Favola

di AryaDream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** C'era una volta ***
Capitolo 2: *** La principessa e il povero ***
Capitolo 3: *** Una nuova avventura ***
Capitolo 4: *** Intrighi ***
Capitolo 5: *** Il patto ***
Capitolo 6: *** Destini incrociati ***
Capitolo 7: *** Il mio inizio sei tu ***
Capitolo 8: *** Nuova vita ***
Capitolo 9: *** Momenti di paura ***
Capitolo 10: *** I colori dell'amore ***



Capitolo 1
*** C'era una volta ***


Londra 1865
 
Era una mattina tranquilla, le prime luci dell’alba coloravano il cielo e rischiaravano i tetti grigi delle grandi case, un paesaggio incantevole, quasi magico, a tal punto da rapire letteralmente gli occhi. Il silenzio era totale. L’unico rumore, era il respiro caldo del vento, che soffiava sui pini facendoli oscillare dolcemente.
All'improvviso le grandi porte si aprirono e nella stanza entrò Lady Isabel, la figlia della governante della famiglia Heinstein e dama di compagnia dell'unica figlia del conte Albert Heinstein e di sua moglie Helena
- Contessina Pandora è tardi, ed oggi avete tantissimi impegni -
- Mi sto alzando - Risposa la giovane nobile. Intanto la giovane dama, prese a preparare tutto l'occorrente per aiutare la nobile e nonostante il suo ceto sociale alto erano amiche fin dall'infanzia.
- Posso vestirmi anche da sola- Disse Pandora, mentre vide altre domestiche entrare nella stanza e aiutarla a prepararsi.
- Non puoi essendo una nobile, altrimenti non noi non potremmo lavorare.- Concluse Isabel, mentre vide Pandora sbuffare.
Pandora era di sangue misto, suo padre era tedesco, mentre sua madre una nobile inglese. Si erano trasferiti da qualche anno nel palazzo appartenuto ai nonni materni, ma lei nonostante provenisse da una delle famiglie più prestigiose, odiava il suo stato di nobil donna.
Pandora era uno spirito libero, le piaceva leggere, fare lunghe passeggiate sia a piedi che a cavallo e in più accompagnava suo padre sia a pescare che a caccia, anche se evitava spesso di fargli uccidere dei poveri animali indifesi. Sua madre non voleva che praticasse hobby maschili, ma sua figlia era completamente diversa da tutte le ragazze nobili di quegli anni.
- Tutto bene, contessina?- La voce di Isabel, non fece scomporre la giovane nobile che rimaneva ferma davanti ad un grande specchio, mentre la sua amica le stava pettinando i lunghi capelli.
- Non chiamarmi contessina...Siamo cresciute insieme e sai che odio tutto questo-
- Mi dispiace Pandora, ma sai che quando ci sono le altre persone devo comportarmi diversamente -
In quel momento Pandora rimase in silenzio, fino a quando i suoi genitori non entrarono nella stanza che le comunicarono i suoi doveri e impegni.
Quella mattina sarebbe dovuta uscire per compre con Lady Violate, futura sposa di uno degli uomini più odiosi di tutta Londra, suo cugino Aiacos.
Pandora diede uno sguardo a Isabel, attraverso lo specchio e la dama di compagnia, sapeva perfettamente quanto la contessina, avrebbe voluto andare a cavallo, invece che andare in giro per le varie botique di Londra per comprare scarpe, vestiti e altro.
Lo stava facendo solo per i suoi genitori e i suoi zii a cui era legata.
Lady Violate era una fanciulla che proveniva da una famiglia, certo nobile, ma non così tanto conosciuta e potente e il matrimonio con Aiacos, era il modo più veloce per dare prestigio alla figlia.
Violate era andata subito molto d'accordo con Violate, anche lei amava poco la nobiltà, ma per sposarsi un tipo come suo cugino, doveva avere molta pazienza.
Aiacos era molto legato a Pandora, ma amava anche il suo stato di nobile per poter comandare chi era più debole.
Il sole era alto nel cielo e Pandora venne fatta salire sulla carrozza che l'avrebbe condotta nella villa sul lago dei suoi zii, dove ad attenderla, vi erano il fratello di sua madre, sua zia e i due promessi sposi.
Durante il tragitto Pandora, amava osservare fuori. Vi erano bellezze in quei luoghi che dovevano solamente essere esplorate e invece lei si trovava a dover andare andare in mezzo alla gente che le avrebbero solo fatto dei falsi sorrisi, solo perché lei era una Heinstein.
- Contessina siamo quasi arrivati nella residenza dei vostri zii - Pandora, non rispose alle parole del cocchiere, lei continuava ad osservare, fino a quando non varcarono il grande viale di alberi di ciliegio che conduceva all'entrata della villa.
Pandora giocava un ruolo fondamentale in quel matrimonio combinato e lo avevano capito tutti. Violate all'inizio si era rifiutata di sposare Aiacos più volte, ma durante una festa nel palazzo degli Heinstein, la giovane erede, era riuscita a conquistare Violate e diventarci amica. Erano stati i suoi genitori, insieme ai suoi zii e Aiacos a chiederle di convincere Violate a sposarlo, ma lei non stava facendo proprio nulla, aveva accettato quella richiesta assurda, solo per non dover sentire la sua famiglia.
Sbuffò non appena la carrozza si fermò, si stava preparando a scendere, stava aspettando come al solito che il cocchiere le aprisse la piccola porta, ma invece di trovarsi il viso di colui che l'aveva accompagnata si ritrovò Aiacos.
- Devi aiutarmi- Era davvero strano vedere suo cugino così preoccupato, di solito era sempre sicuro di se.
Le prese la mano e la fece scendere dalla carrozza e invece di entrare in casa, andarono a fare una passeggiata.
- Vuoi spiegarmi cosa ti prende? - Chiese Pandora con un espressione interrogativa.
- Tu sei una ragazza?-
- Grazie per averlo notato...Vieni alla questione-
- Ogni volta che sono vicino a Violate non riesco a dire una parola e come...-
- Perdi tutto il tuo essere odioso e arrogante?- Aiacos in quel momento prese ad osservare la cugina che stava ridendo.
- Aiutami Pandora...-
- Cosa avrò in cambio se ti aiuto?-
- Tutto quello che vuoi-
- Interessante...Se vuoi conquistarla comincia ad accompagnarci così potrai osservarla e capire cosa le piace e cosa no.- In quel preciso momento Aiacos si rese conto che sua cugina sarebbe stata la sua unica possibilità di conquistare Violate e i suoi consigli erano stati sempre preziosi, anche se lei lo considerava odioso e viziato.
- Va bene...-
Violate era rimasta sorpresa di vedere che Aiacos aveva deciso di accompagnarle, prese a guardare Pandora che ricambiò il suo sguardo con un sorriso.
Aiacos però si era fatto accompagnare da due uomini della servitù, ma era più delle guardie del corpo.
- Mi chiedo il motivo per cui hai fatto venire anche i tuoi "amichetti"- chiese Pandora rivolta a suo cugino. I due si trovavano dietro la carrozza pronti ad intervenire se il loro padrone o un membro della sua famiglia fosse stato attaccato.
- Possono rivelarsi utili.-
- Per me sono dei punti in meno in tuo favore.-
Solo Aiacos poteva capire le parole di Pandora.
 
Londra era una città ricca che poteva offrire molte opportunità, ma la città aveva anche un altro volto quello della povertà.
In quell'epoca molti quartieri erano da ritenersi pericolosi, ma questo a Rhadamanthys non importava.
Veniva da una famiglia povera e fin da piccolo, aveva imparato a cavarsela da solo.
Non aveva mai commesso nulla di illegale, anche perché non voleva far preoccupare sua madre che dopo la morte di suo padre si era preso cura di lui.
Ora che aveva diciannove anni era lui che si doveva occupare di lei, visto che da qualche mese non stava bene e le cure mediche costavano tantissimo ed erano solo destinate alle persone ricche.
Quel giorno però il destino aveva in servo per lui una sorpresa.
Si trovava al centro di Londra, precisamente a Trafalgar Square e le strade erano affollate di nobili. Era un buon luogo di passaggio.Come ogni mattina si trovava nel suo posticino e lustrava le scarpe per poche sterlina, ma a fine giornata riusciva a comprare del pane e le medicine per sua madre.
Rhadamanthys venne attirato da una carrozza dove scesero due fanciulle e un ragazzo, sicuramente nobili, seguiti da due strani individui che era lì per proteggerli.
Lui continuava a fare il suo lavoro, fino a quando Aiacos, non so avvicinò.
- Fai il tuo lavoro- Rhadamanthys prese a guardarlo e la voglia di prenderlo a pugni era tanto, ma si trattenne.
- Certo signore.- Cominciò con una pezza a lucidarle, mentre Pandora e Violate uscirono dal negozio. L'attenzione di Pandora, andò su uno dei due scagnozzi di Aiacos che misero una collana in una delle tasche di Rhadamanthys, senza che lui potesse accorgersene.
Anche Violate aveva visto, ma Pandora decise di aspettare e vedere l'evolversi della situazione.
Aiacos aveva organizzato tutto in modo da far colpo su Violate.
Nel giro di pochi minuti si scatenò l'inferno. Il povero ragazzo venne accusato e preso a calci e pugni, solo l'intervento delle due fanciulle, evitò il peggio.
- Aiacos ordina a questi due di togliersi dai piedi-
- Pandora questo ragazzo è un ladro...-
- Davvero un ladro? Io ho visto che uno di loro messo la collana nella tasca e non sono l'unica che lo ha visto.- Aiacos posò il suo sguardo verso Violate e capì che anche lei aveva visto tutto.
Pandora prese per il braccio Aiacos e lo porto poco distante.
- Così vuoi conquistarla? Devi cambiare il tuo atteggiamento e guarda cosa hai fatto? Quel ragazzo non aveva fatto nulla- Pandora era arrabbiata e Aiacos sapeva che se voleva il suo aiuto doveva ascoltarla.
- Mi hai promesso che avresti esaudito ogni mio desiderio...Bene eccolo porta quel ragazzo nel mio palazzo dove riceverà le cure e dovrai chiedergli scusa-
- Scusami Pandora...- Sua cugina era l'unica che riusciva a terrorizzato e farlo ragionare.
Il cocchiere aiutò il giovane ferito, ad entrare nella carrozza di Pandora, anche Violate decise di andare con la sua amica e lasciare Aiacos tornare da solo.
Una volta tornata nella residenza Heinstein, Pandora, fece portare il ragazzo in una delle stanze degli ospiti, ma prima di andare da lui, spiegò la situazione ai suoi genitori che compresero le parole della figlia.
Pandora sapeva che poteva avere la loro fiducia perché avevano sempre aiutato chi era in difficoltà.
Andò nella stanza dove vide quel ragazzo con il viso sanguinante e pieno di lividi.
Doveva aiutarlo e aspettare l'indomani che Aiacos la raggiungesse e facesse le sue scuse a quel misterioso ragazzo.



Note Autrice:
Mi mancava tantissimo scrivere sulla mia coppia che adoro. Mi ero presa una pausa da loro, ma alla fine era troppa la mancanza e alla fine eccomi qui con una piccola storia.
In realtà doveva essere una one-shot che poi si è trasformata in una mini long.
Ho voluto ambientare questa storia in una delle mie città preferite ovvero Londra, in un periodo storico dove i nobili era privilegiti, mentre i poveri erano sempre quelli che venivano messi da parte.
I nostri protagonisti fanno parte di due classi sociali completamente diverse.
Ringrazio la mia amica Nao Yoshikawa per avermi suggerito un prompt bellissimo.
Grazie a chi arriva fino a qui.

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Capitolo 2
*** La principessa e il povero ***


Pandora stava salendo la rampa di scala che la separava dall'ufficio di suo padre, alla stanza dove riposava quel ragazzo che aveva salvato.
Si fermò a metà della rampa e prese a pensare alla differenze che vi erano tra la nobiltà e la classe del popolo.
Lei poteva permettersi ogni cosa, mentre quel ragazzo per sopravvivere doveva umiliarsi a pulire e lucidare le scarpe a coloro che si credevano superiori.
Essendo una donna dell'alta borghesia era stata istruita, ma solo perché era necessario che una fanciulla di buona famiglia fosse colta e si sapesse comportare. Una fanciulla del suo rango non doveva essere istruita per lavorare, perché erano viste come pericolose per la società e rivoluzionarie. Poco dopo Pandora, cercò di cancellare dalla sua mente quei pensieri e riprese a salire le scale, fino ad arrivare davanti alla porta dove stava riposando il ferito.
Quando entrò vide un medico che aveva appena finito di cambiare la fasciatura al braccio.
-Come sta?- Chiese la contessina rivolta al medico.
-Si riprenderà è un ragazzo forte.-
-Lo conoscete?-
A quella domanda il medico fece cenno di si, con la testa.
-Come ben sapete, io mi occupo anche di malati che fanno parte della classe bassa della società e questo ragazzo è venuto a chiedermi aiuto per sua madre che ha una grave malattia respiratoria e servono medicine molto costose. Non volevo soldi, vedendo la determinazione del ragazzo, ma lui lavora per strada facendo i lavori più umili per pagare le cure mediche e del cibo.- Pandora osservò quel ragazzo e non poteva immaginare cosa avesse passato. Lui all'incirca dovrebbe avere qualche anno in più di Pandora, ma già aveva guardato in faccia la vita e come per molti poteva essere difficile.
-Sapete qualcosa su suo padre?-
Il dottore guardò attentamente Pandora, sapeva che si poteva fidare di lei, che era diversa da tutti i nobili che aveva conosciuto.
-Mi raccontò la storia della sua famiglia. Suo padre lavorare per i Kedives. Mi raccontò che suo padre portava a fare passeggiate quella famiglia di nobili, ma un giorno venne ucciso a causa di una rapina e i Kedives non vollero risarcire la famiglia di questo ragazzo.- Conosceva perfettamente quella famiglia. Più volte il figlio maggiore dei duchi Kedives, aveva chiesto in sposa Pandora, ma la giovane aveva sempre rifiutato.
-Posso rimanere con lui?-
-Certo, ma non svegliatelo.- Il medico posò una mano sulla spalla di Pandora, per poi uscire dalla stanza.
La giovane contessina rimase accanto a quel giovane, fino a quando lentamente non prese a svegliarsi.
La prima cosa che vide fu Pandora che lo fissava.
-Bentornato tra i vivi.-
-Chi sei e dove mi trovo?- Chiese mentre si toccava la testa ancora dolorante, mentre cercava di ricordare cosa fosse accaduto.
-Io sono Pandora Heinstein e ti trovi qui nella mia casa, dopo le ferite che hai subito da mio cugino.-
In quel momento Rhadamanthys si mise seduto sul letto e guardava quella fanciulla di nobili origini e si chiedeva il motivo per cui l'avesse salvato, ma poi pensò che la sua fosse soltanto pena.
-Vi ringrazio principessa per il vostro aiuto, ma io non ho bisogno di essere salvato da una nobile.- Dette quelle parole, Rhadamanthys guardò la finestra, per poi tornare a guardare a fissare Pandora.
-Quante ore ho dormito?-
-Sei ore di fila.- Nel sentire la sua risposta si alzò dal letto, doveva tornare a casa da sua madre che aveva bisogno di lui.
-Devo tornare a casa.-
-Ti farò accompagnare...-
-No...Non ho bisogno del tuo aiuto.-
-Non abbassi l'orgoglio e ti fai aiutare a tornare a casa?-
-Perché dovrei accettare il tuo aiuto?-
-Perché mi dispiace per quello che hai subito per un capriccio.- La guardò negli occhi ed era sincera. L'unica nobile con un cuore.
-Il mio nome è Rhadamanthys...Non ho altra scelta che farmi aiutare.-
In quel preciso momento anche i genitori di Pandora entrarono nella stanza e furono sorpresi di vedere quel ragazzo in piedi.
Pandora spiegò la situazione e suo padre concordò con la figlia di aiutarlo, ma prima che Rhadamanthys lasciasse il palazzo, fu Pandora a sorprendere sua lui che i suoi genitori.
-Ho notato che sei un ragazzo molto forte e abbiamo bisogno di qualcuno che si occupi dei cavalli. Un lavoro ben retribuito e non dovrai stare ben strada.- In quel preciso momento Pandora prese a spostare lo sguardo da Rhadamanthys a suo padre.
Il conte Heinstein si avvicinò a sua figlia e la guardò e non riusciva a capire cosa avesse di speciale quel ragazzo, ma si fidava del giudizio che Pandora aveva sulle persone.
-Deve essere una tua decisione ragazzo.- Aggiunse il conte. Rhadamanthys prese a pensare pensando che poteva guadagnare molto di più e poter prendersi cura di sua madre.
-Accetto la vostra offerta.-
-Domani alle sette e ti voglio puntuale.- Disse il conte Heinstein.
 
 
 
Le aree povere di Londra venivano ignorate, in buona o in cattiva fede, dai più ricchi, anche se grazie alla Regina Vittoria si svilupparono movimenti di sensibilizzazione nei confronti del modo di dividere e dei problemi dei sottofondi della città di Londra.
Per la maggior parte dei nobili, la povertà era una sorte di punizione divina, quindi non ci doveva essere nessuna pietà per chi era povero e questo Rhadamanthys lo sapeva molto bene.
Per i nobili aiutare la gente dei bassifondi era inutile, ma qualcuno di loro, che erano molto pochi avevano un cuore.
Rhadamanthys viveva a est di Londra, in uno dei quartieri più poveri e malfamati della città.
Questo quartiere veniva identificato come la Londra buia, per via dell'illuminazione illuminazione era scarsa o assente, case in condizioni poco abitabili e strade strette e affollate, dove si potevano incontrare persone poco raccomandabili.
In realtà il quartiere di Whitechapel, non era cosi male se non andavi a pestare i piedi alle persone sbagliate.
Fece fermare la carrozza lontano dal suo quartiere, per poi proseguire a piedi. Quella ragazza di nome Pandora e la sua famiglia erano stati cosi buoni e gentili con lui e per dei nobili era davvero una cosa rara. Si fermò a comprare del pane per poi proseguire.
Raggiunse la sua casa e trovò sua madre in piedi e Rhadamanthys corse subito ad aiutarla.
-Mi dispiace di aver fatto tardi- Posò il pane sul tavolo, mentre la signora Walden, prese ad osservare le bende che suo figlio aveva sul braccio e sulla testa.
-Cosa ti è successo?-
-Niente di grave. Sono stato aiutato da una fanciulla nobile che appartiene alla famiglia degli Heinstein.-
-Degli Heinstein?-
-Li conosci mamma?- La signora Walden, si mise seduta, per poi spezzare un pezzo di pane.
-Tuo padre mi raccontò che è una delle famiglia potenti imparentate anche con la famiglia reale, ma che erano differenti da tutti gli altri nobili.-
-Mi hanno offerto un lavoro.-
-Hai accettato?-
-Si, ma se per te è un problema posso rifiutare, ma quei soldi ci servono per le medicine e per compare del cibo.-
-La scelta aspetta solo a te. Hai diciannove anni e devi pensare anche a te stesso, ma promettimi che starai attento.-
-Promesso.- Non era il tipo a cui piaceva prendere ordini, ma se voleva guadagnare abbastanza doveva fare come volevano i suoi datori di lavoro, specialmente la principessina di casa, che aveva un pessimo carattere.




Note Autrice:
Eccomi con il secondo capitolo di questa storia AU.
Non so ancora quanti capitali saranno ma penso non più di dieci.
Mi sono documentata un pochino sul ruolo delle donne in quell'epoca e sui quartieri poveri di Londra.
Ho scelto un quartiere molto particolare come quello di 
Whitechapel, dove più avanti avrebbe colpito Jack lo squartatore.
Io spero che questa storia sia di vostro gradimento e grazie per essere arrivati fin qui.

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Capitolo 3
*** Una nuova avventura ***


Pioveva, forse troppo, per essere il suo primo giorno di lavoro cominciava bene. Il frastuono delle gocce si sentivano fin dentro la sua stanza, accompagnato dal ritmo pesante dei passi di coloro che si trovavano fuori, la sua umile casa.
Rhadamanthys non riusciva a dormire, si chiedeva se quella pioggia improvvisa fosse per lui un avvertimento per ciò a cui stava andando incontro.
Poteva ancora tirarsi indietro, ma con i soldi che avrebbe guadagnato, avrebbe potuto far curare sua madre e lasciare quel quartiere che gli piaceva, ma non era adatto per le condizioni di salute della donna.
Il giovane si alzò di punto in bianco, afferrò alla cieca la borsa pronta dalla sera prima. Sbuffò, per poi varcare la soglia della piccola cucina, dove sua madre gli aveva preparato qualcosa da mangiare.
Prese tra le mani quel piccolo sacchettino e uscì di casa.
L’acqua gelida gli aveva già inzuppato la casacca. Nonostante fosse mattina presto, sembrava notte, l'unica fonte di luce erano i lampi che si susseguivano uno dopo l’altro.
All’improvviso un’ombra si stagliò davanti a Rhadamanthys.
Il giovane cercò di focalizzare la figura misteriosa e possente. Aveva delle spalle larghe e muscolose, la testa si intravedeva appena a causa dell'oscurità.
Un nuovo fulmine illuminò le due figure che poterono guardarsi bene per un solo istante.
L'uomo aveva un ombrello nero per ripararsi dalla pioggia.
-Tu sei Rhadamanthys?-
In quel momento Rhadamanthys impallidì e i capelli biondi erano zuppi. Studiò la figura che stava facendo un passo verso di lui. L’uomo aveva i capelli arruffati, ma era ben vestito. Decise di rispondere, alla fine non aveva nulla da perdere a parte fare tardi il suo primo giorno di lavoro.
-Sono io.-
-Molto bene. Sono qui per conto dei miei signori la famiglia Heinstein che mi ha ordinato di portarvi a palazzo.- In quel momento, Rhadamanthys prese a rilassarsi e poco dopo prese a seguire l'uomo, fino ad una carrozza, dove salì.
La carrozza prese a muoversi lentamente tra le strade semi deserte della città di Londra. Lui guardava fuori dal piccolo finestrino, le strade della città diventare diverse: Dove vi erano grandi edifici, ora vi erano strade con grandi alberi. Ci volle circa mezz'ora per raggiungere il cancello d'accesso alla dimora degli Heinstein.
Dopo aver superato il cancello, la carrozza, prese camminare lungo il viale, fino ad arrivare davanti alla grande stalle, dove ad attendere il giovane Rhadamanthys, vi erano degli uomini anziani che lo fecero cambiare e gli spiegarono cosa dovevano fare. Gli mostrarono i cavalli, tra cui quello che apparteneva a Pandora.
Dopo che venne lasciato solo cominciò ad osservava quegli animali che venivano trattati bene.
Ci sapeva fare, anche perché era cresciuto con i cavalli, prese dargli da mangiare e a pettinarli.
Era mattina inoltrata quando il sole finalmente fece capolino nel cielo, stava portando l'acqua all'interno della stanza quando notò alcune donne correre all'interno della casa, alzò lo sguardo e vide che le tende di una delle stanze al secondo piano del palazzo erano state tolte e la finestra aperta.
Quella doveva essere la stanza della principessina di casa e sorrise quella ragazza, aveva qualcosa di diverso non era come tutti i nobili e sapeva come farsi rispettare senza farsi mettere i piedi in testa.
Poco dopo Rhadamanthys notò una piccola volpe aggirarsi per la stalla spaesata e quando si avvicinò, cercò di nascondersi nel fieno, ma lui la trovò e notò che aveva una zampetta ferita e si era persa a causa della pioggia abbondante che era caduta fino a qualche ora prima.
Cercò di curarle la ferita.
-Che cosa stai facendo?- Una voce femminile attirò l'attenzione di Rhadamanthys. Quando alzò lo sguardo vide Pandora insieme a colui che l'aveva fatto colpire e un'altra fanciulla.
Prima che potesse rispondere Violate si avvicinò e prese ad accarezzare la piccola volpe.
Pandora prese ad osservare Aiacos facendogli capire che quello era il modo di conquistare la sua Violate, ma prima doveva fare un'altra cosa.
-Volevo chiederti scusa per come mi sono comportato l'altro giorno.- Disse Aiacos, mettendo da parte l'orgoglio.
Rhadamanthys si alzò prendendo tra le mani il piccolo animale, per poi posarlo nelle braccia di Aiacos.
-Questo è il modo giusto per conquistarla.- Gli disse all'orecchio, mentre lui si avvicinava a Pandora.
-Volete che vi prepari il cavallo?-
-No.- Rispose lei, per poi guardarsi intorno, fino a raggiungere il suo cavallo.
-Volevo vedere come stava andando il tuo primo giorno di lavoro, ma vedo che te la cavi molto bene.- disse quelle parole, mentre accarezzava Lady.
-E' un bel cavallo.-
-Un regalo di mio padre, mentre tu sei stato bravo con mio cugino e Violate.-
-Credo che abbia bisogno solo di incoraggiamento, ma dobbiamo portare quella piccola volte nel suo habbiat, altrimenti qui sarà in pericolo.-
I quattro ragazzi stavano parlando e facendo amicizia e Rhadamanthys doveva ammettere che Pandora e Aiacos non erano poi cosi male e che quest'ultimo stava facendo di tutto per conquistare la fanciulla di cui era innamorato. Mentre chiacchieravano di riportare la piccola volpe nel bosco, arrivò la governante che avvertì Pandora dell'arrivo della famiglia Kediwes.
-Il duca, sua moglie e...-
-Quell'idiota di suo figlio Julian.- finì Aiacos. Pandora non aveva nessuna voglia di vederlo o di sentire le solite frasi di come lei e Julian, sarebbero stati bene insieme. Non voleva un matrimonio per convenienza, ma voleva innamorarsi come avevano fatto i suoi genitori.
-Rhadamanthys prepara il mio cavallo.- Il giovane la guardò, come fecero Violate e suo cugino.
-Dove pensate di andare? Anche se ha smesso di piovere il terreno può essere pericoloso.-
-E' inutile che spieghi queste cose a mio cugina quando si mette in testa una cosa deve farla e ti conviene accontentarla.- In quel momento lo sguardo di Rhadamanthys, andò prima su Aiacos che aveva parlato e poi su Pandora e capì che qualcosa la preoccupava e decise di accontentarla, ma la condizione era una sola che lui l'avrebbe accompagnata per non farle correre rischi e sopratutto per non essere licenziato al suo primo giorno di lavoro.
-Ci penseremo noi a dire a quel simpaticone di Julian che sei a cavallo.- Proferì Violate rivolta a Pandora. Persino Aiacos, odiava quel damerino che si dava arie da gran signore.
Persino alla governante venne dato l'ordine di riferire che la contessina Pandora era a passeggio.
Rhadamanthys preparò Lady e poi un altro cavallo che avrebbe cavalcato. In qualche modo aveva l'impressione che da li in avanti sarebbero cominciati i guai.



Note Autrice:
Pandora e Rhadamanthys si prestano molto bene per le storie AU e mi piace immaginarle in molte avventure. 
Questo capitolo poteva venire molto meglio e avevo molte idee da svilluppare in questo capitolo, ma alla fine mi sono limitata alle cose basilari e sopratutto a far comprendere a Rhadamanthys dove si trovava.
Essendo un AU il protagonista ha il suo pessimo carattere come l'originale, ma comprende meglio il valore della vita non solo umane, ma anche delle altre creature come la volpe che nel prossimo capitolo sarà molto imporante per l'amicizia che nascerà tra i due protagonisti.
Intanto arrivano i Kediwes. Ho usato Julian ovvero la reincarnazione di Poseidone nella serie classica perché viene già da una famiglia nobile.
Grazie a chi segue la storia e la tiene tra le ricordate e le preferite, ma grazie per essere arrivata fin qui.

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Capitolo 4
*** Intrighi ***


La contessina Pandora era considerata un abile cavallerizza. Nessuno riusciva a tenerla testa, nemmeno Rhadamanthys che amava moltissimo i cavalli, riuscì a starle dietro e in più sulla spalla teneva la piccola volpe che ormai si fidava del giovane umano.
Rhadamanthys osservava Pandora bella e fiera e completamente diversa dagli aristocratici. Sapeva che per un ragazzo che si sarebbe dato alla vita militare era scontato, dover imparare andare a cavallo, faceva parte dell'educazione aristocratica, ma Pandora stava andando contro ogni convezione sociale.
La pioggia incessante della scorsa notte era ormai solo un brutto ricordo, il sole tornò a splendere, rendendo la passeggiata piacevole.
Il paesaggio che li circondava era spettacolare. Esisteva un mito sulle campagna inglese, un luogo sospeso nel tempo, fatto di pascoli verdi e dolci colline, dove pascolavano greggi di pecore e cavalli.
Mentre proseguivano la loro passeggiata presero una strada sterrata, ma dovettero fermarsi, all'arrivo di un carro che trasportava frutta e verdura.
-Buongiorno Contessina.-
-Buongiorno a voi, state andando al palazzo?-
-Si, oggi devo consegnare la frutta.-
-Vostra moglie e le vostre bambine come stanno?-
-Molto bene, anche se le bambine sono due piccole pesti.-
-La prossima volta portatele al palazzo.-
-Saranno felicissime di rivedervi contessina.-
-Ora andate altrimenti chi la sente la cuoca.-
-A presto.-
Pandora fece un cenno del capo, mentre osservava la carrozza, Rhadamanthys aveva passato poco tempo insieme a lei, ed aveva capito che non era altezzosa e non sfoggiava il suo essere aristocratica, ma voleva sapere il motivo per cui stava fuggendo.
Continuarono la loro passeggiata a cavallo tra la campagna inglese, un susseguirsi interrotto di prati verdi, di pascoli, di ville di campagna, dolci pendii e cieli infiniti.
Poco dopo arrivarono davanti ad un piccolo fiume, dove si fermarono per far bere i loro destrieri, Pandora non ebbe bisogno di aiuto per scendere da cavallo e prese ad osservare la piccola volpe che correva intorno a Rhadamanthys.
-Questa piccola volpe si è affezionata a te.-
-Dite?-
-Si, comunque non hai bisogno di tutte queste formalità quando sei con me.- In quel momento i due presero a guardarsi e Pandora sorrise, quel sorriso gli fece abbassare leggermente lo sguardo.
-come volete...anzi come vuoi...-
-Molto bene.-
Pandora si sedette e prese ad osservare i due cavalli, mentre il giovane la stava fissando voleva farle quella domanda, ma non sapeva come avrebbe reagito, ma lo avrebbe scoperto molto presto.
-Posso farti una domanda?-
Pandora annuì con la testa, mentre lei prese a fissarlo.
-Perché stai scappando?-
-Semplice non voglio sposarmi e i Kediwes vogliono che sposi il loro figlio Julian.-
-Dire di no, non è sufficiente?-
-Quando sei l'unica figlia di una delle famiglie più potenti d'Inghilterra che è imparentata con la famiglia reale da parte di mia madre, essendo la nipote della regina.-
-Quindi tu saresti...-
-La pronipote di colei che governa questo paese...Mio padre fa parte di una nobile famiglia tedesca.-
Rhadamanthys pensava che la sua vita fosse difficile, ma quella di Pandora non era da meno, lei deve accettare regole che la nobiltà impone, mentre lui poteva considerarsi libero.
Si sedette vicino a lei e restarono in silenzio, fino a quando la piccola volpe, non entrò in acqua e non prese a giocare arrivando gli schizzi d'acqua dove si trovavano i due.
I due presero a ridere nel vedere quella piccola volpe cosi piena d'energia e voglia di giocare.
-Penso che lei non voglia tornare nel bosco.-
-Lo penso anche io, ma non puoi tenerla al castello.-
-Chiederò a mio padre di trovarle un luogo adatto vicino alla stalla dei cavalli, cosi puoi occuparti di lei.-
-Non ho altra scelta che accettare...-
I due rimasero ancora un po' in riva al lago ad osservare la natura davanti a loro, per poi prendere la strada di ritorno.
 
 
 
Al palazzo degli Heinstein i Kediwes erano stati informati che Pandora non sarebbe stata presente.
Julian era molto dispiaciuto, era un ragazzo di un anno più grande della figlia del conte Heinstein.
Aiacos era presente nella sala insieme a Violate, mentre tutti aspettavano che il duca prendesse parola.
-Mio caro amico, sono qui perché mio figlio vuole chiedere la mano di vostra figlia Pandora.- Il duca era arrivato subito al punto della situazione. La verità era che i genitori di Pandora, non volevano che sua figlia sposasse Julian, perché non sarebbe stata felice e i suoi rifiuti erano la conferma che aveva capito come fossero quelli della famiglia Kediwes.
-E' Pandora che deve scegliere e temo che abbia fatto la sua scelta.-
-Mio figlio non fa altro che pensare alla giovane Pandora.- Aiacos voleva intervenire, ma non gli era concesso, non sopportava Julian e nonostante lui amasse i suoi privilegi Julian era un tipo che usava metodi loschi, lui i aveva provato e alla fine non avevano portato a nulla.
-Mi dispiace, ma non imporrò a mia figlia di sposarsi se lei non vuole, forse andrò controcorrente, ma lei ha fatto la sua scelta.-
-Cosa peserà la regina che la sua pronipote non vuole sposarsi, eppure ha l'età giusta per sposarsi.- Avevano usato una carta scorretta quella della regina, ma i Kediwes, sapevano che non sarebbe stato facile far accettare a Pandora la cosa e non sarebbe stato facile avere l'appoggio della sovrana, ma avrebbero trovato un modo per far sposare Pandora a suo figlio.
Intanto Julian che era alla finestra notò l'arrivo di Pandora.
-Chi è quel ragazzo che si trova insieme a Pandora?-
-Lavora qui e si occupa dei cavalli, ed ha accompagnato Pandora a cavalcare e questo il suo compito.- Rispose prontamente Violete, ma Julian vide Pandora ridere e quelle risate non erano per lui, ma per quel servo.
-Vi prego di fare cambiare idea a vostra figlia.-
Dopo aver pronunciato quelle parole, i Kediwes, lasciarono il palazzo, ma Julian non riusciva a togliersi dalla testa la risata di Pandora con quel tipo e doveva sparire e per cominciare doveva scoprire qualcosa su di lui.
Pandora osservò la carrozza dei Kediwes prendere il viale d'uscita, mentre teneva tra le mani la piccola volpe e Rhadamanthys era andato a sistemare i cavalli.
Poco dopo arrivò il conte insieme a sua moglie, ma prima che potessero dire cosa fosse accaduto, Pandora, le chiese se potevano far costruire un recinto per la sua nuova piccola amica.
Sua madre non fu tanto d'accordo, ma poi accontentò la richiesta di sua figlia e anche di suo marito.
Aiacos e Violate osservavano da lontano da la scena.
-Penso che i guai non tarderanno ad arrivare...-
-Cosa vuoi dire Aiacos?-
-Julian e la sua famiglia non rinunceranno a Pandora.-
-Dobbiamo fare qualcosa e starle vicino, anche se penso che tua cugina abbia scelto la persona con cui vuole stare.-
-Parli di Rhadamanthys? Come hai fatto?-
-Ho la vista più lunga della tua, forse ancora non lo sanno, ma sono sicura che tra i due nascerà qualcosa.-
-Se è come dici, anche lui è in pericolo.-
-Potresti far amicizia con lui.-
-Perché proprio io?-
-Sei la persona più adatta.- Non aveva altra scelta che accettare, anche perché stava simpatico alla sua Violate e in qualche modo avrebbe fatto amicizia con lui.
Nel frattempo il Conte Heinstein aveva raccontato tutto a Pandora.
-Io non lo sposerò mai neanche se fosse un ordine della regina.- Disse urlando Pandora.
-Andrò a parlare con la nonna e dovrai venire anche tu, nonostante non ti piaccia il palazzo reale.- Concluse la contessa.
-Va bene, mamma.-
Rhadamanthys aveva ascoltato ogni parola di quella conversazione e avrebbe tanto voluto aiutarla, ma lui cosa poteva fare per lei?
Prese ad osservarla e il suo sguardo malinconico lo turbava, ma non riusciva a capirne il motivo.
Intanto sopra di loro avanzavano nuvoloni neri carichi di pioggia, presto sarebbe tornato a piovere, ma non era un buon segno per il futuro.




Note Autrice:
Mi diverto davvero tanto a immaginare Pandora e Rhadamanthys in determinate situazioni. Li trovo perfetti per scrivere AU
In questo capitolo Rhada, scopre molte cose della figlia del suo padrone e che non ama quello che la nobiltà impone.
Inanto Julian si accorge che alla contessina si diverte a stare in compagnia di un servo, ma Violate si accorge che tra i due potrebbe nascere qualcosa.
Aiacos  accetta di diventare suo amico o almeno di provarci. 
La famiglia Kediwes non si arrenderà tanto facilmente.
Grazie per essere arrivati fin qui.

 

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Capitolo 5
*** Il patto ***


L'ultima volta che Pandora aveva messo piede nel palazzo reale era stato sei mesi prima per celebrare la regina e il suo regno.
Si era sempre persa nelle numerose stanze che possedeva, ma era anche un luogo decisamente interessante se ci si voleva nascondere per stare soli con le sue settecentosettantacinque stanze vi era l'imbarazzo della scelta.
Vi erano alcune stanze del palazzo, almeno quelle più rappresentative che mai avrebbe smesso di osservare come la sale delle guardie abbellita da arazzi e magnifici lampadari, il salotto verde la sua stanza preferita dal soffitto ad arco da dove entrano di solito gli ospiti ufficiali della regina durante alcune cerimonie reali e che fa da anticamera alla sala del trono, tappezzata di damasco rosso e illuminata da sette candelabri e infine la sala da pranzo di stati, le cui pareti erano ricoperte da ritratti del re e regine del passato.
Sua madre era stata invitata da sua nonna la regina, era una delle nipoti preferite e aveva dato il benestare al suo matrimonio e donato il palazzo dove ora Pandora viveva.
La regina aveva accolto anche la richiesta della giovane di avere un colloquio con lei. Non era cattiva, ma era molto severa e doveva essere fatto tutto come diceva lei, infondo era la regina e poteva comandare a suo piacimento.
Pandora sapeva già cosa dirle, anche se quella donna le incuteva timore e ogni volta che era al suo cospetto.
 
 
Era giunto il momento di incontrarla. La regina voleva che la persona da lei invitata fosse puntuale e lei amava che il tè andasse servito alle cinque e per questo non tollerava nessun tipo di ritardo.
I giardini del palazzo erano spettacolari e molto curati, infatti molti giardinieri lavoravano per rendere unico quei giardini che sembrava di essere in una fiaba.
La regina attendeva Pandora all'interno di un piccolo gazebo decorato con dei fiori colorati. La giovane nobile si inchinò alla vista della sovrana, che invitò Pandora a sedersi, mentre veniva servito loro il tè con dei pasticcini.
Era una donna piccolina, dal fisico un po' sgraziato e non bella, ma aveva carattere e sapeva comandare e farsi rispettare.
-Ti fai ogni giorno più bella.-
-Vi ringrazio per il complimento vostra maestà.-
La regina prese a bere il tè, la sua bevanda preferita, mentre scrutava attentamente Pandora, accorgendosi che qualcosa turbava la giovane nobile.
-Cosa ti preoccupa?-
In quel momento prese coraggio e prese parole. In quel momento era un fiume in piena e nessuno poteva fermarla.
-Vedete vostra altezza, io non voglio un matrimonio combinato e non ho nessuna intenzione di sposarmi senza essere innamorata.-
-Sono al corrente che ti hanno proposto di sposare il giovane Kediwes, devo dire che non piace nemmeno alla sottoscritta. Sai mi ricordi me stessa da giovane e anche con l'età adulta andavo sempre controcorrente e facevo le mie scelte, anche se per gli altri erano sbagliate.-
-Cosa mi consigliate di fare?-
-Non posso aiutarti in questo Pandora, ma posso darti un tempo limite per capire cosa vuoi realmente.-
-Un tempo?-
-Avrai sei mesi per capire cosa vuoi realmente o trovare la persona adatta a te. Quando e se la troverai la porterai al mio cospetto e avrai il mio benestare, ma se passato questo tempo non avrò nessuna notizia sceglierò io personalmente il tuo sposo.-
In quel momento cosa doveva fare? Fino a quel momento non si era mai innamorata.
-Pandora ascolta non mi importa se sei nobile. Ricordati che sei la pronipote della regina che posso far diventare un nobile anche un semplice sguattero.-
La giovane si rese conto che in qualche modo la stava aiutando, ma sei mesi erano davvero pochi, ma avrebbe fatto del suo meglio.
-Accetto la vostra proposta.-
-Ci rivedremo tra sei mesi e buona fortuna Pandora.-
 
 
Aveva rivelato poco e niente ai suoi genitori del colloquio avuto con la regina, ma doveva confidarsi con qualcuno e farsi venire una buona idea per uscire da quella situazione vittoriosa. L'unica persona che avrebbe potuto aiutarlo era suo cugino Aiacos.
Era stata recapitata una missiva da parte di Pandora che invitava lui e Violate a soggiornare al palazzo e chiedere consiglio.
Quando i due si presentarono, la giovane raccontò ogni cosa. Aiacos prese a pensare, si trovavano nel giardino vicino ad un piccolo laghetto.
-Sei mesi sono davvero pochi, ma poi chi potresti far innamorare di te?-
-Ci sarebbe una lista abbastanza lunga- Rispose Violate, mentre Pandora la guardava e non sapeva se ridere o piangere.
Lo sguardo di Violate andò su Rhadamanthys che in quel momento stava passando. Stava facendo camminare un cavallo che poco tempo prima si era fatto male ad una zampa.
-Lui sarebbe perfetto.-
Pandora prese a fissarlo. Doveva ammettere che era un bel ragazzo, ma erano molto diversi, non era il loro rango sociale a spaventarla, ma il carattere.
-Sicuramente molto meglio di Julian.- Le due giovani presero a ridere alle parole di Aiacos, ma non aveva altra scelta che provare a far innamorare di lei Rhadamanthys e viceversa.
-Lascia fare a noi...- Pandora in quel momento non sapeva cosa aspettarsi, ma sopratutto non sapeva cosa avesse in mente Violate, ma lo avrebbe scoperto molto presto.
 
 
Una carrozza arrivò all'entrata del castello dei Kediwes. Da esso scese uno dei ministri che la regina aveva scelto.
Aveva delle notizie per il padrone di casa e suo figlio che l'attendevano nel suo ufficio.
-Quale notizia ci porti dal palazzo reale?-
-Qualche giorno fa la giovane Pandora era al colloqui con la regina e da quello che mi ha riferito la cameriera, la contessina avrà sei mesi per innamorarsi, altrimenti sarà la regina in persona a trovarle marito.-
Quella notizia era una lama a doppio taglio: Julian poteva conquistarla, ma dall'altra Pandora aveva campo libero di scegliersi qualsiasi uomo.
L'onore della famiglia Kediwes dipendeva dal primogenito. Doveva fare di tutto per conquistarla e passare del tempo con lei e non far avvicinare nessun altro uomo.
-Hai il compito di conquistarla. Mostrale che sei diverso dagli altri e che puoi renderla felice.-
-Lo farò padre...-
Avevano solo quella opportunità. La famiglia di Pandora era molto ricca e avrebbe fatto bene alla loro visto che non erano considerati più dei nobili di prima classe.




Note Autrice:
Non ero molto sicura di riuscire a pubblicare il capitolo. 
Mi sono ispirata a Buckingham Palace visto che il palazzo reale e visitabile durante il periodo estivo e alcune stanze.
Per chi mi conosce sa che ho un debole per la Gran Bretagna e i suoi luoghi e per la regina ho preso spunto alla regina Vittoria.
Spero di aver fatto un buon lavoro.
Ringrazio tutti coloro che arriveranno fin qui.

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Capitolo 6
*** Destini incrociati ***


Era possibile innamorarsi di uno sconosciuto in sei mesi?
Pandora osservava di nascosto Rhadamanthys, mentre svolgeva il suo lavoro. Nonostante appartenevano a due mondi diversi, lui la capiva e sapeva quando stare in silenzio.
Il giovane stalliere si era accorto di Pandora più volte, la vedeva camminare da sola o fermarsi a guardarlo, mentre svolgeva il suo lavoro.
All'inizio i suoi sguardi lo infastidivano, pensando che lo stesse controllando, ma poi si rese conto che non era cosi.
Si sentiva sola e anche se erano a debita distanza, senza parlare si tenevano compagnia a vicenda.
Era un pomeriggio di sole, mentre Pandora era seduta in riva a laghetto a leggere Shakspeare, che Isabel, la sua dama di compagnia corse verso di lei.
Aveva il fiatone, Pandora distolse lo sguardo dal libro, lo chiuse e si risolve alla giovane.
-Cosa succede?-
-Julian Kediwes è appena arrivato e chiede di vedervi.-
Pandora sbuffò, ma non poteva di certo non presentarsi, anche perché questa volta non poteva fuggire, Rhadamanthys, aveva il giorno libero.
-Ti ho detto che quando stiamo sole puoi rivolgerti a me in modo normale...-
Le due si avviarono verso il palazzo. Isabel vide Pandora preoccupata e questo non era da lei, la vedeva stringere il libro al petto.
-Andrà tutto bene...- Prese il libro dalle mani della contessina e la vide entrare in casa. Pandora si avviò verso la sala degli ospiti, dove veniva servito il tè nei giorni di pioggia.
Quando entrò vide Julian che guardava fuori dalla finestra. Doveva ammettere che era molto bello, ma non le piaceva, le dava l'impressione di essere privo di ogni sentimento positivo.
-La tua visita mi coglie del tutto impreparata.- La voce della giovane fece voltare Julian che fece un bel sorriso.
-Mi chiedevo se volessi passare il pomeriggio con me?-
-Dove vuoi portarmi?-
-Ti andrebbe di passeggiare per Hyde Park?-
Pandora in quel momento non ebbe altra scelta che accettare la proposta di Julian.
 
 
Durante il tragitto in carrozza che portava i due dalla residenza di Pandora, al grande parco, Julian notò che la fanciulla era silenziosa. Si chiedeva a cosa stesse pensando, ma Pandora era molto enigmatica e non faceva trapelare nessun tipo di emozione.
Julian aveva dimenticato quello stalliere e non pensava minimamente che potesse essere un problema per lui.
Una nobile che fa parte anche della famiglia reale non si sarebbe mai innamorata di un povero, avrebbe portato il disonore alla sua famiglia.
Una volta arrivati Julian, aiutò Pandora a scendere dalla carrozza, e insieme si avviarono all'interno del parco.
Hyde Park era considerato il parco più antico della città e, fin dalla sua apertura era stato scenario di molti eventi, anche della casa reale.
Julian aveva organizzato ogni cosa, anche una piccola gita in barca nel lago Serpentine, una piccola oasi abitata da una variegata fauna acquatica.
-Conosci la storia di questo lago?- La stava sicuramente provocando, ma lei era molto più brava.
-Fu fatto realizzare dalla regina Carolina più di un secolo fa. - Il suo tono di voce era da quella che sapeva la storia del suo paese.
La passeggiata fu tranquilla, ma i due si sbrigarono a tornare a riva quando il cielo cominciò a scurirsi. A riva l'aspettavano coloro che dovevano sorvegliare Julian.
Quando tornarono il ragazzo offrì la mano Pandora e quando lei la prese e mise il piede sull'erba, Julian non le lasciò la mani, anzi si avvicinò a lei, avvicinando le sue labbra.
Pandora non voleva un bacio da lui, cercò di liberare la mano e quando lo fece, lo spinse a terra, mentre lei prese a correre per andare lontano da lui.
Cominciò a piovere, mentre lei era riuscita ad uscire da quel parco, ma ora il problema era tornare a casa.
Si doveva riparare da quella pioggia e prese a camminare per un po', fino a quando non entrò in alcune vie, ma non si rese conto di essere entrata in uno dei quartieri malfamati di Londra: Whitechapel.
Si era persa, ed era tutta colpa di Julian, lo detestava e mai lo avrebbe sposato. Si riparò sotto un piccolo tetto, ma era infreddolita. Tornare a casa in quel momento era impossibile. La pioggia non diminuiva. Prese a guardarsi intorno persone che nonostante la pioggia lavoravano perché dovevano permettersi un pezzo di pane, mentre lei nata nobile non aveva bisogno di faticare aveva tutto.
-Cosa abbiamo qui una fanciulla tutta sola?- Due ragazzi si avvicinarono a Pandora, e lei non poteva fare nulla, si sentiva impotente. In quel momento si rese conto di essersi cacciata nei guai, fino a quando qualcuno non arrivò in suo aiuto.
-Ti ho detto tante volte di non allontanarti.- Rhadamanthys comparve vicino ai due ragazzi che si fermarono.
-Rhadamanthys, conosci questa fanciulla?-
-E' mia cugina che viene da fuori, le avevo detto di aspettarmi, ma non mi ha ascoltato.- Quei ragazzi temevano Rhadamanthys e si allontanarono da Pandora.
-Possiamo aiutarti a farle fare il giro turistico?-
-La prossima volta, ora la porto a casa.-
Rhadamanthys la prese per il braccio e la porto via.-
-Cosa ci fate qui?- Lei non rispose, ma quando la vide in volto capì che era accaduto qualcosa.
La portò nella sua casa, dove sua madre lo attendeva per la cena.
-Mamma ti presento la contessina Pandora.- La signora Walden rimane per un attimo senza parole, ma poi nel vederla cosi triste e infreddolita, ordinò a suo figlio di portarle qualcosa per asciugarsi.
La signora la portò nella sua stanza, dove l'aiutò, ma anche lei si accorse che qualcosa non andava, ma evitò.
-Vieni cara, devi magiare qualcosa di caldo.- Per la prima volta Pandora, provò calore nel stare con qualcuno. Nonostante erano poveri, stavano dividendo il loro cibo con lei.
I due la fissarono credendo che potesse fare i capricci, ma Pandora prese il cucchiaio e mangiò la zuppa.
-E' davvero buona.-
-Vi ringrazio...Rhadamanthys io ora vado a riposare ci pensi tu a portarla a casa, la sua famiglia sarà preoccupata.-
-Sei sicura di voler restare sola?-
-Mi sento meglio, anche grazie alle medicine, ma non posso stare tanto in piedi, ma tu vai...-
La signora Walden andò a riposare, mentre i due rimasero soli e fu in quel momento che Pandora esplose in un pianto, andando ad abbracciare Rhadamanthys.
-Volete dirmi cos'è accaduto?- Disse con una voce dolce, non da lui, mentre con la mano le accarezzava i capelli.
Pandora raccontò ogni cosa.
-E' stato sciocco fuggire...Ora però devo riportarvi a casa e andiamo da quei ragazzacci di poco fa.-
Rhadamanthys e Pandora uscirono dalla umile abitazione e si recarono nelle piccola piazza, dove incontrarono i due ragazzi.
-Avete ancora il piccolo carro?-
-Si.-
-Potete accompagnarci al palazzo Heinstein?-
-Perché questa fanciulla non è mia cugina, ma è la contessina Pandora.- I due rimasero in silenzio.
-In effetti non poteva essere tua cugina è troppo bella.- Rhadamanthys si mise una mano sul volto, quei due erano senza speranza. Presero il carro e si avviarono.
-In tarda serata dovremmo arrivare.- Pandora che era dietro il carro insieme a Rhadamanthys gli prese il braccio, per poi poggiare la testa sulla sua spalla e addormetarsi.
 
 
Nel palazzo degli Heinstein, Julian era tornato, per sapere se Pandora fosse tornata. In quel momento arrivarono anche Violate e Aiacos, per invitare la giovane al ballo per il loro fidanzamento ufficiale e, fu li che appresero che Pandora era scomparsa.
Aiacos, prese Julian per la camicia.
-Se le succede qualcosa tornerai a casa con qualche osso rotto- Lo spinse via, mentre tutti cominciarono le ricerche della contessina Pandora.



Note Autrice.
Questo capitolo sinceramente non mi piace, poteva venire molto meglio, ma non avevo molta ispirazione quando scrivevo. Qualsiasi cosa che scrivevo non mi piaceva, anche modificandolo e alla fine è rimasto cosi.
Succedono un pò di cose che spero possano essere interessanti.
Ho riletto il capitolo corretto gli errori, ma sicuramente ci saranno come al solito.
Grazie per essere arrivati fin qui.

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Capitolo 7
*** Il mio inizio sei tu ***


Era quasi il tramonto. La luce del sole colpiva i fianchi delle montagne riflettendo dai picchi innevati il suo colore rosso per tutta la valle, facendo cosi terminare un altro giorno.
Il tramonto era il momento della giornata che Rhadamanthys preferiva, era l'unico momento in cui poteva stare solo con i suoi pensieri, ma quel tramonto era diverso.
Si trovava nella parte posteriore di un piccolo carro in legno, e osservava Pandora addormentata con la testa appoggiata sulla sua spalla.
Il giovane sentiva ridere i due ragazzi avanti e si voltò lentamente verso di loro, cosi da non svegliare la giovane nobile.
-Cosa avete da ridere?- Chiese curioso.
-Ti piace, non negarlo.-
-Smettetela di dire assurdità.-
-Perché dovrebbe esserlo?- Il ragazzo che non era alla guida del piccolo carro, osservava Rhadamanthys, per poi posare lo sguardo sulla giovane addormentata.
-Non penso che amare questa fanciulla sia un problema.-
-In effetti rappresenta un bel problema. Lei è una nobile e io uno straccione, lei deve stare con nobile come lei.-
-Ti fai troppi problemi...-
In lontananza si intravedeva il palazzo Heinstein e Rhadamanthys fu costretto a svegliare la fanciulla.
-Lady Pandora tra poco arriveremo.- Le toccò i capelli corvini, mentre lentamente Pandora, prese a svegliarsi.
Prese a osservarla era bellissima, mentre gli ultimi raggi del sole, le illuminavano il viso e nonostante fosse appena sveglia, aveva quello sguardo regale che avrebbe guardato all'infinito.
Lui un giovane nato povero stava cominciando a provare dei sentimenti per una nobile, ma non doveva mostrare nulla, doveva essere lo stesso di sempre.
Mancava poco all'arrivo e lo sguardo di Pandora si faceva più cupo, si capiva che odiava il mondo da cui proveniva e il motivo erano le troppe regole che per lei erano assurde.
Intanto al palazzo le ricerche di Pandora, proseguivano senza sosta. Aiacos, Violate e anche Julian stavano cercando la giovane, mentre i suoi genitori erano rimasti nella loro dimora.
Il carro varcò il grande cancello e quando alcuni domestici videro Pandora, andarono a chiamare i conti.
Sua madre corse ad abbracciare sua figlia, mentre il conte Heinstein chiese cosa fosse accaduto, anche se era felice di vedere sua figlia senza nemmeno un graffio.
La giovane raccontò in parte cosa fosse accaduto.
-Se non fosse stato per Rhadamanthys e i suoi amici, non so se avrei trovato la strada di ritorno.- Il conte prese a osservare i giovane, per poi chiedere i nomi dei due giovani.
Si presentarono come Valentine e Gordon. Per ringraziarli i genitori di Pandora offrirono loro un carro nuovo come dono e sarebbero stati gli ospiti d'onore del ballo che sarebbe stato dato in loro onore.
In qualche modo Rhadamanthys sentiva odoro di guai, ma era felice di aver riportato Pandora a casa.
Prima di tornare indietro, la giovane lo bloccò.
-Ringrazia tua madre da parte mia...-
-Lo farò...-
Lo vide andare via, ma lo avrebbe rivisto presto, ma qualcosa aveva smosso Pandora, anche se per poco aveva capito cosa fosse il calore.
-Lady Pandora vi accompagniamo nella vostra stanza.-
Venne accompagnata, ma cacciò le domestiche, voleva stare sola, prese a osservare dalla finestra, ma del piccolo carro nessuna traccia.
Vide Aiacos e gli altri tornare, vi era anche Julian lo odiava, non riusciva a sopportarlo, non voleva più vederlo, e mai avrebbe accettato una sua proposta di matrimonio.
La porta della stanza si aprì di colpo, facendo entrare Aiacos, Violate e Isabel. La promessa sposa di suo cugino, l'abbracciò.
Nonostante odiasse quel mondo, aveva degli amici.
-Violate posso chiederti una cosa?-
-Ti andrebbe di passare per il tè domani?-
-Certo!-
-Mi dispiace rubarti la sposa, ma devo parlare con lei di “problemi” donne.-
-Troverò altro da fare come cercare un modo di eliminare Julian senza che mi arrestino...-
Pandora sorride, per poi rivolgersi a Isabel.
-Avrei bisogno anche di te...Domani nel pomeriggio lascia i tuoi doveri.-
-Come desideri.-
 
Il giorno seguente venne fatto preparare tutto per il tè che la contessina aveva fatto preparare per incontrare le sue amiche.
Rhadamanthys che era intento nel suo lavoro, notò un via vai di domestiche che facevano avanti e indietro.
Una volta arrivate Violate e Isabel, la giovane nobile, allontanò le domestiche voleva restare sola con le sue amiche, in modo tale da poter dialogare in piena libertà.
-Vuoi dirci cosa succede? Cos'è tutto questo mistero?- Violate osservava Pandora, preoccupata, pensò che fosse accaduto qualcosa di spiacevole, ma poi la vide rilassarsi e cercare le parole giuste per dire ciò che pensava.
-Credo di essermi innamorata di Rhadamanthys.- Le due presero a osservare Pandora e alla fine sorrisero.
-Pensavo che volessi accettare l'offerta di Julian.- Disse Violate contente, mentre Isabel, strinse la mano alla sua amica.
-Sono contenta per te, ma credo che tu voglia dirci altro.-
-Ho paura che lui non provi i miei stessi sentimenti. La nostra condizione sociale è molto diversa.-
-Anche noi...Io sono la tua dama di compagnia, ma mi tratti in modo differente.-
-Hai ragione Isabel, ma lui è molto testardo e la nostra diversità potrebbe spaventarlo.- Violate intanto stava pensando, mentre ascoltava le due parlare, ma poi le venne l'idea.
-Il ballo.-
-Cosa hai in mente?-
-Il ballo è stato organizzato ed è tra due giorni per ringraziare Rhadamanthys e i suoi amici di averti riportata a casa, sana e salva. Chiederò ad Aiacos di pensare ai tre specie al tuo innamorato.- Violate poteva essere una fanciulla timida, ma era davvero tremenda quando doveva aiutare le persone che le erano care.
Aiacos venne messo al corrente e il giorno del ballo chiese a suo zio se Rhadamanthys e i suoi amici potevano recarsi da lui, per preparasi per il ballo.
Una volta che i tre arrivarono furono rapiti dai domestici di Aiacos che cominciarono a preparare i tre malcapitati.
Non erano abituati a tutto quello sfarzo, per loro era un mondo completamente nuovo, ma alla fine quella serata era per loro e dovevano divertirsi.
 
I balli erano momenti salienti della vita mondana e l’occasione, per le dame di corte, era d'indossare gli abiti più belli ed eleganti.
Pandora era nella sua camera a prepararsi: Gli abiti da ballo erano formati da un'ampia sottogonna che dava una forma arrotondata all'abito. L'abito che avrebbe indossava Pandora era di un colora viola, formato da un corpetto che andava stretto al massimo e questo la giovane lo odiava e una gonna fatta a più balze.
Il corpetto era scollato e lasciava scoperta le spalle.
Era un abito di raso che veniva apprezzato per la sua brillantezza.
Pandora preferiva tenere i capelli sciolti, ma quella sera venne convinta a tirarli su.
Quando fu pronta scese da sola diretta nella sala da bello, dove vi erano gli ospiti.
Suo padre aveva invitato anche Julian, nonostante non piacesse neanche a lui.
Tutti la fissarono non appena entrò, andando dagli ospiti d'onore, ringraziandoli per quello che avevano fatto per lei.
Pandora non era riuscita a passare poco tempo con Rhadamanthys, visto che veniva chiamata a salutare ogni nobile.
Con la coda dell'occhio lo vide uscire e voleva raggiungerlo, ma venne presa per il braccio da Julian.
-Vuoi farmi credere di essere innamorata di un misero plebeo?-
-Non ti dovrebbe importare di chi io sono innamorata, Julian, ora se non ti dispiace, dovrei andare.- Si liberò della sua presa per poi andare a cercare Rhadamanthys.
Lo trovò nella stalla ad accarezzare un cavallo.
-Come fai a dover vivere tutto questo?-
-Credo sia abitudine.-
Pandora si avvicinò, mentre lui prese a osservarla. Era dannatamente bella che le sfiorò il viso, il suo tocco era delicato, per paura di farle male.
Quello che stava per accadere era sbagliato. Lo sapeva Rhadamanthys e lo sapeva anche lei, non dovevano essere li insieme, Pandora doveva essere al ballo, ma invece era li con lui, ma non potevano farne a meno.
Era tutto cosi perfetto, mai in vita sua si era sentito cosi ammaliato e preso da qualcuno. Lei era speciale, non poteva più negarlo.
Lasciò che la mano di lui accarezzi le spalle nude, mentre continuava a guardarsi intensamente, desiderava proteggerla e stare con lei, nonostante appartenevano a due mondi diversi.
Poco dopo le loro labbra si incrociarono. Rhadamanthys continuò a pensare che tutto quello era sbagliato, ma non riusciva a staccarsi da quelle labbra cosi delicate, ma allo stesso tempo morbide.
Doveva andare via, non dovrebbe bramare ogni centimetro del suo corpo, si stacca dalle sue labbra, sapeva che lei non era alla sua portata.
I suoi pensieri non si arrestano continuando a desiderarla, le sue mani erano come se si muovevano da sole.
Le sollevò il mento con due dita e lasciò che i suoi occhi fissandola perdessero l'ultima lume di ragione, ma fu lei a sorprenderlo perché si lasciò andare. Sentì di nuovo le sue labbra premere con tenerezza premere sulle sue. Non gli era mai successo di sentirsi cosi attratto da una fanciulla, Pandora era diversa e lo aveva capito dal loro primo incontro.
Non era u luogo adatto, ma nessuno li avrebbe disturbati. Quella sarebbe stata la loro notte.
Le mani di Rhadamanthys giocano con i laccetti del corsetto, temeva che lei potesse interromperlo, invece lei non si oppone .
Era cosi strano sentire le delicati mani di Pandora che lo sfioravano. Avvertì impulsi nella parte bassa, ma doveva contenersi, non era quello il momento. Volevano entrambi stare insieme e poteva avvertire il desiderio di Pandora.
Continuò a spogliarla, accarezzando e baciando ogni parte del suo corpo. A sua volta lei prende a spogliarlo, era impacciata, ma lo erano entrambi.
I baci prima delicati si fanno più passionali. Le labbra di Rhadaanthys raggiungono il collo, i suoi baci accarezzavano delicatamente la sua pelle, mentre i loro gemiti accompagnavano i loro movimenti.
Pandora si stringeva a lui, ma poco dopo Rhadamanthys che all'inizio sembrava impacciato prese coraggio. Le toccò il seno per poi passarci le labbra. Non poteva e non voleva fermarsi. Una volta dentro di lei si sentì avido, non voleva dividerla con nessuno era solo sua e lo stesso valeva per Pandora, nessuno le avrebbe portato via il suo Rhadamanthys.
Entrambi raggiunsero l'apice in un gemito di piacere che era nascosti a tutti coloro che si stavano divertendo alla festa.
Pandora rimase tra le braccia di Rhadamanthys, mentre lui le accarezzava capelli e schiena.
Non sapevano cosa riservasse loro il futuro, ma sapevano di voler stare insieme.
Pandora aveva obbedito all'ordine della regina, aveva trovato l'uomo con cui avrebbe voluto passare il resto della sua vita. Probabilmente i suoi genitori l'avrebbero appoggiata, ma non aveva fatto i conti con la crudeltà di Julian e della sua famiglia.



Note Autrice:
Finalmente Pandora e Rhadamanthys riescono  a stare insieme.  Ho scelto un luogo diverso dal solito, ma mi piaceva l'idea di farli stare insieme in un luogo strano.
Alla fine non mancano circa tre o quattro capitoli.
Spero che questa mia piccola storia sia di vostro gradimento.
Grazie per essere arrivati fin qui.

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Capitolo 8
*** Nuova vita ***


Quella sera, mentre tutti erano al ballo a divertirsi, per Pandora e Rhadamanthys era stata pura magia.
Così perfetta che ancora sentiva il ricordo di quella notte di passione avvolgerla.
Dopo aver passato quasi tutta la notte con Rhadamanthys, la contessina, tornò nelle sue stanze, ma non riuscì a dormire.
Aveva deciso di stare con lui, sarebbe andata contro tutto e tutti pur di stare insieme a lui.
Il patto con la regina prevedeva sei mesi per trovare l'uomo che le avrebbe fatto battere il cuore e non importava la classe sociale.
Alcuni mesi erano ormai passati e Pandora si era innamorata, ma doveva pensare anche a lui e a cosa pensava di tutta quella situazione che si era creata.
Per Rhadamanthys stare con una nobile era stato un errore, non solo per lui, ma anche per lei, ma ormai si era innamorato e non sapeva cosa fare.
Lasciare quel lavoro non era da prendere in considerazione, visto che i soldi che guadagnava gli servivano per le cure di sua madre, che lentamente stava migliorando.
Cosa doveva fare? Si chiese cosa avrebbe potuto fare e fu allora che gli venne in mente di allontanarla, nonostante lui si fosse innamorato di lei.
Passarono i giorni e Rhadamanthys prese a ignorare Pandora, nonostante lui dovette parlarle per via dei loro ruoli.
Faceva male trattarla con freddezza, ma non aveva altro modo se voleva allontanarla da lui.
Alla fine tra loro ci fu il silenzio, mentre il pomeriggio cominciava ad assumere sfumature dorate. Rhadamanthys stava finendo di sistemare le ultime cose nella stalla, per poi tornare a casa. Mentre si stava preparando per tornare nella sua umile casa, vide Pandora che si stava dirigendo verso il piccolo laghetto.
Aveva l'espressione triste e vederla cosi gli faceva male, così decise di seguirla.
La vide sedersi vicino alla riva, mentre alzava lo sguardo verso il cielo per osservare il tramonto. Si sedette vicino a lei, in silenzio, ma da quella notte di passione non erano più loro stessi.
-Quando mi hai baciata tutto era perfetto, ma la vita non è mai perfetta.-
Rhadamanthys si voltò verso Pandora, che poco dopo si voltò per osservarlo.
-Volevo farti sorridere, cancellare la malinconia che appare sul tuo bellissimo viso, invece sono stato capace di rendere la tua vita ancora più difficile.-
Di fronte a quelle parole, così semplici, così cariche di sofferenza, Pandora rimase in silenzio, fino a quando non decise di prendere parola.
-Non mi importa di tutta questa ricchezza se non posso stare con la persona che amo.-
Restarono in silenzio, mentre Rhadamanthys le prese la mano, erano così vicini che Pandora riusciva a sentire il suo respiro.
-Volevo starti lontano, ma non penso di riuscirci.-
-Cosa ti preoccupa?-
-Non essere all'altezza.-
-Vieni con me.-
Pandora si alzò e, tenendo per mano Rhadamanthys, raggiunse il palazzo. Suo padre era impegnato in una conversazione con il duca Kediwes, ma questo a Pandora non interessò, anzi voleva che lui e suo figlio ascoltassero le sue parole.
Anche i suoi zii avevano raggiunto il palazzo, e Aiacos vide sua cugina entrare come una furia nella sua dimora.
Aprì la porta dello studio di suo padre ed entrò. Dietro di lei vi erano Rhadamanthys e poco dopo li raggiunse Aiacos e i genitori di lui.
La madre di Pandora si trovava seduta vicino al marito, mentre osservava Julian vicino a suo padre e sorrise.
-Mi scuso per essere entrata così nel bel mezzo della vostra conversazione, ma vorrei comunicarvi una mia decisione.- Suo padre osservò Pandora, era determinata e nessuno poteva fermarla .
-Cosa vuoi comunicarci?-
-Mi avete sempre detto di scegliere chi sarebbe adatto a me, ed io l'ho trovato.- Lo sguardo dei presenti andò su Rhadamanthys e in quel momento Julian e il duca Kediwes si alzarono.
-Pandora, tu non puoi sposare uno straccione!-
-La mia vita la gestisco io e credo che anche la regina la pensi come me.-
Tutto avvenne troppo velocemente, specialmente per Rhadamanthys che doveva entrare in un mondo completamente nuovo.
La famiglia di Pandora accettò quella relazione, ma ad una condizione, Pandora avrebbe sposato Rhadamanthys solamente se i due avrebbero vissuto in uno dei palazzi di proprietà degli Heinstein e che il suo sposo imparasse i modi di comportarsi.
Rhadamanthys accettò e il signor Heinstein decise che la madre sarebbe stata portata al palazzo e avrebbero pagato tutte le cure.
Il padre di Pandora si trovava insieme a sua moglie nella camera dov'era stata portata la signora Walden.
-Pensate solamente a guarire, per il resto ci pensiamo noi.-
La madre di Rhadamanthys era molto grata per quello che stavano facendo per lei, ma si vedeva che era molto triste, così raccontò cosa fosse accaduto a suo marito e dove lavorava anni indietro. Il padrone di casa conosceva quella storia, ma mai avrebbe pensato che un giorno il figlio di quell'uomo avrebbe conquistato il cuore di sua figlia.
Il problema rimaneva la famiglia Kediwes che odiava Rhadamanthys. Mentre la regina aveva invitato Pandora a palazzo insieme al suo futuro sposo, Julian e suo padre stavano organizzando un piano per far sparire Rhadamanthys e l'unica soluzione era rapirlo e portarlo nelle segrete del loro palazzo.
 
Per Pandora qualcosa non quadrava dopo l'ultimatum della regina, che Julian fosse andata a cercarla e la cosa non tornò nemmeno ad Aiacos, che consigliò alla cugina di parlarne con la regina.
Rhadamanthys era terrorizzato all'idea di incontrare una donna come la regina, ma Pandora riuscì a tranquillizzarlo.
Il giovane si sentiva a disagio e una volta giunto al palazzo reale, voleva tornare indietro, ma Aiacos che era con lui gli disse di calmarsi.
Pandora ebbe prima un'udienza privata con la regina.
-Così sei riuscita a trovare l'uomo dei tuo sogni.-
-Spero che possa piacervi, vostra maestà.-
-Sei preoccupata, Pandora.- La giovane alzò lo sguardo verso la regina e lei non aveva mai avuto peli sulla lingua e avrebbe detto ciò che pensava.
-Penso che qualcuno abbia riferito ai Kediwes del nostro accordo.- La regina osservò Pandora, che non era mai stato un tipo che raccontava menzogne.
-Chi può aver fatto la spia?- Si domandava la regina, ma poi pensò a quel giorno e alle persone che erano insieme a loro.
-Penso che una delle cameriere abbia fatto la spia a qualche ministro amico dei Kediwes.-
-Vostra altezza, ho paura che possano far del male a Rhadamanthys.-
-Stai tranquilla Pandora, io sono dalla tua parte e se agiranno troveremo il modo per incastrarli, ma ora presentami questo aitante giovanotto.-
La regina sapeva che Rhadamanthys non era nobile, ma era interessata alla sua vita e le piaceva ascoltare le storie e doveva ammettere che Pandora aveva scelto bene. Oltre che bello era anche interessante, doveva migliorare con le buone maniere, ma era passabile.
La regina approvò quella relazione.
I due innamorati erano felici, ma purtroppo non sapevano che il pericolo era dietro l'angolo e che i Kediwes avrebbero agito molto presto.



Note Autrice:
Pandora e Rhadamanthys tra mille difficoltà riescono a stare insieme, anche se non sarà facile per loro visto che la famiglia del rivale in amore sta pensando ad un piano per far sparire il povero Rhada.
Grazie per essere arrivati fin qui.

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Capitolo 9
*** Momenti di paura ***


-Un matrimonio con un servo...Mi chiedo come la regina abbia potuto approvarlo- La voce del capo famiglia dei Kediwes era colme di rabbia.
Se suo figlio Julian, non avrebbe sposato Pandora, la loro famiglia andrebbe in rovina.
-Cosa ci vede Pandora in quel tipo?-
-Non saprei, ma lui è riuscito a conquistarla...-
-La colpa è anche tua che non hai fatto abbastanza, ma per fortuna abbiamo ancora una possibilità: Faremo sparire il ragazzo rinchiudendolo nei sotterranei del palazzo.-
 
 
Era tardo pomeriggio, e Rhadamanthys stava studiando sui libri che le aveva dato il padre di Pandora per imparare a conoscere la storia della famiglia di quest’ultima.
Non era affatto facile, ma lo stava facendo solamente per lei, che lentamente aveva imparato a conoscere e amare.
Stava su quel libro da ormai qualche ora, ed era stanco.
Pandora aveva dovuto cedere alle richieste di sua madre nell'andare insieme a Violate, che doveva scegliere il suo abito da sposa.
Sapeva che avrebbe fatto tardi, per questo uscì dal palazzo per prendere un po' d'aria.
Mentre passeggiava, non si rese conto che nella proprietà Heinstein erano entrati alcuni uomini inviati dai Kediwes per rapire Rhadamanthys.
Tutto avvenne in pochi minuti, il giovane non poteva fare nulla contro quegli uomini che erano più numerosi, ma tutta la scena venne vista da Isabel che si trovava a sistemare la stanza di Pandora.
Era stato trascinato all'interno di una carrozza e portato via.
Quando Pandora tornò era ormai tardi, ma Rhadamanthys non era più lì. Isabel corse piangendo verso i presenti in lacrime, raccontando cosa aveva visto.
-Papà?- Pandora si voltò verso suo padre, che prese a pensare un modo per poter liberare Rhadamanthys e incolpare i Kediwes per ciò che avevano fatto.
-Tranquilla Pandora, riusciremo a liberarlo.- La giovane era preoccupata ed era tutta colpa sua, era lei che l'aveva esposto a quel pericolo.
Nei giorni avvenire, la notizia della scomparsa di Rhadamanthys raggiunse il palazzo reale e la regina decise di raggiungere la dimora Heinstein.
Si ricordò della conversazione avuta con Pandora e le sue paure. Voleva aiutare quella nipote che le ricordava se stessa da giovane.
L'unica figlia del conte Heinstein si era rinchiusa nella sua stanza e non voleva vedere nessuno, nemmeno Violate e Aiacos che erano preoccupati, fino a quando non venne annunciato l'arrivo della regina.
Non si fermò, ma chiese dove si trovasse Pandora e così venne accompagnata nella sua stanza.
Quando entrò, la trovò sul letto con lo sguardo assente.
-E' così che vuoi salvare il ragazzo di cui sei innamorata e hai lottato contro tutto e tutti?- Pandora in quel momento si voltò verso la regina.
-Conosco i colpevoli di questo rapimento, ma non ho le prove.-
-Dopo la nostra conversazione non sono stata di certo ferma ed ho fatto interrogare la cameriera che ci ha servito il tè il giorno del nostro patto.- La regina si sedette sul letto vicino a Pandora, prese ad accarezzare i capelli della giovane.
-Ho scoperto che lei ha rivelato del nostro patto con uno dei ministri molto amico dei Kediwes.-
-Come possiamo fare per salvare Rhadamanthys?-
-Lascia fare alla regina.-
 
Rhadamanthys era stato imprigionato e torturato. Nonostante quello che stava subendo, non si sarebbe mai arreso e, avrebbe trovato il modo per uscire di li.
Erano diversi giorni e conoscendo Pandora lo stava sicuramente cercando.
Si stava chiedendo per quanto tempo sarebbe rimasto ancora prigioniero dei Kediwes, proprio loro che avevano ucciso suo padre.
Lui era nascosto nelle segrete, ma sopra di lui, le guardie reali avevano fatto irruzione al palazzo dei Kediwes.
La cameriera della regina aveva parlato e minacciato con il licenziarla, così aveva fatto il nome del ministro che aveva confermato tutto.
Vennero tutti arrestati e Rhadamanthys venne trovato legato.
Alla notizia della sua liberazione, Pandora voleva andare da lui, ma prima di vederlo doveva essere visitato.
Il povero giovane aveva subito molte violenze e fu salvo grazio al suo fisico resistente.
Non appena le fu possibile, la contessina, entrò nella camera dove riposava l'uomo che amava e si sedette sul bordo del letto.
Le spostò le ciocche bionde, fino a quando la mano di lui non bloccò il polso di Pandora e la spinse verso di lui baciandola.
-Mi sei mancato.- Disse con voce Pandora, dopo essersi staccata dalle sue labbra.
-Anche tu...-
-Mi dispiace che tu abbia dovuto passare tutto questo per causa mia...-
-Per fortuna è andato tutto bene.-
-Ho alcune buone notizie da darti.-
Pandora aiutò Rhadamanthys a mettersi seduto sul letto e aspettava che Pandora prendesse parola.
-Tua madre sta migliorando.-
-Davvero?-
-Si!- Quella notizia lo rendeva felice, ma sapeva che vi era dell'altro.
-Ci sono altre buone notizie?-
-Per ordine della regina i Kediwes dovranno pagare anche per la morte di tuo padre e verrete rimborsati per ciò che vi hanno causato e in più hanno perso il loro titolo di nobili.-
-Quel signorino non poteva averti...-
Fu Pandora questa volta a baciarlo sulle labbra questa volta.
-L'ultima buona notizia e che stanno decidendo la data del matrimonio.- Rhadamanthys rimase in silenzio pensava di non essere pronto, ma fu lo sguardo di Pandora a fargli capire che non avrebbe rinunciato a lei.
-Non è la sposa a decidere il giorno delle nozze?-
-La regina ha insistito e poi e grazie a lei che sei salvo...Devo ammettere che gli piaci molto.-
-Pensa se non le piacevo...- I due presero a ridere.
-Tua madre dopo il matrimonio verrà a vivere con noi.-
-Sei sicura?-
-Perché no? Avrà bisogno di cure e non puoi lasciarla sola. Ho chiesto a mio padre se poteva aggiungere un'altra ala al palazzo per lei.-
Nonostante aveva ancora molti dolori l'abbracciò e si rese conto di quanto fosse stato fortunato a trovarla.


Note Autrice:
Come avevo detto questa sarebbe stata una mini long con i capitoli che varivano di lunghezza.
Questo è il penultimo capitolo e la prossima settimana pubblicherò l'ultimo.
Grazie per essere arrivati fin qui.

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Capitolo 10
*** I colori dell'amore ***


Era un giorno di novembre, nonostante fosse la classica giornata invernale fredda, grigia e cupa, tantissime persone affollavano le strade della città di Londra.
Per le vie non si parlava altro dei due matrimonio che si sarebbero celebrati a pochi giorni distanza l'uno dall'altro.
Era passato un anno e il primo matrimonio sarebbe stato quello di Violate. Il giorno delle nozze era arrivato e la sposa era seduta seduta di fronte a suo padre, nella carrozza bianca e oro diretta verso la cattedrale dove si sarebbe celebrato il matrimonio.
I cavalli bianchi che trainavano la carrozza erano stati addobbati con dei piccoli campanellini che tintinnavano ad ogni loro movimento.
-Sei bellissima piccola mia...-
-Grazie papà, ma ormai non sono più la tua piccolina...-
-Lo sarai sempre Violate...-
Poco dopo, la carrozza si fermò davanti alla cattedrale, vi erano moltissimi curiosi che volevano vedere la sposa scendere dal veicolo.
Poco prima dell'arrivo di Violate, l'arrivo della regina fu salutato da numerosi applausi e cori.
Quando la porta della carrozza fu aperta, la sposa uscì con uno splendido boquet di rosse rosse e bianche.
Suo padre uscì dietro di lei e le offrì il braccio per salire i gradini della cattedrale. Quando entrò si udì una dolcissima melodia che accompagnò la sposa lungo la navata.
Violate fece un grande respiro, per cercare di calmarsi, ma quando suo padre la lasciò e posò la sua mano su quella di Aiacos tutto ebbe un senso.
Lei era destinata a stare con lui, non sarebbe stata solo una moglie per lui, ma molto di più.
La cerimonia ebbe inizio e seduti in una delle prime file vi era Pandora accompagnata dai suoi genitori, il suo promesso sposo Rhadamanthys e la madre di lui che aveva avuto il permesso del medico di uscire per quell'occasione, ma senza stancarsi troppo, anche perché poi avrebbe dovuto accompagnare suo figlio all'altare.
Il giuramento nuziale seguì lo scambio degli anelli e una volta dichiarati marito e moglie, Aiacos, baciò la sua bellissima Violate tra gli applausi generali.
Dopo la cerimonia gli invitati vennero invitati al palazzo per festeggiare i neo sposi.
Pandora li osservava felici e poco dopo vicino a lei si avvicinò Rhadamanthys.
-Ti stai divertendo?-
-Sai benissimo che non amo particolarmente questo tipo feste, ma per loro ho fatto un eccezione.-
-Tra poco più di un mese dovrai sposarmi e sei sicura che ti divertirai?-
-Il momento in cui diventerò tua moglie sarà il bello...-
I due si guardarono, per poi tornare ai guardare i neo sposi ballare.
 
-Non pensate che dovrei indossare qualcosa di più semplice?Non vorrei essere troppo appariscente o sembrare una torta.- Provò a dire Pandora.
-Un vestito da sposa deve essere speciale.-Disse Violate
-Questo matrimonio non riguarda solo te tesoro, ma tutta la famiglia.-Pronunciò la madre, mentre si asciugava le lacrime, nel vedere la sua unica figlia con l'abito da sposa.
L'abito che l'avrebbe uccise si trovava nella sua stanza.
Pandora cerca di non pensare al suo matrimonio, ma era difficile con sua madre e Violate che fantasticavano sul suo giorno, ma lei le lasciò fare.
Il corpetto del vestito era adornato di perline e lustrini e lo strascico della gonna era molto lungo e Pandora si chiese come avrebbe fatto a camminare con indosso quell'abito.
Mentre veniva aiutata a prepararsi, fece un profondo respiro per calmarsi e non dare di matto quando si sentiva sotto pressione.
Aveva trovato l'uomo giusto per lei, Rhadamanthys, l'amava e la capiva. Quel giorno avrebbero cominciato una nuova vita insieme.
Gli invitati si erano riuniti tutti nella chiesa del palazzo reale dove attendevano la sposa.
Lo sposo era agitato, ma Aiacos riuscì a tranquillizzarlo.
La sposa salì sulla carrozza bianca che venne guidata dagli amici di Rhadamanthys quei due che l'avevano accompagnata a casa durante la sua fuga.
Pandora osservò per l'ultima volta il palazzo dove era cresciuta, per poi cominciare il tragitto che l'avrebbe portata a diventare la signora Walden, ma non avrebbe perso il suo status da nobile.
La regina per regalo di nozze, diede a Rhadamanthys un titolo nobiliare.
Tra i lunghi capelli tirati su indossava una piccola tiara appartenuta alla famiglia della madre.
La sposa fu accompagnata all'altare da suo padre, che aveva sempre appoggiato le decisioni della figlia e non l'aveva mai deluso.
Quando i due sposi furono l'uno di fronte all'altro la cerimonia iniziò.
Le promesse di matrimonio furono solennemente pronunciate e da quel momento diventarono marito e moglie.
 
Passarono due anni dopo il matrimonio e Violate diede alla luce due gemelli un maschio e una femmina.
La piccola venne chiamata Victoria, mentre il maschietto Richard.
Quando Pandora annunciò la sua gravidanza, i piccoli gemellini avevano compiuto un anno.
Tutti aspettavano con impazienza l'arrivo del bambino.
Ai futuri genitori non importava se fosse stato maschio o femmina, ma che fosse stato sano e in salute.
Era passata da poco la mezzanotte, era una notte calda di giugno quando Pandora ebbe i primi dolori.
Pandora dopo alcune ora diede alla luce una bambina. Era bellissima con tanti capelli.
Qualche ora dopo Pandora teneva tra le braccia la sua bambina addormentata e Rhadamanthys era vicino a lei ad osservarla.
-Ancora non abbiamo deciso il nome.- Disse Rhadamanthys.
-Grace.-
-Un bellissimo nome...-
Pandora voleva riposare prima di poter presentare alla sua famiglia la piccola Grace che era nata da un'unione impossibile.


Note Autrice:
Eccomi giunta alla fine di questa mini long.
Rhadamanthys e Pandora mi ispirano tantissimo per le storie AU e questa è la seconda che scrivo su di loro.
Avrei in mente un'altra storia su di loro e spero di pubblicarla presto.
Ringrazio tutti coloro che hanno messo nelle seguite e nelle preferite la storia ed hanno lasciato una recensione.
Spero davvero tanto che anche quest'ultimo capitolo sia di vostro gradimento.


 

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