Ufo Robot Goldrake - Pianeta Terra - Stella Fleed.

di vanity_gemini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Salve a tutti! Mi presento sono samp1969.
Ho scritto questa storia tanto tempo fa, e ora ho deciso di condividerla con chi come me ha amato il primo cartone animato robotico giapponese arrivato in Italia, nella primavera del 1978.
Mi auguro che vi piaccia.
Buona lettura.
Saluti Samp.
I personaggi presenti sono di proprietà del maestro Go Nagai, tranne quelli inventati da me.

Ufo Robot Goldrake – Pianeta Terra – Stella Fleed.
Capitolo 1.
 
Quella notte era particolarmente agitata e di conseguenza non riusciva a prendere sonno, soprattutto a causa di quel caldo afoso che quella lunga estate continuava ad imporre senza concedere un benché minimo di tregua.
A fatica si allungò verso il comodino, afferrò con veemenza la bottiglietta d’acqua, che ormai però era pressoché imbevibile, dal troppo calda che era. Sbuffò sonoramente, sudata marcia si alzò di scatto, decidendo quindi prendere la via verso la grande terrazza di cui era provvisto quel centro ricerche.
Camminò lentamente, soprattutto cercando di fare meno rumore possibile, mentre attraversava il lungo corridoio leggermente illuminato dalle piccolissime luci di emergenza.
Scese con l’ascensore al piano terreno, avviandosi verso la propria meta designata. Appoggiò delicatamente la mano destra sulla maniglia della porta scorrevole ed uscì fuori, respirando l’aria fresca che lentamente entrava nella sua bocca, volse poi lo sguardo verso il cielo sopra di lei, notando che era perfettamente limpido e magnificamente stellato.
Era una magnifica e calda notte di mezza estate.
Fece poi due passi e si rese subito conto di non essere la sola.
La sua amica Venusia, evidentemente aveva avuto lo stesso suo identico problema, difatti quest’ultima era comodamente sistemata sopra ad uno dei tanti lettini che si trovavano in quel posto.
Lentamente prese ad avvicinarsi a quest'ultima.
 
  • Ciao – disse, sdraiandosi al suo fianco.
  • Ciao, Aurora – le rispose con un sorriso, ma di contro i suoi occhi erano piuttosto tristi e malinconici.
  • Anche tu non riuscivi a dormire – le domandò, continuando a fissare il cielo sopra di loro.
  • Già….
 
Quel suo comportamento lasciò Aurora alquanto perplessa.
Effettivamente non era da lei, perché Venusia solitamente era sempre piuttosto solare, alquanto chiacchierona, invece in quel momento era esattamente all'opposto, quindi tutto ciò preoccupo parecchio Aurora, che sospirando lievemente decise di chiederle il motivo di quel suo malumore.
 
  • Venusia, non voglio essere né curiosa né tantomeno invadente, ma c’è qualche problema? – fece con tatto, mentre l’altra si voltò dalla sua parte. I suoi occhi nocciola in quel momento erano strapieni di lacrime.
  • Sì, a dirla tutta è da quando è partito che in verità in me c’è qualche problema.
  • Non capisco, ma di chi stai parlando, scusami ma potresti essere un po' più chiara?
  • Sto parlando di Actarus e Maria, e del fatto che è da parecchio tempo che non si fanno più sentire
 
Era al corrente dell’esistenza di queste due persone, perché tempo addietro il dottor Procton, né parlò con sua mamma, e lei per puro caso si ritrovò ad ascoltare tutta la loro conversazione.
Actarus e Maria, erano due principi di un pianeta molto lontano dalla Terra. Il loro luogo natio faceva parte della galassia di Vega, e il loro regno si trovava sulla stella Fleed.
Quando Actarus era appena quindicenne il loro pianeta venne selvaggiamente attaccato dalle forze armate di Vega.
Re Vega era uno spietato tiranno, ed era seriamente intenzionato ad espandere il proprio dominio su tutti i pianeti di quella galassia, per poi successivamente conquistare e schiavizzare anche altri pianeti lontani, appartenenti ad altre galassie.
Durante quei sanguinari attacchi, la stella Fleed venne completamente rasa al suolo, la maggior parte della popolazione trovò morte certa, difatti tra i deceduti vi erano anche i due sovrani, precisamente i genitori di entrambi i ragazzi, che come tanti altri rimasero vittime durante i pesanti bombardamenti.
Fortunatamente i due giovani principi riuscirono a non cadere in ostaggio delle forze di invasione, ma soprattutto cercarono di raggiungere molto velocemente l’hangar dove era ben sistemata, forse la più potente e micidiale arma da guerra, che la pacifica stella disponeva.
Questi era, il potentissimo robot da combattimento, Goldrake.
Tale mezzo era stato progettato per i soli scopi pacifici, ma il malvagio sovrano di Vega voleva impossessarsene per poter così disporre a suo piacimento del potente robot, e utilizzarlo per i suoi altrettanti futuri piani malvagi.
Actarus, era il solo che poteva salire indisturbato sul mezzo robotico, senza rischiare di venire fulminato seduta stante, dato che Goldrake, disponeva di un controllo di sicurezza molto all'avanguardia.
Preso possesso del mezzo, e una volta fatta salire a bordo anche la sorellina di appena otto anni, i due principi scapparono da quell'inferno di fuoco e fiamme, lasciandosi dietro di loro la devastazione più totale.
In quel momento, entrambi avevano il cuore in gola, mentre delle lacrime copiose solcavano dai loro paffutelli volti da adolescenti.
Ovviamente le forze di Vega si accorsero della loro fuga, e presto un intero battaglione di dischi volanti prese ad inseguirli.
Nello spazio ingaggiarono quindi un’aspra battaglia, che fortunatamente si concluse con la vittoria dei due giovani principi.
Dopo che vagarono per lo spazio per diversi giorni, nel loro radar comparve il pianeta azzurro, ovvero la nostra amata Terra.
Con molta fortuna, Actarus riuscì ad attenuare l’impatto con l’atmosfera terrestre e guidò lo Space Disk, l’astronave che ospitava Goldrake al suo interno, verso un punto ben preciso dove poté quindi effettuare un atterraggio di emergenza.
Una volta che atterrarono entrambi persero del tutto i loro sensi, ma furono prontamente ritrovati dal dottor Procton, che dal suo centro spaziale, aveva seguito attentamente tramite i radar tutta la fase del loro atterraggio.
Il dottore si prese immediatamente molta cura di entrambi, prontamente li portò nella sua casa che si trovava abbastanza vicino al laboratorio, li curò, e poi decise una volta venuto a conoscenza della loro tormentata e drammatica storia, di adottarli entrambi.
Ai suoi conoscenti, li presento infatti come suoi figli che si erano trasferiti negli Stati Uniti dal Giappone, per riuscire a completare al meglio gli studi, ma per Maria essendo molto piccola, inventò che in quegli anni aveva vissuto nella tenuta di una sua lontana parente, sempre negli Stati Uniti.
I due ragazzi iniziarono quindi la loro vita tranquilla sul pianeta che li aveva salvati e accolti, conobbero anche nuovi amici.
Actarus e Maria, fecero la conoscenza di un certo Rigel e dei suoi figli, Venusia e Mizar.
Successivamente alla loro compagnia si unì anche un ragazzo di nome Koji Kabuto, anche lui di ritorno dagli studi in America, per la precisione dal centro spaziale della NASA, che si trovava ubicato ad Huston.
Quando tutti credettero di poter finalmente vivere tranquilli e spensierati, ecco che arrivarono come un fulmine a ciel sereno, i primi pesantissimi attacchi delle forze di Vega.
Il grande e potente impero, aveva nel frattempo installato un avamposto sulla Luna, la base SkullMoon.
Questi era precisamente sul lato opposto della Luna, quello non visibile dalla Terra, per cui nessuno si accorse della loro presenza.
Quella volta i loro nemici erano ancora più intenzionati nelle loro azioni, infatti oltre che a cercare di portare nuovamente via Goldrake, avevano soprattutto preso di mira il pianeta azzurro, probabilmente per conquistarlo e farlo diventare una loro possibile seconda patria.
Le battaglie che per anni ne seguirono furono veramente senza esclusioni di colpi da parte di entrambe le fazioni.
Non si mollava la presa di un centimetro, e neppure l’intervento pacifico della principessa Rubina, l’unica erede di Re Vega, tra l’altro promessa sposa di Actarus se non fosse scoppiata la guerra tra i due popoli, non sortì l’effetto sperato.
Re Vega, non ne volle sapere di rinunciare alla conquista della Terra. Lui vedeva tale conquista come l’unica speranza di vita e di futuro per il suo popolo errante.
Tutta la popolazione del pianeta Vega, si vide costretta a dover abbandonare in fretta e furia il loro pianeta, vista l’enorme quantità di raggi tossici al vegatron, che permeava in esso, uccidendo molto velocemente qualsiasi forma di vita.
Fallito miseramente il piano di pace della principessa Rubina, e anche la sua proposta di unione con Actarus, da lui molto educatamente rifiutata, la bella ragazza lasciò definitivamente la Terra, per poi fare ritorno sul pianeta Ruby.
Pianeta conquistato in precedenza da suo padre e da lei governato.
Dopo alcune aspre battaglie e la dipartita dei più fidati generali al servizio di Re Vega, ci fu la grande battaglia finale contro il sovrano stesso e la sua potente ed enorme nave ammiraglia.
Goldrake riuscì ad avere la meglio, soprattutto grazie anche al prezioso aiuto dei tre mezzi spaziali pilotati da Koji, Venusia e Maria, gli avevano dato.
Sconfitto una volta per tutte il malvagio sovrano, i due principi che nel frattempo avevano rivelato agli amici terrestri la loro vera identità, a malincuore decisero di comune accordo di lasciare la loro tanto amata Terra, e partire alla volta del loro pianeta natio.
Proprio la principessa Rubina, nel suo incontro con Actarus, rivelò a quest’ultimo che i superstiti di Fleed avevano deciso di fare ritorno sul pianeta, e iniziare a loro volta la ricostruzione di questi.
Erano passati ben quattro anni dal giorno in cui Actarus e Maria, partirono a bordo dello Space Disk alla volta di Fleed!
 
  • Venusia, Aurora! – la voce del dottor Procton attirò immediatamente l’attenzione di entrambe. Si voltarono simultaneamente verso il nuovo arrivato – Venusia ti vedo pensierosa, tutto bene? – si preoccupò l’uomo, osservando lo sguardo malinconico della ragazza.
  • Più o meno – sorrise – Vede dottore, è solo che stavo pensando ad Actarus e Maria, non abbiamo più avuto loro notizie, tutto qui.
  • È vero, ma proprio l’altro ieri gli ho inviato un messaggio, ma al momento non ho ancora ricevuto una loro risposta – asserì Procton, poi sorridendo alle due ragazze – Li ho informati che stiamo tutti bene, che qui al centro sono cambiate alcune cose. Dall'arrivo della dottoressa Karen e dei suoi due figli – e guardò Aurora – Che Koji si è trasferito all'istituto per la ricerca dell’energia foto atomica, assieme a suo fratello Shiro per poter sviluppare nuove armi per Mazinga Z. Che alla fortezza delle scienze, dopo la tragica scomparsa del dottor Kabuto, il timone è passato ai tre professori aiutati da Tetsuya e Jun, e altre piccole novità.
  • Allora se è così ci vorrà del tempo. Sono sicura che non appena riceveranno il messaggio si faranno sicuramente sentire, sono fiduciosa! – Venusia pronunciò quelle parole con uno sguardo che la diceva molto lunga.
 
Si salutarono, poi ognuno di loro prese ad avviarsi nuovamente verso la propria stanza, attendendo così l’alba di un nuovo giorno, che vista l’ora non si sarebbe fatta molto attendere.
 
*
 
L’alba si era alzata da un bel po' di tempo.
La splendida figura del principe stava vagando per i vari corridoi e nei tanti saloni che erano presenti all'interno di quel nuovo e super tecnologico palazzo reale, recentemente edificato dopo la totale distruzione di quello in cui era nato e ci aveva vissuto fino all'età di quindici anni.
Ma dove diamine si sarà cacciata!?
Imprecò silenziosamente all'indirizzo della sua cara e adorata sorellina minore.
Niente, nemmeno qui c’è!
Fece aprendo una porta a caso.
Quindi ora non mi rimane altro da fare che provare a cercarla fuori, nei vasti giardini reali!
Uscì e si avviò verso il campo di Marte.
Era sicuro al cento per cento che l’avrebbe trovata lì, ed infatti vi era.
Sua sorella andava molto spesso in quel posto, diceva che le ricordava in qualche modo i bellissimi, verdeggianti e fioriti prati della Terra.
 
  • Maria! – si avvicinò facendola sobbalzare.
  • Actarus?
  • Ti cercavo, ma come al solito sei nuovamente venuta qua.
  • Fratello, mi rilassa. Questo posto è magnifico, non trovi?
  • Ma certo, è bellissimo. Questi fiori – sorridendo Actarus li indicò – Sono la testimonianza del legame che c’è tra Fleed e la Terra.
 
Poco prima della loro partenza, Mizar gli regalò dei bulbi da piantare sul loro pianeta.
In quel momento, a quattro anni di distanza erano diventati dei bellissimi fiori dai vari colori.
 
  • Concordo, fratello – Maria sorrise, poi indicando il foglio che Actarus aveva in mano – Che cos'è?
  • Questo è il messaggio che ho appena ricevuto da parte di nostro padre, sono venuto a cercarti per quello.
  • WOW! E che dice, come stanno? – il fratello sorrise per la sua esuberanza.
  • Dice che stanno tutti bene – sorrise – Inoltre mi ha mandato anche una foto, guarda – Maria allungò il collo con enorme curiosità – Mi sembra di notare che al centro ci sia gente nuova.
  • Già, fammi vedere meglio! – disse la ragazza, mentre il fratello le passò direttamente la foto – Uhm, dunque, ci sono una donna di mezza età, una ragazza più o meno della mia stessa età, un ragazzo all'incirca della tua età, e questi due mocciosi chi sono? – fece indicandoli.
  • Non lo so, mentre lei è la dottoressa Karen, che mi sembra di aver capito sia la nuova compagna di nostro padre, lei è sua figlia minore, mentre lui è il figlio maggiore.
  • E Koji, perché non c’è? – gli chiese la sorella, mentre lui sorrise, perché già si immaginava che Maria gli chiedesse qualcosa riguardante quel ragazzo.
  • Ascolta Maria, in questi quattro anni abbiamo completato la ricostruzione del nostro pianeta, anzi ci siamo riusciti prima dei tempi previsti, quindi stavo giusto pensando di prenderci una vacanza, e visto che ho già parlato e dato le varie istruzioni a Marcus, potremmo andare sulla Terra a trovare i nostri amici, cosa ne pensi?
  • Cosa ne penso!? Ma Actarus, sarebbe magnifico! – poi con occhi luccicanti – Fratello, quando partiamo?
  • Subito! Vatti a preparare, e ….
 
Non gli lasciò neppure il tempo per terminare la frase che gli saltò completamente addosso, facendogli perdere l’equilibrio.
I due sempre saldamente abbracciati si ritrovarono quindi a rotolare sull'erba di quel magnifico prato.
 
  • Sire, fate buon viaggio. Ma soprattutto ricordatevi di avvisare quando sarete arrivato sulla Terra, mi raccomando! – ovviamente il primo ministro Marcus, non mancò di deliziarli con le sue ripetute raccomandazioni.
  • Ma certo, stai tranquillo – Actarus gli diede una leggera pacca sulla spalla, poi sorridendo – Lascio nelle tue abili mani tutto il regno di Fleed, ci sentiamo!
 
Come sempre faceva prese a salutare tutti i vari fidati collaboratori, poi con Maria ben piazzata al suo fianco si avviarono verso l’hangar dov'era alloggiato lo Space Disk, con Goldrake al suo interno.
Si avvicinò al mezzo per primo per evitare che sua sorella venisse fulminata seduta stante dal dispositivo di sicurezza, poi si sistemò nel posto guida, e successivamente anche Maria salì a bordo, sedendosi sopra al sedile posto dietro a quello del pilota.
Per prima cosa, Actarus impostò la rotta verso il pianeta Terra.
Con un mezzo come lo Space Disk, tale viaggio era della durata di soli quattro giorni e tre ore terresti, mentre invece con un altro mezzo non dotato di motori fotonici, ci sarebbe voluto quasi sicuramente un mese intero.
 
  • Accidenti, sono ingrassata! – sbuffò Maria, mentre contemplava il suo volto attraverso il piccolo specchietto da borsetta.
  • Se continui così rischierai di romperlo! – la stuzzicò il fratello, attirandosi immediatamente la sua attenzione.
  • Uffa! E se a Koji non piaccio più come faccio!? – mise su un adorabile broncio.
  • Maria, credo che dobbiamo aspettarci parecchie novità. Non è detto che tutto sarà rimasto come lo abbiamo lasciato, qualcosa magari sarà cambiato – le fece notare.
  • Non capisco cosa vuoi dire, fratello spiegati meglio.
  • Voglio dire, insomma sono pur passati quattro anni e come tu saprai meglio di me, le persone e le cose potrebbero essere cambiate, ma magari anche no.
  • Staremo a vedere! – rispose lei seccamente.
  • Ma certo – lui sorrise.
 
Sapeva quanto era testarda e parecchio impulsiva la sorella, per cui decise di chiudere il discorso.
Magari poi davvero nulla era cambiato.
Tra loro due cadde il più totale silenzio.
Actarus voltandosi appena notò che Maria si era leggermente addormentata, quindi decise di velocizzare i tempi.
Goldrake avanti! Velocità fotonica!
 
*
 
Quella mattina era terribilmente in ritardo, ma di contro non aveva affatto voglia di sentire la solita solfa di suo fratello, che come al solito le propinava ogni talvolta che lei accumulava qualche lieve ritardo, ma in verità quello della ragazza solitamente era un ritardo cronico.
Difatti, era proprio per quello che odiava profondamente gli appuntamenti, gli orari prestabiliti e altre cose in cui bisognava essere per forza di cose puntuali e precisi.
Indossò alla svelta la sua tuta da battaglia, prese il casco, i guanti e si diede un’ultima occhiata allo specchio, constatando che il suo aspetto mattutino era davvero terrificante, ma alzandosi in ritardo non aveva avuto il tempo necessario per sistemarsi alla perfezione.
A velocità supersonica uscì dalla sua camera, salutò altrettanto velocemente un’inserviente che stava passando l’aspirapolvere, sopra alla moquette con un’invidiabile precisione, poi si avviò verso l’ascensore che l’avrebbe portata al piano dov'era situato l’hangar.
 
  • Alla buona ora! – Abel la fissò, mentre che batteva nervosamente il piede destro a terra. Venusia invece le sorrise amabilmente.
  • Ehm, scusatemi – pigolò lei.
  • Andiamo! – ordinò lui imperioso.
 
Seguì mogia il fratello, mentre presero ad avviarsi verso i loro mezzi.
Abel salì sul Goldrake 2, il mezzo che un tempo fu pilotato da Koji, Venusia invece sul suo Delfino, mentre Aurora si ritrovò a pilotare la Trivella, la navicella che durante la guerra contro Vega, era stata affidata alle abili mani di Maria.
 
  • Ragazze, siete pronte?
  • Si – risposero entrambe all'uniscono.
 
In contemporanea i tre potenti mezzi si elevarono nel cielo, lasciando dietro di loro una lunghissima scia bianca.
 
  • Per il momento andiamo al punto nove nord D quattro – Abel iniziò a dare le varie istruzioni via interfono.
 
Entrambe le ragazze annuirono in risposta e dopo essersi ben allineati i tre mezzi si diressero al punto prestabilito.
Ad un certo punto, proprio durante il loro allenamento, notarono che nei loro radar comparve un oggetto di grosse dimensioni, quindi prontamente si allarmarono.
 
  • Ragazzi, quello cos'è? – domandò infatti Aurora.
  • Non saprei! – rispose Venusia, continuando a fissare preoccupata il radar davanti a sé.
  • Ragazze, fate attenzione! – Abel cominciò pure lui ad allarmarsi.
  • Aspettate! Ma quello è lo Space Disk! – urlò ad un tratto Venusia dall'interfono, facendo sobbalzare gli altri due.
  • Lo Space Disk!? – fece il ragazzo incredulo.
  • Ma sì, è Goldrake! – Venusia urlò talmente forte da perforare i loro poveri timpani – Actarus, mi senti? Sono Venusia! – fece con voce tremate e il cuore in gola.
 
La ragazza non credeva a ciò che stavano vedendo i suoi occhi.
Venusia, non stava più nella pelle!
Finalmente dopo ben quattro anni il suo tanto amato principe alieno era nuovamente con lei sulla Terra!
Con una manovra un tantino azzardata, Aurora si ritrovò anche lei ad affiancare l’enorme mezzo, e attraverso il vetro dell’oblo della cabina guida, notò che al posto del pilota vi era proprio il famoso Actarus, mentre seduta comodamente dietro a quest’ultimo vi era anche la giovane sorella.
Col principe si guardarono di sfuggita, poi lei superò il mezzo e lo precedette in direzione del centro di ricerche spaziali.
Una volta che furono tutti a terra, scesero dai loro rispettivi mezzi, mentre Procton, Karen, Rigel e Mizar si erano già radunati immediatamente nel vasto piazzale del centro, per salutare coi dovuti onori di casa i loro amici, che arrivavano da un pianeta lontano, lontano.
Ovviamente sia il papà che il fratello di Venusia, non riuscirono a trattenere le lacrime, difatti i due iniziarono a piangere come delle fontane, mentre il dottore si sforzò enormemente a non scoppiare in lacrime davanti ai tanto amati figli adottivi.
Aveva anche lui gli occhi lucidi.
Mentre Venusia, pareva essere caduta in uno stato di trans.
Boccheggiava!
In effetti a guardarlo per bene ora capisco la sua spropositata cotta. Actarus è proprio un gran figo!
Pensò dentro di sé Aurora, continuando ad osservare con molta attenzione il ragazzo, sentendosi poi a sua volta osservata da quest’ultimo, e cercando a quel punto di fare l’indifferente.
 
  • Actarus, Maria, lei è la dottoressa Karen e loro sono i suoi figli, Abel e Aurora – fece Procton, con un gran sorriso stampato sulle labbra.
    Detto ciò, tutti i presenti si scambiarono le solite strette di mano di rito.
 
Abel, che si stava costruendo un mezzo tutto suo, non rimase di certo indifferente a Goldrake, e alla sua particolare e innovativa astronave.
 
  • Devo dire che la sua fama è del tutto meritata – sorrise – Complimenti, è veramente molto ben costruito! – disse poi, continuando ad ammirare ammagliato il mezzo.
  • Grazie. Devo dire che gli scienziati di Fleed avevano fatto un ottimo lavoro – gli rispose Actarus sorridendo, e facendo di rimando completamente sciogliere la povera Venusia seduta stante.
  • Ma dimmi, come ti trovi con la Trivella? – Maria si rivolse ad Aurora.
  • Bene, diciamo che dei tre mezzi è quella che riesco a pilotare meglio.
  • Mi fa piacere che sia finita in buone mani – le strizzò l’occhio.
  • Grazie, ma ora che sei qua sarà nuovamente la tua. Io sto lavorando ad un progetto assieme a mio fratello.
  • Va bene, allora ne approfitto perché mi è terribilmente mancata. Ma a dire il vero mi è mancato quasi tutto della Terra! – sorrise, poi guardandosi meglio attorno – Ma Koji dov'è? – domandò con fare curioso.
  • Koji qua da noi viene di rado. Da molto tempo si è trasferito in pianta stabile al centro ricerche del professor Yumi, per poter potenziare il suo robot – la informò Procton.
  • Però – Maria fece pensierosa – Allora a questo punto vuol dire che andrò a trovarlo lì! – asserì.
 
Actarus, dall'espressione che fece il dottore pronunciando quella frase, comprese che forse l’amico si era trasferito anche per altro e non solo per potenziare il proprio robot.
Difatti, Kabuto senior si era trasferito certo per poter effettuare le varie modifiche al suo Mazinga, modifiche che comunque poteva benissimo apportare anche lì al centro spaziale, ma il suo trasferimento era dovuto principalmente al suo fidanzamento ufficiale con la figlia del professor Yumi.
La bella, ma soprattutto gelosissima Sayaka.
Di contro però la principessa di Fleed, ovviamente non poteva essere a conoscenza di tutti questi retroscena.
Difatti il fratello immaginando una cosa del genere, possibile anche che il suo amico in passato gli avesse già accennato qualcosa sulla signorina Yumi, prontamente e con molta astuzia cambiò decisamente discorso, rivolgendo varie domande su altrettante varie nature al papà e al fratello di Venusia.
 
  • E questi qui chi sarebbero!? – Aurora si voltò riconoscendo immediatamente la vocina pestifera di chi aveva appena fatto quella domanda. Tutti i presenti imitarono il gesto della ragazza.
  • Aaron, ma dove sei stato? E Alice? – domandò prontamente Abel, al ragazzino.
  • Ero da Shiro, e Alice è rimasta ancora lì – arricciò il piccolo nasino.
  • E perché non è venuta via con te!?
  • Boh e che ne so, magari a lei piace Shiro! – fece ghignando, cominciando poi a girare attorno ai nuovi arrivati, squadrandoli e studiandoli con notevole curiosità, al che…
  • Aaron, loro sono Actarus e Maria. Arrivano da un pianeta lontano, il regno di Fleed e ci sono venuti a trovare dopo tanto tempo – gli spiegò Venusia, la quale era riuscita ad uscire dal limbo nel quale era caduta, vista l’enorme e soprattutto inaspettata sorpresa. Fece il tutto mentre che la peste, continuò a scrutare i due sempre più con insistenza e poi sentenziando.
  • Uhm, ma guarda un po' che alieni strani – si mise con fare serio una mano al mento – Non avete neppure la pelle verde e le orecchie a punta! Allora camuffate proprio bene, eh! – sghignazzò senza alcun ritegno.
  • Aaron, ora basta! – lo rimproverò Aurora autoritaria, poi si rivolse mortificata ai due principi – Scusatelo per la sua maleducazione, è un bimbo alquanto vivace e pestifero.
  • Tranquilla, non c’è assolutamente problema – la rassicurò il principe, sorridendole.
  • Però è davvero molto simpatico! – sottolineò Maria, facendo l’occhiolino alla peste e scambiandoci pure un cinque d’intesa.
  • Simpatico!? Chiedilo a Boss e soci. Non credo che loro siano della tua stessa opinione, visto e considerato tutti i dispetti che solitamente gli combina – sentenziò mestamente Abel, scompigliando la chioma ribelle del piccolo diavoletto in questione.
 
Ovviamente i due principi non conoscevano questo Boss, e né tanto meno i suoi due compagni di merende.
Quindi Maria piuttosto incuriosita si voltò dalla parte di Aurora in cerca di delucidazioni, in merito a questi tre nuovi soggetti da lei mai visti e conosciuti. Quest'ultima molto dettagliatamente spiegò ai due chi erano, ma soprattutto cosa facevano di bello nella loro vita, i ragazzi appena nominati.
Fece tutto ciò sotto lo sguardo decisamente un po' troppo ammaliato di Venusia, che dal tanto incantata che era a guardare Actarus, non riuscì neppure a spiaccicare una misera parola.
Venusia, Mizar e loro padre dopo poco decisero di fare ritorno presso la loro fattoria.
La Betulla Bianca, era il ranch di proprietà della famiglia Makiba, ed era anche abbastanza vicino al centro ricerche.
Come al solito, Rigel fece il suo consueto e ormai di rito giro di saluti, poi invitò a cena tutto il gruppo nella sua tenuta, nella serata del dopodomani, giusto per riuscire a poter andare in città a fare le compere necessarie, dato che la capitale Tokyo distava da lì circa una quarantina di minuti abbondanti in auto.
Facendo così avrebbe potuto acquistare tutto l’occorrente per poter fare una mega grigliata, in onore dei principi e del loro ritorno sulla Terra!
A quel punto, Actarus dovette ammettere che gli stava facendo un certo effetto l’essere nuovamente sul pianeta che molti anni addietro lo accolse, amorevolmente. Prese poi a guardarsi attentamente intorno notando così a prima vista che nulla era cambiato. Si sentì emozionato, come mai lo era stato prima di quel momento! Osservò poi la sua adorata sorellina, e gli sembrò che anche lei stesse percependo le sue uguali emozioni.
Una volta che varcarono la porta d’ingresso del centro, si affiancò al padre, pensando che sia lui che Maria dovevano veramente tutto a quell'uomo.
Questi li aveva trovati, curati, li aveva dato un tetto dove poterono ripararsi, li aveva cresciuti, educati, ma soprattutto gli aveva dato la possibilità di diventare quello che in quel momento erano: un uomo e una donna, maturi, onesti e responsabili.
Non finirò mai e poi mai di ringraziarlo.
Si disse visibilmente emozionato.
 
  • Actarus, Maria, venite le vostre camere sono da questa parte – li richiamò loro padre.
 
I due salutarono gli altri e presero a seguire il dottore per un lungo corridoio.
Ad un tratto, da una delle tante camere che vi erano presenti, ne uscì una signora di circa una sessantina d’anni, abbastanza corpulenta, con indosso una veste blu scuro e una specie di cuffietta in testa, a dire il vero molto ridicola.
Actarus prontamente si voltò a guardare Maria, che stava cercando invano di trattenere le risa, difatti non riuscendoci scoppiò a ridere in faccia alla donna, che di rimando si indispettì.
Prontamente, Procton intervenne.
 
  • Actarus, Maria, lei è la nostra governante, la signora Agnese – presentò ai due la donna, mentre quest’ultima di rimando squadrò entrambi e poi emise un sonoro sbuffo.
  • Ottimo! Ora abbiamo altri due damerini impomatati da viziare! Ehi Dot, ma dimmi un po' non ti bastavano di già quei due! – i principi di Fleed si guardarono incredibilmente scioccati.
  • Ma Agnese suvvia voi siete in tante, e comunque loro non sono così viziati – il dottore cercò di abbonirla.
  • Uhm, lo spero! – Agnese continuò a guardare i nuovi arrivati con sguardo truce.
  • Ragazzi venite – li richiamò Procton – Maria, questa è la tua stanza – aprì la porta entrando e la ragazza subito lo seguì all'interno di essa. Per prima cosa iniziò a saltellare come una bambina, alla quale le era stato appena promesso un giro sulle giostre. Estasiata si guardò attorno.
  • WOW! Ma è bellissima – fece continuando a saltellare.
  • Ti piace?
  • Altroché, è fantastica!
  • Bene, ascolta ora però sistemati, fatti pure una doccia, riposati anche, poi più tardi ti verranno a chiamare le tue due inservienti, va bene?
  • Benissimo papi! – gli saltò al collo, per poi stampargli un bacio sulla guancia, sotto lo sguardo scioccato della cara signora Agnese, che tenendo le braccia incrociate al petto, continuò a fare segno di no con la testa.
 
Lasciata Maria nella sua stanza, Actarus seguì il padre che in quel momento aprì la porta di un’altra stanza.
Inutile dire che i due ovviamente furono seguiti come un’ombra dalla simpaticissima governante.
 
  • Actarus, questa invece è la tua di stanza – fece Procton, poi rivolgendosi alla donna – Agnese per ora puoi andare, nel frattempo pensa a chi delle tue ragazze è più adatta per prendersi cura dei principi di Fleed, mi raccomando conto su di te.
 
Il dottore liquidò con nonchalance la governante, che però rimase di braso nell'apprendere che quei due erano i famosi principi di quella stella lontana, ma che soprattutto la salvezza della Terra era in parte dovuta a loro, in particolare al ragazzo.
Si morse più volte la lingua, rendendosi conto che insomma era stata davvero maleducata nei loro confronti, quindi a quel punto si ripromise di mettere a loro servizio le sue ragazze migliori.
 
Erano entrambi comodamente seduti sull'ampio divano che faceva parte dell’arredamento di quella stanza.
I due iniziarono così a parlare dei più svariati argomenti.
Procton gli raccontò di come aveva conosciuto la sua attuale compagna, la dottoressa Karen.
I due si erano conosciuti due anni prima ad un convegno a Miami, organizzato dall'unione mondiale per la difesa terrestre.
Il loro era stato praticamente un amore a prima vista, almeno da parte di lui, lei invece ne usciva da poco tempo dalla separazione col duca di Bard, il padre biologico di Abel e Aurora.
Sulle prime era stata un po' titubante, anzi per la precisione aveva paura di buttarsi in una nuova relazione, essendo passato pochissimo tempo dal fallimento del suo matrimonio, ma Procton lo capì e quindi le lasciò i suoi tempi.
Successivamente si rincontrarono in occasione di diversi party e convegni, e fu proprio in uno di questi che entrambi capirono di essere fatti l’uno per l’altro.
In fondo i due erano molto simili.
Erano accomunati dalla stessa identica passione per la scienza, condividevano gli stessi ideali, gli stessi hobby.
Negli anni passati, Procton non si era mai voluto impegnare prima di quel momento, un po' a causa dei troppi impegni lavorativi, e un po' anche perché non aveva ancora trovato la sua anima gemella, anima che invece identificò nella bella collega.
Ovviamente, com'era ben immaginabile, appena ebbe terminato il proprio racconto, Procton volle sapere cosa avesse fatto in quegli anni il figlio lontano dalla Terra.
Per prima cosa, il ragazzo si era dedicato anima e corpo alla ricostruzione del proprio pianeta natio, aiutato sia materialmente che psicologicamente anche dagli altri profughi che fortunatamente erano scampati al massacro.
Ma si era anche parecchio divertito.
Lo ammise che sentendosi finalmente libero, in pace nella sua patria e soprattutto senza avere più il timore di poter perdere tutto da un momento all'altro, si era dato anche alla pazza gioia!
Le donne gli erano da sempre piaciute e pure tanto, ma quando era sulla Terra, era stato troppo preso nella lotta per la sopravvivenza, e quindi impossibilitato di poter pensare di amare e a sua volta di essere amato.
Una volta che arrivò nuovamente sul suo pianeta aveva rincontrato come si usava dire, le sue vecchie fiamme, e perfino la principessa Rubina gli aveva fatto visita, forse sperando di poterlo convincere a mettersi definitivamente con lei, ma lui declinò nuovamente l’invito.
Amanti andava bene altro no.
Con quelle belle fanciulle intrecciò delle relazioni solo ed esclusivamente a livello sessuale, perché sia in passato che di recente, nessuna tra queste era riuscita a prenderlo in maniera più profonda. Probabilmente anche lui doveva ancora conoscere e incontrare la donna della sua vita, ma era ancora piuttosto giovane e quindi del tempo ne aveva.
A ben pensarci c’era però sempre Venusia, la cara e dolce Venusia!
Actarus, ovviamente era a conoscenza dei sentimenti che la ragazza aveva da sempre nutrito nei suoi confronti, e gli spiaceva non poterli contraccambiare. Certo, le voleva un gran bene, un bene davvero grande, ma per lui era come se lei fosse una seconda sorella, nulla di più. Per lei aveva da sempre avuto un amore fraterno, lo stesso che nutriva per la sua sorella di sangue.
Lui la vedeva da sempre con gli stessi occhi che vedeva Maria, cioè come una sorellina minore da proteggere e difendere, non come una donna da amare nel vero senso completo del termine!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Salve a tutti!
In questo capitolo oltre ai personaggi già presenti in quello precedente faranno la loro comparsa anche altri.
Quest’ultimi sono anche loro personaggi di Nagai, presi dalle sue seguenti opere:
Jeeg Robot D’Acciaio, Getta Robot/Space Robot, Grande Mazinga, Mazinga Z.
Buona lettura!
Samp!
 
Capitolo 2.
 
Da quando i due ragazzi della stella lontana arrivarono sulla Terra passarono ben tre settimane, e com'era ben immaginabile tutto il gruppo si era amalgamato alla perfezione.
Avevano organizzato molto di sovente delle serate, giusto per riuscire a stare tutti in compagnia, ma nonostante tutta quell'ilarità vi era una persona che non riusciva ad essere felice come invece doveva essere, o almeno in un primo momento pensava di esserlo.
Tale persona era proprio Venusia.
Quest'ultima non era affatto contenta che Actarus si trovasse, in quel posto in loro compagnia.
Già dalla sera della grigliata a casa sua si era accorta che il suo bel principe era parecchio attratto da Aurora, senza che quest’ultima avesse fatto qualcosa di particolare per attirare sulla sua persona l’attenzione del flediniano, ma lui ne era rimasto comunque affascinato, forse perché la ragazza si era dimostrata si gentile e cortese, ma non aveva tenuto il classico comportamento che la maggior parte delle ragazze tenevano quando si rapportavano col principe di Fleed.
Aurora non era andata completamente in brodo di giuggiole, e probabilmente quel suo particolare era stato quello che aveva colpito di più il ragazzo.
L’aveva trovata decisamente più interessante.
Come Venusia anche Aurora era una ragazza molto semplice, certo nel suo insieme era parecchio carina, aveva dei lunghissimi capelli lisci e neri, che più delle volte li sistemava in svariate crocchie, facendo così risaltare i suoi lineamenti molto fini e delicati.
I suoi occhi erano color nocciola, ma avevano una bella forma e risultavano essere alquanto espressivi, insomma parlava con lo sguardo, la sua carnagione era invece leggermente ambrata, difatti quando si concedeva un po' di relax e prendeva un poco di Sole, subito si abbronzava, non era troppo alta, era giusto un metro e settanta ma il suo corpo era ben allineato e soprattutto era ben allenato. Amava praticare sport, tennis e nuoto su tutti.
Aveva inoltre anche parecchia eleganza, sicuramente ereditata dalla madre, visto che la dottoressa era una donna di gran classe.
Aurora fin da subito aveva contraccambiato l’interesse del principe, difatti dopo quella prima serata di vita terreste dei due fratelli che passarono tutti assieme, i due non si persero di vista, insomma ogni scusa era buona per stare vicini.
Lo stesso Actarus si prodigò tra l’altro molto volentieri nell'aiutarla, consigliandola nella costruzione del suo nuovo e personale mezzo, quindi per diverse giornate si ritrovarono a lavorare a stretto contatto, gomito con gomito.
Ovviamente a Venusia tutto ciò dette parecchio fastidio, ma d'altronde Actarus non le aveva mai promesso nulla, con lei era da sempre stato molto chiaro, l’aveva sempre trattata come una cara amica. Era lei che ci aveva sempre costruito su castelli campati in aria, mettendosi in testa delle cose che purtroppo non vi erano.
In quelle giornate Venusia era stata presa da un incredibile ed incontrollabile gelosia, e tale sentimento era stato talmente forte da spingere Aurora ad un chiarimento con lei, ma soprattutto quest’ultima doveva anche mettere in chiaro diversi punti che non le erano affatto piaciuti! Quindi prese la palla al balzo.
Quella sera decise di andare al ranch, perché era da giorni che Venusia non si faceva vedere nemmeno al centro, e non rispondeva né ai messaggi e né tanto meno alle chiamate.
Dovette ammettere che le spiaceva per tutto quello che stava succedendo tra loro, perché erano sempre state ottime amiche, ma in fondo lei non poteva farci nulla. Non era dipeso affatto da lei, l’incontro con il principe di Fleed era stato occasionale, perché così aveva deciso il fato.
Parcheggiò il piccolo fuoristrada, e si avviò verso il portoncino d’ingresso della fattoria, suonò, e ad aprirle la porta fu Mizar.
 
  • Ciao Aurora.
  • Ciao Mizar scusami per l’ora tarda, ma avrei bisogno di parlare con tua sorella, posso?
  • Ma certo – le sorrise – Vieni entra pure – fece spostandosi dalla soglia per farla passare.
  • Grazie – entrò in casa ma appena vide la sagoma di Rigel, che in quel momento se la stava dormendo alla grossa sul divano, si tolse gli stivali, giusto per fare meno rumore possibile – Dove la trovo? – chiese a bassissima voce.
  • È su, in camera sua – Mizar le indicò la scala in legno di castagno che portava al piano superiore.
 
Col cuore che le batteva a mille Aurora prese a salire scalza.
Gli stivali li aveva adagiati all'inizio della scala.
Sapeva che non era di certo un’impresa facile quella che si stava apprestando ad affrontare, perché conosceva parecchio bene l’amica.
Era una bravissima ragazza Venusia, ma quando si incazzava bisognava starle a metri di distanza, e in quel momento era proprio incazzata, ma a torto però!
Appena arrivò davanti alla porta ovviamente ben chiusa della camera dove si trovava l’amica, prese a fare un lungo respiro, poi bussò.
 
  • Avanti – la sua voce era particolarmente cupa.
  • Venusia, posso? – aprì leggermente la porta e fece capolino dietro a questa.
  • Sì, anche se non so cosa tu sia venuta a fare! – fece quasi con rabbia, mentre Aurora con fare temerario entrò, richiudendosi la porta dietro alle proprie spalle.
  • Per parlarti, per chiarire.
  • Ah! – sbuffò particolarmente seccata – Non credo che ci sia molto da dire – si mise a sedere con le gambe incrociate.
  • Io invece credo di sì.
  • Allora spara!
Aurora, rimase sempre ferma nello stesso punto, sospirando e guardando l’amica prese a parlare.
  • Desidero solo che tu comprenda che tutto ciò non è assolutamente dipeso da me – l’altra la guardò scettica, ma stranamente la fece continuare – Si certo, lo ammetto mi è piaciuto a prima vista, ma non mi sarai mai fatta avanti, sapendo che a te è sempre piaciuto.
  • Allora dovevi rifiutare la sua corte! – rispose Venusia seccamente – E non cadere come una pera cotta tra le sue gambe – poi infiammandosi – Se la mia amicizia ti sarebbe stata un poco a cuore! Ma evidentemente non è così!
  • Ascolta, io ho accettato il suo corteggiamento ben conscia del fatto che tra di voi non c’è mai stato nulla, in caso contrario non l’avrei mai fatto, non mi sarei mai e poi mai messa in mezzo a voi, se mai ci fosse stato qualcosa! – Aurora cercò di difendersi, e tutto sommato era pure vero quello che le aveva appena detto – Sapevo solo che a te piaceva, anzi che era sempre piaciuto, ma lui nei tuoi confronti si era sempre rapportato come un fratello maggiore, come si rapporta con Maria e non come uno che è interessato!
  • Eh no, invece ti sei messa in mezzo – la guardò astiosamente – Lui è venuto nuovamente sulla Terra per me!
  • No, Venusia ora non esagerare. Lui cioè loro sono venuti a trovare tutti voi! – Aurora precisò piccata – Ora però non stare a cambiare le carte in tavola!
  • Io non cambio proprio nulla!
 
Venusia urlò talmente tanto che perfino Rigel si svegliò di soprassalto, chiedendo al figlio cosa stesse succedendo.
Alla spiegazione di Mizar, il padre sospirò pesantemente, pensando che più delle volte sua figlia era cocciuta più di un mulo.
Poi stiracchiandosi e elargendo un vistoso sbadiglio si rimise lungo sul divano.
 
  • Invece mi pare di sì! – ribatté l’altra per nulla intenzionata ad essere sottomessa. Andava bene chiedere scusa, comunque fino ad un certo punto, ma passare dalla parte del torto no!
  • Ora comunque te ne puoi anche andare! – le indicò con la mano destra la porta della stanza – Visto che non abbiamo più nulla da dirci.
  • No, non me ne vado affatto! – Aurora le si piazzò davanti. Il suo sguardo in quel momento lanciava fuoco e fiamme – Devo dirti un’altra cosa!
  • Ancora!? – sbuffò Venusia.
  • Sì.
  • Spara!
  • Certo – fece seriamente, poi guardandola truce – Che le mie orecchie non abbiamo mai più e ripeto mai più, da sentire quello che ho sentito circa una settimana fa!
  • E cosa avrebbero udito!? – domandò particolarmente sarcastica.
  • Come parlavi di me con Jun e Sayaka! – ringhiò – Come mi hai appellata! – poi ancora più seria – Venusia bada bene, io non sono una puttana come tu mi hai gentilmente descritto, io sono una ragazza seria e a modo, per cui prima di parlare male di me vedi di sciacquarti per bene la bocca con l’acido, intesi!?
  • Io ho solo raccontato a loro quello che era successo! – replicò l’altra per nulla intimorita, anzi sfidandola – E poi se tu hai il culo sporco è un altro discorso!
  • Ma certo, raccontatelo nella tua testa. Io ho la coscienza a posto, piuttosto sei tu che ti rodi dalla gelosia. Vuoi un consiglio – stava per uscire ma si bloccò voltandosi completamente verso Venusia, che in quel momento stava fremendo dalla rabbia – Vai in farmacia e comprati un bancale intero di Malox! – poi oltrepassando quest’ultima – Al momento forse è l’unica cosa che ti potrebbe tornare utile! – detto ciò sparì per il corridoio.
  • Puttana! – proferì invece Venusia, guardando la porta che la sua ormai ex amica aveva lasciato aperta.
 
Il fratello di Venusia appena vide il volto particolarmente scuro e incazzato di Aurora capì che l’incontro tra le due non era andato a buon fine, e difatti non si stava mica sbagliando!
La ragazza molto educatamente e soprattutto silenziosamente lo salutò, scusandosi nuovamente per il disturbo, poi rimettendosi gli stivali oltrepassò la porta d’ingresso della fattoria, avviandosi verso il centro spaziale.
Anche lei in quel momento fremeva di rabbia.
Decise però di non farne parola con Actarus, almeno al momento, anche sé era quasi certa che quest’ultimo vedendo il loro comportamento qualche domanda gliela avrebbe posta sicuramente.
Ma soprattutto era parecchio demoralizzata perché a dirla tutta non pensava che il loro incontro si potesse concludere in quel modo, ma dopotutto vi erano cose che si potevano sistemare alla svelta, mentre altre in cui bisognava aspettare e faticare molto di più.
Evidentemente il rapporto tra lei e Venusia faceva parte della seconda opzione. Forse un giorno, anche piuttosto lontano le due sarebbero riuscite a ricucire il loro bel rapporto di amicizia.
 
*
 
Bisognava dire che anche per la principessa Maria la scoperta di Sayaka Yumi non fu per nulla felice, anzi la lasciò per intere giornate col l’amaro in bocca. Ma come era successo tra suo fratello e Venusia, anche tra lei e Koji non era mai accaduto nulla, certo, si erano presi parecchio in simpatia e forse ai tempi vi era anche un’attrazione reciproca, ma solo quella, nulla di più. Per cui anche lei con la signorina Yumi non doveva avercela assolutamente.
D'altronde suo fratello prima di partire da Fleed alla volta della Terra, le aveva detto che sicuramente avrebbero trovato diverse cose cambiate, e purtroppo il fidanzamento tra Koji e Sayaka era proprio una tra queste.
La principessa nonostante la primissima e inevitabile incazzatura, insomma ci rimase piuttosto male, subito dopo nei giorni a seguire riuscì a rifarsi alla grande, visto e considerato che fece colpo su il bel Abel, che esteticamente parlando era la coppia al maschile della sorella.
I due ovviamente si battibeccavano con una facilità disarmante, ma era abbastanza normale perché avendo più o meno la stessa, identica, testa dura, non poteva essere tanto diversamente.
A dividerli e a fare da paciere tra loro quasi sempre intervenivano Actarus e Aurora, che a differenza di questi erano decisamente molto più calmi e tranquilli.
 
In quel periodo al centro spaziale sotto l’attenta direzione del dottor Procton e della dottoressa Karen, si stava costruendo una super astronave, completamente in grado di effettuare lunghissimi viaggi anche attraverso lo spazio più profondo e lontano.
A tale progetto decisero di collaborare diversi scienziati di fama mondiale tra cui il professor Yumi, il professor Saotome, il professor Shiba, e all'ultimo si unirono anche i tre professori della fortezza delle scienze.
Quelle giornate e quelle settimane passarono abbastanza tranquillamente, tra una marachella e l’altra della peste Aaron e della sua degna compagna Alice. Il tutto ovviamente per la non gioia di Boss e dei suoi due amici, che si ritrovavano loro malgrado quasi sempre a subire le conseguenze dei loro svariati e perché no molto originali, scherzetti.
Ogni giorno che passava aveva rafforzato sempre di più il bel rapporto che avevano instaurato Actarus e Aurora.
I due lo avevano instaurato talmente bene che decisero di rivelare la loro storia ad entrambi i genitori, che dopo averli ascoltati attentamente, con un sorriso stampato in volto dissero loro che comunque il fatto che si piacevano a loro non era di certo sfuggito, insomma se ne erano accorti praticamente quasi da subito.
In un momento di intensa intimità Actarus chiese ad Aurora se un giorno sarebbe stata disposta a seguirlo sul suo pianeta natio.
Su un primo momento lei rimase piuttosto incredula e spiazzata, perché ad essere sinceri non si sarebbe mai e poi mai aspettata una richiesta del genere da parte sua, ma lui di contro non poteva rimanere per sempre sulla Terra, ma non perché non si sentisse a suo agio, ci mancherebbe, lui sulla Terra vi era sempre stato più che bene, ma non poteva per il semplice motivo, che assolutamente doveva stare al suo posto di commando sul suo pianeta, perché non poteva lasciare tutto ciò in mano a terzi.
Lo faceva solamente per brevi periodi, giusto com'era stato quello.
Dopo averci pensato parecchio su, Aurora decise di dare la sua risposta che fu più che positiva, perché avere la possibilità di poter stare accanto al proprio amato, anche parecchio lontano dalla Terra non le creava assolutamente dei problemi, anzi per lei era un gran piacere.
In quelle giornate anche la principessa Maria e Abel ufficializzarono il loro fidanzamento, e anche per il ragazzo lasciare la Terra per seguire colei che amava non era assolutamente un problema.
Koji e Sayaka invece avevano già ufficializzato la loro unione da due anni. Praticamente convivevano assieme all'interno del centro ricerche presieduto dal padre della ragazza. Mentre Tetsuya e Jun, erano già convolati a nozze da ben tre anni. In quel momento la bella Jun desiderava tanto avere un erede con l’uomo che aveva da sempre amato.
Nonostante fosse già passato diverso tempo il rapporto tra Aurora e Venusia era sempre in stallo, ma fortunatamente ci pensarono le amiche a fare da collante tra le due, visto che la super mondana Sayaka ebbe quindi l’idea di organizzare una serata tutta al femminile.
Le ragazze avrebbero preso l’aperitivo presso il Craft Cocktail Tokyo. Un bel locale della movida che ultimamente andava parecchio in voga nella capitale nipponica.
 
*
 
Si dettero appuntamento proprio davanti alla grande entrata del locale che avevano scelto per passare la loro serata.
Furbescamente Maria si mise d’accordo con Venusia per passarla a prendere, mentre Aurora sarebbe andata in auto con Jun e Sayaka.
Appena Aurora e le altre due arrivarono alla loro meta, la ragazza si bloccò alla vista di Venusia.
Dalla loro litigata non si erano più né viste e ne sentite.
Da quella sera erano passate ben quattro settimane.
Su un primo momento Aurora era seriamente intenzionata a fare dietrofront e ritornarsene con un bus o taxi al centro spaziale, ma fu proprio Jun ad esortarla a rimanere. In fondo erano in tante, anche perché al gruppetto ben presto si unirono altre due ragazze, Mikiru e Miwa, quindi le due avrebbero interagito ben poco tra loro.
Sempre parecchio riluttante Aurora si fece convincere, e la stessa identica ovviamente cosa accadde anche per Venusia.
 
  • Finalmente siamo riuscite un po' a vederci! – esclamò Mikiru una volta che si furono sistemate attorno ai due tavolini. Ovviamente Aurora e Venusia si misero ben distanti tra loro, dato che entrambe avrebbero fatto a meno della presenza l’una dell’altra. Ma di contro non sapevano che la serata era stata quasi organizzata a posta per farle interagire.
  • Già dopo tanto – sorrise Jun, poi prese la lista in mano – Che prendete?
  • Uhm, questa volta mi butto sul Bloody Mary – fece Miwa, posando la lista sopra al ripiano del tavolino.
  • E voi? – Miriku guardò le altre, che una dopo l’altra dissero cosa avrebbero preso come primissima bevuta.
 
Appena arrivò al loro tavolo il giovane ed aitante cameriere, con in mano un modernissimo modello di palmare professionale, le sette ragazze fecero una dietro l’altra la loro ordinazione.
Sayaka osservando senza farsene troppo accorgere sia Venusia che Aurora, che continuarono a guardarsi in cagnesco, prese ad animare un poco l’ambiente con la sua nota ilarità, ma nonostante tutti i suoi sforzi la mossa non sortì affatto l’effetto sperato, perché le due erano sempre di più adirate tra loro.
 
  • Aurora, quando sarà pronta la Zeus? – domandò con fare curiosa Mikiru.
  • Mia mamma mi ha detto che è quasi terminata, mancano solamente alcuni piccoli controlli di prassi.
  • Ma che tipo di astronave è? – fu la domanda posta sempre ad Aurora da parte di Miwa.
  • La Zeus è un’astronave supersonica dotata di velocità fotonica, ha lo stesso identico motore di quello che muove lo Space Disk di Goldrake.
  • Ma a bordo ci sono tutte le comodità per ospitare sia passeggeri che mezzi? – s’informò Jun, sorseggiando dalla cannuccia il terzo drink della serata.
  • Certo, al suo interno può tranquillamente ospitare circa cento passeggeri e accogliere nel suo hangar mezzi di grosse dimensioni – rispose Aurora, sempre tenuta sott'occhio da Venusia, ma lei non ci fece caso.
  • E tipo, per raggiungere Fleed, quanto tempo potrebbe impiegare? – chiese Mikiru, continuando a scambiarsi messaggi col suo Ryoma.
  • Con un’astronave di quel genere un viaggio dalla Terra per raggiungere il pianeta Fleed, secondo i calcoli fatti da mia mamma e dal dottore, avrà una durata di cinque giorni, due ore e venti minuti.
  • La Zeus ci impiegherà pochissimo tempo, visto che con un’astronave normale non dotata di motore fotonico, il viaggio per raggiungere il mio pianeta durerebbe più di un mese, quaranta giorni ad essere precisi – spiegò Maria, inserendosi nella discussione.
  • Non male – constatò Sayaka, pizzicando una manciata di noccioline.
  • Affatto – concordò Miwa, imitando il gesto dell’altra.
  • Quindi a distanza di pochissimo tempo potremmo fare dei viaggi dalla Terra verso Fleed e viceversa – ne dedusse Mikiru, con fare euforico.
  • Già, potremmo spostarci con molta facilità – sorrise Aurora, mentre Venusia emise un lieve grugnito di disapprovazione.
  • Bene – sorrise Maria – Comunque la Zeus non è la sola. Visto che in costruzione c’è anche la Hermes.
  • Un'altra? – Sayaka granò gli occhioni nocciola – Mio padre non mi ha detto nulla – fece poi quella considerazione.
  • Non ti ha detto nulla, perché semplicemente Procton e mia mamma non hanno ancora annunciato ufficialmente il progetto, ma a breve lo faranno – precisò Aurora, sorseggiando il suo drink.
  • E quando hanno intenzione di farlo? – domandò Miwa.
  • Tra una settimana massimo due credo che ci sarà una conferenza qui a Tokyo alla base spaziale, e in essa verrà illustrato il progetto Infinite Space Projecy identificato come ISP – riportò Aurora, scambiandosi l'ennesima occhiata truce con Venusia, mentre le altre cinque si ritrovarono a sospirare pesantemente per la milionesima volta in quelle pochissime ore.
Ma un giorno quelle due saranno nuovamente andate d’amore e d’accordo!?
 
Parlarono di diversi argomenti, ma non appena squillò il cellulare ad Aurora, e questi si accinse a rispondere calò il silenzio più totale.
Alle presenti era piuttosto chiaro da chi l’amica avesse ricevuto quella chiamata, soprattutto a Venusia, che infatti sbuffò fin troppo sonoramente.
Per riuscire a parlare meglio lei e per fare in modo che le amiche potessero continuare a fare i loro discorsi, Aurora si alzò avviandosi verso la grande terrazza panoramica che aveva quel luogo a sua disposizione.
Da quest'ultima considerata l’enorme altezza, si trovava al piano attico di un grattacielo di quasi cinquanta piani, si poteva ben vedere quasi tutta Tokyo, come al solito magnificamente illuminata.
Mentre che Aurora era fuori in terrazza a parlare con il suo uomo, Venusia invece prese la via dei bagni.
In quel momento le era salita una rabbia tale che pensò bene di rifugiarsi da sola nella toilette, e cercare in parte di sbollire all'interno di quest’ultima l’incazzatura che aveva dentro di sé.
Le altre ragazze ovviamente rimaste da sole, iniziarono a fare le loro considerazioni riguardo a quello che stava da molto tempo succedendo alle due. Maria, prese senza se e senza ma, subito le difese di Aurora, perché per lei la ragazza non aveva fatto nulla di male, essendo che a suo fratello Venusia non era mai e poi mai interessata. Mentre sia Jun che Miwa si divisero. Secondo il loro modesto parere stavano in quel momento sbagliando entrambe.
Invece le rimanenti, cioè Sayaka e Mikiru nelle loro valutazioni rimasero piuttosto imparziali.
La prima a raggiungere i loro tavoli fu proprio Aurora, che dopo aver parlato col suo Actarus, era rientrata con un sorriso smagliate stampato sulle labbra.
Dopo poco anche Venusia le raggiunse.
Questi, si era momentaneamente calmata, o almeno il suo colorito era ritornato ad essere normale, non paonazzo!
Continuando a sorseggiare l’ennesimo drink, si ritrovarono a parlare di tantissimi altri argomenti. Uno su tutti, fu proprio la gita fuori porta nell'isola di Hokkaido, precisamente nella località posta nella sua punta più a nord, cioè Wakkana.
Dai loro discorsi emerse che tutte loro coi rispettivi compagni, giusto tranne Venusia che al momento era l'unica single del gruppo, erano seriamente intenzionate a stare in quel luogo freddo e desolato per una quindicina di giorni, e avrebbero quindi soggiornato all'interno di una grossa baita di montagna.
Quando uscirono dal locale che le aveva ospitate era decisamente molto tardi. Prima di salutarsi e avviarsi ognuna verso la propria abitazione, bè nel loro caso si trattava dei vari laboratori scientifici che le ospitava, si ripromisero di vedersi con una certa frequenza.
Calorosamente presero a salutarsi, inutile dire che sia Venusia che Aurora si ignorarono, come d'altronde avevano fatto durante la serata, ma a dirla tutta per Aurora non vi erano più problemi, diciamo che ci aveva già messo una bella pietra sopra, mentre Venusia invece forse ci doveva lavorare un po' di più, molto a dire il vero.
 
 
 
Colei che scrive.
Siamo quindi al secondo capitolo e qui voglio fare una precisazione.
Non me ne vogliano i fans di Venusia/Hikaru Makiba, perché a me la ragazza non è mai piaciuta. Il bel principe secondo il mio modesto parere merita ben altro e visto che dopotutto ci hanno lasciato un finale apertissimo, ho deciso con chi accoppiarlo.
Ho voluto solo specificare tutto ciò perché non vorrei inimicarmi qualcuno, ma i miei gusti sono questi.
Al momento non avrei altro da dire, ma in cambio però porgo i miei più sentiti ringraziamenti per chi ha letto il primo capitolo di questa mia pazzia!
Grazie! Grazie di cuore. Siete stati in tanti ed io non me lo sarai mai e poi mai aspettata!
Alla prossima!
Baci&Abbracci.
Samp!
 
 
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Ma salve!
Eccomi qua col terzo.
In questo capitolo ci sarà anche una novità ma non legata all'universo nagaiano, che scoprirete solo leggendo.
Mentre saranno come sempre presenti quasi tutti i personaggi delle opere del gran maestro Nagai.
Buona lettura.
Samp!
 
Capitolo 3.
 
Finalmente, dopo ben tre anni di lavori intensi e prove varie la super astronave Zeus era prontissima per poter effettuare il suo primissimo viaggio inaugurale.
Sarebbe quindi atterrata sul suolo del pianeta Fleed.
Certo, come suo primissimo viaggio era alquanto impegnativo, ma tale mezzo aveva tutte le carte in regola per potercela fare senza dover minimamente faticare, difatti era stata collaudata con le prove più dure e arcigne da superare.
Il dottor Procton, decise quindi di dare il via alla tanto attesa conferenza di presentazione, alla quale avrebbero partecipato tutte le persone che avevano aderito al ISP meglio noto come:
“Infinite Space Project”.
Ovviamente, a tale evento non poteva di certo mancare anche l’attenta stampa mondiale, che non voleva perdersi l’occasione di essere informata anticipatamente sulle caratteristiche e le prestazioni che quella super astronave poteva offrire.
Come location venne scelta, anche considerato la sua posizione strategica, la base spaziale di Tokyo.
Erano presenti ovviamente tutti i membri del centro ricerche spaziali, quelli del centro per le ricerche foto atomiche, quelli della fortezza delle scienze, quelli della base antiatomica capitanati dal professor Dairi, ed infine quelli che prestavano il loro servizio presso il laboratorio ricerca del dottor Saotome.
Procton affiancato dalla sua compagna di vita Karen prese subito parola, illustrando a tutti loro tutto quello che riguardava l’astronave Zeus.
Ovviamente i vari dottori erano già a conoscenza di tutto, visto che in parte avevano anche loro collaborato alla realizzazione del futuristico mezzo di trasporto, ma per quando riguardava le persone che vivevano all'interno delle varie basi e soprattutto la stampa, questi seguirono attentamente tutto ciò che usciva dalla bocca dei due, annotandosi anche le varie nozioni su dei block-notes che erano stati messi a loro disposizione.
Ci furono sia da parte dei ragazzi, Actarus e Tetsuya su tutti, ma soprattutto da parte della stampa parecchie domande, nello specifico di carattere tecnico, che alle quali entrambi gli scienziati risposero con estrema sicurezza, specificando il tutto anche nei minimi dettagli.
Considerato che più nessuno dei presenti aveva da porre altre domande, o dei punti non chiari da approfondire, Procton dichiarò di fatto chiusa la convention.
Usciti dalla grande sala riunioni che li aveva ospitati al suo interno tutti quanti si addentrarono in blocco dentro ad un altro salone, dove in questi iniziarono il vero e proprio party.
In quel luogo vi era tantissima cibaria al buffet distribuita sopra a diverse tavole rotonde, e tutti loro oltre a mangiare l’impossibile, brindarono tutti assieme per festeggiare al meglio tale evento.
Nei giorni successivi alla presentazione della Zeus, vennero anche ultimati gli ultimi ritocchi sulla Hermes.
E come successe per la Zeus, Procton chiamò a rapporto i propri collaboratori per illustrare loro l’ultima astronave da lui progettata e appena terminata.
L'Hermes aveva le stesse identiche caratteristiche che erano presenti all'interno della sua nave gemella, di fatto le due astronavi si differenziavano solo in estetica.
La Zeus era al suo interno più elegante e sfarzosa, dopotutto portava il nome del padre degli Dei della mitologia greca, mentre la Hermes era di fatto più giovanile, più frizzante, ma ciò non voleva dire che era meno bella, quello era solamente una questione di gusti.
 
*
 
Dopo i vari tentennamenti da parte soprattutto di Venusia, che se ne stava sempre piuttosto sulle sue, decisero di partire quasi tutti a bordo delle due astronavi alla volta della stella Fleed.
Ma vi era una novità.
Non sarebbero partiti dalla Terra tutti assieme, ma lo avrebbero fatto separati. Un primo gruppo sarebbe partito sulla Zeus, mentre il secondo gruppo dopo un mese esatto dalla partenza dei primi, si sarebbe imbarcato sulla Hermes.
Nelle prossime giornate vi farò avere l’elenco delle partenze con su scritto i vari nominativi. Ma nel frattempo, iniziate a fare i vostri allenamenti, soprattutto per poter effettuare e reggere al meglio la velocità supersonica!
Disse loro il dottore.
I presenti in risposta annuirono.
Dopo giusto alcune giornate ecco che venne ben esposto l’elenco.
Come aveva già annunciato il dottore la prima a partire sarebbe stata la Zeus, con il seguente equipaggio e relativi mezzi personali a bordo.
Dottoressa Karen, Actarus, Maria, Abel, Aurora, Aaron, Alice, professor Yumi, Sayaka, Koji, Shiro, professor Sewashi, professor Nossori, professor Morimori, Tetsuya, Jun, Boss, Nuke, Mucha.
Sopra ad una seconda lista invece vi erano i nominativi dei passeggeri della Hermes.
Dottor Procton, Rigel, Venusia, Mizar, professor Dairi, Hiroshi, Miwa, Kikue, Mayumi, Don, Pancho, Shorty, professor Saotome, Ritsuko, Tetsuto, Mikiru, Genki, Ryoma, Hayato, Musachi, Monji, Joo, Asataro.
Di tale predisposizione erano tutti decisamente contenti, ma a dire il vero vi era chi leggendo tutto ciò aveva arricciato parecchio il naso.
Venusia infatti non lo era proprio per nulla, ma d'altronde lei non voleva neppure partire, figuriamoci quindi fare un viaggio del genere per raggiungere un pianeta così lontano, senza neppure poter viaggiare col suo amato ma inarrivabile principe di Fleed!
Per quella decisione era parecchio adirata, difatti per i giorni a seguire non si fece neppure vedere al centro ricerche, richiudendosi nuovamente in sé stessa.
 
*
 
In men che non si dica arrivò come un fulmine il giorno della partenza.
Una volta che terminarono di caricare i loro mezzi e furono saliti tutti a bordo, la Zeus decollò dalla Terra facendo subito rotta verso la stella Fleed.
Il loro viaggio nello spazio più profondo e lontano procedette nei migliori dei modi possibili, visto che dentro quell'astronave, come aveva specificato il dottore non mancava proprio nulla.
Difatti tutti i suoi ospiti poterono bearsi delle più utili e sofisticate tecnologie, che quel mezzo di trasporto metteva a loro più completa disposizione.
Dopo un mese esatto dalla partenza del primo gruppo, dalla Terra sarebbe partito anche il secondo gruppo.
In perfetto orario fecero il loro atterraggio sul pianeta Fleed.
La Zeus al suo arrivo venne accolta in un tripudio gioioso e festante da parte di tutti gli abitanti della stella.
A fare gli onori di casa fu il segretario di stato Marcus, il quale a nome di tutta la popolazione porse i loro saluti ai loro regnanti, ma soprattutto al loro gran seguito di amici terrestri.
Com'era ben immaginabile Aurora destò sulla propria persona fin da subito molta curiosità.
Praticamente, da l'inizio della loro storia, gli abitanti di Fleed erano venuti a conoscenza che quella ragazza era l’attuale fidanzata ufficiale e forse futura sposa del loro sovrano, ma anche Abel dal canto suo attirò notevolmente l’attenzione su di sé, visto la sua relazione con la principessa Maria.
Appena furono scesi Koji e Tetsuya, rimasero entrambi piuttosto affascinati dalla bellezza del paesaggio circostante.
Il magnifico e verdeggiante parco era circondato da splendide fontane con innumerevoli getti d’acqua, mentre i maestosi e futuristici grattacieli con la loro incredibile altezza sfidavano il cielo limpido e soleggiato durante il giorno, e magnificamente illuminato dalle stelle alla notte.
Le tre ragazze invece si persero letteralmente nell'ammirare a bocca spalancata tutti gli splendidi abiti che le donne flediniane indossavano.
Ovviamente, Boss e company si recarono immediatamente attratti come Orsi col miele, verso delle bancarelle di dolciumi e leccornie varie. Shiro, Aaron e Alice, puntarono estasiati i loro occhi verso il moderno parco divertimenti compreso anche di acqua park.
 
Una volta che entrarono all'interno del palazzo reale, gli ultimi arrivati vennero subito accolti da tutti i cortigiani in modo molto cordiale. Nell'immediato furono condotti da graziose ancelle nelle stanze a loro destinate, giusto per potersi sistemare sia nell'aspetto ma anche i loro averi personali.
Si preparano per presenziare al party organizzato in loro onore.
I festeggiamenti continuarono interrottamente per altri due giorni successivi al loro arrivo, sia a palazzo che nei locali più in voga ed esclusivi della capitale, soprattutto nella caotica e colorata via di passeggio, la tanto amata dai flediniani, Via Lattea.
 
Passò giusto un mese esatto da quando era arrivata su Fleed la Zeus con tutto il suo equipaggio a bordo, quindi Actarus in quelle giornate si stava organizzando al meglio per poter ricevere l’eminente arrivo della Hermes.
Suo padre gli aveva da poco comunicato che erano partiti, e che il loro viaggio stava procedendo al meglio e che salvo imprevisti sarebbero arrivati sulla stella Fleed, dopo tre giorni esatti.
Passate le tre giornate il principe venne avvisato dal padre del loro eminente arrivo.
Quella mattina maggior parte della popolazione era radunata nel grande piazzale del Fleed Space Station, dove dopo pochissimo tempo attraccò l’enorme mole della Hermes.
Procton, scese per primo e subito dopo venne immediatamente seguito da tutti gli altri, che come quelli del primo gruppo rimasero anche loro ammaliati da tale bellezza.
Fleed, ai loro occhi era apparso davvero magnifico!
Il gruppo si avviò in blocco verso il palazzo reale, dove una volta che vi furono entrati dettero inizio alle varie e rituali presentazioni coi cortigiani presenti, che come col primo gruppo si dimostrarono essere molto affabili anche con il secondo.
Maria prese la decisione visto che a quel punto erano al completo, di far visitare a tutti loro la vasta reggia.
Cominciarono il loro giro visitando il Commando delle Guardie Reali con a capo il Capitano Kein, poi venne la volta del centro ricerche spaziali, presieduto dalla dottoressa Karen affiancata dalla sua vice, la dottoressa Shira, successivamente venne il turno del centro medico, con a capo il dottor Martin. Poi ci fu la parte riguardante l’alta tecnologia, e in quel campo Fleed era molto avanzato e all'avanguardia, bastava solamente pensare a Goldrake per rendersene conto.
A capo di quel settore vi era un certo professor Shriber, scienziato affermato e parecchio noto anche su altri pianeti.
Terminato questo loro primissimo tour, sempre Maria propose alle altre ragazze di seguirla all'interno della zona che comprendeva l’area moda&relax, considerato che in tutto quel tempo non era ancora riuscita a far conoscere alle sue amiche, quelle zone così prettamente femminili.
 
Cose da donne!
Asserì in tono seccato Tetsuya rivolgendosi all'inseparabile amico Koji, che in risposta annuì col capo.
Ma difatti Maria aveva invitato SOLO ed esclusivamente le ragazze, mica anche loro! Quindi in quel caso il rude Tetsuya aveva ben poco da protestare, in cambio però sbuffò piuttosto contrariato.
Le ragazze dal canto loro, ignorarono bellamente il ragazzo e una dopo l’altra presero a seguire Maria.
A quel punto, tutte loro erano parecchio curiose di poter finalmente vedere quei due mondi così tanto cari all'universo femminile!
La loro prima tappa fu proprio l’area SPA, che comprendeva il centro termale, la sauna, il bagno turco, parecchie vasche idromassaggio di diverse forme e dimensioni, una vasta piscina olimpionica al coperto e un solarium.
Inutile dire che tutte le ragazze rimasero completamente estasiata da tale beltà, e ovviamente non videro l’ora di potersi immergere in quelle particolari vasche a forma di conchiglia.
La loro seconda tappa fu l’atelier che era presente all'interno della reggia.
Appena arrivarono su Fleed, a più riprese si chiesero chi era che creava quegli splendidi e ricercati abiti che le donne di quel pianeta indossavano.
Tali abiti, erano creati dalle sapienti mani di due altrettanto bellissime donne.
Elsa e Noel, erano loro due le creatrici di quelle vesti che tanto avevano affascinato le ragazze terrestri fin dal loro arrivo.
 
  • Ma sono bellissimi! – esclamò estasiata Mikiru, prendendone tra le mani un abito color rosso rubino.
  • Sono stupendi – Miwa sorrise – Siete davvero molto brave – fece poi mentre teneva in mano un abito rosa antico, lungo e con un provocante spacco laterale.
  • Grazie ragazze – le ringraziò Elsa – Se vi serve qualcosa potete venire quando volete, noi li facciamo su misura – sorrise.
  • Non vedo l’ora di poterne indossare uno. Ma fate qualcosa anche per i maschietti? – domandò loro Sayaka con curiosità. Già si pregustava l’idea di regalarne uno al suo amato Koji.
  • Ma certo cara. Li confezioniamo per tutti. Donna, uomo e anche per i più piccoli! – la informò Noel.
  • Ma ottimo! Da domani in poi saprò cosa fare! – trillò tutta contenta Jun.
  • Cioè!? – domandò Maria, con fare curioso.
  • Venire qua a provarmi abiti su abiti, mi pare ovvio!
  • Noi vi aspettiamo ragazze, siamo qua per quello! – asserì Elsa con un sorriso. Nel mentre arrivò tutta trafelata Venusia, aveva anche un bel fiatone.
  • Ragazze, avete per caso visto Mizar, Shiro, Aaron e Alice? – chiese quest'ultima, appena riprese un poco di fiato.
  • Sono andati al parco divertimenti con Boss e gli altri ragazzi – la rassicurò Jun.
  • Mi sa che per un bel po' di tempo non si faranno vedere. Ho come l’impressione che si stiano divertendo come dei matti! – proferì ridendosela Mikiru.
  • Comunque un giorno di questi potremmo andarci anche noi – propose Sayaka.
  • Non sarebbe affatto male ritornare ad essere bambini giusto per qualche oretta! – concordò Miwa.
  • Montagne russe, autoscontri, specchi magici. Non vedo l’ora! – esultò Maria con fare gioviale.
 
*
 
Nel frattempo in un’altra sala di quel enorme palazzo reale, vi era chi parlava di argomentazioni decisamente più importanti.
Actarus, Marcus, Abel, Koji, Tetsuya, Hiroshi, Tetsuto e Ryoma, si erano riuniti nella grande sala della ormai arcinota Tavola Rotonda.
Si erano incontrati anche piuttosto frettolosamente, perché Actarus era stato avvisato dal principe Ryger di Emperius, riguardo ad una nuova minaccia. Tale minaccia sarebbe arrivata dal potente e malvagio impero di Magellano, il quale era seriamente intenzionato ad estendere il proprio tirannico dominio su tutti i pianeti delle varie galassie, anche di quelle molto più lontane.
In pratica si trattava sicuramente di un altro pazzo esaltato con serie manie di conquista, com'era giusto stato nel recente passato il sovrano dell’ormai decaduto impero di Vega!
Una volta che furono tutti presenti e ben sistemati attorno al grosso tavolo rotondo, il principe di Fleed prese parola.
 
  • Amici, al momento le informazioni che ho in mio possesso sono alquanto vaghe. Il principe Ryger mi ha comunicato che a breve verrà su Fleed per poter parlare personalmente con tutti noi, ma nel frattempo cercherà di saperne di più anche lui. La cosa che però vi chiedo è quella di non parlarne con nessuno, almeno fino a quando non saremo in possesso di notizie più dettagliate, perché è mia intenzione far sì che il mio popolo e le persone che vivono qua a palazzo stiano il più sereni possibile. Anche le principesse Aurora e Maria, al momento sono allo scuro di tutto, per cui attendiamo l’arrivo del principe e in base alle notizie che ci porterà prenderemo delle decisioni appropriate per poter così affrontare al meglio quella situazione. Per ora non ho altro da dirvi o comunicarvi, grazie a tutti per la collaborazione!
 
Il principe di Fleed concluse il suo discorso.
Ovviamente tutti i presenti si ritrovarono ad essere completamente d’accordo su quello che il principe aveva appena detto.
Prima di tutto bisognava cercare di non fare cadere tutta la popolazione nel panico più totale e poi dopo aver ricevuto notizie certe, prendere le dovute precauzioni.
Stettero ancora per un bel po' di tempo a dibattere su diversi argomenti, poi Actarus alla fine sciolse l’assemblea.
Ognuno di loro prese ad avviarsi verso la propria stanza privata, con fare particolarmente pensieroso.
 
Appartamenti privati dei principi di Fleed.
 
  • Ma si può sapere da cosa dipende tutta questa agitazione, per caso deve arrivare qualcuno di importante?
Chiese Aurora rivolgendosi ad Actarus notando che le varie ancelle di corte correvano come impazzite da una parte all'altra, indaffarate a sistemare al meglio le varie camere e salotti.
  • Vengono a trovarci il principe Ryger e la principessa Cleo di Emperius. Pare che abbiano intenzione di stipulare un’alleanza con il nostro regno – le spiegò abbracciandola a sé.
  • Davvero?
  • Si, a quanto pare le loro intenzioni sono proprio quelle.
  • Bene – lei sorrise – Non li conosco personalmente, ma ho sentito parlare di loro da parte di mia mamma, e lei ne aveva parlato piuttosto bene – osservò stringendosi ancora di più a lui.
  • Io invece li ho conosciuti tempo fa ad un congresso sul pianeta Andromeda. Con loro due vi erano anche i fratelli di Ryger, il principe Samson e il principe Yuga. Devo dire che sono tutte delle brave persone, quindi avere un’alleanza con loro mi farebbe davvero piacere.
  • Certo – poi facendosi leggermente più seria – E dimmi, ma quando dovrebbero arrivare?
  • Uhm, tra non molto!
  • Oh capperi! Allora corro velocemente a prepararmi! – fece staccandosi dall'abbraccio.
  • Aurora aspetta, vieni ancora un attimo qua! – Actarus la prese nuovamente tra le sue braccia, per poi calare le sue labbra su quelle di lei. La baciò intensamente, tanto da riuscire a farle mancare il respiro – Ti devo chiedere una cosa – le disse lui appena riuscirono a staccarsi. La principessa rimase piuttosto interdetta per come il principe la stava guardando, senza proferire parola alcuna.
  • Actarus? – lei lo incitò.
  • Aurora, volevo dirti che…. – era talmente emozionato che non riusciva neppure a parlare, infatti poi disse tutto piuttosto velocemente – Mi farebbe molto piacere se tu diventassi mia moglie e naturalmente anche la regina di Fleed, sempre però se una cosa del genere non ti potrebbe creare troppi problemi, che ne dici!?
 
La principessa spalancò entrambi gli occhi. Dall'emozione, iniziò pure a boccheggiare, poi faticando riuscì a ricomporsi e a dare la propria risposta al principe, che piuttosto ansiosamente la stava attendendo.
 
  • Amore, ma tutto questo non mi crea assolutamente alcun problema, anzi è quello che più desidero – e guardandolo negli occhi con infinito amore, quella volta iniziò lei il bacio, poi appena si staccarono – Ti amo – si strinse al suo petto – Ora però vado a prepararmi, sennò quando arriveranno i nostri ospiti sarò ancora in camicia da notte! – fece sorridendogli, per poi avviarsi verso la cabina armadio e fare il suo cambio d’abito.
  • Ti amo pure io e tanto! – asserì di rimando il principe appoggiato allo stipite della porta della camera da letto, mentre continuava ad osservare decisamente meravigliato la sua futura sposa.
 
*
 
Actarus, Abel, Koji e Tetsuya si avviarono abbastanza velocemente verso il Fleed Space Station.
Una volta che furono arrivati nel grande spiazzo, i quattro alzarono in contemporanea lo sguardo verso il cielo, e videro così spuntare sopra alle loro teste una grossa sagoma.
Si trattava infatti proprio del genio cosmico Daikengo, astronave robot del principe Ryger.
Appena il potente mezzo toccò terra si aprì il portellone e da esso ne uscì il principe Ryger, seguito dagli altri membri dell’equipaggio.
Il nuovo arrivato, tenendo sul suo bel volto un cordiale sorriso, si avviò immediatamente in direzione di Actarus.
 
  • Salve principe Actarus, io principe Ryger porto i saluti di mio padre re Empel, e di tutto il popolo del pianeta Emperius.
  • Grazie principe Ryger. Io Actarus principe di Fleed, ti do il benvenuto a nome di tutto il mio popolo – gli sorrise, poi indicando le persone che erano al suo fianco – Loro invece sono i miei amici. Abel, Koji e Tetsuya.
  • Per me è un vero piacere conoscervi – con parecchia riverenza Ryger porse la sua mano destra ad ognuno dei presenti, che molto educatamente ricambiarono il saluto del principe di Emperius.
 
Nel frattempo al piccolo gruppetto si avvicinò una ragazza decisamente molto carina.
Quest'ultima aveva dei lunghi capelli biondi, mentre i suoi occhi erano azzurri, sulle labbra appena tinteggiate di rosa tenue teneva un sorriso gentile, e indossava con parecchia disinvoltura un cortissimo miniabito di color verde chiaro, che metteva in evidenza le sue belle forme. Prontamente il principe Ryger la presentò.
 
  • Lei invece è la mia compagna di vita, la principessa Cleo – lei sorrise imbarazzata a causa delle varie occhiate che le furono rivolte da parte dei maschi presenti.
  • Piacere principessa Cleo, benvenuta – Actarus le sorrise, cercando di metterla un po' più a suo agio, e fulminando con lo sguardo gli altri tre.
  • Grazie, per me è un piacere – sorrise, stringendosi al braccio del suo principe.
  • Sono certo che a palazzo troverai nelle nostre ragazze una compagnia piuttosto gradevole – la informò Actarus, sempre sorridendole.
  • Non ne dubito – asserì lei, cercando di essere un po' più spigliata.
  • Ah dimenticavo, loro due sono i nostri due preziosi aiutanti, Anite e Otoke – fece Ryger presentando i due piccoli e simpatici robottini, che subito omaggiarono anche loro il sovrano del pianeta che li aveva appena ospitati.
  • Uhm, ci sarà parecchio da ridere non appena li vedrà la cara peste, poveri loro! – bisbigliò Koji all'orecchio di Tetsuya, scoppiando a ridere.
  • Sicuramente, e non voglio assolutamente perdermi lo spettacolo, ovvio! – replicò l’altro ghignandosela alla grande pure lui, e continuando a osservare i due piccoli automi con fare piuttosto sarcastico.
 
Una volta che fu sistemata nell'apposito hangar l’astronave contenente Daikengo, il gruppetto prese ad avviarsi a bordo di una piccola navicella presso il palazzo reale.
Appena entrarono a corte, precisamente nella grande hall, la principessa Cleo guardandosi attorno esclamò estasiata.
Ma qua è tutto meravigliosamente splendido!
Da un lungo corridoio videro spuntare le principesse Aurora e Maria, in compagnia delle immancabili Sayaka e Jun.
Le quattro ragazze si stavano avvicinando a loro, e la principessa Cleo nel vederle rimase stupefatta dall'incredibile bellezza mostrata da entrambe le principesse di Fleed.
Quando i due gruppi si raggiunsero le quattro salutarono i nuovi arrivati piuttosto cordialmente, e i principi di Emperius di rimando contraccambiarono sia i saluti che gli omaggi.
Inutile dire che la principessa Cleo, ovviamente venne subito prelevata dalle quattro ragazze, ben felici di avere un'amica in più per condividere le loro passioni.
Il loro primo appuntamento fu per il consueto tè del pomeriggio, che solitamente consumavano all'interno dell’elegante salottino in rattan bianco, situato nell'ala nord della vastissima reggia.
Successivamente, Cleo essendo venuta a conoscenza delle due famose e ricercate stiliste, decise di fare una capatina anche nella haute couture.
La principessa di Emperius, era seriamente intenzionata a rinnovare il suo già di per sé vasto guardaroba, e quella che era appena capitata era proprio l’occasione giusta, anzi decisamente perfetta!
Ryger invece prese a seguire Actarus e gli altri tre all'interno della sala della Tavola Rotonda.
Una volta che entrarono all'interno di questi, il principe fece così la conoscenza di Marcus, Hiroshi, Tetsuto e Ryoma.
Quest'ultimi da un bel po' di tempo si erano già ben sistemati sulle loro rispettive poltrone, ad attenderli.
Come al solito anche gli altri si accomodarono nei loro rispettivi posti, e quando furono tutti belli che sistemati, prontamente Actarus prese parola.
 
  • Allora principe Ryger, che nuove ci porti? – fece seriamente, andando subito al sodo della questione.
  • Amici, purtroppo ciò che temevamo sta accadendo. Una nostra colonia sul pianeta Zelos è stata attaccata dalle truppe di Magellano. Mio fratello Samson che si trovava lì faticando è riuscito a fuggire e ad informarci su quanto era accaduto. Inoltre ho saputo da fonti certe, che in diverse zone dello spazio sono anche scomparsi parecchi convogli di civili. Purtroppo, so per certo che la maggior parte dei soldati delle truppe di Magellano sono umani trasformati in cyborg, quindi a questo punto non oso immaginare cosa potrebbe essere accaduto a tutta quella povera gente!
  • Ma è terribile! – Actarus fece scioccato.
  • Bisognerà fermarli a tutti i costi! – proferì invece Koji, molto determinato.
  • Già, prima che sia troppo tardi! – aggiunse un Marcus, particolarmente pensieroso.
  • Ci risiamo, ecco un altro pazzo esaltato! – sentenziò Hiroshi.
  • Con la sconfitta definitiva di Vega speravamo di starcene un po' tranquilli, invece ecco che siamo nuovamente prossimi ad una nuova guerra! – Tetsuto fece sconsolato.
  • Quindi non ci resta che combattere! – Tetsuya ovviamente era già pronto col piede di guerra.
  • Mi sembra che questo nuovo nemico sia molto più pericoloso di quelli che tutti noi abbiamo già affrontato in passato! - affermò Ryoma, scambiandosi uno sguardo con Actarus che in risposta annuì.
  • Ma che vengano pure! Noi ci faremo trovare pronti! – esclamò un sempre combattivo Koji.
  • Temo che non ci impiegheranno troppo tempo ad arrivare fin qua! – ipotizzò Marcus.
  • Già, lo penso pure io – concordò Abel, seriamente preoccupato.
  • Quindi amici miei cerchiamo di stare allerta. Bisogna immediatamente informare sia Procton che Karen e gli altri professori, di controllare senza sosta tutti i nostri radar. Inoltre teniamo i nostri mezzi sempre al massimo dell’efficienza, perché qua da un momento all'altro bisogna nuovamente combattere! – disse Actarus, guardando uno ad uno tutti i presenti.
  • Ok va bene! Io vado ad avvisare il centro radar di intensificare i controlli – fece Tetsuto alzandosi e uscendo dalla sala.
  • Io invece vado nell'hangar dove sono sistemati i nostri mezzi, e comunico ai tecnici di cominciare a controllarli più accuratamente – disse Tetsuya, alzandosi e uscendo anche lui dalla sala.
  • Ryger invece voi cosa fate, rimanete ancora un po' qua con noi? Vi ospitiamo più che volentieri.
  • Grazie Actarus accetto la tua proposta – sorrise – Mi fa molto piacere poter restare ancora per un po' in vostra compagnia, e credo che anche la principessa Cleo la pensi come me.
  • Bene, allora farò subito preparare la vostra stanza.
 
Prese il cordless informando la responsabile delle inservienti di far preparare accuratamente una stanza, tra le migliori, per poter ospitare al meglio i principi di Emperius.
Ad un tratto i ragazzi sentirono delle urla provenienti dal corridoio.
Piuttosto allarmati si alzarono di scatto e prontamente uscirono fuori della sala.
 
  • Ma cosa fai brutto moccioso! Mettici subito giù!
  • Ma cosa diamine sta succedendo, qui!? – domandò Actarus, particolarmente interdetto.
  • Oh niente. A quanto pare Aaron ha messo in aria a testa in giù Anite e Otoke! – riportò Koji, ridendosela alla grande.
  • Mettici giù!!!! – continuarono all'uniscono a lamentarsi i due poveri robottini.
  • Uhm, se ne avrò voglia! – rispose il ragazzino ai due poveri malcapitati.
  • Aaron, su dai fai il bravo – lo riprese Hiroshi.
  • Uffa! Ma mi sto divertendo. Voglio tenere queste due lattine a testa in giù ancora per un bel po' di tempo!
  • Aaron ubbidisci! – esclamò Abel con tono autoritario, ma il ragazzino sembrò non ascoltarlo nemmeno, quindi per forza di cose dovette intervenire Actarus.
  • Dai Aaron, fai il bravo su. Che poi ti porto a fare un bel giretto su Goldrake, va bene? – il ragazzino sembrava convincersi. A quanto pareva Actarus sapeva benissimo qual era il suo punto debole.
  • Uhm, va bene mi hai convinto. Faccio il bravo, ma tu però dovrai mantenere la tua promessa, intesi!? – Actarus annuì sorridendogli.
 
Appena il teletrasporto fu terminato, Anite e Otoke si ritrovarono entrambi completamente spiaccicati a terra.
Avevano fatto pure un bel volo, facendo così scoppiare nuovamente a ridere il loro piccolo, ma terribile molestatore.
 
  • Scusatelo, è un bambino davvero tremendo – Koji prontamente si scusò coi due, scompigliando i capelli ribelli del ragazzino, che di contro sbuffò infastidito.
  • Oh tranquillo – fece Ryger, mentre aiutava i malcapitati a rimettersi in piedi.
  • Tranquillo, tranquillo – dissero entrambi i robot illuminando le loro piccole lucine.
 
A quel punto scoppiarono tutti a ridere come dei pazzi, poi quando si ricomposero ognuno di loro prese ad avviarsi verso la propria stanza.
Il principe Ryger, e i due automi vennero accompagnati nella stanza a loro destinata da due ancelle che si misero immediatamente a loro disposizione, mentre Actarus piuttosto silenziosamente si rinchiuse all'interno del suo studio privato.
Nella penombra di quella stanza prese a pensare.
Il suo sguardo blu era fermo sul suo portatile, lo aveva acceso per controllare una cosa, ma nemmeno più vedeva la pagina in questione.
In passato aveva speso la sua giovane età per debellare il male, e per tale causa si sacrificò completamente, perse molte cose e persone a lui care, ma alla fine era riuscito a sconfiggere il tirannico sovrano di Vega.
Per indole e per natura lui odiava combattere, e mal sopportava anche solo delle semplici risse. Difatti quando veniva provocato, più delle volte lasciava perdere, ma non perché avesse paura ma semplicemente perché appunto la sua predisposizione pacifista preferiva reagire così, e pensare che lui disponeva della più micidiale arma da combattimento, considerato che tra i robot a loro disposizione Goldrake a livello di potenza combattiva, si staccava dagli altri con parecchio distacco.
Ma lui, a differenza di Koji e in particolare di Tetsuya che era sempre pronto alla battaglia, anzi ora che erano in pace non sapeva come occupare le sue giornate, stava benissimo. La vita in tempo di pace poteva offrire tante cose belle e lui lo sapeva, ma sapeva altrettanto bene che la vita in tempo di guerra invece poteva togliere tutto quello che di bello le persone si erano a fatica costruite.
Dovette ammettere che le parole di Ryger lo turbarono parecchio, perché aveva compreso che la situazione non era affatto tranquilla, ma un dilemma albergava nella sua mente.
Di quella minaccia al momento ne erano a conoscenza solo in pochi, così aveva deciso per non creare un clima di panico e di terrore, ma ora che sapeva di per certo l’esistenza di questo impero che fare? Parlarne con tutti quelli che non ne erano ancora al corrente, o semplicemente continuare a mantenere il massimo del riserbo, facendo in modo che tutte le persone continuassero la loro esistenza in tutta serenità?
Dopo averci pensato parecchio tempo su decise di optare per la seconda opzione.
Alla minaccia di Magellano ci avrebbero pensato, quando questa si sarebbe a loro palesata!
 
 
Colei che scrive.
Male, molto male. A rompere le cosiddette ai nostri eroi ecco che puntualmente è in arrivo un altro pazzo con manie di grandezza.
Ok, al momento la minaccia è abbastanza lontana, ma loro sapendo di tutto ciò non possono stare di certo tranquilli.
Il nostro amato Actarus, per lui e per Aurora avrebbe altri programmi, vedremo più avanti se riuscirà a portarli a suo compimento.
Credit: Ryger, Cleo, Anite e Otoke sono tutti personaggi tratti dall'anime robotico: Daikengo, Il Guardiano dello Spazio, creato da Akiyoshi Sakai nel 1978.
Passiamo ai ringraziamenti.
Grazie di cuore a chi ha dedicato un po' del suo tempo per la lettura.
Alla prossima.
Un abbraccio Samp!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Ciao a tutti!
Siamo giunti al quarto ed ultimo capitolo, ma ho già in mente un suo seguito, per cui mi ritroverete spero a breve, altre storie iniziate permettendo, a bazzicare da queste parti.
Al momento vi saluto ci vediamo alla fine del capitolo per le solite note finali.
Buona lettura!
Samp!
 
Capitolo 4.
 
Passarono alcune settimane dall'arrivo su Fleed dei due principi di Emperius, e nel frattempo venne anche decisa la data che avrebbe portato alle nozze Actarus e Aurora.
In quell'occasione ci sarebbe stato anche il rito dell’incoronazione dei due neo sposi, che sarebbero diventati ufficialmente il re e la regina della stella Fleed.
A corte come in tutto il pianeta, ovviamente vi era parecchio movimento, considerato che per tutti gli abitanti quello che si stava apprestando ad arrivare era un evento attesissimo, quindi nessuno se lo voleva assolutamente perdere.
Per le vie del centro cittadino, all'interno dei caffè più in voga, e anche nel ritrovo preferito da quasi tutti gli abitanti, il The Fleed South Beach Golf Club, si parlava solo ed esclusivamente di quell'evento mondano.
Piano, piano, che si stava avvicinando il fatidico giorno, Elsa e Noel, le due creatrici di moda avevano avuto il loro gran bel d’affare per confezionare abiti su abiti, per la maggior parte dei cortigiani, ma anche i cuochi di corte erano a loro volta parecchio impegnati, visto che dovevano cucinare per ben milleduecento invitati.
Alle quelle nozze erano stati invitati quasi tutti i regnanti della galassia di Vega, e anche delle galassie vicine.
Lo stesso identico impegno lo avevano avuto anche i fioristi, che si ritrovarono ad essere molto impegnati ad addobbare il gran salone, dove gli invitati avrebbero consumato il vasto banchetto nuziale.
Inoltre parecchi giardinieri si dovettero anche occupare del vastissimo parco, dove i vari ospiti si sarebbero intrattenuti in diverse attività all'aperto.
Tali attività erano:
Bagni nella vastissima piscina olimpionica in marmo bianco, così come lo erano i templi dell’antica Grecia, giocare nei nuovissimi campi da tennis, o in alternativa da golf.
Invece per chi non piaceva praticare sia il tennis che il golf, vi era la possibilità di giocare a beach volley proprio sulla spiaggia privata del palazzo reale.
Insomma, ve ne era davvero per tutti i gusti possibili e immaginabili, ma d'altronde per intrattenere al meglio tutti quegli ospiti, i regnati di Fleed qualcosa di grandioso dovettero pure inventarsi!
Ma come se tutto ciò non fosse stato più che sufficiente, anche la SPA sarebbe stata messa a loro disposizione per quella giornata, giusto per le invitate che desideravano potersi rilassare con i vari tipi di massaggi, che le ragazze della SPA molto professionalmente sapevano loro proporre.
Inoltre in alternativa vi era anche una rappresentazione teatrale.
La prima assoluta dell’opera più famosa di William Shakespeare, ovvero Romeo and Giuliet, ovviamente proposta in due orari differenti, per poter così accontentare più persone possibili.
 
*
 
Dopo quel tanto faticare per tutti, ecco che finalmente arrivò il tanto atteso giorno!
 
Appartamento privato dei principi.
 
  • Fratello, ma sei troppo agitato, vedi di darti una calmata! – Maria cercò invano di tentare di calmare un poco Actarus.
  • A te sembra facile e semplice, ma io…. – fece balbettando.
  • Ma tu sei troppo agitato – poi sorridendo – Non è che al momento del sì, tu rispondi no!? – lo rimbeccò.
  • Ma va, non sono mica uno stupido – disse quasi con stizza.
 
La ragazza guardò il fratello mentre che questi si agitava sempre di più.
Dovette ammettere che le faceva parecchio strano quel suo comportamento, visto e considerato che uno come lui, quando si era trattato di affrontare dei nemici sempre più pericolosi e forti, pronti ad uccidere senza troppi problemi, lo aveva fatto senza paura, senza mai esitare, solo con tanto coraggio e sangue freddo.
Mentre invece in quel momento era seduto nervosamente sopra al sofà e per giunta stava tremando come una foglia, solo perché era in procinto di sposarsi!
Roba da pazzi!
 
  • Tieni, prendi questo! – sorridendogli gli porse un bicchiere contenente alcune gocce.
  • Ma che cosa sono? – domandò lui con malcelata diffidenza.
  • Tranquillo fratello, mica ti voglio avvelenare – gli sorrise, poi con fare convincente – Queste servono solo per rilassarti un pochino.
  • No, scordatelo, io quella robaccia non la prendo! – sbottò.
  • Ma dai, cosa vuoi che siano. Sono solo dieci gocce di Valeriana, vedrai che ti calmeranno un pochino.
 
Con titubanza il principe prese il bicchiere tra le sue mani, e bevve in un sol sorso tutto il contenuto.
Dovette ammettere che si era sentito subito un pochino meglio, evidentemente quella poca dose aveva già fatto il suo effetto, anzi si sentiva leggermente intorpidito, piano piano si stava rilassando.
Si sentì decisamente più pacifico.
In un’altra stanza vi era completamente un’altra situazione.
Al contrario del principe, la principessa era invece decisamente molto tranquilla.
 
  • Aurora, stai benissimo! – esclamò entusiasta Noel, non appena ebbe terminato di sistemare l’abito da sposa.
  • Altezza, sono arrivate la truccatrice e la parrucchiera – dopo aver fatto un reverenziale inchino, comunicò un’ancella di corte.
  • Perfetto, fatele accomodare – Aurora sorrise.
 
Subito dopo nella stanza della principessa fecero la loro entrata le due ragazze, che prontamente si apprestarono a truccare e a sistemare accuratamente l’acconciatura di sua altezza reale.
Nel frattempo Sayaka e le altre ragazze terminarono anche loro di prepararsi, mentre Koji, Tetsuya e Hiroshi erano stranamente già belli tirati a lucido, invece gli altri ragazzi erano ancora terribilmente indietro coi loro preparativi.
 
*
 
Il grande orologio a pendolo che era posizionato in cima della grande scalinata, segnava che erano le dieci e quarantacinque.
La funzione era prevista per le undici in punto.
La cattedrale della capitale di Fleed era già bella che gremita, visto che molte persone erano presenti già dalle primissime luci dell’alba, per riuscire a prendere i posti migliori.
Ovviamente nelle prime file vi erano il professor Yumi e gli altri professori, dopodiché tutti i cortigiani, mentre nel fondo della chiesa e sul piazzale adiacente ad essa, vi era la gente comune che era venuta ad omaggiare i loro sovrani.
Un sempre emozionato Actarus, fece il suo ingresso accompagnato da Procton, subito seguito da Maria che invece era la sua testimone di nozze.
Il principe era davvero bellissimo, anzi a dire il vero era molto più bello del suo solito, soprattutto i suoi particolari occhi blu, luccicavano di una luce diversa, nuova, mai vista.
Per quell'occasione molto importante, Actarus indossava con parecchia classe ed eleganza un raffinato abito grigio chiaro, con abbinato un lungo mantello dello stesso identico colore, ma anche Maria faceva la sua bella figura, indossando un lungo abito color azzurro che ben si intonava perfettamente col l'azzurro dei suoi occhi, mentre i suoi capelli erano stati raccolti in un morbido chignon, e con qualche ciocca che le cadeva delicatamente ai lati del volto, arrivando a toccarle le spalle.
Procton era anche lui elegantissimo. Il dottore era fasciato in un completo blu scuro, e inutile dirlo che era anche lui visibilmente emozionato.
 
Ma guardate, sta tremando come una foglia!
Già, si vede troppo che è emozionato!
Non ho mai visto sua altezza così agitato!
Uno come lui, che ha combattuto contro le forze di Vega con coraggio, si agita così tanto quando si deve sposare!?
Dici bene, roba da matti!
Eh già. In effetti fa veramente strano.
Stento a crederlo.
 
Questi furono i commenti che si sentirono bisbigliare in direzione del principe, da alcune persone sistemate in fondo alla navata centrale della grande cattedrale.
A quel punto sia Actarus che Maria, presero a sistemarsi accuratamente dinanzi all'altare, perfettamente sistemato per l’occasione.
Dopo una decina di minuti, giusto alle undici precise, ecco che fece il suo trionfale ingresso la principessa Aurora, accompagnata da sua mamma Karen e da suo fratello Abel, che le fece da testimone, ma a seguire sua altezza vi erano sei bellissime bambine come damigelle d’onore, che al suo passaggio lanciavano sopra all'immacolato pavimento di marmo, bianchi petali di rosa.
Tutti i presenti, nessuno escluso, rimasero letteralmente abbagliati da cotale bellezza.
Coi suoi lunghissimi capelli corvini lasciati sciolti, ma delicatamente presi di lato da un fermaglio a forma di fiore, i suoi espressivi occhi nocciola, perfettamente truccati, la sua pelle bronzea luccicante, il suo abito bianco semplice ma raffinato, modello chitone greco, i suoi sandali anch'essi bianchi, tacco dodici e intrecciati alla caviglia sottile, Aurora era un vero e proprio splendore.
Continuando ad essere parecchio ammirata, la principessa prese ad accomodarsi al fianco del suo bel principe.
Actarus, dal canto suo visto e considerato che era già abbastanza emozionato in precedenza, in quel momento alla vista della sua a breve futura consorte, si emozionò ancora di più.
Stai tranquillo, andrà tutto bene.
Lei gli sussurrò rivolgendogli un caldo sorriso.
Con te al mio fianco, ne sono più che sicuro.
Rispose, prendendole la mano tra la sua.
 
*
 
Ore undici e cinque minuti, il Sacerdote prese a dare inizio alla funzione.
Appena fu terminata la funzione, e dopo aver proclamato ufficialmente i due marito e moglie, il Sacerdote passò direttamente al rito dell’incoronazione.
Il lungo rito dell’incoronazione terminò alle tredici in punto.
 
*
 
Tutti gli invitati seguirono il re e la regina a palazzo reale.
Alle quattordici, iniziò il banchetto di nozze e terminò dopo ben sei ore.
Successivamente, i vari invitati si apprestarono a trascorrere il loro tempo nella pratica dei loro sport preferiti, mentre altri invece decisero di andare a teatro, le dame invece si catapultarono all'interno dell’area SPA, altri ancora si eclissarono nelle varie sale da tè, sparse un po' per tutta reggia. Mentre alcuni di loro a fumare e bere brandy nelle sale fumatori a loro destinate.
Infine, in tanti di loro andarono nei vari salotti a tagliare e cucire, hobby parecchio diffuso tra i nobili che frequentavano assiduamente il palazzo, e che si ritrovavano già nel citato:
The Fleed South Beach Golf Club, ritrovo sì certo per gli amanti dello sport, ma anche per i vari Club del Cucito!
Tra balli e divertimenti vari, ecco che arrivò mezzanotte inoltrata, per la precisione si era fatta quasi l’una.
Alle due e mezza del mattino, venne comunicato ufficialmente la fine della festa.
Alcuni cortigiani rimasero a pernottare in una parte del palazzo riservata a loro, altri invece si ritirarono presso le proprie abitazioni.
Comprensibilmente, entrambi i sovrani erano parecchio stanchi, soprattutto lo era sua maestà la regina, la quale venne portata in braccio dal re all'interno della loro stanza, dove appena entrati si sistemarono sull'enorme letto a baldacchino.
 
Amore, ora vado a farmi un bagno caldo, magari mi toglie un poco la tanta stanchezza.
Dopo aver baciato appassionatamente il suo Actarus, Aurora si diresse verso il proprio bagno privato.
Nei loro appartamenti oltre che l’enorme stanza da letto, vi erano presenti anche due bagni, uno per entrambi.
Quello di sua altezza Aurora era di marmo rosa, con un’enorme vasca idromassaggio a forma di conchiglia. Vi era anche una piccola sauna, e in più era presente anche un locale adibito a SPA, con lettino per massaggi e anche una doccia solare.
Il tutto ad uso esclusivo di sua maestà.
Molto più semplice e spartano era invece il bagno del re.
Il colore del rivestimento era blu notte, tinta preferita da Actarus.
In quel bagno, invece della classica vasca vi era una spaziosissima doccia a gravita 0, dove una volta che si era al suo interno bastava premere un pulsante e si volteggiava proprio come essere nello spazio.
Ovviamente quest’ultima era stata ideata da un famoso scienziato di Fleed, poi per il resto era un bagno normalissimo, spazioso certo, ma non opulento com'era invece quello della regina.
Sempre nell'appartamento reale si trovava un bellissimo salottino privato, dove soprattutto la regina si intratteneva molto spesso con le cortigiane, per il classico appuntamento del tè delle diciassette.
Il salotto, era costituito da ampie vetrate con dell’edera rampicante attaccata ad esse. I divani di varie dimensioni e misure, erano in vimini e sopra di essi vi erano degli enormi cuscini.
Il tutto ovviamente era di colore rigorosamente bianco, il colore preferito per gli arredi dalla regina. Vi era anche presente un caminetto in marmo bianco, e vari tavolini e sedie in ferro battuto, anch'essi bianchi.
Successivamente vi erano gli studi privati di entrambi i regnanti, dove vi erano collocati innumerevoli tomi e pergamene antiche, i personal computer con una serie di codici ultra segreti, per evitare che venissero controllati da occhi curiosi e indiscreti.
Nel suo studio, Actarus riceveva in privato i vari collaboratori per prendere consigli e decisioni importanti per il regno, mentre invece quando doveva convocare più elementi, allora solitamente lo faceva utilizzando la ormai famosa sala della Tavola Rotonda.
La regina era in bagno, e dopo pochissimo tempo venne raggiunta dal re, il quale era ben intenzionato a mettersi anche lui a mollo, assieme alla sua dolce metà.
 
  • Pensavo che ti sentissi sola, così… – fece con un sorriso, immergendosi al suo fianco.
  • Vieni tesoro, c’è posto anche per te – rispose, facendogli spazio.
  • Uhm nuovo, ma che profumo è? – domandò lui con curiosità, dato che Aurora aveva la mania di mettere diffusori e candele ovunque.
  • Piccino mio, è il Fiore di Loto, ti piace?
  • Sì. È molto rilassante, ma da dove proviene?
  • Dalla Terra, precisamente dall'oriente. I buddisti solitamente lo usano durante la meditazione. Diciamo che ha un effetto come hai detto tu, che è parecchio rilassante – Actarus, sé la avvicinò ancora di più a sé.
  • Te l’ho mai detto di quanto sei bella, sai non mi ricordo? – le accarezzò dolcemente la guancia.
  • Uhm, fammi pensare – sorrise – Ma certo, me lo hai detto praticamente da subito, quando ci siamo conosciuti.
  • Esatto, non appena sono arrivato sulla Terra, quando siamo andati per la seconda volta a fare il barbecue alla Betulla Bianca – Aurora scoppiò a ridere, ricordandosi di quell'indimenticabile serata, la loro prima serata.
  • Mi ricordo eccome, come farei a dimenticarlo, non potrei mai – si bloccò e prese a guardarlo intensamente, poi continuò – Eravamo nel fienile, e poi siamo finiti sotto una montagna di fieno. Ne avevo ovunque, che ridere – poi facendosi un po' più seria – Però quando è entrata Venusia e ha preso il forcone in mano, bè lì mi sono abbastanza spaventata!
  • In effetti ho seriamente temuto che ci facesse diventare due colabrodo – fece lui, strizzandole l’occhio.
  • Già me lo ricordo, era davvero fuori di sé – Aurora ricordò seriamente.
  • Un po' mi è dispiaciuto – asserì Actarus – Io non volevo ferirla. Ero a conoscenza del suo grande interesse nei miei confronti. Dopo la battaglia vinta contro Vega, sono venuto via dalla Terra anche per quel motivo, oltre che per ricostruire il mio pianeta, che sapevo che non era completamente andato distrutto. Ho preso quella decisione, proprio perché ritenevo ingiusto illuderla e farla soffrire. Le ho sempre voluto bene, ma un bene come voglio a Maria, cioè da fratello maggiore e non altro.
  • Hai fatto la cosa più giusta che potessi fare – gli donò una lieve carezza – Perché è da infami prendersi gioco dei sentimenti altrui, e tu non ne sei proprio il tipo.
  • Non avevo altra scelta – glissò lui.
  • Comunque, adesso mi sembra essersi un poco tranquillizzata – lanciò lei, conscia del fatto che in quelle giornate Venusia aveva smesso di riservarle le solite occhiatacce cupe e torve.
  • Più che tranquillizzata, mi pare che si sia messa l’anima in pace. Forse finalmente, ha compreso cosa provo effettivamente per lei.
  • Meno male. Perché da incazzata fa davvero paura! – sul viso di Aurora comparve un sorrisetto.
  • Eh già – fece un sorrisetto pure lui – Ce la siamo vista davvero brutta! – sentenziò, per poi baciarla sensualmente e intensamente.
 
Dopo un bel po' di tempo, Actarus uscì dalla vasca con Aurora ben stretta saldamente tra le sue braccia.
Molto delicatamente l’avvolse in un morbido e profumato telo, e sempre tenendola in braccio prese a portarla nella loro stanza da letto.
L’appoggiò poi con delicatezza sopra al morbido lettone a due piazze abbondanti, poi senza alcun preavviso iniziò a baciarla con impeto sul volto, poi sul collo, lo fece molto delicatamente, poi piano, piano, più intensamente, fino a farla fremere dall'immenso piacere che le stava facendo provare.
 
  • Io per te, sarei disposto a donare la mia stessa vita, lo sai? – le sussurrò lentamente, baciandola.
  • No amore, tu per me devi vivere il più possibile. La mia vita sarebbe nulla senza di te.
 
Lei rispose, mentre che lui le stava baciando la sua spalla nuda.
Lui prese a sistemarsi meglio accanto al seno di lei, prendendo ad accarezzarle i fianchi, Aurora dolcemente mise le proprie mani tra i suoi morbidi e profumati capelli.
 
  • Io impazzirei senza di te – fece poi lei con un gemito strozzato. Actarus, si alzò verso il volto di Aurora.
La guardò intensamente e baciandola sul collo le mormorò.
  • Se è per quello anche io. Aurora, ti amo – per un attimo i battiti cardiaci della regina si bloccarono.
Successivamente, con in volto un’espressione felice, lei ribatté.
  • Amore, anch'io. Ti amo tanto.
 
Inutile dire che i due giovani regnanti si amarono intensamente e ininterrottamente per tutta la nottata e fino a tarda mattinata, cedendo successivamente in un sonno ristoratore, l’uno tra le calde braccia dell’altro.
 
*
 
Trascorsero quattro giornate dal giorno in cui vennero celebrate le nozze, e i principi di Emperius che si erano fermati su Fleed per presenziare a quest’ultime, partirono alla volta del loro pianeta natio.
Tutti gli amici che avevano conosciuto su quel pianeta si erano radunati al Fleed Space Station, per poterli salutare nei migliori dei modi possibili.
 
  • Fate buon viaggio, e soprattutto portate i miei più calorosi saluti e di tutto il mio popolo a re Empel, alla regina Elisa, al principe Samson e al principe Yuga.
  • Lo faremo sicuramente, Actarus puoi starne certo – asserì Ryger, porgendogli la mano destra in segno di saluto.
  • Teniamoci a stretto contatto per quella faccenda – disse solenne Actarus, guardandolo negli occhi.
  • Certamente, ma speriamo di starcene tranquilli ancora per un bel po' di tempo.
 
I due si salutarono ripromettendosi di vedersi al più presto possibile, e la stessa identica cosa la fecero anche Aurora e Cleo.
Salutati i due regnanti, i due principi presero a salutare tutti gli altri presenti.
Salirono a bordo, e una volta che accesero i motori, il genio cosmico Daikengo si alzò in volo lasciando dietro di sé una lunghissima e luminosissima scia.
 
Epilogo.
Le giornate, le settimane, i mesi successivi passarono fin troppo velocemente tra ricevimenti, party, bagni alle terme, sedute di relax nella SPA, shopping selvaggio per le vie del centro, partite di calcio, di tennis, di pallavolo, serate a teatro, giochi nel parco divertimenti.
Tutti gli abitanti, i cortigiani e alcuni reali, sembravano essere totalmente distratti e parecchio appagati da tutto ciò, ma Actarus e gli altri ragazzi in cuor loro sapevano che quella presunta pace era solo una pace effimera, perché mancava veramente poco, la minaccia da loro tanto temuta era davvero alle porte.
Sapevano che era un pericolo scuro e tetro quello che sarebbe arrivato da molto lontano, quel nemico tanto temuto purtroppo per loro si stava avvicinando alla loro oasi di pace e benessere!
 
Goldrake, avanti!
 
Fly my Ufo Robot in the sky
Because the adventure’s in my mind
My Ufo Robot in the sky
My Ufo Robot in the sky
Ready y Ufo Robot in the space
And change your body in your face
My Ufo Robot in the space
My Ufo Robot in the space
Shooting Star, Shooting Star, Shooting Star, Shooting Star
Fly my Ufo Robot in the sky
Against the monster of the night
My Ufo Robot in the sky
My Ufo Robot in the sky
Shooting Star, Shooting Star, Shooting Star, Shooting Star
Fly my Ufo Robot in the sky
Because the adventure’s in my mind
My Ufo Robot in the sky
My Ufo Robot in the sky
Shooting Star, Shooting Star, Shooting Star, Shooting Star
 
 
Colei che scrive.
Eccoci arrivati alla fine di questa prima parte.
Finalmente Actarus e Aurora sono riusciti a realizzare il loro sogno, ma questa loro pace e tranquillità sembra venire intaccata da qualcosa di potente e malvagio.
Al momento mi fermo qua, ringraziandovi per aver letto e seguito questa mia creazione, sperando di rifarmi viva al più presto possibile, nel frattempo vi dico solo.
Grazie di cuore a tutti!
Credit.
Shooting Star, singolo del gruppo Actarus, pubblicato nel 1978, come sigla di chiusura dell’anime Ufo Robot Goldrake.
Alla prossima!
Baci&Abbracci.
SAMP!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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