore crescergli sulle guance.

"Tu che ne pensi Li? Vuoi andarci?" chiese Jenna voltandosi verso di lui. Liam sussultò alzando finalmente lo sguardo su di lei. "Uh... sì, io-" balbettò con voce debole. "Penso sarebbe forte, se... se sei d'accordo, ovviamente"
 

Jenna sospirò "Va bene, va bene, non sarò io a fare la guastafeste. Ma ho bisogno di avere l'indirizzo di questa casa, e il numero dei signori Diaz, voglio parlare con loro prima" Theo e Paul ridacchiarono, mentre Liam scuoteva la testa quasi esasperato, l'ombra di un sorriso che cresceva sul viso. "Okay mamma"

"Quando dovreste partire?" chiese Paul tranquillo, tornando al suo caffè.
"Giovedì credo. Devo parlare bene con Josh." Sbuffò poi divertito guardando suo padre. "Ieri non era esattamente in grado di..." Jenna alzò un sopracciglio. Theo si interruppe. "Voglio dire... in realtà non lo è mai" concluse. Si alzò rapidamente afferrando una ciambella "Vado a chiamarlo"

Liam finalmente alzò lo sguardo guardando la schiena di Theo sparire oltre la porta.

Paul scosse la testa divertito "Ragazzi..."

Jenna si voltò verso Liam "Ti prego, Li, dimmi che tu non bevi a queste feste" mugugnò a metà tra l'esasperato e la supplica. Ma non sembrava arrabbiata.

"Io? N..o?" rispose poco convincente.

Jenna fece uno sbuffo alzandosi. "Ho bisogno di altro caffè." E sparì in cucina.

Paul guardò Liam non impressionato. "Hai bisogno di lavorare su questo, figliolo" commentò allegramente.

Liam non poteva decisamente dargli torto.

*

Quando risalì in camera sua, Liam si fermò in mezzo al corridoio, contemplando la porta chiusa della camera di Theo. Si morse il labbro inferiore torturandolo tra i denti, prima di sospirare e dirigersi in camera sua. Si chiuse poi la porta alle spalle sedendosi sul letto.

Non sapeva cosa fare. Non voleva che Theo pensasse che lo stesse evitando. Anche se... era quello che stava facendo? Lo stava facendo? Come dovresti comportarti con il ragazzo che hai spinto contro un muro, baciandolo furiosamente, per poi inginocchiarti pronto per fargli un pompino, solo per essere respinto?

Non era arrabbiato con Theo per questo, sapeva che Theo aveva fatto la cosa giusta. Era solo dannatamente imbarazzato per come si era comportato per tutta la sera. Doveva essere sembrato fuori di testa.

Aveva solo paura del giudizio di Theo. Non era quello in fondo il motivo che li aveva portati lì? Il fatto che Liam fosse così terrorizzato da deludere le aspettative di Theo, così terrorizzato da aprirsi con lui per paura che Theo lo considerasse un bambino. Eppure Theo lo aveva rassicurato più e più volte che avrebbe aspettato che fosse stato pronto, non l'aveva mai forzato, non aveva insistito. Anche ora gli stava lasciando il suo spazio. Anche se Liam avrebbe quasi preferito che Theo andasse da lui. Era più facile quando erano gli altri a prendere l'iniziativa. A quanto pare scappare dalle situazioni imbarazzanti e difficili era l'unica cosa che sapeva fare bene. Nonostante quella sera in quella camera d'albergo a Sacramento, con solo loro due come testimoni, avesse promesso a Theo che non sarebbe più scappato...

Liam si bloccò, sbarrando gli occhi.

Gli aveva promesso che non sarebbe più scappato. L'aveva promesso a Theo. Ed invece era lì a fare proprio quello che aveva detto non avrebbe più fatto, di nuovo.

Il suo cuore mancò un battito. Dio, era così stupido.

Guardò il suo cellulare abbandonato sul comodino, contemplando l'idea di chiamare Mason per un aiuto. Ma si fermò. Non poteva sempre contare sugli altri perché gli dessero la spinta di cui aveva bisogno. Doveva imparare a farcela da solo, no? Questo riguardava lui e Theo, riguardava il loro rapporto, era qualcosa che dovevano gestire da soli, senza terze parti a spingerli in una direzione o nell'altra.

Cos'è che vuoi veramente, Liam? si chiese mentalmente. E la risposta era semplice. Voleva che quella sensazione sparisse, voleva dare a Theo il bacio del buongiorno e accoccolarsi a lui come facevano ogni mattina. Voleva sapere che tutto era okay tra di loro, perché non poteva accettare l'idea che fosse diverso. Aveva solo bisogno di vedere Theo, di parlare con Theo, di sentirlo vicino.


Così si alzò dal letto e uscì dalla sua stanza, camminando verso la stanza di Theo. Si fermò con la mano sulla maniglia solo per qualche secondo prima di prendere un grosso respiro e girarla.

Theo, disteso sul letto con il telefono in mano, alzò immediatamente lo sguardo sulla porta che si apriva, e lo guardò con un'espressione quasi sorpresa.

Liam non aveva esattamente deciso cosa dire, così si morse il labbro indeciso esitando sulla soglia, prima di andare con quello che voleva fare dal momento in cui aveva aperto gli occhi quella mattina.
 

Theo fece per tirarsi seduto, e lo aveva quasi fatto per metà, quando Liam si avvicinò al letto, scivolando sul materasso un ginocchio alla volta e avvinghiandosi alla sua vita, abbracciandolo forte. "Li, che-?"

Theo barcollò all'indietro, sprofondando di nuovo contro il materasso, preso alla sprovvista da quella improvvisa e inaspettata dimostrazione d'affetto. Risparmiò alla porta rimasta socchiusa solo una breve occhiata perché al momento non poteva importagliene di meno. Avvolse le braccia attorno alle spalle di Liam tirandolo vicino, mentre Liam seppelliva il viso contro il tessuto della sua maglia, inspirando il suo profumo familiare.

"Mi dispiace" mugugnò Liam, senza allontanarsi di un millimetro, la voce ovattata dal tessuto che premeva contro le sue labbra, le mani che scavavano sui suoi fianchi.

"E' tutto okay. Non sono arrabbiato con te" lo rassicurò Theo dolcemente, disegnando cerchi sulla sua schiena.

"Ma io lo sono. Sono arrabbiato con me stesso." Liam soffiò fuori, tirando su leggermente la testa per poter guardare finalmente Theo negli occhi. "Perché mi sono comportato come uno stupido e avevi ragione tu. E..ti avevo promesso che non sarei più scappato, e... e davvero non berrò più. Tipo mai più. Seriamente."

"Perché no?" Theo soffocò una risatina lanciandogli un'occhiata maliziosa "In realtà mi piace abbastanza il Liam audace. Quasi quanto il Liam geloso."
Liam arrossì furiosamente, posando di nuovo la testa sulla sua spalla con un gemito. "Ti prego, non è divertente, è stato imbarazzante"
"Hey, guardami" Theo lo picchiettò piano sulla testa "Guardami" fece ancora dolcemente quando Liam sembrò non volerlo ascoltare. Liam ubbidì alla fine, guardandolo imbarazzato, mordendosi le labbra e continuando a far oscillare lo sguardo tra gli occhi di Theo e un punto imprecisato più in basso. "Niente di quello che puoi dire o fare, mi farà pensare che sei imbarazzante o qualunque altra cosa passi nella tua bella testolina. Perché non lo sei. Tu sei tu. Sei Liam, e mi piaci proprio per come sei"

Il cuore di Liam stava palpitando violentemente nel suo petto, le farfalle che svolazzavano nel suo stomaco come impazzite, e non sapeva davvero cosa dire. Quindi di nuovo andò con quello che moriva dalla voglia di fare. Si chinò per catturare le labbra di Theo in un morbido bacio. Perché andava bene prendersi quel che voleva. Era bello. Era giusto. Era meritato.

E a volte le parole erano solo superflue.

La mano destra di Theo si spostò lungo la sua maglia fermandosi sulla sua nuca per tirarlo ancora di più contro le sue labbra, Liam sospirò pesantemente contro la sua bocca mentre lo baciava in risposta. Poteva sentire le ciglia di Theo accarezzargli le guance, le mani calde di Theo che premevano contro la sua pelle, la sua lingua, le sue labbra che si muovevano contro le sue, e si sentiva al sicuro, si sentiva a casa, si sentiva ancorato.

Poi sentì la voce di sua madre chiamarlo dal fondo del corridoio, probabilmente da fuori della sua stanza.

Liam e Theo si scambiarono uno sguardo a occhi sbarrati, prima che Theo spingesse via velocemente Liam alzandosi a sedere, e Liam cadesse giù dal letto in un mucchio contorto. Un'ombra di preoccupazione sfiorò il viso di Theo, ma non fece in tempo ad agire di conseguenza perché Jenna bussò alla porta subito prima di aprirla.

"Oh. Siete qui." Lei si fermò a guardarli dalla porta. "Li, che fai sul pavimento?" chiese poi con una mezza risata.

Liam la guardò da terra, ora completamente disteso, sollevato solo sui gomiti. Theo lo guardò con occhi spalancati. "Uh.... le... flessioni?" tentò.

Jenna sbatté le palpebre. Theo sollevò una mano per grattarsi la testa con una smorfia, probabilmente interrompendo il gesto che stava per fare di sbattersi una mano sugli occhi.

"Uh... Theo qui diceva che non potevo farne quanto lui" Liam continuò a sproloquiare. "E aveva ragione" Paul anche aveva ragione. Doveva seriamente lavorare su questo. Si alzò velocemente in piedi tanto per fare altro tranne sentirsi a disagio.

Jenna sembrò non voler insistere fortunatamente. Rise leggermente. "Okay, volevo solo dirvi che io e Paul usciamo per incontrare il responsabile della location per il matrimonio. Immagino che non vogliate venire con noi..."
"Non proprio" risposero in coro Liam e Theo, mentre Liam tornava a sedersi sul letto.

Jenna rise ancora. "Immaginavo. Dovremmo tornare in tempo per pranzo comunque. Chiameremo in caso contrario, ok?"
"Uh-uh" "Okay" mugugnarono entrambi in coro

"Fate i bravi" disse soltanto Jenna mentre con un sorriso e un cenno si richiudeva la porta alle spalle.

Liam e Theo rimasero immobili in silenzio per un tempo indefinito. Solo quando sentirono la porta d'ingresso aprirsi e poi chiudersi, rilasciarono un sospiro pesante tornando a guardarsi.

"C'è mancato poco" commentò Liam imbarazzato.

"Flessioni? Seriamente?" Theo gli rivolse un ghigno.
"E' la prima cosa che mi è venuta in mente mentre ero di faccia contro il pavimento." protestò Liam arrossendo. "Grazie comunque"
"E' la prima cosa che mi è venuta in mente mentre tua madre stava per beccarci a pomiciare sul mio letto" ribatté Theo divertito, tornando a sdraiarsi e allungando una mano per tirare Liam al suo fianco.

"Dobbiamo davvero trovare una soluzione. Se continuiamo così prima o poi ci scopriranno" fece poi qualche secondo dopo.

"Il matrimonio è tra due settimane, quando sarà passato gli parleremo." rispose Liam, lasciandosi cullare posando la testa sulla spalla di Theo. "Dobbiamo solo stare più attenti"

Theo gli rivolse un sorrisetto tirandolo più vicino "E' difficile, sai, quando tutto quello che vorrei fare dalla mattina alla sera è baciarti"
Liam imitò il suo sorriso "Be' dovrai trattenerti, scemo"

"Non... pensi che sospettino qualcosa vero?" chiese ad un tratto Theo, tornando improvvisamente serio.

"Io non penso. Siamo tutti insieme a casa veramente poco, e..." Liam si morse il labbro esitante "Mia madre non lo sospetterebbe mai"

Le parole ci misero un po' ad affondare in Theo, ma quando lo fecero, si alzò di scatto, facendo cadere Liam dalla sua spalla. Theo gli rivolse un'occhiata allarmata. "Li, ti prego, non dirmi che tua madre non sa che sei gay"

Liam gli rivolse un'occhiata imbarazzata "Be'... no?"

"Co-? Io pensavo che voi due vi diceste tutto!" Theo esclamò sconcertato. "Hai intenzione di dire a tua madre che sei bi e stai frequentando il tuo fratellastro nello stesso momento?! Le farai prendere un colpo!"
"Io... io pensavo di avere piu' tempo! Avevo intenzione di dirglielo una volta diplomato" Liam biascicò, tirandosi anche lui a sedere.

"Non capisco, perché? Tua madre non mi sembra una che avrebbe problemi con questo, lei ti adora!"

"Sì, ma..." Liam lo guardò mesto "Se le avessi detto che sono bi, lei si sarebbe preoccupata. Avrebbe avuto un altro motivo per credere che qualcuno... se la prendesse con me a scuola. Non ha mai davvero creduto alla storia che non riuscissi a farmi amici perché sono timido"

Theo lo guardò per un momento preso alla sprovvista. Ricordava bene quel giorno di tanti mesi prima quando Jenna gli aveva chiesto di vegliare su Liam perché temeva che qualcuno se la prendesse con lui.

Lo guardò poi con un'ombra di comprensione. "Ed è vero?" chiese seccamente. Liam lo guardò senza capire. "E' vero? Qualcuno se l'è presa con te... per questo?"


Liam non rispose, ma arrossì, abbassando lo sguardo, ed era una risposta più che sufficiente per Theo. Sentì un moto di rabbia crescere di lui al solo pensiero. Era stato dall'altra parte prima, ma quello era il passato. Ora più che mai Theo si rendeva conto di non potersi relazionare affatto con il se stesso di allora. Ora come ora avrebbe fatto di tutto per proteggere Liam.

Si portò una mano tra i capelli, con un sospiro tirandolo poi di nuovo vicino, abbracciandolo. "E' tutto okay. Troveremo una soluzione ok?" Liam annuì contro il suo corpo.

"Sai, anche io sono sorpreso in realtà. Che Paul sappia di te intendo" Liam si tirò indietro guardandolo curiosamente "Non ti immagino ad avere con lui una conversazione del genere"
"Oh, infatti non gliel'ho detto" disse subito Theo con un vago cenno della mano "E' solo entrato in camera mentre io-" Liam alzò un sopracciglio. "Lascia perdere. Non è una storia divertente"

Liam sbuffò. "E cosa ha detto?"

"E'.. tipo svenuto?"
"Cosa?" chiese Liam sconcertato.

"Te l'ho detto che non era una storia divertente" Theo scrollò le spalle. "Poi ha urlato. E mi ha chiesto se fosse solo una specie di protesta o di ribellione, la mia... ma poi ha capito, diciamo. Ora gli sta bene" Theo si fermò un attimo "Non che gli abbia mai presentato un ragazzo, quindi onestamente non so come reagirebbe"
"Questo mi fa sentire decisamente molto più tranquillo" commentò Liam sarcastico.

"Andrà tutto bene" ripetè Theo, un po' fuori tono. Forse non ci credeva nemmeno lui. Theo allungò la mano per prendere quella di Liam tra la sua e la strinse dolcemente "Dobbiamo solo dirglielo con calma e con grado, e capiranno"
"E non aspettare che entrino in camera mentre scopiamo, intendi?" lo prese in giro Liam.

"Non credo c'è rischio che accada questo" rispose Theo a tono. Liam lo guardò impassibile. "Scusa, mi è scappato"

Liam fece un verso a metà tra un ringhio e un sospiro esasperato, tirando la mano di Theo per avvicinarlo. "Sei un idiota" mugugnò contro le sue labbra, prima di baciarlo. Theo rise nel bacio, facendo scivolare le mani sulla vita di Liam per tirarlo poi sul suo grembo. Si allontanò quanto bastava per guardarlo negli occhi, con un nuovo sguardo malizioso negli occhi. "Allora... vuoi farmi un altro succhiotto? Sento già che quello di ieri sera sta sparendo..." lo stuzzicò.

Liam guardò confuso il succhiotto sul suo collo, decisamente visibile e violaceo. "Non è vero, si vede benissimo"
Theo sbuffò quasi incredulo "Non devi discutere con me su questo"

Liam rise prima di fiondarsi di nuovo in avanti.

*

Con sorpresa di Liam, giovedì impiegò veramente poco ad arrivare. Prima che se ne rendesse conto, stavano stipando le loro valigie nel pick-up di Theo, tra mille raccomandazioni di Jenna, e stavano partendo in direzione di casa di Josh, dove si sarebbero incontrati tutti. Furono gli ultimi ad arrivare, e quando accostarono fuori dal cancello, gli altri erano tutti lì, alcune valigie accatastate tra di loro, appoggiati all'auto di Mason e a quella di Nolan, chiacchierando e ridendo tranquillamente.


"Ce ne avete messo di tempo!" gemette Josh, mentre i due scendevano dal pick-up.
"Colpa di Liam" disse subito Theo allargando le braccia "Non riusciva a trovare il suo orsacchiotto"

Liam sbuffò prima di notare le facce divertite degli altri. "Sta scherzando" disse subito. Diede una spinta a Theo "Digli che stai scherzando, idiota!"

"Tranquillo, Li, anch'io non riesco a dormire senza il mio cuscino" commentò Nolan allegramente.

"Io non ho un fottuto orsacchiotto" sbottò Liam, fulminando di nuovo Theo, che stava ridendo. Dio, non poteva crederci che gli piacesse seriamente questo idiota. "Ti odio" mise il muso, incrociando le braccia, mentre tutti ridevano.

"Okay che ne dite se andiamo? Vorrei arrivare al mare prima di notte" s'intromise Tracy.

"Sì andiamo!" concordò Alec eccitato.

"Io vado con Theo" disse subito Josh, afferrando la sua borsa da terra e caricandola sul retro.
"Anch'io" "Anch'io allora" fecero eco Tracy e Hayden

Aspetta, cosa? Liam realizzò che era appena stato tagliato fuori. Non poteva nemmeno protestare senza destare sospetti. Tutto questo faceva schifo.

"Li, vuoi venire con me e Amber?" chiese Nolan allegramente.

Amber e Liam si scambiarono una lunga occhiata indagatrice. Poi Liam si voltò verso l'auto di Mason. "Vado con Mason"

"Alec?"

"Scusa, amico, ma non mi fido di salire in auto con te fino a Santa Monica... senza offesa"
"Be' sono offeso" ribatté Nolan, incrociando poi le braccia con un broncio sul viso "Io guido benissimo!"
"L'ammaccatura sul paraurti dice un'altra storia"

"Te l'ho detto, quel palo non era lì prima!"
"Sì, questa è sicuramente la spiegazione più logica" lo prese in giro Alec, mentre saliva a bordo dell'auto di Mason.

Amber lo guardò curiosamente per qualche secondo, "Posso andare anche io con Mason?" chiese poi

"No" rispose subito Nolan, tirandola da una mano. Amber sorrise maliziosa lasciandosi tirare "Mi piace quando mi dai ordini"

"Potrei vomitare" commentò Liam con una smorfia, facendo ridere Mason e Corey prima di salire a loro volta e partire seguendo Theo.

*

"Josh mi ha scritto se possiamo fermarci a fare provviste, mentre loro vanno avanti" comunicò Corey ad un certo punto mentre la macchina sfrecciava lungo la strada.

"Scrivilo anche a Nolan, è sicuramente quello con più spazio in auto" rispose soltanto Mason, cercando poi sul navigatore il supermercato più vicino.

Alec si girò per guardare dietro. "Spero non si sia già perso da qualche parte" commentò, notando che Nolan non era più dietro di loro.

Fortunatamente Nolan non si era perso. Sarebbe stato difficile spiegare a sua madre che si erano persi due membri del gruppo ad appena un'ora dalla partenza.

"Ci siamo tutti?" chiese Mason. "Bene, mentre aspettavamo Nolan ho fatto delle liste. Ci dividiamo, così guadagniamo tempo" Porse la prima lista a Nolan e l'altra ad Alec.
"Ti spiace, Cor, se vado io con Mason?" chiese poi Liam titubante. Corey lo guardò un momento sorpreso, poi annuì, avvicinandosi ad Alec.

Mason gli lanciò un'occhiata quasi spaventata. Liam non sapeva davvero se essere offeso o no. Aveva davvero così poca fiducia in lui?

All'ingresso si divisero, Nolan e Amber andando verso il settore alimentare, Alec e Corey verso le bevande e Liam e Mason verso il settore per la casa.

"Allora... cosa hai combinato di nuovo?" chiese Mason allarmato.

"Niente!" sbuffò Liam. "Non è che ti voglio parlare solo quando combino un casino, Mase"
"Ultimamente sì, mi sento tanto la fata matrina" Mason roteò gli occhi sorridendo, mentre spingeva il cestino lungo la corsia. "Allora... cosa è successo di nuovo con Theo?"
"Niente" rispose Liam esitante. "Niente. Il mio mondo non gira attorno a Theo, sai?"
"Ah-ah" mugugnò sarcasticamente Mason in accordo

Passarono qualche minuto in silenzio, spingendo nel cestino shampoo, bagnoschiuma, dentrifici e carta di vario genere.


"Be' sai..." fece poi Liam. Mason lo guardò divertito. Liam sbuffò rassegnato"Okay, dopodomani è tipo... un mese che io e Theo stiamo insieme" disse, arrossendo.

"Lo so, difficile dimenticarlo." Mason si allungò per afferrare del sapone per i piatti "Quindi, cosa? Vuoi un consiglio su cosa regalargli?"
"Io... penso di voler fare sesso con lui" disse poi velocemente, prendendo fuoco immediatamente dopo.

Mason scattò a guardarlo con occhi spalancati, prima di ridacchiare. "Figo, quindi vuoi regalargli te stesso? Ottima scelta" lo prese in giro, con un cenno complice del capo

"Non è divertente, Mase. Sto dando di matto qui, sai" piagnucolò Liam
"Quand'è che non lo fai?" rise Mason, dandogli una gomitata affettuosa

"Seriamente, Mase, insomma... voglio dire, co-come funziona?"
Mason lo guardò ancora più divertito. "Credevo sapessi come funziona, sai con quella cosa dei porno e tutto il resto..."
Liam gemette buttando indietro la testa con un'espressione addolorata sul viso "Oh dio dovevi proprio ricordarmelo?" Mason rise, mentre afferrava spugne e deodoranti e li gettava nel cestino. "Intendo dire... come funziona per far cominciare la cosa? Cioè, non è che puoi andare dal tuo ragazzo e dirgli 'hey come va? Senti, facciamo sesso?'."

 

Mason lo guardò a lungo, le sopracciglia che si inarcavano sulla sua fronte, le labbra inclinate in un ghigno. Questo poteva essere divertente. "Quindi vuoi che ti spieghi come sedurre Theo?"

Liam lo guardò imbarazzato torturandosi le mani "Non lo so. Forse?"

"Be' per prima cosa lo baci." elencò Mason, contando con le dita lentamente "Lo accarezzi..."
"Posso farlo" annuì Liam, serio

"Poi infili una mano nei suoi boxer e il gioco è fatto" concluse Mason allegramente.

Liam emise un verso gutturale a metà tra lo strozzato e lo sconcertato, arrossendo di nuovo. "Cos-?" Mason rise. "Non è esattamente quello che intendevo!" gemette Liam

"Okay okay, lasciamo la parte del sedurre a Theo. Credo sia meglio" acconsentì Mason

"Ugh"

"Hey, ho capito cosa intendi, Li. Tu vuoi sapere come capire quand'è il momento giusto, uh?"
Liam gli lanciò un'occhiata imbarazzata "Be'... sì?"
"Be' preferibilmente quando noi non siamo in casa. Mi sento già abbastanza coinvolto nella tua vita sentimentale, e mi basta" cominciò Mason.

"Mase"

Lui rise di nuovo tornando poi serio "Scherzi a parte, sai... devi viverlo per capirlo. Un momento sei lì, lo guardi e sai che è il momento giusto, e basta. Non ci sono istruzioni da seguire, Li, quando si tratta di queste cose." Mason si fermò improvvisamente in fondo alla corsia, e si voltò a guardarlo "Devi solo essere pronto"

Liam lo guardò, rosso in viso, ma determinato. "Lo sono"

"Bene" Mason sorrise dandogli una pacca sulla spalla, prima di voltarsi verso lo scaffale e allungare una mano. "Allora avrai bisogno di questi" disse con un sorrisetto, prima di lanciare l'oggetto verso Liam.

Liam afferrò la scatola impacciato, prima di rendersi conto che Mason gli aveva appena tirato un pacchetto di preservativi XL. Arrossì di nuovo lanciandogliela indietro. "Mase!"

Mason li afferrò solo per lanciarglieli ancora una volta. "Te l'ho detto, devi essere pronto.." sbuffò divertito, mentre Liam faceva oscillare la scatola tra le sue mani, facendola poi cadere in terra. "...in tutti i sensi"

"Oh mio dio, ti odio"
Mason rise, raccogliendo la scatola. "Non sto scherzando, ogni ragazzo si tiene sempre pronto per il sesso. E' praticamente quello che occupa il 70% della sua mente. Non troverai un ragazzo che non tiene almeno un preservativo nel suo portafoglio" concluse saggiamente, buttando la scatola del cestino, e prendendone un'altra a sua volta.

"Questo è ridicolo" commentò Liam roteando gli occhi

"Scommettiamo?" fece Mason, alzando un sopracciglio con tono di sfida. Liam gli rivolse una sola occhiata confusa, prima che lo sguardo di Mason si spostasse in un punto dietro di loro, facendolo voltare. Nolan, Alec, Amber e Corey stavano venendo nella loro direzione, spingendo grossi carrelli carichi di provviste.

"Hey ragazzi, io e Liam qui stiamo scommettendo se tutti i ragazzi tengono o no preservativi nel portafoglio." Gli altri risero fermandosi vicino a loro, gli sguardi che scivolano sullo scaffale dietro di loro. "Cor?"
Corey roteò gli occhi leggermente imbarazzato "Sì, ce l'ho" ammise quasi a malincuore.
"Voi ragazzi?"

"Ovviamente" sbuffò Alec con tono ovvio

"Idem" mormorò Nolan "Sono lì da quando ho compiuto 14 anni" annunciò poi allegramente.
Amber gli lanciò uno sguardo sconcertato. "Ti prego, non dirmi che stai usando quelli"
"Perché?" chiese Nolan ingenuo

"Oh mio dio" sospirò Amber scuotendo la testa. Poi spinse il carrello oltre di loro diretta alla casa, lanciando un'occhiata maliziosa a Liam mentre gli passava accanto. "E comunque, se ti interessa, anche io li tengo nel portafoglio. Non sai mai quando possono capitare cose" Gli fece l'occhiolino.

Liam si strinse le labbra cercando di trattenersi dal controbattere. In qualche modo non riusciva proprio a farsela piacere.

Mason nel frattempo aveva afferrato un'altra scatola di preservativi, buttandola tra le mani di Nolan mentre gli passava accanto. "Vai, a quanto pare servono anche a te" disse soltanto, lasciando un Nolan super confuso a guardarlo.

Liam sbuffò una risata, dandogli una pacca sulla spalla. Almeno non era l'unico a cadere dalle nuvole certe volte.

*

Liam non sapeva davvero se urlare o esserne felice quando più tardi in auto aprendo la sua borsa per prendere una bottiglia d'acqua, notò la scatola di preservativi sul fondo.

Quando diavolo ce l'aveva messa poi Mason lì? A volte il suo amico gli faceva paura.

Alzò lo sguardo incontrando il riflesso di Mason nello specchietto retrovisore che gli faceva l'occhiolino. Sentì il suo viso bruciare, ma davvero, non riusciva davvero ad avercela con lui per questo. Forse chissà l'avrebbe anche ringraziato alla fine di tutta questa storia.

*

"Porca puttana" fu il commento meravigliato di Amber, quando Hayden aprì loro la porta, facendoli entrare. I ragazzi girarono intorno alla ragazza in piedi a bocca aperta carichi di buste seguendo l'indicazione di Josh di lasciarle in cucina. Liam non poteva davvero darle torto. Quel posto era enorme, non quanto la casa a Beacon Hills di Josh, ma sicuramente enorme. La porta d'ingresso si affacciava direttamente sulla spiaggia, e Liam era sicuro che dal piano di sopra si avesse una pazzesca vista completa del mare.

"Allora, che ve ne pare?" chiese Josh con un sorriso soddisfatto, quando la spesa fu riposta, distribuendo a tutti delle birre fresche.

"Cazzo, è incredibile" commentò Alec

"E' fottutamente pazzesca" aggiunse Amber

"Aspettate di vedere le camere da letto" fece Josh lanciando un'occhiata a Theo che se ne stava in piedi con le braccia incrociate sul bancone, guardandoli con un sorriso.

"Al contrario di voi coppiette sdolcinati, io piuttosto che le camere da letto, non vedo l'ora di vedere il mare" ribatté Hayden con un sorriso.

"Hey, ma dovremmo davvero dormire sul pavimento?" chiese Nolan a un tratto preoccupato.
"In realtà ho detto a mio padre che eravamo un po' oltre il numero, così la scorsa settimana quando è stato qui ha sostituito il vecchio divano con questo" rispose Josh gettandosi sul divano. "Si apre e diventa un letto matrimoniale, quindi dovremmo stare apposto. Di sopra c'è la camera dei miei, la cameretta mia e di mio fratello e la camera degli ospiti."
Mason aggrottò le sopracciglia confuso, probabilmente tenendo il conto "Quindi restano fuori comunque due di noi"

"C'è un altro divano di sotto, nella taverna" rispose Josh con una scrollata di spalle. "E' un po' umida e polverosa sì, ma dovremmo accontentarci"

"Io non posso dormire nella taverna, sono... allergico alla polvere!" disse subito Nolan, portando le mani avanti.

"Bene, quindi io e Nolan prendiamo la camera degli ospiti" si prenotò subito Amber alzando una mano.

Il resto di loro si guardò attentamente. "Oh non guardate me, io e Tracy prendiamo la camera dei miei ovviamente"
"Questo fa un po' schifo, sai, ma meglio della taverna polverosa" commentò Tracy, bevendo un sorso di birra.
"Uh.." mugugnò Liam "Se volete ci.. dormo io nella taverna? Per me è indifferente" Scrollò le spalle. "Così Mason e Corey possono prendere questo divano"
"Grandioso, problema risolto" ridacchiò Alec.
"Okay e chi dormirà con Liam?" chiese poi Amber con un grosso ghigno. "Hayden?" fece voltandosi verso la ragazza.

Theo stava seriamente per protestare, fanculo tutto, ma Hayden fu più veloce con sua grande sorpresa. Rivolse un piccolo sorriso ad Amber, dicendo solo "Credo sia meglio che dorma Theo con Liam"
"Perché non io?" chiese Alec, alzando un sopracciglio. Liam trattenne il respiro, scambiandosi un'occhiata fugace con Theo

"Perché io non dormirò con Theo" rispose semplicemente Hayden.

"Quindi dormiresti con me?" continuò Alec, le labbra che si inclinavano in un sorriso
"Sono due letti singoli, non emozionarti troppo"
"Sei sicura, Hayden? Posso dormire con te se-" si fece avanti Tracy
"Non preoccuparti, dormi pure con il tuo ragazzo" Hayden le diede una gomitata affettuosa scrollando poi le spalle. "Non ho alcun problema a dividere la stanza con Alec"

"Bene, siamo tutti sistemati allora!" Josh saltò su dal divano alzando la sua birra. "Allora... brindiamo a questa vacanza?" li incitò allegramente. Tutti risero ubbidendo e facendo tintinnare le loro bottiglie. "Alla nostra vacanza!" fecero tutti insieme.
"Grandioso, posate le vostre borse e andiamo al mare, che ne dite?!"

*

 

Mezz'ora dopo erano tutti sulla spiaggia, borse e asciugamani e bottiglie di birra sparpagliati tra loro. Il cellulare di qualcuno riproduceva della musica in sottofondo, e più in là Josh, Alec, Theo e Mason discutevano su chi avesse il coraggio di lanciarsi per primo in acqua. Liam non sapeva a che conclusione fossero davvero giunti alla fine, ma un attimo dopo stavano correndo tutti verso l'acqua lanciandosi in un mare di schizzi facendo strillare Hayden, Tracy e Nolan che erano sulla riva a bagnarsi i piedi. Amber fu l'unica a cui non diede affatto fastidio, anzi, un secondo dopo si lanciò dietro di loro. Corey e Liam risero guardandoli, mentre Josh e Alec e Amber tornavano indietro per cercare di afferrare i tre rimasti a riva.

Liam non lo trovò tanto più divertente quando poi Josh, Theo e Mason vennero per lui e Corey.

*

La giornata volò in fretta. Giocarono a beach volley, nuotarono, presero della pizza per pranzo e fecero foto su foto, ridendo ancora e ancora. E prima che se ne rendessero conto, il sole stava già tramontando ed erano tutti seduti attorno a un fuoco, Josh e Alec che preparavano il barbecue per la cena.

Liam si sentiva stanco, ma felice e rilassato come non lo era da un sacco di tempo. L'unica nota negativa era il dover guardare Tracy accoccolata contro la spalla di Josh, Mason e Corey che si baciavano ogni due minuti, Amber seduta tra le gambe di Nolan che le cingeva la vita, sussurrandosi dio solo sa cosa all'orecchio... e pensare che avrebbe voluto fare lo stesso con Theo, coprire quel metro di distanza tra loro e stringersi a lui, e non lasciarlo più.

Era così dannatamente stanco di nascondersi...

E per di più aveva avuto la sensazione per tutto il giorno che Theo avesse evitato il più possibile ogni contatto fisico tra loro, e non poteva non pensare che fosse un po' strano. D'altra parte però non erano rimasti un attimo da soli per tutto il tempo, quindi, si disse Liam, era perfettamente normale che Theo fosse cauto... no?

*
 

Poco dopo mezzanotte, la stanchezza spinse tutti a ritirarsi nelle proprie stanze, e Theo e Liam scesero nella taverna. Il posto era rustico, probabilmente grande quanto il salone al piano di sopra, ma decisamente più spoglio. Era per di più stipato di scatoloni consunti, e c'erano solo un grosso tavolo di legno e una cucina rozza, e il divano su cui avrebbero dormito. E un piccolo bagno annesso.

Liam si buttò al centro del letto con un sospiro, lasciando il posto in bagno a Theo. Il materasso era sottile, e non molto comodo, ma era così stanco in quel momento che avrebbe dormito perfino su un mucchio di mattoni. Tirò fuori il cellulare, inviando un rapido messaggio di buona notte a sua madre, prima di spegnerlo e posarlo su una sedia messa lì vicino a mo' di comodino.

Quando Theo uscì dal bagno avvolto in una maglietta grigia dall'aspetto morbido e un paio di pantaloncini sportivi, sospirò dando un'occhiata al posto, prima di sedersi sul letto, la schiena contro lo schienale.

"Non ci posso credere che ci hai preso la taverna" disse guardandolo con un mezzo sorriso
Liam si girò su un fianco per guardarlo meglio, e scrollò le spalle con aria un po' colpevole "Scusa. Ma era tipo l'unico posto un po' più lontano da occhi indiscreti"

"Lo so" disse Theo, distogliendo lo sguardo e scivolando con la schiena più in basso. Liam lo guardò quasi in attesa, sollevando poi un sopracciglio, le labbra inclinate in un sorrisetto. "Quindi... non bacerai il tuo fidanzato che non baci da ben 14 ore?" fece ironico.

Theo fece uno sbuffo divertito prima di chinarsi su di lui "Già, scusa, che mancanza imperdonabile da parte mia" fece sardonico. Premette le sue labbra calde su quelle di Liam, che trattenne a fatica un sospiro sollevato. Non credeva sarebbe stato possibile, ma anche quel solo e semplice contatto gli era mancato da morire durante tutto il giorno.

Quindi rimase alquanto deluso quando dopo quella che poteva al massimo essere definita solo una leggera beccata di labbra, Theo si tirò indietro. Stava ancora sorridendo, e non sembrava ci fosse qualcosa di strano in lui, eppure tutto quello che fece dopo fu sdraiarsi completamente, sollevando le coperte a coprirli.

Liam era sicuro che la delusione (...non era nemmeno sicuro se si trattasse di delusione, sapeva solo che quel gesto aveva fatto contorcere il suo stomaco in modo spiacevole) fosse dipinta chiaramente sul suo viso, ma Theo non sembrò accorgersene. Si allungò per spegnere la luce e poi scivolò con un sospiro soddisfatto contro il materasso.

Tutto qui? è quello che Liam voleva chiedere. "Stai bene?" fu quello che gli venne fuori, la voce come un sussurro che tagliò le tenebre della stanza.

"Sì?" disse Theo tranquillo, apparentemente non cogliendo il motivo di quella domanda. "Sono solo stanco, è stata una giornata pesante"

Liam si morse il labbro "Già" mugugnò. "Anche io..." Era davvero stanco anche lui, sentiva le palpebre pesanti e il corpo quasi prosciugato di ogni energia. Forse era solo quello il problema, non c'era bisogno davvero di ingrandire le cose....

Theo sorrise prima di sporgersi di nuovo, posandogli sulle labbra un altro bacio ancora più rapido e leggero di quello di prima "Buona notte" Poi si tirò meglio le coperte sulle spalle e si voltò su un fianco, e Liam rimase a guardare l'ombra scura delle sue spalle, immobile, chiedendosi quale diavolo fosse il problema adesso. Perché sembrava davvero essercene uno.

Dopo dieci minuti a fissare il vuoto sentendosi stranamente teso, Liam sbuffò voltandosi verso Theo e facendosi più vicino, il suo petto che quasi sfiorava la sua schiena, e la sua mano sinistra si strinse attorno a un lembo della maglietta dell'altro ragazzo. "Theo?" lo chiamò a bassa voce. Theo non rispose. "Stai già dormendo?" riprovò Liam, ancora più debolmente. Nessuna risposta. Liam emise un sospiro di sconfitta, prima di lasciare la presa e voltarsi anche lui su un fianco, lo sguardo ora rivolto al buio della stanza, cercando di dormire finalmente.

Al suo posto, Theo riaprì gli occhi, il cuore che batteva forte, il senso di colpa che serpeggiava dentro di lui. Stava facendo la cosa giusta, si ripetè, mentre inspirava silenziosamente. Stava facendo la cosa giusta.

*

Quando si svegliò la mattina dopo, Liam si ritrovò per un attimo disorientato. Ci mise un po' a realizzare che non era nella sua stanza e perché. Il secondo dopo, realizzò che Theo non era al suo fianco. Si spinse a sedere, per poi notare la luce in bagno accesa e rilassarsi. Smettila di agitarti, Li, si rimproverò da solo.

Si sentì il chiaro rumore dello sciacquone, e un secondo dopo Theo uscì dal bagno, i capelli incasinati e il volto assonnato, ma vestito già con il suo costume e una canottiera. Sussultò quando notò che Liam era già sveglio. "Hey" mugugnò poi. "Giorno"
"Giorno" gli fece eco Liam guardandolo attentamente. "Dormito bene?"
"Sì... tu?"
"Sì..."

Era tensione quella che sentiva? Perché?

"Sbrigati a vestirti, sto morendo di fame" gli sorrise poi Theo, dandogli una rapida pacca sul ginocchio destro prima di provare ad allontanarsi.

"Aspetta" lo chiamò Liam, strisciando sul materasso, finchè fu seduto, ma coi piedi che toccavano il pavimento gelido, e afferrando la mano di Theo prima che fuggisse via. Perché fuggire sembrava proprio quello che Theo stava facendo. Liam lo tirò vicino, facendolo fermare tra le sue gambe. "Aspetta..." ripetè ancora, più basso, quasi supplichevole. Si morse il labbro "Baciami prima"
"Li.."
"Per favore?"
Tirò la mano di Theo mentre piegava la testa verso l'alto, e Theo si avvicinò quasi esitante, posando le sue labbra sulle sue. Come la sera prima, Liam capì immediatamente che Theo stava per tirarsi indietro dopo una semplice beccata, ma stavolta fu più rapido. Cinse la nuca di Theo con entrambe le mani, tirandolo in avanti e aprendo la bocca. Si lasciò cadere indietro e Theo fu costretto dalla sua presa a seguirlo, barcollando leggermente prima di trovare equilibrio puntando un ginocchio sul materasso. Mugugnò contro le sue labbra, mentre le loro lingue finalmente si incontravano, dando vita a un vero bacio stavolta. Il modo in cui Theo seguì la sua guida, assaggiando le sue labbra quasi con avidità, fece pensare a Liam che forse sì, era stato solo un po' paranoico il giorno prima, e no, non c'era assolutamente niente che non andava...

Poi Theo tirò indietro, e Liam gli sorrise, con gli occhi quasi lucidi per la mancanza d'ossigeno. Theo si morse il labbro, sembrava distrutto tanto quanto Liam, gli occhi che cadevano in continuazione sulle labbra gonfie e rosse di Liam. Theo deglutì. "Dovremmo..." Il cuore di Liam accelerò in anticipazione. Theo deglutì ancora. "Dovremmo andare di sopra. Probabilmente gli altri ci stanno aspettando" sussurrò poi, distogliendo lo sguardo dal viso di Liam e alzandosi velocemente.


Il sorriso di Liam cadde velocemente quanto il suo cuore.

"Sbrigati, ti... ti aspetto di sopra" disse Theo, prima di fiondarsi fuori dalla stanza.
 

Okay. Sì, pensò Liam, col cuore a mille, c'era decisamente un problema.

*

"Allora... com'è stata la tua notte?" chiese Mason con un grosso ghigno, appena furono sulla spiaggia più tardi, e gli altri furono fuori portata d'orecchio.

Liam lanciò un'occhiata a Theo impegnato a ridere con Alec e Josh di Nolan che era appena caduto a faccia avanti sulla sabbia cercando di afferrare la palla.

"Fredda" mugugnò mestamente in risposta.

"Be' posso immaginare" Mason roteò gli occhi divertito "Hai dormito in una fottuta taverna"
"Sai, in realtà la cosa più fredda che ho sentito ieri è stato il mio ragazzo" sbuffò Liam cercando di essere ironico. In realtà non c'era affatto nulla di divertente. "Non so quale sia il problema, ma... a malapena mi ha parlato per tutta la sera! E stamattina è praticamente fuggito dalla stanza!"

"Be'..." mugugnò Mason, giocando con la sabbia, prendendola tra le mani e facendola poi cadere giù di nuovo. "Dovresti capirlo un po', deve essere dura per lui" Poi gli sorrise ironico "Scusa il gioco di parole"

Liam lo guardò confuso. "Che vuol dire?"
Mason sbuffò ridendo "Andiamo, Li! Deve essere già difficile per lui trattenersi, almeno a casa ha un motivo per farlo. Con i vostri genitori lì, deve trattenersi per forza. Ma qui... è diverso." Mason scrollò le spalle. "Sta cercando di rispettare i tuoi spazi, ma è difficile, lo capisco"
"Ma io non voglio che si trattenga" disse Liam boccheggiando quasi sconcertato.

Mason gli sorrise. "Sì, ma questo lui non lo sa"

Liam gemette, facendo cadere la testa contro l'asciugamano. "Perché cavolo le persone si frequentano? Nessuno aveva detto che sarebbe stato così complicato!"
Mason rise poi lo guardò "Sai, dovreste scopare e basta. Tutti i vostri problemi sparirebbero"

Liam lo guardò non impressionato "Ci sai davvero fare con le parole eh Mase, te l'hanno mai detto?"
"Fottiti" disse Mason con un finto broncio "Se avessi ascoltato me fin dall'inizio, saresti già all'altare con Theo, mi hai sentito?"

*

Nonostante il suo tentativo di tenere al minimo i contatti, Theo si era comunque svegliato col petto completamente spalmato contro la schiena di Liam - stringendolo come se ne valesse la sua vita - e un'imbarazzante e scomodo problema nei suoi boxer, che aveva dovuto provvedere a risolvere in bagno.

Theo non aveva alcun dubbio o tentennamento sul fatto che volesse aspettare che Liam si sentisse pronto, ma non poteva impedire al suo stesso corpo di volerlo. Non poteva impedirlo a se stesso. Perché cazzo, lui voleva Liam al punto che faceva quasi male. Non si era mai sentito così con nessun'altro prima, perché Theo sentiva che non era solo questione di sesso. Semplicemente sentiva il bisogno di sentire Liam, voleva accarezzarlo, farlo suo, perdersi nei suoi occhi e leggerci dentro tutte le emozioni che provava, farlo sentire bene, con la consapevolezza di essere solo lui a farlo sentire bene. Voleva qualcosa di più del semplice sesso. Voleva fare l'amore con lui. Quel tipo di amore che riempie, soddisfa e soprattutto connette. Qualcosa che probabilmente nemmeno lui aveva mai provato. E Theo lo voleva, lo bramava, solo con Liam.

Ma era così terrorizzato all'idea di rovinare tutto che era più facile lasciare tutto nelle mani di Liam, ora come ora. Era così terrorizzato all'idea di non riuscire a trattenersi finendo per fare qualcosa che Liam non volesse, che preferiva ridurre al minimo i contatti.


Era solo dannatamente difficile.

*

Quella sera Liam non era esattamente in vena di una festa, considerato anche com'era finita l'ultima a cui aveva partecipato. Ma Josh aveva detto che era sulla spiaggia, e che era una vera figata, e onestamente non voleva essere lui il guastafeste, o lo sfigato che diceva di voler rimanere a casa. Sarebbe andato, e avrebbe cercato di divertirsi, senza toccare nemmeno un sorso di alcool, per l'amor di Dio.

Il posto era decisamente carino, Liam non poteva negarlo. Le persone ballavano sulla spiaggia, il dj che li sovrastava da un palco in legno, e decine e decine di luci dorate pendevano sulle loro teste, intrecciate alle travi di legno del piccolo chiosco che aveva organizzato la festa e si occupava del bar.

Nolan e Amber erano già spariti dalla circolazione, e un attimo dopo Mason raggiunse lui, Corey e Alec che ballavano a bordo pista con un paio di bicchieri colmi fino all'orlo. Quando ne porse uno a Liam, il ragazzo lo scrutò con sospetto.

Mason ridacchiò. "Non preoccuparti, è un analcolico."
"Bene" sospirò Liam, prendendone un sorso.

Mentre ballavano, i suoi occhi continuarono a frugare la pista, cadendo di tanto in tanto su Theo e Josh, in piedi al bancone.

Josh si sporse verso il barista afferrando due birre e lasciandogli una banconota, prima di porgerne una a Theo.


"Uhm.. amico" Josh gli diede una leggera gomitata, ghignando "C'è una ragazza laggiu' che ti sta puntando tipo da mezz'ora"

Theo l'aveva notata già da un po', ma le risparmiò una sola occhiata, prima di tornare a guardare Josh, portandosi la bottiglia alle labbra. "Non mi interessa"

Il ghigno di Josh si allargò. "Davvero? Mi verrebbe da pensare che allora ti interessa qualcun altro" lo provocò. Theo gli sparò uno sguardo impressionato. Se Josh sperava di farlo parlare così, si sbagliava davvero di grosso.

Josh rise leggermente, portandosi la birra alle labbra e tornando a guardare la folla. Poi si bloccò con la bottiglia davanti alla bocca, gli occhi spalancati. "Merda, ma quello là che sta pomiciando con Hayden non è Liam?!"

Theo si voltò così rapidamente che era sicuro di essersi rotto qualcosa, ma quando vide Liam, stava solo ridendo e ballando con Mason e gli altri come faceva da mezz'ora. Sentì Josh ridere istericamente accanto a lui e capì. "Cazzo" soffiò, colpendolo alla spalla con forza. "Sei un vero stronzo, non è divertente!"

Josh continuò a ridere, alzando una mano per asciugarsi le lacrime agli occhi, lo stronzo. "Porca puttana, sei così ovvio!"

"Ti odio" mise il muso Theo. "Qual è il tuo problema, amico?"

"Il mio problema è il mio migliore amico che non parla con me, ti sembra normale che devo tenderti un'imboscata per farti essere sincero?"

"Lo sai che non è questo il problema, è solo che-"

"Theo, lo so. Ricorda solo che io non ti giudico. Siamo amici, io sarò sempre dalla tua parte, a qualunque costo"

Theo gli sorrise. "Be' grazie, Josh"

Josh prese un grosso sorso di birra. "Quindi... mi dirai i dettagli ora?" chiese, con un ghigno speranzoso.

Il ghigno di Theo sia allargò. "Assolutamente no"

"Ti odio, cazzo." Posò poi la birra sul bancone, rivolgendogli un'occhiata fin troppo divertita. "Bene, allora liberati da solo di lei" E se ne andò.


"Co-?" Theo lo guardò sparire tra la folla confuso, prima di guardarsi intorno e notare finalmente la bionda che lo fissava prima avvicinarsi.

"Stronzo" mugugnò tra i denti.

Un secondo dopo la ragazza gli stava davanti, sorridendo esitante. "Hey"
"Hey" gli fece eco Theo, a disagio.

"Scusa se ti disturbo, ma ero laggiu' e ti stavo guardando. E ho davvero bisogno di un compagno di ballo. Ti va di unirti a me?" fece allegramente.

Theo la guardò per un attimo. Era sicuramente carina, stretta in un corto vestito a ricami floreali, e il vecchio Theo probabilmente avrebbe colto subito l'occasione. Ma ora guardandola non vedeva assolutamente nulla. Non sentiva assolutamente nulla.

Sorrise leggermente, chinando il capo quasi in tono di scusa. "Scusami, sono sicuro che saresti un ottima compagna di ballo, ma... non credo che il mio ragazzo sarebbe molto d'accordo" scherzò. Il sorriso della ragazza tentennò. "Uhm, è laggiù" Theo si voltò imitato dalla ragazza verso Liam, solo per accorgersi che lui li stava già fissando. Distolse lo sguardo non appena si sentì osservato, e la ragazza tornò a guardarlo con un sorriso timido. "Uhm ricevuto" ridacchiò. "Tornerò strisciando nel mio angolo allora" Anche Theo rise. "E' stato bello parlare con te. Divertiti"
"Anche tu"

Theo la guardò allontanarsi, prima di riprendere la sua birra e finirla in un colpo solo. Si voltò per posarla sul bancone e quando tornò a fronteggiare la pista, si ritrovò Liam davanti.
"Hey!" sobbalzò, poi sorrise. "Mi stavo chiedendo quando saresti venuto qui a salvarmi" scherzò.

Liam lanciò un'occhiata nella direzione in cui era sparita la ragazza. Scrollò le spalle "Mi sembra che te la sia cavata benissimo da solo"

"Be' grazie" ridacchiò.

Liam si morse il labbro esitante, prima di far scivolare la sua mano in quella di Theo e stringerla, ben nascosta tra i loro corpi. Theo lo guardò, tutto il suo corpo che reagiva alla vicinanza di Liam "Ti va..." chiese Liam nervosamente "..di andare in un posto più tranquillo?"

Dovremmo restare qui

E' più sicuro

Non voglio rischiare di superare quella linea

Era quello che Theo stava pensando. Ma tutto quello che fece fu annuire in accordo.

Un vero sorriso esplose finalmente sul viso di Liam, e Theo seppe che era definitivamente andato. Si lasciò trascinare da Liam, la mano calda nella sua, lasciandosi finalmente tutta la folla alle spalle. Non che facesse davvero differenza. Era da un bel po' di tempo ormai che Theo vedeva solo e solamente Liam.

*

"Penso che stia per piovere" disse Theo rompendo il silenzio, che fino a quel momento era stato colmato solo dal suono delle onde che si infrangevano sulla riva davanti a loro. Liam, seduto sulla sabbia accanto a lui, lo guardò divertito. "Davvero? Mi stai parlando del tempo?"

"Scusa" disse Theo ridacchiando imbarazzato. Poi si voltò a guardarlo "Ma sai, è abbastanza nuvoloso. Credo che- hmph"
Liam si lanciò in avanti, zittendolo con le sue labbra sulle sue e tirandosi più vicino. La mano destra di Theo si conficcò nella sabbia, mentre l'altra andò istintivamente a stringere il fianco di Liam. I suoi occhi si chiusero mentre la bocca si apriva lasciandolo entrare. Era un semplice bacio, ma bastò a lasciarlo senza fiato. Doveva ricomporsi.

"Ti va se facciamo una passeggiata?" propose velocemente. Troppo velocemente.

Un'ombra di sofferenza attraverso il viso di Liam. "Perché fai così?" chiese ad un tratto mestamente. Theo abbassò lo sguardo stringendo le labbra, il senso di colpa che strisciava sotto la sua pelle. "Ho... fatto qualcosa di male? Sei arrabbiato con me?"
"No! Li, non è questo-" protestò debolmente, rivolgendogli un'occhiata allarmata.
"Allora, che c'è?" lo supplicò Liam "Mi sento come se mi stessi evitando da quando siamo arrivati qui"

"Mi dispiace" Theo si allontanò del tutto, tornando composto al suo posto, lo sguardo basso "Mi dispiace, è solo che-" Sospirò sconfitto. "E' solo che non voglio rischiare di fare qualcosa che non vuoi" ammise alla fine.
Liam esitò, torturandosi le labbra "E' ancora per quello che è successo la settimana scorsa? Credevo che avessimo chiarito..."
Theo sbuffò "Non abbiamo chiarito, Li, l'abbiamo solo messo da parte. Questa intera cosa... è nuova per me quanto lo è per te. Ma sono sicuro che non è così che dovrebbe funzionare. Io... vorrei che tu parlassi con me, perchè per quanto ci provi, non so leggerti nella mente" Theo sospirò. "Io vorrei solo che ti fidassi di me"
"Io mi fido di te!" esclamò Liam. "Più di chiunque altro"
"Allora parla con me" lo supplicò debolmente Theo, mettendo una mano su quella di Liam.
"Io.." Liam deglutì, tenendo lo sguardo sulle loro mani intrecciate sulla sabbia. "Io... ho solo paura" ammise.

"Paura di cosa?" lo incitò tranquillamente Theo.

Liam continuava a torturarsi il labbro, un evidente rossore che gli colorava le guancie, facendo oscillare lo sguardo tra Theo e le loro mani. "Ecco... io... quando ero alla Devenford Prep... sai che... stavo tipo frequentando Brett no?"
Theo strinse le labbra alla menzione del ragazzo. "Si, lo ricordo, cosa è successo?"
"Be'... lui... ovviamente lui voleva che noi... sai.." Si agitò sul posto imbarazzato. "Ma io non volevo, non mi sentivo pronto, e... lui mi ha lasciato. E poi l'ha detto a tutti i suoi amici e in un attimo tutta la scuola lo sapeva. Io non avevo nemmeno ancora fatto coming out, sai..."
Theo emise un verso di pura indignazione "Quello stronzo figlio di-"

Liam strinse la presa sulla mano di Theo, impedendogli di alzarsi per andare chissà poi dove. "Non- non ha davvero più importanza ora. Nemmeno ci penso più"
"Li-"
"Non me n'ero accorto fino ad ora, perché- non ho davvero frequentato nessun altro dopo Brett, ma probabilmente mi ha fatto pensare che non voler farlo con qualcuno mi avrebbe portato ad essere tipo scaricato di nuovo...? Non lo so-"
Theo boccheggiò quasi scioccato. "Li, io non farei mai qu-"
"Lo-lo so! Perché tu non sei Brett, e sono io che sono- ugh, sono così dannatamente stupido!"
"No non lo sei." Theo gli fece un sorriso rassicurante "Non sei stupido. Sei carino, e sei nervoso, e se sei spaventato. È normale! E'... la tua prima volta" Liam arrossì, abbassando di nuovo lo sguardo.

"Sai, in questi ultimi giorni ho capito... che con te è diverso da com'era con Brett. Con lui ero solo imbarazzato, credo, ma con te... ho paura di non essere bravo abbastanza. Ho paura di essere paragonato agli altri..." ammise a fatica, deglutendo il groppo alla gola. "E ho paura di essere una delusione. Io non voglio questo, io... solo non voglio... non voglio deluderti, e non voglio che tu finisca per stancarti di me"
Theo lo guardò quasi commosso, alzando la sua mano per intrecciarla sul suo grembo, e guardandolo dritto negli occhi "Questo non succederà, ne sono sicuro, Li. Quando succederà, so già che sarai perfetto"

Liam arrossì nuovamente, ma non abbassò lo sguardo. "No- non so se sarò all'altezza, e non voglio rischiare di perderti"

"Hai mai pensato che forse sono io a non essere alla tua altezza?" sussurrò Theo ad un certo punto.

"Uh?"
"Li, ho paura anche io."
"Tu... hai paura?" chiese Liam, quasi sconcertato.

"Sono fottutamente terrorizzato" Theo sbuffò una mezza risata. "Questo... noi... io non ho mai provato niente di simile in vita mia. Voglio che tu ti senta sempre al sicuro con me, e ho paura di fare qualcosa che ti faccia scappare da me. Non credevo che fosse una cosa possibile, ma la sola idea di perderti mi fa impazzire"
 

Il cuore di Liam stava battendo violentemente contro il suo petto, faceva quasi male. Sorrise tentativamente a Theo "Forse allora siamo entrambi due stupidi" scherzò, cercando di rompere la tensione.

"Forse" sbuffò Theo sorridendo. "Ma almeno possiamo essere stupidi insieme"

Liam rise poi lo guardò con occhi supplichevoli. "Sto morendo dalla voglia di baciarti adesso, posso farlo?"

"Li" sbuffò Theo "Devi farlo"

Liam rise, mentre Theo lo tirava su di sé, in modo che fosse a cavallo sul suo grembo. Lo tirò vicino, afferrandolo dai fianchi, e Liam avvolse le braccia attorno al suo collo, zittendo le loro stesse risate con un bacio incasinato. Le mani di Theo si spostarono fameliche sulla sua schiena, mentre Liam li spingeva avanti, facendoli cadere con un morbido thump sulla sabbia. E in quel momento non importava di quanto fosse scomodo, o fastidiosa fosse la sabbia contro la pelle, loro non vedevano, non sentivano null'altro che loro stessi.

Poi un tuono squarciò l'aria in lontananza. Liam si allontanò leggermente preoccupato, e Theo gli rivolse un ghigno. "Te l'ho detto io che stava per piovere"
Liam roteò gli occhi "Ah sta zitto" mugugnò, non riuscendo del tutto a trattenere il divertimento, prima di fiondarsi di nuovo sulle labbra di Theo.

"Mmh" mugugnò Theo contro le sue labbra qualche secondo dopo "Sai..." lo guardò languidamente. "Visto che sta per piovere, sarebbe davvero saggio da parte nostra tornare a casa, no? Gli altri non avrebbero nulla da ridire"
Un sorriso si contorse sulle labbra di Liam "Già, molto previdente"

"Come hai detto ieri, potremmo approfittare di quel posto "lontano da occhi indiscreti" che ci hai preso" continuò.

"Sì potremmo"
Theo rise. "Quindi... andiamo a casa?"
Liam sorrise a sua volta, posandogli un altro bacio veloce sulle labbra "Andiamo a casa"

 

CONTINUA

 

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Capitolo 24
*** Non mi sono mai sentito così ***


24. Non mi sono mai sentito così
 

Lo sciabordare delle onde era l'unico rumore che accompagnava Liam e Theo, mentre mano nella mano, le scarpe strette in quella libera, tornavano a casa passeggiando sul lungo mare, illuminati solo dalla tenue luce della luna, che faceva capolino tra le grossi nubi nere in avvicinamento

"Pensi che gli altri si accorgeranno che siamo spariti?" chiese Liam a un certo punto.

Theo ridacchiò "Ne dubito" rispose "Dopo il terzo cocktail non ricorderanno nemmeno dove sono loro " Liam rise a sua volta "E comunque saranno troppo impegnati a succhiarsi la faccia a vicenda" concluse Theo scrollando le spalle con un ghigno.

Liam rimase per un attimo in silenzio "Pensi che Alec stia succhiando la faccia di Hayden ?"
"Eww" gemette Theo, cercando di allontanarsi, mentre Liam si stringeva alla sua mano più forte ridendo "Non avevo bisogno di questa immagine mentale, Li, davvero" Liam rise più forte, riportando Theo al suo fianco.

Poi ricaddero nel ritmo della loro tranquilla passeggiata. "Hey, credo che dovremmo davvero sbrigarci o ci pioverà addosso" fece qualche secondo dopo Liam, scrutando ansioso il cielo.

"Uhh hai paura di bagnarti per caso?" lo prese in giro Theo, picchiettando con la sua spalla contro la sua.
Liam lo guardò di sbieco "Preferirei davvero non correre sulla sabbia sotto un temporale"
"Davvero...?" Il ghigno di Theo si allargò, mentre si fermava sui suoi passi, costringendo Liam a fare lo stesso.

Liam lo guardò confuso, prima che Theo strattonasse la sua mano verso l'acqua. "Wah, non osare, Theo-" piagnucolò Liam puntando i piedi sulla sabbia per contrastare a tutti i costi la presa di Theo, che ridacchiò. "Okay, se vuoi fare il pollo, va bene" Theo lasciò la presa sulla sua mano, e Liam lo guardò sconcertato mentre si toglieva la maglia. "Io vado a fare un bagno" comunicò allegramente
"Cosa? Ora?! Aspe- non puoi fare sul serio" esclamò Liam, mentre Theo si liberava anche nei pantaloni. Theo gli rivolse un ghigno di sfida, prima di correre in acqua senza ulteriori indugi. "Questa potrebbe essere l'idea più stupida che tu abbia mai avuto!" gli gridò dietro Liam alzando la voce.

Fece cadere le sue scarpe accanto ai vestiti di Theo e ci buttò il cellulare dentro, prima di tornare a bagnarsi i piedi, guardando la sagoma di Theo che solcava l'acqua con grandi bracciate. Pochi metri dopo Theo si rialzò, le mani che si alzavano a tirarsi indietro i capelli. Liam ringraziò che fosse buio, perché in situazioni di luce normali probabilmente sarebbe bastata quella sola vista a farlo svenire.

"Nessuno ti ha mai detto che sei fuori di testa?" gridò ancora Liam per farsi sentire.

Theo rise, lasciandosi trasportare dalla corrente un più vicino a lui, poi si fermò a guardarlo, il corpo sommerso fino alle spalle. "Vieni anche tu"
Liam lo guardò con un mezzo sorriso sulle labbra "Nemmeno morto"

"Così non è divertente però" Theo fece una smorfia triste prima di alzarsi in piedi tornando a riva. "Nessuno ha mai detto a te che sei un guastafeste?"

"Sì, tu, parecchie volte" Liam sbuffò divertito, incrociando le braccia e guardandolo uscire, i capelli che gli ricadevano sulla fronte, il corpo scintillante d'acqua e i boxer che gocciolavano pesantemente, mentre superava Liam per raggiungere i suoi vestiti.

O almeno così Liam pensava.

All'ultimo secondo Theo si voltò, allargando le braccia. Liam ebbe il tempo di fare solo un'espressione inorridita, e un misero passo indietro, prima che Theo lo avvolgesse con tutto il suo corpo fottutamente bagnato. Liam tremò contro la sua presa ferrea. "Ugh Th- porca puttana-" Theo rise nel suo orecchio mentre Liam si pietrificava alle sensazione decisamente poco piacevole. "Sei fottutamente gelato"
Theo tirò la testa indietro per guardare Liam, senza lasciarlo andare di un millimetro e lo guardò con un'espressione divertita. "Questa mi è nuova, di solito le persone mi dicono che sono bollente"

Liam sbuffò, cercando di liberarsi. "Sei solo uno stronzo"

"Davvero?"
"Davvero"

"Be' allora suppongo che uno stronzo adesso... farebbe questo" esclamò poi, lasciando scivolare la presa più in basso per poter sollevare Liam sulla sua spalla, avviandosi poi in acqua. Liam avrebbe voluto vergognarsi dello strillo che gli uscì, ma non trovò la forza di preoccuparsene al momento

"NO! No, Theo non ci provare- ti ucciderò, cazzo-" Il cuore di Liam accelerò, mentre cercava di tenersi alle spalle di Theo scalpitando e dandogli calci nel mentre.


A sua discolpa, Theo poteva benissimo dire che Liam non era esattamente un peso leggero e il fatto che gli avesse appena dato una ginocchiata allo stomaco sicuramente non aiutò. Così tra un confuso e intricato intreccio di membra fu così che caddero entrambi direttamente in acqua. Liam che fu quello che cadde di schiena - e Theo non si sentirà in colpa per questo - sparì completamente sott'acqua, per riemergere pochi secondi dopo scuotendo via l'acqua dagli occhi e lanciando un'occhiata scandalizzata a The, boccheggiò: "Non ci posso credere che l'hai fatto davvero, sei un fottuto-"
Theo non seppe mai cos'era, intanto era in ogni caso una bugia. Perché Liam era così carino con quel muso imbronciato, completamente bagnato, e Theo dovette per forza tuffarsi in avanti e catturare le sue labbra con le sue. Le parole di Liam gli morirono in gola mentre dopo un attimo di sconcerto, chiudeva gli occhi rispondendo al bacio. Sentì le mani di Theo cingergli la vita e scivolare poi sulle sue cosce, mentre lo guidava verso di lui, lasciandole avvolgere poi attorno alla sua stessa vita. Liam gli cinse il collo, stringendo la presa delle gambe e avvicinandosi ancora di più a Theo. Ora erano petto contro petto, divorando ognuno le labbra dell'altro, il sapore salato dell'acqua che si faceva strada sulle loro lingue. Ma in quel momento non poteva importargliene di meno

Liam non saprebbe dire con certezza per quanto rimasero così. Seppe solo che a un certo punto la corrente li aveva spinti di nuovo a riva, dove l'acqua era alta solo pochi centimetri, ma non avevano smesso un attimo di baciarsi. Liam ora era disteso sulla sabbia umida, Theo su di lui, che lo baciava ancora e ancora, come se non potesse mai averne abbastanza.

Quando finalmente trovò la forza di allontanarsi per respirare, Theo guardò il ragazzo sotto di lui, un ghigno che cresceva sul suo viso "Sai, sei carino quando sei bagnato"
Liam arrossì, le mani ancora strette al suo collo. Io non voglio che si trattenga, aveva detto quella mattina. Ma questo lui non lo sa. Forse Liam doveva... farglielo capire?

"Be'" mugugnò "immagino che puoi fare di meglio"
Theo sembrò preso alla sprovvista, restò solo a fissarlo col cuore che accelerava. Liam si agitò sotto di lui in imbarazzo. Aveva ragione Mason, forse doveva lasciare la parte del sedurre a Theo.


"Uhm-" balbettò poi Liam tanto per dire qualcosa. "Credo di aver sentito una goccia"
"Cosa?" gracchiò Theo

"Una goccia"
"Be' siamo in mezzo al mare"
"Intendo una goccia di pioggia" Liam roteò gli occhi

Theo gli sorrise, sul punto di baciarlo ancora "Rilassati, Li, non pioverà"

Fu in quel momento che con un rombo di tuono pazzesco, gocce di pioggia iniziarono a cadere su di loro, dapprima piano poi sempre più forte. Liam boccheggiò ridendo "Dicevi?"

"Okay forse è ora di tornare a casa" annuì Theo velocemente, alzandosi da sopra di lui e aiutandolo a fare altrettanto.

Con le gocce d'acqua che gli sbattevano negli occhi, guardò Theo infilarsi nei suoi vestiti velocemente. Non che servissero a qualcosa, probabilmente voleva solo evitare di correre fino a casa in boxer.

Quando ebbe finito, corse verso Liam prendendogli la mano e cominciando a correre verso casa. Mentre correvano a perdifiato sulla sabbia, senza mai lasciarsi la mano, non riuscivano a smettere di ridere. Erano completamente fradici, la sabbia che si appiccicava ovunque e gli impediva perfino di correre correttamente, ma Liam sentiva il cuore battere per l'adrenalina, e non si era mai sentito così felice come in quel momento, lì con Theo.

Quando casa di Josh apparve alla vista, Liam puntò alla porta d'ingresso, ma Theo lo strattonò nella direzione opposta.
"Dove stai andando?" rise Liam, lasciandosi trascinare

"Non so te, ma io non ho la chiave"
"Cosa?" gridò Liam sopra il fragore della pioggia. "E cosa facciamo allora?!"
"La porta della taverna... se la colpisci abbastanza forte si apre" rispose lui tranquillamente
Liam avrebbe voluto constatare quanto quello non fosse affatto sicuro, ma in quel momento non ebbe la forza di protestare. Corsero sul retro, poi quasi scivolando sui gradini di pietra.

Theo afferrò la maniglia consunta della porta, proseguendo poi a girarla dandogli contemporaneamente una leggera spallata. La porta si aprì senza proteste, e Theo si voltò a lanciare uno sguardo compiaciuto a Liam.

Per tutta risposta Liam si lanciò in avanti, prendendo il viso di Theo tra le mani e tirandolo per un bacio incasinato. Theo sembrò stupito, ma le sue mani corsero a cingere la vita di Liam, tirandolo vicino e sollevandolo leggermente. Persero l'equilibrio, barcollando nella stanza, rovesciando qualcuno degli scatoloni ammucchiati lì davanti. Si separarono al suono di vetro infranto, guardandosi con gli occhi spalancati, ma senza riuscire a trattenere un sorriso. "Ops?" fece Liam. Scoppiarono entrambi a ridere. "Spero che non fosse niente di prezioso"

Theo ridacchiò, sforzandosi per allontanarsi ed accendere la luce evitando ulteriori disastri. "Non lo è, altrimenti non sarebbe qui ad ammuffire, fidati" commentò leggermente, prima di tornare verso di lui. "Dovremmo guardare?" chiese Liam un po' ansioso
"Meglio di no" Theo gli cinse di nuovo la vita "Ignoralo" gli sussurrò dolcemente, e le labbra di Liam si piegarono istintivamente in un sorriso mentre Theo le catturava di nuovo nelle sue.
Le mani di Theo bruciavano sulla sua schiena, nonostante fossero entrambi completamente fradici. Liam pensò che avrebbero dovuto fare qualcosa a riguardo, ma in quel momento era troppo preso dal modo in cui Theo lo stava baciando per curarsene. Seguì volentieri la sua guida, le mani che si muovevano tra i suoi capelli bagnati, la testa che girava vorticosamente per la mancanza di ossigeno e il cuore che pulsava violento contro il suo petto, l'odore di pioggia che gli riempiva le narici. Respirarono entrambi pesantemente dal naso, tirandosi più vicini, non trovando la forza di separarsi. La mano di Liam si strinse a pugno sull'orlo della maglia di Theo ed era quasi al punto di convincersi a tirargliela via, quando ci fu un tuono fragoroso, un sonoro bip e tutto sprofondò nel buio.

Theo e Liam si irrigidirono, e si separarono dal bacio, seppur ancora abbracciati. "E' successo quello che penso sia successo?" chiese la voce di Liam dalle tenebre.

"Penso sia saltata la corrente, sì"

"Merda"

"Non preoccuparti, è una cosa che capita spesso qui durante i temporali" fece Theo incurante, allontanandosi da lui. Liam lo sentì muoversi verso destra e sbattere a un certo punto da qualche parte. "Cazzo- sì, comunque, tornerà tra una mezz'ora, o un'ora... non c'è da preoccuparsi..."
Un'ora?! "Un'ora?! E dovremmo restare al buio per un'ora?" s'impanicò Liam
"Certo che no, aiutami piuttosto, ci dovrebbero essere delle candele qui in giro."

"Candele?" ripetè Liam scettico.

"Sì, te l'ho detto che è una cosa che capita spesso qui"

Liam tirò fuori il cellulare a fatica dalla tasca umida e accese la torcia per aiutare Theo nella sua ricerca. Alla luce fredda del cellulare, la stanza sembrava quasi inquietante. Così si concentrò su Theo che stava frugando nei cassetti. In quel momento il suo cellulare vibrò nelle sue mani, illuminandosi con un messaggio di Mason. Theo si voltò a guardarlo, con un mucchio di grosse candele bianche tra le mani. "Sono i ragazzi?" chiese.

"Sì, è Mason." rispose Liam, mentre digitava una risposta "Chiede dove siamo"

Theo posò tutte le candele che aveva trovato, accendendole una a una, illuminando la stanza di una tenue luce dorata. Poi ne prese una e camminò fino in bagno, mentre il cellulare di Liam suonava di nuovo.

"Stanno tornando anche loro?" chiese Theo, riapparendo con un asciugamano in mano. Posò la candela vicino al letto e si tolse la maglietta, proseguendo poi ad asciugarsi i capelli.

"No, hanno spostato la festa all'interno, e dice che non riuscirebbero comunque a tornare con questa pioggia" rispose Liam, posando finalmente il telefono e avvicinandosi a Theo. Mason aveva anche scritto "fai buon uso della casa libera ;)" ma questo non lo avrebbe detto a Theo.

"Tieni" fece Theo passandogli l'asciugamano "Cambiati o ti sentirai male" Sbuffò. "Basta la pioggia a rovinarci la giornata di domani"

Liam ridacchiò, ma ubbidì "E' solo un temporale estivo, non durerà così tanto" Si asciugò velocemente i capelli, poi scivolò fuori dai suoi vestiti, indossando il pigiama.

Si sedette sul letto voltandosi verso Theo che lo guardò con un'espressione imbronciata. "Lo so, ma questo non cambia che ha appena rovinato il mio programma per domani"
Liam lo guardò stupito, inarcando le sopracciglia "Avevi un programma?"
Theo gli lanciò una rapida occhiata, arrossendo leggermente e sedendosi sul suo lato del letto "Be' sì, domani è un mese che stiamo insieme, no?"
Il cuore di Liam saltò un battito, ma sorrise "Non credevo che Theo Raeken si sarebbe ricordato di una cosa come il mesiversario" lo stuzzicò.

Theo sorrise "Dovresti esserne contento, perché questo è il mio modo di apprezzare ogni singolo giorno che passo con te" disse, ironico. Liam arrossì, perché ormai conosceva Theo e sapeva che anche se l'aveva detto come uno scherzo, in realtà era dannatamente serio. Questo era solo il modo di Theo di gestire le dichiarazioni imbarazzanti.
"Quindi... che avevi programmato?" chiese.
Theo scrollò le spalle, anche se aveva ancora le guance di una lieve sfumatura di rosso "Un picnic, solo noi due. C'è un posto più avanti, una spiaggia isolata che io e Josh abbiamo scoperto una volta andando in canoa"

Liam lo guardò sorpreso, le farfalle che tornavano a svolazzare nel suo stomaco "Non ti facevo tipo da picnic"
"Ci sono tante cose che non sai di me" lo prese in giro Theo. "Però potrei aver chiesto aiuto a Mason" ammise poi.

"Cosa? E quello stronzo del mio migliore amico non mi ha detto nulla?!" Liam boccheggiò. Theo rise "Questo avrebbe decisamente rovinato la sorpresa, non credi?" Poi l'espressione di Theo si contorse "Ma comunque ci ha pensato la fottuta pioggia. Immagino dovremmo rimandare a un altro giorno"

Liam lo guardò esitante. "Be'... voglio davvero vedere questa spiaggia segreta, sai, però..." Gli rivolse un sorrisetto complice. "Avrei un leggero languorino ora" Theo lo guardò sorpreso "E tecnicamente il nostro mesiversario sarà tra soli quaranta minuti" aggiunse poi, lanciando un'occhiata divertita alle candele tutte attorno a loro "E abbiamo anche l'atmosfera romantica, senza nemmeno averlo fatto apposta"

Theo rise "Sei sicuro? Avrei voluto fare qualcosa di più figo"

"Lo è" sussurrò Liam guardandolo. "Dovresti esserne contento," fece poi, con un sorriso, usando le stesse parole di Theo di poco prima "Questo è il mio modo di dirti che per essere felice mi basta che ci siamo io e te"
Un grosso sorriso esplose sul viso di Theo, prima che si lanciasse in avanti posando un rapido bacio sulle labbra di Liam, saltando poi giù dal letto. Liam lo seguì con lo sguardo ridendo alla sua espressione elettrizzata e guardandolo accucciarsi in terra per prendere qualcosa da sotto al letto. Riemerse due secondi dopo con un piccolo frigo portatile.

Liam lo guardò divertito. "Hai messo il frigo sotto il letto?"
"Non sapevo dove altro nasconderlo" protestò Theo, tornando sul letto e sedendosi accanto a Liam, intrecciando le gambe. Liam rise.

Tirarono fuori tutto quello che Theo aveva preparato, e Liam non poté non notare come Theo avesse scelto tutti i suoi cibi preferiti. Non smetteva mai di stupirlo quanto bene Theo dimostrava ogni volta di conoscerlo. Qualcosa di caldo e confortante stava crescendo sempre di più nel suo petto, mentre guardava Theo che gli faceva vedere tutto quello che aveva preso. Stava sorridendo come un idiota, aveva ancora i capelli umidi e scompigliati, aveva un semplice pigiama morbido e largo addosso, ma a Liam non era mai sembrato più bello. Mentre mangiavano ridendo e parlando di qualunque cosa passasse loro per la mente, al buio, illuminato solo dalle luci tenui delle candele, la musica del cellulare di Liam che riproduceva casualmente della musica di sottofondo, Liam non poté non pensare che non avrebbe voluto essere in nessun'altro posto. Era con Theo, e quello era sufficiente. Non aveva bisogno di altro. Era tutto speciale, era tutto perfetto, semplicemente così.

"Ci siamo" fece Liam con enfasi, guardando mentre il suo cellulare segnava finalmente la mezzanotte. Sorrise, e Theo lo imitò, avvicinando e sporgendosi lentamente verso di lui. Posò le sue labbra sulle sue con una dolcezza unica, e Liam scivolò verso di lui, aggrappandosi con la mano al tessuto della maglia di Theo. Quando Theo si allontanò di qualche pollice, Liam deglutì. Quel bacio era probabilmente uno dei più casti che si erano mai dati, ma Liam non poté non sentirsi completamente sopraffatto.

"Buon mesiversario, piccolo" Theo gli sussurrò a fior di labbra, riaprendo gli occhi per guardarlo

Il cuore di Liam saltò al nomignolo, ma sorrise, sussurrando in risposta "Spero che sia il primo di molti altri"

Liam stava provando qualcosa che non aveva mai sentito prima. Era come se il mondo avesse improvvisamente smesso di girare. Come se il mondo fuori da quella stanza fosse scomparso. Dimenticato. Senza importanza. Si sentiva come se quel semplice momento, quel semplice posto, fosse stato creato soltanto per loro, e non poteva fare altro che ammirare Theo. Era come se lo vedesse per la prima volta.

"Moltissimi altri" concordò Theo, baciandolo di nuovo, stavolta più intensamente. Theo intrecciò le dita alle sue. Era ancora seduti l'uno di fronte all'altro, le gambe incrociate, ed era una posizione un po' scomoda, ma sarebbe stato facile rimanere lì per sempre.

Quando con un bip, tornò improvvisamente la luce, Liam si allontanò dalle labbra di Theo guardandolo con un broncio a dir poco adorabile "E' tornata la luce" constatò mestamente.

Theo si morse il labbro. "Non per molto" disse poi con un sorriso, allungandosi sul letto per premere l'interruttore vicino al letto. La stanza tornò in penombra e Theo tornò verso di lui compiaciuto. "Visto?"
Liam rise scuotendo la testa affettuosamente. "Molto intelligente"

"Sempre questo tono sorpreso" fece Theo, avvolgendo di nuovo Liam con le sue braccia

"Mi hai appena citato Harry Potter?" sorrise Liam incredulo, lasciandosi spingere giù sul materasso
"Sempre" fece per tutta risposta Theo con un ghigno, sistemandosi sopra di lui, mentre Liam gli cingeva il collo con le braccia

Liam rise più ampio, meraviglioso sotto di lui, gli occhi scintillanti e le guance arrossate, mentre lo guardava con un affetto indescrivibile. L'espressione di Theo tornò seria, mentre si beava di quella vista

"Te l'ho già detto che amo quando sorridi?" sussurrò poi. Liam arrossì, il cuore che saltava. Theo sorrise "E amo quando arrossisci" Liam abbassò gli occhi imbarazzato " e amo quando distogli lo sguardo per l'imbarazzo." Theo continuò, con un sorriso crescente. Liam tornò a guardarlo negli occhi, stringendo la presa attorno al suo collo. Theo scivolò più vicino a lui guardandolo quasi con un timore reverenziale, improvvisamente serio "E amo quando mi guardi, amo quando mi tocchi" continuò Theo come se non riuscisse più a fermare le parole "amo quando mi baci, mi fai sentire in un modo-... non mi sono mai sentito così con nessuno prima d'ora... io-" Theo lo guardò, il viso che si schiariva, come se avesse capito qualcosa solo in quel momento. "Io amo te."

Liam lo guardò con gli occhi sgranati, il cuore che minacciava di esplodergli da un momento all'altro. Deglutì, incapace di trovare le parole giuste. Ricordò improvvisamente quello che gli aveva detto Mason il giorno prima. Un momento sei lì, lo guardi e sai che è il momento giusto, e basta. E basta. Così tirò solo Theo contro di lui facendo scontrare ancora una volta le loro labbra in un bacio decisamente meno casto dei precedenti. Sotto la sua presa, Theo cadde completamente su di lui, la mani che corsero ai suoi fianchi, stringendo il tessuto sotto di esse, mentre Liam faceva scorrere le mani tra i suoi capelli, inseguendo le sue labbra, le loro lingue che si scontravano avidamente. Le mani poi si spostarono le une sul corpo dell'altro freneticamente, quasi come a voler mappare l'intera superficie, memorizzare ogni angolo.

Senza pensarci poi Theo abbassò i fianchi, rotolandoli in avanti contro quelli di Liam, prima con delicatezza. Quando poté chiaramente sentire che Liam era già semi-duro contro di lui, non riuscì più a trattenersi, e lo fece di nuovo, cercando maggiore frizione. Sentì Liam tremare contro di lui, fermandosi, e ansimò a bocca aperta, contro le labbra di Theo, le mani che fermarono il loro viaggio ai lati del collo di Theo. Theo, con il respiro pesante, posò la fronte su quella di Liam, chiudendo gli occhi in un tentativo di ritrovare la calma. "Mi dispiace" boccheggiò poi, contro le sue labbra, facendo per allontanarsi
Liam lo trattenne nella sua presa "N-non esserlo."
Theo lo guardò esitante. "Liam.."
"Non voglio che ti fermi" Liam lo supplicò, guardandolo con gli occhi grandi, e arrossendo all'ammissione

Theo boccheggiò "Co-? Sei sicuro? Perché-?" I suoi occhi scrutavano il viso di Liam quasi spaventato.
"Perché ti amo anch'io" Liam soffiò fuori con una semplicità disarmante. Gli occhi di Theo si allargarono tornando di scatto ai suoi. E Liam poté chiaramente sentirlo tremare tra le braccia "E lo voglio. Voglio te, Theo." Liam aggiunse lentamente. Deglutì. "Esattamente un mese fa mi hai detto che la nostra prima volta sarebbe stata speciale ricordi? E lo è. E' speciale perché sono con te" Lo guardò completamente rosso in viso e gli occhi lucidi, mordendosi il labbro. "Non trattenerti, ti prego"

Theo deglutì, annuendo poi a scatti "Okay" sussurrò. Catturò di nuovo le sue labbra nelle sue, assaggiandole con calma stavolta, soffermandosi sul suo labbro inferiore, mordicchiandolo e succhiandolo. "Okay" ripetè di nuovo, più deciso, quando si fu allontanato. Si tirò a sedere, tra le gambe di Liam, il petto che si abbassava e alzava per il fiatone, e Liam lo guardò togliersi la maglietta con un gesto fluido. Liam deglutì, sedendosi a sua volta, e cercando di non essere da meno. Le dita, tremanti, corsero ai bottoni del suo pigiama, cercando di slacciarli, senza riuscirci. Era troppo nervoso.

Lentamente Theo venne in suo aiuto, e Liam deglutì di nuovo, alzando lo sguardo su di lui, ammirandolo, mentre il ragazzo era impegnato a slacciare bottone dopo bottone. Quando la camicia fu aperta, Theo alzò lo sguardo verso i suoi occhi. "Li, s-sei sicuro...?" gli chiese di nuovo Theo, e sembrava nervoso quanto lui, e Liam lo amava da morire per questo.

"Lo sono" annuì tremante, le mani calde di Theo che sfioravano la pelle sulle sue spalle, mentre faceva scivolare giù le maniche della camicia, liberandolo completamente e gettandola da qualche parte come aveva fatto con la sua pochi secondi prima. Poteva solo pregare che fossero finite lontano da quelle candele, perché non aveva assolutamente voglia di andarlo a verificare in quel momento.


Delicatamente, Theo lo spinse di nuovo contro il materasso, baciandolo di nuovo con trasporto, facendo di nuovo rotolare i fianchi contro i suoi, e ingoiando il gemito che sfuggì dalle labbra di Liam, le mani che si stringevano sui bicipiti di Theo, le unghie che premevano contro la sua pelle. Ripeté il gesto una seconda volta e ciò fece sfuggire un gemito anche Theo, che respirò pesantemente, separandosi dalle labbra di Liam, solo per fiondarsi sul suo collo. Amò il modo in cui Liam tirò indietro immediatamente la testa per dargli miglior accesso. Solo quel gesto sembrò abbastanza per mandarlo al limite. Tracciò una scia di baci lungo il collo di Liam, scendendo poi verso la clavicola e il petto glabro, scivolando in basso con tutto il corpo, accarezzando con le labbra la pelle d'oca che cominciava a fiorire su Liam. Baciò un punto sopra l'ombelico, poi ancora una volta più in basso. Liam non sapeva cosa fare delle sue mani, e sentendosi sopraffatto, le chiuse a pugno sulle lenzuola sotto di lui, stringendo le labbra, imbarazzato dai suoi che minacciavano di uscirgli.
Quando Theo sfiorò con le labbra un punto proprio sopra i suoi pantaloni, lo guardò nello stesso momento in cui Theo alzò lo sguardo su di lui. Non ebbe bisogno di parlare, Liam annuì e basta e Theo deglutì, le mani tremanti mentre sfioravano l'elastico dei pantaloni. Lo guardò ancora. "Se... se dovessi fare qualcosa che non ti piace, o che non vuoi, devi dirmelo, Li" mormorò, terribilmente serio. Liam annuì ancora. "Devi promettermelo"
Liam deglutì, faticando a trovare la voce, che uscì più come un cigolio "Te lo prometto" sussurrò. Theo annuì tra sé e sé infilando le dita sotto il bordo dei pantaloni, procedendo poi a sfilarglieli con cautela, soffermandosi di tanto in tanto a guardare il viso dell'altro. Liam lo stava fissando in attesa, quasi con venerazione. Ciò diede a Theo la spinta necessaria per continuare. I pantaloni seguirono così la stessa sorte delle loro magliette. E un attimo dopo Theo aveva di nuovo le labbra contro la pelle calda del suo stomaco, le mani che accarezzavano delicatamente le cosce di Liam, risalendo lentamente. Quasi come se stesse tastando il terreno, scoprendo dove poteva spingersi e quanto. Liam non protestò quando le dita sfiorarono la pelle dei suoi fianchi soffermandosi sull'elastico dei suoi boxer.

"E' okay?"
Liam si lasciò andare a una risatina nervosa. Perché era tipo la quinta volta che Theo glielo chiedeva. "S-sì... è- più che okay" mormorò. "T-toglili e basta, Theo" soffiò poi.

Theo lo guardò con un sorrisetto. "Stai diventando impaziente, piccolo?"

Liam arrossì, guardandolo "Forse?" ammise. "Vuoi fare qualcosa a riguardo?"
Il sorriso di Theo si allargò in un'espressione di sfida, mentre tornava su, catturando le labbra di Liam in un bacio rapido, e allontanandosi subito dopo, lasciando Liam con le mani protese e ancora più impaziente di prima, a mugugnare qualcosa che somigliò vagamente a "Stronzo", vagamente, perché Theo scelse proprio quel momento per tirare giù i boxer di Liam con un unico deciso strattone, liberando finalmente l'erezione dell'altro. Liam era già eccitato da morire, e Theo sapeva che non sarebbe durato molto, considerato che era per lui la prima volta. Theo stava morendo dalla voglia di farlo finalmente suo, scoprire cosa si provasse a stare dentro, ad appartenere a qualcuno che amasse davvero. In qualche modo quella era una prima volta anche per lui. Non l'avrebbe mai ammesso, ma anche Theo era fottutamente nervoso. Cercava solo di non farlo vedere.

Seppur però volesse farlo suo in quel preciso momento, Theo voleva anche andare per gradi, assaporare ogni momento, e permettere a Liam di fare altrettanto. Era la prima volta che si sentiva così. Sfiorò con le labbra il membro pulsante di Liam, e il ragazzo boccheggiò udibilmente quando senza ulteriori esitazioni Theo lo prese tra le mani, inglobandolo poi tra le sue labbra.

Liam ansimò, portando le mani sul viso, il pugno che premeva contro le labbra per impedirsi di rilasciare altri suoni imbarazzanti. La bocca di Theo era calda contro il suo membro, e Liam si sentiva già al limite. Non sapeva quanto avrebbe resistito così. Le gambe gli stavano tremando per il piacere e se quello era l'inizio, non osava immaginare come fosse il seguito. Arrossì ai suoi stessi pensieri, soffocando di nuovo un gemito tra le sue dite, e strizzando gli occhi alla sensazione travolgente, quando Theo aumentò il ritmo, soffermandosi ogni volta sulla sua punta. "T-Theo-" mugugnò Liam, la voce distrutta. Theo sembrò apprezzare, perché fece passare le braccia sotto le cosce di Liam, le mani che gli accarezzavano i fianchi, sollevandogli poi le gambe in modo che Liam potesse posarle sulle sue spalle dandogli evidentemente maggiore accesso, e non poté evitare di ricordare lo stupido video porno che aveva visto la settimana scorsa, e non era certo d'aiuto in quel momento, e Theo lo stava guardando dal basso, gli bastava vedere i suoi occhi per immaginare il ghigno che li avrebbe accompagnati se avesse potuto, ma non poteva perché era troppo impegnato a fargli un pompino. Porca puttana, stava uscendo di testa? Liam gemette di nuovo, e sentendo quel familiare calore nel basso ventre, abbassò la mano sinistra che corse a aggrovigliarsi tra i capelli di Theo. "Th-theo... sto per-" lo volle avvertire, ma Theo continuò imperturbato. Anzi, intensificò i movimenti e Liam buttò indietro la testa, incapace di trattenersi mentre veniva completamente nella bocca di Theo.

"Ahh..." Liam espirò, chiudendo gli occhi, prendendo poi fiato mentre Theo lo lasciava andare. Non riusciva a calmare il battito del suo cuore, e sentiva la testa leggera, ancora intontito dall'orgasmo. Sentì Theo spostarsi sulle lenzuola e un attimo dopo il suo corpo caldo lo stava di nuovo avvolgendo, e con lui il lenzuolo bianco del letto.

"Hey" gli sussurrò poi Theo, il viso incredibilmente vicino al suo. Liam, che teneva ancora gli occhi chiusi, li aprì lentamente quando sentì Theo accarezzargli la fronte, spingendogli indietro ciuffi di capelli. Liam lo guardò, rosso in viso e gli occhi lucidi per l'imbarazzo, tremando ancora tra le sue braccia, Theo sorrise. Perché era la cosa più adorabile che avesse mai visto. "Stai bene?" gli chiese dolcemente.
Liam annuì velocemente. "S-sì..." si affrettò a dire. "Tu?" Poi si maledisse. Che diavolo-?

Theo ridacchiò, continuando ad accarezzargli il viso "Sto bene... più che bene, direi" Lo baciò delicatamente. Liam si era chiesto stupidamente se avrebbe potuto sentire il suo stesso sapore sulle labbra di Theo una volta finito, ma in quel momento non riusciva a sentire niente se non Theo, Theo, Theo. Il suo sapore, il suo odore, la pelle rovente sotto le sue dita. E ne voleva di più.

Theo si allontanò di poco, i nasi che si sfioravano leggermente, la mano destra ferma a coppa sulla sua guancia.

"Hey" Lo guardò con un'espressione morbida. "Po-possiamo fermarci qui, Li, se non- voglio dire, non dobbiamo per forza-"
"Io non voglio!" Liam arrossì. "Voglio dire, voglio farlo, io-" Lo guardò imbarazzato, un pensiero improvviso che lo colpì. "A meno che tu non- non voglia-"
Theo rise di nuovo, dolce e meraviglioso "Scherzi? Voglio te più di qualunque altra cosa abbia mai voluto al mondo" ammise senza nessuna esitazione, facendo accelerare il cuore di Liam per la milionesima volta quella notte.

"Bene" sussurrò Liam

"Bene?" ripetè Theo, come se avesse bisogno di sentire la conferma di Liam ancora e ancora. Di sentirsi dire che lo voleva. Liam inghiottì l'imbarazzo
"Io... ti voglio in me"
Theo lo guardò senza parole, prima di soffiare una risata "No, tu vuoi uccidermi"
Anche Liam scoppiò a ridere, sentendo un po' della tensione scivolare via e tirò di nuovo Theo in un lungo bacio. Theo si spostò in modo da sistemarsi meglio tra le gambe dell'altro ragazzo, e Liam gli fece spazio non sicuro esattamente di cosa fare. Lasciò le mani vagare sul corpo di Theo, e quelle di Theo fecero altrettanto, scendendo sempre più in basso, soffermandosi sui suoi fianchi. Fu allora che Liam ripensò alla conversazione con Mason, di come avesse detto che un ragazzo è sempre pronto per il sesso. Si tirò indietro dal bacio e Theo lo guardò, esitante, temendo di aver fatto qualcosa di sbagliato.
"Ce l'hai un preservativo?" chiese invece Liam, più per curiosità Theo sembrò preso alla sprovvista dalla domanda, poi allargò gli occhi.
"No merda" soffiò, puntellandosi sui palmi per guardare Liam. E Liam sorrise alla sua espressione. E sì, anche perché Mason aveva torto a quanto pare. Theo sembrava agitato. "Okay posso andare a comprarli. Sì, posso" E fece per alzarsi, ma Liam rise afferrandolo per un braccio e riportandolo al suo posto.
"Non uscirai durante una bufera per comprare dei preservativi" gli disse, scuotendo la testa divertito, quella sensazione calda che cresceva però dentro di lui ancora una volta al pensiero che Theo stesse davvero per farlo.

"Ma-" fece per protestare Theo

"Ce li ho io" disse velocemente Liam. Theo spalancò gli occhi. Liam indicò il suo zaino all'angolo. "Nello zaino"
Theo gli lanciò una sguardo assolutamente colpito, un ghigno che cresceva sul suo viso, mentre si avvicinava allo zaino, tenendosi con una mano il lenzuolo attorno alla vita, e aprendolo con l'altra e scopriva davvero che c'erano preservativi dentro. Li prese guardandoli con un sopracciglio alzato mentre tornava verso il letto.
"Sono lusingato dall'alta opinione che hai di me" commentò Theo mostrandogli la scritta XL. Liam arrossì. "Mason li ha scelti"
Theo fece una smorfia. "Voglio davvero sapere questa storia?"
Liam rise "Non credo, coinvolge anche Nolan, Amber e qualche preservativo scaduto"
La smorfia di Theo si intensificò, facendo ridere Liam "Okay il trailer fa schifo. Lasciamo perdere"

Posò la scatola sul comodino e si lanciò di nuovo verso Liam spingendolo di nuovo contro il materasso e tirando di nuovo il lenzuolo per coprirli parzialmente. La risata di Liam finì soffocata dalle labbra di Theo sulle sue, mentre riprendevano quello che avevano lasciato a metà.

Non ci volle molto prima che l'atmosfera tornò a surriscaldarsi. In poco tempo erano di nuovo senza fiato, le mani che correvano sui loro corpi nudi, le labbra che si assaporavano, lasciando scie di fuoco sul collo, sulle spalle e sul petto. Le mani di Theo scavarono sui fianchi di Liam, quando il ragazzo prese tra le labbra un lembo di pelle sotto l'orecchio marchiandolo. Amava fottutamente quando Liam lo faceva. Rotolò di nuovo i fianchi, facendo scontrare le loro erezioni, e boccheggiarono l'uno contro la bocca dell'altro. "Liam.." sospirò Theo, posando la testa sulla spalla dell'altro, una supplica nella sua voce. Liam sapeva di cosa Theo aveva bisogno. Lui aveva già avuto modo di rilasciare la sua tensione, anche se ora si sentiva di nuovo al limite, ma Theo era ancora al punto di partenza. Era diventato abbastanza sicuro di sé quando si trattava di pomiciare, ma il resto era ancora territorio inesplorato per lui. Così poteva solo affidarsi a Theo. E Liam era ormai deciso a farlo. Completamente.
"Puoi..." mormorò Liam.
"Okay" sussurrò Theo contro le sue labbra
Liam arrossì. "Non so davvero cosa fare" ammise in imbarazzo.
"Sì... Solo, segui me" Cercò i suoi occhi, e Liam annuì. "Devo... prepararti" lo avvertì Theo dolcemente.
"S-sì... lo so"
Theo lo baciò di nuovo. "Però dimmi se-" Se farò qualcosa che non vuoi
"Sì, lo farò"
"Mi fermerò se-"
"Io non lo farò" lo rassicurò Liam, baciandolo a sua volta. "E' tutto okay..."

Theo annuì, catturando di nuovo le sue labbra, rotolando i fianchi e premendolo con forza contro il materasso. Liam ansimò, mentre le mani di Theo scivolavano lungo i suoi fianchi, mentre si sistemava a cavallo della gamba sinistra di Liam, guidando solo la destra in modo che Liam la avvolgesse attorno alla sua vita. Liam deglutì, sentendo la mano destra di Theo accarezzargli l'interno coscia mentre continuava a baciarlo profondamente. "Devi respirare, ok?" gli sussurrò tra un bacio all'altro e Liam annuì febbrilmente. Il cuore gli batteva forte contro la gabbia toracica, e sentiva l'adrenalina e l'eccitazione e il nervosismo e la paura mescolarsi in un unico flusso che scorreva proprio lì sotto la sua pelle. Ma c'era qualcos'altro. Qualcos'altro che sembrava scavalcare tutto il resto, qualcos'altro che in passato era mancato con Brett e che gli aveva impedito di arrivare a quel punto. Amore. Liam amava terribilmente questo ragazzo. Voleva essere suo. Voleva sentirsi suo. "Ti amo" sputò fuori senza fiato, allontanandosi appena dalle labbra di Theo. "Ti amo" ripetè ancora. Theo lo guardò, con uno sguardo rapito. Anche il suo cuore stava battendo rapidamente "Ti amo anch'io." rispose, con il respiro corto, sorridendogli. "Non sai quanto"

Theo lo baciò di nuovo, la mano che tornò a posizionare la gamba destra di Liam attorno alla sua vita, dopo che in qualche momento imprecisato, era caduta. Poi si spostò cautamente ad accarezzargli il fondoschiena, le natiche e infine sfiorò tentativamente l'apertura di Liam. Bastò quel solo semplice tocco a far tremare Liam contro di lui, a fargli accelerare il respiro. "Ok?"
"Sì..."

Theo ripetè il movimento, tracciando il contorno, e osservò Liam prendere un profondo respiro, seguendo il suo consiglio. Gli venne quasi da sorridere per quanto era adorabile. Si portò le dita alla bocca, bagnandole con la saliva, in assenza di una soluzione migliore. Liam lo osservò con gli occhi spalancati, seguendo i suoi movimenti, come a volerli memorizzare. Theo poteva vedere che era nervoso, e imbarazzato, ma non era più spaventato. Era... "T-theo, ti prego-" addirittura impaziente. Questo ragazzino lo avrebbe sicuramente ucciso davvero, prima o poi. Catturò di nuovo le sue labbra con le sue, finalmente portando il primo dito bagnato all'apertura di Liam. La accarezzò tentativamente un'ultima volta, prima di iniziare finalmente a spingerlo dentro. Sentì Liam trattenere il fiato contro le sue labbra. Lo spinse più in profondità, prima di tirarlo fuori e ripetere il movimento, e poi ancora. E ancora. Acquistò presto un ritmo, torcendo il dito per abituare Liam alla sensazione. Liam aveva seppellito il viso contro la sua spalla, respirando pesantemente, cercando di abituarsi alla sensazione. Non faceva male, era solo... strano. Poi Theo iniziò a premere lentamente con un secondo dito. "A-hh" balbettò Liam chiudendo gli occhi e buttando indietro la testa. Quello faceva decisamente più male. Theo posò una scia di baci sul suo collo e sul suo petto, prima di catturare di nuovo le sue labbra e premere le due dita in profondità. La presa della gamba di Liam attornò a lui vacillò quando iniziò a muovere e torcere le dita dentro di lui, mentre l'intero corpo del ragazzo tremava sotto di lui. "Stai bene?" chiese Theo preoccupato. Liam lo guardò con gli occhi lucidi e il viso arrossato e i capelli scompigliati sul cuscino "S-sì-ah" Liam chiuse gli occhi sopraffatto improvvisamente da un'ondata di piacere incontrollato. Tutta ad un tratto aveva smesso di essere strano, aveva smesso di fare male, ma, anche se continuava a sentire quella sensazione bruciante, stava diventando piacevole. Poi Theo aggiunse un terzo dito. E premette forte, spingendo le dita dentro e fuori con movimenti rapidi. E qualcosa in Liam si spezzò. Si contorse violentemente sotto di lui, sentendo un brivido di piacere sopraffarlo quando Theo colpì un punto dentro di lui, e poi ancora e ancora e ancora. Gemette, le mani che corsero a coprirsi il viso, per zittire quei versi imbarazzanti. La mano libera di Theo scivolò sulla sua, "Guardami, Li, non devi nasconderti da me" gli sussurrò. "Ti prego, voglio sentirti"
Liam aprì gli occhi, lasciando che la mano di Theo allontanasse la sua dal suo viso. E porca puttana stava per venire solo al vedere l'espressione distrutta di Liam. "M-mi dispiace" ansimò Liam, posando le mani sulle spalle calde di Theo, mentre Theo continuava a muovere le dita dentro di lui con movimenti sempre più fluidi. Il corpo di Liam ora lo stava accogliendo senza resistenza alcuna.

"Non devi esserlo... tu... sei fottutamente perfetto, in questo momento. Lo sei sempre" Lo baciò di nuovo, un bacio umido, senza fiato e sporco. Liam boccheggiò ancora "T- Io- io sono pronto, n-non voglio v-venire così-" biascicò, senza fiato, l'espressione stravolta. Se fosse venuto anche stavolta, non era sicuro che avrebbe retto per una terza. "Ti prego"

"Okay" Theo respirò posando la testa sulla spalla di Liam e rallentando il movimento della dita, fino a fermarsi. Liam piagnucolò contro il suo petto quando estrasse le dita. Tirò indietro la testa respirando pesantemente. Se bastavano le dita di Theo a farlo sentire così, non osava immaginare come sarebbe stato averlo dentro di sé. Sentì Theo muoversi per afferrare uno dei preservativi e lo guardò mentre lo srotolava sulla sua erezione tesa. Liam deglutì. Theo era sicuramente enorme. Non riusciva a crederci che stessero veramente per farlo. Quando fu pronto, Theo tornò su di lui, baciandolo dolcemente. "Okay, ricordi quando ti ho detto che devi respirare" Liam annuì tremante "Okay ora devi respirare di più"

Liam si lasciò andare a una mezza risata "Okay" espirò. "Io-io mi fido di te"
"Si?" Theo lo guardò con gli occhi pieni di affetto, si sentiva quasi come se tutti i suoi sentimenti, tutto ciò che aveva sempre trattenuto, stessero fuoriuscendo in modo incontrollabile.

"Sì" ripetè Liam in un sussurro, con un breve cenno della testa. Theo gli diede un ultimo profondo, intenso, carico di parole non dette, bacio, prima di inginocchiarsi tra le sue gambe divaricate, ansimando, con il fiato corto, il corpo teso in anticipazione. Liam lo guardò in attesa, il petto che si alzava e abbassava, la sua erezione pulsante che faceva quasi male contro il suo stomaco, la mente annebbiata da tutto quell'accumulo di emozioni. Guardò Theo protendersi in avanti, il suo membro in mano, guidandolo verso la sua apertura, mentre continuava a lanciargli occhiate veloci, quasi spaventato che Liam potesse tirarsi indietro da un momento all'altro.

Lo sentì poi premere in quel punto, ancora esitando, torturandosi le labbra tra i denti. Liam sentì un brivido percorrergli la schiena solo a quel misero contatto, "T-theo" inspirò, espirò, allungando una mano tremante per accarezzare i capelli di Theo. Il ragazzo alzò lo sguardo su di lui, e andò incontro al tocco, baciando il palmo della mano di Liam dolcemente, e quello era il momento. Niente più esitazioni. Theo si spinse dentro di lui, lentamente ma con fermezza. Liam si sentì come spaccato in due. Strinse la presa delle mani sulle spalle di Theo, graffiandolo con le unghie, e buttando indietro la testa, un grido che gli sfuggì dalla bocca, soffocato dal fatto che si stesse mordendo le labbra così forte quasi da farle sanguinare.

Theo boccheggiò alla sensazione travolgente. Liam era così dannatamente stretto, che sarebbe potuto venire lì, sul momento. Respirò pesantemente dalla bocca, le unghie di Liam che premevano contro la sua pelle, mentre si spingeva lentamente sempre più a fondo. La sua testa girava, l'eccitazione che gli annebbiava la mente, facendogli desiderare di spingersi sempre di più dentro di lui, facendogli desiderare di muoversi, veloce e forte. Ma non poteva. Doveva prima assicurarsi che Liam stesse bene.

Gli occhi di Liam erano pieni di lacrime quando Theo arrivò ad essere completamente seppellito dentro di lui. E li chiuse, stringendosi a Theo, la testa nascosta nell'incavo del suo collo. Il suo intero corpo tremava, bruciava, palpitava. Faceva male, ma ne voleva di più. Era qualcosa di estraneo, ma allo stesso tempo familiare. Voleva sparire per l'imbarazzo,ma allo stesso tempo voleva stringersi a Theo e non lasciarlo più. Non lo sapeva più nemmeno lui cosa stava provando.

Theo trasalì quando sentì Liam tremare contro di lui, sentendo le lacrime bagnarsi le spalle. "Hey, ti- ti ho fatto male?" chiese, preoccupato. Liam tirò indietro la testa per guardarlo, incontrando i suoi occhi lucidi, scuotendo poi la testa. Non era molto convincente visto il modo in cui stava ancora tremando. Le mani di Theo corsero ad asciugargli le lacrime agli angoli degli occhi.

"Si invece, ti ho fatto male. Stai tremando"
Liam gli rivolse un sorriso tremolante, accarezzandogli le spalle "Stai tremando anche tu" gli fece notare debolmente. Il cuore di Theo saltò un battito. E se ne accorse solo in quel momento. Era vero, stava tremando. Ma non sicuramente per il dolore. Era semplicemente sopraffatto. E non poté non chiedersi se Liam si sentisse allo stesso modo in quel momento.

Poi Liam avvolse le braccia attorno al suo collo, il respiro corto, tirandolo più vicino e facendo scontrare le loro labbra in modo brusco. "P-puoi muoverti-"

Non si fece pregare stavolta. Era davvero al limite. E senza mai smettere un secondo di baciare Liam, Theo si tirò finalmente indietro, solo per tornare dentro subito dopo. Fu come se una scarica elettrica attraversasse l'intero corpo di Liam. Emise un verso soffocato contro le labbra di Theo, provando allo stesso tempo un dolore misto a piacere. Theo ripetè i movimenti, scandendo un ritmo lento ma distruttivo. Presto non rimase nulla del dolore, e la mente di Liam era completamente offuscata dal piacere. Theo lo baciò ancora, un bacio incasinato, bagnato, a bocca aperta, le mani che scivolavano avidamente sul suo petto, sui suoi fianchi, sulle gambe, guidandole in modo che Liam le avvolgesse attorno alla sua vita. E si spinse dentro di lui più forte, sollevandosi col corpo, con una nuova angolazione che andò di nuovo a colpire quel punto dentro di lui. Liam tirò di nuovo istintivamente indietro la testa, le palpebre che tremolavano socchiudendosi, mentre gli sfuggiva l'ennesimo gemito. O una litania confusa del nome di Theo. Non sapeva nemmeno lui cosa stava facendo. Le labbra di Theo corsero subito a baciare, mordere e leccare la sua gola esposta.

Poi Theo aumentò il ritmo delle spinte, e Liam sentì il proprio corpo muoversi in risposta, andando incontro ai suoi movimenti. E lì smise di provare a trattenere ogni tipo di suono. Provò a portare di nuovo la mano sinistra stretta a pugno alle sue labbra per impedirsi di fare troppo rumore, ma Theo fu più veloce. Coprì la sua mano con la sua, intrecciando le loro dita e sbattendole contro il materasso. Theo incrociò i suoi occhi appannati, continuando a spingersi dentro di lui, portando Liam sempre più vicino al limite. "Smetti di trattenerti, voglio sentirti" ansimò Theo.
"Uh" mugugnò Liam, chiudendo gli occhi, il viso arrossato e stravolto. Theo sorrise, perchè era la cosa più adorabile che avesse mai visto. E allo stesso tempo pensò che non ci fosse niente di più bello al mondo che guardare Liam in quel modo, l'espressione stravolta di piacere, sapendo che era lui a procurarglielo. Sapendo che era il primo a vedere Liam così. Avrebbe potuto passare tutta la notte a guardarlo negli occhi, così. "Sei perfetto... così dannatamente perfetto" ansimò, continuando a muoversi dentro di lui, posandogli baci leggeri sulla fronte e sulla guancia, sotto l'orecchio, sul collo... "Tutto di te è perfetto... ah non- non devi nasconderti da me"

Liam riaprì gli occhi, le parole di Theo che gli riecheggiavano nelle orecchie, incontrando gli occhi dell'altro ragazzo, avevano di nuovo quella luce negli occhi come se Theo stesse in qualche modo leggendogli dentro. Ed era così che Liam si sentiva. Come se Theo fosse completamente e inesorabilmente dentro di lui, in ogni modo possibile. "Ti amo" ansimò. Theo lo baciò di nuovo.

"Ti amo ah- anche io-" rispose Liam, "Da morire-ah"

Sentiva l'orgasmo montare dentro di lui, e seppe che non avrebbe resistito ancora a lungo. E Theo stava martellando sempre più forte dentro di lui, ansimando, e boccheggiando seppellendo la testa contro la sua spalla. E Liam sentiva come se ogni spinta colpisse sempre più a fondo dentro di lui, mandandolo alla deriva. Poi il suo intero corpo si irrigidì sotto la potenza dell'orgasmo, roteando gli occhi indietro, aggrappandosi con forza alle spalle di Theo, mentre veniva ancora intoccato tra di loro. Le spinte di Theo si fecero sempre più frenetiche, inseguendo il suo stesso orgasmo

"Li-ah-m" ansimò, e poi stava venendo anche lui, il suo corpo tremò tra le braccia di Liam, che lo trattenne, beandosi attraverso la nebbia del suo post-orgasmo l'espressione beata e meravigliosa sul viso di Theo, i capelli seduta appiccicati al viso e le palpebre socchiuse per il piacere. Liam pensò che fosse perfetto, perfetto come sempre.

Theo si lasciò cadere su di lui, entrambi respirando pesantemente in un intreccio di membra sudate, nessuno dei due trovando la forza di allontanarsi da quel momento. Le mani di Liam stavano continuando ad accarezzare dolcemente le spalle di Theo, quando Theo si sollevò catturando le sue labbra in un altro bacio.

Quando si allontanarono, entrambi ancora a corto di fiato, Theo lasciò posare la fronte contro quella di Liam, i nasi che ancora si sfioravano, facendo poi incontrare i loro occhi. Un sorriso si formò sulle labbra di Theo e Liam lo imitò.

"Okay?" riuscì solo a chiedere Theo

"Okay" rispose Liam.

Theo rotolò giù da lui, usando le poche forze che gli erano rimaste per togliersi il preservativo e buttarlo nel cestino, tirando poi il lenzuolo a coprirli entrambi. Allungò poi le braccia per tirarlo contro il suo petto "Vieni qui" gli disse. E Liam non se lo fece ripetere due volte. Avvolse le braccia attorno alla vita di Theo, accoccolandosi contro di lui, gli occhi pesanti per l'improvvisa stanchezza. Probabilmente avrebbero avuto bisogno di una doccia, o di rivestirsi o forse avrebbero dovuto parlare di quello che era successo - Liam non era molto istruito sulle buone maniere a letto - però in quel momento non aveva la forza per niente di questo. E Theo sembrava essere d'accordo. Lo abbracciò e basta, seppellendo il viso nei suoi capelli, e Liam si strinse a lui come se ne valesse la sua vita. E lasciarono che il sonno avesse il sopravvento su di loro.

In fondo avevano tutto il tempo del mondo, dopotutto quello era solo il primo mese, di molti molti altri.

CONTINUA

 

 

 

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Capitolo 25
*** In cima al mondo ***


25. In cima al mondo
 

La prima cosa che Theo sentì, ancor prima di aprire gli occhi quella mattina, fu un lieve odore di cannella leggermente mescolato all'odore di pioggia proveniente da qualcosa di morbido che gli solleticava il naso. La seconda cosa che avvertì fu il piacevole calore proveniente dal corpo stretto tra le sue braccia. La terza cosa fu una immensa e confortevole sensazione di pace. Inspirò profondamente, seppellendo ancora di più il naso nei capelli di Liam, prima di aprire finalmente gli occhi.

Le sue labbra s'inclinarono istintivamente in un sorriso mentre stringeva la presa attorno al busto di Liam, accarezzandogli la pelle ancora nuda.

Non riusciva a crederci che erano riusciti a rimanere incastrati in quella posizione per tutta la notte. Liam era praticamente quasi del tutto spalmato sopra di lui, le braccia strette attorno alla sua vita e la testa posata sotto il suo mento, ancora beatamente addormentato, i respiri pesanti ma costanti che sfioravano la pelle di Theo. E Theo lo stringeva a lui, le gambe intrecciate le une a quelle dell'altro in un modo che avrebbe dovuto essere scomodo. Theo sarebbe rimasto così per sempre.

Senza smettere un attimo di sorridere, Theo si beò della vista davanti a lui, dalle folte ciglia che disegnavano ombre scure sulle guancie, a quelle labbra rosse che Theo avrebbe passato ore a baciare, accarezzandogli dolcemente i capelli, stringendo dolcemente la presa attorno di lui. Quando Theo si chinò per baciargli prima la fronte e poi il collo, Liam si mosse sotto di lui, mugugnando nel sonno e strofinando il naso contro il petto di Theo. Il sorriso di Theo si allargò mentre lo baciava di nuovo, stavolta sulla punta del naso. Liam stavolta emise un gemito di protesta, alzando la mano a toccarsi il naso, prima di sbuffare. "-tila, Theo" mugugnò, la voce impastata di sonno

Theo rise "Allora sei sveglio..?"
Liam si sistemò meglio contro di Theo, le labbra inclinate in un sorriso, nonostante avesse ancora gli occhi chiusi. "Non proprio" mugugnò, prima di aprire lentamente gli occhi e fare contatto visivo con lui. Theo sorrise, guardandolo. "Buongiorno"
"Giorno" mugugnò di nuovo Liam, strofinandosi di nuovo contro Theo chiudendo gli occhi e stringendolo di più.
"Stai comodo?" lo prese in giro Theo.
"Sì molto" fece Liam, con tono divertito. Il petto di Theo si abbassò e alzò sotto la sua guancia mentre l'altro rideva. "Perchè ridi?" chiese Liam, quasi imbronciato.
"Non sto ridendo, sto sorridendo" rispose Theo tranquillamente, accarezzandogli di nuovo i capelli
Liam piegò la testa, posando il mento sul petto di Theo per guardarlo, un lieve rossore che gli colorava le guancie ora che il sonno cominciava a dissiparsi "Okay, e perché sorridi?"
"Perché sono felice" ll tono della voce di Theo era diventato improvvisamente più serio, e Liam poté sentire il suo cuore accelerare sotto di lui. Il suo istantaneamente si adeguò al suo.
"Sì?" chiese, un sorriso che si allargava anche sul suo viso
"Sì"

"Bene, allora non mi lamenterò per il fatto che ogni singola parte del mio corpo fa male"

Stavano ancora entrambi ridendo, quando si baciarono. Theo lo tirò più vicino, mentre Liam scivolava col corpo più in alto per poter avere maggiore accesso alle labbra dell'altro, le mani ancora strette attorno alla vita di Theo.
Si baciarono come se l'aria di cui ognuno di loro aveva bisogno per sopravvivere fosse nelle labbra dell'altro, e quando si separarono, le fronti che ancora si toccavano, Theo lo stava guardando con quest'espressione strana, tra il rapito, l'affezionato e crudo desiderio.

Il cuore di Liam accelerò, e si sentì arrossire di nuovo, pezzi della notte precedente che gli tornavano in mente. Era sicuro che anche Theo stesse pensando la stessa cosa.

Liam si schiarì la gola, senza muoversi di una virgola, ancora tra le braccia di Theo, i visi che quasi si toccavano. "Pensi che piova ancora?" chiese con tono vago.
Theo sbuffò, spostandosi, e posando la testa sulla sua spalla, il naso che tracciava una linea lungo il collo di Liam. "Non lo so e non mi importa, voglio stare tutto il giorno chiuso qua dentro"
Liam deglutì. Fece una mezza risata soffocata, muovendo le mani distrattamente sulla schiena di Theo, le dita che sfiorarono un paio di volte l'elastico dei suoi boxer. "Non possiamo restare chiusi qui tutto il giorno, Theo. E penso che abbiamo davvero bisogno di fare una doccia." Theo lo guardò finalmente, un sorrisetto sul viso "Sì, probabilmente. Mi sento un po' disgustoso"
"Vuoi avere tu la prima doccia?"
Theo alzò un sopracciglio verso di lui, e la sua espressione non prometteva nulla di buono "O potremmo farla insieme?" suggerì.

Liam stava per avere un attacco cardiaco. Seriamente, dovrebbe essere vietato dire cose del genere senza preavviso, soprattutto ad uno con la voce di Theo, ancora bassa e roca dal sonno.

Liam lo guardò per circa due secondi con gli occhi spalancati, desiderando di aver chiesto in precedenza a Mason consiglio in caso di questa eventualità, prima di scoprire che in realtà voleva farlo, quindi il resto non aveva importanza no?

"Okay" borbottò quindi in risposta.


Dopo quello che era successo la scorsa notte, sicuramente fare la doccia insieme non sarebbe stato affatto un problema.

Liam si sbagliava. (Perché quando mai aveva ragione?)

Quando Theo, appena entrato in bagno, si liberò dei suoi boxer senza alcuna esitazione, Liam stava per avere il secondo infarto, ed il giorno era solo appena iniziato. Si sentiva di nuovo il viso in fiamme, e faceva di tutto per tenere lo sguardo sul viso di Theo, e non abbassarlo verso altro. Theo da parte sua sembrava starsi divertendo un mondo, lo stronzo. Lo guardò incrociando le braccia con quel suo ghigno sul viso, inarcando un sopracciglio. "Resterai così?" lo stuzzicò.

Liam sbuffò, succhiandosi il labbro in imbarazzo, mentre si portava le dita all'elastico dei boxer. Poi si bloccò incontrando lo sguardo fisso di Theo. "Voltati" gli fece petulante.

Theo lo guardò impassibile "Stai scherzando?" Liam si limitò a guardarlo, completamente rosso in viso e Theo rise, roteando gli occhi e voltandosi con fare melodrammatico.

Se Liam aveva pensato che sarebbe stato meno imbarazzante vista la sera precedente, dovette ricredersi. Perché in qualche modo, questo - lo stare uno davanti all'altro, completamente nudi, completamente esposti, alla chiara luce del giorno - era molto diverso. Liam si sentiva molto più vulnerabile di quanto si fosse sentito la notte precedente, e mentre l'acqua cominciava a scorrere su entrambi, Liam pensò che forse questo era perfino più intimo del sesso. Il suo cuore stava battendo forte, e davvero rimpiangeva di non aver chiesto a Mason quale fosse l'etichetta per la doccia post-sesso. Si succhiò di nuovo con forza il labbro inferiore, torturandolo coi denti, cercando qualcosa da dire. Theo continuava a guardarlo divertito, e quasi in attesa

"Quindi... cosa si suppone che dovremmo fare nella doccia?" chiese Liam, cercando di non sembrare per niente influenzato dalla situazione. In realtà cercò definitivamente di suonare provocante, ma non sembrò aver fatto un buon lavoro.

"Lavarci?" fece Theo imperturbato, alzando un sopracciglio.
Liam arrossì. "No- io- ugh, ti odio" sospirò.

Theo rise facendo un passo in avanti, posando la mano sul muro di piastrelle accanto alla testa di Liam. Liam deglutì, chiedendo come riuscisse Theo ad apparire così perfetto e dannatamente figo anche sotto un getto d'acqua e coi capelli appiccicati al viso.

"Be'..." fece Theo, e il suo tono provocante era decisamente più efficace di quello di Liam. "Ci sono altre cose divertenti da fare nella doccia, se vuoi che te le mostri..."

Quello fu il terzo attacco di cuore del giorno.

*
 

Liam doveva ammettere che si sentiva un po' un ipocrita ad ammettere che non riusciva a togliersi la notte precedente dalla testa, e soprattutto, che non vedeva l'ora di farlo di nuovo. E non era solo per il piacere di farlo, realizzò, ma per quella sensazione fluttuante nel suo stomaco, quella sensazione di felicità che lo faceva sentire quasi come se stesse galleggiando, al solo pensiero di quanto più incredibilmente vicino si sentisse ora a Theo, a quanto sentisse di appartenergli - di appartenersi l'un l'altro.
E non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, mentre rumoreggiavano tutti quanti per la cucina, ridendo, parlando, passandosi piatti e bicchieri e cucinando. E Theo non era da meno. Amava il modo in cui il ragazzo gli sorrideva, quasi timidamente, gioia che brillava perfino nei suoi occhi; amava il modo in cui i loro occhi indugiavano di più l'uno sull'altro, carichi di affetto e venerazione, come se stessero comunicando senza aver bisogno di parole, anche a distanza. Era abbastanza sicuro che fossero quasi ovvi agli occhi di chi li osservava, ma Liam scoprì che non gli importava poi tanto. Theo era suo, si appartenevano l'uno all'altro, e voleva urlarlo a tutto il mondo.

Liam da una parte non riusciva a crederci che aveva aspettato così tanto per questo, che avesse avuto paura di questo, ma dall'altra, era contento di averlo fatto, aspettare aveva reso quel momento in qualche modo più prezioso. E Liam non avrebbe scambiato questo sentimento con niente al mondo.

Mentre facevano colazione, potevano vedere dalle immense finestre il sole fare capolino a fatica dalle nubi in allontanamento, e nonostante non facesse sicuramente freddo, l'aria era comunque umida dal temporale della notte precedente. E visto - che a detta di Josh - la spiaggia non era l'unica cosa meritevole in zona, lasciarono perdere il programma, optando per un giro in città e al molo.

Così si ritrovarono a camminare andando alla deriva per le vie della città, passando da un negozio all'altro, fermandosi in un McDonald's per pranzo e rifugiandosi poi in un enorme centro commerciale quando una pioggia leggera ricominciò a cadere dal cielo. Mentre Hayden e Tracy - trascinando con loro anche Amber - sparirono in qualche negozio di vestiti, e Alec e Nolan si fermarono in un negozio di videogiochi, Josh e Theo dichiarano che sarebbero andati a prendere da bere per tutti e di incontrarsi poi ai tavoli del bar. Liam si fermò su un tavolo libero abbastanza grande per tutti, i piedi che bruciavano, non in vena di fare nemmeno un altro passo. E fu allora che successe quello che aspettava succedesse da tutto il giorno.

Mason fece cenno a Corey verso Josh e Theo - probabilmente dicendogli di aiutarli con i drink - mentre lui indicava Liam. Quando Corey si voltò, Mason cominciò ad avvicinarsi a Liam con quel suo ghigno compiaciuto stampato sul viso. Liam finse disinteresse, anche quando Mason gli si fu seduto davanti, incrociando le mani sul tavolo e studiandolo bene.

"Quindi... c'è qualcosa che vorresti dirmi?" lo stuzzicò.

Liam roteò gli occhi, anche se un leggero rossore gli colorò le guance. "Tipo?" chiese

"Be' forse perché tu e Theo sembrate pronti a strapparvi i vestiti di dosso da un momento all'altro?"

"Mason!"
"Oh andiamo, conosco quello sguardo!" esclamò, ridacchiando. "L'avete fatto, non è vero?"

Per tutta risposta Liam evitò il suo sguardo, diventando ancora più rosso. "Oh dio, l'avete fatto davvero!" fece Mason, sporgendosi verso di lui con un grosso sorriso sul volto. Liam lo guardò brevemente con un timido sorriso sul viso . "S-sì... l'abbiamo fatto" ammise poi, a bassa voce.

"Era fottutamente ora!" Mason sospirò esageratamente, poi gli rivolse di nuovo quel suo sguardo malizioso "Allora... com'è stato?"
Liam gemette. "Mason, non-"
"Andiamo!" Mason roteò gli occhi "Non ti sto chiedendo in che posizione l'avete fatto-" Liam prese letteralmente fuoco "-Solo com'è stato" Liam si morse le labbra imbarazzato, gli occhi che caddero su Theo in piedi al bancone, che rideva meraviglioso tra Josh e Corey "E' stato come pensavi?" chiese ancora Mason, stavolta più seriamente.
"No..." rispose Liam lentamente, tornando verso di lui con lo sguardo. Mason alzò un sopracciglio in attesa. Poi Liam sorrise. "E' stato meglio" Anche Mason sorrise, mentre Liam tamburellava delicatamente con le dita sul tavolo, parlando poi con voce bassa, ma carica di emozione "E'... stato tutto quello che avevi detto sarebbe stato. E.. non ci credo che lo sto davvero dicendo, ma..." Scosse la testa, sospirando, le labbra inclinate in un sorriso "non vedo l'ora di farlo di nuovo"
"Uhh" Mason canticchiò, quasi commosso, stuzzicandolo "Anche Liam si è unito al lato oscuro! Immagino che ora tu sia felice che ti abbia comprato quei preservativi!"
"Smettila Mase" Liam gemette, e distolse lo sguardo imbarazzato,solo per notare Mason pochi secondi dopo che continuava a fissarlo con uno strano sguardo tronfio sul viso. "Cosa?" sbuffò una mezza risata, roteando gli occhi

Mason ridacchiò, scuotendo la testa. "Niente, solo-" Lo guardò, un ghigno sulle labbra "Avresti mai immaginato quando avevi nove anni che la tua prima volta sarebbe stata con Theo Raeken?!"

Liam sbuffò pesantemente "Diavolo.. no!" E scoppiarono a ridere entrambi.
"E' assurdo come le cose cambino eh" riflettè Mason.

"Già..." annuì Liam pensieroso. "All'inizio mi terrorizzava quanto stessero cambiando, ma ora..." si strinse nelle spalle, tranquillo. "Non lo vorrei in nessun altro modo"
Mason gli sorrise affettuosamente. "Sono contento per voi due, Li" disse poi, serissimo. "Spero che tutto andrà per il meglio"
"Già" Liam sospirò, guardando Theo avvicinarsi con gli altri. "Anche io"

*

Si sedettero poi tutti insieme attorno al tavolo a bere i loro frappè, il pomeriggio che passava piacevolmente, chiacchierando del più e del meno. E Liam era felice come non mai, anche se la loro piccola gita stava per volgere al termine, anche se avrebbe voluto sporgersi e baciare Theo ogni volta che i loro occhi si incontravano, anche se mancava solo una settimana al matrimonio, e Liam non poteva non pensare che il loro tempo insieme in maniera così pacifica si stesse esaurendo... stava comunque bene così. Perché poteva sentire la spalla di Theo premere contro la sua, seduti forse più vicini di chiunque altro, e ogni tanto Theo faceva scivolare la mano sotto al tavolo, sul suo ginocchio, stringendolo dolcemente, fino a quando Liam non intrecciò le dita alle sue, desiderando solo di potersele portare alla labbra e baciarle. Ma si limitò solo a guardarlo, sapeva che si sarebbero capiti senza parlare. Theo gli sorrise e basta, e sentì che sarebbe andato tutto bene.

*

Mentre il sole tramontava, il gruppo si avviò lungo il molo di Santa Monica, ammirando a bocca aperta il panorama davanti a loro, le luci che lo illuminavano, e la maestosa ruota panoramica davanti a loro. Dopo che ebbero preso al volo qualcosa per cena da uno stand di hot dog lì vicino, si misero in fila per il parco divertimenti. Alec e Nolan avevano le mani immerse in un pacchetto di caramelle che stavano condividendo, Amber che scivolò tra loro rubandone un po' dalla mano di Nolan, un sorriso stampato sulla sua faccia, mentre Josh e Tracy si passavano una birra. Corey e Mason camminavano mano nella mano in fondo al gruppo, e Liam si sentiva un po' geloso, mentre camminava fianco a fianco a Theo, desiderando di poter fare lo stesso. Si limitarono a camminare vicini, le braccia che si sfioravano.


"Questo posto è incredibile, sembra di essere usciti da un film" commentò Hayden guardando le luci tutte intorno a loro. Amber seguì con lo sguardo l'ottovolante al momento in corsa, elettrizzata dalle urla delle persone a bordo. "Oh voglio fare un giro su quello!" esclamò, tirando Nolan per la mano. Il ragazzo impallidì "Cosa?" gracchiò.

"Andiamo, non essere fifone" lo tirò allegramente, prima di guardare gli altri "Chi viene?"
Mason e Corey si scambiarono uno sguardo complice. "Noi ci stiamo"

"Vi seguo" aggiunse Alec. Anche Hayden e Tracy si accodarono.

Josh scosse la testa, "Non sono abbastanza ubriaco per questo" ridacchiò. "Andrò a tentare la fortuna agli stand di là. T, vieni anche tu?" fece poi mentre gli altri correvano a mettersi in fila davanti all'attrazione.
"Assolutamente no" sbuffò Theo con un cipiglio serio. "Non mi farò prendere per il culo ancora da strani uomini barbuti" Si scambiò uno sguardo consapevole con Liam, mentre entrambi ricordavano la loro esperienza alla fiera.
"Okay, come volete. Ci vediamo tra poco" li salutò allegramente.

Quando fu sparito dalla loro vista, Theo si voltò verso Liam con un sorrisetto. "Be' siamo finalmente soli" fece, facendo scivolare la mano in quella di Liam.

Liam lo guardò con un sorriso. "Cosa vuoi fare?"
Theo assunse una finta espressione pensierosa "Ho visto qualcosa prima che potrebbe andare bene" Prima che Liam potesse aggiungere altro, Theo lo stava guidando avanti e Liam poté solo farsi trasportare, il cuore che fluttuava felicemente.

"Seriamente? Di nuovo?" chiese Liam impassibile, quando Theo si fermò davanti a una cabina per le foto tessere. Theo rise leggero. "Andiamo, potrebbe essere divertente" fece prima di guidarlo dentro.

Era stretta come Liam ricordava. L'unica differenza è che ora quella vicinanza non lo faceva più sentire spaventato o a disagio. Volava solo annullarla sempre di più. Theo si mise dietro di lui, avvolgendogli le braccia attorno, le labbra inclinate in un sorriso mentre lo stringeva e gli posava un leggero bacio sul collo, mentre Liam pigiava i tasti avviando il conto alla rovescia.

Liam si girò a metà tra la presa di Theo mentre iniziava "Come le facciamo?" chiese.

Theo diede una scrollata di spalle "Fai solo lo stupido"

"Uh questo dovrebbe venirti facile" lo prese in giro, tornando a guardare l'obiettivo con un sorriso.

Theo sbuffò e per tutta risposta fece il gesto di mordere la spalla di Liam, mentre l'obiettivo scattava la prima volta. Tirò Liam più vicino, il petto spalmato contro la sua schiena, le mani che gli stringevano forte la vita, mentre lo baciava da dietro sulla guancia. Liam stava sorridendo, gli occhi chiusi mentre l'obiettivo scattava la seconda volta. Poi Theo si tirò indietro, Liam piegò la testa per guardarlo e stavano ancora sorridendo mentre si guardavano intensamente, il countdown nelle loro orecchie, prima di sporgersi in avanti nello stesso momento e far incontrare le loro labbra in un bacio che aspettavano da quella mattina. L'obiettivo scattò, ma loro continuarono a baciarsi. Senza separarsi nemmeno per un secondo, Liam si girò tra le braccia di Theo, buttando le braccia attorno al collo dell'altro, che lo tirò ancora più vicino, le mani che correvano dappertutto, mentre il bacio si faceva più incasinato. Theo lo spinse contro il fondo della cabina, premendo contro di lui con tutto il suo corpo, e lasciandoli entrambi senza fiato, mentre si separavano di poco, fronte contro fronte, respirando l'uno contro le labbra dell'altro, e con gli occhi lucidi e offuscati. Mentre Liam incontrava quelli di Theo, si chiese se ci fosse lussuria o amore in essi. Probabilmente entrambi.

E Liam voleva solo annegarci dentro.

Il suono della macchina che avviava la stampa delle foto tessere li distrasse. Si voltarono di scatto verso la misera tenda che li separava dal resto del mondo e Liam arrossì lievemente. Si era quasi dimenticato che non erano soli. Questo era un effetto che Theo gli dava spesso.

"Do-" Liam gracchiò, prima di schiarirsi la voce. "Dovremmo uscire da qui, sai... prima che ci arrestino per atti osceni in luogo pubblico"

Theo rise, prima di annuire. "Sì, hai ragione. Non è davvero il modo in cui pensavo di farlo sapere al mondo" Si sporse di nuovo in avanti, posando un ultimo leggero bacio sulle labbra di Liam, prima di tirarsi indietro, prendendogli di nuovo la mano e guidandolo fuori.

Liam si abbassò per recuperare le foto, e mentre le guardava, Theo che si posò sulla sua spalla per fare altrettanto, sentì il suo cuore gonfiarsi incredibilmente al solo vedere le loro espressioni felici. Entrambi i loro volti sembravano brillare di pura gioia. E avrebbe voluto che tutti le vedessero, affinché tutti capissero che niente che rende due persone così felici, così complete, può essere sbagliato.

*

Camminarono per un po' mano nella mano, passeggiando per il parco, finchè non furono tornati al punto di partenza, poco vicino l'entrata. Theo si guardò in giro per vedere se qualcuno degli altri fosse in vista.

"Guarda, sono là" Liam attirò la sua attenzione, indicandogli una stand dove erano radunati Josh, Alec, Nolan e Amber. In quel momento, era Amber quella che stava usando un fucile a piombini contro le lattine allineate sul fondo. Liam rabbrividì, perché onestamente lui non avrebbe mai messo nemmeno un fucile giocattolo nelle mani di quella ragazza.

Si lasciarono le mani riluttanti, con un sospiro, facendo due passi nella loro direzione quando qualcuno li chiamò da dietro. Sobbalzarono, voltandosi per vedere Mason, Corey, Tracy e Hayden camminare verso di loro.

"Eccovi finalmente, dove eravate finiti?" chiese Corey tranquillo.

"Uh eravamo- qui in giro?" balbettò Liam, agitandosi sul posto sotto lo sguardo divertito di Mason. Non osava immaginare cosa stesse pensando visto la mente fervida che si ritrovava!


"Noi stavamo andando a fare un giro sulla ruota panoramica, venite?" chiese Hayden.

Liam era ancora impegnato a fingere indifferenza allo sguardo di Mason mentre rispose con un vago: "Uh sì- okay"
"Okay?" ripetè Theo guardando Liam scettico.

"Bene! Andiamo, sarà divertente!" esclamò Mason, mettendosi tra loro due e prendendoli a braccetto. Si lasciarono guidare fino alla cassa, dove Mason pagò per tre giri, distribuendo i ticket in giro. "Scusate ragazzi, ma io e Corey abbiamo davvero bisogno di una cabina riservata"
Tracy gemette, prendendo un ticket dalle sue mani "Non avevamo davvero bisogno di saperlo!"

"Perché ne hai presi tre?" chiese Hayden

Mason scrollò le spalle, facendo il finto tonto. "Ho immaginato che non voleste condividere" Passò l'ultimo biglietto a Liam, facendo un occhiolino e mimando un "mi ringrazierete dopo". Theo sbuffò divertito, mentre Mason prendeva la mano di Corey, facendo strada.

Quando furono a bordo e la porta si fu chiusa dietro di loro, Liam si lasciò cadere su una panca, e Theo si sedette di fronte a lui. La cabina si muoveva lentamente, guadagnando pian piano altezza.

"Sai, mi pare di ricordare abbastanza bene che avessi paura dell'altezza" osservò Theo con un cipiglio curioso.

Liam aveva assunto una posa rigida, seduto esattamente nel mezzo, quanto più lontano dalle vetrate. "Mi basta non guardare"
"Non è questo il punto di una ruota panoramica? Godere del panorama?" Theo scherzò.

Liam sorrise maliziosamente "Be' io pensavo che il punto fosse baciarsi quando si è in cima, o in mezzo... Sai, abbiamo ben 18 minuti a disposizione"

Theo rise "Giusta osservazione" Si alzò, fermandosi in piedi di fronte a lui e allungando la mano verso Liam, aspettando che la prendesse. Liam lo guardò per un attimo incerto prima di posare la sua sul suo palmo. "Cosa-?" Theo lo tirò leggermente facendolo alzare e Liam ubbidì, guardando poi Theo sedersi in terra, la schiena contro la parete. "Che stai facendo?" rise Liam.

"Così non dovrai guardare fuori, no?" rispose Theo semplicemente. "Vieni qui"

Liam scosse la testa divertito, prima di imitarlo. Si sedette accanto a lui, le braccia che si toccavano e Theo allungò un braccio per avvolgerlo attorno alle sue spalle. Liam emise un respiro soddisfatto mentre posava la testa sulla sua spalla, lo sguardo perso verso la vetrata, da cui ora poteva vedere solo il cielo stellato.

"Allora..." Theo lo guardò sorridendo qualche secondo dopo "Cos'è che dicevi su quel bacio?"

Anche Liam sorrise, e senza dire una parola si sporse in avanti catturando le sue labbra. Si baciarono per quella che parve un'eternità, in Liam ogni traccia di paura era sparita, dimenticata, sopraffatta da quella sensazione di pace e di felicità, fatta delle labbra di Theo, calde e morbide contro le sue, fatte delle sue mani che lo stringevano come se fosse la cosa più preziosa dal mondo, fatta del modo in cui sorrideva mentre lo baciava, del modo in cui lo guardava come se fosse il suo desiderio divenuto realtà.

"Hai ancora paura?" gli chiese Theo qualche secondo dopo, quando si furono separati, la voce bassa, usando la mano libera per prendere quella di Liam e stringersela in grembo.

"No" rispose Liam tranquillo, stringendogli con fermezza la mano e guardandolo. "In questo momento mi sento letteralmente in cima al mondo, e non ho per niente paura di cadere"

Un sorriso magnifico esplose sul viso di Theo, più bello di qualsiasi panorama avrebbe potuto ammirare dalla finestra. Theo usò la presa attorno alle sue spalle per tirarlo contro il suo petto, stringendolo e baciandogli la cima della testa. "Ti amo, sdolcinato" sussurrò poi, la bocca premuta tra i suoi capelli, respirando il suo dolce profumo. Liam sorrise contro il tessuto morbido della sua maglietta, stringendogli la vita "Ti amo anch'io, stupido"

*

Era poco dopo mezzanotte quando rientrarono a casa. Si sedettero in veranda per una quindicina di minuti, bevendo qualcosa e chiacchierando, finchè la stanchezza cominciò ad avere il sopravvento e piano piano uno ad uno cominciarono a ritirarsi in camera. Prima Nolan e Amber, poi Tracy e Josh.

Alec si era addormentato da seduto, la testa che pendeva sul petto e fece un salto di un metro quando Hayden gli diede un colpetto in testa. Tutti risero, mentre Alec si voltava freneticamente intorno, prima di sdraiarsi in terra. Hayden lo guardò.

"Vieni in camera? O preferisci dormire qui fuori come un cavallo?"

"Ho appena perso 10 anni di vita, dammi un secondo" commentò lui, una mano al petto.

Hayden roteò gli occhi "Ci vediamo di sopra allora. Notte ragazzi!"
Alec saltò in piedi all'istante "Aspettami!"

"Non siate rumorosi" gridò loro dietro Theo. Hayden gli fece il medio senza nemmeno voltarsi mentre tutti ridevano.

Cinque minuti dopo dichiararono ufficialmente finita la serata, lasciando libero il divano per Mason e Corey, e anche Theo e Liam scesero di sotto.

Quando Theo uscì dal bagno, trovò Liam sdraiato sul letto su un fianco, intendo ad ammirare la striscia di foto che avevano scattato poco prima.

"Hey" Theo lo chiamò piano, salendo sul letto accanto a lui e sdraiandosi dietro di lui, abbracciandolo da dietro. Anche Theo sorrise alle foto. "Visto? Te l'avevo detto che era una buona idea quella delle foto"
Liam rise "Sì, avevi ragione" Si allungò a fatica posandole con cura sul comodino accanto al suo cellulare, prima di sprofondare di nuovo nell'abbraccio di Theo, che gli posò un bacio sul collo.

"Sei stanco?" chiese poi Theo.

Liam si morse il labbro prima di rispondere lentamente "Non proprio" Liam sentì le labbra di Theo inclinarsi in un sorriso contro la pelle delle sue spalle, e si voltò nella sua presa, in modo che fossero faccia a faccia. Theo lo lasciò fare, sistemando poi le sue braccia attorno alla sua vita una volta che Liam fu in una posizione confortevole.

"Sai..." cominciò Theo cercando di suonare tranquillo "Riguardo a ieri sera..." Il cuore di Liam saltò un battito. "Visto la giornata frenetica di oggi, non abbiamo avuto modo di parlarne davvero" concluse poi.

Liam deglutì "A proposito di cosa?"
"Uhm be'... tipo.. non mi hai detto... come è stato?" Nonostante il suo tono tranquillo, il leggero fremito nella sua voce tradì il suo nervosismo.

Liam arrossì leggermente. "Be'... non me l'hai detto nemmeno tu" mormorò lui, imbarazzato.

"L'ho chiesto prima io" fece Theo ironico, alzando un sopracciglio. Liam roteò gli occhi sorridendo.

Theo si schiarì la gola, stringendolo di più "Uhm- Lo so che la prima volta non è sempre il massimo, ecco- io-" aggiunse poi nervosamente.

Liam spalancò leggermente gli occhi, intuendo la preoccupazione di Theo. Era anche la sua dopotutto. "E' stato perfetto, Theo" disse lui dolcemente. "E' stato come pensavo, e anche meglio"

Theo sorrise, nascondendo il viso contro il suo collo, il naso che sfiorò la pelle sotto il suo orecchio, facendogli venire la pelle d'oca.

"Quindi..." Theo gli lanciò un sorrisetto malizioso "Non sei troppo spaventato per ripetere l'esperienza?"

Liam rise alla sua sfacciataggine, arrossendo leggermente ma sussurrando un "No, non lo sono"
Il sorrisetto di Theo si allargò, e un attimo dopo lo stava spingendo contro il materasso, mettendosi a cavalcioni su di lui. Liam lo guardò metà divertito, metà spiazzato "Intendevi ora?" chiese senza fiato, ma si lasciò baciare, avvolgendo le mani dietro la nuca di Theo, passandole poi tra i suoi capelli, mentre la mani di Theo vagavano su tutto il suo corpo, fermandosi al bordo dei pantaloni.

Poi Theo allontanò le sue labbra da quelle di Liam, puntellandosi sulle braccia e guardandolo intensamente e Liam mugugnò alla perdita del corpo caldo di Theo contro il suo "Mi fermo se non vuoi"

Liam lo guardò arrossendo "Non ho mai detto di non volerlo" ammise poi. E quello bastò a Theo per lanciarsi di nuovo su di lui con un sorriso.

Lo fecero ancora e ancora quella notte, prima lento e dolce, poi veloce e violento, i loro corpi che imparavano pian piano a conoscersi l'un l'altro, le mani che si sfioravano, s'intrecciavano, tirandosi più vicini, le labbra premute insieme, sussurrando, ansimando l'uno il nome dall'altro, ripetendosi quanto si amavano come una preghiera.


E se per caso ci fosse qualcosa al di sopra della cima del mondo, Liam era sicuro che ci fosse appena arrivato.

CONTINUA

 

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Capitolo 26
*** Nel bene, nel male e in tutto ciò che c'è in mezzo ***


26. Nel bene, nel male e in tutto ciò che c'è in mezzo


Theo non aveva affatto pensato che tornare a casa sarebbe stato così traumatico. In un modo o nell'altro, ritagliarsi un momento solo per loro due era sempre stato difficile, anche nelle settimane precedenti alla gita, ma ora che avevano finalmente fatto quel fatidico passo avanti nella loro relazione, sembrava che il destino lo facesse di proposito ad intralciare loro la strada.
O probabilmente, ha detta di Liam, il destino centrava poco, la colpa era più che altro del matrimonio imminente. Dopotutto mancava meno di una settimana e per tutta la casa c'era una strana atmosfera di fermento e attesa... e ansia? Theo era sicuro di averne più che abbastanza di quest'ultima, poiché l'avvicinarsi del matrimonio coincideva pericolosamente col momento in cui Jenna e Paul avrebbero scoperto la verità su di loro.
Questo era uno dei motivi per cui Theo avrebbe voluto godersi questi ultimi momenti di pace, ma purtroppo sembrava sempre esserci qualcosa nel mezzo.
Era successo la prima volta il martedì dopo la gita. Jenna era appena uscita di casa per andare al lavoro, e ovviamente loro non avevano perso tempo. Si stavano beatamente e felicemente rotolando sul letto di Liam, e Theo aveva appena inchiodato Liam contro il materasso, lasciando volentieri che un bacio cancellasse il sorrisetto stampato sul suo stesso viso. Stava già pregustando il momento in cui avrebbe fatto Liam di nuovo suo, poteva sentire il calore del suo corpo contro il suo, il suo corpo che tremava d'anticipazione e il cuore che batteva rapido sotto le sue mani vaganti…
Poi Jenna aveva chiamato. Per lo spavento al suono improvviso, mentre scattava a sedere, Liam aveva finito per dare una testata a Theo sul naso, mandandolo col sedere sul pavimento. Se non era bastato questo a rovinare l'atmosfera, si era aggiunta Jenna in preda al panico dicendo che si era dimenticata di andare a ritirare gli smoking dalla lavanderia, e ordinando loro di andarli a prendere all'istante.
Il giorno dopo Theo ebbe la conferma che non si trattava del matrimonio, ma senz'altro di qualche folle forza superiore esterna. Liam gli disse che l'unica cosa folle qui era la sua capacità di scegliersi gli amici.
Quel giorno infatti Liam aveva deciso che apparentemente arrampicarsi sulle ginocchia di Theo e baciarlo fosse un buon modo per distrarlo dal film che stavano guardando in salotto. E chi era Theo per lamentarsene? Ma non aveva avuto nemmeno il tempo di assaggiare come si deve le labbra dell'altro, le mani che avevano appena trovato la loro strada verso il fondoschiena di Liam, tirandolo vicino, quando qualcuno suonò al campanello. Theo aveva aperto la porta con un diavolo per capello, e Liam si era chiesto, mentre Josh entrava come se fosse casa sua e si sedeva tra di loro sul divano, mangiando i loro popcorn, se fosse possibile essere carbonizzati dall'intensità di un'occhiataccia.
Poi quella sera era successo che Mason aveva casualmente chiesto a Liam se avesse pensato a un regalo per il matrimonio, e Liam si era accorto, che no, non avevano assolutamente pensato a nulla. E questo era imperdonabile. E da quel momento Liam non aveva smesso di pensarci un attimo, e l'argomento aveva abbastanza monopolizzato la loro serata. Theo era seccato, soprattutto perché Liam aveva bocciato la sua fantastica idea di regalar loro una scorta annuale di preservativi "sai, tanto per non correre rischi".  
Finchè poi Liam non aveva avuto un'illuminazione improvvisa la mattina dopo sentendo Theo cantare sotto la doccia, e ricordandosi a quanto pare di quanto gli piacesse la sua voce. Quando si era fiondato in bagno, Theo aveva pensato che forse era giunto finalmente il momento, ma no, Liam aveva solo aperto la tenda della doccia, sbottando eccitato che avrebbero dovuto cantare qualcosa per i loro genitori al matrimonio, e poi era corso via quasi scivolando sul pavimento bagnato, dicendogli di sbrigarsi a vestirsi e raggiungerlo per iniziare a provare. 
Passarono il giorno dopo a scegliere una canzone che Liam fosse in grado di suonare con la chitarra, e arrivato il pomeriggio Theo avrebbe preferito lanciarsi sotto un autobus piuttosto che ascoltare un'altra canzone d'amore. La sera Paul li trascinò a cena fuori coi suoi amici per una sorta di addio al celibato, nonostante i commenti sarcastici di Theo sul fatto che non si poteva fare un addio al celibato quando eri già stato sposato. Paul non doveva essere dello stesso parere, perché si godette la sua "ultima serata da celibe" a tal punto che quando Liam e Theo lo riaccompagnarono in camera quella notte era decisamente brillo. Liam pregò che sua madre non se ne accorgesse mai.
Più tardi quando sentirono Jenna sbuffare seccata qualcosa che suonò vagamente come "Non ci posso credere che ti sei ubriacato senza di me", capì che forse non c'era molto di cui preoccuparsi.
La giornata di sabato fu occupata dalle prove del matrimonio, cosa ancora più ridicola a detta di Theo - perché "Lo voglio, lo voglio, puoi baciare la sposa. Non serve una laurea per questo, papà!" aveva detto. Ma si era dovuto ricredere quando, dal suo posto accanto a Paul in quanto suo testimone, si era dimenticato che l'arco che troneggiava sopra di loro non era un vero arco, ma semplicemente un mucchio di alluminio e carta pesta, e ci si era appoggiato per ammirare la scena delle promesse, buttando giù tutto sotto gli occhi severi dell'officiante. Liam stava ancora ridendo di lui.
Quindi il fatidico sabato sera prima delle nozze, Theo era sì, abbastanza seccato, e abbastanza frustrato, e forse un po' depresso, perché lui voleva solo coccolare un po' il suo ragazzo, ma a quanto pare non gli era concesso.
Quando Liam aveva bussato alla porta della sua camera, chiedendogli se gli andasse di fare un salto al McDonald's visto che ne' Jenna ne' Paul avevano fame per via del agitazione, Theo era saltato su euforico.
Certo, il McDonald' s non era come il sesso, però ci andava molto vicino.
 
*

"Ti va di parcheggiare da qualche parte?"

Theo si voltò lentamente verso Liam seduto sul sedile del passeggero, mentre lentamente si allontanavano dal McDonald's. "Cosa?" chiese, aggrottando le sopracciglia confuso. I suoi occhi spaziarono sul viso di Liam, il rossore che si era fatto strada quasi fino alla punta dei capelli, e capì cosa intendeva. "Ho detto… ti va di parcheggiare da qualche parte?" ripetè Liam di nuovo, soffocando quasi sulle parole. Theo non credeva alle sue orecchie, e probabilmente non ci credeva nemmeno Liam. Theo sbattè le palpebre, fissandolo a metà tra lo sbalordito e il confuso. "Vuoi scopare sul ciglio di una strada?" chiese impassibile qualche secondo dopo

Liam gemette con esagerazione buttando indietro la testa, una smorfia imbarazzata che si formava sul suo viso, e colpendolo alla spalla. "Perché devi essere sempre così volgare, stronzo! Devi proprio usare quella parola?"
Theo roteò gli occhi, mentre continuava a guidare alternando lo sguardo tra la strada e Liam.  Un ghigno compiaciuto si allargava sul suo viso, all'idea che forse, forse, non era l'unico a volerlo come aveva cominciato a temere. "Oh perdonami" fece poi carico di sarcasmo, senza riuscire però a smettere di sorridere "Vuoi che facciamo l'amore" scandì "-sul ciglio di una strada? Mi stupisci ogni giorno di più, non ti facevo come il tipo interessato a provare il sesso in pubblico" Il suo sorriso si allargò ancora di più mentre Liam con un altro gemito imbarazzato si afflosciava sul sedile, le braccia incrociate e un broncio adorabile sul muso, le guance ancora spolverate di rosso.
"Quindi non vuoi?" mugugnò Liam, tanto per sapere.
Theo non rispose per un po' guidando e picchiettando con le dita sul volante. "Conosco un posto dove possiamo parcheggiare senza rischiare la galera" disse poi con un soffio. Liam trattenne a stento il suo ghigno.
Ma che colpa ne aveva Theo? McDonald's e sesso? Era letteralmente il paradiso, e chi era lui per dire di no?
 
*

"Devi cavalcarmi"

"Che cosa?!" Liam sbarrò gli occhi, arrossendo e guardando scioccato il ragazzo sopra di lui "Scordatelo, Theo, è…- è imbarazzante!"
Theo smise di muoversi, sempre se quello che stava facendo prima potesse essere chiamato così. Aveva sempre pensato che il suo amato pick-up fosse comodo e confortevole, ma in questo momento lo odiava. Chi è che aveva fatto i sedili così piccoli, eh?
"Non faccio io le regole, Li, ma il sesso in macchina è così che funziona" spiegò Theo petulante, spostandosi per trovare una posizione più comoda, o che gli permettesse almeno di… fare quello che dovevano fare.
"Ah quindi ci sarebbero anche delle regole adesso?" Liam roteò gli occhi, stringendo poi più forte le mani sulle spalle di Theo con una smorfia di disagio, evidentemente perché Theo - incastrato tra le sue gambe  - aveva appena fatto un movimento che non gli era piaciuto.  "E comunque nei film lo fanno sempre!"
"Quelli sono film, questa è la realtà" sbuffò Theo, fermandosi e cercando un posto dove mettere la mani e sorreggersi che non fosse occupato dal corpo ingombrante dell'altro, mentre guardava Liam sotto di lui con un cipiglio "E la realtà è che siamo due ragazzi con corpi fin troppo ingombranti per questo cazzo di sedile. Io.. non so nemmeno dove mettere le mani! Te l'ho detto che dovevamo metterci nel cassone"
"E io te l'ho detto. Non farò sesso all'aperto!" Liam esclamò petulante.
"Siamo comunque all'aperto!"
"Si ma siamo al riparo"
"Al riparo da cosa?"
"Non lo so" Liam sbuffò esasperato, colpendo leggermente Theo sulla spalla nuda"…da orsi, assassini, lupi mannari… quello che ti pare!"
"Lupi mannari…" Theo ripetè scandalizzato "E se fossi io quello che ti vuole uccidere ora?"


Liam lo fissò, alzando un sopracciglio sardonico "Non c'è una regola che vieta di minacciare di morte il ragazzo che stai scopando?"
"Ah-ah! Hai detto 'scopare'." fece Theo, degno di un bambino di cinque anni
"Oh mio-, ti ucciderò anche io" gemette Liam buttando indietro la testa
Theo rise "Sai, penso che stiamo mancando il punto qui" commentò qualche secondo dopo
"Si, tu lo stai decisamente mancando" ribatté Liam, lanciandogli un'occhiata ironica.
Theo lo guardò un attimo, a bocca aperta, le labbra inclinate verso l'alto "Chi sei tu e cosa ne hai fatto di Liam Dunbar?"
"Oh dio..- Voglio solo-" Liam si zittì. Sospirò esasperato, guardando Theo negli occhi e arrossendo poi di nuovo "-fare l'amore" scandì. "col mio ragazzo , è troppo da chiedere?"


Theo esitò. "Direi di no" rispose poi dolcemente.
"Bene"
"Mi cavalcherai?"
"No!"
Theo sbuffò esasperato. "Ok va bene! Spostati più in là, non so dove-"
"Aspetta- forse così si-"

"-No più a sinistra, non- Liam, non- wooh!"
Theo colpì il fondo del pick-up con un tonfo sordo, i suoi gemiti di dolore che facevano eco a quelli di Liam sopra di lui. "Porca puttana-" Liam piagnucolò
"Avevo detto sinistra"
"Pensavo la mia sinistra, non la tua sinistra!" Liam protestò debolmente, cercando di muoversi e districarsi da Theo. Le mani di Theo corsero a stringergli i fianchi tenendolo in posizione. Liam lo guardò incontrando il suo ghigno. Roteò gli occhi sbuffando, il viso leggermente rosso e i capelli arruffati "Che c'è ora?"
"Be' almeno ora mi stai cavalcando"
 
E se quella sera alla fine Theo rimase in bianco, doveva ammettere che forse se l'era meritato.
 
*


Il risveglio quella mattina fu frenetico, almeno per Liam e Theo.
 Jenna era uscita all'alba per un appuntamento con la sua truccatrice e parrucchiera, mentre Paul li svegliò un paio di ore dopo dicendo che sarebbe passato a prendere Jenna per fare un paio di scatti col fotografo e che si sarebbe incontrati tutti alla location scelta per la cerimonia e il pranzo di nozze.
Probabilmente si erano riaddormentati ad un certo punto, perché era decisamente tardi.
 
"Sei pronto?!" Theo si fiondò nella stanza di Liam, vestito già del suo smoking e i capelli magistralmente tirati all'indietro. La sua furia si esaurì però sulla soglia, fermandosi sui suoipassi, come incantato, quando Liam si voltò a guardarlo, arruffato e con un'espressione disperata sul viso - ma pur sempre bellissimo, Theo non poté che pensare - mentre teneva la cravatta avvolta attorno al collo con entrambe la mani. Gli occhi di Liam si allargarono leggermente, scivolando su e giù mentre ammirava il meraviglioso ragazzo davanti a lui, ma il nervosismo dovette aver la meglio perché si morse il labbro inferiore, le guance arrossate, guardando Theo angosciato e gemendo esageratamente "Non so come si mette questa dannata cosa!"
 
Theo sbuffò una risata affettuosa, avvicinandosi e fermandosi davanti a lui. "Dai qua. Lascia fare a me" disse dolcemente. Prese la cravatta direttamente dalle mani di Liam guidandolo in modo che fosse esattamente di fronte a lui. Mentre Theo gli annodava la cravatta a regola d'arte, Liam lasciò finalmente gli occhi vagare su di lui, dal suo sguardo concentrato, ai capelli perfetti, al suo corpo avvolto nel completo elegante.
"S-sei bellissimo" gracchiò poi, alzando gli occhi per incrociare quelli di Theo in perfetta sincronia con l'altro ragazzo. Le labbra di Theo si inclinarono in un sorriso, mentre dava un'ultima sistemata al colletto di Liam, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi. Si spostò più vicino, il respiro caldo che gli solleticava le labbra. "Anche tu." soffiò Theo, prima di aggiungere con un tono più provocatorio "Voglio dire, tu sei sempre bellissimo, ma in questo vestito… sei mozzafiato" Lo itrò più vicino strattonando leggermente la cravatta, sussurandogli poi a fior di labbra "Ma saresti ancora più bello senza" Liam arrossì. E Theo sorrise, tirandolo con più forza stavolta e facendo scontrare le loro labbra in un bacio famelico. Liam gemette contro le sue labbra e mise le mani a coppa sulle sue guance, tirandolo più vicino, mentre Theo gli avvolgeva la vita, entrambi respirando pesantemente dal naso.
 
"Theo…" Liam respirò sulle sue labbra "dobbiamo davvero… davvero.. andare…" mugugnò tra un bacio e l'altro, suonando come uno che avrebbe preferito fare tutt'altro. "Siamo abbastanza in ritardo"
Theo si allontanò dalle sue labbra, tenendolo ancora stretto a sé. "In elegante ritardo?" tentò poi speranzoso
"No. In un vero e proprio ritardo"
"Okay" Theo sospirò afflitto, sciogliendo la presa su di lui e facendo un passo indietro. Sapeva che Liam aveva perfettamente ragione. Lo guardò stringendo gli occhi "Ma non riuscirai a sfuggirmi per sempre, Dunbar" lo avvertì, un'ironica minaccia nella sua voce.
Liam lo guardò con un sorrisetto lisciandogli una piega sulla spalla, prima di fare un passo verso la porta "Lo spero"
 

Fu solo perché loro due erano i testimoni di nozze di Jenna e Paul - e sì, forse perché li amava troppo - che Theo non spinse Liam sul letto, fregandosene completamente del ritardo.



*
Liam trovò veramente difficile non lasciarsi sopraffare dal momento mentre stava lì, in piedi accanto a sua madre, un turbinio di emozioni che gli agitava lo stomaco. Lasciò gli occhi vagare, verso il lago che bagnava la distesa d'erba su cui si trovavano, e verso la folla, mentre l'officiante andava avanti con la cerimonia, un violinista che suonava una leggera melodia di sottofondo.  Il suo sguardo cadde prima su Mason e Corey, che gli sorrisero felici, le mani intrecciate, la testa di Corey posata sulla spalla dell'altro, mentre se ne stavano seduti vicino ai genitori di Mason, poi su Stiles, seduto vicino a suo padre e su Scott seduto tra Chris e Melissa, anche lei con gli occhi lucidi.
"Prometto di amarti e rispettarti sempre…"
Mentre sua madre e Paul intrecciavano le loro mani, scambiandosi le loro promesse, Liam notò con lo sguardo Nathan, che sua madre cercava di tenere fermo al suo posto, seduto vicino a un uomo e una ragazza che immaginò fossero Adam e Tara.
 
"…ogni giorno della mia vita…"
 
Josh gli fece un gesto vistoso con la mano quando incrociò il suo sguardo, e suo padre gli tirò la manica facendogli cenno di stare buono. Accanto ai genitori di Josh, c'era una coppia di anziani, anche loro con le mani giunte, e gli occhi lucidi che Liam riconobbe da alcune foto come i genitori di Paul. La donna si teneva un fazzoletto vicino agli occhi, asciugandosi le lacrime di tanto in tanto.
 
"Nella buona e nella cattiva sorte…"
 
Poi c'erano persone che non conosceva, soprattutto colleghi di Paul e di sua madre, ma non importava. Il cuore gli si gonfiò comunque di affetto e di gioia al pensiero che tutti fossero lì per festeggiare questo momento così importante per loro. Era tutto quello che si poteva chiedere, pensò, nel giorno del proprio matrimonio. Avere tutte le persone che più contano per te, strette al tuo fianco a quel modo. Si ritrovò a pensare a quanto avrebbe voluto tutto questo anche lui, un giorno. 
 
"Finchè morti non ci separi"
 
Il suo sguardo tornò istintivamente su Theo, in piedi dietro a Paul, che non riusciva a evitare di dare di tanto in tanto occhiate sospettose all'arco sopra di loro, come a valutarne la stabilità. Non poté evitare di sorridere , pensando a quanto avrebbe voluto tutto questo con questo idiota, e come se potesse percepirlo, Theo alzò lo sguardo su Liam, e le sue labbra si inclinarono immediatamente in un sorriso enorme che era lo specchio esatto del suo.
 
"Vuoi tu, Jenna Marshall, prendere quest'uomo come tuo legittimo sposo per amarlo e onorarlo ogni giorno della tua vita?"

Liam smise di provare a trattenere la commozione nel momento in cui sua madre pronunciò il fatidico "Lo voglio", e una lacrima silenziosa scese lungo la sua guancia.
 
"E vuoi tu, Paul Raeken, prendere questa donna come tua legittima sposa per amarla e onorarla ogni giorno della tua vita?"
 
Theo stava fissando le mani giunte dei due con determinazione, ripetendosi nella mente che non doveva piangere, assolutamente.
 
"Lo voglio"


"Davanti a questi testimoni, ai vostri familiari e amici… io vi dichiaro marito e moglie"
 
Theo alzò la testa verso il cielo, quando sentì qualcosa di bagnato scivolargli sulla guancia chiedendosi se stesse per piovere. Impiegò parecchi secondi a realizzare che alla fine stava piangendo anche lui.
"Ora posso baciare mia moglie?" chiese Paul sorridendo.
"Si che puoi" rispose Jenna, anche lei sorridendo tra le lacrime.
"Si che puoi" gli fece eco l'officiante.
Senza ulteriori indugi, i due si baciarono e la folla si alzò, esplodendo in un applauso fragoroso. Liam e Theo si scambiarono un sorriso pieno di significati nascosti, mentre si univano alla folla, e Liam scivolava al suo fianco. Mentre un'altra lacrima scendeva lungo il suo volto sorridente, continuando ad applaudire, Theo incontrò lo sguardo di sua madre. Anche lei stava piangendo, e gli rivolse un grande sorriso confortante come se stesse dicendogli che andava tutto bene.
Forse in alcuni momenti andava bene piangere, pensò Theo, e non c'era nulla di cui vergognarsi
 
*


Il ristorante responsabile del catering aveva allestito un padiglione poco distante dal punto in cui si era tenuta la cerimonia, coperto da un ampio tendone bianco, con fiori bianchi su ogni tavolo e drappi che pendevano sul soffitto. C'era anche un piccolo palco in legno, dove stava suonando una band amatoriale, mentre camerieri elegantemente vestiti scivolavano tra i tavoli e gli invitati servendo il pranzo. Liam e Theo sedevano al tavolo centrale coi loro genitori, anche se Paul e Jenna non facevano altro che scivolare da un tavolo all'altro per salutare tutti gli invitati. Ad un certo punto anche Theo era sparito, Liam lo aveva visto parlare prima coi suoi nonni e poi con sua madre. Ne aveva perso poi le tracce quando era stato distratto da nonna Raeken che lo aveva preso in ostaggio, o almeno aveva preso in ostaggio le sue guance pizzicandole ripetutamente e ripetendogli quanto fosse bello. Poi la donna iniziò a raccontargli aneddoti di quando Theo era piccolo, come quella volta a quattro anni che a Natale era entrato in casa, notando l'albero di Natale perfettamente addobbato in salone, e correndogli incontro gridando affascinato, e atterrandolo completamente nel tentativo di abbracciarlo. A quanto pare l'abitudine di atterrare decorazioni gli era rimasta. Liam non vedeva l'ora di prenderlo in giro per questo.
Poi gli disse di quanto si era fissato con "Il libro della giungla", saltando ovunque per la casa, battendosi le mani sul petto e chiedendo a tutti di chiamarlo "Tarzan", finchè non era caduto di muso cercando di saltare da un albero a un altro del giardino. Liam stava letteralmente piangendo dalle risate a un certo punto.
Quando poi il nonno di Theo venne a riprendersi sua moglie, scusandosi, Liam gli assicurò che non avrebbe potuto chiedere compagnia migliore. Liam continuò a ridacchiare almeno per un'ora, ogni volta che Theo lo guardava, nonostante Theo non avesse idea di  cosa diavolo ci fosse da ridere.
 
Quando il pranzo fu finito, Jenna e Paul aprirono le danze e molte delle coppie li seguirono a ruota. Liam si guardò intorno per vedere dove fosse finito di nuovo Theo, visto che era quasi il momento della loro sorpresa. Gli mandò un messaggio, scrivendogli di portare il suo culo lì perché era ora dello show.
Porca puttana, fu l'unica risposta di Theo. Liam ridacchiò guardando il cellulare.
"Hey"
Liam alzò lo sguardo su Mason, sorridendogli. "Hey Mase" Mason prese posto accanto a lui. "Tutto okay? Dov'è Corey?" chiese poi. "Credevo avreste conquistato la pista da ballo."
"E' con il tuo ragazzo, che a quanto pare sta per avere una crisi di panico" rispose Mason.
Liam roteò gli occhi. "E' così drammatico. Un po' di imbarazzo magari aiuterà a sgonfiare il suo ego"


Mason rise. "Sono abbastanza sorpreso qui che non sia tu quello con una crisi di panico in corso, sai"
"Ce l'ho" ammise Liam con una smorfia divertita, torturandosi le mano in grembo "Ma è per una buona causa, quindi…"
Mason lo guardò per un po', come a studiarlo attentamente. "Come.. come ti senti?" chiese poi. Non aveva bisogno di chiedere per sapere che non stavano più parlando dell'esibizione, gli bastò vedere l'espressione seria sul viso di Mason.
"Non lo so" rispose poi qualche secondo dopo, guardando verso i suoi genitori ballare e ridere felici in mezzo alla pista. "Questo.. è come se fosse un nuovo inizio e una fine allo stesso tempo. E io.." Liam fece una mezza risata fissando le sue mani e scuotendo la testa debolmente per poi tornare a guardare di nuovo Mason. "Non so proprio cosa provare. Come si chiama quando sei felice e triste nello stesso momento?"
Mason sorrise, stringendogli un ginocchio con fare confortante "Si chiama semplicemente essere umani"
Liam gli rivolse un piccolo sorriso pieno di gratitudine. "Sai mi piace pensare che in un modo o nell'altro la vita trova sempre la sua strada…" Lo sguardo di Liam tornò su Jenna e Paul. "Prendi quei due… ti ho mai detto come si sono incontrati… o meglio, rincontrati?"
Mason aggrottò le sopracciglia. "Rincrontrati?" ripetè confuso.
Liam annuì con un sorriso. "Mamma e Paul andavano al liceo insieme, ma non si erano mai veramente parlati, erano… solo compagni di classe, ecco… poi ognuno ha preso la sua strada e non si sono più visti. Mia mamma ha ignorato ogni invito alle riunioni di classe negli anni, e lo stesso vale per Paul. Poi due anni fa, ricevette l'invito proprio quando eravamo appena tornati a vivere qui. Io le dissi che le avrebbe fatto bene uscire, e che avrebbe potuto farsi qualche amico, e così ci andò. E Paul quella sera aveva deciso di partecipare per la prima volta, perché aveva appena rotto con la madre di Gabe, e Theo lo costrinse letteralmente a uscire di casa…" Liam ridacchiò all'ultima parte.
"Wow, quindi tu e Theo avete spinto letteralmente i vostri genitori l'una verso l'altro." commentò Mason annuendo sarcasticamente con la testa.
"Se questo non è il destino, non so cosa sia." commentò Liam, con un sorriso dolceamaro.
"Be'… ci hai pensato che forse… non era solo il loro?" fece poi Mason "Tutto questo ha portato anche te e Theo vicino… forse era anche il vostro di destino"
Liam lo guardò con occhi spalancati, il cuore che accelerava a quella nuova prospettiva delle cose "Tu.. tu credi?" gracchiò.
"Si" Mason rise affettuosamente "Ci credo davvero" Poi il suo sguardo fu attirato da qualcosa, e Liam lo seguì fino a fermarsi su Theo che era apparso vicino al palco, affiancato da Corey, e con la chitarra di Liam in mano. "Forza, vai a fare il tuo show…." Mason lo spinse leggermente sulla spalla "per tutti e quattro" Liam rise, prima di alzarsi e camminare verso Theo. Corey fece loro gli auguri, prima di tornare da Mason.

Liam scambiò due parole con il chitarrista della band, che gli sorrise facendogli cenno di accomodarsi sul palco. Lentamente l'attenzione dei presenti scivolò su di loro, e Liam si avvicinò esitante al microfono, picchiettandoci su con le dita. Uno stridio fastidioso gli fece fare una smorfia, mentre con gli occhi cercava Paul e Jenna.
"Uhm- Possiamo avere la vostra attenzione per un attimo?" chiamò timidamente, la voce che risuonò per il padiglione. Jenna e Paul si guardarono un attimo sorpresi, prima di rivolgersi a loro. "Per chi non ci conosce… io sono Liam, e questo è Theo, e noi- siamo i figli di Jenna e Paul." Liam sentì qualcuno nella folla fare il tifo, e Theo roteò gli occhi, perché poteva essere solo Josh. Liam rise imbarazzato, prima di continuare. "Io e Theo ci siamo chiesti cosa potessimo regalarvi, in questo giorno così importante per voi, e alla fine… io ho pensato che cantare qualcosa per voi  sarebbe stato qualcosa che avreste ricordato per sempre, e Theo è stato d'accordo sorprendentemente. Anche se la sua motivazione è stata che il rendersi ridicoli per qualcuno è la più grande dimostrazione d'affetto possibile." Qualcuno tra la folla ridacchiò. Liam alzò leggermente la chitarra, prima di continuare "Mia mamma mi regalò questa chitarra quando avevo undici anni, e mi insegnò a suonarla, dicendo che mi sarebbe tornato inutile, e che sarebbe stato il miglior modo per stupire una ragazza." Liam incrociò lo sguardo di Jenna sorridendo, e lei rise."Lo avresti mai detto, mamma, che alla fine saresti stata tu l'unica donna che avrei stupito?" scherzò. "Quindi, immagino di dovervi chiedere di sopportarci per qualche minuto…" concluse poi. Theo fece un passo avanti mettendosi davanti al microfono, con una smorfia divertita sul viso e intromettendosi "Ci tengo a dire che se dovesse far schifo, l'idea è stata di Liam, papà!" esclamò, facendo di nuovo esplodere un'ondata di risatine. Liam roteò gli occhi, pizzicandogli un braccio. "Smettila di fare il coglione" sussurrò, dimenticando che il microfono era ancora acceso, e facendo di nuovo ridere tutti.
"Vogliamo cominciare?!" gridò Mason sarcastico da un tavolo in fondo. Liam arrossì debolmente, mentre si chinava di nuovo sul microfono. "Okay, uhm- canteremo "My Escape" dei Ravenscode" Liam vide gli occhi di sua madre illuminarsi e sorrise più fiducioso "…che è anche la canzone che i nostri genitori hanno ballato quel fatidico giorno di tre anni fa in cui si sono incontrati… di nuovo" Liam si voltò verso l'addetto audio, facendogli cenno di cominciare, mentre lasciava il posto al microfono a Theo e impugnava la chitarra.
Una musica crescente cominciò a risuonare per il padio, mentre il silenzio cadeva sulla folla, in attesa. Le coppie che erano in piedi sulla pista da ballo, tra cui Jenna e Paul, rimasero a fissarli, abbracciati al proprio compagno, la loro attenzione verso i due ragazzi.
Theo inghiottì il nervosismo mentre cominciava a cantare, la voce all'inizio debole e roca per l'agitazione,
 
(*https://www.youtube.com/watch?v=69dioVo0E4I, vi linko la canzone)

Would you help me to find a new way
Would you guide me through all this again

 
Cercò con lo sguardo Liam in cerca di supporto, e Liam gli sorrise incoraggiante, continuando a suonare, e la voce di Theo si fece più ferma.

Don't let me slip away
I need you here till the very end
So stay here with me
There's so much love in your smile when I look at your face
And I'm here to stay
You're my first and my last love
And you're my escape

 
Theo tornò a guardare la folla, sorridendo mentre continuava a cantare con più vigore. Jenna e Paul stavano sorridendo, dondolando sul posto al ritmo della canzone. E così tutti gli altri…

So tell me you'll be right here with me
Hearing your voice is like hearing an angel sing
Through the good and bad and all in between
You're the one I want and the one I need

 
Liam si spostò piu' avanti, in modo da affiancare Theo, muovendo le labbra cantando la canzone silenziosamente, la voce incredibile di Theo che gli risuonava nella testa, le parole che gli arrivavano dritte al cuore. Mason aveva ragione, la canzone non era solo per Jenna e Paul, era per tutti e quattro…



You taught me to live each day
To live each day like it's my last
I won't make you turn away
So come with me and never look back
After all that we've been through
You are still by my side and I'm grateful you're there and I, I love you
You're my best friend and I want you to know I care

 
A quel punto stavano cantando entrambi a pieni polmoni, qualcuno stava muovendo le mani in alto al ritmo, Mason stava sventolando in alto un accendino acceso, facendo sorridere Liam ancora di più, e Jenna… Jenna stava piangendo commossa. E Paul li guardava come se non avesse visto niente di piu' sorprendente.

So tell me you'll be right here with me
Hearing your vo
ice is like hearing an angel sing
Through the good and bad and all in between
You're the one I want and the one I need
And I know...

 
A quel punto Liam e Theo stavano cantando entrambi a perdifiato, un sorriso sui loro volti, mentre si fronteggiavano, i cuori che pulsavano per l'adrenalina… Era tutto semplicemente perfetto.

So this is how we planned it knowing we won't be alone
And this is how it's supposed to be when you knew it all along

So tell me you'll be right here with me
Hearing your voice is like hearing an angel sing
Through the good and bad and all in between
You're the one I want and the one I need
So tell me you'll be right here with me
Hearing your voice is like hearing an angel sing
Through the good and bad and all in between
You're the one I want and the one I need
And I know
And I know
And I know

 
La musica sfumò lentamente, e i loro occhi caddero di nuovo sui loro genitori.
 
Would you help me find my way home?
 
Theo sussurrò l'ultimo verso al microfono, prima che il padiglione esplodesse in un applauso. Theo mormorò un "grazie" senza fiato nel microfono, prima di voltarsi verso Liam, sorrisi enormi che ancora gli spaccavano i visi, e lo abbracciò stretto, la chitarra di Liam che gli pendeva su un fianco. "Ti amo" gli sussurrò Liam, la testa contro la sua spalla, un sussurro udibile solo a lui. Theo lo strinse più forte, "Anche io… anche io"
 
Si separarono solo per vedere Jenna e Paul che venivano verso di loro, strattonandoli in un abbraccio schiaccia-ossa di gruppo. "E' stato così… così..." Jenna boccheggiò incapace di trovare le parole. "Incredibile" fece Paul. "Siete stati incredibili, ragazzi!"
"Grazie" mugugnò Liam, stretto nell'abbraccio.
"Quindi credo di potermi prendere i crediti per il regalo anch'io" fece la voce di Theo da qualche parte nel mucchio, facendoli ridere di cuore.
 
E Liam avrebbe solo voluto fermare il tempo a quel momento.
 
*
 
Mentre la notte calava sul posto, la festa sembrava ben lungi dall'essere finita. Anzi, si era fatta se possibile ancor più movimentata. Questo permise a Liam e Theo di sgattaiolare via indisturbati a un certo punto della serata.
 
"Dove stiamo andando?" chiese Liam ridacchiando, lasciando che Theo lo trascinasse lungo la riva del lago Tahoe
"Dove nessuno può vederci" rispose Theo con fare enigmatico, sparandogli solo un veloce ma mozzafiato sorriso. Mano nella mano camminarono finchè le luci della festa furono distanti, e il rumore della folla così basso da essere superato facilmente dall'infrangersi dolce dell'acqua sulla riva. Le persone erano solo puntini distanti da lì, e potevano confidare di essere altrettanto per loro. C'era un silenzio surreale attorno a loro, pacifico… e la luna che si rifletteva sul lago come unica fonte di luce dava al posto un aspetto quasi etereo.
"Guarda, c'è un pontile, andiamo là" Theo richiamò la sua attenzione, tirando allegramente la sua mano.
"Ricordo che l'ultima volta che hai detto queste esatte parole sono finito nel lago" osservò Liam inarcando un sopracciglio, ma non potendo fare a meno di seguire Theo.
"Non ti spingerò dentro, stavolta, te lo prometto…" rise Theo, mentre raggiungevano l'estremità più esterna del pontile. Si fermò, voltandosi verso di lui, un sorrisetto sul viso. "Preferisco tenerti qui, sai? Dove posso tenerti senza rischiare che tu cerchi di affogarmi"
Liam rise "Be' , te lo sei decisamente meritato" lo stuzzicò, "Quindi… se non siamo qui per affogarci a vicenda, perché allora?"
Il sorriso di Theo si allargò mentre estraeva il cellulare dalla tasca, insieme a un groviglio di fili. "Sai, mi sembra di ricordare che tu mi debba un ballo" fece allusivamente. Liam aggrottò le sopracciglia. "…considerato che le ultime due volte sei sempre fuggito via. Prima al Sinema a Capodanno…"
Liam assunse un'espressione di finto shock e rimprovero. "Be' scusami, se in quel momento stavo leggermente sclerando, avendo appena scoperto di trovare il mio fratellastro attraente.."
"E poi al ballo…" concluse Theo, come se quest'ultima cosa fosse imperdonabile e senza scusanti.
"Mi biasimi?" Liam allargò gli occhi, divertito "Stavi per baciarmi davanti a tutta la scuola!"
"Be'…" Theo si fece più vicino, facendogli scivolare le mani attorno alla vita, un sorriso che gli tirava le labbra e gli occhi incastrati in quelli di Liam. "…Arriverà un giorno in cui potrò baciarti senza preoccuparmi di chi sta a guardarci"
Liam sospirò felicemente al pensiero "Non vedo l'ora"
"Ma per il momento" Theo portò la mano col telefono avanti, tirando i fili che si rivelarono essere solo delle cuffiette e porgendone una a Liam. "Dobbiamo accontentarci di questo" fece con un'espressione allusiva. Liam guardò quasi sorpreso la cuffietta, prima di prenderla esitante. Theo si mise la sua nell'orecchio e spinse un pulsante sul cellulare prima di infilarselo nella tasca dei pantaloni. Liam lo imitò, guardandolo con un'espressione di puro e semplice affetto. Il viso di Liam esplose in un sorriso quando sentì che era la medesima canzone che avevano cantato qualche ora prima. Mentre la musica gli risuonava nelle orecchie, si strinse a Theo, e oscillando sul posto si lasciarono sopraffare dal momento, beandosi della presenza l'uno dell'altro, tenendosi stretti, le fronti l'una contro l'altra, baciandosi e baciandosi ancora, perché non era mai abbastanza.
 
 
E se a un certo punto tra un bacio e l'altro le cuffiette gli caddero dalle orecchie, Liam nemmeno ci fece caso. Le parole della canzone e la promessa dietro di esse erano ormai impresse per sempre nella sua mente.

CONTINUA...

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Capitolo 27
*** La calma prima della tempesta ***


27. La calma prima della tempesta

 

"Mi raccomando, fate molta attenzione. Non fate tardi. Non litigate. Non combinate guai. E per l'amor di Dio, non distruggete la casa"

In piedi davanti al gate dell'aeroporto, Liam ridacchiò contro la spalla di sua madre, mentre lei scioglieva l'abbraccio mozzafiato per passare poi a Theo, che stava facendo di tutto per non roteare gli occhi, un sorriso affettuoso che gli inclinava le labbra.

"Non preoccuparti troppo, Jenna. Pensate a divertirvi, piuttosto, è la vostra luna di miele dopotutto." Scrollò poi le spalle, facendo un passo indietro e mettendo una mano attorno al collo di Liam con un sorriso a trentadue denti sul viso. "Io e Liam faremo i bravi, e faremo un buona guardia alla casa in vostra assenza." Sarebbe suonato perfino rassicurante, se Liam non lo conoscesse ormai come le sue tasche.

"Sì, non preoccuparti troppo, tesoro." gli fece eco Paul scherzosamente, picchiettandole la spalla "Non è certo la prima volta che i ragazzi restano soli per qualche giorno, Cosa pensi che potrebbero fare?"

"Giusto" commentò Liam annuendo veemente. "Che potremmo fare, mamma?"

Jenna non sembrò molto convinta, mentre si lasciò guidare oltre il gate da Paul, continuando a lanciare raccomandazioni, mentre Liam e Theo li salutavano con la mano. Erano appena spariti tra la folla, quando il telefono di Theo suonò con un messaggio in arrivo.

Josh: Allora... grande festa da voi stasera? ;);)

Liam e Theo si scambiarono un'occhiata complice, trattenendo a stento il loro divertimento

Theo: Ovviamente!

*

La musica rimbombava ovunque nella casa, mentre decine e decine di persone si riversavano dentro e fuori, bevendo, gridando e ballando. Liam se ne stava tra Mason e Corey, in piedi tranquillamente appoggiati al muro della cucina bevendo dai loro bicchieri

"Sapete, non capirò mai come faccia Josh a mettere su tutta questa roba in un paio di ore. E'... incredibile" commentò Liam, alzando le sopracciglia divertito e guardandosi intorno. Lo sguardo gli cadde alla fine su Nolan e Alec che si stavano sfidando a chi riusciva a bere più velocemente un bicchiere stracolmo in un solo sorso, mentre Hayden e Amber facevano da giudici incitandoli.

"Metti alcol gratis e musica per tutta la notte in un'unica frase e le persone accorreranno in massa" rispose Corey tranquillo, seguendo lo sguardo di Liam, e ridendo mentre Nolan saltava in piedi esultando per la vittoria.

Josh comparve dietro di loro scansandoli un po', con un'aria di superiorità e baldanza sul viso. "Sì sì non esultare troppo! Vediamo come te la cavi contro di me, Holloway. Sappi che sono un campione in questo" dichiarò.

"Dov'è Theo?" chiese poi Mason notando l'assenza dell'altro ragazzo dietro Josh.

Liam alzò le sopracciglia guardandosi intorno. "Non lo so, l'ultima volta che l'ho visto stava cercando di convincere Stiles a smettere di ballare sul tavolo della cucina"

"Cosa? E io mi sono davvero perso la scena?" Mason lo guardò oltraggiato.

"Ci è riuscito alla fine?" rise Corey.

"Nah ha fatto tutto da solo" Liam fece una smorfia divertita "E' stata una bella caduta"

Mason e Corey ridacchiarono, tornando a concentrarsi su Josh impegnato in quella che doveva essere probabilmente una danza della vittoria molto ubriaca. Lo sguardo di Liam invece si distrasse, tornando a spaziare sulla folla in cerca di Theo, una strana sensazione che gli avvolgeva lo stomaco. Suonava quasi stupido anche solo pensarlo, ma sentiva la mancanza di Theo. Aveva sperato che finalmente quel giorno, una volta partiti Jenna e Paul, avrebbero potuto passare del tempo solo loro due, ma Josh aveva decisamente sconvolto i suoi piani. Non che si potesse lamentare. Era sicuramente una festa riuscita. E finora non sembrava nemmeno che ci fossero troppi danni. Anche se probabilmente avrebbero dovuto passare l'indomani a pulire. Tremava già all'idea.

Sentì un grande vociare e risatine provenire da accanto a lui e tornò a guardare Mason e Corey che stavano esultando e battendo le mani guardando il punto dove erano gli altri. A quanto pare i ragazzi avevano appena cambiato gioco. E Hayden e Alec si stavano baciando appassionatamente.

"Ok, questo è strano" commentò Liam ridendo e scuotendo la testa affettuosamente. Contemporaneamente sentì una punta di invidia bruciargli nello stomaco. Al diavolo. Sarebbe andato da solo a prendersi ciò che voleva. Liam scolò tutto d'un sorso il drink che gli era rimasto e lo posò sul mobile accanto a sé, prima di dare una leggera gomitata a Mason. "Vado a cercare Theo" gli comunicò a bassa voce. Mason gli rivolse un'occhiata consapevole e maliziosa. "Sì, certo, mi chiedevo proprio che stessi aspettando" Gli fece l'occhiolino e Liam gli sorrise, battendogli la spalla mentre si allontanava dal muro.

Theo non avrebbe mai pensato che l'apice della sua serata sarebbe stato guardare Stiles cadere come un sacco di patate dal tavolo della cucina, rischiando una commozione celebrale per poi passare a tenergli la testa mentre riversava nel water tutto quella che aveva bevuto. Quando lo aveva accompagnato, barcollante, tenendolo dalle spalle, da Scott, il ragazzo si era avvinghiato a lui. Scott gli aveva rivolto un'occhiata dispiaciuta, mentre disegnava cerchi rassicuranti sulla schiena di Stiles, la testa posata sulla spalla dell'altro "Mi spiace se ti ha infastidito, Theo"

"Nah per niente, è stato abbastanza divertente in realtà." ridacchiò Theo tranquillamente. Stiles sbattè le palpebre, sussurrando qualcosa a Scott senza alzare la testa dalla sua spalla. "Sai... pen..savo... che fosse gentile... mi sbagliavo." Abbassò la voce, senza rendersi conto che era ancora perfettamente udibile. "Penso sia... una specie di psicopatico... dovremmo controllare... meglio... le amicizie di Liam, Scotty..."

Theo alzò un sopracciglio divertito, mentre Scott batteva sulla spalla di Stiles. "Sì, lo faremo sicuramente domani..." lo rassicurò. Poi si girò rivolgendo un sorriso esasperatamente affettuoso a Theo. "Vai, ci penso io" disse a voce bassa a Theo.

Theo annuì con un sorriso e facendo un ultimo sorriso all'altro. "Con chi stai parlando, Scotty?" fu l'ultima cosa che sentì dire a Stiles.

Si allontanò da lì, i suoi occhi che si posarono su una coppia che ci stava dando dentro sul divano in salone. Sembravano pronti a strapparsi i vestiti lì sul posto. Theo aggrottò le sopracciglia guardandoli "Hey voi, andateci piano, io ci dormo sul quel divano" li chiamò.

Si sentì un rumore come di risucchio mentre la testa del ragazzo emerse dal mucchio, guardandolo divertito. Theo riconobbe Aiden. "Che c'è? Sei geloso, Raeken?" lo stuzzicò.

"Fottiti, Aiden" Theo rispose tranquillamente allontanandosi. Si, forse era un po' geloso. E un po' ipocrita. Perché se lui e Liam non stessero avendo una relazione più o meno segreta, probabilmente ora starebbe facendo quello che stavano facendo praticamente tutti a questa festa. Forse perfino di peggio. Aveva delle fantasie ben particolareggiate e esplicite in mente.

Era così preso da i suoi pensieri che si spaventò quando qualcuno lo tirò per la mano spingendolo in quella che riconobbe come la stanza del bucato al pian terreno. Theo sbattè le palpebre mentre Liam chiudeva la porta dietro di loro, appoggiandocisi poi contro con la schiena. Si chiese se pensarci troppo potesse far materializzare le sue fantasie in qualche modo, perché un paio, ne era certo, iniziavano proprio così.

"Hey?" fece Liam con un sorriso esitante

"Hey" Theo sorrise all'espressione imbarazzata con cui Liam lo disse, come se non credesse nemmeno lui a quello che aveva appena fatto. "Bello vedere che ora sei tu quello che rapisce me" Theo lo stuzzicò, avvicinandosi e circondandogli la vita con le braccia.

"Sta zitto" Liam mise il muso, cingendogli il collo e fissando poi i suoi occhi in quelli di Theo "Dove eri finito?"

"A controllare che il tuo amico Stiles non soffocasse nel suo stesso vomito"

Le labbra di Liam si accartocciarono in una smorfia "Ew... disgustoso"

"Già" Theo si spostò più vicino, al punto che ogni lembo della pelle di Liam aderiva ora al suo corpo. I suoi occhi sfarfallarono verso le labbra di Liam per poi tornare ai suoi occhi. "Quindi cosa? Ti mancavo forse?" fece, il respiro caldo che accarezzava le labbra di Liam, rendendolo ancora più impaziente. Le mani di Liam si aggrapparono al davanti della maglia di Theo, roteando gli occhi in finta esasperazione. "Stai zitto e baciami"

Il sorrisetto di Theo si allargò e basta. "E se io non-" Non ebbe modo di dire altro perché Liam lo tirò per la maglia, facendo scontrare le loro labbra violentemente. Entrambi ispirarono pesantemente del naso, mentre Liam schiudeva immediatamente la bocca, lasciando entrare la lingua calda di Theo. Theo lo tirò vicino grazie alla presa sulla sua vita, le mani che artigliavano la maglietta in cerca di quanto più contatto e vicinanza possibile. Le mani di Liam non erano da meno, mentre strisciavano, tirando, tra i capelli dell'altro, senza mai smettere un attimo di baciare, leccare e succhiare le labbra di Theo. Sentiva come di non poterne mai avere abbastanza. La sua testa nuotava probabilmente per il bisogno di respirare, ma mentre Theo cercava di tirarlo ancora più vicino, le mani premute a coppa sul suo fondoschiena, gli veniva difficile anche solo preoccuparsene. Ogni parte del suo corpo che Theo stava inchiodando alla porta bruciava, e gli piaceva la sensazione di essere avvolto da Theo, di essere dominato da lui, ma per una volta sentiva il bisogno di fare lui qualcosa, qualunque cosa. Vedere l'espressione sul viso di Theo mentre faceva qualcosa per farlo cadere a pezzi.

Così Liam fece due mezzi passi avanti, senza mai interrompere quel bacio famelico, e Theo seguì la sua guida. Sembrò tuttavia sorpreso quando Liam prese finalmente coraggio facendo passi più ampi e spingendolo contro la parete di fronte alla porta. Barcollando indietro, colpirono di striscio il mobile all'angolo, facendo cadere a terra qualche bottiglia di sapone e cose del genere.

In quel momento non riusciva a preoccuparsene però. Theo lo stava guardando con gli occhi spalancati dalla sorpresa, le labbra gonfie e rosse per i baci già schiuse pronte a parlare, ma Liam lo zittì di nuovo nel miglior modo che conosceva: con un altro bacio. Le mani scivolarono avide lungo il corpo di Theo, le dita che scivolarono tentativamente sotto la maglia, accarezzandogli la pelle rovente della schiena, spostandosi poi avanti, tracciando i suoi addominali scolpiti e soffermandosi alla fine sul bottone dei suoi jeans. Ingoiò l'esitazione premendo ancora di più le labbra e il suo intero corpo contro quelli di Theo, e slacciando poi il bottone. Si trascinò a fatica via dalle labbra dell'altro, e respirando entrambi pesantemente con la bocca aperta, le espressioni distrutte sui loro visi l'una lo specchio dell'altra, si guardarono negli occhi per quello che parve un interminabile istante.

Poi Liam fece un passo indietro, cadendo in ginocchio davanti a lui.

"Porca puttana" Theo spalancò gli occhi, guardandolo; e in quel modo coi capelli sparati in tutte le direzioni, il viso accaldato e la labbra così rosse era ancora più bello del solito. Liam deglutì.

"Hai intenzione di fermarmi di nuovo?" Liam lo guardò dal basso, e mescolato al suo tono di sfida c'era forse un pizzico di incertezza.

Theo lo guardò come se fosse pazzo "Non ci penso proprio, sai da quanto aspetto questo momento?"

A Liam non serviva sentire altro. Le sue labbra si inclinarono in un piccolo sorriso.

Non sapeva se era più nervoso, o imbarazzato, o desideroso di dimostrare qualcosa, o semplicemente eccitato. Sicuramente era eccitato. Era già semi duro contro il tessuto dei suoi pantaloni e stava diventando insopportabile il solo pensiero di provare a resistere oltre. E Theo non era da meno. Se la sua espressione beata mentre Liam lo prendeva completamente in bocca, impaziente e goffo come era giusto che fosse alla sua prima volta, era di qualche indicazione. Quando Liam fece qualcosa con la lingua, imprecò tra i denti, respirando col naso e socchiudendo gli occhi, le mani che andarono ad aggrovigliarsi tra i capelli di Liam, mentre tirava indietro la testa contro il muro, inclinandola verso l'alto. Fece di tutto per resistere all'impulso di muovere i fianchi in risposta al movimento delle labbra di Liam, ma niente poteva impedire i morbidi gemiti e le litanie del nome di Liam che gli sfuggivano dalle labbra schiuse. Tuttavia a Liam non sembrò dispiacere, poiché sembrò incitarlo a metterci ancora più impegno. Dio, Theo sarebbe morto per colpa di questo ragazzo primo o poi, lo sapeva. E sicuramente Liam non stava rendendo meno facile crederlo. Sentì una familiare ondata di calore crescergli nel ventre, così afferrò delicatamente la spalla di Liam. "Li... sto per-" Liam spinse via dolcemente la sua mano continuando imperterrito a fare quello che stava facendo. Le palpebre di Theo tremolarono chiudendosi mentre veniva completamente con un sospiro pesante nella bocca di Liam.

Gli angoli degli occhi di Liam erano puntellati di lacrime, mentre lasciava andare Theo, sedendosi sul pavimento e sentendo il familiare calore dell'imbarazzo bruciare sotto le sue guance. Theo stava respirando pesantemente ancora immobile nella stessa posizione, finchè finalmente aprì gli occhi, abbassando lo sguardo su di lui, un'espressione quasi colpita sul suo viso.

"Porca puttana" inspirò, ridacchiando "dove hai imparato a farlo?"

Liam aveva a quel punto il viso letteralmente in fiamme, mentre aggrovigliava un lembo della sua maglia alle dita e guardava ovunque tranne che negli occhi di Theo "Io... potrei... aver guardato qualche video?" ammise esitante.

Theo rise, pieno di affetto e stupore. "Dio, riesci sempre a stupirmi, Dunbar" Allungò poi una mano, agitando le dita verso di lui. "Vieni qui" disse poi, i suoi occhi che diventarono un improvvisamente più scuri. Liam sorrise afferrando la mano di Theo e lasciandosi tirare su. Theo strattonò volutamente più forte, facendolo barcollare contro il suo petto e dritto tra le sue braccia. "Cazzo se ti amo" disse soltanto prima di baciarlo ancora più forte di prima, se possibile.

Un attimo dopo Theo lo stava guidando indietro finchè non fu lui stavolta a sbattere contro qualcosa di solido. "Non pensare che abbia già finito con te" fece, la voce ridotta a un sussurro. "Ora è il tuo turno"

Liam deglutì pesantemente, e non poteva negare di essere ancora più eccitato ora. Non credeva di essere davvero a quel punto. Fino a una settimana prima, era terrorizzato alla sola idea di concedersi, di appartenere a qualcuno in questo modo. Ora invece non riusciva a pensare di appartenere ad altri che Theo. Solo Theo. Era passata appena una settimana dall'ultima volta che l'avevano fatto, eppure aveva sentito la mancanza di quel contatto, di quella vicinanza per tutto il tempo. Al punto da sentirsi impazzire. Il Liam di un tempo probabilmente si sarebbe sentito sporco solo nell'avere questo tipo di pensieri. Ora gli sembrava solo giusto. Lui apparteneva a Theo, e Theo apparteneva a lui. E non vedeva l'ora di sentirne di nuovo la dimostrazione effettiva sulla sua pelle.

Theo premette il suo corpo contro il suo, facendo scivolare la mani sulle sue cosce "Salta" gli soffiò all'orecchio e Liam ubbidì mentre Theo faceva leva con le mani, guidandolo seduto su ciò contro cui aveva sbattuto poco prima, che non era nient'altro che la lavatrice. Theo si infilò tra le sue gambe, mentre Liam avvolgeva le mani dietro la sua nuca. Si spinsero di nuovo l'uno verso l'altro allo stesso momento, baciandosi ancora, baciandosi più forte, succhiandosi e divorandosi le labbra, le lingue che si scontravano violentemente. La mano di Theo scivolò tra i loro corpi, fermandosi sull'erezione ancora coperta ma ben evidente di Liam, e le mani di Liam corsero ad afferrare l'estremità della maglia di Theo, pronto a tirarla via. Theo inspirò, cercando di vedere oltre la nube di lussuria che gli appannava la mente. Oltre la porta potevano ancora sentire la musica battere forte, riecheggiare per le stanze accompagnata da un gran vociare e dalla confusione. Chiunque poteva entrare da un momento all'altro...

"Aspetta.." parlò tra i baci "Hey Li.. forse dovremmo.."

Liam si fermò tirando indietro la testa a fatica e respirando pesantemente "Se dici tornare alla festa, ti uccido" ansimò.

Theo sbuffò divertito "Andare di sopra. Non mi piace davvero l'idea di scoparti sulla lavatrice dove tua madre fa i nostri bucati"

"Wow" Liam respirò "Pensavo fossi io il campione del rovinare l'atmosfera, ma mi hai appena rubato il posto con questa frase" scherzò. Ma vedeva decisamente il punto di Theo.

Theo rise, posandogli un ultimo bacio sulle labbra, e sistemandogli alla bell'e meglio la maglia. "Andiamo" Intrecciò le dita alle sue, e lo tirò verso la porta. Liam lo seguì senza esitare.

Theo sbirciò oltre la porta. Era talmente pieno di gente, e ognuno era così preso dalle sue attività che nessuno li avrebbe notati. E anche se l'avessero fatto, non gli importava veramente. Le persone potevano dire o pensare quello che volevano, e in ogni caso presto avrebbero tutti saputo la verità. Ridacchiando come due ragazzini, corsero su per le scale, tenendosi per mano. Liam in quel momento era contento di aver avuto l'idea di chiudere a chiave le stanze al piano di sopra, perché a quanto pare a quel punto della serata ciò aveva scoraggiato eventuali ospiti a salire le scale. Il corridoio era deserto infatti, ad eccezione di una coppia che pomiciava sugli ultimi gradini della scalinata, e che nemmeno li guardò. Theo aprì la porta della stanza di Liam, entrando dentro veloce e sbattendosi la porta alle spalle goffamente, mentre Liam lo tirava in un altro bacio. Barcollarono di qualche passo nella stanza buia, illuminata solo dalla luce tenue della luna che faceva capolino dalla finestra semi aperta. Le mani di Theo corsero all'estremità della maglia di Liam, tirandola su e Liam si lasciò guidare in modo che Theo potesse sfilargliela dalle braccia e oltre la testa. Liam poi catturò subito le sue labbra, le mani a coppa sulle sue guance, come se ogni secondo passato a non baciarlo fosse uno spreco pazzesco, e l'altro lanciò a caso la maglietta da qualche parte della stanza. Continuando a indietreggiare verso il letto, Theo slacciò anche il bottone dei jeans di Liam, prima di cadere finalmente sul letto. Strisciarono indietro sulle lenzuola in cerca di una posizione più comoda e Theo si sistemò tra le gambe di Liam, inchiodando l'altro al materasso e continuando a baciarlo famelicamente, facendo rotolare i fianchi contro quelli di Liam.

"Nhh" ansimò Liam pesantemente, le mani che non sembravano volersi decidere su dove fermarsi. Non volevano fermarsi. Voleva sentire tutto. Strinse il pugno attorno al tessuto della maglia di Theo e tirò. Theo si allontanò un po', ubbidendo prontamente, e lasciando che Liam facesse seguire alla sua maglia la stessa sorte della sua. Restò lì per un attimo, come incantato, ad ammirare la figura di Theo, il suo corpo perfetto, illuminato dalla luce tenue. Sembrava quasi etereo. Era perfetto. Dio, Liam amava questo ragazzo così tanto che faceva quasi male... Tese le mani, tirando Theo vicino dai suoi fianchi, finchè le loro labbra non furono a un soffio di distanza

"Non posso credere che lo sto dicendo" ansimò Liam, quasi spaventato da quanto la sua voce suonasse distrutta "...ma ho davvero bisogno che mi scopi"

Theo respirò una risata senza fiato, le mani che scivolavano stavolta più delicatamente su tutto il corpo di Liam. "Io non ti scoperò" disse poi, facendo incontrare i loro occhi. L'espressione di Liam fece appena in tempo a contorcersi in una delusa, prima di notare il ghigno sul viso di Theo. Corrugò le sopracciglia "...io farò l'amore con te" sussurrò Theo malizioso contro le sue labbra. Liam sbuffò una mezza risata, roteando affettuosamente gli occhi, mentre anche Theo rideva. "Non fare il cretino" sbuffò, tirandolo di nuovo più vicino.

"Ma se lo adori" Theo rispose con tono innocente, inclinando la testa per baciarlo dolcemente sotto l'orecchio e sul collo.

"Sì..." ansimò Liam, inclinando la testa indietro per dare miglior accesso a Theo, mentre questo si spostava verso il suo petto. "Lo adoro..."

Tra tutti i baci, le carezze e l'eccitazione, Liam si sentiva sopraffatto. Si ritrovò solo nei suoi boxer senza nemmeno rendersi conto di quando Theo lo aveva spogliato. Tutto il suo corpo bruciava, fremeva, voleva di più. Le sue dita strattonarono delicatamente i passanti dei pantaloni di Theo "Dovresti davvero liberarti di questi" mormorò tra un bacio e l'altro.

Theo si allontanò dalle sue labbra, guardandolo pieno di amore e desiderio. "Perché non lo fai tu?" sussurrò a bassa voce, provocante. Sensuale. Sfacciato. Ma in qualche modo gentile.

Liam si morse le labbra, accogliendo la sfida. Buttandosi.

Spinse con le mani il petto di Theo, rovesciando le loro posizioni, sovrastandolo, inginocchiandosi tra sue gambe schiuse. Slacciò i pantaloni di Theo, strattonandoli poi per sfilarglieli. Forse non era stato sensuale quanto Theo, forse era ancora un po' goffo, o forse solo impaziente, ma Theo non si sarebbe lamentato. Lo amava anche per questo, soprattutto per questo.

Ora che erano entrambi in boxer, Theo, un sorriso che gli tirava le labbra, lo tirò su di lui, facendo aderire il loro corpi seminudi, baciandolo avidamente, stringendolo, prima di farli rotolare ancora di lato, riacquistando la sua posizione dominante. Liam si lasciò inchiodare di nuovo al materasso, e Theo lo guardò con aria di sfida.

"Stavolta non mi tratterò in alcun modo, ho bisogno che tu lo sappia" lo avvertì, e Liam deglutì al fuoco che ardeva nei suoi occhi.

"Non voglio che tu lo faccia" boccheggiò.

La sua mente era già ormai alla deriva. Sapeva soltanto che a un certo punto anche l'ultimo brandello di stoffa che li divideva era sparito, lanciato attraverso la stanza. Le mani di Theo continuavano a correre sul suo corpo, la bocca premuta contro la sua, respirando l'uno in quella dell'altra. Theo aveva recuperato la bottiglietta di lubrificante dal suo comodino, quella che Liam aveva comprato la settimana scorsa e che ancora non aveva avuto modo nemmeno di aprire, bagnandosi le dita abbondantemente. Non si sarebbe trattenuto, è vero, ma non avrebbe fatto del male a Liam per niente al mondo. Quando iniziò a premere il primo dito dentro di lui, una scarica di piacere pervase il corpo di Liam. Respirò pesantemente, aggrappandosi alle spalle dell'altro, muovendo i fianchi per cercare di andare in contro ai movimenti di Theo. Non distolse lo sguardo, e non trattenne i gemiti che gli sfuggivano dalle labbra schiuse non appena Theo iniziò a muovere il primo dito, poi il secondo, più velocemente. Theo non si sarebbe trattenuto. E nemmeno lui. Voleva dare a Theo tanto quanto Theo stava dando a lui.

Poi Theo inserì il terzo dito, sforbiciando le dita e piegandole dentro di lui, e il suo corpo tremò quando colpì di nuovo quel punto. Le sue palpebre sfarfallarono, socchiuse, gemendo il nome di Theo senza ritegno.

"Dio... porca puttana..." ansimò. "Ti prego, Theo, io...io..."

Theo fermò bruscamente il movimento delle sue dita, e Liam piagnucolò, muovendosi in cerca di attrito. "Cosa? Cosa vuoi, Liam? Voglio sentirtelo dire" disse Theo lentamente e dolcemente, contro le sue labbra.

"Ti prego..." Liam gemette, arrossendo "Voglio che.. voglio che tu..." Respirò pesantemente, agitandosi di nuovo sotto di lui. "Solo... scopami e basta, voglio te in me, non... non le tue dita"

Theo sorrise ampiamente "Be' se lo chiedi così gentilmente..." sospirò, togliendo poi le dita del tutto. Liam mugolò ancora, mentre Theo si spostava su di lui. Fottuto provocatore. Gliel'avrebbe fatta pagare per questo prima o poi.

Mentre Theo iniziò a premere contro la sua apertura, però, ogni genere di pensiero lucido volò definitivamente fuori dalla finestra. Liam ansimò, mentre vedeva letteralmente le stelle, le unghie che scavavano nelle spalle nude di Theo. Ma non era per il dolore. Si era aspettato che facesse male ancora, invece il dolore sparì quasi immediatamente. Sostituito da solo puro e semplice piacere. "Porca.."

Anche Theo inspirò pesantemente contro la sua spalla, mentre si premeva più a fondo. Aveva quasi dimenticato quanto Liam fosse stretto, quando fosse incredibile essere sepolto dentro di lui. "Cazzo" imprecò tra i denti, fermandosi quando ebbe toccato il fondo.

Stavano ancora cercando entrambi un modo per ricordarsi come respirare, quando Liam catturò le sue labbra, avvolgendo contemporaneamente le sue gambe attorno alla vita di Theo, muovendo i fianchi verso l'alto. Ancora avvinghiato nel bacio, Theo si tirò indietro e poi si spinse di nuovo avanti. Il corpo di Liam ebbe un sussulto, e Theo potè sentire i suoi denti premere contro il suo labbro inferiore. Porca puttana... Ripetè il movimento, stavolta più deciso, ma ancora lento, quasi come a voler tastare il terreno.

Liam non sembrò essere d'accordo. "T..theo... più... più veloce" gemette contro le sue labbra. A quel punto l'ultimo barlume di controllo che Theo aveva cercato di mantenere volò fuori dalla finestra. "Okay..." respirò "Se è quello che vuoi..." Non si sarebbe trattenuto, giusto? Lo aveva detto lui.

Si spostò sollevando il busto per avere maggiore possibilità di movimento, e le gambe di Liam mollarono la presa su di lui, cadendo scompostamente ai lati. Afferrò i polsi dell'altro inchiodandoli al materasso, e si spinse avanti con forza, e poi ancora e ancora. Theo prese un ritmo sempre più distruttivo, martellando dentro di lui con decisione e velocità, sempre di più. Librandosi su di lui, poteva ammirare lo spettacolo che era Liam sotto di lui, gli occhi socchiusi e annebbiati dal piacere, ma comunque puntati verso di lui, la bocca semiaperta che continuava a lasciarsi sfuggire gemiti e imprecazioni, le mani inchiodate accanto alla testa, così aperto, così vulnerabile... solo per lui.

Theo ansimò, e Liam gli fece da eco quando una spinta particolarmente violenta colpì di nuovo quel punto dentro di lui. "T-theo... ahh..." Liam gridò, e Theo non poteva altro che essere grato che la musica rimbombasse ovunque coprendo ogni loro rumore, ogni cigolio del letto che oscillava sotto di loro al ritmo delle loro spinte.

Sentire il suo nome però, detto da Liam, in quel modo, con quella voce, servì solo a farlo sentire ancora più senza controllo. Lasciò improvvisamente il polso destro di Liam, la cui mano corse subito ad afferrare la spalla di Theo, mentre la mano di Theo si fermò sulla coscia destra di Liam, spingendola di lato per avere ancora maggiore accesso. Poi lasciò andare anche l'altro polso, e entrambe le sue mani corsero ad afferrare i fianchi di Liam, mentre continuava a spingersi dentro di lui.

"Oh.. mio.. Dio..." Il respiro di Liam gli si inceppò in gola, mentre inarcava istintivamente la schiena e roteava gli occhi indietro.

"Cazzo, Li..." Theo respirò ansimando, il corpo completamente coperto da una patina di sudore. Il ragazzo sotto di lui non era messo meglio. E non riusciva a smettere di guardarlo, incantato; era fottutamente meraviglioso. "Sei così... così..." Si interruppe, continuando a spingersi in lui. Sentiva il suo climax avvicinarsi e le sue spinte si fecero più scostanti. Deglutì. "S-sto per..."

"A-aspetta..." boccheggiò Liam, e prima che Theo potesse dire qualcosa o anche solo pensare di fermarsi, Liam avvolse di nuovo le gambe attorno alla sua vita, afferrandolo dalle spalle e facendoli rotolare di lato, di nuovo. Theo gemette, prima di spalancare gli occhi verso Liam, completamente preso alla sprovvista. "Co-?"

"Ora tocca a me" respirò Liam, a cavallo del suo grembo, inchiodando le mani di Theo contro il materasso. "Non volevi che ti cavalcassi?" lo stuzzicò.

"Cazzo " disse soltanto Theo, senza fiato, e senza altre parole. Poi Liam iniziò a muoversi su di lui, veloce e deciso. E seppe che era spacciato. "Dio, Li.." ansimò, mentre Liam ruotava i fianchi, facendogli rovesciare gli occhi. "Sei così fottutamente... incredibile..." Era fin troppo al limite di già, per resistere davanti a una scena simile. "Così.. perfetto..." Liam continuò a oscillare su di lui, veloce, e iniziò allo stesso tempo a pompare il suo stesso membro al ritmo delle spinte, e qualche istante dopo stavano entrambi venendo duramente, le schiene che si inarcavano e le dita dei piedi che si arricciavano per il piacere travolgente.

Respirando per riprendere fiato, Liam si lasciò lentamente cadere di lato, stendendosi accanto a Theo, mentre entrambi guardavano il soffitto. Theo sembrava perso.

"Porca puttana..." ripetè stupefatto ancora per la millesima volta quella sera. "E'... stato... pazzesco..." boccheggiò. Inclinò la testa leggermente per guardare Liam, che lo stava già fissando, un lieve rossore sul viso. Le labbra di Theo si inclinarono in un sorriso "Cazzo, sei intraprendente quando sei ubriaco"

Liam rise, respirando prima di girare il corpo per avvicinarsi a quello dell'altro "Theo" lo chiamò, posando una mano sul suo petto, mentre l'altro ragazzo istintivamente gli cingeva la vita col braccio destro. Theo lo guardò "Non sono ubriaco" disse Liam, con una nota accennata di divertimento nella sua voce.

Theo alzò le sopracciglia, quasi come se non credesse alle sue orecchie. Poi rise, meraviglioso, avvolgendolo tra le braccia completamente e tirandolo ancora più vicino "Ti amo da morire, cazzo" gli disse a fior di labbra, prima di baciarlo.

Continuarono a baciarsi per un po', baci languidi e dolci, nettamente in contrasto con quelli di poco prima. Finchè poi Liam si accoccolò sul suo petto, cullato dalle carezze di Theo tra i suoi capelli. "Vuoi tornare giù?" chiese Liam in un sussurro ad un certo punto. Fuori dalla stanza potevano ancora sentire la musica risuonare e la gente parlare.

"Nah.. tutto quello che voglio è fare una bella doccia e poi addormentarmi abbracciato al mio fidanzato" disse Theo, cercando il suo sguardo. "Che te ne pare del piano?"

Liam sorrise abbracciandolo più forte. "Lo adoro"

*

Theo non aveva davvero vissuto poi molto, ma era già sicuro che nulla al mondo avrebbe mai potuto prendere il posto come sua cosa preferita il risvegliarsi accanto a Liam. Amava ogni cosa di questo: il modo in cui la prima cosa che percepiva ancor prima di aprire gli occhi, era il calore, la presenza solida, dell'altro al suo fianco, il modo in cui Liam dormiva stringendosi a lui, quell'espressione pacifica e adorabile sul viso. Amava persino il suo debole russare contro il suo orecchio. Ora, aprendo gli occhi, non poté non sorridere guardandolo. Rimase per un po' così, a guardarlo dormire, accarezzandogli dolcemente i capelli. Realizzò anche che erano ancora completamente nudi, le lenzuola che li coprivano a malapena. Ricordò come ieri dopo la doccia avevano deciso di buttarsi a letto senza nemmeno vestirsi. Era sembrata un'ottima idea allora, ora col senno di poi sentiva solo freddo. Si spostò, deciso di alzarsi per preparare ad entrambi la colazione, ma Liam mugugnò in protesta. Theo si avvicinò posandogli un bacio sulla fronte. "Vado a prepararci la colazione, tu continua a dormire" gli sussurrò dolcemente, nemmeno sicuro che l'altro fosse effettivamente abbastanza sveglio per questo. Liam gemette di nuovo quando Theo si alzò, ma per il resto continuò a dormire profondamente. Così Theo si vestì il più silenziosamente possibile indossando solo un paio di boxer e dei pantaloncini, e uscì.

La casa era terribilmente silenziosa e terribilmente deserta se paragonata alla sera prima, e ciò che era peggio, era che tutto ciò che quella massa di gente si era lasciata dietro era un gran fottuto casino. Theo sospirò sconfitto mentre scendeva le scale all'idea di dover passare la mattinata a riordinare.

Quando entrò in cucina, puntò subito al frigo deciso a scolarsi l'intera bottiglia d'acqua, però...

"Buon giorno"

Theo per lo spavento sobbalzò così tanto che si chiese come non avesse fatto a sbattere la testa contro il soffitto. Si voltò verso il tavolo della cucina, dove seduto, intento a mangiare una ciotola di cereali (i suoi cereali), c'era Josh.

"Vaffanculo Josh... Cristo" protestò, guardando in cagnesco davanti al frigo ancora aperto. "Che cazzo fai qui ?!"

Josh lo guardò come se fosse stupido "Non vedi? Faccio colazione"

Theo lo fulminò, prendendo finalmente la bottiglia d'acqua. "Intendevo perché sei ancora qui?"

Josh fece spallucce "Mi sono svegliato sul pavimento del bagno, e non c'era più anima viva. Ho pensato non fosse il caso di guidare, così mi sono autoinvitato qui"

Theo lo guardò non impressionato, versandosi un bicchiere "Spero che Tracy torni presto dalla sua vacanza con suo padre, se è questo quello che fai in sua assenza"

Josh gemette "Non ricordarmelo, quattro fottute settimane. Dovrebbe essere considerato un reato" Si alzò, portando con sé la sua ciotola di cereali e sedendosi all'isola della cucina, di fronte a Theo che aveva appena recuperato una ciotola e del latte.

Theo rise, riempiendola e aggiungendo i cereali. "Non scopare per qualche settimana non ti ucciderà"

"Divertente sentirtelo dire, Raeken..." fece Josh guardandolo con un'espressione divertita e decisamente poco raccomandabile sul viso. Theo si bloccò, con un cucchiaio a mezz'aria. "Che vuoi dire?" chiese aggrottando le sopracciglia.

"Sto parlando di te e del tuo piccolo piccolo fratellino" Se possibile il ghigno di Josh si allargò ancora di più. Theo roteò gli occhi, seccato, facendo tintinnare il cucchiaio nella tazza. "Te l'ho già detto, non è come pensi, stronzo" disse.

"Davvero? Perché sai... giurerei di avervi visti sul letto, ieri, davvero davvero vicini... e davvero davvero nudi" disse Josh con tono vago.

Theo sbarrò gli occhi. "Tu- ci hai visti?" si strozzò con un boccone di cereali.

Josh rise facendo un cenno con la mano. "Mi ero appena svegliato in bagno, e non c'era nessuno. Ti stavo cercando, ma non eri in camera tua. Quindi sono andato da Liam." Lo guardò con aria d'approvazione. "Bel sedere, comunque" Per tutta risposta, Theo gli tirò la bottiglia d'acqua semi vuota. Josh la schivò ridendo.

"Non preoccuparti, te lo già detto, il tuo segreto è al sicuro con me" lo rassicurò poi, più serio.

Theo gli rivolse un'occhiata alterata. "Non provare a tirare fuori questo argomento con Liam, o ti uccido, seriamente stavolta" Theo era pronto a mettere la mano sul fuoco che se Liam avesse saputo che Josh sapeva e che Josh li aveva visti, si sarebbe sotterrato per la vergogna.

Josh fece un'espressione solenne, con la mano sul cuore, prima di ridacchiare e tornare a mangiare. Theo lo degnò di una sola ultima occhiata seccata prima di fare altrettanto.

Mangiarono in silenzio per qualche minuto, prima che Josh ricominciasse a dar fiato alla bocca. "Mmh" esclamò, la bocca piena di cereali, guardandolo come se avesse appena ricordato qualcosa di estrema importanza. Deglutì il boccone "Questo significa che dobbiamo aggiornare la lista"

Theo lo guardò incredulo "Seriamente? E' l'unica cosa che hai da dire sulla faccenda?"

Josh diede una scrollata di spalle "Beh' non è che sia la pri-" Theo lo fulminò con un'occhiata che lo fece tacere all'istante. "Okay, scusa, ma andiamo! La lista è la nostra cosa, l'abbiamo iniziata con il nostro primo, e la concluderemo col nostro ultimo. E' così che manteniamo vivo il nostro legame"

"O mio dio" Theo roteò gli occhi. Avrebbe fatto a meno di quel legame in quel momento.

"Ci vorrà un attimo" Josh estrasse il portafoglio dalla tasca, per tirar fuori poi un foglio piegato e logoro. Theo lo guardò a occhi sbarrati. "La porti anche con te?!"

"Ovvio!" Lo lisciò sul bancone. Poi guardò Theo "Ok hai una penna?"

Theo si trattenne a stento dal ringhiare, mentre strappava il foglio dalle mani di Josh, accartocciandolo e tirandolo via, senza mai smettere di guardare in cagnesco l'amico.

"Era davvero necessario?" chiese Josh. Osava anche mettere il muso!

"Piantala, non metterò il nome di Liam su una lista di scopate che abbiamo iniziato quando avevamo 14 anni!" sbottò, forzando di tenere la voce bassa. "Perché Liam non è una scopata per me, è.. è il mio fottuto fidanzato!" Non stava arrossendo, vero? Impossibile.

Guardò Josh e la sua espressione si fece confusa vedendo il suo sorriso enorme. "Dio! Finalmente l'hai detto!" esultò. "Non avrei mai immaginato di sentire queste parole da te!"

Theo sbatté le palpebre. Poi finalmente capì. "Lo hai fatto apposta, vero? A provocarmi con quella cazzo di lista"

Josh fece spallucce "Te l'ho detto, a quanto pare tenderti agguati è l'unico modo per farti aprire"

Theo lo studiò per qualche secondo. "Sai comincio a pensare che non sei stupido come sembri"

Josh sorrise, quasi commosso, ficcandosi in bocca un'altra enorme cucchiaiata di cereali. "Grazie!"

Theo sorrise verso la sua tazza di cereali, scuotendo affettuosamente la testa.

Dopo di ciò Josh finì la sua colazione, prima di alzarsi battendo con le mani sul bancone "Be' credo che ora farò una doccia" comunicò con nonchalance.

Theo lo seguì con lo sguardo "Certo, fa come se fossi a casa tua!" gli gridò dietro ironico.

"Lo farò!" rispose la voce di Josh mentre si allontanava su per le scale.

Theo sbuffò, prima di alzarsi e portare la tazza nel lavabo. La sciacquò con cura, prima di voltarsi ad ammirare il disastro intorno a sé. Avrebbe preparato dei pancake a Liam, ma prima doveva sbarazzarsi di quel foglio. Si guardò con cura intorno, gli occhi che andavano tra i bicchieri di plastica e bottiglie sparsi un po' ovunque, sul pavimento, sui mobili, sul divano. Dove caspita era finito? Si avvicinò al divano, muovendo i cuscini, ignorando i bicchieri che cadevano in terra. Si chinò per guardare sotto al tavolo, ma niente. Col panico che aumentava, si morse il labbro frugando ancora e ancora con lo sguardo. Sapeva che sarebbe saltato fuori comunque pulendo, ma sarebbe stato difficile da spiegare se fosse stato Liam a trovarlo!

Si inginocchiò per guardare anche sotto il divano, ma l'unica cosa che le sue dita tastarono furono tappi di bottiglie.

Liam apparve sulla soglia, anche lui vestito solo dei pantaloncini, i capelli scompigliati e gli occhi assonnati, mentre se li stropicciava con forza. Si bloccò guardando Theo inginocchiato davanti al divano.

"Che stai facendo?"

Theo saltò in piedi e si voltò verso di lui così velocemente che tramortì quasi il tavolinetto all'angolo. Riuscì a sorreggerlo giusto in tempo, alzandosi poi a guardare Liam con gli occhi spalancati. "Scusa, non volevo spaventarti" Liam rise avvicinandosi. "Cosa stavi cercando?" chiese curioso.

"Oh... uhm" Theo si grattò la testa preso alla sprovvista "Tappo" Mostrò quello che aveva raccolto, posandolo poi sul mobiletto. Fece una smorfia "Sai... sarà una tortura pulire questo posto"

"Già" rispose Liam timidamente. Theo poteva vedere un lieve rossore strisciargli lentamente sul viso. "Ma mi sembra di ricordare che mi avessi promesso una colazione prima" aggiunse poi con un sorrisetto sul viso, avvolgendogli dolcemente le mani attorno alla nuca. Theo sorrise a sua volta, gli occhi che sfarfallarono tra quelli di Liam e le sue labbra rosse. Il sorriso di Liam si allargò all'espressione quasi incantata di Theo, prima di tuffarsi in avanti catturando le sue labbra in un bacio morbido. Le mani di Theo corsero istintivamente ai suoi fianchi, baciandolo in risposta.

Poi si ricordò. "Aspetta..." mugugnò debolmente, senza fare effettivamente nulla per tirarsi via. "Dovresti sapere che-"

"Non voglio sapere niente" rise Liam, continuando a baciarlo.

Poi qualcuno si schiarì la voce.

Stavolta fu il turno di Liam di fare un salto per lo spavento quasi fino al soffitto. Si voltarono entrambi a guardare Josh - Theo seccato, Liam con gli occhi sbarrati - appoggiato con le braccia incrociate allo stipite della porta, un'espressione sardonica sul viso. "Molto carino" commentò lui, con un cenno approvante della testa. "Continuate pure" disse poi voltandosi "Volevo solo avvertire Theo che prenderò in prestito qualche suo vestito!"

Theo trattenne un'imprecazione, solo perchè Liam si voltò a guardarlo come se avesse appena visto un fantasma. "Che fa lui qui?" sussurrò-gridò.

"Ugh- Si è auto-invitato, non è colpa mia!"

"Be' potevi avvertirmi almeno" Liam roteò gli occhi, colpendolo delicatamente sulla spalla.

"Ahi, ehi- io ci ho provato" si difese Theo, tornando a tirarlo vicino per i fianchi. Sorrise. "Non è colpa mia se sei distratto da altro"

Liam arrossì, poi si morse il labbro. "...Immagino che quindi... lui sappia?"

Theo fece una smorfia. "Sì, mi dispiace... per la prima volta nella sua vita, ha capito tutto da solo" mormorò. Liam rise, prima di tornare a guardare Theo. "Be' immagino che sia giusto. E' il tuo migliore amico, e poi... presto lo sapranno tutti no?" concluse esitante.

"Già" Theo lo baciò di nuovo velocemente, sorridendo "Non vedo l'ora di non doverti più nascondere, Liam Dunbar"

Liam lo guardò, arrossendo e sorridendo raggiante, e Theo era sicuro che fosse la cosa più bella su cui avesse mai posato gli occhi in tutta la sua vita.

"Allora, questa colazione?"

*

Passarono gran parte della mattinata a riordinare, e gran parte del pomeriggio a letto. E no, non per dormire. A fine serata, mentre se ne stavano accoccolati sul divano davanti a un film, Theo aveva perso il conto di quante volte avesse fatto suo Liam quel giorno. Non che se ne sarebbe lamentato. No di certo. L'unica macchia in quella giornata apparentemente perfetta era la fottuta lista. Perché nonostante avesse ripulito ovunque, insistendo con Liam perché se ne occupasse lui di quella stanza, non era saltata fuori. Dove caspita poteva essere finita?! Era sicuro che Liam non l'avesse trovata, altrimenti non sarebbe stato così beatamente stretto al suo petto. Ma alla fine... probabilmente uno dei due l'aveva solo raccolta insieme alla miriade di bicchieri e bottiglie, buttandola. Era un foglio appallottolato, quante erano le probabilità che a Liam sarebbe interessato aprirlo per vedere cos'era in mezzo a quel disastro? Theo era fiducioso.

"Hai sentito niente da mamma e Paul?" chiese Liam ad un tratto.

"Sì ci ho parlato stamattina" rispose Theo, accarezzandogli i capelli. "Ti salutano, e dicono che Miami è grandiosa e che ci dovranno portare un giorno" riferì Theo con un sorriso. "E hanno detto che ci faranno sapere quando torneranno"

"Che vuol dire 'ci faranno sapere'? Non devono tornare domenica?"

"Be' a quanto pare c'è un'allerta meteo per via di un tifone in arrivo nel fine settimana. L'hanno detto anche al telegiornale, e mio padre ha detto che alcuni voli potrebbero venire posticipati." Theo scrollò le spalle incurante. "Be' almeno avremmo qualche altro giorno per noi" sorrise poi.

"Non credo che loro sarebbero d'accordo." rispose Liam ridacchiando. "Non penso che possano prendersi ulteriori ferie"

"Lascia che ci pensino gli adulti alle cose degli adulti, piuttosto..." Liam sbuffò. "Hai piani per domani?"

"Dipende, cosa hai in mente?" chiese Liam, seppellendo il viso contro il suo collo.

"Cinema e pizza, che ne dici?" Theo suggerì, baciandogli il collo.

Liam sollevò la testa guardandolo con un sopracciglio alzato e un'espressione incredula "Mi stai davvero chiedendo se mi va o no di passare due ore al buio, mentre nessuno può vederci, col mio ragazzo?"

Theo rise "Lo prendo per un sì allora"

"Sì" gli fece eco Liam, un sorriso contro le sue labbra prima di baciarlo di nuovo.

*

Liam cominciava a sentirsi sempre più spaventato man mano che domenica si avvicinava, e il tempo da passare con Theo diminuiva. Andare al cinema, andare a cena solo loro due... era stata una cosa che gli aveva fatto capire in qualche modo quanto fosse precaria la loro situazione. Quello che sarebbe successo di lì a pochi giorni poteva cambiarla per sempre, nel bene o nel male... E Liam, be' Liam non era mai stato bravo a gestire lo stress, a gestire i cambiamenti. Non sapevano ancora nemmeno come affrontare il discorso con i loro genitori! Non sapevano un bel niente, e questo era già di per sé abbastanza per portarlo al limite.

Quel venerdì erano appena tornati da una corsa al parco. (Anche se avevano trascorso più tempo a fare 'pause-pomiciate' che in realtà a correre). Ma Theo aveva sostenuto che fosse uno dei modi migliori per scaricare la tensione (il secondo modo migliore, se vogliamo citare le sue parole esatte) e Liam si era riscoperto d'accordo. Sulla corsa. (E forse anche sull'altra cosa, sì) Nonostante non fosse mai stato un tipo particolarmente sportivo. Infatti non appena entrò in casa si fiondò in cucina, sentendo Theo ancora ridere nell'ingresso, e svuotò quasi completamente la bottiglia d'acqua che era in frigo. Quando si staccò, prendendo fiato, si sentiva già decisamente meglio. Lasciò il posto a Theo, che al contrario suo, non sembrava affatto uno che era appena tornato da una corsa di 5 km sotto il sole californiano di Luglio.

Liam lo odiava.

Si lasciò cadere su una delle sedie al tavolo della cucina, e buttò la testa tra le mani gemendo.

Theo ridacchiò, ancora "Hey lo vuoi un panino?" gli chiese poi mentre apriva il frigo per vedere se ci fosse tutto il necessario.

Liam roteò gli occhi "Questo renderebbe del tutto inutile il fatto che abbia quasi perso un polmone, non credi?"

"Non sei a dieta, Liam, fidati di me, non ne hai affatto bisogno" parlò Theo da dietro il frigo.

Liam roteò gli occhi, non riuscendo però a trattenere il rossore. Poi il suo sguardo cadde sul centrotavola pieno di frutta. Magari una mela poteva andare... Allungò la mano, prendendone una, solo per notare che dietro però c'era qualcos'altro, qualcosa fuori posto. Alzando un sopracciglio, posò la mela per afferrare piuttosto quel pezzo di carta stropicciato.

"Non ci credo" mormorò a bassa voce, divertito, mentre si concentrava per aprirlo e scoprire cos'era. Probabilmente qualche lista della spesa di Jenna, o qualche promemoria di Paul, oppure qualche cosa scritta da qualcuno durante la festa di martedì che non avevano notato mentre pulivano. Be', in fondo... chi avrebbe guardato tra la frutta?

Liam allargò gli occhi. Perché era in effetti una lista. Ma non una lista della spesa.

"Oh mio dio" Fece una smorfia, mentre leggeva chiaramente "Josh's Fuck List" scritto in cima al foglio. Sotto c'erano una ventina di nomi, scritti a penna nella disastrosa grafia di Josh, corredati perfino di data e disposti in ordine cronologico. Alcuni avevano anche delle x accanto, che Liam aveva paura di immaginare cosa fossero.

"Non riesco a credere che Josh sia il tuo migliore amico" esclamò sconcertato alzandosi dalla sedia, nello stesso momento in cui Theo alzava lo sguardo dal suo panino, e lui voltava il foglio per vedere se continuasse ancora con quella lista ridicola. Ma si bloccò. E Theo fece lo stesso quando vide cosa Liam teneva in mano. Sbarrò gli occhi, impallidendo, mentre tutta l'aria sembrava venir risucchiata dalla stanza. No no no no.

Le mani di Liam si strinsero attorno al foglio, mentre leggeva scritto in modo perfettamente simmetrico all'altro lato "Theo's Fuck List". I nomi sotto erano persino più numerosi di quelli di Josh, corredati sempre con data, e pieni, molto pieni, di x. Capì cosa erano quando vide quante ce ne erano accanto al nome di Tracy.

"Li, non è come pensi-" protestò Theo debolmente. "E'- è solo un gioco stupido che facevamo da ragazzini-"

"Un gioco?" sbottò Liam alzando la testa. La sua intera espressione, dal modo in cui stringeva gli occhi, i pugni, al modo in cui serrava la mascella suggeriva che era furioso. I suoi occhi tornarono sul foglio "Porca puttana, questo è-" Assurdo. Disgustoso. Volgare. Irrispettoso. Infantile. Però si bloccò all'improvviso, guardando un punto preciso del foglio.

In qualche modo sembrò come sgonfiarsi.

Theo si spaventò. "Li-" fece, osando avvicinarsi di qualche passo.

Liam sollevò la testa verso l'alto, rilasciando un sospiro derisorio, ma Theo riusciva a vedere che aveva gli occhi lucidi. Mi ha mentito. "Una ragazza qualunque a una festa qualunque, eh?" ripeté lentamente, facendo eco alle parole di Theo di qualche settimana prima. Suonò quasi sarcastico, ma dal modo in cui la sua voce tremava Theo poté sentire non tanto la sua rabbia, ma la sua delusione.

Mi ha mentito. Per quale motivo? Quando Theo non rispose, paralizzato, Liam sbuffò di nuovo, camminando e sbattendogli la lista sul petto prima di oltrepassarlo. "Perché ora non scrivi anche il mio di nome sul fondo della tua lista?" gli gridò Liam mentre usciva di casa sbattendo la porta.

Theo sussultò, le mani che tremavano mentre abbassava finalmente il foglio, il nome di Gabe che risaltava ben evidente in cima alla lista.
 

CONTINUA

 


___________________________________________

Salve a tutti! 😊
Allora... siamo arrivati vicini alla conclusione della storia! Come vi avevo già detto, ho pubblicato velocemente fin qui perchè avevo la storia già scritta in buona parte. Questo è l'ultimo capitolo a cui ho lavorato, quindi d'ora in poi gli aggiornamenti saranno piu' sporadici. Ne approfitto ancora per ringraziare tutti voi che state seguendo la storia, recensori e anche i tantissimi lettori silenziosi! Se avete qualche commento sulla storia, mi piacerebbe sentirlo.. positivi, negativi, accetto tutto quello che può essere un aiuto a migliorarmi!

Nel frattempo, ci risentiamo al prossimo capitolo!
😘

 

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Capitolo 28
*** Il mio primo e ultimo ***


28. Il mio primo e ultimo


Liam si sbattè la porta alle spalle, e semplicemente partì, a passo spedito lungo la strada, senza esattamente sapere dove stava andando. Aveva solo bisogno che le voci nella sua testa si zittissero, che l'ossigeno tornasse di corsa al cervello, perché in quel momento riusciva solo a sentire tutto ovattato, il mondo esterno solo un mero sfondo sfocato. Tenne un passo deciso, solo camminando, finchè il cuore non minacciò di uscirgli dal petto, finchè non ebbe più aria da respirare. Allora dovette fermarsi, e man mano che la velocità dei suoi passi diminuiva, così anche la sua mente si schiariva. La rabbia, la delusione sfumarono ogni volta  che deglutiva quell'acido groppo alla gola, ogni volta un poco di più. E mentre riprendeva il respiro, un'altra sensazione si fece strada in lui. Un vero e proprio senso di malessere, di nausea, lì aggrappato alla bocca dello stomaco, al solo pensiero che.. che…
Gabe. Gabe. Theo e Gabe. Gabe e Theo. Gabe. Lo stesso Gabe che lo aveva preso a botte la sera di Capodanno. Lo stesso Gabe che ancora tormentava Hayden… lo stesso Gabe con cui Theo a detta di tutti era in perenne guerra dalle medie, lo stesso che gli aveva rifilato una coltellata durante una rissa, lo stesso Gabe che seppure per poco… era stato fratellastro di Theo. Fratellastro… Un fratellastro che Theo non sopportava… merda, tutto quello era così tremendamente familiare… che  Liam si sentiva sul punto di vomitare.
Il suo telefono squillò nella sua tasca e Liam lo estrasse solo per vedere il nome di Theo. Lo fissò, ancora e ancora, mordendosi il labbro con un'espressione tormentata sul viso… tormentata, ferita, confusa, delusa… era sicuro che era tutto tremendamente chiaro sul suo viso. Non era ancora pronto a sentire le scuse di Theo, le sue spiegazioni, non era pronto nemmeno a sentire le sua voce. Perché non avrebbe fatto altro che rafforzare quell'immagine nella sua testa, ancora e ancora…
Theo e Gabe.
 
*
 
Theo fissò la porta sbattere alle spalle di Liam senza osare dire nulla. Il sangue che era divenuto gelido nelle sue vene nel momento in cui aveva visto quella dannata lista tra le mani di Liam ricominciò a ribollire e ribollire.
Fanculo tutto.

Serrò la mascella, facendo in mille pezzi quel maledetto foglio, e lasciandone cadere i pezzi in terra, dando le spalle alla porta, per poi voltarsi ancora, fare un passo e tornare indietro di nuovo. Si portò la mano destra ai capelli, afferrandoli forte e mordendosi le labbra. Che doveva fare ora? Sapeva che sarebbe finita male, perché quando mai qualcosa filava liscia per loro? Era una cazzo di costante a quanto pare.
Si sedette di peso sul divano, sospirando e prendendosi la testa tra le mani, cercando di calmarsi.
Ok, Liam sarebbe tornato. Doveva tornare, ovviamente. E allora gli avrebbe spiegato. Gli avrebbe detto che era solo… tutto quello era solo… Cazzo.
Che gli avrebbe detto? Questo era il motivo per cui non aveva voluto che Liam trovasse mai la lista, il motivo per cui non aveva nemmeno risposto con sincerità a quella domanda che Liam gli aveva fatto settimane prima.
Non aveva una risposta, o almeno non una risposta che avrebbe fatto sì che Liam lo continuasse a guardare allo stesso modo in cui faceva ora. Theo era un casino, lo era sempre stato. E non voleva che Liam vedesse quella parte di lui, quella che aveva cercato di seppellire, quella che nel momento in cui aveva rincontrato Liam aveva sperato di poter dimenticare.
Afferrò d'impulso il cellulare, e compose il numero di Liam. Ascoltò col cuore a mille gli squilli, che si protrassero a lungo finchè la linea venne interrotta. Sospirò, afflosciandosi contro lo schienale del divano.
Be' forse poteva concedergli un po' di tempo da solo…
 
*
 
Quando Mason aprì la porta, fu per ritrovarsi un Liam con la faccia più nera di un cielo in tempesta. Lo guardò sbalordito mentre lo superava senza dire una parola, marciando direttamente verso la camera di Mason. Incrociò nel corridoio la signor Hewitt che gli sorrise allegramente
"Buon giorno, Liam!"
"Non lo è, signora Hewitt" mugugnò depresso prima di fiondarsi nella stanza di Mason, ed erano le prime parole che diceva da quando era uscito da casa. Si spaventò quasi da quanto la sua voce suonò rotta.
Mason e sua madre si scambiarono un'occhiata preoccupata. Poi Mason le fece un cenno e mormorò un deciso "Ci penso io"
Mason entrò in camera chiudendosi con cura la porta alle spalle e voltandosi poi verso Liam, sdraiato sul suo letto con un cuscino stretto al petto.
"Liam, che è successo?" Mason chiese preoccupato
"Niente" mugugnò Liam,  suonando per niente convincente, con la voce tremante e gli occhi lucidi di lacrime non versate, mentre si stringeva di più al cuscino. Mason lo guardò. Non aveva bisogno di poteri sovrannaturali per sapere che Liam mentiva, né per sapere che probabilmente aveva a che fare con Theo.
Si sedette vicino alle sua gambe e lo guardò dolcemente "Liam, sei il mio migliore amico, ti conosco come le mie tasche, ed eri un pessimo bugiardo da bambino, e ora sei persino peggiorato." Colpì dolcemente una delle sue ginocchia, spingendo Liam a guardarlo. "Sei arrivato qui come una furia… e sai che sei sempre il benvenuto ovviamente, ma se sei venuto qui è perché avevi bisogno di me, e io ci sono, ci sono sempre per te, lo sai? Quindi… parla con me"
Liam lo guardò, alcune lacrime che sfuggirono finalmente alla sua presa serrata, e tirò su col naso. Mason decise che avrebbe ignorato che quello era il suo cuscino e non un fazzoletto per il bene del suo migliore amico.
"Io… uh.." Liam mugugnò, soffocando tra le parole. Gli faceva venire la nausea soltanto dirlo. Inspirò ed espirò. "Ho scoperto che… Theo e Josh tenevano…" Fece una smorfia, scuotendo impercettibilmente la testa, "…una specie di lista delle persone con cui hanno fatto sesso… per gioco.." Guardò Mason assumere un'espressione allibita, poi aggiunse sempre più amareggiato "…o per una sfida, o per scommessa… non lo so" Si tirò su a sedere contro la testiera portandosi però il cuscino con sé. Sospirò tirando indietro la testa "Non sono rimasto troppo a lungo per farmelo spiegare"
Mason rimase in silenzio per un secondo "Wow, questo è perfino più in basso di quanto pensavo fossero mai caduti quei due" La sua faccia poi mutò in un'espressione scioccata mentre si sporgeva in avanti. "Aspetta, non dirmi che Theo ha osato mettere il tuo nome su quella lista-"
"No, a quanto pare era un 'gioco che facevano da ragazzini'." citò sarcasticamente. Poi abbassò lo sguardo sulle sue braccia strette al cuscino "oppure non valgo abbastanza punti da finire sulla loro stupida lista di trofei"
"Liam, non dire sciocchezze. Forse era solo questo, una cosa stupida del passato, Theo non è più quella persona, e per quel che valga, non lo è più nemmeno Josh. Lo so che fa schifo, ma… insomma…" scrollò le spalle debolmente "non puoi essere arrabbiato per qualcosa che Theo ha fatto prima di frequentarti, non credi?"
"Lo so,  Mase, ma ho passato l'ultimo mese a preoccuparmi di essere paragonato agli altri, e stavo riuscendo finalmente a superarlo… questo non è sicuramente d'aiuto… e…-" Liam si fermò guardando Mason "-non è nemmeno la cosa peggiore."
Mason sbuffò una risata incerta "Cosa può esserci di peggio?"
La faccia di Liam si contorse in un'espressione addolorata. La sua voce tremò di nuovo mentre ricominciava a parlare. "Ricordi che ti ho detto che avevo chiesto a Theo chi era stata la sua prima volta?"
"Sì, e ricordo di averti detto che era stata una domanda stupida" osservò con un piccolo sorriso
"Probabilmente lo era" Liam fece una smorfia amara. "Mase… ha dormito con Gabe"
L'amico di mise un po' a ricevere il messaggio. L'espressione di Mason a quel punto passò da tranquilla a sorpresa a scioccata nel giro di pochi secondi "COSA?!" urlò.
Liam non disse niente. Mason si spostò sul posto, agitando le mani "Liam, sei sicuro..? Voglio dire… Gabe?! Lo stesso Gabe con cui Theo non può fare a meno di attaccarsi non appena entrano nello stesso campo visivo? Lo stesso Gabe che gli ha rifilato una coltellata? Lo stesso Gabe…" Mason si zittì, probabilmente capendo dove stavano correndo i pensieri di Liam
"Okay, ho capito perché sei così sconvolto" commentò, la voce piatta
"C'era la data su quella cazzo di lista, Mase, era poco prima che Paul e mia madre si rivedessero, vuol dire che Paul e la madre di Gabe stavano insieme"
"Liam…" Mason scosse la testa, una smorfia incredula sul viso "Quello che pensi non è possibile…"
"Come fai a sapere cosa penso?"

"Perché te l'ho detto, ti conosco! Liam, tu pensi che Theo sia innamorato di Gabe..?!" Mason non poté evitare di ridere all'assurdità di quell'ipotesi. "Theo odia Gabe, l'ha sempre odiato"
"E lo stesso valeva per me! Theo mi odiava, al punto da rendermi la vita impossibile… o te lo sei dimenticato?! E lui stesso ha ammesso con me che lo faceva solo per nascondersi il fatto che gli piacevo…"
"Questo non-" sbuffò, per poi guardarlo incuriosito "Davvero l'ha ammesso?"
"Mase, ti prego!"
"Ok ascoltami, non è la stessa cosa, per quanto Theo sia stato pessimo con te, non ti ha mai ferito, e non ti ha mai attaccato… E poi eravate bambini, ma tra Theo e Gabe c'è stata sempre e solo una guerra continua… Fidati, quello che pensi è assurdo, quei due si odiavano allora e si odiano tutt'ora"
"Come fai a esserne sicuro? Non lo conoscevi così bene! Che ne sai cosa stava provando veramente?" sbottò scontroso.
"E tu lo conoscevi? No! Ma se io non avevo alcun diritto di fargli delle domande allora, tu invece ne hai ora"
Liam si afflosciò di nuovo, scivolando con lo schiena fino a toccare il materasso. "Non sono ancora pronto a parlargli" Guardò Mason supplichevole. "Posso restare un altro po'?"
Mason gli diede una pacca affettuosa sulla gamba "Certo, lo sai, puoi restare quanto vuoi, puoi anche fermarti a dormire qui per oggi, se vuoi…"
"Okay.." Liam gli rivolse un'occhiata grata. E Mason gli sorrise. "Grazie Mase.." Fu distratto poi dallo squillo del suo cellulare. Liam lo tirò fuori dalla tasca. "E' lui?"

"Sì" Liam sospirò, chiudendo la chiamata.
"Sicuro di voler rispondere?"
"Davvero, non so che dirgli" Liam mise il silenzioso, e diede il telefono a Mason. "Tienilo lontano da me"
Mason sospirò, prendendo il telefono e alzandosi per posarlo sulla sua scrivania.
Poi si voltò verso Liam "Che ne dici se proviamo a distrarti un po'? Ti va una partita a COD?"
"Non lo so Mase…" mormorò Liam incerto.
Mason gli sorrise dandogli una spintarella alle gambe. "Dai, chiamerò il mio personaggio Gabe e ti permetterò di spararmi" disse allegramente
Liam lo guardò, lasciandosi andare finalmente a una risata, scuotendo poi la testa affettuosamente "Be' suona decisamente invitante"
"Non dire mai che non ho mai fatto niente per te"
 
*
Alla decima chiamata senza risposta Theo cominciava a innervosirsi.
Alla ventesima ignorò l'imbarazzo e decise di chiamare Mason, aspettandosi comunque un buco nell'acqua. Rimase sorpreso però quando invece il ragazzo rispose. "Theo, che succede?" chiese Mason, perfettamente tranquillo e suonando un po' sorpreso.
Theo rimase un attimo spiazzato, prima di decidersi a parlare "Hey.. sì, scusa.. io…" sospirò "Liam è con te?"
"Liam? No… non l'ho sentito oggi ancora, perché?"
Theo si morse le labbra. Dove diavolo era quell'idiota allora?
"Niente, scusa il disturbo… se lo senti, digli di chiamarmi…" Poi ci ripensò, sospirando "Anzi, non dirgli niente"
"Okay…?"
"Ciao Mase" E attaccò seccato.
Riprovò di nuovo, invano. Ora cominciava a preoccuparsi. Guardò fuori dalla finestra, mentre il sole cominciava a tramontare, chiedendosi che fare.
 
Alla trentunesima chiamata senza risposta Theo non fu fiero di come perse il controllo. Un attimo prima era seduto sul divano, il piede che batteva ripetutamente sul pavimento, guardando lo schermo col nome e la foto di Liam, e un attimo dopo - quando la chiamata venne rifiutata per l'ennesima volta - stava scagliando il telefono contro la parete con rabbia. Realizzò cosa aveva fatto solo quando vide il telefono in mille pezzi sul pavimento.
"Merda" mugugnò a denti stretti. Sospirò con rabbia. Perché Liam non voleva lasciarlo spiegare? Perché doveva sempre correre via?! Si alzò di scatto, e marciò verso l'ingresso, recuperando le chiavi dell'auto mentre passava e sbattendosi la porta alle spalle.
 
Dietro di lui, il telefono di casa suonò un paio di volte, riecheggiando tetramente nella casa deserta fino a fermarsi.
 
*


Liam guardò Mason colpito "Hai mai pensato di fare l'attore?" Mason sbuffò, mentre lanciava il suo cellulare sul letto dietro di sé. "Ma non dovevi mentire per me, potevi semplicemente non rispondere"
"Se non avessi risposto, avrebbe fatto due più due e in due minuti ce lo saremmo ritrovato sotto casa" commentò Mason. "Di certo non si può dire che non sia un tipo tenace…" fece un cenno alla scrivania dove il telefono di Liam era rimasto intoccato e aveva vibrato quasi incessantemente per tutto il pomeriggio. "Ti avrà chiamato almeno cinquanta volte!"
Liam rimase in silenzio continuando a pigiare i tasti del suo joystick. Mason fece scontrare le loro spalle "Quando pensi di rispondergli e andare a parlargli?"
"Io.. Non lo so…"
"Liam..-"
"Ho paura" lo interruppe lui mestamente, fisso sullo schermo. "Ho paura di sentire la sua risposta"
 
*

Theo parcheggiò il pick-up fuori dal parco giochi in cui andavano sempre da bambini. Era praticamente vuoto a quell'ora della sera, a parte qualche gruppetto di ragazzini che sedevano in disparte. I suoi occhi caddero subito sullo scivolo dove anche parecchi mesi prima aveva trovato Liam dopo la loro prima vera lite. E che ora era vuoto. Theo sospirò. Aveva girato per praticamente tutta Beacon Hills, ed era praticamente sicuro che lo avrebbe trovato lì. Forse mentre lui lo cercava ovunque, Liam era già tornato a casa? Theo deglutì, facendo marcia indietro e uscendo di nuovo dal parco, cercando di capire cosa fare ora. Cominciava ad arrabbiarsi a sua volta. Non era mai stato un esempio virtuoso di relazione sana, ma anche lui riusciva a capire che  i problemi andrebbero affrontati, e non ignorati. Forse tutto questo casino era colpa sua, ma Liam non stava facendo niente per sistemarlo. Era esasperante. Era fastidioso. Era…
Theo si bloccò con la mano sulla chiave quando qualcuno a bordo di una moto gli suonò, prima di fermarsi poco più avanti. Il ragazzo si tolse il casco e Theo riconobbe Aiden.
"Hey, Raeken" lo salutò con un ghigno e un cenno della mano, ammiccando poi al parco gioco dietro di lui. "E' così che passi l'estate?"
Theo roteò gli occhi però si avvicinò a lui. "E tu? Oggi non hai qualcuno da pomiciarti sul divano di un altro?" 
Aiden rise "Be' dipende da come va la serata" Fece una pausa "Sto andando alla serata al Sinema, magari trovo qualcuno, chi può saperlo… tu non vieni?"
"Io..? Nah.. stasera credo passerò…"
"Ma dai, a me sembri uno che avrebbe bisogno di una bella sbronza, sai…"

Theo non disse niente, si guardò intorno per un attimo incerto, poi incrociò lo sguardo invitante e allegro di Aiden. Be' forse poteva svagarsi un po'… meglio di stare a crogiolarsi nella auto-commiserazione in una casa vuota in attesa di Liam. Forse per una volta poteva essere lui a preoccuparsi, e ad aspettarlo, chiedendo quando sarebbe tornato…
"Sai che ti dico? Andiamo!"
*
Erano quasi mezzanotte e Mason e Liam se ne stavano sdraiati in silenzio sul letto uno affianco all'altro.
"Sei sicuro che posso restare qui a dormire?" chiese Liam rompendo il silenzio.
"Sì certo" rispose Mason tranquillamente. Poi lo guardò. "Sei sicuro di voler restare qui?" gli chiese poi a sua volta, alzando un sopracciglio.
Liam sospirò.
Poi il telefono di Liam, rimasto silenzioso nelle ultime due ore, riprese a vibrare. Mason roteò gli occhi quando smise.
"Forse dovrei tornare a casa…" disse Liam debolmente. L'idea che Theo lo stesse ancora aspettando a casa, preoccupato, senza sapere dove fosse, lo faceva sentire tremendamente in colpa.
"Sì…"
Il telefono vibrò ancora. "Merda…!" Mason esclamò alzandosi e puntando alla scrivania. "Ora rispondo e gliene dico-" Mason si bloccò quando ebbe preso il telefono in mano.
Liam lo guardò sorpreso. "Che c'è?"
"Uhm… non è Theo…"
Liam alzò un sopracciglio. "Be'? Chi è?"
Mason si voltò mostrandogli il telefono, sconcertato. "Perché Brett Talbot ti sta chiamando?"
 
*
 
Theo aveva praticamente perso di vista Aiden non appena avevano messo piede nel locale affollato, non che gli interessava molto. Probabilmente aveva già rimorchiato qualcuno e se l'era portato a casa.
Così si era conquistato il suo posto al bar, da dove non si era mosso dall'ultima ora. Il bicchiere di gin tonic che teneva in mano andò presto a fare compagnia agli altri due che si era scolato poco prima. "Hey barista, un altro" chiamò, alzando una mano per attirare la sua attenzione, la voce un po' fuori tono. Di solito quello era il segnale da cui capiva che doveva smettere di bere, a meno che non volesse ubriacarsi da far schifo. Mentre afferrava il suo quarto bicchiere, pensò che di solito reggeva meglio l'alcool. Probabilmente dipendeva dal fatto che non mangiava nulla da colazione, e sicuramente il suo cattivo umore iniziale non era d'aiuto.
Si portò il bicchiere alle labbra, bevendolo in due grossi sorsi, e poi sbattendo il bicchiere sul bancone con forza. Che cazzo stava facendo? Forse doveva solo-
"Hey bellezza"
Theo non degnò nemmeno di uno sguardo il tizio che gli era apparso accanto, un braccio casualmente appoggiato sul bancone, mentre lo guardava con un'espressione ammiccante. Che cazzo voleva questo ora?
"Mi sembri un po' giù di tono, vuoi un po' di compagnia?"
Theo gli rivolse una mezza occhiata "Se anche la volessi, non sarebbe certo la tua" rispose acido, tornando a guardare avanti. L'altro ridacchiò. Che cazzo c'era di così divertente?
"Bene, fai il difficile. Mi piacciono le sfide"
Theo buttò giù con un colpo i bicchieri di plastica ammucchiati accanto a lui, prima di alzarsi. Non appena fu in piedi, la stanza girò vorticosamente ma ciò non gli impedì di fronteggiare il tizio.
"Cosa c'è? Oltre ad essere frocio, sei anche stupido?" lo provocò. Il sorrisetto sparì dalla faccia del ragazzo, che Theo si rese conto ora era essere molto più grosso di lui.
"Che hai detto, stronzo?" ringhiò quello.
"Oh quindi sei anche sordo…" continuò Theo, un ghigno sghembo sul viso.
Colpiscimi, colpiscimi, colpiscimi. Vide la mascella del tizio contrarsi e un attimo dopo un pugno ben piazzato lo fece rovinare a terra, capovolgendo un paio di sgabelli nel mentre. Theo ridacchiò da terra, portandosi una mano al labbro spaccato. "E' il massimo che sai fare?"
Il tizio si fiondò su di lui, abbassandosi per afferrargli il davanti della maglia, e Theo chiuse gli occhi aspettando il colpo. Che non arrivò.


Quando il ragazzo mollò la presa sulla sua maglia, ricadde all'indietro di colpo. E mezzo stordito, notò a malapena qualcuno trattenere l'altro e spingerlo indietro.
"Amico, lascia perdere, è ubriaco non vedi?" sentì una voce maschile e vagamente familiare cercare di rabbonire il tizio. Non udì poi più niente, se non un mormorato e seccato "Questo stronzo…" del ragazzo mentre se ne andava, sbattendo sulla spalla del suo provvidenziale ma indesiderato salvatore.
 
Theo respirò, seccato di non aver ottenuto la battaglia che stava cercando e si  tirò a sedere, portandosi di nuovo la mano al labbro sanguinante.
 
Un fruscio e sentì il guastafeste avvicinarsi a lui, e un attimo dopo, inginocchiandosi, il ragazzo entrò finalmente nel suo campo visivo. Gli occhi di Theo si sbarrarono quando incontrarono quelli color ghiaccio, accompagnati dal suo caratteristico ghigno di merda, nientepopodimeno di Brett Talbot.
 
Dio, ma questo è un incubo.
 
"Grandioso" mugugnò tra i denti "La serata va di bene in meglio"
 
Il sorriso di Brett si allargò ancora di più mentre lo guardava accovacciato accanto a lui. "Allora, adesso me la merito una buona parola col tuo fratellino?"
 
*
 
 
Theo avrebbe preferito essere ancora ubriaco, così avrebbe avuto almeno una speranza di dimenticare quella giornata l'indomani. Invece no, probabilmente avrebbe ricordato benissimo che era stato prima preso a pugni, solo per essere salvato da Brett Talbot, e per giunta poi, accudito da Brett Talbot. Theo si chiedeva come la sua vita potesse aver preso quella piega in un solo giorno.
 
Il ragazzo in questione si avvicinò a Theo, seduto sul marciapiedi con la testa fra le ginocchia "Tieni, mettiti questo sulla faccia." gli lanciò un pacco di ghiaccio secco, prima di incrociare le braccia e rivolgergli un sorrisetto "Sarà pure una faccia da stronzo, ma è fin troppo bella per fartela rovinare così"
Theo sbuffò, roteando gli occhi, ma ubbidì, premendo l'impacco sullo zigomo e rabbrividendo alla sensazione di gelo che gli penetrò fin nelle ossa.
 
Per un momento non volò una mosca, c'era solo il rumore delle auto che passavano, voci e musica provenienti dall'interno della discoteca che arrivavano fin lì solo come ovattati sussurri.
 
"Comunque ti è andata bene, quel tipo era il doppio di te, amico, ti avrebbe fatto il culo se non fossi arrivato io"
"Potevo cavarmela da solo" mugugnò Theo
"Sì ho visto" commentò l'altro sarcastico.
Theo piegò di nuovo la testa sulle sue ginocchia, cercando di trovare un filo logico a tutto quello.
 
"Perché mi stai aiutando?" chiese poi all'improvviso
"Hey, io sono un vero buon samaritano, perché altro altrimenti?"
Theo sbuffò. "Si come no"
"Ho incassato un tuo pugno una volta, e penso di aver salvato più quel tipo che te, direi che stavi cercando una rissa e l'avevi trovata" Lo sentì muoversi, aprire la portiera della sua auto parcheggiata lì davanti e poi richiuderla "Alza la testa ora..?" fece poi.
Theo era troppo intontito per chiedersi il perché e ubbidì. Preferì non averlo fatto quando gli arrivò un getto d'acqua addosso.
Theo sobbalzò scuotendosi i capelli bagnati dal viso "Cazzo, sei fuori?!" sbottò guardando Brett ridacchiare, una bottiglietta d'acqua semi vuota in mano
"Sto solo cercando di aiutarti, amico"
"Non sono così ubriaco. E tu ti stai divertendo, non è vero?"
"Hey voglio solo renderti presentabile prima che arrivi Liam" fece Brett alzando le mani con fare di resa.
Theo impallidì. "Cosa? Liam? Liam sta venendo qui? Perché?"
Brett ghignò "Perché l'ho chiamato io ovviamente" fece suadente.
 
Quindi il piccolo stronzo rispondeva a Brett e non a lui, bene.
 
Theo ringhiò cercando di alzarsi, molto a rallentatore. Ma Brett lo spinse di nuovo seduto   con un roteare d'occhi e premendo sulla cima della sua testa "Sta buono, non voglio doverti raccogliere di nuovo da terra, sei più pesante di quel che sembri" si lamentò.
"E' quello che succede quando hai sia muscoli che cervello" mugugnò Theo ricadendo indietro
Brett ammiccò "Bella risposta, me la annoterò per il futuro"
"Perché, non hai nessuno dei due"
"A quanto pare però abbiamo lo stesso gusto in fatto di ragazzi" lo stuzzicò lui
Theo fece per rialzarsi, minaccioso. Un altro getto d'acqua sul viso lo fece ricadere all'indietro con un grugnito infastidito ma sconfitto. "Ti odio" mugugnò.

Brett rise chiudendo la bottiglia e lanciandola da una parte "Sai.. Sento che questo è l'inizio di una grande amicizia"
"Vaffanculo"
 
*

Quando Mason gli aveva detto che era Brett che lo stava chiamando, Liam era rimasto di sasso. Non avrebbe voluto rispondere, però, come Mason saggiamente gli aveva fatto notare, se una persona che non ha alcun motivo per chiamarti, lo fa, probabilmente c'è un motivo serio dietro. E non aveva avuto torto.
 
Non riusciva quasi a credere alle sue orecchie, mentre Brett gli riferiva di come Theo era ubriaco e aveva quasi scatenato una rissa per nulla, dicendogli poi che era meglio se lo veniva a recuperare altrimenti non sarebbe arrivato a casa tutto in un pezzo. Così Liam aveva solo mormorato "arrivo" prima di attaccare.
 
A quel punto Liam si era fatto guidare da Mason fino al locale notturno.
"Sicuro di non volere un passaggio?"
"Nah torneremo con l'auto di Theo, non possiamo lasciarla qui fino a domani, con la nostra fortuna ce la porterebbero via e ci serve domenica per andare all'aeroporto" spiegò Liam, non riuscendo ad evitare di suonare seccato per tutta quella situazione. "Mi spiace averti fatto uscire di casa a quest'ora, Mase."
"Non preoccuparti, Li… a che servono gli amici senno?" Mason gli sorrise "Fammi sapere quando arrivate a casa, ok?"
"Sì, certo, grazie Mase" Liam rispose, accettando il pugno dell'amico e scendendo dall'auto.
Brett gli aveva appena scritto che erano nel parcheggio vicino alla sua auto, ma non fece in tempo a rispondergli che il telefono lampeggiò con l'avviso di batteria scarica, segnalando che gli restavano trenta secondi. Imprecò e lo rimise in tasca, incamminandosi poi per il parcheggio. Fortunatamente la decappottabile di Brett era impossibile da mancare.
 
Vide prima il ragazzo alto, in piedi, e poi i suoi occhi caddero finalmente su Theo, accovacciato in terra, col viso nascosto. Brett lo notò e si voltò verso di lui, un sorriso sul viso. "Bene, bene, lupus in fabula!"
Liam roteò gli occhi avvicinandosi. "Non è il momento Brett"
"Siete tutti di buon umore oggi, vedo" commentò il biondo, mentre gli occhi di Liam si fissavano su Theo, che non aveva ancora alzato la testa. Notò poi come i suoi capelli e la parte superiore della maglia grondavano d'acqua.
"Allora… vuoi restare lì o ce ne torniamo a casa?" gli fece, seccato, incrociando le braccia. Si era sentito in colpa al pensiero che Theo fosse solo a casa, preoccupato per lui ad aspettarlo, mentre invece era in una discoteca ad ubriacarsi e fare casini.
 
Theo alzò la testa, ma non lo guardò, fissando intensamente la bottiglia semi vuota d'acqua buttata poco più a sinistra da lui. "Potevo benissimo tornarci da solo, non dovevi venire fin qui" rispose con lo stesso tono. "Potevi anche restartene dov'eri"
 
Liam serrò le labbra, trattenendosi dal commentare e limitandosi a guardarlo male. Aveva anche il coraggio di mettere il muso con lui dopotutto?
 
"Bene, immagino che questo  non sia il momento per proporvi una cosa a tre.." Theo e Liam gemettero contemporaneamente, mentre Liam spingeva il ragazzo su una spalla. "Brett..!"
"Okay me ne vado" sorrise lui, camminando all'indietro "Chiamatemi se cambiate idea, e… divertitevi"
 
 
Scuotendo la testa, esasperato, Liam guardò Brett salire in auto e partire a grande velocità, e quando anche l'ultimo stridere delle ruote fu svanito cadde di nuovo il silenzio. Liam guardò Theo, che stava di nuovo testardamente evitando il suo sguardo, e un'espressione esausta e afflitta prese il sopravvento.
"Dai. Andiamo a casa" sospirò poi. "Riesci ad alzarti?"
"Sì che ci riesco!" sbottò Theo, facendo leva sulle mani e alzandosi, seppur con fatica.
"Grande, ora dammi le chiavi dell'auto" ordinò Liam allungando la mano. Finalmente Theo lo guardò, e per un attimo tornò alla sua solita e familiare espressione sarcastica. "Come scusa?"
"Ho detto: dammi le chiavi." ripetè Liam lentamente "Non ho intenzione di morire stanotte, o vuoi forse che il mio fantasma torni a perseguitarti? Perché so che lo farei"
Theo fece un verso di scherno "Posso guidare. Non sono più ubriaco. A quanto pare un'ora con Brett Talbot è il rimedio a qualsiasi sbronza."
"Preferisco non rischiare"
"Liam-"
Liam gli rivolse uno sguardo di fuoco "Theo. Dammi-le-chiavi" ordinò, la voce carica di una furia silenziosa, la mano ancora tesa. E dio, se Theo non lo avrebbe preso e baciato lì sul posto. Un Liam arrabbiato era decisamente eccitante. Però no, aveva ancora un po' di dignità. Sospirò irritato, mettendo le mani in tasca ed estraendo le chiavi, per poi posarle sul palmo di Liam. "Se mi ammacchi l'auto, sarà il mio di fantasma che tornerà a perseguitarti"
"Non è di questo che dovresti preoccuparti ora. Sali"
 
*
 
Il silenzio in auto era opprimente, teso ed imbarazzante. Theo non aveva mai visto Liam così. Non sembrava arrabbiato, però c'era qualcosa di… vibrante che sembrava premere proprio sotto la superficie come in attesa di uscire, in attesa di esplodere. Sì, Liam sembrava irrequieto, se avesse proprio dovuto trovare una parola per definirlo. In compenso, più i minuti passavano, più il silenzio si prolungava, più era Theo a sentirsi arrabbiato. Arrabbiato con se stesso, arrabbiato con Liam, arrabbiato per tutta questa fottuta situazione. Per tutti questi sentimenti repressi, per tutte queste bugie, per tutte le volte che continuavano ad ignorare i loro problemi, come se non li riguardassero. Esattamente come era stato all'inizio, tutto quello che avevano nascosto, ignorato, dissimulato. E Theo doveva ammetterlo, si era sempre ritenuto bravo a far finta di niente, ma Liam sembrava in grado di battere persino lui.
Una volta nel vialetto, Liam scese senza dire una parola ed entro in casa. Theo lo seguì lentamente. Liam posò la chiave sul mobile all'ingresso e poi marciò nel salone accendendo la luce. I suoi occhi caddero immediatamente sui pezzi di carta sparpagliati in terra, e poi sui pezzi… del telefono di Theo?

Si voltò verso Theo in piedi sulla soglia, allibito. "Quindi è così che funziona con te? Ti arrabbi perché non ti rispondo al telefono e lo spacchi contro un muro? Ti arrabbi perché non torno e te ne vai a cercare qualcuno a cui spaccare la faccia in una discoteca?" Sbuffò. "Davvero maturo, Theo"


Theo serrò le labbra, prima di fare un passo avanti e puntargli il dito contro il petto. "Non venire da me a dirmi quanto non sono maturo, Liam, sei l'ultimo che può dirmi una cosa del genere" sbottò arrabbiato.
Liam fece un verso strozzato "Che vorrebbe dire?"
"Voglio dire che continui a evitare i problemi, continui a scappare quando ti conviene, invece di star qui a sentire anche le mie ragioni. Scopri una parte della storia, e tiri già le somme senza nemmeno starmi ad ascoltare!" gridò Theo, la rabbia che gli appannava la mente, e la voce che tremava. "Sparisci per ore, lasciandomi qui a chiedermi che cazzo dovrei fare, e ora hai anche il coraggio di farmi la predica su quando io non sia maturo!"
"Oh be' scusa se non avevo esattamente voglia di starti a sentire dopo aver scoperto che tenevi una lista di scopate trofei per vincere una gara col tuo amico, o che mi avevi spudoratamente mentito in faccia quando te l'ho chiesto! Scusa se quando ho scoperto che ti sei scopato il tuo dannato fratellastro-nemico-mortale-Gabe, non ti ho guardato tranquillamente dicendoti 'va bene, Theo, parliamone davanti a una tazza di the'!" ribattè Liam a tono, concludendo spingendo Theo e il suo dannato dito via
"Avresti potuto urlarmi contro, e prendermi a pugni, qualunque cosa… ma non scappare per l'ennesima volta!"
"Ero arrabbiato, Theo! Ed ero sconvolto! Volevo solo starmene da solo un attimo e riflettere, e mentre io tornavo a casa per chiarire, tu ti stavi sballando a una festa!" La sua voce tremò e si spezzò, mentre gli occhi si facevano lucidi, una prima lacrima di frustrazione che gli scivolava lungo la guancia
Theo fece una risata amara "E allora perché sei venuto da me?!" sbottò, allargando le braccia "Perché sei venuto da me se sei così arrabbiato?!"

"Perché essere arrabbiato non vuol dire che mi piaccia vederti stare male, o vederti nei guai…!" A quel punto stava praticamente piangendo "Essere arrabbiato non vuol dire che io non sia comunque irremediabilmente e stupidamente innamorato di te, razza di stronzo!"
"Be' magari non dovresti! Se sono una tale delusione, dovresti solo smetterla di essere innamorato di me!" gridò Theo coprendo la sua voce.
Liam sbuffò incredulo urlando con rabbia "Come se fosse possibile!"
Poi entrambi caddero in silenzio, con gli occhi sbarrati, ansimando e respirando pesantemente, riprendendo fiato, e guardandosi intensamente per un lungo interminabile istante.
Poi un attimo dopo Theo si lanciò in avanti, prendendo il viso di Liam tra le mani e facendo scontrare le loro labbra. Al diavolo la dignità.
Non era solo un bacio. Era come se stessero cercando di avvicinarsi e respingersi via nel medesimo istante. Era come se si stessero baciando e stessero lottando insieme. Theo spinse Liam contro il muro, divorandolo, toccandolo, trattenendolo come se ne dipendesse la sua vita. E Liam… non ci stava capendo più nulla, ma c'era un fuoco, era come se qualcosa che aveva trattenuto tutto il giorno stesse finalmente esplodendo.
Le mani di Theo scivolarono in basso, sul fondoschiena e poi sulle cosce sollevandolo e inchiodandolo al muro, mentre continuava a baciarlo affamato, guidando le sue gambe attorno alla sua vita. "Nnh.." Liam mugugnò tirando indietro la testa contro la parete mentre la bocca di Theo scivolava sul suo collo "Theo… non dovremmo…" cercò di protestare, ma non suonò per niente convincente mentre sospirava di piacere, avvinghiato a Theo, la bocca premuta contro lo zigomo livido di Theo. "Sei ubriaco…"
"Non lo sono" mugugnò Theo, ansimando e rotolando i fianchi contro quelli di Liam.
Il respiro di Liam si inceppò "Io… sono ancora… arrabbiato" protestò ancora lui debolmente
"Bene. Il sesso arrabbiato è terapeutico" mormorò Theo per tutta risposta catturando di nuovo le sue labbra, e sistemando la presa su di lui, per prenderlo in braccio e guidarlo verso il divano.
Liam spostò le mani sui lati del suo viso, guardandolo intensamente "Dici un sacco di stronzate." sussurrò, gli occhi scuri carichi di lussuria prima di baciarlo affamato.
Si lasciarono cadere in un mucchio contorto sul divano, senza osare togliersi le mani di dosso.
"Domani parleremo però" mugugnò Liam tra i baci
"Si… domani.." gli fece eco Theo
Fu diverso da ogni altra volta che aveva dormito insieme, non fu dolce, ma non fu nemmeno brutale. Liam non sapeva dire se era perché erano arrabbiati, o se forse in realtà, erano solo spaventati, spaventati da quella pesante e opprimente distanza che avevano messo tra loro in una sola giornata. Era come se stessero facendo di tutto per ricoprirla, per cancellarla, come a voler marchiare il territorio, possedersi fin nella più piccola molecola del loro corpo. Era come se i loro corpi fossero uno, muovendosi insieme, respirando insieme.
Fu… eccitante, e Liam sapeva che era fottuto, perché non si era mai sentito più innamorato di quanto si sentiva in questo momento.
 
*
 
Quasi due ore e tre orgasmi dopo, giacevano entrambi sul divano, completamente nudi, le gambe avvinghiate, e Liam che riposava contro il suo petto, gli occhi chiusi.
Theo respirava ancora pesantemente, mentre pian piano riusciva di nuovo a pensare lucidamente, senza la foschia dell'alcool, della lussuria e soprattutto della rabbia ad appannargli la mente. Inclinò la testa per guardare il viso di Liam, il suo respiro caldo che gli accarezzava la pelle. Gli scansò una ciocca di capelli dal viso e sospirò. "Mi dispiace" sussurrò piano, i nasi che praticamente si toccavano.
"Considerato il tuo sproloquio di prima" parlò Liam a bassa voce, senza nemmeno aprire gli occhi "Scusarti con una persona mentre dorme non mi sembra il massimo" Li aprì lentamente, un piccolo sorriso sul suo viso.
Theo rise piano "Sapevo che eri sveglio"
"Ah davvero?" lo prese in giro Liam, con un'espressione per niente convinta
"Sì" sussurrò Theo accarezzandogli i capelli. "Lo capisco ormai se dormi dal modo in cui il tuo petto si abbassa e si alza quando respiri, o dalla tua espressione pacifica… dal modo in cui ti tremano le palpebre, da come mi avvolgi la gambe attorno alla vita… e sì, anche dal fatto che russi.."
Liam sbuffò, sollevando la testa solo per colpirlo delicatamente sulla spalla, prima di tornare a sdraiarsi su di lui. "E quindi…? Per cosa ti stavi scusando?"
"Per tutto" rispose Theo semplicemente, disegnando motivi astratti con le dita sulla pelle calda della sua schiena "Mi dispiace per la stupida lista. Per non averti detto tutto subito, per essermi ubriaco e essermela presa con te, e per il sesso." Lo guardò poi ammiccando "Anche se quello non è stato affatto male, sai…" Liam arrossì, voltando la testa e gemendo contro il suo collo. Theo rise affettuoso. "Ma soprattutto…" ritornò serio, attirando l'espressione arrossita di Liam "Mi dispiace che tu debba amare proprio uno come me"
"Theo-" Liam fece per protestare
"No ascoltami, ti prego." supplicò Theo debolmente. Liam si zittì. "Quella lista.. non significa più niente. Josh la teneva con se per abitudine, e io l'ho strappata dalle sua mani quando mi ha suggerito di aggiungere il tuo nome. Io non avrei mai messo il tuo nome su una stupida lista di scopate che non hanno significato niente per me"
"Theo… io non sono arrabbiato per la lista. Voglio dire, forse lo sono stato… per il tempo che mi ci è voluto per uscire da qui e arrivare a casa di Mason… " sospirò Liam. "Perché mi hai mentito? Se è vero come mi hai detto quella sera che non ha significato niente, perché  non mi hai semplicemente detto che era stato Gabe la tua prima volta?"
"Perché volevo evitare proprio questo. Non volevo deluderti, facendoti sapere che la mia prima voltaè stata con un ragazzo che odio, con lo stesso che ha fatto così tanto male a te, a mio padre, a Hayden… sapevo che ti avrei deluso, e volevo- non lo so, era nel passato e non pensavo fosse così importante da menzionarlo. Li, io non sono fiero della persona che ero quando ho iniziato quella stupida lista. E non sono fiero della persona che ha dormito con Gabe."
Liam deglutì. "Che vuoi dire?"

Theo fece una piccola risata amara. "So che avrai pensato. Che io provassi qualcosa per Gabe? E non te ne ho parlato per questo?" Theo scosse la testa "Non è così. Non lo è ora, e non provavo niente per lui nemmeno in passato. E' stata solo… una cosa di cui non vado fiero" ripetè ancora, mordendosi le labbra. "Io ero un egoista, e un ipocrita. Odiavo mia madre ma sopratutto odiavo me stesso perché nonostante volessi avercela con lei, non sopportavo che qualcuno provasse a prendere il suo posto. E odiavo mio padre perché stava provando a farlo. All'inizio della loro relazione, io e Gabe non ci odiavamo, ma non eravamo nemmeno amici. Poi a Natale abbiamo fatto una festa qui in casa visto che mio padre non c'era, era la prima volta che bevevamo sul serio, eravamo ubriachi, eravamo ragazzini stupidi, abbiamo visto due tizi dell'ultimo anno che scopavano nel bagno, e abbiamo pensato che sarebbe stato divertente provare. Dopo quella volta è successo ancora, e più succedeva più mi rendevo conto che Gabe provava qualcosa per me, e che io avevo finalmente l'arma perfetta per manipolarlo, credo… per rovinare tutto." Theo sospirò. "Ricordi quando tanti mesi fa io ti ho baciato e tu mi hai accusato di star rovinando tutto? Ecco, probabilmente è quello che cercavo di fare allora, con Gabe, volevo mandare a puttane le cose. E ci sono riuscito. La famosa rissa è degenerata per ciò che Gabe disse di mia madre, ma è iniziata perché io dissi a Gabe che non mi importava niente di lui, e che l'avevo solo usato. E la cosa davvero orribile è che non me ne pento ancora, l'unica cosa di cui mi dispiace è aver fatto soffrire mio padre. Per questo, quando cominciai a provare qualcosa per te, decisi che non sarei stato egoista anche stavolta." Theo si lasciò andare ad una risata amara, voltandosi finalmente a guardare Liam. Avevano entrambi gli occhi lucidi. "Ma a quanto pare non ho fatto un buon lavoro eh?"
Theo asciugò le lacrime sul viso di Liam, "Ho sempre pensato che le persone che entravano nella mia vita avrebbero comunque finito per lasciarmi, così ho trovato un modo per impedirlo. E l'unico era farmi odiare per primo, così nessuno mi avrebbe voluto. Quella lista è la prova dell'impegno che ci ho messo per far sì che fosse così. Non avevo il coraggio di prendermela con me stesso per ciò che ero, così lasciavo che fossero gli altri a fare il lavoro per me. Però se con Gabe, e con chiunque altro, sono stato egoista per odio, con te lo sono stato solo per amore. Potresti anche essere l'ultimo sulla lista delle persone con cui ho dormito, ma sei sicuramente il primo e l'unico sulla lista delle persone che ho amato- che amo- davvero, Liam. Se non te l'ho detto, era perché non volevo che vedessi come sono, non volevo che fossi deluso, che mi odiassi. Sei l'unico che non potrei sopportare che mi odiasse. Ma so che non sono abbastanza per te, io non ti merito"
 
Theo abbassò lo sguardo, aspettando il verdetto, aspettando qualcosa.

Liam si alzò puntellandosi su un gomito mettendosi seduto."Hey… Theo guardami" lo supplicò. Theo non si mosse, finchè non fu Liam a prendergli il viso tra le mani, costringendolo a voltarsi. "Guardami" Fecero finalmente contatto visivo. Liam non stava più piangendo, anzi c'era qualcosa di risoluto e solido nella sua espressione. Theo deglutì. Si sentiva come se potesse annegare in quelle pozze azzurre, "Non osare mai più che non sei abbastanza. Non dire mai più che non vai bene così, non dire che non meriti tutto questo perché tu sei perfetto, Theo, e ti meriti tutto il meglio che puoi avere! E non osare mai più a chiedere scusa per ciò che sei, per le cose che ti spaventano o che ti hanno fatto stare male. A me vai bene così come sei, io amo ogni parte di te, anche quella stupida, quella immatura, quella che ha commesso e commetterà errori, perché sono quelli che ti hanno reso la persona che sei ora. E non sei più lo stesso di allora. E mi dispiace non averlo capito, mi dispiace se a volte ho considerato la nostra relazione in base alle tue precedenti. Non mi importa più se non sono stato il tuo primo, ora voglio solo essere il tuo ultimo… se mi vorrai"

Theo si sistemò seduto, la schiena contro il bracciolo del divano "Liam-"


Liam gli afferrò le mani, tenendole strette, con fare confortante "Perché nemmeno io sono perfetto. E  a volte, mi chiedo come ho potuto essere così fortunato da meritarmi qualcuno come te, come fra tutte le persone che potresti avere, tu abbia scelto proprio uno stupido e un codardo come me. Ma forse è solo ora che ci lasciamo il passato alle spalle, non credi? Perché è quello che è. Passato. Importa, non va dimenticato, non va cancellato. Perché ti ha portato qui, ci ha portato qui. Ma non deve più essere qualcosa che ci trattiene. Deve insegnarci e spingerci ad andare avanti, ad essere migliori… giusto?"
 
Theo deglutì. Liam posò la fronte contro quella di Theo, tenendolo in posizione con una mano dietro la nuca, e Theo annuì impercettibilmente, gli occhi chiusi, respirando a fatica.
"Ti amo, Theo. Qualunque cosa accada, lo farò sempre"
Theo aprì gli occhi. "Anch'io, ti amavo già anche quando facevo di tutto per odiarti, ti amo ora, e ti amerò sempre, Li"
Liam gli rivolse un sorriso acquosa, lasciandosi trascinare sul grembo di Theo e avvolgendosi in un abbraccio mozzafiato. Seppellì il viso nella spalla di Theo e sentì Theo inspirare tremante tra i suoi capelli. Entrambi non si erano mai sentiti tanto nudi,tanto esposti come in quel momento, non spogliati dei loro vestiti, ma nudi del muro che avevano provato a costruire tanto duramente. E per la prima volta niente di tutto ciò li spaventava.

Erano insieme, ed erano - l'uno per l'altro - tutto ciò che potevano volere, desiderare, tutto ciò di cui avevano bisogno.
Si baciarono, e fu come se fosse la prima volta, fu come sentirsi finalmente integri, completi. Fu come tornare a casa dopo un lungo viaggio. Come il primo respiro appena essere venuti al mondo.
 
Aveva il sapore dell'amore. Aveva il sapore del destino. Se anche esiste una cosa del genere.
 
"Li…" Theo sussurrò, ancora stretti, i nasi, le labbra che si sfioravano, ognuno che annegava negli occhi dell'altro. "Ti voglio"
Liam fece una risata debole ma affettuosa "Non so se riuscirò a reggere per un altro giro ma…"
"No, stavolta… voglio te, in me"
Le parole di Theo ci misero un po' ad affondare "..Co-cosa?" sussurrò Liam. "Vuoi che io-?" balbettò preso alla sprovvista
Theo rise alla sua espressione. "Solo se vuoi anche tu"
"Dio, me lo chiedi anche? Ma io- io- non so-"
"Be'," Theo tirò indietro i capelli di Liam, sorridendo "Questo fa due di noi, visto che è… la prima volta anche per me" ammise, arrossendo debolmente.
Liam allargò gli occhi "Non hai mai-"
"Mai" ripetè. Poi sorrise. "Mai nessuno è stato degno di avere questo" scherzò, facendo ridere e scuotere la testa a Liam. Poi il ragazzo si lanciò in avanti catturando le sue labbra, e facendoli ricadere indietro. Liam sentiva il cuore che batteva come impazzito nel suo petto mentre lasciava le mani vagare dappertutto.
"Che.. che devo fare?" chiese agitato, puntellandosi sui palmi per guardare Theo.
"Dovresti essere esperto ormai, sai…" lo prese in giro Theo.
"Sono nervoso, non voglio rovinare la tua prima volta"
"Tecnicamente non è la mia prima volta…"
"Sai che intendo…" Liam lo supplicò
"Rilassati, e fai quello che ti senti… ricordi cosa mi dicesti tu? La mia prima volta è già speciale, se è con te"
Liam sorrise catturando di nuovo le labbra di Theo e sistemandosi meglio tra le sue gambe.  Per quanto potesse sentirsi nervoso, non poteva non mettersi nei panni di Theo, che per la prima volta aveva deciso di aprirsi, esporsi in un modo così vulnerabile; Theo stava letteralmente dando se stesso a Liam, non solo lo stava facendo col suo corpo, ma lo aveva fatto poco prima con la sua anima. Fin dall'inizio gli aveva mostrato lati di sé che nessun'altro aveva mai visto, gli aveva raccontato cose che nessun altro sapeva, cose che forse nemmeno Theo era riuscito fino a quel momento ad ammettere a se stesso, si era reso vulnerabile, aveva pensato che Liam valesse la pena. E al di sopra dell'eccitazione, al di sopra del nervosismo, al di sopra della paura, ora quello che sentiva era il fremito della pura felicità, al solo pensiero che fosse per lui, che fosse l'unico, che Theo  pensasse fosse lui quello giusto per sé.
 
Liam sapeva che non avrebbe mai dimenticato per tutta la vita il modo in cui si sentì quando affondò finalmente nell'altro ragazzo, il modo in cui Theo si aggrappava a lui come se ne valesse la sua vita, il modo in cui la sua voce chiamava il suo nome, la sua espressione beata, il modo in cui lo baciava, il modo in cui i loro respiri si mescolavano, il calore della sua pelle contro la sua, il modo in cui supplicava chiedendo di più, sempre di più, il modo in cui non potevano evitare di sussurrarsi 'ti amo', ad ogni ansimo, ogni respiro, contro le labbra, su ogni lembo di pelle, per essere sicuri di non dimenticarlo più.
 
Non lo avrebbero fatto.
 
*
 
 
Mentre le prime luci dell'alba cominciavano a far capolino dalla finestra, i due non osavano muoversi da dove erano ancora avvinghiati sul divano. La stanchezza cominciava a farsi sentire, rendendo i loro corpi molli e le palpebre pesanti.
 
"Dobbiamo farci decisamente una doccia, siamo disgustosi" lo chiamò ad un certo punto Theo, tirando a malapena Liam fuori dal suo dolce torpore.
"Nonvoglio" mugugnò Liam, stringendosi al suo petto. Theo ridacchiò, Liam sembrava davvero un bambino a volte
"Andiamo, te ne pentirai più tardi"
"Mmmh" protestò Liam aprendo gli occhi e guardandolo col mento appoggiato sul suo petto. "Non scoperò con te nella doccia, sappilo… non riesco più a sentire il mio corpo" comunicò tranquillamente.
Theo rise di nuovo "Non era a quello che stavo pensando… forse"
Liam roteò gli occhi, non riuscendo a trattenere del tutto il sorriso. Ma senza fare cenno di volersi alzare
Theo gli accarezzò i capelli lentamente, guardando il soffitto. "Facciamo che.. chi arriva prima in bagno, farà lavaggio completo e massaggio all'altro-"
Theo non aveva ancora finito di parlare, che Liam era già corso via. Theo rimase per un attimo spiazzato "Razza di…-" prima di corrergli dietro
 
 
 
Alla fine la sfida venne dimenticata mentre si lavavano di dosso ogni residuo della notte precedente, massaggiandosi i capelli a vicenda, strofinandosi il corpo, e baciandosi, ancora e ancora, lasciando che l'acqua corresse loro addosso.  
 

"Allora, che ne dici di quel massaggio?" chiese Theo suggestivo, mentre tornavano in camera, passandosi un asciugamano tra i capelli. Liam si sedette sul bordo del letto, guardandolo impassibile. "Seriamente? Siamo appena usciti dalla doccia" Comunque non protestò quando Theo gli si sistemò in grembo, spingendolo con la schiena contro il materasso e spogliandolo con lentezza dell'asciugamano. "Sai… penso che tu abbia un serio problema di dipendenza" scherzò Liam, sistemandogli le mani dietro al collo.
"Sì, sono decisamente dipendente da te" rispose Theo, sfiorandogli il collo con la punta del naso e poi baciando la pelle ancora calda e profumata dalla doccia.
"Credevo avessi parlato di massaggio"
Theo si tirò su leggermente per guardarlo negli occhi, con un sorrisetto. "Sì, sai ne conosco uno molto efficace" Liam roteò gli occhi, ma tirò Theo contro di lui facendo di nuovo scontrare le loro labbra bruscamente.
 

Al piano di sotto il telefono di casa, l'unico praticamente ancora funzionante, squillò un paio di volte.

"Sta suonando il telefono" osservò Theo, non troppo interessato, tra un bacio e l'altro
"Sarà Mason… gli avevo promesso di scrivergli quando arrivavamo a casa, ma il mio cellulare è morto, e sai.. ieri sera sono stato troppo distratto da qualcuno per preoccuparmene"
"Ma.. Mason a quest'ora del mattino?"
"Vuoi seriamente scendere di sotto ora a rispondere al telefono?" gli chiese Liam, alzando un sopracciglio.
Theo lo guardò per un secondo "Non proprio" E si lanciò avanti catturando di nuovo le sue labbra con un sorriso…
 
 
 
 
La porta si aprì. Un tintinnio di chiavi contro il mobile.


 
"Non avrai bisogno di questo" mormorò Liam slacciando l'asciugamano legato alla vita di Theo senza smetterlo di baciarlo. "Dio, tu sarai la mia morte prima o poi" gemette poi.
Theo ridacchiò, tirandosi le gambe di Liam attorno alla vita e accarezzandogli dolcemente i fianchi. "Be' almeno morirò felice"
 
 
 
"Quando li vedo gliene dirò di tutti i colori. Il telefono di Theo è spento da ieri, Liam ha ignorato tutte le mie chiamate e non sono stati a casa tutto il giorno! Non ci credo che siamo dovuti tornare in taxy, e perché diavolo la luce è accesa qui?"
 
 
Liam con le mani ferme sulle spalle di Theo e la testa inclinata indietro, sentì Theo baciarlo scendendo lentamente lungo una linea dalla mascella al collo, al petto fino allo stomaco, solo per fermarsi, lanciargli un'occhiata divertita, e ripetere il percorso all'indietro, soffermandosi di nuovo sul collo. E rotolando poi i fianchi contro i suoi. Liam emise un verso a metà tra un gemito e un ringhio. Dannato stronzo
 
 
Paul camminò fino alla porta di Theo, soffermandosi sulla soglia quando si accorse che la stanza era vuota, il letto intatto. La sua espressione si contorse, mentre si girava solo per vedere Jenna marciare verso la stanza di Liam…
 
 
E poi fu come uno sparo nel buio. Un'esplosione che rompe il silenzio, che infrange la pace. Prima il rumore, poi l'eco, e solo dopo lo schianto. Così vicini nel tempo che sarebbe impossibile rendersene conto in tempo. Impossibile scappare, o mettersi al riparo.
Nello stesso modo la pace di quel momento e di quel posto si infranse. Prima venne la voce,
"Liam, spero che tu abbia una buona spiegazione per que-"

Il clangore della porta che si apriva, e poi… lo schianto.
Troppo vicini per poter fare qualunque cosa.

"Oh mio dio"
 
Theo e Liam, ancora avvinghiati in un bacio, sussultarono sul posto, saltando poi seduti, uno da una parte del letto e il secondo dall'altra, voltandosi verso la voce inaspettata e incrociando l'espressione sconvolta di Jenna in piedi sulla soglia, una mano sulla bocca, l'altra ancora sulla maniglia della porta.
"Mamma!" Liam boccheggiò. Era sicuro che loro due avessero la sua medesima espressione sconvolta, mentre si affrettavano facendo la prima cosa istintiva, cercare di nascondersi, in qualche modo di coprirsi. Del tutto inutile.

No no no questo non è possibile

"Che… diavolo..?" balbettò Jenna pallidissima
"Mamma… no-non è come sembra!" Liam cercò di dire, la voce che veniva fuori a fatica, il panico che si faceva strada nel suo corpo, facendo sentire paralizzato, mozzandogli il respiro.


"Che succede?" fece la voce di Paul prima di apparire preoccupato guardando prima Jenna e poi voltandosi per guardare nella stanza. Fu spaventosa la velocità in cui divenne improvvisamente bianco come un lenzuolo.
"Papà, possiamo… possiamo spiegare!" balbettò Theo, alzando una mano mentre l'altra si teneva in posizione l'asciugamano

No no no non è così che doveva andare
 
Paul non si mosse, bianco come un cencio, mentre l'espressione di Jenna si faceva furiosa. "Spiegare?! Che diavolo… vi è saltato in mente?!" Fece un passo avanti, l'espressione rigida, sembrava fuori di sé. "Mentre noi vi chiamavamo tutto il giorno senza avere risposta, facendoci impazzire all'idea che foste morti chissà dove, voi due-"

Un improvviso tonfo leggero e un ansimo la fecero zittire e voltare verso il punto in cui accanto a lei Paul era indietreggiato finendo contro lo stipite della porta, "Paul…" l'uomo si portò una mano al petto, boccheggiando, il viso improvvisamente pieno di panico.
"Papà…!" lo chiamò debolmente Theo

E poi all'improvviso, Paul cadde a terra, a metà tra le braccia di Jenna, che cercò di rallentarne la caduta "Oh mio dio, Paul!" gridò.

Liam saltò giù dal letto come un fulmine, inginocchiandosi accanto a lui, il cuore batteva impazzito, per un attimo non sapendo cosa fare delle sue mani, cosa fare di tutto "Paul, Paul…! Merda-" Si voltò verso Theo, completamente nel panico "Theo, chiama il 911!!" boccheggiò.

Ma Theo non si mosse, il viso scioccato, pallido, il corpo paralizzato, "Theo….!"
 
CONTINUA

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Capitolo 29
*** Sistemare le cose ***


Ciao a tutti! Comincio innanzitutto scusandomi per l'immenso ritardo!! Questo si supponeva dover essere il capitolo finale, ma ho passato l'ultimo mese ad arrovellarmi il cervello, scrivendo e cancellando in continuazione. Alla fine sono arrivata ad oggi, avendo scritto solo questa prima parte. Così ho pensato che era preferibile pubblicare qualcosa di piu' breve, piuttosto che non pubblicare ancora nulla per altre due settimane!

Insomma così, eccoci qua, possiamo dire con... l'inizio della fine! Non mi sembra vero che siamo quasi alla conclusione di questa storia! 💕
 

Il silenzio era assordante.

Theo e Liam erano seduti uno accanto all'altro, solo pochi centimetri a separare le loro spalle, li in quel bianco e spoglio corridoio di ospedale. Erano vicini, ma allo stesso tempo erano ad anni luce di distanza l'uno dall'altro.

Calde, silenziose lacrime erano scese copiose nelle ultime ore sul viso di Liam, lasciandogli gli occhi gonfi e le guance rosse e rigate.

Theo era pallido, gli occhi verdi fissi davanti a sé, verso un punto imprecisato del muro, chiaramente perso nei meandri della sua mente. Le sue mani tremavano debolmente, così le intrecciò in grembo, tanto forte che le nocche divennero biancastre.

Non servì a molto.

Anche le braccia gli tremavano. E le ginocchia. Il suo intero mondo stava tremando, mentre attendevano con ansia che Jenna o un dottore o chiunque uscissero da quella maledetta porta scorrevole per dirgli cosa stava succedendo a suo padre.

Suo padre.

Lo aveva fatto alla fine, quello che tutti avrebbero dato per scontato, quello che faceva ogni dannata volta. Aveva rovinato tutto.

Suo padre poteva non farcela stavolta, o poteva sopravvivere e non perdonarlo mai più. Aveva voluto essere egoista, e ora avrebbe perso ogni cosa. Tutto ciò che contava davvero per lui. Suo padre, e Liam.

Un calore improvviso lo fece ritornare bruscamente alla realtà, sobbalzò visibilmente, e i suoi occhi, spalancati e tormentati, furono attratti dalla mano che delicatamente si era posata sul suo ginocchio tremante.

La mano di Liam.

Il respiro di Theo tremò, e alzò gli occhi su quelli del ragazzo accanto a lui.
Liam aveva gli occhi rossi tanto quanto le labbra, che aveva passato l'ora precedente a tormentare. Anche il suo corpo tremava, ma c'era fermezza nel suo sguardo e nel modo in cui la sua mano gli strinse il ginocchio.

Non si dissero nemmeno una parola, Theo non sapeva quando avessero smesso di avere bisogno della voce per comunicare. Eppure riusciva a sentirlo forte e chiaro.

Andrà tutto bene, vedrai. Ci sono io qui con te, diceva.

Così Theo alzò la mano e la posò semplicemente su quella di Liam, stringendola, aggrappandovisi come se da ciò dipendesse la sua intera vita.

Quando la porta si aprì, ci misero un po' a reagire. Theo alzò lo sguardo, e Liam voltò la testa, il cuore che accelerava paurosamente vedendo Jenna che usciva, pallida e a testa bassa, un fazzoletto stretto nella mano sinistra, sollevato ogni tanto per asciugarsi gli occhi.

Quando finalmente anche lei alzò la testa, e li vide, si fermò sui suoi passi, quasi come se non si aspettasse di vederli lì. O come se non fosse pronta a vederli lì.

I suoi occhi poi scivolarono lentamente sulla mano di Liam ancora posata sul ginocchio di Theo, la mano di Theo posata sulla sua. Poi vagarono per il corridoio, rilasciando un sospiro tremante.

"Non dovreste essere qui, voi due, vi avevo chiesto esplicitamente di restare a casa" parlò poi. Probabilmente provò a suonare arrabbiata ma tutto quello che trapelò dalla sua voce fu angoscia.

Theo abbassò gli occhi al suolo, portandosi una mano tra i capelli. Non poteva gestire anche questo ora, no, non prima di aver saputo come stava suo padre. Ma Liam si alzò in piedi impacciatamente, e Theo non poté che sentire già la mancanza di quel tocco rassicurante su di sé. Gli sembrava già di andare di nuovo alla deriva, trascinato dai suoi pensieri negativi.

"M-mamma..." cominciò Liam, guardando Jenna, la voce quasi un impercettibile e debole bisbiglio, ma la donna lo fermò immediatamente. Non che sapesse esattamente come continuare la frase. Cosa poteva dire dopotutto?

"Io... Non voglio sentire niente, non ora. Noi..." Jenna si portò una mano alla fronte, facendo il movimento interrotto di andarsene solo per poi rivoltarsi verso di lui. Guardò Liam per un secondo, prima di sospirare, le spalle che le si afflosciavano in segno di rassegnazione "Io non riesco nemmeno a guardarti in questo momento"

Gli occhi di Liam si riempirono di nuovo di lacrime, ma abbassò il capo. "Io.. I-io.. Mi dispiace.." balbettò, anche se venne fuori più un miscuglio tra un singhiozzo e un ansimo. "Non era così.. Che volevamo...-"

Jenna non riuscì a trattenere un'esclamazione amareggiata "Ah no? E cosa vi aspettavate? Cosa vi aspettavate mentre, sapendo quanto Paul e io stessimo provando a costruire qualcosa di buono per questa famiglia, voi vi prendevate gioco di noi, nella nostra casa, alle nostre spalle, alle-" Jenna si costrinse a smettere di parlare "Cazzo" Fu la prima volta in assoluto che Liam senti sua madre imprecare.

Lei si portò una mano alla bocca, come per impedire al flusso di parole di lasciare le sue labbra, poi respirò profondamente e si passò le mani tra i capelli, cercando evidentemente di riprendere il controllo. Poi li guardò di nuovo, fermamente "Non voglio parlare di questo ora, non è il luogo né tantomeno il momento adatto. Io... non so veramente quale vi aspettavate sarebbe stata la nostra reazione a..." fece un gesto vago con le mani verso di loro "qualunque cosa questa sia, ma- se avete ancora un minimo rispetto per me e Paul o per la nostra autorità, voglio che aspettiate a casa"

"No"

La voce di Theo era debole ma in qualche modo sembrò riverberare in tutto il corridoio. Jenna e Liam lo guardarono e finalmente Theo alzò la testa da dove era dapprima rovesciata sulle ginocchia.

Ma nei suoi occhi non c'era né sfida né rabbia. C'era solo dolore.
"Non posso farlo. Capisco che sei arrabbiata con noi, ma.. io non posso stare ad aspettare a casa senza sapere. Potrai non credermi se ti dico questo, ma lui è mio padre, io gli voglio bene e morirei se gli capitasse qualcosa, se gli capitasse qualcosa per colpa mia. Quindi, capiscimi quando ti dico che non mi muoverò da qui finché non saprò qualcosa"

Jenna lo guardò intensamente, e Theo sorresse il suo sguardo.
Liam lo ammirava per questo, lui non era sicuro che sarebbe stato in grado di farlo. Il viso di Theo era determinato, la mascella contratta, e Liam non poté non notare che The non stava piangendo. Era stato pallido, tremante e in uno stato quasi di trance per tutto il pomeriggio, ma non aveva versato nemmeno una lacrima. Liam sapeva che probabilmente si stava solo trattenendo... trattenendo finché non ce l'avrebbe più fatta.

Lo sguardo di Liam oscillò tra sua madre e il ragazzo, quasi in attesa di un'esplosione.
Che però non avvenne.
Jenna chiuse gli occhi, interrompendo finalmente il contatto visivo e poi annui e basta, andando a sedersi qualche sedia più giù.

Liam la guardò col dolore negli occhi. Ma non poté fare altro che tornare a sedersi al suo posto accanto a Theo.

Che altro poteva fare dopotutto?

*

Sembrò essere passata un'eternità, quando finalmente la porta si aprì lentamente rivelando un uomo in camice bianco, gli occhiali posati sul naso e il viso affaticato.
Tutti e tre si alzarono contemporaneamente, quasi in sincronia, dirigendosi velocemente verso di lui.

"Dottore, mi dica, come sta Paul..?" supplicò Jenna trafelata.
"Lei è la moglie?" chiese l'uomo, e Jenna annuì. Poi il dottore lasciò scivolare lo sguardo sui due ragazzi, come in una domanda implicita.

"Io sono suo figlio" affermò di nuovo Theo. Lui allora guardò Liam, che esitò. Tecnicamente lui non era un familiare per Paul. Tecnicamente non aveva diritto di essere lì.

"Lui è mio figlio" pronunciò Jenna con voce stranamente ferma. Liam ebbe la sensazione che Jenna non stesse parlando solo al dottore, ma anche a loro due, come a voler ricordare loro cos'erano. "Può parlare, la prego"

L'uomo annuì e sollevò la cartella che teneva lungo il fianco. "Il signor Raeken è stabile ora, e al momento è sotto sedativi, sta riposando."
"Si... si è trattato di infarto? Perché lui prende sempre le sue medicine e..." balbettò Jenna.

"Non esattamente. Diciamo che si è trattato di un mini-infarto, ha detto che eravate appena scesi da un aereo giusto?" Jenna annuì. " E' una cosa frequente, soprattutto per persone dal cuore debole come suo marito. Ha avuto un abbassamento della pressione sanguigna, probabilmente a causa della stanchezza, del caldo e del jet leg...."

E dello shock. Non sarebbe successo se non avessero trovato me e Liam... in quel modo.

"Però ora sta bene?" chiese ancora Jenna, come se avesse bisogno di sentirselo dire ancora e ancora.

"Si, lo terremo in osservazione per la notte, per stare più tranquilli. Però potrà uscire anche domani in serata."

Fu come se una parte di quel grosso macigno che opprimeva i loro petti fosse stato sollevato d'un tratto. Tutti e tre si lasciarono andare ad un sospiro di sollievo, e Jenna si accasciò sulla sedia, come prosciugata improvvisamente, accarezzandosi il viso con le mani. Il dottore le si avvicinò con un sorriso rassicurante.

"Stia tranquilla, signora Raeken, suo marito è molto forte." Le posò una mano sulla spalla. "Se vuole può restare con lui qui in ospedale stanotte." Jenna guardò il dottore, annuendo tra le lacrime. "Sì, certo, dottore"

L'uomo poi guardò i ragazzi. "State su, ragazzi, fortunatamente è andato tutto per il meglio!" cercò di risollevarli con un sorriso, che Theo e Liam non riuscirono completamente a ricambiare. "Vorrei dirvi che potete restare anche voi con lui, ma purtroppo il regolamento dell'ospedale prevede un solo familiare per la notte"

Theo annuì. Suo padre stava bene, era questo l'importante. Probabilmente non avrebbe nemmeno voluto vederli in un momento simile. Theo stesso non era sicuro di sentirsi pronto ad affrontarlo.

Liam però si morse il labbro "Non... possiamo nemmeno vederlo prima di andare?" chiese esitante. Theo lo guardò, quasi stupido che fosse lui a suggerirlo per primo.

"Meglio di no" Stavolta fu Jenna a parlare. Si alzò mettendosi a fianco dei ragazzi. "Il dottore ha detto che Paul sta dormendo e ha bisogno di riposo giusto?"

Evidentemente Jenna era della stessa opinione di Theo.

"Sì, sarebbe preferibile lasciarlo riposare per il mo-" Il cercapersone appeso alla cintura del dottore suonò, distraendolo. Lo afferrò e poi alzò lo sguardo verso il gruppo. "Scusate, devo scappare. Signora Raeken, venga nel mio studio più tardi, le lascerò le prescrizioni mediche e stilerò una dieta ipocalorica che suo marito potrà seguire dopo le dimissioni-"

"Certo, dottore, la ringrazio infinitamente, a dopo"

Il dottore si allontanò velocemente lungo il corridoio e Jenna sospirò di nuovo voltandosi finalmente verso Theo e Liam.

"Mamma... io- voglio parlare con Paul, dirgli che-" biasciò Liam agitato. Soffocò tra le parole "-che mi dispiace-"

"Liam" Stavolta il tono di Jenna era più tranquillo. "Questo non è il momento. Ne parleremo quando saremo a casa, e Paul non sarà su un letto d'ospedale. Vi prego, voglio che torniate a casa e ci restiate fino al nostro ritorno, potete farlo?"

"Ma-"

"In questo momento, sono sconvolta, sono arrabbiata, sono delusa e triste. E non voglio davvero rischiare di dirvi qualcosa di cui domani mi pentirei, quindi- vi prego" La sua voce tremò debolmente, mentre li guardava quasi supplicando.

Così Theo e Liam si limitarono ad annuire.

E Jenna annuì a sua volta, facendo loro un debole sorriso tirato. "Bene, andate ora, l'orario di visita è quasi finito. Ci vediamo a casa" E si voltò, incamminandosi lungo il corridoio.

Nessuna raccomandazione, nessun saluto, nessun gesto affettuoso.

Liam la guardò andarsene, gli occhi lucidi puntati sulla sua schiena in ritirata, sentendosi come se mille lame gli stessero trafiggendo il petto.

"Andiamo, Li" lo chiamò Theo debolmente da qualche parte dietro di lui.

E Liam annuì meccanicamente, prima di voltarsi, superare Theo e incamminarsi verso l'uscita.

*

Liam camminò lentamente attraverso il parcheggio, diretto dove ricordava avessero lasciato l'auto, consapevole di Theo che lo seguiva, a piccoli passi, da qualche parte alle sue spalle.

Per puro caso si ritrovarono a passare nel punto esatto in cui ormai sette mesi prima aveva trovato Theo ad aspettarlo, il giorno in cui aveva trovato finalmente il coraggio di andare a trovare Scott. Il giorno in cui aveva capito di essere innamorato di Theo.

Sembrava quasi ironico. Ricordava ancora come quel giorno, lì in quel posto, aveva pensato che quei sentimenti non sarebbero mai potuti andare da nessuna parte, perché non erano destinati ad essere, perché erano sbagliati, e sarebbero stati solo fonte di dolore per tutti.

E ora, sempre nel medesimo posto, quello che era appena successo a Paul, sembrava essere solo la legittimazione di ogni paura che lo aveva tormentato all'epoca.

Eppure...

Liam si accorse d'un tratto che i passi dietro di lui si erano fermati. Così rallentò, voltandosi per cercare Theo.

Il ragazzo era in piedi, fermo, un paio di metri davanti a lui, guardandosi i piedi e stringendo i pugni lungo i fianchi.

"Hey... stai bene?" Liam deglutì, la voce che usciva a fatica dopo tutte quelle ore di silenzio e pianti.

Era una domanda stupida, ne era consapevole. Ma voleva dare modo a Theo di rispondergli "No, non sto bene", e lasciarlo piangere e sfogarsi finalmente.

"Forza, fallo e basta"

Fu quello che uscì invece dalla bocca di Theo, ed era diverso sicuramente da quello che Liam si sarebbe aspettato. Infatti lo guardò, corrugando le sopracciglia confuso. "Di... che parli?"

"Alla fine e' successo esattamente quello che temevi..." disse Theo dopo qualche secondo di silenzio. "Quello che volevi evitare ad ogni costo. Quindi... che stai aspettando?"

Theo non aveva ancora alzato lo sguardo da terra, e Liam era sempre più confuso.
"Theo, non so che-"

Theo lo guardò finalmente, un'espressione di puro dolore nei suoi occhi grigi
"Tu... hai intenzione di lasciarmi, non è così?"

Le parole di Theo, il suo tono di sconfitta e rassegnazione totale lo colpirono in pieno, lasciandolo senza parole.

Non disse nulla, guardò solo Theo chinare di nuovo il capo. "Quindi, fallo e basta."

Liam fece qualche passo, avvicinandosi a Theo e prendendolo delicatamente per le spalle. Theo si irrigidì sotto il suo tocco.

"Theo" lo chiamò Liam debolmente. Ma Theo sembrava intenzionato a non alzare più gli occhi su di lui. "Io non ho intenzione di lasciarti" disse allora.

Theo lo guardò finalmente, il cuore che saltava un battito, e deglutendo un groppo alla gola "Ma...- avevi ragione tu. Avevi detto che tutto ciò avrebbe fatto soffrire i nostri genitori, che avrebbe distrutto la nostra famiglia, ed è stato così... io non volevo accettarlo, ho sempre pensato che avremmo potuto trovare un modo, invece- guarda come è finita-" La voce di Theo si spezzò, e Liam strinse la presa sulle sue spalle ancora di più, il cuore che si stringeva sentendo quanto Theo sembrasse distrutto.

"No, Theo! Tu avevi ragione!" disse, scuotendolo leggermente. "Quello che è successo oggi, non è dipeso dalla nostra relazione, è dipeso dalle nostre bugie. Tu mi avevi detto fin dall'inizio che avremmo dovuto parlare con loro, che avremmo dovuto mostrargli che potevamo far funzionare le cose! Me lo hai detto fino allo sfinimento che sarebbe stato molto peggio se lo avessero scoperto nel modo sbagliato, ma io non ti ho dato ascolto. Perché avevo paura come al mio solito. Ho preferito essere un codardo, e questo è stato il risultato!"

"Liam, non è stata solo colpa tua, in questa cosa ci siamo coinvolti entrambi-"

"Puoi dirlo forte" Liam lo strattonò ancora delicatamente e Theo lo guardò sorpreso dalle sue parole. "In questa cosa siamo coinvolti entrambi, e io non ho idea di cosa succederà domani... L'unica cosa a cui posso pensare ora è che sono contento che Paul stia bene... che le nostre bugie non abbiano causato fortunatamente niente di irreparabile... che avremo modo di rimediare e spiegarci con loro... ma qualunque cosa succeda, Theo... la affronteremo insieme, perché ci siamo dentro insieme"

Theo si lasciò andare a un singhiozzo soffocato mentre Liam usava la presa sulle sue spalle per tirarlo vicino e abbracciarlo. Seppellirono la testa ciascuno nella spalla dell'altro, stringendosi forte.

"Non so proprio come potremmo spiegarci loro... non so se lo capiranno mai... se ci perdoneranno mai!" biascicò Theo, la voce offuscata dal tessuto contro la bocca "Mio padre... potrebbe anche decidere di mandarmi via, Li...! Di mandarmi a vivere a Boston con mia madre..."

Liam si allontanò di poco da lui, cercando i suoi occhi con decisione "Non lo permettemo, noi...troveremo un modo. Anche a costo di... venire io con te"
"Liam-"
"No, noi-troveremo-un-modo." scandì determinato "Non mi permetterò di perderti di nuovo, Theo. Non ho intenzione di rompere con te. E non importa se vorranno farci lasciare, o se proveranno a separarci, non cambierà nulla. Perché potranno anche dividerci, ma non potranno comunque costringermi a smettere di amarti. Non lo farò mai! Hai capito?"

Theo annuì debolmente, il cuore sul punto di uscirgli dal petto, per quanto batteva velocemente. Per la prima volta in quella lunga giornata, si sentì quasi tranquillo, quasi coraggioso. Ed era merito di Liam. Chi lo avrebbe detto pochi mesi prima che sarebbe stato lui il primo a farsi avanti, pronto a combattere per la loro relazione?

Theo lo guardò, con gli occhi carichi di affetto e un sorriso acquoso. "Sai, sono fiero di te, Li" Gli prese il viso tra le mani cullandolo delicatamente.

Il cuore di Liam sobbalzò, ricordando di nuovo quel giorno. Anche quel giorno dopo aver visto Scott, Theo gli aveva detto le medesime parole. Sono fiero di te. "Tutto quello che ho sempre voluto per te era che non avessi paura di dire quello che desideri, che non avessi paura di essere te stesso o di volere qualcosa di bello per te per una volta... perché sei una persona incredibile, Li, e ti meriti tutto ciò che vuoi! Anche se tua madre è arrabbiata ora, io ti assicuro che tu non sei un cattivo figlio, e sono certo che nemmeno per lei lo penserebbe mai..."

Liam gli rivolse un sorriso tremante. "Però lo sai che lo stesso vale anche per te, vero?"

Theo esitò solo un attimo prima di annuire "Sì. Hai ragione tu, Li, non è troppo tardi..." disse poi "Abbiamo ancora tutto il tempo del mondo per sistemare le cose"
 

CONTINUA

 

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Capitolo 30
*** Supponiamo che sia amore... ***


Nel momento stesso in cui Jenna si fu chiusa la porta della stanza di Paul alle spalle, premette con la schiena contro la superficie liscia e fredda in legno, come in cerca di un sostegno. Fu anche lo stesso momento in cui le lacrime iniziarono ad uscire finalmente, veri e propri singhiozzi che scossero il suo corpo facendola tremare, facendole ringraziare che ci fosse quel corpo solido a sorreggerla.

Seppellì il viso tra le mani a coppa, e semplicemente lasciò uscire tutto ciò che sentiva opprimerle il petto. Preoccupazione, dolore, paura, rabbia, angoscia. Senso di colpa. E anche senso di fallimento. Dov'è che avevano sbagliato? Cosa avrebbero dovuto fare ora?

Restò così per quella che sembrò un'eternità, finchè ogni lacrima fu versata e riuscì finalmente a sollevare il viso, respirando per recuperare fiato, gli occhi gonfi e la testa che sembrava volerle scoppiare da un momento all'altro.

Spostò lo sguardo nella stanza in penombra lasciandolo poi cadere su Paul, che dormiva ancora pacificamente nel suo letto, il monitor a suo fianco che scandiva un ritmo costante e rassicurante.

Inspirò ed espirò. Ancora e ancora.

Poi si asciugò gli occhi e si staccò finalmente dalla porta, camminando lentamente fino al letto. Si lasciò cadere nella sedia affianco ad esso, e guardò supplichevole il volto addormentato del marito, prendendogli la mano nella sua.

"Ti prego... svegliati presto, tesoro. Ho davvero, davvero bisogno di te in questo momento" pregò, gli occhi ancora lucidi, posando poi con un sospiro stanco la testa sul proprio avambraccio, senza mai lasciare la mano di Paul.
 

In qualche momento imprecisato, doveva essersi addormentata, perché quando riaprì gli occhi, fuori il cielo era quasi rosso fuoco, mentre il sole tramontava su quella lunga e stressante giornata. Jenna uscì fuori dalla foschia del sonno solo quando avvertì una mano che le accarezzava teneramente la testa.

Sbattè le palpebre, prima di collegare i pezzi e tirarsi su a sedere. Il suo viso esplose in un sorriso di sollievo quando incontrò gli occhi di Paul, perfettamente sveglio e apparentemente in perfetta salute. Il suo viso al momento lasciava trasparire solo stanchezza.

Jenna gli prese la mano tra le sue avvicinandosi. "Oh mio dio, sono così contenta che stai bene!" sospirò, sentendo di nuovo le lacrime bagnargli le guance, ma non ci prestò troppa attenzione. Gli baciò le nocche strette tra le sue dita, prima che Paul alzasse la mano libera per asciugargli la guancia destra. "Ho avuto così tanta paura..."

"Mi dispiace, tesoro" parlò Paul debolmente. "Non volevo farti preoccupare... Non avrei mai voluto che mi vedessi così..."

"Non devi scusarti, non è stata colpa tua..." lo rassicurò Jenna dolcemente. I loro occhi si incontrarono, i corpi di entrambi si tesero leggermente, a ciò che le parole di Jenna sembrarono sottintendere.

Jenna si morse le labbra, 'Ricordi cosa è successo?' era ciò che voleva chiedergli, ma temeva di poter causare più danni in un momento delicato come quello. Così si trattenne.

Fu Paul però a parlare. "...Dove... Dove sono i ragazzi?" chiese titubante.

Jenna esitò, mordendosi le labbra. "Io... li ho mandati a casa." Sospirò. "Ho pensato... sarebbe stato meglio parlargli insieme... una volta... superata questa..." Abbassò lo sguardo, una presa mortale che sembrava stargli stritolando lo stomaco. Paul restò a guardarla preoccupato, come a voler valutare la sua reazione. "Io... non sapevo davvero cosa dir loro. Avevo paura... di dire qualcosa di sbagliato." Le lacrime tornarono a riempirgli gli occhi, offuscandogli la vista "E forse l'ho fatto. Sono stata così... io..." I singhiozzi tornarono a scuoterle il corpo e soffocarono il resto delle sue parole.

Paul a fatica si alzò a sedere, tirandola poi tra le sue braccia e accarezzandole delicatamente la schiena. "Hey... hey... andrà tutto bene, tesoro. Loro capiranno, sei pur sempre un essere umano. Hai reagito come chiunque avrebbe fatto. Eri preoccupata, e arrabbiata e sotto shock. Nessuno ti biasimerebbe. Okay?" cercò di rassicurarla, allontanandosi e prendendola per le spalle. "Okay?" ripetè poi più deciso.

Jenna annuì tremante, tirando su col naso e cercando di calmarsi. Odiava essere così. Avrebbe voluto essere forte. Doveva assolutamente recuperare il controllo.

Inspirò ed espirò. Ancora e ancora.

"Co... cosa dobbiamo fare ora?" chiese debolmente. "Coi ragazzi...?" Sospirò portandosi una mano alla fronte. "Io... non... non mi sarei mai aspettata una cosa del genere... no-non sapevo... nemmeno che a mio figlio piacessero i ragazzi... io..." Quand'è che Liam ha smesso di parlare con me? "Perché non me l'ha detto?" esalò, angosciata. "Perché non ne hanno parlato con noi? Avremmo... potuto non arrivare... a questo... Perché ci hanno mentito? Per tutto questo tempo..." Jenna mugugnò, angosciata. Poi si asciugò gli occhi, e sospirò di nuovo. Alzò lo sguardo per osservare Paul. La sua espressione era strana. Sembrava... colpevole?

"Io..." cominciò. "Penso di capire cosa stessero provando"

Jenna lo guardò confusa. "Ch...che intendi dire? Non capisco"

Paul la guardò con un'espressione afflitta. "Voglio dire... che io sapevo di Theo e Liam. L'ho... sempre saputo"

Un silenzio attonito seguì quelle parole.

Jenna battè le palpebre per un paio di volte, prima che le parole affondassero del tutto. "Che vuol dire che lo sapevi?" chiese, a bocca aperta.

"Non sapevo che tipo di rapporto avessero, ma avevo intuito quello che provavano l'uno per l'altro."

"Come..." Jenna boccheggiò di nuovo. "Io... non capisco... da quando... da quando l'hai capito?"

"Vedi... io sapevo già quello che provava Theo ancor prima che voi veniste a vivere da noi..." Jenna era ancora più confusa. "Ricordi quella primissima sera? Quando tu e Liam siete venuti a stare da noi? A cena... ricordi di cosa parlammo?"

"Onestamente ora sono decisamente confusa, e non ricordo nemmeno di cosa abbiamo parlato in aereo" ribatté Jenna, ancora sbalordita.

Paul fece una piccola risatina, prima di continuare. "Abbiamo parlato dei ragazzi, di come Liam avesse una cotta per quella bambina... e io dissi di non ricordare il nome della persona di cui Theo da piccolo parlava in continuazione... Ecco io... ho mentito." Paul afferrò un lembo delle lenzuola, tormentandolo con le mani, nervosamente. "Non avrei mai potuto dimenticare il nome dell'unica persona che all'epoca, dopo che sua madre se ne andò, riusciva a smuovere Theo. Ed era quello di tuo figlio." Paul sospirò. " Quando sua madre se ne andò, Theo è cambiato totalmente. Era sempre solo, ere sempre spento e indifferente. Sembra che non gli importasse più di nulla, e di nessuno. Eppure quando parlava di Liam, i suoi occhi brillavano. Sembrava di nuovo il bambino che conoscevo. Non credo che all'epoca lui ne fosse consapevole, forse non se n'è nemmeno mai reso conto di quello che provava. E quando tu mi parlavi di Liam, io ho ricordato quel nome, ma non gli ho dato peso. Voglio dire... solo perché Theo aveva avuto una cotta per lui da bambino, non voleva dire che ce l'avrebbe avuta ancora. Soprattutto sapendo quello che era diventato col passare del tempo. Eppure... dal giorno in cui voi siete venuti a stare da noi, mi è sembrato come di rivivere tutto daccapo. Theo è tornato ad essere quella persona. E' tornato ad essere felice. Lentamente. Gradualmente. E il giorno di Capodanno, alla stazione di polizia, ne ho avuto la conferma."

"Io non capisco... Paul, perché non me ne hai parlato?!"

"Il mio... era solo un sospetto... voglio dire, sapevo che Theo era interessato ai ragazzi e avevo visto il modo in cui guardava Liam, come si comportava con lui... con la rissa, e con tutta la faccenda di Scott, non era mai stato così con nessun altro... Ma pensavo che fosse una cosa a senso unico. Non pensavo valesse la pena tirare fuori l'argomento. Con te... e con lui. Sopratutto. Temevo potesse rovinare tutti i progressi fatti fino a quel momento" Paul sospirò. "Però poi mi sono accorto che forse per Theo stava diventando doloroso. E' anche questo il motivo per cui ho accettato che Theo andasse a stare per un po' da sua madre... quel giorno... io li ho sentiti discutere sulle scale...  avevo già notato che c'era tensione tra di loro e ho pensato che gli avrebbe fatto bene prendere le distanze. Poi però..." Paul esitò, torturandosi le mani.
 

"Cosa?" lo incitò Jenna.

"Il giorno del compleanno di Liam, Theo lo ha accompagnato a casa. Erano ubriachi, credo... il casino che hanno fatto mi ha svegliato, così... quando erano in camera, li ho sentiti di nuovo parlare. Le parole di Liam mi hanno colpito. Ho realizzato che non era affatto una cosa a senso unico, e ho capito quanto stessero soffrendo entrambi, e che sopportavano per il nostro bene, perché pensavano che non lo avremmo accettato" Paul concluse, tornando a guardare Jenna, che ora piangeva di nuovo, silenziosa, calde lacrime che gli bagnavano le guance.

"Perché... non me lo hai detto? Perché non ne hai parlato con loro? Non avrebbero dovuto sopportare tutto questo da soli per tutto questo tempo... e..."

"Ho avuto paura." ammise semplicemente Paul. "Tutto questo... è già successo una volta. Ricordi Alice... la madre di Gabe? Quello che..."

"Sì, sì, ricordo fin troppo bene"

"Gabe e Theo... be', ecco... diciamo che non è la prima volta che entro in camera di mio figlio in un momento poco opportuno..."

Jenna spalancò gli occhi "Oh dio..."

"Io ne parlai con Alice, e lei... be'... non la prese affatto bene. E poi è successo quello che è successo..." Paul sospirò. "Avevo paura che tu mi avresti odiato, che avresti odiato Theo... e non volevo perderti" ammise infine, anche lui ora con gli occhi lucidi.

"Paul. Io non sono lei. Non ti avrei mai incolpato per questo. E... ora che ho sentito tutto questo, non so nemmeno se riuscirei ad incolpare i ragazzi. Li abbiamo... travolti in questa cosa, li abbiamo portati vicini, non possiamo biasimarli se si sono affezionati l'uno all'altro. Anche se forse non è nel modo in cui immaginavamo..." concluse con una risatina nervosa, prendendo di nuovo la mano di Paul.

Paul restò un attimo in silenzio, riflettendo "Sai... quando ho scoperto di Theo e di Gabe, io l'ho accusato che la sua fosse solo una ribellione contro di me. Un modo per incolparmi del fatto che sua madre se ne fosse andata. Un modo per farmi soffrire... E forse era proprio così. Ma ora è diverso... con Liam è diverso. L'ho visto coi miei occhi quel giorno al matrimonio, quando ci hanno cantato quella canzone, ricordi?"

Jenna si portò una mano a coprirsi il viso. "Ora che mi stai dicendo tutte queste, mi sento così stupida a non averlo capito!"

"Già" Paul rise poi amareggiato. "Avevo deciso di aspettare dopo la luna di miele per parlarne prima con te. E decidere insieme cosa fare. Io... so che è difficile da accettare, ma so anche che i ragazzi hanno sofferto, hanno cercato di soffocare tutto, di fare ciò che pensavano fosse giusto per tutti noi... E se questa non è ribellione, se non è un gioco... allora dovremmo supporre che sia amore, no?"

"Quindi..." Jenna deglutì, una volta, due volte. "Cosa pensi che dovremmo fare ora?"

"Non lo so... forse dovremmo parlare con loro prima e sentire cosa hanno da dire. Tutto quello che so... è che già una volta ho allontanato dalla vita di Theo qualcuno a cui lui teneva, e non so se avrò il coraggio di farlo di nuovo. Non... posso farlo"

Jenna restò in silenzio, la testa che vorticava per tutte quelle informazioni, e si rese conto di come molte cose finalmente acquistavano senso. "Una volta... Liam mi ha parlato di un problema che aveva... di non riuscire a scegliere tra due persone a cui teneva, perché sapeva che stare con una di loro avrebbe fatto soffrire l'altra... lui stava... parlando di me..." sussurrò poi scioccata, quella conversazione che gli ritornava alla mente. "E sai cosa gli ho detto? Che se qualcuno ti impedisce di fare ciò che ti rende felice, allora non ti ama davvero! ....Dio, Paul, mi sento così stupida..!"

"Non addossarti troppe colpe, tesoro... Credo che arrivati a questo punto la cosa più giusta da fare sia ascoltare anche le loro ragioni, non credi?"

"Sì..." Jenna sospirò afflitta. "Credo proprio di sì..."

*

Il sole era definitivamente tramontato su quell'infinita e stressante giornata. L'ospedale era silenzioso ora, anche Paul era tornato a dormire dopo che il dottore gli aveva somministrato dei sedativi.

E Jenna pensò di approfittarne per fare un salto a casa, cambiarsi e prendere dei ricambi per il marito per il giorno seguente, quando sarebbe stato dimesso.

Quando aprì la porta di casa, il silenzio regnava sovrano. Sembrava aggrapparsi ad ogni angolo di ogni stanza. Quasi come se l'avesse seguita fin dall'ospedale, durante tutto il tragitto in taxy, dove l'unica compagnia erano stati i suoi pensieri, stralci di conversazioni e ricordi di quel giorno. E dei mesi precedenti, da quando lei e Liam avevano messo piede per la prima volta in quella casa.

Come aveva potuto non capirlo? Come aveva potuto non vedere quanto Liam, il suo Liam, stesse soffrendo? Quanto stesse sopportando?

E perché... perché Liam aveva avuto paura di parlarne con lei?

Parlarle di Theo. Parlarle della sua bisessualità.

Si erano sempre detti tutto. Quando per Liam era diventata così lontana al punto da riuscire più a confidarsi?

Jenna sospirò, esitando sull'ultimo gradino delle scale, sorreggendosi al corrimano e prendendo fiato.

Avrebbero potuto risolvere tutto questo?

Poteva accettare i sentimenti che Theo e Liam provavano l'uno per l'altro?

Poteva sopportare i pettegolezzi e le chiacchiere della gente che li avrebbero seguiti d'ora in poi?

Poteva perdonare le bugie di quei mesi?

Tutto sarebbe potuto tornare come prima?

Inutile preoccuparsene ora, non troverai la risposta oggi, si rispose sconsolata.

Salì l'ultimo gradino, e il suo sguardo cadde sulla porta della camera di Liam. Era accostata. E non si sentiva alcun rumore. Avrebbe dubitato della presenza dei ragazzi a casa, se non fosse stato per il fatto che il pick-up di Theo era fuori, sul vialetto.

Si avvicinò lentamente, posando una mano sulla maniglia, titubante. Passarono parecchi secondi prima che si decidesse ad aprire, leggermente, la porta.

Non si sorprese affatto di vedere che i due ragazzi erano insieme.

Anzi. Si sorprese al contrario della mancanza di una propria reazione di sorpresa.

I due erano sdraiati supini sul letto, profondamente addormentati, Theo teneva un braccio attorno alle spalle di Liam stringendolo al suo petto. Jenna si ritrovò a pensare che era quasi come se Theo stesse cercando di proteggerlo da tutto ciò che lo circondava facendogli scudo col suo corpo.

E forse era proprio così. Forse era sempre stato così. E sempre lo sarebbe stato.

Un piccolo sorriso tirò le sue labbra. Il primo vero sorriso della giornata.

Lentamente richiuse la porta dietro di sé.

Se come diceva Paul, dovevano supporre che il loro fosse amore, allora cos'altro avrebbe potuto volere di più per due delle persone a cui teneva di più al mondo?
 

CONTINUA

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Capitolo 31
*** Amici ***


 

Il viaggio di ritorno dall'ospedale fu silenzioso. Forse avevano esaurito tutte le parole. O forse semplicemente non ne avevano più bisogno.

Theo guidava picchiettando nervosamente col dito sul volante, gli occhi fissi sulla strada davanti, e un'espressione indecifrabile, la mente evidentemente altrove. Liam invece guardava fisso il sole tramontare su quell'assurda e folle giornata, gli occhi ancora lucidi, chiedendosi se il mondo avrebbe continuato a muoversi allo stesso modo l'indomani. Pensare di fare quelle piccole cose di tutti i giorni che avevano sempre fatto come bere il caffè la mattina tutti insieme attorno al tavolo, o stringersi sul divano tutti e quattro per guardare un film, ora sembrano cose di un'altra vita. Cose non più fattibili.

Liam si chiedeva se sua madre lo avrebbe più guardato allo stesso modo, e il solo pensiero gli fece stringere il cuore. Non voleva perderla. Per nessun motivo. Ma non voleva nemmeno rinunciare a Theo...

"Li...! Liam!"

Liam si riscosse bruscamente, il gomito scivolò dal finestrino a cui era stato appoggiato fino a quel momento, e si girò, un'espressione stralunata in viso, verso Theo, che lo fissava ansioso, una mano sulla sua gamba. Il suo viso era ancora teso, e pallido. "Tutto bene?" gli chiese, debolmente.

"Sì... sì" rispose lentamente, la voce roca. Poi si guardò intorno, realizzando che erano fuori casa. Non se ne era nemmeno accorto. "Scusa" Sospirò pesantemente. "Ero sovrappensiero"

"Tranquillo." Theo gli strinse la gamba con fare consolante. "...Cosa vuoi fare? Sicuro... di voler entrare?" Glielo aveva già chiesto anche prima di partire. Liam poteva capire l'esitazione di Theo, dopotutto era lì che... ah, non voleva nemmeno pensarci!

Annuì "Sì. Basta nascondersi, no?" Tentò un debole sorriso. "Faremo come ha detto la mamma, entriamo ed aspettiamo"

Theo sospirò e annuì a sua volta, le labbra tirate in una sottile linea. "Okay"

Così scesero dall'auto e a passi lenti, a testa bassa, risalirono il vialetto.

Liam si chiese se il silenzio si fosse in qualche modo aggrappato alle loro ossa, perché sembrava seguirli, opprimerli, ovunque andassero. Theo accese la luce del salone, e quasi si riusciva a sentire la corrente sfrigolare attraverso il muro. Fece vagare lo sguardo sul disastro in cui avevano lasciato la stanza, i loro vestiti buttati alla rinfusa sul pavimento e sul divano, fino a posarlo con un sospiro e un'occhiata sconsolata sui resti del suo cellulare, ancora lì in terra. In quel momento pensò che il suo cuore gli assomigliasse un po'.

Si avvicinò, chinandosi per raccoglierli. Poi ancora in quella posizione si girò verso Liam, "Hai fame? Non tocchiamo cibo da ieri"

Liam scosse la testa. "No, per niente" Era improvvisamente sbiancato al solo pensiero. Si portò velocemente una mano alla bocca. "Anzi," biascicò. "credo che vomiterò" E scappò su per le scale.

Theo lo seguì con lo sguardo, gli occhi spalancati, alzandosi. Posò i resti del cellulare sul tavolo, e corse dietro a Liam. Lo trovò riverso sul water, intento a riversarvi anche quello che nemmeno aveva nello stomaco. Sospirò stancamente, prima di recuperare un po' di carta, e riempire con dell'acqua del rubinetto uno dei bicchieri che tenevano lì.

"Li..." Si inginocchiò di fronte a lui, mentre Liam con una smorfia e un gemito, scivolava di lato, posando la schiena e la testa al muro. "Tieni" gli porse prima la carta, con cui Liam si pulì bocca e occhi, e poi il bicchiere.

"Grazie..." pigolò lui, svuotandone metà, per poi sputare l'acqua nel wc. "Scusa."

"Per cosa ti stai scusando?"

Liam si portò entrambe le mani sul viso, sospirando, la voce che tremava. "Non voglio che pensi che stia avendo dei ripensamenti. E' solo che... tutto questo è..."

"Fa schifo, lo so"

"Non era così che doveva andare" Liam piagnucolò.

Theo si allungò prendendo entrambe le sue mani nelle sue, allontanandole dal suo viso e intrecciandole tra loro. Le strinse con fermezza.

"Lo so." Disse soltanto con dolcezza.

Liam lo guardò per un momento. "Dio..." soffiò poi all'improvviso. "Non ci posso credere che ci hanno beccato mentre..." Gemette veemente, il viso che tornava a colorarsi di rosso. "Vorrei sotterrarmi. Che figura di merda."

Theo si lasciò a malincuore andare ad una risata. "Certo che siamo stati proprio sfigati eh..." ammise. Anche Liam rise. Ad un tratto era come se non riuscissero piu' a smettere. Forse è questo che succede quando si esauriscono le lacrime.

Stettero lì, sul pavimento gelido, le mani intrecciate, un po' a ridere, un po' a piangere, un po' solo ad ascoltare il silenzio, per un tempo che parve infinito. Fuori dalla finestra il cielo era ormai scuro, quando si decisero finalmente ad alzarsi.

Esitarono nel corridoio. Come se non sapessero cosa fare. Come comportarsi.

Theo si grattò la testa, a disagio. "Forse dovrei dormire in camera mia..."

"No, ti prego..." lo supplicò Liam. "Io non ce la faccio a stare da solo stanotte. Voglio dormire accanto a te. Solo dormire. Sai..." Deglutì un groppo alla gola. "in caso sia l'ultima..."

Il solo pensiero terrorizzava Theo. "Non dirlo nemmeno" disse severamente. "Li, ti giuro che non sarà l'ultima volta" Si avvicinò e lo tirò in un abbraccio, e Liam gli cinse la vita all'istante, mentre Theo posava prima un bacio lento sulla sua fronte, poi prendendogli il viso tra le mani, un leggero bacio sulle labbra. Lo guardò intensamente negli occhi, poi sospirò facendo incontrare le loro fronti. "Ti amo, Li... Qualunque cosa accada. Ricordatelo sempre."

Liam inspirò, non riuscendo a non tremare. "Ti amo anche io..." soffiò.

Theo lo prese per mano, ed entrarono insieme, chiudendosi la porta alle spalle. Chiudendo tutto il mondo fuori e rimanendo loro e loro soltanto, per un'ultima volta.

*

Quella mattina, Liam si svegliò poche misere ore dopo essersi appisolato, e sentendosi per niente riposato. Restò per un po' ad ammirare il viso di Theo, beandosi del calore del suo abbraccio, da cui era avvolto. Finchè non si ricordò del suo cellulare morto da oltre un giorno. E di Mason.

Cazzo, Mason l'avrà dato per morto!

Si districò così a malincuore dall'abbraccio di Theo, e si tirò su a sedere. Dove poteva essere? L'ultima volta che lo aveva usato era quando cercava Theo e Brett. Lo aveva messo in tasca quando si era scaricato... e lì era rimasto. Nei suoi pantaloni. Da qualche parte in salone, quindi. Sospirò e si alzò.

Non appena lo ebbe recuperato e attaccato al caricatore in camera sua, lo accese e fu letteralmente invaso da notifiche. La maggior parte erano chiamate perse, ce n'erano oltre venti di Theo, e una decina di sua madre e di Paul.

Che stupido che era stato. Se solo non fosse stato così impegnato ad evitare Theo, si sarebbe accorto che non era lui che lo stava chiamando! Ce n'erano anche parecchie di Mason, e sempre di Mason parecchi messaggi che si facevano via via sempre più nel panico.

27 Luglio 00.56

Li!

27 Luglio 01.09

Liiiii!
 

27 Luglio 01.16
Hai trovato Theo?

27 Luglio 01.48
Perché non rispondi?!

27 Luglio 01.49

Mi auguro che sia perché tu e Theo state scopando!

27 Luglio 01.49

Senno puoi considerarti morto! 😤

27 Luglio 11.32

Liii!

27 Luglio 12.43

Li. Comincio davvero a preoccuparmi 

27 Luglio 14.31

Che fine avete fatto!? Il tuo telefono è staccato da ore! E anche quello di Theo...

27 Luglio 16.34

Sono passato da voi, e non c'è nessuno...

27 Luglio 18.11

Non sapevo cosa fare, così ho chiamato tua madre.

27 Luglio 18.11

Mi ha detto di Paul...

27 Luglio 18.12

Mi dispiace... Chiamami quando vorrai parlare, io ci sono!

Liam si sentiva terribilmente in colpa.

Si affrettò a digitare un messaggio.

28 Luglio 08.04

Scusa se ti ho fatto preoccupare. Vieni da me appena puoi

Liam ci rifletté un momento, poi decise. E digitò,

28 Luglio 08.04

E porta anche gli altri.

Liam non potè che amare ancora di più il suo migliore amico, quando gli rispose all'istante, senza fare troppe domande.

28 Luglio 08.06

Saremo lì il prima possibile!

Liam sospirò, e lanciò un'occhiata a Theo. Era ora di un po' di sincerità... Basta con le bugie.

*

Appena un'ora dopo, erano tutti lì, nel loro salone. C'erano Mason e Corey, stretti insieme sulla poltrona. Josh, su una sedia che aveva trascinato lì vicino, Nolan in piedi contro il muro, e Alec, seduto su uno sgabello al bancone della cucina poco più là. Liam e Theo, seduti spalla contro spalla sul divano.

Liam si torceva le mani in grembo, nervosamente. Lanciò un'occhiata titubante a Mason, rompendo finalmente il silenzio. "Quindi... hai parlato con mia madre?"

Mason annuì.

"Allora..." Liam esitò, lanciando una rapida occhiata a Theo. "Tu... sai già cosa è successo?"

Mason si scambiò un'occhiata con gli altri ragazzi incerto. Ora sembrava confuso. "Lei mi ha solo detto che Paul si è sentito male appena tornati dall'aeroporto. Che eravate in ospedale. E quando ho chiesto di voi due, mi ha detto che eravate già tornati a casa"

"Nient'altro?" chiese Theo.

"C'è altro?" chiese Nolan aggrottando le sopracciglia.

"Be'... ecco... io e Liam..." Theo esitò, grattandosi la testa. "Quando sono arrivati all'improvviso ieri mattina..."

Liam arrossì furiosamente, "Ugh... Loro... sono entrati mentre..." Guardò gli altri, con un'occhiata supplichevole nella speranza che capissero senza doverlo dire ad alta voce.

Mason sembrò farlo, perché sbarrò gli occhi.

"Oh cazzo." soffiò Josh. "Tuo padre è di nuovo entrato mentre facevi sesso?" chiese poi esasperato, guardando Theo.

"Merda..." fecero in coro Nolan e Alec.

"Non stavamo proprio facendo sesso... però... be'..." Theo chinò la testa. "Sì... insomma..."

Ci fu un attimo di silenzio.

"Quindi è come pensavo?" chiese Corey. "Voi due state davvero insieme"

Liam si voltò a guardarlo stupito. "Lo sapevi già?" Guardò Mason, che subito alzò le mani. "Io non ho detto nulla!"

Corey fece uno sbuffo divertito. "Mason non mi ha detto niente. Ma era evidente. Solo un cieco non se ne sarebbe accorto!"

Josh annuì. "E' vero. Voi due non siete discreti come pensate di essere!"

Liam e Theo guardarono poi Alec e Nolan, anche loro per niente sorpresi della cosa.

"Quindi lo sapevate tutti?!" chiese Liam, scioccato.

Nolan annuì con orgoglio. "Ovvio. Io l'ho capito subito!"

Tutti si voltarono a guardarlo, per niente convinti. Lui li guardò uno ad uno, "Cosa?" Alec alzò un sopracciglio nella sua direzione, al che Nolan fece uno sbuffo esasperato, mettendo il muso. "Okay, me l'ha detto Amber"

Tutti ridacchiarono. "Mi sembrava strano..." commentò Alec, scuotendo la testa.

"E tu come lo hai capito?" gli chiese Liam, ancora stupefatto.

"Be'... Ho cominciato ad avere dubbi quando quel giorno in piscina mi hai fatto quella domanda assurda..." Alec ridacchiò al ricordo. "Poi da lì ho notato delle cose e ho collegato i punti" Scrollò le spalle con semplicità.

"Aspetta... quale domanda?" gli chiese Theo.

Liam arrossì. "Lascia perdere..."

"No, ora lo voglio sapere anche io!" esclamò Nolan.

"Be'... stavamo parlando dell'inesistente vita sessuale di Theo, ricordate...?" cominciò Alec, divertito.

"Hey!"

"E Liam dal nulla mi chiede come si faccia a capire se un ragazzo è sessualmente frustrato!" Tutti scoppiarono a ridere, e Liam gemette, nascondendosi il viso tra le mani e arrossendo. "Diciamo che non è stato esattamente discreto"

"E tu che cosa gli hai detto?" chiese Josh, sorridendo.

"Di guardare la cronologia del suo PC"

"Geniale"

Tutti risero di nuovo, anche Theo. Finchè il suo sorriso non si sciolse lentamente, fissando Liam. "Ti prego, non dirmi che l'hai fatto veramente" Lì Mason scoppiò a ridere istericamente. "L'hai fatto davvero!" Theo esclamò incredulo. "Come?! C'è la password sul mio PC!"

"Be' magari dovresti sceglierne una più difficile..."

"Non ci posso credere."

"Scusa, ma... stavo impazzendo! Non preoccuparti, ci ha già pensato Mason a farmi la ramanzina" Liam roteò gli occhi.

"Sì, l'ho fatto" annuì Mason, ancora con le lacrime agli occhi.

Theo sospirò, mentre tutti attorno a loro ancora ridevano. "Okay, ma dovremmo fare un discorso sulla privacy uno di questi giorni." Scherzò, roteando gli occhi. Prima di tornare lentamente serio. "Vorrei davvero che fosse questo il nostro problema più grande in questo momento"

Lentamente l'ilarità si attenuò, e cadde di nuovo il silenzio. "Immagino che dopo ieri mattina non abbiate ancora parlato con i vostri genitori..." disse Corey.

Liam scosse la testa. "Mia madre ha urlato. Non ci voleva nemmeno in ospedale. Io... non so se potranno capirlo, figuriamoci accettarlo..." Sospirò, chinando la testa. "Abbiamo fatto un casino."

"Avremmo dovuto parlargliene subito, solo che... con il trasferimento, e mia madre che è tornata... e il matrimonio... non sembrava mai il momento giusto." Concluse Theo.

"In realtà... un po' questo mi stupisce, sapete?" fece Alec. "Voglio dire, noi tutti lo abbiamo capito da soli... be', apparte Nolan, ma lui non capisce mai nulla!"

"Giusto... Hey!"

"Ho immaginato che anche loro lo sospettassero, ma che forse come noi aspettassero che foste voi a parlarne..."

"Quando ho parlato con tua mamma, non mi è sembrata arrabbiata. Più... triste, direi. Il che è comprensibile" aggiunse Mason.

"Avranno bisogno di tempo, ma io sono sicuro che capiranno" annuì Corey.

"Io non conosco Jenna, ma Paul... voglio dire, andiamo! Ha sopportato le stronzate di Theo per tutta la vita, quindi penso ormai sia pronto a tutto!" fece Josh tranquillo. "Non è nemmeno la prima volta che..." Poi si zittì all'improvviso, portandosi una mano alla bocca. "Scusa! Non dovevo dirlo, vero?!"

Theo lo fulminò. "Liam lo sa. Grazie alla tua fottuta lista di merda"

"Ops"

"Che cosa?" chiese Corey confuso, guardandoli

"Lascia perdere, è meglio..." gli sussurrò Mason.

"Sì lo sappiamo, Theo ha fatto sesso con Gabe. E' storia vecchia. Passiamo oltre!" sbuffò Liam, roteando gli occhi.

"Che cosa?!" sbottarono in coro Corey, Alec e Nolan, scioccati.

"Gabe? Seriamente?" Alec fece una smorfia.

"Li! C'era proprio bisogno di dirlo?!" Theo gemette.

"Avrei preferito non saperlo..." commentò Corey disgustato.

Mason lo guardò divertito. "Io te l'avevo detto"

In quel momento il suono del cellulare di Liam li distrasse, e tutti si voltarono in attesa verso di lui.

"E' tua madre?" chiese Mason lentamente.


Liam scosse la testa. "Non ho avuto il coraggio di scriverle." Rispose sconsolato. "così ho chiesto a Scott di farmi sapere tramite sua madre, lavora anche lei in ospedale"

"Allora?" lo incitò Theo preoccupato.

"Dice che l'effetto dell'anestesia è passato, è sveglio, sta bene e dovrebbero dimetterlo in serata" lesse Liam velocemente, il cuore a mille.

Theo fece un respiro profondo, accasciandosi contro lo schienale del divano. Non sapeva se sentirsi sollevato per le dimissioni di suo padre, o in ansia perché mancavano solo poche ore al confronto. Era un miscuglio intricato e confuso di entrambe.

Le mani di Liam tremavano, stringendosi con forza attorno al cellulare. Gli altri se ne accorsero, e si scambiarono un'occhiata preoccupata.

"Hey... vedrete che andrà tutto bene" disse Mason con fare rassicurante. "Loro capiranno"

Corey annuì.

"Ha ragione. Non... state facendo nulla di sbagliato, no?" Josh guardò gli altri in cerca di sostegno. "Voglio dire... non è illegale, giusto?" chiese dubbioso.

"Certo che no!" rispose Mason. "Non hanno legami di sangue, e anche se i vostri genitori si sono sposati, per essere davvero fratelli... Paul dovrebbe adottare Liam, oppure Jenna adottare Theo... o una cosa del genere..." spiegò.

"E' vero anche però che è una cosa... uhm, complicata..." fece Nolan debolmente. Tutti si voltarono a fissarlo. "Cosa? Sono soltanto realista, volete forse dire che non è così?"

"Nolan ha ragione." fece Theo. "Lo sappiamo bene che è complicato. Altrimenti non avremmo esitato a parlarne..."

"Non avete scelto voi questa situazione. Non avete scelto voi che i vostri genitori si innamorassero, non avete scelto voi di vivere insieme..." ribattè Mason. "In questi mesi avete fatto di tutto per non ferirli, io lo so quanto avete provato a resistere... ma anche la vostra felicità conta. Forse non è andata nel modo in cui speravate, ma sono convinto che anche Jenna e Paul riusciranno a comprenderlo"

Liam sorrise al suo migliore amico. "Grazie, Mase"

"Figurati, amico. Sono qui per questo" Mase si alzò dal suo posto per andare affianco di Liam, e lo abbracciò. "Vedrai che andrà tutto bene"

Liam rispose alla stretta. Da sopra la spalla fece vagare lo sguardo anche sugli altri. "E grazie anche a voi, ragazzi"

"A che servono gli amici sennò?" fece Alec.

"Okay! Basta sentimentalismi!" Josh si alzò, battendo le mani. "Credo che vi serva un po' di distrazione, di scaricare un po' di tensione... che ne dite di una bella partita ai videogiochi tutti quanti?"

Theo rise. "Ci sto, farti il culo mi farà sentire meglio"

"Non pensare che per questo ci andrò piano con te, Raeken..."

"Andiamo!" Si alzarono tutti, sorridendo, diretti al piano di sopra. Theo prese la mano di Liam, intrecciando le dita e tirandola verso la sua bocca per baciargli le nocche.

"Visto? Con loro non è andata poi così male..." gli disse, cercando di suonare rassicurante.

"Già" Liam gli fece un debole sorriso.

Alec si voltò a guardarli sulla porta. "Su, piccioncini! Datevi una mossa!" li chiamò.

Theo e Liam risero, "Arriviamo" E tenendosi per mano, si unirono al resto del gruppo.

 

CONTINUA...

 


 

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Capitolo 32
*** Il ragazzo che voglio amare [FINE] ***


Saremo a casa tra un'ora

Fu il messaggio che Liam ricevette da sua madre, poco dopo le 18. Il suo cuore aveva preso immediatamente a battere all'impazzata, le sue mani tremavano mentre digitava un semplice 'Va bene'.

A quel punto, i ragazzi si erano alzati, avevano velocemente aiutato a sistemare la stanza e se n'erano andati. Non prima di rassicurarli altre cento volte. Mason aveva abbracciato Liam, Josh aveva per poco soffocato Theo nella sua morsa. E gli avevano fatto promettere di far loro sapere come sarebbe andata.

Poi avevano aspettato. E aspettato. Seduti sul divano, quasi senza parlare. Aveva aspettato per quella che era parsa un'eternità. Fino a quando non avevano sentito finalmente la chiave girare nella serratura.

Theo sentiva il cuore battergli in gola, al punto che faceva quasi male. Si alzarono insieme dal divano, voltandosi verso la porta.

Quando Paul e Jenna apparvero sulla soglia, Theo sentì il suo cuore fermarsi letteralmente. Il suo sguardo corse subito a suo padre.

L'uomo era ancora visibilmente provato, il viso pallido e gli occhi stanchi. Theo voleva fare qualcosa, dire qualcosa... ma non riusciva a muovere un singolo muscolo, si sentiva come paralizzato.

Riuscì solo a fissarlo. In attesa.

Anche Liam dietro di lui sembrava a disagio. Si tormentava le dita più del solito, e notò che Jenna stava facendo la stessa identica cosa.

Lo sguardo di Paul si spostò lentamente tra loro. Più volte. "Andiamo." Fece poi con voce stanca. "Non fate quelle facce, ragazzi. Sto bene" Il suo tono era indecifrabile. Non sembrava arrabbiato, né deluso. Era piatto, senza emozioni. E questo era persino peggio.

"Papà..." fece Theo con un'espressione afflitta. Voleva che dicesse qualcosa più di questo. Ne aveva bisogno.

Jenna sembrava nervosa. "Paul, tesoro... perché non ti siedi un po'?" Gli strinse un braccio con dolcezza. "Preparerò qualcosa di veloce per cena... Voi ragazzi preparate la tavola." Li guardò poi con fermezza. "Poi parleremo"

Theo e Liam si scambiarono un'occhiata ansiosa, ma non poterono far altro che ubbidire, mentre Jenna aiutava Paul a sedersi dove un secondo prima erano stati seduti loro, per poi dirigersi in cucina.

 

Fu decisamente la cena più imbarazzante e scomoda che avessero mai avuto. Nessuno parlava. Si sentiva solo il tintinnio delle posate. E il rumore dei loro respiri. Theo stava giocando con la sua insalata, mangiucchiando qualche foglia di tanto in tanto.

Liam invece non aveva toccato nulla. Nemmeno ci aveva provato. Dal suo posto accanto a Theo era rimasto immobile, a testa bassa, le mani in grembo. Theo aveva provato a dargli un colpetto col piede sotto al tavolo, per attirare la sua attenzione, ma lui gli aveva rivolto solo un'espressione allarmata.

Perché né sua madre né Paul dicevano nulla?

"Liam, mangia qualcosa" Quando sua madre parlò, seccamente, Liam scattò a guardarla quasi spaventato.

"I- Non ho fame" mugugnò soltanto.

"Dovresti provare a mangiare comunque"

"Non voglio mangiare" Liam la fissò deciso "Voglio che parliamo... di quello che è successo"

Theo fissò Liam sbalordito. Liam aveva comeun fuoco negli occhi che non gli aveva mai visto prima. Anche Paul e Jenna si bloccarono, scambiandosi un'occhiata. Paul poi sospirò pesantemente, deglutendo il boccone che aveva in bocca e posando lentamente la forchetta.

"Bene. Allora parlate." Rispose Paul tranquillamente. "Io e Jenna abbiamo concordato che avremmo ascoltato la vostra versione prima di dire o fare qualunque cosa"

Theo e Liam si scambiarono un altro sguardo ansioso.

"Papà, noi..." La voce di Theo si spezzò e chinò la testa.

"Uhm... io... voglio dire che mi dispiace, per prima cosa." Liam parlò velocemente. Forse un po' troppo. Ma temeva che se avesse esitato, avrebbe perso il coraggio "Non era così che volevamo dirvelo. Volevamo aspettare il matrimonio, e non darvi preoccupazioni. Eravate già così impegnati, e così ansiosi per tutto... Non volevamo causarvi altri problemi!" Inspirò. Espirò. "Forse abbiamo sbagliato, non lo so... in quel momento ci sembrava la cosa giusta da fare" Anche la voce di Liam si spezzò, e chinò il capo. La mano di Theo corse sotto al tavolo a stringergli il ginocchio.

"Io... D-Dispiace anche a me, papà. Io non faccio che causarti problemi, lo so... M-mi dispiace" Theo mugugnò.

"E mi dispiace se non abbiamo risposto al telefono, mi dispiace che vi siate preoccupati, mi dispiace, Paul, che tu abbia avuto un infarto a causa nostra! Mi dispiace, mamma, se vi abbiamo deluso... Mi dispiace... Non so cosa altro dire se non ancora mi dispiace..." Liam si strozzò sulle ultime parole e iniziò a singhiozzare. "Lo capisco se ce l'avete con noi, lo capisco se ci odiate... Mi odio anche io per tutto questo... Mi odio anche io e mi sento in colpa da quando questa storia è cominciata..."

Paul e Jenna si scambiarono un'occhiata indecifrabile. "Se è questo che pensate... perché l'avete fatto allora?" chiese Paul, la voce inflessibile ma apparentemente calma. Guardò Theo. "Theo, tu ne hai fatte tante di stronzate... per molte non ne ho ancora capito il motivo..." Theo non riusciva nemmeno a guardarlo. Immaginò che alludesse a Gabe... "Questa perché l'hai fatta? Fra tutte le persone al mondo, dovevate proprio scegliere di frequentarvi a vicenda?"

Theo rimase un attimo in silenzio. Non capiva se suo padre fosse arrabbiato o cos'altro. Si comportava in modo strano. "Perché mi chiedi...?" ripetè lentamente. Sincerità, avevano detto, no?

Perché aveva messo a rischio tutto quanto? Suo padre, la loro famiglia...? "Perché io amo Liam. Lo amo come non ho mai amato nessuno." rispose allora tranquillamente "Non l'ho scelto. E' così e basta. Lo è da quando ero uno stupido ragazzino di 8 anni che non capiva nulla. Quando l'ho rivisto a scuola, ho pensato che fosse un qualche miracolo, che qualcuno mi avesse voluto dare una seconda occasione per fare meglio. Quando ho scoperto che era tuo figlio, Jenna... ho cercato in tutti i modi di fermare tutto questo... ma non ce l'ho fatta. E... io... non voglio nemmeno fermarlo... perché..." La sua voce si incrinò "...mi rende felice... Liam mi rende felice"

La mano di Liam corse a stringere quella di Theo, ancora sul suo ginocchio, le lacrime che scendevano silenziose sul viso, e il cuore che gli batteva all'impazzata. Si voltò verso Jenna e Paul, e vide che anche sua madre piangeva silenziosa.

Anche l'espressione di Paul ora sembrava smossa, non piu' impenetrabile. Spostò lo sguardo su di lui. "E tu? Liam? Cos'hai da dire?"

"Io..." Liam deglutì. "Quando sono arrivato qui, non avrei mai immaginato che ci saremmo ritrovati a questo punto. Da piccoli, Theo... non era esattamente una delle mie persone preferite. Lo odiavo... Poi ho capito che odio è una parola grossa. Forse non ci siamo mai capiti davvero fino a quando non ci siamo ritrovati a vivere insieme." Prese un respiro. "Io lo amo. Lui mi fa stare bene, mi rende felice, mi capisce." Ammise poi.

"So che abbiamo sbagliato, in molte cose, ma vorrei che almeno provaste a... capirci..." tentò Theo.

"Liam... tu hai appena detto che odio è una parola grossa." Fece Jenna a bassa voce. "Lo capisci che anche amore lo è? Siete così giovani, che succederà se le cose non andranno come immaginate? Avete pensato alle conseguenze se tutto questo finisse male? Sarete in grado di tornare a com'era prima? Di continuare ad essere una famiglia?"

"Lo abbiamo già fatto, mamma. Per tutti questi mesi... ci siamo allontanati, abbiamo litigato, ci siamo riavvicinati... ma abbiamo sempre fatto di tutto perché le cose andassero bene per voi, e per la famiglia..." ribattè Liam.

"Eravamo d'accordo che la famiglia venisse sempre prima..." aggiunse Theo. "Ma... vo-vogliamo anche noi la nostra occasione"

"Non possiamo sapere che non funzionerà se non ci proviamo!" insistette Liam.

Jenna e Paul si guardarono per un lungo momento. Sembravano comunicare con gli occhi. Era snervante.

"Dite qualcosa, vi prego!" li supplicò Theo.

"Sappiamo che è difficile capirci o perdonarci... non lo pretendiamo." Aggiunse Liam. "Noi vorremmo solo che ci provaste"

Paul sospirò pesantemente. "Ragazzi... non voglio che vi sentiate in colpa per questo." Disse poi. "Saremmo anche i vostri genitori, ma siamo esseri umani anche noi... Amare qualcuno non è una scelta, non è una cosa che si decide o si programma. E non è una cosa per cui scusarsi. Forse avreste potuto parlarcene. Forse ce l'ho con voi perché mi avete fatto morire di paura quando non rispondevate al telefono, o perché mi avete fatto prendere un taxi fin qui, ma non posso avercela con voi perché vi volete bene"

Liam e Theo non credevano alle loro orecchie. Lo ascoltarono a bocca aperta.

"Non ho avuto un collasso perché vi ho visti, anche se ne avrei volentieri fatto a meno. Io sapevo già qualcosa..."

Liam strabuzzò gli occhi "Anche tu?!" non riuscì a trattenersi dal dire esasperato.

Theo lo calciò sotto al tavolo. "Che vuoi dire, papà? Sapevi... di me e Liam?" chiese poi confuso.

"Non siete così discreti come pensate di essere"

"Oddio..." Liam mugugnò a bassa voce. Avrebbe preferito che tutti la smettessero di dirlo...

"Vi ho sentito quel giorno sulle scale, prima che andassi a stare da tua madre. E vi ho sentito la sera del compleanno di Liam, avete fatto un chiasso da risvegliare anche i morti"

"Non ci posso credere..." Theo era sbalordito "E perché non hai detto nulla?!"

"Theo, onestamente, non mi sento in diritto di giudicarti, dopo il casino che ho combinato con tua madre. Ho visto quanto sei cambiato dall'arrivo di Jenna e Liam, e tutto quello che volevo sapere stasera era... se tutto questo era per una valida ragione. Se sei felice, per me conta solo questo. Il resto si vedrà"

Theo non ci poteva credere. E Liam sembrava pensarla allo stesso modo. Guardò, sconcertato, sua madre che era rimasta in silenzio. "Mamma? Tu cosa pensi invece?"

"Io mi sento davvero stupida a non aver capito nulla." Ammise lei debolmente "Era di questo... che parlavi quella mattina mentre facevamo colazione?"

Liam sobbalzò alla domanda. "Uhm... be'... uh-sì"

"Mi dispiace se sono stata brusca con voi ieri. Abbiamo anche noi le nostre colpe. Mi dispiace di avervi messi nella posizione di avere paura a confidarvi con noi. E so che non lo avete fatto con cattiveria. Capisco che non volevi deludermi. Capisco che l'hai fatto per me, per noi... E mi dispiace, se ti ho messo pressione con questa cosa della 'famiglia perfetta'. Io voglio solo che tu sia felice, tesoro. Come è sempre stato"

"Q-quindi... per voi... va bene?" tentennò Theo.

"Le persone parleranno, lo sapete? Parleranno di voi. Parleranno di noi. Diranno che è strano, che è sbagliato, ma io dico che finché il mio ragazzo - i miei ragazzi - sono felici, io non posso fare altro che supportarli. E che le persone si fottano" rispose Paul.

"Ma ci saranno delle regole!" sbottò subito Jenna, puntando il dito contro di loro. "Una cosa come... quella di ieri... non dovrà verificarsi mai più, mi avete capito?!"

Liam arrossì furiosamente, chinando la testa. "Non ricapiterà... m-mi dispiace"

"Bene. Ora che abbiamo chiarito tutto, possiamo finire di cenare?" fece Jenna.

Liam fece un debole sorriso, prendendo finalmente la forchetta "Sì, sto morendo di fame" ammise.

Guardò Theo, e si sorrisero. Erano sicuri di star provando la stessa cosa. Era una sensazione indescrivibile. Era come se un'ondata di sollievo si fosse rovesciata su di loro, come se gli avessero tolto dalle spalle un peso di parecchie tonnellate. Non gli sembrava vero che era andata così bene.

Le cose sarebbero state diverse, vero. Però ora almeno non avrebbero dovuto più nascondersi. Avrebbero potuto amarsi apertamente, senza più paura.

Era la sensazione più bella che Liam avesse mai provato in tutta la sua vita.

 

Quando più tardi, dopo cena, comunicarono che sarebbero saliti in camera, Jenna disse loro soltanto di restare con la porta aperta. Be', com'era prevedibile.

Quando furono soli, Liam si buttò sul letto a mo' di stella marina con un sospiro esagerato, scaricando ogni tensione. Theo si buttò a sedere tra le sue gambe.

"Dio, riesci a crederci?!" gli disse Theo, sorridente, dandogli un colpetto sulla gamba. "È andata fin troppo bene!"

"Io non posso credere che tutti lo avessero capito!" sbuffò Liam, incredulo, tirandosi a sedere.

Un sorriso si allargò inarrestabile sul viso di Theo, che prese le mani di Liam tra le sue. "Sei felice?" gli chiese lui.

"Lo sono" rispose Theo. "E tu?"

"Mai stato più felice in tutta la mia vita" rispose Liam onestamente.

Theo lo prese per il viso, il sorriso che cresceva ancor di più, tirandolo in un bacio. Liam rispose con entusiasmo, avvolgendogli le spalle. Ora sembrava diverso, persino migliore, più bello. Forse perché era sparita la paura di essere scoperti, l'ansia di star facendo qualcosa di sbagliato... Ora c'erano davvero solo loro, e quello che provavano l'uno per l'altro.

Quando si separarono, Theo gli prese di nuovo le mani, e le strinse forte. "Sei stato bravissimo prima. Hai avuto un sacco di coraggio nell'affrontarli" gli disse, con orgoglio.

"Lo so. Me lo hai dato tu" gli sparò un sorriso pieno di affetto, al che Theo si spostò in avanti col corpo, catturando di nuovo le sue labbra  e spingendolo facendolo cadere indietro sul materasso. Liam ridacchiò mentre Theo lo riempiva di baci veloci sul viso e sul collo. "Dai, fermo... i nostri genitori sono di sotto!" sussurrò a voce bassissima mentre rideva. "E per quanto sono stati comprensivi, ho ancora la sensazione che siamo come in un periodo di prova... non voglio che cambino idea per nessun motivo!"

"Lo so..." Theo face poi una smorfia triste, mentre si allontanava a malincuore, dandogli un ultimo bacio "Dovremmo trovare un altro posto ora..."

Liam roteò gli occhi. "Come se prima fosse facile eh"

Theo rise. "Be' in effetti..."

Il telefono di Liam tintinnò all'improvviso, attirando la lor attenzione. Liam lo prese, e un secondo dopo scoppiò a ridere.

"Cosa?"

"E' Mason. Gli ho dato la bella notizia. Dice che è felicissimo, e a quanto pare... Josh sta organizzando una festa di fidanzamento per noi" Liam voltò il telefono per mostrargli lo screen che Mason gli aveva appena mandato.

"Oh non ci posso credere." Sbottò Theo, fissando lo schermo scioccato.

Prese il telefono per inviare un messaggio al suo migliore amico.

Coglione! Perché c'è un evento su facebook che invita tutta la scuola alla festa di fidanzamento di Theo Raeken e Liam Dunbar?!

Liam rise di nuovo. "Cosa?"

"Ha invitato anche i nostri genitori, guarda" rise mostrandogli l'evento su facebook.

"Questa è la volta buona che lo uccido"

"Be' ci ha tolto per due volte il peso di dare spiegazioni a tutti" ridacchiò Liam. "La prima volta quando non sapevamo come far sapere che vivevamo insieme, ricordi? E anche ora"

Theo lo guardò dubbioso "Non siamo arrabbiati quindi?"

"Sono troppo felice per essere arrabbiato in questo momento" fece Liam allegro, cliccando su Accetta l'invito.

Theo sbuffò. "Hai ragione. Però farò finta di essere arrabbiato per un po'. Giusto per farmi offrire una pizza ai peperoni"

"Molto furbo" concordò Liam.


Un bussare alla porta aperta li distrasse, interrompendo le loro risate, ed entrambi si voltarono a guardare Jenna, in piedi sulla soglia.

"Mamma...!"

"Scusate, ragazzi. Theo... mi lasceresti un attimo da sola con Liam?"


Theo e Liam si scambiarono un'occhiata incerta, poi Liam annuì con fare rassicurante.

"Va bene..." Theo si alzò, e uscì, mentre Jenna entrava, chiudendosi la porta alle spalle.

Liam la guardò teso dal suo posto sul letto, mentre lei si avvicinava, prendendo posto accanto a lui.

"Non hai... cambiato idea, vero?" chiese Liam preoccupato.

Jenna fece uno sbuffo. "No... non ho cambiato idea. Volevo solo parlare un po' con te, solo noi due. Mi sono resa conto che non lo facciamo più così spesso"

"Mamma..."

"Io capisco che Theo è importante per te. L'ho capito, davvero. Mi fa male soltanto sapere che non sei riuscito a dirmelo. E perché... non mi hai detto che sei... gay?"

Liam arrossì. "I-in realtà... non sono gay. Sono bisessuale. Ricordi Hayden?" le fece presente.

"Giusto. Bisessuale." Jenna ripetè divertita. "Non cambia la mia domanda." Esitò. "Pensavi che non l'avrei accettato?"

"No! Mamma, io ti conosco. Tu sei la persona più tollerante, paziente e buona che io conosca. Sapevo che avresti accettato tutto di me. Solo... non volevo darti altre preoccupazioni. Eri già ansiosa per la scuola, e ti tormentavi sempre all'idea che venissi bullizzato o altro, non volevo aggiungere altro carico."

"Mi dispiace, forse a volte sono stata troppo protettiva."

"Non devi scusarti per questo, mamma!"

"Allora..." Jenna allungò il braccio per prendergli la mano, tirandola sul suo grembo e stringendola. "Mi prometti che d'ora in poi sarai sempre onesto con me? Io ti ascolterò, e non giudicherò. Lo sai"

"Te lo prometto, mamma" Liam gli sorrise

"Ohh... il mio piccolo bambino!" soffiò Jenna. E lo strinse in un abbraccio mozzafiato.

"Mamma! Dai! Non sono più un bambino!" ridacchiò, ma l'abbracciò stretta a sua volta.

Jenna rise, tirandosi indietro con gli occhi lucidi. "Lo so..." Gli posò la mano sulla gamba, accarezzandola dolcemente. "Uhm... Quindi... tu e Theo..." esitò.

"Cosa?"

"Voi... fate sesso?"

Liam prese fuoco, coprendosi il viso con le mani, "Dio, mamma! Non voglio parlare di questo!" esclamò veementemente.

"Perché no? E' una cosa naturale, Liam" insistette lei, alzando un sopracciglio "Usate protezioni?"

"Mamma!" gemette, la voce ovattata dietro le mani che ancora gli coprivano il viso.

"Mi hai appena promesso di essere onesto"

Liam esitò. "Sì, usiamo protezioni" ammise poi, sul punto di prendere fuoco.

"Togli quelle mani dal viso!" rise lei, allontanandogliele. "E dimmi..." continuò poi, tornando seria "E'... stato il tuo primo?"

Liam annuì, imbarazzato.

"Okay..." sospirò poi lei mestamente. "Ho sempre pensato che quando sarebbe successo, sarei stata la prima a saperlo"

"Mamma... se ti consola, tu e Paul siete stati i secondi a saperlo. E... be', comunque... è una cosa abbastanza recente" Arrossì di nuovo. "Non è passato nemmeno un mese"

Jenna sembrò riflettere, poi lo guardò fingendo severità. "Sapevo che non dovevo mandarti a Santa Monica"

Liam rise. "Mi dispiace per tutte le bugie... mamma"

"Non preoccuparti, tesoro. Come ho detto, per me conta solo la tua felicità" Jenna gli accarezzò il viso. "Sei felice?"

"Tantissimo" Liam rispose subito.

"Immagino sia stata dura portare questo peso da soli per tutto questo tempo..."

"Senti, mamma..." Liam si morse il labbro, esitando. "Io... volevo che sapessi che ho... cercato di fermarlo, ci ho provato davvero. Non volevo che soffrissi ancora per colpa mia... ma non ce l'ho fatta, io... lo amo così tanto, mamma, così tanto... Ho cercato ogni possibile ragione per convincermi che lui fosse proprio il ragazzo che non avrei nemmeno dovuto voler amare, ma per tutto questo tempo... con tutto quello che è successo... non ho fatto altro invece che trovare milioni di ragioni per cui lui è l'unico che dovrei amare, l'unico che voglio amare, l'unico che amo. Theo mi ha capito perfino meglio di quanto mi sia capito io stesso, è stato dalla mia parte, mi ha guardato le spalle, mi ha aiutato ad essere migliore, è stato la spinta di cui avevo bisogno per andare avanti, è stato la forza e il coraggio che mi erano mancati, non solo dall'incidente di Scott ma dalla morte di papà, mi ha reso felice di essere così come sono come nessun'altro oltre te aveva mai saputo fare. Per la prima volta mi ha fatto desiderare, immaginare un futuro... so che siamo ancora due ragazzini, ma se anche questo non fosse amore, come hai detto tu prima... non m'interessa, se l'amore è altro, io non lo voglio. Io voglio solo questo, voglio potermi sentire così, con Theo, per tutto il tempo che ci verrà dato..." Liam allungò la mano prendendo quella di sua madre "ma voglio anche che tu sia felice per me, mamma. Voglio che tu sia dalla mia parte..."

Jenna sorrise. "Lo sono, tesoro. Io sarò sempre, sempre, sempre dalla tua parte" Si sporse in avanti, baciandogli la fronte e poi lo strinse a sé. "Sei proprio diventato grande. Sono fiera di te. E ti voglio tanto, tanto bene, tesoro" sussurrò lei contro i suoi capelli.

"Ti voglio bene anche io, mamma..."

 

 

 

 

Qualche settimana dopo...

Liam se ne stava beatamente cullato contro il petto di Theo, che gli accarezzava i capelli con dolcezza.

Erano fuori casa, nel portico, sdraiati sul dondolo, a godersi il calore di quella giornata di fine agosto, gli ultimi sprazzi di estate e il silenzio e la quiete di una casa vuota.

Paul e Jenna erano usciti mezz'ora prima per qualche commissione urgente, lasciandoli da soli. Theo doveva ammettere che l'unico motivo per cui aveva suggerito di mettersi là fuori, era per evitare tentazioni. Stavano ancora particolarmente attenti a non tirare la corda con i loro genitori. Il massimo che facevano in loro presenza era tenersi per mano.

"A che pensi?" gli chiese Theo.

"A niente. Mi sto solo godendo la pace. E' una bella sensazione" rispose Liam tranquillamente con gli occhi chiusi.

"Già... a breve ricomincerà la scuola, e non sarà affatto così tranquillo"

Si stavano ancora abituando alle chiacchiere su di loro. Qualche battuta qua e là o qualche affermazione ignorante a proposito di incesti c'era stata, ma se l'aspettavano. Ma per il resto era stato tutto piuttosto tranquillo. Addirittura Liam aveva scoperto che a quanto pare non era Mason l'unico al mondo che shippava, quando un paio di ragazzine del primo anno lo avevano avvicinato al parco per dirgli che lui e Theo erano bellissimi insieme, e che sapevano che sarebbero finiti insieme fin dall'inizio. Liam ammirò la loro sicurezza, avrebbe voluto averla lui quando tutta questa storia con Theo era iniziata.

"Sai, stavo pensando che dovremmo comprare qualcosa per Jenna e papà." Riflettè Theo pensieroso. "Tra poco fanno un mese di matrimonio"

Liam ridacchiò. "Sono sposati, non una coppia di fidanzatini. Pensi di fargli un regalo al mese?"

"No, però penso che stavolta glielo dobbiamo, non credi?" sbuffò Theo, divertiti.

Liam rise. "Scherzavo. E' il minimo. Gli faremo un regalo bellissimo"

"Niente canzoni d'amore, però."

Liam sospirò drammaticamente. "E io che vedevo già il nostro futuro come duo canoro"

Theo rise, tirandogli indietro i capelli dalla fronte. "Comunque... pensavo... è davvero assurdo come il tempo voli."

"Già. Senza che ce ne accorgeremo, saremo diplomati, e partiremo per il college." Fantasticò Liam

"Prenderemo un appartamento solo per noi due. Poi tu farai l'insegnante, e io... farò qualcosa"

"Vedo che hai le idee chiare" commentò Liam leggermente.

"E poi ci sposeremo" concluse velocemente Theo, sporgendosi in avanti per guardarlo meglio.

Liam arrossì, mentre un sorriso si allargava sul suo viso. "Theo Raeken che parla di matrimonio... il mondo sta per finire" scherzò, ma era felice. Sapeva che stavano solo sognando, però era bello lasciarsi andare a fantasie del genere.

"Te l'ho detto mille volte. Ormai non mi scappi più" gli fece Theo avvicinandosi.

"Che bello..." sussurrò Liam, lasciandosi baciare.

"Mmh... pensi che i nostri genitori torneranno presto? Perché in questo momento non sai quanto vorrei..."

Liam ridacchiò, dandogli un colpetto sul petto "Calma i bollenti spiriti. Abbiamo promesso di non farlo più in casa"

"Abbiamo promesso di non farci beccare in casa" gli fece presente Theo.

"Non so te, ma io non voglio mai più rivivere una cosa simile."

"Uffa, è veramente snervante" Theo fece esageratamente mesto "Sono stanco di farlo in auto"

"Be' a questo proposito..." Liam si tirò su a sedere, girandosi verso Theo. "Potrei essermi accordato con Josh per farci prestare la casa al mare per un weekend..."

"Sei serio?" gli chiese Theo, un sorriso che si allargava sul viso.

"Mai stato così serio. Io e te abbiamo ancora una gita nella tua spiaggia segreta in sospeso" gli ricordò Liam.

"Non vedo l'ora" gli disse Theo, prima di tirarlo di nuovo vicino e baciarlo.

"Ah. Poi magari anche ai nostri genitori regaliamo un weekend da qualche parte..." suggerì Liam, pensieroso.

"Sei proprio subdolo..." Theo rise. "Non finisci mai di stupirmi"

"Sai, a volte penso che la vita sia proprio strana. Voglio dire, l'avresti mai detto quando sono arrivato qui l'anno scorso, che sarebbe finita così?" si chiese Liam. "Anzi, l'avresti mai detto quando eravamo piccoli?"

"Decisamente no. Anche se forse una piccola parte di me l'ha sempre sperato. Chi lo sa, magari era il Destino..." Theo scrollò le spalle.

Liam lo guardò intensamente. Gli tornarono in mente le parole di Mason al matrimonio. "Mason mi ha detto una cosa simile qualche tempo fa." Disse lentamente. "Mi disse che forse i nostri genitori dovevano trovarsi, così da trovarci anche noi."

"Mmh è un bel modo di considerare la cosa" ridacchiò Theo.

"Già." Rise Liam. "Mason, la fata madrina... dove saremmo ora senza di lui?"

"Probabilmente io sarei a Boston, e tu staresti ancora seguendo gli assurdi consigli di Alec"

"Ahh non mi ci far pensare!" gemette Liam, seppellendo il viso nella spalla di Theo, mentre lui rideva.

Lo sguardo di Theo fu poi attirato dall'auto di Paul in avvicinamento. "Oh, guarda... per fortuna che hai calmato i miei bollenti spiriti, altrimenti avremmo avuto un'altra conversazione imbarazzante..." commentò, facendo voltare anche Liam.

"Visto?"

"Hey, ragazzi. Che fate qua fuori?" chiese Paul, mentre cingendo le spalle di Jenna risalivano i gradini e si avvicinavano a loro.

"Oh niente..." rispose vagamente Liam.

"Allora... possiamo sederci un attimo con voi?" chiese Jenna, titubante.

Theo e Liam sembrarono colti di sorpresa. "Uhm, si certo... è successo qualcosa?"

Jenna si sedette accanto a Liam, mentre Paul prendeva posto accanto a Theo. "Siamo appena stati in ospedale" disse subito Paul, senza troppi giri di parole.

Entrambi si voltarono allarmati verso di lui. "Cosa? Perché?" chiese Theo, scrutandolo come in cerca di malanni.

"Non per lui, ma per me" rispose Jenna tranquillamente.

Liam si voltò verso di lei, turbato. "Perché? Stai male, mamma!?"

"Uhm, no... non proprio" Guardò Paul, un sorriso che le sbocciava lentamente sul viso. "Io... be'... aspetto un bambino!"

Ci volle un po' prima che la notizia affondasse. "Che cosa?!" urlarono Liam e Theo in coro, scattando in piedi.

"Mamma, ma è fantastico!" Liam urlò. E si lanciò su di lei con un balzo, stringendola forte.

"Piano piano!" rise lei, mentre anche Theo e Paul si abbracciavano.

"Ed è maschio? O è femmina?" chiese Liam, euforico, saltellando quasi sul posto

"Calma, Liam. È un po' presto per questo!" ridacchiò Paul, con un braccio attorno alle spalle di Theo.

"Ci vorrà qualche mese prima di saperlo" spiegò Jenna.

"Io spero sia maschio! Anzi, no meglio femmina! Anzi... meglio ancora, due gemelli eterozigoti!"

"Vuoi scherzare, Liam?!" sbuffò Theo.

"Ci penserà il fratello maggiore Liam a badare a loro!" assicurò con orgoglio, battendosi una mano sul petto.

"Oh. Siamo a cavallo allora" lo prese in giro Theo. Poi un dubbio improvviso lo colse. "Aspettate. Quindi avrò un fratello che sarà anche mio cognato!?" Scosse la testa, allibito "Cavolo, sarà difficile da spiegare"

Tutti scoppiarono a ridere.

"Per fortuna ci sarà il fratello maggiore Liam per questo" commentò Paul, divertito.

"Cosa?! No, scordatevelo..."

Era quasi impossibile impedirsi di ridere, di sorridere, mentre si stringevano di nuovo in un abbraccio di gruppo. La vita è strana, aveva detto prima Liam, ed era proprio vero. Trovava sempre mille modi diversi di sorprenderti, di rovesciare le carte in tavola.

Ricordava quante volte si era sentito come se tutto fosse sul punto di finire, come se nulla avrebbe potuto più essere come prima... ed era vero. Le cose cambiano, e a volte cambiano in peggio, alle volte in meglio. A volte si piange, altre si ride. Incontri persone, e alcune ti deludono. Ma altre ti sorprendono. Qualcuno ti lascia. E qualcuno di nuovo arriva. E' così che va la vita. E' così che deve andare.

E finalmente Liam lo aveva capito. Ed era sicuro che l'avesse capito anche Theo.

Non viene mai nulla dal restare immobili, dal chiudersi in se stessi, dimenticandosi che c'è un mondo là fuori, pieno di persone e di opportunità. Ogni giorno non è mai l'ultimo, e ogni fine è un nuovo inizio.

E questa certezza era la fonte di sicurezza e di felicità per Liam più grande in quel momento. Che non era ancora la fine. Che c'erano ancora altri mille e mille e mille giorni da passare con la sua famiglia... da passare assieme a Theo.

FINE

 

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