gone with the sin

di unsynchronized
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** i ***
Capitolo 2: *** ii ***



Capitolo 1
*** i ***


Ricky ascolta gli HIM da quando era un ragazzino, ma non sono passati tanti anni da quando si è tatuato l'heartagram dietro l'orecchio. 

Ha molto senso, in realtà, questo tour invernale. Gli HIM sono una fonte di ispirazione e una parte importante della vita anche degli altri membri della band, non solo per Ricky; è Ville che, tra gli altri, ha spinto Ricky e Chris a farsi musicisti, dopotutto. Musicalmente, forse l'influenza non è così chiara; i riff dei Motionless sono molto più rumorosi e aggressivi, la voce di Chris un urlo arrabbiato e disperato, in luogo della dolcezza, della carezza all'anima che è la voce di Ville. 

Ricky non è preoccupato per il successo del tour. Andrà sicuramente bene, nonostante le differenze stilistiche tra le due band, nonostante i Motionless urlino e gli HIM accarezzino. Sarà un'esperienza completa, con dissonanze e assonanze, veemenza e dolcezza, odio e amore; ci sarà tutto. L'heartagram - non significa d'altronde esattamente questo? 

Il problema non è il tour, né sono gli HIM in sé; mentre aspetta seduto nel backstage della venue la prima sera, sguardo basso sulle mani in grembo, Ricky sa che a causargli il nodo alla gola è Ville. 

Ricky non ha mai incontrato Ville. Lo ha visto più volte in concerto, chiaramente, ma non ha mai avuto l'occasione di parlargli. Di guardarlo negli occhi. 

Chris è in piedi di fronte a Ricky, si riscalda la voce; Vinny si vernicia il collo di nero davanti allo specchio illuminato. Gli altri sono altrove. A parte per i vocalizzi di Chris, c'è silenzio. E a Ricky questo silenzio non piace, perché non fa che amplificargli il suono del sangue che gli pompa nelle orecchie. 

Arriverà il momento in cui incontrerà Ville, e quel momento sarà senza dubbio stasera. E sarà un momento dirimente. 

Un mito si può creare o distruggere in un secondo, con una parola, anche falsa, con un gesto. Un mito è come porcellana, si può scheggiare con estrema facilità. E Ricky non vuole scheggiare l'immagine che ha di Ville Valo, suo idolo da quand'era ragazzino, la persona che ha sempre cercato di essere, emulare, ricreare. A questo pensiero il suo sguardo si sposta sul suo braccio sinistro; la pelle è coperta di vernice nera, ma sotto c'è l'inizio di una manica. Ville ne ha una simile, e Ricky mentirebbe a se stesso se negasse di aver pensato a lui quando l'ha cominciata. Mentirebbe, se affermasse che indossa berretti per una questione di stile, o le sciarpe perché ha freddo. 

Ma chi è veramente Ville Valo? Ricky non lo sa, e forse sperava che non lo avrebbe mai saputo. Supportare gli HIM in tour era il sogno della sua vita. Ma adesso che si trova nello stesso edificio con loro, vorrebbe soltanto che Ville rimanesse quel bellissimo, misterioso cantante dalla voce calda e confortante dall'altra parte dello schermo. Irraggiungibile. Che quegli occhi di smeraldo non incrociassero mai i suoi, timidi e impauriti, e che quella voce inebriante non si rivolgesse mai a lui.  

“Sono in bagno,” annuncia Ricky, alzandosi in piedi. “Venitemi a chiamare quando tocca a noi.” 

Vinny lo guarda per un attimo, annuisce, poi riprende a truccarsi. 

Ricky fa un respiro profondo quando chiude la porta dietro di sé. Si dirige verso il bagno, pensando all'acqua fredda sul viso come unica plausibile forma di sollievo. Anche una sigaretta andrebbe bene, effettivamente, ma ha lasciato il suo pacchetto in camerino… 

La maniglia della porta del bagno si abbassa prima che lui possa afferrarla, e quando si trova di fronte proprio Ville, il sangue nelle sue vene raggela. 

“Oh, scusami,” dice Ville, e la sua espressione neutra presto si trasforma in un sorriso. “Ricky, vero?” 

Ricky si sforza di respirare; gli è impossibile guardare in quegli occhi verdi, ma non può neanche fare la figura del cafone, cazzo! 

“S-sì.” 

Ricky sa che dovrebbe dire qualcos'altro, sa che dovrebbe alzare lo sguardo e guardarlo dritto in volto, anche se quegli occhi sono troppo, troppo belli, anche se quella voce così grave gli fa vibrare tutte le interiora. Ma non ci riesce. 

“E' un piacere conoscerti. Io sono Ville.” 

 

*** 

 

Il set dei Motionless va meglio di quanto Ricky si aspettasse; suonano bene e la folla sembra coinvolta, energica, reattiva. Tutto l'edificio urla le parole di Chris, il cui carisma riesce come sempre a sedurre chiunque. 

Il livello di adrenalina nel corpo di Ricky è ancora altissimo, e le sue mani tremano mentre si toglie la chitarra di dosso. Anche gli altri sono entusiasti: Vinny non trattiene un urlo di gioia, poi corre verso Balz e gli batte il cinque. Ricky non può che sorridere alla scena. 

“Hey,” dice Chris, distogliendolo dagli altri compagni. “Gli HIM suonano fra qualche minuto. Vogliamo andare su a guardare il loro set?” 

Ovviamente. Ricky quasi si dimentica che anche lui ha l'heartagram tatuato sul braccio. Sorride e gli fa cenno di sì con la testa, per poi seguirlo dietro le quinte. 

Il cuore gli sale in gola quando dall'altra parte del palco, dietro le quinte opposte, nota l'altra band che aspetta di entrare. In quel momento, lo sguardo di Ville incrocia il suo, e Ricky si deve trattenere dal sussultare. La sua reazione attira l'attenzione di Chris, che ora osserva incuriosito lo scambio di sguardi fra i due, e il sorriso che Ville lancia al suo amico proprio prima di iniziare a cantare. 

“Hai conosciuto Ville?” chiede Chris, piuttosto sorpreso. 

“L'ho incrociato,” Ricky fa spallucce. 

“E com'è? Io ho molta ansia di parlarci, ma so che non posso evitarlo per sempre.” 

“Ti capisco,” confessa Ricky. “Sembra molto gentile e tranquillo. Mi mette un po' in soggezione, però.” 

“E' comprensibile,” risponde Chris. “Senti che voce.” 

Buried Alive by Love finisce, e dopo aver cantato l'ultima nota, Ville si volta di nuovo verso Ricky; e stavolta è Ricky a sorridere per primo, mentre gli applausi e le urla dei fan riempiono la sala. 

“E' molto bello,” dice Ricky, quasi sottovoce, senza guardare Chris. La seconda canzone inizia. 

“Sì, mi avevi detto che Love Metal era il tuo album preferito.” 

“No, intendo…” Ricky sospira. “Ville.” 

Chris risponde dopo un momento, ed è un semplice “oh”. 

 

*** 

 

E' dopo le docce che la situazione si fa di nuovo strana. Ville si è presentato al camerino dei Motionless, per congratularsi con la band e presentarsi, non avendolo ancora formalmente fatto; era nervoso per il primo show e aveva preferito non parlare con nuove persone. Sentendo queste parole, Ricky guarda Chris: è sicuro che lui possa capirlo bene, ansioso e perfezionista per com'è. 

Chris sembra calmarsi sempre di più. Era visibilmente nervoso quando Ville si è materializzato davanti a lui, tutto occhi verdi e boccoli castani, ma più ci parla, più sembra sciogliersi. 

Poi invita Ville ad accomodarsi, indicandogli il divano. 

“Oh, stavo per uscire a fumarmi una sigaretta, in realtà,” dice Ville. “Ricky, ti va di accompagnarmi?” 

Ricky sgrana gli occhi per un istante e cerca di non dar a vedere che il respiro gli si è fermato in gola. Sente gli occhi di Chris su di sé, ma continua a guardare Ville. 

“Certo,” gli dice alla fine, impegnandosi a suonare il più disinteressato possibile. 

Poi lo segue fuori. 

 

Fa freddo fuori, ma è quel freddo secco che non penetra nelle ossa. Ville non si è portato neanche la giacca; l'inverno americano non deve essere niente per lui, il suo corpo abituato alla fredda Finlandia. Ricky guarda il suo respiro condensarsi a pochi centimetri dal suo viso e intrecciarsi al fumo che espira. 

“Non vi avevo mai sentiti prima. Il vostro stile è forse un po' troppo rumoroso per i miei gusti, ma siete bravi.” 

Ricky abbassa lo sguardo, guance caldissime. “Grazie.” 

“Ti va di dirmi un po' di te?” 

C'è poco da fare, Ricky non riesce minimamente a darsi una calmata. Fa un tiro prima di iniziare a parlare. 

“Suono nella band da cinque anni. Vengo da Seattle, mi sono trasferito in Pennsylvania quando ho conosciuto Chris.” 

Ricky si porta nuovamente la sigaretta alla bocca. Non riesce a pensare ad altre cose da dire - la sua vita non è così interessante, in fin dei conti, e non ha idea di cosa Ville vorrebbe davvero sapere. 

“Sei nervoso?” 

Ricky sospira, e si rende conto che la sua sigaretta è finita. 

“Un po'.” 

“E perché mai?” 

Ville sta complicando le cose. Come dovrebbe rispondere senza fare la figura del coglione? Questa è una delle volte in cui vorrebbe avere la parlantina di Chris, anche se il suo desiderio predominante al momento sarebbe quello di scappare. O scavarsi una fossa. Insomma, tirarsi fuori dalla stretta di Ville, che per qualche motivo gli sembra sempre più sicura e invadente. 

“Cosa vuoi da me, Ville?” 

Non è infastidito od ostile. Vorrebbe solo cercare di capire - perché sapeva il suo nome quando l'ha incontrato in bagno, perché gli sorrideva durante la performance, perché gli ha chiesto di uscire a fumare. 

Ville sorride, butta il filtro per terra e lo calpesta con un piede. Si china leggermente verso Ricky, così vicino al suo viso che l'altro ne avverte il calore. 

“Hai destato il mio interesse. Pensavo la cosa potesse essere reciproca.” 

Ricky indietreggia, ma se ne rende conto solo quando la sua schiena incontra il muro. È in trappola. Da una parte il freddo cemento, dall'altra la calda presenza di Ville. Non riesce a discernere l'ansia dalle farfalle nello stomaco, e gli smeraldi che Ville ha al posto degli occhi sembrano scrutargli dentro - Ricky sa che, qualsiasi cosa facesse o dicesse, Ville saprebbe esattamente cosa gli frulla in testa. È vulnerabile, esposto. Non può sfuggirgli. 

Ricky non risponde, ma lascia che Ville gli tocchi i capelli; avvolge una ciocca intorno al suo dito, poi l'alliscia lasciandola scorrere tra indice e medio. 

“Hai l'heartagram dietro l'orecchio,” dice Ville, la sua voce profonda un sussurro. Ricky sperava non lo notasse. È piuttosto imbarazzante. 

Qualcosa del suo linguaggio del corpo deve aver recapitato questo messaggio a Ville, perché subito si allontana. Il suo sorriso è dolce, rassicurante. Ricky è improvvisamente colto da un conflitto interiore - abbassare la guardia? Lasciarsi andare al tocco del bel cantante? O scusarsi, tornare dentro dalla sua band, fare finta che nulla sia mai successo e non guardare mai Ville negli occhi di nuovo? 

È questione di un attimo. 

“Mi sei sempre piaciuto… tantissimo, Ville,” gli confessa, il cuore un martello pneumatico nello sterno. Ville si rilassa visibilmente, e sul suo viso balena un'espressione che Ricky non è sicuro di decifrare bene - divertita, lussuriosa, o entrambe? 

“Sì?” dice Ville, quasi annullando la distanza tra loro due. “Quindi, se ti baciassi adesso, me lo lasceresti fare?” 

Quella voce è in grado di far rabbrividire Ricky in qualsiasi circostanza, ma in questa specifica situazione, il povero ragazzo non è convinto di poter reggere il colpo. Ville ha preso a toccargli le braccia, sfiorandole appena con le dita attraverso i vestiti, e Ricky è già sopraffatto. 

Ricky si fa coraggio e alza lo sguardo agli occhi di Ville, poi annuisce. Sente il suo respiro sulle labbra per quanto è vicino, e sussulta quando la bocca di Ville incontra la sua. 

Mai, mai nella vita Ricky si sarebbe aspettato di trovarsi tra le braccia di Ville Valo dopo un concerto in una fredda serata dicembrina, fredda sì, ma non di quel freddo che penetra le ossa, fredda sì, ma addolcita dal calore e dalla morbidezza del bacio di Ville, le sue labbra carnose e la sua lingua gentile e le sue mani forti, virili poggiate teneramente ai lati del suo collo. 

Ricky non trattiene un debole gemito, e le labbra di Ville si curvano in un sorriso contro le sue. Si sentiva già stupido prima; ora è del tutto certo che Ville gli abbia fritto quei pochi neuroni funzionanti che gli erano rimasti. 

(Dovrà pensare con qualche altro organo. Uno a caso.)

Quando Ville rompe il bacio, Ricky non vuole lasciarlo andare. Ville ride dolcemente a quella che dev'essere un'espressione di disappunto sul volto di Ricky, e gli bacia per un'ultima volta le labbra prima di mettersi le mani in tasca e fare un passo indietro. 

“Ci vediamo domani, sweetheart.”

E si dirige verso il bus degli HIM, senza voltarsi una volta. 

   

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Capitolo 2
*** ii ***


Quando Ville gli ha detto che vive in una torre, Ricky pensava scherzasse. Perché Ville è così, scherza molto, la sua ironia non sempre distinguibile nelle sue parole. E invece è proprio in una torre che Ricky si trova in questo momento, una torre alta, arredata secondo uno stile romantico, dalla cui cima si vede tutta Helsinki (che è abbastanza piccola, Ricky conclude). Non c'è neanche il campanello. 

La stanza da letto di Ville si trova all'ultimo piano, ed è piuttosto piccola; una chitarra acustica è sul parquet ai piedi del letto, un paio di posacenere su comodino e scrivania. Sulla parete più lontana, una porta conduce al bagno; e se la camera da letto poteva sembrare austera, tutto il contrario si può dire di questo ambiente. E' enorme, le porcellane bianchissime, uno specchio prende quasi un'intera parete; i muri sono di marmo rosso intarsiato d'oro. Al centro vi è una grande vasca bianca incastonata nel marmo, ed è lì che Ville si dirige, lasciando Ricky ad ammirare l'opulenza del bagno dalla soglia. Apre l'acqua e la lascia scorrere, dopodiché accende le candele sui bordi della vasca. La luce artificiale è soffusa, e le piccole fiamme illuminano il volto di Ville chino su di esse per un breve istante. 

“Le idee migliori per le mie canzoni mi vengono in questa vasca,” dice il cantante, togliendosi la maglietta. “Entra pure.” 

Ricky si fa coraggio e raggiunge Ville al centro del bagno. Vorrebbe toccarlo e baciarlo, ma gli sembra di capire che lui ha altri piani al momento, mentre chiude il rubinetto e finisce di spogliarsi. 

Ricky e Ville non si sono mai trovati in situazioni intime prima. Il tour è finito solo ieri, e lì era impossibile riuscire a stare da soli per più di dieci minuti, e ancora più difficile era mantenere una certa segretezza a riguardo. Quando Ville gli ha proposto di venire con lui a Helsinki invece di tornare in Pennsylvania, Ricky non avrebbe potuto dire di no neanche se avesse voluto. Tutto ciò che desiderava era più tempo da solo con Ville, imparare a conoscerlo meglio e non dover avere paura di essere scoperto. 

Tuttavia, ora che è completamente nudo davanti a lui, Ricky vorrebbe un po' morire. E' di una bellezza disarmante, ma su questo non è che ci fossero dubbi; Ricky cerca di non fissare, ma i suoi occhi sono attratti da tutti i tatuaggi che ha sul busto, dal loro aspetto che cambia leggermente quando Ville si immerge in acqua e si rilassa con un sospiro. 

“Mi piacerebbe molto vederti scrivere musica,” dice Ricky, sedendosi sul bordo della vasca. La sua voce è debole. 

“Un'altra volta, magari,” Ville tiene gli occhi chiusi. “Sono molto stanco. Immagino lo sia anche tu.” 

Effettivamente vengono da viaggio intercontinentale durato quindici ore, e il jet lag pesa sulla mente e sul corpo di Ricky, ma l'adrenalina lo tiene ben sveglio e attento. 

“Posso fare qualcosa per farti rilassare meglio?” 

Ville non apre gli occhi, ma le sue labbra si curvano in un sorriso. 

“Toccami.” 

Il cuore di Ricky rischia di spaccargli la gabbia toracica, e la sua mano trema mentre l'avvicina a una ciocca dei suoi capelli, un riccio che gli cade sul lato del viso. Ricky non sa il perché di questa sua reazione. Non è di certo la prima volta che lo tocca; ma in questo momento tutto sembra più intimo, personale, e le luci basse proiettano ombre sulla figura di Ville che sottolineano i suoi lineamenti e lo rendono ancora più bello. Quindi forse è quello. 

Ville mormora quando le dita di Ricky si lasciano indietro ogni esitazione, massaggiandogli i capelli teneramente, per poi arrivare al collo e alle spalle. La sua pelle umida è morbida, e l'unico suono che si sente è quello dell'acqua quando Ville si muove appena nella vasca. 

“Sei bellissimo,” dice Ricky, tutto il suo corpo improvvisamente ardente di desiderio. Non è più abbastanza. Le mani sulla sua pelle non sono più abbastanza, il suo essere nudo, a mollo, inerme e con le difese abbassate, per quanto meraviglioso da contemplare, non è più abbastanza. Ricky avverte il suo respiro appesantirsi. 

“Vuoi unirti a me?” 

Ricky è in piedi prima ancora di accorgersene. Le sue mani tremano - tutto trema mentre si toglie i vestiti, ed è costretto a poggiare la mano sul bordo della vasca per non cadere. Teme che le sue ginocchia possano cedere. Ville afferra l'altra mano delicatamente e lo guida nella vasca: l'acqua è tiepida, piacevole, dei brividi percorrono i suoi avambracci. Si sdraia lentamente, lasciando che il suo corpo venga sommerso centimetro dopo centimetro dall'acqua, e la parte posteriore del suo fisico si posa su Ville, che lo stringe forte a sé. Ricky poggia la testa sul suo petto e le dita di Ville gli sfiorano la spalla e il braccio; il contatto è rassicurante e Ricky finalmente sente di potersi rilassare. Non è facile rilassarsi intorno a Ville: Ricky fatica ancora a vederlo come suo pari. Ma adesso, nudi e abbracciati in una vasca, Ricky sente le mura che aveva innalzato intorno al suo cuore venire demolite mattone dopo mattone, e la vulnerabilità gli fa paura, ma il desiderio, l'attrazione che prova per Ville la superano di gran lunga. Sospira mentre si sente trasportare in un'altra dimensione, il battito del cuore dell'altro che scandisce il tempo di quest'ascesa. 

Ville gli accarezza i capelli e Ricky si lascia andare al tocco, portando su il naso e inspirando il profumo del suo collo. Lo inebria. A questo punto Ricky è solo vagamente consapevole delle sue azioni, e porta le sue labbra su quello stesso punto del collo, baciandolo con dolcezza. 

Ville poggia due dita sotto al suo mento e se lo porta alle labbra, bocca contro bocca, mani nei capelli, cuori sincronizzati. 

“Sei dolce,” sussurra Ville, separandosi solo un attimo. 

“Mi piace qui,” dice Ricky. 

“Allora resta.”  

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