L'isola

di g1o
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gettate l’ancora in questo porto lunare ***
Capitolo 2: *** Isola! ***
Capitolo 3: *** Chi mi contende questa emozione ***
Capitolo 4: *** Chiedo di confondermi ***
Capitolo 5: *** Dicono questa l’isola felice dell’amore ***
Capitolo 6: *** La sera ***
Capitolo 7: *** Non è che una lingua umida e nera ***
Capitolo 8: *** Alcool, un velo soltanto ***
Capitolo 9: *** Ingoio l’odore denso d’estate ***
Capitolo 10: *** Non c'è attesa ***
Capitolo 11: *** Parlano gli echi ***
Capitolo 12: *** Porterò io il tuo saluto al mare ***
Capitolo 13: *** Ti farò vittima ***
Capitolo 14: *** E' nostra la teatralità notturna ***



Capitolo 1
*** Gettate l’ancora in questo porto lunare ***


Gettate l’ancora in questo porto
lunare, e io saprò contare
i riflessi nell’acqua.
Levatela, ed io saprò dire
qual è l’onda propizia
al vostro ritorno.
Ma se l’avrete ignorato,
pur sapendolo vicino,
allora poveri e sfortunati
tornerete naufraghi
alla vostra vita
da ricominciare.
Fate vela! Non esitate!
Non dubitate del destino
degli uomini che sceglie
l’onda e la risacca…

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Capitolo 2
*** Isola! ***


Isola!
 
Se non amassi quel balsamo
disciolto nel vento, che sale
all’ora del tramonto tra le
scogliere della tua bellezza,
volgerei ai lidi più improbabili,
stagliati come sogni sulla striscia
dell’orizzonte, da cui un giorno
mi sono staccato per raggiungerti,
come un’Itaca a lungo
desiderata.

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Capitolo 3
*** Chi mi contende questa emozione ***


Chi mi contende questa emozione?
Un cuore asciutto sulla marea schiumante
di questa vita, ha già perso il vizio
della sensazione, assente e perfetto
nel suo remigare…come è messa la forma
in mare, perché galleggi intatta,
la sua rotta è cieca, sciapa la via…
Davvero non so chi mi contenda questa emozione…
Ma ho preso il largo su acque nere,
notturne, sotto il chiaro di luna
che mi spaventa…

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Capitolo 4
*** Chiedo di confondermi ***


Chiedo di confondermi
con le tue stelle cadenti,
notte che sei attraversata
da ménadi e guerrieri silenziosi;
un bagliore infuocato
su un muto cielo notturno…

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Capitolo 5
*** Dicono questa l’isola felice dell’amore ***


Dicono questa l’isola felice dell’amore.
La chiamano così da generazioni.
L’orizzonte è lo stesso, le stelle
che tutti si additano, sono le stesse.
Parla il gergo dei baci il miracolo
travolgente di questa vita.
 
…e fa volare alto una notte anni ‘80
il tuo piccolo cuore, commosso
all’enormità dei sentimenti…
 
Goodbye…
Dicono questa l’isola felice dell’amore.
Nell’oceano, remota, intatta
tenerezza.

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Capitolo 6
*** La sera ***


La sera poi, lascio la barca
in riva al mare. Sull’ ultimo scoglio,
dicono, c’è un posto dove si va
a non pensare…Seguo le orme rosate,
fin dove il tramonto si tira dietro
la notte con uno scrosciare di orchestre,
nel mare che spruzza stelle sopra i mie passi.

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Capitolo 7
*** Non è che una lingua umida e nera ***


Non è che una lingua umida e nera
la tua passione notturna che alita sul
mio viso più densa di una birra…
Di sorriso in sorriso lungo le guance
perle di sudore che sfumano
nel rosso della tua sbornia, deliziosa…
Occhi feriti, scolpiti nel tuo desiderio
così diversi travasano
la tenebra dei tuoi pensieri…
Forse, strappato il fiocco dalle tue mani 
sarò bestiale nel nostro sesso
sempre sul punto di farsi rincorrere?

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Capitolo 8
*** Alcool, un velo soltanto ***


Alcool, un velo soltanto…
O crollano ebbri nel vomito e
vaneggiano tra i fumi pesanti
di una sbornia epocale…
Mentre cercano i tuoi occhi,
rossi d’una vergogna divina,
accendi la sigaretta e nel fumo
distilli l’aria solvente d’estate,
nel suo odore di ruggine e mare…
Hai bevuto amico? non puoi negare…
Le notti di ubriachi in marcia…
Ah! se ne ho viste!
Non valgono una serata
ma una vita intera…
E se mimano la fuga
nell’ ennesima indolenza,
buon per noi, sarà
una spiaggia e un branco
di stelle sul mare nero
la nostra vita!

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Capitolo 9
*** Ingoio l’odore denso d’estate ***


Ingoio l’odore denso d’estate;
brucerò la mia bocca, piangerò,
curvo nell’angolo, la sofferenza
astratta e la nevrosi che nulla
hanno a che fare con la carne
abbronzata e i peli biondi
di una passione terrena,
germinata all’oscuro
di ogni presentimento,
volgare nella sua predilezione
di un uomo piccolo che fuma
sulla via di un litorale
deserto stanotte…

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Capitolo 10
*** Non c'è attesa ***


Non c’è attesa.
Dioniso mette i buoi
dietro al carro di Apollo.
Follìa segue Eros
pentito, in un quotidiano
soggiornare
su questa terra.
Sotto la pelle nera
ascolto nascere piccoli
brividi dove prima
avvampava…
Braci amare accompagnano
l’allegro scoppiettare
del mio sesso.
Come una bestia ferita,
guardo corpi trasudare
bellezza come antiche
rovine su una spiaggia
deserta...

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Capitolo 11
*** Parlano gli echi ***


Parlano gli echi, soltanto…
Per me non c’è notte più
assaporata di questa;
la notte in cui tornano
i sospiri di chi gode l’amore
nell’aria tumefatta
che scorre su cadaveri
e stagioni annientate
da una passione nuova
e commossa…

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Capitolo 12
*** Porterò io il tuo saluto al mare ***


Così salsa è la tua fronte sudata
che ora bacio delicatamente
come un naufrago in lacrime…
Così dura è la tua barba
che fa del viso uno scoglio fiorito
ritto nella sabbia dei tuoi sensi…
Un silenzio ormeggia infinito
nell’antro della tua bocca,
una dignità muta, senza più gesti…
E nella forma asciutta
della tua sofferenza, tu sei
la creatura più bella
su cui si pieghi la notte quest’ora,
prima di cedere ai vortici lucidi
di una nuova aurora…
Tua umanità vulnerabile,
tua la flebile sillaba di respiro
che sta svanendo, tuo il sollievo
con le vele spiegate…
Vai allora, vai…
lascia me, bambino,
sulle rive di questo mare, lascia
il tuo tempo, lascia il mio pianto…
Da questo lido ti stacchi,
lo stesso su cui passeggiare, pescare,
era così caro in tua compagnia…
Ora lascia,
va…
Porterò io il tuo saluto al mare.

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Capitolo 13
*** Ti farò vittima ***


Ti farò vittima. Su di te
mi accanirò più feroce
di una cagna. E poi ti brucerò
sull’altare, come un’ostia deliziosa,
perché io venero Apollo.
Sale il tuo fumo, scorre sulle mie mani,
fino alle labbra del dio che ti consumerà.
Già sento stridere le fiamme…
Non ho occhi per i sentimenti,
se ti volgi sono un augure impietoso
che ti sgozza indifferente e assurdo…
Sotto la mammella calda la tua sorgente
di sangue ti fa triste in viso prima
che tu ti pieghi sulla ferita indecente
della tua bellezza offesa…
Anche in questo sogno si muore.
Scivola lungo le cosce di marmo un filo
di vita vergine, frizzante, scura,
le mani bianche rosse di oscenità,
il collo curvo e le labbra stinte…
Ora, tu sei la minima deviazione
vivente ad un processo eterno,
che stupra la carne per rimirarsi
nella sua forma perfetta…
Questo ti farò perché io venero Apollo
e a lui ho dedicato la mia vita.
Di questo passo otterrò la divinizzazione.

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Capitolo 14
*** E' nostra la teatralità notturna ***


E’ nostra la teatralità notturna
che senza pace ondeggiamo…
E l’emozione si fa notte
fra cortine di voluttà,
nella violenza del nostro
giovane fermento,
amaro come un sorso di vita,
dolce come un liquore assetato…
Ingoiamo le stelle nel nostro
orgasmo lunare, versando
brina arrossata dai marmi lucidi
dei nostri corpi innocenti…
Primitiva pubertà che assaporiamo
con mani aperte sulla sabbia gelata
di una duna deserta
in sacrifici d’estasi pieni d’amore
a luci elettriche, denso fumo
e sirene scavate nel buio…
Miracoli ci fanno divinità
volgari, psichedeliche e ubriache…
Scuotiamo le membra! sferziamo
la notte di richiami squillanti!
Schiudiamo le labbra carnose!
Scalziamo questa volta celeste,
atterriamo l’olimpo e calpestiamolo
con le nostre passioni terrene!
 
Lungo le strade coi bordi dorati
viaggiamo notti che sudano sangue
spargendo nel vento oltraggi gioiosi,
sfidando l’Ade con cuore mortale…
Perché un desiderio inesatto
batte il final countdown nel volo
inesprimibile che incendia questi
cieli infiniti, oscuri, profondi,
mentre nuvole costiere spiano
lo schianto di questa apparizione
su tramonti di rossa violenza…
Buonanotte a questa vita di incompleta
bellezza!…
 
Tratteniamo il mondo nello sguardo
consumando nella sua meraviglia,
gioia e dolore di un’ epoca…
Occhi umidi di desiderio che gocciano
ancora quella sincerità contratta
e stupita di chi avvista un orizzonte
nuovo, oltre la schiuma saliva del mare,
dove avida vita e speranza si specchiano
nel solco lucente di un’eternità lontana...
 
Siamo figli reduci del passato
che in noi fiorisce a nuova vita
sulle orme degli dei immortali…
Stringiamo a noi l’amore e le carezze,
sfiorando le stesse emozioni di sempre…
Destini remoti ci contagiano di stelle,
canzoni stillano lacrime nel buio, per noi,
noi soli che attendiamo il miracolo
di questa vita soffiarci sulle fronti sudate
e tra i capelli lunghi, sciolti al vento
di un’avventura d’estate…

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