Bruises

di Purrrfect
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ladybug ***
Capitolo 2: *** Chat Noir ***
Capitolo 3: *** Ladybug ***
Capitolo 4: *** Adrien ***
Capitolo 5: *** Ladybug ***
Capitolo 6: *** Chat Noir ***
Capitolo 7: *** Ladybug ***
Capitolo 8: *** Torre di Montparnasse ***
Capitolo 9: *** Marinette ***
Capitolo 10: *** Visita a Sorpresa ***
Capitolo 11: *** In Cerca di Guai ***
Capitolo 12: *** Chat Noir ***
Capitolo 13: *** Con le Mani nel Sacco ***
Capitolo 14: *** Rivelazione ***
Capitolo 15: *** Come un Cataclisma ***
Capitolo 16: *** Equivoco ***



Capitolo 1
*** Ladybug ***


Buongiorno a tutti!
Questa storia nasce da una role scritta a quattro mani, perciò alcuni capitoli saranno piuttosto brevi.
Speriamo di divertirvi come ci siamo divertite noi.
Ladybug interpretata da xCheshireCats.
Chat Noir interpretato da Kia_1981.
P.S: ogni capitolo indicherà il nome del personaggio che è stato ruolato.
Buona lettura!
 
“Miraculous Ladybug!”
La Torre Eiffel torna in piedi; le macerie spariscono e si innalzano palazzi; le luci della città tornano a riflettersi sulla Senna.
Ciò che non si aggiusta, invece, è il rapporto con Chat Noir.
Sono passate almeno due settimane da quando hanno perso Maestro Fu e Ladybug è diventata la nuova guardiana della Miracle Box. Due settimane in cui tra lei e Chat Noir sembra essere calato un silenzio imbarazzante, rotto solo e unicamente da qualche frase di circostanza.
Una situazione di disagio che vorrebbe finisse all’istante, ma come potrebbe se nulla tornerà mai più come prima?
Si gira verso Chat Noir e l’osserva mentre rifugge lo sguardo altrove, e crack, il cuore torna a farle male. Ha perso il conto di tutti i momenti di sconforto da quando è rimasta da sola col peso della supereroina sulle spalle.
Il beep beep degli orecchini le ricorda che sta per tornare nella Marinette di tutti i giorni, il disastro ambulante che ha deciso di non combattere più, di accettare la realtà.
Perché in fondo è questo che si fa per le persone a cui si vuole bene, giusto?
Lasciarle andare, se necessario. E non si tratta solo di Adrien, colui che nonostante tutto ama ancora, ma anche di Kagami, che è una sua carissima amica.
Ha fatto un passo indietro e ha lasciato che tra i due si sviluppasse qualcosa, e con le vacanze estive iniziate esattamente il giorno in cui è diventata la nuova guardiana, ha deciso di non interessarsi più a loro.
Oltretutto non se l’è sentita di oltrepassare con Luka quella linea sottile che divide amicizia da amore, e per quanto abbia deciso di accettare di buon grado la canzone che le ha dedicato, si è rifiutata categoricamente di ricambiare i suoi sentimenti: non avrebbe mai potuto vivere con l'idea di averlo usato come rimpiazzo.
Sente, però, di dover fare qualcosa per cambiare le cose, perché sebbene Marinette non sia combattiva abbastanza, Ladybug lo è.
“Chat Noir” dice. Il suo compagno non si gira, ma Ladybug non si scoraggia. “Ho bisogno di parlare con te. Possiamo vederci più tardi?”

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Capitolo 2
*** Chat Noir ***


Il turbinio delle coccinelle magiche avvolge tutto quello che la battaglia ha ridotto in pezzi, riparando i danni. Il miracolo si compie, la città può tornare in completa tranquillità ai suoi soliti ritmi.
Quello a cui Chat Noir ha appena assistito è un prodigio che gli ha sempre procurato sentimenti piacevoli, come l'orgoglio per il lavoro appena concluso e la speranza nel vedere che tutto, prima o poi, si può aggiustare.
Da quando Ladybug è diventata la nuova guardiana, però, le cose sono cambiate: non può fare a meno di domandarsi cosa ne sarà di loro. E se lei dovesse decidere di sostituirlo? Così cerca di trattenersi il più possibile dal fare le sue solite battute, parla poco (non vuole rischiare di annoiarla), è attento, concentrato, si comporta quasi come... come Adrien.
A lei Adrien piacerebbe di sicuro, perfetto com'è.
Stringe il pugno, odiando il richiamo con cui il suo Miraculous lo avvisa che il tempo sta per scadere. Deve andare, un saluto veloce e poi via, prima che gli venga voglia di invitarla al cinema, a cena, a fare una passeggiata, a prendere un gelato. Gli ha sempre detto di no, ma lui non ha mai smesso di sperare. Ora invece riesce a malapena a guardarla in faccia e si sente stupido per aver messo "due pentole a bollire sul fuoco", per usare le parole di Plagg.
Il richiamo di Ladybug lo coglie talmente alla sprovvista che non riesce nemmeno a voltarsi, mentre le sue parole successive, se fossero state pronunciate solo poche settimane prima, lo avrebbero riempito di gioia. Ora invece gli si conficcano tra le scapole come pugnalate, suonando una più definitiva dell'altra.
"Come vuoi, Ladybug. Incontriamoci alla Torre di Montparnasse", propone voltandosi brevemente verso di lei. Poi afferra il suo bastone e si prepara a lanciarsi tra i tetti di Parigi. Esita solo un momento, la guarda di nuovo sforzandosi di sorridere e allunga verso di lei il pugno chiuso.
"A proposito, ben fatto!"
Non aspetta la sua risposta, fugge più veloce che può perchè il suo tempo sta per scadere.

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Capitolo 3
*** Ladybug ***



"Come vuoi, Ladybug. Incontriamoci alla Torre di Montparnasse."
Chat Noir si volta verso di lei quanto basta per risponderle, poi afferra il suo bastone e si prepara a lanciarsi tra i tetti di Parigi.
Ladybug riesce a cogliere quel piccolo momento di esitazione in cui Chat Noir si gira di nuovo verso di lei per sorriderle, e allungando il pugno chiuso aggiunge: "A proposito, ben fatto!"
Ladybug tenta di ricambiare il gesto, ma l'urgenza di mantenere la propria identità nascosta fa sì che Chat Noir si allontani subito da lei.
Mantiene il pugno chiuso nella direzione in cui Chat Noir se n'è andato. "Ben fatto anche a te, gattino..." sussurra piano, mentre il costume da supereroina svanisce per lasciare il posto alla Marinette di sempre.
"Ti sei decisa?" le chiede Tikki, che affaticata le crolla su una spalla.
Marinette tira fuori dalla sua borsetta un Macaron e lo porge all'amichetta.
"Sì, Tikki. Non posso portarmi addosso questo peso senza l'appoggio di Chat Noir."
Tikki acciuffa il dolcetto tra le zampette e inizia a sgranocchiarlo con gusto.
"Chat Noir ti vuole ancora bene. È una persona leale e fedele, credo abbia dei buoni motivi per essere cambiato così tanto nei tuoi confronti."
Marinette annuisce piano. In testa ha una lista incredibilmente lunga di perché Chat Noir possa aver perso la voglia di starle accanto, di scherzare o anche solo di chiamarla Insettina.
Ad esempio, potrebbe benissimo aver trovato una fidanzata. Oppure potrebbe non riuscire ad accettarla come la nuova guardiana dei Miraculous. Oppure potrebbe odiarla per aver perso Maestro Fu! O ancora peggio: e se non volesse più essere un supereroe? se stesse aspettando il momento giusto per restituire il Miraculous?
Okay, Okay, BASTA MARINETTE.
Si tira uno schiaffo su una guancia, e quando Tikki ride di gusto, si gira verso l'amica con lo sguardo più truce che può. "Perché ridi, Tikki?!"
"Perché stai iniziando a fare la melodrammatica, come al solito!"
Marinette sbuffa mentre Tikki, riprendendo il volo e ronzandole attorno, continua a sbellicarsi dalle risate.
"Sì, sì. Va bene! Sai cosa?"
"Mh?"
"Ho un appuntamento con Chat Noir. Tikki, trasformami!"
Il costume di Ladybug torna a coprirle il corpo come una seconda pelle, allora tira fuori lo yo-yo e lo aggancia sulla punta della torre Eiffel. Dal tetto su cui si è nascosta, si lancia nel vuoto e spicca il volo.
Raggiunge in pochissimo tempo la cima della Torre di Montparnasse e si sofferma, per una volta, a guardare il panorama. È proprio bella la vista da quassù, pensa, mentre appoggia una mano guantata sul vetro che si affaccia su Parigi e sulla sua torre Eiffel: la città è così piena di luci, che somiglia a un piccolo ma bellissimo presepe.
Sospira sconsolata, perché nonostante la vista, quel vortice di pensieri negativi non ha smesso di agitarsi. Il vetro si appanna un po', ma la macchia di umidità evapora subito senza che potesse lasciarci il segno del suo passaggio. Con le dita avrebbe voluto disegnarci qualcosa sopra, magari un cuore con scritto M+A al suo interno e tanti cricetini attorno, ma si dice che in fondo va bene così.
Deve andare bene così, si ripete, mentre attende l'arrivo di Chat Noir.

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Capitolo 4
*** Adrien ***


"Ma si può sapere che cosa ti prende?"
Adrien non vuole nemmeno cercare di decifrare cosa ci sia nel tono di Plagg, se delusione o rimprovero o altro. Non gli importa. Gli lancia un pezzo di formaggio e si lascia scivolare lungo il muro contro cui si è appoggiato. "Non mi va di parlarne, Plagg".
La velocità con cui il famelico kwami fa sparire il formaggio lascia ben pochi secondi di tregua al ragazzo. "Hai un appuntamento con Ladybug! Questo è il tuo sogno che si realizza! Perchè non stai facendo i salti di gioia blaterando cose senza senso a proposito di vivere su un'isola deserta, nutrirsi di frutta e avere un criceto?"
Stavolta Adrien non riesce a trattenere una risata. Breve, forse, ma sufficiente ad alleggerire il peso che si sente addosso.
"Ho paura che voglia rimpiazzarmi, Plagg", ammette finalmente il ragazzo.
"Sciocchezze! Tu sei il miglior Chat Noir che abbia mai avuto. E sono sicuro che anche lei lo pensi"
L'unica risposta che arriva è un sospiro sconsolato. Plagg non ha certo la pazienza di Tikki e non è nemmeno comprensivo quanto lei. Non è nella sua indole consolare con parole dolci e ragionevoli. Però il ragazzo che ha davanti questa volta sembra davvero abbattuto, quindi decide di fare uno sforzo per lui.
"Insomma, Adrien! Non puoi continuare così. Hai appuntamento con lei e se non ti sbrighi finirà davvero per arrabbiarsi. E io non posso rinunciare a tutto il delizioso Camembert che mi procuri, quindi se non vuoi farlo per te stesso, fallo almeno per me. Reagisci!"
Di nuovo Adrien si mette a ridere: il suo kwami è davvero incorreggibile.
"Bene", esordisce alzandosi deciso. "Credo che tu abbia ragione: non saprò mai cosa mi aspetta se continuo a non parlarle, e non posso tenermi tutti questi dubbi ancora per molto"
"Finalmente! Però tutta questa tensione mi ha messo molto appetito..."
"Dopo che avrò parlato con Ladybug, avrai tutto il formaggio che desideri, ma ora, Plagg, trasformami!"
Il kwami ulula impotente tutto il suo disappunto, mentre viene risucchiato dall'anello.
Rivestito dei panni Chat Noir, Adrien si dirige al luogo dell'appuntamento. Pensandoci, forse avrebbe fatto meglio a proporre un altro posto: su quella torre si erano baciati e, anche se nessuno dei due poteva ricordare, di sicuro quel bacio doveva aver significato qualcosa. E poi, da quella torre, si era lanciato nel vuoto per lei, dimostrazione estrema della fiducia incrollabile che nutriva nei suoi confronti. Si sarebbe fidato di nuovo.
Quando arriva a destinazione, la trova già lì ad attenderlo. Gli volta le spalle e non sembra aver percepito la sua presenza, evidentemente troppo presa da chissà quali pensieri.
Il cuore gli batte all'impazzata mentre le si avvicina da dietro.
"Scusa il ritardo, Ladybug. Cosa volevi dirmi?

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Capitolo 5
*** Ladybug ***


"Scusa il ritardo, Ladybug. Cosa volevi dirmi?"

Si lascia sfuggire un sospiro di sollievo.
Le sembra di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo, come se avesse avuto un palloncino incastrato nella gola e ogni paura o dubbio a vorticarle nel cervello fossero serviti solo a gonfiarlo di più, sempre di più, fino a bloccarle le vie respiratorie.
Il panorama, di fronte alle parole appena udite, perde significato e tutta la sua attenzione si concentra sulla figura di Chat Noir.

"Ciao, Chat Noir", dice.

Si è morsa la lingua, a trattenere il Gattino con cui ama chiamare il suo collega. Chat Noir le manca più di quanto riesca ad ammettere, e l'unica cosa che vorrebbe fare è avvicinarsi a lui e abbracciarlo all'istante, farsi consolare e cullare dalla sua voce che, con calma, le ripeterebbe che andrà tutto bene, sì, e che tutto tornerà come prima. Si stringe nelle spalle, ricacciando con sconforto le aspettative fin troppo ottimistiche che ha.

"Volevo solo chiederti se, ecco, insomma..." 

Forza Ladybug, chiedigli come sta! Forza, forza, forza! 

"Sì, be', ecco, volevo chiederti se... Hai qualche notizia su Papillon."

Stupida, stupida, stupida!

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Capitolo 6
*** Chat Noir ***


Per un momento, quando Ladybug si è voltata per salutarlo, Chat Noir ha creduto di percepire in lei una certa titubanza. Ha sperato che cercasse conforto nel suo abbraccio, come già era successo.
Speranza vana, la sua collega nemmeno gli sorride e la domanda che gli pone lo fa sprofondare ancora di più nell'abisso dei suoi timori.

"Notizie su Papillon?", ripete sconcertato. Non ha neppure idea di come fare per ottenerle, dal momento che le sole volte in cui Papillon o Mayura si sono mostrati, era stato impossibile seguirli abbastanza a lungo da rintracciare il loro nascondiglio.

"Non sai quanto vorrei poterti dire di sì, Milady", ammette infine dopo un penoso silenzio, "e vorrei tanto che la mia incapacità di trovarli non mettesse a rischio il mio ruolo nella nostra squadra"

Ti prego, Insettina, dimmi che non stai pensando di rimpiazzarmi!, la supplica tra sè mentre aspetta una risposta.

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Capitolo 7
*** Ladybug ***


"Notizie su Papillon?" gli chiede Chat Noir con una punta di sconcerto.

Ladybug annuisce piano.
Ma perché finisce sempre per gravitare attorno a ciò che vorrebbe dire davvero?

"Non sai quanto vorrei poterti dire di sì, Milady", risponde Chat Noir dopo un penoso silenzio, "e vorrei tanto che la mia incapacità di trovarlo non mettesse a rischio il mio ruolo nella nostra squadra."

Ladybug rimane piacevolmente sorpresa dalla sua ammissione.
Ma ciò che più l'ha colpita, come una freccia dritta al cuore, è stato il modo con cui Chat Noir l'ha chiamata: Milady. È come se fino a quel momento avesse avuto sulle spalle un gigantesco masso e Chat Noir, con una singola parola pronunciata a fior di labbra, fosse riuscito a farlo cadere giù con la delicatezza di una piuma.
Poi ripensa al fatto che Chat Noir abbia appena ammesso di aver paura di perdere il suo ruolo nella squadra; le si spezza il cuore.
Ma è Ladybug la leader del gruppo e la guardiana dei Miraculous, dunque, si dice, spetta a lei rassicurarlo ora.
Si avvicina con qualche passo incerto, gli prende le mani e ne accarezza il dorso con delicatezza. Con un pizzico di imbarazzo si alza sulle punte dei piedi e lascia a Chat Noir un leggero bacio sulla guancia.

"Non ti rimpiazzerò mai, gattino."

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Capitolo 8
*** Torre di Montparnasse ***


Ciao a chi ci segue! Prima di iniziare, un piccolo avviso: dal momento che ieri non sono riuscita a inserire la parte, oggi ho pensato di farmi perdonare pubblicando qualcosina in più.
Buona lettura!

-Chiara-



 
[Chat Noir]

Col fiato sospeso, Chat Noir vede Ladybug avvicinarsi. Nel momento in cui gli prende le mani tra le proprie, lui smette di pensare. Tutta la sua attenzione si concentra su quel gesto e tutto il resto sparisce: gli sta tenendo le mani, gliele sta accarezzando. Se il risultato è quello che ha davanti agli occhi, dovrebbe farsi venire certi dubbi un po' più spesso.

Comincia a sentire un rumore in sottofondo, una specie di brontolio sordo o qualcosa di simile. Non riesce a capire cosa sia, ma il rumore aumenta di intensità nel momento in cui Ladybug gli sfiora una guancia con un bacio delicato e diventa quasi assordante quando lei lo chiama Gattino.

Rimane imbambolato per qualche istante e intanto realizza da dove venga quel suono: è la sua parte felina che si è messa a fare le fusa.
Imbarazzatissimo ritira le mani, ma subito dopo abbraccia di slancio Ladybug e la stringe a sè.

"Dunque siamo sempre tu e io contro il mondo, Insettina?" Le sussurra. Vorrebbe ricambiare quel bacio che lei gli ha dato, ma non deve esagerare.

"Posso invitarti a mangiare un gelato, per festeggiare?"

 
***

[Ladybug]

Chat Noir premia il suo gesto con delle tenerissime fusa e... un abbraccio. Dall'ultimo gesto di affetto da parte di Chat Noir, Ladybug ha contato i giorni sulle dita delle due mani: il primo si è limitata a credere che al suo collega fosse capitata una giornata no; al secondo, ha pensato che la battaglia contro l'Akumizzato fosse stata così estenuante, da non dare il tempo necessario ai due di scambiarsi nemmeno un semplice rituale come un "ben fatto"; al terzo giorno, i dubbi su cui aveva deciso di dimostrarsi disinteressata, avevano iniziato a perseguitarla, giorno e notte: quattro, cinque, sei, sette, otto, nove e dieci giorni, in cui tutto è rimasto fermo e congelato dall'istante in cui è diventata guardiana. Quasi due settimane di patimenti e, allo scoccare della mezzanotte, il primo gesto d'affetto.

Dovrà ringraziare Chat Noir per non averla costretta a mettersi a contare i giorni successivi mettendo a nudo le dita dei piedi, e si aggrappa a lui con un bisogno totalizzante e opprimente, le dita che, se potessero bucare la stoffa del costume di Chat Noir, scaverebbero nella carne.
Non può trattenere le lacrime.
Certo, non è sicuramente da Ladybug piangere, si rimproverebbe da sola se fosse a mente lucida, ma non lo è affatto, dunque si lascia trasportare dalle emozioni che il calore delle braccia di Chat Noir le dona.

"Dunque siamo sempre tu e io contro il mondo, Insettina?"

Lei annuisce, tirando sul col naso e strofinandosi senza vergogna sul petto del collega, che continua: "posso invitarti a mangiare un gelato, per festeggiare?"

Alza lo sguardo sul volto del compagno, illuminato dal chiarore della luna. Lo osserva incuriosita, rapita, estasiata dalla prospettiva tutta nuova che sperimenta per la prima volta.
I suoi occhi verdi come smeraldi, la pelle liscia e luminosa del viso, i capelli biondi e setosi... E poi, con rammarico, quasi come il ricordo avesse riaperto una profonda ferita, ricorda: Adrien.

 
"Non posso, Chat Noir", sussurra. Si stacca da lui e abbandona la posizione sulle punte. "Scusa, non so nemmeno perché ti ho chiesto di venire qui."

***
[Chat Noir]

Chat Noir sente Ladybug scivolare via dal suo abbraccio, ma non fa niente per trattenerla. È stato bellissimo tenerla stretta e ancora più bello e sorprendente è stato accorgersi che lei ha ricambiato il gesto, anche se è durato troppo poco.
Il ragazzo ricorda a se stesso, per l'ennesima volta, di non avere fretta, di essere paziente. Quello che è appena successo potrebbe essere un piccolo progresso e deve accontentarsi: non è certo il momento per pensare a se stesso, visto che lei sembra così angosciata.
Le sorride con dolcezza mentre le asciuga una lacrima.

"Non importa, Insettina. Sono contento che tu mi abbia chiesto di venire: parlare con te mi ha tolto un peso che mi portavo addosso da settimane". Si accorge che le sta ancora accarezzando la guancia, anche se non ci sono altre lacrime da asciugare, perciò smette prima che sia lei a ritrarsi.

"Temo di non essere stato molto d'aiuto, per te, negli ultimi tempi. Immagino che essere la nuova guardiana sia impegnativo e sono pronto a darti tutto l'appoggio che ti servirà. Come sempre. Basta chiedere"

È difficile salutarla, ma probabilmente è la cosa più giusta da fare. Forse, ora che si sono chiariti, è meglio lasciarla a riflettere sulle sue parole. C'è stato un tempo in cui il fatto che Ladybug avesse dei segreti per lui l'aveva fatto dubitare. Ora è diverso. Deve darle il tempo che le serve senza farle pressioni.
Le rivolge un inchino teatrale, le prende la mano e se la porta alle labbra.

"Sembri stanca, Milady, perchè non vai a riposarti? Riprenderemo questo discorso quando ne avrai voglia"

Le sfiora la mano con un bacio e ne approfitta per respirare il suo profumo. Poi fa un balzo indietro e la saluta di nuovo, ammiccando.

"Sogni d'oro, Insettina! Mi manchi già"

Salta su un tetto vicino, agguanta il bastone e lo fa roteare sopra la testa, allontanandosi ancora di più. Non si sta dirigendo verso casa (non è particolarmente ansioso di andare a rinchiudersi nella sua gabbia dorata), non ha nemmeno una meta precisa. Non gli va di stare da solo, ma dove trovare un po' di compagnia? Forse dovrà accontentarsi di quella di Plagg, ma è probabile che il suo kwami, dopo la serata movimentata voglia solo mangiare e mettersi a dormire. Come sempre, del resto. Sta già per arrendersi e tornare a casa, quando si rende conto di dove si è fermato: è il tetto dove aveva preparato la cena a sorpresa per Ladybug, quella a cui lei non si era presentata.
Sorride, ricordando l'entusiasmo di Marinette davanti allo spettacolo delle candele accese e dei petali di rosa sparsi ovunque, quando l'aveva portata lì per risollevarle il morale. Chissà, forse era stato proprio quel gesto a farla innamorare di lui. Si sente ancora un po' in colpa per averla respinta, ma lei si era fatta da parte di buon grado e questo gli fa pensare che, se c'è in tutta Parigi una persona che possa farlo sentire meglio, è proprio lei.
Forse è ancora sveglia.
Decide di fare un tentativo: se troverà la luce della sua camera accesa, proverà a bussare alla sua finestra, altrimenti pazienza.

La prospettiva di passare un po' di tempo con Marinette fa accelerare il battito del suo cuore, ma forse è solo la preoccupazione di disturbarla o il pensiero di sorprenderla con già addosso il pigiama... beh, l'ha già vista in pigiama, e quella volta sì che era stato imbarazzante! O forse è la paura che non voglia parlare nemmeno con lui, visto che con Adrien non ha più parlato dalla fine della scuola.

"D'altra parte adesso ha Luka, perchè dovrebbe cercare la compagnia di qualcun altro?"


Mormora tra sè, senza fare caso al piccolo dolore che la riflessione gli procura. Accantona ogni pensiero e spicca un salto in direzione del tetto della pasticceria.

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Capitolo 9
*** Marinette ***


Chat Noir le sorride con dolcezza, un pollice a raccogliere qualche lacrima dal viso.

"Non importa, Insettina. Sono contento che tu mi abbia chiesto di venire: parlare con te mi ha tolto un peso che mi portavo addosso da settimane."

Ladybug sospira e si gode quel pollice che ancora le accarezza la guancia con tenerezza, anche se non sta più piangendo, anche se non ha smesso di pensare ad Adrien.
La verità, ammette a se stessa, è che le attenzioni che Chat Noir le dedica le piacciono, e quando lui ritrae la mano, si sente come se fosse appena stata privata di qualcosa di essenziale, come l'acqua.

"Temo di non essere stato molto d'aiuto, per te, negli ultimi tempi", continua lui. "Immagino che essere la nuova guardiana sia impegnativo e sono pronto a darti tutto l'appoggio che ti servirà. Come sempre. Basta chiedere."

Con un inchino teatrale, le prende la mano e se la porta alle labbra, poi aggiunge, con quel suo sguardo penetrante da cui si sente attratta come una falena dalla luce di un lampione: "sembri stanca, Milady, perché non vai a riposarti? Riprenderemo questo discorso quando ne avrai voglia".
Le sfiora la mano con un bacio, poi fa un balzo indietro e la saluta di nuovo, ammiccando.

"Sogni d'oro, Insettina! Mi manchi già."

Chat Noir se ne va senza aggiungere altro, senza aspettarsi una risposta. Non sarebbe arrivata in ogni caso: Ladybug si sente così confusa che non sa dare una spiegazione nemmeno a se stessa, riguardo a ciò che è appena avvenuto. Non è stato niente di meno o di più che un semplice colloquio tra i due, eppure è come se tra lei e Chat Noir questa volta fosse scoppiata una scintilla, e attorno a loro ci fossero state taniche di benzina, anziché il classico parapetto con una vista spettacolare sulla città. Ladybug è abituata a vedere la città dall'alto, ma non è abituata a queste nuove sensazioni che Chat Noir le ha appena donato: le gambe le tremano come gelatina, il cuore le batte forte come un tamburo e il palloncino che ha avuto in gola per così tanto, tanto tempo, semplicemente puff, sparito come se non fosse mai esistito.
Si sente bene, si dice, mentre tira fuori lo yo-yo decisa più che mai a tornare a casa e a dormirci su.
Non può essere amore ciò che prova per Chat Noir. Ma allora cos'è?
Dov'è andato a finire Adrien?
L'Adrien che ora non è più suo, ma di Kagami, e che fino a ora ha sempre avuto un posto speciale nel suo cuore.
Puff, sparito anche lui?
Non può essere.

Con uno slancio si butta giù dalla Torre di Montparnasse e poco prima di schiantarsi a terra, si aggrappa con il suo yo-yo al primo appiglio che trova e recupera quota. L'aria fresca le accarezza il viso. Si sente bene, si ripete. Si sente bene e la situazione, anche se non vuole ammetterlo apertamente, le piace.

Atterra davanti alla botola che conduce alla sua camera da letto e rilascia la trasformazione.
Sì, ha decisamente bisogno di dormirci su.
Tikki stranamente non fa domande, ma va a nascondersi da qualche parte e Marinette decide di non indagare. Sarà stanca anche lei, si dice.

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Capitolo 10
*** Visita a Sorpresa ***


[Chat Noir]

Chat Noir si ferma su un tetto da cui può osservare la casa di Marinette. Gli sembra che il profumo dei dolci arrivi fin lì, facendogli venire l'acquolina in bocca: lui adora i dolci, sono forse la cosa che ama di più dopo Ladybug.
Fa in tempo a vedere la botola del piccolo terrazzo chiudersi e pensa che forse la sua amica poteva essere stata sul terrazzo a prendere un po' di fresco. La luce nella camera è ancora accesa e lui ha tutte le intenzioni di mantenere il suo proposito, sperando di non farle prendere un colpo nel momento in cui busserà alla sua finestra. O alla botola da cui lei è appena entrata.
Farò piano, per non allarmarla, pensa nel momento in cui atterra con precisione sulla ringhiera.
Si avvicina alla botola e fa risuonare un paio di colpi leggeri per annunciarsi.

"Principessa, sei ancora sveglia? Sono io, Chat Noir".

Poi attende una risposta trattenendo il respiro e sperando di non averla spaventata.
 
***

[Marinette]

È una di quelle notti in cui non ha voglia di perdere tempo a mettersi il pigiama, perché è troppo stanca e provata dalla giornata trascorsa. È nel letto, seduta sui talloni con le mani sotto la maglietta a sganciarsi il reggiseno, e per poco non rischia di cadere giù dal soppalco quando sente bussare alla botola.

"Principessa, sei ancora sveglia? Sono io, Chat Noir."

Sussulta incredula.
È incredibile la capacità di Chat Noir di gravitarle attorno pure quando Marinette non veste i panni della supereroina!
Apre la botola e si affaccia fuori con la testa: questi occhioni verdi e sorridenti sono di nuovo su di lei e sembrano volerla perseguitare. È felice, pensa, dunque sorride.

"Chat Noir! Che ci fai qui?"

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Capitolo 11
*** In Cerca di Guai ***


[Chat Noir]

Il sorriso di Marinette sembra illuminare la notte. Davvero gli è mancata così tanto? È la sua migliore amica, eppure non l'ha più sentita dalla fine della scuola.

"Passavo da queste parti e ho pensato di fermarmi a salutarti. È da tanto che non ti vedo e quindi..."

Ma che sciocchezze sta dicendo? Le volte in cui l'ha incontrata, nelle vesti di Chat Noir, è stato sempre in occasione di qualche problema: dovrebbe solo essere felice di non vederlo più spesso.

"Voglio dire, passavo da queste parti, ho visto la luce accesa e ho pensato di passare a salutarti. Senza una ragione precisa, credo. Non ha niente a che vedere con il fatto che ho appena invitato Ladybug per un gelato e lei non ha accettato".

Adesso si sente come quando, nei panni di Adrien incontra Ladybug e non riesce ad essere disinvolto come Chat Noir. Ma cosa gli prende? Sbuffa, irritato dalla propria confusione. In quel momento non è l'affascinante Chat Noir, somiglia più un patetico gatto randagio in cerca di... qualcosa.


[Marinette]

Si chiede, con tutto il rammarico che prova, come possa sempre deludere il suo collega. Lo ha rifiutato ancora e gli ha spezzato il cuore, e ora lui è lì, con una ferita tutta nuova da ricucire.
Le aveva offerto di andare a mangiare un gelato assieme, forse perché prova ancora qualcosa per lei o forse per allentare la tensione tra i due, sta di fatto che non se l'è sentita di tradire l'amore che prova per Adrien o di illudere oltre modo Chat Noir.

"Sembra proprio che per noi due l'amore sia qualcosa di irraggiungibile" ammette, poi si tira uno schiaffo in fronte: Chat Noir crede ancora che lei provi qualcosa per lui!

"Oddio, Chat Noir, perdonami...", si ritira nella sua cameretta e aggiunge: "vieni dentro. Non ho il gelato ma sei fortunato che abito sopra la pasticceria dei miei genitori. Aspettami qui, devo confessarti una cosa."

Detto questo, non attende una risposta e scende giù dal letto a soppalco e oltre la botola della cameretta.
Il laboratorio è al piano terra e lo raggiunge a passo felpato per non svegliare mamma e non farsi sentire da papà impegnato con la macchina sfogliatrice.
Tutte le teglie di un carrello sono piene di dolci appena sfornati, dunque senza farsi vedere riesce a recuperare quattro Croissant già ripieni: marmellata, crema, cioccolato e miele.
Risale le scale con il cuore in gola e ripetendosi come un mantra il discorso che dovrà fare a Chat Noir.

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Capitolo 12
*** Chat Noir ***


Rimproverandosi per aver costretto Marinette ad affrontare il ricordo del suo rifiuto, Chat Noir segue la ragazza senza dire una parola. Non ne avrebbe avuto comunque il tempo dal momento che lei, dopo averlo invitato a entrare, schizza via come un fulmine sparando parole a raffica a proposito di una confessione che gli vuole fare.

Lascia il soppalco e, mentre aspetta, si guarda in giro.
È già stato in quella camera altre volte, sia in veste di Chat Noir che nei panni di Adrien e ha notato alcune differenze. Le foto, per esempio. La prima volta che era stato lì come Adrien, per allenarsi in occasione del torneo di Ultimate Mecha Strike III, non c'erano sue fotografie alle pareti. Nemmeno quando aveva accettato di aiutare le ragazze con le foto per il sito di Marinette.
Adesso invece... beh, deve ammettere che fa un certo effetto quello che vede: si sente osservato da tutte quelle foto di Adrien e non riesce proprio a capire come Marinette possa sopportarlo.

Infastidito distoglie lo sguardo e la sua attenzione viene attirata da una mensola con alcuni oggetti familiari: i pupazzi cuciti da Marinette.
Li studia per un po' prima di decidere che non è assolutamente soddisfatto dal modo in cui sono sistemati. Che lui e Ladybug siano uno accanto all'altra, per esempio, va benissimo, però Ladybug è troppo vicina alle foto di Adrien attaccate al muro. Quindi lui e la sua Insettina starebbero meglio al centro, perciò li sposta. Però così Viperion è troppo vicino a Ladybug; prende il pupazzo e sta per sistemarlo dall'altra parte dello scaffale, ma si accorge che c'è una cornice con una foto di Marinette e Alya, e non lo vuole nemmeno vicino alla sua amica anche se lei e Luka... sospira, sbuffa e risolve il dilemma appoggiando il pupazzo di Viperion dove aveva deciso di metterlo e spostando la foto di Marinette vicino a quelle di Adrien. Dovrà accontentarsi di quella soluzione. Riordina anche le altre bambole, visto che le sue manovre ne hanno fatta cadere qualcuna, poi ammira il risultato del suo lavoro: sì, così va decisamente meglio.

Marinette ancora non torna e se Chat Noir non va a cercarla è solo perchè è sicuro che la cosa non la renderebbe affatto felice, nemmeno se si trattasse di aiutarla a rimediare all'ennesimo disastro provocato dalla sua maldestria.
Maldestra..., sorride al ricordo del suo primo incontro con Ladybug, quando lei si era definita esattamente così. Si aggira meditabondo per la stanza, le braccia appese al bastone che si è fatto passare dietro il collo.

"Maldestra", ripete a mezza voce mentre un pensiero, un sospetto forse, comincia a prendere forma.

La sua attenzione all'improvviso viene distolta da un particolare che lo incuriosisce: un nastro che penzola da sotto il cuscino di una cassapanca. Chiude il bastone e se lo sistema dietro la schiena, quindi si inginocchia davanti al baule.
Rimane in ascolto un momento, ma dalle scale non provengono rumori. Forse fa in tempo a dare una sbirciata, prima che Marinette ritorni.

"La curiosità uccise il gatto", sogghigna mentre si appresta a sollevare il coperchio.

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Capitolo 13
*** Con le Mani nel Sacco ***


[Marinette]

Si blocca di fronte alle scale che conducono alla botola lasciata aperta della sua cameretta.
Sta per appoggiare il piede sul primo scalino, quando sente un cigolio fastidioso che conosce molto bene: le giunture arruginite del baule che contiene tutti i regali di compleanno che ha preparato per Adrien. Quel ficcanaso!
Sale le scale e si precipita in fretta e furia nella direzione del baule, la vista sfocata dall'imbarazzo e l'irritazione mescolate assieme a comporre un mix micidiale, così micidiale che non vede una grinza sul tappeto e inciampa e rotola trascinandosi dietro non sa cosa.
Oh, mamma!

"Chat... Noir..." borbotta confusa.

Si massaggia la testa, e quando apre gli occhi desidera con tutto il cuore di non averlo mai fatto: è caduta nel baule e una parte dei regali si è sparsa in giro. Che orrore! Il piatto con i croissant si è miracolosamente salvato.
Si muove un po' e inorridisce. Cos'è questo, un cliché? Uno scherzo del destino? Oltre ad essersi trascinata Chat Noir nel baule assieme a lei, ci è pure finita in braccio!
E ora che scusa dovrà inventarsi?


[Chat Noir]

Il tornado Marinette travolge Chat Noir, e lui riesce a malapena a rendersene conto. Per miracolo riesce a salvare il vassoio che la ragazza ha in mano, prima che lei finisca nel baule trascinandoselo dietro. La sua attenzione è concentrata sui croissant e a malapena si accorge dei pacchetti colorati che volano attorno a loro, spargendosi sul pavimento.

"Stai bene Mil- ehm- Marinette?"

Abbassa lo sguardo sulla ragazza che gli sta sdraiata addosso e la prima cosa che gli passa per la mente è che i suoi occhi sono davvero belli, e a quel pensiero ricomincia a fare le fusa. All'improvviso gli risuona in testa la voce acuta di Chloè con la sua petulante cantilena Ridicolo, assolutamente ridicolo!
Ne rimane agghiacciato, ma non potrebbe essere più d'accordo: lui dovrebbe fare le fusa solo per Ladybug!
Temendo di aver messo in imbarazzo anche Marinette e vergognandosi per essere stato colto con le mani nel sacco (o meglio, nel baule), cerca di districarsi da quella scomoda situazione.

"Ti chiedo scusa, Principessa, volevo solo sistemare un nastro che spuntava da sotto il coperchio. Ho aperto e ho visto tutti questi regali per... i tuoi amici, vero? Sono davvero molto fortunati!"

Però Marinette è ancora sdraiata sopra di lui, e Chat Noir non riesce a smettere di fare le fusa.

"Ti prego, se ti alzi giuro che rimetto tutto a posto e poi sparisco dalla tua vista in un lampo. Parola di supereroe", promette, ma in realtà spera che lei lo lasci rimanere.


[Marinette]

Si alza in fretta e furia, senza mettere in conto la chaise longue vicina e cadendoci sopra. Ma come fa ad essere così sgraziata nelle vesti civili?

Tant'è, ormai è cosa nota a tutti e non ha senso vergognarsene più. Si rialza sconfitta e valuta la possibilità di vuotare il sacco seduta stante, non ci sarebbe buca più profonda di quella che vorrebbe venisse scavata proprio ora sotto i suoi piedi... Probabilmente sbucherebbe in Cina, se ci cadesse dentro.
Fa un grosso sospiro.

"No, no, rimani" si premura di dire.

La rabbia è passata, non può certamente incollerirsi di fronte a quegli occhi languidi che la fissano come se stessero bramando di mangiarla.
Ma no, impossibile! Chat Noir ama Ladybug! Si starà immaginando tutto, si dice.
Anche se sono io, Ladybug.

"Piuttosto, ti ho chiesto di rimanere perché...", un altro sospiro. Forza Marinette, comportati da Ladybug, sii Ladybug!
"...be', in realtà sono innamorata di un altro ragazzo e, lo so, sono una persona orribile e ti ho mentito, ma..." alza lo sguardo sulle fotografie di Adrien e con dolore indicibile si chiede perché siano ancora lì, attaccate al muro.
Ha pure smesso di baciare l'inchiostro che va a formare quel bellissimo e angelico viso.
"Lui non ricambia il mio amore e di recente si è anche fidanzato con Ka-... Una mia amica."

Poi torna a rivolgersi a Chat Noir, con le lacrime che premono per uscire.

"Avevi bisogno di conforto e non mi sembrava giusto mentirti ancora. Non sono innamorata di te...", tira su col naso e mette in scena uno dei suoi migliori sorrisi, poi si abbassa e raccoglie qualche regalo da terra e glielo porge.

"Questi erano per lui, ma non credo ne avrà più bisogno. E poi l'altra volta mi hai mostrato la sorpresa che avevi fatto a Ladybug, vorrei ricambiare."

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Capitolo 14
*** Rivelazione ***


[Chat Noir]

Chat Noir osserva impotente la caduta rovinosa di Marinette, ma non fa in tempo a offrirle aiuto che lei si è già rialzata. Decide di far finta di niente, le sorride e comincia a raccogliere qualche regalo mentre lei si scusa per... non essere più innamorata di lui? Forse le ha dato l'impressione di averla cercata per fare da rimpiazzo a Ladybug e se ne vergogna. Inoltre, da quello che Marinette gli sta raccontando, è probabilmente riuscito a farla sentire anche peggio, infatti la sua amica è sull'orlo delle lacrime. Ne rimane molto colpito perchè non ricorda di averla mai vista così triste, ma una parte di lui è sollevata nel constatare che il ragazzo che ha conquistato il cuore di Marinette non è sicuramente Luka.

Prende dalle mani di Marinette gli ultimi pacchetti rimasti in giro e mentre li ripone gli si stringe il cuore: è pronto a scommettere che sia stata lei di persona a confezionare ogni singolo regalo e per prepararne così tanti deve aver impiegato chissà quanti giorni. Magari anche intere notti, per quello a scuola è sempre così stanca e a volte si addormenta con la testa sul banco. All'improvviso ha voglia di tenerla stretta, fino a farla sentire meglio.

"Tutti questi regali... li hai preparati tu", avrebbe voluto che la sua sembrasse una domanda, spera solo che a lei non venga il dubbio che possa conoscerla tanto bene.

"Principessa, non saprei proprio cosa dire per farti stare meglio. So cosa provi", si avvicina e le prende le mani tra le proprie.
"Non posso consigliarti di dimenticarlo o di cercare qualcun altro che possa renderti felice, perchè io ci ho provato e ti assicuro che non funziona"

Sospira e distoglie lo sguardo mentre cerca le parole per esprimere quello che sente di dover finalmente ammettere anche con se stesso.

"Dopo l'ennesimo rifiuto di Ladybug, qualche settimana fa, ho cominciato a frequentare una ragazza. Con lei sto bene, ma non posso dire di essere innamorato. La mia Insettina è sempre al centro dei miei pensieri, anche se continua a respingermi e il suo cuore appartiene a un altro. E spero tanto che lui la stia rendendo davvero felice, altrimenti scoprirei chi è andrei da lui, lo sfiderei a duello e poi..."

Si interrompe e guarda Marinette, folgorato da un'idea che spera la diverta abbastanza da farle tirare fuori un sorriso un po' più sincero di quello che gli ha concesso poco prima.

"Sai cosa ti dico, Principessa? Visto che sono il tuo cavaliere, dimmi chi è il pazzo che ti sta facendo soffrire tanto. Sfiderò lui a duello, e quando l'avrò battuto, mi assicurerò che abbia avuto un valido motivo per respingerti quando gli hai dichiarato il tuo amore".

Tenendole sempre le mani tra le sue, si inginocchia davanti a Marinette sorridendo con irresistibile complicità.

"Dunque, Milady, sono ai tuoi ordini"

La solennità del momento è rovinata dall'ennesimo brontolio sommesso. Questa volta, però, non sono fusa, ma lo stomaco di Chat Noir che protesta ricordandogli il piatto di fragranti croissant abbandonato lì vicino.



[Marinette]

Chat Noir inizia un monologo molto toccante che francamente Marinette non si sente di interrompere, anche se ha travisato il senso di quel vorrei ricambiare con cui lei ha voluto porgergli uno dei tanti regali che Adrien non riceverà mai. Chat Noir ha iniziato a sistemarli tutti nel baule anziché aprirne qualcuno, ma Marinette non se ne stupisce e con tutta onestà le viene pure da sorridere: il suo compagno di avventure è sempre stato uno dal temperamento vivace e con un ego un po' sopra la media.
Ma sopra ogni altra qualità o difetto, Chat Noir è leale e buono.
Il suo cuore perde un battito quando Chat Noir ammette di avere una fidanzata, ma allo stesso tempo le dispiace sapere che le cose non stiano andando così bene tra i due per il suo amore persistente per Ladybug.
Ma lo comprende, anche se non riesce a condividere la stessa cosa con Luka. Questa vita è fatta così, bisogna imparare a capire quando è il momento di voltare pagina, anche se fa male.
Poi Chat Noir le prende le mani e le assicura che sfiderà a duello la persona che ha avuto il coraggio di rifiutarla, si inginocchia davanti a lei e la chiama Milady. "Sono ai tuoi ordini", aggiunge, poi il brontolio del suo stomaco affamatissimo spezza l'incantesimo.

Scoppia a ridere, e quando si ricorda di essere nel pieno della notte si mette le mani alla bocca e tenta di trattenersi. Invano, sia chiaro.
Si avvicina al piatto miracolosamente integro di Croissant - non può ancora crederci, davvero - e glielo porge.

"Senti Chat Noir... Volevo solo dirti che il regalo che ti ho dato prima era per te. E davvero, apprezzo molto ciò che stai facendo per me, ma non ho bisogno che tu vada a sfidare Adrien, anche perché non mi sono mai dichiarata a...", sussulta, d'un tratto sente le guance farsi di fuoco, allora per la vergogna porta le mani davanti a gli occhi. "...lui! Oh mamma, Chat Noir, dimmi che non ti ho detto chi è..."



[Chat Noir]

La risata di Marinette lo mette di buon umore e Chat Noir ha già l'acquolina in bocca al solo vedere il piatto di croissant avvicinarsi a lui. È indeciso su quale addentare per primo -sembrano tutti così buoni, hanno tutti un profumo delizioso...- quando Marinette pronuncia una parola che ha il potere di trasformare il suo stomaco affamato in un pesante blocco di ghiaccio.
Vorrebbe aver capito male ma no, purtroppo ha capito benissimo: è a causa sua che lei sta soffrendo.
È lui il misterioso idiota di cui è innamorata, quello che non ha capito la fortuna che ha.

Il vassoio con i dolci ha improvvisamente perso ogni attrattiva, così lo appoggia sulla scrivania e si guarda intorno. Finalmente riesce a dare un senso a tante piccole contraddizioni, al nervosismo che Marinette dimostra spesso in sua presenza, al fatto che non si sia più fatta viva dopo quel pomeriggio al fiume.

"Quindi tutte queste", indica con un gesto ampio i ritratti che tappezzano le pareti, "non sono qui solo perchè sei una sua ammiratrice"

E poi arriva un senso di nausea, accompagnato da una specie rabbia impotente che non sa neppure se sia rivolta verso sé stesso o verso la sua amica.

"E perché non gli hai mai detto niente? Non pensi che avesse il diritto di sapere quello che provi per lui?"

Addolcisce un po' il tono che gli sembra troppo brusco.

"Credo che tu abbia sbagliato. Se qualcuno pensasse a me così tanto da passare chissà quante ore a preparare tutti questi regali..."

Come potrebbe farle capire quello che sta provando in quel momento, visto che perfino lui non riesce a comprenderlo del tutto? Gli ha portato via la possibilità di fare una scelta, ma in quel caso cosa avrebbe fatto?

"Quello che voglio dire è che quel baule è come un forziere del tesoro. Tutto l'amore che hai messo lì dentro... come puoi essere sicura che Adrien avrebbe rinunciato a una cosa del genere?"

E senza darle il tempo di rispondere, le porge un'ultima domanda, quella che gli sembra più urgente.

"Perché lo ami?"

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Capitolo 15
*** Come un Cataclisma ***


[Marinette]

Si sente soffocare. Troppe domande. Troppe emozioni. Troppo tutto.
I Miraculous. La serata con Chat Noir. Papillon da sconfiggere. Adrien e Kagami.
Aveva il diritto di sapere.
Si stringe nelle spalle, è inalienabile il senso di colpa che la assale. Ci ha provato a dichiararsi, ma non è servito.

"Perché lo ami?"

Già. Perché lo ama?
Ci sono tanti motivi per cui amare una persona, e non possono sempre essere spiegati a parole.
Prova amore e basta, non è già abbastanza?

"Non lo so, Chat Noir", dice. "in ogni caso ho provato a dichiararmi ma Adrien ha occhi solo per Kagami. Ho perfino... — respira, Marinette, respira — gli ho persino consegnato una ricetta del medico con delle pillole per la stitichezza anziché la mia lettera d'amore!"

Poi si prende una pausa per regolare il respiro. Perché si sta agitando? Non si è mai agitata a parlare con le sue amiche di questo.

"Se ama Kagami, chi sono io per mettermi in mezzo? è mio amico, tento di fare ciò che è meglio per lui: levarmi dai piedi", poi si guarda attorno e indica il baule e infine la Chaise Longue.
"E già che ci siamo, chi vuole un'inutile ragazzina che non sa nemmeno stare in piedi da sola?"

Va bene così, si ripete. Ha una città da salvare da Papillon, non può certo perdere tempo dietro a una relazione. Va bene così. Va bene così. Va bene così.


[Chat Noir]

Quella di Marinette non è una risposta soddisfacente. Forse gira intorno alla questione per il semplice motivo che non vuole parlarne con lui.
Deve calmarsi e deve provare a calmare anche lei, per non rischiare di attirare un'altra akuma: sente di avere combattuto abbastanza per questa notte. E sembra che ne abbia abbastanza anche Marinette. Le mette le mani sulle spalle con lo stesso gesto di incoraggiamento che ha già fatto altre volte per Ladybug. La sta facendo soffrire troppo, ma quello che sta scoprendo lo ha sconvolto e l'ha costretto ad affrontare delle questioni a cui non aveva mai pensato.

"Scusami se ho peggiorato le cose, ma siamo amici, giusto? E penso che, da amico, sia mio dovere farti capire perchè penso che tu stia sbagliando. Non puoi sapere cosa sia meglio per lui, non puoi decidere al suo posto. Non puoi sapere cosa provi lui. Forse non lo sa nemmeno lui, di preciso, quindi perchè non concedi a entrambi un'altra possibilità?"

Mentre parla con lei gli sembra che, poco a poco, la marea di emozioni che l'hanno travolto cominci a calmarsi.

"E vuoi sapere una cosa? Se non ci fosse stata Ladybug, l'avrei voluta io questa ragazzina che crede di non saper stare in piedi da sola, perchè tu sai stare benissimo in piedi da sola e prima o poi lo capirai"

Forse le sue emozioni non sono così sotto controllo come aveva pensato e Chat Noir si sorprende per le proprie parole. La cosa che più lo stupisce è che pensa davvero quello che ha detto, non è stato solo un modo per consolarla.

"Anche se non sono sicuro che tu avresti voluto me. Però tu sei una ragazza straordinaria, Super Marinette, non metterlo mai più in dubbio. E adesso sarà meglio che me ne vada. Buonanotte, Principessa, ricordati che domani è un giorno nuovo, datti una possibilità"

Se ne va per evitare di chiederle della lettera d'amore che non aveva ricevuto. Ha molto su cui riflettere durante la strada verso casa.


[Marinette]

Chat Noir le appoggia le mani sulle spalle in un gesto di incoraggiamento e Marinette si trova a fissare, come rapita, quei suoi bellissimi occhi verdi. Le chiede se sono amici e lei annuisce. Le dice di concedere ad Adrien un'altra possibilità. Annuisce ancora, ma non lo fa perché ci creda davvero. In realtà le parole di Chat Noir le arrivano sconnesse, a intermittenza, quasi come se Marinette fosse con solo la metà del corpo presente, e l'altra nel mondo dei sogni.
Si chiede se non stia vivendo solo un bruttissimo incubo iniziato più o meno da un paio di settimane (uno, due, tre, quattro... Dieci).
Ma poi Chat Noir torna a nominare Ladybug, e a dire che se non ci fosse stata lei allora le cose sarebbero andate diversamente. Forse si sarebbe innamorato dell'impiastro-Marinette. Fa una smorfia al pensiero di essere così ridicola.
Poi, come se Chat Noir avesse seguito il suo filo interno di pensieri, la chiama Super-Marinette.
Super-Marinette... Super-Marinette... È qualcosa che si è già sentita dire da una persona, ma non ricorda chi.
È stanca, si dice. È stata una giornata estenuante, allora annuisce a Chat Noir, anche se continua a non comprendere mezzo discorso che le sta facendo, solo Super-Marinette e qualcosa come sei una ragazza straordinaria.

Lo guarda andare via senza salutarlo. Si sente rotta dentro.
Certe volte si chiede se non sia meglio lasciare a qualcun'altro il ruolo di guardiano, ma non è sicuramente ora il momento di mettersi a riflettere su una scelta del genere.
Guarda i croissant intatti con un sorriso amaro. Non bastava aver rovinato tutto con Adrien?

Spegne la luce e torna nel suo letto ancora tutta vestita, Tikki esce fuori dal suo nascondiglio e le assicura che andrà tutto bene, una volta sconfitto Papillon. Sconfiggeranno mai Papillon?

Poi si gira dall'altro lato, gli occhi puntati sulle foto di un Adrien davvero sorridente. Chat Noir le ha detto di dargli un'altra possibilità. E se anche lo facesse? Non farebbe un grandissimo torto a Kagami? Non riesce a trovare una posizione comoda, quindi si rigira ancora.
Un'altra possibilità.
Prende il cellulare e con un paio di tap si illumina lo schermo.
Apre WhatsApp e va nella chat di Adrien. Può davvero dargli un'altra possibilità? No, si dice. Ma ha il diritto di sapere.
Inizia a digitare.

Scusa se ti scrivo ora, Adrien.
So che sei fidanzato con Kagami e ti prego di non interpretare questo messaggio come un tentativo di sabotare la tua relazione con lei.
Da tanto tempo provo per te qualcosa che va oltre la semplice amicizia, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo.
Un mio amico stasera mi ha consigliato di dirti ciò che provo.
Sia chiaro, non so se sto facendo la cosa giusta, ma tu sei sempre stato giusto, leale e gentile con tutti, una persona deliziosa che vede sempre il buono delle persone. Hai perfino creduto in Chloè e Lila, nonostante avessi tanti motivi per non farlo, e non hai mai riso della mia goffaggine. Mi spiace dovermi confessare con questo messaggio, ma a parte balbettare di fronte a te non so fare altro.
È dal primo giorno in cui sei entrato in classe e mi hai chiesto scusa per l'incomprensione che c'è stata per colpa di Chloè, che il mio cuore batte per te e nessun'altro, nemmeno per Luka che è un bravissimo ragazzo.
Se nell'ultimo periodo mi sono allontanata, è stato per lasciare a te e a Kagami lo spazio che vi meritate. È giusto così e sono contenta che abbiate trovato la felicità.
Buonanotte Adrien.
con affetto,
Marinette


Tira un sospiro di sollievo. Se non può funzionare questo, cos'altro potrebbe?
Si rigira ancora e questa volta trova la posizione.
Come ha detto Chat Noir, domani è un altro giorno.

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Capitolo 16
*** Equivoco ***


[Adrien]

"Ritrasformami"

Chat Noir scompare e riappare Adrien, ancora accovacciato sul pavimento dopo essere entrato dalla finestra.

"A quanto pare, Marinette è davvero innamorata di te", comincia Plagg.

"No. Silenzio", lo zittisce perentorio il ragazzo. "Perchè non mi sorprenderebbe scoprire che sapevi già di Marinette?"

"Tutta la vostra classe lo sa! Sei l'unico a non averlo capito", protesta Plagg.

Adrien non sa cosa ribattere e va a chiudersi in bagno. Quando l'acqua comincia a scorrere, il kwami borbotta tra sè.

"Tikki mi ucciderà"

"Cos'hai detto?"

Adrien appare sulla porta del bagno con lo spazzolino da denti in mano.

"Ho detto chi ti ucciderà se non vai a letto subito? Domani hai un servizio fotografico, ricordi?"

Quando Adrien, l'espressione sospettosa e poco convinta, sparisce di nuovo in bagno, Plagg tira un sospiro di sollievo. Se si lasciasse sfuggire un altro commento che possa permettere al suo padrone di collegare Ladybug e Marinette, sarebbe un disastro. Non che adesso la situazione sia migliore, a dirla tutta, e dare consigli su questioni di cuore non è mai stato il suo forte. Il kwami si infila nell'armadietto dove è custodita la sua scorta di formaggi, ne sceglie un grosso pezzo e se lo infila in bocca per intero: i drammi giovanili gli mettono sempre appetito.

"Vorrei che Zuccherino fosse qui a occuparsi di questa faccenda al posto mio", si lascia sfuggire mentre addenta un'altra porzione di Camembert.

"Plagg, non so cosa fare", ammette Adrien scoraggiato uscendo dal bagno.

Il kwami riemerge dal suo nascondiglio e osserva il ragazzo che indossa un paio di pantaloncini e una maglietta rossa su cui campeggia la scritta BUG OUT formata da una miriade di piccole coccinelle. E questo sarebbe il modello idolatrato da centinaia di ragazze? Il supereroe di Parigi? A volte Plagg non può fare a meno di pensare che il ragazzo sia senza speranze. Sbadiglia e va a svolazzare intorno a lui.

"So cosa provo per Ladybug. Kagami mi piace: è bella, intelligente, sicura di sè. Forse perfino troppo sicura di sè", Adrien riflette per un momento senza fare caso agli enormi sbadigli di Plagg che forse cerca di fargli capire in quel modo che l'argomento non è di suo interesse.

"E Marinette", prosegue con un sospiro, "è la mia migliore amica. È intelligente, dolce, premurosa, altruista. È una ragazza straordinaria. Perchè non ho mai pensato che potesse essere qualcosa di più che un'amica?"
Plagg nasconde un sorriso sornione.

"Forse eri troppo preso da Ladybug per accorgerti di lei? E comunque adesso che differenza fa? Ti avevo detto che non c'era niente di male a mettere due pentole a bollire sul fuoco. Due, non tre!"

"Allora forse ho scelto la pentola sbagliata", ammette sconsolato Adrien.
Se Plagg potesse permettersi di esultare, lo farebbe.

"Quindi cosa hai deciso?"

Chiede impaziente.
Adrien si butta sul letto e allunga la mano per prendere il cellulare sul comodino, con la speranza di trovare un messaggio da parte di Marinette, ma ne trova solo un paio di Nino. Li leggerà domani mattina.

"Pensi che sia stato convincente, prima?"

"Moltissimo", mugugna Plagg lasciandosi cadere sul cuscino con gli occhi chiusi.

"Non sei per niente d'aiuto", protesta Adrien guardandolo male.

"Sono il dio della distruzione, Adrien. Dovresti lasciarmi dormire anziché chiedermi consigli su come costruire il tuo futuro", il kwami sbadiglia sonoramente e poi aggiunge, "e faresti meglio a dormire anche tu: a pancia piena e dopo un buon sonno si ragiona meglio"

Al ragazzo scappa un sorrisetto.

"Non ho nemmeno assaggiato quei deliziosi croissant che mi ha offerto Marinette", ricorda affranto.

"Pensi che mi scriverà?", domanda speranzoso. Controlla di nuovo, ma non risultano nuovi messaggi.

"Dormi", sbuffa Plagg.

"Secondo te è ancora sveglia? Io non riesco a dormire"

"Secondo me sta dormendo perchè prima l'hai stordita di chiacchiere. Dormi anche tu. Domani hai..."

"Il servizio fotografico! Ma certo!"

L'esclamazione esultante di Adrien fa sobbalzare Plagg. Il kwami rovescia gli occhi e si butta di nuovo sul cuscino sperando che Adrien si dia una calmata. Intanto il ragazzo ha preso di nuovo il cellulare, aprendo la chat con Marinette.
Stavo pensando a te, comincia a digitare, poi cancella tutto. Pensava davvero quello che le aveva detto come Chat Noir?
Mi manchi tanto.
No. Nemmeno questo va bene. Cosa ha bisogno di dirle davvero? Prima di tutto vuole salvare la loro amicizia e poi... poi sarà quello che sarà.
Respira a fondo.

Ciao, Marinette. È da tanto che non ci sentiamo e me ne sono reso conto solo oggi. Mi dispiace disturbarti a quest'ora e mi dispiace non essermi fatto vivo prima, ma domani ho un servizio fotografico a Montmartre e mi chiedevo se ti andrebbe di venire a farmi compagnia. Io e la mia guardia del corpo possiamo passare a prenderti a casa tua, se ti va. Buona notte.

Rimane a fissare lo schermo. Appena compare la spunta che indica che il messaggio è stato ricevuto, Adrien spegne il telefono. Forse Plagg ha ragione e Marinette sta già dormendo. Si butta sul letto con l'intenzione di ricontrollare il telefono finché vedrà le spunte cambiare colore. E poi aspetterà ancora, sperando che arrivi la risposta che vorrebbe leggere.
Poco dopo, però, gli occhi si chiudono da soli e si addormenta sognando di essere di nuovo alla festa organizzata da Chloè e di ballare abbracciato a Marinette.



[Marinette]

Non apre gli occhi quando si sveglia, ma rimane accoccolata nel letto, il cuscino stretto stretto tra le braccia, come se Marinette stessa percepisse il bisogno fisico di coccole.
Sbadiglia un paio di volte, prima di riavvolgere il nastro e ricordarsi tutto ciò che è accaduto proprio la notte prima.
La battaglia contro l'Akuma, i sensi di colpa, la chiacchierata con Chat Noir, i sensi di colpa, la serata finita male e l'infelice ammissione di essere innamorata di Adrien e altri sensi di colpa come se piovessero. Poi spalanca le palpebre come se un pensiero in particolare le avesse trafitto il cervello: il messaggio che ha inviato ad Adrien!
Arrossisce mentre va a recuperare il cellulare da sotto il cuscino, apre WhatsApp per verificare l'entità del disastro che ha combinato con la sua dichiarazione d'amore e... C'è una risposta.
Trema. Che sia davvero la volta buona?
Apre la chat e ne rimane stordita.

Ciao, Marinette. È da tanto che non ci sentiamo e me ne sono reso conto solo oggi. Mi dispiace disturbarti a quest'ora e mi dispiace non essermi fatto vivo prima, ma domani ho un servizio fotografico a Montmartre e mi chiedevo se ti andrebbe di venire a farmi compagnia. Possiamo fermarci a prenderti a casa tua, se ti va. Buona notte

E tutta quella pappardella di dichiarazione che gli aveva fatto? Che l'abbia inviata a qualcun'altro? Oh, che orrore!
Apre il box di testo per rispondere, ma quasi le viene un colpo quando si ritrova tutta la pappardella inserita proprio lì, nel microscopico spazio di testo. La rilegge un paio di volte, scrollandola dall'alto verso il basso e viceversa, prima di decidere di cancellarla.

No, no, no. Non può certo permettersi di fare una cosa del genere. Ma cosa le è saltato in testa?
In ogni caso, controlla l'orario e sono già le otto del mattino, e Adrien ha bisogno di una risposta per organizzarsi.
Ma che fare? Che dire?!
Marinette deve farsi la doccia, mettersi i calzini fortunati...
Sorride pure al pensiero di vedersi con Adrien, ma quando poi si ricorda di un dettaglio importante che non può permettersi di sottovalutare, le labbra le si curvano verso il basso. Kagami.

Guarda Tikki speranzosa, ma dorme ancora, accoccolata sul cuscino. Non vuole disturbarla, in fondo è stata una nottata pesante anche per lei.
Si prende qualche momento per ragionare, poi inizia a digitare la risposta.

Ciao Adrien!
Oggi devo aiutare i miei genitori in pasticceria e poi viene Manon nel pomeriggio, quindi apprezzo molto l'offerta, davvero... Ma mi tocca declinare.
Ci vediamo in giro, okay?
E buon lavoro per il tuo servizio fotografico ^_^


Preme su invio, questa volta sul serio, e controlla pure che appaiano le doppie spunte della consegna del messaggio.
Se Chat Noir lo venisse a sapere, è sicura al trecento percento che la ammazzerebbe. È per il bene di Adrien e di Kagami, si ripete.
Scende giù dal soppalco e si mette a sgranocchiarsi uno dei quattro cornetti che come una ladra è andata a recuperare in laboratorio la notte prima, e mentre mangiucchia con poco entusiasmo, nota la rivoluzione che c'è stata sopra la mensola con le bambole di pezza che ha creato.
Povero Luka, sull'orlo del precipizio.
Marinette sorride al pensiero del suo stupido, geloso, dolce e premuroso Gattino...

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