un odio chiamato amore

di il dolce bacio di Harry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E se avessi paura? ***
Capitolo 2: *** Che diavolo è successo oggi? ***
Capitolo 3: *** Parole pesanti ***
Capitolo 4: *** E se non ci fossimo mai odiati? ***
Capitolo 5: *** Ho capito che mi piaci. ***
Capitolo 6: *** Tra le braccia del mio 'fidanzatino'. ***
Capitolo 7: *** L'ho detto che alla fine ci sgameranno. ***
Capitolo 8: *** A proposito di Harry... ***
Capitolo 9: *** La serata al Red. ***
Capitolo 10: *** Presentazioni in famiglia Styles. ***
Capitolo 11: *** Finalmente sei mio. ***
Capitolo 12: *** Festa a sorpresa. ***
Capitolo 13: *** I nostri ti amo. ***
Capitolo 14: *** Benvenuti a casa 'Styles-Smith' ***
Capitolo 15: *** E così, siamo a tre... ***
Capitolo 16: *** Serata sia! ***
Capitolo 17: *** Che 'bella' notizia. ***
Capitolo 18: *** Aria di 'litigata'. ***
Capitolo 19: *** Uno strano feeling... ***
Capitolo 20: *** Litigata 2.0 ***
Capitolo 21: *** Qualcosa deve cambiare... ***
Capitolo 22: *** Happy B-day Mr Styles. ***
Capitolo 23: *** Guai in vista. ***
Capitolo 24: *** Due mesi al grande giorno. ***
Capitolo 25: *** Un mese al grande giorno. ***
Capitolo 26: *** Una settimana al grande giorno. ***
Capitolo 27: *** 28 Giugno, il grande giorno. ***
Capitolo 28: *** Sono qui ma tu non ci sei. ***
Capitolo 29: *** Ha senso tutto questo? ***
Capitolo 30: *** E sono ventotto anche per te Caroline Smith... ***
Capitolo 31: *** Il misterioso bouquet di fiori... ***
Capitolo 32: *** Opss... ***
Capitolo 33: *** Ed ora? ***
Capitolo 34: *** Risposte. ***
Capitolo 35: *** Prove per una convivenza pacifica... ***
Capitolo 36: *** Perché mi batte forte il cuore? ***
Capitolo 37: *** Lì, lì per cedere. ***
Capitolo 38: *** Casa, ricordi, momenti speciali. ***
Capitolo 39: *** Piccole risposte. ***
Capitolo 40: *** Una stupida presa in giro. ***
Capitolo 41: *** Una dolcissima sorpresa. ***
Capitolo 42: *** Calamite. ***
Capitolo 43: *** Io, riesco ad andare avanti. ***
Capitolo 44: *** Baci rubati, baci voluti. ***
Capitolo 45: *** Ci sono io adesso. ***



Capitolo 1
*** E se avessi paura? ***


Ehila, salve a tutte/i.
Prima di postare il primo capitolo, ci tengo a precisare alcune cose perché questa storia in realtà sarebbe dovuta concludersi da un bel pezzo.
Comunque eccoci qui…
Tutto inizia nel lontano 2013 quando inizio a pubblicare i capitoli della mia ff ‘un odio chiamato amore’ per poi cancellarla due o addirittura tre anni fa, finendo così nel dimenticatoio.
Senza troppi rancori insomma.
Non avevo più la voglia, la pazienza per partorire nuove idee, scene e situazioni.
Ero incappata nel cosiddetto blocco dello scrittore.
Zero ispirazione, solo fogli bianchi davanti a me.
All’inizio non potevo crederci visto che mi ero impegnata parecchio e mi ero messa in gioco nonostante insicurezze, paure ed enormi dubbi ma poi col passare del tempo me ne sono fatta una ragione pensando che fosse meglio così.
Anche perché mi ero allontanata dai miei beniamini del tempo (one direction) e da Harry in particolare (che fino a quel momento era stato per me fonte di ispirazione infinita).
Vi spiego brevemente di cosa parlava (parla) la mia storia, così da poterci capire qualcosa.
Caroline Smith, una ragazza profondamente complicata, restia a fidarsi delle persone e del mondo in generale (una difficile da gestire in pratica) vive con la sua migliore amica Lerya e passa le giornate tra shopping, risate, gossip e uscite con i suoi amici.
Liam, Niall (suo migliore amico da sempre e per sempre), Louis, Zayn (che sta con Lerya) e… lui.
Il famigerato Harry Styles.; con cui Caroline ha un rapporto pessimo, a voler essere buoni.

Continui bisticci, litigate, punzecchiate, insulti vari sono all’ordine del giorno tra i due.
Il tutto si complica quando la ragazza dopo aver perso una sfida (decisa dallo stesso Styles) è costretta ad andarci a letto.
Da lì inizia il casino: Harry svela al mondo intero (ad una festa) la notte di passione tra i due facendo il gradasso trattandola come una poco di buono, Caroline perde le staffe, si dispera, lo insulta ma cerca di andare avanti nonostante tutto.
Harry col passare dei giorni è strano, un giorno sembra voler stare con lei, l’altro giorno la denigra mandandola sempre più in tilt fino a che i due non si ritrovano a dover passare la notte in un casolare abbandonato per via di un temporale che li blocca mentre stanno raggiungendo i loro amici per passare alcuni giorni fuori (precisamente nella casa al lago di Liam).
I ragazzi il giorno dopo riescono finalmente a raggiungere i loro amici che preoccupati chiedono che fine avessero fatto, dove fossero stati; così dopo le varie spiegazioni etc i ragazzi decidono che sia arrivato il momento di iniziare a godersi questa mini vacanza.
Ed è proprio da qui che parte il primo capitolo.
 
Intanto ringrazio voi tutti per l’attenzione (se qualcuno mai leggerà questa breve introduzione) ma soprattutto ringrazio Harry perché a distanza di anni è ripiombato nella mia vita illuminandomi come un faro nell’oscurità e permettendomi di sognare ancora un po’.
Grazie per l’attenzione.

S- xx


'E se avessi paura?'

 
< Eccoti! Ce ne hai messo di tempo... > esclama Harry con uno sguardo scocciato.
Scuoto la testa prima di proferire un secco < taci Styles >.
Harry sta per rispondere ma viene bloccato da Lerya che propone a tutti di incamminarci verso la riva del lago per la gita in canoa in programma.
Mi incammino silenziosa mentre la mia amica mi affianca e domanda curiosa < tutto bene? >.
Annuisco prima che la mia amica riprenda a chiedermi specificando < intendevo, tutto bene con Harry? >.
Al sol sentire pronunciare il nome roteo gli occhi e sbuffo prima di rispondere < mhhh, sì  >.
< Non sei convinta >.
< È che... lo odio > sbotto massaggiandomi la fronte mentre vedo la mia amica ridere.
< Si, e questo lo avevamo capito... ma volevo assicurarmi che fosse andato tutto bene >.
La guardo dubbiosa prima di dirle < mi dici che vuoi sapere? >.
< Se... se bhe voi due... > prova a dire prima che io la blocchi < mi stai chiedendo se noi due l'abbiamo fatto stanotte? >.
Lerya annuisce portandosi una mano fra i capelli aspettando una risposta che non tarda ad arrivare.
< No, assolutamente no; è successo una volta ma non succederà più >.
Annuisco diverse volte, più a me stessa che alla mia amica come ad infondermi coraggio.
Quel coraggio che mi manca.
Perché ammettiamolo, Styles è veramente un bel bocconcino.
Di quelli da provare, riprovare allo sfinimento.
Senza sosta, senza freni.
Le sue mani, oddio quelle mani!
Ti mandano letteralmente in estasi... e la bocca.
Della bocca vogliamo parlarne?
Arrossisco mentre ripenso alle sue labbra sulle mie, sul mio collo e sul mio
corpo.
< Senti non pensiamoci più ok? > chiede la mia amica capendo il mio disagio nel ricordare quella notte.
Come se mi avesse letta nel pensiero.
Annuisco distratta fermandomi di fronte ai ragazzi che ci guardano curiosi.
< Che c'è? > chiedo sulla difensiva.
< Niente, è che... ce ne avete messo di tempo prima di arrivare è > esordisce Zayn facendoci un occhiolino.
< Malik, dovevamo parlare > lo ammonisce la ragazza prima di essere interrotta da Niall che chiede come un impiccione di che cosa dovevamo parlare di così importante.
< Di niente > mi affretto a spiegare iniziando a giocare coi miei capelli nervosa.
< Bha sarà... > dicono Zayn e Niall.
Alzo lo sguardo incontrando il sorriso beffardo di Harry così acidamente chiedo < che vuoi tu? >.
Il riccio ride per dei secondi per poi indicarmi il collo e dire < fossi in te non giocherei così tanto coi capelli... sai com'è si vede >.
Strabuzzo gli occhi e lo fulmino prima che quest'ultimo si avvicini pericolosamente continuando a stuzzicarmi per bene.
Lo guardo allibita mentre sghignazzando prende una ciocca di capelli alzandola e mostrando a tutti quello che nessuno avrebbe dovuto vedere.
< Che sta succedendo? > domanda il biondo ingenuo come non mai.
Vedo Liam guardarlo spiegandogli < credo che probabilmente Harry abbia fatto un succhiotto alla nostra Caroline >.
Con una mano tolgo quella del riccio prima di affrettarmi ad insultarlo < ma perché sei così coglione? >.
< Non ti arrabbiare dai, non è successo nulla > spiega il riccio facendomi un occhiolino.
Sento la mia faccia avvampare a causa della rabbia che sale prima di aggredirlo < allora se non è successo nulla, non tirare fuori cose che non c'entrano nulla al momento... invece di fare il solito deficiente, idiota e troglodita che non sei altro >.
< Non scaldarti così tanto, sai che mi fai impazzire quando ti arrabbi... > mi stuzzica pizzicandomi su un fianco facendomi saltare per via del tocco.
< Ti odio cazzo! >.
I miei amici ridono prima che Zayn chieda < andiamo? >.
< Allora abbiamo tre canoe > inizia a spiegare Liam per poi riprendere da dove si era interrotto < due da due e una da tre >.
< Io vado con Liam > dice Louis.
< Io vado con Zayn >.
< Io vado con Niall > tento di dire prima di essere interrotta da Liam che riporta l'attenzione su di lui senza troppi convenevoli < frena, frena, frena... dobbiamo organizzarci bene >.
< Liam? > chiede Zayn prima di ammettere imbarazzato < io preferirei non stare nella canoa da due, non mi fido molto di andare in acqua come ben sapete >.
Vedo Lerya dargli un buffetto sulla guancia e annuire dicendo < sì, direi che io e Zayn dobbiamo dividerci >.
< Direi di far così: io, Zayn e Louis andiamo in quella da tre > afferma Liam indicando i due amici e la canoa alle loro spalle.
Non faccio in tempo a prendere parola che Lerya, quella che dovrebbe essere la mia amica si precipita a prendere parola < io vado con Niall! >.
Non ci metto molto a capire che siamo rimasti solo io e Harry.
Nell'ultima canoa a disposizione.
Bello è?
< Bhe quindi tu e Caroline prenderete l'ultima canoa > intima Liam all'amico mentre io esordisco con un bel < fantastico! >.
< Non essere troppo eccitata > mi punzecchia Harry prima che lo guardi in malo modo.
< Ne prevedo delle belle > sussurra Zayn agli altri indicando me ed Harry avviarci verso la canoa.
Mi volto mostrando un dito medio prima di girarmi a causa delle lamentele del riccio sul fatto che non mi muovo mai, che sono sempre lenta.
Lo ignoro aspettando che gli altri mi raggiungano prima di dire ad Harry <
io non voglio stare dietro >.
< Davanti ci sto io Smith, non rompere >.
< Che palle oh, voglio starci io davanti > continuo iniziando a brontolare come una bambina capricciosa.
< Sei veramente una seccatura >.
Gli tiro uno scappellotto prima di salire sulla canoa e avvicinarmi al riccio attenta a non cadere; poi con una spinta allungo una gamba sopra la spalla del riccio per portarmi avanti incurante dei suoi insulti.
Arrivata a destinazione mi volto e gli faccio cenno di spostarsi nel sedile posteriore; ordine a cui subito ubbidisce visto che si sposta indietro sbuffando più volte.
< Oh, così ragioniamo > dico contenta di aver vinto questa piccola partita col mio nemico dagli occhi verdi.
Alle mie spalle sento ridere Harry sghignazzando così gli chiedo cosa c'è da ridere.
< Bhe, non mi va tanto male star qua dietro >.
Mi volto e alzo un sopracciglio mentre il riccio dice mordendosi il labbro < c'è un bel panorama quaggiù >.
Impiego diversi secondi per capire a cosa si riferisca, ma non appena capisco che il soggetto di tanta attenzione altri non è che il mio sedere, impazzisco di brutto.
< Guarda avanti > dico nera.
< Infatti, guardo avanti > controbatte il riccio prima di riprendere a commentare il mio di dietro < certo che sei messa bene di dietro Smith >.
Mi mordo la lingua per non iniziare a prenderlo a parole dicendo solo < muoviamoci, gli altri ci hanno superato da un pezzo >.
Detto ciò inizio a muovere i remi cercando di stare al suo ritmo stando attenta a non schizzare l'acqua dietro.
Mi volto intorno per godere del panorama bellissimo che ci circonda restando effettivamente estasiata.
Rilassante, a dir poco.
Dai colori, dalle onde del mare e dai cinguettii degli uccellini che ci osservano dagli alberi.
In lontananza vedo la canoa di Niall e Lerya e sorrido nel vedere la mia amica leggermente in difficoltà.
Se io sono l'anti sport, lei lo è ancora di più.
La differenza è che io mi adatto cercando di accontentare tutti, la maggior parte delle volte.
< Non te la cavi proprio malaccio > afferma Harry riportandomi alla realtà.
Faccio spallucce < pensavo di essere molto peggio >.
< Nah, non mi è andata male dopotutto > dice prima di sussurrare quasi un < comunque scusa per prima >.
Mi volto aspettando la sua risposta < bhe, per la questione del succhiotto >.
< Ah > dico prima di fare un cenno con la mano attenta a non far cadere il remo.
< No, sul serio... mi dispiace non volevo metterti in imbarazzo >.
Senza rendermene conto giudico < eppure lo hai fatto >.
Senza accorgermene il riccio si sposta in avanti, venendosi a sedere vicino a me anche se questo implica lo stare stretti e appiccicati come sardine.
< Così parliamo meglio > giustifica il suo gesto di poco prima.
Annuisco prima che inizi a parlare < volevo solo fare il simpatico >.
< Prima > aggiunge osservandomi.
< Non sei simpatico in quel modo > lo ammonisco guardando in avanti.
Sbuffa < hai ragione >.
< Anche perché chissà cosa penseranno i ragazzi > confesso imbarazzata.
< Ti importa di quello che potrebbero pensare? >.
Ci penso su due secondi prima di dire un secco no.
< Allora non vedo dove sia il problema >.
< Il problema è che ogni volta te ne esci raccontando cose e.... > tento di dire prima di bloccarmi.
< Poi? > tenta di spronarmi il riccio prima che effettivamente riprenda la parola < gli altri potrebbero pensare che ad un tuo schiocco di dita io casca come una pera >.
Poi senza aspettare sbotto < così sembro proprio una poco di buono >.
Vedo Harry accigliarsi prima di enunciare convinto < le poco di buono sono altre, non tu Smith >.
< Sì, sì ok... ma l'altra volta hai spifferato a tutti quello che è successo, questa volta il succhiotto; perché lo fai? > chiedo guardandolo finalmente.
Lo vedo pensare prima di dire sinceramente < ti giuro che non ci faccio apposta o per farti sentire a disagio... è che sono fatto così >.
Sto per dire la mia quando Harry riprende la parola < forse è questo che mi frega, questo lato del mio carattere... fa allontanare la gente >.
Lo vedo dispiaciuto, profondamente e  questo mi dispiace perché non volevo rattristarlo o fargli pensare di essere sbagliato.
Così senza pensarci ammetto < io non mi allontanerò da te per questo lato del tuo carattere, tranquillo >.
Vedo il riccio strabuzzare gli occhi perché probabilmente non si aspettava una riposta di questo tipo; infatti voltandosi mi sorride mostrando le fossette.
Gli sorrido anche io prima di portarmi un dito sul succhiotto e massaggiarlo; azione che incuriosisce il mio interlocutore tant'è che ammette retorico < certo che te l'ho fatto proprio bello grosso è?! >.
Annuisco portandomi una ciocca dietro l'orecchio prima di sentire il suo dito fare dei piccoli cerchi sul mio collo, cosa che mi fa rabbrividire letteralmente.
Positivamente.
Lo lascio fare mentre inizia a torturare la mia nuca avvicinandosi per lasciarmi un piccolo bacio sulla 'ferita'; poi senza aspettare altro sussurra al mio orecchio < non sai quanto mi piacerebbe rifarti un segno >.
La mia parte istintiva grida a più non posso 'fallo, fallo ora'.
Ma la parte razionale sa che è sbagliato, profondamente sbagliato e che è tutto un casino così voltandomi gli intimo un < adesso levati Styles, dobbiamo ripartire >.
Lo sento ridere mentre si sposta dietro attento a non farmi male.
< Quanto sei pallosa > dice riferendosi chiaramente alla sottoscritta.
< Rema > rispondo iniziando a remare per avvicinarci ai ragazzi ormai
lontani.
Anche se non lo voglio ammettere, ripenso ai suoi occhi e al suo bacio di poco prima leccandomi le labbra per poi scuotere la testa con insistenza.
Come a togliere le idee e i pensieri dalla testa.
< Dai, forza siamo quasi arrivati > sprono Harry iniziando a scorgere i miei amici che ormai arrivati ci aspettano osservandoci sorridenti.
< Ce l'avete fatta finalmente! > esclamano in coro appena io e Harry tocchiamo terra.
< E non si sono neanche scannati > allude Liam facendomi ridere.
< Bhe, stavo per farlo, visto che si è presa il mio posto > sherza il riccio voltandosi per vedere una mia reazione.
Gli mostro un dito medio mentre mi becco un suo occhiolino veloce.
< Vi siete persi le scenate di Lerya > punzecchia il biondo riferendosi alla mia amica che mima un 'vaffanculo'.
< Abbiamo visto > rispondo per entrambi ridendo per la faccia buffa della mia amica.
La abbraccio calorosamente per poi essere a nostra volta abbracciate da Niall che urla < oh, le mie ragazze! >.
< Niall, mi stritoli > dico senza fiato prima che il biondo esclami un < quanto sei pallosa Care! >.
Lo fulmino all'istante per poi dargli un buffetto sulla guancia morbida.
Poi vengo richiamata all'attenzione dalle parole di Liam < che vogliamo mangiare stasera? Avete idee? >.
< Pizza > dicono Lerya e Zayn ridendo per il loro sincronismo.
< Hot dog > dice Louis dando una pacca a Niall che subito annuisce facendo capire la sua preferenza.
< Per me è uguale >.
Guardo Harry prima che dica < bene, ora siamo anche sincronizzati >.
Faccio una leggera smorfia < io direi di far decidere Liam... no? >.
Vedo il mio amico pensare a cosa effettivamente gli va di mangiare, poi dopo poco dice la sua < io direi che una bella pizza ci sta >.
< Uffa! > sbotta Niall come un bambino capriccioso.
< Che infantile > lo stuzzica Harry beccandosi una gomitata dalla
sottoscritta.
< Tu sempre a difenderlo eh? > domanda sollevando un sopracciglio più in alto del dovuto.
Annuisco e gli faccio segno di stare zitto.
< Dovremmo andarla a prendere però > spiega Lerya prima che io intervenga < sì, effettivamente qui non ce la portano a domicilio >.
< Facciamo così: due di noi vanno a prendere la pizza, gli altri tornano a casa a non fare un emerito niente > sentenzia Niall prima che io arrivi a dire < certo che sei sempre molto attivo tu eh?! Pigrone che non sei altro >.
< Io direi che è perfetto > da man forte Tomlinson.
E certo... tutti e due pigroni, che dovevo aspettarmi?
< Dai, vado io > risolve la situazione Liam mentre io penso alla doccia che da lì a poco farò.
Non vedo l'ora di rilassarmi e sciogliere la tensione accumulata in questi due giorni.
< Care, vieni con me? > domanda Liam facendo roteare il mazzo di chiavi nella mano destra.
Ecco, come non detto... La doccia dovrà aspettare.
Ma fa niente.
Sto per rispondere ma vengo preceduta dal riccio al mio fianco che prendendo la mia mano dice solo < no, vado io con Caroline >.
< Non mi pesa andare con lei è > tenta di spiegare Liam prima che Harry dica < lo so, ma tu intanto vatti a riposare... non preoccuparti >.
Vedo Liam annuire mentre mi lascio trascinare dal riccio verso il suo Range Rover mentre la mia amica mi fa un occhiolino.
Mi volto appena in tempo per prendere le chiavi che Harry mi ha lanciato e poi domando confusa < che devo fare? >.
< Mi sembra abbastanza chiaro Smith: guidare?! > domanda ironico portando la mano tra i capelli.
Roteo gli occhi < non sono stupida >.
< Apri la macchina innanzitutto >.
Sbuffo per poi aprire la macchina e salire facendo un piccolo saltino tra le risate del ragazzo al mio fianco.
< Che cazzo ridi? >.
< Mi fa ridere quando sali... ti dai una spinta >.
Mi volto e portando una mano davanti dico < non ci arrivo demente, ecco perché salto >.
< Ah, giusto non sei alta come me > sentenzia beccandosi un pugno sul braccio.
Pugno meritatissimo direi.
Detto ciò, infilo la cinta e sistemo lo specchietto prima di partire inserendo la prima.
< Perché mi hai fatto guidare? > chiedo prima di guardarlo mentre quest'ultimo mi dice di sasso < guarda la strada, non me Smith >.
Mi mordo le labbra distratta prestando attenzione alla strada e accendendo la radio per stemperare la tensione.
Canticchio una vecchia canzone, pensando alla mia adolescenza e sorrido involontariamente.
Penso a come ero e a come sono, constatando di non essere cambiata di una virgola.
Stesso cipiglio, espressioni e... modi di fare.
Insomma la stessa identica Caroline Smith.
Allora come oggi.
< Comunque volevo guardarti mentre guidavi > spiega lanciandomi un' occhiata fugace.
< Sei strano forte è?! > chiedo prima di riprendere da dove mi ero interrotta < cosa avrà di tanto speciale la mia guida? >.
< La tua guida nulla >.
< E allora? > faccio spallucce.
Il riccio tossisce prima di affermare senza imbarazzo < non è la tua guida ad avere qualcosa di speciale... sei tu >.
Poi mi fa segno di girare a destra per andare in città prima di riprendere < è che sei sexy mentre guidi >.
< Ah, questa è bella! > urlo portando una mano alla bocca per poi scoppiare a ridere.
< Ma che ridi? È vero > sbotta lui sistemandosi meglio la giacca di jeans.
Annuisco più volte e poi faccio segno di tagliare corto.
< Sei sexy > dice rocamente il riccio mentre mi volto per osservarlo.
I suoi occhi verdi sembrano sinceri e la sua bocca conferma il tutto.
Lo vedo mordersi le labbra prima che io dica acida < lo abbiamo capito, ok >.
< Ma perché devi sempre ribattere? Beccati sto complimento e via > sbotta facendo segno di guardare la strada.
Sto zitta per alcuni minuti poi dico tutto d'un fiato < okey, allora grazie >.
< Di cosa? >.
< Del complimento > spiego alzando le spalle.
< Caroline? >.
< Sì?! > chiedo aspettando la sua risposta.
< No volevo dirti che... niente >.
Mi volto proprio mentre supero il cartello della città, segno che siamo quasi arrivati a destinazione.
< Fermiamoci qui > indica il riccio facendomi segno di accostare, cosa che prontamente faccio.
Poi dopo aver spento la macchina, scendo e lo seguo all'interno della pizzeria abbastanza vuota.
< Salve ragazzi, che posso fare per voi? > domanda un ragazzo sulla trentina sorridendomi apertamente.
< Volevamo delle pizze giganti, da portare via > spiego iniziando a decidere i gusti.
< Prendiamone sette > suggerisce Harry facendo sì che io strabuzzi gli occhi.
< Sette?! Sei impazzito? >.
< Fidati che non sono tante, le finiremo sicuramente > dice il riccio guardandomi.
< Non sono convinta, ma facciamo come dici tu >.
Scegliamo i gusti e aspettiamo che il ragazzo porti l'ordine in cucina prima di tornare al banco.
< Allora che fai da queste parti? > domanda il ragazzo mentre sento Harry sussurrare un < io non esisto, certo >.
Mi affretto a rispondere ingnorando il riccio < siamo a casa di un nostro amico, sul lago >.
< Bello, anche io abito in una casa sul lago >.
< Fantastico > sbotta Harry facendomi sorridere per i suoi comportamenti.
Sembra quasi...che sia geloso?
'Non è che sembra, è geloso' mi stuzzica la solita vocina interiore pronta come sempre a darmi fastidio.
< In questi giorni do una festa a casa... bhe mi farebbe piacere che tu venissi > afferma il ragazzo scrivendo il suo numero su un foglietto.
Poi guardando Harry continua < puoi portare tutti i tuoi amici >, calzando sulla parola amici.
Come se gli stesse lanciando una sorta di sfida.
Harry sghignazza mentre gli dice un secco < contaci amico >.
Guardo i due scambiarsi uno sguardo di fuoco e senza accorgermene porto una mano alla bocca.
Ma che sta succedendo?
Harry geloso?
Perché poi?
< Hey Travis sono pronte le pizze! > urla il pizzaiolo interrompendo la sfida di sguardi tra i due ragazzi.
< Mi sta sulle palle quello > sbotta Harry facendomi segno con la testa.
< Non ha fatto niente di male dai >.
< Ah si? >.
Annuisco prima che il riccio si avvicini per spiegarmi la sua < quello ci stava provando con te Smith... sveglia! >.
< Era semplicemente gentile > tento di giustificarlo ma Harry non ammette repliche < si certo, invitandoti subito a casa sua come se ti conoscesse da sempre >.
< Non essere tragico > affermo ridendo proprio mentre il ragazzo torna con le pizze.
Ma invece che consegnarcele continua a parlare con me chiedendomi < sei libera stasera? Qui organizziamo una festa in un parco.... ci sarà da divertirsi >.
< Anche lei avrà da divertirsi stasera, fidati > sentenzia Harry anticipandomi.
Poi senza ulteriori indugi mi si mette dietro, cingendomi con una mano il fianco.
< Fidati, non so se avete mai visto una festa del genere... spettacolare > spiega il ragazzo iniziando a fare i conti.
< So come sono le feste nei parchi >.
Il ragazzo annuisce prima di dire < sì, ma non come queste che organizziamo qui... vieni a vedere così ti accorgerai che le feste a cui sei stato erano la metà delle nostre >.
< Ah, porta anche Caroline ovviamente... voglio rivederla > dice il ragazzo tirando un occhiolino al riccio che prontamente sorride beffardo come solo lui sa fare.
Annuisce serio e si avvicina di più al mio corpo, annullando ogni distanza possibile.
Sorrido imbarazzata nel sentirlo così vicino, nel sentire la sua presenza premere contro di me.
Deglutisco rumorosamente e inizio a porgere i soldi al ragazzo mentre Harry mi bacia la nuca lasciando una scia di baci che mi provocano dei piccoli brividi.
Dopodiché prendo le pizze e seguo Harry fuori, non prima di salutare il ragazzo e sorridergli mentre quest'ultimo mima con il labiale un < a presto >.
Arrivati alla macchina, faccio per salire dalla parte del guidatore ma Harry mi fa cenno di fare cambio.
Salgo e senza dire nulla mi allaccio la cinta prima di voltarmi verso Harry che grattandosi la nuca dice < devo distrarmi >.
Annuisco e lo vedo partire.
Mi volto per guardare intorno ma subito vengo distratta dai sonori sbuffi
del guidatore.
< Mi spieghi che hai? > indago.
< Niente > dice prima di mettere la terza distrattamente.
E sbuffa.
< Bhe questo non è niente > dico ripetendo il suo sbuffo.
< Se ti dico che non è niente, non è niente >.
Sbuffo e poi dico < okey >.
< Oh quanto rompi... non ho niente! > urla abbastanza irritato.
< Non scaldarti... non ho detto nulla > poi riprendo a parlare < comunque d'accordo, fa come vuoi >.
Senza dire nulla, incrocio le braccia e torno a guardare intorno arrabbiata.
Perché deve comportarsi così?
Perché?
È frustrante non sapere che diavolo gli passa per la testa...
Dannazione!
Prima mi prende in giro, poi fa il serio, mi si avvicina, mi bacia la nuca, poi fa l'offeso, l'imbronciato.
Non si sopporta.

Lo odio.

L'ho già detto?
O sono io che proprio non lo capisco o è lui a non farsi capire.
Ammetto che sono confusa anch'io, un momento prima lo prenderei a sprangate, un un minuto dopo lo abbraccerei stretta perdendomi tra le sue braccia.
In questi giorni sono successe diverse cose e me ne rendo conto ma quando mi tratta male proprio mi rendo conto di non capirlo.
E che mai lo farò.
Eppure sarebbe così semplice... basterebbe essere sinceri.
Basterebbe che io fossi sincera come mai lo sono stata con me stessa.
Sincera con me, con lui, con... noi.

Guardo gli alberi sfrecciare e li conto per distrarmi visto il silenzio che regna in macchina.

È proprio pesante.

Ma non sarò io a sciogliere la tensione, assolutamente.
È lui che mi tratta male ed è lui che deve scusarsi.
E ammettere la sua stronzaggine.
< Avvisa gli altri e digli che stiamo arrivando > mi rivolge finalmente la parola il riccio facendomi segno di prendere il suo telefono.
Così faccio, prendo il suo telefono e scrivo velocemente il messaggio inviandolo a Liam che so essere quello più attento al cellulare.
Poi tornando indietro vedo la mia chat e alzo un sopracciglio mentre leggo come mi ha salvato.
Smith- la rompipalle.
Ah e così sarei io la rompipalle?
Certo, facile così.
Blocco il cellulare e lo metto nel porta cellulare vicino alle marce finendo così per sfiorare la mano del riccio.
Mano che prontamente tolgo e rimetto al suo posto.
< Gira a sinistra, altrimenti ci perdiamo di nuovo > dico seria indicando il cartello lago.
Vedo annuire il riccio senza dire una parola.
< Chi vorrebbe passare un'altra notte con una rompipalle come te > dice Harry scuotendo la testa più volte.
< Fidati: la cosa è reciproca >.
Poi senza aspettare che parli continuo < nemmeno io voglio passare un'altra notte con te Styles >.
< Bene > afferma prima che io ripeta < bene >.
Per diversi minuti sto zitta ma poi alla fine sbotto < sei veramente strano >.
< Io? >.
Annuisco e rispondo indispettita < cambi umore e atteggiamenti ogni due per tre, che diamine >.
Poi spiego < aveva senso quella messinscena in pizzeria? Non appena siamo usciti mi hai iniziato a trattare male, come se fossi un'estranea >.
Harry si volta per guardarmi e spiegare < mi dava fastidio quello >.
< Non ha fatto nulla di male, se non parlarmi e invitarci alla festa >.
< Esatto hai detto bene: parlarti... >.
< E allora? Dove sta il problema? Non mi ha mica mangiata > dico senza fiato.
Lo vedo scuotere la testa < mi risulta difficile pensare a quanto tu sia ingenua Smith >.
< Ingenua? Ma che dici! > urlo ormai strabordante di rabbia.
Il riccio gira a sinistra prima di imboccare la strada brecciata per il lago, poi continua la manfrina < svegliati bella! Quello voleva e vuole solo una cosa da te >.
< Ah sì? Cosa? > chiedo ironica.
< Indovina cosa vuole da te > afferma battendo un dito sul volante.
< Non è vero >.
< Sei proprio una stupida ingenua > dice ferendomi per le parole appena usate.
< Non sono ingenua! >.
Poi dico senza sosta < so badare a me stessa, non ho bisogno di alcun tipo di lezione da parte tua >.
< Caroline > tenta di mantenere la calma, prima di voltarmi verso di lui.
< E se volesse solo stringere amicizia? > chiedo sentendo ridere Harry.
Poi prima di parcheggiare sotto casa di Liam esclama un < lo vedi che sei ingenua... quello non vuole stringere amicizia bella addormentata >.
< E cosa allora?! > chiedo urlando con tutta la forza guardandolo paonazza in viso.
< Scoparti e dirti ciaone! >.
Poi continua < e tu da stupida ci cadresti, quando quello nemmeno ti caga veramente >.
Scuoto la testa e lo osservo leggermente accaldato.
< Non sono così scema da cascarci >.
Ride prima di dire < certo >.
Poi vedendo che non lo prendo sul serio tenta di spiegarmi ma non sento ragione.
< Harry basta! Non succederà proprio niente di ciò che hai detto >.
< Ah giusto! Perché tu sai badare a te stessa... >.
Annuisco per poi rimanere spiazzata quando afferma < così tanto brava a
badare a te stessa che non ti sei nemmeno accorta che ti ho sfruttata per farmi una scopata
>.
Lo guardo aprendo la bocca incapace di proferire parola.
Respiro diverse volte prima di aprire la portiera e sbatterla sonoramente; prendo le pizze e mi dirigo su in terrazza dove alla mia vista tutti chiedono < dov'è finito Harry? >.
Rispondo con un veloce < se ne andasse pure a fanculo Harry >; supero i miei amici e raggiungo la mia stanza, fiondandomi in bagno e guardandomi allo specchio.
Schifata.

Schifata dal mio star zitta di fronte a una frase del genere.
Schifata per essermi fatta sfruttare.
Schifata perché nonostante tutto spero sempre che cambi in meglio.
Non devo piangere.
Assolutamente no, perché non se lo merita.
Non si merita che io versi nemmeno una goccia.
Non per lui.
Guardo il succhiotto e senza pensarci due volte inizio a graffiarlo con quanta più potenza riesco a tirare fuori.
Sussulto per via del dolore cercando di calmarmi.
Mi sciacquo la faccia e mi volto non appena sento qualcuno entrare in bagno.
Mi volto per vedere quello che so essere Niall.
Mi sorride e abbracciandomi forte mi sussurra < ci sono io qui con te >.
Annuisco mentre una lacrima cade bagnando la sua maglia.
< Mi ha sfruttata per farsi una scopata > dico veloce portando una mano sul cuore < sono una cazzo di ingenua >.
< Non sei ingenua Care, è lui che è un coglione > sbotta Niall abbastanza incazzato.
Lo abbraccio stretta per diversi minuti per poi dirgli < andiamo di là, non voglio dargli la soddisfazione di vedermi star male >.
Niall annuisce e prendendomi la mano mi guida in terrazza dove gli altri ci stanno aspettando.
Tutti, anche lui.
Non lo guardo nemmeno mentre mi siedo vicino a Niall e sorrido a Liam che mi sta di fronte.
< Allora mangiamo? > chiede Louis stemperando il clima che si è venuto a creare.
Annuisco e prendo una fetta di pizza, stando attenta a non scottarmi.
< Buona è? > dice Zayn addentando la sua seconda fetta o la terza.
< Immagino che l'abbia scelta Care > afferma Liam mentre io annuisco distratta portando una mano sulla maglia a collo alto che ho messo per nascondere i graffi sul succhiotto.
< Mi passi una fetta margherita? > domanda Niall.
< Comunque si sta proprio bene qui fuori > esplica Lerya abbracciando il suo fidanzato.
< Mh, mh > mugugna Zayn portando una mano sul fianco di Lerya.
Li guardo e sorrido amaramente.
Amaramente perché li invidio.
In questo momento, come sempre.
Così affiatati, belli e innamorati.
Come dovrebbe essere.
Per tutti, ma forse non per me.
Forse nemmeno me lo merito.
Senza il forse.
Scaccio via i pensieri dalla mia testa e mi volto non appena Niall indica il mio piatto < non hai mangiato nulla Care >.
Faccio spallucce < non ho molta fame ad essere sincera >.
Liam mi guarda e osserva i miei occhi tristi prima di portare la sua mano sulla mia.
Lo ringrazio con un sorriso prima di voltarmi verso Niall che ha iniziato a parlare < comunque domani dovrebbero raggiungerci Gemma e Sophia >.
< Gemma mia sorella? > chiede quella voce.
La sua.
Il biondo annuisce e aspetta di sentire la domanda del riccio che non tarda ad arrivare < perché? >.
< Così, io e Liam stavamo parlando con Gemma e l'abbiamo invitata >.
Harry sbuffa < non capisco quale sia il problema >.
< Il problema è che è mia sorella >.
Poi aggiunge < non voglio che nessuno la tocchi >.
Niall porta una mano davanti < infatti nessuno la toccherà, è per stare tutti insieme Styles >.
Lo guardo arrossire leggermente perché so la verità.
So per certo che il mio biondo stravede per Gemma, le piace da un casino di tempo ormai ma non ha avuto mai il coraggio di dirglielo.
Ed io stravedo per loro.
Così carini, pacati e.. innamorati.
Perché sì, secondo me lo sono entrambi.
Conosco Gemma da parecchio ormai e posso dire che oltre ad essere bellissima è anche una persona di gran cuore.
Non come il fratello per intenderci.
È sempre pronta ad aiutare, ascoltare.
Ascoltarmi e darmi consigli.
Ed io per questo le voglio un gran bene e le auguro che con Niall vada in porto perché sarebbe proprio un lieto fine.
< Allora direi che domani sera possiamo fare una grigliata > suggerisce Liam ricevendo applausi da Zayn e Louis.
< Si può fare > affermiamo io e Lerya prima che la mia amica dica estasiata < facciamo una festa a tema hawaiana... invitiamo gente >.
Senza pensarci sentenzio < posso chiedere al ragazzo della pizzeria che stiamo organizzando una festa, così porta i suoi amici e amiche >.
< Direi che è perfetto Care >. 
Oh si, perfetto.
Almeno per me.
Mi volto verso Harry giusto in tempo per sentirlo sussurrare < sì, proprio
perfetto >.
Ben ti sta.
Distolgo l'attenzione per riportarla ai miei amici.
< Chi è questo ragazzo della pizzeria? > chiede Niall guardandomi.
< È carino? > domanda a sua volta Lerya con aria civettuola.
Mi fermo per dei secondi a pensare al ragazzo effettivamente.
Biondo, alto, barba curata e occhi color miele.
Sì, devo dire proprio un bel ragazzo; anche se dentro la pizzeria non me ne sono accorta visto che ero presa da altro.
< Allora? > richiede Lerya avvicinandosi a me.
La guardo e poi annuisco prima di dire < bhe non è niente male >.
< Peccato che è un coglione > afferma Harry a capotavola guardandomi.
Mi impongo di rimanere calma < non lo ascoltare Lerya >.
< E chi dovrebbe ascoltare? Te? >.
Cerco di calmarmi il più possibile mentre affermo < è anche molto simpatico secondo me... tu pensa che ci ha invitati ad una festa a casa sua in questi giorni >.
< E allora? > domanda il riccio bevendo un sorso d'acqua mentre io voltandomi gli rispondo sprezzante < poteva non farlo... invece l'ha fatto >.
Vedo la sua bocca sorridere e mostrare alcuni denti prima di spiegarmi < te l'ho già detto perché l'ha fatto Caroline >.
Alzo le sopracciglia e sbuffo mentre il riccio riprende a parlare < lo fa solo per portarti a letto, ficcatelo in testa >.
< Non è detto > tenta di difendermi Liam.
Il riccio lo guarda stranito < fidati Payne, se lo dico è perche sono sicuro >.
< E sentiamo perché saresti così sicuro > lo provoca Lerya.
< Ho visto come la guardava >.
Rido prima che il riccio dica < non ridere, ti stava mangiando con gli occhi quello >.
Poi aggiunge < e tu lì a fare quella che gli ci stava >.
< Assolutamente > affermo sicura.
< Seh come no: sì ci saremo alla festa, siamo qui sul lago e blablabla >.
< Ero soltanto gentile perché lui lo era > lo metto in guardia.
< Dai Harry, esageri > sentenzia Niall tirandogli un tovagliolino di carta.
Il riccio alza le spalle.
< E se anche fosse? > chiede Liam voltandosi verso l'amico che prontamente chiede a cosa si riferisca.
< Anche fosse che ci provava... non andrebbe bene? >.
< È single > gli ricorda Lerya beccandosi un'occhiata dal riccio.
< Infatti non ho detto che non può >.
< Sì, ma non capisco perché ti sia scaldato tanto per le avances di quel ragazzo > spiega Liam con una mano a tamburellare il tavolo in legno.
Louis ride mentre confabula tra sé e sé < Harry e il non ammettere le cose >.
< Ve lo dico io perché si è scaldato tanto > sbotto guardando tutti; poi sorniona spiego < perché è geloso marcio >.
Vedo il riccio ridere più volte < ma di chi? >.
< Di me > mi indico con fare teatrale guardandolo seria.
< Ammettilo > lo sprono.
Lo vedo scrutarmi per diversi secondi < non sono geloso di te Smith >.
< Dovevate vederlo in quella pizzeria > riportando l'attenzione dei presenti su di me < era tutto protettivo >.
< Siccome tu da sola non riesci a cavartela ho preso le tue difese >.
Rido forte.
< Ma a chi vuoi prendere per il culo? > gli chiedo prima di bere un sorso d'acqua.
< Mi spiegate che è successo in pizzeria? > chiede Lerya da vera pettagola.
< Te lo spiego io > tenta di dire Harry prima che io lo fermi < ha fatto il geloso >.
< Ma non è vero... >.
< E allora perché sentiamo ti sei messo dietro di me? Perché mi hai preso per un fianco iniziando a darmi dei baci? >.
Il riccio scuote la testa < tu sei tutta matta, io non ti ho dato alcun bacio >.
< Ammetti la verità, una volta per tutte > sputo senza pietà.
Vedo i suoi occhi scintillare nei miei fino a che sentenzia < l'ho fatto per
te, ingenua >.
< E perché mi sta sul cazzo a priori > aggiunge prima di alzarsi.
< E adesso dove vai? > chiede Liam prima che l'amico risponda < vado a riposare visto che stanotte qualcuno non mi ha fatto dormire visto che aveva paura >.
< Fanculo > sputo imbronciata.
< La verità è che mio caro Harry sei geloso marcio > lo provoca Louis beccandosi un gestaccio dal riccio mentre entra dentro casa.
Sbuffo esasperata e spazientita.
< È geloso > dice Lerya dandomi un buffetto sul braccio.
Faccio spallucce ma la mia amica afferma sicura < gli piaci, ora ne sono proprio certa >.
Scuoto la testa < no, per carità non voglio piacergli... che schifo >.
I miei amici ridono per la mia risposta, io un po' meno... perché in fondo in fondo so che non è vero.
< Vedrai, domani sarà una giornata speciale > mi confida Lerya prima di darmi un tenero bacio sulla fronte.
< Boh > mi limito a dire indecisa.
E non sicura.
< Che ne dite di andarci a riposare? > propone Liam visibilmente provato.
< Io direi che è proprio ora > afferma Lerya prendendo la mano di Zayn.
< Fate poco casino stanotte voi due piccioncini > li ammonisce Louis, prima di aggiungere < ho la camera vicino alla vostra e non ci tengo a sentire le vostre porcherie >.
Rido divertita perché so che Lerya e Zayn non lo farebbero mai, non ci metterebbero così in imbarazzo.
Non è nel loro stile.
< Anche io andrei > afferma Louis seguito da Liam.
< Tu non vai? > chiedo al biondo prima che questo scuoti la testa insistente.
< Che hai? > gli chiedo facendogli segno di sederci sulla sedia a dondolo più in là.
Una volta seduto tenta di persuadermi < niente >.
< Non ci credo >.
< Riguarda Gemma? > chiedo certa che la risposta sarà affermativa.
Infatti il biondo annuisce spiegandomi < in realtà non è lei che mi preoccupa ma Harry... >.
< E tu ti preoccupi di Harry? >.
< Sì, lo vedi come si comporta ogni qual volta che nomino Gemma? > mi chiede scrutando ogni mia reazione.
Annuisco prima di confortarlo < non devi stare con Harry ma con Gemma... devi fregartene >.
< Non mi perdonerebbe mai > sbotta rosso in viso prima che io gli prenda il viso tra le mani < magari all'inizio sarebbe difficile ma poi sarebbe felice per voi perché tu sei speciale e non potrebbe fare altro che gioire con voi >.
< Sicura? > domanda voltandosi verso di me.
Annuisco sincera prima di confortarlo < ecco perché devi dichiararti, cosa aspetti? >.
< L'idea che un altro me la possa portare via basta a infondermi coraggio >.
Sorrido per la tenerezza delle sue parole e mi ritrovo a confidare < magari il fratello fosse come Gemma >.
< A quel punto non sarebbe stato Harry >.
< Bhe, giusto... però sarebbe stato più facile > spiego prima che il mio amico chieda < in che senso? >.
< È tutto così complicato con Harry, a volte lo vedo diverso nei miei confronti, altre volte fa lo stronzo com'è successo oggi >.
Il biondo mi ascolta prima di dire la sua < non è cattivo, è solo fatto così >.
Roteo gli occhi < non è una giustificazione il dire è fatto così >.
< Sì hai ragione, ma mettiti nei suoi panni >.
Alzo le spalle e aspetto che il mio amico continui da dove si è interrotto < vedi Care... tu non sei facile da gestire, da prendere soprattutto >.
< Il problema sarei io e non lui che è uno stronzo patentato? > domando al mio amico.
< Non ho detto questo; quello che stavo tentando di dirti è che Harry non sa come comportarsi con te >.
< Perché? >.
< Ha paura di sbagliare Care... sei la prima che gli tiene testa, che non si fa sottomettere dalla sua personalità e a lui questa cosa lo destabilizza parecchio... perché sei una forte, tosta >.
< Io forte? > mi ritrovo a domandare più a me stessa che al mio amico per poi confessare < ma se ho paura di sbagliare ogni santa volta mi si avvicina? >.
< Vedi siete in due ad aver paura > scherza Niall per poi spezzare una lancia a favore dell'amico < anche Harry è una brava persona come Gemma, solo che Harry è più impulsivo, testardo, irruente, dispettoso >.
< E testa di cazzo > aggiungo ridendo.
< E testa di cazzo > ripete il biondo prima che io lo ringrazi < proverò a non dargli sempre contro e a stare calma >.
< Andiamo a riposare > mi incita Niall prima di tirarmi su con la mano stando attento a non farmi male.
Senza fare rumore entriamo in casa, passando le diverse camere dei ragazzi ormai dormienti prima di arrivare davanti quella del mio amico.
< Buonanotte Niall > gli sussurro mentre mi stampa un bacio sulla guancia destra
Attenta a non inciampare sui miei stessi piedi arrivo davanti la mia; poi senza rendermene conto mi avvicino a quella di Harry posando un orecchio per dei secondi che mi sembrano interminabili.
Chissà come dormirà tranquillo...
Così solo e così bello.
Bello come il sole.
Scuoto la testa aprendo la porta della mia camera decidendo di fare una bella doccia rilassante prima di dormire.
O almeno spero.
Entro dentro accendendo la luce, prima di uscire fuori sul piccolo balcone che si affaccia sul lago.
Respiro a pieni polmoni l'aria fresca, chiudendo gli occhi per un secondo.
Guardo il lago scorrere così lento e di conseguenza non faccio che rilassarmi e godermi il momento.
Ripenso alle parole di poco fa.
Ha ragione Niall?
Ha ragione a dire che Harry non sa semplicemente come comportarsi con me?
Non lo so... so solo che per un attimo, un solo attimo vorrei mettere da parte l'ascia e cercare un rapporto normale.
Senza insulti, frecciatine e stronzate varie.
Ma so già che non è possibile.
Perché siamo così diversi... ma anche così simili da far paura.
E questo porta a scontrarci, costantemente.
Senza farci nemmeno caso.
Come se fosse la cosa più naturale del mondo.
'Ti ha sfruttata Caroline' mi ripeto più volte tornando ad accigliarmi.
Che mi abbia sfruttata è vero... ma in fondo cosa potevo pretendere?
Eppure se ripenso a noi due in quel momento, se ripenso a lui non mi viene certo da dire che mi abbia sfruttata.
Anzi...
I suoi occhi dicevano altro, le sue mani, le sue labbra, il suo corpo dicevano soltanto una cosa.
Che avevo un disperato bisogno di un contatto con me.
Forse per la primissima volta.
E io l'ho capito perché probabilmente anch'io ne avevo un disperato bisogno.
D'altronde non è che io e Harry abbiamo avuto chissà quale tipo di contatto prima di quella notte.
Nemmeno un abbraccio per intenderci.
Niente, il nulla.
Quindi mi rimane difficile pensare al fatto che mi abbia sfruttata.
Eppure me lo ha confessato, perché farlo se non fosse stato vero?
Non lo avrebbe fatto.
Quindi probabilmente mi ha solo sfruttata per una notte e io ci sono cascata in pieno.
Tramortita dai suoi benedetti occhi in cui mi ci perderei molto volentieri.
E in cui mi ci perdo, abbastanza spesso.
Sospiro amareggiata prima di voltarmi verso l'interno e decidere di entrare.
È ora di una bella doccia calda, come avevo sperato di fare nel pomeriggio.
Senza accendere la luce mi dirigo in bagno dove mi tolgo i vestiti di dosso sussultando quando per caso con la mano tocco i graffi sul collo.
Grugnisco dandomi mentalmente della stupida, della non sana.
Poi con una spinta entro nella doccia chiudendo il vetro alle mie spalle.
Prendo il bagnoschiuma e lo shampoo iniziando così ad insaponarmi attenta a non far entrare lo shampoo negli occhi.
L'acqua calda addosso placa le mie domande, i miei dubbi e le mie sicurezze donandomi una pace assoluta.
Una pace di cui mi beo per qualche secondo, prima di continuare a sciacquare via il bagnoschiuma.
Poi dopo aver finito, infilo l'accappatoio, sistemo i capelli in un turbante ed esco fuori avvicinandomi allo specchio pulendolo dal vapore che si è creato per via dell'acqua troppo calda.
Mi dirigo in camera dove afferro dell'intimo pulito infilandolo dopo essermi asciugata per bene e poi torno in bagno dove inizio ad asciugare i capelli cercando di non fare troppo rumore vista l'ora.
Ripenso per un attimo ai ricci di Harry sorridendo istintivamente al ricordo delle mie mani intrecciate nei suoi capelli.
'Basta' mi impongo scacciando quell'immagine dalla mia testa che stasera evidentemente si diverte a mandarmi in confusione.
Una volta finito tutto esco di nuovo sul balcone per godermi un altro po' di spensieratezza prima di andare a dormire.
Canticchio una canzone a bassa voce rabbrividendo per la brezza sul mio corpo.
Porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre decido che forse è arrivato il momento di andare veramente a dormire.
E spegnere la testa.
Entro dentro e chiudo la porta finestra stando attenta a non schiacciarmi le dita della mano.
Poi con non chalance mi avvicino al letto prendendo le lenzuola ma qualcosa me lo impedisce.
O meglio qualcuno.
Impallidisco quando vedo splendere dei denti e roteo gli occhi perché so di chi si tratta.

Harry.

In camera mia.
Alle 1.30 di notte.


< Harry? > domando con una voce non da me
< In persona >.
< Che diavolo ci fai in camera mia? > chiedo cercando di scorgerlo.
< La domanda è: ma tu sei sempre così lenta quando ti fai la doccia? >.
Strabuzzo gli occhi prima di chiedere < eri già qui mentre mi stavo lavando? >.
Il riccio ride beffardo < eh già, carino il tuo intimo >.
Sbianco e arrossisco nello stesso istante prima di domandare < ma dai che cavolo dici? Non c'eri... sennò avrei visto quel sorriso da ebete che ti ritrovi >.
< Hai ragione: sono entrato mentre eri fuori al balcone >.
Fiuu.
Porto una mano sulla tempia per calmarmi.
< Sì, ma spiegami che sei venuto a fare qui >.
< Bhe è facile intuirlo > dice prima di tirarmi sul letto accanto a lui incapace di opporre resistenza.
Poi aggiunge malizioso < ti pensavo >.
Lo guardo nell'oscurità, percependo il suo respiro regolare molto più del mio in questo momento.
< Non fare l'idiota > gli dico tirandomi su in un batter d'occhio.
No, non deve accadere nulla.
Assolutamente no.
Non esiste al mondo che io ci ricaschi.
Vedo il riccio alzarsi e raggiungermi prima di sussurrare un < andiamo fuori va >.
Annuisco raggiungendolo prima che mi faccia segno di sedermi con lui sulla sedia a dondolo in legno.
Con non poca fatica lo raggiungo sedendomi vicino stando attenta a mantenere una buona distanza dato che potrei fare qualche cazzata vista la mia scarsa lucidità a causa dell'orario.
Per dei minuti rimaniamo in silenzio entrambi ad osservare il cielo limpido; poi il riccio giudica < certo che te hai la stanza più bella è, quasi che vengo a dormire con te >.
Scuoto la testa < non se ne parla >.
< Proprio carino Liam a darti la stanza migliore? > mi chiede alzando un sopracciglio.
< Sa quali sono i miei gusti, semplicemente >.
< Mhh, io credo che abbia una cottarella per te > spiega sicuro prima che io neghi tutti velocemente.
< Non è possibile > aggiungo sorridendo.
< È incredibile di come non ti rendi conto di quanta gente ti venga dietro Smith > confessa guardandomi negli occhi.
Rido un secondo < ti inventi spasimanti inesistenti >.
Il riccio sbuffa prima di spiegarmi < La cosa è semplice: sei una bellissima ragazza Caroline... quindi perché non dovresti avere la fila? >.
Mi mordo la guancia al solo sentire pronunciare 'sei una bellissima ragazza'.
Mi trova bellissima?
< Mi trovi bellissima? > mi ritrovo a chiedere imbarazzata come non mai.
Il riccio si lecca le labbra prima di rispondermi < io non faccio testo >.
Ecco, come distruggermi in poche parole.
In poche ed inutili parole.
Abbasso lo sguardo delusa prima che il riccio accortosi forse del mio dispiacere sussurri < comunque se ci tieni a saperlo... sì, ti trovo una bellissima ragazza >.
Avvampo mentre lo osservo cauta a non mostrare le mie debolezze e paure.
Poi per sdrammatizzare scherza < se solo non fossi così rompipalle saresti ancora meglio >.
Gli tiro un buffetto sulla spalla mentre lui si scansa veloce.
Mi guarda sorridendo ed io faccio la stessa cosa prima che di chiedergli < mi dici che sei venuto a fare a quest'ora? >.
Il riccio fa spallucce prima di prendere un sospiro che dura un'eternità.
O un secolo.
Poi riprende a parlare calmo < volevo vederti >.
< Harry > lo ammonisco prima che riprenda il suo discorso < la verità è che... >.
< Che? >.
< Che volevo scusarmi >.
Poi aggiunge serio < per prima insomma >.
Annuisco facendogli un cenno per farlo continuare < sono stato veramente un coglione >.
Annuisco forte finendo col farlo sorridere < non volevo dirti quelle cose Care, non era mia intenzione ferirti o farti sentire una nullità >.
Lo guardo percependo il dispiacere nelle sue parole < non volevo essere così cattivo... il mio era un volerti proteggere >.
< Harry non sono una bambina > gli dico calma.
Annuisce < sì, lo so >.
< E allora dov'è il problema? > chiedo.
< Non voglio che caschi nella trappola di qualche coglione facendoti sfruttare > afferma sbattendo le palpebre.
Con un nodo stretto in gola sussurro a denti stretti < eppure tu mi hai sfruttata >.
Lo vedo strabuzzare gli occhi prima di prendere la mia faccia tra le sue mani costringendomi a guardarlo senza via di fuga.
< È una cazzata... il fatto dell'averti sfruttata intendo > spiega mentre io lo guardo impassibile prima di dire < l'hai detto tu stesso >.
< Stammi bene a sentire Caroline Smith > dice prima di prendere fiato per poi continuare < non ti ho sfruttata, se ti avessi sfruttata ti avrei mandato a casa non appena mi fossi svuotato le palle >.
Annuisco certa che non stia mentendo.
Perché i suoi occhi sono due pozzi di verità che lasciano trasparire tutta la verità delle sue parole.
Lascia il mio viso portandosi una mano sulla tempia.
Lo guardo prima di dire un semplice grazie.
< Care, quella sera sono stato veramente bene con te... > inizia a dire per poi continuare < forse fin troppo bene.... e questo mi spaventa >.
Boccheggio e rabbrividisco al tocco del vento.
Vedo il riccio sfilarsi la felpa e porgermela per farmela infilare.
< No, se la metto io finirai con l'avere freddo tu >.
< Mettila e basta > mi intima facendomi obbedire come una bimba.
< Anche io sono stata bene quella sera > confesso voltandomi per vederlo meglio.
Un sorriso sghembo compare sul suo viso mentre io riprenda da dove mi ero interrotta < forse anche a me spaventa >.
Il riccio ride facendomi ridere < siamo proprio due coglioni è? >.
Annuisco mentre gli lascio allacciare la zip della felpa.
< Ti sei mai realmente innamorato? > gli chiedo prendendomi una certa confidenza mai avuta con il mio interlocutore.
Scuote la testa prima di rivolgermi la stessa identica domanda.
< No > confesso giocando con le dita della mia mano destra.
< Bene > diciamo entrambi in sincrono prima di voltarci.
< Sono contenta che tu non mi abbia sfruttata > ammetto.
< Ed io sono contento che tu quella sera sia venuta a casa mia > sentenzia il riccio mentre lo osservo.
Ci guardiamo per un'infinità di tempo, senza dire nulla; poi il riccio guarda le mie labbra e fa per avvicinarsi, io lo guardo negli occhi.
Sento che sto per cedere.
Sto per lasciarmi andare, ma non so cosa mi spinga a non fidarmi.
A non cascare.
Quindi con non poco imbarazzo mi volto e prendo a guardare dritto davanti a me interrompendo il momento che si era venuto a creare.
Mi volto pronta per vedere la delusione sul volto di Harry finendo con lo stupirmi di ritrovarlo a sorridere beffardo mentre sussurra un < sei incredibile eh >.
Sto per rispondere ma uno sbadiglio mi costringe a non farlo.
< Dai, andiamo... hai sonno > dice il riccio sbadigliando a sua volta.
< Seh perché tu no? > chiedo ironica.
< Colpa di una persona che stanotte non mi ha fatto dormire >.
Rido prima di scuotere la testa con insistenza < ma se russavi come un ghiro... >.
Harry mi pizzica un fianco finendo col farmi saltare; poi si alza e io faccio lo stesso inziando a camminare per entrare dentro la stanza.
Ad un certo punto mi blocco chiamandolo; il riccio si volta < sì? >.
Senza pensarci mi avvicino e lo abbraccio sentendolo subito irrigidirsi.
Avvolgo bene le mie braccia intorno al suo corpo cercando di respirare il suo profumo mentre Harry ormai rilassatosi mi accarezza i capelli teneramente.
< Grazie > sussurriamo entrambi; l'uno a contatto del corpo dell'altro.
Poi ci stacchiamo per rientrare.
Chiudo la porta finestra e mi avvio verso la porta con Harry alle calcagna.
Faccio per aprire la porta quando Harry mi chiami < Care? >.
Non faccio in tempo a chiedere cosa c'è che non va che lo sento abbracciarmi da dietro portando un braccio intorno al collo e l'altro sotto il seno.
Sento i suoi capelli solleticarmi la testa facendomi sorridere.
Con le mie mani accarezzo il suo braccio mentre lui affonda il viso tra i
miei capelli inspirando, prima di baciarmi la testa delicatamente.

Non so per quanto tempo stiamo così.

A scambiarci carezze, a darci baci casti e delicati, a sentire le nostre anime.
Porto la testa contro il suo petto mentre il riccio mi stringe di più quasi a farmi mancare il respiro.
Non so che diavolo sta succedendo.
So solo una cosa.
So solo che ci siamo io ed Harry.
E l'oscurità del buio.
A nascondere le nostre paure e debolezze.
 
 

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Capitolo 2
*** Che diavolo è successo oggi? ***


< Allora come stai? > mi domanda Gemma sorridendomi.
< Bene, bene > rispondo sorridendole a mia volta.
< Sono felice che ci siamo riviste > esplica portandosi una mano tra i capelli.
Come tutte le volte fa il fratello minore.
Mandandomi in tilt, incapace di intendere e volere.
La ragazza sembra accorgersi dei miei pensieri così domanda < e con mio fratello? >.
Ci penso un attimo, cercando di capire cosa rispondere.
Come stanno le cose?
Lo so veramente?
Probabilmente ieri sera qualcosa si è sbloccato, ma posso dirlo con certezza?
No...
Ripenso alle sue braccia sul mio corpo, al suo viso, alle sue labbra lasciarmi baci così delicati da sembrare petali di rose.
Sorrido involontariamente, poi dopo essermi ripresa rispondo < mhh, più o meno >.
< Che vuol dire? >.
< Vuol dire che... non lo so > ammetto visibilmente imbarazzata.
< Spiegami, sono curiosa > afferma la ragazza portando un piede sotto il mento con fare distratto.
Annuisco e paziente spiego il più chiara possibile < ieri sera è venuto in camera mia e abbiamo parlato >.
< E? >.
< E niente, si è scusato per alcuni comportamenti >.
< E basta? > chiede speranzosa di ricevere altri dettagli.
Sorrido frenetica < ci siamo abbracciati >.
La vedo strabuzzare gli occhi e mandare giù veloce il sorso di coca cola prima di urlare un acuto < cosa? O mio Dio e me lo dici così? >.
Annuisco bevendo un sorso della mia coca per poi risponderle < non è successo niente di che >.
< Tu pensi che non sia successo niente di che > dice per poi continuare < vi siete abbracciati Care, vi siete stretti l'uno con l'altra >.
Alzo le spalle < e allora? Non vuol dire niente >.
< Dimmi la verità: vi siete mai abbracciati o sfiorati prima di ieri? Ovviamente tralasciando quella sera > spiega alludendo alla famosa sera in cui ci sono andata a letto.
Scuoto la testa per poi sentirmi dire < e questo ti sembra niente? >.
Poi senza aspettare che io parli sentenzia < mio fratello non è un tipo da effusioni e lo sai >.
< È stato solo un abbraccio > minimizzo io.
< Sì, di tre quarti d'ora Caroline! > sbotta Gemma alzando gli occhi al cielo; poi prendendomi la mano chiede retorica < dovresti essere al settimo cielo e invece? >.
< Invece non lo so > dico tutto d'un fiato.
Cioè sono contenta e su questo non ci piove.

Però non riesco ancora a capacitarmi di come un abbraccio abbia potuto stravolgere la mia vita per un istante.
Un solo fottuto istante.
È strano, veramente.
Ed è ancora più strano se penso che dopo l'abbraccio ho dovuto 'mandarlo via' io altrimenti non si sarebbe mosso di un centimetro.
Lui e i suoi occhi.
I suoi magnetici occhi.

< È così strano > affermo prima di continuare < io e Harry ci odiamo >.
< Non vi odiate dai >.
< Bhe non ci stiamo particolarmente simpatici > puntualizzo mentre la mia amica riporta l'attenzione su di lei < o magari vi state particolarmente simpatici e non volete ammetterlo? >.
Rido per il gioco di parole e faccio spallucce, per poi decidere di cambiare argomento < e tu invece? Che mi dici? >.
< Mhh solita vita > per poi aggiungere scocciata < in realtà non ho molto da dire se non che mi divido tra studio, volontariato e lavoro >.
< E in amore? > chiedo vedendola roteare gli occhi come spesso faccio anch'io.
Con la mano gesticola un po' per spiegare < un vero schifo! Incontro solo casi umani e depravati >.
< Benissimo allora > rispondo prendendola in giro.
< Non so forse sarò destinata a rimanere single a vita >.
< Oh bhe saremo in due in caso >.
< Avrei bisogno di un ragazzo che mi ami finalmente > dice guardandomi; poi portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio sussurra quasi < uno come.... Niall >.
Faccio finta di non aver sentito bene < come chi? >.
< Lascia stare... non importa >.
< No, invece importa... sai che con me puoi confidarti > dico vedendola annuire per poi continuare domandandole con un sorriso confortante < come chi? >.
< Come Niall > asserisce imbarazzata portandosi una mano sul viso come a voler nascondere la vergogna.
Aspetto che si ricomponga e poi rimango zitta mentre la ascolto < divertente eh? Anche perché so già che siamo amici >.
< Magari siete amici proprio come me e Harry > dico facendola ridere per la battuta appena fatta.
< No, qui le cose stanno diversamente perché io non piaccio a Niall >.
< Ma chi te lo dice? > domando senza troppa enfasi per non spifferarle tutta la verità.
< Io > sbotta indicandosi prima di ammettere delusa < è così frustrante stargli così vicino senza che io possa abbracciarlo come invece vorrei o fargli una carezza alla fine di una giornata di lavoro >.
La guardo e dentro di me gioisco perché finalmente so che si piacciono entrambi e che probabilmente finiranno insieme avendo così il loro lieto fine come meritano.
Poi le chiedo < e perché queste cose che stai dicendo a me non le dici direttamente a lui? >.
Vedo scuotere la testa della bionda prima di rispondere < perché sarebbe solo un gran casino >.
< Qual è la verità? > chiedo osservandola.
< La verità è che non gli piaccio e che alla fine finirò per starci così male da perderlo anche come amico >.
< Magari non è vero > poi le infondo coraggio < se non ci provi non sai come andrà a finire >.
La vedo annuire prima di punzecchiarmi < stessa cosa che dovresti fare tu con Harry eh >.
Scuoto la testa prima di asserire seria < noi non ci piacciamo o forse può anche essere... >.
< E allora? >.
< Allora niente, il nostro è un piacersi solo a livello fisico di certo non c'è amore o sentimento nel mezzo >.
< Non direi > sentenzia prima che dalla mia camera qualcuno urli un semplice < Care >.
Ci guardiamo entrambe stupite, io più di Gemma.
Perché è la voce di Harry.

Che vuole Harry da me?

Mi volto non appena il riccio fa il suo ingresso rimanendo stupito di trovarsi di fronte la sorella intenta a confidarsi con la sottoscritta.
< Dimmi > dico mentre lo vedo sedersi accanto a me.
< Cercavi me? O sei qui per altro? > chiede la sorella facendogli un occhiolino.
< La prima opzione >.
Poi aggiunge < sai com'è non ti trovavo >.
< Sono stata sempre qui > risponde lei prima che il riccio ci osservi attentamente.
Prima me, poi lei.
Per poi guardarmi nuovamente.
< Vi state confidando i vostri segreti per caso? >.
< Non abbiamo segreti > diciamo entrambe scoppiando a ridere per la perfetta sincronia.
< Comunque ti cerca Niall > emette Harry guardando la sorella che per un breve secondo va in iperventilazione.
< Che vuole? >.
< E che ne so io?! >.
< Okey, allora vado a vedere > dice Gemma alzandosi in piedi per andare a cercare il biondo, lasciando così me e Harry soli.
< Come stai? >.
< Bene, bene > mi affretto a rispondere prima di domandargli la stessa cosa.
< Tutto ok >.
< Ok > dico leggermente in imbarazzo.
< Sei pronta per la festa di stasera? > chiede Harry guardandomi.
< Sì, secondo me ci sarà da divertirsi >.
< Oh anche per me > dice prima di riprendere la parola < soprattutto quando arriverà Travis e la sua combriccola >.
< Harry > dico ridendo < non fare lo scemo stasera per favore >.
< Non garantisco niente > giustifica alzando le mani a mo di difesa.
< Hai visto Lerya? > chiedo cambiando un attimo discorso < no, perché è da stamattina che non la trovo e non so dove si sia potuta cacciare.
< È con Zayn intenta ad amoreggiare dappertutto >.
< Bleah > giudichiamo entrambi prima di ridere.
Lo guardo e schifata dico < non voglio sapere nulla >.
< Fai bene, non ti dico come l'ho beccati >.
Strabuzzo gli occhi mentre ascolto il racconto < in cucina, sopra il tavolo... dovevi vedere che baci appassionati >.
< No grazie preferisco rimanere all'oscuro di tutto >.
Il riccio annuisce per poi chiedermi < sei riuscita a dormire stanotte? >.
< Mhh > confesso abbassando lo sguardo.
< Tu? > chiedo subito dopo.
Scuote la testa, prima che io spieghi < non riuscivo e non so perché >.
< Sono stati i miei abbracci ad averti tramortita >.
Rido < macché >.
< Dai, ma sei stata tre quarti d'ora a chiedermi di abbracciarti > scherza il riccio perché sa che non è assolutamente la verità.
< Se lo dici tu >.
< Comunque ieri sono stato bene > afferma puntando gli occhi nei miei.
Annuisco prima di confermare.
Sorridiamo entrambi per poi guardare dritto davanti a noi mentre il sole ci scalda la pelle e l'anima.
Poi senza chiedermi il permesso si stende poggiando la testa sulle mie gambe.
Lo lascio fare mentre lo vedo rannicchiarsi per non cadere dalla sedia a dondolo.
Il sole illumina il suo viso bello da morire, i suoi capelli morbidi come lo zucchero filato e le sue labbra illuminandole con un raggio.
Ed io non posso fare altro che bearmi di tale visione in estasi.
Completamente.
Con la mano prendo a contornargli il viso soffermandomi sulle labbra e sul naso sorridendo quando lo vedo sghignazzare mostrando i denti perfetti.
Proprio come lo è lui.
< Mi piace il tuo tocco >.
< Ah si? > chiedo mentre annuisce ad occhi chiusi.
Poi piegandomi in avanti lascio dei piccoli baci sul naso e sulle fossette che inevitabilmente gli si sono formate.
Gli bacio gli occhi e la mascella mentre Harry gioca coi miei capelli arrotolandoli tra le sue dita.
< Care vieni con noi a fare una passeggiata in riva al lago? > chiede la mia migliore amica irrompendo sul balconcino insieme al suo fidanzato.
Subito io e Harry ci alziamo sistemandoci ognuno al proprio posto; ma ormai ci hanno beccati alla grande visto che la mia amica sorride beffarda.
< Allora? > chiede Zayn prima di asserire ironico < non pensavo ci fossi anche tu Haz altrimenti avremmo bussato >.
Porto una mano davanti prima di spiegare < non avete disturbato nulla >.
Il riccio annuisce un po' imbarazzato prima di alzarsi < direi che ora è meglio che vada, mia sorella sicuramente si starà chiedendo dove sia finito >.
Annuisco sorridendo mentre lui mima un < a dopo >.
I miei amici mi guardano sospettosi e ridendo sotto i baffi mentre io mi alzo in piedi.
< Bhe che avete da ridere? > chiedo infastidita.
< Abbiamo interrotto qualcosa? > chiedono guardandomi mentre arrossisco.
Poi calmandomi affermo < proprio nulla >.
< Quello che ho visto non mi sembrava nulla > provoca Lerya mentre io roteo gli occhi.
< Non avete visto niente >.
< Ti spiego quello che abbiamo visto: Harry sdraiato sulle tue gambe intento a giocare coi tuoi capelli e tu a lasciargli baci sul viso > spiega Zayn dandomi una pacca sulla schiena.
< Abbastanza intimo non trovi? > mi chiede Lerya portando una mano sul succhiotto che ho coperto col fondotinta per destare meno sospetti.
Le tolgo la mano scocciata prima di rispondere acida < voi siete intimi, non io e Harry >.
Entrambi ridono prima di portarmi in stanza e domandarmi se voglio andare con loro a fare una passeggiata.
Rifiuto l'invito prima di dire < però vi accompagno fino a riva e poi ritorno >.
Detto ciò li seguo lungo il corridoio sotto le loro occhiate divertite.
< Mi avete rotto > sbotto stufa.
In terrazza saluto velocemente Niall e Liam e mentre scendiamo le scale la mia attenzione viene catturata da due figure in riva al lago.
Ma decido di non dire niente.
Per non fare la figura della sfigata.
Che evidentemente sono.
< Hey ragazzi > saluta Lerya avvicinandosi ai due in questione.
Precisamente Harry e Sophia.
Li guardo per un attimo prima che la ragazza chieda < fate una passeggiata con noi? >.
Lerya e Zayn annuiscono mentre io rimango zitta guardando il lago davanti a me.
< Tu Caroline vieni? > mi chiede Sophia sorridendo leggermente.
Scuoto la testa sorridendo a mia volta < no, non fa per me >.
Detto ciò auguro una buona passeggiata a tutti e mi volto col cuore in gola.
Perché?
Non faccio in tempo a fare cinque metri che una voce chiama il mio nome.
Mi volto e aspetto che Harry si avvicini per vedere cos'ha da dire.
< Tutto bene? >.
Annuisco sorridendogli < tutto a meraviglia >.
< Non vorrei che te la fossi presa > spiega spostando nervosamente gli occhi su tutto il perimetro del mio viso.
< No, perché dovrei prendermela? > domando stando a non far sì che la voce mi si incrini.
< Sophia ha voluto fare una passeggiata e siccome mia sorella è super impegnata a parlare con Niall mi sembrava carino accompagnarla >.
Affermo < hai fatto bene, anzi... >.
< Sicura? Che non ti crei problemi? >.
Annuisco e sorridendo gli confermo < no, assolutamente... vai non farli aspettare >.
< Anche perché non stiamo mica assieme > diciamo in coro io e il riccio ridendo entrambi.
Lo saluto e mi avvio verso casa cercando di mantenere un certo rigore.
Perché...
Perché in realtà sono gelosa marcia.
Gelosa di Harry come non mai.
Ma devo contenermi per non sembrare una pazza davanti agli altri.
Ma soprattutto agli occhi di Harry che altrimenti si creerebbe una falsa immagine di me completamente gelosa e psicopatica.
E ovviamente non voglio.
Salgo le scale a due a due prima che Gemma e Niall mi chiamino facendomi segno di avvicinarmi.
< E gli altri? >.
< Sono andati a fare una passeggiata >.
< Chi? > domanda Gemma prima che io risponda < Lerya e Zayn, Harry e Sophia >.
< Ah ecco dove si è cacciata! Ed io a cercarla >.
Annuisco per poi sentirmi chiedere < e tu come mai non sei andata? >.
< Non avevo la benché minima voglia di camminare >.
< Pigrona > asserisce Niall dandomi un buffetto leggero.
Sorrido flebile mentre Liam si avvicina chiedendo dove sono andati gli altri.
Rispondo per poi sentirmi chiedere < ti va di raggiungerli? >.
< Mhh >.
< Dai che abbiamo ancora un po' di tempo prima che inizi la festa >.
< Devo prepararmi > dico indicando la mia figura.
< Ne hai di tempo! > poi vedendo che non rispondo domanda < che hai da fare? >.
Effettivamente nulla.
Niente di niente.
Quindi accetto per poi seguirlo giù per le scale.
Iniziamo a camminare lentamente in perfetto silenzio.
< Ti stai rilassando? > mi domanda Liam riportandomi alla realtà.
< Molto, mi serviva proprio una mini vacanza >.
Annuisce prima di affermare < anch'io, non sai quanto >.
Lo guardo sorridendogli dolcemente prima di chiedere < per stasera abbiamo tutto >.
< Sì, tutto... ho appena finito di preparare i moscow mule >.
< Non vedo l'ora di assaggiarli >.
< Assaggiarli? Sai già che ne berrai più di uno? > chiede calciando un sasso distrattamente.
< Ovvio! > urlo euforica scatenando le risate del mio amico.
Poi scrutandomi sentenzia < sei tutta matta Care, ma fortunatamente esisti >.
Sorrido < grazie, modestamente >.
< Che egocentrica > giudica mentre io gli chiede come si permetta.
< Ha parlato lui... Liam Payne egocentrico per eccellenza >.
Il castano scuote la testa e risponde facendo il finto offeso con un < ehi, come ti permetti! >.
Detto ciò si avvicina al lago schizzanzomi l'acqua addosso.
Rabbrividisco al contatto dell'acqua ma poi inizio a schizzarlo anch'io.
E così iniziamo a giocare, sfidandoci a colpi di schizzi.
< Liam! > dico senza fiato per l'acqua troppo fredda.
< L'hai voluto tu >.
< Liam! Ti prego fermati... basta > urlo correndo più in là, per poi essere acciuffata da Liam che mi blocca con un braccio sul bacino.
< Non mi arrendo così facilmente > dice sferzandomi l'acqua sul viso facendo così colare il mascara dai miei occhi.
Rido a crepapelle mentre Liam mantiene la presa e mi volto bloccandomi non appena vedo Harry guardarmi.
Guardarci.
Harry e Sophia sono seduti per terra un po' più in là ma si scorgono perfettamente.
Dopo un'ultima risata usciamo dall'acqua e ci avviciniamo ai due ragazzi.
< Ehi > dico guardando Harry alzarsi in piedi.
< Certo che vi stavate proprio divertendo è? > domanda Sophia divertita.
Liam annuisce ed io faccio la stessa identica cosa strizzando la maglietta ormai fradicia.
< Ora però prenderemo un bel coccolone > giudica Liam, per poi palesare < sarà meglio andare a casa e asciugarci >.
Annuisco, mentre Sophia chiede se può unirsi a noi visto che ha freddo.
< Voi iniziate ad andare > li esorto per poi chiedere ad Harry se gli va di camminare.
< Caroline prenderai freddo così > giudica indicandomi dalla testa ai piedi.
< Amen.
< Tieni infila la mia felpa > mi ordina il riccio togliendosi la sua felpa per poi porgermela.
Senza pensarci due volte lo ringrazio e tolgo la maglietta bagnata rimanendo solo col reggiseno.
< Sei incredibile >.
< Perché? > chiedo non capendo.
< Ti sei davvero spogliata davanti a me? >.
Annuisco e chiedo dove stia il problema.
< Il problema è che sono fatto di carne e sarei potuto saltarti addosso > ammette guardandomi.
< Hai visto i miei occhi? > chiedo divertita indicandoli.
< Son dettagli > mi stuzzica il riccio mentre camminiamo.
Poi aggiunge < attenta a non rifarlo >.
Lo guardo divertita prendendolo in giro.
< Comunque vedo che Liam ti ha fatto cambiare idea >.
< Riguardo cosa? > chiedo prima che il riccio spieghi brevemente < riguardo la passeggiata >.
< Vedi che ho ragione che ha una cottarella per te? > si diverte a punzecchiarmi leccandosi le labbra.
Scuoto la testa prima di guardarlo mentre continua malizioso < non è che la cottarella è reciproca? >.
< Macché > sbotto scuotendo la testa.
< È che non sapevo che fare a casa > spiego per poi lanciargli una frecciatina < tu eri così preso dalla tua passeggiata con Sophia che ho accettato l'invito di Liam >.
< Touché > mi da una spallata leggera facendomi barcollare leggermente.
Cerco di pettinarmi i capelli bagnati facendo ridere il riccio mentre mi tolgo il mascara da sotto gli occhi.
< Che ridi? >.
< Sei così buffa > spiega mentre io lo guardo accigliato.
Di tutti gli aggettivi che poteva usare proprio buffa doveva usare?
Abbasso la zip della felpa mostrando un pezzo del mio reggiseno perché sento caldo.
All'inizio il riccio non se ne accorge, ma non appena lo fa mi ammonisce < vacci piano >.
Alzo le spalle mentre lo vedo spiegare < con questo >, per poi tirare su la zip con uno scatto sonoro.
< Già me lo hai detto >.
< E allora stammi a sentire quando ti dico che non devi provocarmi > sentenzia avvicinandosi più del dovuto.
< Altrimenti? > chiedo col cuore che fa le capriole per un attimo.
Sento la sua mano posarsi lungo la schiena, per poi sfiorare leggermente il mio sedere facendomi sussultare per la sua voce così roca < credimi quando ti dico che non vorresti sapere quello che ti farei >.
Detto questo cammina trascinandomi con lui; camminiamo ancora un po'.
Io con una confusione e una fibrillazione in corpo non indifferente.
Cerco di distrarmi, di guardare altro ma proprio non ci riesco.
Conto addirittura fino a cento ma poi esplodo; senza dire nulla gli prendo la mano facendolo arretrare fino ad un albero sotto il suo sguardo stupito.
Poi prendendogli il viso con la mano ed alzandomi un tantino in punta di piedi inizio a baciargli gli zigomi, la mascella per poi soffermarmi lungo gli angoli della bocca.
< Care > sussurra Harry col fiato più corto del normale.
< Zitto, non fare il palloso > gli intimo.
Scendo sul collo iniziando a morderlo lentamente mentre sento le sue mani dirigersi automaticamente sul mio fondoschiena.
Mi lascio sfuggire un gemito mentre lo stringe saldamente iniziando a baciarmi il collo lentamente, leccandomi il succhiotto.
Chiudo gli occhi mentre mi mordicchia l'orecchio e poi alzo la testa per guardarlo.
< Harry > tento di dire prima che il riccio mi blocchi < adesso non fare la pallosa tu >.
Sorrido maliziosa mentre prendo a baciargli la mano sotto il suo sguardo famelico.
Poi mi alza il viso verso il suo e senza troppo preavviso lecca il contorno delle mie labbra per poi riavvicinarsi pericolosamente.
Sbaglio o stiamo per baciarci?
Ma proprio sul più bello...
< Ehi ragazzi... che fate lì diet...? > tentano di dire Lerya e Zayn affacciandosi dietro l'albero in questione.
< Niente > diciamo entrambi deglutendo più forte del normale.
Tolgo le mani dal suo petto mentre Harry toglie la mano dal mio fondoschiena.
Tutto sotto lo sguardo divertito e imbarazzato dei nostri amici.
< Ehm... che fate? > chiedo più rossa del normale voltandomi verso i due ragazzi.
< Niente pensavamo di rientrare > spiega la mia amica, per poi aggiungere < non pensavamo di disturbare >.
< No ma infatti non ci avete disturbato > dice Harry guardandomi un attimo, mentre io scuoto la testa dandogli manforte < no, assolutamente... stavamo solo parlando >.
< E poi a Caroline è entrato un moscerino in un occhio >.
Guardo Harry, poi i miei amici prima di annuire insistente.
< Direi di andare no? Tanto anche noi stavamo per rientrare > ammette Harry facendo segno di camminare.
Così dicendo ci incamminiamo: Lerya e Zayn davanti e io e lui dietro.
< Un moscerino? > gli chiedo divertita.
< È l'unica cosa che mi è venuta al momento > ammette sulla difensiva il riccio.
Scoppio a ridere seguita da lui che mi tira verso di se.
Poi aggiunge < levati quel sorrisino dalla faccia che si vede lontano un miglio che ti stava piacendo parecchio la situazione che si era venuta a creare >.
Gli tiro uno scappellotto sul petto < si, perché a te no eh? >.
Ridiamo entrambi scuotendo la testa per poi essere portata via dalla mia amica che subito mi chiede < ma che cazzo succede? Me lo spieghi? >.
< Niente > giudico incrociando le braccia al petto.
< Sì. Certo come no! > dice per poi continuare < stamattina le carezze, oggi i baci e le palpatine al fondoschiena e domani? >.
< Niente >.
< Sesso sfrenato sulla lavatrice? > chiede portando una mano davanti la faccia.
< Lerya! > urlo a più non posso.
< Lo so, scusa... ma non capisco che diavolo vi sta succedendo >.
< Oh neanch'io > ammetto imbarazzata mentre sento gli occhi di Harry puntarmi da dietro.
Non c'è bisogno che mi giri, perché so già che è così.
Che mi sta guardando.
Trapassando.
Lerya mi ammonisce < Caroline Smith se alla fine dei giochi ti fai male sul serio mi incazzo come una iena >.
Annuisco, per poi abbacciarla < possiamo parlarne un'altra volta? >.
Sinceramente non ho voglia di parlarne di questa situazione, poco chiara a me, a Harry e a tutti.
A tempo debito risolveremo la questione dando le opportune spiegazioni.
La mora annuisce mentre sale le scale di casa seguita dalla sottoscritta.
< Io vado a prepararmi > dico senza fermarmi e dirigendomi verso camera mia.
Apro la porta e mi dirigo in bagno dove mi specchio.
Che cosa diavolo sta succedendo?
Cosa sta succedendo alla vecchia e cara Caroline?
Gli occhi sembrano luccicare, le mani mi tremano, il battito è più irregolare del solito.
Non mi starò di certo infatuando di Harry Styles?
Del mio famigerato nemico dagli occhi verdi e dal sorrisino malizioso e beffardo?

Io lo odio.
Odio.


Com'è possibile che mi stia infatuando di Harry?
Ormai è palese, ma proprio non riesco a darmi una risposta.
È come se da ieri fosse tutto cambiato, come se gli anni passati a insultarci, odiarci fossero svaniti.
Con uno schiocco di dita.
O in questo caso con un abbraccio.
Come se ci fossimo conosciuti per la primissima volta in vita nostra.
Scuoto la testa pesante come un pallone da basket.
Decido di farmi una doccia veloce per placare i bollenti spiriti.
E gli animi.
Dopo essermi lavata ed infilato l'intimo infilo il vestito bianco lungo fino alle caviglie, specchiandomi.
'Chissà se mi troverà bella' domando a me stessa dandomi della stupida infantile.
Cosa me ne importa di quello che pensa Harry?
Niente di niente no?
Mi trucco e completo il mio look con gli accessori hawaiani.
Due fiori appoggiati sulle orecchie e la coroncina ad adornarmi il petto.
Sorrido di fronte alla mia immagine riflessa nello specchio.
Mi piaccio parecchio.
Per una volta tanto...
Muovo i capelli con la mano rendendo le onde più morbide e applico il rossetto liquido stando attenta a non combinare un mio solito disastro.
< Ehi, sei pronta? > domanda Gemma bussando alla mia porta.
< Entra pure > dico andando in bagno per fare la pipì.
< Wow che schianto! > giudica una volta tornata in camera.
Roteo gli occhi < eeeh esagerata >, poi le faccio i complimenti aggiungendo un < attenta che Niall finisce per saltarti addosso stasera >.
La vedo sghignazzare mentre mi provoca < attenta tu a mio fratello altroché... >.
Poi aggiunge < vestita così sei un bel pericolo >.
Faccio un cenno come a dire 'scemenze'.
< Fidati se ti dico di stare attenta stasera > sentenzia prima di riprendere da dove si è interrotta < sai quel succhiotto che hai?
Bhe non sai quello che ti farebbe >.
Ridiamo divertite mentre le dico < stasera è la serata giusta per dichiararsi >.
< Ho paura > confessa Gemma giocando nervosamente con le mani.
< Non devi, vedrai che andrà bene... tu sii solo te stessa >.
Annuisce non convinta giocando coi capelli nervosa.
Poi sorridendomi chiede < e invece la tua passeggiata di oggi pomeriggio? >.
Deglutisco < bene, niente di che >.
< Care > dice severa.
< Che c'è? >.
< Diciamo che Lerya si è lasciata sfuggire qualcosa > dice ammettendo la verità.
< Mamma mia che impicciona > sbotto acida.
< Sempre a ficcare il naso nelle cose che non la riguardano > aggiungo ridendo per via della mia faccia buffa.
< Mi spieghi che sta succedendo? >.
< Tra chi? > chiedo prima che la mia amica risponda ovviamente < tra te e Harry >.
< Non lo so Gem... non so dirti quello che sta succedendo > ammetto grattandomi la testa.
< Sul serio? Eppure non si direbbe... voi due nascosti dietro un albero a scambiarvi effusioni? Direi che è piuttosto esplicita la cosa >.
Arrossisco non appena sento la parola effusioni, per poi spiegare < ci siamo fatti prendere dal momento, basta >.
< Si e per questo vi stavate per baciare >.
< Non ci stavamo per baciare > dico per poi ammettere sconfitta < e va bene... hai ragione >.
< Dovreste parlarne >.
< Non c'è molto di cui parlare > esplico io ma la mia amica non è d'accordo < sì invece Care, non è normale che vi venga voglia di baciarvi e di stare così vicini >.
< Te l'ho detto: è solo una questione fisica > giudico annuendo con la testa come per dare più convinzione alla mia teoria.
< Solo una questione fisica? >.
Annuisco prima di dirle semplicemente < che ci piacciamo a livello fisico è evidente ma la cosa non va oltre... fidati >.
< E se ti sbagliassi? > chiede confondendomi più che mai < e se non fosse solo una cosa fisica ma solo i vostri sentimenti a venir finalmente a galla? >.
< Sentimenti?! > urlo ridendo a crepapelle < qui non ci sono sentimenti >.
< Se lo dici tu... >.
Annuisco convinta per poi sentirmi dire < eppure dovreste parlarne, solo questo >.
< Ok, va bene... lo farò; ora basta però > la ammonisco tirandomi su dal letto e facendole segno di raggiungere i nostri amici.
Usciamo dalla mia camera raggiungendo appunto gli altri in terrazza.
Non siamo ancora tutti: mancano ancora Travis e i suoi amici.
Sorrido a Niall sussurrandogli un 'sei bellissimo, Gemma cadrà ai tuoi piedi >.
Lo vedo sorridere di sbieco < anche tu non sei da meno, Harry farà lo stesso >.
< Harry non deve cadere ai miei piedi > dico contrariata vedendo il mio amico ridere; alzo gli occhi al cielo spostandomi verso il tavolino per prendere da bere.
Una volta fatto raggiungo Louis, Zayn e Lerya che stanno parlando sorseggiando i loro moscow mule.
< Che si dice? > chiedo aggiungendomi nella conversazione.
< Mha niente di che > dice Zayn mentre Louis mi stuzzica < tu forse dovresti dirci qualcosa >.
Sbuffo < che rottura che siete >.
< Allora com'è andata questa passeggiata al lago? > chiede Louis socchiudendo gli occhi.
< Bene > ribatto ferma.
< E con Harry tutto ok? Mi sono giunte delle voci... >.
< Louis con Harry tutto ok, le voci erano fasulle > indico i miei amici innervosita.
< Non direi > sentenzia lui strizzandomi un occhiolino per poi continuare ad infastidirmi < sul serio? Dietro un albero? Le cose si fanno interessanti Care >.
< Non eravamo dietro un albero > dico finendo col ridere, per poi ricompormi < stavamo parlando, fine >.
< Sì certo come no >.
< Che si dice? > domanda Harry raggiungendoci col bicchiere in mano.
< Niente > mi affretto a rispondere mentre Louis prende a provocare il suo amico < stavamo parlando della vostra uscita al lago >.
Poi aggiunge sornione < divertito Haz? >.
Il riccio socchiude le labbra < molto >.
< Anche Caroline si è divertita > continua Louis indicandomi.
Harry si lascia sfuggire un 'ci credo' mentre io gli intimo < Harry chiudi quella bocca >.
< Non è colpa mia se hai iniziato tu a provocarmi > si giustifica pizzicandomi una guancia.
< Tu hai continuato >.
< Dettagli > rispondo buttando giù un lungo sorso della mia bevuta.
< E vi è piaciuto? > chiede Louis prima di aggiungere < il lago intendo >.
< Sì > diciamo in coro io e il riccio.
Proprio mentre sto per aggiungere altro il riccio confessa < se solo non ci aveste interrotto... >.
Strabuzzo gli occhi iniziando a tossire mentre i miei amici ridono.
Dopo essermi ripresa guardo Harry alzando la voce < taci! Per favore >.
< Ok, ok... permalosetta dei miei stivali > afferma prima di andare via.
Alzi gli occhi al cielo prima di sbuffare < quanto sono stufa >.
Vedo Louis venirmi vicino e stritolarmi in un abbraccio < non vedo l'ora di vedere i vostri bambini scorazzare per casa >.
< Tomlinson > lo rimprovero < non ci sono bambini e credimi quando ti dico che non rientrano nei miei piani >.
< Vostri piani > mi corregge ridendo mentre io gli tiro un cazzotto sulla spalla destra.
< Caroline! > urla quello che riconosco essere Travis.
Mi volto e lo raggiungo mentre quest'ultimo mi abbraccia schioccandomi un bacio sulla guancia; dopodiché mi presenta ai suoi amici mentre io sorrido a tutti invitando i miei amici a raggiungermi così da presentarli.
< E così tu sei la famosa Caroline? > chiede quello che dovrebbe chiamarsi Matt.
Annuisco ascoltando un altro ragazzo < non fa che parlare di te, ore ed ore al giorno >.
Sorrido mentre vedo Travis arrossire imbarazzato scusandosi < non li prendere sul serio, scherzano >.
< Non fare il modesto > lo prendono in giro loro beccandosi così delle occhiatacce.
< Peccato che sei fidanzata > spiega Edward prima di continuare < altrimenti vi avrei visto proprio bene >.
< Fidanzata? > chiedo ridendo per il mio status.
Tutt'altro che fidanzata.
< Non sei fidanzata? > domanda Matt guardando Travis che a sua volta mi guarda.
Rido ancora mentre cerco di rispondere, per poi essere interrotta da Harry che mi si piazza vicino.
< Ehi ciao Travis > afferma cercando di stare il più rilassato possibile.
Seguono delle presentazioni tra Harry e i ragazzi.
< E tu dovresti essere il fidanzato di Caroline > spiega Matt stringendo la mano del riccio.
Lo guardo e lui mi guarda prima di annuire.
< Noi non siamo fidanzati > dico ai ragazzi mentre Harry afferma < è timida, si vergogna >.
Gli tiro un buffetto mentre gli chiedo a bassa voce aggrottando le sopracciglia < mi spieghi che stai facendo? >.
< Oh niente tesoro > marcando la parola tesoro più del dovuto.
< Questo non mi sembra niente >.
< Dai Care, fammi divertire un po' > dice avvicinandosi al mio viso.
Gli metto una mano sul petto per allontanarlo ma proprio mentre lo sto facendo gli altri iniziano ad urlare < bacio, bacio, bacio >.
Scuoto la testa guardandoli, per poi guardare Harry che prendendomi un fianco mi stuzzica < non dire che non vorresti un mio bacio >.
Gli frego il suo bicchiere buttando giù il liquido per tentare di riprendemi.
< Stai giocando col fuoco Harry > gli dico.
I miei occhi nei suoi.
< Non ne saresti capace comunque > sentenzia sorridendo mostrando le fossette che tanto lo contraddisguono.
Mi ritrovo a chiedere < di che cosa? >.
< Di baciarmi > emette stringendo il mio fianco mentre io sussulto per la presa.
< Andiamo ragazzi: ce la fate a darvi sto bacio? > urlano Zayn e Louis divertiti.
Mi volto fulminandoli con lo sguardo, per poi voltarmi verso Harry < perché lo dovremmo fare davanti a loro? >.
< Quanto sei pallosa > sbuffa bevendo.
< Senti non mi voglio far vedere in atteggiamenti così intimi... sono riservata >.
Scuote la testa prima di urlare < ragazzi non ci sarà nessun bacio, la 'casta' Caroline si vergogna >.
I ragazzi emettono dei fischi mentre ci avviciniamo di nuovo a loro.
< Che fate nella vita? > chiede Travis ai miei amici.
< Io studio filosofia > spiega Liam che ci ha appena raggiunto con Sophia.
< Sul serio? Anch'io > afferma Matt dando una pacca a Liam che prontamente chiede < hai preparato l'esame di storia filosofica? >.
Li vedo discutere, mentre gli altri parlano del più e del meno.
Prendo un lungo sorso del mio drink mentre sento la testa più leggera.
L'avevo detto che avrei bevuto ed è quello che sto facendo.
Perché mantengo le promesse.
< Allora ci vieni alla festa che organizzo? > mi chiede Travis riportandomi coi piedi per terra.
< Forse, se loro vorrano venire certamente >.
Senza rendermene conto sposto una ciocca di capelli dietro prendendo un altro sorso del mio drink.
< Sei uno schianto stasera > afferma Travis osservandomi da capo a piedi.
Mi volto per vedere Harry ma non lo trovo.
Così mi volto per vedere dove si sia cacciato, sorridendo non appena lo vedo tornare con due drink in mano.
< Tieni > dice porgendomelo.
Riprendo a parlare coi ragazzi ridendo alle loro battute e divertendomi quando ad un certo punto Harry mi si avvicina dicendo < vieni >.
< Ehi dove andate? > domanda Lerya mentre Zayn e Louis iniziano a ridere prima di urlare < fate piano per favore >.
Superiamo altre persone stando attenti a non perderci.
Lo seguo trascinandomi.
La mia mano intrecciata con la sua.
Arrivato davanti la mia camera la apre e la richiude con un sonoro tonfo prima di prendermi il bicchiere che ho in mano trangugiandone un lungo sorso.
Rido mentre mi prende la testa facendomi bere < non dovrei bere ancora, sono un tantino ubriaca > spiego attenta a non sputarmi tutto addosso.
< Shh > mi intima Harry prendendomi per i fianchi facendomi sussultare.
Con uno scatto annulla la distanza tra i nostri corpi mentre mi ritrovo a sussultare non appena mi rendo conto della pericolosità della nostra vicinanza.
Il mio seno è a contatto col suo petto, il suo bacino preme contro il mio.
Alza gli occhi al cielo mentre io sorrido divertita.
< Mi farai impazzire > mugugna a denti stretti prima che io chieda per che motivo.
< Care > sbotta soffiandomi addosso mentre io sorrido per il soffio inaspettato.
Con uno scatto si avvicina al mio collo iniziandolo a ricoprirlo di baci per poi scendere più sotto sulla scollatura del mio vestito e tirare su la testa portandosi una mano sulla testa.
< Non capisci che non riesco a trattenermi? > mi chiede mentre prendo a giocare con la sua camicia a fiori portando le mani all'interno e disegno delle linee immaginarie sul suo petto liscio e longilineo.
< Calmati > gli dico mentre lo guardo con gli occhi più lucidi del solito a causa dell'alcool in circolo.
Lo osservo e mi mordo le labbra.
Come si fa a resistergli?
Io non riesco.
Scaccio via i pensieri e mi soffermo a guardarlo mentre sussurra il mio nome col fiato corto.
Poi gli prendo il viso mordendogli il collo leccandogli la clavicola per poi sentirlo ansimare.
< Porca puttana > sbotta portando la mano sotto il mio vestito e tirando la gamba verso l'alto.
< Harry > gli dico mentre il riccio mi spinge lentamente verso la scrivania facendomi sedere.
Torna un attimo in sé mentre io lo tiro per la camicia riportandolo a me.
Poggia le mani sul tavolo in legno portando il suo viso a contatto col mio; poi prende il mio viso affondando la sua mano tra la mia guancia e la nuca mollandomi un bacio a fior di labbra.
Bacio al quale rispondo sorridendo.
Gli schiocco anch'io un bacio a fior di labbra e lui fa la stessa cosa iniziando a schiudere le labbra; poi senza preavviso mi morde il labbro inferiore tirandolo leggermente verso di lui per poi sorridere non appena sente la mia lingua a contatto con le sue labbra ancora chiuse.
Senza dire nulla ci ritroviamo ad osservarci con gli occhi in fiamme e brulicosi.
Poi all'improvviso una voce.... 'Niall'.
Mi alzo di scatto capendo che la voce che ha pronunciato quel nome altri non è che Gemma.
Harry fa la stessa cosa e ci avviciniamo al balcone affacciandoci.
Mi volto verso il balcone di destra ma non scorgendo nessuno penso di essermelo sognato.
Poi sento sussurrare un 'ma che cazzo' di Harry e mi volto verso il balcone di Niall.
Dove ci sono appunto lui e Gemma intenti a baciarsi prima lentamente per poi lasciarsi andare ad un bacio appassionato.
< Nia... > tenta di dire Harry prima che io gli prema una mano sulla bocca e lo spinga dentro chiudendo la porta finestra dietro di me.
< Caroline fammi passare > dice avvicinandosi alla porta bloccata dalla sottoscritta.
< Per fare cosa? > chiedo.
< Per andare a spaccare la faccia di Horan, mi sembra ovvio > spiega scuotendo la testa.
Poi afferma retorico < dimmi che quello che è visto è solo un sogno >.
Scuoto la testa mentre lui impreca < porca puttana >.
< Calmati >.
< Calmarmi? Come faccio sapendo che di là c'è mia sorella che limona appassionatamente con quello che dovrebbe essere un mio amico? >.
< Guarda in faccia la realtà >.
Alza un sopracciglio mentre io gli dico < si piacciono, si sono sempre piaciuti Harry >.
< Ma che dici? > chiede cercando di aprire la porta.
< Da sempre, entrambi > spiego per poi dirgli < senti adesso ti siedi e ti calmi un attimo >.
< Assolutamente > tenta di dire prima che io gli indichi il letto.
< Ti odio > sbotta una volta sedutosi.
< Harry >.
< Che c'è? > risponde nervoso.
Lo guardo male prima di ammettere < non c'è niente che puoi fare, ficcatelo in testa >.
Lo vedo scuotere la testa < come diavolo è potuto succedere? >.
< Te l'ho spiegato: si piacciono >.
< Un conto è una cosa fisica, un conto è mettere in mezzo i sentimenti > sentenzia massaggiandosi la testa.
< Non è solo una questione fisica la loro, probabilmente si amano >.
< Amore > sputa prima di continuare < che schifo >.
< So che per te è difficile accettarlo dopo che lo sei venuto a scoprire così ma pensaci bene >.
< A cosa? Che Horan si sbatte mia sorella? > domanda critici.
< A cosa vuoi per Gemma >.
< Il meglio voglio > afferma convinto.
< E pensi che Niall non sia il meglio? > chiedo non ricevendo risposta, cosi riprendo il discorso < andiamo! Lo conosci da ormai abbastanza per dire che è il meglio che possa capitare ad una ragazza Harry >.
< Ma non la mia >.
Sorrido per il fatto che ha chiamato la sua ragazza Gemma e poi continuo < non le farebbe mai del male, non è stupido... e poi la ama >.
< Ah sì? > chiede beffardo.
Annuisco < fidati, per lui Gemma è tutto >.
< Sì tutto bello ma resta il fatto che un mio amico si sbatte mia sorella > asserisce incavolato nero.
< Non essere tragico per favore > lo riporto prima che preghi di non fare scenate < almeno stasera goditi la festa, domani vedrai che avrai modo di parlare con entrambi e cambiare idea >.
< Seh, come no > dice prendendo il bicchiere bevendo per poi dirmi < andiamo di là, voglio solamente bere e dimenticare tutto >.
Annuisco e lo raggiungo per poi uscire ed essere accolti da grida, urletti e fischietti vari.
< Allora a quando i bambini? > chiede Louis portando un braccio sulla spalla di Harry che risponde < a mai >.
Faccio un segno con la mano a Lerya e Liam che mi chiedono che cosa sia successo.
< Io direi di bere > urla Harry proponendo una sfida di shottini ai ragazzi.
Scuoto la testa mentre Louis, Liam, Zayn e Lerya mi si avvicinano e spiego loro < abbiamo beccato Niall e Gemma baciarsi e Harry l'ha presa abbastanza male >.
< E bravo il mio irlandese! Finalmente si è deciso > applaude Louis battendo il bicchiere con quello di Zayn.
Detto ciò raggiungiamo gli altri mentre Lerya mi chiede < tutto apposto con Harry? >.
< Più o meno > ammetto sincera.
< Dai Care gioca con noi > mi chiama Travis prendendomi la mano.
Guardo Harry non fare nessuna mossa ma anzi mandare giù il liquido sotto lo sguardo divertito di Sophia che ride vicino a lui.
< Piano Harry > lo ammonisce lei facendolo così voltare verso di lei.
< Ti conviene spostarti altrimenti ne pagherai le conseguenze > la rimprovera lui maliziosamente facendole fare un giro con la mano.
Riporto l'attenzione su Travis che mi spiega < allora non stai con Harry >.
Annuisco prima di sentirlo aggiungere < mi hanno spiegato i ragazzi prima quando voi eravate entrati in casa >.
Sorrido mentre gli altri si avvicinano per brindare alla serata.
Vedo Harry strizzarmi un occhiolino da lontano.
Gli sorrido prima di essere trascinata in un balletto improvvisato al momento.
< Allora ci esci con me? > mi chiede Travis facendomi girare.
< Vediamo > gli dico in un orecchio facendolo ridere.
< Devi vedere Harry? > chiede beffardo mentre scuoto la testa < non stiamo insieme, quindi ognuno può fare quello che vuole >.
< Giusto > afferma muovendosi a ritmo di musica.


Balliamo per non so quanto tempo, divertendoci tutti insieme e scherzando allegramente prima che la gente inizi ad andar via a poco a poco.
< Certo che Travis e i suoi amici sono veramente uno spasso > ammettono Zayn e Liam.
Annuisco essendo d'accordo con la loro opinione < ve l'avevo detto che erano simpatici >.
Louis annuisce < dovremmo proprio andare alla loro festa >.
< Assolutamente > esclama Lerya battendo le mani come una bambina.
Guardo l'orologio e sbadiglio.
Per me è ora di andare a letto.
Ma proprio ora.
< Io andrei a dormire, sono stanca > ammetto osservando i miei amici.
< Sì, direi che è arrivato il momento > dichiarano tutti.
Poi aggiungo < voi iniziate ad andare, io butto via almeno i bicchieri >.
< Sei sempre la solita perfettina! > si lamentano loro facendomi ridere.
< Mi da fastidio lasciare tutto così > confesso le mie colpe mentre li vedo entrare dentro casa; per poi iniziare a raccogliere i vari bicchieri e bicchierini e buttarli nell'immondizia.
Dopo aver finito mi volto per vedere se ho lasciato qualcosa in giro e rientro dentro casa dirigendomi verso camera mia ed entrandoci.
Esco fuori al balcone e sbircio oltre il mio balcone sorridendo non appena vedo Niall e Gemma ridere guardando le stelle abbracciati.
Ah l'amore!
Cerco di trattenermi dall'urlare e andarli ad abbracciare e lascio a loro questo momento di intimità per entrare in stanza e dirigermi in bagno iniziando a svestirmi poggiando i vestiti su una sedia.
Dopo essermi lavata accuratamente le mani, inizio a struccarmi, lavando poi i residui di trucco con l'acqua fresca e lavando i denti; poi dopo aver fatto la pipì mi dirigo verso il mio letto infilandomici dentro e tirando su le lenzuola.
Controllo che il telefono non abbia chiamate o messaggi e mi volto sul fianco destro cercando di chiudere gli occhi arricciando il naso.

Sbaglio o nell'aria c'è il profumo di Harry?

Scuoto la testa cercando di non darci peso ma poi me lo immagino ubriaco, solo e mezzo depresso nel suo letto che mi viene da sorridere.
Non è stata facile per lui questa sera eh?
L'aver scoperto Niall e Gemma deve averlo provato parecchio, così dopo averci pensato un secondo mi tiro su dal letto decidendo così di andare a vedere come sta.
'Sta a letto' mi intima la mia coscienza mentre mi ritrovo a parlare da sola.
Non succederà nulla.
Sto andando solo a vedere che è tutto intero.
Che problemi mi faccio?!
Non succederà proprio un bel nulla.
Annuisco come a infondermi coraggio e apro la mia porta, attenta a non fare il minimo rumore.
'Se ti beccano sei fottuta' dico tra me e me sgignazzando mentre cammino quatta quatta.
Poi busso ed aspetto che venga ad aprirmi, ma nessuno lo fa.
Attendo dei secondi.
'Va a letto Caroline Smith'.
No, no che non ci vado a letto.

E se ha bisogno di me?

Se ha bisogno di conforto?


Così decido che forse non riesce a rispondere per via delle lacrime e afferro la maniglia prima di aprirla.
< Harry > dico piano, non vedendo nulla.
Poi i miei occhi si abituano alla luce notturna mentre ritento chiamando il mio nemico, rimanendo di stucco per la scena che mi si presenta davanti.
Harry e Sophia intenti a baciarsi, lei che sfila la maglietta di lui e lui sopra di lei a cavalcioni solo con il reggiseno in pizzo.
Strabuzzo gli occhi mentre Sophia aprendo gli occhi urla un 'oddio'.
Harry si volta scrutandomi per poi aprire la bocca incapace di dire o fare qualunque cosa.
Arretro d'istinto portandomi una mano sugli occhi e iniziando a scusarmi < giuro che non ho visto nulla, giuro che non volevo... giuro che >.
Senza pensarci ulteriormente esco dalla camera chiudendola velocemente e mi fiondo nella mia poggiandomi sulla porta chiusa alle mie spalle.

Col fiato corto e il cuore in gola.

Cerco di calmarmi finendo con l'agitarmi ancora di più non appena respiro il profumo di Harry nell'aria.

Senza pensare a Niall e Gemma mi dirigo fuori al balcone cercando di respirare più lentamente possibile.
Mi siedo sulla sedia a dondolo alzando gli occhi al cielo e maledicendomi mentalmente.
'Certo... stava proprio piangendo'.
'Sei una stupida' mi ripeto più volte corrucciando le labbra in una smorfia.
Che stupida sono stata ad aver pensato che potesse aver bisogno di me.
O che potessi piacergli sul serio.
Scuoto la testa amareggiata e delusa.
Ripenso alle sue mani su di me, le sue labbra sulle mie mischiandole con le immagine appena viste nella sua camera trattenendo un conato di vomito.
Rimango ferma per non so quanto tempo prima di decidere di addormentarmi con la speranza di cancellare tutto.
Dalla mia mente e dal mio cuore.

Trafitto e rotto.

Che diavolo è successo oggi?

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Capitolo 3
*** Parole pesanti ***


Guardo il cielo e faccio una smorfia.
Oggi il tempo rispecchia il mio umore.
Direi al 100%.
Sto veramente da schifo, per non dire altro.
Stanotte non ho dormito molto... anzi diciamo proprio che non ho dormito.
Ci ho provato, in tutti modi possibili ma non ci sono riuscita.
Nemmeno con della camomilla.
Zero spacca zero insomma.
E infatti eccomi qui; occhi segnati da profonde occhiaie, viso distrutto e un'emicrania da paura.
Da far girare appunto la testa.
Che poi pensandoci bene io non ho avuto mai emicranie in tutta la mia vita... ma e c'è un ma.
C'è sempre la prima volta e per questo devo ringraziare la persona che odio più di me stessa.
E che da stanotte odio ancora di più.


Perché mi ha distrutto, ferita e fatta sentire come quella che non voglio essere.

'Una poco di buono?' domanda la mia coscienza che prontamente caccio.
Scuoto la testa stando attenta a non rovesciare l'acqua con la compressa.
Deglutisco sperando che questa storia finisca il più presto possibile, così da trovare un po' di pace.
Che ora mi manca.
È letteralmente incredibile come in questi due giorni abbia avuto a che fare con sentimenti contrastanti.
Un mix di feelings: belli, brutti e mai provati.
Tutto grazie/per colpa sua.
Sbuffo e guardo intorno cercando di respirare lentamente, sorridendo del silenzio che mi ci circonda.
E di cui avevo bisogno.
Fortunatamente sono sola in questo momento; i ragazzi sono andati a fare spesa e non sono ancora rientrati.
Bhe non sono andati tutti, Niall e Gemma sono in camera a fare i piccioncini e... gli altri due non so proprio dove siano.
E nemmeno mi interessa saperlo.
Ad essere sincera.
A che mi servirebbe saperlo?
Mi farei ancora più del male... e non ho voglia.
Mi stringo addosso la maglietta a maniche lunghe e chiudo gli occhi cercando di rilassarmi.


Un'immagine: Harry su Sophia.

Harry che bacia Sophia mezza nuda.
Apro gli occhi imponendomi di pensare ad altro.

A qualsiasi cosa ma non a loro due.
Le sue labbra sulle sue, così come il suo corpo.


Quel corpo che poco prima era a stretto contatto col mio.
I suoi occhi nei miei a tromortirmi come un vortice.
E che invece ieri sera puntavano solo lei.
Eppure me la sono cercata.
Lo sapevo che non sarei dovuta entrare in camera sua... era come se me lo sentissi.
Come se avessi già capito che sarei caduta facendomi male.
Molto male, forse.
Ma il pensiero che potesse star male per il suo amico e la sorella mi ha portata a mettere da parte le mie paure.
Solo per lui.
Ha ragione quando dice che sono una cavolo di ingenua.
Ingenua perché non capisco le cose che mi circondano.
Ingenua perché non capisco che a lui non importa nulla di me.
Perché alla fine dei giochi... non l'ho mai capito.
Ok, le cose in questi giorni sono cambiate parecchio ma questo non vuol dire che per lui siano cambiate.
Probabilmente voleva solo svagarsi e viversi questi giorni spassandosela alla grande.
Con me non ha funzionato visto che sono un blocco di ghiaccio.
Difficile da prendere.
Invece con Sophia è stato facile.
O semplicemente non gli piaccio.
P u n t o.
E so che devo farmene una ragione.

Ma allora perché quell'intimità?
Perché abbracciarmi in quel modo facendomi sentire il suo cuore... perché tentare di baciarmi?
Perché dirmi che quand'è con me sta bene?
Perché?
Perché?



Il venticello che si è alzato nel primo pomeriggio mi solletica la pelle provocandomi brividi di freddo.
So che stando qui seduta da sola non risolverò nulla, ma oggi non ho per niente voglia di dire, fare cose etc.
Non ho voglia di essere la solita Caroline.
Sbagliando si impara dice il detto.
Ed io so che sarà così.
Ho sbagliato tante volte ma ora è il momento di imparare.
Imparare che Harry Styles è un coglione a tutto tondo disposto solo a spaccare cuori, creparli a più non posso.
Imparare che devo tornare ad essere quella di prima.

Disinteressata, critica, sempre sulla difensiva e perché no cinica fino al midollo.
Almeno stavo bene, ero io e la cosa non faceva che rendermi felice.
Felice di non soffrire, di non mostrare paure, debolezze.
Felice di non mostrare il mio cuore.
< Hei > dice una voce facendomi sobbalzare.
Mi calmo non appena vedo che si tratta di Niall che si avvicina scusandosi < non volevo spaventarti >.
< Mh > dico senza troppa enfasi mentre mi si siede di fronte.
Ha la faccia distesa, si vede che è al settimo cielo.
Che si sente come mai non si era sentito in vita sua.
Vivo, vivissimo.
Lo guardo donandogli un sorriso che so gli farà piacere < vedo che sei al settimo cielo Horan >.
Annuisce < si vede così tanto? > domanda imbarazzato mentre io prendo la parola < sì ed è bellissimo.
È bellissimo vederti così su di giri >.
< Io e Gemma proviamo a frequentarci > afferma osservando una reazione che non arriva.
Infatti mi domanda preoccupato < non sei felice? >.
< Assolutamente >.
< E allora perché non ti vedo così felice come dici di essere? > chiede ovviamente.
< Bhe semplicemente perché so già tutto >.
Strabuzza gli occhi e sta per dire qualcosa ma viene interrotto dall'arrivo di Gemma che dice < è inutile che le spieghi, sa già tutto >.
Annuisco e ricambio l'abbraccio che mi sta dando.
< Mi spiegate questa storia per favore? > fa il finto offeso il biondo.
< So già tutto semplice >.
< Si, ma il punto è come lo sai? > poi prima di finire continua < te l'ha detto Harry sicuramente >.
Scuoto la testa < non me l'ha detto lui, perché io ero con lui quando vi abbiamo visti >.
Strabuzza gli occhi balbettando < che ci facevate tu ed Harry? E in camera.... tua? >.
< Lunga storia > taglio corto mentre chiedo < ti ha già preso a cazzotti? >.
< Ancora non ci ho parlato >.
Annuisco prima di metterlo in guardia < preparati ad uno scontro fisico, perché lui non vede l'ora >.
Poi aggiungo seria < se ieri non lo avessi bloccato sarebbe entrato in camera tua e ti avrebbe preso a cazzotti >.
< Oh, sì... me lo ha detto > dice Gemma guardandomi.
< Ci hai parlato? > chiedo senza pensarci.
Annuisce e conferma quello che sospettavo < stamattina sono andata da lui perché volevo dirgli quello che sta succedendo e non è andata come previsto: non vuole parlarmi... mi ha solo detto che ci aveva sgamati e che non se lo aspettava da nessuno dei due >.
Poi aggiunge dispiaciuta < e poi mi ha sbattuto la porta in faccia >.
< Si calmerà > le dico carezzandole la mano per farla calmare.
Poi sorridendo aggiungo < l'importante è che voi siate felici perché io lo sono >.
Li vedo ringraziarmi di cuore prima che Niall mi domandi scherzando < te invece ste occhiaie? Che hai fatto stanotte? Un festino? >.
< Più o meno >.
< Dai sii seria, che hai fatto? > richiede dolcemente.
< Mhh non ho dormito, tutto qua > rispondo guardando in basso.
< Perché? > domanda Gemma preoccupata.
< Aaah, ahhh > emette Niall malizioso.
< Cosa? > chiedo.
< Scommetto che non hai dormito per colpa di Harry > ammette facendomi un occhiolino.
Scuoto la testa.
< E allora? Dai non tenermi sulle spine! Mi sono perso una festa grandiosa? > chiede soffiandosi il naso.
< La festa è stata figa, ma non ti sei perso chissà che >.
< Care > tenta di chiamarmi Gemma prima che io mi volti e le mi chieda < che succede? Sei spenta... te ne stai qui tutta sola, mentre gli altri non ci sono >.
< Volevo stare un po' da sola > spiego veloce sperando che la mia risposta non dia modo di farmi altre domande, cosa che invece accade perché la mia amica risponde < andiamo! Hai una faccia... te la farei proprio vedere >.
Sorrido perché so essere vero.
< Successo qualcosa con Travis? > domanda Niall mentre Gemma afferma seria < no, è successo qualcosa con Harry sono sicura >.
< Non è importante > ammetto.
< Sì che lo è... sei importante per noi e vogliamo aiutarti > dicono entrambi in sincrono.
Annuisco.
< Dai raccontaci >.
Così inizio spiegando la mia chiacchierata con Louis, Lerya e Zayn.. l'arrivo di Travis e i suoi amici.
Bloccandomi subito dopo.
Poi continuo dopo aver preso un respiro < ad un certo punto mi ha letteralmente trascinata dentro casa fino in camera mia e lì... >.
< Lì? > chiede Gemma avvicinandosi di più.
< Lì le cose si sono fatte... serie >.
< In che senso? >.
< Nel senso che eravamo lì lì per baciarci >.
Poi continuo < ed è stato proprio mentre mi stava per baciare che ho sentito la tua voce Gemm così siamo usciti e lì vi abbiamo visto baciarvi e lui non ha capito più nulla >.
< Oddio > sussurra Niall a disagio mentre la mia amica chiede < e il bacio? C'è stato? >.
< No, dopo siamo tornati alla festa e lui ha iniziato a bere fino a che non è sparito >.
< E sei giù per via del mancato bacio? > domanda Gemma, aggiungendo poi < sei cotta Care >.
< No, non sto così per via del non bacio ma per quello che è successo dopo >.
La vedo invitarmi a continuare così non la faccio attendere < tornata in camera mi sono struccata e infilata sotto le coperte ma continuavo a pensare a come potesse star male lui, a quanto potesse sentirsi solo >.
< Che diavolo hai fatto? > domanda Niall prima che lo zittisca acida < fidati Horan, io proprio nulla >.
Prendo un bel respiro prima di raccontare < insomma mi dispiaceva pensarlo così e mi sono sentita di andare a vedere come stava... lo giuro che prima di entrare ho bussato ma siccome nessuno rispondeva ho aperto la porta e forse sarebbe meglio che non fossi entrata >.
< Perché? > domanda Gemma ormai con la curiosità alle stelle.
< All'inizio non vedevo nulla ma poi dopo essermi abituata al buio mi si è proiettata una scena che mai scorderò >.
Bevo un sorso d'acqua massaggiandomi la tempia prima di affermare secca < in poche parole c'era Harry sopra Sophia mezza nuda... mentre si baciavano >.
Gemma strabuzza gli occhi prima di urlare < Sophia?! >.
Annuisco per poi dire < come se non bastasse lei si è accorta della mia presenza, lui anche e io sono scappata a gambe levate >.
< Ci credo > sbocca Niall mezzi schifato.
< E tu? >.
< Io? Io mi sono sentita usata, umiliata e presa per il culo Gemm > affermo piatta.
< Mi dispiace... non so che cosa dire > tenta di confortarmi lei venendomi ad abbracciare.
< Ma la stupida qui in mezzo sono io... e pensare che stavo per baciarlo > dico mordendomi il labbro.
< Non sei tu la stupida > mi ammonisce Niall prendendo le mie difese.
< Oh sì invece... perché stavo per cedere >.
< La colpa è di quel coglione di mio fratello > sbotta Gemma alterata.
Poi ammette < la colpa è mia, dovevo immaginare che Sophia da sola ne avrebbe combinata una delle sue >.
< Non è tua la colpa... e né di Sophia ma solo di Harry > dico discolpando entrambe.
< Dovevo stare con lei... invece mi sono fatta i cavoli miei e questo è il risultato >.
< Gemm no, non è così anche perché magari se fossi stata lì con noi magari non sarebbe cambiato proprio nulla > asserisco puntando i miei occhi nei suoi.
< Questa volta me la paga > ammette Niall nero.
< Chi? > tento di chiedere.
< Harry > sputa con un tono critico, poi mi spiega velocemente < lo avevo avvertito di non farti star male, di lasciarti stare se la sua intenzione era di ferirti e basta >.
< Seh, come no >.
< Non cambierà mai purtroppo > dico poco dopo per poi aggiungere < basta non voglio annoiarvi con le mie storie melodrammatiche >.
< Se non cambierà ti perderà e lì si renderà conto delle sue azioni > mi consola la mia amica regalandomi un tenero sorriso.
< Grazie, vi voglio bene >.
< Anche noi > dicono entrambi abbracciandomi.
< Eccoci! > urla Louis con le buste della spesa in mano.
< Hei > saluto tutti con la mano ridendo per la quantità di cibo comprato.
Manco fossimo un esercito.
Manco dovessimo prepararci ad un' invasione di zombie o che.
< Care > mi chiama la mia amica venendomi ad abbracciare.
< Lerya, mi stritoli così > tento di dire rossa per lo sforzo nel respirare.
< Stasera io e te usciamo sappilo > ammette strizzandomi un occhiolino.
< E dove andiamo sentiamo? > chiedo scettica.
< Da Travis >.
< No, no non ho per niente voglia di fare festa > ammetto guardandola contrariata.
< Forse non hai capito che ci andiamo e basta, sia che tu abbia voglia o meno > asserisce decisa.
Roteo gli occhi < non sono in vena >.
< Oh andiamo sei sempre in vena di fare festa... > giudica Louis sedendosi al mio fianco.
< Oggi per niente Lou >.
< Non devi farti abbattere da quel deficiente di Harry >.
Stringo il pugno < non mi faccio certo abbettere da lui >.
< E allora? > domanda Zayn avvicinandosi.
< Non ho voglia, semplicemente non ho l'umore per affrontare una festa > confido per poi chiedere ironica < ma poi mi ci vedete ad una festa con queste occhiaie? >.
< Senti bella stammi a sentire: stasera ti trucchi, ti prepari indossando qualcosa di stragnocco e basta > mi rimprovera Lerya.
< Ma... > tento di dire prima che lei mi blocchi < ma niente... non lascerò che per colpa di quel demente te ne stia qui a deprimerti >.
< Ha ragione > le da manforte Zayn facendomi una carezza.
< Non smetterete fino a che non dirò di sì vero? > chiedo sbuffando.
Louis e gli altri miei amici ridono < esattamente >.
< Che rompipalle che siete... ci andrò > dico spazientita.
Poi rivelo < però vi voglio un gran bene >.
< Gliela devi far pagare e anche cara > sbotta Lerya annuendo più volte.
< Vedrai ci resterà di merda non appena ti vedrà così bella e spensierata > sentenzia Louis portandosi alle labbra una sigaretta.
Roteo gli occhi < non mi frega >.
< Ma tu fallo >.
< Adesso basta >.
Santo Zayn.
Santo subito.
< Grazie Zayn >.
< A che ora partite? > domanda il biondo di fronte.
Lerya sta per rispondere ma viene anticipata da una voce che chiede < chi parte? >.
Sbuffo forte perché so di chi si tratta.
Precisamente di quel coglione di Harry.
< Nessuno parte > dice Zayn guardando l'amico che dopo averci scrutati uno ad uno ammette < certo che ci siete proprio tutti >.
Vedo Niall stringere un pugno involontariamente, mentre Gemma lo guarda aspettando che dica qualcosa.
Il riccio senza troppi convenevoli si siede su una sieda e ridendo inizia a parlare < ci sono delle novità di cui parlare... una coppia da festeggiare per bene >.
< Harry > lo ammonisce Gemma.
< Harry un cazzo! >.
< Se mi lasci il modo e il tempo per spiegarti ti spiego > interviene Niall prima che Harry chieda ironico < cosa c'è da spiegarmi? Che ti scopi mia sorella? >.
< Ma che dici?! > chiede Niall alzandosi in piedi.
< La verità >.
< La verità è che sei solo un coglione > dice Niall rosso in volto.
< Dimmelo in faccia > lo provoca il riccio facendo un passo in avanti.
Niall fa per avvicinarsi ma Louis si mette in mezzo < ragazzi, ragazzi, ragazzi calma >.
< Sarà meglio > dice Harry vedendo Niall fare un passo indietro.
< E invece parliamo di te... dov'è che sei stato? > chiede Gemma sfottendo il fratello.
< Ho accompagnato Sophia in stazione, che poi nemmeno era di mia competenza visto che è tua amica e non mia >.
Poi aggiunge ridendo < ah ma eri troppo occupata con Horan... giusto che scemo >.
< Hazz > lo riprende Louis prima di calmarlo < direi che te la devi far finita >.
Lo guardo e mi viene il voltastomaco.
Così borioso e pieno di sé.
Sempre ironico e con la battutina di merda pronta.
Alzo gli occhi al cielo mentre lo vedo farmi un cenno.
Nemmeno lo guardo ma so che il suo sguardo è puntato su di me.
E questa cosa non fa altro che farmi arrabbiare ancora di più.
Non dovrebbe guardarmi.
Ma nemmeno di soppiatto, non dopo quello che mi ha fatto.
< La smetti? > sbotto alla fine non trattenendomi più.
< Di fare cosa? >.
< Di guardarmi > dico scontrosa.
< Posso farlo > mi provoca.
Questo è troppo!
Mi alzo e senza troppe parole dico < ragazzi vado in camera, non mi va più di stare qui >.
Supero Zayn stringendomi nella mia maglietta quando la sua voce chiama il mio nome.
< Care > ripete raggiungendomi sulla soglia dell'ingresso.
< Che diavolo vuoi? > chiedo sfinita.
< Voglio parlarti >.
Rido amaramente < per dirmi che cosa? >.
< Dammi il tempo di spiegare >.
< Non ho voglia > asserisco facendo un passo in avanti prima che la sua mano tocchi il mio braccio.
Mi volto e lo fulmino < non toccarmi >.
< Ok, ok non ti tocco > porta le mani in alto in segno di difesa.
< Che devi dirmi? > chiedo guardandolo per un secondo almeno.
< Mi dispiace molto per ieri sera > ammette grattandosi la testa, poi aggiunge < spero che potrai perdonarmi >.
< Per cosa? Per averti visto limonare Sophia? > chiedo facendo la finta stupita per poi mollargli un colpo basso < fa nulla, non stiamo mica insieme io e te >.
< So che sei arrabbiata >.
< Dici? > domando.
Annuisce < mi dispiace davvero tanto, non sai quanto >.
Annuisco brevemente prima di chiedergli < se ti faccio una domanda mi rispondi? >.
< Certo >.
< Mettiamo caso che io ti perdoni nella mia pazzia no? Ho bisogno di sapere una cosa, per essere sicura al 100% che tu sia sincero >.
< Chiedi qualsiasi cosa e ti risponderò > conferma lui facendomi ridere.
Perché non sa mica cosa sto per chiedergli.
< Dimmi solo: te la sei scopata? >.
Sento Liam sussurrare un 'boomtown' e sorrido mentalmente perché so di avere lasciato il segno.
< A che ti serve saperlo? > chiede lui grattandosi il naso.
< Rispondi >.
< Care >.
< Harry, rispondi semplicemente > sentenzio io.
< Non credo servi > dice lui.
Sto per andarmene sul serio ma lui decide finalmente di rispondere < sì, ci sono andato a letto se ti interessa saperlo >.
Sghignazzo e rispondo secca < come sempre hai rovinato tutto, complimenti >.
Detto ciò entro dentro casa senza voltarmi al suo richiamo ma anzi proseguendo lungo il corridoio per poi entrare in camera mia e chiuderla con un tonfo sonoro.
Apro l'armadio e controllo che cosa mi sono portata dietro.
Se prima non volevo uscire ora ne ho proprio bisogno.
E voglio farmi bella, far vedere all'intero mondo che Caroline Smith vale.
Far vedere ad Harry cosa si perde.
E si è perso.
Sposto le grucce, scrutando ogni vestito cercando di crearmi un outfit in mente.
Voglio essere semplice ma anche attirare l'attenzione.
Prendo dei pantaloncini e li guardo.
Corti, molto corti...
'Vanno più che bene' mi dico.
Poi apro il cassetto e scruto le diverse magliette e i vari top per poi tirarne fuori uno nero molto semplice ma con lo scollo a barca che lascia quindi le spalle scoperte e in evidenza.
Detto ciò mi dirigo in bagno per truccarmi.
O meglio per sistemare la mia faccia che al momento risulta essere tutt'altro che presentabile.
Prendo per prima cosa il correttore applicandolo sulle occhiaie, sfumando stando attenta a non creare macchie; poi lo fisso con la cipria.
Prendo un pennello da sfumatura e dopo aver prelevato un color marroncino terracotta lo stendo sull'occhio iniziando a sfumare bene.
Un velo di mascara e anche gli occhi sono a posto.
Prendo un pennello più grosso e applico il bronzer per creare un po' di dimensione al mio viso; con le dita applico l'illuminante cercando di stare attenta a non usarne troppo.
Dopo essermi specchiata decido di vestirmi così da capire cosa fare con le labbra.
Infilo i pantaloncini con delle calze a rete sotto e poi indosso il top sistemandolo bene.
Mi guardo allo specchio e decido di optare per un rossetto liquido color mattone che applico con precisione per non uscire fuori dal contorno.
Con passo deciso mi avvicino allo specchio e mi ammiro più volte per capire se mi piace il risultato finale o meno.
Porto una mano tra i capelli e penso a come potrei acconciarli.
Così senza pensarci li lego in uno chignon disordinato alla base della nuca e tiro fuori delle ciocche per renderlo meno serio e più sbarazzino.
'Non sarà un po' troppo eccessivo questo outfit?' mi chiedo osservando la mia figura slanciata.
Scuoto la testa.
Non è troppo.
Non per questa sera.
Devo divertirmi e poi chissà... metti caso qualcuno decida di parlarmi?
Voglio essere al top.

Sentirmi bella.
Almeno stasera.
Almeno al momento.

Con uno scatto mi abbasso verso la scarpiera e afferro gli stivali col tacco che prontamente infilo guadagnando altri punti in altezza.
Che non fanno mai male.
Soprattutto se hai a che fare con Harry.
'Te la smetti di pensare a lui?' sbotto spazientita scuotendo la testa.
Sempre Harry e solo Harry.
Che palle.
Sto diventando proprio pesante eh?
Ma che mi frega se guadagno punti in altezza?
Non devo mica baciarlo.
Quindi amen.
Lui non deve minimamente interessarmi.
Afferro la pochette, infilo il kimono nero abbastanza pesante e mi spruzzo il profumo prima di uscire dalla mia camera con passo spedito verso la terrazza dove tutti i miei amici mi stanno aspettando.
< Che schianto! > urla Liam, mentre Louis e Niall fischiano applaudendo.
Li ringrazio.
< Stai una meraviglia > ammette Gemma guardandomi dalla testa ai piedi.
< Dite? >.
Poi aggiungo < non sarò un po' troppo? >.
< Assolutamente >.
Ringrazio Gemma prima di chiedere si Lerya.
< È in camera con Zayn >.
Roteo gli occhi < prevedibile >.
So già che ne avrà per un po' così mi metto seduta sulle gambe di Liam attenta a non pesare troppo la sua gamba.
< Travis morirà > ride divertito Louis dandomi una pacca sulla gamba.
< Non morirà tranquilli > dico portando indietro una ciocca di capelli ribelle.
< Gli piaci parecchio Care > sentenzia Niall.
< Esagerate ragazzi >.
< Io ci ho parlato e fidati quando ti dico che gli piaci e anche molto > dice Liam mentre mi volto ad osservarlo.
< Avresti dovuto vederlo quando gli abbiamo detto che tra te e Styles non c'è nulla... o meglio che non state insieme > specifica.
Rido divertita perché in fondo so che hanno ragione.
Gli piaccio.
Fin dal primo giorno in cui ci siamo incontrati.
E sono anche sicura che ci avrebbe provato se non fosse stato per quel troglodita di Harry.
Che gli ha fatto vedere i sorci verdi.
Letteralmente.
< Vedremo se tornerai a casa stasera > mi provoca Niall mentre io gli tiro un cazzotto sul braccio facendo l'offesa < cosa credi che mi conceda a tutti Horan? >.
< No, so come sei... è che chissà magari scocca la scintilla >.
< Tra chi? > chiede Harry facendo il suo ingresso con i ricci bagnati.
< Tra Caroline e Travis > dice Louis sorridendogli.
< Ah sicuro che scoppia la scintilla > afferma lui beffardo.
Poi aggiunge ammiccando al mio look < molto figa Smith >.
< Grazie Styles >.
< Peccato che così non puoi proprio uscire >.
< Ah no? E perché? > chiedo aggrottando le sopracciglia.
< Perché sei troppo... troppo per i miei gusti >.
< Cavoli tuoi > ribatto tamburellando le dita sul tavolo.
< Così non ti ci mando in giro da quel demente di Travis, sappilo > sentenzia mentre una gocciolina d'acqua gli si posa sulla maglietta grigia a maniche lunghe.
Lo guardo e cerco di non farlo vedere ma dentro me muoio.
È così bello dannazione.
La maglia gli risalta il fisico lasciando intravedere i suoi mille tatuaggi.
Le labbra ancora più piene e gli occhi ancora più brillanti di sempre.
Bello da mozzare il fiato.
Da farti sentire una formica.
Un'emerita ebete.
Punto.
< E io ci esco eccome > asserisco seria mordendomi l'interno della guancia per non perdere la calma.
< Care fidati lo dico per te, cambiati > mi provoca giocando coi suoi capelli.
Annuisco < mh mh, aspetta che ci penso.... fammi pensare: no! >.
< Almeno metti un pantalone più lungo > asserisce con una breve occhiata alle mie gambe.
< Non metterò un pantalone più lungo > dico per poi continuare < e non mi cambierò, ficcatelo bene in testa >.
Ride divertito mentre io gli chiedo stronza < anche ieri ero figa, ricordi? >.
Lo vedo annuire mentre io dica solo < ah, forse no.. visto che eri impegnato su qualcun'altro >.
< Wow, risposte al vetriolo! > esclama Louis dando una pacca sulla spalla del riccio.
< Tu lo sai che non c'è niente che tu possa dire o fare per rimediare al tuo disastro? >.
< Vedremo > sussurra Harry guardandomi più volte.
< Eccomi! Eccomi... scusa il ritardo Care > fa il suo ingresso Lerya mezza trafelata e col fiato corto.
< Avevate da fare immagino > la prende in giro Harry mentre lei le mostra un dito medio smaltato.
< Care! Cavoli... sei divina > si affretta a commentare la mia amica dopo avermi osservata.
< Anche tu > le dico sorridendole mentre mi tiro su dalle gambe di Liam.
Mi sorride sistemandosi il vestito verde che la fascia perfettamente fino alle ginocchia.
Ai piedi invece ha degli stivaletti verdi di camoscio.
Semplice ma veramente bella direi.
Afferra la giacca dalle mani del suo ragazzo e mi chiede < andiamo? >.
Annuisco e mi volto per salutare i ragazzi.
< Non fate tardi > mi rimprovera Niall.
< Fate le brave ragazze > affermano Louis e Liam sorridendoci.
< Comportati bene piccola > sentenzia Zayn per poi posare un casto bacio sulle labbra della sua ragazza.
< Sì, va bene > dico facendo finta di vomitare.
< Lo vuoi anche tu? > chiede Harry.
Lo guardo confusa mentre ormai alzatosi dice < un bacio >.
Il fatto che io abbia i tacchi fa sì che i nostri nasi si sfiorino senza problemi.
Lo guardo mentre affermo < non pensarci nemmeno >, per poi spingerlo di nuovo sulla sedia.
< Mhh, mi sa che mi piace questa posizione > giudica osservandomi da sotto posando una mano sul fianco sinistro.
Tolgo la mano scontrosa e faccio un passo indietro per raggiungere Lerya.
Poi dopo aver salutato scendiamo le scale e ci incamminiamo a piedi verso una stradina che porta direttamente a casa di Travis, che dista un cinque minuti a piedi da casa nostra.
< Certo che potevamo prendere la macchina > sbotta Lerya prima di guardare i tacchi in modo cattivo.
< Sono cinque minuti di camminata Le, non cinquanta > le dico prendendola sotto braccio per aiutarla a camminare meglio.
< Ti odio, solo perché tu ci sai camminare sui tacchi non vuol dire che lo sappia fare anch'io > continua prima che la interrompa < non ci so camminare nemmeno io ma cerco di mantenere la calma e di pensare che tra poco saremo arrivate >.
Poi aggiungo < chi bella vuole appararire... >.
< Ti odio >.
< Nah, tu mi ami > le dico.
< Quanto sei convinta Caroline Smith > afferma per poi darmi ragione e abbracciarmi.
< Comunque grazie per avermi convinta ad uscire... ne avevo bisogno >.
< Lo so > mi risponde sorridendomi come solo lei sa fare.
< Sul serio, grazie per essermi sempre vicino >.
< È il minimo, anche perché non voglio che ti faccia del male con quel demente... >.
Annuisco < non succederà, ho imparato la lezione... in ritardo ma l'ho imparata >.
< Sono contenta > dice lei strizzandomi un occhiolino.
Continuiamo a camminare per altri metri per poi arrivare a casa di Travis... oltrepassiamo il cancello e andiamo sul retro da dove proviene la musica e il vociare confusionario delle persone.
E infatti è proprio lì la vera festa.
Un'ampia distesa d'erba si estende davanti ai nostri occhi increduli.
Increduli perché il giardino si affaccia direttamente sul lago che ora è calmo e silenzioso.
A contrasto con l'atmosfera intorno che è tutt'altro che calma e silenziosa.
Guardo Lerya e le faccio cenno di raggiungere il bar giù in fondo per prendere qualcosa da bere.
< Ciao, ci faresti due gin tonic? > chiedo al ragazzo dietro al bancone che mi sorride gentilmente.
Con dei gesti istantanei li prepara e ce li porge mentre io porgo i soldi, ma una voce dietro di noi sentenzia < Alex loro sono nostre amiche, quindi sai che vuol dire >.
Mi volto e sorrido a Matt prima di chiedere < che cosa vuol dire? >.
< Vuol dire che stasera bevete gratis >.
Faccio un segno di vittoria prima che il ragazzo si avvicini per salutarmi con un abbraccio che prontamente ricambio.
Come fa la stessa Lerya.
< Bello qui > dico guardandomi attorno.
< Molto, Travis è fortunato ad avere una casa così >.
Annuisco per poi sentire il ragazzo dire < venite vi porto da Travis >.
Lo seguiamo per poi arrivare effettivamente dal padrone di casa che prontamente mi abbraccia, non prima di aver amesso la mia bellezza.
< Non ho parole per descriverti stasera >.
< Grazie Travis >.
< Allora che ve ne pare? > chiede facendo un cenno alla festa.
< Una figata > ammette Lerya bevendo il suo gin tonic.
Travis ride mentre beve il suo drink.
Mi soffermo ad osservarlo.
Possibile che non mi sia accorta di quanto sia bello?
Ha un sorriso capace di stenderti.
< Care ci sei? > mi chiede Lerya sventolandomi una mano davanti la faccia.
< Sì, sì scusate >.
< I ragazzi non sono venuti? > chiede lui.
< No, abbiamo deciso di uscire e fare festa solo noi due > spiego guardandolo.
< E Harry ti ha lasciata uscire? E per di più da sola? > chiede lui ridendo per la presa in giro.
< Harry non decide proprio niente della mia vita > affermo facendogli una linguaccia.
Per poi continuare < dal momento che non è il mio fidanzato faccio quello che mi pare >.
Calzando volontariamente le parole 'non è il mio fidanzato'.
< Andiamo da Matt? > propone il biondo indicando il suo amico in mezzo alla pista.
Lerya annuisce ed io faccio la stessa cosa iniziando a camminare; Travis con uno scatto si avvicina < comunque sono contento che Harry non è il tuo fidanzato >.
< Oh, anch'io... fidati > asserisco bevendo un lungo sorso del mio gin tonic.
< Ce l'avete fatta a raggiungermi > sbotta Matt chiaramente su di giri.
Ridiamo per una sua mossa da ballerino non riuscito e poi mi volto per sentire quello che ha da dirmi Travis < non sai quanto vorrei uscire con te >.
Arrossisco imbarazzata < sei un adulatore nato >.
< È vero > si giustifica lui muovendo un piede a ritmo di musica.
< Magari... > tento di dire ma la musica mi sovrasta.
Travis mi prende la mano facendomi volteggiare ed io sorrido.
Perché per una buona volta mi sto divertendo, senza pensieri.

Senza Harry.

< Vado a prendere altri due gin tonic > esordisce Lerya finendo l'ultimo goccio della sua bevuta.
Rido sghignazzante < quali sono i piani per stasera? >.
< Non è chiaro? Ubriacarci come se non ci fosse un domani >.
< Ti accompagno > le dico ma Matt interviene < no, no tu resta pure qui... l'accompagno io senza problemi >.
< Dovresti preoccuparti > mi confessa Travis indicando i due ragazzi allontanarsi.
< Perché? >.
< Bhe, perché a Matt Lerya piace >.
< Ah sì? > chiedo strabuzzando gli occhi.
< Penso sia abbastanza evidente >.
< Non mi ero accorta > spiego brevemente mentre con un ultimo sorso finisco il mio gin tonic.
< Vieni, balliamo > mi prende Travis facendomi vedere delle mosse che mi fan ridere.
< Sei un pessimo ballerino > gli dico puntando un indice sul suo petto.
< Dici? > chiede col fiato corto.
Annuisco per poi dirgli < adesso ti faccio vedere io >.
E dopo un secondo gli faccio vedere come si fa iniziando a muovere le mani a ritmo di musica così come il bacino.
< Sì, ammetto che tu te la cavi molto meglio > esordisce lui avvicinandosi al mio orecchio.
< Per forza >.
< Ecco, le vostre bevute > ci porgono con attenzione i nostri amici.
< Facciamo un brindisi > propone Matt.
< A cosa brindiamo? > chiede Lerya con gli occhi più lucidi del solito.
< A te > dice Matt portando una mano sulla spalla di Lerya che subito asserisce < che scemo che sei >.
< Non è colpa mia se sei così bella >.
La mia amica arrossisce prima di ringraziare.
< Balliamo > le intima Matt prendendola da dietro e facendola ridere per via del solletico.
Li guardo ballare, sorridenti e spensierati tra una sussurrata ed un'altra.
< Tocca stare attenta a Lerya > dico a Travis mentre quest'ultimo proprio mentre sto parlando si volta facendo così scontrare i nostri nasi.
< Scusami non volevo > afferma lui con una mano davanti.
< Fa nulla >.
< Dicevi? > chiede lui facendo sì che io riprenda da dove avevo interrotto < dicevo che devo stare attenta a Lerya >.
Travis mi chiede il perché, così subito spiego < perché è ubriaca, perché la vedo interessata, perché è meglio così >.
< Sbaglio o sei una razionale? > mi prende in giro lui pizzicando una mia guancia.
< Da cosa l'hai capito? > chiedo facendo la finta sorpresa.
< Mhhh, da tante cose >.
Annuisco prendendo un sorso per poi prendergli la mano < ora balliamo >.
Travis annuisce prima di muoversi a ritmo di musica.
< Mi piaci > confessa lui avvicinandosi.
Lo osservo mentre continuo a ballare.
Chiudo gli occhi facendomi trasportare dalla musica e lascio andare ogni pensiero.
Una mano sul mio fianco fa sì che io riapra gli occhi.
Mi avvicino senza dire nulla e mi stringo a Travis che mi abbraccia continuando a ballare.
Alzo la testa e gli sussurro < comunque magari potremmo uscire una volta >.
Lo vedo sorridere < direi che si potrebbe fare >.
Sorrido mentre riprendiamo a ballare vicini sfiorandoci ogni tanto.
Il suo braccio mi afferra prima che mi abbracci da dietro mentre io continuo a muovermi per poi voltarmi e afferrargli la maglietta mentre lo tiro verso di me.
Lo vedo sorridere mentre io mi muovo a contatto col suo corpo.
Stando attenta a non strusciarmi troppo per non creare situazioni imbarazzanti per entrambi.
Travis prende la mia bevuta e beve prima di sussurrarmi < ecco, così è come se ci fossimo baciati >.
< Non sapevo che bevendo dallo stesso bicchiere ci si baciasse >.
< È come se lo fosse > dice lui beffardo.
< Se lo dici tu > lo punzecchio.
Mi volto per vedere Lerya e la vedo ridere a crepapelle con Matt che balla in maniera improponibile.
< Stasera sto proprio bene > ammetto senza nemmeno rendermene conto.
Il biondo mi guarda prima di dire la sua < sono contento... sul serio >.
< Travis posso farti una domanda? >.
Annuisce prima che io chieda < perché ti piaccio? Posso saperlo? >.
< Bhe, innanzitutto sei bella, simpatica, raggiante... >.
< Eeh, esagerato > dico alzando il volume della voce.
< E poi? > domando.
< Secondo me sei una persona che da tanto > ammette mentre io gli frego il mio bicchiere dalle sue mani.
< Se solo non fossi così innamorata di Harry... > sentenzia mentre io per poco non mi strozzo.
< Io non sono innamorata di Harry > sbotto seria.
< Ed io sono un principe >.
< Fidati, non lo sono > ribatto secca.
Il biondo spiega < magari non lo sei, ma di certo non puoi negare che sei legata a lui in un modo così profondo che è difficile da spiegare >.
Poi mi chiede < non è così? >.
< Non lo so, non la vedo così... io lo odio o meglio ci odiamo >.
< Voi non vi odiate Care >.
< Oh, sì >.
< Fidati, voi non vi odiate minimamente... vi stuzzicate il che è diverso >.
< Bha, sarà come dici tu >.
< Assolutamente sì, non vedi come ti guarda? > domanda confuso.
Alzo un sopracciglio prima che lui affermi convinto < è palese...palesemente innamorato di te >.
< Harry non è innamorato di me > affermo prendendo un sorso.
< Caroline! Apri gli occhi >.
< Travis... è solo una questione fisica > asserisco guardandolo bene.
< Fidati che per lui non è solo una questione fisica... l'ho visto e sono sicuro che lui provi altro >.
< Si certo... e quindi perché va a letto con altre ragazze se prova qualcosa per me? > chiedo io leggermente infastidita da tale conversazione.
Mi guarda e rilassato prende a parlare < perché ha paura di dirti quello che sente e di conseguenza preferisce sbagliare ferendoti inevitabilmente >.
< Perché è un coglione, ecco perché > dico io tutto d'un fiato.
Poi aggiungo < va bhe in ogni caso cavoli suoi... io penso a me stessa >.
< Se lo dici tu >.
< Quando dico che voglio uscire con te è perché voglio farlo > gli dico con la mano sul sul fianco.
< Ed io ne sono lusingato profondamente > dice prima di avvicinarsi al mio viso e continuare < ma so già che per quanto potremmo stare bene insieme, tu non sarai mai mia realmente >.
< Non è detto > asserisco prima di riprendere la parola e chiedere supplichevole < possiamo non parlarne più e concentrarci sulla serata? >.
< Direi che si può fare >.
< Ecco > dico prima di chiedergli un abbraccio che prontamente ricevo.
Sorrido tra le sue braccia affondando il viso sul suo petto.
< Care > mi chiama lui; alzo il viso mentre mi ruba un bacio a fior di labbra.
< Volevo farlo > spiega.
Annuisco e gli prendo la mano facendo sì che mi faccia volteggiare.
Rido divertita mentre guardo Lerya fare un brindisi con Matt.
Poi con un occhio guardo oltre la spalla di Travis e per poco non mi prende un colpo.

L e t t e r a l m e n t e.

< Che ci fate qui? > domando a Zayn e Harry che ci hanno raggiunto.
< Volevamo vedere com'era la festa dolcezza > spiega Harry per poi fare un cenno a Travis che ricambia il 'saluto'.
< Dovevate starvene a casa > dico io infuriata.
< Care io non volevo venirci ma Harry mi ci ha trascinato con la forza > ammette Zayn guardando Lerya che non si è accorta dell'arrivo del suo ragazzo, troppo presa dal ballare e dal fare brindisi.
< Grazie Malik > rispondo io secca.
< Ma Lerya? > domanda lui in risposta indicandola con la mano.
< Io vado > dice Travis, per poi aggiungere guardandomi < ci vediamo dopo >.
< Lerya! > urla Zayn perdendo la pazienza.
< Vado io > dico andando vicino ai due ragazzi e prendendo la mano della mia maica intimandola di seguirmi e stare zitta.
< Che diavolo ci fate qui voi due? > chiede lei strabuzzando gli occhi una volta aver notato i ragazzi.
< Oh sono contento anch'io di vederti Le > sbotta Zayn evidentemente infastidito da questo suo comportamento.
< Che palle > sbotto io prima di continuare < ci avete rovinato la festa >.
Detto ciò sento Zayn chiedere a Lerya < che diavolo succede? >.
< Succede che ci stavamo divertendo! > urliamo io e la riccia dandoci il cinque.
< Oh, ho visto > sentenzia Harry con le braccia incrociate al petto.
Sbuffo < io vado a fare un giro >.
< No, tu vieni con me >.
E così succede, visto che Harry mi prende la mano e mi porta in disparte dove la musica è più bassa.
< Che c'è? > chiedo.
< Mi chiedi che c'è? >.
< Certo > rispondo bevendo un sorso del gin tonic ormai quasi finito.
Alza gli occhi al cielo < ti ho visto con Travis è... >.
< E allora? > domando io col bicchiere tra i denti.
< Allora spiegami che ti succede >.
< Niente ma poi no? Che cosa vuoi da me? > chiedo sbiascicando.
Harry ride divertito < bene, sei anche ubriaca >.
< Io non sono ubriaca > tento di dire per poi starmene zitta.
Il riccio prende il mio bicchiere tra le mie proteste < voglio che non combini casini e non ti metti nei guai >.
< Va bene papà > sbotto io riprendendo il bicchiere bevendo.
< Perché sei venuto? > chiedo.
< Per vedere che combinavi >.
< Sì, ma perché? >.
< Te l'ho già detto: non voglio che combini casini > enuncia lui mordendosi il labbro inferiore.
Alzo le spalle mentre lo sento rimproverarmi.
< Non puoi divertirti solo tu eh >.
< Ma infatti non dico che non puoi divertirti > ammette spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
< Volevo scusarmi > aggiunge.
Guardo oltre le sue spalle, prima che il riccio riprenda < non volevo che vedessi quello che hai visto >.
< Certo, perché volevi tenerlo segreto è? > chiedo accigliata.
Non risponde così continuo < grazie per avermi fatta sentire una merda >.
< Non volevo > dice il riccio serio.
< Certo! Sempre non volevo... >.
< Caroline, non volevo sul serio > dice Harry avvicinandosi verso di me.
Poi aggiunge < non era mia intenzione ferirti così >.
< Harry > sussurro prima che Harry asserisca < se tornassi indietro ti giuro che non lo farei >.
< Prendermi in giro? > domando ironica aspettando la sua risposta che non tarda ad arrivare < ferirti >.
Con uno scatto mi alzo e inizio a dire infuriata < tu guarda caso non vuoi mai ferirmi, farmi del male, farmi sentire una nullità ma la verità sai qual è? La verità è che ci fai apposta probabilmente >.
< Ma che dici? Ti senti quando parli? Dannazione Care... non ci faccio apposta e non lo farei mai > urla sovrastandomi.
< Non si direbbe > sbotto avvicinandomi a lui con fare minaccioso.
< Sei impazzita? >.
< Sì impazzita eh... la colpa è tua bello mio! > esclamo buttando il bicchiere dentro il secchio dell'immondizia.
< Non pensavo che le cose andassero così ieri sera... e appunto la mia intenzione non era di farti star male >.
< E allora perché non me lo hai detto? >.
< Lo sto facendo mi pare, ti sto chiedendo scusa >.
< Ora? > chiedo prima che il riccio confermi.
< Se realmente ti dispiaceva per me come dici... dovevi dirmelo subito non ora > asserisco puntandogli un dito sul petto con non troppa delicatezza.
< E quando? Dimmelo tu miss perfezione > sbotta lui accigliandosi.
Lo guardo indispettita < ieri, appena mi hai visto in camera... dovevi subito venirti a scusare invece che lasciarmi uscire come una cretina! >.
Poi senza aspettare sue eventuali risposte continuo < ah, ma giusto... avevi da fare di meglio piuttosto che pensare alla stupida di Caroline >.
Mi blocca il polso con una mano < non è cosi >.
< No? >.
< No! > urla lui aprendo le braccia in segno di difesa.
< Se non è così, perché ci sei andato a letto? > chiedo stufa come non mai.
< Io... > tenta di dire prima di boccheggiare.
< Tu? >.
< Io non lo so... > ammette Harry sconfitto.
< Te lo spiego io: di me non te ne importa un fico secco >.
< Mi importa di te Caroline >.
< Sì e te la sei scopata però eh? > domando sorridendo amaramente.
Poi gli dico < il pomeriggio stavamo per baciarci, ti rendi conto? >.
< Non mi sembrava che non lo volessi > dice lui roteando gli occhi.
< Infatti non ho detto questo... perché io do importanza alle cose >.
< Io no? > chiede lui di rimando prima che io esordisca di sasso < io per te sono solo un oggetto, una merce... questo è il punto >.
< Un bacio Care... stavamo per baciarci non per sposarci > dice lui mentre io strabuzzo gli occhi per quello che ho appena sentito.
< Vedi? Lo vedi? Per te non era niente... devi sempre sminuire tutto >.
< Solo un bacio, che stupida che sono > asserisco sussurrando.
< Dovremmo parlarne > asserisce il riccio.
< Di cosa? >.
< Di me, di te, di noi... di quello che succede > spiega lui alzando le braccia.
< Sai che? Non parliamone... sei stato abbastanza chiaro così > sentenzio io prima di aggiungere < sarebbe stato solo un bacio, niente di più >.
< Care... > tenta di dire ma io lo oltrepasso infuriata.
Oltrepasso Zayn e Lerya che mi chiamano e mi guardo intorno con la speranza di trovare Travis.
Non faccio un metro che lo riconosco mentre parla con Matt.
Con passo deciso mi avvicino mentre lui accortosi di me domanda un < tutto bene? >.
Non fa in tempo a sbattere le palpebre che io con un gesto fulmineo gli prendo il viso e lo bacio.
< Wuoo! > urla Matt andando a chiamare i suoi amici per fargli vedere la scena lasciandoci soli.
Dopo un primo momento in cui lo vedo impacciato, si scioglie e si lascia andare baciandomi con più decisione mentre io schiudo le labbra aspettando che lui faccia lo stesso.
'Vaffanculo Harry' dico tra me e me.
'Com'è lui può divertirsi e farsi una vita ed io no?' mi chiedo maledicendolo.
La sua mano si posa sulla mia nuca prima che la sua lingua inizi a giocare con la mia, prima lentamente per poi diventare più esigente e cercare un contatto più intimo.
Continuiamo così anche dopo l'arrivo di Matt e dei suoi amici che guardano increduli, fino a che non veniamo interrotti da una mano che ci divide.
< Basta così > sbotta Harry rosso in viso.
Non faccio in tempo a dire e fare qualcosa che mi ritrovo caricata sulla sua spalla, tipo a peso morto.
< Mettimi giù! > urlo cercando di titargli dei cazzotti sulla schiena.
< Harry! > lo riprendo tirando su la testa.
< Harry, mettimi giù... hai capito? > urlo disperata cercando di liberarmi non riuscendo per via della sua forza.
Sbuffo rassegnata perché so che ormai mi tocca andare a casa così.
E tutto questo perché lui ha deciso così.
Io mi stavo divertendo...
Sghignazzo mentre ripenso a me, Travis e al nostro bacio col pubblico.
'L'hai fatto apposta' rimprovera la mia coscienza.
No.
Bhe ammetto che non l'ho fatto apposta ma in fondo in fondo so non essere vero.
Volevo vendicarmi.
Vendicarmi con la stessa moneta.
Per fargli vedere che non è bello vedere certe cose.
Quando pensi che ormai tra te e quella persona si sia creato un qualcosa.
Un legame.
Sento Harry respirare più forte per la fatica e lo sento più volte imprecare.
Ma non cede; infatti mi porta così fin sopra la terrazza per poi mettermi giù.
E guardarmi in cagnesco.
< Che c'è? > chiedo guardandolo.
< Dimmelo tu che c'è > sbotta lui.
< Non c'è niente da dire > dico io facendogli segno di farmi passare.
Scuote la testa < tu non vai da nessuna parte  >.
< Harry, lasciami andare > gli dico cercando di superarlo.
Non riuscendo ovviamente.
< Harry >.
< Harry un cazzo > sbotta furioso prima di aggiungere < adesso parliamo >.
< Cosa non ti è chiaro del mio: non voglio parlare con te? >.
< Caroline stammi bene a sentire... già che mi hai fatto girare le palle >.
< Quando? > chiedo facendo la finta tonta.
< Quando? Devo ricordarti come ti sei limonata Travis davanti ai miei occhi come se nulla fosse? >.
< E qual è il problema? > domando.
< Il problema è che mi mandi fuori di testa così: prima piangi per avermi trovato a letto con Sophia, poi ti baci Travis così >.
< Io non ho pianto dopo averti visto con Sophia > asserisco ridendo.
< Fa nulla, il senso è quello > dice lui grattandosi la nuca.
< Il problema non sono io > dico per poi aggiungere < adesso se non ti dispiace vorrei andare a letto, quindi levati >.
< No >.
< Sì > dico spingendolo verso l'ingresso.
< No >.
< Si, non decidi per me > gli intimo con fare intimidatorio.
< Devi parlarmi, dimmi che succede >.
< Io? Io dovrei dirti che succede? Dimmelo tu che succede > giudico alzando un po' la voce.
< Non alzare la voce > mi rimprovera.
< Io la alzo quanto voglio, è chiaro? > controbatto cercando di limitare la mia voce per non svegliare gli altri.
< Mi spieghi cosa volevi dimostrarmi baciando Travis? > mi chiede guardandomi.
Alzo le spalle < proprio un bel nulla >.
< Non l'ho fatto apposta > aggiungo canzonandolo per le parole che usa sempre con me.
Lo guardo sorridere prima che esplichi < so che l'hai fatto per vendicarti... ormai ti conosco >.
< Tu non mi conosci affatto Styles > gli sputo in faccia mentre il mio interlocutore inizi a parlare < ti conosco eccome Smith... so come ragioni, come pensi e so che il bacio di stasera è stata una ripicca nei miei confronti >.
< Non lo è >.
< Sì, che lo è >.
< Possibile che debba sempre venirmi addosso? Se ti dico che non è stata una ripicca è perché è così >.
Poi continuo < l'ho fatto perché volevo farlo anche perché hai visto Travis? >.
< Ovvio >.
< È un bel ragazzo e non vedo perché dovrei stargli alla larga >.
< No, questo no... ma addirittura baciarlo e in quel modo? >.
< Ma che ti importa? > gli dico superandolo prima che la sua mano mi afferri riportandomi indietro.
< Lasciami stare! > gli urlo contro.
< Caroline > mi rimprovera Harry ma io urlo ancora una volta < ma non sono chiara quando ti dico di lasciarmi stare? >.
< Non voglio > esplica lui.
< E invece devi! >.
< No >.
< Sì! > sbotto prima che la luce del corridoio si accenda e si affaccino tutti i nostri amici mezzi addormentati.
< Harry? Care? Che succede? > chiede Gemma in vestaglia guardandoci assonnata.
< Niente > dice Harry prima di aggiungere < brava, complimenti... li hai svegliati >.
< Bravo tu, io ti avevo detto di levarti e di lasciarmi stare > spiego scusandomi coi miei amici.
Louis domanda < com'è andata la festa? Perché già di ritorno? >.
< La festa era bella > dico per poi aggiungere < peccato che il rompipalle mi abbia portata via >.
< Eh? > chiedono Louis e Liam voltandosi verso Harry.
< Ragazzi non sono cose che vi riguardano > asserisce il riccio facendogli cenno di rientrare.
< Ormai... > sussurro io.
< Allora ci spiegate? > domandano loro in coro.
< Allora ci stavamo solo divertendo > racconto io prima di dire un secco < e poi sono arrivati loro a rovinarci la festa >.
< Ah giusto... tra te e Lerya non so chi si stava divertendo di più > ammette il riccio nervoso.
< Non stavamo facendo niente di male! >.
< Come no: Lerya ubriaca con Matt tra risatine, brindisini e strusciatine varie >.
< Lerya non si stava strusciando addosso a Matt > lo rimprovero avvisandolo di calmarsi.
< E tu? > chiede prima di riprendere a parlare < altrettanto ubriaca avvinghiata a quel coglione di Travis, con la testa a due centimetri dal suo viso > sbotta il riccio infastidito.
< Non lo chiamare coglione >.
< Fa nulla > ribatte lui.
Lo guardo < fattela finita >.
< Fattela finita tu Smith > asserisce Harry come mai lo avevo visto.
< Hai dovuto rovinare la festa >.
< Ah si, scusateci se io e Zayn volevamo stare con voi ragazze > sentenzia lui facendomi ridere.
< Che ridi? > chiede lui guardandomi male.
Lo guardo e domando ironica < ma ti senti quando parli? Tu che volevi stare con me? >.
Annuisce ed io ribatto < cazzate >.
< La verità è che volevi solo vedere che combinavo >.
< No >.
< Harry, tu volevi controllarmi e farmi la ramanzina come se fossi tua figlia ma guarda un po': non lo sono > giudico indicandomi.
< Pensa te: fortuna che sono venuto > risponde lui avvicinandosi a me e portandomi un dito sul petto.
Poi si volta dai suoi amici < la signorina stasera si è divertita parecchio >.
< Ma che dici? > domanda Niall non capendo.
< Styles > lo ammonisco ma ormai è troppo tardi, perché lui con fare teatrale racconta < fortuna che siamo andati a vedere che succedeva, altrimenti stasera la perdevamo >.
< Sei un cazzo di idiota >.
< Sì come vuoi... ma dimmi che l'hai fatto per ripicca nei miei confronti > dice lui leccandosi le labbra.
< Non l'ho fatto per ripicca! > grido con quanta più forza ho in corpo.
< Care ci spieghi che succede, perché Harry è così infervorato? > domanda Gemma sbadigliando.
< Niente, non lo so che gli prende >.
< Sì, che lo sai > giudica lui mentre io alzo le spalle.
< Succede che la signorina si è limonata Travis davanti ai miei occhi > sputa la verità il riccio.
< Cosa?! > domandano Louis, Liam e Niall.
< Proprio così > dice lui allargando le braccia.
< E allora? Dov'è il problema? >.
< Il problema è che non lo dovevi fare! > mi urla addosso con la voce rotta.
Lo guardo in cagnesco prima di urlargli contro < e perché no? Tu puoi farlo? Io no? >; poi aggiungo < tu puoi baciare, andare a letto con chi vuoi e io? >.
< Tu non lo puoi fare >.
< Perché?! >.
< Perché mi da fastidio! > sbotta il riccio fermandosi un attimo.
< Te lo dico io perché ti ha dato fastidio: perché non te lo saresti mai aspettato >.
< Cosa? > domanda confuso.
< Non ti saresti mai aspettato che mi sarei buttata così, che avrei avuto a che fare con un altro ragazzo... >.
< Perché? > chiede lui, prima che io gli controbatta scandendo le parole < perché tu pensi che io muoia al tuoi piedi e invece non è assolutamente così... ficcatelo in testa >.
< Ti da fastidio il fatto che io possa decidere di dirti di no e smetterla di essere un tuo cazzo di oggetto > aggiungo scuotendo la testa.
< Mi da fastidio vederti così aperta con gli altri, mentre con me alzi sempre dei muri insormontabili > ammette lui sotto lo sguardo stupito dei ragazzi.
Lo guardo e gli rispondo calma < se io metto dei muri è perché tu ogni fottuta volta combini qualcosa e ciò mi porta a non fidarmi di te >.
< Se io combino casini è perché tu non mi fai capire che vuoi dalla vita e da me >.
Rido per poi rispondere < ma tu sul serio credi e pensi che la mia vita dipenda da te Harry Styles? >.
< No, no che non lo credo >.
< Ragazzi, scusate l'interruzione > ci riporta alla realtà Louis prima che Liam chieda < quindi dov'è il problema? >.
< Non abbiamo capito molto > si giustifica Niall guardandomi teneramente.
< Il problema è che a Harry stasera gli è partito l'embolo per non si sa quale motivo > affermo.
< Il motivo lo sai >.
< Ancora? >.
< Care mi ha dato fastidio vederti con Travis, va bene? > dice esasperato.
< No, che non va bene... perché a me non può darmi fastidio invece a te sì >.
Poi continuo imperterrita < hai la vaga idea di come mi sia sentita ieri sera? >.
< Si > asserisce il riccio mentre io lo guardo sbigottita < no, no che non lo sai... perché te ne sei infischiato di me >.
< Mi sono sentito uno scemo >.
< Sì, proprio... ti sei girato e non hai nemmeno tentato di scusarti > asserisco per poi continuare dopo aver preso un lungo respiro < hai lasciato che me ne andassi... distrutta com'ero >.
< E cosa dovevo fare? > chiede non capendo.
Lo guardo < dovevi venire a parlarmi, se non subito... almeno dopo i tuoi sporchi comodi >.
< Lo so, e di questo sono consapevole e ti chiedo scusa >.
< Ti ho odiato ieri sera, sul serio > dico incupita.
< Però anche tu potevi evitare stasera è > mi attacca lui sentendosi in torto.
< No, non potevo evitare >.
< L'hai baciato! Ti rendi conto? > chiede lui sotto lo sguardo divertito e confuso e preoccupato dei nostri amici.
Annuisco < non vedo dove sia il problema >.
< Non capisci? >.
Scuoto la testa.
Louis interviene prima che io possa chiedere qualcosa < è geloso marcio Care, semplice >.
< Ma non lo ammetterà mai > continua Liam.
< Io non sono geloso > inizia col dire Harry.
< Ecco, ci risiamo... > dico io.
< Non sono geloso, ficcatelo in testa > sbotta acido.
< E allora mi spieghi qual è il problema? > chiedo aspettando una risposta.
< Care è geloso > spiega Gemma stringendosi su Niall per combattere il freddo.
Il riccio scuote la testa.
< Non lo dirà ma è così > lo punzecchia Niall ricevendo un'occhiataccia.
< No, non è quello! > esclama Harry portando una mano sulla testa.
< E allora cosa? >.
< Niente >.
< Harry > lo richiamo.
< Niente, ti ho detto niente ed è niente >.
< Spiegami qual è il benedetto problema di questa sera > enuncio con la vena che mi batte forte sul collo.
< Visto che non è la gelosia > aggiungo seria.
< Dalle una spiegazione almeno > lo prega la sorella.
< Diglielo > dicono Louis e Liam.
Ma Harry non parla, mi osserva da capo a piedi.
< Io ragazzi sono stanca, stanca di tutto questo, di me e di lui > dico per poi continuare < andiamo a dormire e non pensiamoci più >.
Sto per fare un passo ma vedo Harry aprire le labbra per parlare, quindi decido di aspettare di sentire cosa ha da dire.
< Il problema è che stasera potevi evitare di comportarti da puttana >.
< Harry, ma cazzo dici? > chiedono stupiti i ragazzi all'unisono mentre io sto zitta.

Ho sentito bene o ha usato quell'appellativo?

Cerco di contare fino a dieci, cercando di calmarmi ma la rabbia cresce.
I miei occhi lo guardano inorriditi mentre le mie labbra sono corrucciate in una specie di smorfia.

Lo guardo, lui guarda me.


Ed è una frazione di secondo prima che con tutta la potenza che ho in corpo gli sferri un pugno in viso, urlando per il dolore alla mano.
Mi riprendo e col fiato corto gli intimo severa < non ti azzardare >.
< Io non vol... > tenta il riccio prima che io urli mentre una lacrima mi riga la guancia < non ti azzardare mai più! Non ti devi permettere... >.
Respiro a fatica, è come se non avessi più la forza per farlo...
Dentro di me mi impongo di fare dei lunghi respiri, per calmarmi.

Ci guardiamo, io con la mano dolorante e lui con l'occhio dolorante.

Ma soprattutto io con il cuore dolorante.
< Sei veramente un coglione > asserisco mentre asciugo un'altra lacrima che è sfuggita al mio controllo.
Detto ciò mi dirigo verso i miei amici che mi fanno una carezza mentre raggiungo la mia camera.
Una volta entrata mi butto sul letto, dove ormai tra le varie lacrime mi lascio andare ad un pianto liberatorio.

E straziante.

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Capitolo 4
*** E se non ci fossimo mai odiati? ***


Guardo la mia mano fasciata e sorrido inconsapevolmente.
Chi l'avrebbe mai detto che la sottoscritta Caroline Smith potesse picchiare così forte?
Io non ci avrei scommesso un soldo e invece...
Invece sono stata una grande.
Sono riuscita a mollargli quel cazzotto e ciò mi rende fiera.
Perché per una santa volta mi sono fatta rispettare.
Ho fatto capire che non sono debole e che incasso sempre stando zitta.
Anche se adesso ovviamente ne passo le conseguenze.
La mano mi fa male, è indolenzita da morire ma niente può battere la felicità che provo in questo momento.

La felicità di aver tirato un cazzotto a Harry Styles beccandolo in un occhio.

Quel meraviglioso occhio verde che ora sarà contornato sicuramente da un livido violaceo.
Ho cercato di non agire, di star calma, di pensare, respirare e contare fino a 10,100,1000... ma poi dopo aver sentito quelle parole non ci ho visto più.
Soprattutto quella parola.
Quella parola che tanto mi disturba, spaventa.
Lì non ci ho visto più, a niente è bastata la mia calma, il mio impormi di non fare stupidaggini.
Nessuna cosa a tenermi, nessun valore.

Solo una rabbia, delusione e...
Schifo.
Perché ho provato schifo
.
Schifo perché non credevo possibile ridurmi così per un ragazzo.
Per lui.
In questo caso.
So che l'ha detto per la rabbia, non sono scema.
So che mi sbaglio, che non mi ha mai considerata o vista in quel modo ma so anche che ha sbagliato.
Profondamente.

Perché ok la rabbia, ok il momento... ma così proprio no.
Non ci sto.
Non ci sto a farmi trattare così.
Quando non so nemmeno cosa siamo io e lui.
Se ci odiamo o se... boh
Non lo so.
So solo che non voglio vederlo né tanto meno sentirlo.
Anche se in realtà non voglio vedere nessuno, compresi i miei amici.
Non che loro mi abbiano fatto qualcosa di male, anzi... è solo che guarda il caso e il destino oggi sono entrata nel periodo rosso del mese.
(Come se non bastasse è?)
E sono nervosa come non mai, apatica, acida più del solito e scontrosa.
L'unica cosa che voglio fare è starmene sdraiata nel letto, andare in bagno quando serve e cercare di riposare il più possibile.
Solo questo.
Zero vita sociale.
Prendo il cellulare e leggo l'anteprima del messaggio che mi è appena arrivato.
Lo apro dopo aver letto il mittente.
Travis.
Da ieri non mi sono fatta sentire, quindi chissà cosa penserà.
'Ehi Care, come stai? È da ieri che non ho più tue notizie, tutto ok?'.
Sorrido e penso a quanto sia tenero, per poi iniziare a battere sulla tastiera scrivendo un veloce messaggio.
'Ehi Travis, non sono morta... è che non sto molto in forma quindi ecco spiegata la mia assenza.
Perdonami ci sentiamo non appena riesco
Care xx'.
Rileggo il messaggio e lo invio senza pensarci troppo.
Si starà chiedendo che mi è preso, giustamente.
Prima il bacio, poi l'arrivo di Harry con conseguente dipartita e per finire l'assenza.
È veramente un bravo ragazzo Travis.
Sul serio... e non voglio che pensi di me che sono una stronza o un'approfittatrice.
Perché non lo sono affatto.
È che oggi proprio non ho voglia di rapportarmi con altri se non con me stessa.
Sposto il cellulare più in là e fisso il soffitto.
Bello eh?
Direi che siamo qui da alcuni giorni e questa vacanza non ha fatto altro che portarci problemi.
Forse dovrei dire portarmi.
I problemi alla fine sono i miei.
E io avrei evitato onestamente.
Perché la mia intenzione non era altro che quella di rilassarmi e passare dei momenti in pace coi miei amici.
Okey che questo significava passare del tempo con Harry, ma dai chi avrebbe mai immaginato che succedessero tutte quelle cose?
Che la situazione cambiasse così rapidamente e che alla fine degenerasse ieri sera?
E tutto per colpa mia e di Harry.
Sempre così istintivi, caparbi.
Delle vere teste calde.
Perché alla fine so di essere simile al tanto odiato Harry.
Così simili da risultare diversi.
So che ci scontriamo per questo.
E fa ridere perché di solito tra simili ci si capisce... invece in questo caso ci si scanna e basta.
Come sempre.
Bussano alla porta ed io rispondo con un 'avanti'.
Mi volto e saluto Lerya e Gemma che si avvicinano.
< Come stai? > chiede Lerya sedendosi sul letto facendo posto all'altra ragazza.
< Bene, a parte il ciclo che mi sta uccidendo >.
< E la mano? > chiede Gemma prendendola stando attenta a non farmi male.
< Mh, così così > dico.
< Se può farti felice c'è qualcun'altro messo peggio di te > scherza Gemma facendo ridere Lerya.
< Chi? > chiedo sapendo già la risposta.
< Harry > dicono entrambe, poi Gemma ridendo spiega < dovresti proprio vederlo con quel livido... sembra che l'abbia pestato un boxer professionista >.
< E invece il cazzotto gliel'ho tirato io > sghignazzo.
So che non dovrei chiederlo e che non dovrebbe realmente importarmi.
Però chiedo lo stesso < come sta? >.
< Mhh.. è provato >.
< Non dal cazzotto > aggiunge Gemma.
Le guardo mentre Gemma afferma < gli dispiace molto per quello che è successo, glielo si legge dagli occhi >.
< Ci hai parlato? > chiedo alzandomi su un gomito.
< No parlato no ma l'ho visto passare per andare in cucina e allora ho notato il suo sguardo spento >.
Mi mordo le labbra e poi acida ammetto < cavoli suoi, poteva pensarci >.
< Assolutamente > sbotta Lerya.
< Ieri sera mi ha fatto ancora più del male, più della sera con Sophia > affermo annuendo.
< Lo so >.
< Spero che risolviate una volta per tutte questa situazione Care, perché così vi fate solamente del male > sentenzia Gemma alzando le spalle.
< C'è poco da sistemare e risolvere: io con lui ho chiuso >.
< Sì, certo... > mi prende in giro Lerya mentre io le riservo una delle mie migliori occhiatacce.
< È vero >.
< Sì, come no >.
< Lè, è vero... non dico fesserie >.
< Care so quello che dico > riprende lei.
< Anch'io >.
< Ascolta: so di averti sempre detto che tra te e Harry non può funzionare >.
< Appunto >.
< Lasciami finire > mi ammonisce prima di riprendere < so che lo odio quando ti fa del male, quando ti ferisce ma lo odio ancora di più quando sa farti ridere, quando tira fuori la parte più 'istintiva e passionale' di te >.
< Stronzate >.
< Ieri sera ho capito una cosa Care: voi due vi appartenete, vi amate probabilmente >.
< Noi non ci amiamo! > esclamo io portando indietro la testa scocciata di sentire sempre la solita solfara.
Poi le chiedo < e quando avresti capito che ci apparteniamo? >.
< Ascoltami e sta zitta: ieri sera ho visto come Harry ti è venuto a prendere dopo aver visto il bacio con Travis >.
< E allora? >.
< Dovevi vedere come è partito di fuga... aveva uno sguardo arrabbiato ma anche spaventato > spiega mentre Gemma aggiunge < spaventato dall'idea di perderti Care >.
< Se non voleva perdermi non doveva andare con Sophia > sbotto io.
< Oh andiamo Care... con Sophia è stato il niente >.
< Anche con me non è stato niente, se non una scappatella di una notte >.
< Care, Harry non ti considera una scappatella di una notte > afferma Gemma.
La guardo facendo una smorfia.
< Io lo conosco da sempre e fidati che ho sempre pensato che tu fossi speciale per lui >.
< Così speciale da chiamarmi con quell'appellativo di merda eh? > chiedo beffarda.
< Lo sai che non voleva dirlo... ha sbagliato sicuramente i modi ma fidati quando ti dico che non era sua intenzione >.
< Poteva evitare però sono d'accordo con Gemma > proferisce Lerya.
Le guardo e sbotto < avrete ragione voi, che devo dirvi? >.
< Ammettilo: Harry ti piace >.
< Assolutamente no... bel ragazzo ma no, non mi piace > tento di dire prima che Gemma mi guardi storta.
< Credetemi > ribatto offesa.
< Care... >.

Non mi piace, no?
Poi però penso a quei suoi occhi verdi, alle sue fossette, al suo sorriso sghembo e…

Mi piace?

Sbuffo e alla fine ammetto < sì ok mi piace, ma non cambierà il fatto che tra noi non può funzionare >.
< Non lo sapete mica > sbotta Gemma prima di iniziare a parlare concitata < vi odio quando fate così... invece che parlarvi ve ne state chiusi in camera, maledicendovi a vicenda quando invece potreste vivervi una storia che può sorprendervi >.
< Non ci credo >.
< A cosa? > chiede lei di rimando.
< Alla storia del lieto fine > affermo.
< So che non ci credi ma sinceramente penso che tu ed Harry vi piacciate entrambi e che potreste stare insieme... come una coppia >.
Rido divertita da tale affermazione < certo come no >.
< Care io l'ho capito subito che eri speciale per lui >.
< Come? > chiedo abbastanza incuriosita.
Si piega in avanti prima di raccontare < ricordo che ad una cena con nostro padre ci ha fatto vedere una foto dove c'eri anche tu >.
< Allora? > domando prima che lei continui < ad un certo punto papà gli ha chiesto con chi si trovasse meglio e lui ha risposto con te Care >.
< Con me? > strabuzzo gli occhi prima di dire < ma se ci scanniamo sempre >.
< Eppure ha fatto il tuo nome per poi iniziare a dire che sapevi prenderlo, tenergli testa e che eri una ragazza speciale >.
< Oh > mi lascio sfuggire.
Gemma annuisce < guardava la foto ed aveva gli occhi che gli brillavano... parlava di te a cuore aperto che ad un certo punto papà gli disse che sperava tanto di poterti incontrare un giorno, se eri tanto speciale come diceva Harry >.
< Non mi considera speciale > ribatto tornando in me.
< Non lo sai perché non te lo ha mai detto ma è così > ammette lei prima di dirmi < e anche per te lui è speciale >.
Sto per ribattere ma lei mi porge il cellulare mostrandomi la foto in questione e per poco non mi viene un infarto.
Non mi ero mai accorta.
Ci siamo tutti.
Louis con un braccio su Liam, Niall sorridente in mezzo a Zayn e Lerya e poi io e Harry a destra.
Harry con un sorriso a 32 denti che mi sussurra qualcosa tra i capelli ed io che invece di guardare l'obiettivo guardo... lui.
Mezza accigliata ma con uno sguardo che non ha bisogno di tante parole.
Trasuda sentimento.
Trasudiamo amore, in effetti.
Mi porto una mano al cuore < è molto bella questa foto >.
< Voi siete belli Care >.
Tremo al sol sentire quelle parole.
Mi soffermo sulla foto.
Guardo Harry, sorridermi con le labbra mezze schiuse, i suoi occhi nei miei.
La mia mano alzata come a volerlo colpire e la faccia così seria, ma così persa.
Persa di lui.
Persa con lui.
Persa per lui.

Le porgo il telefono e sbuffo.
< So che non è facile, ma prova a non mettere dei nuovi muri > mi consiglia Lerya accarezzandomi la mano.
< Vedrai che una volta parlato, sarà più facile del previsto > consiglia Gemma.
< Mhh, sarà > dico io con una smorfia.
Poi aggiungo un < grazie ragazze, vi voglio bene >, mentre il cellulare di Lerya prende a squillare insistentemente.
< Zayn > dice lei tranquilla prima di annuire e sbuffare < sì, sì ora veniamo >.
< Che c'è? > chiedo io.
< Niente i ragazzi vogliono fare un giro in città e ci stanno aspettando >.
< Tu vieni? > chiede Gemma rivolgendosi evidentemente alla sottoscritta.
< No, ragazze non mi va... e poi non sto molto bene > enuncio portandomi una mano sulla pancia dolorante.
< Va bene, come vuoi >.
Mi alzo per baciare sia Lerya che Gemma, prima che questa sull'uscio della porta mi sussurri un < a casa ci siete solo tu ed Harry >.
Le faccio un dito medio mentre la vedo ridere e chiudere la porta.
Sarà ora di controllare la situazione lì in basso per non rischiare di macchiare letto e pigiama compreso.
Mi alzo anche se con non poca fatica e mi dirigo a passo lento in bagno dove mi siedo sulla tazza del water e cambio l'assorbente.
Speriamo di non morire dissanguate, manca solo questo.
E poi siamo apposto così.
Sempre con la stessa lentezza di un bradipo mi dirigo verso la porta che apro stando attenta ad ogni possibile movimento nella camera di fronte.
Mi dirigo velocemente in cucina dove mi preparo un toast farcendolo con la nutella.
I dolci e il ciclo vanno di pari passo, no?
Mi siedo sulla finestra bassa che da sul balcone, vicino alla porta finestra vera e propria.
Addento un pezzo di toast e guardo fuori.
È così calmo qui che mi viene voglia di fondermi con la natura.
Emozioni pure.
Non rarefatte.
Come sono io, nel bene e nel male.
Come sono io in tutti i miei giorni.
Ripenso alle parole di Gemma e mi soffermo a ripensare alla foto.
Un tuffo al cuore.
Brividi lungo la mia schiena.
Brividi che fanno sì che mi stringa addosso al maglioncino che ho messo sopra al pigiama.
Mi piace.
Mi piace, mi piace e mi piace
.
Se prima non me ne rendevo conto, dopo la foto mi è stato chiaro.
E questa cosa mi fa veramente paura.
Paura perché non so che fare, come comportarmi.
O meglio come gestire dei sentimenti che non pensavo di provare.
Perlomeno non per lui.
Sbuffo.
Prendo un sorso del mio thè scottandomi la lingua.
'Sta attenta' mi dico dandomi della bambina.
Il vento mi coccola mentre io mi beo di tale momento.
Non riesco a non pensare, a non pensarci.
A non pensarlo.

H a r r y.

Oh Harry, perché dev'essere così difficile?
Perché?

Mille domande e zero risposte.
Perché è successo tutto questo?
Come siamo passati dall'odio a...?
Noi ci odiavamo Harry.
Odiavamo.
Ti stavo sulle palle ricordi?
Io non ti sopportavo e tolleravo.
E poi gli insulti? E le frecciatine?
Ricordi?
Perché ora mi sembrano così lontani...
Distanti.
Come se non fossero mai esistiti.
Mi sono sempre detta che non sarei stata tra quelle che ci sarebbero cascate.
Non sarei stata mai tua.
Che ti avrei odiato e combattuto.
Perché così doveva essere.
Eppure ricordo perfettamente quando distrutta mi hai condotta con te, proteggendo me e i miei sogni distrutti.
Uscivo con un ragazzo che evidentemente mi prendeva in giro; e quel pomeriggio lo scoprì tradirmi.
Non sapevo dove andare, incapace di intendere, volere.
Ricordo di aver camminato per ore sotto la fredda pioggia che ormai mi aveva bagnata da capo a piedi.
Guardavo tutti con attenzione e pensai che dovevo apparire veramente patetica.
Una ragazza fradicia, con una scatola di cioccolatini stretta tra le mani.
E il cuore distrutto.
Camminavo sfrecciando veloce tra volti umani a me sconosciuti... quand'ecco la tua voce chiamarmi.
Ricordo che ti sei avvicinato e senza chiedere niente mi hai portata dentro ad un bar per scaldarmi.
Probabilmente avevi capito già tutto.
E non dicesti nulla.
Parlammo del più e del meno fino a che al momento di salutarci non dicesti < non devi mai piangere per un ragazzo così coglione Caroline, sia chiaro >.
I tuoi occhi così belli e così cristallini brillavano.
Ardevano.
Ed io ti ringraziai decidendo di regalarti quegli inutili cioccolatini di San Valentino.
Tanto non sapevo più che farci.
Sorrido perché solamente ora mi rendo conto che abbiamo passato San Valentino insieme quel giorno.
Ed è così buffo, ora...
Bevo il mio thè e continuo a sorridere fino a che il mio occhio non scorge la luce del corridoio accendersi.
'Merda' impreco tra me e me.

È Harry.


D'altronde ci siamo solo io e lui in casa.
Non posso e non voglio incontrarlo così vulnerabile.
No.
Con un salto scendo dalla finestra e mi guardo intorno capendo che fare.
Dietro la porta?
No, troppo rischioso.
Sento i passi avvicinarsi, così apro istintivamente la porta finestra nascondendomici dietro poco prima che il riccio faccia il suo ingresso in cucina.
Lo vedo aprire il frigo e prendere degli ingredienti e mi maledico perché so già che dovrò stare qui fino a che non finisce la sua cena.
Prende le uova e le inizia a sbattere tirandosi su le maniche.
Sorrido mentre fa delle facce buffe, mentre aggiunge sale, pepe e continua a mescolare tenendo forte la ciotola.
'Cristo' sbrocca mentre accende il gas con non poca difficoltà.
Poi dopo aver aggiunto le patate a fettine, butta tutto dentro la padella antiaderente e si volta verso la finestra mentre io sposto la testa più indietro per non farmi vedere.
Mi sporgo e lo osservo in tutto il suo splendore.
Mi concentro su quel volto così bello da mozzare il fiato.
Mentre mi do della stupida.
Perché potrebbe essere mio se solo risolvessi tutto.
Se solo capissimo se provarci o meno.
Potrebbe essere tutto mio.
Tutto.
Con un gesto fulmineo gira la frittata che fortunatamente non cade facendo sì che sfoderi un sorriso beffardo.
< Bravo Harold > dice applaudendosi da solo mentre io ridacchio divertita.
Harold.
Come lo chiamo io quando sono veramente esasperata.
Prende un piatto, ci versa dentro la frittata, condisce un po' di insalata e sposta la sedia per sedersi ma all'improvviso cambia idea; si alza e viene verso il balcone mentre io sbianco.
Che cavolo faccio ora?
Dove mi nascondo?
Se esce mi scopre.
E poi? Come glielo spiego che lo stavo spiando?
No, devo trovare una soluzione.
Così mi sposto veloce dietro un mobiletto nero e mi accovaccio stando attenta che non mi si noti, nemmeno da seduti.
Harry appoggia il piatto sulla sdraio e torna dentro per recuperare il suo telefono; poi con poco charme si siede sulla sdraio iniziando a prendere dei bocconi.
Mi sporgo per vedere che combina.
Prende il cellulare e digita un numero.
Uno squillo, due squilli, tre squilli.
< Ehi Des > saluta il padre dall'altra linea del telefono.
Oddio, il padre?
Sento il padre salutarlo, prima che Harry metta il vivavoce per poter mangiare meglio.
Anche perché non pensa minimamente che io sia nascosta qua dietro come una ladra.
Si sbaglia di grosso.
< Tutto bene questa vacanza? Ora che fai, siete in giro? > chiede Desmond.
Harry scuote la testa come se lui potesse vederlo e risponde < sto cenando >.
< Da solo? >.
< Sì, da solo... gli altri sono usciti > spiega addentando un pezzo di pizza che era sfuggita al mio stalker.
< Tutto bene? >.
< Sì pà >.
Poi aggiunge < perché? >.
< Bhe mi fa strano che tu stia a cena da solo... tutto qua > dice Desmond mentre spiega che sta cucinando un 'mama chicken'.
Harry rotea gli occhi e sbuffa.
< Cos'era quello sbuffo? >.
< Niente >.
< Harold Edward Styles, ti conosco come le mie tasche > lo schernisce il padre ridendo.
< Niente, sul serio > ribatte deciso il riccio.
< Harry, sai che con me puoi parlare vero? > domanda il padre con voce dolce.
< Sì >.
< Allora dimmi qual è il problema >.
< Ho combinato un casino: ecco qual è il problema > asserisce il riccio giocando con la forchetta sul piatto.
< Non dirmi che hai messo incinta una ragazza Harry > sbotta il padre con la voce rotta.
< No, no, no! Ma che diavolo vai a pensare? > gli risponde Harry accigliato.
< Grazie al cielo! > urla il padre prima di domandargli < cosa c'è che non va? >.
Harry si prende un momento per pensare, per poi spiegare < ho combinato un casino con Care >.
Al sol sentir pronunciare il mio nome mi elettrizzo pronta per ascoltare le concessioni scottanti di Styles.
Scariche di adrenalina si diramano per tutto il mio corpo mentre mi do mentalmente della gran stupida
< Care la bella ragazza di cui mi parli sempre? > chiede Desmond facendomi strabuzzare gli occhi.
Un momento.

Harry parla sempre di me a suo padre?
Harry parla di me?


< Esatto, proprio lei > taglia corto il figlio prima di proseguire < l'altro giorno mi ha beccato con una >.
< Harry! > gli urla il padre prima di affermare < lei è incazzata con te fammi indovinare e tra le righe fa bene ad esserlo >.
< Diciamo che ho fatto di peggio >.
< Spiegami che succede > dice il padre mettendosi seduto controllando il pollo in forno.
< Qui le cose sono cambiate >.
< In che senso? > domanda il padre giustamente.
< Non so che mi è preso, ma è come se da appena arrivati io abbia preso coscienza del fatto che... > tenta di dire Harry.
< Del fatto che ti piace? > chiede beffardo il padre.
< Del fatto che non mi è indifferente, diciamo > sentenzia il riccio mandando giù un pezzo di frittata.
< Vabhe, quello che è >.
< Anche lei si è lasciata andare >.
Sento il padre sospirare < vai >.
< Ci siamo avvicinati parecchio >.
< Non avrai mica messo incinta Caroline Smith? > chiede il padre facendomi ridere perché ha usato il mio cognome.
< Pà non ho messo incinta nessuno, né tanto meno Caroline > lo tranquillizza Harry.
< Quindi voi non avete...? > sottointende prima che Harry lo blocchi < no, stammi a sentire... fammi finire di parlare >.
Il riccio sbuffa e poi riprende < si sono creati momenti particolari, in cui ci siamo scambiati effusioni e in cui ci stavamo per baciare >.
< E vi siete baciati? > chiede il padre.
Con una voce entusiasta.
Ma sbaglio o il padre fa il tifo per me?
Per noi?
< No, siamo sempre stati interrotti per un motivo o per un'altro... il punto è che poi mi ha sgamato con Sophia e già lì le cose si sono incrinate >.
< Aspetta, aspetta, aspetta... Sophia l'amica di tua sorella? > domanda il padre rimproverandolo.
Vedo Harry annuire < sì, ma poi è successo letteralmente un casino: ieri c'è stata una festa a casa di uno che le va dietro come un pirla >.
< E tu hai fatto il geloso > conclude il padre facendo ridere Harry.
< Harry ti conosco > aggiunge il padre ironico.
Dopo aver spostato i capelli dal viso riprende a spiegare < a questa festa sono andate solo Care e Lerya la ragazza di Zayn mentre noi siamo rimasti a casa... solo che io non ce la facevo più a stare qui, a pensare a come quello scemo ci avrebbe provato e quindi ho trascinato Zayn alla festa >.
< E fammi indovinare: Care si è incazzata >.
< Esatto > asserisce Harry < abbiamo parlato ma poi io ho detto le solite stronzate delle mie e lei si è andata a limonare Travis, davanti ai miei occhi >.
< Uuh, bella mossa da parte della piccola > asserisce Desmond, prima di aggiungere < ti ha ripagato  della stessa moneta caro Harry >.
< Al che io sono intervenuto, me la sono caricata in spalle e l'ho portata a casa > spiega Harry imbarazzato.
Il padre ride < sei folle Harry >.
< Chissà da chi ho preso eh? > chiede facendo il finto tonto il figlio.
Poi torna serio e continua il racconto < arrivati a casa abbiamo iniziato a discutere ; voleva delle spiegazioni per il mio gesto di poco prima ed io ancora una volta ho sbagliato >.
< Che hai fatto? > chiede preoccupata la voce dal telefono.
< Diciamo che mi sono lasciato scappare 'se ti comporti come una puttana' > dice lui imprecando.
< Sei impazzito?! >.
La voce più forte a rimproverarlo.
< Lo so, mi sono già autoinflitto le peggio ingiurie da ieri sera... nel contempo lei mi ha lasciato un ricordino >.
< Ossia? >.
< Un pugno nell'occhio >.
< Figo! Sta ragazza mi piace, te l'ho già detto? > chiede il padre mentre io mi mordo le labbra.
 Stravede per me, mi correggo.
< Non so come fare > sbuffa esasperato.
< Devi scusarti innanzitutto > lo rimprovera.
< Non serve a nulla, ormai non crede più alle mie scuse >.
< E ci credo! Hai una scusa per tutto, vecchia volpe >.
Harry ride per l'appellativo con cui è stato definito per poi farsi serio e ascoltare quello che da dire il padre < che devi scusarti, devi scusarti... per una donna non è bello sentirsi dire quelle cose; per secondo dille quello che provi figliolo >.
< E che le dico? >.
< Le dici quello che mi hai detto a me quel giorno in barca >.
Harry annuisce < non so se ce la farò... è che quando sto davanti a lei mi blocco >.
< Ti passerà, anche io davanti a tua madre mi bloccavo... > tenta di dire prima che Harry chieda < e poi? >.
< Poi mi sono sbloccato, perché volevo farle capire quanto ci tenessi a lei >.
< Come hai fatto? >.
< Le ho mostrato il mio cuore, semplice >.
< E lei? > chiede Harry.
< Lei ha ceduto... non subito ma ha ceduto >.
Poi aggiunge < quella sera mi sono beccato uno schiaffio >.
< Perché? > domanda Harry preoccupato.
< Perché preso dal momento, l'ho baciata > esplica il padre ridendo.
< Magari con te è diverso > lo tranquillizza Desmond.
< Con Care? Quella come minimo se la bacio senza preavviso mi scuoia vivo > sbotta Harry facendo ridere il padre e me.
Ha ragione.
Ma nemmeno troppo.
Con lui farei un'eccezione.
< Io credo sia arrivato il momento di farle capire quanto ci tieni > gli suggerisce Desmond calmo.
Vedo Harry alzare gli occhi al cielo < può darsi >.
< Harry, sii te stesso... sempre > asserisce il padre.
Il figlio annuisce mentre il forno suona rivelando che il pollo è pronto.
< Te l'ho già detto che non vedo l'ora di conoscerla? > domanda il padre.
< Sì, più di una volta >.
< E invece Gemma? Che dice? > chiede lui trafficando col pollo.
< Ah Gemma avrà molto da raccontare al rientro >.
< In che senso? >.
< Vedrai >.
< Non dirmi che Horan si è deciso a dichiararsi > dichiara il padre mentre Harry chiede < ma possibile che tutti vi eravate accorti? >.
< Si vedeva da lontano un miglio >.
< Che bello > ammette Harry.
< Scommetto che ti sei comportato male con entrambi... cerca di fartela passare >.
< Sì, papà >.
< Non si meritano questo trattamento... anche perché tu non sei così >.
< Così come? >.
< Uno stronzo Harry, non sei uno stronzo; hai un gran cuore ed è ora di dimostrarlo >.
< Hai ragione > sussurra Harry.
< Ora devo andare che il pollo è cotto >.
< Ah papà > lo chiama Harry.
< Sì? >.
< Grazie, ti voglio bene >.
< Anche io figliolo, anche io >.
Poi aggiunge < fa’ la cosa giusta con Caroline, si merita il meglio da te >.
< Ciao Des >.
Riaggancia il telefono e si sistema meglio sulla sdraio portando la faccia verso il cielo.
Chiude gli occhi e poi dopo averli riaperti parla da solo, ad alta voce < Care, Care, Care... possibile che debba essere così difficile? >.
Poi aggiunge mogio < vorrei solo farti capire quanto tu sia importante per me >.
Boccheggio un instante mentre la parte più istintiva di me mi spinge ad uscire fuori, a mettere fine a questa storia e ad annullare la distanza tra i nostri corpi.
Ma la parte che prevale, ossia quella razionale e riflessiva mi dice che non devo cedere.
Devo stare in guardia e vedere la sua prossima mossa per capire come muovermi.
Quindi sto ferma, silenziosa mentre lo osservo parlare da solo triste e dispiaciuto.
Fino a che dopo un bel po' si alza raccogliendo il piatto dirigendosi in cucina dove lascia tutto nel lavello per poi scomparire.
Aspetto alcuni minuti prima di rientrare e affacciarmi sul corridoio dove regna un silenzio di tomba.
Con la punta di piedi lo percorro e arrivo di fronte camera mia che apro attenta a non fare troppo rumore.
Senza indugiare vado in bagno e dopo aver fatto una doccia ed essermi rivestita mi butto sul letto sbuffando per il forte male al basso ventre.
Ormai nella camera è buio ma decido di non accendere la luce perché voglio solo rilassarmi e cercare di non pensare a quanto mi strapperei le ovaie.
Afferro il cellulare e lo sblocco leggendo il messaggio che mi ha inviato Travis.
'Okey, non ti preoccupare... spero ti rimetta presto.
In ogni caso fatti sentire, mi farebbe piacere.
A presto Travis'.
Decido di non rispondere al momento e di concentrarmi sulla mia galleria delle foto che inizio a scorrere.
Mezza divertita le guardo attentamente rendendomi conto che in molte delle mie foto è presente Harry.
D'accordo.
Magari le foto non sono bellissime e io il 50% delle volte ho delle facce da una che lo vorrebbe prendere a sprangate sui denti.
O addirittura una che lo vorrebbe ammazzare.
Però è bello pensare che in tutti i momenti, belli e brutti Harry ci sia stato per me.
Ed io per lui.
Quasi come fossero legati da un filo invisibile.
O da non so cosa.
E proprio con questi pensieri mi appisolo prima che una voce mi riporti nella realtà.

La voce di Niall.
< Ehi, ben svegliata eh >.
< Grazie > mugugno chiedendo quando sono rientrati.
< Più o meno mezz'ora fa >.
Annuisco mentre mi chiede < hai fame? >.
Poi aggiunge < siamo io e te... gli altri sono riusciti per andare al Mc >.
< E tu? >.
< Io cosa? >.
< Non sei andato con loro? > chiedo alzandomi.
< No, non mi andava di andare al Mc e poi mi fa piacere passare del tempo con te >.
< Che caro che sei Horan > gli dico strizzando la guancia.
< Dai su, alzati che il tuo amichetto ti prepara una bella cenetta >.
Rido mentre mi trascina su a peso morto e poi lo seguo in cucina dove mi accomodo vicino a lui.
< Mhh che dici di un pollo al curry con le verdure? >.
< Direi che ci sta proprio > dico io iniziando a prendere gli ingredienti dal frigo.
Che non so cucinare è un dato di fatto ma al mio fianco ho Niall quindi sono tranquilla, visto che lui è un cuoco provetto.
Chissà quante cenette cucinerà per Gemma.
Mi lecco i baffi al sol pensiero perché è in gamba in cucina.
< Allora tagliami le verdure Care >.
Obbedisco e inizio a tagliare prima le carote e poi le patate, i fagiolini e le zucchine.
< Certo che... > dichiara Niall ridendo.
< Cosa? >.
< Potevi tagliarle un po' decentemente >.
< È il meglio che so fare, accontentati > dico acida.
< Devi impegnarti se vuoi conquistare un uomo in cucina... >.
< Infatti non voglio conquistare proprio nessuno in cucina guarda un po' > sentenzio alzando le spalle.
Il biondo ride divertito < anche perché Harry ha un palato sopraffino >.
Roteo gli occhi < dobbiamo parlare per forza di lui? >.
< No, scusa >.
< Tranquillo > asserisco prima di buttare le verdure nella padella con l'olio e un po' di cipolla che in precedenza ho fatto rosolare sotto la guida del mio amico.
< Mhh che buon profumo > ammetto guardando le verdure sotto il coperchio.
< Ora prepariamo il pollo >.
Annuisco e glielo porgo mentre lui taglia delle fettine che poi batte con uno strumento di cui io ignoro l'esistenza.
< Ora mettici il curry sopra Care > mi ordina mentre io eseguo versando il curry da entrambi i lati stando attenta a non esagerare.
Poi dispongo la carne nella padella e mi volto < direi che non resta che aspettare che si cuoccia tutto >.
< Esatto >.
< Com'è andata la gita in centro? > chiedo.
< Bene... cioè poteva andare meglio >.
< Perché abbiamo incontrato Travis e i suoi amici >.
< E lasciami indovinare: a Zayn è partito il cervello > continuo io sapendo la storia.
Il biondo annuisce < fortuna che l'abbiamo fermato sennò chissà che cosa succedeva >.
< Che palle eh >.
< Certo che pure Lerya... poteva evitare > ammette lui prima di continuare < non sai come le si sono illuminati gli occhi una volta aver visto Matt >.
< Lerya ama Zayn Niall > gli dico sicura di me.
< E non lo metto in dubbio infatti... però dopo l'altra sera poteva evitare di farsi vedere così coinvolta >.
< L'altra sera potevano evitare di presentarsi > gli dico io indispettita.
< Non ce la facevano più Care... >.
< In che senso? >.
< Harry ha trascinato Zayn ma non è che Zayn non volesse seguirlo è... anzi > spiega lui mentre gira le fettine di pollo e si rimette seduto.
Poi continua < dovevi vederli tra tutti e due... sempre a guardare l'orologio o il cellulare >.
< Ah si? > chiedo io alzando un sopracciglio.
< Sì!! Si percepiva dal loro sguardo che non erano tranquilli > dichiara sghignazzando < tu pensa che Harry non mi ha nemmeno preso per il culo per la storia con Gemma >.
< Allora sì, doveva essere seriamente preso da qualcos'altro >.
< Meglio...da qualcun'altro > ammette il biondo mentre io chiedo < ossia? >.
< Come ossia? Quel qualcuno eri tu Care >.
< Seh >.
< Care, ti giuro che non ho mai visto Harry così agitato, nervoso e pensieroso >.
< Perché era pensieroso? > chiedo io allargando le braccia.
< Bhe... lasciarti andare ad una festa così gli dev'essere costata non poca fatica > sentenzia lui ridendo.
< Non ero niente di che >.
< Care, andiamo... > dice per poi riprendere < tu ti sottovaluti >.
< No, no che non lo faccio > sbotto incrociando i capelli in una treccia veloce.
< Sì, sì che lo fai... e invece non dovresti perché sei veramente un bel bocconcino >.
Rido per il termine bocconcino < sarà come dici tu >.
< Tutti lo pensano, perché pensi che Harry quella sera sia stato così geloso? >.
< Perché... perché non lo so >.
< Perché sapeva che saresti stata con Travis e che probabilmente ci avrebbe provato > spiega lui prendendo i piatti riempiendoli con la carne e le verdure; poi taglia delle fette di pane fresco e voltandosi mi fa un cenno con la mano < andiamo fuori? >.
< Okey, andiamo fuori > dico prendendo il mio piatto seguendolo fuori, per poi sedermi sulla sdraio in cui ci si è seduto Harry poco fa.
< Dici che Harry è geloso? Geloso di me? > chiedo addentando un pezzo di pollo.
< Assolutamente > annuisce il biondo inzuppando il pane nel sughetto.
< Niall se ti dico una cosa mi prometto di non dirla a nessuno? > domando guardandolo.
< Certo, sai che i nostri segreti sono solo nostri >.
< Prima ho spiato Harry ed ho ascoltato una conversazione che ha avuto col padre >.
< Cosa? Tu? Che diavolo combini Caroline? >.
< Calmati... non volevo mica eh >.
< Vai, spiegami > mi sprona lui addentando il pollo con le verdure.
< Praticamente ero qua in cucina a mangiare un toast con la nutella e ad un certo punto ho sentito dei passi avvicinarsi sapendo già che si trattasse di Harry > sto per continuare ma vengo interrotta da Niall che chiede < tu che mangi un toast con la nutella? Non tre? >.
< Ho il ciclo Horan, col ciclo mi passa la fame >.
< Mhh... non parliamo di ciclo eh > dice disgustato.
< Vabhe stavo dicendo che ho sentito dei passi e quindi non volendo parlargli mi sono nascosta qua fuori >.
< Sei matta > mi stuzzica il mio amico.
< Zitto Horan > lo ammonisco portando alle labbra una fetta bagnata nel sughetto.
Deglutisco prima di continuare a raccontare < pensavo che sarebbe andato subito via, invece è venuto a cenare qui fuori, su questa sdraio precisamente, e ha chiamato il padre per chiedere consigli su come comportarsi con... me >.
< Con te? > chiede lui illuminandosi per un secondo.
Annuisco < sì, con me... gli ha spiegato che cosa è successo e come può rimediare al danno visto che ci tiene >.
< Te l'ho detto > mi indica lui mentre io annuncio < ora ci credo di più alle vostre parole... mi è sembrato sincero, vero >.
< Harry è cotto di te e tu lo sei di lui Care > sbotta Niall prima di aggiungere secco < da sempre >.
Mi lecco le labbra < non lo so, è così difficile >.
< Prendi ad esempio me e Gemma... se non avessimo fatto questo passo dove saremmo ora? Quanto tempo avremmo sprecato delle nostre vite? >.
< Hai ragione >.
< Sì che ho ragione e ti ricordo che tu mi hai spronato > afferma lui pulendosi la bocca col tovagliolo.
< Sì, certo che mi ricordo >.
< Allora io adesso ti sprono a farlo con Harry >.
< Non è facile >.
< No? >.
< Tu e Gemma non vi siete insultati, non vi siete gettati addosso merda, non vi siete mai odiati >.
< No, questo no > ammette per poi chiedermi < magari è il vostro modo di esprimere amore? >.
Rido divertita per poi fare spallucce.
< Care, non ha senso continuare così > ed io annuisco perché so essere vero.
< Comunque il signor Styles ha chiesto di Gemma >.
< E? > domanda Niall impaurito.
< E Harry ha fatto intendere che avrebbe dovuto dargli delle notizie >.
< E? > chiede lui di rimando.
Sorrido perché so che il biondo ha paura che io gli riveli che è stato insultato o che.
< Il padre ha già capito tutto... le parole esatte sono state: non dirmi che Horan si è finalmente dichiarato? >.
< Oddio > sbotta Niall prima di continuare < che figura! >.
< Oh no, io non la vedrei così tragica biondo... secondo me gli piaci >.
< A chi? >.
< Come a chi? A Desmond! >.
< Dici? > domanda titubante.
< Sì, per me sì... > poi dico fiera < d'altronde anche io gli piaccio >.
< Wuoo, batti cinque sorella >.
Ridiamo entrambi.
< Magari ci ritroviamo nella stessa famiglia > dice lui mentre io lo freno < calma, calma, calma >.
< Hai ragione, devi risolvere prima con Harry >.
< Esattamente... poi magari va male >.
< Però in quel caso potresti dire di averci quantomeno provato no? >.
< Assolutamente >.
< Io sarò qui in ogni caso, Harry o non Harry > mi dice lui teneramente.
< Lo so Niall, lo so > ammetto con gli occhi lucidi.
< Care che si emoziona? Domani nevica > scherza lui mentre io spiego < è colpa del ciclo, niente di diverso >.
< Ah giusto... è solo il... a renderti emotiva >.
< Ciclo > dico per poi aggiungere < puoi dirlo eh? Non è che ti mangia >.
< Sì, è che mi fa un po'... senso > afferma lui visibilmente imbarazzato.
< Ci sta >.
Poi chiedo come vanno le cose con Gemma < ci stiamo andando piano ma va molto bene >.
< Sono felice per te e per voi > gli confesso dandogli un buffetto sulla guancia.
< Anch'io, finalmente possiamo viverci questa storia >.
< Assolutamente >.
< E con Travis? >.
< Con Travis cosa? > chiedo prima che lui mi risponda < come vanno le cose? Dopo il bacio vi siete parlati? >.
< Mi ha scritto prima per sapere che fine avessi fatto >.
< Credo sia normale >.
Annuisco < no, infatti non dico che non abbia fatto bene... solo che oggi volevo stare un po' da sola e pensare >.
< Care posso chiederti che pensi di Travis? >.
< Penso che sia un bravissimo ragazzo, bello come il sole, alla mano, gentile, divertente, educato >.
< Solo? > chiede Niall.
< Niente >.
< Care >.
< Niall > dico di rimando.
< Solo? >.
< Solo che non è Harry > ammetto alzando il viso per guardare il mio amico che annuisce < immaginavo >.
< Ma credo che Travis lo sappia e che non si sia fasciato la testa col bacio di ieri >.
< Dici? > mi chiede mentre io spiego < ieri alla festa mi ha detto esplicitamente che anche se stessimo insieme io non sarei mai sua perché sarei sempre di Harry >.
< Allora sì, non si è certo fasciato la testa perché già sa come andrà a finire sta storia >.
< Non lo so come andrà a finire Niall > poi aggiungo < ho paura >.
< Paura di cosa? >.
< Paura di provare dei sentimenti che mi renderebbero vulnerabile >.
< Paura di innamorarti Care, si dice così > afferma il biondo ridendo.
< Vabhe, quello che è > dico secca.
< Ma così non sei altrettanto vulnerabile? >.
< Come? > chiedo.
Il biondo fa < non sei vulnerabile? Il non sapere cosa siete, non sapere quanto tu possa avvicinarti a lui... >.
< Bhe sì, in effetti mi sento strana...confusa >.
< Vedi? >.
Poi dichiara < ecco perché è meglio risolvere >.
Annuisco dandomi forza.
Poi chiedo ironica < pensa a quanto può far strano vedere me e Harry come coppia eh? >.
< Direi che da uno a dieci.... dieci >.
< Grazie > ribatto facendo l'offesa.
< Scherzo, non sarebbe così strano > afferma lui prima che io gli chieda perché.
< Perché secondo me siete così naturali che non sarà difficile vedervi un po' più intimi del normale >.
< Non siamo per le smancerie in pubblico > dico io acida e schifata.
< Lo so e fidati che nemmeno Harry > afferma prima di riprendere il discorso < anche se per lui sarebbe nuovo... >.
< Cosa? >.
< Bhe avere una ragazza fissa ecco >.
< Uuuh, non usare quell'appellativo > dico facendo una smorfia.
Poi esprimo la mia opinione < anche per me sarebbe nuovo... non avendo mai avuto un ragazzo fisso >.
< Non sai quanto voglio vedervi insieme >.
< Che bello! > esclamo facendo la finta entuasiasta.
Il biondo confessa < d'altronde ho sempre fatto il tifo per voi >.
< Cosa? > chiedo strabuzzando gli occhi per la confessione.
< Sì, non te l'ho mai detto > afferma imbarazzato.
< Dimmi tutto > lo intimo.
< Ho sempre pensato che oltre i vostri scudi ci fosse qualcos'altro... e ogni giorno che vi vedevo, osservavo me ne rendevo sempre più conto >.
< Addirittura? >.
< Una volta l'ho anche detto ad Harry > spiega.
< E lui? >.
< Bhe sai com'è fatto... ha iniziato a dire che ero matto, che voi due vi odiavate, che non ci sarebbe stata nessuna storia e nessuna coppia >.
< Proprio come ho sempre detto io > diciamo entrambi divertiti.
Cazzo quanto siamo uguali.
Da morire.
Addirittura le stesse risposte.
Roba da non crederci.
< Il suo sguardo però lo tradiva > spiega prima di chiedermi < ti ricordi quando quel coglione di Nathan ti ha dato buca a San Valentino e tu l'hai scoperto che ti tradiva? >.
< Come dimenticarlo? > chiedo ironica e alzando gli occhi al cielo.
< La sera siamo usciti io, Louis e Harry e lui era così silenzioso... così tanto da non sembrare lui >.
< Allora avete indagato > continuo io prima che il biondo torni a raccontare < esattamente: ci ha spiegato che era stato tutto il pomeriggio con te, che era incavolato nero con Nathan perché ti aveva fatta star male >.
< Oh > boccheggio mentre il biondo risponde < eh, proprio così >.
< Il giorno dopo è andato a tirargli un cazzotto > afferma mentre io chiedo urlando < è stato lui?! >.
Ora capisco!
< Chi credevi che fosse stato? >.
< Non lo so, Nathan mi aveva detto che era stato un suo rivale >
< Pensaci non aveva tutti i torti > mi punzecchia Niall ripetendo < era stato un suo rivale >.
< Che storia > ammetto ricordando di aver riso quando mi avevano raccontato che Nathan era stato pestato a dovere e che aveva pianto come una femminuccia.
Ricordo anche di aver chiesto sorpresa chi fosse questo rivale che mi aveva fatto un enorme favore prendendolo a pugni.
Ma nessuno mi aveva risposto, se non Harry che aveva dichiarato < certo che questo rivale deve star messo proprio male per prendere le tue difese Smith >.

Oh Harry!
Eri tu, eri tu.

Sorrido inconsapevole.
< Visto? Harry ti ha sempre protetta anche se direttamente si è sempre comportato da stronzo patentato > afferma Niall regalandomi uno dei suoi splendidi sorrisi.
< Probabilmente è andata così > dico.
Sta per dire qualcos'altro ma veniamo interrotti dai ragazzi che arrivano in cucina.
< Oddio, c'è la mangiatrice di uomini > dice Louis scherzando.
< Ciao anche a te Tomlinson > rispondo facendo una linguaccia.
< Tutto bene o devo preoccuparmi e correre lontano? > chiede mentre si avvicina per darmi un bacio sulla fronte.
< Attento potrei mangiarti >.
< Oddio che paura >.
< Care, allora sei viva > dice Liam avvicinandosi.
< Oh sì, sono viva a parte il problemino femminile > affermo mentre lui annuisce.
< Che avete fatto? > chiedo a tutti per cambiare argomento.
< Siamo stati al Mc e ci siamo scofanati tutto > ammette Liam dando un cinque a Louis che fiero annuisce.
< Oh, che bello > dico io facendo la finta entusiasta.
< E tu invece che hai fatto? > chiede Louis.
< Mhh niente di che... ho solo maledetto la mia vita > dico burbera.
< E Haz è vivo? > chiede Liam mentre io mi limito a mentire < boh, non lo so... da quanto ne so potrebbe essere anche morto visto che non produce alcun rumore la sua stanza >.
< Si starà deprimendo > commenta Louis ridendo mentre inizia ad imitarlo sotto lo sguardo divertito di Liam, Niall e Gemma.
Solo ora mi rendo conto che mancano Zayn e Lerya all'appello così indago.
< Sono andati subito in camera... il che vuol dire solo una cosa: sesso selvaggio > dichiara Louis mentre Liam lo corregge < o semplicemente guai in vista visto Matt >.
< Più la seconda opzione > diciamo in coro facendo ridere Louis.
< Spero risolvano presto > ammette Gemma circondando con un braccio il collo del biondo che subito si rilascia appoggiando la testa sul petto della ragazza.
< Che piccioncini >.
< Che schifo > ammetto facendo finta di vomitare.
< Non cambierai mai Caroline > mi punzecchia Liam mentre io mi difendo < è che non sono avvezza ai momenti sdolcinati >.
< Tu sei più selvaggia ragazza > dice Louis prima di scherzare < tu e Harry farete fiamme e fuoco ci scommetto le penne >.
< Louis! > lo richiamo urlando e tappandomi le orecchie.
< Nessuno fa fiamme e fuoco > ribatto decisa.
< Per ora > mi risponde lui mandandomi un bacio volante che io prendo e getto dietro le mie spalle con fare teatrale.
< Comunque Travis ci ha chiesto che fine avessi fatto >.
< Sì, immaginavo... poi mi ha mandato un messaggio >.
< Ci hai parlato > chiede Liam sedendosi vicino a Louis.
Scuoto la testa prima di spiegargli < no, ho solo detto che non ero sparita e che non sto tanto bene... mi farò viva non appena starò meglio >.
Poi aggiungo < e dopo aver capito che fare con Styles >.
< Giusto > dicono in coro.
Spiego semplicemente < non voglio fargli del male quindi per il momento è bene per entrambi stare lontani; poi una volta essermi chiarita le idee potrò vederlo e capire che fare con lui >.
< Tanto sai già che non potrai frequentarlo >.
< Ragazzi vedremo, voi date per scontato che io e Harry proveremo ad essere una coppia ma non è detto > dico mezza spazientita.
< Ok, ok... non insistiamo >.
Annuisco e poi nego l'invito di Liam che propone di giocare a carte.
< Io vado in camera, sono abbastanza stanca >.
< Che difficile essere donna eh? > mi provoca Louis beccandosi uno schiaffetto sulla nuca dalla sottoscritta.
Saluto tutti e mi avvicino a Gemma che mi sussurra un < vacci a parlare, dai >.
< Adesso vedo >.
La saluto e proseguo lungo il corridoio per poi fermarmi davanti camera sua.
Rifletto per diversi istanti prima di maledirmi per la mia fottuta indecisione.

'Perché aspettare?'
'Perché aspettare invece che risolvere una volta per tutte?'
ripeto più volte prima di avvicinare l'orecchio alla porta.

Il cellulare squilla e Harry risponde con un 'ciao Soph'.

E quel ciao Soph basta per buttarmi giù.
Scuoto la testa e apro la mia porta andando a lavarmi i denti per poi buttarmi diretta nel letto.
Ed io che volevo risolvere.
Vaffanculo.
Lui parla con Sophia.
Anzi, Soph.
Certo, loro sono intimi.
Che astio!

Lo odio... semplicemente lo odio.

Adesso col cavolo che risolvo.
Vuole sentire Soph?
Sentisse Soph!
Non mi faccio prendere mica in giro io... se lo scorda.
Ma che ho scritto in faccia?
Gioconda?
Scema?
Idiota?
Troglodita?
E ieri tutta la scena di gelosia, oggi la chiamata di Sophia...
Sbaglio o sono un po' impari le due cose?
Sbaglio o affrontiamo in modo diverso la situazione io e lui?
Io a disperarmi tutto il giorno e lui a fare le telefonate amichevoli con Sophia.
Ma vaffanculo stronzo.
E poi col padre?
Faceva tutto il pentito, il dispiaciuto.
Quello che ci tiene.
Sì, sì come no...
Faccio bene a non fidarmi, lo dico sempre.
Anche perché non mi sbaglio mai e se mi sbaglio sono rare le occasioni.
E questa volta non mi sono sbagliata per niente affatto.
Perché so chi mi sta davanti.

Conosco Harry.

E sta cosa mi fa infuriare perché speravo che potessimo ripartire da zero.
Lasciando indietro tutto il male che a volte ci siamo fatti.
Sbuffo e dico tra me e me 'non cambierà mai Care, fattene una ragione'.
Spengo il cellulare e decido di dormire, anche perché le fitte al basso ventre sono aumentate facendomi torcere dal dolore.
Cerco di trovare una posizione quanto più possibile comoda, accucciandomi in posizione fetale e cercando di respirare il più lentamente possibile.
Canticchio mentalmente una canzone lenta per rilassarmi e calmarmi e chiudo gli occhi.
Non so per quanto tempo stia con gli occhi aperti ma alla fine mi abbiocco.
E sogno anche.
Che per me è una rarità visto che non succede praticamente mai.
Mi godo della mia immagine così beata e spensierata quando ad un certo punto qualcosa tocca la mia schiena facendomi svegliare.
Ancora mezza intontita.
Chi diavolo sarà mai entrato in camera mia?
E poi così di soppiatto?
Tipo felino che non produce nessun rumore?
'Harry' maledico mentalmente mentre apro gli occhi e mi volto lentamente per vedere confermata la mia ipotesi.
< Harry? > chiedo abbastanza stupita.
< Sì > sussurra lui sistemandosi meglio nel letto.
Strabuzzo gli occhi e gli chiedo < che ci fai in camera mia? E soprattutto che ci fai nel mio letto? >.
Lo scruto per quel poco che riesco a vedere a causa del buio ma non per questo accendo la lampada sul comodino.
< Mi andava di stare con te > confessa lui sbuffando per poi continuare < non so cosa mi prende >.

Seh, come no.

< E Sophia? > chiedo accigliata.
< Che c'entra adesso Sophia? >.

Fa il finto tonto, oh ma guarda…

< C'entra che prima ero vicino alla tua stanza e ho sentito che le rispondevi >.
< Sì, mi ha chiamato > ammette mentre io dico di sasso < potevi stare al telefono con lei invece che intrufolarti qui >.
< Volevo stare con te > riafferma lui per poi aggiungere < so che hai il ciclo, così ho pensato che un corpo a scaldarti ti avrebbe fatta sentire meglio >.
Non lo do a vedere ma sono veramente stupita; faccio spallucce < fa’ come vuoi >.
L’idea di avere un corpo caldo a scaldarmi non mi fa poi così schifo.
Soprattutto se il corpo in questione è di Harry.
Sospiro ma non faccio nessuna mossa.
Il riccio senza parlare allora mi tira a sé facendomi stendere.
Che diavolo faccio?
Poco prima ho appena detto che non voglio cascarci di nuovo.
E adesso mi butto tra le sue braccia.
Che coerenza Caroline eh!
Miss coerenza 0.
Zittisco tutte le mie vocine e lascio che la mano di Harry provi a tirarmi giù.
All'inizio oppongo resistenza ma poi mi lascio andare e appoggio la testa sul suo petto stando in silenzio.
Il suo respiro così lento e regolare è una medicina curativa per me; così come il suo braccio sulla pancia.
Sussulto quando la sua mano prende ad accarezzarmi il ventre con movimenti lenti e decisi.
Mi beo della sua mano calda e chiudo gli occhi stando sempre in rigoroso silenzio.
< Posso chiederti perché eri davanti camera mia? > chiede lui a bassa voce.
< Volevo parlare > ammetto per poi aggiungere < se magari potevamo risolvere >.
< Oh > boccheggia lui.
Poi mi spiega < comunque Sophia mi ha chiamato per chiedere come stavo... e dopo aver parlato del più e del meno le ho detto che l'altra sera è stato un errore madornale >.
< Ah sì? > domando curiosa.
< Sì Care, è stato sbagliato perché sapevo di fare un torto a te e anche a me stesso > ammette lui accarezzandomi i capelli sciolti.
Annuisco mentre lui riprende < e mi dispiace per ieri sera... non volevo usare quei termini >.
< Lo so >.
< Non ti considero in quel modo Care... io sul serio ci tengo a te che tu ci creda o meno >.
< Mhh diciamo che ci credo un po' di più dai > sghignazzo io.
< Scusami >.
< Già fatto > asserisco guardando il soffitto.
Poi gli chiedo < Harry mi prometti che da oggi inizieremo a comportarci diversamente? >.
< Te lo prometto Caroline Smith >.
< Che ci prenderemo del tempo per pensare a cosa fare per risolvere la situazione? > domando subito dopo.
< Anche questo ti prometto > dice lui sorridendo a contatto coi miei capelli.
Poi il riccio mi esorta a dormire.
< Non ho sonno Harry >.
< Lo so ma magari se dormi stai meglio e non pensi al dolore del ciclo >.
< Non lo so > dico titubante mentre un'altra fitta mi fa storcere.
< Dannazione! > impreco.
< Non so cosa passiate voi donne ma so che siete delle vere guerriere >.
< Puoi dirlo forte > ammetto.
< Ora vieni qui > dice lui prima di farmi girare di spalle, per poi avvicinarsi al mio corpo e abbracciarmi da dietro a cucchiaio.
Il suo braccio è stretto intorno al mio corpo così come il suo respiro sulla mia nuca e i miei capelli.
< Harry > lo chiamo.
< Sì? >.
< Grazie > dico sorridendo mentre con la mano contorno i numerosi tatuaggi sul suo braccio illuminati debolmente dalla luna.
Chiudo gli occhi ma poi li riapro e chiamo nuovamente Harry che ridendo chiede cosa c'è che non va.
< Mi prometti che un giorno mi racconti e spieghi il significato dei tuoi tatuaggi? >.
< Va bene >.
< Dillo >.
< Te lo prometto >.
< Buonanotte Harry >.
< Notte Care > dice lui mentre la sua mano accarezza dolcemente il mio ventre.
< Harry, un'ultima cosa > affermo e mi volto trovandomi a pochi centimetri dal suo viso.
< Dimmi Care... poi si dorme però > ridacchia lui divertito con quegli occhi che ora illuminati dalla luna brillano ancora di più.
< Non è un sogno, vero? >.
< Assolutamente > confessa dandomi un buffetto sul naso.
Sorrido e finalmente felice che non sia un sogno mi volto di spalle aspettando che lui mi circondi col braccio, cosa che non fa.
Così alzando il braccio, afferro il suo e me lo cingo andando indietro per essere completamente attaccata al suo corpo.
< Così va meglio > sussurra lui compiaciuto mentre io lo zittisco con un < shh Styles, ho sonno... dormiamo >.

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Capitolo 5
*** Ho capito che mi piaci. ***


< Care, posso entrare? > domanda Lerya aprendo la porta della mia camera.
Siamo tornati a casa, dopotutto la vacanza non poteva durare per sempre.
No?
Così ci siamo rimessi in viaggio e siamo tornati alla vita di tutti i giorni.
Già da una settimana.
Una settimana che per me ha significato tanto.
Ho riflettuto, pensato, analizzato soffermandomi su me stessa in primis.
Per poi passare a Travis.

E infine ad Harry.
D’altronde dobbiamo pur risolvere questa situazione, no?

< Ehi > le faccio segno sbucando dal bagno intenta a truccarmi e a rendermi presentabile.
< Allora come va? > chiede sedendosi sul letto mentre io applico il mascara attenta a non sporcarmi, come invece accade di solito.
< Mha... bene dai >.
< Sei pronta per incontrarlo? >.
< Sì, è tanto che ci penso ed è giusto così >.
< Almeno così puoi concentrarti su tutto il resto >.
Annuisco.
Perché ha ragione.
Una volta chiuso con Travis potrò dedicarmi al bel riccio dagli occhi verdi.
Che non vedo appunto da una settimana.
Il giorno dopo aver dormito insieme, abbiamo dovuto preparare le valigie e pulire casa, sistemare tutte le cianfrusaglie lasciate in giro… quindi sono state rare le volte in cui abbiamo potuto parlare.
Se non per pochi secondi.
E poi siamo tornati ed io non l'ho cercato.
E lui nemmeno.

Probabilmente abbiamo avuto bisogno di tempo per metabolizzare tutto; per capire che fare, per prendere una benedetta decisione.
Ed è giusto così.

Perché so quello che voglio.
E con chi lo voglio.
Voglio lui.

Mi riprendo dai miei soliti pensieri e affermo sicura < so che capirà... però mi dispiace farlo star male magari >.
< Però se foste stati insieme sarebbe stato peggio, fidati >.
< Sì, su questo hai pienamente ragione >.
< È meglio per tutti Care >.
< Speriamo >.
Mi guardo allo specchio e pettino i capelli che decido di lasciare sciolti, poi raggiungo la mia amica sul letto.
< Spero di fare le cose correttamente >.
< Sei sempre stata chiara e trasparente con tutti >.
< Anche con Harry? >.
< Assolutamente, anche con Harry > risponde lei confortandomi.
Poi chiede < non vi siete ancora sentiti? >.
< No > sbuffo per poi continuare < io non l'ho cercato e lui non ha cercato me >.
< Ci sta... avevate bisogno di riflettere >.
< Sì, e penso di aver riflettuto abbastanza da dire basta > enuncio guardando i miei piedi.
< E che hai capito? >.
< Ho capito che voglio provarci Le... ho capito che Harry è importante per me >.
< E allora diglielo, che aspetti che scenda la grazia divina? > chiede lei alzando le braccia in alto.
< No, non è questo... >.
< E allora? >.
< Allora ho paura che tornati alla realtà, alla quotidianità lui abbia capito che non sono così importante per lui > confesso giocando con una ciocca di capelli.
La vedo scuotere la testa < appunto per questo dovete parlarne Care >.
Mi volto per guardarla < che astio, hai sempre ragione! >.
Sghignazza < è una capacità innata, una dote >.
< Quale dote? >.
< La dote di aver sempre ragione >.
< Ah, ah ah > faccio finta di ridere < molto divertente miss so tutto io >.
Mi fa un gestaccio.
< Vai, sbrigati o farai tardi > mi incita guardando l'orologio al polso.
Con un peso sullo stomaco mi alzo e le dedico un veloce abbraccio, prima di raggiungere la porta di ingresso al piano di sotto e uscire fuori.
'Calma Caroline' mi impongo iniziando a camminare per raggiungere il bar scelto per l'appuntamento.
Sembra che sto andando al patibolo.
I piedi si trascinano sull’asfalto come se avessi delle catene a pesarmi.
E so anche che tutto questo è dannatamente esagerato.
Ma ahimè, sono fatta così.
Che io lo voglia o meno.
Ho il terrore di recare dolore alle persone che mi stanno vicino.
Attraverso la strada attenta a non farmi mettere sotto e raggiungo finalmente il bar dove vedo Travis sorridermi con una mano tesa in alto.
Eccolo, bello come il sole.
‘Calma’.
< Scusa il ritardo > mi scuso sedendomi trafelata.
< Tranquilla, sono arrivato giusto due minuti fa >.
< Oh, bene >.
< Ragazzi vi lascio i menù > esordisce la cameriera facendo il suo ingresso con un sorriso a 32 denti.
< Grazie > diciamo in coro io e il biondo prima di iniziare a sfogliare il menù.
Sbotto < certo che c'è veramente di tutto eh? Come faccio a scegliere?! >.
< In effetti >.
< Che palle >.
Il biondo ride per poi affermare < non sei cambiata di certo >.
< No, no che cambiata... sono sempre io >.
< Hai ragione, sei solo più bella >.
< Ehmm... grazie > dico imbarazzata e abbassando lo sguardo per riportarlo sul menù.
< Io ho deciso >.
< Beato te! > esclamo io alzando gli occhi al cielo < non so proprio che prendere >.
< Io prendo i pancakes con la farcitura ai lamponi e da bere un succo di mirtillo >.
< Mh, interessante >.
< Avete deciso? > chiede la cameriera col taccuino tra le mani.
< Care? > domanda Travis prima che io annuisca.
< Per me i pancakes con la farcitura ai lamponi e un succo di mirtillo >.
La ragazza segna tutto velocemente per poi rivolgere la sua attenzione sulla sottoscritta.
Le sorrido e ordino < per me pancakes con farcitura al pistacchio e fondente e da bere... un succo d'arancia rossa >.
< Ok, grazie... a tra poco >.
La ringraziamo all'unisono per poi fissarci senza dire nulla.
Lo guardo imbambolata.
Perché non so che dire.
Perché in fondo è così un bravo ragazzo...
Perché non se lo merita.
Perché non so che dire, semplicemente.
Travis deve percepire il mio disagio così domanda rilassato < e allora come stai Care? >.
< Bene dai, non ci si lamenta >.
La voce più stridula del normale.
< Oh, meglio così >.
< E tu? > chiedo.
< Io anche tutto bene, diciamo che si stava meglio al lago eh >.
< Concordo > dico ridendo per poi continuare < direi decisamente >.
< Sì >.
E rimango in silenzio fino a che Travis mi prende la mano iniziando a spiegare < Care... voglio che stai tranquilla... perché vedo che non lo sei >.
< Lo sono >.
< No, non lo sei >.
Cedo con uno sbuffo.
< Hai ragione >.
< Sta tranquilla... non è una... > tenta di dire prima che la cameriera porti l'attenzione su di lei e sul vassoio stracolmo di roba da mangiare.
< Wow >.
< Bello vero? > domanda lui guardandomi.
Addento un pezzo di pancake rimanendo stupita dalla sua bontà.
< Che buono > dico facendo ridere Travis per via della crema che mi cola sul mento.
< Aspetta... che disastro che sei > afferma lui prima di prendere un tovagliolino e pulirmi come farebbe un papà con la propria bambina.
O come farebbe un ragazzo con la propria fidanzata.
Peccato che non siamo fidanzati.
E ciò è ancora più imbarazzante.
Lo ringrazio e gli chiedo < cosa stavi dicendo prima che la cameriera ci interrompesse? >.
< Ah, che devi star tranquilla perché non sono la Santa Inquisizione e non ti manderò al patibolo >.
< Fortuna > dico io facendo la finta stupita.
È ora di parlare.
Di tirare fuori quello che penso.
Prendo un bel respiro poi inizio con calma a spiegare < ci ho pensato tanto in questi giorni >.
< A cosa? >.
< Bhe, a te, a me, a noi... a tutto >.
< Mh mh >.
< Voglio essere completamente sincera con te Travis perché te lo meriti > poi riprendo < è che sei un bellissimo ragazzo con delle qualità invidiabili >.
< Ma? > chiede lui sorridendo.
< Ma io ho capito altro > dico io abbastanza confusa.
< E questo altro include Harry? > domanda lui mangiando il suo pancake sempre con lo sguardo fisso su di me.
Sbuffo leggermente < sì, comprende anche Harry ma questo non vuol dire che... >.
< Ascolta Care > mi riprende lui < lo so già e non sono arrabbiato con te >.
< Cosa sai già? >.
< Bhe mi sembra evidente > afferma per poi pronunciare un sonoro < che hai scelto Harry >.
Boccheggio un attimo e tento di dire qualcosa ma le parole mi muoiono in gola.
Facendomi sentire una stupida.
< È che... io... non voglio che... Harry > farfuglio maledicendomi.
< Care >.
< No, aspetta voglio spiegarti >.
< C'è poco da spiegare... te l'ho anche detto la sera della festa: so che tra te e Harry c'è qualcosa che va oltre ad un qualcosa di spiegabile >.
< Sì >.
< E non mentivo quando ti ho detto che fin dall'inizio ho sempre saputo che non saremmo stati insieme >.
Aggiunge < che non saresti stata mia ecco >.
Annuisco.
< E fidati quando ti dico che non sono arrabbiato e che non ce l'ho con te... e con Harry > riprende sorridendomi.
< Trav... mi sento una scema > sbotto io bevendo un sorso del succo d'arancia.
Lui mi guarda < non devi sentirti una scema Care... semplicemente ci sono persone che come noi non potranno mai stare insieme perché sono già legate ad altre >.
< Ma non ce l'hai con me?
< Perché? Perché dovrei avercela con te? > chiede lui mentre io affermo < Travis... andiamo: ti ho baciato! >.
< E allora? >.
< E allora dovresti avercela con me... visto che ti sto dicendo che tra noi non può funzionare >.
Mi guarda e calmo risponde < sei stata chiara e trasparente... non vedo perché dovrei prendermela >.
Lo osservo e poi ripeto < ma ti ho baciato >.
Come può non arrabbiarsi?
< Oh andiamo Care... pensi che non lo sapessi che sarebbe stato solo un bacio? >.
Poi aggiunge < e siccome lo sapevo non me lo sono lasciato sfuggire >.
< Ah, bene > ridacchio divertita.
< Sul serio, non me la sono presa >.
< Mannaggia a me che mi invaghisco sempre dei ragazzi sbagliati >.
< Nah, Harry non è sbagliato >.
< Lo so >.
< Sono sicuro vi troverete benissimo insieme > esplica lui sorridendomi.
< Speriamo > dico per poi aggiungere < ed io sono sicura che tu troverai una ragazza in grado di apprezzarti >.
< Speriamo > asserisce lui.
< Mi perdoni? > chiedo poi con un sorriso tirato.
< Mhh fammici pensare... > sentenzia portandosi una mano sulla tempia < sì, anche se non c'è nulla da perdonare >.
< Sei un tesoro > dico io mentre mi allungo per abbracciarlo a mia volta.
Andata bene, no?
Ci abbracciamo per un po' e poi dopo esserci staccati ci sediamo.
< E invece per quanto riguarda l'altro? > chiede il biondo prima di zittirsi.
Che diavolo succede?
Sto per rispondere quando sento una voce dietro le mie spalle < Travis >.
< Ciao Harry, vuoi accomodarti? > domanda lui indicando una sedia al nostro tavolo.
Non so perché ma non riesco a voltarmi, a salutarlo... insomma a fare niente.
Che penserà di me?
Che sono una scema… un’indecisa.

< No, vedo che sei in compagnia... non voterò disturbare >.
< Non disturbi affatto > diciamo io e Travis insieme prima che io decida di voltarmi.
< Oh > sussurra il riccio prima di riprendersi < ciao Care, non ti avevo vista >.
< Tranquillo > dico vedendolo confuso e abbastanza sorpreso.
< Dai sul serio... unisciti a noi > lo sprona Travis sorridendo.
Il riccio però nega l'invito < no, no sul serio; non voglio disturbarvi >.
< Nessun disturbo >.
< Io vado, ciao ragazzi > dice il riccio facendo dietrofront.
Lo vedo allontanarsi e così faccio l'unica cosa che mi passa per la testa.
< Scusa Trav... arrivo subito > affermo seria prima di alzarmi e inseguirlo.
Inizio a camminare veloce per poterlo raggiungere.

Maledizione!
Impreco più volte.
Perché adesso penserà che non mi sono fatta sentire perché ho deciso di uscire con Travis e non è così.
Voglio lui, non Travis diamine.

< Harry! > urlo senza ottenere risposta.
Corro per un paio di metri prima di prendergli il braccio < Harry >.
< Care... che ci fai qui? > domanda lui facendomi segno di respirare lentamente.
< Ti volevo spiegare >.
< Cosa? >.
< Bhe, quello che hai visto >.
< Cosa ho visto? Te e Travis seduti ad un tavolo a fare merenda come due fidanzatini? > chiede lui ironico.
< Appunto... non è come sembra >.
< Ah no? >.
< No, no... stammi a sentire: l'ho incontrato per parlargli, per dirgli che lo vedo solo come un amico >.
< Non devi spiegarmi nulla Care, sei libera di fare quello che vuoi > dice per poi riprendere a camminare.
< Invece devo spiegarti > affermo portandomi davanti a lui e bloccandolo con una mano.
< No >.
La voce più dura del solito.
< Sì, perché sul serio è solo un amico >.
< Sai cosa mi fa incazzare? > chiede lui con le sopracciglia alzate.
Eccolo, è arrabbiato.
E fa bene.
Scuoto la testa prima che il riccio spieghi gesticolando < mi fa incazzare che tornata a Londra tu sia sparita, volatilizzata... puff >.
< Bhe anche tu... non hai fatto di meno >.
< Io al contrario tuo sono stato chiaro mi sembra >.
< Ah, perché io no? >.
< No! >.
< Mi sembra che l'ultima sera invece che cacciarti... ti abbia fatto dormire con me >.
< E questo che c'entra? Se non volevi bastava dirlo >.
< Non ho detto questo > lo ammonisco.
Il riccio allora chiede < e perché sei sparita allora? >.
Gli spiego < non sono uscita di casa per una settimana per pensare... pensa te >.
< E pensa te... oggi hai scelto di uscire e di vedere chi? >.
Con una mano indietro sbotta < Travis! >.
< Dovevo parlarci > giustifico, mentre il riccio chiede beffardo < con me non devi parlare di nulla perché? >.
< Io... non ho detto questo >.
< Ma? >.
< Ma... certo che... > farfuglio senza trovare le parole giuste.
Maledizione Caroline!
Perché devo sempre rovinare tutto?
Perché non posso risolvere una volta per tutte?
< Stammi bene Care > sbotta lui dandomi le spalle e camminando spedito mentre io mi porto le mani nei capelli.

Merda.
Questa proprio non ci voleva.
Merda.
Merda.
E ancora merda.


Sbuffo forte e ormai sconfitta ritorno da Travis sedendomi senza prestare attenzione al modo in cui lo faccio.
< Scusa Care... non volevo creare situazioni problematiche > si scusa Travis.
< Tranquillo, tu non c'entri >.
< Allora, che è successo? >.
< Oh, niente diciamo che non è rimasto contento nel vederci assieme >.
< Lo immaginavo >.
< Anche perché in questa settimana sono sparita > ammetto mentre il biondo chiede stupito < come sarebbe a dire che sei sparita? >.
< Quello che hai sentito >.
< Ossia non ti sei fatta vedere né sentire? >.
< Esatto > annuisco.
< Care... > mi rimprovera scuotendo la testa.
< So di aver sbagliato Travis, però dovevo schiarirmi le idee > tento di giustificarmi.
Il biondo spiega < non voglio giudicarti ma hai sbagliato a sparire... anche perché ora pensa che tu sia sparita per stare con me >.
E poi aggiunge < che poi già mi odia.. >.
< Non ti odia > dico io ridendo.
Il biondo fa spallucce < devi chiarire con lui >.
< Sì lo so >.
< Va’da lui >.
< Ora? > chiedo alzando le sopracciglia più del normale.
< E quando sennò? >.
< Ma sono con te... >.
< Adesso devi andare da lui > mi esorta lui sorridendomi.
Scuoto la testa < non mi sembra giusto... non voglio metterti da parte un'altra volta fuggendo >.
< Va’ da lui Care, parlaci e risolvete una volta per tutte >.
< Mi dispiacerebbe salutarti per correre da lui >.
< Ascolta: io non sparisco... quando vuoi mi chiami e ci vediamo; Harry invece ha bisogno di te >.
< No > tento di dire.
< Adesso >.
< Travis rimango con te... Harry aspetterà >.
< Vai > mi intima facendomi segno di alzarmi.
No.
Andrò a parlarci dopo.
< Care > mi indica per poi ordinarmi < ora >.
Sbuffo e lo maledico < maledetto... va bene, va bene vado >.
< Brava > dice < fammi sapere come va >.
Annuisco e gli mando un bacio mentre inizio a camminare verso casa di Harry.
Sperando di poter mettere la parola fine.
E di iniziare qualcosa.
Qualcosa di diverso, insolito per me... ma pur sempre qualcosa di dannatamente bello.

E se Harry ora non mi parla più?
E se dopo questa cosa non vuole più provare a stare assieme?
E se mi manda a quel paese lasciandomi sola?
Devo stare calma.
Un bel respiro Care.
E tutto si risolve.
Tutto.

Vero?

Prendo dei respiri lunghi e continuo a camminare.
< Care! > urla una voce che so appartenere a Louis.
< Tommo > lo saluto avvicinandomi.
< Che ci fai da queste parti? È da un bel pezzo che non ti si vede >.
< Ho avuto da fare > mento spudoratamente.
< Sì, come no >.
Gli tiro un buffetto leggero prima che mi chieda < allora? Cosa fai? >.
< Niente > minimizzo.
< Care >.
< Tommo >.
< Sputa il rospo > intima lui guardandomi con gli occhi socchiusi.
< Che palle che sei >.
< Vai >.
< Ero con Travis > sbotto.
< Aspetta... con chi eri? >.
< Hai sentito bene Louis >.
Poi continuo < comunque il problema è che mi ha vista Harry >.
< Oh, oh > afferma lui < allora sono cazzi amari >.
< Esattamente >.
< Perché eri con Travis? >.
< Perché era giusto che gli spiegassi che tra noi due non può funzionare >.
< Per Harry? >.
< Per Harry, sì > anmetto guardandolo.
< Ti conviene andarci a parlare > suggerisce indicando la strada.
< È quello che stavo facendo > alzo le spalle.
Lo guardo e continuo < mi sa che ho combinato uno dei miei casini >.
Tomlinson sorride per poi tranquillizzarmi < è un casino risolvibile dai... basta spiegarglielo semplicemente >.
Sbuffo come sempre < sì, sì non è questo... è che sono una cretina perché invece di vedere prima lui ho incontrato prima Travis >.
< L'importante è che tu parli con Harry e che dica tutto quello che hai da dirgli senza paura Smith >.
< Hai ragione >.
< Ora vai >.
< Ciao Tommo > lo saluto dandogli un bacio sulla guancia e riprendo a camminare.
Tiro fuori il cellulare che ha preso a squillare e rispondo con un < ciao papà >.
Tempismo perfetto direi eh.
Devo smuovermi.
< Caroline, finalmente... certo che non ti fai mai sentire > rimprovera lui facendomi roteare gli occhi.
< Hai ragione, è che sono sempre di fretta >.
< Una chiamata al tuo vecchio potresti farla >.
< Pà, hai ragione >.
Taglio corto.
< Allora come stai? > chiede.
< Mhh bene... sono tornata da poco da una mini vacanza a casa di Payne >.
< Chi eravate? >.
< I soliti >.
< Lerya c'era? >.
< Sì > affermo cercando di sorpassare più gente possibile.
< E Harry? >.
Perché mi chiede di Harry?
< Perché mi chiedi di Harry? >.
< Non posso chiedere? >.
< Sì, certo... >.
Perché mi chiede di Harry?
Che cavolo sta succedendo?

< Lo sai che l'altra settimana tua madre è andata una fiera di beneficenza e ha parlato con sua madre? >.
< Ah sì? > chiedo facendo la finta interessata.
< Si, è tornata a casa e ha detto che è proprio una brava donna >.
< Immagino >.
< E ha anche detto che vorrebbe organizzare una cena tutti insieme >.
< Che bello >.
< Ovviamente anche con te ed Harry > dice alla fine.
Ma che siamo impazziti?
< Non se ne parla > affermo io.
< Caroline, quanto sei acida con quel ragazzo... >.
< Non sono acida con Harry >.
< Caroline >.
< Sì? >.
< Lo sei > afferma lui ridacchiando.
< E anche se fosse? > domando iniziando a stancarmi di questa telefonata.
< Ma dai... non ti ha fatto nulla di male > afferma lui tossendo.
Annuisco come se lui potesse vedermi < d'accordo, ma non capisco il senso di tirar fuori Harry >.
< Te l'ho detto: tua madre ha incontrato la sua e allora mi è venuto in mente lui > spiega cauto.
< Va bene... possiamo cambiare argomento ora? >.
< Cambiamo argomento va: quando vieni a trovare i tuoi genitori? >.
< Presto pà, te lo prometto... presto >.
< Dici sempre così > sbotta lui mezzo arrabbiato.
Mi calmo e rispondo < te lo prometto... quando meno te lo aspetti mi avrai tra i piedi >.
< Porta anche Lerya... ci manca >.
< Va bene >.
< Sennò fai una cosa porta tutti i tuoi amici >.
< Mh >.
< Harry compreso > afferma lui ridendo.
Mi gratto la testa con fare distratto e poi rispondo < vediamo >.
< Dai, abbiamo tanto spazio >.
< Sì, si può fare... ora devo salutarti >.
< Dove vai di bello? > chiede lui mentre io rispondo < ho delle questioni da sbrigare >.
Falsa.
Come una banconota falsificata.
< D'accordo, ti lascio... ciao Care >.
< Ciao papà >.
E così chiudo e rinfilo il cellulare in tasca prendendo a camminare.
Non volevo essere così scontrosa con mio padre ma al momento ho altro a cui pensare.
Ho altro da risolvere.
Devo parlare con Harry.
E subito.
Dopo gli manderò un messaggio scusandomi per i modi poco carini.
Ma ora... ho da fare.
Senza rendermene conto arrivo davanti casa di Harry e percorro il lungo vialetto dopo aver aperto il cancelletto in ferro battuto.
Faccio un bel respiro e suono il campanello imponendomi di restare quanto più calma possibile.
< Sì? > risponde una voce aprendo la porta d'ingresso.
Ecco... come non detto.

Addio calma.
Addio pazienza.


Guardo Sophia e incapace di dire chissà cosa la saluto.
Mi gratto la testa ammutolita.

Che ci fa Sophia?
Che ci fa in casa di Harry?


< Ciao Care, vuoi entrare? >.
< Ehm... no, non ti preoccupare >.
< Dimmi tutto >.
< Mhh... Harry è in casa? > chiedo io titubante mentre la ragazza afferma < sì, è di là... te lo chiamo >.
Ci penso due secondi e poi mentre sta per andare a chiamarlo la blocco < anzi no... non importa >.
< Davvero? >.
< Sì, sì tranquilla >.
< Mh ok >.
< Ciao Sophia >.
< Ciao Care >.
Faccio dietrofront e richiudo il cancelletto alle mie spalle mentre inizio a camminare imponendomi di non piangere.
Cioè veramente?
È bastato così poco per far sì che rimettesse in mezzo Sophia?
Sono allibita.
Che merda.
Che schifo.
< Care > mi blocca Harry prendendomi per un braccio.
Mi volto e lo guardo.
< Potevi entrare, non avresti disturbato >.
< Sicuro? > chiedo ironica e incavolata.
Il riccio annuisce prima di far cenno di andare a casa sua.
< No, non mi va > dico io.
< Perché? >.
< Perché? Mi chiedi perché? > gli chiedo iniziando ad agitarmi.
Mi trascina più in là vicino a un muretto portandosi davanti e bloccando ogni via di fuga.
< Credimi non è come sembra >.
No, certo…
< Ah no? >.
Scuote la testa mentre io chiedo < e allora com'è? >.
Poi aggiungo < anzi, non voglio saperlo >.
< Stai fraintendo >.
< Sai che? > domando mentre lui mi esorta a continuare < c'è che ero venuta a casa tua per parlare con te e risolvere una volta per tutte soprattutto perché mi è dispiaciuto che tu abbia frainteso con Travis >.
Continuo imperterrita < invece... arrivo a casa tua e sbam: sorpresa >.
< Non hai trovato nessuna sorpresa >.
< Bhe, ci mancava >.
< Non è la stessa cosa di te e Travis >.
< No? E cosa cambia? >.
< Tu l'hai baciato >.
Rido divertita e impettita affermo di sasso < e tu? Tu ci sei andato a letto >.
< Tu l'hai fatto davanti ai miei occhi > asserisce il riccio indicando i suoi occhi.
Annuisco < anche io ho visto con i miei occhi quello che avevate iniziato, mi sembra >.
< Infatti mi sono scusato >.
Cos’è adesso come sempre devo beccarmi io le colpe di tutto?
No eh…
< Anche io e venendo a casa tua volevo farti capire che di Travis non me ne frega un bel niente... ma tanto tu eri impegnato >.
< Non ero impegnato >.
< Certo, come no > ribatto io portando le mani al petto.
Poi cercando di non urlare inizio a parlare < sono veramente incazzata... perché tu hai fatto la predica, hai fatto quello che se l'è presa >.
< E allora? > ribatte secco per poi aggiungere < se mi dà fastidio, non è colpa mia >.
< Aspetta, aspetta... perché a me non dà fastidio? > chiedo.
Mi guarda spavaldo.
Mentre io vorrei tirargli un cazzotto.
In fronte.
< Non lo so, dimmelo tu se ti dà fastidio >.
< Prova a ragionare > sentenzio prima di affermare < a te dà fastidio il fatto che io possa parlare con Travis ma a me non può dare fastidio >.
Il riccio si bagna le labbra prima che io dica < è sempre questo il problema: io non posso fare, dire e a te invece tutto è dovuto >.
< Caroline, ma ti senti? > domanda lui divertito.
< Sì e allora? >.
< Allora sei gelosa marcia e basta >.
Colpita e affondata!
< E a te frega? >.
< Certo che mi frega, diamine! > sbotta lui portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
< Non sembra >.
< Tu pensi sempre che io ti voglia usare > confessa prima di continuare < è per questo che non andiamo avanti io e te >.
Che diavolo sta dicendo?
Perché deve sempre rovinare ogni singola cosa?
Assottiglio gli occhi ferita e spazientita mi affretto a rispondere < allora sai che: puoi andartene direttamente a fanculo se pensi questo >.
< Vedi come sei? Subito ti alteri e non parli, non affronti i discorsi >.
< Sarà un mio problema, non di certo tuo >.
< Possiamo parlare e basta? Invece che attaccarci >.
< No, non ho più voglia >.
< Caroline >.
Una mano sulla spalla.
< No Harry basta... torna da Sophia >.
< A me non frega di Sophia >.
< Non mi sembra >.
Detto ciò mi sposto e lo saluto < ci si becca >.

Lo odio.

O d i o.
Odio e ancora odio.
Deve sempre rovinare tutto.
Uno fa quattro passi avanti e lui deve far qualcosa per cui tu sei costretta a fare cinque passi indietro.
Sennò non è contento.
Non è felice.
E a me sta cosa fa letteralmente impazzire.

Perché non so mai come comportarmi; mai.

Cammino senza destinazione guardando le persone che sfrecciano intorno a me.
E poi prendo l'unica direzione che in questo momento mi sembra la più adattata.
Il parco.
Capace di contenere i miei pensieri, dubbi, sconfitte... capace di contenere me.
Arrivo in men che non si dica sul punte che affaccia sul laghetto e appoggio le braccia sul muretto guardando giù.
Porca miseria!
Se è difficile...
Tutta questa storia mi sta logorando.
Mi rende insicura, nervosa e non voglio.
Il problema è che ho capito quanto tengo ad Harry e vedere Sophia mi ha mandato letteralmente su di giri.
Perché al posto suo dovevo esserci io egoisticamente parlando.
Non lei, io.
E invece il riccio ancora una volta ha dimostrato che di me non gliene frega un fico secco.
Ancora una volta ha dimostrato che il suo unico scopo è usare i miei sentimenti e calpestarmi.
Come una foglia qualsiasi.
Una lacrima scende a bagnare la mia guancia mentre io maledico il giorno in cui tutto questo è iniziato.
A quest'ora sarei stata tranquilla.
Sarei stata me stessa ma senza troppi problemi.
Invece... mi ritrovo a dover lottare.
Ogni giorno, ogni minuto per un qualcosa che sembra non poter sbocciare.
Nascere.
E questo mi fa ancora più incazzare.
Perché se solo lui volesse… potremmo farcela.
Potrei farcela.
< Signorina vuole un fazzolettino? > domanda una signora facendomi sussultare.
< L'amore è così: ti distrugge e fortifica allo stesso tempo, ti fa piangere e sorridere, ti fa sentire completo e incompleto >.
< Bello schifo > dico io facendo ridere la signora.
Un'altra lacrima che non riesco a controllare cade mentre la signora mi osserva preoccupata.
< Le va di parlarne? >.
Annuisco e la osservo mentre fa cenno di sederci sulla panchina di fronte.
< Sì, fa schifo... ma è la cosa che più ci riempie e ci completa alla fine >.
< Non lo so >.
< Cosa sente? >.
Le farfalle nello stomaco.
< Esattamente quello che lei ha descritto poco fa >.
< Bene >.
< Non direi > affermo divertita asciugando una lacrima.
La signora si stringe nel cappotto beige e afferma < se si sente così è vero amore >.
< Non so se è vero amore >.
< Lo è, vedo il suo volto > spiega indicandomi.
Che volto ho perché?
< Se mi fa piangere è vero amore? > domando scettica.
Annuisce < assolutamente >.
Poi aggiunge < come si chiama? >.
< Harry >.
< Bel nome >.
Annuisco mentre lei mi domanda com'è.
< Alto... diciamo molto alto, riccio, occhi verdi > spiego cercando di fornire più informazioni possibili.
< Sembra molto bello >.
< Oh... lo è > sussurro io pensando ad Harry.
< E? >.
< Cosa? >.
< Perché se ne sta qua seduta a piangere invece che parlare con lui? >.
< Perché si fidi... è meglio così >.
< Lo ama? >.
Mi blocco di fronte a tale domanda, lecco le labbra prima di ammettere < non lo so, non so se posso definirlo amore o altro >.
< Andiamo, saprà se si tratta di amore o meno >.
< La nostra è una 'storia' complicata per non dire altro > spiego portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
< Se sta piangendo un motivo ci sarà > ribatte  ironica.
Alzo le spalle e aspetto che parli < facciamo così: mi racconti la prima cosa che le viene in mente di Harry >.
< In che senso? >.
< Il primo ricordo che lo lega a lui >.
< Mhh... non saprei >.
< Si sforzi > mi incita sorridendo.
Ci penso per qualche istante prima che mi venga in mente un episodio < oh sì... la sua risata mentre io cado rovinosamente a terra >.
< E perché proprio la sua risata? >.
< Perché... perché è la cosa più bella che io abbia mai sentito >.
< E in quel momento che ha pensato? >.
< Ho pensato di ucciderlo >.
La signora ride prima che io riprenda la parola < ma poi nel momento in cui ho visto il suo sorriso il mio cuore ha fatto una capriola >.
< Bene >; aggiunge poi < vede non è stato difficile... >.
< Fare cosa? > chiedo io alzando un sopracciglio.
< Farle ricordare l'esatto momento in cui si è innamorata del suo bel Harry >.
< Non mi sono innamorata di Harry >.
< Signorina... >.
La fermo < mi chiami pure Caroline >.
< Caroline... ripensi a quell'episodio e capirà quello che le sto cercando di far capire >.
< Mh mh > mugugno.
< E state insieme? >.
Rido e scuoto la testa < macché... magari non staremo mai insieme >.
< Se non parlate tra di voi può darsi >.
< È così difficile >.
< Oh sì... > poi aggiunge < lasci che le dia un consiglio spassionato: segua il suo cuore, i suoi sentimenti e si abbandoni all'amore >.
< Anche se questo possa farmi soffrire? > chiedo allarmata.
< Assolutamente... anche se questo possa farla soffrire >.
< Ho paura che non provi lo stesso >.
< Sono sicura che ricambia i suoi sentimenti >.
Poi aggiunge < e se così non fosse... almeno ci avrà provato >.
< Sì, ha ragione >.
La guardo e lei mi guarda mentre restiamo in silenzio.
Le lacrime hanno cessato di bagnare le mie guance, facendo posto ad un sorriso timido che dono alla mia interlocutrice.
< Grazie >.
< Non c'è di che Caroline > risponde la signora alzandosi.
Raccoglie le buste della spesa < sarà meglio che vada altrimenti mio marito chiamerà la polizia se non mi vede rientrare >.
< Allora si affretti >.
< Vuole una mano? > aggiungo alzandomi a mia volta.
< Non si preoccupi... abito qui vicino; non ci metterò tanto ad arrivare >.
< Va bene >.
< Ma è meglio che vada sennò veramente mio marito andrà in escandescenza > sentenzia imitando con delle facce buffe il marito.
Sorridendo continua < questi uomini... sono un bel casino >.
< Concordo > affermo dandole la mano che prontamente stringe.
< Ah > dice prima di voltarsi < dica ad Harry quello che sente >.
< Lo farò >.
La vedo camminare e sparire tra le persone mentre io rifletto sulla conversazione appena avvenuta.

Ha ragione.
L'amore fa schifo la maggior parte delle volte.
Ma è anche vero che noi esseri umani senza amore non siamo nulla.
Valiamo meno di zero.
Siamo praticamente incompleti.

Ed io non voglio essere incompleta.
E non voglio che nemmeno Harry sia incompleto.


Non ne vale la pena, se possiamo completarci a vicenda.
Quindi è ora di svoltare e di prendere in mano le redini della mia vita.
Cammino dirigendomi verso un baretto dove chiedo un bagel.
Pago e ringrazio il ragazzo riprendendo a camminare; mi guardo intorno e respiro lentamente gustandomi il bagel acquistato poco fa.
L'autunno è alle porte e si percepisce.
Dai colori, dalle foglie, dai profumi.
Devo dire che mi piace parecchio ma non come l'inverno, che è di certo la mia stagione preferita in assoluto.
Mi rilassa, mi calma.
E mi fa pensare meglio.
Non so è come se mi desse più forza per pensare, per analizzare e comportarmi di conseguenza.
Anche se alla fine cioè che ci offre la natura è un dono e come tale bisogna rispettarla.
E rispettare tutte le stagioni.
Anche quelle che effettivamente non ci piacciono particolarmente.
Per un motivo o per un altro.
Addento un pezzo di bagel prima che tiri fuori il telefono e componga il numero di mia madre.
Ho bisogno di parlare con lei.
Di farmi dare dei consigli che mi servono.
< Caroline, che sorpresa > emette la sua voce cristallina risvegliandomi.
< Ciao mami >.
< Mi ha detto tuo padre che è riuscito a beccarti per miracolo oggi... e ora chiami di nuovo: un miracolo >.
< Divertente > scherzo io.
< Come stai? >.
< Tutto bene... solite cose e voi? > domando mentre la sento rispondere frettolosamente a mio padre < ha chiamato di nuovo >.
< Noi anche, tutto bene... ma ci manchi >.
< Anche voi > dico io tutto d'un fiato.
< Perché non ci vieni a trovare uno di questi weekend? >.
< Sì, ci sto pensando... >.
< Porta anche i tuoi amici > afferma prima di aggiungere < ne saremmo felici >.
< Gliene parlo >.
< Non vedo l'ora > sentenzia lei mentre cala il silenzio.
< Mà... posso chiederti una cosa? >.
< Tutto quello che vuoi Caroline >.
< Ehm... come hai fatto a capire che papà era quello giusto? > domando mordendomi le labbra subito dopo.
Percepisco il suo sorriso mentre spiega < non lo so, probabilmente l'ho capito dal primo momento in cui mi ha salutata >.
< Sì, ma poi? >.
< E poi cosa devo dirti? Forse mi sono resa conto quando mentre mi parlava pensavo a quanto volessi stringerlo a me... o forse quando mi sorrideva e sentivo il mio cuore sciogliersi come un cubetto di burro >.
< Mh >.
< Perché? Per caso ti sei innamorata? >.
< Non ho detto questo > controbatto acida.
< No per carità... >.
< Era pura curiosità > ammetto io rossa in viso mentre ringrazio il cielo che mia madre non mi stia di fronte.
La sento sospirare < comunque lo senti Care... quando trovi la persona giusta dico >.
< Ok, grazie >.
< Di nulla >.
< Invece: i ragazzi che dicono? > domanda cambiando argomento.
< Tutto bene... sono sempre i soliti >.
< E Lerya ci sta ancora con Zac? >.
< È Zayn, non Zac > rispondo io correggendola.
< Fa nulla >.
< Sì, comunque sì >.
< Non vedo l'ora di rivederli >.
Poi aggiunge < non fare l'acida e invita anche Harry >.
< Sì mami >.
< Te l'ha detto tuo padre che ho conosciuto la madre? > domanda lei alzando la voce.
< Mh... sì >.
< Proprio una brava donna > riprende lei raccontando l'incontro della settimana precedente.
Aggiungendo < Harry è la sua esatta fotocopia sai? >.
< Può darsi >.
< Va bene non voglio romperti con i discorsi sulle mie fiere di beneficenza >.
< No, tranquilla non mi rompi affatto >.
< Ascolta Care, ora devo andarmi a preparare che tra poco tuo padre mi porta a cena fuori in quel nuovo locale che hanno aperto in città >.
< Fate bene... divertitevi > dico io sorridendo.
< Fammi sapere quando venite > mi rimprovera lei mandandomi un sonoro bacio dall'altoparlante.
< Sì, ciao mami >.
< Ti voglio bene > aggiungo mentre la sento armeggiare coi trucchi.
< Anch'io piccola mia > risponde lei per poi chiudere la chiamata.
Rimetto il telefono in tasca accorgendomi solo ora che ormai è buio e che il parco si è svuotato lasciando posto a poche coppiette, alcuni ragazzi e signori che corrono insieme ai loro cani al guinzaglio.
Forse dovrei tornare a casa anche se non mi va.
Ormai è tardi e si staranno sicuramente preoccupando per me.
Anche perché non ho avvertito nessuno.
Però...
Si sta così bene... perché dovrei starmene dentro casa?
Così ragiono meglio e lascio andare i mille pensieri che mi assillano.
Senza pensarci due volte scrivo un veloce messaggio Lerya.
'Non torno per ora, sono in giro...
Ah! Non preoccuparti per dopo prendo un taxi.
Xoxo Care'.
Cammino ritornando sul ponte di prima osservando il laghetto sottostante.
< Sapevo di trovarti qui >.

La sua fottuta voce.

Mi volto leggermente < prevedibile eh? >.
< Assolutamente > risponde Harry avvicinandosi a me, appoggiandosi col sedere sul muretto.
Guardo davanti rimanendo in silenzio.
< Diciamo che ti conosco bene > afferma lui sorridendo.
Annuisco e ammetto < probabilmente hai ragione >.
< Che ci fai qui a questa ora? > chiede mentre io mi volto verso destra per osservarlo meglio.
< Non volevo tornare a casa, tutto qua >.
Poi chiedo < tu com'è da queste parti? >.
< Sono passato a casa tua e Lerya mi ha detto che non eri tornata >; poi aggiunge < le ho detto che ti avrei trovata così da non farla stare in pensiero >.
< È proprio come mia madre > sbotto facendo ridere il riccio.
< Si preoccupa solo per te Care >.
< Non ho bisogno che qualcuno si preoccupi per me, so badare da sola a me stessa >.
< Questo lo sappiamo... ma suvvia: sei partita oggi pomeriggio e non sei ancora tornata, è logico che sia in pensiero >.
< Hai ragione... le ho mandato un messaggio infatti > affermo tamburellando le dita sul muretto.
< Mi piace qui > afferma indicando intorno.

A me piaci tu invece…

Annuisco < lo trovo magico... veramente mozzafiato >.
< Concordo >.
< Wow, per la prima volta c'è qualcosa si cui siamo d'accordo > asserisco io seria.
Harry ride ed io faccio la stessa cosa.
< Direi che è già un passo avanti, non credi? > domanda lui dandoli una leggera spallata.
Annuisco < direi di sì >.
Poi chiedo < non lo trovi strano? >.
< Sì, direi che è strano... ma è anche bello >.
< Cosa? >.
< Essere per una volta d'accordo su qualcosa >.
< Sì > dico portando una mano in tasca.
< Comunque sono venuto a casa tua perché volevo parlarti > afferma abbassando lo sguardo sulle sue scarpe.
< Riguardo? >.
< Riguardo... noi >.
Lo guardo e annuisco seria.
< Harry io credo che... > inizio a dire prima che lui mi interrompa < Care, fammi parlare >.
Gli faccio cenno con la mano per farlo continuare < oggi hai frainteso con Sophia... >.
Roteo gli occhi prima che lui riprenda < era a casa perché doveva aspettare Gemma e perché le ho chiesto di vederci per parlare >.
< Di voi due? >.
< Mi fai parlare gelosona? > scherza lui punzecchiandomi.
Poi asserisce < le ho chiesto un consiglio su come esprimere quello che sento >.
Osservo le sue dita giocherellare con gli anelli della mano sinistra.
< Allora? > lo incito io osservandolo.
< Ci ho pensato tanto in questi giorni e mi sono reso conto di una cosa Care > poi si blocca e imprecando afferma < non sono portato per queste cose, dannazione >.
< Harry > gli prendo il viso costringendolo a guardarmi.
< Care tu mi piaci > afferma per poi aggiungere velocemente < e anche tanto >.
< Oh >.

Ha detto che gli piaccio.
Ha detto che gli piaccio.


Devo calmarmi o mi prende un coccolone.
< Non c'è un minuto della giornata in cui non ti pensi... in cui non mi chieda cosa stai facendo >.
< Bella la tua vita Styles > scherzo io per stemperare il clima.
< Caroline Smith mi piaci, forse da sempre e so... >.
< Cosa? >.
< So che voglio stare con te > ammette osservandomi.

Oddio.

Sto per caso sognando?
Sono per caso in una sorta di bolla?
Harry Styles ha appena detto che vuole stare con me?
O sbaglio?


Sbianco per un attimo e poi riprendo colore.
< Probabilmente fino a questo momento ho sempre avuto paura > confessa per poi aggiungere < ma fin dall'inizio ho capito che eri speciale, speciale per me >.
< E mi insultavi? > domando alzando un sopracciglio.
< Andiamo! Sei sempre stata così irraggiungibile... che non potevo fare altro che diventare tuo nemico >.
< Stronzo > sbotto io dandogli un cazzotto che schiva prontamente.
< Probabilmente non so come si fa ad essere un bravo ragazzo Care... ma voglio provarci > asserisce < provarci sul serio, perché sei la cosa più importante che mi sia capitata nella mia vita e non voglio lasciarti andare >.
< Probabilmente non lo sarai mai >.
< Cosa? >.
< Un bravo ragazzo > lo prendo in giro.
Poi aggiungo < ma va bene così, perché neanch'io so come si fa >.
Mi guarda e si bagna le labbra prima di sussurrare < e così il fantomatico Harry Styles ha rivelato i suoi veri sentimenti >.
Rido divertita < già >.
< Bene >.
< Harry > lo chiamo prima che quest'ultimo si giri < sì? >.
< Ricordi quando sono caduta sfracellandomi e tu hai iniziato a ridere? >.
< Sì, ricordo >.
< Bhe... forse è stato da quel momento che ti ho iniziato a vedere in modo diverso > esplico.
< Come? >.
< La tua risata... mi ha colpita, stregata; e il mio cuore ha fatto una capriola >.
< Non sapevo di avere queste capacità Smith > ironizza lui per poi prestare di nuovo attenzione a ciò che sto per dire.
< Probabilmente una parte di me ti odierà sempre >.
< Grazie eh > sbotta lui facendo una faccia buffa.
< Mi piaci Harry > ammetto guardandolo dritto negli occhi.
Sorride e poi annuisce.
< Proviamo a vedere come va > dico io ansiosa.
< Direi che è un'ottima idea >.
< Senza intralci >.
< Che intendi per intralci? > chiede lui divertito.
Alzo gli occhi al cielo e dico seria < tipo... Sophia >.
< E Travis > controbatte lui serio.
< E Travis > affermo io sorridendo.
< Guai a te se fai lo scemo > lo intimo io subito dopo.
< No, per carità > alza lui le mani al cielo prima di prendere la mia mano e portarsela alle labbra per baciarla.
Lo guardo impacciata e divertita prima di affermare < sai quanto ci prenderanno in giro gli altri? >.
< Oh sì... >.
< Che palle > dico io scuotendo la testa.
Il riccio intreccia la sua mano alla mia prima di giudicare < li mettiamo subito al loro posto >.
< Per forza >.
Ride facendo ridere anche me.
< Che situazione... > ammetto guardando avanti.
< Già... è così strano >.
< Chi l'avrebbe mai detto che io e te finissimo insieme? > chiedo.
Il riccio alza le spalle < forse nessuno o forse tutti >.
< Comunque mia madre ha conosciuto tua madre scorsa settimana >.
< Iniziamo bene > asserisce il riccio gesticolando con la mano.
< E ci ha invitato a casa per il weekend... noi e i ragazzi > rispondo.
< A casa tua? > domanda strabuzzando gli occhi.
Annuisco per poi spiegargli < non sa nulla... di te >.
< Sa che mi odi immagino >.
< Immagini bene > ironizzo.
< Stronza >.
< Attento Styles > lo ammonisco.
< A cosa? >.
Mi avvicino mentre affermo < a questo > iniziando a fargli il solletico.
Il riccio ride a crepapelle e implora di smetterla ma continuo fino a che non mi prende da dietro bloccandomi contro il suo petto facendomi ridere.
Con un gesto fulmineo mi fa voltare nella sua direzione e mi osserva.
Sorrido e lo osservo mentre involontariamente lecco le labbra asciutte.
< Non farlo > sussurra Harry.
< Cosa? > chiedo non capendo.
< Questo > mi imita per poi ridere divertito.
< Perché? >.
< Perché mi fai impazzire quando lo fai > ammette senza imbarazzo.
< Mh >.
Senza rendermene conto la mia mano va ad appoggiarsi sul petto disegnando dei motivi astratti.
E così Harry si avvicina lentamente al mio viso mentre io sussurro un < forse non dovremmo... >.
< Shh, sta zitta e lasciati baciare > afferma lui sorridendo ormai a fior di labbra.
Chiudo gli occhi e sorrido mentre mi posa un casto bacio.
Si allontana per guardare ogni mia possibile reazione.
< Fanculo Styles > sbotto mentre gli prendo il viso e lo ribacio sempre delicatamente.
Ci scambiamo diversi baci senza mai andare oltre per poi tornare a guardarci.
< Andiamo? > chiedo guardandolo per dei secondi che sembrano interminabili.
< Sì, ti accompagno a casa >.
< Sì, direi che si può fare... fidanzato > gli faccio una linguaccia per infastidirlo meglio.
Gli prendo la mano e la intreccio nella mia mentre lo seguo addentrandoci nel parco.
Vedo il riccio sorridere mentre guarda avanti, per poi farmi voltare verso di lui portando le sue mani sui miei fianchi e baciandomi.
< Basta > gli sussurro a fior di labbra.
< Mh > mugugna sbattendo delicatamente il suo naso contro il mio e sfregandolo.
Poi riprende a camminare prendendo la mia mano facendola combaciare con la sua.
< Certo che sei veramente bassa >.
< Cosa? > chiedo io stupita.
< Sì, per baciarti devo abbassarmi troppo > ridacchia.
< Non sono bassa > lo rimprovero tirandogli una gomitata nelle costole.
< Giusto >.
< Vedi? Ho ragione io > dico io fiera.
< Perché sei nana > scherza lui finendo col ridere.
Lo guardo con le sue fossette evidenti e i suoi denti perfetti ed ho un tuffo al cuore.

Perché ripenso a quell'episodio della caduta... e perché penso al fatto che probabilmente è da quel giorno che il mio cuore è stato rubato.

Rubato dal mio acerrimo nemico: Harry Styles.

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Capitolo 6
*** Tra le braccia del mio 'fidanzatino'. ***


Apro gli occhi mentre la luce debole filtra tra le persiane abbassate.
Prendo il cellulare con una mano e controllo l'ora.
Le 8.30.
Direi che è arrivato il momento di alzarsi.
Sbadiglio rumorosamente, mentre mi sfilo le coperte di dosso e mi tiro su stiracchiandomi appena.
Mi avvio in bagno con un passo degno di una lumaca, apro il rubinetto e lavo la faccia per poi asciugarla con l'asciugamano.
Spengo la luce del bagno e mi avvicino alla finestra dove apro le persiane illuminando così la stanza con la luce del sole.
Oggi sì che è una bella giornata.
Sorrido mentre guardo le persone sfrecciare da una parte all'altra della strada, intenti a raggiungere luoghi e persone e poi mi trascino fuori dalla camera e giù per le scale per raggiungere la cucina.
Ho una fame…
Preparo il caffè latte e taglio una brioche riempiendola con il cioccolato fuso; dopodiché mi siedo sullo sgabello e inizio a mangiare lentamente.
Ripenso a ieri sera e sorrido involontariamente.

Io e Harry.
Io e Harry come una coppia.
Il che già è buffo.
Sul serio, chi l'avrebbe mai detto?
Io non di sicuro.
Ma sfido chiunque a dire il contrario.
La mia mano intrecciata con la sua.
Le sue labbra sulle mie.
E il suo dannato sorriso.

Quel sorriso capace di mandarti in estasi; capace di stenderti al tappeto rendendoti incapace di intendere e volere.
Quel sorriso che mi ha rapita.
Rapito il cuore.

Maledetto!

< Care! > urla Lerya sventolando una mano davanti ai miei occhi.
< Buongiorno Lè >.
< Oh, certo che ti sei proprio rimbecillita eh? >.
Assolutamente…
< Perché? >.
< Perché? Ma ti sei vista? > domanda ridendo.
Scuoto la testa mentre la mora riprende da dove si era interrotta < ma se ti ho chiamata per ore... e tu niente >.
< Non avevo sentito >.
< Certo... hai la testa tra le nuvole >.
Non ho la testa tra le nuvole.
< Nah >.
O sì?
< Nah? Hai la faccia che urla il nome di Harry >.
< Addirittura > sbotto io guardandola in cagnesco.
Fa spallucce mentre io addento un pezzo di brioche cercando di restare calma... d'altronde devo abituarmi alle battutine, no?
< L'hai già sentito il fidanzatino? > domanda lei schioccandomi un bacio.
< No, e tu il tuo di fidanzatino l'hai già sentito? > chiedo ironica.
Annuisce < è così che fanno le coppie... ci si da il buongiorno >.
< Noi non siamo una coppia normale >.
Che coppia siamo?
< Giusto > fa eco lei prima di continuare < voi siete l'anti romanticismo >.
< Esatto >.
< Praticamente... perfetti per stare assieme >.
Le mostro il dito medio mentre lei ammette di essere contenta.
< Ve lo meritate > aggiunge radiante come non mai.
Annuisco e le mostro un ok facendola ridere < sei proprio acida come la panna scaduta Smith >.
< Pazienza... mi amerete lo stesso >.
< Il fidanzatino sicuramente >.
< Fattela finita di chiamare Harry fidanzatino > sbotto secca mentre lei chiede < e come dovrei chiamarlo? >.
< Harry?! > dico ironica facendo un segno saccente.
Si chiama Harry.
Non ha cambiato di certo nome.
Mi fa segno di calmarmi < calm down... sto scherzando >.
< Mi dai sui nervi >.
< È che mi risulta facile prenderti in giro... so come ti comporti di fronte agli stuzzicamenti >.
< Stronza > asserisco mostrandole il medio.
< Comunque sul serio sono contenta >.
E lo è sul serio.
Ieri sera quando sono tornata a casa le ho raccontato tutto e per poco non sveniva dalla felicità.
< Anch'io > dico sorridente; < comunque mia madre ci ha invitato nel weekend a casa >.
< Tutti? > domanda lei prima di fare un'altra domanda < anche Harry >.
< Anche Harry, certo >.
< Glielo hai detto? Gli hai parlato di voi due? >.
< No e non ho intenzione di farlo al momento... però se Harry non venisse desterebbe sospetti >.
La riccia annuisce perché sa che è la verità.
In fondo anche se ci siamo fatti la guerra, siamo sempre usciti insieme... nello stesso gruppo e quindi se non venisse sarebbe strano.
Non è che non voglia dirglielo ai miei, anzi...
Però voglio andarci cauta, senza correre troppo.
Vogliamo prenderci il nostro tempo giustamente.
D'altronde è una novità anche per noi.
Quindi dev'essere presa come tale.
O almeno credo.
So che ci sarà il tempo e l'occasione per spiegare ai miei di me e di Harry.
Ma non credo sia questo il momento.
< Gliene parlerai però, vero? >.
< A tempo debito >.
< Bene >.
La riccia si alza e nel farlo mi dice che siamo state invitate a pranzo da Harry.

A pranzo da Harry?
Che notizia.
Perché?
Di solito quando si va ai pranzi da Harry, lo si fa per festeggiare qualcosa.

< Vi ammazzo se solo osate prenderci per il culo >.
< Sai già che lo faremo > afferma Lerya prima di sparire su per le scale ed urlare < si parte alle 11.30 >.
Con uno scatto mi alzo per lavare la tazza e il cucchiaino e per riporre lo zucchero e il caffè negli appositi ripiani.
Dopo essermi accurata di non aver lasciato nulla in giro sorrido soddisfatta (fiera della mia precisione) e mi dirigo verso camera mia dove per prima cosa rifaccio il letto sfatto dalla notte appena passata; per poi concentrarmi su di me donandomi un momento di relax con una bella doccia rilassante che termina con un tuffo sul letto a fissare il soffitto.
< Sì? > rispondo al telefono dopo soli due squilli senza nemmeno vedere di chi si tratta.
Perché in fondo lo so...
< Caroline, ben alzata >.
La sua voce.
La sua maledetta e sensuale voce.
< Buongiorno a te fidanzatino > dico sorniona mentre il riccio trattiene una risata < stupida >.
Poi continuando il gioco mi saluta usando lo stesso appellativo di merda.
Fidanzatina.
< Ti ha detto Lerya che a pranzo siamo tutti qua da me? > domanda il riccio mentre io gioco coi miei capelli.
< Yes, alle 11.30... sarò pronta capo >.
< No, tu vieni prima >.
< È un ordine? >.
< Assolutamente >.
< E se non lo rispetto? > lo provoco un po' sapendo di creare un po' di hype alla situazione.
Lo sento schioccare la lingua < lo vedrai >.
< Mhh, non so se rischiare > continuo io.
< Non provocarmi > ammette Harry abbassando la voce di un tono facendomi così rabbrividire.
< Ok > dico calcando bene la lettera k.
< No, sul serio... vieni prima >.
< Come vuoi... sbaglio o ti sento impaziente di vedermi? > domando io mordendomi il labbro inferiore.
Anche io sono impaziente di vederlo.
Di toccarlo e di baciarlo.
Oh sì che voglio baciarlo…
< Potrebbe essere > afferma lui cercando di limitare una di quelle voci sexy che si sentono nei film.
< A dopo >.
< Care >.
< Sì? >.
< Tra dieci minuti Niall è lì... fatti trovare pronta >.
Dieci minuti?
Ed io come faccio in soli dieci minuti a prepararmi e a rendermi decente?
Cazzo.
Lo maledico mentalmente per poi asserire < ti odio Styles >.
< Tu non mi odi Smith... d'altronde sono il tuo fidanzatino preferito adesso >.
< Vado, a tra poco scemo >.
< Sì, a tra poco > e detto ciò chiude la chiamata.
Chiudo per un secondo gli occhi per poi riaprirli e impormi di muovermi il più velocemente possibile.
Ho dieci fottuti minuti.
Devo smuovermi al più presto.
Apro l'armadio e acchiappo un paio di jeans che prontamente infilo chiudendo la zip; senza metterci la calma apro il cassetto delle maglie tirandone fuori una a collo alto traforata sul davanti, il che la rende un po' sexy ma neanche troppo.
Mi dirigo in bagno dove afferro la trousse che apro in cerca di correttore, cipria, bronzer e mascara.
Guardando l'orologio del telefono inizio ad armeggiare coi pennelli sfumando il correttore e applicando cipria, bronzer e infine il mascara.
Mancano 4 minuti all'arrivo di Niall.
So che è sempre puntuale quindi senza perdere tempo infilo le scarpe, pettino i capelli legandoli in una treccia e spruzzo il mio profumo preferito.
< Lè > dico aprendo la porta della sua camera.
< Già pronta? >.
< Sì, ho parlato con Harry e mi ha ordinato di arrivare prima >.
< Mhh... almeno potete tubare come piccioncini in santa pace... che idea carina >.
< Con noi ci saranno anche Niall e Gemma >.
< Uffa >.
< Meglio > dico io con non molta convinzione.
Il rumore del clacson avvisa l'arrivo del mio amico, così mi avvicino alla mia amica e le tiro un bacio volante prima di catapultarmi giù per le scale e salire in auto.
< Giorno Care >.
< Giorno Niall >.
< Come sei bella... che succede? >.
Che succede?
< Niente, volevo rendermi carina > mento non accennando al fatto che da ieri io e Harry siamo una coppia.
Non ho fatto in tempo dal momento che Lerya mi ha tenuta in ostaggio tutta la sera facendosi raccontare tutto.
Ogni parola, gesto.
Ogni bacio.
Insomma tutto.
< Fatto bene >.
< E Gemma? > chiedo cambiando argomento.
< È già da Harry >.
< Bene >.
Per i successivi cinque minuti ce ne stiamo in assoluto silenzio fino a che Niall non ferma la macchina davanti casa di Harry scendendo seguita dalla sottoscritta.
Bene, bene.
Siamo arrivati.
< Sei strana oggi > mi dice mentre suona il citofono ed aspetta che qualcuno ci venga ad spore.
Strana?
Io strana?
< Impressione tua Horan >.
Mento.
Mento spudoratamente.
Tanto a breve scoprirà tutto per via delle numerose battutine che ci riserveranno.
E a cui già so di dovermi abituare.
< Ehi > ci saluta Harry sbucando da dietro la porta mentre io sussulto nel notare la sua bellezza.
< Styles > lo saluta Niall superandolo per poi lasciare spazio alla sottoscritta.
< Ciao > gli dico mentre mi prende la mano e mi trascina all'interno prima di staccarci visto l'arrivo di Gemma e Niall.
< Care >.
< Gemm > le dico abbracciandola.
< Comunque Harry non c'era bisogno che chiamassi anche Care... ce l'avremmo fatta in tre a preparare tutto >.
< Tranquilla, non avevo niente da fare >.
Mento nuovamente.
< Simpatica > mi rimprovera Harry facendo il finto offeso.
< Scherzavo > gli dico facendo una smorfia.
< Allora io ho già fatto la lista della spesa: ci servono due persone che vanno a comprare gli ingredienti che mancano e altre due che inizino a cucinare quelli già a disposizione >.
< Ok, come ci dividiamo? >.
< Care ed io andiamo a fare la spesa e voi due rimanete qui? > propone Niall mentre vedo Harry maledirlo mentalmente.
So qual è il suo piano... liberarsi dei due per poter passare un po' di tempo con me prima dell'arrivo degli altri.
E questo non so se è un bene o un male visto come mi guarda.
Famelico.
A dir poco.
< Si può fare > dico per non destare sospetti.
< Altrimenti tu e Gemma andate a fare spesa e noi rimaniamo qui > ribatte Harry guardando Niall.
Bingo!
< Anche >.
< Ok, facciamo così... voi intanto iniziate a tagliare tutto quello che ci serve mentre noi andiamo al supermercato >.
< Agli ordini capo >.
< A dopo > ci saluta Niall seguendo Gemma fuori di casa.
< Finalmente soli > afferma Harry malizioso posando una mano sul mio fianco.
< Andiamo a cucinare Styles >.
< Che palle che sei >.
Devo rimanere concentrata per non saltargli addosso.
< Mh, mh >.
‘Concentrata Care, mi raccomando’.
Seh.
Lo guardo sorridere scuotendo la testa mentre io prendo gli ingredienti e li dispongo sul piano della cucina recuperando un coltello dall'apposito cassetto.
Indosso il grembiule sotto lo sguardo divertito del riccio che cambia espressione quando gli lancio un grembiule per metterlo.
< Non dovrò mica metterlo? >.
Faccio spallucce mentre lo vedo sbuffare.
Prendo le verdure e inizio a tagliarle attenta a non tagliarmi.
E a tagliare le dita.
Verdure che poi dovremmo pastellare e friggere.
Sento Harry avvicinarsi da dietro portando il suo corpo a contatto col mio sussurrando un < sei così sexy >.
Alzo gli occhi al cielo alzando il sedere per farlo spostare.
< Mh > ridacchia lui per poi riavvicinarsi e cingermi il bacino con il braccio mentre con le labbra inizia a baciare il collo scoperto dalla treccia.
Tutto questo mentre io mi impongo di rimanere calma.

Controllata.
E ligia al dovere.
‘Calma Caroline Smith, sta’ calma’.

Infatti non mi faccio distrarre fino a che Harry non inizia a leccare il lobo del mio orecchio mordendolo leggermente < lascia stare un attimo le verdure >.
< Non posso... >.
Vorrei ma proprio non posso.
< Sì che puoi > sbotta lui prima di farmi girare verso di lui.
Mi guarda sornione.
< Dovresti salutare per bene il tuo fidanzatino >.
< Dopo >.
Ridacchia divertito prima di mordersi le labbra mandandomi in estasi ed inebetendomi come non mai.
Fanculo le verdure pastellate.
Fanculo il pranzo.
Fanculo calma e fanculo razionalità.
Con un gesto fulmineo mi accaparro della sua maglia che tiro verso di me per farlo avvicinare.
< Oh, com'è hai cambiato idea adesso? > scherza lui abbastanza divertito.
< Sta’ zitto e baciami > lo intimo mentre mi lecco le labbra.
Il riccio non se lo fa ripetere due volte, infatti mi prende il viso e mi stampa un bacio, al quale rispondo subito e così via per un po' di tempo.
Gli lecco il labbro inferiore come a chiederne l'accesso, prontamente accolto.
La sua lingua si insinua nella mia bocca andando ad incontrare la mia prima timidamente per poi avvolgerla con più potenza.
Lascio che si adattino tra di loro e con una mano afferro i capelli di Harry che stringo leggermente facendolo ansimare per un breve istante.
Il bacio che da casto è diventato passionale mi travolge come un vortice mentre lascio che Harry mi faccia sedere sul bancone per far sì che arrivi meglio a baciarmi senza troppa fatica.
Scariche di adrenalina si diramano lungo il mio corpo quando mi mordicchia il labbro inferiore tirandolo leggermente.
Spingendomi in avanti riprendo a baciarlo con sonori schiocchi da parte di entrambi, mentre le nostre lingue riprendono a danzare insieme.
Ormai sempre più intime ed esigenti.
Così come i nostri corpi.
La mano di Harry infatti scende sul mio fondoschiena palpandolo leggermente mentre io mi lascio andare ad un gemito che viene zittito da un bacio.
Mi sento accaldata come non mai.
L'aria è bollente, così come io e Harry.
Mentre lui rimane fermo con la mano a torturarmi io infilo la mia sotto la sua maglietta andando a toccargli i pettorali dapprima, per poi scendere lungo gli addominali.
Senza pensarci arrivo a toccargli l'ombelico per poi arrivare all'altezza dei suoi jeans.
< Forse... > prova a dire Harry prima di ridarmi un bacio.
Devo fermarmi.
Dobbiamo fermarci, santi numi.
< Forse dovremmo fermarci > riesce a dire dopo essersi staccato.
Deglutisco rumorosamente prima di dargli ragione < sì... sì hai ragione >.
Sì, ha assolutamente ragione.
La sua mano ritorna al suo posto e la mia torna sulla sua maglia mentre lo guardo arrossata in viso e con le labbra in fiamme per via dei troppi baci.
Mi sorride prima di passare un dito sulle mie labbra contornandole leggermente prima di propormi di rimetterci al lavoro.
< Buona idea > dico io tossendo per l'imbarazzo che si è venuto inevitabilmente a creare.
Con un salto scendo dal bancone e mi rimetto al suo fianco mentre confessa < non sai quanto devo trattenermi dal saltarti addosso >.
< Trattieniti >.
< Poi con quelle labbra gonfie di baci... non sai quello che ti farei... > ammette malizioso mentre io lo guardo imponendomi di non saltargli addosso.
Ancora.
Mettendoci tutta la buona volontà per non cedere.
< Passami le uova Styles > gli ordino indicandogliele.
Lui fa come gli ho chiesto e mi passa le uova mentre io dopo averle aperte le inizio a sbattere per poi aggiungere sale, pepe e rimescolarle.
Prendo le verdure le immergo prima nell'uovo e poi nel pan grattato attenta a farlo aderire su tutti i lati delle verdure.
< Non pensavo te la cavassi in cucina Smith >.
< Vedi? Ti ho stupito >.
Poi aggiungo ridacchiando < comunque non sono così brava come credi... so fare solo le cose semplici >.
< Mh >.
< E tu fidanzatino sai cucinare? >.
< Sì, ovvio... d'altronde io so fare tutto > confessa sorridendo con quel sorriso sghembo che lo contraddistingue.
Alzo gli occhi al cielo < certo... sei il grande Harry Styles >.
< A Niall l'hai detto? >.
Non c'è bisogno di chiedergli a cosa si riferisce quindi rispondo < no, non sono riuscita... lo sanno solo Lerya e Zayn >.
< Oggi verrà rivelato a tutti gli altri... quei due non staranno zitti > dice Harry giocando con la mia treccia.
Annuisco < pazienza >.
Senza che io possa controbattere mi bacia senza preavviso sorridendo.
< Basta... dobbiamo contenerci > gli dico per poi correggermi < devi contenerti >.
< Mi risulta difficile >.
La sua mano sul mio fianco.
< Provaci > lo stuzzico io carezzandogli il collo lentamente.
< Comunque questi jeans ti fanno un bel culo >.
< Harry > rimprovero portandomi una mano davanti per nascondere l'imbarazzo che mi è salito.
Il riccio si avvicina e spiega < è la verità... non posso farci nulla >.
< Puoi evitare di fare questi commentini davanti agli altri? > chiedo portando un braccio sul suo collo.
< Mhh... non ti assicuro niente > afferma prima di baciarmi a stampo.
< Immaginavo > rispondo dandogli anch'io dei bacetti senza troppe pretese.
< Quando andiamo dai tuoi? > chiede lui mordendomi il labbro con delicatezza.
< Questo weekend... oggi glielo dico anche agli altri >.
< Come dovrei presentarmi? >.
< Come Harry? > gli chiedo divertita prima lui spieghi < che ne so... magari hai già parlato con loro >.
< No, ancora no >.
< Allora saremo nemici >.
< Mh... nemici che si baciano? > chiedo alzando un sopracciglio.
< Sì, nemici che si baciano > risponde mentre mi regala un altro bacio.
Scuoto la testa < te la finirai mai di baciarmi? >.
< No >.
< Bene > affermo divertita.
< Comunque io l'ho detto a mio padre > afferma spostando gli occhi più volte per captare ogni reazione.
< E? > chiedo facendo la finta stupita, perché infondo sapevo che lo avrebbe fatto.
< È contento e... >.
< E? >.
< Vuole conoscerti > afferma lui prendendo tra le mani la treccia e iniziando a giocarci.
Ridacchio mentre ammetto < lo sapevo >.
< Come? > chiede sinceramente stupito.
Così gli racconto di come l'ultima sera ho per caso sentito la sua conversazione col padre mentre il riccio chiede facendo il finto offeso.
< Quindi tu sei stata tutto il tempo nascosta? >.
< Sì... > dico ridendo per un attimo mentre il riccio mi spinge indietro la testa con l'indice prima di chiamarmi stronza.
< Non sapevo che fare... quindi mi sono nascosta >.
< Sei una peste >.
< Forse >.
< Comunque sul serio vuole conoscerti > ripete lui accarezzando la mia guancia per poi lasciare una scia di baci lungo il contorno del mio viso.
Ridacchio e rabbrividisco quando arriva sul collo ma lo lascio fare.
D'altronde non potrei fare altrimenti... è una droga il ragazzo.
< Conoscerò volentieri tuo padre allora >.
< Mh > mugugna lui continuando a lasciarmi una scia di baci prima di tirarsi su e abbracciarmi in modo affettuoso; ed io sorrido mentre rispondo al suo abbraccio e affondo la testa sul suo petto.
Restiamo così a dondolarci per alcuni secondi prima che una voce ci riporti alla realtà.
Oh merda.
< Ragazzi siamo tornati! > esclama Niall entrando in cucina con le buste della spesa mentre io e Harry ci stacchiamo di malavoglia dal nostro abbraccio.
< Ops, scusate... abbiamo interrotto qualcosa? > domanda Gemma.
< No, perché avreste dovuto? > chiedo io stupita.
< Bhe... > afferma indicando le nostre mani intrecciate per poi ridere < mi sembra evidente >.
< Merda > sputa Harry scuotendo la testa.
< E poi basta vedere le vostre labbra per capire che vi siete divertiti in nostra assenza > ridacchia Niall per poi aggiungere < Caroline sembra che ti sia rifatta le labbra >.
< Saranno stati i troppi baci > ci punzecchia Gemma prima che Harry la fermi ed ammetta che hanno ragione, che ci siamo baciati.
< E a cosa dobbiamo questi baci? >.
Esatto.
A cosa dobbiamo questi baci?
Dobbiamo dirglielo.
< Al fatto che stiamo insieme > risponde Harry abbracciandomi da dietro per confermare la teoria.
< Sul serio? > chiede Gemma ma invece di guardare il fratello guarda la sottoscritta che conferma annuendo più volte.
< Oddio! Che bella notizia > inizia a saltellare abbracciando Niall < ce l'hanno fatta >.
< Calmati > le impone Niall facendoci ridere.
I due ci vengono ad abbracciare e propongono un brindisi che prontamente accettiamo.
Harry recupera la bottiglia di vino dal frigo e la apre attentamente prima di versarne un po' nei quattro bicchieri che io ho sistemato sul piano della cucina.
< A Harry e Caroline allora > brinda Niall sbattendo il bicchiere col nostro.
< A noi fidanzatina > mi provoca Harry facendomi l'occhiolino.
< L'hai già detto a papà? >.
< Sì ieri sera dopo essere tornato a casa >.
< Immagino la sua gioia... d'altronde è il vostro fan numero uno > scherza la mora iniziando a ridere mentre Harry le spiega che vuole conoscermi.
< Preparati Caroline >.
< A cosa? >.
< A conoscere la famiglia Styles >.
< Tutta? >.
< Tutta > ripete lei sorridendomi < stai tranquilla ti proteggeremo noi >.
< Oh, per fortuna > dico bevendo il mio vino.
< Buono eh? >.
< Sì, molto > conferma Niall.
< Li hai perdonati? > chiedo ridacchiando prima di indicare Gemma e Niall che ridono divertiti.
< Diciamo che in questo periodo sono particolarmente buono > confessa passandosi una mano trai capelli.
Annuisco < meglio così >.
Finalmente ha capito che la sorella e il suo migliore amico si amano.
E l’ha accettato.
Finalmente.
< Ragazzi comunque questo weekend i miei ci hanno invitato a casa > li avverto.
< Non vedo l'ora di rivedere il vecchio Smith > afferma sorridendo Niall imitando la voce di mio padre per poi avvisare Harry < e non vedo l'ora di vedere come si comporterà con te >.
< Non ci sarà nessun problema perché ancora non li ho avvisati di questo cambiamento tra noi due > dico mentre Harry fa il dito medio a Horan e una linguaccia.
Salvato in calcio d'angolo.
< E poi sono sicuro che il signor Smith mi troverebbe simpatico > ammette lui prima di fare il borioso < così bello, simpatico, affascinante... come può resistermi? >.
< Ma va va... > gli dico spintonandolo leggermente per poi ammettere < probabilmente mia madre non ti resisterebbe... ma mio padre ti torchierebbe >.
Gli metto paura anche se so che mio padre è l'essere più buono e docile di questo mondo e che non farebbe paura a una mosca.
Ma devo trovare un modo per divertirmi anch'io no?
< Tranquillo... > continuo io provocandolo ancora un po' per vedere come reagisce.
< Fidati che mi amerà >.
< Se sei così sicuro >.
< Care che dici di iniziare friggere le verdure? > propone Gemma facendomi segno di metterci all'opera.
La seguo e dico ai ragazzi < andate in giardino, così siamo sicure che non combinate guai >.
< Va bene, va bene > asseriscono i due ragazzi in sincrono mentre Niall si precipita verso Gemma per schioccarle un bacio.
Guardo Harry che mi chiede se anche lui deve fare la stessa cosa < nah, non serve... >.
Ci mettiamo a ridere entrambi perché siamo così simili da far paura.
Gli faccio un cenno con la mano e mi volto verso Gemma che ha appena versato l'olio nella pentola accendendo il gas mentre aspettiamo che si scaldi abbastanza per poterci inserire le verdure.
< Allora, sei contenta? > chiede riferendosi chiaramente a me e al fratello.
Annuisco < sì, molto... finalmente possiamo provarci sul serio >.
< Sono veramente felice per voi >.
La ringrazio mentre le passo le verdure che prontamente inserisce nella pentola attenta a non schizzarsi d'olio e attenta soprattutto a non scottarsi.
Odio friggere.
Sarà che non sono brava ma odio il pensiero di potermi scottare.
Anche perché con la mia poca praticità è facile che mi scotti senza nemmeno impegnarmi più di tanto.
Fortunatamente la ragazza al mio fianco è più portata quindi io mi limito semplicemente a passarle le verdure e a mettere quelle già fritte in un contenitore con la carta assorbente per assorbire l'olio in eccesso.
La guardo e sorrido per la somiglianza col fratello.
Ok, sono certamente diversi ma se ci si ferma ad osservarli nei minimi particolari non risulta difficile captare delle somiglianze.
Lei sembra accorgersene e infatti mi chiede cosa c'è che non va, così le spiego che cosa mi sta passando per la testa.
< Sì, in molti dicono che ci assomigliamo >.
< Tanto... non ci avevo mai fatto caso >.
< Magari non avevi visto Harry da così vicino... > mi punzecchia sbattendo la sua anca contro la mia.
Touchè.
Ridacchio < può darsi >.
Poi tornando seria le chiedo di parlarmi della loro infanzia per capire di più del ragazzo.
< Siamo stati dei bambini super amati, sempre attivi e pronti a combinare marachelle > spiega mentre io la osservo armeggiare col fritto invidiandola inevitabilmente.
< Immagino >.
< Mi ricordo che quando andavamo a qualche cena i miei si mettevano le mani nei capelli >.
< Addirittura? >.
< Sì, perché io e Harry sapevamo già di combinare disastri >.
< E chi si prendeva la colpa? >.
< Harry > ammette lei sorridendo < mi ha sempre protetta anche se io sono più grande >.
Poi mi racconta < una volta sono stata bullizzata da uno della mia scuola che mi chiamava 'racchia', brutta e così via >.
< Povera > ammetto osservandola.
Mi guarda e mi spiega che ormai ci aveva fatto l'abitudine fino a che un giorno il fratello si è accorto e si è vendicato del bullo.
< Come? > chiedo realmente interessata.
< Gli ha tirato un cazzotto che gli è costato una sospensione a soli 8 anni >.
< Sospensione? >.
Harry, Harry, Harry.
< Già, ma ad Harry non è importato perché aveva messo a tacere il bullo che da allora non mi ha più infastidita e quantomeno cercata >.
< Che bravo >.
< Ricordo mamma quando l'hanno chiamata da scuola... non sapeva che dire >.
< L'ha messo in punizione? >.
< Sì per due settimane di fila ma non si è mai arrabbiata sul serio visto che l'aveva fatto per difendermi >.
< Che caro >.
< È stato sempre il mio angelo custode > afferma ricordando altri episodi in cui il fratello l'ha protetta come non mai.
Tipo come la prima volta in discoteca.
< Guai se qualcuno mi si avvicinava > ridacchia < a volte era palloso ma comunque sapevo che lo faceva per il mio bene >.
Annuisco < la sai la storia del famoso S. Valentino? >.
La mora scuote la testa prima di spegnere il fornello e voltarsi per guardarmi meglio; così inizio a raccontare < uscivo con un ragazzo da alcuni mesi e quel giorno l'ho scoperto a tradirmi... sola e fradicia vagavo senza una meta con una scatola di cioccolatini quand'ecco comparire tuo fratello a salvarmi e a portarmi al riparo in un bar >.
Lei annuisce.
< Siamo stati insieme a parlare del più e del meno sentendomi meno sola e più sollevata > dico prima di continuare < il giorno dopo sono venuta a sapere che il ragazzo con cui uscivo era stato pestato >.
< Non dirmi che è stato Harry... >.
Annuisco sorridendo.
< Già... me lo ha detto Niall settimana scorsa >.
Mi guarda sorridente, cosa che faccio anch'io < alla fine è un bravo ragazzo >.
< Egocentrico fino al midollo ma... sì è un bravo ragazzo > appoggia la sua mano sulla mia spalla.
< Che dici raggiungiamo quei due? >.
Annuisco e cammino verso il giardino arrivando vicino ad Harry che mi sorride chiedendo se abbiamo finito.
< Non ci resta che aspettare i rinforzi >.
< E le lasagne > aggiunge Gemma < si ricorderà Lerya di portarle? >.
< Sì, ha una memoria di ferro > la rincuoro mentre Harry mi prende la mano facendomi sedere sulle sue gambe.
Mi avvicino e gli dico di aprire le gambe così da sedermici in mezzo per non pesargli troppo.
Guardo Niall che ci osserva divertito.
Deve ancora abituarsi eh?
Ma credo che non gli ci vorrà più di tanto.
D’altronde io ed Harry non siamo cambiati.
Stesse battutine di prima, stesse allusioni di prima e stessi vaffanculo di prima.
Siamo sempre noi.
< Oddio, mi sono macchiata > sbotta Gemma guardando la macchia d'olio sui pantaloni beige che inevitabilmente si vede ad occhio nudo.
< Non si vede Gemm > prova a calmarla Niall ma senza riuscirci visto che la ragazza inizia a disperarsi.
< Non si nota dai > prova ad intervenire il fratello ma la ragazza non è convinta.
Prendendo la mano di Niall e portandosela sui fianchi chiede se l'accompagna a cambiarsi.
< Non ho voglia piccola >.
Ridacchio.
< Eddai > inizia lei con un bacio sul collo per poi puntare all'angolo della bocca.
Sento il riccio sussurrare un ‘che schifo’ ma continuo a guardare i due finendo col ridere quando Niall accetta.
< Tattiche da donne > afferma lei entusiasta venendomi a battere un cinque prima di portarsi dietro il ragazzo ormai afflitto e sconfitto.
< A tra poco > salutano Niall e Gemma.
Ridacchio divertita mentre Harry mi chiede cosa c'è di così divertente così mi affretto a rispondere < è così bello vedervi perdere di fronte ai nostri giochetti >.
< Con me pochi giochi > poi continua < sai che non ci casco >.
Mi volto per osservarlo < vedremo >.
Riprendo a guardare avanti prendendo il bicchiere di Harry e portandomelo alle labbra per sorseggiare un po' del vino bianco mentre il riccio porta un braccio sotto il mio seno stringendomi per abbracciarmi meglio.
Mi rilasso mentre fa aderire la mia schiena contro il suo torace per poi chiedermi < finito di friggere? >.
< Sì, si sente? >.
< No > annusa i miei capelli per poi ripetere la risposta negativa.
< Mi dici di che avete parlato dentro? > chiede  .
< Perché? >.
< Ci avete messo tanto... > giudica per poi aggiungere che si tratta di pura curiosità.
< Di te >.
< Di me? >.

Sì di te, proprio di te mio bel Harry Styles.

< Sì di quando hai tirato un cazzotto al bullo di tua sorella finendo col farti sospendere >.
Il riccio ridacchia prima di ammettere di non essersene pentito ma che anzi lo rifarebbe.
< Che tenero Styles > gli dico io mentre lui mi bacia la nuca ripetutamente.
< Sul serio > riprovo ma ciò che riesco ad ottenere è un semplice < mh >.
< Hai lottato per una buona causa >.
< Mh > e un altro bacio.
< Continuerai solo a dire mh? > scherzo io pizzicandogli la mano per vedere una sua reazione.
Che non arriva.
< Hai un buono odore > confessa lui sfregando il naso sulla mia schiena.
< Grazie > esulto portando in alto la mano.
Il riccio sta per dire qualcosa ma il campanello lo blocca precedendolo iniziando a trillare.
Guardo l’ora e capisco che i ragazzi sono arrivati.
D’altronde sono passate alcune ore.
Volate, direi.
È che sto così bene con Harry da non accorgermi del passare del tempo.
Ed è così strano…
Con un gesto da atleta che non mi appartiene mi alzo e faccio per andare ad aprire, ma Harry mi cinge da dietro sussurrandomi tra i capelli < aspetta >.
Inizio ad urlare < arrivo > camminando con Harry che continua a baciarmi la nuca.
< Harry, devo andare ad aprire >.
< No, lasciali aspettare > mi dice facendomi voltare verso di lui mentre io continuo ad arretrare stando attenta a non inciampare.
E non passano nemmeno due secondi prima che mi schiocchi un bacio a fior di labbra.
< Harry > mi lamento mentre il campanello suona per la seconda volta.
Devo aprire.
D e v o.
< Caroline > ripete lui beffardo dandomi un altro bacio questa volta bloccandomi contro il muro.
Mi sorride malizioso mentre io affermo < lasciami passare >.
< E se io non volessi? >.
La voce più roca e sensuale di quanto già non sia.
< Devo aprir... > le parole mi muoiono in gola perché Harry mi bacia questa volta succhiando il mio labbro superiore; non so se è il modo in cui mi stringe o il modo in cui mi bacia cedo e senza troppi convenevoli gli ficco la lingua in bocca trovando subito la sua pronta a giocare con la mia seppur per pochi secondi.
‘Staccati, ora’.
Che palle!
Mi piace così tanto baciare Harry…
Ma devo andare ad aprire.
Con tutta la forza di volontà del mondo mi lascia andare non prima di avermi schioccato un ultimo bacio < ora puoi andare ad aprire >.
< Ti odio > gli dico allontanandolo per andare ad aprire la porta.
< Oh finalmente eh! > urlano in coro Zayn, Louis, Lerya e Liam.
< Scusate eravamo fuori e non abbiamo sentito >.
< Eravamo impegnati > afferma il riccio posizionandosi dietro di me.
< Immagino > sghignazza Lerya mentre percorriamo il lungo corridoio per arrivare in cucina.
La mia amica si avvicina e sorniona punzecchia al mio orecchio < hai la faccia di una che ha appena visto il paradiso >.
< Scema > le dico voltandomi.
< E hai le labbra così gonfie che potrebbero esploderti >.
< Vorrà dire che sarò la nuova Kyle Jenner > concludo mentre lei mi tira una gomitata mentre ci spostiamo in veranda dove ci mettiamo seduti sui divanetti per aspettare i due assenti all'appello.
< Ma dove sono? >.
< Sono passati a casa di Gemma che doveva cambiarsi >.
< Sì, dire 'andarsi a cambiare' equivale a dire sveltina > ridacchia Louis mentre Harry lo fulmina velocemente.
Ovvio gli è passata ma pensare sua sorella in intimità con Horan lo destabilizza parecchio.
< Si è sporcata sul serio > dico io per poi ridacchiare di fronte alla frase di Louis < magari Niall la aiuta a infilare i pantaloni puliti >.
< Fanculo Tommo > sbotta Harry serio prima di sorridere beffardo.
Eccolo, il gelosone.
Non faccio in tempo a prendere la parola che il campanello suona per tre volte.
< Avete visto? Maliziosi che non siete altro... >.
< Avete finito di tubare? > li provoca Liam beccandosi un gestaccio da parte del biondo che va a salutare i suoi amici con delle sonore pacche sulle spalle.
< Non provarci > gli intima Harry prima di abbracciarlo.
< Allora? Che dite, ci sediamo? >.
< Direi che è proprio il momento > prendendo posto vicino a Louis.
I ragazzi si siedono e casualmente Harry mi si siede di fronte strizzandomi un occhiolino.
< Passami i piatti > mi ordina Lerya iniziando così a passarle i piatti come da lei ordinato, stando attenta a non scottarmi; passo il piatto al riccio che non perde tempo per sfiorarmi la mano mentre io lo guardo mimandogli un < frenati >.
I ragazzi non sanno nulla quindi dovrà aspettare.
Anche se so che la cosa verrà spifferata tra poco, se a non a breve vedendo la faccia di Niall, Gemma, Lerya e Zayn guardarci divertiti con dei sorrisetti che li tradiscono.
< Bhe... buon appetito > dico io dando il via alle danze.
Porto un pezzo di lasagna alle labbra soffiando per non ustionarmi la lingua che ovviamente ne risentirebbe parecchio.
Tra le altre cose… è già stata messa a dura prova da Harry.
Che mi ha torchiata parecchio.
< Mh, buona > asserisce Liam ringraziando Lerya per la gentilezza nel cucinarci un piatto così delizioso.
< Brava piccola > le sussurra Zayn prima di accarezzarle le spalle con fare amorevole.
Roteo gli occhi di fronte alla scena e mi concentro sulla mia lasagna, fino a che Louis non chiede il perché di questo pranzo.
Da lui definito improvviso.
E inaspettato.
< D'altronde quando stiamo a pranzo da te Hazz è per festeggiare qualcosa > per poi aggiungere saccente < se non erro >.
Giusto.
Non gli sfugge nulla eh?
< Questo weekend siamo stati invitati dai miei... che ne dite? > dico io per stemperare il clima che si è creato.
< Dico che si può fare > asserisce Liam.
< Figata > afferma Louis
< Non vedo l'ora di conoscere il vecchio Smith >.
< Tutti che volete conoscere mio padre... com'è? > chiedo sinceramente stupita.
Anche se so il perché.
< Niall ci ha raccontato che è uno veramente forte > spiega Liam guardandomi.
Assolutamente.
Faccio spallucce e mi volto non appena Lerya mi chiede provocatoria < e siamo stati invitati tutti? >.
< Sì Lè > le dico spostando la testa all'indietro.
< Anche Harry? > domanda lei mentre io annuisco.

Calma.

< E a te sta bene? >.

Dove vuole andare a parare?

< Sì Le, mi sta bene >.
< E non hai nemmeno obiettato quando tua madre ha specificato di portare tutti, compreso Harry? > chiede gesticolando più del normale.
Scuoto la testa.

La uccido se continua così.
Se continua così, la uccido sul serio.


< Strano, veramente strano... >.
< Che vorresti insinuare? > chiede Louis assottigliando gli occhi e riducendoli di conseguenza a due fessure.
< Caroline, Caroline > inizia Louis portando una mano sulla mia spalla.
Ha già capito tutto.
Me lo sento.
Ed ora?
< Io e Care stiamo assieme > annuncia Harry sorridendo nella mia direzione mentre diversi urletti e gridolini riecheggiano nella veranda.
Fortuna Harry!
< Congratulazioni >.
< Auguri e figli maschi > scherza Louis simulando la voce di un bebè che piange.
< Nessuno aspetta dei figli > lo correggo io mentre quest'ultimo mi abbraccia teneramente.
< Care e Harry insieme? >.
< Non ci credo ancora > asserisce Niall ridendo.
< Idioti > dico io di sasso.
< Tocca brindare > propone Liam alzando il bicchiere aspettando che tutti quanti facciano la stessa cosa e infatti così accade.
Alzo il mio e ridacchio mentre brindo a me e Harry.
< A noi fidanzatina > provoca il riccio con le labbra a contatto col suo bicchiere.
< A noi >.
< Bhe... non vi resta che fare una cosa > mi riporta ala realtà Louis.
< Cosa? >.
< Scambiarvi un bel bacio >.
Non se ne parla.
Stanno fuori di testa.
< Non se ne parla > affermiamo io e Harry facendo ridere tutti per il modo in cui lo abbiamo detto.
< Bacio, bacio, bacio!! > urlano in coro mentre io scuoto la testa in maniera convinta.
Guardo Harry che fa la stessa cosa per poi essere spintonato nella mia direzione da Zayn.
< Non farlo > gli intimo imbarazzata.
< Ormai... > afferma lui avvicinandosi mezzo imbarazzato.
< Bacio > ci rimprovera Louis mentre il riccio impreca per il momento che si è venuto a creare.
E lo capisco, perché anch'io sono profondamente a disagio.
Porca miseria.
Mi guarda negli occhi e non posso fare altro che sorridergli mentre si avvicina titubante.
Restiamo impalati di fronte l'uno all'altro per dei secondi mentre gli altri fischiettano e urlano facendo un gran chiasso.
Harry non si decide così mi avvicino e con una spintina mi alzo sulle punte per poi lasciargli un bacio.
Le urla che ne seguono sono indescrivibili, così come è indescrivibile la faccia di Harry mentre mi guarda sussurrando < non mi sarei mai aspettato che avresti preso l'iniziativa >.
< Ti sorprenderò > gli sussurro mentre mi volto dai miei amici fingendo un inchino regale.
Applausi, applausi, applausi.
Fino a che Harry intima a tutti di smetterla facendo ridere i presenti e la sottoscritta.
Stop, basta così.
Sbaglio o per la prima volta in vita mia ho visto Harry in imbarazzo?
Non vorrei sbagliare ma credo che un po' sia in imbarazzo.
Ma d'altronde lo capisco benissimo.
Anche io lo sono ma sono brava a fingere e quindi non si direbbe osservando la mia faccia e le mie azioni.
< Mangiamo che è meglio > propongo io invitando tutti a calmarsi mentre Harry mi osserva divertito.
< Non posso crederci che vi siete finalmente decisi > commenta Zayn addentando un boccone.
< Neanche io >.
< Neanch'io >.
< Praticamente nessuno > sbotto io sorridendo in modo teatrale.
< È finita la pacchia > gli ricorda Liam facendolo ridere mentre chiede ingenuamente il perché, che prontamente viene spiegato da Niall < Caroline ti bacchetta a dovere >.
< Oh sì > confermano tutti.
< Correrò il rischio > afferma Harry facendo spallucce.
< Non sai in che guaio ti sei cacciato Styles > sentenziano tutti tra le varie risate.



< Dormi qui? > chiede Harry mentre gli altri si stanno vestendo per tornare ognuno a casa propria.
Il pranzo è finito da un pezzo.
E ormai è sera, visto che tra giochi vari, chiacchierate e punzecchiamenti vari non ci siamo accorti del tempo che passava.
Lo guardo < non ho il pigiama, lo spazzolino, nulla praticamente >.
< Ti presto io tutto >.
< Non so se è una buona idea >.
Infatti.
< È una buonissima idea > la sua mano sulla mia schiena a scendere su e giù.
< Mh > mugugno piacevolmente sorpresa per quel tocco delicato.
< Piccioncini ci accompagnate alla porta o facciamo tutto da soli? > chiede Louis tirandoci addosso la sua sciarpa scompigliando i miei capelli.
< Quanto rompi Tomlinson > sbotta Harry mentre raggiungiamo gli altri.
< Allora sabato si parte, giusto? > chiede Gemma iniziando a pensare alle cose che dovrà portarsi dietro.
< Non staremo via un mese > la riporta coi piedi per terra il ragazzo mentre lei alza gli occhi al cielo spiegando che i maschi non possono capire visto che loro non devono prepararsi chissà in che modo.
< Ti capisco, anch'io non so cosa portare > la supporta Lerya mentre rido divertita perché io questo problema non ce l'ho visto che ho dei vestiti anche a casa mia.
O almeno al momento non ho questo problema.
Poi magari da domani vado in panico anch'io perché non so che portare.
Ma ora... mi godo la scenetta che si è venuta a creare.
< Come sono i tuoi? Che abbigliamento richiedono? > chiede la sorella Styles facendo ridere Niall che le confessa < richiedono un abbigliamento da cerimonia... la madre è fissata >.
< Sul serio? >.
< No, certo che no! > esclamo io ridendo.
< Va bhe... noi andiamo > si dileguano Liam e Louis facendo un cenno con la mano.
< Direi di pensarci a casa > propone Niall trascinando Gemma verso di noi per poi salutarci con un abbraccio che prontamente ricambio.
< Ti voglio bene e sono contento per voi > confessa il biondo al mio orecchio facendo attenzione a non farsi beccare dagli altri.
Annuisco e gli schiocco un bacio sulla guancia, prima di salutare Gemma che ancora farfuglia cose riguardanti: valigie, outfit e via discorrendo.
Lerya si avvicina e beffarda afferma < immagino che rimani qui stanotte >.
A questa non le si può nascondere niente, eh?
< No > dico mentre Harry invece dice < sì >.
< Vi vedo decisi > scherza Zayn.
< Dai... ti presto tutto io > tenta di convincermi il riccio.
< Giura >.
Sono sicura?
< Giuro che ho tutto > porta una mano sul cuore mentre io inizio a chiedergli < anche il collutorio? >.
< Anche il collutorio >.
< Anche le ciabatte? >.
< Assolutamente >.
Rido e poi affermo < va bene >.
Tanto alla fine lo sapevo che avrei ceduto.
Sottona come sono.
< Allora noi andiamo >.
Annuisco a Zayn mentre la mia amica si avvicina e maliziosa mi sussurra < usate il preservativo, per favore >.
< Lerya! > le urlo veramente stupita per la sua sfacciataggine; visto che di solito è sempre molto privata per queste cose.
Quasi casta direi.
Non so che le succede.
Ridacchia divertita mentre sbatto il pugno con quello di Zayn prima che Harry chiuda la porta e affermi < finalmente soli Smith >.
< Levati quell'idea dalla testa Styles > lo rimprovero io mentre salgo le scale a due a due per poi raggiungere quella che so essere la sua camera.
Il riccio mi segue ridendo, poi con uno scatto mi supera e aprendo l'armadio recupera una maglia e un pantalone lanciandomeli con grazia mentre io li afferro mostrando la mia bravura coi riflessi.
< Lo spazzolino > ordino alzando le sopracciglia.
< Vieni in bagno >.
< Ah, le ciabatte > continuo mentre lui urla un che palle più alto del normale.
< Il collutorio? > chiedo io seguendolo in bagno come un cagnolino.
Mi guarda divertito < devi per forza seguirmi come un cagnolino? >.
< Hai detto che mi avresti dato tutto il necessario > spiego entrando in bagno e iniziando a struccarmi usando acqua e sapone attenta non farmi entrare il sapone negli occhi.
Dopo aver tamponato il viso con l'asciugamano, apro lo spazzolino dal suo involucro e inizio a spazzolare i denti alternandomi nello sputare nel lavandino col riccio che fa delle facce buffe che mi fanno ridere e non poco.
< Potresti aspettare a sputare? Lo sto già facendo io > mi lamento mentre il riccio si sciacqua la bocca.
< Ti aspetto a letto >.
Annuisco mentre mi dirigo verso la tazza del water per fare la pipì.
Ahhh.
Che bella sensazione.
Amo far la pipì, è come se mi liberassi di un peso.
Magari però è una cosa mia; un'altra stranezza da aggiungere alla lista di stranezze di Caroline Smith.
Dopo aver tirato lo sciacquone mi sfilo il jeans infilando il pantalone per poi togliere la maglia e infilare quella a maniche lunghe del riccio.
Sa di lui e questo mi inebria i sensi.
Che buon profumo... il suo.
Adoro.
Esco dal bagno e mi mordicchio il labbro mentre osservo il riccio sdraiato sul letto con solo i pantaloni, intento a guardare il cellulare sfogliando la home di instagram e ridendo qualche volta per qualche stories buffa.
Appoggio i miei vestiti sulla sedia e mi avvicino al letto mentre il riccio dice sornione < sei proprio una nana... i miei vestiti ti fanno da vestiti appunto >.
< Non è colpa mia se sei troppo alto > rimprovero aspettando che lui mi chieda < ti va bene questo lato del letto? >.
< Sì... non ho problemi >.
< Meglio, non avrei di certo cambiato il mio lato > afferma lui facendomi segno di salire.
Prima di farlo però afferro la maglia sul fondo del letto e gliela lancio alzando gli occhi.
< Perché? >.
< Perché sì... devi mettertela >.
< E se non volessi? >.
Mi provoca.
Come sempre.
Maledetto lui.
< Harry... fallo > dico con la voce tremolante.
Detto ciò salto sul letto e mi avvicino al riccio che si infila la maglia sotto il mio sguardo da ebete completa.
< Hai la bava alla bocca >.
< Ma falla finita > dico io osservandolo bene.
< Che c'è? > chiede divertito posando il cellulare sul comodino.
Scuoto la testa prima di spiegare che non c'è niente che non va.
< Puoi anche avvicinarti... non mangio > mi stuzzica lui aspettando che io obbedisca ma ciò non accade; così Harry si avvicina a me rimanendo comunque a distanza.
Ecco, rimani a debita distanza.
Che sennò non so se riesco a contenermi.
< Ti odio >.
< Lo dici sempre > provoca lui portando una mano sul mio viso mentre mi molla un bacio solleticandomi coi suoi capelli.
Si stacca < credo che non mi stancherò mai di baciarti >.
< Sì? > chiedo ironica giocando coi suoi capelli e portandoli all'indietro.
< Mh mh > mugugna con un altro bacio.
A cui rispondo senza esagerare.
Un bacio lento, delicato con dei sonori schiocchi che riempiono le quattro mura e i nostri fiati a fondersi.
< Anch'io forse non mi stancherò mai > sussurro a fior di labbra leccandogli velocemente le labbra piene vedendolo sorridere prima di fare la stessa cosa.
Mi alzo per poter essere al suo stesso livello e lo osservo estasiata mentre mi lascio sfuggire un < come sei bello >.
< Io? >.
Annuisco prima di baciargli il viso, per poi spostare la mia attenzione sulla mascella che mordicchio attenta a non fargli male.
Stessa cosa faccio col collo dove poso dei piccoli baci, per poi iniziare a succhiare delicatamente con la lingua mentre lo sento sussurrare < continua >.
Non mi faccio pregare e quindi riprendo a succhiare con la lingua con dei cerchi concentrici per poi morderlo leggermente.

Anche se dovrei fermarmi.

Con uno scatto tira su il mio viso e mi bacia passionale come non mai mentre non riesco a reprimere un gridolino mentre porta il suo bel visino sul mio collo per iniziare a torturarlo con i denti e con la lingua.
< No, credo che non mi stancherò mai di baciarti > ripete lui baciandomi nuovamente.
< Anch'io > ripeto schioccandogli un ultimo bacio prima di vederlo sorridere.
< Che c'è? > chiedo non capendo.
< Vieni qui > mi prende per un braccio facendomi stendere accanto a lui cercando di far aderire i nostri corpi più del possibile.
Gli bacio la clavicola scoperta e affondo il mio viso sul suo petto.
< Mi sei piaciuta oggi >.
< Quando? > chiedo alzando il viso mentre lui gioca coi miei capelli sciogliendo la treccia per andare a pettinare i capelli con le dita lunghe e affusolate.
< Prima >.
< Prima quando? > sbuffo sul suo petto mentre con la coda dell'occhio lo vedo sorridere prima di spiegare a cosa fa riferimento < quando mi hai baciato >.
< Quando gli altri hanno suonato il campanello > spiega.
< Sei stato tu a baciarmi > lo rimprovero.
< Sì... ma resta il fatto che mi sei piaciuta >.
< Perché? >.
< Diciamo che mi hai ficcato la lingua in bocca senza troppo preavviso... e questo mi è piaciuto parecchio > afferma lui sorridendo mentre le fossette gli si formano in viso inevitabilmente.
Ridacchio < certo che... come sei romantico tu nessuno mai eh >.
< Ma che schifo il romanticismo >.
< Concordo >.
< Comunque dovresti farlo più spesso >.
< Cosa? > domando aspettando una risposta che non tarda ad arrivare < baciarmi in quel modo... lasciandoti andare >.
< Lo terrò a mente >.
< Non vedo l'ora > soffia lui baciando il mio naso.
< Harry? >.
< Sì? > chiede lui aspettando che io riprenda da dove mi sono interrotta.
< Ti ricordi la promessa che mi avevi fatto settimana scorsa? >.
< Quale delle tante? > chiede divertito.
< Quella sui tatuaggi >.
Aggiungo < inizi da oggi? >.
< A far cosa? >.
< A spiegarmi i significati e a farmeli vedere? > chiedo speranzosa di ricevere un sì come risposta che fortunatamente non tarda ad arrivare.
< Direi di iniziare da questo sulla mano >.
Accende la luce della lampada e mi indica il tatuaggio da lui riferitomi.
Una croce.
Semplice e nera.
< Come potrai vedere si tratta di una croce >.
< Vedo > ridacchio stando attenta a non staccarmi troppo dal suo corpo.
< Credi in Dio? > chiede lui osservandomi bene.
< Sì >.
< E credi nella religione? >.
Annuisco mentre lui inizia a spiegare < credo che tutto sia destinato, attraverso il disegno di Dio che ci conduce nella nostra vita >.
Poi aggiunge < questo tatuaggio l'ho fatto per ricordarmi che c'è sempre speranza finché c'è la fede a illuminarci come un angelo dal cielo >.
< Bello > confesso prendendogli la mano per poter vedere meglio il tatuaggio.
< Quando l'ho fatto avevo bisogno di ricordarmi che le cose sarebbero andate per il verso giusto... che si sarebbero sistemate >.
Gli bacio la croce in questione prima di chiedergli qualcosa in più cercando di soddisfare la mia sete di conoscenza nei suoi confronti.
< La lezione è finita per oggi... ora si dorme Caroline >.
< Che noioso che sei papà > scherzo io vendendolo spegnere la luce della lampada e intimarmi di tacere.
< È tardi e si dorme Smith... devi abituarti > mi consiglia lui sistemandosi vicino al mio corpo, mentre con un braccio mi cinge il fianco e con la mano accarezza i miei capelli.
< Ma io non ho sonno > provo a dirgli sentendolo ridere.
Affondo la testa sul suo petto inebriandomi del suo profumo mentre mi rannicchio attenta a non creare troppa distanza finendo coll'infilare la mia gamba tra quelle di Harry incastrandola con la sua senza troppa difficoltà.
< Non iniziare con le domande ora > rimprovera lui prima di baciarmi sulla fronte.
Sbuffo e poi sorrido nel sentirlo dire < buonanotte fidanzatina, a domani >.
< Buonanotte a te fidanzatino >.

E così chiudo gli occhi sapendo di essere al sicuro, lontana dai problemi della vita di tutti i giorni... tra le braccia di quello che ora è il mio fidanzatino.

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Capitolo 7
*** L'ho detto che alla fine ci sgameranno. ***


< Gira qui >  ordino al riccio indicandogli la stradina a destra.
< Supero il cartello? > domanda lui voltandosi mentre io annuisco.
< Sì, casa mia è in periferia, in campagna... > dico prima di voltarmi emozionata e posare il mio sguardo sulla piazza principale sorridendo senza apparente motivo.
< Benvenuti ad Holmes Chapel > affermo allargando le braccia.
Indico al riccio di proseguire sempre dritto per superare il centro abitato e gli faccio cenno di svoltare a sinistra per prendere la strada di campagna.
Ah!
Casa.
Che bello respirare il profumo della mia città.
Devo ammettere che mi è mancata.
Così come la mia famiglia, che vedo troppo poco lo ammetto.
Ma d'altronde la distanza Londra-Holmes Chapel è di tre ore e passa.
Quindi non proprio dietro l'angolo, anzi.
< Ecco, ora supera quella casa viola e prendi quello stradello >.
< Bello qui eh? > domanda estasiato Liam dietro mentre Louis afferma < si respira un'aria di tranquillità infinita >.
< È così Tommo >.
Mi volto per osservarli e sorrido mentre Louis scherza < fortuna che siamo venuti con voi... se andavamo nell'altra macchina avremmo dovuto sorbirci la coppietta sbaciucchiante >.
< Già, sarebbe stato un incubo > conferma Liam voltandosi per salutare con la mano la macchina dietro di noi.
Siamo partiti alle 9.30 da casa di Harry.
In realtà saremmo dovuti partire prima ma abbiamo avuto dei problemi su come dividerci nelle due macchine guidate da Harry e Niall.
L'idea di partenza era: io, Harry, Lerya e Zayn nella prima macchina.
Louis, Liam, Niall e Gemma nell'altra.
Ma Louis e Liam non essendo consoni e avvezzi al romanticismo di Horan e della 'piccola' Styles hanno scombussolato i piani invertendo la loro postazione, quindi mandando Lerya e Zayn di là.
E loro sono venuti con noi.
< Almeno voi siete normali e non fate pucci pucci ogni due per tre >.
< Ma per carità > sbotta Harry disgustato mentre io gli indico casa mia.
Indico casa mia con un dito.
< È casa tua? >.
< Sì Payne >.
< Alla faccia... è una reggia non una casa! > esclama strabuzzando gli occhi più del dovuto.
Ho sempre amato casa mia, mi è sempre piaciuta.
Spaziosa e in campagna, immersi nella natura.
Non mi è andata mica male…
Sghignazzo mentre li sento asserire < finalmente si scende >.
Il riccio parcheggia di fronte casa, mentre Liam e Louis scendono chiudendosi la portiera alle loro spalle.
Li sento confabulare tra di loro su quanto sia bello il posto, su quanto sia enorme casa mia, su quanto si stia bene.
< Sei tranquillo? > chiedo al riccio che annuisce < sono solo un po' agitato... >.
< Tu agitato? > domando stupita.

Harry agitato?

< Sanno che mi odi, probabilmente mi odiano anche loro >.
Ridacchio.
< Non c’è niente da ridere in realtà > si lamenta osservandomi.
< Ti ameranno > lo conforto.
< Sicura? > domanda apprensivo.
Annuisco e gli accarezzo velocemente il viso prima di aprire la portiera e scendere giù con un saltino.
Anche l'altra macchina è arrivata e sorrido mentre sento i miei amici lamentarsi del viaggio e eccitarsi per il posto magico.
< Caroline! > urla mia madre mentre noi percorriamo il vialetto ognuno con la propria valigia.
Eccola la, bella come il suo solito col sorriso sempre stampato e gli occhi a trasmettere una gioia e una positività non da tutti.
Le vado incontro sorridendole per poi abbracciarla calorosamente.
< Da quanto tempo... sei sempre più bella >.
< Dici sempre così mami >.
< Sarà la verità >.
Seh, certo.
< Mh >, poi domando divertita < sarà che dici così perché sei mia madre? >.
< Sciocchezze > asserisce lei portandosi una mano davanti.
Poi mi volto e vedo Lerya e Niall abbracciare mia madre calorosamente mentre lei inizia a fare domande su domande.
Dopo i saluti si volta e afferma < e loro dovrebbero essere gli altri... >.
Poi porgendo la mano si presenta < Jacqueline Smith, ma voi chiamatemi Jacqueline o ancora meglio Jacq >.
< Liam, piacere di conoscerla signora Smith >.
< Io sono Louis > dice Tommo sorridendole nel porgerle la mano.
Il riccio sta per presentarsi ma viene anticipato da mia madre che afferma < e tu devi essere il famoso Harry Styles >.

Il famoso Harry Styles.
Che bell’appellativo eh?

< Esatto > dice Harry prima di presentarsi < il famoso Harry Styles in carne ed ossa >.
Mi volto e non posso che sorridere nel vederli vicini e sorridenti.
Ci tengo che Harry piaccia ai miei e che vadano d'accordo.
< Ed io sono Gemma, la sorella di Harry > si presenta la mora avvicinandosi al fratello.
Mia madre li guarda e divertita ammette < guarda un po'... due Styles in casa mia... chi se lo sarebbe mai aspettato? Appena vedrò vostra madre glielo dirò >.
< Conosce nostra madre? > domanda Gemma mentre mia madre spiega brevemente che l'ha incontrata e conosciuta ad una fiera di beneficenza settimana scorsa.
E poi aggiunge < gran brava donna >.
< Non ci posso credere! > urlo guardando dietro mia madre prima di correre ad abbracciare mio fratello saltandogli addosso senza troppo preavviso.
Oddio, oddio.
< Mi stritoli, mi stritoli! > urla lui ridendo mentre io lo stringo a me sentendo mia madre ridere.
< Che diavolo ci fai qui? > gli chiedo trascinandolo verso gli altri.
Poi spiego < ragazzi, lui è mio fratello Tyler >.
Uno ad uno si presentano non prima che Lerya sussurri un < cazzo, è sempre più bello > vicino a Gemma che non fa che annuire.
Guardo Lerya sghignazzante perché so che ha ragione.
Mio fratello è proprio un bel ragazzo.
Alto, moro, occhi color nocciola e un accenno di barba che lo rende ancora più affascinate.
Non mi stupisce il fatto che sia sempre piaciuto a Lerya.
O a qualsiasi altra ragazza della città.
< Harry? Quel Harry? > chiede mio fratello osservandomi dopo aver stretto la mano ai miei amici e per ultimo al riccio.
< Cosa ti è stato detto? > domanda il riccio dandomi una spallata.
< Che sei uno stronzo > afferma mio fratello scoppiando a ridere.
< Oh bene > dice il riccio ridendo e mostrando le sue fossette da dio greco.
< Mi dici che ci fai qui? > chiedo a mio fratello.
< Bhe, sai com'è... non ti fai mai vedere da queste parti che quando mamma mi ha detto che saresti passata per qualche giorno ne ho approfittato e ho preso il primo aereo disponibile >.
< Ti credevo intento a sbrigare pratiche da un buon avvocato rispettabile > lo punzecchio io mentre lui porta una mano intorno al mio collo.
< Stupida >.
< Come te > gli faccio una linguaccia.
< Venite dentro ragazzi > incita mia madre mentre noi la seguiamo.
Inizia così il tour della casa e dei relativi piani, ben tre, con diversi commenti positivi dei miei amici.
E quant’è bello qua.
E com’è pulito.
E quanto vorrei abitare qua.
Saliti al piano superiore mia madre si ferma nel corridoio e ci assegna le camere < Lerya e Zayn vi ho messo in stanza insieme tanto so che siete fidanzati >.
Lerya sorride imbarazzata e annuisce mentre mia madre le indica la prima stanza a destra, per poi rivolgersi a Niall e Gemma < ho fatto la stessa cosa con voi due >.
Come un capitano con i propri marinai continua a parlare < Liam, Louis e Tyler voi avete la stanza di sotto >.
< Ragazzi ci divertiremo > afferma Tyler facendo un occhiolino agli altri due.
Ridacchio perché so che ci sarà da divertirsi.
Poi guarda me sorridendo < Care, tu sai la tua stanza dov'è >.
Mi sposto leggermente per avvicinarmi a lei che sentenzia < Harry la tua stanza è quella vicino a quella di Care... >, invitandomi a fargliela vedere.
Annuisco mentre mia madre ci invita a entrare nelle stanze per posare le valigie, riposarci prima del pranzo.
< A dopo mami > le dico con un fugace bacio, poi avvicinandomi ad Harry gli ordino di seguirmi.
< Ecco questa è la tua camera > apro la porta allargando le braccia.
< Bella... e siamo anche vicini > sussurra al mio orecchio mentre io mi mordo il labbro inferiore.
Non so se è un bene avere la camera così vicino, anche perché in fondo al corridoio, dopo il bagno, si trova la camera dei miei.
Quindi ecco, non so quanto convenga essere così vicini.
Potrebbero sgamarci nelle nostre fuitine notturne no?
Ma per ora meglio non pensarci, no?
Sorrido al riccio e lo saluto entrando in camera mia non prima di aver visto mia madre guardare nella nostra direzione.
‘Non devo farmi sgamare’ ripeto più volte per impormelo nella testa.
Le faccio un cenno con la mano mentre sparisce giù per le scale seguita da mio fratello, Louis e Liam.
Entro dentro la mia camera e sorrido nel vedere che tutto è esattamente come l'ho lasciato.
I pelouche, le numerose foto sulle pareti, la scrivania col pc vicino alla finestra.
Tutto esattamente al proprio posto.
Apro l'armadio e tocco i vestiti portandomeli al naso per sentirne l'odore familiare.
Mi ci voleva proprio.
Tornarmene a casa per un po' e godermi la mia amata famiglia.
Mia madre, mio fratello e mio padre sono le persone più importanti della mia vita, senza ombra di dubbio.
E non vederli così spesso mi fa male.
Anche se non lo do a vedere.
Faccio sempre la forte, la dura ma in realtà mi dispiace non averli intorno.
Stare così lontani non è bello e infatti tante volte ho pensato che sarebbe stato bello poter ricevere un loro abbraccio o semplicemente un loro consiglio, soprattutto in momenti no.
Hanno ragione a dire che la distanza è una brutta bestia.
Perfettamente ragione.
Ma ora sono qui e devo godermi ogni momento; ogni singolo momento.
Sorrido non appena sento la porta aprirsi e due mani posarsi sui miei occhi < chi è? >.
< Scemo, so che sei tu > mi volto per vedere sorridere Harry, prima di rimproverarlo < non dovresti essere qui >.
Fa spallucce e commenta < e così questo è il tuo regno >.
Annuisco mentre lo vedo incuriosirsi di fronte alle foto che ritraggono diversi momenti della mia vita.
Foto più o meno serie, più o meno belle ma comunque legate a dei ricordi in particolare.
Sghignazza mentre si sofferma su una foto in cui sono intenta a sfilare, facendo una mossa con la mano da vip.
Da piccola amavo atteggiarmi, stare al centro dell'attenzione.
E amavo soprattutto esibirmi con delle sfilate in cui sfoggiavo gli outfit più obrobriosi della storia della moda.
< Eri egocentrica già da piccola, o sbaglio? >.
Parla mister umiltà.
< Ha parlato lui >.
< Riprova a dire che sono egocentrico e vedrai >.
< Egocentrico > lo stuzzico prima che lui mi ammonisca di non continuare.
Egocentrico eccome.
< Egocentrico > sussurro divertita mentre il riccio porta una mano sulle labbra < basta parlare >.
< E cosa vorresti fare? > chiedo maliziosa a bassa voce.
Lo vedo far finta di riflettere < una mezza idea ce l'avrei... >.
Posa le sue labbra sulle mie, con delicatezza per poi portare le sue mani sulla mia schiena attirandomi più a sé rendendo così poi intimo il bacio.
Schiudo le labbra sorridendo mentre la sua lingua si insinua nella mia bocca incontrando la mia.
Senza fiato ci stacchiamo dopo un po' mentre il riccio ridacchia sornione < sarà proprio una bella vacanza >.
Sì e noi finiremo col farci scoprire se già iniziamo così.
< Scordati qualunque cosa tu stia pensando >.
< Non sto pensando a nulla > dice infilando le mani nei mie capelli baciandomi la clavicola.
< Non si direbbe >.
< Fidati >.
< Devo fidarmi? > gli chiedo facendo la finta stupita.
Il riccio mi stringe il naso tra le sue dita < se ti dico fidati, devi fidarti >.
< Mh mh > gli bacio il collo mentre lo trascino sul balcone mostrandogli la bellezza che ci circonda.
Un enorme distesa d'erba, case sparse qua e là e un ruscello poco più in là a contornare il tutto.
< Potevi dirmelo che vivevi qui eh >.
< Perché? >.
< Perché ti avrei chiesto di diventare da subito la mia fidanzatina >.
< Sì? >.
Appoggio la testa sulla sua spalla e sussulto non appena sento la porta della camera aprirsi, spostandomi subito da Harry e voltandomi per vedere di chi si tratta.
< Ah sei tu > dico a Niall raggiunto da Gemma.
< Caroline vivi in una fiaba cavoli > commenta priva di parole la ragazza guardandosi intorno.
So che le piace.
Anche perché in effetti sembra un luogo incantato.
Magico, da vera fiaba.
< Sarà che ci sono abituata > faccio spallucce.
< Comunque tua madre ci ha detto di scendere > dicono entrambi mentre io annuisco.
< Andiamo, si mangia! >.
Li vedo sorridere mentre sfilano davanti ai miei occhi fino ad uscire dalla camera che chiudo con un tonfo.
Li supero e raggiungo Lerya e Zayn alla fine del corridoio facendo segno di seguirmi.
Scendo le scale e arrivo al primo piano dove seguo il profumo del cibo arrivando fino al giardino sul retro dove raggiungo i restanti del gruppo.
< Eccovi >.
< Allora? Non manca qualcuno? > chiedo chiaramente a mio fratello che ride scuotendo la testa < sai com'è il vecchio... sempre in ritardo >.
< Ty mi vieni a dare una mano? > domanda urlando mamma mentre io parlo con gli altri.
Tyler urla un ‘arrivo’ dandomi un pizzicotto perché secondo lui io vengo trattata sempre da principessa che non può fare nulla dentro casa.
Roteo gli occhi e parlo con i miei amici.
Anche se so che ha ragione.
Sarà che sono la piccola di casa ma vengo sempre trattata coi guanti d’oro come se fossi il miglior ospite.
< Ho visto che più in là c'è un maneggio... potremmo andarci che dite? > propone Liam mentre vedo Zayn abbozzare un sorriso.
< Zayn ha paura > dice Lerya mentre il ragazzo si arrabbia per questa confessione.
Seguono diverse risate mentre Liam prova a tranquillizzare l'amico che lo guarda non tanto convinto.
< Andiamo, sono solo dei cavalli > lo punzecchia Harry.
< Appunto, sono dei cavalli >.
< Dai Zayn ti insegniamo noi > indico me e mio fratello che nel frattempo è uscito con dei vassoi che poggia sul lungo tavolo abbellito con la tovaglia ricamata in bianco e con dei vasi contenenti dei fiori che emanano dei profumi incredibili.
Tipico di mamma.
Imbandire la tavola come se fosse sempre e comunque festa.
< Fidati Zayn è una passeggiata > lo rincuora Tyler prima di dargli una pacca sulla spalla.
< Si mangia! > esclama una voce raggiungendoci.
Il papi è a casa.
< Caroline, figliola... vieni qui e fatti abbracciare > mi incita mio padre allargando le braccia aspettando un mio abbraccio che non tarda ad arrivare.
< Papi... che bello vederti >.
Lo stringo più forte che posso lasciandomi accarezzare con fare protettivo.
Poi sposto l'occhio e vedo Atticus l'amico di mio padre sorridermi; così mi stacco e corro a salutarlo sorridente.
< Io e il vecchio siamo andati a pesca > commenta alzando la mano per salutare i miei amici che sorridono a loro volta.
< Parla per te... io non sono di certo vecchio > lo rimprovera mio padre aggrottando la fronte.
< Sì che lo sei pà > gli solletica la pancia Tyler ricevendo uno scappellotto mentre Atticus ci saluta, non prima di averci augurato buon pranzo.
< Allora vi sedete che si fredda? > chiede mia madre scocciata mentre mio padre sussurra a bassa voce di andare a sederci prima che la mamma dia i numeri.
< Sedetevi come volete > dice mia madre invitando i presenti a prendere posto.
Mi siedo senza badare a chi mi sta di fronte o vicino e vedo gli altri fare la stessa cosa.
A capotavola c'è mia madre, alla sua destra Niall, Lerya, Gemma, e Zayn.
Alla sinistra di mia madre ci siamo Tyler, Harry, io, mio padre, Liam e Louis.
< Tesoro faresti scambio col riccio? > chiede mio padre indicando Harry che lo guarda non capendo.
Si affretta a rispondere < vorrei scambiarci qualche parola >.
Vedo il riccio deglutire rumorosamente ed io ridacchio perché mi preparo a vederlo soffrire.
Almeno una volta… capisce come ci si sente sotto inquisizione.
Annuisco e faccio cambio con Harry che ora si trova vicino a mio padre che gli tende la mano sorridendogli per metterlo a suo agio.
< Allora presentatevi ragazzi >.
Ad uno ad uno, tranne Lerya e Niall, si presentano tendendo la mano a mio padre che li osserva sorridendo.
< Nickolas Smith, ma chiamatemi Nick > asserisce lui prima di prendere un sorso d'acqua dal suo bicchiere.
Mio fratello versa il vino bianco in tutti i bicchieri stando attento a non combinare nessun disastro.
< Harry Styles > lo chiama mio padre prima di aggiungere < finalmente ti conosciamo >.
Vedo Harry deglutire e sorrido divertita; perché in fondo mi piace (oh, quanto mi piace) vederlo così nervoso e agitato, cosa che non è mai.
< Prima delle chiacchiere si mangia >  ammonisce mia madre passando a tutti il primo: gnocchi con speck, funghi, piselli e philadelphia.
Per dei minuti nessuno fiata e l'unico rumore che si sente è quello delle forchette che prendono il cibo; poi mio padre interrompe il momento chiedendoci com'è andato il viaggio, se abbiamo visitato la città etc.
< No siamo venuti direttamente a casa > spiego sporgendomi per osservare mio padre che annuisce.
< Dovreste portarli al Clark's > si rivolge a Ty che promette lo farà.
< Passatemi i piatti > chiede mia madre mentre provvediamo a passarglieli attenti a non farli cadere.
< Allora ragazzi, finalmente vi conosco > afferma papà prima di spiegare < Care ci parla così tanto di voi... >.
< Ah sì? > chiede Liam mentre mio padre continua < spero che con voi sia meno acida di quello che è qua a casa >.
< Nick non iniziare > sbotta mia madre facendo ridere mio padre.
< Non ci viene a trovare mai >.
< Te l'ho detto... ho sempre da fare o quasi sempre >.
< Sì ma per i tuoi vecchi puoi trovare un po' di tempo >.
Annuisco < va bene >.
< Comunque è acida anche con noi > prende la parola Louis.
Grazie.
< Assolutamente >.
Grazie eh.
< Scorbutica a dir poco... ma alla fin fine è una gran brava ragazza > mi risolleva Liam mentre io lo ringrazio.
< E tu Harry che dici? > domanda mio padre mentre il riccio prende un goccio d'acqua prima di affermare convinto < penso che è una stronza >.
< Harry! > lo rimprovero dandogli un buffetto.
< Un po' stronza lo sei > concorda mio padre scoppiando a ridere.
< Non è colpa mia se sono fatta così > spiego io risentita.
< Vedo che anche coi tuoi amici fai la stronza.. son contento > commenta per poi guardare Niall e chiedere come sta
< Niall allora hai trovato la ragazza > indicando Gemma prima di aggiungere < e per di più una Styles! >.
< Sì Nick... mi è andata bene > scherza il biondo arrossendo leggermente.
< Se ti tratta male dimmelo che gli spezzo le ossa > confida a Gemma che ride prima di assicurargli che la tratta coi guanti d'oro.
< Sarà meglio >.
< Nick quanto sei impiccione... > lo rimprovera mia madre prima di passarci i piatti con il brasato di pollo e purè.
Siamo al secondo.
Mia mamma in cucina non smette mai di impastare, cuocere, affettare.
Per ogni pranzo tremila portate… e guai a discutere.
< Fammi divertire Jacqueline > ammette lui addentando un pezzo di brasato.
< Sei sempre il solito > controbatte lei mentre lui le manda un bacio.
< Paraculo > sussurro io mentre mio padre mi da un buffetto da dietro.
< Lerya? >.
< Sì, Nick? >.
< Che mi dici di Zayn? >.
< Mi tratta benissimo e se non lo fa lo rimetto in riga io >.
Scoppiamo tutti a ridere perché sappiamo che una come Lerya lo fa sul serio.
È un po' una capetta, una che non si fa prendere troppo per il culo.
E una che non ne vuole tante.
Quello che dice si fa, basta.
Non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.
E ciò la rende così forte da far paura a volte; da far intimidire chiunque le stia accanto.
< Brava la mia ragazza, così si fa > le da un cinque mio padre.
Vedo i ragazzi rilassarsi un pochino e sorrido perché so che all'inizio mio padre può sembrare uno duro, uno sulle sue... in realtà è solo apparenza.
Perché è l'essere umano più buono che io conosca.
E lo dimostra dai numerosi sorrisi che riserva a tutti per mettere a proprio agio.
Mezzo divertito mi chiede < e tu quando ci porterai uno straccio di ragazzo Care? >.
Povero illuso.
È già qua.
< Forse mai > dico io acida lanciando un pezzo di pane a Louis che sghignazza fin troppo per i miei gusti.
< Caroline > mi rimprovera mamma.
< Che c’è? > chiedo allargando le braccia con fare teatrale.
< Harry secondo te riuscirà mai a trovare un ragazzo Caroline? > domanda mio padre voltandosi verso il riccio che sghignazza.
Si volta e di sasso dice la sua senza troppi giri di parole < se qualcuno se la prende... è un Santo! Rompe da mattina a sera che ti verrebbe voglia di cucirle la bocca >.
Mio padre inizia a ridere forte facendo ridere anche gli altri; si ricompone e ammette < mi piaci ragazzo... finalmente qualcuno che non si fa mettere i piedi in testa da quella acidona di mia figlia >.
Roteo gli occhi mentre li vedo darsi un pugnetto in segno di amicizia.
Meno male che doveva essere sottoposto alla Santa Inquisizione eh.
< Si fidi... Harry è peggio di Caroline > spiega la sorella pulendo il piatto con la fetta di pane.
< Bene... meglio così >.
< Comunque Caroline non ci avevi mica detto che Harry è così bello > asserisce mia madre mentre vedo il petto del riccio gonfiarsi a dismisura.
Ecco.
Mamma dovresti stare dalla mia parte… non dalla sua.
< Perché forse non lo è?! > chiedo io retorica mentre Harry mi pizzica un fianco facendomi sobbalzare.
< Visto tua madre mi trova bello >.
Sarà per il modo in cui l'ha detto, sarà per la faccia che ha fatto... fatto sta che fa ridere tutti.
Me compresa.
< Domani mattina andrò a pesca con Atticus e Nate... volete venire con me ragazzi? > domanda mio padre riportando l'attenzione su di lui.
< Aspetta... c'è anche Nate? > chiedo io con un sorriso a 32 denti.
Mio padre annuisce e spiega che è arrivato giusto ieri per passare qualche giorno coi genitori e il fratello.
< Direi che dobbiamo organizzare una reunion > propone Tayler bevendo tutto d'un fiato il suo bicchiere di vino prima di portarsi le mani alla pancia.
< Sì... sarebbe perfetto >.
< Io verrei > sento dire Harry rivolto a mio padre.
< Anche noi > ripetono in coro Liam, Louis, Niall e Zayn.
< Che bello! Mi piacciono sti ragazzi Care >.
Sorrido mentre mia madre asserisce < non gli è bastato stare in mare per anni... continua ancora adesso che è finalmente in pensione >.
Mio padre vedendo i ragazzi non capire si affretta a spiegare < sono stato in marina militare fino a tre anni fa >.
< Che grado era? Mio padre era in marina >.
< Payne, Payne... mhh dovrei rivedere i vecchi album perché così non mi viene in mente nessun Joseph Payne >.
< Le faccio vedere una foto >.
< Non ci credo... eravamo amici! Sì, sì certo che lo conosco > afferma mio padre sorridendo prima di ammettere < ne abbiamo combinate delle belle insieme >.
Così dicendo inizia a raccontare degli episodi divertenti e pieni di aneddoti, mentre io e le ragazze ci alziamo per aiutare mia madre a portare le cose in cucina.
< Signora Smith è stato tutto buonissimo > afferma Gemma prima che mia madre ringrazi < dammi del tu Gemma >.
< Va bene.. >.
< Certo che somigliate molto a vostra madre sia tu che Harry >.
< Ce lo dicono in molti >.
< Che poi l'ho sentita stamattina al telefono per fissare un appuntamento per prendere un thè >.
Lerya allora se ne esce con un < che bello... le due future suocere che diventano amiche >.
Gemma ride imbarazzata mentre vedo mia madre non capire e chiedere perché sarebbero suocere.
Gemma.
Dannazione!
Guardo Lerya con uno sguardo di fuoco e impreco mentalmente mentre lei prova a rimediare < no è che io e i ragazzi scherziamo sempre sul fatto che Harry e Caroline siccome a causa dei loro caratteri non troveranno nessuno, saranno costretti a sposarsi >.
< È così >.
< Già > dico io calmandomi non appena vedo mia madre iniziare a ridere.
Si, proprio così.
La mora mima col labiale uno ‘scusa’ che accetto sorridendole.
Salvata o meglio salvati in calcio d’angolo.
< Uomini, c'è il dolce da mangiare >.
I miei amici strabuzzano gli occhi commentando che sono pieni ma mia madre non ammette repliche, usando la solita scusa  'al dolce non si dice mai di no'.
Così si lasciano convincere e spappolano il dolce in men che non si dica.
< Passatemi i bicchierini > ordina mio padre versando i digestivi a ognuno iniziando a parlare e ridere con Liam, Niall, Louis, Harry, Zayn e Tayler.
< Questi uomini... > commenta mia madre scuotendo la testa mentre mio padre commenta < mi hai sposato anche per questo andiamo >.
< Io ti ho sposato perché pensavo fossi serio > ribatte lei facendogli una linguaccia.
< Mi hai sposato perché dove trovavi un altro bello, simpatico, affascinante come me? >.
Rido e guardo Harry perché so che sta pensando la stessa identica cosa.
Visto che anche lui ripete sempre di essere bello, simpatico e bla bla bla.
< Harry figliolo... guarda a cosa mi riferivo prima > ridacchia mio padre passandogli il cellulare prima di ridere ancora più forte.
Il cellulare passa di mano in mano.
Per tutti i ragazzi, tranne noi che osserviamo il tutto sconcertate.
< Brindiamo alle donne > alza su il bicchiere mio padre sbattendo il bicchierino prima sul tavolo e poi mandando giù la grappa.
Senza il minimo disgusto o che.
< È una forza tuo padre > sussurra Harry alitandomi quello che dovrebbe chiamarsi cento erbe, una grappa o un amaro fatto appunto con le erbe.
< Vedo >.
Tyler, Zayn e Louis tirano fuori le sigarette fumando attenti a non sbuffare il fumo in faccia a noi ragazze.
< Ne vuoi una? > chiede Tay a Harry che nega la sigaretta mentre mio padre tira fuori dalla tasca della camicia dei sigari cubani a diversi gusti.
< Provalo e dimmi com'è > dice ad Harry che accetta prendendo quello alla menta.
< Nialler... prova questo al peperoncino > afferma mio padre prima di aggiungere rivolto a Liam < tu Payne questo al caffè... tuo padre ne andava matto ricordo >.
I ragazzi aspirano i loro sigari complimentandosi con mio padre per i gusti, così particolari.
Io, Gemma, Lerya e mamma parliamo del più e del meno, soprattutto di gossip, ridendo di tanto in tanto mentre i ragazzi ridono, ridono e ridono.
< Jacqueline racconta ai ragazzi come ci siamo conosciuti >.
< Non me lo far ricordare >.
< Ad un funerale > precisa mio padre raccontando l'aneddoto che orami chiunque ha conosciuto mio padre conosce.
< E al funerale vi eravate già dati appuntamento? > domanda Liam mentre mio padre annuisce.
< Non abbiamo fatto altro che ridere... anche se era un funerale > asserisce mia madre prima di aggiungere < che incoscienti maleducati >.
< Lo trovo tenero > commenta Lerya guardando i miei genitori che si scambiano una veloce occhiata.

Si amano.
Ed io ammetto di aver sempre invidiato il loro amore.
Perché è uno di quegli amori veri, profondi, puri.
Uno di quelli da film dove nessuno tradisce nessuno ma dove c'è solo il rispetto e appunto l'amore.
Basta guardarli negli occhi per capire che dopo ventinove anni si amano ancora come il primo giorno.
Senza mai smettere.
O provarci.

Mia madre vive per mio padre, così come mio padre vive per mia madre.

Ovvio, anche loro litigano, hanno i loro bisticci.
Ma sono litigate tipiche di tutte le coppie.
Niente di anormale.

< Oh Nick lasciami dai > intima mia madre mentre mio padre si è alzato in piedi, ha preso la sua mano facendola alzare e iniziando a ballare un lento senza musica.
Istintivamente Harry appoggia una mano sulla mia coscia attento a non farsi vedere da mio fratello ed io gliela stringo coprendoci con la tovaglia.
Non mi volto ma anzi continuo a guardare i miei mentre gioco con le sue dita e mi beo di quel tocco così improvviso sentendomi euforica come non mai perché ci stiamo dando la mano in segreto.
Senza farci scoprire.
Stile bambina che nasconde le merendine sotto il letto e le mangia di notte.
Che cosa eccitante, eh?
Stacco la mano da quella di Harry quando mio fratello si gira e mi domanda < secondo te cambieranno mai? >.
< Assolutamente >.
< Tyler > lo chiama Lerya.
< Sì? >.
< Come ti butta? >.
< Bene... a parte che non ho ferie e che lavoro ventiquattro ore su ventiquattro > ridacchia lui mentre rivolge la stessa domanda alla mia amica.
< Sembra ieri che ce ne stavamo qua in giardino a ridere vero? > le domanda Ty portando una mano sul mio collo avvicinandomi a lui.
< Ti ricordi quando sono caduta e mi sono rotta l'osso della gamba ma per non farmi prendere in giro ho finto di poter camminare?  >.
< E che poi il giorno dopo avevi il piede più gonfio di un pesce palla te lo ricordi? >.
Rido mentre Lerya continua < e quando Care è uscita con quello della quinta b? >.
< Quello che l'ha baciata e sapeva di cipolla? >.
< Che schifo... non ricordatemelo per favore > imploro disgustata.
< La faccia di Caroline era impagabile > spiega ai miei amici.
< Ci credo >.
< Che schifo... > commento io scuotendo la testa più volte.
< L'ho visto l'altro giorno...quel ragazzo di cui state parlando > interviene mio padre staccandosi da mia madre che ne approfitta per sparecchiare portando le cose dentro.
< Che culo > commento acida come non mai.
< Mi ha anche chiesto che fine avessi fatto >.
< Se gli hai detto qualcosa di me... > le parole mi muoiono in gola.
< Gli ho casualmente detto che sei qui ad Holmes Chapel per alcuni giorni... >.
< Papà! > urlo dandogli un buffetto mentre lui alza le mani in segno di difesa.
< Magari non ha più l'alito che sa di cipolla > scherza Harry facendomi un occhiolino.
< Vedi? Ascolta il consiglio di Harry >.
< Anche no >.
< Ci sarà da ridere.
< Io ti strozzo papà >.


Dopo tante chiacchiere e dopo un pranzo reale si sa prende sonno.
A me soprattutto.
< Che ne dite di riposarci e poi una volta ripresi fare qualcosa? > domando a tutti i presenti.
La mia proposta come pensavo viene accolta da tutti ben volentieri, così dopo essermi alzata mi dirigo verso casa, seguita da tutti o quasi tutti e affacciandomi in cucina saluto mamma che sta lavando i piatti per poi salire le scale fino al terzo piano.
< A dopo > saluto Gemma, Niall e Zayn (Lerya è rimasta a parlare con mio fratello e Liam) e vado verso la mia camera che apro prima di essere bloccata da una mano che senza troppa fatica mi trascina nella sua camera asserendo un < tu vieni con me >.
Sorrido < senza di me proprio non puoi stare eh? >.
< Può darsi >.
< Non sai quanto sonno che ho > dico tuffandomi sul letto senza troppi complimenti, raggiunta dopo un secondo dal riccio che si posiziona al mio fianco.
< E così ti sei fatta baciare da uno che sapeva di cipolla Smith >.
< Non è stata colpa mia... ha fatto tutto lui >.
< E tu non hai reagito? > chiede sinceramente divertito mentre io rispondo ironica < e cosa dovevo fare? Urlargli che aveva la fiatella di cipolla? >.
< No scema... ma potevi quantomeno spostarti > mi pizzica lui la guancia con un dito.
Lo guardo < volevo vedere te al mio posto >.
< È stato il tuo primo bacio? >.
Schiocco la lingua prima di ammettere < no, no... con lui è capitato per caso >.
< E chi è stato il tuo primo bacio? >.
< Uno... > dico facendo la vaga.
Che è geloso il signorino per caso?
Il riccio ride e chiede < e i suoi baci erano meglio dei miei? >.
< Sì > lo prendo in giro mentre lui alzandosi e sporgendosi mi da un bacio a fior di labbra.
< Sicura? > domanda visibilmente divertito dalla situazione.
< Sì, molto meglio dei tuoi >.
Mento.
Mento spudoratamente.

Meglio dei suoi baci non c’è nulla.
< Ah sì? >.
< Sì, mi dispiace Styles i tuoi baci non sono nulla a confronto > asserisco portando una mano sul suo viso e accarezzandolo.
< Non credo > afferma sicuro di sé sulle mie labbra prima di affondare i suoi denti sul mio labbro e tirarlo leggermente verso di lui.
< Se sei sicuro tu >.
Un altro bacio questa volta con più pressione.
Lo guardo così vicino a me, il suo naso a sfiorare il mio e senza poterne far più a meno mi impossesso delle sue labbra iniziando a baciarlo prima lentamente.
Tenendo la sua mano sul mio mento approfitta del momento in cui schiudo le labbra per infilare la sua lingua che subito incontra la mia.
Chiudo gli occhi e gli afferro i capelli mentre continuiamo a baciarci insistentemente.
La sua mano senza che me ne sono accorta si è infilata sotto la mia maglietta accarezzando i miei fianchi e premendo leggermente.
Sussulto quando sposta la sua mano più su e sfiora il mio reggiseno per poi posarsi sul mio collo dolcemente.
Con uno scatto mi alzo leggermente per star più comoda senza mai staccare le mie labbra con le sue e inizio a toccargli le spalle, il petto e gli addominali fino ad arrivare al bordo dei suoi pantaloni.
< Sta' ferma > ridacchia lui staccandosi dalle mie labbra, per poi farmi stendere iniziando a lasciare una scia di baci dapprima lungo il collo torturandolo leggermente.
Alza la maglia e continua a baciarmi sulla pancia, sul basso ventre lasciando una scia di baci languidi fino a risalire sul mio collo e poi sul mio viso.
Oddio quanto lo voglio.
La sua mano accarezza la mia coscia lentamente e facendomi voltare leggermente la posa sul mio sedere stringendo leggermente mentre un'imprecazione mi sfugge dalla bocca.
Senza potermene rendere conto alzo il sedere premendo così sul suo cavallo dei pantaloni ormai più gonfio rispetto a prima mentre lo vedo mordersi le labbra e sussurrare < Care... non... non provocarmi >.
Gli bacio il collo e la mascella invertendo le posizioni e posizionandomi su di lui concentrandomi sui numerosi tatuaggi che lecco e bacio più volte mentre il riccio si riappropria del mio volto portandomi su, in linea col suo baciandomi con foga con numerosi schiocchi.
Ansimo e gli mordo il labbro quando la sua mano si appoggia sotto il mio pantalone iniziando a palpare il mio sedere senza troppa gentilezza.
Sentirlo così vicino mi manda in estasi, mi inebria i sensi; sfrego il mio bacino sul suo inguine mentre lo vedo roteare gli occhi all'indietro, segno che questo contatto gli sta piacendo e anche parecchio.
< Caroline > la voce ridotta a un sussurro.
Sto per intimarlo di star zitto ma una mano che bussa sulla porta mi riporta alla realtà bloccandomi non appena sento la voce di mio padre chiedere di poter entrare.
Guardo Harry incapace di dire qualunque cosa.

Porca miseria... che faccio?
Senza pensarci mi butto dal letto senza farmi male e mi ci nascondo sotto mentre sento Harry alzarsi, sistemarsi e aprire la porta.
Porca miseria.
L’ho detto che alla fine ci sgameranno.
L’ho detto.

< Signor Smith > dice Harry prima che mio padre chieda se disturba o meno.
< No, no... assolutamente > spiega prima di continuare < stavo solo riposando >.
< Scusami... volevo che tu avessi questo pacco di sigari cubani > afferma lui sorridendogli mentre Harry lo ringrazia.
< Non doveva >.
< Ma non preoccuparti, è il minimo... > dice prima di grattarsi la testa.
< Bhe io andrei > continua facendo dietrofront.
< Grazie, sul serio > ammette Harry veramente contento.
Mio padre gli strizza un occhiolino < di niente >.
< Ah Harry? > gli chiede prima di chiudere la porta.
Che vuole ancora?
< Sì? >.
< Ti ringrazio perché le stai vicino... e perché le tieni testa riportandola coi piedi per terra > asserisce chiaramente riferendosi alla sottoscritta.
< È un piacere > risponde il riccio facendo un cenno con la mano richiudendo la porta e balzando sul letto.
< Puoi uscire da lì sotto, è uscito > dice sghignazzando.
Esco e gli do un bufetto sulla spalla < mai più... da adesso non ci baceremo più è chiaro? >.
< Seh, come no >.
< Harry... >.
< Sì Caroline? >.
< Dobbiamo contenerci > gli intimo mentre lui mi prende per la mano portandomi vicino a lui < sta zitta >.
< Mi sa che piaci a mio padre >.
< E a tua madre > aggiunge il riccio sussurrandomi nell'orecchio.
< Manca ancora mio fratello: non cantare vittoria >.
< Cederà anche lui >.
< Vedremo >.
Lo guardo e gli stampo un bacio all'angolo della bocca mentre lui domanda sorridendo < non avevi detto che dovevamo contenerci? >.
< Sì, infatti questo è un bacio... da amici >.
< Proprio amici >.
Mi bacia la spalla mentre sbadiglio.
< Mi racconti un altro tatuaggio? > gli chiedo mentre lui asserisce < ti sei fissata eh >.
< Probabile >.
< Quale tatuaggio? > domanda sconfitto.
< La farfalla > gli dico prima di confessare sulle sue labbra < è molto sexy >.
< Mh > mi stampa un bacio.
Poi spiega < rappresenta il mio voler sentirmi libero, in tutto e per tutto; libero di dire, fare, amare come e quando voglio >.
< Rappresenta la parte che mi contraddistingue di più... l'istintività, la passionalità >.
< Quando l'hai fatto? >.
< In un periodo in cui avevo perso la libertà di essere come sono realmente >.
< Ossia? > chiedo chiedendo gli occhi.
< Ossia libero > ammette prima che io cada in un sonno profondo.



< Care? >.
Mugugno e mi volto dall'altro lato ma Harry mi rigira senza troppa difficoltà.
< Care... devi svegliarti > dice con voce dolce.
Scuoto la testa prima che lui inizi ad accarezzarmi il viso contornando gli occhi, il naso e la bocca.
Sorrido istintivamente ed apro gli occhi guardandolo.
< Finalmente >.
< Avevo sonno >.
< Tuo fratello ti ha mandato un messaggio dicendo che andiamo a fare un giro in quel centro commerciale, parole sue 'che tanto ti piace' >.
< Tra quanto? >.
< Tra più o meno dieci minuti > afferma il riccio mentre io strabuzzo gli occhi < devo truccarmi... non farò mai in tempo >.
< Non truccarti > la sua mano sulla schiena a fare su e giù.
< E come esco, con sta faccia? > domando accigliata.
Il riccio annuisce prendendo il mio viso tra le mani < a me piace sta faccia >.
< Struccata? >.
< Struccata, sì > conferma lui per poi aggiungere < stai bene struccata... viene esaltata la tua naturale bellezza >.
< Sei un adulatore nato, te ne rendi conto? > gli chiedo prima di alzarmi, non senza aver sentito le lamentele di Harry su quanto dovrei rimanere con lui a letto, su come non dovrei truccarmi e via dicendo.
Mi avvicino e gli prendo i capelli scompigliandoglieli sotto il suo sguardo divertito.
Gli faccio una linguaccia e cammino verso la porta senza sentire quello che ha da dire Harry.
< A tra poco > e sparisco chiudendomi la porta alle mie spalle, entrando poi nella mia e correndo in bagno per una doccia da tempo record: 2 minuti nemmeno.
Dopo essermi lavata i denti, pettinato i capelli, vestita, passo al trucco coprendo con del correttore le occhiaie e applicando un velo di mascara.
Stop.
Mi guardo e noto quanto poco trucco io abbia utilizzato.
Di certo non sono una di quelle che si truccano pesante, ma non sono anche una di quelle che non si truccano per niente.
Mi piace truccarmi, perché mi rilassa.
Mi piace vedere che con pochi semplici accorgimenti il mio viso cambi leggermente andando ad evidenziare i miei punti di forza e a camuffare i miei difetti.
Per oggi però decido di dare ascolto ad Harry, o almeno in parte... visto che comunque sia un velo di trucco lo uso lo stesso.
Prendo il bronzer lo applico e poi prendo un matitone andando a colorare le labbra di un marroncino nude che da un po' di colore al mio viso, che manca.
Poi prendo il giubbettino verde mimetico non troppo pesante e lo infilo;  abbasandomi infilo le sneakers con la para che fanno sì che acquisti un paio di centimetri in altezza, il che non fa mai male.
Fatto ciò mi avvio verso la porta che apro trovandomi davanti Tyler con la mano pronta a bussare < stavo per chiederti a che punto eri >.
< Pronta e in soli dieci minuti >.
< Wow facciamo progressi eh > scherza lui spintonandomi mentre scendiamo dagli altri che ci aspettano all'ingresso.
Vedo Harry squadrarmi ma non lo do a vedere, così mi posiziono vicino a mio padre che prende la parola < allora siamo in > e inizia a contare con le lunghe dita indicandoci uno per uno.
< Siamo dieci pà > mi affretto a ricordargli io.
< Allora la mia macchina ha cinque posti >.
< Perfetto, gli altri cinque andranno nell'altra macchina > dico io.
< Allora chi viene con me? > chiede Niall vedendo alzare la mano di Gemma, Louis, Liam e Lerya.
Zayn manca all'appello perché non sta molto bene.
Quindi ha deciso di rimanere a letto, a riposarsi, non prima di essersi sorbito i consigli di mia madre sullo stare al caldo, sul non alzarsi per prendere freddo etc.
Tipico di mia madre.
< Harry? > chiede mio padre vedendo il riccio voltarsi < tu vieni con noi >.
Lo ama dannazione.
E così ognuno prende il proprio posto.
Io mi siedo in mezzo tra Tyler ed Harry, nonostante mia madre si lamenti che le dispiace che un ragazzo alto come Harry lì dietro soffra.
< Non si preoccupi Jacqueline >.
< Care >.
< Sì papà? >.
< Sai che ho regalato ad Harry quei sigari cubani che mi sono arrivati tempo fa direttamente da Cuba? >.
< Ah sì? > fingo stupore mentre mio padre annuisce ed io mi ritrovo a commentare facendo l'acida apposta < che culo >.
< Caroline... potresti trattare meglio quel povero ragazzo > mi intima mio padre aggiungendo < d'altronde non è stronzo come lo dipingi tu >.
< Grazie Nick >.
< Prego figliolo >.
Ridacchio alla parola figliolo e asserisco rivolgendomi questa volta a Tyler < attento che prende il tuo posto in famiglia... caro il mio avvocato >.
Mio fratello ride e così tutti i restanti mentre mio padre gira a destra seguendo il cartello Holmes Chapel.
< Cos'è quello? > chiede Harry indicandomi un edificio rinascimentale sullo sfondo.
< È il vecchio cinema >.
Senza rendersene conto domanda se ce lo accompagno.
Strabuzzo gli occhi mentre mi affretto a rispondere < io e te al cinema? Scordatelo Styles >.
< Potresti accompagnarlo Caroline... > fa eco mia madre.
< Con gli altri? Sì, possiamo andarci > ribatto io.
Harry mi pizzica sul fianco ed io trattengo dal rispondere.
< Arrivati > dice mio padre parcheggiando nel parcheggio del centro commerciale.
< Ragazzi da questa parte > fa segno mio padre mentre anche gli altri ci hanno raggiunto.
Entriamo nel centro commerciale iniziando a disperderci creando dei piccoli gruppetti.
Niall e Gemma e Liam camminano vicino.
Louis e mia madre intenti a chiacchierare come due vecchi amici.
Lerya e Tyler.
Io, da sola.
E... mio padre e Harry.
Sorrido nel vederli parlare come se si conoscessero da sempre.
Ogni tanto mio padre gli da una pacca sulla spalla mentre sento raccontargli degli episodi successi ad Holmes Chapel.
Forse, forse... non sarà così difficile dire ai miei che io e Harry stiamo insieme.
Chissà com’è ma ho questa strana impressione.
D'altronde mi sembra che il riccio si sia subito fatto voler bene.
Anche se lo sapevo già in partenza, perché lui è così... si fa voler bene.
Soprattutto dagli adulti che rimangono affascinati dal suo modo di fare, dalla sua educazione e dal suo modo di porsi con rispetto, senza mai dire o fare qualcosa di sbagliato.
Sono così presa dai miei pensieri che non mi accorgo nemmeno di quanto Tyler mi si avvicina dicendo < sembrano andare d'accordo, no? >.
< Chi? >.
< Come chi? Harry e papà >.
< Mh > faccio un segno con la mano come a dire che non mi interessa.
< Allora puoi dirglielo al vecchio > ammette lui, un sorriso a curvargli le labbra piene.
Cosa?
< Cosa? > gli chiedo voltandomi verso una vetrina di scarpe e fingendomi interessata.
< Come cosa? >.
< Non capisco dove tu voglia andare a parare Ty >.
Poi aggiungo < cosa vuol dire che posso dirglielo al vecchio? >.
< Che tu ed Harry state insieme >.
Sbam!
Sgamati in pieno
.
< Io e Harry non stiamo assieme > dico io seria mentre mio fratello inizia a ridere.
< Care... dai ti conosco da quando sei nata >.
< E allora che c'entra? > domando io osservandolo.
Con una mano indica Harry < lo vedo come ti guarda >.
< E come mi guarda? > chiedo io fingendomi sorpresa.
< Devo proprio spiegartelo? > ridacchia lui mentre io scuoto la testa.
Poi fermandosi aggiunge < e vedo anche il tuo modo di comportarti... fino al mese scorso lo insultati sempre al telefono, ne parlavi male; ora invece il nulla >.
< Che c'entra? >.
< Oh andiamo Care! A me puoi dirlo > sentenzia lui, con una mano sulla spalla.
Lo guardo e annuisco perché so che ha ragione, che gli posso dire tutto.
È mio fratello d'altronde, sangue del mio sangue e so che starà sempre dalla mia parte.
Così alla fine ammetto < hai ragione... io e Harry stiamo insieme >.
< Sgamati >.
Poi chiede < come? Com'è possibile che siate passati dall'odiarvi allo stare insieme? >.
< Bhe, probabilmente nel momento in cui abbiamo entrambi capito che non c'era nessun odio ma... > non riesco a finire la frase che Ty mi anticipa < amore >.
< Non nominiamo la parola 'amore' grazie... ma sì il senso è quello > dico scontrosa mentre mio fratello scoppia a ridere.
< Sembra un bravo ragazzo >.
< Lo è > gli dico guardando verso Harry che continua a parlare col mio vecchio.
< Diglielo ai vecchi >.
< Lo farò > affermo.
< Ne saranno contenti > giudica prima di confessare < io lo sono >.
< Grazie Ty, ti voglio un mondo di bene >.
< Ragazzi venite! > urla mio padre riportandoci alla realtà.
< Arriviamo > diciamo e così li raggiungiamo mentre mio padre esordisce ridendo < che ne dite di una gara di karaoke? >.
< Oh andiamo Nickolas, sei fissato! > sbotta mia madre scuotendo la testa.
< Tesoro hai solo paura di perdere... > la punzecchia lui con un bacio sulla guancia.
< Io ci sto > diciamo in coro io, Liam e Louis dandoci dei buffetti per la sincronia assurda.
E così entriamo nel locale e ci mettiamo seduti ordinando ognuno qualcosa.
< Per me una birra grande > afferma mio padre mentre mia madre lo riprende che non dovrebbe bere così tanto, che gli fa male e bla bla bla.
< Per noi due analcolici > ordinano Gemma e Niall al cameriere che segna tutto velocemente sul taccuino.
< Per me un vodka lemon >.
< Anche per me > dice Louis.
Mia madre, Lerya e mio fratello prendono del vino bianco.
E così manchiamo solo io e il riccio che mi chiede < tu che prendi? >.
< Mhh... moscow mule >.
< Prendiamo due moscow mule > ordina lui al cameriere.
Detto ciò, si avvicina il ragazzo del karaoke che chiede chi partecipa alla gara e soprattutto di formare delle coppie.
Inizia così un susseguirsi di voci che si sovrastano prima di arrivare alla decisione finale.
Papà e mamma.
Niall e Liam.
Louis e Gemma.
< Lerya vuoi essere la mia cantante? > domanda Ty strizzandomi un occhiolino fugace mentre io lo maledico perché ora so che dovrò stare in coppia con Harry.
< Assolutamente >.
< Harry e Caroline sono l'ultima coppia > afferma mio padre ripetendo le coppie al ragazzo che quindi prepara il karaoke.
Tra risate varie e brindisi parte finalmente la sfida.
Iniziano prima mia madre e mio padre che cantano facendo ridere tutti perché mio padre è un comico nato, oltre a cantare balla coinvolgendo mia madre, facendole fare una giravolta e così via.
Applaudiamo mentre i miei si vengono a sedere.
< Tocca a noi >.
Si alzano Niall e Liam; poi tocca a Louis e Gemma che fanno il panico per quanto sono bravi.
Applausi su applausi < siete bravi ragazzi! > dico io prima che Gemma spieghi < avevamo il karaoke a casa >.
< Mi sa che vincono loro > asserisce mio padre con la faccia rassegnata.
< Non è ancora detta l'ultima parola... Lerya tocca a noi > incita mio fratello prendendole la mano.
< Cantiamo my heart will go on > dice al ragazzo che cerca la base per poi farla partire.
Sorrido nel vederli così affiatati mentre ripetono scene del film cercando di metterci quanto più sentimento possibile finendo con un abbraccio.
< Direi che abbiamo vinto >.
< Contaci > gli faccio una linguaccia mentre io e il riccio ci alziamo e raggiungiamo la postazione.
< Cosa cantate? > chiede mio padre divertito.
< Hate but i love you? > provoca Lerya mentre io la fulmino senza fiatare.
La odio.
Ha capito che i miei non devono scoprirci o non ha capito nulla?
< Cosa cantiamo? > chiedo guardando il riccio che mi richiede la stessa identica cosa.
< Harry > lo chiama mio padre mentre lui si volta, < Caroline è bravissima a cantare >.
< Non la farò sfigurare, glielo prometto >.
< Vedrà signor Smith, anche mio fratello è bravissimo > commenta Gemma rivolgendosi a mio padre che non vede l'ora di sentirci cantare.
< Harry? >.
< Endless love >.
Questo è matto.
Non la canto mica quella canzone.
È difficile.
< È difficile! > sbotto io mentre lui da l'ok al ragazzo che prepara la base.
< Rilassati, andrà bene > mi confessa lui portando una mano sulla mia spalla.
Annuisco e cerco di prendere un respiro quando la base parte.
< Wow, scelta difficile > commenta a bassa voce mio padre mentre mia madre gli porta una mano alle labbra.
< My love, there's only you in my life, the only thing that's bright > canta Harry guardando le parole scorrere sul monitor.
< My first love, you're every breath that I take, you're every step I make >.
In coro cantiamo guardandoci < And I, I want to share all my love with you, no one else will do.
And your eyes, your eyes, your eyes, they tell me how much you care... ooh yes, you will always be.
My endless love
>.
Prende la mia mano mentre continuiamo a cantare avvicinandoci di più senza più prestare attenzione a leggere le parole che evidentemente sappiamo a memoria < And I, I want to share, all my love with you; no one else will do.
And your eyes, your eyes, your eyes, they tell me how much you care... ooh yes, you will always be.
My endless love
>.
Mi avvicino al suo viso mentre canto < I'll be a fool, for you I'm sure... you know I don't mind >.
E Harry mi accarezza la guancia < woooah you know i don't mind >.
Faccio una giravolta e mi ritrovo abbracciata ad Harry che mi cinge da dietro < Cause you,
You mean the world to me (Oh), I know I know; I've found, I've found in you...
My endless love
>.
Alzo il tono della voce < my love >, mentre Harry mi fa girare < my love, my love... >.
E con la mano intrecciata e i nostri corpi più vicini rispetto al normale cantiamo l'ultimo pezzo < my endless love >.
Senza fiato lo guardo.
Harry mi sorride, mentre io abbasso lo sguardo imbarazzata non appena sento applausi su applausi.
< Ragazzi, siete stati formidabili! > urla mio padre mentre mia madre asciuga una lacrima che le è caduta senza preavviso.
< Cazzo, che roba > sbotta mio fratello incredulo.
E via con altri commenti, soprattutto da parte di mia madre < oddio ma che belli, oddio Nick... mi sembra di rivedere noi alla loro età e altre fandonie simili.
Anche gli altri tavoli applaudono e commentano positivamente la nostra esibizione, mentre il ragazzo del karaoke avvicinandosi afferma < mi sa che sappiamo già chi sono i vincitori della sfida >.
E alzando le nostre mani urla i nostri nomi facendo così scoppiare la sala che inizia a fischiare, urlare e applaudire.
Senza preavviso Harry mi prende in braccio mentre io rido a crepapelle e emozionata come non mai.
< Abbiamo vinto fidanzatina > sussurra sul mio viso mentre io annuisco abbracciandolo.


Dopo un'ora e dopo un'altra bevuta ciascuno decidiamo finalmente di tornarcene a casa.
Vado in cucina dove saluto mio fratello, mio padre, Liam e Louis e salgo le scale seguita da Niall, Gemma, Lerya ed Harry.
Faccio un cenno a tutti scuotendo la testa per i loro commentini sull'esibizione di prima e mi fermo davanti la porta di Harry guardando Harry appunto che è fermo sulla soglia con un sorriso sghembo sulle labbra.
< Non pensarci nemmeno, ognuno in camera sua >.
< Che palle che sei Diana > mi prende in giro mentre io lo richiamo all'ordine < Lionel, è ora di andare a dormire... a domani >.
< Certo che... siamo stati veramente forti, non trovi? > domanda facendo un passo avanti.
< Mh > annuisco accarezzando la sua guancia e col pollice contorno le sue labbra.
< Chi l'avrebbe mai detto che sai anche cantare >.
Il riccio sghignazza < te l'ho detto che so fare tutto Smith >.
L’ho detto che è un egocentrico.
< Egocentrico >.
< Ora... salutami per bene mia piccola Diana > avvicina la sua testa alla mia baciandomi a fior di labbra mentre io porto una mano sul suo petto per cercare più intimità.
Faccio appena in tempo a staccarmi dal riccio che mia madre compare alla fine del corridoio guardandomi.

M e r d a.
Merda merda.

< Buonanotte Lionel >.
Poi voltandomi in direzione di mia madre le sorrido dicendo < buonanotte mami! >.
La vedo sorridere divertita e scuotere la testa mentre raggiunge la sua stanza prima di chiudersela alle spalle.
Perché rideva?

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Capitolo 8
*** A proposito di Harry... ***


< Care? > domanda una voce fuori dalla mia camera per poi aggiungere < posso entrare? >.
Vado ad aprire e sorrido a mia madre < certo che puoi entrare mami >.
Sono io l’ospite ahimè.
< Che fai? > domanda facendo riferimento al mio armadio aperto.
< Lo sto sistemando così non lascio cose in giro >.
< Sei sempre stata così precisa figlia mia > scherza lei mentre io alzo le braccia come a dire che non è colpa mia.
Ha ragione.
Sono sempre stata precisa, forse fin troppo e questo lato del mio carattere ha sempre fatto sorridere tutti.
In famiglia soprattutto.
Però che ci posso fare?
D'altronde è parte del mio essere.
Sono precisa, punto e basta.
È una cosa che non controllo.
Non è sotto la mia razionalità.
Vedo delle cose fuori posto e cerco di rimetterle in ordine.
Pignola.
< Gli altri sono ancora a pesca? > chiedo a mia madre.
< Sì, conoscendo tuo padre... li sfinirà >.
< Non hai tutti i torti > ridacchio.
Mi guarda e con un sorrisetto afferma < sopratutto sfinirà Harry >.
< Dici? >.
< Sì, conosco tuo padre come le mie tasche >.
Poi grattandosi la testa si volta e afferma < a proposito di Harry... >.

Eh, che c’è?

Al solo sentire pronunciare queste parole mi alzo iniziando a camminare per tutta la camera, mostrando chiaramente un nervosismo che poco mi appartiene, visto che un altro aspetto del mio carattere è proprio l'essere calma e razionale.
A parte in poche occasioni e situazioni.
Certo, c'è sempre l'eccezione alla regola.
Come in ogni aspetto della vita...
< Care >.
< Sì? >.
< Vieni a sederti, vorrei fare quattro chiacchiere con te >.

Apposto, ci hanno sgamati.. l’avevo detto.
O mio fratello ha spifferato tutto come al suo solito.
Tipico…


< Ok > mi avvicino e mi risiedo mentre mia madre dice < sai è da tanto che non parliamo... >.
< Hai ragione >.
< Bhe dicevo... a proposito di Harry >.

Ci risiamo…

< Eh? >.
< È proprio un bravo ragazzo >.
< Sì >.
< Oltre che bello >.
Lo so.
Sto zitta ma dentro di me le do ragione.
Ovviamente.
Mia madre allora continua sparando la bomba < sono contenta che sia il tuo ragazzo >.

L’avevo detto che ci avrebbero sgamati.
L’avevo detto.

Ah, ma quando torna mi sente.
Sì che mi sente… lui e le sui scappatelle notturne in camera mia.

La guardo facendo la finta tonta e chiedo scettica < ma come ti viene in mente pensare che sia il mio ragazzo? >.
Magari se fingo… ce la posso fare.
< Perché non lo è? > chiede sorridendomi mentre io scuoto la testa ripetutamente.
Non sta funzionando mi sembra.
La vedo mordersi le labbra e prendere un lungo respiro < Caroline ti conosco da quando eri ancora nel mio grembo... non mentirmi >.
< Non sto mentendo >.
< Caroline >.
Sbuffo.
Perché ha ragione, mi conosce troppo bene perché io possa riuscire a mentirle.
La guardo e vedendo i suoi occhi così belli e sinceri ammetto < ok, hai ragione... io e Harry stiamo insieme >.
< Lo avevo capito sai? >.
< Da cosa? >.
Mio fratello?
< Beh già da quando siete arrivati ho avuto il sospetto ma poi dopo ieri sera ne ho avuto la conferma >.
Il bacio prima di andare a letto?
< Quando? > chiedo portando un piede sotto il sedere come spesso faccio.
< Quando avete cantato >.
< Mamma, abbiamo solo cantato... >.
Sì, certo… le mani di Harry ad abbracciarmi.
Il suo prendermi in braccio.
< È stato il modo >.
E infatti…
< Spiegati > le faccio un cenno interessata.
< Quel modo in cui ti ha stretta a lui, abbracciata... è stata una cosa talmente intima da farmi fare due più due >.
Poi aggiunge < avresti dovuto vederlo mentre cantava... era come se cantasse per te >.
< Ed è per questo che ti sei emozionata? >.
< Anche... ma soprattutto perché ho visto te così felice come non ti avevo mai visto >.
< Mami... > le dico a asciugandole con una mano la lacrima che le si è posata su una guancia.
< Mi ricordi tanto me con tuo padre > continua sorridendo.
< Sì? >.
< Facevo tanto la sostenuta con gli altri ma sapevo solo io quello che provavo a stargli vicino ogni volta >.
< Io non faccio la sostenuta > dico acida.
Come no, come no.
Lei ride < ma se nemmeno lo sfiori per sbaglio quando sei in pubblico... >.
< Non riesco... non sono una persona da lasciarsi andare a smancerie così in bella vista >.
< Lo so >.
< Mami? >.
< Come hai fatto a capire di esserti innamorata del papi? >.
La domanda del secolo.
Sorride e spiega < mh bella domanda; posso solo dirti che arriva quando meno te lo aspetti >.
< Cosa? >.
< Il giorno in cui capisci di amare quella persona >.
< Bha, sarà... > affermo mentre mia madre mi abbraccia < sono così contenta per te Care... e poi diamine! Ti sei beccata proprio un bel belloccio >.
Rido divertita e annuisco dandole ragione.
Avoglia, un bel bocconcino (se solo me lo lasciassero gustare un po’ più a fondo, non sarebbe mica male).
< Tuo padre ne sarà contento >.
< Dici? >.
< Oh, dico dico... ho visto come lo guarda >.
Come lo guarda perché?
< E come lo guarda? >.
< Lo guarda con uno sguardo di ammirazione, misto a stupore >.
< Perché? > le chiedo senza pensarci.
< Non potrai crederci ma fidati quando ti dico che a tuo padre Harry gli ricorda lui quando aveva la sua età >.
Aggrotto le sopracciglia mentre lei mi racconta < devi capire che anche tuo padre era così... semplicemente arrogante, beffardo e malizioso >.
< Pensa te >.
< Ed io lo odiavo > ammette divertita.
Le faccio un cenno per continuare e lei non se lo fa ripetere due volte < è stato bravo a sapermi prendere perché io sul serio lo odiavo >.
Tale madre, tale figlia.
Ecco da chi ho preso allora.
< Come ha fatto? >.
< Baciandomi >, poi imbarazzata continua < dopo quel bacio ho capito che forse non lo stavo odiando poi così tanto >.
< Che storia... >.
< Sì, una bella storia > dice giocando con la fede nell'anulare sinistro.
Poi voltandosi confessa < sono veramente contenta per voi Caroline, sul serio >.
< Grazie mà > le dico accarezzandole una mano.
< Sarà meglio che vado a preparare il pranzo, ho da sfamare ben undici persone >.
Eccola, ritornata subito in sé.
Lei e quella mania di cucinare il mondo come se avessimo come ospiti i reali d’Inghilterra.
Rido < sopratutto i loro stomaci >.
< Ah Care >.
Mi volto verso la porta prima che lei faccia una faccia dispiaciuta < stasera vengono a cena gli zii e i cugini >.
No, merda.
< Non dirmi che c'è Alexis > dico cercando di rimanere il più calma possibile.
‘Non dirmelo, ti prego’ prego in cuor mio,
Ma nel momento in cui la vedo rimanere in silenzio sbotto < dannazione... la odio! >.

N o, n o, n o.

< È pur sempre tua cugina Caroline >.
Sì… cugina.
< Sì, ma la odio >.
< Care l'odio non esiste... hai visto con Harry >.
Con Alexis esiste eccome!
< Con lei esiste eccome! > urlo per poi buttarmi con la testa sul cuscino.
< Ti prego... stasera non fare la stronza come sempre >.
No, no…
< Io faccio la stronza perché lei è stronza > ribatto annuendo come a volermi dare ragione.
< Stasera ti comporterai bene > mi rimprovera indicando con l'indice.

Oddio ma perché proprio a me?

Sì, è vero quando dico che odio mia cugina, non scherzo mica.
La odio perché è una stronza semplicemente.
L'ho sempre odiata, fin da piccola e tutto per colpa sua.
Mi ha sempre fatta sentire inferiore, più bruttina rispetto a lei, meno 'donna' rispetto a lei, meno capace con i ragazzi.
Ha fatto sì che alzassi dei muri insormontabili, che non fossi così sicura di come apparivo.
E per questo la odio.
Ricordo ancora quando alla mia festa di compleanno per i miei sei anni mi ha spinto addosso alla torta finendo con lo sporcarmi tutta sotto le risate dei presenti che ridevano per la mia faccia zozza.
È stato uno dei momenti più orribili della mia vita.
Perché mi sono sentita così piccola, indifesa... così... così stupida.
E siccome sapevo di non esserlo, mi dava veramente fastidio passare per quella che non ero.
Fortuna mio cugino Mitchell che ha saputo tirarmi su, iniziando a lanciare pezzi di torta alla sorella che così ha iniziato inevitabilmente a correre dappertutto, attenta a non sporcarsi il suo vestito nuovo di zecca firmato 'Gucci'.
Una bambina di sette anni e Gucci.
Ci rendiamo conto: G u c c i.
Che accoppiata... vincente.
Voglio bene ai miei zii e a mio cugino Mitchell ma ad Alexis proprio no...
La odio, con tutta me stessa.
Non ci riesco, nemmeno ora che sono cresciuta ed ho una mia vita.
La evito sempre, anche ai pranzi o alle cene di famiglia.
Ed è brutto perché due cugine dovrebbero volersi bene.
Dovrebbero sostenersi, rispettarsi, consigliarsi; non farsi la guerra.
Ma d'altronde è di Alexis che stiamo parlando.
Ed è inevitabile non pensare a quanto sia odiosa.
Sempre e comunque.
Pff.
Stasera però prometto che non farò la stronza come al solito, ma che cercherò di mantenere la calma.
Il più possibile, o almeno fino a che riesco.
Sbuffando mi alzo e continuo a risistemare l'armadio e poi mi ributto sul letto dove mando un messaggio a Travis chiedendo come sta e che si dice di nuovo.
Poi scrivo a Lerya ma la ragazza non è online, quindi non resta altro che guardare il soffitto e aspettare che qualcuno si faccia vivo.
So che Gemma e Lerya sono andate a chiedere informazioni al maneggio per oggi pomeriggio ma evidentemente non sono ancora tornate a casa.
I ragazzi invece sono partiti stamattina presto con papà e Atticus per andare a pesca.
Non mi sono nemmeno accorta a che ora si sono messi in viaggio perché dormivo profondamente.
Ieri sera ero veramente stanca, infatti sono crollata non appena ho toccato il letto.
Ammetto che prima di chiudere gli occhi ho pensato che se ci fosse stato Harry sarebbe stato meglio.
Eh, già.
Non so è come se mi fossi abituata a dormire con qualcuno ed essere abbracciata.
A sentire il suo corpo sul mio.
Le sue mani sulla mia schiena o sul mio fianco e il suo respiro sui miei capelli.
Però una promessa è una promessa.
E ieri sera era d'obbligo dormire ognuno in camera sua.
Sorrido mentre ripenso al karaoke, a come abbiamo cantato e a come mi ha abbracciata incurante di quello che potessero pensare le altre persone nella sala.
È stato magico.
La sua voce ad incastrarsi con la mia.
I suoi occhi cercare i miei e la sua mano senza esitazione posarsi sulla mia stringendola.
Mi stringo le mani al petto e sospiro.
Harry.
Harry.
Harry.

Cosa mi farai?
Mi sento talmente diversa, quasi da non riconoscermi.
Da non sapere più chi sono.
È come se mi sentissi più completa.
Con lui e grazie a lui.
Mi volto per prendere il telefono che squilla e rispondo a Gemma < ehi Styles >.
< Smith >.
< Allora? Mi dite dove vi siete cacciate? >.
< Stiamo tornando ora dal maneggio >.
< Allora? > chiedo giocando coi miei capelli.
< Allora preparati perché oggi pomeriggio si va a cavallo >.
< Non vedo l'ora > rispondo veramente entusiasta.
< Ci sarà da ridere... Niall non sa andare a cavallo e Zayn pure peggio >.
< Oh no... mi dispiace ragazze >.
Le sento ridere più volte.
< Alla grande > dico per poi voltarmi non appena sento la porta aprirsi, sorrido ad Harry e saluto Gemma < a tra poco allora >.
< Ehi > saluta lui sedendosi sul letto e chinandosi per darmi un veloce bacio.
< Com'è andata questa pesca? > chiedo tirandomi su e appoggiando la testa sul cuscino.
< Tuo padre è un grande, penso di amarlo >.
< Ti ho chiesto della pesca, non di mio padre > lo guardo alzando le sopracciglia.
Ma possibile che si amino così tanto in soli due giorni?
Ho creato due mostri.
Il riccio ride < la pesca bene... abbiamo pescato diversi tipi di pesce che stasera tua madre cucinerà >.
< A proposito di mia madre... sa di noi > gli dico osservandolo.
< Penso anche tuo padre > afferma lui.
Ecco, appunto.
< Come fai a dirlo? >.
< Mi ha fatto una specie di discorso sull'amore > spiega per poi aggiungere < e su come conquistarti >.
Ah papà e i discorsi romantici!
< È pazzesco quello che è in grado di combinare quell'uomo > scherzo io scuotendo la testa.
Il riccio si toglie le scarpe e si stende accanto a me abbracciandomi col braccio sinistro mentre io appoggio la mia testa sulla sua spalla.
< Te l'avevo detto che mi avrebbero amato >.
< Ti odio... perché hai ragione > sbotto io tirandogli un cazzotto leggero.
< Stamattina volevo venirti a salutare ma avevo paura di svegliarti >.
< Potevi venire... >.
< Non è che appena ti svegliavi mi prendevi a cazzotti? >.
< Macché > afferma io roteando gli occhi.
< Ti hanno avvisato Lerya e Gemma che andiamo al maneggio? > domanda baciandomi la fronte.
Annuisco e lui sghignazza < voglio vederti andare a cavallo, secondo me sei una brava cavallerizza >.
< Mh, me la cavo >.
< E tu? > gli chiedo portando un dito a contornare la sua mascella.
Si volta e spiega < da piccolo amavo andare a cavallo, infatti ci portavano spesso... poi ho smesso quindi non so se sono ancora così bravo >.
< Oh... una cosa in cui Styles non è bravo? >.
< Non ho detto che non sono bravo... ma che non so se lo sono ancora >.
< Sì, sì... >.
< Cosa ci giochiamo? > mi chiede mentre io lo ammonisco < l'ultima volta che abbiamo scommesso... sappiamo com'è andata a finire >.
< Bhe è andata a finire bene direi, no? > domanda lui leccandosi le labbra.
Non rispondo, così il riccio incalza < vorresti dire che è andata a finire male? >.
Stuzzichiamolo un pochetto dai.
Giusto per divertimento.
Lo guardo curioso e alla fine scoppio a ridere < assolutamente >.
< Infatti... ricordo di averti fatto star bene >.
< Harry... che romantico > dico io colpendolo con la gamba.
Poi asserisco < non sbagli, sono stata bene >.
< Anch'io >.
Poi aggiunge < anche ora sto bene, semplicemente a parlare... >.
< Mi fai stare bene > diciamo entrambi scoppiando a ridere.
Un rumore nel corridoio ci fa voltare.
Si sente perfettamente la voce di Niall prendere in giro Gemma che ride a gran voce aprendo la porta della loro stanza.
< Avevi ragione >.
< Su cosa? > chiedo prendendo la sua mano intrecciandola alla mia.
< Su Niall e Gemma > afferma per poi riprendere < non ho mai visto mia sorella così felice >.
< Visto? >.
< Sono belli insieme > asserisce prima di confessare < magari non mi abituerò mai al fatto che uno dei miei amici stia con mia sorella... ma non posso che essere contento per loro >.
< Anch'io >.
< Horan mio cognato, chi l'avrebbe mai detto? > chiede lui ironico prima di ridere facendo comparire le sue fossette.
Poi riportando l'attenzione su di me mi rimprovera < comunque oggi non mi hai ancora dato qualcosa che mi spetta di diritto >.
< Cosa? >.
< Un bacio >.
Sorrido mentre mi sporgo per lasciargli un bacio.
Poi lui ne lascia un altro a me.
Ed io un altro ancora.
< Vieni qui > mi prende il viso prima di leccarmi le labbra e infilarvi la lingua.
Quello che ne segue è un bacio passionale ma lento, perché nessuno dei due vuole far finire il momento.
Entrambi sdraiati ci avviciniamo coi nostri corpi mentre le sue mani toccano la mia gamba, per poi arrivare sotto la maglietta.
< Mi piace > sussurra.
< Cosa? >.
< Il tuo corpo >.
Rido imbarazzata mentre il riccio mi riprende < è vero >.
Annuisco e riprendo a baciarlo mentre lascio scivolare la mia mano sotto la sua maglietta contornando i suoi pettorali.
In uno scatto si posiziona su di me, per poi afferrare il lembo della mia maglietta e portarlo più su.
< Aspetta > gli dico per poi togliermela.
< Care... non devi toglierla per forza >.
< Continua > gli dico risistemandomi sotto di lui e giocando con la sua collanina con la croce d'argento.

Lo voglio.
Sul serio… e non riesco più ad aspettare.

Mi lascia una scia di baci sul collo, sulla clavicola, sul seno, sullo stomaco, sull'ombelico mentre io gli tocco la schiena andando poi ad affondare la mano nei suoi ricci stringendoli leggermente.
< Ti ho già detto che mi fai impazzire? >.
< Una decina di volte ormai >.
< Ecco, voglio che tu lo sappia >.
Con la mano stringe il mio fianco ed io sussulto andando così a sbattere sul suo inguine.
Senza il minimo di esitazione prendo la sua mano e la porto sul mio seno mentre mi lascio sfuggire un gemito che viene accolto nella bocca di Harry.
Non so se quello che stiamo facendo è giusto in questo momento... ma fatto sta che non riesco a farne a meno.
Gli palpo il sedere mentre lo vedo mordersi il labbro inferiore, segno che non gli sta dispiacendo per niente.
Si lascia sfuggire un'imprecazione mentre io gli lecco l'orecchio iniziando a morderlo più volte stando attenta a non fargli male.
Ci guardiamo entrambi negli occhi e poi gli afferro il viso infilandovi la lingua mentre lo sento sospirare; poi alzandomi lo spingo facendo invertire le posizioni.
< Caroline >.
< Shh, zitto > gli intimo mentre mi morde il labbro; mi stacco per andargli a baciare il collo, la clavicola, i pettorali, leccando i capezzoli e succhiando leggermente, poi scendo sugli addominali andando a finire inevitabilmente sul bordo dei pantaloni.
Mi tira su e riprende a baciarmi mentre io infilo una mano nei suoi pantaloni sorridendo imbarazzata e eccitata nel sentirlo così... vivo.
Le nostre lingue si scontrano, si cercano, così come le nostre mani sui nostri corpi, quando all'improvviso...
Bussano alla porta.

Tipico.
Che odio.

Lo sento imprecare mentre io lo zittisco con un bacio.
Cerco di non farmi distrarre ma la voce di mia madre che urla < Caroline, è pronto! Si mangia > non mi lascia scampo.
Ci stacchiamo ed io mi lascio sfuggire un < maledizione > più incavolata del normale.
Harry ride mentre mi passa la maglietta ed io gli chiedo cosa c'è tanto da ridere.
< Niente... il destino ci rema contro Caroline Smith >.
Il destino è ora che si fa da parte.
Un sorriso sghembo compare sulle sue labbra mentre io asserisco < mi ha rotto il cazzo questo destino Harry Styles >.
Infilo la maglia e mi do una sistemata ai capelli sotto lo sguardo divertito del riccio.
< Che c'è? > sbotto dopo un po'.
< Niente, niente >.
< E allora che cos'è quel sorrisetto divertito sulla faccia? > gli domando voltandomi.
< È che mi fa ridere che ti arrabbi così tanto >.
< Ti dà fastidio? >.
< Non ho detto che mi dà fastidio > afferma afferrandomi per i fianchi.
Poi aggiunge < vederti così arrabbiata mi fa sorridere >.
< A me no invece, non fa sorridere per niente >.
< Perché? >.
< Perché ci interrompono sempre sul più bello >.
< Care > dice lui accarezzandomi una guancia.
< No, ascoltami Harry... io ti voglio > dico tutto d'un fiato.
Ed è vero.
Lo voglio, voglio sentirlo mio.
Lo bramo, lo desidero.
Mette su uno dei suoi tipici sorrisi da capogiro prima che dica la sua < anche io ti voglio Caroline Smith... >.
< E allora dovresti essere arrabbiato come me! > lo accuso.
Parla con un tono dolce da farmi sciogliere il cuore < non sono arrabbiato perché so che prima o poi accadrà... ora mi basta sapere che stiamo insieme senza se e senza ma >.
< Stiamo assieme > gli sussurro baciandogli il naso prima che lui asserisca < questo è quello che conta... poi per 'l'altra questione' arriverà il suo tempo >.
< Mh > mugugno.
< Ora andiamo sennò tua madre invece di amarmi finirà con l'odiarmi > scherza lui avviandosi verso la porta e chiudendola alle nostre spalle una volta usciti.
< Eccovi finalmente! > sbotta infastidita mia madre.
< Scusa ma... dormivo e Harry non riusciva a svegliarmi > mento io sedendomi vicino a mio padre.
Devo averla detta grossa perché dopo la mia affermazione scoppiano a ridere tutti.
< Seh come no > afferma mio fratello scompigliando i miei capelli.
< Mangiamo va > esordisce mia madre passando a tutti i piatti, non prima di aver mimato con il labiale un 'spero di diventare presto nonna'.
Strabuzzo gli occhi e poi mi volto per non pensarci più.
Nonna?
Sta scherzando spero!
                                                                                    ———


< Ci siamo tutti? > domanda mio padre scrutandoci ad uno ad uno.
< Mancano solo Lerya e Zayn >.
< Scommetto cento pounds che Zayn sta facendo i capricci perché ha paura > esordisce Louis sarcastico.
< Chiudi la bocca Tomlinson > fa il suo ingresso Zayn accigliato come non mai.
< Oh andiamo Zayn, cosa pensi che ti succederà? > domanda la ragazza alzando le braccia al cielo.
< Zayn fidati... andrà tutto bene > gli dico per confortarlo e lui annuisce sospirando.
< Ricordatemi perché lo faccio > asserisce Niall facendoci ridere.
< Andiamo > fa segno mio padre iniziando a camminare.
E così facciamo.
Subito vengo raggiunta da Gemma che mi chiede se è tutto apposto.
< Sì, appostissimo direi >.
< Ti conosco abbastanza per dire che non è tutto apposto >.
Sbam.
Come mi conoscono gli Styles, nessuno mai eh?
< Sono solo arrabbiata >.
< Ti va di parlarne? > chiede lasciando che gli altri ci superino.
Con una mano indico Harry < è per Harry >.
< Che ha fatto mio fratello? > domanda lei portando i suoi occhi a contatto coi miei.
< Lui niente > mi affretto a rispondere.
< E allora? >.
< È che... >.
< È che? > incalza lei sorridendomi.
Scuoto la testa dandomi della stupida < è che veniamo interrotti sempre sul più bello >.
< Oh > si lascia sfuggire.
Poi aggiunge imbarazzata < ed è così grave? >.
La guardo e ridendo le spiego < certo che è grave >.
< Non mi sembra così grave > tenta di dire prima di beccarsi un'occhiataccia che la costringe a rimanere in silenzio.
< Io lo voglio... fisicamente parlando >.
< Lo so >.
< Voglio sentirlo mio, completamente > ammetto senza imbarazzo.
Mi sorride < sono sicura che succederà... devi solo dare tempo al tempo >.
< Se non cedo prima > la faccio ridere.
< Comunque se ti rincuora anche io e Horan... ancora niente >.
Che culo.
< Alla grande proprio >.
< Ci sono stati i momenti > afferma prima di continuare imbarazzata < ma proprio sul più bello si ferma e mi dice che dobbiamo rallentare >.
< Oddio che palle > sbotto io per poi aggiungere < è che Niall è così >.
< Come? >.
< Vuole che tutto sia perfetto nei minimi dettagli >.
Ed è vero.
Spero per Gemma che sia paziente altrimenti lo molla prima.
Poi ridacchio < starà pensando a come rendere il tutto più romantico con petali di rose, bottiglia di vino, musica di sottofondo >.
< Insomma cose che a te fanno vomitare > mi prende in giro lei mentre io inorridita le do ragione < esattamente >.
Poi asserisce calma < per me non dovremmo preoccuparci, arriverà il fatidico momento >.
Sicura?
< Se lo dici tu Gemm, ci credo > dico io con un sorriso tirato sulle labbra.
Per smorzare la tensione esordisce maliziosa < sono certa che quando ne riparleremo sarai talmente stravolta che dirai che si stava meglio prima... prima che accadesse >.
Le do una leggera spinta e poi acceleriamo il passo per raggiungere gli altri.
< Sempre a confidarvi i segreti voi due eh > dice Niall mentre noi due ragazze ci scambiamo un occhiolino veloce.
< Cose da donne > dico io alzando le braccia al cielo.
Guardo in avanti e ridacchio vedendo Harry con mio padre e mio fratello.
Che trietto eh?
< Comunque fossi in te sarei gelosa Smith >  afferma Louis sghignazzando.
< Me lo hanno rapito... come sempre > sbotto io camminando.
< Pà > urlo raggiungendolo.
< Caroline stavo dicendo ad Harry che cavalchi da quando eri piccola >.
< Detta così... non è proprio bella > lo ammonisce mio fratello ridendo.
< Sempre a pensare male Tyler Smith >.
< Anche lui cavalca da quando era piccolo > aggiunge spiegando delle cose che io già so.
Ed è lì che noto un particolare.
Gli chiedo scettica < che ti sei messo in testa? >.
< Ti piace? Me l'ha prestato Harry > spiega togliendosi il cappello per fargli fare un giro su sé stesso.
Santa miseria.
Ho creato realmente due mostri.
Scuoto la testa divertita e li guardo meglio.
Harry con dei pantaloni beige, degli stivaletti da cavallerizzo ai piedi, e una polo con sopra una giacca a vento.
Pezzo forte: il cappello in stile 'sceriffo' in pelle nera.
E mio padre... identico.
Se non fosse per i pantaloni e la maglia.
Così domando < adesso vi vestite anche uguali? >.
< E a te che importa? > domanda Harry pizzicandomi la guancia.
< Sei sempre la solita ragazzina impertinente > asserisce mio padre avvicinandosi per abbracciarmi.
< Sì... basta così > mi stacco ridendo mentre mio padre si ferma < siamo arrivati >.
Lo seguiamo mentre raggiunge il proprietario del maneggio che ci tende la mano per poi iniziare a spiegarci che ci sono diversi tipi di cavalli.
Più o meno facili da gestire.
Vedo Zayn e Niall rabbrividire non appena raggiungiamo il recinto con tutti i cavalli e sghignazzo tra me e me.
< Scegliete voi >.
Poi aggiunge < per i due paurosi invece i vostri cavalli sono laggiù in fondo >.
Mi sporgo e li vedo sorridendo divertita.
< Due pony! > urla Louis non riuscendo a trattenersi dallo scoppiare a ridere rumorosamente.
< Taci Tommo > gli intimano i due amici scuotendo la testa.
< Andiamo a scegliere il cavallo > propone mio padre scortandoci col proprietario all'interno del recinto.
Lerya e Gemma scelgono due femmine dal manto marrone chiaro, affabili e con degli occhi dolci.
Mio padre sceglie un cavallo marrone scuro e mia madre uno grigio con e delle macchie nere.
Mio fratello, Liam e Louis scelgono tre fratelli, praticamente identici e con lo stesso temperamento burbero.
< Io prendo quello nero > afferma Harry accarezzando il cavallo lentamente.
< E a te spetta il bianco >.
Annuisco e guardo il cavallo bianco rimanendo estasiata per la sua bellezza.
È veramente bellissima con un manto lucido e la pelle perfetta.
Sembra diafana.
< Voi due avete scelto due fidanzati > ci dice il proprietario a me e Harry.
Eccoci.
< Che cosa romantica > esclama mia madre guardandoci.
< Cosa cambia? > chiede Harry rivolgendosi al proprietario in modo gentile.
< Oh niente ragazzo mio... a parte che la maggior parte delle volte si fermano e 'amoreggiano' come degli esseri umani >.
< Fantastico > sbotto io roteando gli occhi.
Fantastico sul serio.
Tanto ormai… mi pare che non è più un segreto il fatto che sto con Harry.
< Vorrà dire che vi fermerete e amoreggerete anche voi come i cavalli > asserisce mio padre regalandoci un sorriso mentre io gli rifilo una linguaccia.
< Dobbiamo sapere nient'altro? > domanda mio padre.
< A parte che quei tre sono dei bischeri no... > indica i cavalli di Tyler, Liam e Louis.
Non mi trattengo nell'esordire < sono praticamente come loro >.
< Pensa a fare la fidanzatina con Styles > ridacchia Louis mentre io lo mando delicatamente a quel paese.
Stronzo.
Gli faccio un adito medio.
Il proprietario allora fa una breve lezione su come salire sui cavalli, su come farli muovere, galoppare e su come fermarli.
Poi aggiunge < attenzione a quei due > rivolgendosi a mio padre mentre indica Zayn e Niall.
Il vecchio annuisce e ci istruisce < andiamo avanti io e Jacqueline, poi i due pony e i restanti >.
Poi ridacchiando indica me e Harry < visto che voi due vi fermerete spesso per amoreggiare... starete dietro >.
< Ti odio > gli dico mentre lui sorride mandandomi un bacio.
Mi avvicino al mio cavallo aspettando un suo segno che mi consenta di poterla accarezzare e dopo averci preso confidenza salgo senza troppi problemi sorridendo nel vedere Zayn e Niall salire con uno sgabelletto.
< Andiamo > dice mio padre dando così l'ordine di partenza.
I cavalli degli altri iniziano a sfilare così anche io e Harry partiamo.
< Pure i cavalli fidanzati ci ritroviamo Smith >.
< Tu pensa che storia > gli dico beffarda.
< Ma sbaglio o tra Lerya e Tyler c'è parecchia intesa? >.
Guardo avanti per focalizzarmi sui due e poi ammetto che ha ragione.
< Non lo so... anche ieri che hanno cantato insieme, non è strano? >.
< Sì ma li conosco... e so che c'è sempre stata intesa fin da quando eravamo piccoli >.
< Mh, sarà >.
< È che la sento litigare spesso con Zayn in questi giorni > aggiunge indicando il moro.
< Fidati Styles >.
< Ok, ok, ok > alza una mano.
Accantono l'argomento Lerya e Tyler e lo stuzzico un po' < allora con mio padre? >.
< Alla grande >.
< Devo essere gelosa? >.
< Gelosissima > scherza lui sistemandosi meglio il cappello.
Mi sembra proprio di sì.
< A parte gli scherzi: sono contenta andiate così d'accordo >.
< Anch'io, non sai quanto > ammette lui sorridendo.
< Penso che glielo dirò >.
< Cosa? >.
< Di noi due > ci indico con il dito.
< Secondo me ne sarà contento > afferma per poi aggiungere beffardo < d'altronde mi ama >.
Camminiamo seguendo gli altri quando ad un certo punto i nostri cavalli iniziano a rallentare il passo.
Ecco, l'aveva detto il proprietario del maneggio.
< Avvisiamo gli altri > afferma Harry.
< Papi, voi proseguite... noi vi raggiungiamo! > urlo a mio padre che intanto si è girato per farmi un ok.
< Certo che... proprio noi i due cavalli innamorati > sbuffo io scuotendo la testa.
< Sta calma... arriveremo comunque > mi calma Harry mentre i due cavalli si avvicinano facendo così avvicinare anche me ed Harry.
< Che strana coincidenza > asserisce il riccio mentre io sghignazzo.
Facciamo due metri e i due cavalli si fermano, così mi volto verso Harry e gli propongo di scendere ed aspettare che i due finiscano di fare gli innamorati per poi riprendere il cammino.
Scendiamo e leghiamo i cavalli ad un albero guardando il panorama intorno.
Dire che è bello è dir poco.
In lontananza si scorge il fiume correre e formare delle cascatelle naturali; altri cavalli correre liberi e dei caseggiati pieni di persone intenti a vociare tra di loro.
L'aria è tiepida e un timido sole sbuca fuori nel cielo illuminandoci coi suoi raggi.
< Casa > mi lascio sfuggire sedendomi.
Harry mi raggiunge e si siede dietro di me allargando le gambe per poi stringermi con un braccio sotto al seno.
< Ti è mancata? >.
< Da morire >.
< Perché non vieni spesso? > chiede posando un bacio sui miei capelli.
< Per la distanza soprattutto >.
< Vorrà dire che ogni qual volta che vorrai tornarci me lo dici e ti ci porto >.
< Faresti tre ore e passa di macchina solo per me? >.
< Certo, perché non dovrei? > chiede sui miei capelli.
Poi aggiunge < non so se l'hai capito... ma ci tengo a te >.
< Sì, penso di averlo capito ormai > dico io posando la mia mano sul suo braccio muscoloso.
Senza rendermene conto affermo < sei pieno di tatuaggi >.
< Ti dà fastidio? >.
< No, no assolutamente... è pure curiosità la mia >.
< Mi piacciono, mi piace pensare che sul mio corpo siano segnati dei ricordi a me importanti per determinati motivi >.
Poi aggiunge sorridendo < piacciono perfino a tuo padre >.
< Giura >.
non ci credo.
Lui che ha sempre odiato i tatuaggi?
Ora magicamente li ama.
Certo.. sono di Harry.
< Giuro... ha voluto vederne qualcuno >.
Domando sarcastica < anche la farfalla sullo stomaco? >.
< No quella no... quella puoi vederla solo tu > confida sornione.
< Che privilegio > scherzo io per prenderlo un po' in giro.
Ride per poi rimanere in silenzio.
Lo stringo di più a me, poggiando la testa a contatto col suo petto e guardo davanti.
Che cosa potrei desiderare di meglio?
Sono a casa mia... col mio ragazzo.
Mi basta questo per essere felice.
Non ho bisogno di altro, né di soldi, né di una vita famosa.
Niente di niente.
Perché ho lui.
E mi basta.
Guardo con la coda dell'occhio i cavalli che sembrano riflettere il nostro stato d'animo.
Sono così affiatati.
Proprio come dovremmo essere noi visti dall'esterno.
Mi volto con la testa e gli mollo un bacio.
< E questo? >.
< Volevo dartelo >.
< Hai fatto bene > commenta lui sorridendo.
Poi domanda < mi dici qualcosa del ragazzo a cui hai dato il tuo primo bacio? >.
< Mi spieghi perché ti interessa sapere del mio primo bacio? >.
< Perché sì, sono curioso >.
< Mhh cosa vuoi sapere? >.
< Innanzitutto il nome del fortunato >.
< Mhh >.
< Dai, sono solo curioso > mi pizzica lui.
< Jack > dico infine.
Poi gli spiego semplicemente < è successo così, un pomeriggio avevamo combinato delle marachelle e ci stavamo nascondendo... e lì mi ha baciata >.
< Aspetta > mi ferma prima di chieder beffardo < tu che combini marachelle? >.
< Sì, ogni tanto è successo anche a me > confesso.
< E quando ti ha baciata? >.
< Cosa devo risponderti? > chiedo prima di continuare < l'ho baciato a mia volta... mi piaceva >.
< E ci sono stati altri baci? >.
Ridacchio mentre Harry mi sprona giocando con la mia mano.
< Ehm... sì ci sono stati altri baci >.
Poi mi volto e gli chiedo < e tu invece? Raccontami il tuo primo bacio >.
< C'è poco da raccontare... l'ho dato alla cheerleader della scuola per ripicca >.
Alzo le sopracciglia e lo invito a continuare; così spiega < il mio amico la sera prima si era baciato la ragazza che mi piaceva da tempo... così il giorno dopo ho fatto la stessa cosa con la cheerleader che a lui piaceva >.
< Che stronzo >.
Che stronzo.
Proprio come la sottoscritta.
< Ben gli sta >.
< Doveva piacerti molto quella ragazza per vendicarti in quel modo > sorrido infilando una mano nei suoi capelli.
< Molto > sospira prima di aggiungere < ma mai quanto te >.
< Cosa ti piace di me in particolare? >.
< Oltre al fatto che sei bella mi piace il fatto che sia sempre così buona e pronta ad aiutare tutti >.
< Non sono bella >.
< Lo sei > dice portando una mia mano alle labbra per poi baciarne il dorso.
Poi si avvicina e mi abbraccia dolcemente mentre io gli accarezzo la nuca.
< Caroline Smith... non so quello che mi fai >.
< Anche tu Harry Styles... anche tu >.
Rimaniamo così in silenzio, abbracciati a respirarci addosso tutti i nostri pensieri fino a che decidiamo di riprendere il cammino, dato che gli altri saranno ormai più che lontani.
< Forza > dice Harry al cavallo prima di partire; poi ridendo mi sfida < vediamo chi arriva prima dagli altri >.
< Non sfidarmi bello >.
< Hai paura di perdere, bella? >.
< Preparati a mangiare la polvere >.
Detto ciò inizio a far correre più forte il cavallo prima di essere superata da Harry che sfreccia davanti mentre i suoi ricci seguono la brezza del vento.
Lo guardo e non posso far altro che ammirarlo.
È così bello, da far paura...
Che a volte mi intimidisce.
< Dove vorresti andare? > gli domando ridendo mentre spingo il cavallo incitandolo per poi portarmi al pari del riccio che sghignazza divertito < aveva ragione tuo padre a dire che sai cavalcare bene >.
Roteo gli occhi per l'allusione puramente sessuale e gli mostro il medio.
Corriamo così, col vento nei capelli e gli occhi lucidi.
Col cuore in gola, un po' per la corsa... un po' per il momento che si è venuto a creare.
Puro.
Come le nostre anime.
< Chi arriva per ultimo paga pegno > gli intimo prima di prendere velocità.
Il riccio sta per superarmi ma proprio alla fine riesco a superarlo arrivando al recinto dove troviamo gli altri intenti ad aspettarci.
< Ce l'avete fatta eh > sbotta Tyler.
< Oh Ty... lasciali stare > afferma mia madre sorridendoci.
< Com'è andata? > chiede mio padre avvicinatosi per aiutarmi a farmi scendere dal cavallo.
< Si sono fermati i due piccioncini > indico i due cavalli.
< Comunque hai perso caro Styles > affermo < ora paghi pegno >.
< Vedremo Smith, vedremo >.
< Caroline, dobbiamo subito tornare a casa... devo mettermi a cucinare il pesce per stasera prima dell'arrivo degli zii e dei cugini > spiega mia madre andando in panico mentre mio padre come sempre la calma dicendo che andrà tutto a meraviglia.
< Avvelena per favore il piatto di quella stronza di mia cugina > le suggerisco.
< Caroline > ride mio padre < non iniziare >.
< Non è colpa mia se è stronza >.
È stronza.
Che devo farci?
< Odia la cugina > spiega mio padre ai presenti mentre camminiamo per tornare a casa.
< L'avevamo capito >.
< Louis fidati che la odierai anche tu >.
< Andiamo... solo perché ti ha combinato delle marachelle non puoi continuare ad avercela con lei per sempre >.
< Invece sì, Ty > affermo scontrosa.
< Ora non ci pensiamo > commenta mio padre calmandomi.
Annuisco e mi impongo di rimanere calma.
D'altronde è mia cugina e non posso di certo ammazzarla... almeno per ora.
Poi si vedrà.
                                                                               
                                                                                ———


Mi guardo allo specchio e approvo il mio outfit: pantaloni slouchy neri con una cinta in vita, un pullover traforato nero le sneakers con la para.
Afferro la trousse coi trucchi e cerco di rimettermi in sesto.
Applico una sottile linea di eyeliner, mascara, correttore, cipria e bronzer.
Poi applico il matitone nude e combacio le labbra per colorare il tutto meglio.
Ora sì che mi piaccio.
Ora sì che sono pronta ad affrontare quella stronza di mia cugina.
'Care fattela finita' mi rimprovero mentre pettino i capelli.
Il suono del mio cellulare mi desta dal pensare ancora ad insultare mia cugina, così lo prendo e apro il messaggio.
'Come ci si deve vestire?
H xx'.

Sorrido e scuoto la testa.
Possibile che mi abbia appena chiesto come deve vestirsi?
Apro la porta della mia camera e mi infilo nella sua dove lo trovo seduto per terra con le mani nei capelli.
< Sul serio tu, Harry Styles, mi hai chiesto come vestirti? >.
< Non conosco i tuoi zii e non so se per le cene in famiglia bisogna essere più eleganti >.
< Harry è una normale cena... tranquillo >.
< Sì ma voglio fare buona impressione >.
< E la farai > gli dico avvicinandomi di qualche passo.
< Sicura? >.
< Certo! >.
Poi inizio a cianfrusare dentro l'armadio e gli porgo un jeans nero, un maglioncino leggero grigio.
< E il gioco è fatto >.
< Grazie, sei la migliore >.
< Modestamente, lo so > asserisco buttandomi sul letto.
Senza andare in bagno si spoglia davanti a me rimanendo solo coi boxer mentre io sorrido maliziosa portando lo sguardo in alto.
Fissiamo il soffitto che è meglio.
< Che c'è? >.
< Niente >.
< Caroline >.
< Harry >.
< Cosa c'è che non va? >.
< Potresti gentilmente vestirti velocemente? > gli domando non degnandolo di uno sguardo.
< Sei incredibile >.
< Io? >.
< Sì, pensi solo a quello... > afferma divertito chiudendo la zip dei jeans.
< Non è colpa mia se ti spogli nudo davanti a me >.
< Non sono nudo > asserisce infilando il pullover e avvicinandosi al letto.
< Basta, non ne parliamo più > gli chiedo senza porgergli veramente una domanda.
< Va bene >.
Detto ciò si stende di sbieco e appoggia la testa sul mio ventre chiudendo gli occhi.
< Mi spieghi perché odi così tanto tua cugina? >.
< Perché? Perché è una stronza >.
< Spiegati >.
< Mi ha bullizzata, più di una volta >.
Si volta mentre racconto alcuni episodi < l'ultimo è stato quando ha rivelato che non ero andata a scuola per farmi scopare da quel miserabile con cui uscivo >.
< Ha veramente usato la parola 'scopare'? > chiede scettico mentre io annuisco facendo spallucce prima di dirgli < te l'ho detto... è una stronza >.
< Veramente non sei andata a scuola per farti... vabbhe hai capito > chiede.
< Ma certo che no! Ha dovuto solo creare un gran casino > spiego mordendomi la guancia.
< Sono proprio curioso di vedere che tipo è >.
< Vedrai... una stronza >.
Il riccio ride < non smetterai mai di odiarla, è vero? >.
< Certo che no >.
< Ed è la figlia di che zii? Paterni o materni? >.
< Materni... cioè mio zio è il fratello di mia madre >.
< Ed è figlia unica? >.
< No, ha un fratello che fortunatamente ha un cervello pensante e non è stronzo come la sorella >.
Harry rotea gli occhi e poi chiede se ho un buon rapporto con lui.
< Sì, è come se fosse mio fratello... siamo sempre andati d'accordo: io, lui e Ty eravamo una squadra >.
< Ti immagino a far la capetta in mezzo a due maschi >.
< Immagini bene > gli pizzico le guance.
Poi continuo < se noti bene, sia io che Tyler portiamo lo stesso anello >.
Il riccio prende la mano osservando l'anello col rosario mentre io sentenzio < ce l'ha anche Mitchell... è una cosa nostra; una specie di patto che abbiamo fatto tempo fa >.
< Bello > ammette Harry sorridendo.
Delle voci di sotto mi avvertono che gli zii sono arrivata e una voce in particolare mi fa saltare i nervi.
Eccola, l'odiosa è arrivata.
< Sarà meglio andare se non vuoi farti riprendere da tua madre un'altra volta > si alza il riccio sbadigliando per poi confidarmi < andrà tutto bene >.
Annuisco poco convinta.
< Me lo fai un sorriso? > chiede alzando il mio viso in modo che io posso guardarmelo.
< Andiamo... > ci riprova.

Tanto andrà una merda.
Come al solito.

< Va bene >.
Gli sorrido e chiamo a raccolta gli altri per poi scendere.
Arrivati in giardino saluto mio zio e poi corro da Mitchell urlando a squarciagola < da quanto tempo! >.
< Vieni qui nana > scherza lui tirandomi su e facendomi fare un giro.
< Allora come stai? > domando per poi sentire la sua risposta.
Parliamo per un po' prima che lo porti dagli altri che si presentano porgendo la mano.
< Che ci fa qui la nostra nana? > domanda lui mentre io mi affretto a rispondere < sentivo la mancanza di casa... così ho radunato i miei amici e siamo partiti per staccare un po' la spina >.
< Oh povera... dev'essere difficile la vita londinese > scherza lui prima di ricevere un buffetto dalla sottoscritta.
< Puoi anche venirmi a trovare eh > rimprovero io prima che lui mi prometta che passerà a trovarmi appena possibile.
< Eccoti, Caroline > pronuncia la voce di mia cugina mentre io le riservo un sorriso abbastanza schifato.
Sto per rispondere al suo saluto ma vengo preceduta dalla bionda che asserisce stupita < guarda, guarda chi c'è qui >.
< Chi? > chiede Tyler.
< Harry Styles in persona > asserisce lei mentre il riccio si sporge in avanti e domanda stupito < Alexis? >.
Si conoscono?
< Proprio così > dice lei per poi avanzare verso di lui, alzarsi in piedi e schioccargli due baci sulle guance.
Cocca, troppa confidenza.
Quello è il mio ragazzo.. proprietà privata per capirci.
< Vi conoscete? > chiedo io avvicinandomi a loro.
< Sì >.
Guardo Harry e guardo poi Alexis.

E una fitta allo stomaco arriva a colpirmi.
Chiaro.
Più chiaro di così si muore.

< Oh, sì... direi che siamo... > si blocca Alexis per poi sorridere maliziosa < siamo piuttosto intimi, non trovi Styles? >.
< Oh, oh > sbotta Louis mentre io mi impongo di rimanere calma il più possibile.
< Che bello che vi conoscete! > un tono più alto del normale.
< E come vi conoscete? > chiedo rivolgendomi ad Harry.
< Ci siamo conosciuti ad una festa a Redditch, quando ancora abitavo lì >.
La bionda annuisce e civettuola inizia a chiedere come sta, cosa fa nella vita.
< È da tanto che non ci si vede > aggiunge prendendo una ciocca di capelli del riccio per giocarci.
< Non torno così spesso a Redditch > spiega il riccio.
< Ormai solo Londra > lo stuzzica lei.
< Già >.
< Potrei venirti a trovare una volta, sai? > domanda lei civettuola.
Scordatelo!
Roteo gli occhi mentre mi sento avvampare, poi vedendo uscire mia zia la vado a salutare per poi andare in cucina dove prendo un bicchiere d'acqua.
Giuro che la ammazzo!
Cazzo.
Bevo tutto d'un fiato mentre Harry raggiuntomi chiede se va tutto bene.
< Tutto a meraviglia... d'altronde siete solo intimi > sputo io acida.
< Caroline è stato tanto tempo fa >.
< Non vuol dire un cazzo >.
< Vuol dire invece... io adesso sto con te > porta una mano sul mio petto.
< Mamma mia che nervoso! > urlo portandomi una mano sul viso.
Poi dico di sasso < già la odiavo... ora pure peggio >.
< Non mi frega di Alexis Caroline >.
< Guarda il caso mia cugina si è fatta il mio ragazzo >.
< Caroline >.
< Harry, sono incazzata... sul serio >.
< Vieni qui > mi prende il viso per poi abbracciarmi.
Mi lascio abbracciare per cercare di mandare giù il groppo in gola.
< Care vieni che è pronto? > domanda mia madre interrompendo l'abbraccio.
< Oh scusate non pensavo ci fossi anche tu Harry > si scusa lei mentre io annuisco.
Faccio un segno ad Harry di raggiungere gli altri e vado verso mia madre per aiutarla a portare i piatti.
< Tutto bene? > chiede mentre io le spiego < Alexis mi ha appena detto che lei e Harry sono piuttosto intimi >.
< E tu vuoi ucciderla immagino >.
Bhe, direi.
< Immagini bene >.
< Calma, andrà tutto bene >.

Certo, dicono sempre così.
D'altronde ho solo scoperto che mia cugina si è fatta il mio ragazzo.
Benissimo, no?
Cosa potrebbe succedere di male?
Che scopro che si amano?
Con oggi la odio ancora di più.

Prendo un bel respiro.
Esco e mi avvicino al tavolo per capire dove sedermi.
< Io mi siedo qui > afferma Alexis indicando il posto vicino ad Harry.
< Di solito ci si siede Caroline in quel posto... lo sai > tenta di difendermi mio padre mentre io lo ringrazio mentalmente.
Vedo un ghigno sulle labbra di mia cugina e capisco di dover essere superiore.
Vuole sedersi vicino ad Harry?
Bene, che ci si sedesse.
Harry resta mio.
Bisogna giocare d'astuzia.
< Tranquillo papi, può prendere pure il mio posto > spiego sedendomi di fronte ad Harry per poi aggiungere < tanto lo sappiamo perché lo fa >.
< Care > tenta di zittirmi Tyler.
Lo guardo e lo ammonisco con lo sguardo di farsi gli affari propri.
Così sorridendole affermo < d'altronde deve fare quello che le riesce meglio >.
< Ossia? > mi sfida lei.
< Ossia provarci con ogni ragazzo esistente sulla Terra > le schiocco un occhiolino mentre la vedo stizzirsi.
Brava Caroline.
Bella risposta.

< Boomtown! > esclama Liam facendomi ridere perché ho capito che i ragazzi sono dalla mia parte.
Fanno il tifo per me.
E questo è quanto mi basta per superare la cena.
E mia cugina.
< Sbaglio o sei un po' gelosa? >.
< Potrebbe > dico io sotto lo sguardo divertito di Harry.
< Ragazze, si mangia > dice mia madre placando le acque.
E così iniziamo a mangiare parlando del più e del meno; io sempre con lo sguardo sui due di fronte che parlano ridendo alcune volte.
Basta solo uno sguardo e un sorriso di Harry per tranquillizzarmi, così cerco di interagire e fare del mio meglio per superare questa 'batosta'.
Non può vincere.
E non lo farà.
Ad un certo punto dice a tutti che domani ci sarà una festa in una discoteca in centro, specificando 'in caso vi ci porta Tyler'.
< Perché? > chiedo < decidi tu se non posso venire? >.
< Perché sarà al Red... > dice con un lampo di luce negli occhi < ricordo che non ti piacesse >.
< Harry tu verrai? > chiede portando una mano sulla spalla del riccio.
< Verremo tutti, me compresa > sbotto io sorridendole.
< Oh benissimo >.
< Ci sarà da divertirsi > aggiunge mordendosi le labbra mentre guarda Harry.
< Oh... sicuramente > affermo io strizzando un occhiolino al riccio.
< Mitch che dici? Ti piace questo nuovo lavoro? > chiedo voltandomi verso mio cugino che annuisce < molto... alla fine mi pagano bene e sto in mezzo ai giovani >.
< E in ambito sentimentale? > gli chiedo facendolo ridere.
< Mhh >.
< Che vuol dire mhh? >.
< Vuol dire che non va benissimo >.
Poi chiede < e a te come va? >.
< Benissimo > mi punzecchia Tyler mentre io lo mando a quel paese.
< Invece Tyler? Sentiamo lui che è tanto, tanto, tanto riservato > affermo io vedendo mio fratello imbarazzarsi < c'è poco da dire >.
< Dici sempre questa! > urliamo io e Mitchell.
< È vero > prova a giustificarsi lui portando alle labbra il bicchiere di vino.
< Un giorno all'altro cederà > mi conforta Mitchell.
< Speriamo >.
< Mitch ci vieni domani al Red? > chiede Ty cambiando argomento.
< Ovviamente, domani si beve > ci indica uno ad uno prima di continuare < domani prendiamo i taxi >.
< Che intenzioni hai caro? > gli domanda la madre mentre il figlio sghignazzando le risponde < intenzioni non buone mamma >.
Scoppiamo a ridere mentre Louis e Liam dicono la loro < domani festa grande allora >.
< Vedrete, faremo casino > risponde Tyler dando un pugnetto ai suoi compagni di stanza.
< Possiamo venire anche noi? > domanda mio padre ridendo.
< Scordatelo papà... i vecchi non sono ammessi > ribatto io acida finendo col beccarmi un pezzo di pane in fronte da parte sua che subito viene riportato all'ordine da mia madre < Nickolas non incominciare a fare il bambino, per favore >.
< Jacq rilassati > le consiglia lui inviandole un bacio dall'altro capo del tavolo.
< Sì mi rilasso ma tu non iniziare > gli intima per poi tornare a parlare con mia zia.
< Hai ancora il mio numero? > chiede a bassa voce mia cugina.
Ovviamente rivolgendosi ad Harry.
A chi sennò?
< Ho cambiato telefono quindi probabilmente l'ho perso >.
< E devi chiamarmi a Londra come fai? > domanda lei ridendo e portando il tovagliolo davanti la bocca.
Conto fino a dieci.
E prendo un lungo respiro.
Le spacco la faccia se non se la fa finita.
< Care ti vedo agitata stasera... >.
< Non sono agitata > mi affretto a rispondere.
< Non si direbbe >.
< Fidati >.
< Sarà... sai chi ho incontrato l'altro giorno? >.
< Chi? >.
< Jack >.
La guardo aggrottando le sopracciglia < dove stai andando a parare? >.
< Da nessuna parte cara cugina... era solo per avvisarti che è in città; tutto qua >.
< Lo sapevo >.
< Ah sì? Vi sentite ancora? >.
< No... ma lo sapevo > sbotto io addentando un pezzo di pesce che i ragazzi hanno pescato al lago stamattina.
La ragazza ride e mi chiede < e se ti ribacia? >.
< Non mi ribacia semplice > asserisco facendo un gesto per conferire più carattere alla mia riposta.
< E voi ragazzi siete fidanzati? > si volta in direzione dei miei amici per scrutarli.
< Noi due no > asserisce Liam indicando lui e Louis.
< Noi due sì > afferma Gemma seguita poi da Lerya che dice la stessa cosa.
< Aspetta, ma Gemma come tua sorella? >.
< È mia sorella > spiega il riccio.
< Oddio, Harry mi ha tanto parlato di te > asserisce la bionda facendomi innervosire.
Harry mi ha tanto parlato di te.
Ma vaffanculo stronza.
Tornatene da dove sei venuta.
< Ah sì? > domanda la sorella prima di chiuderla < strano, perché di te non mi ha mai parlato >.
< Boomtown > dico io iniziando a ridere a crepapelle.
E così la bionda è costretta a starsene zitta.
Perché sa di aver perso.
Sa di essere stata messa da parte con una sola battuta.
< Bhe allora ci vediamo domani > saluto Mitchell che mi abbraccia annuendo.
Poi mi volto non appena sento la stronza parlare con Harry < ci vediamo domani mio bel Styles... >.
Mi avvicino e le faccio un cenno < a domani Lexis >.
< A domani Care >.
Poi si avvicina al riccio continuando a fare la civettuola < non vedo l'ora di rivederti e di rivedere... la tua farfalla >.
Boccheggio incapace di dire qualcosa, così saluto gli zii, i miei e mi incammino con gli altri.
< Care, sta' tranquilla > ripetono loro mentre io sbuffo.
< È ancora giù, poteva salire > ribatto chiaramente riferendomi al riccio che è rimasto ancora di sotto.
< Io le spacco la testa > dico facendo ridere tutti.
< Sei stata brava a mantenere la calma > mi incoraggia Gemma prima che Lerya ricalchi < ha ragione; poi quella rispostina sul fatto che ci prova su tutti... sei stata grande >.
< Lo spero > affermo prima di salutarli e dirigermi in camera mia.
Mi spoglio e senza infilare il pigiama mi dirigo in bagno per struccarmi e lavarmi i denti.
Impreco qualche volta e poi mi volto non tanto stupita nel trovare Harry seduto sul mio letto.
< Tieni > mi porge il pigiama.
< Grazie >.
< Caroline >.
< Sì? > gli dico infastidita.
< Vieni a sederti >.
Obbedisco e mi siedo sulle sue gambe, poi gli domando < perché hai portato il pigiama e lo spazzolino? >.
< Mi sembra ovvio: dormo qui >.
Se lo scorda.
< Non voglio che tu dorma qui >.
< Come no? > domanda sorridendomi.
Ed io come ogni dannata volta mi sciolgo.
< E va bene... voglio ma sappi che sono veramente su di giri >.
< Che succede? >.
Lo guardo di sbieco < succede che ho scoperto che il mio ragazzo una volta si sbatteva quella stronza >.
< Te l'ho detto... è stato tempo fa >.
< Sì ma mi fa incazzare >.
Poi continuo < mi fa incazzare che abbia così intimità con te Harry >.
< Non ce l'ha infatti >.
< Una volta sì > controbatto io acida.
< Appunto, una volta >.
< Mi dici che succede? >.
Scuoto la testa < no >.
< Ti prego piccola > mi dice facendomi appena sussultare quel suo appellativo così dolce.
Lo guardo e provo a spiegarmi bloccandomi subito dopo < io ho... >.
< Tu? > mi incita accarezzando i miei capelli.
< Io ho paura di perderti Harry >.
Si lecca le labbra < non succederà Caroline... te lo assicuro >.
< Sicuro? > domando mentre lo vedo annuire.
Lui e i suoi occhi così sinceri.
Quegli occhi che mi fanno impazzire.
Gli prendo il viso e lo avvicino al mio per baciarlo.
Il riccio posa dei casti baci sulle mie labbra mentre io lo allontano < no, non voglio baciarti >.
Aggiungo < penso sempre a mia cugina e te in un letto >.
< Però è te che sto baciando > sussurra mollandomi un bacio con più pressione.
In effetti…
Lo ribacio e poi lo abbraccio mentre sento i miei muscoli lasciare posto alla tensione e abbandonarsi al suo tocco.
< Ti aspetto qui > gli dico buttandomi sul letto mentre lui si spoglia infilando il pigiama e chiudendosi in bagno, tornando dopo cinque minuti.
Lo sento infilarsi sotto le coperte e con una mano mi trascina verso di sé, facendomi voltare.
Mi stringe cullandomi dolcemente mentre io gli ricordo la lezione sui tatuaggi.
< Quale vuoi sapere? > chiede lui sorridendo.
< Questi qui scritti in una lingua che non capisco sopra le braccia > glieli indico col dito.
< Questi? >.
Poi si sposta e me li mostra < questo a destra è il nome di mia madre >, < invece questo a sinistra è il nome di Gemma >.
< Perché li hai tatuati? >.
< Perché sono le donne più importanti della mia vita e perché mi ricordano che se sono diventato ciò che sono è grazie a loro >.
Annuisco e lo osservo mentre mi racconta il giorno in cui si è tatuato i nomi di Anne e Gemma.
Uno sbadiglio improvviso mi costringe a portare avanti una mano.
Il riccio sorride e lasciandomi un bacio sulla fronte mi augura una buonanotte.
Sorrido nel sentirlo così vicino e con gli occhi chiusi cerco di pensare a quanto sia felice da quando sto con Harry.
< Care > mi richiama mentre io apro gli occhi guardando in alto per osservarlo.
< Sei l'altra donna più importante della mia vita… ci tenevo che lo sapessi >.
Sorrido mentre gli accarezzo la nuca e gli bacio il collo mentre lascio che la sua voce mi culli e mi conduca nel favoloso mondo dei sogni.

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Capitolo 9
*** La serata al Red. ***


< Care, sei uno schianto > afferma mio fratello facendomi fare un giro.
Sul serio?
Faccio una smorfia < dici? >.
< Dico, dico >.
Non sono per niente convinta.
< Non sono convinta >.
< Vieni qua > dice trascinandomi davanti lo specchio e indicandomi mi dice che non ho niente che non va.

So che è così.
Non ho niente che non va.
Anzi…
Ma non lo so, ho sempre quel presentimento che questa serata non andrà bene.

Mi guardo e sorrido forzata osservandomi da capo a piedi.
Trucco leggero ma con una bocca laccata di un bordeaux che mette in risalto il mio viso.
Addosso un vestito nero lungo fino quasi le caviglie adornato da piccoli fiorellini di diverso colore.
La bralette in pizzo viola a sbucare leggermente.
< Stai benissimo, sul serio > asserisce mio fratello chiedendomi < le scarpe... hai già deciso? >.
Scuoto la testa e sbuffo < non so che mettere >.
< Bhe puoi mettere le décolleté nere col tacco largo, ci stanno bene no? > chiede facendomi ridere perché mi sta dando dei consigli pur di tirarmi su il morale.
Annuisco e gli prendo i tacchi infilandomi prima di specchiarmi nuovamente.
'Sei uno schianto' mi ripeto acquistando un po' di fiducia che mi manca in questo momento.
Respiro e ridacchio nervosa mentre mio fratello mi rassicura < ci penso io a quella stronza di Alexis >.
Stronza?
Non era lui a ricordarmi che è pur sempre mia cugina?
< Com'è? Cambiato idea? >.
< Oh sì, assolutamente... vedendo come si è comportata ieri sera > dice per poi aggiungere < ti avrei aiutata volentieri a spaccarle la faccia >.
< Non so chi mi ha mantenuto dal farlo >.
Poi prendo ad imitarla < ci vediamo domani mio bel Styles >.
Mio fratello ride divertito mentre io domando sarcastica < mio bel Styles? Oh stronza! >.
< Tu fa' una cosa stasera... evitala > mi consiglia mentre io lo avverto < sì hai ragione... ma se esagera le tiro un destro >.
E non scherzo mica.
< Non dirò nulla in tal caso > alza le mani come a darmi il via libera.
< Comunque stai bene vestito così > gli dico scrutandolo.
< Grazie Care >.
Così getto l'amo < devi far colpo su qualcuno per caso? >.
< No, no... perché? >.
< Così pensavo volessi far colpo su...il nome Lerya ti dice nulla? >.
< Che c'entra lei? > domanda visibilmente stupito dalla mia domanda.
< C'entra, c'entra > gli faccio eco.
< Siamo amici, lo sai Caroline >.
Certo, ma vedendo come si guardano…
< Ho visto come vi guardate > spiego alludendo agli episodi capitati in precedenza.
< È fidanzata, non dire scemenze >.
< Ecco appunto > lo rimprovero mentre lo vedo abbassare la testa.
Poi smorzando i toni domando se sono stati prenotati i taxi.
Annuisce < ho chiamato io stamattina >.
< Fantastico perché stasera voglio bere >.
< Non fare la stupida >.
< Ho solo detto che voglio bere, non posso? > chiedo alzando la voce.
< Ma sì... solo non esagerare, d'accordo? > domanda preoccupato.
< Farò la brava, i promise > giuro portando le mani sul cuore.
< Dai ora scendiamo dagli altri >.
Afferro la borsetta e lo seguo fuori dalla porta prima di scendere le scale attenta a mettere ogni piede bene sullo scalino.
< Divina > commenta Liam vedendomi e venendomi a dare un bacio sulla guancia.
Lo ringrazio e faccio la stessa cosa con Louis, Zayn complimentandomi con loro per l'eleganza.
Mi volto non appena sento la voce di Niall con quella di Gemma e sorrido elogiando la loro bellezza.
< Sei uno schianto > si complimenta Niall facendomi girare.
< Ha ragione > commenta Gemma.
< Anche voi, anzi... siamo tutti belli stasera > sorrido a tutti.
Mancano Lerya e Harry, sbaglio?
Mi volto non appena sento la voce della mia amica.
< Eccoci! Manchiamo solo io e mr. Styles all'appello > fa il suo ingresso Lerya col suo vestito rosso, abbastanza cortino direi, e le sue décolleté nere lucide.
< Ammazza che figa oh > commenta scrutandomi da capo a piedi.
Roteo gli occhi, fino a che una voce roca sussurra tra i miei capelli un < mozzi il fiato >.
Io?
< Oh > mi volto per poi scrutarlo da capo a piedi.
Pantaloni neri, camicia bianca lasciata aperta a far intravedere alcuni tatuaggi, giacca sopra aperta e stivaletti di pelle nera.
Praticamente una visione.
Lui mozza il fiato, non io.
< Salve mr. Styles > gli faccio un inchino sotto il suo sguardo divertito.
< A lei missis Smith > baciando la mia mano.
< Haz hai finito di mangiartela con gli occhi? > scherza Louis mentre il riccio gli urla un sonoro < fanculo Tommo >.
< Stasera sei un incanto >.
Lui è un incanto.
Come ogni dannata volta.
< Già me l'hai detto Harry >.
< Per questo... dovrai starmi alla larga >.
< Sennò? > chiedo io sorpresa.
Senza parlare si avvicina, poggiando la sua mano sulla schiena prima di sussurrare mordendosi il labbro < altrimenti mi viene voglia di toglierti i vestiti di dosso >.
< Harry > gli dico imbarazzata sorridendo mentre porto una mano sul suo collo.
Mi schiocca un bacio facendo sì che gli altri inizino a fischiare.
< Non rompete > li ammonisce mostrando il medio.
< Styles vacci piano con mia sorella > scherza Ty provocando risate generali.
< Stai un po' meglio? Ti sei calmata? > chiede guardandomi.
Annuisco < un po' >.
< Sarà una grande serata > mi sprona lui accarezzando la mia guancia.
Se lo dice lui, devo crederci?
O lo fa solo per tranquillizzarmi e non farmi ricordare che si faceva mia cugina?
< Avete fatto a fare i piccioncini? > urlano Liam e Louis.
< Oh ma che palle che siete! >.
Lo calmo < ci fanno apposta... lasciali perdere >.
< Sì, ma non posso neanche avvicinarmi che subito partono le prese in giro > si lamenta scuotendo i capelli, al suo solito.
< E tu lasciali fare... fregatene >.
< Vieni con me > mi prende per mano portandomi dentro casa, esattamente in cucina.
Ovviamente sotto i commentino degli altri.
< Almeno qui non dovremo spiegare ogni passo che facciamo > spiega prendendo un bicchiere e riempiendolo d'acqua.
< Mi raccomando questa sera... sei troppo bella quindi non li conquistare tutti > mi rimprovera lui facendomi sghignazzare.
< Mi raccomando a te invece... sei una calamita per le ragazze >.
< Avrò occhi solo per te >.
< Mh mh >.
< Ora però è ora che tu... > dice interrompendosi per prendermi e avvicinarmi a lui.
< È ora che? > faccio la finta tonta.
< È ora che mi baci idiota > mi da un buffetto sulla spalla, giocando con la bretellina della bralette e commentando < è sexy >.
< Esattamente come te >.
Detto ciò grazie all'aiuto dei tacchi mi basta solo sporgermi e far combaciare le mie labbra alle sue.
< Sei sexy > mi punzecchia mordendomi il labbro per poi aspettare che schiuda le labbra.
< Già me l'hai detto >.
< Ripeterlo non fa mai male > un altro bacio.
La mia lingua va a cercare la sua iniziando così a giocare.
< Sai di menta > gli dico tra un bacio e un altro.
< Anche tu > ripete lui prima di continuare a baciarmi.
Nella stanza si sente solo il ticchettio dell'orologio e gli schiocchi dei nostri baci.
Stop.
Le sue mani mi stringono a sé mentre io con una mano gioco con la catenina che ha al collo mentre con l'altra gli accarezzo la nuca.
Ha ragione quando dice che non si stancherebbe mai di baciarmi.
E anch'io.
Anche senza respiro, senza fiato non riesco a staccarmi.
Sorrido inconsapevolmente quando ad un tratto una specie di tosse ci riporta alla realtà.
Merda.
Beccati in pieno.
Vedo Harry salutare imbarazzato prima di lasciare le mie labbra mentre io mi lascio sfuggire un'imprecazione.
< Mami > mi volto sorridendo fucsia in viso.
< Scusatemi... non volevo interrompervi > si affretta a dire prima di spiegare < è che volevo vedere come ti sei vestita; sono uscita fuori e i ragazzi mi hanno detto che eri dentro, non specificando che c'era anche Harry >.
Tipico degli latri: mettere in imbarazzo.
< Tranquilla signora Smith > afferma Harry grattandosi la nuca.
< Scusa mami > le dico sorridendo tirata.
Che imbarazzo!
< Oh dai, vi pare che mi scandalizzo per così poco? > domanda beffarda.
Scuoto la testa e poi per cambiare argomento le chiedo come sto.
< Sei un incanto > commenta e poi divertita dà ordine al riccio di tenermi d'occhio.
< Sarà fatto signora Smith, non la perderò di vista >.
Sorridono entrambi mentre mia madre chiede se può farci una foto.
Tutti insieme.
Annuisco e li esorto ad uscire per raggiungere gli altri.
< Ce l'avete fatta! > urlano applaudendo.
< Sveltina? > domanda Louis beccandosi un bel dito medio dalla sottoscritta.
< Ragazzi, vi faccio una foto > dice mia madre facendoci segno di compattarci per poter essere inquadrati meglio.
Niall abbraccia Gemma e Liam, Louis alla sua destra abbraccia Tyler che a sua volta abbraccia Lerya con le mani intrecciate in quelle di Zayn.
E poi ci siamo io e Harry.
Porto una mano sulla spalla e alzo il piede per mollargli un bacio sulla guancia.
< Sorridete! > e click.
Scatta la foto e poi dice di fare delle facce buffe e scambiarci di posto.
Subito ci scambiamo di posto.
Louis e Tyler mi prendono in braccio mentre io sorrido divertita, Harry è in ginocchio davanti a me con la mano ad afferrare la mia.
Niall prende in braccio Liam.
E Zayn abbraccia Lerya e Gemma che fanno delle facce a dir poco divertenti.
< Belli > commenta mia madre dopo aver scattato altre tre-quattro foto.
< Direi che ora si beve > propone Tyler ricevendo il consenso da parte di tutti mentre mia madre preoccupata ci raccomanda di non esagerare.
Eccola, la solita.
< Mamma è ora di andare a letto > gli dice Tyler prima di confessare < meno vedi e meglio starai >.
< Divertitevi > e sparisce.
< Ora si fa sul serio >.
Lo vedo sparire in cucina per poi tornare con dei bicchierini, la tequila, il sale e il limone.
< L'ultima volta che ho bevuto tequila, sale e limone ho vomitato > ammette Gemma impaurita.
< Hai detto bene: l'ultima volta... questa volta non succederà > le dice Tyler strizzando un occhiolino.
Mette i bicchieri in fila e versa la tequila fino all'orlo, poi ci chiama a prendere i nostri posti.
Ridacchio mentre sento appoggiare le mani di Harry sui miei fianchi.
< Vacci piano Smith >.
< Io sono una guerriera Styles > gli dico dandogli un cazzotto leggero sulla spalla.
< Al mio tre >.
Guardo Niall che è vicino a me, a sinistra, e poi mi volto da Harry che è alla mia destra facendogli un cenno con la mano.
< Via >.
< Alla nostra! > urla Louis sbattendo il bicchiere per poi buttarlo giù.
A secco.
Oddio.
Prendo il sale, lo sistemo sulla mano e stessa cosa faccio col limone che tengo tra pollice e indice.
Poi ridendo espiro, lecco il sale, butto giù il liquido nel bicchierino facendo una smorfia e mangio la fetta di limone rabbrividendo per il gusto acidulo.
< Sei forte eh > mi provoca Harry.
< Te l'ho detto che sono una guerriera >.
Ci spostiamo più in là mentre i ragazzi chiedono com'è il locale in cui stiamo per andare.
< Bello >.
< Di classe > aggiungo io < ecco perché vi ho detto di infighettarvi >.
< Si rimorchia? > chiede Louis a Tyler che gli da una pacca sulla schiena.
< Sono sicura che riuscirai a trovare qualcuna Tomlinson > affermo.
< Speriamo > incrocia le dita.
< Appena arriviamo comunque ci conviene andare a bere, vista la fila immensa ai bar > ci suggerisce Tyler sventolando una mano davanti per via del troppo caldo.
Ovviamente dovuto allo shottino di poco fa.
< Che musica si balla? > chiede Gemma ridendo.
< Ti ha dato alla testa lo shottino tesoro? > le chiede Niall mentre Harry lo imita < tesoro >.
< Perché tu come la chiami Caroline? > gli chiede il biondo mentre il riccio alza le spalle < Caroline o Care >.
< Non hai un appellativo? >.
Appellativo?
Tipo amore, puccipucci, tesorino?
No, grazie… non è per noi questo genere di cose.
< Ma che appellativo, noi siamo ragazzi moderni > dice lui mentre io gli schiaffo il cinque.
Infatti…
< Siete strani > commenta Gemma facendo ridere tutti.
Guardo Gemma e rispondo alla sua domanda di prima < si balla un po' di tutto... dal pop all'elettronica >.
< Figata > sbotta Louis portando alle labbra una sigaretta che accende subito dopo.
< Ragazzi, è qui la festa? > chiede Mitchell facendo il suo ingresso agitando una bottiglia di spumante tra le mani.
< Ce l'hai fatta finalmente Mitch > dice mio fratello andandogli incontro.
< Sì, c'era traffico... mi sa che stasera sarà bello pieno >.
< Il Red? > chiedo.
Annuisce.
Ma sbaglio o manca la stronza?
< Ma sbaglio o manca > chiede mio fratello mentre io sbotto < la stronza? >.
Mitchell ride e spiega che appunto la stronza ci aspetta direttamente al locale con le sue amiche.
Ecco, che bello.
Tocca sopportare pure quelle ochette delle sue amiche.
< Meglio > commento io con un gesto secco della mano.
< Che ne dite di un altro giro di shottini? > chiede Tyler.
Gemma e Lerya rifiutano beccandosi i fischi dei ragazzi.
E i miei.
< Rifai un giro Smith? >.
Guardo Louis < pensi che sia una smidollata a rifiutare un altro giro? >.
< No >.
< Partecipo anch'io ragazzi > dico appoggiando la pochette sul tavolo.
< Sei una tosta piccola > afferma Harry divertito.
Non avevamo detto di non usare appellativi?
< Puoi dirlo forte >.
E con lo stesso procedimento di prima butto giù il secondo shottino.
< Ora si che sono pronta per la serata! > esclamo iniziando a muovermi come se ascoltassi la musica.
< Styles è tuo compito tenerla d'occhio > gli dice mio fratello mentre il riccio annuisce < mi darà un gran bel d'affare >.
< Ma piantala > gli sussurro andando a scompigliargli i capelli.
Iniziamo così a parlare del più e del meno, ridendo e prendendoci in giro.
Con i ragazzi che aprono lo spumante versandolo nei bicchieri.
< Non mi piace lo spumante > affermo disgustata.
< Una di classe come te che ama lo spumante? >.
< Payne mi fa vomitare > dico facendo finta di vomitare veramente.
< Che schizzinosa >.
Mando a quel paese Payne e mi avvicino a Lerya e Gemma che confabulano tra di loro prima di chiedere che si dice di bello.
< Niente > commenta Lerya tagliando corto.
Sì, certo…
< Come niente se fino a due minuti fa parlavate? >.
< Niente, sul serio... > ripete Lerya facendo segno di lasciare perdere.
< Lerya >.
Mi nasconde qualcosa.
Oh, sì.
< Caroline > dice di rimando lei.
< Di che stavate parlando? > alzo un sopracciglio aspettando.
La vedo sbuffare e poi ammettere < tuo fratello è... >.
Che c’entra mio fratello?
< È >.
< È... troppo stasera > ammette portandosi una mano sulla faccia.
Oddio.
No.
Non l'ha appena detto vero?
< Lerya ma che dici? >.
Vedo Gemma sorridere tirata e annuire.
< Dobbiamo stare lontani stasera > dice seria e annuendo per darsi più forza.
< Lerya tu ami Zayn > le spiego indicando il moro.
< Sì... ma in questi giorni tuo fratello ha smosso qualcosa in me >.
< Cristo Santo! >.
< Non dico di non amare più Zayn... solo che >.
< Solo che? > domando io accigliata.
< Solo che tuo fratello non mi è indifferente >.
< Lerya > le prendo le braccia nude < sta' lontana da Tyler... chiaro? >.
< Sì, Caroline >.
Aveva ragione Harry.
Porca vacca.
Aveva ragione.
Si è presa una sbandata per mio fratello.
Ed ora?
Stasera le devo stare attaccata come una cozza.
Non deve fare cazzate.
No.
Sbuffo e senza dire niente mi avvicino al riccio che domanda che cosa succede.
< Avevi ragione >.
< Su cosa? >.
< Su Lerya >.
< Oh, oh > boccheggia.
< Già... > asserisco poi continuo < non devo perderla di vista >.
< Non è stupida Care >.
< Lo so ma... non ci voleva >.
< Non farà stupidate Caroline > mi porta una mano sulla spalla per tranquillizzarmi.
< Se lo dici tu >.
Lo guardo e ammetto < non sono più sicura che la serata andrà bene >.
< Rilassati > afferma per poi aggiungere < vieni qui dai >.
Senza farmelo ripetere mi lascio abbracciare e cerco di calmarmi.
< Andrà bene > sussurro più a me stessa che a lui.
< Comunque non ti sei vergognata prima? >.
< Quando? > chiedo non sapendo a cosa si riferisce.
< Prima... quando tua madre ci ha beccati > sghignazza.
< Lascia perdere... volevo sotterrarmi > ridacchio < devi darti una calmata Styles >.
< Non è colpa mia se sei sempre così affascinante Smith > una mano a indicarmi da capo a piedi.
< Non sono così affascinante >.
< Oh lo sei > dice per poi confessare < poi intravedo un capo d'intimo molto, molto sexy >.
< L'ho comprato giusto per te > lo guardo maliziosa mentre lui mi chiede < ah sì? >.
< No idiota, ti pare? > domando io interrompendo l'atmosfera che è venuta a creare.
< Ti odio quando mi illudi così > sbotta mettendo su un broncio che non gli si addice.
< Dai non fare l'imbronciato adesso > gli dico dandogli un bacio sul naso.
Poi senza malizia sussurro < magari se la prossima volta non ci interrompono te lo mostro >.
Se, non ci interrompono…
Se.
Dannato se.
Ridacchia mostrando le fossette < non vedo l'ora >.
< Anche io >.
Lo guardo e abbasso lo sguardo perché non riesco a reggere i suoi occhi così belli.
< Care > spunta fuori mio fratello.
< Sì? >.
< Abbiamo due taxi... stavamo parlando su come dividerci >.
< Io mi infilo dove c'è posto >.
Io e Harry lo seguiamo dai ragazzi prima che inizia a spiegare < direi di far così: Niall, Gemma, Liam, Louis e Zayn in uno e nell'altro: io, te, Harry e Mitchell >.
< E Lerya? > chiedo io.
< Vengo con voi > afferma lei senza il minimo segno di esitazione.
< Allora vado io di là, così Zayn prende il mio posto > affermo.
Ma il moro mi ferma < no tranquilla Care, non mi cambia stare nell'altro taxi >.
< Sicuro? > gli chiedo sperando cambi idea.
Annuisce ed io faccio la stessa cosa.
< Eccoli > indica Mitchell iniziando a camminare.
Afferro la borsetta e raggiungo gli altri entrando nel taxi.
Mitchell è davanti con il tassista.
Dietro siamo io e gli altri te.
Tyler, io, Lerya e Harry.
< Ti ricordi l'ultima volta che siamo stati al Red? > domanda Lerya a Tyler che ride < certo, come dimenticarsi quella sera >.
< Perché che è successo? > domanda Harry.
I fatti suoi, mai eh?
< Praticamente ho salvato mia sorella da uno che ci provava >.
< Non ci provava > scandisco bene le parole.
< Ma come? Stava per ficcarti la lingua in gola > scherza Lerya.
< Caroline mi meraviglio di te > scherza il riccio facendo una faccia fintamente stupita.
Scuota la testa < non mi stava ficcando la lingua in gola >.
< Quasi > si danno il cinque Lerya e Tyler.
< Stavamo solo parlando > dico ma resto calma perché so che è la verità.
Ci stavo solo parlando ma Lerya e Tyler lo hanno visto avvicinarsi e subito sono intervenuti.
< Mi stupisci sempre di più Smith > confabula Harry guardandomi.
< Siete insopportabili > indico la mia amica e mio fratello.
< Lo sai che ti vogliamo bene su >.
< Fanculo > sputo per poi scoppiare a ridere.
Continuiamo così tra risate, pettegolezzi per un buon cinque/dieci minuti.
< Siamo quasi arrivati > afferma mio fratello mentre Mitchell smette di parlare col tassista per annuire.
E infatti dopo un paio di metri il taxi si ferma facendoci scendere mentre mio fratello gli da i soldi sotto le proteste di Harry.
< Tieni i soldi > intima Harry.
< No, ti ho detto che non li voglio >.
< Sì... tieni >.
< Facciamo così > dice mio fratello per poi continuare < mi offri qualcosa da bere dentro >.
< Cosa mi sono perso nel taxi? > chiede Mitchell lisciandosi la giacca blu.
< Niente > dico io veloce ma il riccio afferma in contemporanea < solo che Caroline si è fatta ficcare la lingua in gola da uno al Red >.
< Caroline Smith... vecchia volpe >.
Gli tiro uno schiaffetto dietro la nuca e indico i nostri amici all'ingresso, che raggiungiamo.
< Smith > dice il buttafuori dando una pacca a mio fratello < hai portato i rinforzi oggi eh? >.
< Per forza Paul! >.
< Tieni, entrate di qua > afferma il grosso omone lasciandogli i ticket per l'ingresso omaggio.
< Tu vorresti dirmi che non paghiamo? > chiede Harry sussurrandomi appena.
La sua faccia non fa che farmi ridere.
Così spiazzato, confuso e stupito.
< Mio fratello è uno famoso da queste parti > spiego sorridendo a Paul.
< La piccola Smith... sempre più bella >.
< E tu sempre più falso > gli faccio una linguaccia mentre lo supero.
< W o w > affermano tutti i miei amici una volta entrati.
Sto per dire qualcosa ma mio fratello ci ordina < al bar, ragazzi... >.
< Caroline Smith... sempre un piacere vederti > afferma il barista non appena raggiungo il bar sotto lo sguardo confuso di Harry.
< Allora? Che ci fa una Londinese come te da queste parti? > domanda prima di iniziare a preparare dei drink che gli hanno richiesto alcuni dei miei amici.
< Mi mancava l'aria di casa > esplico senza troppi giri di parole.
< Sei una visione >.
< Grazie, troppo gentile >.
< Cosa ti faccio? > chiede prima di bloccarsi < gin tonic? >.
Annuisco < ma dai... ricordi ancora la mia bevuta preferita? >.
< Stai scherzando? >.
< Me ne fai due? > domanda all'improvviso Harry appoggiandosi al bancone.
James gli sorride e poi senza porgere una vera domanda dice < e tu dovresti essere il suo ragazzo >.
< Già >.
Guardo James < te l'avevo detto che a Londra avresti trovato l'amore >.
< Bhe... avevi ragione > ribatto io prendendo il mio gin tonic.
< Quanto ti devo? > gli chiede Harry bevendo un sorso del suo gin tonic.
< Smith spiega al tuo ragazzo come funziona da queste parti >.
Prendo la mano di Harry e mi incammino mentre lui mi chiede spiegazioni riguardanti l'ultima frase del barista.
< È semplice Styles... qui quando si è amici non si paga mai >.
< E si da il caso che siano tutti vostri amici qui dentro? > chiede lui alzando le sopracciglia.
< Proprio così... perlomeno quasi tutti >.
< Ti ho già detto che torneremo spesso qui a Holmes Chapel? > ridacchio per poi fermarmi accanto agli altri.
Prendo un sorso del mio gin tonic mentre ballo con Lerya e Gemma a ritmo di musica.
La mia amica mi prende la mano per poi farmi girare.
Le luci stroboscopiche a illuminarci ad intermittenza, donando quello stato ipnotico tipico delle discoteche.
Oggi voglio proprio divertirmi, senza pensare a niente.
Nemmeno a quella stronza di mia cugina, che tra poco verrà a rompere le uova nel paniere.
Come al suo solito.
< A che pensi? > chiedo a Lerya vedendola pensierosa.
< Non vuoi saperlo... >.
< Lerya > le do uno schiaffetto sul braccio.
< Non è di certo colpa mia se stasera è un dio greco >.
Ancora?
Ha impuntato il disco eh…
< Non pensarci > le dico urlando per farmi sentire.
< Come faccio? Facile parlare per te... è tuo fratello >.
< Dovrebbe essere facile anche per te visto che hai un fidanzato > esplico facendo chiaramente riferimento a Zayn.
< E invece non è facile per niente! > sbotta lei agitandosi.
Mi guarda scocciata bevendo quello che è rimasto della sua bevuta.
< Fa' come vuoi > sbotto voltandomi per raggiungere Harry seduto sul bordo di un divanetto.
Io più che consigliarle di non pensarci per non combinare casini, cosa posso fare?
Se vuole starmi a sentire bene, altrimenti amen.
Pagherà le conseguenze delle sue azioni.
Questo è poco ma sicuro.
< Che succede? > chiede il riccio alzandosi.
< Succede che Lerya non ragiona e che combinerà sicuramente un gran casino >.
< Caroline so che è tua amica, ma alla fine se non vuole darti ascolto cosa puoi farci? >.
Alzo le spalle < niente, effettivamente non posso farci niente >.
< Pagherà le sue conseguenze >.
Annuisco e sorrido < come sei saggio Harry Styles >.
< Puoi dirlo forte >.
Poi mi prende il mio bicchiere bevendo un lungo sorso del gin tonic mentre io protesto.
< Ehi >.
< Che c'è? > chiede divertito.
< Vuoi finire la bevuta al posto mio per caso? > chiedo ironica.
< Non è colpa mia se bevi come un uccellino >.
< Io non bevo come un uccellino >.
< Sì invece... devi ancora finire la tua prima bevuta >.
< Taci > gli mollo un cazzotto in pieno petto.
< Ahi > finge lui portandosi una mano sul petto massaggiandoselo.
< Accompagnami a prendere un'altra bevuta > mi ordina per poi prendermi la mano e avviarsi al bancone dove chiama il barista con un cenno della mano.
< Ancora qui? > chiede James divertito mentre il riccio afferma < dopo aver scoperto che stasera non pagherò praticamente nulla è doveroso che ti ripulisca tutto il bar >.
< Forte il tuo ragazzo eh? > mi domanda James preparando il secondo gin tonic per Harry.
Forte sì, è il mio ragazzo.
Non poteva essere altrimenti.
< Non sono mica come lei > asserisce il riccio indicandomi.
< Come? >.
< Non sono una leggerina come te che ancora stai bevendo la tua prima bevuta >.
< Sei proprio uno stronzo lo sai? > gli chiedo per poi fare un cenno a James che ride < ti preparo l'altro gin tonic >.
< Stai a vedere pivellino > scherzo facendo una linguaccia ad Harry; poi porto il bicchiere alle labbra bevendone tutto il liquido in un unico sorso.
< L'ho schiantato > dico fiera di me.
< Allora non è una leggerina > afferma Harry parlando con James.
< Tu sei un leggerino Styles >.
< Non sfidarmi >.
< Come no >.
< Facciamo un brindisi > propone lui dopo che abbiamo salutato James.
Mi fermo di lato e chiedo a cosa dovremmo brindare.
< Al fatto che non sei una leggerina, punto uno >.

Stronzo.

< C'è anche il secondo? > chiedo ridendo.
Il riccio annuisce < alla serata >.
< Alla serata > sbatto il bicchiere ma lui mi rimprovera < c'è anche il terzo punto >.
< Ossia? A cosa dovremmo brindare? >.
< Al mio autocontrollo di ferro che mi tiene fermo dal saltarti addosso seduta stante > sghignazza lui sornione avvicinandosi.
< Brindiamo al tuo autocontrollo allora > dico per poi bere un sorso del mio gin tonic facendo una smorfia.
Sbaglio o ce l'ha caricato parecchio?
Il buon caro vecchio James.
< Soprattutto al mio autocontrollo > afferma per poi baciarmi.
Lo bacio a mia volta prima di staccarmi.
Con una mano mi fa volteggiare per poi confessare < non sono un bravo ballerino altrimenti ti avrei invitata a ballare >.
< Fallo lo stesso > gli dico io sorridendogli mentre lo vedo sospirare ed annuire.
Così gli prendo la mano e me lo porto dietro pronta per ballare.
Ma...appena arrivati dai ragazzi ecco spuntare mia cugina col suo seguito.
Sempre al momento giusto, mi pare ovvio.
Le altre stronze in pratica.
La squadro da capo a piedi: tubino bianco a fascia, tacchi sempre bianchi e uno chignon alto a decorargli la faccia.
La faccia da stronza che si ritrova.
< Stai bene Care vestita così > dice sorridendo falsamente.
Falsa di merda.
< Anche tu > ripeto insultandola mentalmente.
< Ciao Caroline > mi salutano le sue amiche sorridendo ancora più falsamente di mia cugina.
Le saluto avvicinandomi mentre mia cugina approfitta del momento per andarsi ad accaparrare Harry.
< Harry >.
< Alexis >.
< Stai benissimo > ammette lei scrutandolo da capo a piedi, facendomi salire il nervoso.
Il riccio la ringrazia mentre lei gli prende la bevuta tra le mani bevendo senza chiedere il permesso.
Roteo gli occhi.
Ma chi si crede di essere?
Le altre stronze si avvicinano ad Harry per salutarlo e così iniziano a chiacchierare tra di loro mentre io raggiungo Louis.
< Le odio >.
< No Smith... tu odi lei > corregge il moro facendo un occhiolino.
< Si, hai ragione... odio lei >.
< Dovresti star tranquilla invece... >.
< Sveglia Louis... quei due erano scopamici una volta, come posso stare tranquilla? >.
< Semplice: perché Harry vede solo te >.
Poi vedendo che non rispondo continua affermando < andiamo Care... Harry è cotto di te >.
< Se lo dici tu >.
< C o t t o > ripete scandendo bene ogni singola lettera.
< Non conosci mia cugina... ottiene sempre ciò che vuole > spiego osservandolo.
< E infatti... > asserisce Louis indicando alle mie spalle stupito.
Mi volto di scatto e sorrido mentre vedo Harry e Alexis andare verso il bar.
< Che ti avevo detto? >.
Stronza.
< Sono andati solo a bere > mi rincuora lui con una mano sulla spalla.
< Sì, lo so > sbuffo io prendendo un lungo sorso dal mio bicchiere.
Magari così mi calmo e mi do una cavolo di controllata.
< Dai... andiamo a ballare > mi prende la mano trascinandomi in pista prima di iniziare a farmi muovere con due mani sulle spalle.
< Non siamo ad un funerale >.
Rido perché so che ha ragione.
Così cerco di non pensare al fatto che Alexis sia così vicina ad Harry e inizio a ballare.
Una mano in aria e la testa a muoversi a ritmo di musica.
Sorrido a Louis che muove il bacino a ritmo di musica facendo delle smorfie.
< Mi unisco anch'io > aggiunge Liam iniziando a muoversi con noi.
< Gara sia > afferma Louis iniziando a fare delle mosse sotto i nostri sguardi divertiti.
Liam lo segue... scatenandosi a ritmo di musica mentre io li guardo battendo le mani.
< Tocca a te Care > dice Louis mentre io mi preparo a fargli mangiare la polvere.
Con uno scatto mi avvicino ai miei amici, girandogli attorno e muovendo il sedere contro il loro.
< Come twerki bene > scherza Louis imitandomi.
Rido < sono una twerkatrice nata >.
< Stupida >.
Continuiamo a ballare spostandoci nell’altra sala.
Ma il mio pensiero va sempre ad Harry e a quella stronza.
< A che pensi? > domanda Louis.
Faccio spallucce.
< So che muori dalla voglia di andare a vedere che combinano quei due >.
Gli do un buffetto mentre Liam propone di andare a bere.
Annuisco e mi lascio trascinare al bancone, dove troviamo Harry intento a parlare con le stronze.
< Cosa prendete? > mi chiede James avvicinandosi.
< Due vodka lemon e un gin tonic per me >.
< Comunque questa cosa che non pagate nulla... è veramente strabiliante > confessa Liam mentre Louis afferma divertito < meglio per noi Payne >.
< Praticamente mi usate solo? > domando facendo la finta offesa.
< Ovvio, non l'avevi ancora capito? > scherzano entrambi dandomi un buffetto sulla guancia.
< Ecco a te Care > James mi porge i bicchieri che passo ai miei amici.
Lo ringrazio e brindo con Liam e Louis mentre la voce della stronza fa il suo ingresso interrompendo il nostro momento da amici.
< Liam, Louis venite... >.
Che vuole?
Non le basta avere intorno solo Harry?
Roteo gli occhi mentre mi avvicino e la sento presentare le altre stronze.
< Il piacere è tutto nostro > dicono le due ragazze sorridendo civettuole ai miei amici.
< Perché non andate a farvi un giro? > propone Alexis a Catherine che subito lo propone a Tess.
< Andiamo > afferma Louis mentre io grugnisco infastidita.
È riuscita a portar via anche loro.
Oltre che il mio ragazzo.
< Scusa Care > mima col labiale Liam prima di seguire le ragazze con Louis che mi strizza un occhiolino.
Tanto ormai…
Mi avvicino ad Harry chiedendo che si dice di bello.
< Niente di che, stavamo solo ricordando dei bei momenti > spiega la bionda voltandosi per osservarmi.
Ah sì?
Vorrei proprio chiedergli a quali momenti faccia riferimento ma ovviamente mi trattengo.
Guardo Harry che non mi degna di uno sguardo e questa cosa non fa altro che agitarmi ancora di più.
Mi sporgo verso il suo orecchio per chiedergli < andiamo a ballare? >.
< Non ora Care, sto parlando con Alexis > si volta sorridendo.
Mentre io lo insulto mentalmente.

Ti invito a ballare e tu rifiuti l'invito perché devi parlare con la stronza?
Bella merda.
Proprio una bella merda.

Sto zitta e li osservo mentre scherzano.
< Ti ricordi quando ci ha beccati mio padre? > civetta lei facendo la finta imbarazzata e portando una mano davanti al viso.
< La sua faccia era da fotografare >.
Anche la mia in questo momento.
Penso.
Il riccio ride mostrando le fossette osservando mia cugina attentamente.
< Mi ha messo in punizione per tre settimane > spiega lei.
< Ah sì? > domanda il riccio prima di aggiungere < ricordo di esserti venuto a trovare >.
Mi sto agitando… e non poco.
< Sì > ridacchia lei spostandogli un ciuffo che gli è caduto dal viso.
Mentre io stringo il pugno e mando giù un altro sorso del mio drink.

Merda.
La mano.
La cazzo di mano.


< Ed ora? > domanda Alexis al riccio che alza un sopracciglio non capendo dove voglia andare a parare.
< Sei fidanzato? >.
Guardo Harry e sorrido perché so che adesso mi prenderò la mia bella rivincita quando le dirà che sta con me.
Ooops.
Io ovviamente mi fingerò dispiaciuta, seh certo.
Come no.
E invece il riccio risponde < no >.
Co’hanno appena sentito le mie orecchie?
< Non sei fidanzato? > domanda lei giocando con la sua collana.
Mandandomi in tilt.
Il riccio afferma sornione < ti pare che Harry Styles si possa fidanzare? >.
Deglutisco mentre lo guardo allibita.

Come gli viene in mente di dire una cosa del genere?
Sbatto più volte le palpebre per poi concentrarmi su di loro che riprendono a parlare escludendomi totalmente mentre io mi impongo di non prenderlo a sprangate sui denti.
Perché al momento se lo meriterebbe proprio.
Ah è così?
Non sei fidanzato?
Ed io chi sono scusa?

Trovo la forza per riprendermi e lo chiamo.
< Sì? >.
< Non sei fidanzato? > gli domando mentre vedo scomparire il suo sorriso dalle labbra.
Ah, ora si ricorda che esisto.
Certo…
< N... non volevo dire questo > prova a giustificarsi sporgendosi per toccarmi una spalla che io prontamente ritraggo.
< Care >.
< No > lo ammonisco per poi sputare senza pietà < sei stato fin troppo chiaro >.
Guardo Alexis per un secondo vedendola confusa per poi superarli e dirigermi...
Non so bene dove.

Ma ovunque, pur di non stargli vicino.
Vaffanculo Harry.
Sei uno stronzo.
Proprio come mia cugina.

Da lontano vedo Liam ballare con Tess, mentre Louis baciare Christine e urlo disperata.
Ste stronze.
Le odio tutte.
Cerco di trovare Lerya e Gemma ma non le trovo, così vado sul retro del locale per prendere una boccata d'aria.
Respira Care.
'Respira' mi impongo una volta essere arrivata fuori.
Respiro il più lentamente possibile mentre una lacrima bagna la mia guancia.
La asciugo velocemente mentre mi infondo coraggio per non piangere.
Non devo piangere.

Non.
Devo.


Dire che sono allibita è dir poco.
Alzo la testa e il mio cuore ha un attimo di cedimento.
Aggrotto le sopracciglia mentre mi ritrovo a sussurrare < Jack? >.
Oddio Jack.
< Care? > domanda il ragazzo avvicinandosi mentre io annuisco debolmente.
< Oddio, quanto tempo >.
Mi abbraccia mentre rabbrividisco per questo contatto così intimo.
Dopo tanto tempo.
< Che ci fai qui? > chiedo guardandolo.
< Che ci fai tu qui... credevo fossi a Londra >.
< Sono qui in vacanza >.
< Da sola? >.
< Coi miei amici > spiego sorridendo involontariamente.
Lo guardo e penso a quanto sia fottutamente e dannatamente bello.
Come d'altronde è sempre stato.
< Ci sei? > domanda con una mano a sventolarmi davanti.
Annuisco < sì, sì... è che stavo pensando a una cosa >.
< A cosa? >.
< A niente >.
< A cosa? > chiede sorridendomi come solo lui sa fare.
Dichiaro < al fatto che il destino è proprio buffo alle volte >.
< Dai, andiamo a bere > propone mentre annuisco.
Entriamo dentro, io dietro Jack.
Ci destreggiamo tra i corpi sudati e danzanti fino ad arrivare al bancone.
< Jack > saluta James dandogli la mano.
< Facci due gin tonic >.
< Sei l'ultima persona che credevo avrei trovato al Red > dico io ridendo.
< Anche per me vale la stessa cosa >.
< Che si dice? >.
< Mha... solita vita, tu Londinese? >.
< Anche >.
< Dai andiamo... una diva a Londra come te, come può fare la solita vita? >.
< Sei uno stupido > gli dico ridendo per poi vedere Harry staccarsi da Alexis e camminare nella nostra direzione.

Oh.
Com'è adesso si è infastidito il ragazzo?

Ben gli sta, cavolo.

Ed io ci faccio apposta.
Avoglia, se ci faccio apposta.


Appoggio la mano sul braccio di Jack iniziando a ridere.
< Care >.
< Sì? > mi volto verso Harry accigliata mentre lui chiede se possiamo parlare.
< Non posso ora > rispondo secca mentre il riccio sbuffa.
E così come ha fatto lui poco fa con me lo ignoro iniziando a parlare con James.
< E così sei un insegnante di chimica >.
< Proprio così >.
< Ora parliamo di te > continua prendendo la parola.
< Cosa devo dirti? >.
< Tutto > scherza lui bevendo un sorso.
Rido < spara >.
< Vivi da sola? >.
< Con Lerya >.
< C'è anche lei qui? >.
< Oh sì > dico mentre lui afferma contento < appena finiamo il nostro drink la andiamo a cercare >.
< Assolutamente > rispondo.
< Ti piace Londra? >.
Annuisco per poi guardare con la coda dell'occhio il riccio vicino a noi.
< Lui è un tuo amico? > domanda Jack guardandolo confuso.
D'altronde chiunque lo farebbe.
Se ne sta lì zitto in piedi, attaccato a noi.
< Sì, un mio amico > rispondo presentandoli.
Il riccio mi guarda male ma non ribatte ed io sorrido dentro di me perché adesso prenderò la mia rivincita.
< E? > chiede lui imbarazzato.
< E? > esorto io sorridendogli.
< Mi chiedevo se sei fidanzata... se hai trovato finalmente qualcuno in grado di sopportarti > smorza lui i toni.
In un'altra occasione avrei risposto di sì e gli avrei raccontato di Harry integrandolo nella conversazione.
Ma non questa volta.
Non dopo essermi sorbita la scenetta tra lui e quella stronza di Alexis.
Così prendo coraggio e rispondo alla sua domanda < no, non sono fidanzata >.
< Caroline > tenta di intromettersi Harry mentre io propongo a Jack di andare a cercare Lerya.
Non lo voglio nemmeno vedere.
Non deve minimamente parlarmi.
Deve solo sparire.
Sparire dalla mia vista.

Adesso.

Mi alzo attenta a non cadere e faccio un cenno a James.
< Tutto ok? > domanda indicando me e Harry.
Una risata secca prima di rispondere < tutto meravigliosamente alla grande >.
< Care >.
Mi volto facendo segno a Jack di aspettarmi.
< Che c'è? > domando scorbutica.
< Come che c'è? >.
< Anche tu sei single, no? > lo picco io mentre lui sbuffa.
< Non era quello che volevo dire >.
< Ah no? >.
< No, certo che no! > urla prendendo un mio braccio per farmi spostare un po' più in là.
< E allora perché hai detto che sei single? >.
Il riccio non fiata così io dico tutto d'un fiato < andiamo bene se non sai nemmeno il motivo >.
Poi aggiungo senza esitare < fa' una cosa Harry... raggiungi Alexis e rimanici >.
Detto ciò lo supero scansando la sua mano che intanto ha appoggiato sulla mia spalla e raggiungo Jack.
< Tutto ok? >.
< Sì >.
< Il tuo amico invece non lo vedo molto tranquillo > afferma indicando Harry che intanto dopo aver ordinato un altro gin tonic se lo beve tutto d'un fiato.
< Cavoli suoi > sbotto acida.
Perché sì, sono veramente cavoli suoi.
Ha rovinato la serata e questo è quello che merita: bere da solo.
Ma di una cosa sono fiera: di come mi sono comportata.
Avrei potuto fare un casino.
Letteralmente parlando.
Invece... ho mantenuto la calma il più possibile.
Anche se è stata dura.
Perché mi ha messa veramente a dura prova.
< Vedi Lerya? > mi domanda Jack riportandomi alla realtà.
Scuoto la testa e lo supero facendogli segno di seguirmi.
Guardo in pista aggrottando le sopracciglia per vedere meglio.
Poi la vedo.
Intenta a ballare con Zayn, Niall e Gemma.
< Non ci credo! > urla appena vede arrivare Jack andando ad abbracciarlo subito dopo.
Sorrido mentre la sento presentare gli altri.
< Lui è Zayn, il mio fidanzato > spiega prendendo la mano di Zayn che saluta cortese.
< Oddio, devi raccontarmi un sacco di cose > dice lei prendendo Jack.
Mentre io rido con gli altri, non pensando a quanto sia veramente incazzata con Harry.

Ma faremo i conti...
Eccome, se li faremo.

                                                   
                                                                                     ———


< Buonanotte ragazzi > saluta Mitchell prima di aprire la sua macchina parcheggiata sul retro di casa.
< Notte Mitch > saluto io camminando verso l'ingresso e salendo le scale a due a due.
Saluto Niall, Gemma, Zayn e Lerya.
Non degnando di uno sguardo Harry.
Apro la porta della mia camera richiudendola alle mie spalle prima di togliere i tacchi respirando il profumo della libertà.
Alzo gli occhi mentre la porta si apre rivelando la figura di Harry che intanto si è tolto la giacca, restando così solo in camicia.
< Possiamo parlare ora? >.

No, no che non parliamo.

< Allontanati se non vuoi che ti tira un tacco in testa > lo ammonisco sfilando il vestito  raggiungendo il bagno solo con l'intimo.
Prendo i dischetti struccanti, li imbevo di acqua micellare e inizio a struccarmi col riccio che segue ogni mio movimento.
< Care >.
< Harry, levati >.
< Voglio parlare con te >.

Io no.

< Io no > gli dico aprendo l'acqua per sciacquare ogni residuo di trucco.
< Ti prego >.
Poi senza ascoltarlo prendo lo spazzolino, ci verso il dentifricio e spazzolo i denti attenta a lavarli con cura così da ripulirmi la bocca di alcool.
Sputo per poi chiudere il rubinetto e avviarmi a prendere il pigiama che prontamente infilo mentre la mano di Harry blocca il mio braccio < adesso mi ascolti >.
< Cosa dovrei ascoltare, sentiamo?! >.
< Non voglio che tu creda a quello che ho detto prima ad Alexis >.
< Ah no? > chiedo accigliata.
< No, ascolta Care... >.
< No ascoltami tu Harry > gli dico zittendolo < ti rendi conto che hai detto di essere single? >.
< L'ho fatto per te >.
Per me?
Sta scherzando spero.
< Ah l'hai fatto per me? >.
< Sì >.
< Cazzate > sputo fuori con rabbia.
< Bastava solamente dire che sì eri fidanzato e la storia sarebbe finita lì e invece no... hai dovuto farmi sentire una merda >.
< Mi dispiace >.
< Seh, come no >.
Poi alzando la voce affermo < sono veramente incazzata Harry, talmente tanto che ti picchierei >.
< Ti ho detto che mi dispiace >.
< Non ci credo >.
< Fammi parlare, Cristo! >.
< Vai > lo invito spazzolando i capelli che ho sciolto poco fa.
Prende un bel respiro prima di spiegare < che pensi sarebbe successo se avessi detto di essere fidanzato? >.
< Dimmelo tu > lo provoco.
< Ti avrebbe presa di mira Caroline, ecco cosa avrebbe fatto... quindi ho pensato che dirle di essere single sarebbe stata la soluzione migliore >.
< Ma senti quello che dici? >.
Poi ridendo amaramente < potrei anche crederci ma non lo farò >.
< Perché? >.
< Perché? Harry, tu hai sul serio l'intenzione di chiedermi perché? >.
< Sì > annuisce ravviandosi i capelli.
Continua a parlare < non avrei dovuto ma fidati che l'ho fatto per il tuo bene... ti avrebbe iniziato a rovinare la serata >.
< E quindi, ci hai pensato tu a rovinarmela >.
< Dannazione Caroline! Se solo ragionassi capiresti perché l'ho fatto >.
< Non è solo per la tua risposta che sono così arrabbiata > dico seria.
< Perché allora? >.
Scuoto la testa sentendo il cuore in gola.
< Non mi hai minimamente calcolata >.
< Non dire sciocchezze >.
Basta.
Ora basta.
Sul serio.
Urlo < Harry svegliati! Tu oggi hai fatto il single e ti è piaciuto farlo >.
< Ma che cazzo dici? > domanda lui bloccandomi contro il muro.
< Prova a dire che non è vero >.
Ci riprovo < prova >.
< Io sto bene con te... e ci tengo a noi > afferma guardandomi in viso.
< Non so se crederci >.
< Come puoi non crederci? >.
Prendendomi il viso urla < guardami negli occhi e dimmi quello che vedi >.
< Harry... non mi hai calcolata > scandisco bene le parole.
E una lacrima cade sulla mia guancia < sei stato sempre e solo con lei, come se io non esistessi >.
Maledetta emotività del cazzo.
< Non piangere > dice per poi pregarmi  dolcemente di non farlo nuovamente.
< Mi hai delusa > sposto un'altra lacrima.
< Non volevo, sul serio >.
< Basta, basta con questo non volevo! > urlo incazzata.
Harry sta per controbattere ma io lo zittisco < stasera avresti solo dovuto starmi vicino... sapevi quello che mi ha fatto passare mia cugina ed hai scelto di stare con lei >.
< Te lo giuro che non avrei mai voluto che la serata finisse in questo modo > prova a calmarmi.
< Mi sono sentita così sola... > dico ferita.
< Mi dispiace, hai tutte le ragioni del mondo per avercela con me >.
< Infatti >.
< Credimi quando ti dico che l'ho fatto per te >.
< Non ci credo >.
Sbatte un pugno sulla scrivania per poi urlare
< credici, cazzo! >.
< Vorrei tanto... eppure sei rimasto con Alexis > sussurro mentre bussano alla porta.
Mi affretto ad andare ad aprirla, trovando mio padre preoccupato a chiedere se va tutto bene.
< Sì, sì pà... > dico per poi aggiungere < stavamo solo discutendo >.
Il vecchio annuisce per poi chiedermi se mi va di accompagnarlo a prendere un sorso d'acqua.
Annuisco e senza dire nulla mi avvio verso il corridoio mentre sento mio padre parlare con Harry e tranquillizzarlo dicendogli che parlerà con me.
Sorrido inconsapevolmente perché sono così affiatati.
< Allora? > domanda sedendosi, una volta arrivato in cucina.
< Non mi va di parlarne > dico flebile.
< Andiamo, parla col tuo vecchio > mi incita accarezzandomi il braccio delicatamente.
Sospiro < prima che inizi a spiegarti devi sapere che... >.
< Cosa? > chiede prima di continuare < che tu ed Harry state insieme? >.

Boomtown.

Anche il papi ne è al corrente.
Tyler o la mamma?
Chi è il colpevole?

< Lo sapevi? > gli chiedo mentre lo vedo annuire.
< Non sono così scemo, sai? >.
< Hai ragione >.
< E poi sai che tua madre non riesce mai a tenere la bocca chiusa > sghignazza mentre io commento sarcastica < tipico della mamma >.
Eccola là…
< Sai mi piace Harry > spiega prima che io lo interrompa < stasera è stato uno stronzo >.
Lo faccio ridere < e sentiamo cosa avrebbe fatto di così tragico il ragazzo? >.
Inizio così a raccontargli della serata, soffermandomi sulla sua riposta con Alexis, sul fatto che non mi ha calcolata minimamente.
Non tralasciando nulla.
< Ha detto che è single, capisci? >.
< Ma ti ha spiegato perché l'ha fatto >.
< Non lo difendere > ammonisco io guardandolo male.
Io sono la figlia non lui.
< Sto solo dicendo che ti ha spiegato che l'ha fatto per il tuo bene >.
< Sì, come no >.
< Andiamo Caroline... si vede che Harry stravede per te >.
< Così tanto da dirle che è single, guarda un po' > sghignazzo io mentre mio padre spiega < so che ci sei rimasta male ma fidati quando ti dico che lui non ha mai avuto l'intenzione di ferirti >.
< Dici? >.
< Dico, dico >.
< Non lo so >.
< L'hai visto fare delle mosse azzardate con tua cugina? > domanda ed io lì mi blocco.

Perché in effetti ha ragione.
Non mi ha dato il minimo dubbio per non fidarmi di lui.
Non ha fatto nulla, in effetti.
A parte la risposta.
Non una mano fuori posto, un sorriso malizioso o un ballo.
Niente di niente.

Lo guardo e scuoto la testa.
< Visto? >.
Poi continua < se avesse voluto fare il single avrebbe fatto di peggio, non credi? >.
< Mh >.
< Dai Caroline non essere così dura con lui >.
< È che mi sono sentita... così sola >.
< Non avresti dovuto perché lui era comunque al tuo fianco e ci rimarrà nonostante questa sera abbia parlato con Alexis > afferma sorridendo.
< Sicuro? >.
< Certo... i suoi occhi non mentono figliola >.
< Hai ragione >.
< Va' a scusarti con lui per aver fatto la psicopatica in quel modo >.
< Col cavolo, a scusarmi non mi scuso... >.
< Sei proprio uguale a tua madre: due gocce d'acqua > borbotta lui facendomi segno di seguirlo.
< Sono contento per te Care… Harry mi sembra proprio un bravo ragazzo > afferma davanti la porta della cucina.
< Stasera è stato uno stronzo > sbotto io.
Ridacchia e inizia a salire le scale.
Lo seguo e lo saluto prima di entrare in camera mia dove trovo Harry già sotto le coperte.
< Ehi >.
Lo ignoro e mi dirigo dall'altro lato del letto per poi infilarmici dentro < sappi che non ti caccio solo perché è tardi e non ho voglia di urlare >.
Il riccio ride mentre lo ammonisco < e non osare avvicinarti... sono ancora arrabbiata con te >.
< Come vuoi > dice lui mentre io guardo fuori la finestra.
Ripenso alle sue parole.

E mi sento ferita.
Ma anche... amata.

L'ha fatto per me, sbagliando certo ma sempre per me.
E in più si è comportato da ragazzo modello stando nel suo con Alexis.
E questo mi fa sorridere.
Senza voltarmi gli prendo la mano facendo sì che mi abbracci.
< Hai cambiato idea? > chiede il riccio a contatto coi miei capelli.
< Zitto > dico acida.
< Come vuoi > afferma per poi aggiungere sghignazzante < ma sappi che non ti libererai così facilmente di me >.

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Capitolo 10
*** Presentazioni in famiglia Styles. ***


Quattro mesi.
Sono passati quattro mesi da quando io e Harry ci siamo messi insieme.
Quattro mesi in cui ho scoperto nuovi lati del mio carattere, della mia personalità.
E scoperto nuove cose su di Harry.
Nel bene e nel male.
Le cose tra di noi procedono bene, anzi a volte anche un po' troppo idillicamente... come se vivessimo in una bolla.
In un sogno.
E questo a volte mi destabilizza, perché mi dico, mi ripeto che prima o poi finirà e che forse inizieranno i primi problemi.
Le prime discussioni serie.
I primi pianti.
Ma ora non voglio pensarci.
Voglio solo godermi quello che viene, come viene.
Con calma.
Come devo essere oggi.

Perché oggi conoscerò la sua famiglia per la primissima volta.

Come faccio a stare calma?
Come?
Ci rendiamo conto che conoscerò la sua famiglia?
Ho rimandato, rimandato, rimandato ma alla fine non ho avuto scampo: sono bastati i suoi fottuti occhi, qualche moina e qualche bacio a farmi cedere.
Ed accettare.
Dire che sono agitata, è dir poco.
So che dovrei essere tranquilla, d'altronde Harry sarà al mio fianco e mi sosterrà in ogni momento; però e c'è un però... la mia agitazione non cessa.
Anzi aumenta di minuto in minuto mentre scorgo il cartello avvicinarsi.

< Mi spieghi perché lo sto facendo? > chiedo al riccio stringendo il volante della sua Range Rover.
< Primo: perché sei la mia ragazza > un sorriso ad illuminargli il viso; < secondo perché i miei ci tengono a conoscerti e ogni santa volta mi implorano in ginocchio >.
< E terzo perché non sei sola, ti ricordo che anche per me è la prima volta con gli Styles > afferma Niall dietro trattenendo un lamento.
Anche per lui non è una passeggiata.
Conoscerà la famiglia di Gemma e si sa che verso i fidanzati delle figlie ci sia sempre un po' di tentennamento.
Se così vogliamo dire.
Ma almeno siamo in due, no?
Quindi ci daremo forza a vicenda.
< Guardate che non vi sbranerà nessuno eh? > domanda ironica Gemma appoggiando di nuovo la testa sulla spalla del biondo.
Come no…
< Lo so... però non è facile lo stesso > dico io mentre il riccio sghignazza < Caroline falla finita... andrà alla grande >.
Facile per lui, visto che i miei lo amano.
< Che poi sei la prima ragazza che presento > aggiunge per mettermi ancora più ansia.
Roteo gli occhi e imbocco la strada principale superando il cartello Redditch.
Con la coda dell'occhio guardo in giro e noto subito un piccolissimo particolare: sono tutti vestiti molto bene.
D'alta classe per intenderci.
'Dovevo già mettermi il vestito' penso maledicendomi un attimo.
< Gira a destra e poi prendi la prima uscita della rotatoria > indica Harry con il dito.
Annuisco e faccio come mi ha detto per poi domandare < ed ora? >.
< Vai sempre dritta, alla fine dovrai superare un passaggio a livello >.
< Che odio >.
< Poi ancora dritta fino a che non dico io cosa devi fare > dice ignorando la mia risposta di poco fa.
Supero il passaggio a livello attenta a non fare danni con la macchina, cosa che mi riuscirebbe sicuramente bene, e vado dritta per poi fare un cenno con la mano ad Harry.
< Gira qui > indica con la mano per poi affermare < siamo arrivati >.
Parcheggio e spengo la macchina per poi scendere.

Porca miseria.
Se questa che scorgo è casa loro…

< Tranquilla > mi calma il riccio con un bacio sulla fronte per calmarmi.
< Porca miseriaccia! Potevate dircelo che abitate in un posto così meraviglioso > sbotta Niall prendendo la sua valigia e quella di Gemma per poi incamminarsi al suo fianco.
Boccheggio mentre supero il cancello in ferro battuto guardando su in alto per scorgere meglio la struttura della villa.
È già pomeriggio inoltrato quindi non è illuminata molto bene ma non risulta difficile scorgerne la bellezza mozzafiato.
Tre piani o forse quattro.
Un edificio dallo stile rinascimentale, con dei colonnati adornati da statue di diversa natura a far capolino.
Un giardino a contornare il tutto con delle piante e dei fiori talmente curati da far girare la testa.
Per carità, non potevo che aspettarmi una casa così.
D'altronde non è così strano, visto che tutti sanno che a Redditch gli Styles sono una delle famiglie più ricche.
Il padre è uno degli avvocati più famosi e anche più pagati.
Voci di corridoio giunte fino ad Holmes Chapel, per capirci.
< Ci sei? > domanda il riccio stringendo la mia mano con più pressione.
Annuisco < è che stavo ammirando la casa >.
< È più bella la tua >.
Sicuramente.
< Se lo dici tu, ci credo > affermo mentre Gemma apre la porta di casa urlando < mamma! Papà! Siamo arrivati >.
Mi guardo intorno e per poco non mi prende un colpo nel vedere tutto sistemato e ordinato nella maniera più precisa possibile.
I divani in pelle bianca perfettamente casti, quasi come se non fossero mai stati toccati o usati.
Chissà se sono stati veramente usati...
Dei passi dalle scale mi avvertono che qualcuno sta per arrivare.
E infatti...
< Tesoro > abbraccia mamma Styles a Gemma per poi rivolgersi a Niall < e tu dovresti essere Niall... >.
Il biondo porge la mano presentandosi cercando di apparire meno nervoso possibile.
< Amore mio >.
< Mamma non chiamarmi così, per favore > implora Harry sbaciucchiato dalla mamma.
< Finalmente ti conosco Caroline > esclama avvicinandosi a me prima di presentarsi < Anne >.
Faccio la stessa cosa porgendole i fiori che ho acquistato questa mattina per non presentarmi senza un cadeau.
< Non dovevi cara > appoggia una mano sulla mia spalla sorridendo, cosa che finisce con il tranquillizzarmi.
Basta il suo sorriso a farmi capire che tutto andrà bene.
Non so ma ho l'impressione che mia madre abbia ragione: è proprio una brava donna.
La ringrazio mentre sento Harry domandare dove si trovi il padre.
< Oh, è su... venite vi ci porto > afferma Anne facendoci strada, non prima di aver chiamato una domestica a prenderci le valigie.
Domestica?
< Avete dei domestici? > sussurro a Harry che annuisce beffardo.
< Andiamo bene > sussurra Niall cercando di calmarsi.
Lo guardo e gli faccio un cenno con la mano per farlo avvicinare.
< Secondo te dovrei cambiarmi? >.
< Stai alla grande Care > mi tranquillizza < io? Dovrei cambiarmi? >.
Scuoto la testa e riprendo a camminare vicino al riccio che mi guarda divertito.
Fortuna lui che ride, perché a me viene solo da piangere.
< Oh, oh Caroline Smith in difficoltà >.
< Zitto > gli intimo dandogli un cazzotto sul braccio attenta a non farmi vedere dalla madre.
Superiamo alcune stanze per poi arrivare di fronte a quello che capisco essere uno studio.
Lo studio del signor Styles.
Ci siamo.
Devo stare calma.
Calmissima.
< Ti avevo detto di scendere Des > protesta la moglie una volta dentro.
< L'avrei fatto a breve, comunque eccoli qui i miei ragazzi >.
Saluta Gemma con un caloroso abbraccio e poi fa la stessa cosa con Harry.
< Niall, ci rivediamo > saluta il biondo con una pacca sulla spalla che lo fa sobbalzare.
Poi scrutandomi afferma < la nostra Caroline... finalmente tra noi >.
Finalmente tra noi…
Che ansia.
< Piacere di conoscerla signor Styles >.
< Chiamami pure Desmond >.
< Ok, signor... volevo dire Desmond > gli porgo la mano che stringe.
< Non avevi torto a dire che è bella > dice al figlio strizzandogli un occhiolino.
Avvampo due secondi per poi ringraziare per il complimento appena ricevuto.
< È la verità > rincara la dose Anne andando a posare la mano sulla spalla del marito.
< Non continuate che sennò si monta la testa > afferma Harry cingendo il mio fianco mentre mi volto per affrettarmi a rispondere < non sono così egocentrica >.
< No? > continua lui mentre io gli riservo un'occhiataccia degna di Caroline Smith.
< Signor Styles è pronta la cena >.
Si affaccia un cameriere sulla quarantina sorridendoci educatamente.
< Di già? > domanda Harry per poi affermare < giusto... c'è nonna >.
.
< Nostra nonna paterna > spiega Gemma a Niall che annuisce.
Bene…
Chi se lo sarebbe mai aspettato che oggi avrei conosciuto anche la nonna?
< Andiamo di sotto ad accomodarci > sprona Anne facendo segno di seguirla.
< Vive con voi? > domando una volta aver lasciato gli altri superarmi ed essermi avvicinata ad Harry che spiega < da un paio di anni >.
< Capisco >.
Cammino attenta a non inciampare per via delle décolleté che prima di scendere ho indossato.
< Spero per voi non ci siano problemi se stasera cenano con noi gli zii e i cugini > afferma Anne mentre io e Niall scuotiamo la testa.
< Assolutamente >.

Oddio.
Oltre la nonna gli zii e i cugini?
Sto male.
Non pensavo avrei conosciuto mezza famiglia Styles altrimenti mi sarei vestita meglio.
Molto meglio.

< Hai la faccia di una che sta per andare al patibolo > afferma Harry prima che io dica di sasso < non sapevo avrei conosciuto quasi tutti gli Styles, mi sarei vestita meglio >.
< Caroline > rimprovera lui, ma io continuo imperterrita < non sono adeguata, guardami... ho dei pantaloni sartoriali e una maglietta a collo alto >.
< Vai benissimo >.
No, che non vado benissimo.
< Ho solo i tacchi che mi salvano, per il resto non sono commentabile >.
< Caroline! > sbotta.
Lo guardo fermandomi < non sei tu a dover essere giudicato >.
< Nessuno ti giudicherà > esplica lui mentre riprendiamo a camminare.
Guardo Anne che è una visione nel suo pantalone gessato, a fianco al marito che non è da meno.
Accidenti.
Sono vestita malissimo.
< Lo sapevo che avrei dovuto mettere il tubino > mi dispero ormai non più calma.
< Sei troppo agitata > dice il riccio < e non devi >.
< Lo capisci che sto per conoscere la tua famiglia? > domando ironica per poi guardarmi intorno < guarda qui, guarda che tappezzeria, guarda che casa... non mi accetteranno mai >.
Harry sbuffa e avvicinandosi al padre gli sussurra qualcosa che non capisco, per poi avvicinarsi e trascinarmi con lui dentro uno stanzino.
< Almeno così capisci che siamo persone e non alieni > spiega indicando tutto.
Ammetto che sto per ridere ma decido di non farlo.
Faccio per rispondere ma il riccio mi zittisce < ora mi fai parlare Smith >.
Annuisco e gli faccio cenno di continuare, cosa che prontamente fa < ascoltami molto bene: andrà benissimo oggi, lascia perdere tutto il resto... la casa, lo stile e tutto quello che vuoi >.
Fosse facile eh…
< Fosse facile >.
< È facile >.
Non sono vestita bene.
< Non sono vestita bene > mi indico.
< Mi hai stancato > sbuffa, poi prendendomi il viso tra le mani continua < di quello che pensano gli altri sul tuo abbigliamento non te ne deve fregare niente perché a me non frega un cazzo >.
< Invece importa >.
< A parte che nessuno ti giudicherà male > afferma < ma poi anche fosse devi sbattertene perché a me vai bene così >.
< Dici così per farmi tranquillizzare > lo punzecchio.
< Sei la mia ragazza, non loro e che diamine! >.
Lo sto esasperando e me ne rendo conto ma è che ho una fottuta paura di non piacere… che perdo facilmente la testa.
< E cosa c'entra? >.
< Te lo dirò solo una volta > mi intima per poi guardarmi con uno sguardo profondo.
Forse immenso.
< Caroline è te che voglio, nessun'altra... quindi non farti tremila seghe mentali perché a me vai più che bene così >.
Roteo gli occhi giocando con la sua collanina.
< È te che voglio > sussurra per poi baciarmi, una mano sulla mia guancia.
< Mh > mugugno non appena si stacca.
Sorniona imploro ancora un altro bacio.
< Pallosa > sussurra a fior di labbra facendomi ridere.
Gli schiocco un bacio con più pressione mentre la sua mano si posa sul mio fianco portandomi verso il muro.
< Dovremmo andar... > dico ma vengo zittita da un altro bacio.
Gli afferro i capelli e sorrido mentre sento le labbra di Harry scendere sul mio collo; poi alzandosi e strofinando il suo naso contro il mio sussurra leccandosi le labbra < non è eccitante? >.
Molto, moltissimo ma mi limito a fare la vaga.
< Cosa? >.
< Noi due, qui dentro mentre potrebbero scoprirci > le sue labbra sul mio viso.
< Harry > una mano sul suo petto.
< Un ultimo bacio, poi prometto che ti libero > scherza.
Certo, come se io me la passassi male.
Come se volessi essere liberata.
Lo bacio con più pressione mentre lascio che la mia lingua si infili nella sua bocca per andare ad incontrare la sua.
Ci baciamo fino a che mi stacco per prendere fiato, facendolo così sbuffare.
< Harry è ora di andare di là, anche perché ci manca solo che inizino a pensare che sia una poco di buono >.
< Sei un'idiota sai? > domanda sistemandosi i capelli per poi intrecciare la sua mano con la mia, una volta essere usciti dallo sgabuzzino.
< Sei più calma ora? > domanda mentre io annuisco per poi arrossire quando confessa al mio orecchio < io sono su di giri invece >.
Ridacchio < fattela passare, ho una cena in famiglia da affrontare >.
Lo seguo imponendomi di rimanere calma, ma non appena raggiungiamo gli altri in veranda l'ansia riprende a farsi sentire.
< Cugino, ce ne hai messo di tempo > esclama un ragazzo dai capelli biondo miele e con delle lentiggini ad illuminargli il volto.
< Sai come vanno queste cose Matty >.
< Giusto Harold > gli strizza un occhiolino andando ad abbracciarlo.
< Ella, piacere di conoscerti > mi porge la mano una ragazza praticamente identica a quello che so chiamarsi Matty.
< Caroline, il piacere è tutto mio > le sorrido per poi voltarmi verso Matty.
Somiglia molto ad Harry, più di quanto uno potrebbe immaginare.
< Io sono... > non faccio in tempo a presentarmi che mi anticipa lui sorridendo < Caroline Smith, anzi oserei direi la famosa Caroline Smith >.
Sono famosa?
Che cosa è stato raccontato?
< Sono così famosa? > chiedo mentre lo sento dire < piacere Matt >.
Poi sorridendo < in famiglia sei famosa >.
< Oh, non lo ascoltare... non è vero > lo rimprovera la sorella sorridendomi teneramente.
< Meglio così > dico io sorridendole di rimando.
< Io sono la zia di Harry, Mary >.
Le porgo la mano cordialmente ridendo quando confessa < se vuoi puoi chiamarmi zia Mary >.
Credo proprio che andremo d'accordo.
Molto.
< Josh >.
< Caroline >.
Guardo lo zio di Harry notando la somiglianza assurda con Anne.
Identici praticamente.
Non si potrebbe dire altrimenti.
Stessi occhi, lineamenti e stesso sguardo buono.
Ed è proprio vero il detto 'parli del diavolo e gli spuntano le corna' perché dalla porta spunta proprio Anne sorridendo insieme a Gemma.
< Eccoci, siamo tutti pronti allora > afferma Anne dando l'ordine alle domestiche di servire la cena.
Poi guardandoci dice < sedetevi come volete >.
A capotavola c'è Desmond, alla sua destra Anne seguita dalla nonna, da Ella, da Niall e Gemma.
Mentre alla sinistra di Desmond c'è Josh, poi Mary, io, Harry e infine Matty.
A proposito della nonna, la guardo e le sorrido, anche perché non ci siam mica presentate.
Ho visto che non ha parlato nemmeno con Niall allora ho preferito non invadere il suo spazio andandola a salutare.

Sento un’agitazione strana.

Come se mi sentissi giudicata dalla nonna.
Ma saranno solo mie paranoie, non è vero?
Mi siedo sistemandomi quanto più dritta possibile mentre sento Harry ridere.
< Sembra che hai un palo ficcato in culo > sussurra, in modo che solo io possa sentirlo.
Lo fulmino con lo sguardo e mi impongo di non arrossire.
Maledetto.
Deve trovare sempre il modo di mettermi in imbarazzo.
Lo odio quando fa così.
Cavolo.
< Grazie > ringrazio il cameriere che mi versa dell'acqua frizzante.
< Per me del bianco Tim > gli dice Harry prendendo direttamente la bottiglia dalle mani di Tim e posandola sul tavolo, per poi farmi un occhiolino.
Visto lo stile della famiglia mi aspetto un rimprovero o un ammonimento da parte degli Styles ma nessuno fiata anzi sembra quasi che non ci facciano caso.
< Versane più che puoi > ride Matty indicando il vino bianco ad Harry che glielo versa riempiendolo fino all'orlo.
Dopo un momento concitante di voci prendiamo a mangiare il primo.
E per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva.
Risotto all'oro e rose appassite.
Lo guardo e sbianco leggermente per poi assaggiarlo.
Risotto all'oro?
Ci rendiamo conto del livello?
'Mangia e sta’ zitta' mi impongo mentalmente.
< Allora ragazzi cosa mi dite? > chiede lo zio per poi aggiungere ovvio < a parte le vostre storie d'amore >.
< L'amore fa schifo > ridacchiano Harry e Matty brindando mentre io mi trattengo dal fare la stessa identica cosa.
Ossia ridere.
< Solita vita a Londra zio > spiega Gemma.
< L'importante è che vi troviate bene >.
< Assolutamente >.
< E ora parlami del tuo ragazzo dai >.
Vedo Niall deglutire faticosamente e sorrido perché so che è pesante anche per lui essere così al centro dell'attenzione.
< Molto, molto carino > commenta la zia Mary mentre il biondo arrossisce ringraziando.
< Comunque c'è poco da dire... in effetti ci siamo dichiarati entrambi ed eccoci qui > afferma lei sorridendo felice.
< Horan pensavo non avresti mai fatto la prima mossa, invece mi sbagliavo > commenta Desmond ridendo.
< Pensavo che mi avrebbe dato un due di picche > spiega lui mentre il signor Styles asserisce facendogli un occhiolino < ottima osservazione >.
< Parliamo di cose più serie adesso > aggiunge Matty mentre sento Harry ridere prima di dire < non iniziare dai >.
< Fammi divertire > afferma per poi chiedere < già l'avete fatto? >.
< Matty! > urla Gemma tirandogli il tovagliolo.
< Sei sempre il solito Matty > lo rimprovera la mamma.
< Perché? Non ho chiesto nulla di che >.
Vedo Niall guardare Gemma che risponde decisa < non sono cose che ti riguardano >.
< Che noiosa che sei >.
< Tu sei un fottuto impiccione >.
Guardando il cugino spiega < con Harry ci diciamo tutto >.
Andiamo bene…
Dovrei prepararmi mentalmente al fatto che verranno svelati dettagli intimi della mia vita sessuale?
Se Harry osa solo fare una cosa del genere, lo decapito.
< Puoi dirlo forte > gli schiaffa il cinque Harry bevendo un sorso del vino che si è fatto portare.
< E invece Caroline cosa ci dici? > domanda Desmond cambiando argomento.
< Potete chiamarmi Care, se volete > spiego a tutti i presenti sorridendo.
< Va bene Care > dice Anne mentre Desmond chiede < chi ha fatto la prima mossa? Tu o quel testone di mio figlio? >.
< Papà, grazie eh >.
< Non c'è di che figliolo >.
< Mh diciamo che è stata una cosa reciproca... abbiamo capito di non poter più continuare a battibeccare > spiego per poi guardare Harry.
< Caroline è forte > afferma il padre allo zio < sa come mettere Harry al proprio posto >.
Troppi complimenti.
Troppi, tanti da mettermi in imbarazzo.
< Praticamente mi stai dicendo che è più stronza di te? > domanda Matty iniziando a ridere a crepapelle.
< Il senso è quello > diciamo in coro io e Desmond ridendo.
< Porca puttana che colpaccio Harold >.
Il riccio gli chiede cosa intenda e il cugino si affretta ad esternare quello che effettivamente pensa < oltre ad essere una stra gnocca da paura è anche una stronza micidiale... figo >.
Stra gnocca?
Arrossisco cercando di non farlo vedere.
< Come sai fare i complimenti tu Matt, nessuno mai eh > lo rimprovera Ella.
< Signori > intervengono i camerieri prima di appoggiare del caviale e delle aragoste sul tavolo.
Strabuzzo gli occhi e ringrazio.
Anche se vorrei morire, perché mi fanno schifo le aragoste e peggio pure il caviale.
< A Caroline non piacciono > spiega Harry mentre Anne preoccupata mi dice che può farmi preparare qualunque cosa io voglia.
< Non preoccuparti mangerò il contorno >.
< Abituata male la ragazza > asserisce la nonna mentre io sobbalzo leggermente.
La prima frase che dice e non è positiva.
Ecco, l’avevo detto che mi guardava in modo poco convinto… e infatti.
< Mi scuso >.
< Non scusarti... se Harry me lo avesse detto avrei fatto preparare altro > continua Anne con un tono di rimprovero verso il figlio.
< Sul serio, non preoccuparti >.
< E quindi sei di Holmes Chapel? > domanda Desmond mentre io annuisco.
Devo stare calma.
Andrà tutto bene.
Tralasciando la ricchezza e il lusso mi sembrano tutti delle persone di cuore.
Ed alla mano.
< Sul serio tuo padre è quel Nickolas? > chiede Matty facendo segno al padre che mi chiede quale sia il mio cognome.
< Non dirmi che tuo padre è quel Nickolas Smith > afferma Josh sporgendosi per osservarmi meglio.
Che succede?
Annuisco e lo guardo < tuo padre è un grande! >.
Mio padre è famoso.
Non so per quale motivo ma tutti lo conoscono come una leggenda e lo stimano.
< Lo sai vero? > domanda Matty facendomi ridere.
< Dovremmo organizzare una cena > afferma Desmond prima di coinvolgere Harry < che ne dici? >.
< Dico che possiamo farla quando volete... ormai Smith mi ama >.
< Non ti allargare > gli dico facendo ridere tutti.
Tranne la nonna che voltandosi verso Niall chiede < i tuoi genitori che lavoro svolgono? >.
La nonna ha deciso di cambiare argomento.
Brutto segno.
< Mio padre è un vecchio della marina militare, mia madre una segretaria d'ufficio > risponde mentre vedo Gemma sorridere a trentadue denti.
< Esistono ancora le segretarie d'ufficio? > domanda lei di rimando mentre Gemma risponde < certo nonna >.
< Mi scuserai cara ma è il primo ragazzo che porti a casa e devo accertarmi che sia giusto per te > dice la nonna bevendo il suo vino attenta a non macchiarsi la giacca del tailleur rosa cipria.
< Non sei stata mai perspicace Gemmina > la prende in giro Matty prima di rivolgersi al riccio < non è come il fratello >.
< Per niente > afferma la nonna guardando Harry.
< Non iniziamo nonna > la implora Harry ma la nonna fa orecchie da mercante perché asserisce seria < è già la seconda ragazza ufficiale che porti in casa >.

Cosa?
Aspetta… non ero io la prima?
Cosa mi sono persa nel mentre?

Aggrotto le sopracciglia e mi volto per guardare Harry < come sarebbe a dire la seconda ragazza ufficiale? >.
< L'altra è stata Lindsey > spiega Ella mentre Anne dichiara che non è molto carino parlare di persone non presenti e soprattutto di storie passate.
< Direi cara, che hai ragione > afferma Desmond.
Sorrido ma dentro di me rosico.

Perché Harry mi ha detto di essere la prima che presenta in famiglia.
L'unica.
E invece mi sembra di no.
Chi diavolo è Lindsey che ha già conosciuto la famiglia Styles?
Che è già stata in questa casa delle meraviglie?

< Anche perché Caroline è mille volte più figa di Lindsey > sbotta Matty serio.
< Era una palla >.
< Però scopava bene eh? > chiede ironico il cugino mentre Harry ride divertito.
< Adesso solo perché c'è Caroline fai il finto nonno, ma la sappiamo tutti la storia >.
< Che storia? > chiedo sorridendo a Matty.
< Che scopavano come i conigli quei due > indica Harry che scuote la testa ma in realtà ride sotto i baffi.

Che bello…
A casa mia ho scoperto che si sbatteva mia cugina, a casa sua che scopava come un coniglio; dovrei preoccuparmi?
Cosa c’è da scoprire ancora?
Che in realtà è fidanzato?
E che io sono solo l’amante sfigata e illusa?

< Parliamo di cose serie va > si intromette Anne richiamando l'attenzione.
Sarà meglio va.
< Ho sistemato le vostre due camere >.
< Io ritengo più opportuno farli dormire in camere singole Anne > ribatte la nonna mentre Niall rotea gli occhi.
< Mamma, sono adulti e vaccinati > spiega lei sorridendo.
La nonna scuote la testa < cosa c'entra? Non sono mica sposati >.
< Ah che antica che sei nonna > la punzecchia Harry mentre la nonna fa spallucce < sono di vecchio stampo >.
< I ragazzi dormiranno nelle loro stanze mamma > dice Desmond alla madre < nelle camere matrimoniali che Anne ha preparato loro >.
Capto un 'stasera si scopa' detto da Matty all'orecchio di Harry che gli tira un pugno di rimando.
< Fate quello che volete > conclude il discorso la nonna sbuffando.
Fortunatamente si ritorna a respirare un clima sereno, cordiale.
Senza pressioni.
Iniziamo infatti a parlare del più e del meno, ridendo e facendo battute.
< Sei uno spasso Care > commenta Matty.
< Anche tu >.
< Vacci piano, è la mia ragazza > gli tira un cazzotto sul petto Harry.
< Lo so, però posso provarci no? >.
< No >.
< Ma se una volta condividevamo tutto... > si lamenta il ramato dandogli una spallata.
< Lei non la condivido, è mia > replica Harry mentre io sghignazzo < geloso il ragazzo >.
< Puoi dirlo forte > mi provoca portando una ciocca di capelli dietro il mio orecchio.
< Comunque > afferma la nonna prima che Gemma chieda se vada a letto.
La nonna, che poco fa ho capito chiamarsi Dorothy annuisce ma invece che alzarsi prende la parola da dove si è interrotta < comunque non mi aspettavo che Harry portasse a casa un tipo di ragazza così >.
Parla di me?
< Così come? > domanda Desmond < è una forza della natura >.
< Mi aspettavo che Harry portasse a casa una ragazza alla sua altezza > confessa lei mentre io cerco di concentrarmi sulle sue parole per non perdere il filo del discorso.
< Nonna > la ammoniscono Harry e Gemma sincronizzati alla perfezione.
< Che ne so... una ragazza come Lindsey > asserisce per poi guardarmi.
Ancora sta Lindsey?
Che due palle.
Dovrebbe essere superata da un pezzo, no?
Taglio il pezzo di torta al cacao che ci è stata portata cinque minuti fa e ne porto alla bocca un pezzettino.
< È che Caroline non mi sembra molto d'alta classe > confessa senza imbarazzo.

Sbam!
Colpita ed affondata, d’altronde l’avevo detto che non mi sembrava molto convinta della mia presenza.
E infatti…

< Dorothy > esclamano Desmond, Anne, Josh e Mary mentre i due cugini sussurrano  'che stronza'.
Sbatto più volte le palpebre, perché non mi capacito di quello che le mie orecchie hanno appena sentito.
Mastico bene la mia torta per poi appoggiare la forchettina da dessert sul piattino ed iniziare con un < scusi signora Styles >.
< Caroline parlo io >.
< Fammi parlare > fermo Harry con una mano sul petto. 
È a me che ha rivolto una critica di pessimo gusto.
Poi guardando la signora affermo < forse ha ragione: non sarò chissà quanto bella o simpatica o bon ton >.
Prendo un bel respiro e spiego < probabilmente avrò tanti difetti, che vostro nipote potrà confermare, e probabilmente non sarò di classe >, poi aggiungo seria < ma tengo ad Harry più della mia stessa vita e mi creda... si fidi quando le dico che non me lo farò scappare per niente al mondo >.
< Mamma chiedi subito scusa a Caroline > alza la voce Desmond guardando la madre con enorme disappunto.
< Non preoccuparti Desmond > gli dico per poi continuare < ora se non vi dispiace tolgo il disturbo >.
< Caroline > mi chiama la voce di Harry mentre mi alzo dalla sedia e prendo a camminare verso l'ingresso mentre sento i presenti rimproverare la signora Styles.

Non so nemmeno andare sinceramente.
Non so dove si trovi la mia stanza.
La mia valigia.
E il mio cuore frantumato.
Una parte di me vorrebbe prendere la valigia e tornarsene a casa.
Ma so di non poterlo fare.
Harry è qui.
Ed io sto qui, punto.
Dopo aver percorso un corridoio accompagnata dalla domestica mi chiudo in bagno, guardando la mia immagine riflessa allo specchio.
E senza poterne farne a meno le lacrime iniziano a riempirmi gli occhi per poi posarsi sulle mie guance.
Gliel'avevo detto ad Harry che non sarei piaciuta a tutti.
Che non sarebbe andata bene.
E infatti...
La nonna ha confermato quello che già sospettavo.
Dei leggeri singhiozzi che cerco di controllare portando la mano davanti al viso.
Non sono di classe.
Non vado bene per Harry.
Sono sbagliata per lui.
Magari la nonna ha ragione.
Harry ha bisogno di una ragazza al suo stesso livello.
Una ragazza chic da non farlo sfigurare ad ogni evento.
Una ragazza dell'alta classe che sa come stare in questo mondo così ricco, lussuoso.
Una ragazza praticamente diversissima da me.
Io non so come si sta in questo mondo.
Anche se la mia famiglia non se la passa male economicamente, siamo pur sempre una famiglia umile.
Non avvezza a mostrare ricchezze e lusso.
Non abituata a stare al centro dell'attenzione così.
Forse ha ragione la nonna.
Io ed Harry non dovremmo stare insieme.
Mille pensieri si susseguono nella mia testa.
Io ed Harry insieme.
Felici.
Non lo merito, forse?

< Care, posso entrare? > la voce di Anne a ridestarmi dallo stato catatonico in cui mi ritrovo.
Senza parlare giro la chiave della porta ed aspetto che la bella donna faccia il suo ingresso.
< Ti ho cercata dappertutto > spiega.
< Come stai? > chiede portando una mano sulla mia spalla.
< Potrebbe andare meglio >.
< Vieni qui piccola > mi tira a sé in un abbraccio mentre lascio alle mie lacrime la libertà di scorrere copiose.
< Shh, ci sono qui io > mi conforta accarezzandomi la testa per farmi calmare.
Riesce nell'intento infatti dopo alcuni minuti le lacrime cessano di fuoriuscire.
< Vieni con me > mi dice prendendomi per mano per poi camminare per il lungo corridoio prima di entrare in una camera che presumo essere una camera per il relax.
Mi fa cenno di sederci sul divano ed io obbedisco.
< Sei più calma? >.
Annuisco < non è stato bello >.
< Oh lo so cara... Dorothy purtroppo col tempo è peggiorata > scherza rubandomi un sorriso tirato.
< Forse ha ragione > le dico seria.
< Su cosa? >.
Su Harry, su me.
Su noi.

< Su Harry e sulla ragazza che dovrebbe stare al suo fianco > spiego spostando i capelli dietro l'orecchio.
< Non dirlo neanche per scherzo >.
Faccio spallucce.
< Lo fa con ogni ragazza che entra in famiglia Styles >.
< Sì? >.
Le chiedo come sia possibile visto la sua perfezione.
< Ricordo il nostro primo incontro > afferma < è stato a dir poco terribile >.
< Cos'è successo? >.
< Non ha fatto altro che mettermi in imbarazzo per com'ero vestita, per come parlavo >.
< Cavoli >.
< Per non parlare di quando se n'è uscita dicendo che stavo con Desmond solo per i soldi >.
Ahia.
A lei devo dire che è andata molto, molto peggio.
< Caspita, ti è andata peggio > ammetto allibita.
Annuisce < però fidati che non lo fa apposta >.
Ah, no?
< No? >.
< No, diciamo che lo fa per metterti alla prova... per vedere fin dove reggi >.
< Bella storia > sbuffo.
Poi confesso < praticamente andando via le ho fatto vedere che sono una debole e che perdo le speranze alla prima difficoltà >.
< Non direi > dice per poi continuare < secondo me l'hai colpita >.
< Per la mia debolezza > chiedo ironica.
< Non sei stata per niente debole Care, le hai risposto a modo >.
< Sicura? >.
Un sorriso ad illuminarle il volto, già perfetto di suo.
< Sei stata grande, sul serio >.
Poi aggiunge < la nonna è rimasta colpita, la conosco >.
< Ha ragione a dire che io e Harry siamo diversi > dico rattristendomi.
Poi sussurro < ha bisogno di un'altra ragazza al suo fianco >.
< Caroline non dire sciocchezze, Harry ha bisogno solo di te >.
Poi continua < non l'ho mai visto così sereno, rilassato e in pace con sé stesso >.
< No? > chiedo alzando un sopracciglio.
< Harry è sempre stato un ragazzo con la voglia di fare, di scoprire... sempre alla ricerca del nuovo > racconta per poi dire < ma con un incessante bisogno di certezza che nemmeno ti immagini >.
La ascolto senza dire una parola < tu sei una certezza Caroline, si legge dai suoi occhi >.
< Non lo so > tento di dire prima di essere fermata < non ti rendi conto del sorriso che gli compare sul viso non appena gli sei vicino >.
Un tuffo al cuore.
< Non voglio lasciarlo > ammetto.
< E infatti non devi farlo... lascia perdere quello che ha detto Dorothy questa sera >.
< Spero >.
< Pensa solo a come state tu ed Harry > dice sorridendo.
< Bene, stiamo molto bene > le garantisco mentre lei mi spiega semplicemente < e allora vivetevi la vostra storia, senza pensare agli altri >.
< Hai ragione Anne >.
< Sei veramente una ragazza d'oro > dice Anne prima di ringraziarmi.
< Per aver regalato a mio figlio il dono dell'amore > afferma non appena visto il mio viso confuso.
< Andiamo di là ora > mi sprona facendomi ridere non appena asserisce < conoscendo Harry si starà sicuramente preoccupando che tu sia scappata >.
< Probabile >.
La abbraccio per dei secondi, prima di seguirla fuori dalla stanza.
Dopo aver percorso il corridoio ed essere scesi al piano terra, ci dirigiamo fuori in giardino da dove provengono diverse voci.
< Ehi >.
Sorrido ad Harry seduto su un divano del giardino con Niall e Desmond.
< Andiamo > esorta Anne facendo segno ai due di lasciarci soli.
< Ma stavamo parlando di una cosa seria > si lamenta Niall mentre si alza sconsolato.
< Ne parliamo dopo > lo rassicura Harry.
< Caroline mi dispiace tanto per quello che è successo prima > ammette Desmond spostandomi un po' più in là.
< Tranquillo signor Styles, mi è passata >.
< Non voglio che vi crei problemi >.
< Non lo farà, glielo assicuro > gli dico per poi salutarlo e avvicinarmi ad Harry che mi fa segno di sedermi vicino a lui.
< Non sai quanto mi dispiace > afferma non appena mi siedo.
Faccio un cenno con la mano.
< L'avrei uccisa >.
Anch’io.
< Anch'io > ridiamo entrambi per poi tornare seri.
< Sai che a me non me ne frega niente di quello che ha detto, vero? >.
Lo so, lo so.
< Lo so Harry, lo so >.
< E sai che voglio te, vero? >.
< Lo so >.
Poi aggiungo < anche io voglio te >.
< Sul serio non mi lascerai andare così facilmente? > chiede sorridendo facendo chiaramente riferimento alle mie parole di prima.
Annuisco < certo... sei importante per me >.
Mi regala un sorriso per poi tirarmi a sé e abbracciarmi.
< Mi strozzi > gli dico cercando di spostare il suo braccio mentre lui ridacchia divertito.
< Comunque dovrai spiegarmi la storia di Lindsey eh >.
< Storia vecchia > spiega ma io lo ammonisco < sì, storia vecchia ma che io voglio conoscere >.
< D'accordo capo > afferma lasciandomi un bacio a fior di labbra.
< Harry > lo rimprovero voltandomi dietro per constatare che nessuno abbia visto il bacio.
< Che c'è? > chiede confuso.
< C'è che mi imbarazzo >.
< Quanto sei pudica > afferma roteando gli occhi.
< Ci sono gli altri > indico col dito dietro di noi.
< E che vuoi che me ne importi? > domanda ironico per poi aggiungere < se ho voglia di baciarti, lo faccio >.
Un altro bacio.
Alzo lo sguardo al cielo < sei così testardo >.
< E tu sei così sexy che mi è impossibile resisterti > sussurra baciandomi nuovamente.
Arrossisco e gli tiro un buffetto sul braccio.
< È vero, poi quando arrossisci così > esplica con un dito sulla mia guancia < mi fai impazzire >.
Lo guardo e mi mordo le labbra.
Se fossimo soli non esiterei a baciarlo, a cercare un contatto più intimo ma di fronte a tutti... non riesco, mi sento bloccata.
< Andiamo, so che hai voglia di baciarmi > mi stuzzica portando la fronte a contatto con la mia.
< Sei troppo sicuro >.
< Fremi dalla voglia di farlo > sghignazza mentre io roteo gli occhi.
Gli mollo un bacio < fattelo bastare >.
Ride e fa ridere anche me mentre appoggio la mia testa sulla sua spalla.
< Possiamo? > chiedono Desmond ed Anne indicando il divano libero di fronte al nostro.
Alzo la testa e annuisco, finendo per mettermi seduta meglio.
I due si siedono.
Desmond con un braccio intorno al collo di Anne che si lamenta di quel contatto così intimo in pubblico.
< Ecco, siete uguali > afferma Harry indicando prima la madre e poi me.
< Harry, scusami se in pubblico non voglio mostrare la mia intimità > afferma la madre facendolo ridere.
< Sei sempre stata pallosa > si lamenta Desmond riportando il braccio sul collo della moglie che sospira affranta < tuo figlio è la tua stessa fotocopia >.
< Puoi dirlo forte Anne Styles > commenta il padre ridacchiando.
< Non è colpa nostra se siamo fatti così > ribatte Harry mentre io chiedo cosa intenda per 'siamo fatti così'.
< Così fisici > risponde lui donandomi un sorrisetto malizioso.
< Senza di noi sareste perse > dice Desmond mentre Anne controbatte acida < sì, come no... mi sarei risparmiata un sacco di grane >.
< Anne Styles ma se morivi dalla voglia di baciarmi ogni volta che mi vedevi > stuzzica Desmond osservandola.
< Un po' come Caroline > afferma sornione Harry dandomi un pizzicotto sul fianco destro.
Lo guardo in cagnesco prima che mi trascini verso di sé con un secco 'vieni qui'.
Senza fiatare appoggio la testa sulla sua spalla, il suo braccio appoggiato sulla mia spalla sinistra ad accarezzarla teneramente.
< Vorresti dire il contrario? > domanda il padre alla madre che annuisce sorniona.
< Care vuoi sentire la verità sul come ci siamo conosciuti? >.
Annuisco e aspetto che il padre inizi a raccontare < ero in università coi miei amici quando la qui presente Anne mi è venuta a sbattere contro, fradicia di pioggia com'era >.
< E tu come al solito hai fatto lo stronzo > lamenta Anne alzando una mano per colpirlo sulla nuca.
< Cos'è successo? > chiede Harry curioso.
< È successo che tuo padre invece di aiutarmi, ha iniziato a prendermi in giro coi suoi amici >.
< Andiamo! Eri così buffa >.
< Sì e tu eri così stronzo >.
< Comunque la signora qui presente si è innamorata quello stesso giorno e non ha esitato a chiedermi di uscire >.
< Non mi sono innamorata > afferma lei sicura della sua convinzione.
< Gli hai chiesto di uscire? > domanda Harry strabuzzando gli occhi.
Il padre annuisce < dopo una settimana dall'incidente è venuta nella mia aula e mi ha chiesto di vederci >.
< Non ci posso credere! > esclama Harry incitando il padre a continuare.
< E quindi siamo usciti >.
Poi aggiunge facendomi sorridere < e a fine serata mi ha baciato >.
Anne rotea gli occhi per poi puntualizzare < mi hai baciata tu Desmond >.
< Sì, ma tu se ricordo bene ti sei lasciata baciare senza problemi > sghignazza lui.
< Oh, basta ora > intima lei rossa in viso mentre lui gli da un bacio sulla guancia.
Ed io di fronte a questa scena non posso che sorridere e credere che l'amore in fondo esista.
< Che schifo > commenta Harry facendo finta di vomitare.
La madre lo rimprovera e poi finisce col ridere < sei sempre uguale >.
< Ovvio > le strizza lui un occhiolino di rimando.
Poi vedendo arrivare Gemma e Niall sbotta < ecco, arrivano i piccioncini >.
< Harry >.
< Che c'è? > domanda alla madre, prima che lei risponda < non fare sempre lo stronzo con tua sorella >.
< È solo geloso marcio > dice Gemma sedendosi sulle gambe di Niall.
< Di cosa? Delle vostre smancerie? Neanche morto >.
< Fai tanto il superiore ma anche tu non sei da meno con Caroline >.
< Io e lei non facciamo i piccioncini come voi due > schernisce lui prendendo a mandare baci volanti alla sorella.
< Peggio per voi > commenta Niall ridendo.
< Siete stati sempre così diversi > indica i due figli Anne.
< Meglio > affermano in coro entrambi per poi ridere.
< Tu così timida, riservata e sognante > si rivolge alla figlia, per poi passare al figlio < tu così sfacciato, testardo e ancora sfacciato >.
< Non potevi trovare aggettivi più adatti > le dico io guardando il riccio sghignazzare.
< Ti ricordi mamma quando Harry indossava i tuoi reggiseni andando per tutta casa? > domanda Gemma ridendo a crepapelle.
< A proposito, dovrei avere ancora la foto incriminata > tira fuori il cellulare iniziando a scorrere la galleria per poi scoppiare a ridere porgendomelo < guarda tu stessa >.
Rido di fronte alla foto: un Harry piccolo, di cinque, sei anni con indosso il reggiseno della madre e una faccia maliziosa a contornare il tutto.
Proprio la stessa faccia maliziosa che molto spesso mi riserva.
Non è proprio cambiato di una virgola.
< Sì, sì, tutto molto divertente... ma Caroline già sapeva la mia passione per i reggiseni >.
Lo guardo e gli faccio cenno come a dirgli di non aver capito.
< Devo ricordarti il reggiseno in pizzo viola? > domanda lui giocando coi miei capelli.
Oh.
< Harry! > urlo affondando la mia faccia sulla sua spalla.
< Non metterla in imbarazzo > intima la madre.
< Eh, ma non è colpa mia se indossa dei reggiseni che a me piacciono > ammette senza imbarazzo.
< Fattela finita > gli mollo un cazzotto sullo stomaco, cercando di darmi una sistemata.
Vedo Desmond sorridere per poi asserire < che bello vedervi così felici >.
Tutti e quattro ridiamo e annuiamo.
Ha ragione.
Siamo felici.
E si vede.
< Domani portateli a fare un giro per Redditch > propone Anne indicando me e Niall.
< Mi piacerebbe > dico guardando Harry supplichevole.
< Avrei altri piani per te, domani > sussurra al mio orecchio facendomi rabbrividire.
Che piani?
< Voglio conoscere Redditch > imploro guardandolo sbuffare, per poi asserire < va bene, ti ci porto palla che non sei altro >.
< Domani visiteremo la città, con due guide d'eccezione > commenta Niall mentre Gemma annuisce soddisfatta.
< C'è poco da vedere > risponde Harry prima che la sorella lo definisca palloso.
Rotea gli occhi facendomi ridere.
< Non vedo l'ora! > esclamo io battendo le mani.
< Possiamo dirlo anche a Matty e Ella > propone Gemma.
A proposito di Matty e Gemma...
Mi volto e dico afflitta < non ho salutato nessuno >.
< Tranquilla, avrai modo > risponde Anne.
Annuisco.
Mi dispiacerebbe aver fatto una cattiva impressione.
Come se leggesse nella mia mente Harry mi tranquillizza < ti adorano, fidati >.
Lo guardo e gli accarezzo una guancia.
< Noi ragazzi andiamo a dormire > si alzano in piedi Desmond e Anne, salutandoci e augurandoci una buona notte.
< Buonanotte > rispondiamo in coro noi.
< Penso che abbiamo fatto una buona impressione > commenta Niall rivolgendosi a me non appena i due genitori entrano in casa.
< A parte la nonna... credo di sì > ridacchio io mentre Harry mi da un buffetto.
< Sta' pur certa che papà gliene dirà quattro > conforta Gemma prendendo la mano di Niall intrecciandola con la sua.
< Non vedo l'ora > confessa Harry divertito.
< Comunque domani potremmo andare a fare colazione, che dite? > chiede Gemma.
< Andiamo da GoldenHour > commenta Harry, un sorriso ad illuminargli il volto.
< Si può fare > ammette Gemma dicendo di avere l'acquolina in bocca.
< Pensi sempre al cibo > la punzecchia Niall mentre lei risponde offesa < non è colpa mia Horan... amo il cibo, amo mangiare >.
< Dici sempre questo > ribatte lui divertito.
< Ha ragione Gemm, anche a me piace mangiare > difendo io dando un cinque alla ragazza.
< Ed ecco perché sei ingrassata di 4 kg > commenta Harry beccandosi una gomitata tra le costole.
< Non è vero > asserisco io mentre lui scherza < li hai messi su tutti sul culo >.
Che grazia oh.
< Che grazia Harry > sbotto io.
So che scherza, perché non sono ingrassata di un etto.
Lo fa solo per infastidirmi.
Perché è il suo modo di fare.
< Che dite se andiamo a dormire? > chiede Niall sbadigliando.
< Sì, certo... a dormire > mima Harry con le mani.
< Sì, a dormire... sono stanco > ribatte lui sorridendo a Gemma.
< Fortunatamente siamo su due piani diversi, quindi non vi dirò di far piano > commenta Harry prima di aggiungere < anche se fossi in voi farei piano >.
< Pensa per te Styles > scherza il biondo tirandosi su.
< Noi saremo degli angioletti > asserisce il riccio facendo una faccia buffa che non fa altro che farci ridere.
< Come no > commentano Gemma e Niall lasciandoci soli.
< Finalmente soli > asserisce beffardo Harry prima di fiondarsi sulle mie labbra.
< Mh, anche io andrei a dormire... sono stanca > commento io staccandomi.
< Va bene, andiamo a dormire > sghignazza lui tirandomi su e baciandomi nuovamente.
Cammino sempre tenendo le labbra attaccate alle sue e ridacchio divertita.
< Signora Smith > asserisce prendendomi in braccio e entrando dentro casa per poi salutare i domestici in cucina che stanno sistemando le stoviglie.
Lo guardo e saluto i domestici imbarazzata come non mai.
< Ah Tim > dice Harry chiamando il cameriere con un cenno.
< Sì, Harry? >.
< La nostra camera? >.
< È la principale, ho già portato le vostre valigie in camera > spiega lui composto sorridendomi.
< Grazie > gli dico mentre Harry prende a camminare.
< Mettimi giù > gli intimo io, ma il riccio non sente ragione < scordatelo >.
< Che palle che sei > sbuffo mentre ridacchio divertita.
< Ma ti sembra normale che mi porti in camera in braccio? > domando allibita.
< Ovvio >.
Gli tiro un cazzotto dietro la schiena.
Ma non serve a nulla.
< Aiutami ad aprire la porta > dice non riuscendo da solo.
Obbedisco e una volta dentro asserisce < benvenuta nella sua stanza signora Smith >.
< Sono ad ogni vostro ordine > esplica facendo un mezzo inchino, rischiando di farmi cadere senza troppi problemi.
< Mettimi giù > gli dico per poi riprovarci < Harry, mettimi giù adesso >.
Il riccio obbedisce e mi afferra la mano portandomi in bagno sotto il mio sguardo confuso.
< Laviamoci i denti >.
< Va bene papà > scherzo io mentre il riccio afferma convinto < fa' come ti ho detto >.
Annuisco e prendo a spazzolare i miei denti, ridendo perché Harry sputa nel mio lavandino invece che nel suo.
< Hai il tuo, usalo > dico con la schiuma sulle labbra.
< Mh > mugugna risputando nel mio lavandino.
Rimaniamo così per due minuti buoni ridendo e schizzandoci un po' d'acqua sulla faccia.
Sciacquo i residui di dentifricio e faccio la pipì mentre commenta < veramente siamo diventati come quelle coppie che fanno la pipì uno di fronte all'altro? >.
Faccio spallucce e poi dopo avergli ordinato di girarsi, tiro su le mutande e il pigiama e vado a sciacquare le mani.
< Uffa, volevo vedere che mutande indossavi > lamenta il riccio prendendomi per il bacino.
Senza che gli dica nulla mi sfila la maglia facendo sì che rimanga solo in reggiseno.
< Accidenti, se sei bella > un bacio sul mio collo e poi sul seno.
< Levati ogni idea malsana dalla testa > intimo spostandogli la faccia.
Ridacchia e prendendo il pigiama me lo infila.
Slaccio i pantaloni e li tolgo mentre il riccio senza troppi complimenti mi palpa il sedere stringendolo leggermente.
< Mi piaci e non sai quanto >.
Le sue labbra sulle mie, per poi mordermi il labbro inferiore.
< Non ti ho appena detto di toglierti ogni idea malsana dalla testa? >.
< Sì ma non mi frega > confessa lui malizioso prima di commentare sornione < mi piacciono le tue mutandine in pizzo >.
Ti pareva?
< Anche a me > ribatto infilando il pigiama.
Poi gli prendo il maglione e lo tiro su fino alla testa, osservandolo estasiata.
Prima di infilargli il pigiama gli tocco gli addominali e i pettorali per poi baciargli la mascella.
< Puoi continuare eh > si lamenta lui divertito.
< No, perché voglio parlare non fare altro >.
< Di cosa? >.
< Lindsey ti dice niente? > gli chiedo saltando sul letto e infilandomici.
Il riccio ride < dovevo aspettarmelo >.
< Direi di sì >.
Una mano a pettinare i capelli.
< Ok >.
Si sfila i pantaloni rimanendo solo in boxer.
Gli passo i pantaloni del pigiama e lo invito a raggiungermi.
< Cosa vuoi sapere? >.
< Innanzitutto perché mi hai detto di essere la prima ragazza che presenti in famiglia > gli dico con le braccia incrociate.
< Perché è così >.
< Non mi sembra... > ribatto.
< Sei la prima ragazza che porto a casa >.
< E Lindsey? > chiedo guardandolo.
< Lindsey... oh ok, ascoltami > afferma facendomi voltare.
< Sono tutta orecchie >.
< Io e Lindsey siamo stati insieme per nove mesi, al liceo > spiega.
< E l'hai presentata alla tua famiglia >.
< Sì ma la considero come una presentazione fasulla >.
< In che senso? >.
< Avevo quindici fottuti anni Care > afferma per poi continuare < credevo sarebbe stata la donna della mia vita >.
< Bene > dico accigliandomi.
< Questo è per dirti che la presentazione la considero una cosa tanto per... infatti non te ne ho mai parlato per questo motivo >.
Poi aggiunge < considero te come prima ragazza ufficiale >.
< Sì? > mi volto e sorrido < già è meglio >.
< Eravamo poco più che bambini io e Lindsey... e una sera l'ho portata a casa e ha conosciuto i miei ma punto finita là >.
< Però piaceva a tua nonna > asserisco seria.
< E a me sai quanto frega? Meno di zero > sbotta lui < ho già detto che voglio te, mi pare >.
< Sentirselo dire non è mai troppo > asserisco.
< E Lindsey era bella? >.
< Non come te >.
Ci mancherebbe.
< Ed era simpatica? > chiedo io mezza divertita.
< Mai quanto te > risponde il riccio.
< Ma sentendo Matty andavate forte > scherzo io mentre lui mi attira a sé sussurrando < ma non mi baciava come fai tu >.
< Come faccio io? > domando con il naso a contatto col suo.
< Con tutto l'amore del mondo >.
Sto per ribattere ma vengo interrotta dal riccio che riprende a parlare < e poi non mi faceva impazzire come invece tu fai >.
Una mano ad infilarsi sotto la mia maglietta.
< Ti faccio impazzire? > domando beffarda a contatto con le sue labbra.
Annuisce e poi sussurra al mio orecchio < non sai quanto >.
Rabbrividisco al suo tocco.
Accarezza il mio ventre, disegnando dei cerchi immaginari mentre mi osserva.
Lo tiro a me baciandolo con passione.
Lo sento sorridere ed io faccio la stessa cosa.
< Perché ridi? > chiede tra un bacio e un altro.
< Non lo so, mi veniva da ridere >.
< Sei strana > afferma ribaciandomi.
< E? >.
< E... mi piaci > confessa lui, i suoi occhi nei miei.
A travolgermi l'animo.
L'esistenza.
L'intera vita.
< Basta > gli dico tirando la testa indietro.
< Certo che sei proprio una grande stronza eh > dichiara lui osservandomi.
< Come te bello >.
< Io? Che ho fatto io? > domanda lui allargando le braccia.
Lo imito e allargo le braccia, proprio come ha fatto lui poco fa.
Poi aggiungo < la storia di Lindsey non mi è andata giù >.
< Ancora? >.
< Ancora, sì > ammetto mettendo su un finto broncio.
< Stai zitta per favore? Hai parlato troppo > sbotta abbracciandomi a cucchiaio.
< Stai zitta non me lo dici > lo intimo ridendo.
< Io dico quello che voglio, quando voglio Smith >.
La sua mano si posa sul mio fianco accarezzandolo.
< Pensi che tua nonna cambierà idea? > domando io voltando la testa per guardarlo.
< Assolutamente > afferma per poi sussurrarmi < non può resistere al fascino della ragazza più bella, sexy e simpatica >.
< Lo dici solo per farmi stare calma > dico io girandomi con tutto il corpo in modo da avere tutta la visuale.
< Lo dico perché è la verità > afferma lui serio.
< Ci credo >.
< E poi anche se non dovesse cambiare idea, non mi importerebbe >.
< Sarà meglio farle cambiare idea > asserisco io mogia.
< Abbracciami > dice per poi abbracciarmi mentre affondo il viso nel suo petto.
< Harry? >.
< Sì Care >.
< A che età hai fatto il primo tatuaggio? >.
< Diciassette anni > risponde sghignazzando.
Mi faccio raccontare la storia e poi affermo < sei sempre il solito Harry Styles >.
< Perché? > .
< Come perché? L'hai fatto di nascosto! > esclamo alzando il sopracciglio più del normale.
< Non me lo avrebbero lasciato fare >.
< Sì, ma così hai rischiato di passare dei guai >.
< E tu sei sempre la solita pallosa > sbotta il riccio accarezzando la mia schiena mentre mi lascio andare all'abbraccio incrociando le mie gambe alle sue.
< Hai i piedi freddi, toglili dalle mie gambe per favore >.
< Non ci penso nemmeno >.
< Ti odio >.
< No, non mi odi > ribatto io con gli occhi chiusi.
< Harry mi canti una canzone? > chiedo subito dopo.
< Perché? > chiede ridendo.
< Perché almeno dormo meglio col suono della tua voce >.
< Va bene, dammi qualcosa in cambio >.
Sbruffo e poi alzo la testa per lasciargli un bacio.
< Non mi basta >.
< Harry > lo intimo.
< Non mi basta ti ho detto >.
Gliene do un altro, leccandogli il labbro inferiore mentre lo sento ridacchiare malizioso < così va molto meglio >.
Poi senza che me ne renda conto prende a baciarmi.
Dapprima lentamente, poi con più foga.
Con uno scatto si posiziona sopra di me facendomi sussultare per questa mossa.
< Così va meglio, molto molto meglio > afferma prendendo a baciarmi.
Ricambio i baci, e non appena lo sento scendere sul collo chiudo gli occhi istintivamente portando la mano tra i suoi capelli.
< Harry, è tardi >.
< Shh > dice per poi sussurrare a fior di labbra < è eccitante >.
< Hai stufato con questa storia > dico sorridendo cercando di tirarlo su.
< È eccitante, da morire > con la lingua percorre le mie labbra inumidendole.
< Sono stanca > gli rispondo.

Ma in realtà vorrei fare tutt’altro che dormire.
Oddio, se lo vorrei.

< Lascia fare a me > afferma lui malizioso.
Lo guardo prima di vederlo sparire sotto le lenzuola per andare a torturare il mio collo e per poi scendere sulla pancia.
Ridacchia mentre arriva sui pantaloni del pigiama mentre lo sento dire < mutandine sexy Smith >.
< Harry > gli dico non appena lo sento toccare il pizzo nero che sporge dai pantaloni.
Con uno scatto gli prendo la testa e lo riporto a contatto col mio viso < hai sbirciato troppo al momento... ora dormi >.
< Rimanda, rimanda pure il momento > afferma beffardo prima di aggiungere < ma sappi che quando arriverà il momento non ti libererai di me >.
Rabbrividisco perché non vedo l’ora.

L’ora di sentirlo mio.

< Certo Styles >.
< Non prendermi in giro pigrona >.
< La pigrona ha sonno, dormi > gli intimo prima di incrociare le mie gambe con le sue e farlo imprecare per i piedi freddi.
Ridacchio tra me e me.
Sono proprio fortunata.
< Così calmi i bollenti spiriti > lo punzecchio puntando il piede sul suo polpaccio.
< Non è così che mi calmi >.
< Che è? Adesso non posso nemmeno toccarti coi piedi? > chiedo esterrefatta.
< Più mi tocchi e più vado su di giri > confessa lui scuotendo la testa.
Poi sorridendo mi dice < però un abbraccio te lo concedo >.
Lo faccio e chiudo gli occhi lasciando che ogni pensiero esca dalla mia testa.
Facendomi inebriare dal profumo di Harry.

Che ora è diventato il mio profumo preferito.

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Capitolo 11
*** Finalmente sei mio. ***


Sbatto lentamente le palpebre mentre la voce di Harry mi accarezza dolcemente il viso.
< So che sei sveglia >.
Mugugno qualcosa rimanendo sempre ad occhi chiusi mentre il riccio mi lascia dei baci sul viso per poi scendere sul collo e sulla spalla < svegliati, svegliati, svegliati >.

Sento proprio che sarà un bel risveglio.
Chissà perché.

< Harry è presto > protesto acida.
< Ma ormai sei sveglia > lamenta lui riprendendo a lasciarmi dei languidi baci che mi solleticano la pelle.
< Va bene, farò a modo mio > afferma lui sghignazzando.
Con uno scatto si posiziona sopra di me per poi baciarmi sulle labbra più volte.
Oddio.
< Sai che il mio alito non è il più fresco del mondo in questo momento, vero? > domando io a mezza bocca.
Giusto per fare la pallosa, come ama chiamarmi lui.
< E tu sai quanto mi importa del tuo alito in questo momento? > domanda lui una mano sotto la mia maglia a farmi sussultare.
< Io ci tengo >.
< Che palle che sei > sbotta lui per poi alzarsi, frugare nella mia borsa e poi tornare con due cingomme.
< Harry > rido quando mi infila la cingomma in bocca mentre lui mi intima di stare zitta < ora abbiamo entrambi un alito fresco, quindi fatti baciare >.
< Ti sei svegliato con delle voglie da donna incinta stamattina? > gli chiedo aprendo gli occhi per osservare la sua faccia divertita.
< Più che con delle voglie... direi con una sola > commenta posizionandosi di nuovo su di me.
< Ossia? >.
< Ossia che ho voglia di te > asserisce prima di affondare la testa sul mio collo riprendendo a torturarlo avidamente mentre io rabbrividisco.
La sua mano vaga sul mio corpo senza esitazione così come le sue labbra che si spostano sulla clavicola e poi sul seno.
Se continua così non so proprio se riuscirò a trattenermi.
Magari se cambio argomento…
< Non dovremmo prepararci per andare a fare colazione con gli altri? > domando io con gli occhi intenti a fissare il soffitto.
Il riccio alza la testa e la avvicina alla mia soffiando < abbiamo ancora tempo... ho controllato l'ora >.
Mi farà impazzire, ne sono certa.
< Che previdente! > ridacchio io con un tono più alto del normale.
< Fin troppo Smith > la sua voce sulle mie labbra.
Sospiro mentre intrappola le mie labbra tra le sue per poi morderle più volte.
< Ti mangerei di baci > sussurra mordendo poi il mio collo mandandomi in estasi.

Lo guardo e capisco di non poter più fare la sostenuta.
Non ci riesco più.
Non con lui.

Gli prendo il viso e lo bacio con foga lasciando fin da subito che la mia lingua si impossessi della sua.
Continuiamo a baciarci più lentamente mentre la mia mano si va a infilare sotto la sua maglia tirandola più su.
< Aspetta >.
Lo guardo mentre si toglie la maglietta rimanendo a torso nudo con i suoi mille tatuaggi e le collanine ad adornargli il petto.
Un dio greco.
Scolpito, in tutto e per tutto.
< Vedo che ti è passata la voglia di fare la pallosa > scherza lui mentre io gioco con le sue collane.
Roteo gli occhi < dovremmo alzarci infatti >.
Mi tappa la bocca con la mano e con l'altra conduce la mia mano sul suo sedere che stringo prontamente sentendolo sussultare.
Mi ribacia e poi sorride malizioso prima di leccare il mio collo, per poi scendere sullo stomaco e infine sul basso ventre arrivando fino al bordo dei pantaloni.
No, no… no.
Misà tanto che la voglia è condivisa da entrambi.
A questo punto senza rendermene conto alzo il sedere andando così a sbattere inevitabilmente contro il cavallo dei suoi pantaloni.
< Fallo di nuovo > sussurra lui ansimando.
Sento il mio corpo andare in fibrillazione… ad ogni tocco, a ogni sussurro.
Alzo di nuovo il sedere mentre lui affoga un gemito tra le mie labbra.
Mi approprio delle sue labbra mentre la mia mano si infila nei suoi pantaloni facendolo imprecare.
Gioco col bordo dei boxer e arrossisco nel sentirlo così vivo, vicino alla mia mano che nemmeno lo sfiora.
< Voglio fare l'amore con te > confessa soffiando sul mio viso.
Poi senza aspettare risposta infila la sua mano nei miei pantaloni < adesso prova a dire che non è eccitante >.
Sì, sì che lo è.
E vorrei gridarlo al mondo intero.
Oh, sì che vorrei farlo.
Mi mordo le labbra mentre il riccio accarezza il mio interno coscia per poi arrivare al bordo delle mutandine.
Lo abbassa leggermente lasciando scivolare la sua mano a contatto con la mia intimità.
Cercando un briciolo di lucidità gli dico < anch'io... >.
< Cosa? > chiede lui guardandomi.
< Anch'io voglio fare l'amore con te Harry > affermo.
Detto ciò prende a baciarmi con veemenza strusciandosi sensuale sul mio corpo ormai in fibrillazione.
< Prendo... > tenta di dire fermandosi poco dopo per via della mia mano nei suoi boxer.
< Sì? > domando col fiato più corto del normale.
< Prendo il preservativo, d'accordo? >.
Annuisco mentre lui fa per alzarsi.
Lo guardo a torso nudo e non posso far altro che mordermi le labbra, già gonfie per via dei troppi baci.
< Prima di andare, baciami ti prego > gli dico mentre mi lascio sfilare la maglia senza troppi problemi.
E il reggiseno.
< Sei bella da morire >.
< Baciami > gli ordino implorante e brulicante di desiderio.
Non se lo fa ripetere due volte perché subito si fionda sulle mie labbra ormai gonfiate dai troppi baci.
Le nostre lingue si incontrano, rincorrendosi come un vortice, prima di riprendere fiato.
E mentre continuiamo così tra baci e strusciamenti vari bussano alla porta.

Dannazione!
È mai possibile?
Ma che è?
Una congiura?
Sbuffo mentalmente e spero che chiunque abbia bussato sparisca in un millisecondo.

< Signor Styles dovrei parlarle, posso entrare? >.
Tim.
Il cameriere o così mi è sembrato dalla voce.
Harry bacia la mia spalla per poi dire non curante della situazione < ehm Tim... sì >.
Sì?
Come sì?
Io sono mezza nuda, dannazione!
Lo guardo e gli chiedo < come sì? > indicandoci mezzi nudi.
Ritornato in sé prova a rimediare con un < no, anzi facciamo che... > ma ormai è troppo tardi perché Tim fa il suo ingresso dandomi appena il tempo di tirare su la coperta.
E fingermi morta.
Speriamo che ci creda perlomeno.
< Tim > saluta Harry scendendo dal letto solo con i boxer e i capelli scompigliati.
< Non volevo disturbare lei e la signorina Caroline ma volevo solo dirle che i suoi genitori sono partiti questa mattina presto >.
< Ok > si gratta la testa Harry invitandolo a continuare < in più mi hanno detto di dirle che stasera cenerete al Redbrick's House alle ore 19:30 puntuali >.
Il riccio annuisce.
< Ah, sua sorella e il signor Niall vi stanno aspettando di sotto come d'accordo >.
Ed esce.
Impreco mentre Harry si rinfila nel letto sghignazzando.
Cosa avrà da ridere?
Non c’è niente da ridere… stava per beccarci.
< Non c'è niente da ridere > lo rimprovero con le lenzuola fino al collo.
< Dai, è stato divertente > dice lui dandomi un bacio.
Proprio divertente eh?
< Divertente? Non so se ti è chiaro che Tim stava per beccarci intenti a fare cose >.
E allora?
Questo è matto, completamente impazzito.
< E allora? >.
< Come allora? > domando allarmata.
Fa spallucce mentre io asserisco seria < sarebbe stato troppo imbarazzante >.
< Non farne una tragedia adesso > afferma il riccio prima di continuare malizioso < ora, dove eravamo rimasti? >.
Gli prendo il viso e spostandolo rispondo < siamo rimasti che dobbiamo vestirci e scendere dagli altri >.
< Uffa > sbotta mentre io mi alzo veloce per andare in bagno, lavarmi la faccia e i denti.
< Harry, vestiti > gli intimo mentre io mi chiudo in bagno per lavarmi velocemente a pezzi.
< Harry > ribatto ancora vedendolo ancora nel letto.
Prendo la trousse e sistemo la mia faccia senza metterci troppo.
Mascara, blush e burrocacao.
Tornando in camera prendo i jeans palazzo e li infilo, per poi infilare un maglioncino color arancione.
< Devi alzarti! > gli urlo mentre lo vedo sbuffare prima di obbedire.
< Sono pronto > dichiara andando in bagno per lavarsi la faccia e i denti.
Prendo le sneakers e le infilo allacciandole, per poi andare verso lo specchio e pettinarmi i capelli.
< Pronto > asserisce lui mentre io gli ricordo che deve vestirsi.
Lo vedo infilare un jeans nero, una maglietta a maniche lunghe bianca e un maglioncino nero con un collo a barca.
< Andiamo > afferro la borsa mentre Harry mi cinge da dietro sussurrando < pensare che mi stava piacendo questo risveglio >.
Sapessi a me, sapessi…
< Anche a me > ammetto senza vergogna, prima di voltarmi.
< Ti voglio > commenta lui dandomi un bacio a stampo.
< Anch'io > gli dico baciandolo per poi aggiungere < ma ora dobbiamo proprio andare >.
< Potremmo anche disdire > si morde le labbra facendomi voltare per poi baciare la mia nuca.
No, no che non lo faremo.
< Non possiamo > gli dico io cercando di rimanere lucida.
Lo sento sbruffare, poi mi chiede facendomi arrossire < lo senti? Anche il mio amico laggiù vuole te >.
< Non sento proprio nulla > dico io facendo la finta tonta, mordendomi le labbra perché in realtà lo sento benissimo.
E questa cosa mi fa impazzire, perché so che è su di giri a causa mia.
< Harry > sussurro mentre la sua mano si infila tra i miei capelli.
< Dobbiamo andare > continuo deglutendo.
Mi volto e lo osservo.

Ho proprio voglia di sentirlo mio.
Di stare con lui fisicamente parlando.
Non resisto più.
Sono passati quattro mesi da quando stiamo insieme.
Q u a t t r o.
Quattro mesi in cui non siamo andati oltre a baci e carezzine varie.
Perfino Gemma e Niall ci hanno anticipato.
Il mese scorso.
Noi invece per un motivo o per un altro non abbiamo avuto mai l'occasione.
Anche se si capisce benissimo che non ce la facciamo più.
Né io, né lui.
Soprattutto lui.

(Come se io ce la facessi ad aspettare eh?)

Ogni bacio nasconde qualcosa in più.
Ogni carezza.
Ogni sguardo.
Si avvicina e mi blocca al muro baciandomi.

< Andiamo, lasciati andare >.
I suoi occhi nei miei.
Così pieni di me.
Così pieni di desiderio, voglia.
E alla fine cedo.
< Oh, fanculo > sbotto baciandolo subito con foga per poi fermarmi a pensare prima di intimargli di chiamare Gemma per avvisare del nostro ritardo.
Lo vedo armeggiare col suo cellulare per poi salutare la sorella.
< Come sarebbe a dire che non siete ancora pronti? > chiede lei dall'altro capo del telefono.
< Care non si sveglia > dice per poi aggiungere < non è colpa mia >.
Certo, la colpa è mia.
Non del signorino qui presente.
Roteo gli occhi e mi avvicino lasciandogli dei piccoli baci sulla mascella, sul collo.
< Sì... sì > la voce di Harry più tesa mentre la mia mano gli slaccia la cinta.
< No, no a pranzo siamo lì tranquilla > sbotta lui roteando gli occhi.
< Harry > dico leccandogli l'orecchio.
< Sì va bene lì a Cube >.
Basta.
Basta così.
< Harry, taglia corto > lo richiamo mordendogli il labbro.
Mi molla un bacio per poi tornare a parlare con la sorella.
< Appena partiamo ti avviso... >.
< Sì, le dico di muoversi > afferma prendendo il viso schioccandomi un bacio.
< A dopo > aggiunge per poi chiudere il telefono, appoggiarlo sul comodino e fiondarsi sulle mie labbra.
Ricambio i suoi baci mentre inizio a togliergli il maglioncino e la maglietta lasciandolo a dorso nudo.
< Sei sicura? > domanda prima che io chieda perché dovrei essere sicura.
D'altronde è già successo.
Ok, era per una scommessa.
Ma è già successo in ogni caso.
< Magari lo avevi immaginato con delle rose sul letto, della musica di sottofondo e invece > esplica guardandomi.
< Sono sicura > affermo per poi continuare < non ce la faccio più... voglio sentirti mio >.
Mi riprende a baciare mentre io lo lascio sfilarmi il maglioncino; poi facendo delle giravolte arriviamo ai piedi del letto dove lasciamo cadere i nostri jeans mezzi divertiti.
< Vieni qua > afferma lui facendomi stendere per poi stendersi su di me.
E proprio come poco prima riprendiamo a baciarci.
Con foga, con impeto.
Come se potessimo fonderci in tutt’uno.
Poi inizia a lasciare dei baci su tutto il mio corpo per poi addentare il bordo delle mie mutande tirandole leggermente.
Ritorna con il viso a contatto col mio mentre io gli accarezzo la schiena strusciandomi contro i suoi boxer.
< Aspetta > afferma prima di alzarsi a prendere il preservativo.
Una volta tornato cerca di slacciare il reggiseno ed io lo facilito lasciando che me lo sfili senza troppi complimenti.
< Quanto cazzo sei bella > afferma prima di scendere a baciare il mio seno andando leccare i capezzoli diventati ormai turgidi.
< Harry > gli dico mentre la sua mano si infila nelle mie mutande che sfila prontamente prima di accarezzarmi.
< Harry > ci riprovo tirando i suoi capelli.
< Cosa c'è? > la voce roca a farmi rabbrividire.
< Possiamo saltare questi passaggi e passare direttamente al sodo? >.
< Smith, come sei frettolosa >.
Una risata a riempire la stanza.
< Sono impaziente di sentirti mio > gli sussurro facendolo rabbrividire.
Poi aggiungo < sono eccitata >.
Lo vedo sorridere e poi zittirsi quando infilo le mie mani nei suoi boxer concentrandomi sul suo piacere.
< Caroline > un gemito che prontamente accolgo tra le mie labbra.
La sua mano intanto ha iniziato a prendere confidenza con la mia intimità.
Chiudo gli occhi e inarco la schiena.
< Oddio, Harry > mi lascio sfuggire, abbandonandomi così al momento magico che ho sempre sognato, dal primo momento.

Fanculo la musica di sottofondo e le rose sul letto.
Finalmente sei mio.
Mio.

 
                                                                                                    ———
 

< Stai benissimo > dice Harry mentre mi specchio.
< Mh, mh >.
< E siamo anche puntuali > afferma lui prendendomi per le spalle per farmi girare.
Mi sorride e mi schiocca un bacio sul naso.
< Cos'è tutta questa dolcezza Styles? > domando divertita.
< Non posso essere dolce con la mia ragazza? >.
< Sì, sì... è che mi fa strano >.
< Malfidata > sbotta.
Poi asserisce < comunque prima sono stato bene >.
Anch’io, fin troppo.
< Anch'io > ammetto.
< È stato magnifico > sussurra regalandomi un sorriso sghembo.
< Concordo >.
< Ora cara Smith preparati perché ti darò il tormento > afferma malizioso.
Roteo gli occhi < sì, come no >.
< Vuoi vedere? > chiede posando un bacio sulle mie labbra.
Per poi posarne un altro e un altro ancora.
< Non pensarci nemmeno > gli intimo puntando un indice sul suo petto.
< Tanto cedi >.
< Non mi conosci allora > gli dico spostando la sua mano dal mio fianco, per poi andare verso la porta e aprirla.
< Sei assurda > sbotta per poi ridere.
< Fantastica direi > lo correggo.
< Se torni in camera ti dico che sei fantastica >.
< Scordatelo, ci stanno aspettando >.
< E a me cosa importa? > domanda lui facendo spallucce.
Lo supero dandogli un buffetto.
< Adesso ti faccio vedere io >.
Porta il braccio sotto il mio seno iniziando a soffiare dentro le mie orecchie.
< Smettila! > urlo cercando di liberarmi dalla sua presa; ovviamente fallendo.
Ha più forza di me il ragazzo.
Fin troppa.
< Harry > dico ridendo.
Anche il riccio ride ma rimane fermo a soffiare dentro le mie orecchie.
< Signor Styles e Signorina Caroline >.
Alzo lo sguardo verso la voce in questione.
Poi abbasso lo sguardo imbarazzata vedendo la mano di Harry ancora a contatto col mio corpo.
Chissà che penserà di noi.
O meglio di me.
Stamattina praticamente morta nel letto e ora attiva come non mai.
< Salve Tim > saluta Harry dandogli una pacca.
Saluto anch'io e per poco non strozzo Harry quando mi indica e afferma < ha fatto la cattiva in camera e adesso deve pagare >.
Lo ammazzo.
Lo ammazzo, sì che lo faccio.
< Capisco > ridacchia il cameriere accompagnandoci all'uscita, non prima di averci augurato una buona giornata.
< Ti ammazzo Harry > gli dico saltando in macchina.
< Perché? >.
< Come perché? Hai fatto quell'allusione a Tim! >.
< E allora? > domanda mettendo la retromarcia per poi imboccare la strada principale.
< Allora potrebbe aver capito che noi... >.
< Caroline, non vorrei dirtelo ma Tim si è già accorto >.
Strabuzzo gli occhi e aspetto che spieghi < non pensi si sia fatto due domande vedendo i nostri vestiti a terra, soprattutto il tuo reggiseno? >.

Oddio.
Oddio, oddio, oddio.

< Porca miseria > porto una mano sulla fronte e per poco non lo strozzo quando dice senza nessuna preoccupazione al mondo < in più ho buttato la carta del preservativo a terra senza preoccuparmi che qualcuno potesse vederla >.
< Cosa? >.
Poi urlo < cosa hai fatto? >.
< Devo rispiegartelo piccola? > domanda lui ridendo e portando la testa all'indietro.
< Harry! Ora tutta la tua famiglia saprà che... >.
< Che? Che ci abbiamo dato dentro? >.
< Meglio no? > aggiunge.
Ma cosa meglio?
Cosa?
Scuoto la testa senza parole < sei veramente un caso perso >.
Sbuffo e penso già alle facce di Anne, Desmond e gli zii e i cugini.
E... la nonna.
Soprattutto la sua.
Visto che nemmeno voleva farci dormire insieme.
< Caroline > dice per poi tranquillizzarmi < stai tranquilla, ho buttato tutto nel secchio quando sono andato in bagno >.
< Ti odio >.
< Ma le tue mutande e reggiseno erano comunque a terra... quindi probabilmente Tim avrà fatto due più due >.
< Bene, alla grande > metto su un broncio mentre il riccio prende la mia mano e la bacia.
< Credo che sia abbastanza grande da aver provato sulla sua pelle quello che noi abbiamo fatto >.
< Sì, ma magari eviterei che si spargesse la voce per casa > commento stizzita.
Il riccio mette la freccia per poi girare < perché credi che i miei genitori non si immaginino che in camera non facciamo sempre gli angioletti? >.
< Un conto è pensarlo, un conto è saperlo >.
< Dovresti essere più scialla con tutto ciò che concerne la sfera sessuale Caroline > afferma guardandomi.
< Lo so, hai ragione ma son fatta così > dico storcendo la bocca.
< Anche perché non fai nulla di male >.
< Lo so, lo so... ma è più forte di me > asserisco seria.
< Bene, ti farò cambiare idea > porta una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.
< Se lo dici tu >.
< Comunque tornando alle tue mutandine > ridacchia beffardo per poi continuare < mi sono piaciute parecchio >.
Arrossisco ma cerco di non darlo a vedere troppo.
< Se hai tutte le mutande in quel modo, mi sarà difficile mantenere la calma e non strappartele di dosso >.
Ci fa apposta, lo so.
Lo fa per infastidirmi.
Ma non devo cedere.
Non voglio.
Faccio spallucce < può darsi >.
< Ed ora? > domanda mentre io chieda spiegazioni per la sua domanda.
Si lecca le labbra velocemente prima di voltarsi < che mutande indossi ora? >.
< Che ti importa? >.
< Mi importa, eccome >.
< No, invece > dico dandogli un cazzotto sulla spalla.
Lo vedo voltarsi e farmi un gestaccio veloce, per poi continuare a guidare.
< Anche il tuo reggiseno è stato apprezzato > continua mentre io alzo la testa appoggiandola allo schienale < finiscetela >.
Poi dichiaro divertita < tu non appena vedi qualcosa di sexy dai in escandescenza... ma ora non sono così sexy >
< Ti toglierei i vestiti di dosso anche in questo momento, se vuoi saperlo > afferma senza esitare.
È incredibile.
Ha sempre la risposta pronta.
Come faccia, non lo so sinceramente.
Faccio un cenno con la mano e guardo avanti.
Sobbalzo non appena la sua mano raggiunge la mia, per poi infilarsi tra le mie gambe andando ad accarezzare il mio interno coscia.
Che diavolo pensa di fare?
Cosa diavolo pensa di fare?
Ho paura.
< Harry, che diavolo fai? > chiedo allarmata.
< Niente, rilassati... volevo solo toccarti la gamba >.
< Sarà meglio >.
< Non è che adesso devi pensare che ogni volta che mi avvicini sia per sbatterti contro il muro o per toglierti i vestiti di dosso Smith > dice fermandosi al semaforo accanto ad una macchina con dentro due genitori e un bambino di sei anni.
< Con te non si sa mai > scherzo io ma subito vengo zittita dalla mano di Harry che stringendo le mie guance mi bacia.
Con la coda dell'occhio vedo il bambino ridere mentre i genitori scuotono la testa disgustati.
< Harr.. > tento di dire.
Con un gesto fulmineo percorre con la lingua le mie labbra per poi lasciarle andare, girarsi verso i due adulti e sorridere.
< Almeno mi hai fatta ridere > dico tra una risata e un'altra massaggiando le mie guance.
Svoltiamo a destra e poi Harry mi indica un parcheggio.
< Arrivati > dice facendomi cenno di scendere.
Recupero la pochette e mi affretto a raggiungerlo, per poi entrare al Cube e chiedere al cameriere dove si trovino i nostri amici.
< Styles >.
< Da questa parte > ci guida il cameriere verso un tavolo da sei, dove troviamo già seduti Niall e Gemma.
< Hai visto? Siamo puntualissimi > commenta Harry puntando un indice contro la fronte di Gemma facendola arretrare.
La sorella annuisce < certo che ce ne avete messo di tempo >.
< Avevamo da fare > afferma, poi continuando < questioni intime... molto intime >.
Possibile che non riesca a starsene zitto un secondo?
Io rimango in silenzio mentre cerco di non arrossire.
< In ogni caso ora siamo qui > finisco io riprendendo lucidità.
< Io vado in bagno > afferma il riccio.
< Vengo anch'io > gli da man forte Niall alzandosi.
< Che diavolo è successo? > chiede Gemma bevendo un sorso d'acqua fresca.
Mi mordo le labbra.
< Allora? > incalza.
< È successo > le dico guardandola senza aggiungere altro.
< Vorresti dirmi che tu e Harry l'avete fatto? > domanda estasiata.
Annuisco e abbasso lo sguardo < oddio, dimmi dove, quando e perché >.
Poi ride prima di chiedermi < ti è piaciuto? >.
Da morire.
< Da morire > commento portando un dito tra i capelli.
< Sono così felice per voi Care > ammette abbracciandomi.
Annuisco < probabilmente lo saprà mezza casa visto che Tim ci ha mezzi sgamati stamattina >.
< Non ci posso credere > ridacchia.
< Nemmeno io > commento.
< In ogni caso, ne è valsa la pena > asserisce lei mentre io spiego ridendo imbarazzata < non ce la facevo più, rischiavo di impazzire >.
< Care, posso chiederti una cosa? > domanda una volta aver finito di ridere.
Annuisco ed aspetto che faccia la sua domanda < com'è mio fratello in una reazione? >.
Mh bella domanda.
Com'è Harry?
Ci penso su cercando di pensare a tutti i momenti passati insieme.
< In realtà è molto dolce, ovvio non da frasi smielate ma a suo modo è... dolce >.
Poi spiego < è affettuoso, malizioso e dolce >.
< Che sia malizioso non ci piove >.
< Oh no > dico per poi raccontarle l'episodio avvenuto poco fa.
Gemma ride e poi maliziosa domanda < e... ci sa fare? >.
< Sì, ci sa fare > ridacchio mentre mi porto una mano sul viso.
Diamine, se ci sa fare.
Ci sa fare da morire, da svenire.
< Che ci siamo persi? > chiede Niall una volta di ritorno con a fianco il riccio.
< Niente >.
< Le vostre facce non dicono niente > ci indica Harry, sedendosi vicino a me.
< Gli spiegavo di Tim > gli strizzo un occhiolino avvicinandomi.
Sghignazza < Niall faresti meglio a non sapere di cosa parlavano >.
Il biondo ci guarda confusi < boh, vabbhe cavoli vostri >.
< È qui la festa?! > urla Matty dando uno schiaffo sulla nuca di Harry che impreca a denti stretti.
< Buongiorno dolcezza, dormito bene? >.
Rido per il suo bacia mano.
< Stalle alla larga > ridacchia Harry spostando la mia mano per portarla sulle sue gambe.
Saluto Ella e poi i due prendono posto: Ella di fronte a me e Matty di fronte ad Harry.
< Siete in ritardo > sbotta Matty indicandoci con fare accusatorio.
< Imprevisti > alza le spalle il cugino.
< Immagino... mi hanno detto del vostro pacco di stamattina >.
< E quindi? >.
< Quindi non è difficile pensare che stamattina ve la siete spassata Harold >.
Harry ride mentre io mi irrigidisco un momento.
< Ed ora Caroline > mi indica mentre il riccio commenta < Matty, lasciala in pace >.
< No > afferma prima di chiedere < è proprio vero che mio cugino possiede delle doti inimmaginabili? >.
< Matty > lo ammonisce Ella.
Non so cosa mi prenda ma invece di abbassare lo sguardo o addirittura arrossire rispondo sorniona < le voci sono fondate >.
Vedo Harry strabuzzare gli occhi per poi posare un dolce bacio sulla mia spalla.
Gli altri urlano dopo aver sentito la mia risposta e Matty si congratula per la risposta pronta.
< Vedi, vedi Caroline Smith senza imbarazzo! >.
< Piantala Matty > gli dico tirandogli il tovagliolo addosso.
< L'importante è che abbiate preso le giuste precauzioni > ci ammonisce guardando prima il riccio e poi la sottoscritta.
< Assolutamente > il riccio dice la sua senza vergogna.
< Direi che possiamo cambiare argomento, che ne dite? > propone Ella salvandomi da ulteriori domande.
Meglio.
Non vorrei parlare della mia vita sessuale.
Anche no, grazie…
La ringrazio con lo sguardo e prendo il menù leggendo le varie pietanze.
Troppe cose buone.
Squisite.
Delle vere e proprie prelibatezze.
La scelta sarà più dura del previsto.
Accipicchia.
< Che prendi? > chiedo ad Harry.
< Penso che prenderò il solito cheesburger e patate >.
< Mhh >.
< Garçon! > chiama Niall imitando un pessimo accento francese.
Il cameriere si avvicina e ascolta le nostre ordinazioni prima di appuntarle sul tablet.
< E per me invece il cheesburger con doppie patate fritte > asserisce il riccio guardando il cameriere dritto negli occhi.
< Anche per me > aggiungo non appena il cameriere punta il suo sguardo su di me.
< Avete fame eh? > scherza Matty.
< Abbiamo perso molte, molte calorie > spiega Harry.
Io evito di commentare e prendo il mio bicchiere bevendo un sorso d'acqua.
Ma ha sempre la battutina a portata di mano?
< A più riprese? >.
< Sai come vanno queste cose cugino... non si finisce mai > afferma Harry dandogli un cinque.
< Vi odio > sbotto infine.
Poi domando < possiamo concentrarci su altro? >.
< Ma parlare di sesso è eccitante > commentano in sincrono i due cugini.
Ancora con questa storia?
Io in pubblico non lo trovo mica così eccitante.
Anzi...
Lo trovo riduttivo.
< Sì, ha ragione Care > dicono Gemma e Ella.
Fortuna loro due!
Almeno non sono la sola a pensarlo.
< Comunque pensavamo che dopo possiamo fare un giro al museo d'arte storica > afferma Gemma mentre Harry commenta beffardo < e dopo andiamo direttamente all'ospizio >.
< Odio i musei > dichiara Matty scompigliandosi i capelli.
< Non potremmo invece andare in qualche pub a ubriacarci? > domanda Harry vedendo subito illuminarsi il cugino.
Lo guardo esterrefatta < alle quattro? Bel modo di passare il pomeriggio eh >.
< Per me si può fare > aggiunge Niall mentre Gemma alza le sopracciglia.
< Cosa ne hai fatto del mio ragazzo? Chi sei tu? >.
< Sono sempre io > si indica Niall.
< Gemma eddai! Divertiamoci > continua lui alzandole le braccia al cielo.
< Voglio andare al museo > ribatte lei mentre io annuisco dandole man forte.
< Allora > prende parola Harry < facciamo così: ci ubriachiamo e poi andiamo al museo >.
< Così uniamo entrambe le cose > aggiunge strizzando un occhiolino.
Lo guardo e sbuffo disperata.
Ha sempre delle opzioni da proporre.

Mannaggia a lui.
Che sa sempre cosa dire e cosa fare.
In ogni situazione.
E che diamine!

< Alla grande > da il cinque Matty.
< Io ci sto > afferma Niall.
Guardo Ella e Gemma e scuoto la testa.
< Ok... facciamolo > sbotta infine Ella.
< Gemm? >.
La ragazza scuote la testa più volte ma alla fine cede.
< E va bene! >.
Niall le da un bacio a fior di labbra mentre io scuoto animatamente la testa.

Non mi farò coinvolgere in questo piano, che per di più mi sembra abbastanza folle.
Pazzo.
No, no.
Non se ne parla nemmeno per sogno.
E se ci scoprono?
Cosa succede?

< Eddai Caroline, non fare la vecchia > mi provoca Harry.
< Magari ci arrestano > tento di dire mentre Harry inizia a ridere.
A ridere a crepapelle mentre dice < sei veramente uno spasso quando te ne esci con queste uscite >.
< È vero, che ne sai? > domando acida.
< Sei veramente assurda >.
Lo guardo in cagnesco mentre gli altri iniziano ad urlare il mio nome, sempre più forte.
Caroline.
Caroline.
Caroline.

< Se ci beccano ubriachi, non voglio saperne niente > punto un dito sul petto di Harry.
< Sia chiaro > aggiungo alzando gli occhi al cielo.
Il profumo dei piatti che arrivano mi fa rinsavire e calmare.
< Che bontà > dico appena il cameriere appoggia il piatto davanti alla mia visuale.
< Buon appetito > dice Matty addentando il suo fish and chips direttamente con le mani.
Senza preoccuparsi di come possa apparire agli occhi degli altri.
< Anzi facciamo una cosa: propongo una sfida >.
< Sentiamo Harry > afferma Niall sorridendo.
< Ordiniamo due bevute ciascuno, una da sorseggiare in tranquillità e l'altra da schiantare a fine pranzo >.
Gli altri annuiscono.
< Già mi piace di più questa visita al museo > asserisce Matty chiamando il cameriere.
< Io prendo due cosmopolitan > dichiara Gemma subito seguita da Ella che ordina la stessa cosa.
< Io due vodka tonic > ordina Matty.
< Per me due gin tonic >.
Guardo Niall che mi sorride.
Poi mi volto non appena Harry ordina quattro moscow mule.
< E se io non volessi partecipare a questa sfida? > domando accigliandomi appena.
< Non fare la scassapalle > ridacchia Harry annuendo al cameriere che dice che a breve ci porterà le nostre bevande.
< Sono solo previdente > dico portando una mano avanti.
< Dovresti essere più rilasciata invece > commenta Harry prima di aggiungere < anche perché cosa vuoi che succeda? >.
< Se passo i guai me la prenderò con te Styles > affermo seria.
Poi prendo con le mani il panino addentandolo e estasiata dico < mamma mia, che buono >.
< Meglio di un orgasmo > commenta Gemma mentre Matty mi domanda < meglio il panino che un orgasmo offerto da Harry? >.
< La seconda opzione è ottima ma il panino è... è il top >.
< Sta bluffando > dichiara Harry prima di affermare facendomi innervosire < dopo aver sentito gli urletti di piacere non direi >.

Lo strozzo!
Assodato.. al 100%.

< Sei uno scemo! >.
< E tu sei finta >.
Gli tiro un cazzotto sul braccio mentre lui punzecchia < ma dici le cavolate >.
Gli frego una patatina fritta portandomela alle labbra.
Il cameriere torna con le bevute ed io sorrido tirata.
Sarà una buona idea bere?
E soprattutto presentarsi mezzi brilli in un museo?
< A questo pomeriggio alcolico al museo > brinda Matty alzando il suo bicchiere iniziando a sorseggiare.
Faccio la stessa cosa mentre la mia vocina mi impone di stare calma.
Di prendere tutto con più scioltezza possibile.
Annuisco come a darmi convinzione e riprendo a chiacchierare con gli altri del più e del meno.
< Non vedo l'ora di vedere la faccia di nonna non appena ci vedrà stasera mezzi alticci > dichiara Harry facendoci ridere.
< Mi odierà ancora di più praticamente > affermo io per poi sorridere.
< E tu rispondile a tono, come ieri sera e vedrai che se la smetterà di piccarti > propone Matty senza troppi preamboli.
< Ci divertiremo >.
Spero, lo spero tanto.
E spero che l'alcool mi aiuterà a rimanere calma.
Sempre e in ogni caso.


< Mi gira la testa > confessa Gemma una volta arrivati dentro il museo.
< Shh > Niall le cinge il bacino portandola vicino a lui.
< Non so se è stata una buona idea bere > dichiaro io cercando di rimanere più lucida  possibile mentre mi posiziono in fila per pagare il biglietto.
< Salve, cosa posso fare per lei? > domanda la ragazza dietro il vetro sorridendo ad Harry.
< Vorrei due biglietti per la visita al museo >.
< Guidata o non? >.
< Non guidata >.
Vedo la ragazza maneggiare il pc mentre io dico ad Harry < devo darti i soldi >.
< Non devi darmi proprio niente Caroline >.
< Ecco a voi > ci riporta alla realtà la ragazza porgendo i biglietti da sotto il vetro e dando il resto al riccio che subito afferra per riporli nel portafoglio.
< Andiamo >.
Raggiungiamo gli altri e saliamo le scale per raggiungere il primo piano dove entriamo nella prima sala.
Gemma barcolla, mentre Ella si tiene a Matty.
Passiamo le prime sale in silenzio per poi arrivare in una sala dove sono esposte delle opere a dir poco aberranti.
< Dai sembra un agnello > sghignazza Matty indicando la donna dipinta.
< Un agnello con il corpo di rana > afferma Niall ridendo.
< Magari se leggiamo... > mi avvicino alla descrizione dell'opera iniziando a leggere a voce alta.
Arrivata a metà inizio a ridere seguita dagli altri.
< È uno schifo questa sala > sbotta Harry trascinandoci nell'altra sala dove sono esposte delle statue a grandezza naturale.
Nude.
< Guarda che pisello! > indica Matty avvicinandosi alla statua in questione.
Lo sapevo che non dovevamo venire al museo:
Ci arresteranno.
Me lo sento e a quel punto saranno cazzi amari per Harry Styles.
< Shh > rimproverano delle persone con la loro guida che spiega anno di produzione, commissione, e il significato.
< Sì, ma non ci supera Harold > dice il cugino strizzando l'occhiolino al riccio.
< Che vuol dire che non vi supera? > domanda Ella ridendo.
< Vuol dire che i nostri piselli sono più grandi di quello del tizio > indica Harry.
< E poi ce l'ha moscio > ridacchia Matty.
< Matty, fa' silenzio > lo ammonisce la sorella ridendo con Gemma.
Il fratello abbassa la voce e poi domanda divertito < andiamo, chi se lo farebbe uno con l'arnese moscio? >.
Ridiamo per poi crepare nel vero senso della parola quando Matty si avvicina alla guida prendendo il microfono facendo la stessa identica domanda.
Come se fosse la domanda più naturale al mondo.
La guida lo caccia via in malo modo ma lui se ne sbatte.
Si avvicina a due statue che sembrano essere sul punto di farlo.
E così iniziano dei commentini divertiti.
Delle allusioni sessuali esplicite o meno.
Gemma non fa che ridere a crepapelle, Ella tenersi al braccio di Matty ed io vagare da sola ridacchiando.
< Che hai? > domanda Harry avvicinandosi.
Lo guardo e spiego < sono un po' ubriaca a dire il vero >.
< Anch'io > ridacchia beffardo.
Andiamo bene!
< Harry guarda questa qui come gli tocca il pacco > urla Matty ridendo.
Effettivamente...
Iniziamo a ridere sotto gli avvisi delle persone che ci impongono di fare silenzio.
< Andate di là, no? > domanda Matty portando una mano tra i capelli.
E infatti così fanno visto che dopo due minuti si spostano nell'altra sala.
< Finalmente! > urliamo in coro.
< Sei più rilassata? > domanda Harry piazzandosi al mio fianco.
Annuisco lentamente.
< Harry dovremmo andare nell'altra sala, a dare fastidio a quei signori > fa un cenno con la mano il cugino.
< Sì, direi che si può fare > commenta il riccio per poi asserire mordendosi il labbro < perché avrei una proposta da farti >.
< Ossia? >.
Lo vedo spostarsi e posizionarsi da dietro mentre io cammino.
Il suo braccio intorno al mio ventre ed un sorrisetto malizioso < di divertirci in altro modo >.
< Harry, ma come ti viene in mente? > domando allibita sempre camminando.
Con la mano sposta i miei capelli e bacia la nuca domandando < l'hai mai fatto? >.
< Harry, andiamo sì o no? > domanda Matty mentre lo raggiungiamo.
< Cosa? > chiedo una volta arrivati dentro l'altra sala.
< L'hai mai fatto dentro ad un museo? > domanda facendomi capire subito a cosa si riferisce.
Rido per dei secondi interminabili mentre le persone si lamentano della nostra presenza con la loro guida.
< Staremo calmi, ve lo prometto... anche perché no piselli, no party > afferma Matty facendoci ridere.
< Allora? >.
Scuoto la testa per far capire la mia risposta al riccio.
< Ti andrebbe? >.
< Harry, siamo già ubriachi... vogliamo farci sgamare a fare cose nei musei? > domando allargando le braccia con fare teatrale.
Sghignazza e poi fa spallucce.
Mentre continuiamo a camminare tra le varie opere inizia a baciarmi la nuca, dopo aver precedentemente spostato i capelli.
< Dai ti andrebbe o no? > domanda con una voce roca più del normale.
Roteo gli occhi mentre cerco di togliergli la mano dal mio fianco.
< Rispondimi soltanto >.
Deglutisco non appena mi da un altro bacio sulla nuca.
Cederò, me lo sento… se continua così cederò.
< Sei una palla >.
< È eccitante, no? >.
Non rispondo ma la sua mano mi blocca mentre dice agli altri di proseguire perché deve dirmi una cosa.
< Harry > dico seria per poi continuare < non si può, hai capito? >.
< Ma non è eccitante? Io e te, in qualche stanzino del museo? > domanda facendomi voltare verso di lui.
Si lecca le labbra < intenti a non farci scoprire… >.
< Sei assurdo > affermo ridacchiando.
< Dai... so che lo vuoi anche tu > provoca per poi baciarmi.
< Harry... un po' di decor..  > tento di dire senza riuscirci visto che mi tappa la bocca.
< Fanculo il decoro Care >.
Scuoto la testa e boccheggio non appena lo sento fiondarsi sulle mie labbra avidamente.
Susseguono diversi schiocchi.
< Ti prometto che non ci scopriranno > sussurra.
< Mhh, non mi fido granché >.
< Te lo prometto > una mano dietro la mia nuca a cercare un contatto più intimo.
Gli schiocco un bacio < no, non possiamo >.
< Sì > e un bacio.
< Sì che possiamo > afferma per poi darmi un altro bacio.
E un altro.
Un altro ancora.
Roteo gli occhi mentre la sua lingua contorna le mie labbra.
Lo guardo, con il cuore ed il corpo in fibrillazione.
E decido che forse devo buttarmi.
Anche a costo di essere sgamati e sbattuti fuori.
Non so se è per via dell'alcool o solo un bisogno di risentirlo nuovamente mio ma lo bacio asserendo < se ci fai scoprire, ti uccido >.
< Vieni > ordina prendendomi per mano e andando nell'altra sala dove dice agli altri di non sentirsi molto bene.
Certo, come no…
< Se avete bisogno di una mano chiamate > afferma Gemma al fratello che con la mano davanti alla faccia finge di stare per vomitare.
< Sì, ti scrivo... è che non dovevamo bere così > mi lamento io facendo la scena.
< Hai ragione >.
< Ma magari ha mangiato troppo > commenta Ella mentre io alzo le spalle.
< Ci vediamo dopo > mi salutano preoccupati per la salute del riccio che finge ancora di stare a pezzi.
Li saluto e ridacchio mentre Harry supera diverse porte e poi si ferma davanti ad una porta che apre richiudendosela alle spalle.
< Qui non ci scoprirà nessuno > afferma chiudendo con la chiave la porta.
< Siamo nello sgabuzzino delle scope? > domando guardandomi intorno.
< D'altronde cosa siamo venuti a fare? > la sua mano a portarmi verso di lui.
Ridacchio mentre lui mi bacia.
< Come facevi a sapere di questo stanzino? > lo blocco un attimo facendomi delle paranoie.
Ci ha portato una ragazza?
< Lo conosco >.

Come fa a conoscerlo?
Ci ha portato sicuramente una ragazza.
Quindi, significa che io sono una delle tante.
M e r d a.

Lo guardo staccandomi < non dirmi che ci hai portato qualcun'altra >.
Mi prende il viso tra le mani mordendo il mio labbro ma io lo ammonisco.
< Non ho portato nessun'altra ragazza > dice.
< Giura > un mio dito sul suo petto.
< Come fai a conoscerlo allora? > chiedo poi.
Il riccio rotea gli occhi e poi spiega < mi hanno mandato a lavorare qui alle medie dopo aver combinato una marachella >.
Poi ridendo chiede < contenta? >.
'Che stupida che sei' mi rimprovero per poi annuire ad Harry.
Con uno scatto mi bacia ed io lascio che le mie labbra si schiudano per cercare un contatto poi profondo.
< Adesso prova a dire che non è eccitante >.
< Quanto avrai da fare con questa storia dell'ecci... > provo a dire soffocando un gridolino quando sento la mano di Harry palpare il mio sedere.
Tra un bacio ed un altro mi faccio portare verso un tavolinetto in fondo alla stanza senza troppi problemi.
Gli prendo il viso e gli infilo la lingua in bocca mentre lo sento sospirare più del normale.
< Quanto cazzo mi piace quando mi baci così > sussurra per poi ribaciarmi.
Con la mano libera gli slaccio la cinta e tiro giù la zip dei jeans portando all'interno la mia mano.
< Cazzo > impreca Harry facendomi sedere sul tavolinetto dopo aver buttato per terra alcuni fogli che erano sistemati con cura sul tavolo.
Mentre io mi diverto a stuzzicarlo un po' lì dove non batte il sole, il riccio sposta la sua attenzione sul mio collo e orecchio che morde non appena io lo tocco con più decisione.
< Care > dice al mio orecchio per poi baciarmi.
Deglutisco non appena la sua mano si infila nei miei pantaloni e poi finalmente nelle mie mutandine, iniziando a massaggiarmi con delicatezza prima per poi aumentare il ritmo.
< Cazzo > mi lascio sfuggire tra le sue labbra mentre con il suo aiuto sfilo i jeans lanciandoli.
Approfittando del momento di distrazione gli sfilo il maglioncino e poi la maglia per poi andare a leccargli il torso soffermandomi sui capezzoli che succhio leggermente facendolo ansimare.
Continuo poi a lasciare dei baci sul basso ventre prima di arrivare ai suoi boxer che sfilo andandogli poi a leccare la sua lunghezza.
< Care, Care > dice per poi prendermi per la testa e alzarmi sotto il mio sguardo confuso.
< Non reggo, se continui così vengo prima >.
Lo guardo senza dire una parola, così domanda beffardo < vuoi che ti faccia un disegnino? >.
Sorrido divertita < no, nessun disegnino >, poi baciandogli il collo sussurro < allora passiamo al sodo >.
Ed Harry non se lo fa ripetere due volte perché mi prende in braccio e mi sistema meglio sul tavolo.
< Sai che ti voglio da impazzire, sì? >.
< Lo so > dico guardandolo negli occhi per poi aggiungere < anch'io >.
E così chiudo gli occhi mentre il riccio alza la mia gamba preparandosi a farmi vivere la seconda esperienza più bella della mia vita.


 
 ———

 
< È andata bene, no? > domando ad Harry una volta in macchina, mentre torniamo a casa dopo essere stati a cena al Redbrick's house con Anne, Desmond, i gli zii, i cugini e... la nonna.
Che fortunatamente non ha fiatato.
< Per me è andata alla grande > dice per poi prendere parola in tono malizioso < come tutta la giornata d'altronde >.
Roteo gli occhi.
< Vorresti dire il contrario? >.
< No, no assolutamente > rispondo guardando la strada.
< I tuoi zii e cugini sono fantastici > asserisco.
< Diciamo che ti adorano > commenta lui per poi aggiungere < forse Matty fin troppo per i miei gusti >.
< È super simpatico >.
< Sì, ma deve starti alla larga se non vuole che mi arrabbi > dichiara lui per poi scoppiare a ridere mentre io gli tiro un cazzotto sul braccio.
< Che poi io sono pronto per il terzo round > sghignazza portando una mano sulla mia gamba.
Scuoto la testa < non pensarci nemmeno... sono sfinita >.
< Leggerina > commenta lui ridendo mettendo la freccia verso destra, per poi effettivamente girare.
< Comunque hai visto la nonna come non ti ha detto nulla? > domanda Harry mentre io annuisco.
Mi volto e dico la mia < mi sa che la rispostina di ieri l'ha colpita sul serio >.
< Direi di sì >.
< Meglio >.
< Assolutamente > sbadiglia senza portare la mano sulla bocca.
< E tu saresti pronto per il terzo round? Ma se già sbadigli? > domando divertita.
< Io mi riattivo Care > scherza lui parcheggiando davanti casa.
Ridacchio mentre scendo dalla macchina e mi avvicino agli altri davanti al cancello in ferro battuto.
< Vi va una tisana digestiva? > domanda Anne a noi ragazzi.
< Tesoro, una tisana? > domanda scettico il marito prima di dire < volevi forse dire un amaro o una grappa >.
< Preferisco di gran lunga la tua proposta Desmond > asserisce Niall.
< Voi ragazzi prenderete quello che volete, noi ci facciamo la tisana > afferma Anne suonando il campanello di casa, in attesa che qualcuno venga ad aprirci.
< Noi ragazze prenderemo una tisana, non è vero? > domanda a me e alla figlia che subito rispondiamo affermativamente.
< Salve Tim > saluta superandolo e dirigendosi in cucina dove ordina ai domestici di preparare tre tisane digestive e tre amari per i ragazzi.
La seguiamo in salotto dove ci invita a sederci < fate come se foste a casa vostra >.
E senza farselo ripetere due volte il riccio si butta sul divano facendo una capriola mentre la madre lo rimprovera.
< Scusa ma', non avevi detto che dovevamo fare come se fossimo a casa nostra? > domanda lui per poi allargare le braccia < sono a casa mia >.
< Impertinente > commenta lei sorridendo e mostrando l'indistinguibile fossetta che tanto la accomuna al figlio.
Ci sediamo, io vicino ad Harry e Niall.
Mentre Gemma vicino alla madre e al padre che la abbraccia teneramente.
< Mi siete mancati > commenta lui ai figli, per poi aggiungere < sarà difficile lasciarvi andare >.
< Signori, ecco a voi > fa il suo ingresso Tim con in mano il vassoio con tazze e bicchieri.
< Grazie > lo ringrazio afferrando il mio bicchiere stando attenta a non scottarmi.
< Sapete che potete tornare a trovarci quando volete, sì? > chiede Anne per poi aggiungere < ovviamente con Caroline e Niall >.
< Assolutamente > dichiara Desmond facendoci un occhiolino.
Bevo un sorso della tisana quando per poco non mi strozzo quando Desmond domanda < e il matrimonio a quando? >.
< Oddio, papà > sbotta Harry.
< Che c'è, non posso chiedere? > domanda di rimando lui.
< Stiamo insieme da così poco > commenta Gemma scuotendo la testa.
< Sì, avete ragione... > dice il padre per poi fermarsi e chiedere < ma almeno vorrete sposarvi in futuro? >.
< Solo per sapere > gli dà man forte Anne sorridendo.
< Sì, in futuro certo... mi piacerebbe > commenta Gemma per poi guardare Niall < non è vero? >.
Il biondo subito annuisce < sì, anche a me; non so ho sempre sognato il giorno del mio matrimonio fin da bambino >.
< Dolce > commenta Anne accarezzando la sua guancia con fare materno.
< Harry? Care? > domanda Desmond puntando i suoi occhi su noi due.
Sto per rispondere ma Harry mi precede e risponde divertito < no, no... assolutamente; che siete matti? >.
Poi aggiunge serio < non credo nel matrimonio >.

Bum.
Un tuffo al cuore.
Come non crede nel matrimonio?
Cerco di non farlo a vedere ma ci sono rimasta veramente male.
Vorrà dire che non ci sposeremo mai?
Vorrà dire che non avremo il nostro lieto fine?

< Come sarebbe a dire che non credi nel matrimonio? > domando non riuscendo a trattenermi.
Il riccio mi guarda e chiede stupito, con aria divertita < perché, tu vorresti dirmi che vuoi sposarti? >.
Il suo ghigno mi fa resistere dal rispondere che sì, voglio sposarmi.
Voglio sposarlo.
Così dopo aver cercato di ridacchiare al meglio rispondo < no, no ma che sei matto? >.
< Ecco perché stiamo insieme > commenta lui abbracciandomi.
Sorrido tirata e annuisco più volte.

Anche se dentro la mia testa tutto prende a girare vorticosamente.
Ok, stiamo insieme da poco.
Ma non pensavo che Harry la pensasse così riguardo al matrimonio.
Anche la frase 'ecco perché stiamo insieme'... che vuol dire?
Cosa intende?
Che se io volessi sposarmi non potremmo stare insieme?
Che non mi amerebbe più?
Deglutisco e mi impongo di stare calma.
'Non correre con la testa' mi dico.

Lo guardo che mi sorride.
Bello come il sole.
Ed io non posso fare altro che sorridergli e stringermi al suo collo.
Magari al matrimonio ci pensiamo un'altra volta, no?

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Capitolo 12
*** Festa a sorpresa. ***


< Caroline > mi chiama Desmond mentre passo davanti al suo studio.
Mi volto e gli sorrido mentre mi invita ad entrare.
< Ti volevo ringraziare > spiega.
Lo guardo confusa, così lui afferma < per Harry >.
< L'ho visto veramente felice > aggiunge.
Annuisco < lo sono anch'io >.

Oh, sì che lo sono.
Soprattutto dopo ieri.
Se ci ripenso mi vengoni i brividi.
Le sue mani sul mio corpo, i suoi occhi nei miei, le sue labbra a farmi capire quanto mi desidera, quanto mi vuole... è stato semplicemente magico. 


< Anche perché un'altra ragazza non lo avrebbe perdonato facilmente >.
< Sai per tutte le marachelle e le parole che ha usato... > spiega grattandosi la testa.
Mi guarda e poi riprende a parlare < invece tu l'hai fatto >.
< Ci tengo molto >.
< Lo so > dice sorridendo, prima di continuare < sai mi rendo conto che stare accanto ad Harry non è una passeggiata >.
< Si fidi che non è una passeggiata stare accanto a me >.
< Oh, andiamo... conosci Harry e sai che è difficile capirlo a volte >.
< Io sono difficile da gestire a volte > dico sorridendo imbarazzata.
< Vorrà dire che vi siete trovati >.
< Proprio così >.
Desmond ride e poi confessa < sono contento di averti conosciuta Caroline, d'altronde ho sempre tifato per voi >.
Come se non lo sapessi eh.
< Ah sì? > chiedo stupita.
Facendo finta ovviamente, visto che già lo sapevo per via della telefonata confessoria del figlio a casa di Liam.
Annuisce convinto < anche perché conosco Harry come le mie tasche da capire che ha sempre avuto un debole per te >.
< Quando l'hai capito? > domando incuriosita.
< A parte quando mi ha detto di trovarsi molto bene con te? > chiede retorico per poi pensarci.
< Quando siete andati a quella festa a casa di Andrew ricordi? >.
Annuisco.
Come dimenticarmi di quella festa?
È stata la sera in cui ho conosciuto Nathan.
Quel demente di Nathan precisamente.
Che a pensarci ora sarebbe stato meglio non conoscerlo.
< Harry mi ha chiamato il giorno dopo infuriato > afferma mentre io chiedo per quale assurdo motivo.
< Mi ha detto che ti aveva visto parlare con  Nathan e che uno come lui non si meritava le tue attenzioni >.
< Eh? > domando confusa mentre Desmond chiede < ricordi com'eri vestita? >.
Certo che ricordo.
Avevo un tubino nero accollato che avevo comprato per l’occasione.
< Sì, ma cosa c'entra? >.
< Harry mi ha detto che eri la più bella della festa >.
Ridacchio e poi commento acida < mi ha detto che sembravo una suora >.
< Tipico di Harry > commenta il padre scuotendo la testa.
< Tra l'altro si è baciato Jennifer davanti ai miei occhi > dico facendo finta di vomitare.
< Ecco, ci ha fatto apposta >.
< Per quale assurdo motivo? Io con Nathan ci stavo solo parlando... >.
< Caroline, non ricordi i dettagli più importanti > mi rimprovera bonariamente lui mentre io mi sistemo meglio per ascoltarlo.
Sorride e poi mi domanda < ricordi l'obbligo o verità? >.
< Sì >.
< E ricordi cosa hai risposto quando ti hanno chiesto se saresti mai andata con Harry? >.
Strabuzzo gli occhi.

Perché ricordo.
Eccome, se ricordo.
Ammetto che sono stata un pochino stronza.
Forse, più di un pochino...

< Non ricordo bene > mento spudoratamente.
< Harry mi ha detto che la tua risposta è stata: con quel pallone gonfiato? Mai, nemmeno se fosse l'unico uomo sulla Terra... anche perché non è nemmeno così attraente come pensa >.
< L'hai distrutto > aggiunge sorridendo sornione.
< L'ho fatto per ripicca > spiego < la settimana prima l'avevo sentito dire a dei suoi amici che   non sarebbe uscito con me per niente al mondo, visto che sembravo amorfa >.
< Siete veramente impossibili > dice per poi scoppiare a ridere.
< Vi siete fatti del male così tante volte... e solo per ripicca > aggiunge guardandomi.
< Siamo stati due cretini > dico tutto d'un fiato.
< Ora state insieme ed io spero che lo sarete per sempre > confessa prendendomi la mano.
Ci sorridiamo a vicenda mentre Harry fa il suo ingresso chiedendo < che succede? >.
< Niente > diciamo in coro io e Desmond.
< Questo non è niente > indica le nostre mani vicine.
< Fatti i fatti tuoi > gli dico seria.
< Avanti, che succede? >.
< Le ho fatto vedere un po' di tue foto di quando eri piccolo > mente il padre mentre Harry sbotta che non doveva farmele vedere.
< Oramai è fatta >.
< Comunque dobbiamo andare Caroline >.
Annuisco ad Harry e mi alzo mimando col labiale un 'grazie' a Desmond che sorride di rimando.
< Cos'è quel sorrisetto dalla faccia? >.
< Quale sorrisetto? > domando io di rimando seguendo Harry prima che entri in camera chiudendosela alle spalle.
< Questo > mi tocca la guancia < che è successo? >.
< Niente >.
< Caroline >.
< Harry > dico di rimando.
< Mi dici perché sei così felice? >.
< Diciamo che tuo padre mi adora > sghignazzo io andando a chiudere la mia valigia.
Lo sento ridere per poi appoggiare le mani sui miei fianchi sotto il mio sguardo attento.
< Non quanto il figlio >.
< Sì? > domando ironica giocando con un suo riccio.
Annuisce e poi mi schiocca un bacio.
< Tra dieci minuti si parte >, poi aggiunge < altrimenti arriviamo in ritardo per il compleanno di Lerya >.
< Hai ragione >.
< Sei pronta? > chiede mentre io annuisco.
< Allora direi che possiamo impegnare questi dieci minuti in altro modo, non trovi? >.
Eccolo lì, lui e i suoi pensieri…
< In che modo? > chiedo facendo la finta tonta.
Mi schiocca un bacio per poi sussurrare < io un modo ce l'avrei >.
Ridacchio ma non oppongo resistenza mentre il riccio si siede sul letto facendomi sedere a cavalcioni sulle sue gambe.
Gli mollo un bacio e lui fa lo stesso andando a posare le mani sotto la maglietta lasciandole vagare sulla mia schiena liberamente.
< Harry > intimo dopo un altro bacio.
Ma il riccio non ha intenzione di smettere di baciarmi perché prendendomi il viso mi morde il labbro tirandolo leggermente.
< Ricordi di Jennifer? > domando guardandolo alzare il sopracciglio confuso.
< Sì > dice per poi aggiungere < e allora? >.
Mi bacia senza che possa rispondergli.
< E allora tieni a mente che non mi è sceso il fatto che te la sia baciata davanti ai miei occhi >.
< Anche tu l'hai fatto con Travis > dice soffiando sul mio naso.
Touchè.
< Ma è te che bacio ora > spiega riappropriandosi delle mie labbra.
< Anch'io > gli dico di rimando contornandogli le labbra di baci.
Harry mi blocca la testa e domanda leccandosi le labbra < ora puoi baciarmi per bene? >.
< Come? >.
< Ficcarmi la lingua in bocca ti dice nulla? > domanda beffardo mentre io alzo gli occhi al cielo per via del suo romanticismo.
Sì, mancato.
< No, basta > gli dico dandogli un ultimo bacio prima di alzarmi e finire di sistemare le ultime cose in borsa.
Lo vedo roteare gli occhi < avevi detto che eri pronta >.
< Lo sono > mi indico.
< E allora cosa hai da fare di meglio piuttosto che baciare il tuo ragazzo? > si lamenta buttando la testa all'indietro, sul letto.
Ridacchio mentre raccolgo le ultime cose sistemandole adeguatamente.
Poi mi dirigo in bagno dove svuoto la vescica che chiamava già da un pezzo beandomi della sensazione di liberazione per un istante.
< Ora, ho finito > dico lanciandomi su Harry attenta a non fargli male.
< Sei proprio stronza > sbuffa sul mio viso mentre io gli bacio il collo.
< Lo so > e un altro bacio.
< Caroline però se continui così ti salto addosso >.
< Non lo fare > rimprovero per poi baciargli le labbra dolcemente.
Mi alzo su un gomito e lo osservo sorridendo mentre con una mano gli accarezzo il viso.
< Harry? > chiedo al riccio che prontamente risponde.
< Mi abbracci? >.
< Non devi chiederlo > un braccio a portarmi a contatto col suo corpo mentre si gira su un lato per abbracciarmi meglio.
Non so per quanto tempo stiamo immobili ad abbracciarci ma fatto sta che mi godo ogni singolo momento rilassandomi al suo tocco così leggero da far venir i brividi.
Sorrido mentre sento le sue mani sui miei capelli e chiudo gli occhi per poi aprirli non appena il mio cellulare inizia a suonare insistentemente.
Chi diavolo sarà mai?
Venuto ad interrompere questo momento idilliaco?
< Sì? > rispondo dopo averlo afferrato.
< Vi siete dimenticati che dobbiamo partire? >  domanda Niall con aria seccata.
< No... >.
< E allora? Stiamo aspettando voi > sentenzia per poi chiudere.
< Dobbiamo andare > dico ad Harry tirandomi su per poi offrirgli la mia mano per aiutarlo ad alzarsi.
< Andiamo > una mano a portare il mio borsone.
Annuisco e mi sistemo i capelli mentre apro la porta richiudendola alle mie spalle.
Lo seguo per tutto il corridoio fino ad arrivare alla porta d'ingresso, dove Niall urla < eccoli! Finalmente tra noi! >.
< Horan stamattina ti sei alzato con la luna storta? > domanda Harry sorridendogli.
Per poi aggiungere malizioso < che c'è? Mia sorella non te l'ha data? >.
< Harry! > urla la madre dandogli un cazzotto.
< Ho solo detto quello che pensavo > spiega lui massaggiandosi il braccio.
< Potresti evitare > gli dice Gemma.
< Ricordati Gemma Styles che il qui presente Harry Styles non evita mai >.
< Invece a volte dovresti chiudere quella boccaccia che ti ritrovi >.
< Okey assodato, niente scopata mattutina stamattina > continua lui mentre la sorella urla di farsela finita.
Lo guardo anch'io e gli intimo di tacere.
Santa miseria Harry.
Possibile che debba essere sempre così schietto?
< Sei sempre il solito Styles > rimprovera Niall per poi scoppiare a ridere.
< Adesso statevene un po' zitti e fatevi abbracciare uno ad uno > sbotta Anne con una lacrima pronta a sfuggire al controllo.
< Mà non piangere > si lamenta Harry mentre la madre lo stritola in un abbraccio.
< Trattamela bene > mi indica mentre mi abbraccia calorosamente donandomi due baci sulle guance.
< Ah per forza, sennò mi fa il culo > ammette Harry facendo ridere tutti i presenti per la faccia buffa.
Lo guardo e scuoto la testa.
< Che c'è? >.
< C'è che non cambierai mai >.
< Non mi cambieresti affatto > una mano sul mio collo.
Lo guardo e scuoto la testa.

Perché so che ha ragione.
Perché no.

Non lo cambierei affatto.

Perché non sarebbe più lui e a me… piace Harry così com’è.


 
———


 
< Sono a casa! > urlo una volta superata la soglia di casa.
< Lerya? > domando andando in cucina.
Mi guardo intorno e scuoto la testa quando Harry mi chiede < possibile non sia in casa? >.
< Andiamo a vedere di sopra >.
Salgo le scale a due a due urlando ancora il nome della mia amica.
Ma come poco prima... non ottengo risposta.
< Lè? > busso alla sua camera per poi aprirla.
Di lei nessuna traccia.
Puff.
Sparita.
Andata.
< Non so dove può essere andata > dico girando per casa prima che Harry si affacci alle scale per dirmi < ti ha lasciato un biglietto in camera tua >.
< E che dice? > domando una volta raggiunto.
< Zayn l'ha portata a fare un giro non so dove... torna stasera >.
Mi passa il bigliettino ed io leggo ad alta voce.

'Care, non mi trovi in casa... Zayn mi ha rapita da stamattina per portarmi chissà dove.
A stasera xx'
.


< Ambe, ecco >.
Entro nella mia camera e appoggio la borsa su un mobiletto.
< Si ricorderà Zayn che stasera le abbiamo organizzato la festa a sorpresa? > domando al riccio andando ad aprire la valigia per iniziare a sistemare i miei vestiti nell'armadio mentre il riccio si sdraia sul letto.
< Le scarpe >.
< Che palla che sei >.
< Non voglio che appoggi le tue sporche scarpe sul mio letto >.
Ridacchia ma la mia faccia gli fa cambiare idea.
E infatti dopo un millesimo di secondo sbuffa.
< Ecco, fatto > sbotta togliendosi le scarpe buttandole alla rinfusa sul pavimento.
< Ora ragioniamo >.
< Non puoi venirti a stendere invece che mettere a posto? > indica il lato a fianco a sé invitandomi a raggiungerlo.
Lo guardo.
Vorrei tanto andarmi a stendere accanto a lui, ma è anche vero che se non sistemo adesso mi prenderà l'ansia.
'Maledetta te e le tue stramberie Caroline' mi dico più volte.
< Prima metto a posto e meglio è >.
< Fallo dopo > dice alzandosi e afferrandomi per poi trascinarmi sul letto.
< Spiacente, devo farlo ora > dico alzandomi e ritornando a sistemare.
< Posso accendere la Tv? >.
< Me lo chiedi? >.
< Certo... signorina Rottermaier >.
< Stronzo > sussurro mentre appendo i vestiti puliti; con passo spedito mi dirigo verso il bagno dove infilo i panni sporchi nella cesta e sistemo la trousse nel proprio ripiano dell'armadietto.
Mi affaccio velocemente e sorrido mentre vedo Harry ridere per qualche programma televisivo.

È così caro.
Trasmette una gioia di vivere, non indifferente.
Sempre pronto alla battuta, alla risata... allo scherzo.
Ed è questo quello che mi attrae.
Quello che mi rapisce ogni volta che stiamo insieme.
Sono così fortunata ad averlo nella mia vita, che a volte faccio fatica a credere che sia tutto reale e non il semplice frutto della mia immaginazione.
Non so nemmeno se me lo merito…

Ma so che voglio godermelo appieno.

Scuoto la testa mentre torno di là, afferro dei pantaloni della tuta e mi sfilo i jeans per stare più comoda.
< Carine quelle >.
Non mi volto perché in realtà sto ridacchiando divertita visto che ho già capito cosa si riferisce.
< Cosa? >.
< Lo sai cosa >.
< Falla finita > dico io avvicinandomi al letto per poi buttarmici sopra senza troppi convenevoli.
< Se mi piacciono non puoi farmene una colpa >.
Mi volto e ridacchio mentre lui mi rimprovera < potresti anche avvicinarti, non mangio mica >.
< Non mi fido > scherzo per poi avvicinarmi al riccio che mi fa voltare verso di lui.
Mi bacia il naso solleticandomi coi suoi capelli che mi sfiorano leggermente il viso.
< Sai che è la prima volta che vedo camera tua bene? > chiede alzando il sopracciglio destro per enfatizzare la sua domanda.
< In che senso? >.
< Nel senso che non ci sono mai entrato >.
< Hai ragione >.
< E l'unica volta che l'ho vista bene è stata alla festa di Halloween dell'anno scorso > mi punzecchia con un dito sulla fronte.
Faccio la finta tonta ma so bene a cosa si riferisce.
Oh sì che lo so.
< Non ricordo >.
< Faresti bene allora >.
Così chiedo beffarda < quando avresti visto la mia camera? >.
< Quando ti sono venuto a chiamare perché eri sparita dalla festa >, per poi aggiungere < ti dice niente? >.
Scuoto la testa.
Anche lui fa la stessa cosa prima di continuare il racconto < bhe certo... eri troppo impegnata a limonarti Nathan >.
Mi mordo il labbro e poi faccio spallucce.
< Non sai che fastidio mi ha dato >.
< Sì? >.
< Gli avrei preso la faccia per poi sbatterla sul muro > esplica portandosi dietro un riccio ribelle.
< Non sai quanto mi stava sulle palle >.
< Nathan? > domando alzando lo sguardo.
< Il fatto che ti stesse così vicino, mi mandava in bestia >.
< Care, mi piacevi > confessa guardandomi dritto negli occhi.
Poi aggiunge < mi sei sempre piaciuta >.
Un tuffo al cuore.
E un brivido lungo la schiena.
< Perché non me lo hai mai detto? >.
< Cosa ti dicevo? >.
< Che ti piacevo >.
< Non era facile... non volevi saperne niente > dichiara giocando con la mia mano.
Faccio una smorfia.
< Non volevo saperne niente perché vedevo il tuo disinteresse > confesso abbassando lo sguardo.
< Non sono mai stato disinteressato > dice per poi chiedermi se ricordo della festa di Andrew.
Annuisco ed aspetto che parli.
< Ho baciato Jennifer solo per ripicca >.
< Oh bene > sbotto io pizzicandogli un dito.
< Non me ne fregava nulla > ammette < semplicemente avevo sentito quello che avevi detto su di me e c'ero rimasto parecchio male >.
< Anche io... mi hai definita amorfa >.
< Sai che non l'ho mai pensato davvero > ridacchia lui continuando a giocare con la mia mano.
Annuisco.
< Potevamo metterci insieme da tempo >.
< Ora siamo insieme ed è questo quello che conta > gli ricordo mentre mi regala uno dei suoi sorrisi che tanto amo.
Ci guardiamo per qualche secondo e poi avvicino la mia bocca alla sua per stampargli un bacio.
Delicato, dolce.
Senza pretese.
Anche Harry mi stampa un bacio.
< Sei importante > dichiara mentre gli do un altro bacio.
< Anche tu Harry > ripeto mentre lui sorride.
Senza dire nulla gli prendo il viso e lo bacio.
Una volta, due volte.
Sghignazza < così mi piaci >.
< Io ti piaccio sempre > sussurro sulle sue labbra guardandolo negli occhi.
Mi accarezza una guancia < hai ragione, tu mi piaci sempre >.
Mi alzo leggermente per poter baciarlo meglio.
Questa volta con più pressione gli bacio le labbra mentre il riccio ricambia senza troppi problemi.
Gli contorno le labbra con la lingua aspettando che si decida a baciarmi come si deve.
< Almeno capisci cosa provo quando non mi baci come dovresti >.
< Scemo >.
Gli mordo il labbro inferiore per poi andare a lasciargli una scia di baci sul mento, sul collo mentre sento il riccio rilassarsi.
La sua mano a giocare con i miei capelli.
< Care > mi chiama mentre io gli bacio l'incavo del collo.
Mi prende il viso e sussurra < ficcami la lingua in bocca, adesso >.
Sghignazzo per poi chiedergli come fare, visto che le sue labbra sono serrate.
Chiuse.
< Trova il modo > afferma mordendomi il labbro.
Provo un'altra volta ma il riccio si diverte evidentemente a mettermi in difficoltà.
Perché se ne sta con gli occhi chiusi e le labbra ancora più serrate di prima.
Sbuffo spazientita mentre lui ridacchia divertito.
Ma... ho un'idea.
Non posso di certo perdere.
Io Caroline Smith non perdo mai.
Mai.
Lo guardo e sorrido maliziosa mentre con uno scatto mi metto sopra di lui sussurrandogli all'orecchio < nemmeno questo funziona? >.
< No > si diverte a prendermi in giro.
Gli mordo il lobo per poi concentrarmi sul suo collo.
< E adesso? >.
< Nemmeno >.
Stronzo.
Fino al midollo.
Lo guardo e ridacchio < ok, troverò il modo >.
Inizio a lasciargli dei baci sul petto portando le mie mani a contatto col suo torace per iniziare a stuzzicarlo un po'.
< Ora? >.
< Impegnati Caroline Smith >.
< Come vuoi >.
Gli alzo la maglia iniziando a baciargli i pettorali e poi gli addominali premendo di più sul basso ventre mentre vedo Harry ridacchiare e sussultare non appena gli chiedo se così va bene.
< Mhh, non ancora >.
Sedendomi a cavalcioni gli prendo la cinta slacciandola.
< Che dici? > domando tirando giù la zip mentre lo vedo mordersi il labbro.
< Allora? > domando accarezzando i boxer con l'indice.
< Ehm... sì, no > tenta di dire il riccio visibilmente provato dalle mie azioni.
< Cosa? Non capisco > gli faccio eco avvicinandomi al suo viso.
Confabula qualcosa mentre io gli intimo di stare zitto < mi hai stufato, adesso si fa come dico io >.
Detto ciò gli prendo il viso baciandolo con quanta più potenza riesco a metterci per poi mordergli il labbro.
Più volte.
La sua mano dietro la mia testa, tra i miei capelli.
< Quanto cazzo mi piaci > afferma ritrovandosi bloccato quando approfittando del momento in cui apre le labbra, gli ficco la lingua in bocca.
Ne segue un bacio da togliere il fiato.
Letteralmente.
Le sue labbra morbide vanno a combaciare con le mie.
Come se si fossero sempre appartenute.
Così come i nostri respiri che si vanno a fondare diventando uno solo.
Diversi schiocchi aleggiano nell'aria rendendo l'atmosfera ancora più elettrizzante.
< O ci fermiamo adesso o ti salto addosso > sbotta senza farsi troppi problemi.
Ricambio il suo bacio e mi stacco ridendo.
< Non riesci a contenerti Harry >.
< Scusa se mi riesce difficile dal momento che mi piaci da morire > confessa alzando le mani in segno di difesa.
Gli prendo la mano andandola a baciare.
Avvicina la sua testa alla mia andando a baciare i miei capelli commentando positivamente l'odore dello shampoo.
< Farei l'amore con te in ogni momento >.
Lo guardo allibita.
< Che c'è? >.
< C'è che non hai usato la parola sesso... fa strano > commento sorridendo.
< Con te non è sesso Caroline >.
< Cos'è allora? > domando col cuore in gola.
Sbaglio o la conversazione sta prendendo una piega inaspettata?
Sbaglio o sto per sentirmi male?
< Sai io credo di... > tenta di dire bloccandosi.
< Tu? > chiedo, aggiungendo < credi di? >.
< Io Caroline credo di essermi... >.
< Di esserti? >.
Vedo il riccio imbarazzarsi e aprire le labbra per continuare finalmente la frase, quand'ecco sopraggiungere la voce di Lerya urlare il mio nome a squarciagola.
Maledetta!
Mannaggia a lei... non doveva tornare più tardi?
< Caroline! > urla entrando in camera senza nemmeno bussare trovando quindi me ed Harry abbracciati.
Poi questa cosa che non bussa deve finire.
Mi ha stufato.
< Ciao anche te Lè eh... sono contenta che tu abbia bussato >.
< Scusa se la tua amica aveva bisogno di salutare la sua amica dopo giorni in cui non si sono viste > incrocia le braccia mentre io mi tiro su andandole incontro.
< Fattela finita e abbracciami come si deve >.
Non se lo fa ripetere due volte che subito mi stringe a sé iniziando a raccontare dove l'ha portata Zayn.
Cosa hanno fatto.
Cosa hanno visto.
< Ti rendi conto che mi ha fatto conoscere i suoi genitori? > domanda estasiata mentre Zayn compare alle nostre spalle salutando subito Harry con un cenno della mano.
< Malik, potresti insegnare alla tua ragazza a bussare? >.
< Styles sai già che non capirà mai che deve bussare? >.
Per poi aggiungere < sai com'è fatta >.
< Ehi, sono qui... vi sento > si lamenta Lerya indicandosi teatralmente.
< Allora com'è andata questa presentazione? > domando portandola verso il letto, non prima di aver intimato al riccio di alzarsi per andare a raggiungere Zayn.
< Grazie che ci sbattete fuori >.
< Stronze > commenta Harry chiudendo la porta.
< Benissimo! Non pensavo potesse andare così bene >.
Poi mi chiede < e tu invece? Con gli Styles com'è andata? >.
< Molto bene > commento ridacchiando mentre lei mi chiede il perché di tanta ilarità.
< Io ed Harry abbiamo fatto l'amore > le confesso imbarazzandomi leggermente.
La mora inizia ad urlare così sono costretta a tapparle la bocca.
< Potresti evitare di urlare? > le chiedo rimproverandola.
< Devi dirmi tutto >.
< C'è poco da dire >.
< Quante volte? >.
< Due... in un giorno > commento rossa.
< Focosi > sghignazza.
< Anche in un museo > dichiaro facendo una smorfia.
< Caroline Smith! Vai forte ragazza mia >.
Poi chiede maliziosa < e? Ci sa fare? Ti è piaciuto? >.
< Calma, calma, calma > le impongo per poi rispondere alle sue domande < ci sa fare e... sì mi è piaciuto da morire >.
< Te l'avevo detto io che Styles ti avrebbe scopata come si deve > commenta mentre io mi tappo le orecchie per non sentire.
< Lerya! Ma che cavolo dici? > domando io urlando un tantino più del dovuto.
< La verità > fa spallucce per poi ridere.
Iniziamo a parlare del più e del meno per una quindicina di minuti prima che la riccia si alzi non prima di aver fatto qualche battutina su me ed Harry.
Poi aggiunge < vado a recuperare Malik, a dopo >.
Annuisco mentre la vedo andare via.
< Ehi >.
< Ehi > gli sorrido mentre gli faccio cenno di avvicinarsi.
< Ha fatto la matta come al solito? >.
< Un pochino >.
< Sei riuscita a non farle gli auguri? >.
< Mi è costata parecchia fatica... ma ci sono riuscita > commento fiera di me stessa.
< Brava >.
Mi alzo in piedi sul letto per poi fargli capire le mie intenzioni.
Sorride e mi afferra saldamente mentre mi lancio addosso attenta a non fargli male.
Stringo le mie gambe intorno al suo bacino e come un koala porto le mie mani intorno al suo collo.
< Comunque Zayn mi ha detto che è tutto pronto per la festa... palloncini compresi >.
Annuisco < devo iniziarmi a preparare allora >.
< Tra poco >.
Lo abbraccio forte per sentirlo ancora più vicino.
< Fammi scendere, ti peso >.
< Tu che pesi? Questa è bella > commenta ridacchiando.
< Peso >.
< Falla finita >.
< Sul serio mettimi giù, così inizio a prepararmi >.
< E va bene > afferma per poi mettermi giù.
Indico il bagno < a tra poco >.
Entro in bagno e apro la porta scorrevole della doccia mentre penso a cosa mettere questa sera.
Bel problema.
Gran bel problema.
Perché deve essere sempre così difficile scegliere cosa indossare?
Noi ragazze e i mille problemi.
Di ogni giorno precisamente.
Sbuffo mentre mi svesto per poi entrare in doccia ed aprire il getto dell'acqua calda.
Chiudo gli occhi mentre lascio scorrere l'acqua sul mio corpo bagnando i capelli per prepararli allo shampoo.
All'improvviso la porta della doccia si apre ed io sorrido ad occhi chiusi perché so già di chi si tratta.

Harry.
Che diavolo ci fa qui?

< Che diavolo ci fai qui? >.
< Devo lavarmi anch'io, che dici? > domanda richiudendosi la porta alle spalle.
< Non potevi aspettare che finissi di lavarmi? >.
< Lavarsi insieme è più bello > commenta facendomi voltare mentre io istintivamente mi porto le mani a coprirmi i seni.
< Leva quelle mani >.
< Harry mi vergogno >.
< Non devi > una mano ad accarezzarmi la guancia imponendomi di guardarlo negli occhi.
Cosa che prontamente faccio.
< Sei così bella > mi indica mentre mi prende una mano baciandola.
Sorrido imbarazzata guardandolo.
Dalla testa ai piedi.
Perfetto.
Anche nella sua nudità.
I muscoli ben definiti, le gambe longilinee.
Le spalle larghe e i fianchi scolpiti.
< Facile dirlo per te... che sei un dio greco > mi lascio sfuggire mentre il riccio alza le sopracciglia < ti sottovaluti Caroline >.
Aggiunge < sei la ragazza più bella che abbia mai visto >.
< Bha... sarà > dichiaro.
< Ed ora fatti un po' più in là, così mi lavo anch'io >.
Con una spinta mi blocca contro il muro piazzandosi sotto il getto dell'acqua chiudendo gli occhi e portandosi le mani tra i capelli.
< Cosa stavi dicendo prima? > gli chiedo prendendo il bagnoschiuma sempre con le mani rigorosamente a coprirmi.
< Prima quando? > domanda guardandomi.
< Prima dell'arrivo di Lerya >.
< Ehm... niente >.
< Non era niente > gli dico guardandolo storto.
Sorride < te lo dirò un'altra volta >.
Poi guardandomi mi sposta le mani < non devi coprirti >.
< Harry >.
< Caroline >.
< Lo vuoi capire che sono totalmente pazzo di te? >.
Un bacio a far crollare le mie paure e le mie debolezze.
Mentre le sue mani portano le mie lungo i fianchi lasciandomi scoperta.
< Fatti insaponare >.
Lo guardo confusa < non credo sia una buona idea >.
< Perché? >.
Ha anche il coraggio di chiedermi perché?
Lo guardo e lui subito porta le mani avanti < non sono entrato in doccia per quel motivo >.
Ridacchio per quello che ha appena detto e domando sorniona < e allora perché sei entrato in doccia? >.
< Per fare una doccia insieme >.
Poi aggiunge portando la mano sul cuore < io Harry Styles giuro che non mi approfitterò della qui presente Caroline Smith nuda in doccia >.
< Sicuro? >.
< Sicuro, sicuro >.
Con un gesto repentino prende il bagnoschiuma andando ad insaponarmi le braccia per poi concentrarsi sui seni che stringe leggermente sotto il mio sguardo vigile.
< Devi per forza palparmi il seno? >.
< Ti sto lavando... e poi fa parte del tuo corpo eh, non del mio > commenta sarcastico.
Si abbassa andando ad insaponare le gambe e i piedi per poi rialzarsi.
< Se vuoi ti insapono anche là sotto >.
< Ci penso io > dico io facendogli cenno di girarsi.
< Come se non ti avessi mai vista nuda >.
< È troppo... >.
Il riccio si volta senza che io gli dia il permesso passandomi il bagnoschiuma che inizio a spalmare sul suo torace e poi sulle sue gambe andando ad arrossire non appena mi trovi faccia a faccia col suo membro.
< Troppo cosa? > domanda facendomi concentrare sui suoi occhi.
Mi alzo e apro l'acqua mentre lui si avvicina a me portando una mano su un fianco.
Finendo con l'annullare ogni distanza possibile.
< È una cosa piuttosto intima non trovi? > chiedo mentre lui prende ad insaponare i capelli con movimenti lenti, simili a massaggi.
Chiede facendo il finto tonto a cosa mi riferisca.
< Bhe... fare una doccia insieme >.
< Io amo l'intimità Caroline >.
Con uno scatto apre il getto imponendomi di chiudere gli occhi per non fare entrare lo shampoo negli occhi.
< Tu no? > sussurra a contatto col mio viso.
Annuisco e deglutisco allo stesso istante.
< Voglio che non ti faccia problemi a mostrarti nuda, o a parlare di sesso Care >.
Aggiunge sorridendo < almeno non con me >.
Una mano ad accarezzarmi il viso bagnato.
Come a farmi capire che va tutto bene.
Che non ho nulla da temere.
Che con lui posso essere me stessa.
Gli prendo i ricci insaponandoli mentre il riccio posa dei casti baci sul mio viso, per poi centrare le mie labbra che stringe più del dovuto.
< Devi sciacquarti > gli intimo aprendo l'acqua e togliendo lo shampoo dai capelli mentre si avvicina ancora di più facendo combaciare il suo petto col mio.
Sento il mio cuore battere all'impazzata.
Ridacchia quando involontariamente con la gamba gli tocco il pube.
Che avrà da ridere non lo so.
Ok, forse sono solo io che sto cercando di contenermi, controllarmi.
Per non saltargli addosso.
Ancora, ancora e ancora.
< La prossima volta la doccia la facciamo a modo mio > confida aprendo la porta della doccia e passandomi l'accappatoio che prontamente infilo.
< A modo tuo come? > domando uscendo dalla doccia dopo di Harry.
< Facile da capire > afferma Harry abbracciandomi da dietro mentre spanno il vetro dello specchio ridendo non appena vedo la nostre immagine riflessa.
Gli prendo le mani stringendole tra le mie.

Col cuore che fa capolino.
Diverse volte.
Lo vedo col suo sorriso così bello.
Speciale.
Radioso.
I suoi occhi a fissare i miei.
E forse per la prima volta nella mia vita capisco che cos'è l'amore.
Capisco che forse... forse eh.
Forse mi sono innamorata.
Innamorata di Harry.
In tutto e per tutto.

E credo sia arrivato il momento di dirglielo, ma ogni volta che ci provo mi blocco...

< Che c'è? > domanda divertito mentre i miei occhi ritornano a guardare i suoi.
< C'è che forse mi sono... >.
< Cosa? >.
< Forse, forse... >.
Oddio, che nervoso.
< Forse? > domanda un'altra volta facendomi voltare.
Sto per dire quelle benedette parole ma ahimè vengo interrotta dallo squillo del cellulare che ci riporta alla realtà.
'Mi sono innamorata di te'.
Ecco cosa stavo per dire.
Se solo non mi avessero interrotto.
Sbuffo e gli faccio cenno di andare a prendere il cellulare.
< Ce ne hai messo di tempo eh! >.
< Niall che c'è? >.
< C'è che devi muoverti... noi tra una mezz'ora siamo pronti > dice scherzando.
< Sarò pronta > affermo andando da Harry che gli urla un < Horan, hai rotto >.
< Oh, sento che c'è anche Styles, ho interrotto qualcosa? > domanda sornione dall'altro capo del telefono.
< Non hai interrotto un bel niente Niall >.
< E allora perché non hai risposto subito? >.
< Ero sotto la doccia > spiego gesticolando leggermente.
Ridacchia più volte < con Harry >.
< Fatti i fatti tuoi >.
< Non era mica una domanda sai? >.
Roteo gli occhi < sai che se continui con le domande non sarò mai pronta? >.
< Dai vi lascio fare i piccioncini... ma vedete di muovervi >.
Gli mando un bacio volante e chiudo la chiamata, voltandomi verso Harry < dobbiamo sbrigarci >.
Annuisce e prendendo il phon mi intima di sedermi sulla lavatrice così da potermi asciugare i capelli.
< So farlo anche da sola eh? > scherzo mentre lui mi impone di star ferma.
Le sue mani a toccare i miei capelli mentre asciuga bene ogni ciocca per non lasciarli bagnati in nessun punto.
< Sei bravo sai? > chiedo non appena inizia a utilizzare la spazzola per farmi una sorta di piega.
< Anni e anni di esercizio >.
< Su chi? > chiedo curiosa.
Magari per ogni ragazza ha fatto la stessa cosa che sta facendo con me.
Magari con ognuna di loro ha fatto una doccia.
'Non ricominciare' mi dico più volte mentalmente.
< Su mia sorella > ammette sorridendo.
< Perché sorridi allora? >.
< Non posso? >.
< Ovvio... ma non capisco perché abbia sorriso > gli dico di rimando.
Riprendo a pensare e a tormentarmi coi miei dilemmi.
E i dubbi.
Harry è un bellissimo ragazzo che ha avuto un gran numero di ragazze.
E questo ogni tanto mi fa pensare di non essere l'unica.
L'unica ad aver condiviso delle cose con lui.
Tipo siamo sicuri che abbia asciugato i capelli a Gemma e non a qualche ragazza?
< Care? >.
< Sì > rispondo tornando in me.
< Mi dici a che pensi? >.
< A niente >.
< Questo non è niente > commenta storcendo le labbra.
< Non penso a nulla, davvero > dico flebile.
< Care >.
Lo guardo.
< Ti conosco >.
< E allora? >.
< Allora so che c'è qualcosa che non va >.
Mi alza il viso ed io cedo.
< Molte volte penso che quello che sto vivendo con te non è del tutto un'esperienza unica >.
< Che intendi? > domanda prima che io spieghi meglio < è che hai avuto così tante ragazze... chi mi dice che tu non abbia fatto la doccia con qualcun'altra? >.
Aggiungo < o che tu non abbia asciugato i capelli ad un'altra? >.
< E questo sarebbe il tuo cruccio? > domanda mentre io annuisco.
Poi alzandomi gli faccio cenno di andare a sederci di là.
E così facciamo, sedendoci sul mio letto stretti nei nostri accappatoi.
Lo guardo ed aspetto che proferisca parola.
< Ti fidi di me? >.
< Certo >.
< E allora perché non ti fidi quando ti dico che sei la prima ragazza che mi piace sul serio? >.
< Non è che non mi fido >.
< E allora? > domanda non capendo.
Poi senza aspettare che risponda riprende a parlare serio < sì, probabilmente avrò fatto altre docce, avrò asciugato i capelli a qualcun'altra >.
< Ecco vedi? >.
< Fammi finire > mi tappa la bocca con la mano, < ma con loro non c'era sentimento >.
< Con me sì? >.
< Certo! > dice per poi aggiungere < credi che ti avrei presentato la mia famiglia? >.

No.

< Credi che ti avrei fatta dormire a casa mia? >.

Assolutamente no.

< No > ammetto sicura.
< Potrai non essere stata l'unica > afferma per poi continuare prendendo la mia mano < ma sei l'unica che veramente conta per me >.
Annuisco e mi porto una mano sulla fronte < che stupida che sono eh? >.
< Non lo sei >.
< Sì che lo sono... mi faccio dei viaggi assurdi >.
< Non farteli... non ce n'è bisogno > commenta aggiungendo < anche perché non ho intenzione di lasciarti andare, né oggi, né domani, né mai >.
Mi mordo il labbro < scusa >.
< Ti scuso solo se mi dai un bacio >.
< Sai sempre come tirare l'acqua al tuo mulino eh? > domando seriamente divertita.
Alza le spalle < è una mia dote, che ci posso fare? >.
Poi chiede < me lo dai? >.
Mi avvicino e faccio combaciare le mie labbra alle sue per un bacio a stampo.
Mi guarda con lo sguardo confuso < potevi impegnarti un po' di più >.
< Dobbiamo sbrigarci > gli intimo alzandomi per afferrare l'intimo e chiudermi in bagno.
Lo infilo e torno di là dove trovo il riccio intento a prendere i propri vestiti dalla valigia.
< Approvo > commenta passandomi vicino per andare in bagno, non prima di avermi mollato una pacca sul sedere.
< Harry! >.
< Che c'è? >.
< Mi hai appena mollato una pacca sul sedere > spiego aprendo l'armadio per scegliere i vestiti.
< Non è colpa mia se hai un culo che parla > commenta ridendo.
Roteo gli occhi e poi afferro dei jeans scuri e una maglietta a righe fucsia, blu e rosso abbastanza aderente che prontamente infilo per poi dirigermi in bagno dove afferro la trousse.
< Non dovresti truccarti >.
< Sì... e dovrei farmi vedere con questa faccia? >.
Commenta < a me piace questa faccia >.
Sorrido < mi dispiace ma dovrò rimetterla in sesto >.
Sbuffa mentre prende a phonarsi i capelli mentre io armeggio con i trucchi cercando di ottenere un risultato quanto più naturale possibile così da accontentare il riccio che dice sempre di prediligermi al naturale.
Spruzzo un po' di profumo e mi specchio mentre Harry mi abbraccia da dietro vestito e pettinato.
Mi volto ed approvo il suo outfit.
Jeans neri e una maglia blu scuro ad adornargli il petto evidenziando i pettorali visto l'aderenza.
< Che c'è? > domanda divertito.
< C'è che mi piaci vestito così Styles >.
Ridacchia per poi baciarmi il collo malizioso.
< Levati ogni idea malsana dalla testa > lo rimprovero prendendogli la testa.
< Non ho fatto nulla > dice per poi chiedere offeso < perché devi sempre pensare male? >.
Rido < perché sei sempre malizioso >.
< Nah... non sempre > afferma per poi tuffarsi sulle mie labbra.
Ricambio il bacio < dobbiamo andare >.
< Sì > afferma baciandomi.
< Andiamo > e un altro bacio.
Mi prende per un fianco < possono aspettare >.
Sorrido e scuoto la testa prima di dire la mia < no, non possono aspettare >.
< Sì invece >.
La sua bocca a lasciarmi dei baci su tutto il perimetro della mia.
< Harry > gli dico mentre lui scende sul collo iniziando a lasciare una scia di baci languidi.
< Sì? >.
< Smettila > dico sussultando per i ricci che mi solleticano il mento.
< Non riesco >.
Ridacchio < devi riuscirci >.
Alza la testa e mi blocca contro il muro prima di confessare < sono pazzo di te >.
< Già me lo hai detto >.
< Non riesco a smettere > afferma sornione mentre mi molla un altro bacio.
< Di fare cosa? > domando non capendo.
< Di baciarti, di toccarti > esplica a contatto con le mie labbra.
Gli porto una mano sul petto prima di supplicarlo di scendere di sotto prima che succeda il finimondo.
< Dai... non stiamo facendo nulla di male > dice con la voce più roca del normale.
< Bhe considerando che abbiamo una festa a cui partecipare > gli ricordo portando la testa all'indietro per sfuggire al suo bacio.
Ma il riccio è più furbo e mi blocca il viso con la mano per poi fiondarsi sulle mie labbra.
Ancora, ancora, ancora.
Sorrido e ricambio i suoi baci senza mai andare oltre.
Perché sennò probabilmente non ci limiteremmo solo ai baci e faremmo ritardo.
E non possiamo.
Mi schiocca un bacio con più pressione.
< Basta >.
< Un altro > supplica mentre io lo accontento.
< Ora andiamo > gli dico spostandomi e avviandomi in camera.
< Un altro > la sua mano ad afferrarmi da dietro mentre io cerco di non farmi acchiappare.
< Harry > mi lamento divertita mentre la sua mano si infila sotto la maglia andando ad accarezzare un fianco.
Lo guardo negli occhi e gli schiocco un sonoro bacio < ora basta >.
Tolgo la sua mano dal mio fianco e gli scompiglio i capelli aprendo la porta della camera sotto il suo sguardo divertito.


 
———

 

< Shhh, state zitti > intimo ai ragazzi mentre li senti ridere.
A breve arriveranno Lerya e Zayn.
E noi sbucheremo fuori dalla cucina per farle una sorpresa.
Sicuramente starà pensando come mai nessuno di noi le abbia fatto gli auguri o non si sia fatto sentire.
In particolare penserà al perché mi sua scordata del giorno del suo compleanno.
Già me la vedo crucciarsi, farsi tremila domanda senza trovare risposte.
Ma a breve capirà il motivo.
Ho organizzato questa sorpresa già da tempo per non arrivare alla fine e trovare disguidi etc.
Compie ventisette anni.
E ventisette anni si compiono una volta sola.
Quindi tocca festeggiare per bene.
Perché so quanto ci tiene.
Quanto le piace ricevere attenzioni speciali.
Ed oggi effettivamente è un giorno speciale.
Speciale come Lerya.
Che considero come una sorella.
Da sempre.
D'altronde siamo cresciute insieme.
Stesso paese.
Stesso giro di amicizie.
Stesse passioni.
E stesse delusioni.
Mi ha insegnato tanto, mi ha dato tanto ed io non posso che esserle grata.
Di tutto.
Sempre.
È lei che mi ha aiutato ad alzarmi tante volte; è lei che mi ha spronato a credere di più in me stessa altrettante volte.
È lei che mi ha consolata, fatta ridere.
Arrabbiare.
Tutto.
Ma pur sempre stando al mio fianco, mano nella mano.
Le voglio un gran bene e sono orgogliosa di come sia diventata, di come sia maturata.
Rimanendo sempre la stessa Lerya che ho conosciuto anni fa un giorno al parco.
Sempre solare, spiritosa e altrettanto cazzuta.
< Care? > urla Lerya aprendo la porta di casa < sono a casa! >.
Va di sopra e affacciandosi alle scale domanda a Zayn triste < possibile che si sia scordata che giorno è oggi? >.
< Lerya probabilmente se l'è dimenticato >.
< Io non mi sarei mai dimenticata del suo compleanno > sbuffa lei tornando dal ragazzo che le regala un abbraccio.
< Sta' tranquilla, vedrai che tornerà a casa presto >.
< Non lo so > risponde lei mogia mogia mentre Zayn spegne la luce della sala.
< Perché spegni la luce Malik? >.
< Perché sì >.
< Ah ho capito... vuoi un altro round di sesso selvaggio? > domanda lei incurante della nostra presenza.
Eccola lì…
< Ci danno dentro eh > sussurra Louis portandosi una mano sulle labbra.
La vedo avvicinarsi al moro prima di togliergli il giubbetto.
< Sta' buona > intima lui ridendo mentre io spalanco la porta della cucina urlando con gli altri un 'sooooorpresa'.
< Allora non ti sei dimenticata > commenta lei con le lacrime agli occhi.
< Come potrei? > chiedo stringendola in un abbraccio.
< E voi siete degli stronzi > commenta indicando tutti gli altri andando ad abbracciarli uno ad uno.
< Come ci si sente ad avere ventisette anni? > domanda Louis mentre lei risponde acida < sicuramente meglio che averne ventotto... come te Tomlinson >.
< Sta' attenta vecchia > scherza lui beccandosi un bel pugno.
Accendo la luce mentre Lerya si gira intorno per vedere i numerosi palloncini, festoni e foto che ho attaccato poco prima che arrivassero.
< Mi volete far piangere? > domanda lei abbracciando me e Gemma.
Scuoto la testa < non provarci nemmeno >.
Poi aggiungo < dovresti ringraziare Zayn... mi ha aiutato in tutto >.
Il moro mi fa un occhiolino mentre Louis inizia ad urlare < bacio, bacio, bacio! >.
Lerya ridacchia divertita mentre anche gli altri iniziano ad incoraggiarli a scambiarsi sto benedetto bacio.
< E va bene! > sbotta lei avvicinandosi al suo ragazzo prima di baciarlo sotto i gridolini di tutti noi.
< Siete veramente delle palle >.
< Ci ami per questo > le dico scompigliandole i capelli.
< Oh che dite? Vogliamo mangiare? > domanda Niall mentre io gli chiedo < ma tu pensi sempre a mangiare? >.
< Non è colpa mia se ho sempre fame > afferma facendo segno di andare a prendere le cose in cucina.
Sbuffo mentre chiedo ad Harry se può aiutarmi a portare le cose in sala.
< Visto? È rimasta contenta della sorpresa >.
Annuisco < meno male >.
Prendo i vassoio e gliene porgo due invitandolo a non farli cadere per nessuna ragione al mondo.
Neanche per errore.
< D'accordo capo >.
Ridacchia mentre mi schiocca un bacio su una guancia.
Afferro le brocche contenente i due cocktails e lo raggiungo di là mentre gli altri si strofinano le mani, pronti a tuffarsi sulle squisitezze.
< Porca miseria che bontà! > esclama Niall mentre Gemma cerca di placare la sua felicità intimandogli di aspettare che si serva per prima la festeggiata.
< Io sono un invitato > si lamenta lui mentre io ripeto le stesse parole di Gemma facendolo sbuffare.
< Si vede che siete cognate eh > afferma lui col broncio.
< Non è un insulto > dico io alzando le spalle.
< Non potevo scegliere cognata migliore >.
Abbraccio Gemma mentre Harry e Niall commentano < sono due pazze >.
< Si mangia! >.
Tutti si fiondano sul cibo mentre io per prima cosa afferro un bicchiere versando quello che dovrebbe essere un Margarita; lo passo a Lerya invitandola a berne un sorso.
Poi faccio la stessa cosa con gli altri ragazzi passando ad ognuno il bicchiere.
< E per te? > domanda Louis mentre io commento tra me e me che sono proprio una tonta.
Ho dato il bicchiere a tutti, tranne che a me stessa.
Pensa quanto sto messa male.
Caroline Smith ha i neuroni bruciati.
Fottuti.
< Ora ci sono >.
< A Lerya! > brinda Zayn alzando il bicchiere in alto mentre io sbatto il mio bicchiere con tutti i miei amici.
< Buono > commenta Harry bevendone un lungo sorso.
Annuisco < molto >.
< Lerya è ora di fare un discorso > la stuzzico io guardandola inorridire.
So che odia i discorsi, così come li odio anch'io.
Da sempre.
Mi mettono in enorme soggezione.
Mi fanno sentire tremendamente vulnerabile.
Nuda davanti a tutti.
Contro la mia volontà.
< Caroline > sbotta lei con uno sguardo torvo.
< Sì? >.
< Ti uccido >.
< Dai Lè, è ora di fare un discorso > la sprona Malik coprendosi il volto con la mano.
Come se avesse paura che lo possa colpire.
< Stronzi >.
< Ti vogliamo bene > dico io mandandole un bacio veloce.
Si alza in piedi controvoglia < grazie a tutti per essere qui oggi... vi voglio bene, oggi, domani per sempre >.
< Wuooo > urliamo io, Niall e Liam mentre andiamo ad abbracciarla.
< Mi strozzate > si dispera lei mentre noi la stringiamo ancora di più.
< Mi fate male! >.
< Sta zitta > le dico io donandole un bacio e voltandomi verso i ragazzi che prontamente scattano una foto con la Polaroid.

E in questo momento mi rendo conto di quanto sia fortunata.
Di quanto non cambierei la mia vita per niente al mondo.
Così come i miei amici.
Perché con loro sono semplicemente me stessa.

Sono semplicemente Caroline Smith.

Certo, complicata, piena di insicurezze e dubbi, innamorata... ma pur sempre Caroline Smith.

 

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Capitolo 13
*** I nostri ti amo. ***


Non so cosa diavolo mi succede oggi.
Non so cosa diavolo mi prende.
Sono strana.
Molto.
E mi ci sono svegliata.
Ho come la sensazione che stia per succedere qualcosa.
Qualcosa di enorme.
Di grosso.
E questo mi mette una strana agitazione addosso, che lascio immaginare…
Ieri sera la festa è andata alla grande.
Tutti felici e contenti.
Quindi non mi capacito di come possa essere così tanto agitata.
La serata si è conclusa nel migliore dei modi.
Harry ha dormito da me.
Ed io non ho mai dormito così bene in vita mia.
Un sonno riparatore.
Ho anche sognato, che tra l'altro non mi capita mai.
Stanotte è capitato ed è stato anche un bel sogno.
Io e Harry tra un paio di anni, felici come non mai.
Più innamorati che mai.
E quindi non capisco il perché di questa agitazione.
Tutto va alla grande.
Non posso che esserne profondamente felice.
E grata.
Eppure...
Non lo so, sento che sta per succedere qualcosa.
Qualcosa che porterà a prendere una grossa decisione.

Sbuffo e mi specchio imponendomi di stare più calma possibile.
Afferro le scarpe alzando lo sguardo non appena Harry apre la porta della mia camera chiedendo se sono pronta.
Annuisco e intanto allaccio le scarpe per poi alzarmi, afferrare la borsa e seguirlo di sotto.
< Lè, noi andiamo > dico affacciandomi in cucina dove so di trovare la mia amica e Zayn intenti a fare colazione.
< D'accordo >, poi chiede dove andiamo mentre io alzo le spalle.
Bella domanda.
Se solo lo sapessi…
Qui è tutto un segreto mi sembra.
< Dove me la porti Styles? > chiede allora guardando il riccio che porta il dito sulle labbra mimando un segreto.
< Che palle > sbotto io afferrando un bicchiere d'acqua mentre Harry mi dice di aspettarmi fuori.
< Sinceramente non so che diavolo abbia in mente > commento io bevendo tutto d'un fiato.
Malik ridacchia < vedrai... >.
Eccolo che ci pensa lui a mettermi ancora più ansia.
Andiamo proprio bene stamattina.
< Non ti ci mettere anche tu a mettermi più ansia addosso eh > gli tiro un leggero cazzotto.
< E poi cosa vuoi dire con vedrai? > domando guardandolo dritto negli occhi.
< Niente, niente > alza le mani in segno di difesa.
< Stai tranquilla dai > mi rincuora Lerya mentre io faccio spallucce e spiego < è che è da stamattina che mi sento strana >.
< Non devi >.
< Non lo so... >.
Il clacson attira la mia attenzione così saluto i miei amici e raggiungo Harry salendo sul Range Rover nero.
< Mi dici dove stiamo andando? > chiedo mentre lui mi dice che non può dirmelo.
< Come non puoi dirmelo? >.
< Non posso >.
Ma perché?
< Perché? >.
< Perché... non voglio dirtelo > commenta mettendo in moto e mettendosi in strada.
Lo guardo.

E se mi vuole lasciare?

< Mi vuoi lasciare? >.
Mi guarda e scoppia a ridere facendomi accigliare appena.
Io sono preoccupata e lui ride.
Cosa diavolo si ride?
< Allora? >.
< Non voglio lasciarti Caroline... perché dovrei? > domanda.
In effetti...
Perché dovrebbe lasciarmi?
Quando va tutto bene...
Tutto.
< Che ne so, magari ti sei stufato >.
< Non mi sono stufato >.

E se non mi trova più bella?

< Magari non mi trovi più bella > commento guardando avanti.
< Ti trovo bellissima > la sua mano a spostare una ciocca di capelli che mi è caduta davanti agli occhi.
Faccio una smorfia.

E se ha trovato di meglio?

Una alla sua altezza proprio come vorrebbe nonna Styles.
< Magari hai trovato di meglio >.
< Il meglio sei tu, idiota >.
< Ehi > mi lamento con un cazzotto.
Anche se sono profondamente felice del fatto che mi considera il meglio per lui.
Ben le sta a nonna Dorothy Styles.
Mi guarda < ehhh ma dici le stupidaggini >.
< Scusa se è da stamattina che sei strano >.
< Non sono strano >.
< No? > chiedo.
Scuote la testa.
È strano.
Da stamattina.
Ed io mi sono accorta subito.
Lo punzecchio < primo: ti sei svegliato prestissimo; secondo: non mi dici dove stiamo andando >.
< E allora? > chiede per poi domandare nuovamente < non posso svegliarmi presto? >.
< Andiamo! Quando mai ti sei svegliato alle sette Harry? >.
< Sempre > scherza perché sa essere una menzogna.
Profonda.
Assurda.
Mi prende la mano e la bacia dolcemente < rilassati >.
< Sì, come sempre... >.
Guardo avanti e decido di stare zitta.
Che palle.
Non sapere quello che pensa.
Che palle.
Non sapere dove stiamo andando.
E non sapere perché ci stiamo andando.
Che palle.
Mi fa letteralmente impazzire.
Perché sono un tipo di ragazza che ha bisogno di avere tutto sotto controllo.
Ogni singola fottuta cosa.
Deve essere tutto alla perfezione.
Perché sono fatta così.
Invece Harry è più il tipo da non farsi problemi.
Uno di quelli che ti dice sempre di stare tranquilla.
Che tutto andrà bene.
Anche senza una certezza del domani.
E questo mi manda in tilt.
Perché ho bisogno di organizzare la mia vita.
Minuto dopo minuto.
Secondo dopo secondo.
Per intenderci...
Mi trastullo con qualche altro pensiero fino a che il mio cellulare non prende a squillare facendomi così tornare alla realtà.
< Sì? >.
La voce di mio padre riecheggia forte e chiara.
Perché mi chiama?
< Sto bene, perché questa domanda? >.
Sbaglio o ha la voce che trasuda...
Emozione?
Che diavolo sta succedendo?
E soprattutto alle mie spalle?
< Pà che succede? >.
< Niente Care... volevo sapere che fai di bello >.
< Sono in macchina con Harry >.
< Oh > afferma con la voce elettrizzata.
< Salutamelo > continua mentre io dico ad Harry < ti saluta mio padre >.
< Risalutalo >.
< Ti saluta Harry > dico a mio padre giocando con una ciocca di capelli.
< Caroline... non sai quanto sia felice per te > si intromette mia madre mentre sento mio padre dirle che sta rovinando ogni cosa.
< Per cosa? >.
< Per niente Caroline > sbotta mio padre per poi dire brusco < tua madre si intromette sempre quando non le riguarda >.
< Sarà... > commento.
Ma che è?
Che succede?
Mio padre con la voce emozionata.
Mia madre che dice che è felice per me.
Cosa diamine sta succedendo?
Sbuffo.
< Comunque ci sentiamo più tardi > mi saluta mio padre mentre io mi ritrovo a perdermi di nuovo nei meandri della mia mente.
Della mia essenza.
Appoggio il cellulare sul cruscotto e guardo Harry.
< Mi dici che succede? >.
< No >.
< Sei uno stronzo >.
< Questo stronzo ti piace parecchio > commenta indicandosi.
Roteo gli occhi.
< Ti odio >.
< Non mi odi > ridacchia.
Lo guardo e sobbalzo.

Ancora non ho avuto il coraggio di dirgli che lo amo.
Che sono follemente innamorata di lui.
E dei suoi occhi.
Delle sue mani.
Delle sue fossette.
Delle sue labbra a forma di cuore.
Del suo naso.
Dei suoi capelli.
Di tutto.
Le parole mi muoiono in gola.
Eppure è così facile.
Basterebbe prendergli la mano e dirgli quelle fottute tre parole.
Che per me significano tanto.
Perché non le ho mai dette a nessuno.
Non le ho mai pronunciate.
Sarebbe lui il primo.
Il mio primo amore.
Rabbrividisco.
Sto parlando… di amore.
Io?
Caroline Smith che parla di amore?
È fin troppo strano.
Fin troppo sconvolgente.
E forse è proprio questo che mi blocca.
Che mi frena dal dirgli quanto lo ami.

< A che pensi? >.
< A fatti miei > gli faccio una linguaccia.
< Non posso saperlo? >.
< No, perché tu non mi dici dove stiamo andando >.
< Cos'è una sfida? > domanda ridacchiando per poi confutare serio < sai che vinco sempre io >.
< Non è detto >.
< Caroline >.
< Harry >.
< Sai già che perderesti contro di me >.
La sua mano sulla mia.
Mi volto e lo guardo < sei un fottuto stronzo >.
< Anche tu >.
< Forse è per questo che ti... >.
< Ti? > chiede alzando un sopracciglio.
Lo guardo.
'Coraggio Caroline, non è difficile'.
Mi ripeto questa frase all'infinito.
Per infondermi fiducia.
Per tranquillizzare le mie ansie.
Paure e debolezze.
Devo solo dirgli quelle tre fottute parole.
Ce la posso fare, no?
Ma ahimè... le parole mi muoiono in gola.
< Forse è per questo che ti ho scelto come fidanzato > mento cercando di non farmi scoprire.
Ridacchia divertito < può darsi che io abbia fatto la stessa identica cosa >.
E alla sua battuta non posso che ridere anch'io.
< Vedi? > domanda il riccio prima di voltarsi.
< Cosa? >.
< Sei più bella quando ridi >.
< Quindi non lo sono in altre occasioni > dico mentre lui parcheggia.
< Non ho detto che non sei bella > si volta per guardare meglio dietro.
Alzo un sopracciglio ed aspetto che spenga la macchina.
< Che sei bella è assodato > commenta indicandomi.
Per poi aggiungere < solo che quando non hai il muso lo sei ancora di più >.
< Quale muso? >.
< Quel muso > indica con la mano destra.
< Sorridi > mi dice prendendomi il viso.
Obbedisco e sorrido.
< Ecco, così va meglio >.
Si avvicina e mi stampa un bacio.
< Ora però > dice prendendo un foulard nero < devi metterti questo >.
Sta scherzando spero…
< E per quale assurdo motivo? >.
< Perché devi farlo >.
Assolutamente no.
Odio ste cose.
< Non lo faccio >.
Scherza < non è un consiglio... è un ordine >.
Roteo gli occhi < va bene >.
Lascio che mi bendi gli occhi ed aspetto che mi venga a recuperare.
< Vieni > mi dice porgendomi la mano attento a non farmi sbattere la testa sulla portiera.
< Harry se mi fai cadere ti uccido > gli intimo portando una mano davanti.
< Ti fidi di me? >.
Annuisco sicura.
< Allora prendi la mia mano e lasciati guidare >.
Annuisco nuovamente mentre la sua mano stringe la mia saldamente.
< Attenta, alla tua destra c'è un albero > commenta tirandomi più in là.
Lo maledico mentalmente.
Odio essere bendata.
Fa tanto di 50 sfumature e cazzate simili.
E infatti...
< Non fa tanto 50 sfumature? > domanda il riccio sghignazzando.
< Praticamente una cosa che odio >.
< Sai che potrei approfittarmi di te così bendata? >.
< Non ti azzardare > gli dico stringendo la mia mano alla sua.
Lo sento ridere per poi intimarmi di fare un piccolo saltino in avanti.
< Che cosa? >.
< Cosa? >.
< Perché devo saltare? > domando mentre lui mi impone di farlo e basta.
Faccio come mi ha detto pregando tutti i Santi in cielo di non farmi cadere.
Ed evidentemente funziona... perché non inciampo e non cado nemmeno.
Santa pazienza!
< Siamo arrivati? >.
< Abbi pazienza > il suo braccio a cingermi il fianco per guidarmi.
Non ho pazienza.
< Non ho pazienza >.
< Siamo quasi arrivati... devi solo aspettare > mi conforta lui sicuro.
Non ho pazienza, non fa parte di me.
Giuro che sto per impazzire.
Per diventare più matta di quello che sono.
Questa giornata mi sta provando parecchio eh.
E sinceramente non vedo l'ora che finisca.
E che ritorni tutto alla normalità.
La quotidianità semplice e ripetitiva.
Che però a me piace tanto.
Perché mi fa sentire sicura.
< Harry? >.
< Mh? >.
< Siamo arrivati? > domando io sperando di ricevere un bel sì come risposta che fortunatamente non tarda ad arrivare.
< Ecco arrivati >.
< Finalmente > mugugno mentre il riccio mi slaccia il foulard rendendomi libera.
Di nuovo.
Sbatto le palpebre mentre Harry mi fa girare con un < tataaaan >.
Strabuzzo gli occhi quando vedo una specie di battello ad aspettarci.
< Che cavolo hai combinato? > chiedo io mentre lui mi fa cenno di seguirlo.
Ma che cavolo ha organizzato?
< Vedrai > risponde facendomi salire sul battello e salutando il signore < ciao Mike >.
< Harry >.
Poi aggiunge rivolgendosi a me < e questa dovrebbe essere la sua signora >.
Ridacchio < probabilmente sì >.
< Molto bella > sussurra al riccio che ammette fiero < lo so >.
Ringrazio il signore che ci scorta ad un tavolo con due sedie.
< Prego > mi risponde dopo averlo ringraziato nuovamente.
Guardo Harry.
< Che c'e? >.
< Che cavolo succede? > domando.
Risponde sicuro < non succede niente... niente perché tu non possa rilassarti >.
< Andiamo! >.
< Non posso organizzare un pranzo fuori per la mia fidanzatina? > domanda beffardo.
Annuisco < certo che puoi fidanzatino... ma fa strano >.
Mi fa strano.
< Ci tenevo ad organizzare qualcosa di carino > spiega mentre il cameriere di presenta con i suoi menù.
< Grazie > ringrazio prendendo il menù e aprendolo.
< Da bere cosa vi porto Signor Styles? >.
< Del vino bianco... il migliore > gli fa un occhiolino prima che sparisca.
< Tu > lo indico prima di commentare < non me la racconti giusta >.
< Caroline Caroline Caroline >.
< Harry Harry Harry >.
< Devi stare calma >.
< Ti rendi conto che siamo su un battello, solo noi due? >.
< E allora? >.
< E allora è strano > ribatto io indicando tutto intorno.
Poi riprendo < non puoi dire di no... è veramente strano >.
< Assolutamente >.
Poi mi viene un'idea.
< Se hai in mente di giocare le tue carte per portarmi a letto... >.
< Care >.
< Ti ricordo che te l'ho data > dico facendolo ridere.
< Lo so... e non è per quello >.
< Seh >.
< Fidati > mi dice invitandomi a scegliere cosa prendere.
Dall'ansia mi è passata la voglia di mangiare.
Ho lo stomaco talmente chiuso che di mangiare me ne importa meno di zero.
Porca miseria.
Che ansia.
Che ansia.
A n s i a.
Mille parole di piatti prelibati.
Di cui non mi importa nulla.
< Che prendi? > domanda Harry.
< Quello che prendi tu > rispondo senza troppa enfasi.
Lo vedo ridere < e va bene >.
Alza la mano per chiamare il cameriere che subito arriva sorridendo.
< Portaci due spaghetti alla carbonara >.
Buona la carbonara.
Addirittura si ricorda che mi piace talmente tanto da considerarlo il mio primo piatto preferito.
< Mi stai stupendo >.
< Sono contento > sorride per poi prendermi la mano.
Gliela accarezzo dolcemente per poi confessare < non vedo l'ora che finisca questa giornata >.
< Perché? >.
< Perché ho l'ansia > dichiaro.
Ridacchia < no? Sul serio? Non si direbbe >.
< Colpa tua >.
< Devi solo rilassarti > commenta per poi aggiungere < dovresti solo goderti la giornata che ti ho organizzato >.
Fosse facile…
< E cosa prevede? >.
< Non posso dirtelo >.
< Vedi?! Mi metti ancora più ansia > sbotto facendo quasi versare il bicchiere di vino che il cameriere ha riempito col vino bianco.
< Sono un fottuto disastro >.
< Un fottuto disastro che a me piace > commenta così puro da togliermi il fiato.
Chiudo gli occhi e mi impongo di stare calma.
Di rilassarmi.
E seguire il consiglio di Harry.
Godermi questa magnifica giornata.
Con la mia persona preferita.
Con la persona che più amo al mondo.
Solo io e lui.
< D'accordo cercherò di non pensarci >.
Cosa potrebbe andar storto?
< Oh! Allora direi che è il momento di brindare > propone lui alzando il suo bicchiere aspettando che faccia la stessa cosa.
< A noi > sbatto il mio bicchiere col suo e assaggio il vino facendo subito un apprezzamento per l'ottimo sapore.
< Buono eh? >.
Annuisco.
Poi mi chiede < hai programmi per questa sera? >.
< No, perché? >.
< Dormi da me? > ridacchia.
Lo guardo e prendo un altro sorso.
< Allora? >.
< Può darsi > dico tenendolo sulle spine.
Ridiamo entrambi perché tanto sappiamo entrambi che dormiremo insieme.
Ormai è abitudine.
Una bellissima abitudine.
Dormire abbracciata a lui è un qualcosa che mi porta su un altro pianeta.
Mi fa sentire protetta, al sicuro.
Elimina ogni paura, ogni dubbio e insicurezza.
Ed io amo da morire il modo in cui mi stritola con le sue braccia, il modo in cui mi accarezza la testa e il modo in cui mi dice buonanotte.
Sì, direi che è una bellissima abitudine quella di dormire insieme.
< Ecco i vostri piatti >.
Mhh che profumo!
Che bontà...
Una vera e propria squisitezza.
Da leccarsi i baffi.
Forse forse mi è tornata improvvisamente la fame.
E così lascio da parte le mille domande per gustare il mio prelibato piatto.
Finendolo tutto.
< Non avevi fame eh? > scherza Harry bevendo un sorso di vino.
< All'inizio no ma poi vedendolo... la fame è tornata >.
< Mangiona >.
< Senti chi parla > scherzo io indicandolo.
< Siamo entrambi mangioni >.
Faccio spallucce.
Il riccio ridacchia prima di chiedermi se prossima settimana lo accompagno a Redditch per il compleanno della cugina.
< Sì con tua nonna che mi odia? >.
< Mia nonna non ti odia >.
< Sì invece > dico per poi ricordargli le parole usate.
Fa un cenno con la mano < era solo per metterti alla prova... credo che tu l'abbia colpita >.
Come no…
< Come no >.
< Dai ma hai visto la sua faccia quando le hai risposto? >.
< Sì una faccia... piena d'odio >.
< Macché, odio >.
< Harry mi odia >.
< Non ti odia Care anche perché è impossibile odiarti >.
Rispondo < sarà impossibile odiarmi ma lei non vuole che stiamo assieme >.
Il riccio si affretta a smentire.
< Ti dico di sì >.
< Ed io ti dico di no >.
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
Per quanto siamo dannatamente simili.
Testardi più di un mulo.
Duri di comprendonio.
< Scommetto che alla fine diventerete grandi amiche tu e la nonna >.
Seh!
Questa è bella...
< Come no > commento ridendo.
Io e Dorothy?
La vedo impossibile anche se vorrei così tanto che cambiasse idea.
Perché ci tengo ad andare d'accordo con la famiglia di Harry.
Così come lui va d'accordo con la mia.
E anche se mi costerà parecchia fatica forse... voglio impegnarmi.
Nel fare ricredere la nonna... che io e Harry possiamo stare insieme.
Dobbiamo.
Perché lui è perfetto per me ed io sono perfetta per lui.
Nonostante le diversità.
Non siamo mica nell'800…
'Devo impegnarmi' ripeto più volte.
< Comunque ti accompagno > commento alla fine.
L'avrei fatto in ogni caso.
< Ne ero sicuro > afferma dandomi un buffetto sulla guancia.
< Sei troppo sicuro di me Harry Styles >.
< Forse perché ti conosco bene Caroline Smith? > domanda divertito mentre io rimango in silenzio.
Mi guarda e poi mi propone di alzarci.
Mi guardo sospettosa intorno ma poi accetto.

Che diavolo succede?
L'ansia è ritornata.
Eccola.
Tornata a far capolino.
È come se non mi volesse lasciare oggi.
E non so per quale assurdo motivo.

Mi prende la mano e fa un cenno al cameriere e a Mike che accende il battello facendolo camminare.
< Che bello > commento mentre ci muoviamo.
Ed effettivamente è così.
Le persone che camminano al parco.
Le foglie degli alberi cadute a terra.
È così surreale.
Sembra quasi un dipinto.
Sembra quasi di vivere un sogno.
Sì, un sogno a colori…
Stringo la mano di Harry mentre cammina verso la parte posteriore del battello.
Non so come gli sia preso di organizzare una giornata così ma devo ammettere che lo apprezzo tanto.
Non credevo fosse così capace di stupirmi e invece...
Invece è riuscito nell'intento.
Tenendomi all'oscuro di tutto.
Mi guarda e chiede a che penso.
< Che mi hai sorpreso >.
< Sì? >.
Non credevo potesse organizzare una sorpresa senza riuscire a non spifferarmi tutto.
Annuisco < non ti credevo capace di organizzare sorprese >.
< Addirittura? > chiede donandomi uno di quei sorrisi che tanto amo perché mostrano le fossette.
< Non hai la faccia di uno che fa sorprese > gli tocco la fronte con l'indice per poi ridacchiare divertita.
< Mi sto impegnando nel mio ruolo di fidanzatino Smith >.
< E devo dire che ti riesce parecchio Styles >.
< Ora chiudi gli occhi >.
Ancora?
Non gli è bastato prima?
< Ancora? > domando lamentandomi.
< Mh mh >.
< Ok >.
Faccio come mi ha detto e chiudo gli occhi mentre il riccio mi infila le cuffie nelle orecchie, non prima di avermi stampato un bacio sul naso.
Respiro lentamente e sorrido sorniona mentre mi abbraccia da dietro solleticandomi coi capelli.
< Ed ora... > dice per poi premere play.
Sobbalzo non appena sento le prime note.
Oddio.
Casco giù.
Assodato.
Sorrido nel sentire la melodia così familiare…

My love, there's only you in my life
The only thing that's bright.


Sorrido perché so di quale canzone si tratta.
Della nostra canzone.
Endless love.

My first love,
You're every breath that I take
You're every step I make.

Gli prendo una mano stringendola nella mia.


And I, I want to share
All my love with you
No one else will do
And your eyes, your eyes, your eyes
They tell me how much you care
Ooh yes,
You will always be
My endless love.

Il mio amore infinito.
Harry.


Two hearts,
Two hearts that beat as one
Our lives have just begun
Forever
I'll hold you close in my arms
I can't resist your charms.

Mi muovo anch'io seguendo il ritmo di Harry che ha iniziato a ballare lentamente non staccandosi minimamente dal mio corpo.


Mi stampa un bacio tra i capelli mentre la canzone continua con le sue dolce note.
And love, oh love
I'll be a fool, for you I'm sure
You know I don't mind (Oh)
You know I don't mind
'Cause you,
You mean the world to me (Oh)
I know I know
I've found, I've found in you...
My endless love.



'Che cavolo sta per fare?'.
La mia coscienza ad interrompere il momento magico che si è venuto a creare.
La zittisco subito e appena la canzone finisce mi volto per abbracciare Harry che prontamente ricambia.
Lo guardo e gli stampo un bacio sulle labbra < grazie... non dovevi >.
< Dovevo invece >.
< No > controbatto.
Rotea gli occhi e mi intima di stare zitta.
Cosa che faccio.
< Devo dirti due cose >.
Oddio.
Che ansia.
< Sì >.
Il mio cuore in gola.
Che ha da dirmi?
Oltre la sorpresa della canzone?
Oltre al pranzo sul battello?
'Calma'.
'Calma'.
Mi ripeto.
Una, dieci.
Cento volte.
Sempre più insistentemente.
Per provare a calmarmi.
Almeno provare.
Poi magari non ci riesco nemmeno.
Ma ci provo.
Devo.
Con le gambe che mi tremano.
E le mani come il burro.
Deglutisco e lo invito a riprendere da dove si è interrotto.
< Sei ansiosa di sapere che ho da dirti? >.
< No >.
< Bugiarda > commenta un mano tra i miei capelli.
Roteo gli occhi e ammetto che sto morendo dalla curiosità.
< Visto? >.
< Vai >.
< Prima voglio un bacio >.
< Uffa > sbuffo ma il riccio richiede il bacio.
Così lo accontento e lo bacio a stampo.
< Un altro > sussurra.
Gli do un buffetto < non iniziare >.
Lo ribacio e poi lo rimprovero di continuare a dire quello che stava per dirmi.
< Allora devo dirti delle cose >.
< Prima erano due > commento io storcendo la bocca in una smorfia.
< Sono aumentate >.
La sua risata a riempirmi il cuore.
< La prima è che sei talmente bella da togliermi il fiato >.
< Non sono così bella >.
< Lo sei >.
< No >.
< Sì >.
< E non ti rendi conto > continua.
Mi guarda ed io mi lamento ancora.
Ancora.
Ancora.
Mentre lui confessa < la seconda è che mi sono innamorato di te >.
Continuo a lamentarmi fino a che mi blocco.

Cazzo.
Cazzo cazzo cazzo.
Cazzo.
Che diavolo ho appena sentito?
Che cosa?
'Ha detto che mi ama, ha detto che mi ama'.
Mille pensieri che mi frullano in testa mentre le parole di Harry continuano a vorticare senza sosta.

Sbianco perché Harry sorride divertito.
< Hai sentito bene > commenta guardandomi così profondamente da farmi cedere le gambe.
Da farmi girare la testa.
E da far fare tremile capriole al mio povero cuore.
Già partito da un pezzo.
< Cosa? > lo provoco.
< Caroline Smith credo di amarti >.
Le sue gemme a fissarmi.
< Credi? > una mano sul suo petto.
Ridacchia < ti amo >.
Harry ha detto che mi ama.
Se è un sogno vi prego di non svegliarmi.
Se è un sogno fatemelo vivere appieno.
Lo guardo e percepisco nei suoi occhi… amore appunto.
È emozionato e si vede.
Senza farlo parlare gli tiro la maglietta per avvicinarlo a me così da baciarlo.
Oddio.
Harry mi ama.
Non sto capendo nulla.
È la giornata più bella della mia vita.
< Aspetta > mi ferma non prima di avermi donato un altro bacio.
Mi lecco le labbra ed aspetto che continui.
< Credo di non poter fare più a meno di te >.
No eh.
Qui assolutissimamente no.
< Scordatelo >.
< Cosa? > domanda confuso.
Lo rimprovero e lo metto in guardia < non andremo in cabina a fare quello che tu pensi >.
< Scema > ridacchia < non è quello che intendevo >.
< Ah no? >.
Scuote la testa e poi mi intima di chiudere gli occhi.
Ancora?
Faccio come mi ha appena ordinato e chiudo gli occhi mentre il riccio si allontana lasciandomi confusa più che mai.
E col cuore a tremila, ovviamente.
Aspetto due minuti e sorrido non appena lo sento arrivare e piazzarsi davanti a me.
Dopo aver detto che mi ama cosa devo aspettarmi?
< Hai sbirciato? > domanda mentre io affermo sicura che non ho sbirciato nulla.
< Mh sarà... >, poi aggiunge < ora apri gli occhi >.
Lo guardo e sorrido.
Lui ed un palloncino rosso tra le mani.
< Sei It? >.
< Sì, stanotte ti mangio > scherza lui ridendo.
Poi mi consiglia di guardare in basso.
< Oddio > sussurro notando una piccola scatolina blu legata col filo del palloncino.
Che significa?
Oddio...
Non vorrà chiedermi di sposarlo?
< Harry... > le mani tremanti < non vorrai mica chiedermi di sposarti? >.
< Non fare l'idiota > sghignazza lui ordinandomi di prendere la scatola.
< Ho paura >.
< Aprila e basta >.
Con le mani di burro prendo la scatola sotto il suo sguardo attento per poi aprirla trovando invece che il solito anello... un mazzo di chiavi.
Alzo lo sguardo confusa.
Un mazzo di chiavi?
Che diavolo ci faccio con un mazzo di chiavi?
Lui invece ride per poi prendermi la mano e chiedere < vuoi venire a vivere con me? >.
Lo guardo e guardo le chiavi con un portachiavi di ferro con su scritto 'Styles-Smith'.
E il mio cuore fa un tuffo.
Per cercare di calmarmi porto una mano sul petto respirando lentamente.
< Non ti starai sentendo male, vero? > chiede lui preoccupato mentre io chiudo gli occhi e scuoto la testa.
< Dammi un attimo di tempo per respirare > gli dico facendolo ridere.

Penso a me e a Harry...
Insieme.
Stiamo insieme da poco... è vero.
Ma è anche vero che non mi sono mai sentita così viva, felice e amata in tutta la mia vita.
Harry mi ama.
Ed io amo lui.

Quindi sì, magari quattro mesi saranno pochi.
Troppo pochi.
Ma è anche vero che si vive una volta sola.
Ed io voglio vivere la mia vita con lui.
Perché lo amo.
E lo farò per sempre.
Quindi perché aspettare altro tempo?
Perché non andare a vivere con lui?
Sarà una scelta azzardata.
sarà che non sono mai stata così istintiva e quindi ho paura.
Tremendamente paura… ma so che devo farlo.
Voglio farlo.
Quindi sì, sì, sì che voglio vivere con lui.
Lo amo.

< Allora? > chiede facendomi ritornare alla realtà.
Lo guardo e i miei dubbi, le mie domande e le mie insicurezze spariscono.
Perché con lui è sempre così.
< Care? Mi stai facendo preoccupare > commenta lui tenendo il palloncino in mano saldamente.
Senza dire nulla mi fiondo ad abbracciarlo per poi baciarlo dappertutto.
< Lo prendo per un sì? >.
< Sì, sì, sì, sì, sì > dico più volte continuando a baciarlo sulle labbra, sul naso, sulla fronte, sugli zigomi, sulle labbra.
< Harry Styles sì... sì che voglio vivere con te > dico eccitata come non mai mentre il riccio mi abbraccia dolcemente.
E finalmente dopo una giornata piena di ansia... mi sento libera.
Più libera che mai.
Libera di amare Harry ogni secondo e minuto della giornata.
Libera di essere me stessa.
Libera di farmi amare.
Mi stacco dall'abbraccio e mi approprio delle sue labbra mentre lui sghignazza divertito.
Per poi farsi serio e baciarmi seriamente.
Dapprima lento, con casti baci per poi baciarmi con passione e sentimento.
Di solito non lo bacerei così in pubblico, in mezzo ad un fiume con le persone che camminano lungo le sponde a vederci.
Ma in questo momento mi importa meno di zero.
E quindi non appena mi morde il labbro inferiore schiudo le labbra andando ad incontrare la sua lingua per dare avvio ad una danza di cui non riesco a fare a meno.
E di cui non voglio fare a meno.
Fondo il mio respiro con quello di Harry mentre la mia mano stringe la sua maglia per impedirgli di muoversi.
Ci stacchiamo dopo diverso tempo, con le labbra più gonfie e le mie guance più rosse del normale e ci guardiamo sorridendo.
< Ora il problema è > dico bloccandomi appena.
< Mh? >.
< Chi glielo dice a Lerya? >.
< Oh a questo ci ho già pensato > commenta lui mentre io chiedo cosa intenda.
< Ho chiesto a Zayn di avvisarla intanto >.
< Quindi Zayn sapeva tutto... ecco perché stamattina ridacchiava! > commento alzando la voce.
< Esattamente >.
< Secondo te come la prenderà? > domando facendo una smorfia.
< Penso che la prenderà... > tenta di dire prima che io rispondi < male >.
< Caroline... capirà >.
< E se non lo facesse? >.
Lo sconforto a farmi visita.
< Come può non farlo? È tua amica >.
E se si sentisse abbandonata?
< E allora? > domando guardando ogni sua reazione.
Mi sorride < allora significa che vuole il tuo bene... e che quindi alla fine capirà la tua decisione >.
Annuisco perché so che ha ragione.
Mi vuole bene.
E anche se difficile mi lascerà andare.
< Hai ragione > gli dico per poi scherzare < magari prima mi scortica prima però... >.
< Quello probabile > scherza anche lui prendendomi per mano.
< Ti amo Caroline Smith > sussurra mentre io mi mordo il labbro inferiore.
Non riuscendo a dire quelle fottute parole.
Che ho sulla punta della lingua.
Maledizione!


 
———



Busso nuovamente alla porta della camera di Lerya.
Non risponde.
Non l'ha presa benissimo.
Anzi.
Diciamo che ci ha fatto capre che non è per niente contenta della decisione.
È da dieci minuti che io, Harry e Zayn tentiamo in tutti i modi di farla uscire dalla camera.
Non ottenendo il risultato sperato.
Busso ancora.
E ancora.
Mi giro verso Harry < visto? Te l'avevo detto >.
Mi guarda e mima uno scusa veloce.
< Lerya... apri > un pugno sulla porta della sua ragazza.
Silenzio.
Ci prova Harry.
< Lerya... dai apri almeno >.
< Andate via! > urla lei.
Busso e poi dico < Lerya aprimi ti prego >.
Niente.
Ha deciso di non parlarci più.
A Zayn perché le ha tenuto nascosto il fatto che Harry mi stesse per chiedere di andare a vivere insieme.
A Harry perché mi porta via da lei.
E a me perché l'abbandono.
Insomma ce l'ha con tutti e tre.
Ugualmente.
Sbuffo e poi mi siedo con la schiena sulla porta.
Che situazione...
E pensare che ero così felice.
Ora non lo sono più.
O meglio, non così tanto.
Vorrei che capisse che non la sto abbandonando, che tra di noi resterà tutto uguale.
Niente cambierà, se non il fatto che non abiterò più qui.
Sbuffo di nuovo mentre Zayn la rimprovera < se non esci, sfondo la porta... sappilo >.
< Chi se ne frega? > risponde lei.
< Andiamo Lè > prova a dire Harry avvicinandosi alla porta.
< Tu poi non puoi parlare... me l'hai rubata > sbotta lei riprendendo a piangere.
Sommessamente.
Roteo gli occhi.
Mi fa male sentirla piangere.
Mi fa dannatamente male.
Zayn urla < quando fai così sei veramente una bambina, un'infantile del cazzo! >.
Niente.
Nessuna risposta.
Inizio a pensare a tante avventure che abbiamo passato qua dentro e sorrido perché so che anche a lei fa piacere ricordarle.
Così senza rendermene conto domando < ti ricordi quando siamo entrate in questa casa? >.
< Quando abbiamo scelto le camere? > chiedo mentre Zayn fa un cenno come a dire 'tanto non serve a nulla'.
All'inizio dalla stanza proviene solo del silenzio.
Fino a che Lerya domanda < e allora? >.
< Allora... apri questa porta e parliamo > dico con la voce seria.
Poi aggiungo < coraggio >.
Zayn scuote la testa e si massaggia le tempie mentre Harry gioca con la sua collanina con lo sguardo fisso su di me.
'Dai Lerya, apri' spero in cuor mio più volte prima che effettivamente la porta della camera si apra con uno scatto.
Mi alzo con uno scatto e faccio un cenno ai ragazzi di aspettarci di sotto.
< Sicura? > domanda Zayn mentre io annuisco seria.
Faccio un cenno con la mano ad Harry e poi entro in camera di Lerya trovandola in piedi davanti la finestra.
I capelli legati in una crocchia, coi ricci che le sbucano dall'elastico nero.
E gli occhi gonfi di pianto.
Che mi fanno stringere il cuore.
La osservo mentre lei si stringe nel suo maglioncino fucsia.
Il suo outfit da casa.
Che tanto amo.
E che io conosco bene.
< Ti sta portando via da me > sussurra mentre una lacrima le riga una guancia.
< Chi? >.
< Harry >.
< Non mi sta portando via da te > le dico facendo un passo.
Annuisce < sì, eccome >.
< Lerya >.
< Caroline >.
< Lerya pensaci... non cambierà nulla >.
< Cambierà tutto invece > sbotta lei alzando la voce.
Scuoto la testa < tra me e te non cambierà nulla, lo sai >.
Come può pensare che tra noi due cambierà qualcosa?
Come?
< Sei tu che non vuoi vedere che in realtà cambierà tutto >.
< Non cambierà nulla > commento avvicinandomi a lei.
Le tocco un braccio chiedendole di guardarmi.
< Fidati che non cambierà nulla >.
< Sì, come no >.
< Andiamo Lè... tra di noi non cambierà nulla > le dico asciugandole una lacrima.
Per poi aggiungere < la nostra amicizia continuerà >.
< Sì ma non abiterai più con me > commenta guardandomi con aria triste.
< Questo è vero... ma sarà l'unica differenza >.
< Non ti verrò più a svegliare con un salto sul letto > inizia a dire per poi continuare < non mi rimprovererai più per le mie battute sessuali >.
< E non ti cucineró più quello schifo che ti cucinavo > continuo io facendola ridere.
Perché sa che è vero.
Così come io.
Visto che faccio schifo in cucina.
E tutti lo sanno.
< Per quello non mi mancherai infatti > sghignazza lei.
La guardo e annuisco.
< Oh Caroline... perché vai via? > domanda.
Le sorrido mentre lei mi chiede < non ti trovi più bene qui con me? >.
Ma assolutamente…
< Ma che stai dicendo? > una mano sulla sua spalla.
Come può pensare che vado via perché non mi trovo più bene con lei?
Come?
< Allora perché lo fai? >.
< Perché mi lasci sola? > continua la domanda.
Rido per poi tornare seria < non ti lascio mica da sola >.
< No? > domanda lei facendo l'acida.
Al che le ricordo < hai Zayn >.
< Zayn non abita qui >.
< Sì... quasi > commento facendola ridere.
Lo sa anche lei che è come se vivesse qui con noi.
Ed ora che vado via potrebbe prendere il mio posto.
< Ora che vado via... potrebbe venire a vivere qui stabilmente > propongo mentre lei mi guarda per poi dire < ti odio >.
< Non mi odi >.
< Allora perché lo fai? >.
< Lo sai >.
< No che non lo so > mi punzecchia.
Le prendo un braccio < Lè... >.
< Sì? >.
Deglutisco prima di ammettere < lo amo Lè... lo amo >.
< Chi? >.
< Stupida! > sbotto.
< Harry > le dico.
La vedo sorridere ma rimane in silenzio.
< Voglio andare a vivere con lui... io ho bisogno di vivermelo appieno >.
Mi guarda e una lacrima le bagna la guancia.
< Non piangere >.
< Piango perché ti sei innamorata Care >.
< Ed è un male? >.
< Assolutamente... le mie lacrime sono di gioia >.
La abbraccio senza dire nulla cercando di trasmetterle tutto l'amore del mondo.
Il mondo di bene che le voglio.
E che sempre le vorrò.
Nonostante il mio trasferimento a casa di Harry.
< Sai che ti voglio bene? > le chiedo sussurrandole tra i capelli.
Annuisce.
< Ti voglio bene > le dico.
< Anch'io >.
Poi mi punta un indice contro < promettimi che tornerai qui quando vorrai >.
< Assolutamente >.
< E promettimi che se Harry ti fa arrabbiare gli spacchi la faccia e torni qui? >.
< Prometto > una mano sul cuore a giurare.
< Bene > annuisce convinta prima di abbracciarmi di nuovo.
< Ti voglio bene piccola innamorata > mi stuzzica spingendomi per una spalla.
< Anch'io, tanto >.
< Certo che Styles deve avere delle doti inestimabili se ti ha convinta ad andare a vivere con lui così presto > dice per poi chiedere ironica < deve scoparti proprio alla grande >.
< Lerya! > urlo tappandomi le orecchie.
Come faccio sempre.
Mi fa cenno di seguirla di fuori per poi scendere le scale e raggiungere i ragazzi che ci aspettano in cucina.
< Oh, almeno non vi siete scannate > commenta Harry prima di essere raggiunto da Lerya < trattamela bene Styles, sennò ti rompo la faccia >.
< Tutto chiaro capo > risponde cercando di non ridere.
Poi lo supplica < ti prego, mi fido di te >.
< Fidati di me > commenta Harry guardandola negli occhi.
Lei gli scompiglia i capelli prima di raggiungere Zayn.
< Ti sei calmata? >.
< Sì... ma devi farti perdonare >.
< Con una cena > continua facendomi un occhiolino.
Li guardo e sorrido mentre mi avvicini ad Harry che prontamente mi stringe a sé.
< E quindi dal momento che Caroline andrà via... direi che puoi fermarti a dormire qui tutte le notti >.
< È un invito a trasferirmi? > domanda il moro sghignazzando.
La riccia fa spallucce < più o meno >.
Ridiamo tutti e quattro fino a che Lerya afferma maliziosa < una cosa positiva c'è: non dovremmo più preoccuparci di far piano >.
O Signore.
La guardo disgustata e divertita mentre afferro Harry < andiamo a raccogliere le mie cose >.
< Sarà meglio > indica i due che si scambiano un bacio.
< Bleah > sbotto io guardandoli con una faccia schifata.
< Oh andiamo! Anche voi fate gli smielati > commenta Lerya inseguendoci fino alle scale.
La osservo e calma spiego < io e Harry non siamo smielati come credi >.
< Come no >.
< Torna a baciare Malik > le dico strizzando un occhiolino.
< E voi andate a fare gli smielati che siete >.
Le regaliamo un gestaccio prima di chiudere la porta della mia camera.
< Intanto prendo i vestiti... poi in questi giorni torno a raccogliere tutta la roba >.
< D'accordo >.
Apro l'armadio e afferro i vestiti poggiandoli sul letto mentre Harry mi lascia una scia di baci lungo la nuca.
Ridacchio < Harry devi aiutarmi invece che baciarmi >.
< Ti sto aiutando > esplica mentre io afferro un vestito per poi essere trascinata sul letto dal riccio che si stende su di me.
< Harry > mi lamento.
< Sì? >.
< Hai capito quello che ho detto? > domando guardandolo.
< Non voglio saperne nulla >.
Un bacio.
< Harry >.
< Riesci a stare zitta mentre ti bacio come Dio comanda? >.
< Nah > ridacchio per poi rispondere al suo bacio.
Si susseguono diversi schiocchi prima che io interrompa il momento idilliaco.
< Devo sistemare i vestiti... >.
< Ci metti due secondi > sbotta lamentandosi.
Con una mano tra i suoi capelli chiedo < vuoi ancora che venga a vivere da te? >.
< Sì, perché? >.
< Perché allora devo sbrigarmi a prendere i vestiti >.
Detto ciò mi alzo dopo avergli fatto una carezza veloce.
< Sappi che stasera sei mia > mi indica da capo a piedi facendomi roteare gli occhi.
Possibile che pensi sempre a quello?
< Ora aiutami > gli dico tirandolo su e passandogli i vestiti che infila nella valigia aperta.
< Quanti vestiti hai? > chiede grattandosi la testa.
< Tanti >.
< Cos'è ti stai pentendo di avermi chiesto di venire a vivere con te? > domando sarcastica.
Mi diverto a metterlo alla prova.
A prenderlo in giro.
< Questo mai > commenta dandomi una pacca sul sedere mentre io mi lamento.
< Anche perché vedendo il tuo intimo... non posso che leccarmi le labbra > afferma sornione mentre io gli tiro un cazzotto.
Ci risiamo...
Sempre lì va a parare.
< Bello questo > mi lancia un tanga di pizzo nero che prontamente infilo subito in valigia.
Lamentandomi.
Come sempre… direi.
Rimaniamo in silenzio mentre io finisco di passargli i vestiti, fino a che non mi dirigo in bagno dove afferro la trousse e i vari prodotti portandoli di là e sistemandoli in valigia.
Ordino ad Harry di chiuderla mentre io controllo di aver preso almeno tutti i vestiti.
Che sono la cosa più importante.
Do un ultima occhiata e sorrido.
Sorrido perché so che non sarà un addio, ma un arrivederci.
In fondo è casa mia.
E posso tornarci ogni qualvolta ne abbia bisogno.  
È il mio porto sicuro.
E so che sarà sempre qui ad aspettarmi.. ogniqualvolta ne avrò bisogno.
< Andiamo > dico aprendo la porta seguita da Harry che porta la mia valigia.
< Tutto bene? > domanda mentre io chiedo perché di questa domanda.
< Bhe stai lasciando casa tua... voglio assicurarmi che tu stia bene >.
< Sto alla grande >.
< Sei sicura di voler fare questo passo? >.
Mi blocco e guardandolo chiedo ironica < cos'è ci stai ripensando? >.
Scuote la testa per poi spiegare < non vorrei aver forzato le cose >.
< Tu > gli dico avvicinandomi < non hai forzato un bel nulla >.
Poi indicandomi continuo < ed io voglio venire a vivere con te >.
< Sicura? >.
Gli prendo la mano e glielo stringo nella mia < Harry ti giuro che non hai forzato nulla… sul serio voglio venire a vivere con te >.
Mi guarda e mi sorride.
Lo guardo e sorrido anch’io.
Sì è assodato… lo amo.
Mi stampa un bacio sulla guancia mentre io gli faccio cenno di andare a salutare Lerya e Zayn.
< Preso tutto? > domanda Lerya vedendoci arrivare in cucina.
< Torno in settimana a recuperare tutte le varie cianfrusaglie > le dico prima di aggiungere < così ti passo a trovare >.
La vedo sorridere perché so che è contenta dal profondo del cuore.
< Vieni qui e fatti abbracciare > mi prende per la mano abbracciandomi.
< Fa' la brava > mi sussurra mentre io commento < io sono sempre brava >.
< Seh, come no >.
< Piuttosto tu fai la brava > le dico facendole una linguaccia.
< Io sono un angelo >.
< Si, di Victoria's secret > scherzo io riabbracciandola.
Saluto Zayn e poi vedo Harry fare la stessa cosa prima di uscire di casa e raggiungere la sua macchina.
< Pronta? > domanda entrando mentre io annuisco.
< Pronta >.
Poi aggiungo < mai stata più pronta >.



 
———
 
 

< Benvenuta a casa Styles-Smith > allarga le braccia sorridendo.
< Hai già inserito il mio nome sul campanello? > chiedo una volta entrata.
< Ovvio >.
< E cosa avresti fatto se ti avessi detto di no? >.
< Non mi avresti detto di no... > commenta lui prendendomi per mano e abbracciandomi.
< Bhe a volte sappi che la convinzione fotte la gente >.
Ride e mi abbraccia.
Sorrido e mi guardo intorno.
Casa mia.
Casa mia e di Harry.
Casa nostra.
Per poco non urlo quando il riccio mi prende in braccio < direi che è ora di andare di sopra... >.
< A fare cosa? > domando prima che il riccio spieghi < ad inaugurare la nostra camera fidanzatina >.
< Devo sistemare i vestiti, ti ricordo >.
Una mano a colpire il mio sedere.
< Shh, oggi fai quello che dico io >.
< Come no >.
Sale le scale per poi aprire la porta della camera col piede destro.
< Mettimi giù >.
< Non ci penso minimamente >.
< Harry, giù > gli do un cazzotto sulla schiena.
< Adesso ti spiego il mio programma per questa sera: tu, io, un letto e tanto tanto tantissimo sesso >.
< Mh mh come no > dico per poi aggiungere < ti sei dimenticato la parte del sistemare i miei vestiti >.
Rotea gli occhi e mi fa scendere mentre io inizio ad armeggiare coi vestiti e le loro grucce per tutta la camera.
< Sai che quando si va a vivere insieme si deve inaugurare ogni singola stanza? > domanda beffardo come non mai.
< E tu sai che quando si va a vivere insieme si deve sistemare i propri vestiti? >.
Aggiungo < in questo io, visto che è casa tua >.
< Mi sto pentendo di averti chiesto di venire qui > scherza lui mentre gli tiro un cazzotto sfiorandolo visto che fugge.
< Ritira quello che hai appena detto! >.
< Non ci penso nemmeno > afferma prima di prendermi e fare il solletico.
< Harry, lasciami! >.
< Implora il mio perdono >.
< Non... non... imploro un bel niente > sbotto rossa in viso.
< Fallo >.
Continua col solletico fino a che io ormai accasciata per terra chiedo di smettere.
Di farmi una grazia.
< Per farti perdonare... fa' una cosa >.
< Cosa? >.
< Adesso vado a farmi una doccia > indica il bagno per poi avvicinarsi al mio orecchio e sussurrare con una voce da far venire i brividi < fatti trovare nuda >.
Roteo gli occhi < scordatelo >.
Mentre Harry va in bagno a farsi una doccia apro l'armadio e sposto alcune maglie e maglioni vari.
D'altronde dobbiamo condividere gli spazi, no?
Quindi devo farmi posto.
Col sorriso sulle labbra sistemo i vestiti nell'armadio per poi togliermi le scarpe e infilare le ciabatte.
Chiudo la valigia e la porto di sotto riponendola in un mobiletto dove so che Harry tiene le valigie.
Poi con passo sicuro vado in cucina dove apro il rubinetto dell'acqua per bere.
Mi guardo intorno con aria sognante.
E non posso che essere felice.
Tre metri sopra il cielo.
Finalmente posso vivermi il mio Harry.
Sposto lo sguardo e noto uno dei suoi boxer appoggiati su una sedia della cucina.
Roteo gli occhi.
Posso vivermi Harry sì... ma anche le sue mille cose lasciate in giro per casa.
< Care? > domanda la voce di Harry mentre io salgo le scale a due a due entrando in camera trovandolo a torso nudo intento ad infilare il pigiama.
Quant'è bello?
Troppo.
Mi lecco le labbra.
'Potrei regalargli un regalino' mi ripeto maliziosa mentre lo vedo sedersi sul letto e passarsi una mano sui capelli.
< Dov'eri? >.
< Ero a prendere un bicchiere d'acqua > spiego portando la mano avanti.
< Non ti vedo ancora nuda >.
Si avvicina e mi molla un bacio stringendomi a sé.
< Ma possibile che pensi sempre a quello? >.
< Mhh probabile > scherza per poi farsi serio.
< Sono contento che tu sia qui >.
< Anch'io, non sai quanto >.
< Ti aspetto a letto >.
< Arrivo >.
Gli mollo un bacio al quale risponde con più pressione.
Ho un'idea…
Un'idea malsana ma che so già lo renderà più felice di una Pasqua.
Più di un gelato per un bambino.
Lo ribacio e poi afferro quello che devo indossare per poi sparire in bagno e chiudermici dentro.
Mi guardo allo specchio e mi mordo le labbra.
Prendo il tanga nero di pizzo e lo infilo dopo aver tolto la maglia e averla appoggiata sul lavandino.
Mi guardo con solo addosso il reggiseno e il tanga e non posso che sghignazzare perché so che stanotte ci divertiremo.
Con uno scatto apro la porta e cammino verso Harry che guarda il cellulare prima che io lo chiami facendolo bloccare.
< Porca troia > sbotta mentre io mi avvicino al letto sensuale.
Salgo e gattono per poi sedermi a cavalcioni su Harry che commenta positivamente la mia mise.
< Non avevi detto che dovevo togliermi ogni idea malsana dalla testa? > commenta sulle mie labbra che subito bacia.
Gli mollo un bacio con un morso finale < ho cambiato idea >.
< Mi piace >.
< Lo so >.
Senza dire altro gli sfilo la maglia del pigiama andando a baciargli prima i pettorali e poi gli addominali sentendo Harry sussultare appena.
< Se sapevo che avresti cambiato idea... avrei insistito anche a casa tua >.
< Perché? > gli chiedo baciandogli il basso ventre.
Il riccio sospira non appena gli abbasso i pantaloni del pigiama e deglutisce prima di spiegarmi < anche quando si lascia una casa bisogna inaugurarla >.
< Ah sì? > chiedo lasciando una scia di baci sui suoi boxer più gonfi del normale per poi tornare su e guardarlo maliziosa.
< A me interessa inaugurare questa casa >.
Mi approprio delle sue labbra che mordo prima di ficcargli la lingua in bocca.
Direi che questa cosa di inaugurare la casa non mi dispiace affatto e nemmeno ad Harry vedendo come risponde ai miei baci e ai miei movimenti.
Sospiro quando il riccio porta le mani oltre il bordo delle mie mutande.
Con le mani a vagare sulla sua schiena mi fermo e gli intimo di fare la stessa cosa.
< Che succede? > chiede dopo avermi lasciato un bacio sul seno.
< Succede che >.
< Me lo dici dopo > propone andando a prendere confidenza con la mia intimità mentre io chiudo gli occhi.
No.
Prima devo dirglielo.
< Harry > gli dico col fiato corto.
< Che c'è? >.
< Non ti piace? > chiede malizioso al mio orecchio.
Deglutisco e rispondo a fatica < no... no mi piace è che.. >.
< È che? >.
Lo guardo così come lui fa con me.
Ce la puoi fare Caroline.
Puoi farcela.
Devo dirglielo.
Non riesco più a tenermelo per me.
I suoi occhi a farmi capitolare.
< È che… >
< Cosa? > mi sorride teneramente e sorrido.
I suoi occhi puntati nei miei a farmi crollare, perché ad un certo punto me ne esco senza nemmeno rendermene conto con un ‘ti amo Harry’.
Ce l'ho fatta.
Oddio, oddio, oddio.
Ce l'ho fatta!
Lo vedo sorridere emozionato < lo so, ti amo anch'io >.
Poi commenta malizioso < ora però fatti scopare per bene >.
< Harry > gli prendo il viso < puoi essere più delicato? >.
< Va bene milady: potremmo copulare e basta? >.
Lo guardo con quell'aria innocente ma anche maliziosa e scoppio a ridere.
Così come anche lui.
< Così va bene? >.
< Direi che tra le due preferivo la prima versione > commento io dandogli un bacio.
< Basta parlare > mi rimolla un bacio.
Gli prendo il viso lasciandomi baciare mentre mi abbandono al suo tocco.
E al suo amore.


Perché sì... ci amiamo.
Ci amiamo.
Ci amiamo follemente.

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Capitolo 14
*** Benvenuti a casa 'Styles-Smith' ***


Guardo il mio lavoro da donna delle pulizie efficiente e mi complimento da sola.
Visto il lavoro…
E che lavoro!
Ho pulito da cima a fondo casa.
E devo dire che mi sono impegnata parecchio visto il disordine del riccio.
Mutande sparse ovunque.
Cianfrusaglie ovunque.
Così come ciabatte lanciate a caso.
Ma siccome so e conosco le mie capacità... mi sono rimboccata le maniche e ho iniziato a lavorare sodo.
Grazie anche all'aiuto di Harry che si è fatto convincere dopo un paio di moine da bambina.
Ma così abbiamo fatto prima.
Visto che avevamo a disposizione quattro mani, invece che due.
Lego i capelli in uno chignon disordinato per poi buttare l'acqua con cui abbiamo pulito i pavimenti nel water.
Basta.
Ora ho bisogno di sdraiarmi sul divano.
E di farmi coccolare dal bel riccio che si è già spaparanzato sul divano con una ciotola di pop corn tra le mani.
< Care, ti muovi? >.
Roteo gli occhi.
Possibile che non abbia la pazienza di aspettare?
Possibile che sia sempre così impaziente?
Deve imparare ad aspettare.
O volente o nolente che sia.
< Care? >.
Grugnisco mentre scendo le scale per poi urlare un 'arrivoooo'.
E che diamine.
Mi darà tempo?
< Puoi aspettare solo un attimo? > gli chiedo facendo il mio ingresso nella sala per poi lanciarmi sul divano.
< Fammi spazio > gli dico sistemandomi meglio.
Mi guarda e ridacchia.
< Che c'è? >.
< C'è che sei sexy anche trafelata > spiega portando una mano sulla mia gamba.
< Te la fai finita? > domando prima che lui chieda a cosa mi riferisca.
< Di fare l'adulatore >.
Scoppia a ridere ed io faccio la stessa cosa, per poi afferrare un paio di pop corn e lanciarmeli direttamente in bocca.
< Mhh buoni >.
< Certo, li ho fatti io >.
< Stupido >.
< Ti piaccio >.
< Nah... non l'ho mai detto > lo punzecchio.
< Ti ricordo che meno di ventiquattro ore fa mi hai detto che mi ami > afferma lui sicuro e pieno di sé.
Lo guardo < anche tu se è per questo >.
< Non l'ho mai detto >.
< Come no? >.
< No > mi punzecchia.
< Sul battello... devo ricordarti le esatte parole? > domando io alzando un sopracciglio.
Scuote la testa < mi fido di te allora... solo perché sei così sexy >.
< Smettila >.
< Lo sei, non è colpa mia > commenta prendendomi per la mano per farmi avvicinare.
Ridacchio mentre lo allontano con la mano.
Giusto per giocare un po'.
Per provocarlo un po'.
< Ora sono veramente offeso >.
< Nah >.
< Hai ragione... ora te la vedrai con me > dice malizioso prima di tuffarsi sul mio collo e riempirlo di baci mentre io ridacchio divertita.
Porto una mano tra i suoi ricci che tiro leggermente mentre lui continua a lasciarmi una scia di baci per poi baciarmi sulle labbra.
< Sappi che non ti lascio andare nemmeno sotto tortura > mi dice minaccioso puntandomi un indice contro.
< E già sai che mi libererò? > domando io sghignazzante come non mai.
I suoi occhi hanno un lampo che mi fanno sussultare.
< Non ti libererai così facilmente di me >.
Le sue labbra sulle mie.
Mi bacia più volte ed alla fine cedo iniziando a baciarlo lentamente.
Per potermi godere del momento.
Per poter assaporare bene il suo sapore.

Che tanto amo.
Come amo lui.

Mi schiocca un ultimo bacio < ecco, così va meglio >.
Si sistema meglio sul divano mentre io mi accovaccio appoggiando la testa sulle sue gambe.
Mentre la sua mano accarezza la mia testa.
Chiudo gli occhi e sorrido inconsapevolmente.
Sto così bene.
Serena.
E felice come mai sono stata.
< Hai sentito Lerya? > domanda Harry facendomi ritornare alla realtà.
Scuoto la testa e mi volto su un fianco per poterlo guardare.
< Stamattina >.
< Che ha detto? >.
< Ha detto tante cose >.
< Tipo? > domanda con la sua mano ad accarezzare la mia schiena.
Roteo gli occhi < che le manco, che mi vuole vedere al più presto ma che sta bene >.
< Visto? >.
< Ha anche accennato al fatto che lei e Zayn stanotte ci hanno dato dentro come conigli >.
Aggiungo < poteva evitare di dirmelo >.
Il riccio ridacchia < è stata sincera almeno >.
< Non voglio conoscere i dettagli della sua vita sessuale Harry >.
< Voleva renderti partecipe > prende le sue difese mentre io scuoto la testa.
Che schifo.
Anche no.
Poi afferma beffardo < dovevi dirle che non sono stati gli unici a spassarsela >.
< Harry >.
< Caroline >.
< Non c'è bisogno di mettere in mezzo noi >.
< Oh sì invece >.
Poi aggiunge malizioso < anche perché potremmo replicare >.
< Sono stanca >.
< Nah >.
< Sì, sono stanca > mi lamento prima che il riccio mi tiri su e mi prenda in braccio stando ben attento a palparmi il sedere.
Voglio, sì che voglio.
< Non voglio >.
< Sì che vuoi > afferma per poi aggiungere < mi ami >.
Lo guardo mentre mi stampa un bacio.
< Sì ti amo >.
Gli stampo a mia volta un bacio.
< Vedi? >.
< Cosa? > sussurro a fior di labbra.
< Che ti va >.
Roteo gli occhi mentre mi lascio baciare da Harry.
< Direi che potremmo inaugurare un'altra stanza non trovi? >.
< Tipo? > domando per poi baciarlo.
< Non so... la camera degli ospiti > e mi ribacia.
Porto il mio braccio intorno al suo collo mentre lui mi tiene saldamente per il bacino.
< Mhh >.
< O altrimenti il divano > afferma per poi continuare con una specie di lista < o sopra la lavatrice, o sotto la doccia, o in mezzo alle scale >.
< Sì, perché non fuori? > domando mentre mi da un altro bacio.
< Perché no? Si potrebbe fare >.
< Scordatelo > commento per poi aggiungere < sei matto >.
< Non sono matto, sono solo pazzo di te >.
Aggiunge malizioso facendomi arrossire < e questo pazzo non vede l'ora di scoparti per benino >.
< Harry > mi lamento roteando gli occhi.
< Shh >.
< Devi usare sempre quella parola? > domando guardandolo.
< Quale? >.
< Quella >.
< Ah... intendi scopare? > chiede strofinando il naso contro il mio.
< Esatto >.
< Bhe lo faccio perché... > tenta di dire prima che io lo anticipi < è eccitante? >.
< Visto? Mi conosci bene > ridacchia mostrando le fossette per poi mordermi il labbro inferiore.
Lo lascio fare poi spostandomi gli dico < direi che la camera degli ospiti vada più che bene >.
< Così mi piaci >.
Un bacio che prontamente ricevo.
Per poi ridarglielo aspettando che schiuda quelle dannate labbra.
Gli mordo le labbra mentre si avvia sulle scale ma non appena ne sale due ecco che veniamo interrotti dal suono del campanello di casa.
Ecco...
Come sempre.
Il destino a remarci contro.
Ogni santa volta.
< Aspettavi qualcuno? > gli chiedo mentre lui mi chiede la stessa identica cosa.
Scuoto la testa.
< Andiamo a vedere >.
< Sì, mettimi giù > gli dico ridendo.
< Agli ordini capo >.
Lo seguo mentre si avvicina alla porta che apre mentre io strabuzzo gli occhi.
< Mamma? > chiedo a mia madre.
< Ciao tesoro >.
< Mamma? > chiede Harry ad Anne.
< Ciao piccolo mio > si avvicina per abbracciarlo.
Le guardo.

Jacqueline e Anne.
Mia madre e mia ‘suocera’.

Sto per chiedere cosa ci facciano qui quand'ecco spuntar fuori i due mariti.

Mio padre e mio ‘suocero’.
Nickolas e Desmond.

< Che ci fate qui? > domanda Harry precedendomi mentre io mi lascio abbracciare da tutti e quattro.
Ma soprattutto cosa ci fanno qui... tutti e quattro insieme?
< Non dirmi che non possiamo venirti a trovare figliolo > commenta Anne mentre io li faccio entrare.
< Potevate avvisare almeno >.
< Oh andiamo Harry... eravamo curiosi >.
< Già avete visto casa mia >.
< E allora? > chiede il padre posando la giacca sull'attaccapanni e facendo la stessa cosa con quella di mio padre.
< Pà... curiosi di cosa precisamente? >.
< Bhe... io e tuo padre eravamo così curiosi di vedere la vostra casa che allora ho chiesto ad Anne di farvi una sorpresa > anticipa mia madre dandomi un buffetto.
Oh, che bello.
Fantastico!
< Non dovevate > dico io sorridendo in modo falso.
< Bhe ci fate fare il giro della casa o facciamo tutto da soli? > domandano le mamme in sincrono facendoci ridere.
Guardo Harry così come anche lui.
Gli sorrido prima di fare da guida alle due donne che iniziano a dire che che la casa profuma di pulito, che tutto splende e così via.
< Vedi Desmond? Harry è in una botte di ferro con Caroline >.
< Ossia? > si intromette il figlio.
< Hai accanto una ragazza dalle mani d'oro... guardati intorno > afferma aprendo le braccia.
La ringrazio e poco non mi strozzo con la mia stessa saliva quando il riccio avvicinandosi mi sussurra < dovrebbero vedere a letto che mani d'oro hai >.
< Harry! > gli tiro un cazzotto < se ti azzardi a farmi una battutina del genere ancora una volta sappi che stanotte le mani d'oro ti strapperanno l'uccello >.
Ridacchia mentre io lo supero aprendo la porta della nostra camera, facendoli entrare non prima di aver controllato di non aver dimenticato il mio reggiseno da qualche parte.
Fortunatamente non c'è nulla così mi concedo un attimo di respiro.
< Guarda Nick... com'è tutto ordinato > indica mia madre a mio padre mentre Anne ridacchia.
< Sicuramente non per via di Harry >.
< Ehi... adesso mi offendo >.
< Lo sai anche tu che l'ordine non è mai stato tuo amico > continua la madre mentre faccio vedere il bagno alla mia.
< Ha buon gusto il ragazzo eh > mi sussurra senza farsi sentire.
Annuisco e faccio cenno a tutti di seguirmi.
< Questa vedi? > indica Anne la stanza degli ospiti, per poi continuare < è perfetta per essere la camera dei bambini >.
< Di quale bambini parli? > domanda Harry alla mamma che subito spiega < i vostri Harry... sennò di chi? >.
< Mamma non ci sono bambini > commenta lui cercando di mantenere la calma.
< Ma un domani sì... quindi la stanza degli ospiti diventerà la loro camera >.
< Anne cara > si intromette Desmond salvandoci da morte certa < direi di lasciarli stare... con questa storia di bambini >.
< Grazie pà >.
< Stava solo facendo un ragionamento e tra l'altro anche esatto > interviene mia madre in difesa di Anne.
La guardo e scuoto la testa.
Com'è che deve sempre intromettersi?
È più forte di lei eh.
< Mamma non ho intenzione di sfornare un bambino in questo momento... rilassati >.
< Come sei acida Caroline >.
< Sentite possiamo parlare d'altro? > interviene mio padre mentre io lo ringrazio mentalmente.
Bambini?
Chi ha parlato di bambini?
Chi?
Io ed Harry non abbiamo parlato di bambini.
E non ho intenzione di farlo.
< Direi di sì > commento seria.
Continuo il giro della casa arrivando di sotto.
< Mi piace davvero tanto > esplica mia madre estasiata.
Le piace?
Sul serio?
Non si era mica capito... no, no.
< Sono davvero felice per voi > continua con una lacrima a far capolino.
Ecco, ci siamo...
Adesso piange sicuro.
< Non ci potevo credere quando Harry ci ha chiamato >.
< Cosa? >.
< Cosa tesoro? > domanda mia madre confusa.
< Che vuol dire che vi ha chiamato? > le domando, prima di rivolgere la stessa domanda ad Harry < che vuol dire che li hai chiamati? >.
< Quello che vuol dire >.
< Harry >.
< Sì? >.
< Sputa il rospo > lo guardo con le braccia incrociate.
Mi guarda sorridendo.
< Li ho chiamati chiedendo se potevo avere il permesso di chiederti di venire a vivere qui >.
< No, non ci credo che l'hai fatto seriamente > sbotto io ridacchiando.
< Certo che l'ho fatto sul serio > afferma per poi aggiungere < mi sembrava rispettoso nei loro confronti >.
< Che dolce Harry Styles > lo prendo in giro portando una mano sul cuore < sono veramente commossa >.
Mi da un pizzicotto sul braccio che mi fa sussultare.
< Dai sedetevi > dico ai presenti indicando i divani.
Tanto ormai...
< Noi avevamo dei piani > mi sussurra Harry tra i capelli.
Mi volto < che faccio li mando via? >.
< Sì, perché no? >.
< Non possiamo >.
< È casa nostra... possiamo fare quello che vogliamo >.
< No che non possiamo... sono i nostri genitori Harry > controbatto per poi aggiungere < e adesso va'... siediti e sorridi >.
< Che palle > sbotta il riccio facendo così arrabbiare Anne che lo rimprovera.
Sorrido e chiedo cosa gradiscono.
D'altronde è così che fanno le vere padrone di casa.
Sorridono e offrono qualcosa ai loro ospiti.
Ed io voglio essere una brava anzi no bravissima padrona di casa.
< Portaci due scotch > ordina mio padre seduto accanto a Desmond.
< Io gradisco un bicchiere d'acqua >.
Annuisco a mia madre < naturale? >.
< Sì e possibilmente a temperatura ambiente >.
Eccola...
Sorrido < sarà fatto >.
< Anne? > chiedo mentre lei si affretta a rispondere che un sacco d'arancia andrà benissimo.
Abbiamo il succo d'arancia?
Oddio.
E se non l'abbiamo?
Spero tanto che ce l'abbiamo.
Altrimenti finirò per apparire una padrona di casa non organizzata a ricevere ospiti.
'Calmati'.
< Per te? > domando ad Harry che si alza < dai ti aiuto >.
< Grazie > gli dico avviandoci in cucina.
< Allora riempi i due bicchieri di scotch > gli ordino mentre io controllo in frigo se effettivamente abbiamo o no il benedetto succo d'arancia.
< Harry? > chiedo mentre lui mi si avvicina malizioso.
< Che c'è? > domanda baciandomi la nuca.
< Non abbiamo tempo per queste sciocchezze... abbiamo degli ospiti da servire >.
< Sentiti... parli da perfetta padrona di casa > sussurra lasciando una scia di baci sulla spalla facendomi girare.
< Sta' buono > una mano sul suo petto.
< Ci aspettano >.
< Che aspettassero > mi bacia sornione.
< Harry smettila >.
Mi da un altro bacio.
< Non hai capito quello che ho detto? > domando.
Scuote la testa così glielo ripeto con più enfasi questa volta.
Mi faccio baciare per un'ultima volta prima di spostarmi e riempire il bicchiere col succo d'arancia.
< Che vuoi da bere allora? >.
< La coca >.
< Ok, riempine due bicchieri > gli ordino mentre io afferro un vassoio dalla credenza dove appoggio i bicchieri; poi apro il mobile e prendo una confezione di stuzzichini da aperitivo che metto in delle ciotole.
< Et voilà > commento prendendo il vassoio con entrambe le mani, attenta a non far rovesciare tutto per terra.
Tornati di là appoggio il vassoio sul tavolino e invito gli altri a prendere le proprie bevande.
< Allora propongo un brindisi > commenta Desmond mentre mio padre annuisce.
< A cosa brindiamo? > domanda mia madre.
< Ai nostri ragazzi > propone Anne.
< A Caroline ed Harry... e al loro futuro radioso > brinda mio padre mentre alziamo i bicchieri facendoli sbattere.
Detto ciò mi siedo sul bracciolo della poltrona in cui è seduto Harry.
< Lerya come l'ha presa? > domanda mia madre guardandomi.
< All'inizio male >.
< Molto male > scherza Harry.
< Immaginavo > commenta mia madre per poi aggiungere < d'altronde siete così legate >.
Annuisco.
Perché è vero.
Siamo così legate... da sembrare sorelle.
< Ed ora? > chiede Anne mentre io la guardo non capendo.
< Come farà con la casa? >.
< Credo che molto probabilmente andrà a viverci Zayn > affermo prendendo un sorso di coca.
< Oh come passa veloce il tempo... i nostri ragazzi che vanno a convivere > commenta mia madre.
< Già, hai proprio ragione > le da man forte Anne sorridendo.
< Certo che siete diventate proprio amiche voi due eh? > chiede ironico Harry indicando le nostre mamme.
< Dovevi vederle settimana scorsa a cena > commenta mio padre, raggiunto subito da Desmond che spiega < hanno parlato sempre tra di loro... non ci hanno degnato nemmeno di uno sguardo >.
< Che? > chiedo, < siete stati anche a cena insieme? >.
< Eh già >.
Guardo Harry che mi guarda a sua volta.
Abbiamo creato dei mostri.
Addirittura a cena insieme.
Cose grosse.
< Gli Styles e gli Smith sono una famiglia ora > commenta Desmond sbattendo il bicchiere con quello di mio padre.

Ed io non posso che sorridere.
Perché vedo che le nostre famiglie vanno d'accordo.
Perché vedo che ci vogliamo bene.
Vedo loro che ci supportano.

E questo mi riempie il cuore di gioia.
Perché non potevo desiderare di meglio.
Ho sempre odiato quei rapporti di invidia tra famiglie.
Rapporti falsi, pieni di menzogne.
Dove magari si sparla e basta.
Invece in questo caso è tutto puro e genuino.
Senza invidie, cattiverie e perfidie.

Mi volto non appena sento il campanello suonare.
< Ed ora? Chi sarà? > domando ad Harry che si alza per andare ad aprire tornando subito dopo con Gemma e Niall.
Ecco.
Ora sì che siamo veramente al completo.
La famiglia Styles-Smith/Horan.
< Che ci fate voi qui? > domanda Gemma andando ad abbracciare i suoi genitori.
< Jacq, Nick > saluta Niall i miei facendosi stringere in un abbraccio.
< Ora siamo tutti > commenta Anne facendo posto a Gemma.
Niall invece si siede sull'altro bracciolo della poltrona di Harry, non prima di avermi schioccato un bacio sulla guancia.
< Ehi Horan >.
< Allora? Che si dice in casa Styles-Smith? > chiede sorridendo.
< Si dice che oggi abbiamo pulito tutta casa, da cima a fondo > mi lamento.
< È il bello della convivenza no? >.
< Oh sì... il bello > sputo acida facendolo ridere.
< Fa strano leggere sul campanello Styles-Smith > commenta Gemma mangiucchiando delle noccioline.
Annuisco < anche a me ha fatto strano >.
Poi aggiungo < ma ci ho fatto l'abitudine >.
< Sei ancora sicura di voler vivere con mio fratello? >.
< Perché non dovrebbe essere sicura? > si intromette Harry accigliato.
< Bhe... non sei il massimo dell'ordine >.
< Oggi è stato molto bravo... mi ha aiutata > lo difendo mentre il riccio afferma convinto < ecco brava, diglielo >.
Poi per provocarlo un po' affermo < l'unica cosa che mi destabilizza è che alle nove di sera già sonno e vuole dormire >.
< Non dire stronzate > ridacchia il riccio.
< Non dirle tu... prova a dire che non è vero >.
< Ma tu non vuoi mai dormire Caroline > si lamenta.
< Ecco, vedi? >.
< Parli sempre >.
Aggiunge < la notte è fatta per fare altro >.
< Tipo? > chiedo pentendomi subito dopo a causa dello sguardo malizioso di Harry.
Ecco, lo sapevo che avrei dovuto starmene zitta.
Perché lo conosco e so che alla fine finisce sempre per fare il malizioso.
< Non dire nulla > lo ammonisco facendo ridere tutti.
< Dai ma è vero che parli sempre > si lamenta posando una mano sulla mia gamba.
Poi rivolgendosi a mia madre chiede < Jacq anche da piccola parlava sempre? >.
< Oh sì Harry... non stava un secondo zitta > commenta lei ridacchiando, < tante volte ho pregato che si addormentasse in fretta >.
< Grazie eh >.
Ha ragione.
Sono sempre stata molto loquace.
Fin da piccola.
Ed è una cosa che mi sono portata dietro anche adesso che ho 25 fottuti anni.
< È che mi piace parlare prima di addormentarmi > spiego io con calma.
< Sì ma ha ragione Harry quando dice che esageri >.
< Grazie Horan > mi lamento dando un buffetto sulla guancia a Niall.
< Dai, ma ti ricordi quella volta quando mi hai costretto a stare sveglio tutta la notte? > domanda sghignazzando.
Annuisco < non raccontare quell'episodio >.
< Invece devo >.
Ti prego non farlo.
< Niall >.
Non farlo.
< Harry ti ricordi quando Caroline ha perso la sfida e tu hai detto a tutti 'quello che hai detto'? >.
Ecco...
< Ovvio > risponde il riccio beffardo.
< La sera successiva la tua ragazza è venuta a casa mia e ha parlato tutta la notte... tutta > enfatizza la parola tutta marcando bene le parole.
< E che ha detto? > domanda Harry curioso.
< Non deve fregartene > dico acida.
< Sono curioso >.
Non devi esserlo.
< Non esserlo >.
Ridacchia < tanto alla fine me lo dirai >.
Ridacchio anch'io perché già so che cederò.
Come sempre.
Perché tanto con lui succede sempre così.
Cerco di fare la dura ma alla fine non ci riesco.
Mi basta guardarlo e cedere.
< Allora? > tenta di chiedere Harry.
Lo guardo e non cedo.
Almeno per ora.
< Allora niente >.
< Stronza >.
< Harry > lo rimprovera la madre mentre mi affretto a rispondere < tranquilla Anne >.
Poi mi volto e indicandomi affermo saccente < questa stronza ti ha pulito tutta casa >.
< Anch'io ho contribuito mi sembra >.
< Sì ma il lavoro duro l'hai lasciato a me >.
< Anche questo è vero >.
< Allora direi che sono meno stronza >.
< Assolutamente > commenta prima di prendermi la faccia e stamparmi un bacio a stampo.
< Harry >.
< Che c'è? >.
< Lo sai che mi imbarazzo >.
Ridacchio mentre so già che sono diventata un peperone.
< Guardati... sei tutta rossa > mi prende in giro Niall.
Infatti...
< Che devo farci se mi imbarazzo facilmente? >.
Harry mi prende il viso stampandomi più baci mentre io mi lamento.
È proprio stronzo eh.
Sa che in pubblico non riesco a non sentirmi in imbarazzo e che fa?
Mi continua a mettere in imbarazzo.
Certo.
< Harry, falla finita > gli dico ridendo.
< Dai non metterla in imbarazzo > lo rimprovera la mamma.
< Non sai quanto mi piace farlo > commenta il riccio.
Annuisco < ci siamo accorti >.
< Purtroppo è fatto così >.
< Lo so Anne > dico per poi aggiungere < mi tocca sopportarlo ormai mi sono presa sta croce >.
< Grazie mille > scherza il riccio facendo il finto offeso.
< Non è colpa mia se sei fatto così >.
< Così come? >.
< Sei un' impertinente >.
< Senti chi parla > mi indica sghignazzando.
Strabuzzo gli occhi < io impertinente? >.
< Sempre >.
< Bhe lo sei Caroline > prende la parola mia madre difendendo Harry invece che me.
Grazie mamma.
Grazie mille.
Dovresti essere dalla mia parte.
Non dalla parte del 'nemico'.
< Grazie Jacq > le tira un bacio Harry mentre mia madre dice estasiata < hai proprio un figlio modello Anne >.
< Sentito? > mi domanda il riccio mentre io alzo gli occhi.
< Modello? Non direi... > lo punzecchia la madre strizzandomi un occhiolino.
< Non puoi lamentarti > si lamenta Harry puntando un indice contro Anne che ridacchia.
< No, no non mi hai dato problemi di chissà che genere... però non sei stato proprio un angioletto >.
< Tipo? > chiedo io curiosa.
< Bhe ci sarebbe la festa di Halloween a casa di Martha Graham > interviene Gemma sporgendosi un po'.
Vedo il riccio intimarle di stare zitta.
< Perché? È divertente ricordare quell'episodio > continua lei, la madre che annuisce convinta.
< Ditemi che sono curiosa... >.
< Mamma non ci provare > intima il riccio sfregandosi le mani nervosamente.
Che è sta storia?
Un segreto di stato?
Che sarà mai successo a tale festa?
< Harry aveva tredici o dodici anni >.
< Ne avevo tredici > corregge lui scuotendo la testa.
La madre fa un cenno con la mano e riprende a raccontare < un giorno viene a casa e mi chiede se può andare alla festa di Halloween a casa dei Graham >.
< Mh > asserisco come per spronarla a continuare.
< Arriva il giorno della festa ed io ero così in pensiero... >.
< Perché? > domando.
< Sai era la prima festa a cui lo mandavo... avevo paura che gli accadesse qualcosa di brutto >.
< Pff tipico > commentano Harry e Gemma per poi ridacchiare per la loro sincronia.
< In ogni caso la festa finiva alle 22.30 ed io mi ero tanto raccomandata con Harry di avvisarmi quando sarei dovuta andarlo a prendere >, prende una pausa prendendo un sorso di succo per poi continuare < ma di Harry nemmeno l'ombra... era come se fosse sparito e quindi ad una certa ho deciso di andare a vedere cosa stava accadendo >.
< Ora arriva la parte bella > mi dice Gemma prima che il fratello le faccia una linguaccia.
< Fermiamoci qui > propone lui facendo un ok con la mano.
La madre e la sorella scuotono la testa.
< Arrivo a casa dei Graham, entro visto la porta aperta e inizio a cercare Harry in quel marasma di gente >.
Poi mi guarda e afferma < gente che beveva come se non ci fosse un domani... gente che fumava >.
< Ti ha preso male > le dico vedendola annuire.
< Chiedo di Harry a dei ragazzi e tutti ridacchiano >.
< Che stronzi > commenta Harry scoppiando a ridere.
< Inizio a controllare in tutte le stanze finché una ragazzina mi dice mezza schifata che Harry è di sopra >.
< Lo ha detto mezza schifata perché in realtà voleva esserci lei al suo posto > commenta Harry osservando la mamma.
< E? > chiede mia madre presa dal racconto.
Anne si scusa e continua < inizio a vedere nelle prime stanze ma nulla... fino a che non ho aperto la camera dei genitori di Martha e non l'ho trovato e >.
< E fine della storia > sbotta Harry portandosi indietro un riccio ribelle.
Anne scuote la testa < in pratica c'erano Harry e Martha intenti a baciarsi mezzi nudi >.
< Harry! > urlo guardandolo < avevi solo tredici anni >.
< A tredici anni ero già precoce, allora? > domanda alzando le spalle.
< Harry... ti avrei ucciso > commenta la madre finendo col ridere < la fine della storia vede Harry tirato per un'orecchio per tutta casa >.
< Hai fatto bene Anne > dico io dandole il cinque.
< Questo cos'era un modo per umiliarmi di fronte agli Smith? >.
< Questo era un modo per far capire che dietro quel bel visino d'angelo si trova in realtà un ragazzo impertinente, pestifero e da tenere a bada >.
< Ti odio >.
< Ti correggo... mi vuoi bene >.
Mi volto sbiancando leggermente quando mia madre dice < bhe anche Caroline ha combinato qualche marachella >.
< Non dire nulla > i miei occhi chiusi a due fessure.
< No invece Jacq io vorrei sentire qualche aneddoto di Caroline... sono curioso > commenta Harry.
< Praticamente a quindici anni le ho fatto prendere delle lezioni di matematica perché era una capra >.
I presenti ridacchiano tutti.
< Non ero così male >.
Facevo pena.
< Eri una capra tesoro > conferma mio padre intervenendo.
Ecco, infatti.
Ha ragione.
Perché ho sempre fatto schifo.
< Grazie pà >.
< Avevo trovato questo ragazzo così carino, gentile e disponibile... come si chiamava Nick? >.
Jeremy.
Ma io non lo dirò.
< Jeremy, Jeremy Awins > dice mio padre dopo averci riflettuto.
Il problema è che mio padre coi nomi e i cognomi è imbattibile.
E quindi ecco spuntar fuori il nome di Jeremy.
Oh Jeremy... perdonami se oggi avrai il singhiozzo.
Colpa di mia madre.
Io non c'entro nulla.
Anzi, fosse per me eviterei di raccontare questa storia.
Guardo mia madre che riprende a raccontare felice < studiavano sempre in camera di Caroline e lei migliorava sempre di più >.
< Un pomeriggio decido di ricompensare entrambi con una bella merenda >.
< Non dirmi che... > afferma Harry guardandomi beffardo.
Mia madre annuisce < entro in camera e cosa vedo? Caroline e Jeremy intenti a baciarsi... altroché studio e matematica >.
Faccio fatica a trattenere le risate..
Perché ricordo la faccia di mia madre.
E il piatto rotto.
Per terra.
< Sì ma almeno è migliorata > mi difende Gemma prima che mia madre intervenga < ma quando? La signorina e il suo amichetto avevano pensato bene di falsificare le verifiche >.
È proprio questo il problema.
< Come? > domanda Harry curioso.
< Lei le rubava dall'armadietto del prof Philips e lui gliele faceva >.
I presenti ridono mentre Gemma incredula afferma che non riesce a crederci.
Ebbene sì.
Non è stato solo il riccio ad aver combinato marachelle.
Anche la sottoscritta ne ha combinate delle belle.
Però non mi pento.
Anche se mi sono beccata una sospensione di quattro giorni per questo giochetto delle verifiche.
Andiamo!
Chi non l'avrebbe fatto?
Scommetto tutti.
Avevo Jeremy al mio fianco... chi avrebbe voglia di studiare con uno così al fianco?
Alto, moro, occhi nocciola incorniciati da lunghe ciglia.
Una visione.
E poi per come baciava, ne valeva veramente la pena.
Certi baci...
Che se ci ripenso svengo.
Tutto è iniziato per gioco.
Ricordo che un giorno Jeremy ha proposto una sfida ed io come in ogni sfida ho perso.

(Vero Harry?)
Ti ricorda qualcosa?

Dovevo riuscire a risolvere delle equazioni senza nemmeno un errore.
Se sbagliavo avrei dovuto baciarlo.
E così è stato.
E da un bacio, siamo passati a due, dieci, cento e così via.
Non studiavamo per niente.
Passavamo il tempo a baciarci, a tubare come piccioni.
Fanculo la matematica e l'algebra.
< Era veramente carino > sbotto io alla fine.
< Così carino che ti è costato la sospensione scema > commenta mia madre facendo ridere Harry.
< Caroline Smith, non avrei mai pensato che fossi capace di fare certe cose... una puritana come te >.
< Ehhh Styles, troppe cose non sai di me > porto un braccio sulla sua spalla.
< Bene, bene > commenta lui prima di chiedere a mia madre altri aneddoti.
Mentre io le ordino di stare zitta.
< L'hai più rivisto quel ragazzo? > domanda Gemma curiosa.
Faccio spallucce < sì, a qualche festa qua e là >.
Aggiungo sorniona < sempre più bello e affascinante >.
< Più bello di me? > domanda Harry.
Faccio spallucce < mi spiace >.
Mento.
Certo Jeremy è un bel ragazzo ma Harry è un'altra cosa.
Un Dio greco.
Un bronzo di Riace.
Una scultura.
Imbattibile.
< No Harry... tu sei più bello > lo conforta mia madre.
< Jeremy è un bel ragazzo > continuo.
< Sì ma non come Harry > lo indica.
< Non ne sono convinta >.
< Fa così solo per provocarti > commenta mia madre ad Harry che annuisce < lo so >.
< Non sei geloso? > gli domando prima di vederlo scuotere la testa convinto.
Troppo convinto.
Il mio bel Harry Styles è troppo convinto.
< Dovresti > lo punzecchio, < ogni tanto ci sentiamo visto che ho ancora il suo numero >.
Sghignazza < è con me che stai mica con Jeremy >.
< Potrei sempre tradirti >.
< Non provocarmi > mi ammonisce.
< Altrimenti? > domando.
< Altrimenti te la vedrai con me... non appena vanno via > indica i presenti con un sorrisetto malizioso.
Lo guardo con le sopracciglia alzate < e cosa faresti, sentiamo >.
Mi guarda < sai perfettamente quello che ti farei >.
Lo guardo boccheggiando per poi tirargli un cuscino in faccia.
< Non... dovevi > rimprovera togliendo il cuscino.
Poi si alza venendomi contro minaccioso.
< Harry, fermo > indietreggio fino al muro.
< L'hai voluto tu >.
Faccio per tornare dagli altri e mentre sto per afferrare la spalla di Niall mi afferra per una mano, per poi prendermi in braccio buttandomi all'indietro stile sacco caricato in spalla.
< Harry mettimi giù! > urlo mentre si muove.
< Harry! >.
< Chiedimi scusa >.
< Mai > sbotto per poi tirare un urletto quando mi sculaccia.
< Quante volte ti ho detto di non tirarmi le pacche sul sedere? > domando cercando di tirarmi su.
A fatica.
< E quante volte ti ho detto che in ogni caso te le tirerò? > chiede retorico.
< Harry tirami su! >.
< No, prima le scuse >.
Gli sferro un cazzotto sulla schiena < Harry mi va il sangue al cervello >.
< Dai Harry mettila giù > gli dice Anne ridacchiando.
Come tutti.
Scuote la testa < mi deve delle scuse >.
< Care tesoro chiedigli scusa >.
< Mai mamma > sbotto acida.
< Ora >.
E un'altra pacca sul sedere.
< Mettimi giù >.
< No >.
< Dai Harry, le va il sangue al cervello > si intromette Gemma alzandosi per aiutarmi.
< Le scuse > scandisce bene le parole.
Gli sferro un piccolo calcetto lì dove non batto il sole e il riccio mi mette subito giù.
Visto come si fa?
Semplice.
Cari maschietti conosciamo bene i vostri punti deboli.
Cavoli vostri.
< Sei uno stronzo > gli dico cercando di riprendere fiato.
< Tu sei stronza >.
< Tu >.
< Io? Tu! >.
< Tu Harry >.
< Fanno sempre così? > domanda Anne a Niall che risponde < fanno anche peggio >.
< Addirittura? > domanda mia madre ridendo.
< E così è questo che fate a casa? >.
< Prendervi a cazzotti? > chiede mia madre guardandoci.
< È così? > domanda Anne ad Harry che sorride malizioso.
Perché sorride malizioso?
Sappiamo già che quando lo fa... è perché sta per dire qualcosa che non dovrebbe dire in realtà.
Il riccio commenta divertito < in realtà ti correggo mamma >.
< Perché? >.
< Sul fatto che ci prendiamo a cazzotti quando siamo a casa >.
Vedo Anne guardarlo dubbiosa.
< In realtà facciamo tanto, tantissimo sesso > dichiara il riccio mentre io strabuzzo gli occhi.
Mi guarda e mi manda un bacio volante.
< Sei sempre il solito > commenta Niall ridendo.
A me invece più che ridere viene da ammazzarlo.
< Sei veramente un idiota allora! > urlo andandogli incontro per poi prenderlo a cazzotti sotto lo sguardo divertito dei nostri ospiti.
Harry inizia a farmi il solletico facendomi così accasciare per terra esausta.
< Sì... probabilmente fanno sempre così > dichiarano i due padri ridacchiando.
< Ti odio > gli dico guardandolo negli occhi.
< Nah, tu mi ami >.
Gli faccio un gestaccio per poi subirmi un rimprovero da parte di mia madre.
< Non ti ci mettere anche tu eh > le dico aggiungendo < dovresti stare dalla mia parte >.
Guardo Harry e indicando affermo < non è che perché ha un bel faccino tutto gli è dovuto >.
< Concordo >.
Ringrazio Anne che mi dà man forte.
Anche perché se aspetto mia madre...
Pende dalle labbra del riccio.
Accidenti a lui.
E alla sua fottuta bellezza.
Mi volto per osservare il riccio e gli faccio una linguaccia.


 
———



 
< Forse è il caso di ripartire, che dite uomini? > chiede mia madre alzandosi.
In effetti si è fatta una certa e loro devono farsi un po' di strada per tornare a casa.
Quindi capisco che sia arrivato il momento di partire.
< Sì direi che si è fatta una certa > commenta Desmond tirandosi su.
< Fatevi salutare > dice Anne mentre una lacrima le bagna il viso.
< Mà non piangere dai > l'abbraccia Harry lasciandosi strapazzare.
< È che mi fa male sapere che siamo così distanti >.
< Prometto che ti veniamo a trovare presto... vero Care? > mi prende la mano.
Annuisco < assolutamente >.
< Vieni qui Caroline > mi abbraccia ed io faccio la stessa cosa stringendola più che posso.
Poi vado dai miei e facendo la finta offesa dico a mio madre < grazie per la tua visita eh. Non hai calcolato minimamente tua figlia >.
< Macché dici? >.
< Hai sempre parlato con Desmond > affermo ridacchiando.
< Abbiamo seguito tutti i vostri discorsi > si difende mentre Desmond si avvicina per confermare la sua teoria < perfino il fatto che fate tanto, tantissimo sesso >.
Harry mi cinge il bacino con un braccio sorridendo sornione.
Si sposta per dare un abbraccio ai due 'vecchi'.
< Trattamela bene > dice mio padre per poi riabbracciarlo.
< Lo farò Nick, te lo prometto >.
< E mi raccomando ragazzi > si intromette Desmond per poi spiazzare tutti < usate sempre il preservativo... c'è ancora tempo per i bambini >.
< Desmond! Ma che diavolo dici? > lo rimprovera Anne avvicinandosi.
< La verità mamma > sbotta Harry andando a riabbracciarla.
Abbraccio mio padre < ti voglio bene >.
< Anch'io, piccola mia... anch'io >.
< Ora Nickolas Smith spostati... è il mio turno > sbotta mia madre mentre io avvolgo le braccia intorno al suo collo.
< Sono contenta, sul serio >.
< Anch'io > dico per poi darle un bacio sulla guancia.
< Andiamo? > chiede mio padre.
< Altrimenti non partiremo più > interviene Desmond mentre Anne e mia madre chiedono in sincrono < com'è? Fino adesso non ci avete calcolato... e adesso? >.
< Ve l'abbiano detto... stavamo discutendo di affari che voi non potete capire >.
Mio padre a riconfermare < esatto... abbiamo sentito tutto però >.
< Papà non hai dimenticato di salutare qualcuno? > chiede Gemma facendo chiaramente riferimento al suo ragazzo.
< Che gaffe > esclama per poi avvicinarsi e abbracciare il biondo.
< Perdonami Niall è che sentendo quella scassapalle di mia moglie mi sono dimenticato di salutare l'altro membro della famiglia >.
< Non preoccuparti >.
< Trattami bene la piccola > indica la figlia per poi voltarsi e domandare < anche voi come quei due fate tanto, tantissimo sesso? >.
< Papà! >.
< Gemma... ho fatto solo una domanda >
< Una domanda che potresti evitare di fare Des > arriva Anne a proteggere l'intimità della figlia.
< Ho solo chiesto >.
< Siete proprio uguali: tu e tuo figlio >.
< Lo prendo come un complimento > afferma Desmond strizzando l'occhiolino al riccio che sghignazza.
< Comunque anche per voi vale la stessa cosa che ho detto ad Harry e Caroline >.
< Cosa? > domanda Gemma non capendo mentre Niall risponde sorridendo < assolutamente, lezione appresa... niente bambini >.
< Ma la finite di parlare di bambini? > chiede Gemma leggermente infastidita.
< Un giorno vorrete pur farli, no? > domanda mia madre.
< Non ne parliamo ora... basta > chiedo a mo' di supplica mentre vedo mio padre annuire.
Fortuna lui qui in mezzo.
Altrimenti impazzerei.
Afferro la mano di Niall mentre ci avviciniamo alla porta che Harry apre.
< Ah pà > dice prima che il padre esca dalla porta.
< Sì? >.
< Gemma e Niall non fanno tanto sesso >.
Il padre ridacchia.
Io invece lo guardo aspettando la battutina che non tarda ad arrivare.
< Piuttosto scopano come conigli >.
< Harry! > esclamano le mamme rimproverandolo mentre i padri ridacchiano beccandosi delle occhiatacce furiose dalle rispettive consorti.
< Sei veramente un imbecille > sbotta Gemma tirandogli un cazzotto sulla spalla.
Il fratello invece ride.
Così come Horan.
< Fate i bravi > ci dicono prima che chiudiamo la porta.
< Vogliamo andare anche noi? > domanda Niall una volta dentro.
< Potete restare, non ci disturbate > dico io invitandoli a sedersi.
< Sicura? >.
< Ma certo Gemm >.
< In realtà ci disturbate > confessa Harry mentre io gli chiedo in che modo possano disturbarci.
< Abbiamo da fare io e te > mi indica.
< Non abbiamo da fare proprio un bel nulla > dichiaro facendo segno a Gemma di sedersi.
< Si >.
< No >.
< Harry, no >.
< Caroline, sì > afferma mentre i due presenti scuotono la testa.
< Fate sempre così tutto il giorno, non è vero? >.
< Più o meno > rispondo a Niall.
< Facciamo così perché lei è una stronza > asserisce il riccio mentre io controbatto < facciamo così perché lo stronzo sei tu... non io >.
< Andiamo bene... > commenta il biondo facendo segno a Gemma di squagliarsela.
< No dai rimanete > mi volto vedendoli avviarsi verso la porta.
< Non ti preoccupare, passiamo domani e ci vediamo un bel film che dici? > domanda Gemma mentre Niall mi da un bacio sulla guancia.
Per poi andare a salutare il suo amico e ridacchiare insieme.
< Gemm sul serio... rimanete > la imploro.
< Con voi che discutete ogni due per quattro? > domanda ironica.
Roteo gli occhi sbuffando.
< Però domani mangiamo una pizza qui, ok? > chiedo per poi aggiungere < e poi film >.
< Ottimo > mi abbraccia la mora prima di chiudere la porta di casa.
Mi volto e chiedo < visto cosa hai fatto? >.
< Cosa ho fatto? >.
< Li hai fatti andare via! > sbotto scocciata alzando la voce.
< Non ho fatto proprio un bel niente >.
< Invece si > affermo avvicinandomi.
< Magari sei stata tu a farli scappare via > afferma avvicinandosi.
< Come? >.
Un altro passo.
< Con la tua pazzia > afferma il riccio ormai vicino.
< Tu sei pazzo >.
< Tu sei psicopatica >.
< Senti chi parla > gli faccio eco mentre il riccio mentre ancora sto parlando mi bacia.
Mi stacco e lo guardo.
Siamo proprio due imbecilli eh?
< Siamo proprio due imbecilli eh? >.
< Direi di sì >.
Mi alzo in punta di piedi e lo bacio.
Il riccio sghignazza < facciamo che chi sale per ultimo paga pegno >.
< Ossia? >.
< Cosa ossia? >.
< Cosa si vince e cosa si perde > spiego allargando le braccia.
Il riccio porta un dito sotto il mento per pensare.
Mhh.
< Allora se vinco io > si indica.
Stiamo a vedere la mente perversa che si inventa.
Lo guardo e gli faccio cenno di continuare.
< Se vinco io... fammi pensare >.
< Ah, trovato: se vinco io ti fai trovare sotto la doccia pronta per una doccia come dico io > aggiunge entusiasta.
< A quest'ora la doccia? Sei matto > dico io pensando al freddo una volta usciti.
< Se perdi lo fai > mi ordina mentre io la testa.
< Accetti? >.
< No >.
< Dai, magari... vinci > scherza Harry posando delle carezze sulla mia schiena.
Roteo gli occhi ma alla fine cedo.

Tanto so già che perderò.
Come sempre.
Come ogni dannata volta.


< E io? Cosa vinco? >.
< Scegli tu > propone sorridendo.
Cosa posso volere in cambio?
Una sana dormita.
Ecco cosa voglio in cambio.
Una grassa sana dormita.
Stretta abbracciata a lui.
Fino a domattina.
Mi accontento di poco, lo so.
Ahimè... sono poco pretenziosa.
< Se vinco io ti fai trovare a letto... > tento di dire prima che il riccio mi baci < mhh mi piaci quando hai queste idee >.
La sua mano sotto la mia maglia.
< Aspetta, che hai capito? > domando ridacchiando perché so che ha frainteso.
Alza le spalle < che stasera vuoi stare sopra >.
Rido per diversi secondi.
Certo come no.

Povero.
Povero illuso dei miei stivali.
A breve capirà la mia richiesta.
Nel caso dovessi vincere, ovvio...

< Che ridi? >.
Povero illuso.
< Allora? > domanda guardandomi.
< Stavo per dire... ti fai trovare a letto già col tuo bel pigiamino, pronto a farti una sana dormita abbracciato alla sottoscritta Caroline Smith >.
Lo vedo storcere la bocca < ma che schifo > si lamenta alzando le braccia < pensavo che ti volessi divertire >.
Gli stampo un bacio sulla mascella.
< Mi dispiace ma è la mia vincita >.
< Sei certamente una suora, lo sai? >.
< Questa suora ieri sera ti è piaciuta mi sembra > commento indicandomi.
Ridacchia < va bene >.
< Al mio tre > propongo.
< No al mio tre... tu bari >.
Lo mando a quel paese ma lo accontento.
< Uno >.
Lo guardo piazzandomi davanti le scale.
< Due >.
Tanto perdo.
< Due e mezzo >.
Perdo.
Cazzo, se perdo.
Tanto perdo.
< Tre! > urla iniziando a correre superandomi.
Maledizione!
Lui e quelle fottute gambe.
'Dai Care, impegnati'.
Devo impegnarmi.
Col piede destro salgo due scalini finendo per portarmi al suo pari però sbattendo il mignolo.
< Ahi, ahia > mi lamento fermandomi.
Vedo Harry fermarsi e chiedermi come sto.
Che male.
In questo momento sto vedendo le stelle.
< Ho sbattuto il mignolo > mi lamento facendo la piagnucolona.
< Mi dispiace > si scusa portandosi a livello del mio piede e prendendolo tra le mani per analizzare.
Lo guardo da su.
Ed un'idea malsana mi balena per la testa...
Ok, sto per morire dal dolore.
Ma magari posso approfittarmi del fatto che si sia abbassato per salire su in camera e vincere.
Barerei ovvio ma sti cavoli.
Devo vincere.
E basta.
Altrimenti mi tocca la doccia notturna...
< Dove hai sbattuto? > domanda mentre io gli indico il punto esatto delle scale.
< Non sai quanto mi dispiace > si riscusa spostando la testa in direzione delle scale.
Ora... è il momento.
Ora o mai più.
< A me no > ridacchio per poi iniziare a correre più che riesco raggiungendo la camera e vincendo.
< Hai barato, non vale > sbotta entrando in camera.
< Dovresti pagare una doppia penitenza > aggiunge avvicinandosi pericolosamente a me.
< Nessuno ha parlato delle conseguenze se avremmo barato... quindi ho vinto >.
< Sei una bugiarda >.
< E a te invece tocca dormire > allargo le braccia facendo la finta dispiaciuta.
Ridacchia < sai sempre come tirare l'acqua al tuo mulino eh >.
< Ho imparato dal migliore >.
Infilo il pigiama così come il riccio che non perde tempo a lamentarsi.
< Ti sarebbe piaciuta la doccia >.
< Sarà per un'altra volta > affermo per poi immergermi tra le lenzuola battendo la mano per far avvicinare il riccio che obbedisce.
< Però mi sono fatta male veramente >  dico prendendo il piede tra le mani.
< Fa' vedere >.
Glielo porgo mentre lui lo analizza < brutta botta eh, ti diventerà nero >.
Poi senza dire nulla si alza, va in bagno e ritorna poco dopo con una crema che applica sul mignolo sotto il mio sguardo intenerito da tale scena.
< Allora non sei proprio stronzo > gli dico per poi ringraziarlo con un tenero bacio.
< Nemmeno tu mi sembra > afferma a contatto con le mie labbra.
Faccio spallucce e poi mi stendo vedendo il riccio fare la stessa cosa.
< Harry? > domando una volta essermi fatta abbracciare.
< Dimmi >.
< Buonanotte > dico sul suo petto.
< Anche a te >.
< Harry? >.
< Non iniziare eh > ridacchia per poi chiedermi cosa c'è che non va.
Alzo lo sguardo < mi prometti che tra un anno saremo ancora qui? Ancora abbracciati? >.
Mi stampa un bacio per poi affermare dolcemente < anche tra due, tre anni... sempre così abbracciati >.
< Ti amo >.
< Ti amo anch'io > ribatte prima di ordinare serio < ma ora dormi altrimenti paghi pegno e si fa quello che dico io >.
Ridacchio.
E poi chiudo gli occhi.
Inebriandomi del suo profumo.
Del suo abbraccio.

E del suo amore.

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Capitolo 15
*** E così, siamo a tre... ***


Ed Harry la promessa l'ha mantenuta.
Perché oggi sono tre anni che stiamo insieme.
Tre anni.
Ci rendiamo conto?
Nessuno ci avrebbe scommesso... nemmeno io per intenderci.
Non perché non credessi in noi ma semplicemente perché si sa che nel tempo le cose possono cambiare.
Tante coppie si lasciano.
Può succedere.
È normale.
Non ci si trova più o non si va più d'accordo.
O semplicemente non ci si ama più.
Perché come nasce, l'amore finisce.
È brutto da dire ma è la realtà dei fatti.
L'amore finisce.
O meglio può finire.
Perché nel nostro caso non è finito.
Si è rafforzato, giorno dopo giorno.
Mese dopo mese.
Anno dopo anno.
Sorriso dopo sorriso.
Abbraccio dopo abbraccio.
Ti amo dopo ti amo.
So di essere fortunata e anche molto.
E non smetto mai di ringraziarmi.
Di ringraziare Harry per averci provato.
Per esserci dati una possibilità.
Perché da una possibilità è nata una storia solida e duratura come la nostra.
Fa strano ora pensare da quanti dubbi e paure e insicurezze mi sia lasciata sopraffare tre anni fa.
Fa anche strano pensare che io e Harry stiamo insieme da così tanto.
E senza nemmeno scannarci.
Un record eh.
Ovvio, abbiamo avuto, abbiamo delle discussioni, dei battibecchi ma è normale.
È anche quello essere una coppia.
Nel bene e nel male.
Ma la cosa importante è parlare.
Parlare, parlare.
Senza timori.
Paure.
Perché solo parlando si evitano problemi su problemi.
E io e Harry parliamo.
Tanto.
Parliamo, parliamo e parliamo.
A volte fin troppo.
Ovviamente scherzo.
Amo parlare con lui.
Amo sentirlo confidarsi.
Amo sentirlo blaterare cose su cose.
Perché amo lui.

Sorrido mentre scendo le scale di casa per andare in cucina.

È incredibile come da casa di Harry sia diventata nostra.
È come se l'avessimo comprata insieme.
Tutto rispecchia lati del carattere di Harry e lati del mio carattere.
Nemmeno a farci apposta.
Come se Harry alla fine sapesse fin dall'inizio che avremmo vissuto insieme.
Che saremmo stati insieme.
Raggiungo la cucina e mi fermo a pensare.
Che fare?
Apro il frigo prendendo la torta al cioccolato per mangiarla.
Dopo una giornata così... ne ho proprio bisogno.
Veramente bisogno.
È il nostro anniversario e... ho il ciclo.
Ho il ciclo maledizione.
Ci rendiamo conto?
Alla grande dai.
Non ho potuto organizzare nulla per stasera perché sto letteralmente morendo dentro.
Il dolore mi fa impazzire.
E ho voglia di abbuffarmi di cioccolato.
E basta.
Anche se in realtà avrei voluto organizzare qualcosa di carino per Harry.
Qualcosa di speciale.
Una cenetta a lume di candela.
Una serata d'amore.
Con quel completino sexy che ho comprato l'altro ieri.
E invece...
Niente.

< Mhh > mi ritrovo a mugugnare mangiando la torta direttamente dal suo contenitore.
Proprio buona.
Divina.
Prendo il cellulare, lo sblocco, apro whatsapp cliccando sul nome Harry per poi scrivere un veloce 'mi manchi'.
Guardo la torta e mi faccio invogliare dal mangiarne un'altra fetta.
Tanto ormai..
Fetta più, fetta meno la giornata va così.
E poi non c'è quella leggenda che dice che durante il ciclo non si ingrassa?
Vero?
Falso?
Nel dubbio mangio ad oltranza.


'Cos'è il ciclo ti fa essere più dolce?'

Sghignazzo prima di rispondergli.
'Stronzo' aggiungendo l'emoticon del dito medio.
Premo invio ed aspetto la risposta che non tarda ad arrivare.

'Ecco, mi sembrava strana tutta sta dolcezza...
Comunque mi manchi, non vedo l'ora di strapazzarti un po'.
A dopo -Harry xx'.


Mando giù l'ultimo boccone per poi decidere di mettere via la torta.
'Altrimenti finirai col diventare una balena Caroline'.
Mi ripeto come monito.
Guardo l'orologio e sbuffo.
Le 19.00.
Le 19?!
Com'è possibile?
Possibile che non passi mai il tempo?
Soprattutto quando decidi di restare a casa invece che andare al lavoro.
Harry dovrebbe staccare tra mezz'ora.
La mezz'ora più lunga della mia vita.
Che scocciatura.
'Magari potresti metterti a sistemare i fascicoli da consegnare all'avvocato Gillian'.
Lavoro, lavoro, lavoro.
Scuoto la testa.
Che si fotta il lavoro.
Oggi è la mia giornata di riposo.
Non sono andata a lavoro per riposarmi.
Per staccare la spina.
Ho il ciclo, sto di merda.
Quindi sti cazzi.
Sti cazzi il lavoro.
È da un anno che lavoro nello studio affiliato del signor Styles come segretaria e devo dire che mi piace.
Anche se mi sarebbe piaciuto di più lavorare con Harry che pur sempre facendo il segretario è stato mandato in quello del padre.
Dividendoci.
Ma d'altronde era l'unica soluzione viste le voci che mi davano per raccomandata solo perché sono la ragazza del figlio dell'avvocato Desmond Styles.
Ovvio, raccomandata lo sono.
Non potrei dire altrimenti; perché è la verità.
Ma è pur vero che io il mio lavoro lo prendo seriamente e mi impegno per dare il massimo facendo anche degli straordinari che nemmeno mi spettano.
Così, solo per aiutare gli avvocati nello studio.
Matt, Luke e Susan.
Due ragazzi e una signora.
'La stronza'.
Come spesso la chiamo a casa con Harry.
Ce l'ha con me.
Ce l'ha sempre avuta con me e non perde l'occasione per cercare di ricordarmi che sto lì solo per Harry e per grazia del signor Styles.
Mi odia in pratica.
Harry dice di no.
Ma io so che mi odia.
Per forza di cose.
Fortunatamente gli altri due avvocati sono simpatici e sempre carini con me.
Il che rende l'aria in studio meno pesante.
E più leggera.
Altrimenti non l'avrei sopportato.
Mi desto dai miei pensieri andando a riporre la torta per poi sbuffare sonoramente.
Che posso fare?
Una fitta al basso ventre mi costringe a prendere l'unica decisione possibile ossia buttarmi sul divano.
Ho detto già che palle?
Probabilmente sì e anche più volte.
Dopo essermi spaparanzata sul divano trovando la posizione più comoda afferro il computer portatile, così tanto per.
Apro Google e picchietto le dita sulla tastiera.
Che posso fare?
'Dovresti trovare il regalo per Harry stupida'.
Ecco, infatti.
Non ho ancora trovato un regalo per Harry.
Invece devo.
Un regalo voglio farglielo.
Ma cosa regalargli?
Un bracciale?
Mhh banale.
Un capo di abbigliamento?
Pure peggio.
Chiudo diverse pagine per poi chiudere gli occhi esasperata.
'Pensa Caroline, spremi le meningi' mi impongo severa.
Possibile che non mi venga in mente un regalo?
Eppure lo conosco bene ormai.
Ah!
Forse, forse forse... ho trovato.
Mi metto seduta per concentrarmi meglio e digito sul motore di ricerca 'percorso benessere&spa' iniziando a navigare su siti e siti.
So che magari non è il regalo perfetto ma secondo me gli piacerà.
Stiamo lavorando parecchio ultimamente e siamo stressati.
Un po' di sano relax non può che farci bene.
Ad entrambi.
Guardo diversi cottage per poi sorridere inconsapevolmente.
L'ho trovato.
È a Redditch (il che sarebbe perfetto perché passeremmo del tempo con Desmond ed Anne) ed è quello che fa al caso nostro.
Sembra delizioso.
È quello giusto, sono sicura.
Con un gesto atletico vado in cucina per afferrare il portafoglio da cui estraggo la mia carta di credito e tornare di là.
Prenoto per due persone col pernottamento di una notte.
Ovviamente trattamento completo.
'Prenotazione effettuata'.
Alzo il braccio in segno di vittoria e faccio un ballettino mentre stampo i due ingressi.
Harry, Harry.
Vedrai che ti piacerà il tuo regalo.
L'orologio segna le 19.15.
Ancora?
Sbaglio o oggi il tempo ce l'ha con me?
Per caso mi sta punendo per qualcosa?
Me la sta facendo pagare?
Per cosa poi?
Che faccio?
Mangiare ho mangiato.
Trovare il regalo di Harry... fatto.
Guardo una puntata della mia serie tv del momento?
Naaah.
Non mi va.
Potrei chiamare Lerya.
È da tre o quattro giorni che non la sento.
Sicuramente starà aspettando che la chiami.
Sì, forse chiamare Lerya e sentire una voce amica mi farebbe stare meglio e farebbe passare il tempo.
Afferro il cellulare e compongo il suo numero che so a memoria.
Uno squillo.
< Sì? >.
< Ciao Lè >.
< Oh per caso sto parlando con la mia amica che è sparita da giorni? > trilla la sua voce ironica.
Eccola…
Ridacchio < ho avuto da fare >.
< Sì, si con lavoro e blablabla >.
< Ehi non prendermi in giro è vero > la ammonisco io.
< Dai scema, sto scherzando >.
< Lo so >.
< Cosa mi dici? > chiede per poi aggiungere < sbaglio o oggi è l'anniversario di qualcuno? >.
Annuisco come se potesse vedermi < bingo >.
< Allora immagino che avrai preparato una bella seratina al riccio... impermeabile senza niente sotto? > domanda maliziosa prima di urlare a Zayn di fare silenzio.
Probabilmente si starà lamentando della sfacciataggine della sua ragazza.
Poco ma sicuro.
Ridacchio < sì, proprio così... ho il ciclo >.
< Pff che sfiga cazzo >.
< Vorrei morire >.
< Immagino... quindi niente sesso violento >.
< Lerya! > urla Zayn per poi confabulare qualcosa >.
< Zayn fatti i fatti tuoi... sto parlando con la mia amica che ha il ciclo e che non potrà festeggiare i suoi tre anni con Styles >.
< E c'è bisogno di essere così schietta? > le chiede lui per poi afferrare il telefono e dirmi < sai che non cambierà mai? Farà sempre delle allusioni >.
< Esattamente > dico sospirando.
Sento Lerya dargli un cazzotto sul braccio per poi riprendersi il telefono.
Ridacchio divertita.
È sempre la solita...
Non cambierà mai, ha ragione Zayn.
< Comunque per il resto come va? A parte il ciclo > chiede lei mentre la sento mettersi seduta sul divano.
Su quello che una volta era anche il mio divano.
< Al lavoro è un incubo >.
< Rompe ancora quella vecchia zitella? >.
< Avoglia > sbuffo.
< Lasciala perdere... almeno puoi rifarti gli occhi con quel bel bocconcino di Luke >.
< Lerya! > urlo più del normale.
< È la verità >.
Sorrido perché ha ragione.
Luke è veramente un bel ragazzo.
Molto bello per essere precisi.
Infatti diciamo che vederlo tutti i giorni non mi dispiace per niente... anzi mi aiuta ad affrontare meglio la giornata.
< Te invece come stai? > chiedo alla riccia che prontamente risponde < mha tutto nella norma... al lavoro è una palla e a casa devo sistemare tutto il casino che lascia in giro Malik >.
< Alla grande >.
< Oh sì > sbuffa sonoramente.
Poi chiede < questa settimana ci vediamo? Anche con gli altri... è da una settimana che non stiamo più tutti insieme e mi mancate >.
< Sì, ci sto... organizziamo qualcosa dai >.
< Lo sapevo che avrei potuto contare su di te Smith >.
< Mi conosci fin troppo bene >.
Sghignazza per dei secondi < probabile >.
Poi aggiunge < mi manchi molto Care >.
< Anche tu Lè, anche tu >.
Sospiro per poi continuare < ma ti prometto che appena mi rimetto ci vediamo... lavoro o meno ci vediamo >.
< Promesso? >.
< Promesso, parola di Caroline Smith > porto la mano al cuore per rendere più solenne il momento.
La sento sghignazzare divertita.
< Sai dovremmo andare a fare serata... io, te e la piccola Styles > afferma per poi chiedermi cosa ne penso.
< Direi che si può fare, ma solo noi tre senza ragazzi appresso >.
< Ovvio >.
< Sai le risate? > domando io immaginando già la scena.
< Pensa a quanto potremmo scroccare da bere >.
< Ecco, pensi sempre al bere tu eh > la rimprovero.
< Eddai, non fare la pallosa Caroline... > si lamenta < è da una vita che non andiamo a ballare e che non alziamo più il gomito >.
Roteo gli occhi ma in fondo so che ha ragione.
Perché è da tempo che non stiamo da sole noi tre, senza i ragazzi.
Quindi sì anche se magari non approvo tantissimo il suo voler esagerare con l'alcool acconsento alla sua proposta.
< Benissimo, chiamo Gemma e le dico di non prendere nessun impegno per sabato >.
< Sabato? >.
< Sì almeno la domenica nessuna di noi tre lavora... conviene no? >.
Effettivamente.
< Sì, hai ragione > dico per poi confessare < non vedo l'ora >.
< Anch'io... l'altro ieri ho giusto comprato una minigonna da capogiro >.
< Eccola che già pensa all'outfit > scherzo io facendola ridere.
< Ehi, sai come sono fatta >.
< Lo so... anch'io sono fatta così, infatti da domani penserò a cosa mettere > la rincuoro.
La sento ridacchiare.
< Perché ridi? >.
< Perché già penso a quello che potremmo combinare >.
< Andiamo bene... >.
< Il nostro obiettivo sarà ubriacarci > commenta entusiasta.
Ridacchio e prendo a giocare coi miei capelli < ho seriamente paura >.
< Sta' zitta e pensa a come infighettarti > mi intima per poi comunicare a Zayn i nostri piani per sabato.
< Ho seriamente paura > dice lui mentre io urlo per farmi sentire < anch'io Zayn! >.
< Fatevela finita > sbotta lei.
Rido sonoramente mentre li sento bisticciare.
Tipico.
< E noi ragazzi cosa faremmo? > domanda Zayn mentre lei col telefono all'orecchio risponde < cavoli vostri... >.
< Possono stare insieme a vedere le partite di football senza rotture >.
< Esatto > commenta per poi dire al ragazzo la mia proposta.
< Caroline, ti ho già detto che ti voglio bene? > domanda facendomi ridere.
< Digli che gli voglio bene anch'io >.
< Caroline dice che ti vuole bene > riporta la mia risposta al ragazza che mi manda un bacio volante.
< Harry non è ancora tornato? > domanda Lerya < non dovrebbe essere a casa? >.
< In effetti >.
Guardo l'ora sull'orologio.
Le 19.40.
Dieci minuti di ritardo.
Mai fatto ritardo.
Boh.
Se gli è successo qualcosa?
Non è che devo preoccuparmi?
< Non è che devo preoccuparmi? > chiedo apprensiva alla mia amica che prontamente mi tranquillizza.
< Non agitarti, vedrai che ha trovato traffico... oppure hanno finito tardi a lavoro >.
Ha ragione.
Non devo preoccuparmi.
Starà sicuramente tornando e a breve sarà qui.
< Sì, hai ragione > le dico annuendo per convincermi.
E infatti...
< Care! Sono a casa >.
Harry è rientrato.
< È rientrato > dico a Lerya che mi dice punzecchiandomi < visto? Te l'avevo detto di non preoccuparti >.
< Care? > domanda Harry appendendo la giacca sull'appendiabiti vicino la porta d'ingresso.
< Sono in sala > gli dico per poi salutare la mia amica < adesso devo lasciarti... ci sentiamo domani >.
< Va bene piccola innamorata > scherza lei < ci sentiamo domani... buona serata >.
< Anche a voi > le auguro chiudendo mentre sento Harry avvicinarsi al divano.
< Ehi > mi alzo andandogli incontro.
< Ho fatto tardi perché sono andato a prendere le pizze che ho ordinato > fa cenno con la mano i due cartoni in cucina.
Sorrido.

Cazzo, quanto lo amo.

< Non dovresti fare qualcosa? > domanda appoggiando le mani sui miei fianchi.
Faccio la finta tonta.
< Tipo? >.
< Tipo... salutarmi come si deve, ti dice nulla? > chiede malizioso, come al solito.
< Mh, forse > ridacchio prima di baciarlo per diversi istanti.
< Comunque buon anniversario > sussurra a contatto con le mie labbra.
< Buon anniversario anche a te > gli dico per poi posargli un altro bacio.
Mi ribacia e poi indicandomi le pizze mi ordina di andare a mangiare.
< Hai ragione, sennò si freddano >.
Gli prendo la mano e lo conduco in cucina sedendomi di fianco con la bocca aperta.
Che bontà.
Due pizze giganti.
Gnammi.
Pancia mia fatti capanna.
Ho una fame...
Che mi si porta via.
< Ti ho già detto che ti amo? > domando per poi aggiungere < se non l'ho fatto oggi... te lo ripeto: Harry Styles ti amo >.
< Ti amo anch'io Smith... > commenta accarezzandomi la guancia.
Con la bava alla bocca afferro un pezzo di pizza addentandolo.
< Come stai? >.
< Mhh... il dolore mi sta facendo impazzire > affermo < è il gioco dell'essere donna >.
< Dopo ti preparo la borsa dell'acqua calda >.
< Oh sì, ti prego > supplico mentre il riccio finisce il primo pezzo di pizza.
< Al lavoro tutto ok? > domando io guardandolo.
Annuisce < oggi ho dovuto sistemare un botto di pratiche >.
< Non mi ci far pensare... anche io dovrei farlo >.
< Che ti frega? Lo farai domani al lavoro >.
< Oggi potevo approfittarne >.
Lo vedo roteare gli occhi.
< Lavori troppo >.
< Non è vero >.
< Sì invece... >.
Ridacchio perché so che ha ragione.
Fottutamente ragione.
Lavoro troppo.
E potrei anche non farlo.
Perlomeno una volta finito il mio, stop.
Ma è più forte di me.
Sono un po' una crocerossina.
< È che sei una crocerossina > commenta pizzicandomi una guancia.
< Probabile > alzo le spalle.
< Che hai fatto oggi? > domanda prendendomi la mano e facendomi sedere sulle sue gambe.
< Senza il tuo fidanzatino preferito... > fa la voce da bambino facendomi sorridere.
< Mi sono rotta letteralmente >.
Poi spiego < ho mangiato, anche tanto >.
< Cicciona >.
< Ehi > mi lamento io piagnucolando.
Poi mi indico < è colpa del ciclo >.
< Sto scherzando, non fare la pallosa > commenta lui andando a mordere il mio orecchio.
< Mi sei mancato tantissimo oggi > confesso io sistemandomi meglio per poter osservarlo.
Con la mano non sporca di pizza gli accarezzo il volto e gli porto le mani tra i capelli districandoli come meglio riesco.
Sorride e mi bacia il naso < anche tu... stamattina non volevo svegliarti, dormivi così bene >.
< Dovevi svegliarmi invece > mi lamento perdendomi nei suoi occhi.
È così bello.
Mi fa mancare il respiro ogni volta che lo vedo.
Anche adesso che si è fatto crescere i capelli che gli arrivano quasi alle spalle.
< Dovresti tagliarli > lo punzecchio prendendogli una ciocca e arricciandola.
Alza gli occhi al cielo < quante volte devo ripeterti che i miei capelli non si toccano? >.
Ridacchio perché risponde sempre così.
Ogni volta.
E ogni volta io mi diverto a farglielo ripetere.
< Piuttosto... hai sentito gli altri? > chiede cambiando argomento.
< Perché stavamo pensando di stare a cena tutti insieme sabato > aggiunge spiegandomi di aver sentito Niall nel pomeriggio.
Lo guardo e mi mordo il labbro.
Mi guarda e chiede che cosa c'è che non va.
< È che con Lerya stavamo pensando di andare a fare serata: io, lei e Gemma >.
< Sabato? >.
< Sabato... almeno il giorno dopo nessuna di noi deve lavorare > commento giocando con le sue collanine.
Annuisce < va bene, allora noi verremo con voi >.
Non ha capito niente il ragazzo.
Povero illuso.
< Ehmm Harry > tento di dire mentre lo vedo non capire; < vorremmo far serata da sole >.
Marco bene la parola sole.
< Che c'è volete fare le single? > chiede divertito.
< Può darsi >.
< No bella, tu non lo sei >.
< Cosa? >.
< Single > asserisce marcando bene la parola single.
< Geloso? >.
< Ovvio > risponde pizzicandomi un fianco.
Faccio spallucce.
< Peggio per te >.
Aggiungo < noi andremo da sole >.
Ridacchia divertito < ho capito, ho capito... noi ragazzi dovremmo farci da parte e lasciarvi passare la vostra serata da sole >.
Oh, è stato facile no?
< Ecco, così va meglio >.
Gli prendo il viso e lo bacio.
Sorride a contatto con le mie labbra < dovrebbe essere sempre il nostro anniversario >.
< Perché? >.
Spiega < per farti essere sempre così dolce e mansueta >.
< Ah sì? > domando accigliandomi appena.
< Sì >.
Poi aggiunge beffardo < ma tanto già sai che mi piaci sempre... anche quando fai la stronza, l'acida come la panna scaduta >.
Sghignazzo e poi mi avvicino al suo viso per baciarlo.
< Che c'è? > domanda lui divertito.
< Oggi non ti ho visto mai, quindi ti sto ricompensando dei baci mancati > spiego per poi cercare un contatto più profondo.
Gli prendo il viso appoggiando la mano sulla guancia per riconcentrarmi sulle sue labbra che non si fanno attendere.
La sua mano sul mio fianco mentre io gli mordo il labbro inferiore.
Il riccio inizia così una gara di morsi fino a che non decide finalmente di schiudere le labbra per poi fare incontrare la sua lingua con la mia che non vedeva l'ora.
I nostri respiri si fondono mentre le lancette dell'orologio ticchettano l'ora riempiendo la stanza che altrimenti sentirebbe solamente gli schiocchi dei nostri baci.
< Mhh, sì mi sei mancata anche tu > confessa il riccio per poi posare una serie di baci lungo il mio collo, mentre io chiudo gli occhi per assaporarmi il momento.
Lo stringo forte a me per poi lamentarmi < che palle sto ciclo di merda >.
< Lo so > mi stampa un altro bacio sul collo per poi mugugnare parole incomprensibili.
< Avevo già pensato a come rendermi sexy > lo stuzzico all'orecchio facendolo ridacchiare.
< Ah, sì? > domanda ironico mollandomi un bacio.
Annuisco.
< Allora vorrà dire che non appena ti finisce ci barrichiamo in casa a recuperare il giorno perso >.
Ridacchio mentre il riccio mi stampa un bacio < con tanto, tantissimo sesso >.
Con la mano destra gli stringo le guance per poi schioccargli un bacio.
< Non vedo l'ora >.
Eccome, se non vedo l'ora...
Gli faccio cenno di andare a stenderci sul divano per stare più comodi.
Annuisce e mi segue fino al divano dove aspetto che si sieda per appoggiare le mie gambe sulle sue.
Così da stare distesa.
< Che c'è? > gli chiedo vedendolo fissarmi.
< È che... sei così bella che a volte stento a capacitarmi di come tu sia rimasta con me invece che cercare qualcun'altro > spiega osservandomi.
< La risposta è semplice >.
Chiede senza esitazione < ossia? >.
< Ossia che non ho bisogno di qualcun'altro testone... ho bisogno di te > rispondo marcando bene ogni singola parola.
< Tre anni son tanti non trovi? >.
< Sì, sono tanti >.
Ha ragione.
Sono tanti.
Non sembrano ma lo sono.
E pesano.
< Che è ci stai ripensando? > domando stuzzicandolo.
Il moro mi guarda divertito < stai scherzando, vero? >.
< No >.
< Dove la trovo un'altra così sexy come te? >.
< Da tutte le parti > continuo il gioco facendo spallucce.
Mi indica < ti stai prendendo gioco di me >.
< Nient'affatto >.
< Ma ti sembra che io possa lasciar scappare la ragazza più sexy e affascinante di tutta Londra? > domanda mentre io gli intimo di farla finita.
< Capace di farmelo venire duro anche in tuta? >.
Strabuzzo gli occhi tirandogli un cazzotto veloce.
Non è cambiato di una virgola eh?
Impertinente e malizioso era ed impertinente e malizioso è rimasto.
< Non ti meriti il mio regalo allora > commenta mettendo su un sorrisetto che mi fa sciogliere il cuore.
Regalo?
Mhh.
La cosa si fa interessante allora.
< Curiosa? > mi beffeggia mentre io sto morendo dentro lentamente.
< Allora non avrai problemi a chiudere gli occhi... >.
< Fatto > dico chiudendo gli occhi sentendo il riccio alzarsi per andare a recuperare quello che so essere il mio regalo.
< Apri gli occhi >.
Apro gli occhi e un sorriso va ad incurvare le mie labbra non appena mi mette il regalo tra le mani.
Lo guardo impaziente ma aspetta il suo via per poterlo aprire.
< Puoi aprirlo eh >.
Sorrido mentre prendo a scartare il pacchettino per poi fermarmi e guardarlo.
< Non ti mangia >.
< Vado allora > dico io concentrata mentre tiro fuori la scatolina blu.
E se è un anello?
'Non è un anello, calma' mi ripeto più volte.
Non è un anello.
Cerco di tornare in me per poi aprire la scatola e rimanere di sasso.
Una collanina d'argento con una croce come ciondolo.
Come la sua.
Identica, se non per il fatto che è più piccola.
Lo guardo incapace di sillabare qualsiasi parola.
< Ti piace? > domanda sorridendo.
Annuisco < è... è semplicemente... >.
< Semplicemente? >.
< Semplicemente bellissima > dico infine per poi alzarmi per poterlo ringraziare meglio.
< Dietro hai letto cosa c'è scritto? >.
Scuoto la testa mentre lo vedo armeggiare con la collanina prima di leggere 'per sempre tuo... Harry'.
Guardo Harry e una lacrima sfugge al mio controllo.
< Ehi > sussurra mentre asciuga un'altra lacrima che è scivolata < non piangere >.
< È che... sei la cosa più bella che mi potesse capitare che a volte mi chiedo se me lo merito > spiego con la voce tremante.
È vero.
Ogni tanto me lo chiedo.
È che è talmente prezioso... speciale che ho sempre paura di non aver fatto nulla per meritarmelo.
< Te lo meriti eccome > afferma per poi farmi segno di girarmi per potermi mettere la collanina al collo.
< Fatto >.
Guardo la mia collana e guardo la sua per poi avvicinarmi < grazie >.
< Prego >.
Gli do un bacio e ridacchio non appena sento una lacrima posarsi sulle sue labbra.
< Cosa ridi? >.
< Rido perché sto piangendo come una scema >.
Il riccio annuisce e dopo avermi pregato di non piangere più mi asciuga le lacrime.

Che caro.
Mi riesce difficile non amarlo ogni giorno che passa sempre di più.
Guardo la collanina e non posso che sorridere involontariamente.
È come se fosse una promessa.
È importante.
Vuol dire che ci sarà sempre per me.
E che sarà per sempre mio.
Mio e basta.
Di nessun'altro.
È una promessa.

< Ora > gli dico per poi ordinargli di chiudere gli occhi < tocca a me >.
< Mi hai fatto un regalo? >.
< Ehi... cosa pensi che sia? Una spilorcia? >.
< No è che... >.
< Che? >.
< Ogni volta ti dimentichi > scherza lui prima che io affermi < hai ragione, ma non questa volta... devo recuperare >.
< Sto scherzando Caroline > commenta guardandomi < a me non frega dei regali... il mio regalo preferito rimani sempre tu >.
< Smielato > lo punzecchio; < ora però chiudi gli occhi e fa' silenzio per un attimo >.
Il riccio annuisce e fa come gli ho detto < ok, capo ai suoi ordini >.
Mi alzo quanto basta per aprire il computer ed estrarne i due biglietti che ho stampato poco prima che tornasse a casa.
< Tataaan > glieli porgo aspettando che apra gli occhi.
Lo vedo illuminarsi.
Bene, gli è piaciuto.
< So che non è chissà che... >.
< Scherzi? > domanda lanciando un urletto.
Scuoto la testa per poi spiegare sincera < rispetto alla tua collana il mio regalo non vale niente >.
< Ma cosa dici? > chiede per poi avvicinarsi ed abbracciarmi < lo apprezzo molto >.
< Ho pensato che staccare la spina ci aiuterà >.
< Lo penso anch'io... e non vedo l'ora >.
Mi ringrazia nuovamente mentre io mi lascio baciare.
< Quand'è la partenza? >.
< Settimana prossima... > dico per poi fargli notare dove si trova il cottage.
< Ho pensato che magari il giorno dopo invece che partire subito potremmo passare a trovare i tuoi >.
Annuisce e dice che è perfetto, che non vede l'ora di partire e stare un po' con me.
< Anch'io Harry >.
< Mi hai reso il ragazzo più felice del mondo > .
Ridacchio < addirittura? >.
< Sì non scherzo >.
< Sono contenta allora >.
< E poi ho letto che pernotteremo lì una notte, giusto? >.
Gli do ragione.
< Diciamo che sto immaginando a come potremmo essere rilassati... > afferma abbassando il tono della voce.
< Mhh > mugugno io facendo finta di non capire.
Si sporge per poi stendersi su di me e iniziare a baciarmi il collo con fare sensuale.
< E sto anche pensando a come potremmo impiegare le ore notturne >.
< Dormendo? >.
Si lamenta ma continua a baciarmi il collo per poi scuotere la testa.
< Ah no? Pensavo che la notte si dormisse > scherzo io infilando le mani nei suoi capelli.
Ridacchia più volte e poi malizioso sussurra < non solo Smith, non solo >.
Rabbrividisco non appena prende a mordermi il collo iniziando a lambirlo con la punta della lingua.
< Harry, ti prego >.
< Che? > domanda alzando la testa.
< Se continui così non riuscirò a non saltarti addosso >.
< Smith Smith... > esordisce stupito per poi chiedere con un sorrisetto < cos'hanno appena sentito le mie orecchie? >.
< Hai sentito benissimo >.
< Che non riesci a resistermi? >.
Alzo gli occhi al cielo.
Mi sta provocando.
E lo sa fare molto bene.
< Allora? > chiede guardandomi meglio.
< Che non riesco a resisterti sì > dico alla fine mentre lui sorride mostrando le fossette.
< Sono umana anch'io > mi indico.
< Sì ma di solito sono io a ricordarti di non riuscire a resisterti > dice lui beffardo.
Alzo le spalle < sarà il ciclo >.
Il riccio annuisce e poi appoggia la mano sul mio ventre accarezzandolo.
Oh no.
Ti prego Signore.
Non ricominciamo.
Non oggi almeno…
< Ci pensi mai? >.
< A cosa? > chiedo non capendo.
In realtà ho capito benissimo a cosa si riferisce.
Ma far finta di non capire è una dote non da tutti.
Ed io la so mettere in pratica da sempre, praticamente.
< Bhe... a quando avremo dei figli >.
Lo guardo ma non rispondo.
< Io ne vorrei due > afferma lui iniziando a fantasticare sul nome e sul loro aspetto fisico.
Io invece lo guardo in silenzio.
< Vuoi dei figli? > domando alla fine.
Ne abbiamo già parlato, perché riparlarne?
Annuisce < mi piacerebbe... ovvio non adesso >.
Annuisco convinta e poi capisco che si è fregato con le sue stesse mani.
Oh, sì...
Si è fregato.
E da solo.
< Senza sposarmi non penso di riuscire a fare figli > dico seria vedendolo alzare la testa come a dire 'ancora?'.
Sì ancora.
So che è una stronzata immensa quella che ho appena detto.
Che non ci si deve sposare per forza.
Ma io ci tengo.
Davvero tanto.
Ma ahimè Harry da quella conversazione a casa dei suoi, ormai tre anni fa, non ha cambiato idea.
Anzi, è sempre più convinto.
< È così > dico incrociando le braccia mentre lui si alza sistemandosi per osservarmi meglio.
< Mi spieghi perché ti sei fissata con questa cosa del matrimonio? > domanda ridacchiando leggermente cercando di stemperare l'aria.
E soprattutto cercando di calmarmi... perché sa già come andrà a finire.
Sì, che lo sa già.
< E tu mi spieghi perché ti sei fissato che non vuoi sposarti? >.
Colpito e affondato.
Boomtown.
Per citare Liam.
< Lo sai Care >.
< No, non lo so... perché? > chiedo scettica < cosa c'è di male nello sposarsi? >.
< Non credo in una cosa che è praticamente un'imposizione >.
< Un'imposizione? > chiedo accigliandomi appena.
Annuisce.
Ci risiamo, dannazione.
< È una cosa che viene naturalmente quando due persone si amano >.
< È una cosa che ti viene imposta perché altrimenti non sei considerata una coppia > spiega allargando le braccia.
Sbuffo.
< È inutile che sbuffi >.
< Sbuffo perché stai dicendo una marea di stronzate >.
< Io? Ma dai... tu credi nel matrimonio Caroline >.
< Allora? È così sbagliato credere di legarsi a quella persona di fronte a Dio? >.
< Perché pensi che Dio se non siamo sposati ci giudicherà male? >.
< Ma che stai dicendo? > domando alzando la voce.
< Non è tutto un matrimonio > sbotta < non ruota intorno a quello >.
< Ovvio, lo so... non sono stupida >.
< Allora ragiona, dannazione >.
< Te e questa storia del matrimonio >.
Lo guardo.
< Ma in un futuro vorrai sposarti, diamine! > sbotto.
< Non credo nel matrimonio > sillaba ogni singola parola come se non capissi.
Aggiunge < mi hai già stancato a dirla tutta >.
Lo guardo < voglio capire perché ti ostini così tanto ad odiare il matrimonio >.
< Già detto… non farmi essere ripetitivo >.
< Non vuoi sposarmi? > chiedo guardandolo.
< Harry... > ci riprovo ma non ottengo nessuna risposta.
Tanto non cambierà mai idea.
Devo mettermelo in testa.
 È inutile anche parlarne.
< Tanto non cambierò mai idea, mettitelo in testa > finisce alla fine mentre io mi alzo < bene >.
< E adesso dove vai? > domanda vedendomi avviarmi in cucina.
< A pregare Dio di farmi stare calma! > esclamo io allargando le braccia.
Con passo spedito mi dirigo in cucina dove afferro un bicchiere che riempio d'acqua.
Bevo tutto d'un sorso e scuoto la testa.

È sbagliato pensare di volersi sposare?
È così sbagliato?
Non credo.

Ovvio, non sarà un matrimonio a fare la coppia... ma è inutile negare l'importanza.
Mi fa una rabbia pensare che non cambierà mai idea.
Lui e quella fottuta testa.
Dannazione.
Non è la prima volta che discutiamo per questa cosa.
Ultimamente sta succedendo diverse volte.
Ed ammetto che sono io a far nascere la discussione.
Perché mi impunto.
Mi impunto in una cosa in cui credo... credo enormemente.
Sbuffo sonoramente.
Devo mettermi in testa che non ci sarà nessun matrimonio.
Basta.
È così.
'Ficcatelo bene in testa' mi ripeto dandomi della stupida.
Se voglio stare con lui devo accettare che non si vuole sposare.
Devo accettarlo, seppur a malincuore.
Ma devo farlo.
Perché in una coppia non si può obbligare l'altro a fare una cosa che non vuole fare.
Mai.
Bisogna saper rispettare e accettare le differenze altrui.
Però, porca miseria se è difficile... quando da sempre hai sognato come sarebbe stato l'abito bianco.
Come sarebbe stato il giorno del tuo matrimonio.
Farsi accompagnare all'altare da tuo padre.
I sorrisi nei volti dei propri cari e degli amici.
E i cuori ricolmi di emozione degli sposi.
Scuoto la testa.
Basta così.
Poi d'un tratto mi volto e guardo la foto attaccata su un angolo della parete.
La mia foto preferita.
Io, Harry e uno spaghetto a legarci.
Come in Lilly e il Vagabondo quando Lilly e Biagio vanno a cena e alla fine si ritrovano a condividere lo stesso spaghetto per poi scambiarsi un tenero bacio.
Ce l'hanno scattata l'anno scorso Gemma e Niall in un ristorante italiano.
Mi mordo le labbra.
Siamo così belli...
Non c'è bisogno di tante spiegazioni... si vede che c'è l'amore.
È il nostro terzo anniversario e stiamo litigando.
Che stupidi...
Dovremmo festeggiare, ridere e scherzare.
E invece io sono in cucina ed Harry in sala.
Tutto per colpa di questo benedetto matrimonio.
Mi odio e lo odio quando facciamo così.

Sbuffo e muovendo la mano involontariamente faccio cadere il bicchiere che si rompe.
Ci mancava solo questo.
Che sfiga!
Mi abbasso per cercare di raccogliere la metà integra del bicchiere ma non appena lo afferro mi taglio sul dorso che così inizia a sanguinare mentre io impreco senza rendermene conto.
Sento i passi di Harry avvicinarsi e annuisco non appena mi chiede se mi sia tagliata.
< Merda > impreca imponendomi di non svenire.
Mi conosce e sa che di fronte al sangue svengo.
Non lo so ma è più forte di me.
< Stai calma > mi dice infondendomi coraggio.
Mi tira su delicatamente e mi ordina di non muovermi e di non guardare mentre lui correndo va a recuperare la cassetta del pronto soccorso.
'Non svenire Caroline' mi dico non guardando il sangue che scorre.
Mi sono tagliata bene eh.
Un bel taglio per la precisione.
Non devo svenire.
Non devo svenire.

< Dammi la mano > afferma tornando col fiato corto.
Ha corso?
Si lava le mani con cura.
< Hai corso? > domando mentre lui annuisce < sai com'è rischi di svenire da un momento all'altro >.
Mi mordo il labbro e volgo lo sguardo da un'altra parte mentre Harry disinfetta la ferita per poi applicare i cerotti strip.
Quelli che fungono da punti per intenderci.
< Ti sei tagliata bene > commenta per poi fasciarmi la mano < ora cerca di non sbatterci per favore >.
Annuisco e lo ringrazio.
< Possibile che non ti possa lasciare un attimo da sola che mi combini dei guai? >.
< Probabilmente >.
Ridacchia per poi raccogliere con la scopa i pezzi di vetro buttandoli nel cassonetto apposito.
Sposto lo sguardo in tutte le direzione pur di non incontrare il suo sguardo.
< Grazie > lo ringrazio per poi aggiungere < puoi tornare di là se vuoi >.
< Non voglio tornare di là senza di te >.
< Pazienza > dico facendo spallucce mentre mi volto.
< Care >.
La sua voce tra i miei capelli.
Mi volto e lo guardo.
< Vieni di là > mi fa cenno indicando la sala.
Annuisco ma non proferisco parola mentre mi siedo portando le gambe sotto il sedere.
Il riccio si schiarisce la voce.
< Tutto ok? > chiede posando una mano sulla mia gamba.
Annuisco < tutto ok >.
Non è tutto ok.
Ma facciamo che è tutto ok.
< Sicura? >.
< Sicura > la voce rivolta ad un sussurro.
Scuote la testa < non mi sembra >.
Poi mi chiede dolce < mi guardi per favore? >.
La sua mano a prendermi il viso.
< Care... ti prego >.
Lo accontento guardandolo.
< Che c'è? > chiedo a muso duro.
< Scusami > si scusa lui seriamente dispiaciuto < non volevo litigare >.
Nemmeno io.
< Nemmeno io > ammetto mordendomi il labbro inferiore per poi scusarmi.
< Senti Care... > inizia a dire prima che io lo fermi.
< No aspetta Harry... parlo io >.
Annuisce.
< Hai ragione >.
< Su cosa? >.
< Sul matrimonio >.
Un profondo respiro a interrompere il discorso appena iniziato.
Ce la posso fare.
Ce la devo fare.
Poi spiego < ci ho riflettuto e hai ragione quando dici che non abbiamo bisogno di sposarci >.
< Ho esagerato > ammette le sue colpe < non dovevo attaccarti in quel modo... alla fine è un tuo desiderio >.
Scuoto la testa < non sentivo ragione... non potevi fare altrimenti >.
< Care io ti amo più della mia stessa vita >.
Sapessi io, sapessi...
< Anch'io >.
Anch'io, troppo.
Follemente.
La sua mano ad accarezzarmi la guancia.
< E voglio che tu sappia che se anche non ci sposeremo staremo insieme per sempre > asserisce per poi continuare < non voglio che tu pensi che se non ci sposiamo un giorno ti lascerò e me ne andrò >.
Ecco è proprio questo il problema.
Ho paura che non sposandomi un giorno mi lasci.
< Me lo prometti? >.
< Ma certo... dove vuoi che vada senza di te? > domanda puntando i suoi occhi nei miei facendomi sciogliere.
< Anzi facciamo così > propone mettendosi in riga con la mano sul cuore < io il qui presente Harold Edward Styles prometto a te Caroline Smith di amarti per sempre e di non lasciarti mai >.
Ridacchio.
< Tocca a te >.
Sul serio?
Sul serio devo farlo?
< Devo farlo veramente? > chiedo io storcendo la bocca.
< Certo! È una promessa d'amore e come tale dovremmo rispettarla >.
Il mio silenzio fa sì che Harry mi rincuori < è un patto e i patti si rispettano... quindi avanti giurami di amarmi fino alla notte dei tempi >.
< Ok > porto una mano sul cuore prima di ripetere la stessa promessa < io Caroline Smith prometto a te Harold Edward Styles di amarti per sempre e di non lasciarti mai >.
< Ecco... almeno capisci che non ti sto prendendo in giro e che sul serio voglio passare tutta la vita con te >.
Mi sorride ed io mi sciolgo.
< Siamo proprio due cretini eh... litigare il giorno del nostro anniversario >.
< È perché ci amiamo troppo Care >.
< Abbracciami > gli chiedo aprendo le braccia.
< Vieni qui > mi abbraccia stringendomi per trasmettermi tutto il suo amore.
< Non parliamone più > dico io sussurrando.
Annuisce e sorridendo < basta... non parliamone più >.
< Neanche di figli > diciamo entrambi per poi scoppiare a ridere.
Annuisco < pensiamo a star bene... il resto non conta >.
< L'importante è che ci amiamo >.
< Vero? > chiede guardandomi.
Annuisco < vero >.
Mi stendo e gli chiedo di fare la stessa cosa.
Il riccio si stende di fianco facendo combaciare i nostri petti per non farmi cadere.
Con la mano destra afferra il plaid e la stende per coprirci.
Prendo a giocare con la sua collana e gli chiedo < come ti è venuto in mente di regalarmi la stessa collanina? >.
< Perché so che ti piace... ci giochi sempre > ridacchia sfregando il naso contro il mio.
< Mi conosci bene >.
Sorride ed annuisce.
< Comunque stavo pensando che ai tuoi potremmo fargli una sorpresa, che dici? >.
< Non li avvisiamo? >.
< No... è meglio fargli una sorpresa >.
< Faccio quello che mi dici di fare >.
Sghignazzo < mi piace questa cosa >.
< Perché ti piace fare la capetta >.
< Nah >.
< Sì Caroline >.
< Andiamo... sei sempre stata una capetta > afferma mentre io scuoto la testa.
Poi cedo e confermo la sua teoria.
< Visto? Avevo ragione > commenta < come sempre d'altronde >.
< Ancora con questa storia? >.
< Sì... perché ho sempre ragione > ribatte prima di aggiungere < mi dispiace, non puoi farci nulla >.
Inizio a blaterare cose su cose mentre il riccio mi ascolta attento.
< Ora basta >.
< Cosa? >.
< Basta blaterare >.
Mi abbraccia < fatti spupazzare per benino >.
Ridacchio ma poi lo lascio fare respirando il profumo della sua pelle.

Alla fine è questa la cosa più importante.
Io e Harry abbracciati.
E innamorati.
 

 
Ehilà a tutti!
Da questo capitolo come avete notato c’è un salto temporale di tre anni… perché è adesso che arriva il bello.
Non volevo farla troppo lunga, quindi ho deciso che fosse meglio così…  eee niente, volevo solo dirvelo. xx

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Capitolo 16
*** Serata sia! ***


Oggi è il gran giorno.
Io, Gemma e Lerya faremo serata.
Da sole.
E sarà un successo.
Ne sono sicura.
Serata tra donne... un po' alla sex and the city per intenderci.
Ridacchio da sola perché già so che scorreranno litri di alcool.
Alla fine con Lerya si finisce sempre così.
Si parte col dire 'stasera si beve poco' e invece il giorno dopo ci si ritrova in uno stato a dir poco comatoso.
Ma direi che va bene così.
Ho proprio bisogno di distrarmi dal lavoro e di staccare la spina facendo un po' di sana baldoria.
E se questo include l'alzare un po' il gomito... ben venga.
Anche se domani rimpiangerò di averlo detto.

Sicuro... mi conosco.

Con questo spirito da 'chissenefrega' apro il cassetto dell'intimo che infilo per poi posizionarmi davanti all'armadio aperto.
Che mi metto?
Bella domanda.
La domanda della vita in questo preciso momento.
Che mi metto?
Devo trovare qualcosa che mi piaccia e soprattutto di comodo... e non è per niente facile tra tutto il macello di vestiti che ho.
'Potrei mettere il vestito di pelle con le maniche a sbuffo' dico guardandolo.
Mhh no.
Non mi va.
Ho bisogno di altro.
'La minigonna?'.
Scuoto la testa.
Devo impegnarmi dannazione.
Che cavolo posso mettere?
'Impegnati' ripete la mia coscienza risoluta.
Perché è così difficile essere donne?
Vestirsi... truccarsi... scegliere con cura gli accessori.
Un incubo praticamente.
Soprattutto in serate come queste di stasera dove vorresti sbattere la testa contro il muro e infilarti nel letto mandando a cagare tutti.
Tiro fuori diverse maglie più o meno scollate con i relativi abbinamenti.
Magari così ho l'illuminazione.
Inizio ad abbinare top con gonne varie guardandomi allo specchio.
Pff.
Sbaglio o oggi qualsiasi cosa provi mi sta di merda?
Non mi piace niente.
Forse sarà che vedo la mia faccia struccata... o i capelli ancora non sistemati... fatto sta che non mi piaccio per niente.
Sbuffo mentre mi siedo sul letto riflettendo sul da farsi.
Magari se prima mi trucco riesco a capire come vestirmi.
No?
Annuisco per convincermi e mi dirigo in bagno dove afferro la trousse pensando a cosa usare e cosa no.
Oggi voglio seguire i consigli di Harry e non esagerare ma restare quanto più naturale possibile.
Almeno sarà contento.
Applico il correttore sotto le occhiaie e la base sugli occhi per poi sfumarli con la beauty blender attenta a non creare macchie varie.
Poi afferro il pennello da sfumatura per poi prendere un marroncino rosato che sfumo nella piega dell'occhio per creare dimensione; con il dito picchietto un color bronzo con un tocco di rosa sulla palpebra mobile per dare luminosità.
Mi guardo con attenzione nel grosso specchio del bagno prima di applicare il mascara attenta a non sporcarmi la palpebra come di solito invece accade.
Applico la cipria in polvere libera per settare in primis il correttore e poi il resto del viso in modo da non farlo diventare lucido nel corso della serata.
Visto che balleremo e di conseguenza suderemo è meglio non farsi trovare impreparate.
Con un pennello per il contouring prelevo la terra che sfumo sugli zigomi attenta a non esagerare per poi diventare una Kardashian; poi applico l'illuminante e mi specchio annuendo per il risultato ottenuto.
Ora manca solo la tinta.
Ma a quella ci penserò dopo aver capito come vestirmi.
Così da decidere in base all'outfit generale.
Torno in camera e mi volto non appena sento il campanello di casa suonare.
Una volta, due, tre volte.
Chi diavolo sarà?
Harry ha le chiavi, perché dovrebbe suonare?
È troppo tardi per essere un postino.
Ed è troppo presto per essere Lerya e Gemma che si stanno preparando insieme.
Afferro la tuta che infilo veloce mentre scendo le scale rischiando così di fare un bel volo e di rompermi l'osso del collo una volta per tutte.
Ma... son dettagli.
L'importante è raggiungere la porta per vedere chi è che mi disturba in un momento tanto delicato.
Schiavo la porta a due mandate e boccheggio quando mi trovo davanti Niall, Liam e Louis con un sorriso a trentadue denti.
Eccoli… già tremo.
Che ci fanno a quest'ora a casa mia?
< Che ci fate voi qui a quest'ora? >.
< Ci fai entrare sì o no? > chiede Niall mentre io faccio un cenno con la mano mentre appoggio l'altra sul fianco sinistro.
< Allora? > domando una volta rientrata.
< Ciao anche a te Caroline > sbotta Louis per poi venirmi ad abbracciare.
< Dovresti chiederci come stiamo... invece che fare l'acida >.
< Louis non appena mi direte che ci fate qui vi valuterò per benino >.
< Acida > commenta Niall facendo ridere gli altri.
< Bhe avevamo appuntamento per quest'ora con Harry... non te l'ha detto? > domanda Louis osservandomi.
Scuoto la testa < tra l'altro Harry non è ancora rientrato >.
< Ancora? >.
Faccio spallucce.
Che ne so.
Poi sbianco.
Significa che resteranno qui tutta la sera a vedere partite e mangiare schifezze?
< Quindi significa che resterete qui a far danni? > chiedo io mettendo su un falso sorriso.
Perché domani già mi vedo che mi toccherà pulire tutto il macello in sala.
D'altronde... conosco i miei polli.
< Comunque nel frattempo che torna... sedetevi pure > indico i vari divani < io devo andare a prepararmi >.
< Sei nel bel mezzo di una crisi? > domanda Liam < fammi indovinare: non sai cosa mettere >.
< Hai fottutamente ragione > dico per poi indicarmi < forse alla fine ci andrò direttamente con la tuta >.
< Ma va > fa un cenno con la mano prima di rincuorarmi < sono stra sicuro che alla fine riuscirai a trovare qualcosa da mettere >.
Ci penso su un attimo per poi annuire.
< Vado di sopra >.
Poi aggiungo < poco macello voialtri >.
< Tranquilla Smith... saremo degli angioletti > ridacchia Niall mentre lancia un cuscino a Liam.
Ecco... appunto, partiamo bene.
Cerco di non pensarci e facendo le scale a due a due, come sono abituata a fare, raggiungo camera mia dove ad attendermi ci sono i vestiti sparsi sul letto.
A noi due.
Guardo una maglia con uno scollo a v molto pronunciato e al volo decido di provarla per vedere come mi sta.
'Non va' mi dico contrariata.
Oggi è dura porca miseria.
Non trovo niente che mi piace.
Prendo un vestito di velluto rosso che prontamente tolgo sbuffando rumorosamente.
Che diamine!
Mi sta tutto male oggi… che succede?
'Magari posso provare quei pantaloncini di pelle nera e abbinarci sopra la camicetta trasparente' ragiono per poi afferrare entrambi i capi indossandoli.
Sto bene eh per carità.
Ma nemmeno questo outfit mi convince.
Non mi fa impazzire per niente.
Tolgo tutto e lancio gli indumenti sul letto esasperata.
Uffa.
Vorrei urlare a più non posso ma non posso.
Con la mano destra afferro il cellulare componendo il numero di Lerya che fortunatamente subito risponde.
< Sei in crisi vero? > domanda ridacchiando perché mi conosce bene.
Molto bene.
< Aiutami, ti prego > imploro < ditemi come siete vestite così prendo ispirazione >.
< Allora: io ho la minigonna di pelle bordeaux e una maglia senza maniche nera a collo alto >.
< Ok >.
< Gemma invece ha un vestito a portafoglio nero coi bottoni sul davanti >.
< Ok >.
< Sai dire solo ok Caroline? > domanda punzecchiandomi.
Faccio spallucce < non è colpa mia se non ho niente da mettermi >.
< Andiamo... hai l'armadio pieno zeppo di cose ci sarà qualcosa da mettere >.
< Non stasera Lerya >.
< E se mettessi il vestito di velluto? > domanda mentre io le rispondo subito di averlo già provato.
E bocciato.
< La minigonna di pelle? >.
< Sì, così facciamo le gemelle > sbotto io.
< Accontentati santa pazienza > ribatte lei acida.
< Altrimenti potrei mettere quel top in pizzo nero che ho comprato tempo fa >.
< Quello che ti fa due bombe da paura? > ridacchia lei facendomi ridere.
< Proprio quello >.
< Sarà contento mio fratello > interviene Gemma ridendo con Lerya.
< Tuo fratello se ne farà una ragione > commento alzandomi per andare a prenderlo.
Appoggio il cellulare sul letto e lo infilo.
Bhe Lerya ha ragione.
Mi fa un seno... che non ho in realtà.
Però mi piace come sta addosso, quindi lo tengo per poi andare ad infilare la gonna di pelle.
< Il top lo tieni allora? > domanda Lerya mentre io le rispondo di sì < manca il sotto
< Prova la gonna > propone lei mentre io scuoto la testa < no, non mi piace con la gonna >.
< Prova la gonna lunga > ritenta mentre io boccio nuovamente la sua proposta.
Poi ho un'idea.
Perché non ci ho pensato prima?!
< Ho un'idea! > urlo andando ad afferrare il pantalone palazzo che arriva fino alla caviglia.
Ti prego Signore, fa' che sia la scelta giusta.
Fa' che sia la volta buona.
Lo indosso e mi specchio mentre annuisco perché so di avercela fatta.
Per carità sono vestita tutta di nero... ma almeno mi piaccio.
< Cosa stai provando? > domanda la mia amica mentre io le spiego il mio outfit ricevendo la sua approvazione.
Correndo infilo le décolleté nere lucide per poi andarmi a specchiare.
< Lè, ci sono... mi piaccio >.
< Vai >.
< Top in pizzo nero, pantalone palazzo nero e décolleté > spiego per poi fare un rumore con la lingua.
La mia amica ridacchia < fammi indovinare anche oggi sarai vestita di nero >.
< Esattamente, ma sti cazzi > dico < amo il nero >.
< Comunque approvo > afferma < quei pantaloni ti fanno proprio un bel culo >.
Sussulto non appena sento Harry sussurrare al mio orecchio < anche io approvo... ti fanno un culo che potrebbe parlare >.

Eccolo in pole position...
Lui e i suoi commentini.

Sghignazzo mentre mi abbraccia da dietro.
< Comunque sei sicura di voler guidare tu? > chiedo a Lerya.
< Sì >.
Roteo gli occhi non appena sento Harry baciarmi la nuca per poi scendere sulle spalle scoperte.
Cosa pensa di fare?
< Sennò posso guidare io eh > dico mentre la sento ripetere che guida lei e basta.
< Che c'è non ti fidi di me? >.
< No, no >.
< E allora? >.
< È che... > tento di dire bloccandomi non appena la mano di Harry si va ad infilare nel top per accarezzare i miei seni.

Che diavolo pensa di fare?

< È che? > domanda di tutta risposta lei mentre io sono impegnata a togliere la mano del riccio che sbuffa tornando a lasciarmi dei baci, questa volta sulla schiena abbastanza scoperta.
< È che se bevi come facciamo dopo? >.
< Tranquilla, non bevo > ridacchia mentre io la contraddico subito < certo... se tu non bevi io domani mi sposo >.
< Stronza > sbotta Harry mordendo il mio orecchio per poi leccarlo lentamente.
Tolgo il cellulare dall'orecchio e voltandomi leggermente chiedo irritata < hai finito? >.
< No > la sua mano sotto il top a vagare libera sul ventre.
< Finiscila > dico io.
< Ma che stai dicendo? > domanda Lerya mentre io spiego velocemente < non ce l'ho con te ma con Harry >.
< È tornato? >.
< Sì >.
< Comunque vedi tu... io non ho problemi a guidare > continuo spostando velocemente la mano di Harry che però la riporta esattamente dov'era.
< Harry, stai buono per favore? > bisbiglio.
< Mi riesce difficile > la sua voce tra i miei capelli.
< Falla finita, ora >.
< Care ma che stai dicendo? Sei impazzita? > domanda Lerya mentre io spiego di non avercela assolutamente con lei ma col riccio.
< Va bene... allora vi lascio >.
Aggiunge maliziosa < alla vostra sveltina >.
< Lerya non ci sarà nessuna sveltina > commento io a vuoto visto che l'unico suono proveniente dal telefono è il rumore del tun tun tun della chiamata terminata.
< In che senso non ci sarà nessuna sveltina? > domanda il riccio facendomi voltare.
< Quello che hai appena sentito >.
Si avvicina baciandomi il collo per poi commentare positivamente il mio outfit < sei talmente gnocca che ce l'ho duro solo a guardarti >.
Roteo gli occhi.
< Harry > porto una mano sul petto mentre lui si avvicina e beffardo mi molla un bacio.
< Abbiamo ancora un po' di tempo sai? >.
Scuoto la testa < ci sono i tuoi amici di sotto ti ricordo >.
< I miei amici aspetteranno > afferma per poi ribaciarmi mentre mi prende per i fianchi facendomi sbattere contro il suo bacino.
Scuoto nuovamente la testa e gli intimo di spostarsi.
< Vieni qui > afferma per poi mordermi il labbro inferiore.
Ridacchio < che è? Sei venuto affamato? >.
< Ti ho pensata tutto il giorno >.
< Mhh > commento per poi sgridarlo < dovresti lavorare non pensare a me >.
Mi confessa senza imbarazzo < sono stato tutto il tempo a pensare a tutte le posizioni in cui ho voglia di sco…>.
Lo blocco < sta’ zitto > gli dico cercando di sfuggire a un suo bacio.
< Eddai > sbuffa < almeno fatti ficcare la lingua in bocca Care >.
< Ci penso > affermo beffarda mentre lascio che la sua mano afferri il mio viso per baciarmi con foga senza troppi giri di parole.
Per diversi minuti nella stanza si sentono solo gli schiocchi dei nostri baci e la lotta tra le nostre lingue.
La sua mano tra i miei capelli, la mia sul suo petto.
< Basta così > sussurro a fior di labbra per poi vedere Harry contrariato da tale affermazione.
< Perché devi fare così? > mi domanda mentre io chiedo cosa intenda.
< Perché non puoi lasciarti andare? > domanda malizioso avvicinandosi per poi portare la sua mano sotto i miei pantaloni.
< Harry? Che diavolo stai facendo? > domando lasciandomi sfuggire un gridolino non appena sento un dito oltrepassare il bordo delle mutandine andandomi a sfiorare dove non dovrebbe.
< Non si vede cosa sto facendo? > domanda mordendomi l'orecchio.
Chiudo gli occhi e mi mordo il labbro inferiore mentre le sue dita mi stuzzicano più del dovuto.

Forse dovrei lasciarmi andare.
Forse dovrei abbandonarmi al piacere del momento.
Ma so che devo finire di prepararmi.
E soprattutto che gli altri sono giù.

Quindi seppur a malincuore gli ordino di fermarsi.
< Non lo vuoi veramente >.
Sì che lo voglio.
< Sì che lo voglio veramente > dico io una volta ripresa tutta la lucidità.
Gli mollo un bacio e lussuriosa gli dico < facciamo così: appena torno dal Funky Buddha fatti trovare nudo >.
< Mi piace come idea > mi bacia mentre io annuisco < anche a me >.
Lo ribacio per poi dargli le spalle per andarmi a specchiare.
Sorrido e poi alzo gli occhi non appena il riccio mi da una graziosa pacca sul sedere.
Quante volte gli ho detto che lo odio quando fa così?
< Quante volte ti ho detto che non devi farci? > gli chiedo andando ad afferrargli la mano per poi voltarmi di scatto.
< Che diavolo hai fatto? > la indico confusa.
Ridacchia < finalmente ti sei accorta >.
E se si è fatto male al lavoro?
< Ti sei fatto male al lavoro? >.
< No... no anzi oggi sono uscito prima dal lavoro >.
< Perché? Sentiamo > porto una mano su un fianco mentre lui mi sfida con un 'indovina'.
Lo guardo < che ne so? >.
< Dai > sorride beffardo.
Lo riguardo e guardo il suo polso fasciato.
E capisco.
Oh sì... che capisco.
< Harry, non dirmi che ti sei fatto un altro tatuaggio > commento.
Si è fatto un altro tatuaggio.
< Sei pieno > sbotto io alzando le braccia al cielo.
< E allora? > fa spallucce < questo è un tatuaggio che dovevo e volevo fare da tempo >.
Poi sorridendo inizia a togliersi la fasciatura per scoprire la pellicola per poi esclamare un 'tataaan'.
Mi avvicino < non è possibile >.

Ma che è matto?

< Sì che lo è > asserisce lui < ti piace? >.
Riguardo il tatuaggio mentre il mio cuore fa capolino.
Si è tatuato 'Care'.
Una scritta in corsivo molto graziosa.
Devo dire molto graziosa.

Il mio nome.
Si è tatuato il mio nome.

< Allora ti piace? >.
Poteva evitare però… apprezzo il gesto ma se le cose tra noi non dovrebbero più funzionare?
< Ti piace, sì o no? > richiede.
Annuisco per poi sgridarlo < ma se ci lasciamo? Cosa ne farai della scritta Care? >.
Ridacchia per diversi secondi < ma la smetti di pensare sempre che ci lasceremo? >.
< Non lo puoi mai sapere >.
< Hai stufato > mi prende per il bacino < io non ti lascio andare, hai capito testona? >.
Sfrega il naso contro il mio.
< Sì ma metti caso dovessimo lasciarci? >.
< Dirò a tutti che è il nome della mia ex ragazza > fa spallucce.
< Harry, seriamente > commento io seria.
< Allora farò finta che il significato del tatuaggio sia sempre stato 'curare' > inizia a spiegare mentre io annuisco.
< So cosa significa to care in inglese eh >.
< Allora apposto > sghignazza < ma sappi che il tatuaggio è per te >.
< Perché l'hai fatto? > domando aggrottando le sopracciglia.
< Perché ti amo... ficcatelo bene in quella testolina bacata che ti ritrovi >.
Sbuffo e poi lo abbraccio < grazie, ma non dovevi >.
< Voglio che tutti sappiano che io Harry Styles ho la ragazza più figa e sexy del pianeta >.
< Ossia? >.
< Come ossia? > domanda per poi puntare un indice sulla mia fronte < tu Care >.
< Sei veramente fuori di testa > gli dico andando a recuperare la tinta labbra per poi piazzarmi davanti allo specchio.
< Un pazzo, un folle > continuo vedendolo sopraggiungere alle mie spalle per poi togliersi la camicia rimanendo a torso nudo.
< Sarò anche un pazzo > commenta per poi continuare portando la sua faccia a contatto coi miei capelli < ma sono pazzo di te >.
Mugugno parole incomprensibili mentre sto cercando di mettere la tinta senza creare casini; roteo gli occhi mentre il riccio mi abbraccia da dietro.
< Ancora? Ma che ti succede oggi? > domando una volta finito di applicare la tinta.
Ridacchia < te l'ho detto... non ho fatto altro che pensarti >.
< Devi lavorare stupido! Non pensare a me >.
< Che male c'è nel pensarti con qualche completino sexy intenta a fartelo togliere? >.
< Non ci sarebbe nulla di male se solo non stessi lavorando >.
< Ho fantasticato di farlo sulla scrivania dello studio > commenta riniziando a baciarmi da dietro mentre io faccio una faccia disgustata.
< Che c'è? >.
< C'è che poi non riuscirei più a guardare la scrivania nello stesso modo >.
< Invece a me darebbe più carica > asserisce mentre io gli ordino di farla finita.
< Ti ho detto che rimanderemo tutto a dopo >.
< Non riesco ad aspettare... non vedendoti così > mi indica.
< Aspetterai > dico per poi alzare il sedere andando a sbattere proprio lì, giusto per provocarlo un po'.
< Se tu mi provochi... > sbotta per poi prendermi per un fianco facendomi sbattere contro di lui.
< Così mi piace > commenta malizioso.
Gli prendo la mano e lo minaccio < se non te la fai finita te la trancio questa mano >.
< Non è colpa mia se oggi sei così figa > fa spallucce mentre io vado ad afferrare gli accessori.
Orecchini d'argento a cerchio e un braccialetto che mi hanno regalato i miei il mese scorso.
< Non so se ti faccio uscire conciata così > confessa lui mentre io alzo un sopracciglio più del dovuto.
< Fattene una ragione > gli porto una mano tra i capelli < vieni qui te li lego >.
Annuisce per poi passarmi un elastico mentre io gli lego i capelli in una specie di chignon alto annuendo a fine lavoro.
< Così sei veramente bello >.
< Ah perché di solito non lo sono? > domanda facendo il finto offeso.
Ridacchio < macché... lo sei sempre >.
< Sei sicura di voler andare a ballare invece che restare qui col tuo fidanzatino preferito a spassartela? >.
< Sì Harry... devo andare >.
Gli mollo un bacio < te l'ho detto... appena torno ti ripago del fatto che mi hai pensata tutto il giorno >.
Mi ribacia < non vedo l'ora >.
Lo abbraccio stringendolo a me più che posso.
< E se incontri un ragazzo e ti innamori? > domanda guardandomi preoccupato prima che io lo conforti < non succederà... tranquillo >.
< Se succedesse invece? >.
< Harry > gli prendo una mano intrecciandola con la mia < non succederà perché sono follemente innamorata di te >.
< Sicura? >.
Ridacchio < cos'è tutta questa insicurezza adesso? >.
< Si sa che in discoteca i tipi ci provano spudoratamente >.
< E allora? > chiedo confusa prima che il riccio spieghi < ci proveranno con te... sono sicuro >.
< Anche fosse che importa? > chiedo dolcemente < è da te che tornerò a fine serata >.
< Sai che ti amo vero? >.
Annuisco < e tu sai che io ti amo ancora di più? >.
< Io ti amo di più > commenta indicandosi sornione.
Lo guardo e ridacchio.
< Ti amo tantissimo >.
< Io ti amo tantissimo >.
< Harold Edward Styles ti amo oltre l'infinito > dico posando un casto bacio sul suo naso.
< Caroline Smith ti amo anch'io >.
Ridacchio < ci amiamo entrambi e lo abbiamo capito >.
< Harry! Care! Siete vivi? > domanda Niall affacciandosi dalle scale.
Ridiamo entrambi prima che io urli < arriviamo! >.
< Aspetta... mi cambio > si indica i pantaloni del tailleur.
Lo vedo sfilarli per poi infilare dei jogger neri e una felpa oversize.
< Scendiamo > gli faccio un cenno per poi uscire dalla camera e scendere le scale mentre i nostri amici ci accolgono con degli urletti da capogiro.
< È durata tanto questa sveltina eh > sbotta Louis per poi scoppiare a ridere.
< Ma quale sveltina idioti > commento io scuotendo la testa.
< Sai com'è... siete rimasti in camera fino ad ora >.
< Stavo finendo di sistemarmi >.
< Ti ha sistemata Harry? > domanda Niall mentre subito dopo Liam chiede beffardo < ti ha aiutata a vestirti Harry? >.
Li odio e odio pure i loro commentini.
Scuoto la testa < siete degli idioti >.
< Chiediamolo direttamente a lui > indica Harry.
< C'è stata sì o no questa sveltina? >.
Il riccio ridacchia per poi spiegare < ha ragione Care si stava finendo di sistemare >.
< Uffa che delusione > asserisce Niall < ci stavamo preparando per sentire i dettagli piccanti >.
< I dettagli piccanti ve li dirò domani mattina se lasciate in giro di tutto... ve li dirò a suon di calci in culo > rispondo io acida guardando uno per uno.
< Non fate di questa sala un porcile >.
< Tranquilla, tratteremo tutto col massimo del rispetto > mi conforta Niall facendomi un fugace occhiolino.
Alzo le spalle < meglio per voi, altrimenti in caso contrario verrete ad aiutarmi a pulire domani >.
Harry ride < vi sta mettendo in riga... attenti >.
< È la tua ragazza > fa spallucce Louis.
< Ehi cos'è una specie di insulto? > chiedo io accigliata.
< Ti vogliamo bene e lo sai... ma fortunatamente sei la sua ragazza e non la nostra > si indica per poi fare la stessa cosa coi suoi amici.
Gli faccio un gestaccio.
< Sono il ragazzo più fortunato del mondo, che posso farci? > alza le spalle il riccio per poi afferrare la mia mano < per carità... sarà anche acida e stronza ma non è da tutti avere una ragazza così affascinate, sexy, simpatica che te lo fa venire duro anche in tuta >.
Lo guardo e scuoto la testa.
Harry e il romanticismo proprio zero...
È più forte di lui.
Parte bene per poi cadere male.
< Styles, Caroline ti ha fottuto il cervello > commenta Louis ridacchiando.
< Caroline mi ha fottuto diverse cose, direi >.
Diverse risate si susseguono nella sala mentre io porto una mano sulla faccia mezza imbarazzata.

Lo odio.
Lo odio e...
Lo amo.

< Sei un tale imbecille > commento mentre vado ad aprire la porta visto che hanno suonato.
< Che schianto, ragazzi > giudica Lerya facendomi fare un giro per ammirarmi meglio.
< Anche voi non siete da meno > le indico per poi abbracciarle.
< Sono già arrivati i mostri? > domanda Lerya mentre Zayn sbuca fuori spiegando che stava parcheggiando.
Annuisco < sono tutti di là >.
< A fare macello? > domanda Gemma ridendo.
Faccio un cenno con la testa mentre chiudo la porta raggiungendole in sala.
< Eccole > Liam si alza andando a baciarle.
< Sei uno schianto, piccola > commenta Niall andando ad abbracciare sensualmente la sua ragazza.
< Non ne potevo più di aspettarle > sbotta Zayn andando a salutare i suoi amici < per prepararsi c'hanno messo letteralmente due ore >.
Ridacchio mentre vedo Lerya accigliarsi leggermente < nessuno ti ha imposto di aspettarci >.
< Non litigate dai > dico io intervenendo.
< Comunque voi siete d'accordo nel lasciarle uscire da sole? > domanda Niall rivolgendosi a Harry e Zayn < perché io non sono per niente convinto >.
< Infatti dovremmo andare con loro > ribatte il riccio mentre io gli tiro un leggero cazzotto.
< Scordatelo >.
< In effetti Hazza non ha tutti i torti >.
< Zayn, tu non fiatare > gli intima la ragazza.
< Ragazzi che ne dite? Andiamo anche noi? > domanda il biondo mentre Gemma scuote la testa.
< Si può fare > interviene Liam.
< Ok, andiamo > Harry fa per muoversi per andarsi a cambiare ma io lo blocco < nessuno si muova da questa casa questa sera... è chiaro? >.
< Noi veniamo cosa ci scommetti? > mi sfida il riccio mentre io mi avvicino al suo orecchio e sussurrando gli ricordo un piccolo particolare < se osate venire con noi, ti giuro che non te la do per due mesi interi >.
< Sei una stronza >.
< Fa' come ti dico > dico per poi guardarlo scocciata < andiamo è la nostra serata, perché volete rovinarcela? > mi lamento alzando la voce.
< Ha ragione > si mette in mezzo Lerya per darmi manforte.
< Concordo, nessuno si muoverà da questa casa > continua Gemma seria.
< Caroline... >
tenta di dire Harry ma io lo guardo dura.
< Scommetti che lo faccio? > domando mentre il riccio chiede a cosa faccio riferimento.
< A quella cosa > marco bene le parole in modo che possa capire a cosa mi riferisca.
< Va bene, va bene > sbotta infine dandomela vinta.
Sì, vittoria!
Vittoria per noi ragazze.
Che bello...
< Brava Care > mi dà il cinque Lerya.
< Harry, non andiamo? > domanda Niall mentre il riccio scuote la testa < hanno ragione... è la loro serata e noi dobbiamo vedere le partite >.
< Esattamente > conferma Gemma portando un braccio intorno al collo di Niall.
< Non mettiamoci in mezzo... altrimenti sarà una serata di litigate > sorride Harry mentre io intervengo < e voi non volete litigare con le vostre bellissime e simpaticissime ragazze, non è vero? >.
Harry scuote la testa e Gemma chiede la stessa cosa a Niall che inizialmente rimane fermo sulla propria decisione.
< Andiamo > ripete lei dandogli un buffetto sulla guancia.
< Va bene dai > afferma infine mentre noi ragazze iniziamo una sorta di danza per tutta la sala.
Felici e contente di aver vinto la nostra piccola sfida.
< Andiamooo! > urla Lerya facendo finta di saper twerkare.
Ridacchio e poi mi volto verso Zayn non appena la sento scherzare < stasera si cucca >.
< Non le dici nulla? > domanda Niall prima che il moro scuota la testa < ormai ci ho perso le speranze... >.
< Ti tocca tenermi così > scherza lei dandogli un bacio sulle labbra.
Poi rivolgendosi a me e Gemma < è ora di farci un paio di shottini >.
< Io non ne voglio fare troppi > dice la piccola Styles mentre la riccia la appella come una leggerina.
Alzo le mano indicandomi < io me ne faccio più di uno >.
< Non esagerare tu > commenta Harry punzecchiando il mio fianco.
< Dico sul serio > ribatte serio.
Ridacchio e raggiungo Lerya e Gemma prima di andare in cucina.
< Vodka liscia? > dico afferrando diverse bottiglie.
< Sei matta? >.
Guardo Gemma e faccio spallucce.
< Allora preparo tre Woo Woo >.
< Ossia? >.
< Liquore alla pesca, vodka e succo di lampone > spiega Lerya mentre io annuisco per poi afferrare le bottiglie e sistemarle sul tavolo.
< Metti un po' di musica > ordino a Gemma che accende la tv piazzando sul canale della musica appunto.
< Quanto vorrei essere Dua Lipa > sbotta Lerya indicando la ragazza in tv che canta Be the one >.
< A chi lo dici > commento io iniziando a preparare gli shottini cercando di ricordare dosi esatte.
Posiziono i bicchierini davanti alle mie amiche e afferro il mio < a noi, alla nostra serata e alla nostra amicizia >.
< A noi! > brindano Lerya e Gemma per poi buttare giù il liquido tutto d'un colpo.
Faccio una smorfia mentre sento il liquido andare giù per la gola.
< Buono eh > commenta Lerya rivolgendosi a Gemma che annuisce approvando.
< Un altro dai > propone Lerya mentre io sono già alle prese con le bottiglie.
< Voi siete pazze > ci indica Gemma ridacchiando.
Stasera è lecito.
Dobbiamo divertirci fino allo sfinimento e un po’ di alcool può solo che aiutarci.
< Stasera devi pensare solo a divertirti > le ricordo passando il secondo shottino della serata per poi rivolgermi alla riccia severa < questo per te è l'ultimo sappilo >.
< Che palle >.
< Eh no... guidi > le ricordo facendo spallucce.
< Tanto bevo dentro al Funky > mi strizza un occhiolino mentre alziamo i bicchierini per fare un altro brindisi.
< Ora balliamo > commenta Lerya prendendo le nostre mani iniziando a farci volteggiare come trottole mentre sento l'alcool salire.
Meglio.
Vorrà dire che berrò di meno dopo.
Mi muovo a ritmo di musica cercando di fare la sexy e poi mi volto non appena Lerya propone di andare a fare un po' di casino di là.
< La partita sta per iniziare, ci picchieranno > asserisce Gemma per poi ridacchiare divertita.
Cavoli loro.
< Cavoli loro >.
< Aspetta, aspetta > le fermo con una mano per poi andare a preparare velocemente altri due shottini, uno per me e uno per la mia cognatina preferita.
< Tieni cognatina preferita > glielo passo ridendo per poi uscire fuori dalla cucina e iniziando a ballare una volta arrivate in sale.
< Che diavolo vi state scolando là dentro? > chiede Harry mentre io ridacchio < shottini Woo Woo >.
< Voi siete due matte > commenta Niall prima di continuare drastico < finirete per ammazzarmela >.
Che drastico...
È sempre stato così, drastico fino al midollo.
< Oh andiamo Horan... non la ucciderà un po' di sano alcool > sbotto io andando a bere un sorso dello shottino.
< Facciamoci uno shottino anche noi > interviene Zayn < sarà più divertente vedere la partita >.
I ragazzi annuiscono e spariscono in cucina mentre noi cambiamo sul canale della musica.
Porto le braccia in alto mentre mi muovo a ritmo della canzone 'Cold' dei Maroon 5.
Quanto mi piace...
< Quant'è gnocco lui > indica Lerya il cantante mentre io annuisco perché ha fottutamente ragione.
È sempre stato il mio punto debole.
Adam Levine.
Bello come il sole.
E il mio sogno erotico fin da piccola.
Il mio 'non passerà mai' per intenderci.

Distant, when we're kissing
Feel so different
Baby, tell me how did you get so
Cold enough to chill my bones
It feels like I don't know you anymore
I don't understand why you're so cold to me
With every breath you breathe
I see there's something going on
I don't understand why you're so cold, yeah
Whoa, yeah
Whoa, yeah
I don't understand why you're so cold
What you holdin' on, holdin' on for?
If you wanna leave, just leave
Why you wanna bite your tongue for?
The silence is killing me
Acting like we're not together
If you don't want this, then what's the use?
Sleeping up under the covers
How am I so far away from you?

 
Mi volto non appena sento tornare i ragazzi e lancio un occhiolino al riccio che si morde le labbra.
< Su le mani > dice Lerya muovendosi intorno a Liam e Zayn mentre Gemma balla con Louis lasciando così Niall solo con Harry.
Mi avvicino al biondo, trascinandolo al centro e iniziando a ballare sensualmente scuotendo i fianchi, mordendomi le labbra e portando le mie mani sul suo petto abbassandomi leggermente con le gambe per poi tornare su e ammiccare al riccio che non perde tempo per arrivare a prendermi per mano per poi trascinarmi via.
< Ehi, io adesso sono rimasto da solo > sbotta Niall allargando le braccia.
Mi faccio condurre su di sopra da Harry che arrivato nella camera degli ospiti chiude la porta iniziando a baciarmi con foga.
< Harr... > tento di dire prima che venga zittita con un altro bacio.
Ridacchio per poi sussultare non appena sento la sua mano infilarsi sotto il mio top vagando per il mio corpo senza freni.
< Quel ballo è stato troppo... >.
< Troppo? > chiedo baciandolo.
< Troppo eccitante > afferma per poi continuare, non dopo avermi morso il labbro inferiore < ti avrei tolto i vestiti di dosso lì in mezzo agli altri >.
< Sei sempre il solito > ridacchio mentre la testa gira vorticosamente a causa dei tre shottini.
< Forse sono un po' ubriaca > commento ridendo da sola.
< Meglio > ribatte lui alzando la testa dal mio collo che ha martoriato per benino.
Poi mi chiede < l'hai mai fatto da ubriaca? >.
< No > scuoto la testa prima di sospirare non appena mi lascia dei baci vicino l'orecchio < dovresti provarlo... non avere il controllo di te stesso da sballato ti manda in estasi >.
< Sì ma non bisogna esagerare con l'alcool altrimenti col cavolo che riesci a scopare > asserisco io vedendolo sghignazzare.
< Sì sei ubriaca... hai appena usato la parola scopare senza lamentarti >.
Mi bacia mordendomi le labbra parecchie volte interrompendosi solo per dire qualcosa.
< Sai > e un bacio.
< Dovresti metterti più spesso > e un altro bacio.
< Cosa? > chiedo divertita.
< Dovresti metterti più spesso questo top >.
La sua mano ad abbassare la spallina sottile per poi iniziare a baciare la mia spalla.
< Ti piace? >.
< Molto >.
< Allora toccherà metterlo più spesso >.
< Sai qual è il problema Caroline? > domanda posando un altro bacio questa volta sul mio seno, per poi dichiarare < il fottuto problema è che tu mi piaci sempre >.
< Seh > ridacchio.
< Anche quando indosso quei pigiami pelosi con gli orsetti disegnati? > chiedo poi.
Annuisce < anche quando indossi quei pigiami orribili, sì >.
< Mi fai impazzire > la voce ridotta ad un flebile sussurro.
Anche a me, in effetti…
Lo guardo e senza dire nulla gli lecco il labbro superiore.
Sai che?
Perché non approfittare del momento?
Di questo breve momento?
Boccheggio mentre sento la sua mano scendere sul fondoschiena prima di stringere il mio sedere.
Tanto ormai...
< Ti voglio da morire > sussurra a contatto con le mie labbra.
< Zitto > gli intimo prima di ficcargli la lingua in bocca iniziando così a baciarci per diversi minuti.
< Lo senti? > mi punzecchia Harry mentre io faccio la finta tonta anche se sorrido perché so a cosa si riferisce.
< Sei la prima ragazza che mi fa impazzire così tanto >.
< Non ti credo >.
< Credimi... >.
Mi bacia per poi staccarsi < con le altre riuscivo a farlo solo una volta... >.
< E con me? > gli chiedo andando a baciargli la mascella.
Che tanto amo.
< Con te lo farei in ogni momento della giornata >.
Le nostre lingue si cercano di nuovo mentre io con uno scatto gli tiro su la felpa prendendo fiato non appena il riccio se la sfila lanciandola per terra.
< Anch'io mi farei scopare da te ogni momento della giornata > confesso vedendolo ridere prima di confermare la sua teoria < sì, sei proprio ubriaca Care >.
< Sì probabilmente ma ora... sta’ zitto >.
Sospira mentre lo attiro a me annullando ogni distanza tra i nostri corpi.
Mentre il riccio prende a baciarmi il collo e il seno io infilo la mia mano all'interno dei suoi pantaloni ritrovandomi bloccata al muro in un momento di distrazione.
< Levati i pantaloni > mi implora Harry per poi fare tutto da solo abbassandosi per poi sfilarmeli iniziando a baciare le mie gambe arrivando fino alle mutandine che bacia, non prima di averle commentate positivamente.
Gli afferro lo chignon mentre si tira su per ribaciarmi.
Con un solo braccio mi prende in braccio facendomi ridacchiare per via del suo braccio proprio sul mio sedere.
< Quanto ti piacerà questo sedere? > domando rispondendo al suo bacio.
< Troppo > mi blocca contro il tavolo < ti ricorda qualcosa? >.
Come dimenticarlo?
< Lo stanzino delle scope? >.
< Esattamente > la sua voce tra i miei capelli dopo avermi fatta girare dandogli la schiena < ballami addosso >.
< Come? >.
< Ballami addosso > ripete mentre io mi mordo le labbra per poi iniziare effettivamente a ballare strusciandomi contro di lui.
Lo sento ansimare quando volontariamente mi sfrego su è giù sul suo cavallo dei pantaloni.
Con la mano destra mi afferra per il bacino iniziando a premere contro il mio sedere più volte.
Chiudo gli occhi rispondendo al suo gioco iniziando a spingere avanti e indietro il sedere più volte sospirando non appena la sua mano si infila tra le mie mutandine.
< Harry > lo chiamo per poi voltarmi verso di lui che non perde tempo per baciarmi, senza lasciare andare la mano che ha iniziato a muoversi su e giù mentre diverse scariche di adrenalina si diramano per tutto il mio corpo.
Senza opporre resistenza, che in questo momento non ho, mi faccio sedere sul tavolo per baciarlo meglio.
Con una finta ingenuità prendo ad accarezzarlo oltre i boxer ormai rigonfi e sospiro non appena mi sussurra all'orecchio < andiamo sul letto >.
Annuisco e lo seguo sul letto mettendomi a cavalcioni sulle sue gambe per poi dare avvio al susseguirsi di diversi schiocchi per tutta la stanza.
< Care? > domanda la voce di Lerya  bussando.

Maledizione!
Maledizione.
Maledizione.

Mi schiarisco la voce per poi risponderle < sì, sì arrivo >.
Le labbra del riccio si riappropriano delle mie impedendomi di parlare.
< Tutto ok? > domanda lei mezza preoccupata.
< Ehm... sì, sì tutto ok > dico prendendo fiato dal bacio.
< Ti aspettiamo di sotto... vi aspettiamo di sotto >.
Poi aggiunge < la partita è iniziata Harry >.
< Che si fotta la partita > sbotta invertendo le posizioni facendomi stendere per poi baciarmi il ventre lasciando una scia di baci umidi fin sopra il bordo delle mutandine.
< No, no > porto le mani sul suo petto alzandomi < Lerya ha ragione... dobbiamo scendere >.
Mi guarda per poi roteare gli occhi all'insù.
< Cinque minuti > sussurra prendendo a baciarmi.
Lo blocco < no… ci aspettano >.
< Li odio > afferma riferendosi ai nostri amici.
Senza dire nulla mi alzo spostandomi su un fianco lasciandolo senza troppe parole.
Gli afferro la mano per poi baciarlo < rivestiti >.
< Ma proprio ora doveva venire ad interromperci? >.
< Ti sei dimenticato che abbiamo una serata tra donne? > chiedo io ridendo.
< Sì ma non è tardi > sbuffa.
< È tardi e noi dobbiamo partire > dico passandogli la maglia per poi raggiungerlo < vedilo come un assaggio di quello che ti farò provare una volta tornata >.
Lo sento ridacchiare mentre io mi sistemo infilando i pantaloni cercando di sembrare una persona normale.
< Come sto? > domando voltandomi verso il riccio che ridacchia.
< Che ridi? >.
< Così >.
< Allora come sto? > ci riprovo indicandomi da capo a piedi.
Mi guarda e stringendomi la guancia dice la sua < come una che ha appena toccato con la punta delle dita l'ebbrezza di una sveltina >.
Magnifico, fantastico.
< Fantastico > sbuffo scendendo le scale ormai rassegnata.
< Eccoli va > sbotta Niall una volta arrivati in sala.
< Ce ne avete messo di tempo eh > interviene Liam lanciando un pop corn ad Harry.
< Avevamo delle cose di cui parlare > spiega portandosi una mano dietro la nuca.
Come no.
'Parlare'.
Sì, come no...
< Sì come no > dice Louis < com'è andata questa sveltina? >.
Lo guardo e gli rifilo un bel medio per poi annuire non appena Lerya propone di partire < sveltina o no dobbiamo proprio andare >.
< Fate le brave > ci ordina Niall andando a posare un bacio sulle labbra di Gemma laccate di un rosa chiaro.
< Mi raccomando a te > rimprovera Zayn abbracciando Lerya.
< A dopo > saluto Harry con la mano.
< Voi due non vi salutate? > chiede Louis indicando me ed Harry.
< Ci siamo salutati abbastanza direi > affermo ridendo.
< Hai delle labbra alla Kardashian > mi stuzzica Harry mettendosi seduto vicino Louis che gli passa i pop corn.
Saluto tutti e raggiungo le mie amiche prima di essere richiamata dal riccio.
Che vuole adesso?
< Che c'è? > chiedo facendo capolino nella sala.
< Ti amo, ricorda di fare la brava >.
< Lo terrò a mente Styles > gli tiro un bacio per poi correre verso la porta che richiudo con un sonoro colpo.
< Andiamo va... > dico salendo macchina.
< Ti sei divertita eh? > domanda mettendo in moto.
Poi si volta e chiede beffarda < ne è valsa la pena questa mancata sveltina? >.
< Con Harry ne vale sempre la pena > confesso mordendomi le labbra.



 
———



< Grazie > ringrazio la ragazza al guardaroba per poi voltarmi verso le mie amiche < che si fa? >.
< Si va a bere... no? > chiede Lerya indicando il bar centrale.
Ridacchio annuendo per poi seguirla tra la folla attenta a non inciampare coi tacchi.
Arriviamo al bancone dove chiediamo tre gin tonic al barista che ci sorride prima di iniziare a farci le nostre bevute.
< Non è cambiato di molto vero? > domanda Lerya facendo chiaramente riferimento al Funky Buddha.
Annuisco perché ha ragione.
Sempre lo stesso... solo pochi cambiamenti ma ci sta.
Mi è sempre piaciuto questo locale, non so perché.
Sarà perché vi sono legata... mille ricordi, serate, risate e nuove conoscenze.
Fatto sta che mi piace, senza troppi giri di parole.
< Ecco i vostri gin tonic > ci passa i bicchieri Lerya sorridendo al barista che scuote la testa < a delle belle ragazze come voi non faccio mica pagare >.
< Grazie > rispondo vedendo ridere iniziare a parlarci in modo civettuolo.
Scuoto la testa.
Eccola che adesso parte.
< Fa sempre così, non è vero? > domanda Gemma indicando Lerya.
< Assolutamente... sappi che da adesso in poi non pagheremo più le bevute > commento io per poi ridacchiare.
< Come stai? > mi chiede poi bevendo un sorso del suo gin tonic storcendo la bocca.
< Forte eh? >.
< Abbastanza > afferma facendo spallucce.
< Comunque bene... > rispondo.
< Sicura? >.
< Sicura >.
Mi guarda, io la guardo e poi confesso.
< L'altro giorno ho discusso con Harry >.
< L'avevo capito e poi me ne ha parlato >.
< Ah sì? >.
< Sì ieri è passato da me in pausa pranzo e mi ha raccontato della discussione che avete avuto >.
< Che ti ha detto? Che sono una stupida? > chiedo ridendo nervosamente.
< Macché dici? Ti pare? >.
Faccio spallucce.
< Vuoi sposarti, non è vero? > domanda poi mentre io bevo come se l'alcool potesse aiutarmi a rilassarmi.
< No, no >.
< Caroline > una mano sulla mia spalla a rincuorarmi.
Sbuffo.
< Con me sai che puoi parlare? > domanda lei teneramente facendo sì che io annuisca.
Infatti dopo aver preso un bel respiro inizio a confidarmi < sì, lo vorrei tanto... ultimamente ci penso sempre più spesso >.
< Però ho capito che alla fine mi basta avere Harry al mio fianco; conta solo questo > aggiungo annuendo.
< Perché non glielo dici che vuoi sposarti? > propone lei suscitando in me delle risate.
< Pensi che non l'abbia fatto? >.
< Non dico questo... solo che dovresti parlargli a cuore aperto, fargli capire che per te è veramente importante >.
< Gemm conosci Harry e sai che quando dice una cosa non cambia facilmente idea > commento io storcendo la bocca.
Annuisce ed io alzo le braccia.
< Però sul serio... dovresti spiegargli perché vuoi sposarti > dice per poi aggiungere < capirebbe >.
< Non so >.
< D'altronde ti ama >.
< Mi ama e appunto per questo pensa che basta solo questo, che il matrimonio non serva > spiego prendendo un altro sorso di gin tonic.
< Ma se tu gli facessi capire che così ti sentiresti completa... secondo me capirebbe e farebbe il grande passo >.
Mi sorride teneramente mentre io ripenso alle sue parole.
Avrà ragione?
Avrà torto?
Non lo so.
Fatto sta che forse dovrei sul serio parlargli a cuore aperto, fagli capire che ho bisogno di diventare sua moglie per sempre.
< Ci penserò... al momento voglio solo concentrarmi su noi due come coppia > asserisco spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio < poi penseremo al matrimonio in caso >.
< Hai ragione... solo che voglio che tu sia felice > afferma < e se non sposarti ti rende infelice voglio che sia sincera con te stessa e che lo dica >.
< Non sono infelice, con Harry non potrò mai esserlo > dico scrutando i suoi occhi sorridermi.
< Ti voglio bene >.
< Ti voglio bene anch'io > le dico per poi voltarmi non appena una persona urta la sua mano con la mia schiena facendomi innervosire.
Lo ammazzo.
Possibile che non si possa fare attenzione nelle discoteche?
Possibile che le persone debbano essere così distratte?
< Potresti stare più att... > tento di dire prima di aggrottare le sopracciglia < Luke? >.
Luke.
< Care? >.
Che ci fa qui?
< Che ci fai qui? > domando io prima che il biondo mi faccia la stessa domanda.
< Faccio serata > diciamo entrambi per poi scoppiare a ridere.
Luke.
L'avvocato dello studio in cui lavoro.
Proprio lui.
Quel bel bocconcino.
< Ti presento alle mie amiche > gli dico sorridendo.
< Ragazze > dico < lui è Luke... >.
Al sol sentire pronunciare il nome Lerya si volta salutando il barista per piazzarsi vicino a Gemma.
Ambè, adesso le interessa…
< Quel Luke? > domanda.
Il mio sguardo a rimproverarla di non farmi fare figuracce.
< Forse dovrei dire l'avvocato Luke > scherzo io vedendolo ridacchiare.
< Piacere > tende la mano alle mie amiche che si presentano sorridendo a trentadue denti.
< Finalmente ho il piacere di conoscerti > commenta Lerya guardandolo da capo a piedi.
< Scusala... è un pochino ubriaca >.
< Ehi ragazzi > chiama i suoi amici che si avvicinano per poi presentarsi.
Cameron, Emmett e Lyndon.
< Lei è Caroline > spiega indicandomi < la segretaria del mio studio >.
< Ah... la bella segretaria di cui ci hai parlato? > chiede Lyndon mentre Luke sghignazza di farsela finita.
< Scusali > mi dice senza però nascondere il suo imbarazzo.
Faccio un cenno della mano.
< Non dirai nulla all'avvocato Horowitz vero? > domando io col panico negli occhi.
< Di cosa? >.
< Del fatto che mi hai incontrata qui questa sera >.
Scuote la testa < ti pare? >.
< Menomale... già che mi odia >.
< Non ti odia Care >.
< Sì invece... mi tratta sempre da raccomandata facendomelo pesare > spiego io appoggiando il bicchiere ormai vuoto sul bancone.
< Tu non dalle retta, sai come lavori e basta questo per non demoralizzarti >.
< E come lavoro? > chiedo io scoppiando a ridere.
Ho bisogno di conferme.
< Come lavori? Lavori stra bene cavoli > allarga le braccia con fare teatrale.
Annuisco < avevo bisogno di sentirmelo dire >.
Inizio così a parlare del lavoro... che ho milioni di fascicoli e pratiche da sbrigare.
Che farò gli straordinari anche se non mi toccano... e blablabla.
< Allora vogliamo continuare a parlare di lavoro tutta la sera o vogliamo pensare a divertirci? > chiede alzando un sopracciglio.
Lo guardo e mi scuso < mi sono fatta prendere la mano, scusami Luke >.
< Tranquilla > afferma sorridendomi < andiamo a bere >.
< Venite a bere? > domando a Gemma e Lerya che nel mentre stanno parlando con gli amici di Luke.
< Cosa prendi? > mi domanda Luke una volta arrivati al bancone.
< Tu cosa prendi? > gli chiedo di rimando finendo col farlo ridere.
< Care ti faccio una domanda e tu mi rispondi con un'altra domanda? >.
Annuisco sorniona.
E poi lo guardo.
È veramente bello.
Bello da mozzare il fiato.
Coi suoi ricci biondi, abbastanza lunghi, gli occhi azzurri e la barba appena accennata.
Ha ragione Lerya quando dice che è proprio un bel bocconcino.
Un bel ragazzo.
E pure avvocato, a soli trent'anni.
Cosa si può voler di meglio?
< Care? > mi domanda sventolando una mano davanti al mio viso prima di riprendermi e dirgli che prendo un altro gin tonic.
< Stavi viaggiando con la mente? > domanda ridendo aspettando la mia risposta che non tarda ad arrivare.
< Non dirmi che pensavi al lavoro > scherza lui mimando poi un 'che palle' col labiale.
Scuoto la testa più volte.
< Devi solo pensare a divertirti > una mano sulla mia spalla nuda a farmi rabbrividire.
< Alla nostra! > urla Lerya brindando coi ragazzi.
< Al divertimento > sbatto il mio bicchiere con quello di Luke che afferma < bevi che poi ce ne facciamo un altro >.
E un altro ancora.
Ancora.
Ancora.


 
———



Luke parcheggia sotto casa mia spegnendo la macchina.
Sono le 5.00 del mattino.
E sono in macchina di Luke, ci rendiamo conto?
Tutto per colpa di Lerya... ha bevuto  finendo con l'essere lercia, tanto da non poter guidare.
E così quel sant'uomo di Luke si è offerto di accompagnarci lui a casa, lasciando prima Gemma e poi Lerya.
Lerya ovviamente in condizioni pietose.
Ridacchio, così Luke chiede cos'abbia da ridere.
< Penso a come domani mattina Zayn sarà costretto a prendersi cura di una zombie praticamente > spiego voltandomi e vedendolo ridere.
< Ha esagerato >.
< Sì, direi di sì... non si è riuscita a dare un contegno > affermo per poi appoggiare la testa sul poggiatesta dell'audi < mi ci voleva proprio una serata di svago >.
< È un modo carino per ringraziarmi di non averti fatto pensare al lavoro? >.
< Sì, diciamo... > affermo io sorridendo.
Poi frugo nella borsa in cerca delle chiavi che estraggo con facilità.
< Bhe, sarà meglio che vada >.
< Sì, si è fatto tardi >.
Poi aggiunge < Harry sarà sveglio? >.
< Macché > ridacchio < dormirà alla grande... ronferà sicuro >.
Ridiamo entrambi per alcuni istanti prima di ringraziarlo.
< Non c'è di che... >.
Scendo e poi mi volto non appena mi chiama dal finestrino.
< A lunedì > asserisce sorridendo a trentadue denti.
< A lunedì >.
Apro la porta che richiudo alle mie spalle prima di togliermi il cappotto e appoggiarlo sull'appendiabiti.
Tolgo anche le scarpe portandole sotto braccio fino in sala dove mi affaccio giusto per dare una controllatina che tutto sia rimasto integro.
Sono stati bravi i miei ragazzi.
Pochi pop corn a terra.
Divani ancora sani.
Bravi.
Domani mi complimenterò con ognuno di loro.

Ma ora c'è una persona che deve essere svegliata come ho in mente di fare io...

Sghignazzo da sola mentre salgo le scale arrivando poi in camera dove un Harry, bello come il sole, dorme beato con le labbra mezze schiuse e il respiro profondo.
Appoggio le scarpe per terra prima di sfilarmi i pantaloni e il top che appoggio sempre sulla sedia.
Dovrei riporli nell'armadio, lo so.
Anche la mia parte più pignola lo sa... ma il problema è che ora ho altro a cui pensare.
Harry.
Abbiamo un conto in sospeso d'altronde, no?
Lo guardo mordendomi il labbro.

È mio.
Mio, mio, mio.
Che a solo pensarci mi sento male.
Non mi sembra vero.

Mi avvicino al letto per poi salirci prima di accarezzare i capelli del riccio che non si smuove minimamente.
Scuoto la testa non appena mi rendo conto che al contrario delle mie aspettative non è nudo ma al contrario ha il pigiama.
Mi avvicino al suo viso su cui poso un veloce bacio prima di scendere sul collo e sulla clavicola; per poi vedere che al contrario di quello che mi aspettavo non si è svegliato.
Con la mano destra afferro il piumone prima di fare un piccolo saltino posizionandomi su Harry che mormora delle parole incomprensibili mentre io tirata su la maglietta gli bacio i pettorali e gli addominali.
< Sei tornata? > la sua voce a confermarmi che si è svegliato.
< Eh già > mormoro con la voce maliziosa prima di lasciargli dei baci sul collo e sulla mascella.
< Andata bene? > domanda chiudendo gli occhi.
< Sì ma non ho pensato altro che a te e a questo momento > dico per poi mollargli un bacio vicino alle labbra.
Apre un occhio per commentare < vedo che non hai perso tempo a spogliarti >.
< E tu vedo che non ti sei ricordato di farti trovare nudo > affermo portando una mano sotto la sua maglia per disegnare delle linee immaginarie.
Riprendo a baciargli il petto e il collo per poi mordergli le labbra tirandole leggermente verso di me.
< Care >.
< Che c'è? > chiedo baciandolo maliziosa.
< C'è che sai di alcool che strozzi > confessa ridacchiando prima di arricciare il naso.
Lo guardo e guardo il suo naso arricciato sentendomi ferita nell'orgoglio.
Rifiutata.
Offesa.
Con uno scatto mi alzo e vado in bagno dove mi strucco in pochi secondi per poi lavare i denti, così al signorino non dà fastidio, visto mai dovessi trovarmi faccia a faccia con lui mentre dormo.
Faccio la pipì storcendo la bocca.
Mi ha rifiutata.
Preferisce dormire che stare con me.
Avermi.
Sai che?
Va bene.
Faccia pure.
Mi alzo e raggiungo la camera dove afferro il pigiama infilandolo per poi ficcarmi dentro il letto.
< Comunque mi ha accompagnata a casa Luke > confesso per vedere una sua reazione.
Reazione che non tarda ad arrivare visto che accende la lampada < Luke? Quel Luke dello studio? >.
< Sì, proprio lui >.
< E come mai? > chiede mentre io afferro la crema per le mani iniziando a spalmarla.
Faccio spallucce.
< Devo sapere qualcosa? >.
< Tipo? > chiedo io facendo la gnorri.
Lo vedo alzarsi per osservarmi meglio < Care >.
Uffa.
Che palle.
< È che Lerya si è ubriacata a merda e lui gentilmente si è offerto di darci un passaggio a tutte e tre >.
< Carino da parte sua > afferma per poi spegnere la lampada < buonanotte Care >.
< Notte > affermo io incavolata nera.
Nemmeno un po' di gelosia...
Com'è?
Non gli piaccio più?
< Vieni più qua > mi afferra per un fianco facendo aderire la mia schiena contro il suo petto.
Io gli dico di Luke e lui si rimette a dormire.
Nemmeno un po' geloso.
< Non abbracciarmi però... ho caldo > dico sentendolo ridere prima di sussurrare < sai com'è? Avevo immaginato un fine serata molto diverso >.


Che odio.

 

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Capitolo 17
*** Che 'bella' notizia. ***


< Preso tutto? > mi chiede Harry sbucando fuori dal bagno.
Annuisco per poi chiudere la valigia < possiamo andare >.
< Grazie per questo fantastico weekend piccola >.
< Grazie a te > dico < finalmente ci siamo riusciti >.
Sorride dandomi ragione.
Perché alla fine sono passati due mesi da quando avevo prenotato il regalo per Harry.
Abbiamo avuto diversi impegni che purtroppo hanno fatto sì che cambiassimo data.
Compleanni, cene e... influenza.
Oh sì, l'influenza ci ha stesi.
Prima ad Harry e poi a me.
Quindi, ahimè non abbiamo potuto fare diversamente che chiamare il cottage e disdire per la data prenotata.
< Sono stato veramente bene > afferma per poi avvicinarsi e stamparmi un dolce bacio.
Ridacchio < anch'io >.

D'altronde non posso mica affermare il contrario.
Abbiamo passato due giorni di puro relax.
Serviti e riveriti.
In spa e a letto.
O al ristorante.
E non mi sono resa conto di quanto ne avessi bisogno fino al momento in cui non sono arrivata.
Mi sono fatta certe dormite che... lasciamo perdere.
Ho staccato tutto.
Cellulare e mente compresa.
Addio lavoro, addio problemi.
Addio avvocato Horowitz.
Per una santa volta ho voluto pensare a me e ad Harry.
Ultimamente tra tutto siamo stati molto poco insieme; sempre straindaffarati e oberati di lavoro.
A malapena siamo riusciti a fare un discorso prima di dormire... e questo iniziava a darmi noia visto che io ed Harry parliamo sempre e tanto.
Ma qui abbiamo recuperato tutto il tempo perso.
Parlando, parlando di continuo e ridendo come due scemi.
Inoltre abbiamo anche recuperato un po' l'intimità persa negli ultimi due mesi.
Perché i vari impegni hanno influito anche su quell'aspetto.
Parecchio.
Ma qui ci siamo dati da fare abbastanza ad essere sincera.

Inconsapevolmente ridacchio così il riccio chiede cosa ci sia da ridere.
< Niente >.
< Andiamo... perché ridi? >.
< Stavo pensando che qui ci siamo dati da fare parecchio > spiego mordendomi il labbro inferiore.
< Cosa intendi? > chiede facendo finta di non capire.
< Lo sai bene a cosa mi riferisco >.
Ridacchia e annuisce.
< Lo sai vero che dopo questo weekend non riuscirò a non saltarti addosso ogni volta che ne avrò la possibilità? > domanda.
< Probabile >.
< Prima di andare via se vuoi possiamo replicare > sghignazza prendendomi per un fianco per farmi avvicinare.
Scuoto la testa prima di spiegare < non si può... dobbiamo lasciare la stanza a breve >.
Senza dire nulla si avvicina prima di baciarmi.

Maledetto lui e i suoi baci.

Mi lascio baciare senza problemi portando un braccio attorno al suo collo.
< Non possiamo > sussurro io staccandomi.
< Sì che possiamo Care > afferma per poi tirare leggermente il mio labbro inferiore.
< Nah >.
Lo guardo portando poi la mia mano sulla sua guancia accarezzandolo teneramente.

Quanto lo amo...
Da morire.


< Ti amo lo sai? > domanda Harry come se mi avesse letto nella mente.
Annuisco < anche io, più della mia stessa vita >.
< Vieni qui > mi abbraccia tenendomi stretta al suo corpo mentre mi accarezza la schiena.
Respiro il suo profumo che ormai conosco a memoria per poi posargli un bacio sul collo.
Seppur a fatica mi stacco dall'abbraccio < i tuoi saranno strafelici di vederci >.
< Mamma piangerà di gioia > la prende in giro facendo finta di piangere.
Gli do un buffetto sulla spalla ma poi finisco col ridere.
Finalmente rivedrò Anne e Desmond dopo diverso tempo.
L'ho detto che abbiamo passato un periodo impegnativo no?
Il lavoro ci ha assorbiti completamente che ci siamo barricati in casa trascurando i nostri affetti familiari.
E questo mi è dispiaciuto dal profondo del cuore... perché so che la famiglia è la cosa più importante.
Un bene prezioso da non trascurare.
Infatti non vedo l'ora di rimediare.
E far capire che ci tengo.
Ci teniamo, parlo anche per Harry perché so che anche per lui è la stessa cosa.
È molto legato alla sua famiglia e si vede.
Da come li guarda, da come ne parla.
Dai sorrisi che riserva e dagli occhi che gli si illuminano ogni qualvolta rivede i suoi.
< Settimana prossima potremmo andare a trovare i tuoi > afferma mentre io dico incredula < stavo pensando la stessa cosa... ma che fai? Sei telepatico? >.
< Potrebbe > sghignazza < come so che vorresti che ti baciassi >.
Alzo un sopracciglio ma dentro di me gli do ragione.
Averlo così vicino è sempre un bel problema.
Non ci si stanca mai.
Non mi stanco mai di sentire le sue labbra sulle mie, le sue mani trai miei capelli.
Non ci riesco a stancarmi.
< Chi te lo dice mr egocentrico? > chiedo io facendo la disinteressata.
Si indica mentre io lo appello < egocentrico >.
< Sì egocentrico ma reale, veritiero >.
Si avvicina pericolosamente mentre io mi ritrovo a due centimetri dal suo viso.
< Dai ammetti che vuoi un mio bacio >.
Scuoto la testa < io non ammetto proprio un bel niente >.
Senza dire nulla mi morde il labbro inferiore portando la mano sul mio sedere che stringe leggermente prima che io sussulti.
Sfrego il mio naso contro il suo.
< Ti odio quando fai così Harry Styles >.
< Ti faccio impazzire quando faccio così > mi corregge lui prima di leccarmi le labbra mentre io mi impongo di non cedere.
Almeno per il momento.
Mi guarda malizioso prima di portare una mano sotto la mia maglia iniziando a creare dei piccoli disegni che non fanno altro che farmi rabbrividire.
Dopodiché mi sussurra all'orecchio < toglila >.
Scuoto la testa più volte prima che il riccio me la sfili senza troppi convenevoli facendomi rimanere di stucco.
< Si fa come dico io > ridacchia prima di affondare il suo viso sul mio collo iniziando a morderlo leggermente e baciarlo.
Chiudo gli occhi per godermi il momento e poi decido di porre fine a questo gioco prendendogli il viso e baciandolo con foga.
Senza aspettare il mio consenso sbottona il jeans portandolo più in basso del mio sedere mentre io sempre baciandolo lo faccio scivolare con non poca difficoltà.
La sua lingua si insinua nella mia bocca per andare ad incontrare la mia che non perde tempo a rincorrerla avidamente.
Gli slaccio i jeans e sorrido mentre il riccio mi chiede come mai abbia cambiato idea.
< Perché effettivamente abbiamo ancora un po' di tempo e possiamo sfruttarlo >.
< Non sai quanto ti amo quando cambi idea così >.
Annuisco e riprendo a baciarlo mentre il riccio non perde tempo a sfilarsi la maglia e a gettare i jeans per terra con poca cura.
Fatto ciò mi prende in braccio senza fatica e mi porta in bagno dove apre la porta della doccia sotto il mio sguardo confuso.
Che pensa di fare?
< Che stai facendo? > chiedo osservando.
< Mi sembra evidente > afferma per poi entrare in doccia non prima di essersi sorbito i miei lamenti.
< Non possiamo Harry >.
< Sì che possiamo... hai pagato per tutta la camera quindi anche per il bagno > afferma sghignazzando per poi continuare < anche la doccia è compresa nel prezzo pacchetto >.
< Scemo... non possiamo >.
< Zitta Caroline > sbotta per poi aprire il getto di acqua calda perche già sa che è l'unico modo per stare zitta.
Sussulto non appena mi porta verso il muro impedendomi di muovermi.
Mi posa dei baci per poi prendermi il viso e baciarmi sotto il getto dell'acqua mentre io per poco non mi strozzo.
< Mi strozzerai così > boccheggio spostando la testa all'indietro.
Ridacchia sonoramente < sei veramente melodrammatica, lo sai vero? >.
Faccio spallucce mentre indietreggio per sfuggirgli, senza riuscirci visto che mi afferra per i fianchi baciandomi il collo mentre con la mano armeggia col gancetto del mio reggiseno per poterlo togliere.
< Non ci riuscirai mai > lo prendo in giro sorniona per poi zittirmi una volta che il riccio riesce nell'intento lanciandolo fuori dalla doccia.
< Ehi, sai quanto l'ho pagato quel reggiseno? > protesto accigliata.
Rotea gli occhi al cielo < se non ti amassi ti avrei lasciata da un bel pezzo >.
< Fallo > lo provoco io portando una mano sul petto per coprirmi.
< Perché sei dannatamente sexy > mi prende la mano spostandola < non devi coprirti >.
Poi senza aspettare una mia risposta porta la mia mano dentro i suoi boxer ammettendo senza alcun imbarazzo < pensa a questo invece che a coprirti >.
< Sei incredibile > boccheggio io per poi ridacchiare non appena Harry si mi porta a contatto col suo petto prima di portare una mano sul sedere che stringe senza alcuna esitazione.
Rabbrividisco non appena ammette < ti voglio con tutto me stesso >.
Gli porto indietro i ricci ormai bagnati prima di osservarlo < anch'io ti voglio con tutta me stessa >.
Così mi lascio baciare senza lamentarmi e porto un braccio attorno al suo collo mentre con la mano inizio ad accarezzarlo prima lentamente per poi aumentare.
Il mio respiro è aumentato così come quello del riccio che in un momento di enfasi si lascia sfuggire un gemito che io accolgo tra le mie labbra.
Quanto lo amo.
So di ripeterlo spesso ma è così.
Non posso farci nulla.
È più forte di me... anche se so di essere drasticamente ripetitiva.
Da far cascare le balls per dirla all’inglese.
La mano di Harry che si insinua nelle mie mutande fa sì che ritorni alla realtà.
Lascio che me le sfili senza problemi mentre mi rilasso al suo tocco lasciandomi sfuggire qualche imprecazione qua e là.
Gli prendo il viso baciandolo con foga mentre sento le gambe cedere.
E mentre sia io che Harry ci scambiamo piacere reciproco accade che con un gesto involontario sposta il rubinetto dall'acqua calda finendo così per farci piombare addosso l'acqua ghiacciata.
Boccheggio lamentandomi < Harry! Dannazione... metti l'acqua calda o altrimenti mi prenderà un coccolone >.
Inizio così a tremare dalla testa ai piedi sotto le risate del riccio che ride a crepapelle.
< Sei uno stronzo > urlo guardandolo.
< E tu sei così buffa che non riesco a smettere di ridere >.
< Ti faccio smettere io > affermo tirandogli un cazzotto sulla spalla finendo solo con il farmi male.
< Vieni qui > mi prende le mani abbracciandomi sotto il getto dell'acqua calda per farmi riscaldare.
Mentre io mi lamento, mi lamento ancora.
E mi lamento ancora...



 
———



< Nasconditi qui scema >.
La mano di Harry a spingermi verso di lui mentre aspettiamo che qualcuno ci venga ad aprire.
Siamo arrivati a casa Styles.
Senza avvisare nessuno.
Come avevamo pensato di fare.
< Ci beccheranno > sussurro io mentre sento dei passi avvicinarsi alla porta.
< Chi è? > domanda una voce prima di aprire la porta.
È Anne.
Riconosco la voce dolce e armoniosa.
Harry prende la mia mano per poi sbucare fuori ed urlare un 'tataaaan' più forte del normale.
< Harry? Care? >.
< In persona > ci indica il riccio mentre la madre domanda < che ci fate qui? >.
Spiego brevemente la storia del cottage prima di essere trascinata all'interno dalla donna che mi abbraccia teneramente.
< Dovresti abbracciare prima me... sono io tuo figlio ti ricordo > sbotta Harry mettendo su un finto broncio.
< Harry... sei proprio un bambino >.
Lo abbraccia tirandogli le guance, cosa che fa innervosire Harry particolarmente >.
Ridacchio.
< Tu non ridere > mi intima pizzicandomi un fianco.
< Venite... tuo padre ne sarà contento >.
La seguiamo non prima di aver salutato Tim e gli altri domestici che ormai ho imparato a conoscere e volere bene come se facessero parte della famiglia.
< Desmond tesoro >.
Anne apre la porta prima di continuare < non sai chi ti ho portato >.
< Chi? > domanda lui alzando lo sguardo dalle pratiche mentre io Harry facciamo il nostro ingresso in grande stile vedendolo strabuzzare gli occhi.
< E voi due? Cosa ci fate qui? >.
Guardo Harry come a dirgli 'te l'avevo detto che sarebbe stata una sorpresa gradita'.
< Fatti abbracciare > Desmond si avvicina abbracciando prima me e poi Harry che si lamenta iniziando una manfrina sul fatto che è lui il loro figlio e non io.
< Sì ma tu non sei bello e gentile come Caroline > si complimenta il padre mentre Harry annuisce dandogli ragione.
< Vi fermate a pranzo almeno sì? > domanda Anne mentre io annuisco per poi vederla sparire per andare ad avvisare Tim di preparare anche per noi due.
< Allora che mi dite di bello? > domanda Desmond mentre ci fa cenno di seguirlo.
< Solita vita pà > afferma Harry prima che io prenda la parola < tutto benone >.
Cammino accanto ad Harry seguendoli in salotto dove ci invita a sederci, non prima di aver ordinato tre spritz al cameriere.
< A lavoro Care ti trovi bene? >.
Annuisco < mi trovo molto bene... non so come posso ringraziarti per avermi dato questa opportunità >.
< Facendo mettere a posto la testa a mio figlio ti sei già sdebitata a dovere > scherza dando una pacca al figlio che si passa una mano tra i capelli.
< E con gli avvocati? > chiede ma prima che io possa rispondere Harry mi anticipa < Horowitz fa ancora la stronza >.
Vedo il padre ammonirlo per il tono usato dal figlio per poi puntare l'attenzione su di me e chiedermi se sia vero o meno.
Prendo un bel respiro < Harry esagera >.
Minimizzo, non voglio dare fastidio.
Mi ha già offerto un lavoro.
Ed io non voglio approfittarne.
Assolutamente.
< Non esagero Care > mi rimprovera Harry < fa la stronza sul serio >.
< Vero? Continua ancora ad importunarti? > domanda Desmond prima di ringraziare Tim che lascia gli spritz sul tavolino in vetro perfettamente decorato.
< Care digli la verità > mi suggerisce Harry prendendo il bicchiere per poi berne un sorso.
< È che mi fa sentire inadeguata... continua a ripetermi che se lavoro lì è perché sono una raccomandata > spiego imbarazzata.
< Ho parlato con Luke > asserisce Desmond < e mi ha detto che il tuo lavoro è impeccabile >.
Lo ringrazio.
< Anzi mi ha anche detto che fai de turni di lavoro che non ti spettano >.
Annuisco prima di scuotere la testa non appena Desmond confessa < ed è per questo che dal prossimo mese avrai un aumento >.
Un aumento?
< Non c'è bisogno Desmond >.
< No, non voglio sentire lamentele... Caroline sono fiero di te e di come lavori ed è giusto che tu venga ripagata a dovere >.
< Ha ragione > afferma Harry indicando il padre.
< In più parlerò con l'avvocato Horowitz e le dirò di farsela finita con questa storia dell'essere raccomandata >.
< No, non voglio creare casini > supplico di non farlo pentendomi già di avere rivelato questi particolari.
< Caroline > si intromette Anne sedendo vicino al marito < non è giusto che ti si faccia la predica solo perché stai con Harry >.
< Se avessi lavorato male sarebbe stato diverso ma lavori in modo ineccepibile quindi è giusto che prendi i tuoi meriti > continua Desmond.
< Lo so ma non voglio mettere in mezzo l'avvocato Horowitz > tento di dire prima di essere bloccata da Desmond < ti prometto che non la tratterò male, che non le dirò che ho parlato con te ma le farò semplicemente capire che è giusto che ti rispetti >.
< Ha ragione > afferma Harry portando la sua mano sulla mia gamba andando a lasciare una carezza.
Lo guardo e annuisco abbandonando i miei dubbi e le mie insicurezze.
Magari se Desmond parla con l'avvocato Horowitz le cose al lavoro saranno meno pesanti.
L'aria meno satura di cattiveria.
E gli sguardi meno tetri e più affabili.
No?
O probabilmente l'avvocato Horowitz si arrabbierà ancora di più e sarà un vero inferno.
Probabile che sia questa l'opzione finale.
Anzi togliamo il possibile...
Sarà così ne son certa.
< Direi che ora è il momento di brindare alla vostra sorpresa > afferma Desmond passandomi lo spritz con cura.
Alzo in alto il bicchiere facendolo sbattere con i bicchieri di Desmond, Anne ed Harry che praticamente l'ha già finito.
< Possibile che tu debba schiantarsi ogni cosa che bevi? > gli domando voltandomi nella sua direzione.
Fa spallucce < perché io al contrario tuo non sono un pivellino >.
Gli tiro un cazzotto sul braccio ridendo < io non sono una pivellina >.
< Posso? > domanda Anne indicando la mia mano con fare curioso.
Annuisco e lascio che me la prenda < non avrai fatto quello che penso io >.
Harry ridacchia mentre Desmond chiede a cosa si riferisca.
< Guarda tu stesso > gli passa la mia mano non prima di aver affermato divertita < sei matta >.
< Oh > boccheggia il marito < hai fatto lo stesso tatuaggio? >.
Alzo le spalle < il mese scorso mi sono decisa così uscendo da lavoro sono andata a prendere appuntamento ed eccoci qui >.
< Io non ne sono stato contento > sbotta Harry scuotendo la testa.
< Tu non dovresti proprio parlare > gli dico io rimproverandolo.
< Perché? >.
< Perché? Hai il coraggio di chiedermi perché? > domando io ridendo.
Annuisce così mi affretto a ricordargli < ti sei tatuato il mio nome >.
< E allora? >.
< E allora io non posso tatuarmi un tatuaggio che per me ha significato? >.
Poi domando ad Anne e Desmond < voi lo sapete? >.
Annuiscono.
< È molto bello > asserisce Anne.
Annuisco anch'io perché ha ragione.
Anche se mi sono arrabbiata tanto non posso dire di non essere contenta.
Di non essere fiera.
È una dimostrazione d'amore, come il mio tatuaggio.
< È una dimostrazione d'amore il mio tatuaggio > affermo vedendolo sghignazzare, così lo rimprovero di non ridere.
Guardo il mio tatuaggio e sorrido < a me piace >.
< Anche a me > asserisce Harry prima di aggiungere sornione < d'altronde è il mio tatuaggio >.
Mi sono tatuata la stessa croce nera sulla mano destra, nel mio caso, perché volevo avere un qualcosa che mi legasse a lui indelebilmente.
< Se un giorno mi lasci sappi che dovrai scontare la pena di avere un tatuaggio che ti ricorderà di me >.
< Ma perché dovrei lasciarti? > chiedo alzando gli occhi al cielo.
< Perché magari Luke ti rapisce >.
Il mio sguardo a rimproverarlo.
< O magari ti accorgi che ti piace e che sei sempre stata innamorata di lui >.
Lo guardo scettica.
< Oppure ti stufi di me e ti dai alla pazza gioia > aggiungendo < sempre con Luke ovviamente >.
Roteo gli occhi al cielo prima di rispondere secca < oppure mi ricordo di stare con un coglione patentato come te? >.
Sento ridere Desmond ed Anne prima che Harry mi prenda la mano trascinandomi verso di lui.
< Questo coglione lo ami, devo ricordartelo? > chiede alzando un sopracciglio più del normale.
< Allora come posso lasciarti? > domando io cercando di divincolarmi dalla sua presa ferrea.
< Non si sa mai... in ogni caso cavoli tuoi, avrai sempre il tatuaggio a ricordarti di me >.
Detto ciò mi molla un bacio sulla tempia che fa sciogliere Anne < siete così belli che non vedo l'ora di avere dei nipotini >.
< Ancora con questa storia mà? > domanda Harry  girandosi per guardarla meglio >.
< Sognare non costa nulla mio caro > afferma lei facendogli una linguaccia.
< Sì ma tu sogni troppo > dicono Harry e Desmond nello stesso preciso momento facendoci ridere.
< Andiamo, il pranzo è pronto > ci incita Desmond tirandosi su non prima di aver tirato una pacca sul sedere alla moglie che inizia ad urlargli contro.
< Quante volte devo ripeterti che non devi tirarmi quelle odiose pacche sul sedere? >.
Li seguo mentre Harry da dietro mi sussurra < vedi? È un vizio della famiglia Styles >.
< Un vizio di merda > dico io voltandomi non appena mi molla una pacca sul sedere anche lui.
< Ti odio > sbotto passando vicino a Tim che sorride non appena Harry afferma malizioso < ed io invece ti toglierei i vestiti di dosso >.

Ormai...
Ho preso sta croce e devo portarmela sulle spalle.
Non cambierà mai.
E so che non voglio nemmeno che lo faccia.
Perché lo amo così.
Senza se e senza ma.

Sbuffo ma subito dopo mi ritrovo a sorridere perché con Harry finisce sempre così.
Mi fa terribilmente arrabbiare ma alla fine sa anche come rendermi la ragazza più felice di questa terra.
E non so come faccia.
Seguo Desmond e Anne fino in veranda dove per poco boccheggio vedendo il ben di Dio sistemato sul tavolo.
Purtroppo non mi ci abituerò mai.
È più forte di me... come se non mi entrasse nella testa.
Sorrido a Dorothy che si alza per venirmi a salutare.
Strano ma alla fine avevano ragione tre anni fa a dire che l'avevo impressionata con la mia risposta.
Da quel giorno abbiamo iniziato a parlare, prendere confidenza l'una con l'altra e devo dire che ora la considero come una nonna.
Mi ci trovo bene a parlare, ricordare momenti della sua vita.
E a spettegolare come due ragazzine in preda alle prime cotte.
< Sempre più bella > mi indica dalla testa ai piedi mentre io faccio un cenno della mano come a voler dire che non è assolutamente vero.
< La sorpresa immagino l'abbia organizzata tu, non è vero? > chiede prima che si stacchi dall'abbraccio.
Annuisco e ridacchio non appena la sento rimproverare Harry < se dovessimo aspettare te nipote mio... sarei già morta e sepolta in una tomba >.
< Ma io l'ho scelta apposta come ragazza > afferma lui prima di stritolarla in un abbraccio, ovviamente beccandosi le lamentele della nonna.
< Ecco perché siete diventate così amiche tutte due, perché vi lamentate sempre > sbotta lui chiaramente facendo riferimento alla sottoscritta e a Dorothy.
< Siediti > fa cenno Anne ridendo.
Harry borbotta qualcosa ma alla fine si siede sul serio.
A capotavola c'è Desmond, alla sua sinistra Dorothy, alla destra Harry, io ed Anne.
< Vedo che hai fatto un tatuaggio > afferma Dorothy riferendosi alla mia croce sulla mano destra.
Attendo che prosegua < lo trovo delizioso >.
< Ma se quando l'ho fatto io hai detto che era da galeotto > si lamenta Harry puntandole una forchetta contro.
Alza le spalle prima di rispondergli fiera < è che Caroline è molto raffinata come ragazza e un tatuaggio così piccolo e grazioso non fa altro che arricchirla >.
La ringrazio più volte per la gentilezza e per il bellissimo complimento.
< È uguale identico al mio > continua Harry mostrando la sua croce sulla mano sinistra.
Dorothy ride < a lei sta meglio >.
< Inizio a pensare che lei può fare e dire qualsiasi cosa in questa casa senza ricevere alcuna critica > mi indica addentando un pezzo di pollo senza impegnarsi più di tanto nel bon ton.
Anne prende la parola < ormai è parte integrante della famiglia >.
< Esatto... non so cosa aspetti a chiederle di sposarti Harold > rimprovera Dorothy mentre io per poco non mi strozzo.
Oddio.
Ci risiamo...
< Nonna sai già come la penso >.
Infatti…
< Se lo merita... e poi dove vorresti andare senza matrimonio? >.
< A casa mia?! > risponde il nipote allargando le braccia con fare puramente teatrale.
< Harry sul serio... ormai avete entrambi quasi ventotto anni, cosa vuoi aspettare di diventare vecchio come la sottoscritta? >.
Poi si volta ed io muoio non appena mi chiede come la penso.
Eh...
Come la penso?
Come sempre.
Vorrei sposarmi.
Da morire, ma ormai devo arrendermi.
Non posso più lottare per una cosa che non avverrà mai se non nei miei fottutissimi sogni di ragazza.
< La pensa come me, esattamente come me > mi anticipa Harry mentre io lo guardo scettica.
Cosa?
Sta scherzando?
Ho la parola anch'io.
So parlare eh.
Non ho bisogno di qualcuno che parli al posto mio.
Anzi, è una cosa che odio e che ho sempre odiato.
Dal profondo del cuore.
< In realtà non è così > sbotto sprezzante posando la forchetta.
< Ne avevamo parlato mi pare > alza le sopracciglia facendomi infuriare ancora di più.
Ho diritto di dire la mia.
Oh, sì se ne ho.
< Sì ma la mia idea sai qual è > affermo io poggiando il tovagliolo sulle gambe.
< Io non mi sposo >.
< L'abbiamo capito >.
< E allora perché stai tirando fuori questa storia Caroline? >.
< Perché Dorothy ha chiesto anche la mia opinione, se non erro > dico seria.
< D’accordo > dichiara pulendosi le labbra < ma non capisco il senso di tirare fuori il discorso matrimonio quando sai benissimo che non mi voglio sposare >.
< Giusto > dico rabbiosa.
Lo guardo e poi decido di starmene zitta.
Non voglio litigare di fronte agli Styles.
Non voglio mostrarmi debole, insicura.
< Non ci sposeremo > dico a Dorothy che rimprovera il nipote definendolo uno scellerato.
Riprendiamo a battibeccare fino a che le cose non degnerano.
< Sai che c'è? > domanda prima di continuare < non ho più fame... tolgo il disturbo >.
E si alza.
< Scusami Care non volevo creare problemi > si scusa la nonna prima che io le spieghi che lei non c'entra assolutamente nulla.
< Vado a recuperarlo > asserisco alzandomi per poi chiedere a Tim dove si trovi Harry.
Cammino col cuore che mi martella il petto più del dovuto.
E con rabbia.
Apro la porta della camera richiudendola, poi mi avvio verso il balcone prima di trovarlo sulla sedia a dondolo.
Mi avvicino cauta come non mai.
Decidendo di non fare mosse azzardate.
Ma di aspettare che si calmi e che mi chiami.
Vedendo che però non cede decido di fare il primo passo sedendomi accanto a lui.
Ma lui si alza lasciandomi interdetta.
E confusa.
E amareggiata
.
Mi alzo anch'io avvicinandomi per poi abbracciarlo da dietro.
< Sono veramente incazzato > sbotta senza nemmeno voltarsi.
Non parlo ma aspetto che riprenda a parlare lui.
< Sul serio >.
< Harry guardami > lo chiamo non ottenendo risposta.
< Caroline, sono arrabbiato non mi va > esplica sbuffando.
< Ti prego >.
Poi domando < posso abbracciarti almeno vero? >.
< Certo che puoi idiota >.
La voce divertita mentre le parole gli escono dalle labbra fluttuanti.
Mi avvicino alla sua schiena dove lascio un piccolo bacio.
Un altro e un altro ancora.
< E tu non dovresti fare quello che stai facendo > afferma mentre io chiedo a cosa si riferisca.
< Se continui così... alla fine cederò > spiega lasciandosi andare ad una piccola risata prima di voltarsi finalmente.
Finalmente.
Rivedo il suo sorriso.
E le sue amabili fossette che tanto mi creano uragani all'interno del mio cuore.
Le mie braccia strette intorno al suo bacino e il mio sguardo fisso su di lui.
Mi mordo un labbro per poi sorridere non appena Harry dice serio < anche questo... non dovresti farlo >.
< Cosa? > domando facendo la finta tonta.
< Morderti le labbra in quel modo > spiega contornando con il pollice le mie labbra < ti ho già detto che mi piace da morire quando lo fai >.
Aggiunge sornione < mi viene voglia di baciarti >.
Alzo le spalle ed attendo che parli.
Perché so che lo farà.
Lo conosco troppo bene per non indovinare cosa farà o dirà.
E infatti...
< Non volevo reagire in quel modo > allude alla conversazione avuta con la nonna.
< È che mi sono sentito attaccato > ammette abbassando lo sguardo per un istante.
< E a me dispiace averti risposto male... semplicemente mi ha dato fastidio che tu parlassi per me > dico io senza troppi giri di parole.
< Lo so che non avrei dovuto prendere la parola ma è come se avessi voluto difendermi da una sorta di accusa > sentenzia prima che io lo calmi < Harry non ti giudico e mai lo farò puoi starne certo >.
< Gli altri lo faranno però, sei pronta ad essere giudicata per una scelta presa per lo più da me? >  chiede puntando i suoi bellissimi occhi verdi nei miei facendomi letteralmente sciogliere.
Annuisco.
Più e più volte.
Poi affermo decisa < non me ne frega niente... è solo che >.
< È solo che? >.
< Che qualche volta il desiderio di un matrimonio si fa sentire >.
Sorride < magari un giorno cambierò idea lo sai vero? >.
< Lo so già >.
Me l'ha detto una sera mentre vedevamo una puntata del mio telefilm preferito.
Mi ha detto che forse cambierà idea.
Che forse un giorno amerà anche lui l'idea di sposarsi.
Di essere legati indissolubilmente di fronte a Dio, ai nostri cari e ai nostri amici.
Col tempo si vedrà.
Poi chiedo < l'importante è stare insieme, non è vero? >.
Annuisce < ti amo non scordarlo mai >.

Oh Harry!
Anche io ti amo.
Ti amo da morire.
Ti amo così tanto da togliermi il fiato...
Da non sentirmi più me stessa se non con te.
Solo con te.

< Ti amo anch'io >.
La sua mano a stringermi addosso a lui e il mio respiro diventare regolare.
Mi abbraccia senza dire nient'altro mentre io mi lascio cullare accompagnata dal leggero venticello che soffia leggero tra i miei capelli.

A volte vorrei essere da sola.
Senza nessuno intorno.
A volte è veramente difficile avere una relazione.
Essere una coppia.
Ma alla fine quando ci penso meglio capisco che preferisco di gran lunga una litigata piuttosto che stare lontana da Harry.
Dal mio sole.
Dalla mia ragione di vita.
Il mio tutto.


Porto la mia mano sulla sua nuca per sentirlo ancora più vicino, ancora più dentro di me.
Non so quanto tempo stiamo abbracciati... è come se il tempo si fosse fermato.
Come se nulla avesse più importanza.
Se non i nostri corpi a fondersi come i nostri cuori.
Mi guarda accarezzando una guancia < quanto sei bella >.
In altre occasioni avrei avuto da ridire.
Da commentare che non è assolutamente vero.
Lamentandomi come sempre, ma oggi lascio correre.
Si avvicina lentamente alle mie labbra < non sai quanta voglia di baciarti abbia in questo momento >.
Il suo naso a contatto col mio a sfregarlo leggermente.
E a me basta sporgere le labbra per andare ad incontrare le sue che subito si appropriano delle mie che non aspettano altro.
La sua mano sul mio fianco e la mia sulla sua nuca a tenerlo più stretto possibile.
Ne segue un bacio lento, pieno di sentimenti contrastanti.
Paura di perdersi, paura di ferirsi, voglia di amarsi, voglia di continuare a scoprirsi...
Come se le nostre labbra potessero leggere i nostri pensieri più nascosti e comportarsi di conseguenza.
Come se per un momento nient'altro avesse importanza se non noi due e basta.
< Bhe ora che la pace è fatta direi che possiamo tornare di là, che ne dici? > domando leccandomi le labbra come ad imprimermi meglio il suo sapore.
< Direi che dopo questo bacio mi è venuta un'altra voglia... > scherza lui mordendomi il labbro.
< Toglitelo dalla testa Styles >.
< Poi quando mi chiami Styles... > commenta affondando il suo viso sul mio collo.
< Cosa? >.
< Me lo fai venire duro come non puoi immaginare >.
Eccolo, coi commentini di merda.
< Sai cosa ti darò di duro a breve? > domando io assottigliando gli occhi.
< Un limone? >.
Ha sempre la battuta pronta.
Come diavolo sia possibile non si sa...
Non me lo spiego.
< Un cazzotto > asserisco mostrando un pugno < sbrighiamoci a tornare di là >.
< D'accordo d'accordo > alza le mani prima di prendermi la mano e portarla sui suoi pantaloni malizioso.
< Almeno ti rendi conto che non scherzo > afferma mentre io lo invito a seguirmi per raggiungere gli altri.
< Eccovi > ci sorride Anne mentre noi riprendiamo posto.
< Harold mi dispiace aver creato dei problemi a te e a Caroline > esordisce la nonna con un sorriso a rivelare effettivamente il suo profondo dispiacere.
< Tranquilla nonna... abbiamo risolto > sentenzia il nipote < ora è tutto apposto >.
Annuisco per dargli manforte.
E poi mi volto non appena Anne chiede < vi fermate qui anche stasera? >.
< Non so mamma, non ci avevamo pensato >.
< In effetti... poi non vorrei recare disturbo > dico prima che Anne rida mostrando le identiche fossette del figlio.
< Caroline tu non rechi mai disturbo > afferma Desmond parlando per tutti i presenti.
Guardo Harry < tu che dici? >.
D'altronde abbiamo dei cambi con noi.
Abbiamo tutto l'occorrente che ci serve per restare fuori un' ulteriore notte.
< Non so Care... dimmi tu >.
< A me va bene > affermo e ridacchio non appena vedo Anne esultare per la gioia.
Alla fine cosa cambia se partiamo domani mattina?
Abbiamo un giorno di ferie ancora.
Quindi perché non sfruttarle come si deve?
< Dai Harry non fare il palloso > gli dice la madre vedendo l'indecisione del figlio.
< No è che domani torneremo stanchi e dopodomani si riprende a lavorare >.
< Non cambia nulla se partiamo domani mattina > spiego < ci riposeremo domani pomeriggio se saremo stanchi >.
< Dai Harold > lo incita la madre facendo sì che lui si arrabbi per il nome usato dalla madre.
< Dai > continuo io prendendogli la mano e facendo il labbruccio.
Tanto so di vincere.
Perché so quali mosse usare.
Come giocare per ottenere quello che voglio.
E infatti...
< Va bene! > mi indica minaccioso < ma domani mattina si parte presto eh... sia ben chiaro >.
Annuisco e abbraccio Anne che è super contenta.
Non si tiene dalla gioia.
Anch’io sono contenta.
Mi piace passare del tempo con i miei 'suoceri'.
Sono così carini con me che a volte mi sento quasi in imbarazzo.
< Dico a Tim di preparare la stanza allora > afferma Anne mentre il cellulare di Harry inizia a squillare insistentemente.
< Pronto? >.
Mi affaccio al suo orecchio curiosa come non mai.
È Lerya.
Riconosco la voce come le mie tasche.
< È successo qualcosa? > domanda Harry preoccupato mentre io prendo a parlare con Desmond delle pratiche che sto sbrigando a lavoro.
< Care > mi richiama Harry mentre io sto ridendo dopo aver spiegato la mia gaffe con l'avvocato Horowitz.
Mi volto e lo guardo confusa mentre mi spiega che non ci sarà nessun pernottamento a casa dei suoi.
Ma che dobbiamo ripartire subito.
< Successo qualcosa? > domando preoccupata.
< Era Lerya, ha detto che dobbiamo tornare subito a casa perché deve dirci una cosa importante >.
Lo guardo e capisco che si tratta di una cosa veramente importante.
Altrimenti perché avrebbe chiamato così di fuga pur sapendo della nostra mini vacanza?
Dev'essere successo qualcosa.
< Andiamo allora > affermo mentre Desmond, Anne e Dorothy annuiscono.
< Ci rivediamo un'altra volta > afferma Anne abbracciandomi teneramente.
< Mi dispiace > mi scuso con Desmond e Dorothy dopo averli abbracciati.
Li saluto prima di raggiungere Harry che è andato a prendere la valigia per far prima.
Per anticipare i tempi.
Lo raggiungo col fiato in gola.
Che diavolo è successo?
< Che diavolo è successo? > chiedo seguendolo verso la macchina che apre prima di sistemare la valigia nel portabagagli.
< Non lo so... ma lo scopriremo presto > afferma prima di baciarmi la mano < sta' calma, ci sono io con te >.
Annuisco prima di salire in macchina e farmi prendere dal panico.

Che diavolo sta succedendo?
E l'ansia si riappropria di me.



 
———




Suono il campanello e aspetto che ci vengano ad aprire.
Ho l'ansia.
Un'ansia che non riesco a descrivere.
Mi opprime, mi soffoca.
< Finalmente > sbotto non appena Zayn apre la porta di casa.
Casa mia, un tempo.
Senza aspettare Harry raggiungo Lerya in salotto che mi abbraccia ridendo non appena io chieda frettolosamente perché ci hanno chiamati, che cos'è successo.
< Come sei impaziente Caroline >.
Faccio spallucce.
< Siediti > dice per poi salutare Harry con un abbraccio.
Anche se a fatica mi lascio scivolare sul divano vicino ad Harry che mi accarezza la schiena per farmi calmare.
< Com'è andato questo weekend? > domanda Lerya tornando con un vassoio tra le mani.
Champagne.

Champagne?
A che cosa brindiamo?
Dannazione.
Sarà mica incinta no?

< È andato bene... ci serviva proprio rilassarci > risponde Harry al posto mio.
< Caroline non mi sembra proprio rilassata a dir la verità > sghignazza Zayn indicandomi.
< Sai com'è, ci avete chiamati dicendo che dovevamo tornare di fretta e fuga per dirci una cosa > asserisco acida.
Lerya sorride a Zayn che fa la stessa cosa.
Lo guardo e senza più aspettare chiedo < non sarai mica incinta vero? >.
< No, no come ci pensi > afferma Lerya < stiamo calmi anche perché sai come la penso sui bambini >.
< Che è meglio un palo ficcato in quel posto? > rispondo io ironica facendo ridere la riccia che risponde annuendo più volte.
< Parlateci di questo cottage >.
Guardo Zayn e lo maledico mentalmente.
Che importa del cottage?
Vogliamo sapere la notizia.
Voglio sapere la notizia.
O quello che è insomma.
< Bello... Caroline ha fatto proprio un bell'affare scegliendolo >.
< E che avete fatto? Come avete passato il tempo? > domanda Lerya mettendo su un sorrisetto da bambina ingenua, finta ingenua che nasconde invece la vena maliziosa.
< Lerya > la ammonisce Zayn.
< Che c'è? Ero solo curiosa di sapere che hanno fatto >.
< Siamo stati molto tempo in spa a dire il vero > dichiara Harry mentre io cerco di non sclerare.

Voglio sapere che succede.
Ora.
Altrimenti perché siamo andati da Redditch via io e Harry?
Potevamo passare ancora del tempo coi suoi e invece...
Sbaglio o gli occhi di Lerya brillano di una luce diversa?
Sono più luminosi, radiosi.
Espressivi.
Trasudano felicità in effetti...
Una felicità che muoio dalla voglia di conoscere.
Mi volto per guardare Zayn e osservo che anche lui è investito della stessa felicità della ragazza.
Che succede?
Non ce la faccio più ad aspettare.

Li sento chiacchierare del più e del meno mentre io mi sento completamente ovattata.
In un'altra dimensione.
Respiro lentamente per poi non farcela più.
< Mi dite che succede? >.
< Non sai proprio cosa vuol dire aspettare e avere pazienza eh? > domanda Lerya mentre io scuoto la testa.
< Pazienza >.
La guardo e capisco che se non faccio a modo mio non saprò mai per quale motivo sono tornata a casa invece che rimanere con la mia famiglia.
Basta.
Altro che pazienza.
O mi si viene detto il motivo per cui sono qui, siamo qui, o vado via.
< Mi dici perché siamo qui? > chiedo per poi riprovare < allora? >.
< Quanto scocci mamma mia >.
Guardo Lerya e alzandomi in piedi asserisco seria < ve lo dico se entro tre minuti non sputate fuori quello che dovete dire me ne vado... non sono partita da Redditch per senza motivo quando potevo passare del tempo con la mia famiglia >.
Con la coda dell'occhio vedo Harry sorridere non appena dico 'famiglia' ma cerco di non farmi distrarre.
< Al tre vado via >.
< Caroline... >.
Scuoto la testa < uno >.
La mia amica cerca di persuadermi.
< Due >.
< Tre > urlo prima che faccia un passo bloccandomi subito perché Lerya mi fa cenno di fermarmi.
< Siediti >.
Sbuffo < però se non mi dici che succede vado via veramente >.
Annuisce prima di prendere un bel respiro.

E se è incinta e non sa come dirlo?

< Non sei incinta vero? > domando io sporgendomi un po' in avanti per osservare meglio ogni sua possibile reazione.
< Ti ho detto di no scema >.
< E allora... >.
< Allora? > chiedo io impaziente.
< Io e Zayn vi dobbiamo dire una cosa > afferma lei prendendo la mano di Zayn stringendola dolcemente nella sua.
Faccio cenno di andare avanti.
Prende un bel respiro e dice tutto d'un fiato < ioeZayncisposiamo >.
< Eh? >.
Non ho capito niente.
Dico confusa < non ho capito niente >.
La riccia ridacchia e poi afferma lentamente in modo che possa sentirla < io e Zayn ci sposiamo >.
Boccheggio.
Incapace di proferire parola, o alcun suono.
Lerya e Zayn si sposano.
Sposano.
Chi l'avrebbe mai detto?

Li guardo raggianti e il mio cuore perde dei battiti.
Perché nel profondo so che io non lo vivrò questo momento.
Mai nella mia vita.
E fa male.
Cazzo, se fa male.

< Care? > la voce di Lerya a riportarmi alla realtà.
Vorrei urlare.
Non scherzo per niente.

Perché a lei sì e a me no?

Vorrei urlare...
Sì.

Ma devo reprimere questa voglia e gioire con loro che d'altronde hanno scelto di condividere con noi questa notizia bellissima.
Così mi limito ad alzarmi ed urlare che sono stracontenta.
< Piano mi strozzi! > urla Lerya ridendo mentre la abbraccio con forza.
< Congratulazioni amico > Harry stringe in un abbraccio Zayn prima di fare la stessa cosa con Lerya.
< Siete le prime persone a cui l'abbiamo detto >.
Che bello eh?
Reprimo (o almeno ci provo) questa cattiveria.
Acidità.
E cerco di mostrarmi felice e al settimo cielo, come mai.
< Non vedo l'ora di vedere il tuo abito da sposa > dico alla riccia che ride per poi affermare < mi accompagnerai in tutto, mia damigella d'onore >.
< Damigella d'onore? > domando esaltata.
Finta esaltata.
Perché... vorrei solo sprofondare nel letto e salutare tutti fino a che il matrimonio non sarà bello che finito.
Sarò cattiva ma questa non ci voleva.

Un matrimonio a farmi ricordare che cosa di preciso?
Che non mi sposerò mai?
Che non indosserò mai l'abito bianco?
Che non passerò la giornata più bella della mia vita?


Che bello!
Che gioia.
Che felicità.

< Come te l'ha chiesto? > domando mentre lei inizia a raccontare.
Tutto nei minimi dettagli.
Dettagli che non colgo.
Non capisco.
E che forse nemmeno voglio capire in questo momento.
Perché in realtà ho spento il cervello.
L'ho mandato in vacanza per un po'.
Annuisco per far vedere che seguo il discorso.
< I testimoni? > continuo con le domande di rito, almeno per sembrare interessata.
< Saranno sua sorella e mio cugino > spiega prima di chiedermi se me la sia presa.
Scuoto la testa < macché, hai fatto benissimo >.
< Sicura? > domanda lei prendendomi per mano.
Che cavolo me ne frega di non essere la testimone, dannazione.
Si sposano, dannazione!
‘Care, non essere cattiva’ mi ripeto più volte sorridendo a Lerya.
Annuisco < d'altronde sarò la damigella d'onore, no? >.
Ridiamo tutti e quattro ma io rido per finta.
Perché al momento non ho nulla per cui ridere.

Vorrei piangere.
E so che posso sembrare esagerata, ma non è così...
Assolutamente.
Sono contenta per loro ovviamente.
Ma pensare che si sposeranno ricorda alla mia mente che io non lo farò mai.
E mi fa male.
Cerco di portare avanti la manfrina ma in realtà non vedo l'ora di prendere una boccata d'aria.
Perché non sto bene per niente.
Sto male.
Sto veramente male.
 


 
———



Mi infilo nel letto mettendomi seduta per potermi spalmare la crema alle mani.
Harry è in bagno.
Siamo tornati da mezz'ora, nemmeno.
Finalmente direi, perché non ne potevo più.
Non ce la facevo più a sentir parlare di vestiti da matrimonio, damigelle, invitati, catering, buffet, lancio del bouquet e bla bla la.
Tutte cose di cui non voglio saperne nulla.
Tanto a me non serviranno.
Né adesso, né mai.
< Ehi, a che pensi? > domanda Harry saltando sul letto.
A che penso?
Penso che è proprio una bella merda, Harry caro.
< A niente >.
< La tua mente sta pensando tante cose in questo momento > poggia un dito sulla fronte mentre io ridacchio.
< Che ridi? >.
< Rido perché mi conosci meglio di quanto mi conosca io > faccio spallucce.
< Dai Care... dimmi a che pensi > mi sprona mentre io mi volto per guardarlo.
Coi capelli sciolti è ancora più bello.
Lui e quei suoi benedettissimi occhi verdi.
Che mi fanno capitolare.
< Sul serio Harry non penso a nulla, tranquillo > sussurro.
Se cedo è la fine.
Se cedo e dico la fottuta verità andremo a litigare ed io non credo di potercela fare.

Ho bisogno che mi abbracci stanotte.
Che mi faccia sentire il suo amore.
Che mi faccia capire che non mi lascerà mai, anche senza matrimonio.
Che mi ribadisca quanto sia importante per lui.
Come lui lo è per me.

Non devo raccontare quello che invece dovrei raccontare.
Confidare.
E così prendo la palla al balzo non appena Harry afferma sicuro < ti ho visto prima sai? Lo so che ci sei rimasta male che abbia scelto qualcun'altra per farle da testimone >.
Annuisco.
Mentendo, mentendo spudoratamente ma almeno così... non litigheremo.
< Immaginavo >.
< Non è successo nulla > dico io flebile.
Harry si avvicina e porta un braccio intorno sulle mie spalle prima di spiegarmi che non cambierà nulla tra me e Lerya.
Che saremo lo stesso migliori amiche.
E che non mi sostituirà mai anche se non le farò da testimone.

Oh Harry...
Se solo tu sapessi il reale motivo del mio stato.
Se solo potessi dirti che sto male e che vorrei urlare a squarciagola piuttosto che gioire...
Ma non posso.
Non posso, non posso e non posso.

Così mi limito a rispondergli < hai ragione... mi sono lasciata prendere dal panico >.
Poi aggiungo < sono proprio una stupida >.
< Vieni qua stupida > si stende per poi trascinarmi facendomi appoggiare la testa sul suo petto.
Magari così mi calmo.
Sentendo il suo battito così regolare.
Gli accarezzo il braccio mentre mi lascia dei baci nei capelli.
< Lo sai sì che domani ci aspetta una giornata movimentata? >.
Annuisco.
Domani dobbiamo andare con Lerya e Zayn a vedere un po' di ristoranti.
Ed io voglio sotterrarmi.
Piuttosto che stare dietro a tutte queste cose riguardanti il matrimonio.
Ma devo farlo.
Lerya e Zayn sono miei amici.
E non devono entrare nei miei problemi.
Nelle mie paranoie.
D'altronde non è colpa loro se non mi sposerò mai.
Loro hanno scelto quello che tutte le coppie scelgono dopo un po' di tempo che stanno insieme: giurarsi amore eterno, fedeltà di fronte a Dio.
Quindi non hanno colpe.
Non c'entrano nulla.
< Ti stresserà, lo sai vero? > chiede alludendo a Lerya.
< Lo so benissimo >.
< Chi l'avrebbe mai detto eh? >.
Mi ritrovo a chiedere < cosa? >.
< Che Lerya e Zayn potessero sposarsi >.
Ahh.
< Hai ragione >.
La mia risata è finta, fintissima.
< Chi saranno i prossimi? > domanda Harry ridendo.
Lo guardo e mi lascio sfuggire un secco < noi non di sicuro >.
Mi guarda ed io sono pronta per lo scontro.
Per l'ennesima litigata.
Ma invece Harry sembra aver capito che io sia ironica; come se avessi detto una cosa divertentissima eh?
Quindi si limita a ridere < stupida >.
Ha ragione, sono una stupida.
Solamente una stupida e basta.
< Harry? >.
< Sì? >.
< Dormiamo? > chiedo con la speranza che dormendo non pensi a niente.
Mi posa un bacio a stampo ed io non posso far altro che abbracciarlo così da cercare di non pensare che dentro sono completamente distrutta.

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Capitolo 18
*** Aria di 'litigata'. ***


Prendo le chiavi di casa dalla borsa e sospiro.
Oggi è stata una giornata intensa.
No che dico... intensissima.
Lerya mi ha praticamente rapita per accompagnarla a vedere i vestiti per le damigelle.
Mi ha fatto provare di tutto.
Vestiti su vestiti, colori su colori.
Quello non andava bene, l'altro pure peggio...
E togli, infila, togli di nuovo e così via.
Volevo ammazzarla arrivata ad un certo punto del pomeriggio.
Ho dovuto fare tutto quello che mi chiedeva, ho dovuto sopportare i suoi continui sbalzi d'umore che... oddio se solo ci penso mi viene voglia di strozzarla mentalmente.
Tante volte mi sono chiesta: ma chi me l'ha fatto fare?
Perché proprio a me.
Ma ogni santa volta la mia coscienza mi ha ricordato il motivo per cui ho fatto e faccio tutto questo.
È mia amica.
La mia migliore amica per la precisione.
C'è stata sempre per me, fin da piccole.
Mi è stata sempre accanto.
Anche quando ero intrattabile.
E per questo la ringrazio e la ringrazierò fino allo sfinimento.
Le voglio bene, d'altronde è mia sorella.
Quindi...
Devo farlo, punto e basta.
Ma finalmente sto per arrivare a casa dove finalmente mi rilasserò.
Senza pensare a niente e a nessuno.
Anche perché stasera sono da sola.
Harry ha una cena coi suoi colleghi di lavoro per discutere di alcune questioni di cui non ne so nulla.
Quindi mi sono già fatta un bel piano.
Divano, gelato e serie TV a non finire.
Ah, plaid.
Quello non può mancare.
Né ora né mai.

Apro il cancello in ferro battuto e mi avvicino alla porta che apro richiudendomela alle spalle.
Mi sporgo verso sinistra perché vedo la luce della sala accesa.
Harry?
Dovrebbe essere alla cena.
Non è che l'ho dimenticata io prima di uscire?
Oddio.
Se fosse così, Harry mi scuoierebbe viva.
E avrebbe ragione.
Sono così sbadata a volte...
Che sfido chiunque a non prendermi a cazzotti in faccia.
Mi avvio verso la sala dove a sorpresa trovo Harry sul divano intento a leggere qualcosa sul computer portatile.

Bello come sempre.
Camicia a costine bianche e azzurre, jeans neri e uno chignon alto a completare il look.

< Che ci fai qui? > chiedo facendolo sobbalzare.
< Mi hai fatto prendere un colpo... potevi avvisare di essere rientrata >.
< Ma che ne so io se sei a casa >.

Che ha?

< Eccomi qui > si indica con fare teatrale.

Sbaglio o è nervoso il ragazzo?
Giusto un peletto eh...
Poco, poco.
Nemmeno un bacio.
Non uno sorriso.
Bha.

Lo guardo e vedendo che non dice nulla decido di pensare a me stessa.
Così senza dire nulla mi volto e vado di sopra per spogliarmi e infilare qualcosa di più comodo.
Tolgo le scarpe per prima cosa infilando le ciabatte per poi togliere i pantaloni e il maglione di cashmere azzurro che tanto amo.
Con passo sicuro mi avvio in bagno dove finalmente faccio la pipì.
Perché nemmeno in bagno sono riuscita ad andare.
Altrimenti avremmo perso tempo secondo Lerya.
Come no...
Tiro lo sciacquone e mi lavo le mani prima di tornare in camera ed infilare un jogger nero e una felpa oversize.
Ora sì che ci siamo...
Scendo le scale e torno in sala buttandomi sull'altro divano libero.
< Non mangio sai? > chiede guardandomi per un attimo.
Faccio spallucce.
< Ciao Harry, come va? Tutto bene? > chiede facendomi capire di essere molto infastidito.
Ma infastidito da cosa precisamente?
Se non parla mi è difficile capirlo.
E aiutarlo di conseguenza.
Torna a guardare il monitor non degnandomi di uno sguardo mentre io cerco di contare per non andarlo a prendere a sprangate sui denti.
Ma non faccio in tempo ad arrivare a venti che sbotto < mi dici che cazzo ti succede? >.
< Mi girano le palle > risponde alzando la mano.
Ed io cosa diavolo c’entro?
< Ed io che c'entro? > domando confusa ed accigliata.
È come se la mia risposta lo ridestasse dallo stato in cui si trova perché alza lo sguardo e mi fa cenno di raggiungerlo.
< Hai ragione... tu non c'entri assolutamente nulla > afferma non appena mi siedo vicino a lui incrociando la gambe.
< È che devo leggere e sistemare questo fascicolo per domani e mi sta facendo esaurire > dice serio < scusami Care, tu non c'entri nulla >.
< Tranquillo >.
< Vieni qui > mi prende la mano per poi abbracciarmi teneramente.
Così si ragiona.
Così va molto meglio.
Rimaniamo così per diversi minuti fino a che si stacca, posandomi un bacio che io accetto volentieri.
< Com'è andata oggi? >.
Sbuffo < è andata che se non l'ho strozzata oggi, non la strozzo più >.
Harry ridacchia < immagino che ti abbia fatto provare di tutto >.
< Immagini bene > affermo prima di raccontare < non le andava bene nessun vestito... troppo scollato, troppo accollato, troppo azzurro, troppo blu >.
< Aiuto >.
< Esatto >.
< Siete riuscite a trovarne uno? > chiede mentre io spiego che abbiamo delle scelte.
Prendo il mio cellulare per poi porgerglielo.
< Questo è il primo >.
Lo vedo sghignazzare ma decido di non indagare.
Almeno per il momento.
< Poi questo > zoommo sul vestito per farglielo vedere meglio.
Annuisce e si lecca le labbra.
< Questo è quello che Lerya preferisce >.
Nemmeno a me dispiace a dir la verità.
È color carta da zucchero filato.
Lungo ovviamente.
Il corpetto è ricoperto da paillettes argentate che vanno a formare dei fiorellini delicati; la gonna invece è di tulle semplice.
Il pezzo forte è dietro.
Dalle spalle partono due bande che si incrociano per poi incontrarsi sul fondo schiena formando una specie di treccia.
Una visione.
E devo dire che mi sta anche bene, molto bene.
< Che dici? >.
< Non ho parole > dice per poi scuotere la testa < è veramente mozzafiato >.
Annuisco e ridacchio quando lo sento borbottare qualcosa di incomprensibile.
Aspetto che dica la sua rimanendo a fissarlo.
< Il problema è che quel giorno devo trattenermi dal togliertelo di dosso davanti a tutti >.
Eccolo…
< Harry! > mi lamento arrossendo.
< Che c’è? >.
< Lo sai che c'è > dico io legandomi i capelli in una coda bassa.
< Ti ripeto che la colpa non è mia se sei dannatamente sexy >.
Roteo gli occhi ma rido non appena continua < quel vestito mi metterà a dura prova quel giorno >.
< Dovrai contenerti lo sai vero? >.
Annuisce < ma ora posso anche non contenermi, giusto? >.
Sorrido < non so >.
E senza poter fare nulla di diverso mi ritrovo stesa sul divano con Harry che prende a baciarmi il collo, non prima di essersi lamentato del collo alto della felpa.
< Non hai una cena? > chiedo mentre Harry porta il suo viso vicino al mio, troppo vicino perché possa contenermi.
Trattenermi.
< Sì... ma ahimè mi è passata la voglia di andarci >.
< Perché? > chiedo non capendo.
< Non sai quanto vorrei restare qui con te > afferma mentre io domando facendo la finta tonta < a far cosa? >.
< Ad abbracciarti > la sua voce sulle mie labbra.
Annuisco < poi? >.
< A coccolarti > un bacio sul mio naso.
E un altro all'angolo delle labbra.
< Sì? > chiedo punzecchiandolo < basta? O c'è dell'altro? >.
Cerco di non far vedere quanto sia impaziente di sentire le sue labbra sulle mie.
Di giocare con la sua lingua.
E di sentire le sua mani sul mio corpo.
< A baciarti >.
Le sue labbra a sussurrarmi al mio orecchio destro delle dolci parole.
Oddio, quando mi sussurra all'orecchio mi fa impazzire.
Letteralmente.
Mannaggia a lui e alla sua voce così maledettamente sexy.
Che... oddio, mi manda in estasi.
Mi lecco le labbra e so già che mi sgriderà per quello che ho appena fatto.
Eh infatti...
< Non farlo > rimprovera mordendo il labbro inferiore < mi fai impazzire quando lo fai >.
< Harry? > chiedo non riuscendo più contenermi.
Lo voglio, lo voglio adesso.
Voglio sentirlo.
Alza un sopracciglio come a chiedere quale sia il problema.
< Possiamo smettercela di parlare? >.
Annuisce e sussulto non appena si avventa sulle mie labbra esigente, passionale come sempre.
Iniziamo a baciarci avidi.
Rispondendo al bisogno di sentirci più vicini.
Di sentirci.
Gli sciolgo lo chignon per poter finalmente infilare le dita tra i suoi capelli.
Le sue mani vagano al di sotto della mia felpa mentre si lamenta di non potermi toccare come vorrebbe.
Mi alzo e mi sfilo la felpa < visto? È stato semplice >.
< Capito, missis so tutto io > afferma sghignazzando prima di concentrarsi sulle mie labbra, sul mio collo e sul mio seno lasciando una scia di baci umidi che mi inebriano i sensi.
Con la lingua percorre tutto il ventre arrivando fino all'ombelico, prima di alzare la testa per poi baciarmi con veemenza.
< Ti voglio > confesso iniziando a sentire caldo, molto caldo, soprattutto laggiù.
< Anch'io ti voglio Care > sospira a contatto con le mie labbra mentre gli sbottono la camicia prima di infilarci le mani che vanno a vagare lungo il suo torace coperto di tatuaggi.
Lo sento ansimare ed imprecare non appena gli lecco i capezzoli e questo non fa che accendermi ancora di più.
Con uno scatto mi posiziono su di lui prima di abbassarmi per lasciargli una scia di baci bollenti fino ad arrivare al bordo dei suoi jeans che in questo momento rappresentano un intralcio.
Un ostacolo troppo grosso di cui devo sbarazzarmi.
Sussulto non appena la sua mano si infila nei miei pantaloni andando a stringere il mio sedere, con poca se non pochissima grazia.
Lo voglio come non mai.
Senza tante spiegazioni mi tolgo il pantalone e prima che Harry possa dire qualunque cosa sfilo le mutandine vedendolo mordersi le labbra.
Con uno scatto ribalta le posizioni prima di tornare a baciarmi con foga lungo tutto il mio busto per poi posare una serie di baci sul mio inguine mentre io annebbiata dal desiderio non posso che chiudere gli occhi per gustarmi meglio il momento.
Con la mano destra gli afferro la testa prima di scoccargli un bacio, con l'altra mano invece gli sbottono i pantaloni per poi andare ad accarezzarlo come so che gli piace.
Lo sento imprecare non appena gli imploro, ormai non più cosciente, di farmi sua una volta per tutte.
< Quanto cazzo ti amo > sbotta prima di sfilarsi i jeans e i boxer posizionandosi sopra di me.
E proprio mentre sto per sentirlo finalmente dentro di me il telefono di Harry inizia a squillare sonoramente.
Chi diamine è?
Porca miseria!
Ero lì lì per toccare il cielo con un dito, ma qualcuno ovviamente ha deciso di interrompere il momento.
Che bello.
Sento Harry sbuffare prima di dire un secco 'arrivo'.
Come sarebbe a dire arrivo?
< Come sarebbe a dire arrivo? > chiedo io mentre lui annuisce < sono arrivati a prendermi, sono sotto casa >.
Porca miseria però… sempre al momento meno opportuno.
Puff.
< Che cazzo > mi lamento portando una mano tra i capelli.
< Non sai quanto mi scoccia lasciarti così, nuda sul divano > afferma prima di mordermi il labbro.
Lo guardo < se continui così non ti lascerò andare così facilmente, sappilo Harry Styles >.
Mi bacia e mi ribacia diverse volte prima di mordermi il labbro inferiore.
< Devo andare > sussurra mentre io gli mollo un bacio < sì, direi che devi andare >.
Si alza e si riveste frettolosamente mentre io sorrido sorniona non perdendomi un centimetro del suo corpo.
Forse una doccia mi calmerà, e calmerà i bollenti spiriti.
No?
Mi alzo e sorrido non appena Harry mi afferra per i fianchi < ci vediamo dopo Smith... non vedo l'ora di rigirarti come voglio io >.
Detto ciò mi molla un bacio mentre io con la coperta d addosso e le mutande tra le mani, salgo le scale dirigendomi in bagno, dove mi infilo sotto la doccia.
Pregando il Signore di farmi tornare in me, di calmarmi.
Magari così torno in me.
E non penso più ad Harry.
Su di me.
Intento a mandarmi in estasi.
Apro il rubinetto dell'acqua calda e mi ci tuffo sotto iniziando ad insaponarmi sia il corpo che i capelli.
Sciacquo tutto con cura e afferro l'accappatoio che infilo per poi legarlo con un nodo intorno alla vita.
Spanno lo specchio e poi mi volto a prendere il phon per poter asciugare i capelli, mettendoci non troppo impegno.
Vado in camera e dopo essermi assicurata di essermi asciugata al meglio infilo l'intimo pulito e il pantalone del pigiama, mentre come maglia decido di rimettere la felpa che avevo prima che si trova sul pavimento della sala, dove l'ho lasciata in preda al momento di passione.
Fatto ciò mi dirigo di sotto, per arrivare in sala dove afferro la felpa infilandomela, sorridendo non appena sento il profumo di Harry impregnato sulla stoffa.
Me lo immagino seduto con la sua camicia e il sorriso stampato sul volto intento a chiacchierare coi suoi colleghi del più e del meno e non posso che ripetermi mentalmente quanto sia fortunata ad averlo accanto.
Mi tuffo sul divano portando il portatile sulle gambe.
Ora sì che si ragiona.
Io, la mia serie tv preferita e il plaid a coprirmi.
Digito sulla tastiera il sito di streaming aspettando che si carichi e trionfo non appena la puntata parte senza nemmeno bloccarsi.
È la mia giornata fortunata, per caso?
Ma si sa che quando uno festeggia subito è lì che arrivano a romperti le scatole interrompendo il tuo momento di relax.
Suonano alla porta.

Chi sarà mai a quest'ora?
E se è Lerya?
Oddio.
Potrei morire.
Oddio.
Spero che non sia lei.
L'ho sopportata abbastanza per oggi.
'Se è lei giuro che le rispondo male' mi lamento tirandomi su dal divano per poi arrivare davanti la porta, già conscia di dovermi trattenere dal non insultarla.
Apro la porta e... mi sbaglio.
Perché al posto di Lerya c'è Luke che mi sorride dolcemente.

Luke?
Che ci fa qui Luke?

< Luke? > chiedo < che ci fai qui? >.
< Ti ho portato il fascicolo che ti ho stilato stamattina > spiega porgendomi un plico tra le mani.
Lo ringrazio per poi invitarlo ad entrare.
< Non vorrei disturbarvi > afferma riferendosi chiaramente ad Harry.
Scuoto la testa < non disturbi affatto, entra >, lo faccio accomodare sul divano prima di spiegargli che sono sola, visto che Harry non c'è.
< Ah, giusto nell'altro studio hanno la cena tra colleghi >.
Annuisco per poi chiedergli cosa vuole da bere o da mangiare.
< Fai tu >.
Ridacchio < sappi che ti sei messo in un bel guaio >, vado in cucina, apro il congelatore tirando fuori il gelato.
< Tadaan > dico entrando trionfante nella sala.
Gli porgo il cucchiaio e apro la scatola di gelato al pistacchio e cioccolato fondente invitandolo a prenderne una cucchiaiata.
< L’avrei stilato io domani il fascicolo, non dovevi > dico leccando il cucchiaio.
< Sei sempre molto carina con noi, fai più del dovuto... che ho pensato di aiutarti togliendoti una grana grossa come questo fascicolo >.
La sua mano ad aprirlo facendo scorrere le pagine disgustato.
< Dovresti leggerlo e farne una mappa >.
Annuisco < domani te la porto, assolutamente >.
< Così mi pari il culo per la sentenza di domani in tribunale > sghignazza.
< La mia mappa avrebbe questi poteri? > chiedo alzando un sopracciglio più del dovuto.
< La tua mappa sarà la mia forza domani > afferma regalandomi un sorriso.
Sorriso che io ricambio.
< Dovremmo organizzare una cena anche noi, non trovi? > chiede facendo riferimento alla cena dell'altro studio.
Rido sonoramente < sì, io, te, Matt e Susan? >.
< Magari senza Susan >.
< Ecco, meglio... Matt, tu ed io >.
< Si può fare > sentenzia < domani ne parlo con Matt >.
Sì, meglio così.
Senza l'avvocato Horowitz.
Solo io, Luke e Matt.
Direi che si può fare.
D'altronde mi trovo molto bene con entrambi.
Sono veramente dei bravi ragazzi che passare una serata con loro  può solo che farmi piacere.
< Allora dimmi un po' dell'udienza di domani >.
Ridacchia < certo che parli sempre di lavoro eh >.
Roteo gli occhi al cielo < non è colpa mia Luke >.
< Comunque è del caso Tompson... domani vedremo se verrà scagionato o meno >.
< Oddio, quindi devo farti la mappa del caso Tompson? > chiedo io strabuzzando gli occhi.
Odio quel caso.
È veramente difficile.
Troppo.
< Che è stai pensando di squagliartela e non farmi la mappa? >.
Annuisco < scherzo... ti pare? >.
< Lo so, ti stavo mettendo alla prova Caroline >.
Gli tiro un buffetto sulla spalla allungandomi.
< Andrà bene > lo rincuoro sorridendogli.
So che ha paura.
È un caso difficile, d'altronde.
Ma so la sua bravura... so che vale.
Quindi spero che gli andrà bene.
Tutto bene.
< Non lo so >.
< Luke, andiamo! Lavori divinamente, sei un bravo avvocato >.
Sorride e prende la parola < e tu sei una brava segretaria >.
Annuisco < lo so >.
< Poco umile ma una gran brava segretaria >.
Rido sonoramente.
E anche Luke.
Lo guardo e non posso che ammirare la sua bellezza.
È veramente un bel ragazzo.
Mamma mia.
Ovvio, non è il mio Harry.
E non potrà batterlo però... se non fossi fidanzata un pensierino ce lo farei.
Oh sì, che ce lo farei.
Come tutte.
E sfido qualsiasi ragazza a dire che non ci uscirebbe, perché mentirebbe.
Ha ragione Lerya.
Dannatamente ragione.
< Stasera allora sei sola? >.
Annuisco.
< Eggià >.
< Tornerà tardi Harry? >.
< Probabilmente > dico io alzando le spalle.
< Può darsi anche ubriaco > aggiungo storcendo la bocca.
Non che mi crei problemi, assolutamente.
< Ti crea problemi? >.
Scuoto la testa prima di spiegare < no, solo che se ha esagerato mi tocca metterlo a letto come un bimbo >.
Luke ride portandosi una mano tra i capelli.
< Sai... penso che siete una bella coppia >.
Lo ringrazio, perché vedo dai suoi occhi che è sincero.
Vero.
Ma poi chiede < non avete mai pensato di sposarvi? >.

Ecco la fatidica domanda...
Tanto si sapeva...
Sbuca sempre fuori.
Sempre e comunque.

< Diciamo che non rientra nei piani di Harry > affermo senza far trapelare la delusione nelle mie parole.
< E a te va bene così? > chiede con tenerezza prima che io mi affretti a rispondere con un flebile e per niente convinto 'sì'.
Certo, mi va benissimo...
(Come no).
< Sicura Care? >.
Sicura, anzi sicurissima.
Mi guarda teneramente, anch'io faccio la stessa cosa.
E vedendo la sua gentilezza, la sua bontà d'animo decido di confidarmi.
Confessare il mio grande segreto.
< In realtà no... però non posso fare altrimenti >.
< Immagino che non debba essere facile per te con tutto il trambusto del matrimonio di Lerya >.
Sospiro < no, non è facile... penso sempre che io non vivrò mai quel giorno così speciale >.
< Magari cambierà idea col tempo non trovi? > domanda speranzoso mentre io chiede a chi si riferisca.
< A Harry, a chi sennò? >.
Giusto, ha ragione.
< Nahh, non credo > ridacchio e vedo Luke fare la stessa cosa.
< Non puoi saperlo, magari un giorno toccherà anche a te >.
Alzo le spalle, come a dire chissà... può essere.
Ma in realtà so che non potrà mai essere.
Perché non cambierà mai idea.
Né ora, né mai.
Ma basta così, sennò finirò col piangere.
< E tu invece? > chiedo < come sei messo con la sfera sentimentale? >.
< Malissimo > dichiara < incontro tutte ragazze che non fanno per me >.
< Come mai? >.
< Non vogliono storie serie Care >.
< Ahimè, oggi va così >.
< Sei fortunata sai? >.
I suoi occhi azzurro oceano a fissarmi.
< La tua storia... il fatto di avere Harry al tuo fianco > sentenzia gesticolando con la mano.
Annuisco, perché è vero.
Sono fortunata ad avere Harry al mio fianco.
E a vivermi una storia seria con una persona che mi vuole bene e che mi ama per come sono.
Senza preoccuparsi delle diversità che in una coppia esistono.
Che in ogni coppia esistono.
Quindi ok il discorso sul matrimonio ma non posso proprio lamentarmi.
Ho un ragazzo d'oro al mio fianco, un ragazzo che mi ama e darebbe la vita per me.
E questo è ciò che conta.
Oggi, domani e per sempre.
< Certo che è veramente strano... stiamo parlando di sentimenti di venerdì sera > commento io portando una gamba sotto il sedere.
< Sì in effetti dovremmo smetterla >.
< Ti do ragione >.
Rido e rido di gusto.
Ci voleva proprio questa chiacchierata con Luke.
Mi ha svoltato la serata.
Ok, mi sarebbe piaciuto rilassarmi da sola, senza gente intorno.
Ma per Luke posso fare un'eccezione.
Avoglia, se la posso fare.
È veramente un bravo ragazzino, ma mi sembra di averlo già detto.
Sbaglio?
Sembra accorgersene < a che pensi? >.
< A niente >.
< Stai pensando a qualcosa su di me >.
Strabuzzo gli occhi.
Come ha fatto a capire?
Come ha fatto ad indovinare?
Sa leggere la mente?
Se è così, sono fottuta.
Sul serio.
Così dopo aver preso un respiro faccio la vaga < pensavo a diverse cose >.
< Su di me? >.
< Su altro >.
< Sì, certo e io sono il primo ministro > commenta il biondo ridendo.
< Non pensavo a qualcosa su di te >.
< Sì che pensavi a qualcosa su di me >.
Scuoto la testa più volte ma alla fine confesso senza incertezze < sì, hai ragione >.
< Avanti, dimmelo >.
< Pensavo al fatto che sei un bravissimo ragazzo e che la tua ragazza sarà fortunata, veramente fortunata >.
< Non che sono bellissimo? > domanda facendo il serio ma non riuscendo nell'intento.
Mi guarda ed io lo guardo < sei un bellissimo ragazzo, questo è vero >.
Mi ringrazia.
< Non ringraziarmi >.
< Devo... non è facile ricevere complimenti da una bella ragazza come te > afferma mentre io arrossisco per il bel complimento ricevuto.
< È la verità, quindi non c'è di che >.
< Non so cosa ci troviate di speciale in una come me >.
< Ci trovo di speciale il fatto che sei seria, bella, brillante, affascinante > dichiara.
< Potremmo parlare d'altro invece che di me e delle mie qualità? >.
Annuisce < se vuoi... che è ti imbarazzi? >.
< Sì è più forte di me >.
< Non dovresti >.
Faccio spallucce < non posso farci nulla >.
< Va bene me la smetto >.
Poi aggiunge < forse dovrei andare magari avevi dei programmi >.
Mi affretto a scuotere la testa < no, no... puoi restare >.
< Sicura? >.
< Non avevo programmi, anzi se non fossi passato mi sarei annoiata incredibilmente e sarei finita con l'addormentarmi dopo poco >.
< Allora fortuna che sono passato >.
Annuisco < tu come mai non sei uscito a fare serata stasera? >.
< Domani devo svegliarmi presto e conoscendo i miei polli so già che sarei tornato a casa tardi e soprattutto non in condizioni ottimali > ride mostrando i denti.
La sua risata è contagiosa perché mi lascio travolgere ridendo anch'io.
Non so proprio come faccia ma sa come mettere a proprio agio le persone.
Come farle sentire a casa.
Senza imbarazzi o altro.
Ed è una cosa che percepisco essergli naturale.
Non artificiosa o che...
Non è da tutti, farmi sentire così a mio agio.
Senza i muri che normalmente ereggo di fronte alle persone che non conosco o che percepisco distanti da me.
Ecco Luke riesce benissimo a scavalcare quei muri, senza incontrare difficoltà.
Ed è strano, veramente strano.
Ma anche particolare e bello.
Perché non è da tutti, ripeto.
< Che dici? Ti va una partita a qualche gioco da tavolo? >.
Luke annuisce e senza metterci troppo impegno esordisce < preparati a mangiare la polvere >.
Lo guardo < sappi che hai di fronte la campionessa mondiale di giochi da tavolo >.
< Seh, come no >.
Mi indico < vinco sempre, mi dispiace >.
< Si dà il caso che parli con il migliore nei giochi da tavola >.
< Io ti straccio, non so se l'hai capito > affermo cercando di assumere un'espressione seria, fallendo poi miseramente non appena vedo la sua faccia diventare buffa.
Mi alzo e apro il mobile dove ci sono tutti i giochi da tavola e li porto sul tavolo chiedendo a cosa voglia giocare.
Io ed Harry ne abbiamo tantissimi.
Comprati spesso e volentieri in momenti di noia, in giornate di pioggia o in giornate in cui vogliamo divertirci e non pensare a niente.
Io sono competitiva, da morire ma anche lui non scherza.
Quindi la maggior parte delle volte ci giochiamo sempre qualcosa.
Tipo sfide, pegni... dove chi perde paga.
Non sto ad elencare i pegni scelti dal riccio perché penso siano scontati e facilmente intuibili visto che hanno avuto tutti a che fare con la parola ‘sesso’.
Io mi sono impegnata di più e gli ho fatto scontare pegni più sostanziosi.
Tipo servirmi e riverirmi per un'intera settimana.
O esaudire ogni mio desiderio e voglia di cibo, anche alle ore più improbabili di notte.
Diciamo che a me è andata meglio, mooolto meglio, ma sono contenta così.
Perché ameno capisce di poter perdere senza problemi.
Di non essere invincibile.
Scuoto la testa non appena la voce di Luke mi riporta alla realtà.
< Inizio io o inizi tu? >.
< Sei l'ospite, quindi inizi tu >.
E così iniziamo a giocare.
Per ore ed ore.
Tra risate, risate e ancora risate.
Addirittura fino all'arrivo di Harry.
Precisamente alle 2.00.
< Care che ci fai ancora sveglia? > chiede Harry entrando in sala trovando io e Luke piegati in due dalle risate.
Mi volto e lo saluto.
Mi guarda… è strano, ha un’espressione strana appunto.

Sembra a me o la sua faccia è piegata in una... smorfia?

< Luke > si avvicina ed entrambi si danno una pacca con la mano, come se fossero due vecchi amici.
< Com'è andata la cena? > domando io asciugandomi le lacrime dagli occhi.
< Bene, anzi molto bene >.

La voce fredda, quasi distaccata.
Ma che ha?
È da prima che risponde a cazzo di cane e mi sta stancando, ad essere sincera.

Scambia qualche parola con Luke, soprattutto riguardo la sentenza di domani e poi annuncia senza troppa enfasi di andare di sopra.
< Voi rimanete pure eh > aggiunge con un tono mezzo ironico che non fa altro che farmi incazzare.
Fortunatamente Luke non se ne accorge < no, tranquillo... è ora di andare a casa per me >.
< No ma resta Luke > tenta di convincerlo Harry sorridendogli ma Luke ricorda dell'udienza di domani e giustamente preferisce andare a riposare.
Lo accompagno alla porta.
< Grazie per avermi fatta passare un venerdì all'insegna del divertimento >.
< Grazie a te per il gelato e per i giochi >.
Annuisco e rimango per un attimo di sasso quando si avvicina per darmi due baci sulla guancia.
< Notte Care >.
< Notte Luke >.
Chiudo la porta e do due mandate di chiavi per poi andare in sala aspettando di trovarmi Harry sul divano.
E invece non c'è.

Che diamine!
Mi farà impazzire oggi.

Sarà stressato e tutto quanto, ma quando è troppo è troppo.
Anche per me, che sono il ritratto della pazienza.

Salgo le scale e vado in camera dove vedo la porta del bagno aperta ed Harry intento a farsi una doccia.
Decido di leggere il fascicolo nel frattempo, così non perdo tempo nel mentre si finisce di fare la doccia.
Scendo le scale e afferro il fascicolo per poi tornare su e sedermi sul letto a gambe incrociate.
Che palla...
È una noia il fascicolo.
Articoli su articoli.
Comma 1, 2, 3, 450.. e via dicendo.
Una noia, sul serio.
< Divertita? > domanda Harry facendo il suo ingresso in camera, con solo l'asciugamano legato in vita.
Praticamente una visione.
Una tentazione.
Vederlo così è una tentazione...
I capelli legati nel solito chignon e il torace gocciolante d'acqua.
Mi alzo e senza dire nulla mi avvicino e maliziosa affermo < posso divertirmi meglio con te >.
Magari potremmo riprendere da dove siamo stati interrotti; perché no?
Diciamo che a me non dispiacerebbe.
Poi, vederlo così…
< Sicura? >.
Annuisco e ci rimango male quando sposta la mia mano dal suo petto lasciandomi con mille domande e mille dubbi.
Che diavolo gli prende oggi?
< Mi è sembrato che con Luke ti stessi divertendo parecchio >.
Rido.
E non posso trattenermi dal farlo.

È... geloso?
Geloso di Luke?
Oddio mio.

< È un amico e lo sai >.
< Un amico che hai fatto entrare non appena io sono andato via >.
< Mi ha portato il fascicolo della sentenza di domani > gli indico il plico abbandonato sul letto.
< E c'era bisogno di portartelo a casa... e per di più di sera? >.
< Gli serve per domani > affermo per poi vederlo ridere.
< Perché ridi? >.
< Perché mi sa tanto di cazzata > sbotta serio.

Cazzata?
Che crede che abbia una relazione clandestina con Luke?
È completamento impazzito.
Non lo so.

< Ti pare che dico una cazzata? > domando cercando di restare calma.
Anche se ho già capito che stasera litigheremo.
L'andazzo mi sembra quello.
Avoglia... se mi sembra quello.
< Che hai? > domando io guardandolo < è da prima che sei strano >.
< Niente >.
< Questo > lo indico < non mi sembra niente >.
< Se permetti mi girano le palle che torno a casa e ti trovo intenta a ridere e scherzare con Luke >.
< Non stavamo mica facendo nulla di male >.
Poi mi chiede serio < ti piace? >.

Ma è matto?

< Chi? >.
< Come chi? Luke! >.
Rido.
La sua voce dura < ma che cazzo ti ridi? >.
< Rido perché quello che hai detto non ha senso >.
< Ah no? > chiede lui sarcastico.
Scuoto la testa.
< Ti piace? > domanda ancora.
Prendo un respiro < no, certo che no... ovvio è un bel ragazzo ma non lo vedo in altre vesti >.
Giuro che Harry geloso non me lo sarei mai aspettato.
E per giunta di Luke, che ormai conosce da un po'.
< Sto con te mi sembra > gli ricordo.

Sto con lui, dannazione.
Non ho occhi che per lui.
E mi tocca sentirmi dire che mi piace un altro...

< Ti stavi divertendo tanto... >.
< Stavamo giocando con dei giochi da tavola, Harry! > urlo.
Ma che è scemo?
< Ti piace? >.
< No, Harry, no… come te lo devo dire? > domando guardandolo per poi aggiungere < sto con te diamine >.
< Appunto… >.
Mi fermo un attimo.
Cosa vuol dire con appunto?
< Cosa vuoi dire? >.
Mi guarda serio.
Ed io tremo.
< Che a volte mi chiedo perché tu stia con me >.
Strabuzzo gli occhi.

Ma che sta dicendo?
Ha bevuto?
Si è drogato?
Non lo riconosco.
Non sto riconoscendo il mio Harry.
Oh, no.

< Perché ti amo?! >.
< Sicura sia solo per quello? >.
< Perché non dovrebbe? Stiamo insieme da tre anni mi sembra > gli ricordo con le dita.
< Non ne sono sicuro >.
Scuoto la testa.
Non lo sto capendo.
Assolutamente, non lo sto capendo.
E questa cosa mi rende nervosa.
Mi sento frustrata da morire.
< Spiegati per favore… > mi avvicino < perché pensi che stia con te allora? >.
Mi guarda e serio asserisce < a volte ho l'impressione che tu stia con me solo per i soldi o perché mio padre ti ha fatta avere il lavoro allo studio >.
Boccheggio.

È completamente impazzito stasera.
Come può pensare una cosa del genere?
Oddio, se ripenso alla frase…
Una pugnalata sarebbe stata meglio.
Si, che sarebbe stata meglio.

Lo guardo per un attimo, incapace di dire o fare qualsiasi cosa.
Ma alla fine riesco a parlare e chiedere < tu davvero pensi che stia con te solo per i soldi o per il lavoro offertomi da Desmond? >.
Mi guarda ed io lo guardo.
Speranzosa di ricevere un bel no come risposta... e un abbraccio.

Perché sì ne avrei bisogno.
Ora più che mai avrei bisogno di un suo abbraccio.
Di quelli che mi stringono il cuore.
Di quelli che mi fanno tremare e emozionare allo stesso tempo.

Ma tutto ciò non accade perché Harry rimane in silenzio e poi dichiara un flebile 'non lo so'.
Sbam!
Davvero crede a queste merdate?
A queste fesserie?
Sta con me da tre fottutissimi anni e dovrebbe sapere come sono fatta… no?
E senza rendermene conto impreco a mezza bocca < porca puttana >, il tutto accompagnato da una risata.
Che in realtà non è una risata ma solo una risata amara.
Mi volto e afferro il mio cuscino e il fascicolo.
< Dove vai? > mi chiede mentre mi dirigo verso le scale.
< Mi sembra chiaro... > nemmeno mi volto, perché mi ha veramente ferita.
Fatta del male.

Lui e quelle parole del cazzo.
Da coglione qual è.
Arrivo in sala dove mi tuffo sul divano stringendomi addosso il plaid.
Che razza di demente.
A volte bisognerebbe spaccargli la faccia e basta.
A volte avrebbe bisogno di una ragazza che ogni tanto lo mandasse a quel paese.
Perché a volte... è insopportabile.
Dannatamente.
Come può pensare che stia con lui per i soldi?
O perché Desmond è stato così carino da ingaggiarmi allo studio?
Sarei falsa con lui.
Significherebbe che fingo sempre.

Quando lo abbraccio, quando lo bacio, quando gli parlo, quando ci faccio l'amore...

E non è da me.
Perché non sono stata mai falsa.
Mai nella mia vita.
E pensare che lui questa sera abbia pensato queste cose mi fa male, mi fa aggrovigliare lo stomaco, l'intestino... tutto.
È come se non mi avesse conosciuta realmente, come se non avesse capito come sono fatta.
E mi rattrista, rabbuia.
Mi rende infelice.
E pensare che fino a poco fa ero così felice...
Ed è bastato un niente per rovinare il mio umore.
È bastata la sua faccia dura, fredda, come se non provasse alcun sentimento a farmi capitolare.
Spero che sia un incubo e che tra poco mi sveglierò.
Ma il pizzicotto che mi regalo è troppo vero per essere un sogno, o meglio un incubo.

Prendo il fascicolo e lo inizio a leggere.
Non so con che coraggio ma fatto sta che lo faccio per davvero.
Luke ha bisogno che gli faccia la mappa... ed io gliela farò.
Costi quel che costi.
Mi sforzo di leggere, di capire ma proprio non ci riesco.

Non faccio che pensare al fatto che in questi tre anni io ed Harry non abbiamo mai dormito separati, soprattutto in casa nostra.
Mi sembra impossibile.
Io qui, lui su.
Che diavolo stiamo facendo?
Dovrei essere nel letto, abbracciata ad Harry e col mio cuore a contatto col suo petto.
E invece mi ritrovo a starmene qui... sdraiata sul divano.
Senza spiegazioni, senza braccia a stringermi come a dire 'va tutto bene'.
Sbuffo.
Maledizione Harry.
Quando fai così ti odio.

Mi alzo e dopo aver infilato le ciabatte vado in cucina a bere un bicchiere d'acqua.
Magari così mi calmo.
Lo bevo tutto d'un sorso per poi tornare sul divano.
Che in questo momento mi sembra la cosa più fredda di questo mondo, con zero calore.
Un altro sbuffo.
Riafferro il fascicolo e mi metto a leggerlo.
'Pensa al lavoro, pensa al lavoro'.
'Puoi farcela Caroline'.
Queste e altre le frasi a tenermi compagnia, a non farmi sentire profondamente sola.
Guardo l'orologio e constato che sono le 3.15.
Solo?
Quando finisce questa notte infernale?
Manca ancora troppo… che mi sembra di impazzire.
Sempre col fascicolo tra le mani, prendo il cellulare e dopo aver infilato le cuffie decido che un po' di sana musica non può che aiutarmi.
E infatti dopo una mezz'oretta riesco a prendere sonno.
Scordandomi del fascicolo, del divano e dell'assenza di Harry al mio fianco.



 
———




Una mano a spostare i miei capelli dal viso.
La sua.
Le sue dite a sfiorare il mio viso, delicate ed aggraziate come farfalle.
< Care >.
La sua voce, che tanto amo a solleticarmi il collo.
È un sogno.
Dev'essere un sogno.
Per forza.
Ma la voce continua a ripetere il mio nome tante, troppe volte e allora capisco di non sognare.
Di vivere la realtà.
< Ehi > sussurra non appena apro gli occhi.
Che ci fa qui?
Non dovrebbe dormire?
Lo guardo < che ci fai qui? >.
Mi sorride e dentro di me il cuore esplode, si scioglie.
Come al solito.
< Sono venuto a recuperarti mia bella principessa >.
Dentro sorrido come un ebete ma cerco di trattenermi dal mostrarlo.
Anche se vorrei tanto stringerlo a me.
Poi ripenso alle sue parole, dannate parole e alla sua faccia dura e senza sentimenti... e capisco di dovergliela far pagare.
In qualche modo.
< Ok >.
Mi alzo e rifiuto la sua offerta di portarmi su a braccio < so camminare, ho i miei piedi >.
Ride mentre mi segue in camera.
Oh, il mio letto, il mio amato letto.
Che visione.
Mi ci infilo senza troppi convenevoli ma non appena il riccio mi raggiunge, mi obbliga a voltarmi.
< Care? Ti giri? > la sua voce bassa a vibrargli nel petto.
< No >.
Faccio l'acida, perché se lo merita.
< Ti prego >.
Maledetta la sua voce.
Non rispondo tanto so che tra poco mi ritroverò faccia a faccia col mio interlocutore.
E infatti…
Senza fatica mi fa girare dalla sua parte.
< Scusa >.
< Non so se ti scuso >.
Le braccia incrociate al petto.
< Probabilmente non dovresti... sono stato un coglione >.
Sì, lo è stato terribilmente.
Sbuffo < non è che lo sei stato, lo sei >.
< Cosa? > domanda non capendo o facendo finta di non capire.
Lo guardo e ancora più acida rispondo < un coglione >.
Annuisce < hai ragione >.
< Posso dormire ora? >.
< Dammi solo cinque minuti, poi ti lascio andare >.
Accetto.
Prende un bel respiro < stasera ho dato di matto quando ti ho vista con Luke e non dovevo... stavate solamente ridendo >.
Appunto.
< Infatti >.
< Non so cosa mi sia preso > sentenzia scuotendo la testa.
Ah non lo so…
< Ancora devo capirlo > sbotto.
< Non so perché averti vista con Luke mi abbia fatto andare fuori di testa >.
Forse perché sei geloso?
Si chiama gelosia questo sentimento mio caro.
< Sei geloso >.
< Non lo sono > afferma subito.
Lo guardo < lo sei >.
I suoi occhi nei miei < sì, lo sono > alla fine cede, ammette la fottuta verità.
Poi senza aspettare che io prenda parola continua < è che ho paura di perderti... troppa >.
Non succederà.
Né ora, né mai.
Lo guardo e mi sciolgo un po' < non succederà >.
< Sicura? >.
Gli sorrido.
Perché in fondo so che l'ha detto per rabbia.
Che ha agito d'istinto, senza pensare a quello che stava dicendo.
Impulsivamente, come al suo solito.
< Harold Edward Styles quando capirai che sono follemente innamorata di te? > chiedo facendolo ridere per via del nome intero.
< Probabilmente mai >.
Sospiro.
Mi sorride prima che io chieda < pensi sul serio quelle cose che hai detto? >.
Scuote la testa < assolutamente... l'ho dette solo perché ero arrabbiato >.
Stronzo.
Stronzo più di me.
< Stronzo >.
< Sono proprio un imbecille eh? > chiede retoricamente scuotendo la testa per diversi secondi.
Mi guarda e implora il mio perdono.
Scuse su scuse.
E alla fine cedo, perdo la mia sfida del volergliela far pagare per come si è comportato.
< Un imbecille che io amo > asserisco mentre gli prendo il viso per poi abbracciarlo.
< Quanto ti amo Caroline >.
< Anch'io, anch' io troppo >.
Poi chiedo flebile < Harry? >.
< Mh? >.
< Mi prometti che non dirai più una cosa del genere? >.
< Te lo prometto Care >.
Detto ciò ci stendiamo ed io mi accoccolo finalmente tra le braccia del mio amato Harry.
'Il fascicolo Care' mi ricorda la mia coscienza facendomi agitare.
Non l'ho ancora finito di leggere e non ho ancora scritto la mappa.
Cazzo.
Mannaggia a me e a quando mi sono addormentata.
< Che succede? > chiede vedendo la mia preoccupazione e agitazione.
< Devo finire di leggere il fascicolo e fare la mappa >.
Cerco di tirarmi su ma il braccio di Harry me lo impedisce.
< Lo farai domani mattina prima di andare al lavoro >.
Sono titubante.
Perché da perfettina qual sono so che dovrei farlo ora... non perdere altro tempo.
Ma i suoi occhi mi spingono ad abbandonare l'idea accovacciandomi vicino a lui inglobata da un suo abbraccio che non fa che ricordarmi perché lo amo così tanto.
Da tre anni a questa parte.



———



Apro gli occhi e strabuzzo gli occhi quando realizzo di aver dormito più del dovuto.
Maledizione!
La mappa... la mappa.
La dannata mappa.
Luke mi scannerà.
Guardo il soffitto e mi maledico.
Perché ho dormito così tanto?
Ora sono nei guai.
Seriamente.
< Cosa c'è che ti preoccupa così tanto? > la voce di Harry a farmi voltare.
Ha gli occhi chiusi ma le labbra aperte in un mezzo sorrisetto.
< È veramente tardi ed io non ho fatto la mappa >.
Non riesco più a trattenermi così inizio ad agitarmi e confabulare cose senza senso.
Parole disconnesse, frasi senza una logica.
Perderò il lavoro.
Desmond mi odierà.
Luke anche.
E peggio ancora l'avvocato Horowitz.
< Care, calmati > la sua mano sulla schiena ad accarezzarla.
< Come faccio? > urlo disperata.
< Vieni qui >.
Mi fa stendere accanto a lui.
< Che ridi? > chiedo accigliandomi.
< Dovresti vedere la tua faccia Smith >.
< La conosco bene Styles >.
< E invece dovresti calmarti... > si alza giusto il tempo di afferrare il fascicolo e un foglio stampato e plastificato.
Ovviamente non da me.
< Tieni > me lo porge ed io ho quasi un mancamento.
La mappa.
La fottuta mappa.
Che avrei dovuto scrivere io e invece l'ha scritta Harry.
< Non dovevi >.
< Era il minimo per scusarmi di come mi sono comportato > spiega stendendosi al mio fianco, portando un braccio intorno alle mie spalle mentre io appoggio la testa sul suo petto.
< Mi hai salvata > dico mentre lui fa un gesto come a dire 'il minimo'.
Guardo la mappa tra le mani e sorrido.
Cosa farei senza di lui?
Sinceramente non lo so.
E non voglio neanche saperlo.
< Quando l'hai scritta? >.
Ridacchia < non appena hai iniziato a russare come un ghiro >.
Gli tiro un buffetto < io non russo >.
< Come no... >.
< È vero > protesto.
Lo guardo e sorrido.
< Non sai quanto vorrei rimanere così, per tutto il giorno >.
Annuisco.
Anch'io.
Assolutamente.
Io e Harry stesi a letto mentre il tempo scorre senza sosta.
< Anch'io, ma ahimè il lavoro ci aspetta >.
Mi alzo e gli faccio cenno di seguirmi.
Scendo le scale e vado in cucina dove accendo la macchina del caffè.
È ora di attivarsi.
Assolutamente.
Sussulto non appena Harry appoggia le mani sui miei fianchi.
La sua voce sexy a insinuarsi tra i miei capelli.
< Dovresti ringraziarmi per benino >.
Rido e poi mi fermo non appena inizia a torturarmi la nuca.
Dannazione.
< Grazie > gli dico accarezzando il braccio.
Facendomi voltare sussurra < dico sul serio... dovresti ringraziarmi meglio >.
Mi sporgo lasciandogli un bacio a stampo e poi mi volto per prendere le cose per preparare la colazione.
Ma non faccio in tempo a fare tre passi che la sua mano mi blocca e senza poter far nulla mi ritrovo tra le sue braccia che mi fanno sedere sul tavolo della cucina.
Lo guardo < non posso ringraziarti ora >.
< Sì > posa un bacio all'angolo delle mie labbra.
Scuoto la testa < lavoro, ti dice niente? >.
Con le mani mi sfila la maglia del pigiama facendomi rabbrividire.
< Harry >.
< Caroline > sussurra baciandomi il collo.
Aggiunge malizioso < abbiamo tempo, fidati di me >.
Gli prendo la faccia e lo rimprovero < se mi licenziano me la prenderò con te Harold >.
Ride < dillo ancora >.
< Cosa? >.
Mi guarda e non posso che sciogliermi.
< Harold >.
< Harold >.
Afferma mordendosi le labbra < non sai quanto mi piaccia sentirtelo dire >.
Le sue labbra a lasciare una scia di baci sul collo, sulle spalle, sulla clavicola.

Probabilmente dovrei staccarmi e andarmi a preparare ma sti cazzi.
Mi godo ogni singolo momento con Harry.
E se tardo al lavoro... non succede niente.
Per una volta, no?
Gli prendo il viso e lo bacio mentre sento le sue mani stringere i miei fianchi più saldamente.
Le sue labbra a farmi ricordare che ho fatto la scelta più giusta scegliendo Harry, scegliendo noi.
Le sue mani sul mio corpo, le sue labbra sulle mie.
Tutto a ricordarmi quanto lo ami.
Mi bacia con più pressione mentre io gli sfilo la maglia andandogli a baciare i pettorali.
Lo guardo e mi mordo il labbro inferiore.
Sì, direi proprio che... per una volta il lavoro può aspettare.

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Capitolo 19
*** Uno strano feeling... ***


< Sono a casa! > urlo una volta entrata.
Sono fradicia.
Fuori c'è un temporale assurdo e l'autobus ha fatto ritardo.
Accoppiata vincente eh?
Non ne potevo più di aspettare sotto la pensilina.
Iniziavo a pensare che l'autobus non sarebbe passato, tant'è che ero lì lì per chiamare Harry e farmi venire a prendere.
< Harry? >.

A proposito di Harry...

Non si vede.
Eppure è strano, di solito mi accoglie sempre con un sorriso e con un bacio .
Che tanto amo.
Perché mi rimette al mondo.
E mi fa capire di essere finalmente a casa.

Tolgo il cappotto appendendolo sull'appendiabiti e con un movimento fulmineo tolgo le scarpe infilando le ciabatte.
Scorgo la luce della cucina e sorrido.
Ecco perché non è venuto ad accogliermi.
Sta cucinando.
Chissà cosa mi preparerà di buono il mio fidanzatino preferito oggi.
Mhh.
Ho già l'acquolina in bocca al solo pensarci.
Con passo svelto mi avvio in cucina, lo chiamo vedendolo alle prese coi fornelli.
Si volta e mi sorride a trentadue denti.
< Ti ho chiamato prima, cos'è non ci senti più? > mi avvicino prima di essere abbastanza vicina per potergli fare una carezza sul viso.
Si piega e mi dona un bacio sul palmo della mano, prima che un rumore e uno schiarimento di gola mi faccia sobbalzare.
Mi volto e per poco non mi prende un colpo quando mi rendo conto di trovarmi di fronte Tyler.

Il mio Tyler.

< Che ci fai qui? > gli chiedo abbracciandolo.
< Mi strozzi Caroline, mi strozzi >.
Lo mando teneramente a quel paese e gli faccio ancora la stessa domanda.
Che diavolo ci fa qui?
Cerco di pensare a qualche evento in particolare ma non me ne viene in mente nessuno, così mi limito a guardarlo confusa.
< Domani ho un'udienza in collaborazione con lo studio del dott. Styles e quindi ho pensato di venirvi a trovare >.
< Lo sapevi? Non è vero? > chiedo ad Harry con gli occhi ridotti a due fessure.
< Può darsi >.
Gli do un leggero cazzotto.
< Che bello, non sai quanto mi hai resa felice >.
Tyler ridacchia < immaginavo... ecco perché l'ho fatto >.
< Stanotte ti fermi qui vero? >.
Inizio a fare un ballettino di vittoria non appena conferma la mia domanda.
< Cosa hai preparato chef Styles? >.
Mi volto ed aspetto che apra il forno rivelandone il contenuto.
Pollo e patate arrosto.
Oddio.
Non vedo l'ora di mangiare.
Oh, si che non vedo l'ora.
< Può andare mademoiselle? >.
Annuisco e poi trascino Tyler con me portandolo in salotto.
< Adesso ti siedi e chiacchieriamo fino a che la cena non è pronta >.
< È una minaccia Care? >.
Rispondo facendo la seria < sì che lo è, dovresti preoccuparti >.
< Andiamo bene >.
La sua risata a contagiare anche me.
Lo guardo e capisco che nulla è cambiato.
Fin da piccoli siamo stati sempre legati.
Tyler come la mia famiglia sono una parte fondamentale della mia vita.
Lo sono sempre stati e sempre lo saranno.
Gli voglio un mondo di bene.
E vedere che nulla è cambiato non fa che rendermi la persona più felice di sto mondo.
È vero, non ci vediamo poi così spesso ma quando lo facciamo è sempre una festa.
< Che udienza hai domani? > chiedo partendo con la prima domanda della lista.
< Di un mio cliente accusato di stalker >.
Mhh le peggiori udienze.
O perlomeno secondo me è così.
Ho letto e riletto fascicoli, stilato rapporti e battuto mappe sull'argomento e ogni volta mi sono ritrovata a scuotere la testa.
Sono storie assurde.
Malsane.
Assurde, appunto.
< E il tuo cliente è colpevole? > chiedo riflettendo che se fossi un avvocato non so se riuscirei a prendere le difese di uni stalker.
Scuote la testa < è innocente e domani spero proprio di tirarlo fuori dai guai >.
< Bella merda > commentiamo insieme prima di ridere.
Sincronia portaci via...
< Parliamo di altro, ti va? > domanda < sono stanco di parlare di lavoro, lavoro e lavoro >.
Annuisco più volte per poi rispondere che anche a me va bene cambiare argomento.
< Tu che mi dici? > chiede < con Harry tutto ok? >.
< Ogni tanto fa lo stronzo ma lo rimetto sempre al suo posto >.
< Ti ho sentita sai! > urla Harry mentre io e Ty ridiamo sonoramente.
Ha le orecchie di un felino porca miseria.
Capta tutto, nei minimi dettagli.
Ed io non so proprio come faccia.
A volte mi chiedo se non abbia dei poteri magici o che.
Ma so che è solo un dono della natura.
Un udito formidabile.
Beato lui... io alle volte penso di essere mezza sorda o comunque sia di avere qualche problema all'udito.
Ma so che sono solo miei paranoie e che alla fine il mio udito va più che bene così.
Torno alla realtà e guardo Tyler che si aspetta una mia riposta a qualche sua domanda.
Domanda che non ho ovviamente capito visto che ero presa dai miei pensieri.
< Che stavi dicendo? > domando sperando che non mi linci.
< Non dirmi che stavi viaggiando con la testa, come al tuo solito > dice scocciato.
Faccio spallucce.
Almeno sono onesta... l'onestà non dovrebbe essere premiata?
< Sei insopportabile > ridacchia prima di darmi un buffetto sulla guancia tirandola leggermente, come ama fare.
< Comunque tutto bene, sul serio >.
Mi guarda e ammette che è contento per noi.
< E a lavoro, tutto ok? >.
Ridacchio < non avevamo detto di non parlare di lavoro? >.
< Del mio lavoro... del tuo possiamo parlarne a oltranza se vuoi >.
< No grazie > mi affretto a rispondere < comunque tutto bene, le cose vanno per il meglio e anche la signora Horowitz si è calmata o almeno al momento sembra così.
Speriamo mantenga così.
Almeno non vado al lavoro con l'ansia di ricevere un suo sguardo intimidatorio/accusatorio.
< Sono sicuro che le parole di Desmond l'avranno messa al proprio posto > annuisce fiero.
< Probabilmente sì > afferma Harry raggiungendoci col grembiule e un guanto tra le mani.
Le gote leggermente arrossate, le labbra incurvate in un sorriso e i capelli legati in una coda alta.

Dannazione, se è bello.
Come sempre...

< Avete finito di confabulare? La cena è pronta >.
Sia io che Tyler ci alziamo e lo seguiamo prima di sederci in cucina.
Io a capotavola, Harry alla mia destra e Tyler alla mia sinistra.
< Come fai a sopportare il fatto che mia sorella non sappia cucinare nulla? > chiede mio fratello ad Harry che inizialmente ride, per poi dire < infatti non la sopporto più >.
< Ehi! > mi lamento alzando la voce.
< Dovresti imparare a cucinare Care >.
Guardo mio fratello e rido perché dice sempre la stessa cosa.
Sempre.
Da quando avevo 18 fottuti anni.
Ed è da quando ho 18 fottuti anni che non ho ancora imparato a cucinare... le cose non sono cambiate molto.
Anzi, forse è sempre peggio.
Ma per fortuna ho Harry accanto a me, che è veramente bravo in cucina e mi salva da morte certa ogni giorno preparandomi piatti super da farmi leccare i baffi.
< Ho Harry che cucina per me >.
Porto una mano sul suo braccio.
< Quando mi preparerai una cena come si deve? > domanda prima di passarci la teglia col pollo e le patate.
< Forse mai?! > dico ironica prima di versarmi nel piatto il pollo e un po' di patate.
Finalmente si mangia...
Ne porto alla bocca un pezzo e... oddio che bontà.
Uhna squisitezza.
Si scioglie in bocca, veramente eccezionale.
E anche se non dovrei parlare con la bocca piena lo faccio lo stesso complimentandomi con lui per la bravura.
< Caroline > protesta Tyler sotto il mio sguardo confuso.
< Non si parla con la bocca piena, non te l'hanno insegnato? > domanda lui facendo il bimbo più grande che rimprovera la sorella minore.
< Monella > incalza Harry pizzicandomi un fianco.
Iniziano così a darmi fastidio, a prendermi in giro e quant'altro.
Mentre io sbuffo e penso che ne ho le scatole piene ma che sono anche la persona più fortunata del mondo in questo momento.
Ho i due uomini della mia vita, qui con me e non posso che godermi il momento.
Anche tutte le rotture di palle che esso comporta.
Quindi battutine, prese in giro e blablabla.
< Mi avete stancata, se non mi lasciate tra due secondi darò di matto > li avverto guardando prima uno e poi l'altro.
Almeno capiscono che non scherzo affatto.
E infatti se la smettono subito.
< Ok, ok > la mani in segno di difesa.
Riprendiamo a mangiare e per un po' nessuno fiata, l'unico rumore che si sente è quello delle forchette e delle nostre bocche che addentano.
Poi Tyler chiede ad Harry a che ora è la partenza domani.
< Ho chiamato papà e mi ha detto che si parte alle 8.30 >.
Che alzataccia...
Fortunatamente domani è il mio giorno di riposo... ma non vorrei essere al loro posto.
< Andrai con loro? > chiedo ad Harry che annuisce < speriamo vada bene >.
Mio fratello si complimenta < ho letto i fascicoli che hai messo apposto e devo dire che hai fatto proprio un bel lavoro >.
Si sorridono prima di guardarmi.
< Che c'è? >.
< C'è che domani allora ci farai trovare il pranzo pronto > afferma Harry dopo aver ingoiato un boccone.
Roteo gli occhi.
Si ricorda che non so cucinare nulla?
O devo fargli un disegnino?
Meglio ancora, una mappa?
< Devo ricordarti che non so cucinare? >.
< Non serve proprio a nulla eh >.
Lo guardo accigliata.
Come si permette?
Stronzo.
< Sto scherzando > ridacchia per poi posare un bacio sulla mia guancia.
< Cosa farai domani? >.
Guardo Tyler.
< Devo accompagnare Lerya a fare l'ennesima prova per l'abito >.
< Il suo? >.
Scuoto la testa.
Magari...
Almeno saremmo a buon punto.
Il mio.
< Il mio >.
Un altro sbuffo.
< Ti sta impegnando parecchio questa storia del matrimonio non è vero? >.
Annuisco e faccio spallucce < è mio dovere da amica esaudire ogni richiesta di sua maestà >.
Ridono entrambi mentre io inizio a lamentarmi.
Di Lerya, del vestito, dell'organizzazione, delle scarpe.
Praticamente di tutto.
Con la coda dell'occhio vedo Tyler rabbuiarsi.
Che succede?.
< Che succede? >.
< Niente > mi sorride tirato.
< Questo, non è niente > gli poso un dito sulla guancia.
< Niente, sul serio >.
< Ty... sai che con me puoi parlare vero? >.
Annuisce mentre lo sprono a farlo.
< Non te l'aspettavi vero che si sarebbe sposata? >.
< Chi? >.
< Come chi? Lerya! >.
< Non pensavo a lei >
Lo guardo e chiedo di spiegarsi meglio.
< Pensavo... no non pensavo niente > si irrigidisce.
Provo a chiedergli di spiegarmi.
Sono qui, posso ascoltarlo.
Se solo vuole...
Ma mio fratello evidentemente non è molto felice di parlare dell'argomento Lerya così decide di cambiare argomento.
< Come vuoi > dico io.
< È che vorrei aiutarti > imploro per poi aggiungere < ma se non parli non posso far molto in effetti >.
< Non devi aiutarmi in niente, sto bene >.
< Non stai bene se al sol sentire parlare di Lerya ti irrigidisci >.
Sbuffa < non è come pensi >.
< Ah no! Quindi... non ti piace giusto? >.
Scuote la testa.
< Ti piace > punto un indice contro il suo petto.
I suoi occhi lampano, sono di fuoco.
< Se ti dico di no, è no! > urla.
< Ti piace, ti piace... sennò perchè scaldarsi così tanto? > continuo a stuzzicarlo iniziando a dire che gli è sempre piaciuta e via dicendo fino a che Tyler evidentemente non si stufa di questa situazione.
< Basta Care > alza il tono della voce prima di alzarsi.
< Ty > lo richiamo mentre esce dalla cucina andando verso la porta d'ingresso che richiude alle sue spalle.

E se se ne va per colpa mia?
E se non vuole più parlarmi?
Che diavolo ho combinato?


Sto per fare un passo ma la voce di Harry mi ferma.
< Come posso lasciarlo stare? >.
< Ha bisogno di sbollire > afferma < vedrai che non appena si calmera sarà più facile parlargli >.
Boh sarà.
Non sono convinta ma decido di seguire il suo consiglio.
Mi avvicino a Harry ringraziandolo per la cena.
< Di niente piccola >.
Mi stringe una guancia tirandola all'infuori per poi lasciarla andare.
< Cosa hai fatto senza di me oggi? > chiedo mentre lo vedo pensare.
< In realtà ho fatto tante cose >.
Lo guardo mentre aspetto che spieghi.
Un sorrisetto a comparirgli.
< Ho chiamato l'amante >.

Stronzo.
Vuole provocarmi eh?

Sorrido ma sto al gioco < come si chiama? >.
< Si chiama Camille >.
Fingo stupore per poi chiedere com'è, che aspetto abbia.
< Bionda, occhi azzurri, naso aggraziato >.
Porto una mano sotto il mento prima di asserire seria < una modella allora >.
< Dovresti vedere che bella ragazza... una visione >.
< Più di me? >.
< Perché, chi ha mai detto che tu sei bella? >.
La sua risata a riempire la stanza.
Gli tiro un leggero cazzotto < scemo >.
Mi avvicino e gli stampo un bacio.
< Oggi non l'ho fatto mai > spiego il mio gesto precedente.
Porto le braccia intorno al suo bacino tirandolo verso di me per stampargli un altro bacio.
Ridacchia < dovrei parlare più spesso dell'amante se questo è il risultato >.
Annuisco < probabile >.
Inizio così a baciargli la mascella, per poi ricominciare a lasciare dei piccoli baci sulle sue labbra che rispondono ai baci tra un sorrisetto e un altro.
Mi mordo le labbra mentre mi sposto per ammirarlo meglio.
È dannatamente perfetto... ma questo penso di averlo detto fino allo sfinimento.
Chiudo gli occhi non appena la sua mano prende a contornare il mio viso soffermandosi sulle labbra che schiude.
Poi dopo aver percorso il collo e la clavicola porta la mano tra i miei capelli avvicinandosi al mio viso.
Ho una voglia di baciarlo che non riesco nemmeno a descrivere.
Voglio sentire le sue labbra premere sulle mie.
Le sue mani stringere i miei fianchi, i suoi occhi perdersi nei miei.
E il suo respiro confondersi col mio.
< So a cosa stai pensando > mi dice malizioso.
< A cosa? >.
< Che hai una fottuta voglia di baciarmi > sussurra rocamente portando le sue labbra a contatto con le mie, senza baciarle.
Amo quando gioca in questo modo.
Mi fa impazzire letteralmente.
< Potrebbe essere > alzo le spalle.
< Anch'io ho una fottuta voglia di baciarti >.
< Fallo > gli dico ormai senza più alcun freno.
Probabilmente dovrei andare a cercare Tyler.
Vedere come sta, ma ora sono qui con Harry e questo è quello che conta.
Quello che per me è importante.
Gli sfioro il naso e mi lascio sfuggire un sospiro non appena le sue mani si posano sui miei fianchi stringendoli saldamente e premendo contro di essi con le sue dita longilinee.
Ultimamente non riesco a dirgli di no, non riesco a trattenermi.
Ad essere lucida.
Ogni momento è buono per sentirlo mio.
In ogni senso.
Con uno scatto mi bacia lentamente, quasi fosse un bacio d'addio per poi baciarmi con più foga, sempre più foga mentre io gli sfilo la maglia andando a toccargli i pettorali e gli addominali.
< Andiamo di sopra > gli dico tra un bacio e un altro.
Le sue mani sui fianchi a trascinarmi su per le scale mentre le nostre bocche si cercano, si bramano così come i nostri corpi che vogliono sentirsi, incontrarsi nuovamente.
Salgo le scale attenta a non cadere per poi aprire la porta della camera senza non poca difficoltà.
< Maledizione > impreco mentre cerco di togliermi la maglia, non riuscendo.
< Sta' calma... lascia fare me > afferma divertito Harry prima di sfilarmi la maglia senza nessun problema.
Mi riapproprio delle sue labbra mentre lo spingo sul letto, per poi sedermi a cavalcioni su di lui spostando i miei capelli che intralciano i nostri baci.
Ma poi Tyler fa capolino nella mia mente.
Me lo immagino da solo, triste e non posso che chiedermi se stia facendo la cosa giusta o meno.
E così mentre Harry scende a baciarmi il collo, impegnandosi parecchio io non faccio altro che pensare a Tyler.
< Forse... > tento di dire prima che Harry mi stampi un bacio e chieda a cosa mi riferisca.
Ma la sua mano che vaga sul mio corpo liberamente mi costringe a reprimere la mia voglia di pensare a Tyler.
Così mi concentro su di Harry che nel frattempo ha invertito le posizioni facendomi stendere sotto di lui.
Rabbrividisco non appena inizia a lasciare una scia di baci bollenti tra il mio seno, il mio ventre, il mio ombelico... fino ad arrivare al bordo delle mutandine che in questo momento vorrei non avere.
'Dovresti pensare a Tyler Care... è tuo fratello' ripete la mia coscienza.
Dovrei pensare a Tyler, ha ragione.
Fottutamente ragione.
Dovrei essere a parlare con lui, non a letto con Harry.
Scuoto la testa e cerco di non pensarci ma...
È più forte di me.
Proprio non ci riesco.
Così afferro il viso di Harry portandolo alla mia altezza < non ci riesco... >.
< Sì che ci riesci > la sua lingua a percorrere le mie labbra.
Gli do un bacio.
< No, no Harry... non ci riesco è più forte di me >.
Sbuffa.
< Care > mi prende il viso appoggiandosi su un gomito.
Lo ascolto mentre dice la sua < fidati che non appena si calmerà tornerà e parlerete >.
< Dici? >.
Annuisce.
< Ora pensa ad impiegare al meglio questo momento >.
Riprende a torturarmi il collo ma io lo blocco nuovamente.

 Che posso farci se son fatta così? 
 È più forte di me, accidenti.

< Care > i suoi occhi a pochi centimetri dai miei < voglio fare l'amore con te >.
Lo guardo e percepisco desiderio, brama... amore.
I suoi occhi sono lo specchio della sua anima che in questo momento grida 'amami Care, amami'.
E di fronte a tutto ciò non posso che abbandonarmi ai miei... ai nostri desideri.
< Anch'io, anch'io > infilo la mano nei ricci baciandolo con foga, riprendendo da dove eravamo rimasti.
Voglio bene a Tyler ma... adesso può aspettare.



 
—–—



Con la mano sinistra accarezzo il petto di Harry che invece posa un bacio tra i miei capelli.
Siamo in sala e stiamo aspettando che Tyler torni.
Sempre se tornerà...
Dopo aver fatto l'amore ci siamo rivestiti pensando che Tyler sarebbe potuto arrivare da un momento all'altro, ma così non è successo.
Ed io mi sto preoccupando.
Perché se è andato via è colpa mia... ho tirato fuori la storia di Lerya quando sapevo che non gli avrebbe fatto piacere.
È che vorrei che parlasse, che mi dicesse come si sente.
Quello che prova.
Anche se lo so.
Le piace Lerya ma non lo ammetterà mai, nemmeno sotto tortura.
< So a cosa stai pensando >.
< A cosa? > chiedo voltando la testa per osservarlo meglio.
< Che è colpa tua >.
< Infatti è colpa mia > sbuffo.

È colpa mia.
È inutile che Harry mi dica che non è così.

< Care... non è colpa tua >.
< Sarà... fatto sta che ancora non torna > la mia voce ridotta a un sussurro.
< Senti > annuisco < sicuramente a breve sarà qui e sarà tutto finito >.
< Non lo dici solo per farmi stare zitta, vero? >.
Ridacchia < ci sarebbe un altro modo per farti stare zitta >.
No.
Basta, non posso ricascarci.
Devo aspettare Tyler
E non posso proprio dedicarmi... ad altre attività.
Assolutamente, no.
< Non pensarci nemmeno > gli dico sentendo le sue labbra sul mio collo.
Ma continua imperterrito così sono costretta a fargli capire che non sto affatto scherzando.
< Harry > gli prendo il viso.
Mi molla un bacio mentre io roteo gli occhi < cosa non ti è chiaro? >.
Aggiungo seria < devo concentrarmi su Tyler ora >.
Alza le mani < va bene, va bene >.
Gli schiocco un bacio scusandomi.
< Prometto che ti darò il secondo round non appena risolvo la questione 'Tyler' >.
I suoi occhi ad illuminarsi.
< Non vedo l'ora > batte le mani come un bambino ed io non posso che sorridere.
Per la sua infinita dolcezza, per la sua estrema purezza.
Per il suo amore incondizionato.
Lo vedo alzarsi ed accendere la tv mentre io non posso che pensare a quanto stia andando tutto meravigliosamente bene.
Tra di noi procede sempre meglio, da toccare il cielo con un dito ogni qualvolta stiamo insieme.
Proprio come adesso.
Mi accoccolo meglio su Harry che fa zapping su diversi programmi senza chissà quale interesse.
Prendo il cellulare e scrivo velocemente un messaggio a Tyler.
'Torna a casa, ti prego'.
Non faccio in tempo a posare il cellulare che subito mi risponde con un secco 'sto arrivando'.
Sta arrivando.
Sta arrivando, sta tornando a casa.
Sta tornando da me.
< Sta tornando > sentenzio ad Harry che mi chiede retorico < visto? Che ti avevo detto? >.
Annuisco e inizio a contare i minuti che passano mentalmente.
Non vedo l'ora di abbracciarlo.
Di fargli capire che è l'uomo più importante della mia vita oltre papà ed Harry.
Un minuto.
Ti prego suona.
'Ti prego suona' ripeto incessante mentre le lancette continuano a scorrere a battere sul quadrante.
Due minuti.
Mi volto verso la porta... ma nulla.
Tre minuti.
Sto per perdere le speranze ma ecco che d'improvviso la porta d'ingresso suona.
Eccolo.
Eccolo, eccolo, eccolo.
Mi alzo euforica e vado verso la porta che apro aspettando di trovarmi di fronte Tyler.
E invece... mi trovo davanti Lerya.

Lerya?!

< Lerya? > chiedo strabuzzando gli occhi.
< Che c'è? Non posso più venirti a trovare? >.
Scuoto la testa mentre torno di là.
< Vedo che Harry è vestito... quindi non ho interrotto nulla > scherza prima di abbracciare il riccio che ridacchia a sua volta.
Che diavolo ci fa qui?
< Tutto bene? > chiedo prima che lei chieda perché non dovrebbe andare bene.
< Non dovresti essere a casa con Zayn? >.
Rotea gli occhi < no, Zayn è andato a trovare i suoi >.
< E tu non sei andata con lui? >.
Scuote la testa.
Com'è che non è andata con lui?

Devo preoccuparmi?

< Devo preoccuparmi? > domando io sedendomi sulla poltroncina prima che la riccia spieghi < non hai nulla di cui preoccuparti, solo che tutta questa organizzazione del matrimonio mi sta facendo impazzire e quindi ho pensato che stare separati per due giorni non può che farci bene >.
Mha.
La guardo e annuisco non appena ribatte acida < guarda che è vero... non fare quella faccia da saccente di merda >.
< La saccente di merda ti può sbattere fuori casa eh >.
Ride e poi mi chiede che diciamo di bello.
< Pensavo di trovarvi intenti a scopare come i conigli >.
Harry ride mentre io roteo gli occhi.
La vorrei uccidere quando fa queste allusioni.
Allusioni del cazzo.
La odio.
< Mi dispiace aver deluso le tue aspettative > allarga le braccia il riccio.
< Che si fa? > chiede lei prima che suonino alla porta.
Eccolo, eccolo.
È Tyler.
Corro ad aprire e mi butto letteralmente tra le braccia di Tyler.
< Scusa, scusa, scusa, scusa > sussurro mentre mi lascio accarezzare.
< Scusa tu... ho reagito di merda >.
Scuoto la testa < non dovevo tirare fuori la storia del matrimonio di... >.
Mi blocco.
Dovrei dirgli di Lerya... oh, sì che dovrei dirglielo.
< A proposito di... > prendo un bel respiro ma vengo interrotta da mio fratello che chiama confuso < Lerya? >.
Ecco appunto.
< Ty! > urla lei saltandogli letteralmente in braccio.
Li guardo e scuoto la testa prima di raggiungere Harry.
< Finirà male >.
< Rilassati Care >.
< Care potevi dirmi che c'era Tyler, sarei passata molto prima >.
Sì, come no.
< Mi ha fatto una sorpresa > spiego prima che si siedano iniziando a parlare del più e del meno.
Come se io e Harry non esistessimo.
Come se non fossimo nella stessa stanza.
Sono assurdi.
Ridono, ridono a crepapelle ed io non posso che osservarli e ammettere a me stessa che in realtà sono belli da morire insieme.
Non l'avrei mai detto, ma è così.
Non ho mai visto ridere così tanto Lerya.
Così come non ho visto guardare qualcuno come Tyler fa con Lerya.
Guardo Harry che mi sorride.
Parlano per diverso tempo.
Di tutto.
Tranne che del matrimonio.
Del lavoro, delle serate, dei vecchi ricordi.
Mi siedo vicino ad Harry senza mai perdere il filo del discorso.
Sono curiosa, curiosa di capire come si parlano.
Che tono usano.
Che sguardi si lanciano.
Sposto lo sguardo da destra a sinistra e sospiro.
E se Lerya stesse facendo lo sbaglio più grosso della sua vita?
Voglio bene a Zayn, è uno dei miei amici, la mia famiglia a Londra ma è come se... se non la completasse.
Non dico che Lerya non sia innamorata di Zayn, assolutamente.
Ma non posso di certo far finta che è legata a Tyler in un modo che è semplicemente... inspiegabile.
Non lo so.
Guardo Tyler.
Forse non l'ho mai visto così felice, così preso da qualcuno.
Con Lerya sembra che sia solo... Tyler.
E questa è una cosa bellissima.
Fin troppo...
< A che pensi? >.

Come mi conosce...
Gli basta vedere le mie espressioni.
Gli basta captare i miei occhi per capire che c'è qualcosa che non va.
Ed è sempre stato così... fin dall'inizio.
E questa cosa mi spaventa e mi rallegra allo stesso tempo.
Mi spaventa perché mi conosce meglio di quanto mi conosca io; d'altro canto mi rallegra perché mi ama infinitamente tanto da capire che ho qualcosa che non va da un semplice sguardo.

< A tante cose in realtà >.
Che è tutto un casino, tanto per iniziare.
Harry ride < immaginavo... ma tipo? >.
Che non prevedo nulla di buono, per continuare.
Lo guardo e mezza divertita e spaventata confesso < che sarà tutto un gran casino >.
Ridiamo entrambi, per poi tornare a guardare i due che continuano a parlare
per altri dieci/quindici minuti buoni prima che Lerya chieda cosa possiamo fare.
Oh, si sono accorti della nostra presenza.
Almeno...
< Cosa vorresti fare? >.
Ci pensa su qualche secondo < ci sono, trovato! >.
La guardo aspettando che riferisca la sua idea.
< E se andassimo in quel pub che ha aperto da poco? >.
Eccola...
Lei e le sue idee malsane.
< Domani lavoro eh >.
Mi guarda sbuffando.
< Che c'è? >.
< Ma da quand'è che ti sei trasformata in una vecchia? >.
Ah certo, sarei io la vecchia ora...
Domani si lavora e stasera voglio andare a dormire presto.

Come no...
Diciamo che ho altri programmi.

(Ho altri programmi... col riccio).

< Dai andiamo, non torneremo tardi > implora mentre mio fratello annuisce.
Guardo Harry che mi sorride.
< Ha ragione, usciamo >.
Roteo gli occhi.
< Ci farà bene vedrai >.
Sbuffo.
Che palle però...
Mai una volta che approvasse le mie decisioni eh?
Mai una volta che stesse dalla mia parte.
Rido mentalmente perché so di aver pensato ad una stronzata.
Una grossa, enorme stronzata.
Harry è sempre dalla mia parte, nel bene e nel male.
Sempre.
< Dai Caroline > mi afferra Lerya facendomi fare un giro.
< Va bene, va bene > sbotto alla fine mentre lei inizia a saltellare come una bambina di due anni.
Non cambierà mai.
< Vado a cambiarmi >.
< Vai più che bene così > mi indica.
Mi guardo.
Non sono molto sicura.
Ho un pantalone nero e un maglioncino.
Nulla di che.
< Non cambiarti > mi suggerisce Harry squadrandomi dalla testa ai piedi.
Annuisco poco convinta mentre vado ad infilare le scarpe e il cappotto.
< Che bello che usciamo > dice Lerya aprendo la porta d'ingresso.
< Togli quel muso dalla faccia > mi indica prendendomi in giro mentre io la maledico mentalmente.
Alla fine riesce sempre a convincere tutti, me compresa.
Ed io la odio, perché non so proprio come faccia.
Maledetta.
< Sorridi > mi consiglia Harry prima di salire in macchina e mettere in moto.
Non so manco di che pub si tratti.
È nuovo, lo hanno aperto da poco.
Più o meno due settimane.
Ma io non ne sapevo nulla... sono tutte informazioni che mi ha dato Lerya un giorno al telefono.
Il viaggio, anche se breve, vede Lerya e Tyler intenti a parlare, parlare e... ancora parlare.
Oddio.
Se la finiranno?
< Parcheggia qui > indica Lerya con la mano mentre Harry esegue il suo comando.
Scendiamo dalla macchina e attraversiamo la strada prima di entrare nel pub stra zeppo di gente.
Che odio.
Ed io che pensavo di fare una cosa tranquilla.
Seh, come no.
< Venite, sediamoci qui > fa cenno con la mano Lerya prima di sedersi su un divanetto.
Mi guardo intorno.
C'è che beve, chi mangia ma soprattutto c'è chi beve fino allo sfinimento.
Cosa che io non voglio fare.
Mi siedo vicino ad Harry per poi guardare Tyler chiedere cosa prendiamo.
< Io un cosmopolitan > si indica la riccia sorridendo a mio fratello.
< Harry? >.
< Sto pensando di prendermi un gin tonic >.
< Anch'io > risponde mio fratello.
Manco solo io.
E se prendessi una tisana?
< Una tisana? > chiedo più a me stessa che a loro.
Li vedo ridere.
< Andiamo! Puoi prendere una tisana? > domanda Lerya prima di appellarmi 'sfigata'.
Stronza.
Stronza da morire.
Faccio spallucce.
< Domani lavoro >.
< Che palle che sei > sbotta Lerya prima di chiedere ad Harry < come fai ancora a starci insieme? >.
Mi indica < una volta eri molto, molto più divertente >.
Forse, ha ragione.
Ma una volta non avrei dovuto sbrigare pratiche su pratiche a lavoro.
Cosa che ora devo fare.
Che io voglia o meno.
< Ciao ragazzi, cosa vi porto? > chiede la cameriera sorridendoci.
< Un cosmopolitan >.
< Due gin tonic > dichiara Harry mentre lei ci sorride.
Anzi, ora che la guardo meglio capisco a chi sorride... ad Harry.
Ti pareva?
A chi poteva sorridere se non a lui?
Prevedo enormi giramenti di palle stasera.
La squadro: è indubbiamente una bella ragazza ma quei capelli rossi le stonano... parecchio.

Ma forse sono solo gelosa.
Giusto, un pochino pochino eh.
E forse dovrei bere per non pensarci...
D'altronde non è vero il detto che l'alcool risolve ogni tipo di problema?

< Anche per me un gin tonic > dico io senza sorriderle.
La guardo aggrottando le sopracciglia prima che finalmente se ne vada.
< Com'è che hai cambiato idea vecchia? > mi punzecchia Lerya.
< Mi sta sulle palle quella > la indico con la mani.
< Che c'entra ora? >.
Ha ragione, non c'entra nulla con la domanda.
Ma volevo dirlo lo stesso.
Così, a mo' di sfogo.
< Gelosona >.
Guardo Lerya e la mando a quel paese.
< Non dirmi che sei gelosa > ridacchia Harry mentre io scuoto la testa più volte.
Parliamo fino a che la tizia non torna con le bevute posandole sul tavolo, senza prima aver mostrato la mercanzia sbattendola quasi su Harry.

Oddio la strozzo.
Ma che cazzo pensa di fare?
Se siamo in quattro potremmo essere due coppie, giusto?
Come le viene in mente di flirtare?
Non sa che può ritrovarsi la faccia spaccata?
La osservo dalla testa ai piedi.
La odio.
Forse perché ha un fisico che parla, due bombe (per dirla alla Louis) da paura e un viso niente male.
La odio, cazzo se la odio.
Ma adesso se ne andrà no?
Dovrà andare a prendere le ordinazioni a qualche altro tavolo, no?
E invece... a quanto pare no.
Perché si ferma a parlare con Harry lanciandogli delle occhiate che non mi piacciono per niente.
Roteo gli occhi.
Ma ha capito che è il mio ragazzo?
Porca miseria se la prendo la spezzo in due.

È il mio ragazzo.
Il mio, chiaro?

La vedo sorridere e dentro di me si scatena il fuoco.
Forse ha bisogno di capire che deve starsene buona.
Forse dovrei marcare il territorio.
Sì, dovrei proprio farlo.
Senza ombra di dubbio.
Lo sanno tutti ormai che in pubblico sono molto, mooolto riservata ma sti cazzi.
Oggi ci vuole.

Senza pensarci più di tanto afferro il viso di Harry prima di baciarlo.
Con un occhio semi aperto la guardo e non appena Harry schiude le labbra divertito gli infilo la lingua in bocca continuando a baciarlo.
La mano tra i suoi capelli e il mio corpo più vicino al suo.
< Direi che è ora di andare > le dico guardandola dalla testa ai piedi mentre Tyler e Lerya iniziano a urlare come pazzi.
La cameriera va via e devo dire che non c'è scena più bella di vederla sbuffare mezza infastidita.
Ben le sta.
Almeno impara per una prossima volta.
< Batti cinque sorella! >.
Guardo Tyler e sorrido.
< Così, si fa > sentenzia Lerya dandomi il cinque < non pensavo l'avresti fatto e invece... mi sbagliavo >.
Faccio spallucce e mi volto verso di Harry < scusa, mi aveva stancata >.
< Perché ti scusi? > domanda lui alzando un sopracciglio.
< Bhe, di solito in pubblico siamo molto riservati >.
Ridacchia e poi si avvicina per poi sussurrarmi < non sai quanto mi sia piaciuto baciarti in quel modo davanti a tutti >.
Poi aggiunge < dovremmo farlo più spesso >.
< Adesso non esageriamo >.
Ridiamo entrambi per poi brindare con Lerya e Tyler.
< A Caroline e al limone ad Harry >.
Guardo Lerya < brindiamo a noi quattro, stupida >.
Alzo il bicchiere e prendo un sorso del gin tonic.
Buono cavoli.
Strabuono.
Iniziamo a parlare del più e del meno senza più essere interrotti dalla cameriera che evidentemente ha capito che non c'è trippa per gatti.

Mi spiace cara.
Mi spiace tantissimo.

Mi volto non appena Harry mi chiede < vieni con me? >.
Dove andiamo?
Annuisco e dico a Lerya e Tyler che torniamo tra poco, ma i due sono talmente presi che nemmeno capiscono quello che gli ho appena detto.
Mi liquidano con un semplice cenno di mano.
Sti due insieme sono un casino.
< Dove andiamo? >.
La mia domanda non ottiene risposta.
Harry supera diverse persone prima di entrare in un'altra stanza con le luci rosse che per un attimo mi fanno svarionare.
< Che stai facendo? > domando non appena si avvicina pericolosamente al mio viso.
Come se non avessi capito...
< Direi che si capisca benissimo cosa voglia fare >.
Ridacchio ma sono costretta a ricredermi non appena si avventa sulle mie labbra iniziando a baciarmi impetuosamente.
< Quel bacio mi ha mandato in tilt > sentenzia tra un bacio e un altro.
Annuisco.

Anche a me.
Anche a me, fin troppo.
Dannazione.

Mi lascio baciare senza troppi problemi fino a che non sento le sue mani sotto la mia maglia.
'Sei in un luogo pubblico, potresti beccarti una denuncia per atti osceni in luogo pubblico' mi ricorda la mia dannata coscienza.
< Che stai facendo? >.
Non risponde al che lo blocco
< Harry, sai si che potremmo beccarci una denuncia? >.
< E che ti frega? >.
Lo guardo divertita < mi frega eccome! >.
Mi molla un bacio al quale rispondo con più pressione.
Sono proprio un' incoerente.
Prima gli dico di smettersela e poi lo bacio.
Sono una cavolo di incoerente, a volte...
Che mi stupisco di me.
Sussulto non appena la porta si apre rivelando due ragazzini che evidentemente hanno avuto la stessa nostra idea.
Mi schiarisco la voce.
È talmente imbarazzante...
No, no, non possiamo farlo.
< Harry, usciamo da qui >.
Annuisce e mi afferra la mano prima di uscire mentre io bevo tutto d'un fiato la mia bevuta.
Almeno non ho intralci tra le mani.
Vedo Harry superare delle persone e uscire dal pub.
Dove stiamo andando?
Non torniamo da Lerya e Tyler?
Come mai?
< Non torniamo dagli altri? > domando seguendolo senza mai staccare la mia mano dalla sua.
Scuote la testa prima di farmi cenno di salire in macchina.
Obbedisco e non appena salgo inizia a baciarmi lasciando vagare le sue mani sul mio corpo.
Mi guardo intorno.
Siamo praticamente davanti al locale.
Possono vederci tutti.
Scuoto la testa implorando di fermarsi.
< Che succede? > chiede preoccupato < non ti va? >.
Sorrido < no, no, mi va... >.
< E allora? >.
< Allora siamo davanti al locale e potrebbero vederci tutti >.
Ci manca solo che ci sgamino e che chiamino la polizia o filmino qualche video da mettere in rete.
Lavoro in uno studio legale e direi che sarebbe meglio evitare di finire in rete.
No?
< Capito capo > e senza nemmeno allacciarsi la cinta mette in moto.
Lo guardo e mi maledico perché non riesco a non cedere ogni santa volta.
Ma d'altronde gli avevo promesso il secondo round una volta aver trovato Tyler... quindi ormai, tanto vale approfittare e abbandonarci a questo secondo round.
Lo guardo e sorrido inconsapevolmente.
Non poteva andarmi meglio di così.
Harry è semplicemente perfetto... in tutto.
Mi mordo le labbra e poi gli bacio il viso, il collo prima di lasciare scivolare la mia mano sui suoi pantaloni mentre Harry impreca portandosi una mano tra i capelli.
< Guida e non farci fare un indicente > gli ordino prima che casualmente infili la mano nei pantaloni ormai gonfi.
Amo stuzzicarlo, giocarci, vederlo perdere il controllo a causa mia.
Vederlo impazzire, respirare a fatica, perdere il controllo mi inebria i sensi... mi fa perdere il controllo mandandomi in tilt.
< Caroline > un gemito a sfuggirgli dalle labbra che bacio.
Se facciamo un incidente per questo motivo siamo proprio due scemi.
Due idioti.
< Basta, non ce la faccio più > sbotta inchiodando in un parcheggio semi vuoto e facendomi segno di spostarmi dietro.
Obbedisco mordendomi le labbra non appena sento le sue mani toccare il mio sedere.
Non faccio in tempo a raggiungere i sedili posteriori che Harry mi sfila la maglia andando a baciare ogni centimetro del mio corpo.
Le nostre bocche sono avide come sempre, come i nostri corpi che si cercano, implorano di sentirsi ancora una volta.
< Impazziró prima o poi > sghignazza mentre io gli mordo il labbro inferiore tirando leggermente verso di me.

Quanto lo voglio.
Da morire.
Ogni volta è come scoprire nuove cose, scoprire nuovi mondi.
E penso... che sì, penso proprio che non mi stancherò mai.

Nell'abitacolo si sentono solo gli schiocchi dei nostri baci, i nostri respiri affannati.
Gli sfilo la maglia andando a baciargli il petto e la farfalla che ha sullo stomaco e che tanto amo.
Mi stendo e chiudo gli occhi mentre sento Harry lasciarmi una scia di baci bollenti dappertutto.
< Hai esaudito un altro mio desiderio >.
< Ossia? > sussurro col fiato corto.
< Farlo con te in macchina >.
Gli accarezzo una guancia < ti amo troppo lo sai? >.
< Anch'io, Caroline, anch'io > confida a cuore aperto prima di mordersi le labbra non appena io inizio a strusciarmi sul suo cavallo dei pantaloni.
< Toglili > gli dico implorante.
Lo fa ed io faccio la stessa cosa prima di lanciare le mutandine sul cruscotto davanti.
Se qualcuno dovesse passare in questo momento non avrebbe difficoltà ad immaginarsi cosa stia succedendo qui dentro.
Oh... no.
Mi lascio sfuggire degli urletti di piacere mentre riprende a baciare il mio corpo ormai troppo accaldato per i miei gusti.
< Fammi tua > sbotto < Harry fammi tua >.
Ed Harry non se lo fa ripetere due volte prima di entrare dentro di me e iniziare quella che so essere l'esperienza più bella della mia vita.

Con lui.



 
———




< Sei sicura che non dobbiamo accompagnarti? > chiedo a Lerya fuori da casa nostra.
Scuote la testa.
Siamo tornati a casa, dopo essere passati a recuperare i due che nemmeno si sono accorti della nostra assenza.
Meglio, almeno non mi sono dovuta sorbire le battutine sulle sveltine e cose così.
< L'accompagno io > si intromette mio fratello.
Eccolo, Lancillotto arrivato in soccorso della sua Ginevra.
Il cavaliere senza spada.
E senza cavallo.
< Ma dai, l'accompagnamo noi > ribadisco ma mio fratello scuote la testa.
< Mi farà bene camminare > spiega.
Guardo Harry e gli chiedo con lo sguardo cosa ne pensa.
Non sarà sbagliato mandarli in giro da soli?
Non so, ma io ho qualche perplessità.
Perché non sarei lì a controllarli.

'Come se prima li avessi controllati eh'?

< Ma faranno otto gradi... a piedi vi congelerete >
Entrambi iniziano a dire che hanno bisogno di camminare, che almeno smaltiscono le varie bevute che si sono fatti.
E blablabla.
Tant'è che alla fine cedo.
< Come volete allora >.
< Ci sentiamo domani, ok? > mi chiede Lerya venendomi ad abbracciare.
La abbraccio a mia volta sussurrandole < non fare stupidaggini, ti prego >.
Ridacchia ed io invece sospiro.
Finirà per fare qualche stupidata delle sue... me lo sento.
L'aria è strana.
È come se ci fosse uno strano feeling.
Afferro mio fratello per il braccio < queste sono le chiavi di casa, vedi di non perderle >.
Annuisce e si mette sull'attenti < sì, signor capitano >.
< Stupido > lo appello prima di salutarli ed entrare in casa.
Ah che bello.
< Ah, che bel calduccio > asserisco togliendomi le scarpe.
A differenza di fuori si sta una meraviglia.
Sfilo il cappotto appendendolo per poi andare in cucina.
Ho una sete...
Apro il rubinetto posizionando il bicchiere che riempio fino all'orlo.
< Ehi >.
Harry si piazza dietro di me posando un bacio tra i miei capelli.
< Avremo fatto bene a lasciarli da soli? >.
Appoggio il bicchiere nel lavandino per poi voltarmi.
< Non lo so Care... ho paura che finiranno insieme stanotte >.
A chi lo dice...
Annuisco < anch'io, non sai quanto >.
< Prevedo dei bei guai >.
Mi indico < anch'io, anch'io >.
< Comunque grazie > dice sorridendo.
Lo guardo confusa < di cosa? >.
< Bhe... per prima > si avvicina per poi posarmi un bacio a stampo.
Chiudo gli occhi.
Cosa mi farà mai?
Non lo so mica, eppure sono passati tre anni...
Apro gli occhi per poi posare le mie braccia attorno al suo collo.
< Ci siamo comportati da ragazzini stasera >.
< È stato divertente >.
Mento < nah >.
< Ammettilo: è stato fottutamente divertente >.
La sua mano sulla mia guancia.
Ridacchio.
< Allora? > domanda sornione.
Lo bacio < sì, è stato divertente >, lo ribacio < sì, molto divertente >.
Harry sfrega il suo naso contro il mio < è perché devi fidarti di me Smith >.
< Se mi fidassi di te Styles saremmo già in galera >.
Ridacchia mentre io gli spiego che è ora di struccarmi e mettermi a letto; detto ciò mi stacco per poi andare di sopra seguita da Harry.
Mi dirigo in bagno dove inizio a struccarmi delicatamente, per poi lavare i denti.
Applico la crema notte e torno in camera dove mi svesto ed infilo il pigiama mentre Harry va in bagno non prima di avermi lanciato la sua maglia addosso.
Mi infilo nel letto ed afferro il telefono per vedere se qualcuno mi ha cercata.
Nessuno.
Meglio così... anche se un messaggio di Tyler mi avrebbe fatta stare più tranquilla.
Molto.
Ma ormai pazienza.
< Abbandona i pensieri che ti affliggono Smith > afferma Harry sciogliendosi i capelli per poi infilarsi sotto le coperte.
< Di quali pensieri parli? >.
< Di questi > mi spinge la testa all'indietro.
< Perché dovrei abbandonarli? >.
< Per dedicarti a me > sussurra malizioso portando una mano sotto il pigiama.
Sghignazzo e scuoto la testa ma il riccio sembra non sentire ragione perché con una spinta si posiziona su di me prendendo a baciarmi il collo.
< Che stai facendo? > chiedo conoscendo già la risposta.
Infatti dopo nemmeno due secondi risponde < do inizio al terzo round della giornata >.
< Basta... > gli dico roteando gli occhi.
< Te l'ho detto che con te potrei non fermarmi mai > lascia un bacio sul mio collo e sulla spalla scoperta.
< Mi sembra > un bacio sulla clavicola.
Deglutisco non appena la sua mano si infila sotto la mia maglietta vagando liberamente, ormai conscia di come muoversi, di cosa toccare.
< Io non so se sono pronta per il terzo round > affermo prima di lasciarmi baciare.
Ride rumorosamente < bluffi, tu sei sempre pronta >.
Mi morde le labbra prima che io decida di lasciarmi baciare come Dio comanda accendendomi come una scintilla.
I suoi baci, le sue mani sul mio corpo, il suo respiro sono per me una droga di cui non riesco a fare a meno.
< Che sia l'ultimo round però > lo rimprovero guardandolo negli occhi.
< Me lo faccio bastare > sentenzia prima di concentrarsi su di me.
Inizia a muoversi sensuale su di me lasciando baci che di casto non hanno proprio nulla.
Sono tutt'altro.
Ed io non posso che bearmi del momento infilando la mia mano tra i suoi capelli e pensando che la mia vita è speciale.
Mi lascio sfilare la maglia e sospiro non appena lo sento concentrarsi sui miei seni.

Oh, sì...
La mia vita è speciale.
Soprattutto in questi momenti.

 
   
   

 
   

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Capitolo 20
*** Litigata 2.0 ***


Guardo le infinite parole sul pc e non posso fare altro che sbuffare.

Che palle.

Ho passato questo pomeriggio a casa, a lavorare.
A sgobbare su dei fascicoli infiniti che ancora devo finire di leggere, stilare e organizzare con delle mappe o diagrammi.
Credo di aver letto talmente tanto che ormai le parole mi si sono ficcate in testa non uscendo più.
Anche a cena ho ripassato mentalmente quello che ho letto durante queste lunghe ore.
Io, due pezzi di pizza e i fascicoli sparsi per tutto il tavolo.
Harry è uscito con gli altri e devo dire che è andata bene così.
Ho bisogno di concentrarmi, di non avere distrazioni che finirebbero per mandare in fumo tutto il mio impegno.
Tutto il mio duro lavoro.
A forza di stare incollata al pc mi è venuto un mal di testa atroce.
Di quello che non riesce a farti tenere gli occhi aperti dal dolore lancinante.
Mi sono data una mezz'ora.
Dopodiché spengo tutto e vado dritta a letto... dove spero di trovare un po' di calma, un po' di pace.
Sono stata frenetica questi giorni.
A lavoro c'è stato un casino di cose da fare e non mi sono fermata un attimo.
Nemmeno uno.
Ho rigato dritta, ho fatto degli extra, ho cercato di portarmi avanti col lavoro... trascurando in parte Harry.

Diciamo che non sono stata la ragazza migliore del mondo in questi giorni, lo ammetto.

Ammetto le mie colpe.
I miei sbagli.
Infatti non appena oggi mi ha avvisato che stasera si sarebbe visto con gli altri non ho potuto che tirare un sospiro di sollievo.
Sono stata contenta e sono contenta che sia uscito.
Anche perché qua a casa si sarebbe solo rotto le scatole a far nulla in pratica... se non guardarmi lavorare, sbuffare.
E imprecare.
Avoglia.
Imprecare soprattutto.
Mi alzo con passo lento e mi dirigo in cucina dove decido che forse è ora di prendere qualcosa per questo mal di testa.
Oh, sì... decisamente ora.
Butto giù la compressa con un goccio d'acqua e ritorno di là dove mi butto sul divano.
Sbuffando.
Che giorni pesanti.
Tra il lavoro e Lerya che combina guai... non si può mai star tranquilli.
Ebbene sì, la signorina ha deciso di rimandare il matrimonio.
A quando?
A data da destinarsi.
Perché nel frattempo deve capire cosa fare con mio fratello.
Deve capire se è solo una cosa fisica o c'è dell'altro.
I due all'insaputa di tutti, Zayn compreso, si stanno vedendo spesso e non è difficile immaginare cosa facciano durante i loro incontri.
La ucciderei quando fa così.
Ha smosso mari e monti e adesso non vuole sposarsi.
Vuole aspettare.

E le mie ore di sonno perse per venire a provare 3637383 abiti chi me le ridà?
E i miei permessi a lavoro?
E le ore tolte ad Harry?
E le ore di camminata?


No, sul serio... la ucciderei.
La ammazzerei, la fracasserei di botte.
Sul serio.
Ci ho parlato giusto ieri e le ho fatto una ramanzina grossa quanto casa mia.
Sul non prendere in giro Zayn, sul dire la verità, sul non affrettare le cose, sul capire che magari è solo un momento.
L'ho fatta nera.
Nera.
Ha anche il coraggio di lamentarsi?
Se l'è cercata lei.
Voluta lei.
Aveva già pronto il matrimonio.
Cosa voleva di più?

Ad averlo io pronto il matrimonio...

È proprio vero eh.
Chi ha il pane, non ha i denti.
È vero, porca miseria se è vero.
Ha tutto.
Un ragazzo pronto a sposarla, ci rendiamo conto?
E lei che fa?
Annulla tutto perché sente che stanno correndo troppo.
Ingrata, non solo...
Scuoto la testa e cerco di non pensarci.
Ho capito che per il mio bene devo farmi gli affari miei e non far mie le problematiche degli altri.
In questo caso, vuole combinare un disastro?
Lo facesse!
Caroline Smith non può gestire tutti e tutto.
Non sempre.
Devo pensare alle mie cose.
Alla mia vita, a me stessa.
E al mio ragazzo.
Non ai ragazzi altrui.
Assolutamente.
Ma soprattutto devo pensare al mio lavoro che chiama incessante.
Come se avesse paura che io fuggissi, scappassi lontano.
E lo farei.
Oh se lo farei...
Prenderei Harry, una valigia e andrei dappertutto, l'importante è che sia lontano da qui.
Dai mille problemi che la routine ti rifila.
Dalla quotidianità che soffoca, opprime alle volte.
Amo Londra, non voglio che si pensi che non mi piaccia.
È la mia seconda città, la mia seconda casa.
Il mio tutto.
Il mio presente e... il mio futuro.
La amo sul serio.
Così piena di vita, di colori, di culture che si incontrano, di odori, di suoni da ogni parte.
E per questo non la cambierei mai al mondo.
Ma alle volte penso a come sarebbe andare via per un po', staccare la spina e... semplicemente fuggire.
Fuggire a gambe elevate.
Senza dire niente a nessuno, nemmeno alle nostre famiglie che (sì lo so) non la prenderebbero benissimo.
Soprattutto mia madre.
Se ci penso mi viene da ridere.
Non so come reagirebbe, forse mi verrebbe a cercare anche a piedi.
Sorrido inconsapevolmente per poi afferrare l'altro fascicolo iniziando a leggerlo.
Per la cinquantesima volta, forse.
O anche di più.
Sinceramente ho perso il conto.
O semplicemente non voglio ricordarmi quante volte ho dovuto rileggerlo perché non l'avevo capito.
Come se adesso fosse più chiaro eh?
Certo... come no.
Tanto se la mia mente ha deciso che per oggi basta così... basta così.
Non posso farci nulla.
Anche se vorrei continuare devo ammettere la sconfitta e spegnere tutto.
Grugnisco non appena il mal di testa batte con più costanza.
Che odio.
Io che non ho mai il mal di testa poi... non posso che odiarlo.
Mi capita veramente poco.
Se non in periodi di forte stress.
Non è che sono stressata... di più.
Stressatissima direi.
Stufa no che dico, arcistufa.
Sono stanca.
Oggi tantissimo ahimè.
Con uno scatto spengo il pc e chiudo il monitor per poi posarlo sul tavolinetto.
Ciaone.
Io ho detto basta per oggi.
Ci rivediamo domani.
Aurevoir.
Afferro il cellulare e dopo aver fatto un giro di rito su instagram decido di fare una telefonata.
Magari mi rilasso a spettegolare.
Uno, due squilli.
< Pronto? >.
< Gemm, come stai? >.
Percepisco Gemma sorridere ed io sorrido a mia volta.
Non so come fa ad essere sempre di buon umore ma ogni volta è come se mi facesse ritornare il sorriso.
È come se mi trasmettesse un po' del suo buon umore.
< Non sai quanto scialo senza Niall >.
< A chi lo dici > ridacchio per poi maledirmi per via del dolore.
< Che succede? >.
< Ho mal di testa, forte > spiego io per poi spostare la conversazione su altri fronti.
Così magari non ci penso e la testa mi lascia in pace.
Può essere?
Almeno ci provo.
Parliamo principalmente del lavoro e di Niall ed Harry.
Fino a che non arriviamo all'argomento spinoso.
Ossia Lerya.
Lei non sa che c'entra mio fratello dietro questa storia.
Sa solo che Lerya ha capito di non voler correre troppo al momento.
< L'hai sentita? > mi chiede mentre io spiego < l'ho sentita ieri >.
< Non so che le stia succedendo >.
Io lo so.
E non sa quanto vorrei dirglielo.
Parlarne con qualcuno.
Sfogarmi.
Non portare questo peso da sola.
O meglio questo segreto.
< Spero rinsavisca il prima possibile >.
Sospira < Zayn sta di merda >.
Ci credo.
< Ci credo > ammetto io pensando effettivamente che Zayn non sta reagendo per niente bene a questa notizia.
Giustamente si sta chiedendo perché prima abbia risposto di sì per poi cambiare idea così, dal nulla.
Povero...
Se solo sapesse che in realtà si è presa una bella sbandata per Tyler gli verrebbe qualcosa, gli prenderebbe un coccolone.
O qualcosa di molto simile.
E forse è un bene che non sappia nulla.
No?
< Sono sicura che stasera i ragazzi lo faranno distrarre >.
< Sì... e bere > Gemam ridacchia e io faccio la stessa cosa perché so che è la verità.
I ragazzi torneranno a casa alticci e sarà uno spasso vederli barcollare e sbiascicare parole a caso.
Già mi immagino Harry.
I capelli sciolti disordinati, i jeans macchiati di qualche bevuta e gli occhi più rossi del previsto.
Mi toccherà metterlo a letto, già lo so.
Ma pazienza.
È anche questo il mio compito da fidanzata, giusto?
< Niall si lercerà sicuro >.
< Oh anche Harry... l'ultima volta l'ho dovuto mettere a letto e rimboccargli le coperte come un bambino > ricordo io ridendo. 
< Speriamo non ritorni a casa così allora >.
Rido e le do ragione.
< Sabato stiamo insieme? > chiede < magari tu ed Harry potete venire qui già da pranzo se vi va >.
< Direi che è perfetto >.
< Ho detto a Niall di avvisare Harry ma siccome si sarà dimenticato faccio prima a dirlo a te >.
Uno sbadiglio a un interrompere la risposta.
< Sei stanca? >.
< Sì, infatti credo proprio che appena chiuderò con te mi ficcheró diretta a letto >.
La conversazione va avanti per un cinque minuti prima di salutarci.
< Ci sentiamo per sabato > le dico.
< Notte Care >.
< Notte Gemm >.
Blocco il cellulare e mi alzo dal divano.
Sì, direi che è arrivato il momento di andare a letto.
Ne ho bisogno.
Salgo le scale e una volta arrivata in camera vado di corsa al bagno dove per prima cosa lavo i denti per poi liberare la vescica.
Infilo velocemente il pigiama e mi infilo nel letto beandomi del calore delle mille coperte.
Che sensazione bellissima.
Amo stare al caldo, con la testa infilata sotto le coperte a non sentire rumori.
Ad allontanare i problemi.
E con questi pensieri chiudo gli occhi e dopo qualche tempo mi addormento.
Non so per quanto dormo ma ad un certo punto il rumore delle chiavi cadute a terra mi fa svegliare.
Sento Harry imprecare e scuoto la testa.
La situazione è già chiara.
Ubriaco fino al midollo.
Lo sento salire le scale a passi pesanti e sorrido.
Come diavolo si è ridotto?
Devo preoccuparmi?
Entra in camera e si sfila i vestiti lanciandoli alla rinfusa.
Domani mi sente.
Avoglia, se mi sente.
Ma ora voglio divertirmi.
A piedi nudi si dirige in bagno dove lo sento canticchiare una canzone.
È felice a quanto sento.
Molto felice sentendo le risatine che si lascia sfuggire lavandosi la faccia.
Ha bisogno dell'acqua fredda per riprendersi?
Tira l'acqua per poi infilarsi nel letto.
Senza mettere il pigiama.
Mi posa un bacio sulla fronte.
< Sono sveglia > dico aprendo un occhio per vederlo, illuminato da un raggio di luna.
< Ubriaco? >.
< Un tantino > ammette prima che un singhiozzo lo interrompa.

Sì, certo come no... se lui è ubriaco un tantino io sono la Queen.

< Com'è andata? > chiedo chiudendo gli occhi.
< È andata bene direi... Niall ha anche vomitato > biascica mentre io rido.
Niall ha vomitato.
Non vedo l'ora di sentire le lamentele di Gemma sabato.
Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensa.
< Io sono forte > si indica per poi aggiungere < io non ho vomitato >.
< Bravo >.
Mi giro dall'altra parte.
< Tu cosa hai fatto? >.
< A parte maledire il mal di testa per via dei fascicoli? >.
Ridacchia e poi rimane in silenzio.
Si sarà addormentato?
Può darsi...
Ma devo ricredermi quando porta una mano sui miei fianchi prima di avvicarmi a lui.
Come non detto.
Ed io che pensavo si fosse addormentato.
Seh, come no.
Mi bacia il collo prima di farmi voltare, ritrovandomi a pancia in su e con Harry su di me intento a baciarmi il collo intensamente.

Che fa?
'Lo sai che fa'.
E in effetti lo so bene cosa sta facendo... ma stasera è out.


< Che fai? >.
< Mi sembra evidente > sussurra malizioso prima di sparire sotto le coperte andando a baciarmi la pancia fino ad arrivare al bordo dei pantaloni.

Cosa pensa di fare?

Gli intimo di tirarsi su.
< Che c'è? > chiede mollandomi un morso all'orecchio destro < non ti va? >.
< Ho mal di testa > spiego.
< Che me ne frega? >.
Si avventa sulle mie labbra che mordicchia, mentre con la mano percorre tutto il mio corpo da sopra il pigiama.
Forse non ha capito.

Ho bisogno di dormire.

Ho veramente bisogno di dormire... la testa martella incessantemente e domani devo essere riposata per il lavoro visto che mi aspetta una giornatina molto impegnativa.
< Harry > gli prendo il viso < devo dormire >.
< Eddai > alita sul mio viso quello che riconosco essere un long island.
La mano ad accarezzare la mia coscia.
< Mentre mi ubriacavo pensavo a quanto ti avrei fatta urlare in tutti i modi possibili >.
Rido.
< Che ridi? >.
< Rido perché non dureresti un minuto >.
< Fa' fare tutto a me e vedrai come ti ricrederai >.
La sua mano ad accarezzare la mia mutanda con le nuvolette.
Ho anche le mutande con le nuvolette... sexy vero?
Come fa ad avere voglia vedendomi conciata in questo modo?
Sbuffa e nel farlo una ventata di alcool raggiunge le mie narici facendomi storcere il naso.
< Harry > gli prendo la mano < puzzi di alcool che strozzi >.
< Mi lavo i denti e poi iniziamo >.
< Non è che se ti lavi i denti cambio idea eh > alzo un sopracciglio ma il riccio evidentemente pensa che cambierò idea e si dirige in bagno dove si lava i denti per poi fare degli sciacqui col collutorio.
< Adesso non puzzo più di alcool > asserisce per poi tuffarsi su di me pronto a ricominciare lasciando dei baci sul mio viso.

Non ha capito o non vuole capire, mi sembra.

< Devo dormire > dico guardandolo.
< Harry > lo blocco mentre sta per avventarsi sulle mie labbra.
Mi guarda e io lo guardo di rimando.
Con uno sguardo che sembra dire 'non scherzo affatto'.
< Vaffanculo Care >.
Rido e faccio spallucce.
< Ti odio >.
Scuoto la testa < non mi sembra >.
Sghignazza.
Mi volto dall'altra parte dandogli la buonanotte.
< E adesso io come risolvo il problemino tra le gambe? >.
Roteo gli occhi mentre lo sento lamentarsi come un bambino.
< Non ci pensi al tuo fidanzatino? >.
< Il mio fidanzatino ha delle mani, no? >.
< E allora? >.
Mi volto < e allora... usale >.
< Ma potresti usare le tue, mi piacciono di più >.
< Buonanotte Harry >.
< Caroline Smith quando fai così non fai che eccitarmi ancora di più >.
Sghignazzo.
< Placati Harold >.
< Oddio, se mi chiami così... >.
< Che succede? >.
< Succede che non riesco a trattenermi >.
Mi tira verso di sé abbracciandomi.
Sospiro.
< Notte >.
< Se stanotte mi approfitto di te, va bene? >.
< Buonanotte > mi volto e gli chiudo le palpebre per poi chiudere anche i miei occhi.
E cadere in un sonno profondo.



 
———



< Buongiorno >.
Mi volto e sorrido non appena vedo Harry sbadigliare coi capelli sciolti ed arruffati.
Si vede lontano un miglio che ieri sera si è preso una bella sbronza.
< Giorno >.
Poi aggiungo sorniona < caffè? >.
Annuisce prima di sedersi.
Immaginavo...
< Ho un mal di testa assurdo >.
Immaginavo, di nuovo.
< Ci credo > gli passo la tazza col caffè < quanto avete bevuto? >.
< Abbastanza >.
< Abbastanza, tipo? > chiedo sedendomi di fronte a lui.
< Diciamo che dopo la terza bevuta e il secondo shottino ho perso il conto >.
Strabuzzo gli occhi.
< Lo so, lo so che ho esagerato >.
< Zayn? >.
< Stava alla grande >.
< Immagino >.
< Lou e Liam? >.
< Hanno cuccato i due piccoli >.
Ridacchio.
< Ah sì? > chiedo per poi aggiungere curiosa < e tu? >.
< Io cosa? > si indica.
< Hai rimorchiato? >.
Mi guarda < sì ma ahimè pensavo a te >.
< Come sarebbe a dire ahimè? >.
< Che se avessi saputo che stanotte non ci saremmo divertiti avrei potuto farci un pensierino >.
< Ti uccido se mi tradisci, lo sai? > chiedo bevendo il mio caffè latte per poi addentare il pezzo di crostata alla cioccolata.
Ride ed io rido con lui.
< Styles, vedi il lato positivo >.
< Ossia? Essermi perso una scopata fantastica notturna? >.
Lo rimprovero.
< Scemo... >.
Mi pulisco le labbra < siamo super carichi per questa giornata di lavoro >.
Sbuffa < come no >.
< Io lo sono > mi indico per poi addentare un altro pezzo di crostata.
Diamine, se è buona...
< Ho già scritto a Des che arriverò un pelo in ritardo >.
< Sei proprio impossibile >.
< Ho più tempo da dedicare alla mia fidanzatina >.
Rido < scordatelo >.
Mi alzo per appoggiare le stoviglie nel lavandino sussultando non appena Harry si appoggia delicatamente sul mio fondo schiena.
< Non scherzavo mica >.
< Su cosa? > chiedo.
Ridacchia prima di affermare malizioso < sul fatto di avere più tempo a disposizione per te Smith >.
Mi volto < ti ringrazio mio fidanzatino ma devo finire di prepararmi >.
Gli mollo un bacio e faccio per andare via quando mi prende per un fianco per poi ritrovarmi a due centimetri dal suo viso.
< Baciami come si deve >.
Gli stampo un bacio mezza divertita.
Ride e inizia ad armeggiare coi bottoni della camicia.
< Sta' buono > gli dico togliendo la sua mano.
Ma evidentemente ha altri piani per la testa perché ad un certo punto apre la camicia facendo saltare i bottoni.
< Harry! > urlo guardando i bottoni per terra.
Non capisce allora...
Dannazione!
< Finirò per fare ritardo >.
< Ma almeno avrai un buongiorno coi fiocchi >.
Le sue mani sul mio corpo, esigenti più del normale.

No, non posso.

< Harry falla finita... guarda che hai combinato > gli sposto le mani e mi abbasso per raccogliere i bottoni.

Non posso assolutamente.

< Ora devo cambiare camicia > mi lamento.
Mi afferra la mano < non è successo nulla >.
Mi stampa un bacio prima di mordermi le labbra.

Non ha capito allora eh?
Devo andare a lavoro.
Non scherzo.
Non lo dico per fare la preziosa.
Non oggi.

< Devo andare, lo vuoi capire? > mi alzo lasciandolo lì confuso.
Sto per salire le scale quando Harry mi raggiunge e mi blocca prendendomi per un braccio.
< Adesso aspetti e parliamo >.
Ecco che è pronto per il litigio.
Eccolo...
Un'altra litigata in casa 'Styles-Smith'.
< Di cosa? >.
< Di quello che ti succede > allarga le braccia aspettando una mia risposta.
Non mi succede nulla.
Sono solo in ritardo, stramega ritardo.
< Non mi succede nulla >.
< Non vuoi farti toccare > porta una mano sotto il mento < né tanto meno baciare >.
< Non è vero >.
Ride.
< Non vuoi fare l'amore con me >.
Lo guardo, scuoto la testa < ma stai dicendo delle fesserie >.
< Prova a dire che non è vero > la voce più alta del normale.
< Devo andare a lavorare, lo vuoi capire? >.
< Sei sempre sulla difensiva Caroline >.
< No >.
< Sempre, non solo quando devi andare a lavorare >.
Mi guarda con le braccia incrociate < che succede? >.
Sbuffo < non mi succede nulla >.
< E invece sì, cazzo > sbotta urlando.
< Non urlare >.
< Tu urli sempre quando discutiamo > un indice sul mio petto.
< Harry non ho nulla che non va >.
< Sto iniziando a pensare che tu abbia un altro >.
Rido.
Oddio.

Oddio, oddio, oddio ci risiamo.

< Ma che cazzo hai da ridere? >.
Lo guardo in cagnesco intimandogli di moderare i termini.
< Fammi indovinare... >.
Guardo l'orologio e per poco non mi prende un colpo.
Tra nemmeno cinque minuti passa l'autobus.
Ed io sono in straritardo.
In ritardissimo direi.
< Devo andarmi a vestire >.
Corro su e afferro la prima camicia che mi ritrovo tra le mani per poi fiondarmi a lavarmi i denti.
< È Luke? >.
Ancora con Luke?
< Harry ancora con questa storia con Luke? >.
< Siccome ti vedo tanto dedita al lavoro presumo che tu debba avere un buon motivo >.
< E sarebbe Luke? >.
< Da quanto mi tradisci? >.
< Ma ti senti? >.
< Avanti... da un mese? >.
Lo guardo e cerco di mantenere la calma.
Sul serio crede che io lo tradisca con Luke?
Sul serio crede che io possa solo pensare di voler farmi toccare, baciare da altri che non siano lui?
Mi delude sapere che pensi questa cosa.
< Mi delude sapere che tu pensi questa cosa > sbotto.
< E a me delude sapere che ti fai scopare da qualcun'altro >.
Lo guardo.
Sul serio?
Quando fa così... mi verrebbe voglia di picchiarlo.
E anche forte.
< Sei proprio un rincoglionito >.
< Dimmi la verità! > un urlo disperato.
< È la verità > gli dico di rimando.
< E allora perché non appena mi avvicino ti sposti? >.
< Perché forse sono stanca dal lavoro? Perché forse sono stressata per via delle udienze? >.
< O forse per via delle sveltine? >.
Basta, sta esagerando.
Ed io sono stufa di farmi trattare così.
< Basta così >.
Afferro la borsa e mi dirigo di sotto dove infilo le scarpe.
< Non è normale che nell'ultimo mese tu abbia preso le distanze senza motivo >.
< Perché te l'ho detto... sono straimpegnata per via del lavoro >.
< Forse non mi ami più? >.
Sospiro < ti amo e lo sai >.
< Forse vuoi sentirti libera? >.
Un altro sospiro < sono libera... con te mi mi sento libera >.
< E allora? > una mano sulla tempia.
< Allora niente >.
< Forse non ti piace più come ti bacio? >.
Lo guardo e mi trattengo dal ridere.
Come può pensare una cosa del genere?
Nemmeno un bambino penserebbe una cosa del genere.
< Forse non ti piace più come ti scopo? >.
Prendo un bel respiro.
< Mi sembra che nell'ultimo periodo ci abbiamo dato dentro parecchio >.
< Hai detto bene... nell'ultimo periodo > asserisce duro.
< Non è tutta una questione di sesso, lo sai >.
< Lo so, lo so... ma mi è impossibile non pensarci se ti sposti non appena ti tocco >.
< Sto facendo ritardo a lavoro... ne parliamo stasera >.
Mi volto e afferro la maniglia.
< Vai, vai... tanto è più importante il lavoro che parlare con me non è vero? >.
Mi avvicino a lui e gli do una spinta < sei proprio uno scemo >.
< Spiegami che cazzo ti succede perché se continui così giuro su Dio... >.
Mi avvicino al suo viso < cosa? >.
Lo sfido.
< Che ti lascio >.

Oh, bene.

Lo guardo < fallo, se hai il coraggio >.
Mi guarda in silenzio per dieci secondi.
< Considerati single > sputa senza pietà alla fine.
< Bene >.
< Sappi che oggi andrò in quel bar a flirtare con qualche ragazza che evidentemente mi apprezza >.
Mi indica < sicuramente troverò qualcuno in grado di apprezzarmi più di quanto lo faccia tu >.
Ah sì?
Facesse pure...
< Bene >.
< Bene! > urla.
< Bene! > urlo per poi uscire di casa sbattendo la porta.

Ma vaffanculo.
Mi ha rotto le palle.
Vuole lasciarmi?
Lo facesse!
Non dipendo mica da lui.
Coglione.
Stupido.
Arrogante.
Egoista.
Coglione.
Ipocrita di merda.

Cammino a passo spedito verso la fermata e sbuffo non appena vedo l'orario del prossimo autobus.

Lo odio.
È riuscito nell'intento di farmi fare tardi.
Bravo, sarà contento.
Come diavolo può pensare che abbia qualcosa contro di lui?
Come può solo pensare che lo tradisca?
Scuoto la testa sbuffo.
Solo perché nell'ultimo mese non l'abbiamo fatto tre volte al giorno non vuol dire che lo ami di meno.
O che non lo ami.
Ma semplicemente che ho la testa incentrata sul lavoro.
E lo sa quante udienze mi aspettano.
Perché lo sa.
Ma evidentemente vuole fare le orecchie da mercante.
Facesse pure.
Facesse...

Una macchina si ferma davanti la fermata.
Chi è?
Che diavolo vuole?
Non sono dell'umore giusto.
E sono pronta a rispondere a tono.
Non è giornata.
Abbassa il finestrino ed io sono pronta a mostrare la mia acidità.
< Sali su, ti do un passaggio >.
Guardo Luke e gli sorrido grata.
< In ritardo? > chiede una volta salita in macchina.
Annuisco per poi starmene zitta.
< Sbaglio o non è giornata? >.
< Non sbagli >.
< E posso sapere perché? > poi aggiunge < o dovrei farmi gli affari miei? >.
Mi volto e lo guardo col suo sorriso dolce, confidenziale.
< Ho litigato con Harry >.
Ride < ahia, allora sarà una giornata pesante >.
Alzo le spalle e poi lo ringrazio.
< Per il passaggio > spiego.
< Non c'è di che >.
Rimaniamo in silenzio immersi nel traffico mattutino.
Luke a canticchiare delle canzoni e io intenta a pensare a quanto mi faccia incazzare litigare così con Harry.
Ok, le discussioni ci stanno ed è normale.
Ma litigare così, di brutto per delle scemenze mi manda fuori di testa.
Perché non ha senso.
Ma è anche normale visto che siamo simili.
Testardi, orgogliosi, caparbi, pungenti.
Quindi lo scontro è praticamente inevitabile.
Ma lo odio, eccome se lo odio.
Scuoto la testa.
Devo pensare al lavoro.

Non ad Harry.
Non a quanto lo odi.
E a quanto... lo ami.



 
———



Cammino a passo svelto.
Non ne posso più.
A lavoro non ho fatto altro che pensare a me, a Harry.
A noi.
Non sono stata concentrata per niente.
Ma per fortuna gli avvocati erano alle udienze quindi ho potuto fare quello che mi pareva.
Per fortuna...
Altrimenti chi la sentiva la Horowitz?
Non vedo l'ora di arrivare a casa.
A casa mia.
Da Harry.
Non ho fatto altro che pensare a lui.
E al fatto che effettivamente ultimamente non l'ho cercato più di tanto.
Ma non perché non volessi ma perché semplicemente pensavo al lavoro.
E invece devo mettere Harry al primo posto.
È quello che voglio fare.
Costi quel che costi.
Guardo le macchine sfrecciare lungo la strada e aspetto che il semaforo diventi verde per poter attraversare.
Manca poco e sarò a casa.
Anche se probabilmente il rientro non sarà dei migliori.
Probabilmente sarà incavolato nero.
E mostrerà il suo orgoglio.
Sì, probabilmente andrà così.
Si comporterà come so che si comporterà.
Inizio a tirare fuori le chiavi di casa.
Respiro una volta arrivata davanti casa.
Mi do mentalmente della stupida.
È casa mia.

Perché quest'ansia?
Perché questo timore? 

 
 'Andrà tutto bene' mi ripeto come incoraggiamento mentre infilo le chiavi per poi aprire la porta.
Tolgo il cappotto e sussulto non appena percepisco la presenza di Harry.
Tolgo le scarpe ed infilo le ciabatte.
Respiro ancora una volta.

Che aria pesante...

Mi impongo di stare calma.
Come se potessi sentirmi meglio.
Mi volto lentamente aspettandomi di trovarmi una faccia dura... ma invece mi sbaglio.
Il viso di Harry è tranquillo, anzi provato, dispiaciuto.
< Ciao > mi saluta.
Saluto di rimando e mi avvicino non appena mi fa segno di seguirlo.
< Ho preparato la cena >.
Che caro.
Guardo la tavola imbandita.
Ed ho un tuffo al cuore.
Ci sono sparse delle nostre foto, più o meno buffe.
E della candele a rendere il tutto più romantico.
Afferro la mia foto preferita e sorrido.

Lo amo da morire.
Lo amo.
Amo.
Amo, amo, amo.

< Ti piace? > chiede sorridendomi teneramente.
Annuisco.
< Sono contento >.
Lo guardo, lui mi guarda... nessuno preferisce parola.
Lo guardo un'altra volta e senza dire nulla mi avvicino, così come Harry.
Il mio scatto è così veloce che in un primo momento Harry non riesce ad afferrarmi per un fianco.
Le mie mani sul suo viso mentre lo bacio e mi lascio baciare disperatamente.
Come se potessimo parlarci senza effettivamente far uscire nessun suono dalle nostre labbra.
Dopo un primo momento di esitazione Harry mi afferra per il bacino facendomi sedere sul bordo del mobile della cucina per potermi baciare meglio.
La sua bocca cerca la mia come se fosse l'unica cosa giusta da fare.
Si aggrappa alla mia camicia come se fosse l'unico appiglio a cui appigliarsi.
Mi apre le gambe senza troppa delicatezza e ci si infila per poter essere più vicino al mio corpo.
Ma io scendo andando a sbottonargli la camicia e portando le mani sul suo corpo tatuato.
È come se fossimo annebbiati, presi da una danza sconosciuta ma che ci impone di incastrarci alla perfezione.
Tra un bacio e un altro sussurro un 'strappamela'.
< Cosa? >.
È confuso, giustamente.
< La camicia > lo bacio.
Mi bacia < no, ti si rompe >.
Non mi frega niente.
Lo so che stamattina mi sono lamentata ma ora... ho bisogno che me la tolga.
Che me la strappi via di dosso.
< Non > un bacio.
< Mi frega > un altro bacio mentre gli slaccio la cinta.
< Niente > un ultimo bacio prima che effettivamente Harry si decida ad aprirmi la camicia con un gesto secco facendo sì che i bottoni cadano a terra.
Lo guardo < dovresti farlo più spesso è... >.
< Eccitante > sussurra prima di prendermi in braccio e salire le scale, per poi lanciarmi sul letto.
Impetuoso, travolgente.
Come i suoi movimenti mentre mi sfila il pantalone che lancia a terra prima di prendermi a baciarmi il corpo facendomi sussultare ad ogni bacio.
È come se fosse tutto amplificato.
Più delle altre volte.
Sarà la litigata che abbiamo avuto, sarà la paura di perdersi... fatto sta che è troppo.
Gli afferro il viso per poi lasciare che la mia lingua incontri la sua.
Le sue mani sulle mie gambe, sui miei seni, tra i miei capelli non fanno che accendermi ancora di più e guardarlo vogliosa, desiderosa di sentirlo mio una volta per tutte.
Mi sistemo meglio sul letto lasciandomi sfuggire un gemito non appena Harry entra dentro di me iniziando a spingere prima lentamente per poi aumentare.
Con una forza che penso di non possedere imploro < dimmi che mi ami >.
Mi guarda e mi bacia le mani che ho portato sul suo viso.
< Ti amo >.

Amo quando mi dice che mi ama.
Amo il modo in cui mi guarda quando mi dice che mi ama.
Amo il modo in cui pronuncia quel maledetto ti amo.
Amo il fatto che lo ami.


< Dimmelo di nuovo > lo guardo negli occhi mordendomi il labbro.
< Ti amo, ti amo da morire >.
Annuisco.
< Ora dimmelo tu >.
Lo guardo e boccheggio non appena mi rendo conto che le spinte sono aumentate così come la mia voglia di sentirlo ancora più mio.
Porto le mani sulla sua schiena che stringo.
< Dillo >.
Ci riprova < dillo Care, dillo >.
< T.. ti amo Harry, ti amo, ti amo più della mia stessa vita >.



 
———


 
La mano di Harry accarezza la mia spalla nuda ma che al momento non percepisce il freddo.
Le mie dita invece contornano la farfalla tatuata sullo stomaco, mentre con la testa ascolto i battiti del suo cuore.
Sorrido e so per certo che anche Harry sta sorridendo.
Intorno a noi le lenzuole aggrovigliate a ricordarci quello che è appena successo.
Alzo la testa e osservo Harry che mi guarda con così tanto sentimento da farmi sciogliere il cuore.
Da sbriciolarlo in mille pezzi per la felicità di averlo qui, vicino a me.
Siamo nudi, come i nostri pensieri.
Siamo nudi come le nostre anime che si sono fuse tra di loro.
Dopo aver fatto l'amore, abbiamo cenato.
È stato bellissimo cenare restando in silenzio, ascoltando solo il ticchettio dell'orologio e il fiammeggiare delle candele.
Non abbiamo detto una parola, ci siamo solo fissati.
Dicendoci tutto.
Chiedendoci scusa, giurandoci nuovamente amore reciproco.
E dopo abbiamo rifatto l'amore.
Una, due, tre volte.
Tanto da farmi girare la testa.
Da farmi annebbiare i sensi.
Tanto da chiedermi se sarei potuta svenire.
Ma così non è stato.
Ma è come se lo fosse stato vista l'intensità con cui ci siamo amati.
Con cui ci siamo appartenuti.
Guardo Harry e mi alzo leggermente per poi appoggiare la testa sul suo ventre così da vederlo meglio.
< Io ti amo > gli dico per l'ennesima volta.
< Lo so >.
< Non voglio che pensi che abbia qualcun'altro >.
Aggiungo < non voglio che pensi che non mi piaccia più come mi baci >.
Annuisce.
< Amo il modo in cui mi baci e amo ancora di più il modo in cui mi dici che mi ami poco prima di venirmi dentro >.
Mi prende una mano e la bacia teneramente.
< Io amo te, per sempre Harry >.
< Anche io ti amo > dichiara.
< Oggi sono stata malissimo >.
< Perché? >.
< Perché? > ridacchio.
Non se lo immagina?
< Perché ho pensato che tornata a casa non ti avrei trovato >.
Lo guardo e continuo < perché ho pensato che la nostra storia potesse essere finita >.
< Ti pare? >.
< Perché ho pensato che ti avrei perso >.
Lo guardo e mi mordo le labbra.
Non voglio perderlo.
< Non voglio perderti > una supplica.
Disperata.
Una lacrima sfugge al mio controllo andandomi a bagnare la guancia.
E senza potermi rendere conto mi ritrovo faccia a faccia con Harry.
Le sue mani a stringermi le guance e gli occhi a dirmi che va tutto bene.
< Non succederà mai >.
Annuisco.
< Chiaro? >.
Annuisco di nuovo mentre lascio che mi stampi un bacio all'angolo delle labbra.
Mi stringo a lui perché so essere il mio unico appiglio.

La mia ragione di vita.
Il mio tutto.
Il mio essenziale.
Senza se e senza ma.

< Perdonami per oggi... sono stato un cretino >.
< È che nell'ultimo mese ti ho vista più distante e mi sono preoccupato > spiega dopo aver preso fiato.
Lo guardo per poi rispondere < te l'ho detto... a lavoro è un inferno >.
< Dovrei saperlo ma è come se avessi avuto bisogno di risposte >.
Annuisco.
< Litigare con te è stato bruttissimo >.
Mi accarezza la testa < ma ora ho le mie risposte e sono tranquillo >.
Chiudo gli occhi e mi beo delle sue mani tra i miei capelli.

No, non avrei mai potuto perderlo.
Non ci sarei riuscita a rinunciarci.
Non posso.
Non voglio.

< Questo vuol dire che non ti comporterai più da pazzo psicopatico e mi urlerai contro che mi faccio sbattere da qualcun'altro? >.
Ridiamo entrambi prima che Harry prenda la parola < lo sai che non lo penso davvero >.
< Ecco perché a volte dovresti tenere chiusa quella boccaccia che ti ritrovi >.
< Solo a volte? > domanda curioso.
Sghignazzo.
< Diciamo sempre >.
< Come ti permetti... insolente che non sei altro >.
Mi giro su un fianco per sfuggirgli ma riesce a riportarmi vicino a lui prima di intimorirmi dicendo che se non gli chiedo scusa mi massacra di solletico.
< No >.
E così inizia una lotta di solletico che ovviamente perdo prima di implorare il suo perdono.
< Così si fa >.
Ridiamo per altri secondi dove io cerco di respirare lentamente visto lo sforzo a cui sono stata sottoposta.
Guardo Harry fare la stessa cosa e sorrido.
Senza poter fare altro mi ritrovo a chiudere gli occhi per assaporare il momento quando Harry posa un bacio sulle mie labbra.
Gli infilo la mano tra i capelli mentre questa volta gli mollo io un bacio.
Mugugna qualcosa che non capisco e rispondo ai suoi movimenti infatti non appena schiude le labbra faccio la stessa cosa per poi lasciare che la sua lingua porti la mia in una giostra in cui non fanno altro che rincorrersi.
Ci baciamo, così con impeto per non so quanto tempo fino a che decidiamo di comune accordo di prendere fiato.
< Ti ho già detto che mi piace baciarti? > chiede Harry soffiando sul mio viso.

Anche io amo baciarlo.
E farmi baciare.
Soprattutto farmi baciare.

< Sì, un sacco di volte >.
Ride mentre io con la mano gli faccio segno di appoggiarsi, di stendersi su di me.
< Dovremmo dormire, altrimenti che cosa raccontiamo domani al lavoro? > chiede lui in modo sornione.
< Io una risposta ce l'avrei >.
Alza la testa ed aspetta che risponda.
< Che stanotte abbiamo avuto una sessione intensa di sesso selvaggio >.
Ridacchia < ti amo quando dai queste risposte >.
< Grazie, mi amo anch'io >.
Ridiamo entrambi prima di infilarci nel letto ed accoccolarci al meglio.
< È strano... > sussurro.
< Cosa? >.
< Bhe di come tu oggi mi abbia fatto passare la giornata più brutta della mia vita >.
Una sua mano ad accarezzarmi il viso.
< Ma anche la più bella > aggiungo sorridendo.
< Ti ricordi la promessa che ci siamo fatti? >.
< Quella della collana? >.
< Esatto >.
Mi guarda < tienila sempre a mente >.
Annuisco.
< Qualsiasi cosa accada >.
< Non accadrà proprio un bel niente > lo rimprovero io dandogli un buffetto sul torace.
< Sì ma promettimelo >.
Lo guardo < cosa? >.
Asserisce serio < che terrai a mente la nostra promessa >.
< Te lo prometto >.
< Ora dormiamo > suggerisce dopo aver guardato l'ora sul cellulare.
È tardi, molto tardi.
Non so con quale coraggio andrò a lavoro domani.
Non so nemmeno se mi sveglierò a dirla tutta.
Ma so che sono felice.
Qui, accanto ad Harry.
Per sempre.
< Non so proprio come farei senza di te >.
Ridacchio e lo provoco un po' < saresti perso >.
< Probabilmente sì >.
Ci guardiamo e senza farci apposta diciamo un ti amo.
Che vale più di qualsiasi cosa.
Più di ogni altra stupida cosa.

Mi basta essere qui.
Io e Harry.
Per sempre.
Gli do la buonanotte e una volta aver chiuso gli occhi sorrido.

Siamo nudi sì ma almeno le nostre anime si sono ritrovate. 


 

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Capitolo 21
*** Qualcosa deve cambiare... ***


  E così sono passati due mesi da quando io e Harry abbiamo avuto quella brutta discussione.
Tutto va per il meglio.
Sia a lavoro che a casa.
Finalmente abbiamo ritrovato la serenità che volevamo, che ci meritavamo.

Ho iniziato a mettere al primo posto Harry.
E me stessa.


Ho smesso di pensare sempre e solo al lavoro.
E così... tutto è ritornato alla normalità.
Parliamo tanto, come sempre.
Ci divertiamo e ci amiamo come sempre abbiamo fatto.
Che dire...
A Natale siamo stati con le nostre famiglie ed è stato semplicemente magico, speciale.
Vederci tutti così uniti e affiatati mi ha fatto scendere una lacrimuccia.
Perché è bello avere due famiglie che vanno d'accordo e che si vogliono bene e che ci vogliono bene.
È veramente la cosa più importante per me.
Sapere di poter contare su tutti.
In ogni caso.
Abbiamo passato dei bei momenti, felici, spensierati...
Dove sembrava che niente e nessuno avrebbe potuto rovinare questo momento idilliaco.
Ma si sa che dopo un periodo così felice arriva sempre qualcosa a portare scompiglio.
Col rischio di far crollare tutte le aspettative che uno si è creato.
Col rischio di distruggere e rompere in mille pezzi qualcosa.
E questo qualcosa è arrivato ieri sera.
Eravamo da Gemma e Niall per la cena organizzata tempo fa.
Tutto stava andando per il meglio quando Niall se n'è uscito con una frase che non avrei voluto sentire.
Non ora.
Non di nuovo.

'Ho chiesto a Gemm di sposarmi'.

Puff.
Il mio cuore in mille pezzi, di nuovo.

'Siete i primi a saperlo, siete contenti?'.
Come no...
Avrei voluto sprofondare in qualche fossa ma ancora una volta ho dovuto far finta di essere al settimo cielo.
Di essere strafelice.
Di stare quasi sulla Luna.
La verità è che i miei sorrisi sono stati finti se non fintissimi.
Perché è tornato in me quel desiderio... che pensavo di aver perso per strada.
E invece!
Eccolo qua, senza troppo preavviso è rispuntato fuori.

Il desiderio di matrimonio.

È da ieri che ci penso e ci ripenso.
Perfino ora che sono a lavoro.
Penso solo a questo.
A quanto vorrei sposarmi.

< Tutto bene Care? >.
È già la seconda volta che Luke mi pone questa domanda.
Ed è già la seconda volta che mento.
Spudoratamente.
< Assolutamente >.
< Non mi sembra... vuoi prenderti una pausa? >.
Lo guardo e annuisco scusandomi.
Forse una pausa può solo farmi che bene, no?
Magari mi distraggo e non ci penso...
Seh, come no.
'Credici Caroline'.
Sbuffo e mi alzo andando nell'altra stanza dove mi preparo una tazza di caffè.
Giusto per calmare il nervosismo da cui sono afflitta, no?
Sospiro.
Si sposano.
Gemma e Niall si sposano.
Sono contenta per loro, non mento... ma e c'è un ma.
C'è sempre quel sentimento che boh non so definire.
Invidia?
Sì, probabilmente sono invidiosa.
Invidiosa perché Niall a dispetto di quello che gli altri hanno sempre pensato ha chiesto a Gemma di sposarlo.
La ama.
Ha fatto bene.
Si amano.
Cosa devono aspettare?
Un po' come quello che dovremmo fare io e Harry.
Ci amiamo.
Perché aspettare?
Ma no... noi non possiamo.
Perché Harry non è pronto.
Eh no...
Non ancora.
Ma magari non lo sarà mai.
Non sarà mai pronto.
E a me non sta bene.
No, non così.
Sono arrivata alla conclusione che ho bisogno di sentirmi dire che un giorno mi sposerà.
Sì, ho bisogno di sentirmelo dire più di qualsiasi altra cosa.
Ho bisogno di sapere che realizzerò il mio desiderio più grande... la mia ambizione.

Sposarmi.
Sposarlo.

Bevo il caffè sobbalzando non appena mi brucio la lingua senza farci apposta.
È bollente.
Così come la mia fronte.
Probabilmente ho la febbre.
Anzi, sicuramente.
È da stamattina che mi sento accaldata.
'Complimenti, ti sei fatta venire la febbre da sola'.
Io e i miei pensieri.

A distruggermi.
A farmi ammalare alla fine.
A farmi capire che non sono indistruttibile.


Ma che sono debole.
Insicura come non mai.
In un batter d'occhio sono tornate a farmi visita l'insicurezza e l'ansia.
L'accoppiata vincente direi.
Era da un pezzo che non mi facevano visita ma ora sono di nuovo con me e ci rimarranno se non parlo con Harry.
Devo parlargli.
È assodato.
Appena torno a casa gli vomito tutto quello che mi frulla nel cervello, senza se e senza ma.
Litigheremo sicuramente... e questo mi fa desistere dal confidarmi ma devo farlo.
Altrimenti starò male.
Guardo fuori dalla finestra.
È gennaio inoltrato.
Fuori c'è un freddo gelido.
Glaciale direi.
Un po' come il mio cuore da ieri sera.
Appena rientrati a casa mi sono infilata a letto e mi sono messa a dormire.
Per non pensare.
Ma nel bel mezzo della notte mi sono svegliata di soprassalto a causa di un sogno e mi sono messa a pensare.
Guardare Harry dormire è stato bellissimo.
La bocca leggermente aperta con un leggero russare.
I capelli sparsi sul cuscino e il respiro regolare.
Troppo regolare rispetto al mio.
Mi sono accoccolata vicino a lui continuando a guardarlo dormire.
Forse sognare.
E lì mi è scesa una lacrima.
E un'altra ancora.
Perché diavolo non capisce che voglio sposarmi?

Che voglio essere sua fino alla fine della mia esistenza?
Che voglio che tutti sappiano che sono sua moglie?

Perché?

Ho chiuso gli occhi e mi sono imposta di non pensarci, di pensare solo a quanto stia bene con Harry.
A quanto lui ogni giorno mi dia dimostrazione del suo profondo amore.
Ma ahimè non ci sono riuscita.
E così mi sono trovata a vagare con la mente tutta la notte col bel risultato di due occhiaie.
Occhiaie che hanno preoccupato Harry ovviamente.
Ma io che ormai sono una bluffer di prima categoria sono stata brava a distogliere l'attenzione dalle mie occhiaie e portarla su altro.
Guardo l'orologio e sbuffo.
Manca ancora tanto ma già ho l'ansia di tornare a casa.
E so che litigheró duramente con Harry.
Maledizione.

Perché deve essere così difficile?
Perché esistono dei momenti felici e dei momenti in cui vorresti soltanto sparire e darti alla fuga?
Perché tutto questo?
Perché a me?


Appoggio la tazza sul tavolo e mi rimetto a leggere il fascicolo.
Senza troppa attenzione.
Anzi senza attenzione alcuna.
Leggo ma è come se non leggessi.
Non mi frega.
Non mi importa.
Non è la mia priorità.
Sottolineo qualche parola qua e là giusto per non far vedere quanto invece non mi freghi niente.
Quanto invece stia pensando a tutt'altro.
Fortunatamente la Horowitz è in tribunale così non devo preoccuparmi di sforzarmi di impegnarmi.
Ci sono solo Matt e Luke.
E loro non si permetterebbero mai di criticare il mio lavoro, visto che di solito sono impeccabile.
Ma oggi...
Proprio non è giornata.
E infatti Luke ci riprova.
< Care sicura di stare bene? >.
< Perché? > chiedo sforzandomi di sorridere.
Almeno così pensa che stia bene.
< Bhe ti vedo distratta >.
Poi aggiunge < stai male? Ti vedo accaldata >.
E non appena sento queste parole decido che sarà la mia scusa.
Star male.
< Sì, in effetti ho qualche linea di febbre >.
< E perché sei venuta a lavoro? > domanda con un tono di rimprovero.
Gli spiego che non volevo creare problemi e che ho preferito venire a lavoro.
Anche se sto male.
Cazzate.
Solamente cazzate.
Ma funziona perché Luke mi ordina di andare subito a casa e di stare al caldo.
< No Luke non voglio mettervi in difficoltà >.
< Care > mi alza dalla sedia girevole < va' a casa >.
Lo persuado < no ma posso reggere >.
< Ora >.
Sbuffo ma poi annuisco.
D'altronde non ha senso che io stia qui a pensare ad altro.
Infilo il giubbetto mentre Luke chiama un taxi.
< Ti do il permesso di startene a casa per due giorni >.
Ridacchio < chi sei un medico? >.
< Fa' come ti ho detto altrimenti la pagherai cara >.
Annuisco < d'accordo doctor, ci vediamo tra due giorni >.
Detto ciò mi affretto a raccogliere le mie cose prima di lasciare lo studio e salire sul taxi.
Guardo fuori dal finestrino.
Devo stare calma altrimenti non riuscirò a spiccicare nemmeno una parola.
Infondo se mi apro confessando i miei dubbi non dovrebbe andare male no?
Dovrebbe capirmi. 

 
È proprio quel 'dovrebbe' a spaventarmi.

'Devo stare calma' mi ripeto diverse volte.
Le macchine sfrecciano lungo le strade.
Mille volti di persone a me sconosciute.
Ma in testa ne ho solo uno.

Harry.

Chissà cosa penserà non appena mi vedrà entrare in casa così presto.
Chissà come mi comporterò non appena il suo sorriso mi tramortirà.
O come mi sentirò non appena i suoi occhi incontreranno i miei.
Sarà dura ma devo farcela.
Per me stessa.
E per rispetto di Harry.
Non posso tenermi dentro una cosa così grossa.
No, non posso proprio.
Afferro il cellulare e sorrido leggendo il mittente del messaggio.
Luke.
Che caro.
Mi ha chiesto se sono già a casa nel letto.
Digito velocemente un 'tra poco lo farò... ci vediamo tra due giorni' e poi metto il cellulare nella borsa.
Ora non posso farmi distrarre da altro.
A breve sarò a casa e devo pensare a come risolvere le cose.
Do le ultime indicazioni al tassista che esegue gli ordini prima di fermarsi davanti casa.
< Tenga > gli porgo i soldi per poi scendere e chiudere la portiera.
Devo respirare.
Devo respirare.
'Un bel respiro' mi impongo armeggiando con le chiavi che estraggo dalla borsa.
Guardo la scritta sul campanello e deglutisco.
Styles-Smith.

E se Harry dovesse mollarmi?

Scuoto la testa.
'Care ce la puoi fare'.
Annuisco come da incoraggiamento e poi apro la porta di casa richiudendomela alle spalle.
Harry evidentemente non si è accorto del mio arrivo perché non si è ancora presentato trafelato a chiedermi cosa sia successo.
Dopo aver tolto il giubbetto e le scarpe mi avvio in bagno dove misuro la febbre.
Guardo il termometro e sbuffo.
Ho 38 di febbre.
Porca miseria!
Perché devo infliggermi una tale pena?
Non bastavano i pensieri... ora ci si mette anche la febbre.
Che bello eh?
Mi guardo allo specchio e mi chiedo se stia facendo la cosa giusta.
Guardo i miei occhi e capisco.

Capisco che sì devo farlo.
Che sì, è la cosa giusta da fare.
Per me.
Per Harry.
Per noi.

Raccolgo delle maglie lanciate da Harry stamattina e le sistemo nell'armadio dopo averle piegate con cura.
Sistemo anche il letto che evidentemente è stato disfatto nel corso della giornata dal riccio.
Oggi è il suo giorno libero e di solito lo passa stravaccato sul divano ma devo ricredermi perché appunto non so dove sia finito.
Guardo anche in giardino senza trovarlo fino a che la porta di casa si apre rivelandone un Harry con le guance arrossate, stretto nel suo cappotto nero e con indosso un beanie.
Quant'è bello dannazione.
Con passo lento mi affaccio dalla sala.
< Care, mi hai fatto prendere un colpo >.
Una mano sul cuore.
Lo osservo mentre si sfila il cappotto e sorrido.
Ha messo la tuta che gli ho regalato il mese scorso.
Quanto lo amo... che non so descriverlo.
Mi osserva e si avvicina < che ci fai qui a proposito? >.
< In che senso? > faccio la finta tonta prima che lui spieghi < bhe dovresti essere a lavoro mi sembra >.
Annuisco.
Ha ragione.
Perfettamente ragione.
Tremo quando mi abbraccia giocando coi miei capelli.
Perché sto per dirgli tutto.
< Luke mi ha mandata a casa >.
< Perché? Che cosa è successo? > inizia a chiedere preoccupato.
Lo calmo o almeno ci provo < è che... non sto benissimo >.
Lo vedo preoccuparsi ma non appena si avvicina per posare la sua mano sulla mia fronte mi sposto.
È il momento giusto.
O altrimenti finirò per non dirglielo.
< Ti devo parlare >.
Ok... ora il problema è continuare.
< Che succede? > chiede.
Aggiunge poi < devo preoccuparmi? >.
< Non lo so > ridacchio nervosa.
Inizio a fare su e giù per la stanza torturando le mie povere mani fino a che Harry mi ferma.
< Che hai? >.
< Non trovo le parole adatte >.
< Sei incinta? >.
Strabuzzo gli occhi.
Incinta?
Ma come ci pensa?
< Harry non dire assurdità >.
< E allora cosa c'è? >.
Lo guardo e lui mi guarda.
< Tranquilla, prenditi tutto il tempo che vuoi >.
Annuisco.
< Sicura che non sei incinta? >.
Scuoto la testa < ti giuro che se fossi incinta non sarei così tranquilla >.
Ridacchia ed io prendo un bel respiro.
Basta, devo farlo.
Altrimenti non lo farò mai.
E poi mai.
< Io voglio sposarmi > sbotto alla fine.
Rotea gli occhi così io incalzo < hai sentito bene >.
< Ancora con questa storia? > domanda togliendosi il beanie e appoggiandolo sul divano.
< Ancora... sì >.
< Ti ho già detto che forse un giorno cambierò idea, mi sembra >.
Annuisco.
< Il problema è che ho capito di voler essere sicura >.
Prendo un bel respiro.
< Spiegati > mi fa cenno con la mano di continuare.
< Voglio essere sicura che un giorno ci sposeremo >.
< L'ho capito sai?! > ironizza mentre io mi impongo di restare calma.
Di non agitarmi.
Di non far prendere il sopravvento alla rabbia.
< Devo saperlo altrimenti... >.
< Altrimenti? > chiede spronandomi a continuare.
Lo guardo.

Dio se lo amo!

Ma se continuo così esplodo...
< Altrimenti non so se posso continuare così > affermo infine la voce sicura.
Seria come la mia faccia in questo momento.
< Cioè mi stai dicendo che se non ti sposo mi lasci?! >.
Eccolo che non ha capito il senso del mio discorso.
Lo sapevo tanto...
< Non ho detto questo > porto una mano davanti.
< Bhe mi sembra di sì >.
< Harry non ho detto questo... solo >.
< Solo che Care? Mi hai dato un ultimatum >.
< Non è vero >.
< Sveglia! Me lo hai dato > alza la voce ed io conto fino a dieci per non spaccargli il bel visino che si ritrova.
< Come hai fatto a ripensare al matrimonio? > chiede poi.
< Bhe... diciamo che ieri Niall non mi ha aiutato a reprimere il desiderio che ho da tempo >.
< Ti rendi conto che si tratta di un contratto? >.
< Ancora? > chiedo non riuscendo a contenere la mia voce.
< È un contratto e lo sai visto che lavori in uno studio legale > dice < o almeno dovresti saperlo >.
< Lo so non sono mica scema > ribatto.
< E allora perché non capisci? >.
< Harry io ti voglio sposare! >.
Perchè diavolo non capisce?
Perchè deve fare il testardo qual è?
Lo guardo e gli punto un dito accusatorio.
< Io la cosa che non capisco è perché tu sia l'unico ancora a non voler fare il grande passo >.
Aggiungo spazientita < perfino Niall si è deciso... si amano e fanno bene >.
< Noi stiamo bene così >.
No.
Dannazione.
No, non stiamo bene così.

Io non sto bene così.

Per niente
Lo guardo e scuoto la testa.
Mi ha stufata con questa cazzo di storia.
Sono stufa marcia.

Non mi considera la donna della sua vita?

< Sai cosa? Inizio a pensare che tu non mi consideri la donna della tua vita >.
Ride < non dire assurdità >.
< E allora perché non mi sposi? > un urlo disperato.
Come me e il mio cuore.
< Perché non ne ho bisogno per dimostrare il mio amore > afferma mentre io mi lego i capelli in una coda veloce.
< Te l'ho detto: ho solo bisogno di sentirmi dire che un giorno avrò anche io il mio lieto fine >.
< Basta con queste cazzate Caroline > sbotta duro.
< Se per te il mio desiderio di sposarmi è solo un cazzata stiamo apposto >.
< Ti sei fissata e lo sai anche tu >.
< Può darsi >.
< Leva il può darsi > afferma prima di grattarsi la mano nervosamente.
Mi siedo e vedo Harry fare la stessa cosa.
Lo guardo restando in silenzio come fa anche lui.
Nella stanza si sente solamente il ticchettio dell'orologio che scandisce i minuti che passano.
Ripenso ai nostri tre anni.
Stiamo bene è vero.

Ma... non mi sento completa.

Mi dispiace.
Non così.
< Non mi sento completa così > sussurro guardandolo.
< Io non voglio sposarmi Care > sputa duro senza il minimo tatto.
Bene...
Bene.
< Bene > dico io alzandomi in piedi < sappi che a me non sta bene >.
Vado di sopra ma vengo raggiunta da Harry che inizia una manfrina che non finisce più.
< E prima c'è stato il periodo che non volevi manco farti toccare >.
< Ora il periodo del matrimonio > aggiunge.
< Allora? >.
Mi guarda scettico < poi? Ci sarà il momento 'voglia di un bambino'? >.
Il mio cuore perde un battito.
O forse due.
Che significa?
Che nella vita non vuole neanche mettere su famiglia?
Andiamo bene.
Alla grande direi...
< Quindi mi vorresti dire che non vuoi nemmeno una famiglia > dico io sprezzante.
< Ma se stiamo bene io e te... perché complicarci? >.
< Complicarci? > domando alzando la voce < un matrimonio è una complicazione? Un bambino è una complicazione? >.
Mi guarda e si porta una mano sulla tempia.
< Sì > urla con quanto più fiato in gola.
Strabuzzo gli occhi.
Non ci credo che l'ha detto sul serio.

Non ci credo, cazzo.

< Non ci credo che l'hai detto sul serio > affermo.
< Io sono così! >.
< Sei fatto male >.
< Dovresti saperlo... stai con me da tre anni >.
< Se non ti sto bene così dovresti prendere un'altra direzione >.
< Che intendi? > chiedo io confusa.
Che diavolo intende?
Mi vuole...?
Le parole mi muiono in gola.
< Intendo che dovresti lasciarmi e cercare qualcun'altro con cui mettere su famiglia in pieno stile quadretto familiare > sputa senza pietà mentre una lacrima scende a bagnarmi le mie guance.
Ma che diavolo sta dicendo?

Mi sta lasciando?

< Mi stai lasciando? >.
< È un consiglio >.
Aggiunge sfinito < se vuoi sposarti cercati qualcun'altro perché io non ti sposerò >.
Puff.
Il mio cuore in mille pezzi.
< Mi dispiace ma è la verità >.
Altre lacrime scendono copiose.
Mi guarda ma non mostra il minimo pentimento.
Con un gesto fulmineo mi asciugo le lacrime tirando su col naso.
Basta così... sono forte.
Sì che lo sono.
E soprattutto so quello che voglio.
Quindi perché tenermi tutto dentro?
Perché fare la falsa quando dire la verità?
< Sai che? Hai ragione >.
< Su cosa? >.
< Sul fatto di lasciarti per cercare qualcun'altro > affermo asciugandomi altre lacrime.
Detto ciò mi volto e scendo le scale di corsa, afferro il giubbetto per poi infilarlo.
< Dove vai? >.
< Via... mi sembra ovvio > lo guardo < sappi che sei veramente un imbecille >.
< Se esci da quella porta puoi anche non tornare > afferma serio.
< Bene... non tornerò > alzo la voce prima di sbattere la porta più forte del dovuto.
Vaffanculo.
Mi guardo intorno sperando di svegliarmi da questo brutto sogno.
Perché è un sogno... vero?
Guardo l'orologio e capisco che l'unica soluzione sia andare da chi in questo momento può aiutarmi.
Inizio a camminare mentre qualche lacrima qua e là mi bagna il viso.

È veramente finita?

Senza di lui non credo di potercela fare.
No, assolutamente.
Ma se dobbiamo continuare così è meglio per entrambi lasciarci.
E prendere altre direzioni come ha detto lui stesso.
Possibile che non capisca?
Non ho mica detto di volermi sposare domani o tra due settimane... gli ho solo chiesto di garantirmi che un giorno vorrà farlo.
Solo questo.
Perché ultimamente ho l'impressione che non mi consideri la donna della sua vita.
Mi dispiace ma è così.
Non posso farci nulla.
Preferisco essere onesta invece che tenermi tutto dentro.
Mentendo.
Cammino a passo svelto superando diverse persone che sorridono a trentadue denti.
Cosa che io non voglio fare.
Non mi sento di fare.

Forse... io e Harry ci siamo lasciati.
Forse da domani non potrò più vivere con lui.
Forse da domani non sentirò più i suoi ti amo.
Forse da domani non vedrò più i suoi occhi vivere per me.


E tutto questo mi fa male.
Molto male.
Di un male indescrivibile...
Sospiro e mi guardo intorno.
Supero il parco ed ho un tuffo al cuore.

È stato lì che abbiamo deciso di provarci.
È stato lì che abbiamo confessato di piacerci.
È stato lì che ho capito di iniziare a vivere una nuova vita.


Con lui.
Cazzo... se fa male.
Continuo a camminare mentre diversi pensieri mi martellano in testa.
Cosa dovrei fare?
Tornare a casa?
Sbattermene?
Aspettare che capisca di aver sbagliato?
Riprendermelo con le forze?
Abbandonare il sogno di un matrimonio?
Voglio sposarmi.
È più forte di me.
È una cosa che non riesco e posso controllare.
Il problema... è che voglio sposare lui.
Nessun'altro.

Solo lui.
Perché diavolo non lo capisce?
Perché?

Supero delle case prima di fermarmi davanti una casa di color bianco, strutturata su due piani e dallo stile moderno.
Suono il campanello.
< Care che ci fai qui? >.
Guardo Gemma incapace di proferire parola.
La guardo in silenzio.
< E poi...  perché stai piangendo? >.
Mi lascio trascinare all'interno mentre lei prova a chiedermi cos'abbia.
Respiro lentamente.
< Io e Harry abbiamo litigato >.
Una lacrima a bagnare la mia guancia.
< Come sarebbe a dire che avete litigato? >.
Deglutisco.
La guardo e sussurro un flebile < in realtà non so nemmeno se stiamo più insieme >.
Vedo i suoi occhi scrutarmi per capire se sia tutto vero.
Senza dire una parola mi butto tra le sue braccia lasciando che le lacrime scorrano copiose.
Libere di far vedere il male che provo.
Il dolore assurdo e lancinante.
Le sue mani ad accarezzarmi la testa.
< Gemm che succede? > chiede Niall facendo il suo ingresso.
< Care? >.
Sento Gemma dirgli che non è il momento.
< Si risolverà tutto, shhh > mi tranquillizza lei mentre io sono scossa dai singhiozzi.

Forse oggi ho perso l'amore della mia vita.
Forse oggi ho perso la mia vita.
Forse oggi ho perso la mia essenza, il mio tutto.
Forse oggi ho perso semplicemente Harry...


Dannazione!
Mi lascio cullare fino a che non riesco a smettere di piangere.
< Andiamo di là >.
Li seguo e mi abbandono sul divano.
< Perché avete litigato? > domanda Niall.
< Gli ho detto che così non posso continuare... che ho bisogno di sapere che un giorno mi sposerà >.
< Ho sbagliato molto probabilmente > aggiungo guardandoli.
< Care assolutamente >.
< Gemm si è arrabbiato tantissimo... ha iniziato a dire che noi stiamo bene così che non abbiamo bisogno di matrimonio >.
Mi asciuga una lacrima.
< Care... se sentivi di dirgli quelle cose hai fatto bene ad agire come hai agito >.
< Sicura? >.
< Caroline > si avvicina Niall < non sei mai stata una falsa e mai lo sarai >.
< Cosa c'entra? > chiedo io guardandolo confusa.
Mi spiega < meglio aver tirato fuori la questione oggi che tra diversi anni >.
< Niall ha ragione... perché aspettare se sentivi il bisogno di dirglielo? >.
Hanno ragione.
Fottutamente ragione.
E lo so dal profondo del cuore... ma ho paura di avere perso Harry.
< Ho paura di averlo perso > sussurro portando una mano tra i capelli.
Ho una paura di perderlo che non so nemmeno come descriverlo.
Ho paura, una paura da matti.
< Harry ti ama > spiegano entrambi.
< Mi ha detto di dovermi cercare qualcun'altro perché tanto non mi sposerà mai > affermo guardandoli.
L'ha detto sul serio.
Dio, se l'ha detto sul serio...
< Sai com'è fatto Harry >.
Guardo Gemma e annuisco.
< Sai che quando discute non ragiona ma spara sentenze a caso > interviene Niall.
< Non lo so... questa volta è diverso >.
Aggiungo < questa sera non so nemmeno se tornare a casa o meno >.
< Per questa sera non preoccuparti > mi rincuora Gemma < puoi venire con noi a Redditch dai miei >.
< No, no non riuscirei a guardarli in faccia > dico già con l'ansia alle stelle.
Se vado a Redditch finirò per farmi scoprire sicuramente.
Senza ombra di dubbio.
Conoscendomi...
< Ti farà bene staccare la spina per due giorni >.
< Potrai riflettere e sarai più calma > aggiunge Niall dopo aver lasciato parlare la sua ragazza.
< Non lo so >.
< Ascolta Care, tutto andrà per il meglio sono sicuro >.
< Ha ragione >.
E se dovesse lasciarmi?
< E se dovesse lasciarmi? > chiedo ansiosa.
< Non ti lascerà > ribatte Niall.
Accarezza una mi guancia < fidati quando ti dico che Harry ti ama più della tua stessa vita >.
Anch'io lo amo più della mia stessa vita.
< Anch'io >.
Annuiscono.
< Vieni con noi > mi sprona Gemma.
< Così anche Harry avrà il modo di pensare e sicuramente non appena capirà di essere stato un emerito coglione ti chiamerà >.

Ne è sicuro?
Non ha visto i suoi occhi.
Quegli occhi in cui mi perdo ogni santa volta erano... erano diversi.
Non erano i suoi.
Non ha visto il modo in cui ha pronunciato le parole.
Dure, crude.
Affilate come coltelli dalla lama affilatissima.
È come se non avessi avuto di fronte Harry.
Lui non è così.
Lui non è il ragazzo che mi ama.
O meglio quello che diceva di amarmi.

Non so più se mi amerà.
Non so più se potrò considerarmi la sua ragazza.
Non so più se potrò baciarlo.
Toccarlo.
Abbracciarlo e stringerlo a me.
Non so più se sentirò i suoi ti amo tra i miei capelli.
Non so più se sentirò le sue mani sul mio viso e sul mio corpo.
Non so più se sentirò il suo profumo.
Non so più se sarà mio.
E io sarò sua.

Non so più nulla.


So solo che vorrei corrergli incontro e stringerlo forte al mio petto.
E dirgli che andrà bene.
Che lo amo da morire.
E che sempre lo amerò.
< Care? >.
Guardo Gemma e mi scuso per la poca attenzione.
< Scusa di che? > domanda.
Niall mi poggia una mano sulla spalla per tranquillizzarmi.
< Ci sta sei preoccupata > mi confortano entrambi.
Poi aggiunge sorridendo < ed è per questo che venire con noi non può che farti bene >.
Non sono convinta.
< Ti distrarrai >.
Immagino.
Non sono convinta, per niente.
Guardo Niall e Gemma.
No, non posso farlo.
Assolutamente no.
Ma dopo un quarto d'ora di no secchi... cedo.

Magari così mi distraggo.
Magari così penso ad altro.

E non ad Harry.
Solo.

Nella nostra casa.

Può funzionare, no?



 
———


 
Chi me l'ha fatto fare?
Tanto lo sapevo già che sarei andata nel panico non appena avessi messo piede a casa Styles.
Sono nella mia camera e mi sembra di morire.
Tutto mi ricorda Harry.
Perfino gli asciugamani in bagno.
Mi sento così confusa...

Sono qui, senza di lui.

Mi sembra veramente strano.
Irreale.
Che non so nemmeno come comportarmi.
Prima di partire ho provato a recitare delle scuse da profilare una volta arrivata qui.
Recite non servite dal momento in cui non appena Anne e Desmond mi hanno chiesto di Harry io sono andata letteralmente nel pallone.
Fortuna Gemma che è intervenuta salvandomi da morte certa.
La scusa è stata: Harry non è qui perché stasera ha dei fascicoli da sbrigare per domani.
Seh, certo.
Come no.
Mi guardo allo specchio e mi impongo di stare calma.
Andrà tutto bene, perché non dovrebbe?
Questi due giorni mi aiuteranno a rilassarmi e a distrarmi.
Ne sono sicura.
'Sorridi e vedrai che a cena andrà tutto alla grande' ripeto mille volte.
Infondo basterà che io sorrida e che ripeta a manetta che con Harry va tutto meravigliosamente bene.
Alla grande insomma.
Funzionerà, perché non dovrebbe funzionare?
Forse perché davanti a loro non riesco a fingere?
O forse perché in generale non so fingere?
Scuoto la testa non appena bussano alla porta della mia camera.
< Sì? >.
Mi avvicino a Gemma che mi chiede come sto.
Come va.
< Per ora tutto ok... speriamo di non fare casini a tavola >.
< Sta' tranquilla che andrà tutto per il meglio >.
Annuisco e le stringo la mano.
< Mi ha chiamata Harry >.
Oddio.
Harry.
Harry l'ha chiamata.
Per quale motivo?
Al sol sentire pronunciare il suo nome perdo un battito.
< Cosa ti ha detto? > chiedo io già con l'ansia alle stelle.
Afferma < mi ha chiesto se fossi con noi >.
Sbianco.
Mi sta... cercando?
O sbaglio?
< Non gli ho detto che sei con noi >.
< Fatto bene > asserisco ringraziandola.
< Probabilmente ti starà cercando per tutta Londra >.
Ride ed io mi lascio travolgere dalla sua risata.
< Avrà sicuramente capito di aver esagerato > aggiunge mentre io faccio spallucce.
< Può darsi >.
< Questi due giorni gli serviranno per schiarirsi le idee > dico giocando con delle ciocche dei miei capelli.
< In ogni caso l'ho insultato per benino intanto >.
La guardo e aspetto che spieghi < gli ho detto che è stato veramente un coglione a trattarti così, in quel modo >.
Aggiunge fiera < e che deve pesare le parole se non vuole che un giorno all'altro gli arrivi un cazzotto in faccia >.
Ridiamo entrambe prima di lasciare la mia camera per raggiungere gli altri per la cena.
< Eccovi >.
Sorrido a Desmond e annuisco non appena Niall mi chiede se va tutto bene.
Posso farcela.
Devo soprattutto.
Mi siedo vicino a Desmond e Niall mentre i camerieri servono a tavola del pesce arrosto.
Iniziamo a mangiare senza troppi convenevoli.
< Sono contenta ci siate venuti a trovare > spiega Anne dopo essersi pulita le labbra.
< Abbiamo avuto questa idea stamattina >.
Guardo Gemma e annuisco.
< Peccato non ci sia Harry > interviene il padre.
Una fitta allo stomaco.
Ecco, ci risiamo...
Il suo nome a creare scompiglio nella mia vita.
Nella mia mente.
< L'hai sentito Care? > mi domanda improvvisamente mentre io per poco non mi strozzo con l'acqua che sto bevendo.
Dopo essermi ricomposta sto per prendere parola quando Gemma mi anticipa cambiando argomento.
< Comunque siamo venuti qui perché io e Niall dobbiamo dirvi una cosa >.
Giusto...
Devono dire ai genitori che hanno deciso di sposarsi.
Chi ci pensava più?
< Desmond > dice con la voce emozionata < Anne >.
Si alza in piedi e si schiarisce la voce < ho chiesto a Gemma di sposarmi >.
Nei volti dei due genitori vedo scorrere diverse emozioni.
Sono felici ed emozionati.
Si vede da lontano un miglio.
< Vieni qui ragazzo > Desmond si alza per andarsi a congratulare col futuro genero.
< Sono così felice per voi > un abbraccio a suggellare il tutto.
Mi volto e ahimè non riesco a non far scendere una lacrima.
Non perché sono triste ma perché sono felice per entrambi.
Se lo meritano.
E sono veramente felice di questo matrimonio.
< Mamma non piangere > la ammonisce la figlia passandole un fazzoletto.
< È che non sei più una bambina... sei diventata grande >.
Soffia il naso prima di andarsi a congratulare con Niall.
Vedo i loro sguardi posarsi su di me.
E capisco che si stanno chiedendo il perché io non festeggi con loro.
Perché non prenda parte alla loro 'festa'.
< Caroline già lo sa > spiega Gemma una volta tornati a loro posto.
< Gliel'abbiamo detto ieri >.
< Lei ed Harry sono stati i primi a saperlo > interviene Niall mentre io annuisco.
< Sono veramente felice per voi ragazzi... ma penso di averlo già detto >.
Ridono tutti.
Me compresa.
< Allora a quando il grande giorno? >.
< Pensavamo per settembre > spiega Niall.
< In realtà la data non è stata decisa > interviene Gemma sorridendo al suo futuro marito.
< Quindi... tra otto mesi? > chiede la madre iniziando poi una manfrina sul fatto di dover iniziare ad andare in cerca del vestito, sul fatto di dover organizzare tutto nei minimi dettagli.
E blablabla.
< Anne tesoro, c'è ancora tempo >.
Ma evidentemente lei non la pensa affatto così perché si gira verso il marito < tempo? Desmond otto mesi passano in fretta! >.
< Ma con calma riusciranno ad organizzare tutto al meglio > afferma per poi aggiungere < ne sono sicuro >.
< Mamma da dopodomani inizierò a pensare a tutto > la rincuora la figlia.
< Non vedo l'ora di vederti in abito da sposa Gemm >.
< Lo sai vero che tua madre ti darà il tormento da adesso fino al grande giorno? > domanda Desmond prima che Gemma inizi a sbuffare pesantemente.
Iniziamo a parlare del più e del meno quando ad un certo punto Anne chiede < e Harry cosa vi ha detto? >.
Ci risiamo.
È di nuovo nel nostro discorso.
Porca miseria...
Se continuiamo così io non so quanto potrò reggere...
Lo dico.
< Ha saltato dalla gioia > ride la sorella.
È vero.
Non appena Niall ha detto di aver chiesto a Gemma di sposarlo Harry è completamente impazzito dalla gioia, iniziando a saltare.
Prendendo in braccio prima Gemma, poi Niall.
E infine me.
È stata una scena dolcissima.
Lui che non credeva in questa coppia.
Lui che all'inizio era scettico è saltato dalla felicità.
Dall'emozione.
< E pensare che nemmeno credeva in voi > sghignazza Desmond.
< Infatti >.
< Fortuna ha cambiato idea > ironizza Niall.
< Dovremmo chiamarlo > propone Desmond mentre io sbianco.
Chiamarlo?
È impossibile.
< Care chiamalo > mi invita lui sorridendomi.
Boccheggio incapace di dire qualcosa.
Subito Gemma cambia discorso ma alla fine capisco che non ce la posso più fare.
Non posso più sviare l'argomento Harry.
Non con loro.
Non con la mia famiglia.
< Gemm tranquilla > le dico sorridendo prima di prendere un respiro.
< Harry non sa che sono qui > sussurro sentendo gli occhi di Anne e Desmond su di me.
< In che senso? > domanda Anne non capendo giustamente.
< Abbiamo litigato... >.
< Capita, no? > domanda Desmond per alleggerire l'aria.
< Sì... ma abbiamo litigato pesantemente > spiego io grattandomi la testa.
Li vedo sempre più confusi.
< In realtà non so nemmeno se stiamo più insieme >.
Ecco, ce l'ho fatta.
Basta a questa stupida stupida messinscena.
Vedo i loro occhi allibiti.
< Come sarebbe a dire? >.
< Abbiamo litigato perché gli ho detto che non posso continuare così se non mi dà la certezza che un giorno mi sposerà >.
Respiro lentamente.
Ma almeno ce l'ho fatta.
È come se mi fossi liberata da un peso.
Sullo stomaco e sul cuore.
Li vedo guardarsi come a dire 'sta scherzando'.
E non riesco più a trattenermi. 
< Scusatemi > non faccio in tempo ad alzarmi che scoppio a piangere per poi correre nella mia stanza dove finalmente mi libero da questo senso di oppressione.
Do libero sfogo alle mie emozioni.

Ho paura.
Sono confusa.
Ma so che non posso smettere di amarlo.

Né ora né mai.

Non so quanto tempo passi ma ad un certo punto qualcuno bussa alla mia porta.
Tiro su col naso non riuscendo a dire nulla.
Dopo un minuto entrano Desmond ed Anne che si avvicinano amorevolmente al mio letto.
< Care... scusaci non volevamo farti piangere >.
< Tranquilli, il problema è il mio >.
Mi asciugo le lacrime e li invito a sedersi.
< Si rimetterà tutto apposto, lo sai vero? >.
No, boh.
< Non lo so Anne, non lo so > dico < è come se gli avessi dato un ultimatum >.
< E credi di aver sbagliato? > domanda Desmond.
Scuoto la testa.
No, questo non lo penso assolutamente.
< No, d'altronde è quello che provo e non posso reprimerlo >.
< Appunto > spiega Anne < vedi il lato positivo >.
< Che forse ci siamo lasciati? >.
Ridono entrambi.
< No macché... ne avete discusso ora > afferma < pensa se aveste discusso tra un anno, tra dieci anni o che >.
< Sarebbe stato peggio > interviene Desmond.
Li guardo.
< Non ne sono così sicura > ammetto.
< Care io credo che Harry abbia bisogno di una strigliata e tu gliel'hai data >.
< Mi ha detto che non mi sposerà mai... cosa ho risolto? > domando io abbassando lo sguardo.
< Che capirà che deve darsi una mossa se non vuole perderti >.
Sospiro < non posso forzarlo a fare una cosa che non vuole fare >.
< Deve prendere una decisione... non può restare fermo in questa situazione per anni >.
Guardo Desmond e poi Anne che prende parola < vi amate, perché aspettare ancora e ancora? >.
< Vedrai che non appena tornerai a casa risolverete > afferma Desmond < conosco Harry come le mie tasche e so per certo che sei la persona più importante della sua vita >.
Aggiunge < e so per certo che si scuserà per il suo comportamento e per le cose dette >.
< Mi fido di te Desmond > dico io sorridendogli.
< Ti ama e lo sai >.
Annuisco.
Anch'io lo amo.
Da morire.
Ma già l'ho detto centomila volte tanto da risultare noiosa e ripetitiva.
< Adesso torniamo di là... ti distrarremo noi > spiega Desmond per poi sussurrare < rideremo sicuramente vista l'apprensione di Anne >.
< Ti sento eh > sbotta una volta alzati.
< Non stavo mica parlando di te > si giustifica lui portando una mano davanti sulla difensiva.
< Ti odio Desmond Styles >.
< Tu mi ami > le rinfaccia lui prima di abbracciare entrambe.
Forse hanno ragione.
Tutto si sistemerà.
Il mio cellulare vibra, così gli dico di andare intanto che poi io li raggiungo.
Mi avvicino al comodino e afferro il cellulare che ha la luce bianca della notifica dei messaggi.
Chi mi cerca?
'Lo sai' ripete la mia coscienza.
Sblocco il cellulare e sorrido non appena leggo il nome del mittente.
Harry.
Il mio Harry.

'Torni a casa?'.

Allora mi ama ancora.
Sto per rispondere ma un altro messaggio fa capolino.

'Per favore... mi manchi da morire'.

Sì, tutto si sistemerà.
Ora ne sono sicura.



 
———



E così dopo due giorni mi trovo davanti casa mia.
Col cuore in gola.
Le gambe tremolanti.
E la mente piena di pensieri.
Piena di dubbi, ansie.
Apro la porta di casa e senza dire nulla mi avvio in sala.
Harry dovrebbe arrivare a momenti.
Ed io ho un'ansia che... non riesco nemmeno a descrivere.
Mi guardo intorno e capisco che nulla è cambiato.
Sono a casa, a casa mia.
E ciò mi rende felice.
Prendo una felpa di Harry abbandonata sul divano e la avvicino al mio viso per annusarla.
Quanto mi è mancato il suo profumo.
Il suo odore che tanto amo.
Sobbalzo non appena sento la porta di casa aprirsi.
Eccolo.
È arrivato.
Sento i suoi passi avvicinarsi mentre io mi alzo dal divano.
E dopo due secondi i nostri occhi si incrociano.
Lo guardo e dei brividi percorrono la mia schiena.

Sono bastati due giorni per farmi capire quanto senza di lui mi senta persa.

Mi guarda e mi chiede come sto.
Non rispondo ma semplicemente gli faccio la stessa domanda.
< Ora che sei a casa bene >.
Senza dire nient'altro viene ad abbracciarmi.
Chiudo gli occhi e mi lascio stritolare per benino per diversi secondi se non minuti.
Finalmente tra le sue braccia.
Finalmente con lui.
< Vieni, sediamoci > gli indico il divano.
Annuisce.
< Mi dispiace > asserisce una volta seduto < mi dispiace averti trattata in quel modo, mi dispiace aver alzato la voce e mi dispiace ancora di più non averti capita >.
< Harry io... > tento di dire ma la sua mano sulle mia labbra mi impone di star zitta.
< Ho pensato tanto in questi due giorni > mi guarda, scruta e osserva.
Per poi riprendere da dove si è interrotto < ti ricordi quando ti ho chiesto di venire a vivere con me? >.
Lo guardo confusa.
Non capisco.
< Cosa c'entra? >.
< C'entra che tu in quell'occasione non hai tentennato, hai detto subito di sì senza pensare alle conseguenze, senza pensare al fatto che stavamo insieme da così poco >.
Ridacchio e lui fa la stessa cosa.
< Hai ragione quando dici che vuoi essere sicura di avere il tuo lieto fine >.
Mi prende la mano < sei importante per me e voglio dirti che voglio essere forte come sei stata tu tre anni fa >.
Sorrido < sei forte >.
< Sono forte solo se sto con te >.
< Anche per me vale la stessa cosa > dico io a cuore aperto.
Senza di lui non mi sento mica così forte e invincibile... anzi.
Mi guarda amorevole ed io faccio la stessa cosa.
Ridacchia nervoso prima di affermare convinto < sei la donna della mia vita Caroline Smith >.
Aggiunge impacciato < voglio te come mia moglie e come madre dei miei figli >.
Deglutisco rumorosamente.
< Dici così solo perchè abbiamo litigato >.
< Dico così perchè ho capito che non voglio vivere una vita senza di te >.
Annuisco.
< Non appena sei uscita da quella dannata porta ho avuto il timore di averti persa >.
Mi bacia la mano ed io non posso che sorridere di fronte a tal gesto.
< Non voglio perderti >.
< Non succederà > lo rassicuro portando una mano sul suo viso.
< Quindi sì la mia risposta alla tua domanda è sì... un giorno ti sposerò >.
Mi mordo le labbra.
< Quando ti ho chiesto di darmi una certezza non ti stavo chiedendo di sposarmi tra una settimana, tra un mese o che >.
< Volevi solo essere sicura > finisce la frase al posto mio.
Annuisco.
< Volevo solo sicurezza >.
< L'ho capito, ci ho messo un po' ma ora l'ho capito >.
Sospiro.

Quanto mi è mancato...
Solo Dio e il mio cuore lo sanno.

< Mi sei mancata terribilmente > sussurra prima di abbracciarmi di nuovo.
Il mio cuore che riprende a battere lentamente.
L'ansia che lascia posto alla felicità di averlo ritrovato.
Finalmente tra noi.
< Non sai che brutto non averti con me > sussurro a contatto coi suoi capelli.
< Se tornassi indietro ti direi subito di sì, senza combinare disastri >.
< L'importante è esserci ritrovati >.
< Ti amo, lo sai vero? >.
< Lo so Harry, lo so >.
Mi sorride ed io mi sciolgo letteralmente.
< Anche se sono un coglione che non ragiona prima di parlare? >.
Rido < sì, anche se sei un coglione che non ragiona prima di parlare... sì, direi che ti amo lo stesso >.
Ci guardiamo entrambi in silenzio.
E senza rendercene conto ci avviciniamo fino a che la sua bocca non incontra la mia per posarle un casto bacio.
Gli afferro il collo della maglia per portarlo più vicino mentre lui infila la mano tra i miei capelli.
< Mi è mancato baciarti >.
< Anche a me > confermo a contatto con le sue labbra.
Gli mollo un bacio al quale risponde.
< Troppo >.
Annuisco mentre mi bacia di nuovo.
< Mi è mancato infilarti la mano tra i capelli quando ti bacio > afferma con la sua voce capace di mandarmi in tilt ogniqualvolta.
Mi ribacia con più pressione per poi scendere a baciarmi il collo.
< Non sai quanto mi è mancato baciarti il collo e vederti chiudere gli occhi in quel modo >.
< Quale modo? > chiedo io sorniona.
< Questo >.
Mi posa un altro bacio sulla clavicola ed io non posso che chiudere gli occhi per godermi il momento.
Gli prendo il viso e lo guardo negli occhi < sei sicuro di quello che hai detto? >.
< Su cosa? >.
< Sul fatto che sia la donna della tua vita >.
< Non sono sicuro >.
Mi posa un bacio sul naso.
< Sono sicurissimo >.
< Dimmelo ancora > lo supplico.
< Cosa? >.
< Che sono la donna della tua vita >.
< Caroline Smith sei la donna della mia vita, cazzo... sì che lo sei >.
Lo amo.
Lo amo troppo.
Con uno scatto gli afferro il viso per poter risentire le sue labbra sulle mie. 
Ne ho un disperato bisogno.
Iniziamo a baciarci con estrema lentezza.
Un bacio da film.
< Anche a me è mancato baciarti > gli dico staccandomi appena.
Gli accarezzo il volto.
Più volte come a volermi sincerare dell'effettiva realtà di quello che sta succedendo.
E così il bacio da film si trasforma in qualcosa di più serio, di più esigente perché entrambi iniziamo a baciarci più intensamente, avidamente.
Mordendoci, una, due, mille volte.
I nostri respiri diventano irregolari mentre le nostre mani si intrecciano prima di andare a vagare libere per i nostri corpi.
< Non sai quanto mi è mancato farmi toccare in questo modo > sussurro.
La sua bocca a cercare la mia per poi spostarsi sul mio collo e sulla mia clavicola.
Con un gesto fulmineo mi alzo per potergli permettere di togliermi la maglia.
E subito dopo faccio la stessa cosa con lui prima di riportarlo su di me.
< Mi è mancato spogliarti > sussurra al mio orecchio mentre io mi mordo le labbra.
Le sue mani a cercare la mia intimità mentre io mi ritrovo ad ansimare.
< Mi è mancato sentirti ansimare >.
Mi struscio addosso ai suoi boxer per sentirlo meglio.
< Mi è mancato vederti strusciare su di me >.
Gli infilo la lingua in bocca mentre porto le mie mani oltre i suoi boxer.
Ansima < mi è mancato vederti prenderti cura di me >.
Sobbalzo non appena dice senza imbarazzo < e mi è mancato ancora di più scoparti come ho in mente di fare ora >.
Mi tira su e senza difficoltà mi prende in braccio.
< Dove andiamo? > gli chiedo portando le braccia attorno al suo collo.
Lo bacio.
E poi riesco a scendere mentre lo trascino su per le scale.
Ci baciamo senza sosta mentre saliamo i gradini attenti a non cadere, a non farci male.
< Dovunque tu voglia > gli dico io prima che il riccio mi blocchi contro il muro impedendomi di fare qualsiasi movimento.
< Mi sei mancata tanto >.
< Lo hai già detto > scherzo.
< Non voglio più litigare in quel modo >.
< Già me l'hai detto >.
< Se non fossi tornata non so cosa avrei fatto... >.
Annuisco e gli do un bacio sul naso < non succederà più >.
< Scusami >.
Lo guardo e gli bacio lo zigomo destro.
Poi aggiungo maliziosa < ora però direi che è ora di scusarti per benino >.
< Come? >.
Gli prendo una mano e la porto sul mio sedere.
< Baciami > affermo prima che effettivamente riprenda a baciarmi.
Salgo un altro scalino, tra un bacio ed un altro e in poco tempo arriviamo davanti la nostra camera.
Scuoto la testa < no, vieni con me >.
< Dove mi stai portando? > chiede divertito.
Con uno scatto apro la porta della lavanderia e lo trascino dentro chiudendomi la porta alle mie spalle.
< Pensi che qualcuno possa entrare? >.
< No... ma voglio chiudere la porta; non lo so ma lo trovo intimo >.
Ridiamo entrambi per l'assurdità appena detta.
E poi mi avvicino pericolosa ad Harry che chiede confuso < che ci facciamo qui dentro? >.
Inizio a baciargli il collo e la mascella.
< Ti ricordi quando mi hai parlato di un'altra tua fantasia? >.
< Mh mh > mugugna mentre io scendo a baciargli il torace, non perdendo di vista nemmeno uno dei suoi tatuaggi, per poi scendere fino ai suoi boxer.
< Allora > un bacio.
< Ho voglia di esaudire questo tuo desiderio >.
Non oppongo resistenza quando mi tira su e mi fa sedere sulla lavatrice, non prima di avermi sfilato le mutandine coi denti.
< Ah per la cronaca... >.
< Sì? >.
< Mi sono mancate anche le tue mutandine > afferma prima di baciarmi mentre con la mano slaccia il reggiseno per poi lanciarlo chissà dove.
Scende a baciarmi i seni, stringendoli tra le sue mani per poi farmi scendere dalla lavatrice e bloccarmi contro il muro.
< Oggi si fa come dico io > lo rimprovero per poi trascinarlo con me sul pavimento freddo che in un primo momento mi fa rabbrividire.
Ma non appena Harry si infila tra le gambe inverto le posizioni trovandomi su di lui a cavalcioni.
< Ti ho detto che oggi si fa come dico io >.
Gli lecco le labbra per poi baciarlo prima di dare avvio a quello che so essere l'esperienza più bella della mia vita.
Inarco la schiena mentre Harry non stacca gli occhi dai miei, nemmeno per un secondo.
Le sue mani sui miei fianchi per consentirmi di adattarmi ai suoi movimenti.
Gli prendo una mano portandola sul mio viso e posandola poi sul mio seno che non aspetta altro.

E così iniziamo ad amarci.

Come sempre.
Con la stessa foga, la stessa intensità.

E lo stesso amore di sempre.
 
 
   
 

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Capitolo 22
*** Happy B-day Mr Styles. ***


Oggi è il 1 Febbraio.

Un giorno speciale.
Perché è il compleanno di Harry.
Del mio Harry.

Siamo a 28 con oggi.
Quasi sulla soglia dei trenta eh...
È un traguardo importante.
Da segnare insomma.
Come tutta la giornata che ho organizzato per lui.
Ancora dorme, ma non appena si sveglia per prima cosa gli porto la colazione a letto.
A pranzo andremo dai suoi a Redditch, dove festeggeremo tutti insieme, miei compresi.
Stasera invece ho prenotato in un ristorantino sempre a Redditch che ha aperto da poco e che non vedo l'ora di conoscere meglio.
E per stasera... il gran finale.
Oh sì.
Diciamo solo che il protagonista della serata sarà il baby doll di pizzo nero che ho comprato giusto ieri e che non vedo l'ora di farmelo togliere.
Sarà una giornata impegnativa.
Molto, a dire il vero.
Mi guardo intorno e sistemo sul vassoio il caffè, la tazza di latte e le brioches che ho comprato poco fa in una pasticceria qui vicino casa.
La pasticceria preferita di Harry.
Se lo merita.
28 anni sono tanti.
Si compiono una volta sola.
E il fatto che sia qui a festeggiare con lui mi rende felice.
È il terzo di tanti compleanni che festeggeremo insieme mi auguro.
Guardo l'orologio e sbuffo.
Possibile sia così dormiglione?
Ancora dorme e sono già le nove.
Abbiamo tre ore di macchina da fare per arrivare a Redditch quindi bisogna che si sveglia.
Ieri sera abbiamo fatto tardi lo ammetto.
Siamo stati con gli altri in un ristorante abbastanza esclusivo e poi siamo andati in un locale dove devo essere sincera abbiamo alzato un po' il gomito.
Tutti.
Harry incluso.
D'altronde era il festeggiato, no?
Lerya e Zayn si sono rivolti la parola quindi è andata anche bene da quel punto di vista.
Siamo stati bene.
Felici e spensierati come non mai.
Abbiamo riso come matti.
Tra Niall ubriaco lercio e Harry che non era da meno... è stato veramente uno spasso.
Da rifare sicuramente.
Guardo di nuovo l'orologio e sbuffo.
Basta, deve svegliarsi.
Mi dispiace ma è così.
Volente o nolente deve svegliarsi.
Afferro il vassoio con appesi dei palloncini con su scritto 'buon compleanno' e salgo le scale prima di iniziare a cantare la canzone di compleanno cercando di non scoppiare a ridere.
Harry dorme, i capelli sparsi sul cuscino e le labbra leggermente aperte.
Sembra un angelo.
'Ma non lo è' ripeto ridacchiando tra me e me.
< Harry >.
Niente, non si sveglia.
< Ehi > gli smuovo il braccio con la speranza che apra gli occhi.
Ma niente.
Non funziona.
Mi giro per appoggiare il vassoio sul comodino ma la sua mano mi afferra per un fianco per poi trascinarmi letteralmente su di lui.
< Buongiorno > mugugna mentre io rido.
È assonnato.
E si vede.
< Dai svegliati, altrimenti facciamo tardi > gli dico.
< Shhh, voglio dormire > mi abbraccia mentre io affondo la testa nell'incavo del suo collo per respirarne l'odore.
< Non puoi > gli dico tirandomi su.
< Dai > riprovo ma niente.
Allora mi stendo su di lui prima di baciargli il collo.
< Alzati > un bacio.
Ridacchia.
< Dai, tirati su > un altro bacio, questa volta vicino all'orecchio.
< Non ho intenzione di muovermi da qui oggi >.
< Abbiamo un pranzo > gli ricordo.
< Disdici tutto mia agente > scherza mentre io rido < Harry non posso... tirati su ora >.
Gli do un altro bacio sul collo e poi sul naso per poi tirarmi su.
< Harry Styles alzati subito! > urlo prima di boccheggiare non appena mi ritrovo seduta a cavalcioni su di lui, con la sua faccia a tre centimetri dalla mia.
< Hai disturbato il mio sonno riparatore... ora te la vedrai con la bestia che è in me > scherza prima di contornare le mie labbra con l'indice.
Lo guardo e lui mi sorride.
< Ora posso farti gli auguri di compleanno finalmente? >.
< Già me l'hai fatti stanotte a mezzanotte >.
Faccio spallucce.
Che importa?
< Buon compleanno > gli dico prima che lui chieda < che aspetti? >.
< Cosa? > chiedo confusa.
< Che aspetti a baciarmi stupidina? >.
Ridacchio per poi dargli effettivamente un bacio.
< Harold basta così > gli intimo non appena la sua mano si infila tra i miei capelli per un bacio più intimo e passionale.
< È il mio compleanno perché dovrei smettere? >.
< Perché conoscendoti non smetteresti e non abbiamo tempo per fare altre cose che non siano mangiare, vestirci e partire >.
Mi molla un bacio < che palla che sei >.
Mi alzo e appoggio sul letto il vassoio per poi sedermi accanto a lui.
< Sei anche gentile stamattina... cosa ti succede?  >.
< Io sono sempre gentile > ribatto offesa.
< Sì, come la panna scaduta Smith >.
< Non è vero > mi lamento prima che venga zittita da un bacio togli fiato.
< Cosa non ti è chiaro di quello che ti ho detto? > domando con un sopracciglio alzato.
Ride per poi afferrare un pezzo di brioche e lanciarselo in bocca sotto il mio sguardo divertito.
< Ti diverto? >.
< Un pochino > gli dico per poi fargli una carezza sul viso.
< Hai dormito bene orsacchiotta? >.
Lo guardo e strabuzzo gli occhi.
Come mi ha chiamata?
< Scusa, come mi hai chiamata? > chiedo cercando di non ridere seduta stante.
< Orsacchiotta > dice guardandomi.
< Perché scusa? >.
Mi guarda e ride < bhe visti i tuoi pigiami mi sembra il soprannome più azzeccato >.
Lo guardo con uno sguardo accigliato.
Come si permette di insultare i miei pigiamini pelosi con gli orsetti?
Sono belli da fare invidia cavoli.
Bellissimi a dire il vero.
Sono un tocco di classe.
< Adesso non fare l'offesa eh >.
< Non cambierò i miei pigiami né oggi né mai > gli dico con un indice puntato contro.
Ridiamo entrambi e poi mi porta più vicino a lui con il braccio sulla mia gamba.
< Ventotto anni sono tanti, non credi? >.
Lo prendo in giro < che è ti senti vecchio? >.
< Non ho detto questo... solo che sono tanti > spiega prima di bere il caffè latte.
< Ci stiamo avvicinando ai trenta eh > dico guardandolo.
< Mi prometti che a trent'anni facciamo una festa così grossa che manco il presidente della Casa Bianca? >.
Annuisco < te lo prometto, ma tu ora finisci la colazione >.
Mi alzo sotto le sue proteste.
< Dove vai? >.
< Vado a truccarmi intanto e poi vengo a smatteggiare un po' per capire cosa mettere >.
< Caroline dobbiamo andare dai miei non mica dalla regina > protesta prima che io chieda < e allora? >.
< E allora puoi venirci anche in tuta >.
< Te lo scordi bello mio... in tuta non ci esco nemmeno figurati se vado dai tuoi conciata così >.
Entro in bagno per poi cercare di truccarmi il più naturale possibile.
Così da esaudire il solito desiderio di Harry di vedermi quanto più senza trucco sul viso.
Definisco le sopracciglia, metto il mascara, applico il correttore sulle occhiaie che poi fisso con la cipria e infine sfumo un po' di bronzer sugli zigomi.
E il gioco è fatto.
Almeno non sembro una scappata di casa.
Torno di là dove trovo Harry ancora a letto.
< Harry >.
< Che c'è? >.
< Devi alzarti, tra dieci minuti si parte > sbotto avvicinandomi all'armadio che apro.
Mhh che mi metto?
Non voglio esagerare, ma non voglio nemmeno essere troppo casual.
È il suo compleanno e voglio rendermi carina in ogni caso.
< Metti la gonna > propone lui girandosi su un fianco per vedermi meglio.
< Non mi va la gonna >.
< Prova il vestito > propone un'altra volta.
Guardo il vestito e sbuffo.
Non mi va di mettere nemmeno il vestito.
Voglio essere comoda.
Senza rotture quando devo andare in bagno etc.
< Mhh >.
< Vabbhe ma allora non ti sta bene nulla > ride mentre io gli rifilo un dito medio.
Che mi metto?
Sul serio non ne ho la più pallida idea.
Potrei mettere i pantaloncini in ecopelle neri.
Così sono carina ma senza alcun sbattimento dato da gonne o vestiti.
Sì, direi che i pantaloncini sono aggiudicati.
Li afferro per poi togliere il pigiama rimanendo solo in mutande e reggiseno.
< Potresti venirci così > afferma Harry strizzandomi un occhiolino.
< Sei proprio uno scemo >.
Scuoto la testa per poi infilare le calze nere e poi i pantaloncini.
Ora manca il sopra.
Che mi metto?
Apro il cassetto delle maglie e inizio a creare degli abbinamenti possibili.
Sarà difficile.
'Questo no'.
'Questo pure peggio'.
Continuo imperterrita a cercare e ricercare fino a che estraggo un maglione a collo alto nero traforato.
Direi che è perfetto.
Mi vesto sempre di nero... ma amen.
< Certo che ti vesti sempre di nero eh > ironizza il riccio prima di venirmi ad abbracciare da dietro.
< È il mio colore preferito che posso farci? >.
Mi volto e lascio che mi stampi un bacio in fronte per poi tornare in bagno dove dopo aver lavato i denti applico la tinta labbra.
Una nude così oltre a reggere al cibo regge anche ai baci di Harry.
Mi specchio.
Sì, mi piaccio.
Direi che ci siamo...
Torno di là dove trovo Harry intento ad allacciarsi la cinta.
Perfetto come sempre.
Jeans neri e una maglia a maniche lunghe verde bottiglia e nera.
< Ci sei? > chiede mentre io annuisco.
Mancano solo gli stivali col tacco e ci sono.
Mentre io scrivo un messaggio a Niall dicendo che stiamo per partire Harry va in bagno per lavarsi i denti.
Guardo il vassoio sul letto e il letto ancora sfatto.
Nel frattempo sistemo, impiego al meglio questi minuti che mi rimangono.
Non è meglio?
Ma non faccio in tempo a prendere il vassoio che Harry mi prende per un fianco.
< Scorda tutto quello che stavi per fare e concentrati su di me >.
Lo guardo confusa.
Ancora di più quando mi inizia a far girare prima di iniziare un ballo lento.
Ridacchio.
< Sei di buon umore >.
< Sì, sarà una super giornata > sghignazza ed io annuisco.
< Soprattutto stasera >.
< Perché? >.
< Stanotte abbiamo una sessione d'amore infinita > scherzo portando una mano sul suo petto e l'altra attorno al collo.
< Dimmi solo cosa indosserai > sussurra malizioso.
Scuoto la testa ma la sua mano sul mio fianco mi fa cambiare idea e rispondere < un baby doll >.
< Mi piace > mi stampa un bacio.
< Di pizzo > e mi ribacia.
< Nero > aggiungo alla fine prima di ricevere un altro bacio.
Basta se non lo fermo ci ritroveremo sicuramente aggrovigliati tra le lenzuola e faremo tardi.

E... non possiamo.
Anche se ammetto che non mi sarebbe dispiaciuto.
No, per niente.

< Basta così > lo bacio prima di spostarmi dalla sua visuale.
< Ti aspetto di sotto >.
Annuisco per poi togliere il vassoio dal letto e rifare il letto così da essere in pace con me stessa e la mia mania di ordine patologico.
Dopo aver finito controllo che tutto sia in ordine per poi scendere le scale e andarmi ad infilare gli stivali e il giubbetto.
Ora ci sono.
< Pronta >.
Annuisce prima di aprire la porta ed uscire.
Sarebbe meglio che guidi io.
Lo vedo che è stanco.
E vista la giornata che gli aspetta meglio che dorma.
< Guido io così puoi riposarti >.
< Sicura? > chiede anche se non c'è bisogno visto che è comunque entrato dalla parte del passeggero.

Scontato.
Anzi, no scontatissimo direi.

< Se pensi di addormentarti imposta il navigatore > gli chiedo implorando il suo aiuto viste le mie scarse capacità di orientamento.
< Stiamo insieme da tre anni e tu ancora devi imparare la strada per arrivare a Redditch? >.
Faccio spallucce.
< Non è colpa mia se non sono brava ad orientarmi... >.
Ridacchia per poi impostare il navigatore, sistemarsi sul sedile e appoggiare la testa sul poggia testa, non prima di aver calato sugli occhi gli occhiali da sole neri.
< So già per certo che mi toccherà guidare senza compagnia >.
< Perspicace Smith > afferma voltandosi < non pensavo >.
Gli tiro un cazzotto sul braccio prima di intimargli un secco 'taci'.
Metto in moto e mi immetto in strada seguendo le indicazioni del navigatore.
Tempo cinque minuti ed Harry ovviamente già dorme.
L'avevo detto che non avrei avuto compagnia, vero?
Ma sorrido.

Che la giornata abbia inizio.

 


———


 
< Avete fatto buon viaggio? > chiede Anne una volta entrati dentro casa.
< Diciamo che non ho avuto la compagnia che speravo >.
< Immagino che abbia dormito tutto il tempo > indica il figlio mentre io annuisco.
< La colpa è la sua che mi hai fatto fare tardi ieri sera >.
Lo guardo aggrottando le sopracciglia < mia? >.
< Sì mia cara >.
< La colpa è tua che hai bevuto come un ossesso > gli ricordo vedendolo ridere sotto i baffi.
Certo, ride perché sa che ho ragione.
Tremendamente ragione direi.
< Dai andate a posare la valigia, vi aspetto di là... a breve arriveranno gli altri >.
La salutiamo e ci dirigiamo in quella che è diventata la nostra camera qui a casa Styles.
Prima ancora di togliermi il giubbetto apro la valigia sotto i rimproveri di Harry che si lamenta per la mia troppa precisione.
< Si sgualciscono i vestiti >.
< Sei troppo perfettina Smith >.
< E tu sei troppo disordinato Styles >.
Inizio a riporre i vestiti nell'armadio attenta a sistemarli con cura.
Soprattutto il vestito che metterò questa sera.
Perché dev'essere tutto perfetto.
Intanto Harry si è spaparanzato sul letto col telefono tra le mani.
Come al solito direi.
Sistemo l'ultima maglia e poi chiudo l'armadio.
Fatto.
< Dovremmo andare di là > gli dico prima di togliermi finalmente il giubbetto.
Sbuffa ma alla fine si alza.
Mi avvicino e porto le mani attorno al suo collo.
< Stai meglio? >.
< Sto divinamente... non oso pensare Horan >.
Rido perché immagino la faccia da post sbronza del biondo.
< Ti sei divertito ieri sera? > gli chiedo.
< Molto >.
< Sono contenta... era quello che volevo >.
< Grazie orsacchiotta >.
< Ancora con questa orsacchiotta? >.
< Sì da oggi ti chiamerò così > ridacchia.
Poi aggiunge < vabbhe sei un'orsacchiotta sexy >.
Faccio spallucce < se lo dici tu >.
< Dai andiamo di là > propone ed io annuisco.
Gli prendo la mano facendolo ridere.
< Perché ridi? >.
< Rido perché oggi fai tutta la dolce... com'è? >.
Gli do un buffetto.
Che scemo.
< Sono dolce perché oggi è il tuo compleanno idiota >.
< Ecco sei tornata all'acidume che meglio ti rappresenta >.
< Ma stai zitto! > lo sgrido per poi sghignazzare avvicinandomi per baciarlo.
Camminiamo così, ridendo tra un bacio ed un altro... fino a che per poco non sbattiamo contro Tim.
Povero.
Non so proprio cosa penserà di noi.
< Scusaci Tim... > mi scuso sorridendogli apertamente.
< Non si preoccupi signorina Care >.
< Chiamami solo Care e dammi del tu > gli strizzo un occhiolino per poi seguire Harry in sala da pranzo dove sono già arrivati i miei.
< Ehi piccola > mi saluta mio padre abbracciandomi.
< Mamma > le do un bacio per poi andare a salutare Dorothy che come ogni santa volta non perde tempo a farmi complimenti su complimenti.
< Troppo gentile >.
Iniziamo a parlare del più e del meno fino a che le voci di Matty e Niall non mi fanno voltare.
Niall ha una faccia orrenda.
Si vede lontano un miglio che stamattina ha accusato il dopo sbronza.
Come temevo.
< Eccola... la più bella della famiglia > mi viene incontro facendomi ridere.
< Matty, esagerato come sempre >.
< Mio cugino è proprio fortunato >.
Mi strizza un occhiolino < come stai? >.
< Tutto bene... tu mio adulatore? >.
< Quando ti vedo sto sempre bene >.
< Spostati Matty, facci salutare Caroline > dicono in coro gli zii prima che io li saluti con degli abbracci.
< Stavamo dicendo? > chiede Matty prima di essere interrotto da Gemma < stavamo dicendo che è il mio turno di salutare Care >.
Ridacchiamo entrambe.
< Come sta il tuo ragazzo? > mi chiede ridendo.
< Pensavo peggio... sta benino > affermo < il tuo? >.
< Sta una merda >.
< Ce lo aspettavamo > asserisco prima di voltarmi verso Matty che intanto ha ripreso a fare l'adulatore.
< Se ti avessi conosciuta prima Care, ti avrei rubata a mio cugino >.
E infatti... ecco spuntare il protagonista della giornata.
< Matty vuoi che ti spacco la faccia oggi? >.
Ridono entrambi prima di abbracciarsi dandosi delle grosse pacche sulle spalle.
< Dove me l'hai portato ieri sera Care? > chiede indicandolo < è uno zombie che cammina >.
< Siamo stati a cena tutti insieme e poi siamo andati a ballare >.
Indico Niall < è messo peggio lui fidati >.
< Bhe, si vede > commenta ridendo nel vedere Niall che parla con Desmond.
Non oso immaginare cosa stia pensando in questo momento.
Forse che vorrebbe sparire?
Che vorrebbe essere da tutt'altra parte piuttosto che qui intento a parlare col futuro suocero?
Può darsi. 
   
Anzi probabile che sia così.
< Scusatemi vado a salvarlo da morte certa > dico ad Harry e Matty per poi raggiungere Niall e Desmond che non appena mi vede mi saluta calorosamente.
< Ecco la nostra Caroline >.
< Come stai Desmond? > chiedo iniziando a parlare con lui del più e del meno, toccando anche l'argomento lavoro.
Sicuramente avrei preferito evitare ma almeno così Horan è più rilassato visto che l'attenzione si è spostata su di me.
Tanto rilassato che addirittura mi regala un occhiolino come a ringraziarmi.
< Luke mi ha detto del tuo lavoro impeccabile di due settimane fa >.
< Luke probabilmente esagera > rispondo imbarazzata.
Scuote la testa < assolutamente... ho letto il rapporto che hai stilato e Luke ha ragione >.
< Sei troppo buono con me Desmond >.
< Sono contento del tuo lavoro Care, sul serio > dice per poi aggiungere serio < non potevo trovare segretaria migliore >.
< Ed io non potevo trovare un capo migliore >.
Mi sorride e sta per rispondere ma viene anticipato da Harry che si intromette come al suo solito.
< Hai finito di elogiarla? >.
< Perché non dovrei? >.
< Perché poi il suo ego cresce a dismisura >.

Certo, il mio ego eh?

Lo guardo accigliata.

Parla lui.
Mr egocentrico per eccellenza.

< Ha parlato l'umile > dico facendo una smorfia.
< In effetti... > ridacchia Desmond.
< Ma com'è che ho impressione di non contare più nulla in famiglia da quando c'è Care? > scherza portandosi una mano tra i capelli.
< Quanto sei sciocco Harry >.
< Papà è vero... la elogiate ogni volta > continua a scherzare scuotendo la testa < anche io merito di essere elogiato >.
< Ah sì? Per il rapporto sbagliato che hai stilato settimana scorsa? > rimprovera bonariamente il padre facendomi ridere.
In effetti è colpa mia.
Solo mia...
Diciamo che l'ho distratto dal fascicolo che stava leggendo, non specifico in che modo, facendo saltare la sua concentrazione.
Ma ahimè mi stavo annoiando... e dovevo pur distrarmi no?
< La colpa di quel rapporto stilato male è da attribuire alla tua cocchetta >.
< Caroline? > chiede < impossibile... sei tu che non ti sei impegnato >.
< Siete tutti coalizzati contro di me > si indica < vi ricordo che sono il festeggiato >.
< Festeggiato è ora di sedersi! > urla Anne facendoci segno di prendere posto a tavola.
Sto per camminare ma Harry mi blocca.
< Mh? >.
< Prova a dire che non è vero >.
Lo stuzzico rispondendo che sta inventando scuse per il fatto di aver lavorato male.
Ma so che le sue non sono scuse.
< Caroline > ridacchia prima di avvicinarsi e abbracciarmi per poi sussurrarmi all'orecchio < devo ricordarti che mentre stavo lavorando seduto alla mia scrivania ti sei messa a farmi un lavoretto di boc... >.
Lo fermo spostandomi per guardarlo.
< Potevi anche dire che non volevi >.
< Seh, ti pare che avrei rifiutato quel regalino? > sghignazza strofinando il naso contro il mio.
< Piccioncini vi venite a sedere o avete intenzione di scambiarvi effusioni per tutto il tempo saltando il pranzo? >.
Guardo Matty e scuoto la testa.
No.
Io il pranzo non lo salto per nessun motivo al mondo.
Così ci avviciniamo e ci sediamo.
Io sono tra Harry e Matt.
Come succede quasi sempre quando siamo tutti insieme.
< Io direi di iniziare a brindare > propone Matty chiamando Tim che subito ci versa del vino bianco.
Eccolo...
Già pensa a brindare.
Tipico di Matty.
Guardo la faccia schifata di Harry così lo provoco < cos'è? Getti la spugna così? >.
< Mai Smith... io non perdo mai ricordatelo > afferma prima di alzare il bicchiere in aria.
< Devo ricordarti che la prima volta che sei venuta con me è perché hai perso una sfida? > aggiunge guardandomi dritto negli occhi.
< Me lo ricordo benissimo >.
< Certo... la scopata più bella di tutta la tua vita > afferma abbassando la voce per farsi sentire solo da me.
Gli tiro un buffetto sul braccio e mi volto verso Matty che incita a brindare.
< Ad Harry! > urliamo in coro.
Sbatto il mio bicchiere con quello di Harry e poi con quello di Matty ridendo quando mi accorgo che Niall nemmeno ha assaggiato il vino.
È proprio in catalessi.
Povero.
< Niall tutto ok? > chiede Harry per metterlo in difficoltà.
< Tutto bene Styles > beve un sorso del vino con una faccia abbastanza disgustata.
< Tu? > chiede ridendo sotto i baffi.
< Io sono una roccia > risponde prima di voltarsi verso di me e fissarmi.
Perché mi fissa?
Che ho qualcosa tra i denti?
Ho la tinta labbra sbavata in alcuni punti per caso?
< Che c'è? > chiedo confusa.
< Ti ho già detto che oggi sei bellissima? >.
Ridacchio e scuoto la testa.
< Ecco... lo sei >.
Lo guardo e gli accarezzo il viso.
< Adesso non fare lo smielato però > rimprovero prima di ridere quando Matty afferma < Harry Styles devo dire che Caroline ti ha fatto diventare un coccolone >.
Gli mostra il dito medio ma il cugino continua.
< Un orsacchiotto direi >.
< Matty vaffanculo > ride prima di ringraziare i camerieri che portano il primo piatto.
< Harold le parole > lo rimprovera la nonna con una faccia seria.
< Non è colpa mia se fa lo stronzo >.
< Matty sta' buono > gli dice la madre guardandolo con una faccia che non ammette repliche.
< Direi di mangiare allora > ci invita Anne sorridendoci.
< Direi di sì > risponde Gemma iniziando ad assaggiare il risotto alle fragole che emana un profumo delizioso.
Inebriante.
< Prima un altro brindisi > propone Matty.
Ancora?
Lo guardo scuotendo la testa.
< Caroline andiamo, è il compleanno del tuo ragazzo >.
< E allora? >.
< Come allora? > domanda facendomi un segno con la mano.
< Matty vuoi farci ubriacare? > domanda zia Mary facendoci ridere tutti.
Beh in effetti... non ha tutti i torti eh.
Ancora dobbiamo iniziare a pranzare e già si brinda come un domani.
< Non si era capito che era quello il mio intento? > domanda sornione tra le risate generale.
< Buon compleanno Harry orsacchiotto Styles > lo provoca alzando su il bicchiere.
< Ti odio > afferma Harry sistemandosi meglio gli occhiali da sole sulla testa.
< Io invece ti voglio bene > risponde Matty.
Che dolci.
Si vede da lontano un miglio che si vogliono bene.
Dal primo momento in cui li ho visti insieme, ho notato il loro rapporto fraterno.
Il modo in cui si parlano, il modo in cui si abbracciano... sì, sono proprio fratelli mancati.
< Oh che dolci >.
Li guardo e porto le braccia sulle loro spalle per farli avvicinare verso di me ed abbracciarli.
< Ma ora si mangia > sbotto iniziando a sentire lo stomaco brontolare.
< Possibile che tu pensi solo a mangiare? > domanda Harry pizzicandomi un fianco.
Faccio spallucce.
< Sono così... prendere o lasciare >.
Lo guardo, lui mi guarda prima di posarmi un bacio sul naso.
E così iniziamo a mangiare tra risate e chiacchiere varie.

Sì, direi proprio di sì... sono questi i momenti che preferisco.
I momenti che mi fanno stare bene.
Che mi fanno capire che ho bisogno di una sola cosa nella mia vita... l'amore della mia famiglia.



 
———

 

< Sono strapiena > dico sedendomi vicino a Gemma ed Ella sulla poltrona in vimini.
Siamo usciti in giardino vista la temperatura mite.
C'è addirittura un sole che seppur non splendente calza a pennello in questa giornata di festa.
Abbiamo finito di pranzare praticamente da dieci o quindici minuti e sono sconvolta.
Non so stasera come farò a mangiare al ristorante... non lo so proprio.
Addirittura ho pensato di disdire ma poi mi sono detta che devo farcela.
Per Harry.
È il suo compleanno e voglio cenare con lui a lume di candela.
Come farebbe una coppia normale per festeggiare.
< Io anche > risponde Gemma indicandosi la pancia.
Ridacchio.
< Abbiamo esagerato... ma il problema è il mio che non riesco a dire di no al cibo >.
Sbuffo.
Ora ne pago le conseguenze.
Avoglia.
< Cosa farete stasera? > domanda Ella.
< Ho prenotato in quel ristorante chic qui a Redditch >.
< E poi sesso selvaggio > commenta Gemma facendoci ridere prima di aggiungere < il regalo perfetto per mio fratello >.
< Ma cosa pensate che siamo pervertiti? >. 
 In effetti non ha tutti i torti...
< Bhe Harry lo è > scherza Ella.
< Comunque non so nemmeno come arriveremo a stasera sinceramente >.
Indico Harry, Matty e Niall che bevono seduti sulle poltroncine poco più in là rispetto a noi.
Li vedo male sinceramente.
Probabilmente stasera non ci sarà nessuna cena a lume di candela e serata d'amore.
Ma solo una sana dormita da post sbronza.
Già è tanto che non mi tocca fare la crocerossina se la situazione si mette più male del previsto.
< Se Niall vomita oggi lo lascio qui > ironizza Gemma voltandosi per guardare Niall bere uno shottino.
Anch'io.
< Stessa cosa per Harry > la conforto io prima che di scoppiare a ridere.
< Gemm, Ella, Care venite > ci chiama Harry con la mano.
< Andiamo a vedere cosa dicono >.
E così li raggiungiamo sedendoci sulle poltroncine libere.
< Partecipate anche voi? >.
Guardo Matty < a cosa? >.
< Alla gara di shottini >.
Eccoli lì che pensano ancora a bere.
Aiuto.
< Io mi rifiuto >.
< Gemma ma perché devi essere sempre così pallosa? > chiede Matty prima che la cugina lo mandi a quel paese senza troppi complimenti.
< Dai tesoro > dice Niall dolcemente.
< Tesoro, bleah > ridacchiano Matty e Harry iniziando a prendere in giro Niall.
< Fatela voi la sfida di shottini >.
< In effetti > mi intrometto < non vorrei star male >.
< Tu orsacchiotta sei solo una leggerina >.
Ma perché Harry mi ha iniziato a chiamare in questo modo?
È odioso come soprannome.
Lo guardo e gli faccio un bel gestaccio.
< Orsacchiotta, orsacchiotta > iniziano a prendermi in giro Matty, Harry e Niall.
Li odio cavoli.
Quando si mettono a fare gli stupidi tutti insieme non ce n'è per nessuno.
Diventano insopportabili.
Pesanti come che...
< Comunque riprendiamo a giocare va >.
Annuisco a Niall e poi decido di alzarmi per fare due passi perché ne ho bisogno.
Proprio bisogno.
Inizio a camminare fino ad arrivare all'estremità del giardino ossia dall'altra parte di dove si trovano i ragazzi.
Respiro l'aria a pieni polmoni.
Ah che goduria.
Si sta proprio bene.
Non è nemmeno freddo come invece ci si potrebbe aspettare.
Mi volto e ammiro i fiori e le piante sorridendo perché so che dietro c'è lo zampino di quella santa donna di Anne.
L'unica col pollice verde in famiglia.
Cosa che il figlio non ha.
Dimostrandolo in tante occasioni.
Come quando ha fatto seccare una pianta perché non le ha dato l'acqua.
O quando ha fatto morire un'altra pianta che non ha bisogno d'acqua perché appunto le ha dato troppa acqua per diversi giorni.
Insomma... il pollice verde non è proprio la sua passione.
Anzi...
Ma d'altronde nemmeno io ho il pollice verde.
Direi che non ci sono fare per niente con le piante.
Fin da piccola ho combinato disastri su disastri ogni volta che mamma mi chiedeva di badare alle piante.
Guardo in alto e chiudo gli occhi.

Sono felice come non mai.
E non scherzo.
Nell'ultimo mese io e Harry siamo stati benissimo.
Niente litigate.
Niente scenate.
Solo risate, chiacchierate fino a tarda notte, abbracci e baci.
Sento di vivere un momento magico.
Un periodo pieno di serenità, che è la cosa più importante.

Sobbalzo non appena due mani si appoggiano sui miei fianchi.
È Harry.
Riconoscerei il suo tocco tra mille persone.
Oggi, domani, sempre.
< Che fai qui tutta sola? >.
< Mi godo il panorama >.
Mi volto.
< Non te l'hanno detto che potrebbero approfittarsi di te tutta sola? > domanda piegando la testa di lato.
Ridacchio.
Quant'è scemo.
Ma lo amo anche per questo.
Per la sua leggerezza, per la sua ironia.
< E tu stai per approfittarti di me? >.
Annuisce per poi posare una mano tra i miei capelli.
< Sempre >.
< Correrò il rischio allora > rispondo ritrovandomi a dieci centimetri dal suo viso.
Harry ridacchia prima di avvicinarsi per baciarmi.
< Che fai? > protesto quando si stacca.
< Che c'è? >.
< Voglio un bacio vero > spiego mordendomi le labbra perché so che otterrò la reazione sperata.
E infatti...
< Ti odio quando fai così > mi mordicchia il labbro inferiore mentre io porto le braccia attorno al suo collo.
Oggi sono fortunata.
Ho i tacchi che mi facilitano la corsa alle sue labbra.
Infatti mi basta avvicinarmi e baciarlo.
Evidentemente anche lui non aspettava altro che questo momento perché non appena lo bacio inizia a rispondere ai miei baci più seriamente.
Non so per quanto tempo ci baciamo ma ad un certo punto una voce alle nostre spalle ci fa sobbalzare.
< Harry, Care venite a bere gli amari? >.
Poi non appena Desmond si rende conto dello stato in cui ci troviamo si scusa.
Ci stacchiamo subito.
Io imbarazzata, Harry tranquillo come uno zen.
Come se il padre non ci avesse beccati intenti a limonare come ragazzini in preda agli ormoni.
< Scusatemi non pensavo di interrompervi >.
< Scusaci tu > rispondo sorridendogli.
Fa un cenno con la mano < vi aspetto di là >.
< Che figura! > porto le mani davanti agli occhi facendo ridere Harry.
< Perché mai? >.
< Tuo padre ci ha sgamati mentre ci baciavamo >.
< E allora? Cosa credi che mio padre non sappia che ci baciamo? >.
Rido < no... solo che è stato imbarazzante >.
Sono diventata rossa me lo sento.
E infatti Harry non fa che confermare la mia ipotesi.
< Guardati sei tutta rossa > punzecchia le mie gote con le dita.
< Quanto ti amo > mi dice guardandomi dritto negli occhi.
< Anch'io ti amo > gli do un bacio < ma ora dobbiamo proprio andare di là >.
Ridacchia mentre io spiego < altrimenti chissà cosa penseranno >.
Non appena entriamo nella sala da pranzo Matty non perde tempo per prenderci in giro.
< Finalmente... >.
< Eravamo impegnati > spiega Harry.
< Impegnati a fare cosa? > provoca il cugino.
< Come sei impiccione Matty > lo rimprovera la madre ridendo.
< Sono solo curioso >.
< Ma vai via va... > Harry gli tira una pacca sulla spalla.
Anne mi fa segno di andare a prendere la torta di Harry così annuisco.
< Arrivo subito >  dico ad Harry prima di sparire in cucina.
< Che bella > si complimenta lei vedendo la torta.
Ovviamente non l'ho fatta io ma l'ho comprata in una pasticceria qui a Redditch.
< Rimarrà di stucco >.
Ridacchio e con la torta tra le mani raggiungo la sala da pranzo dove tutti iniziano a cantare la canzone tanti auguri.
< Perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzo... nessuno lo può negare > canticchio prima di avvicinarmi.
< Esprimi un desiderio > gli raccomando per poi scattargli una foto nel mentre spegne le candeline.
Applaudiamo tutti mentre Tim porta via la torta per tagliarla.
Allora intanto io posso finalmente consegnargli il suo regalo di compleanno
< Chiudi gli occhi > gli dico sorridendo.
Speriamo gli piaccia, ma tanto già so che ne sarà entusiasta.
< Posso aprirli? >.
Gli porgo il biglietto aereo tra le mani.
< Vai >.
I suoi occhi leggono velocemente le scritte sul biglietto.
Sorride.
< Oddio! Quando si parte? > chiede estasiato prima di abbracciarmi.
Gli ho regalato un biglietto aereo con destinazione Amsterdam per il mese prossimo.
Ho già prenotato tutto.
Hotel compreso.
< Contento? >.
< Da morire > mi stampa un bacio sulla guancia.
< Posso venire anch'io? > domanda Matty ridendo.
< Tu devi stare fuori dai piedi > gli intima Harry prima di girarsi a ricevere gli altri regali.
< Grazie > ringrazio Tim che mi porge il piattino con la torta.
< Buona > commentiamo tutti non appena assaggiamo la torta.
Che squisitezza.
Ma d'altronde per quello che l'ho pagata... se non era buona mi sarei fatta sentire sicuramente.
Senza ombra di dubbio.
< Ehi > si avvicina Harry prima di portare un braccio attorno al mio bacino.
< Contento? >.
< Assolutamente sì... non vedo l'ora di partire con te >.
Mi volto per poi fargli una carezza.
Ci raggiungono Gemma e Niall e iniziamo a parlare del più e del meno fino a quando Tim non mi chiama.
< Signorina Care potrebbe venire con me? >.
Che succede?
< Torno subito dico a tutti >.
Vado in cucina dove Tim spiega < pensavo che volesse portare lei la bottiglia di spumante ad Harry >.
< Chiamami Care e dammi del tu > gli sorrido < sul serio >.
< Ok Care >. 
< Benissimo >.
   
   
Afferro la bottiglia e torno di là dove trovo tutti in cerchio che parlottano tra di loro.
Che succede?
< Eccoti > dice Harry sorridendomi.
< Che succede? > indico tutti.
< Niente... perché dovrebbe succedere qualcosa? > ridacchia.
< Forse perché siete tutti in cerchio? > mi volto verso tutti.
< Non si può? > domanda < comunque non succede nulla >.
< Se lo dici tu >.
Mi sorride.
Lo guardo.
< Comunque ho portato lo spumante > mostro fiera la bottiglia.
< Lo beviamo dopo >.
< E perché mai? > domando ad Harry che mi sorride a trentadue denti.
< Adesso faremo una specie di gioco > dice infine.
Ecco lo sapevo... qualcosa stava succedendo.
Ne ero sicura.
Sicurissima.
D'altronde lo conosco come le mie tasche.
< Di che gioco si tratta? >.
< I dettagli non ti interessano > spiega brevemente mentre io lo guardo confusa.
< Come possono non interessarmi? >.
Ridacchia < ti basta solo sapere che alla fine del gioco devi rispondere sì o no >.
< Ma noi speriamo di sì > interviene mia madre mentre mio padre le da un buffetto sul braccio.
< Ahia Nickolas >.
< Chiudi quella boccaccia che ti ritrovi Jacqueline >.
< Ehm okey > mi volto verso Harry.
< Allora ti spiego brevemente >.
Annuisco.
< Ognuno dei presenti ha una cartolina con delle frasi >.
< Cos'è una caccia al tesoro? >.
Scuote la testa ed io alzo le spalle.
Boh.
Non so che gioco sia.
Ma ormai giochiamo.
< Innanzitutto devi indovinare di che canzone si tratta >.
< E cosa vinco? >.
Harry scuote la testa < possibile mai che tu debba sempre sapere tutto? >.
Annuisco.
< Non ti dirò nulla, sappilo > mi punta un dito contro.
Che palle.
< Dai iniziamo che sennò mi passa la voglia >.
< Quanto sei impaziente Smith > sghignazza prima di indicare Desmond < lui è il primo >.
Mi avvicino a Desmond che mi porge la cartolina con su scritto 'you're the light'.
< Capito di che canzone si tratta? >.
Faccio spallucce.
Che ne so io?
Mica sono un jubox?
Un karaoke ambulante...
< È un film che tu odi > spiega Harry ed io mi illumino.
< Cinquanta sfumature e stronzate varie >.
Annuisce.
Fa un cenno a Tim che parte con la musica.
< Leggi quello che c'è scritto ad alta voce per favore > mi raccomanda Harry mentre io annuisco.
Mi sposto verso Anne che mi porge la cartolina.

'You’re the light, you’re the night'.

< Sei la luce, sei la notte >.
Anne mi sorride ed io faccio la stessa cosa per poi mettermi di fronte a Dorothy.

'You’re the color of my blood'.

< Sei il colore del mio sangue > rido.
Guardo Harry e ironizzo < non lo sapevo sai? >.
< Vai avanti e non perderti in chiacchiere >.
Obbedisco e raggiungo mia madre che mi porge la cartolina piangendo.
Ma perché piange?

'You’re the cure, you’re the pain'.

< Sei la cura, sei il dolore >.
Mi sposto verso Gemma.

'You’re the only thing I wanna touch
Never knew that it could mean so much, so much'.


< Tu sei l’unica cosa che voglio toccare, non immaginavo che avrebbe significato così tanto, tanto >.
Guardo Harry che sorride.
Ma che è sto gioco?
Scuoto la testa < ci mancherebbe che vuoi toccare solo me >.
Tutti ridono, me compresa.
Sorrido a Niall che mi porge l'altra cartolina.

'You’re the feel, I don’t care
Cause I’ve never been so high
Follow me to the dark
Let me take you past our satellites
You can see the world you brought to life, to life'
.

Che romantico Harry.
Non pensavo potesse essere così sdolcinato.
O fare dei gesti simili.
< Leggi > mi rimprovera mentre io passo già dalla zia Mary.
< Tu sei la sensazione, non mi interessa, perché non sono mai stato così bene.
Seguimi al buio.
Lasciati portare oltre i nostri satelliti.
Puoi vedere il mondo che ti ha portato alla vita, alla vita >.
Ridacchio.
Non riesco ad essere seria.
Mi fa ridere la situazione in sé e per sé.
Io al centro accerchiata da tutti.
Intenta a leggere frasi di una canzone che sinceramente odio.

'Love me like you do, love me like you do
Love me like you do, love me like you do'
.

Ringrazio zia Mary e leggo < così amami come fai, amami come fai... amami come fai, amami come fai >.
< Adesso tocca a me la parte più bella > risponde sornione Matty passandomi la cartolina.

'Touch me like you do, touch me like you do
What are you waiting for?'
.

Guardo Harry < devo leggerlo per forza? >.
< Assolutamente... aspettavamo solo questo momento io e Matty >.
Sospiro < Toccami come fai, toccami come fai
Cosa stai aspettando? >.
< Come fai Care? > domanda Matty prima di essere zittito dal padre.

'Every inch of your skin is a holy gray I’ve got to find... only you can set my heart on fire, on fire'.

< La cosa si fa interessante > sbircia Matty facendomi ridere.
< Devo...? > ma Harry non mi fa finire la frase che subito mi ordina di continuare a leggere.
< Ogni centimetro della tua pelle è un punto che devo scoprire...
Solo tu puoi accendere il mio cuore in fiamme, in fiamme >.
< Abbiamo finito? > chiedo ad Harry che scuote la testa invitandomi a proseguire.
< Grazie Ella > le dico prendendo la cartolina.

'Yeah, I’ll let you set the pace
Cause I’m not thinking straight
My head spinning around I can’t see clear no more...
What are you waiting for?'.


< Sì, ti consento di impostare il ritmo, perché non sto pensando bene.
La mia testa gira, non riesco a vedere più chiaro...
Cosa stai aspettando? >.
< Ok > dice Harry avvicinandosi < ora girati di là e guarda nello schermo >.
Faccio come mi ha ordinato e mi volto verso lo schermo dove parte un video con appunto la canzone 'love me like you do'.
Un video con delle nostre fote, dalle più vecchie alle più recenti.
Dalle più stupide alle più intime.
Come questa che sta passando adesso.
Ci sono io con addosso una maglia di Harry che mi arriva sotto il sedere e lui solo coi boxer ad abbracciarmi da dietro.
< Questa potevi evitarla > gli dico guardandolo.
< A me piace > si scusa lui prima di farmi segno di non distrarmi.
Passa un'altra foto e ridacchio.
Io e Harry intenti a ridere per via del balletto che ha improvvisato Niall una sera.
Amo questa foto.
Esprime serenità, pace.
Famiglia.
< Vieni qui > prendo la mano di Harry facendolo avvicinare.
Strabuzzo gli occhi quando il video mostra una foto che anche se mi piace tanto di certo non avrei voluto vederla in mezzo a tutti.
Io e Harry intenti a scambiarci un bacio sul ponticello dove tre anni fa ci siamo promessi di provarci.
< Anche questa potevi evitare > mi lamento coprendomi il volto con le mani.

Che imbarazzo...

< Questa è la mia preferita > mi dice dandomi un bacio sulla guancia.

Ripeto: che imbarazzo.
Lo guardo e scuoto la testa.
Lui non si imbarazza mai, com'è possibile?

< Leggi attentamente > sussurra prima di spostarsi e andare non so dove.
Inizio a leggere le parole sullo schermo e per poco non mi scende una lacrimuccia.
Ma che è matto?
Non è mica il mio compleanno... è il suo.


'Se tre anni fa mi avessero chiesto come mi sarei visto nel futuro non avrei saputo rispondere, mi sentivo incompleto, troppo incompleto per poter rispondere...
Vivevo la vita alla giornata, senza fermarmi mai, senza provare emozioni ma poi ecco che sei arrivata tu che mi hai fatto capire che cos'è l'amore, che cosa vuol dire vivere per un'altra persona... che mi ha fatto capire cosa vuol dire famiglia.
Finalmente direi...
Sai Care, penso che dalla prima volta in cui ci siamo parlati ho capito quanto tu sia speciale.
Ho amato i tuoi insulti, le tue manie da protagonismo e ho amato il modo in cui affrontavi la vita.
Sempre col sorriso sulle labbra (che tu sai quanto io ami) e sempre a testa alta.
Probabilmente è lì che ho capito di amarti.
E negli anni il mio amore per te è solamente cresciuto.
Ad oggi quindi se mi facessero la stessa domanda so esattamente cosa risponderei.

Il mio futuro sei tu Caroline Smith, oggi, domani e per sempre.
Ma ora la domanda è...'
.


Il video si interrompe e la voce di Harry giunge alle mie spalle.
Vedo gli altri farmi segno di voltarmi e così faccio rimanendo di stucco trovando Harry in ginocchio.
< Vuoi sposarmi? >.
Mi gratto la testa nervosa.

Che cos'è uno scherzo?
Cos'è un cazzo di scherzo?


< Cos'è uno scherzo? > domando ad Harry che ride e scuote la testa.
< Se è uno scherzo sappi che è di cattivo gusto > gli dico ridacchiando nervosa.
   
Mi prende in giro?
Sì dai mi prende in giro, sicuro.
Un pesce d'Aprile anticipato.
< Non sto scherzando > mi dice spostando i suoi occhi su tutto il mio viso per capire cosa provo.
Confusione sicuramente.
< Care > si alza < voltati >.
Mi volto ridendo e per poco non mi prende un colpo quando tutti alzano dei cartelloni con le nostre foto con su scritto 'vuoi sposarmi?'.

Allora... allora forse non è uno scherzo.

Perché dovrebbe esserlo...
Perché mai dovrebbe prendermi in giro?
Sono confusa e... emozionata.
Troppo.

< Harry, dai... > sussurro ridacchiando nervosa.
< Tesoro... > si avvicina mio padre prendendo una mia mano < è tutto vero... >.
Poi indica Harry e spiega < Harry mi ha chiesto la tua mano >.
Oddio.
Allora è vero.
Deglutisco rumorosamente < e tu cos'hai riposto? >.
< Ho risposto di sì > mi sorride e mi abbraccia < la mia piccola Smith >.
< Ehm > si schiarisce la voce Harry.
Mi volto e lo guardo sorridere emozionato mentre mi chiede < allora vuoi sposarmi sì o no? >.

Ripenso ai nostri anni insieme.
Scene su scene.
Immagini, colori e odori.
E capisco di non poterne fare a meno.
Capisco di voler continuare a scoprire e ad emozionarmi giorno dopo giorno.
Con lui.
Sì, sì e ancora sì.
Voglio sposarlo.
Harry è l'uomo della mia vita.
Da sempre e per sempre.

Senza pensarci corro per poi saltargli letteralmente tra le braccia affondando la testa sul suo petto.
< È un sì? >.
Alzo la testa e una lacrima mi scende < sì Harold Edward Styles... voglio sposarti >.
Tutti iniziano ad urlare mentre io avvicino il mio viso per baciarlo.
< Sei matto > sussurro sulle sue labbra.
< Matto sì... ma follemente innamorato di te >.
Mi sposto per osservarlo meglio.
Sì, non vedo l'ora di diventare sua moglie.
Per sempre.
< Ora > dice con la scatolina blu in mano < dammi la mano >.
Mi volto verso mia madre che ovviamente piange come una fontana e sorrido.
Nel mentre Dorothy si avvicina proprio quando Harry mi infila l'anello al dito lasciandomi di stucco.
È mozzafiato.
Non so quanti carati ci siano, non so niente di niente ma so che deve valere una fortuna.
Non so nemmeno se sia in grado di portarlo.
(A dirla tutta).
< Questo è l'anello di fidanzamento che il nonno di Harry mi ha regalato il giorno in cui mi ha chiesto di sposarlo >.
< Oh > boccheggio.
< Ho pensato che dovesse essere tuo >.
Ma sarò degna di indossarlo?
< Non so se sono degna > le dico agitata.
< Sei degna, sei sempre stata degna di essere una Styles > afferma mentre io per poco non mi sciolgo.
E pensare che tre anni fa credevo che non avremmo mai potuto andare d'accordo.
Come mi sbagliavo...
Le sorrido sincera per ringraziarla.
È emozionata e si vede.
< Che vi porti tanta felicità come ne ha portato a noi >.
La abbraccio mentre lascio che un'altra lacrima scenda a tradire la mia emozione.
< Ti voglio bene >.
< Anch'io Dorothy >.
< Adesso voltati... è il momento di fare una foto da mandare ai ragazzi > mi chiama Gemma.
Faccio come mi ha detto avvicinandomi ad Harry che appoggia la mano su un fianco stringendomi a sé mentre io porto la mano avanti a far vedere l'anello.
Guardo Harry che mi sorride ed io non posso che fare la stessa cosa.
< Ora direi che potete venirci ad abbracciare > dicono tutti in coro mentre ci avviciniamo per le congratulazioni.
< E quand'è previsto il gran giorno? > domanda mia madre già in ansia.
Eccola... ma d'altronde era prevedibile.
< Tra quattro mesi > risponde Harry mentre io strabuzzo gli occhi iniziando a contare con le dita.

Come?
Cosa?
Quattro mesi?
Ma questo è completamente impazzito!

< Tu vorresti dirmi che a giugno ci sposiamo? >.
Annuisce.
< Sono impaziente di vederti sull'altare mogliettina > ridacchia.
< Tu sei matto! Come faremo in quattro mesi a preparare tutto? > domando in preda al panico.
Inizio a pensare al vestito, al ristorante, alla chiesa, agli invitati e già mi sento male.
Ho l'ansia.
< Sei sicuro? > domando io ancora incredula.
< Ce la faremo... mia madre e la tua ci aiuteranno > le indica e loro annuiscono.
< Sei tutto matto > gli dico mentre lui mi tira su facendomi fare un giro.
< Matto, matto, matto >.
Lo bacio sul naso, sulla fronte, sugli occhi, all'angolo delle labbra.
< Sposini... dovremmo dirvi una cosa >.
Guardo Harry che mi dice di non sapere nulla, mi mette a terra.
< Non sarai mica incinta? > chiedo a Gemma che scuote la testa.
< Sicura? > chiedo di nuovo facendo ridere Niall.
< Io e Niall vorremmo chiedervi... >.
Che vogliono chiederci?
< Sicura che non sei incinta? >.
< Nooooo > urla Gemma facendomi ridere, poi prende la mano di Niall e fanno un passo in avanti.
< Vorreste farci da testimoni? > chiedono all'unisono.
Guardo Harry che mi fa fare un altro giro prima di trascinarmi da loro.
< Assolutamente sì > li abbracciamo iniziando a ballare e a fare gli scemi.
< Direi che è il momento di brindare ai nostri ragazzi > propone Desmond passandoci i bicchieri dopo averci versato lo spumante.
< Per te Care un gin tonic > mi passa il bicchiere facendomi ridere.
Ormai anche gli Styles sanno che non mi piace lo spumante.
< Ad Harry, Caroline, Gemma e Niall >.
Portiamo in alto i bicchieri prima di brindare.
< Bacio, bacio, bacio > inizia a dire Matty.
Gemma e Niall si baciano accompagnati da urletti e fischi.
< Caroline non fare la sfigata > mi prende in giro mio padre mentre io gli sorrido falsamente.
< Bacio! Bacio! Bacio! > urlano tutti.
Guardo Harry che scuote la testa divertito dalle mie espressioni.
< Che imbarazzo > sussurro ad Harry.
< Che cosa state aspettando? > chiede Matty invitando gli altri ad urlare di più.
Ridacchio e alla fine cedo.
Mi avvicino al riccio che posa le mani sui miei fianchi per poi baciarmi.
< Basta così > dico una volta essermi staccata.
< Adesso è il momento del ballo dei futuri sposini >.
Guardo Matty.
Che odio.
Ma d'altronde gli voglio bene così com'è.
Tanto ormai dopo il bacio posso concedermi anche un ballo, no?
Mi avvicino ad Harry portando le mani attorno al collo mentre parte 'perfect' di Ed Sheeran e così iniziamo a ballare per poi essere raggiunti da tutti.
Mio padre e mia madre.
Gemma e Niall.
Anne e Desmond.
Dorothy e Tim.
Gli zii.
Ella e Matty.
< Da quando sei diventato così romantico? > domando ad Harry che fa spallucce.
< Forse lo sono sempre stato >.
Ridacchio perché so che mente.
< Non vedo l'ora di baciarti sull'altare futura signorina Styles > asserisce.
< Sull'altare solo baci casti però > lo ammonisco mentre annuisce < dovremmo esercitarci che dici? >.
< Dico che è perfetto > mi avvicino per baciarlo.

Fanculo, l'imbarazzo... direi che è meglio concentrare la mia attenzione sul mio bel maritino.

 


———



Infilo il pigiama e sorrido.
Ancora non ci credo che mi abbia chiesto di sposarlo.
È stata una giornata pazzesca.
Prima il compleanno di Harry.
Poi la proposta di matrimonio... e infine la proposta per fare i testimoni a Gemma e Niall.
A raccontarla non ci si crede.
È impossibile.
Sembra surreale.
Invece è tutto vero.
Tutto reale... fottutamente reale.
Ed io sono veramente felice.
Talmente tanto da poter toccare il cielo con un dito.
Diventerò sua moglie.
Diventerò sua moglie e lo sarò per sempre.

Lo amo.
Lo amo, lo amo e non potrei sperare di meglio.
Voglio vivermi la vita con lui, crescere, invecchiare.
Voglio godermi ogni singolo momento con lui.
Perchè è l'unico amore della mia vita.

Sospiro.
Che giornata... fortunatamente siamo giunti alla fine.
Anche se ovviamente alla fine non c'è stata nessuna cena nel ristorantino dove avevo prenotato.
E probabilmente non ci sarà nessun baby doll da indossare.
Sono distrutta.
Abbiamo festeggiato fino a poco fa.
Ed io non vedo l'ora di dormire abbracciata al mio Harry che è ancora di là con gli altri uomini.
Vado in bagno per lavare i denti e poi una volta fatto torno in camera dove mi butto a letto.
Prendo il cellulare iniziando a leggere gli auguri dei ragazzi che mi fanno ridere.
Sì, sono fortunata in tutto.
Ho degli amici fantastici che hanno gioito con audio e foto di brindisi.
< Appena torniamo festeggiamo per bene... preparate i fegati > invio l'audio ridendo non appena leggo le risposte.
< Che ridi? > domanda Harry entrando in camera.
< Rido per le risposte degli altri >.
Ride anche lui prima di sparire in bagno.
Spengo il cellulare e sorrido non appena Harry si avvicina al letto per poi infilarcisi con non poca difficoltà.
< Sono un tantino ubriaco >.
No, non l'avevo mica capito...
< Immaginavo >.
< Sai com'è... è da ieri che bevo >.
In effetti ha ragione... povero.
Io avrei già vomitato.
Inizio a parlare del più e del meno fino a che Harry si alza dal letto all'improvviso.
< Che fai? >.
< Niente, rimani a letto >.
Deve vomitare, lo so.
Lo conosco.
Conosco il mio pollo.
< Harry >.
< Care >.
< Che devi fare? >.
Lo guardo e gli dico che so già quello che sta per succedere e alla fine si convince e ammette quello che sospettavo.
< Credo di dover vomitare >.
Annuisco mentre lo vedo dirigersi di corsa in bagno. 
Sposto le coperte e lo raggiungo.

Ha bisogno di me.

Ed io gli starò affianco, anche se ho la fobia del vomito.
Sì, posso e devo farcela.
No?

Mi avvicino per poi legargli i capelli.
< Ti fa schifo il vomito > mi ricorda mentre si porta una mano sulla bocca < va' di là Care >.
Scuoto la testa, gli do un bacio sui capelli.

Ha bisogno di me ed io resto al suo fianco.

< Va' di là... forza > dice voltandosi leggermente.
< Nella buona e nella cattiva sorte > gli ricordo facendo riferimento alle parole che si dicono durante la celebrazione del matrimonio.
Harry sta per rispondere ma un conato lo costringe a starsene zitto.
Mi volto dall'altra parte per non vedere il vomito.
Non lo lascio qui, da solo.
Gli tengo la testa con la mano mentre con l'altra gli accarezzo i capelli.
Devo prendermi cura di lui.

D'altronde è anche questo il compito di una moglie no? 
   

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Capitolo 23
*** Guai in vista. ***


< Sei pronta per questa giornata di prove d'abito? > mi chiede Harry sedendosi sul divano.
Annuisco e sorrido.
Oggi io, Gemma, Anne e mia madre andremo a vedere quello che sarà il mio vestito da testimone per Gemma e Niall.
Che poi a pensarci sarebbe meglio concentrarsi sul mio di matrimonio visto che è tra quattro mesi, prima del loro quindi... ma sono dettagli.
< E quando pensi di iniziare a vedere in giro il tuo? > fa chiaramente riferimento al mio abito da sposa.
< Prima risolviamo con Gemma e poi ci concentriamo sul mio >.
In effetti una mezza idea ce l'ho.
Non voglio niente di stravolgente.
Più è semplice e meglio è.
< Promettimi di non scegliere un vestito in stile caramella > ridacchia facendomi ridere.
< Come se non mi conoscessi eh? > mi indico < ti prometto che il mio vestito sarà semplice... niente fronzoli >.
< Meglio... >.
Lo guardo e con lo sguardo gli chiedo cosa c'è.
< Così sarà più facile toglierlo la sera >.
Che idiota.
Però in effetti... non ha tutti i torti.
< Stupido... possibile tu pensi solo a quello? >.
< Io già mi porto avanti > scherza portandosi una mano tra i capelli.
Appunto di capelli...
< Tu taglierai i capelli? >.
Sicuramente risponderà di no.
Scuote la testa < ma come ci pensi? >.
Poi aggiunge < i miei capelli saranno esattamente così... lunghi e belli come me >.
E infatti...
Eccolo là.
< Sempre umile >.
< Sempre >.
Ridacchia < pensavo di legarli >.
Lo osservo coi capelli sciolti e il mio cuore ha un tuffo.
I capelli sciolti gli stanno divinamente.
Sembra un principe, non so... gli danno un'aria fiabesca.

Mi piace infilare le dita tra i suoi capelli.
Mi piace vederli sparsi sul cuscino alla mattina.
Mi piace vederli bagnati non appena esce dalla doccia.


Direi di sì... quel giorno voglio sposarlo coi capelli sciolti.
Assolutamente.
Sì direi che è perfetto così.

< Tienili così >.
< Sciolti? >.
Annuisco e poi mi avvicino prendendogli una mano < ti prego... fallo per me >.
Scuote la testa
< È il mio desiderio... tu sceglierai il tuo >.
Sospira < va bene va bene >.
< Grazie > gli stampo un bacio sul dorso della mano e poi mi accovaccio appoggiandomi sulle sua spalla.
< Non ci credo che ci sposiamo >.
< Credici Smith >.
< Sei sicuro? > chiedo sghignazzando.
Annuisce < sicurissimo >.
< Non ci posso ancora credere che mi abbia chiesto di sposarmi >.
< L'hai detto talmente tante volte che ormai non so più come farti capire che è tutto vero >.
< È che... non so > dico < hai cambiato idea >.
< E immagino tu voglia sapere perché >.
< Esattamente > ridacchio.
Si volta leggermente < ti ricordi la nostra litigata? >.
Annuisco.

Come dimenticarla?
Come?

Due giorni separati non si possono di certo dimenticare... non per me.

< Ho iniziato a pensare al domani >.
Aggiunge < ho pensato a come sarei stato tra dieci anni magari e lì ho capito >.
< Cosa? >.
< Ho capito di volerti sposare >.
Sorrido teneramente.
< E di voler creare una famiglia con te Smith >.
Mi volto leggermente < eh? >.
< Hai sentito bene Smith >.
Mi mordo le labbra.
< Vorresti creare una famiglia con me, sul serio? >.
< Sì, ovvio... non ti sto dicendo domani ma sì > annuisce < mi piacerebbe >.
< Sarai un padre fantastico lo sai? >.
< Dici? >.
< Dico > ripeto.
Si volta e mi stampa un bacio tra i capelli < sicuramente sarò un marito fantastico >.
< Sei sicuro? >.
< La notte del nostro matrimonio ti farò ricredere >.
Ridiamo entrambi per poi guardare la TV davanti a noi.
Poi sobbalzo < ah, hai chiamato il prete? >.
< Cosa credi che mi scordi di fare le cose? >.
< Può sempre servire ricordarti le cose Styles >.
Ride < sì ho parlato con padre James e mi ha detto che non ci sono problemi... basta solo scegliere il giorno >.
< In questi giorni mi metto a creare una mappa con tutte le cose che devo fare >.
Inizio a stilare < bisogna chiamare il ristorante, il fioraio... >.
< Basta così > mi tappa la bocca < andrà tutto alla grande >.
< Sì ma se non ci organizziamo... non andrà tanto alla grande >.
< Care > si volta per osservarmi meglio < a me interessa solo sposarti quel giorno... dei dettagli poco mi importa sinceramente >.
Quanto lo amo... dannazione.
Possibile mi sia rincoglionita tutto d'un botto?
Da quando sto con lui non ho più il senso della realtà.
Vivo in una bolla di sapone.
In una fiaba.
< Sarai bellissima > ripete sorridendo.
< Se lo dici tu > faccio spallucce.
< Ribalteremo Redditch > sghignazza facendomi ridere.
Abbiamo scelto di sposarci a Redditch e non ad Holmes Chapel perché ci tenevo visto che è la chiesa dove si sono sposati i nonni di Harry.
È deliziosa, così come il giardino dietro che la illumina di colori conferendone un aspetto ancora più bello e romantico.
< Sai che ci faranno bere quella sera vero? > chiede mordendosi le labbra.
< Già mi immagino... >.
< Louis e Niall hanno detto che vogliono ubriacarsi a merda > continua prima di fare una smorfia.
Eh, tipico... i nostri amici faranno il delirio.
Ci sarà un trambusto assurdo.
Anche perché alla fine dei conti siamo i primi che si sposano.
E come tali dobbiamo festeggiare alla grande.
Col botto.
< Che ti succede? >.
< Probabilmente la sera sarò ubriaco > spiega.
< E allora? >.
< Allora non riuscirò ad occuparmi di te come ho intenzione di fare > mi strizza un occhiolino.
Poi aggiunge divertito < ma probabilmente sarai ubriaca anche tu >.
< Probabilmente sì > alzo la mano per grattarmi la testa e mentre sto per metterla sotto la coperta Harry me la prende per poi baciarla.
< Quanto mi piace vederti portare questo anello >.
< Sei diventato troppo sdolcinato Harold >.
< Ehi... voglio solo fare il romantico con la mia futura mogliettina > mi ribacia la mano, poi gioca con l'anello.
< Che stupidino > commento portandogli la mano tra i capelli.
Guardo l'orologio e sbuffo.
Possibile che Gemma sia ancora a casa?
Siamo in ritardo... non ci basterà un giorno già lo so.
< Che succede? > chiede ridendo.
< Succede che siamo in ritardo sulla tabella di marcia... finiremo col far tardi >.
< Mia sorella è il ritardo in persona > sbuffa < non so Niall come la sopporti >.
< Ehi... > gli tiro un cazzotto < è tua sorella >.
< Che c'entra? Dico solo la verità >.
Afferro il cellulare e scrivo velocemente a Gemma per sapere verso che ora passa.
Magari risponde che sta per arrivare... sì certo come no.
Una notifica.
Ha risposto.
Apro il messaggio e sbuffo.
Tanto lo sapevo.
È in ritardo.
Tipico di Gemma.
< In ritardo? >.
Annuisco.
< Di quanto? >.
< Un'ora > mi lamento guardando l'orologio e facendo due conti.
< In bocca al lupo per oggi > ride facendo zapping.
Che disperazione...
Cosa faccio in quest'ora?
Mi volto e guardo Harry che ride vedendo un programma divertente.

Forse...
Forse, forse so come impiegare quest'ora senza annoiarmi.
Posso concentrarmi su di lui no?
Un po' di sano divertimento direi che calza a pennello.
Io, lui e un'ora a disposizione.
Ho un'idea...

Ridacchio mentalmente mentre mi alzo dal divano.
< Dove vai? > chiede guardandomi.
< Siccome ho un po' di tempo vado su di sopra a sistemare l'armadio >.
< Eddai Care... rilassati un attimo > fa segno di rimettermi seduta.
'Sì, sì lamentati pure... vedrai dopo come non ti lamenterai più'.
< Tra poco torno > gli dico prima di sparire su per le scale e dirigermi in camera e poi in bagno dove apro il rubinetto della vasca.

Un bel bagno rilassante può solo che farci bene, no?
L'acqua calda, gli oli profumati... le sue mani sul mio corpo.
'Sì direi che si può fare'.

Vado in camera dove mi specchio.
Potrei indossare il babydoll che avevo intenzione di indossare la sera del suo compleanno.
Perché no?
Senza pensarci più del dovuto sfilo la maglia che avevo messo, i pantaloni e poi infilo il baby doll prima di fare un giro su me stessa.
Sì, direi che ci sta.
Vado in bagno dove chiudo l'acqua per poi buttare dei petali di rosa in acqua.
Sono pronta.

No, che dico prontissima.

< Harry > urlo più che posso sistemandomi sul bordo della vasca.
< Harry! >.
Niente.
È sordo per caso? 
Non sente...
Sciolgo i capelli cercando di pettinarli in modo da conferirmi un'aria selvaggia.
< Harry! > urlo un'altra volta prima di sentire i suoi passi su per le scale.
Ci siamo...
< Mi sai dire che cosa c'è da urlare così tanto? > chiede entrando in camera.
< Care? > domanda mentre io dico < sono in bagno >.
Ridacchio mentre lo sento avvicinarsi per poi aprire la porta.
< Ehi > gli dico vedendolo strabuzzare gli occhi non capendo.
Mi alzo e mi avvicino mentre mi chiede cosa succede.
< Sai... > affermo avvicinandomi al suo viso < siccome ho un'ora ancora ho pensato di impiegarla al meglio >.
I suoi occhi si illuminano dopo aver capito le mie intenzioni.
< In che modo? > chiede facendo il finto tonto.
< Bhe > gli bacio la mascella.
< Pensavo di fare un bagno rilassante > gli stampo dei baci sul collo e sulla clavicola.
< Da sola? > chiede portando una mano sul mio fianco.
Scuoto la testa.
< No, con te > gli sussurro in un orecchio mentre lascio che una mano si infili casualmente nei jogger neri.
< Ti va? > chiedo baciandogli le labbra.
Come se la risposta già non la sapessi...
La sua mano preme di più sul mio fianco mentre io lo stuzzico un po' aspettando che risponda.
< Approvo il babydoll > afferma lasciando cadere la spallina per poi trascinarmi contro il lavandino dove con uno scatto mi apre le gambe per potercisi infilare col corpo.
Sussulto non appena ammette < ma non vedo l'ora di togliertelo >.
Senza esitare infilo le mani tra i suoi capelli mentre le nostre bocche iniziano a baciarsi.
A mordersi.
Gli tolgo la maglia gettandola a terra e ridacchio quando con una mano sul mio sedere mi trascina verso la vasca.
< Possibile che tu mi piaccia sempre di più? > domanda retorico mentre mi sfila il babydoll, per poi togliermi il reggiseno e gli slip lanciandoli non so dove e come.
< Dici sempre cazz... > mi blocco non appena la sua mano prende a toccarmi come sa che a me piace.
< Dicevi? > chiede beffardo prima di mordermi le labbra.
Porto la testa all'indietro rispondendo ai suoi movimenti mentre sento andare in fibrillazione tutto il corpo.
In un momento di lucidità affermo vogliosa < voglio solo che tu mi scopa >.
< Smith... cosa sono queste parole? > domanda ridacchiando < di solito sono io ad usare quella parola di cui tu ti lamenti sempre >.
Lo guardo < mi è uscita così >.
Ride ma se la smette non appena io mi volto dandogli le spalle prima di iniziare a strusciarmi su di lui sentendo il suo corpo andare in tilt.
Le sue mani sul mio ventre e il suo respiro sul mio collo a farmi capire di non poter più fare a meno di me.
< Hai ragione... > sbotta facendomi voltare prima di baciarmi con foga < è il momento di scoparti come ho voglia di fare da stamattina >.
Lo bacio giocando con la sua lingua mentre entro nella vasca prima di sedermi a cavalcioni su di lui.
I fiori a coprirci i corpi nudi e tremanti di desiderio.
E i nostri corpi ad appartenersi ancora una volta.

 


———

 
< Tesoro cos'hai fatto in quell'ora di ritardo? > domanda mia madre mentre io ridacchio mentalmente.
Se solo sapessero cosa ho fatto... così mento < ne ho approfittato per sistemare l'armadio >.
Come no...
< Hai fatto bene... anche perché da settimana prossima o dall'altra dobbiamo iniziare a pensare al tuo abito >.
Roteo gli occhi < c'è poco da pensare... voglio un abito semplice >.
< Sì ma tanto vorrai provarlo no? >.
< Mamma > la imploro < non preoccuparti: stai tranquilla che andrà tutto meravigliosamente bene... >.
< Mi fido allora >.
Le faccio un ok prima di voltarmi non appena Gemma mi chiede < cos'hai fatto in quell'ora? >.
< Ho pulito > ribadisco vedendola ridere.
< Io non me la bevo la storia delle pulizie lo sai vero? > domanda mentre io faccio spallucce.
< E questi? > mi indica il collo confondendomi.
Afferro lo specchietto dentro la borsa e mi specchio.

Oddio.
Ho i segni dei baci di Harry.
Addirittura i segni dei morsi.

La guardo e sorrido < bhe direi che ho avuto da fare >.
< A farti fare succhiotti da mio fratello? >.
< Può darsi > le dico prima che si alzi.
< Come vorresti l'abito? > mi chiede camminando su e giù lungo la stanza.
< Lascio fare a te... colore e modello compreso >.
D'altronde è il suo matrimonio ed è giusto che scelga lei l'abito che dovrò indossare.
Mi affido completamente nelle sue mani.
< Io pensavo ad un bel rosa >.
Annuisco... perché no?
< Allora vi ho portato questi abiti > spiega la titolare del negozio seguita da mia madre e Anne come due cagnolini.
Oddio quanti abiti...
Il pensiero di doverli provare tutti mi manda in tilt.
Leva e metti.
Specchiati, fai un giro... oddio.
Speriamo di farcela e di non impazzire prima del dovuto.
< Caroline, se vuoi seguirmi > mi fa un cenno con la mano mentre io annuisco per poi alzarmi e seguirla nel grande camerino.
< Direi di provare questo > mi indica un abito rosa cipria che io odio.
È proprio da... boriosi.
Ha un corpetto ricamato con dei fiori e una gonna di tulle abbastanza ampia, troppo ampia per i miei gusti, che conferisce all'abito il classico aspetto di caramella.
No... speriamo che a Gemma non piaccia.
Mi lascio infilare il vestito sentendomi in imbarazzo quando la signora mi chiede se mia sia fatta male.
Riferendosi chiaramente al livido sul collo.

Mannaggia a te Harry.

Ma perché deve imprimermi?
Marchiarmi in questo modo?

< Ehm... no, no > mi affretto a spiegare prima di sciogliere i capelli così da nasconderlo.
< Questo è il primo > spiega facendomi uscire dal camerino mettendomi davanti a Gemma, Anne e mia madre.
< A me non piace > afferma subito Gemma scuotendo la testa.
Grazie.
Grazie al cielo che non le piace.
Sia benedetta tu Gemma Styles.
Sempre!
< Care tesoro potresti togliere i capelli davanti così da vedere meglio il corpetto? >.
Guardo mia madre esasperata ma alla fine cedo spostando i capelli da un lato.
< O Signore misericordioso... cos'hai fatto al collo? > domanda preoccupata < sei caduta? >.
Che innocente che sei madre mia...
Si vede da lontano un miglio che si tratta di un succhiotto.
Ma lei no... pensa che sia caduta.
Anne ridacchia perché ovviamente ha capito tutto.
< Non sono caduta mamma >.
< E allora cos'è quel segno? > domanda avvicinandosi per analizzarlo prima di tornare al suo posto.
La guardo.
Possibile che debba spiegarle cos'è quel segno?
Davanti a tutte?
Sbuffo.
< È un succhiotto mamma, contenta ora? >.
La vedo impallidire, così affermo seria < concentriamoci sul vestito per favore >.
< A me non piace come ti sta la gonna Care... non esalta la tua bellezza > spiega Anne sorridendomi.
< Mamma? >.
< Ci sei? > sventolo una mano davanti la sua faccia.
È in catalessi.
< È che... stavo pensando... te l'ha fatto Harry? >.
Alzo gli occhi al cielo.
Ancora con questa storia?
Pensavo fosse finita... e invece no mi ritrovo a dover rispondere ancora a questa insulsa domanda.
< Sì mamma me l'ha fatto Harry ma ora concentrati sul mio vestito d'accordo? > sorrido a trentadue denti prima di aspettare la sua risposta.
< A me non dispiace il corpetto ma la gonna è out >.
Annuisco e poi faccio un cenno con la mano come a dire 'il prossimo'.
Entro nel camerino e indosso l'altro vestito.
A sirena.
Che io odio.
Andiamo bene.
Due su due che non mi piacciono.
Troverò il vestito adatto?
< Questo è a sirena > mi fa girare su me stessa mostrando l'abito che non è male ma... appunto è a sirena.
< A Care non piace > spiega Gemma conoscendo i miei gusti.
Le strizzo un occhiolino.
< A me piace invece > afferma Anne toccando la stoffa con la mano < la valorizza... la slancia molto >.
< Anche a me piace molto > interviene mia madre  dando un cinque ad Anne.
< Io eviterei di farle indossare un vestito che non le piace > spiega Gemma con calma.
< Ma se le sta benissimo... >.
Guardo mia madre.
Abbiamo dei gusti totalmente opposti.
Lei sceglierebbe sicuramente questo.
Invece io lo odio.
Con quella coda... no, no.
È più forte di me, non posso farci nulla.
Non mi piace.
Mai piaciuto.
E continuerà a non piacermi.
< Tu Care che pensi? > mi chiede Anne prima che io dica senza imbarazzo che non mi piace per niente
   
   
Annuiscono.
< Allora direi di passare al prossimo >.
Annuisco e raggiungo il camerino dove la titolare mi mostra un vestito praticamente ricamato in pizzo.
Molto bohemien per intenderci.
Lo stile che piace a Gemma.
Sicuramente le piacerà.
Anche a me non dispiace... ma c'è qualcosa che non mi convince.
Non so cosa sinceramente.
Ma non mi convince del tutto.
Saranno le braccia troppo coperte o la gonna troppo ampia.
Non so...
< Questo mi piace tantissimo > commentano Gemma e Anne vedendomi arrivare.
Addirittura Gemma mi fa una foto sotto il mio sguardo confuso.
< L'ho mandata ad Harry... vediamo cosa ne pensa >.
Meglio non saperlo...
Anne ridacchia < secondo me ci raggiunge non appena vede la foto >.
< Digli di non provarci nemmeno > intimo Gemma che ride.
Perché ride?
Si alza e mi passa il cellulare facendomi leggere quello che ha scritto il fratello mentre io scuoto la testa.

Esplicito anche nei messaggi...
Sempre e comunque eh?

< Cosa rispondo? > mi domanda < rispondigli che si levasse dalla testa ogni strana idea >.
Ridiamo tutte, titolare inclusa.

Come gli viene in mente di scrivere quelle cose?
Possibile non si riesca a dare un minimo di contegno?
Possibile che pensi sempre a quello...
'Come se tu ultimamente non ci pensi mai' mi rimprovera la mia coscienza facendomi ridere.
In effetti ultimamente sono sempre io ad aprire le danze.
Un po' come stamattina.
O come la settimana scorsa quando nel bel mezzo della notte l'ho svegliato con l'impellente bisogno di svagarmi.
Avevo la testa piena di pensieri per via del lavoro e sapevo che l'unico metodo efficace era quello di dedicarmi al mio bel Harry che ovviamente non si è tirato indietro.

Anzi...

< Io ne vedrei ancora un altro > riprende a parlare mia madre < è molto bello... ma la copre troppo secondo me >.
< E da quando vuoi vedermi indossare vestiti mezzi scollati? > chiedo alzando le sopracciglia.
< Devi mostrare il tuo corpo... un minimo > mi sorride < sono sicura che Harry la penserebbe come me >.
< Sicuramente > le dà man forte Anne iniziando a ridacchiare con mia madre mentre io parlo con Gemma.
< In effetti è un po' troppo accollato > si alza per farmi fare un giro.
< Il modello non era male... ma le maniche troppo accollate >.
Annuisco aggiungendo < e pizzica a dirla tutta >.
< Vediamo l'ultimo > suggerisce Gemma alla titolare < altrimenti torneremo un altro giorno >.
< Proviamo questo... è semplice > mi spiega la titolare una volta dentro il camerino.
Mi guardo allo specchio.
E... wow.
Questo mi piace davvero tanto.
Semplice, semplicissimo ma perfetto.
Esco e con aria trionfante mi piazzo davanti alle tre che sorridono.
Il vestito è divino.
È di organza rosa... un po' satinato.
Scende morbido lungo il corpo anche se in vita ha una specie di cintura di tulle che mette in risalto le mie forme.
Il corpetto è semplice e termina con delle spalline sottili sempre rosa.
< Credo che sia perfetto > afferma Gemma con un sorriso a trentadue denti.
< Anche per me > dicono in coro le due amiche.
Ridacchio e annuisco.
Sì... è perfetto.
< Direi che abbiamo trovato l'abito per la testimone > scherza la titolare prima di farmi delle foto da mettere sul sito per presentare la nuova collezione.
< Ti sta d'incanto... > afferma mia madre lasciandosi sfuggire una lacrima.
< Mamma... se piangi adesso cosa farai quando proverò il mio abito da sposa? >.
< Sarò una fontana probabilmente > asserisce venendomi ad abbracciare.
< Propongo un abbraccio di gruppo > aggiunge chiamando Gemma e Anne che si stringono attorno a noi mentre io rido.
Possibile mai che per un abito da testimone ci siamo ridotte così?
Le guardo e sorrido perché so di essere fortunata.
< Ehm... direi che è ora di andare a sgranocchiare qualcosa > dico io prima di staccarmi dall'abbraccio e infilarmi nel camerino per mettermi i miei abiti.
< Il vestito te lo paghiamo noi > mi dice mia madre indicando Anne che annuisce.
< No... non posso accettarlo >.
< Sì che puoi... ora andiamo > salutano la signora per poi trascinarmi fuori dal negozio sotto le mie proteste.
Che odio.
Quando si mettono insieme sono testarde come dei muli... tant'è che a volte ho l'impressione di aver creato dei mostri.
Ma sono contenta.
Sono contenta che vadano così d'accordo.
Ormai si vedono spesso, da sole o coi rispettivi mariti.
< Vi odio quando fate così > dico per poi ridacchiare.
< Shhh... > mi fanno segno con la mano prima di incamminarsi lungo la strada iniziando a chiacchierare tra di loro mentre io e Gemma le seguiamo dietro.
< Niall che dice? > domando io girandomi per osservarla.
< È euforico... ha detto che con la madre andrà a vedere l'abito da sposo in questi giorni > poi ride < ma è più euforico per il vostro matrimonio >.
< Come mai? >.
< L'altro ieri sono venuti a casa Liam e Louis e hanno fatto un piano per ubriacarsi >.
< Immaginavo... > dico ridendo < probabilmente nel piano siamo incluse io e te >.
Annuisce per poi farsi seria < chissà se Lerya capirà che è ora di finirla con questa pagliacciata >.
Faccio spallucce.
Alla fine gliel'ha detto anche a Gemma che sta uscendo con mio fratello e che sta capendo se Zayn effettivamente è l'amore della sua vita o meno.
< Spero solo che non combini più cazzate di quante ne stia combinando > affermo.
< Zayn è a pezzi... Io e Niall l'abbiamo incontrato ieri >.
< Immagino che non se la passi bene >.
Annuisce < speriamo si risolva al più presto questa situazione >.
< Già > mi ritrovo a dire prima di scuotere la testa < ora basta a parlare di Lerya e Zayn... pensiamo solamente al fatto che intanto abbiamo trovato il primo abito >.
Ridacchia < non oso pensare quando dovremo trovare quello da sposa >.
< Harry oggi mi ha detto di non volermi vedere con addosso un abito in stile caramella > asserisco vedendola sorridere.
< Ah, tra un succhiotto e un altro siete riusciti a parlare? >.
La guardo rifilandole un dito medio.
< Parliamo, parliamo molto in effetti >.
< Sì come no... >.
Poi aggiunge < posso chiederti una cosa? >.
La guardo prima di annuire.
< Quante volte lo fate ultimamente? >.
Oddio.
< Perché? >.
< No, perché ultimamente a casa nostra non si batte chiodo... > si volta portandosi una mano sul viso che intanto si è colorato di un colore rosso.
< Ci sta... credo sia normale coi preparativi e tutto >.
Mi guarda < quindi anche voi non avete tempo >.
La guardo e la mia faccia le risponde senza che io dica nulla tant'è che scoppia a ridere.
< Bhe... diciamo che con Harry i preparativi passano in secondo piano > spiego mordendomi il labbro superiore.
< E tu non sei stanca? > si indica < io lo sono... soprattutto a fine giornata >.
< Io non sono mai stanca quando si tratta di Harry > ridacchio < ultimamente non riusciamo a non... >.
< Fare l'amore? > chiede finendo la frase al posto mio.
< Ogni momento è buono, ogni secondo... mattina, pomeriggio o sera è indifferente > affermo ripensando alle ultime settimane.
< E come lo conquisti? >.
< Hai bisogno di una mano per conquistare Horan? >.
Annuisce.
< Mhh > mi ritrovo a pensare.
Niall è così diverso da Harry.
A lui basta poco... non ha bisogno di essere sorpreso come invece ama l'amico.
< Credo che potresti organizzargli una cena a lume di candela >.
Mi ferma < non mi metterò a fargli uno spogliarello come invece fai tu >.
< Cosa pensi che io ad Harry faccia gli spogliarelli? > domando cercando di non ridere.
< Assolutamente > poi chiede < non è così? >.
Annuisco facendola ridere per poi riprendere a spiegare < comunque niente spogliarello per Horan... solo musica di sottofondo >.
< Ci sono! Neil Young > aggiungo guardandola.
< Credi che funzionerà? >.
< Assolutamente > sghignazzo < mi saprai dire >.
Si morde le labbra < credo proprio che stasera non sarò stanca... e che metterò in pratica i tuoi consigli >.
< Io invece credo proprio che stasera sarò stanca > sbotto < mi ha sfinita stamattina >.
< Oddio > afferma Gemma prima di iniziare a ridere entrambe. 

Almeno sono sincera.


———


 
< Ehi sono a casa! > urlo chiudendo la porta alle mie spalle.
Tolgo il cappotto e le scarpe.
< Harry? > domando di nuovo non vedendolo arrivare.
Strano... sarà meglio controllare.
Per prima cosa vado in cucina per bere un bicchiere d'acqua per poi andare in sala dove trovo Harry intento a dormire.
Che cucciolo...
Mi avvicino senza fare rumore, gli prendo il telecomando posandolo sul tavolino e lo copro con la coperta di pail.
Lo guardo e sorrido senza rendermene conto.
Non mi stancherei mai di guardarlo.
Specialmente quando dorme come in questo caso.
Il viso rilassato, le labbra mezze aperte, le mani sotto la guancia.
Mi sembra una visione.
Una visione speciale.
Sospiro.
Se ripenso a noi due tre anni fa mi viene da sorridere.
Ma proprio tanto...
Gli insulti, le litigate... le sfuriate.
Probabilmente già ci amavamo follemente, solo che eravamo troppo stupidi e testardi per ammetterlo.
Se ripenso a come ci siamo trattati... a come ti abbia maledetto ogni santo giorno della mia vita.
E tutto per paura di innamorarci.

Quando con te ho scoperto la bellezza di amare qualcuno.
Quando con te ho capito quanto sia speciale sentirsi amati.


Alzo la mano per mirare l'anello.

Mi manca il fiato se penso che a breve sarò tua moglie.
Mi manca il fiato se penso che saremo per sempre insieme.
Mi manca il fiato perché so che al mio fianco ci sarai tu Harry.
Tu e solo tu per sempre.


Mi avvicino al divano e mi siedo senza fare troppo rumore portando una mano sulla sua testa per accarezzargli i capelli che ha legato in una delle sue solite code disordinate.

Quanto lo amo...
Ormai non c'è bisogno di ripeterlo ma è come se ogni giorno ne avessi bisogno.
Come se non dipendesse da me.
Come se mi venisse naturale, spontaneo.
Gli accarezzo una guancia mordendomi le labbra.
Se sono fortunata...

< Hai finito di mangiarmi con gli occhi Smith? > chiede sorridendo ma senza aprire gli occhi.
Che stronzo... ha visto perfettamente la mia faccia da ebete e adesso se ne approfitta alla grande.
< Non è vero > provo a dirgli vedendo un suo occhio aprirsi < sì e io sono Gesù Cristo >.
Ridacchio.
< Lo so che è impossibile resistermi cara... oh se lo so > afferma prima di chiudere gli occhi nuovamente.
Ho proprio bisogno di un suo abbraccio.
Di sentire il suo corpo a contatto col mio.
< Harry > lo chiamo < mi abbracci? >.
< E poi hai il coraggio di dirmi che sono diventato smielato eh? > sghignazza per poi tirarsi su e fiondarsi su di me abbracciandomi più forte che può mentre io mi stendo così da poterlo abbracciare meglio.
Non so per quanto tempo stiamo così.
In silenzio.
Col solo battito dei nostri cuori che fanno a gara col ticchettio dell'orologio appeso al muro.
Porto una mano sulla sua nuca lasciando scivolare le dita su e giù per accarezzarlo mentre Harry ha la testa praticamente appoggiata sul mio petto.
< Non sei comoda > sbotta girandosi più volte.
< Mh? >.
< Sarà che sei una tavola da surf > dice prima che io gli rifili un cazzotto sul braccio per poi ridacchiare insieme a lui.
D'altronde lo sappiamo tutti che madre natura non mi ha dotata di abbondanza, ma infondo che posso farci?
< Allora puoi anche alzarti > dico facendo la finta offesa.
< Non mi alzerei da qui nemmeno sotto tortura Smith >.
< Vedi? Sei tu lo smielato Styles >.
< Ma se tu non perdi mai tempo per appiccicarti come una cozza > afferma accarezzandomi un fianco con la mano.
Alzo le sopracciglia come se potesse vedermi < ah sì? Allora da adesso in poi sarò distaccata, fredda >.
< Stavo scherzando > alza il viso < a me piace quando fai la smielata >.
< Sarà meglio > sbotto io con gli occhi ridotti a due fessure.
< Gemm mi ha detto che hai trovato l'abito da testimone >.
< Sì... una cosa fatta almeno >.
< Ti starà un incanto >.
< Ti piacerà vedrai > affermo prima che lui risponda < sicuramente >.
Guardo il soffitto lasciando che il nostro abbraccio continui.
Non ho voglia di muovermi.
Di fare nulla se non di starmene appiccata qui fino a domattina.
Anche per sempre, se a lui va.
< Caroline >  mi guarda.
< Dimmi >.
< Ti amo da morire >.
Sorrido < anch'io Harry, non sai quanto... >.
Si alza guardandomi divertito.
< Che c'è? > chiedo non capendo il perché della sua faccia divertita.
< Ti andrebbe di cucinare con me stasera? >.
Lo guardo < come se non sapessi che non so cucinare nulla >.
< Ti insegno... dai >.
< Mhh > mi lamento.
< Dai, ti prego > mi stampa un bacio mentre si tira su prendendomi per mano.
< Ho troppa fame > spiega trascinandomi in cucina.
< Com'è? > chiedo legandomi i capelli.
< È colpa tua >.
< Mia? > mi indico confusa.
< Mi fai bruciare troppe calorie ultimamente > sussurra a pochi centimetri dal mio viso.
Roteo gli occhi prima che mi stampi un bacio veloce < ora, segui tutti i passaggi che ti dirò >.
Sbuffo al suo < chiaro? >.
< Caroline dovrai pure imparare a cucinare >.
< A che mi serve? Ho te > lo indico facendo spallucce.
< Ma un domani quando sarai una mamma? Cosa cucinerai? >.
< Un domani cucinerai sempre tu Harry > ridacchio.
< Sul serio Care... pensa se nostro figlio tornasse da scuola dopo aver detto a tutti che sua madre non sa cucinare nulla > spiega < come ci resteresti? >.
Mi avvicino < non mi importerebbe nulla... perché tanto è la verità >.
< Una mamma deve sapere cucinare > sorride < le nostre lo sanno fare e anche bene >.
< Primo, ti ricordo che non sono ancora mamma e secondo, non è una mia priorità saper cucinare >.
Ride sonoramente.
< È vero >.
< Sei veramente incredibile eh >.
Mi afferra per un fianco < dovresti pensare anche al tuo maritino preferito >.
< Come? > chiedo guardandolo.
< Bhe... facendomi trovare la cena pronta quando torno dal lavoro per iniziare >.
< Sì e per finire? > chiedo aggrottando le sopracciglia.
< Facendomi un massaggio ai piedi prima di andare a letto >.
< Te lo scordi bello > affermo mentre Harry strofina il suo naso contro il mio.
< Devi imparare >.
< Non ne ho la minima voglia >.
< Ti serve >.
< Non mi serve a nulla > dichiaro < so fare altre cose >.
Annuisce < questo è vero... > mi stampa un bacio.
Gli accarezzo il braccio.
< Va bene mettiamola così: a cucinare ti cucino io ma tu fai tutto il resto >.
< Bel compromesso > gli do una strizzatina di guance < ci sto >.
Ridacchia prima che suonino al campanello.
Chi sarà mai?
< Mi spieghi perché devono sempre interromperci? > domanda facendo il bimbo triste.
< Non hanno interrotto proprio nulla >.
In effetti... stavamo solo parlando.
< Sì invece > mi stringe a sé < stavo per baciarti >.
Ridacchio.
< Mi bacerai dopo Styles... non preoccuparti > gli strizzo un occhiolino mentre vado ad aprire la porta.

Zayn.

Che succede?

< Zayn... entra > gli faccio cenno di seguirmi.
< Styles ti ho portato una sorpresa > dico entrando in cucina con Zayn.
< Che ci fai qui? > domanda prima di andare ad abbracciare l'amico.
< Spero di non avervi disturbato > dice una volta staccatosi dall'abbraccio.
Sorrido.
< Tu non disturbi mai > afferma Harry invitandolo a sedersi.
< Che mi dite futuri sposini? >.
< Che abbiamo poco tempo per organizzare il tutto > ridacchio.
< Comunque ci tenevo a congratularmi con voi dal vivo... >.
Gli prendo la mano stringendola.
Che caro...
Pensare che sta soffrendo a causa di Lerya mi manda in bestia.
< Ti ringrazio Zayn >.
< Quando ho visto la foto sul gruppo non ci potevo credere > ridacchia < non pensavo che Styles potesse fare una mossa del genere senza farsi scoprire da nessuno >.
< In effetti mi sono dovuto trattenere dal dirlo solo alle nostre famiglie per renderle partecipe del gioco > ammette Harry prima che sia io che Zayn ridiamo.
< Devo dire che sei riuscito nell'intento > commenta il moro < l'hai stupita >.
Annuisco e poi lo guardo attentamente.
È dimagrito.
Ha il viso più magro, spento direi.
< Tu come stai? > chiedo senza pensarci troppo.
< Mha... alterno giorni in cui mi dico che doveva andare così e giorni in cui mi dispero >.
Mi volto per osservarlo meglio.
< Non c'è bisogno che ti dica che puoi parlarne quanto vuoi, 
vero? >.
< Lo so Care... lo so > afferma < e per questo vi ringrazio >.
< Alla fine tornerà sui suoi passi > lo rassicura Harry.
< Dici? >.
< Io dico che ha solo bisogno di tempo ma alla fine capirà che è da te che deve tornare >.
Guardo Harry.
Sinceramente non lo so.
È da un pezzo che non la capisco più...
È difficile capire quello che le passa per la testa e di conseguenza è ancora più difficile capire cosa sceglierà alla fine.
< Passo tutto il giorno a maledire la proposta di matrimonio che le ho fatto >.
< Zayn ascolta > gli tocco il braccio < tu hai fatto la cosa giusta... volevi sposarla e gliel'hai chiesto >.
< Sì ma poi le cose sono andate una merda >.
< Forse è solo spaventata dall'idea di sposarsi > gli dico facendo spallucce < magari pensa sia un passo troppo grosso >.
< E allora perché dirmi di sì subito? > chiede ed io giustamente gli do ragione.
Era così felice.
Quando ce l'hanno detto era al settimo cielo e si vedeva.
Ma poi?
Ha avuto dei ripensamenti?
Perché?
Per mio fratello?
Per altri motivi?
Devo parlarle...
< Sto sbagliando in tutto > ammette prima di portarsi una mano sulla testa.
< No, non è vero >.
< Sì Care... >.
< Dici così solo perché addossi le colpe su di te invece che analizzare la situazione > dichiaro mentre lui scuote la testa.
< Care sto facendo un casino > ripete.
< Tipo? > chiedo.
Mi guarda e si morde l'interno della guancia prima di prendere un bel respiro.
< Harry secondo te ho fatto un casino? > si volta dal riccio che scuote la testa < alla fine è una cosa che avete voluto entrambi >.
Li guardo non capendo.
Che diavolo è successo?
< Ehm > richiamo la loro attenzione < potete spiegarmi di che cosa state parlando? >.
< Un mese fa sono passato a casa un pomeriggio >.
< Ci sta... è casa tua > aggiungo < andata bene? >
Scuote la testa per poi dichiarare < sì, cioè... no, non lo so >.
< Mh? > mugugno.
< Abbiamo litigato >.
< È normale... state vivendo un periodo difficile > spiego < il fatto di vivere separati... di aver rimandato il matrimonio >.
Scuote la testa.
Mi guarda e poi ammette < siamo andati a letto insieme >.
Se prendo Lerya è la volta buona che la uccido.
Santa pazienza.
Ultimamente avrebbe bisogno di essere presa a schiaffi.
Ma forte eh?
< Ed è stato un male? > chiedo guardando Zayn.
< Per me no... ma per lei sì, da quel giorno ha eretto dei muri >.
Poi guarda Harry < ho provato a fare quello che mi hai consigliato tu >.
Aspetta... Harry, lo sapeva?
< Lo sapevi? > domando al riccio che annuisce.
Prendo un bel respiro.
Dopo mi sente, avoglia se mi sente...
< Secondo me devi darle tempo... >.
Mi indico < anche io quando ho perso la sfida con Harry mi sentivo spaesata >.
< Ma poi ho capito... > aggiungo prima che Harry chieda < hai capito di amarmi? >.
Lo guardo e ridacchio < no, ho capito di odiarti >.
Zayn ride ed Harry fa la stessa cosa.
Almeno lo faccio ridere.
Per una volta...
Ma ora la questione è: devo parlare con Lerya.
Adesso.
< Torno subito > dico ai due per poi andare in sala e afferrare il cellulare.
Digito un messaggio secco.

'Ho bisogno di parlarti... tra una mezz'ora ti aspetto qui'.

Premo invio per poi guardare l'orologio.
Spero solo che Zayn vada via.
Così da non incontrarsi...
Con passo spedito torno in cucina dove trovo i due intenti a parlare di altro.
Meglio aver cambiato argomento.
Assolutamente.
Altrimenti sarei impazzita.
< Comunque stavo dicendo a Zayn che prossima settimana organizzo una cena qui, così poi possiamo vedere il football senza rotture >.
< La rottura sarei io? > mi indico aggrottando le sopracciglia.
< Mi dispiace orsacchiotta... ma sì >.
Mi avvicino per poi tirargli un cazzotto veloce che dà avvio ad una vera e propria guerra.
< Vi amo quando fate così >.
Afferro Zayn abbracciandolo.
'Tranquillo che oggi sistemo tutto' penso sorridendogli.



 
———


 
Guardo Harry mezza arrabbiata.
Non appena Zayn è andato via gli ho chiesto spiegazioni.
Sapeva quello che era successo.
Perché non dirmelo?
Tra di noi non dovrebbero esserci segreti.
Altrimenti come ci arriviamo al matrimonio?
< Comunque Zayn mi aveva detto di non dire niente a nessuno > spiega Harry davanti a me.
< Comunque dovevi dirmelo... sono tua moglie e ho il diritto di sapere cosa succede ai miei amici soprattutto in questa situazione così delicata >.
Ridacchia < ti correggo >.
< Su cosa? > lo guardo non capendo.
< Sul fatto di essere mia moglie > si avvicina sorridendomi < non lo sei ancora >.
< Sì ma dovevi dirmelo Harry > rimprovero con le braccia incrociate.
< Andiamo Care... cosa avessi fatto se Gemma o Lerya ti avessero chiesto di non dire nulla? >.
Lo guardo e sbuffo.
Ha ragione.
Mi sarei comportata allo stesso modo.
Non dicendo nulla.
E mantenendo il segreto.
Com'è giusto che sia in una buona amicizia che si rispetti.
< Non fare così > porta una mano tra i miei capelli piazzandosi davanti.
Faccio una smorfia.
< Promettimi solo che non ci nasconderemo più nulla però >.
< Prometto > afferma con la mano sul cuore < ora posso baciarti? >.
< Non lo so se ti do il permesso > mento mentre porto le mani attorno al collo.
< Me l'hai già dato > mi bacia mentre io rido.
< A breve arriverà Lerya... se hai paura di vedermi picchiare qualcuno ti consiglio di andare sopra > affermo facendolo ridere.
< No direi che rimango > sussurra < sarà sexy vederti picchiare qualcuno >.
< Scemo >.
< Sul serio Care, cerca di stare calma e di non farti prendere dall'ira >.
Annuisco anche se so che non ascolterò il suo consiglio.
Assolutamente.
Parto col piede di guerra.
Già detto...
Mi sporgo per baciarlo.
Ancora e ancora... fino a che non suonano alla porta.
< Stai calma > mi dice prima di sparire di là lasciandomi sola e con mille pensieri.
Respiro così da stare calma.
Ma non appena la vedo i buoni propositi vanno a farsi benedire.
< Eccola va > indico Lerya.
< La combinaguai > la appello mentre lei fa una smorfia.
Ha il viso provato.
È stanca e si vede.
< Volevi parlarmi? > domanda mentre Harry mi fa segno di non esagerare.
Seh come no.
Annuisco e la invito a sedersi.
< Mi spieghi che cazzo stai combinando? > chiedo sedendomi di fronte a lei.
< Non capisco... sai già tutto >.
< No, non so tutto mi sembra >.
< Come no? > ridacchia.
La guardo seria < e il fatto che sei andata a letto con Zayn? >.
Sbianca e poi deglutisce rumorosamente.
< Allora? >.
< È successo... non volevo >.
< Ma guarda un po'... è successo > sbotto < lui ci sta male, sta una merda >.
< Perché io no? > chiede lei mentre una lacrima scende.
Harry si siede vicino a lei portando una mano sul suo braccio per tranquillizzarla.
< Devi fartela finita > le intimo alzandomi in piedi < questa situazione ti sta sfuggendo di mano >.
< Lo so > porta una mano tra i capelli legati.
< No, no che non lo sai >.
< Lo so Care... infatti sto prendendo una decisione >.
Ossia?
Far soffrire Zayn?
O far soffrire mio fratello?
La sola immagine di Zayn o di mio fratello sofferenti mi manda in bestia.
Facendomi infuriare come non mai.
< Tu non sai un bel niente! > urlo mentre Harry mi ordina di calmarmi.
< Tu non intrometterti > indico Lerya < deve svegliarsi >.
< Te lo giuro che in questo momento ho solo bisogno che tu mi stia vicino... non so che fare >.
< Ah sì? > rido amaramente < per cosa hai bisogno della mia vicinanza? Non sai dove buttarti? >.
< Care te lo giuro ho bisogno di te per risolvere >.
< Risolvere cosa? > chiedo io portando le mani sul tavolo.
< Il casino che sto combinando >.
< Ossia? > chiedo non capendo.
< Non vuoi saperlo sul serio... >.
< Lerya tira fuori la dannata verità altrimenti mi incavolo ancora di più >.
Si volta verso Harry che le passa un bicchiere d'acqua che beve tutto d'un fiato.
Continuo incalzandola < allora? >.
< Io... > prova a dire bloccandosi.
< Tu? >.
< Io... > riprova guardando Harry.
< Tu cosa? > urlo esasperata.
Basta, non ce la faccio più.
O parla ora o non parla più.
Non posso più stare dietro ai suoi problemi.
Le voglio bene ma deve parlare.
< Io... io ho un ritardo > sussurra. 
Mi blocco < tu cosa? >.
Ho sentito bene?

Oddio.

Oddio, oddio, oddio.

Ha un ritardo.
SI mette più male del previsto.

< Ho un ritardo Care, un fottuto ritardo > ammette mentre io mi siedo sentendomi mancare l'aria.
Guardo Harry guardarmi con gli occhi sbarrati.
Non sa che dire, esattamente come me.
< Contenta? > chiede prima di piangere.
Harry la stringe a sé cercando di calmarla.
Mi alzo ed afferro un bicchiere d'acqua che bevo subito.
Ha un ritardo.
Potrebbe essere incinta.
Ma di chi?
Di mio fratello?
Di Zayn?
Guardo Harry sussurrarle che andrà tutto bene.
Mentre Lerya piange sommessamente.
Ok.
Ho bisogno di cambiare aria, solo per un istante.
Vado di là dove inizio a fare su e giù per la sala.
'Devo respirare' mi impongo cercando di farlo sul serio.
Ha un ritardo.
Un ritardo ci rendiamo conto?
Potrebbe essere incinta, sul serio.
'Calma' mi dico fermandomi per pensare.
Sta combinando un casino micidiale ma è mia amica ed ha bisogno di me.
Le voglio bene.
E devo starle vicino.
Siamo state sempre legate e anche se nell'ultimo periodo ci sono stati molti problemi devo prendermi cura di lei.
Devo tornare di là e farle capire che qualunque cosa succederà io ci sarò.
Oggi, domani e sempre.
Per forza.
Lei non esiterebbe un attimo ad aiutarmi.
Lo so, per certo.
Entro in cucina.
Mi avvicino < scusami, ho esagerato >.
Harry mi sorride prima di farmi spazio per potermi avvicinare alla riccia che si aggrappa alle mie spalle sfinita.
< Care stammi vicino, ti prego >.
Annuisco più a me stessa che a lei.
< Shh... risolviamo tutto insieme > le sussurro tra i capelli cercando di farla calmare.
< Scusami, sto combinando dei guai irrisolvibili > tira su col naso mentre io le asciugo le lacrime.
< E se sono incinta? > domanda guardandomi con gli occhi gonfi.
< Magari non lo sei... >.
< Care ho un ritardo di tre settimane >.
Sbianco.

Tre settimane non è tanto?

Oddio.
È incinta.
Oddio è incinta...
Me lo sento, sì che me lo sento.

< Tre? > chiedo deglutendo.
< Sì, tre >.
< Hai già fatto il test? > domanda Harry sedendosi di fronte a noi.
Scuote la testa.
< Non ho il coraggio di farlo >.
< Lo facciamo insieme > le dico io prendendole la mano.
< Stai tranquilla > diciamo io ed Harry mentre lei annuisce poco convinta.
La guardo e non riesco a trattenermi dal chiederle < secondo te di chi è? >.
< Di... > si gratta la testa < di Zayn >.
Per un attimo mi balena in testa l'immagine di uno Zayn padre che scaccio subito via...
Sto per rispondere quando mi ferma spiegando < con tuo fratello è successo solo una volta e poi basta >.
Aggiunge < quella sera che mi ha accompagnata a casa >.
< Immaginavamo... > sospiro.
< Andiamo a comprare il test e poi lo facciamo, d'accordo? >.
Mi ferma < in realtà l'ho comprato... > indica la borsa facendomi capire che è lì dentro < ho veramente paura >.
< Ti fidi di me? > chiedo vedendola annuire < allora facciamolo >.
< Harry me lo prenderesti per favore? > gli chiedo per poi vederlo tornare con la scatola in mano.
< Andiamo in bagno >.
La accompagno in bagno < ti aspetto qui >.
Annuisce < grazie >.
Si chiude in bagno ed io mi faccio prendere dal panico.
< E se è incinta? >.
< Stai calma Care > mi rincuora Harry accarezzando la mia schiena.
< E Zayn? > chiedo < come la prenderà? >.
Mi guarda e fa spallucce.
< Sono in crisi... un bambino rovinerebbe tutto > sussurro prima di battere un piede a terra.
Che situazione di merda.
Non ci voleva...
< Ehi, ehi... > mi afferra abbracciandomi < ci sono io qui >.
Lo guardo mordendomi le labbra mentre mi lascio abbracciare.
Lo stringo forte a me per calmarmi fino a che Lerya non mi chiama.
< Allora? > chiedo entrando.
< Ancora niente... a breve sapremo se la mia vita cambierà >.
Sospira < fa' entrare Harry, ti prego >.
< Sicura? >.
< Sì >.
< Sul serio vuoi che Harry stia con noi? >.
Annuisce ed io apro la porta facendo segno di entrare ad Harry che si siede per terra vicino a Lerya.
< Vedilo tu il risultato > gli dice lei.
< Non so nemmeno come funziona > ridacchia lui facendola ridere < Styles Styles un tipo precoce come te non sa come funziona un test di gravidanza? >.
Scuote la testa.
< Sul serio? > chiedo io prima che mi risponda < no, non so come funzioni >.
< Allora ti spiegherò > gli porgo il test che afferra confuso.
Guardo l'orologio e deglutisco.
Manca un minuto.
Un minuto alla fottuta verità.
Mi sento male.
< Che situazione... > si indica Lerya < sono nel vostro bagno a farmi leggere i test di gravidanza da Styles >.
< In effetti... > dichiaro ridendo.
< Comunque sono contenta per voi... sposini dei miei stivali > afferma prendendoci per mano < sono veramente felice >.
Harry la ringrazia prendendole una mano e stringendola leggermente.
< Vedo che vi divertite a casa > sghignazza lei indicando i succhiotti sul mio collo.
Roteo gli occhi.
< Concentriamoci su di te per favore > imploro per poi guardare l'orologio.
Ci siamo...
< È ora > le dico.
Guardo Harry e mi avvicino a lui che guarda confuso il test.
< Da' a me... > gli suggerisco vedendolo.

Ci siamo.
Da questo risultato potrebbero cambiare tante cose.
Le nostre vite praticamente.
Ma poi... il miracolo.
Per poco non svengo.

Non è incinta.
Non è incinta.


Oddio.
Sia lodato il cielo.

< Allora? > chiede lei con gli occhi chiusi.
Anche Harry chiede apprensivo < allora? >.
< Non sei incinta > le dico porgendole il test.
< Oddio > sospira mentre si alza su.
< Allora perché ha un ritardo? > chiede Harry portandosi una mano sulla testa.
< Forse è stressata... ci fa, anche a me è successo una volta > spiego io semplicemente.
< Non so come ringraziarvi... >.
< Di cosa? > chiedo.
< Del fatto di essermi stati vicini > dichiara prima di abbracciarci.
Pericolo scampato...
Almeno, per ora.
Usciamo dal bagno e senza rendermene conto le chiedo se le va di rimanere qui, da noi.
È tardi.
Non può tornare a casa, non dopo una giornata così...
Non la mando a casa da sola.
Assolutamente.
< Non voglio disturbare >.
< Hai passato una serata infernale... rimani > mi dà manforte il riccio mentre io annuisco.
< Non voglio approfittarmi della vostra bontà >.
< Tranquilla > le prendo una mano < rimani dai >.
E dopo un quarto d'ora di convincimento cede e accetta di rimanere.
< Andiamo a dormire, vi va? >.
< Assolutamente > dichiara Lerya prima di seguirmi su fino alla stanza degli ospiti.
< Ti aspetto di là > mi fa cenno con la mano Harry.
< Mi dispiace Care... sul serio > confida lei sorridendomi teneramente < spero che potrai perdonarmi >.
< Ti voglio bene lo sai? > le dico accarezzandole i capelli.
Mi guarda e sorride.
< Fa' la cosa giusta... solo questo > le suggerisco prima di abbracciarla e andare in camera dove mi svesto ed infilo velocemente il pigiama.
Che giornata.
Sospiro.
< È andata bene > sussurra Harry tornando dal bagno.
Annuisco.
< Fortunatamente sì >.
< Sei stato bravo oggi > mi congratulo con lui passandogli la maglia del pigiama.
< Dici? >.
< Sei stato calmo... l'hai rassicurata... >.
Aggiungo < non ti sei fatto prendere dal panico come invece è successo a me > mi indico.
< Anche tu te la sei cavata bene Care >.
< Dici? >.
< Dico, dico... hai fatto la cosa giusta aiutandola >.
Annuisco.
< Speriamo questa situazione si risolvi in fretta > alzo le spalle per poi prendere il pettine e pettianare i capelli.
< Sono sicuro che farà la cosa giusta in ogni caso >.
< Mi fido di te >.
Lo guardo < sul serio non sai come funziona un test di gravidanza? >.
Ridacchia < è tanto strano? >.
< No... è che non pensavo >.
< Smith anche a me capita di non sapere le cose >.
< Styles hai proprio ragione >.
< Sul serio hai avuto un ritardo? >.
Annuisco.
< Tranquillo, non è capitato con te > spiego.
< Me lo avresti detto sennò vero? >.
Annuisco.
Certo.
Certo che gliel'avrei detto.
< Assolutamente >.
< Posso sapere quando e con chi? >.
Scuoto la testa.
Sono distrutta.
Ho solo bisogno di dormire.
E di averlo accanto.
< Ti va se dormiamo? > gli accarezzo il volto < un'altra volta ti spiego tutto >.
Mi sorride ed io faccio la stessa identica cosa.
Poi alla fine lo rincuoro < per ora non ti serve comunque >.
< Ho ancora tempo per imparare > afferma sciogliendo i capelli prima di pettinarli.
< Sì, direi di sì... >.
< Pensiamo al matrimonio > suggerisce.
Afferro la crema per le mani che spalmo cercando di non tralasciare nessun punto viste le mie mani sempre secche.
< Care? > mi chiama così io mi giro < mi abbracci? >.
Sorrido.
Sì, ne ho proprio bisogno.
Dopo una giornata così...
Ho solo bisogno che mi stringa a sé.
< Direi proprio di sì > mi avvicino e lo abbraccio più forte che posso.

Almeno un attimo di respiro... sorrido fiera perché almeno sono tra le braccia della persona che so ci sarà sempre per me.

Per sempre ormai. 
   
   
   
   

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Capitolo 24
*** Due mesi al grande giorno. ***


Mancano esattamente due mesi al matrimonio e siamo in stra ritardo.
Abbiamo ancora molto da fare... ma per fortuna le nostre famiglie ci stanno dando una mano.
Così da non farci impazzire, o forse dovrei dire farmi impazzire visto che sto facendo quasi tutto io.
Ad Harry va bene qualsiasi cosa io decida.
Mi ha lasciato carta bianca.
Dal menù, ai fiori, alle decorazioni.
'Meglio' penso sistemando i vestiti dentro l'armadio.
Sì meglio, ma a volte una mano mi farebbe solo che bene.
Perché ho la testa piena di cose da fare... che sarebbe meglio dividere.
Equamente.
 
Oggi mi aspetta una giornatina impegnativa.
 
Perché ancora devo trovare il mio abito da sposa ed oggi è l'ultima spiaggia prima di cambiare città.
Il mese scorso io e Gemma abbiamo deciso di provare insieme gli abiti da sposa ma il risultato non è stato quello sperato, perché mentre Gemma l'ha trovato io... no.
Oggi ci riprovo, sono fiduciosa.
Mi porto dietro Anne, mia madre, Gemma, Niall e mio fratello.
Magari così con più pubblico sono più stimolata, diciamo così...
Chiudo i cassetti dell'armadio e mi affretto a rispondere al telefono.
< Caroline mi raccomando niente ritardi oggi... > mi ricorda mia madre facendomi alzare gli occhi al cielo.
Eccola...
A mettermi ansia.
< Mamma oggi non farò ritardo, sono già pronta > spiego guardandomi allo specchio.
< Comunque Anne mi sta dicendo di farle sapere che fiori preferite tu ed Harry >.
< Ci sto pensando... > dico andando in bagno.
< Sai com'è manca così poco che bisogna sbrigarci... altrimenti... >.
Tolgo il cellulare dall'orecchio appoggiandolo sul lavandino.

Che noia.

Lo so che manca poco ma col mettermi ansia non si risolve nulla.
Anzi, rischio una crisi nervosa prima del tempo.
< Caroline? Mi senti? > domanda prima che io mi affretti a rispondere  < sì, sì a breve saprete i fiori >.
< Lo faccio per te lo sai? > chiede facendomi sorridere.
Sì giusto per farmi innervosire di più.
< Ora vado, ci vediamo tra mezz'ora > senza aspettare che saluti chiudo la chiamata prima di afferrare la trousse.
Applico il rossetto nude per poi riporlo e scendere le scale.
Ora sì, sono pronta.
Senza pensarci due secondi mi butto sul divano.
Finalmente un po' di pace.
Un attimo di respiro... che dura troppo poco perché il cellulare prende a squillare.
< Signorina Caroline la stavo giusto pensando >.
< Salve Mark > respiro.
Mark è il nostro fotografo ufficiale... l'unica cosa che ha scelto Harry.
Si tratta di un signore sulla 50ina molto stravagante e pieno di tatuaggi che a detta di Harry è il miglior fotografo sulla faccia della terra.

Immagino...

< Dammi del tu Mark > gli chiedo implorandolo.
 < Ok, Care... > ridacchia < hai parlato con Harry sul dove fare le foto? >.
< Io direi che nel giardino della chiesa andrà benissimo >.
< E invece per l'album da pre-matrimonio di settimana prossima? >.
< Scegli tu Mark, senza problemi >.
< Ne sei sicura? > domanda prima di ridere.
Annuisco come se potesse vedermi.
< Lo sai che sei la sposa che tutti vorrebbero? >.
< Perché? > ridacchio non capendo.
< Non hai pretese, non imponi le tue idee come invece tutte fanno >.
Rido per un attimo < immagino debba essere difficile stare dietro a spose urlanti... > prendo fiato < comunque no, no non fa parte del mio essere >.
E così iniziamo a parlare del più e del meno ridendo ogni tanto.
< Con chi parli? > chiede Harry facendo il suo ingresso in sala.
< Con Mark >.
< È arrivato Harry? > chiede Mark prima di farsi passare il telefono.
Oh, finalmente posso rilassarmi.
Guardo l'orologio e per poco non mi prende un colpo visto che tra nemmeno venti minuti dovrò partire.

Che noia, ma già l'ho detto.

< Allora? > domanda Harry passandomi il cellulare.
< Allora cosa? > non capisco.
< Sbaglio o dovresti essere a provare l'abito? >.
Annuisco < a breve >.
< Sei agitata? >.
Rido.

Io agitata?
Macché... sono solo stressata.

< Perché ridi? >.
< Perché non sono agitata... solo stressata >.
Porto una mano sulla tempia.
< Oh povera la mia piccolina > fa la vocina da bimbo avvicinandosi < chissà se con un bacio ti passa >.
< Facciamo con due > gli strizzo un occhiolino prima che si pieghi per stamparmi un bacio.
< Ho detto due > protesto quando si sposta.
< Uno andrà più che bene >.
Mi prende in giro lo so bene, che stronzo.
Mi alzo e gli salto addosso prima di baciarlo.
< Smith, Smith... fatteli bastare perché fino a stasera non ti bacerò più > afferma prima di strofinare il naso contro il mio.
< Me li farò bastare allora Styles > lo ribacio prima di farmi
mettere giù.
< Comunque dobbiamo pensare ai fiori > gli ricordo.
< A me va bene qualsiasi tipo di fiori tu scelga >.
Roteo gli occhi.

Possibile che non possa dirmi la sua?
Possibile che debba fare tutto io?

< Harry aiutami ti prego > lo supplico prima di legargli i capelli in uno chignon alto.
< Che devo dirti? Non ho dei fiori preferiti >.
< Nemmeno io... ma aiutami ti prego sennò impazzisco > scherzo vedendolo ridere.
< Non so nemmeno quali fiori si usino ad un matrimonio Care >.
< Nemmeno io >.
Ci guardiamo per poi scoppiare a ridere.
Cioè... dobbiamo sposarci e non sappiamo nemmeno quali fiori si usano per un matrimonio.
Andiamo bene.
< Siamo proprio due scellerati > sbotto io facendo la sorpresa.
< Bhe... chi sono i sani di mente che organizzano un matrimonio in quattro mesi? >.
Ci indico < solo noi >.
< Fai fare a mia madre > propone < saprà come aiutarci >.
Annuisco... in effetti.
Anne risolve sempre tutto, la mia è il contrario.
Complica tutto.
< Sennò puoi chiedere alla tua > scherza perché sa come la penso sul farmi aiutare da mia madre.
< La tua andrà benissimo >.
Si morde le labbra prima di afferrarmi per un fianco < manca sempre meno signorina Styles >.
< Dovremmo cambiare i nomi sul campanello con Styles-Styles >.
< Nah > gioca coi miei capelli.
< Sennò Styles alla seconda, che dici? > chiedo vedendolo ridere.
< Dico che ti amo sempre di più >.
Gli stampo un bacio sul naso < anch'io >.
< Hai scritto le tue promesse? > mi chiede mentre scuoto la testa.
Alla mia risposta strabuzza gli occhi < io le ho scritte... tu che stai aspettando? >.
< Senti > gli punto un indice sul petto < sto facendo tutto io >.
Poi aggiungo < e poi le promesse le scrivo in una notte > mi indico  < io >.
Ridacchia < peggio per te >.
< Posso leggere le tue? >.
< Così mi copi? > chiede scuotendo la testa.
< No... sono solo curiosa > spiego.
Sul serio sono curiosa.
Chissà cosa avrà scritto... qualcosa di perverso?
< Dimmi solo che non hai scritto qualcosa di perverso > lo supplico con le mani giunte.
Ride ed io scuoto la testa.
Immaginavo... c'era da aspettarselo.
Che pervertito.
Diamine!
< Diciamo solo che ho menzionato il tuo magnifico sedere Smith > afferma per poi continuare malizioso < e i punti che più mi piacciono del tuo corpo >.
< Cancella tutto! > urlo.
< Scema... ti pare? > mi tappa la bocca.
< Ho scritto delle promesse strappa lacrime > spiega subito dopo accarezzando la mia guancia.
 
Chissà se piangerò...
Probabilmente sì.
D'altronde sto esaudendo il mio più grande desiderio della mia
vita.
 
Sposarmi con Harry.
 

Sì probabilmente le lacrime verranno a farmi visita e quindi
piangerò.
Ma sti cavoli... mia madre farà peggio.
Forse tutti piangeranno che ne sappiamo?
 

Ridacchio mentalmente.
< Io vado a farmi una doccia > asserisce < tanto tra esattamente due minuti saranno qui >.
< Dai, rimani qui ad abbracciarmi un po' > imploro.
< Quanto sei pallosa Smith >.
< Ti correggo... Styles > lo provoco.
< Ancora non sei una Styles bimba > si indica < io sono uno Styles >.
< Manca poco... pochissimo > dichiaro ridendo.
Annuisce < Caroline Smith in Styles >.
Gli tiro un buffetto su un braccio.
< Mi raccomando capelli sciolti > gli afferro una ciocca arricciandola.
< Sì, non rompere > sbotta pizzicandomi un fianco.
< Sul serio... se osi presentarti coi capelli legati fuggo >.
< Non lo faresti mai > mi provoca prima che io risponda < mai dire mai Styles... magari ci ripenso >.
Ora tocca a lui provocarmi < e se fuggo io? >.
Lo guardo con uno sguardo di fuoco.
< Non provocarmi > gli do un buffetto veloce.
< Sul serio... e se scappassi? > chiede ridendo; mi indico con fare teatrale < non avresti più l'onore di toccare il mio corpo >.
< Sto scherzando > afferma < comunque a me piacciono legati >.
Fa chiaramente riferimento ai capelli.
 
Ci sente?
 
Io lo voglio coi capelli sciolti.
E sciolti dovranno essere... santi numi.
 
< Harry non farmi agitare >.
< Ti ho detto che li porterò sciolti... basta pallosetta dei miei stivali > preme una mano su un fianco per farmi avvicinare di più.
< Ci tengo > gli dico.
< Lo so... e infatti te l'ho promesso mi sembra >.
< Stronzo > lo appello < ho un marito stronzo >.
Mi bacia a fior di labbra ed io lo abbraccio.
 
Come sono felice...
Da toccare il cielo con un dito.
Tre metri sopra il cielo.
Che bello.
Non posso che essere grata per tutto quello che mi sta succedendo.
Con Harry.

Il clacson della macchina mi desta dai miei pensieri facendomi
capire che sono arrivati i rinforzi.
< Direi che è il momento di salutarci >.
< Direi di sì > gli dico mettendo su un finto broncio.
< Che hai? >.
< È che... oggi non staremo mai insieme > spiego.
< Stasera ti prometto che torno a casa presto dall'aperitivo >.
< Sicuro? >.
< Io Harold Edward Styles prometto a te Caroline Smith di onorare la mia parola >.
Lo guardo e scuoto la testa beccandomi i suoi rimproveri < ehi io mi sto esercitando a differenza tua, mi sembra >.
Mi sporgo per lasciargli un bacio e poi corro verso la porta.
< A dopo Smith >.
< A dopo Styles > lo saluto chiudendo la porta alle mie spalle.
Percorro il vialetto per poi montare in macchina dove trovo mamma, Tyler e Anne ad aspettarmi.
< Ciao a tutti > esordisco sedendomi vicino ad Anne.
< Caroline > mi chiama mia madre.
Che vorrà?
< Sì? >.
< Ci hai fatto la cortesia di non presentarti coi segni sul collo? >.
Roteo gli occhi.
< Sì mamma... niente segni >.
< Meglio così > si gira per mandarmi un bacio che io schivo
spostandomi.
< Possibile che tu sia sempre così acida? >.
< Probabilmente sì > dico poggiando la testa sul poggia testa.
 
Almeno questi minuti voglio stare tranquilla...
E non pensare che mancano meno di due mesi al grande,
grandissimo giorno.
 

                   
———
 
 


< Hai già in mente un modello in particolare? > mi chiede la signora mentre io scuoto la testa.
Mi guardo intorno spaesata.
Ci sono talmente tanti abiti che sarà difficile trovare quello giusto per me.
< Più è semplice e meglio è > le suggerisco prima che sparisca nelle varie sale dell'atelier.
< Sei agitata Care? > mi domanda mio fratello avvicinandosi.
< No... ho solo paura di non trovare l'abito che faccia al caso mio >.
< Sono sicura che lo troverai tesoro > mi rincuora Anne portando una mano sul mio braccio.
Boh.
Non sono sicura.
 
Io voglio solo mostrarmi per quello che sono... semplice.
Senza esagerare.
 
Voglio che tutti vedano la mia anima.
La mia essenza.
Voglio che percepiscano Caroline.
Punto e basta.
 
< Allora iniziamo da questo > mi fa segno di seguirla nel camerino.
Mi volto verso l'ingresso sperando di vedere arrivare Gemma e Niall e infatti...
Eccoli arrivare trafelati.
< Pensavo non veniste più > sussurro a Gemma in un orecchio.
< Scusami sto mettendo in pratica i tuoi consigli e devo dire che sta funzionando parecchio > mi guarda strizzandomi un occhiolino.
< Smith > Niall mi abbraccia prima che io mi volti verso tutti < siete pronti? >.
Annuiscono ed io entro nel camerino dove mi sfilo i vestiti rimanendo in slip e reggiseno a fascia.
< Questo è un po' difficile da infilare > mi spiega la signora mentre io per poco non rido.

No... non si può fare.
Harry non ne sarebbe contento.
Ne sarebbe profondamente contrariato conoscendolo.

< È molto bello > mi ammiro.
Ok, è lontano dalle mie aspettative ma non è male e mi sta anche bene.
Esco dal camerino salendo su una specie di palchetto circolare dove faccio un giro.
< Che ne dite? > domando prima che la signora spieghi < questo è riccamente decorato... come vedete ha dei fiori anche sul retro e sulla gonna >.
Mia madre annuisce.
< A me non dispiace > commentano Niall e Tyler in sincrono.
< Mhh > mi indica Anne < a me non fa impazzire il corpetto >.
< Concordo >.
Guardo Gemma che scuote la testa come a dire il prossimo.
Ok.
Prossimo sia.
< Questo è semplice > mi mostra l'abito per poi infilarmelo.
< Mi piace molto >.
Esco e ripeto la stessa cosa.
< Non ti valorizza per niente > commentano tutti facendomi ridere.
< Direi che non va > afferma la signora mentre io protesto < ma io voglio essere semplice >.
< Care tesoro... già che non strabordi di seno > mi indica mia madre < se ti metti questo abito sembrerai un sacco d'immondizia e basta >.
Mi guardo e scuoto la testa.
A me piaceva.
Scende sul mio corpo longilineo.
Senza particolarità.
Ha delle spalline abbastanza sottili con delle paillettes ricamate.
Non è male per niente.
< Io non lo butto via > lo indico < se non trovo niente che mi piace prenderò questo >.
Ridacchiano mentre io sparisco nel camerino per poi uscire col vestito numero tre.
È più ampio dei precedenti ma abbastanza semplice anche se ha più paillettes soprattutto sul corpetto a forma di cuore.
< Sei una meraviglia > applaude Anne.
< Voi che ne dite? >.
< Non è male... ma non è da te > commenta Niall alzandosi per osservare meglio < sei troppo sbrilluccicosa >.
< Per me è perfetto > asserisce mia madre confortata da Gemma < anche per me >.
< Tu Care che ne pensi? > mi domanda Tyler mentre io mi specchio.

Non è da Caroline.
Non rappresenta Caroline, non mi rappresenta.
Ha ragione Niall.

Scuoto la testa < non mi convince >.
< Tataaan > dico sbucando fuori col vestito numero 4.
È molto, molto, molto grazioso.
Con una gonna in tulle ampia e un corpetto di pizzo a mezze maniche.
< Le mezze maniche proprio no > sbotta mia madre facendomi fare un giro.
Anne ridacchia ma le dà ragione.
< Non lo so Care >.
Guardo Gemma che afferma seria < è bello e ti sta anche molto bene... ma non è il tuo >.
Sbuffo.
Ha ragione.

Non è il mio.

E così ritorno in camerino per provare un altro abito.
E un altro ancora.
Dieci, quindici, venti...
< Non mi piace > mi guardo allo specchio per poi urlare < ho perso le speranze! >.
In effetti... è più difficile del previsto.
Ho provato vestiti molto belli ma che non mi esaltavano per niente.
Vestiti che offrivano un'immagine di me non vera.
< Non perdere le speranze tesoro > mi incoraggia Anne affacciandosi.
< Facciamo così > mi propone la signora dell'atelier < fai un giro da sola... magari trovi dei vestiti che ti piacciono >.
Annuisco.
Forse è la soluzione migliore.
O almeno quella che mi sembra la più giusta in questo momento.
Esco fuori dal camerino con addosso una vestaglia di seta bianca e mi avvicino ai miei 'sostenitori'.
< Va' a fare un giro da sola > mi incita mia madre sorridendomi teneramente.
< Dai, dai ce la farai > sorride Anne dandomi un bacio sulla fronte.
Ho paura che da sola non riuscirò a concludere nulla.
Ho bisogno di una mano.
Per forza di cose.
Guardo tutti e poi ho un'idea...
< Niall > lo indico < mi accompagni a trovare il vestito adatto? >.
Mi sorride < io non me ne intendo >.
< Sarai perfetto > affermo prima che accetti.
Che la ricerca inizi.
Mi fido di Niall.
È il mio migliore amico e mi conosce.
Sa consigliarmi.
Sa che cosa sia giusto per me.
E sono sicura saprà darmi dei buoni consigli.
< Andiamo > mi incita iniziando a camminare fino ad arrivare alla prima sala dell'atelier.
< Semplice > si porta una mano sulla testa prima di iniziare a spulciare gli abiti commentando più o meno dettagliatamente.
< Sai io penso che tu abbia bisogno di un qualcosa di semplice ma che ti illumini il viso... che ti faccia splendere > commenta
indicandomi.
< Ti voglio bene >.
< Anch'io Care, anch'io >.
Mi avvicino e lo abbraccio per alcuni istanti.
< Non ci credo che stiamo per sposarci > affermo io controllando dei vestiti più o meno adatti a me.
< A chi lo dici... sembrava ieri che parlavamo di Gemm e Harry >.
< E invece... eccoci qua >.
< Come sono cambiate le cose in tre anni eh? > domanda ridendo mentre io annuisco.
< Chi l'avrebbe mai detto > dico io pensando a com'eravamo tre anni fa.
< In ogni caso... > afferma guardandomi < visto che tu ed Harry aprite le danze dei matrimoni con gli altri abbiamo deciso di ubriacarci a merda >.
Rido < promettimi solo che non finirete a vomitare >.

Immagino...

< Non posso prometterlo >.
Ride sonoramente < ma possiamo provarci >.
Annuisco mentre mi riporta alla realtà.
< Sì hai ragione concentriamoci sugli abiti >.
< Questo? >.
Mi avvicino per vedere un vestito.
< È a sirena... a me non piace > faccio una smorfia.
È più forte di me ma i vestiti a sirena proprio non li sopporto.
Perlomeno su di me.
< Guarda Niall... > indico un vestito che secondo me potrebbe andare bene.
Fa una smorfia.
< Care... non ti ci vedo sinceramente >.
< Questo qui? > mi sporgo annuendo.
Non è male.
Potrei provarlo quantomeno.
Continuiamo la ricerca non trovando altri abiti.
Entrambi ci lasciamo prendere dallo sconforto.
Sbuffo.
Iniziano così diversi commenti su diversi abiti.
 
'Troppo appariscente'.
'Troppo... troppo'.
'Non ti esalta il viso'.
'Troppo bomboniera'.
'Troppo accollato'.


E così via...
 
Sospiro.
È più difficile del previsto.
Anzi... di questo passo anche oggi mi toccherà andare a casa a mani vuote.
E toccherà rimettermi alla ricerca.

Che noia.
Che noia.
E ancora... che noia.

 
< Forse inizio a pensare che dobbiamo tornare di là a mani vuote Horan >.
< Prova questo però > mi ricorda Niall indicando l'abito che tra tutti forse potrebbe fare al caso mio.
Forse eh.
Poi non so perché ma noto una piccola sala facendogliela poi notare a Niall.
< Chissà cosa c'è lì dentro >.
< Forse non possiamo entrarci > dico con una curiosità di entrare in quella sala non indifferente.
Non so ma è come se avessi bisogno di scoprire cosa si celi in quella stanza misteriosa.
< Andiamo a vedere > propone lui ma nel momento in cui mi vede titubante mi afferra la mano trascinandomi nella sala che ospita pochi abiti rispetto alle altre.
Inizio a guardarli senza troppa enfasi.
Sono... carini ma non belli.
< Care > mi chiama Niall.
< Sì? >.
< Vieni a vedere >.
Mi avvicino e Niall annuisce < ci siamo... secondo me può fare al caso tuo >.
Guardo l'abito e mi prende una fitta al cuore...
Non so perché.
< Proviamolo >.
Torniamo di là coi due abiti.
< Eccovi, qualcosa avete trovato almeno > esordisce mia madre facendomi segno di provarli.
Passo i due abiti alla signora che entrata in camerino mi chiede dove abbia preso l'ultimo.
< Ehm... in una sala più piccola >.
Sorride.
< Non potevamo? >.
< In effetti no... ma siccome ti ho presa a cuore te lo lascerò provare >.
< Non è in vendita? > domando curiosa.
Scuote la testa < no >.
< Posso chiederle come mai? >.
< È di una collezione vecchia che ormai nessuno nota più > afferma prima di aggiungere < stavo pensando di gettarlo via o di donarlo a qualche associazione di beneficenza >.
< Se non posso provarlo non lo provo > le dico infilando il primo abito.
< No Caroline... lo provi sono contenta di vederlo provare da qualcuno >.
Annuisco e poi esco piazzandomi sul palchetto.
< Bello > commentano tutti.
Mi specchio.
Bello è bello.
Semplice è semplice.
Ma... non dovrebbe battere il cuore o qualcosa giù di lì quando si trova il vestito da sposa adatto?
Perlomeno mi è stato detto così.

Non mi sento emozionata... o diversa.

< Care? >.
< Non lo so mamma >.
< Hai l'ultimo da provare > mi ricorda Niall mentre io annuisco.
Entro dentro il camerino e... una strana agitazione mi prende addosso.
Non so perché.
Lascio che la signora mi infili quest'ultimo.
< Le sciolgo i capelli... secondo me con questo vestito i capelli è meglio tenerli sciolti >.
Sto per mirarmi ma la signora mi trascina fuori.
Mi guardano tutti... in silenzio.
 
Oddio, è davvero così orrendo?
 
È davvero così brutto da non commentare?
Non pensavo...
 
< Allora? > chiedo allarmata.
La signora si avvicina e mi punta il velo sui capelli.
Un velo lungo.
Che non avrei mai pensato di poter indossare.
Restano in silenzio fino a che mia madre non si lascia andare ad un pianto.
Di gioia?
< Guardati > mi suggerisce Anne sorridendo.
Mi volto per potermi finalmente specchiare.
E ho un mancamento.
Sbatto le ciglia per riprendermi.
 
È... semplicemente bellissimo.
Mi risalta.
 
< Ti sta un incanto > commenta Niall mentre Ty e Gemma annuiscono.
Il vestito è molto semplice ma esalta i miei punti di forza.
Il corpetto è semplice e termina con delle spalline che si appoggiano sulle spalle conferendo il tipo scollo a barca che in questo caso è particolare perché è un po' a forma di cuore.
La gonna è dello stesso tessuto del corpetto, ampia ma non eccessivamente.
Semplicemente bellissimo.
Mi miro e deglutisco rumorosamente.
 
Mi immagino percorrere la navata e arrivare all'altare
accompagnata da mio padre.
Mi immagino la faccia di Harry e capisco.
 
Capisco... che è proprio il mio vestito.
Capisco che voglio sposarmi con questo vestito addosso.

 
Mi volto verso gli altri mentre delle lacrime iniziano a scendere sulle mie guance.
< Oh Care > Anne e mia madre si alzano venendomi ad abbracciare.
< È il mio abito da sposa > sussurro senza fiato mentre lascio che tutti mi vengano ad abbracciare.
Mi volto verso la signora che mi sorride non trattenendo una lacrima per poi dirmi < è il suo... assolutamente il suo >.
Mi guardo un'altra volta allo specchio e sorrido.

Perché ho trovato l'abito da sposa.
Il mio abito da sposa per la precisione.

Ho le farfalle nello stomaco a dire il vero... amore a prima vista
direi.
Guardo gli altri che mi stringono in un abbraccio.
< Signora Styles... sei quasi pronta >.
Annuisco e poi inizio a ridere con tutti loro.
Sì, manca veramente poco.
 

 
———
 


< Dove andiamo a bere? > domanda Niall a me, Gemma e Louis che ci ha raggiunti poco fa.
< Per me è indifferente > dico io facendo spallucce.
Non ho idee.
< Andiamo al the rock... che dite? > propone Louis vedendo l'approvazione di tutti.
Così Niall mette in moto seguendo le indicazioni di Louis fino a che non parcheggiamo.
< Arrivati > allarga le braccia Louis facendomi ridere.
Gli do un buffetto sulla guancia mentre li seguo all'interno del locale dove aspettiamo che la cameriera ci accompagni al nostro tavolo.
Mi guardo intorno estasiata.
Questo posto... è fantastico.
Geniale.
Tutto in stile 'jungla' perfino i bagni.
Ridacchio superando liane, alberi e statue di animali che sembrano così vere da impressionare.
< L'ho già detto che amo sto posto? > chiede Louis mentre io mi affretto a ricordargli < sì, almeno un milione di volte >.
< Prego accomodatevi > ci fa segno la cameriera per poi sparire.
< Carina la cameriera, no? >.
< Che è Tommo ci vuoi provare? >.
< Perché no... magari al tuo matrimonio vengo accompagnato >
ridacchia prima di indicarmi qualcuno dietro di me.
< Mh? >.
< C'è Harry > mi dice mentre io mi volto per confermare la sua constatazione.
Il destino... anche lui è venuto a fare aperitivo qui.
< Vallo a salutare > mi propone Gemm mentre io scuoto la testa < è coi suoi colleghi di lavoro, non voglio intromettermi >.
< Non li conosci e verranno al tuo matrimonio > mi ricorda Niall < vai lì e presentati >.
Guardo Louis < perché no? Vedrai che Hazz sarà solo che contento >.
Faccio spallucce per poi alzarmi.
< Per me un mojito > lascio detto prima di incamminarmi verso il tavolo occupato da cinque ragazzi tra cui Harry e... una ragazza.
 
Chi è?
 
Guardo Harry parlarci in maniera così sciolta da sembrare... intimi.
Molto più che colleghi... e dentro di me cresce una strana agitazione.
Mi piazzo davanti al tavolo salutandolo con la mano.
< Care! Che ci fai qui? > domanda mentre io indico il tavolo più giù dove Louis, Gemm e Niall salutano con grandi sbracciate.
< Louis ha proposto il the rock... ed eccoci qui > mi gratto la testa.
Guardo la ragazza che mi sorride.
È davvero bella.
Bionda, occhi azzurro ghiaccio e dei lineamenti così perfetti da farmi girare la testa.
Ehm, che faccio mi presento da sola?
< Tu? Tutto bene? > chiedo guardandolo.
 
Mi vuole presentare?
O devo fare tutto io?

 
Probabilmente la mia faccia dice più di quello che deve perché ad un certo punto Harry chiama l'attenzione dei ragazzi e si alza piazzandosi vicino a me prima di presentarmi.
< Lei è Caroline... la mia quasi sposa >.
Saluto tutti porgendo la mano.
 Anche la biondina che mi sorride affabile.
< Non sai quante volte gli abbia chiesto di poter conoscere la ragazza che lo sopporta > scherza mentre Harry si lamenta.
< Magari sono io a sopportare lei... che ne sai?
< Non credo Styles > sghignazza lei facendo ridere tutti.
Anche se io rido per finta.
 
Styles eh?
Come lo chiamo io tante volte.
E a questo punto come lo chiama anche lei.
A quanto pare sono piuttosto... non voglio usare quella parola
quindi userò la parola 'amici'.
 
Mi sento osservata dalla testa ai piedi ma fingo di essere tranquilla e il più sciolta possibile.
< Non ci avevi mica detto che è così bella > si lamenta uno strizzandomi un occhiolino fugace.
< Non mi va di spifferare molto questa cosa > afferma Harry ridacchiando.
< Sei sicura di volerlo sposare? > domanda un biondino che mi sa di uno tanto dolce.
< Non lo so... non dovrei? >.
< A lavoro è un casinaro... non oso immaginare a casa > mi spiega beccandosi un gestaccio da parte del riccio.
< Non sono così disordinato a casa > si difende prima che la biondina parli.
< Bhe ricordando quella volta in cui ci hanno mandato a Belfast per seguire quel caso... non eri molto ordinato >.
< Ma che dici? > ride forte il riccio.
Ride anche lei prima si chiedermi < anche a casa lascia le mutande in giro? A Belfast eravamo sommersi dalle sue mutande > indica gli altri che annuiscono.
Guardo Harry e fingo di essere profondamente divertita.
< Non so se voglio sposarlo >.
< Ehi > mi pizzica un fianco < dovresti rispondere 'certo che sono sicura' >.
Ridacchio prima di vedere la cameriera avvicinarsi al mio tavolo.
Devo andare.
< È stato bello conoscervi... spero ci siano altre occasioni prima del fatidico giorno > affermo prima di voltarmi verso di Harry che mi chiede di rimanere con loro.
Anche no, grazie.
< No... sei con loro non vorrei disturbarvi >.
< Non disturbi > mi prende una ciocca di capelli per intrecciarla col dito.

Sicuro?

< E poi sono con gli altri ed è giusto che stia con loro > sorrido.
< Va bene... sicura? >.
Annuisco.
< Trovato l'abito? > chiede prima che io risponda < sì... è magnifico >.
< Stasera me lo descrivi > afferma prima di avvicinarsi per baciarmi.
Mi schiarisco la voce e poi saluto tutti prima di raggiungere il mio tavolo.
La sensazione di agitazione però non passa.
Con la scusa di appendere il mio cappotto mi volto per vedere Harry che ovviamente parla con la biondina che ride portando unamano davanti le labbra.
Ok, mi ha baciato davanti ai suoi colleghi... dovrei stare tranquilla.
Ma non ci riesco.
 
Harry non mi aveva mai parlato di quella ragazza.
E per di più non dicendomi che fosse così carina.
Dovrei preoccuparmi?
 
Mi volto non appena Louis mi chiede com'è andata con l'abito da sposa.
< Prepara i fazzoletti Tommo... è semplicemente divina >.
Guardo Niall.
Che esagerato...
< Spettacolare > aggiunge Gemma mentre io ridacchiando chiedo < c'è altro? >.
< Lo farai morire quel giorno quel povero ragazzo > Louis indica Harry.
< Nah > rispondo prima che la cameriera ci porti le nostre bevute e dei piattini con degli stuzzichini vari da sgranocchiare.
< Bhe allora direi di brindare a Caroline ed Harry > alza il bicchiere Niall mentre io faccio la stessa cosa.
Sbatto il bicchiere con quello degli altri per poi berne un lungo sorso.
E così iniziamo a parlare del più e del meno.
Ma io con la testa in realtà sono da un'altra parte.
Vedere Harry parlare con quella ragazza ha insinuato in me dei dubbi.
 
E se non mi trova più bella?
 
'Ti trova bella' mi ripeto ridendo per finta ad una battuta di Niall.
 
E se mi tradisce con lei?
 
'Non ti tradisce' mi dico annuendo a Louis che mi chiede se ho già scelto i cocktail al free bar.
 
Dovrei essere tranquilla.
Harry mi ama ne sono certa.
Ma l'immagine di loro due non mi abbandona.
Continuo a ripensarci accrescendo la mia ansia.
Che situazione.
Forse sarei dovuta rimanere con loro e accettare l'invito di Harry ad unirmi.
Ma forse sarei risultata gelosa agli occhi dei colleghi che magari avrebbero pensato che lo pedino.
Che lo controllo.
No, forse meglio così.
Devo concentrarmi sui miei amici... sono con loro ed è giusto che dedichi tutta la mia attenzione.
 
Scaccio via i pensieri e partecipo attivamente alla conversazione tralasciando le mille domande che mi frullano nella testa.

Avrò le mie giuste risposte.
 
 

 
———

 
 
Entro dentro casa e sbuffo.
Harry non è ancora tornato.
Ovviamente.
Mi aveva detto che sarebbe tornato presto e invece... è ancora al the rock.
Prima di tornare a casa sono passata da Lerya per vedere come sta e abbiamo parlato un po' fino a che non ho deciso che era ora di tornare a casa.
Pensavo che Harry fosse tornato e invece...
La casa è vuota.
Mi aveva promesso che saremmo stati insieme.
Che avremmo chiacchierato.
E invece... ancora una volta mi tocca stare da sola.
Tolgo il giubbetto e le scarpe per poi infilare direttamente il pigiama.
Vado in cucina dove prendo un sorso d'acqua.
L'agitazione è passata.
O meglio credo che sia passata.
Non lo so nemmeno io a dire il vero.
Non so quello che pensare.
 
Perché non mi ha detto di avere una collega così bella?
Perché tenermelo nascosto dico io?
Perché non presentarmi prima ai suoi colleghi?
Si vergogna di me?
 
Sbuffo guardando l'orologio.
È ora di mettersi a letto anche se non ho sonno.
Salgo le scale e mi dirigo in bagno dove lavo i denti, poi una volta finito mi infilo nel letto col libro che sto leggendo in questo periodo.
'Devo scegliere i fiori' mi ripeto ad un certo punto.
'Anche la musica con cui entrare in chiesa' mi ripeto chiudendo il libro.
Che ansia.
Manca così poco che a volte penso che abbiamo sbagliato a fare tutto così di fretta.
Potevamo aspettare... prenderci il nostro tempo.
Invece Harry ha deciso che dovevamo sposarci subito.
Nel minor tempo possibile insomma.
Afferro il dépliant che mi ha dato il fioraio e inizio a scorrere le immagini dei fiori.
Scorro senza un reale interesse... perché in realtà ho altri pensieri per la testa.
 
Chissà cosa starà facendo Harry.
Dove sarà.
Con chi sarà.
 
Senza pensarci due secondi digito un veloce messaggio 'dove sei?'.
Che poi cancello alla velocità della luce.
Mi fido di Harry.
Quindi perché essere così apprensiva?
Solo per la collega stragnocca?
Con un viso da paura e con un corpo altrettanto mozzafiato?
 
Grugnisco dandomi mentalmente della stupida mentre riafferro il libro riprendendo da dove mi ero interrotta.
Certo che stasera poteva evitare di fare tardi.
L'altro ieri la cena coi ragazzi e... ci sta.
Oggi l'aperitivo coi colleghi... e ci sta.
 
Domani e dopodomani deve partire per Redditch per sbrigare delle commissioni.
Almeno oggi potevamo stare insieme.
Siamo così presi da questi preparativi e dal lavoro... che passiamo poco se non pochissimo tempo da soli.
Senza qualche persona fra i piedi.
Ci becchiamo quasi sempre mentre uno sta per uscire di casa.
Come stamattina ecco.
Facciamo in tempo a scambiarci due parole che... dobbiamo andare.
 
E se gli piacesse la biondina?
E se... mi lascia?
 
'Fattela finita' ripeto allo sfinimento.
Devo finirmela.
Non è cambiato nulla tra me ed Harry... mi ama, io lo amo quindi non devo preoccuparmi.
Giusto?
Eppure l'immagine di quella ragazza non mi fa stare tranquilla.
Non lo so perché.
Sarà che è bella da morire.
Sarà il modo in cui si sono parlati...
 
 

 
———
 

 
 
Sobbalzo non appena sento la porta di casa aprirsi.

Eccolo.
È rientrato finalmente.
Finalmente a casa.

Metto su un'espressione interessata al libro e aspetto che salga su prima di entrare in camera.
< Ancora sveglia? >.
Annuisco senza guardarlo.
< Come mai? >.
< Non avevo sonno > dico continuando a far finta di leggere.
< Posso chiederti come mai? > domanda confuso.
 
Ha anche il coraggio di chiedermi come mai?
Fa sul serio?
Scherza, spero...
 
Lo guardo < bhe, pensavo che saremmo stati insieme >.
< Scusami... tra una chiacchiera ed un'altra si è fatto tardi >.
Che astio.
 
Tra una chiacchiera con chi?
Con la bella?
 
< Immagino > asserisco dura, prima di appoggiare il libro sul comodino e spegnere la lampada.
< È successo qualcosa? > mi domanda ma io non rispondo.
Lo sento borbottare qualcosa mentre si infila il pigiama e si dirige in bagno.
'Borbotta borbotta che anche io borbotto' dico tra me e me.
< Care > mi chiama ma io non mi volto.
< Care > lo sento avvicinarsi alla mia parte del letto < mi spieghi che hai? >.
Mi volto dall'altra parte con gli occhi chiusi.
< Mi stai facendo perdere la pazienza eh, ti avverto >.
< Perdila pure > sbotto.
< Mi spieghi che hai? >.
Sbuffo ma poi mi tiro su, appoggiandomi alla sponda del letto.
< Com'è che non mi hai detto di avere una collega così bella? >.
Mi guarda e scuote la testa.
< Non posso credere che il tuo problema sia Allison >.
< Si chiama Allison? Bel nome > asserisco annuendo.
< E Allison... è un problema? >.
< Il mio problema non è Allison, ma tu > lo indico con le braccia incrociate < spiegami come mai io non sapevo niente dell'esistenza di Allison >.
< Sei incredibile > ride.
< Dimmi perché non sapevo di lei > alzo leggermente il tono di voce.

Così capisce che non scherzo affatto.
Non ho voglia di scherzare per nulla.

Si siede sul letto < Allison è una nostra collaboratrice dello studio >.
< Ah sì? > chiedo < una collaboratrice a cui mostri le tue mutande? >.
< Le mie mutande l'hanno viste tutti... pure i marciapiedi di Londra >.
< E dovrei gioire? >.
< Era per spiegarti che non le ha viste solo Allison >.
Porta una mano sulla gamba < ti sei fatta un'idea sbagliata Caroline >.
< Sì? > lo guardo < è da oggi pomeriggio che penso che tu mi tradisca con lei... >.
Aggiungo < sulla scrivania dello studio, in macchina tua >.
< Hai un'immaginazione da vendere > ride, mi prende la mano baciandola.
< Non baciarmi >.
< Caroline... perché devi fare così? >.
Lo guardo e accigliata rispondo < perché mi sono sentita una stupida oggi >.
< Perché? >.
Dico seria < perché non pensavo che lavorassi con una ragazza così bella >.
< Stai sbagliando... >.
< A far cosa? > sta per rispondere ma lo precedo < a pensare che te la fai con Allison? >.
< Anche > spiega < non pensavo ci fosse il bisogno di parlartene >.
< Non pensavo avresti fatto la gelosa > aggiunge mentre io lo guardo con uno sguardo infuocato.
< Io > mi indico < non sono gelosa, per nulla >.
Ride ed io gli chiedo < perché non mi hai presentato ai tuoi colleghi tempo fa? >.
< Perché credevo non ci fosse bisogno >.
< Sì certo... > mi gratto nervosa la mano < tu l'hai fatto per via di Allison >.
< Stammi bene a sentire >.
< Sono tutta orecchie > lo sprono a continuare.
< Adesso ti dirò tre parole per farti capire che stai facendo la gelosa per niente >.
 
Lo guardo a muso duro.
Non ci credo.

< Allison è sposata >.
Sbarro gli occhi.
 
Cosa?
 
< Hai sentito bene > ripete scuotendo la testa.
Che figura di merda.
Ho fatto la figura della pazza psicopatica per nulla praticamente.
Wow.
< Adesso sei più calma? > domanda mentre io sciolgo le braccia incrociate.
< Sicuro che sia sposata? >.
Annuisce così spiego < magari è una trovata per nascondermi la verità >.
< La verità è che è sposata stupidina dei miei stivali > si sporge per farmi una carezza < come stiamo per sposarci noi >.
Gli chiedo di raccontarmi di più di Allison così da capirci meglio.
E alla fine prendo un respiro.

Mi sono fatta prendere dalla gelosia.
Dannazione.
Io che non sono gelosa oggi ho provato la sensazione di esserlo.
Ed è stato bruttissimo.
Orrendo.

< Scusa > dico alla fine dandomi della stupida.
< È che queste sere non siamo mai stati insieme e... >.
< E hai pensato che ti tradissi con lei? >.
Annuisco mentre lui si avvicina.
< Sei veramente una stupida >.
< Lo so >.
Aggiungo < vedendola così bella ho pensato che io in confronto non sono un granché >.
< Scherzi? Tu sei la ragazza più bella che abbia mai visto > mi abbraccia < sei la mia ragazza... quasi sposa >.
< Ma l'hai vista com'è? > chiedo ripensando ai suoi delicati lineamenti.
Alle sue labbra morbide e carnose.
Ai suoi occhi talmente limpidi da specchiarcisi.
< Certo che l'ho vista > ridacchia < è una strafiga >.
< Ecco... appunto > sbotto.
Tanto lo sapevo che non avrebbe mai detto che è brutta.
Tanto lo sapevo.
Ma tanto, chi lo farebbe?
Nemmeno un cieco.
< È te che amo però >.
Mi mordo le labbra.
Ha ragione.
< È te che sto per sposare però > aggiunge mentre io mi sciolgo.
Che idiota che sono.
Nel vero senso della parola.
Scema.
Scema, scema e ancora scema.
Harry non mi tradirebbe mai.
E di questo sono certa ma oggi ahimè mi sono lasciata sopraffare
dai sentimenti.
Dalle emozioni.
Facendo la figura della gelosa e della scema.
Stop.
< Sono veramente una scema... >.
< Stai tranquilla > mi rincuora accarezzando una mia guancia.
Sbuffo prima di spiegare sincera < è che... tutta questa organizzazione mi sta facendo impazzire >.
Annuisce < manca poco e sarai libera >.
Poi mi prende il viso e malizioso chiede < ma poi non hai capito che è te che voglio scopare sulla mia scrivania? >.
Gli do un buffetto sulla guancia.
< Anzi... > mi fa stendere così da stendersi su di me.
< Anzi cosa? > domando divertita e confusa.
< Potremmo concederci una cosa illegale >.
< Tipo? >.
< Io, te sulla scrivania dello studio ti dice niente? > domanda
portando il viso sul mio collo.
< Harry è... illegale! > urlo.
< Appunto >.
Mi bacia il collo scendendo sulla clavicola < è ancora più eccitante >.
Scuoto la testa < assolutamente no >.
< Dai Care >.
Gli afferro il viso < mi dispiace ma no, non andremo nel tuo studio a fare i pervertiti >.
< Dai > mi bacia.
Scuoto la testa.
< Ti prego >.
< Harry, no >.
Un altro bacio < dai, così ti faccio capire che è te che voglio... non Allison >.
Alzo gli occhi al cielo.
< Così mi scuso per esserci stato poco queste sere >.
Mugugno qualcosa.
< Non ci credi che mi scuso? >.
Mi bacia prima di concentrarsi sul collo e poi scende a baciarmi il ventre.
Ma non cedo.
< Harry, tirati su > gli dico mentre lui scuote la testa.
Gliela afferro io per poi dirgli di smettersela.
< Questa storia di te gelosa... mi ha acceso come una miccia >.
< Anzi, dovresti essere più spesso gelosa > aggiunge prima di mollarmi un bacio.
< Sarà per un'altra volta > faccio spallucce < ora non insistere però >.
< Ok, come vuoi tu > afferma prima di infilarsi a letto lasciandomi così mezza inebetita.
< Buonanotte Smith... non sai cosa ti perdi > ridacchia prima che spenga la lampada rituffandomi tra le soffici coperte.
Chiudo gli occhi.
Penso alla scrivania.
Come gli viene in mente una cosa del genere?
Se ci beccano siamo da galera.
E soprattutto cosa raccontiamo a Desmond?
No... non mi sembra proprio il caso.
Ci ha beccato a baciarci una volta.
 
Però potrebbe essere... eccitante, no?
Harry su di me, io aggrappata ai bordi della scrivania per non
cadere.
I mille fogli sparsi a terra...
 
'Dormi' intima la mia coscienza.
Chiudo gli occhi cercando di non pensarci.
Ma poi l'immagine della mano di Harry sul mio corpo... mi accende.
Mi mordo le labbra mentre mi maledico per acconsentire a tutte le richieste di Harry.
Di questo passo finiremo in galera, già lo so.
Sbuffo.
Ok, sento caldo.
Soprattutto dove non devo.
Così prendo l'unica decisione che mi sembra ovvia in questo momento.
Con uno scatto mi siedo su di Harry che apre un occhio.
< Cos'hai? >.
Gli bacio il collo.
< Forse... ho cambiato idea > spiego portando le mani sotto il pigiama lasciando che tocchino ovunque vogliano.

D'altronde il suo corpo è anche mio e posso farci quello che voglio no?

< Ma ora non ho voglia di guidare > afferma ridacchiando.
Ok, se vuole essere convinto lo convincerò senza il minimo sforzo.
Con movimenti lenti inizio a strusciarmi su di lui.
< Dai >.
< Mhh > mugugna roteando gli occhi di piacere.
< Ti prego... la scrivania ci aspetta > sussurro al suo orecchio.
 
Deve farsi perdonare il ragazzo.
Oh, sì.

 
< Harry... dai > dico per poi iniziare a strusciarmi più velocemente sentendo i suoi pantaloni gonfiarsi.
Casualmente.
< D... dormi > dice con difficoltà.
Gli sussurro diverse cose all'orecchio vedendolo chiaramente mordersi le labbra.
Gli sta piacendo parecchio la situazione a quanto pare.
< Non ho voglia di guidare > spiega reprimendo un gemito mentre io mi prendo cura di lui.
< E che problema c'è? Guido io >.
Scuote la testa < non mi fido di te di notte >.
Gli tiro un buffetto sul petto.
< Harry... dai > affermo cercando di convincerlo.
< Hai tempo dieci secondi prima che cambi idea >.
< Uno > gli mordo le labbra.
< Due, tre >.
Niente, non cede.
< Quattro > dico baciandogli gli zigomi e la mascella.
< Cinque >.
Ridacchia ma smette non appena io gli prendo la mano portandola sul mio sedere.
Sto per dire < sei > ma devo ricredermi.
Perché Harry sembra rinsavire.
Sussulto non appena si tira su prima di baciarmi con impeto.
< Andiamo > gli dico tirandomi su.
< Aspetta > mi afferra per un fianco continuando a baciarmi senza freno recuperando le chiavi della macchina.
< Tu vieni con il pigiama con gli orsetti? >.
< Perché no? > faccio spallucce < se ti crea problemi possiamo tornare a dormire >.
< No, no... mi vai bene così > la sua bocca a cercare la mia.
< Dai smuoviti > gli prendo la mano trascinandolo su per le scale prima che mi blocchi contro il muro dove mi alza la maglia per poter tastare meglio il mio corpo.
Oddio se continua così avrò il bisogno di sentirlo mio seduta stante e non ci sarà nessuna scrivania.
< Basta > sussurro col fiato corto < altrimenti non arriveremo nemmeno alla fine delle scale >.
< Dimmi che sarà sempre così > mi dice ad un certo punto.
< Così come? >.
< Bhe... così travolgente e passionale > spiega prima di infilarmi la lingua in bocca.
< Ti prometto tutto Styles >.
Respiro a fatica.
Mi aggrappo al suo bacino per poi farlo sbattere col mio.
< Sei sicura? >.
Annuisco leccandogli le labbra.
< Quindi mi lascerai toccarti il sedere ogni qualvolta ne senta il bisogno? >.
Ci baciamo ancora con le menti ormai spente da un pezzo.
< Assolutamente > prendo aria.
< Posso inserirlo nelle promesse? >
< Fa' come vuoi ma ora... > mi blocco.

Non ce la faccio più.

< Ora? >.
< Dobbiamo andare > sbotto sentendo troppo caldo.
Lo bacio tra una scala e un'altra rischiando anche di cadere fino a che non infilo le scarpe richiudendo la porta alle nostre spalle.
< Ti > lo bacio.
< Amo > mi bacia lui bloccandomi contro la portiera della macchina ancora chiusa.
Mi lascio baciare per un'ultima volta prima di salire in macchina.
 
Che l'ascesa al paradiso abbia inizio...

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Capitolo 25
*** Un mese al grande giorno. ***



Manca poco.

Troppo poco al grande giorno.
Ed io ho l'ansia.
Ho paura di aver dimenticato qualcosa, di non aver prestato particolare attenzione ai dettagli.
E... ciò mi agita e non poco.
A volte spero solo che arrivi presto questo fantomatico 28 giugno così da tornare a rilassarmi.
Guardo il calendario e mi manca il fiato.

Tra un mese esattamente un mese sarò la signora Styles.
Tra un mese sarò una moglie a tutti gli effetti.

Ridacchio e mi do mentalmente della stupida perché so che alla fine dei giochi cambierà solamente il nostro status.
Niente di più.

Io ed Harry rimarremo gli stessi.
La nostra casa rimarrà la stessa.
Quindi è come se non cambiasse nulla.

Chiudo il fascicolo mettendolo da parte.
Oggi pomeriggio appena tornata a casa mi sono messa a sbrigare delle pratiche così da alleggerirmi il lavoro.
Così da essere più libera per le cose imminenti che devo fare.
In questi giorni devo passare all'atelier per misurare il vestito da sposa, sperando non ci siano modifiche da fare... devo passare in agenzia viaggi per confermare il viaggio di nozze.
E fare una miriade di altre cose.
Insomma lo stress è sempre dietro l'angolo e aumenta sempre di più.
Ma non mi lamento.
La mia vita va alla grande.
Stiamo tutti bene.
Amici e familiari inclusi ed io non posso che essere profondamente grata di tutto ciò.
Di quello che mi sta accadendo.
Mi alzo dal divano e un leggero capogiro mi destabilizza.
Che mi prende?
Afferro la brocca con l'acqua e ne bevo un sorso.
Magari mi riprendo...
E infatti mi sento subito meglio.
Mi alzo e mi guardo intorno.
È proprio ora di pulire casa.
Non lo faccio da almeno una settimana e per una perfettina come me è una cosa impensabile.
Ma non sono riuscita tra il lavoro, i giorni a Redditch per parlare col fioraio, con padre James e le promesse che tra parentesi devo ancora finire di ultimare.
Oggi che ho un po' di tempo però devo pulire casa.
Perché così proprio non riesco a vederla.
Guardo la polvere sui mobili e deglutisco.
Ci sarà un bel da fare ma pazienza.
'Rimboccati le maniche e dai inizio alle danze' mi incito.
Accendo la TV e mi sintonizzo su un canale di musica, così da avere compagnia.
Mi lego i capelli in uno chignon disordinato per poi andare a recuperare tutti i prodotti sistemandoli in fila in una specie di carrello.
Innanzitutto devo concentrarmi sulla cucina, sulla sala e sul bagno.
'In realtà ci sarebbe anche la veranda...' ricorda la mia coscienza che subito zittisco.
A quella ci penso domani, così come il resto delle stanze.
Non sono mica una supereroina no?
Devo accontentarmi di quello che riesco a fare.
Vado in cucina dove inizio a pulire i mobili, sistemando i cassetti con le cose da mangiare.
Passo l'aspirapolvere e intanto preparo lo straccio in un angolo.
Lavo e asciugo il piano cottura, sistemo e pulisco il frigorifero e poi mi concentro sul bancone della cucina che tiro a lucido strofinando più che posso.
Afferro la scopa per poi passare lo straccio dappertutto prima di annuire soddisfatta.
Così si fa.
Ed ora tocca alla sala.
Per prima cosa spolvero in giro cercando di sistemare le cianfrusaglie che Harry puntualmente lascia in giro.
Sposto anche se con fatica i divani dove passo l'aspirapolvere.
Piego anche delle magliette che Harry ha appoggiato sul divano.
O forse dovrei dire lanciato.
Buttato a caso.
Che disordine.
Sbuffo e mentre mi alzo un altro capogiro viene a farmi visita costringendo ad aggrapparmi saldamente al divano.
Respiro lentamente prima di bere un altro sorso d'acqua che so farmi stare meglio.
'Non puoi mica fermarti manca il bagno'.
Annuisco come ad infondermi coraggio.
In effetti il mio lavoro non è mica finito.
Guardo i pavimenti e capisco che è ora di passare lo straccio.
Ora è il bello.
La sala è grande ma non impossibile ma mettere in ordine.
La cosa che richiede più tempo ovviamente è passare lo straccio... cosa che io odio.
Che ho sempre odiato in effetti, fin dall'inizio.
Mi rimbocco le maniche e lavo i pavimenti prima di dirigermi in bagno come una saetta.
Tra poco tornerà Harry e la casa dev'essere sistemata altrimenti conoscendolo non mi farà combinare più niente.
Fortunatamente il bagno di sotto è sempre pulito, visto che non lo usiamo quasi mai.
Quindi è abbastanza facile e veloce da pulire.
Guardo il pavimento e capisco che posso aspettare a lavarlo.
Poi guardo i ripiani sopra il lavandino e mi sento male.
Perché questi devono essere puliti per forza.
Li spolvero per poi utilizzare un prodotto apposito per lavare il wc, il bidè e la doccia.
< Care, sono a casa! > urla Harry mentre io spero che i pavimenti si siano asciugati.
< Care? > domanda affacciandosi in sala non trovandomi.
Butto l'acqua nel water < arrivo >.
Spengo la luce del bagno ed esco portando una mano sulla testa.
Ho caldo, troppo caldo.
< Ma invece di pulire perché non te ne stai un po' buona? > domanda scuotendo la testa.
< Lo sai come la penso > spiego avvicinandomi per constatare che il pavimento è asciutto.
Per fortuna... altrimenti il mio lavoro non sarebbe servito a nulla.
< Tu e le tue manie d'ordine > sbotta buttandosi sul divano.
< Mi dispiace ma io sono fatta così > mi indico andando a chiudere le finestre in cucina, per poi chiudere quelle della sala.
< Ora vieni qui però > batte una mano accanto a lui.
< Devo prima sistemare i prodotti che ho usato > spiego per poi sparire per non vedere la sua faccia imbronciata.
Sistemo i prodotti nei ripiani dello stanzino che Harry ama chiamare 'la stanza preferita di Care'.
In effetti mi piace parecchio.
Così ordinato e... profumato da far girare la testa.
Chiudo la porta e poi mi avvicino al divano per poi sedermi.
È stata dura questa sessione di pulizie.
Se poi penso ai giramenti di testa... è stata ancora più dura.
Sì.
< Come stai? > domanda sorridendomi.

Forse dovrei dirgli dei giramenti?
Lo guardo e rispondo che sto una meraviglia.

No, no... meglio non dirglielo.
Si preoccuperebbe per nulla.
Inizierebbe a stare in pensiero quando invece non deve.

< Tu a lavoro tutto ok? > domando sorridendo.
< Sì, solite cose... solita noia >.
Ridacchio non appena afferma < sicuramente sto meglio a casa, con te >.
< In effetti > mi sporgo per lasciargli un bacio sulla guancia.
< Domani devi andare a provare l'abito giusto? >.
Annuisco.
< Domani sera preparati >.
Lo guardo confusa, visto che non capisco.
< Ti porto a cena fuori > porta una mano sulla mia gamba.
< Non vedo l'ora > affermo veramente felice di questa cena.
È da parecchio che non andiamo a cena fuori.
Solo io ed Harry intendo.
L'ho detto che il lavoro e l'organizzazione del matrimonio ci stanno stressando parecchio.
Faccio un giro col collo lamentandomi.
< Ti fa male il collo? >.
< Da morire >.
Ridacchia < vieni ti faccio un massaggio >.
Mi volto dandogli le spalle preparandomi a sciogliere un po' la tensione finalmente.
Harry si sistema dietro di me prima di iniziare a fare pressione sul collo mentre io li lascio sfuggire un gemito di piacere.

Che soddisfazione...

Sentire i muscoli sciogliersi, i nervi distendersi.
< Mh Smith... quel verso mi fa capire che ti piace parecchio >.
< Mh mh > mugugno ad occhi chiusi.
Sì, mi sta piacendo da morire.
< Se vuoi posso passare ad altro... che so piacerti ancora di più >.
Percepisco il suo sorrisetto tra i miei capelli.
< Direi di rimandare... oggi sono troppo stremata per fare altro >.
Percepisco la delusione dal suo sbuffo.
< Ti prometto che domani potrai passare ad altro piuttosto che ad un semplice massaggio >.
< D'accordo... affare fatto > mi bacia la nuca prima che io mi giri e gli stampi un bacio veloce.
< Grazie mille >.
< Di niente piccola, ti fa ancora male? >.
< Un po'... > ammetto.
< È perché dovresti dedicarti ad altro... dovresti fidarti di me > asserisce accarezzandomi il volto mentre io gli tiro un buffetto.
< Scemo, sono seria... sul serio sono k.o >.
Ridacchia e annuisce.
< Lo so... cercavo solo di provocarti un po' >.
< Sei proprio uno scemo >.
< Sì uno scemo che avrebbe bisogno di bere qualcosina >.
< Ed io che centro? >.
< Bhe... > si avvicina per baciarmi < pensavo che potresti andarmi a prendere qualcosa dal frigo >.
Roteo gli occhi.

Per chi mi ha preso?
Per una sguattera?
Per Cenerentola?

Ma alla fine tra un bacio e un altro cedo.

Maledetta me!
Che ogni volta non so impormi.

< Anche una limonata mi va bene > mi strizza un occhiolino mentre io mi alzo e mi dirigo in cucina dove dopo aver aperto il frigo afferro la bottiglietta in vetro per poi versarla in un bicchiere sempre di vetro.
Che viziato eh?
Mi tocca anche esaudire le sue richieste di sua maestà Harold Edward Styles.
Il principino dei miei stivali che deve togliersi quest'abitudine.
Volente o nolente che sia.
A passo veloce torno di là e non faccio in tempo a passargli il bicchiere che un altro capogiro mi costringe ad arrestarmi.
Mi sto iniziando a stufare...
Cos'è questa storia?
< Che succede? > chiede preoccupato.
< Niente... niente >.
Ma ovviamente mi conosce troppo bene per credere alle mie parole.
< Non ho niente che non va > mento cercando ci caschi.
Ma evidentemente non è così....
< Care, sei bianca cadaverica... > si alza mentre io inizio a sentirmi strana.
Forse dovrei chiedere il suo aiuto.
Forse... sì, dovrei proprio farlo.
Harry mi chiede cosa sento.
La sua faccia è preoccupata.
Così come la sua voce.
Mi si piazza davanti portando una mano sulla mia spalla.
< Non mi sento molto bene > spiego prima di svenire tra le sue braccia.
Non so quanti secondi passano... l'unica cosa che so che svenire è una cosa bruttissima.
È come se capissi ma è come se non capissi.
Sento la voce di Harry chiamarmi mentre mi impongo di aprire gli occhi per non farlo ulteriormente preoccupare.
< Care? > chiama nuovamente prima che io apra gli occhi.
I suoi occhi nei miei.
Le sue gemme verdi preoccupate a scrutare ogni centimetro del mio viso.
< Stai bene? >.
Cerco di annuire ma non ci riesco.
< Stai ferma, ho chiamato il dottor Philip >.
Eccolo, immaginavo che subito si sarebbe fatto prendere dal panico.
< Non c'era bisogno >.
< A breve sarà qui > dice prima di portarsi una mano tra i capelli.
È agitato e si vede.
Lo percepisco dai suoi occhi che mi scrutano a fondo come se potessi svenire di nuovo da un momento all'altro.
Le sue mani che di solito mi tengono saldamente... tremano.
La sua voce che di solito non mostra insicurezza... vacilla, trema anch'essa.
< Sto bene > lo conforto tirandomi su o meglio provando a tirarmi su.
Mi guarda e si morde le labbra < mi hai fatto prendere uno spavento che non ti immagini >.
Che tesoro.
Porto una mano sul suo viso < ehi, sto bene te lo assicuro >.
Aggiungo < è stato solo un mancamento >.
Mi bacia la fronte.
< Non c'era bisogno che chiamassi il dottor Philip, sicuramente avrà dei pazienti più importanti a cui prestare soccorso >.
< Tu sei importante > afferma mentre io gli chiedo un bicchiere d'acqua che non tarda ad arrivare.
< Posso alzarmi? >.
< Non pensarci nemmeno per sbaglio >.
Roteo gli occhi.
Ora però esagera.
Gli ho detto che sto bene, perché preoccuparsi ancora?
'Forse perché ti ama scema' rimprovera la mia coscienza che zittisco subito.
< Harry, sto bene > mi indico < ti prego voglio alzarmi >.
< Sicura che stai bene? >.
Annuisco ripetutamente.
< Però non alzarti d'accordo? > chiede prima di alzarsi per andare a rispondere al telefono.
< Sì Jacq, ora si è ripresa >.
Oddio.
Oddio, oddio oddio.
Ha chiamato mia madre.
Ed ora chi la sente?
Già tremo.
Sicuramente inizierà a dire che mangio poco, che bevo poco, che dormo poco, che pratico poco sport... insomma chi più ne ha più ne metta.
Chi vuole sorbirsi le lamentele al posto mio?
< Ti vuole parlare > sussurra prima di salutare mia madre mentre io afferro il telefono.
Che inizi il momento 'lamentele' appunto.
< Stai bene Care? >.
< Sì mamma... sto bene, non preoccuparti >.
< Sicura? >.
Sbuffo.
< Sì, sono sicura di star bene >.
Sbuffo ancora quando afferma ansiosa < tuo padre mi sta venendo a prendere con Desmond ed Anne per venire a vedere come stai >.
Oddio.
Una riunione familiare proprio no eh.
Li amo ma voglio star tranquilla.
O almeno provarci.
< Ma non c'è assolutamente bisogno > tento di dire prima di essere interrotta < tu minimizzi troppo Caroline... non provare a dissuadermi tanto sai come sono fatta >.
Ecco appunto, lo so.
E dovresti rimanere a casa per non farmi agitare ancora di più.
Ma tanto già so che farà di testa sua.
Come al solito, direi...
< Ci vediamo tra tre ore > non riesco a reclamare che mi chiude il telefono in faccia.
Apposto, che bello.
Ci sta proprio una bella riunione familiare a mettermi ansia coi discorsi sul matrimonio.
Che bello...
< Preparati > indico Harry che non capisce.
< Stanno per presentarsi qui, tutti e quattro > marco bene la parola quattro per fargli capire a chi mi riferisca.
< Oddio >.
< Eh già, oddio > dico < se solo non l'avessi chiamata >.
< Mi sono preoccupato per te Caroline, che dovevo fare? > chiede allargando le braccia.
Lo osservo e gli faccio cenno di raggiungermi.
< Ti ringrazio ma ti ripeto che sto bene > affermo sorridendo.
Lascio che il suo braccio circondi le mie spalle così da appoggiare la testa sulla sua spalla.
< Devo preparare la stanza degli ospiti >.
< Ci penso io >.
< Due dovranno dormire qui sul divano > ridacchio pensando a chi si sacrificherà dormendo sul divano.
< Devo anche disporre bene gli invitati nei tavoli > indico la mappa sul tavolino.
< Possibile mai che sei svenuta e pensi ancora di fare cose su cose? >.
Annuisco.
< Manca poco... se non finisco in tempo sarà un bel casino >.
< A me se non finisci i dettagli poco importa > mi guarda < e lo sai >.
< Lo so ma è più forte di me, non riesco a non perfezionare le cose >.
< Tipo, come mettiamo seduti i testimoni? > aggiungo vedendolo scuotere la testa.
< Bella domanda >.
Annuisco.
Come testimoni abbiamo scelto i nostri amici.
Tutti, nessuno escluso.
Liam, Gemma, Niall, Louis, Lerya e Zayn.
D'altronde hanno visto nascere il nostro amore, quindi chi meglio di loro ad accompagnarci nel giorno più importante?
È stata dura convincere Padre James.
Non voleva sentire ragioni.
O due testimoni o due testimoni.
Diceva che nei matrimoni tradizionali funziona così senza stravolgere niente.
Ma alla fine ce l'ho fatta, non so come ma ce l'ho fatta.
E sono stra contenta perché so che sarà un momento speciale.
Unico.
Già mi immagino sull'altare con Harry al mio fianco e loro dietro emozionati come non mai.
Sì... è stata la scelta giusta.
Un po' come sposare Harry.
< Io direi di far scegliere a loro come sedersi > propone Harry.
< Intendi il loro posto? >.
< Sì, perché no? >.
Penso al tavolo centrale e cerco di immaginarmi dei possibili posti.
Come sistemarli?
Niall, Gemma, Liam, Louis, Zayn e Lerya?
Mhh...
Lerya e Zayn vicini quando ancora non sanno che fare della loro storia non mi sembra il caso.
Magari dividerli aiuterebbe a stemperare il clima.
Ma poi dividerei Gemma e Niall.
E magari se vogliono stare insieme?
Perché dividerli?
Perché farli sedere come ho in mente io?
Forse Harry ha ragione.
Dovremmo lasciarli liberi di sedersi come vogliono.
Senza imporre nulla.
Quel giorno sceglieranno direttamente come sedersi senza troppi problemi.
Se ci penso... rido.
Rido fino allo sfinimento.
Rido perché già so che saremo il tavolo più rumoroso.
Quello che proporrà il maggio numero di brindisi.
Quello che si farà riconoscere sicuramente.
Quello col maggior numero di ubriachi.
Tra cui forse io ed Harry.
Forse sì, dovrei lasciare che le cose vadano come devono andare senza costringerli a sedersi come dico io o come dice Harry.
Sono sicura che così andrà tutto meravigliosamente bene.
Alla grande.
D'altronde come tutta la giornata che ci aspetterà.
< Probabilmente hai ragione > affermo infine.
< No... Smith tu che mi dai ragione? >.
Annuisco.
< Deve averti fatto bene svenire > ironizza facendomi ridere.
< Probabilmente lo svenimento mi ha tramortita talmente tanto da darti ragione > faccio spallucce. 

 O probabilmente sono solo cotta a puntino...

 
Ridacchia per poi stamparmi un bacio sulla fronte < ti amo >.
< Ti amo anch'io > gli dico di rimando prima che suonino alla porta.
Eccolo, il dottor Philip.
Sorrido non appena fa il suo ingresso.
< Caroline, cosa mi combini? > chiede posando la valigetta sul tavolino.
< Niente di che >.
Ride perché ormai mi conosce e sa perfettamente che amo minimizzare le cose.
< Vieni qui, fammi vedere che succede >.
Lascio che mi visiti senza domandare nulla e lascio prendermi la pressione che di solito odio fare.
< Oh bene > sbotta guardandomi.
< C'è qualcosa che non va? > domanda Harry.
< La signorina qui > mi indica < ha la pressione sotto zero >.
Mi guarda severo < quante volte ti ho detto di controllarti la pressione? >.
< Ed io quante volte ti ho detto che odio misurarmi la pressione? >.
< Che vuol dire Scott? > chiede Harry preoccupato.
< Niente di preoccupante Harry > gli dà una pacca sulla spalla prima di spiegargli < Caroline ultimamente è stressata e oggi ha avuto dei cali di pressione che l'hanno fatta svenire >.
Si volta per rimproverarmi < immagino che lavori fino a tardi, oltre che preoccuparti per tutta l'organizzazione del matrimonio... >.
Non rispondo ma al posto mio lo fa Harry < assolutamente >.
< Bene... sappi che devi riposare > prende a scrivere sul taccuino bianco.
Riposo?
Scuoto la testa.

Come posso riposare?
Ho il lavoro... un matrimonio imminente.
Non posso.
Non è contemplato il riposo.

Probabilmente il dottor Philip mi legge nel pensiero perché mi guarda ammonendomi < riposo assoluto, sia chiaro >.
Sbuffo.
< Non posso riposare ho un sacco di cose da fare > imploro a mani giunte.
< Caroline non bisogna scherzare con la pressione > mi sorride < un po' di riposo ti farà bene >.
Sussurro < col cavolo che mi riposo > che viene subito intercettato dal dottore che mi guarda accigliato.
< Mi fido di te Harry > gli porge il foglietto con su scritto delle vitamine che devo prendere < deve stare a riposo per almeno una settimana buona >.
Una settimana?
Sta scherzando spero!
Io non posso stare a letto per una settimana.
< Sta scherzando spero > mi lamento prima di vedere la sua faccia contrariata.
< Caroline devi smetterla di stressarti così tanto > afferma facendo una smorfia con la bocca.
< Io non mi stresso > dico facendo ridere entrambi.
< Se non ti stressassi avresti la pressione a livelli normali e invece sei semplicemente sfinita >.
Aggiunge serio < una settimana di riposo, sia chiaro >.
Che odio.
Devo fare tante cose che oddio...
Lo stare allettata mi farà solo che perdere tempo.
< Tra una settimana torno a visitarla, in ogni caso se dovessero esserci problemi non esitare a chiamarmi Harry >.
I due si salutano prima che il dottor Philip esca, non prima di avermi salutata ricordandomi di riposare il più possible.
Che storia...
Ora che non posso riposare mi obbligano a farlo.

E chi ci penserà ai fiori?
Chi ci penserà a parlare col ristorante?
Chi andrà a provare l'abito?
Chi, se io io sono costretta a stare a letto?
Che noia.

Sobbalzo non appena Harry mi afferra prendendomi in braccio.
< Che stai facendo? > domando mentre sale le scale.
< Mi sembra evidente > mi fa sedere sul letto per poi togliermi i vestiti infilando il pigiama.
< Harry, che stai facendo? >.
Lo guardo confusa.
< Hai sentito Scott > mi ricorda le esatte parole < riposo assoluto >.
Oddio, che noia pure lui.
Deve sempre prendere alla lettera quello che gli dice Scott... quando invece dovrebbe soltanto fidarsi di me.
Che palle.
< Che palle > sbotto mentre mi infila nel letto rimboccandomi le coperte.
< Sto bene >.
< Care... ha ragione lavori troppo e sei stressata > mi sorride < una pausa non può che farti bene >.
< Ma ora come farò con l'organizzazione? > chiedo disperata.
Inizio a pensare a tutto e sbianco.
Manca così poco che stare a letto rallenterà solo tutto.
< Chiederò a mia madre e a Jacq ti aiutarti >.
< Che palle > mi lamento ancora < sto bene cavolo >.
< Shh... riposa Smith >.
< Che odio, oltre a dover stare a letto mi tocca sorbirmi pure mia madre >.
Aggiungo ridacchiando < che riposo di merda >.
Harry ride prima di stamparmi un bacio sulla fronte < adesso riposa >.
Dove crede di andare?
< Dove vai? > chiedo vedendolo avviarsi verso la porta.
< A prenderti le vitamine Smith > si volta e mi guarda facendo spallucce < è anche questo il compito di un maritino perfetto, no? >.
Gli lancio un cuscino beccandolo di sfuggita < stupido >.
Grugnisco fissando il soffitto.

Direi che sarà la settimana più lunga della mia vita.



 
———


 
Alla fine ho dormito.
Tanto non sapevo che fare.
Harry non arrivava ed io ho ceduto a Morfeo buttandomi tra le sue braccia.
A breve dovrebbero arrivare anche i quattro ospiti d'onore.
Ed io già tremo al sol pensiero di sentire mia madre.
Lei e i suoi mille lamenti.

(Chissà da chi ho preso eh).

< Sono a casa! > urla Harry per poi togliersi velocemente il cappotto per salire di sopra e raggiungermi.
< Cos'è Styles avevi fretta di vedermi? > lo canzono mentre si avvicina per poi passarmi le vitamine che io appoggio sulle mie gambe.
Al momento non ho la minima voglia di prendere queste schifezze... quindi aspetteranno.
Oh, sì.
< Sei più riposata? > domanda sedendosi sul letto.
< Sono pronta a rimettermi al lavoro > dici facendolo ridere < Smith non ti alzerai da questo letto se non per motivazioni valide >.
Lo guardo e strabuzzo gli occhi.
< Il nostro matrimonio è un motivo più che valido, mi sembra >.
< Ti ho già detto che ti aiuteranno le mamme >.
Sbuffo.
Che odio, ma penso di averlo detto fino allo sfinimento...
< Dai... non diciamo niente al dottor Philip > propongo sperando accetti la mia preposta.
Scuote animatamente la testa.
Ecco, lo sapevo...
< Dai, ti prego > sbatto le ciglia più del normale.
Scuote di nuovo la testa.
< Dai, dai > gli prendo la mano baciandola.
Forse ho un'idea che mi aiuterà ad uscire da questa situazione.
< Harry, Harry >.
Ridacchia.
< Dai... aiutami ad alzarmi >.
< Nemmeno sotto tortura > afferma con un sorrisetto.
Ridi, ridi pure che adesso ti faccio smettere io.
Gli afferro il braccio spingendolo verso di me.
< Mi stai corrompendo per caso? >.
Mi mordo le labbra.
Così so di vincere facile.
< Forse, chi lo sa >.
Mi avvicino per baciarlo.
< Mi farai alzare dal letto non è vero? >.
Sorride malizioso a contatto con le mie labbra < forse... vediamo >.
Sghignazzo per poi iniziare a baciarlo.
Dapprima lentamente con baci casti, pudici per poi chiedere un bacio più passionale e travolgente.
Mi appoggio alla sponda del letto per baciarlo meglio mentre Harry si toglie le scarpe e sale sul letto.
Così è perfetto.
Non devo nemmeno sforzarmi più di tanto per ottenere quello che so che otterrò con questa tattica.
Non mi sta andando mica male.
Anzi...
Continuiamo a baciarci fermandoci solo per prendere qualche attimo di respiro per poi riprendere.
Gli prendo la mano portandola sotto la maglia del pigiama.
Magari se devo stare a letto, posso impiegare al meglio queste giornate.
Ma al contrario delle mie aspettative devo ricredermi quando suonano alla porta.
Eccoli...
Eccoli che sono arrivati.
Yuppi-doo.
Mi lamento non appena Harry interrompe il nostro momento magico.
< Devo andare ad aprire > mi bacia a fior di labbra.
< Quindi... lascerai alzarmi? > chiedo sapendo che adesso finalmente risponderà di sì.
< Mi dispiace per te Smith, ma non mi hai corrotto a dovere >.
Mi strizza un occhiolino prima di sparire giù per le scale mentre io impreco a denti stretti.
Che palle.
Non ha funzionato nemmeno il bacio passionale.
Dubito che funzionerà qualsiasi cosa.
Non cambierà idea.
Seguirà gli ordini dell'amichetto Scott.
Stronzo.
Mi passo una mano tra i capelli mentre sento i nostri salire le scale.
< Caroline, oddio bambina mia > mi si getta al collo mia madre iniziando a chiedermi se sto bene, come mi sento, perché sono svenuta etc etc etc.
< Mamma, sto bene adesso > dico guardandola.
< Ci hai fatto prendere un bello spavento > interviene 
Anne avvicinandosi per poi abbracciarmi.
< Sul serio, non dovete preoccuparvi >.
Magari se lo ripeto fino allo sfinimento smetteranno di preoccuparsi.
< Cos'ha detto il dottor Philip Harry? >.
< Che è svenuta a causa dello stress visto che lavora troppo e passa troppo tempo dietro all'organizzazione del matrimonio >.
Aggiunge < e che deve stare a riposo assoluto >.
Che astio questa frase.
Poi la parola riposo assoluto... mi provoca prurito.
< Infatti la signorina non si muoverà da questo letto > afferma mia madre rimproverandomi.
Alzo gli occhi al cielo.
Mi sembra una congiura qui, in questa stanza.
Se è una pena da scontare per qualcosa di sbagliato fatto che mi si venga detto.
Così metto l'anima in pace... o almeno ci provo.
< Jacq, Caroline mi sembra stare a meraviglia > si avvicina mio padre seguito da Desmond.
Qualcuno che capisce, finalmente.
Annuisco e rido quando aggiunge sicuro < non è uno svenimento a mettere k.o uno Smith... ci vuole ben altro >.
< Nickolas per favore fai il serio > si lamenta mia madre.
È serio, cara mamma.
Effettivamente ci vuol altro per stendermi.
Sono una Smith.
Una dura, una difficile da buttare giù.
< Infatti sono serio >.
< La state trattando come la moribonda che non è > interviene Desmond < vedrete che con un po' di riposo si riprenderà >.
Li ringrazio.
Almeno loro...
Gli unici dalla mia parte mi pare.
Perfino Harry è schierato dalla parte delle mamme.
< Tra un mese si sposano... dev'essere in forma > mi indica mia madre.
< Lo sarà > ribatte mio padre prima che Desmond dica la sua < Caroline si riprenderà senza alcun problema >.
< Deve riposarsi papà... è troppo stressata >.
< Harry > lo chiamo < sto alla grande >.
< Sei svenuta! > urla mia madre.
Alzo gli occhi al cielo.
Vorrei rispondere 'e allora? Se sono svenuta c'è da preoccuparsi così tanto?'.
Capita a tutti, mi sembra.
Non sono e sono stata l'unica a svenire, mi sembra.
E in più... sto alla grande, mi sembra.
< Capita a tutti Jacqueline > la ammonisce mio padre mentre io ancora una volta lo ringrazio.
Possibile mai che debbano trattarmi come una in fin di vita?
Sono solamente svenuta perché non lo capiscono?
< Uno svenimento può essere un sintomo di altre problematiche > riprende mia madre puntando un indice contro mio padre.
Eccola che inizia con le paranoie.
Ahimè mia madre è quel tipo di madre che appena stai male pensa subito al peggio.
< Tipo? > ridacchia Desmond.
< Sentiamo > mio padre scuote la testa.
< Tipo... > ci pensa prima di dire la sua < e se è incinta? >.
Rido non so per quanto tempo.
Sta scherzando, spero.
Incinta?
Ma che idiozie!
< In effetti anche io sono svenuta parecchie volte prima di scoprire di aspettare Harry > esordisce Anne sedendosi sul letto.
< Anne, non dire idiozie >.
Lo guarda scettica < Jacqueline non ha tutti i torti >.
< Sentite, state esagerando > asserisce mio padre indicando mia madre ed Anne.
Ha ragione.
Si sta esagerando.
Troppo.
Qua stiamo toccando il fondo.
Mi sembra proprio di sì...
Stiamo dicendo assurdità su assurdità.
< Caroline > mi chiama mia madre posando una mano sul ventre.
Mano che tolgo subito accigliandomi.
Lo saprei se fossi incinta accidenti.
E non lo sono.
Sbaglio o il dottor Philip ha già spiegato perché sono svenuta?
Io ricordo le esatte parole... sinceramente.
< Sentite, ve lo dirò una volta per tutte > rimprovero alzando la voce < non sono incinta >.
< Ok, ok calma... era solo un'ipotesi >.
< Un'ipotesi davvero sgradevole mamma > sbotto.
Mi volto per vedere Harry che si è ammutolito tutto ad un tratto.
< A che pensi Styles? >.
< Che in effetti sei solo svenuta > risponde < perché fare ipotesi? >.
Oh fortunatamente si è ripreso dallo stato catalettico in cui l'hanno trascinato le madri con le loro paranoie.
Per fortuna ridono tutti, io compresa.
Basta con questa storia.
Mi riprenderò e continuerò ad occuparmi del mio matrimonio.
Ossia della cosa più importante della mia vita, in questo momento.
Il mio stomaco brontola.
Sì, direi che è ora di mangiare.
Di pensare ad altro.
E non a queste stupidaggini.
< Che dite se mangiamo qualcosa? >.
Le due mamme iniziano a spiegare che hanno portato delle pietanze che hanno preparato insieme prima di partire.
< Allora andiamo > dico con l'acquolina in bocca facendo per scendere dal letto.
Harry mi guarda torvo.
Perché questo sguardo?
< Tu non vai da nessuna parte > mi ammonisce subito dopo.
Se pensa che mangerò qua a letto se lo scorda proprio eh.
Non mi facesse alterare più di quanto sono.
< Io non mangio a letto come una moribonda eh > sbotto accigliandomi.
< Caroline ma Scott... > tenta di dire prima che lo blocchi ferrea.
< Harry scenderò a cenare come una persona normale >.
< Magari per oggi puoi rimanere qui >.
< Harry > alzo la voce < ho già detto di stare bene mi sembra >.
Annuisce ma con uno scatto senza che me ne renda conto mi prende in braccio.
Mamma mia che nervoso!
Santi di tutto il cielo tenetemi.
Perché io così non ce la faccio.
Sbotto prima.
Impazzisco, do di matto.
E guai a chi mi dice che dovrei mantenere la calma.
Essere paziente...
Guai eh.
Stanno facendo i matti.
E tutto... per uno stupido svenimento.
Se lo avessi saputo non sarei svenuta.
Se avessi saputo di dovermi sorbire tutte queste manfrine avrei evitato di svenire.
Perché così, non si può...
< So camminare eh >.
< Ti porto io, non fare storie >.
Sbuffo.
Ma tanto so che devo arrendermi all'idea di essere trascinata in braccio.
Scende le scale seguito dagli altri.
Mi volto verso Desmond e mio padre e mimo un 'vi prego voi che siete normali, salvatemi'.
Ridono per poi farmi ridere.
< Perché ridi? > domanda Harry entrando in cucina.
< Perché mi sembra di stare in una gabbia di matti > affermo per poi sedermi con le braccia appoggiate sul tavolo, una volta che il riccio mi mette giù.
Finalmente, aria.
< Sto bene, come devo farvelo capire? >.
< Sta' zitta > mi rimprovera Harry per poi darmi un bacio sulla fronte < ci occuperemo di te noi >.
Allora...
Allora sì, che siamo in una botte di ferro eh.
Mi sento proprio sicura con loro ad occuparmi di me.
Cioè di Anne mi fido anche ma di Harry e mia madre... un po' meno.
Ecco perché vanno così d'accordo.
Rompono alla stessa maniera.
Senza nemmeno mettersi d'accordo.
Guardo Harry, Anne e mia madre intenti a preparare, parlare tra di loro della mia salute, passarsi utensili etc e mi viene da ridere.
Perché infondo anche se sono stufa di questa situazione so che lo fanno per il mio bene.
Perché mi amano tremendamente.

Però... speriamo solo che questa settimana passi in fretta.

Perché sennò sbrocco prima.


 

———



< Lo sai che puoi lasciarmi da sola anche per un secondo vero? > domando ad Harry che mi guarda dopo aver alzato lo sguardo dal fascicolo che sta leggendo.
Oggi non è andato a lavoro alla fine.
Non c'è stato modo di fargli cambiare idea.
Cocciuto qual è... se avessi continuato ad insistere sarebbe stata solo una grande, grandissima perdita di tempo.
E basta.
< Non ti lascio, forse non ti è chiaro > spiega facendomi alzare gli occhi al cielo.
Signore...
< Non è che se mi lasci da sola sparisco, fuggo >.
< Potresti svenire >.
Scuoto la testa.
< Harry > sbuffo < sto bene >.
< Caroline > sposta il fascicolo da sopra le sue gambe < bisogna che ti riposi >.
< E che sto facendo? > allargo le braccia esasperata < sto qui a letto senza fare niente >.
< E ci rimarrai per tutta la settimana > mi ricorda sorridomi poi.
Alzo gli occhi al cielo.
< Comunque stasera potevamo farla lo stesso la cena > gli dico mentre lui scuote la testa.
< Meglio rimandarla > spiega < anche gli altri hanno preferito così >.
Faccio spallucce.
Oggi avevamo organizzato da tempo una cena coi ragazzi per festeggiare visto che manca solamente un mese al nostro matrimonio.
Per una volta sapevo anche cosa indossare.
E invece... è saltato tutto.
Harry ha parlato con loro e loro giustamente hanno preferito seguire il suo consiglio.
Saremmo andati nel mio ristorante preferito e poi saremmo andati a ballare.

 
Mannaggia a me e a quando svengo...

Ed io non vedevo l'ora.
Anche perché saremmo stati tutti.
Zayn e Lerya inclusi.
Tutti insieme appassionatamente.
Sarebbe stata una serata da ricordare.
E invece... mi tocca star qui a sorbirmi il soffitto.
Tanto è l'unica cosa che posso fissare.
< Dai, sai che rifaremo la cena > mi prende il viso tra le mani < non c'è bisogno tu ti deprima >.
< Mi deprimo perché non posso fare nulla! > mi lamento urlando.
< Dormi, ecco cosa potresti fare >.
< Ho dormito abbastanza... ora basta >.
Mi guarda, io lo guardo... e ho un'idea.
Gli afferro la mano e la porto sotto il pigiama, precisamente sul mio seno.
< Che stai facendo? >.
< Mi sembra evidente... impiego al meglio il tempo a letto >.
Almeno se non posso fare nulla, posso dedicarmi ad attività ricreative, divertenti.
Piacevoli ecco.
Così da farmi passare il tempo.
< Caroline non esiste > dichiara fermo, convinto.
< Ti prego > gli dico mordendomi le labbra.
Scuote la testa.
Sbuffo.
Porto la mano nei miei pantaloni.
< Se non vuoi fare nulla... almeno dedicati a me >.
Ridacchia per poi togliere la mano.
< Ma ti sembra normale che stai male e pensi al sesso? >.
< Il punto è che io non sto male > gli ricordo per poi storcere la bocca quando mi prende in giro < e poi sarei io quello che pensa sempre a quello eh >.
< Che palle che sei > sbotto voltandomi dall'altra parte.
< Mi dispiace Smith >.
Sussurro un'imprecazione.
< L'unica cosa che posso concederti è questo >.
< Mh? > mi volto dalla sua parte per poi ritrovarmi il suo viso a due centimetri dal mio.
E no eh...
Se mi bacia poi voglio altro.
Esigo dell'altro.
< E pensi che baciarmi aiuterà a risolvere il mio problema col tempo? >.
Annuisce < perché no... perderai tempo >.
Sbuffo.
Alla fine se è l'unica cosa che mi aiuterà a perdere tempo va bene.
Bacio sia.
E così iniziamo a baciarci.
Ma a me non basta.
Ok, tutto molto bello, romantico e travolgente... ma non mi basta.
Non è abbastanza.
Così infilo casualmente la mia mano nei suoi pantaloni.
Così, per caso...
Seh, seh, per caso.
< Leva la mano >.
< Sta' zitto per favore > affermo baciandogli la mascella.
< Basta così Smith > dice allontanandosi ridacchiando.
Che odio.
Però così non è giusto.
Se non posso nemmeno divertirmi, cosa posso fare?
< Allora che faccio? > chiedo guardandolo con le braccia incrociate.
Aggiungo < non posso fare niente, mi sembra >.
< Io un'idea ce l'avrei > afferma alla fine voltandosi per guardarmi meglio.
Magari ha cambiato idea?
< Ci hai ripensato? > domando prima di sedermi a cavalcioni su di lui che mi rimette a mio posto senza fatica.
< Allora che idea hai avuto? >.
< Aspettami qui > si alza per poi sparire dalla mia visuale per cinque minuti buoni.
Dove sarà andato?
Possibile ci impieghi così tanto?
Non credo...
'Magari posso andare a sbirciare' mi dico ma non appena sposto le coperte per uscire dal letto ecco che Harry rientra in camera < non pensarci nemmeno Smith >.
< Ho solo spostato le coperte > mento ma il suo sguardo mi fa capire che in realtà non se l'è bevuta.
< Caroline ti conosco come le mie tasche e so quello che stavi per fare >.
< Un bel niente > taglio corto per poi aggiungere < allora? >.
< Allora > si siede sul letto < ti voglio far sentire questa canzone >.
Mi indica una videocassetta vecchia su cui c'è scritto 'al mio futuro amore'.
Che è sta cosa?
< Cos'è? >.
< Vieni qui > batte la mano vicino a lui per farmi capire di avvicinarmi.
Faccio come mi ha detto e mi sistemo tra le sue gambe aspettando di capire meglio.
< Infila le cuffie >.
Mi passa le cuffie che inserisce in un riproduttore CD portatile, di quelli che si usavano una volta per intenderci.
< Mi spieghi cosa... > provo a dire ma Harry mi molla un bacio tra i capelli < per favore Smith, non iniziare con le domande >.
Che palle però.

Se uno mi fa una sorpresa, non ho il diritto di sapere a cosa vado incontro?
Perché Harry deve sempre tenermi nascosto tutto?
Non può semplicemente dirmi cosa sta per succedere?
Così uno si prepara e non si fa cogliere impreparato.
No?

< Non puoi dirmi proprio niente, niente? > provo a chiedere.
Magari qualcosa può dirmi, perché no...
< Mi dispiace... parlerò solo alla fine >.
Sbuffo.
< Mi dispiace, sai che sono fatto così > fa spallucce.
Tanto lo sapevo che non avrebbe rivelato nulla. Annuisco e mi concentro non appena la musica parte.

'When I first saw you, I saw love'.
Mhh, che romantico...


'And the first time you touched me, I felt love'.
Oddio.


< Harry, non dirmi che è una canzone porno > mi lamento ma lui mi tappa la bocca con la mano.


'And after all this time
You're still the one I love, mmm, yeah'.



Ridacchio.
È diventato proprio smielato.
E lui che non lo ammette.
Lo è.
È smielato, romantico fino al midollo.
Basta ascoltare le parole della canzone.


'Looks like we made it
Look how far we've come my baby
We mighta took the long way
We knew we'd get there someday'.



< Ti piace? > mi domanda Harry sussurrando.
Annuisco < ma da quand'è precisamente che sei diventato così smielato? >.
< Smith, taci e pensa solo ad ascoltare > ridacchia.


'They said, "I bet they'll never make it"
But just look at us holding on'.



In effetti...
Nessuno ci avrebbe scommesso.
E invece guarda dove siamo arrivati mio dolce Harry.


'We're still together still going strong'.


Lascio che mi afferri la mano per poi stringerla tra la sua.
D'altronde amo quando lo fa, quindi non riesco a dirgli di no.


'You're still the one I run to
The one that I belong to
You're still the one I want for life
(You're still the one)
You're still the one that I love
The only one I dream of
You're still the one I kiss good night'.



Mi appoggio con la schiena al suo petto, per stare più comoda.
Comunque la canzone è veramente bella.
Cavoli, se è bella.
Proprio tanto.
E il fatto che Harry me la stia facendo sentire mi fa sentire speciale.
E amata, come so di essere.
Chiudo gli occhi mentre il suo respiro si insinua tra i miei capelli.
Non so per quale assurdo motivo il destino mi abbia messo accanto Harry ma so che non potrò mai smettere di ringraziarlo.
Perché mi ha fatto conoscere la persona della mia vita.
Il mio amore, unico ed insuperabile amore.
Sorrido mentre la canzone continua.


'Ain't nothin' better
We beat the odds together
I'm glad we didn't listen
Look at what we would be missin'.



Gli prendo la mano baciandola.
Quella mano che tanto amo.
Così grande, ma l'unica in grado di sapermi proteggere.
Di farmi sentire sicura.
Perché sì, ogni volta che gliela stringo mi sento in un porto sicuro.
Dove poter sentirmi libera... me stessa.
Senza se e senza ma.


'They said, I bet they'll never make it
But just look at us holding on
We're still together, still going strong'.



< Mi farai commuovere > sussurro.
< Fosse la volta buona > scherza dandomi un buffetto su una gamba.
Ha ragione.
Non mi commuovo mai.
Non sono mai stata quel tipo di ragazza che si commuove di fronte a dichiarazioni e gesti importati.
Ovvio, apprezzo le mille attenzioni ma non mi capita di certo di piangere.
Come invece farebbe mia madre, per esempio.
Tanto per citare una persona a caso.
Basta pensare alle lacrime il giorno in cui Harry mi ha chiesto di sposarlo.
O quando le ho detto che io ed Harry stavamo insieme.
O quando Harry ha chiesto ai miei il permesso di poter andare a vivere con lui.
Insomma, siamo due poli opposti.
Io in quelle occasioni non ho pianto... lei sì.
Siamo diverse, io sono come mio padre.
Restio ad emozionarsi... se non in rare occasioni.
Anche se penso che al mio matrimonio piangerò.
Perché sì... sarà emozionante.


'You're still the one I run to
The one that I belong to
You're still the one I want for life
(You're still the one)
You're still the one that I love
The only one I dream of
You're still the one I kiss goodnight'.



La canzone continua mentre nella stanza si sente solamente il ticchettio dell'orologio.
E il rumore della videocassetta che gira nel riproduttore CD. 


 
'You're still the one
Yeah (you're still the one)
You're still the one I run to
The one that I belong to
You're still the one I want for life
(You're still the one)
You're still the one that I love
The only one I dream of
You're still the one I kiss goodnight
I'm so glad we made it
Look how far we've come my baby'.



Tolgo le cuffie, non appena la canzone finisce e mi giro per vedere Harry che mi sorride compiaciuto.
< Che ne pensi? >.
Che innanzitutto ti amo.
Vorrei rispondere così.
< Penso che tu sia diventato troppo smielato > alzo gli occhi al cielo.
Ci sto facendo apposta.
Lo so che vuole sapere il mio parere per quanto riguarda la canzone.
Ridacchia < cosa ne pensi della canzone, idiota >.
< È molto, molto bella >.
< Lo so > fa spallucce < hai visto cosa c'è scritto sulla videocassetta? >.
< Che è per l'amore della tua vita > mi indico beffarda < quindi sarei io... >.
Annuisce per poi farsi serio, si avvicina e mi prende le mani < sai ho sempre pensato che questa canzone dovesse appartenere a qualcuno di speciale >.
Lo guardo, un misto tra il divertito e il commosso.
< Quindi ci stavo pensando un giorno, sul perché non dedicartela... in un giorno speciale >.
< Tipo? >.
Sono confusa.
Non è che mi sono persa qualche data in particolare?
Tipo prima uscita... primo bacio e cose così insomma?
Speriamo di non aver fatto la figura della dimenticona.
Incrocio le dita.
< Non dirmi che ho dimenticato qualche data >.
Scuote la testa.
< Prima uscita? >.
< No > ridacchia.
< Primo bacio? >.
Mi porto una mano alla tempia per cercare di ricordare la data precisa del nostro bacio al parco... ma non me lo ricordo.
Sono veramente una frana.
Non ricordo le date, ahimè è più forte di me.
Non è il mio punto forte, diciamo così dai.
< La prima volta in cui abbiamo dormito insieme? >.
< Caroline non riguarda una data > ripete < ho detto giorno speciale >.
Boh, non capisco.

Il suo compleanno è passato.
Il mio sarà tra due mesi.
Quindi... di che giorno parla?
Sbuffa ed io faccio spallucce.
Che ci posso fare?
Che ci posso fare se io sono fatta così?

< Eddai, arrivaci... >.
< Dimmelo tu Harold > dico accigliandomi appena.
< Il giorno del nostro matrimonio ti dice niente? >.
Strabuzzo gli occhi.

Giusto!
Come ho fatto a non pensarci prima... come?
Ma quindi che vuol dire?

< Ma quindi? > chiedo perplessa.
< Sei veramente incredibile >.
Ridacchio e mi avvicino per stampargli un bacio sul naso < ormai ti tocca sopportarmi così Styles >.
< Che stavi dicendo? > aggiungo tornata al mio posto.
< Te la dedico il giorno del nostro matrimonio >.
Lo guardo e lui scuote la testa prima di spiegare meglio < l'ho scelta come canzone ufficiale per la tua entrata >.
Oddio.
< La canzone spiega al meglio tutto quello che provo per te... e tutto quello che siamo, secondo me è perfetta >.
Lo guardo e mi mordo l'interno guancia.
Quanto lo amo, dannazione...
Ha scelto una canzone bella da morire, una canzone che mi ha dedicato...

L'amore della sua vita.

Sono l'amore della sua vita... accidenti com'è possibile che mi stupisca ogni giorno di più?
Dovrei essermi abituata.
Visto che a breve me lo sposo.

E invece... credo proprio che non mi ci abituerò mai.

< Che c'è... non ti piace? > domanda vedendomi pensosa.
Scuoto la testa e poi mi getto addosso a lui abbracciandolo.
< Credo sia semplicemente perfetta... come te >.
< Sei sicura? >.
Annuisco e dopo essermi avvicinata lo bacio.
< Magari preferivi altre canzoni, tipo perfect >.
< Mi ha rotto le palle quella canzone > roteo gli occhi.
Gli accarezzo il viso.
< Cazzo, quanto ti amo >.
Mi bacia ed io faccio la stessa identica cosa.
< Anch'io e sono veramente euforico all'idea di sposarti >.
< Non hai paura? > domando sedendomi sulle ginocchia e portando il braccio attorno al suo collo.
Harry mi bacia il collo e poi con la mano mi palpa il sedere.
< C'è bisogno di palparmi? >.
< Assolutamente sì >.
Scuoto la testa per poi chiedere di nuovo se ha paura.
< Assolutamente no >.
< Sicuro? >.
< Perché dovrei? > domanda < d'altronde sposo la mia ragazza non un'estranea >.
Annuisco.
Mi guarda < tu? Hai paura? >.
Infilo le mani nei suoi capelli < no, nemmeno io >.
Sospira < ci sposiamo... >.
< Sì... >.
Ridacchio non appena mi spinge giù per poi tuffarsi su di me lasciando dei piccoli baci sul collo.
< Cazzo, cazzo, cazzo... ci sposiamo >.
< L'abbiamo capito > ribatto guardandolo per un attimo.
Chiudo gli occhi e sorrido.

Sono felice, felice come non mai.
Perché sì... tra un mese ci sposiamo.


Harold Edward Styles e Caroline Smith uniti in matrimonio... ed io non vedo l'ora.

Accidenti, se non vedo l'ora... 
   
   
   
   
   

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Capitolo 26
*** Una settimana al grande giorno. ***


E così senza nemmeno rendermi conto siamo quasi arrivati al gran giorno.
Perché... manca esattamente una settimana.
Solo una settimana, ci rendiamo conto?
Una settimana ed io e Harry ci sposiamo.
Se ci penso non riesco a crederci.
Ancora non realizzo che manchi così poco, non ci riesco... è più forte di me.
È come se non ne avessi la consapevolezza, come se non riuscissi a capacitarmi che finalmente sto per diventare sua moglie.
E lui mio marito.
Per fortuna è tutto pronto o meglio quasi tutto.
Mancano ancora le mie promesse ma sono dettagli.
Sono una ritardataria cronica che fa le cose sempre all'ultimo, sennò non sono mica contenta.
Però vediamo il lato positivo.
Non mi sposo mica domani.
Ho ancora un po' di tempo per scriverle.
Non so bene cosa scrivere ma anche questi sono dettagli.
Piccoli dettagli.
Non sono una tipa che con la scrittura riesce ad esprimere i proprio sentimenti e le proprie emozioni quindi probabilmente sarà difficile e la stesura mi prenderà un po' di tempo.
Ma sono felice, perché so che ce la farò a scriverle.
E sono anche felice perché per il resto sono apposto... niente più pensieri.
Se non per le promesse.
Ma almeno so che mancano solo quelle.
Basta.
Per il resto come dicevo è tutto pronto.
E di questo devo ringraziare mia madre ed Anne che mi hanno aiutata tantissimo ultimando le cose rimaste così da non farmi impazzire.
Mi sono state vicine, giorno dopo giorno, accompagnandomi in tutto.
Io però non mi sono mica stupita... d'altronde lo sapevo fin dall'inizio di avere due donne fantastiche a supportarmi e a donarmi tutto il loro amore.
Ma devo ringraziare in generale tutti.
Da mio padre a Desmond a Gemma e Niall e tutti gli altri che per un motivo o un altro ci sono sempre stati.
Dall'accompagnarmi a ritirare le bomboniere all'ultima prova fatidica dell'abito.
Mi hanno fatta ridere e distrarre tirandomi su il morale quando pensavo di non farcela.
Di essere troppo in ritardo.
Ma anche nel loro caso lo sapevo già che mi sarebbero stati accanto in qualsiasi momento.
L'altro giorno per esempio Liam, Lerya e Louis mi hanno portata alle prove trucco e hanno atteso almeno due ore che finissi, senza fiatare ma anzi dandomi dei consigli.
Oppure una sera in cui ero depressa Gemma, Niall e Zayn mi hanno portata fuori per farmi svagare così da non pensare a niente.
Esempi forse anche banali ma che fanno capire quanto ci tengano a me e ovviamente quanto io tenga a loro.

Un'altra persona da ringraziare ovviamente è Harry.

Mi è stato vicino, mi ha dato consigli, mi ha aiutata col lavoro così da non rimanere indietro e mi ha coccolata quando ne avevo più bisogno.
Ed io non vedo l'ora di vederlo su quell'altare.
Con quel completo a calzargli divinamente, i capelli sciolti e gli occhi più lucidi di solito.
Ci penso quasi tutte le sere, senza nemmeno che me ne renda conto.
È una cosa più forte di me.
Non controllabile... irrazionale.
Penso a come sarà la cerimonia, come sarà la nostra uscita dalla chiesa, a come andrà il pranzo, a come sarà la sera da ubriachi fradici.
Ma con la fede splendente al dito a farmi ricordare di aver appena trascorso il giorno più bello della mia vita.
Di aver vissuto il giorno più bello della mia vita.

Con Harry.

Maggio è passato facendomi tirare un sospiro di sollievo.
È stato un mese intenso.
A tratti frenetico, da impazzimento.
Probabilmente abbiamo passato più tempo a Redditch che a casa nostra per via dell'organizzazione ma devo dire che è stato bello.
Molto.
Io ed Harry a visitare la città, intenti ad uscire tutte le sere e a tornare a casa a tarda notte ridacchiando come due ragazzini.
Sì, Maggio sarà stato anche frenetico ma è stato uno dei mesi più belli della mia vita.
Ricco di colori, ricordi, odori, sapori.
Sobbalzo non appena mi arriva un messaggio di Gemma che mi chiede cosa metterò.
Bella domanda.

'Non lo so ancora' digito veloce per poi mandare un altro messaggio 'tu? Dammi un'idea'.

Salgo le scale per andare in camera.
Devo proprio prepararmi.
Oggi abbiamo la famosa cena coi ragazzi.
La cena rimandata un mese fa per via dei miei svenimenti.
Alla fine abbiamo deciso di farla una settimana prima del matrimonio... tipo come buon augurio.
Sarà una gran sera, me lo sento.
A cena saremo in un ristorante abbastanza chic dove fanno piatti gourmet e dei dolci di una squisitezza unica.
Per il dopocena invece abbiamo prenotato un tavolo in un locale che ci hanno consigliato i due 'ballerini' del gruppo, Liam e Louis che a detta loro è il miglior locale di Londra.
Non so come sarà il ristorante e sinceramente non so nemmeno come sarà questo locale esclusivo, ma di una cosa sono certa.
Anzi, più che certa.
Ci divertiremo sicuramente e sarà come ritornare ai vecchi tempi.
Senza pensare a nulla... se non semplicemente a stare insieme.
Faremo il fuoco.
Ci scateneremo, balleremo fino allo sfinimento e... berremo.
Probabilmente qualcuno si ubriacherà più del dovuto ma ben venga.
Dobbiamo festeggiare il primo matrimonio del gruppo in grande stile.
Ma per festeggiare in grande stile si sa che bisogna avere l'outfit adatto.
Ed io ancora non ho l'outfit adatto.

(Strano eh?)

Guardo l'orologio e per poco non mi prende un colpo.
Devo muovermi, altrimenti finirò per essere in ritardo.

(Strano vero?)

Apro l'armadio e ridacchio perché so già che avrò difficoltà a trovare dei vestiti da mettere.
Il solito bel problema di noi donne ahimè.
Di una cosa sono certa non voglio vestire di nero.
Non oggi.
Non per questa serata.
Voglio essere colorata o almeno provarci...
Non lo so se ci riuscirò ma ci posso provare, giusto?
Elimino ogni pantalone e top nero così da rendere più facile la mia scelta.
Seh, come no.
Fosse facile così.
Inizio a provare il primo vestito per poi lanciarlo sul letto.
Certo che iniziamo bene... non mi piace.
'Hai tremila cose nell'armadio, calma e sangue freddo'.
Annuisco per darmi forza.
Afferro un completo che tolgo subito dopo.
No, grazie... non voglio morire di caldo.
Infilo un pantaloncino sartoriale.
Bhe potrebbe andare, perché no...
Basta solo trovare una maglia adatta.
Che mi valorizzi.
Oddio.
Tolgo la maglia che ho appena provato e ne provo un'altra.
Ma anche questa non va.
Troppo semplice.
'Sei proprio un' incoerente... dici sempre di preferire la semplicità e poi elimini una maglia semplicissima' mi rimprovera la mia coscienza.
Che in effetti non ha tutti i torti.
Anzi...
Ma cosa posso farci se non mi piace?
Voglio vestirmi carina stasera.
Sentirmi bella come non mai.
Afferro una tutina rosa fucsia.
Forse è troppo.
Va bene che voglio essere colorata ma così... è esagerato.
La infilo lo stesso così da potermi specchiare ed una volta fatto la tolgo facendo spallucce.
Anche questa scartata.
Mi illumino non appena noto la tuta che ho comprato la scorsa estate.
Potrebbe fare a caso mio.
È bianca, semplice e aderente, con uno scollo a barca che ha una specie di balza che dona volume al mio seno facendolo apparire più voluminoso (che male non fa).
Potrei abbinarci i sandali bianchi col tacco largo.
Me la provo e annuisco soddisfatta.
L'outfit è andato.
Ed è stato più facile del previsto.
Molto, molto più facile del previsto.
Con la tuta addosso e le ciabatte che stonano come un pugno nell'occhio mi dirigo in bagno dove dopo aver lavato i denti stando attenta a non sporcarmi inizio a truccarmi.
Semplice anche in questo caso.
Niente di stravolgente.
Così faccio felice anche Harry che si lamenta sempre dicendo che non dovrei truccarmi nemmeno.
Una sottile linea di eyeliner, tanto mascara, sopracciglia definite con una matita, del bronzer e dell'illuminante a completare il look.
Manca solo la tinta, ma a quello ci penserò dopo.
Non so come acconciare i capelli.
Di tenerli sciolti non mi va molto.
Preferisco legarli, magari... con una coda?
Faccio la prova prima di iniziare a lisciarli con la piastra.
Morirò di caldo ma almeno avrò i capelli come voglio. 
< Che fai? > chiede una voce alle mie spalle facendomi letteralmente saltare.
Per la paura appoggio addirittura la piastra sul collo scottandomi.
Bene...
Porca miseria.
Che male, che male e che male.
Odio scottarmi con la piastra.
È un dolore insopportabile, sul serio.
< Scusa pensavo avessi sentito la porta chiudersi > si avvicina Harry mentre io cerco di non urlare dal dolore.
Cavolo se fa male.
Fa malissimo.
< Vieni mettiamoci del ghiaccio > mi prende per mano portandomi in cucina dove mi fa sedere sul tavolo per poi applicare il ghiaccio sul collo.
< Scusami Care >.

Che amore.

Sono io l'imbecille che si è scottata e lui si scusa.

È proprio un ragazzo d'oro...

Un ragazzo speciale, di quei ragazzi che oggigiorno non si trovano più in giro.
Ma per fortuna, è il mio ragazzo.

Sorrido < tu non c'entri... sono io che sono saltata >.
< Chi pensavi che fossi? Un ladro? >.
< Bhe... poteva essere > ridacchio facendolo ridere.
< Comunque questa tuta ti sta un incanto >.
Lo ringrazio.
Sempre a farmi complimenti, a riempirmi di attenzioni.
Non so nemmeno se me lo merito in realtà.
< Dovresti metterla più spesso > mi scruta dalla testa ai piedi < poi con le ciabatte... divina >.
Sì, mi fa sempre i complimenti ma che finiscono con una battutina su un qualcosa, come in questo caso.
< Scemo > gli tiro un pugnetto sul braccio < devo ancora mettere la scarpe >.
< Ah sì? Pensavo venissi così > afferma ironico.
Gli punto un indice contro < ti odio >.
< Tu mi ami >.
Annuisco sconfitta.
Ma d'altronde chi voglio prendere in giro quando gli dico che lo odio?
Il mio sicuramente non è un odio... ma amore.
Mi riporta alla realtà raccontandomi della giornata a lavoro.
< Gli altri che dicono? > domando.
< Prima ho parlato con Louis >.
< E? > domando non capendo.
Ride per dei secondi < preparati perché sarà una serata difficile >.
Aggiunge < si berrà abbastanza >.
No, sul serio?
Chi l'avrebbe mai detto... non l'avevo mica capito eh...
Assolutamente.
Pensavo che stasera saremmo stati tutti sobri, Niall incluso.
Certo, certo come no.
In ogni caso...
Mi indico < io sono pronta >.
< Ma se tu sei una leggerina >.
< Ehi > mi lamento < la maggior parte delle volte sei tu che vomiti alla fine >.
< Certo, perché bevo il doppio di te >.
Scuoto la testa.
< Non puoi dire il contrario > mi punzecchia facendomi ridere.
< Sì, ma almeno io so controllarmi per non arrivare al limite > ribatto sicura.
È vero.
Mi so controllare.
L'ho sempre fatto fin da che ricordi.
Mentre Harry non riesce, sopratutto quando è con gli altri... come stasera praticamente.
< Bhe, hai ragione >.
< Lo so > faccio spallucce.
< Quanto sei saggia Smith > mi guarda beffardo < forse dovrei dire Styles? >.
< Nah >.
Mi sorride < ora: devo chiederti il permesso per baciarti o posso baciarti correndo il rischio? >.
Rido.
Quant'è idiota.
Ma lo amo anche per questo.
< Io fossi in te correrei il rischio > lo provoco sporgendomi in avanti.
< Sì, direi che correrò questo rischio > si avvicina per baciarmi.
< Grazie, ne avevo proprio bisogno >.
< Ah sì? >.
Annuisco < certo stupidino... ho sempre bisogno dei tuoi baci >.
< Questa me la segno sappilo > mi accarezza il viso per poi chiedermi se sono pronta al gran giorno.
< Sì, ormai ci siamo quasi >.
< Manca così poco che non mi rendo conto >.
Lo guardo e lui abbassa lo sguardo.

Che ha?
Non è convinto?

< Che c'è? > domando alzandogli il viso per poterlo guardare.
< Niente, niente... >.
< Harry > lo chiamo < ti conosco e so che hai qualcosa che non va >.
Aggiungo seria < con me puoi parlarne, lo sai vero? >.
Annuisce.
< Non sei più convinto di sposarti? > domando aspettando che risponda.
< No, no >.
< Sicuro? >.
Annuisce ma non è convinto.
< E allora? > domando non capendo.

Se è ancora convinto perché quella faccia?
Perché quello sguardo?

< Dimmi quello che pensi dai > gli accarezzo il viso.
Annuisce e poi mi confida finalmente cos'è che lo turba.
< È che penso a come le cose potrebbero cambiare tra noi due... >.
< Non cambierà nulla >.
Inizio a spiegargli che semplicemente saremo marito e moglie ma che per il resto non deve preoccuparsi perché non ci saranno cambiamenti drastici.
Gli prendo la mano prima di parlargli a cuore aperto.
< Se però non sei più sicuro, possiamo rimandare >.
< Assolutamente >.
< Sul serio > mi porto una mano sul cuore < te lo giuro, non lo dico così per >.
< No, no assolutamente > afferma prima che io riprenda la parola < se ci hai ripensato rimandiamo tutto a quanto sarai pronto >.
< D'altronde abbiamo organizzato tutto velocemente > aggiungo sorridendo per fargli capire che non sono arrabbiata.
Mi bacia la mano per poi guardarmi fisso negli occhi per un tempo che mi sembra infinito.
E senza dire nulla mi abbraccia.
< Scusami Care, mi sono lasciato prendere dal momento >.
< Io sul serio lo dicevo... se hai capito di voler aspettare possiamo farlo, non ci corre dietro mica nessuno eh >.
< No, non ho cambiato idea > mi rassicura prima di baciarmi < mi sono fatto prendere dall'agitazione >.
< Styles agitato? Mai visto in vita mia... > rido.
< Capita anche a me > fa spallucce < voglio sposarti Smith >.
< Anch'io voglio sposarti Harold Edward Styles dei miei stivali >.
< Fai le prove? > domanda sornione facendomi annuire.
< Quindi sei sicuro? >.
Annuisce convinto < te l'ho detto è stato solo un momento di defiance >, aggiunge < sai com'è tra l'organizzazione e tutto non abbiamo avuto un attimo di respiro >.
< Hai ragione ma non vorrei forzarti >.
< Ehi > mi prende il volto tra le mani < ti amo e voglio passare il resto della mia vita con te, chiaro? >.
< Ti amo > affermo accarezzandogli il volto.
< Anch'io Caroline, anch'io >.
Poi continua < promettimi solo che tra di noi le cose non cambieranno >.
Sorrido.

No, no che non cambieranno.
Perché dovrebbero?
Io amo lui.
E lo amerò per sempre, fino alla fine dei miei giorni.
Senza se e senza ma.

È la mia vita, la mia persona, il mio futuro, la mia famiglia.
La cosa più bella che mi potesse mai capitare nella mia vita.
Quindi, no, no e no.

Non cambieranno.
Continuerò ad essere sempre me stessa e a trattarlo con amore e profondo rispetto come ho sempre fatto donandogli me stessa, il mio amore, le mie paure, i miei dubbi e incertezze.

Lo guardo e mi avvicino per posargli un dolce bacio.
< No Harry, ti prometto che niente cambierà >.
Mi lascio abbracciare per non so quanto tempo fino a che l'orologio non mi fa prendere un mezzo accidenti nel momento in cui mi rendo conto di essere terribilmente in ritardo.
Devo smuovermi dannazione...
Devo finire di fare la piastra, mettere le scarpe e decidere che tinta mettere abbinandola all'outfit.
Aiuto, sono nel panico.
E siccome Harry sa leggermi nella testa come mai nessuno nella mia vita mi libera dall'abbraccio.
< Lo so che devi finire di prepararti > afferma < anch'io, altrimenti faremo ritardo >.
< Infatti > scendo giù dal tavolo per poi fiondarmi in bagno dove continuo a passarmi la piastra attenta a non scottarmi.
Anche perché già so che gli altri mi prenderanno in giro dicendo che la mia bruciatura in realtà è un succhiotto.
Partiranno cori, frasi maliziosette che tanto odio... quindi meglio evitare fin dal principio.
E presentarmi solo con una scottatura.
Con la coda dell'occhio vedo Harry spogliarsi.
< Mi faccio una doccia >.
Annuisco chiudendo gli occhi non appena posa un bacio sulla mia spalla nuda.
< Sei incredibile Smith... non riesci nemmeno a guardarmi sennò va a finire che cedi e ti inifli nella doccia con me >.
Scuoto la testa.
< Ma che pensi? >.
< Alla verità > afferma sicuro prima di infilarsi nella doccia.
In effetti ha ragione.
Cavoli se ha ragione...
È semplicemente perfetto... che ogni volta il mio cuore è come se perdesse un battito.
Mi volto per spiarlo.
Le sue gambe lunghe, le braccia muscolose i capelli bagnati e i tremila tatuaggi a ricoprirgli il corpo.
Se solo non fossimo in ritardo non esiterei un attimo ad entrare in doccia.
Ma siamo in ritardo e quindi devo togliermi ogni malsana idea dalla testa. 
Anche se vederlo così... mi fa male perché non posso approfittarne.
Eppure sarebbe bello andare a toccargli i pettorali, i muscoli delle braccia, infilare la mano tra i suoi capelli... ma non posso.
E non devo cedere.
Scuoto velocemente la testa imponendomi di pensare alla piastra.
Così va meglio.
Devo concentrarmi sulla piastra, non su Harry dannazione.

Eh, fosse facile.

Vedere l'acqua scorrere sul suo corpo nudo non mi aiuta mica.
Diciamo che ho diverse idee che mi passano per la testa ma giuro solennemente di non dirle.
E di tenerle per me.
Com'è giusto che sia.
< Mi passi l'accappatoio? > domanda prima di chiudere l'acqua.
Deglutisco rumorosamente.
< Tieni > aspetto che apra le porte in vetro della doccia per poi passarglielo.
< Perché quella faccia? >.
< Quale faccia? > chiedo confusa.
< La tua... sei strana >.
< Oh, niente... > dico prima che esca dalla doccia.
Mi rimetto al mio posto per piastrarmi.

Cosa gli dico?
Che pensavo ai tremila modi in cui mi sarebbe piaciuto farlo con lui sotto la doccia?

< Care > mi chiama facendomi girare verso di lui.
< Se è per quello che è successo prima di sotto, sappi che sul serio è stato solo un momento >, mi accarezza il viso < voglio sposarti >.
Lo guardo e sorrido.
< Mi dispiace averti fatto venire dei dubbi... ma fidati che muoio dalla voglia di vederti sull'altare >.
Annuisco.
< Comunque non ero strana per quello > ammetto mordendomi le labbra.
< Per cosa allora? >.
< Bhe, diciamo che vederti in doccia ha fatto sì che viaggiassi con la mente >.
Ride forte < Smith Smith, mi sorprendi sempre di più >.
< Non è colpa mia bello >.
< E a cosa stavi pensando? >.
Scuoto la testa < a niente, niente >.
Ridiamo entrambi prima che Harry porti una mano sul mio fianco < comunque anche io ho viaggiato con la mente sotto la doccia >.
< Ah sì? > domando ironica.
Annuisce < vederti con questo vestito addosso... mi è stato difficile non uscire dalla doccia per venirti a prendere >.
< Che idiota >.
< Non so come farti capire che sei sexy da morire >.
< Cos'ha il mio corpo di tanto speciale? > chiedo < non ho un gran seno >.
Ridacchia < a me piace >.
Divento rossa non appena mi sussurra su un orecchio < piccolo, così riesco a stringerlo con una mano senza problemi >.
< Basta > dico io allontanandolo un po'.
< Ah e poi hai un culo che parla >.
Ridacchio.
< E dei fianchi da paura >.
< Basta Harry > mi porto una mano davanti la faccia.
Mano che prontamente toglie.
< Adesso dopo averti sviolinata per bene > si avvicina < direi che posso fare una cosa >.
< Cosa? >.
< Questo >.
Mi bacia ed io per poco non casco giù.
Non sono più razionale.
Ogni bacio è una scoperta.
Eppure, sono tre anni che stiamo insieme... ma è come se ancora non mi fossi abituata.

Il modo in cui mi bacia... nessuno l'ha mai fatto.
Il modo in cui stringe i miei fianchi e il modo in cui mi sussurra tra i capelli... nessuno l'ha mai fatto.
Il modo in cui mi fa sentire speciale.
Il modo in cui mi ama.
Il modo in cui mi tocca e il modo in cui mi guarda.

Con quegli occhi tanto belli da far male.
Da farmi girare la testa vorticosamente.

Torno alla realtà solo quando il cellulare di Harry incomincia a squillare.
< Che palle > sbotta staccandosi per poi andare in camera, afferrare il telefono e tornare davanti a me.
< Horan >.
Ridacchia per poi aggiungere < sei sempre il solito... chiami nei momenti meno opportuni >.
< Di quanto sarete in ritardo? > sento chiedere da Niall mentre io guardo Harry come un ebete.
< Ti stupirò, non saremo in ritardo >.
Annuisco e mi volto verso lo specchio per poter applicare la tinta attenta a non fare danni.
< Hai preparato il fegato? > domanda Harry pettinando i capelli.
< Io sono pronto, tu? Care è pronta? > domanda Niall ridacchiando.
Stasera mi faranno vomitare.
Già lo so ahimè...
Io che odio il vomito, ho la fobia praticamente.
< Smith non sa quello che le aspetta > afferma Harry posando un bacio sulla mia spalla.
< Io non voglio vomitare > mi volto puntando un indice contro.
< Tieni > mi porge il telefono prima di sparire in camera.
< Caroline >.
< Che c'è Horan? >.
< Niente, volevo solo sapere se immagini quello che ti aspetta >.
< Dovrei aver paura? > domando confusa.
Ride < un pochetto >.
< Andiamo bene >.
Rido sentendo Gemma urlare < non ti preoccupare, ci sarò io a ostacolare i loro piani >.
< Finisci di prepararti va... a dopo >.
Gli schiocco un bacio tramite telefono per poi andare in camera dove trovo Harry intento ad abbottonarsi i pantaloni beige.
< La camicia? Sai già quale mettere? > domando sedendomi sul letto.
< Pensavo quella bianca, di lino >.
Annuisco.
< Tu sei pronta? >.
< Mi mancano solo le scarpe >.
< I capelli li leghi? > domando osservando il torso pieno di tatuaggi.
Si volta ed io ho un mancamento.
O quasi.
< Che dici? Dovrei legarli? >.
Faccio spallucce < forse ti conviene... ma secondo me con questo look stanno meglio sciolti >.
Annuisce < anch'io ci pensavo >.
Si avvicina al letto per afferrare la camicia.
< Che c'è? >.
< Niente > rispondo.
< Andiamo, hai qualcosa che non va... mi guardi in modo strano >.
Sorrido.

Ha ragione.
Ma non posso farci niente se mi incanto a guardarlo.

Lo trovo divinamente perfetto.

< Pensavo a quanto fossi bello >.
< Che stai dicendo? > domanda ridacchiando.
< Sul serio, Harry... sei la perfezione diamine >.
< Non dire sciocchezze > afferma guardandomi.
< Non le dico > gli sorrido < non ci credo che non ti abbiano mai detto che sei il ragazzo più bello sulla faccia della Terra >.
< Mia madre vale? > scherza.
< Scemo, dico sul serio > lo indico < guardati >.
< Dici così solo perché sei la mia ragazza >.
< Dico così solo perché è la fottuta verità >.
Mi sorride prima di ringraziarmi più volte.
< Forse dovrei essere gelosa... anzi, dovrei iniziare >.
Lo provoco.
Giusto per vedere come risponde alla mia provocazione.
Giusto per impiegare il tempo che ci rimane.
< Caroline non devi essere gelosa di nessuna perché ho occhi solo per te > dichiara asciugando i capelli frettolosamente.

Che bello sentirselo dire.
Non devo avere paura di nessuna perché è me che ama.
Nessun'altra.
E questo mi fa sentire fiera, orgogliosa.
Certo che... vederlo così è proprio una tentazione.
Una tentazione a cui vorrei tanto cedere.

Tantissimo.

Ridacchia guardandomi dallo specchio < te la finisci di mangiarmi con gli occhi? >.
Rido anch'io per poi tirarmi su per gattonare fino alla fine del letto, dove mi metto in piedi abbracciandolo.

Se arriviamo in ritardo è comprensibile, no?
D'altronde siamo o non siamo gli sposi?
Si sa che gli sposi sono in ritardo.
Quindi... perché preoccuparsi?

< Cosa stai facendo? > domanda mentre io gli poso dei baci lungo la schiena coperta di nei.
< Dimmelo tu cosa sto facendo > sghignazzo baciandogli la nuca.
< Se non te la fai finita faremo ritardo > afferma < per una volta che non sei in ritardo perché esserlo? >.
< Perché ho voglia di te > gli mordo l'orecchio < adesso >.
< Non puoi aspettare domani? >.

Domani?

Dovrei aspettare domani?
Sta scherzando spero...
Ho aspettato fin troppo.
Sono stata troppo brava a non saltargli addosso già prima.
Ora, non ne posso più di contenermi.

Non mi va.

Scendo dal letto per poi piazzarmi davanti a lui baciandogli i pettorali.
< Voglio solo esercitarmi per la prima notte di nozze > ironizzo facendolo ridere.
Porto il braccio attorno al suo collo.
< Eddai, che ti frega di arrivare in ritardo? >.
Gli bacio la mascella per poi posargli un bacio sulle labbra.
< Care se continui così cederò >.
< Meglio > sussurro baciandogli il collo, i pettorali prima di spingerlo leggermente verso il letto facendolo sedere.
< Mi stai mettendo a dura prova > scherza non appena gli tiro giù la zip del pantaloni.
< Ti ricordi quando prima mi hai chiesto di giurarti che tra di noi non cambierà nulla? > annuisce confuso prima che io spieghi < ti sto facendo vedere che non cambierà nulla... ti sto dando un assaggio di quello che ti aspetta >.
Lo sento sospirare < ti odio Smith, per una volta che non stavo pensando a quello... >.
Sto per rispondere quando il mio telefono prende a squillare.
Eh no.
Nessuno si permetta di interromperci.
Ora che l'ho quasi convinto...
< Mh, mh > mugugno facendo stendere Harry.
< Sì, non ti preoccupare anche noi siamo in ritardo > spiego lasciando una scia di baci fino ad arrivare all'ombelico.
< Ho avuto un problema con la zip > mento per poi tirare giù la zip della mia tuta lasciandola cadere per terra, rimanendo così solo con l'intimo addosso.
< Sì, immagino che problema > scherza Louis facendomi ridere.
< Tomlinson, è vero >.
Guardo Harry che mi osserva da testa ai piedi mordendosi le labbra.
Sta per cedere, sono sicura.
Ed io non vedo l'ora che lo faccia.
< Comunque sì, ci vediamo direttamente al ristorante > lo saluto chiudendo la chiamata prima di portare la mia mano tra i capelli per ballare sensuale.
Il ballo ha la reazione aspettata perché Harry si tira su e mi trascina su di lui, invertendo subito le posizioni.
< Finalmente, ti sei deciso > scherzo.
< Sei una stronza Smith, veramente una stronza > mi bacia il collo < sai sempre come farmi cedere >.
Ridacchio prima di ritrovarmi coinvolta in un bacio da togliere il fiato.
Lo aiuto a togliersi i pantaloni che lancia da una parte per poi riprendere a baciarlo.
In un secondo mi ritrovo completamente nuda, sotto di lui.
Succube del suo tocco che tanto amo.
Succube dei suoi occhi che puntano nei miei mandandomi in estasi.
In tilt.
Senza poterne fare a meno, mi sistemo meglio così da saltare ogni eventuale passaggio.
Così almeno magari faremo meno ritardo, no?
< Se sarà sempre così... non so se potrò mai abituarmi > afferma sospirando.
< Abituati > gli sussurro in un orecchio per poi aggrapparmi alla sua schiena non appena Harry decide che è il momento di farsela finita coi discorsi e le parole.
Oh... finalmente.



 
———



Ok, la serata sta andando a gonfie vele.
Siamo arrivati da qualche minuto al locale dopo essere stati al ristorante dove abbiamo mangiato e bevuto come gli ossessi.
Io però sto bene, abbastanza ecco... Harry lo vedo più ubriaco.
E ci credo!
Con quello che gli hanno fatto bere.
In pratica ci hanno fatto fare un gioco.
E in tutto questo a me hanno fatto mettere un velo da sposa da quattro soldi, mentre ad Harry una fascia con su scritto 'groom to be'.
Che risate.
Praticamente il gioco consisteva nel dare delle risposte esatte a delle domande riguardanti noi come coppia, noi come ex nemici e noi all'interno del gruppo.
È stato uno spasso.
Ad ogni risposta sbagliata dovevamo bere e fare delle penitenze.
A me è toccato il balletto sexy in mezzo a due camerieri.
Ad Harry invece è toccato pulire i bagni del ristorante, senza far cadere il bicchiere che teneva stretto coi denti.
Penso di non aver riso così tanto, da avere le lacrime.
Poi ci sono stati i vari brindisi.
E le foto... talmente tante da farmi girare la testa.
Ma e c'è un ma... tutto il ristorante ci ha amato.
Hanno riso, partecipato agli scherzi, scattato foto e urlato almeno una decina di volte il solito 'bacio, bacio, bacio'.
Lì è stato imbarazzante da morire invece...
Già di solito sono una che si imbarazza facilmente, capirai con più persone a battere le mani e ad urlare forte.
Harry mi ha detto che almeno mi sono esercitata per il gran giorno.
Ha ragione.
Ci faranno baciare più volte davanti a tutti ed io mi vorrò sotterrare.


(Poco ma sicuro).

< Ci sei Care? > domanda Gemma uscendo dal bagno trovandomi davanti lo specchio.
Annuisco < come sto? >.
< Stai divinamente > mi squadra annuendo < ti sta proprio bene questa tuta bianca >.
< Faccio le prove per il gran giorno > scherzo mimando un bouquet tra le mani.
< Sarai assolutamente divina >.
< Per fortuna ho voi a infondermi coraggio > le ricordo vedendola sorridere.
< Così come io ho te a sostenermi >.
< Sei emozionata? > le domando.
È da un po' che non parliamo più del suo matrimonio, eppure se ci si pensa non manca tantissimo.
L'attenzione è stata riservata al mio matrimonio che essendo imminente aveva bisogno di più riguardo.
< Devo dire la verità? > annuisco prima che lei spieghi < sì, sono emozionata, agitata, non so che aggettivi usare >.
< È normale > le sorrido < ma fidati che tutto andrà per il meglio >.
< Fortunatamente ho il tuo matrimonio prima, così vedo come funziona, cosa aspettarmi etc > dichiara.
< Infatti... fai le prove > scherzo facendola ridere.
< Se ci pensi saremo cognate a tutti gli effetti > mi dice dandomi un buffetto sulla spalla.
< Hai ragione, saremo finalmente cognate ufficiali >.
< Cognata, andiamo va > afferma prima di uscire fuori dal bagno per poi attraversare la pista da ballo per raggiungere gli altri che ci aspettano sul nostro tavolo.
< Ehi >.
Sorrido ad Harry che mi chiede se stia bene.
< Tu? >.
< Anch'io... mi sono ripreso >.
< Meglio così >.
< Te l'ho detto che sei sexy con questa tuta? >.
Alzo gli occhi al cielo facendolo ridere.
< E che questi velo ti dona? >.
< Non iniziare coi tremila complimenti adesso eh > lo punzecchio prima di scompigliargli i capelli.
< Caroline > si intromette Liam.
< Payne > gli do un bacio sulla guancia.
Indica Harry < ti conviene legarglieli >.
< Perché? > chiedo ridacchiando.
< Perché è meglio così, fidati > afferma Zayn dando una pacca al riccio che sorride.
Faccio spallucce per poi avvicinarmi ad Harry < mi dispiace ma devo legarli >.
< Faccia pure madame > abbassa leggermente la testa per permettermi di legare i capelli in uno chignon disordinato.
< Grazie > mi stampa un bacio sulla fronte prima che Gemma e Lerya mi chiamino a gran voce.
< Te la rubiamo per qualche scherzo > spiega la sorella prima che saluti tutti scendendo dal tavolo.
< Care? > mi chiama Niall.
Mi volto.
< Tieni, è gin tonic > mi porge la bevuta per poi mandarmi via.
Che grazia eh.
Mi volto per guardare il tavolo.
Chissà che cosa combineranno quelli...
Fanno sedere Harry prima di infilargli in bocca una lunga cannuccia infilata in una brocca contenente chissà cosa.
Mamma mia, stasera già me lo vedo...
Vomiterà sicuramente.
Sono proprio certa.
< Vieni sposina dei nostri stivali > mi afferra per la mano Lerya < Styles starà bene >.
< Immagino > ridacchio per poi chiederle dove mi portano.
< Innanzitutto a trovare qualche manzo da poter toccare, tastare con mano >.
< Voi siete matte > scuoto la testa ridendo.
< Eddai Care... pensa che tra una settimana sarai sposata e non potrai più farlo > si intromette Gemma.
< Sono fidanzata > tiro su il dito con l'anello di fidanzamento.
< Vabbhe ma mica devi limonarteli... giusto qualche strusciatina qua e là >.
< Oddio > porto una mano avanti per poi bere il mio gin tonic.
Magari così mi sciolgo e non penso a niente.
Ma non so se può servire... sinceramente parlando.
< Ehi tu > Lerya mi trascina verso un ragazzo al quale spiega che dovrò ballare con lui e che ci farà un video.
< Non in maniera spinta > mi intrometto io facendolo ridere.
Certo che è veramente bello.
Sembra un vichingo.
Biondo, capello mosso raccolto a metà e vestito elegante.
Mi spingono verso di lui che mi sorride < sei una che si imbarazza vero? >.
< Sì, moltissimo >.
< L'ho capito subito > scherza prima che le ragazze ci ordinino di ballare.
< Sei sicura di volerti sposare? >.
Rido per poi ritrovarmi a due centimetri del suo viso < assolutamente sì >.
< Dai Care, strusciati un pochino >.
Che palle quelle.
< Vedilo come un gioco > mi propone lui facendomi voltare.
Sì dai, è un gioco... niente di più e niente di meno.
Ridacchio non appena inizio a ballare strusciandomi sul ragazzo che ride più di me.
< Si vede che non sei a tuo agio >.
Ridiamo entrambi.
< Comunque congratulazioni >.
Lo ringrazio prima di ritrovarmi tra le braccia di un altro ragazzo.
Andiamo così in giro scattando foto con sconosciuti che ci offrono da bere, ci fanno dei balletti sexy facendoci divertire da matte fino a che non torniamo al nostro tavolo.
< Allora? La piccola ha cuccato? > chiedono i ragazzi indicandomi.
Gemma e Lerya mostrano i video a tutti mentre io mi copro la faccia con la mano.

Oddio...

È così imbarazzante, accidenti.
Mannaggia a loro e a me che mi sono lasciata coinvolgere.

< Ti sei data da fare vedo > sghignazza Harry abbracciandomi da dietro.
< Non volevo farlo > affermo piagnucolante.
< Dovevi, è così che funziona per chi si sposa... anche a me hanno fatto ballare con delle ragazze >.
Strabuzzo gli occhi.

Cosa?
Oddio.

< Sì ma non erano te >.
< Lo so >.
< E poi sarei io l'egocentrico eh? >.
Sorrido per poi baciargli la mascella.
< Ti amo Harold Edward Styles >.
< La cosa è reciproca Smith >.
Ridacchio.

Forse forse siamo entrambi smielati.
Non solo Harry.
Anch'io lo sono diventata.
E nemmeno mi sono resa conto.

Sto proprio sotto un treno accidenti.

< Piccioncini, adesso venite... è il momento di fare una cosa > ci chiamano i ragazzi da in mezzo alla pista.
Che vorranno adesso?
Io altri ballettini non li faccio mica eh.
Se lo ficchino in testa.
Una volta basta e avanza.
< Cosa? > chiedo una volta arrivata.
Aggiungo < io i ballettini sexy non li faccio >.
< Cavolo ed io che volevo vederti strusciare  addosso a qualche ragazzo > mi prende in giro Harry.
Lo fulmino < non pensarci nemmeno Styles >.
< Non devi strusciarti su nessuno > mi spiega Liam.
Chiedo confusa a cosa si riferisce.
< Diciamo che... dovrete ballare > spiega Gemma prima che Liam intervenga < non una canzone qualsiasi, ma... >.
< Ma? > ripeto in coro aspettando che mi diano una risposta.
Risposta che non tarda ad arrivare.
< Quella di dirty dancing >.
Guardo Niall non sapendo se ridergli in faccia o meno.
< Tenete... fatevi uno shottino di tequila >.
Scuoto la testa < piuttosto mi schianto metà gin tonic >.
< A lei signorina >.
Com'è possibile che abbiano pensato a tutto?
Hanno già shottini preparati e bevute.
Certo che ci vogliono proprio male eh?
Non pensano al fatto che al matrimonio dovremmo arrivarci vivi?
Di questo passo mi uccideranno prima del previsto.
'Come sei melodrammatica' rimprovera la mia coscienza facendomi ridere.
Perché so che è vero.
Fottutamente vero.
< Adesso lo schianti > mi ordina Louis prima che io esegua il suo ordine.
Ormai...
< Ora > ci indicano < siete pronti per ballare >.
Guardo Harry che mi guarda incapace di dire qualcosa.
Nemmeno lui si aspettava che le cose sarebbero andate a finire così.
Vedo Niall dare l'ok al dj che fa partire la musica.

Oddio.
Non ci credo.
Non ci credo a quello che sto per fare.

< Non ci credo > rido < che dovremo ballare dirty dancing >.
Harry ride.
Ed io faccio la stessa identica cosa.
Qui, in mezzo a tutti... che imbarazzo!
Penso ai miei quando vedranno il video, penso ad Anne e Desmond... e posso solo ridere.
Rideranno anche loro, me lo sento.
D'altronde chi non riderebbe nel vedere due idioti ubriachi ballare dirty dancing?
Io lo farei sicuramente, senza ombra di dubbio.


'Now I've had the time of my life
No, I never felt like this before
Yes I swear it's the truth
And I owe it all to you'.



< Sei pronta? >.
Annuisco sorridendogli.
Che mi tocca fare, santi numi...
Harry mi prende per mano facendomi fare una giravolta.


'Cause I've had the time of my life
And I owe it all to you'.



Rido non appena mi dice che dovremmo imitare i movimenti del film.
I movimenti del film?
Ma questo è matto!
Io sono completamente negata.
Non so nemmeno che passi facciano su dirty dancing.
A parte il famoso salto che... oddio, mica dovremmo farlo anche noi?
Dai ma... non ce lo faranno fare... non sono così stronzi.
'Sei sicura?' mi chiedo tra me e me


'I've been waiting for so long
Now I've finally found someone to stand by me'.



Iniziamo a fare dei piccoli passettini da destra verso sinistra tenendoci per mano.
Tanto vale provare ad imitare i passi del film... tanto ormai la dignità è andata persa.


'We saw the writing on the wall
And we felt this magical fantasy'.



Vado in avanti ripetendo gli stessi passi per poi essere raggiunta da Harry.


'Now with passion in our eyes
There's no way we could disguise it secretly
So we take each others hand
'Cause we seem to understand the urgency
Just remember
You're the one thing
I can't get enough of
So I'll tell you something
This could be love'.



Mi lascio afferrare per i fianchi per poi portare le mani attorno al suo collo.
La mano di Harry sulla mia schiena mentre balliamo.
< Tutto questo è sconvolgente > gli dico guardando tutti fare video.
< Finiremo in rete e non per un filmino porno Smith > afferma prima di farmi voltare così da trovarmi a contatto col suo petto.
< Forse preferivo il filmino porno > sghignazzo facendolo ridere.
< Allora se è così appena arriviamo a casa lo giriamo >.
Scuoto la testa < stavo scherzando scemo >.


'Because I've had the time of my life
No, I never felt this way before
Yes I swear it's the truth
And I owe it all to you'.



La canzone continua, così come il nostro ballo.


'Hey baby
With my body and soul
I want you more than you'll ever know
So we'll just let it go
Don't be afraid to lose control, no
Yes, I know what's on your mind when you say
"Stay with me tonight" (stay with me)
And remember
You're the one thing
I can't get enough of
So I'll tell you something
This could be love'.



< Dovresti saltare Care > mi afferra Niall mettendomi di fronte ad Harry.
Col cavolo che salto per fare il volo dell'angelo.
Col cavolo proprio.
Non sono una professionista eh.
< Salta > mi urla Harry mentre io scuoto la testa.
< Fidati di me, salta... ti prendo >.
Rido.
< Ti prometto che non ti farò cascare > urla mentre tutti chiamano a gran voce il mio nome.
Caroline ripetuto all'infinito.
Rido.
Forse dovrei farlo.
Rido un'altra volta mentre i cori continuano.
< Coraggio Care >.
Guardo Harry con le mani già pronte ad afferrarmi.
Mi fido di lui.
Mi fido ciecamente di lui... quindi va bene, facciamolo.
E ciaone.
Tanto ormai...
Figura di merda in più, figura di merda in meno, che cambia?
Annuisco come a darmi coraggio e prendo un bel respiro.
Ce la posso fare.
'Ce la puoi fare' mi ripeto diverse volte.
Corro per poi lanciarmi su di Harry che mi tira su a mo' di angelo facendomi girare più volte.


'Because I've had the time of my life
No, I never felt this way before
Yes I swear it's the truth
And I owe it all to you
'Cause I've had the time of my life
And I've searched through every open door (never felt this way)
Till I found the truth
And I owe it all to you'.



Mi rimette a terra per poi stringermi a sé.
< Ti amo da morire >.
< Anch'io... questa cosa solo con te potevo farla > ridacchio prima di voltarmi per ballare.
Ormai... l'adrenalina che ho in corpo è come si mi avesse liberato dal senso di pudicizia.
Anche perché non ce la siamo cavata per niente male.
Anzi... siamo stati bravissimi.
E per di più non siamo nemmeno sobrissimi.
Il gin tonic schiantato ha reso la mia testa più leggera.
Mandando via ogni pensiero.


'Now I've had the time of my life
No, I never felt this way before (never felt this way)
Yes I swear it's the truth
And I owe it all to you
I've had the time of my life
No, I never felt this way before (never felt this way)
Yes I swear it's the truth
And I owe it all to you
'Cause I've had the time of my life (I had time of my life)
And I've searched through every open door (you do it to me, baby)
Till I found the truth (you do it to me, baby)
And I owe it all to you'



La canzone finisce.
Tutti applaudono e urlano a squarciagola.
< Siamo dei matti Smith >.
Annuisco incredula.
Chi avrebbe mai creduto che avessi potuto fare una cosa del genere?
Nessuno, credo.
< Totalmente > ridacchio guardandolo.
< Non ci posso credere che l'abbiamo fatto davvero > asserisce scuotendo la testa incredulo.
Oh Harry mio neanche io posso crederci.
L'abbiamo fatto.
Davvero.
Mi guarda ed io mi sciolgo come succede ogni volta che i suoi occhi incontrano i miei.

E senza rendermene conto capisco di volerlo baciare.
Qui, davanti a tutti... poco importa.

Voglio farlo.
Mi avvicino per poi baciarlo.

 
   
   
   
Sento gli altri urlare come degli indemoniati.
Ma non mi importa nulla.
In questo momento voglio solo pensare a me ed Harry.
E al fatto che esattamente tra una settimana ci ritroveremo così... intenti a baciarci accompagnati dai fischi e dagli urletti.

Ma tanto sono certa che io penserò solamente ad una cosa: ad Harry.



 
———



< Vuoi che ti porto una compressa per il mal di testa? > domando entrando in camera.
Harry annuisce mentre io dentro di me rido a crepapelle per poi sparire di sotto
Tanto lo sapevo che sarebbe andata a finire così.
Oggi è uno zombie, non si è praticamente mai alzato dal letto se non per andare in bagno.
Sta uno schifo, ma d'altronde ci credo.
L'hanno fatto bere fino allo sfinimento, ma per mia fortuna non ha vomitato.
Siamo tornati a casa alle prime luci dell'alba.
Io sfinita e lui completamente accasciato su di me che cercavo di reggerlo e nel mentre aprire la porta.
Che fatica che è stata!
L'ho dovuto svestire e mettere a letto di peso.
Come si fa con i bambini.
Però è stata una serata da paura.

Me la ricorderò per sempre.
Mi sono e ci siamo divertiti un sacco, nonostante gli scherzi che mi hanno messa solo in ridicolo di fronte a tutti.
Anzi, direi che ci hanno messo in ridicolo.
Ah... e non dimentichiamoci del ballo.
Se ci ripenso rido.
Ma come ci hanno pensato?
A me non sarebbe mai venuta in mente un'idea del genere...
Ma a loro evidentemente sì.
Facendoci fare una figura... che lasciamo perdere.
Ad entrambi.

Prendo la compressa per il mal di testa e un bicchiere d'acqua prima di salire dal moribondo.
< Tieni > gli porgo il bicchiere e poi la compressa vedendolo mandar giù tutto d'un fiato.
< Grazie... sto morendo dal dolore >.
< Ci credo visto quello che ti hanno fatto bere > ridacchio per poi dirgli che se mi vuole sono di sotto intenta a leggere degli appunti.
< Care? > mi chiama quando io sono arrivata sulla soglia della porta.
Mi volto ed aspetto che parli.
< Stai con me? > sporge una mano fuori dal letto.
Sorrido.

Che amore.

Mi avvicino al letto per poi accucciarmi vicino a lui.
< Mi dispiace >.
< Per cosa? >.
< Per non essere attivo > spiega < stasera avrei tanto voluto portarti a cena fuori >.
< Come mai? > chiedo.
< Bhe è da un po' che non andiamo a cena fuori, solo io e te... mi sarebbe tanto piaciuto >.
< Vorrà dire che ci andremo non appena ti rimetti > gli suggerisco vedendolo annuire.
< Sì, direi che si può fare >.
Mi volto per guardarlo < ho ordinato il sushi, va bene? >.
Mi guarda < ti ho già detto che ti amo? >.
< Mhh > mi fingo pensosa < misà tanto di no >.
Ridiamo entrambi.
< Possiamo mangiarlo qui? >.
Lo guardo.
Di solito non glielo concederei ma... oggi sta male quindi posso fare un'eccezione dai.
< Direi di sì > affermo.
Mi abbraccia e poi mi bacia.
< Sei proprio una quasi mogliettina perfetta >.
Ridacchio < ormai quel quasi è una certezza visto che mancano solo sei giorni >.
< Hai ragione mogliettina >.
Rido per poi affondare la testa sul suo petto.
La sua mano ad accarezzare la mia schiena.

Ormai ci siamo.
Manca così poco che i giorni mi sembra che passino velocemente.
Con uno schiocco di dita.

< Care? >.
< Mh > mugugno invitandolo a continuare.
< Nelle promesse posso scriverci che ti amo quando ordini il sushi d'asporto? >.
Rido per dei secondi.
< Direi che puoi scriverlo tranquillamente > mi avvicino per baciarlo < aggiungi però che lo faccio solo quando sei talmente postumato dal giorno prima da startene tutto il giorno a letto >.
Ride prima di chiudere gli occhi mentre io mi stringo a lui più che posso.

A lui che ormai rappresenta il mio posto preferito in cui rifugiarmi ogniqualvolta.

Ogni giorno della mia vita. 

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Capitolo 27
*** 28 Giugno, il grande giorno. ***


Oggi è il gran giorno.

Finalmente ci sposiamo.

Io ed Harry ci sposiamo, ci rendiamo conto?

Ed io non vedo l'ora... anche se devo ammettere di essere un tantino agitata.
Non che abbia paura eh, assolutamente, è... è solo un'agitazione più che altro per la cerimonia in sé.
Che d'altronde credo sia anche normale.
No?
'Andrà tutto a meraviglia'.

Perché non dovrebbe?
Sposo il mio ragazzo.
Sposo Harry che amo più della mia stessa vita.

Quindi perché tanta preoccupazione?
Non cambierà nulla se non il nostro stato.
Saremo semplicemente marito e moglie.
Stop.
Io continuerò ad amarlo come ho sempre fatto e lui farà la stessa cosa.
Nella cattiva e nella buona sorte.
Nella gioia e nel dolore.

Per sempre.

< Care? >.
La voce di mia madre.
È super agitata.
È da stamattina che va in giro per tutta casa.
In preda al panico.
E spargendo il panico.
Sono a casa Styles, come tutti.
Ci sono anche gli altri.
Siamo arrivati giusti l'altro ieri per poter sistemarci con calma, così da non fare tutto di corsa.
E finire di preparare le ultime cose.
Mi guardo intorno e sospiro.
È così grande questa stanza per solo una persona...
Dico così perché ovviamente non mi è stato consentito dormire con Harry.
Per carità!
Porta male, hanno detto.
E quindi ho dovuto mandar giù il fatto di non poterci dormire insieme.
Ci hanno divisi.
Siamo in due piani completamente diversi.
Ma... almeno l'ho visto.

(Anche se nessuno lo sa).

Ieri sera mi è venuto a trovare di nascosto.
Era mezzanotte quando si è intrufolato nella mia camera intimandomi di far silenzio.
È stato... strano ma eccitante allo stesso tempo.
Abbiamo parlato un sacco, rigorosamente a bassa voce.
Abbiamo visto le stelle.
In silenzio, abbracciati.
Giuro, è stato uno dei momenti che mi ricorderò per tutta la vita.
Un momento che ho già impresso nella mia mente e tatuato sul mio cuore.

< Care? > domanda mia madre facendomi alzare gli occhi al cielo.
Oddio.
Se la farà finita?
< Caroline?! > urla con insistenza sbuffando esasperata.
Sembra che sia lei per sposarsi.
Nemmeno io sono così messa male.
Ok, sono agitata ma non così tanto.
Bussa un'altra volta e capisco che è il momento di attivarmi.
Di prepararmi.
Senza farla agitare ulteriormente apro la porta sorridendole.
< Sei impazzita per caso? >.
Rido dentro di me.
< No, perché? >.
< È la cinquantesima volta che ti chiamo >.
< Scusami, avevo le cuffiette > mento spudoratamente mentre la sento borbottare che è arrivato il truccatore e la parrucchiera.
Come vuole lei signora Rottermaier.
< Se non ti muovi finirai con l'essere in ritardo > mi trascina fuori dalla mia camera camminando a passo spedito per tutto il corridoio.
< Non lo sai che la sposa fa sempre ritardo? È lecito! > mi lamento prima di fermarmi a salutare Tim e i domestici che mi fanno gli auguri.
< Grazie a tutti... speriamo solo di non cadere con quei tacchi >.
Ridono tutti, perfino mia madre.
In effetti quello dei tacchi è un bel problema.
Sono alti.
Molto alti, per poter raggiungere Harry o almeno provarci.
Per fortuna sono a tacco largo i sandali, quindi in teoria dovrei essere più stabile.
O almeno credo.
No?
< Buongiorno a tutti > dico entrando nella stanza dove regna il casino più assoluto.
Trousse sparse, spazzole per capelli, phon, piastre varie.
E ovviamente diverse persone.
Anne mi viene incontro piangendo.
Gemma e Lerya mi vengono ad abbracciare, o meglio stritolare.
< Ehi, ehi ancora non mi sono sposata > scherzo andando a sedermi sulla sedia bianca di fronte allo specchio.
Che la preparazione abbia inizio...
< Quindi, dicevamo di tenerli sciolti >.
Annuisco alla parrucchiera.
Li voglio sciolti, come Harry.
E poi credo che col mio abito sia meglio tenerli sciolti.
Anzi, ne sono convinta.
Ridacchio quando Mark mi ordina di girarmi per farmi una foto.
Alla fine devo dire che Harry aveva ragione.
È uno dei migliori nel suo campo.
Assolutamente.
Ha scattato delle foto da inserire nell'album del nostro matrimonio... che sono strabilianti.
Semplicemente magnifiche.
< Puoi aspettare che mi trucchino almeno un po'? >.
< Harry mi ha ordinato di farti almeno una foto completamente struccata... mi dispiace >.
Scuoto la testa facendo lamentare la parrucchiera che mi ordina di stare assolutamente ferma mentre mi pettina e districa i capelli.
Che odio queste richieste di Harry.
Perché immortalarmi completamente struccata?
Non mi sento chissà quanto pronta a mostrarmi senza nemmeno un po' di bronzer in viso.
Ma una foto posso concedergliela.
Solo una, però.
< Va bene, non metto bocca >.
< Care, tesoro... questa vestaglia ti sta un incanto > afferma mia madre facendomi ridere non appena afferma < è proprio perfetta per la prima notte di nozze >.
Rido perché non ha capito che questa vestaglia sarà tolta dopo due secondi in cui metteremo piede in camera.
Quindi bella o no... non sarà apprezzata come invece sarà apprezzato l'intimo che indosso.
Ho un reggiseno a fascia di pizzo bianco, e gli slip sempre in pizzo bianco ma velati sul davanti.
Sì, credo proprio che l'intimo sarà apprezzato.
E poi con quello che mi è costato, se non osa farmi almeno un complimento lo uccido.
Per forza.
< Chiudi gli occhi Care grazie >.
Faccio come mi ha detto il truccatore mentre inizia ad armeggiare coi pennelli e ombretti.
Ho scelto un trucco nude, molto molto naturale dai toni del marroncino chiaro.
In realtà mia madre preferiva un trucco ancora più naturale... solo del mascara a darmi profondità allo sguardo.
Per fortuna dopo diverse prove si è convinta.
Altrimenti, chi l'avrebbe sopportata?
< Io sono stra emozionata > ammette Gemma al mio fianco.
< Sei riuscita a dormire? >.
< Assolutamente Lé, perché non avrei dovuto? > rispondo alla riccia che per l'occasione si è stesa i capelli, diventando così liscia.
< Magari sei agitata >.
< Giusto un po', ma è tutto sotto controllo > affermo eseguendo gli ordini del truccatore.
< Ti rendi conto che da oggi sarai una Styles a tutti gli effetti? > domanda Gemma facendomi ridere.
< Non ci sto credendo che sto per sposarmi > sospiro.
< Sarà il giorno più bello della tua vita >.
< Voi testimoni come vi sentite invece? >.
< Io sono pronta... ho ripassato anche quello che dovremmo dire > spiega Lerya prima che anche Gemma parli < io credo che piangerò >.
< Perché mai? > domando confusa.
< Bhe non capita tutti i giorni di vedere mio fratello sposarsi > poi aggiunge commossa < per di più vederlo sposare la persona che ama infinitamente >.
< Nemmeno io sono pronta > ammette Anne < pensare che oggi vi sposerete... >.
Le scende una lacrima < sei la cosa più bella che potesse capitare ad Harry e... anche a noi ovviamente >.
La guardo commossa.
< Oddio, basta... altrimenti piangerò e rovinerò tutto il lavoro >.
Ridono tutti.
< È permesso? > bussano alla porta mentre io ridacchio.
È Niall.
< Che ci fai qui? > gli domanda Gemma.
< Rilassati, sono venuta a vedere Care >.
< Tutto nella norma Horan >.
< Caroline hai scritto le promesse? > domanda mia madre mentre a me prende il panico.

Alla fine non le ho scritte.
Mi sono dimenticata, come una tonta.
Certo che... possibile debba ricordarsi sempre di tutto?
Ed io che pensavo di essermela cavata.
Che nessuno si fosse accorto ecco.
E invece...

< Ehm... > balbetto.
< Non dirmi che non le hai scritte > si porta una mano sul viso perfettamente truccato.
Ci penso.

Magari posso scriverle ora, perché no?
Quanto mai sarà difficile scrivere delle promesse?
Il problema è che non ho tempo.
Dannazione.
Mannaggia a me che mi riduco all'ultimo.

< Ora come farai? >.
La guardo dallo specchio < invento al momento >.
In effetti... perché no?
Perché non provarci?
< Non so come devo fare con te >.
Rido per poi far ridere tutti < non puoi farci niente, in effetti >.
< Guarda giù > mi ordina il truccatore applicando il mascara.
< Abbonda di mascara > gli ordino non appena mi rendo conto che la sua passata equivale a zero.
È come se non si vedesse nulla.
Zero spacca zero.
< Sicura? >.
Annuisco. 
< Come tinta va bene questa nude? >.
< Sì, non può mettere colori scuri > risponde al mio posto mia madre.
Che personaggio...
< Comunque sei bellissima > si complimenta Niall baciandomi la mano.
< Grazie Niall, anche tu devo dire che non sei niente male >.
< Modestamente... >.
Guarda Gemma < faccio le prove visto che tra tre mesi tocca a me >.
< Horan non mettermi ansia per favore > lo supplica Gemma prima che lui si avvicini per stamparle un casto bacio sulle labbra.
< Smith sai già che oggi avrai molti baci da dare? >.
Alzo gli occhi al cielo.
Oddio, meglio non pensarci.
Altrimenti mi sento male prima del tempo.
< Ormai... > sussurro per poi guardarlo curiosa.
Mi volto per permettere alla parrucchiera di lavorare meglio.
< Come procede di sopra? > domando infine cercando di immaginare gli altri ed Harry intenti a prepararsi.
< Diciamo che va tutto per il meglio... alcool compreso >.
Rido.
Lo sapevo.
Lo sapevo eccome che avrebbero bevuto.
< Promettimi solo che me lo farete arrivare sobrio all'altare > lo supplico con le mani giunte.
< Hai la mia parola >.
Gli mando un bacio volante < e... Harry? Come sta? >.
< Vuoi sapere per caso se i capelli li ha legati? >.
Rido.
Mi ha sgamata in pieno.
Oh, sì.
< Anche > ammetto < però volevo sapere come sta in generale >.
Niall ride prima di dirmi che sta bene.
< Forse è un tantino emozionato >.
< Il mio bambino > afferma Anne prima di scusarsi per il commento.
< È già pronto... aspetta solo di vederti arrivare in chiesa >.
Annuisco mentre cerco di immaginarmelo nel suo smoking.
Sarà... sarà semplicemente una visione.
Assolutamente una visione.
Sto per chiedere qualcos'altro quando il truccatore mi dice di aver finito, così come la parrucchiera.
< Sei magnifica Care > commentano tutti mentre io mi volto per specchiarmi.
Oddio, non mi aspettavo che i capelli sarebbero venuti così bene.
Dei grossi boccoli a scendermi sulle spalle.
Morbidi come se fossero di zucchero filato.
< Grazie... mi vedo bellissima > commento portandomi una mano davanti le labbra.
< Sei bellissima >.
Mi alzo per andare ad abbracciare tutti.
< Manca solo il vestito >.
Annuisco a mia madre prima di voltarmi verso Anne < ti lasciamo qualche minuto da sola, così puoi rilassarti >.
Li vedo uscire dalla stanza ad uno ad uno ed io mi guardo emozionata allo specchio.

Manca poco...
Stavolta così poco da non crederci.
Da non poter essere possibile.
Reale.
Guardo l'abito appeso e lo accarezzo.
A breve lo indosserò.
E ancora non riesco a capacitarmi che oggi io e Harry ci sposiamo.

Mi dirigo verso il balcone prima di uscire fuori a prendere una boccata d'aria.
Si sta bene.
Per essere giugno non è nemmeno caldissimo.
Il sole splende tra i miei capelli ed io sorrido.
È la giornata perfetta per celebrare l'amore.
Continuo a sorridere senza nemmeno rendermene conto.
Tra poco sarò Caroline Smith Styles.
E non più la semplice Caroline Smith che tutti conoscono.
Verrò arricchita di quel cognome che tanto amo.
E farò ufficialmente parte della famiglia che amo.

Fa strano eh?

Fino a qualche mese fa non avrei mai pensato di sposarmi e invece... eccoci qua.

Il giorno del mio matrimonio.

Penso a questi anni con Harry e non posso che sorridere.
Penso ai nostri baci, ai nostri ti amo... ai nostri momenti insieme, alle nostre litigate, alle nostre uscite, ai nostri abbracci, alle nostre dormite stretti abbracciati.
E una lacrima si posa sulla mia guancia.

Non devo piangere.

Non.
Devo.
Accidenti.

Ma come faccio?
Come faccio quando so di essere la persona più fortunata del mondo?
Quando so di avere accanto il ragazzo più dolce, rispettoso, fedele del mondo?


È tutto per me.

È sempre presente per me.
Come lo è sempre stato...
Si prende cura di me, mi sprona ad andare avanti, mi abbraccia quando mi sento giù, mi stringe a sé così forte da farmi svenire... mi ama come nessuno mai.
Sono fortunata.
Molto fortunata a dire il vero.
E non posso essere grata alla mia vita, a quello che mi ha donato.

Oggi, e per sempre.

Probabilmente per le promesse mi basta spiegare quanto sia fortunata ad avere Harry al mio fianco.
E ripetere davanti a tutti quanto lo ami.
Perché no?
D'altronde è la verità.
La campana suona.
Il primo richiamo.
A breve dovrò fare il mio ingresso.
A breve inizierà la celebrazione ed io non ci sto capendo nulla.
Niente di niente.

'Dovresti rientrare e indossare l'abito' mi dico prima di rientrare.
Tolgo la vestaglia e chiamo Gemma e Lerya per aiutarmi.
< Come sei sexy Smith > mi pizzica un fianco Lerya facendomi sobbalzare.
< Stenderai Harry in un colpo solo > mi fa l'occhiolino Gemma.
< Ragazze, invece di commentare il mio intimo pensiamo a sistemare l'abito al meglio > le riprendo.
< Sei pronta? >.
< Per cosa? > chiedo non capendo.
< Per farti allacciare la zip > scherza Lerya prima che effettivamente la tiri su.
< Visto? È stato più facile del previsto Lé > ironizzo facendo un giro su me stessa.
Lascio che mi infilino i sandali col tacco per poi fare delle prove.
< Se cado oggi... farò una figura di merda già lo so >.
< Sono veramente alti >.
Annuisco < proprio come tuo fratello Gemm >.
< Almeno così potrai baciarlo senza problemi > sghignazzano entrambe.
< Vi odio >.
< Invece noi ti vogliamo bene >.
Le guardo.
Le mie migliori amiche.
Le mie testimoni.
Voglio un gran bene ad entrambe.
E so di poter contare su di loro ogni volta che ne abbia bisogno.
< Non posso crederci che stai per sposarti >.
< Anch'io Lerya >.
< Però lo sapevo che avresti avuto il tuo lieto fine >.
< Ah sì? >.
Annuisce < Care, ma certo... non riesci proprio a renderti conto di quanto ti ami Harry >.
Aggiunge < come guarda te... anch'io vorrei una persona che mi guardasse così >.
Le sfugge una lacrima < vi auguro tutta la felicità del mondo >.
< Lé, non farmi piangere > la supplico.
< Ora tocca a me > guardo Gemma.
Oddio.
Non devo piangere.
< Anch'io l'ho sempre saputo che alla fine avrebbe fatto la scelta migliore... e quando me l'ha detto non ho potuto fare altro se non piangere >.
Mi accarezza il viso < sei così cara, buona Care... sono sicura che tu ed Harry avrete una vita da favola >.
Scuoto la testa.
< Vi prego basta... non mi fate piangere >.
Ridacchiamo tutte prima che io le abbracci.
< Sono così fortunata ad avervi nella mia vita ragazze, grazie >.
Prendo un bel respiro.
< Ci sei? >.
Le campane suonano ancora.
< Sì, ci sono >.
Sorrido mentre esco dalla stanza e mi avvicino a mia madre, Anne, Desmond e... mio padre.
< Sei... > inizia mia madre piangendo.
< Sei bellissima Care > afferma Anne accarezzandomi una guancia.
< Sei stupenda > commentano Desmond e mio padre sorridendo.
< Grazie, a tutti > affermo.
< Sei pronta? >.
< Sì, sono pronta >.
< Allora andiamo > fa cenno mia madre mettendosi dietro per non farmi strisciare il velo per terra.
< Care > mi ferma mio padre < dovrei dirti due cose >.
Annuisco < voi iniziate ad andare verso la macchina, noi arriviamo >.
< Non so da dove iniziare > inizia con la voce commossa.
< Papi > gli accarezzo una guancia.
< La mia bambina è diventata una donna >.
Una lacrima sfugge al mio controllo.

Non devo piangere, perché lo continuo a fare?

< Sono sicuro che Harry sarà il miglior marito del mondo e che avrete una bellissima vita da trascorrere insieme >.
< Grazie > sussurro.
< Vi auguro tutta la felicità del mondo bambina mia >.
Lo guardo e annuisco.
< Papi, anche se oggi divento una Styles... infondo sarò sempre una Smith > gli dico mentre una lacrima scende sulla sua guancia.
< Lo so, lo so > mi stringe in un abbraccio ed io mi ritrovo a dover asciugare le lacrime che scorrono senza sosta.
Quello che ho detto è vero.
Non l'ho detto tanto per dire.

Sarò sempre una Smith... per sempre.

< Sarà meglio che andiamo altrimenti tua madre chi la sente >.
Rido per poi infilare il braccio sotto il suo e camminare.
< Signorina Care è stupenda > commenta Tim.
< Tim ti ringrazio >.
< Ah > mi blocca prima che possa uscire.
< Sì? > mi volto avvicinandomi.
< Harry mi ha detto di dirle che non vede l'ora di toglierle il vestito di dosso >.
Alzo gli occhi al cielo.

Che odio.
Pure il giorno del matrimonio deve fare questi commentini?
Oddio mio.

< Non so più se sto facendo la scelta giusta sposandolo > scherzo facendo ridere tutti, per poi avvicinarmi alla macchina dove entro con non poca difficoltà.
Che senso abbia andare in chiesa in macchina, ancora non si sa...
La chiesa è talmente vicina che se ci arrivavo a piedi ci avrei impiegato meno tempo e soprattutto avrei evitato di fare tremila manovre per entrare col vestito.
Ma ovviamente mia madre si è opposta.
Ha bocciato la mia idea di arrivarci a piedi.
Con le solite scuse 'porta male... e se cadi coi tacchi? Devi fare l'ingresso come si deve e blablabla'.
Alla fine ho ceduto.
Tanto non avrei mai e poi mai vinto.
Ma già lo sapevo in partenza.
Fortunatamente come ho detto, la chiesa è vicina, infatti dopo nemmeno tre minuti la macchina si ferma davanti la chiesa.
Respiro lentamente.

Ci siamo quasi.
Porca l'oca, che ansia...
Ora ho tanta ansia da potermela fare addosso.
Sul serio.
Non scherzo.
Fino a poco fa ancora non riuscivo a realizzare ma ora che vedo la chiesa davanti ai miei occhi capisco che è arrivato il momento.

< Ti aiuto a scendere > annuisco a mio padre per poi scendere con meno difficoltà.
Intravedo le persone che sbirciano fuori per potermi osservare meglio.
< Ci sei? >.
< Papi, mi sto cagando in mano > ammetto ridendo nervosa.
< È normale, anche a me è successo >.
< Come hai fatto a non fartela addosso? >.
< Ho guardato tua madre e ho capito che stavo vivendo il momento più bello della mia vita in quel momento >.
< Dici che anche con Harry funzionerà? >.
< Assolutamente >.
Deglutisco... non so, io non ne sono convinta sinceramente.
Però mi fido di mio padre quindi ho fiducia che non appena vedrò Harry l'ansia scomparirà e io sarò totalmente concentrata su di lui da non rendermi conto di nulla.
Lo guardo < sta' tranquilla, andrà tutto bene >.
< Sicuro? >.
< Sicuro, sicuro >.
Ci guardiamo per dei secondi interminabili.
< Ti voglio bene Care >.
< Anch'io Nickolas Smith >.
Vedo Desmond darà l'ok per far partire la musica.
'Coraggio Care' mi sprono salendo le prime scale.
Forse, forse ho fatto un errore scegliendo di indossare questi tacchi.
Sono troppo alti.
Altissimi ed io nemmeno ci sono abituata.
Ma dovevo farlo per poter acquistare un po' di centimetri da poter essere quasi al pari di Harry.
Che cosa mi tocca fare eh?
Solo perché è alto da morire... se solo fosse stato più basso avrei potuto indossare dei tacchi più bassi.
'Smettila di pensare a queste sciocchezze e attenta a non cadere' mi ripete la vocina insistentemente.
Ha ragione la mia coscienza.
Devo concentrarmi e non cadere.
Arrivo sull'ultima e sorrido prima di entrare in chiesa accompagnata dalla canzone che Harry ha scelto per me.


'Looks like we made it
Look how far we've come my baby.
We mighta took the long way
We knew we'd get there someday
They said, "I bet they'll never make it"
But just look at us holding on
We're still together still going strong'.



Cammino con lo sguardo fiero sorridendo agli invitati che commentano il mio abito.


'You're still the one I run to
The one that I belong to
You're still the one I want for life
(You're still the one)
You're still the one that I love
The only one I dream of
You're still the one I kiss good night'.



< Che schianto ragazza > commentano Matt e Luke facendomi ridere.
Gli strizzo un occhiolino per poi continuare a sorridere a destra e sinistra.


'Ain't nothin' better
We beat the odds together
I'm glad we didn't listen
Look at what we would be missin'
They said, I bet they'll never make it
But just look at us holding on
We're still together, still going strong'.



Continuo a camminare tenendomi stretta a mio padre fino a che non guardo Harry e per poco non mi prende un colpo.

È bellissimo.
Con lo smoking e i capelli sciolti con i ricci a scendergli morbidi sulle spalle.
È praticamente come l'avevo sempre immaginato.
Mi guarda e un sorriso gli compare sul volto andando ad illuminargli quegli occhi che tanto amo.
Si lecca le labbra velocemente e si ravvia i capelli non togliendo nemmeno per un attimo i suoi occhi dai miei.


'You're still the one I run to
The one that I belong to
You're still the one I want for life
(You're still the one)
You're still the one that I love
The only one I dream of
You're still the one I kiss goodnight
You're still the one'.



Lo vedo boccheggiare letteralmente osservandomi da capo a piedi ed io non posso che sorridergli.
Percorro gli ultimi metri della navata per poi girarmi verso mio padre che dopo avermi donato un bacio sulla guancia mi lascia nelle mani di Harry.
< Il bacio sulla fronte > gli ricordo sussurrando.

Sennò questo è un attimo che mi bacia subito...
Meglio ricordargli quello che deve fare.
No?

< Me lo ricordo Smith > sussurra ridendo posando un bacio sulla fronte.
I ragazzi sono disposti vicino a me, mentre Lerya e Gemma sono disposte vicino ad Harry.
Mi volto sorridendo a tutti per poi guardare davanti Padre James che sorride a sua volta < nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo >.
Guardo Harry.
< Sei bellissima >.
< Anche tu non sei niente male Styles > poi lo rimprovero < ma ora concentrati >.
Ride per poi annuire.
< Ti è stato recapitato il messaggio da Tim? >.
Alzo gli occhi al cielo.
Sì, direi di sì...
Ed era meglio che non mi venisse recapitato.
< Sì, direi che potevi evitare > sussurro a denti stretti.
< Lo so che mi ami così tanto da perdonarmi qualche commentino qua e là >.
Ridacchio e poi mi concentro su padre James.
< Cari familiari, amici, parenti e invitati siamo qui oggi per celebrare l'unione in matrimonio di questi due ragazzi >.
Ci indica < Harold Edward Styles e Caroline Smith >.
Sento qualcuno tirar su col naso.
Ma già so di chi si tratta.
Di mia madre ovviamente.
Già inizia ora... non oso immaginare alla fine della cerimonia.
Padre James ci sorride prima di iniziare a recitare delle formule.
< Carissimi Harold Edward Styles e Caroline Smith siete venuti insieme nella casa del Padre, perché la vostra decisione di unirvi in matrimonio riceva il suo sigillo e la sua consacrazione davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità... >.
Annuisco prima che riprenda a parlare con quella sua voce calma e tranquilla in grado di rilassarti come non mai.
Abbiamo scelto bene scegliendo Padre James.
Assolutamente.
È la persona più indicata per celebrare un matrimonio.
Il nostro.
< Voi siete già consacrati mediante il Battesimo: ora Cristo vi benedice e vi rafforza con il sacramento nuziale, perché vi amiate l'un l'altro con amore fedele e inesauribile e assumiate responsabilmente i doveri del matrimonio >.
Annuiamo entrambi.
Si avvicina < pertanto vi chiedo di esprimere davanti alla Chiesa le vostre intenzioni >.
Ok, ora tocca a noi rispondere.
Speriamo solo che mi ricordi tutto.
Guardo Harry e capisco che anche lui ha paura di non ricordarsi nulla.
Eppure abbiamo seguito il corso, abbiamo ripetuto le battute a casa così tante volte che alla fine mi sognavo di ripeterle anche di notte.
Un incubo.
Eppure, abbiamo ancora paura di non ricordarci nulla...

Siamo proprio fatti l'uno per l'altra.
Eh?

< Harold Edward Styles e Caroline Smith, siete venuti a contrarre matrimonio in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione? >.
Io ed Harry rispondiamo forti e chiari < sì >.
< Siete disposti, seguendo la via del Matrimonio, ad amarvi e a onorarvi l'un l'altro per tutta la vita? >.
< Sì >.
< Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa? > recita ancora padre James.
Parlare di figli mi mette di un'ansia...
Perché parlarne proprio oggi?
Qui?
< Care, devi rispondere > mi sussurra Harry prima che io mi maledica mentalmente.
Non mi sto concentrando.
< Sì >. 
Devo prestare attenzione...
Mi sto sposando ed è una delle cose più serie del mondo, mi sembra...
Con l'occhio spio Harry che guarda Padre James emozionato.
E capisco...

Che sono pronta.
Che è arrivato il momento di sposare il mio bel principe Harry.




 
———



Padre James ci fa alzare.

Ci siamo.
È arrivato il momento del fatidico sì lo voglio.
Dopo questo... saremo, marito e moglie.
Ed io non sto nella pelle...

< Alla presenza di Dio e davanti alla Chiesa qui riunita, datevi la mano destra ed esprimete il vostro consenso >.
Mi volto per dare la mano destra ad Harry che fa la stessa cosa.
< Il Signore, inizio e compimento del vostro amore, sia con voi sempre >.
< Amen > diciamo entrambi.
< Ora > mi indica Padre James < tocca a te Caroline >.
Mi volto per guardare Harry.
Spero di farcela.
E di non incepparmi.
Con la coda dell'occhio vedo mia madre ed Anne piangere sommessamente.
Ma d'altronde non dovrei nemmeno stupirmi.
È quello che stanno facendo ormai da praticamente quasi tutta la celebrazione.
Torno a guardare Harry e gli sorrido prima di dire con la voce emozionata quanto ho imparato < Io Caroline Smith accolgo te Harold Edward Styles come mio sposo >.
Prendo una piccola pausa.
< Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita >.
< Ora Harry, tocca a te manifestare il consenso >.
< Io Harold Edward Styles accolgo te Caroline Smith come... >.
Si blocca.
Ridacchio e mi volto verso gli invitati < è emozionato >.
Tutti ridono.
Anche Harry ma la sua è una risata nervosa direi.
< Harry non ti preoccupare ripeti la formula > lo invita Padre James sorridendogli.
< Ok... io, Harold Edward Styles accolgo te Caroline Smith come mia... >.
Si blocca di nuovo.
Deglutisce.

Che succede?

< Che succede? > domando guardandolo in preda al panico.
Letteralmente.
Le labbra corrucciate.
Gli occhi più lucidi del solito.

È... in panico.

< Ehi > mi avvicino e gli accarezzo il viso.
So che non si potrebbe fare ma sti cavoli.
È in ansia.
Ed ha bisogno di me.
< Guardami Harry > gli sussurro.
Mi guarda e una lacrima sfugge al suo controllo.
< So che sei emozionato... >.
< Vero? > aggiungo per poi vederlo annuire sommessamente.
Gli prendo la mano e gliela stringo < ma pensa solo che ci siamo io e te, nessun'altro >.
Gli faccio una carezza < ok? >.

Annuisce ma ha lo sguardo perso.
Vuoto...

Così decido di aiutarlo.
Mi volto e chiedo a Padre James se può rispondergli solo col 'sì'.
Senza dover ripetere la formula che ho ripetuto io.
Annuisce.
Che Padre paziente.
Signore perdonaci.
< Harold Edward Styles vuoi prendere la qui presente Caroline Smith come tua legittima sposa, amarla, onorarla tutti i giorni della tua vita finché morte non vi separi? >.
Oh, ora ci siamo.
Deve solo rispondere di sì.
Senza troppi giri di parole.
Sorrido a Padre James aspettando che Harry risponda fiero col solito 'sì, lo voglio'.
< Io... > balbetta mentre io gli chiedo cosa c'è che non va.
Mi giro così da poter guardarlo negli occhi.

Occhi che non riesco a decifrare in questo momento, ahimè.

< Tu? > lo invito sorridendogli per dargli forza.
Aspetto paziente che risponda.

Non voglio mettergli nessuna fretta.
Non ho alcun problema ad aspettare.
Anzi, se serve a calmarlo... aspetto anche tutta la mattinata.

Se devo lo faccio.
Per lui, che amo più della mia stessa vita.


Respira lentamente mentre si sbottona un bottone della camicia.
< Ehi > sussurro cercando di riportarlo da me.
Cercando di farlo ritornare nella realtà.
Si passa una mano tra i capelli e poi afferma quasi urlando < io, non posso Care >.
Lo guardo confusa.

Che cosa significa che non può?

< Come sarebbe a dire che non puoi? >.
Scuote la testa < non posso sposarti, mi dispiace >.

Il panico.

Lo guardo cercando di vedere un sorriso come a dirmi 'te l'ho fatta'.
Ma questo sorriso non compare.
Lascia le mie mani.

Ed io capisco che è tutto vero.

Dannatamente vero.
Il mondo che mi crolla.

Come diavolo sarebbe a dire che non può sposarmi?
Non è molto difficile.
No?

Senza nemmeno poter ribattere Harry inizia a percorrere la navata centrale sotto il mio sguardo attento.
Cioè... mi sta lasciando sull'altare.

Mi sta lasciando sull'altare?

Se è un sogno, vi prego svegliatemi.
Perché è il sogno più brutto della mia intera esistenza.
Senza nemmeno rendermene conto inizio a camminare per la navata inciampando sul velo, troppo lungo.
Maledetto velo.
Vedo Harry troppo, troppo distante e capisco che se non corro lo perderò.

Tolgo il velo e inizio a correre sperando di non cadere.
E di non fare una figura di merda senza precedenti.
< Harry > lo chiamo ma la mia voce è troppo bassa.
Non ci credo che sta succedendo proprio a me.
Non ci credo che lo sto perdendo, così.
E senza motivo.
< Harry! > urlo.
Niente.
< Harry! > urlo ancora più forte correndo.
Ma niente, ancora una volta niente.
< Harry, ti prego voltati > lo supplico.
Il passo troppo lungo rispetto a quello che posso fare.
Tant'è che quasi inciampo.
< Harry! > urlo a squarciagola.

È inutile.
È come se non mi sentisse.
E senza poter fare nulla lo vedo uscire dalla chiesa e correre lontano.

Lontano, troppo lontano da me.

< Harry! > urlo per poi accasciarmi per terra.
Sbatto i pugni a terra < non farmi questo >.
Una supplica tra me e me.
Le lacrime prendono a fuoriuscire copiose.
Sicuramente starò facendo pena a tutti.

Caroline Smith lasciata sull'altare il giorno del suo matrimonio.
Che sfigata.
Eh?

< Harry > piango sommessamente mentre sento qualcuno raggiungermi per poi tirarmi su.
Guardo mio padre e Desmond per poi guardare fuori dalla chiesa.
'Respira, respira, respira' mi impongo asciugandomi con la mano le lacrime finendo con lo sporcarmi di mascara il lavoro del truccatore che ovviamente mi odierà.
Mi volto verso l'altare dove vedo i ragazzi parlare con padre James e inizio a camminare lungo la navata.
Sento i diversi commenti.
Vedo le diverse facce sconcertate.

E mi sento... semplicemente persa.

Avanzo fino a salire gli scalini.
< Care > si avvicina Niall < abbiamo chiesto a padre James di poter aspettare... andiamo a prendere Harry >.
Lo guardo e una lacrima scende.
La giornata che avrebbe dovuto essere la più bella della mia vita... si è trasformata in un perfetto incubo.
< Tranquillo > sussurro flebile.
E con l'ultima forza rimasta affermo con lo sguardo vitreo < Padre James, familiari, amici e parenti vari... >.
Mi volto verso tutti < oggi, non ci sarà più nessun matrimonio >.
Faccio un segno con la mano prima di piangere su Niall che mi abbraccia e culla dolcemente.

Perché ormai, posso solo che piangere.
Non posso fare altro.

Ho perso Harry.
Ho perso tutto.

Forse... ho perso anche me stessa.


 

———



Non ci posso ancora credere.

Mi ha lasciata.
Senza se e senza ma.

Pensavo di trovarlo a casa, ma una volta tornata... il nulla.

Mi ha lasciata.
È proprio quello che ha fatto.
Ed io non mi spiego il perché.

Le sue parole mi rimbombano in testa troppo velocemente da farmi girare.

Rivedo i suoi occhi.
Le sue mani.
Lontane da me.
E mi... sento male.
Troppo male.

La mia stanza rimbomba dei miei respiri veloci, dei miei singhiozzi... come a farmi ricordare che sono rimasta sola.
Sola... con la sua macchina.
Perché quella l'ha lasciata qui, a casa dei suoi.
'Harry mi ha detto di darti queste' mi ripete la voce di Tim facendomi sorridere.
Cosa diavolo me ne faccio delle chiavi?
Avrei sperato, che ne so... in un messaggio.
In un biglietto.
In una cavolo di spiegazione.
Semplicemente.
E invece... mi sono beccata il mazzo di chiavi della sua auto.

Grazie Harry...
Che premuroso, che gentile eh?

Guardo fuori.

Chissà dove se ne sarà andato.
Chissà se è a Londra.
O se è ancora a Reddicth.
A casa di qualche suo amico d'infanzia che lo protegge.

Chissà.
Chissà, chissà.


Una lacrima bagna la mia guancia.
L'ennesima.
È pomeriggio inoltrato ed io ancora devo mettere in bocca qualcosa.
Non ho mangiato.
E non intendo minimamente mangiare.
Non ho fame.
Ho la bocca dello stomaco talmente chiusa che non credo di poter mandare giù nemmeno un boccone.
Sento le voci nell'altra stanza e scuoto la testa.
Ci sono tutti.
I miei, Anne e Desmond e tutti i ragazzi.
Parlano.
Li sento dire che sono increduli.
Ed io vorrei tanto andare da loro per dirgli che anche io sono incredula.
Per urlare a squarciagola che sono la persona più incredula di questo mondo.
Perché... non me lo spiego.

Non trovo una ragione.
Non trovo dei motivi validi.
Non vedo perché... abbia dovuto lasciarmi lì.

Che al sol pensiero rabbrividisco.
Se ripenso alla mia immagine su quell'altare potrei svenire o vomitare.

Una ragazza, sola.
Una fallita.
Abbandonata a sé stessa senza sapere perché.

Lasciata lì come una babbea di fronte a tutti.
Lasciata dalla sua unica ragione di vita.
Lasciata dalla persona che più ama al mondo.
Lasciata in un maniera... assurda.


Sì, questa situazione è assurda.
Veramente assurda.
Irreale ecco.
È il termine più adatto, o almeno credo.

Mi alzo e mi avvicino allo stereo dove inserisco il CD che ho trovato prima in camera di Harry.
Dove stamattina si è preparato.
Pigio sul pulsante play e mi siedo sulla sedia portando le ginocchia al petto.
La musica risuona per tutta la stanza, a tutto volume.

'Wish you were here'.

A come vorrei che fossi qui!
Ad abbracciarmi.
A ripetermi quanto mi ami.
A farmi capire che niente cambierà tra di noi.
Nemmeno tra dieci anni.
Mai e poi mai.

Senza rendermene conto mi lascio andare ad un pianto mentre David Gilmour inizia a cantare.
Piango perché mi ricorda Harry.
È la sua canzone preferita.
O... forse era.
Perché magari non lo è più.
Visto che da oggi è cambiato tutto.
Tutto e niente direi.


'So, so you think you can tell
Heaven from Hell,
blue skies from pain
Can you tell a green field
from a cold steel rail?
A smile from a veil?
Do you think you can tell?'.



Appoggio la testa sulle mie ginocchia.

Harry.
Harry.

Perché mi hai fatto questo?
Perché mi hai distrutto il cuore?
Perché mi hai lasciata senza poterti abbracciare ancora una volta?
Perché mi hai abbandonata?

Come farò senza di te?
Eh?

Te lo sei chiesto?
Ci hai pensato?
Come pensi che supererò questa batosta?
Come pensi che riuscirò ad andare avanti?



'And did they get you to trade
your heroes for ghosts?
Hot ashes for trees?
Hot air for a cool breeze?
Cold comfort for change?
And did you exchange
a walk on part in the war
for a lead role in a cage?'.



La porta si apre ma io non alzo lo sguardo.
Anzi, lo tengo basso.
Fisso sul pavimento.
Così come se potessi scomparire.
Venire inglobata, risucchiata dalla Terra.
Dalle sue profondità.
< Care >.
Entrano.
Sono tutti qui.
Ma io non alzo lo sguardo.
Non riesco.
Non... ci riesco perché è più forte di me.
< Care, tesoro > si avvicina mia madre con Anne.
< Dovresti mangiare qualcosa... non hai mangiato nulla da stamattina >.
Scuoto la testa.


'How I wish,
how I wish you were here.
We're just two lost souls
swimming in a fish bowl,
year after year,
running over the same old ground.
What have we found?
The same old fears,
Wish you were here'.



Continuo a piangere.
A far uscire il mio dolore.

Che è... semplicemente immenso.

Più grande di me.
Più grande della stanza.
Più grande perfino della mia intera esistenza.
Più grande di ogni fottuta cosa.

< Ti prego > afferma mia mamma guardandomi.
< Mi fa male vederti così > continua mentre mi lascia una carezza sulla mano.
< Anche a me > asserisce Desmond per poi sedersi accanto a me.
I miei singhiozzi continuano.
Così come le mie lacrime.
< Care >.
Mio padre.
Il mio uomo.
Colui che ci sarà sempre.
Sempre e comunque.
Mi richiama ed io alzo lo sguardo.
< Ehi, piccola mia > si avvicina per poi prendermi le mani.
< Perché... > tento di dire non riuscendo.
< Perché? >.
< Perché mi... >.

Le parole mi muoiono in gola.
Proprio non riescono ad uscire.
È come se avessero paura che una volta uscite diventino reali.
È come se io avessi paura che diventino reali.

La sua mano sul mio viso.
< Perché mi ha lasciata? >.
Vedo Anne piangere.
< Perché ha dovuto farmi una cosa del genere nel giorno che sarebbe dovuto essere il più bello della mia vita? >.
Tiro su col naso.
< Perché papi? Perché? >.
Una lacrima sul suo viso.

Oh, papà.
Non sai quanto mi faccia male vedere una lacrima sul tuo viso.
Non sai quanto mi senta impotente... impossibilitata.

< Non lo so Care > si avvicina per abbracciarmi < non lo so >.
Si asciuga le lacrime < ma sappi che io, la mamma, Anne, Desmond e tutti i tuoi amici siamo qui per aiutarti >.
Annuisco.

Anche se non ne sono convinta.

Come possono aiutarmi?
Non sanno quello che sto provando.
Non sanno cosa significa perdere la persona che ami.
Non sanno cosa significa vederla sparire sapendo di non rivederla più.
E senza nemmeno sapere il reale motivo.
Non lo sanno.

Quindi, come possono aiutarmi?
Come possono?

< Care, Nickolas ha ragione... siamo qui per te >.
Mi volto verso Desmond.
Gli sorrido.
Un sorriso tirato.
< Lo so > sussurro.
Probabilmente per mia madre ed Anne è troppo vedermi conciata così perché ad un certo punto escono dalla stanza.
Scosse dai loro singhiozzi.

Ed io mi sento colpevole.
E male.
Non vorrei vederle così.
E mai avrei voluto.

< Ehi Smith >.
Guardo Niall.
Ha gli occhi lucidi.
Come tutti d'altronde.
< Stavo pensando... > tenta di dire prima che io lo anticipi < è proprio ora di berci un bel gin tonic >.
< Stavo pensando proprio a quello > si asciuga gli occhi col dorso della mano per poi porgermela.
< Coraggio, andiamo di là >.
Annuisco mentre mi lascio trascinare fuori dalla stanza per poi arrivare in veranda dove trovo i domestici intenti a parlare a bassa voce.
Ovviamente intenti a parlare di me.
Di Harry.
Di quello che è successo.
< Tim? >.
Annuisce sorridendomi.
< Potresti preparare per tutti dei gin tonic? >.
< Assolutamente >.
Si muove per andare in cucina seguito dagli altri domestici.
< Ah > lo richiamo e quando si volta lo imploro < facceli forti >.
Detto ciò mi siedo sulla sedia in vimini dopo essermi legata i capelli in una coda.
Anche gli altri si siedono.
Ma nessuno parla.
Capiscono che non ho voglia di parlare.
Ma solo di stare in silenzio.
Di riflettere.
Respiro lentamente.
Magari così mi calmo.
Ho il cuore che va a mille.
Che penso che potrebbe scoppiare da un momento all'altro.
< Eccoci > fanno il loro ingresso mia madre, Anne accompagnate da... nonna Dorothy.
Oh, la nonna...
Quanto mi dispiace per la nonna.
Da morire.
Ha creduto in questo matrimonio prima di noi.
Prima di... me.
Ha la faccia provata.
Ma è sempre impeccabile.
< Caroline > avanza verso di me mentre io mi alzo per abbracciarla.
La sento piangere ma cerco di non piangere per non darle un ulteriore dispiacere.
E poi... lo noto.
Il mio anello di fidanzamento.
L'anello che mi è stato donato da Dorothy.
Quell'anello che ho indossato fieramente in questi mesi.
Dal giorno esatto in cui Harry mi si è proposto.
Qui, a casa.
< I vostri gin tonic >.
Annuisco a Tim per poi deglutire.
Devo liberarmi di questo anello.
Non sono più fidanzata, d'altronde.

Quindi, perché farmi del male guardandolo ogni giorno?

< Comunque > inizio a dire interrompendomi per via di alcune lacrime che inevitabilmente scendono.

È... è difficile.

È come se perdessi un pezzo di me.
È come se perdessi un pezzo di Harry.
È come se perdessi un pezzo di... noi.


È profondamente difficile.
Molto.

Prendo un lungo respiro, per poi sfilarmi l'anello dall'anulare sinistro.
< Questo è tuo Dorothy >.
< No Caroline tienilo >.
Scuoto la testa < non mi sembra corretto >, glielo appoggio sulla mano richiudendola.
< Mi dispiace solo di non averlo onorato come avrei voluto Dorothy... >.
Un singhiozzo a scuotermi.
< Oh, no, no piccola mia... l'hai onorato divinamente >.
Mi avvicino per abbracciarla per poi staccarmi < è ora di bere forse >.
Vedo gli altri annuire, così mi siedo portando il bicchiere vicino alle labbra.
Ne prendo un sorso.
Accidenti, se è forte... Tim mi ha presa in parola.
Ma meglio così.
Almeno così non penserò a quanto la mia vita sia infelice in questo momento.
< Tim >.
< Sì Caroline >.
< Puoi mettere la musica? > gli do il mio cellulare con la riproduzione della mia playlist.
Prendo un bel sorso del mio gin tonic mentre la canzone parte.
La canzone appunto.


'And after all this time
You're still the one I love, mmm, yeah'.



Nell'aria non vola una mosca.
Tutti stanno in silenzio.
Muti, come pesci.


'Looks like we made it
Look how far we've come my baby
We mighta took the long way
We knew we'd get there someday'.



Senza poter farne a meno... piango.
Piango e nel mentre bevo.
Ma d'altronde cosa posso fare se non piangere?


'They said, "I bet they'll never make it"
But just look at us holding on
We're still together still going strong'.



La canzone del mio ingresso in chiesa.
La canzone che mi hai dedicato tu Harry.
Ti ricordi?
Io mi ricordo bene quel momento.
A casa.
Sul letto visto che dovevo stare a riposo.
Hai tirato fuori quella dannata cassetta e ancora una volta il mio cuore ha perso un battito.
Ancora una volta mi sono innamorata di te.
Hai detto che fin da piccolo l'avresti dedicata all'amore della tua vita. 
Quell'amore che sembravo essere io.

E che probabilmente non sono più.


'You're still the one I run to
The one that I belong to
You're still the one I want for life
(You're still the one)
You're still the one that I love
The only one I dream of
You're still the one I kiss good night'.



< Questa canzone l'ha scelta Harry > dico guardando un punto fisso davanti a me.
< Me l'ha dedicata > spiego.
< Quant'è difficile > sento dire da Lerya.
< Non so che cosa gli sia preso > commentano in sincrono Liam e Louis.

Ah, nemmeno io...
Proprio non mi capacito di come sia potuto succedere.

Eppure stanotte è venuto a trovarmi.

Mi ha abbracciata, stretta a lui come ha sempre fatto.
Mi ha baciata, ha detto di amarmi.

E poi?



'Ain't nothin' better
We beat the odds together
I'm glad we didn't listen
Look at what we would be missin'.



Guarda Harry, guarda cosa ci saremmo perso se solo avessimo ascoltato quello che diceva la gente.
Non saremmo stati mai insieme.
Non avremmo vissuto insieme.
Non saremmo stati nulla... se non Harold Edward Styles e Caroline Smith.

< Mi manca terribilmente > mi lascio sfuggire mordendomi la guancia.

Mi manchi terribilmente Harry.
Dove diavolo sei?
Perché non sei qui con noi?

Se solo fossi qui... ti bacerei davanti a tutti senza imbarazzo.
Senza provare vergogna.
Per far vedere a tutti quanto ti ami.
Se solo fossi qui non ti lascerei andare nemmeno per un secondo.
Ti terrei sempre con me.
Sempre e comunque.
Se solo fossi qui, sarebbe diverso.
Sicuramente sarei felice..
Saremmo, felici... tutti, nessuno escluso.
Perché oltre ad avermi fatto del male, hai fatto del male a tutti.
La tua famiglia, i tuoi amici...
Sono tutti provati, senza parole.
Perché... ci hai lasciato senza parole.
È questo il bello.
Sai sempre come stupire, come sorprendere.
Ed oggi non sei stato da meno...
Anzi.

Chi se lo sarebbe mai aspettato?
Chi avrebbe mai pensato che saresti potuto uscire da quella chiesa alla velocità della luce?


Perché... sei stato un razzo.
Non mi sono nemmeno resa conto finché non ti ho visto troppo lontano da me.
Troppo lontano dal poterti fermare.
Ho cercato di chiamarti... ma nulla.
Non ti sei girato.
Mi hai dato le spalle.

Le spalle, ti rendi conto?
Mi sarei aspettata che saresti tornato indietro.
Che mi avresti spiegato almeno.

E invece... mi rimane solo il dolore.


'They said, I bet they'll never make it
But just look at us holding on
We're still together, still going strong'.



Perché ti amo, ti amo da impazzire cazzo.

Ti amo, ti amo e ti amo.

Come faccio?
Come vado avanti?
Come posso non piangere?
Come?

Me lo spiegasse qualcuno perché... per me è veramente incomprensibile.
Assurdo.


'You're still the one I run to
The one that I belong to
You're still the one I want for life
You're still the one that I love
The only one I dream of
You're still the one I kiss goodnight
You're still the one'.



La canzone finisce mentre altre lacrime bagnano le mia guance.
Delle lacrime a cancellare il dolore che provo.
A cancellare quanto vissuto oggi.
Che però... non può essere cancellato.

Oggi, domani, per sempre.
Ormai questa giornata, brutta, orrenda, fa parte di me.
Fa parte dei miei ricordi.
Fa parte e farà parte del mio vissuto.

Della mia vita.

Guardo tutti < perché? >.
Prendo il mio bicchiere bevendolo tutto d'un fiato.
Non è vero il detto che l'alcool disinfetta ogni ferita?
< Perché ha dovuto andarsene così? >.
Intorno a me solo silenzio.
Occhiate disperate.
< Perché? >.
Chiudo gli occhi < perché Harry? >.


Perché Harry?
Perché?
Perché?


< Harry! Perché? > urlo più forte di me mentre mio padre si alza per venirmi a calmare.
< Shhh piccola >.
< Perché papà, perché, perché > aggiungo senza più fiato < perché, dimmi perché, dimmi perché papà >.
< Shhh, vieni qui > mi trascina verso di sé abbracciandomi mentre si lascia andare ad un pianto disperato.
Anche lui.
< Siamo qui per te Caroline > si avvicina Desmond stringendosi al nostro abbraccio.
< Ci prenderemo cura noi di te > affermano mia madre, Dorothy ed Anne facendo la stessa cosa di Desmond.
Vedo i ragazzi annuire per poi stringersi intorno.
< stai tranquilla Care, ci siamo qui noi... ricordalo sempre >.
Affondo la mia testa nel petto di mio padre più a fondo possibile.
Il gin tonic ha fatto il suo effetto.

Ho la mente completamente annebbiata.

Spero solo che possa annebbiarmi i sensi, il cuore... la vita.
Spero solo che possa disinfettarmi quella ferita infertami oggi.
Infertami dalla persona che mai avrei creduto potesse farmi del male.

La persona che più amo al mondo.
La persona che però sto... odiando di più in questo momento.



'Ti amo Harry'.

Mi mordo le labbra.

'Ti odio Harry'.



Cazzo, se ti odio... ti odio eccome.
   
   
   
   
   
   

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Capitolo 28
*** Sono qui ma tu non ci sei. ***


  Guardo la mia immagine riflessa allo specchio e per poco non sobbalzo.

Faccio schifo.

Ho la faccia devastata.
Profonde occhiaie a solcare i miei occhi.
Gli occhi spenti, lucidi come sempre.
Le labbra screpolate a forza di bagnarle con le lacrime.
Un'immagine di me... a dir poco mostruosa.

Spaventosa.

Perché non mi sono mai vista così.
Mai mai mai.
Sono sempre stata curata.
E ora, ho la faccia che mette paura.
Per non parlare del resto.
I capelli sono unti, sporchi all'ennesima potenza visto che sono sette giorni che non li lavo.

Sette.
Sette, sette, sette.
Sono passati sette giorni dalla mia ultima doccia.

È passata una settimana dalla tua partenza Harry.

Ti rendi conto?
È da sette giorni che te ne sei andato, lasciandomi sola...

Come ti senti?

Come stai eh?

Io sto una merda.
Sempre peggio.

Giorno dopo giorno.
Minuto dopo minuto.
Secondo dopo secondo.
Sto male.

Non faccio altro che pensare a te.

A dove tu possa essere.
Con chi possa essere.
Non faccio altro che pensare, riflettere.
Farmi del male pensando a tutti i momenti belli vissuti insieme.
Pensando a questi anni.
Così belli, intensi, travolgenti... speciali.

E mi fa male.
Molto male in realtà.

Ma oggi si ritorna alla solita realtà.
Torno a casa.
Torno a casa... nostra.

Nostra, capito?

Anche tu dovresti esserci.

E invece... non ci sei.
Non ci sei dannazione.

Perché?
Perché non ci sei?

Dovresti essere con me.
Tornare a casa con me.


Cazzo.

'Lavati, per favore' mi ripeto cercando di pensare ad altro.
Mi insapono il corpo per poi insaponare i capelli.
Quanto vorrei che mi insaponassi tu i capelli.
Quanto vorrei che fossi qui.
Qui fuori sdraiato sul letto.
Pronto a commentare con qualche battutina di merda che tanto odio quanto amo.
'Sciacqua tutto, via'.
Sciacquo tutto per poi avvolgermi nel mio accappatoio.
Con la voglia sotto i piedi mi vesto presentando poca attenzione a cosa indossare.
Afferro la prima cosa sospirando.
Un vestito nero lungo fino a quasi le caviglie di lino.
I capelli decido di tenerli sciolti invece.
Anche perché... zero voglia di acconciarli.
Mi guardo intorno.
Tutto pronto.
La mia valigia vicino alla porta ad aspettarmi.
Mi guardo allo specchio.
E mi rendo conto di non essere io in questo momento.
Di solito mi sarei truccata, resa presentabile ma ora... non mi importa nulla.
Anche se mi vedranno conciata così...
Apro la porta e esco fuori dalla camera per poi percorrere con la valigia tutto il corridoio.

Ti ricordi Harry?
Questo corridoio... mi ricorda tante cose.
Questo corridoio mi ricorda te.

Te, te e solo te...

< Care, sarei venuto a prenderti la valigia > afferma sorridendo Tim.
< Tranquillo, non preoccuparti > rispondo.
< Gli altri sono in giardino... ti stanno aspettando >.
Annuisco e riprendo a camminare.
Sento le voci in giardino e scorgo le figure che parlottano tra di loro.
< Eccola >.
< Ciao a tutti > dico cercando, sforzando di sorridere.
< Sei bellissima > commenta mio padre venendo ad abbracciarmi.
Come no...
Faccio schifo altroché.
Ma decido di non obiettare.
Perché?
Perché non ne ho la benché minima voglia.
< Hai preso tutto? >.
Annuisco.
< Sei sicura di voler tornare a casa? > mi domanda Desmond avvicinandosi.
< Sì, sì... non voglio disturbare >.
< Ma quale disturbo Caroline >.
Sorrido ad Anne.
< Comunque sono sicura... tanto prima o poi dovrò tornare alla realtà della vita quotidiana >.
< E poi ci saremo noi e i ragazzi > afferma Gemma alla madre per tranquillizzarla.
< Mi raccomando statele vicino... sempre > la sento sussurrare.
Sospiro.
Come se potessi stare meglio.
Per carità i ragazzi mi staranno vicino e questo sicuramente mi aiuterà.
Ma comunque non mi riporteranno indietro Harry.
Quindi...
Mi guardo intorno.
Il giardino curato, i fiori, i lettini.
È una bellissima giornata.
Il sole splende in cielo.
Zero nuvole.

Che invece ho io... nel mio cuore.

Quanto avrei voluto essere qui con te adesso.
Magari sdraiati sui lettini a prendere il sole.
Bevendo margarita e ridendo come gli scemi.
Quanto avrei voluto sentire la tua voce...

A dire cretinate.
A farmi ridere.

A farmi... vivere.

< Allora andiamo >.
Annuisco a Desmond.
Mio padre mi prende la valigia.
< Ehi > Niall mi stampa un bacio sulla fronte abbracciandomi come solo lui sa fare.
< Horan, mi strozzi > scherzo salutando tutti i domestici.
< A presto Caroline >.
< A presto Tim >.
A presto...
Non so nemmeno quando tornerò sinceramente.
Non so se avrò più il coraggio di mettere piede in questa casa.
Con chi ci verrò?
Da sola?
< Allora direi di organizzarci così >.
Ho le chiavi della macchina strette in mano.
La macchina che mi hai lasciato Harry.
Come se potesse bastarmi...
Come se potesse farmi sentire meno sola.
Ho delle chiavi.
Delle fottute chiavi e una macchina.

Ma non ho te.

Quindi, a che mi servono le chiavi e le macchina?
A che mi servono se non ho te?

Qualcuno me lo spiegasse.
Qualcuno mi desse una motivazione valida.
Perché io ahimè non la vedo, non la trovo.

< Care dammi le chiavi della macchina >.
< Oh no... guido io >.
Mio padre scuote la testa < non se ne parla >.
< So guidarla eh >.
< Lo so... ma guidiamo o io o Desmond >.
Faccio spallucce.
< Almeno così ti riposi >.
Borbotto qualcosa ma alla fine cedo.
Anche perché guidare la sua macchina... mi farebbe solo del male.
Proverei dolore.
Nel ricordare quante volte l'abbia guidata.
Quante volte ci sia salita... sempre con lui al mio fianco.
< Niall porta le mamme con te > suggerisce Desmond < io, Nickolas, Gemma e Caroline andremo col range rover di Harry >.
E... basta quel nome a farmi rabbrividire.
Non lo so ma è come se sentire pronunciare il suo nome da qualcun'altro mi aprisse gli occhi.
Facendomi capire che lui non è qui.
Dentro di me mi ripeto che non è possibile.
Assolutamente.

Perché, perché ancora non ci credo.

Dannazione, è più forte di me.
Tremendamente più forte di me.

Li raggiungo per poi avvicinarmi alla macchina.

Se è difficile...
La accarezzo.

Come se potessi accarezzare te Harry.

< Tutto ok? > chiede Gemma affiancandomi.
Annuisco per poi aprire la portiera e sedermi.
Chiudo gli occhi respirando a pieni polmoni.

Cazzo se sa di te...

Da morire.
È come se fossi qui, con noi... qui, con me.
E invece, non ci sei.

Non ci sei.

< Ci siamo? >.
< Possiamo andare > commenta mio padre dando il via a Desmond che parte seguito da Niall.
< Sa di Harry > affermo flebile.
Mio padre si porta una mano sulla fronte.
Lo so che la situazione è difficile per tutti.
È difficile da sopportare per tutti, ma soprattutto per me.
Tutto mi ricorda lui.
Ogni cosa, perfino le strade che stiamo percorrendo.
Redditch... oh amata Redditch.
Quanto avrei voluto visitarti meglio.
Quanto avrei voluto conoscerti più a fondo.
Passiamo davanti la chiesa.

La nostra chiesa.

Mi mordo le labbra.
È qui, dove tutto è iniziato.
O dove tutto è finito.
A seconda delle visioni.
Delle prospettive.
< Sa di Harry > ripeto accarezzando i sedili.

Come se potessi accarezzare te.
E in un attimo...

Immagini su immagini.

I tuoi sorrisi.

La tua voce.

I tuoi occhi.

Le tue mani sul volante.

Sulle mie gambe.

I tuoi sussurri.

I nostri respiri.

I nostri baci.

Il nostro amore.


A farmi male.
A farmi crollare.

< Sa > dico per poi scuotere la testa.
< Sa di Harry > sussurro per poi lasciare andare una lacrima.
< Care > Gemma mi appoggia una mano sulla spalla.
< Care, vieni qui >.
Ed io mi accoccolo su di lei che mi culla dolcemente.
Magari così queste tre ore di viaggio non mi sembreranno eterne...




 
———




Leggo i nomi sul campanello di casa e ho un tuffo al cuore.

'Styles-Smith'.

< Tutto bene? > mi chiede mio padre mentre io apro la porta di casa per poi entrare.
Sto per urlare un 'Harry sono a casa' ma poi mi ricordo che la casa è vuota.
Fredda.
Eppure non dovrebbe esserlo visto che siamo in pieno giugno anzi... ormai finito.
Mi guardo intorno respirando a fatica.
Non so mica se ho preso la decisione migliore tornando a casa.
Qui sarà difficile non pensare.

O meglio non pensarti.

< Care? >.
Mi volto verso mia madre. 
< Sei sicura di voler stare qui? >.
< La mamma ha ragione... potresti venire a stare a casa per un po' >.
Scuoto la testa < è questa casa mia >.
< Come vuoi... >.
Senza dire nulla salgo le scale entrando in camera.
Chiudo gli occhi.
Che fitta al cuore.
Mi avvicino all'armadio per aprirlo.
Boccheggio.

Harry è stato qui.
Harry è stato qui...


Sento dei passi dietro di me così spiego < è stato qui >.
< Sei sicura? >.
Annuisco a Gemma < si è portato via tutti i vestiti >.
Sto per chiudere l'armadio quando vengo attratta da una felpa e da un paio di pantaloni.
Li prendo e li porto vicino al viso respirando a pieni polmoni.
Perlomeno mi ha lasciato qualcosa di suo.
Qualcosa da poter tenere con me, la notte, durante il giorno o forse per tutta la vita.
< Noi siamo giù > mi spiega prima di sparire.
Con la felpa tra le mani mi siedo sul letto per poi stendermi, con la testa rivolta al soffitto.

Stare in questa stanza è profondamente doloroso.
Ho un sacco di ricordi.
Un sacco di momenti che ho vissuto con lui.
Mi avvicino al suo cuscino che odoro.
Mi accovaccio in posizione fetale con la felpa tra le mani.

Io... non so che dire.
Non so veramente che dire.
Non ci riesco.

Deglutisco rumorosamente mentre mi rendo conto che la stanza è troppo vuota.
Troppo silenziosa.
Il pensiero di dormirci da sola... mi fa paura.
Sì proprio così, mi fa paura.
Perché è troppo grande per ospitare solo una persona.
È troppo grande per farmi sentire al sicuro.
Per proteggermi.

Come farò a dormire qui?
Da sola?

Ci hai pensato Harry?
Ci hai pensato a quello che avrei dovuto sopportare tornando qui in questa casa?
Ci hai pensato o no?
E se ci hai pensato come hai fatto a sbattertene così?

Come?

In questa stanza regna il silenzio più assoluto.
Sarà... dura.
Molto a dir la verità.
Forse potrei accettare l'invito dei miei a stare a casa nostra per un po'.
Forse tornare ad Holmes Chapel mi aiuterà.
Perché no?
Cambiare aria... vedere gente familiare.
Gli odori, i colori che tanto amo.
Ma poi ci sarebbero le voci.
Insistenti, sempre più acute.
Già me li vedo, guardarmi e sussurrare 'povera, lasciata sull'altare'.
O 'l'avevo detto che un matrimonio organizzato in soli quattro mesi sarebbe andato a finire male'.
No.
Non ce la potrei fare.
Forse è meglio rimanere qui.
A casa mia.
Dove anche se soffro sono al sicuro.
Al sicuro dalle occhiate indiscrete e dalle numerose voci.
Al sicuro dal mondo esterno.
'Resta a casa tua' mi impongo per poi tirarmi su.
Vado in bagno per svuotare la vescica e una volta essermi tirata su dalla tazza noto un piccolo particolare.
Forse un grande particolare a pensarci bene.
Mi ha lasciato anche il suo profumo...

Che amo.
Troppo.

Tom Ford- Tobacco Vanille.

Senza pensarci due volte me lo spruzzo addosso.
Ed è come se... fosse qui ad abbracciarmi a pieni polmoni.
Come solo lui sa fare.

Come solo tu Harry sai fare.
Mi mancano gli abbracci, mi mancano i tuoi abbracci Harry.
Perché erano il mio porto sicuro.
Sempre e sempre.

Ricordi quando ci siamo abbracciati a casa di Liam?
Ci siamo abbracciati per la prima volta ed è stato... magico.
È stato semplicemente bellissimo.
Da brividi.
Per la prima volta ho sentito la tua pelle.
La tua pelle a contatto con la mia.
Ed è stato elettrizzante e anche emozionante.
Le emozioni sono tante... e inevitabilmente delle lacrime mi bagnano le guance.
Ormai... sto piangendo da una settimana.
Poco no?
Quindi perché non continuare?
Perché non sfogarmi bene?

La colpa è... tua.

Solo che tua, diamine.
Quanto ti odio...

Ti odio da morire.

Sul serio!
Perché mi stai trattando come... non mi merito.
Assolutamente.
'Devi cercare di reagire'.
Fosse facile eh?
Fosse facile eh cara la mia coscienza di merda?!
Se fosse così facile lo avrei già fatto.
Avrei già provato a dimenticare.
Ad andare avanti lasciandomi tutto alle spalle.

Ma come faccio?

Abbiamo trascorso tre anni.

Tre anni.

Non... due mesi.
O due giorni.
Abbiamo condiviso tanto in tre anni.
Non solo una casa.
Ma anche i sogni, le paure e i dubbi sul futuro.
Abbiamo vissuto tanto insieme.
Siamo anche cresciuti insieme...

Quindi è... difficile.

Da morire.

Mi asciugo le lacrime col dorso della mano per poi scendere di sotto dove trovo gli altri seduti in sala intenti a parlare fra di loro.
< Non so... >.
< Secondo me papà non tornerà > risponde Gemma chiaramente facendo riferimento al fratello.
Ah, anche per me non tornerà.
L'ho capito fin dall'inizio.
Anche se ci spero.
Ci spero da morire.
Ogni momento.
Anche adesso.
Spero che la porta si apri, che Harry mi venga incontro correndo, prendendomi in braccio e abbracciandomi.
Ma ovviamente... questo è ciò che succede nei miei sogni.
Perché non è la realtà.
< Non possiamo saperlo tesoro... > interviene la madre < magari ha avuto solo un attimo di defiance e a breve tornerà >.
< Mamma > la ammonisce < ha lasciato Caroline sull'altare >.
Una fitta al mio stomaco.
Già messo a dura prova.
< Come pensi possa ritornare? > le chiede.
< Magari non tornerà tra due giorni ma tra tre settimane può darsi... >.
< Mamma ti devo ripetere che ha lasciato Caroline in chiesa, sull'altare > la guarda sconvolta < come può ritornare? >.
Ha ragione.
Come può tornare?
Mi avvicino leggermente cercando di non far rumore.
Ma ovviamente non sono così brava come invece penso di essere e sbatto il piede sul pavimento.
Gemma si accorge della mia presenza e si alza.
< Scusami Care, non volevo... >.
< Tranquilla Gemm... hai ragione, mi ha lasciato sull'altare > sussurro per poi dire a tutti < comunque sul serio se volete andare... andate pure, io me la caverò >.
< No tesoro... non ti lasciamo sola, rimaniamo con te >.
< Papà ha ragione Care... hai bisogno di noi > ribatte mia madre.
< Fate come volete >.
Guardo tutti.
Ed una fitta allo stomaco mi costringe a mordermi le labbra per non urlare.

Mi hai lasciata Harry.

Dannazione.

Ti rendi conto di quello che hai fatto?

Mi hai lasciata...

Vado in cucina seguita dal resto del gruppo.
Pensavo che qui mi sarei sentita al sicuro.
Che niente mi avrebbe ricordato te.
Mi avrebbe ricollegato a te.
E invece...
Ovviamente non è così.
Le nostre foto appese.
Le nostre foto a ricordarmi che quello che ho vissuto è sparito.
Svanito nel nulla, come se non fosse mai esistito.
Le nostre foto a farmi capire che una persona presente in quelle foto non è qui.
Ma chissà dove.
< Solo... > affermo voltandomi.
Sul tavolo la nostra foto.
La mia foto preferita.
Quella che ci rappresenta, o forse dovrei dire rappresentava, alla perfezione.
Non riesco a trattenere le lacrime.
Mi dispiace ma è più forte di me.
Non davanti a questa foto.
Questo... è troppo.
Mi fa troppo male.
Perché rivedo la sua faccia guardarmi in quel modo come solo lui sapeva fare.
Guardarmi con quegli occhi e quello sguardo pieno di amore.

Amore che evidentemente non c'è più...

< Care > si avvicina mia madre.
Porto una mano davanti < starò bene, ve lo prometto >.
< Sei forte > commenta Niall.
< Non sono forte Horan > gli tiro un buffetto veloce.
Poi guardo le foto.
E capisco che devo assolutamente sbarazzarmene.

Ora.
Immediatamente.

Senza poter rimandare.
Devono sparire dalla mia vista, dalla mia vita.

Come hai fatto tu stesso Harry sparendo dalla mia vista.
E dalla mia vita probabilmente...

< Solo... > guardo di nuovo le foto < bruciate tutte le foto... solo questo >.
Lo sgomento sui loro volti.
Non ci possono credere che abbia detto una cosa del genere...
E invece l'ho detto, stupendo tutti.
Perfino me stessa.
< Tesoro sei sicura? >.
< Sì papà... non ha più senso tenerle qui >.
< Ma... magari le mettiamo in una scatola >.
< Non mi importa > faccio spallucce < tanto ormai non ha più importanza... >
affermo per poi andare via.
Non ha più senso ormai...
Ora che sono rimasta sola.
Con tremila demoni da combattere.
E duemila domande.
Salgo le scale velocemente e mi butto sul letto stringendo la felpa tra le mie mani.
Il più forte possibile.

Come se potesse scappare.

Lasciarmi anche lei. 




 
———


 
Guardo l'orologio.
Sono le 7.00.
Ed io ancora ho gli occhi aperti.
Stanotte non ho dormito nulla.

Strano eh?

Sono stata sempre sveglia.
A pensare.
A piangere.
A riflettere ovviamente.

Mi sono stretta la felpa addosso sperando di prendere sonno, ma così non è stato.
Perché... ero agitata.
Troppo.

Non avevo nessuno ad abbracciarmi.
Non avevo nessuno a coccolarmi.

A darmi la buonanotte come invece mi hai sempre dato tu.

E quindi... ho pensato.
Mi sono tormentata con un'unica domanda: 'e se Harry non torna più?'

Cosa faccio?

Come vivo?

Come lo supererò?
Come andrò avanti senza di lui?


Mi ha preso il panico... letteralmente.

Perché effettivamente... se non dovessi tornare non so come farei.
Non so se riuscirei ad avere un altro ragazzo al mio fianco.

Questo perché è te che amo.
È te che voglio.
Nessun'altro.

Sono stata male.
Ma devo dire che sono stata fortunata.
Perché non ero a casa da sola fortunatamente.
Perché alla fine i miei, Anne e Desmond hanno dormito qua.
I miei sui divani.
Anne e Desmond nella camera degli ospiti.
Ma per fortuna... che alla fine ho ceduto e ho accettato che si fermassero qui.
Sennò sarei stata ancora più male.
Mi sarei sentita ancora più sola di quanto già mi senta.
Dannazione.
Guardo il soffitto.

Perfino il soffitto mi ricorda te Harry.

Ti rendi conto?

Perfino il soffitto!

Sospiro.
Forse sarebbe meglio alzarmi.
Tanto stare a letto non risolverà nulla.
Dormire non dormirò... ma continuerò solo a farmi del male pensando e ripensando.
Possibile che debba vivere questa situazione?
E perché proprio io?
Non credo di aver fatto nulla di male.
Mai.
E credo di non meritarmi questa situazione.
Assolutamente.
Ne sono convinta, straconvinta cavoli.
Eppure... eccomi qui.
In questa stanza.

Da sola.
Senza te.

'Basta' mi ripeto più volte prima di prendere una decisione.
Sposto il lenzuolo e mi dirigo in bagno dove mi lavo la faccia, poi scendo di sotto andando in cucina direttamente.
Di mangiare non mi va...
Ho ancora lo stomaco chiuso.
Serrato.
Magari posso uscire a comprare dei cornetti fumanti per tutti.
Perché no?
Se lo meritano d'altronde.
Giusto?
Mi stanno sopportando oltre che supportando.
Si sorbiscono le mie lacrime 24h e i miei discorsi da imparanoiata.
Quindi, se lo meritano eccome.
Senza ombra di dubbio.
Sì, direi che l'idea dei cornetti non mi dispiace per niente.
Così torno di sopra dove infilo una tuta leggera bianca e gli occhiali da sole.
Così nascondo le occhiaie che ormai abitano sul mio viso.
Do una leggera pettinata ai miei capelli per poi scendere le scale e avviarmi verso la porta che apro richiudendola alle mie spalle.
Finalmente un po' d'aria.
Sono chiusa in casa da ormai tanto tempo che ho perfino perso il conto delle ore.
Al momento Desmond preferisce non farmi lavorare.
Perché dice che così mi riposo.
Io però penso che lavorare mi farebbe bene.
Almeno avrei la testa occupata in qualche modo.

No?

Invece così...
Starei solo peggio.

A casa, da sola.
Senza nessuno a dirmi un ciao una volta rientrata a casa.

Quindi... appena supererò questa prima fase di annullamento di me stessa tornerò a lavorare.
Come ho sempre fatto.
Guardo il cielo.
Anche oggi è una giornata bellissima.
Anche se tira un leggero venticello che rende l'aria frizzantina, diciamo così.
Si sta bene.
In queste prime ore della giornata.
Quando il mondo è ancora abbastanza silenzioso e si può camminare tra le strade semi deserte senza problemi.
Senza troppi intralci.
Cammino tra le poche persone che come sempre corrono frenetiche per raggiungere i loro posti di lavoro o le proprie case.

Harry.

Chissà... se stai respirando la mia stessa aria.

Sei ancora a Londra?
Sei tornato a Reddicth?
Dove diavolo sei finito?
Dimmelo!

Scuoto la testa.
Devo calmarmi.
Continuo a camminare senza fermarmi e per poco non mi prende un colpo quando noto una chioma lunga camminare più lontano da dove sono io.

È... Harry?

'Non iniziare'.
Lo vedo camminare a passo svelto con dei tatuaggi a sbucargli dalla camicia.

È lui.
Diavolo...

È lui... cavolo se è lui.

Lo riconoscerei tra un miliardo di persone.
Tra tutte le persone del mondo.
Anche bendata.
I capelli lunghi con dei ricci finali.
Le gambe longilinee.
L'altezza.

È Harry.
È Harry.


Oddio, è lui.

Sono sicura.
Inizio a camminare più veloce.

Perché non si ferma?
Perché non torna a casa?

Harry.

Senza rendermene conto inizio a correre chiamandolo ogni tanto a gran voce ma ovviamente non si volta.
Ovvio...
Non voleva farsi scoprire.
Invece io l'ho sgamato, in pieno.
Ma ora, ti faccio vedere io...

Esigo delle spiegazioni.

Perché me le merito.
Oh, sì che me le merito.
Deve spiegarmi il motivo per cui mi ha lasciata.
Abbandonata.
E perché è sparito.
Senza dirmi nulla.
Perché mi sta facendo questo.
E perché... non torna a casa da me.
Perché io nonostante tutto lo aspetto a braccia aperte.

Dannazione, se lo aspetto...

Anche stanotte ho aspettato che tornasse a casa.
E che mi abbracciasse non lasciandomi più.
Ho aspettato di sentire girare le chiavi nella toppa.
Ho aspettato di vederlo rientrare nella camera col quel sorriso che tanto amo.
E con gli occhi limpidi.
Ma ovviamente nessuno ha aperto la porta di casa.
Nessuno mi è venuto ad abbracciare.
Se non mia madre ad un certo punto della notte.
Forse temeva stessi soffrendo...
Io ho fatto finta di dormire.
Mi sono lasciata cullare.
Mi sono lasciata abbracciare.
Perché... ne avevo un disperato bisogno.
Almeno in quel momento sono stata bene.
Poi non appena è uscita dalla camera... il buio.
Di nuovo quel silenzio assordante...
Assurdo.
Irreale.
Ed io sono stata di nuovo male.
Non chiudendo occhio.
Non perdo di vista il ragazzo che cammina ogni tanto portandosi una mano tra i capelli.

Come facevi tu...

Come fai tu, Harry.

Harry mio, Harry caro.

Basta.
Devo raggiungerlo...

Ho bisogno di vederlo, di toccarlo.
Di baciarlo.

Corro per poi afferrargli la spalla < perché scappi? >.
Quello che credo essere Harry si volta e... non è Harry.

Non è il mio Harry.

Ho toppato alla grande.
E il mio cuore perde inevitabilmente dei battiti.

Non è lui.
Non è.. lui.

< C'è qualche problema? > mi chiede sorridendo.
Scuoto la testa < scusami, ti ho scambiato per un altro ragazzo >.
< Tranquilla, non preoccuparti >.
< Buona giornata > lo saluto per poi portarmi una mano sul petto.
Che diavolo di figura ho fatto?
Questa storia mi sta sfuggendo di mano.
Porca miseria.
È che... è che era uguale a Harry.
Uguale da dietro.
Che non potevo non corrergli incontro.
Per capire.
Per capire... perché mi sta facendo questo.
Perché sta scappando da me, dai suoi amici e dalla sua famiglia.
Deglutisco.
È meglio tornarmene a casa dopo aver comprato i cornetti.
È meglio, sì.
Perché sennò rischierò di impazzire.
Di fare qualche stronzata delle mie.
Tipo rincorrere ogni ragazzo...
Mi infilo nella prima pasticceria che trovo dove compro i cornetti per tutti.
Fatto ciò mi rimetto in marcia.
Che ansia.
Pensavo di averti ritrovato Harry.
Lo pensavo davvero.
E invece... ancora una volta mi sono sbagliata.
Ho sbagliato.
Accelero il passo per poi fiondarmi in casa e andare in cucina.
Sul tavolo noto una scatola che avvicino.

Che cos'è?

La apro e una lacrima mi bagna la guancia.

Sono... sono le nostre foto.
Tutte.
Dalla prima all'ultima.
Rivedo i tuoi sorrisi Harry e mi sento mancare.

Quanto mi mancano.
Così spontanei... così veri, genuini.
Com'eri tu.

Come sei tu.

< Buongiorno Care >.
Mi volto verso mio padre che mi chiede se va tutto bene visto le lacrime.
< No, papi non va bene niente >.
Si avvicina per abbracciarmi.
< Ho rincorso un ragazzo perché pensavo fosse lui > spiego.
< Cioè, ti rendi conto come sono messa? > domando scuotendo la testa.
< Care è normale >.
< Non è normale nulla >.
< Non so come ne uscirò fuori... > aggiungo abbracciandolo.
Non so sul serio come ne uscirò.
Non lo so.
Perché rischio di impazzire.
Seriamente. 

 
Ogni cosa mi ricorda lui.
Ogni persona.
Ogni luogo.

Spero solo di potermi rialzare.
O quantomeno di farcela...

Perché lo dico... così non se ne può più.

Io non ne posso già più.

< Care > alzo il viso < ti prometto che ti rialzerai più forte di prima >.
< Non so più se mi rialzerò >.
< Ma certo che lo farai > sorride < sei una Smith ricordi? >.
Annuisco.
< Gli Smith sono dei guerrieri ricordalo sempre >.
Lo guardo.
Sarà...
Non ne sono così sicura sinceramente.
Perché non mi sento una guerriera.

Mi sento semplicemente... una perdente.
Solo questo.

Una perdente che ha perso tutto.
Un ragazzo, un amico, un confidente.
Una perdente che ha perso anche... l'amore.

La cosa che negli ultimi anni ha fatto sì che mi sentissi viva, completa come non mai.

E questo mi spaventa.

Mi spaventa fin troppo...




 
———



Finalmente un po' di libertà.
I miei, Anne e Desmond sono andati via anche se non erano molto d'accordo.
Ma... fortunatamente sono partiti.
Ovviamente riempiendomi di raccomandazioni.
'Se hai bisogno chiama', 'per qualsiasi problema non esitare a dircelo', 'mangia', 'cerca di riposare'.
E così via...
Devo dire che sono contenta che siano andati via.
Non voglio essere fraintesa.
Ho apprezzato il loro aiuto.
Sto apprezzando tuttora.
E gli voglio un gran bene.
Però...
Così ho un po' di spazio per me.
Per stare da sola, col mio dolore.
Prima mi sono occupata della casa.
Ho rimesso a posto la camera degli ospiti, sistemato la cucina e la sala.
Ed ora non mi resta che sdraiarmi sul divano.
A non fare nulla.
Che bella giornata.
Sono già in pigiama.
Pronta per buttarmi a letto.
Senza cena.
A pranzo sono riuscita a buttar giù solo un po' di frutta.
Nient'altro.
Stomaco chiuso ovviamente.
Ma si sapeva già...
No?
Accendo la Tv facendo zapping svogliatamente.
Non ne ho la benché minima voglia.
Lo faccio solo... per fare qualcosa.
Ecco perché.
Spengo la Tv dopo poco e mi accoccolo sul divano.
Il ticchettio dell'orologio a segnare i minuti e i secondi che passano.

E il solo battito del mio cuore.
Quando invece una volta questa casa... aveva due battiti.

Due.
Invece che uno.

Mi volto guardando il soffitto.

Quante volte mi è capito di guardare questo soffitto nel mentre Harry mi baciava il collo?
O mi abbracciava?

Troppe volte... che a ricordarle si perde il conto.
La parte più difficile è ascoltare il profondo silenzio che aleggia in casa.
Ed è veramente devastante.
Per questa notte ho un po' di timore.
Lo ammetto.
Sono sola in questa casa così grande.
In una camera così grande...
Non so se riuscirò a chiudere occhio.
Anche perché la mia testa è un continuo turbinio di pensieri.
Penso sempre in questi giorni.

Penso di aver sbagliato qualcosa.

E mi danno nel capire cos'abbia sbagliato.
Cos'abbia fatto di male.

Ma non trovo spiegazioni reali...
Non ci riesco.
Perché credo di essermi sempre comportata bene.
Nel bene e nel male.
Penso anche al fatto che magari non lo vedrò più.
E lì arrivan le batoste.
Perché è una cosa che non potrei mai e poi mai sopportare.
Ho bisogno di vederlo.
Per forza.
Non posso rinunciarci.
È più forte di me.
Se solo sapessi dove si trovi... lo raggiungerei.
Prenderei un fottuto aereo e partirei.
Alla cieca ma felice.
Felice di poterlo cercare.
Invece non so nulla.
Come nessun altro.
Perché non ha scritto o chiamato nessuno.
Neanche Anne o Desmond.

Quanto vorrei sentire la sua voce.
Quanto vorrei sentire la tua voce Harry.
Così tanto che non riesco nemmeno a spiegarlo...

Senza pensarci due volte afferro il cellulare pigio sul nome 'Harry' aspettando che mi risponda.
Uno.
Due, tre, cinque, dieci squilli.
Niente.
Parte la segreteria.
Immaginavo...

D'altronde cosa potevo aspettarmi?
Che mi avrebbe risposto?
Che non appena avesse visto comparire il mio nome sul display si sarebbe affrettato a dirmi che sarebbe tornato a casa da un momento all'altro?

Sono proprio una povera illusa eh.
Da morire.

Mi alzo per andare in cucina dove mi preparo un gin tonic.
Ho bisogno di bere per anestetizzarmi.
Per alleviare il dolore insopportabile che porto nel petto.
Riempio il bicchiere fino a quasi l'orlo e torno in sala buttandomi sul divano.
Sorseggio il gin tonic sentendomi un po' meglio.
L'ho caricato a dovere.
Ma almeno così non mi rendo conto di quello che succede attorno a me.
Quello che succede fuori.
Nel mondo in generale.
Prendo un altro sorso del gin tonic e tiro fuori da sotto il divano la scatola contenente le nostre foto.

Che dolore...

Deglutisco guardandole una ad una.
Poi arrivo alle ultime foto, quelle che ci ha scattato Mark tre giorni prima del fatidico giorno e le lacrime non si trattengono.
Afferro la prima, osservandone ogni particolare.
Io ed Harry su un motorino.
Sorridenti e col vento tra i capelli lunghi.
Ho avuto una paura incredible su quel motorino.
Perché dovevo tenermi ma nel frattempo girarmi verso l'obiettivo per sorridere.
La mia domanda era sempre la stessa: e se cado?
E se finisco sfracellata a terra?
La appoggio sul tavolino per prendere la seconda.
Dei brividi lungo la schiena.
Siamo in aperta campagna.
Harry coi capelli legati ed io sciolti.
Gli alberi dietro in movimento visto il vento che tirava quel giorno.
È una foto stupenda.
Non ci sono altre parole per descriverla.
Sono di fronte ad Harry che ha una mano infilata tra i miei capelli mentre mi bacia.
È così... intima che mi fa emozionare.
Non pensavo avrei mai potuto farmi scattare una foto del genere e invece... devo dire che il risultato è sorprendente.
La mia mano sul suo collo
Le nostre labbra incastrate alla perfezione.
E lo sfondo da capogiro non fanno altro che emozionarmi ancora di più.
Bevo un sorso di gin tonic mentre prendo l'altra foto.
Siamo in macchina.
Lui che guida o meglio fa finta di guidare ed io che sono appoggiata sulla sua spalla mentre leggo delle poesie del suo poeta preferito.
È molto bella ma non come la mia preferita.
Che sta per arrivare...
La guardo e sorrido.
Se solo ripenso a quanto abbiamo riso nel mentre...
A quanto ci abbiamo riso la sera a letto abbracciati.
La foto in questione vede me ed Harry in bagno con gli accappatoi legati in vita e con dei turbanti sulla testa.
Intenti a lavarci i denti reciprocamente.
Non per tutti è una bella foto.
Ma lo è per me.
Accidenti se lo è...
I nostri occhi che si guardano in un modo così profondo, che trasuda amore... i nostri corpi vicini così come le nostre anime.
Bacio la foto.

E bacio te amore mio.

Mi mancano i tuoi occhi sai?
Te li ho sempre invidiati e lo sai...
Te l'ho sempre voluti rubare.
Così belli, limpidi, caratteristici.
Come te.

Mi mancano i tuoi occhi.
Il modo in cui mi guardavano ogni santa volta.
Facendomi sentire l'essere più fortunata della Terra.
Facendomi sentire speciale... in un modo così unico da non riuscire a spiegarlo.

Mi asciugo le lacrime mentre continuo a bere.

Harry quanto mi manchi.

Non ce la faccio più a ripeterlo.
So di essere ripetitiva, so di star diventando noiosa ma...
Ma è così.

Mi manchi tantissimo.
Tutti i momenti.
Tutti i giorni.

Bevo un altro sorso di gin tonic per poi appoggiare il bicchiere sul tavolino e accovacciarmi sul divano.

Piangente e distrutta.
Ferita.

Come una farfalla a cui tappi le ali.
Perché è proprio così che mi sento.
Mi volto a guardare il soffitto.

Harry.
Harry.
Harry.

Harry mio.
Harry adorato.


Potrei continuare a ripetere il tuo nome fino allo sfinimento.

Lo sai vero?

Magari così ti viene il singhiozzo.
E pensi a me...

Alla tua Caroline.
Alla tua orsacchiotta, come amavi chiamarmi ultimamente.
Alla tua fidanzatina preferita.

Harry.

Ma perché?

So di averlo chiesto allo sfinimento... ma è l'unica cosa che posso fare.
Mi sembra.
Mentre continuo ad alternare momenti di riflessione e di pianto... suonano alla porta.
Chi sarà?
Mi alzo e con passo strascinato mi dirigo davanti la porta che apro.
< Ehi >.
< Ciao Ty >.
Saluto mio fratello lasciando che mi abbracci.
< Momento giù? > chiede.
< È sempre un momento giù >.
Andiamo in sala dove ci sediamo. 
< Come mai qui? >.
Immagino o devo immaginarmi che mamma c'entri qualcosa.
No?
Aggiungo ridendo < non dirmi che mamma ti ha costretto >.
Scuote la testa < assolutamente >.
Afferra il mio bicchiere per berne un sorso < mh > arriccia il naso < l'hai caricato parecchio mi sembra >.
Faccio spallucce.
È l'unica cosa che posso fare al momento.
Quindi perché non distrarmi bevendo?
< Comunque no, la mamma non c'entra nulla te lo giuro >.
Sì avvicina < domani ho un'udienza in collaborazione con l'altro studio e allora ho pensato di venirti a trovare >.
L'altro studio.
Il sol sentire pronunciarlo... aiuto.
Lo studio dove lavorava Harry.
Ti piaceva tanto il tuo lavoro...

Come farai adesso?
Come riuscirai a non lavorare?

Eh?
Te lo sei chiesto?

Perché io l'ho fatto.
Eccome se l'ho fatto...

< E poi volevo passare del tempo con te a dire il vero >.
Gli sorrido ringraziandolo.
< Ultimamente non ci siamo visti mai se ci pensi >.
Annuisco.
Effettivamente...
Ho pensato solo al matrimonio.
Dimenticandomi di mio fratello.
Che se solo avessi saputo... non l'avrei fatto.
< Mi è mancato vedere il bel faccino che ti ritrovi >.
Gli do un buffetto.
< Come stai? >.
< Sto bene... mi sto dedicando al lavoro > spiega bevendo un altro sorso del mio gin tonic.
Iniziamo a parlare del più e del meno fino a che non ci addentriamo in una conversazione più seria.
< Care > mi chiama facendo sì che lo guardi < mi spieghi perché ti ostini così tanto a voler rimanere qua invece che startene a casa per un po' di tempo? >.
Faccio spallucce.
Non lo so nemmeno io.
Ci ho pensato eh.
Avoglia se ci ho pensato, ma poi ho abbandonato l'idea.

È questa casa mia.

Perché dovrei lasciarla?

< Perché questa è casa mia >.
Annuisce < lo so... ma così non saresti mai da sola >.
Lo so.
E infatti sarebbe un bene il non rimanere da sola.
Avoglia...
Almeno eviterei di pensare.
E ripensare.
< Lo so >.
Aggiungo < però ho bisogno anche di stare sola >.
< Capisco >.
Mi guarda mordendosi le labbra.
< Promettimi che verrai a casa >.
Lo guardo.
Forse ha ragione.
Forse Tyler mi ha trovato la soluzione più adatta in questo momento.
Forse andare a casa mia per un po' può solo che farmi del bene.
Stare in famiglia è la miglior cosa... no?
Circondata dagli affetti familiari.
Dai luoghi e dagli odori che mi hanno cresciuta e accompagnata in tutta la mia vita.
Magari mi distraggo.
Non penso e non mi autodistruggo.
Dovrei prenderla in considerazione.
Magari solo per un periodo.
Come ha appunto suggerito mio fratello.
< Sì, te lo prometto Ty >.
Mi accarezza il viso sorridendo.
È preoccupato per me.
L'ho capito subito.
Ha gli occhi troppo veri per non lasciar trasparire le sue emozioni.
Quello che prova.
Ed io so che ha paura per me.
Tanta paura...
E lo so perché lo conosco troppo bene.
Mi è bastato vederlo, osservarlo.
Per dire che è preoccupato per me da quando l'ho visto entrare in casa.
Forse perché non sa come posso reagire a questa situazione.
Forse perché non sa come poter aiutarmi ad alzarmi.
Giustamente.

Perché nemmeno io so come fare a rialzarmi.
Sinceramente parlando.

< Quanto ti fermi? >.
Speriamo almeno stanotte... così non starò sola.
< Starò qui per due giorni > spiega mentre io annuisco.
Sono contenta che sia qui.
Molto contenta.
Amo mio fratello ed ho bisogno di lui in questo momento.
Più che mai.
Oggi più che mai.
In questo momento più che mai.
< Oggi l'ho chiamato > ammetto sapendo che non riceverò alcun tipo di critica.
Non mi ha mai criticato e stessa cosa io.
Perché dovremmo farlo?
I fratelli non criticano.
I fratelli ti sostengono.
I fratelli ti sorreggono sempre e comunque.
< Eh... ti ha risposto? > chiede riportandomi alla realtà.
< Ovviamente no >.
< Magari lo farà > mi guarda < magari ti chiamerà lui stesso >.

Questa è bella!

Harry non mi chiamerà.
Ne sono più che certa.
Non so nemmeno se tornerà mai a casa...
Se tornerà mai a Londra.

Se tornerà da me.

< Ty non lo farà >.
< Cosa ne sai? >.
< Lo so > prendo un attimo di pausa < lo conosco >.
Avoglia se lo conosco.
Come le mie tasche.
Ma d'altronde è normale... quando ami una persona.
La conosci.
Sai tutto di lei.
Tutto, tutto.
Niente escluso.
Mi guarda e poi si gratta la testa.
Sta per farmi una domanda seria.
Lo so.
Lo conosco.
E fa sempre così quando sta per fare una domanda seria.
Ha sempre fatto così, fin da quando eravamo piccoli.
< Posso chiederti una cosa? >.
Certo che può chiedermi qualsiasi cosa.
Ci mancherebbe, è mio fratello.
< Certo che puoi chiedermi una cosa >.
< Tu ed Harry eravate in crisi per caso? >.
In crisi?
Scuoto la testa.

Ma quale crisi...
Magari... almeno troverei la spiegazione a tutto.
Almeno saprei perché mi ha lasciata.

Perché se n'è importato di me.

< Il mio è solo un indagare... cercando di capire >.
< Andava tutto a meraviglia > spiego < nell'ultimo periodo nemmeno abbiamo litigato >.
Annuisce.
Ed è vero.
Ultimamente andava così bene che... nemmeno una discussione.
Mai.
Abbiamo passato il tempo a ridere, scherzare.
Ad amarci come abbiamo sempre fatto.
< La notte prima del... > tento di dire bloccandomi.
Non riesco a dire quella fottuta parola.

Eppure è così semplice...
Matrimonio.

< Non ti preoccupare > Tyler capisce il mio ostacolo e mi sprona ad andare avanti.
< Vabbhe insomma... hai capito >.
< Sì >.
Gli sorrido grata < è venuto a trovarmi >.
< E com'era? >.
Mi stiracchio.
Cercando di ricordare se magari mi è sfuggito un particolare.
Ricordo che aveva una luce negli occhi... che li rendeva ancora più brillanti.
Ancora più belli.
Ricordo che mi ha baciata in un modo che...
Meglio non pensarci.

Così tenero.
Così romantico.
Così passionale allo stesso tempo.

Stava bene.
Stavo bene.

Stavamo bene.
Entrambi.
Senza ombra di dubbio...

< Stava bene... nessun segno di ripensamento >.
Mi volto per guardarlo.
< Mi ha abbracciata, mi ha baciata, mi ha detto che mi amava >.
< Non lo so proprio allora cosa gli sia preso >.
< Nemmeno io >.
< Ora sono qua, pensa a questo >.
Mi afferra la mano per poi guardarla.
So a cosa starà pensando.
E infatti...
< Care, stai mangiando? >.
Mi mordo le labbra prima di scuotere la testa.
< Vedo... hai il polso più piccolo >.
Faccio spallucce.
< Me ne dimentico sinceramente >.
Ride < come fai a dimenticarti di mangiare? >.
< Penso costantemente a lui >.
< Ora ci sono qui io... quindi penserai solo a me > si indica < e a mangiare >.
< Sul serio > mi ammonisce.
< Va bene, va bene >.
< Non te lo ripeterò in stile mamma ma devi mangiare > mi indica < stai perdendo peso >.
Lo so.
Eccome se lo so...
Ma sinceramente non mi importa.
Ho altri pensieri a cui pensare.
Ho altri pensieri che mi frullano nella testa al momento.
Che me ne frega del cibo.
Del dimagrire.
Dello stare male fisicamente.
No?
< Allora direi proprio che è arrivato il momento di preparare qualcosa alla mia sorellina preferita > si alza e mi tira su con poca fatica.
< Ty > lo chiamo mentre ci dirigiamo in cucina.
< Grazie > dico una volta girato < grazie, per tutto >.
< Di niente Care >.
Ci abbracciamo per dei secondi.
Sì, avevo proprio bisogno di mio fratello.
Molto.
Mi fa cenno di sedermi sullo sgabello.
< Sei sicuro che riuscirò a superare questo momento? >.
< Assolutamente > mi indica < hai dubbi? >.
Annuisco.
< Ma certo che sì Care... datti tempo >.
Mi sorride < vedrai che andrà meglio >.
Faccio un ok con la mano.
Boh.
Faccio a fidarmi.
Ma non lo so...
Mi guarda sorridendo < d'altronde gli Smith sono dei guerrieri non lo sai? >.
Eccolo che anche lui tira fuori citazioni degli Smith di cui non ne sapevo l'esistenza.
Un po' come ha fatto mio padre nel momento di sconforto.
Forse dovrei fidarmi.
D'altronde se me l'hanno detto i due uomini più importanti della mia vita perché non credergli?
Perché essere restia?
Sono una Smith diamine.
Ha ragione mio padre.
Gli Smith si sono sempre rimboccati le maniche... tirandosi su nei momenti più difficili.
Come dovrò fare io.
Ma il punto è che non so se ci riuscirò.
Perché non so, se sono forte abbastanza. 
< Non dirmi che stavi viaggiando >.
< Sgamata >.
Lo guardo.
< Comunque mi ha detto la stessa cosa papà guarda caso >.
< Perché è vero >.
Mi siedo sullo sgabello e sorrido vedendolo tirar fuori dal frigo verdure di ogni genere.
Stasera voglio dedicarmi a Tyler.
Voglio dedicare un po' di tempo anche a me stessa.
E sono contenta, felice.

Perché...

Per una volta non penserò.

Per una volta non penserò che sono rimasta sola.
Per una volta non penserò che non sei qui con noi Harry.
Con me più che altro.

E per una volta non penserò alla vita che sto vivendo senza te Harry.

Ma va bene così...
Perché forse Tyler ha ragione.

Devo rialzarmi.
Devo farmi valere.
Come ho sempre fatto.

Sì, devo rialzarmi.
Più forte di prima.

Perché sono una Smith...


Sono Caroline Smith. 
   
   
   
   
   
 
 

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Capitolo 29
*** Ha senso tutto questo? ***


Un mese.

Domani è un mese che Harry non è a casa.
Che non si fa sentire.

Un mese dalla sua partenza.
Dipartita.

È un mese che non abbiamo sue notizie.

Tutti, nessuno escluso.

Domani sarà un mese che vivo in questa casa, da sola.
Un mese di pianto.
Di disperazione letteralmente.
Perché ahimè è stata dura.

(È dura).

È stato un mese difficile.
Dove ho toccato il fondo.
Mi sono disperata, troppo... a volte fin troppo.
Non ho dormito, o se ho dormito ho fatto degli incubi.
Incubi atroci.
Assurdi.
Inverosimili.
È passato lentamente questo mese di Luglio.
Fin troppo lentamente.
Tra singhiozzi, gin tonic e riflessioni.
E gli effetti si vedono.
Ho ormai delle occhiaie che fanno paura... che copro col correttore, diventato ormai la miaunica arma.
La mia unica forza per nascondere, per coprire, per cancellare tutto il dolore che provo.
Tutto il male che provo.
La faccia è sempre più smunta, sfinata... gli occhi sempre più spenti e il mio sguardo sempre più cupo e triste.
Giusto l'altro ieri quando sono andata a fare la spesa ho incontrato una signora che poverina si è sincerata di chiedermi se stessi bene perché mi vedeva bianca come un cencio.
E debole... troppo debole.
Ho continuato a perdere dei chili, anche se mangio.
Ma probabilmente è normale... non assimilo quello che mangio perché ho tremila pensieri nella testa.
Che mi frullano senza sosta, non lasciandomi respirare.
Prendere aria.
Fortunatamente sono riuscita a convincere la signora del mio star bene.
Altrimenti avrebbe chiamato un medico e solo Dio sa quello che sarebbe successo.
Oh, sì...
Esco poco, se non per andare a fare la spesa o per buttare l'immondizia una volta ogni tanto.
Gli altri ci provano a chiedermi di uscire, di andare a cena... ma a me non mi va.
Mi manca la voglia.
Come mi manca la voglia di tornare allo studio.
Sto lavorando da casa e per ora mi va bene così.
Meno vedo le persone e meglio sto.
E pensare che ero... così socievole, così empatica quando invece ora sono diventata una vera e propria eremita.

Sempre da sola.

Nella mia solitudine angosciante.
Nel silenzio assordante della casa.

Delle camere.
Della stessa macchina su cui tra poco salirò.

Non so più che fare.
A chi chiedere aiuto, perché non voglio farmi aiutare.
È quello il vero problema.

L'unico problema.

I miei sono preoccupati, così come Desmond ed Anne.
I ragazzi stanno seriamente pensando di trasferirsi qui, a turno per sincerarsi che io stia bene.
Che mangi, che mi assista al meglio.
Ed hanno ragione.
Perché probabilmente non sto bene.
Anzi, senza il probabilmente.
Non sto bene.
Assolutamente.

Sto male.
Di un male... deprimente.
Lancinante.

Tutto mi ricorda Harry.
Tutto mi ricorda momenti passati insieme.

Ricordi, su ricordi.
Immagini su immagini.
Colori, odori...
Persone.
Momenti della giornata.

Stanotte mi sono svegliata di colpo dopo esser riuscita a prendere sonno perché ho percepito una presenza in camera.
Stavo dormendo quando d'un tratto mi è parso di sentire una mano accarezzarmi il viso.
Mi sono spaventata da morire.
Pensavo ci fosse qualcuno in casa, così ho chiamato Niall di colpo.
Nel frattempo ho cercato in tutte le stanze, con le forbici in mano e tremante di paura per vedere se ci fosse qualcuno.
Ma ovviamente, non c'era nessuno.

Perché... eri solo tu Harry.

Mi sei venuto a trovare nei sogni, giusto per farmi prendere il panico.
Per farmi stare male.
Ancora una volta.
Dannazione.
Ammetto che risentire la tua mano sul mio viso è stata la cosa più bella che mi potesse capitare.
È stato talmente bella che mi sono emozionata, una volta capito di aver sognato te.
Ho pianto, lo ammetto.
Sudata com'ero.
Piena d'ansia.
Di adrenalina.
Ho pianto, sì.
Ne avevo un disperato bisogno quando mi sono resa conto che eri un sogno.
L'ennesimo.
Eppure la tua mano... sembrava così reale.
Così vivida da poterla toccare.

Avrei tanto voluto baciartela.
Avrei tanto voluto baciarti.
Sulle labbra.
Piano, piano... per poi baciarti più intensamente.
Con la stessa intensità con cui ci piaceva baciarci.

Ti ricordi?

E poi... avrei tanto voluto fare l'amore con te Harry.
Avrei voluto sentire le tue mani sul mio corpo, tra i miei capelli, tra le mie gambe.
Avrei tanto voluto sentirti dentro di me.

Tanto, troppo.

Avrei voluto rivedere i tuoi occhi accendersi per poi specchiarsi nei miei.
Avrei voluto sentire il tuo corpo sopra il mio, intento ad inondarmi di piacere.
Ah quanto avrei voluto affondare le mie unghie nella tua schiena.
Quanto avrei voluto urlare 'più forte', 'di più'.
Quanto avrei voluto sospirare nelle tue orecchie, chiudere gli occhi e adattarmi ai tuoi movimenti.
E soprattutto avrei voluto sentirti pronunciare quel benedetto, quel santo ti amo.
Quel ti amo sospirato, sussurrato ma ben chiaro.
Fin troppo chiaro alle mie orecchie.

Invece sono solo un'illusa...
Che sogna, che spera, che fantastica.

Perché tu non ci sei.
Perché tu non sei qui a baciarmi, a toccarmi, a sussurrarmi.

Non sei qui a farmi godere.
Non sei qui a farti amare.
Non sei qui... ad amarmi.

Qui ci sono solo io.
Caroline Smith.

La Caroline Smith che mai avrei voluto vedere o solo immaginare di incontrare.
Mi odio in queste vesti.
Perché io non sono così e lo sanno tutti.
Perfino tu mi odieresti... perché sai che non sono così.
Che questa è una stupida facciata di una stupida ragazza che non trova il coraggio di alzarsi in piedi e dire 'basta così'.

Perché sono solo una stupida.

Accidenti.

Una stupida illusa che aspetta e spera...

L'altro giorno ho riprovato a chiamarti.
Senza risultato ovviamente.
Nessuno ha risposto.
Nessuno mi ha risposto.
Eppure quello è il tuo numero.
Lo so bene.
Lo conosco bene.
Avoglia se lo conosco...
Lo ricordo a memoria.
L'ho impresso e tatuato nella mente.
L'unico numero che ho memorizzato fin dall'inizio.
Nemmeno il mio ricordo a memoria, eppure il tuo mi sembra così semplice.
Così bello che mi viene naturale ricordarmelo ogni volta.
Mi guardo intorno.
Sono seduta su questo divano, da tempo, da troppo tempo.
Diciamo da quando Niall stamattina è andato a lavoro lasciandomi sola.
Che Santo di ragazzo...
Gemma è veramente fortunata.
Non appena l'ho chiamato si è precipitato, in due minuti nemmeno.
Mi ha asciugato le lacrime e stretta a lui per tutta la notte, cullandomi e cantandomi delle dolci ninnananne.
E... stavo bene.
Mi ero ripresa.
Fino a che non è andato via ed io mi sono ritrovata ancora una volta da sola.
In preda al panico.
In preda ai miei demoni.
E in balia delle mie paure più profonde.
Ed è troppo... troppo per me.
È semplicemente insopportabile.
Mi guardo intorno e poi decido che è ora di fare quello che ho in mente di fare.
Ci ho pensato una sera mentre riflettevo sul senso della mia vita al momento.

Nessuno ovviamente.

Senza di te, la mia vita non ha senso.


Non è stato facile ma credo di essere pronta.
Dannatamente pronta.
Mi alzo dal divano per poi afferrare le chiavi della macchina e precipitarmi fuori dove una leggera pioggerella mi bagna leggermente.
Apro la macchina per poi chiudermici dentro.
Metto in moto immettendomi nel traffico.
Accendo la radio impostando su una stazione a caso.
Tanto una canzone vale l'altra... non ho preferenze.
Imbocco la strada sterrata della campagna e accelero.

Finalmente libera.

Finalmente libera di potermi farmi del male.
Come ho in mente di fare.

Arrivo ai 100km/h e scuoto la testa mentre mi vengono in mente delle immagini con te Harry.
Dannato.
Accelero senza pensarci mentre le campagne sfrecciano vicine.
Mi ricordano... il luogo in cui Mark ci ha scattato le foto del nostro album del matrimonio.
Una lacrima bagna la mia guancia.
Meglio farla finita.
Perché no?
È questo che voglio fare.
Sì.
Ebbene sì... ho deciso di tentare la fortuna e provare a schiantarmi contro degli alberi per vedere come ne esco.
Se illesa o finalmente in un'altra dimensione.
Dove sicuramente soffrirò di meno.
Cazzo se soffrirò di meno.
Anzi, sarai tu a soffrire quando ti diranno quello che ho fatto.

Per colpa tua.

Piango mentre raggiungo i 200km/h.
Mi vengono in mente le nostre cene.
Le nostre litigate.
Le nostre... risate.
Asciugo velocemente le lacrime col dorso della mano per poi guardare dritto davanti a me.

Basta.
Basta così, non ho più voglia di soffrire.

Non ho più voglia di soffrire per te caro Harry.

Mi tornano in mente i nostri pomeriggi sul divano a guardare dei programmi per poi ritrovarci a baciarci, a spogliarci dopo poco.
Una macchina mi suona preoccupata per la mia velocità.
Sti cazzi.

Non soffre come soffro io.
Non vive da solo, come vivo io.

Avrà sicuramente qualcuno ad aspettarlo.
Qualcuno che lo ami, a casa.
Qualcuno che lo ami per sempre... che io non ho.

Non ho più.

Deglutisco mentre mi lascio andare ad un pianto disperato.
Che pena che mi faccio...
Sto per schiantarmi contro degli alberi e poi... poi vengono in mente i miei.
Mio fratello.
La mia infanzia, felice e spensierata.
Mi vengono in mente i sorrisi, le risate e i pianti dopo le cadute in giardino.
'Ti vogliamo bene, non dimenticarlo mai' è quello che mi ripetono sempre i miei e Tyler.
Poi mi vengono in mente Desmond ed Anne.
Ed ho un mancamento.
Si stanno prendendo cura di me, come una figlia.
Come se fossi un fiore da coltivare.
Ripenso a tutti i momenti passati insieme.
Oddio.
Poi ripenso nuovamente a te Harry e mi sale un odio.
Un odio che non riesco nemmeno a descrivere per quanto forte sia.

Ti odio cazzo!
Mi stai facendo questo...

Ripenso a Louis, Liam, Lerya, Zayn.
Niall e Gemma.
E lì piango ancora di più.
Li amo troppo.
Mi amano troppo.
Starebbero tutti male.
Ed io non voglio far stare male nessuno.
Non ne sono in grado.

Per quanto vorrei farti del male Harry.

Sarebbe bello se ti venissero a dire che mi sono schiantata per colpa tua.
Che l'ho fatta finita a causa tua.

Come ti sentiresti?

Una merda, ecco come.
Te lo dico io.
Con la coda dell'occhio mi specchio nello specchietto retrovisore ed ho un mancamento.

Che sto facendo?

Che... diavolo sto facendo?


Rallento.
Questa non sono io.
La Caroline che conosco io reagirebbe e non penserebbe a schiantarsi contro degli alberi.
La Caroline che conosco io non farebbe mai del male alla sua famiglia e ai suoi amici.
Scuoto la testa mentre rallento portando una mano sul mio cuore.
Ti odio Harry ma amo la mia famiglia e i miei amici per fare una cosa del genere.
Amo troppo me stessa per farmi così del male.
Per non rispettarmi.
Rallento ancora per poi fermarmi sul ciglio della strada e scendere.
Guardo il cielo.
E poi guardo la mia mano, in particolare la croce che ho tatuato tempo fa.

La tua stessa croce.

E senza rendermene conto recito un Padre Nostro.

Cosa stavo per fare?
Cosa?


Non ci credo che l'abbia solo pensato accidenti...
Mi guardo intorno.

È così bello...
Così come la vita, così come la mia vita.

La mia vita preziosa.

Chiudo gli occhi respirando a pieni polmoni.
Si sta così bene fuori... immersa in questa campagna immensa.
Penso ai miei ultimi giorni, al mio ultimo mese in generale.

Perché mi sto facendo questo?
Perché mi sto infliggendo questo dolore?


I pianti, i singhiozzi, le nottate in bianco.

E capisco.
Capisco tante cose in effetti.

È ora di provare a tornare a rispettare la mia vita.
È ora di provare a voler bene, di nuovo, alla mia vita.

È ora di... volermi bene.


 
           

                 ———




Sono tornata a casa da nemmeno mezz'ora.
Sono passata in una gelatiera dove mi sono presa una vaschetta di gelato fondente e pistacchio che sto mangiando tranquillamente in sala mentre guardo una puntata della mia serie preferita.
Non posso crederci che stavo per fare quello che stavo per fare.
Schiantarmi contro gli alberi...

Cosa pensavo di fare?
Cosa pensavo di risolvere?


Sono stata veramente una stupida.
Una vera e propria incosciente.
Sul serio.
Che se ci ripenso... mi darei uno schiaffo da sola.

Come mi è venuto in mente?

Devo proprio essere messa male per solo aver pensato una cosa del genere.
Devo stare talmente sotto un treno... sì probabilmente è l'unica spiegazione.
Per forza.
Mi volto non appena suonano alla porta.
Sussulto.

Chi sarà mai?

Non è che sia così pronta a vedere qualcuno...
Appoggio il cucchiaio dentro la vaschetta per poi pulirmi le labbra col tovagliolo.
Urlo un 'arrivo' mentre infilo le ciabatte e mi precipito verso la porta che apro, rimanendo di sasso.

Che... che ci fa fa qui?

< Che ci fa qui Padre James? > gli domando guardandolo.
Padre James a Londra.
A casa mia precisamente.

Cosa sta succedendo?

< Posso entrare o disturbo? >.
< No, no assolutamente > gli faccio spazio spostandomi dall'ingresso così da permettergli di entrare.
< Prego, si sieda > tolgo il gelato spostandolo sul tavolo della cucina, poi una volta essere tornata in sala mi siedo sul divano.
< Dammi del tu Care >.
Annuisco < che ci fai qui? >.
Sorrido.
Immagino perché sia qui.
Oh, sì che lo immagino...
Non sono mica una stupida eh.
Anzi.
In questo caso mi riesce piuttosto facile immaginare il perché della sua visita.
< Passavo di qui > spiega ma io so che mente.
Mente spudoratamente.
< Andiamo > affermo < Redditch dista da Londra tre ore >.
< Avevo delle commissioni da sbrigare > prova grattandosi la testa distrattamente.
Sta mentendo e si vede benissimo.
< Lo sai vero che non me la bevo la scusa delle commissioni a Londra? >.
Annuisce < lo so... non sono bravo a dire le bugie vero? >.
< Effettivamente no >.
Ci guardiamo per qualche tempo.
< Volevo parlare con te >.
Immaginavo...
E so anche chi potrebbe averlo mandato.
Mia madre in primis.
Seguita da mio padre, da Anne e Desmond ovviamente.
< Immagino che mia madre c'entri qualcosa >.
Scuote la testa.
Come no...
Mia madre è un libro aperto.
< Padre James conosco mia madre più delle mie tasche >.
Ed è vero.
La conosco bene per sapere che c'entra lei in questa visita.
Così inaspettata direi...
< Non è vero? > domando di nuovo guardandolo.
< È solo preoccupata per te > spiega sorridendo < anche io lo sono >.
< Sto una meraviglia >.
Mi indica < non direi... guarda che magrezza >.
< Stai mangiando Caroline? >.
< Non sempre... >.
< E cosa pensi di risolvere non mangiando? >.
Nulla, nulla in effetti...
< Non lo so >.
< Appunto, non risolvi nulla se non farti del male >.
Annuisco.
Annuisco perché ha ragione.
Perfettamente ragione.
< Anche Anne e Desmond sono molto preoccupati per te > continua osservandomi dalla testa ai piedi.
< Allora devo immaginare che siano stati tutti loro a spingerti a venire qui, da me >.
Scuote la testa.
< Sono qui perché sono veramente preoccupato per te >.
Faccio spallucce.
< Perché mi rendo conto che quello che ti è successo è difficile da superare >.
< O solo da immaginare > continuo io.
< Ma quello che è successo non deve buttarti giù, non deve frenare la tua voglia di vivere >.
< È quello il problema Padre James, forse non voglio tornare a vivere >.
Mi guarda e respira lentamente.
< Ti ho imparato a conoscere e so che sei una ragazza che ama la vita, sempre solare, attiva, energica >.
< Una volta probabilmente > faccio un movimento con la mano < ora non più dal momento in cui ho perso una persona importante, forse la più importante >.
< Lo so che è difficile ma prova ad immaginare che dev'essere difficile per chi ti sta accanto >.
Aggrotto le sopracciglia.
Non ho capito.
Sono confusa.
< Cosa vuoi dire? >.
< Voglio solo dirti che hai una famiglia a sostenerti, a spronarti... >.
< Questo lo so >.
< Sai quanto ti vogliono bene, no? >.
< Anch'io gli voglio bene >.
Deglutisco < però non stanno affrontando quello che sto affrontando io >.
< Ma possono aiutarti e lo sai >.
< La mia famiglia? >.
< Non solo > aggiunge < hai i tuoi amici che non fanno altro che chiedersi come tu stia >.
Annuisco.
Lo so.
Dannazione, se lo so.
Eppure... a volte è come se me ne dimenticassi.
Come se non ci facessi apposta ecco.
< Non ti sto giudicando ma voglio farti capire che puoi contare su tutti loro > mi sorride < chiedi il loro aiuto se ne hai bisogno >.
In che senso? 
Sicuramente ha già capito che non ho capito.
E infatti spiega < ho parlato con Gemma e... >.
Allora già ho capito a cosa si riferisce.
Avoglia se ho capito...
< E? >.
< E mi ha detto che non vuoi accettare la sua proposta >.
Ha detto bene infatti.
Scuoto la testa.
Assolutamente.

Non l'ho accettata e non intendo accettarla.
Non mi sembra giusto.

Nei loro confronti e nei miei.

Praticamente Gemma ha proposto di venire a stare qui con Niall per un po' di tempo.
Io, Gemma e Niall sotto lo stesso tetto.

E solo per colpa mia.

Perché sono una schiappa.
Una debole.

Cioè... no.
Non si può fare.
Per nessun motivo.
Dico di no per diversi motivi...
Comprensibili penso.
No, perché non mi va di rattristarli.
Non mi va di rabbuiarli, quando tra due mesi si sposano.
Devono pensare a loro, al loro matrimonio e ad essere felici.
Cosa che io non sono in questo momento.
Non voglio che si concentrino su di me, dimenticandosi della loro bellissima vita.
E del loro bellissimo amore.

Bellissimo e fortissimo.

Come pensavo fosse il nostro Harry.

< So a cosa stai pensando >.
< A cosa? >.
< Lo sai cosa >.
< Padre James non posso accettare l'offerta di Gemma >.
< Perché no? >.
< Perché sarei un'egoista > affermo < perché li costringerei ad occuparsi di me invece che pensare a loro >.
< Care ascolta > mi prende la mano < Gemma e Niall vogliono semplicemente aiutarti >.
Lo so.
Certo che lo so.
< Sul serio, dovresti accettare >  continua mentre io ci penso su.
Come ho detto non voglio rattristare nessuno o costringere nessuno a sorridere.
Non posso farlo.
Gemma e Niall stanno vivendo un momento bellissimo, particolare della loro vita, perché portare il buio, la tristezza?

Non posso.

Mi sentirei in colpa.
Non avrebbero i loro spazi.
Non avrebbero la loro quotidianità.
Non avrebbero la loro intimità.
Sarebbero solo costretti a prendersi cura delle mie ferite.
A prendersi cura di me.
In tutto e per tutto.

E non ne vale la pena.

< Promettimi solo che ci penserai >.
Annuisco.
Più di circostanza che altro.
< Hai già deciso quando tornare a lavoro? >.
< In realtà no >.
< Ho parlato con Desmond e mi ha detto che a lavoro manchi tanto >.
Sorrido.
Che dolci.
Matt, Luke e la Horowitz.
Anche lei è stata molto carina con me.
Mi ha spedito dei cioccolatini con delle rose con un biglietto veramente bello.
Dove ha scritto delle frasi che devo tenere a mente.
Perché sono frasi che possono aiutarmi.

'Non hai bisogno di un uomo per splendere come già fai'.

Oppure...

'Sono sicura che ti rialzerai più forte, più sicura e ancora più bella di prima'.

Questa è stata la frase più bella.
La frase che ogni tanto rileggo.
Per farmi compagnia.
Per... darmi forza.
< Comunque penso che tornerò a lavoro presto, ne ho bisogno >.
Ci ho pensato ed ho capito che a breve avrò bisogno di tornare a lavoro.
Almeno anche durante il giorno so cosa fare.
Almeno sono impegnata...
In un modo o nell'altro.
< Bene >.
Mi sorride ed io faccio la stessa cosa prima che il campanello suoni.
Ed ora?
Mi volto non appena sento suonare il campanello una seconda volta.
Ed ora chi sarà?
Padre James è stata una scoperta.
Ora chi devo immaginarmi?
Mia madre?
Mio padre?
Anne e Desmond?
Non credo, altrimenti me l'avrebbero detto, no?
'Come no... ' mi ripeto pensando a mia madre e alla sua enorme sfacciataggine la maggior parte delle volte.
< Arrivo subito > mi alzo per poi tornare poco dopo e rimproverare i presenti < cos'è un complotto? >.

Sul serio.

È un complotto.
Assodato.
Non può non esserlo.

Prima Padre James adesso Niall e Gemma.

Chiamiamolo destino... eh?

< Giuro che non ci siamo messi d'accordo >.
Mhh immagino.
Guardo Gemma e Niall.
< Non so nemmeno di cosa state parlando >.
< Sicura? >.
< Certo > mi guarda ed io faccio spallucce invitandoli a sedersi.
< Cosa vi porto da bere? >.
Padre James sta per rispondere quando il suo telefono prende a squillare insistentemente.
Si alza andando in cucina.
< Come stai? >.
< Bene > spiego prima che Padre James torni.
< Devo andare... mi hanno chiamato per celebrare un funerale visto che l'altro sacerdote si è ammalato >.
Lo accompagno alla porta.
< Lasciati aiutare Care >.
< Ci penserò > chiudo la porta per poi tornare in sala.
< Non prendere nulla da bere > mi indica Gemma < siamo venuti per parlare >.
Roteo gli occhi.
Eccoli.

Come non detto...

Vogliono farmi la predica?
Vogliono rimproverarmi perché sono sparita?
O perché ho una faccia di merda?

< Non fare quella faccia >.
Appunto di facce...
< Hai cambiato idea? >.
Scuoto la testa.

Non la cambio.
Sia chiaro.

< Gemm non cambio idea > mi siedo < sia chiaro a chiunque >.
< Mi spieghi perché? >.
È facile perché.
Molto facile a dire la verità...
< Perché? Lo sai perché >.
< No, non lo so perché > mi sprona a spiegarmi meglio.
< Gemm >.
Possibile che debba spiegare sempre le stesse cose?
Cioè...
Pensavo fossi stata chiara.
Molto chiara e invece...
Non mi sembra se parliamo sempre delle stesse cose alla fin fine.
< Non voglio darvi fastidio >.
Ridono.
< Non ci dai fastidio >.
Certo, ti pare che davanti a me possono ammettere che possa dar fastidio?
Dai...
< Non voglio crearvi dei problemi >.
< Non ci creerai dei problemi stupida >.
La guardo.
Continuo con altre tremila scuse ma per ognuna di esse hanno delle risposte.
Delle risposte più che valide.
Serie e motivate.
Alla fine... cedo.
Perché non riesco più a trovare delle scuse.
Mi manca il motivo principale.
Quello per cui non accetto la loro proposta.
Mi guarda e sorride spronandomi.
Forse dovrei dire le cose come stanno.
Una volta per tutte.
Magari sarebbe più facile.
No?
I loro occhi sinceri e belli mi spingono ad ammettere la verità.
Almeno una volta ogni tanto.
< Non voglio pesare, ecco l'ho detto >.

L'ho detto.

L'ho detto finalmente.

Respiro lentamente.

Non voglio pesare.

Ed è vero.
Ho paura di diventare solo un peso.
Per loro.
Un peso per tutti.
E non mi va... non mi va perché ho paura.
Dannatamente paura.
Perché penso che dopo un po' se una persona diventa un peso viene abbandonata.
Per forza di cose.
E non ci credo a chi dice che non è così.
Che non è vero.

Ho paura di essere abbandonata.
Lasciata.

Mi è bastata una prima volta... una seconda direi che possa evitarmela.
Non voglio nemmeno pensarci, altrimenti mi viene da piangere.

Dannazione.

La mia faccia deve essere abbastanza espressiva perché Gemma fa un cenno a Niall che inizia a parlare.
< Care >.
Mi volto per guardare Niall < non pensare assolutamente che sei un peso > si avvicina < sei mia sorella praticamente e sai il bene che ti voglio >.
< Lo so >.
< Allora fidati di me >.
< Niall non voglio mettermi in mezzo, farvi litigare o rendervi tristi >.
< Primo non ti metti in mezzo perché siamo noi a chiederti di accettare al nostra proposta > mi spiega Gemma prima che Niall continui < secondo e terzo nessuno ci farà litigare e nessuno ci renderà tristi >.
< Ha ragione >.
< Poi se vuoi saperlo > si indica Niall < sono stato io ad insistere >.
Strabuzzo gli occhi.
Non posso crederci.
Io pensavo fosse Gemma ad insistere perché si sa come sono fatte le donne... no?
E invece mi devo ricredere.
< Sta dicendo la verità > mi accarezza un braccio Gemma.
La guardo < ti prego Care, lasciaci aiutarti >.
< Ti prometto che ti aiuteremo a rialzarti e a lasciarti alle spalle questo brutto periodo >.
Annuisco.
Li guardo ed ho un tuffo al cuore.
Ho detto di non voler essere un peso.
Di non voler rattristare etc, no?

Però so anche che voglio farmi aiutare.

Da sola è difficile.

Quindi magari con loro qui in casa sarà più facile rialzarmi.
Ritornare in me.
Riprendere in mano la mia vita.
In tutti i sensi.

< Dai > mi sprona Niall.
< Dì solo di sì ed è fatta >.
< Non appena ti sentirai meglio ci toglieremo dai piedi senza problemi, a gambe levate proprio >.
Ridacchio.
< Care? >.
Annuisco.
< Mi lascerò aiutare da voi >.
Mi vengono ad abbracciare felici e contenti.
Ed io non posso che sorridere commossa.

Perché... sento che sto per riprendere in mano la mia vita. 
Ci siamo quasi.
Con il loro aiuto sarà più semplice.

Ed io tornerò più forte di prima.

Pronta per riscattarmi.
Per rimettermi in gioco.



 
                   ———




Sono già quattro giorni che Niall e Gemma si sono trasferiti, qui, con me.
Tutto sta andando a meraviglia.
Devo dire che mi sto abituando ad avere qualcuno intorno... a condividere spazi.

A condividere le mie debolezze fondamentalmente.
A farmi vedere nei momenti di buio più sconfortante.

Com'è successo giusto l'altro giorno quando mi hanno consolata dopo una giornata di sconforto totale.
Mi ci sono svegliata e per tutto il giorno non ho fatto altro che piangere.
E abbracciare la sua felpa stringendola il più possibile.
È dura.
Alterno momenti spensierati, in cui sto bene, grazie ovviamente a Gemma e Niall e momenti difficili.

Veramente difficili.

A volte ci scherzo e dico che sono diventata bipolare, perché un momento piango strappandomi i capelli se potessi e il momento dopo rido alle battute di Niall accasciandomi dalle risate.
Ma credo sia normale.
Perché a volte mi ritrovo a pensare a dove si trovi.

A cosa faccia.
A cosa pensi.

E mi rabbuio.

Perché vorrei essere lì con lui.
Perché vorrei guardarlo in faccia.

E dirgli che mi manca tantissimo.
Come l'aria.
Come il vento in una giornata secca e asciutta con 40° gradi all'ombra.

Quando mi prendono questi momenti però cerco di distrarmi... di fare altro.
Di pensare ad altro.
Ad esempio di solito leggo.
Oppure accompagno Gemma a fare delle commissioni.
O in altre situazioni... pulisco casa da cima a fondo.
Per non pensare, per staccare la spina.
Ma la mia fortuna è avere loro due intorno.
Il che mi aiuta a non pensare a quanto in realtà... sia tremendamente sola.
Come in camera... se solo non sapessi che nella camera a fianco dormano Niall e Gemma mi prenderebbe sicuramente il panico.
Come è già accaduto, in effetti.
Invece così so di non essere sola in casa.
Anche se sono sola in camera.
Afferro il fascicolo che mi è stato recapitato da Luke tramite Gemma.
Penso che da lunedì tornerò a lavoro.
Come già dicevo, ne ho bisogno.
Un profondo bisogno.
Per il resto ancora non riesco ad uscire.
A stare in mezzo alla gente.
A fare serata con gli altri.
Proprio non me la sento.

È più forte di me.

Gli altri cercano sempre di coinvolgermi ma io rifiuto sempre.

E mi dispiace.
Perché so che vorrebbero aiutarmi, vorrebbero farmi ridere.
Ma so anche che se uscissi così di botto starei male.

Troppo male.

Perché penserei di essere... single.
E per me è inconcepibile, visto che fino a poco tempo fa avevo una relazione.
E addirittura stavo per sposarmi.
Quindi, al momento ho deciso di starmene buona dentro casa e cercare di divagarmi con l'aiuto di Niall e Gemma.
A proposito di loro due...
A breve torneranno a casa.
Stasera abbiamo deciso di prendere la pizza d'asporto.
Ed io non vedo l'ora di mangiarla.
Anche perché piano piano grazie soprattutto a Gemma sto incominciando a mangiare.
A mangiare sul serio e non solo a spizzicare qualcosa, così giusto per.
Il che è una vittoria visto che nell'ultimo mese mi sono trascurata, ho dimenticato di mangiare facendomi del male e mi sono pianta addosso.
Mentre ancora sto viaggiando nei meandri della mia testa il mio cellulare prende a squillare.
Chi sarà mai?
'Mamma' dico automaticamente.
Roteo gli occhi.
Se è mia madre devo prepararmi per l'ennesima manfrina della settimana.
E non ho voglia.
Non ho voglia di sentire le solite cose.
'Stai mangiando?', 'Vieni a casa', 'Sicura di star bene?'... etc, etc, etc.
Si preoccupa per me ed è normale.
Ma a volte... esagera.
È assillante.
Ma d'altronde è mia madre ed io le voglio un gran bene, soprattutto per quello che sta facendo per me.
Afferro il cellulare e con mia grande sorpresa noto che non si tratta di mia madre ma bensì di...
Luke.
< Luke? > rispondo e non appena chiedo cosa voglia mi sento dire 'apri'.
Col telefono in mano vado ad aprire ridendo.
< Che diavolo ci fai qui? > domando mentre lui mi supera entrando.
< Siccome non ti fai vedere da un pezzo ho pensato di venirti a trovare >.
Lo guardo.
È ancora più... bello.
Dannazione.
< Del tipo se Maometto non va alla montagna la montagna va da Maometto > aggiunge prima che io gli faccia segno di sedersi sul divano.
< Sei matto >.
< Andiamo Care! È da un sacco che non ti vedo >.
Annuisco scusandomi.
< Non devi minimamente scusarti... però >.
< Però? > chiedo curiosa.
< Però sai com'è... mi mancavi >.
Strabuzzo gli occhi < wow >.
Chi se lo sarebbe mai aspettato?
< Hai capito il senso >.
Annuisco.
< Lo so, anche a me mancavi >.
Ed è vero.
Mi è mancato.
Mi trovo bene a parlare con lui.
Mi fa ridere, mi distrae...
Ultimamente ci siamo legati parecchio.
E siamo usciti insieme qualche volta per bere qualcosa.
Ad Harry andava bene, tant'è che una volta si è unito anche lui e devo dire che abbiamo passato una serata fantastica.
Che a ripensarci mi viene da piangere e sorridere allo stesso tempo.
Luke evidentemente si accorge che qualcosa mi frulla per la testa e infatti mi chiede cosa c'è che non va.
< Niente, pensavo >.
< A cosa? >.
Si indica < ti conosco ormai, sai? >.
Ridacchio per poi spiegare < ripensavo a quella sera quando siamo usciti, io, te e Harry >.
< È stato bello vero? >.
< Molto > sospiro.
< Scusa, non volevo farti rabbuiare o farti ricordare delle cose che non vuoi ricordare >.
Lo guardo e faccio e un cenno della mano come a dire 'tranquillo, va tutto bene'.
< Non posso cancellare i ricordi > sorrido < e poi sono l'unica cosa che mi rimangono >.
< Nessuno ha avuto notizie? >.
Scuoto la testa < nessuno, nemmeno Anne e Desmond >.
< Dev'essere difficile per tutti >.
< Pensavo che almeno con loro si sarebbe fatto vivo e invece ancora una volta mi sbagliavo >.
Ed è vero.
Pensavo che almeno con Desmond e Anne parlasse.
Che almeno con loro rimanesse in contatto.
Invece...
Nemmeno loro sanno nulla.

È come se fosse scomparso.
Sparito nel nulla.

E questo mi fa incazzare.

Mi fa rabbia.

Ma non solo per me ma soprattutto per Anne, Desmond, Gemma, gli zii e Dorothy.
Non si meritano di essere trattati così.
Assolutamente.
Non se lo meritano proprio.
Nessuno di loro.
Ci stanno male.
Soprattutto Anne.
Un giorno l'ho sgamata piangere silenziosamente piegando delle magliette di Harry.
Ed è stato bruttissimo.
Strappalacrime.
Perché ho capito l'importanza di un figlio per una madre.

Perché ho capito quanto vuoto abbia lasciato Harry in tutte le nostre vite.
In tutte, non solo nella mia.

E per questo, lo odio ancora di più.

Ti odio ancora di più.

< Vedrai che al più presto si farà vivo >.
Lo guardo tornando alla realtà.
< Non ne sono così sicura... lo conosco e so che non si farà vivo >.
< Dici? >.
< Dico, dico >.
< Forse ti sbagli >.
Scuoto la testa.
< Conoscendo Harry so anche che c'è la possibilità che non torni più > aggiungo seria < che sparisca per sempre per intenderci >.
< Potrebbe farlo? >.
< Perché no? Nessuno glielo impedirebbe se ci pensi >.
Lo vedo riflettere.
< Non mi sembra il tipo Care >.

Ah neanche a me sembrava il tipo che potesse lasciare la ragazza sull'altare... e invece alla fine lo ha fatto comunque.

Neanche a me sembrava il tipo che potesse spezzarmi il cuore.
E invece alla fine l'ha fatto comunque.

Neanche a me sembrava il tipo che potesse sparire senza darmi una spiegazione e invece l'ha fatto comunque...


Mi sembrava in un modo e alla fine si è rivelato tutt'altro.


Ma questo è normale.
Hanno ragione a dire che non si smette mai di conoscere le persone.
Per tutta la vita.

Ed effettivamente è vero.
È così.

< So a cosa stai pensando e sappi che non la penso così >.
< Ah no? >.
Scuote la testa.
< Care so per certo che tornerà >.
< Ah sì? > chiedo sarcastica < come lo sai? >.
< Andiamo! > mi guarda < sul serio pensi che sparirà per sempre dimenticandosi dei suoi affetti, dei suoi amici, della sua famiglia > mi indica serio < di te? >.
< Io Luke non so più che pensare di Harry >.

Ed è vero.

Perché non lo so più...

Ci provo a darmi delle risposte ma tanto non ci riesco. 

 
Continuo a non capire, continuo a chiedermi dove abbia sbagliato.

Cos'abbia sbagliato.

< Sicuramente ha sbagliato >.
Prende un respiro < ma sono sicuro che è profondamente dispiaciuto e che prima o poi tornerà >.

Mh... mh.

Che poi no?
Tornerà a far cosa?


Sono curiosa della risposta sinceramente parlando.
Curiosa di sentire delle assurdità.
Perché io ahimè so la verità.
Perché lo conosco.

Perché Harry, ti conosco.
Come le mie tasche, come si suol dire.

< Tornerà a fare cosa? >.
< A chiedere scusa > mi sorride < a chiederti scusa >.
E infatti...
Ecco l'assurdità.
L'ennesima che devo sentire in questo periodo.
In ogni caso...

Tornerà.

Tornerà tipo figlio el prodigo?
Ah sì?

E a me che me ne frega?

Cosa me ne frega del suo ritorno?


Cosa me ne frega della scuse?
Perché...
Cosa me ne faccio delle scuse?


È passato un mese e di lui nessuna traccia.

Un mese.
Un fottuto mese.

Ci rendiamo conto?

Ed io che pensavo che dopo una settimana sarebbe ritornato.

Che povera illusa...
Che ingenua che sono a volte.
Sai, forse avevi ragione Harry.
Quando dicevi che alle volte sono profondamente ingenua.
Avevi ragione.
Ancora una volta.

Ma anche se avevi ragione, non ti perdono.

No, no, no... no, che non lo faccio.

Mi dispiace ma no.

Non funziona così.
Non mi faccio prendere in giro così.

Non da te, non da te Harry.

Non questa volta.
Non dopo aver subito un colpo cosi duro.

Inferto da te... che dicevi di amarmi.

< Mi dispiace ma non so se potrò accettare le sue scuse di merda > sbotto.

No.

No, che cazzo.
Non lo accetto.

No.
Mi dispiace.

< Non dire così >.

Ah, perché cosa dovrei dire?
Come dovrei definire le sue scuse?


Sono scuse di merda appunto.
E non esiste altro aggettivo per descriverle.

< Perché no? >.
< Perché lo stai dicendo solo per rabbia >.
Può darsi.
Ma il problema è che lo penso per davvero.
E dubito profondamente che cambierò idea.
< Può darsi ma quello che ho detto è vero > mi indico < mi ha lasciata sull'altare Luke >.
< Come posso solamente perdonarlo? > aggiungo voltandomi per guardarlo.
< Non dev'essere stato facile >.
Bhe, direi di no.
Assolutamente non è stato facile.
Non è stato e non è facile per niente.
< No appunto >.
< Ma.. > lo blocco < ma niente... >.
< Care >.
< Luke ascoltami bene > lo guardo seria < se mai dovesse ritornare il mio consiglio è che riparta perché con me ha chiuso >.
< Non lo pensi davvero >.
Rido amaramente e annuisco < lo penso eccome >.
Mi alzo < per me è un grandissimo stronzo e deve pagarla cara >.
Aggiungo sussurrando < molto cara >.
< Hai provato a capire perché l'ha fatto? >.
Oh, caro mio Luke.
Dolce e biondo Luke.
Certo che mi sono chiesta e domandata perché l'abbia fatto.

Ma e c'è un ma... non ne aveva alcun motivo.
Non ne avevi alcun motivo Harry.

E quando dico così, non è che lo dico tanto per dire... ma lo dico perché è vero.

So che è vero.
So che non mi sto sbagliando.

Perché semplicemente... è uno stronzo.
Punto e basta.
Sei uno stronzo.

Uno stronzo con la S maiuscola.

< Perché è uno stronzo >.
< Harry non è uno stronzo e lo sai bene >.
< Harry non è uno stronzo? Ma sei serio? > mi agito.
Ma d'altronde non posso farne a meno.
Sta toccando dei punti troppo deboli.
Dei punti labili.
< Se fosse stronzo non ritornerebbe come invece farà >.

Ancora questa storia?
Come fa a sapere che tornerà?


Deve capire che l'Harry che tutti conosciamo è andato via.

È sparito.
È volatilizzato.

Non esiste più.

Il ragazzo amorevole, carismatico, buono e dal cuore d'oro... non c'è più.

Non esiste più dal momento in cui ha deciso di andarsene.
È come se si fosse trasformato ecco.

Sì, direi proprio così.

È come se avesse deciso di cambiare.
Di mostrare una natura che noi non avremmo mai voluto vedere.

Che io, non avrei voluto vedere.

< Ma infatti non ritornerà perché è uno stronzo >.
< Sei solo arrabbiata >.

Basta.
Basta così.
Che devo sorbirmi che Harry non sia stronzo... non ci sto.

Né oggi, né domani.

Qua l'unico stronzo è lui.
E bisogna dirlo.
Una volta per tutte.

È lui che ha creato questo casino.
È lui che mi ha lasciata.
È lui che è sparito non facendosi più sentire.
È lui che ha distrutto le nostre vite.
È lui che ha distrutto, mandato in frantumi la mia vita.


È lui... la colpa è solo sua e di nessun altro.

< Mi ha lasciata su un cazzo di altare Luke! > urlo < e come se non bastasse è sparito, lasciandomi sola, abbandonandomi non pensando minimamente al male che mi avrebbe procurato >.
< Care >.
< Luke... la persona che più amavo al mondo ha scelto di farmi del male ed io sto male >.
Una lacrima bagna la mia guancia.
Ed io non vorrei piangere, ma... è più forte di me dannazione.
Luke allora si alza e appoggia una mano sulla mia spalla < scusami Care, non volevo farti star male >.
Tiro su col naso.


Lo odio.
Lo odio e lo odio.



Perché io ci provo a non pensarci, a far finta che va tutto bene... ma basta che qualcuno lo nomini per farmi crollare.
Io ci provo davvero a fare la forte, ma la verità è che non lo sono.
Ed è proprio questo a spaventarmi.
Perché non so mai come posso reagire.
Come posso rispondere.
Ma più semplicemente non sono come comportarmi.

Vorrei solo insultarlo 24h.
Vorrei urlargli contro.

La mia rabbia, la mia delusione.
La mia amarezza.

Vorrei urlargli contro il mio immenso dolore.
Dolore che non passa.
E non passerà.

Perché credo che sia difficile...
Sia veramente difficile...
Sia difficile pensare alla persona che ti ha fatto del male senza sentirti ferita e umiliata.
Senza pensare a quanto odi quella persona.

Perché sì, è brutto da dire ma arrivi ad odiare quella persona.
Arrivi ad odiare tutto di lei.
Perfino il suo nome.

Harry, odio il tuo nome.

Ora lo sai.

In Tv sento un ragazzo chiamarsi Harry e cambio canale perché lo odio.

Lo odio come odio te.

Come odio tutti i ragazzi con gli occhi verdi.
E i capelli lunghi.
E i tremila tatuaggi sparsi per tutto il corpo.
Come te.

Li odio, li odio come odio te.

E come odio questa casa.
Come odio le varie stanze, le scale e perfino i soffitti.

Odio tutto dannazione.
Roba da non crederci.

< Care > mi porta una mano davanti al viso per farmi riprendere dai miei pensieri che come al solito mi portano via dalla realtà.
< Scusami, sul serio >.
Senza dire niente mi avvicino e appoggio la testa sul suo petto mentre mi lascio cullare da Luke.
Ormai è il mio unico destino... farmi cullare.

Farmi cullare da chiunque... ma non da te.

< Ti sei calmata? >.
Annuisco e mi tiro su.
< Sono una frignona >.
< Ma non è vero... > mi trascina con lui sul divano < fai bene a piangere, ti sfoga >.

Sì, certo come no... ma io caro Luke, dolce Luke, piango sempre.

E di mattina appena sveglia, di pomeriggio sul divano e di sera prima di dormire.
E di notte.
Quando finalmente so che posso piangere e dar libero sfogo al mio dolore.
Perché tanto so che Gemma e Niall dormono.

Perché... tanto so di essere di nuovo sola.
Sola con le mie paure, sola con le mie debolezze.


E sola... con l'odio che provo per te.


< Dico sul serio Care >.
Sorrido.
< Sì ma io piango sempre Luke >.
< Meglio... così butti fuori quello che hai dentro >.
Mhh sarà...
Non so se sono così sicura.
Tanto come ho già detto in precedenza non sono più sicura di niente.
Lo guardo e un istinto prende il sopravvento.
Senza nemmeno chiedergli il permesso mi avvicino e appoggio la testa sulla sua spalla.
< Abbracciami Luke... ne ho un disperato bisogno >.
< Non devi nemmeno chiederlo >.
Chiudo gli occhi mentre lascio che i pensieri svaniscano.
Almeno per un attimo.

Ho voglia di sentire calore umano.
Di percepire un corpo a contatto col mio.
Ho voglia di sentire un respiro sul mio collo.
Perché... per me è come tornare alle cose quotidiane.
È come rincontrare delle vecchie abitudini, che mi mancano.

Mi mancano terribilmente.

Dannazione.

Cerco di non pensare a come il profumo di Luke, anche se buono, non sia il tuo.
A come le mani di Luke anche se belle non siano le tue.
E a come il suo respiro, per quanto confortante, non sia il tuo. 

Perché se solo penso a tutte queste cose mi sento male.

Mi manca l'aria.

Mi sento persa.
E di conseguenza pronta a piangere.
A disperarmi.
A sentirmi male.

E a ricordare...
A ricordare scene, momenti vissuti che forse non vivrò più. 
   
   
   
   
   

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Capitolo 30
*** E sono ventotto anche per te Caroline Smith... ***


Guardo l'orologio e sbuffo.
Merda.
Oggi è una giornata... di merda appunto.

Perché... compio 28 anni.

28 fottutissimi anni, ci rendiamo conto?

Dovrei essere euforica, pronta a festeggiare ma la verità è che sto male.
È da stamattina appena sveglia che piango.
E il motivo è abbastanza semplice.
È il mio compleanno e tu non ci sei.

Non sei qui a festeggiarlo con me, Harry.

E a me sembra talmente inconcepibile che non so come superare questa giornata senza avere una crisi di nervi bella e buona.
Eppure in questi giorni mi sono ripromessa di cercare di andare avanti.
Sono tornata allo studio, mi sono concessa una giornata di shopping con Gemma e Lerya, ho... perfino riso.
Riso a crepapelle.
Tant'è che mi sono detta che ce la stavo facendo.
Che al contrario delle mie aspettative ero e sono più forte di quello che pensavo.
Ma evidentemente oggi il mio piano è bello che fallito.
Mi sono svegliata e come una stupida ho pensato che saresti arrivato con qualche sorpresa.
Ma ovviamente ciò non è avvenuto.
Ed io ho iniziato a pensare e ripensare fino a che non sono crollata.
Mi dovrei vestire, truccare perché a breve partiremo per andare a Holmes Chapel dove mi aspettano tutti per festeggiarmi come si deve.

Ma io ho zero voglia di festeggiare.
Zero.

Sinceramente non ho nemmeno voglia di uscire di casa.
Non in questa giornata così brutta che non fa altro che ricordarmi che il giorno del mio compleanno lo trascorrerò senza Harry.
Apro l'armadio e cerco di trovare qualcosa da mettere.
Afferro dei pantaloni neri leggeri e un top nero semplice che infilo senza pensarci.
Nemmeno mi specchio... tanto non servirebbe a nulla.
Non devo farmi carina per nessuno.
E nessuno deve trovarmi carina.
Non è la mia priorità.
Non ora, non al momento.
Con passo deciso mi dirigo in bagno dove afferro la trousse iniziando ad appoggiare sul ripiano del lavandino i trucchi.
Sospiro.
Mi guardo allo specchio e mi mordo le labbra.
Come mi sono ridotta...
Dovrei essere al settimo cielo e invece ancora una volta mi piango addosso.
Semplicemente.
Devo ficcarmi in testa che tanto lui non ci sarà.
Che non tornerà.
E basta.
È inutile rimuginare sul fatto che lui non sia qui.

Certo che però... Harry sei uno stronzo.
Sei uno stronzo cazzo.

Almeno oggi potevi tornare...
Solo per oggi.
Poi saresti potuto ripartire senza problemi.
Ma almeno oggi saresti dovuto essere qui.

Ci dovresti essere diamine.
Seduto al mio fianco.
Mi dovresti abbracciare, farmi gli auguri, dirmi qualcosa di speciale.
Solo per oggi eh.
Non chiedo tanto.
Dovresti essere qui a ripetermi quanto sia bella.
Dovresti essere qui a sussurrarmi qualcosa di sconcio all'orecchio mentre io mi trucco.
E dovresti essere qui a baciarmi.
A baciarmi con tutta l'intensità del mondo.

Solo per oggi, ripeto.

'Truccati'.
Annuisco a me stessa e afferro il correttore che applico sulle occhiaie che inizio a sfumare.

Ho 28 anni e sono sola.

Nessuno che mi porti dei fiori, nessuno che mi faccia sentire speciale come invece avresti fatto tu.

Te lo ricordi l'anno scorso?

Perché io me lo ricordo bene il giorno del mio compleanno.
Avoglia se me lo ricordo...
Mi hai svegliato con dei fiori talmente profumati da farmi girare la testa.
Mi hai svegliata con un bacio e un altro visto che non volevo svegliarmi.
Mi hai portato la colazione a letto, mi hai coccolata.
Avevamo in programma il pranzo dai miei come da tradizione ma per il dopo avevi organizzato qualcosa di speciale.
Solo per me.
Solo per noi.
Una lacrima bagna la mia guancia, lacrima che asciugo velocemente.
Dopo colazione ci siamo vestiti.
Tu con quel pantalone beige di lino e con quella camicia sempre di lino ma bianca.
Io con quel vestito azzurro con i fiorellini rosa che tanto dicevi di amare.

Te lo ricordi?
Io me lo ricordo bene.


Molto bene, a dire il vero.

E tu?

Io mi sono truccata quando tu ti sei avvicinato e mi hai detto 'ti amo così tanto che mi manca il fiato' e senza aggiungere altro, mi hai trascinata sul letto dove io mi sono lasciata spogliare, toccare, baciare... semplicemente amare.
Faceva caldo, me lo ricordo molto bene.
I nostri corpi tremanti erano sudati più del dovuto.
La tua fronte imperlata di sudore come i tuoi addominali che toccavo con tanta foga e tanta voglia.
Mi hai sussurrato parole dolcissime.
Frasi bellissime da farmi sciogliere e dopo essere venuti ci siamo stretti l'un l'altro parlando, raccontando di esperienze vissute.
Il mio compleanno era iniziato al top ma avevi ancora delle sorprese per me.
'Basta'.
Mi fermo dal pensare mentre altre lacrime bagnano le mie guance.
Sbuffo ed esasperata mi porto una mano sul viso.

Dannazione!

Ci sto ricadendo.
Ci sto ricascando di nuovo.

Mi ero promessa di non far vincere i ricordi ma è evidente che le emozioni mi stanno battendo ancora una volta.
Ed io ancora una volta sto perdendo.

Harry.

Ti rendi conto che sto piangendo nel giorno del mio compleanno?

E per di più... per colpa tua?!

L'anno scorso a quest'ora ero la persona più felice del mondo.
Perché ero amata.
Perché mi trovavo tra le tue braccia.
Ero felice, troppo felice.
L'anno scorso a quest'ora urlavo il tuo nome mentre mi aggrappavo alla tua schiena.
Quest'anno, ora urlo il tuo nome di una rabbia carica di odio.
Urlo il tuo nome con tutta la mia anima.

E sono tutt'altro che felice.

Sono triste.
Sconsolata.
Affranta e abbattuta.

Mi siedo sulla tazza del water mentre vengo scossa dai singhiozzi.

Bel modo di passare la prima mattinata del proprio compleanno eh?

< Care? > bussano alla porta.
Oddio.
È Gemma.
Mi asciugo in fretta le lacrime anche se i singhiozzi mi scuotono ancora.
< Care? > ci riprova fino a che senza ricevere il mio permesso entra in camera mentre io mi alzo.
Mi specchio prima di andare in camera.
Ho una faccia che la dice lunga.
Si vede da lontano un miglia che ho pianto.
E di brutto...
< Ehi, com'è che non rispondevi? >.
Mi volto per non guardarla.
< Ero in bagno > sussurro mentre cerco di sistemare il letto.
< Che succede? >.
< Niente > sistemo il cuscino.
< Non mi sembra che non succeda niente >.
< Tranquilla > la tranquillizzo fino a che non mi blocca < hai pianto? >.
Le sue dita a percorrere le mie guance ancora umide.
Faccio spallucce < non ti preoccupare >.
Le sorrido, non voglio che si preoccupi.
< Sarà l'emozione e la paura di avere 28 anni ormai >.
Sorride ma scuote la testa < lo sai vero che non me la bevo come scusa? >.
Annuisco.
Cavolo quanto mi conosce.
È così... frustrante a volte.
Non posso nascondere nulla senza essere scoperta.
Non posso tenere niente per me senza che lo si venga a sapere.
< Che succede? >.
Mi mordo il labbro inferiore e con la voce mezza incrinata spiego < pensavo... >.
< A cosa? >.
Alzo gli occhi al cielo.
Sto per piangere.

Un'altra volta.

E non voglio.
Non voglio, non voglio, non voglio dannazione.

Non di nuovo.

Ma ormai è troppo tardi perché l'ennesima lacrima fa capolino.
< Vieni qui > sussurra ed io mi lascio abbracciare senza troppa resistenza.
Ho bisogno di un abbraccio.
Ora più che mai.
< Oh Gemm... possibile che debba piangere il giorno del mio compleanno? > sospiro < sono proprio una sfigata >.
< Non sei una sfigata >.
< Come no? >.
< Non lo sei >.
< Sarà >.
Mi lascio cullare ancora un po' mentre ogni tanto qualche lacrima torna a presentarsi.
< A che pensavi? > mi chiede dopo esserci staccate dall'abbraccio.
< Bhe... un po' a tutto >.
< Pensavi ad Harry, non è vero? >.
La guardo e annuisco.
< È il mio compleanno e lui non c'è >.
Continuo < mi manca >.
Mi prende la mano mentre io ammetto < mi manca terribilmente Gemm >.
< Lo so, lo so > si indica < manca anche a me, manca a tutti >.
< Vorrei solo poterlo abbracciare ancora una volta > chiudo gli occhi per trattenere una lacrima.
< Non piangere altrimenti piango anch'io >.
Scuoto la testa.

È dura anche per lei.
È dura non sapere dove sia il fratello.
È dura non parlarci, scherzarci.
Me ne rendo conto.

< Mi manca Care, tutti i giorni non faccio che pensare al fatto che non sia qui, con noi >.
Una lacrima.
< Penso sempre che al mio matrimonio non ci sarà >.
Che fitta al cuore, diamine.
Anche io penso sempre che non ci sarà.
E questa cosa mi destabilizza.
Perché fino a un mese fa pensavo che al matrimonio di Gemma e Niall saremmo stati lì, insieme.
Mano nella mano.
Felici e innamorati più che mai.
E invece... non sarà così.

E fa male.

Respiro lentamente.

Non devo piangere.

Altrimenti finiremo col piangere entrambe.
E non possiamo.

< Ma sta pur certa che non appena tornerà gliela farò pagare > ridacchia.
Annuisco più per lei che per me.
Perché se solo penso che possa ritornare mi prende male.
Mi sale un nodo alla gola che non so spiegare.
Lo so, sono strana.
Voglio che torni ma dall'altro lato il solo pensiero che possa farlo davvero mi manda in tilt.
Perché... non so come reagirei, non so come sarebbe rivederlo dopo tutto questo tempo.
< Ora posso farti gli auguri? >.
< Sì, direi di sì >.
La abbraccio calorosamente.
< Dovrei finirmi di truccare >.
< Sì... > mi guarda < se vuoi ti finisco di truccare io >.
Ammette < sempre se non faccio danni > ridacchia mentre bussano alla porta.
È Niall.
< Buon compleanno Smith! > urla Niall entrando dentro la camera con un bouquet di fiori che mi porge dopo avermi dato un bacio su una guancia.
Che caro.
< Non dovevi... > affermo ringraziandolo per poi abbracciare anche Gemma.
< Che state facendo? Non siete ancora pronte? >.
Bingo.
Ha ragione.
Sennò finiremo col fare ritardo.
E già me la vedo mia madre sclerare prima del previsto.
< Ho avuto un momento di defiance > ammetto per poi essere tirata su da Niall che mi fa girare per tutta la stanza.
< Devi essere felice oggi! >.
Rido.
< È il tuo compleanno! >.
< Compi 28 anni vecchia >.
< Ehi > gli tiro un cazzotto < devo ricordarti che tu nei hai 29? >.
< No grazie >.
Ridiamo.
< Grazie sul serio Niall >.
< Grazie a te Smith per essere sempre presente nella mia vita >.
< Ti voglio bene > gli dico mentre lui annuisce.
< Direi che vi lascio finire di prepararvi >.
Ci indica < non metteteci troppo donne >, ci sorride < io vi amo al naturale >.
Lo guardo e non posso che essergli grata per tutto ciò che fa per me.
Ogni giorno.
Ogni giorno come oggi.
< Sarà meglio sbrigarci > affermo prima di entrare in bagno seguita da Gemma che inizia ad armeggiare coi trucchi.

Magari dopo tutto... riuscirò a passare questa giornata.

Riuscirò ad essere felice.

Accerchiata dai miei cari, dai miei affetti più sinceri.
Che sicuramente sapranno come rendermi felice. 

Come merito.



 
———





Siamo arrivati da più di mezz'ora e già regna il caos più assoluto dentro questa casa.
Mia madre è alle prese con le tremila portate e mio padre si diverte a stuzzicarla.
Come al solito.
Scene di ordinaria quotidianità ecco.
Ammiro la tavola ben apparecchiata e annuso i profumi dei fiori che campeggiano sulla grande tavola.
< Care! > mi volto non appena la voce di Anne mi raggiunge.
Le vado incontro per poi farmi abbracciare.
< Auguri tesoro, sei splendida >.
< Oh, troppo gentile Anne >.
< Caroline auguri di buon compleanno > si intromette Desmond venendomi ad abbracciare.
Saluto e abbraccio anche gli zii, nonna Dorothy, Matty e Ella.
Ci siamo quasi.
Mancano solo mio fratello e mio cugino.
E poi siamo al completo.
E poi potremo iniziare questo pranzo.
< Ti sta un incanto questo vestito >.
Ringrazio Desmond e poi sorrido a nonna Dorothy che mi consegna il primo regalo della giornata.
< Grazie Dorothy, non dovevi >.
< Spero ti piaccia >.
Annuisco e apro il regalo rimanendo di stucco.
Un lupetto verde petrolio a mezze maniche di Gucci.
Niente di meno che Gucci.
Ma già lo sapevo... d'altronde sono gli Styles.
Ricordiamoci.
È bellissimo.
Veramente.
Ed io non vedo l'ora di indossarlo.
< È veramente bellissimo >.
< Sicura che ti piaccia? >.
Annuisco < assolutamente, non vedo l'ora di metterlo >.
< Ho pensato che un po' di colore ti avrebbe fatto bene >.
Ridacchio.
Ha ragione, visto che mi vesto sempre di nero.
Da sempre praticamente.
< Non hai tutti i torti Dorothy >.
Ridono tutti prima che Anne prenda parola < visto che ci siamo... ti do anche il nostro regalo >.
Indica lei e Desmond che mi guarda.
Mi porge un pacchetto che io scarto alla velocità della luce.
Una collana con inciso il mio nome.
È... stupenda.
Sono senza parole.
< È... veramente bellissima >.
E non mento.
È molto graziosa e in perfetto stile 'Caroline Smith' per intenderci.
Mi conoscono, eccome se mi conoscono.
< Voltati > faccio come mi ha ordinato Desmond che mi allaccia la collana che si va a sovrapporre a quella regalatami da Harry per il nostro terzo anniversario.

Non l'ho ancora tolta e forse non avrò mai il coraggio di farlo.

Ci sono troppo legata.
Ho un sacco di ricordi legati alla collana che toglierla equivarrebbe ad eliminare gran parte di essi.
Ed io non ne ho voglia.
Sono ricordi belli, felici.

Che voglio tenere per me.

< Ti sta benissimo > commentano tutti prima che Anne mi porga un altro pacchetto.
Cosa sarà?
< Cos'è? >.
< Aprilo >.
Annuisco prima che io lo apra e perda un battito del mio povero cuore.
È un album.

Un album di foto di... Harry.

Sfoglio l'album e inevitabilmente una lacrima sfugge al mio controllo.
Ci sono tutte le sue foto, da quand'era piccolo fino a praticamente un mese fa.
< Grazie, lo apprezzo molto > commento prima che Desmond mi consiglia di vedere l'ultima pagina.
Faccio come mi ha detto.
C'è un'unica foto in cui ci siamo io e Harry a casa Styles seduti sull'amaca in giardino.
Sorridiamo alla telecamera con gli occhi pieni di luce.
Con degli occhi che brillano.
La accarezzo.
La amo.
Poi però inizio a ricordami che lui non è qui.
E lì crollo.
Altre lacrime si depositano sulle mie guance.
Se continuo a pensare finirò con il piangere davanti a loro e... non voglio.
< Scusate, torno subito > lascio l'album tra le mani di Anne prima di entrare in casa, salire le scale e fiondarmi in camera mia.
Almeno così avrò un momento per me.
Mi butto sul letto e le emozioni prendono il sopravvento.
Questa stanza mi ricorda lui.

Dannazione.

Ci ho dormito insieme qui dentro.
Mi sono lasciata cullare, qui dentro.
Mi sono lasciata baciare, qui dentro.
Ci ho litigato, qui dentro.

Per me significa tanto.
Non è più solo la mia stanza.
Ma la nostra.

Che devo fare Harry?
Come devo fare?


Aiutami tu.
Dammi la forza almeno...
Se non vuoi tornare almeno inviami la forza di andare avanti.

Ti prego.

Quell'album... è troppo.
Troppo per il mio cuore.
E quella foto... è da fitta al cuore.
La amo.
Così come amo te.
Penso che la porterò sempre con me.
Perché mi ricorda quel giorno così bello e speciale.
Così come tutti i giorni che abbiamo passato assieme negli ultimi tre anni.
Guardo fuori dal balcone e mi immagino di vedere te.
Sorridermi.
Sai amo il tuo sorriso... l'hai sempre saputo.
E tu hai sempre sfruttato questa cosa a tuo piacimento.
Nel bene e nel male.
Bastava che tu mi sorridessi per farmi capitolare.
Per farmi cedere.
Sai mi immagino che a breve entrerai dentro la camera per venirti a stendere su di me.
Malizioso come non mai.
Dolce, romantico la maggior parte delle volte.

Ed io ti abbraccerei tantissimo.
Fino a farmi scoppiare il cuore.

Ti terrei stretta sul mio petto.
E ti accarezzerei i capelli per ore.
Ed ore.

E poi sai cosa farei?
Ti canterei una canzone.
O forse due.
Per farti capire quanto ti ami.
E dopo aver cantato ti bacerei.
Senza dirti nulla.
Ti bacerei, dapprima lentamente per poi farlo più appassionatamente.
Per farti capire quanto ti ami.

E quanto tenga a te.

E porterei le mani tra i tuoi capelli mentre le nostre labbra combacerebbero alla perfezione.
Perché è quello che succederebbe e lo sai.
Da sempre e per sempre.

Ma non sei qui...

Ed io non posso abbracciarti.
Baciarti e infilare le mani tra i capelli.
Posso solo sfogliare l'album e cercare di immagazzinare quante più foto possibili nella mia mente.

Ma soprattutto nel mio cuore che seppur ferito ha ancora posto per amarti.

Mi asciugo altre lacrime mentre bussano alla porta.
Evidentemente ci ho messo più tempo del previsto.
E qualcuno mi è venuto a cercare.
Ovviamente.
< Care? >.
È mio padre.
< Possiamo entrare? >.
È con Desmond.
Lo immaginavo.
Quei due sono inseparabili.
E non scherzo affatto.
Sempre insieme, così affiatati da farmi sorridere ogni volta che li vedo insieme.
Mi schiarisco la voce per poi farli entrare.
< Piccola >.
Mio padre si siede sul letto spostando i capelli dal mio viso.
Deve percepire il mio dolore.
Deve capire il mio stato d'animo.
< Scusami Care... la colpa è solo mia e di Anne >.
Scuoto la testa per poi vederlo sedersi vicino a mio padre.
No, assolutamente.
Loro non c'entrano nulla.
< Sul serio, perdonaci... >.
Non devo perdonare nessuno.
Se non me stessa per aver creato un altro casino.
Nel giorno del mio compleanno.
< Tranquilli >.
< Pensavamo di farti un bel regalo >.
E lo è infatti.
Ho amato quell'album e non lo dico tanto per dire ma perché è vero.
Mi asciugo un'altra lacrima < lo so... infatti ho apprezzato >.
< Ma stai piangendo > mi indica.
Ha ragione.
Sto piangendo.
Ma sto piangendo perché ho ricevuto il più bel regalo che potessi ricevere.
Oggi, il giorno del mio compleanno.
Guardo il soffitto per riportare le lacrime indietro per poi spiegarmi < è solo che rivedere quell'ultima foto mi ha riportato alla mente tanti ricordi belli >.
Lo abbraccio < sul serio... è un regalo che ho apprezzato tantissimo >.
< Sicura? >.
< Assolutamente > lo guardo < quando mi sentirò giù lo sfoglierò sicuramente >.

Ed è vero.
Appena l'ho visto ho pensato a questa cosa.

Può aiutarmi nei momenti difficili.
Nei momenti di sconforto e buio più profondo.

Mi basterà solo sfogliarlo e pensare di averlo qui, vicino a me.
Mi basterà solo questo per rallegrarmi.
Per tirarmi su il morale.
Almeno in minima parte...

< Vi ringrazio di nuovo >.
Desmond annuisce e una lacrima sfugge al suo controllo.
< Che succede? >.

Che succede?
Perché piange?


Si asciuga le lacrime < è che... a volte penso a come sarebbe se lui non fosse scappato >.
Ecco.
Come non detto.
Ho sbagliato a farmi vedere vulnerabile perché ora tutti saranno vulnerabili e mostreranno i loro sentimenti ed emozioni.
Aggiunge a cuore aperto < sareste felici >.

Saremmo felici?
Sì, sì che lo saremmo Harry.
Ne sono sicura... perché lo eravamo.
Eravamo felici, no ma che dico, felicissimi.

Felicissimi e innamorati.
Di certo.

< E la domenica ci ritroveremmo a pranzo tutti insieme > aggiunge mio padre guardando Desmond e poi me.
< Sicuramente rideremmo sempre >.
Annuisco a Desmond.
Probabile.
Probabilmente andrebbe così.
Mi mordo il labbro inferiore.

Mi manca.
Mi manca terribilmente.

< Mi manca terribilmente >.
< Anche a me Caroline, non sai quanto >.
Forse non lo so...
Ma posso immaginare.
Dev'essere difficile per tutti.
Non averlo intorno, non sentirlo parlare, non vederlo fare lo stupido e via dicendo.
Sì, direi che posso immaginare.
< Manca a tutti >.
Guardo mio padre assente.
Sì, manca a tutti.

Ma a me manca da morire.

Senza di lui mi sento così... sola che mi fa paura.

Mi sento sola sì.
Anche se so di non esserlo, perché ho i miei amici e familiari a sostenermi.

Ma comunque in ogni caso mi sento sola e so di essere sola.

< Care ascolta > interviene mio padre < so che non dev'essere facile >.
No, appunto.
Non lo è per niente.
< Però > riprende il discorso < sappi che non sei sola... ci siamo noi con te >.
Lo so.
< Lo so >.
Ma ovviamente non è la stessa cosa.
< Ma non è la stessa cosa > ammetto per poi scusarmi.
< Non devi scusarti... è quello che senti >.
Prende fiato < il mio discorso è solo per farti capire che non sei sola >.
È sicuro?
< Ha ragione Nickolas... sicuramente stai soffrendo per la mancanza ma quello che dice tuo padre è vero >.
Guardo Desmond.
< So che non siamo Harry e mai potremmo esserlo ma so anche che siamo qui per te, ad aiutarti ad alzarti >.
Annuisco.
È solo che a volte penso di non riuscire a rialzarmi.
È solo che... a volte vorrei scavare una buca e scomparire per sempre.

Un po' come hai fatto tu.

< A volte ho l'impressione di non potermi rialzare >.
< Non è vero... sei forte >.
Forte io?
Questa è bella.
Se io sono forte... posso conquistare il mondo.
Ma la verità è che non lo sono.
Soprattutto in questo momento dove invece dovrei esserlo.
Per il mio bene.
Ma in particolare per il bene di tutti.
< Magari pà, non lo sono >.
Scuote la testa < è impossibile... sei la ragazza più forte che io conosca >.
< Non lo so > sussurro.
< Caroline concordo con tuo padre sei fortissima non forte > mi prende una mano < al posto tuo qualcun'altra avrebbe mollato tutto >.
< E non è quello che sto facendo? > domando.
< Tu stai combattendo >.
Mha... io non ci credo tanto.
Fino a cinque minuti fa stavo piangendo e non combattendo.
In realtà.
< Ovvio hai i tuoi momenti no, com'è giusto che sia > mio padre legge al volo i miei pensieri.
Mi sorride < ma ce la stai mettendo tutta e accettare l'aiuto di Gemma e Niall è la dimostrazione che sei forte >.
Faccio spallucce < non so più niente... ma facciamo che mi fido >.
< Fidati... fidati >.
Si indica < e poi che fai non ti fidi del tuo vecchio? >.
< E dell'altro tuo vecchio? > si indica a sua volta Desmond facendomi ridere.
Senza di loro non saprei veramente che fare.
E non scherzo.
< Scusatemi, sono una palla e me ne rendo conto >.
< Non dire assurdità Caroline Smith > mi rimprovera mio padre.
< Sorridi > mi consiglia Desmond.
< Una bella ragazza come te deve sempre sorridere > aggiunge.
< Coraggio! > urla mio padre < sei una bella ragazza e devi mettere in mostra la cosa più bella che ti contraddistingue >.
< Ossia? > domando curiosa.
< Il sorriso scema, il sorriso >.
Sorrido.
< Ecco, così va molto molto meglio >.
Annuisco.
< Ti prometto che ti faremo tornare il sorriso >.
Poso un bacio sulla guancia di mio padre e abbraccio Desmond.
E poi rido non appena sento mia madre urlare un 'è prontoooo' più forte del normale.
Ecco che se a breve non scenderemo salirà a trascinarci giù.
Già me la vedo... tutta trafelata con il grembiule e i capelli arruffati a rimproverarci di scendere subito.
< Direi che è il momento di scendere > si alza mio padre < conoscendo tua madre starà dando di matto >.
Rido.
Perché so che è vero.
< Sì sarà meglio > mi alzo con loro.
Prima di chiudere la porta guardo la mia stanza... mi sembra di sentire il tuo profumo Harry.


Ma questo forse è solo l'ennesimo sogno della giornata.



 


———


 
Siamo arrivati alla fine del pranzo.
Precisamente alla torta.
Ma per me non è stato un pranzo.
Perché diciamo che ho solo bevuto.
Spizzicato qualcosa ma principalmente bevuto.
Meglio, così ho retto meglio.
Mi volto verso Matty che mi sorride.
Sbatto il mio bicchiere contro il suo < promettimi che andremo a ballare dopo >.
< Assolutamente >.
< Signorina dove credi di andare dopo? >.
Guardo mia madre.
< A ballare >.
< In queste condizioni? >.
Ridacchio < sto bene >.
< Non mi sembra, visto che hai bevuto sempre >.
Roteo gli occhi.
Che palle.
Lo so.
Ho esagerato e potevo evitare.

Ma è il mio compleanno e ho voglia di non avere pensieri.
Ho solo voglia di divertirmi e di bere.

< Che tu voglia o no io ci vado >.
< Jacq lasciale fare quello che vuole, è il suo compleanno >.
Ringrazio mio padre.
Almeno lui...
< Ma Nickolas... ha bevuto tantissimo >.
< Due bicchieri in più non le diranno nulla >.
Annuisco.
La mamma però continua con la manfrina da madre preoccupata < io non ce la manderei... e se fa casini? >.
< Che casini dovrebbe fare? > chiede mio padre prima che mia madre risponda < che ne so... qualsiasi casino >.
< Jacq, Care andrà a ballare se vuole > le dà un bacio su una guancia per poi affermare < ora tagliamo la torta >.
Mia madre si avvicina con la torta sistemandola davanti a me.
E via con la solita canzone.

'Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Caroline, tanti auguri a te'.

Questa canzone mi fa pensare. 

 
Mi fa pensare al suo compleanno.

Al giorno in cui mi ha chiesto di sposarlo.

Come dimenticare quel giorno...
Non potrei mai e poi mai.

È stato semplicemente... perfetto.
Perfetto perché non me l'aspettavo.

Perfetto perché ho realizzato che sarei diventata sua moglie, finalmente.

< Esprimi un desiderio tesoro >.
Guardo Anne e una fitta al cuore mi colpisce.
Un desiderio ce l'avrei eccome.

Vederti arrivare.
Vederti arrivare e sorridermi.

Come hai sempre fatto.
E come vorrei che facessi...

Ora e per sempre.

< Fatto >.
< E ora un brindisi > propone Matty.
Mi volto per guardarlo.
< Io Matty eviterei > consiglia mia madre.
< Io invece lo farei > mi alzo e prendo il bicchiere alzandolo al cielo < cin, cin >.
Bevo un bel sorso del mio gin tonic per poi mettermi a confabulare con Matty.
< Ti prego andiamo a ballare >.
< Te l'ho promesso scema >.
Ridacchio.
Bevo un altro sorso e mia madre mi rimprovera.
Che palle.
< Che palle mamma >.
< Lo dico per te >.
< Sto bene > dico cercando di non perdere la pazienza.
Per non perdere il ritmo bevo un altro sorso.
Forse, forse, forse sono un tantino ubriaca.
Forse eh.
I vari gin tonic stanno facendo effetto.
Finalmente.
Oggi voglio prenderla alla leggera.
Non pensare a nulla, se non a divertirmi.
Ridacchio < Matty sono un tantino ubriaca >.
< Finalmente... io lo sono già da un po' >.
< Perché sei un leggerino > lo punzecchio.
Scuote la testa < assolutamente... la leggerina qui è solo una >.
< Chi? >.
Mi indica < tu proprio, mia cara >.
< Ma non è vero >.
< Assolutamente sì >.
Ridiamo come scemi prima che mia madre inizi di nuovo a fare la manfrina.
< Sto bene mamma >.
< Ma se pensi solo a fare brindisi con Matty >.
Mi indico < è il mio compleanno, lo vuoi capire? >.
La voce leggermente più alta del normale.
Così magari capisce.
No?
< Mi spieghi perché ti comporti così? >.
< Mi comporto come? >.
< Da incosciente >.
Rido.
Io sarei incosciente?
Solo perché sto bevendo?
Andiamo... gli incoscienti sono altri.
Non io.
< Io incosciente? >.
< Sì > prende un respiro < mi spieghi cosa ti manca? >.

Cazzo!

Cosa mi manca?

Quanto vorrei urlare...
Quanto vorrei urlare cara mamma... perché sai bene quello che mi manca.
Lo sanno tutti cosa mi manca.


O meglio... chi.


La guardo e faccio una faccia confusa < dimmelo tu cosa mi manca allora >.
< Jacqueline io direi di finirla con questa storia per oggi > si intromette mio padre.
< No, no papà > dico prima di alzarmi.
< È ora di fare un altro brindisi che avrei voluto fare già da prima >.
< Tesoro scusa la mamma >.
Faccio finta di non avere sentito.
Guardo i presenti e con la voce più alta del normale affermo < un brindisi anche a te... ovunque tu sia >.
< Care > Niall mi richiama ma io scuoto la testa.
< Un brindisi a te Harry Styles >.

E...

Mi fa male.
Mi fa male pronunciare il suo nome ad alta voce, è più forte di me.

< Spero che tu sia contento di aver rovinato la mia vita > una lacrima scende a bagnarmi la guancia < cin, cin >.
Mi siedo cercando di non pensare ai sospiri, ai volti senza parole.
Cercando di non pensare a quanto sia miserabile in determinati momenti.

Devo andarmene.
Ho bisogno dei miei spazi.
Ne ho bisogno.

Oggi è stata una farsa, una stupida farsa.

Lui non tornerà ed io non mi rialzerò.

Con uno scatto mi alzo scusandomi, per poi tornarmene di sopra dove invece che entrare nella mia stanza, entro nella stanza in cui ha dormito Harry la prima volta che siamo venuti con gli altri per passare qualche giorno a Holmes Chapel.
Chiudo la porta e mi butto sul letto dove stringo il cuscino.
Lo stringo forte, più forte che posso come se dovesse fuggire.

Cazzo Harry.

Ma perché devi farmi questo?
Perché?

Vorrei una macchina del tempo a farmi tornare indietro.
A ricordarmi che tutto andrà bene.
Alla grande.
E invece...


Niente andrà bene, senza di te.


Sbuffo e mi alzo andandomi a sedere tra il letto e la porta finestra.
Ho passato l'intera giornata a bere invece che festeggiare con la mia famiglia.

Perché devo farmi tutto questo?
Perché devo infliggermi questa colpa?

Una colpa che non ho e che non devo scontare.
Guardo il soffitto mentre una lacrima scende.

Che palle piangere.
Che palle disperarsi.
Che palle sentirsi vulnerabili.
Pronti a crollare.
È un tale supplizio al quale non sono abituata.
Di solito non mi dispero così, di solito non piango così.
Di solito non mi sento così vulnerabile e sull'orlo di un precipizio.

È stancante tutto questo.

In certi momenti rido.
In altri piango.
È come se non avessi le mezze misure.
Che invece dovrei avere.
Ieri ero spensierata.
Oggi sono piena di pensieri che potrei scrivere un romanzo.
Non c'è una via di mezzo in pratica.
O è tutto bianco, o è tutto nero.
O è sole o è luna.
O è giorno o è notte.
E via dicendo...

Sbuffo.
Mi sono comportata una merda.
Con mia madre in primis, con tutti in secundis.
E non se lo meritano.
Proprio per niente.
Hanno organizzato questo pranzo per farmi sorridere, per farmi sentire coccolata.
Per farmi capire quanto mi amino... ed io come li ripago?
Facendo scenate.
'Bene Caroline, sei proprio una grande'.
Bussano alla porta ma io non riesco a rispondere, così la porta si apre rivelando la figura di Matty.
Seguito da tutti gli altri.
Non riesco nemmeno a guardarli.
Devo fare proprio una pena...
Una lacrima si posa sulla mia guancia destra mentre Matty si avvicina.
Mi volto per guardarlo.
Mi sorride mentre io vorrei morire.
A volte è veramente incredibile la somiglianza col cugino che... non riesco a crederci.
A volte mi sembra di parlare con Harry invece che con Matty.
< Ti ho portato il tuo gin tonic >.
Mi porge il bicchiere ed io sorrido prima di berne un lungo sorso.
Ancora una volta mi sento praticamente devastata.
< Matty > lo chiamo.
< Sì Care >.
Lo guardo con una tale intensità che Matty mi guarda confuso.
< Mi prometti che non mi abbandonerai mai? >.
Mi guarda senza dire nulla.
< Promettimelo, ti prego >.
Una supplica, la mia.
Una delle tante...
Annuisce < certo Care, certo... te lo prometto >.
Appoggio la testa sulla sua spalla mentre mi lascio andare ad un pianto, tanto per cambiare.
Sussurro uno 'scusate' generale per poi vedere arrivare Gemma, Niall che si siedono vicino a me.
< Care, ci siamo noi con te >.
Annuisco facendomi abbracciare.
Ad un certo punto vedo Desmond emzionarsi.

Perché si è emozionato?

Tiro su col naso e poi gli chiedo che succede.
< Che succede Des? >.
< Niente Care >.
Minimizza, lo so.
Eccome se lo so.
< Ti conosco ormai >.
Sospira e poi annuisce prima di avvicinarsi.
< Pensavo di poter aspettare la fine di questa giornata ma non credo di potercela fare >.
< Fare cosa? >.
Non capisco.
Mio padre mi stringe la mano.
< Riguarda... >.

Ed io capisco...

Riguarda Harry, riguarda lui.

E se...
Gli è successo qualcosa?


Oddio.


Se gli è successo qualcosa di brutto... potrei morire.
E in parte già lo sono.

Morta.


< Non gli è successo nulla di brutto vero? >.
Desmond scuote la testa.
< Sicuro? >.
< Sì Care... scusami non volevo farti preoccupare >.
Si volta verso gli altri chiedendo se ci possono lasciare da soli.
E in un attimo, li vedo sfilare ad uno ad uno fuori dalla stanza.
Tutti tranne Desmond e mio padre, che si avvicinano.
Senza dire altro Desmond mi appoggia il telefono sulle mani.
Il suo telefono.
< Volevo che sentissi questo >.

Non capisco.
Sul serio.

Sono confusa.
Come non mai.

Non riesco a capire nulla.

Che succede?


< Mhh ok >.
Lo sblocca ed io boccheggio.
Cos'è?
< Sei pronta? >.
Annuisco.
< Se non te la senti Care... aspettiamo >.
Li guardo seria.
No.

Sono pronta.
Pronta più che mai.

Sono pronta se si tratta di Harry.

Eccome, se lo sono...

< No, me la sento >.
Desmond fa partire un audio ed io devo cercare di non cascare giù.

È Harry.

È Harry cazzo.


Cazzo, cazzo, cazzo.

La sua voce.

Oddio.

L'audio recita: 'ti chiedo solo questo... fa tanti auguri a Care'.

Solo questo.

Nient'altro.

Ma a me basta.
Basta per sentirmi viva.

Perché allora non si è dimenticato di me.

Non si è dimenticato del mio compleanno.

Non si è dimenticato di me, allora...


< Fammelo risentire, ti prego > supplico Desmond che pigia su play.
Fino a dieci volte.
Forse anche di più.

Non riesco a crederci.

Diamine!

Mi ha mandato gli auguri.
Non pensavo che si sarebbe fatto vivo e... invece l'ha fatto. 

 
Senza chiedere il permesso porto il telefono al mio orecchio.
Così da sentirlo meglio.
Così da avere più intimità.

Mamma mia...


La sua voce.


Quanto mi manca la tua voce Harry.

Lo sai vero?

L'ho sempre amata.

E lo sai.
Lo sai, lo sai e lo sai.

Lo sai che la amo.

Così roca.
Bassa ma piena di sfumature da mettermi i brividi.


Come amo te.


< Tieni > gli porgo il telefono scusandomi.
< Quando? >.

Non riesco a capire nulla sinceramente.

È come se mi trovassi in un sogno.
Un sogno più grande di me, forse ma pur sempre un sogno bellissimo.

< Quando mi è arrivato? > chiede capendo quello che voglio chiedergli.
Annuisco.
< Stamattina > spiega.
Una lacrima bagna la mia guancia.
< Quanto vorrei che fosse qui >.
< Anche noi Care, anche noi >.
< Puoi? > tento di dire bloccandomi.
Sto per fare la figura della scema.
Della sottona.
Ma io ho bisogno di quell'audio.
Sì, ne ho bisogno eccome...
< Puoi inviarmelo per favore? >.
< Sei sicura? >.
Annuisco.
< Come vuoi allora >.
< Ha detto qualcos'altro? >.
Scuote la testa.
< Ho provato a chiamarlo ma nulla... ha solo mandato l'audio >.
Sospiro.

Devo farmelo andare bene.

Almeno ho ricevuto qualcosa di suo.

Una cosa preziosa.
No che dico... preziosissima.

La sua voce.
La sua immensa e profondissima voce.

E devo solo ringraziarlo.

< Non so che dire > affermo guardandoli.
Ed è vero.

Non so che dire, non so che pensare.

Non so nulla.

Mi ha spiazzata.
Sul serio.

< Non dire nulla > mi suggerisce Desmond prima di fare segno a mio padre di lasciarmi sola.
Li vedo uscire ed io non posso fare altro che portarmi all'orecchio il telefono per sentire ancora una volta l'audio.

Quell'audio che in un attimo mi ha risollevata il morale.

Come ha pronunciato il mio nome... mi mette i brividi.
Come ogni qualvolta pronunci il mio nome Harry.

Mi piace quando mi chiami.

Ma già lo sai, no?

Quando mi chiami dopo essere tornato a casa, o quando mi chiami per rimproverarmi di qualcosa.
O mentre litighiamo o ancora meglio quando facciamo l'amore.
Mi piace tanto il modo in cui pronunci il mio nome che forse non avrà niente di speciale ma detto da te risulta essere il nome più bello del mondo.
O dell'intero universo.

Mi piace come mi chiami, perchè mi piaci tu.

Harry.

Non posso crederci.
Non posso credere di avere qualcosa di tuo.
Non ce la posso fare.

Cioè... sono senza parole.
Semplicemente stupita da quanto tu riesca a sorprendermi.
Anche da lontano.
Anche se non sei qui, con me.

Ma ora... eccome se lo fossi.

Qui, con me.

Sento ancora l'audio e delle lacrime scendono senza che me ne accorga.


E rido perché per la prima volta sono lacrime di gioia.

Perché per la prima volta ho qualcosa di tuo, dopo un mese.

Forse... chissà è il primo passo per il ritorno a casa.

No?

Perché... perchè non è vero Harry che stai per tornare a casa, da me? 
   
   

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Capitolo 31
*** Il misterioso bouquet di fiori... ***


Due mesi.

Siamo a quota due.
E tu ovviamente non sei tornato, come invece pensavo avresti fatto.
In cuor mio lo sapevo che non saresti tornato ma boh... una parte di me ci sperava.
Ci sperava soprattutto dopo l'audio degli auguri.
Non so ma pensavo che quel maledetto audio era un monito per farmi capire che stavi per tornare a casa.
Che stavi per tornare da me.
E invece non è andata proprio così.
Ho aspettato, giorno dopo giorno.
Minuto dopo minuto.
Ma... niente.
Ancora una volta mi sono sbagliata, ancora una volta mi sono dovuta ricredere.

Sai?
Sto facendo passi da gigante.


Sto... meglio.
Sto andando avanti, piano piano.

Questo perché ho capito che tu non tornerai più.
Ed io devo riprendere in mano la mia vita.
In un modo o nell'altro.

Certo per carità... a volte cado.
E piango.
Ma è solo un momento, perché passa subito, senza che me ne accorga.

E sai perché?
Vuoi saperlo?


In quei momenti di sconforto penso a me e a quanto mi meriti di star bene e di avere una vita felice, anche senza di te.
Perché è giusto così.
Voglio essere felice.
Voglio sorridere, ridere, stare bene con me stessa.
Con la mia vita.
E voglio farlo sul serio.
Perché sono così stufa di piangermi addosso, di pensare al mio passato.
Di pensarti ore ed ore.
Basta così.
Probabilmente tu nemmeno mi penserai.
Ed io devo smettermela di cercarti in ogni persona che incontro.

Devo smetterla di decifrare tatuaggi di persone che nemmeno conosco.
Devo smettermela di perdere dei battiti ogni volta che penso di averti visto per strada e poi scopro semplicemente di aver fatto una grandissima figura di merda con uno sconosciuto.
Devo smetterla, sul serio.

E lo devo fare.

L'ho promesso anche al mio psicologo.
Già, ho iniziato ad andare dallo psicologo.
Mi sta aiutando tantissimo, sai?
Mi fa riflettere.
Sta cercando di cambiare l'ultima traccia, l'ultimo barlume di rabbia rimasta trasformandola in qualcosa di positivo.
Abbiamo rivissuto momenti, episodi degli ultimi tre anni e non ci crederai mai ma ho perfino riso.

Riesci a crederci Harry?

Ti ho pensato e ho riso invece che disperarmi.
È stato... strano, ma bello.
Forse perché James il mio psicologo mi sta facendo lavorare su me stessa facendomi capire l'importanza di mettere me stessa al primo posto.
Ed ha ragione.
Ho sempre dato più importanza agli altri, lasciandomi per ultima.
E forse l'ho fatto anche nella nostra relazione.
Ti ho messo sempre al primo posto dimenticandomi di me stessa.
Tante, troppe volte.
Ed è sbagliato.
Sbagliatissimo.
Devo volermi più bene.
Devo amarmi di più.
E lo sto facendo.
Piano piano.
Seduta dopo seduta.
Guardo fuori dalla finestra e sorrido.
Oggi è una bella giornata.
Ed è anche il mio giorno libero.
Finalmente un po' di respiro.
Finalmente.
È stata una settimana intensa, piena di sentenze.
Non ne potevamo più, abbiamo sgobbato veramente tanto.
Ma ora mi riposo.
Niall e Gemma sono a lavoro, torneranno stasera.
Stasera abbiamo una cena fissata da tempo con gli Styles.
Ci saranno Anne e Desmond, Matty, Ella e gli zii.
Sono venuti a Londra per un paio di giorni e stasera ceneremo in un ristorante in centro dove dicono si mangi veramente da Dio.
Ed io non vedo l'ora di passare un po' di tempo con loro.
Sul serio.
Solo che ora... non so che fare.
Prima ho pulito casa e piegato i panni ma ora non so veramente cosa poter fare.
Vado in cucina dove apro il frigo.
Magari posso mangiare una fetta di torta che Niall ha comprato l'altro giorno.
Perché no... un po' di zucchero fa sempre bene a mio modesto parere.
Ne taglio una fetta disponendola su un piattino e proprio mentre sto per addentarla il campanello di casa prende a suonare.
Chi sarà mai?
Non aspetto visite...
Mi alzo ed urlo un 'arrivo' mentre corro verso la porta che apro.
Il postino.
Il postino?
Cosa vorrà da me?
< Ciao, sei Caroline Smith? >.
Annuisco al ragazzo moro che mi sorride a trentadue denti.
< Devo consegnarti questo pacco >.
Non ho ordinato nulla.
< Non ho ordinato nulla >.
< Qui c'è scritto che devo consegnarlo a Caroline Smith >.
Ridacchio.
< Posso sapere chi lo manda? >.
Fa spallucce < non saprei sinceramente >.
< Come sarebbe a dire? > domando confusa.
< Non c'è scritto, semplicemente >.
< Ah, ok > firmo sul tablet per poi salutarlo e tornare dentro.

Un pacco?
Io non ho ordinato nulla.

E poi...

Chi mi potrebbe mandare qualcosa?

I miei?
Non so.
Vado in cucina col pacco per poi aprirlo.
Strabuzzo gli occhi.

Chi diavolo mi manda dei... fiori?

Ebbene sì.
Ho ricevuto un bouquet di fiori.
Delle rose.
Bianche, rosa, rosse.
Veramente bellissime.
Le ammiro mentre afferro il bigliettino bianco.


'If I could fly, I'd be coming right back home to you'.


Nessun mittente.
Solo questa frase.

Chi potrebbe mai averla scritta?

'Se potessi volare, tornerei a casa da te'.


Harry.

Harry, sei tu?

È impossibile.
Scuoto la testa.
No, è impossibile.
Assolutamente.
Non può essere stato lui.
No, no.

Ma se non è stato lui chi è stato?

Resta un bel mistero cavoli.
Mi rimetto seduta a mangiare la mia torta mentre rifletto.
Chi mai potrebbe avermi mandato dei fiori?

E... se sul serio fosse Harry?
Magari si è reso conto che deve riconquistarmi.
Magari si è reso conto che è ora di tornare a casa, da me.
O magari vuole semplicemente ricordarmi che ci tiene ancora.

O magari...
'Magari un bel niente Caroline' mi rimprovero.
Cavolo.
Ci sto ricadendo di nuovo.
Ed è più forte di me.
'Non è Harry'.
Respiro mentre ripeto a voce sicura 'non è Harry, non è Harry'.
Quand'ecco che risuonano alla porta.
Che succede oggi?
Se si tratta di un altro pacco la cosa si fa interessante.
Poco ma sicuro.
Mi avvio verso la porta dove chiedo chi sia.
Rido mentre sento Luke rispondere 'il lupo'.
< Scemo > apro la porta trovandomelo a pochi centimetri dal viso.
< Che fai? >.
Lo guardo < che ci fai tu qui > lo indico < a differenza mia non hai il giorno libero? >.
Fa un cenno con la mano mentre io chiudo la porta di casa per poi puntare la mia attenzione su di lui.
< Passavo di qui e mi son chiesto se magari ti poteva far piacere un po' di compagnia >.
Annuisco.
Certo.
Certo che mi fa piacere.
Ma... aspetta.

E se fosse lui il mittente delle rose?

Guarda caso si presenta qui subito dopo che il postino è andato via.
Magari è passato per controllare se mi siano piaciute o meno...

Ma perché dovrebbe?
Perché dovrebbe mandarmi delle rose?
Non stiamo mica insieme.

Ok, nell'ultimo periodo passiamo tanto tempo insieme.
Ci siamo legati parecchio ma tra di noi non è mai successo nulla.
No, non può essere lui il mittente.
< Com'è andata l'udienza? > domando sedendomi sul divano.
Sbuffa < bene, però è stata dura >.
< Sì ma hai vinto, culo rotto >.
Ride < sono bravo sai? >.
< Lo so > annuisco per dare più enfasi < solo, ti piace lamentarti che sicuramente perderai e invece... >.
< E invece? >.
< Invece vinci sempre > affermo dandogli un pugnetto sulla spalla.
< Basta così >.
Lo punzecchio < ti senti al centro dell'attenzione? >.
< Sì e lo odio >.
Alzo le mani < ok, ok >.
Forse dovrei dirgli delle rose.
Per vedere la sua reazione.
Così da vederci chiaro.
< Prima mi è stato recapitato un pacco con dentro delle rose > prendo un respiro < per caso ne sai qualcosa? >.
Scuote la testa.
< Sicuro? >.
Annuisce < pensi sia stato io? >.
Faccio spallucce < sei stato tu? >.
< No Care, non sono stato io >.
< Mhh >.
< Ti sono piaciute almeno? > domanda.
Sì, certo che sì.
< Sì, sì > spiego per poi continuare < sicuro che non sei stato tu? >.
Ride forte.
< No non sono stato io > mi indica < hai un ammiratore, sei contenta? >.
< Cos'ho? >.
Mi guarda strabuzzando gli occhi < un ammiratore >.
Rido e scuoto la testa.
Ma assolutamente.
< A me sembra proprio di sì >.
< Ti prego smettila > dico iniziando ad arrossire.
Non ho un ammiratore.
Sarà da parte dei miei.
Oppure...
Oddio che scema!
Saranno gli Styles, sicuramente.
< Che scema > porto una mano alla testa < saranno stati Anne e Desmond, sicuro >.

 
Potrebbe perche no?

< Non credo >.
< Che intendi? >.
Mi guarda prima di dire la sua < perché dovrebbero mandarti dei fiori? >.
< Perché sono sempre carini con me >.
< Nah, non è una buona scusa >.
< Bhe potrebbe essere però >.
Scuote la testa.
< Perché dici di no? >.
< Perché per me non sono loro... >.
< Per me sì >.
Mi alzo < stasera abbiamo una cena, glielo chiederò direttamente allora >.
Annuisce < allora perché non consegnarteli stasera? >.
Sbuffo < ma che ne so... non lo so Luke >.
< Perché anche tu non sei certa della tua risposta >.
Porto un dito sotto il labbro inferiore.
Io, sono convinta... altroché.
Convintissima, che dico.
Evidentemente devo far ridere avendo assunto la mia solita espressione da pensierosa.
Luke sorride.
Mi osserva da capo a piedi.
< Ho qualcosa di strano? >.
Mi guardo.
Ma non mi sembra di avere qualcosa di strano.
Quindi perché mi guarda?
< Luke? > richiamo la sua attenzione.
Scuote la testa < scusami, è che... oggi stai proprio bene >.
Rido.
< È vero, ti trovo in forma >.
< Che vuoi dire? > domando non capendo.
Ridacchia prima di rispondermi semplicemente con un 'sei bella'.
< Mh, mh >.
< Comunque > si alza anche lui < che ne dici di uscire a berci qualcosa? >.
Ci penso.
In realtà dovrei rimanere a casa a pensare a cosa mettere stasera.
Che tanto già so che farò ritardo...
< Ti prometto che ti riporto a casa un'ora prima della cena, così avrai tutto il tempo per capire cosa mettere etc >.
Cavolo, mi conosce.
Sa quali sono i miei dubbi.
E le mie ansie.
Gli punto un indice sul petto < giura >.
< Giuro >.
< Giura bene >.
< Giuro Caroline, lo giuro >.
< E va bene > dico prima di avviarmi verso la porta.
< Aspetta >.
Mi volto confusa.
Luke si sporge per lasciarmi un bacio sulla guancia.
Sorrido mentre spiega < non l'ho fatto prima >.
< Avanti, andiamo >.
Chiudo la porta raggiungendo Luke.
Ma allora se Luke non è il mittente, chi è?
Sul serio ho un ammiratore segreto?

Sicuro che non sei tu Harry?

'Caroline'.
Ok, ok.
Non sei tu.
A questo punto... ho un ammiratore segreto.

Ma chi può mandarmi dei fiori?

E scrivere che vuole tornare a casa?


'Levati dalla testa ogni malsana idea'.
Scuoto la testa e mi affretto a mantenere il passo.
Conviene berci su.
< A che pensi? >.
< A niente > mento, come sempre.
< Secondo me pensi ancora al tuo ammiratore >.
Rido.
Cavolo, colpita e affondata.
< Mi chiedo chi possa essere >.
< Sono curioso anch'io adesso >.
Lo guardo e gli chiedo < mi aiuti a capire di chi si tratta? >.
< Cosa ci guadagno? >.
< Mappe stilate in tempo record > ride < può andare? >.
Mi guarda e annuisce convinto < va bene, affare fatto Smith >.
Gli stringo la mano.
Che caccia sia...


 
———



Mi guardo allo specchio del bagno del ristorante.
Non so ma ho come l'impressione che Desmond ce l'abbia con me.
E ci credo... mi ha beccata a fare aperitivo con Luke.
E so quello che sta pensando.
E so che non deve essere facile.
Pensa che stia tradendo il figlio.
Pensa che abbia un altro.
O meglio pensa che abbia Luke.
Cosa non vera.
Perché tra me e Luke non è mai successo niente.
Siamo solo amici.
Buoni amici.
Punto.
Ma giuro che non è mai successo nulla.
Ed è per questo che voglio scusarmi con Desmond.
Voglio spiegargli la situazione.
Non voglio che pensi che a soli due mesi dalla dipartita del figlio io mi trastulli in altre storie perché non è così.
Assolutamente.
Mi asciugo le mani ed esco dal bagno tornando al tavolo dove noto che manca appunto Desmond.
Non gradisce neppure la mia presenza?
Andiamo alla grande allora...
< Scusate esco un attimo fuori >.
Senza aspettare altro esco dal ristorante e noto Desmond appoggiato ad un albero intento a parlare al telefono.
Mi avvicino senza far rumore ed aspetto che finisca di parlare.
Appena finisce si volta e tataaan... mi trova davanti a lui.
< Care, che ci fai qui? >.
< Volevo parlarti >.
Mi mordo le labbra.
< Tutto ok? > ci riprova.
< Sicura? > mi sorride < ti ho vista strana a tavola >.
Annuisco e poi con tutto il coraggio di cui bisogno chiedo < ce l'hai con me per caso? >.
Per un attimo mi guarda chiedendosi se abbia sentito bene.
Annuisco < sì, hai sentito bene >.
< Perché dovrei avercela con te Caroline? >.
Faccio spallucce.
< Bhe... > mi schiarisco la voce < per Luke? >.
< Cosa c'entra Luke? >.
< Bhe mi hai trovata a fare aperitivo con lui prima >.
Mi gratto la testa aspettando una risposta che non tarda ad arrivare.
< No, ti pare? >.
Mhh.. non ci credo.
< Sicuro? > domando < perché vorrei che sapessi che tra noi due non c'è assolutamente nulla >.
< E anche se fosse? >.
< Che intendi? >.
Non capisco.
Sono confusa.
< Ascoltami > mi fa cenno di sederci su una panchina.
< Sì >.
< Non devi assolutamente giustificarti > afferma una volta seduti.
< Ma io... > provo a dire prima che mi blocchi < io non sono tenuto a sapere se stai frequentando qualcun altro o meno >.
< Non lo sto facendo infatti >.
Ride < anche se fosse non dovrei nemmeno saperlo >.
< Sì invece > lo guardo < non voglio che pensi che abbia un altro >, prendo una pausa < o che abbia dimenticato gli ultimi tre anni della mia vita >.
< E infatti non lo penso > mi accarezza una mano < e sai cosa penso? >.
Scuoto la testa ovviamente.
< Penso che se incontrassi qualcuno sarebbe una cosa bellissima >.
Faccio una smorfia.
Io non la vedo così.
Sarebbe la fine.
< So quello che pensi >.
< Cosa? >.
< Che non potrai più tornare ad amare >.
< Infatti >.
Sorride prima di affermare < invece se trovassi la persona giusta sarebbe bellissimo >.
< Non ti darebbe fastidio? >.
Scuote la testa < io e gli altri > indica attraverso le vetrate < ne saremmo felici >.
< Mh >.
< Te lo meriti Care >.
Aspetto che continui < voglio che inizi a pensare a te stessa >.
< Lo sto facendo >.
< Bene >.
< Comunque > prendo un respiro < non potrei mai >.
< Come mai? >.
< Sono ancora legata a... Harry >
Diversi brividi lungo la mia schiena.
Perché so che è vero.

Che ancora sono legata a lui.

Inevitabilmente.

< Lo so, non è facile staccarsi da una persona >.
Annuisco.
< Però sul serio... se Luke o qualsiasi altra persona dovesse farti battere il cuore stacca quel filo che ti tiene legata a mio figlio e va' avanti, senza rimpianti >.
Mi guarda dritto negli occhi < promettilo Care >.
< Lo prometto Desmond >.
< Noi... vogliamo solo che tu sia felice, per sempre >.
Annuisco < vi voglio un gran bene, lo sapete vero? >.
< Anche noi piccola Smith, anche noi >.
Lo abbraccio per diversi secondi prima che mi proponga di rientrare dentro.
Le mie sono solo paranoie.
Inutili paranoie del cazzo.
Come sempre d'altronde.
< Ehi voi due... > ci indica Anne < che avete fatto fuori? >.
< Dovevamo discutere di una cosa di lavoro > mi strizza un occhiolino Des.
Ridacchio.
Sì, lavoro.
Come no.
Ma sai che c'è?
Perché non dirlo a tutti?
Non è un segreto la nostra conversazione.
Tutti possono sapere quello che ci siamo detti.
Senza problemi.
Sì, farò così... glielo dirò.
< In realtà stavamo parlando di... >.
Il destino mi rema contro.
Ad un certo punto le luci del ristorante si spengono e una voce inizia a parlare < Caroline >.
Guardo Matty che mi guarda confuso.
Come tutti.

‘Caroline, leggi sul monitor’.

All'inizio non presto attenzione ma poi viste le continue insistenze mi volto guardando il famoso monitor.

Che succede?

‘Mi sono comportato di merda, perdonami per tutto quello che ti ho fatto’.

Scuoto la testa.
Non è possibile.
Non è possibile, vero?

Non è possibile che sia tu Harry.

No.
No, no, no mi rifiuto.
Mi rifiuto di pensarlo.

‘Ma so che ti amo tantissimo, più della mia stessa vita e che voglio passare ogni singolo secondo con te’.

Guardo Desmond e Anne che mi guardano confusi.
Come d'altronde sono io.
Confusa...
Non può essere vero.
Sto sognando.

Non è possibile che tu sia qui.

No, non ci credo.
Mi dispiace.

E se invece tu fossi qui?

Sul serio?
Come la prenderei?
Come reagirei?

Bevo un bicchiere d'acqua.
Così magari mi calmo.
E non penso. 
Sono spaesata e spaventata, soprattutto.

Non sono pronta a vederti.
Non sono pronta a vederti varcare la soglia del ristorante.
A vedere i tuoi occhi.
Le tue labbra.
Le tue mani.
Il tuo corpo.


E... il tuo cuore.

Respiro lentamente.
Il video continua fino a che non appaiono le ultime cinque lettere.
Ed io per poco non svengo.


Harry.


Harry, c'è scritto Harry.

O mio Dio...

Sei tu.
Devi essere tu.

'Calma Caroline'.
La mia coscienza ha ragione.
Ma ahimè come posso star tranquilla?
Come posso non agitarmi?
Ci sono degli indizi.
Evidenti.
Indizi che potrebbe vedere anche un cieco.
Mi volto verso Matty prima di voltarmi di nuovo non appena sento le prime note di una canzone che conosco a memoria.
Conosco come la mia vita.

Endless love.

Un tuffo nel passato.
Un meraviglioso tuffo nel passato.
Diana e Lionel.
Io e te Harry.
Ti ricordi quel famoso karaoke?
Io sì.
Come posso dimenticarlo?
Non potrei.
Perché è una delle scene più belle della mia vita.
Una delle scene che ogni tanto rivivo chiudendo gli occhi.
Ma questa sera...
Mi basta semplicemente sentire la musica per rivedere te e rivivere quella scena.


‘My love, there's only you in my life.
The only thing that's bright’.



Senza nemmeno pensarci mi alzo.
Non so che fare.
Se venirti incontro.
Se aspettarti paziente.
So solo che devo vederti.
Voglio vederti.
Sì voglio vederti e poi abbracciarti e poi sì baciarti.
In mezzo a tutti.
Davanti ai tuoi.
Davanti a tutto il ristorante.
Voglio sentirmi amata.
Ancora una volta.
Sì voglio vederti.


‘My first love,
You're every breath that I take...
You're every step I make’.



Mi giro intorno mentre senza rendermi conto stringo tra le mani la collanina che mi hai regalato per i nostri tre anni insieme.
L'ho tenuta... sì.
Non sono riuscita a togliermela.
A buttarla.
O a nasconderla.
La porto.
Sempre e comunque.
Perché rappresenta te, me... più noi.
Sono stata lì lì per buttarla, lo ammetto... ma poi non ci sono riuscita.
Cavolo... è la tua collana.
Se la butto è come se buttassi via un pezzo di te.
E non posso.
Capisci?
Ho bisogno di questo pezzo che rappresenta te.

Perché ho bisogno di te.


‘And I, I want to share
All my love with you
No one else will do.
And your eyes, your eyes, your eyes
They tell me how much you care
Ooh yes,
You will always be
My endless love’.



Assetata.
Ansiosa.
Mi muovo tra i tavoli mentre scorgo una figura avvicinarsi alla porta del ristorante.
Non riesco a scorgerla bene.
Ma so che sei tu.
Il mio cuore lo sente.
La mia anima lo sente.
Sei... qui.
Finalmente.
Sei qui, con me.
Con... noi.
Anne, Desmond, Gemma, Niall e gli zii con Ella e Matty.
Ti stiamo aspettando.
Ti sto aspettando da troppo tempo che ho perso il conto ormai.
Anche se in realtà è solo da due mesi che non sei qui con noi.


‘Two hearts,
Two hearts that beat as one
Our lives have just begun’.



Stringo più forte la collanina, come se potessi perdermela da un momento all'altro.
Non sai quanto abbia aspettato questo momento.
Da sempre.
Dallo stesso giorno in cui sei partito.
Lo so che tutti penseranno che sia matta.
Che non stia bene.
Ma sinceramente me ne frego.
Perché non sanno quello che ho passato io, senza di te.
Non lo sanno Harry.
Nessuno dei presenti.
Quindi... fanculo la dignità.
Ti vengo incontro.
Senza se e senza ma.
E me ne frego del giudizio della gente.
Per una volta, almeno oggi voglio dare libero sfogo a quello che provo, che sento pubblicamente.
La musica continua così come la mia camminata verso di te.
Sono al centro della stanza.
Tutti gli occhi sono puntati su di me.
Qualche sussurro ad accompagnare il tutto.
Ma io cammino.
A testa alta.
Felice come non mai.
Sì, sono felice.
Felicissima come mai prima d'ora e voglio mostrarlo a tutti.
Vorrei urlarlo a tutti.
Fino a perdere la voce.
Harry, dai.
Vieni da me.
Entra dentro il ristorante e abbracciami come solo tu sai fare.
Facendomi scordare di tutto.
Del luogo.
Delle persone.
Delle loro occhiate e dei loro sussurri.
Abbracciami e dopo dimmi che non mi lascerai più.

Lo farai vero?
Ti prego, dimmi che lo farai.
E poi promettimi di non lasciarmi.
Mai più.

Ti prego, lo farai vero?


‘Forever.
I'll hold you close in my arms
I can't resist your charms
And love, oh love
I'll be a fool, for you I'm sure
You know I don't mind
You know I don't mind
'Cause you,
You mean the world to me
I know I know
I've found, I've found in you
My endless love’.



Ma all'improvviso il mio sogno si trasforma in un incubo.
Letteralmente.
Il mio cuore perde dei battiti.
La testa prende a girare.
Perché...
La persona che entra... non sei tu.

Non sei tu.

Mi sento così stupida.
Sul serio.
Torno al mio tavolo e mi rimetto seduta, rossa di vergogna.
Ho perso la mia dignità praticamente.
Tutti si sono accorti di quanto la mia figura di merda sia stata colossale.
Di come mi sia resa ridicola.
Perché sì è questo che sono.
Una cazzo di ridicola.
E illusa.
Come pensavo.
La persona che non sei tu, l'Harry in questione entra e dopo aver percorso la lunga pista arriva da quella che presumo essere la sua Caroline.

Che scherzo del destino eh?
Mi sono presa in giro da sola.

Come saresti potuto tornare?
Non l'avresti mai fatto, vero?


Ti conosco.
Cazzo, ti conosco eppure... eppure ci sono cascata.
Cascata in pieno.
Pensavo davvero fossi tu.
Ma ovvio che non potevi essere tu.

Tu non tornerai Harry.
Non lo farai mai probabilmente ed io devo scordarmi di questa cosa.

Per il mio bene e per il bene di tutti direi.

Guardo i presenti scusandomi.
< Non scusarti... >.
< Sono stata ridicola >.
< Oh no Care non dire così > mi rimprovera Anne.
Anne cara.
Tu mi vuoi bene, un gran bene ma oggi sono stata ridicola.
Sul serio.
Non ci sono altre spiegazioni.
< Anche noi per un momento abbiamo pensato che potesse essere lui > mi spiega Gemm prima di obiettare < ma ovvio che non poteva essere lui >.
< Scusatemi veramente tanto > riprendo le mie scuse.
Tanto per oggi mi sono umiliata abbastanza.
Posso continuare.
< Care, tranquilla non è successo nulla >.
< Sì invece Matty, guardali > indico gli altri tavoli < loro si sono resi conto della figura di merda colossale >.
< Non è stata una figura di merda Smith > si intromette Niall.
Strabuzzo gli occhi.
Ah no?
E cos’è stata allora?
< Niall ti ringrazio ma sì, è stata una figura di merda colossale >.
< Non hai fatto nulla >.
Come no…
< Ah no? > ironizzo < mi sono messa a camminare per tutto il locale mentre si capiva benissimo che non ero io la Caroline a cui era rivolta la sorpresa >.
Guardo Niall < se non è una figura di merda questa... >.
< Ascoltami bene > mi indica < non è successo nulla per cui devi addossarti colpe >.
< Sì, come no... la colpa è solo mia ancora una volta > sospiro.
È inutile che dicano di no.
Perché lo è stata.
Eccome se lo è stata...
Intanto per farla breve Harry ha chiesto di sposarlo a Caroline che ha risposto di sì ed ora stanno ballando, abbracciati.


‘Oh, and love oh, love
I'll be that fool for you I'm sure,
You know I don't mind
Oh you know I don't mind
And, yes
You'll be the only one
'Cause no one can deny
This love I have inside
And I'll give it all to you
My love, my love, my love
My endless love’.



Tutti battono le mani.
Mentre io mi ritrovo ad asciugarmi le guance da alcune lacrime che sono cadute.
Strano eh?
Non l'avrebbe detto nessuno.
< Piccola > mi abbraccia Matty.
< Mi dispiace vederti così > mi dà la mano Anne sporgendosi.
Faccio spallucce.
Ormai, ci sono abituata.
Avoglia se ci sono abituata.
È una costante la mia.
Lacrima dopo lacrima.
Disperazione dopo disperazione.
Li guardo preoccuparsi per me.
Ancora una volta.
E capisco che devo rassicurarli.
Devo rassicurarmi.
Soprattutto.
< Starò bene > dico.
Più a me stessa che a loro.
Mi volto verso Harry e Caroline che si baciano davanti a tutti e applaudo.
Viva l'amore...

Ti ricordi quando al posto loro c'eravamo io e te?
Ti ricordi?

Perché io mi ricordo benissimo.

Ogni singolo istante. 
Ogni brivido sulla mia schiena durante i nostri abbracci.

Cavolo.
Quanto mi mancano...
Da morire.

Ma tu non sei qui.

Quindi non so nemmeno se ti ricordi.
Non sei qui e io ancora una volta mi dispero per la tua assenza.
Da stupida quale sono.
Eppure sono passati due mesi.
Dovrei... stare meglio.
Dovrei essere più forte.
E invece... mi ritrovo a far finta di star meglio.
Perché sì... è così.
Basta un qualcosa a farmi crollare.
Di nuovo.
Ed io mi ritrovo nuovamente a fingere.
Fingere che ce la farò.
Fingere che mi rialzerò e via dicendo.
Insomma le solite stronzate che tutti si aspettano di sentire.

Perché tanto mi è rimasto solo questo... un pugno di stronzate.



 
———



È da stamattina che fisso il soffitto.
Diciamo che aver assistito a quella scena l'altra sera mi ha rovinato l'umore.
Che stupida son stata.
Cascarci così poi... non è da me.
Assolutamente.
Dai... era talmente palese che non potesse essere lui che potevo cascarci solo io.
E nessun altro.
In ogni caso è passato e so che non ci cascherò più.
Ho deciso di ereggere dei muri Harry.
Ho dovuto farlo.
Contro la mia volontà.
Ma li ho eretti.

Suvvia, come non potevo?

Dovevo farlo.
Per il mio bene.
E per il bene di chi mi sta accanto.
Sento Niall e Gemma ridacchiare e a me vien da sorridere.
Quanto si amano... lo si vede, percepisce fin dal primo sguardo.
E tra un mese si sposano.
E soni costretti a stare qui, con me.
A raccogliere i pezzi ogni volta.
Come degli angeli.
Ed io sono stufa...
Non scherzo.
Sono stufa di vederli farsi in quattro per me.
Sono stufa di vederli dispiaciuti per me.
Sono stufa di vederli prendersi cura di me invece che dedicarsi a loro.
Invece che pensare che a breve saranno una cosa sola.
Perché è così.
Io lo sapevo che si sarebbero annientati per me e così è stato.
Non mi sbagliavo mica.
È inutile che loro dicano di no.
Stanno sempre con me.
Dedicano anima e corpo.
E tempo soprattutto.
Ma finalmente ho avuto il modo di sdebitarmi.
Gli ho regalato due giorni in un cottage a Glasgow.
Ma per farli accettare... uuuuh.
Quanto ho dovuto faticare...
Mamma mia.
La loro risposta per i primi giorni è stata solo un secco no.
Nemmeno un 'ci pensiamo'.
Alla fine li ho fatti cedere e oggi pomeriggio, anzi, a breve partiranno.
Sono contenta.
Se lo meritano.
Si meritano riposo fisico ma soprattutto mentale.
Visto che starmi dietro è un disastro.
Un vero e proprio delirio.
Sorrido non appena bussano alla porta
< Care >.
< Gemm > la invito ad entrare mentre mi sistemo meglio sul letto.
< Sicura che non vuoi chiamare Lerya? >.
Scuoto la testa.
Voglio bene a Lerya ma sinceramente non mi va di averla accanto.
Con tutto il rispetto.
Voglio solo rilassarmi.
Cercare di non pensare.
E se lei venisse qui sarebbe solo un parlare, parlare e ancora parlare.
Ed io già so che scoppierei.
E non posso permettermelo.
Non al momento.
< Presumo di no >.
< Perspicace > le strizzo un occhiolino.
< Non dovevi, lo sai >.
< Dovevo eccome invece > mi indico < pensate solo a me, ventiquattro ore su ventiquattro >.
< Non dire assurdità >.
< Non le dico infatti > affermo < Gemm lo sai che avete bisogno di staccare la spina >.
Sospira.
Lo sa anche lei.
< Dovete pensare un po' a voi >.
< Sì ma a te chi penserà? >.
Rido.
Che cara.
< Io me la caverò >.
< Anche in cucina? >.
< Anche in cucina > scoppiamo a ridere entrambe prima che io continui < più o meno >.
< Me lo prometti che per qualsiasi cosa ci chiami? >.
< Sì mamma >.
< Non scherzo > rimprovera lei < non voglio che tu stia male >.
Roteo gli occhi < non starò male >.
< Non lo so... >.
< Gemm > le prendo la mano < fidati >.
< Come faccio a fidarmi quando so che da quella sera al ristorante sei ricaduta nello sconforto? >.
< Perché devi fidarti > mi alzo < ho già il programma >.
< Sentiamo > Gemma incrocia le braccia aspettando che io spieghi < Netflix, tanto Netflix e... cibo oh sì, tanto, tantissimo cibo >.
< Promettimi che uscirai >.
< Lo prometto > porto una mano sul cuore.
< Potresti chiamare Luke >.
Sorride.
Pensa che Luke sia perfetto per me.
Ah, mia cara Gemma.
Se solo sapessi che l'unico perfetto per me... non è qui.
< Sul serio dico >.
Annuisco < e infatti lo chiamerò >.
< Bene, forse sono più tranquilla >.
Ridacchio.
< Tu invece > la indico.
< Io cosa? >.
Mi avvicino maliziosa < promettimi che tu e Horan recupererete tutto il sesso perso >.
Ride mezza imbarazzata.
< Promettimelo > continuo.
< Caroline > si porta una mano davanti < ti prego >.
< Gemm > mi siedo vicino a lei < dai, da quanto siete qui... non battete chiodo >.
Rotea gli occhi.
< Prova a dire che non è vero >.
< Come fai a dirlo? > mi sfida.
Rido.
< Ma se siete stati sempre con me! Giorno e notte >.
Sospira.
< E poi non vi ho mai sentito... i muri parlano > indico i muri attorno a noi con fare teatrale.
Ride.
Perché sa che ho ragione.
Fottutamente ragione.
< Ecco, promettimelo >.
Annuisce, poi senza pensarci dice < sei proprio uguale a mio fratello >.
Abbasso lo sguardo.

Harry, vedi che alla fine sbuchi sempre tu?
Ti rendi conto?

< Scusami Care, non volevo >.
< Tranquilla > porto indietro una ciocca di capelli per poi sorridere < hai ragione >.
< Sul serio > sbuffa < non volevo farti pensare a lui >.
Faccio un cenno con la mano.
< Hai ragione, ti ho parlato come avrebbe fatto tuo fratello >.
Adesso siamo diventati anche simili.

Ti rendi conto?
Eh?

< Come stai? > allude al mio stato d'animo.
Alzo le spalle < alterno momenti >.
Mi schiarisco la voce per continuare < sono passati due mesi e devo ficcarmi nella testa che non tornerà >.
< Ci pensi non è vero? >.
La osservo per poi cedere ed annuire.
Certo che ci penso.
Sempre.
< Il fatto che non sia qui mi rattrista >.
< Anche a me Care >.
< Mi manca terribilmente, ogni momento >.
Mi mordo le labbra.
Quanto è vero... mi manca da morire.

Ancora.

Anche se sono passati due mesi.

Mi manca, che posso farci?

< Ti capisco... anche a me manca terribilmente > sorride mogia < pure le sue allusioni di merda >.
< Oh anche a me, non sai quanto pagherei per sentire quelle battutine > ridacchio < con quella faccia da schiaffi che lo contraddistingue >.
< Esattamente >.
Sto per parlare ma una voce dall'altra stanza chiama a gran voce.
< Gemm! > urla Niall.
< Immagino che non troverà i suoi calzini >.
Annuisco.
Tipico di Horan.
< Vai > la invito a raggiungerlo.
< Appena torno ne riparliamo > mi indica prima di sparire.
No.
No, che non ne parliamo.
Già sento crescere la tristezza.
E non voglio star male appena partono.
Sono sola e devo cercare di pensare il meno possibile.
Mi alzo andando ad aprire il cassetto dell'intimo.
Appena tornerà ci concentreremo su di lei.
Non su di me.
< Eccomi >.
< Risolto? >.
< Non trovava i calzini >.
Ridacchio.
Lo sapevo.
Diamine se lo sapevo...
< Stavamo dicendo? >.
< Stavamo dicendo che tu e Horan dovete recuperare il tempo perduto >.
.
Annuisco.
< Ancora sì >.
Le mostro un pacchetto.
Glielo porgo mentre lei mi guarda confusa e dubbiosa.
< Aprilo >.
Gemma annuisce prima di aprirlo.
< È tuo >.
< No Care >.
Annuisco convinta.
< Prendilo e non fare storie per favore... > la supplico < io non lo uso >.
Le ho appena regalato un babydoll che ho comprato per quella che doveva essere la mia luna di miele.
< E poi l'hai pagato un occhio della testa >.
Rido < Gemma >, le afferro la mano < a me non serve >.
Mi guarda.
Ed io decido di stemperare l'aria < ha bisogno di essere usato >.
Ridiamo entrambe.
< Che scema >.
< È vero cavolo >.
La indico < sono sicura che Horan approverà >.
< Sei sicura? >.
Annuisco.
Assolutamente.
Chi non vorrebbe vedere la propria ragazza con indosso un babydoll mozzafiato?
Sfido chiunque.
< Ma tienilo tu... ti potrebbe servire >.
La guardo confusa prima che spieghi < bhe che ne sai magari le cose con Luke... >.
Rido forte < tienilo tu... fidati è meglio >.
< So quello che stai facendo? >.
< Cosa sto facendo? >.
< Stai cambiando argomento > ride < o meglio ci stai provando >. 
< Cambio argomento perché non c'è nulla di cui discutere per quanto riguarda me e Luke >.
< È un bel ragazzo, perché non ti butti? >.

Perché non è tuo fratello.
Ecco come vorrei risponderle...
Ma ovviamente non posso.

< Perché siamo amici > mento.
Mento spudoratamente.
< Ma che amici? Non vedi come ti guarda allora >.
< E come mi guarda? > domando.
Alza gli occhi al cielo < fidati, ti guarda con uno sguardo non da amico >.
Rido < come no >.
< Caroline > mi afferra la mano destra.
< Sì Gemm >.
< Non ti piace Luke? >.

Non è che non mi piace ma è che non è tuo fratello.

Quanto vorrei risponderle sinceramente... vorrei.
Vorrei tanto.
Vorrei tanto, sarebbe bello liberarmi...

Ma so che se le dico una cosa del genere adesso è finita.
Partirà con l'ansia di lasciarmi da sola.
Con l'ansia di trovarmi a pezzi una volta ritornata.
E non voglio.
Non se lo merita, non se lo meritano...

< È un bellissimo ragazzo >.
< Ma? >.
Ma non è Harry.
< Ma non voglio incasinarmi al momento >.
< Sicura sia per questo? >.
Annuisco.
Spero che non indaghi.
Altrimenti cederò.
Dannazione.
Ma fortunatamente qualcuno arriva in mio soccorso.
< Posso? >.
Niall bussa alla porta.
< Stavamo giusto parlando male di te Horan > lo faccio entrare.
Ride < immaginavo Smith, immaginavo >.
< È ora di partire? > chiede Gemma mentre Niall annuisce.
< È ora di lasciarmi un po' sola finalmente > scherzo io scompigliando i suoi capelli pettinati in modo impeccabile.
< Senza di noi sei persa > scherza ed io annuisco.
Ha ragione.
Avoglia se ha ragione...
< Anche voi senza di me >.
Annuiscono, entrambi.
< Dai scendiamo giù così vi saluto davanti la porta >.
< Stile mamma? >.
< Stile mamma Horan, sì > rido per poi uscire dalla camera.
Li aiuto a raccogliere le loro valigie per poi scendere al piano di sotto e piazzarmi davanti la porta.
< Mi raccomando >.
< Sì mamma ho capito > abbraccio Gemma < se ho bisogno vi chiamo >.
< Ti voglio bene >.
< Anch'io > poi le sussurro maliziosa < tu però pensa a come accendere questo weekend >.
< Fammi il piacere di mangiare eh >.
Roteo gli occhi.
< Vieni qui Smith >.
Sorrido a Niall.
< Fai il bravo eh >.
< Tu piuttosto... > mi indica < promettimi che starai bene >.
Roteo gli occhi.
Eccolo che anche lui si preoccupa per me.
Come sempre.
< Sì, già ve l'ho detto... starò bene >.
< Abbracciami >.
Senza aspettare un secondo di più lo abbraccio più forte che posso.
< Ora però dovete proprio andare > mi stacco aprendo la porta.
So che se non faccio così finirà che non andranno più via.
Sono certa.
< Ci stai cacciando? >.
Annuisco ridendo < il senso è quello >.
< Ci sentiamo appena arriviamo >.
Mando un bacio volante a entrambi per poi vederli salire in macchina.
Chiudo la porta dopo averli salutati e ho un attimo di sconforto.
Ora, sono sola.
Sola.
Non c'è nessuno in questa casa a parte me.
'Starai bene' mi ripete la mia coscienza.
Annuisco.

Starò bene.
Sì.
Sì che starò bene... sono forte, giusto?

Mi dirigo in sala dove mi butto sul divano, pronta per una maratona di Netflix.

Sì che starò bene.

Rilassata come non mai.
Accendo il portatile e entro su Netflix.
Sorrido.
Che la maratona di puntate inizi...


———


 
Alla fine mi sono addormentata.
E mi sono svegliata ora, in panico per via del sogno che ho fatto.

Harry.

Anche nei sogni vieni a trovarmi adesso?
Cioè, ti prego ma no.
Almeno nei sogni lasciami perdere.
Solo questo ti chiedo.

Nel sogno eri qui.
Ti dormivo sulle gambe.
Mentre le tue mani accarezzavano i miei capelli.
Ma poi tutto d'un tratto, mi sono ritrovata a vederti fuggire.
Scappare.

Come nel giorno del nostro matrimonio.
Come hai fatto.

Ed io mi sono ritrovata sola...
Sconfortata, triste... piena di paure e insicurezze.
La mia vita nel sogno era spenta.
Buia, cupa.
E...
Mi sono spaventata.

Oh se mi sono spaventata Harry!

Mi sono svegliata col respiro affannato, irregolare.
La fronte imperlata di sudore, il corpo tremante.
E una volta essermi resa conto che forse l'incubo è la realtà... mi sono sentita svenire.
Mancare.
Sospiro.
Ora mi sono tranquillizzata, ma nemmeno troppo.

Vorrei non essere sola.
Vorrei non avere paura.
Vorrei semplicemente averti qui.
Come ogni giorno della mia vita da tre anni a questa parte.
Ma devo convivere con questa solitudine.

Devo farlo.
Devo resistere.

Per Gemma e per Niall che hanno riposto così tanta fiducia in me.
Che hanno creduto in me.
Come sempre.
Mi alzo dal divano e vado di sopra dove mi butto sul letto.
No, qui non posso starci da sola.

Mi ricorda troppo te.

Diamine.

Mi sembra di sentire i tuoi baci sul mio collo.
Le tue dita accarezzarmi la testa per farmi dormire.
Le tue braccia cullarmi.
La tua voce calmarmi.
La tua bocca... amarmi.

No.

Devo tornare di sotto.

Mi sembra di sentire il tuo profumo addirittura.

Forse sto impazzendo.
Non lo so...
Ma è come se fossi qui.
Con me.

E a me fa male.

Perché in realtà non è così.
È solo il frutto della mia immaginazione.
La mia stupida immaginazione...
Tocco il tuo cuscino, prima di affondare la testa su di esso.
Che buon odore... il tuo.
E all'improvviso eccome se ti catapultassi su di me, intento a fare l’idiota.
Intento a mordermi le labbra, intento a divorarmi l'anima.
Porto una mano sul petto.
Precisamente tocco la collana che mi hai regalato.

La tua stessa collana.

Dovrei toglierla.
Sì dovrei farlo.
Forse... è il momento.
Forse, forse dovrei farlo e una volta per tutte.
Mi alzo con uno scatto e afferro la scatola.
La scatola che tanto amo ma tanto odio perché ci soni tutti i tuoi ricordi.
Dei tuoi elastici.
Le nostre foto.
La cassetta con la canzone della mia entrata in chiesa.
Tutto.
Mi sfilo la collana e la guardo senza nemmeno rendermi conto che nel frattempo ho iniziato a piangere.

La bacio.
Come se baciassi te...

L'appoggio nella scatola che richiudo.
Mi sento malissimo.

Togliendo la collana è come se avessi tolto te dalla mia vita Harry.
È come se avessi eliminato ogni ricordo di te.
È come se ti avessi cancellato.

Totalmente.

E per questo sto male.

Ma dovevo farlo.

Era da tempo che dovevo farlo in effetti.
Ma non ne ho mai avuto il coraggio.
Fino ad oggi.
Basta.

Sono stufa di star male Harry.

E sinceramente se togliere la collana significa star meglio... va bene così.
Lo accetto.
Mi asciugo le lacrime mentre mi maledico.

E ti maledico.

Dove sei?
Dove?
Almeno sei vivo?


Sobbalzo non appena suonano alla porta.
Ed ora chi sarà?
Oddio e se fossero Gemma e Niall?
O peggio ancora... Lerya?
Mi scaravento giù per le scale cercando di sistemarmi al meglio per poi aprire la porta.
< Smith >.
< Louis >.
Louis?
Lo invito ad entrare.
< Che ci fai qui? >.
< Niente passavo di qua e ho pensato di venirvi a trovare >.
Faccio un cenno con la mano < in realtà sono sola >.
< Come sarebbe a dire che sei sola? > domanda mentre io mi accascio sul divano accanto a lui.
Annuisco per poi spiegargli tutto.
< Ho regalato a Gemma e Niall un weekend in un cottage a Glasgow >.
< Wow e come mai? >.
< Bhe ne avevano bisogno visto che passano tutto il loro tempo con me >.
Mi sorride < sei una brava amica, lo sai vero? >.
Annuisco mentre Louis mi guarda.
< Che stavi facendo? >.
Vorrei rispondergli: oh, niente mi stavo disperando ancora una volta per quel coglione del tuo amico.
Ma forse sarebbe troppo, credo.
Così mi limito... a mentire ovviamente.
< Mha... guardavo un episodio di una serie >.
< E che serie? >.
Guardo il computer e capisco.
Non è stupido.
Sa che gli sto mentendo.
Il computer è spento.
Mannaggia a me e a quando non so mentire.
Ma soprattutto mannaggia a me e a quando per l'ennesima volta mi lascio trascinare nel dramma esistenziale della mia vita.
E tutto per colpa tua.
Ti rendi conto?
< La mia preferita >.
< Care >.
Lo guardo prima che dica < non mentirmi >.
Come mi conosce.
Come tutti.
E questo fa sì che io non possa mentire.
Come invece vorrei fare.
Quasi sempre.
< Non lo sto facendo >.
< Cosa stavi facendo in realtà? >.
Mi sorride ed io mi sciolgo.
È mio amico.
Può aiutarmi.
No? 
Mi è sempre stato accanto e mi vuole bene.
Quindi forse dovrei semplicemente ammettere che mi stavo disperando.
Ancora una volta.
Ancora per Harry.
Sospiro prima di ammettere < non stavo guardando la mia serie preferita >.
Annuisce e resta in silenzio per alcuni secondi.
< Stavi piangendo > mi indica.
Mi mordo le labbra.
Bingo.
Indovinato!
Come ha fatto?
< E perché piangevi? >.
< Lo sai > dico infine dopo aver preso del tempo.
< No, non lo so >.
< Piangevo per... > prendo respiro < per Harry >.
< Ti manca? >.
< Terribilmente Lou >.
Annuisce e poi senza dire niente mi abbraccia per diverso tempo mentre io mi lascio cullare.
In totale silenzio.
< Lo sai che con me puoi parlare vero? >.
< Lo so > dico per poi guardalo < in questi giorni non faccio che pensare a lui >.
< Come mai? > domanda prima di aprire una confezione di gelato, per poi sparire in cucina dove recupera due cucchiai.
< Mhh > mi lascio andare ad un verso di piacere < buono >.
< Molto >.
Prendo un'altra cucchiaiata per poi confidarmi < penso a quando tornerà >.
< Hai paura? >.
< No >.
< Smith > mi indica < ti conosco >.
Alzo gli occhi al cielo.
Ha ragione.
< Sì > cedo infine.
< Perché? >.
Ridacchio < bhe... non so come potrei reagire >.
Si mette comodo < sono qui, avanti dimmi tutto quello che ti salta in mente >.
Mi stendo meglio appoggiando le gambe sulle sue per poi iniziare a parlare < da una parte ho paura di reagire male >.
< Tipo che lo prendi a cazzotti? >.
Annuisco < tipo >.
< Ma? >.
< Ma dall'altra ho paura di reagire bene >.
< Tipo? >.
< Tipo che non lo so >.
Scuote la testa.
< Tipo? > ci riprova.
< Tipo che lo perdono > sbotto infine.
Mi invita a continuare < ho paura che non appena lo vedrò mi scioglierò e manderò tutto all'aria >.
Aggrotta le sopracciglia < in che senso? >.
< Io non voglio perdonarlo Lou >.
Sospira.
< Sul serio... lo sto lasciando andare ed è per questo che non voglio che ritorni >.
< Ecco perché hai tolto la collana? >.
Annuisco.
È attento.
Cavoli se lo è...
< Sono stufa di piangere >.
Mi mordo le labbra < ma d'altra parte avrei solo bisogno di lui >.
< Io penso sia normale Care > continua a mangiare il gelato < ti ha fatto del male che è ovvio che tu non voglia rivederlo >.
< Solo del male? > rido < mi ha spezzato il cuore cazzo >.
< Ed è per questo che lo odi? >.
< Anche... lo odio per tanti motivi >.
< Vai, sono pronto >.
< Per lasciarmi sola di notte, per non abbracciarmi, per non svegliarmi con un bacio >.
< Poi? >.
< Per... > mi blocco.
Una lacrima scende.
< Ehi, ci sono qui io >.
Annuisco.
< Dimmi quello che ti passa per la testa >.
< Lo odio per non amarmi più > mi asciugo le lacrime < ecco l'ho detto >.
< Magari ti ama >.
Scuoto la testa < no, non mi ama >.
< Come fai a saperlo? >.
Mi alzo in piedi < lo so e basta >.
Mi calmo.
O meglio provo a farlo.
< Mi ha lasciata su quell'altare > respiro lentamente < non mi ama >.
< Magari ha solo bisogno di tempo per capire che ha fatto un errore >.
< Il suo errore come lo chiami tu mi ha distrutto la vita >.
Basta.
Mi sto agitando.
Sento la rabbia scorrermi dentro.
< Con oggi ho messo una pietra sopra con Harold Edward Styles >.
< Ma... >.
< Niente ma Lou, niente ma > alzo il tono di voce < mi ha lasciata, ci ha lasciati >.
< Ma se torna lo respingeresti? >.
Lo guardo allibita.

Certo!
Certo che lo farei...

Non si merita più nulla.

Niente.

Nemmeno che lo consideri parte della mia vita.

Ed io per quanto sia ancora legata a lui... devo farlo.
Per me.

No, no, no che non lo perdonerò.
Non si fa così.
No, no, che non si fa così.
Non mi ami per tre anni e poi sparisci.
Non funziona così.

L'amore è un'altra cosa...

L'amore con la A maiuscola dura per sempre.

E tu... invece?

Tu, caro Harry mi hai distrutta per sempre.

Solo questo hai fatto...
Sei stato capace a rubarmi il cuore e poi a distruggerlo, così senza pensarci due volte.

Ed io...
Sono stufa.
Stremata.
E vorrei solo piangere.
Per sfogarmi.

Per fortuna Louis sembra capirmi perché ad un certo punto si alza e mi accarezza la spalla.
< Non voglio farti agitare, scusami > mi indica il Pc < ti va se vediamo qualcosa? >.
Scuoto la testa animatamente.
Voglio solo mettermi a letto.
Sprofondare nel sonno, sperando tu non mi venga a far visita.
< In realtà sono stanca >.
< Ah, allora ti lascio andare a riposare >.
Ed un'idea mi balena in testa.
Se Louis va via... sarò da sola.

Sola.
Di nuovo.

Ed io non posso permetterlo.
Torneranno gli incubi.
E non ci sarà nessuno a confortarmi.

No, non posso lasciarlo andare.
Non stasera.

Fa per muoversi ma io lo blocco.
< Mh? >.
< So che è strano ma... >.
Mi sorride < ma? >.
< Ti andrebbe di rimanere qui stanotte? >.
Mi gratto la testa < sai com'è... non riuscirei a dormire sapendo di essere sola >.
< Sei sicura? >.
Annuisco.

Ho bisogno di essere abbracciata stanotte.
In ogni caso.

< Assolutamente >.
< Io non voglio che Haz possa farsi un'idea sbagliata, un domani >.
Rido.
< Lou probabilmente non tornerà più > poi ci riprovo < ti prego, ho bisogno di te >.
Mi mordo il dito della mano destra.
< Non voglio star da sola >.
< E se tornasse come glielo spiego? >.
Sospiro < non gli dovresti spiegare nulla... perchè mi ha mollata come una cretina >.
Lo vedo tentennare.
Lo guardo aspettando che dica solo quel sì.
Ma forse ha ragione...
Forse gli sto chiedendo troppo e non accetterà.
E poi... mentre io penso a tremila cosa risponde.
< Rimango Care >.
Sorrido.
< Contenta? >.
Lo abbraccio per poi chiedergli se gli va di andare di sopra.
< Puoi vedere la Tv anche di sopra > spiego iniziando a salire le scale.
< Solo che non ho niente dietro >.
Lo guardo < tranquillo, in bagno nel mobile trovi uno spazzolino nuovo >.
< Grazie pensavo proprio a quello >.
Apro la porta della camera per poi andare verso l'armadio e afferrare un pantalone e una maglia di Harry.
< Tieni > glieli porgo.
< Vado in bagno a cambiarmi, così puoi farlo anche tu >.
Annuisco e in un secondo mi svesto per poi infilare il pigiama.
Accendo la Tv appoggiando il telecomando sul comodino di Louis.
O meglio di Harry.
< Vado un secondo a lavarmi i denti > dico non appena esce dal bagno.
Mi lavo i denti alla velocità della luce e ritorno in camera.
< Questa è la mia parte di letto? >.
Annuisco per poi infilarmi tra le lenzuola.
< È strano, vero? > chiedo una volta che Louis si è infilato a letto.
< Cosa? >.
Ridacchio < bhe io e te nello stesso letto >.
Guardo il soffitto.
Sì è strano.
Strano da morire.
Non ho mai dormito con nessun altro a parte te Harry.
E... non so ma è come se ti stessi tradendo Harry .
Seppur non sul serio, visto che tra me e Louis non c'è nulla.
Forse, dovrei solo dormire.
No?
< Care? >.
< Sì > lo guardo.
< Ti voglio bene, lo sai? >.
Annuisco.
Lo so e anch'io gliene voglio.
È con me.
In un momento non bello.
Ed io posso solo che ringraziarlo.
< Ti voglio bene anch'io Tommo >.
Mi giro su un fianco e mentre mi muovo l'odore dei vestiti di Louis invade le mie narici.

Oddio, è come se fossi qui.
Come se ci fossi tu al mio fianco, dannato Styles.


Ed è terribile...
Semplicemente terribile.

< Che hai? > chiede facendo zapping.
< È... è che sai di Harry >.
Sorrido imbarazzata.
Forse penserà che sono matta.
O che.
< Vieni qui > mi fa cenno di avvicinarmi >.
Faccio come mi ha detto mentre spiega dolcemente < abbracciami d'accordo? >.
Mi tiro su per poi appoggiare la mia testa sul suo petto mentre lascio che mi accarezzi la testa.
< Quasi, quasi ci faccio un pensierino > scherza Louis.
Alzo la testa < su cosa? >.
< Bhe, visto che Styles si è lasciato scappare una ragazza d'oro come te... potrei approfittarne >.
Gli tiro un buffetto sul torace.
< Dormi Tomlinson >.
< Dormi tu vecchia >.
Ridiamo entrambi per diversi istanti prima che uno sbadiglio mi faccia capire che è l'ora di dormire.
< Buonanotte Lou >.
< Buonanotte Care >.
Chiudo gli occhi mentre inspiro il tuo profumo Harry.
È strano.
Sul serio.
Mi sento come se ti stessi tradendo con Louis.
Ma poi sorrido.

Questa notte non sono sola.
E so che dormirò sonni tranquilli.

Anche senza di te. 
   
   
   
   
   

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Capitolo 32
*** Opss... ***


Tre mesi.

Sono passati velocemente.
Che non ci si crede, si fatica a farlo.
Tra una settimana esatta Gemma e Niall si sposano.
Ed io non vedo l'ora.
Sul serio.
Sono... pronta.
Sì, non scherzo.
In questo mese mi sono dedicata a me stessa.
Mi sono ripresa.
Non ho pianto, non mi sono disperata.
Ho solo pensato a stare bene.
E così è stato.
Guardo le macchine sfrecciare.
Proprio adesso sto tornando a casa.
Sono stata a Redditch per fare le prove.
Io e Liam.
Alla fine sarà lui a fare il testimone.
E a me non poteva andarmi meglio.
Il mese scorso Gemma e Niall mi hanno annunciato che avevano intenzione di chiedere a Liam di fargli da testimone ed io sono saltata dalla gioia.
Andiamo, chi non vorrebbe avere come testimone Liam?
È un ragazzo d'oro... che sicuramente saprà aiutarmi e spalleggiarmi in un giorno così importante.
E in effetti quando sto con lui mi sento proprio al sicuro.
Pronta come non mai.
< A che pensi? > mi chiede lui vedendomi pensierosa.
< Bhe al fatto che senza di te forse non ci sarei mai riuscita >.
< A fare da testimone? >.
Annuisco.
È vero.
Non mento.
< Non devi ringraziarmi >.
< Payne sì... sei il testimone migliore che potesse capitarmi >.
< Sei troppo gentile > mi sorride prima di prendere la strada per Londra.
Manca poco e sarò a casa.
A casa mia.
Gemma e Niall mi stanno aspettando.
Impazienti di sentire come sono andate le prove.
Agitati, nervosi come non mai.
Mi fanno morire dal ridere.
Se la stanno facendo letteralmente sotto.
Entrambi.
Forse di più Niall.
Non l'ho mai visto così preoccupato, in realtà.
Basta pensare che è la terza volta che cambia, modifica le promesse.
Ogni giorno mi chiede consigli su cosa dovrebbe cambiare e su cosa invece dovrebbe lasciare.
È disperato.
Pensa che non siano le promesse che Gemma vorrebbe.
E invece si sbaglia.
Avoglia, se si sbaglia.
Sono semplicemente... perfette.
E non so come farglielo capire.
L'altro ieri addirittura non ho potuto trattenere le lacrime.
È stato troppo commuovente.
Rileggere tutto il loro percorso... fino ad arrivare al matrimonio.
Cavolo Gemma è veramente fortunata.
Sul serio.
Niall è innamoratissimo.
Non la lascerebbe mai...

Come invece ha fatto un'altra persona.

'Non iniziare'.
Scuoto la testa.
In effetti, non dovrei.
E non lo farò.
Sono in pace con me stessa.
Sto vivendo una fase positiva, leggera... una fase di recupero.
In tutti i sensi.
Comunque dicevo... Gemma è davvero fortunata.
Ma anche Niall lo è.
Sono la coppia perfetta.
Ed io l'ho sempre saputo... fin dall'inizio.
Ed ecco perché ho creduto in loro, da sempre.
Il mio cellulare inizia a squillare ed io sono costretta ad interrompere il mio viaggio.
< Sì? >.
< Stai tornando? >.
< Sì Niall, perché? >.
< Niente, niente... andata bene? >.
Ridacchio.
È nervoso.
Anche adesso.
< Sì appena arrivo a casa vi spiego tutto >.
< Ok, baci >.
Riattacco prima di spiegare a Liam < non ce la fa proprio a stare tranquillo >.
< Horan è ansioso > ride < non dovrebbe... dovrebbe solo pensare a rilassarsi >.
< Esatto! > lo guardo e mi viene un'idea.
< Perché stasera non usciamo? >.
Lo so.
Devo sembrargli matta.
Ho appena detto che possiamo uscire.
Che io posso uscire.
< Dici sul serio? >.
Annuisco < perché no? >.
< Bhe... di solito non esci con noi >.
< Lo so ma forse è il momento di tornare ad essere la Caroline di una volta >.
< Non sai quanto abbia aspettato di sentire questa frase > afferma mentre si parcheggia davanti casa.
Sì, uscire mi farà bene.
Stare con i miei amici mi farà bene.
Sono sicura.
< Allora chiamo gli altri >.
< D'accordo... pensaci tu > scendo dalla macchina per poi lanciargli un bacio volante.
< Care? > mi richiama.
< Sono felice che tu sia di nuovo tra noi >.
< Anch'io Liam >.
Non faccio in tempo ad infilare la chiave che subito Niall apre la porta da impaziente qual è.
< Che succede? >.
< Ciao anche a te Horan >.
Tolgo le scarpe infilando le ciabatte.
< Gemma è in casa? >.
< È in sala > spiega mentre io vado in sala.
< Sei felice? > mi chiede vedendomi entrare trionfante.
Annuisco.
< Allora è andata bene l'ultima prova > dichiara Niall prima che io risponda che è andata meglio del previsto.
< Oh, che bello >.
Sorrido per poi indicarli.
< Preparatevi questa sera si esce >.
Anche loro non possono crederci.
Infatti mi guardano esterrefatti.
< Proprio così > mi indico < Caroline torna in pista >.
< Che bella notizia! > urla Gemma venendomi ad abbracciare più forte che può.
< Non sai quanto mi rende felice sapere che ci sarai anche tu >.
< Anche a me Horan > mi lascio baciare su una guancia.
< E... Luke ce lo inviterai? > chiede Gemma facendomi ridere.
Mi sta dando il tormento con la questione Luke.
Pensa che dovrei provarci, che staremmo bene insieme.
E via dicendo.
< Mi sono perso qualcosa? >.
Scuoto la testa < non ti sei perso un bel niente Horan >.
< Invece sì > si intromette Gemma < l'altro giorno Luke e la qui presente sono stati tutto il giorno insieme >.
Lo guarda < ti rendi conto? >.
Sbuffo.
< Non vuol dire niente >.
Gemma si alza < vuol dire eccome Caroline >.
< Ti piace? >.
Porto una mano sulla testa.
Mi stanno facendo l'interrogatorio.
O sbaglio?
< Niall siamo solo amici >.
Sorride < non è quello che ti ho chiesto però >.
< È un bel ragazzo >.
< E? > si intromette Gemma.
< E basta, siamo solo amici > affermo spazientita.
< Dai chiamalo >.
< Dopo >.
< No ora > mi punzecchia Gemm.
< Ti prometto che lo chiamo, cos'è non ti fidi? >.
< Mi fido ma voglio sentire che cosa ti dice >.
< Sta' zitta > le tiro un cuscino in faccia < piuttosto, voi due > li indico < vedete di prepararvi... >.
< A cosa? >.
< Stasera si beve >.
< Oddio, non sono pronta > sbuffa Gemma.
< Affari tuoi, preparati >.
Deve preparsi.
Ho già letto il messaggio di Louis e non fa presagire nulla di buono.
Se non tanti danni.
Bisogna festeggiare.
Tra sette giorni saranno marito e moglie cavolo.
Perché non fare festa?
Sento Gemma lamentarsi di sotto con Niall che invece le dice che sarà divertente.
Rido mentre salgo le scale, per poi chiudermi in camera.
Oh.

Finalmente sola.

Almeno per un momento.
Mi svesto e infilo il pigiama per poi buttarmi sul letto.
Ah, che bello.
Silenzio.
Finalmente direi.

È strano vero?

Un mese fa avrei avuto paura del silenzio... e invece ora non posso che gioirne.
Non posso farne a meno.
Non appena Gemma e Niall escono io mi butto sul letto e mi godo il silenzio.
La solitudine.
Lo so che è difficile da pensare.
È difficile capire questo cambiamento repentino.
Ma è anche vero che dovevo cambiare.
Fare qualcosa.
Svoltare la mia vita in un modo o nell'altro.
Non potevo rimanere ancorata al mio passato.
Al mio dolore.
Dovevo andare avanti.
E ci sono riuscita.
Grazie anche al mio psicologo a cui devo tanto.
Mi ha svegliata.
Nel vero senso della parola.
Mi ha fatto capire che dovevo darmi una mossa se non volevo finire a passare il resto dei miei giorni depressa e sola.
Mi ha fatto capire e ricordare cosa c'è di bello nella mia vita.

La mia famiglia.
I miei amici.
Il mio lavoro.

Me stessa.

Mi ha aiutata a prendermi cura di me.
Delle mie paure.
Paure e debolezze che ha trasformato in punti di forza.
Perché è vero.
Ha ragione.
Avrò avuto una batosta.
Enorme.
Immensa.
Non prevista.

Ma è pur vero che dalle batoste ci si rialza.
Sempre e comunque.

Magari lentamente ma ci si rialza.
Sempre e comunque.

Col sorriso sulla faccia.
Con la voglia di lottare.
Con la grinta.
Con la tenacia.
Con l'amore della propria famiglia e dei propri amici.

Perché... sì
Ho subito una perdita.
Ed è vero.

Ho perso la persona più importante della mia vita.
Ed è vero.

Ho perso l'amore della mia vita.
E anche questo è vero.
Sono stata ferita ed è vero.

Ma è anche dannatamente vero che la vita dà sempre delle seconde occasioni.
Delle seconde possibilità.
Ci aiuta a farci capire che possiamo riscattarci.
Sempre e comunque.

Che io posso riscattarmi.

Soprattutto. 
Ed è quello che ho fatto io.
Mi sono presa la mia seconda occasione.
Il mio riscatto.
Con tanti dubbi, con tanta sofferenza ma con la consapevolezza di averci perlomeno provato.
In un modo o nell'altro.
Se ci avessi pensato prima...
Se solo avessi creduto ai miei amici prima...
Se solo mi fossi affidata nelle mani del mio santo psicologo prima...
Sarebbe cambiato tutto.
Sarei cambiata prima.
Avrei lottato prima.
E avrei capito molto prima di dover rimettermi in carreggiata.
Avrei capito di dovermi voler bene.
Una volta per tutte.
Ogni giorno, ogni secondo.
Chiudo gli occhi.
Dovrei chiamare Luke.
Ha ragione Gemma.
Sarà felice di passare del tempo con noi.
E io sarò felice di passare del tempo con lui.
Sì, dovrei chiamarlo.
Perché no?
Non faccio nulla di male.
Afferro il cellulare e digito velocemente un breve messaggio.

'Ti va di stare con me e gli altri stasera? Non accetto rifiuti'.

E non passano nemmeno due minuti che subito arriva la risposta.
Verrà.
Cavolo... verrà.
Sbuffo.
Ed io ora cosa mi metto?
Mi tiro su e vado verso lo specchio.
Devo convincermi che quello di ieri non è stato un appuntamento.
No.
Non è stato un appuntamento ma solo una giornata passata in amicizia.
Noi siamo amici.
Giusto?
Annuisco allo specchio che riflette la mia figura.
Sì, siamo solo amici.
Basta, niente di più e niente di meno.
Ed è vero.
Siamo solo amici.
Ma sentire tutti nominare Luke mi sta facendo sorgere dei dubbi.
Dei dubbi amletici.
Perché sì siamo amici ma è anche vero che passiamo tanto, troppo tempo insieme.
È vero anche che a volte ho l'impressione che mi guardi da ebete, come se gli piacessi.
Ed è anche vero che...
'Non dirlo'.
Sbuffo.
Ma che mi frega?
Sono solo dei pensieri, quindi perché non dirli?
Dicevo...
Dicevo che a volte vorrei saltargli addosso.
Ecco l'ho detto.
L'altro giorno mi sono dovuta trattenere.
Era veramente bello, no ma che dico, è sempre bello.
Solo che l'altro giorno lo era ancora di più.
Sarà stato lo sguardo diverso.
Sarà stato che sono stata bene con lui.
Troppo bene.
Ma fatto sta che avrei tanto voluto buttarmi tra le sue braccia.
Fortunatamente mi sono trattenuta.
Siamo amici.
E gli amici non si saltano mica addosso.
No?
Quindi ecco, devo rispettare la mia posizione e la sua posizione.
Amici.
Però se ci ripenso...
'Basta Caroline' mi rimprovero da sola.
Come sempre.
Mi siedo per poi sdraiarmi.
Devo smetterla di correre con la testa.
Devo farlo per il mio bene.
Però...
Uffa.
Vorrei solo sentirmi ancora una volta desiderata.
Bramata.
Toccata, baciata e perché no... amata.
Vorrei solo godermi ogni singolo momento d'intimità con qualcuno.
Sbaglio?
Non credo.
È da tre mesi che non ho rapporti con qualcuno.
È da tre mesi che nessuno mi sfiora.
E mi sono stufata.
Voglio svagarmi.
Ora che sto bene con me stessa.
Voglio divertirmi... urlare, ridere, ballare.
Voglio essere di nuovo me stessa.
Al 100%.
Mi tiro su.
Basta con questi pensieri.
Luke è un amico.
Stop.
Ed io posso resistere al non fare sesso.

No?

Posso resistere, vero?
Vero che posso resistere?

Apro l'armadio e inizio ad abbinare maglie con gonne, pantaloni per capire cosa poter mettere oggi.
Perché è quello che voglio fare.
Distrarmi e non pensare a quanto sarebbe bello poter infilare le mie unghie nella schiena di Luke.
O come sarebbe bello toccare i suoi magnifici pettorali.
E via dicendo.
'Concentrati sui vestiti'.
Annuisco.
Basta, ho procrastinato fin troppo.
Che la ricerca dell'outfit perfetto inizi allora...
Almeno così mi distraggo in primis.
E non penso a cose che non devo pensare.


 

———


Sono un tantino ubriaca.
Forse togliamo il tantino.
Sono ubriaca.
Come tutti.
Niall è messo peggio di tutti, ma se la batte con Louis.
Al solito, direi.
Appoggio il bicchiere sul bancone.
Tra poco dovrò tornare a casa.
Il locale sta per chiudere.
Ma io sinceramente non ho voglia di andare a dormire.
Per niente.
< Io non ho voglia di andare a casa > mi lamento dondolando avanti e dietro.
< Nemmeno io Smith > mi dà manforte Liam sorridendo come un ebete.
< Io invece non vedo l'ora di buttarmi sul letto > dichiara Gemma per poi indicare Niall < appena lui non finirà di vomitare >.
Rido.
Cavolo se ha ragione.
Oggi Horan caro vomiterà.
Sono super sicura.
E Gemma dovrà stargli dietro come un cagnolino.
< Io Styles sto bene > si difende Niall facendo un giretto per provare la sua teoria.
Solo che invece che provare la sua teoria rischia solo di cadere senza l'aiuto di Liam che lo afferra per il bavero della camicia.
< Se non ti reggi in piedi > afferma Gemma portandosi una mano tra i capelli.
< Ragazzi è ora di andare a casa, stiamo chiudendo >.
Annuiamo al buttafuori per poi dirigerci verso il parcheggio.
< Quindi? > chiedo < dove si va? >.
< A fare colazione? > propone Liam mentre io annuisco.
Colazione sia.
< Voi che fate? > domando a Gemma e Niall.
< Andiamo a casa >.
< Vi accompagno >.
< No Care, rimani > mi tranquillizza Gemma < è un mio problema portarlo a casa >.
Ridiami tutti.
Io annuisco.
< Ci vediamo domani >.
Li vedo sparire mezzi barcollanti.
Fortunatamente casa nostra è a due passi da qui.
Quindi possono evitare di prendere la macchina... fortuna.
< Andiamo? > chiedo prima di mettermi in marcia.
< Ehi >.
Mi volto verso Luke che mi ha raggiunta.
< Dimmi >.
< Volevo ringraziarti... mi sono divertito >.
< Di nulla >.
< Sul serio, sei stata carina a invitarmi >.
Faccio un cenno con la mano < tranquillo, l'ho fatto con piacere >.
< Piccioncini, fermatevi >.
Mi volto verso Louis.
< Che c'è Tommo? >.
< Entriamo qui >.
Mi indica una pasticceria che già ha aperto i battenti.
E a me manca il respiro.
Per un solo secondo.

È la pasticceria preferita di Harry.

E infatti non appena entro il signore al bancone mi saluta.
< Caroline, da quanto tempo >.
Annuisco salutandolo < hai ragione Joe >.
Poi presento i miei amici uno ad uno < loro sono Louis, Liam, Zayn, Lerya e Luke >.
< Piacere di conoscervi ragazzi > gli sorride Joe prima di guardarmi e domandare < sbaglio o manca quel disgraziato del tuo ragazzo? >.
Mi schiarisco la voce.
< Dove l'hai lasciato? >.
Guardo Joe, gli sorrido < in realtà non lo so >.
< Come non lo sai? > domanda ridendo a crepapelle < ormai siete marito e moglie >.
< Ci siamo lasciati Joe o meglio mi ha lasciata lui il giorno del nostro matrimonio > spiego senza troppi giri di parole.
< Oddio Care, non lo sapevo... scusami >.
Lo tranquillizzo.
Poi gli chiedo < ti va di farcirci qualche brioches? >.
Meglio cambiare argomento.
Mi sto divertendo.
E voglio continuare a farlo.
Annuisce e ascolta le nostre richieste prima di farcirci le brioches e passarcele.
< Mhh, che buona > commentano tutti una volta usciti.
< Vado a prendere un fazzoletto > dico ritornando dentro.
< Care > mi si avvicina Joe < come stai? >.
< Meglio, ora che sono passati tre mesi sto meglio >.
< Io ti giuro che non lo sapevo >.
Gli sorrido.
Lo so.
< Lo so tranquillo >.
< E? >.
< E? >.
Poi capisco cosa vuole sapere.
< È sparito... nessuno sa niente >.
< Cavolo > sbuffa < bella merda >.
< Sì bella merda > dichiaro prima di parlare di tutt'altro fino a che gli altri non mi chiamano.
< Ci vediamo presto Joe >.
< Ciao Care > mi saluta prima che io esca.
< Stai bene? > mi domanda Lerya avvicinandosi.
Annuisco.
Sì sto bene.
Meravigliosamente bene.
< Sicura? >.
< Sì Lé, sto alla grande >.
< Domani stiamo insieme, ti va? > domanda prima di proporre < potremmo andare a fare shopping >.
Ridacchio.
Sì lo shopping è sempre una buona idea.
< Direi che è fantastico >.
Camminiamo con gli altri fino a dividerci.
< Ci sentiamo >.
Saluto tutti vedendoli prendere direzioni diverse.
Liam e Lerya da una parte.
Zayn e Louis dall'altra.
Guardo Luke < non c'era bisogno di accompagnarmi a casa >.
< Sì invece... > afferma mettendo le mani in tasca < è tardi e non è bene girare da sole >.
Che caro.
Si preoccupa per me.
< Sono contenta che tu l'abbia fatto > spiego guardando davanti.
< È un mio dovere di cavaliere > mi tira leggera spallata.
< Sei un galantuomo Luke >.
Ridacchia < dici? >.
Bhe, direi di sì.
Lo è anche se forse non se ne rende conto.
< Dico, dico >.
< Comunque sei proprio bella stasera >.
Oddio.
Non vorrà mica farmi arrossire, vero?
< A vuoi dire che di solito non lo sono? > lo provoco un po'.
Voglio vedere come reagisce.
Voglio vedere come risponde.
< Non ho detto questo >.
Tira un sasso col piede.
Mi guarda < anche perché sei bella ma questo già lo sai credo >.
È da tanto che qualcuno non mi dice più che sono bella.
Prima c'eri tu a dirmi che ero bella.
Ma poi sei sparito ed io non ho più sentito la tua voce dirmi 'Care sei fottutamente bella'.
Guardo Luke.
Lo ringrazio per poi camminare in silenzio.
Spero non si veda che sono arrossita.
Lo spero tanto.
< Cos'è sei arrossita? >.
Ecco.
Sgamata in pieno.
Perché diavolo non riesco a nascondere quando mi imbarazzo?
Devo lavorare su questo aspetto.
Devo imparare a nascondere di più.
A bluffare come una vera giocatrice di poker.
Per forza di cose.
Sennò poi mi ritrovo a dovermi nascondere dietro maschere che non so indossare.
< Bingo >.
Ridacchia.
Ed io faccio lo stesso.
< Non sai proprio bluffare eh? >.
Scuoto la testa.
No, direi di no..
Non l'ho mai saputo fare e mai lo saprò fare.
È più forte di me.
< Madame, è arrivata > si ferma davanti casa.
< Sì > mi fermo davanti la porta.
< Allora ci vediamo >.
< Sì >.
Lo saluto con la mano prima di infilare le chiavi nella toppa di casa.
Faccio per entrare dentro ma poi mi ricordo.
Ha lasciato i suoi vestiti del lavoro a casa mia.
Deve riprenderseli.
< Luke! >.
Si volta non capendo.
< Devi riprendere i tuoi vestiti >.
< Grazie Care, fortuna che me l'hai ricordato >.
Lo faccio entrare dentro casa per poi arrivare in sala.
Nessuna traccia di Gemma e Niall.
Forse dormono.
Chissà se Niall alla fine ha vomitato.
Quel piccolo bambino dagli occhi blu.
< Grazie allora >.
< Di nulla >.
Lo osservo dalla testa ai piedi.
È veramente la perfezione.
Cavolo.
Con quei capelli mossi leggermente lunghi, il sorriso smagliante.
L'outfit elegante ma non troppo.
È un dio greco.
E non capisco perché mai sia ancora single.
Deglutisco.
Adesso dovrebbe andare via, ma perché non lo fa?
Perché non va via?
Si morde le labbra.
< Che succede? > chiedo vedendolo inebetito.
< Succede che forse sto per fare una cosa che non dovrei fare > afferma avvicinandosi.
< Ma è da prima che volevo farlo >.
Sbatto le palpebre non appena mi posa un bacio.

Mi... mi ha baciata.

Mi ha baciata.
Luke mi ha baciata.

< Scusa > si stacca grattandosi la testa < non dovevo >.
Mi mordo le labbra.
Forse ha ragione.
Non avrebbe dovuto.
Ma ormai... è fatta.
Senza dire nulla mi avvicino posandogli un bacio.
Mi lascio stringere dalla sua presa ferrea mentre iniziamo a baciarci sul serio.
La mia bocca cerca la sua senza esitazione così come la sua.
E per la prima volta in tre mesi mi sento... bene.
Viva.
Come non mai.
Nella stanza si sentono solo gli schiocchi dei nostri baci.
E i nostri respiri, più affannati.
Senza nemmeno rendermene conto iniziamo a salire le scale per poi ritrovarci in camera da letto.
Inizio a sbottonargli la camicia.
Tra un bacio e un altro riesco a dirgli che dovremmo far silenzio < ci sono Gemma e Niall >.
< Saremo muti come i pesci >.
Ridacchio per poi sussultare non appena scende a baciarmi il collo, la clavicola.
< Sei sicura? >.
< Di cosa? >.
< Di volere che succeda > sussurra guardandomi negli occhi.
Sono sicura.
Sicurissima.
Mi sento viva.
Finalmente in grado di prendere tra le mani le redini della mia vita.
Finalmente in grado di lasciarmi andare, di nuovo.
< Sicurissima > lo rassicuro.
Riprendo a baciarlo mentre mi sposto verso il letto.
La sua lingua afferra la mia.
Come in un vortice passionale.
Travolgente.
Lo faccio sedere sul letto per poi togliergli la camicia e lanciarla a terra.
Mi siedo a cavalcioni su di lui mentre lo aiuto a sfilarmi il top rimanendo col reggiseno.
< Sei bellissima Care >.
< Shh, dici così solo perché sta per succedere quello che sta per succedere >.
< Dico così perché lo sei > mi bacia < sul serio >.
Mi stendo portando Luke con me riprendendo a baciarlo mentre lui riesce a togliermi i pantaloncini lanciandoli via.
Chiudo gli occhi quando Luke scende a baciarmi il ventre per poi arrivare alle mutandine di pizzo nero.
Gli prendo la faccia per poi baciarlo < voglio che mi baci Luke > gli sussurro ansimante.
Nel mentre gli slaccio i pantaloni che poi toglie rimanendo solo coi boxer.
Gli afferro il viso riprendendo a baciarlo, intanto lui si struscia su di me sensuale.
Bramoso di farmi sua una volta per tutte.
Chiudo gli occhi e quando li riapro per poco non mi spavento.

Al suo posto c'è... Harry.

'So cosa sta facendo' mi ripeto cercando di calmarmi.
Continuo a baciarlo, toccando il torace scolpito.
Ma poi di nuovo.
Luke si trasforma in Harry.
Dannazione.

Perché adesso devo pensare proprio a lui?

Vedo Luke scendere a baciarmi il collo per poi arrivare fino al ventre.
E una serie di immagini mi colpiscono.
Le sue mani sul mio corpo.
I suoi baci sul mio corpo.
Il suo corpo sul mio.
I suoi respiri, gemiti.
I suoi occhi a dirmi 'ti amo'.
La sua bocca a baciare la mia.
La sua anima ad incontrare la mia.
E capisco.
Sì che capisco.
No... non posso farlo.
No.
È più forte di me.
Guardo Luke tornare su per poi baciarmi.
Chiudo gli occhi cercando di non pensarci.
Sono con Luke.
Devo pensare solo a lui.
Solo a noi due.
Ma non appena mi bacia capisco che non posso farcela.

Non sono le tue labbra Harry.
Non sei tu Harry.

< Mhh Luke > lo chiamo.
Mi stampa un bacio più profondo.
< Che succede? >.
< Non... >.
< Non? > domanda guardandomi.
Non sono i tuoi occhi a guardarmi, ma i suoi.

Io... voglio i tuoi Harry.
Sì, li voglio.

< Non posso > ammetto sentendomi male.
Non posso è vero.
Ci ho provato ma non ci sono riuscita.

Questo perché mi sono resa conto di una cosa.

Più grande di me.

Sono innamorata di Harry.
Sono ancora innamorata di Harry.

Cazzo se sono innamorata...

< Posso aspettare > mi tranquillizza lui.
Che caro.
Il problema è che finché non mi libero di Harry non potrà mai succedere nulla tra di noi.
Ed è la verità.
La fottuta verità.
Che devo dirgli in un modo o nell'altro.
< No Luke > mi schiarisco la voce < è sbagliato, tutto questo è sbagliato > ci indico.
< Sei spaventata >.
Scuoto la testa e poi decido che forse è il momento di dirgli la verità.
< Il problema è che ho capito di essere ancora innamorata di Harry >.
Annuisce dopo degli istanti di puro silenzio.
< Lo sapevo, ma pensavo l'avresti superata >.
< Anch'io... ma in questo momento non posso > gli accarezzo la testa < dovrei fingere con te e non ci riesco, non sono quel tipo di persona >.
Ci riprovo < scusami sul serio >.

Maledetto Harry.

Perché mi hai dovuto far questo?
Perché?

Stavo per dimenticarti.
Farmi una vita.
Riprendermi.
E invece no...
Ecco spuntarti fuori.
Come un dannato fungo.
Una lacrima bagna la mia guancia.
Sto di merda.

Cavolo, ti amo.

Ancora.

Ti rendi conto?
Tu mi hai fatto del male ed io ti amo ancora.

Dovrei odiarti.
Altroché.

< Ehi Care > Luke mi abbraccia < non è successo nulla >.
< Sì invece... ti ho rifiutato >.
< Non puoi farci nulla se sei ancora innamorata di Harry >.
< Mi sento una merda > piango tra le sue braccia nude < mi sento veramente una merda per come ti ho trattato >.
< Tranquilla > mi consola < voglio solo che tu stia bene >.
< Ti prego non odiarmi >.
< Non ti odio scema > ridacchia < mi hai lasciato a bocca asciutta ma me ne farò una ragione >.
Rido anch'io per poi tirare su col naso.
Povero.
Non si merita questo trattamento.
Non se lo merita.
Da me e da nessun'altra.
< Ti prego rimani qui > mi aggrappo al suo collo.
Ho solo bisogno di essere abbracciata.
< Certamente >.
Mi sento uno schifo.
Una merda.

Perché devi farmi questo?
Me lo spieghi?
Mi dici perché devi essere così stronzo da entrare nella mia vita e non farmi vivere qualcosa che sicuramente mi renderebbe felice?

Hai perso ogni diritto da quando sei andato via.

Eppure. 
Ancora ci metti del tuo.
Quanto ti odio.
E quanto mi odio.
Sono disperata.
Sul serio, non scherzo.
Oltre a rifiutare Luke... ho capito di amarti ancora.

Ci rendiamo conto?

Non voglio amarti ancora Harry.
No.

No, no, no e ancora no.

Non te lo meriti.

Non ti meriti nulla.

Nemmeno che io ti pensi.
Nemmeno che io ti nomini.
Ma...
Ma e c'è sempre un ma.

Ma purtroppo devo seguire il mio cuore.

E il mio cuore grida il tuo nome.
Ancora una volta.

Dannazione.


 
———


 
Sto tornando a casa.
Sono stata dal mio psicologo.
Avevo tanto di cui parlare.
Di cui discutere.

Di me.
Di Luke.

Di Harry...

E per fortuna l'ho fatto.
Perché...
Ora mi sento meglio.
Svuotata perlomeno.
Ho raccontato per filo e per segno quello che è successo ieri mattina con Luke.
Ho anche detto quello che mai avrei voluto dire.

Ossia che sono ancora innamorata di quel pezzo di merda.

Eh sì.
Lo sei.

Sei uno stronzo Harry.

Ancora una volta mi stai rovinando la vita.

Ti odio.

Ed è vero, non scherzo.
Ma c'è anche da dire che non posso andare contro qualcosa più forte di me.
A qualcosa più grande di me.
Se l'amore è presente io non posso evitarlo.
Anche se in questo caso presume l'essere innamorata di te.
Cosa che non vorrei per nessuna ragione al mondo.
D'altronde mi hai lasciata.
Sei sparito.
Non si sa nemmeno se tornerai...
Dovrei odiarti.
E farei bene.
Sarebbe comprensibile.

Invece... ti amo.

Ti amo.

Tu mi ami invece?

Io dico di no.
E continuerò a dirlo.
A sostenerlo.
Ora.
Come sempre.
Cammino a passo spedito.
Finalmente tra poco sarò a casa.
Voglio solo gettarmi alle spalle questo episodio.
Questo senso di malessere.
Non voglio pensarci.
Lui non tornerà ed io riuscirò a farmi passare questo sentimento.
Che poi come farmi passare il fatto di essere innamorata non so nemmeno come si faccia.
Ad essere sinceri ed onesti.
Ma questo lo scoprirò solo vivendo.
Prima devo sistemare il gran casino che ho combinato.
Primo con Luke.
Ok, che ieri mattina mi ha detto di capirmi e tutto ma comunque io devo parlargli.
Scusarmi, ancora e ancora.
Non mi sento bene se penso a come mi sono comportata.
Mi sono lasciata baciare, toccare, scoprire per poi fermarlo.
No, non si fa così.
Ed io voglio rimediare.
Voglio veramente scusarmi.
Perché Luke non se lo merita.
Non ne ha bisogno.
Scuoto la testa eliminando ogni pensiero mentre apro la porta di casa.
< Care? >.
Finalmente a casa dicevo vero?
Sbuffo.
Pensavo e speravo di essere sola.
E invece sia Gemma che Niall sono in casa.
Che bello.
< Arrivo > dico togliendo le scarpe e infilando le ciabatte per poi andare in sala dove li trovo seduti su divani diversi coi Pc sulle gambe.
< Dove sei stata? >.
< In giro > mento.
O meglio cerco di fare la vaga.
< Dove? >.
Ridacchio.
Cos'è un interrogatorio?
< Cos'è un interrogatorio Niall? >.
Scuote la testa.
< Ero solo curioso >.
Vedo Gemma sorridere prima di chiedere maliziosa < sei stata con Luke? >.
< No, avrei dovuto? > mi avvicino a lei.
< Bhe... ieri mattina abbiamo sentito che è entrato in casa >.
Bingo.
Ovviamente pensano che ci abbiamo dato dentro.
Ma ovviamente si sbagliano.
E di grosso anche.
Non sanno come stanno le cose ma a breve lo sapranno.
< Ha recuperato i suoi vestiti >.
Annuisce < e poi è andato via? >.
< È stato bello almeno? > domanda Niall mentre io mi siedo.
Ok.
Mettiamoli al corrente che le cose non sono andate come loro sperano.
< In realtà le cose non sono andate come voi pensate > affermo vedendo la confusione nella loro testa.
< Ma se vi abbiamo sentito salire le scale >.
Annuisco e mi mordo le labbra.
< Ok, sarò breve > inizio a spiegare velocemente dal bacio fino in camera per poi dichiarare < poi l'ho fermato >.
< Non te la sentivi? > domanda Gemma prendendo la mia mano.
< No è che... > tento di dire.
Vedo Niall confuso < cosa? >.
< È che ho capito di amare ancora tuo fratello >.
< Harry? > chiede scettica Gemma mentre io annuisco.

Chi altri?
Chi altri se non lui?

< Già >.
< E ti sei bloccata immagino >.
< Immagini bene > sospiro.
< Care > mi accarezza la spalla.
< Lo amo, che posso farci > sussurro.
< Che hai intenzione di fare? >.
Guardo Niall.
< Con Luke? >.
< A parte... >.
< Con chi? > domando prima che il biondo spieghi < soprattutto con Harry >.
Rido.
< Per me è morto >.
< Ma lo ami >.
< Lo si ma non andrò a cercarlo per dirgli che lo amo > dico sprezzante.

No.
Se lo scorda il bello.

Manco morta.

< E se torna? >.

Se torna è un bel problema.
Ecco cosa vorrei rispondergli.
Ma evito.

< Se torna ciaone >.
< Non glielo diresti? >.
< Cosa? >.
Mi indica < che lo ami Care, che lo ami ancora >.
Scuoto la testa energica.

No.
Non glielo direi.

Assolutamente.

< No... per me è morto >.
< Per me sbagli >.

Ah sì?
Io sono la vittima.
Ce lo siamo dimenticati?

Io sono stata lasciata sull'altare.

Non lui.

Io.
Io ho sofferto.

Non lui.

Io lo amo ancora.

Non lui.

Quindi no.
Se Niall pensa che una volta tornato ritornerò tra le sue braccia, si sbaglia di grosso.
Perché non lo farò.
Costi quel che costi.
< Sbaglio? >.
Annuisce.
Mi alzo in piedi < mi ha lasciata >.
< Lo so c'ero anch'io >.
Lo guardo.
Appunto.
Appunto perché c'era che dovrebbe capirmi e non farmi la predica.
Dovrebbe starmi vicino.
Aiutarmi.
Sostenermi.
Non criticare una mia scelta più che onesta.
< Appunto dovresti stare dalla mia parte Horan > sbotto facendo per andarmene.
Basta così.
Vado via.
< Dove vai? >.
< Su > detto ciò faccio come ho detto buttandomi a peso morto sul letto che mi ingloba dolcemente.
E pensare che ieri ero su questo letto con Luke...
Se ci ripenso ho una fitta allo stomaco.
Che aiuto.
Mi sento male, sul serio.
Ma è anche vero che su questo letto ci sono stata con te cazzone dei miei stivali.

Ci ho dormito.
Ci ho fatto l'amore.

Con te.

Mamma mia se potessi vederti ti saccherei la faccia, sai?

Mi stai rovinando la vita.
Ancora ed ancora.
Quando invece dopo avermi mollato avresti solo dovuto sparire.
Non venirmi a trovare nei sogni.
Non intromettendoti nella mia vita privata.
O nella mia vita in generale.
Saresti dovuto sparire e basta.
E invece ancora una volta sai come tirare l'acqua al tuo mulino.
Sai come farmi ritornare sui miei passi.
Sai come ricordarmi della tua esistenza.
Della tua presenza.

E tu invece?

Io rifiuto Luke... ma a me chi garantisce che non stai con qualcun'altra?
Chi mi dice che non sei a letto con qualche ragazza a me sconosciuta?
A me chi me lo dice?
Me lo dici tu?

Perché non so se ti crederei, sai?
Non dopo come ti sei comportato.

Mi hai riempito il cuore d'amore per poi romperlo.
In mille pezzi.

Mi hai riempito la testa di sogni per poi rubarmeli.

No, non posso crederti.
Non posso.


Andrei contro la mia persona.
E sai che non posso farlo.
Ho sempre rispettato la mia volontà.
Mi sono sempre rispettata.
Quindi sai già che se non voglio perdonarti non ti perdonerò.

Eh?
Cosa farai?
Cosa penserai?
Cosa penserai quando ti sbatterò la realtà davanti la faccia?

Perché non so se lo sai ma ormai non c'è più possibilità per un 'Harry e Caroline'.

No.
Mi dispiace, ma è così.
Sbuffo.

Ma perché dev'essere così difficile?

Quando ormai pensavo di avercela fatta, di essermi rialzata ecco che sono ricaduta.
Per colpa tua tra le altre cose.
Chiudo gli occhi.
L'immagine di Luke su di me.
Le sue mani così belle sul mio corpo.
La sua bocca perfetta sulla mia.

Perché?
Perché Harry, perché?

Sarebbe stato meno difficile se solo non amassi la tua bocca.

I tuoi occhi.
Le tue mani.
Tutto.
A proposito di mani.

Hai ancora tatuato il mio nome?
O l'hai cancellato?

Io ho ancora la croce.
Sì, anche se ho passato un periodo nel quale stavo pensando di cancellarla.
Ma poi sono tornata in me.
Quella croce è importante.
Troppo.
E merita di vivere.

Di vivere per me, non per te.
Ma per me e solo per me.

Hai fatto altri tatuaggi?
E per chi?
Per quale motivo?

Sospiro.
Devo finirmela.
Sto entrando in paranoia totale. 
Non voglio.
E non posso.
Faccio in tempo a tirarmi su che bussano alla porta.
È Niall.
Lo so.
Sicuramente si scuserà.
Ma l'unica che deve scusarsi sono io.
Mi sono comportata da stronza.
Da egoista.
So che lui voleva e vuole aiutarmi.
E so che devo scusarmi.
< Avanti >.
< Posso? >.
Annuisco.
Mi siedo meglio facendolo sedere.
< Scusami Care >.
Cosa avevo detto che si sarebbe scusato?
E infatti... l'ha fatto.
Quando invece devo farlo io.
< Scusa tu > mi mordo il labbro inferiore < ti ho risposto di merda >.
< Ci stava... sei arrabbiata >.
Annuisco.
Sono arrabbiata.
Sì, tanto, tantissimo.
Ma non posso prendermela coi miei amici.
O con Niall come in questo caso.
< Ma non avrei dovuto prendermela con te >.
< Tranquilla > mi prende una mano.
< Comunque non parliamone più > mi suggerisce < sappi solo che rispetterò qualsiasi tua decisione >.
È importante per me averlo sentito.
Troppo.
Ma sì, cerchiamo di non pensarci.
Basta, quando si presenterà il problema vedremo come risolverò.
Vedrò come risolverlo.
Vedrò come andare avanti senza cadere.
< Grazie... è importante per me sapere di averti al mio fianco >.
< Io ci sono e ci sarò sempre >.
Annuisco.
< Che tu decida di tornare con Harry sia che tu decida di lasciartelo alle spalle >.
< Lo so grazie... posso contare su di te >.
< Anch'io su di te >.
Lo so.
Possiamo contare l'uno sull'altro.
Sempre e per sempre.
< Ti voglio bene Care >.
< Anche io Niall > lo abbraccio lasciando che mi accarezzi la schiena.
< Ora dobbiamo solo pensare al fatto che tra esattamente sei giorni sarai sposato >.
< Non mi ci far pensare > ridacchia nervoso.
Lo guardo < non dirmi che hai paura >.
< Sono solo agitato >.
< È normale, capita a tutti > poi gli tiro un buffetto < pensa solo a divertirti quel giorno >.
< Berremo come le spugne >.
< Immaginavo avresti risposto così >.
Ridiamo insieme.
Forte.
< Tu come testimone dovrai accompagnarmi >.
< Mi stai dicendo che dovrò ubriacarmi? >.
Annuisce.
< Farò questo sacrificio, solo per te >.
Ride < già vi vedo te e Payne a fare gli scemi >.
Già.
Anch'io mi ci vedo.
< Solo siate clementi quando farete il vostro discorso >.
Annuisco.
Sì, come no.
< Non ti garantisco nulla >.
Mi guarda e mi sorride.
E poi ci abbracciamo.
Non sono sola.
Devo ricordarmelo.
Sempre.
Sono circondata dall'amore.
A cui devo abbandonarmi.
Senza remore.


 
———

 
Mancano pochi giorni, veramente pochi.
Quattro.
E poi Niall e Gemma si sposano.
Mamma mia.
Siamo in fibrillazione.
Qui a casa non si fa altro che discutere di quel giorno.
Non si fa altro che fantasticare su come sarà etc.
Io sono emozionata.
Devo ammetterlo.
Sul serio.
Sarà che per questo matrimonio mi sono preparata tanto.
E bene.

Sarà che rappresenta il riscatto più grande dell'ultimo periodo della mia vita.

Sarà che farò vedere la mia forza.... fatto sta che sono pronta e non vedo l'ora.
Oggi io e Liam ci siamo visti per provare un'ultima volta.
E devo dire che ci siamo.
Anche con i discorsi da fare in Chiesa e al ristorante.
Tutto è perfetto.
Il mio abito mi entra a pennello.
Il trucco è già stato deciso, stessa cosa per i capelli.
Quindi attendiamo con ansia.
L'unica cosa che un po' mi spaventa sono i giorni dopo il matrimonio.
Niall e Gemma partiranno per la loro luna di miele ed io sarò sola, di nuovo.
Ma di questo non devo minimamente preoccuparmi perché ho già pensato a come ovviare al problema.
Chiederò a Tyler di stare un paio di giorni qui, con me.
Ha delle ferie accumulate, quindi non avrà problemi ad esaudire la mia richiesta.
Starò bene.
Starò con mio fratello e nel frattempo Niall e Gemma penseranno solo a divertirsi e a staccare la spina.
Vanno alle Maldive.
Meta consigliata dalla sottoscritta.
Modestamente.
E per fortuna visto che non avevano idee su dove andare.
Recupereranno il tempo perso.
Si distrarranno.
Ed io nel mentre continuerò a volermi bene.
Continuerò a camminare a testa alta.
E a riprendere in mano la mia vita.
Sì, ce la farò.
Probabilmente sarà dura il giorno del matrimonio.

Perché comunque sia inevitabilmente penserò all'assenza di una persona.

Lo so, so che non dovrei pensarci per niente.
Ma è anche vero che io e Harry siamo stati i primi ad essere informati di questo matrimonio.
Siamo stati i primi a gioire con loro.
E siamo stati chiamati a fare da testimoni.
Perciò sì, starò bene ma ci penserò.

Penserò al fatto che su quell'altare non ci sarai.
Al fatto che al posto di Liam dovresti esserci tu.
E via via.
Mi farà brutto percorrere la navata con la damigella, una cuginetta di Niall e non vederti sorridermi sull'altare.
Mi farà brutto non vederti abbracciare Niall e Gemma.
Non vederti brindare con noi.
Vederti fare foto con noi.
Vederti divertire con noi.
Ballare con noi.
Piangere e ridere con noi.
Mi farà brutto sapere che non vivrai un'altra giornata bella da ricordare per tutta la tua vita.

Ma... son dettagli.

Probabilmente sono solo miei pensieri e quel giorno nemmeno ci penserò.
Probabilmente sarò presa dal momento, occupata a fare del mio meglio piuttosto che pensare a te.
E al fatto che non sarai lì con noi.
Lì con me.
Sarò semplicemente felice.
Entusiasta.
Ed emozionata come non mai.
Sorrido.
Sì, sarà così.
E sarà bellissimo.
Senza piagnistei inutili.
Senza pensieri ad assillarmi la testa bacata che mi ritrovo.
Ma tanto...
Andrà tutto per il meglio.
Sarò coi miei amici, le mie famiglie.
E gli affetti più sinceri.
E starò alla grande.
Perché ormai sto bene, con me stessa e con gli altri.
Finalmente ho raggiunto il mio equilibrio.
Il mio benessere interiore ed esteriore.
E dovrò solo rilassarmi e divertirmi.
Senza pensare a nulla.
E a... nessuno.
Sobbalzo non appena vengo interrotta dai miei pensieri non appena il mio cellulare inizia a squillare.
Chi sarà che mi cerca?
< Pronto? >.
< Ehi >.
È Luke.
< Ehi, come stai? >.
Mi mordo il labbro inferiore.
Sarà ancora arrabbiato?
< Tranquilla, non sono arrabbiato >.
Ecco, mi legge nel pensiero.
Benedetto ragazzo.
< Mi leggi nella mente Luke? >.
< Può darsi > ridacchia forte facendomi ridere.
Dovrebbe essere arrabbiato.
E invece non lo è...
È veramente speciale.
Ha ragione Gemma.
Ha ragione Lerya.
Hanno ragione tutti.
< Anzi, stavo pensando >.
< A cosa? >.
< Ti va se ti rapisco per due orette? >.
< Per fare? > domando curiosa.
< Possibile mai che tu debba sempre conoscere tutti i dettagli? >.
< Sì > urlo.
< Non ti dirò nulla, dimmi solo di sì >.
Ci penso un attimo.
O faccio finta di pensarci.
Perché in realtà la decisione l'ho presa nell'esatto momento in cui ho visto il suo nome comparire sul display.
Sto bene con lui.
Le ore passano subito.
Non mi stanco mai di parlare e di raccontare aneddoti.
Ma soprattutto non mi stanco mai di ridere visto che con Luke si ride sempre.
< Care? >.
< Ah sì eccomi >.
Mannaggia a me e al mio sconnettermi dalla realtà.
< Allora? >.
< Allora ti do il permesso di rapirmi >.
< Lo sapevo >.
Rido < tu sai troppe cose di me Luke >.
Sospira < sarà perché ti voglio bene >.
< Sì sarà per quello >.
< Allora tra mezz'ora sono da te ok? >.
< Ok capo a dopo >.
Chiudo e appoggio il cellulare sul comodino.
Sono già pronta, quindi posso fare altro.
Tipo finire di vedere l'ultimo episodio che stavo vedendo prima.
O sistemare la mia camera.
O starmene in silenzio.
A godermi la solitudine.
A godermi il silenzio.
A godermi me stessa.
Ci penso un attimo ma poi decido che è il momento di vedere l'episodio.
Sì, Netflix sia.
Afferro il portatile e mi sistemo sul letto bella rilasciata.
Ma non faccio in tempo a cliccare su play che il mio cellulare squilla.

Chi diavolo osa disturbare la mia quiete?
Il mio momento di relax?
Sarà di nuovo Luke?
Mia madre?
Lerya?

Sorrido afferrando il cellulare.
Non ho il numero di chi mi sta chiamando.
Sconosciuto.
No, non rispondo.
È una mia abitudine.
Non rispondere a chiamate sconosciute.
Ma...

C'è qualcosa mi dice di farlo.

Mi dice di cliccare sul verde e non sul rosso.

'Non farlo' mi dico mentre aspetto che la chiamata finisca.
E che il telefono smetta di squillare.
E finalmente smette.
Clicco su play e mi metto a vedere la mia serie preferita.
Senza alcun pensiero.
Fino a che il cellulare non torna a squillare.
Ma cos'è oggi?
Basta.
Ora rispondo e ciaone.
Sarà qualche pubblicità.
Qualche compagnia telefonica e così via.
Ci fanno sempre, anche se ultimamente non mi è capitato.
Per fortuna, direi.
Afferro il cellulare e senza aspettare altro tempo rispondo con un secco 'chi è?'.

Niente.
Non risponde nessuno.

< Chi è? >.
Ci riprovo aspettando di sentire la solita voce dirmi 'ciao siamo delle compagnia telefonica x, stiamo informando i nostri clienti di una modifica e bla bla bla'.
Ma nulla.

Silenzio.

Un silenzio assordante.

Spaventoso.

Fino a che decido di riprovarci.
< Chi è? Sto per chiudere se nessuno risponde >.
Sospiro.
Basta.
Tolgo il cellulare dall'orecchio per chiudere quand'ecco una voce.
< Chi è? > domando un'ultima volta.
< Care? >.
< Sì > sbotto.
< Sono Harry > risponde la persona dall'altra parte.

Non è possibile.

Diamine, non è possibile vero?

È uno scherzo...

Di cattivo gusto ma pur sempre uno scherzo.

No?

< Harry? > chiedo < Harry chi? >.
Aspetto pochi secondi prima di sentire la voce ripetere < Care, sono Harry >.
Diversi brividi lungo la mia schiena non appena realizzo che sì ahimè si tratta proprio di lui.

Proprio... di te Harry.

Appoggio il cellulare sul letto mentre Harry domanda se sia in linea.

No.

Non posso.
Non posso farlo.

Chiudo la chiamata.

Non può essere vero.
Non può essere vero, giusto?

Mi do un pizzicotto per svegliarmi dall'incubo che sto vivendo ma niente.

È tutto vero.

Hai chiamato.

Mi hai chiamata.

Ed io dovrei essere felice.
Al settimo cielo.

Ma invece sono solo spaventata e confusa.

Perché hai chiamato?
Perché ti sei fatto vivo?
Perché?

Devi startene dove stai.
Non farti più sentire.

Perché io mi sto facendo una vita, capito?
Una vita senza di te, ma una vita felice.
Senza pensieri sicuramente.

Respiro lentamente.

Perché?
Perché hai chiamato?

Mi stendo sul letto e chiudo gli occhi.
'Andrà tutto bene'.
'Andrà tutto bene, ripeti con me' mi ripeto più volte, troppe volte.
Cercando di calmarmi.
Senza pensarci due secondi di più mi dirigo di sotto velocemente.
Entro in sala.
Sembro una pazza.
< Che succede? >.

Che succede?

Succede che sono in pieno panico.

< Mi ha chiamata Harry >.
< Sei seria? > domanda Niall.
Sì.
Sono seria, certo.
< Sì > mi siedo dando il cellulare a Gemma.
< E tu che hai fatto? >.
< Ho chiuso immediatamente > spiego.
< Che ti ha detto? >.
Guardo Niall e scuoto la testa < non lo so, appena ho realizzato che era lui sul serio ho chiuso >.
Inizio a tremare.
Così Gemma mi stringe a sé.
Dicendo che andrà tutto bene.
Che ho preso la decisione migliore.
E tante altre cose.
Ma io mi focalizzo su una cosa principalmente.
< Gemm, andrà tutto bene? >.
Annuisce.
Ed io chiudo gli occhi cercando di calmarmi, ancora... nuovamente.


Perché... andrà tutto bene, vero? 
   
   
   
   
   

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Capitolo 33
*** Ed ora? ***


Ci siamo.

Oggi Niall e Gemma si sposano.

Ed io... ho l'ansia.
Ho l'ansia di sbagliare qualunque cosa.
Pure le cose più semplici.
Ho paura di non essere all'altezza.
Ho paura di inciampare coi tacchi.
Ho paura di non ricordare cosa devo fare e cosa devo dire.
Ma... ci riuscirò.
Sì che ce la farò.
Per forza.
In questi mesi sono cresciuta.
Mi sono rialzata, rafforzata.
Quindi sarà più facile del previsto.

No?

Esco dalla mia stanza.
Praticamente Gemma è quasi pronta ed io ancora sono praticamente struccata e svestita.
Percorro il corridoio e salgo le scale per poi arrivare in camera di Gemma dove entro col mio cappuccino in mano.
Il mio salvatore praticamente.
Ieri sera ho festeggiato con Liam, Louis e Niall e abbiamo alzato un po' il gomito.
Molto, a dire il vero.
Ma tutto si risolverà.
Grazie al mio fantastico cappuccino.
Perché si sa il caffè aiuta sempre.
In ogni caso.
< Hai delle occhiaie clamorose >.
Annuisco prima di entrare nel camerino e uscire con in mano la mia vestaglia.
< Care, la vestaglia > ridacchia Gemma indicandomi.
Ah giusto.
La vestaglia.
Non posso andare in giro mezza nuda solo con le mutande e il reggiseno.
Porto una mano sulla testa e ridendo infilo la vestaglia rosa per poi sedermi sulla sedia, in modo più che sgraziato.
< Stai bene? > mi chiede Gemma mentre io sorseggio un po' del mio cappuccino.
< In realtà sto una merda >.
< Posso sapere che avete combinato ieri sera tu e gli altri tre scellerati? >.
Rido.
< Ho visto Liam prima ed è messo peggio di te >.
Alla grande allora...
< Mica dovrò sostituire i miei testimoni? >.
Scuoto la testa < no, tranquilla stiamo bene... dobbiamo solo smaltire la sbronza di ieri sera > spiego per poi voltarmi non appena il fotografo mi chiede se posso girarmi per scattare delle foto.
Faccio come mi ha detto anche se non ne ho per niente voglia e poi mi volto verso Gemma facendo lamentare il parrucchiere che intanto ha iniziato ad acconciare i miei capelli.
< Niall è vivo almeno? >.
Rido pensando a come Niall si sarà svegliato.
Ci è andato giù pesante, molto a dire il vero.
Ma starà bene, starà alla grande.
< Starà bene dopo qualche caffè > sghignazzo iniziando a raccontare di come la serata da tranquilla si è trasformata in una serata stile 'notte da leoni'.
Io ho bevuto ma ho cercato di contenermi, cosa che gli altri tre non hanno fatto.
< Che vuol dire che starà bene dopo qualche tazza di caffè? >.
< Quello che ho detto Gemm > dico, poi senza avvertire il parrucchiere mi avvicino a lei con la sedia mentre il fotografo scatta foto su foto e la tranquillizzo < sul serio, stai tranquilla... ha solo bevuto qualche bicchiere di più >.
< Solo? > domanda ironica per poi sospirare < come devo fare con voi? >.
< Ci ami per questo e lo sai >.
Annuisce ed io le accarezzo una mano < pensa solo che tra poco sarai la signora Horan >.
< Ho una fottuta paura >.
Faccio un cenno con la mano per poi tornare al mio posto < non devi, fidati andrà tutto meravigliosamente bene >.
< Sei sicura? >.
< Bhe ovvio, cosa potrebbe andare storto? >.
Silenzio.
La guardo con la coda dell'occhio e capisco.
Capisco la sua paura.
Capisco cosa la turba.
Teme che possa essere lasciata sull'altare.

Com'è successo a me il 28 di giugno.

Ok, è vero.
È un'esperienza che ha segnato tutti, me compresa.
Ma Gemma deve stare tranquilla.
Niall la ama.
E non farebbe mai una cosa del genere.

Perché... perché semplicemente non è il suo amico.

Sorrido < Gemm, Niall non ti lascerà sull'altare se è quello che pensi >.
< Non pensavo a questo >.
< Ah no? > domando ridendo.
< No... > tentenna.
< Fidati che non ti capiterà quello che è capitato a te >.
< E chi te lo dice? > si volta preoccupata < e se avesse cambiato idea? >.
Sto per ribattere ma lei mi ferma < potrebbe succedere chi lo sa >.
< Scusa > mi scuso col parrucchiere che sbuffa per poi girarmi e guardarla dritta negli occhi < Gemm Niall a differenza di Harry ti ama >.
< Dici? >.
< Dico, dico >.
< E comunque anche Harry ti amava >.
< Hai detto bene, mi amava > sospiro < verbo al passato >.
Per un attimo ho paura di crollare.
Per un solo attimo temo che il ricordo possa farmi soffrire.
Ma poi mi ricordo che oggi si celebra l'amore con la A maiuscola e che devo essere felice.
Felice come non mai.
E radiosa come sempre sono stata.
Così decido di mettere da parte il passato per concentrarmi su quello che so essere il presente.
< Gemm >.
Annuisce prima che io le chieda < possiamo non parlare di Harry, ti va? >.
Mi sorride < direi che è perfetto >.
Annuisco.
< Inoltre direi che ti conviene stare ferma altrimenti Gabriel ti staccherà la testa >.
Rido e ridiamo tutti, parrucchiere compreso.
Guardo davanti lo specchio e sorrido.

Oggi sarà una giornata da ricordare per sempre.
Una giornata di sana felicità.
Una giornata di risate, di pianti perché no e di abbracci.
Una giornata da portare nel cuore.
Oggi, domani e per sempre.

< Sappi solo che sono contenta di essere la tua testimone >.
< Ed io sono contenta di avertelo chiesto >.
< Care, puoi chiudere gli occhi così inizio a truccarti? >.
< Sì, anche perché siamo in ritardo > mi correggo < sono in ritardo >.
< Farò in un lampo > mi rassicura la truccatrice.
Chiudo gli occhi.
Siamo in ritardo.
Ma tutto andrà a meraviglia.

Vero?
Vero.

< Nude, giusto? >.
< Sì, nude > conferma Gemma < poco trucco >.
< È bella già così > aggiunge la truccatrice.
< Grazie ma fidati oggi hai un bell'affare da risolvere... le mie occhiaie e i mille postumi della sbronza >.
< Hai una pelle talmente bella, cosa fai per mantenerla sana? >.
< In realtà nulla > ammetto < non mi sono mai curata di estetica >.
< Bhe, complimenti > poi mi chiede di voltarmi leggermente.
Un ciuffo ribelle cade sul mio viso ed io lo sposto con la mano.
< Bello >.
Sono confusa < cosa? >.
< Il tatuaggio sulla mano >.
Ah.
< Grazie mille >.
< Ha un significato particolare? >.
Respiro lentamente.

Non potrebbe solo fare il suo dannato lavoro?
Perché impicciarsi?
Perché farmi una domanda del genere?

'Rispondi e pensa ad altro per favore' mi ripeto diverse volte prima di rispondere.
< È un tatuaggio che ho fatto per il mio ragazzo > mi schiarisco la voce < in effetti ex ragazzo >.
< Oddio, scusami non lo sapevo >.
< Tranquilla > la rassicuro prima di chiudermi in un silenzio di tomba fino a che non ha finito di truccarmi.
Dopo dieci minuti abbondanti.
Ma ci sta.
Aveva molto lavoro da fare.
Molto.
Apro gli occhi.
E rimango di sasso.
Mi miro meglio allo specchio.
Wow.
Sono... bellissima.
Accidenti.
Non, non posso crederci.
Perché non pensavo di potermi vedere così bella.
Non dopo questo periodo del cavolo.
Mi volto verso la truccatrice.
Ok, sarà stata poco fine nel chiedermi cose riguardanti la mia vita.
Ma è anche vero che non lo sapeva.
Quindi non posso prendermela con lei ma solo con me stessa.
Per essermi fatta rabbuiare ancora una volta, in un giorno così speciale.
E importante.
< Grazie mille, hai fatto un lavoro impeccabile > ringrazio la truccatrice che inizia a mettere apposto tutto ciò che ha usato.
< Avevi già un'ottima partenza >.
< Ossia? > domando non capendo.
< Te, sei bellissima > mi sorride.
Annuisco per poi essere trascinata da Gemma nel camerino.
Letteralmente.
< Vieni, ti aiuto a mettere prima il tuo vestito >.
Faccio come mi ha ordinato e togliendo la vestaglia lascio che mi aiuti ad allacciare il vestito dietro.
< Ti sta un incanto >.
< Oh, lo so > ridacchio sorniona.
Meglio stemperare l'aria.
No?
< Infila il tuo adesso > indico il vestito per poi avvicinarmi.
Purtroppo senza rendermene conto una lacrima scende a bagnarmi la guancia.
Purtroppo vedere l'abito da sposa ha ricordato il mio.
Ha ricordato le emozioni provate.
Le lacrime di gioia versate e quelle di rabbia.
Mi ha ricordato del momento più bello della mia vita.
Ma anche il momento più brutto.

Ah Harry.

Harry, accidenti a te.

A quest'ora sarei dovuta essere felice.
Forse emozionata ma pur sempre felice.
Felice perché al mio fianco ci saresti stato tu.

È tutta colpa tua.

Ancora una volta.
Come sempre. 

 
Vedere l'abito...

Ha riaperto una ferita purtroppo ancora non rimarginata.
Una ferita fresca.
Che io lo voglia o meno.
Ma e ovviamente c'è un ma.
Devo stare calma e respirare.
E tutto andrà bene.
Come sempre.

< Ehi, tutto bene? > mi chiede lei girandosi.

Dannazione.
Dannazione, non posso piangere.
Non qui, con Gemma davanti.
No.
Dovrò aspettare.

Le mie lacrime dovranno aspettare.

Annuisco.
< Sicura? >.
Annuisco di nuovo.
< Scusami è che mi sono emozionata >.
Le sorrido < stai per sposarti Gemma Styles >.
Annuisce.
< Scusami, sto bene è che sono emozionata per voi > la conforto.
Ma lei mi conosce troppo bene...
Troppo.
Infatti mi chiede semplicemente < sicura non si tratti di Harry? >.

Harry.
Harry, Harry.

Sempre di te si deve parlare.

Basta così.
Sono stufa.
Oggi è la giornata di Gemma e Niall.
Ed io devo farmi passare quello che provo.
Conto fino a dieci.
< No, no... >.
Speriamo se la beva.
< Se vuoi parlare sono qui >.
Mi tocca una mano < so che non dev'essere facile per te vivere questo giorno >.
No, in effetti no.
Non è facile per niente.
Ma andiamo... stiamo parlando di Gemma e Niall, non di me.
Quindi cerchiamo di pensare a loro e basta.
Io devo cercare di pensare a loro e basta.
< No, non è facile... ma non riguarda me oggi >.
< Sì ok, ma sul serio se vuoi sono qui >.
La ringrazio < pensiamo a te e al fatto che dovremmo smuoverci visto che siamo in ritardo >.
< Hai ragione ma non ti lascio andare se so che stai male >.
Ecco, lo sapevo.
Lo sapevo che se mi fossi fatta vedere un po' triste lei avrebbe cominciato a preoccuparsi.
Ma oggi, sul serio, non si tratta di me.
Tutta l'attenzione dev'essere su di loro.
E sul loro momento magico, speciale.
Non sono mica io la protagonista, ma lei.
E così deve essere.
< Gemm, fidati sto bene >.
Porto una mano sul mio cuore per far reggere la mia teoria.

Perché pur sempre di teoria sia tratta...

< Lo sai che ti voglio bene vero? >.
Annuisce < anch'io, per me sei come una sorella >.
Lascio scorrere delle lacrime che sto trattenendo da tempo.
< Allora per una volta pensiamo a te e a Niall, ti prego >.
< Sì ma... >.
Scuoto la testa.
Non ci sono ma che tengano.
< Non ci sono ma che tengano, basta >.
Annuisce poco convinta ma il fatto che annuisca è già una vittoria.
Seppur piccola.
< Caroline sei speciale, sul serio >.
Ridacchio asciugando le lacrime < basta, altrimenti il lavoro della truccatrice sarà sprecato >.
< Non credi? > asciugo anche le sue lacrime prima di sobbalzare non appena Anne urla che siamo in mega ritardo.
Ecco, appunto.
Siamo in ritardo e stiamo perdendo tempo a frignare.
Respiro.
Sì, basta così.
È ora di andare.
< Dai, usciamo di qui prima che tua madre dia di matto >.
< Sì... hai ragione >.
Ridiamo per poi uscire e salutare tutti andando verso l'ingresso dove saluto Tim e i domestici.
< Caroline, stai divinamente >.
< Grazie Tim >.
< Stai benissimo >.
Sorrido.
< Diciamo di sì >.
< E tu Gemma sei una sposa coi fiocchi, i nostri migliori auguri >.
Sbatto le palpebre.
Mi sembra di rivivere la scena del mio matrimonio.
Ma è solamente un déjà-vu.
Sorrido a tutti per poi uscire ed abbracciare Desmond ed Anne che vedendo la figlia piange.
< Siete splendide >.
< Grazie Desmond, ma oggi l'attenzione è su Gemm >.
Mi volto non appena il fotografo mi chiama.
Un'altra foto sia... d'altronde ha scattato foto su foto da stamattina.
Che oddio.
Già sono stufa, a dire il vero.
Ma sorrido.
Perché oggi si celebra l'amore.
Ed io amo l'amore.
L'ho sempre amato.
E continuerò a farlo.
< Andiamo >.
Mi infilo nella limousine.
< Stai calma, andrà tutto benissimo >.
Sorrido a Gemma.
Ma in realtà dentro di me, sto morendo lentamente.
Il pensiero di entrare in quella chiesa... mi mette una strana agitazione addosso.
Ma credo sia normale.

No?
Sbaglio?

< Lo sai vero che senza di te sarei semplicemente impazzita? >.
Rido.
Certo, come no...
Io sarei impazzita senza di lei.
E non il contrario.
Guardo fuori e deglutisco.
Sto per entrare nella... nella mia chiesa.
E non so come potrò reagire.

Ma spero bene.

< Tutto ok? >.
Mi volto verso Gemma < sì, sono solo agitata >.
< Anch'io, visto che siamo arrivati >.
Scendo dalla macchina e guardo la chiesa davanti a me.

Mi sembra surreale.
Trovarmi qui, all'inizio delle scale.
Come esattamente tre mesi fa.
Solo che a differenza di tre mesi fa non avrò Harry ad aspettarmi sull'altare.
E sempre Harry a lasciarmi lì, come una fessa facendomi vivere un incubo più che il sogno della mia vita.

Respiro lentamente.
Devo farlo, se non voglio mandare tutto all'aria.
E ovviamente non voglio.
Ho lavorato tanto per rimettere insieme i miei pezzi, per rialzarmi che posso solo mostrare fiera a tutti il mio lavoro.
< Venite qui > ci fa un cenno con la mano Desmond.
Mi avvicino e per poco non mi sciolgo quando inizia a parlare < sono veramente emozionato tant'è che non riesco a parlare ma voglio solo dirvi che vi voglio bene >.
< Sei forte Care > mi sussurra Gemm facendomi sciogliere.
Mi lascio baciare su una guancia prima di iniziare a salire le scale.
Se cado ora, sono morta.
'Shh, rilassati'.
Mi do forza e poi tutto... inizia.
Salgo gli scalini mentre la musica 'perfect' di Ed Sheeran parte.
La musica di entrata di Gemm.


'I found a love for me...
Darling just dive right in
And follow my lead'.



Salgo l'ultimo scalino e guardo Niall sorridermi.
È semplicemente splendido nel suo smoking nero.
È mozzafiato.
Come sempre.
Senza parlare porto una mano sul cuore e gli mimo un ti voglio bene che so capirà.
Mi volto non appena la bambina che mi accompagna si avvicina felice.
È la cuginetta di Niall.
Ed è adorabile.
Sul serio.
Le afferro la mano prima di camminare, voltandomi ogni tanto per salutare i parenti Styles, o i parenti Horan e via dicendo.


'Well I found a girl beautiful and sweet
I never knew you were the someone waiting for me'.



< Sei uno schianto > sussurra mio fratello mentre madre semplicemente... piange.
Strano eh?
< Vai Care > fa il tifo mio padre portando un pugno in alto facendomi ridere.
Forse, non sarà troppo difficile no?
Ho tutti i miei amici e parenti a ricordarmi che sono forte.
Eh sì, Dio solo sa se lo sono.
Ho superato un momento difficile rialzandomi e sorridendo, come ho sempre fatto.
Guardo avanti e sorrido a Liam.
Sì, sono pronta.
Sono pronta.
Sul serio.
Ora lo so.
Diamine se lo so...
Ho Liam al mio fianco.
E come ho già detto non potrebbe andarmi meglio.
È bellissimo.
Saremo bellissimi.
Io col mio abito rosa mozzafiato e lui col suo smoking blu notte.
Divino.
I capelli pettinati indietro.
E le labbra stese in un sorriso.
Gli sorrido di nuovo.
Visto?
È più facile del previsto ed io che pensavo avrei rovinato tutto...
Invece... no.
Perché tutto sta andando al meglio.
Continuo a camminare sorridendo ogni tanto alla bambina al mio fianco.


'Cause we were just kids when we fell in love
Not knowing what it was
I will not give you up this time
But darling, just kiss me slow, your heart is all I own
And in your eyes you're holding mine'.



Cammino avanzando fiera.
Non inciampando nemmeno.
Che soddisfazione.
Sono quasi arrivata.
Ce l'ho quasi fatta.
Sono una grande!
Sì, sì, sì.
Dopo mi complimenterò con me stessa.
Sì che lo farò.
Sorrido a destra felice come una Pasqua.
Mi volto verso sinistra e sorrido a Anne che invece mi guarda... veramente preoccupata.

Che succede?

Che... succede?

Respiro imponendo di calmarmi.
Trecento volte.
Continuo a camminare.
Ma inizio seriamente a preoccuparmi.

Perché dovrebbe essere preoccupata?

Perché?

Ok, la figlia si sposa e lei è agitata.
Ci sta.
Ma adesso mi sembra esagerato.

No?

Guardo in direzione di Liam per calmarmi.
Perché ne ho bisogno.
Ma finisco solo con l'agitarmi di più.
'Stai tranquilla dannazione'.
Respiro.

Liam non c'è.

Dov'è?
Dove si è cacciato?
Ah, quanto vorrei urlare!
Dov'è finito il mio partner?

'Magari è in bagno'.
Sì, sarà andato in bagno.
Liam è peggio di me e va trecento volte al bagno.
Soprattutto quando è agitato. 

 
Liam.

Liam?

Continuo a non capire, ma continuo a camminare.
D'altronde è il mio ruolo di damigella oltre che di testimone.
Mi volto verso sinistra per vedere Anne se si è calmata e mi sento male.
Liam è lì, vicino ad Anne.

Liam è lì, vicino a lei... ci rendiamo conto?

Che diavolo ci fa lì?

< Scusami Care > mima col labiale.
Non capisco.
Sono veramente confusa.

Se Liam è seduto... chi c'è a fianco di Niall?


'Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms
Barefoot on the grass, listening to our favorite song
When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath
But you heard it, darling, you look perfect tonight'.



Percorro l'ultimo tratto della navata.
Magari Liam doveva ancora sistemarsi e si è un attimo seduto lì.

Perché no?
Perché... non potrebbe essere?

'È una stupidata la tua idea'.
Sì che lo è.
Ma cerco di non pensarci e do adito alla mia teoria.
Annuisco auto convincendomi.
Inizio a tentennare coi tacchi.

Che diavolo succede?

Guardo di nuovo Anne che ha uno sguardo vitreo.
Come se...

Oh, no.
Come se avesse visto un fantasma.

Faccio un ultimo passo prima di trovarmi di fronte Niall.
Vicino a lui c'è una persona leggermente girata.
Non riesco a vederla.

Oddio.

Non è che Liam si è fatto prendere dal panico e ha fatto cambio con qualcuno?
Potrebbe... essere?
Vedo Niall guardarmi strano e non capisco.
Ma non appena la persona al suo fianco si gira... ho un mancamento.


Harry.

Che ci fa qui?

Harry.

Che diavolo... ci fa qui Harry?

Lo guardo per un breve istante e le mie tremila paura si fanno vive.
I nostri sguardi si incrociano ed io rischio veramente un collasso seduta stante.
Ho già detto che le mie paure si fanno vive ed è vero.
Così come i pensieri, i dubbi e i tre mesi infernali... e così prendo l'unica decisione che mi sembra la più giusta.
Anche se so essere la più sbagliata.
Lascio la mano della bambina, così come il bouquet e inizio a correre.

Correre lontana dai miei problemi.

Lontana dalla mia vita passata.
Lontana da... lui.

Sento chiamarmi ma a me non importa.
Corro fuori dalla chiesa rischiando di cadere e farmi male.
E mi appoggio al muro portando una mano al cuore, che in questo momento rischia di saltare fuori.

Non è possibile che Harry fottuto Styles sia tornato, proprio oggi.

Sarà uno scherzo.
Vero?
Rivedo i suoi occhi e capisco che non si tratta di uno scherzo ma semplicemente della verità.

Harry Styles è qui.

Ed io non so come gestire la cosa.
'Devi calmarti' mi ripete la solita vocina che in questo momento non mi è di grande aiuto.

Lo so anch'io che devo calmarmi ma come faccio?
Qualcuno riesce a spiegarmelo?
Come faccio a calmarmi quando in chiesa c'è lui... lui che non doveva esserci nemmeno.

Mannaggia a lui.

Tutto sarebbe andato per il meglio, io e Liam a sostenere Gemma e Niall.

Io e Liam.

Non io ed... Harry.

Se solo ci penso mi sento male.
Mi sento mancare.
E non scherzo.

Come farò ad affrontare la celebrazione?
Come farò a non urlargli contro?
Come farò a guardarlo negli occhi?

Dopo tutto questo tempo... non ci voleva.

No, no e ancora no diamine.

Sarebbe tutto filato liscio e invece eccolo qua a rovinare tutto.
A rovinare una giornata che sarebbe dovuta essere bellissima.
'Devo calmarmi' mi ripeto prima che qualcuno urli il mio nome.
So già di chi si tratta.
Gemma e Desmond.
Giustamente vengono a vedere come sto.
Immagino in chiesa i numerosi commentini.
Immagino proprio...
< Care > si avvicinano.
Li guardo incapace di proferire parola.
< Stai bene? >.
No, non sto bene per niente ma sorvoliamo.
< In effetti no > affermo infine.
< Ci sono rimasta male quanto te > mi consola Gemma grattandosi la testa < purtroppo è il bello e il brutto di Harry >.
< Essere un coglione? >.
< Presentarsi all'improvviso > afferma.
Annuisco.
Ha ragione.
Ha ragione cavoli.
Lo dovevo immaginare che si sarebbe presentato.
Dai... era prevedibile.
Ed io sono proprio una stupida.
Poteva mai essere che non si presentava al matrimonio della sorella?
Scuoto la testa.
Sono stata proprio una scema a non pensarci prima.
Almeno mi sarei preparata.
Avrei studiato come comportarmi.

Invece così... mi trovo semplicemente allo sbaraglio.

< Tu lo sapevi Des? > gli domando ma vedendo la sua faccia la risposta è abbastanza chiara.
Nessuno sapeva di questa sua comparsa.
Logico.
Tipico di Harry.
Non avvisare e combinare casini a tutto spiano.
< No Care, non sapevamo nulla... ce lo siam trovati lì senza nemmeno saperlo >.
< Ok, ascoltami bene > Gemma si avvicina < se vuoi possiamo rimandare il matrimonio perché capisco che non dev'essere facile per te >.

Eh?
No, non esiste.
Nessuno rimanda niente.

È oggi il giorno del loro matrimonio.

E così sarà.

< Sul serio Care, a me non importa rimandare >.
Scuoto la testa.

No.
No e ancora no.

La guardo.
C'è sempre stata per me.
Sempre.
Mi ha rialzata e protetta ogni santo giorno.
Si è presa cura di me.
Ha pensato prima a me che a lei.
Ed io devo farcela.

Per lei.
Per Niall e per me.

Sì, devo farcela.
Sono forte.

< Gemm > le prendo una mano < no, non dobbiamo rimandare nulla >.
< Ma... > la blocco.
Nessun ma.
< Nessun ma Gemma, non possiamo farci rovinare una giornata bella >.
Mi indico < io non posso farmi rovinare così >.
Poi confido a cuore aperto < tu e Niall ci siete sempre stati per me, sempre ed io oggi voglio essere al vostro fianco più che mai perché sono forte >.
< Che sei forte non ci piove >.
Faccio una smorfia.
Spero di esserlo almeno.
< Ce la posso fare, sul serio >.
Mi passo una mano tra i capelli.
< Starò bene vedrete >.
Gemma annuisce.
< Sei come una sorella per me ed oggi non ti abbandono >.
Gemma mi abbraccia < sei speciale ma già lo sai >.
< Anche tu >.
< Quindi sei sicura? >.
Annuisco < sì, non lo ripeto più... mi sono preparata per essere una testimone modello e non sarà Harry Styles a mandare all'aria il lavoro fatto >.
Le do un bacio veloce su una guancia.
< Andiamo allora Gemma Styles Horan >.
Ridacchia ed io faccio la stessa cosa.
Inizio a salire le scale fino ad arrivare all'ultimo scalino.
I sussurri finiscono.
Strano eh che stavano parlando di me.
Probabilmente pensavano che avrei abbandonato i miei amici.
E invece tataaan, sorpresa.
Io non li abbandono.
Sono e sarò al loro fianco.
Sorrido a Niall che mi chiede se stia bene.
Annuisco e gli mimo che sto bene.
Che ce la farò.
Do l'ok per far partire la musica.
E tutto rinizia.
La cuginetta di Niall mi passa il mio bouquet sorridendo.
La guardo e le sorrido.
E poi inizio a camminare.


'I found a love for me
Darling just dive right in
And follow my lead'.



Mia madre mi osserva da capo a piedi.
Ha paura di come possa reagire e anch'io.
Lo ammetto.
Mi volto verso destra e saluto Luke che mi sorride a trentadue denti.
Fortuna lui oggi.
Sarà la mia salvezza oltre che tutti gli altri.
Avanzo e guardo avanti vedendo Niall visibilmente emozionato.


'Well I found a girl beautiful and sweet
I never knew you were the someone waiting for me'.



Gli sorrido ma poi mi agito.
Sento i suoi occhi scrutarmi.
Percorrere ogni centimetro del mio corpo e ciò non aiuta.

No, no, che non aiuta.

Scaccio via questo pensiero.
Altrimenti manderò tutto all'aria.
E non posso, non ora che ho deciso di combattere, di lottare contro i ricordi e contro il mio dolore.


'Cause we were just kids when we fell in love
Not knowing what it was
I will not give you up this time
But darling, just kiss me slow, your heart is all I own
And in your eyes you're holding mine'.



Certo che...
È proprio bello.
Forse addirittura più bello di quanto lo fosse tre mesi fa.
Sarà lo smoking che gli calza a pennello.
Sarà il fisico scolpito.
Sarà il nuovo taglio di capelli.
Fatto sta che è bello.
Con la coda dell'occhio lo guardo.
O meglio continuo a guardarlo.
Perfetto, come sempre.
E quegli occhi...
E le labbra, per non parlare di quelle labbra.
'Fattela finita Smith'.
Giusto, devo farmela finita.
'Non ti ricordi il male che ti ha fatto?'.

Oh, sì. 

 
   
   
Sì che mi ricordo.
E a questo devo appellarmi.

Mi ha fatto del male.

Quindi bello che sia resta uno stronzo.
Il più grande stronzo sulla faccia della Terra.
Ecco.

Mi volto verso sinistra, precisamente verso Anne.
Povera.
È rimasta sotto shock.
Peggio di me probabilmente.
Lo vedo dai suoi occhi e lo percepisco dai suoi movimenti.
Mi sussurra un 'ce la fai, sei forte'.
Ed io lo apprezzo tantissimo.
Perché è ciò di cui ho bisogno ora per andare avanti.
E per non mollare tutto.
Cammino per un altro metro prima di sistemarmi al mio posto.
Aspettando Gemma che sorride a Niall da strainnamorata qual è.
Magari se mi concentro su di lei e Niall non penso al fatto che lui sia qui.
Qui, con noi.

Come se niente fosse.
Come se tre mesi fa non mi avesse abbandonata.
Umiliata e trattata come un sacco della spazzatura.


'Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms
Barefoot on the grass, listening to our favorite song
When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath
But you heard it, darling, you look perfect tonight'.



Le sorrido non appena mi si avvicina.
Padre James ci saluta tutti col suo solito modo affabile.
Fortuna lui che è sempre sorridente.
Fortuna lui che dà sempre gioia e sicurezza.
E speriamo che me la dia a me questa bellissima sicurezza.
< Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo >.
< Amen > diciamo tutti in coro.
Padre James si avvicina a Gemma e Niall sorridendo, come sempre d'altronde.
< Cari familiari, amici, parenti e invitati siamo qui oggi per celebrare l'unione in matrimonio di questi due ragazzi >.
Indica Gemma e Niall < Niall James Horan e Gemma Styles >.
Entrambi sono molto emozionati.
Si vede.
Hanno gli occhi lucidi, come se potessero piangere da un momento all'altro.
Che emozione.
Anch'io sorrido.
Ma ad un tratto uno 'pss' mi distrae.
Guardo con la coda dell'occhio se gli altri mi stanno chiamando.
Ma nulla.
Un altro 'pss' mi costringe a voltarmi e a capire chi è che mi chiama.

Chi poteva essere se non lui?
Quel grandissimo scassapalle?
Quel troglodita?

Mi schiarisco la voce.
Magari così capisce che deve farsela finita.

Anche perché... che vuole?
Non può aspettare?

Alzo gli occhi al cielo ma cerco di mantenere la calma.
Nel frattempo Padre James continua con le formule della celebrazione.
< Carissimi Niall James Horan e Gemma Styles siete venuti insieme nella casa del Padre, perché la vostra decisione di unirvi in matrimonio riceva il suo sigillo e la sua consacrazione davanti al ministro della Chiesa e davanti alla comunità... >.
'Care'.

Oddio.

Ancora?

Dopo lo pss siamo passati al nome.
Che palle.

Ma perché non può starsene zitto per una santa volta?
Perché deve farmi arrabbiare nella casa del Signore?
Perché deve chiamarmi?

Non ne ha il diritto.
Non più.
Mi dispiace.

Mi gratto nervosamente una mano perché la sua richiesta di attirare l'attenzione continua.
Conto fino a dieci ma alla fine esplodo.
Lo guardo e seria dico < senti, se non hai rispetto per me va bene, ma almeno abbi rispetto per Gemma e Niall >.
Lo vedo sorridere.
Smorfioso.

Cos'è?
Pensa che scherzi?

Perché si sbaglia di grosso il ragazzo.
Avoglia, se si sbaglia...
Sono seria.
Serissima.
Forse ha bisogno di una spintarella per capire che non sto scherzando affatto.
A muso duro continuo < sta' zitto >.
Mi gratto nervosamente la testa mentre tutti sono in silenzio.
Devo aver fatto la figura della ridicola.
Perché forse... sono ridicola.
O forse addirittura senza il forse.
Ho esagerato probabilmente.
Guardo Padre James < mi scusi Padre James, non succederà più >.
Padre James mi sorride.
Poi guardo un attimo Harry per poi distogliere l'attenzione e portare lo sguardo in basso.
Andiamo bene.
Siamo solo all'inizio ed io già ho perso la pazienza.
Andiamo bene...

Se ora abbiamo iniziato così, come finiremo la giornata?
Lo prenderò a schiaffi?
Gli tirerò un cazzotto?
Sinceramente ho paura di scoprirlo.
Ma ora... ora devo concentrarmi sul mio ruolo di testimone.
Solo su quello.

Lui può aspettare.

Padre James continua < Niall James Horan e Gemma Styles siete venuti a contrarre matrimonio in piena libertà, senza alcuna costrizione, pienamente consapevoli del significato della vostra decisione? >.
Gemma e Niall si guardano e poi rispondono fieri < sì >.
< Siete disposti, nella nuova via del matrimonio, ad amarvi e onorarvi l'un l'altro per tutta la vita? >.
Gli sposi rispondono di sì .
< Siete disposti ad accogliere responsabilmente e con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa? >.
Una lacrima bagna la guancia di Gemma che Niall prontamente asciuga < sì >.
Padre James sorride < adesso prima del consenso chiamo qui davanti al nostro Cristo Signore i vostri testimoni per le loro promesse >, si volta < Caroline Smith e Harold Edward Styles >.
Ok, ci siamo.
Qui non devo sbagliare.
Non devo fare mosse azzardate.
Devo solo rimanere il più calma possibile.
E tutto andrà alla grande.
< Prego > ci invita a raggiungere il centro.
Cammino in avanti cercando di non cadere e guardo Harry < siccome non dovevi nemmeno esserci perché al tuo posto doveva esserci Liam segui attentamente quello che dico e aziona il cervello >.
Annuisce e sorride flebilmente.

Fanculo, idiota. 

< Avanti Caroline >.
Annuisco a Padre James e inizio a ripetere la frase che ho imparato a memoria < io la qui presente Caroline Smith prometto a te... >.
Padre James mi interrompe.
< La mano Caroline >.
Alzo gli occhi al cielo < è proprio necessario? >.
Annuisce.
Respiro prima di dargli la mano.
< Io la qui presente Caroline Smith prometto a te Harold... > vengo interrotta, di nuovo.

E adesso cosa ho sbagliato?

< Caroline non sono io il testimone ma Harry, guarda lui non me > spiega Padre James mentre io mentalmente inizio a maledire tutto ciò.

Perché a me?
Perché?

< Caroline >.
Lo guardo < è proprio necessario? >.
Sento qualcuno ridere, così mi volto per vedere di chi si tratta.
È mio fratello che mi invita a fare quello che mi è stato ordinato da Padre James.
Respiro lentamente per poi obbedire.
Guardo Harry e sprezzante ripeto la frase.
< Io la qui presente Caroline Smith prometto a te Harold Edward Styles di aiutarti in ogni momento di difficoltà e di consigliarti ogni volta in cui ne avrai bisogno > prendo fiato < conta pure su di me quando non ti sentirai all'altezza del nostro compito perché sarò lì a rialzarti e a darti coraggio, per sempre >.

Ce l'ho fatta.
Sì, cavolo!
Ce l'ho fatta, ce l'ho fatta.

< Ora Harry tocca a te >.
Vedo Harry tentennare.
Ma poi stringe la mia mano e ripete le mie stesse frasi < io il qui presente Harold Edward Styles prometto a te Caroline Smith di aiutarti in ogni momento di difficoltà e di consigliarti ogni volta in cui ne avrai bisogno > stringe di più la mia mano.
Per un attimo il mio cuore ha un tuffo nel passato.
I suoi occhi così limpidi mi arrivano dritti all'anima.

Quanto amo questi occhi, solo Dio lo sa.

'Fermati, non iniziare'.
Sì, non devo concentrarmi su quei bellissimi occhi.

No, io ce l'ho con lui.

Tre mesi fa mi ha lasciata qui, come una stupida.

< Conta pure su di me quando non ti sentirai all'altezza del nostro compito perché sarò lì a rialzarti e a darti coraggio, per sempre >.
Lo guardo dritta negli occhi e senza rendermene conto mi sfugge una risata.
< Sicuro che non scapperai prima come hai già fatto? > domando ironica mentre lo vedo cedere.
< Caroline io... >.
< Tu niente > affermo prima di voltarmi lasciando la sua mano.
Non voglio nemmeno guardarlo.
Ha promesso di non abbandonarmi.

Ma siamo sicuri?
Siamo sicuri che non lo faccia di nuovo?
Chi mi assicura?

Nessuno.

Padre James riprende la celebrazione ed io dal mio posto penso a quanto tutto questo sia sbagliato.
Non dico il matrimonio di Niall e Gemma.

Ma... io e Harry.

Qui, insieme.
A fare i testimoni di nozze.
Ed è tutto un incubo.
Un'assurdità.
Bella e buona.

Ma pur sempre un'assurdità.


 
———
 
 

 
Afferro il mio gin tonic e ne mando giù un bel sorso.
Ne ho un disperato bisogno.
Siamo arrivati al ristorante, finalmente una parte della giornata è andata.
Dico fortunatamente perché non so come avrei potuto reagire.
Durante il consenso da parte degli sposi ho pianto.
E ho pianto anche quando Padre James ha chiesto a Niall se prendeva Gemma come sua sposa.

Ho pianto perché ho ricordato quel momento.

Quando Harry invece che dire di sì è... scappato.

È stato brutto rivivere quel momento.
Molto, a dire il vero.
Ma per fortuna come ho già detto... è passato.

Ora si pensa solo a mangiare e bere.
Nel mio caso forse più bere che altro.

Ma son dettagli...

Siamo tutti seduti, pronti a mangiare la prima portata del pranzo.
Io sono a disagio.
Profondamente a disagio in effetti.
Visto che accanto a me ho Harry.
Per di più mi guarda in continuazione.
Mi... fissa.
Ma che poi cosa avrà da fissare mica lo so eh.
Ma vediamo il lato positivo.
Di fronte per fortuna ho Niall e Gemma quindi almeno posso parlare con qualcuno.
Altrimenti sarei dovuta stare zitta.
Muta come un pesce.
< Allora sposini, che dite? >.
Alzo gli occhi al cielo.

Ma perché deve parlare?
Non può starsene zitto?

Con la coda dell'occhio percorro il suo profilo ma subito distolgo lo sguardo.
< Diciamo che la sorpresa ce l'abbiamo davanti > ridacchia Niall.
< Sapete come sono fatto... so sorprendere >.
Sbuffo.

Che coglione.

< Hai qualcosa da dire Smith? >.
Mi volto e scuoto la testa.
< Non stai parlando per niente >.
Ridacchio < sai com'è... al tuo posto doveva esserci Liam >.
< Ti dispiace che ci sia io? >.

Mi provoca.

Oh, sì che mi provoca.
Come sempre d'altronde.

< Secondo te? > domando sprezzante.
< Secondo me sei felice di avermi accanto >.
Rido forte.
Seh, come no.
Convinto proprio.
Sto egocentrico.
< Almeno ridi > afferma iniziando a parlare con Gemma.
Se ho accettato di continuare questa farsa è principalmente per lei.
È felice.
Si vede.
Ma non solo per il matrimonio.
Ma... per il ritorno del fratello.
L'ho capito da come lo guarda.
Da come gli tocca le mani, da come gli parla.
L'ho capito... l'ha perdonato.
Dal primo istante in cui l'ha visto in chiesa.
E forse è giusto così.
Che venga perdonato dalla sua famiglia perlomeno.

Ma non da me.

Io purtroppo non lo perdonerò.

E l'ho capito anch'io in chiesa.
Non appena ho incrociato il suo sguardo ho capito che non mi sarei fatta scendere tutto il male che mi ha provocato.
Che non ci sarebbe stato nessun perdono.

< Care, tutto ok? > domanda Niall destandomi dallo stato catatonico in cui riverso.
Annuisco e mando giù un altro goccio di gin tonic.
Ed ecco che chi non dovrebbe parlare parla, ancora.
< Care, non bere troppo sennò dopo mi tocca portarti a casa in braccio >.

Cosa?

Cosa ha detto?

Sta scherzando, spero.

Sul serio crede che tornerò a casa con lui?

No, no.
Se lo sogna.

< E tu pensi sul serio che io tornerò a casa con te? >.
< No? >.
Mi volto per guardarlo < te lo scordi >.
Harry sta per ribattere quando il tizio chiamato per mettere la musica e allietare la giornata chiama in pista Niall e Gemma per il primo ballo.
< Coraggio! > li sprono per poi vederli alzare e posizionarsi al centro della pista.
E come pensavo parte perfect.

Stranamente eh?

La colpa è di Gemma.
La ama e non perde occasione per ascoltarla.
Quando invece io la odio.
E non scherzo mica.
< La odio > afferma Harry facendomi annuire.
< Almeno su qualcosa siamo d'accordo > mi mordo le labbra prima di voltarmi per guardare i novelli sposi ballare stretti l'uno all'altro.
< Posso rubarti? > domanda una voce alle mie spalle.
Mi volto per poi sorridere a Liam.
< Grazie > gli sussurro una volta essere arrivati a centro pista.
Porto le braccia attorno al suo collo mentre lo sento scusarsi, una, due e altre cento.
< Liam, non devi scusarti minimamente >.
< Io sono arrivato sull'altare e dopo un po' è apparso Harry che mi ha detto di sedermi, che era tornato per ricoprire il suo ruolo di testimone >.

Idiota.

< Lo so > gli sorrido.
< Non ho potuto fare altro, mi dispiace tantissimo Caroline >.
< Basta Liam, lo so e va bene così... gli darò la dimostrazione di essere forte, di poter superare questa situazione >.
< Sei forte >.
Faccio spallucce < così dicono >.
Balliamo mentre anche altri si sono uniti al nostro ballo.
Mia madre e mio padre.
I genitori di Niall.
I nonni.
Mio fratello con nonna Dorothy.
E Anne con... Harry.
Sì, proprio così.
Proprio con lui.
I suoi occhi sono lucidi.
Ben gli sta.
Ha fatto soffrire tutti, perfino la sua famiglia.
Ed ora se si sente in colpa fa bene a piangere.
Se lo merita, senza ombra di dubbio.
Lui e la sua testa bacata.
< A che pensi? >.
< A niente >.
Liam ride < so che pensi a lui >.
< Penso che lo odio > affermo convinta prima che la canzone finisca.
< Stai calma, vedrai andrà tutto a meraviglia >.
Lo guardo.

Speriamo...
Ho paura a dire il vero, ma sorvoliamo.

Saluto velocemente Liam e mi rimetto seduta al mio posto.
< Mi scusi > mi sposto per far sì che il cameriere appoggi sul tavolo il piatto.
< Si mangia > afferma Niall facendomi ridere.
< Tu pensi solo a mangiare Horan > lo ripicca la moglie.
< Eppure mi hai sposato > Niall si avvicina per posare un bacio sulle labbra di Gemma.
Distolgo lo sguardo, anche se devo ammettere che sono bellissimi.
Veramente.
< Per favore, poche smancerie di fronte a noi > si lamenta Harry prima di bere.
< Cos'è? Non sei più abituato alle nostre smancerie? >.
< Sì, mi sono disintossicato > scherza .
Poi mi chiama.
< Sì? >.
< Non trovi che siano belli? >.
Annuisco.
< Sono contento di essere qui, con voi > afferra la mia mano < con tutti voi >.

Maledetto il suo sguardo.
Sguardo che non so reggere.
Senza dire nulla tolgo la mano.

Cosa pensa di fare?
Pensa di venire qui e di potersi comportare come vuole lui?
Cosa pensa?
Pensa di poter venir qui e fare come se nulla sia successo?

No.

Non si può.
Quello che ha fatto... ci ha segnato.

Mi ha segnato.
In prima linea.

Ed io non posso dimenticarlo.
Non posso perché è più forte di me.

Vorrei mandare tutto via, gettarmi dietro le spalle questa brutta storia... ma la verità è che non si può.
Non si può perché in questo caso mi ha ferito la persona più importante della mia vita.
Non uno qualsiasi, ma il mio ragazzo.

La mia vita.

Ed io semplicemente non posso dimenticare.
No, non posso farlo.
Forse un domani, ma ora deve pagare le conseguenze delle sue azioni.
Volente o nolente che sia deve farlo.
E deve accettare i miei comportamenti, le mie parole e le mie accuse.
Senza poter battere ciglio.
Senza poter farne a meno.

Perchè... se lo merita.

Ad un tratto il tizio che io chiamo semplicemente Dj prende il microfono per poi iniziare ad urlare < ed ora direi che è il momento di far ballare i nostri testimoni, Caroline ed Harry >.

No.
Se lo scorda.

Mi volto iniziando a scuotere la testa.

Non esiste.

Non esiste che io balli con lui.

Guardo mio fratello sussurrare qualcosa all'orecchio del tizio e inizio a preoccuparmi.
Che cosa gli avrà detto?
< Coraggio Care! > urla mio padre.
Che odio.
Scuoto la testa mentre tutti iniziano ad urlare il mio nome.
Troppe volte per i miei gusti, ad essere sincera.
< Non c'è bisogno del nostro ballo > affermo grattandomi la testa.

Che situazione di merda.
Non solo mi tocca sopportarlo seduto al mio stesso tavolo.
Mi tocca anche ballarci?!

No, non penso di potercela fare.

Non oggi.

Non ora.

< Care, Care, Care > urlano a squarciagola.
Mi volto verso Gemma e Niall che mi invitano a ballare.
< Dai Smith, andiamo >.
Guardo Harry che mi tende la sua mano e mi mordo l'interno guancia dal nervosismo.

Che ansia.

Ma perché proprio a me?
Pure il ballo ora?

< Dai > afferma di nuovo Harry sorridendo.
Appoggio il tovagliolo sul tavolo per poi alzarmi stizzita.
Respiro prima di mettere su un finto sorriso.
Tanto devo fingere.
Per forza.
Altrimenti sbroccherò e farò una pessima figura.
Cosa che voglio evitare, perché non mi rispecchia.
Non appena ci sistemiamo al centro della pista mio fratello e Matty iniziano una gara di fischi.
Che odio.
Parte la musica e non appena mi rendo conto di quale canzone si tratta mi innervosisco.
Ecco cosa gli ha detto Tyler.

Di mettere Endless Love. 
< Ti strozzo > mimo col labiale a mio fratello.
Stronzo.


'My love, there's only you in my life
The only thing that's bright'.



Mi volto verso Harry decidendo di dare avvio allo show più falso della mia vita.
Ma non appena sento le mani di Harry stringermi saldamente gli intimo < metti le mani su, perché se solo osi toccarmi più del dovuto te le trancio >.
Harry ride ma fa come gli ho detto, perché sposta le mani portandole più in alto sulla mia schiena.


'My first love,
You're every breath that I take
You're every step I make'.



Inizio a ballare.
Non guardandolo ovviamente.
Non ne ho voglia.


'And I, I want to share
All my love with you
No one else will do
And your eyes, your eyes, your eyes
They tell me how much you care
Ooh yes,
You will always be
My endless love'.



< Ti ricordi quella volta al karaoke? > domanda.

Certo che me lo ricordo.

Come posso dimenticarlo?

< Shh zitto, balla e basta >.
< Comunque ti sta un incanto il vestito >.
Ah, ma allora non ci siamo.

Gli ho detto di stare zitto e lui che fa?
Ancora parla.
Cosa devo fare per farglielo capire?
Usare il pugno di ferro?

Lo guardo con rimprovero < Harry >.
< Scusa, scusa >.
Almeno si zittisce una volta per tutte.


'Two hearts,
Two hearts that beat as one
Our lives have just begun'.



Percepisco il suo sguardo oltrepassare anche la mia anima.
< Che c'è? >.
Scuote la testa poi dopo averci pensato afferma serio e duro < sai che c'è? C'è che adesso si fa come dico io >.
Lo guardo non capendo.
Con uno scatto mi scioglie i capelli che avevo legato in una coda morbida.
E vorrei strozzarlo quando mi stringe di più a sé.
I nostri volti sono troppo, dannatamente vicini e questo non va bene.

No, no, che non va bene.

Dovremmo mantenere le distanze...

Giro il mio volto in modo da non guardarlo e guardo tutti con un sorriso a trentadue denti.
Come da copione.
Lascio solo che sia lui a condurmi.
E a portarmi dove vuole.
E lo faccio solo per non deludere Niall e Gemma, altrimenti non l'avrei mica fatto.

Mai e poi mai.

Mi guardo intorno e vedo la gente parlottare tra loro.
Certo, ci credo.
I due ex che ballano insieme appiccicati dev'essere proprio un bello show.
E tutto per colpa di Tyler.
Ah, ma non appena avrò tempo mi sente... sì, che mi sente.
Lui e le sue stupide idee.
Ad un certo punto con uno scatto Harry mi fa voltare ed io mi ritrovo bloccata contro il suo corpo.
Il suo respiro sulla mia schiena nuda.

Diversi brividi a scuotermi.

< Sai > inizia a dire mentre io cerco di muovermi attenta a non inciampare sul mio stesso vestito.
< Prima volevo dirti che quando abbiamo cantato al karaoke... >.
Deglutisco rumorosamente quando avvicina le sue labbra al mio orecchio sinistro.
< Forse è da lì che ho capito di amarti >.
Amarti.
Questa parola inizia a rimbombarmi in testa.
Troppe volte.
Mi volto leggermente in modo da poter vedere i suoi occhi < che diavolo stai dicendo? >.


'Forever
I'll hold you close in my arms
I can't resist your charms
And love, oh love
I'll be a fool, for you I'm sure
You know I don't mind
You know I don't mind
'Cause you,
You mean the world to me (Oh)
I know I know
I've found, I've found in you
My endless love'.


Basta, basta così.

Devo togliermi le sue mani di dosso.
Devo togliermi il suo respiro trai miei capelli.

Devo togliermi lui, di mezzo.

Harry sta per dire la sua ma io decido che è ora di finire questa sceneggiata.
Mi libero dalla sua presa e faccio un inchino per poi urlare ridendo < basta così, i protagonisti sono Gemma e Niall >.
Detto ciò mi avvio verso il mio tavolo.
< Ehi, tutto bene? > domanda Niall mentre io scuoto la testa.
Prendo il mio bicchiere del gin tonic e lo finisco in un sorso.
Poi decido che forse è arrivato il momento di uscire a prendere una boccata d'aria.
Ma mentre sto per farlo Harry mi blocca il braccio.

Oddio.
Mi lasciasse in pace, diamine.

Mi volto < lasciami >.
< Dove stai andando? >.
< Non ti deve importare >.
Mi libero ancora una volta dalla sua presa e corro letteralmente fuori dove mi appoggio alla balaustra cercando di calmarmi.

Tutto ciò è sbagliato.
Molto sbagliato.

Io e lui che facciamo i testimoni.
Io e lui che balliamo insieme.
I nostri corpi troppo vicini.

È sbagliato.

Forse dovrei andarmene.
Ho sopportato abbastanza.
Ho fatto del mio meglio ma ora sono satura.

< Care >.
Mi volto verso mio fratello.

Sto stronzo...
La colpa è solo sua, perchè quel ballo... potevamo evitarlo.

Assolutamente.

< Scusami >.
< Non so se ti scuso... ti rendi conto in che situazione mi hai cacciata? >.
Annuisce.
< Sto una merda > affermo dura.
Senza dire nulla mi abbraccia < perdonami >.
< Ti perdono solo perché sei mio fratello >.
Mi sorride < in ogni caso eravate bellissimi >.
< Ma chi? > domando facendo la finta tonta.
< Tu ed Harry stupida >.

Bellissimi?
Ma che bellissimi...

Eravamo tutt'altro che bellissimi.

E poi... ha detto bene, eravamo.
Una volta.

Non più.
Non ora.

Mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio < hai detto bene, eravamo >.
< Ma potete... >.
Lo blocco < Tyler ti prego, se mi vuoi bene non parlarmi di lui o di noi >.
< Come vuoi > poi indica l'interno < andiamo? >.
Annuisco per poi camminare a braccetto, ma una volta dentro capisco che forse mi conveniva rimanere fuori.

Che succede?

< Che succede? > chiedo a Gemma e Niall indicando due sedie in mezzo alla sala.
< Abbiamo una piccola sorpresa > tentenna Gemma.
Sospiro.
Immagino che nella sorpresa sia incluso anche Harry.
Gemma deve leggermi nel pensiero perché conferma la mia ipotesi.
< Dopo ti giuro che sarai libera di non pensarci più >.
Faccio una smorfia.
Se lo dicono loro.
Mi fanno cenno di sedermi mentre Harry mi raggiunge.
Faccio come mi hanno detto e mi siedo sulla sedia a sinistra mentre Harry si siede sulla sedia destra.
Gemma prende il microfono < Harry e Care siete i nostri testimoni e noi volevamo dirvi due cose >.

Ecco, quando l'hanno preparata sta cosa?

< Vi vogliamo bene > aggiunge Niall prima di dare l'ok al tizio della musica che dà avvio a quello che capisco essere un video proiettato sul monitor.

Che Dio mi salvi.

La musica parte.

'Per Caroline ed Harry'.

Possibile che debbano farmi piangere?
La musica scelta è photograph di Ed Sheeran.
Giusto per rendere il tutto più leggero.
Si susseguono delle frasi.

'Caroline, sappiamo che hai vissuto il periodo più brutto della tua vita ma vorremmo dirti due cose'.

Si susseguono delle foto che vedono come protagonisti io, Gemma e Niall.

'Sei forte e non lo diciamo tanto per dire ma perché è vero... sei l'unica in grado di superare difficoltà e situazioni di merda per farla breve'.

Scuoto la testa mentre una lacrima bagna la mia guancia.

Dannazione.

Dannazione.
Piangerò me lo sento.
Mannaggia a loro...

Li guardo un attimo.
Quando diavolo l'hanno preparata sta cosa?
Probabilmente prima di arrivare al ristorante... avranno mandato al fotografo le foto con le frasi da scrivere.
Boh.

'Sappiamo che dirai di no ed ecco perché vogliamo farti vedere che ti sbagli di grosso; perché Caroline Smith sei forte'.

Diverse foto compaiono a rotazione.
Foto di tre mesi fa.
Foto in cui ci sono io che piango.
Foto in cui ci sono io buttata sul letto a fissare il soffitto.
Foto in cui si vede la mia sofferenza.
Il dolore che ho provato.
Nella maggior parte delle foto indosso dei vestiti di Harry.
Ma poi le cose cambiano... perché appaiono delle foto in cui si vede che sto meglio.
Delle foto in cui rido, mi diverto.
Delle foto in cui non sono più sola ma con la mia famiglia e i miei amici.

'Speriamo che tu capisca finalmente che non hai bisogno di nessuno per essere forte come sei'.

L'ultima foto è bellissima.

Devo ammetterlo.

Sono io che sorrido spensierata coi capelli al vento e il vestito che col vento si alza facendo sì che mi copra con una mano.
Asciugo le lacrime che nel frattempo sono scese senza avvertirmi.

'Harry nell'ultimo periodo hai combinato un gran bel casino ma ti vorremmo dire due cose'.

Un gran bel casino?
Ha combinato un disastro.

Altroché...

Compaiono delle foto in cui ci sono Harry, Niall e Gemma.
Un po' com'è successo con me poco fa.

'Sappiamo che probabilmente ti vedrai come uno stronzo, senza cuore e privo di sentimenti... ma sappi che non è così'.

Si susseguono altre foto.

'Sei la persona più sensibile, affettuosa e in grado di amare su questa Terra'.

Io avrei qualcosa da ridere, ma sto zitta.
È il suo momento e lo rispetto.
Continuano altre foto fino a che non compare la scritta 'vi amiamo'.
Ed ecco che accade quello che non avrei voluto accadesse.
Si susseguono diverse foto di noi quattro.
La prima mi porta indietro negli anni. 
Ci siamo noi quattro a Redditch.
Tutti abbracciati.
E poi ci sono delle foto che non vorrei vedere.

Accidenti...

Io e Harry sul divano di casa di Niall e Gemma.
Io e Harry addormentati sui sedili posteriori mentre andavamo a Bristol.
Io e Harry a prendere il sole a casa dei miei.
Io e Harry a casa a pulire i pavimenti.
Io e Harry a farci il solletico.
Io e Harry ad abbracciarci.
Io e Harry a ballare in discoteca.
Io e Harry a letto coi postumi di una sbronza.
Io e Harry arrabbiati dopo aver litigato.

Io e Harry innamorati più che mai, stretti l'uno all'altro.

'Tutto è iniziato tanto tempo fa e in poco tempo abbiamo capito di non poter fare a meno di voi'.

Un'altra foto.

Respiro lentamente mentre altre lacrime scendono copiose.

'Sappiamo che nell'ultimo periodo sono successe un po' di cose che vi hanno fatto allontanare ma noi abbiamo bisogno di voi, delle vostre risate e dei vostri abbracci'.

Niall abbraccia Gemma.

'Abbiamo bisogno dei nostri testimoni ma soprattutto dei nostri amici, della nostra famiglia'.

Dannazione.

Perché devono farmi piangere?
Davanti a tutti.... davanti ad Harry.

Compare l'ultima foto.

'Vi auguriamo di tornare ad amare ma soprattutto ci auguriamo e vi auguriamo di potervi perdonare.
Vi amiamo, Gemm e Niall'.

Probabilmente le mie lacrime devono essere più di quelle previste, perché ad un certo punto Anne mi passa una fazzoletto per poter rimediare.
Mi alzo andando ad abbracciarli.
< Vi amo anch'io >.
Sospiro.
< L'abbiamo realizzato dopo la messa... o meglio, il fotografo > spiega Gemma guardandomi.
Annuisco.
Il tizio della musica mette delle canzoni da poter ballare e tutti iniziano a scatenarsi in pista.

Vedo Harry fissarmi.
Ed io... vorrei tanto spaccargli la faccia.

< Venite a ballare? > domanda Niall.
Harry annuisce.
Io invece decido di uscire.

Ne ho bisogno.

Dopo quel video... ho bisogno di stare sola.
E in silenzio.

Esco senza dire niente a nessuno e mi metto ad osservare il panorama mozzafiato.

Anch'io vorrei poter tornare ad amare.
Anch'io vorrei poter perdonare.

Ma non so se sarà mai possibile.

Non ora, almeno.

Le ferite che credevo si fossero chiuse si sono riaperte.

Il mio cuore ha ripreso a sanguinare.

Sbuffo.

Che situazione di merda.
Non avrei mai pensato potesse accadere.
E invece... eccomi qua.

Lui è qui, è tornato a casa.
Se solo l'avesse fatto un mese fa, gli sarei saltata addosso, l'avrei abbracciato.

Ma ora...

Le cose son cambiate.

Io sono cambiata.
E non so come farò a superare il fatto che sia ritornato.
Son sincera, non ne ho la più pallida idea.

< Che succede? >.

Oddio.

La sua voce.

Perché deve seguirmi?
Perché non può lasciarmi in pace?

< Niente che ti riguarda >.
Nemmeno mi volto mentre si avvicina.
< Care scusa >.
< Di cosa? >.
Mi volto per guardarlo.
< Bhe di essermi presentato qui così >.

Eh, infatti.

< Appunto >.
Mi gratto la testa distrattamente.
Si porta una mano sulla testa e sbuffa < ti avrei avvisata se solo tu avessi risposto >.

Quando?

< Eh? >.
< Quel giorno quando ti ho chiamato era per avvisarti che ci sarei stato al matrimonio > prende una pausa < non mi hai lasciato il tempo di spiegarti >.

Sul serio fa?
Cosa pensa?

Che bastava una telefonata per farmi star tranquilla?
Per arrivare qui oggi felice e spensierata?

Assurdo... è assurdo.

< E anche se me lo avessi detto che cosa sarebbe cambiato? > mi indico < rivederti mi ha fatta star male >.
< Lo so >.

Come no...

< Tu non sai niente > affermo duramente.
< Ci sta sei arrabbiata ma sappi che oggi è stata una giornata bellissima >.
Mi prende la mano < come lo è stato rivederti >.

Ecco, in primis non deve toccarmi.
In secundis deve lasciarmi.
Deve lasciarmi in pace... altrimenti sbrocco e faccio un casino che finisce male.

Tolgo la mano.

No.

Non ci casco.
Non sono stupida.


Vuole solo ripulirsi la coscienza.

Lo conosco, lo conosco troppo bene...

< Invece sappi che oggi per me è stato un incubo > mi allontano ma lui mi ferma.
< Che c'è? >.
< Resta >.
< No che non resto! > perdo la pazienza.
Lo vedo respirare lentamente.

Non può tornare qua e far finta che tutto sia sistemato.

< Credevo che col video ti fossi sciolta >.
Rido amaramente.
Scuoto la testa.

Sciolta?

Ma... è matto.
Non ci sono spiegazioni.

< Sul serio pensavi che mi sarei fatta scendere il tuo comportamento? >.
Non risponde.

Ecco meglio così.

< Rettifico > faccio un passo indietro < sì, è stata una bellissima giornata >.
Prendo un respiro < ma tu di certo non rientri nel cassetto dei ricordi più belli di oggi >.
E così lo lascio lì mentre io rientro.

Cercando di scappare il più possibile dalla mia vecchia vita.
Ma soprattutto dalla vecchia me, che al contrario della nuova Caroline l'avrebbe stretto a sè in un giorno così speciale.

Ma...

Quella Caroline non esiste più.

E la colpa... è solo sua.

 
   
   
   

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Capitolo 34
*** Risposte. ***


Mi guardo allo specchio.

Come sto?
Bene?
Male?

Non lo so, sinceramente.
O meglio lo so ma cerco di non pensarci.

È tornato.

Lui... è tornato.

Ed io vorrei che non fosse tornato.
Vorrei che fosse il più lontano possibile.
Ah, quanto lo vorrei...
Ma purtroppo è tornato ed io devo abituarmi.
Volente o nolente che sia.

Ma ce la farò.

Son sicura.
Magari col tempo, chissà.
Per fortuna... in questi giorni mi sono tenuta a debita distanza.
Da tutti.
Da lui, soprattutto.
Sono stata solo con mio fratello.
E ne avevo un disperato bisogno.
Abbiamo affittato una camera in un hotel in centro, visto che a casa mia non volevo tornare.
E per fortuna!

Come avrei potuto?
Con Harry a casa?
Senza Gemma e Niall che sono partiti per la luna di miele?

Quindi ho preso la decisione che mi sembrava la più giusta.
La più sensata.
E devo dire che ho fatto bene.
Non ce l'avrei fatta a rivederlo subito.
No.
Ho riflettuto, pensato.
Ho pianto, anche tanto...
Mi sono sfogata sia con mio fratello (che è un Santo) e col mio psicologo.
Mi ha aiutata tantissimo.
E giustamente mi ha consigliato di tirare fuori tutto quello che ho dentro.
Perché ne ho bisogno, mi serve.

Devo parlargli.

Buttargli addosso tutta la mia rabbia.

Ed oggi lo farò.
Sì, perché oggi abbiamo un pranzo a Redditch.
Tutti insieme, miei compresi.
All'inizio devo essere sincera, non volevo andarci.
Ma poi ho capito che voglio farlo.
Per me stessa.
Sì, esatto, per me stessa.

Me lo merito.

Mi merito delle risposte.
Che lui dovrà darmi.
Per forza di cose.
Respiro lentamente.

Ho paura.

Lo ammetto, ho paura.
Paura di farmi del male, di nuovo.
Paura che mi faccia del male, di nuovo.
Ho paura di rivedere i suoi occhi.
Ho paura di rivederlo, semplicemente.

< Caroline? >.
Mio fratello è rientrato.
È andato a correre.
< Sì, sono in bagno >.
Esco dal bagno salutandolo.
< Come stai? > mi chiede.
< Ci hai ripensato? >.
Lo guardo e scuoto la testa.
< Sicura? >.
< Sì Ty > sbuffo < ti dico la verità ho paura, ma devo farlo >.
< Ci sarò io con te >.
< Lo so e ti ringrazio > gli faccio una carezza < in realtà grazie per tutto >.
< Sei mia sorella e non ti lascio sola in questo momento >.
Sorrido.
Quanto gli voglio bene...
< A mamma hai detto qualcosa? >.
Scuote la testa < nessuno sa che verrai >.
Annuisco.
Bene.

Dev'essere una sorpresa.
È quello l'intento.
Almeno il signorino da calmo quale sarà si innervosirà andando in panico.
Ed io non vedo l'ora di vedere che faccia farà vedendomi arrivare.
Non vedo l'ora di vederlo sudare freddo.

Ah, quanto non vedo l'ora...

Pensa di essere al sicuro.
In una bolla di sapone e invece.... non è al sicuro.

Per niente.

< Vatti a fare la doccia va che poi si parte >.
< Tu intanto preparati > scherza < già so che farai ritardo >.
Lo vedo sparire in bagno ed io decido che devo prepararmi, anche se in realtà ci metterò poco.
Non ho voglia di fare granché.
Apro l'armadio e sfilo il pigiama.
Già so cosa mettere.
Afferro il vestito azzurro coi fiori fucsia e lo infilo senza pensarci.
Mi guardo allo specchio.
Con uno scatto afferro i trucchi per poi iniziare ad applicare correttore, cipria e bronzer.
Definisco le sopracciglia per poi applicare il mascara.
E il gioco è fatto.
Niente rossetti, tinte o quello che siano.
Pettino i capelli, mentre mio fratello mi guarda stupito.
< Che c'è? > domando.
< Sei già pronta? >.
Annuisco.
< Io sono sempre pronta >.
< Com'è? >.
< Ho imparato a smuovermi >.
Annuisce per poi sparire in bagno.
< Direi che in ritardo sei tu caro Tyler Smith >.
Lego i capelli in uno chignon alto, così da sopportare meglio il caldo.
Oggi ne ho bisogno.
Sicuramente gli animi si scalderanno.
Quindi meglio prevenire e farsi trovare pronti.
Infilo i sandali per poi sedermi sul divano.

Già lo so che succederà un casino.
Già lo so ma sono pronta.
O meglio, credo di esserlo.

No?
D'altronde è quello che ho sempre voluto...

Afferro il cellulare e chiamo Gemma che dopo soli due squilli risponde.
< Ehi, sposina >.
< Caroline! > urla.
< Come state? >.
Ride < stiamo scialando >.
< Ci credo > ridacchio anch'io.
< Niall? > chiedo subito dopo.
< Niall si è scottato, dovresti vederlo >.
< Povero Horan >.
< Tu? Tutto ok? >.
Mi mordo le labbra.
< Sì, sì tutto ok, sono con Tyler adesso > mi affretto a rispondere.
Non voglio che si preoccupi per me.
Non in questi giorni.
< Stai bene Care? >.
Eccola che si preoccupa per me.
Lo sapevo...
< Sì, perché? >.
< Bhe, sai com'è... mio fratello è tornato >.
< Eggià >.
< L'ho sentito > mi confida.
< Mh mh > faccio la vaga.
< Ha detto che ha provato a chiamarti >.
Bingo.
È vero.
Ha provato a chiamarmi.
Ma io non ho risposto.

E come potevo?
Per parlare di cosa poi?

< Care? >.
Gemma mi riporta alla realtà.
< Sì, scusa stavo pensando >.
< È vero che ti ha chiamata? >.
< Sì, è vero >.
< Non hai risposto? >.
< No, Gemm non mi andava sinceramente >.
< Lo so Care, posso immaginare >.
< Cambiamo discorso ti va? >.
La sento sorridere < sì, meglio cambiare discorso >.
< Vi state rilassando? >.
< Moltissimo, poi qui l'acqua è bellissima per non parlare del tempo >.
< Scelta ottima >.
< Grazie a te > mi ricorda facendomi ridere.
< Sì, in effetti dovrei ricevere una percentuale >.
Gemma ride < l'avrai >.
< Non ne ho bisogno > prendo un respiro < mi mancate >.
< Anche tu, ma ci vediamo presto >.
Annuisco come se potesse vedermi.
< Sì, ci vediamo presto > guardo Tyler farmi segno di partire così saluto Gemma < ora devo andare, ci sentiamo presto... salutami Horan >.
< Ti vogliamo bene! > urlano entrambi per poi chiudere la chiamata.
< Che dicono? >.
< Si stanno divertendo > commento < e Niall si è scottato >.
Mio fratello ride.
< È vero? >.
Mi volto.
Non ho capito.
Non so a cosa si riferisca.
< Cosa? >.
Si avvicina < che ti ha chiamata >.
Ah.
Ecco a cosa si riferiva.
< Sì, è vero >.
< Quando? > domanda.
< L'altro ieri > spiego < quando tu non c'eri... >.
Annuisce.
Mi porto una mano su un fianco < comunque non ho risposto >.
Annuisce, di nuovo < non ti andava? >.
< No, Ty non mi andava per niente sinceramente >.
< Sei sicura di voler andare al pranzo? >.
Annuisco.
Sì, sono pronta.
< Ty, te l'ho detto... sono pronta >.
< Mi preoccupo per te Care, lo sai >.
Gli sorrido < lo so, ma fidati di me >.
< Mi fido ma ho paura che le cose possano andar male >.
Mi avvicino e gli prendo una mano < devo capire, è arrivato il momento di capire >.
< E dopo starai meglio? >.
Ridacchio.

Non lo so se starò meglio.
O se starò peggio.

Ma so solo che ho bisogno di ottenere delle cavolo di risposte.

< Non lo so se starò bene o male >.
Vedo Tyler fare una smorfia.
< Ma so solo che aspetto questo momento da tanto tempo oramai >.
< A volte vorrei solo che non fosse successo quello che è successo >.
Annuisco.
Anch'io.
Molte volte penso a come sarebbe stato se non fosse andato via.
Penso a come sarei felice.
A come saremmo felici, insieme.
Ma... è successo.
E quindi è giusto che io lo affronti.
< Ahimè è successo però > sbuffo.
Poi riprendo a parlare < senti Ty... mi merito delle fottute risposte >.
Lo so che lo sa.
Ma ripeterlo mi dà sicurezza.
Mi dà forza.
Mi sprona a farlo, per me stessa.
< Lo so >.
< Allora partiamo e andiamo a questo pranzo > mi fermo < per favore >.
Annuisce < ti starò vicino >.
< Bhe, come sempre > gli scompiglio i capelli.
< Ti voglio bene >.
Anch'io.
< Anch'io Tyler Smith, anch'io >.
Prendo un bel respiro mentre usciamo dalla camera.

Sarà una giornata pesante.
Una giornata impegnativa.
Ma sarà anche una giornata di risposte.
Ed io non vedo l'ora.
Non vedo l'ora di schiacciarlo, di pestarlo mentalmente parlando.


Perché è da tre fottutissimi mesi che aspetto questo momento.

Ma oggi, ci siamo...
Finalmente.

Preparati Harry perché ti farò mangiare la polvere.
Preparati... perché ti stenderò.

Ti farò rimpiangere di quello che hai fatto.
Quello che mi hai fatto.

Perché forse non ti rendi conto di come mi hai ridotta... di come mi hai resa.
Sono fragile.
Debole.
Stanca.
Pensierosa e riflessiva.
Distrutta.

E... rotta. 

 
Perché è questo quello che sono.
Anche se cerco di non farlo vedere a nessuno.
Per non darti la soddisfazione di vedermi star male per te...

Perché non te lo meriti.

Non ti meriti nulla.
Niente di niente.



———



E così siamo arrivati.
È stato un viaggio lungo, direi intenso.
Ho cercato di pensare a tutt'altro.
Ho cantato con Tyler, abbiamo riso, ricordato momenti della nostra infanzia.
Ho staccato la spina, semplicemente.
Non ho pensato a nulla.
Non ho pensato ad Harry nemmeno un secondo.
E ci sono riuscita fino... a questo momento.
Sono in macchina, incapace di mettere piede fuori.

Ho come un... blocco.

Ho mille ansie e paure ad assillarmi.
E non so come venirne fuori.

'Respira' mi impongo iniziando a respirare sul serio.

Andrà tutto bene.
Tutto per il meglio.
Ed io mi sarò tolta un peso.

Finalmente, no?

Ma poi ripenso ai suoi occhi e... crollo nuovamente.

< Care >.
Mi volto verso Tyler.
< Se non te la senti, capisco >.

Cavolo.
Ci riesco.
Me la sento.
Devo essere forte.

Diamine se devo esserlo...

< Basta che tu mi dica di voler tornare a casa e ripartiamo seduta stante >.
È sincero.
Lo so.
Basterebbe solo pronunciare quelle parole che vorrei tanto pronunciare e ripartirei, fuggirei lontana da qui.
Ma... io non voglio fuggire.
Perché non sono una perdente, una caga sotto come lui.

No.

Io le cose le affronto.
I problemi li affronto.

Quindi rimarrò...

< No, Ty >.
Basta così.
Basta questa pagliacciata.

Sono pronta.
È da un pezzo che sono pronta.

E senza pensarci ulteriormente scendo dalla macchina < devo farlo >.
Lo vedo annuire per poi chiudere la macchina e avviarsi verso il cancello che apre per poi percorrere il vialetto.
< Ci sei? >.
Annuisco.
Ci sono.
Oh, se ci sono...
Respiro lentamente come ho imparato a fare ultimamente.
< Ciao Tim > saluta Tyler per poi entrare in casa.
< Caroline? >.
È sorpreso.
Molto.
Gli sorrido < sorpresa >.
< Sono contento che tu sia qui >.
< Anch'io >.
< Tutto bene il viaggio? >.
Annuisco.
< Tutto a meraviglia >.
Tim mi sorride a trentadue denti < vedrà saranno tutti contenti di averla qui >.
Sghignazzo.
Sì, sono sicura.
Sono sicura che tutti saranno contenti.

Soprattutto lui.
Sarà il più contento di tutti immagino.

Come no...

< Vi accompagno > ci fa strada per tutto il lungo corridoio portandoci in veranda dove intravedo una lunga tavolata.
Mi fermo mentre Tim e Tyler vanno incontro agli altri.
< Ehi Tyler > saluta Matty andandogli incontro.
Vedo Tyler salutare tutti.
Harry compreso.
Ed ho un mancamento.
È... no, non posso dirlo.
No, non devo dirlo.
È bellissimo.
Col pantalone di lino nero e la maglietta bianca nei pantaloni.
Ha gli occhiali da sole infilati nei capelli e sorride a tutti, ignaro che tra poco vedrà l'ultima persona su questa terra che vorrebbe vedere.
Oggi soprattutto.
Ignaro che tra poco farò la mia gran entrata.
Scuoto la testa.
< Ce ne hai messo di tempo eh > continua lui < eri con la ragazzetta? >.
Ridacchio.
È il momento.
Cammino facendo la mia entrata.
< Se la ragazzetta sono io... hai toppato Matty >.
< Care! >.
La sorpresa è riuscita.
Tutti mi vengono incontro per abbracciarmi.
Tutti stupiti ma stra felici di vedermi.
< Come stai? >.
< Bene, bene Matty >.
< Mi sei mancata, lo sai vero? >.
Annuisco.
Anche lui mi è mancato.
Molto.
Una voce richiama la mia attenzione.
Mi volto verso Anne < sei divina >.
È sempre troppo buona.
< Grazie Anne, sei sempre troppo gentile >.
Sorride < non sai quanto mi faccia piacere averti qui oggi >.
Le sorrido per poi voltarmi verso Desmond e mio padre che mi stringono in un abbraccio.
Anche loro mi sono mancati.
Loro come tutti.
Perfino mia madre.
< Ho sperato che venissi >.
< Ed eccomi qui > mi indico con fare teatrale.
E parlando di mia madre eccola spuntare fuori...
< Vieni qui > si intromette strozzandomi e baciandomi sulla testa < la mia bambina è qui, la mia bambina è qui >.
Rido.
< Mamma mi strozzi > la rimprovero per poi staccarmi.
Involontariamente con la coda dell'occhio vedo Harry squadrarmi dalla testa ai piedi.
È rimasto di sasso.
Non si aspettava di vedermi arrivare.
E invece...

Tataan.

Sorpresa, caro Styles.

Sorpresa.

Come ti senti?
Hai paura per caso?

E fai bene.

Perché è quello il mio scopo.
Farti paura, tanta paura.
Diventare il tuo peggiore incubo.
Da oggi fino alla fine dei miei giorni.

Promesso.

Mi volto a destra e a sinistra rispondendo alle domande degli zii, di nonna Dorothy e di Ella prima che Desmond riporti un certo ordine.
< Allora direi di sederci >.
Annuiamo iniziando a sederci.
Guardo Tyler facendogli capire di cedermi il suo posto.
Così starò di fronte ad Harry.
Come avevo previsto.
E... sperato.
Perché così sarà più divertente vederlo crollare, davanti ai miei occhi.
Davanti a tutti.
Mi siedo con lo sguardo basso.
< Care le porto il solito gin tonic? > mi chiede Tim facendomi voltare.
No.
Oggi non si beve.
Assolutamente.
Scuoto la testa < oggi devo restare sobria Tim, niente gin tonic >.
Tutti ridono.
Tranne una persona e ovviamente è facile immaginare di chi si tratta.
Di Harry.
Prendo un bel respiro e poi lo guardo.
'Ce la posso fare'.
'Devo farcela' mi ricordo.
< Styles >.
Mi sorride < Smith >.
Non sorridermi.
Cazzo, non farlo.
'Pensa a quanto ti abbia fatta star male'.
E lì annuisco.

Non basterà il suo fottuto sorriso a farmi crollare.

Non oggi.

Scusami, ma oggi devo pensare a me stessa.

Eh sì.

Mi schiarisco la voce.
< Ti stanno bene i capelli > gli sorrido.
Tutti sono in assoluto silenzio.
Nessuno osa fiatare.
Nessuno.
< Quando li hai tagliati? > ridacchio < ultimamente o subito dopo avermi abbandonata su quell'altare? >.
Sbam.
Colpito e affondato.
Lo vedo tentennare.

Ma io non ho paura dei tentennamenti.

Non oggi, caro il mio inutile Harry.

Sto per riprendere la parola quand'ecco che mia madre interviene.
< Care >.
Mi volto verso di lei.
Che vorrà?
< Non credo sia il momento adatto >.

Ah no?
Non pensa sia il momento adatto?

Io penso di sì, invece.

< Caroline non farlo, non oggi >.
Alzo gli occhi al cielo.

Non sarà lei a mettersi tra i miei piedi.
Non oggi cara mamma.
Mi dispiace.
Ma oggi farò quello che devo.
Sia che tu lo voglia sia che tu non lo voglia.

Continua con una manfrina che io ascolto fino a che decido di interromperla.
< Mamma > la guardo < sappi che oggi io parlerò, quindi se non vuoi sentire ti prego di stare in silenzio o di andare di là >.
Poi guardo tutti come monito.
< Parlerò, perché me lo merito > prendo fiato < come mi merito di avere tutte le risposte che mi mancano >.
Detto ciò mi volto verso Harry.
< Allora? Quando li hai tagliati? >.
Mi guarda < li ho tagliati due settimane fa, contenta? >.
Rido ironica < contenta? Contenta di cosa? Di essere stata lasciata su un altare? >.
Gioca con gli anelli.
È nervoso.

Oh, quanto mi dispiace.
Per niente...

< Care io... >.
< Tu cosa? > mi sporgo in avanti < sentiamo >.
< Mi dispiace, sul serio >.
Scuoto la testa.
< Devi credermi >.
< Io non ti credo più >.
Sbuffa.
< Allora, come hai passato questi tre mesi? >.
< Non credo serva saperlo >.
Annuisco < invece sì, perché poi ti racconterò io come ho passato questi mesi >.
Non vola una mosca.
Perfino mia madre ha capito che deve stare zitta.
Forse perché hanno capito tutti che questo momento sarebbe stato inevitabile.
< Vai, coraggio > lo invito mentre vedo Desmond dire a Tim di aspettare a servire il primo.
< Che devo dirti? Sono stato una merda >.
Rido.

Che cazzata.

Io sono stata una merda... non lui.

< Sono stato malissimo, tutti i tre mesi >.
Mi guarda.
Mi riesce difficile pensarlo...
Sinceramente.
< Te lo giuro su quanto di più caro ho >.
Gli punto un dito contro < non giurare >.
< Sono stato male, è vero >.
Certo, come no.
< Com'è vero che mi dispiace > prende un attimo di respiro < non so che dirti >.
Lo guardo < bhe potresti dirmi perché l'hai fatto >.
< Non lo so >.
< Eppure io ti avevo detto che avremmo potuto aspettare, no? >.
So che gli altri sono confusi.
Ma a breve sapranno... 
Sapranno la verità.
< Sì, lo so >.
< Eppure hai scelto di lasciarmi lì come una cretina >.
< Care >.
< Care niente Harry >.
Prendo un respiro < non dovevi trattarmi come uno straccio >.
< Io... >.
Lo blocco < hai avuto il momento per pensarci, per ripensarci >.
Annuisce.
< Scusa >.
Lo guardo.
< Ho capito di non potermi sposare >.
Dice la verità.
Glielo leggo negli occhi.
Più limpidi del solito...
È amareggiato, lo so bene.
Ma a me non importa un fico secco.

No, no, no che non mi importa.

Mi importa solo prendermi la mia rivincita.
Come sto facendo.

< Facciamo così > mi sistemo meglio sulla sedia < se tu mi dici, mi giuri che hai capito di non volerti sposare lì, sull'altare... >.
Mi costa dirlo.
< Ti perdono, qui seduta stante >.
Sento gli altri trattenere il respiro.
< Ma devi giurarmelo >.
Si morde le labbra.
Come non detto...
Lo sapevo.
Avoglia, se lo sapevo.
Ma avevo solo bisogno della conferma.
Solo di questo.
< Harry > lo chiamo.
Abbassa lo sguardo.
< Coraggio tesoro, diglielo e tutto si sistemerà > lo sprona mia madre vicino a lui.
Povera illusa.
Ancora non ha capito di che pasta è fatto Harry.
Solo io forse l'ho capito.
< No > guarda mia madre per poi guardarmi < non l'ho capito lì sull'altare >.
Rido.
Lo sapevo.
< E quando? > chiedo < forse già dal giorno prima? >.
Lo vedo chiudere gli occhi così io mi alzo in piedi < vedete, questo è quello che è Harry... un bugiardo >.
< Caroline > mi richiama mio padre.
< Papà, no >.
Lo indico < lo sapevate che la sera prima del nostro matrimonio, o meglio la notte, è venuto a trovarmi? >.
Scuotono la testa.
E come potevano saperlo.
Ignari di tutto...
< Ebbene l'ha fatto >.
Harry mi guarda.
< Ti ho chiesto o no se avevi dei ripensamenti? >.
Non risponde.
E come può farlo...
< Allora? >.
Alla fine cede e annuisce.
< E... > prendo un respiro < li avevi? >.
Passano dei minuti.
Due, tre forse.
E poi risponde secco < sì >.
Mi siedo < ecco, ora tutti sanno di che pasta sei fatto >.
Silenzio.
Si sente solo il ticchettio degli orologi da polso che indossa qualcuno.
< Caroline >.
< Ti rendi conto di quello che hai fatto? >.
Annuisce.

No, non si rende conto.

< No, non ti rendi conto, fidati >.
Lo guardo con uno sguardo duro < potevi dirmi che ci avevi ripensato e... > mi blocca < e cosa avrei risolto? >.
Sono allibita.

Non si rende conto di aver combinato un casino?

< Che non mi avresti lasciata in chiesa facendomi fare la figura della scema >.
Mi schiarisco la voce < sai che dolore ho provato io? >.
< Lo so bene, perché l'ho provato anch'io >.
< Sì certo >.
Si toglie gli occhiali da sole sbattendoli quasi sul tavolo < ma cosa credi? Che non mi sia costato lasciarti lì? >.

Come no...
Adesso è anche dispiaciuto di avermi mollata come una cretina.

Come no...

< Non ti credo > sputo senza pietà.
< Ho sofferto un casino in questi mesi > inizia a raccontare a raffica < pensavo sempre a quello che avevo fatto, pensavo a come avevo rovinato la mia vita >.
Mi guarda, serio < sono stato male, ho pianto, mi sono disperato >.
< Perché io no? > domando retorica.
< Ho riflettuto e ho capito di avere fatto una cazzata enorme >.
< Ecco dillo, forse dovresti dire la cazzata più grossa della tua vita >.
Respiro.
Sento gli occhi pizzicarmi, ma non cederò.
Non ora.
Devo sfogarmi.
< È stata dura per me >.

Ah, così?
Solo per lui?

< Ah, solo per te >.
< Non ho detto che per te non è stata dura >.
Lo provoco < magari lo pensi >.
Ride ironico e poi si alza, di scatto.
È stufo.
Lo vedo.
Ma ben gli sta.
< Io... > lo blocco.

Basta così.

È da una vita che parla solo di sé.

Io, io ancora io.

E a me?
A me chi ci pensa?
Chi pensa alle mie lacrime?
Al mio dolore?
Alla mia vita distrutta?

Lui a me non ha pensato minimamente, mi sembra.

< Basta! > urlo alzandomi in piedi.
< Io, io e ancora io >.
Gli punto un dito accusatorio contro.
< È questo il dannato problema, parli sempre di te stesso > mi indico < e a me, chi pensa? Nemmeno un come stai in questi fottuti mesi del cazzo >.
Alzo gli occhi al cielo.
< Ti spiego io come sono andati i miei tre mesi almeno capisci chi ha sofferto >.
Prendo un bel respiro e poi gli vomito tutto addosso < partiamo dall'inizio >.
< Va bene >.
< Mi hai lasciato quel cazzo di mazzo di chiavi > rido amaramente < per farci cosa? >.
Mi trema la voce < nemmeno un bigliettino, niente di niente >.
< Sono scappato Care >.
< Stai zitto > gli intimo.
< Vogliamo parlare del resto? >.
Annuisce.
< Io > mi indico < io sono stata di merda, non tu >.
< Anch'io >.
Urlo < fammi parlare! >.
Mi calmo per poi continuare < per tre mesi sono stata costretta a stare in una casa dove tutto e dico tutto mi ricordava te, perfino i muri >.
Delle lacrime scendono.
Maledizione, non dovevo piangere.

Non... devo.

< Ho pianto, giorno e notte, mi sono sentita abbandonata >.
Mi asciugo in fretta le lacrime.

Vaffanculo.

Vaffanculo Harry Styles.

< Non sapevo dove fossi, con chi fossi > deglutisco < avevo come unica certezza il silenzio assordante della nostra casa >.
Lo vedo osservarmi, in assoluto silenzio.
< Non sono uscita per mesi, non ho pensato ad altro che al perché avessi fatto quello che avevi fatto >.
Un bel respiro < ho bevuto cercando di annientare il dolore lancinante al petto, ho ascoltato vecchie canzoni, ho indossato tuoi indumenti solo per sentirti vicino >.
< Ti capisco > mi interrompe < anche a me è successo >.
< No, non che non capisci > scuoto velocemente la testa < non ho dormito per giorni interi, non ho mangiato per giorni interi >.
< Care >.
Porto una mano avanti mentre altre lacrime scendono.
< Ho perfino pensato di togliermi la vita >.
Sbam.
Gli altri iniziano a guardarmi increduli.
< Che stai dicendo? > domanda mia madre in preda al panico.
La guardo seria come non mai.
< La verità mamma, ci ho pensato >.
Dei singhiozzi mi scuotono.
< Che senso aveva vivere senza di te? > domando guardandolo < senza la persona che credevo essere l'unica persona che mai mi avrebbe abbandonata o fatta del male... >.
< Sei seria Care? >.
Mia madre, ancora una volta.
Mi volto < sono serissima >.
< E perché non ce l'hai detto? >.
Rido nervosa < cosa avrei dovuto dirvi: ehi famiglia, lo sapete che oggi ho cercato di schiantarmi contro un albero? >.
< Care... >.
Guardo mio padre.
< Come? > chiede Anne apprensiva.
< Con la macchina >.
Respiro lentamente.
Poi torno a guardare Harry < l'ho pensato ma poi ho capito che non potevo farlo >.
Alzo gli occhi al cielo < e sai perché non l'ho fatto? Perché ho capito di non poter fare una cosa così alla mia famiglia, ai miei amici >.
Mi fermo.
Sto piangendo.
E non volevo.

Ma ormai è fatta.

L'emozione ha preso il sopravvento.

Lo guardo.
< Ho capito di tenere a me stessa >.
Tiro su col naso < quindi caro Harry Styles lasciati dire che non hai capito come sono stata in questi mesi >.
È incredulo.
Come tutti d'altronde.
< Io non volevo farti star male >.

Certo, come no.

Eppure non si è fatto alcun problema a lasciarmi lì.
Come una scema qualsiasi.

Mi volto, non voglio guardarlo.
< Il nostro era vero amore > mi richiama per farmi voltare.

Vero amore?

Non sa nemmeno che cosa voglia dire.
Suvvia.
Non mi venisse a parlare di vero amore, ora.

< Tu non sai che cosa vuol dire amare >.
< Lo so ed è per questo che sono tornato > indica tutti < per recuperare con tutti voi >.
Lo guardo seria.
< Per recuperare con te... soprattutto >.

Cazzate.

Se avesse voluto recuperare con me, sarebbe dovuto tornare.
E invece non l'ha fatto.

Perchè...
Perché di me non gliene frega nulla, in verità.

< Certo come no >.
< Credimi Care >.
Lo guardo con le sopracciglia alzate < se volevi farti perdonare saresti dovuto tornare il giorno dopo il casino >.
< Sapevo che non mi avresti ascoltato >.

Cazzate.

Ancora, tante, tantissime cazzatate.
Come al solito, dice le cazzate.
E ci riesce bene.

Ora è lui la vittima.
Come no...

Sospiro < sai cosa c'è? >.
Scuote la testa così io rispondo seria < potrai anche farti perdonare da loro, potrai anche intortarli con la faccia da bravo ragazzo > prendo un bel respiro < ma a me non freghi >.
Attendo che parli, ma non lo fa.
Giustamente.
< Per me sei morto, da quel giorno >.
Lo vedo tentennare. 
< Non dovresti nemmeno essere qui, con noi, dopo tutto quello che hai combinato >.
< Caroline > mi rimprovera mia madre.
La guardo.

Che ha da dire?

Sto dicendo la verità.
Non mi sto inventando nulla.
Tutti e dico tutti ci eravamo abituati alla sua assenza.

Ed ora che è tornato... è, sarà tutto più difficile.
Quindi sì, sarò cattiva ma stavamo meglio quando non c'era.

Io, stavo meglio quando non c'era.

< Direi che è ora di smettertela >.
< E perché? > la punzecchio < perché dico la verità? >.
< Dici delle castronerie assurde > si gratta la mano < sei solo arrabbiata con lui >.
< Ci mancherebbe >.
< Devi fartela finita Caroline Smith, adesso > mi rimprovera.
Come se potessi stare zitta.

Proprio ora che ho iniziato a parlare.
A dire quello che penso.
A dire come sono stata.

A farmi sentire, a farmi valere.

< No > la blocca Harry < Care ha ragione >.
Sposta la sedia.
< Dove vai? > domanda Anne apprensiva.
< Vado a fare un giro, così vi lascio pranzare senza problemi >.
< No Harry, non andare via > lo supplica mia madre < adesso Care si scusa >.
La guardo sbalordita.

Che pensa?
Che mi scusi?

Col cavolo mamma!

< Non pensarci nemmeno che io mi scusi >.
< Con permesso > afferma Harry.
Ed Anne non fa in tempo a fermarlo che Harry è già sparito.
Mi siedo.

Sto...
Sto alla grande.

In realtà sto una merda.

È stato più difficile del previsto, ma ahimè dovevo farlo.
Per stare meglio.
E per far capire che Harry non è quello che credono.

< Caroline >.
< Sì? >.
Guardo mia madre.

Che vorrà?

< Hai esagerato, sappilo >.
Faccio spallucce.
< L'hai mandato via >.
< E allora? >.
< E allora tua madre ha ragione > prende la parola mio padre < hai esagerato >.
< Dovevo farlo > mi giustifico.
< Sì ma magari, da sola, con lui >.
< Io con lui, da sola, non ci resto manco morta >.
Mio padre scuote la testa < stavi per sposarlo... >.
Li guardo.
< Che c'entra? >.
< C'entra che lo ami >.
Rido forte.
< Questa è bella! >.
< Non puoi dire di no >.
Guardo mio padre < forse l'amore non può scomparire così all'improvviso ma è pur vero che chi ti ama non ti lascia il giorno del matrimonio >.
Mio padre sospira < sai quello che volevo dire... >.
< Ascolta > poi mi rivolgo a tutti < anzi ascoltatemi tutti >.
Li vedo annuire < ho chiesto ad Harry più volte se ci avesse ripensato... e mi ha sempre detto di no >.
< Forse non era ancora convinto >.
Mia madre.
Prende le sue difese.

E questa cosa mi fa incazzare.

Letteralmente.
Sanno quello che mi ha fatto... e ancora lo difendono?

Non lo accetto.

< Una settimana prima gli ho detto che se aveva cambiato idea potevamo rimandare, che non avevamo fretta >.
< Ma... >.
< Nessun ma mamma, non è stata una mia decisione sposarmi dopo solo quattro mesi dalla proposta, ma la sua >.
Prendo un attimo di respiro < ora ne paga le conseguenze >.
< Ha avuto paura Caroline > afferma mio padre.
Ovviamente anche lui è dalla parte del nemico.

Certo.

Sono io la cattiva, non lui.

La frittata è ribaltata qui, mi sembra.

È con lui che dovrebbero avercela.
Non con me.

< E se uno ha paura si comporta in quel modo? >.
< Sì >.
Lo indico < quindi mi vorresti dire che tu avresti lasciato mamma sull'altare, no? >.
Poi mi volto verso Desmond < e tu? L'avresti fatto? >.
Scuotono entrambi la testa.
Ecco, la risposta è facile.

Harry è un coglione.

Che non mi ha mai amata come invece pensavo.

< Ma ciò non toglie il fatto che l'hai trattato a pesci in faccia >.
< Ne ho tutto il diritto mamma >.
< No, non ne hai il diritto > mi indica < cosa credi che solo tu hai sofferto? Tutti abbiamo sofferto ma non per questo vogliamo far sentire Harry una nullità >.
< Perché voi siete troppo buoni >.
Scuote la testa < no, perché noi usiamo la testa e pensiamo prima di agire >.
Ecco ancora una volta è colpa mia che non uso la testa.

Certo, come no.

Sinceramente inizio a stufarmi.
Ne ho le scatole piene.

< Sapete che c'è? > mi alzo < ne ho abbastanza delle vostre prediche >.
Sposto la sedia < tolgo il disturbo così potete richiamare la vittima della situazione >.
< Non fare la bambina >.
< Non faccio la bambina, dico solo la verità >.
Lo guardo sprezzante < forse non vi ricordate il male che mi ha fatto >.
Non parlano.
Nessuno osa fiatare.
E ci credo.

Perché ho ragione.

< Care, ti prego resta >.
Guardo Anne.
Vorrei tanto.
Ma sono distrutta.
Sono stanca di dovermi giustificare.
< Scusami Anne >.
Detto ciò mi affretto a camminare il più lontano possibile.

Da loro, da me stessa.

E da Harry.



 
———


 
Ieri ho esagerato.
Lo so bene.
Ma almeno ho detto tutto quello che dovevo dire.
Senza rimpianti.
E sono contenta, perché sto meglio.

Molto meglio.

Appena tornata ieri mi sono scusata, per i modi soprattutto.
Non per le cose dette.

Perché quelle le penso.
E continuerò a pensarle.


E per fortuna tutti sono stati comprensivi.
Ed hanno capito le ragioni per cui l'ho fatto.
Ora siamo tutti in giardino.
Manca solo lui.
È partito stamattina presto.
È tornato a Londra.

E... forse è meglio così.
Per tutti.

Per me soprattutto.

Chiudo gli occhi mentre penso a come la mia vita sia cambiata in questi mesi.
Penso a come sono diventata.
Penso a come andranno le cose.
Ci saranno dei cambiamenti inevitabili.
Dovrò cambiare casa.
Non posso più vivere a casa mia.

Non con lui.

Per il momento me ne starò da Lerya, prima di trovare un'altra casa.
Ma sono felice perché...
Mi farà bene tornare nella mia vecchia casa.
Stare con la mia amica.
Mi farà bene ridere a tutte le ore, non pensare a nulla.
Starò bene.
Ma prima devo risolvere una cosa che mi preme.

Devo risolvere con Harry.

Ebbene sì.
Non vorrei, ma devo.
Stamattina ho parlato con mio padre e Desmond e ho capito.
Ho capito che se lo voglia o meno saremo sempre legati dalle nostre famiglie.
Ho capito che dovrò vederlo ai pranzi.
Dovrò vederlo alle cene e così via.
E per farlo devo prendermi una tregua dalla mia guerra personale contro di lui.
Devo parlargli e dirgli che adotterò la convivenza pacifica.
Anche perché oltre che con la mia famiglia... dovrò averlo tra i piedi anche con i miei amici.
Usciamo nello stesso gruppo.
E quindi sarà meglio per tutti e due vivere serenamente questa situazione.

Ovvio... le cose non cambieranno.

Quando dicevo e dico che per me è morto, è vero.

Non lo dicevo tanto per... ma perché è la verità.

Le cose non cambieranno tra noi due.

Per me è morto.


Ma per il bene di tutti convivremo rispettosamente e dignitosamente.

Solo questo.

Una volta tornati a casa le nostre vite saranno divise.
Io non voglio sapere quello che fa.
E voglio che lui non si interessi alla mia vita, a quello che faccio.
Sarà un sacrifico enorme passarci del tempo insieme... ma devo farlo.
Per tutti coloro che mi sono stati vicini.
Per tutti coloro che mi vogliono bene.
E che mi hanno sostenuta e stretta quando piangevo e mi disperavo.

Ne ho parlato col mio psicologo che mi ha convinta a fare questo passo.
L'ho chiamato stamattina dopo aver parlato con i papà e mi ha detto che sto facendo la cosa giusta.
Per tutti e per me.
Mi ha detto che la mia decisione è sinonimo di maturità.
E forse è vero.
È così.
Stabilendo un rapporto pacifico e di convivenza faccio vedere al mondo quanto sia forte.
E quanto sia matura.
Ed io non voglio deludere nessuno.
È una situazione delicata ma voglio fare le cose per il meglio.
Non voglio deludere soprattutto Gemma e Niall.
Quando torneranno voglio che ci trovino tutti insieme.
Uniti come sempre.
Voglio che siano fieri di me e delle mie decisioni.
Perché è grazie a loro se mi sono rialzata.
Ma questo già l'ho detto un centinaio di volte.
< Sei sicura che non vuoi fermarti a cena? > mi chiede Tyler.
Scuoto la testa.
< Come mai? >.
< Devo risolvere >.
Alza gli occhi al cielo.
< Sei sicura di volerlo fare? >.
Annuisco.
Sono sicura.
Sì.
< Non è presto? >.
Mi alzo dalla sdraio per mettermi seduta < senti Ty >, gli faccio cenno di sedersi < ho parlato con papà e Desmond stamattina e ho capito che lui farà sempre parte della mia vita, sia che lo voglia sia che non lo voglia >.
Ed è vero.

È così. 
Mi metto gli occhiali da sole e poi continuo < ne ho parlato anche con il mio psicologo >.
< E che ti ha detto? >.
< Che devo farlo, devo mantenere un rapporto di convivenza reciproca se non voglio vivere male >.
< Cavoli >.
< Eh sì > mi volto < devo farlo per voi, per la mia famiglia e per i miei amici >.
Annuisce.
< Tra di noi le cose non cambieranno, perché per me è veramente morto > prendo una pausa < ma almeno quando ci troveremo insieme dovremo rispettarci >.
< Allora come vuoi > mi prende la mano < io ci sarò sempre qualsiasi cosa tu decida nella tua vita >.
< Lo so > gli bacio la mano.
< Invece... > riprendo.
È ora di parlare di lui.
L'altro giorno l'ho beccato a parlare con una ragazza.
E da brava sorella devo sapere.
Devo conoscere.
< Che cosa c'è? >.
Sorrido maliziosa < hai trovato la ragazzetta? >.
Ridacchia imbarazzato.
< Allora? Devo sapere >.
< È un'amica >.
Annuisco < sì, come no >.
< Sul serio >.
< Mh... ti piace? >.
Si morde le labbra.
Bingo.
Gli piace.
< Ty, con me puoi parlare lo sai >.
Annuisce.
< Dai, dimmi tutto > lo sprono.
Si siede meglio.
< Siamo colleghi, nulla di più >.
< Ma ti piace >.
< Non... > lo blocco < Ty ti conosco >.
Ride.
< Hai ragione, mi piace >.
Urlo di gioia.
Avevo ragione.
Avevo indovinato.
Come pensavo...
< E? >.
< Niente, non so se le piaccio > diventa rosso.
Lo canzono un po' < Tyler Smith che non sa se piace a una ragazza? Mi stupisce >.
Mi dà un colpetto su un braccio < ehi, scema >.
Faccio spallucce.
< Comunque è complicato >.
< Perché? >.
< Perché siamo colleghi in primis >.
Sbuffo.
< Che c'entra? >.
< C'entra che se le cose dovessero andare male ci rimetteremmo entrambi >.
< A te non sono mai importate queste cose >.
< Sì ma ora sì >.
Si gratta la testa.
< Poi nemmeno le piaccio >.
< Ma chi te lo dice? >.
Si indica < io >.
< Ma non è vero >.
< Non lo so... >
< Allora ascolta me... > ci penso su < se ti piace buttati, che ti frega se lavorate insieme... non pensare alle conseguenze >.
< Dici? >.
Annuisco convinta < dico, dico >.
< Se lo dici tu Care >.
Annuisco.
< Scrivile >.
Scuote la testa.
< Dai Tyler, sfrutta l'occasione >.
Ridacchia.
< Che poi devo sapere ancora come si chiama... > lo canzono io.
< Si chiama Sarah >.
< Sarah? Sarah Smith... ce la vedo >.
Mi dà una spinta < non fare la scema >.
< Non faccio la scema... sarei contenta per te se trovassi la persona giusta > dico sincera < tutti abbiamo bisogno di trovare la persona giusta >.
< Anche tu? >.
Annuisco.

Certo.

Anch'io.

Tutti.
Nessuno escluso.

< E pensi di non averla già trovata? >.
< Chi? Harry? >.
Annuisce.
Faccio una smorfia.

Harry non fa per me.
Pensavo che fosse la persona giusta... ma sbagliavo.

Come sempre.

Mi sono lasciata calpestare.
Mi sono lasciata annientare da colui che amavo.
Ma questo non accadrà più.

Perché adotterò le giuste precauzioni, d'ora in poi.

Perché me lo devo.

< No Ty, Harry ho capito non fare per me... > respiro lentamente < mi fa male dirlo ma è così... forse non era vero amore >.
< Non dire sciocchezze... il vostro era vero amore >.
Roteo gli occhi.

Mica ci credo.
E sinceramente ho tutti i motivi per non farlo.

No?

< La cosa che mi fa più male è aver sprecato tre anni della mia vita, non tre mesi ma tre anni >.
< Non li hai sprecati >.

Se è convinto lui...

Io penso di aver sprecato del tempo.

E credo proprio di avere ragione.
Tutta la ragione del mondo, a dire il vero.

< Sono poco convinta > affermo dubbiosa.
< So che pensi che hai sbagliato tutto nella tua vita >.

E direi che è vero.
Non credevo di sbagliare con Harry... e invece l'ho fatto.

Ahimè, l'ho fatto.

< E non è così? > domando.
Scuote la testa.
< Non lo so Ty >.
< Fidati di me Care >.
Annuisco.
< Forse non avrò sprecato tre anni... forse hai ragione tu >.
< Io ho sempre ragione, ricordalo >.
Sorrido.
< In ogni caso non vedo l'ora di conoscere Sarah >.
Ride.
È proprio cotto... sì che lo è.
Cotto a puntino direi.
< Scrivile > lo intimo < ora >.
< Lo farò >.
< Tyler > rimprovero seria.
< Ho capito, domani ci esco, ho deciso >.
Bravo, così si fa.
Lo abbraccio < che bello vederti felice, che bello >.
Gli scompiglio i capelli < vedere mio fratello così... mi rende più che felice >.
Urlo dalla gioia.

E non scherzo.
Sono felice per lui.
Sul serio.
Se lo merita.
È un ragazzo d'oro.
Un ragazzo da sposare.
Con la testa sulle spalle... fedele, disponibile, sempre attento ai bisogni di chi ha a fianco.
Ed è ora che qualcuno lo ami per com'è.
Perché se lo merita.
Se l'è sempre meritato.
Soprattutto dopo aver ricevuto quella batosta dalla sua ex che è sparita, senza dare spiegazioni.
È stato male.
Molto male.
Me lo ricordo, triste...
Ma ha superato il tutto con la grinta e la tenacia che l'ha sempre contraddistinto.
E caratterizzato.

Ed io l'ho sempre invidiato.

Da morire.

Perché io al contrario ho sempre avuto problemi a rialzarmi dopo aver preso le batoste.
Ho sempre avuto problemi a non crollare.
Cosa che lui non ha mai fatto.

< Adesso a che pensi? > mi richiama all'attenzione Ty.
Mi desto dai miei pensieri.
< Scusa, stavo pensando >.
< Possiamo? > chiedono Desmond ed Anne avvicinandosi.
Annuiamo.
< Vi lascio soli > si alza Tyler per poi andare da Matty e Ella che sono più in là.
< Allora non rimani a cena >.
Scuoto la testa < devo risolvere >.
Annuiscono.
Lo sanno.
Ho comunicato a tutti di voler risolvere con Harry.
O meglio cercare di avere una convivenza pacifica.
Almeno lo sanno tutti.
E non devo spiegare nulla a nessuno.
Anne mi sorride < so che per te è dura stabilire una convivenza civile con Harry ma sappi che per noi è importante >.

Lo so che per loro è importante.
Lo so bene.

Ed è uno dei motivi per cui voglio parlare con Harry.

Anche per Anne e Desmond.

< Anche per me è importante... > li guardo entrambi < non voglio più sclerare così durante dei pranzi o delle cene in famiglia >.
< Ti vogliamo bene, lo sai vero? >.
< Anche io ve ne voglio... troppo >.
< E sai vero che puoi venirci a trovare ogni volta che vuoi, vero? >.
Annuisco a Desmond < anche voi >.
< Starai da Lerya? >.
Annuisco, di nuovo.
< Sì al momento sì... poi troverò una casa >.
< A Londra, spero >.
Annuisco.
Certo, a Londra.
Ho i miei amici lì.
< Sì, non scapperò > ridacchio facendoli ridere.
Si sono preoccupati per me.
Soprattutto dopo aver saputo che ho cercato di togliermi la vita.
Ah, se potessi tornare indietro... non ci penserei nemmeno.
Nemmeno un secondo.
< Sei forte e coraggiosa >.
Ridacchio.
A forza di sentirmelo dire ho iniziato a crederci anch'io.

Tanto se tutti lo dicono, deve esserci un motivo, no?

Quindi sì probabilmente sono forte e nemmeno lo sapevo fino a poco tempo fa.

< Inizio a crederci anch'io > gli confesso.
< È perché lo sei, sul serio >.
< Grazie >.
Li abbraccio uno ad uno per poi vederli allontanare.
Mi stendo di nuovo sulla mia sdraio e guardo il sole.
Oggi sto per fare una cosa più grande di me forse... ma ce la farò.
Come ce l'ho sempre fatta nella mia vita.
Da sola, aiutata da chi mi vuole bene.

Ma da sola... col sorriso stampato sulle labbra.

Ho commesso errori ma ho anche preso delle decisioni che mi hanno fatta cambiare.
Che mi hanno resa la ragazza che sono oggi.

Una ragazza piena di dubbi, insicurezze ma pur sempre una ragazza piena di sogni.
Piena di speranze e di progetti futuri.
E piano piano realizzerò tutto quello che il mio cuore desidera.

Tutto, anche le piccole cose.

Perché ho capito che devo amarmi.
Devo rispettarmi.
Devo mettermi sempre al primo posto.
In ogni caso.
In ogni situazione.
Perché... solo così riuscirò a rialzarmi quando ne avrò bisogno.

Solo così rimarrò sempre la solita Caroline Smith.

La Caroline Smith che tutti amano.
La Caroline Smith che è stata ferita... ma che si è fatta forza alzandosi e rimettendosi in carreggiata.
La Caroline Smith che da persa ha ritrovato la proprio strada.

Ed io amo essere semplicemente Caroline Smith. 
 
 
———


 
E così eccomi qui.
Davanti quella che è stata casa mia, fino a pochi giorni fa.
Sul campanello c'è ancora scritto il mio nome.
E leggerlo vicino al suo... fa male.

Perché...

Non esiste più nessun Styles-Smith.
Non esiste più nessun Harry e Caroline insieme.

Non esiste più niente di niente, a dire il vero.

E forse va bene così.
Forse è la soluzione migliore, la scelta migliore perché le cose dovevano andare così.

Chi lo sa...

'Coraggio, suona'.
Appoggio il dito sul campanello.

Non so come farò ad entrare.
Non so come farò a reggere il suo sguardo.
A non cedere... andandomelo a riprendere subito.

'Ti ha fatto del male Care'.

Giusto.
È la verità.
Che io lo voglia o no.

Guardo il borsone che ho in mano.
È veramente difficile, recuperare i miei vestiti... lasciare la mia casa.
Lasciare lui.
E i mille ricordi.
Ma devo farlo.
Per me.
Per il mio bene.

Annuisco infondendomi coraggio e poi suono.

Finalmente.

Dopo un po' la porta si apre rivelandone la figura di Harry, in tutto il suo splendore.
< Care >.
Mi squadra dalla testa ai piedi.
Faccio un cenno con la mano < ehm, posso? >.
Annuisce < certo, entra pure >.
Lo supero entrando e per poco non svengo.
Il suo profumo mi manda in tilt.
'Levati ogni idea dalla testa'.
< Che ci fai qui? > domanda mentre io mi volto.
< Volevo parlarti >.
Mi fa segno di andarci a sedere in sala ed io lo seguo per poi sedermi sul mio divano preferito.

Mille scene.
Mille momenti vissuti che si susseguono nella mia testa.
In modo surreale.

Come surreale è il fatto che lui sia qui.

Di nuovo.
Quando non lo credevo possibile, non più ormai...

< Vuoi qualcosa da bere? > mi chiede.
< Un bicchiere d'acqua andrà bene, grazie >.
Lo vedo scomparire in tutta la sua perfezione.
Ha dei jogger neri e una maglia a maniche corte nera a rivelare tutti i meravigliosi tatuaggi che colorano il suo corpo.
I capelli corti sistemati per non dargli fastidio sugli occhi e un leggero accenno di barba.
È... divino, ma già l'ho detto.
Respiro profondamente e cerco di calmarmi mentre lui torna con due bicchieri d'acqua.
< Tieni >.
Lo ringrazio e ne prendo un lungo sorso.
Ne ho bisogno.
Sì che ne ho bisogno...
< Comunque ci ho pensato > inizio a dire mentre lui punta i suoi occhi nei miei.

Dannazione.

Quegli occhi... son droga.

< Comunque? >.
Lo guardo.
< Prenditi del tempo se ti serve > mi dice amorevole.

No.

Ho preso già abbastanza tempo.

Sono pronta.
Prontissima.


< Ho capito che dobbiamo convivere pacificamente per il bene delle nostre famiglie e dei nostri amici > porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Annuisce.
< Sì, lo penso anch'io >.
< Probabilmente è la soluzione migliore... prendere una tregua >.
Annuisce, di nuovo.
< Sappi che non cambierò idea su di te > lo ammonisco.
Sorride < ti conosco bene >.
Annuisco < ma so che se non adotteremo questa tecnica ci rovineremo la vita >.
Bevo ancora < quindi volevo dirtelo: da oggi siamo in pace >.
Si gratta la mano prima di dire la sua < sì è la soluzione migliore >.
Annuisco per poi ricordargli che nessuno dei due dovrà mischiarsi nella vita dell'altro.
< Giusto >.
Ci guardiamo per un'infintà di tempo-

E a me prende male.

Io, lui e la nostra casa...

Io e lui... due estranei.

Perchè...
Perchè è questo quello che siamo diventati.

Due perfetti estranei.

'Fa' quello che devi fare e scappa'.

Giusto...

Altrimenti farò qualche casino dei miei, me lo sento.

< Ok, bene > mi alzo < andrei a recuperare le mie cose >.
< Dove starai? >.
< Da Lerya, torno a casa mia per un po' >.
Annuisce, di nuovo.

Che situazione pesante...
Non l'avrei mai immaginato.

< Vado di sopra >.
Faccio un passo dandogli le spalle quando la sua mano tocca il mio braccio fermandomi < aspetta >.
Mille brividi percorrono la mia schiena.
La sua mano sul mio braccio.

È come se mi avesse toccato... l'anima.

Deglutisco.

Si avvicina, troppo.
Sento il suo respiro tra i miei capelli e devo appellarmi al mio autocontrollo per non girarmi e baciarlo seduta stante.

Per non rovinare tutto.

< Mi dispiace Care >.
Se non vado via le cose finiranno per mettersi male.

Lo so.

Il mio corpo è attratto dal suo.
Così come il suo dal mio, come se fossimo due calamite.

Ma... non posso.

Sprecherei il lavoro fatto.

E non posso.

Non ora che ho ripreso in mano la mia vita.
Non ora che ho imparato a sorridere, di nuovo.

Devo andare.
Staccarmi da lui.
Bruscamente.

< È troppo tardi > gli dico prima di sparire di sopra.
Mille ricordi, anche qui.

I pomeriggi passati a ridere.
I momenti passati ad abbracciarci.
A baciarci... a scoprirci.
A morderci l'anima.
A carezzarci il cuore.

Devo andare via.

Sono legata a questa camera, a questa casa.
E per questo anche se difficile devo correre il più lontano possibile.
Senza mai girarmi.

Devo andare, ora.

Vado prima in bagno dove afferro i trucchi, le creme e quanto più riesca a prendere e poi torno in camera mettendoli nel borsone.
Poi tocca alla parte più dura...
I vestiti.
Apro l'armadio infilando più vestiti che posso nel borsone e sobbalzo non appena sento la porta aprirsi.

No.

Perché è salito?
Vuole rendere tutto ancora più difficile?

Vuole spezzarmi il cuore, ancora?

< Non devi farlo per forza >.

Ah no?
E cosa dovrei fare secondo lui?

< E cosa dovrei fare? > domando.
< Puoi rimanere... possiamo abitare lo stesso insieme >.
Rido.

No, non è possibile.
No, no.

Non è contemplato.
Non si può fare.

< Non penso sia una buona idea >.
Mi volto trovandomelo praticamente a pochi centimetri dal mio viso.

No.

Questo è sbagliato.
Sbagliatissimo direi...

< Harry >.
Annuisce.
< Devo andare >.
Mi volto continuando ad infilare vestiti nel borsone, il più velocemente possibile.
Perché prima finirò e prima finirà questo supplizio.
Si siede sul letto < mi è mancato dormire nel nostro letto >.
Non gli rispondo.

Ripeto: tutto questo è sbagliato.
Tremendamente sbagliato.

< Ok > dico chiudendo il borsone < se mi sono dimenticata qualcosa ci passerò un'altra volta >.
< Certo, quando vuoi... > prende un lungo respiro < è casa tua questa >.

Lo so bene.

Ma ora non lo è più.

Era casa mia.

Verbo al modo indicativo, tempo imperfetto.
Afferro il borsone, faccio un cenno con la mano per salutarlo ed esco dalla camera, ma vengo bloccata dalla sua mano.

Dannazione.

Ancora?

< Che c'è? > mi volto.
Si morde le labbra < non so se è la soluzione migliore >.
Lo guardo dritto negli occhi < lo sai che è la soluzione migliore per tutti >.
< Sei sicura? > porta una mano sulla mia guancia < io non ne sono più così sicuro >.
I nostri nasi si sfiorano praticamente.
I nostri respiri si confondono.
Lo guardo ed ho un mancamento.
Quanto vorrei farmi baciare... ma non posso.

Mi ha fatto del male.

Troppo, troppo male... ed è giusto che paghi.

Con un movimento brusco gli tolgo la mano < è la soluzione migliore per me >.
Faccio le scale ma lui mi segue.

Oddio.

Apro la porta.
< Care? >.
Si avvicina.

Che fa?
Che vuole fare?
Cosa pensa di fare?

Lo fermo con la mano.
So che devo essere dura, altrimenti non capirà.
< Quando ti ho detto della tregua ti ho anche detto che non avremmo fatto pace, no? >.
Annuisce.
< Bhe allora ricordatelo >.
< Che vuol dire? > domanda.
Esco dalla porta < che per me sei morto >.
Lo sento sospirare ma non mi frega niente.
Cammino velocemente per poi aumentare il passo.
È stato difficile, molto.
Ma dovevo farlo.

Perchè...
Mi ha fatto del male.
Mi ha spezzato il cuore.

E per quanto possa essere bello, dannatamente sexy, brillante, intelligente, divertente e quant'altro... rimane sempre il più grande stronzo sulla faccia della Terra.
Ed io non merito gli stronzi.


No, io mi merito il meglio... non di sicuro Harry fottutissimo Styles
   
   
   
   
   

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Capitolo 35
*** Prove per una convivenza pacifica... ***


Apro gli occhi per poi guardare l'ora sul cellulare.
Le 8.45.
Sarà meglio alzarsi.
Sposto le coperte per poi stiracchiarmi.
Mi guardo intorno.
Casa mia.
Che bei ricordi.
Chiudo gli occhi ispirando a pieni polmoni.
Finalmente... casa.
Finalmente di nuovo me stessa.
Oggi c'è il sole.
Vedo la luce filtrare dalle persiane.
Ok, è ora di alzarsi.
Mi sono crogiolata abbastanza.
Mi tiro su con uno scatto per poi andare in bagno dove dopo aver fatto la pipì, lavo le mani e la faccia.
Con la coda dell'occhio guardo la doccia e ho un mancamento.

Mi ricorda... Harry.

Come tutto d'altronde.
Perfino la mia camera.
Ma questi sono dettagli... che già sapevo sarebbero tornati alla mente.
Un po' come i ricordi.
E le giornate felici.

Tutto mi ricorda Harry.

Tutto.
Il letto, il cuscino, la porta della camera.

Tutto.

Sorrido ripensando a numerosi episodi.

Harry steso sul letto intento a osservarmi.
Harry steso sul letto intento a baciarmi.
A rendermi felice, come sempre.
A farmi sentire amata, come sempre.
Harry intento ad asciugarmi i capelli.

Che ricordi...

E quella volta in cui abbiamo fatto la doccia insieme per la primissima volta?
Ne vogliamo parlare?

Sorrido inconsapevolmente mentre ripenso al mio imbarazzo, alla sua sicurezza.
Ai nostri innumerevoli baci.
Alle sue mani insaponarmi.
Stringermi a lui.
I suoi occhi così belli ad urlare il mio nome.
A dirmi 'ti amo', 'sei importante'.

Mi appoggio al lavandino.
'Ancora?' mi rimprovera la coscienza.
Scuoto la testa.

No.
Non devo iniziare...
Sennò non me la smetterò più.
Perché dai ricordi positivi arriveremo a quelli negativi.

E mi farò del male.

Ancora e ancora.
Ripenserò a quel fatidico giorno e crollerò.
Ripenserò alla sua fuga dalla chiesa, ai suoi occhi allontanarsi da me, alle sue mani lasciarmi... e starò male.
Ed io non voglio star male.
Non ora.

Non più perlomeno.

Guardo la doccia e la accarezzo.
Come se potessi accarezzarti.
Come se potessi ripercorrere il tuo corpo, perfetto, scolpito.
Scuoto la testa.

Basta, basta così.

Esco dal bagno e mi dirigo di sotto dove intravedo Lerya in cucina intenta a preparare il caffè.
< Buongiorno Care >.
< Lé > faccio un cenno con la mano sedendomi.
< Dormito bene? >.
Annuisco.
< Tu? >.
< Io ho russato come un ghiro >.
Rido.
Non ho sentito nulla, ma meglio.
Altrimenti avrei fatto fatica ad addormentarmi.
Avrei sicuramente iniziato a pensare... e mi sarei fatta del male.
No, meglio così.
Il mio sguardo viene rapito da un vassoio pieno di cornetti squisiti.
Devono essere davvero buoni.
Hanno un aspetto invitante.
Ed io non vedo l'ora di assaggiarli.
Di gustarli in santa pace.
< E questi? > chiedo facendo la finta confusa.
< Sono uscita a comprarli prima > sorride < per darti il bentornata >.
Che cara.
La ringrazio < non dovevi >.
< Sì che dovevo, siamo di nuovo coinquiline >.
Rido.
< Sul serio, non dovevi > le dico di nuovo.
Fa un cenno con la mano per poi passarmi il caffè e il latte già scaldato.
Wow.
Non devo fare praticamente nulla.
Ha già preparato tutto.

Grandioso!

< Mi fa piacere averti qui, di nuovo >.
Anche a me fa piacere essere di nuovo a casa mia.
< Anche a me >.
< Allora? >.
La guardo confusa.
< Com'è andata ieri con Styles? >.
Eccolo lì... sempre presente.
Sospiro.
Ieri sono ritornata a casa mia a prendere delle cose.
Per fortuna sono stata veloce.
Sono stata una furia.
Sul serio.
Ma è stato meglio così.
Meno tempo passo con lui meglio sto.

Soprattutto in quella casa.

Piena di ricordi, di momenti felici, di momenti tristi e dolorosi.

Lì dentro potrei crollare.

Potrei da una parte urlargli contro, prendermela con lui, picchiarlo.
Dall'altra invece potrei farmi abbracciare e dirmi che va tutto bene.
E sinceramente sono due opzioni che non voglio neanche contemplare.
No, per niente.
Ma per fortuna lui non ha fatto o detto niente che potesse mandarmi in tilt.
Se n'è stato zitto, osservandomi prendere le mie cose.
Per poi andare di sotto a vedere la Tv lasciandomi sola.
Ed è stato meglio così.
Sì.
Anche se ammetto che mi è dispiaciuto quando se n'è andato di sotto, senza degnarmi di uno sguardo.
Ma d'altronde è quello che io gli ho chiesto.
Niente rapporti.
Niente, di niente.
E così ho finito di raccogliere più cose possibili e me ne sono andata.
Ci siamo salutati con un ciao.

E mi ha fatto male.

Ma è stato meglio così.
Perché così non ho sofferto.
E forse non ha sofferto nemmeno lui.

Quindi, sì direi che è andata meglio così.

< È andata > dico.
< Andata come? >.
La guardo addentando un pezzo di cornetto al cioccolato fondente.
Una volta finito il boccone le spiego < questa volta non ha cercato di trattenermi >.
< Meglio >.
Meglio, sì.
Annuisco.
Poi ridacchio.
< Perché ridi? >.
Rido perché se ripenso ad Harry capisco che non avrebbe avuto ostacoli a trattenermi.
Sarei rimasta volentieri.
Mooolto volentieri, a dire il vero.
Con quel pantalone di lino e la maglietta bianca nei pantaloni.

Una visione.

Per non parlare dei capelli gocciolanti ancora dalla doccia appena fatta.

Ripeto: una visione.

La perfezione.

< Perché non avrebbe avuto problemi a trattenermi >.
Ride < ah sì? >.
Annuisco.
< Gli stanno bene i capelli corti vero? > domanda lei.

Gli stanno divinamente.
Ma d'altronde è bellissimo.
E sarebbe bellissimo anche con un saio..
Con una busta in testa.

Con tutto, mannaggia a lui che è così...

< Gli stanno divinamente > confesso sorridendo < è ancora più bello, dannazione >.
< Ti dispiace? >.
< Cosa? > chiedo non capendo.
Beve il caffè per poi spiegarmi < che sia così bello >.
< Diciamo che è una tentazione per chi è in astinenza da sesso come la sottoscritta >.
Ridiamo entrambe, poi io torno seria.
< A parte gli scherzi... non ci cascherò >.
Annuisce < lo so >.
< È morto, sul serio >.
< Che situazione di merda >.
< Hai ragione ma almeno abbiamo deciso per una convivenza pacifica >.
< Avete fatto bene >.
Faccio una smorfia.

Lo spero.

Lo spero vivamente.

Perché a volte ho l'impressione di avere sbagliato.
Ho l'impressione che non andrà per niente bene.
Che tutto finirà male.
Ma poi se mi fermo veramente a pensare, a riflettere capisco...
Capisco che è la decisione migliore.
Per tutti, fondamentalmente.

Oltre che per me.

< Andrà bene, vedrai > mi prende la mano e la stringe.
Le sorrido.
< Grazie, sul serio >.
< Smettila di ringraziarmi > ride.
< Hai ragione, basta > bevo un sorso del mio caffè latte.
< Comunque, cosa facciamo oggi? >.
< Facciamo shopping > propone.
Annuisco.
Come ho già detto lo shopping è sempre un'ottima idea.
Sempre.
< Non vedo l'ora di sperperare un po' del mio denaro >.
Ride.
< Ho bisogno di rifarmi il guardaroba > affermo pensandoci.
Ho tanti, tantissimi vestiti in realtà.
Ma... il guardaroba dev'essere rinnovato.
Per forza di cose.
< Anche se ce l'abbiamo strapieno? >.
Annuisco < certo, soprattutto se ce l'abbiamo strapieno >.
< È una cosa un po' contorta ma ci sto >.
Le do un cinque.
< E poi cara Lerya siamo di nuovo sulla piazza >.
Ride < bhe, hai ragione... dobbiamo rimetterci in carreggiata >.
< Per forza di cose > affermo.
Ed è vero.

Chi ha bisogno di Harry e Zayn?

Siamo ragazze indipendenti.
Forti.
Che non si fanno problemi a vivere da sole.
Ad essere felici... da sole.
Quindi sti cavoli.
Via a nuovi incontri.
A nuove esperienze e avventure.

'Come no'.
Mi do mentalmente della stupida.

Cosa penso di fare?
Conquistare il mondo?
Uscire con tremila ragazzi per divertirmi?

Non è da me.
Mai stato.
Soprattutto quando uno non ha il cuore libero, come nel mio caso.
Perché va bene che lo odio, va bene che vorrei che non fosse tornato.

Va bene tutto... ma in ogni caso nel mio cuore ancora c'è lui.

Anche se questa è una cosa che nascondo.
E sto cercando di seppellire ovviamente.

Ma c'è lui, sul serio.

D'altronde ci sono stata per tre anni.
Non posso pretendere che il mio cuore si dimentichi di chi l'ha fatto battere per così tanto tempo, no?

< Care, ci sei? >.
Lerya mi sventola una mano davanti.

E come non potrebbe?

Mi assento sempre. 
Mi perdo nei meandri della mia mente.
Penso e ripenso dimenticandomi della realtà in cui mi trovo.
E forse nemmeno dovrei.
Perché finisco sempre per pensare a cose che non devo pensare.
< Sì, scusa > le dico < cosa stavi dicendo? >.
Ride < possibile mai tu debba assentarti sempre? >.
Faccio una smorfia < è più forte di me, perdonami >.
< Va bene >.
< Allora cosa stavi dicendo? >.
< Che se sei d'accordo possiamo andarci a preparare >.
< Tu vai, io lavo le tazze intanto > le dico.
< Sicura? >.
< Certo > la rassicuro vedendola poi andare di sopra.
Mi rimbocco le maniche e poi inizio a lavare le tazze.
Sorrido inconsapevolmente.
Sì, lo shopping farà il suo effetto.
Avrà l'effetto terapeutico che spero.



 
———


 

Sono passati due giorni precisamente.
Due giorni in cui ho avuto molto da fare.
Dopo lo shopping è arrivata la parte più dura.
Ho sistemato le cose recuperate da casa, ho buttato via cianfrusaglie che non mi servivano e ho pulito la mia camera da cima a fondo.
Insomma un delirio.
Non ho avuto il tempo nemmeno per rilassarmi un po'.
Ho lavorato come una forsennata.
Ma dovevo farlo, perché avevo troppe cose e nella mia vecchia camera non ci sarebbero mai entrate, quindi ho preso la decisione più giusta.
Buttarle via.

Anche se ha significato buttare via un pezzo del mio passato.
Anche se ha significato eliminare dei ricordi dalla mia mente, ma più in generale dalla mia vita.

Ma va bene così.
Quando uno rinasce succede questo.

Ed io sto rinascendo.

Sorrido inconsapevolmente.
Oggi sono ad Holmes Chapel, sono arrivata stamattina presto.
Stasera abbiamo una cena con tutti.

(Styles compresi ovviamente).

Nialle Gemma sono tornati dalla loro luna di miele ed è ora di festeggiarli come si deve.
Ed io sono veramente felice anche se ho un po' di agitazione addosso.
È la prima cena ufficiale da quando io e Harry abbiamo deciso per la convivenza pacifica e spero tanto che vada bene.
Perché mi farebbe male litigare di nuovo, davanti a tutti.

E... non voglio.

Voglio che tutti stiano bene.
Che si divertano, ridano.
Senza nessuna preoccupazione.
Senza scenate.
Ma so, nel mio cuore, che andrà bene.

Me lo sento.

Sarà una cena strepitosa e io ed Harry dimostreremo a tutti di essere maturi da poter trascorrere del tempo insieme.
Tanto tempo per la precisione, visto che passeremo dei giorni insieme.
Due, tre, forse quattro.
Ancora non lo so.
So solo che ce l'avrò sempre al mio fianco.
Quasi a tutte le ore.
Ma... va bene così.
Siamo una famiglia.
E le famiglie sono unite, come le nostre.
Sento mia madre di sotto lamentarsi con mio padre e ciò mi fa sorridere.
È in panico mia madre.
Già gira per tutta casa disperata.
Perché deve fare ancora tutto.
Mettere le lenzuola ai letti.
Pulire le camere.
Cucinare.
E altre tremila faccende.
Sia io che mio padre ci abbiamo provato a dirle di stare tranquilla.
Che l'avremmo aiutata.
Ma no... parole sue 'riesco benissimo da sola, senza il vostro aiuto'.
E così corre da una parte all'altra col grembiule addosso e i capelli legati in una coda disordinata, proprio come faceva quando ero una bambina, visto che non è cambiata di una virgola.
Ha sempre avuto questo istinto di perfezione, istinto che poi ha tramandato anche a me eh... sempre alle prese con le pulizie.
Sempre alla prese coi fornelli.
Ma è questo il bello di mia madre.
Dedita alla sua casa e alla sua famiglia.
Anche ora che potrebbe rilasciarsi un po' e chiamare una donna delle pulizie ad aiutarla.
Ma lei ovviamente non vuole.
Vuole fare tutto da sola.
Ridacchio affacciandomi dalla porta della mia camera.
Mio padre dietro che sbuffa e lei che con i cuscini in mano entra in ogni stanza a controllare dove manchino.
< Jacq, rallenta > la implora mio padre per poi vedersi scuotere la testa da mia madre.
< Senti Nickolas Smith, avremo gli Styles, tutti gli Styles con noi >.
< E allora? > le chiede mio padre ridendo.
< E allora? > mia madre urla < allora deve essere tutto perfetto, tutto >.
< Ma è già tutto perfetto >.
Mia madre scuote le testa.
Ancora.
< Hai visto casa loro? >.
< Sì > risponde mio padre.
< È perfetta >.
< Anche la nostra lo è >.
< Dici? > domanda mia madre vedendo annuire mio padre.
< Eh... ma devo farmi trovare preparata lo stesso >.
Mio padre sospira per poi bloccarle un braccio chiamandola.
< Che c'è? Devo sbrigarmi Nickolas > risponde lei mezza rossa in viso.
< La nostra casa è già perfetta, smettila di pensare che non lo sia, d'accordo? >.
Mia madre annuisce poco convinta prima che mio padre continui a dire la sua < la cosa importante è stare tutti insieme >.
Sorrido.
< Dovresti essere felice > le ricorda ma lei non capisce così mio padre riprende da dove si era interrotto < ci saranno sia Caroline che Harry ed è una gioia >.
Mia madre annuisce < non me lo ricordare > prende fiato < speriamo solo che quella testona di tua figlia si comporti a dovere >.
Porto una mano davanti alla bocca per non scoppiare a ridere seduta stante.

Mi comporterò a dovere, cara mamma... lo prometto.

< Sul serio Nickolas >.
Mio padre ride < Jacq vedrai che andrà tutto bene >.
< Sicuro? >.
< Certo, andrà a meraviglia > le tocca un braccio < stai tranquilla >.
< Tu dici sempre così... ma alla fine sei sicuro che non succederà qualche casino? >.
Mio padre annuisce < sicuro sicuro >.
Poi le sussurra malizioso < come sono sicuro di poterti rubare un bacio >.
Mia madre ridacchia civettuola < dai, non fare così adesso che ho da fare >.
< Solo uno >.
E così mia madre cede mentre mio padre le regala un bacio a fior di labbra.
< Ora rimettiamoci a lavoro >.
Rido per poi tornare verso il letto dove mi stendo.
Andrà bene.
Ha ragione mio padre.
Andrà tutto alla grande.
Niall e Gemma saranno fieri, fieri di me, di noi.
Sono convinta.
Afferro il cellulare e vado su instagram per passare un po' di tempo.
Scorro le storie senza metterci particolare attenzione fino a che non mi appare una storia di Harry.
C'è lui in giardino dai suoi con una mano sulla fronte per proteggersi dal sole.
A torso nudo.
E ho detto tutto.
Blocco la foto col pollice per poterlo osservare meglio.

Bello.
No che dico... bellissimo.

Dannazione.

Perché deve essere così bello?
Se solo non lo fosse... sarebbe più facile per me lasciarlo perdere.
Così però è impossibile.

Guardo quei suoi lineamenti perfetti e ho un tuffo al cuore.
Chissà quante ragazze gli scriveranno in privato, commentando le foto.
Soprattutto ora che è di nuovo sulla piazza.
D'altronde è sempre stato accerchiato da ragazze.
Sempre.
Fin da quando lo conosco io.
Ne ho viste di ragazze passare...
Alcune durate un battito di ciglia, alcune durate anche alcune settimane.
Sempre molto belle, questo c'è da dirlo.
Ricordo quando usciva con quella ragazza di cui ora non ricordo il nome.
Cerco di concentrarmi per ricordare il nome e poi ricordo.
Violet Simmons.

Come dimenticarmi di Violet?

Era... semplicemente divina.
Perfetta.
Fisico slanciato, capelli ramati e due occhi verdi da mettere invidia.
Praticamente una visone.
Perfetta per stare con Harry.
Ricordo ancora quando arrivavano al pub.
O quando ci incontravamo in giro.
Tutti restavano incantati dalla bellezza dei due.
Tutti.
Me inclusa.
Erano veramente bellissimi, sorridenti.
Spensierati.
Felici come non mai.
Ricordo che Harry con lei era un'altra persona.
Totalmente.
Tant'è che pregavo rimanessero insieme, perché in quel periodo era diventato simpatico, così simpatico da non odiarlo.
Da non volerlo uccidere.
Ma poi...
Ricordo che lui da un giorno all'altra l'ha lasciata.
E di lei non ho saputo più nulla, se non che a volte commentava le storie di Harry.
Peccato.
Mi piacevano insieme.
Andavano forte.
Anche in camera da letto, soprattutto, a detta degli altri.
Le storie che raccontavano... descrivevano il loro rapporto così passionale.
Così travolgente... che arrivavano a volte ad essere stremati.
Sfiniti e distrutti per quanto si erano dati da fare.
Mi mordo le labbra.

Chissà se anche noi in camera da letto funzionavamo... 

 
Forse è per questo che non è andata.

No?

'Andavate alla grande' mi ripeto.

Sono sicura?

'Certo stupida'.
Mi rimprovero.
Andavamo alla grande.
Ed effettivamente è così.
Tra di noi le cose sono sempre andate bene, camera da letto inclusa.
Ma è pur vero che nel periodo, prima del matrimonio le cose o meglio la passione si è affievolita.
Lo ammetto.
Eravamo così stanchi.
Sfiniti.
Che a volte non riuscivamo a scambiarci nemmeno un bacio.
O farci nemmeno una carezza.
Quindi...
Magari ha influito.

Chi lo sa...

Harry l'ha sempre detto di aver paura che le cose tra di noi sarebbero cambiate col matrimonio... e forse è successo davvero.
Sbuffo.
Lascio andare la foto, appoggio il cellulare sul comodino e guardo il soffitto.

E se mi ha lasciata perché non gli dedicavo più le giuste attenzioni?
È impossibile, no?

Mannaggia a me.

Perché devo pensare a tutto questo?
Perché devo crucciarmi?

Non deve interessarmi la ragione per cui ha deciso di mollarmi.
Non deve interessarmi neppure se Harry sente altre ragazze.

Se lo fa buon per lui, no?
Alla fine è libero di fare quello che gli pare.
Non mi deve nessuna spiegazione.
Ci mancherebbe.
Sussulto non appena il cellulare vibra.

Chi sarà?

Lo prendo rimanendo di stucco leggendo il nome sul monitor.

'Harry'.

Cazzo.

Non è che ha capito che lo stavo pensando?

No... non può essere vero.

Come può aver capito che stavo pensando a lui?

Impossibile.

A meno che non abbia dei poteri... di cui io non sono mai stata a conoscenza però.

Mi schiarisco la voce e poi rispondo con un 'pronto'.
< Care >.

La sua voce meravigliosa.
E ancora più bella quando pronuncia il mio nome.

< Harry... dimmi >.
Respiro lentamente.
Perfino sentire la sua voce mi fa mancare l'aria.
< Ti disturbo? >.
< No dimmi tutto >.
Lo sento sospirare.
< No... è che mamma si stava chiedendo se magari possiamo arrivare prima così da aiutare tua madre >.
Ridacchio.
Lui si scusa mezzo divertito.
< Scusa, ma sta pressando >.
< Tranquillo, vado a chiedere >.
Urlo scendendo le scale.
< Ti sei per caso impazzita? > domanda mia madre affacciandosi dalla cucina.
< Harry mi ha chiesto se possono arrivare prima per aiutarti >.
< C'è Harry al telefono? > domanda lei sorridendo.
Annuisco.
< Mamma? >.
Non risponde.
< Mamma? >.
< Sì scusami... va bene, dì ad Harry che li aspetto molto volentieri >.
< Vi aspettiamo > dico ad Harry che risponde che stanno per partire.
< Allora a dopo > mi saluta.
< A dopo Harry > chiudo la chiamata e faccio per andare di sopra quando mia madre mi blocca.
< Che è? >.
< Adesso vi chiamate? >.
Roteo gli occhi < te l'ho detto... è tutto apposto >.
Annuisce poco convinta e poi mi comanda < fai una cosa >.
< Vuoi una mano? >.
Scuote la testa < vai di sopra e renditi presentabile >.
Mi guardo velocemente < non lo sono? >.
< Mettiti qualcosa di più carino >.
Sbuffo.
Sta travisando le cose.
Come al solito.
< Mamma, se io e Harry parliamo non vuol dire che torneremo insieme >.
< Lo so >.
Incrocio le braccia.
< E allora perché dovrei mettermi qualcosa di più carino? >.
< Così >.
La rimprovero < mamma >.
< Ti sto solo dicendo di metterti qualcos'altro invece che la tuta >.
Faccio spallucce < va bene, se ti rende contenta >.
< Ora vai, che ho un sacco da fare >.
Annuisco e sparisco di sopra dove mi chiudo in camera.
Sinceramente non ho voglia di agghindarmi a festa.
Devo essere sincera.

Ma da una parte... voglio farlo.
Almeno si rende conto di quello che si è perso.

No?

Scuoto la testa.

Non deve fregarmi di quello che pensa di me.
Non deve interessarmi minimamente.
Devo solo pensare al mio bene.

Sbuffo.

Però magari... capisce che sono meglio di Violet.
Meglio di chiunque altro.
E rosica.

E poi alla fine che male c'è a rendersi carina?
Non credo di far del male a nessuno...

No?

Apro l'armadio per capire cosa posso indossare.
Guardo un po' in giro per poi tirare fuori un vestito bianco di pizzo a maniche corte.
Può fare al caso mio.
Semplice ma comunque sia carino.
Senza pensarci due volte lo infilo togliendo la tuta e il top che ho messo per il viaggio.
Mi guardo allo specchio.
Mi piace, molto.
Forse dovrei rinfrescarmi.
Rendere più presentabile il mio viso.
Vado in bagno dove dopo aver lavato la faccia applico una crema per poi applicare il mascara.
Non voglio esagerare.
Voglio solo... rendermi più carina.
Basta.
Aspetto che la crema si asciughi per poi applicare il correttore sulle occhiaie, che setto con la cipria.
Definisco le sopracciglia velocemente e applico il bronzer sul viso.
E ci sono.
Nient'altro da aggiungere.
Mi specchio e sorrido.
Sto bene.

E sono sicura che lui mi squadrerà dalla testa ai piedi.
Anzi, sono sicurissima.

Afferro le cuffie, il cellulare ed esco fuori in balcone dove mi siedo sulla poltrona in vimini.
Infilo le cuffie e faccio partire la musica in riproduzione casuale.
La pace dei sensi, finalmente.
Chiudo gli occhi facendo sì che il sole si posi sul mio viso rilassato.
Andrà tutto bene.
Tutto meravigliosamente bene.
Lo so.
La giornata è perfetta.
Si sta ancora bene per essere settembre inoltrato.
Le giornate sono soleggiate, calde... solo la sera è più fresco.
Ma penso sia normale.
Più che normale a dire il vero.
Scorgo in lontananza il maneggio famoso e senza rendermene conto rido.
Come dimenticarmi di quel giorno al maneggio con gli altri...

Tra risate, tra abbracci.

E tra baci tra me e Harry.

Tanti, troppi baci forse...
Abbiamo passato dei bei momenti qui, a casa mia.
Quando ancora i miei non sapevano di me ed Harry.
Quando stavamo insieme da così poco...

Quando ancora non decideva di farmi del male.

'Care' mi rimprovero.

Lo so.
Dovrei smettermela di pensare a quello che è successo.

Ma come faccio?
Come?

È che se ci penso... mi sembra di vivere un incubo.
Mi sembra di vivere una situazione talmente surreale da essere poco credibile.
Eppure le cose sono andate così.
Quindi non dovrei crucciarmi.

Eppure lo faccio.
E lo faccio perché ci credevo.
Ci credevo veramente tanto.

Credevo in lui, in me... in noi.

Credevo di poter costruire una famiglia.
Credevo di poter costruire un futuro.
E invece... mi rimangono solo una manciata di ricordi.

Nient'altro.

E i ricordi fanno male.
Molto male a volte.
Perché possono cambiarti l'umore da un momento all'altro.
Un attimo prima sei felice, certa che le cose andranno bene... e un attimo dopo sei triste, conscia che niente in realtà andrà bene.
Perché sei troppo ferita.
Troppo frustrata.
Troppo, tutto a dire il vero.

E dannazione se fa male.

Malissimo.

Il vento soffia tra i miei capelli ed io chiudo gli occhi.

Bisogna conviverci, coi ricordi intendo.
Perché se non inizi a conviverci va a finire che ti autodistruggi.
E ovviamente non voglio.
I ricordi esistono, belli e brutti che siano.
Ed io devo imparare a riviverli anche se fa male.
Anche se mi provocano quel dolore lancinante che vorrei non provare più.
Quel fottuto dolore che ti ricorda sempre la stessa cosa.

Che non esiste più nessun 'Harry Styles e Caroline Smith' ma solo Caroline Smith.

Non esiste più una coppia ma solo... un singolo.
Ossia io.
Io e basta.
E va bene così.

Per il bene di tutti.

Mi alzo dalla poltrona.
Non so che fare.
Non trovo pace.
Mi muovo da una stanza all'altra senza un valido motivo.
Non so che diavolo mi prende.
E per di più sapere che Harry sarà qui tra poco non mi rende più tranquilla.
Anzi...
Mi mette una strana agitazione addosso.
Entro in camera e poi esco scendendo le scale.
< Ora stai veramente bene Caroline >.
Ringrazio mia madre.
Magari se la aiuto...
Non girerò per casa a vuoto.

No?

< Che fai? > le chiedo sorridendo < posso aiutarti? >.
Scuote la testa.

E ti pareva eh?

Mai una volta che possa aiutarla.
Non si fida.
< Che c'è non ti fidi? >.
Ridacchia.
Sgamata.
In pieno.
< No è che... >.
< Cosa? >.
< Ok, non mi fido > sbotta alla fine mentre io faccio finta di essermi arrabbiata.
< Eddai > mi tocca un braccio < non vorrai mica sporcarti? >.
Faccio spallucce.
Come vuole.
< Va bene, come vuoi >.
Mi sorride < ti voglio bene >.
< Anch'io >. 
E così ancora una volta mi ritrovo in giardino a vagare.
Senza una meta.
Senza capire cosa fare.
< Sei già pronta? >.
Sorrido a mio padre.
< La mamma mi ha imposto di rendermi più carina >.
Ride ed io lo seguo.
< La mamma sta per impazzire >.
< Può darsi > ironizzo < ma stanno venendo i soccorsi >.
< Ho sentito >.
Annuisco.
< E tu? Sei tranquilla? >.
Lo guardo.
Potrei dirgli la verità.
Ma forse farei solo peggio.
Creerei del panico.
Quindi forse dovrei semplicemente mentirgli.
Digli che sono tranquilla.
Tranquilla come una Pasqua.
Lo guardo di nuovo.
Lo vedo che è preoccupato.
Molto anche se non lo dà a vedere.
< Sì, sì sto bene... sono tranquilla >.
< Sicura? > mi accarezza una spalla < sai che a me puoi dire qualunque cosa vero? >.
Annuisco.
Lo so.
< Certo... > sorrido < ma sono tranquilla, parola di lupetto >.
< Sono contento di vederti serena >.
< Ah sì? >.
Ridacchia < certo, hai passato mesi infernali, dove hai versato lacrime su lacrime ed ora vederti col sorriso mi rallegra >.
< Grazie anche a voi > gli ricordo < senza di voi non so mica se ci sarei riuscita >.
< Sciocchezze >.
< Ma quali sciocchezze papi? >.
< Quelle che dici... e fidati che ne dici tante >.
Rido.
< A breve saranno qui credo > mi dice.
A me sale l'ansia.
Ma ormai...
Mio padre mi sorride ed io e sto per rispondere quando all'improvviso il campanello di casa prende a suonare.

Oddio.

Sono arrivati.

È arrivato.

< Vado ad aprire > mi dice mio padre urlando un 'arrivo' più alto del normale.

Ok.

Devo stare calma.

Devo.

Chiudo gli occhi prendendo a respirare.
Sento le voci riecheggiare per il corridoio di casa ed io prego di star calma.
Di non agitarmi.
E poi...
Eccolo che arriva.
< Ciao Care >.
Maledizione.
Mi volto < ehi, avete volato >.
Ridacchia < diciamo che avevano fretta di arrivare i miei >.
Annuisco.
< Immagino >.
< Come... come stai? > mi domanda per poi squadrarmi dalla testa ai piedi.
< Bene > rispondo sorridendo.
< Stai bene vestita così >.
Mi gratto la testa.

Il complimento non ci voleva.

No, non ci voleva proprio.

Perché ora arrossirò.
Oh, sì...
Mi conosco.

< Scusa non volevo farti arrossire >.
Porto una mano davanti < tranquillo >.
Poi riporto l'attenzione su di lui < tu come stai? >.
< Bene, sto bene >.
Annuisco.

Che imbarazzo...

< Che dice Lerya? >.
< In che senso? > domando confusa.
< Bhe sarà contenta di riaverti tra i piedi, no? >.
Rido.
< Considerando che quando sei andata via ha dato di matto >.
Annuisco < bhe, non hai tutti i torti >.
< Ti ricordi? >.
< Come posso dimenticarlo? >.
Ci guardiamo per poi scoppiare a ridere.

Lerya chiusa nella sua camera.
Zayn a sbattere pugni sulla porta.
Io accovacciata per terra cercando di farla ragionare.
E Harry... a sentirsi in colpa per portarmi via da lei.

< È stato surreale e comico >.
< Sì direi di sì > ride di gusto mostrando quelle fossette troppo belle per essere vere.
< Se ci ripenso, rido... > si blocca < e poi c'è stata la prima notte a casa nostra >.
Lo guardo.
Ripenso brevemente a quella notte e boccheggio.

Perchè deve ricordarmi scene così belle da farmi male?

Perchè?

Sto per rispondere quando Anne e Desmond fanno il loro ingresso in giardino.

Fortuna.
Fortuna loro...

< Caroline >.
Sorrido vedendoli avvicinarsi e poi li abbraccio.

No.
Mi hanno salvata altrochè...

< Disturbiamo? >.
< No, no assolutamente >.
< Stavamo solo ricordando il giorno in cui Lerya ha dato di matto scoprendo che Caroline sarebbe venuta a vivere con me >.
Ridacchio.
< Bhe, bei momenti no? >.
Annuiamo tutti e due.
< Come state? > chiedo io una volta ritornata seria.
< Noi bene e da come vedo anche tu > dice Anne prima che Desmond commenti < sei divina >.
< Concordo > afferma Anne sorridendomi.
< Basta che sennò arrossisce >.
Guardo Harry.
< Addirittura? > domanda Desmond mentre io annuisco.
< Allora vorrà dire che ce la faremo finita > scherza Anne prima che mio padre e mia madre ci raggiungano.
< Eccovi, finalmente > dico io mentre mia madre si sistema i capelli.
< Dovevamo finire di sistemare in cucina delle cose prima di preparare il secondo >.
< Ci mancano degli ingredienti però, pensavo di averli e invece... > asserisce mia madre prima che Desmond si offra come volontario per andare alla ricerca degli ingredienti mancanti.
< No, non preoccuparti Desmond >.
< Non ci sono problemi per me >.
Mia madre gli sorride < no, non scomodarti >.
Desmond fa per rispondere ma mio padre se ne esce con un'idea per me a dir poco assurda.
< Possono andarci Caroline e Harry > ci guarda < che dite? >.

Sta scherzando, vero?

Harry annuisce < se a Caroline va, ovvio > mi guarda.

Che piano folle.

Io e Harry a fare spesa insieme adesso?

Va bene che abbiamo optato per la convivenza pacifica.
Va bene che ridiamo, scherziamo e tutto quello che volete... ma qui stiamo esagerando mi sembra.

Eh sì eh.

< Caroline? >.

Tanto non posso tirarmi indietro... quindi.

Guardo mio padre e poi annuisco < andiamo io e Harry, tranquilli >.
< Tieni ti ho scritto gli ingredienti che dovete comprare > mia madre mi passa un bigliettino con la lista degli ingredienti.
< Ok >.
< Mi raccomando fatti dare il petto di tacchino più buono >.
Annuisco.
< E mi raccomando di controllare che la verdura sia fresca >.
Annuisco.
Di nuovo.
< E anche... >.
Sbuffo < sì ho capito tutto >.
< Ma non ho finito di dirti le altre cose che dovevo dirti > si lamenta mia madre.
Senza dire nulla prendo Harry per un braccio e lo trascino letteralmente fuori casa.
< Scusami >.
Ridacchia.
< Tranquilla Care >.
< Hai le chiavi della macchina? >.
Annuisce e poi mi fa segno di salire sul suo range rover.
Salgo e per poco non ho un mancamento, visto tutti i ricordi che mi legano a questa macchina.

Come a lui.

< Andiamo in quel supermercato in centro? >.
Annuisco < conviene, è più fornito >.
Mi volto verso il finestrino.
Che strano essere in questa macchina con lui.
Veramente... strano.
Ma anche bello in un certo senso.
Ho tanti ricordi che mi legano a questa macchina, come ho già detto.
< Finalmente tornano i due sposini >.
Mi volto e annuisco < finalmente >.
< Avranno cercato di staccare la spina? > mi domanda fermandosi ad un semaforo.
< Lo spero... pensano sempre agli altri e poi a loro >.
< Non vedo l'ora di spupazzarli un po' >.
< Anch'io, mi sono mancati >.
< Sai... > riprende a camminare < sono contento ti siano stati così vicini >.
Mi mordo le labbra.
< Sì anch'io >.
Riprendo a guardare fuori dal finestrino.
Sono argomenti spinosi questi.
Argomenti dolorosi direi.
A cui meno penso meglio sto.
E infatti lui lo capisce.
< Scusa >.
< Tranquillo >.
< È che volevo dirtelo >.
Lo guardo < fatto bene, tranquillo >.
< Sicura? >.
Annuisco sorridendo.
Mi sorride ed io dentro di me muoio.

Che palle.

Non deve sorridere.

Perché se mi sorride è la fine.
Perché io come una cogliona posso ricascarci senza problemi.
Come sto facendo...

Ci guardiamo entrambi sorridendo.
Poi fortunatamente Harry sta in silenzio.
Passano alcuni minuti in cui si sente solamente il rumore della macchina che sfreccia.
< Parcheggio qui ok? >.
Annuisco indicando un parcheggio di fronte che non ha bisogno di troppe manovre.
< Ok, ci siamo... > spegne la macchina e si volta.
Mi volto anch'io restando in silenzio.
Mi sorride.
Anch'io gli sorrido.
Come un'ebete forse.
O forse come una cretina...
Non lo so nemmeno io.
Nella macchina è calato un silenzio di tomba.

Assordante.

Nessun rumore a parte i nostri cuori che battono forse troppo velocemente.

Ci siamo solo noi due intenti a guardarci.

'Non lo fare' mi dico più volte.
Ma alla fine sorrido.
< È strano no? >.
< Cosa? > domando aspettando di capire cosa intenda.
< Noi due... non trovi? >.
Annuisco.
< È strano... >.
Si morde le labbra ed io lo maledico mentalmente.
Non deve farmi questo, cavoli.
< Ma bello... > aggiungo io.
Sussulto non appena si avvicina < mi hai tolto le parole di bocca >.
Sorrido e senza rendermi conto mi avvicino anch'io.

Voglio sentire le sue labbra sulle mie.
Le sue mani tra i miei capelli.
Voglio sentire il suo respiro confondersi col mio.

Ora.

Ci avviciniamo entrambi attratti come calamite.
I nostri nasi si sfiorano, come le nostre bocche.
La sua mano sulla mia guancia.

È... sbagliato.
Dannatamente sbagliato.

'Staccati'.

Lo sento deglutire.
E anch'io faccio la stessa cosa.
Se solo lo baciassi rischierei di crollare.

E non posso no?
Non ora che sto bene.

'Devi staccarti' mi intima la coscienza.
Forse questa volta ha ragione.
Devo staccarmi e basta.
Non devo farmi trascinare.
No, non posso.
Ormai è troppo tardi.

Le mie labbra sono sulle sue.

E...

< Care? >.
Ci riprova sventolando una mano davanti al mio viso. 
< Ci sei? >.
Lo guardo e capisco.

Oddio.

Oddio che trip, assurdo.

Ho immaginato che ci baciavamo.

Cioè che mente malata ho?

Sto male.
Ma davvero eh.

< Sì, scusa stavo pensando a un cosa >.

Cazzate.
Solamente cazzate.

Io stavo pensando a come mi sarebbe piaciuto baciarlo.
A come mi piacerebbe farmi baciare.

Altroché pensieri...

Ma ovviamente non posso dirglielo.

No, direi di no.

< Dicevo... è strano no? >.
Annuisco < sì però dovevamo farlo per il bene di tutti >.
< Sì >.
Annuisco.
< Questa sera sarà una grande serata, me lo sento >.
Lo guardo.

Sì, anch'io lo penso.

Come no...
Con la mia mente che mi fa viaggiare... già è tanto se non gli salto addosso.

'No' urla la vocina.
Ancora una volta ha ragione, ragione da vendere.

Non devo avere questi pensieri.
Mai.

< Non trovi? >.
Mi soffermo sui benedetti occhi.
< Trovo che... >.
Mi blocco.
Trovo che... tutto questo sia dannatamente sbagliato.

Assurdo e pericoloso.

Ecco cosa penso davvero.
Peccato che non posso dirglielo visto che sono stata io a proporgli una tregua.

Sono stata io, io e ancora io.

Maledizione!

Se solo mi fossi fatta gli affar miei... se solo mi fossi comportata da stronza e basta... ora non saremmo in questa situazione.
Io, non sarei in questa situazione.
E andrebbe alla grande.
Senza strane idee a gironzolare per la mia testa...

Lo guardo.
< Sì penso andrà bene >.
Annuisce per poi aprire la portiera.
< Andiamo? >.
< Andiamo > sussurro per poi scendere dalla macchina.
Finalmente.
Stava mancando l'aria lì dentro.

O forse era solo a me che mancava l'aria.

Respiro lentamente.
Forse questa cosa di noi due così vicini per via del rapporto pacifico non va.

No.

Direi proprio di no.
Cioè ho fantasticato come una ragazzina alla prima cotta.
Ho fantasticato e non avrei dovuto.

No, no.

Devo tornare in me.
Devo tenere a mente quello che mi ha combinato.

Devo... ricordare, rivivere.
Semplicemente questo devo fare.

Ok la convivenza civile, ok le cene insieme, ok tutto ma...

Mi ha fatta soffrire.
Mi ha spezzato il cuore.
Ed io devo ricordarlo.

Sempre e per sempre.

Perché è colpa sua se la mia vita è andata a rotoli.
È colpa sua se ho passato dei mesi, giorni ed ore a piangere.
È colpa sua se mi ha calpestata.
Se non mi ha amata come avrebbe dovuto invece fare.
Quindi... non dev'essere difficile non avvicinarmi più del dovuto.

Non deve essere difficile mantenere la mia vita distante dalla sua.

No.
Non deve essere così difficile.
O almeno credo o credo di sapere.

< Hai preso la lista? > chiude la macchina e iniziamo a camminare verso il supermercato.
< Certo, sennò mia madre mi scortica >.
Lo vedo sorridere ed io mi trattengo dal farlo.

Devo... odiarlo.

Altrimenti finirà male.
E non deve.

Altrimenti mi farà del male.
E non deve.

Altrimenti mi farò male io in prima persona.
E non devo.

No, non devo farlo per me stessa.

Per il mio bene.

< Non ridere Styles che mi dai sui nervi > sbotto acida.

Magari se ritorno a far l'acida come una volta... funziona.

Perché no?

Un detto dice: tentar non nuoce.

Ed io posso provare a vedere come va almeno...

< Starò in silenzio Smith e a due metri da te > ribatte ravviandosi i capelli.

Ecco, così è meglio.
No, che dico è fantastico.

È la soluzione al problema.

Prende un carrello mentre io lo supero iniziando a leggere i vari ingredienti portandomi più avanti per non essergli troppo vicino.

Distanza.

Questa è la parola d'ordine che devo tenere a mente d'ora in poi.

Solo tanta, tantissima distanza tra di noi.



 
———

 

Guardo Niall e Gemma felici come non mai e sorrido inconsapevolmente.
La cena è andata alla grande soprattutto visto le numerose risate che ci siamo fatti coi racconti di Gemma sulle figure di merda fatte da Niall.
Io sono stata tranquilla, rilassata ed è stato meglio così.
Ho evitato di sedermi vicino ad Harry, ho evitato di parlarci... e più semplicemente di guardarlo.
Perché avrei fatto un disastro.
Un casino insomma.
Ed io devo evitare come ho già detto.

Ripeto: distanza.
E distanza sarà.

Probabilmente lui nemmeno si è accorto ed è meglio così.

Forse...

< Smith >.
Faccio un cenno con la mano a Niall che mi fa segno di avvicinarmi.
Cammino lentamente per poi arrivare vicino a Niall, Gemma e... Harry.
< Non ti siedi? >.
< Devo? >.
Niall mi prende per un braccio e mi fa sedere vicino a lui portando un braccio attorno al mio collo.
Ah, quanto mi è mancato...
< Mi sei mancata lo sai? >.
< Cos'è sei diventato smielato? > lo guardo per poi ridere.
< È colpa della tua amica > indica Gemma.
< Ed io che c'entro scusa? > chiede lei giocando con gli anelli del fratello.
< Bhe... diciamo che a forza di mettere quel babydoll mi sono sciolto >.
Ridacchio mentre Gemma gli tira un cuscino addosso.
< Taci Horan >.
< Dimmi la verità Smith, era il tuo vero? >.
Guardo Niall e scuoto la testa.
< Dai avanti >.
< Ma come ci pensi? > domando facendo la finta tonta.
Sobbalzo non appena Niall inizia a farmi il solletico.
< Gemma non comprerebbe mai un babydoll andiamo >.
Rido < ma cosa ne sai tu? >.
Vedo Harry ridere sotto i baffi per poi chiedere di che babydoll si parli.
< Di quello che Caroline ha dato a tua sorella > risponde Niall < forse tu Harry lo conosci più di me >.

Pff, avrebbe potuto... ma guarda un po'? 
Se n'è andato...

< Smith di quale babydoll parla? >.
Lo guardo.

Ma questo qui non può farsi i fatti suoi?
Sempre in mezzo deve stare?

Mannaggia a te e alla tua curiosità Harry fottuto Styles.

< Non lo conosci se ti interessa >.
< Perché? >.

Non so se vuole saperlo...

< Perché il babydoll in questione l'avrei indossato la notte del nostro matrimonio > sbotto acida.
< Ah >.
Annuisco < sì, proprio così > poi mi calmo o almeno ci provo < possiamo cambiare argomento? >.
Vedo Niall e Gemma annuire.
Harry muto come un pesce invece.

Forse ho esagerato...
Forse avrei dovuto ridere.
Prenderla in modo scherzoso.
E invece ancora una volta mi sono lasciata sopraffare dalla rabbia.

Dall'odio.

Ma che posso farci?

< Allora... cosa avete fatto in nostra assenza? >.
< Io sono stata con Tyler > rispondo cercando di non guardare Harry nemmeno per sbaglio.
< E tu Styles? >.
< Mha... ho sistemato casa, ho lavorato e ho fatto serata con quei matti di Liam e Louis >.
< Che avete fatto? Combinato danni? > domanda ridendo Niall.
< Le solite cose >.
< Tipo? >.
< Sai come sono Louis e Liam... >.
< Avete bevuto come degli ossessi > afferma Gemma concludendo la frase al posto del fratello.
Ridiamo tutti, me compresa.
< Avete rimorchiato? >.
Mi ammutolisco.

Ok, non dovrebbe interessarmi... però non lo so mi fa male sentirmi dire che rimorchia come se nulla fosse successo tra noi due.
Come se non fossimo stati insieme.
Come se non fossimo stati sul punto di sposarci.

Mi fa male, ecco.

< Horan... > ride ed io ricevo una pugnalata allo stomaco.
La sua risposta è affermativa.
Hanno rimorchiato.

Lui compreso ovviamente.
Eh ti pareva...

Ora che è di nuovo sulla piazza può mai starsene buono e da solo?
No, certo che no!
Ora si dedica alla bella vita il signorino...

Oh sì.

'Fattela finita, non deve interessarti' mi ripeto.

Non deve interessarmi.
È vero, ma è anche vero che è più forte di me non rimanerci male...

< E bravo Styles >.
< Finiscila dai > lo canzona lui prima di girarsi verso destra e scoprire quello che vedo essere un succhiotto.

Ma che cazzo?!

< Cos'è quello? Un succhiotto? > domanda Niall alzandosi per andare a sbirciare meglio.
< Vai al tuo posto! Subito > scherza Harry tirando un cazzotto sul braccio all'amico che prende a sbaciucchiarlo tutto imitando la voce di una ragazza.
'Styles quanto sei bello'.
'Vieni qui che ti bacio tutto'.
E così via.
Io alzo lo sguardo al cielo.

Che situazione di merda.

Io che ancora mi dispero e lui che subito rimedia e trova compagnia.

Che schifo...
Sul serio.

Vedo Niall tornare al suo posto con la coda dell'occhio.
< Com'era questa ragazza? Bella? >.
Vedo Harry mordersi le labbra per poi rispondere tranquillo < la ragazza più bella che abbia mai incontrato negli ultimi mesi o addirittura anni >.

Boomtown.

Ed io?
Io non sono la ragazza più bella?

Mi diceva che lo ero...

Ma evidentemente mentiva.
 
Come ha sempre fatto in questi anni.
Ha mentito su tutto.

Perfino sul suo amore per me... quindi perché meravigliarmi?

Io ero... il nulla per lui.

Il nulla, semplicemente.

Vedo Gemma dare una gomitata al fratello che non capisce lamentandosi.
< Io... vado di là > dico per poi alzarmi in piedi.
< Perché vai via Care? >.
< Ho sete > mento spudoratamente.
< Dai rimani Caroline > mi richiama Harry.

Addirittura ha il coraggio di parlare?
Non capisce che mi sta ferendo?
Ancora ed ancora?

Mi volto dalla sua parte e ironica chiedo < per far cosa? Per sentirti parlare dei succhiotti che ti fai fare in discoteca? >.
Non risponde.

Ovvio.

Cosa dovrebbe dire?
Ho ragione.

Ragione da vendere.

< No grazie, ho di meglio da fare >.
Detto ciò mi incammino verso Tyler che parla con mio padre fumando una sigaretta.
Beati loro che sono così tranquilli.
< Posso? > domando avvicinandomi.
< Certo > mio padre fa segno con la mano di sedermi.
< Che fate? >.
< Niente parlavamo >.
Annuisco.
< Tutto bene? > chiede mio fratello.
< Sì, perché non dovrebbe? >.
< Bhe... hai una faccia >.
Sbuffo.
< No in realtà non va bene un cazzo ma ok >.
< Come mai? >.
< Immagino c'entri Harry >.
Sgamata.
Come sempre.
Mi volto verso mio padre che sorride prima di chiedermi cos'abbia fatto.
< È un coglione >.
Ridono.
Loro ridono, io sono solo incazzata.
< Se ci spieghi il perché possiamo aiutarti >.
Scuoto la testa, poi domando ad entrambi < vi sembra normale che va alle feste a baciarsi delle tipe? >.
< È questo il problema? >.
< Tu che dici Ty? > chiedo ironica.
< È normale che lo faccia >.
Aggrotto la fronte.

Normale?

A me sembra solo un comportamento da coglioni e basta.
Uno che va in giro a limonarsi chiunque capiti come vuoi chiamarlo se non coglione?

< Per me non è normale che lo faccia visto tutto quello che è successo >.
< Lo fa per dimenticare >.
Rido.

Che stronzata.
Allora anche io per dimenticare avrei potuto scoparmi mezza Londra e non l'ho fatto.

La verità è una sola: è un coglione.

Punto.

Perché non aziona il cervello?
Perché non riflette?
Perché non capisce che mi ferisce ancora una volta?

Ok che non stiamo insieme.
Questo è assodato.

Ma cavoli... così non ci sto.
Non ci sto a sentir lui sghignazzare, dire che le ragazze che si fa sono le più belle del mondo e altre minchiate delle sue.

Non ci sto, eh no.

Mi volto non appena mio padre mi richiama.
< Care > mi prende una mano < Harry fa così perché è il modo più facile per non pensare >.
< Ah, e a cosa non dovrebbe pensare? >.
< A te, a voi e a quello che è successo >.
Mi mordo le labbra.
< Lo fa perché così non rimugina sul fatto di averti persa >.
< E sai cosa gli importa di me >.
Sorride < non dire fesserie Care >.
Scuoto la testa < non le dico infatti >.
< E invece ne dici parecchie > si intromette Tyler.
< Perché? >.
< Dici che non gli importa nulla di te quando non è vero >.
< Ah perché è vero? >.
Annuisce.

Stronzate.
Stronzate e ancora stronzate.

E tutto per difendere una persona che non ha scusanti.

Che rabbia...

< Sentite > li guardo < mi ha lasciata sull'altare >, prendo fiato < se questo è amore allora non c'ho capito un cazzo fino adesso >.
< Gli hai parlato? >.
< Per dirgli cosa? >.
Tyler mi blocca con la mano < non per dirgli ma per chiedergli... >.
Lo guardo aspettando che continui.
< Per sapere perché l'ha fatto >.
Alzo gli occhi al cielo.
< Non ci tengo minimamente >.
< E invece a quanto vedo ci tieni eccome >.
Scuoto la testa < tanto ormai è passato no? Che senso ha andare a ricordare una cosa successa tre mesi fa? >.
< Perché così ti toglieresti un peso >.
Lo guardo.
< Non guardarmi così >.
< Così come? > domando confusa.
< Così > imita la mia faccia facendomi ridere.
< Io non ho quell'espressione >.
< Invece ce l'hai >.
< Seh, come no >.
< Ragazzi > interviene mio padre < non litigate >.
Mi volto e gli sorrido.
< Lo sai che vogliamo solo il tuo bene vero? >.
Annuisco.
Lo so.
< Allora fai quello che ti senti >.
Mi lascio baciare sulla fronte per poi voltarmi verso mio fratello per vendicarmi.
< Tu invece che fai tanto il saputello hai invitato Sarah? >.
< Sei una stronza! >.
Annuisco < lo so >.
Mio padre è confuso, giustamente.
< Chi è Sarah? >.
< Una mia collega > taglia corto Tyler prima di pizzicarmi su un fianco.
Sobbalzo ma decido di non fare la stronza e di tenermi tutto per me.
Non sono mica una spia, d'altronde.
So mantenere i segreti soprattutto se sono segreti tra fratelli.
Tyler deve leggermi nel pensiero perché mi sorride prima di abbracciarmi.
< Cos'è il momento coccole? > scherza Niall per poi essere raggiunto da Gemma e da Harry ovviamente.
< Avremo una cosa da farvi vedere > spiega Gemma sorridendo prima di chiamare anche i suoi e mia madre.
< Che succede? > domanda Anne curiosa.
< Dicevo che dobbiamo farvi vedere una cosa >.
< Devo preoccuparmi? >.
Gemma scuote la testa < no, seguiteci >.
< Care >.
La sua mano a bloccarmi.

Che vuole?

< Che vuoi? >.
< Volevo scusarmi per prima >.
Lo guardo incrociando le braccia al petto.
< Sul serio sono stato un coglione >.
< Lo sei Styles >.
Ride.
Io invece sono serissima.
Si porta una mano di capelli ed io per poco mi strozzo con la mia stessa saliva.

Dannazione a te.

Ma non dirò quello che mi passa per la testa.

No, no.

Anche se è facilmente intuibile...

< Non dovevo fare lo stupido in quel modo >.
Annuisco < tranquillo >.
< Sei sicura? >.
Annuisco, di nuovo.
< Perché non vorrei ci stessi male >.

Si rende conto che è proprio un coglione?
Pensa prima di parlare o dà solo fiato alla bocca?

Mi ha stufato.

< Ascoltami > aspetto che annuisca e una volta fatto continuo < a me non frega un cazzo di chi ti scopi o di chi rimorchi o delle altre tue stronzate >.
Si schiarisce la voce.
< Sei single fai ciò che vuoi >.
< Ma... >.
Sto per parlare ma Gemma chiama a gran voce.
< Arriviamo! > urlo per poi chiudere il discorso < spero di essere stata abbastanza chiara >.
< Chiarissima >.
Ci incamminiamo per poi arrivare dagli altri che si sono seduti davanti ad uno schermo con su scritto 'Per Harry e Caroline'.

Ecco, ti pareva che dovevo finirci in mezzo...

E per di più... con lui.

Sospiro.
< Dai su sedetevi >.
< Cos'è sta roba? > domando a Niall che ridacchia < Smith, Smith tu e le sorprese siete in due mondi diversi eh >.
Tutti ridono, tranne me.

Di che sorpresa si tratta?
E perché è coinvolto anche Harry?
Inizio ad avere paura.
Seriamente.

Il video inizia.
3,2,1...


'Through the wire, through the wire, through the wire
I'm watching her dance, dress is catching the light'.



Si susseguono degli spezzoni di video in cui ci sono io.
Io che arrivo da Gemma per truccarmi e acconciarmi i capelli in mutande e reggiseno.
< Gemma! > urlo per poi portarmi una mano sugli occhi.
< Che c'è? >.
< Come che c'è? Era proprio necessario mostrare il mio sedere in bella vista? >.
< Sì > mi fa una linguaccia per poi rimanere in silenzio mentre altri spezzoni scorrono.


'In her eyes there's no lies, no lies
There's no question, she's not in a disguise'.



Sobbalzo non appena appare uno spezzone in cui il tatuaggio sulla mia mano fa da protagonista.
Certo che... il fotografo poteva evitare eh.
Deglutisco rumorosamente non appena vedo Harry con la coda dell'occhio spiarmi.
Mi concentro sul video e sui mille spezzoni.

(Sarà meglio).

Io che ballo con Gemma, io che bevo il cappuccino facendo delle facce stupide, io che aiuto Gemma a vestirsi.
Io e Gemma in giardino a fare le foto, prima da sole, poi insieme e poi con gli altri.
L'ultima foto è con me e Liam che ci guardiamo felici e sprezzanti di gioia.


'With no way out and a long way down
Everybody needs someone around
But I can't hold you, too close now'.



Ed eccomi arrivare in chiesa, con gli occhiali da sole infilati tra i capelli.
Il vestito rosa a scendermi morbido sul corpo.
E il sorriso stampato sul volto.
Si vede che sono felice.
Sul serio.
E poi... eccomi salire le scale, prendere la mano della cuginetta di Niall e percorrere la navata ignara di quello che sta per succedere. 
Rivedo la mia famiglia, i miei amici e la faccia preoccupata di Anne.


'Through the wire, through the wire'.


Ed eccolo girarsi.
E in un attimo ci sono io a scappare.
Da lui, dalla mia vita passata.
Da tutto.


'What a feeling to be right here beside you now
Holding you in my arms
When the air ran out and we both started running wild
The sky fell down
But you've got stars, they're in your eyes
And I've got something missing tonight
What a feeling to be a king beside you, somehow
I wish I could be there now'.



Poi all'improvviso il video cambia.
Ecco Harry prepararsi a casa nostra.
Eccolo scendere le scale, aiutare Niall a vestirsi.
Fare facce buffe, fare un brindisi con gli altri.
Devono aver girato questi spezzoni ultimamente per poi inserirli nel video.
Per forza di cose.


'Through the wire, through the wire, through the wire
I'm watching you like this, imagining you're mine'.



Anche qui il fotografo ha deciso di inquadrare il suo tatuaggio sulla mano.
E a me per poco non prende un colpo non appena inquadra la scritta Care.

Allora ancora ce l'ha...
Non l'ha cancellato.

Sorrido inconsapevolmente per poi darmi un contegno.
'Fai la seria per favore'.
Annuisco mentalmente riprendendo a guardare il video.


'It's too late, it's too late, am I too late?
Tell me now, am I running out of time?
With no way out and a long way down
Everybody needs someone around
But I can't hold you too close now
Through the wire, through the wire'.



Il video continua, in chiesa.
Precisamente nel momento in cui si volta ed io scappo.
Ed ecco susseguirsi una serie di immagini durante la celebrazione della Messa.


'What a feeling to be right here beside you now
Holding you in my arms
When the air ran out and we both started running wild
The sky fell down
But you've got stars, they're in your eyes
And I've got something missing tonight
What a feeling to be a king beside you, somehow
I wish I could be there now'.



Boccheggio rivedendo immagini al ristorante.
Il nostro ballo.
Le mie facce scontrose.
E i suoi occhi penetrarmi l'anima ancora una volta.
Come stanno facendo adesso.
Mi volto beccandolo ad osservarmi imbambolato e poi mi giro subito tornando a vedere il video.


'Whatever chains are holding you back
Holding you back, don't let 'em tie you down
Whatever chains are holding you back
Holding you back, tell me you believe in that
What a feeling to be right here beside you now
Holding you in my arms
When the air ran out and we both started running wild
The sky fell down
But you've got stars, they're in your eyes
And I've got something missing tonight
What a feeling to be a king beside you, somehow
I wish I could be there now
I wish I could be there now'.


Meno male, meno male è finito...
Una serie di applausi si levano in aria non appena compare l'ultima foto.
Io, Gemma, Niall e Harry in giardino intenti a fare gli idioti ridendo a crepapelle.

È... assurdo.
Assurdo pensare a quella giornata.

A come sia stata bella ma anche a come mi abbia fatta star male.

< Allora che ne pensate? >.
< Care? > vedo Gemma sventolare una mano davanti ai miei occhi, così mi affretto a rispondere.
< Bellissimo video >.
< Sono contenta ti piaccia >.
Annuisco assentandomi di nuovo.

E...

Penso a come la mia vita sia cambiata tre mesi fa e a come sia cambiata proprio nel momento in cui Harry ha deciso di tornare.
Rivedere quelle immagini ha risvegliato in me ricordi, sentimenti, immagini.
Ha risvegliato quella parte di me irrazionale, sentimentale che ho deciso di mettere da parte per non rischiare di farmi male.

Per non rischiare di farmi fare del male.
Da lui, in primis.


Mi volto guardando Harry che parla con Niall.

Sì, devo eliminarla...

Altrimenti sarà un gran bel casino. 
   
   
   
   
   
   
   
 

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Capitolo 36
*** Perché mi batte forte il cuore? ***


E così eccomi davanti casa Styles.

Eh sì...

Perché dopo la cena a casa mia ad Holmes Chapel mancava solo la cena a Redditch.

Eh ti pareva!

Dobbiamo festeggiare il ritorno di Gemma e Niall anche con gli zii, Matty, Ella e nonna Dorothy.
Suono il campanello e nel frattempo cerco di stirare con la mano una piega del pantalone.
Così giusto per non pensare al fatto che mi toccherà stare con Harry un'altra volta nel giro nemmeno di due settimane.
Per fortuna domani mattina sarò di ritorno a Londra, così da passare il minor tempo possibile con lui.
Perché sinceramente non posso farcela.

No.

Ho riflettuto, ragionato e ho capito che sì dobbiamo convivere civilmente per il bene di tutti ma fino ad un certo punto.
Dobbiamo separarci.
Non possiamo stare sempre insieme per via di queste cene.

No.

Che poi a me prendono gli scompensi.
E inizio a pensare a quanto sia bello, a quanto sia perfetto e... ciaone.
Addio sforzi.

Non vederlo così spesso può solo farmi bene.

Perché sennò altrimenti non so proprio come mantenere le distanze.
E devo mantenerle.
Per il mio bene soprattutto.

Oltre che per il bene di tutti ovviamente.

Sobbalzo non appena la porta si apre rivelando la figura di Tim.
< Buonasera Caroline >.
< Tim > lo saluto per poi seguirlo lungo tutto il corridoio che ormai conosco a memoria.
< Gli altri sono in veranda >.
Immaginavo.
La maggior parte delle cene si consumano lì.
Ormai lo so a memoria.
< Immaginavo >.
Lo ringrazio e poi raggiungo la veranda dove vengo subito stritolata da Matty con un abbraccio da orso.
< Matty piano la strozzi > lo rimprovera la mamma facendomi ridere.
< In effetti > mi schiarisco la voce una volta staccatatami dall'abbraccio.
< Allora come stai? >.
< Bene Matty, tu? >.
< Non mi lamento >.
Annuisco.
< Ti fermi fino a domani? >.
< Sì, domani mattina parto >.
< Quand'è che rimarrai un po' di più invece che partire subito? >.

Eh caro Matty...

Quando tuo cugino non ci sarà?
Vale come risposta?
O è troppo scontata e banale?

Vorrei tanto rispondergli sinceramente.
Ma per ovvie ragioni non posso.

No, che non posso.

< Infatti Caroline > si intromette Desmond che saluto con un abbraccio.
< Devo lavorare ad una causa domani pomeriggio > spiego < ho già preso un impegno con Luke >.
< Come si dice: prima il dovere, poi il piacere > mi sorride < giusto? >.
< Giusto >.
Poi mi volto verso Matty < ti prometto che non appena avrò due giorni liberi ti vengo a trovare >.
< Non vedo l'ora >.
Ridacchio < ti stuferai talmente tanto che mi chiederai di andarmene >.
< Nah >.
Gli passo una mano tra i capelli per poi voltarmi non appena nonna Dorothy mi chiama.
Mi avvicino lentamente a lei e... a Harry che mi saluta con un cenno di mano non appena li raggiungo.
Eccolo.
In tutto il suo splendore...
Vorrei tanto imprecare per quanto sia dannatamente perfetto ma resisterò.
E me ne starò zitta.
'Fai la sostenuta'.

Sì, devo fare la sostenuta.

< Styles >.
< Smith >.
< Ciao cara > mi saluta la nonna con due baci sulle guance.
< Nonna Dorothy >.
< Vedo con piacere che hai messo il lupetto che ti ho regalato al tuo compleanno >.
Ridacchio.
Non le sfugge niente.
< Non ti sfugge niente >.
< No mia cara, l'attenzione al dettaglio mi ha sempre caratterizzata >.
Annuisco.
< Ti trovo in forma Caroline >.
La ringrazio < in realtà non faccio nulla... niente palestra o diete di alcun genere >.
< Stai benissimo >.
< Grazie mille, sul serio >.
Sto per chiederle qualcos'altro ma lei decide di lasciarmi sola col nipote.
Cosa che non vorrei accadesse.
Perché altrimenti i miei sforzi a mantenere le distanze non valgono a nulla.
Cioè è un sabotaggio vero e proprio a questo punto.

Merda.

Guardo Harry.
Lui è così tranquillo...
Io invece... non sono tranquilla per niente.

Dannazione... se è bello.

< Ti lascio nelle mani di Harold > si volta verso Harry < trattamela bene, non fare come al tuo solito >.
< D'accordo Dot >.
< Non chiamarmi Dot > lo rimprovera tirandogli uno scappellotto sul braccio prima di sparire.
E prima di lasciarci nel silenzio più totale.
Nessuno dei due parla.
Io nemmeno lo guardo se è per questo.
Non ne ho il coraggio.
Oggi è ancora più bello del solito.
E non so proprio come faccia sinceramente.
Non me lo spiego.
E potrebbe anche evitare di mettere questo dannato profumo che... mi manda in estasi.

Letteralmente.

< Allora, tutto bene? > domanda cercando di stemperare l'imbarazzo generale che si è venuto a creare.
Vorrei tanto rispondere di no ma devo cacciare l'idea.
Annuisco < tu? >.
Annuisce prima di ripiombare nel silenzio più assoluto.
Meglio così.
Non ho voglia di dover cercare delle scuse.
< Ci vieni alla festa da Liam? >.
Lo guardo mordendomi il labbro inferiore.
Non poteva starsene zitto invece che tornare a parlare?
Stavo così bene...
< Non lo so, tu ci andrai? >.

Speriamo di no.
Speriamo di no.

Speriamo di no.

< Bhe perché no? Ci divertiremo >.

Ecco, come non detto...

Merda, merda, merda.

Annuisco e non appena guardo la sua mano poggiarsi sulla mia spalla un brivido percorre la mia schiena.

Possibile debba farmi ancora questo effetto?
Inizio a pensare sul serio di non essere normale.
Di avere qualche problema, qualche rotella fuori posto forse.

< Dai vieni >.
< Non lo so... >.
< Mi farebbe piacere >.
Sorride.
Ed io dentro di me muoio.

Quanto cazzo vorrei baciarlo...

Solo Dio lo sa.
Ma non posso.

Vero?

Sennò sembrerei una pazza.

'Sì, meglio togliersi queste strane idee dalla testa'.

Per forza.
Per forza, per forza.

Lo guardo.
< Dopo sento Lerya e Gemma, se loro vengono vengo anch'io >.
< Lo spero >.

Come?
Che vuol dire che lo spera?

< Sì? >.
< Bhe è da tanto che non festeggiamo tutti quanti >.

Precisamente dalla festa prima del nostro matrimonio.

< Precisamente dalla festa prima del nostro > si blocca.
Lo guardo per alcuni secondi prima di finire la frase al posto suo < prima del nostro matrimonio? Esatto >.
< Sì, esatto >.
Si porta una mano sulla testa prima di scusarsi.
< Per cosa? >.
< Bhe per aver nominato il nostro... >.
Non riesce a finire la frase.
< Matrimonio? > domando ironica < guarda che puoi dirla come parola >.
Annuisce così io faccio una battuta < non l'ho bandita in questi mesi >.
Ride facendomi ridere.
Ed io ancora una volta mi perdo nell'immensità dei suoi occhi.
Mi perdo a fissargli le sue meravigliose fossette.
Le sue labbra belle da morire.
E tutto il suo volto.
Quel volto che mi è mancato per troppo tempo.

Quel volto che tanto odio... quanto amo.

Ci guardiamo senza dire altro.
Ma i nostri sorrisi dicono tanto.
Tutto a dire il vero.
I miei occhi incatenati ai suoi.
Il cuore mi batte più forte del solito.

E poi... un flash.

Io che percorro la navata, lui sull'altare.
Io e lui sorridenti davanti Padre James.
In un attimo però le cose cambiano.
Il mio volto si incupisce.
Il suo si assenta.
Si estrania.
In un attimo tutto diventa un incubo.
Il peggiore che potessi mai concepire.
Lui inizia a correre, io che lo rincorro urlando a squarciagola il suo nome.

E poi il vuoto.
Un enorme vuoto.

< Tutto ok? > mi chiede sventolando una mano davanti la mia faccia.

No, no che non è tutto ok.

Lo guardo e capisco.
Capisco che ancora una volta stavo per cascarci.
Stavo per cedere.
Capisco che stavo per gettarmi tutto alle spalle.
Ma ancora una volta capisco di non poterlo fare.
E ancora una volta capisco di dovergli stare alla larga se non voglio farmi del male.
Per forza di cose.

Questa cosa... non va.

Non va per niente.
Perché ogni volta mi dimentico del male che mi ha fatto... e non devo.
È un monito il mio.

Un volermi proteggere.

Da lui soprattutto.

< Care? >.
Annuisco.
< Tutto ok? >.

No, non è tutto ok.
Ecco come vorrei tanto rispondere.

Ma ovviamente non lo farò.

Non rispondo < devo andare >.
< Che succede? Ho detto qualcosa di sbagliato? > domanda preoccupato.

Qualcosa di sbagliato?

È tutto sbagliato, dannazione.

Perché non lo capisce?

< Te lo giuro che se ho fatto o detto qualcosa di sbagliato mi faccio perdonare >.
Mi accarezza il braccio ed io per poco non cado seduta stante.

Non deve toccarmi.

Sennò sono fottuta.

Devo...
Devo andare.

Ora.

E devo essere anche bella dura, così capisce. 
Devo essere stronza come non mai, così forse capisce che deve starmi lontano.
Che deve lasciarmi in pace.
Che non può tornare a rovinarmi la vita.

Non più.

Lo guardo e acida sbotto < tutto, hai sbagliato tutto >.
E così senza dire altro e senza aspettare una sua risposta lo lascio lì confuso per avvicinarmi a Niall.
< Ehi Smith che succede? >.
Sono agitata e si vede.
Ho bisogno di parlagli in privato.
< Succede che devi aiutarmi >.
Annuisce < come? >.
Gli indico di andare fuori aspettando che mi dia un ok che non tarda ad arrivare.
Superiamo gli altri che ci avvisano che a breve la cena sarà servita ed usciamo fuori dove io finalmente torno a respirare.
< Che succede? > mi domanda poggiando una mano sul mio braccio che ho incrociato con l'altro.
< Devi aiutarmi >.
Ride < ho capito ma a fare che? >.
< Ad odiarlo >.
Mi guarda confuso ed io faccio un cenno con la testa verso Harry.
< Harry? >.
Annuisco.
< Perché? >.
< Come perché? > inizio ad innervosirmi.
< Perché ogni volta che passo del tempo insieme a lui mi dimentico del male che mi ha fatto >.
< Ed è un male? >.
Annuisco < certo... dovrei odiarlo e basta >.
< Cosa pensi quando stai con lui? >.
< Ai tremila modi in cui vorrei baciarlo > dico schietta arrossendo subito dopo.
< Poi? >.
< Non vuoi saperlo > ammetto facendolo ridere.
< Poi? > domanda.
< E poi? > chiedo < penso a tutto, a come mi faccia star bene... a come sa rendermi felice e... >.
Mi fermo guardandolo disperata.

Che situazione.

Dovrei odiarlo e invece...

< Ok, è un bel problema >.
Urlo disperata < un problemone! >.
< Niall > lo guardo < ho appena riaggiustato i cocci nella mia vita non posso lasciare che mi distrugga ancora una volta >.
< E se non volesse distruggerti? >.
< Cosa vorrebbe fare? >.
Si passa una mano tra i capelli prima di spiegarmi < magari vuole aiutarti a riaggiustarli >.

Eh?
Ma cosa sta dicendo?

< Cosa? >.
< I cocci Care... magari vuole aiutarti semplicemente >.
< O magari vuole rovinarmi la vita > sbuffo < ancora >.
< Sarà... >.
Mi passo una mano sul viso.
< Devi assolutamente aiutarmi >.
< Come? > domanda mentre io faccio spallucce < non lo so... consigliami qualcosa >.
Ho il nervoso addosso.
E non so come liberarmene.
Non trovo un modo anche se dovrei.
Perché quest'ansia... mi fa solo che male.
E basta.
Inizio a fare su e giù fino a che Niall non mi ferma.
< Ti prego > lo supplico con le mani giunte a mo' di preghiera.
Mi tranquillizza < ok, ok fai come ti dico >.
< Se può aiutarmi certo >.
Annuisce serio < ogni volta che stai con lui pensa a tutto il male che ti ha fatto >.
Lo guardo scettica.
< Solo questo? >.
Annuisce.

È sicuro che basti solo questo?

< Sicuro che funzioni? >.
< Con una mia ex ha funzionato... provare per credere >.
Mhh sarà...
Io non sono convinta per niente.
Anzi.
Ho paura non funzioni per niente.

Ma tentar non nuoce come si suol dire, giusto?

Guardo Harry attraverso la vetrata e il mio cuore perde due tre battiti.
Sta ridendo con Gemma, come solo lui sa fare.
E intorno a lui tutto splende.
'Metti in atto il consiglio di Niall'.
E così faccio concentrandomi.
Penso a tutte le cose brutte che mi ha fatto e per un attimo funziona.
Ed io mi sento già meglio...
Ma poi arrivano le cose belle, i momenti spensierati e felici.
I baci, le notti d'amore, le risate... e non sono più sicura che il consiglio funzioni.
Anzi più lo guardo e più... vorrei andare dentro ad abbracciarlo.

Ad amarlo.

'No, non funziona direi'.

Non funziona proprio per un cazzo.

Anzi...

Fa solo peggio credo.
Molto peggio.

< Allora? > domanda Niall.
< Allora... > non finisco la frase vedendolo subito gioire < allora Horan non funziona per niente >.
Ride.
< Perché ridi? Non ha funzionato >.
< Cosa ti credevi che in due secondi avrebbe funzionato? >.
Annuisco < ovviamente >.

O meglio, ci speravo.
Ci speravo follemente.
Almeno avrei trovato la soluzione al mio problema.

Al mio grande problema.

< Come... >.
Mi sorride < come fai a farlo funzionare? >.
Allargo le braccia < sì, aiutami... sul serio >.
< Esercizio Smith, ci vuole tantissimo esercizio >.

Bah...

Non so.
Non ci credo tanto.
Ma se lo dice lui... posso provarci.

Perché no?

< Entrate, è pronto! > urla mia madre.
< Andiamo > dice Niall mentre io continuo a guardare Harry che intanto si è voltato e saluta con la mano.

Vaffanculo Styles.

Perché devi rendere le cose più difficili di quello che sono?
Io gli rispondo acida e lui mi saluta dolcemente attraverso un vetro?

Perché?

Dovrebbe rispondermi per le rime.
O forse sarebbe meglio non mi rispondesse per niente.
Almeno mi eviterei un sacco di grane.
E un sacco di pugnalate al cuore.
Mi fa segno di entrare sorridendo solo come lui sa fare.

Maledetto.

Non si rende conto del male... del bene che riesce a farmi.
Ed è una cosa pericolosissima.
Per me, per lui.

Per... noi.

Lo guardo.

Basta così.
Chiudo gli occhi e rivivo questi tre mesi.
Mi ha abbandonata.
Lasciata senza nessuno scrupolo.
Mi ha distrutta.
Nel vero senso della parola.
Ha distrutto il mio cuore... la mia vita più in generale.
Ed è a questo che devo aggrapparmi.

Al male che mi ha fatto.
Al male che potrebbe farmi ancora una volta.

Ed io come ho già detto tante volte in precedenza non voglio più soffrire perché... perché semplicemente sono stufa.

Stanca.

'Devi odiarlo' ripeto camminando ed entrando in veranda.

Odiarlo.
Odiarlo e ancora odiarlo.

È questo il segreto.
Forse non tanto segreto... visto che ci penso dalla prima volta in cui l'ho rivisto dopo questi mesi.
Quello che una volta era amore deve tramutarsi in odio.

Insomma...

Un amore chiamato odio.



 
———


 

< Mi aiuti a preparare i cocktails? >.
Mi volto verso Matty che mi osserva sorridendo, aspettando che risponda.
Annuisco.
E poi mi alzo.
< Cosa dobbiamo preparare? > domando una volta raggiunto il tavolo con varie bottiglie etc.
< Mi sono segnato tutto > scherza passandomi il telefono dove effettivamente ha segnato tutti i vari drink richiesti.
Ridacchio < sei proprio organizzato >.
< Direi > fa una faccia buffa indicando poi mio padre, Desmond e lo zio < per loro dei cuba libre >.
Annuisco < sai come si fanno? >.
< È per questo che ti ho chiamata Smith > sorride < so che i drink sono il tuo forte >.
Mi volto e tutta fiera annuisco facendo un po' la presuntuosa < sì, diciamo che mi riescono bene >.
< Non montarti la testa ora > mi dà una leggera spallata per poi ridere.
< Allora ti dico cosa devi fare e intanto li prepari >.
Gli indico le dosi per bicchiere stando attenta a non esagerare con la dose di alcool.
D'altronde non vorrò mica farli ubriacare?
< Agli ordini capo >.
Sorrido mentre leggo le altre richieste.
Tre gin tonic.
Tre vodka lemon.
Più facile del previsto allora.
Inizio ad armeggiare con le varie bottiglie attenta a non confondermi coi vari drink.
< Sei brava eh >.
Mi volto verso Matty che indica i suoi cuba libre.
< Grazie >.
< Dove hai imparato? > mi domanda.
< In realtà mi è sempre piaciuto imparare a fare cocktail > spiego < però non so... forse dopo tutte le feste? >.
Ride e rido anch'io.
< Sei la barista ufficiale delle feste? >.
< Diciamo di sì >.
< Porto un attimo i cuba libre ai vecchi >.
Annuisco mentre io nel frattempo preparo due moscow mule per me e per Matty.
Ce li meritiamo, no?
< Tieni, ti ho preparato un moscow mule >.
< Grazie Care > ne assaggia un goccio < te l'ho già detto che potrei spostarti benissimo? >.
< Un centinaio di volte >.
< Sai preparare anche i drink... sei da sposare >.
Lo guardo sorridendo < grazie, sei sempre troppo gentile >.
< Dico solo la verità >.
< Ora però... > afferma < facciamo un brindisi >.
Annuisco prima di sbattere il mio bicchiere col suo.
< I nostri drink? > urla mio fratello.
< Un attimo Tyler! > sbotto per poi voltarmi verso Matty < non ha pazienza quello >.

Lui eh?
Perché io?

Matty ride < tipico degli Smith allora >.

Sbam.
Come dicevo...

Gli tiro un buffetto sul braccio < ehi, io ho pazienza >.
< Come no >.
Ridacchio < andiamo >.
< Finalmente > dicono in coro Niall e Tyler non appena li raggiungiamo. 
< Dovreste ringraziarci piuttosto > sbotto passandogli le loro bevute.
< Grazie Caroline >.
< Ed io? > si indica Matty facendo il finto offeso.
< Grazie Matty > fanno il coro facendo ridere tutti, me compresa.
< Brindiamo alla nostra >.
Alzo il bicchiere per poi bere un lungo sorso.
< Ehi > mi avvicino a Gemma per poi sedermi vicino < che fai di bello? >.
< Niente di che... > indica Harry < stavo parlando con Harry della festa di Liam >.
Annuisco.
La famosa festa di Liam.
Tutti sono veramente euforici, non vedono l'ora... io invece non so nemmeno se andarci.
Ci sarà gente su gente che nemmeno conosco.
E sicuramente dovrò sorbirmi il fatto che ogni singolo essere femminile si avvicinerà ad Harry.

Che bello eh?

Proprio quello che vorrei vedere.

Lui che dedica tremila attenzioni a qualcun'altra.

È proprio quello che mi serve.

'Forse converrebbe non andare'.
< Vieni tu vero? >.
Guardo Gemma.

No?

Posso risponderle così?

< Non lo so... >.
< Dai Care >.
< Non lo so Gemm... non sono in vena di far festa >.
Magari così capisce.
E invece...
< Liam ci rimarrebbe malissimo >.
< Se ne farà una ragione, in caso >.
< Dai, viene anche Lerya > mi sorride a trentadue denti.
< E anch'io se è per questo > si intromette Matty.
Mi volto < sul serio? >.
< Certo Caroline! Dai che ci divertiremo >.

Come no...
Vedendo Harry ballare con qualcuna o peggio ancora limonarsela davanti la mia faccia?

Alla grande...

< Immagino > ironizzo.
< Caroline non fare la pallosa > sbotta Niall < devi venire e basta >.
Alzo un sopracciglio < altrimenti? >.
< Altrimenti sei una sfigata >.
< E allora sarò una sfigata >.
Faccio spallucce.
< Ci saremo tutti >.
< Non lo so ci penserò > cerco di chiudere questa conversazione.
Ci saranno tutti.

Quindi possono fare a meno della mia presenza, no?

< No, non possiamo fare a meno della tua presenza > mi risponde Niall.

Cos'è?
Mi legge nella mente?
Com'è possibile?

< Dimmi che verrai > mi punta un dito contro.
Sbuffo.
< Ora >.
< Prometto che ci penserò... contento? >.
Annuisce < tanto so che alla fine verrai >.
Alzo gli occhi al cielo.

Se è convinto lui...

< Dai, dai > mi dà una leggera spallata Matty < è da tanto che non facciamo festa insieme >.
Sorrido.
Ha ragione.
< Sarà uno spasso >.
< Mh mh > mugugno per poi bere il mio moscow mule.
Vedo Harry spiarmi ma cerco di non farci caso.
Altrimenti inizierei a viaggiare con la testa.
E non è il caso.
Non ora.
< Dove starai? > chiedo a Matty.
< In che senso? >.
< Dove dormirai? > domando < quando verrai a Londra per la festa di Liam >.
< Aaah! > si illumina < da Harold >.
Annuisco.
Logico, dovevo immaginarlo.
< Però se vuoi una sera possiamo stare a cena insieme > mi sorride < se ti va >.
Sorrido anch'io.

Perché no?

< Assolutamente >.
< Londra preparati perché Matty sta per venirti a trovare >.
Ridiamo tutti.
Harry compreso.
< Ti ricordo che sei sotto la mia responsabilità > si indica col dito.
< E allora? >.
< E allora > inizia a dire avvicinandosi < devi comportarti a modo altrimenti ti porto a casa come un bambino >.
Matty sbuffa < certo che... >.
< Certo che? > domanda Harry.
Matty sghignazza < sei veramente una palla eh? >.
Harry fa l'offeso.
< Manco mamma mi rompe in questo modo >.
< Non esagerare adesso >.
< Vorresti dire il contrario? >.
Iniziano così a battibeccare fino a che Tyler non propone di cantare qualcosa.
< Direi che è una buonissima idea >.
Annuiscono tutti.
< Ho capito, ma chi suona? > domando io.
D'altronde tra noi nessuno suona uno strumento.
Mi pare...
< Io >.
Harry.
Lo guardo confusa.

Lui?
Scherza... vero?

< Ho imparato a suonare la chitarra in questi mesi >.
< Ah >.
Ecco.
Mancava solo che imparasse a suonare la chitarra.

Oddio mio.

E mo chi riesce a non cedergli?
Chi?

Io non lo so se ci riesco...

Lo dico subito.
Spero di riuscire ma non so...

Lo vedo sparire dentro casa ed ho un mancamento quando lo vedo tornare con la chitarra tra le mani.

Ancora più bello...

Dannazione.

Già è bello e su questo non ci piove.

Ma così... è troppo.

Dannazione, ancora.

< Cosa cantiamo? > chiede Niall.
< Fai tu Harry > propone Gemma al fratello che annuisce.
Inizia a suonare per poi cantare.


'I found a love for me
Darling, just dive right in
And follow my lead
Well, I found a girl, beautiful and sweet
I never knew you were the someone waiting for me'.



Oddio.

Proprio questa?
Perché?

So di aver sempre detto di odiarla ma così...
Non posso odiarla.
Poi se la canta lui con la sua voce dannatamente bella è un casino.


'Cause we were just kids when we fell in love
Not knowing what it was
I will not give you up this time
Darling, just kiss me slow, your heart is all I own
And in your eyes, you're holding mine'.



Niall prende per mano Gemma per poi ballare abbracciati.
D'altronde è la canzone del loro matrimonio... quindi era abbastanza prevedibile che si sarebbero messi a ballare.


'Baby, I'm dancing in the dark with you between my arms
Barefoot on the grass, we're listenin' to our favorite song
When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath
But you heard it, darling, you look perfect tonight'.



Harry mi guarda e il mio cuore prende a battere più forte del normale.
Cerco di non dare a vedere il mio disagio ma non appena mi sorride distolgo lo sguardo, tornando a guardare Gemma e Niall che sorridono felici.


'Well, I found a woman, stronger than anyone I know
She shares my dreams, I hope that someday I'll share her home
I found a love, to carry more than just my secrets
To carry love, to carry children of our own'.



< Tutto ok? > mi domanda Tyler sedendosi vicino a me.
Annuisco poco convinta.
< Ti sta mangiando con gli occhi > sussurra.
Mi volto guardandolo < chi? >.
Ridacchia < come chi? Harry! >.
< Mh > mugugno a denti stretti.
< Solo mh? >.
< Che devo dire? > chiedo acida < che sono contenta? >.
< No... solo che dovresti fingere che non ti faccia piacere che sia tornato >.
Roteo gli occhi.
< Non è così? >.
Scuoto la testa.
< Lo dico per te Caroline... perché ti voglio bene >.
< Se mi vuoi bene non devi fare allusioni > concludo il discorso bruscamente.
La canzone continua.
Come il suo mangiarmi con gli occhi.


'We are still kids, but we're so in love
Fightin' against all odds
I know we'll be alright this time
Darling, just hold my hand
Be my girl, I'll be your man
I see my future in your eyes
Baby, I'm dancing in the dark, with you between my arms
Barefoot on the grass, listenin' to our favorite song
When I saw you in that dress, looking so beautiful
I don't deserve this, darling, you look perfect tonight'.



Guardo il cielo con le sue mille stelle.
Il vento che soffia leggermente facendo sì che i miei capelli si muovano.
Fluttuanti come seta nell'aria.
Tyler ha ragione.
Dovrei smetterla con tutta questa farsa.
E vivermi quello che viene senza pensarci troppo.

Ma... come faccio?

Se solo dessi ascolto alla parte irrazionale del mio essere... farei solo casini.

E non posso farlo.

Perché ci starei male ancora una volta.

Ed io ho una fottuta paura di star male.

Di nuovo.
È più forte di me.
'Non pensarci nemmeno'.
Me lo ripeto fino all'infinito da un po' ormai.
Ma stasera evidentemente ho bisogno di ricordarmelo più che mai.


'Baby, I'm dancing in the dark, with you between my arms
Barefoot on the grass, we're listenin' to our favorite song
I have faith in what I see
Now I know I have met an angel in person
And she looks perfect
No, I don't deserve this
You look perfect tonight'.



Sobbalzo non appena tutti iniziano ad applaudire e ad urlare a squarciagola.
Batto anch'io le mani.
Gli occhi di Harry sono fissi nei miei.
Per un breve istante lo guardo senza poterne fare a meno per poi ricordarmi di non cedere ad eventuali tentazioni.
Anzi, forse sarebbe meglio che mi alzassi e andassi a dormire.
Domani parto e voglio essere bella riposata.
Devo lavorare nel pomeriggio e voglio essere super concentrata, non distratta dai mille pensieri che mi affliggono.
E mi tormentano giornalmente.
< Harry sei stato divino > si complimenta mia madre che intanto si è avvicinata con tutti gli altri. 
< Troppo gentile Jacq >.
Mia madre gli sorride prima che tutti si apprestino a riempirlo di complimenti.
Tutti tranne la sottoscritta.
Sto zitta.
In silenzio, ascoltando solo i commenti degli altri.
Hanno ragione.
È stato fottutamente bravo.
E so anche che basterebbe poco per farmi cadere ai suoi piedi.
Basterebbe veramente poco.

Solo lui, la sua voce e i suoi occhi a divorarmi.

Deglutisco.
'Devo andare'.

Sì, devo proprio.

Il suo sorriso che mostra quelle fossette che amo alla follia.
La sua voce così bella e profonda da essere un porto sicuro.

'Devo proprio andare' mi ripeto più convincente.

Sì.

Ora.

Mi alzo di scatto avvicinandomi agli altri < io andrei a dormire >.
< Che palla che sei Smith! > urlano Niall e Matty per poi darsi un cinque.
< Domani parto e voglio essere riposata >.
Sorrido.
Sorrido così almeno cascano nella mia ennesima menzogna.
< Potresti anche far più tardi >.
Mi gratto nervosa la mano.
< Sei con la tua famiglia d'altronde > mi ricorda mia madre.
Annuisco < lo so ma preferisco così >.
Sorrido a tutti < se per voi non è un problema ovvio >.
Ora dovrebbero lasciarmi andare, o almeno spero vivamente.
< Assolutamente > mi rincuorano Desmond e Anne che ringrazio.
< Ok > rispondono Matty e Niall mettendo su un finto broncio.
< Caroline >.

È Harry.

Che cosa vorrà adesso?

Lo guardo annuendo.
< In realtà c'è una cosa che vorrei tu ascoltassi >.

Cosa?

< Ti prometto che ci vorrà poco tempo >.
Cerco di scrutare i suoi occhi per capire cosa sta per succedere ma non ci riesco.
< O-ok >.

Porca miseria.
Questa non ci voleva.

Che diavolo ha combinato?
Devo avere paura?

< Tim! > urla prima di vederlo arrivare < è il momento di fare quello che ti dicevo >.

Cosa?

Guardo gli altri per capire se sanno cosa sta per succedere ma le loro facce mi dicono che non sanno nulla nemmeno loro.

Bene...
Anzi, benissimo.

< È... > si blocca.
< È? Cosa? > domando.
Scuote la testa ed io sono ancora più confusa.

Che... cos'è?

< Niente, ascolta e basta > risponde prima di grattarsi la nuca con fare nervoso.
E così parte una canzone, penso.
Una canzone al piano.
Gli altri se ne stanno zitti, con gli occhi puntati su di me.

E poi... sbam.

La sua voce.
La sua immensa voce.
A cullarmi il cuore.


'I'm in my bed
And you're not here'.



Un pugno nello stomaco.
'E tu non sei qui...'
Quante volte l'ho pensato in questi mesi.
Troppe volte.
Chiusa nella mia camera, a piangere.
In giro, in mezzo alla gente.
In cucina, in sala.
Nel sonno, di notte.


'And there's no one to blame but the drink and my wandering hands'.


Senza rendermi conto ho iniziato a tremare.
Ma non sono brividi di freddo.

No.

Sono un altro tipo di brividi.
La sua voce accompagnata dal piano... è una magia.
Nel vero senso della parola.


'Forget what I said
It's not what I meant
And I can't take it back
I can't unpack the baggage you left'.



Un altro pugno nello stomaco.
Questa volta un pugno che fa più male.
Senza ombra di dubbio.
Ripenso ai nostri tre anni e non mi capacito... non mi capacito di come siamo potuti arrivare a questo.
Lo guardo e mi mordo le labbra.

Perché?

Perché mi hai lasciata Harry?

Perché?

Perché l'hai dovuto fare?

Perché?

Perché hai dovuto frantumare il mio cuore?

Distruggere la mia vita, la mia intera esistenza...

Perché è questo che hai fatto quel fottuto 28 Giugno.

Mi hai... annientata.

Completamente.


'What am I now?
What am I now?
What if I'm someone I don't want around?
I'm fallin' again
I'm fallin' again
I'm fallin'.



Ripenso a questi mesi.
A quanto sia stato difficile rimettermi in piedi.
Prendere in mano le redini della mia vita.
Ripenso a come mi hai ridotta.
E le emozioni che sto cercando di reprimere vengono fuori.
Forse ha ragione Niall.
Se voglio odiarlo basta solo ricordarmi cosa mi ha fatto.
E non sarà difficile odiarlo.

Anzi...

Forse, forse... in questo momento mi sta riuscendo benissimo.
Sentendo la sua voce.
Sentendo le parole.
Parole che avrebbe potuto risparmiarsi se solo non fosse fuggito.
Sparito per tre fottutissimi mesi.
Ed ora per quanto sia bello, per quanto vorrei tornare a stare con lui, per quanto vorrei star bene... non può pretendere che io dimentichi tutto e vada avanti.

Perché forse non lo farò mai.

Forse per tutta la vita dovrà sorbirsi il mio astio.

Forse... chi lo sa.

Ma una cosa che so invece è che non voglio stare a sentire nulla.
Non voglio nemmeno vederlo in questo momento.

No, non voglio.

Voglio solo andarmene in camera e mettermi a dormire, dimenticando tutto.

Dimenticando... lui.

La canzone continua ma io ad un certo punto sussurro un 'basta così'.
Guardo Harry che mi dice che l'ha scritta per me.

Per me.

Certo.

L'ha scritta per me.

Però intanto mi ha trattata come una merda.
Come una nullità.

Lo guardo di nuovo, questa volta gli ordino di togliere la canzone.
< Care > si prova ad avvicinare.
Mi volto.

Non voglio vederlo.
Non... voglio.

< Caroline io... >.

Caroline.
Caroline e ancora Caroline.

Con uno scatto mi giro e mi avvicino per poi urlare < spegni! Spegni! >.
Mio padre cerca di farmi ragionare ma io non sento ragione.

Se dico che devono spegnere tutto... perché non mi stanno a sentire?
Perché devono fare le cose di testa loro?
Perché?

Io voglio che tolgano la canzone.
Punto.

Non voglio sentire la canzone.
Non voglio sentire la sua voce.
Non voglio sentire... lui.

< Spegni! Tim spegni! > continuo ad urlare tappandomi le orecchie.
Tim fa come gli ho ordinato ed io mi sento già molto meglio.
Molto.
< Caroline era una canzone... > dice mio padre per calmarmi.
Scuoto la testa.

Fanculo la canzone.

< Io pensavo che ti... >.
< Cosa? > domando ad Harry.
< Che ti avrebbe fatto piacere >.
Aggrotto la fronte.

No.

Non mi ha fatto piacere.

Per nulla!

Ha solo risvegliato ricordi dolorosi.
Ha solo risvegliato la merda che mi sono dovuta sorbire in questi mesi.

E tutto grazie a chi?
Grazie a lui!

La sua mano sulla mia spalla.
< Io... >.
I miei occhi nei suoi.
< Tu niente Harry > deglutisco < tu... tu devi starmi solamente lontano >.
Mi faccio spazio tra gli altri per poi correre verso la mia camera dove cerco di calmarmi bevendo un lungo sorso d'acqua.

No, non mi farò comprare con una stupida canzone.

No.

Perché io valgo molto di più.
Molto.

E lui mi ha perso.

Quindi...

Fanculo Harry.
Fanculo tu e la tua canzone strappalacrime.



 
———


 
E così eccomi qui.
Alla fine ho ceduto e sto per entrare a casa di Liam.
Sento un sacco di voci, della musica... insomma tutto che faccia pensare una festa che si rispetti.
Non so come sono riusciti a convincermi in effetti ma ci sono riusciti.
< Stai tranquilla > mi rincuora Gemma destandomi dai miei pensieri.
Annuisco.
Speriamo bene...
< Vedrai che andrà benissimo e ci divertiremo > mi sorride Lerya per poi aggiungere < sei uno schianto >.
Ridacchio.
Se lo dice lei...
La porta si apre rivelando un Liam abbastanza brillo.
< Eccovi, finalmente! >.
< La colpa è di Caroline che non voleva venire > mi indica Lerya mentre io le tiro un buffetto leggero.
< Smith, Smith > mi stritola in un abbraccio per poi squadrarci dalla testa ai piedi.

Ho qualcosa che non va?
Ho una macchia addosso ai vestiti?

< Che succede? > domando in preda al panico.
Mi sorride < è che... siete uno schianto >.
Lo ringraziamo per poi seguirlo in casa dove come immaginavo ci sono un botto di persone.
Forse più di quelle che potrebbe contenere.
Mi guardo intorno spaesata.
Molti nemmeno li conosco a dire il vero.
Ma si sa che è anche questo il bello delle feste.

No?

Sobbalzo non appena un ragazzo viene a sbattermi contro facendomi per poco cadere.

Bene.

< Scusami >.
Lo guardo con un sorriso tirato < tranquillo >.
Guardo Gemma che mi chiede se vada tutto bene.
Annuisco.

Iniziamo bene...

< Sicura? >.
< Sì Gemm, tutto a meraviglia >.
< Abbiamo visto che quello stava per buttarti a terra, tutto ok? >.
Guardo Louis e Zayn prima di annuire.
< Sì fortunatamente... altrimenti mi sarei fatta pagare i danni > scherzo provocando le risate di tutti.
< In effetti lavori in uno studio legale... potevi fargli causa >.
Guardo Niall annuendo.
Poi mi guardo intorno.

Sbaglio o manca qualcuno?

Ci sono tutti tranne... Harry.

< Ma sbaglio o manca Harry? > domando pentendomi subito dopo della mia domanda.
Sembrerò una sottona assurda.
Sicuramente.
'Dovevi startene zitta Caroline' mi ripeto all'infinito.
Gli altri mi guardano con un'espressione praticamente decifrabile.
Del tipo: ti si legge in faccia che gli sbavi dietro Caroline.
Ed io posso fare l'unica cosa che posso fare in questo momento... mi do mentalmente della stupida.
Perché... dovevo semplicemente starmene zitta.

E basta.

< No, non manca... eccolo > mi fa voltare verso destra per permettermi di vederlo.
Ed eccolo lì in effetti... ovviamente bello come sempre.
Intento a parlare con una brunetta.

Ovvio.

Deglutisco per poi voltarmi di scatto.
Direi che è arrivato il momento di andare a bere.
Inizio a sentirmi a disagio.
Soprattutto dopo aver visto lui così tranquillo... pronto a far cadere ai suoi piedi le donzelle che stasera si faranno avanti.

Sì, devo bere.
È assodato.

< Che dite, andiamo a bere? > chiedo a Lerya e Gemma che annuiscono.
Mi faccio spazio tra la folla prima di raggiungere il lungo tavolo con le varie bottiglie.
< Che ci facciamo? >.
< Gin tonic? > risponde Lerya per poi passarmi la bottiglia di gin.
< Comunque non dispiacerti per Harry... sai com'è fatto > mi tranquillizza Lerya dandomi una spinta facendo sì che il gin cada un po' sul tavolo.
< Non mi frega sinceramente > faccio spallucce.

In realtà mi frega.

Mi frega eccome.

Perché potrebbe evitare.
Avoglia se potrebbe...

Ma non lo fa.

Perché gode nel vedermi dispiaciuta.
O amareggiata.

Passo i bicchieri a Gemma e Lerya per poi brindare alzando il bicchiere < a noi e a questa festa >.
< Ben detto >.
Assaggio il mio gin tonic sorridendo.
È forte ma è buono.
< L'hai caricato parecchio eh? >.
< Ma che ti frega? Bevi > dico a Gemma che ridacchia.
< Male che va ti porterà Horan a casa in braccio >.
< È più probabile che porti io lui a casa in braccio >.
Rido.
In effetti...
È più probabile.
D'altronde conosciamo Niall e sappiamo quanto sia incline ad ubriacarsi alle feste.
< A noi due invece chi ci porterà a casa? > mi domanda Lerya ironica.
< Noi due, coi nostri piedi > le rispondo buttando giù un altro sorso del gin tonic.
< Sì, hai ragione... io sosterrò te e tu sosterrai me >.
Annuisco.
< Comunque Caroline > Lerya poggia una mano sulla mia spalla.
Mi volto per osservarla.
< Direi che stasera io e te dobbiamo darci da fare >.
La guardo confusa prima che spieghi semplicemente < siamo di nuovo sulla piazza e guardando intorno vedo tanti bei ragazzi >.
Scuoto la testa.
< Perché? >.
< Perché non mi va Lé > le rispondo bevendo.
Rotea gli occhi < sei veramente una pallosa >.
Faccio spallucce < pazienza >.
Rido non appena sbotta < almeno prima Harry ti aveva cambiata un minimo... ora sei una suora >.
< Lerya > la rimprovera Gemma.
< Gemm tranquilla > le faccio un occhiolino prima di voltarmi verso Lerya < sarò anche una suora come dici te ma sappi che a me sta bene >.
< Contenta te >.
Le do una spinta < pensaci tu a rimorchiare per me >.
< Non è la stessa cosa > sbotta annoiata.
Ridacchio < lo sai che se non ho voglia di fare una cosa poi divento acida >.
Annuisce sbuffando < allora almeno aiutami a trovare qualcuno carino >.
Indico un ragazzo più in là che parla con un suo amico < quello direi che è perfetto per te >.
< Ma chi? >.
Le prendo il viso per poi farla voltare < quello >.
< Ma quello con quel ciuffo? >.
Scuoto la testa < l'amico scema >.
< Hai occhio Caroline >.
Annuisco prima di lanciarla in direzione del ragazzo che si volta sorridendole.
E... sbam.
Il gioco è fatto.
< Cosa sei Cupido? > ironizza Gemma indicando Lerya e il ragazzo.
Faccio spallucce < chissà magari con gli altri funziona >.
< Ti posso chiedere perché non sei lì in mezzo a parlare con qualcuno? >.
< Non ne ho voglia Gemm, l'ho già detto >.
< Caroline > mi rimprovera < non mentirmi... ti conosco molto bene direi >.
Mi mordo le labbra < sul serio non ho voglia di conoscere nessuno e... >.
< E? > mi sprona lei per farmi continuare < e una parte di me è ancora legata a tuo fratello >.
Annuisce, come a dire lo sapevo.
< Se una parte di te è ancora legata a lui perché non vai a riprendertelo? >.
La guardo con un'espressione a dir poco stupita.
Molto stupita.
< Ok, senti > prendo un bel respiro < se tornassi con lui la mia vita verrebbe distrutta >.
< Non capisco... >.
Giusto.
Meglio fornirle un esempio.
< Facciamo caso che tu e Niall state per sposarvi e lui ti lascia il giorno del matrimonio >.
Annuisce ed io continuo < ad un certo punto, dopo essere passati dei mesi torna... tu che faresti? >.
Si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Ed io incalzo < lo perdoneresti o? >.
Annuisce < ho capito… e posso dirti che sarebbe l'unica persona che non vorrei nella mia vita >.
Bingo.
Esattamente quello che penso io.
< Ti sei risposta da sola > la indico < sul perché non posso tornare con lui >.
Si morde le labbra laccate di un rosso ciliegia < scusami è che a volte non riesco a mettermi nei tuoi panni >.
< Lo so > le sorrido < è normale >.
< È che... mi fa male vedervi separati >.
< Credimi ti farebbe più male vederci insieme dopo quello che è successo >.
< Perché? >.
< Perché non sarebbe come prima > deglutisco < dopo quello che è successo... è cambiato tutto >; le prendo la mano < vorrò sempre bene a tuo fratello ma noi due non possiamo tornare insieme >.
Annuisce scusandosi.
< Non devi scusarti >.
Annuisce di nuovo < sono una stupida >.
< Semplicemente non riesci a metterti nei tuoi panni perché hai un ragazzo meraviglioso al tuo fianco che non ti lascerà mai e poi mai >.
Le do una spinta < sei fortunata sai? Anch'io mi merito un Niall nella mia vita >.
Sorride < sono sicura che lo troverai > poi si raccomanda < solo non prendere il mio >.
Rido tirandole un buffetto sul braccio < scema! >.
Indico Lerya e il ragazzo che stanno parlando animatamente.
Più vicini rispetto a come li avevamo lasciati prima.
< Stasera sento che quel ragazzo verrà a casa con noi >.
Gemma ride < dici? >.
< Dico, dico > ci penso su < vorrà dire che userò i tappi per le orecchie >.
< Se vuoi puoi venire da noi >.
Scuoto la testa < non preoccuparti >.
< Sicura? Guarda che non ci sono problemi > ridacchia < anzi, così mi aiuteresti a mettere a letto Niall >.
Scuoto la testa < grazie ma rifiuto l'offerta >.
Ridiamo entrambe, di cuore.
< Andiamo dai ragazzi, ti va? > domanda Gemma prima di avviarci dai ragazzi.
Tanto Lerya ne avrà per un bel po'...
Guardo i ragazzi uno ad uno.
Ovviamente lui non è presente all'appello nemmeno adesso.
Mi volto leggermente trovandolo a parlare con una ragazza diversa dalla precedente.

Ma sì... parlasse con tutte.

Perché no?

Tutte che pendono dalle sue labbra.

'Anche tu?'.

Caccio indietro la domanda.

Io non pendo dalle sue labbra.

No.
E che cavolo...

< Smith > mi si avvicina Louis circondandomi il collo col braccio.
< Tommo > lo guardo in attesa di qualche domandina delle sue.
Che non tarda ad arrivare...
< Allora che mi dici? >.
< Niente di niente >.
Sorrido prima di chiedergli cosa dovrei dirgli.
Indica Harry < cosa ne pensi? >.
Bevo il mio gin tonic facendo poi la vaga < è single e può fare quello che vuole >.
< Ben detto Smith, ben detto >.
< Che si fotta Styles >.
Ridacchia < così ti voglio... combattiva come sei sempre stata >.
Annuisco.
< Male che va ti sposo io >.
Lo guardo stupita.

Ma che dice?
È scemo?

< Ma cosa dici?! > urlo.
Mi tira una spintarella < stavo scherzando... non ce la potrei fare con una palla come te >.
< Senti chi parla >.
< Maniaca dell'ordine, del pulito... acida, lunatica e tutto il resto >.
< Grazie eh > faccio la finta offesa.
Mi strizza una guancia < stavo scherzando... sei solo una palla >.
< Louis! >. 
< Ti voglio bene >.
Rido < anch'io stupidotto >.
< La riccia? >.
Mi volto indicando Lerya che balla col tizio.
< Eccola la nostra leonessa... all'attacco >.
< Puoi dirlo forte >.
Mi guarda per poi sussurrarmi < quanto scommettiamo che non durano nemmeno una settimana? >.
< Facciamo due... >.
< Ok > mi dà la mano che afferro saldamente.
< Chi perde offre da bere all'altro, ci stai? > domando vedendolo annuire subito dopo.
Benissimo.
Sfida accettata.
Gli faccio un occhiolino per poi sobbalzare non appena qualcuno mi abbraccia da dietro stritolandomi.
< Sono qui gente! >.
Mi volto sorridendo a Matty < eccoti... mancavi solo tu >.
< Lo so Smith che eri impaziente di vedermi ma avevo da sbrigare alcune faccende >.
Gli tiro un buffetto che schiva prontamente.
Si guarda intorno prima di chiedere dove sia il cugino.

Chissà dov'è eh...
Non è molto difficile immaginarlo.

Anzi...

< Dormo da lui stanotte... non vorrei rimanere fuori casa >.
< Può darsi ci rimani lo stesso > scherza Niall indicando Harry che ride ad una ragazza, diversa dalla precedente.
< Ma possibile che riesca a conquistare tutte? > domanda Matty afflitto < a lui lo charme e a me? >.
< Tu sei simpatico Matty > gli ricordo < e sei anche un bel ragazzo >.
< Sei sempre troppo buona Care >.
< Nah, dico la verità > affermo seria < comunque in caso dovessi rimanere fuori puoi sempre dormire da qualcuno di noi >.
< Assolutamente > rispondono in coro Louis, Liam e Zayn.
< Non posso proprio fare affidamento su Harry >.
< Styles è un vero playboy al momento... quindi direi di no > lo prende in giro Niall.
Sospiro.

Che situazione.
Mi tocca beccarmi lui che ci prova con l'ennesima ragazza presente in casa.

Possibile mai?

< Care? >.
Mi volto verso Matty.
< Ti vedo distratta >.
Porto una mano su un fianco < no, no... è che stavo pensando che domani ho un sacco di lavoro da sbrigare >.

Che cazzate.
In realtà stavo pensando al cugino e a quanto io invece stia rosic...

No.
Non lo dirò.

Fanculo.

Facesse quello che vuole.

< Riesci a trovare un buco per pranzare o cenare con me? >.
Annuisco < te l'ho promesso >.
< Bene, non vedo l'ora >.
< Anch'io > gli sorrido.
< Ma invece... com'è che non sei in pista a scatenarti? >.
Faccio spallucce < non sono in vena >.
< Caroline Smith se non muovi subito il tuo sedere sarò costretto a trascinarti sulla pista da ballo con la forza >.
Scuoto la testa < peso, non ti conviene >.
Ride per poi voltarsi verso gli altri e domandare < bhe che si dice? Non si balla? >; si sporge poi per afferrare il bicchiere che gli passa Liam.
< Osserviamo come vanno le cose >.
Matty beve il suo cuba libre per poi sghignazzare < mi sembra vadano alla grande >.
< Sì Payne direi che la festa è riuscita > conferma Louis.
< Sì confermo >.
Guardo Zayn che ha appena proferito parola.
Non è sereno.
E so perché.
Non fa altro che guardare in direzione di Lerya e quel ragazzo.
L'ho sgamato subito.
Ma d'altronde lo capisco.
Anch'io guarderei sempre Harry se ce lo avessi di fronte.
E forse è un bene che gli dia le spalle.

Un bene.

Perché mi rovinerei l'umore che già non è dei migliori direi.

< Care >.
Distolgo lo sguardo da Zayn per poi voltarmi verso Liam.
< Vorrei presentarti il mio amico d'infanzia Edward >.

E mo' chi è questo?

Sorrido, per finta per poi porgergli la mano < Caroline, piacere >.
< La famosa Caroline >.
Lo guardo confusa < in che senso? >.
Ridacchia e a me già dà sui nervi.
E per finire se ne esce con una frase che vorrei rifargli mangiare.
All'istante.
< Bhe non sei quella Caroline che è stata lasciata sull'altare? >.
< Che coglione che sei > lo rimprovera Liam voltandosi verso di me.
< A Londra ne parlano tutti > continua.

Ah sì?

Che bello.

Come corrono in fretta le notizie...

Deglutisco guardandolo.
Per un breve istante non oso fiatare per poi rispondere il più velocemente possibile < sì, sono proprio io >.
< Il tuo ragazzo dev'essere proprio un coglione per averti mollata... sei uno schianto >.
Ridacchia come un ebete facendomi innervosire.
Se a breve non se ne va mi toccherà mollargli una cinquina.
< Andiamo a bere, che dite? > chiede Liam per stemperare l'aria.
Tutti annuiscono, tranne io.
< Care, vieni? >.
Guardo Gemma per poi scuotere la testa < no, preferisco rimanere qui >.
< Mi dispiace, non pensavo facesse il coglione in quel modo > mi abbraccia Liam scusandosi una decina di volte.
< Non è colpa tua se è un coglione Payne > gli sorrido < tranquillo >.
< Te lo giuro mi dispiace >.
Gli do una pacca sulla spalla < tranquillo... >.
Mi sorride.
< Sicura che non vuoi venire? >.
Annuisco per poi vederli sparire.
Guardo tra le persone per cercare di vedere dove si trovi Lerya ma non la trovo.
Bene...
Misà che mi toccherà tornare a casa da sola.
E poi il mio occhio cade su Harry che parla e parla con una ragazza che gli tocca i capelli facendogli bere il suo drink.

Che... schifo.

Ho il voltastomaco.
E non scherzo.

Forse... dovrei andarmene.

Cosa resto a fare qui?

Sono praticamente sola.

Mi sento sola.

Sbuffo.
Non riesco a divertirmi.
Non riesco a ballare.
Mi volto vedendo gli altri brindare.
Sono felici.
Si divertono.
Sono al loro posto.

Non come me.

Io non sono al mio posto.
Non mi sento a posto.


Sbuffo un'altra volta prima di farmi spazio tra le persone e dirigermi verso la porta a passo spedito.
Voglio tornarmene a casa mia.
E basta.
Nella fretta urto la spalla della ragazza che parla con Harry scusandomi subito.

Ecco...
Mancava solo questo.

Afferro la mia felpa ed esco di casa sentendomi subito meglio.
L'aria è fresca ma non troppo.
Si sta molto meglio rispetto a dentro.
Qui c'è il silenzio... dentro il caos più assoluto.
Un macello in pratica.
Cammino a passo spedito stringendomi addosso la felpa il meglio che posso.
Voglio solo... dormire e scordarmi di questa stupida festa.
Cammino per qualche metro in totale silenzio, fino a che...
< Care! >.

Oddio.

Lui no eh.

Lui proprio no.

Porca miseria.

< Caroline! > urla prima di mettersi a correre per raggiungermi.
< Che vuoi Harry? > mi volto senza fermarmi.
< Vai via? >.
Allargo le braccia come a dire 'tu che dici?'.
< Ti accompagno >.
Sbuffo.

Non c'è bisogno.

< Non c'è bisogno... torna alla festa >.
< No, no... ti accompagno >.
Roteo gli occhi mentre mi raggiunge.
< Perché vai via? >.
< Non mi andava di stare lì >.
< Com'è? > i suoi occhi a scrutarmi.
A indagare, come sempre.
< Non mi stavo divertendo > sbotto < tu però ti stavi divertendo... perché sei qui? >.
Mi sorride < perché voglio stare un po' con te >.
< Mh mh >.
< Sul serio... mi dispiace non essere stato con voi ma ho incontrato gente che non vedevo da anni >.
< Ragazze più che altro >.
Si gratta la testa.
Ecco... ora penserà che sono una sottona assurda.
Che ci sono rimasta di merda.

Mannaggia a me e a quando non sto zitta.

< Sei single e puoi fare ciò che vuoi... te lo dico perché non voglio che pensi che sto andando a casa perché ti ho visto parlare con quelle ragazze >.
Ridacchia < lo so... so che stai andando a casa perché non volevi stare lì >.
Annuisco per poi riprendere a guardare avanti.
Camminiamo entrambi in assoluto silenzio.

Meglio.

Non ho voglia di parlare.
Per niente.

Con la coda dell'occhio lo vedo barcollare.
< Perché ridi? >.
Sorrido < perché sei ubriaco >.
Si indica < io? Io non sono ubriaco >.
< Sì, guardati >.
< Non sono ubriaco >.
< Come no... barcolli >.
Ridacchia per poi ammettere di essere un tantino ubriaco.
< Lo so >.
< È perché mi conosci >.
Mi volto per osservarlo.
È dannatamente...

No, non lo dirò.

Cazzo, no.

Non lo dirò.

< Come io conosco te > mi guarda come solo lui sa fare.
< Ti ricordi quando ti sei ubriacato talmente tanto che ho dovuto portarti in braccio a casa? > gli chiedo.
Ride.
Rido anch'io...
Cavolo, sembra ieri.
< Sei stata una Santa >.
Annuisco.
< Al posto tuo non so chi l'avrebbe fatto >.
Faccio spallucce.
< Però > si lecca le labbra.
Lo guardo.

Però?

< Ricordo che il giorno dopo mi sono scusato >.
Ridacchio.
< Era il minimo che potessi fare, direi >.
< Bhe... ti ho portata a cena fuori e al ritorno ti ho fatta urlare > mi strizza un occhiolino.
< Non fare lo scemo >.
< Mi fa piacere ricordare certi momenti > ride.

Anche a me...
Ma evito di dirglielo.

Oh sì...

Continuiamo a parlare del più e del meno per altri minuti.
Le nostre risate rimbombano per le strade.

Sto bene....
Sto bene, con lui.

E non avrei mai pensato di poterlo dire...

Anzi.

Mi fermo davanti casa.

Finalmente.

< Bhe > indico casa < sono arrivata >.
Annuisce < certo che... abbiamo riso >.
Rido.
Sì in effetti abbiamo riso molto.

Forse, troppo.

< Allora andrei... ho sonno >.
Annuisce.
Mi schiarisco la voce prima di ringraziarlo < non dovevi accompagnarmi >.
< Tranquilla... >.
Annuisco.
< Comunque mi dispiace per l'altra sera... >.
Mi guarda confuso.
< Non volevo comportarmi in quel modo >.
Annuisce.
Ha capito.
< Scusa tu non dovevo mettere quella canzone davanti a tutti >.
Sorrido < tranquillo >.
< Comunque > infila una mano dentro il giacchetto per poi tirare fuori un CD.
< Cos'è? >.
< La canzone, tieni è per te > mi porge il CD e nel farlo sfiora la mia mano facendomi rabbrividire.

Quanto vorrei una sua carezza.
O una sua mano trai capelli...

< Grazie > lo ringrazio.
< Allora... >.
< Buonanotte Harry > dico aprendo la porta di casa.
< Buonanotte Care > mi saluta con la mano sorridendo a trentadue denti.
Gli sorrido anch'io prima di entrare in casa, accendere la luce e chiudere la porta.
Il mio cellulare prende a vibrare.
Lo sblocco vedendo un bel po' di notifiche.
Giustamente gli altri mi stanno cercando.
Rimetto il cellulare in borsa per poi appoggiarmi con la schiena sulla porta di casa.
Porto una mano sul petto.

Perché mi batte forte il cuore? 
   
   
   
   
   

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Capitolo 37
*** Lì, lì per cedere. ***


Attraverso la strada cercando di non farmi prendere sotto dalle macchine che sfrecciano incuranti dei pedoni lungo le strade.
È sera e tira un leggero venticello.
Com'è giusto che sia.
Ci stiamo avvicinando all'autunno lasciandoci alle spalle un'estate che a mio avviso è stata asfissiante.
In tutti i sensi.
Cammino a passo svelto anche perché sono in ritardo, come sempre d'altronde.
Supero alcuni passanti cercando di aumentare il passo per arrivare il più in fretta possibile a casa di Gemma e Niall.
Stamattina mi hanno chiamata chiedendomi di raggiungerli stasera per stare un po' insieme.
Ed io ovviamente da brava testimone e amica quale sono li sto raggiungendo, pronta a passare una serata passata all'insegna del divertimento.
Una serata senza pensieri soprattutto.
Queste settimane non ho fatto altro che pensare e ripensare.
E sono stufa.
Sono stufa di pensare sempre a...

Sì, di pensare sempre ad Harry.

Perché non ho fatto altro che pensare a lui.
Costantemente.
E per questo ho cercato di non vederlo il più possibile.
Di starmene per i fatti miei, a casa.
Ho evitato cene.
Ho evitato feste.
Ho evitato i miei amici pur di non doverlo rivedere.

Perché...

Da quel giorno in cui mi ha accompagnata a casa non faccio altro che pensare a lui.
E a quanto sia bello.
A quanto sarebbe bello affondare le mani tra i suoi capelli.
A quanto sarebbe bello stringerlo a me.
Per non lasciarlo andare più via.
Ma... ovviamente questo non è possibile.
Ho preso una decisione.
Ho fatto un patto con me stessa.
E devo rispettarlo.
Volente o nolente che sia.

Ho detto basta ad Harry.

Basta a noi.

E così dev'essere.
Devo continuare a concentrarmi sul male che mi ha fatto.
Solo su quello.
Senza pensare a quanto sia bello quando ride.
Senza pensare ai brividi che percorrono la mia schiena ogni volta che mi guarda.
Senza pensare a quanto batta forte il mio dannato cuore.
Sospiro.
Chissà dove sarà adesso.
Poco fa ho visto che ha pubblicato una storia su instagram.
La foto del tramonto.
Ed io avrei tanto voluto commentare che mi sono dovuta mordere le dita per non farlo.
Perché non deve assolutamente interessarmi cosa faccia o non faccia.
O dove sia.
O con chi sia.

Non mi appartiene più.

E... va bene così.

Percorro il vialetto di casa 'Horan-Styles' prima di suonare il campanello.
< Finalmente Smith! >.
Mi scuso entrando in casa e posando la mia borsa sul mobile all'ingresso.
< Mi spieghi come riesci ad assere sempre in ritardo? >.
Faccio spallucce < ci sono nata >.
Niall ride per poi farmi cenno di raggiungere Gemma in sala.
< Care >.
Bacio sulla guancia la piccola anche se non piccola Styles che mi stritola in un abbraccio caloroso.
< Allora? Che mi dici? > mi domanda mentre io afferro il mio telefono appoggiandolo sul tavolino in vetro.
< Niente di che, solita vita monotona e noiosa >.
< Sicura? Non ti fai più vedere >.
< Ho avuto da sbrigare un sacco di lavoro > mento spudoratamente.
< Finalmente sei qui però >.
Mi siedo sul divano.
Chissà cosa faremo questa sera.
Giochi da tavolo?
Guarderemo un film?
Spettegoleremo come ai vecchi tempi?
< Ci sei mancata, sai? >.
Annuisco.
< Anche voi >.
Non mento.
Assolutamente.
Mi sono mancati tutti.
Ma è stato meglio così.
Per il bene di tutti.
O meglio... per il mio bene.
< Liam e Louis non vedono l'ora di rivederti >.
Ridacchio per poi gelarmi non appena una voce suona alle mie spalle.

No.

Non è possibile.

No, cazzo.

Perché deve rovinare i miei piani?
Perché?

Alle volte penso che legga nella mia testa.
Che sappia come distruggere tutto quello che mi sono costruita.
Che sappia come mandare all'aria i mille muri eretti per non scottarmi, ancora.

Perché devi farmi questo?

Maledetto te Harry.

< Anche a me sei mancata Smith >.
E in un attimo eccolo spuntare.
Bello, divino, perfetto come al suo solito.
Faccio un cenno con la mano mentre lo squadro brevemente per capire di quanto devo preoccuparmi per il mio autocontrollo.
Deglutisco.

Tanto.

Devo preoccuparmi tanto.

Jeans neri, camicia bianca mezza aperta e quel fottuto sorriso stampato sul volto, già troppo perfetto di suo.
< Tu non mi sei mancato per niente Styles > sbotto mezza acida.
'Brava, così si fa'.
Almeno così nascondo quello che la mia testa pensa in questo momento.
Che è meglio non dire e tenere per me.
Perché se solo lo dicessi capirei che è tutto reale.
E non posso.
Dannazione.
< Se lo dici tu > mi strizza un occhiolino.
< Lo dico io e non ribattere per favore >.
Sghignazza < ci faccio apposta > mi pizzica un fianco < sai che mi piace darti sui nervi >.

Ah, no... non lo sapevo.
No, no.

Che razza di stronzo.

< Sei veramente uno stronzo >.
< Come te Smith >.
Si lecca le labbra e mille pensieri... mille immagini si susseguono nella mia testa.
La sua lingua sul mio corpo.
La sua lingua con la mia.
Boccheggio.
Sta andando sempre peggio.
Cavoli.
Forse dovrei tornarmene a casa.
Fingere di stare male e scappare a gambe levate, insomma.
< Allora > si intromette Niall attirando la nostra attenzione.
< Siete i nostri testimoni, no? >.
Sì, purtroppo.
Purtroppo... per me.
Perché devo rivestire questo ruolo con lui.
E non vorrei.
Perché significa che sia io che lui dovremo esserci sempre l'uno per l'altro.
E sarebbe meglio di no.
Soprattutto visto che ho tremila visioni di noi due, insieme.
E non specifico in che modo, altrimenti risulterei una volgare.
E una sottona.
Che evidentemente sono.
E sono sempre stata.
E forse sempre lo sarò.

No?

< E allora? > domanda Harry anticipando la mia domanda.
< Allora > Gemma prende la parola mettendosi di fianco a Niall.
Questi due non me la raccontano giusta.
No.
Per niente.

Devo preoccuparmi?

< Abbiamo pensato: perché non passare un po' di tempo insieme? >.
Oddio.
Che palle.

No, non c'è bisogno di passare del tempo insieme.

No?

< Ok > risponde Harry < cosa avete pensato? >.
Vedo Niall guardarmi e tentennare.
Ecco, sta per dire qualcosa che a me non piacerà.
E di questo sono sicura al 101%.
Lo conosco troppo bene, il mio pollo.
< Ci sarebbe una festa di un mio collega e... >.
Lo blocco.
No, non si può fare.
Una festa?
Proprio no.
Cioè va bene tutto eh ma no.

Io ed Harry, ad una festa, insieme, proprio non si può fare.

< Non si può fare >.
Niall ride < lo sapevo saresti stata contraria >.
< Ecco appunto > mi alzo finendo così vicino ad Harry.
< Dai Smith... >.
< Niente Smith Niall > sbuffo.
< Care > Gemma fa il labbruccio < ti prego >.
Niall si mette in ginocchio.
< Tirati su > gli scompiglio i capelli.
< Vogliamo passare un po' di tempo coi nostri testimoni >.
Uffa.
Li guardo.
Sbuffo perché dentro di me ho già capito che cederò.
Perché tanto lo so che alla fine lo farò.
< Avete promesso di esserci sempre per noi > dicono in coro.
Mi volto verso Harry che mi sorride < vedrai, ci divertiremo >.
Sarà...
Non sono così convinta.
Per niente.
Anzi, ho paura succeda un casino.
E già tremo.
Tremo al solo pensiero in pratica.
< Caroline, Caroline, Caroline > mi incitano tutti e tre.
Sospiro < va bene >.
Sobbalzo non appena mi vengono ad abbracciare.
Harry incluso.
< Ma... > li avverto.
< Tutto quello che vuoi >.
Guardo Gemma < mi presti quel body nero che mi piace tanto >.
Sorride a trentadue denti < è andata >.
< Dai, prendete i bicchieri che brindiamo >.
Faccio come Niall ha ordinato portando in alto il mio margarita.
< A cosa brindiamo? > domanda Harry.
< A noi quattro > propone Niall prima che sbatta il bicchiere contro quello di Gemma.
< A noi Smith >.
Annuisco sbattendo il mio bicchiere con quello di Harry che si avvicina sussurrando < sarà una grande serata, me lo sento >.
Deglutisco sentendo il suo naso a contatto col mio.
< Spostati > gli dico mettendo una mano sul suo petto per farlo allontanare.
< Mettiamo la musica dai > mi avvicino a Gemma riprendendo a respirare.
Quella vicinanza mi ha mandato in tilt.
E non scherzo.
Quel profumo ad invadermi le narici.
Quelle labbra così vicine da poterle assaporare, mordere e fare mie ancora una volta.
Scuoto la testa concentrandomi sulla musica. 
Non devo commettere errori stasera.

Cazzo.

No, non devo farlo.
Per nessuna ragione.

Manderei all'aria il lavoro di un bel po' di tempo a questa parte.
E non va bene.
Per me stessa soprattutto.
Perché cadrei.
Avoglia se cadrei.

E non andrebbe bene, per niente.

Perché mi farei del male... con l'unica persona che so può amarmi e farmi del male allo stesso tempo.



 
———



Mi guardo intorno dando la mano di tanto in tanto ai numerosi colleghi che Niall ci presenta.
Sta andando bene.
Diciamo...
Perché io con la testa non è che sto alla grande.

Va sempre peggio.

Soprattutto visto che l'alcool sta facendo il suo effetto.
Mi sono scolata due margarita senza pensare alle conseguenze.
O meglio ci ho pensato ed ho capito che era la situazione migliore.
Per tutti.
Almeno così la testa è più leggera e non penso a quanto sia dannatamente buono l'odore di Harry che mi sta vicino.
Troppo vicino per i miei gusti.
< Care, mi accompagni a prendere da bere? > mi domanda Gemma facendo sì che mi risvegli dallo stato catatonico in cui sono finita.
Annuisco seguendola verso il bancone adibito apposta per questa festa.
< Tu bevi? >.
Scuoto la testa.
< Cos'è? Hai già la testa andata? >.
Ridacchio < un po' >.
< Ci credo... ti sei schiantata quei due margarita come se fossero acqua >.
Rido e poi faccio spallucce.
Amen.
< Lo fai per via di mio fratello? >.

Sgamata.

Come sempre.

Scuoto la testa cercando di sembrare sicura di me.
< No, assolutamente >.
< E perché l'hai fatto? >.
< Stasera voglio bere, devo recuperare tutte le uscite che mi sono persa >.
Ridiamo entrambe.
< Ti sta benissimo questo body >.
Mi guardo.
In effetti devo dire che mi sta alla perfezione... mette in risalto i miei punti di forza e addirittura fa sì che il mio seno appaia di una taglia in più del normale.
< Dovresti guardare come ti fissano tutti, ti mangiano con gli occhi >.
Faccio un cenno con la mano.
< È vero! >.
< Ti credo, ti credo >.
Beve il suo gin lemon fino a che non si avvicina e mi sussurra < mio fratello non ti toglie gli occhi di dosso >.
Mi mordo le labbra.

Che importa?
Giusto?

< Non mi importa >.
Gemma ride a crepapelle < vuoi dire che non ti piace più? >.
Scuoto la testa < no, non più >.
< Quindi se ci prova che fai? >.
< Perché dovrebbe provarci? > domando.
Gemma appoggia una mano sulla mia spalla < Care >.
< Dimmi >.
< C'è una tensione sessuale tra di voi che si percepisce da lontano un miglio >.
Boccheggio.

Ma che dice?

La verità.

< Sto dicendo la verità >.
< Che fai leggi la mia mente? >.
Fa spallucce.
< Tensione o no... poco mi importa >.
Alza le mani < ok, ok come vuoi tu >.
Mi volto verso il bancone chiedendo un margarita.
Tanto... uno in più, uno in meno che differenza fa?
< Che c'è bevi perché ti ho colpita nell'animo? >.
Guardo Gemma < scema, bevo perché ho sete >.
Sete...
Certo, come no.
Guardo il barista che mi porge il mio drink che subito bevo senza pensarci.
Porto una mano sulla testa.
Gemma ha ragione.
Dannatamente ragione.
Anch'io percepisco la tensione.

Ed ho paura.

Una maledetta paura.
A dire il vero.

Perché ho paura di non sapermi controllare.

< Torniamo da loro? > mi domanda per poi farmi cenno di seguirla.
Mi faccio spazio tra la folla superando persone ubriache lerce e persone più sobrie.
< Smith, ancora bevi? > mi domanda Niall.
Ma io non presto attenzione.

Perché...

Dov'è andato Harry?

< Dov'è Harry? > domanda Gemma al mio posto.
Mi volto non appena Niall indica una direzione.
Ed eccolo...
Sta ballando con una ragazza.
Vicino, troppo vicino.


'I'm selfish, I know
But I don't ever want to see you with him'.



La ragazza si muove sensuale a contatto col corpo di Harry.
Brividi lungo la mia schiena.

Dovrei esserci al suo posto.

Non lei.
No, cazzo.


'I'm selfish, I know
I told you, but I know you never listen'.



< Smith? > mi chiama Niall.
Mi volto < mh? >.
< Tutto bene? >.
Annuisco per poi bere un sorso del mio drink.
Mi sposto verso Niall così da avere una visuale migliore.
Perché... ne ho bisogno.
Le mani della brunetta tastano le sue spalle.
Le sue braccia.
E non ne hanno il diritto.

Io.
Io ne ho il diritto, non questa qui.

< Care >.
Gemma mi chiama facendomi voltare < non esagerare con l'alcool >.
Ridacchio.
Ormai...
Ho esagerato da un bel pezzo direi.
< Cosa stai guardando? >.
Indico Harry e la ragazza che si è voltata così da ritrovarsi faccia a faccia con lui.


'I hope you can see the shape that I'm in
While he's touching your skin'.



Un morso allo stomaco.
Il mio.
Mi volto verso Niall < forse, forse sto per fare una cazzata >.
< Care > mi blocca.
Bevo il mio drink tutto d'un sorso.

Vaffanculo cazzo.

Sta toccando un corpo che non dovrebbe toccare.
Ed io...
Io sto impazzendo.
Impazzendo di gelosia.
Le mani tra i capelli della brunetta mi mandano in bestia.
Gli occhi incatenati ai suoi mi mandano in bestia.
I sussurri, le strusciatine mi mandano in bestia.

Cazzo.

Sbuffo.
< Stai calma >.
< Niall passami il tuo margarita >.
< Non bere ancora >.
E invece devo.
Devo, devo.
Per quello che sto per fare.
Ne ho un disperato bisogno.
< Niall > gli ordino.
E in un attimo mi ritrovo a scolarmi il suo margarita per poi appoggiare il bicchiere sul tavolo dietro di me.
< Care, non fare stupidaggini >.
< Tipo? > ridacchio, ormai andata.
< Tipo tutto quello che ti passa per la testa > afferma Niall mentre io mangiucchio il pezzo di limone che ho recuperato dalla bevuta di Gemma.
Guardo Harry e la ragazza.


'He's right where I should, where I should be
But you're making me bleed'.



I loro nasi si sfiorano.
I loro respiri si mescolano.
Ed io capisco che è arrivato il momento di andarmi a riprendere ciò che è mio.
Faccio un passo in avanti.
Niall cerca di bloccarmi ma io continuo a camminare arrivando davanti Harry e la ragazza che sembra non essersi accorta di me.
Con uno scatto li divido.
La ragazza mi guarda male.
Ma a me poco importa.
Anzi, per niente.
Ad essere sincera.
< Direi che è ora di andare > le faccio un cenno con la mano e in due secondi sparisce amareggiata.


'Woman
Woman'.



Mi avvicino a Harry che mi guarda sornione.
< Finalmente ti sei decisa > sbotta avvicinandosi pericolosamente < è da un pezzo che ti aspettavo >.


'La la la la la la la la
W-Woman'.



Ridacchio non appena mi afferra per un fianco, ritrovandomi a due centimetri dal suo viso.
< Cazzo, se sei bella Smith >.
< Mh, mh > mugugno a denti stretti.
Si avvicina ancora di più ed io sento che sto per cascare.
Roteo gli occhi non appena le sue dita premono fin troppo i miei fianchi.
Come se avessi appena avuto l'assaggio di un orgasmo.
E in un attimo mi fa voltare facendomi ritrovare a contatto col suo corpo.
Porta una mano sulla mia nuca per poi posarvi un bacio.
E un altro ancora.
Deglutisco.

Lo voglio.
Ora.
Seduta stante.

Voglio che mi faccia sua.
Una volta per tutte.


'Woman
Woman
Woman
La la la la la la la la
W-Woman
Woman'.



Non so come ci riesca ma riesco a voltarmi trovandomi così bloccata contro il muro.
La mano di Harry sopra la mia testa.
Il suo volto vicino al mio.
E in un attimo... mi morde le labbra.
Facendomi perdere il senno della ragione.
Inizio a sentire caldo.
E forse non è per l'alcool che ho bevuto ma per la sua vicinanza.
Il suo naso a sfiorare il mio.
Le nostre bocche che si cercano.
Bramose.
Focose.
< Non scherzare col fuoco Styles >.
Mi guarda per poi sghignazzare.
< Te lo faccio vedere io il fuoco Smith >.
Lo guardo.
Mi guarda.
Sobbalzo non appena afferra la mia mano per portarmi via.
Mi volto verso Gemma e Niall che ci guardano spaventati.
Poveri.
Avranno già capito che sta succedere un bel disastro.
E hanno capito bene.
< Ci vediamo domani > mando un bacio volante per poi ritrovarmi a correre, mano nella mano con Harry, nel buio della notte.
Corriamo letteralmente superando chiunque ostacoli la nostra corsa verso la nostra meta.

Casa di Harry.
Casa mia.

Casa... nostra.

Le sue dita stringono le mie come se avessero paura di perdermi.
Come se potessi fuggire.

Ma io...

Io non voglio fuggire.

Assolutamente.

I nostri respiri affannati.
Gli occhi più lucidi. 
In lontananza scorgo casa nostra e ridacchio.
Percorriamo gli ultimi metri, poi Harry percorre il vialetto di casa cercando di aprire la porta il più velocemente possibile.
Lascia le mie mani per poi aprire la porta in un lampo.
E così ci ritroviamo dentro casa.
Al buio.
Respiro a pieni polmoni.
L'odore di casa che tanto amo...

Mi manca.

Mi manca troppo.

< Harry? > chiamo non vedendolo più.
Sobbalzo non appena mi cinge i fianchi da dietro per poi baciarmi la nuca dopo aver scoperto i miei capelli da un lato.
Tutto ciò è... elettrizzante.

Noi due al buio.

Pronti a spogliarci delle nostre maschere.
Pronti a donarci in tutto e per tutto.

Un sogno.

I suoi baci sulla nuca mi fanno sorridere.
I suoi capelli mi solleticano la testa facendomi ridere.
Percepisco la sua presenza a contatto col mio corpo e per poco non svengo.
Tra poco vedrò le stelle.
Tra poco toccherò il cielo con un dito.
Dopo mesi.
Mi volto e finalmente scorgo il suo volto grazie ai suoi occhi che somigliano a fari.
Sbatte le palpebre restando in silenzio.
In lontananza sento il ticchettio dell'orologio battere i secondi.
Un po' come sta facendo il mio cuore in questo momento.
Batte forte.
Forte, talmente forte che ho paura possa uscirmi dal petto.
Non so quanto restiamo in silenzio.
Ascoltando il rumore dell'orologio e... dei nostri cuori.
Sorrido inconsapevolmente.
E senza dire nulla ci avviciniamo dapprima titubanti per poi avvicinarci senza alcun tipo di esitazione.
Appoggio la mia mano sul suo petto per aggrapparmi meglio mentre Harry posa un bacio sulle mie labbra.
Brividi sulla mia schiena.

Mille brividi, a dire il vero.

Le sue labbra sono come le ricordavo.
Una droga di cui non poter farne a meno.
Inizio a baciarlo lentamente cercando di assaporare ogni singolo momento per poi ritrovarmi catapultata in un bacio che non ha niente di casto e pudico.

Tutto si trasforma.

Lui si trasforma, io mi trasformo.

L'aria si trasforma.
Non c'è più quell'odore di pulito misto alla vaniglia.

C'è... c'è un odore di sesso.

Che non riesco a descrivere.
Come riesco invece a descrivere quello che succede tra noi.
Istante dopo istante.
Le sue mani tastano il mio fondoschiena mentre io cingo il suo collo con entrambe le mani.
Le nostre lingue sembrano impazzite.
I nostri respiri anche.
Ed io sento che se continuo così... verrò.
Solo baciandolo.
Infilo le mani attraverso la sua camicia per poi iniziare a toglierla.
Non sa da quanto aspetto di toccare di nuovo la sua pelle.
Non sa da quanto aspetto di sentire le sue labbra marchiarmi.
Imprimermi come loro credono.
Come loro vogliono.
< Andiamo > mi bacia.
Lo bacio anch'io.
Prendo fiato prima di ribaciarlo.
< D... di sopra >.
Un gemito sfugge dalle sue labbra non appena dopo avergli sbottonato i jeans infilo le mie mani direttamente nei suoi boxer.
< Oddio > commenta.
Mi lecco le labbra sorniona per poi baciargli la mascella mentre infilo una mano tra i suoi capelli.
Sobbalzo non appena le sue braccia mi tirano su iniziando a salire le scale che conosco a memoria.
Continuiamo a baciarci fino ad arrivare in camera dove mi mette giù così da potermi baciare meglio.
< Sai > dico guardandolo per alcuni secondi.
< Sì? >.
Si morde le labbra ed io per poco non casco giù.
< Mi piacciono i capelli, sai >.
< Lo so... anche se non vuoi ammetterlo ti conosco troppo bene >.
Mi sfida.
< Cosa sai? > lo provoco sfuggendo a un suo bacio.
< Tante cose, troppe >.
< E cosa? >.
Mi afferra il viso per stamparmi un bacio a cui non oppongo resistenza.
< So cosa ti piace Care > con un dito percorre il mio orecchio fino ad arrivare al mio orecchio.
Mi mordo le labbra aspettando di sentire cos'ha da dire.
A passo di danza ci avviciniamo verso il letto dove ci fermiamo.
Gli tolgo la camicia buttandola a terra.
Con uno scatto apre il body rompendo i bottoni finali a causa della foga.
< Tipo so che questo... ti fa impazzire > sussurra malizioso al mio orecchio che poi morde mentre a me viene naturale chiudere gli occhi dal piacere che sto provando.
< Quanto mi conosci bene > affermo.
Mi toglie il body lanciandolo chissà dove.
< Tua sorella ti ucciderà > sussurro ridendo.
< Mia sorella mi perdonerà >.
Infila le mani tra i miei capelli per poi togliersi i pantaloni e farmi stendere sul letto.
Lo guardo tuffarsi su di me e non posso fare altro che sorridere di gusto.
Le sue mani ad accarezzarmi il collo, il ventre.
Le sue mani dannate quanto amate a farmi sognare.
A farmi viaggiare ad occhi aperti.
Mi sistemo meglio sul letto e poi apro le gambe per permettergli di inserirsi con più facilità.
I nostri baci continuano.
Schiocchi su schiocchi.
Fino a che non decide di dedicarsi al mio corpo.
Chiudo gli occhi trovandomi ad emettere un sospiro di piacere non appena scende a baciarmi i seni, per poi posare una scia di baci umidi fino all'ombelico.
Porto una mano tra i miei capelli come ad accertarmi di non star vivendo un sogno.
Ma è tutto reale.
Senza troppa esitazione mi toglie i pantaloni gettandoseli dietro le spalle, per tornare a baciarmi sulle labbra.
< Sai > si stacca.
Gli mordo il lobo dell'orecchio facendolo sospirare.
< È come se fossimo tornati vergini entrambi >.
< Sì, diciamo di sì > ridacchio per poi arrossire non appena mi chiede se non sia eccitante.
< Bhe... sappi che non riderei più di tanto >.
< Perché? > domando non capendo.
< Perché tra poco ti farò urlare di piacere più che ridere > confessa guardandomi dritto negli occhi.
Lo guardo e il mio cuore perde dei battiti.

Quanto mi è mancato.

Quanto mi è mancato averlo così vicino al mio petto.
Così vicino alla mia anima.

Senza dire nulla lo bacio mentre lui inizia a strusciarsi sensuale su di me, tra le mie gambe.
Apro gli occhi vedendolo mordersi le labbra.
Sta facendo fatica a non farmi sua subito.
Sta facendo una fatica enorme.
E... anch'io ad essere sincera.
Sto faticando parecchio.
Ma non voglio affrettare le cose.

Voglio semplicemente vivermele appieno.

Una mano si infila nel mio reggiseno facendomi ansimare.
Chiudo gli occhi mentre lo lascio fare.
E forse sarebbe stato meglio se non lo avessi fatto.

Perché...

Non appena chiudo gli occhi mi rivedo ripercorrere quella navata.

Mi rivedo su quell'altare.

< C... Care non ce la faccio più > sussurra a fatica prima di togliersi i boxer appoggiando una mano sulle mie mutandine pronto a toglierle.
Lo guardo.

Posso farcela.

Lo voglio.
Lo voglio con tutta me stessa.
Ora più che mai.

Richiudo gli occhi ma li riapro subito iniziando a pensare che stia facendo la cosa più sbagliata di questo mondo.

Lo rivedo lasciarmi lì sull'altare.

Rivedo i suoi occhi distanti.
Rivedo le sue labbra dirmi quelle dannate parole.

'Non posso Care... non posso sposarti'.

E mi blocco.

Letteralmente in panico.

< Che succede? > domanda baciandomi il collo incurante dei miei pensieri.
Chiudo gli occhi.

Lo rivedo correre, fuggire da me.
E una dannata paura si impossessa di me.

Soffrirò di nuovo.
Soffrirò se cedo.

Soffrirò.

Ed io non ho voglia.
Me lo sono promessa.

Non me lo merito.

Sento le sue dita oltrepassare il bordo delle mie mutandine e per un attimo, un solo attimo penso di potercela fare.
Ma poi...

Capisco che non posso.

No, non posso dannazione.

Mi ha fatta piangere.
Per mesi.
Qui dentro.
In questo letto.

Mi ha ferita.
Mi ha... semplicemente annientata.
E non possiamo risolvere la cosa così.
Facendo l'amore.
Dimenticandoci del male che ho dovuto subire.

Male che lui steso mi ha inferto.

Spaccandomi il cuore in mille pezzi.

< Non posso > sbotto cercando di tirarmi su.
Harry forse non ha capito che il mio non si tratta di uno scherzo perché continua a baciarmi come se nulla fosse.
< Harry, fermati >.
Mi volto non appena la sua lingua sta per entrare nella mia bocca.
< Che c'è? >.
Mi sorride.

Ed è così bello che...
Mi manca il fiato.
Mi mancano le parole.

Ma poi ricordo ancora una volta quello che ha fatto.

Quello che mi ha fatto.

< Non posso farlo >.
Mi guarda serio come ad accertarsi che sia seria.

Ma lo sono.
Avoglia se lo sono.

Infatti si sposta.
Prendo fiato e cerco di calmarmi il più possibile.
Sto... tremando.
Sudando freddo direi. 
Mi guardo intorno e capisco che devo andare via.

Subito.
Adesso.

Non posso aspettare.
Non posso tentennare.

No.

Perché già sto iniziando a sentirmi male.

Sto riprovando il dolore che ho provato in questi mesi.

E non va bene.

Mi alzo in fretta e furia sotto gli occhi di Harry.
< Che fai >.
Non rispondo, non ne ho voglia.

Voglio solo andarmene, da lui.

Mi rivesto velocemente mentre Harry viene a fermarmi.
< Ehi, ehi... non dobbiamo farlo per forza se non te la senti >.
Evito di mia volontà di guardarlo.
< Care > mi prende il viso ed io devo appellarmi a tutte le mie forze per non cedere.
Lo guardo scuotendo la testa.
< Non capisci? >.
Scuote la testa.
< Mi sembrava che volessimo la stessa cosa entrambi >.
< Non è quello > dico abbottonando il body alla bell'e meglio.
Mi prende la mano portandola alle sue labbra, prima di baciarla.
Le farfalle nel mio stomaco a svolazzare nel mentre.

Devo andarmene da qui.

Devo fuggire, da lui, da... noi.

Tolgo la mano bruscamente.
Lui mi guarda a torso nudo aspettando che continui a spiegarmi.
< Tra me e te non può esserci nulla > sbotto < non posso dimenticare il male che mi hai fatto >.
Il suo viso si intristisce mentre io mi allontano seguita da lui che cerca disperatamente di non farmi andare via.
Lo vedo afferrare i jeans che infila velocemente mentre io inizio a scendere le scale.
< Aspetta, aspetta > cerca di calmarmi mentre io afferro la pochette avviandomi verso la porta.
Faccio per aprirla ma lui blocca richiudendola.
Non mi volto.

Cederei.

Mi volterei e lo bacerei per poi tornare di sopra a farci l'amore.

E... non posso.

< Non lasciarmi ti prego >.
Una fitta al mio cuore.
< Caroline ti supplico rimani... non andare via da me >.
< Harry lasciami >.
Lo supplico.
Sbatte un pugno sul muro < non voglio che tu vada via >.
Un'altra fitta mentre apro la porta.
< Ma... devo >.
Mi segue mentre percorro il vialetto.
Le sue mani cercano di bloccarmi ma non sento ragione.
< Caroline! >.
Mi volto.
< Stammi almeno a sentire >.
Annuisco stringendomi addosso il giubbetto di jeans per via del vento che sferza senza un attimo di tregua.
Non so cosa penseranno i passanti.
Non lo so proprio.
Lui è a torso nudo implorando quasi in ginocchio che lo stia a sentire.
Cerco di non farci troppo caso e mi concentro su di lui che mi chiama.
Richiede la mia attenzione.
< Rimani... non ti chiedo nulla, non voglio nulla... voglio solo che rimani qui, con me a casa nostra >.
< Non posso, lo capisci? > domando.
Porto un ciuffo dietro l'orecchio < quello che stava per succedere mi avrebbe rovinata, ci avrebbe rovinati >.
Scuote la testa.
Non sente ragioni.
E a me dispiace.
Se solo potessi tornare indietro...

Eviterei tutto questo.

Eviterei noi.

< Non ti fai nessun scrupolo a lasciarmi così? >.
Faccio spallucce.
< Non sei quel tipo di persona >.
Mi accarezza il viso.
< Non lasciarmi, ti supplico >.
Lo guardo.
È... difficile.
Tremendamente.
Ma devo lasciarlo qui, da solo.

Lui con me l'ha fatto.

Diamine!

Se solo non lo avesse fatto... ora non saremmo qui.
Saremmo dentro a urlare i nostri nomi.
Saremmo dentro a trasmetterci amore, fiducia e... futuro.
Saremmo semplicemente... noi.


Ma... così non è.

Perché mi hai lasciato su quell'altare.

E ciò mi fa rabbia.
Di una rabbia inimagginabile.

< Eppure tu mi hai lasciata su quell'altare Harry > sussurro mentre una lacrima bagna la mia guancia.
Si avvicina e sposta la lacrima.
< Ti prego... non piangere >.
Tiro su col naso cercando di calmarmi.
< Harry > lo chiamo < tutto questo > ci indico < non va affatto bene >.
< Sì invece che va bene... Care > la sua mano sulla mia guancia.
Di nuovo.
< Harry lasciami andare >.
< No >.
< Non capisci? >.
< Non voglio lasciarti andare >.

Basta.

Basta così.

Deve.

Me lo deve.

Voglio andarmene di qua.
Voglio andarmene a casa mia.
Dove sarò al sicuro.
Dove non dovrò appellarmi al mio buon senso e al mio autocontrollo per non finire tra le sue braccia.

< Lasciami > lo imploro.
Ma lui non si muove.
Non toglie la mano.
Ci riprovo < Harry mi sto incazzando >.
< Non ci credo che non volevi far succedere quello che stava per accadere >.
< Credici >.
< Non voglio crederci! > urla.
Un tono più alto del normale.
Lo guardo dura < invece devi, che tu voglia o no devi >.

Non voglio più sentirlo parlare.

Non voglio più vedere i suoi occhi trapassarmi l'anima.

Basta, sono sfinita.

Senza pensarci due volte gli tolgo la mano prendendo a camminare il più velocemente possibile per raggiungere casa.
Sento Harry chiamarmi, ma non oso voltarmi.
Perché ho deciso di voltare diverse pagine della mia vita ormai.
Decidendo di voltare le pagine, anche se numerose, con su scritto il nome 'Harry'.




 
———


 
Sbuffo.
È da stamattina che non sto bene.

Tremila pensieri.
Tremila paure, dubbi.
E chi più ne ha, più ne metta.

Perché...

Ieri stavo per combinare un bel casino.

Un enorme casino.
Un vero e proprio disastro.

Non so cosa mi sia preso sinceramente.
È solo che... non appena ho realizzato la vicinanza di quella ragazza ho capito di non poterlo sopportare.

Dovevo fare qualcosa.

Anche se sapevo sarebbe successo un casino.
Sapevo che mettendomi in mezzo mi sarei cacciata in un bel guaio.
Come sapevo di essermi cacciata nei guai una volta arrivati a casa.

Era... inevitabile che dovesse succedere qualcosa.
Si percepiva nell'aria.

E poi...

È bastato quell'attimo per farmi staccare la spina.
Sono bastate le sue labbra sulle mie a cancellare, a mandar via le mie paure e preoccupazioni.
Sono bastate le sue mani sul mio corpo a farmi dimenticare che stavo per fare una cazzata.

La cazzata più grande della mia vita.

E così ho pensato che sentendolo mio ancora una volta sarei stata bene.

Ma... così non è stato.

La situazione.
La camera.
I suoi occhi.
La sua voce tra i miei capelli.

Tutto... ha fatto sì che mi destassi dallo stato catatonico in cui mi trovavo.
Che mi risvegliassi dal sogno che stavo facendo, ad occhi aperti.
E così fortunatamente sono tornata in me.

Perché se solo ci fossi andata a letto... sarebbe stata la fine.

La fine per me.

E quando lo dico non scherzo mica.

Sospiro.

Maledizione.

Perché?
Perché proprio a me?

Un altro sospiro.
È che... è stato così bello sentirlo così vicino che se ci penso mi viene da piangere.
Il suo sorriso a riempirmi il cuore.
Lui a riempirmi il cuore e farmi sentire viva come non mai.
Ed io non mi sentivo così da tempo che stavo semplicemente per mandare all'aria i duri mesi di ripresa.

Maledizione, di nuovo.

< Care! >.
Lerya.
Mi alzo dal letto anche se controvoglia.
< Dimmi > mi affaccio dalla scale.
< Devo parlarti dalle scale o puoi scendere dalla tua torre? >.
Ridacchio prima di scendere sul serio.
< Dimmi >.
< Sto per uscire con John >.
Annuisco.
< Sicura che vada bene? >.
Le sorrido < perché non dovrebbe andarmi bene? >.
Porta una mano sulla mia spalla < è da stamattina che sei strana... te ne stai in camera come se ti fosse capitata la cosa più brutta del mondo >.
Mi mordo le labbra.
Perché forse mi è capitata la cosa più brutta del mondo Lé.
Solo che tu non lo sai.
Ed è meglio così.
Forse...
La guardo e scuoto la testa < sono solo un po' stanca >.
Annuisce < sicura? >.
< Sicurissima >.
< Sai che con me puoi parlarne, vero? >.
< Sì >.
< Che ha combinato Styles? >.
Alzo gli occhi al cielo.

Sono io ad aver combinato qualcosa, stavolta.

Non lui.

< Niente, perché? >.
< Ti conosco e so che l'unica persona che potrebbe ridurti in questo stato è Harry >.
Scuoto la testa < non ha fatto nulla, te lo giuro >.
Fa spallucce.
Sta per dire qualcosa ma il clacson la interrompe.
Meglio così.

Chi avrebbe retto un interrogatorio alla Lerya?

Non io, non ora.
Non oggi.

Non dopo quello che stava per succedere.

< Vado > si sporge per darmi un bacio sulla guancia.
< Me lo presenterai vero? > domando sbirciando fuori la porta per squadrare meglio il ragazzo.
< Sì, un giorno >.
Annuisco per poi chiudere la porta alle mie spalle.
Mi guardo intorno.

Che palle.

Non ho voglia di fare nulla. 
Voglio solo buttarmi a letto.

E dimenticare.

Dimenticarlo.
Una volta per tutte.

Sbuffo.
Ma ormai è una consuetudine.
Nemmeno ci faccio più caso, a dire il vero.
Guardo le scale e capisco di voler dormire.
E basta.
Ma evidentemente qualcuno ha altri piani per me.
Perché non appena salgo le prime due scale il campanello prende a trillare insistentemente.

Ed ora, chi sarà?

Strabuzzo gli occhi.

E se è Harry?

Oddio.

Non sono pronta a vederlo.

Non di nuovo.
Non oggi.

Scendo uno scalino avanzando piano piano verso la porta.

E se è veramente Harry?
Che faccio?
Che scusa mi invento?
Come faccio a mandarlo via?

< Chi è? >.
Nessuna risposta.
Andiamo bene...

È lui.

È lui, sono sicura.
Ed io col cavolo che mi faccio fregare.

Non gli apro.

E basta.

< Smith, apri questa porta! >.

Niall.

Fiuu.
Apro la porta ritrovandomi davanti Gemma e Niall che mi squadrano dalla testa ai piedi.
< Cos'è? Ora non apri più nemmeno la porta? >.
< Non ci sento perché... lo sai > scherzo facendoli entrare.
Tanto so perché sono qui.
Oh, sì che lo so.
E ormai tanto vale metterli al corrente.
< Sei sola? >.
Annuisco.
< Non è che troviamo nascosto qualcuno? >.
Scuoto la testa < non fare lo scemo, sono sola >.
Ride per poi sedersi sul divano facendomi segno di sedermi tra lui e Gemma.

Che cosa stavo dicendo prima?
Che non reggerei ad un interrogatorio?

Sospiro.

Mi tocca invece.
Eccome se mi tocca.

< Siediti Smith cara, siediti >.
Obbedisco voltandomi verso Niall < è un interrogatorio dei tuoi? >.
Annuisce.
Come non detto...
Annuisco.
Ormai tanto vale arrendersi e parlare.
Dire la verità.
< Mi dici che cazzo ti è preso ieri sera? >.
Mi mordo il labbro inferiore come una bambina.
< Non lo so >.
< Lo sai eccome invece >.
Lo guardo scocciata < sì, lo so >.
< Allora non mentire e parla >.
Mi gratto nervosa la gamba che ho appoggiato sul tavolino.
< Mi è preso che... >.
< Cosa? > domanda Gemma sorridendomi per infondermi coraggio.
Che evidentemente non ho in questo momento.
< Ero gelosa >.
< Aspetta, aspetta, aspetta >.
< Cosa? > domando prima che Niall torni a parlare < davvero hai ammesso di essere gelosa? >.
< Tanto ormai... perché mentire? >.
< Ok, adesso ci spieghi che cazzo è successo appena siete andati via dalla festa > ridacchia sfregandosi le mani.
E gossip sia.
Se vuole il gossip, avrà il gossip.
< Voglio sapere tutto, nei minimi dettagli >.
Gemma lo richiama < ma lasciala stare, poverina >.
< Smith voglio sapere in quanti modi ti ha rigirata Styles per tutta la notte >.
Mi volto così da guardarlo per poi dire < semplicemente non mi ha rigirata >.
< Eh?! > domandano entrambi in sincrono.
Annuisco.
Prendo un bel respiro per poi iniziare a raccontare per filo e per segno < abbiamo corso letteralmente fino a casa... sua >.
< Che romantici >.
Do un buffetto veloce sulla sua spalla.
< Poi? >.
< E poi siamo stati per non so quanto tempo al buio >.
Mi fanno segno di continuare.
< E... mi ha baciata >.
Degli urletti si susseguono per alcuni instanti.
Urletti che metto a tacere.
< Promettiamo di stare zitti >.
Annuisco continuando da dove ero rimasta < e lì non ci ho capito più nulla... abbiamo iniziato a baciarci con più foga per poi salire di sopra >.
< Vai, continua >.
Deglutisco e mi alzo senza dire nulla per andare a prendere il body di Gemma.
< Il tuo body >.
Lo guarda < che gli è successo? >.
Lo riguarda < oddio, Harry te l'ha stra... >.
Le parole le muoiono in gola così il marito risponde al posto mio < sì Gemmina, tuo fratello gliel'ha letteralmente strappato di dosso >.
Li guardo entrambi mezza imbarazzata <è stato un incidente >.
Niall ride < l'ho sempre saputo che siete una di quelle coppie che sfondano i letti >.
< Niall! >.
Lo ammonisco < se non te la fai finita ti tiro una sberla >.
< Ok, sto zitto > porta una mano davanti ridendo tra sé e sé.
< Insomma ve la faccio breve... ci siamo spogliati e stavamo per farlo >.
< Sento l'arrivo di un ma >.
Annuisco < infatti > prendo un respiro.
Se è difficile ripercorrere quello che è successo stanotte...
< Ma poi non ce l'ho fatta... ho ripensato a quello che è successo da quando mi ha > mi blocco.
Non riesco nemmeno a dirlo.
Dannazione.
< Mi ha lasciata sull'altare > sbotto infine.
< Quindi mi vorresti dire che l'hai lasciato a bocca asciutta? >.
Allargo le braccia come a dire 'esatto'.
< E? >.
Guardo Gemma < lui è stato molto comprensivo... tanto >.
< Avete dormito abbracciati dicci la verità > mi dà una spintarella Niall rischiando di farmi cadere su Gemma.
Scuoto la testa < sono scappata >.
< Cosa? >.
Annuisco < mi sono rivestita in fretta e furia e ho cercato di andarmene il più velocemente possibile da quella casa... da lui >.
< Harry? >.
Deglutisco < ha cercato di fermarmi, mi ha supplicata di rimanere, di non lasciarlo >.
< Ma tu sei andata via >.
Annuisco sbuffando.
< Vieni qui piccola >.
Mi lascio abbracciare da Gemma per alcuni istanti.

Ne avevo proprio bisogno.

Oh sì.

Senza un abbraccio oggi avrei pianto.

Nel silenzio della mia casa.
Nel silenzio della notte.

Avrei dato sfogo alle mie emozioni.
Ai miei sentimenti.

< Se era quello che sentivi hai fatto bene > mi rincuora lei dolce come sempre.
Annuisco.

Sì, diavolo se ho fatto bene!
Perché... potevo fare solo quello che ho fatto.

E basta.

< Io... io ho avuto paura >.
Ed è vero quello che dico.
< Il sentirlo così vicino mi ha spaventata da morire >.
Porto una mano tra i capelli.
< Le sue mani sul mio corpo... le sue labbra a sussurrarmi nell'orecchio >.
Mi blocco < quegli occhi a mandarmi in tilt >.
Una lacrima si posa lungo la mia guancia.

Che dolore insopportabile che ho nel petto.
Un dolore che non posso spiegare.

Ho fatto bene a fare quello che ho fatto ovviamente ma so anche che avrei dovuto seguire il mio istinto.

E godermi il momento.

Lo so bene...

< Dai Smith... >.
< Se ripenso ai suoi occhi mentre mi supplicava di rimanere mi viene da piangere >.
Picchetto sul tavolino con le dita < la colpa è tutta mia >.
< Non addossarti colpe che non ho >.
E di chi sono le colpe se non le mie?
< E invece devo farlo! >.
Scuotono la testa.
< Ascoltami > mi volto verso Gemma < capisco che pensi sia colpa tua ma sappi che non lo è >.
< E di chi è? >.
< Di nessuno Care >.
Niall conferma < Gemma ha ragione... la colpa non è tua e nemmeno di Harry >.
Mah, sarà...

La colpa è mia.

Perché se solo mi fossi fatta i cavoli miei non saremmo finiti a casa sua... a casa nostra a baciarci etc.
Lui forse sarebbe andato con la brunetta e sarebbe andato tutto bene.
Per il verso giusto.
Invece io ho fatto la cazzata di mostrare la mia gelosia.
Ho fatto la cazzata di mostrarmi vulnerabile.

E con lui non devo.

No, soprattutto dopo quello che ho successo tra di noi negli ultimi mesi.
< Io devo dimenticarlo > affermo decisa < così non va bene >.
Mi alzo facendo su e giù per la sala < stargli vicino inizia ad essere un problema, un gran bel problema >.
Mi fermo < riuscirò a dimenticarlo? >.
< Ditemi che ci riuscirò sennò rischio di impazzire >.
Continuo a camminare veloce.
Quasi da sembrare matta.
O forse lo sono senza se e senza ma.
Sarò impazzita tutto d'un botto, chi sa.
< Care >.
Faccio finta di non sentirli.
Si alzano per porre fine alla mia passeggiata < solo se è nelle tue intenzioni >.
< Ossia? >.
Gemma porta una mano sul mio cuore < cosa senti qui dentro? >.
Boccheggio.

Perché...

So cosa sento.

So cosa prova il mio cuore.

Io...
Io...

Io lo amo, lo amo ancora.

E probabilmente lo amerò per sempre.

Non lo so...

Provo tante cose in realtà.

Lo amo.
Ma lo odio anche.
Lo odio tantissimo.
E l'odio non svanisce.

Non passa.

Anzi aumenta quando mi rendo conto del suo potere verso di me.
Quando mi rendo conto di quanto sia facile cadergli tra le braccia.

È come se il mio cuore fosse diviso in due.
Una parte lo ama immensamente e sarebbe pronta a perdonarlo.

Anche adesso.

Per sempre.

Ma l'altra parte... che è la maggiore lo odia, lo disprezza per come mi ha ridotta.
E vuole solo dimenticarlo una volta per tutte.

Vuole solo che sparisca dalla mia vista e dalla mia vita ovviamente. 

 
Com'è giusto che sia dopo quello che ha combinato.

Dopo avermi abbandonata per tutti questi mesi.

Guardo Gemma che aspetta una risposta < devo dimenticarlo... il mio cuore dice questo >.
< Io invece nei tuoi occhi leggo solo amore >.

Perché forse è vero...

< Probabilmente è solo affetto > minimizzo < sicuramente è così >.
Mi accarezza < dimmi quello che possiamo fare per aiutarti >.
< Aiutatemi a dimenticarlo, vi prego... solo questo > imploro quasi mettendomi in ginocchio.
< Ne sei sicura? >.
Annuisco < sì, sicurissima >.
< Allora lasciati aiutare > Niall si piazza davanti < pensa a quel giorno e libera tutta la rabbia che hai dentro >.
Lo guardo confusa.
< Lasciala uscire, lascia che ti invada... che ti guidi >.
Chiudo gli occhi come mi ordinano di fare e ripenso a tutti quei momenti che ho rivissuto ultimamente.
Stringo un pugno.

Che odio!
Ma poi...

Eccolo.

Guardarmi come solo lui sa fare.

E tentenno.
Niall capisce che sto pensando ai momenti belli.
< Non pensare alle cose belle, pensa solo alle cose brutte >.
Deglutisco.
Posso farcela.
< Ti ha lasciata su un altare! > urla Niall mentre io rivivo quel momento.
Quel fottuto momento e per poco non vomito dalla rabbia.
< Lasciala uscire Care >.
Sento Gemma posare una mano sulla mia testa.
< Pensa a come ti ha ridotta > continua Niall.
< Pensa a come ha distrutto i vostri tre anni e la vostra vita insieme >.

Che dolore.

Che dolore cazzo.

Rivedo noi due insieme.

Prima felici e poi... lontani, troppo lontani e la rabbia aumenta.

Sento Gemma prendere un bel respiro < pensa a tutte le volte che avresti voluto averlo accanto a te >.

Un'altra fitta.

Dannazione, che male.

< Pensa a quante notti hai dovuto piangere in silenzio > mi accarezza una guancia < lui dov'era? Dov'era quando avevi più bisogno di lui? >.
Niall continua < lasciala uscire... liberala Caroline >.

E...

In un attimo non so come ma apro gli occhi col cuore a mille.

E...

Urlo, urlo più che posso.
< Vai! >.
< Ti odio! Cazzo ti odio! > urlo a più non posso.
Mi accovaccio a terra < ti odio Harry Styles ti odio con tutta me stessa... >.
Sbatto un pugno a terra < ti odio! Ti odio! >.
Continuo a urlare fino a che non ho più fiato in gola.
< Allora? Come ti senti? >.
Mi alzo?
Mi sento intontita.
Sbatto le palpebre mentre diverse immagini mi frullano per la testa.

I nostri baci di ieri sera.
Le sue mani a farmi sognare.
Le sue labbra a confortarmi.

I suoi occhi a ricordarmi che è lui casa mia.

< Care? >.
Guardo Niall che aspetta una risposta.
< Mhh... bene >.
Mento.

Le sue mani tra i miei capelli, il suo respiro sul mio collo.

Il mio cuore pronto ad unirsi al suo.

< Sicura? >.
Annuisco.
< Fatti abbracciare >.
Mi lascio abbracciare da entrambi mentre dentro di me penso che non sarà così semplice.

Ma...
Ma forse...

Forse devo solo allenarmi, vero? 

Vero?
   
   
   
   
   

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Capitolo 38
*** Casa, ricordi, momenti speciali. ***


Maledizione!

Ma perché?
Ma perché dico io?

Sono veramente una stupida...

Come si fa?

È l'unica: non ci sto con la testa.
Suvvia...
Sbatto il piede a terra, furiosa.
Non ci posso credere che ho dimenticato le chiavi a casa.
Non ci posso e voglio credere.
Busso alla porta di casa sperando che Lerya non sia ancora uscita.
Ma così non è... perché nessuno viene ad aprirmi.
Guardo il cielo sbuffando.

Ed io ora come faccio?

È un bel casino.

Lerya è a Manchester con John fino a domani sera.
Niall e Gemma sono dai genitori di Niall.
Liam e Louis sono ad una festa stasera.

Zayn...

Magari posso provare con lui.

Perché no?

Afferro il cellulare e clicco sul suo nome tra i contatti.
Uno squillo, due squilli.
'Ti prego fa' che risponda'.
Un altro squillo.
'Andiamo Malik, rispondi al cellulare'.
Ma niente...
Le mie preghiere non funzionano perché dopo un po' parte la segreteria telefonica.
Ok.

E adesso come faccio?

'Pensa, pensa Caroline'.
Potrei affittare una camera per stanotte, giusto!
Fiuu.
Pericolo scampato.
Stanotte non sarò costretta a dormire sotto un ponte.
Il che è già un dire...
Rimetto il cellulare nella borsa e per poco non mi viene un colpo.
Non ho il portafoglio.

E che cazzo allora!
È una congiura?

Sì è una congiura.

Sospiro.

E ora che faccio?

Mi è rimasta l'ultima spiaggia.

Che avrei voluto evitare.

Ossia andare da Harry e chiedergli di prestarmi dei soldi per pagare l'hotel.
Rimetto tutto in borsa per poi incamminarmi verso casa Styles.
Spero mi aiuti.
Lo spero tanto.
Perché altrimenti non so che fare.
Non so dove andare.
Ma la colpa è solo che mia eh, visto che non mi accerto mai di aver preso tutto.
Questo è il risultato.
Chiedere ad Harry di aiutarmi.

Harry.

Deglutisco.
Non l'ho più visto da quella sera.
E finora andava bene così.
Ma ora mi tocca vederlo per forza di cose.
Attraverso la strada e mi stringo addosso il giubbetto di jeans.
Spero solo che non ce l'abbia con me.
E che mi aiuti.
Solo questo.
Che poi non è detto eh... potrebbe non essere a casa.
Potrebbe essere con Liam e Louis.
O con qualche ragazza.
Che ne so.

Ma tentar non nuoce, giusto?

Magari il detto dice la verità.

Perché no?
Perché non dovrei fidarmi?

E provare... perlomeno.
Spero di trovarlo a casa.
Altrimenti dovrò chiamere Tyler e sperare sia a Londra in questi giorni.
O dovrò chiamare Luke.
Ma...
Preferirei evitare.
Non voglio disturbarlo.
Non voglio chiedere sempre il suo aiuto.
Devo riuscire ad uscirne da sola.
E trovare una soluzione il più velocemente possibile.

Quindi... che Harry Styles sia!

Accelero il passo.
Oggi è veramente freddo, dannazione.
È arrivato l'autunno ma sembra che stia per arrivare l'inverno per quanto faccia freddo.
L'altro giorno ho fatto il cambio di stagione così da avere cose più pesanti da mettere.
Ed ho fatto bene... altrimenti stasera mi sarei congelata forse.
Sorrido ad un bambino nel passeggino che mi saluta con la manina per poi fermarmi a prendere degli annunci delle case.
Perché... sì, ho deciso di andarmene da casa mia.
Lerya non c'è mai e se c'è è sempre con John.
Per carità eh, le voglio bene e voglio bene a John... ma non ho più un momento per me.
Condividere spazi con più persone non fa più per me, forse.
E così ho preso la decisione di cercarmi un'altra casa.
Sempre in centro e speriamo anche ad un buon prezzo.
In realtà non ne ho vista ancora una ma da questa settimana mi metto alla ricerca.
Prima mi trasferisco e meglio è per tutti.
So già come la voglio.
Non troppo grande ma nemmeno piccola.
A due piani se possibile o anche uno in alternativa e con un bel giardino dietro dove poter invitare i miei e i miei amici nelle belle giornate.
Il problema è fissare gli appuntamenti e andarle a vedere.
Allo studio stiamo lavorando come matti.
Abbiamo udienze su udienze ed io ho la testa piena di fascicoli che la sera dopo aver mangiato mi butto nel letto stremata.
Sfinita.
Ma con un po' d'impegno posso farcela e posso organizzarmi con l'agente immobiliare.
Ripeto: prima mi trasferisco e meglio starò.
Da sola senza romanticherie intorno...
E senza dover dar conto a nessuno di propri sbalzi di umore e così via.
Starò alla grande.
Lo so già.
Pigio sul pulsante del semaforo aspettando che scatti il verde per i pedoni così da attraversare la strada.
E una volta che scatta attraverso abbastanza di fretta cercando di non sfracellarmi a terra.
In lontananza sento l'orologio suonare e capisco che sono le 19.00.
'Fa' che sia a casa'.
Lo spero con tutto il cuore.
Continuo a camminare per poi rallentare non appena scorgo la casa in fondo alla via.
Ci siamo.
Finalmente ci siamo...
E proprio mentre sto per giungere alla meta, mi blocco.

E se stessi per fare una cazzata?

Cioè... magari dovrei chiamare Tyler prima.
Non chiedere aiuto a... Harry.

E se magari ce l'ha con me?

Se ce l'ha con me per quello che è successo quella sera?

Oddio, potrebbe...

Come farò poi?

'Fattela finita, ti aiuterà'.
Sì, sì.
Ha ragione la mia coscienza.

Perché non dovrebbe aiutarmi?

Deve solo prestarmi dei soldi che poi gli restituirò.
Stop.
Annuisco mentalmente e mi incoraggio prima di arrivare davanti casa e suonare il campanello.
La mia mano... trema.

Possibile?

Sento un 'arrivo' da lontano ed io mi preparo mentalmente a presentarmi con un bel sorriso.
Tipo 'ciao, sono qui mi serve il tuo aiuto. Ciao'.
La porta si apre rivelando un Harry (più bello del solito) che mi guarda confuso.
< Care? >.
< Ehm... ti disturbo? >.
Scuote la testa prima di farmi spazio per farmi entrare.
E così faccio.
< Ascolta... sono rimasta chiusa fuori casa e non sapevo dove andare > spiego subito senza giri di parole.
Lui annuisce a braccia conserte.
< Mi dovresti prestare dei soldi perché ho dimenticato anche il portafoglio a casa >.
Mi gratto nervosa la testa.
Ride < quando imparerai a controllare di avere tutto prima di uscire? >.
< Lo so, hai ragione > ammetto < sono veramente una sbadata >.
Mi fa segno di seguirlo in cucina.
< Sicuro che non ti disturbo? >.
< Assolutamente >.
Annuisco prima che riprenda a parlare < comunque non c'è bisogno di prestarti dei soldi... puoi fermarti qui direttamente >.

Eh?

Oddio.

Meglio di no.

No?

Evidentemente Harry deve leggermi nel pensiero perché ad un certo punto mi tranquillizza < dormi nella camera degli ospiti >.
Lo guardo titubante < non vorrei recarti fastidio >.
< Non mi dai fastidio >.
Poi indica quello che riconosco essere un roast beef < e poi così mi aiuterai a mangiarlo... ne ho cucinato troppo >.
Ridacchio.
Una risatina nervosa, direi.
< Sul serio, resta > mi sorride < poi domani ti compro i cornetti >.
Faccio un cenno con la mano.
< Dimmi di sì >.
Lo guardo e mi mordo le labbra.

Non lo so.

Cioè... io e lui qui dentro.

Da soli soprattutto.

Boh.

Magari non è la soluzione migliore.

Ma... forse ha ragione.
Dovrei accettare.

Alla fine cosa può accadere di male?

Dormirò nella camera degli ospiti e via.
Non ci saranno problemi.

No?

< Va bene > affermo infine facendolo esultare.
< Allora... se vuoi farti una doccia puoi farlo senza problemi > mi dice prima di tagliare delle verdure e mischiarle col pangrattato.
< Tranquillo, fai già tanto ospitandomi >.
< È anche casa tua questa, ricordi? >.

Se ricordo?

Ricordo eccome, diamine.

Annuisco.
< Vai di sopra e fatti una bella doccia calda... io qui intanto finisco di preparare >.
Tolgo il giubbetto appoggiandolo sulla sedia.
< Hai paura che ti mangi? >.
Lo guardo impaurita.
< Siamo i testimoni di Gemma e Niall e dobbiamo sostenerci... >.
Non capisco che c'entri.
< Le nostre promesse dicono così... dobbiamo esserci l'un per l'altro > mi dice sistemando le verdure nella teglia.
< Ed io ti sto aiutando mi sembra >.
Si volta ed io annuisco sorridendo.
< Che bravo partner > scherzo facendolo ridere.
< Quindi vai su e fai come se fosse casa tua > indica le scale per poi voltarsi.
Forse ha ragione.
Mi sta solo aiutando... perché non accettare il suo aiuto?
Avrei proprio bisogno di una bella doccia a dire il vero, quindi perché no? 
< Torno subito >.
Annuisce < ti aspetto qui >.
< Ok, a tra poco >.
A passo spedito salgo le scale e devo appellarmi a tutto il mio autocontrollo per non scappare a gambe levate da questa casa.
E da lui.
Ancora una volta.

Perché...

Ho una brutta sensazione.

Non so se quello che sto facendo è corretto.

Se è giusto per me in primis.

E anche per lui.


Insomma sono preoccupata per entrambi a dire il vero.
Salgo le ultime scale e deglutisco.
La mia camera, la mia amata camera.
Tanto odiata quanto amata soprattutto ultimamente...
Quanti momenti che ho passato qui dentro negli ultimi mesi.
I pianti, troppi pianti... e le risate con Niall e Gemma.
Che ricordi...
Sembrano passati secoli, invece è passato pochissimo tempo.
Porto una mano sulla testa.

Forse, dovrei andarmene.

E basta.

Forse sarebbe meglio.

'Non fare la bambina' mi rimprovero.
Cavolo è vero.
Non posso fare sempre la bambina.
Mi sta aiutando, dando una mano.
Tutto qua.
E anche se sono a casa mia, a casa nostra... amen.
Devo dimostrare a me stessa di riuscirci a stare senza piangermi addosso.
Senza scappare.
Entro in camera e poi in bagno senza fermarmi ad osservare alcunché, per poi spogliarmi in fretta e furia e infilarmi nella doccia dopo aver preso un accappatoio pulito nel mobiletto di fianco alla finestra.
Apro l'acqua calda e nel frattempo curioso tra i bagnoschiuma di Harry... e per poco non mi prende un colpo.
Ha ancora il mio shampoo ai fiori di ciliegio.

Perché?
Perché non l'ha buttato?

Cioè avrebbe senso se lo avesse fatto... ma così non è stato ovviamente.
Lo rimetto al suo posto per poi afferrare un bagnoschiuma qualsiasi e spalmarmelo addosso.
Alzo gli occhi al cielo.
Mi sembra di essere ritornata a tre mesi fa.
Io a lavarmi in questa doccia e di sotto Harry intento a preparare la cena.
Come accadeva sempre.
E non scherzo quando dico che era il mio momento preferito.
Perché è vero.
Noi due a cena... a parlare della giornata, a ridere e scherzare.
Non potevo chiedere di meglio.
E mai avrei potuto.

E invece...

Non c'è più nessuna cena.

Non c'è più nessun noi.

'Non pensare al passato'.

Sì, è vero.

Non devo pensare al passato.

Ma come faccio?

Quando tutto mi sembra così familiare... mi sembra così quotidiano e abitudinario?

Cioè è... è difficile.
E sfido chiunque a dire il contrario.

Per poco non sobbalzo quando Harry entra in bagno.
Istintivamente mi copro il seno aspettando di sentire cosa voglia.
< Ti ho chiamata ma non sentivi... comunque volevo dirti che sul letto ti ho lasciato dei vestiti che puoi mettere per stare più comoda >.
< O.. ok >.
Lo sento uscire ed io riprendo a respirare.

No.
Forse, forse questa cosa non va bene.

Ma ormai sono qui.
Ho accettato il suo aiuto e farò in modo che le cose vadano bene.
'Devi stare più tranquilla'.
Sì, infatti.

Non è successo nulla.
Non succederà nulla.

Basta farmi tremila problemi.
Basta avere paura.

Mi sciacquo velocemente per poi infilare l'accappatoio e aprire la finestra così da far spannare lo specchio sopra il lavandino.
Vado in camera per recuperare i vestiti che Harry ha lasciato sul letto e poi torno in bagno dove dopo essermi tolta l'accappatoio infilo l'intimo.
Guardo il jogger nero e la maglia nera e senza nemmeno pensarci un secondo di più li porto al naso per sentirne l'odore.

Ah...
Quanto mi manca sentirmi addosso il suo profumo... solo Dio lo sa.

Li infilo ed è come se fosse una coccola.
Come se ricevessi un abbraccio vero e proprio.

Quanto ne avevo bisogno...

Infilo le ciabatte che mi stanno enormi, ma pazienza e poi mi avvicino allo specchio per specchiarmi.
Ho le guance arrossate per via dell'acqua calda... i capelli un po' bagnati.
Insomma faccio schifo.

Ma che importa?

Non devo mica far colpo su di lui, no?

Quindi... sti cavoli.
Appendo l'accappatoio e poi scendo le scale per andare in cucina.
< Non ho spiato quando sono entrato in bagno... lo giuro > porta una mano sul petto facendomi ridere.
< Tranquillo >.
Guardo le varie candele che ha sistemato per tutto il tavolo e istintivamente mi viene da ridere.
< Cosa ridi? >.
< Bhe... tutto questo > indico < in tre anni non abbiamo mai cenato a lume di candela >.
Fa spallucce < forse è il momento di rimediare, non trovi? >.
I suoi occhi incatenati ai miei.
E non devono.
Così decido di sviare il discorso.
< Allora si mangia? >.
Annuisce e mi invita a sedermi.
Mi siedo legandomi i capelli in una coda alta per non far andare i capelli nel piatto.
< Mhh... che profumino > commento vedendo arrivare il roast beef e le verdure gratinate.
Si indica < modestamente >.
< Ti sei superato sta volta >.
Si siede per poi prendermi il piatto < è perché tu non sai cucinare e allora ti sembra tutto buono >.
Gli tiro un buffetto.
< Vuoi dirmi che hai imparato finalmente? > mi guarda sornione prima che io scuota la testa.
< Immaginavo > ridacchia < comunque ho preparato dei margaritas >.
< Sembrano squisiti > afferro il bicchiere.
< Brindiamo a noi Care >.
< Brindiamo a noi Harry >.
Mando giù un bel sorso di margarita < sono fortissimi >.
< Hai ragione > tossisce < ho esagerato con le dosi.
Ne bevo un altro sorso.
< Buon appetito >.
< Buon appetito > ripeto prima di addentare un pezzo di roast beef e emettere un verso di piacere.
< Ti piace? >.
Annuisco < buonissimo >.
< Chiamami chef allora >.
< Va bene chef Harry Styles >.
< Ehi, non prendermi in giro... >.
Alzo le mani < assolutamente... lo sai che ho sempre pensato sapessi cucinare >.
< Lo so anche perché senza di me non avresti mai mangiato > mi strizza un occhiolino.
Annuisco < anche questo è vero >, mi indico < com'è vero che senza di me saresti stato perso >.
Mi guarda con la forchetta tra le mani.
Forse, dovevo starmene zitta...
E invece, maledetta me e questa boccaccia che mi ritrovo.
< È vero > ammette posando la forchetta sul piatto.
Sbam!
Stavolta sono io a rimanere in silenzio.

Che dico?
Cosa rispondo?

Guardo dappertutto tranne che i suoi occhi.

Sono a disagio.

Profondamente a disagio...

Bevo il mio margarita continuando a non guardarlo.
Forse devo essere anche arrossita perché mi sento le guance andare a fuoco.
Mannaggia a te Harry.
Mannaggia a te.
Harry forse capisce che sarebbe meglio smorzare i toni perché decide di cambiare discorso.

Meglio.

Altroché.

Cerco di respirare lentamente per far passare il rossore.

Ma perché accidenti devo sempre arrossire?

Non ha detto nulla di che.

Solo che senza di me sarebbe stato perso.

Stop.

Si schiarisce la voce < allora com'è andata la giornata? >.
Meglio...
Cambiamo discorso.
Sospiro < una palla... ho dovuto stilare non so quante mappe e poi sistemare fascicoli su fascicoli >.
< Oddio, ti capisco >.
< A te? >.
< Io avevo il giorno libero > beve un sorso di margarita.
< Beato te, quanto ti invidio... >.
< Anche domani >.
Strabuzzo gli occhi < due giorni? >.
Assottiglio gli occhi < come hai fatto a ottenere due giorni di seguito? >.
< È stato semplice convincere la signora Millstone >.
Ridacchio.
< Sai com'è... è bastato sorriderle >.
< Che approfittatore che sei Styles >.
< Non è colpa mia se sono dannatamente affascinante >.
Ridacchio.
Egocentrico.
< Egocentrico >.
Mi indica < come te >.
Si pulisce le labbra e beve del margarita < comunque >.
< Comunque? > domando bevendo il mio margarita.
< So che anche tu hai il giorno libero domani >.

Come fa a saperlo?
Cos'è uno stalker?

Lo guardo scettica.
Annuisco < cosa sei uno stalker? >.
Ride di cuore e gli occhi gli brillano più del normale.
Succede sempre così quando ride per ridere.

Ed io lo so bene.
Molto bene.

Ed è una delle cose che più amavo.

Vederlo ridere, così di cuore.

< Ho visto la tua agenda... così per sbaglio >.
Ah, allora è uno stalker...
< Harry! > urlo.
< L'hai lasciata in bella vista > si difende.
Come no...
Ha scovato nella mia borsa.
< Ti è arrivato il ciclo il mese scorso? > domanda mentre io strabuzzo gli occhi.
Cioè ha letto tutto.
Tutto.
< Sì e tu sei un impiccione >.
< Come mi hai chiamato? >.
Lo guardo seria < impiccione >.
Si alza < ripetilo se hai il coraggio >. 
Mi alzo anch'io < sei un impiccione Harry Styles >.
< Tra poco vedrai la tua fine >.

Che fine?
Devo preoccuparmi?
O posso stare tranquilla?

< Cosa intendi fare? > domando non capendo.
Si avvicina quatto quatto ed io tremo.
< Che fai? > domando.
Non risponde ma anzi ad un certo punto mi viene addosso iniziando a farmi il solletico.
Che stronzo!
Sa che lo soffro da morire.
Che fottuto stronzo.
< Implora il mio perdono Smith >.
< Mai >.
Mi divincolo dalla sua presa e cerco di scappare intorno al tavolo.
< Vieni qui! >.
Scuoto la testa.
< Tanto ti prendo >.
Ridacchio.
Sarà difficile prendermi.
Molto difficile.
< Vieni qui > mi fa segno di obbedire < subito >.
< No, mai e poi mai >.
< L'hai voluto tu, sappilo >.
Con uno scatto inizia a correre verso destra mentre per poco io per correre non mi sfracello a terra.
Manca solo quello...
Rido, rido troppo.
< Se vieni qui, non ti faccio nulla >.
< Giuro >.
< Giura > gli ordino.
Ci guardiamo scoppiando a ridere perché sappiamo che la corsa continuerà.
Eccome se continuerà.
Iniziamo a correre per tutto il tavolo fino a che mi prende.
Io mi divincolo ma purtroppo rimango bloccata per via del lavandino che non mi dà via di fuga.

Cazzo.

Ho perso.

Rido ancora senza fiato.
< Finalmente ti ho presa > commenta appoggiando le mani sul lavandino per impedirmi di fuggire.
Respiro lentamente prima di alzare lo sguardo e capire che la nostra vicinanza è... troppa rispetto a quanto mi sarei mai immaginata.
Deglutisco.
Nessuno dei due fiata.
Ci guardiamo restando in silenzio.
Ad un certo punto ridacchia < ti odio Smith, ti odio >.
So per certo che scherza.
Ma decido di stare al gioco.
< Ti odio anch'io Styles > commento guardandolo dritto negli occhi.
Quegli occhi belli da morire, che mi mancano come l'aria.
Quegli occhi così belli che vorrei guadare per sempre.
Respiro a fatica.
Come percepisco anche lui.

E non so perché.

O... forse lo so il perché.
Sì, sì che lo so.

Mi sorride come solo lui sa fare e anch'io mi ritrovo a sorridere.
A sorridere come un ebete.
Come una cavolo di idiota.
< Smith... >.
Le parole gli muoiono in gola.
Lo vedo deglutire prima di portare una mano tra i miei capelli e accarezzarmi una guancia.
Istintivamente piego il mio volto in modo da sentire meglio il suo tocco.
In modo da imprimerlo bene.
Nella mente e nel cuore.
Le sue dita percorrono il mio viso ed io le lascio fare.
Perché sto bene.
Bene come mai prima di questo momento.
Ci guardiamo senza dire nulla.
Non so quanto tempo passi.
L'unica cosa che percepisco è il battito del mio cuore che batte troppo velocemente per i miei gusti.
Harry si morde le labbra e guarda il soffitto prima di concentrarsi su di me.
Io non respiro più.
Forse boccheggio.
Non lo so nemmeno io cosa sta succedendo.
Me ne rendo conto solo nel momento in cui si avvicina talmente tanto da sentire il suo naso sfiorare il mio.

E...

Poi senza aspettare altro mi bacia.
Mi bacia come se fosse l'unica cosa possibile da fare in questo momento.
Le sue mani si spostano sui miei fianchi, premendo in modo da avvicinarmi ancora di più a lui.
Nella mia testa mille emozioni.
Nella mia testa tante preoccupazioni, tante domande.
Infatti in un primo momento non riesco a contraccambiare i suoi baci.
Ad un certo punto lo sposto e gli afferro il viso per capire se sia vero o meno.
Guardo i suoi occhi e capisco che sta facendo quello che vuole... baciarmi.
I suoi occhi mi scrutano.
Mi penetrano a fondo.

E capisco.

Capisco che mi vuole.
Che mi vuole con tutto il cuore.
Gli accarezzo le labbra con le dita e diversi brividi mi percorrono da capo a piedi.

E capisco.

Capisco che lo voglio con tutta me stessa.
Capisco che per quanto io fugga da lui, tornerò sempre.

Perché lo voglio.
Voglio che sia mio.

Ancora una volta, ancora una sera.

E se il volere di entrambi è questo è meglio assecondarci.
Assecondare i nostri cuori, i nostri corpi.
Deglutisco per poi avvicinarmi e baciarlo.
Harry risponde subito al mio bacio riportandomi a contatto col lavandino per non farmi fuggire.
E di nuovo... le sue mani a premere sui miei fianchi.
Le sue labbra sulle mie.
Il ticchettio dell'orologio a segnare i secondi.
E come le lancette i nostri baci si fanno sempre più esigenti.
Mi aggrappo al suo collo mentre lascio che la sua lingua incontri la mia.
Nel frattempo Harry mi prende in braccio facendomi sedere sul mobile della cucina per far sì che i nostri baci siano facilitati.
Per far sì che le nostre bocche si trovino nella stessa direzione.
Così da non sforzarci.
Così da dedicarci solo alla nostra voglia di baciarci.
Porto entrambe le braccia attorno al suo collo mentre le sue mani si infilano sotto la maglietta tastando il mio corpo che conosce a memoria.
Mi sporgo in avanti per mordergli le labbra.
Non so se stiamo facendo la cosa giusta.
Ma so che questa è la cosa più giusta da fare al momento.
Io e lui.
Continuiamo a baciarci senza fermarci, infatti dopo un po' rimaniamo senza fiato.
Mi guarda sorridendo.
< Sono senza fiato > sussurro sentendomi avvampare.
< A chi lo dici >.
Mi ribacia.
Lo ribacio per poi sentire le sue labbra concentrarsi sul lobo del mio orecchio.
Poi sul collo dove si concentra maggiormente.
Chiudo gli occhi mentre mi appoggio al mobile cercando di reprimere un urletto di piacere che vorrei farmi sfuggire.
Le sue mani si riappropriano del mio viso prima di baciarmi così intensamente che devo aggrapparmi alle sue spalle per non cadere.
< Harry > tento di dire.
< Shh > mi zittisce con un bacio e un altro ancora.
< Harry > ci riprovo prima di fermarlo.
< Che c'è? > domanda respirando a fatica.
Lo bacio < andiamo di sopra >.
Mi guarda per capire se stia dicendo la verità così io annuisco.
< Staremo più comodi > sussurro per poi sobbalzare non appena mi prende in braccio senza fatica iniziando a salire le scale.
Col piede destro apre la porta della camera prima di mettermi giù.
E invece di riprendere a baciarmi se ne sta lì imbambolato.
Ad aspettare che io fugga forse.
O non lo so...
Ridacchio.
< Perché ridi? >.
< Perché hai paura che ti mangi > lo stuzzico < non ti avvicini più >.
< Non andrai via vero? >.
Scuoto la testa prima che mi si avvicini spingendomi delicatamente verso il letto.
< Allora posso tornare a baciarti >.
Sghignazzo per poi trovarmi coinvolta in un altro dei suoi baci mozzafiato.
Ci baciamo così seduti l'uno di fianco all'altro.
Mi avvicino al cuscino trascinandolo con me.
Nella stanza si sentono solo gli schiocchi dei nostri baci.
Senza dire nulla mi siedo a cavalcioni su di lui per baciarlo meglio.
Le sue mani sono sotto la mia maglietta a girovagare libere.
Gli do un ultimo bacio e poi decido di togliere la maglia.
Basta.
La situazione è abbastanza chiara.
Molto chiara a dire il vero.
Ma Harry invece che approfittarsene mi ferma.
Lo guardo confusa.

Ha cambiato idea?

< Che c'è? > domando non capendo.
< Non dobbiamo farlo per forza >.
Sorrido.
È serio.
Non vuole costringermi.
Ed io lo apprezzo tanto.

Ma questa volta lo voglio.

Lo voglio davvero.

< Ah no? E cosa facciamo? >.
< Ci baciamo > si gratta la testa facendomi ridere < e basta >.
Scuoto la testa continuando a ridere.
< Perché ridi? > domanda guardandomi da sotto.
< Rido perché > mi avvicino al suo viso e poi al suo orecchio dove sussurro ingenuamente < non credo che il tuo amichetto laggiù la pensi come te >.
Gli bacio la mascella e poi lascio una scia di baci lungo il viso concentrandomi sulle labbra.
< Lo voglio > gli stampo un bacio.
Un altro bacio < dico sul serio... non forzi nulla >.
< Sicura? >.
Annuisco.
< Tu? Tu lo vuoi? > chiedo mordendomi le labbra.
< Ti voglio con tutto me stesso >.
Sorrido e gli accarezzo il volto.
Mi guarda sorridendomi per poi prendermi a baciarmi con foga.
In un attimo mi ritrovo stesa sotto di lui; lo aiuto a togliersi la maglia aspettando che riprenda a baciarmi.
Ma non lo fa.
Si sposta sul mio corpo per poi togliermi i pantaloni e baciarmi tutte le gambe lentamente.
Con le dita sfiora le mutandine per poi tornare a baciare il mio ventre, fino a su, fino collo.
E nel far ciò chiudo gli occhi. 
Sprofondo le mani tra i suoi capelli.
Sussulto e mi lascio andare ad un gemito non appena le sue dita mi stuzzicano più del dovuto.
Il suo viso sul mio < ti piace? >.
Annuisco.
Sorrido sentendolo ansimare.
Mi sistemo meglio preparandomi così a quell'esperienza che so che solo Harry Styles è in grado di regalarmi.

L'esperienza più bella della mia vita.




 
———


 

Una debole luce filtra dalla finestra.
Sbatto le palpebre più volte cercando di adattarmi al filo di luce.
Finalmente una dormita che possa essere definita riparatoria.
Sbadiglio cercando di non dare troppo rumore.
Ho dormito alla grande.
Veramente... bene.
Eppure non pensavo visto che prima di addormentarmi mi sono messa a pensare e a torturarmi con mille pensieri riguardo ciò che è accaduto stanotte.
Invece poi il respiro di Harry tra i miei capelli ha fatto sì che mi rilassassi e che sprofondassi nel sonno più profondo.
Cerco di muovermi, senza riuscirci.
Il braccio di Harry mi circonda il fianco.
Come ha fatto per tutta la notte.
Ho provato a spostargli il braccio ad un certo punto visto che dovevo assolutamente andare a svuotare la vescica ma ahimè non ci sono riuscita.
Forse temeva che potessi scappare e allora mi ha stretta a lui il più possibile.
Non so...
Ma, ora devo riuscire a spostargli sto benedetto braccio, altrimenti la pipì la farò a letto.
Assodato.
Provo a spostarlo ma niente così decido di provare a sgattaiolare da sotto piano piano.
Fatico un po' ma alla fine ci riesco.
Ah, finalmente.
Corro in bagno e una volta fatta la pipì mi avvicino allo specchio per mirarmi.
Dannazione.
Tocco un succhiotto sul collo per poi notarne un altro.
Porto una mano sulla testa.
Dovrò assolutamente coprirli.
Per forza di cose.

Sennò che spiegazioni do?

Mi stiracchio leggermente e poi mi affaccio dalla porta per osservare Harry che dorme beatamente.
Sorrido inconsapevolmente.

Che bello che è.

Le labbra socchiuse.
Le lunghe ciglia.
Un braccio sopra la testa.
Il respiro regolare.
Deve dormire proprio bene.
Mi mordo le labbra.

Sembra un sogno... eppure non lo è.
Sembra surreale eppure... è talmente reale da non crederci.

Senza fare rumore mi avvicino sprofondando di nuovo a letto ma questa volta invece di dargli le spalle mi volto verso di lui.
Chiudo gli occhi e... capisco di stare bene.
Bene come non mai.
Li riapro per spiarlo.
D'altronde lui dorme quindi posso approfittarne.
Certo che in questi tre mesi si è fatto ancora più bello.
Ed io non so come sia possibile.
Saranno i capelli corti.
Sarà quell'accenno di barba... fatto sta che è divino.
Porto una mano sul suo viso accarezzando leggermente la guancia cercando di non svegliarlo.

Ah, Harry...
Cosa mi farai mai dopo tutto questo tempo?

Nessuno lo sa.
Nemmeno io a dire il vero.

Sussulto non appena lo sento muoversi e stiracchiarsi leggermente.
Chiudo gli occhi facendo finta di dormire.
Lo sento alzarsi per andare in bagno per poi rimettersi a letto dove mi squadra.
Sorride.
E di questo ne sono certa.
Sicura al 100%.
Porta una mano sul mio viso per poi sfiorarmi le labbra con le dita.
< So che sei sveglia >.

Ah, ma come fa a smascherarmi sempre?
Ha dei poteri magici?

No, perché io l'ho sempre pensato... ed ora ancora di più.

Continuo a fingere.
Magari così si convince che dorma veramente.
Ma così non è perché ad un certo punto si avvicina e mi sussurra ad un orecchio < non fare la finta che dorme... sei sveglia >.

Uffa.
Non ha abboccato.

Che pizze.

Aspetto dei secondi prima di aprire gli occhi.
< Immaginavo >.
< Ti odio > gli dico vedendolo ridere.
< Non ne sono così convinto >.
Roteo gli occhi < sei il solito egocentrico Styles >.
Fa spallucce.
< Comunque questa notte dovevo andare in bagno ma il tuo braccio me l'ha impedito >.
Annuisce.
< Cos'è pensavi che sarei scappata? >.
Mi guarda con quegli occhi belli da morire < il dubbio c'era >.
Gli tiro un buffetto sulla spalla.
Si volta indicandomi < invece... >.
Sorrido.

Invece cosa?

< Russi Smith > ridacchia < te l'hanno mai detto? >.
Lo guardo prima di fargli un gestaccio.
< Russi tantissimo... ad un certo punto stavo per cacciarti via >.
Alzo le sopracciglia < addirittura >.
< Sì... >.
< Io non russo >.
Ride < come no >.
Rido anch'io < tu russi mio caro >.
< Lo so ma tu fidati russi di più >.
< Forse la colpa è del tuo braccio che mi impediva di respirare bene >.
So di avere detto una stupidaggine infatti mi viene da ridere.
< Certo, adesso la colpa è mia se russi peggio di un uomo >.
< Non russo peggio di un uomo >.
Annuisce < sì invece, avrei dovuto registrarti così da farti rendere conto >.
< Sei uno stronzo >.
Mi guarda offeso.
< Sì lo sei, stronzo, stronzo e ancora stronzo >.
Mi guarda senza dire nulla prima di ammonirmi < fossi in te non farei l'acida... >.
Non capisco.
< Ossia? > domando aspettando che mi dia una spiegazione.
< Bhe > si avvicina malizioso < dopo che ti ho fatto urlare in quel modo dovresti fare la brava ragazza >.
< Harry! > porto la testa sotto le coperte.
Ma perché deve farmi arrossire?
< Dai esci fuori >.
Scuoto la testa.
< Dai non volevo... >.
Tiro fuori la testa.
< Sei uno stronzo, lo vedi? >.
< Uno stronzo che ti ha fatto urlare in quel modo > ripete.
Ah ma allora non capisce eh...
Gli tiro un cazzotto che schiva.
Mi volto dall'altra parte.
Questa me la paga.
Avoglia, se me la paga.
Mi tira verso di lui così da ritrovarmi a due centimetri dal suo viso.
< Ora non mi parlerai più? >.
Scuoto la testa.
< Lo sai che mi piace provocarti >.
< Purtroppo lo so > sospiro.
Mi accarezza il viso.
< Hai fame? >.
Annuisco.
< Anch'io... > si stiracchia < dobbiamo recuperare le energie che abbiamo perso >.
Gli tiro un cuscino.
< Ah, ma allora vuoi farmi arrabbiare > sbotta.
Si alza e prova a stendersi su di me.
Io cerco di spingerlo via ma non riesco, infatti so di aver perso già in partenza.
Sorride prima di bloccarmi contro di lui con una mossa tattica.
Respiro a fatica.
Le mie mani sono sopra la mia testa bloccate dalle sue.
Ci guardiamo per un'infinità di tempo sorridendo.
< Facciamo così... io vado a prendere le brioches > mi punta un indice contro < tu aspettami qui >.
Annuisco.
< Sul serio > si tira su.
Ridacchio vedendolo scendere le scale per poi infilare le scarpe, il giubbetto e uscire di casa.
Guardo il soffitto.

Che faccio adesso?
Posso aspettarlo qui a letto annoiandomi?

La noia mi uccide.
Nel vero senso della parola.
Mi tiro su dal letto infilando le ciabatte e scendendo di sotto per andare in cucina.
Noto i piatti ancora sul tavolo e sorrido.
La cena non è stata nemmeno finita ma pazienza va bene così.
Sparecchio velocemente, butto gli avanzi nel cestino dell'umido e infilo i piatti nella lavastoviglie.
Sospiro.
Apro il frigo per prendere la bottiglia dell'acqua.
Ho una sete...
Lasciamo perdere.
Bevo due bicchieri tutto d'un fiato prima di sedermi sul mobile ascoltando il vocio delle persone che passeggiano lungo il viale.
Oggi è una giornata di merda.
Da passare dentro casa.
Piove.
Di quella pioggia fastidiosa.
E tira un vento incredibile.
Fastidioso.
Porto una mano tra i capelli.

Stanotte è stato magnifico.

Ma... forse sbagliato.

Ci ho pensato prima di addormentarmi.
Ed ora i dubbi sono tornati a farmi visita.

Non nego che lo rifarei.

Però... forse abbiamo sbagliato a lasciarci andare.
Ho sbagliato.

Sbuffo.

La cosa che so è che non dobbiamo coinvolgere i sentimenti in questa situazione.

Sennò siamo fottuti.
Io... sono fottuta.


Perché...

Se solo usassi i sentimenti finirei col perdermi di nuovo.

E non posso.

Per niente al mondo.

Tradirei me stessa.

E tutti i miei sforzi per venirne a capo risulterebbero inutili.

E... no dannazione.

Non posso proprio permetterlo.

La porta di casa si apre.
Harry è qui.

E forse dovrei parlargli.
Dirgli quello che penso.

Non voglio che si illuda.
Non voglio che stia male.

Come non voglio stare male io.

< Ehi > si affaccia < non sai fuori che tempo di merda >.
Annuisco.
< Tira un vento che ti porta via >.
Mi sorride.
Sorrido anch'io per poi abbassare lo sguardo. 
Vedo sparirlo per andare in bagno.

Quant'è difficile.

Come farò a resistergli?

Cioè... dopo quello che è successo sarà impossibile.
Praticamente impossibile.

Ma magari posso perlomeno provarci.

Perché no?

Lo vedo tornare sorridendo come se fosse al settimo cielo.

Maledizione.

Se sorride così... io non riuscirò a resistergli.

Non più.

< Che hai? > domanda capendo che ho qualcosa che non va.

Che ho?

Ho che forse sarei dovuta scappare stanotte.
Ho che avrei dovuto fermarlo al primo bacio.
Ho che non sarei dovuta venire a chiedere il suo aiuto.

Ho...
Ho tante cose in realtà.
Tante, troppe.

< Mhh... >.
Mi squadra < avanti, dimmi quello che ti passa per la testa >.
Mi mordo l'interno guancia.
< Pensavo... >.
Annuisce < e a cosa pensavi? >.
Sbuffo.
Non riesco nemmeno a dirlo a cosa pensavo.
Mi squadra come se potesse leggermi nel pensiero.
Ed alla fine vedo sul suo volto comparire una ruga d'espressione.
Perché...
Deve aver capito cosa c'è che non va infatti prende la parola < ok, parlo io >.
Annuisco.
< È per ieri sera? >.
Centrata in pieno.
Annuisco senza dire nulla.
< Non devi farti nessun problema... > porta una mano sulla mia gamba < lo so che dopo quello che è successo stanotte non torneremo insieme >.
Bingo.
Mi conosce alla perfezione.
Che è quasi impossibile da crederci.
< Stai tranquilla > mi accarezza il viso.
Forse ha ragione.
Devo solo vivermi il momento.
Senza pensare ai se e ai ma.
Ha ragione, sì.

Ma come faccio a non pensare alle conseguenze?

Cioè è veramente difficile.
Impossibile praticamente.

< Care > mi chiama così io sono costretta a guardarlo negli occhi < quello che è successo stanotte è stato meraviglioso >.
Mi ha tolto le parole di bocca.
Sorrido.
< Non trovi? >.

Certo che sì.
Certo.

È stato meraviglioso.
È stato così bello... che mi viene da piangere se ci penso.

Siamo stati talmente bene da toccare il cielo con un dito.

< Sì, è stato fottutamente meraviglioso >.
Mi sorride < quindi non pensare alle cose negative, non farti intristire dai pensieri cupi >.
Si avvicina < promettimelo >.
< Non so se ci riuscirò > ammetto.
La sua mano sulla mia gamba.
< Devi promettermelo >.
Punta un indice sul mio petto < ora >.
Mi perdo nei suoi occhi.
Nelle sue gemme preziose e inestimabili.

Harry.
Harry, Harry.

Se vuoi che te lo prometta lo farò.
Senza ombra di dubbio.

Come faccio a dirti di no?

È impossibile.
Basta solo che ti guardi per cedere.

E a volte ti odio per questo.

Ti odio eccome.

Nel mentre lui mi guarda aspettando che finalmente parli.
Sospiro < te lo prometto >.
< Non voglio che ti faccia prendere dalle preoccupazioni > la sua mano si appoggia su un mio fianco.
Fosse facile...
< È che... > tento di dire prima che mi blocchi < è che niente Care >.
Prende un bel respiro per poi consigliarmi di vivermi il momento.
< Viviamoci il momento, quello che viene e basta... ok? >.
Annuisco titubante < però... >.
< Però? >.
Non so se è giusto dirlo adesso, ma sento di doverlo fare.
Per forza di cose.
Così starò meglio.
Mi sarò tolta un peso dallo stomaco.
< Devi promettermi una cosa >.
Annuisce < tutto quello che vuoi >.
Prendo un attimo fiato < promettimi che non ci saranno sentimenti >.
Gli prendo la mano.
Non parla.
< Harry > lo richiamo < promettimelo >.
Lo vedo pensarci su.
Lo so che non deve essere facile.
Ma se implicassimo i sentimenti sarebbe un gran bel problema.
E lo so bene che lo sarebbe per entrambi.
Quindi deve giurarmelo.
Qui, ora.
< Niente sentimenti, hai la mia parola > porta una mano sul cuore come a giurare di star dicendo il vero.
< Ok > affermo decisa.
< Bene > sbatte una mano sul mobile < perché ora si mangia >.
Si volta per indicarmi i sacchetti contenenti le varie brioches e i due cappuccini.
Ridacchio.
< Ti ricordi la mia brioche preferita? >.
Si indica teatralmente < per chi mi prendi? Certo scema >.
Ridacchio, di nuovo.
Sto per dire qualcosa ma vengo zittita da un bacio.
< E questo? > domando curiosa.
< Mi andava di baciarti, semplice >.
< Abbiamo detto niente sentimenti >.
Sbuffa < non iniziare >, si avvicina stampandomi un altro bacio.
E un altro ancora.
< Se mi va di baciarti ti bacio, sappilo >.
Lo guardo mezza intontita.
< Ok? > mi domanda sfregando il naso contro il mio < ora mangiamo però >.
Si volta per afferrare un vassoio < andiamo >.
Annuisco e sobbalzo non appena mi carica sulle spalle tipo sacco di patate per poi salire le scale col vassoio tra le mani.
< Mettimi giù! > urlo ridendo.
< Shh, stai zitta >.
< Harry! > urlo in preda al panico.
< Mi mancava toccarti il culo > confessa dandomi una pacca.
< Ti prego, mettimi giù > ripeto aggrappandomi stretta alla sua schiena.
E in un attimo mi ritrovo catapultata sul letto.
< Io ti uccido > gli dico tirandomi su.
< Provaci >.
Gli rifilo un bel dito medio, che non guasta mai.
< Perché siamo tornati su? >.
Harry mi passa il vassoio con le brioches e il cappuccino.
< Perché mia cara Smith ti spiego il programma della giornata >.

Ha anche un programma?
Addirittura?

Ridacchio < della giornata? E quale sarebbe? >.
Si siede vicino a me < io e te in questo letto fino a stasera >.

Sembra allettante... ma evito di dirlo.
Di spifferarglielo.

< Hai sentito bene >
Alzo un sopracciglio < è necessario? >.
Si morde le labbra < sì, è necessario > afferra la brioches alla crema < perché oggi lo voglio sfondare questo letto >.
Mi volto allibita.
Non ci credo che l'ha detto.
Non voglio e non posso crederci.
< Ma sei serio? >.
Annuisce < certo... è da quando mi sono svegliato che penso a te >.
< Andiamo bene... >.
< Smith, Smith cosa mi farai mai >.

Io so quello che mi fai tu Harry.

Ma anche questo evito di dirglielo.
Meglio tenerlo per me, no?

< Non lo so > rispondo guardandolo.
< Io però so cosa voglio farti > sussurra portando una mano sotto la mia maglia.
< E cosa vuoi farmi? > domando mordendomi le labbra.
Voglio stuzzicarlo un po'.
< Tante cose >.
Boccheggio.
La sua voce è bassa, raschiata.
Sensuale come non mai.
E ciò mi fa pensare ai suoi sussurri di stanotte.
E al solo pensiero rabbrividisco.
< Tante, troppe cose in realtà > mi alza la maglia per baciarmi il ventre.
Sussulto ad ogni suo bacio.

Oddio...

Non so se sono pronta a risentirlo.

Ad essere di nuovo sua.

Lo guardo.
Il suo sguardo mi fa capire che è in attesa di una mia conferma.
Chiudo gli occhi pensando se sia pronta.

Se voglio farlo davvero.

Ma poi mi basta rivedere i suoi occhi e capire.

Capire che...

Forse... forse sono pronta.
Anzi, sono certa di essere pronta.

< Non dire una parola > mi ammonisce prima di addentare un pezzo della mia brioche.
< Non dico nulla >.
< Non ti lamenterai vero? > mi provoca premendo una mano sul mio fianco così forte che domani avrò un livido ben evidente.
Scuoto la testa.
< Sicura? >.
Soffia dentro il mio orecchio.
< Ti dico di no Styles > lo guardo dritto negli occhi, così capisce che non scherzo affatto.
< Ecco brava > si lecca le labbra < perché voglio che impieghi le tue labbra per fare altro >.
Ossia?
< Per mangiare? > domando ingenuamente.
Sposta il mio vassoio appoggiando le brioches sopra.
< Per dedicarti a me >.
Con uno scatto mi apre le gambe per poi stendersi su di me appoggiandosi sui gomiti.
< Basta parlare >.
Deglutisco.
Il suo respiro sul mio viso.
< Sono stufo di parlare Caroline >.
Una richiesta.
Le sue mani esperte a farmi sentire quanto mi desidera.
< Tu? Sei stufa di parlare? > mi guarda mentre io mi sento avvampare.
Sono stufa eccome Harry.
La sua bocca si appoggia sul mio collo.
< Mi fai impazzire >.
Anche tu.
Ma non glielo dico.
Perché... devo tenere per me questi commenti come se fossero dei piccoli segreti tra me e me.
< Allora, sei stufa o no? > mi guarda con quel sorriso sghembo a cui non posso resistere.
Sghignazzo < dimmelo tu se sono stufa di parlare >.
Porto le mani sotto la sua maglietta stringendomi alla sua schiena così da averlo più vicino possibile.
Lo sento sospirare. 
Ed io non posso fare altro se non chiudere gli occhi non appena comincia a baciarmi.
Perché è l'unica cosa che penso di poter fare.
Di dover fare.

Devo solo godermi il momento, come mi ha suggerito lui.

Ed ha ragione.
Fottutamente ragione.
Devo solo lasciare che le cose vadano come devono andare.
Senza se e senza ma.
Senza pensieri di mezzo.

E così...

In un attimo ci ritroviamo come ieri sera.
Intenti a spogliarci, intenti a fare la cosa che forse ci riesce meglio.

Completarci.



 
———




La macchina di Harry si ferma davanti casa mia.
Vedo la luce accesa, segno che Lerya è in casa.
< È in casa? > mi chiede mentre io annuisco indicando la luce della sua camera.
Intorno a noi il buio più profondo.
È sera ormai ed io nemmeno mi sono resa conto.

Oggi è stata una giornata bellissima.

Dopo pranzo siamo tornati in camera dove abbiamo messo su un film.
Ci siamo addormentati stretti abbracciati.
Poi mi sono fatta una doccia ed Harry ovviamente non ha perso tempo per venirsi ad infilare sotto la doccia con me.

E poi...

Quanto abbiamo riso.

Praticamente gli ho asciugato i capelli con phon e spazzola portandogli i capelli all'indietro in perfetto stile anni sessanta.
Il risultato non si poteva vedere.
Mi veniva troppo da ridere.
E ad Harry anche.
Alla fine mi sono dovuta accasciare per terra per quanto ridevo.
Sul serio, penso di non aver riso così tanto ultimamente.
Dopo le risate siamo tornati in camera dove tra un bacio e un altro siamo finiti aggrovigliati tra le lenzuola.
E così eccoci qui.

Alla fine di questa giornata ricca di emozioni.

Di sensazioni e ricordi.

Mi volto per guardare Harry che intanto ha spento la macchina.
Non parla, guarda solo casa mia.
< Tutto ok? > domando cercando di catturare la sua attenzione.
Annuisce.
Poi si volta e mi chiede schietto < sei proprio sicura di voler tornare a casa? >.
Ridacchio.

E cosa dovrei fare?

< Cosa dovrei fare perché? >.
< Bhe puoi rimanere a casa... a casa nostra > marca bene la parola nostra.
< È questa casa mia adesso > indico di lato.
Annuisce.
< Harry? >.
Si volta, mi guarda in silenzio.
Mi schiarisco la voce.
< Io allora andrei >.
Lo chiamo visto che non risponde.
< Harry >.
Mi sorride < scusa... > si schiarisce la voce < è che sono stato talmente bene che non voglio lasciarti andare >.
Lo guardo prima di ridacchiare.
< Che ridi? >.
< Rido perché sai dove abito >.
Mi guarda non capendo.
< Puoi sempre venirmi a trovare >.
Ride < sì così Lerya mi scortica >.
Rido anch'io.
< Nah... >.
Annuisce.
< Anche perché non c'è mai praticamente >.
< Vanno bene le cose con quel tizio allora >.
Faccio spallucce < così sembra >.
< Meglio così >.
Annuisco.
Devo andare.
Se Lerya si affaccia e riconosce la macchina di Harry mi scortica sul serio.

E chi la vuole sentire quella!
Già so cosa mi direbbe ed io non voglio subirmi alcuna predica.

Non questa volta.

Ho scelto consapevolmente.

E va bene così.

Sto... bene.

Mi schiarisco la voce.
< Grazie per la bellissima giornata > apro la portiera < e grazie per avermi riaccompagnata a casa... non dovevi >.
< Ci sentiamo Care > mi saluta col braccio una volta essere scesa dalla macchina.
Chiudo la portiera e raggiungo a passo spedito la porta di casa suonando il campanello.
Vedo Harry partire con la macchina e fa giusto in tempo prima che Lerya apra la porta.
< Non hai le chiavi? >.
Annuisco < sono in fondo alla borsa, non avevo voglia di cercarle >.
Le sorrido.
< Sei felice? > domanda scrutando ogni mio passo.
Alzo le spalle < sì perché? È un crimine? >.
< No, no è solo che... brilli >.
Si avvicina lentamente per poi affermare < come una persona che ha appena avuto multipli orgasmi nell'ultimo giorno >.
Rido forte.
< Ma sei scema? >.
< No, mi sembrava >.
Scuoto la testa < sono felice perché finalmente passiamo un po' di tempo io e te >.
Meglio ingraziarcela un po'.
Così non fa domande.
Certo che però non le sfugge nulla.

Davvero si vede che ho visto il paradiso?

È... è impossibile dai.

Ma stasera cercherò di indagare meglio su questa sua teoria.

Perché...
Perché mi incuriosisce e non poco.

< A proposito, stasera vado a dormire da John >.
Ecco, come non detto.
Devo rimandare la mia indagine.
Annuisco < ovvio, John, John e ancora John >.
< Scusami > fa il labbruccio per poi chiamare a gran voce John, appunto.
< Vai via adesso? >.
Annuisce < sono passata a prendere delle cose >.
< Ciao Care >.
< Ciao John > indico le scale < allora io andrei >.
< Mi farò perdonare te lo prometto > mi manda un bacio volante.
< Ah! > la chiamo.
Si affaccia dalle scale.
< A quando il tuo ritorno? >.
< Dopodomani >.
< Oookey > mi lamento.
< Appena torno non ti lascio più, prometto > fugge via senza dirmi null'altro.
Bene.

Come ho fatto a non capirlo da sola che sarebbe stata via per almeno un giorno?
L'ho detto che non vedo l'ora di trovarmi casa da per me, vero?

Tanto sono sempre da sola...

Che senso ha abitare con lei se è sempre fuori?

Per carità nessuno mi fraintenda.
Sono contenta se sta bene con John ma... cavoli non è più come prima.
Assolutamente.
È come se non fossimo più destinate ad essere coinquiline.

E forse è meglio così.

Chi lo sa...

Salgo le ultime scale aprendo la mia camera.
Appoggio la borsa nell'armadio prima di essere stretta da un paio di mani che riconoscerei al buio.
Un po' come in questo caso.


Harry.

Cosa diavolo ci fa qui Harry?

< Che cavolo ci fai qui? > domando ridendo.
< Mi mancavi > mi sposta i capelli per poi baciarmi la nuca.
< Come hai fatto ad entrare? >.
< Ho i miei metodi Smith > un altro bacio.
E un altro ancora.
< Dai, dimmelo > lo supplico.
Ridacchia sornione < quella scellerata di Lerya ha lasciato la porta di dietro aperta >.
Maledetta Lerya.

Ma che è scema?
Cioè...

Poteva entrare chiunque.

Fortunatamente è entrato Harry.
Fortunatamente per me, ovvio.

< Quando torna la uccido >.
Mi bacia l'orecchio mordendomi il lobo < appena sono arrivato al secondo semaforo ho fatto dietrofront >.
Che scellerato.
Rabbrividisco quando la sua lingua percorre il mio orecchio sensuale.
< Non riesco a fare a meno di te >.
< Mh mh >.
Quanto vorrei dirgli che per me è la stessa identica cosa.
Ma ancora una volta come è successo nell'ultimo giorno decido di starmene zitta e di tenerlo per me.
Finalmente decide di liberarmi dalla sua presa per poi farmi girare.
< Sei matto > sussurro piegando la testa per permettergli di baciarmi il collo meglio.
Annuisce e alza le spalle < forse >.
< Leva il forse > gli dico per poi spostarmi.
< Dove vai? >.
< Non possiamo stare sempre appiccicati non trovi? >.
Ridacchia < e chi l'ha detto? >.
Mi indico.
Fa un cenno con la mano come a dire 'che importa'.
< Così mi ripaghi di questa visita? >.
< Come dovrei ripagarti? > domando appoggiando le mie mani sui fianchi.
Mi sorride malizioso < io avrei un'idea >.
Lo allontano con la mano < basta >.
< Per me non è mai il momento di dire basta >.
Mi indico < io sono stanca invece >.
Sbuffa ma non replica anzi... si avvicina, mi supera buttandosi a peso morto sul letto.
< Che fai? >.
< Mi sembra evidente >.
Ridacchio.

È matto.

< Vorrà dire che ci coccoleremo >.
Alzo un sopracciglio.

È impazzito, forse.

Non saprei definirlo in questo momento.

< Fai pure quello che devi fare > mi sorride < io ti aspetto qui Smith >.
Scuoto la testa restando per un attimo a guardarlo.

Ok.
Va bene, ormai...

Abbiamo passato un'intera giornata.
Manca solo la notte insieme.

La seconda notte insieme, per la precisione.

Ma son dettagli.

Come sempre.

Vado in bagno dove mi sciacquo il viso per poi applicare una crema idratante.
< Posso? > domanda afferrando la crema idratante.
< Che è? Vuoi metterla anche tu? >.
Annuisce < fai tu >.
Prendo un po' di crema spalmandola sul viso.
< Ora sì che sei bello idratato >.
Gli tocco la barba < vuoi farti crescere la barba? >.
< No, in realtà no... non ho voglia di farmela >.
Annuisco.
Mi guarda e poi mi chiede diretto < cos'è? Ti dà fastidio? >.
Alzo gli occhi al cielo.
< Allora? >.
< No, è una tua scelta > gli rispondo. 
Mi afferra per un fianco < so che ti piaccio in ogni modo >.
Rido.
Che egocentrico.

Devo ripeterlo?
E allora lo ripeterò.

< Sei un tale egocentrico >.
Strofina il naso sulla mia guancia < sai di buono >.
Gli afferro il viso < non cambiare argomento >.
Scuote la testa < non lo sto facendo >.

No...
Come no.
Come se non lo conoscessi.

< Invece lo stai facendo >.
< Forse un po' > mi dà un bacio sulla guancia < sai veramente di buono >.
< Harry > ridacchio.
< Che c'è? >.
< C'è che non vuoi ammettere di essere egocentrico >.
Mi guarda con un sorrisetto divertito.
Perché sa che ho ragione.
Dannatamente ragione direi.
< Forse hai ragione >.
Annuisco < lo so >.
< Sai troppe cose di me > mi ricorda avvicinandomi più a lui.
Faccio spallucce.
Anche lui sa tante cose di me.
< Anche tu sai tante cose di me, mi sembra >.
Annuisce leccandosi le labbra.
Gli accarezzo il viso.
< Cosa sai di me allora? > mi provoca.
< Tante cose >.
Mi indica < io invece so che questa sera mi farai dormire qui >.
< Ah sì? > sorrido < sei convinto >.
Annuisce < perché so che non potrai fare a meno dei miei abbracci >.
Rido.
< Chi te lo dice? >.
Si indica.
< Ah allora... >.
Mi morde un orecchio < lo so perfettamente >.
< Magari io non mi farò abbracciare > gli ricordo.
< Tu > mi dice con tono duro < mi abbraccerai >.
Faccio spallucce.
< Come so che cederai a un mio bacio >.
Scuoto la testa < non mi conosci >.
E invece mi conosce perfettamente perché sa esattamente cosa fare per farmi cedere.
Con un braccio mi fa sedere sulla lavatrice prima di avvicinarsi.
Ridacchio mentre mi sussurra delle sconcerie all'orecchio.
Alzo il viso sfregando il mio naso contro il suo e senza dire altro lo bacio.

È da quando l'ho visto in camera mia che voglio farlo.

Tanto ormai...

Bacio in più bacio in meno, che importa?

Lo sento sorridere prima di iniziare a baciarmi sul serio.
Mi morde le labbra prima di tirarmi su e portarmi sul letto dove mi blocca le mani portandole sulla testa.
< Che stai facendo? > gli domando ridendo.
Alza un sopracciglio < ti punisco >.
< E per cosa? >.
< Per avermi lasciato a bocca asciutta quella sera > mi ricorda sfidandomi.
Lo guardo, per poi mandarlo a quel paese.
< Quella sera volevo ucciderti >.
< Non lo faresti mai > lo provoco.
Mi lega le mani < ma adesso vedrai... mi riprenderò ciò che mi spetta >.

Ossia?

< Ossia? >.
Mi indica < tu, scema >.
Sghignazzo mentre lo vedo abbassarsi per sfilarmi i pantaloni che getta a terra.
< Slegami > gli dico < non voglio fare quelle stramberie alla cinquanta sfumature di grigio >.
Ride < voglio solo farti penare un po' >.
Lo vedo alzarsi per poi frugare nei cassetti.
Chissà cosa starà cercando.
Ed in un attimo lo vedo accendere delle candele.
Rido.

Harry Edward Styles romantico, chi l'avrebbe mai detto?

Eh?

< Quanto sei romantico >.
Si riposiziona su di me < puoi dirlo forte >.
Sorrido per poi chiamarlo < Harry >.
< Mh? > domanda guardandomi dritto negli occhi.
Il mio cuore fa una capriola.

Lo voglio.

Ancora, ancora.

Lo voglio... ancora.

< Baciami e sta' zitto >.
Le sue labbra si posano sulle mie immediatamente mentre io ridacchio.
Ridacchio perché so come andremo a finire.

Ma ormai non mi importa.

No.

Fanculo la mia razionalità.

Oggi l'ho salutata.

E... va bene così.
Tanto abbiamo iniziato la giornata così, tanto vale finirla allo stesso modo.
Harry mi slega le mani finalmente.
Mani che appoggio sul suo collo e tra i suoi capelli.
Lo bacio, lo bacio come se fosse l'unica cosa che sia in grado di farlo.

E sto bene.

Sto fottutamente bene.

Perché so che a breve incendieremo questa stanza.

Rendendola viva.
Rendendola... magica. 
 

Com'è un pò in fondo il nostro rapporto.

Magico.
 


 
Ciao a tutte\i!
Tra pochi giorni parto, quindi volevo avvisarvi che non riuscirò a pubblicare fino a metà agosto …
Vi lascio intanto con questo, che a mio parere, rappresenta una svolta.
Un abbraccio a tutte\i.

S xx.

P.s spero che Harry e Caroline vi mancheranno tanto quanto mancheranno a me eheheh.
   
   
   
   
   
   

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Capitolo 39
*** Piccole risposte. ***


Sbuffo.
Mi guardo allo specchio.
Non mi piaccio proprio.

Che devo farci?

È da ieri che provo e riprovo un vestito che mi stia bene... ma niente.
Non ce la faccio proprio.
< Che hai? > mi domanda Gemma seduta sul mio letto.
< No niente > le dico < sei sicura mi stia bene? >.
Annuisce.
Faccio spallucce.
Non lo so.
< Forse dovrei vestirmi da Minnie, non è più carino? >.
< No... ti stava anche grande >.
< Ma così... non sono troppo sexy? >.
Fa spallucce < meglio Care! >.
La guardo prima di chiedermi perché mai abbia accettato questa pagliacciata della festa in maschera.
Io che odio travestirmi poi...
Sembra un controsenso.
Però è anche vero che non posso mancare.
È il compleanno di Louis e di conseguenza devo esserci.
Festeggeremo a casa sua, tutti noi più alcuni suoi amici... e tutti rigorosamente travestiti.
Che poi dico io no?
Manco fosse un carnival party...
Quindi perché farlo?
Non ha senso dai.
Mi volto non appena Gemma afferma ridacchiando < è la sua festa e decide lui come organizzarla >.
Ecco.
Mi legge nel pensiero.
Anche lei.

Ma com'è possibile?

< Com'è che riuscite tutti a leggermi nel pensiero? >.
< Perché siamo tuoi amici... e ti conosciamo abbastanza da intuire cosa ti frulla in quella testolina che ti ritrovi >.
Sospiro < che palle però >.
< Domani vedrai che ci divertiremo >.
Annuisco.
Ma in fondo già lo so che mi divertirò.

D'altronde mi sono messa d'accordo con Harry sul vederci dopo la festa.

E...

Sappiamo tutti cosa implica il vederci.

Oh sì che lo sappiamo.

Soprattutto io e Harry.

Ridacchio tra me e me perché non vedo l'ora.

Devo dire che...

Mi sta facendo bene come dire... divertirmi con Harry.
Mi sta facendo proprio bene.

Sono molto più rilassata.

Molto rilassata.

E di buon umore.
E meglio di così non potrebbe andare.

Ho lasciato da parte i timori sulle conseguenze e sto pensando solo a vivermi il momento.
Sto seguendo il suo consiglio e sono veramente felice di averlo fatto.

Sto bene.

Stiamo bene.

Ed è questo quello che conta, no?

< Mi senti? >.
Mi volto.
< Ma perché pensi sempre ad altro? >.
Vorrei correggerla.

Dirle che stavo pensando a me e al fratello.

Ma non posso farlo.
Assolutamente.

< Scusa > mi scuso avvicinandomi < dimmi >.
< Dicevo che domani voglio bere >.
La guardo allibita.
< Tu? Sei la Gemma che conosco? >.
Annuisce divertita < cosa c'è di strano? >.
< Di strano nulla se solo non fossi tu > la indico < non ricordo questo tuo entusiasmo per il bere >.
< E invece sono io >.
Rido.
< Voglio staccare la spina >.
Annuisco.
< Ho già detto a Niall che domani finirò col tornare a casa strisciando >.
< Addirittura? >.
< Addirittura... sì >.
Mi stiracchio anche se con questa tutina di pelle non è il massimo.
< Allora sì che domani ci divertiremo >.
< In più... >.
Alzo un sopracciglio < cosa? >.
< Louis mi ha detto che c'è un suo amico che vuole conoscerti >.

Che noia.

Uffa.

Che me ne frega?!

Ho Harry a divagarmi.
E basta e avanza direi.

Avoglia se mi basta... per capirci.

E poi...
Un'altra persona?

Non la voglio.

E poi, chi lo conosce?

< Non voglio conoscere nessuno te l'ho detto >.
< Ma Lou ha detto che è veramente carino, un bravo ragazzo >.

Eh appunto.
Si è risposta da sola, praticamente.

È un bravo ragazzo.

Bravo.

Ed io... si sa.
Eccome se si sa.

Io preferisco gli stronzi.

La guardo.

Un po' come tuo fratello cara la mia piccola e dolce Gemma.

Solo che forse non hai capito come stanno le cose.

E forse, forse... forse è meglio così.

< Almeno conoscilo >.
< Non lo so Gemm >.
< Care > mi prende un braccio per farmi sedere.
Annuisco prima che parli < se conosci una persona non vuol dire che ti ci devi fidanzare subito... >.
Roteo gli occhi.
Non è questo il punto.

Il punto è che... non voglio conoscere nessuno.

Punto e basta.

< Però intanto la conosci >.
< Il punto è... > sorrido < sto bene così e non voglio conoscere nessuno >.
< Ma... >.
< Gemm > prendo fiato < non voglio conoscere nessuno >.
< La colpa è di mio fratello >.
La guardo.
E vorrei tanto ridere.
Ma ridere di gusto.

Perché...

Harry non ha nessuna colpa.

Nessuna.

Se non quella di farmi raggiungere il paradiso.
Forse... è questa la sua unica colpa.

< Non dire di no > mi indica < lo so che non vuoi conoscere nessuno perché Harry ti ha ferita >.
< Sì mi ha ferita ma se non voglio conoscere qualcuno la colpa non è sua, di certo >.
Annuisce.
< Caroline... meriti un ragazzo che ti renda felice >.

Ho qualcuno che mi rende felice al momento.

Tuo fratello Gemm.
Tuo fratello.

E fidati... che mi rende super felice.

Lui e il suo corpo.

< Magari un domani >.
< Ma perché non ora? >.
Sbuffo.
< Almeno un amichetto... > lascia in sospeso la frase per far sì che io capisca cosa intenda per amichetto.
Mi mordo le labbra.
< Non lo vuoi un amichetto con cui divertirti? >.
Sorrido.
Mi dà una spintarella mentre io ridacchio.
La osservo.
< Non ti manca? >.
< Cosa? >.
< Bhe... dai quello >.
Alzo le spalle.
Mi mancava forse.
Ora non mi manca più... perché so con chi soddisfare i miei desideri e pulsioni.

Tuo fratello.

< Sai... > si ferma.
Aggrotto la fronte aspettando che parli.
< Penso che perfino mio fratello abbia un'amichetta... >.
Annuisco.
Cercando di non ridere.
< Quindi perché tu non puoi trovarti un amichetto? >.
< Non mi va > le dico < e poi tu come fai a sapere che Harry forse se la sta spassando? >.
Cerco di non mostrarmi troppo interessata ma in realtà voglio sapere come diavolo ha potuto pensare una cosa del genere.
Eppure quando ci vediamo stiamo attenti a non farci beccare da nessuno.
Ci vediamo di nascosto.
Di sera soprattutto.
E di solito a casa sua, così da non destare troppi sospetti.
Quindi... sono proprio curiosa di capire il perché di questa sua idea.
< Gli ho scoperto un succhiotto sul collo >.
Annuisco.

Merda.

Pensavo ci avrebbe messo più attenzione.
Gliel'avevo detto di coprirlo in qualche modo.
Ma ovviamente l'attenzione non fa per lui...

< Magari hai visto male >.
Scuote la testa energica.
< L'ho visto Care... >.
Annuisco.

Merda, di nuovo.

< Come hai fatto a vederlo? >.
Devo capirci di più.
< È venuto a cena da noi e mentre stavamo cenando si è voltato e sbam... l'ho sgamato >.

Merda.

Merda, merda.

< E a giudicare da quanto era felice... credo si sia divertito parecchio >.
Rido, senza nemmeno rendermene conto.

Sì.

Posso dirlo che si è divertito parecchio.
Anche a giudicare dai messaggi che mi ha inviato i giorni seguenti.
Messaggi in cui scriveva di pensarmi costantemente e di volermi rivedere il prima possibile.

< Allora... > riprende a parlare < siccome mio fratello si diverte non vedo perché tu non dovresti almeno conoscere l'amico di Lou >.
< Basta! > urlo facendola ridere < al momento sto bene con me stessa >.
Sbuffa < va bene, io ci ho provato >, si volta ed io rido.
Vedo e noto con piacere che qualcuno è parecchio impegnato ultimamente.
Forse, forse dovremmo concentrarci su di lei.
E non su di me.

No?

< Che c'è? >.
Rido ancora.
< Cosa c'è che non va? >.
Porto una mano sul collo < invece di parlare di me... vedo che Horan ti ha lasciato un ricordino >.
La vedo arrossire, un po' come farei io se mi facessero notare di avere un succhiotto sul collo.
Ma per fortuna li copro sempre...
< Che imbarazzo >.
Le pizzico un fianco < credo proprio che tu ed Horan ci state dando parecchio ultimamente >.
Ride ma non smentisce.

Ops.

Sgamati, sgamati in pieno.

< Allora? > la incalzo.
Sospira < ma perché dobbiamo parlare di queste cose? >.
< Perché sono curiosa e perché mi hai tormentata > alzo le spalle.
< Sì, ultimamente succede molto più spesso >.
La guardo maliziosa < dì la verità... ancora indossi il mio babydoll eh? >.
Ridacchia prima di confermare < assolutamente >.
Tiro un urletto di gioia.
Lo sapevo che quel babydoll sarebbe stata la rovina di qualcuno.
E quel qualcuno è arrivato.
Niall James Horan.
< Bhe, sono contenta per voi mia cara >.
Annuisce per poi indicarmi < ecco perché dovresti rimetterti in pista >. 
Ridacchio.

Perché...

Sono già in pista mia cara.

Oh sì...

E vorrei tanto dirglielo ma... non posso.
Io ed Harry ci siamo fatti una promessa.
Non dire a nessuno che...
Che ci vediamo ecco.
Sennò capirebbero tutt'altro e solo Dio sa quello che combinerebbero.
Farebbero un casino.
E succederebbe un gran bel macello.
Ne sono certa, ne sono sicura.
Probabilmente la notizia arriverebbe a mio fratello che la farebbe arrivare ad Holmes Chapel.
E stessa cosa succederebbe con Matty che la porterebbe a casa Styles senza pensarci due volte.

E non si può fare.
No, no che non si può fare.

Perché poi chi gli dà le dovute spiegazioni?

Scuoto la testa.

Non voglio neanche pensarci sinceramente.
Fraintenderebbero alla grande.

E non dovrebbero.

< Dai, dimmi che domani conoscerai l'amico di Lou >.

Oddio.

Ancora con sto amico di Lou?
Come faccio a farle capire che non voglio conoscerlo?

Che ho già chi mi manda in estasi?
Che ho già chi mi fa toccare il cielo con un dito?
Che ho già qualcuno a cui donarmi?


Come?
Come faccio?

< Vediamo > le sorrido.
< Oh, finalmente! >.
Batte le mani facendomi ridere.
< Magari anche tu riceverai un ricordino sul collo >.
< Chissà >.
< Prometti che ci parlerai almeno >.
La guardo.

Non posso prometterglielo.
No, purtroppo no.

Ma... posso mentire.

E dire che lo farò.
Giusto per farla felice.
Così lo faccio.
Annuisco mentendo.

Perché...

Perché domani ho altri piani.

E questi piani prevedono solo un nome.

Harry dannatamente sexy Styles.




 

———




 
Riempio il bicchiere col mojito e mi volto sbattendo il bicchiere contro quello di Niall.
< Sta andando bene, vero? >.
Annuisco.
Ha ragione.
La festa sta andando veramente alla grande.
Tutti sembrano essere a proprio agio.
Chi balla.
Chi parla.
E chi beve...
Un po' come sto facendo io per non pensare al fatto che sono mascherata da Eva Kant.
< Smith questo costume ti sta in incanto >.
Rido.
< Anche tu non sei niente male vestito da moschettiere Horan >.
Ed è vero.
Sta veramente bene vestito così.
E non scherzo affatto.
In realtà tutti stanno bene.
Anche se chi sta veramente bene con la sua maschera è... Harry.
Col costume da Batman è... assolutamente perfetto.
Ma io sto cercando di non pensarci altrimenti farei un casino.

Ed io non voglio creare casini.

Non oggi.
Non durante la festa di compleanno di Louis.

< Eccoti! >.
Mi volto verso Gemma visibilmente ubriaca.
< Stai bene? >.
Annuisce prima di ridere come una scema.
< Te l'avevo detto che... che avrei b-bevuto >.
Annuisco per poi voltarmi verso Niall che la guarda allibito.
< Oggi vomiterà, lo so già >.
< Probabile Horan >.
< Gemm > la prende per un braccio < non bere più >.
< Oggi è la festa di Tommo... dobbiamo bere per forza >.
Vedo Niall in seria difficoltà.
< Ma chi me l'ha fatto fare? > mi domanda lamentandosi.
< Tu mi ami Niall James Horan > urla lei facendoci ridere.
Mi indica < tu così sexy... dovresti andare a parlare con l'amico di Lou >.
Roteo gli occhi.
< Ok, ti ci porto io >.
Mi afferra per una mano trascinandomi in mezzo alla gente che ci guarda confusa visto la nostra foga.
< Gemm > la chiamo ma lei fa finta di nulla piazzandosi davanti a Louis e questo fatidico amico.
< Ehi, ragazze >.
< Louis > gli scompiglio i capelli.
< Come va la festa? >.
Indico Gemma che ridacchia ballando < per lei direi che è il Carnevale di Rio >.
< In effetti la piccola Styles la vedo conciata bene >.
Rido.
< Io... io sto divinamente > cerca di fare la seria Gemma abbracciandomi.
Mi volto e vorrei strozzarla non appena apre bocca < comunque Matt lei è Caroline >.
Sorrido al ragazzo in questione che mi porge la mano.
< Non è bellissima? >.
< Gemma > la ammonisco.
< Forse... forse dovreste conoscervi meglio >.
Ridacchio nervosa.
Guardo Louis che non sa come aiutarmi.
< Non è vero Tommo? > gli domanda prima di abbracciarlo.
< Forse... dovrei portarla da Niall >.
< Che pallosa che sei > mi indica.
Alzo le spalle < pallosa o non pallosa ti riporterei da tuo marito >.
< Ah sei sposata? > domanda Matt incredulo.
Gemma annuisce per poi indicare Niall che parla con Liam ed Harry vicino al tavolo.
< Il biondo è mio marito >.
< Auguroni >.
< Grazie > fa una piroetta su sé stessa prima di piombarmi addosso.
< E invece quello lì > indica Harry < batman per intenderci è mio fratello >.
La guardo preoccupata.
So che sta per dire qualcosa che non dovrebbe dire.

Me lo sento.
Eccome se lo sento.

E infatti poco dopo se ne esce con quello che immaginavo avrebbe detto.

< Sai... > mi prende la mano < Caroline stava per sposarsi >.
Annuisco al ragazzo che mi chiede se si vero.
< Con mio fratello... >.

Ecco.

< Ma lui l'ha trattata come una merda e lei adesso non vuole conoscere nessuno >.
< Styles che ne dici se ci facciamo un giro? > si avvicina Louis poggiando il suo bicchiere sul davanzale della finestra.
< Pensa che... che non vuole conoscere nemmeno te Matt >.
Fa un'altra piroetta su sé stessa.
< Eppure sei così carino > mi guarda < perché non vuoi conoscerlo Caroline? Perché? >.
< Scusaci Matt... è palesemente ubriaca >.
Annuisco alle parole di Louis.
< Io... direi che dobbiamo tornare da Niall > mi volto < ti sta chiamando >.
Senza aspettare altro me la trascino dietro arrivando da Niall, Liam ed Harry che guardano Gemma sconcertati.
< Che cosa ha combinato? >.
< Niente... ho solo spiegato che Caroline > mi indica < non vuole conoscere quel bravo ragazzo, amico di Louis >.
Sospiro.
< Cosa hai detto di preciso? >.
< Bhe ho detto che siamo sposati > ridacchia.
Decido di intervenire.
Per non peggiorare ulteriormente le cose.
La situazione ecco.
< Si è messa a blaterare e blaterare > spiego lasciandola nelle mani di Niall < io vado a bere... ne ho bisogno >.
< Dove vai? > mi domanda Gemma bevendo un sorso dal bicchiere di Niall.
< Non bere più > si lamenta Niall.
Povero.
Oggi avrà veramente da fare.
Mi dirigo verso il tavolo per prendere un altro mojito.
Meglio bere.
Se non fosse così ubriaca... l'avrei già strozzata.
Ma domani mi sente...
Eccome se mi sente!
Cioè ha detto a quel povero ragazzo che non voglio conoscerlo.
Povero.
Era così gentile...
Non si meritava di essere trattato in quel modo.
Ma d'altronde quando uno è ubriaco... fa i casini.
E basta.
Solo casini, casini, casini e ancora casini.
Mi faccio spazio tra la folla arrivando verso la finestra dove sorseggio il mio mojito fino a che qualcuno non afferra la mia mano trascinandomi dentro il bagno.

È Harry.

Ne sono certa.
Come ho detto sempre lo riconoscerei tra un milione di persone.

Ridacchio al buio mentre sento le sue mani posarsi sui miei fianchi.
< Perché siamo qui dentro? > domando bevendo il mio mojito.
Lo vedo mordersi le labbra ed io devo trattenermi dal non saltargli addosso seduta stante.

Anche se vorrei tanto, tanto farlo.

< Non ce la facevo più a guardarti e basta >.
Sghignazzo mentre mi stampa un bacio.
< Te l'ho già detto che ti sta benissimo questa tutina da Eva Kant? >.
Annuisco < è da tre giorni che non fai altro che ripetermelo >.
< Bene te lo ripeto >.
Si avvicina.
< Sei dannatamente sexy >.
Poggio le mani sul suo petto che appare più ingrossato per via del costume che indossa.
< Sexy, sexy, sexy > sussurra al mio orecchio facendomi rabbrividire.
Lo guardo incapace di fermarlo.

Ma d'altronde... come posso farlo?
Come?

È... è così bello.

E sexy.
Da morire.

Mi bacia < sai >.
< So? >.
Sorrido mentre lascio che mi porti verso il muro, così da non poter scappare.
< Sai >.
Un bacio.
< Di >.
Mi morde le labbra.
< Di? > domando ridendo.
< Limone... sai di limone >.
< Sai com'è > ridacchio < sto bevendo un mojito >.
< Mhh > mugugna mentre sorseggia il mio mojito.
< Non me lo finire >.
Ride.
< Sennò? >.
< Sennò cosa? > ripeto facendo l'eco.
< Sennò > la sua sul mio viso < sennò cosa mi fai? >.
Lo guardo.
Gli occhi a splendergli.
Le labbra allargate in un sorriso.

E poi...

Le fossette, quelle benedette fossette a comparire sul suo viso. 

 
In effetti farei tante cose...

Ti farei tante cose.

Ma decido di stuzzicarlo.
A puntino.
Meglio non essere troppo esplicite a volte.

No?

Meglio la provocazione.

No?

Rido anch'io < sennò stasera non vengo da te >.
< Sì... è ovvio che vieni > afferma quasi sussurrando.
Ed io ringrazio il cielo di essere al buio perché...
Perché sono arrossita.
Sta giocando.
Lo sa che mi imbarazzo eppure...
Eppure lo fa lo stesso.
Per mettermi alla prova.
Per stuzzicarmi.

Un po' come dovrei fare io.

< Se lo dici tu >.
Alzo le spalle.
E il viso, trovandomi quindi faccia a faccia con lui.
Per mia fortuna ho gli stivali col tacco, fin sopra al ginocchio... a donarmi dei centimetri; centimetri perfetti per essere quasi al pari con le sue labbra.
Bussano alla porta.
< Occupato > dico per poi sussultare non appena sento la sua mano tastarmi il fianco per avvicinarmi di più a sé.
< Smith, Smith >.
Annuisco.
Chiudo gli occhi, spengo la mente non appena mi bacia come si deve.

Finalmente.

Finalmente lo sento vicino a me.
Finalmente lo sento mio.

Mi lascio baciare senza opporre resistenza.
Tanto ormai...

Perché non approfittarne?

Si stacca dopo un po' poggiando una mano sul mio collo.
< Ti ho già detto che mi fai impazzire? >.
Roteo gli occhi.
< L'ho capito oramai >.
Ridacchio non appena mi molla un altro bacio prima che ribussino alla porta.
< È occupato! > urla Harry infastidito.
Tiro lo sciacquone per far capire che a breve usciremo.
Dobbiamo uscire.
Qualcuno evidentemente ha veramente bisogno del bagno.
< Non sai quello che ti farei > mi sussurra sul collo che bacia lentamente.
< Harry > gli dico.
Ma lui non sente ragioni.
Continua a baciarmi, sussurrare quanto mi desidera.
< Harry >.
Il mio più che altro è un sussurro.

In realtà mi sta piacendo parecchio.

La situazione.

Me e lui.

I suoi baci sul mio collo.

Un altro tonfo sulla porta.
< Che palle > sbotta per poi mollarmi un bacio.
Ma anche se vorrei tanto ignorare il richiamo del mondo esterno, so che non posso farlo.
E so che dobbiamo tornare alla realtà.

Sfortunatamente direi.

< Dobbiamo andare >.
< Shh > ridacchia < lasciati baciare ancora un po' >.
Scuoto la testa < basta... dobbiamo uscire da questo bagno >.
Lo vedo alzare gli occhi al cielo.

E lo capisco.
Nemmeno io vorrei uscire.

Vorrei rimanere qui.

Nella nostra intimità.
Nel nostro spazio temporale.

Ma dobbiamo.
Per forza di cose.

< Dai andiamo >.
Faccio per aprire la porta ma Harry non si muove.
Mi volto.
< Harry >.
Mi fa un gestaccio.
Che io gli riporgo.
< Dai... > mi avvicino.
< Dovremmo rimanere qui >.
< Forse... ma forse dovremmo tornare di là > gli dico per poi baciarlo < però... >.
< Però? >.
Mi guarda in attesa di una risposta.
< Però... ti prometto che stanotte recupereremo >.
Lo vedo sorridere come se stesse pregustando il momento prima di aprire la porta.
< Ce ne avete messo di tempo eh > sbotta una ragazza tenendo per i capelli la sua amica che non sta affatto bene.
< Avevamo da fare > risponde acido Harry prima di farle passare.
< Scusaci > le dico per poi raggiungere Harry che mi indica Niall e gli altri.
< Eccovi... dov'eravate? >.
Guardo Niall cercando di trovare una risposta plausibile.
Per fortuna Harry capisce che deve inventarsi qualcosa lui se non vogliamo che ci scoprano.
< Ho ricevuto una chiamata dallo studio e dovevo avvisare Caroline visto che è una causa che abbiamo in comune >.
Annuisco.
E deglutisco.
La prossima volta dobbiamo stare attenti.
Ci è mancato poco che ci scoprissero.

E non va bene.

No, no, no.

Non va bene per niente.

< Come va qui? > indico Gemma in mezzo ad altra gente, ormai totalmente andata.
< Sta uno schifo... tra poco la porto a casa >.
Annuisco.
< Payne vieni! > urla Louis accerchiato da due ragazze.
< Vado... la conquista mi aspetta >.
Ridacchio vedendolo sparire.
Mi avvicino a Gemma che balla muovendosi sensuale.
Forse fin troppo.
< Eccoti > mi prende una mano portandola in aria < scatenati Smith >.
< Forse dovremmo andare a casa Gemm >.
Sbuffa < ma è qui la festa! >.
Mi volto verso Niall scuotendo la testa.
< Dai andiamo da Niall >.
Mi prende la mano facendomo girare più volte.
< Gemm andiamo >.
< Ma perché volete portarmi via? > chiede disperata buttandosi tra le braccia di Niall.
< Non stai bene... non ti reggi in piedi >.
< Ha ragione > interviene Harry dando manforte all'amico.
< Io sì che mi reggo in piedi > prova a stare in piedi da sola cadendo rovinosamente a terra.
< Che vuoi fare? > chiedo a Niall che la alza.
< La porto a casa >.
< Ti aiuto > afferma Harry.
< Vengo anch'io... vi aiuto >.
< Avvisa Louis > mi ordina il biondo mentre si fanno spazio tra le persone.
Cerco in giro.

Dove diavolo è finito Tomlinson?

Era qui, fino a poco tempo fa...

Maledizione!

Aguzzo la vista... ma niente.
E poi la sua risata, la sua inconfondibile risata.
Mi sporgo per vedere dove può essere e... finalmente lo trovo.

Oh!
Sia ringraziato il cielo.

< Lou! > corro verso di lui spiegando la situazione.
< Vanno via? >.
Annuisco < anche io >.
< No... come vai via? Almeno tu rimani >.
Scuoto la testa.
< C'è Harry con Niall >.
< Lo so ma almeno li aiuto >.
< Ma che ti frega? Fai fare il lavoro sporco a Styles per una volta > ridacchia per poi ricordarmi che Matt vuole conoscermi.
< Ora non mi sembra proprio il momento >.
Mi volto non appena Harry mi chiama.
< Devo andare Lou... mi dispiace > gli mollo un bacio prima di raggiungere Harry che mi trascina da Niall e Gemma.
Fortunatamente non urla più.
Si è zittita.
E forse è un bene...
< Come facciamo? > domando guardando Niall e Harry.
< Prendo la mia macchina >.
< No, prendiamo la mia macchina > suggerisce Harry < è più grande >.
Annuisco prima di salire in macchina mentre Harry e Niall infilano Gemma sui sedili posteriori.
Che situazione...
Mamma mia.
E per di più creata da Gemma... ossia l'ultima persona che si ubriacherebbe così tanto da non reggersi in piedi.
< Tieni > porgo una busta di plastica a Niall < se dovesse vomitare >.
Harry mi guarda confuso.
< Che c'è? > domando ridendo.
< Come facevi a sapere che ho delle buste di plastica in macchina? >.
Ridacchio < perché ce le ho messe io tempo fa >.
Harry e Niall ridono.
< Che perfettina che sei > mi prende in giro Niall mentre Harry mette in moto.
< Vi voglio bene > afferma Gemma aprendo gli occhi.
Mi volto sorridendole.
< Vedere tutti e tre qui con me... mi riempie di gioia >.

Che dolce...

< Sul serio, vi amo >.
< Gemm... shhh > la zittisce Niall.
< Siete la mia famiglia > confessa per poi indicare me ed Harry < potrete pur non stare insieme ma per me lo sarete sempre >.
< Gemma... dormi, ti fa bene > le consiglia Niall chiudendole gli occhi.
< Volevo dirlo... >.
Guardo Niall < tranquillo... >.
Con la coda dell'occhio vedo Harry spiarmi e dentro di me non posso che sorridere.
Ha ragione Gemma.

Siamo una famiglia.

E lo saremo sempre.

Per quanto le cose possono cambiare.
Per quanto tutto possa complicarsi...

Saremo sempre una famiglia.

Sempre.

< Adesso andiamo a ballare? >.
Ridiamo.

Ma come le viene in mente?!

< Gemma adesso andiamo a casa >.
< Mamma mia che pesante che sei Niall James Horan >.
Niall alza le spalle.
< Prima non eri così > si lamenta lei < ora sei veramente una palla >.
< Eppure mi hai sposato > le ricorda lui mentre Harry si ferma ad un semaforo.
< Caroline andiamo a ballare? >.
Porto una mano sulla testa.

Ma possibile che stasera si sia dovuta ridurre così?

< No, andiamo a casa >.
< Allora dormi da noi? >.
Sbianco.

No.
Ho altri piani.

Abbiamo altri piani.

Guardo Harry che tamburella con le dita sul cruscotto.

E che le dico?
Che devo spassarmela col fratello?

Non posso.

'Dille la verità'.
Annuisco a me stessa per incoraggiarmi.
< No Gemm torno a casa >.
< Uffa, che palle > sbuffa < almeno tu Haroldino piccolino dormi da noi? >.

Eccola che adesso prova a convincere anche il fratello...

Che le prende?
Vuole fare un mega pigiama party?

< Allora Haroldino? >.
Sorrido.

Però... 
Devo ammettere che è divertente.

Haroldino piccolino.

Ho trovato...
Dopo lo chiamo così.
Ho deciso, giusto per... divertimento.
Per vedere che dice.
Per ridere un po'.

Harry ride < no... vado a casa >.
< Ma allora ditelo che siete tutti dei pallosi >.
Stiamo in silenzio.
< Vi odio quando siete così pallosi > sbuffa < vi amo però... >.
Mi gratto la tempia.
Sta delirando.
Semplicemente delirando.
Ma finalmente siamo arrivati a casa loro.
Intravedo la casa nella penombra della sera.
< Parcheggia qui > indica Niall ad Harry che obbedisce.
< Dove siamo? > chiede Gemma aggrappandosi a Harry.
< A casa! > urla Niall spazientito.
< Io te l'avevo detto che sposare mia sorella non era una buona idea > ricorda Harry a Niall che intanto apre la porta.
< Forse dovevo starti a sentire Styles >.
Scendo dal Range Rover seguendo Niall e Harry che portano Gemma in casa, per poi portarla in camera da letto dove Niall la spoglia velocemente per infilarle un pigiama vecchio.
In caso vomitasse.
< Vado a prendere una bacinella > dico prima di andare in bagno dove afferro una bacinella che metto vicino a Gemma.
< Spero proprio che non vomiti >.
Guardo Niall.
È... stremato.
E non scherzo.
Povero...
< Spero per te amico > gli dà una pacca sulla spalla Harry.
Annuisce.
< Grazie per avermi aiutato a portarla a casa sana e salva >.
Gli sorrido.
< Sul serio, vi sono debitore >.
< Tranquillo >.
Io ed Harry ci guardiamo.

Che si fa?
Andiamo, no?

Abbiamo da fare, mi sembra...

< Allora noi andiamo... >.

Ecco, bravo Haroldino piccolino.

Molto, molto bravo.

Niall annuisce per poi chiamarmi nel mentre esco dalla camera < Smith >.
< Dimmi > faccio dietrofront.
< Sicura che non vuoi rimanere? >.
Scuoto la testa.
< Vuoi almeno che ti accompagno? >.
< Tranquillo Horan... la porto a casa io > asserisce Harry sorridendogli.
< Va bene, grazie Styles >.
< Di nulla >.
Lo salutiamo per poi uscire dalla camera da letto.
E proprio mentre percorriamo il corridoio sentiamo i primi conati di vomito.
Eccola.
Tanto lo sapevo che alla fine avrebbe vomitato.
Ero così certa... che mi stavo stupendo del contrario.
E invece...
< Bella merda > dice Harry aprendo la porta di casa.
Sì, ha ragione.
Proprio una bella merda.
< Povero Niall >.
< Non vorrei essere nei suoi panni >.
Lo guardo < ah, nemmeno io a dire il vero >.
Ridiamo entrambi per poi salire in macchina.
< Quindi mi porti a casa? >.
Annuisce sorridendo malizioso.
< A casa mia dico >.
Scuote la testa < ti porto a casa mia... nostra >.
Sorrido mentre lo vedo armeggiare col volante.
< Mia sorella da ubriaca è insopportabile >.
< Forse forse ti do ragione >.
< Devi... non la sopportavo più >.
Porto una mano tra i capelli < ho un mal di testa assurdo >.
Vedo Harry annuire come a confermare che anche lui ha mal di testa.
< Domani avrà un dopo sbronza da paura >.
Ridacchio.
Sì, starà malissimo.
E non la invidio per niente, perché...
I dopo sbronza sono insopportabili.
Cioè.
Non credo a chi dice il contrario... perché ripeto sono insopportabili.
Assurdi, semplicemente.
Tra mal di testa e nausea... una bella merda.
< Non la invidio per niente >.
Annuisco.
< Ma poi non so proprio perché oggi abbia voluto bere così tanto > affermo voltandomi verso di lui.
< Ah, boh... non lo so proprio >.
< L'unica cosa che so è che ho un mal di testa atroce >.
< A chi lo dici... >.
Sospiro.
Siamo entrambi in fase recupero.
È stata una serata movimentata.
Folle direi.
Talmente assurda e stancante che l'unica cosa che dovremmo fare è starcene zitti.
E infatti...
Per i restanti minuti ce ne stiamo in silenzio assoluto.
E va bene così.

Che poi, no?
Quanto si sta bene nel silenzio?

Chiudo gli occhi per alcuni secondi.

Ah... che goduria.

Un vero rilasso.

Le macchine che sfrecciano lungo le strade.
Harry intento a guidare.
La luna splendente nel cielo.
Il silenzio nell'abitacolo.

Apro gli occhi.
Mi volto per guardare le case sorridendo nel vedere gente, persone a caso barcollare come degli ossessi.
Forse stasera non si è divertita solo Gemma.
Ma anche qualcun'altro, a quanto vedo.
Mi lecco le labbra.
Guardo Harry ripartire dopo essersi fermato ad un semaforo.
Sorride.
I lineamenti sono rilassati, se non per quelle rughe d'espressione tra le sopracciglia, che gli compaiono solo quando è concentrato.

Mamma mia...

Quanto diavolo è bello.

Talmente tanto che sono stufa di dirlo...

Sobbalzo non appena si volta, beccandomi in pieno.

Ma perché riesco sempre a farmi beccare?
Perché mai dico io?
Perché non riesco a spiarlo senza dare nell'occhio?

Cioè... è un supplizio così.

Un vero e proprio supplizio, direi.
< Mi mangiavi con gli occhi Smith >.
< No >.
< Sì >.
< Se lo dici tu > incrocio le braccia voltandomi dall'altra parte.
< Ma perché devi dire di no? > mi tocca una guancia con l'indice < ti ho sgamata in pieno >.
< Perché no... ti dico di no è no > affermo seria.
< Lo so che sono talmente bello da farti girare la testa >.
< Pff... egocentrico >.
< Non sono bello? >.
< Sei un bel ragazzo certo ma... >.
< Niente ma Smith hai appena ammesso che sono bello da morire >.
Gli rifilo una linguaccia.
Che egocentrico, lo ripeto.

Ma d'altronde come dargli torto?

È veramente bellissimo che non posso negarlo.

Harry parcheggia davanti casa per poi scendere dalla macchina venendo ad aprire la mia portiera.
< Addirittura galantuomo >.
Annuisce < mademoiselle > mi afferra per una mano facendomi scendere.
< Galantuomo e egocentrico > fa una faccia buffa facendomi ridere.
Porto le braccia sui fianchi.
Che scemo...
< Mi segua >.
Ridacchio seguendolo fino alla porta di casa.
Porta che apre sbattendola.

Ed io...

Non mi rendo conto di quello che sta succedendo fino a che non mi ritrovo bloccata contro il muro con le sue mani intente a tirare giù la zip della mia tuta da Eva Kant.
< Che fuoco > scherzo io.
Mi morde le labbra < è da prima che aspettavo questo momento >.
Lo guardo famelico.
< Certo che devo piacerti parecchio eh >.
Mi guarda non capendo.
< Non riesci nemmeno ad aspettare... >.
Sorride sghembo.
< Non so perché ma ogni volta che ti guardo... > abbassa la voce come se potessero sentirci < ho una voglia matta di averti, di farti mia >.
< Ah, sì? >.
Mi guarda annuendo.
< Non sai quanto mi ecciti Smith >.
Ridacchio.
< Vuoi sentire? >.
Alzo un sopracciglio.
Mi avvicino stampandogli un bacio prima di guardarlo, di nuovo.

E... che ho voglia di giocare.

Senza dire nulla inizio a correre su per le scale urlando < se arrivi dopo di me dormiamo e basta! >.
So che potrei perdere ma per una volta so di poter contare su questi tacchi micidiali che in un battibaleno mi portano alla vittoria.
< Ho vinto, si dorme >.
Apro la porta della camera togliendomi la tuta e infilando una maglia di Harry che ho lasciato l'altro giorno piegata sul letto.
E che noto con piacere essere ancora qui.
< Sei una stronza cazzo > sbotta togliendosi la sua maschera.
< Mi dispiace Styles >.
< Questa me la paghi > mi afferra per un fianco.
Sfuggo ad un suo bacio < cosa non ti è chiaro del 'si dorme e basta?' >.
Alza gli occhi al cielo.
< Mi dispiace >.
Vado in bagno dove mi lavo i denti sentendo Harry imprecare.

Povero cucciolo.
Mi duole vederlo disperarsi per me.

Sul serio.

Ma... è solo un gioco.
Uno stupidissimo gioco.

< Sei una stronza > mi indica una volta tornata in camera per poi andare in bagno dove si lava i denti sbuffando.
Ridacchio infilandomi nel letto aspettando che torni.
< Dai... sono stanca > gli dico mettendolo alla prova.
Voglio vedere come reagisce.
< Ho mal di testa > spiego mostrandomi dolorante < domani ti prometto che mi faccio perdonare >.
< Domani per tutto il giorno non scappi eh >.
Annuisco facendo la finta scocciata.

Come se mi dispiacesse essere rapita da lui, tutto il giorno.

Come no...

< Promettimelo >.
Lo guardo.
< Smith, prometti >.
Annuisco.
< Dillo >.
< Ok, ok va bene capo > rido < non scappo >.
Annuisce guardandomi serio.

Ancora crede che voglia dormire...

È assurdo.

Ho uno sguardo che dice tutt'altro. 
Ma lui sembra non farci caso.
Sembra non accorgersene nemmeno.
Lo vedo infilarsi a letto scettico ma alla fine cede.
Si è convinto del fatto che dobbiamo dormire e basta.
< Va bene >.
< Grazie > mi sporgo per baciargli una guancia e voltarmi dall'altra parte.
Harry spegne la luce ed io devo trattenermi dal non ridere seduta stante.
Che credulone.
Veramente un bambinone.

Ma come fa a credere che voglia dormire?

Cioè ho anche messo l'intimo adatto che in un'altra situazione non avrei nemmeno indossato.
Lo sento sospirare.

Harry caro.

È da prima che penso a quanto voglia farmi rigirare da te.
È da prima che penso a quanto voglia sentirmi bene e appagata.
Ed è da prima che non vedo l'ora di sentirti, per benino intendo.

Ed è l'ora di viverci, appieno.

Come avevamo promesso di fare, secondo i nostri piani.

Non dorme, sono sicura.
Lo percepisco dal suo respiro.
Sta pensando probabilmente.
Ma a breve gli farò staccare la spina.
Per non pensare più a niente.
Conto fino a dieci per poi alzarmi e mettermi a cavalcioni su di lui.
< Che diavolo fai? > mi domanda sorridendo.
< Immagina >.
< Che ne so? > domanda ironico.
Roteo gli occhi.

Possibile mai, che debba spiegargli cosa stia per fare?

Dai... mi rifiuto.

< Sai cosa sto facendo >.
Mi sorride.
< Dimmelo tu >.
Sospiro < no, no che non te lo dico >.
Si morde le labbra infilando una mano tra i miei capelli.
< Voglio sapere cosa stai facendo >.
Sospiro, di nuovo.

Ok, vuole spiegazioni?

Gliele darò.
Senza alcun problema.

< Stupido... > gli tolgo la maglia buttandola alle mie spalle < era solo una prova >.
< Ossia? >.
Tolgo la mia maglia buttandola alle mie spalle < per vedere se avresti accettato il fatto di dormire e basta >.
Sorride.
< Allora? > domando aspettando che risponda.
< Certo che avrei accettato, cos'altro avrei potuto fare? >.
Alzo le spalle < hai ragione >.
< Certo che ho ragione > sghignazza < se il tuo desiderio era dormire avremmo dormito >.
Che dolce...
Profondamente dolce e talmente stronzo da farmi girare la testa.
Mi squadra attentamente.
< Quindi non hai mal di testa? >.
Scuoto la testa prendendo a baciargli il petto.
< Non hai sonno? >.
Mi avvicino al suo viso < Harry Styles... > gli mollo un bacio.
Lo sento eccitarsi.
< Non > un bacio.
< Ho > porto le mani tra i suoi capelli < sonno >.
Le mie mani vagano libere sul suo petto prima che si decida finalmente a mettere fine ad ogni parola.
< Allora? >.
Gli lecco le labbra < allora cosa? >.
Porto una mano oltre i suoi pantaloni.
< Se vuoi chiedermi cosa voglia... > mi avvicino sussurrando < voglio te >.
< Sei una tale stronza > sbotta tirandomi verso di lui.

Come te, mio bello e dannato.
Come te.

Faccio spallucce < ho imparato dal migliore >.
Mi guarda malizioso.
< Cos'è questa faccia? >.
< È la faccia di uno che sta per farti urlare >.
Ridacchio.
< Ma ora basta parlare... >.
< Cosa vuoi fare? > domando a bassa voce.
< Questo che sto per fare > passa un dito sulle mie labbra.
E... poi mi bacia mentre io sorrido.

Finalmente...

Affondo le mie unghie sulla sua schiena.

E così ci baciamo.
E baciamo, baciamo...

Togliendoci mano a mano dei pezzi dei nostri indumenti.
Tornando nella nostra bolla di sapone, lontana dalla realtà e... dai mille problemi che ovviamente la circondano.



 
———



Guardo fuori dalla finestra.
Che giornata...
Fa schifo.

Come il mio umore.

A parte il ciclo... ho tremila pensieri a rabbuiarmi.
A mandarmi in tilt.

E tutto per colpa mia eh.

Non riesco mai a starmene tranquilla.
Mai e poi mai.
E questo è il risultato.

Se solo non avessi origliato la conversazione tra Lerya e John ieri sera starei bene.
Senza pensieri a tormentarmi.
A farmi venire tremila dubbi.
Dubbi a cui non so dare delle risposte.
Sospiro.
John non c'entra nulla alla fine.
Anzi quello che ha detto è vero.

Dannatamente vero.

Talmente vero che non posso prendermela con nessuno se non con me stessa.

Perché...

John ha ragione.

La sua domanda vale 1000 punti.

Eccome se li vale...

'Dov'è stato Harry per tre mesi?'

Bella domanda.
Ha ragione.

Dov'è stato?

Nessuno sa nulla.

Io non so nulla.
Eppure forse dovrei.

No?

E così è da ieri sera che ho iniziato a pensare a dove può essere stato.
O a cosa può aver fatto.
E da lì sono partite mille immagini.

Risultato?

Un gran mal di testa.
Che poi no...
Basterebbe solo parlarne.
E sarei più tranquilla.

Ma qui il problema è appunto quello.

Parlare.

Perché...

Io e Harry non parliamo.
Quando ci vediamo facciamo sesso.
Ovvio, parliamo... non è che non parliamo.

Ma...

Ma non parliamo di argomenti di cui invece dovremmo parlare.
Per forza di cose.
E questa cosa mi sta distruggendo quel briciolo di benessere che ho ritrovato, nell'ultimo periodo, grazie a lui.
Il mio cellulare vibra.
Lo afferro prima di leggere velocemente.
E come dice il detto...
Parli del diavolo e gli spuntano le corna.
È Harry.
Mi ha scritto se sono a casa.
Vuole passare a trovarmi.
Per stare un po' insieme.
Sbuffo.

E certo.

So cosa implica stare insieme.
Certo che lo so.
Ormai l'ho capito alla perfezione.

È... una routine.

Una sorta di abitudine, di schema prefissato.

Lui arriva.
Mi bacia.
Un bacio tira l'altro e zan... il gioco è fatto.
Ci si riprende.
Si guarda un film.
O si cucina.

E...

E poi via col secondo round.

Perché...
Che fai?
Non te lo fai un secondo round?

Certo.
Come fai a dirgli di no?
E dopo il secondo round?

Si parla.
Di stronzate.
Di cazzate.
Non di cose serie.
Come invece, ripeto, dovremmo fare.

È tutto già schematizzato.
Tutto già visto e rivisto.

Un altro messaggio mi desta dai miei pensieri.
Leggo.
Si chiede perché non risponda.

E...

Facile capire perché non risponda.

Perché non parliamo.
Ecco cosa vorrei rispondergli.

Ma sai che?

Oggi parleremo.

Basta.
Ho deciso.

Digito velocemente il messaggio.

'Scusami ero in bagno... comunque ti aspetto.
Entra da dietro mi raccomando.
P.s Lerya non c'è'.


Invio aspettando che risponda.
E dopo pochi secondi arriva la risposta.

'Parto ora... porto il gelato'.

Sorrido.

Come sa prendermi lui nessuno mai.

Perché...
Sa che impazzisco per il gelato.
Sa che facendo così mi scioglierò.
Eccome se lo sa.
Mi tolgo il sorriso stampato sul volto.
'Oggi niente cedimenti'.
Annuisco.
Sì cavolo... niente cedimenti.

Oggi si parla.
Che lo voglia o no.

Si parla.
E basta.

Gelato o non gelato non cederò.

Non cederò ai suoi baci mozzafiato.
Alle sue mani esperte.
Al suo corpo esigente.
Alla sua voce, ai suoi sguardi.
Non cederò.

Dannazione!

No...
No, che non lo farò.

Appoggio il cellulare sul comodino per poi andare in bagno a cambiarmi l'assorbente.
Porto una mano sulla tempia.
Sto... una merda.
E non scherzo.
Ho un mal di pancia incredibile.
E mal di schiena e mal di testa.
Insomma una sofferenza bella e buona.
Mi alzo dal water tirando lo sciacquone per poi lavarmi le mani e specchiarmi.
Oddio che occhiaie che ho...
Assurde.
Fan paura.
Ma ci sta...
Non dormo bene.
Dormo ad intervalli.
Soprattutto quando sono con Harry.
Dormiamo veramente poco che se ci penso capisco che è sbagliato.
Profondamente sbagliato.
Perché poi a lavoro devo usare più concentrazione che normalmente userei.
E ciò non va bene.
Torno in camera e mi piazzo davanti la porta mentre dei passi salgono le scale.
Ed eccolo lì...
Sorriso smagliante.
Vaschetta di gelato in mano.
E uno sguardo sereno, rilassato.
Mi sorride salendo l'ultimo scalino.
< Ehi > si avvicina prendendomi per un fianco.
Gli sorrido tirata.
< Sbaglio o questa tuta è la mia? >.
Annuisco.
Ridacchia < mi freghi le cose? >.
Si sporge per posare un bacio fugace sulle mie labbra.
Lo spingo in camera chiudendo la porta alle mie spalle.
< Sicura che Lerya non torni? >.
< Sì... è fuori per il weekend >.
Annuisce osservandomi.
< Meglio >.
Alzo le spalle.
< Così abbiamo più tempo per noi > afferma malizioso e in due secondi è già di fronte a me.
Mi accarezza i capelli per poi posare un bacio sulla mia fronte.
Chiudo gli occhi respirando a pieni polmoni il suo profumo per poi riaprirli non appena le sue labbra afferrano le mie.
< Harry > lo chiamo. 
< Lo sai che amo baciarti >.
E così mi stampa altri baci.
< Dai Harry, basta... > lo fermo liberandomi dalla sua presa.
Cammino avanti e indietro.
< Che hai? > mi domanda ad un tratto.
< Ho il ciclo > affermo mordendomi le labbra.
< Sicura che è solo per quello? >.
Annuisco storcendo il naso.
< Caroline > mi indica < percepisco la tua ansia da lontano >.
Sbuffo.

Che palle.
Che palle.

E ancora che palle.

Perché deve riuscire a leggermi nel pensiero?

Perché dico io... perché?

Così è più difficile per me.

Non riesco a nascondergli le cose così.
Non riesco a formulare quello che voglio dirgli, così.
E così via.

< Dai, dimmi che succede > si avvicina portandosi una mano tra i capelli.
Prendo un bel respiro.
Lo guardo e capisco che è il momento.
È il momento di essere sincera e di dire quello che penso una volta per tutte.
< È che... noi due non parliamo mai >.
Ridacchia < come non parliamo? >.
Sospiro < lo sai cosa intendo... >.
Scuote la testa.
< Intendo che non parliamo... sul serio ecco >.
< Ossia? >.
Roteo gli occhi < ossia? Ossia che quando ci vediamo facciamo altro e basta >.
Annuisce < ok... > mi squadra < e di cosa vuoi parlare? >.
Porto una mano sul mio fianco destro < tipo di quello che hai fatto in quei tre mesi >.
Non spiego a cosa mi riferisco.

So che ha capito.

Lo so perché i suoi occhi mi comunicano semplicemente di aver capito.

Senza se e senza ma.

< Va bene >.
Annuisco.
< Come mai ti è venuta in mente questa cosa? >.
< Quale cosa? > domando.
< Del fatto che non parliamo >.

Ah...

< Ho sentito John e Lerya parlare ieri >.
< Mh, mh >.
Mi gratto la mano nervosa < e John ha chiesto a Lerya dove fossi stato in quei mesi >.
Harry annuisce.
< Ed io mi sono resa conto di non sapere nulla di cosa hai fatto in quei tre mesi >.
< Ok > afferma.
< Voglio solo sapere > gli dico cercando di apparire il più calma possibile.
< Care > mi chiama prima di togliersi il giubbetto appoggiandolo sulla sedia.
Lo guardo avvicinarsi e senza dire nulla mi lascio trascinare sul letto.
< Te ne avrei voluto parlare ma non sapevo se a te andava sinceramente > spiega una volta seduti.
< Forse fino a ieri pensavo di non voler sapere nulla > ammetto sincera < ma ho capito invece di voler sapere tutto >.
Annuisce.
< Allora... partiamo gradualmente > mi guarda < ti va? >.
< Sì > dichiaro aspettando che prenda a parlare.
< Quando... quando sono > si blocca.
Dev'essere difficile per lui ricordare quei momenti.
Lo percepisco dal suo volto.
Tirato... spento.
< Quando sei uscito dalla chiesa? > cerco di aiutarlo mantenendo un tono quanto più possibile calmo.
Non voglio litigare.
Non è il mio obiettivo.

Voglio solo conoscere quei tre mesi della sua vita.

Mi basta questo.

< Sono andato da un mio amico di infanzia a Redditch >.
Annuisco.

Redditch.

Immaginavo.
Lo immaginavo sì... me lo sentivo che si fosse rifugiato da qualche amico.

E infatti...

< Sapevo tramite amici che sarebbe partito per un paio di mesi per dei lavori > spiega per poi riprendere < e sapevo che sarebbe partito dopo una settimana più o meno >.
< Ok > lo spingo a continuare.
< Il problema è che io non avevo niente con me... nemmeno la mia macchina >.
Annuisco < quindi sei passato a Londra a prendere le tue cose > finisco la frase al posto suo.
< Esatto... >.
< Quando? >.
Mi guarda < una mattina sono passato sotto casa dei miei e ho visto che eravate tutti lì ancora > prende fiato < ho capito che se fossi partito subito avrei avuto più vantaggio rispetto a voi >.
Avremmo potuto incontrarci.
< Cioè... potevamo scontrarci > ammetto voltandomi verso di lui.
Annuisce < ed è quello che ho evitato... così la sera prima mi sono intrufolato nel giardino per capire quando sareste ripartiti e lì ho sentito tua madre e la mia parlare della partenza prevista per la mattina seguente >.
< Hai giocato di astuzia >.
< Dovevo sennò come hai detto tu ci saremmo scontrati a casa e... sinceramente volevo evitare >.
Annuisco sentendo il mio cuore battere forte.
< Comunque > si schiarisce la voce < ho preso le mie cose, i contanti che avevo da parte e sono partito con Jay >.
< Per dove? > domando.
< Te la faccio breve >.
Annuisco.
< Prima per Bristol, poi per Bradford, Winchester, Dover, Portsmouth >.
Boccheggio.
< Praticamente sei sempre stato qui >.
Silenzio.
Solo silenzio fino a che annuisce.
< Le uniche volte in cui mi sono spostato sono state per andare in Norvegia e in Francia dove Jay aveva dei colloqui importanti >.
Lo osservo.

Cioè.

È sempre stato a qualche ora da me.

È sempre stato così vicino...
Che a saperlo l'avrei cercato per tutti i paesi.

Non ci credo.

Non ci posso credere.
Non scherzo.

Ho sempre pensato fosse lontano.
Magari in Australia.
O in Africa.
Insomma... talmente lontano da poter essere dovunque principalmente.

E invece...

Invece è sempre stato qui.

Nei dintorni.

< Una volta sono stato anche ad Holmes Chapel >.
Il mio volto una lastra di marmo.

Ad Holmes Chapel?

Sono confusa.

< Dai tuoi >.
Lo guardo per capire se dice la verità.

E... dice la verità.

< Per... per quanto? >.
Le parole mi muoiono in gola.
È stato dai miei.

E loro...

Non mi hanno detto nulla.

Perché?
Perché diamine?

< Per una notte sola... dovevo aspettare Jay che tornasse a riprendermi >.
Annuisco e deglutisco.

Sono...

Incredula.
E incazzata.


Incazzata come non mai.

I miei mi hanno mentito.

Ci rendiamo conto?
Mi hanno consolata pur tenendomi nascosta una cosa così grande.

Sono... allibita.
Non scherzo.

< Perché mai non me l'hanno detto... >.
Scuoto la testa.

Non ci credo.
Non ci credo che hanno deciso di mentirmi.
Di non dirmi una cosa così importante.

Mi sento così... delusa.
E amareggiata.


< Gliel'ho chiesto io di non dirti nulla per non farti stare male >.
Una lacrima cade sulla mia guancia.
< Mi dispiace >.
Lo guardo mordendomi il labbro inferiore.

Ho ricevuto la pugnalata più atroce.
Dalla mia famiglia.
Da chi credevo non potesse farmi del male.

Merda.

< Care non sai quanto mi dispiace >.
Annuisco tirando su col naso.
< Sono stato un coglione >.
Mi volto non guardandolo.

La verità fa male.

Questa verità fa male.

Eccome se lo fa...

< Dovevo dirti le mie paure, dovevo dirti che ci avevo ripensato >.
Non rispondo.
< Tutte le volte in cui mi chiedevi se avevo dei ripensamenti... > prende fiato < dovevo dirti che ce li avevo eccome, che non ero poi più così certo di voler compiere quel passo >.
Mi volto < sì, dovevi farlo >.
Annuisce < lo so... e questo è il mio più grande rimpianto >.
Boccheggio.
E cerco di respirare il più lentamente possibile.
Non voglio farmi prendere un colpo.
Non voglio avere un attacco di panico.
< Guardandoti sull'altare ho capito che ti avrei fatto del male sposandoti >.

Un'altra pugnalata al petto.

< Ho avuto paura.... > mi prende il viso ormai bagnato dalle lacrime < ho pensato alle mie responsabilità... e ho deciso di fuggire >.
Tiro su col naso.
Ancora.
< Ho pensato solo a me > ammette mentre io chiudo gli occhi rivivendo quei momenti.

Momenti che mi hanno segnata.
Momenti che mi segneranno per sempre.

Per sempre.

< Avrei dovuto pensare a te... proteggerti e invece ho fatto quello che mi riesce meglio >.
< Scappare > sussurro io.
Mi guarda con una tale intensità da farmi venire i brividi.
Così forte che non riesco a reggere il suo sguardo.
< Ancora adesso porto il peso delle mie azioni... e va bene così, me lo merito >.
Mi alzo avvicinandomi alla finestra.

Che scherzo del destino è la vita, a volte?

È stato sempre vicino a me.
Preferendo fuggire.

Lasciarmi lì invece che dirmi la verità.

Ha preferito martoriarmi l'anima.

Il cuore.


Pur di non distruggere, annientare il suo orgoglio del cazzo.

La vita è bastarda.

Le sue mani sul mio collo.
< Ti prego >.
Un singhiozzo a scuotermi.
< Care >.
Non rispondo.
Senza difficoltà mi fa voltare afferrando il mio viso.
< Guardami >.
Lo ripete.

Una, dieci.

Cento volte forse.

< Guardami Caroline >.
Lo faccio.
Altre lacrime a bagnarmi il viso.
< Mi... >.
Non riesco a domandarglielo.
Accidenti.
< Dimmi... >.
Lo guardo.
Ormai devo chiederglielo.
Devo sapere. 
< Mi hai amata almeno o è stata tutta una finzione? >.
La testa mi batte.

Il cuore anche peggio.

Forse sto per avere un infarto.
Sto per morire, forse.

Non lo so nemmeno io a dire il vero.
Non lo so più.

E poi...

Senza dire nulla mi bacia.
Le lacrime che scendono tra le nostre labbra.
La mia testa caotica.
Il mio corpo tremolante.

E le sue labbra a confessarmi di avermi sempre amata.

Dal primo istante.

< Non ho mai finto >.
Annuisco.
< Non ti ho lasciata sull'altare perché non ti amavo più >.
Porta una mano tra i miei capelli < voglio che te lo imprima nella testa >.
< Cosa? >.
< Che non ho mai finto con te... che il nostro amore era vero >.
Mi mordo le labbra.

La testa a ricordarmi quanto stia male in questo momento.
Il cuore a ricordarmi la stessa cosa.

Lo guardo.
Lui mi guarda.

Senza dire nulla mi avvicino per abbracciarlo.
Le sue mani stringono il mio viso.
Le sue braccia il mio collo.

E mi sento morire.

Mi manca l'aria.

Ma sto anche bene.

Dannatamente bene.

Come sempre.
Il mio respiro si fonde col suo.
E per una volta non a causa dell'orgasmo che sta per sopraggiungere.
Chiudo gli occhi cercando di non piangere.

So la verità.

La fottuta verità.

Dopo tutto questo tempo... so cos'è successo.

< Sai che una parte di me ti odierà sempre vero? >.
Annuisce.
< L'altra però non riuscirà a farlo > sussurro appoggiando la testa sul suo petto.
< Care... > mi culla dolcemente.
< Harry > lo guardo < grazie per averne parlato >.
Mi bacia sulla fronte.
< Il non sapere mi avrebbe annientata > ammetto.
< Vieni qui > mi sussurra portandomi sul letto facendomi stendere su di lui.
Chiudo gli occhi.
Le sue mani ad accarezzarmi i capelli.
I miei singhiozzi a rallentare.
Così come il mio cuore.

È...

È come se mi fossi tolta un peso.
È come essere più leggeri.

Apro gli occhi.

Dovevamo parlare.
Dovevamo farlo.

Per poter star bene.

< Dormi qui oggi? > gli chiedo portando il mio viso pari al suo.
< Te lo prometto... ti terrò stretta tutta la notte >.
Annuisco per poi stendermi vicino a lui.
Mi volto guardandolo.
Sorride, gli occhi lucidi.
< Che c'è? >.
< Niente... è che sei bella >.
< Ma non direi... guarda che occhiaie >.
Mi accarezza le occhiaie sorridendo.
< Stai meglio ora che abbiamo parlato? >.
< Non sapere dove fossi stato mi stava uccidendo >.
< La prossima volta invece che tenere il muso e fare la vaga dimmi quello che succede senza problemi >.
< Hai ragione >.
Mi guarda sorridendo ancora.
Ed io muoio letteralmente.
< Ci siamo promessi chiarezza >.
Annuisco.
< Hai ripensamenti riguardo quello che sta succedendo tra noi due? > mi domanda chiaro e limpido.
Scuoto la testa.
< Sicura? >.
< Sono sicura... >.
Mi accarezza il viso.

Sono sicura.

Quello che sta succedendo tra noi due mi sta facendo solo che bene.

Più che bene, a dire il vero.

Lo guardo < ah >.
< Cosa? >.
< Niente sentimenti > glielo ricordo.
Annuisce < te l'ho già detto e promesso... niente sentimenti >.
E senza dire altro si avvicina per posare le sue labbra sulle mie.
Mi sistemo meglio sul cuscino portandolo più vicino a me.
Rispondo ai suoi baci, mordendolo, infilando le mani tra i suoi capelli.
La sua mano sul mio cuore.
I nostri occhi a guardarsi.
A perdersi nell'attimo.

E...

E come ogni dannata volta succede che mi sento bene.

Mi sento bene...

Abbiamo parlato.
Finalmente.

Ho pianto.
Mi ha abbracciata.
Mi ha detto di non aver mai finto.

Ed io sto bene.

Ancora una volta... tra le sue braccia. 
   
   
   
   
   

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Capitolo 40
*** Una stupida presa in giro. ***


Mi butto sul divano a peso morto.
Sono sfinita, semplicemente e non scherzo.
Fuori l'aria non è calda per niente.
E piccoli brividi mi percuotono.
Sospiro.
Che pomeriggio...
Mamma mia, da non crederci.
Ho camminato tantissimo, talmente tanto che per un po' non vorrò più sentir parlare di passeggiate.
Ma soprattutto non vorrò più sentir parlare di case.

Eh già.
Ebbene sì.

Finalmente sono riuscita a trovare un po' di tempo per prendere appuntamento.
Anche perché se non lo avessi fatto... sarei in alto mare.
Ed io come ho già detto... voglio trasferirmi.
Il prima possibile.
Lerya non lo sa ancora.
Ma stasera lo saprà.
Abbiamo una cena con gli altri ed io finalmente svelerò il mio piccolo segreto.
Così festeggeremo oltre che la mia decisione anche la promozione di Liam a capo ufficio nell'azienda dove lavora.
Comunque ritornando a oggi pomeriggio.
E alla mia stanchezza...
Io ed Harry siamo andati a vedere le case, come d'accordo con l'agenzia.
Ed è stato un fottuto flop.
Assurdo.
Sul serio, assurdo.
Ed io che pensavo che l'avrei trovata subito.
Sì, come no...
Come no.
Che poi no?
Alla fine non erano proprio un flop flop eh...
Per carità.
Erano tutte carine.
Ma non mi dicevano nulla.
Boh.
Ho trovato tanti difetti.
Forse troppi, a dire il vero.
Qualcuna era troppo buia, qualcun'altra troppo piccola.

Insomma... un vero disastro.

E non pensavo.
Cioè per carità so che trovare una casa subito è praticamente impossibile.
Perché...
Bisogna starci dietro e tutto.

Però... è proprio impossibile, mi sembra.

< Dai ma quella bianca non era male > mi dice Harry entrando in sala.
Faccio una smorfia.
A lui piacevano tutte.
O quasi tutte.
Io gliele bocciavo sotto lo sguardo disperato dell'agente immobiliare.
< Vorresti dire che era brutta? >.
Scuoto la testa < no è che... >.
< È che? >.
< Era troppo buia la casa >.
Si siede accanto a me.
< E invece quell'altra? >.
Mi volto.
Non capisco quale intenda... ne abbiamo viste parecchie.
< Quella col parquet >.
< Carina > commento.
Sorride < carina? >.
< Sì >.
< Era bellissima >.
Annuisco.
Ha ragione.
Sicuramente è stata la più bella che abbiamo visto.
Ma... boh.
Non mi ha lasciato col fiato sospeso.

E invece io voglio rimanere col fiato sospeso.

Voglio che casa mia mi faccia star bene.
Voglio tornare a casa felice.
Senza dover pensare a quanto sia buia ogni santo giorno.
O a quanto sia piccola.

Voglio star bene.

Ma forse... non è ancora arrivata la casa che mi fa battere il cuore.
Ed è uno strazio.
Un supplizio, vero e proprio.

< Inizio a perdere le speranze >.
< Non dire così >.
Mi mordo le labbra.
< E cosa dovrei dire? >.
< Care > mi chiama prima che mi volti < sono sicuro che ce la farai... tranquilla >.
Alzo le spalle.
< E poi... > afferma abbassando di un tono la voce.

E poi?
Perché ha abbassato la voce?

So che quando lo fa...

Eh infatti.

Non appena mi volto, mi ritrovo la sua faccia a due centimetri dalla mia.
< Poi? >.
< Se non trovi la casa dei tuoi sogni puoi sempre venire a vivere qui >.
Come no... così poi perdo completamente la lucidità, che tra parentesi già ho perso.
Con uno scatto si posiziona su di me baciandomi il collo.

Ecco, appunto.

Gli sembra una buona idea?

< E ti sembra una buona idea? > domando ridacchiando.
< Mi sembra una buonissima idea >.

Mh, mh.

Non ne sono mica così convinta io.

Mi stampa un bacio veloce < non trovi? >.

Lo guardo.

Forse, forse ha ragione.

Lo guardo, di nuovo.

Sì, direi che sarebbe una buonissima idea.

Ma ripeto.

Sarebbe.

Perché non lo è.

Non possiamo vivere insieme.
Non più.


< A quel punto verrebbe meno la nostra amicizia > faccio le virgolette marcando bene la parola amicizia.
Fa spallucce < e allora? >.
< E allora non avrebbe senso > dico portando una mano tra i suoi capelli.
< Mha... se lo dici tu >.
Annuisco per poi rabbrividire non appena mi sussurra all'orecchio < l'unica cosa negativa per te è che ti darei il tormento >.
Rido.
Ma so che ha ragione.
Maledettamente ragione.

Perché è quello che succede ogni volta.

Forse... siamo calamite.
Forse non riusciamo a stare distanti.
Separati.

Forse... forse, forse.

Forse tanti forse.

Chiudo gli occhi non appena mi abbraccia portando il viso sul mio petto.
Sentire il suo cuore a contatto col mio... è la cosa più preziosa che ho al momento.
E non scherzo.

Ma forse è lui che è prezioso.

Ed io mi sto rendendo conto di non voler rinunciare.
Di non voler dire addio alla mia gemma preziosa.
Anche se questo (già lo so) porterà mille problemi.

E sicuramente mi farà stare solo che male.

Ma... sti cavoli.

Voglio vivermelo appieno.
Voglio poterlo abbracciare.
Voglio poterlo baciare.
Voglio poterlo sentire mio.
Senza pensare ai se e ai ma.

Anche se di se e ma ce ne sarebbero a bizzeffe.

Sorrido istintivamente non appena sento la sua mano stringermi più forte.
Sorrido perché lo fa sempre.
Ed io lo so.
Lo so bene.
Rimaniamo nel silenzio della stanza.
Senza parlare.
Guardo il soffitto.
Soffitto che conosco perfettamente.
E mi ritrovo a pensare.
Ultimamente io ed Harry stiamo sempre insieme.
Sempre.
E non scherzo.
Prima almeno riuscivamo a stare distanti.
A non vederci... almeno per un paio di giorni.

Ma...
Ora non ci riusciamo più.

Sia io che lui sentiamo il bisogno di vederci.
La maggior parte delle volte stiamo qui ma a volte stiamo anche a casa mia.
E... letteralmente passiamo intere giornate insieme.
Dalla mattina alla sera.
E seppur ci dividiamo per andare al lavoro... al ritorno sappiamo già che ci vedremo.
Che staremo insieme.

E ciò... mi rende felice come non mai.
Come rende felice Harry.

E non appena ci vediamo dopo essere stati separati... ci baciamo con una tale intensità da sembrare non vera, irreale.
E poi... e poi ci spogliamo senza perdere tempo per poi finire aggrovigliati tra le lenzuola, in camera da letto.

Posto in cui siamo noi stessi.
Posto in cui non pensiamo... vivendo appieno il momento magico.

Vivendo appieno le sensazioni, le emozioni, gli odori.
Insomma vivendoci appieno.

Che è quello che più conta, alla fine.

Sobbalzo non appena il mio cellulare prende a squillare distraendomi dai miei pensieri.
< Tieni > mi porge il telefono dopo averlo recuperato da sopra il tavolino.
Mi schiarisco la voce.
< Smith >.
< Horan >.
< Che fai? >.
< Niente, sono sul letto >.
< Ti va di fare aperitivo prima della cena di questa sera? > domanda mentre sento Gemma salutarmi a gran voce.
< Non puoi rifiutare > mi ammonisce prima che io accetta.
< Ti passiamo a prendere >.

No.
No, che non mi passano a prendere.

Sono a casa di Harry.
Non a casa mia.

< No, non c'è bisogno >.
Vedo Harry tirarsi su per farmi cenno di non andare.
< Ok, comunque se chiamiamo Harry per te è un problema? >.
Mi mordo le labbra per non scoppiare a ridere.

Ma che problema...

< No, no assolutamente >.
< Ok, a dopo >.
Gli mando un bacio volante.
< Sta per chiamarti > dico ad Harry prima che il cellulare prenda a squillare.
Mi volto rimanendo incantata dalla sua perfezione.

Bellezza.

Ogni suo gesto, ogni suo movimento...
Le labbra che si muovono, le mani che gesticolano, gli occhi che fissano un punto... tutto è dannatamente perfetto.

Tutto è la perfezione.

Ed io mi ci perdo completamente, non ascoltando nemmeno quello che dice.
Passando il tempo ad osservarlo.

Sognante.

< Tra dieci minuti arrivano . >.
Annuisco.
< Gli ho detto che ti sto passando a prendere e che li aspettiamo qui >.
Annuisco, di nuovo.
< Sai solo annuire? >.
Rido < scusa... stavo pensando ad altro >.
< Tipo? >.

Tipo che sei perfetto.

Tipo che vorrei baciarti tutto il giorno.
Tipo che... vorrei averti sempre con me.

Tipo...

Tipo a tutto.

< Tipo a niente >.
Mi alzo dal divano andando in cucina seguita da Harry.
< Che fai mi segui? > domando afferrando la bottiglia d'acqua dal frigo per poi versarla in un bicchiere.
Lo vedo squadrarmi dalla testa ai piedi.
< Che c'è? >.
< Niente >.
Alzo un sopracciglio < ho qualcosa che non va? >.
Scuote la testa per poi indicarmi < ti sta bene questo tailleur >.
Sorrido.
< Non scherzo... > si avvicina < ti rende più sexy di quanto già sei >.
< Come no >.
Posa le mani sui miei fianchi.
Ridacchio. 
< Perché ridi? >.
< Perché tra dieci minuti arrivano Gemma e Niall... e so cosa stai pensando >.
< A cosa? >.
Gli rifilo un dito medio.

Mi provoca.
Mi provoca sempre e comunque.

< E comunque mi basterebbero dieci minuti per rigirarti per benino >.
Porto una mano sul suo petto < no, scordatelo >.
Ridacchia < ok, allora passo ad altro >.
< Tipo? >.
E in un secondo le sue labbra sulle mie.
< Harry >.
< Shh >.
Sghignazzo < dai, non fare lo scemo... basta un bacio >.
Mi guarda < sei seria? >.
Annuisco allontanandolo.
< Vieni qui > mi afferra il viso posando un altro bacio.
< Possibile che non riesci a fermarti? >.
Scuote la testa e dentro di me muoio per la sua schiettezza.
Quella che mi manca a me.

Perché...

Anche io vorrei baciarlo.
E continuare a farlo.
Ma non riesco a dirglielo.
Invece lui lo fa fregandosene altamente dei miei lamenti... ed io impazzisco ogni volta.

Forse dovrei fare come lui, no?

< Perché tu riesci? > posa altri baci in giro per il viso.
Porto una mano sulla nuca.
Forse, se non riesco a dirglielo... posso semplicemente dimostrarglielo.

Ed è quello che voglio fare.

Abbiamo dieci minuti che dobbiamo sfruttare al meglio, no?

Mi guarda in attesa di una mia risposta.
Lo guardo.
Senza dire nulla mi avvicino baciandolo.

E... sono felice.

Perché per questi minuti che passano starò bene.

Intenta a baciarlo con foga.
Intenta a infilare le mani tra i capelli.
Intenta a fargli capire che anche per me è difficile non baciarlo.
 
 
Ogni istante della giornata.


 
 
———




Il braccio di Harry appoggiato sulla mia spalla ed io che rido a crepapelle.
È da dieci minuti che andiamo avanti così.

A ridere, ridere e ancora a ridere.

La cena è andata molto bene.
Ed io ho avuto finalmente il coraggio di dire che mi trasferisco in un'altra casa, soprattutto a Lerya.
Ha provato ovviamente a dissuadermi ma credo che alla fine abbia capito che alla fine la mia decisione non subirà alcun cambiamento.
E... va bene così.

Ho proprio voglia di cambiare aria.
Ho proprio voglia di stare da sola.

E non scherzo.

Se me lo avessero chiesto due mesi fa non avrei mai pensato di poter prendere una decisione così... non avrei mai pensato di poter scegliere la solitudine.

Ma so che starò bene.
Nel silenzio che ora amo.

So che starò bene... anche da sola.

Ho imparato a volermi bene.
Ho imparato a rispettarmi.
Ho imparato ad amarmi.
Ho imparato ad apprezzare i piccoli silenzi, i momenti di noia perché è giusto così.
È giusto restare da soli a volte.
È giusto amare il silenzio, amare la tranquillità, la pace.
È giusto perché... sento che è così per me.
Per star bene non ho bisogno di balie, di tate che devono occuparsi di me.
Non ho bisogno della presenza in casa di nessuno per star bene.
So cavarmela.
Non so cucinare ma imparerò.
Ci riuscirò.

Perché ora so di poter contare sulle mie forze.

Ovvio, non sto dicendo che non avrò momenti di sconforto o momenti di noia eh.
Ma sto solo dicendo che andrà bene.

Andrà tutto bene.

Ho i miei amici, la mia famiglia nella mia vita e mi basta.

E... ho Harry.

Mi verrà a trovare, staremo bene.

No?

Senza doverci nascondere.
Senza doverci comportare da amanti clandestini.
E credo sia giusto così.
Se abbiamo deciso di viverci la situazione appieno è giusto avere nostri spazi.

E nostre libertà.

Che ora non abbiamo, per forza di cose.

< Care? >.
Mi volto verso Gemma.
Annuisco.
< Dicevo... hai preso altri appuntamenti? >.
< Sì, per questa settimana >.
< Se vuoi ti accompagno >.
Le sorrido.
< Certo, perché no? >.
< Ora > si intromette Niall < direi di brindare >.
Rido.

Ancora?

Non stiamo facendo altro da quando abbiamo iniziato la cena.
< Non iniziare >.
Porto in alto le mani.
< Vado a prendere da bere >.
Annusico.
< Ti accompagno > propone Gemma alzandosi, facendo sì che io e Harry rimaniamo da soli.
< Finalmente soli... > mi sussurra avvicinandosi.
Sposto la faccia.

Che fa?

Non possiamo mica baciarci, così davanti a tutti.

No?

< Perché ti sposti? >.
Lo guardo alzando un sopracciglio < perché? >.
Annuisce.
< Perché ci potrebbero vedere tutti... >.
< E cosa ti importa? >.
Ridacchio < mi importa eccome Styles! >.
< Io dico non dovresti... >.
Mi mordo le labbra.

Fa sul serio?

È scemo.

Non ho altre spiegazioni.

Cioè.

< E cosa fai se ti bacio? > mi provoca.
< Provaci, dopo vediamo cosa succede >.
Sorride portando una mano tra i miei capelli.
Chiudo gli occhi gustandomi questo piccolo momento di libertà.
Gli altri sono presi dai loro discorsi e quindi nessuno noterà questa intimità tra di noi.
Rido ad una sua battuta voltando la testa dall'altra parte e...
Per poco non mi prende un colpo quando noto che Louis ci sta guardando, osservando con uno sguardo da detective che tanto gli si addice.

Cazzo.

Si accorgerà sicuramente.
Non è uno stupido.
E non è un ingenuo.

Assolutamente.

Lo vedo fare un tiro della sua sigaretta, un sopracciglio più alto del normale.
< Io vado in bagno > afferma Harry tirandomi su con lui.
Sento gli occhi puntati addosso.
Non posso fare mosse azzardate.
< Vieni con me? > domanda sornione mentre io scuoto la testa.

Tipo ecco...

Non posso andare in bagno con lui, senza che Louis non si accorga.

E faccia due più due.

< Non sai cosa ti perdi > mi punta un dito sulla guancia.
Faccio spallucce spingendolo via e non appena Harry va via ecco avvicinarsi Louis.

Cazzo.

Cazzo, cazzo.

Adesso mi interrogherà.

Ed io, ovviamente, cederò.

Perché tanto lo so, mi conosco.

E conosco la forza di Louis nel farsi confidare le cose.

< Smith >.
Mi volto sorridendogli.

Se magari fingo che va tutto bene, non chiederà nulla, no?
Non può essere?

Si siede aspettando che lo faccia anch'io.

Ecco.

Come non detto.

È pronto, no ma che dico prontissimo all'interrogatorio.

Mi siedo anch'io.
< Come va? > domando cercando di stemperare l'aria.
< Tutto bene... tu? >.
Sto per rispondere ma anticipa la mia risposta < vedo che ti stai divertendo >.
Annuisco.
< Care >.
Lo guardo ansiosa.
< Posso farti una domanda? >.

Eccolo.
Ecco che sta per chiedermi la domanda del secolo.

E infatti...

< Cosa c'è tra te e Harry? >.

Sbam!

Centrata.

Sbianco un momento per poi voltarmi facendo la finta tonta.
< Non capisco... >.
< Non fare l'ingenua... sai cosa intendo > mi sorride come a dire 'oramai parla'.
Sbuffo.

Dannazione!

Louis amico mio ma perché devi essere così perspicace?

Perché?
Perché mi chiedo io?

< Non c'è nulla... perché? >.
Ridacchia scuotendo la testa.
< Che c'è? > domando.
< C'è che non sei brava a raccontare le bugie, lo sai vero? >.
Faccio una smorfia senza rendermi conto.
< Allora? >.
< Allora, cosa? >.
< Parla Smith... parla >.
Sbuffo.

Che palle.
Potrei ripeterlo all'infinito e non scherzo mica.

< E non dirmi le stronzate > mi guarda < ho visto come vi guardate >.
< E come ci guardiamo? >.
Scuote la testa divertito.
< Ok, ok adesso spiego >.
Porto un ciuffo dietro l'orecchio < ci stiamo vedendo >.
< Immaginavo >.
Mi giro per guardarlo meglio < e... niente la storia finisce qui >.
< Vi state vedendo per cosa? Per rimettervi insieme? >.
Deglutisco.

No.

No, che cavolo pensa?!

< No, cosa pensi? >.
< Bhe, mi hai detto che vi state rivedendo... >.
Sospiro < sì... >.
< Quindi immagino che il vostro obiettivo sia tornare insieme >.
Scuoto la testa.
Qui non si è capito che non torneremo insieme, mi sembra.
Ma tanto lo sapevo sarebbe stato difficile far capire alla gente la nostra situazione.

Lo sapevo e infatti...

Eccoci qui.

< Smith > mi chiama.
< Lou ci vediamo per far sesso, punto > prendo fiato < nessuno tornerà con nessuno >.
Mi guarda < ah... >.
Annuisco.
< E... e Harry lo sa? >.
< Sa cosa? >.
< Sa che non tornerete insieme? >.
Rido.

Certo, certo che lo sa.

È dalla prima volta che è accaduto che lo sa.

Perché non dovrebbe saperlo?

< Ovvio che lo sa >.
Lo vedo titubante.
< Perché? >.
< No, perché mi sembra cotto a puntino >.
< Ma che dici? >.
< Quindi quando vi vedete... andate insieme e basta, giusto? >.
Mi mordo le labbra.

Oddio.

Non è proprio così.

Sì, di base ci vediamo per quello ma a volte capita di stare insieme senza far nulla.

< Sì, cioè capita di non far nulla... >. 
< Quindi mi stai dicendo che non vi vedete solo per far sesso? >.
< Capita Lou, capita >.
Annuisce.
< Perché? >.
< Niente... >.

Come no...

Ha una faccia che la dice lunga.
Posso solo immaginare cosa pensa.

Gli tiro un buffetto < adesso parli >.
< È che... che senso ha vedervi se non fate sesso? >.
Lo guardo.

In effetti non ha molto senso.

Ma sorvoliamo.

Me lo son chiesta eh, non è che non me lo sono chiesta.

È che... forse è diventata una sorta di abitudine.

Se posso definirla così...

Ed è come se non volessi rinunciarci.

È... più forte di me, semplicemente.

Boh.

< Cioè capiscimi... non avrei nulla da dire se foste scopa amici ma così... >.
Fa spallucce.
< Così? > domando.
< Non ha senso che vi vediate senza fare quello per cui dovreste vedervi >.
Sospiro.
< Harry > indica con l'indice < è cotto a puntino >.

Come lo sa?

< Come fai a dirlo? >.
< Per tante motivazioni >.
Lo sfido < tipo? >.
< Cos'è ti interessa? >.

È ovvio.

Ovvio che mi interessa.

Voglio capire.

Così da poter analizzare ciò che mi si vien detto.
< Louis > lo ammonisco < è ovvio che mi interessa >.
< Non così ovvio ma vabbhe >.
Gli tiro un buffetto sulla gamba.
< Praticamente l'altra sera siamo stati a cena io, Liam e lui e... > ridacchia < non ha fatto altro che guardare il telefono sognante >.

Merda.

Stava parlando con me.
Stavamo capendo dove vederci...
Ma non pensavo che avrebbe guardato il cellulare tutto il tempo, sennò gli avrei detto di stare coi suoi amici e basta.

E invece... a quanto pare non è andata così.

< Si è risvegliato non appena io ho tirato fuori il mio amico dicendo che avrebbe piacere di conoscerti >.
Deglutisco.
< Dovevi vederlo... ha voluto sapere tutto di lui >.
Rido.

Immagino.

Lo conosco e so che se sente il suo territorio minacciato si comporta così.

< Il peggio è arrivato dopo... >.

In che senso?

Lo guardo < in che senso? >.
< Siamo andati in un bar e abbiamo iniziato a parlare con delle ragazze >.

E?
Cosa c'è di male?

< E allora? >.
Sono confusa.

Non c'è nulla di male.

Anzi...

< Harry ha fatto la primadonna >.
Rido.
< No, sul serio... c'era una ragazza che gli ronzava intorno ma lui nulla >.
< Cosa faceva? >.
< Era annoiato e guardava sempre il cellulare > si ferma < fino a che non è andato via senza dare troppe spiegazioni >.
Mi guarda < cioè voglio farti capire che a lui delle altre non frega nulla >.
< Ah no? >.
Mi guarda serio < gli importa solo di te e basta >.
Distolgo lo sguardo.
< Ecco perché dico che se non siete solo scopa amici dovreste lasciar perdere >.
Lo guardo.

Ha ragione.

Dannatamente ragione.

< Merda > sbotto.
< Hai ragione, bella merda >.
Annuisco.
< Sei sicura di non volerci tornare insieme? >.
Annuisco, di nuovo.
< Sono sicura... assolutamente >.
Non mento.

Ci siamo fatti troppo del male per poter tornare ad essere quelli di prima.

Per tornare ad amarci come prima.

< E allora perché continuare così? >.
Faccio spallucce < ci piace stare insieme >.
< Se vi piace doveste rimettervi insieme >.
Scuoto la testa < non dopo quello che è successo >.
< La scopa amicizia funziona se non vengono messi in mezzo i sentimenti e qui... >.
Prende fiato < qui i sentimenti ci sono >.
Mi accarezza una gamba.
< Forse hai ragione >.
Annuisce.
< Oh Lou sto facendo un casino >.
< Concordi con me? >.
Annuisco.
< Io vi voglio bene ma così facendo ho paura che finirete solo per farvi del male >.
Lo guardo per poi guardare dritto davanti a me.
Vedo Harry ridere, mostrare le sue fossette tanto adoro e... capisco.

Capisco che Louis ha ragione.

Dannatamente ragione.

Non stiamo più facendo sesso.

Forse c'è dell'altro.

Ci sono dei sentimenti che stanno venendo a galla.

Da entrambi.

Perché... anche io l'altro giorno mi sono resa conto di avere il batticuore.
Ero sdraiata sul divano e il sol pensiero di rivederlo mi ha messo un'agitazione addosso che non riesco nemmeno a descrivere.

Molte volte mi trovo a pensarlo e a ridere da sola.
A sorridere con gli occhi da demente.

E...

E non è possibile.

Non dovrebbe andare così.

Dovremmo vederci solo per andare a letto insieme e basta.
Invece ciò non accade.
Molte volte capita di stare sempre insieme senza fare nulla.
Ci capita di dormire insieme, di cercarci quotidianamente senza alcun motivo.

E... non va bene.

Non va bene per Harry.

Ma neanche per me.

Ci stiamo facendo del male.

E non va bene.

So che è difficile stare distanti.
Essere separati.
Ma dobbiamo farcela.

Non stiamo più insieme.

E dobbiamo andare avanti.
Dobbiamo capirlo.
E comportarci di conseguenza.
Sennò finiremo solo col fare dei casini e casini.
E a rovinarci ulteriormente la vita.
Finiremo col non voler più nemmeno sentire i nostri nomi.
E non voglio.

Quindi, seppur a malincuore Louis ha ragione.

E devo mettere fine a tutto questo.

< Lo so che è difficile >.
Annuisco.
< Ma pensa che è per il vostro bene >.
Lo guardo < hai ragione >.
< Però se lo ami Care... dovresti mettere da parte tutto ciò che è successo e riprendertelo >.
Sospiro.
< Non pensare ai giudizi, alle domande delle persone etc > mi prende una mano < se lo ami, riprovateci >.
I suoi occhi puntati nei miei.

Dannazione!

È che... lo amo.

E probabilmente lo farò per sempre ma...

E c'è un ma.

Non posso dimenticare il male che mi ha fatto.
Non posso dimenticare il male che ci siamo inferti... lui andandosene e io odiandolo a morte.

Quindi per quanto possa amarlo... devo lasciarlo andare.

Io devo andare via da lui.

Dimenticandomi di quel noi esistito.

E concentrandomi sul presente.

Pur continuando ad amarlo, nel profondo del cuore.

< Metterò fine a questa situazione >.
Mi guarda sorridendo < sei così testarda... >.
Faccio spallucce.
< Pensaci bene però >.
Annuisco.
< Sul serio Care... pensaci bene, non prendere decisioni affrontate >.
Chiudo gli occhi.

Ripenso all'ultimo periodo.

Ripenso a me e ad Harry così felici... così legati.
Ripenso ai nostri baci, troppi forse.
Ripenso alle sua mani intrecciate alle mie.
Ripenso alla sua risata... ai suoi occhi belli e una fitta... al mio povero cuore.

Guardo avanti e muoio non appena Harry si gira per poi sorridermi.

Ah Harry mio... quanto ti amo non lo so nemmeno.

Ma so una cosa...
E la so per certo.

Io e te non possiamo continuare così.

Non posso negare.

Non questa volta.

Non possiamo continuare a baciarci come se nulla fosse.
Non possiamo dormire abbracciati come se nulla fosse.
Non possiamo scriverci così come se nulla fosse.
Non possiamo cercarci... non possiamo far finta di non provare sentimenti.

E via dicendo...

Per quanto vorrei stare con te per tutta la vita... non posso.
Non possiamo.

Non possiamo Harry, no.

E siccome tu sei stato sempre e sei ancora il più istintivo... tocca prendere a me le redini della situazione e mettere fine a tutto questo.
Perché tutto questo... può farci tanto bene ma altrettanto male.

E noi non meritiamo di star male.

Assolutamente.

No, caro Harry... noi meritiamo di essere felici.

E di vivere la vita che ci si prospetta senza rimanere ancorati ai ricordi del passato.

Perché per quanto saremo sempre legati... saremo sempre troppo distanti dall'essere  innamorati come invece eravamo prima.

Quando il nostro amore era talmente forte, bello, vero da essere un'ancora a cui aggrapparsi per rifugiarsi da tutti i problemi della vita.
Quando tutto ciò che ci rendeva felice era guardarci e sorridere, per carezzarci il cuore.
Quando ci amavamo follemente senza infliggerci del male.


Come invece inevitabilmente abbiamo fatto.

Quindi caro mio Harry... devo chiudere qui questa breve ma intensa esperienza.
Mi fa un occhiolino mentre beve il suo drink.
Gli faccio un cenno della mano.

Harry, devo dirti addio.

E mi fa male.

Tremendamente.

Devo farlo, però.

Gli sorrido.

E sorrido di cuore.

Perché mi basta guardarlo per ricordarmi quanto mi faccia bene.

Ma poi... se scavo nel profondo mi rendo conto che mi basta guardarlo per ricordarmi quanto mi faccia male.

E... mi rattristo.

Lo vedo osservarmi prima di avvicinarsi.
Mi tiro su mentre mi offre il suo bicchiere. 
< Voi due, che fate? >.
Guardo Louis cercando una scusa.

Non possiamo mica dirgli: ehi, sai che stavamo parlando di te?
E del fatto che dovremmo smettercela di vederci?

No.

Non si può, così non si fa.

Louis sorride.
< Parlavamo Haz, niente di che >.
< Di cosa? > domanda Harry mettendo su uno sguardo indagatore.
< Di cose nostre Styles > sbotta Louis < non ti immischiare >.
< Perché? >.
< Perché sì >.
Harry mi guarda < tutto ok? >.

Cavolo!

La mia faccia mi starà tradendo sicuramente.

Lo so, lo so e ancora lo so.

Lo so bene.

E lui avrà percepito e capito tutto.

Dannazione alle mie espressioni.

< Care > mi richiama.
Lo guardo < tutto bene... >.
Annuisce.
< Ma cosa sta facendo Liam? > domanda Louis cambiando argomento.
Mi volto e rido.
La situazione sta sfuggendo di mano, un po' a tutti mi sembra.
Liam è a torso nudo e corre per tutto il giardino.
Andiamo bene...
Le nostre cene sono sempre un delirio.
Ahimè.
< È partito... > ridacchia Harry < il prossimo chi sarà? >.
Louis indica Niall.

E ti pareva?
Lui sempre in pole position.
Sempre.

< Che si fa? > domanda Louis.
< Andiamo a bere? >.
Guardo Louis < ottima idea >.
Mi volto sentendo il suo sguardo oltrepassarmi la pelle.
Mi sorride... ed io non posso fare altro che sorridere di conseguenza.

Ah Harry... sarà dura.

Molto, molto dura.

Porta una mano sulla mia nuca ed io rabbrividisco.

Sì, sarà sicuramente dura.
Per forza di cose.




 
———


 
Guardo il soffitto della mia stanza.

Che palle.

È dall'altro giorno che ripenso alla mia chiacchierata con Lou.

E sono arrivata alla conclusione che ha ragione.
Ha ragione da vendere.

Ancora una volta.

Ma questi sono stupidissimi dettagli.

Devo finirla, sul serio.

Non deve esserci nessun me e Harry.

Nessun noi.

Per forza.
Perché...
Ha ragione.

Ci stiamo facendo solo del male.

Solo questo.

Per quanto pensi che mi faccia bene tutto questo... non è vero.

Ed io devo finirla.

Perché Harry non lo farà.
Secondo lui tutto va bene, alla grande.
Ma qui, in realtà non va bene un cavolo di niente.

Niente.

E non scherzo.

Ci stiamo legando.

E non scherzo.

Altro che senza sentimenti...

Ci stiamo legando troppo, lo ripeto.

E non va bene, per nulla al mondo.

Perché finiremo per farci del male.

E finiremo con fare la stronzata dell'anno.
O peggio ancora del secolo.

Finiremo per provare ancora una volta dei sentimenti che non dobbiamo provare.

Sospiro.

È che... è dura.

Veramente dura.

Perché... è vero, stiamo veramente bene.
E ciò rende difficile mettere fine a tutto ciò.

'Pensa che non ti fa bene'.
Annuisco a me stessa.

Non mi fa bene vederlo, averlo così vicino.

Mi fa del male.

E devo capirlo.
Imprimermelo nella testa.
Una volta per tutte.

Mi alzo dal letto andando a recuperare il mio cellulare.
Oh, bene.
Nessuna chiamata da parte di Harry.
Nessun messaggio.

E forse è meglio così.

Magari l'ha capita anche lui.

Ed è meglio così.

Assolutamente.
Oggi a pensarci non ci siamo sentiti mai.
Non so dove sia, con chi sia.

E... va bene così.

Dev'essere così.

Clicco sull'album delle foto e sorrido.
Ho tantissime foto nostre.
Veramente tante che non ci si crede...

Sobbalzo non appena suonano alla porta.

Chi diavolo sarà?

Poi a quest'ora...

Lerya che ha scordato le chiavi?

Scendo velocemente le scale dopo essermi alzata dal letto e mi avvicino alla porta.
Cerco di vedere chi possa essere ma non riesco proprio a capire chi sia.
Apro la porta rimanendo di stucco.

Harry.

Harry?
Che ci fa qua Harry?

Gli do una rapida squadrata.

Dannazione.

È...come al solito perfetto.

Elegante ma casual allo stesso tempo.
Skinny jeans neri, camicia rosa rigorosamente aperta, scarpe nere.
Una visione, come ogni dannatissima volta.

Mannaggia a lui oh.

< Ehi > mi saluta portando una mano sulla testa.
Lo guardo meglio.

Ok... è ubriaco o sbaglio?

Glielo leggo dagli occhi più lucidi del solito.
E dai piedi che tamburellano il pavimento in modo assurdo.

Sì, il ragazzo qui presente è decisamente ubriaco.

Sorrido.
Mi sorride.
< Che ci fai qui? > domando per poi chiedergli come sia venuto fin qui.

Perché...
Io lo dico.
Se ha guidato da ubriaco lo ammazzo.

E non scherzo mica...
Perché lo faccio sul serio.

< Con la mia macchina > dice ironico.
Sobbalzo non appena sento la risposta.

È uno stupido.
Un vero e proprio idiota.

Gli prendo la mano facendolo entrare.
< Sei impazzito per caso? >.
Scuote la testa.
< Perché? >.
< Perché hai guidato da ubriaco >.
< Non sono ubriaco >.
Sorrido.

Come no.

Ti conosco piccolo pollo.

Ti conosco eccome.

< Ok, sono ubriaco > ammette infine.
Bingo.

Cosa avevo detto?

Lo conosco.

Lo so quando è ubriaco.
Ricordo bene le volte in cui l'ho dovuto soccorrere visto che non si reggeva in piedi.

Ah, se lo so...

Ma adesso mi sente, eccome se mi sente.
Non deve guidare da ubriaco.

E se fa un incidente?

Gli spacco la faccia.

Assodato.

< Harry! > urlo < non azzardarti più a guidare in queste condizioni, ti avverto >.
Ridacchia.
Non capisco.

Cosa c'è di così divertente?

< Non c'è niente di divertente, mi sembra >.
Annuisce < sei divertente >.

Divertente?

Qui la situazione è tutt'altro che divertente.

Mi sembra.

Gli rifilo un dito medio.
Si avvicina portando le mani sui miei fianchi.
< Mi piace quando ti arrabbi >.
Rido.

Come no.

< Comunque > porta una mano tra i capelli < mi ha accompagnato un mio collega, con la mia macchina >.
Sospiro.

Che stupido.
Mi ha fatto prendere un colpo.

Accidenti.

< Mi hai fatta preoccupare per nulla >.
Fa spallucce < volevo vederti arrabbiata >.
< Bello vero? >.
Annuisce.
< Stupido >.
< Scusa > ammette prima di sorridermi.

Diverse farfalle a svolazzarmi nello stomaco.

Dannazione.

Mi guarda.

Ok, devo fare e pensare ad altro.

Altrimenti finirà male.
Molto male.

< E perché sei qui? >.
< Perché volevo vederti > mi accarezza una guancia < voglio stare con te >.

Che male al cuore.

Anche io voglio stare con lui.

Ma non possiamo.

Non più.

< E quindi ti sei fatto portare qui? >.
Annuisce < mi stavo annoiando >.
< Come mai? >.
< Non era un granché la festa >.
Annuisco.
< Comunque... > mi sorride.
< Comunque? >.
< I miei colleghi mi hanno detto di portarti la prossima volta >.
Rido.

Perché dovrebbe portarmi ad una festa dei suoi colleghi?

Non stiamo mica insieme...
Non ha senso.

È assurdo.
Sul serio.

< È vero >.
< Perché dovrei venire ad una festa dei tuoi colleghi? >.
< Per farmi contento >.
Scuoto la testa.
< Dai > si avvicina.
< Non ha senso che io venga ad una festa dei tuoi colleghi >.
< Sì >.
Sospiro < vedremo >.
Mi blocca < ripeti quello che stavi dicendo >.
Lo guardo confusa.
< Cosa? >.
< Della festa... >.
< Ah... che non ha senso che venga... >.
Mi blocca di nuovo.
Che scocciatura.
< Smith > sorride < non vuoi venire? >.
Sorride sghembo e a me bastano due secondi per capire la sua allusione.
Allusione di merda specifico.
< Harry > mi lamento.
< Che c'è? >.
< C'è che dici un mucchio di stronzate >.
Alza in alto le mani scusandosi.

Ecco, meglio.
Lui e le sue allusioni...

Che odio.

Lo guardo prima che scoppi a ridere.
< Cosa ridi? >.
< Rido perché con te è divertente fare allusioni sessuali >.
< Perché non sono pervertita come te >.
Si morde le labbra.
< Vuoi dire il contrario? > lo sfido.
< È che con te mi viene facile pensare a cose perverse >.
Gli do una spintarella all'indietro.

Basta.
Basta così.

Sghignazzo non appena mi chiede < te l'ho già detto che sei bella quando ti arrabbi? >.
Annuisco.

Ancora con sta storia?

< Te lo ridico... sei bella >.
Sorrido.
< Ma tu sei sempre fottutamente bella Caroline Smith >.
Lo guardo.
< Non guardarmi così... è vero >.
Faccio spallucce.
< Ed hai un corpo meraviglioso >.
Roteo gli occhi.

Ancora con le allusioni?

Se solo osa incominciare... lo uccido.

< Ok, me la faccio finita >.

Oh...
Finalmente.
Non vedevo l'ora.

Perché...
Iniziavo ad essere stanca.
Lo sa che mi fanno arrossire certi commenti.

Eppure mi provoca.

Maledetto.

Ancora... 
   
   
   
< Tu che hai fatto di bello? >.

Oltre a pensare che dovremmo smettercela di vederci?

Posso rispondergli così, no?

< Niente di niente >.
Annuisce.
< Mi hai pensato? >.
< Quanto cazzo sei egocentrico Harry >.
Ridacchia divertito.
< Non scherzo mica eh >.
< Lo so piccola >.

Sobbalzo al piccola.

Ma evito di farglielo vedere.

Sennò chi lo regge?

< Sei sola? >.
Annuisco prima di confermare < come sempre >.
Ride.
Ed io rido.
Mi guarda e capisco che sta per fare quello che non deve assolutamente fare.

Baciarmi.

Fa per avvicinarsi per poi indietreggiare.

Che succede?

Non faccio in tempo a chiederglielo che Harry sparisce in bagno.

Mh... ok.

Sento l'acqua scorrere.
E non capisco.

Che sta facendo?
Sta male?
Deve vomitare?

< Tutto bene? > urlo per poi vederlo comparire.
< Che succede? >.
Mi sorride ironico < mi sono andato a lavare i denti >.

Cosa?
Sta scherzando?

Rido.

Ma che è scemo?
Ma poi... perché?

< Perché? >.
< Perché... > si avvicina al mio corpo portando una mano sotto la mia maglietta <  sennò non ti fai baciare se so di alcool >.
Rido.

È completamente andato.

Andato.

< Non è vero? >.
Faccio spallucce.
< Ora però sono bello profumato > sghignazza prima di avvicinarsi ancora di più.
Deglutisco.
Eccolo.

Sta per baciarmi.
Ed io non sono pronta.

Forse, forse dovrei mandarlo via.

Mettermi a dormire e basta.

E invece mi ritrovo a voler solo una cosa.

Una cosa più forte di me, del mio istinto.

Voglio... le sue labbra sulle mie.

Lo guardo e mi perdo nei suoi occhi prima di mettere fine a questa maledetta distanza.

Fanculo la chiacchierata con Louis, almeno per il momento.

Porto una mano sulla sua nuca prima di sporgermi e baciarlo.
< Mh... > commenta tra un bacio e un altro.
Lo guardo.
< Ti voglio > sussurra.
Riprendiamo a baciarci, al buio, stretti, incastonati tra noi.

I cuori forse un po' troppo accelerati.
E le teste spente da un pezzo.


Respiro a fatica ma continuo a baciarlo.
Percepisco i suoi pantaloni più gonfi e non posso che prendermi la mia rivincita facendo scivolare la mia mano sul cavallo dei suoi pantaloni.
Lo sento trattenere un gemito.
< Che hai Styles? > mi stacco guardandolo.
< Sei una tale stronza >.
Rido.
< Senti Smith > si avvicina al mio orecchio < posso passare al sodo e scoparti? >.
Gli prendo il viso.
Adesso gioco io.
Prima ha giocato lui... ma adesso devo prendermi la mia bella rivincita.
Essi eh.
< Sei ubriaco... sicuro che reggerai? >.
Gli mordo il labbro inferiore.
< Fidati Smith > mi sorride baciandomi.
La sua mano si infila al di sotto dei miei pantaloni, tastando il mio sedere.
< Sicuro? >.
< Zitta > mi ammonisce bloccandomi contro il muro.
< No è che da ubriachi non si rende come dovrebbe > gli dico io ingenuamente.
< Caroline... fidati che rendo anche da ubriaco >.
< Se lo dici tu... >.
La sua voce vicina al mio orecchio a sussurrarmi frasi su frasi.
< Alla festa non pensavo che a te >.
< Non mi è nuova questa Harry >.
< Sul serio... >.
< Stanotte ti ho sognata > la sua lingua a percorrere il lobo del mio orecchio.
Deglutisco.

Anch'io l'ho sognato.
Ma non glielo dirò.

No, no.

< Ho sognato che lo facevamo, qui sul tuo divano >.
Sorrido.
< E che venivi tre volte >.
Lo spingo ma lui mi riafferra.
< Perché devi arrabbiarti se ti dico che vieni? >.
< Perché mi dà fastidio quando fai queste battutine di merda >.
< Anch'io vengo e non mi vergogno di dirlo >.
Le sue mani a vagare sul mio busto.
< Non vedo l'ora di toglierti questo reggiseno >.
Mi mordo l'interno guancia.
Quant'è sfacciato... talmente tanto da farmi imbarazzare.
< Io > si avvicina baciandomi < ti voglio... ti voglio come non mai >.
Infila una mano tra i miei capelli < ti voglio Caroline Smith >.
Sobbalzo non appena la sua lingua si infila nella mia bocca senza troppi convenevoli.
Lo bacio per alcuni istanti.
< Dimmi che mi vuoi > mi supplica.
Lo guardo.
< Dimmi che mi vuoi anche tu > mi bacia il collo mentre io chiudo gli occhi.
< Dimmelo Care >.
E nel silenzio del buio ammetto che anch'io lo voglio.
Mi bacia.
< Ti voglio anch'io >.
< Ripetimelo > chiude gli occhi prendendo la mia mano per poi infilarla nei suoi jeans.
< Ripetilo >.
Mi avvicino al suo viso < ti voglio, ti voglio e ti voglio >.
Sorride per poi afferrare il mio viso e baciarmi con foga.
Tra un bacio e un altro lo ammonisco.
< Se ti addormenti o che... te lo giuro che ti caccio via >.
< Non mi addormenterò >.
Annuisco sentendo la sua mano spostarsi verso il mio bacino, il mio ventre, tra i miei seni.
Sul mio collo.
< Sappi che me la segno >.
Lo sento sorridere ma a me non frega nulla.
Sono impegnata a fare altro.
Sono impegnata a baciarlo come si deve.
Le nostre bocche rispondono automaticamente ai baci.
Le nostre mani ugualmente.

E finalmente...

Harry mi guida tra un bacio e un altro verso il divano dove mi siedo portandolo giù con me.
Rispondo ai movimenti della sua lingua mentre porto una mano tra i capelli.

Ripenso alle parole di Louis.

A quanto abbia ragione...
Dannatamente ragione.

E...

Dannazione!

Forse dovrei fermarmi.

Dovrei fermarlo.

Per quanto lo voglia.
Per quanto lui mi voglia... dovrei parlarci ora, seduta stante.

E mettere fine a tutto ciò.

Perché...

Perché a breve non ci sarà un punto di non ritorno.
A breve succederà ancora.
E mi dimenticherò della mia promessa di farla finita.

Mi dimenticherò del male che ci stiamo facendo.

E...

Sto per fermarlo ma poi chiudo gli occhi non appena sento i suoi baci tra le mie gambe.

E lì capisco.

Capisco che lo voglio.

Anche fosse per l'ultima volta, ma lo voglio.

Quindi la promessa fatta a Louis... potrà aspettare.

Ancora una volta.



 
———




Entro in cucina sbadigliando.
Afferro una tazza aspettando che la macchinetta del caffè si riscaldi.
Mi volto verso la finestra da cui entra la luce del sole.
Oggi è una giornata magnifica.
Non sembra nemmeno autunno.
Sembra... primavera.
Come è successo in questi due ultimi giorni in cui il tempo è stato splendido, veramente.
Ma forse sarò io che vedo tutto splendido da due giorni.

Chissà...

Forse per via di... Harry.

Eh sì.

Alla fine ho ceduto.
Eccome se ho ceduto.
Senza troppi problemi.

In pratica...

Abbiamo passato due giorni sempre insieme, giorno e notte.
E siamo stati da Dio.
Senza nemmeno renderci conto.
Siamo stati in casa a coccolarci, siamo usciti a vedere altre case, siamo stati a fare aperitivi in giro senza pensare ai se e ai ma.
E poi di sera abbiamo cenato a casa, abbiamo cucinato insieme (io ovviamente l'ho aiutato più che cucinato) e poi ci siamo rotolati tra le lenzuola, spensierati, felici e con la voglia di stare insieme ancora e ancora.
Non dico fesserie quando dico che abbiamo passato due giorni bellissimi, anzi...

È tutto vero.
Tutto fottutamente vero che... non va bene.

Eh...

Non ho cambiato mica idea.

Anzi.

Dopo quello che è successo stanotte ho capito che devo dirgli addio.

Una volta per sempre.

Perché ci sono in ballo troppi sentimenti.

E non va mica bene, no.

No, che non va bene.

Chiudo gli occhi respirando lentamente.

Quella frase.

Quella dannatissima frase che mi ha resa felice... non va bene.

Non va affatto bene.

Dopo questa notte ho capito che la situazione ci sta sfuggendo di mano.

Mi sta sfuggendo di mano...

Ed io non so come gestire la cosa, senza fare altri casini.
Devo seguire i consigli di Louis e dire basta.
Solo un enorme basta.

Perché... dobbiamo farcela finita.

Maledetti tutti e due.

Maledetta me.

Maledetto lui e quella frase.


È che stanotte è stato... speciale, magico.

È stata una nottata che ricorderò per tutta la mia vita.
Nel bene e nel male.
Pur sapendo che è stato sbagliato.
Soprattutto dopo aver sentito la frase pronunciata da Harry poco prima di venire.

'Cazzo... se ti amo'.

Cazzo, se ti amo?

Ho i brividi se ci ripenso.

L'ha detto...
L'ha detto sul serio ed io non potevo crederci.

Perché... non può amarmi.

No, no che non può.

Perché è sbagliato, dannatamente sbagliato. 

 
Non può essere, non può esistere.
Ed io ho fatto finta di non aver sentito ma cavolo se l'ho sentito.

L'ho sentito in tutti i sensi il suo amore.
L'ho sentito e percepito in ogni centimetro della mia pelle.


Ma... ho fatto finta di niente.

D'altronde cosa potevo fare?
Dirgli che è sbagliato?
Dirgli di smetterla?
Dirgli la verità?

Ossia che lo amo anch'io?

Troppo.

Troppo, troppissimo?

No...

No, che non potevo farlo.

Così ho fatto l'unica cosa giusta da fare in quel momento.
Mi sono aggrappata alla sua schiena mentre raggiungevo il paradiso, con gli occhi lucidi e il cuore colmo di gioia.
L'ho baciato intensamente per poi farlo appoggiare sui miei seni.
I respiri affannati.
I corpi tremanti.
Le menti annebbiate.
Le mie mani ad accarezzargli la schiena, i capelli.

E... il silenzio.
Assoluto silenzio.

La perfezione in una sola immagine.

Dei brividi lungo la mia schiena.
Perché so già che oggi sarà l'ultima volta che lo bacerò.
Sarà l'ultima volta che potrò abbracciarlo e sentirlo mio.
E so che è difficile.

Perché è...

È stata la decisione più dura della mia vita, ma dovevo farlo.

Per me, ma soprattutto per Harry.
Per i nostri sentimenti.

Per noi.

Sarà dura, sarà difficile ma staremo meglio.

Staremo bene, senza farci del male.

La macchinetta del caffè suona, segno che è pronta, così mi volto per riempire la tazza già riempita col latte.
E non appena riempio la tazza due mani si posano sui miei fianchi.
E un paio di labbra di posano sulla mia nuca, lasciando diversi baci.
Chiudo gli occhi, per gustarmi il momento appieno.

Oh Harry mio...

Harry, Harry, Harry.

Quello che devo fare mi strazia l'anima.

Quello che devo fare distrugge quel poco che è rimasto del mio povero cuore.

Ma devo farlo, per forza.

< Sai di buono > commenta per poi farmi girare.
Mi sorride ed io muoio.
'Non fare la stupida'.
Giusto.

Ho detto basta e sarà basta.
Ho tenacia da vendere.
Ho grinta da vendere.

E so dire basta.

< Buongiorno >.
< Buongiorno Styles >.
< Non sai che bella dormita mi sono fatto >.
Ridacchio.
Lo so.
Eccome se lo so.
Ha russato come un ghiro.
Stretto, appiccicato a me.
< Ridi? >.
Annuisco < perché russavi >.
< Russavo perché mi hai stancato >.
Abbasso lo sguardo imbarazzata.
< Dai non fare così > mi tira su il viso.
Annuisco.
< Tanto lo sai che mi piace metterti in imbarazzo >.
< In questi due giorni sono stato benissimo >.
< Anch'io >.
< Veramente bene > continua accarezzando la mia guancia.
Ed io devo appellarmi a tutte le mie forze per non cedere, per non piangere.

È... è la fine.

È la nostra fine.

E sto male.

Mi fa male.

< Stavo pensando di andare a casa a farmi una doccia >.
Annuisco.

Meglio.
Meglio così.
Se si facesse la doccia qui... finiremmo per farlo ancora.

E ancora.

E non riuscirei a staccare il filo invisibile che ci lega.
Invece così finalmente avrei tempo per pensare.
Per liberare la mente.

Per stare da sola.

< Poi oggi pomeriggio ho una riunione > spiega sorridendo.
< Anch'io ho da fare > mento spudoratamente.
Annuisce.
< Allora poi ci sentiamo, d'accordo? >.
< Sì, poi ci sentiamo > sussurro.
Le parole mi muoiono in gola.
< Allora vado a vestirmi >.
Annuisco per poi vederlo sparire.
Sospiro.

Maledizione!

Guardo fuori la finestra prima di mettermi seduta sul mobile intenta a bere il mio caffè latte.
Sento Harry canticchiare.

E a me si spezza il cuore.

Perché è felice, felice come non mai...

Ma io devo spezzargli il cuore.

Una volta per tutte.
Senza se e senza ma.

Sbuffo.
Faccio su è giù per la cucina.
Ho l’ansia.
Troppa.

E non so come gestirla.

Son sincera.

Percepisco i suoi passi farsi sempre più vicini e infatti dopo poco compare vestito con la tuta che ha lasciato qui l'altro giorno.
< Ti sei cambiato >.
< Sì, voglio stare più comodo >.
Annuisco.
< Allora vado >.
Si sporge per poi baciarmi.
< Mh, che buono... sai di caffè >.
Sorrido.
< Sì, sai proprio di caffè > si lecca le labbra posando un altro bacio.
Fa per andarsene ma io lo fermo.
< Che c'è? >.
< Voglio un altro bacio >.
Ridacchia.
< Dai, ti prego >.
Si avvicina e mi bacia.
Lo fermo.
< Che c'è? > domanda divertito.
Lo supplico < un altro >.
< Cosa c'è? Sei dolce stamattina? >.
< Può darsi > lo tiro verso di me < un altro bacio, dai >.
Mi ribacia divertito.
< Vado > si stacca ma io gli afferro il viso.
< Ancora? >.
< Sì, ancora uno >.
Ridacchia ma fa come gli ho detto posando dei baci sulle mie labbra che rispondono senza esitazione.
< Mhh > si stacca < se continui sarà la fine >.
Rido.
Mi fermo guardandolo.

Quant'è bello... solo Dio lo sa.

Come solo Dio sa quanto lo ami.

Dal profondo del mio cuore.


< Che hai Care? >.
Mi squadra.
Osserva, come solo lui sa fare.
< Niente >.
< Sei bella da togliere il fiato >.
< Sei diventato romantico Styles? >
Annuisce per poi avvicinarsi e baciarmi, senza dire nulla.
E solo dopo mi rendo conto di quello che sta succedendo.
Ancora.
'Fermalo'.
Zittisco la vocina che rimbomba nella mia testa.
E in un attimo la mia maglia del pigiama vola via.
Porto una mano sul suo viso e mi avvicino per poterlo baciare meglio.
Le mani di Harry a spostare ogni cosa dal perimetro del mobile per non fare danni.
Scendo dal mobile baciandolo, lo aiuto a togliere la maglia per poi riafferrargli il viso.
La mia lingua va ad incontrare la sua prima che Harry mi rimetta seduta sul mobile.
Chiudo gli occhi non appena le sue mani tastano i miei fianchi, il mio corpo.
< Con te non si finisce mai > sussurra col fiato corto facendomi sorridere.
Porto le mani attorno al suo collo sentendomi accaldata.
La situazione è abbastanza chiara.

E a me va bene così.

Perché...

Ho bisogno di sentirlo mio ancora una volta.

Un'ultima volta.

Penso a ciò che abbiamo vissuto in quest'ultimo periodo e per poco non piango.
Cerco di non pensarci e mi concentro sui baci di Harry.
Sulle sue labbra.
Sulle sue mani.

Dedicando ogni centimetro del mio corpo.
Dedicando e donando il mio cuore una volta per tutte.


Per l'ultima volta.

Per la nostra ultima volta.




 
———


 
< Finalmente stiamo un po' insieme > afferma Gemma sedendosi sullo sgabello in cucina.
Annuisco.
< Sei stata introvabile in queste settimane Smith > si intromette Niall appoggiando sul bancone della cucina tre coca cola.
Lo guardo.

E ci credo.
Sono stata sempre con Harry in questo periodo... solo che loro non lo sanno.
Ed è meglio così.

Anche perché... ci ho chiuso.

O almeno credo. 

È da una settimana che mi cerca ma io nemmeno rispondo e se rispondo accampo scuse.

È stata dura ma ce l'ho fatta, finalmente.

Ed è meglio così.

< Tu che pizza vuoi? > mi domanda Niall riportandomi alla realtà.
< Mhh... una funghi e prosciutto crudo >.
Annuisce < ok, adesso chiamo la pizzeria e ordino le pizze >.
Sorrido.
Sono contenta di stare con loro.
È da parecchio che non li vedo.
E mi mancavano ad essere sincera.
Molto.
Come mi sono mancati tutti.

Harry incluso.

Perché... sì.

Mi manca, è vero.

Mi manca come l'aria.

Ma... va bene così.

Devo ricordarmelo sempre.
Più volte.

Ma che mi manca... è assodato.
Mi manca sempre, in ogni istante.
Mi mancano perfino le sue allusioni sessuali di merda.
Mi manca il suo sorriso sghembo.


Tutto.

Mi manca starci insieme.
Mi manca ridere con lui.
Mi manca abbracciarlo.


Sentirmi protetta.

Mi manca lui.

In tutto e per tutto.

Mi manca.

Non ho altre parole.

Mi volto verso Gemma < comunque pensavamo no? Quando ci fai vedere la tua nuova casetta? >.
Sorrido < presto, sto finendo di sistemare le ultime cose ma vi prometto che vi ci porto presto >.
< Porti prima noi o Luke? >.
< Che scema... > ridacchio < tra me e Luke non c'è nulla >.
< Come no... >.
Sorrido.
Pensano che questo tempo sia stata con Luke ma ovviamente sbagliano.
Si sbagliano di grosso.
Ma forse forse è meglio così.
Così non hanno sospetti di nulla.

No?

Sto per rispondere ma qualcuno suona al campanello.

Chi sarà?

< Vado io > si alza Niall andando ad aprire.
E in un attimo mi ritrovo davanti un Harry infuriato.

Oh, cazzo.

Guardo la sua faccia e per poco non sbianco.
È su di giri.
Parecchio su a dir la verità.
< Smith, dobbiamo parlare > sbotta con le braccia incrociate.
< Ciao Gemma, come stai? > gli fa il verso la sorella indispettita dal non saluto. 

Deglutisco.

Incazzato, nero.

 
La guarda furioso < non ora Gemma >.
Lei alza le mani mentre lui si riconcentra su di me < allora? Dai alzati >.

Ok.

So come comportarmi.

Devo fare la stronza.

Lo guardo.

Sì, devo proprio sennò piangerò... e non mi sembra il caso.

Lo guardo < ma allora che? >.
< Dobbiamo parlare >.
Sospiro < di cosa? >.
< Del fatto che è da una settimana che sei sparita? >.
< Sparita? >.
< Sì sei sparita... non rispondi ai miei messaggi, chiamate > afferma.
Faccio spallucce.
< Senti Caroline non farmi incazzare più di quanto non sia già incazzato >.
Mi alzo incrociando le braccia < non possiamo parlarne dopo? >.
< Dopo quando? >.
< Dopo > sbotto.
Guardo Gemma e Niall.
Harry ride < ah, ora ho capito >.
< Cosa? >.
< Che non vuoi far capire nulla a loro > indica Gemma e Niall che ci guardano confusi.
< Non dire assurdità >.
Mi prende per un fianco prima che io gli tolga la mano.
< Visto? Ho ragione io >.
< No >.
< Dai avanti dillo, diglielo allora se hai il coraggio >.
< Dirci cosa? >.
Guardo Niall e Gemma senza poter dire nulla.
Senza riuscire soprattutto.
Harry si indica < ok, ci penso io... io e la qui presente ci siamo rivisti in questo periodo >.

Ecco.

L'ha detto.

Eccome se l'ha detto.

Maledizione.

< Per far cosa? > domanda Gemma mentre so già che Niall ha capito visto il suo sguardo.
< Senti Harry >.
< Senti Harry un corno! > urla.
Lo guardo e poi sbotto < ci ho ripensato... non possiamo andare avanti così >.

Devo fargli capire che è finita.

Basta.

Non posso più procrastinare.
Non posso più rimandare.

Non più.

Ride < e sentiamo... chi ti avrebbe messo in testa questa cazzata? >.
Sbuffo.
< È una cazzata e lo sai bene >.
Non lo guardo.
< Chi è stato? >.
< Ci sono arrivata parlando con Louis >.
< Ecco Louis... bene >.
Si avvicina < dimmi che non vuoi più avere niente a che fare con me >.
< Harry > distolgo lo sguardo ma lui mi afferra il viso per guardarmi < dimmelo Smith >.
< È sbagliato e basta >.
< Non è sbagliato e lo sai >.

Basta.
Basta così.

Lo sa anche lui diamine.

Lo sa benissimo.

Così senza pensarci due volte gli ricordo della sua frase.
I suoi occhi nei miei < mi è scappata >.

E non doveva, accidenti a te!

< Non doveva scapparti... perché ci sono di mezzo i sentimenti e sai come la penso >.
Si morde le labbra < Care... > si avvicina prendendo la mia mano < non farti mettere strane idee di mezzo >.
< Sei tu che me l'hai messe dicendo quella frase >.
< Ma non possiamo superarla? >.
Scuoto la testa < non li voglio i sentimenti >.
Un ghigno.
< E se ci fossero invece? >.
Lo guardo.

Cosa?

Cos'hanno appena sentito le mie orecchie?

Sono allibita, sul serio.

L'ha detto, sul serio.

È serio.

È dannatamente serio ed io ho paura.

Non voglio sentirmi dire nulla.
Non voglio sentir parlare di sentimenti.


Non più.

Mi sfida.
Assottiglio gli occhi a due fessure.
< Hai sentito bene Smith >.
Sbuffo.

Certo, certo che ho sentito... forse era meglio di no però.

< Non devono esserci >.
Mi guarda < ma se ci fossero? >.
La sua mano sulla mia guancia.
< Harry > gli tolgo la mano.
< Dimmi che non vuoi più vedermi allora > sbotta secco.
E così mi avvicino quasi da poterlo baciare.
< Dimmelo se hai il coraggio >.
< Non ti voglio più vedere, non ti voglio più nella mia vita Harry >.
Si prende dei secondi.
Io me ne sto in silenzio.
I suoi occhi a cercare i miei che sfuggono.

E tutto per non vederlo... 

Mi guarda annuendo < hai ragione, non può funzionare perché ti fai trascinare come una bambina >.
< Lo sai che non è vero >.
< Vaffanculo Caroline > afferma deciso avvicinandosi ancora di più tanto da far toccare i nostri nasi.
E... va via lasciandomi lì in mezzo alla cucina con la testa piena di parole.

Immagini.

< Care > mi chiama Gemma.
Mi volto con lo sguardo puntato sui piedi.
< Mi spieghi cos'è appena successo? >.
< Gemm > si intromette Niall ma lo blocco.
Ha bisogno di sapere la verità.
< Io e Harry ci siamo visti per tutto questo periodo >.
Annuisce così continuo < per far sesso >.
Strabuzza gli occhi.
< Solo che ho capito che ci stiamo facendo del male e ho cercato di evitarlo... questo è il risultato >.
Mi siedo sullo sgabello < se volete potete giudicarmi >.
< Oh Care > Gemma mi prende la mano < non potremmo mai >.
Annuisco per poi voltarmi non appena Niall mi chiama.
< Smith >.
Lo guardo.
< Posso dirti una cosa? >.

Oh, caro Niall... più di una, se vuoi.

< Anche due... > sorrido flebilmente.
< Lo ami? >.

Un pugno sullo stomaco avrebbe fatto meno male.

Lo amo?

Certo che lo amo.

Ma non posso dirlo.
Non più.


< Care >.
Non lo guardo, perché non ne ho il coraggio.

Cederei sicuramente, mi conosco.

< Lo ami? >.
La sua mano afferra la mia.
Lo guardo per poi annuire.
Una lacrima scende a bagnarmi la guancia.
< Se lo ami vattelo a riprendere... ora > afferma serio.
< Niall... >.
< Niente Niall Care... se lo ami vai a riprendertelo e lasciati il passato alle spalle >.
Gemma annuisce < ha ragione >.
< Se lo ami vai > mi sorride Niall.
Li guardo.

Penso a quest'ultimo periodo.

Sono stata felice come non accadeva da troppo tempo.

E tutto grazie a lui.

Lui, lui, lui.

È vero, ci siamo fatti del male ma è vero anche che ci amiamo.

Follemente, incondizionatamente.

E non posso andare contro i miei sentimenti.

Ha ragione, hanno ragione.

Devo andare a riprendermelo.

Una volta per tutte.

Lo amo e voglio che stia con me.

Per sempre?

Chi lo sa... ma so che lo voglio.

Ora, domani e via via...

< Andiamo > Niall si alza prendendoci per mano trascinandoci fuori dalla porta per farci salire in macchina.
Niall mette in moto sorridendomi < vedrai che avrete il vostro lieto fine >.
Sorrido anch'io.
Lo spero, dopo tante peripezie lo spero tanto.

Io e lui, di nuovo una coppia.

Vedo Niall sfrecciare per le strade di Londra per poi fermarsi ad un semaforo.
< Stai bene >.
Mi specchio.
Ho una faccia...
Non sto proprio benissimo, anzi.
Ma sono dettagli.

Perché, sto per andarmi a riprendere Harry.

Il mio Harry.

Niall riparte, svolta in alcune stradine per poi fermarsi davanti casa... mia.
< Vai, ti aspettiamo qui >.
Li guardo per infondermi coraggio per poi scendere.
Mi avvicino a passo svelto verso la porta e sto per suonare quando vengo attirata da delle voci in giardino.
E la mia coscienza mi dice di andare a vedere.
Di non suonare.
Mi avvio verso il giardino dove noto Harry intento a preparare dei cocktails.
Che bello che è.
Ma penso di averlo già detto.
Mi sporgo per vederlo meglio.
Ha la tuta che gli ho regalato io che gli calza a pennello.

Oh Harry mio, quanto ti amo.

Ma sto per dirtelo.

Non temere...


Sorrido guardandolo come una razza di ebete.
'Vai'.
Sto per chiamarlo ma poi...
Una ragazza si avvicina, infilando una mano tra i suoi capelli ed io devo tenermi alla ringhiera per non cadere.
Mi accovaccio col cuore in gola.

Che diavolo sta succedendo?

Una ragazza?

Una ragazza.

Li sento ridere, mi sporgo un'altra volta vedendo lei che gli sussurra qualcosa all'orecchio.
La musica a tutto volume.
Ed io che pensavo di trovarlo in un mare di lacrime.
Come no.

Ma dovevo aspettarmelo.

Perché...

Mi ha presa in giro, un'altra volta.

Altro che sentimenti...

Qui, non ci sono sentimenti.

Da parte sua almeno.

Basta così.

È ora di tornarmene a casa mia, da sola.

Col cuore gonfio di rabbia, delusione e tristezza mi avvio verso la macchina dove salgo sbattendo la portiera.
< Non c'era in casa? > domanda Niall.
Vede che non rispondo così continua < possiamo provare a chiamarlo >.

Oh Niall mio adorato Niall.

Mi volto < c'era... insieme ad una ragazza >.
Sento un groppo in gola che tra poco so che piangerò.
< Metti in moto... >.
Le prime lacrime iniziano a scendere.
< Mi ha solo preso in giro >.
Sento Gemma maledire il fratello mentre Niall mi abbraccia.
< Voleva solo avere la prova che io provo ancora qualcosa per lui per poi farmi del male, ancora > asserisco tirando su col naso.
Appoggio la testa sul finestrino.
< Sei sicura che non vuoi parlarci? >.
Scuoto la testa < andiamo... da oggi ho detto basta >.
Guardo fuori dal finestrino.

È vero.

Perché...

Mi ha solo ferita.

Ancora una volta.

Ed io sono stufa di farmi ferire, da lui per di più.

Mi fa tutta la scenata e poi?
Ha già il rimpiazzo.

Che schifo...

Ah, ma da oggi basta

Da oggi dico basta.

Per me stessa eh.
Mica per lui.

Tanto a lui che importa?

Niente.

Perché a lui di me non importa.

Ma... va bene così.

Ho capito che quello che dovevo fare era giusto.
Ho capito che tanto rimarrà il pezzo di merda che mi ha abbandonata lì sull'altare.

E va bene così.

Mi sono divertita per un periodo ma ora basta.



Addio Harry Styles. 
   
   

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Capitolo 41
*** Una dolcissima sorpresa. ***


Apro la porta di casa sbuffando.

Che giornata ragazzi!

Assurda.

Pensavo non finisse più, invece per fortuna è finita.
Sono a casa finalmente.

A casa mia, finalmente.

Sorrido guardandomi in giro.
Finalmente mi sono trasferita.
Precisamente un mesetto e mezzo fa.

E...

Mi piace.
Ma d'altronde l'ho scelta io.
È più piccola di come avrei voluto ma devo dire che non mi pesa per niente.

Anzi...

Tanto sono sola.
Non ho bisogno di grandi spazi.
Appoggio la borsa sullo sgabello in cucina per poi aprire il frigo, afferrare una bottiglia d'acqua.
Ho una sete...
Riempio un bel bicchiere d'acqua per poi berla tutta d'un sorso.
Ah.
Che pace.
Che silenzio.
Mi siedo sullo sgabello guardando di fronte.
È una bellissima giornata per essere inverno.
Niente pioggia, solo sole.
Un sole flebile ma veramente rilassante.
Soprattutto adesso all'ora del tramonto.
Sorrido.

Sorrido perché sto bene.

Finalmente.
Sono passati tre mesi e tutto sembra andare per il meglio.
Ho cambiato casa e... udite, udite ho tagliato i capelli.
Essi.
Ne avevo bisogno.
Un bel taglio drastico per iniziare una nuova vita.
Come si dice...

Nuovo taglio di capelli, nuova vita.

Ed è vero.
Era la giusta cosa da fare.

Per tagliare, recidere quello che era rimasto della vecchia me.

Li ho tagliati più in su delle spalle e devo dire che non mi dispiacciono per nulla.
Mi hanno riempita di complimenti.
Chiunque.
A lavoro.
La mia famiglia.
I miei amici.
L'unico che ovviamente si è dimostrato contrario è stato Styles.
Ma vabbhe lo sapevo.
In fondo è sempre stato un Bastian contrario.
Ma sorvoliamo.

Non ho voglia di parlare di lui.
O di pensare a lui.

Il mio telefono vibra così lo prendo dalla borsa per poi aprire la chat di gruppo con gli altri.
Sorrido.
Ovviamente vogliono far festa.
Strano.
Stranissimo.
Vogliono sempre far festa.
Che non so nemmeno come abbiano voglia visto che io sono sempre stanca...
Ma ci sta.
Siam diversi.
Ridacchio leggendo quello che ha scritto Louis.
Riguarda me.

'Smith immagino che sarai contraria ad andare al The Night...'

Annuisco.
Come se potesse vedermi.

'Sei una rompipalle'.

Chi poteva essere?

Roteo gli occhi.

Che palle Harry.

Ma possibile debba sempre intromettersi?
Possibile che non riesca a farsi gli affaracci propri?

Cioè...

Che palle, ripeto che palle.

Invio un emoticon scocciata per poi appoggiare il telefono sul tavolo.
Mi stiracchio.

A proposito di Harry.
Le cose vanno...
Diciamo benino dai.
Perlomeno riusciamo a passare del tempo insieme senza scannarci.
Dopo quella famosa giornata in cui stavo per commettere l'errore più grosso della mia vita mi sono allontanata e di conseguenza anche lui.
Ma meglio così.

Perché tanto sapevo che quello che stavamo facendo era sbagliato.

Come sapevo di non doverlo più amare.

Quindi...

È andata com'è andata.

All'inizio l'ho evitato.
Ero arrabbiata, incazzata.
Delusa.
Ma poi mi son detta che non ne valeva la pena.
E ho avuto le mie conferme.
Dopo pochi giorni era già in giro a ubriacarsi con Liam e Louis.
E ovviamente a rimorchiare qualche ochetta che tanto gli piace rimorchiare.
Bhe...
Ben per lui.
Io non me lo calcolo nemmeno.
Sia a cena con gli altri.
Sia quando ci ritroviamo con le nostre famiglie.
Io mi faccio i cavoli miei... è lui che ovviamente non perde tempo per stuzzicarmi e mandarmi su di giri.
Ma io sono diventata così brava a snobbarlo che non mi fa né caldo né freddo.

Perché... ripeto, non se lo merita.

Non si merita che mi arrabbi per sue cose dette, per battutine etc.

Non se lo merita.

Il cellulare vibra ancora ed io per poco non lo spacco.

Ancora, ancora lui.
Ancora che parla...

Mamma mia.

E dopo sarei io la rompipalle?

Si sta chiedendo perché non voglia andare a ballare con loro.
Sbuffo.
Ma fatti i cavoli tuoi.
Ecco cosa vorrei rispondere.
Ma evito.
Non voglio sprecare le mie poche energie rimaste per lui.

Non più.

Digito velocemente un 'verrò' per poi appoggiare il telefono sul tavolo.

Basta.

Non mi frega delle sue risposte del cazzo.
Mi alzo dallo sgabello per poi mettermi di fronte finestra per poi scoppiare a ridere non appena mi rendo conto che Luke l'altro giorno ha lasciato qui la nostra foto che ha fatto stampare.

Ah, Luke...

Sorrido.
Che ragazzo d'oro.
Sul serio.
Ci siamo legati parecchio.
Usciamo spesso insieme, facciamo aperitivi, andiamo a cene aziendali insieme.
Ma... non stiamo insieme.

Eh no.

Ogni tanto lui ci prova, forse dovrei dire quasi sempre ma io... lascio correre.
L'ho sempre detto che è un bel ragazzo.
E forse mi farebbe anche bene frequentarlo.
Mi farebbe bene avere a fianco una persona così... speciale.

Ma..

Boh, sono bloccata.

È che ho capito una cosa.

Una cosa fondamentale.

Una cosa che avevo nascosta a me stessa, forse.

Non voglio una relazione.
Non la voglio e non scherzo.

Voglio solo essere libera.
Concentrata su me stessa, sulla mia vita.

Non voglio altri pensieri.
Sarà che ne ho avuti tanti nell'ultimo anno...

Fatto sta che sto bene così.

Sul serio.
Sono single e mi va più che bene.
Mi va di lusso.
Senza pensare ad altri.
Senza dover rendere conto a nessuno.
Sono single ma felice.

Serena e in pace con me stessa.

Ho chiuso quel brutto capitolo della mia vita e sono andata avanti.
È stata dura ma ci sono riuscita.
Perché forse gli altri hanno ragione a dire che sono forte.
Anzi, senza il forse.

Sono forte.

E sono forte... da sola.

Senza Harry, Luke e chiunque altro.

Sono da sola.
Indipendente.
Ma forte.

Quindi sono sola, forte e indipendente.

Bel tripudio eh?

Il campanello di casa suona così mi volto per andare ad aprire.
Sarà Niall.
Abbiamo deciso di mangiare insieme qui, da me.
Senza Gemma perché sta poco bene.
Povera...
Avevamo organizzato questa cena da tempo.
Per stare un po' insieme visto che tra tutto non si riesce sempre.
Vuoi per il lavoro, vuoi per impegni personali.
Il campanello risuona.
Oddio Niall.

Che ha fretta di vedermi?

Mi guardo velocemente allo specchio.
Sono impeccabile oggi.
Una vera e degna padrona di casa.
Mi preparo ad accoglierlo con un sorriso a trentadue denti, afferro la maniglia della porta che apro.
Sbianco.

Signore.

No.

Ti prego.

No.

Ma che è?

Questa è una condanna.

Un supplizio.

Ci sono Niall e... Harry.

Harry.

Niall e Harry.

Ma... non doveva esserci solo Niall?

Che ci fa qui?

Lo guardo.

Ma che due palle.

Tocca sorbirmelo a casa oltre che alle cene.

Signore, mio.

< Smith > sorride Niall entrando.
Guardo Harry che mi squadra < forse devo ricredermi... i capelli ti stanno bene >.
< Fanculo Styles >.
Lo faccio entrare per poi chiudere la porta.

Signore.

Me l'hai mandato qui per mettermi alla prova?

E allora ora mi stai vicino.
Non mi abbandoni.

Non mi lasci mica eh.

< Già mi piace > afferma Harry guardandosi in giro.

Signore io te lo dico, se mi lasci sola... faccio un casino.
Poi... io ti ho avvertito, lo sai in partenza.

< Come mai qui? > indico Harry.
< Eravamo insieme in giro e mi sono permesso di invitarlo qui >.
Annuisco.

Lo scortico.
Non deve più permettersi.

Mai più e che diamine!

Devo sapere chi viene a casa mia.

Per forza.

< Forse dovevo avvertirti prima > si scusa Niall guardandomi.
Lo guardo.
L'ha fatto in buona fede, lo so, lo conosco.
Gli sorrido.

Per sta volta la passa liscia.

Ma la prossima... guai a lui eh.

Guai.

< Tranquillo, tanto non ho ancora ordinato la pizza >.
Harry ride.
Faccio un cenno con la mano come a dire 'che vuoi?'.
< No è che mi sembrava strano che avessi cucinato tu >.

Ah, ah, ah.

Divertente eh.
Mamma mia che risate ragazzi...
Da creparsi in due.

Coglione.

È un coglione.

E punto.

< Se vuoi la cena da chef stellato puoi anche andartene > gli ricordo sedendomi sullo sgabello.
Lo vedo scuotere la testa.
< E pensi che possa perdermi l'opportunità di stare con la mia ex, quasi moglie mi correggo, preferita? >.

No, è ufficiale.

È un coglione.

Cioè, ma è normale?

Io boh.

< Vabbhe, fai come vuoi >.
Evito di guardarlo.
Sennò lo strozzo.

Ma chi cazzo si crede di essere?
Me lo sa spiegare?

Arriva qui... senza preavviso e per di più osa fare battutine di merda.

Ma io non ho parole.

Veramente. 

 
'Stai calma' mi ripeto.
Sì, devo stare calma.
Se mi agito è peggio.
Lo farò vincere e sta cosa non va bene.
Devo mantenere la calma.
Ormai è qui.

Devo sopportarlo.

Ma posso farcela.

No?

< Allora che pizze ordiniamo? > domanda Niall sedendosi sul divano.
< Io pensavo ad una salsiccia e melanzane > dichiaro.
< Anche io va > mi strizza un occhiolino Harry.
Distolgo lo sguardo.
< Ok, io invece una capricciosa >.
Annuisco < chiami tu? >.
Niall annuisce prima di telefonare la pizzeria.
< Smith > mi chiama Harry.
Devo stare calma.

Ma come faccio se basta solo la sua fottuta voce ad infastidirmi?

Annuisco, come a dire 'continua'.
< Pensavo no... >.
Alzo un sopracciglio.

Che cosa pensava?

< Il divano è molto comodo >.
Annuisco.
Lo so, l'ho preso apposta.
< E quindi? > domando non capendo.
Sorride.

Ed io capisco che si tratta di qualcosa di sessuale.

E infatti...

< Niente stavo pensando a quanto dovrebbe essere comodo per far sesso >.
Lo guardo.

Sono allibita.
Sul serio.

Ma sul serio fa?

< Dì la verità... l'hai già provato con Luke? >.

No, questo ha bisogno che qualcuno gli spacchi la faccia.
Ma di brutto eh.

Sto scemo.

Io veramente... ho perso le parole.
< Allora? >.
Mi alzo.
Harry mi guarda sornione.
< Sei veramente un coglione > sbotto.
Vedo Niall guardarci senza saper cosa dire o cosa fare.
< Dai Smith sto scherzando >.
Mi avvicino al divano sbuffando.
Sto perdendo la pazienza.
< Io te lo dico, se non te la fai finita quella è la porta di casa > indico la porta.
< Scusami, stavo scherzando >.
< Dico sul serio > lo ammonisco.
Annuisce alzando le mani < me la faccio finita >.
Annuisco buttandomi sul divano di fianco a Niall.
< Lo sai che lo faccio per provocarti >.
Sospiro.
Non se la farà finita.

Lo so.
Lo so bene.

Dannazione!

< Chi è? > domando una volta che il cellulare di Niall prende a squillare.
< È Gemma... torno subito > si alza lasciando uno spazio tra me e lo scassa palle.
Evito di voltarmi.

Meno lo vedo e meglio sto.

Molto meglio a dire il vero.

< Siamo rimasti noi due >.
Annuisco.

E allora?
Che vuol dire?

Senza dire nulla lo vedo spostarsi più vicino.

Che diavolo fa? 

< Mi mancava starti così vicino >.
< A me no invece > dichiaro puntando i miei occhi nei suoi.
Così capisce che non ho paura di lui.

Perché per me vale meno di zero.

Come ho già detto.

< Pazienza... a me manca >.
Un dito ad arrotolare i miei capelli.

Ma che diavolo pensa di fare?

< Cos'è? Non mi guardi più? >.
Mi mordo le labbra.
< Ah > si avvicina al mio orecchio < non farlo >.
< Altrimenti? > mi volto guardandolo seria.
< Altrimenti mi viene voglia di baciarti >.
Deglutisco.
È veramente uno scemo se pensa di poter fare il cascamorto.
Si sbaglia di grosso se pensa che cederò.

Perché... non lo farò.

No, no, no che non lo farò.

Ridacchio.
< Che ridi? >.
Rido perché è uno stupido.

Sai quante labbra avrà baciato ultimamente... ed ora è qui a fare il cascamorto.

Non ci casco mica.

Non più, stronzetto.

< Styles caro... > sorrido < evita di fare il cascamorto, perché non ci casco... >.
< Non sto facendo il cascamorto >.
< Ah, no? >.
< No >.
< E allora cosa stai facendo? >.
< Sto cercando di capire perché non mi parli più >.
Annuisco.
< Non ti parlo più > mi avvicino di più < perché sei un coglione >.
< O forse perché ti sei fatta fare il lavaggio del cervello da Louis >.
Scuoto la testa.
< Ah no? >.
Sto scemo.

Cosa pensa che non l'ho visto con la tipa tre mesi fa?

Questo pensa che sia una cogliona.

Ma qui il coglione è solo lui.

Lui, lui, lui e basta.


< Se non ti parlo più è perché mi fai pena >.
Vedo i suoi occhi lampeggiare.
L'ho colpito appieno.

Meglio.

Meglio così.

< Perché dici così? >.
< Dico così > tolgo la sua mano tra i miei capelli < perché quel giorno > marco bene entrambe le parole per fargli capire < sono passata a casa tua ma tu avevi compagnia ovviamente >.
Prova a fermarmi.
< Perché hai sempre finto > alzo le spalle.
< No Care... io > balbetta.
Centrato in pieno.

Lo conosco.
E so che non sa cosa dire.
Perché sa di essere in torto.
Sa di essere in trappola.

Ma peggio per lui, ovvio.

< Tu niente >.
Lo vedo provare a cercare delle parole.
< Non è vero? > lo incalzo.
< Non è vero cosa? >.
< Che te la spassavi anche con qualcun'altra? >.
Sbianca.

Come pensavo.

L'ho sempre pensato in questi tre mesi e infatti...

Ho avuto la mia conferma.

La risposta che cercavo.

Sento Niall avvicinarsi.
< Allora? >.
Non risponde.
< Allora cosa? > domanda Niall non capendo.
< Allora è vero che te la spassavi con altre? > domando ad Harry.
Mi guarda mordendosi le labbra.
Vedo Niall sospirare.
Ma pazienza.

Ho finito.

E alla fine non risponde.
Abbassa lo sguardo.

Ed io vinco.

Come pensavo.

Mi alzo dal divano.
Lo guardo < sei veramente un coglione >.
< Io... >.
Porto una mano davanti < tu niente... > mi avvicino al tavolo per poi voltarmi < anzi, fa' una cosa non provare più a toccarmi in quel modo e soprattutto a farmi quelle battutine di merda >.
Annuisce ed io sorrido accendendo la Tv per mettere la musica.

Ah...

Che bella la vittoria.
Veramente tanto.
Soprattutto quando sai di aver ragione.
Ed io ho sempre avuto ragione su di lui.

Sempre.

E continuerò ad avere ragione.
Come continuerò a stargli il più lontana possibile.
Perché è solo l'ennesimo coglione.

Solo questo.


 
———


 

Mi stringo addosso il cappotto.
Ho un freddo...
Ma vabbhe, io ho sempre freddo... quindi non è una novità.
Anzi.
< Ma quando arrivano? > domanda Gemma.
< Spero presto perché non ne posso più di aspettare qui fuori al freddo > rispondo tirando su col naso.

Stiamo aspettando Liam e... Harry.
Che ovviamente sono in ritardo.

Come al solito direi...

Oggi abbiamo organizzato una cena nel nostro ristorante preferito.

Ci siamo tutti.
A parte Lerya.
Ma si sapeva.
Ormai nessuno sa cosa faccia.
Dove si trovi.
O con chi.
Cioè con chi si sa... è con John.
Ovviamente.

< Eccomi! Scusate il ritardo > si avvicina Liam quasi di corsa.
Bene.
Ma ne manca uno.

Harry.

Dove diavolo sarà?

Sbuffo.
Se non arriva tra cinque minuti giuro che entro dentro e mi siedo.

Sono stufa di aspettare.

Sono stufa di aspettare lui.

< Manca mio fratello >.
Annuisco.
< Comunque > Gemma si volta sorridendomi.
È splendida.
Ha una luce negli occhi... che non si descrivere.
È da un po' che è diversa, non so sembra più bella addirittura.
E non capisco perché.

Boh.

< Dimmi >.
< Quando sei libera? >.
< Sempre > sorrido < perché? >.
< Perché vorrei parlare un po' con te... >.
Annuisco.
< Tutto bene? >.
Annuisce < sì, tutto bene >.
< Horan si comporta male? >.
< Horan si comporta benissimo >.
Sorrido.
Meglio.
Ma d'altronde già lo sapevo.
Niall è un marito splendido.
Amorevole, sempre presente.
E a Gemma non poteva capitare di meglio.
Non scherzo.
< Comunque quando vuoi, ok? > le dico.
< Va bene >.
Mi sorride.
È... è bellissima.
Ma già l'ho detto.
< Con Luke? > domanda poi.
Mi gratto una mano < le solite cose >.
< Ma perché non ti lasci andare? >.
Ridacchio < perché non voglio un ragazzo >.
Sospira.
< Sarà... >.
< Fidati di me >.
< È che... Luke è veramente un bravo ragazzo e gli piaci >.
< Bravo ragazzo o no siamo solo amici... >.
Annuisce < va bene, va bene > alza le mani in aria.
< Senti Horan, chiama un po' Styles... > propone Louis fumando una sigaretta.
Mi volto sorridendogli.
< Smith > si avvicina.
< Tommo >.
< Prossima settimana stavo pensando di organizzare una festa a casa mia... >.
Rido < e vuoi che venga perché c'è il tuo amico? >.
Sorride < perspicace >.
Annuisco.
< Ti prego... mi stressa >.
Faccio spallucce.
< Vuole solo conoscerti >.
< Mh, mh >.
< Eddai > mi dà una spinta facendomi ridere.
< Vediamo >.
Louis sta per dire qualcos'altro quando sento Niall e Liam incitare Harry a muoversi.

Oh... finalmente.

Finalmente si è deciso a presentarsi.

Che rottura.

Mi volto lentamente e per poco non mi prende un colpo.

Vicino ad Harry c'è una ragazza.

Una ragazza.

Ci rendiamo conto?

Li vedo avvicinarsi a passo svelto.

Ma chi è?
Ma chi è questa adesso?

Chi...

< Ma... >.
Mi volto verso Gemma non capendo.
< Scusate il ritardo > annuncia Harry leggermente trafelato.
< Styles se avevi da fare potevi disdire > scherza Liam dandogli una pacca sulla schiena.
Mi volto e... 
Sbianco.

Non posso crederci.

Ora riconosco la ragazza.

Violet Simmons.

Come dimenticarla?
Come?

Ma poi... cosa ci fa qui?

È da tanto che non si vede in giro.

Guardo Harry dirle qualcosa sorridendole.

E capisco.

Stanno uscendo di nuovo insieme.

I due belli.
I due dei greci.

La squadro da testa ai piedi.
Sorride a trentadue denti.

E a me sale un leggero nervoso.

Mica per niente eh...

Ma perché?

Perché quello stupido di Harry non ha avvisato che avrebbe portato una ragazza?
Perché?

Io avverto sempre quando decido di portare Luke.

Lui invece se n'è fregato a quanto vedo.

Sto scemo...

Si piazzano di fronte a noi.
Tutti e due belli coperti dai loro cappotti.
< Comunque se non vi ricordate... lei è Violet >.

Ah, no.

Non ce la ricordavamo.
Alzo gli occhi al cielo.

Dov'è andata a ripescarla?
E quando?

'A te non deve importare'.

Giusto.

A me... non deve fregare minimamente.

Giusto.

Cavoli suoi.
E cavoli loro quando e come si sono incontrati nuovamente dopo tanto tempo.

La vedo stringere le mani dei miei amici ed io mi preparo alla recita del secolo.
Metto su un finto sorriso.
Cavolo se è bella.
È ancora più bella di quello che ricordavo.
Ha tinto i capelli di un biondo dorato e devo dire che è divina.
Il viso pulito, senza troppo make up a risaltare gli occhi tra un verde e un azzurro indefinito.
Una visione praticamente.
E insieme ad Harry...
Lasciamo stare.
La vedo avvicinarsi verso di me.
Sorrido.

Mi presento di nuovo?

Magari non si ricorda di me...

No?

Le sorrido.

< Piacere Care >.
< Ciao, mi ricordo di te Care > sorride ed io vorrei scomparire.

Ecco, come non detto.

Si ricorda di me.

Ma come?
Come fa?

Come fa a ricordarsi di me?

Ah...

Probabilmente sa tutta la storia tra me e il suo amichetto.

No?

Sicuro.

Saprà tutto come mezza Londra.

Ah, che bello...

Sapere che mezza città sa che sei stata abbandonata sull'altare... rende orgogliosi.

Come no...

Le stringo la mano e per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva quando lei sprezzante si complimenta per il mio tatuaggio.

Ecco.

Lo stesso tatuaggio di Harry.

Diamine.

Lo sapevo che avrei dovuto cancellarlo.
Lo sapevo.

Mannaggia a me.

Ma che vuole?

Che vuole questa da me?

Sono stata con Harry, è vero... ma adesso è suo, quindi perchè mettermi in difficoltà in questo modo?

Perchè?

< Sbaglio o è uguale al tuo Harry? > domanda voltandosi verso di lui che annuisce.
Mi guarda, guarda il tatuaggio.
< Bello >.
Guardo in basso.

Che situazione...

Aiuto.

Ora mi chiedo.

Come farò a superare questa cena?
Qualcuno me lo spiega?


Cioè...

< Allora entriamo? >.
Guardo Liam annuendo.
Sì.
Meglio entrare.
Non vedo l'ora di sedermi.
Ovviamente lontana dai due piccioncini.

Ma questo era scontato.

< Sì, entriamo >.
Vedo Liam, Louis, Violet e Harry avvicinarsi alla porta.
< Tutto ok Care? > mi domanda Niall.
Annuisco.
< Sicura? >.
Guardo Gemma.

Sì, sono sicura.
Sicurissima.

Perché non dovrebbe andare bene?

Harry è single, come me.

Quindi può benissimo rifarsi una vita.

A me non frega nulla, sinceramente parlando.

< Allora entriamo > li invito prima che Harry si piazzi vicino a me.

Che vuole?
Non è entrato dentro con Violet?

< Smith >.
Roteo gli occhi.

La sua voce.

È così fastidiosa che la odio.
Sul serio.

E non scherzo mica eh.

La odio, come odio lui.

< Sì > mi volto.
< Mi dispiace se ci sei rimasta male per Violet >.
Rido.

Cioè sul serio è tornato indietro per sparare una delle sue?

Lo guardo.

È serio.

È coglione o cosa?
Ma secondo lui può venirmi a dire una cosa del genere?

Io sono sempre più allibita sinceramente.

Boh.
Ha dei problemi seri questo eh.
Ma tanti, troppi problemi forse.

< Tranquillo >.
< Sicura? >.
Vedo Gemma e Niall guardarci senza battere ciglio.
Annuisco.
< Sì, perché? >.
< Niente volevo assicurarmi che stessi bene >.

Ah, che premuroso...

Ma vaffanculo.

Altroché...

Vaffanculo.

'Volevo assicurarmi che stessi bene'.
Le sue parole mi rimbombano nella testa.

Sì sto bene.

Soprattutto senza di te ignorante che non sei altro.

Sto alla grande.

Divinamente direi.

Sto benissimo.

E a lui non deve importare.

Minimamente.

< Sto alla grande Styles >.
Sorride.

E a me dà sui nervi.

Sto stupido.

Cosa sorride?

< Anche perché anche tu hai voltato pagina >.
Lo guardo alzando un sopracciglio.

Cosa intende dire?

< Cosa? >.
< Hai Luke >.
Sospiro.
< Quindi direi che possiamo andare avanti entrambi >.

Ok.

Devo stare calma.

Ma come posso?

Cosa ne sa lui di me e di Luke?
Cosa?

Fa tutte queste allusioni di merda senza sapere effettivamente come stanno le cose.

Che odio oh...

Che odio.

E poi cosa intende dire?
Che per andare avanti ho per forza bisogno di un ragazzo?

Si sbaglia.

Si sbaglia di grosso il ragazzo qui presente.

Io non ho bisogno di nessuno.

Ce la faccio benissimo da sola.
E deve capirlo.
Perché non mi sta bene che pensi che abbia bisogno del rimpiazzo.
Perché da sola sto bene.
Evidentemente non è la stessa cosa per lui.
Visto che in questi mesi ha cercato diversi rimpiazzi.
Questa è la differenza.

Tra me e lui.

Lui ha bisogno di qualcuno accanto.

Io no.

Io basto a me stessa.

Punto e basta.
Punto e basta.

< Senti... > prendo fiato < a te non deve importare nulla della mia vita, è chiaro? >.
< Non scaldarti > si difende.
< Mi scaldo perché... dici le stronzate >.
< Stronzate? > ride < sei stata tu a trovarti un ragazzo dopo che ci siamo mollati >.

Mollati?

Ma chi si è mollato?

È lui che mi ha abbandonata.

Mi pare.

Nessuno ha mollato nessuno.

Mi sembra.

Ma a quanto pare lui vede le cose in maniera diversa.

Come sempre d'altronde.

< Hai fatto bene se non riuscivi a rimanere da sola >.
Lo guardo.

No.

Questo non doveva proprio dirlo.

No.

Non doveva.

Adesso mi incazzo.
Sta cosa che lui pensa che abbia bisogno si qualcuno sennò non vado avanti... mi manda in bestia.
Lui non deve pensare nulla.

Soprattutto su di me.

Deve farsi gli affaracci propri.

< Ascoltami bene > dico nervosa < tu non devi pensare un bel niente >.
Sta per ribattere così lo fermo < io non ho bisogno di nessuno per andare avanti >.
Probabilmente ha capito che mi sto arrabbiando sul serio così prova a scusarsi.
< Non provare mai più a pensare una cosa del genere > mi indico < io non ho bisogno di nessuno >.
Prendo fiato < se tu per andare avanti hai bisogno di qualcuno... sono affari tuoi, non miei di certo >.
< Volevo solo dire che ci sta se hai trovato qualcuno >.
Rido.

Quello che voleva dire è chiaro.
Chiarissimo.

E a me non sta affatto bene.

No, no.

< Ed ora... >.

Mi ha stufato.
Mi ha fatto passare la fame.
E la voglia di stare coi miei amici.

< Me ne torno a casa visto che mi hai rovinato l'umore >.
< No, dai Care >.
< No Niall... sono stanca >.
< Dai, non andare via > mi ferma Gemma.
Scuoto la testa < di sentire certe stronzate ne ho le palle piene >.
< Ma perché devi fare così? >.
Lo guardo.

Perché devo fare così?
Perché?

Ha il coraggio di chiedermelo?

Serio?
Dai...

< Perché mi hai già stufato >.
< Sei veramente una bambina quando fai così >.

Ah.

Certo.

Io sono la bambina.

Io.

Non lui che fugge sempre.
No eh?


Non è lui il bambino... lui che è scappato dal suo impegno di volermi sposare.
No.


Io sono la bambina.

Certo, come no.

< Fuggi sempre >.
Rido.

Forte, rido di cuore.

Io.

Io?

Io fuggo sempre...

Questa è bella.
Questa è da premio Oscar.
Senza se e senza ma.

Si è superato.
Non posso negarlo.

< Certo, sono io infatti che ti ho lasciato sull'altare >.
Lo vedo zittirsi.

E cosa potrebbe fare sennò?

Deve stare solo zitto.
E basta.

< E comunque se io sono una bambina... > punto un indice sul suo petto < tu sei un coglione >.
Mi volto verso Gemma e Niall < ci vediamo... salutatemi gli altri >.
E senza dire altro mi incammino.

Con la rabbia alle stelle.
Col nervoso.

Possibile mai che debba sempre trovare il modo di rovinare tutto?
Ha per caso una mania nel distruggere cose intorno a lui?

Perché...

Inizio a pensarlo.
Rovina sempre tutto.
Eppure...
Basterebbe solo che tenesse quella bocca del cazzo chiusa.
Mica sempre eh.

Solo ogni tanto.

Soprattutto con me.


Perché ogni volta che parla con me fa solo danni.
Combina solo dei disastri assurdi.

Irrimediabili.

Forse pensa di poter migliorare le cose tra di noi.
Ma forse non ha capito che ormai non si può migliorare nulla.

Perché ha distrutto tutto troppe volte.

Lui e quei modi del cazzo. 

 
Quelle allusioni poi...

Sono assurde.

E credo sia più che ovvio ripensare a tutto questo tempo.

A lui, a me.

A noi due insieme come coppia.

Sì...

Ogni tanto mi chiedo se tre anni fa stessi bene quando ho deciso di provarci.
Perché a volte non mi spiego i suoi comportamenti.
Non me li spiego.

E forse mai lo farò...

Perché...
Perché forse non ho mai capito chi fosse veramente.
Non l'ho mai compreso fino in fondo.
Mi sono semplicemente lasciata andare.
Mi sono abbandonata tra le sue braccia.
Senza alcun muro a proteggermi.
Senza niente.

E forse ho sbagliato.

Avrei dovuto avere, ereggere dei muri.
Così da non farmi male, come invece è successo.

Ed è questo a farmi male.

Il fatto di sapere che lui sa tutto di me.
Il fatto che lui mi conosce meglio di chiunque altro.


E ciò mi fa paura.

Perché...

Perché so benissimo che può farmi del male.

Può continuare a farmi del male.

E ciò non deve minimamente accadere.

Ma sono tranquilla.

Perché ho lasciato la vecchia me nei ricordi.

Così come il mio cuore.

Cuore che proteggo, nascondendolo in una sorta di baule di cristallo.

Perché se solo lo lasciassi andare...

Andrebbe male.
Starei male.
Come starei male al pensiero di Harry con un'altra ragazza che non sia me.

Ma ciò... non può succedere.

Perché il mio cuore non lo lascio mica libero.

No.

Continuo a proteggerlo.


Come continuo a proteggere la mia vita, la mia intera esistenza da te Harry Styles.




 
———



 
< Preso tutto? > mi domanda Niall guardandomi andare in giro.
< Penso >.
Ride e rido anch'io.
Chissà quando riuscirò ad essere più ordinata.
Quando riuscirò a mantenere la testa sulle spalle.
Perché...
Per ora non lo vedo possibile.
Anzi...
Va sempre peggio.
< Le tue chiavi di casa > mi ricorda prima che io sparisca di là per cambiarmi la maglia.
Accidenti a me e a quando resto a lavoro più del dovuto.
Perché poi finisco con l'essere in super ritardo.
Come in questo caso.
Afferro la prima maglia che infilo alla velocità della luce per poi specchiarmi.
Vado bene.
D'altronde devo cenare a casa di Niall e Gemma.
Non devo mica andare ad una festa.
O ad una serata di gala.
Chiudo l'armadio per poi tornare di là dove Niall mi passa il cappotto che mi aiuta ad infilare.
< Che gentlemen > lo prendo in giro.
< Puoi dirlo forte Caroline >.
Gli do un buffetto.
< Andiamo altrimenti Gemma se la prenderà con te >.
Alza le mani in aria < hai ragione, per carità >.
Chiudo la porta di casa per poi scendere le scalette e infilarmi nell'auto di Niall che parte subito dopo.
< Cosa mangiamo? >.
< Cos'è hai fame? >.
Annuisco.
Oggi non sono riuscita nemmeno a fare pranzo.
E quindi ho una fame... che mi si porta via.
< Ho cucinato io >.
< Sei serio? >.
Annuisce.
< Wow... >.
< Vedrai rimarrai stupita >.
Sorrido.
< Com'è andata oggi? > mi domanda fermandosi ad un semaforo.
< Bene... solo che con le udienze vicine è un macello >.
< Immagino >.
Riparte.
< E Luke? Che dice? >.
Mi volto < è stressato >.
Annuisce < ci credo >.
< Avrebbe bisogno proprio di una bella vacanza > affermo riflettendo.
< Sì direi di sì > si volta per sorridermi < e anche tu >.
< Cosa io? >.
< Anche tu avresti bisogno di una bella vacanza >.
Faccio spallucce < può darsi ma ora non si può... abbiamo un sacco di grane da sbrigare >.
< Mh, mh >.
Mi volto per osservarlo.
Lo conosco.

Vorrebbe chiedere altro ma non osa farlo.

Forse perché ha paura della mia reazione?
O cosa?

< Niall > lo chiamo prima che si giri.
< Cos'altro vuoi sapere? >.
< Niente... >.
< Sicuro? >.
< Sì, sì >.
Lo vedo sfrecciare lungo le strade, il silenzio intorno a noi.
< Sai che ti voglio bene vero? >.
Mi guarda.
Gli sorrido, di cuore.
Annuisce mentre si parcheggia di fronte casa.
< Immagino che anche tu voglia sapere perché non ci provo con Luke >.
Sorride.
Bingo.
Lo sapevo.
Tanto ormai è una cosa risaputa... che chiunque potrebbe indovinare.
Chiunque.
Spegne la macchina.
Rido.
< Lo sapevo che avresti voluto chiedere altro >.
Ridacchia divertito.
< Me ne riparlerai un'altra volta, ok? >.
Annuisco.
< Adesso scendiamo che sennò Gemma dà i numeri >.
Rido prima di scendere ed incamminarmi verso la porta di casa che Niall apre lasciandomi entrare.
< Tesoro, siamo a casa! >.
Tesoro...
Che dolce.
< Non prendermi in giro > mi ammonisce.
< Venite >.
Tolgo il cappotto appendendolo sull'appendiabiti, seguo Niall per tutto il corridoio prima di entrare in cucina e...

Non è possibile.

Ma che è?

Una congiura.

Cosa ci fa qui Harry?

Oddio mio.

< Ce ne avete messo di tempo eh > sbotta Gemma.
Sorrido.
< Colpa mia >.
< Immaginavo > mi sorride Gemma.
< Si mangia? Io ho fame > chiede Harry mentre io devo appellarmi al mio ferreo autocontrollo per non spaccargli la faccina.

Che borioso.

Un borioso, di merda.

< Sì ma prima... >.
Niall ferma Gemma < facciamoli sedere >.
Alzo un sopracciglio.

Ma che succede?

< Vieni > mi fa segno Niall.

E ovviamente vicino a chi mi tocca stare seduta?

Harry.

Ovvio.

Mamma mia...

Che astio.

Ma devo farlo.
Solo perché amo Niall e Gemma.

Sennò mi sarei imposta.

E così...

Mi siedo vicino al mio nemico.
< Styles >.
< Smith >.
Mi volto e sprezzante gli chiedo < oggi non sei con Violet? >.
Ridacchia.

E a me dà sui nervi.

Ma cosa ride?

Cosa?

< E tu? Come mai non sei con Luke? >.

Eccolo...

Già lo odio a priori... poi se comincia così.

Pure peggio.

'Devo stare calma'.
Sì.

Calma, calma, calma.

Gli rifilo un bel dito medio prima che Gemma intervenga.
< Voi due non iniziate >.
Annuisco.
< Allora... > Niall porta un braccio intorno alle spalle di Gemma.
< Allora? > domandiamo in sincrono io ed Harry nemmeno a farci apposta.
< Che ci dite di bello? >.
< Perché questa domanda? > chiede Harry anticipandomi alla grande.
< Cos'è? Non posso più sapere nulla della tua vita Harry? >.
< Sì Gemm... ma boh > ci indica < tutto questo è strano >.
< Infatti > gli do manforte io.
< Caroline cosa c'è di strano? >.
< Tutto >.
< Vogliamo passare del tempo con la nostra famiglia, coi nostri amici e testimoni >.
< È un male? > domanda Gemma.
< No > risponde Harry < ma è strano >.
La vedo sospirare.
< Comunque dicevamo... >.
< Io vi racconto che lavoro, lavoro e lavoro >.
< Lavori tanto? > mi chiede Gemma mentre io annuisco.
< Abbiamo le udienze > spiega Harry < si lavora come muli >.
Ridacchio.
Ha ragione.
Fin troppo...
< Per il resto tutto ok? >.
< Certo >.
Annuisco alla riposta di Harry.
Cavoli se ha ragione.

È strano...

Loro sono strani.

Che nemmeno se dovessero sposarsi di nuovo...

Che diavolo hanno?

< Con Violet tutto ok? >.
Guardo Harry cercando di mostrarmi per niente interessata.
< Cosa c'entra adesso Violet? >.
Gemma sbuffa < mamma mia era per chiedere >.
< Comunque tutto bene > afferma Harry prim di portarsi una mano tra i capelli.
Guardo Niall guardami così lo anticipo < se volete sapere di Luke... non c'è nulla da sapere >.
Ridono.
< Siamo solo amici >.
Annuiscono.
< Va bene, va bene > sorride Niall.
Gemma guarda me ed Harry < e dopo le varie udienze cosa farete? >.
Io ed Harry ci guardiamo.
Senza nemmeno metterci d'accordo.

Ma cos'è?
Un interrogatorio?

Tutte ste domande strane...

L'atmosfera...

Io ed Harry a casa loro, senza un reale motivo.

Boh.

Puzza di bruciato sta cena.

< Che vuoi dire Gemma? >.
< Voglio dire Harry se tu e Caroline avrete del tempo libero >.
Rido.

Ma...
Ovvio.

< Che domanda del cazzo > sbotta Harry.
< Perché? >.
< Rispondete alla mia domanda >.
Guardo Gemma.
È seria.
Vuole sapere se avremo del tempo libero.
Annuisco.
< Sì Gemm... ovvio >.
Harry annuisce.
< Ok... > Gemma sorride.
Niall anche.

Bha...

Ok.

Non capisco ma ok.

Vedo Niall prendere la mano di Gemma.
Harry sbuffa < sentite o mi dite che succede o me ne vado a vedere qualcosa su netflix a casa >.
< Aspetta... > lo rimprovero capendo che è qualcosa di serio.
Sbuffa ma annuisce..

Le loro facce, le voci emozionate... dev'essere qualcosa di serio per forza.

< Harry, adesso saprai tutto >.
Harry annuisce di nuovo mentre vedo Gemma prendere due, tre respiri.

Oooookey.

La cosa è sempre più strana, lo dico,

< Vi ho chiesto se avrete tempo libero perché voglio assicurarmi che riuscirete ad assolvere al vostro compito di zii >.
Sbatto le palpebre.

Cosa?

L'ha detto talmente veloce che...

E prima ancora di elaborare il tutto Gemma annuncia raggiante < sono incinta >.
< Sarete zii > ci indica Niall.
Guardo Harry.

Incinta?

Gemma è incinta.

Guardo Harry ancora.
Anche lui mi guarda.
È incredulo.
Ci guardiamo per un'infinità di tempo.

Un nodo alla gola.
Harry mi continua a guardare con le sue gemme preziose.
Ed io per la prima volta in quest'ultimo periodo sono felice.

Felice di averlo al mio fianco.

Felice di poter condividere qualcosa di così bello con lui.


< Avete sentito bene eh > ci richiama Niall facendomi ridere.

Lo so.

Ho sentito.
 
Guardo Gemma e Niall.

E realizzo.

Cazzo.

Non è uno scherzo.
Uno stupido scherzo.

È tutto vero.

Reale.
Verissimo.

Io Caroline Smith...

Diventerò zia.

Sarò zia per la primissima volta nella mia vita.

Zia.

Zia Caroline.

Oddio mio...

Non posso crederci.

Una lacrima scende a bagnarmi la guancia.

È una notizia talmente bella e inaspettata che sono senza parole.

< Contenti? > domandano.

Contenti?

Contenti è dir poco.

Posso toccare il cielo con un dito.

Se sono contenta...

Sia io che Harry annuiamo incapace di dire altro.
Sembriamo degli scemi.
Ma poco importa.

Non posso crederci.
Non realizzo ancora.

Non ci riesco.

< Di quanto? > riesco a chiedere.
La voce che trema...
< Sono al quarto mese > spiega Gemma.
Vedo Harry bere un bicchiere d'acqua tutto d'un fiato.
Sorrido.
Anch'io bevo un po' d'acqua.
Ne ho bisogno.

Cioè...

Non riesco a crederci.

Lo so l'ho ripetuto all'infinito... ma che devo farci?

È più forte di me.

Non riesco a controllarmi.
Non riesco a controllare le mie emozioni.
Sentimenti.
Ho il cuore che va a tremila.
La testa un miscuglio di idee, sensazioni, immagini.

Insomma sto per aria.

Ecco, diciamo così.

Sono euforica.
Talmente euforica che non riesco nemmeno a parlare.
Me ne sto seduta sulla mia sedia.
Inebetita.

< E comunque... >.
Guardo Niall.

Comunque?

< Siete i primi a saperlo > continua Gemma.
Li guardo e sorrido.

Mamma Gemma e papà Niall.

Saranno formidabili.
Dei genitori modello.
Ameranno il loro piccolo alla follia e a me già solo il pensiero fa sciogliere il cuore.
Guardo Gemma.
È così bella, splendida.
Raggiante.
Hanno ragione quando dicono che la gravidanza rende ancora più belle.
Perché Gemma lo è.
È radiosa.
Non scherzo.
La squadro leggermente.
< Te lo giuro che non ho capito nulla > le dico.
Ed è vero.
Non sembra incinta.
Minimamente.
Ecco perché non mi sono accorta di nulla.

Che poi...

Oddio.

Adesso che guardo attentamente la faccia sembra più rotonda.
Ma per il resto non si vede.
Eppure avrei dovuto accorgermene.
Nell'ultimo periodo non ha toccato alcool.
È stata male.
Ed io non l'ho capito.

Che tonta che sono...
Una tonta a tutti gli effetti.

< Diciamo che i vestiti larghi aiutano parecchio a mascherare > ridacchia.
Annuisco.
Immagino.
< Ora, ci venite ad abbracciare o rimanete impalati lì? >.
Harry annuisce, anch'io.
Mi alzo dalla sedia prima di fiondarmi ad abbracciarli.
Abbraccio prima Gemma attenta a non stringerla troppo come farei di solito e poi abbraccio Niall stritolandolo a più non posso.
Chiudo gli occhi.

Diventerò zia.

Non posso crederci.

È un sogno...

Sciolgo l'abbraccio con Niall prima di voltarmi verso Harry.
Sorride.
Ha gli occhi lucidi.
Come me.

Saremo zii.

E siamo i primi a saperlo.
Non so che dire...
Mi guarda continuando a sorridere.
Le fossette ben visibili.
Gli occhi più belli del solito.

Saremo zii.
Saremo zii... ancora non ci credo.

Zii.

Ci rendiamo conto?

Guardo Harry.
E senza nemmeno rendermene conto...
Gli porgo una mano per stringergliela ma Harry si avvicina tirandomi su e facendomi fare un giro.
< Diventeremo zii, diventeremo zii >.

Urla.
Urla a più non posso.
Urla perché è felice.
Urla perché è l'unica cosa da fare.
Urlare a tutto il mondo la lieta notizia.

Urlare a tutto il mondo che io Caroline Smith e Harry Styles... diventeremo zii.

Zii.

Ed io...

Rido.
Rido mentre mi fa girare.

Chiudo gli occhi.
E continuo a ridere sentendo le sue urla.
Un ultimo giro prima che mi metta giù.
La testa mi gira.
Ma a me non importa.

Sono talmente felice che del resto non mi importa nulla.

< Zio Harry e zia Caroline > afferma Gemma sorridendo.
Sorrido mentre altre lacrime scendono.

Sono felice.
Felicissima.

Un bambino.
Un nipotino.

Ci rendiamo conto?
Porterà talmente tanta gioia che sarà magico.
Speciale.

Li guardo emozionata.
< Stai bene? >.
< Sto alla grande > rispondo sorridendo e asciugando le lacrime.
< Tu Styles tutto bene? >.
Harry annuisce < sto dannatamente bene... che rischio di svenire dall'euforismo >.
Ridiamo.
< Sapete già il sesso? > domando riprendendomi dallo stato in cui mi trovo.
< Ancora no... non vogliamo saperlo >.
< Vedrai piccolino > si avvicina Harry a Gemma portando una mano sulla pancia < zio ti insegnerà tante cose >.
Niall ride < tipo a rubare i cuori di mezza Londra? >.
Ridiamo tutti.

La risata di Harry mi raggiunge chiara e forte e a me sembra di sognare.

Lo guardo.
Ed io per poco non crollo di fronte alla scena che mi si para davanti.
Harry inginocchiato intento a dare dei baci alla pancia della sorella.

Oh Harry caro...

Lo sai, lo sai bene.

Te l'ho sempre detto che saresti stato un padre fantastico.

E già vederti così in veste di zio mi riempie il cuore di gioia.

Mi emoziona nel vero senso della parola.

Niall si avvicina stringendomi in un abbraccio.
< Ti voglio bene papà Niall >.
< Anch'io zia Caroline >.
Sorrido continuando a vedere Harry abbracciare Gemma, parlarle all'orecchio e via dicendo.

È veramente un momento da incorniciare.
Per una volta sia io che Harry abbiamo messo da parte le nostre scaramucce.
Abbiamo messo da parte i nostri battibecchi.

Ed è meglio così.

Saremo zii.

E gli zii devono aiutarsi.
Per forza di cose.

Mi mordo le labbra.

È vero.
Ho detto che lo odio.
E in parte è vero.

Ma ora che diventeremo zii devo mettere da parte i vecchi rancori.

Ovvio...
Continuerò ad odiare le sue battutine, allusioni etc... perché non è che non lo farò più.
Ma per il resto cercherò di farmi scendere tutto quello che ho vissuto, tutto quello che è successo tra di noi.

Perché devo godermi appieno il presente e il futuro che verrà.

< Allora > inizia a dire Niall < brindiamo? >.
Harry annuisce.
E anch'io.

Dobbiamo festeggiare.
Dobbiamo brindare.

È doveroso farlo, direi.
Dopo una notizia del genere...
Non si può fare altro.

< Io non posso bere ma brindo con voi lo stesso > scherza Gemma prima che Niall versi dello spumante nei bicchieri.
< Allora > passa i bicchieri a me e ad Harry < brindiamo alla nostra famiglia che si allarga >.
Niall si avvicina a Gemma dandole un bacio sulla fronte.
Harry mi propone di iniziare dal primo brindisi.
E così faccio.

Anche se è facile...

I primi a cui brindare li ho davanti.

Niall e Gemma.
I nostri futuri genitori...

< Brindiamo a voi > li indico prima di voltarmi verso Harry che afferma guardandomi dritto negli occhi < e brindiamo a noi Caroline >.
Annuisco sorridendo.
Mi sorride.

È così puro in questo momento...

Che sì... Harry.

Hai ragione, ragione da vendere.

Sì, per una volta brindiamo anche a noi Harry.

Sbatto il bicchiere con il suo e poi con quello di Niall ed assaggio lo spumante per poi fare una smorfia.
Oddio quanto non mi piace.
È più forte di me.
Aiuto.
< Smith sei sempre peggio > mi prende in giro Niall.
< Ehi... abbi rispetto > mi gonfio < sto per diventare zia >.
Gemma ride a crepapelle.
< Zia Caroline cosa insegnerai al piccolo o la piccola? > domanda Niall < ad essere egocentrica? >.
< Sicuramente > interviene Harry.
< Taci Styles >.
< Ora che diventeremo zii dovrai comportarti bene con me > si indica.
Alzo un sopracciglio.

Altrimenti che succede?

< Altrimenti? >.
< Altrimenti che insegnamenti darai al nipotino o nipotina? >.
Sospiro.
< Mh? > mi sprona.
< Sicuramente meglio dei tuoi >.
Mi pizzica un fianco facendomi sobbalzare.
< Mi rendete così felice >.
Guardo Gemma.
< Ossia? >.
< Vedervi così... ora mi fate piangere >.
Le sorrido.
< Ci saremo sempre per voi, lo sapete > risponde al mio posto Harry.
< Ha ragione, sempre e per sempre >.
Annuisce < scusate, sono gli ormoni >.
Rido.
< Non fa altro che piangere > la canzona Niall prendendole la mano.
< Taci Horan, stai zitto per favore >.
< Ah, ovviamente non fa altro che insultarmi >.
< Ma non è vero! > si lamenta Gemma.
< Vedrai chi piangerà... > dice Harry alla sorella.
< Chi? >.
< La mamma >.
< Oddio, già me la immagino >.
Niall ridacchia < povera Anne >.
< Mi starà appresso come un soldatino altroché >.
< Sicuro > continua Harry per metterle ansia. 
< Lasciatela stare > intervengo io pensano ad Anne e alla sua infinita bontà.
< Ma è vero! >.
< Tua madre è la bontà fatta a persona >.
< Concordo con te Care >.
Annuisco.

E...

Sorrido.
Ha ragione Harry.
Sì.
Probabilmente Anne piangerà.
E farà bene.

Chi non lo farebbe?

Tutti.

Perché la nascita di questo nipotino o nipotina porterà la famiglia ad unirsi ancora di più.

E alla fine è quello che conta nella vita di ogni essere umano.

La famiglia.

La propria famiglia.

Ed io mi rendo conto... che ho proprio una famiglia speciale.
Una famiglia che non cambierei con nessuno.

Perché è una famiglia vera.
Dove si litiga, dove ci sono incomprensioni... ma dove il bene e l'amore regnano sovrani.

Sì.

La mia famiglia è proprio speciale.

Guardo Gemma e Niall ancora una volta.

Zia Caroline.

Diventerò zia...


Ancora non ci credo! 






Ehiii, ciao a tutte\i, vi rubo poco tempo, i promise!
Come avete notato già da questo capitolo c'è stato un salto temporale di tre mesi, che avrà un ulteriore salto temporale e forse un altro (devo pensarci).
Devo stringere sennò questa storia non finisce più ahahahah, quindi penso sia meglio così.
In ogni caso i salti temporali saranno brevi, di pochi mesi ecco, non di più, così da arrivare presto al graaaaan finale.
Spero che il capitolo vi piaccia e che non vediate l'ora come me di conoscere il piccolino o piccolina Horan....

A presto! xoxo

-S.
   
   
   
   
   

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Capitolo 42
*** Calamite. ***


Mi siedo sul divano accendendo la tv.
Ah, finalmente.
Un po' di pace.
Oggi ho corso sempre.
Sul serio.
Stamattina ho lavorato, oggi pomeriggio ho accompagnato Gemma a sbrigare delle commissioni.

E ovviamente da brava zia non potevo dir di no.

Niall non c'era, così Gemma ha chiesto al fratello se poteva accompagnarla ma... ovviamente il fratello ha detto che non poteva.
Chissà come mai me lo immaginavo...
Non voglio fare la polemica ma Harry non c'è praticamente mai.
Ultimamente soprattutto.
Non c'è quasi mai alle cene che organizziamo.
Come non c'è quasi mai quando Gemma chiede ad entrambi di aiutarla in qualcosa.

E... ciò mi fa incazzare.

Sì.
Proprio così.
Perché...
Capisco tutto.
Capisco che adesso sei innamorato o sei preso e vuoi stare sempre con la tua Violet, la tua dolce metà... ma almeno per tua sorella dovresti esserci.
Mica per niente.
È solo che non credo che non riesca a trovare un attimo di tempo.
Ma vabbhe.
Cavoli suoi ovvio.
A me in realtà non frega nulla.
Anzi...
Meglio.
Così quando il piccolo o la piccola nascerà mi prenderò il merito e la medaglia di zia migliore del mondo.
Perché penso proprio di esserlo.
E meriterei proprio un bel premio.
Anche perché se sono riuscita a superare questo periodo di udienze... allora vuol dire che sono forte.
Ma forte sul serio.
Anche se ora ho altri pensieri a cui pensare.
Luke.
Eh...
Luke, eggià.
La settimana scorsa mi ha invitata a cena fuori e durante la cena mi ha spiazzata.
Letteralmente.
Praticamente gli è stato offerto uno studio tutto suo a Brighton e in sostanza mi ha chiesto se voglio lavorare per lui nel suo studio.
E fin qui... diciamo tutto ok.

Cioè, fino ad un certo punto...

Il problema è un altro.

E questo è un problemone a tutti gli effetti.

Mi ha chiesto di vivere con lui, a Brighton.
Come se fossimo una coppia.
Ma noi e lo ripeto di nuovo, non siamo mica una coppia.
Ed io non so se me la sento di convivere con un'altra persona.
Soprattutto ora che ho finalmente una casa tutta per me.
Sospiro.
Gemma dice che dovrei buttarmi, che può essere l'occasione della mia vita.
Ma io non lo so.

Ho tanti dubbi.
Molti, tanti, troppi forse.

Dubbi, dubbi e ancora dubbi...

E poi.
Ho...
Tante insicurezze.
E via dicendo.

E poi...

C'è dell'altro.
Eh, ovvio.
Ovvio che c'è dell'altro.

Ho paura.
Una paura fottuta.

Cambiare vita non so se fa per me.
Cambiare abitudini.
Cambiare paesaggi, odori, volti.

Non lo so.

Ho paura, una fottuta paura.

Ho paura di tutto.
Perfino di scottarmi.
Lo ammetto con Luke sto bene e potrei provarci... ma non riesco.
Perché fin quanto abbia lasciato alle spalle il mio passato... purtroppo non posso far finta di non pensarci.
Soprattutto adesso che diventerò zia.

Penso tanto.

Penso a come saremmo potuti essere io ed Harry insieme, a come avremmo potuto vivere questa situazione nuova ed emozionante per entrambi.

Penso al fatto che siamo divisi.

E che...

Che per quanto cerchiamo di andare avanti le nostre strade si incrociano sempre.

Volenti o nolenti.
È così.

Penso ai miei amici.
Non voglio abbandonarli.
No.
Quindi... non lo so.

Sono confusa, lo ammetto.

Da una parte forse mi farebbe bene cambiare vita.
Totalmente.
Ma d'altra parte...

È tutto un casino, un enorme putiferio.

Ed io non so che fare.
Come uscirne.

Senza far male a nessuno.

Senza farmi male in primis.

Chiudo gli occhi.
Che situazione...
Non so a chi chiedere aiuto ma so che devo solo pensare a me stessa e a quello che voglio.

E in cuor mio so di voler rimanere qui.

So che è questa casa mia e non voglio lasciarla.
Apro gli occhi.

Non lo so...

Devo pensarci bene.
Devo ragionarci.

Altrimenti finirò col logorarmi l'anima e non voglio.
Non ora che ho trovato un minimo di pace, di stabilità.
Non ora che sto bene con me stessa.
Il mio cellulare vibra.

Chi sarà?

Sorrido.
È Luke.

Parli del diavolo eh?

Il detto...
Il famoso detto ha ragione.
Mi alzo scuotendo la testa.
È qui.
Fuori dalla porta.

Che diavolo ci fa qui?

Apro la porta ritrovandomi davanti un Luke sorridente.
Com'è bello.

Ah...

< Allora mi fai entrare o rimango qui? >.
Gli do un buffetto.
< Entra scemo >.
Lo sento chiudere la porta mentre io mi dirigo in sala
< Come mai qui? >.
< Passavo di qui >.
< Non sai mentire > gli dico.
< Bene... > si siede < in realtà ti volevo chiedere una cosa >.
Aggrotto un sopracciglio.
Un'altra?
Cosa vorrà chiedermi?
< Dimmi >.
< Ti volevo chiedere se stasera vieni a cena con me e i miei amici >.
< E cosa c'entro io? >.
Ridacchio.
< Ti vogliono conoscere >.
Annuisco < perché? >.
< Così... > dice alzando la testa che precedentemente ha appoggiato sul divano.
< Allora? >.
< Allora > faccio eco.
< Vieni? >.
Faccio spallucce < non lo so Luke >.
< Care > si volta.
< Sì >.
< Dai... è solo una cavolo di cena >.
Lo guardo.
Effettivamente ha ragione
È solo una cena.

Perché non andarci?
Perché non farlo contento?

< Va bene > dico alla fine vedendolo esultare.
< Ok > si alza < festeggiamo >.
Mi prende per mano portandomi in cucina.
< Cosa? >.
< Il fatto che vieni a cena >.
Rido.
Che scemo...

Per così poco?!

Lo vedo prendere il Campari per poi versarlo in due bicchieri aggiungendo del ghiaccio.
< Tieni >.
Afferro il mio bicchiere.
< Cheers > sbatto il mio bicchiere col suo.
Sorride.
E mi guarda.
Per troppo tempo.
Poi avvicina una mano per farmi una carezza.
< Cos'ho? > domando temendo di essere sporca.
< Non hai niente... è che sei bellissima >.

Oddio, mi riempie sempre di complimenti ed io forse nemmeno me li merito.

< Mi fai arrossire, lo sai >.
< Pazienza è la verità >.
Mi mordo il labbro e poi mi siedo sullo sgabello.
< Allora... > si siede vicino a me prendendomi poi la mano < hai deciso? >.

Oddio.
Ci siamo.

Ed io adesso cosa cavolo gli rispondo?
Che sono piena di dubbi?

Che non so se riesco a mollare tutto per lui?

< Luke... >.
Annuisce < non voglio una risposta adesso >.
Annuisco.
< Voglio solo sapere se propendi più per il sì o meno >.
Faccio spallucce.
< Non lo sai? >.
Scuoto la testa prima di confermare.
< Care > mi fa alzare dallo sgabello facendomi mettere di fronte a lui.
< Non voglio che tu ti senta obbligata a dirmi ciò che ti succede >.
Faccio una smorfia.
Forse non sarò obbligata... ma è pur vero che devo dirgli se accetto la sua proposta o meno.

No?

Non posso mica presentarmi alla fine e dirgli: sì vengo con te oppure no, non vengo con te...
Non credo sia fattibile.
Non credo sia maturo.

< Voglio che tu sia il più tranquilla possibile >.
< Lo so >.
< È che... >.
Si ferma.

Che?
Cosa vuole dire?

< Cosa? > domando.
Lo guardo.
Non sa se dirlo o meno.

Ma cosa vuole dire?
Mamma mia che ansia...
Troppa.

< È che voglio farti capire che non ti farò soffrire >.
Lo guardo, di nuovo.
Lo so che non mi farà soffrire.
Lo so per certo ma...

Non so se sono disposta a condividere la mia vita con qualcuno che non sia Harry.

Con qualcun altro insomma.

< Care > porta una mano tra i miei capelli.
Deglutisco.
< Mi piaci > sorride imbarazzato < ma ormai credo che tu l'abbia capito >.
Gli sorrido.
< Mi piaci un casino >.
Si morde le labbra < vorrei solo farti capire quanto tu mi piaccia sul serio così magari capiresti che tra di noi può funzionare >.
Sto zitta.
Non so che dire.
Non lo so proprio sinceramente.
Non so nemmeno se debba dire qualcosa o meno.

Devo stare zitta?
Devo dire qualcosa?

Boh.
Non lo so.
Non lo so, sul serio.

Voglio solo essere sincera.

Solo questo.

Non voglio illudere nessuno.
Non voglio illuderlo soprattutto.
Non voglio.
Non se lo merita.
Per niente.
È un ragazzo d'oro.
Speciale.
E non voglio spaccargli il cuore.
Mi dispiace ma no.
Non ci riesco.
Non voglio farlo.
Ecco perché voglio essere sincera.

Al 100%.

Sincera sincera e sincera.

< Luke non voglio un ragazzo >.
Ridacchia.
< Che palle sta storia Care >.
Faccio spallucce.
Lo so.

Ma che posso farci?

È la verità.
Non è che mi invento qualcosa...

Anzi.

Quando dico che non voglio nessuno è vero.

Non voglio un ragazzo.

Ma già l'ho detto.

Tante volte, tantissime volte.

< È la verità >.
< Lo so >.
Annuisco. 
< E allora? > domando non capendo.
Se lo sa perché dire che palle?
< E allora c'è che voglio che tu viva il presente senza pensare a nulla, senza metterti dei paletti >.
Guardo fuori dalla finestra.
Non è la prima volta che mi sento dire questa cosa.
Anche Harry mi ha detto così l'ultima volta... e guarda quello che è successo.

È successo un casino.
Solo un enorme casino.


Perché rischiare di nuovo?
Perché non pensare alle conseguenze?

< Care > appoggia il mio bicchiere sul tavolo < puoi concentrarti solo sul presente? Ci riesci? >.
Faccio una smorfia.
< Sei troppo razionale >.
< Lo so >.
Lo so bene.
Lo sono sempre stata.
< Perché? Tu come sei istintivo? >.
Scuote la testa < sono razionale anch'io ma riesco anche ad essere istintivo se so che ne vale la pena >.
< Sarà... >.
< Care, tu ne vali la pena >.
< Luke... >.
< Non lo dico perché voglio che tu mi dica di sì... lo dico perché è la verità >.
Lo guardo.
È serio.
< Sei speciale e lo sai >.
< E anche molto complicata > scherzo io.
Fa spallucce < meglio, amo le complicazioni >.
< Non voglio farti star male >.
< E non lo farai... > si gratta una mano < non voglio che tu mi dica che vuoi metterti con me se non te la senti ma voglio che inizi a pensare al presente e basta >.
< Ci provo >.
< Sicura? >.
Annuisco.
Poco convinta ma annuisco.

D'altronde perché non provarci almeno?

Magari va bene...

Chi lo sa alla fine?

Devo solo star tranquilla e vivermi le cose come vengono.

E forse andrà bene.

< Ok > sorride < cosa provi quando sei con me? >.

Sto bene.
Sto dannatamente bene quando sto con lui.
Mi fa ridere, mi fa sentire speciale.
Mi rallegra, mi consola.
Insomma sto bene.
Sono a mio agio.
E so di poter essere me stessa, senza filtri.
Perché so che Luke mi capisce.
A 360°.
A tutto tondo ecco.

Quindi sì, sto bene.

Sto per rispondere ma Luke mi anticipa < stai bene? >.
Annuisco.
< E allora basta >.
Lo guardo.

Basta?
Basta solo questo?

< Fidati di me > porta una mia mano vicino al viso < basta che stai bene >.
Lo guardo.
Non lo so...

È sicuro che basti?

Perché io non ne sono così sicura sinceramente...
Anzi.

Ho i miei dubbi che basta solo lo star bene.

Ma forse devo solo starlo a sentire.
E tutto andrà alla grande.
D'altronde è vero che sto bene con lui.
Non mento mica.

Quindi... forse dovrei lasciare andare le mie paure.

No?

< Voglio solo che tu stia bene > mi afferra per un fianco.
< Mh mh > mugugno.
< Adesso fammi un sorriso >.
< E se non volessi? > lo sfido.
Ride < ti prego, solo uno >.
Annuisco.
Sorrido.
Lo guardo in tutta la sua bellezza e mi chiedo proprio come mai sia così attratto da me.

Cosa avrò di così speciale?

Sono complicata fino al midollo.
Ho un sacco di grane da risolvere nella mia vita.
Ho tante ferite che devono essere ricucite.
Ho tante paure riguardo il futuro...
Potrebbe avere qualsiasi ragazza.
Quindi...

Perché proprio io?
Perché?

Non me lo spiego proprio.

< A che pensi? >.
< A niente >.
< Ti conosco >.
Sorrido.
< Comunque non sentirti obbligata a dirmi di sì per la proposta... >.
Mi squadra.
< Male che va... ti vengo a trovare appena posso >.
< Sì? >.
Annuisce < tutti i giorni >.
< Addirittura? > domando ironia.
Annuisce di nuovo < sì, per te lo farei >.
< Potresti anche non farlo però >.
< Invece io ti dico che ti romperei comunque le scatole... >.
< Lo sai che non rompi le scatole >.
< Lo so >.
Beve un sorso del Campari.
< O nei weekend ti verrei a rapire e ti porterei lontano >.
Sorrido.
< Tipo stalker >.
< Tipo uno che ti vuole bene Care > sorride.
< Anch'io te ne voglio >.
E quando lo dico sono sincera.
Molto a dir la verità.
Gli voglio un gran bene.
Perché Luke si fa voler bene.
Senza ombra di dubbio.
È... così caro che fa bene al cuore, alla mente, all'anima.
Mi guarda, sorride e senza dire nulla mi attrae verso di sé.

Che... che?

E dopo due secondi nemmeno mi stampa un bacio a fior di labbra.
Chiudo gli occhi.

Cazzo.

Mi ha baciata.

Ci rendiamo conto?

Sento il suo profumo invadermi le narici e respiro a pieni polmoni.

Ed ora?
Dovrei lasciarmi andare?

Perché...
Perché non ci riesco.

Sinceramente non ci riesco.

È più forte di me.

Che posso farci?

So che se lo baciassi si inizierebbe a fare un'idea sbagliata.
Inizierebbe a sperare forse e non voglio che si illuda.

Ho tanto da risolvere...
Tanto, troppo.
Che ho paura perfino per me stessa.

La sua mano accarezza il mio viso.
Sorride.
< Luke >.
< Sì? >.
Si avvicina stampandomi un altro bacio.
< Non baciarmi > sussurro.
Sghignazza per poi allontanarsi.
< Volevo farlo, lo sai >.
Eh... immaginavo.
Immaginavo.
Alzo gli occhi al cielo.
< Ok, me la smetto >.
< Non voglio che te la prenda ma... è meglio così >.
< Tranquilla capo... mi farò bastare questi baci rubati >.
Annuisco.
Ecco, meglio.
Molto meglio a dire il vero.
Faccio per spostarmi ma mi ribacia.
< Luke, dai... >.
Ridacchia.
< Quanto sei scemo >.
< Non è colpa mia se mi piaci >.
< Ah no? >.
Scuote la testa.
Sto per controbattere ma il suo cellulare inizia a squillare.
Fortuna...

Grazie chiunque tu sia!

Mi hai salvata.
Mi hai salvata da morte certa.

< Vatti a cambiare intanto > mi suggerisce.
Mi avvio ma mi ferma.
< Ah Care! >.
Mi volto trovandomi le sue labbra sulle mie.
La sua mano tra i miei capelli.
Mi stampa altri baci mentre io me ne sto ferma, come un ebete.
< Ora puoi andare >.
Risponde al telefono mentre io vado di là.
Confusa come non mai.

È speciale.
Stare con Luke è speciale.

E questo bacio...

È stato surreale.
Inaspettato.

Apro l'armadio cercando una maglia da mettere.
Mi guardo allo specchio.
Sorrido.

Ma poi mi rattristo.

Sì...

Sarà stato anche speciale, surreale e inaspettato... ma non dovrei sentire le farfalle nello stomaco?
O qualcosa così?

Un po' come succedeva con... Harry.

E appunto di Harry.
Chissà dove diavolo sarà.
Sbuffo.
So con chi è.

E... forse è meglio così.
Che io mi rifaccia una vita, così come lui.

No?

Infilo la maglia guardandomi allo specchio.
Ho una faccia...
Dovrei essere eletrizzata all'idea che mi abbia baciata, ma...

Non lo sono.

E non posso fingere.
Perché so che da un bacio soltanto possono crearsi mille casini.

Com'è successo poco tempo fa...



 
———


 

Esco dal bagno per poi avviarmi per il lungo corridoio.
Sento le voci degli altri in sala da pranzo.
Che macello.
Tra Desmond, mio padre e il padre di Niall non so chi ha bevuto di più.
Ma oggi gliela facciamo passare...
D'altronde si festeggia.
Si festeggia alla grande.
Cammino a passo svelto per poi fermarmi nella penombra del corridoio.
Guardo Harry e Violet e sospiro.

Sono così belli...

Che destano invidia solo a guardarli da lontano.
Lei ha un vestito verde petrolio con degli stivali alti con dei tacchi da capogiro.
I capelli legati in uno chignon alto.
Il viso pulito.
Semplicemente una perfezione.
Ed Harry al suo fianco non è da meno.
Anzi.
Il pantalone sartoriale, la camicia di seta verde petrolio come la dolce metà.
I capelli tirati indietro.
E il solito sorriso ad illuminargli il viso.
A renderlo ancora più bello.
Insomma stanno facendo sfigurare tutti.

Me compresa.

Do una veloce occhiata al mio outfit.
Sono così semplice rispetto a loro che...

Vabbhe, devo lasciar stare.

Riprendo a camminare per poi fare il mio ingresso in sala da pranzo, prima di sedermi al mio posto.
< Finalmente... ce l'hai fatta > afferma Matty seduto vicino a me.
Sorrido < scusa, dovevo fare una telefonata >.

Cazzate.

In realtà dovevo prendermi una pausa dalla troppa perfezione dei due che mi stanno di fronte.
Ma son dettagli...

Come sempre.

< Comunque direi di fare un brindisi > propone mio padre.
< Nickolas, ancora? > domanda mia madre facendo ridere Anne.
< Bisogna festeggiare >.
< Concordo > Desmond alza il bicchiere in aria invitando tutti a fare lo stesso.
Ecco, ci risiamo.
L'ennesimo brindisi della serata.
< Care, il suo gin tonic >.
Sorrido a Tim ringraziandolo.
< A Niall e Gemma e al piccolo o piccola che a breve nascerà >.
Sbatto il mio bicchiere con quello di Matty, Niall prima di bere un lungo sorso.
Ne ho bisogno... 
Guardo Gemma e sorrido.
È sempre più bella.
Ed è sempre più grossa.
Ormai è al sesto mese e la pancia si vede proprio bene.
È emozionata, molto.
Ma sa che non è sola.
C'è Niall al suo fianco.
Ci sono io.
E c'è la sua famiglia.
< Care > si avvicina Gemma sedendosi.
< Ehi, futura mamma >.
Sorride.
< Che dici? >.
< Niente di nuovo... se non che sto diventando una palla >.
Rido.
< E il piccolo? > porto una mano sulla pancia per poi parlargli sussurrando < ehi, tu sono la zia Caroline... sai che non vedo l'ora di conoscerti? >.
< Anche lui o lei > afferma Gemma prima di prendermi la mano.
< Manca poco eh >.
Annuisce < sì, sembrava ieri che ho scoperto di essere incinta >.
Sorrido.
< Ed eccoci qui, già al sesto mese >.
Si tocca la pancia con tenerezza.
Che amore.
Sarà una mamma... splendida.
Lo so, ne sono sicura.
< Tu? Che dici? Questi giorni ci siamo viste poco >.
< Hai ragione, ma ho accompagnato Matt e Luke a delle udienze >.
Annuisce.
La guardo.
So cosa vuole chiedermi.
E so perché non lo fa.
< Avanti, chiedimi quello che vuoi chiedermi >.
Ride < lo sai già >.
< Luke? > domando ironica.
Annuisce.
< Niente di nuovo >.
< Continuate a baciarvi? >.
La fermo < lui continua a baciarmi, io non faccio nulla >.
< Caroline! >.
< È vero Gemm >.
Abbasso lo sguardo < non ci riesco, è più forte di me >.
Accarezza la mia mano destra < lo so... infatti sto scherzando, fai bene a fare quello che ti senti >.
Annuisco.
Sì, lo so.
Faccio bene.
Non voglio forzarmi.
Non voglio fare una cosa che non voglio fare.
E se questo vuol dire non voler baciare Luke... va bene.
< Voglio solo che tu sia felice >.

Ah, anch'io.

Ma forse non sono destinata ad essere felice... no?

La guardo < solo il fatto che diventerò zia mi rende felicissima >.
< Ascolta >.
Annuisco.
< Stavo pensando... dopodomani ti va di accompagnarmi a fare delle compere? >.
< Certo, perché no? >.
< Facciamo al pomeriggio? >.
< Sì, che ho il pomeriggio libero >.
< Grazie, se non fosse per te dovrei fare tutto da sola... perché Niall non mi aiuta per nulla con le compere >.
Rido.
< Ti ho sentito Gemma Styles > le fa eco Niall vicino a Matty.
< Tanto è vero >.
< Ho capito tesoro... ma io non ci capisco nulla >.
Mi indica < Smith è perfetta >.
Ridacchio, così come Gemma.
< Si dà il caso Horan che sei tu il padre, non Caroline >.
< Ha ragione Niall > gli dico con tono di rimprovero.
< Ho capito... ma queste cose sono cose da donne, da amiche >.
< Va bene, ho capito... > guardo Gemma < per questo genere di cose sarò io il padre del piccolo >.
Gemma annuisce prima di donarmi un bacio sulla guancia.
Nel farlo il mio sguardo cade sui due di fronte che parlottano tra di loro, come se fossero soli.
Come se stessero su un altro pianeta.
Distolgo lo sguardo.
Sento mio padre, Desmond e il padre di Niall ridacchiare come degli ossessi.
Beati loro che ridono da inizio cena.
< Allora ci accordiamo sull'ora >.
Mi volto verso Gemma annuendo.
< Vado un attimo in bagno, mi aspetti qui? >.
Annuisco per poi vederla scomparire.
Bevo il mio gin tonic cercando di capire le varie conversazioni.
Le mamme parlano di corredini per neonati, tutine, culle etc.
I padri come ho già detto ridono.
Niall e Matty parlano di football e di golf.
Harry e Violet continuano a non prestare attenzione a nessuno dei presenti.
Li guardo.

Harry è veramente felice.
Lo percepisco.
A pelle.

E sono felice per lui.

Violet è splendida e non lo dico così tanto per dire.
Lo dico perché è vero.
Disponibile, simpatica.
Bella sopratutto.
Sono affiatati e si vede.
Bevo un altro sorso di gin tonic standomene zitta.

Chissà se anch'io un giorno riuscirò a farmi una vita.
Chissà se riuscirò ad uscire con qualcun altro.
Chissà se riuscirò ad essere felice com'è Harry in questo momento.

Lo invidio un po'.

Lo ammetto.

Dopo che tra di noi è finito quel periodo di confusione generale è riuscito a trovare una persona, fatta apposta per lui.

Io invece...

Sono qui, a farmi mille problemi per dei baci di Luke.

A volte mi chiedo come faccia.

Come faccia a far finta che tra di noi non sia successo nulla.
Come se non fossimo mai stati insieme.


Perché mi dà quest'impressione.

E non riesco proprio a capire come faccia.
E vorrei tanto saperlo.
Così da provarci anch'io.

Perché invece io penso sempre a quello che c'è stato tra di noi.
Alle cose condivise.
Agli anni passati insieme.


Ma forse sono solo io a non riuscire ad andare avanti.

Sì, probabilmente sì.

Deglutisco e abbasso lo sguardo nel momento in cui Harry e Violet iniziano a scambiarsi dei baci.
Delle urla da parte dei padri mi fanno voltare.

Urletti, fischietti.

< Styles attento, così le mangerai la faccia > afferma mio padre spalleggiato da Desmond che ride.
Li guardo.
Guardo le loro bocche cercarsi, senza paura di farsi vedere da nessuno.
La mano di Harry sulla guancia di Violet.
Le guance leggermente arrossate.

Ed una fitta mi colpisce allo stomaco.

Oh no.

'Fatti un giro'.
Sì, forse è meglio.
Bevo il mio gin tonic prima di alzarmi.
Seguono altri fischietti ma io sono contenta che nessuno si sia accorto della mia scomparsa.
Altrimenti...

Cosa avrei detto?
Quale scusa avrei trovato?

Attraverso il corridoio prima di aprire la porta finestra che conduce sul giardino.

Ah, che bell'aria.

Finalmente un po' di pace.
Mi siedo sulla sdraio alzando gli occhi al cielo.
Ne avevo un disperato bisogno.
Respiro a pieni polmoni.
Si sta bene fuori.
Non è freddissimo ma la freschezza dell'aria rende tutto più elettrizzante.
Inevitabilmente il mio sguardo si posa sul tatuaggio che ho sulla mano.
Lo osservo.
Forse non avrei dovuto farlo.

Perché...

Mi farà pensare sempre ad Harry.
Senza nemmeno farci apposta.

Ho sbagliato, sì.
Ma ormai è fatta.
E me lo tengo.

Anche se mi fa pensare ad Harry.
Anche se mi fa pensare che non condividiamo più nulla.

Se non un tatuaggio.


Sospiro.

Forse dovrei seguire il consiglio di Luke.
Dovrei trasferirmi a Brighton.
Starei meglio.

Ci sto pensando sempre più.

< Posso? > domanda una voce.
Mi volto sorridendo ad Anne.
< Non hai freddo? >.
Scuote la testa.
La guardo incapace di dire qualsiasi cosa.
< Ho visto che sei uscita e volevo assicurarmi che stessi bene >.
Annuisco.
< Sicura? >.
La guardo.
Non è di certo una stupida.
Annuisco.
Non voglio metterle malinconia.
< Care > mi prende la mano.
Annuisco.
< Con me puoi parlare, lo sai vero? >.
Lo so, lo so per certo.

E forse dovrei farlo...

< Dai, dimmi quello che ti passa per la testa >.
Mi mordo l'interno guancia.
< Si tratta di Harry? >.

Centrata in pieno...

Mi schiarisco la voce prima di dirle la verità senza filtri < sono contenta per Harry... è solo che a volte mi chiedo come abbia fatto a superare tutto, a dimenticarmi >.
< Immagino che non sia facile >.

No, no, cazzo.

Non è per niente facile.

Vedere il tuo ex... quello che pensavi essere l'amore della tua vita essere felice.

Felice senza di te.

E...

Fa male.

Scuoto la testa < no, non è facile per nulla >.
< Comunque anche a me risulta difficile capire come abbia fatto >.
La guardo.
È sincera.
< Ma forse era l'unica cosa da fare >.
Sospiro.

Probabilmente sì.

< Forse dovresti fare lo stesso anche tu > mi suggerisce.
Annuisco.
Sì.

Per forza.
Per forza di cose.

< Hai ragione >.
< Ti meriti il meglio Care... e forse è arrivato il momento di voltare pagina >.
Mi guarda < sempre se vuoi >.
Annuisco.
Sì.

Credo proprio di sì.

Merito di essere felice, anch'io.


Mi volto.
< La cosa più importante è che tu sia felice >.
< Sì, hai ragione... mi interessa solo quello >.
< Che ne pensi di Violet? >.
< È... stupenda >.
Sorride < mai quanto te tesoro >.
< Anne, fidati Violet è la perfezione >.
< La perfezione non è tutto Caroline e lo sai >.
< Sì... >.
< Sai, ho parlato con Gemma e mi ha detto di Luke >.

Oddio.

Sa di Luke?

< Stai tranquilla >.
La guardo.
< È un bel ragazzo e anche molto bravo, a quanto ne so >.
Annuisco.
< Deve volerti un gran bene >.
Annuisco, di nuovo.
Forse dovrei dirle della proposta di Luke.

Perché no?

Mi saprebbe consigliare.
E a me servono consigli.

< Sai parlando di Luke > annuisce prima che continui a spiegare < mi ha proposto di andare a lavorare con lui a Brighton nel suo nuovo studio >.
< E tu? >.
Mi gratto nervosa la mano < in realtà mi ha anche chiesto di vivere insieme, a Brighton >.
I suoi occhi lampeggiano un attimo.
< E... >.
La voce le trema.
< Non lo so Anne, non so più nulla >.
< Vuoi andartene da Londra? >.
Sbuffo.
< Non è che voglio andarmene ma... forse mi farebbe bene >.
Mi prende una mano < non voglio che tu vada via >.
< Nemmeno io, ma forse è meglio così > sospiro < per tutti >.
Indico dentro.
< Lo vedi? >.
Annuisce.
< Voglio solo essere felice come lui > sussurro.
Ci guardiamo entrambe per degli attimi.
Anne deve capire il mio stato d'animo perchè poi mi prende la mano
< Sai che? Sto parlando solo per puro egoismo >.
La guardo aspettando che continui a parlare. 
< È che non voglio perderti >.
Mi mordo le labbra.

Nemmeno io.
Nemmeno io.

< Ma sono dalla tua parte se decidi di cambiare aria >.
Annuisco stringendole la mano.
Stasera vedere Harry baciare Violet davanti a tutti mi ha fatto capire che devo muovermi.

La vita va avanti ed io non posso rimanere ferma, a mesi fa.

È cambiato tutto.

Io sono cambiata.
Siamo cambiati tutti.

Ed è bene che capisca di dover andare avanti.

Per la mia strada.

< Se senti il bisogno di provarci... vai a Brighton e non guardare indietro >.
Una lacrima scende sulla mia guancia.
< Sul serio >.
Sospiro.
Altre lacrime.
< Non lasciarti spaventare dal cambiamento >.
< Ho paura >.
< Lo so... ma pensa che sarà un'opportunità >.
< Probabilmente sì >.
< Vedrai che starai bene >.
Sorride ed io le sorrido.

Sì, starò bene.
Starò alla grande.

< Ti voglio bene, Caroline >.

Oh, Anne cara.

Anch'io.
Troppo.

Te ne voglio tantissimo.

< Anch'io Anne, anch'io >.
La abbraccio per alcuni istanti prima di alzare gli occhi al cielo.

Forse...

Forse Brighton è la risposta.
Ha ragione Anne.

Probabilmente è la risposta migliore.

Quel cambiamento che mi farà rinascere.
Quel cambiamento che finalmente mi farà recidere quel cordone ombelicale che mi tiene ancora ancorata alla mia vecchia vita.


Ad Harry.

E finalmente sarò libera.

Libera come non mai.
Che poi è la cosa che ho sempre voluto.




 
———



 

Cammino a passo svelto.
Sto tornando a casa.
Oggi pomeriggio come avevamo programmato io e Gemma siamo andate in giro a fare compere.
È stato divertente.
Abbiamo scelto delle tutine dai colori neutri visto che non vogliono saper il sesso del bambino.
Siamo andate a vedere delle culle, degli ovetti da mettere nella macchina.
Insomma... ho passato un pomeriggio tipo da mamma.
Abbiamo riso un sacco.
Anche perché c'era una coppia che litigava ogni due per tre per i colori delle tutine, per le dimensioni del passeggino etc.
Erano così buffi...
Insomma è stato un bel pomeriggio.
Dopo i vari giri siamo passate a casa sua e abbiamo mangiato alcuni pezzi di pizza che erano avanzati dal pranzo e niente...
Tra una chiacchierata ed un'altra si son fatte le 23.30... così mi sono incamminata verso casa visto che domani ho un bel po' di cose da fare.
E la sveglia ovviamente suonerà presto.
Anche perché devo lavorare.
Oggi è veramente freddo.
Diversi brividi percorrono la mia schiena.
In realtà avrei dovuto seguire il consiglio di Gemma e prendere un taxi ma ho deciso di camminare visto che sto sempre seduta.
Soprattutto in ufficio.
Ma va bene...
Una passeggiata può solo farmi che bene.
Anche perché in giro non c'è tantissima gente, quindi posso anche rilassarmi e perdermi nei meandri della mia mente.

Ed ho tanto a cui pensare, in realtà.

Ho deciso di provarci, alla fine.

L'ho già comunicato a Luke.

Ci provo, almeno.

Tra un paio di giorni partiremo per Brighton e inizieremo questa avventura.
Spero vada bene.
L'ho detto a tutti praticamente.
I miei amici sono felici anche se mi hanno detto che nei weekend vogliono vedermi in qualche modo.
I miei e Tyler anche.
Forse mia madre non è così felice ma se ne farà una ragione.

Ripeto.

È una prova.

E se va bene allora anche meglio.

Per ora nei weekend tornerò a Londra.
Credo sia giusto così.
Optare per una cosa graduale.
Vedremo come va.

Ho tanti pensieri per la testa...

Il lavoro, la nuova casa.
Io e Luke a convivere pur non stando insieme.

C'è tanto su cui riflettere.

Ma dopo aver parlato con Anne ho capito che è giusto farlo.

È giusto provarci, per me soprattutto.

Attraverso la strada stringendo il cappotto.
Passo davanti ad un bar affollato di gente per poi continuare dritta per la mia strada.
Oggi camminerei per ore.
Non scherzo.
Peccato i miei impegni di domani.
Tra le altre cose in questi giorni sono stata dal mio psicologo e mi ha detto che è felice per me.
Perché finalmente mi do una seconda occasione, che ho sempre meritato.
Ha detto che è sicuro che mi troverò bene.
E sopratutto mi ha ricordato di non focalizzarmi troppo sulla situazione con Luke.
Insomma mi ha fatto capire che se son rose fioriranno.
Ed ha ragione.

Se son rose fioriranno.
Senza se e senza ma.

Sorrido.

Andrà bene.
Me lo sento.
Mi sento diversa in questi giorni.
Più propositiva.
Più positiva.
Insomma pronta a buttarmi in una nuova esperienza.

Mi guardo intorno.

Londra, cara Londra.
Mi mancherai ma... non è un addio.
Solo un arrivederci.
Ti porterò con me a Brighton.

Ti porterò nel mio cuore.
Così poi quando ci rivedremo sarà ancora più bello.
Più entusiasmante.

Mi immetto in una stradina.
L'ho già detto.
Oggi l'ho detto che voglio camminare.
E così sarà.

Se allungo la strada che male c'è?
Nessuno no?

Cammino rallentando anche il passo, così da godermi il momento.
Mi fermo addirittura per fare delle foto.
A delle case particolari.
A degli alberi.
Invio un selfie a Gemma.

'Ancora in giro? Vai a casa testona'.

Ridacchio.
Digito un veloce 'adesso... buonanotte Gemmina'.
Alzo lo sguardo rimettendo il cellulare in tasca, riprendo a camminare prima di notare un gruppetto di ragazzi in fondo alla via.
Mille pensieri.
Forse dovrei tornare indietro.
O chiamare un taxi.
'Di cosa diavolo hai paura?'.
Scuoto la testa.
Continuo a camminare a testa alta.
Sono solo dei ragazzi.

Perché aver paura?

Devo finirmela con questa paura.

Ho sempre paura.

E non va bene.
Me la devo far finita.

Non esiste nessuna paura.

Sono solo dei ragazzi ed io sto tornando a casa.
Punto.
Deglutisco.
Ma continuo a camminare.
Ormai...
Li supero e li sento ridacchiare.
'Visto?'.
Rideranno per i fatti loro.
Fin quando non mi sento chiamare.

Ecco.

Oddio.

Oddio, oddio, oddio.

Che... che vorranno?

< Ehi, dico a te >.
Faccio finta di non aver sentito.
Magari smetteranno.

No?

E invece mi richiamano < tu! >.
Mi fermo per poi voltarmi lentamente.
< Dimmi >.
Mi guarda.
Ed io ho una strana sensazione.
Non mi sembrano dei ragazzi affidabili.

Anzi...

< Hai per caso una sigaretta? >.
Scuoto la testa < no, mi dispiace >.
< Fa' nulla > si avvicina.
Mi squadra.
< Dove vai di bello? >.
< A casa >.
Annuisce < ti va di rimanere con noi? >.
Lo guardo con uno sguardo... che lascia intendere poche parole.

Ma che diavolo...

Secondo lui posso rimanere con loro che nemmeno conosco?
Se lo scorda.

< Devo andare >.
Li sento ridacchiare.

Che nervi.

Faccio per voltarmi quando mi blocca la mano < dai aspetta >.
Chiama i suoi amici < aiutatemi a convincerla >.
Sono in cinque.

Ed io sono sola.

Porca merda.

Deglutisco rumorosamente.
< Lasciatemi andare, domani devo svegliarmi presto >.
Ridono.
< Dai, vieni più vicino >.
Mi afferrano per le spalle portandomi un po' più in là, dove non c'è luce.
< Lasciatemi > gli tolgo la mano.
< Non muoverti >.
Mi stringe il viso osservandomi.
< Ci fai fare un giro? > domanda borioso.
Lo guardo non capendo.
Poi capisco...

Vuole...

Vuole?
Vuole abusare di me?

Sbianco.

Signore mio aiutami.

Ti prego aiutami!
Aiutami ad uscire da questa situazione...

Aiutami, mandami un aiuto.

< Allora? > mi afferra per il bavero del cappotto mentre io faccio una smorfia col naso.
Sono ubriachi.
Non rispondono delle loro azioni.
Lo guardo.
< Se non mi lasci chiamo la polizia >.
Ride < tu non chiami proprio nessuno >.
Con uno scatto mi prende il cellulare passandolo all'amico.
< Ridammi il cellulare! > urlo.
Scuote la testa prima di far segno ai suoi amici di farmi star ferma.
< Shh > mi sussurra sbottonandomi il cappotto.
'Fa' qualcosa'.

Dannazione.

Devo far qualcosa.

Ora!

Coi piedi inizio a divincolarmi.
Uso le mani per graffiargli il volto.
< Tenetela ferma > ordina portandosi alle labbra una sigaretta.
< Lasciatemi andare! >.
< Nah... voglio divertirmi > mi accarezza il viso.
Continuo a muovere le gambe, tirando e sferrando calci a destra e sinistra.
< Allora, come ti chiami? > domanda mettendosi davanti.
Gli sputo in faccia.
< Mi hai rotto il cazzo francamente parlando >.
Mi blocca i polsi, prima di tirarmi uno schiaffo.
Cerco di non piangere.
Devo essere forte.
E cercare aiuto.
< Aiuto! >.

Urlo, urlo. 

 
Urlo a più non posso.
Urlo con quanto più fiato riesco a tirar fuori.

Un altro schiaffo.
Sento del sangue colarmi dalla bocca.

Maledetto lui.
Maledetti i suoi amici.

< Se mi tiri un altro schiaffo... >.
Ride < cosa? >.
< Vaffanculo > affermo dura.
Mi stringe il viso con la mano destra, dove ha un anello appuntito che mi ha fatto uscire il sangue col precedente schiaffo.
Guardo in alto.

Signore.
Ascoltami.

Signore, ascoltami.

Ti prego aiutami.

Mandami un aiuto.

Ti scongiuro.

< Lasciami! > urlo non appena lo vedo slacciarsi la cintura.
< Aiuto! > mi divincolo iniziando a piangere.
Se non riesco a fuggire mi stuprerà.
Verrò abusata.

Lacrime su lacrime...

Fino a quando sento una voce in lontananza.
< Lasciatela stare! >.
Sento dei passi avvicinarsi.
< E tu chi cazzo sei? > domandano < eh? >.
Vedo la persona in questione avvicinarsi e... 

Come diavolo è possibile?

Harry.

È Harry.

< Care? >.
I suoi occhi lampeggiano.
La voce tremante.
< Ho detto, lasciatela stare >.
< Altrimenti? > domanda il tipo che ho di fronte.
< Altrimenti vi spacco la faccia >.
Ridono.
Vedo Harry afferrarlo per il bavero della giacca e spingerlo più in là.
Boccheggio.

Harry.

Harry... mi ha salvata.

Mi asciugo le lacrime prima di tirare un calcio indietro.
Mi divincolo mettendomi vicino ad Harry.
< Vieni qui >.
Gli amici del tizio iniziano a scontrarsi con Harry che sembra rispondere bene.
Ma poi un cazzotto.
E un altro ancora.
< Lasciatelo! >.
Urlo.
< Lasciatelo >.
Mi sporgo in avanti beccandomi a mia volta un cazzotto.
Tossisco, prima di tirarmi su.

Harry ha bisogno di me.

Ora più che mai.
È solo, contro di loro.

Ed io devo aiutarlo.

< Dammi il cellulare > dico ad uno che nemmeno mi ascolta.
Mi avvicino ficcandogli le mani nella tasca, per riprendermi il cellulare.
< Sta' stronza > mi spinge facendomi cadere.
< Care! > urla Harry avvicinandosi.
E proprio mentre si avvicina i cinque iniziano a pestarlo di santa ragione.
Mi metto in mezzo cercando di proteggerlo il più possibile.
< Levati > mi spostano prima di calciare Harry accasciato per terra.
< Aiuto! > urlo.

Nessuno.

Fanculo!

Prendo il mio cellulare per poi far finta di chiamare la polizia.
< Sto chiamando la polizia > li avverto.
Sembrano non crederci.
Ma poi il destino viene in mio favore quando una macchina con dei lampeggianti casualmente passa nella viuzza dietro.
< Andiamo, andiamo! > corrono lasciando Harry a terra.
Senza esitare mi butto per terra prendendogli il viso.

O mio Dio.

Harry.

< Stai bene? >.
Annuisco < tu? Come stai? >.
Lo guardo.
L'hanno conciato male.
Non so che devo fare.
Lo guardo.
Respiro lentamente.
< Vieni, andiamo a casa mia... ti porto in ospedale >.
< Non c'è bisogno >.
< Sì invece > dico seria.
Ha bisogno di farsi vedere.
Con una fatica immensa lo tiro su prima di camminare lentamente.
Del sangue gli scorre sul viso, dal taglietto che gli hanno inferto.
Cammino tenendo duro prima di chiamare un taxi che alla velocità della luce ci lascia davanti casa mia.
Tiro fuori le chiavi di casa.
Ho le mani che tremano.

Forse mi sta per prendere un infarto, ma ok.

< Sto bene > mi rincuora.
Lo guardo.

Sta messo male, già l'ho detto, no?

< Shh, non parlare... non hai forze > lo ammonisco.
Lo faccio appoggiare sulla ringhiera mentre apro la porta di casa.
< Vieni >.
Entro dentro casa seguita da Harry che zoppica e si lamenta del dolore.
Senza dirgli nulla lo porto in bagno dove lo faccio sedere sulla tazza del water.
< Che fai ora? >.
< Cerco di disinfettarti... così poi ti porto in ospedale >.
Scuote la testa < non c'è bisogno >.

Ancora?

Ha bisogno di farsi vedere.

Non lo ripeto più.

< Non ho bisogno di cure >.
Annuisco.

Ha bisogno eccome invece.
Ha un aspetto orribile.

E tutto per colpa mia.
Per avermi salvata.


Mi lavo le mani prima di afferrare la cassetta del pronto soccorso.
< Sicura che non mi svieni? > ridacchia prima di tossire.
< No, non svengo >.
Lo guardo < tu stai in silenzio però >.
Infilo i guanti prima di prendere dei batuffoli di cotone, del disinfettante e dei cerotti.
< Farà male credo >.
Annuisce prima che disinfetti il taglio sotto lo zigomo.
Mi guarda < Care, stai sanguinando >.
Lo so, sento il sapore metallico del sangue sulle labbra, ma non me ne frega niente.

Devo pensare a lui.

A lui che è più importante.

< Dopo mi medico >.
Lo guardo.
< Togliti la maglietta così vedo i lividi >.
Lo vedo togliersi la maglia ed emetto un lamento.
L'hanno conciato proprio male.
Gli cospargo il torace con una pomata fatta apposta prima di guardarmi intorno.

Che devo fare?

Poi ho un'idea...

Il telefono.
Devo chiamare Violet.

Come ho fatto a non pensarci prima?

È giusto informarla di quello che è successo.

< Ascolta, mi serve il numero di Violet >.
Mi guarda non capendo.
< Ti starà cercando... dobbiamo avvisarla >.
< Il mio telefono è dentro la giacca >.
Annuisco prima di andare di là e prendere il telefono nella giacca.
Telefono che ha lo schermo rotto.

Merda.

Che serata del cazzo...

< Merda >.
Lo guarda girandoselo tra le mani.
< Dettami il numero >.
Compongo il numero che mi detta prima che risponda.
< Harry? >.
Violet.
Finalmente.
Ha la voce assonnata.
Giustamente dormiva.
< No, Violet... sono Caroline >.
< Caroline? >.
Annuisco come se potesse vedermi < ascolta, Harry è stato pestato per difendermi e deve andare in ospedale >.
< O mio Dio >.
< Sì... ascolta, è a casa mia... ti aspettiamo qui, dopo ti spiego tutto >.
< Arrivo subito >.
Chiude senza nemmeno salutarmi.
Guardo Harry.

Come mi dispiace.

< Che hai? >.
< Ho che per difendermi ti sei preso un sacco di botte >.
Fa spallucce.
< Mi dispiace sul serio >.
< Tranquilla >.
Mi sorride.
Ed io muoio.

È così bello...

< Vieni di là, ti stendi sul divano nel mentre aspettiamo Violet >.
Lo aiuto ad alzarsi prima di condurlo in sala dove lo faccio sedere sul divano prima di prendere un bicchiere d'acqua che gli porgo.
Mi siedo accanto a lui.

Sto tremando.

Ho avuto veramente paura.

Per me.

Soprattutto per lui.

Alcune lacrime scendono.
È la tensione.
< Ehi >.
Lo guardo.
< Sto bene > mi tranquillizza.
Annuisco.
< Ho avuto paura Harry >.
Si morde le labbra.
< Ho avuto tantissima paura per te >.
Scuote la testa.
< Avrebbero potuto ucciderti >.
Scuote la testa prima di indicarmi.
< Tu piuttosto? Come stai? >.

Uno schifo.

Ma è ok.

Almeno lui sta bene, è vivo.

< Contando che se non fossi arrivato mi avrebbero stuprata... bene >.
Lo vedo irrigidirsi.
< Non dirlo nemmeno >.
< Cosa? >.
< Che ti avrebbero... >.
Lascia la frase in sospeso.
< La colpa è solo mia che ho preso quella via >.
< Non addossarti colpe... la colpa è di quegli stronzi >.

La colpa è anche mia, ma ok.

Mi guarda < se li ribecco li faccio fuori >.
< Harry... > affermo < non dirlo neanche per scherzo >.
< Nessuno deve farti del male Care, nessuno >.
Mi volto passandogli una compressa per il dolore che manda giù subito.
Lo sento lamentarsi così gli dico di non pensare a nulla se non a stare tranquillo.
Per un sacco di tempo rimaniamo in silenzio.
Lui ogni tanto si lamenta.
Io ogni tanto piango.

È stata una serata da dimenticare.

Stavo per essere stuprata se solo non fosse stato per Harry.

Che se ci penso... mi viene da piangere.

Sento il suo respiro stabilizzarsi.

Finalmente...

E poi... mi chiama.
< Care >.
Annuisco guardandolo.
Lo guardo aspettando che parli.

Cosa vuole sapere?

< Posso chiederti una cosa? >.
Annuisco.
< È vero che vai a Brighton? >.

Oddio.

Lo sa anche lui allora.

< Dimmi di no... >.
L'analgesico sta facendo effetto mi sembra.

Sta svalvolando, per caso?

< Non posso pensare che te ne vai >.

Nemmeno io.

Ma non glielo dico.

< Ti prego, non andare via >.
Mi guarda con una tale intensità da mettermi i brividi < ho bisogno di te >.
Deglutisco.

Ed ora...

Cosa rispondo?

La sua mano afferra la mia stringendola.
Gli sorrido.
< Non lo so ancora >.
< Resta >.
Abbasso lo sguardo.
< Dimmi che ci penserai >.
Mugugno qualcosa prima di voltarmi per guardarlo.
< Se solo ti avessero fatto del male... non me lo sarei perdonato >.
< Shh Harry... a breve arriverà Violet e ti porterà in ospedale >.

Sta dicendo cose a caso.

< Non scherzo minimamente... >.
Si volta per guardarmi meglio < mi sarei fatto anche ammazzare pur di salvarti >.

Lo so.

Lo so per certo.

Ma non glielo avrei permesso.

No.

No, assolutamente no.

Mi accarezza il labbro < devi medicarti >.
Annuisco < lo farò dopo, non preoccuparti >.
Mi guarda < non appena ho realizzato che eri tu non ci ho capito più niente >.

Oh Harry...

Si morde il labbro < ho solo pensato a proteggerti >.
Annuisco.
Mi accarezza una guancia < stai bene? >.
< Sì, sono solo un po' frastornata >.
Annuisce lamentandosi.
È lui a star messo maluccio.
Io direi sto alla grande... a parte la paura. 
< Io... >.
Un altro lamento.
Si sta sforzando.
Ed è peggio.
Deve solo star tranquillo e calmo.
< Non parlare Harry > gli suggerisco.
Annuisce prima di voltarsi.
Anch'io mi volto.
E non so per quanto tempo ce ne stiamo in silenzio a fissarci.
Nel buio della stanza.
I nostri respiri e i nostri cuori a rimbombare nella stanza.
Chiudo gli occhi per poi riaprirli.
< Non sai quanto mi dispiaccia vederti ridotto così per me > ammetto pensando ai lividi, ai tagli.
Fa spallucce < a me non dispiace essermi fatto ridurre in questo modo per te >.
Sorrido.
Anche in queste situazioni riesce a fare l'idiota.
< Quando sorridi sei così bella... >.
Arrossisco ma fortunatamente il buio fa sì che lui non veda nulla.

Meglio così.

E poi... è un attimo.

Nemmeno me ne rendo conto.

Si avvicina e mi bacia.

Chiudo gli occhi.
Lo guardo.
La sua mano mi fa avvicinare di più e senza nemmeno rendermene conto mi ribacia.
Dei pudici baci.
Ai quali non so nemmeno se rispondere.
O meno.
Il suo braccio mi afferra portandosi dietro un suo lamento.
Ed io non so nemmeno con quale forza e coraggio gli abbia permesso di farmi sedere a cavalcioni su di lui.

Ci guardiamo.
Ci guardiamo per troppo tempo.

E poi... la sua bocca si fa sempre più vicina.

Dei brividi mi scuotono.
E non sono brividi di freddo.

Non dovrei farlo.

Non dovremmo farlo.

Dovremmo aspettare solo Violet senza combinare casini.

Giusto?

Giusto.

< Quando ho realizzato che la ragazza importunata eri tu... > dice prima di fermarsi.
I nostri nasi si sfiorano.
< Ho avuto paura di perderti >.
< L'ho capito > ridacchio.
< Sul serio Care > mi guarda ed io per poco non cado vedendo i suoi occhi dannatamente belli.
Porta una mano sulla mia guancia.
< Sei così fragile... >.
Si lamenta.
< Se vuoi mi sposto > gli dico.
< No, rimani qui >.
Si lecca le labbra.
Sento il suo respiro accelerato.

Questa situazione che si è venuta a creare è sbagliata.

Lo so, lo so per certo.

Ma il punto è che nessuno dei due vuole staccarsi dall'altro.

Abbiamo bisogno di essere vicini.
Di sentirci.


La sua bocca sfiora la mia.
Chiudo gli occhi, di riflesso.

E...

Senza pensarci mi avvicino ancora di più prima di toccare le sue labbra che accolgono le mie.

E...

Iniziamo a baciarci.
La sua mano è appoggiata sul mio fianco mentre la mia sulla sua spalla.
Rispondo ai suoi baci.

L'ho già detto.

È sbagliato.

Ma è come se avessi scollegato la mente.

La spina.

La mia anima mi conduce a lui in questo momento...
Così come la sua probabilmente.


Ci apparteniamo, le nostre anime si completano come i nostri cuori.

Calamite.

Ecco cosa siamo, due perfette calamite.

O forse... imperfette, ma pur sempre calamite.

Sento le labbra di Harry e assaporo il loro sapore imprimendolo nella mia testa.
Lo bacio, continuo a farlo... senza mai spingermi oltre.

Ma...

Lo vorrei.
Lo vorrei tanto.

Vorrei spingermi oltre, vorrei sentirlo mio.

E forse anche lui perchè ad un tratto.... diventa impetuoso.
Le sue mani stringono i miei fianchi più saldamente.
La sua lingua si infila nella mia bocca andando a incontrare la mia.
Mi morde le labbra, come vuole, come meglio crede ed io lo lascio fare.
Ci baciamo intensamente, prendendo fiato di tanto in tanto.
Sento la sua erezione al di sotto e avvampo.
Dopo un attimo di silenzio la stanza si riempie dei nostri baci, dei nostri respiri affannati...
Mi aggrappo alla sua schiena mentre le sue mani oltrepassano il bordo dei miei pantaloni andando a stringere saldamente il mio sedere.

Un bacio.
Un altro ancora.

Sembriamo impazziti.
Sembriamo fuori di noi.


Mi butto a capofitto sulle sue labbra, cercando di godermi ogni singolo istante.
E poi... tutto continua fino a che suonano al campanello.

Oddio.

Oddio, oddio, oddio.

Violet.

Dobbiamo staccarci.

Mi stacco respirando a fatica.
< È... è Violet > dico prima di portarmi una mano sul cuore.
Le sue mani sono ancora sui miei fianchi.
I suoi occhi, un lampo nell'oscurità.
Deglutisco.
Mi schiarisco la voce.
Harry ancora continua a guardarmi, non spostando le sue mani.
Il campanello suona di nuovo.

Devo andare.

Ora.

Lo guardo mezza intontita.
< V.. vado ad aprire > affermo prima di spostarmi e tirarmi su col cuore in gola.
Accendo la luce prima di avviarmi verso la porta attraversando il corridoio.
Respiro lentamente cercando di calmarmi.
Guardo lo specchio per sistemarmi al meglio e... oddio mio.
Ho le labbra gonfie, troppo gonfie.
Le guance arrossate.
Cerco di sistemarmi, capelli inclusi.

E...

Apro la porta ritrovandomi una Violet in tuta, struccata e preoccupata.
La preoccupazione fatta a persona.
< Oddio Care > mi guarda < stai bene? >.
Annuisco < grazie ad Harry sì >.
Le spiego brevemente l'episodio sotto il suo sguardo preoccupato e confuso.
< Mi dispiace tantissimo > si avvicina per poi abbracciarmi.
Chiudo gli occhi.

Se solo ripenso a due minuti fa.

Io ed Harry ci siamo baciati.

E Violet mi abbraccia...
Forse non dovrebbe nemmeno.

Mi sono comportata da infantile.
Dovevo fermare Harry.

Invece... mi sono lasciata andare.

Sbagliando.
Sbagliando di brutto.


< Ti hanno fatto del male? >.
< Per fortuna no >.
Annuisce.
< A parte qualche livido e qualche taglio >.
< Ed Harry? >.
Giusto.
È qui per il ragazzo.
Com'è giusto che sia.
< Vieni, ti porto da lui > le faccio strada fino a che non arriviamo in sala e lei si butta fra le braccia di Harry.
< Hai bisogno di cure >.
< Sto bene > mi indica < Caroline mi ha già medicato >.
La vedo baciare le ferite ed io distolgo lo sguardo.

È lei la ragazza.

Non io.

È lei che deve baciare, non me.

< Sicuro di star bene? Guarda come ti hanno ridotto... >.
Le sue mani alzano la maglietta andando a toccare i lividi.
< Violet, sto bene, sul serio >.
< Mi hai fatto prendere un colpo >.
Non mente.
Si percepisce...
Si è spaventata tanto.
E ci credo.
Anch'io l'avrei fatto.
Senza ombra di dubbio.
Le sorride tirato < tranquilla >.
Lei annuisce, non togliendo lo sguardo dal suo volto.
< Ma adesso andiamo in ospedale >.
< Non c'è bisogno >.
< Sì invece > lo ammonisce < ti ci porto >.
Poi si volta.
< Fortunatamente state bene entrambi >.
Ci guarda.
Annuisco.
< Andiamo? > domanda al ragazzo che annuisce.
< Tu Caroline sei sicura di non voler venire in ospedale? >.
Scuoto la testa < starò bene... adesso mi disinfetto >.
Annuisce.
< Però... magari potresti farti controllare >.
< Tranquilla, passerò domani al pronto soccorso in caso >.
Sorrido < ora voglio solo mettermi a dormire >.
Mi sorride.
< Metti qualcosa su quelle labbra... >.
La guardo non capendo.
< Ti hanno sferrato un bel cazzotto... ti si sono gonfiate >.

Merda.

Merda, merda.

Non è che ha capito che tra me ed Harry è successo qualcosa?

Sbatto le palpebre prima di rincuorarla.
< Se hai bisogno di qualsiasi cosa non esitare a chiamarci >.
Annuisco < va bene, grazie... >, la guardo < scusami se ti ho fatta venire qui di corsa >.
< Hai fatto bene >.
Guarda Harry ancora preoccupata.
< Allora ci vediamo > mi sorride prendendo la giacca di Harry.
< Grazie per esserti presa cura di Harry >.
Faccio un gesto come a dire 'fa nulla'.
Guardo Harry che mi guarda in silenzio.
< Allora, ciao Harry... grazie di nuovo >.
Lo sento oltrepassarmi l'anima.

Ma faccio finta di nulla.

< Ciao Care, grazie a te >.
Vedo Violet prendergli la mano prima di sparire.
Ed io non posso fare altro che buttarmi sul divano.
Proprio su quel divano dove prima io e Harry ci siamo baciati.

Che diavolo...
Che diavolo è successo?

È come se avessi vissuto una cosa non vera.

E invece...

È successo.
È successo, sul serio.


Ripenso alle sue labbra.
Alle sue mani.
Ai suoi baci.

Chiudo gli occhi.

Non è possibile.

Come diavolo è potuto succedere?

Apro gli occhi.

Brighton.
Brighton.

Sì, Brighton è la soluzione a tutti i miei problemi.
Soprattutto a questa serata che devo dimenticare.
Per il male che mi è stato inferto da quei delinquenti.

Per il bene che mi ha fatto Harry.

Sì, ho proprio bisogno di cambiare aria.

Per non pensare a quello che è successo stasera tra me e Harry.

Perché... è arrivata Violet fortunatamente.

Sennò cosa sarebbe successo?

Sospiro.

Lo so cosa sarebbe successo.

E... non può minimamente accadere.

No, no, no che non può accadere.

Anche se siamo due calamite.




Ehiii!
Come vedete c'è stato un'altro salto temporale.
Eh niente, volevo solo avvisarvi del salto anche se penso si capisca benissimo dal mese di gravidanza della piccola Styles.
Non mi dilungo ulteriormente e mi dileguo.... sperando che il capitolo vi piaccia tanto quanto è piaciuto a me.
Alla prossima!

S- xx
   
   
   
   
   
   
 

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Capitolo 43
*** Io, riesco ad andare avanti. ***


Guardo fuori dalla finestra della sala.
C'è un sole splendido oggi nonostante il gran freddo.

Brighton.

Ah...
Sono a Brighton da qualche giorno.
E...
Devo dire che è veramente carina.
E poi c'è anche il mare, il che è fantastico.
L'altro ieri io e Luke siamo andati un po' in giro per orientarci meglio nella nostra nuova città.
Le risate...
Ci siamo persi non so quante volte, ma credo sia normale.
Qui si sta bene.
È... tranquillo.

Ed io ho bisogno di tranquillità.

Ufficialmente non ci siamo ancora trasferiti.
Abbiamo solo deciso di passare qualche giorno per ambientarci.
Ci trasferiamo prossima settimana, credo.
Pronti a voltare pagina.
Pronti a vivere una nuova avventura.
Sospiro.
C'è solo un'unica cosa.

Mi sento terribilmente sola.

Luke è a lavoro.
O meglio... sta sistemando i vari mobili e documenti per quando aprirà lo studio.
Mi ha consigliato di rimanere a casa a sistemare alcune cose e così ho fatto.
Ma... forse era meglio uscire.
Stare a casa... mi fa pensare.
Mi fa pensare al fatto che sono distante dai miei amici, dalla mia famiglia.

Mi mancano.
Mi mancano molto.
Mi mancano i ragazzi.
Mi mancano i miei, Anne, Desmond... Matty, Ella, gli zii e la nonna.

Mi manca Harry.

Dannatamente.

Mi manca come l'aria.
Ma ovviamente cerco di non pensarci.
Perché sennò è finita.
Solo che.

Le sue labbra.

Non posso dimenticare.
Non posso dimenticarle.
Il modo in cui mi bacia ogni volta...
È indescrivibile.

Ma...

Ma non devo pensarci.

No.
No, no e ancora no.

Quello che è successo tra noi è stato uno sbaglio.

Probabilmente dettato dalla paura.
Sono consapevole che abbiamo rischiato grosso.
Ma sono certa che non capiterà più.

Anche se a volte vorrei tanto tornare indietro... vivere la mia vita passata.

Quando ero semplicemente felice.

Perché...

Ora non lo sono.

E per quanto possa fingere di star bene…

Non sto bene.
Per niente.

Dovrei essere felice.
Dovrei essere pronta a mettermi in gioco con Luke...
Ma la verità è che ho capito che Luke non potrà mai e poi mai prendere il posto di Harry nel mio cuore.
E lo so.
Sono pallosa.
Ma è più forte di me.
Sto bene con lui.
Rido con lui.
Ma...
Quando diventa più dolce, quando cerca un contatto più intimo... mi irrigidisco.
Se mi bacia non ricambio.
Anzi a volte evito proprio che succeda.
Per fortuna Luke è comprensivo e non se la prende.
Mi sorride come a dire 'prenditi il tuo tempo'.
Sospiro.
Chissà quando riuscirò a prendere in mano la mia vita.
Quando riuscirò a star bene.
Anche a Brighton.
Anche con Luke.
Non lo so.
Non lo so proprio sinceramente...
Mi siedo sul divano accendendo la Tv.
Mi guardo intorno.
Ho una casa bellissima.

Eppure...

Eppure non è la mia.

Non la sento mia.


Non so nemmeno come farò a trasferirmici.
Già ora che ho solo passato qualche giorno mi fa strano.
Figuriamoci dopo.
Faccio zapping tra vari programmi prima di prendere il mio cellulare.
Lo sblocco e vado su whatsapp dove mi appaiono diverse foto della cena di ieri sera dei ragazzi.
Sorrido.
Mi manca ridere con loro.
Scorro le foto ed ho un tuffo al cuore.
Harry non c'è.

Strano...

Non c'è quasi mai.
E ciò mi rattrista.
Ma forse fa bene.
A viversi Violet.
A viversi la sua storia d'amore.
A viversi la sua vita.

Sbuffo.

Sto cedendo alla tristezza.

E non posso.

Non ora che ho iniziato una nuova vita.
Un nuovo capitolo.
Il mio cellulare prende a squillare, così mi affretto a rispondere.
È mio fratello.
Finalmente una voce amica.
Finalmente qualcuno con cui parlare.
Qualcuno che amo.
< Smith >.
< Care... disturbo? >.
< Mai >.
Sorride.

Come vorrei vederlo.

Tanto.

Tanto, tanto.

< Che fai? >.
Mi annoio.
Ecco cosa vorrei rispondere.
Ma evito.
< Niente, mi riposo >.
< Non sei allo studio a sistemare? >.
< No Luke mi ha consigliato di rimanere a casa >.
< Meglio così... riposati >.
Annuisco.
< Stavo pensando... >.
< Sì? >.
< Torni questo fine settimana? >.

Certo.
Certo che torno.

E non vedo l'ora.

Finalmente.

< Assolutamente >.
< Bene... stavo pensando >.
Ha in mente qualcosa.
Lo conosco.
< Sì... >.
< Ti va di vederci? >.
< Come no... >.
< Ok, così ti presento finalmente Sarah >.
Oh... la famosa Sarah.
Finalmente la conosco.
So che stanno insieme.
Lo so bene.
Ma fino ad ora non ho ancora avuto il piacere di conoscerla.
Ed ora finalmente lo avrò.
< Non vedo l'ora di conoscere mia cognata >.
< Scema > ride.
< Tanto è vero >.
< Comunque anche lei non vede l'ora >.
Ridacchio < lo sai vero che ti darò il tormento? >.
Ride < non esagerare >.
< Ok... >.
< Allora prenoto per quattro >.

Quattro?
Perché quattro?
Tyler, Sarah, io e...?
Chi è l'altra persona?
Scaccio via l'idea che possa essere Harry.

No.

Harry no.

Vero?

< Quattro? >.
Boccheggio aspettando di sentire chi sia la quarta persona.

Ma poi perché sono così in ansia?
Perché dovrebbero invitare Harry?
Perché?

Non stiamo più assieme.
Quindi... non ne vedo il motivo.

E se fosse però?
Se lo invitassero?


Ma poi mio fratello risponde ed io torno a respirare.
< Luke... direi di invitarlo che dici? >.

Ah.
Luke.

Giusto!

Come ho fatto a non pensarci prima...

Come?

Nemmeno mi ricordavo di Luke.

Capirai...

Sono proprio presa eh?

< Giusto, giusto >.
< Ormai è di famiglia >.

No.
Non è di famiglia.
Ma proprio per niente.

Non è di famiglia.

Non fa parte della mia famiglia.

< No? >.

No.
Non è il mio ragazzo.
Viviamo solo insieme.
Punto.

Ma... non stiamo insieme.

No.

< Non direi... >.
Sospiro.
< Ci vai a vivere insieme >.
Mi mordo le labbra.
Lo so.
Spero solo di aver preso la decisione migliore.
< Sì... >.
Lascio la frase in sospeso.
Come in sospeso è la mia vita.
Un altro sospiro.
Ormai... è tutto un sospiro.
Maledizione!
< Che hai? Tutto ok? >.

Beccata.
Beccata in pieno.

No.
Non va tutto ok.

Non va tutto ok per niente.

Anzi...

< Mh? > mi sprona a continuare.
< Sì... diciamo >.
Mento.

Come sempre.

Tanto non posso fare altrimenti.

< Quando ci vediamo ne parliamo di persona, ti va? >.
< Sì, va bene >.
< Sicura che stai bene Care? >.
Sospiro.
< Care? >.
< Sono qui >.
< Ti conosco... la tua voce non è calma >.
Ecco, appunto.

Forse perché io non sono tranquilla, non sono calma per niente?

< Lo so > rispondo afflitta.
< Dimmi solo che stai bene >.
Percepisco la sua preoccupazione e capisco di dover tirare avanti.
Ancora per poco.
Quando lo vedrò potrò dirgli quello che mi passa per la testa.
Ma così...
Lo farei preoccupare e basta.
E non voglio.
Ha altro a cui pensare.
< Sto... bene >.
< Non ti sento sicura >.
< Lo so... > prendo una pausa < è che... non so se sto facendo la scelta giusta >.
Sento dei rumori di sottofondo e delle voci.
È a lavoro probabilmente.
< Ascolta... devo andare >.
< Sei a lavoro immagino >.
< Ti prometto che non appena ci vediamo ne parliamo >.
Ok.
< Ok? > domanda aspettando che risponda.
Annuisco come se potesse vedermi.
< Ci sentiamo, ora devo proprio andare che ho una riunione >.
Che peccato che la chiamata sia già finita.
Una voce amica mi avrebbe fatto solo che bene.
< Ok, ti voglio bene >.
Gli voglio un gran bene.

Mannaggia...

Mi manca tanto.

< Anch'io piccola >.
Chiudo la chiamata per poi gettare il telefono vicino a me.

Che palle.

Non vedo l'ora che sia dopodomani.
Tornerò a Londra.
Tornerò a casa.

A casa mia, finalmente.

Rivedrò la mia famiglia.
E i miei amici.

Sì.

Soprattutto i miei amici.
I miei amati amici.
Sì è vero... qualche volta li odio.
Li odio quando fanno i commentini.
Li odio quando si ubriacano talmente tanto che dobbiamo trascinarli.
Ma li amo.
Ed ora mi rendo conto di quanto mi mancano...
Incredibile.

Comunque...

Li rivedrò.
E sono super contenta.
Sorrido.
Sicuramente l'alcool non mancherà.
Assolutamente.
Praticamente abbiamo organizzato una sorta di cena per celebrare il mio trasferimento.
Che poi cosa c'è da celebrare non l'ho mica capito.
Anzi.
Per me non c'è assolutamente nulla da celebrare.
Ma cercherò di essere il più serena possibile.
O almeno ci proverò.
Non sarà facile.

Soprattutto perché...

Ci sarà Harry.

O almeno credo.
In teoria ha detto che ci sarà. 
Poi magari cambia idea e dà buca.
Chissà se verrà anche Violet.
O sarà solo.
Boh.
Lo scopriremo solo vivendo.
Mi alzo dal divano.
Sono impaziente.
Non vedo l'ora che sia dopodomani.

Mamma mia.
Fremo all'idea.

E...

Sul serio, non scherzo.

Voglio solo tornare alla mia quotidianità.

Alla mia vita.
Voglio finalmente poter sorridere con le persone più importanti della mia vita.

Voglio solo poter essere di nuovo Caroline.

La Caroline di Londra.
Non quella di Brighton.
Quella di Brighton non la conosce nessuno.
È totalmente una nuova persona.
Mentre quella di Londra...
La si conosce bene.

E a me piace quella Caroline.
Io... sono quella Caroline.

La Caroline di Londra.




 
———



 
Mi volto sorridendo a Liam.
La serata sta andando a meraviglia.
La cena... è andata.
Tra tanti brindisi e... brindisi.
Ed ora ci stiamo rilassando in salotto con dei gin tonic tra le mani.

L'avevo detto che l'alcool non sarebbe mancato vero?

E ho mantenuto la promessa.
< Quanto vorrei bere > si lamenta Gemma facendo ridere tutti.
Le prendo la mano < manca poco dai... poi potrai bere fino allo sfinimento >.
Ride < sì, chi lo tiene il piccolo? >.
Mi indico < zia Caroline a tua disposizione >.
< Ma se sarai sempre a Brighton... >.
La guardo.
Un groppo mi sale in gola ma cerco di non farlo vedere.
Sto cercando di far la forte.

Ma in realtà... vorrei solo piangere.

Piangere, piangere.
E piangere.

< Ti prometto che ti darò il tormento >.
Annuisce < mi mancherai >.
< Anche a me > ammetto cercando di non far uscire nemmeno una lacrima.

Se piango è la fine.

E non mento.
Non mento affatto.
Devo andare di là così da potermi riprendere.

< Aspettami qui, arrivo subito >.
Gemma annuisce ed io mi alzo.
< Vuoi una mano? > domanda Luke guardandomi.
Scuoto la testa < no, no >.
Vado in cucina prima di appoggiare le mani sul tavolo.

Che... pesantezza.

Sento le voci provenire dal salotto e sorrido.

Come farò senza di loro?
Come?

Mi sporgo un po' sbirciando attraverso la porta della cucina.
Vedo Liam e Louis ridere con Niall.
Luke parlare con Matty.

E poi...

Vedo Harry toccare la pancia di Gemma col sorriso a trentadue denti.

Sorrido.

Stasera mi fa male vederlo.

Per quanto mi faccia bene... mi sta facendo male.

Il mio cuore è a pezzi.

E vederlo così... è uno strazio.

Le accarezza la pancia ascoltando i calci del bambino.

Maledizione!

Sospiro.

Non posso continuare così.
No.
Altrimenti finirò col non partire.
Col distruggere quella che potrebbe essere la mia seconda occasione.

E non posso.

Non ora.
Non più.


Una lacrima maledetta sfugge al mio controllo.
Ed io l'asciugo velocemente, come velocemente Niall apre la porta della cucina.

Merda!

< Tutto bene? >.
Annuisco < dovevo prendere un bicchiere d'acqua >.
< Smith... > si avvicina per poi accarezzarmi la guancia < lo so che non dev'essere facile >.

No.

Non è facile per niente.

Anzi...

È dannatamente difficile.

Difficile da non poterlo descrivere.

< Vieni qui > mi abbraccia prima di sussurrarmi < sei forte >.
Annuisco cercando di non piangere.
< Horan! >.
< Oddio Louis... > commenta Niall facendomi ridere.
< Venite, dai! >.
< Andiamo? > mi fa segno Niall prima di trascinarmi in cucina.
< Brindiamo a te Caroline Smith >.
Guardo Louis e sorrido.
< Anche se sei una rompi coglioni di prima categoria... ti vogliamo bene >.
Il mio cuore perde dei battiti.
< A Care! > urlano tutti prima di bere un lungo sorso.
< Styles... perché non ci suoni qualcosa? >.
Guardo Liam.

Non l'ha detto sul serio vero?

< Non voglio annoiarvi > spiega Harry grattandosi la mano.
< Ti prego Harry... sono curioso di sentirti suonare > lo sprona Luke.
Oh ingenuo Luke.
Non ti conviene farlo suonare.
Rimarresti talmente estasiato da restarci secco.

Come succede a me ogni volta.

< Dai... non fare il timido > gli dà una pacca sulla spacca Niall.
Vedo Harry tentennare per poi annuire.
< Vado a prendere la chitarra in macchina > esordisce prima di sparire.

Oddio.

Devo stare calma.
Sentirlo suonare può mandarmi in estasi.

Può farmi piangere.

Ed io non voglio.

No.

< Tutto ok? > domanda Luke avvicinandosi.
Annuisco < tutto a meraviglia... >.
Sorride.
Sorrido anch'io.
Ma il mio sorriso è piuttosto tirato.
< Eccolo >.
Mi volto vedendo Harry fare il suo ingresso con la chitarra tra le braccia.

Una visione.

Ma questo già si sa...

Da sempre.

< Però... >.
Luke prende parola.

Però?
Però cosa?

< Però voglio sentire qualcosa che hai scritto tu >.
Deglutisco.

Andiamo bene...

< Mi hanno detto che scrivi da Dio >.
< Esagerati > Harry ride ma non risponde.
< Ti prego >.
Guardo Luke.

Sul serio vuole sentire una canzone scritta da lui?

Perché...

Perché io potrei rimanerci secca.

'Care'.
Mi rimprovero come ogni dannata volta.

E lo so...

Sbaglio a pensare ad Harry.

Ma che posso farci?

< Ok... > si sistema sulla sedia.
Partono dei fischi.
Mi siedo.

Sarà meglio...

Sarà meglio semmai dovessi svenire, no?

< Cosa ci fai sentire? > chiede Gemma sorridendo.
< 18... è una canzone che ho scritto un po' di tempo fa >.
Deglutisco.

18.

Che... significa?

< L'ho scritta per una persona speciale >.
Mi guarda ed io perdo un battito.

È... per me.

Oddio.

È per me.

Lo so.

I suoi occhi me l'hanno detto.
Me l'hanno comunicato.


Oddio...

< Sarà per Violet?! > domanda Luke sorridendomi.
Lo guardo.

Luke, che ingenuo.

Quella canzone è per me.
Altro che per Violet...
Ma sto zitta.

D'altronde cosa posso fare?
Dirgli che è per me?

No, non posso.

Harry si schiarisce la voce e inizia a suonare una melodia.

Una melodia bellissima.
Una melodia che sa d'amore.



'I got a heart and I got a soul
Believe me I will use them both'.



Sospiro.


'We made a start
Be it a false one, I know
Baby, I don't want to feel alone'.



I suoi occhi puntano i miei.
Ed io non riesco nemmeno a voltarmi per non guardarlo.


'So kiss me where I lay down
My hands press to your cheeks
A long way from the playground'.



Mi mordo l'interno guancia.
È perfetto.
Perfetto, lui e la canzone.
Indescrivibile...


'I have loved you since we were 18
Long before we both thought the same thing
To be loved, to be in love
All I can do is say that these arms were made for holding you
I wanna love like you made me feel
When we were 18'.


Boccheggio.

Mi ha amata da quando avevamo diciott'anni.

Ed io lo so.
Lo so bene.
Lo so.
Perché me l'ha detto.
Una sera, abbracciati a letto.
Ricordo le sue esatte parole.
Ricordo la sua emozione nel descrivermi il suo amore.
Ricordo i suoi occhi lucidi.
Ricordo le sue labbra tremanti.
Ricordo le mie mani sul suo viso.

E... le nostre labbra attaccate.


'We took a chance
God knows we tried
Yet all along, I knew we'd be fine'.



Ecco, ci abbiamo provato.
Hai ragione.
Ma...
Non è andata come speravamo.
No?


'So pour me a drink oh love,
Let's split the night wide open and we'll see everything
We can live in love in slow motion, motion, motion'.



Sento gli occhi pizzicarmi ma cerco di non piangere.
Non posso ora.


'So kiss me where I lay down
My hands press to your cheeks
A long way from the playground'.



I nostri baci.
Hai ragione.
Le tue mani sulle mie guance.
Sempre.
Sempre e comunque.

I nostri meravigliosi baci.
Che non riesco nemmeno a descrivere...



'I have loved you since we were 18
Long before we both thought the same thing
To be loved and to be in love
And all I can do is say that these arms are made for holding you, ooh
And I wanna love like you made me feel
When we were 18'.



Hai ragione.
Ragione.

Forse solo le tue braccia possono tenermi.
Possono abbracciarmi.

E forse sei l'unico a potermi amare.

Come hai sempre fatto, da quando hai 18 anni.

Una lacrima scende.

Ed io non posso farci nulla.
Non più.

Sarà la sua voce...
Sarà il modo in cui mi guarda.
Sarà il modo in cui suona... fatto sta che è troppo.

Non posso farci nulla.

Mi emoziona.
Mi emoziona tanto.

Mi mordo le labbra.

Oh Harry.

Harry...

Questo addio è il più doloroso di tutti.

Come farò a rinunciare ai tuoi occhi?

Come?

Me lo puoi spiegare...
Non ci riesco. 

 
Da sola, non ci riesco proprio.



'When we were 18
Oh lord, when we were 18'.



Un'altra lacrima.
Ma tanto ormai...

Perché non dar libero sfogo alle mie emozioni?
A ciò che sento?

Non voglio più reprimere i miei sentimenti.

Mai più.


'Kiss me where I lay down
My hands press to your cheeks
A long way from the playground'.



Un sospiro.

La sua immensa voce.

Gliel'ho sempre detto che avrebbe potuto diventare un cantante.
Non mi ha mai ascoltata.
Ed ora sentendolo capisco che avrebbe un sacco di fortuna.
Perché...
Perché ha una voce immensa.
Pura, così piena ed avvolgente da far piangere.

Da farmi piangere.


'I have loved you since we were 18
Long before we both thought the same thing
To be loved and to be in love
And all I can do is say that these arms were made for holding you
And I want a love like you made me feel
When we were 18
I want a love like you made me feel
When we were 18
I want a love like you made me feel
When we were 18'.



La canzone finisce.
Asciugo velocemente una lacrima, mentre applausi su applausi si levano in aria.
Luke si complimenta con Harry.

Ed io...
Non so che fare.

Se gettarmi addosso a lui.
Se fuggire, da lui.
O se fingere.


Come sempre.

Forse...

Forse, forse.
Forse ho bisogno un attimo di star da sola.

Sì, forse è la soluzione migliore.

Senza pensarci mi alzo velocemente per andare di là, in cucina.
Al riparo da tutti.
Finalmente libera di potermi sfogare.
Chiudo la porta per poi lasciare scorrere le lacrime.

Non so più se riesco a tornare di là e far finta di star bene.
Di essere felice di partire.
Non so più nulla in realtà.
Non so nemmeno perché abbia detto di sì a Luke.

Non so...

Non so nemmeno perché io ed Harry non siamo tornati insieme non appena si è fatto vivo.

Forse, dovevo veramente mettere via le mie paranoie e perdonarlo.

A quest'ora... sarei felice.

No?

Sospiro.
E mentre altre lacrime scendono sento la porta della cucina aprirsi.
Tiro su col naso cercando di asciugare le lacrime.
Non possono vedermi in questo stato.

No.

< Care >.

La sua voce.

Oddio.

Non mi volto.
Non ne ho il coraggio.
Non adesso.
Non con le lacrime a scendermi sulle guance.

< Ehi > mi fa voltare.
Distolgo lo sguardo.
< Guardami... >.
La sua mano tira su il mio viso, facendo sì che i nostri occhi si incrocino.
< È per la canzone? >.
Sorrido.
No.

La canzone era perfetta.

Esattamente come lui...

< Mi dispiace se te le sia presa >.
Scuoto la testa < non me la sono presa >.
< Se è per la canzone, te lo giuro non volevo farti piangere >.
< La canzone è perfetta >.
Mi sorride.
< Sicura? >.
Annuisco.
Tanto è vero.

La canzone è perfetta.
Perfetta come lui, d'altronde.

< E perché piangi? >.
Lo guardo.

Penso al fatto che non lo vedrò così spesso.
Penso ai suoi occhi, troppo distanti dai miei
e... crollo.

Piango.
Piango lacrime amare.

Mi guarda e annuisce.

Ha capito.
Lo so per certo.

< È per via della partenza? >.
Annuisco.
< È che... > provo a spiegare.
< Cosa? >.
< Mi fa male pensare che non ti vedrò così spesso >.

L'ho detto.
L'ho detto.

E fanculo.

Dovevo farlo.

Chi se ne frega delle conseguenze?

< Shh >.
Sbatto le palpebre e dopo un scendo mi ritrovo tra le sue braccia.
La testa sul suo petto.
Annuso il suo profumo e sorrido.
Le sue braccia mi stringono saldamente.
< Mi mancherai anche tu Caroline >.
Una carezza sulla testa.
< Non voglio che tu parta >.

Oh Harry.
Nemmeno io.

Ma d'altronde cosa posso fare?

Cosa posso fare se non partire e dimenticarti?

< Neanch'io... > sussurro.
< Allora non farlo >.
Deglutisco.

Vorrei.

Vorrei tanto, ma non posso.

Mi stringo di più alla sua schiena.
< Devo farlo... >.
< Oh Care > esordisce < siamo così stupidi... che non ammeteremo mai di non poter fare a meno l'uno dell'altro >.

Il mio cuore fa mille capriole.

Ha ragione.
Fottutamente ragione.

I nostri cuori si apparterranno sempre.
Che noi lo vogliamo o meno.

Sarà sempre così.

< È che siamo testardi >.
Ride.
Anch'io.

E poi...

Il silenzio.
Solo i nostri corpi intrecciati.
Solo le nostre anime ad incontrarsi.
Solo i nostri cuori... a riconoscersi.
Non so nemmeno quanti minuti passino, so solo che ce ne stiamo in silenzio.
Nessuno dei due fiata.
Ed è un bene.
Non riesco a parlare.
Non so nemmeno cosa poter dire.
L'unica cosa che so è che non voglio più partire, forse.
O forse sì.

Non lo so nemmeno io a dire il vero.

Non so più nulla.

< Lo sai? >.
Mi sposto per poterlo osservare.
< Nel mio cuore ci sei sempre >.
< Anche nel mio >.
< Ci sarai per sempre >.
Una lacrima scende, lacrima che Harry afferra subito.
< Mi dispiace averti fatta star male >.
Lo guardo.
< Se tornassi indietro mi comporterei diversamente >.
< Lo so >.
< Però credimi... > prende fiato.
Annuisco.
< Non avrei mai voluto che finisse in questo modo >.

Neanch'io.
Neanch'io.

Ma ormai...

È andata così.

Forse doveva andare così.

Chi lo sa?

Nessuno in realtà.

< Nemmeno io Harry, nemmeno io > affermo.
< Mi mancherai >.
< Anche tu >.
Mi sorride.
Ed io mi sciolgo.
Le sue mani mi riportano verso di lui.
La mia testa sul suo petto.
Chiudo gli occhi.

Voglio imprimermi questo momento.
Voglio ricordarmelo per sempre.
Voglio poter ricordare com'è sentire il suo odore da vicino.


< Ehi... >.
Una voce ad interromperci.
Ad interrompere il momento magico che stavamo vivendo.
Sobbalzo.
Mi stacco dall'abbraccio per poi guardare Liam.
< Non volevo interrompervi >.
< Tranquillo > gli rispondo.
< È che il tuo cellulare squilla > indica Harry.
< Arrivo >.
Lo vedo uscire dalla cucina.
< Scusami Care, non pensavo di interrompervi >.
Sorrido a Liam < tranquillo... ci stavamo salutando >.
Mi sorride, passano alcuni minuti ed io non so perché me ne stia impalata di fronte a Liam non sapendo cosa dire.
Non sapendo cosa fare.

So solo che... provo tante cose.

Un mix di emozioni e sentimenti.
Harry rientra.
< Ok, allora vado di là > fa segno con la mano Liam prima di uscire.
< Non rispondi? > domando mentre il cellulare ha ripreso a squillare.
< Può aspettare >.

Chi?
Chi può aspettare?

< Ti volevo anche dire... >.
Mi guarda intensamente.
Sì.

Cosa deve dirmi?

Il mio cuore... un martello pneumatico.

< Cosa? >.
Sbuffa.
< Dimmi tutto > lo rincuoro.
Sta per rispondere ma viene interrotto dalle chiamate che continuano, mi guarda scocciato ma dopo un po' risponde.
Non riesco a percepire di chi sia la voce dall'altro capo del telefono.
Ma già immagino.
Violet.
D'altronde è la sua ragazza.
< Ok, ok >.
Chiude la chiamata di botto.
Mi guarda < devo andare >.
Annuisco.
< Tutto bene? >.
Annuisce un po' mogio < mi ha chiamato Violet che è ad una festa e vuole che la vado a riprendere >.
Ecco.
Immaginavo fosse Violet e infatti...
Come non detto.
< Vai senza problemi > gli dico per poi sorridergli.
La sua ragazza ha bisogno di lui ed è giusto che vada.
< Cosa volevi dirmi? > chiedo.
Mi sorride, si avvicina e mi accarezza una guancia.
Lo guardo, forse boccheggio.
Leggo nei suoi occhi tante emozioni.

Una lacrima gli sfugge.

< Oh > sussurro.
Si morde le labbra.
Lo sprono a dirmi ciò che voleva dirmi.
Sta per dirmi finalmente quello che voleva dirmi ma Niall entra in cucina con due bicchieri tra le mani.

Dannazione!

Possibile mai?
Ma cos'è?

È una congiura.

Chi sarà il prossimo?
Luke?

< Ragazzi, venite... si brinda >.
Sospiro.
Lo guardo.

Vorrei tanto dirgli di tornarsene di là per un po' ma non posso.

Anche se...

Ci hanno rovinato il momento.

Prima Liam.
Adesso Niall.
Nel mentre Violet.

Porca miseria!

Stava per dirmi qualcosa.

Qualcosa di importante.

Che adesso non riuscirà a dirmi...


E...

Ed io rimarrò con sto dubbio...

< Devo andare... >.
Annuisco ad Harry che mi regala uno dei suoi sorrisi.
La sua mano sfiora la mia.
Diversi brividi.
Lungo la schiena.
< Ciao Caroline >.
< Ciao Harry >.
Lo vedo uscire dalla porta della cucina e devo appellarmi a tutte le forze per non buttarmi a terra e piangere.
Fino allo sfinimento...
< Dove va? >.
< Da Violet > spiego a Niall che mi passa il bicchiere.
< Coraggio, torniamo dagli altri >.
Annuisco.
< Stai bene? > mi domanda guardandomi negli occhi. 

 
No.

Non sto bene per niente.

Ma ormai... è fatta.

Perchè...

Ci siamo detti addio.

< In effetti no > ammetto.
< Vieni qui piccola > le sue mani mi accarezzano la schiena mentre io penso a quanto questa sera sia stato pesante.
Molto pesante.

Penso al fatto che ormai è come se io ed Harry ci fossimo detti addio.

E penso a come... per tutti questi anni, mesi, giorni io non abbia fatto nient'altro che amarlo.

E ciò... mi rattrista.

< Niall >.

Sono triste.

Ed è vero.

Ma la festa è di là.

Ed io devo inseguire la mia nuova vita.

No?

< Andiamo > gli dico prima di tornare in sala, accolta da grandi applausi.
< Tutto ok? > mi domanda Luke.
Annuisco < tutto ok >.
Alzo il mio bicchiere in aria < ora però... brindiamo >.
Sorrido ai miei amici.

Dentro ho un vuoto... ma cerco di non pensarci.

Perché se ci penso.
Penso solo ad una cosa...

Ad Harry.
Al fatto che non sia qui.

E al fatto che ci siamo detti addio.



 
———


 

< Mi dica signorina > dice il cameriere all'ingresso del ristorante.
< Mio fratello ha prenotato per quattro >.
Annuisce < il nome? >.
< Tyler Smith >.
< Venga con me >.
Annuisco per poi seguirlo tra i tavoli.
< Caroline! > esclama mio fratello vedendomi arrivare.
Sorrido per poi abbracciarlo.
< Come stai? >.
< Bene, bene >.
Mi sorride prima di indicare Sarah vicino a lui.
La guardo.
È bellissima.
Mora, occhi chiari e portamento aggraziato.
< Caroline lei è Sarah >.
Le sorrido prima di porgerle la mia mano, che afferra stringendola nella sua.
< Caroline, piacere di conoscerti >.
< Il piacere è mio Caroline > afferma Sarah con un largo sorriso.
< Ci sediamo? > propone Tyler prima di chiedermi che fine abbia fatto Luke.
< Non è potuto venire >.
Mento.
In realtà non gli ho nemmeno chiesto di venire.
Voglio passare del tempo con mio fratello.

Con parte della mia famiglia.

E Luke a malincuore non è la mia famiglia.

< Peccato >.
Faccio un segno con la mano < sarà per la prossima >.
Annuisce prima di sedersi.
< Allora cosa ci racconti di bello? >.

Di bello?

Di bello forse niente.

Ma sono dettagli...
Stupidissimi dettagli.

Sospiro < mhh, solite cose >.
< Care >.
Guardo Tyler e guardo Sarah.

Non voglio rompere.
Non voglio far vedere a Sarah quanto sia complicata la mia vita.

Cioè... la conosco appena.

Non voglio fare cattiva impressione.
Non con lei, che so essere importante per mio fratello.

< Puoi parlarmene >.
Annuisco.

Lo so.
Lo so per certo.

Ma so che non ne ho voglia adesso.

< Ty non voglio rattristare nessuno >.
Mi sorride < non lo farai >.

No.
Non è questa la serata adatta per lamentarmi di quanto sia triste.

E di quanto la mia vita faccia schifo in questo momento.

Continuo < ti prometto che ti spiegherò >.
Annuisce.
< Ok... pensiamo alle cose serie >.
< Cosa? >.
< Al cibo >.
Sarah ride.
< Mia sorella pensa sempre al cibo >.
< Ehi > rimprovero Tyler < non farmi passare per quella che non sono >.
< Dice così perché non vuole fare brutta impressione >.
Gli faccio una linguaccia.
Afferro il menù iniziando a sfogliarlo.
Quanta roba!
Come farò a scegliere?
Ma penso di sapere cosa prenderò.
Un bel piatto italiano.
Spaghetti al pomodoro.
Sì, direi che ci sta.
< Voi cosa prendete? > domando aspettando di sentire le risposte.
< Hamburger di manzo, con bacon, pomodori, cheddar >.
Roteo gli occhi.
Mio fratello è una fogna.
< Io spaghetti al pomodoro >.
Guardo Sarah e sorrido < anch'io >.
< Non ci credo > afferma Tyler squadrandoci.
Io e Sarah guardiamo prima di scoppiare a ridere.
Nemmeno a farci apposta eh.
< Ho come l'impressione che andrete d'accordo > scherza Tyler prima che il cameriere arrivi per prendere le nostre ordinazioni.
< Ok, ora che abbiamo ordinato > dico prima di bere un po' d'acqua < posso concentrarmi su di voi >.
Vedo Tyler sospirare.
Già sa che cosa sto per fare.
Oh se lo sa.
Ma devo capire, indagare no?
D'altronde è il compito di una sorella.
Giusto?
< Quindi... > sorrido a Sarah < mio fratello ha fatto la prima mossa immagino >.
Lei annuisce < sì anche se ci ha messo un secolo, sì >.
< Mamma mia Tyler! > urlo per poi abbassare la voce < sei assurdo >.
< Te l'ho detto, avevo paura mi rifiutasse >.
< E invece non l'ho fatto... > risponde Sarah guardandolo.
Come sono carini.
Si vede che stanno bene.
Si vede dai loro occhi.

E gli occhi si sa parlano.

Anche gli occhi di Harry hanno sempre parlato molto bene...

Harry!

'Shh, smettila'.

Giusto.

Basta a pensare ad Harry.

Basta.

< Dove il primo bacio? > domando curiosa facendo ridere la mora.
< Fatti gli affari tuoi >.
< Eddai Ty, sono solo curiosa >.
< Sei una ficcanaso... >.
Faccio spallucce.
< Sotto casa mia >.
Mi volto verso la mora sorridendole.
Vedo che è una ragazza che non si fa problemi a raccontare cose della sua vita.
Mi piace.
< Che romantici >.
< Beh tuo fratello era rosso come un peperone >.
Ridacchio.
< Uno grande e grosso come te? >.
Anche Tyler ride < capita anche ai migliori >.
< Come no >.
< L'hai già presentata a mamma e papà? > domando immaginando mia madre in preda al panico.
< Non ancora... Vorrei farlo con te presente >.
Ridacchio.
< Così proteggo Sarah? >.
Annuisce < ma tutto sta a te e a quando deciderai di tornare a casa per passare un po' di tempo coi tuoi >.
Annuisco < presto spero... è che tra tutto sono molto indaffarata >.
< Vive a Brighton adesso > spiega Tyler a Sarah integrandola nella conversazione.
< Vivi da sola? > chiede lei mangiucchiando del pane.
Scuoto la testa < no, con Luke >.
Sorride < il tuo ragazzo? >.

No.
No, assolutamente.
Non è il mio ragazzo.

< No, non è il mio ragazzo > mi affetto a rispondere.
< Scusami pensavo di sì... Tyler mi aveva detto un'altra cosa >.
Guardo Tyler.

È scemo?
O cosa?

< Ty > lo richiamo < come devo farvi capire che Luke non è il mio ragazzo? >.
< Andiamo Care... vivete insieme >.

E allora?
Che vuol dire?
Che se due vivono insieme stanno per forza insieme?

Quanto bigottismo...

< E allora? >.
< Come e allora? > chiede Tyler.
< Tyler >.
Inizio a perdere la pazienza.
< Non lo dico e ripeto più > respiro < io e Luke non stiamo insieme >.
Annuisce < ok, scusa >, mi indica < ma sappi che lo fai solo per Harry >.
Rido nervosa.

Ma che diavolo dice?
È scemo?

'Dice la verità...'

Zittisco la mia stupida coscienza e mi concentro su Tyler.
< Non ha senso quello che dici > alzo la mano facendo per poco cadere il piatto che il cameriere ha in mano.
Merda.

Devo calmarmi.

Ora.

Senza se e ma.

< Non lo faccio per nessuno, tanto meno per Harry >.
< Signorina il suo piatto > mi dice il cameriere prima di appoggiare gli spaghetti fumanti sul tavolo.
Ringrazio sorridendo cordiale.
Vedo Sarah non capire nulla così mi affretto a spiegare < Harry è il mio ex >.
Lei annuisce prima che io le confidi < quello che mi ha mollata sull'altare >.
< Sapevo di questa storia e non potevo crederci >.
Sospiro < credimi, nemmeno io >, le sorrido < ma ormai è andata così >.
< Caroline >.
Guardo Tyler.
< Stai ancora male per Harry... lo so >.
Roteo gli occhi.

Ma possibile che dobbiamo parlare di me?

E... di Harry?

Cioè...

Dovrei conoscere Sarah, o no?
Era questo l'obiettivo.
Conoscerla.

Invece mi sembra che qui si stia parlando solo di me... e di Harry.

Dannazione.

< Mi sto stancando, te lo dico >.
Tyler sbuffa ma a me non importa.
Se non la smette vado via.

E vaffanculo.

Vaffanculo a tutti...

< Cambiamo argomento vi va? > propone Sarah mentre io la ringrazio mentalmente.

Sia lodato!

Finalmente...

< Sì, direi di sì > commentiamo io e Tyler.
< Sembrano squisiti > indico gli spaghetti per poi vedere Sarah annuire.
< Mangiamo? Che dite? >.
Afferro la forchetta per poi arrotolare gli spaghetti e assaggiarli.
Wow.
Che squisitezza.
Una vera e propria bontà.
< Come ti trovi a lavoro? > domando a Sarah voltandomi leggermente.
< Bene, anche se essere un avvocato è stancante >.
Annuisco < immagino... >.
< So che fai la segretaria >.
< Sì, esatto >.
< Anche adesso a Brighton? >.
< Sì, sono nello studio di... >.
Mi blocco non appena sento mio fratello spostare la sedia ed alzarsi.

Che fa?

E poi...

< Harry >.
Ed il mio cuore perde un battito.

Mi volto e mi trovo appunto... Harry.

Porca merda.

Che diavolo ci fa qui?

< Ciao Care > mi saluta con la mano. 

Sempre brutto eh?

 
Ricambio il saluto, cercando di essere il più tranquilla possibile.

O sperando almeno di apparire tranquilla.

< Che mi dici? Come mai qui? > domanda Harry a Tyler che spiega brevemente della nostra cena per poi indicare Sarah che sorride.
< Piacere Harry > si sporge per darle la mano.
< Harry? Come quell'Harry? > domanda Sarah guardandomi.

Merda.

Vedo Harry squadrarmi.

Ed io vorrei morire.

Merda.

Ora saprà che abbiamo parlato anche di lui.

< Mh? >.
Guardo Sarah per poi annuire impercettibilmente.

Fanculo.

Non mi deve importare se pensa che abbiamo parlato di lui.
Non me ne deve fregare.

Non più.

< Piacere mio comunque... Sarah >.
< E tu? > Tyler riporta l'attenzione su di lui.
Grazie.
< Come mai qui? Tutto solo? >.
< In realtà non sono solo... sto aspettando che torni Violet per sederci > indica il posto < siamo qui, in questo tavolo vicino al vostro >.

E vabbhe allora.

Che cazzo.

Pure vicino a noi?

< Ah, bene > risponde Tyler dandogli una pacca sulla spalla.

Bene?

È un male.

Un male.

Non va per niente bene.
Va solo male.

Porca merda.

Va uno schifo.

< Vi lascio cenare in santa pace allora > commenta Harry guardando i nostri piatti sul tavolo.

Sì.
Ecco.

Grazie mille.
Ottima scelta.
Si stan freddando.
E dobbiamo rimetterci a mangiare.

Bravo Harry.
Per una volta approvo.
E concordo.

< Ehi, eccomi > dice Violet sbucando come al solito in tutta la sua perfezione.
< Care? >.
Le sorrido < ciao Violet >.
< Che bello incontrarti qui >.
< Sì... > balbetto qualcosa di incomprensibile.

Che le dico?
Che non vedevo l'ora di beccarli qui?

No.
Non posso.

Perché non è la verità.
E quindi non posso e riesco a dirlo.

< Siamo qui? > domanda ad Harry che annuisce.
< Siamo anche vicini >.
Annuisco mostrandomi contenta.

Ma in realtà sono tutto tranne che contenta.

< Ok, sediamoci allora > propone Harry non prima di avermi guardata.
Mhhh.

Può evitare di guardarmi?

< Dai sediamoci >.
Sorrido a Violet prima di vederli sedersi per poi afferrare i loro menù.

Ed ora?

Che facciamo?
Di che parliamo?

< Allora dicevamo... >.
Sarah.

Benedetta Sarah.

Grazie.
Mi hai già salvata un paio di volte.

E già ti voglio bene.

< Sì parlavamo di lavoro >.
Annuisce.
< Mi piace molto il mio lavoro anche se a volte arrivo la sera ad essere sfinita > ammetto prima di prendere un'altra forchettata di spaghetti.
Ormai son tiepidi.
Ma sono buoni lo stesso.
< Ti credo... poi ci capiamo e nel periodo delle udienze è un macello >.
Ridacchio.
Oh sì.
Lo so bene.
Quindi sì ha ragione.
Ci capiamo alla perfezione.
Sto per rispondere ma vengo catturata dalla telefonata di Violet nel tavolo accanto.
Sento dire che non può, che è fuori etc.
E poi sento le sedie strisciare sul pavimento, come se si stessero alzando.

Che succede?

< Scusate ma noi andiamo... Violet ha ricevuto una telefonata di lavoro > spiega Harry avvicinandosi a Tyler.
< È un'urgenza > spiega Violet picchiettando coi piedi per terra.

Meglio.
Meglio che vanno via.

Meglio per me.

Aaah.

Ora posso finalmente tornare a respirare.

Finalmente.

< Ma no dai... tu Harry resta > propone mio fratello.

Cosa?
Cosa?
Che cosa?


Ma no.

Anche no.

Non ci siamo.
Non ci siamo proprio.

< No, non vorrei disturbare >.

Ecco.
Bravo.

Vai a casa.

E basta.

< No ma a noi fa piacere >, guarda me e Sarah aspettando una nostra reazione.
Sarah annuisce ed io faccio la stessa cosa ma più titubante.
< Harry che fai? > domanda Violet < io devo andare ora >.
< Dai rimani... ci facciamo una chiacchierata > afferma Tyler cercando di convincerlo.
Guardo Harry sperando che dica di no.
E invece mi sbaglio.
Perché cede e accetta l'invito.

Che cazzo...

< Ok, allora scappo > afferma Violet salutando tutti con la mano, per poi sparire dal ristorante in fretta e furia.

Porca merda.

Harry qui con noi non ci voleva proprio.

Eh no.
Che cazzo.


< Voi continuate a mangiare, io adesso ordino > ci dice Harry prendendo il menù.
< Sempre carina Violet > confessa mio fratello ad Harry che annuisce.
< Vanno bene le cose tra di voi? >.
< Va tutto a meraviglia > spiega con un sorriso.

Che nervoso.

Adoro Violet.

E non scherzo.
Son seria eh...
Però mi sta sul cazzo che tutti parlano di quanto sia carina, di quanto sia sempre gentile etc.
La elogiano sempre ed io non ne posso più.

Cioè va bene... è carina e tutto ma bisogna ripeterlo sempre?

No.
Non credo.

< Finalmente tra noi Smith > si volta per guardarmi.
Annuisco < eggià >.
< Tutto bene a Brighton? >.
< Tutto a meraviglia > rispondo per poi mandar giù un altro boccone < ci stiamo ambientando alla casa e alla città >.
Annuisce < sono contento >, si porta una mano tra i capelli < e tra un ambientamento ed un altro parlate anche di me? >.
Lo guardo per capire se scherza.

Ma è scemo?

No, non scherza.

È dannatamente serio.

< Ma che cosa stai dicendo? > domando appoggiando la forchetta.
Giusto in caso le cose si dovessero mettere male... altrimenti mi verrebbe voglia di infilzarlo una volta per tutte.
< Hai capito bene >.
< No, spiegati perché non ho capito >.
< Allora... > respira < cos'è questa storia del 'quell'Harry?' >.

Merda.

Ha sentito.

Mannaggia a lui.

< Siccome stasera mi pare di aver capito che sono stato oggetto di conversazione volevo capire se anche con Luke parli di me >.
< Non sei stato oggetto di conversazione > affermo decisa.
< Ah no? >.
Lo guardo.

Sul serio fa?

< Perché non riesci a lasciarmi in pace? >.
Strabuzzo gli occhi.

No vabbhe.

Questa... è troppo.

Non lo capisco.

Un giorno mi bacia, un giorno mi dice che non vuole che vada via... ed ora mi tratta così.

Ma che diavolo pensa?

Chi diavolo è?

Basta.

Mi ha già fatto salire il nervoso.

Devo uscire sennò gli spacco la faccia...

Appoggio il tovagliolo sul tavolo alzandomi < vado a prendere una boccata d'aria >.
A passo spedito vado fuori dal ristorante dove mi appoggio sul muro di una casa.

Che schifo.

Non so dire altro.

Se non che schifo.

Io non lo lascerei in pace...

Io!

Santi numi!
Aiutatemi per favore.

< Invece di scappare possiamo parlare? >.

Oddio.

Eccolo...

< Non ho niente da dirti >.
< Sì invece >.
< Harry mi hai rotto il cazzo > sbotto.
< Mi dici perché non riesci ad andare avanti? >.
Lo guardo prima di puntargli un indice contro < ma ti senti le cazzate che dici? >.
< Io? E tu invece? >.
< Io? Cosa c'entro io? > domando.
< Devi spiegarmi perché non riesci ad accettare il fatto che stia con Violet e basta >.
Ridacchio.

È un coglione.

Ed io che ancora sto male per lui...

Sono una cazzo di stupida di merda.

< L'ho accettato, mi sembra >.
< No... non l'hai fatto perché ti vedo, lo leggo dai tuoi occhi >.
< Cosa? > chiedo < che sei un coglione? >.
< Che non riesci a non pensarmi... >.
Sospiro.
< Non ci riesci Care, ti conosco >.
< E allora? > lo sfido < anche se fosse? >
< Io voglio solo andare avanti Care >.
< Ma chi ti dice nulla! > urlo.
< Non dici nulla ma le tue azioni sono altre >.
Si gratta la testa < sono stufo Care >.
< Tu? Sapessi io... >.
< Io amo Violet punto >.
Annuisco.

Ok.

E allora?

Buon per lui.

< Buon per te >.
< No, non hai capito... >.
Mi schiarisco la voce.
< Devi darti una svegliata cazzo! La vita va avanti... la nostra storia non ha funzionato amen >.
< Ma chi cazzo sei tu per dirmi che devo svegliarmi? >.
< Uno che non vuole vederti a quarant'anni sola perché ancora pensi a cose passate >.
< Ah, siamo amici adesso... >.
< Perché che siamo? >.
< Harry... mi hai baciata quella sera, ti rendi conto? >.
< Ero sotto analgesico >.
Porto in alto mano.

Ah ok.

Sotto analgesico.

< Sei un imbecille >.
< Quel bacio non ha significato nulla per me >.

Pugnalata al petto.

< Non ha cambiato la mia idea... >.
< Su cosa? >.
< Sull'amare Violet >.
Annuisco < non doveva cambiare nulla >.
< Non hai capito... >.
Porto una mano sul fianco < spiegami >.
< Avremmo potuto anche scopare ma per me non avrebbe significato nulla >.

Un'altra pugnalata al petto.

Ma sono dettagli.

Piccolissimi.

Stupidissimi dettagli.

< Smith io amo Violet >.
< L'ho capito >.
Si morde le labbra < ed ho capito che è l'unica donna che abbia mai amato >. 

 
L'ennesima pugnalata.

Eccola...

È arrivata.

< Non voglio che tu stia male per un qualcosa che forse... >.
< Forse? >.
La mia voce ridotta ad un sussurro.
< Che forse non era amore >.

Sbam.

Colpita e affondata.

I nostri occhi si incrociano.
I miei più lucidi, i suoi così sicuri.

Così diversi da come li ho conosciuti ed amati io.

< Mi avevi detto che mi amavi... che non avevi > mi blocco e mi schiarisco la voce.

Non ho intenzione di dargli la soddisfazione di vedermi piangere.

Non ora né mai.

< Che non avevi mai finto >.
< Ho detto tante cose che non pensavo... >.
La sua frase lasciata in sospeso.

Sospiro.

Mi guarda.
Io guardo a terra.
Ripensando a tutto.

Ai nostri tre anni.
Al suo abbandono sull'altare.
Al suo ritorno.
Al mio cedere.

Ai nostri corpi intrecciati.

Alle sue menzogne.

Ai suoi baci.

Alle sue bugie.

A lui.

E... a quanto lo odio.

Lo guardo.

Mi fa schifo.

Come mi fa schifo essermi lasciata abbindolare da tutto.

Guardo in alto impedendo che una lacrima cada sulla mia guancia.

Non piangerò.

< Ti odio come non mai > sbotto infine prima di tornare dentro il ristorante, afferrare le mie cose ed uscire a passo svelto senza badare ai richiami di Tyler.

Vaffanculo.
Vaffanculo.

Vaffanculo!

Corro, nella sera.
Le suole delle mie scarpe a contatto con l'asfalto.
Il cuore gonfio.
Le lacrime che fuoriescono.

Mi ha distrutta.
Mi ha sempre annientata.

Mi ha sempre... usata.

Attraverso la strada per poi imbucare una stradina.
So dove sto andando.
L'ho capito e saputo fin dal primo momento.

E va bene così.

Devo seguire il mio istinto.

Mi fermo per riprendere fiato, mentre nella mia testa si susseguono immagini e immagini.

Suoni, colori, odori.
È stato falso.
È stato tutto una falsità.

La mia vita, il suo amore.

Il nostro amore.
Una stupida farsa.


E a me viene da vomitare.

Allungo il passo per poi ritrovarmi davanti una casetta a mattoncini, col cuore in gola e tremila pensieri.
Leggo il nome.
Luke.
Guardo le finestre, notando la luce accesa in sala.
È sveglio.
Senza pensarci ulteriormente pigio il campanello aspettando di trovarmi di fronte Luke.
Mi guardo intorno.

Non so nemmeno che cazzo sto facendo.

Ma in fondo va bene così.
In fondo mi va bene così.

< Care? >.
La porta si apre di più rivelando un Luke sorpreso ma sorridente.
< Che ci fai qui? >.
< Posso entrare? > domando vedendolo annuire.
< Scusa la confusione ma prima ci sono stati degli amici e non ho avuto tempo per riordinare >.
Faccio un cenno con la mano come a dire 'non importa'.
Mi indica la sala < ti vuoi sedere? >.
Non rispondo così si accerta che io stia bene.
< Sì >.
< Sicura sicura? >.
Lo guardo.
Sorriso splendido.
Occhi limpidi, puri, genuini.
Dolce, tenero... sincero soprattutto.
Deglutisco.
Lo guardo sorridermi.

E decido.

Decido di spegnere la mia testa.
Decido di lasciare fuori da questa casa i miei problemi.

Decido di lasciare fuori Harry.

Senza pensarci nemmeno mi avvicino per poi baciarlo.
< Care > si stacca, impacciato come non mai.
< Luke > porto una mano tra i suoi capelli per poi avvicinarmi ancora di più.
E in un niente mi bacia.
E i suoi baci non sono niente di tenero o di dolce.
Sono dei baci passionali, pieni di voglia.
Lascio che le nostre lingue si incontrino, si scoprano.
Come stiamo per fare anche noi.
Mi sussurra di andare su, in camera ed io concordo lasciando che mi conduca dove voglia e come voglia.
Lascio che le mie mani tolgano i suoi indumenti, tra un bacio e un altro, lascio che le sue mani tolgano i miei indumenti che butta a caso, a terra.
Le sue mani sfiorano il mio corpo come se avesse paura di farmi del male.

Ma in realtà stanno facendo di tutto tranne che farmi male.

Mi stanno facendo sentire bene.

Come non accadeva ta tempo...


Mi stanno facendo capire che mi desiderano, mi desiderano come non mai.

E a me questa cosa fa impazzire.
La sua bocca si sposta sul mio collo, sulla clavicola, sui miei seni, sul mio ventre, tra le mie gambe ed io devo cercare di reprimere la parte più animalesca di me che mi sta ordinando di afferrargli i cappelli per avere maggior controllo della situazione.
Torna su e dopo alcuni baci si ferma.
Lo guardo non capendo.

Che succede?

< Che succede? >.
< Sei sicura? >.
Annuisco.
< Non vorrei che ti tirassi all'ultimo, proprio sul più bello >.
Scuoto la testa.
Lo tiro verso di me per poi baciarlo < non voglio pensare a niente >.
Lo vedo annuire prima di baciarmi il ventre.
< Non farmi pensare a niente Luke > gli supplico prima di bloccarmi non appena Luke con poca grazia mi toglie le mutandine andando a posare una scia di baci languidi sul mio essere donna.
E non appeno sento la sua lingua leccarmi, sono costretta ad aggrapparmi alla sponda del letto prima di lasciare andare un gemito.
Chiudo gli occhi.

Vaffanculo Harry Styles.

Vaffanculo te e il tuo 'non riesci ad andare avanti'.


Perché evidentemente... non è così. 
   
   
   
   
   
   
 

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Capitolo 44
*** Baci rubati, baci voluti. ***


Il campanello di casa suona.

Sto sognando o sta succedendo davvero?

Apro un occhio per vedere l'orario.

Le 3.14.

Suonano di nuovo.
Ma che...

Chi diavolo sarà mai a quest'ora?

È prestissimo.
Sbuffo.

E se decidessi di non aprire?
Chi mi punirebbe?

Uno sbadiglio.
Il campanello risuona.

Ok.

Devo andare ad aprire.
Mi alzo cercando di non inciampare a causa del buio e mi affretto a infilarmi una vestaglia a caso rabbrividendo per via del freddo.
Giuro che se è uno scherzo... faccio saltare la faccia a qualcuno.
Perché essere svegliati così di botto, di notte, non è il top del top.
Anzi...

Fa schifo.

Un altro sbadiglio mentre mi incammino verso la porta a passo svogliato.
Che palle.

L'ho già detto?

Sì, penso proprio di sì.
Mi avvicino alla porta e poi mi sale il panico.

E se è qualche malintenzionato?

Oddio.
Mai dire mai.
Mi volto per capire quale sia l'oggetto migliore da poter usare in caso di pericolo.
Afferro la scopa per poi sbirciare nello spioncino.
Dannazione.
Non riesco a vedere nessuno.
Diamine.

Che faccio?
Non apro?

O... apro?

Sento dei passi muoversi.
Chi...
'Apri'.
Annuisco a me stessa, impugnando di più la scopa.
Che poi a cosa mi serva la scopa mica lo so.
Non mi proteggerebbe nemmeno da una mosca.
Ma ok.
Con uno scatto fulmineo apro la porta di casa ritrovandomi...

Harry.

Strabuzzo gli occhi.

Harry?

Harry.

< Finalmente > afferma con un sorriso sghembo.
Lo guardo dalla testa ai piedi.

Bello.

Dannazione.

Bellissimo.

Pantalone nero, maglia azzurra, capelli tirati indietro.
E un cappottino nero a calzargli a pennello.
Lo guardo meglio.

Oh...

È ubriaco.
Assodato.

< Finalmente cosa? >.
< Hai aperto >.

Ma questo cosa crede?
Di poter venire qui e fare il cavolo che gli pare?

Che odio...

< Sai com'è sono le 3.15 > sbotto.
Lo indico < che ci fai qui? >.
< Stavo tornando a casa e ho pensato di poter passare a farti un saluto >.

Questo sta male.

Ma seriamente.
Da quella sera non ci siamo più parlati.
O meglio io non gli ho più parlato.
Ha fatto il coglione e paga le conseguenze.

Per forza di cose.

< E perché? >.
Mi guarda < così >.
Sospiro.
< Quanto hai bevuto da uno a dieci? >.
< Non ho bevuto > si indica finendo quasi per inciampare.

Come no...
Le cazzate che racconta sono sempre troppe.

< Harry >.
Mi guarda avvicinandosi.
< Hai bevuto... ti conosco >.
Si morde il labbro inferiore e annuisce.
< Cosa? > domando non capendo.
< È vero... mi conosci baby >.
Lascio da parte la parola baby perché non ho voglia di discutere.
Anche se vorrei.

Baby?
Ma baby di che?

Mi tratta come una merda e mi chiama baby.

Okey.
Va bene.
Sempre peggio qui.

< Perché ti sei ridotto in questo stato? > domando rabbrividendo a causa del freddo pungente.
Sospira < perché la mia vita è uno schifo Care, ecco perché >.
Ridacchio.
Lui rimane serio.
< Ma che stai dicendo? > domando.
< La verità... è tutto una merda e per colpa mia >.

È triste.

Lo leggo dai suoi occhi.
Lo so.
Lo so bene.


Gli do un'altra squadrata.
< Non dire così >.
< E cosa dovrei dire? >.
Alzo le spalle.
Ci guardiamo senza parlare per alcuni secondi che sembrano essere un'eternità.

Che...
Che devo fare?

Non posso mandarlo a casa in queste condizioni.
Non si regge in piedi, non è reattivo.

Si schiarisce la voce < dai ti lascio andare a dormire... >.
Lo vedo fare un passo ed io lo blocco.
< Dai entra... sto morendo di freddo >.
Mi guarda per capire se sia seria.
< Sicura? >.
Annuisco.
< Entra, ti preparo un intruglio che ti farà stare meglio >.
Apro la porta e poi la richiudo una volta che Harry è entrato barcollando, ovviamente.

Come si è ridotto...
Mannaggia a lui.

< Puoi sederti sul divano se vuoi > gli faccio un segno mentre io vado in cucina.
< Cosa mi prepari? >.
Eccolo.
< Perché non ti sei seduto? >.
< Perché mi gira la testa e se sto seduto è peggio > spiega appoggiandosi al bancone.
< Cos'hai bevuto? >.
< Un negroni >.
Una faccia buffa a farmi ridere.
< Un mojito, forse... forse due > afferma.
Roteo gli occhi.
Che cazzo di demente...
< E uno shottino di tequila >.
< Sei scemo o cosa? > domando alzando la voce.
< Sì anzi... > mi indica < la descrizione migliore è coglione, come mi consideri tu >.
Mi mordo le labbra.
< No? > mi sfida.
< Sì, sei un coglione >.
Mi volto trovandomelo a pochi centimetri dal mio viso.
< Mh? >.
< Cosa mi prepari allora? > domanda avvicinandosi un altro po'.
La vicinanza è pericolosa ma ormai io sono fuori dal circolo vizioso.
Non mi fa né caldo né freddo.

Ha detto che il nostro amore era finto.
Che forse ha sempre finto.

Quindi per me da quel punto di vista... è praticamente morto.

Mi dispiace dirlo ma è così.

Lo guardo.

È bellissimo.

E sicuramente se non avesse fatto lo scemo ora avrei avuto la tentazione di baciarlo.

Ma non ora.

Non più.

< Un intruglio che mi preparava sempre mia madre > rispondo voltandomi per prendere alcuni ingredienti.
Lo sento sospirare.
< Passami le uova > gli dico con tono di rimprovero.
< Vuoi dirmi che tu Caroline Smith hai avuto bisogno di intrugli per vomitare? >.
Mi passa le uova ridendo.
Alzo le spalle.
< Ma se sei una leggerina... >.
< Me lo preparava quando stavo male di stomaco > lo guardo.
< Sì di stomaco.... >.
< Io non mi sono mai ridotta come ti sei ridotto tu >.
Ride < touché Smith >.
Butto dentro il frullatore acqua, uova, senape e sale e frullo il tutto disgustata.
< Farà schifo? >.
Annuisco < ti farà vomitare >.
Mi volto vedendolo squadrarmi.

Che...
Che diavolo fa oggi?

Non lo capisco.
Sul serio.

< Carino questo pigiama >.
Lo guardo.
< Cos'è? È entrato a far parte della collezione degli orsetti? >.
Gli tiro un cazzotto veloce per poi versare l'intruglio in un bicchiere.
< Non sembra molto invitante >.
E infatti non lo è.
Anzi...
Devo dire che gli ho aggiunto più sale del previsto.

Giusto così...

Per una vendetta personale.

Dopo come mi ha trattata non dovrei nemmeno aiutarlo.
Ma ahimè sono una crocerossina nata.

E...
Ed eccoci qui.

< Infatti non lo è > gli dico passandoglielo.
Lo guarda disgustato per poi guardarmi.
Cerco di dare una sistemata sul piano da cucina per poi alzare la testa, ritrovando Harry intento a fissarmi.

Ancora?
Che ha da guardare?

I suoi occhi nei miei.
Più lucidi del solito.
La sua bocca leggermente aperta.

Sta bene?

Perché inizio a preoccuparmi.

< Cos'hai da guardare? > chiedo sentendomi leggermente in imbarazzo.
Si gratta la testa < è che... che sei così bella >.
Scuoto la testa.

Non è possibile.

È scemo.

< Sei bellissima Care >.
Una mano quasi a toccare il mio viso.

No.
No.
No.

No... so cosa sta facendo.
E non è possibile.

Io non ci cado, mi dispiace.

< Harry non fare il cazzone per favore > gli dico superandolo per poi andarmi a sedere sul divano.
< Ok, scusa... >.
Annuisco.
Lo vedo raggiungermi in sala, per poi sedersi col bicchiere tra le mani.
Silenzio.

Tanto silenzio tra di noi.

Ma...

L'ha voluto lui.

Sempre e solo lui.

< Immagino tu ce l'abbia ancora con me >.

Immagini bene.
Infatti.
Ce l'ho con lui.

E ce l'avrò sempre con lui!

< Ce l'hai con me per le cose che ti ho detto? >.

Ma va?!

Direi...

Mi ha trattata come una cretina... il minimo che possa fare è trattarlo così.

Mi volto < Harry ti prego sono le 3.30 non ho voglia di fare grandi ragionamenti >.
Alza in alto le mani come in segno di scusa.
< Bevi > indico il bicchiere.
< Ok >.
< Harry > lo chiamo per poi vederlo annuire.
< Mi dici perché la tua vita farebbe schifo? > domando portando un piede sotto il sedere.
Sono curiosa.

La sua vita farebbe schifo.

Come?
In cosa?
Perché?

Si è sempre mostrato il più felice di tutti ultimamente ed ora se ne esce così?
Devo capirci.
Devo capire che diavolo pensa.

Sorride < non avevi detto che non volevi fare ragionamenti? >.

Sti cavoli.

Lo sfido < forse ho cambiato idea >.
< Come sempre >.
Gli rifilo un bel dito medio.
Così.

Giusto per non scordarmi che in realtà lo odio.

Lo odio da morire.

Prende un sorso per poi fare una faccia inorridita < ma che schifo è? >.
< Te l'ho detto che era imbevibile >.
Annuisce. 
< Bevilo > lo sprono.
Passano alcuni minuti in assoluto silenzio.
E a me va bene così, devo essere sincera... fino a quando Harry non mi chiama.
< Dimmi >.
< Vuoi sapere perché la mia vita fa schifo >.
Annuisco.
È vero.

Voglio sapere.

A me non sembra che faccia tanto schifo... anzi.

< Perché fa schifo... non vedo cose positive >.

Cazzate.
Lui non vede cose positive.

Lui.

Ok, vabbhe ciao.

< Ah no? Hai una famiglia meravigliosa, degli amici che ti vogliono bene >.
Annuisce.
Ecco.

È già così fortunato...

< E hai Violet >.
Alla parola Violet lo vedo bere un bel sorso del miscuglio.
< Violet... sì... >.

Che?
Perché?
Violet sì.

Fa parte della sua vita mi sembra.

No?

< Perché? Non si chiama più Violet? >.
Annuisce.
< E allora? > domando non capendo.
Si volta guardandomi < lascia stare... >.
< Mi hai detto di amarla > gli ricordo.
Annuisce di nuovo per poi pregarmi di lasciare perdere.
< Ok >.
Lo guardo.

No, non se la cava con lascia stare.

< Hai detto che la ami però... vorrei capire >.
Sospira.
< Va bene me la faccio finita >.
Mi volto.
Ha gli occhi chiusi e la faccia tirata in una smorfia.
Lo indico < ma sai per certo che la tua vita non è uno schifo >.
< Sì, sì ok > mi guarda, con occhi sbarrati.
< Che hai? > domando vedendolo in catalessi.
< Credo... > una mano sulla bocca < credo di dover vom... >.
Lascia la frase in sospeso e corre in bagno.

Dannazione.

Ci siamo.

Respiro e mi affretto a raggiungerlo.
Distolgo lo sguardo mentre lo vedo gettar fuori un conato di vomito.

Oddio.
Che schifo.

< Vai di là > mi fa segno con la mano.
Sbuffo.
Sono tentata ma non ce la faccio a lasciarlo così.

Non riesco.

< Rimango >.
< Care > si volta leggermente.
< Harry non farmi incazzare... stai zitto >.
Grugnisce qualcosa prima di ripiegarsi scosso da un altro conato.
Mi avvicino non guardando, mantenendogli la testa.

Che pezzo di scemo.

Ridursi in questo modo per...

Per?
Per niente.

< Te lo giuro che se ti riduci così un'altra volta ti spacco la faccia > affermo tappandomi il naso per non sentire odori.
Annuisce per poi tirar su la testa.
< Fatto? >.
< Credo di sì > ammette tirandosi su.
Mi schiarisco la voce per poi passargli un asciugamano pulito < puoi usarlo, è pulito >.
< Grazie > dice prima di avvicinarsi al lavandino e sciacquarsi la bocca.
Mi volto per poi passargli uno spazzolino nuovo < se vuoi lavarti i denti >.
Sorride < grazie... non so come farei senza di te >.
Lo guardo.

Non lo so nemmeno io a dire la verità.

Ma ok.

< Sul serio >.
Annuisco < ti aspetto di là >.
Esco dal bagno sentendo Harry lavarsi i denti.

Non so se sto facendo la cosa giusta.
Ma penso che sia meglio che dorma qui stanotte.
Perché mandarlo a casa così non so se sia la scelta giusta.

Guardo l'orologio.

Le 4.00.

No, rimane qui.
Meglio così.
Sono più tranquilla almeno.

< Ehi >.
Mi volto trovandomi Harry, abbastanza bianchiccio in faccia.
Sta una merda.
< Io andrei, è già tardi e devi dormire > mi ricorda facendo per andare, ma io lo blocco.
< Mh? >.
< Rimani >.
Scuote la testa < non vorrei disturbare ulteriormente >.
< Te lo sto dicendo io >.
< No Care, sul serio... preferisco andare >.
< Harry > scuoto la testa < non vai da nessuna parte conciato così >.
Sospira.
< Non cambierai idea vero? > domanda prima che io scuota la testa animatamente.
< Ok >.
< Bravo... >.
Mi guardo intorno.
Sarebbe meglio se dormisse sul divano ma ho paura che affoghi nel suo stesso vomito.
Quindi ho deciso che dormirà con me.
Si gratta la testa < dormo sul divano >, lo indica.
Scuoto la testa.
< E dove dormo? >.
< No, è scomodo... dormi in camera mia >.
Mi guarda per capire se sia seria.
< Sei sicura? >.
< Cos'è hai paura che ti mangi? > chiedo ironica.
< No è che... >.
< Ho paura che affoghi nel tuo stesso vomito > affermo decisa < meglio che sia vicino a te >.
< Care non farti problemi... posso tornare a casa veramente >.
< Basta Harry... ti ho detto che dormi qui e dormi qui >.
< Ok, ok basta >.
< Dai, andiamo di là che ho sonno >.
Ridacchia mentre mi segue in camera da letto.
Vado verso l'armadio dove afferro una maglietta pulita e un pantalone per poi passarglieli.
< Sono i tuoi? >.
Scuoto la testa < sono di mio fratello >.
Annuisce < grazie, sul serio >.
Faccio un segno con la mano mentre vado in bagno a recuperare una bacinella.
Giusto nel caso vomitasse.
Torno in camera dove Harry si sta spogliando e senza nemmeno rendermi conto mi soffermo a guardargli il corpo.
Certo che ha messo su un fisico... assurdo.
Mi avvicino passando la bacinella < nel caso ti servisse >.
Sorride < sto bene, il tuo intruglio è stato miracoloso >.
< Lo so bene > ridacchio per poi infilarmi nel letto.
Ho un sonno...
Che mi si porta via.
Domani devo fare un sacco di cose.
Devo svegliarmi abbastanza presto.
Sbadiglio.
Guardo Harry che se n'è rimasto lì impalato.
< Che fai non vieni a letto? >.
< Sì, sì > si avvicina con passo lento prima di mettersi a letto.
Deglutisco.

È una sensazione strana.
Molto strana a dire il vero.

Percepire il suo calore.
Il suo odore ad invadermi le narici.


È tutto dannatamente strano.

Ma sto bene.
Non ho nessun pensiero a frullarmi in testa.
Sono tranquilla.

E devo dire che è un bene.

Non scherzo.

< Buonanotte > dico per poi girarmi dall'altra parte.
< Buonanotte >.
Chiudo gli occhi e sorrido.

Il suo profumo non è cambiato di una virgola.
È sempre lo stesso di sempre.

Sospiro.
< Care >.
< Dimmi Harry >.
Lo sento voltarsi dalla mia parte così faccio lo stesso.
< Non ti senti sola in questo letto? >.
< Perché? >.
< No, perché io mi sento solo >.
< Perché? >.
< Perché mi fa strano non dormirci con te >.
Deglutisco.
< Non ti fa strano dormire in un letto che non sia il nostro? >.
Sospira < scusami... >.
< E di che? >.
Mi guarda dritto negli occhi < è che quando torno a casa e realizzo che non sei a letto per esempio mi prende male >.
Diversi brividi lungo la mia schiena.

Ma sto zitta.

D'altronde non so che dire.

< Mi manca dormire con te nel nostro letto >.
Ridacchia < sono uno scemo che parla a vanvera >.
< Può darsi > lo canzono non rispondendo a nulla di ciò che ha detto.
Senza dire altro mi volto a pancia in su guardando il soffitto.

Sto bene nel mio letto.

Ma è ovvio che mi manca dormire nel nostro letto.

È ovvio.

Ma...
Ormai...

Sto bene qui.

< Care >.
< Mh mh >.
< Mi dispiace per come mi sono comportato >.
< Tranquillo... ora dormiamo >.
< Sì, scusami >.
Mi volto ma ad un certo punto... una melodia sussurrata giunge alle mie orecchie.

'If I could fly, I'd be coming right back home to you'.

No.

Che ca.... che succede?

Io la conosco sta melodia.

Senza dire altro apro il comodino tirando fuori quel bigliettino.

Mi volto verso Harry.
< Eri tu >.
< A far cosa? >.
Lo guardo scuotendo la testa.

Allora avevo ragione.
Dannatamente ragione direi.

< Ad avermi mandato questo biglietto >.
< No >.
Lo guardo nella penombra della stanza < non dire cazzate... la canzone è la stessa che è scritta nel bigliettino >.
Sospira.
< Allora? >.
< Sì... ero io >.
Impreco, senza nemmeno rendermi conto.
Guardo il bigliettino che recita 'If I could fly, I'd be coming right back home to you'.

È lui.

È sempre stato lui.

< Harry > lo chiamo.
Annuisce.
< Perché non sei tornato? > domando < me lo spieghi? >.
< Perché avevo paura... ho sempre paura >.

Lui aveva paura.

Vaffanculo, va!

< Vaffanculo >.
Mi alzo facendo su e giù per la stanza.
< Care >.
Mi volto e mi avvicino al suo lato del letto < vaffanculo Harry >.
Annuisce < hai ragione, hai tutto il diritto di avercela con me >.
< Sì, sì ho ragione >.
Lo guardo.
< Ti ho mandato quel biglietto perché volevo farti capire che ti pensavo >.

Mi pensava?

< Ti ho sempre pensata... > deglutisce rumorosamente < sempre >.
< Mi hai mandato quel biglietto per farmi stare ancora più male >.

Perché me l'avrebbe mandato sennò?
Perché?

< Caroline > si mette seduto sul letto facendomi segno di fare lo stesso.
Obbedisco aspettando che parli. 
< Avevo una gran paura di farti del male >.

È sincero.

Lo so.

< Non volevo tornare perché sapevo che senza di me saresti stata meglio >.
< Ah, decidi tu cosa è meglio per me > lo prendo in giro.
Scuote la testa < assolutamente... ma sapevo di averti già fatta soffrire e tornando avrei fatto peggio >.
Mi mordo il labbro inferiore.
< Se fossi tornato si sarebbero risolte molte cose >.
Mi guarda per capire se sia seria, così annuisco.
< Mi avresti perdonato? >.
< All'inizio te l'avrei fatta pagare cara ma sarebbe durato un battito di ciglia >.
< Io... >.
< Tu? > lo incalzo.
< Mi dispiace... mi sono comportato di merda e sto ancora prendendo delle scelte di merda > respira lentamente < ecco perché dico che la mia vita fa schifo >.
< La tua vita non fa schifo > lo rimprovero.
< Dici? >.
< Dico Harry, dico >.
Annuisce non convinto.
< Cosa ti fa stare così in pensiero? >.
Risponde < tutto, Caroline tutto >.

Tutto?
Tutto cosa?

Chiedo < tipo? >.
< Mi mangio ancora i gomiti per come mi sono comportato... ed ora ne pago le conseguenze >.
Guardo il bigliettino.
< Non sai quanto avrei voluto vederti tornare a casa > confesso portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
< Io... >.
< E ogni giorno che passava realizzavo che mi stavo illudendo > ammetto triste.
Sta zitto così ne approfitto per parlare < dormire nel nostro letto senza di te mi faceva ogni volta più male >.
Annuisce.
Mi guardo intorno < cambiare casa mi ha fatto star male >.
Silenzio.
< Ho sperato di vederti varcare la soglia di casa, ho sperato che mi venissi ad abbracciare dicendomi che sarebbe andato tutto bene >.
Si guarda intorno anche lui.
< Sono stata di merda > respiro lentamente < mi sono inflitta un dolore immenso >.
< Sono un coglione > risponde guardandomi.
Annuisco.

È vero.

Lo è.

Ha creato tutto sto casino per niente.

Ed io sono stata veramente male.
Malissimo per non dire da schifo.

< Ma... ora sto bene >.

L'ho detto.

Finalmente.
Finalmente l'ho detto.

Mi guarda.
Un lampo nei suoi occhi.

Per la prima volta ammetto a me stessa di star bene.
Senza di lui.

Per la prima volta lo ammetto davanti a lui.

< Stai bene? >.
< Vuoi chiedermi se stia bene senza di te? > domando immaginando la sua domanda.
Annuisce < sì, vorrei saperlo >.
< Sì sto bene... dopo tanto sto bene senza di te >.
< Ah... >.

Ci...

Ci è rimasto male?

Mi dispiace veramente ma mi ha fatto rimanere male così tante volte che non mi interessa.
Se ci è rimasto male non è un mio problema, di certo.

Ancora silenzio.
Solo il ticchettio dell'orologio a segnare lo scorrere dei secondi e dei minuti.
Guardo il mio cuscino e capisco.
Devo dormire.
Abbiamo parlato così tanto... ed è tardi.
< Dormiamo ok? > chiedo rimettendomi a letto senza aspettare alcuna risposta.
Non so quanti minuti passino ma ad un certo punto Harry mi chiama.

Ancora?

Annuisco.
Ma non mi volto.
< Care? >.
< Ci sono Harry >.
< Non è vero che il nostro amore era finto >.
< Ah no? > domando.
Lo sento sospirare < ho detto delle cazzate >.
< Ok > rispondo monotona.
< Il nostro era vero amore >.
< Sei sicuro? > domando mettendolo alla prova.
Sussurra < sono sicuro, assolutamente >.
< Va bene >.
Chiudo gli occhi ma ecco che mi richiama.
< Devo dormire Harry >.
< Lo so... >.
Prende fiato < voglio solo dirti un'ultima cosa >.
< Cosa? >.
< Che non è vero che Violet sia l'unica donna che abbia mai amato >.
Mi volto per guardarlo e ce ne stiamo per diversi minuti zitti.
< A volte mi chiedo perché tu debba sparare cazzate solo per il gusto di far star male le persone > confesso quasi sussurrando.
< Perché è l'unico modo per proteggermi, da me stesso e dai miei sentimenti >.
< Bella merda >.
< Sì bella merda Care >.
< Forse hai solo paura di mostrare cosa provi >.
Lo guardo.
E lui fa lo stesso.
Gli occhi illuminati dalla luce della luna.

Ancora più belli del solito.

Annuisce < forse sì, ha ragione >.
< Forse... >.
Mi volto dall'altra parte < buonanotte >.
< Notte Care >.
E una melodia raggiunge le mie orecchie.
La stessa di prima.

'If I could fly, I'd be coming right back home to you.
I think I might give up everything, just ask me to...
Pay attention, I hope that you listen 'cause I let my guard down
Right now I'm completely defenseless'.


Ed io mi lascio trasportare tra le dolci braccia di Morfeo verso luoghi migliori.




 
———





Cammino a passo svelto per poi attraversare la strada.
Sto tornando a casa, finalmente.
Devo cambiarmi per poi andare a pranzo fuori con Luke.
Stamattina è stata dura alzarsi... ma ci sono riuscita.
Harry dormiva beatamente, russando alla grande.
Si deve essere addormentato tardi perché ho sentito che si girava parecchio.
Avrà avuto tanto da pensare.
Io invece ho dormito benissimo, fin da subito.
Quando mi sono alzata gli ho lasciato un bigliettino sul comodino e ho chiamato Desmond per dirgli che non sarebbe andato a lavorare.
Ovviamente ho dovuto spiegare il perché si trovasse a casa mia, ma fortunatamente Desmond non ha fatto troppe domande.
Ed io sono contenta così.
Salgo gli scalini per poi afferrare le chiavi ed aprire la porta.
Sarà già andato via penso.

No?

Chiudo la porta per poi sobbalzare non appena sento Harry salutarmi.

Che...
Che ci fa qui?

Non è ancora andato via?

< Harry > mi tolgo il cappotto per poi squadrarlo < che stai facendo? >.
< Ti sto preparando una bella carbonara > mi strizza l'occhiolino.

Mhh.
Ok.

< E per quale assurdo motivo? >.
Allarga le braccia < mi sembra il minimo dopo che stanotte mi hai salvato >.
Ridacchio nervosa < ok, non c'era bisogno >.
< Sì invece >.
Mi gratto la testa.

Ed ora come faccio a dirgli che ho altri piani?
Che non posso mangiare la sua carbonara?

< È che... >.
Sto per continuare ma il campanello prende a suonare.

Ecco.
Luke.

Benissimo.

Come posso uscire da questa situazione di merda?

< Vado ad aprire >.
Annuisce ed io mi affretto a raggiungere la porta che apro per poi trovarmi di fronte un Luke sorridente.
< Ciao > lo saluto.
< Ciao a te > si avvicina per poi stamparmi un bacio veloce sulla guancia.
< Sei pronta? >.
< Ehmm... in realtà c'è un problema > lo invito ad entrare prima di chiudere la porta.
< Tutto ok? >.
< C'è Harry di là e si è messo in testa di prepararmi una carbonara >.
< Harry? >.
Annuisco per poi sussurrare < poi ti spiego >.
< Ok >.
< Care? >.
Mi volto verso Harry che guarda Luke.
< Luke, ciao >.
< Ciao Harry >.
< Ecco io volevo dirti proprio questo > mi avvicino < che avrei altri programmi per pranzo >.
Harry mi guarda incupito < la pasta è quasi pronta >.
Faccio spallucce.
< Cos'hai preparato di buono? > domanda Luke superandomi.
< Una carbonara >.
< Mhh che squisitezza > si lecca le labbra Luke sporgendosi in cucina.
< Care >.
Guardo Luke annuendo < perché non rimaniamo? >.

Cosa?

< Sì, c'è pasta per tutti > sorride Harry aspettando che dica sì.
Li guardo mentre prendono a sistemare la tavola, ridendo e scherzando tra di loro.

Come posso sopravvivere ad un pranzo così?
Col mio ex e il mio quasi fidanzato?

Come?

Non so se ci riesco.

< Allora? > domanda Harry togliendosi il grembiule < qui è pronto >.
< Voi mangiate io... >.
< Tu? >.
< Mi sono ricordata di dover fare una cosa >.
< Ok, sicura? >.
Guardo Luke e annuisco < sicura, sicura >.
Sì, sono sicurissima.
Ecco.
Mi rimetto il cappotto per poi salutarli ed uscire di fretta di casa.

Ma è possibile?

Cioè.
Si devono mettere a fare comunella?
Il pranzo insieme?

No.

Cioè mi rifiuto.

Ok, Harry è stato carino ma poteva evitare.
L'ho aiutato stanotte ma non è che adesso deve fare il carino con me.

Le sue parole me le ricordo.
E mi hanno fatta sempre del male.


Quindi mi dispiace dirlo ma non è che tra noi le cose cambieranno dopo stanotte.
Abbiamo parlato ed è stato un bene.

Ma il male che mi ha fatto non potrà essere cancellato.

Purtroppo.

Attraverso la strada.
Non so nemmeno dove stia andando.
La mia era una scusa.
Non avevo e non ho niente da fare. 
Quindi penso che girerò a vuoto sperando che il pranzo tra i due finisca presto.
Sbuffo.

Che palle.

Afferro il cellulare per poi mandare un messaggio a Gemma.
Magari posso passare da lei.
Così vedo come sta.
Ormai è all'ottavo mese, quasi allo scadere.
Ed è sempre più grande.
Ha una pancia che mi fa sorridere ogni volta che la vedo.
È sempre più bella però.
Ha una luce negli occhi che non so descrivere.
È ansiosa, super ansiosa ma non vede l'ora di abbracciare il suo cucciolo.
E Niall è sempre più felice.
Sprizza gioia da tutti i pori.
Non vede l'ora di vedere il suo piccolino o piccolina.
E anche io.

Non vedo l'ora.

Sono agitata perché non sappiamo il sesso ma fremo all'idea di poter finalmente dire di essere zia.

Sono pronta.

Ma in generale...
È quasi tutto pronto, manca solo la culla che dovrebbe arrivare in settimana, la prossima al massimo.
Ci siamo quasi.
Anne e Desmond fremono e lo stesso vale per i genitori di Niall.
Insomma siamo tutti pronti per la nascita della creaturina.
Tutti tutti.
Manca solo lui o lei.
Io spero sia una bambina.
Già mi vedo ad insegnarle cose su cose, però è ovvio che sarei felice anche se fosse un bambino alla fine.
Mi basta solo vedere finalmente il mio nipotino o nipotina.
Il mio cellulare vibra così mi affretto a guardare lo schermo.

Oh bene!

Gemma è a casa.
Quindi posso passare da lei mentre i due amichetti finiscono il loro pranzo romantico.
Sospiro.

Ancora non ci credo.
Non so se lo farò mai.
Primo Harry co st'idea del pranzo.
Ma pure Luke... che ha accettato.

Dai, ma come gli è venuto in mente di accettare?

Cioè non me ne capacito.

Per carità.
Sono andati sempre d'accordo ma così... rimanere a pranzo insieme, non lo so, io lo trovo un po' eccessivo.
Poi potrei sbagliarmi eh.

Mai dire mai.

Affretto il passo superando alcuni turisti che scattano foto in giro.
Mi guardo intorno...
Tra due giorni tornerò a Brighton.
Pronta ad iniziare la mia vita.
Ad iniziare una nuova esperienza.
Sorrido.

Sono propositiva.

Molto.

Mi fermo davanti casa di Gemma e Niall e le faccio uno squillo aspettando che mi venga ad aprire.
Passano alcuni secondi e poi la porta di casa si apre rivelando una Gemma trafelata.
< Perdonami, ma con questa pancia non riesco a muovermi velocemente >.
< Tranquilla > mi avvicino posando una mano sulla pancia < come stai mamma Gemma? >.
Sbuffa < non vedo l'ora di partorire, inizia ad essere difficile anche muovermi >.
Ridacchio.
< E tu amore della zia? > domando al piccolo che risponde con un calcio.
Gemma sorride < dai entra >.
Mi lascio condurre in sala dove mi siedo sul divano aspettando che Gemma mi raggiunga.
< Allora... >.
< Mh >.
< Come mai qui? Non dovevi andare a pranzo fuori con Luke? >.
Faccio spallucce < dovevo >.
< E poi? >.
< E poi tuo fratello ha deciso di prepararmi il pranzo >.
Gemma mi guarda con la faccia scioccata < mio fratello? In che senso ti ha preparato il pranzo? >.
Mi viene da ridere.

È in preda al panico.

E so già perché.

Immagina che io e il fratello abbiamo combinato qualche casino dei nostri.

E invece...
Non è successo nulla di preoccupante.

Anzi...

< Care? > porta una mano davanti al mio viso.
Annuisco.
< Dai spiega, ti prego >.
Annuisco di nuovo.
Ok, racconto sia.
Anche se non c'è molto da raccontare.
A parte la sbronza immensa che si è presa mr Styles.
< Stanotte è venuto a bussarmi... era ubriaco fradicio ed io l'ho aiutato a vomitare > racconto stringendo il racconto in una specie di riassunto.
Gemma scuote la testa < oddio >.
< Già... blaterava che la sua vita fa schifo e tante altre cose >.
Se ne sta in silenzio aspettando che continui < comunque poi l'ho fatto dormire da me così da riprendersi e lui oggi ha pensato bene di doversi sdebitare >.
Vedo Gemma squadrarmi così le chiedo cosa c'è che non va.
< Avete solo dormito? >.

Ovvio.

Che diavolo pensa?
Che mi sia concessa?

Annuisco < ovvio >.
< Care >.

Oddio.

Lo pensa davvero.
Ma non è successo nulla.

Ed è vero.
Verissimo.

< Gemma te lo giuro non è successo nulla >.
< Sicura? >.

Ancora?
Possibile che non mi creda?

Ok, che io ed Harry siamo calamite... ma sappiamo mantenere un autocontrollo.

Quindi...
Niente di cui preoccuparsi.

Niente, niente di niente.

< Sono sicura... tuo fratello ed io non abbiamo combinato nulla, non ci siamo nemmeno sfiorati con un dito >.
< Fortuna > esclama sollevata < e che avete fatto? >.
< Abbiamo parlato > spiego < mi ha detto che non è vero che non mi ha mai amata >.
Sorride.

Perché sorride?

< Visto? Te l'avevo detto che non poteva essere possibile >.
Annuisco.

Sì, anche per me non poteva essere vero.

Però non si sa mai con Harry.
E quindi quando me l'ha urlato gli ho creduto.

E sono stata male.
Di un male... assurdo.

Incommentabile.

< Poi mi ha detto che sarebbe voluto tornare ma che non l'ha fatto per paura >.
< Lo sapevamo, no? >.
< Sì, però l'ho insultato lo stesso >.
Ridacchia.
< In ogni caso l'ho lasciato che dormiva e me lo ritrovo col grembiule addosso a preparare una carbonara >.
Alza un sopracciglio.

Che ho detto di male?
Che l'ho ritrovato col grembiule intento a prepararmi il pranzo...

Niente di così eclatante.

< Il tuo piatto preferito? >.
< Eggià >.
Sta zitta.
Ma io la conosco bene.
E so che sta pensando.

Molto a dire il vero.

< A che pensi? >.
< A... a nulla >.
Sorrido < ti conosco >.
Annuisce sorridendo.
< Dimmi a che pensi >.
< E se mio fratello si stesse rendendo conto di amarti ancora? >.
Rido.

No.

Impossibile.

Ama Violet.
Sta con Violet.

< Impossibile >.
< Ne sei così sicura? >.
Annuisco.

Sì, sono sicura.

< Perché venire a casa tua allora? >.

Perché non sapeva dove andare?

Ma poi... che ne so!

Harry è strano.
Non sai mai perché si comporta in un determinato modo.

È... così.
Punto e basta.

< Boh... lo sai com'è fatto tuo fratello, è strano >.
< Sì è strano, però da ubriachi si sa che si fanno e dicono le cose più vere >.

Mh.

Ha ragione.

Però non ha detto nulla di che.
Se non che non è vero che non mi abbia mai amata.

Ma basta...

Nemmeno ci ha provato o che.
È stato mansueto.
E non ha fatto lo scemo.

Si è solo confidato.

Quello sì.

Mi ha detto tante cose che non sapevo.

Quello sì.

Ma basta.

Nient'altro di sconvolgente.

< Come ti è sembrato? >.

Come mi è sembrato?
Triste, a dire il vero.

Molto triste.

E non è una cosa tipica di Harry.
È sempre stato un ragazzo allegro, spensierato.

No?

< Triste > rispondo.
Lei mi guarda senza dire altro.
< Magari è solo un momento > suggerisco vedendola poi annuire.

Probabilmente sì, sarà un momento.
E ci sta.
Capita a tutti.

No?

È normale.
Normalissimo.
Quindi sì Harry sta attraversando solo un momento.
Ma sono sicura che tornerà presto in sé.

Sicuro.

E tornerà a comportarsi come prima.
Ad essere allegro come sempre.

Sì, sicuramente.

< Niall? > domando cambiando argomento.
< A lavoro... >.
Annuisco.
La guardo.
< Domani sera so che avete una festa >.
< Così mi hanno detto >.
< Vedrete vi divertirete >.

Spero.
Spero vivamente.

Ma sono sicura che sarà così.
Senza ombra di dubbio.

< Mi mancherai però >.
Mi sorride prendendo la mia mano destra, stringendola con la sua.
Lei non verrà.
Giustamente.
< Lo so Care però non posso nemmeno muovermi... > ride < bevi tu al posto mio >.
Annuisco.
Domani sera andrò a questa festa con Liam, Niall e Louis.
Non so nemmeno dove sarà a dire il vero.
So solo che toccherà bere.

Sennò chi li sente i miei compagni d'avventura?

Che poi non mi dispiace nemmeno bere domani.

Anzi...

Devo dire che non bevo da tanto, quindi questa festa calza a pennello.

Sorrido.

Sarà bello passare del tempo coi miei amici.
Sarà bello ballare, scatenarmi con loro.
Anche se mancherà Gemma e quindi sarò l'unica ragazza.

Ma sti cavoli...
Andrà alla grande.
Ed io berrò.

Per festeggiare la mia nuova vita.
Per festeggiare le cose belle che stanno capitando.
Per festeggiarmi, in sostanza.


Perché si è bene che io ogni tanto mi festeggi. 




 
———



 
Mi guardo allo specchio.
Sta andando benissimo questa festa.
E non pensavo.
Sorrido barcollando.
I gin tonic stanno facendo il loro effetto.
Sorrido ancora una volta.
Certo che sono proprio figa oggi.
Mi volto leggermente di lato ammiccando allo specchio.

Figa, sì, sì.

Son figa.

Ok, sono pronta per tornare di là.
Con uno scatto apro la porta del bagno trovandomi due che si baciano appassionatamente.

Okey.

La situazione è abbastanza calda direi.
Li supero per poi farmi spazio tra la gente che balla dimenando le braccia al cielo.
Aguzzo la vista per vedere dove si trovino i miei amici e mi fermo per guardare Harry.

È tutta la sera che mi fissa.

Sì mi fissa.

All'inizio credevo di sbagliarmi ma poi ho capito che non mi stavo sbagliando affatto.

Mi fissa e non so nemmeno perché.

Mi lecco le labbra.
Per fortuna non mi faccio più abbindolare da lui altrimenti oggi sarebbe finita veramente male.

È...

È il sesso in persona.

Bello, bello dannatamente bello.

Camicia azzurrina leggermente aperta, pantaloni cargo sul beige e una giacca azzurra a risaltargli gli occhi già belli di suo.

E i capelli...

E... tutto.

È perfetto, non scherzo.

Ma per mia fortuna non mi dice nulla.
Cioè bello è bello ma non da saltargli addosso.

No, no.

Ho superato quella fase.

Per mia fortuna, ripeto.

Mi faccio spazio tra la gente per poi arrivare dai miei amici che mi tirano verso di loro.
< Eccola la nostra bellissima, gnocchissima amica >.
Guardo Louis < grazie gnocchissimo >.
< Non scherzo, oggi sei una bomba... quasi quasi ci provo >.
Rido.
Che scemo.
Lo guardo e nel farlo Liam inizia ad urlare.
< Che urli Payne? >.
< Cos'è questo? > porta una mano sul mio collo ed io lo guardo maledicendolo.
Lui e la sua vista aguzza.
< Oh, oh, Smith... è un succhiotto? > domanda Niall sporgendosi per vedere meglio.
Tolgo la mano di Liam per poi incontrare gli occhi di Harry.
Sono così fissi nei miei che devo distogliere lo sguardo.

Perché... perché non lo reggo.

No, non ci riesco.

< Mi passate la mia bevuta per favore? > domando prima che Louis mi passi un altro gin tonic.
< Ok > li guardo < brindiamo >.
< A cosa? > domanda Harry prendendo il suo bicchiere dal tavolino di fronte a lui.
< A noi Styles > gli sorrido.
< A noi e... >.
< E? >.
< E al succhiotto di Caroline > ridacchia Niall.
Gli tiro un cazzotto veloce prima di alzare il bicchiere.
< A noi! > urla Louis buttando giù il suo negroni.
Anch'io prendo un sorso del mio gin tonic, facendo una smorfia.
Direi che è un tantino forte.

Un tantino tantino forte ma... oramai.

Che importa?

Guardo Harry che se ne sta in silenzio.
< Sorridi Styles > gli dico sorgendomi in avanti.
< Mh mh >.
< Dai > gli dico per poi ridere non appena Louis mi sussurra che vuole provarci con una tipa del tavolo a fianco.
< È carina >.
< Dici che mi ci sta? >.
Annuisco < perché non dovrebbe starci? >.
Louis ridacchia passandosi una mano tra i capelli < hai ragione, come si fa a resistere al mio fascino? >.
Rido anch'io per poi urlare non appena sento la canzone che è appena iniziata.
< Uuuh > urlo alzandomi < amo questa canzone >.
< Vado >.
Annuisco a Louis < non fare subito il pervertito però eh >.
< Ai suoi ordini madame >.
Lo saluto ridendo.


'She's been looking at me all night, I'm terrified
I know why, baby
She's got the wrong crazy'.



< Dai, tiratevi su > dico ai miei amici che fanno come ho detto.
< Styles? > domanda Niall prima che Harry scuota la testa un po' scocciato.
< Eddai... quanto rompi > gli dico tirandogli un tovagliolino di carta.
< Andiamo in pista > gli faccio segno prima di trascinarmeli dietro.


'Oh, I see the moon in her eyes, I'm paralyzed
She's not my baby
She's got the wrong crazy'.


Inizio a muovermi a ritmo di musica.
< Non è la canzone più bella che esista? >.
< Sì dai > risponde Niall.
< Un po' di entusiasmo amici > urlo facendo una capovolta.
< Soprattutto tu > mi avvicino ad Harry che deglutisce.
< Perché non ti lasci andare? > gli sussurro in un orecchio.
< Fidati non ti piacerebbe >.
Rido.

Cosa non mi piacerebbe?

< Dai, dammi la mano > gli dico barcollando.
< Perché? > mi si avvicina e nel farlo uno da dietro lo spinge così da far sì che i nostri nasi si tocchino.
< Ahia > mi lamento < hai un naso appuntito >.
< E tu ce l'hai a patata Smith > mi sorride avvicinandosi.
< Ehi non mi offendere > gli porto una mano sul petto.
< Senti! Dimmi se sta canzone non è del sesso puro >.
Mi volto iniziando a ballare sul ritornello.


'Like wolves we've run wild
Let passion get too much
And let ourselves get burned by the fire
We're walking on wire
But nothing feels higher
Then when I see that look in your eyes
Tell me what you want because you know I want it too
Let's skip all the small talk and go straight up to your room
I've been thinking what I'd do when I'm alone with you
Just say nothing, small talk only gets in the way'.



Harry non si muove, se ne sta impalato a fissarmi.
< Ma che fissi Harry? > chiedo ridendo.
< Non ti stavo fissando >.
< Noooo > gli faccio eco prendendolo in giro.
Mi passo una mano tra i capelli < ti capisco, sono figa stasera >.
Si lecca le labbra < è vero >.

È vero?

Allora mi trova figa anche lui.

Bene.
Benissimo.


Ridacchio.
< Sta' zitto > gli dico voltandomi per poi ballare con Niall che intanto ride come uno scemo.
È andato.
< Che ridi Horan? >.
< Rido perché sono ubriaco >.
< Se vuoi puoi dormire da me >.
Niall scuote la testa < avrai sicuramente un ospite >.
< Ma chi? >.
< Harry >.
Rido.
Rido forte.

No.

< Ma sei scemo? >.
Scuote la testa < ti sta mangiando con gli occhi >.
A scuotere la testa sono io sta volta < non è assolutamente vero >.
< No? >.
< No! >.
Gli prendo la mano portandola in aria.
< Balliamo >.


'Turn around, she's walking to me
I can't believe she's not my baby
Won't someone come save me?'.



Giro diverse volte.
Ridendo mentre la testa mi gira da matti.
Forse una boccata di aria fresca dovrebbe aiutarmi.


'Oh, you see the fool in my mind
Can't run and hide
With your stare on me
Look what you're doing to me'
I wanna run wild
Let passion get too much
Let ourselves get burned by the fire
We're walking on wire
But, nothing feels higher
Then when I see that look in your eyes'.



< Payne > Niall chiama Liam che stava parlando con Harry.
< Sì? >.
< Andiamo a prendere da bere? >.
Liam sorride ed annuisce.
No, io passo.
< Voi venite? >.
< Io passo > dico guardando Harry.
Lo vedo tentennare.

E se Niall avesse ragione?

Devo stare sola.

Non posso rischiare di rimanere con lui.

No.

Senza dire nulla mi avvio verso l'uscita del locale per respirare aria fresca.

Sì.

È la decisione migliore direi.

Dentro la musica rimbomba a tutto suono.


'Tell me what you want because you know I want it too
Let's skip all the small talk and go straight up to your room
I've been thinking what I'd do when I'm alone with you
Just say nothing, small talk only gets in the way'.



< Eccoti >.

Oddio.

Ma...

Ma che mi ha seguito?
Ma non poteva andare a bere?

Sto scemo.

< Mi hai seguito Styles? > domando vedendolo annuire.
< Potevi andare a bere >.
< Non ne avevo voglia >.
Si avvicina.
Io indietreggio.

Non c'è bisogno di stare così vicini.

Giusto?

Sì giusto direi.
Possiamo mantenere una distanza di sicurezza.

Appunto, per sicurezza.

< Ah, come mai non avevi voglia di bere? >.
< Volevo prendere aria >.
Ridacchio.
E non so nemmeno perché.
< Stasera sei bellissima Care >.
Abbasso lo sguardo.
Non voglio arrossire.
< Grazie Harry >.
< È la verità >.
In un attimo le sue mani sono sui miei fianchi.

E.... che succede?

< Ti stai divertendo? >.
Annuisce.
< Ah, ok... ti vedevo serio allora non capivo se ti stessi divertendo o meno >.

So cosa sto facendo.
Sto cercando di cambiare argomento.

Perché...

È l'unica cosa da fare.

E mentre continuo a parlare Harry mi prende il volto e mi bacia.

< Che stai facendo? > gli domando staccandomi subito.
< Mi sembra ovvio > mi sorride malizioso.
Scuoto la testa.

No.
Non va bene.
Sta con Violet. 

 
Ed io sto con Luke o se non ci sto... mi ci sto frequentando.
O non lo so.

Ma fatto sta che è sbagliato ugualmente.

< Harry > gli dico vedendolo avvicinarsi nuovamente.

Ma è scemo?

Mi sorride < che è? >.
Le sue mani tra i miei capelli.

E poi un bacio.

Ok.
Basta.

Pensa che stia scherzando?
No, perché non sto scherzando affatto.

Anzi...

Sono molto seria.

Mi scanso.

E lui mi guarda.

Che cavolo si guarda?
Possibile che non capisca che sta esagerando?

< Dai Care > si avvicina bloccandomi contro il muro.
Il suo naso sfiora il mio.
La sua mano si infila sotto la mia maglietta.
Il suo respiro sul mio collo.
Lo sposto e incrocio le braccia.
Sbuffa.

Ah, sbuffa...

Sbuffa pure.
Non c'è nulla da sbuffare, mi sembra.

< Mi dici che cazzo stai facendo? > domando vedendolo squadrarmi.
< Cosa sto facendo? >.
Annuisco < sì Harry, che stai facendo? >.
Si avvicina ma io lo blocco.
< Perché? Vuoi dirmi che non vuoi baciarmi anche tu? >.
I miei occhi increduli lo guardano per capire se sia serio.
< Allora? > incalza.
< Allora niente Harry > sbotto < sei fidanzato, mi sembra >.
< E allora? > chiede stupito.
< E allora? Allora mi hai detto di amarla > gli ricordo per poi prendere un momento di pausa.
< È da prima che voglio baciarti Care > confessa portando una mano tra i capelli.

Cosa?

< Tu no? >.
Scuoto la testa < no, non voglio baciarti >.
< Sì... ok >.
< È così difficile credere che non ti voglia baciare? >.
Annuisce.

Che coglione.

Pensa che io gli muoia dietro.

< Perché non vuoi baciarmi? >.
Mi schiarisco la voce < non ne vedo il motivo >.
Ridacchia per poi abbassarsi rubandomi un bacio.

Allora qui non ci siamo capiti.

< Harry, mi sto incazzando >.
Mi guarda serio < ah, ora ho capito >.
< Cosa? >.
< È per Luke >.
Strabuzzo gli occhi.

Per Luke?

< Per Luke? >.
< Sì, è per lui che non vuoi baciarmi >.
< No, non è per lui, perché dovrei baciarti? >.
< No, no è per Luke... > mi sposta i capelli da un lato < vedo che ti ha lasciato un ricordino >.
< Non fare lo stupido >.
Tiro in avanti i capelli per coprire il succhiotto.
< Lo ami? >.
< Come faccio ad amarlo dopo poco tempo? >.
Sorride malizioso < ci sono... ci hai scopato >.
Rido nervosa.

Sta esagerando.

Come al solito direi.

< Non è vero? >.
Mi prende il viso alzandolo.
< Allora? >.

Allora?

Non devo dirgli nulla, mi sembra.

< Allora? E se anche fosse? > chiedo infuriata.
< Non mi va giù >.
Scuoto la testa < ah certo, a te non va giù... >.
< No > sbotta.
Mi sposto incrociando le braccia.

A lui non va giù.

E allora a me?

Che mi sono dovuta sorbire Violet dopo poco tempo che avevamo smesso di vederci?
Allora?
Io dovrei farmi scendere tutto e lui no?

No, non ci sto.

< E allora io? > mi indico < mi sono sorbita la tua storiella con Violet dopo poco che avevamo smesso di vederci >.
Accusa il colpo e sta zitta.

Meglio.

Meglio per lui.

< Mi sono dovuta sorbire tutto Harry! I vostri baci, i vostri sorrisi, tutto >.
< Ma... >.
Lo blocco.

No.

Parlo io adesso, che cazzo.

< Ma l'ho fatto perché ti vedevo felice ed era giusto così >.
Mi guarda.
< Quindi... ora sono io ad essere felice e tu >  gli punto un dito contro < tu ti farai da parte e non proverai più a baciarmi come hai fatto poco fa >.
Alza le mani ma poi si avvicina sussurrando < sei sicura di voler rinunciare a me? >.
< Sì... sono sicura > lo guardo.
Mi afferra il viso sussurrando sulle mie labbra < sei sicura di voler lasciare andare le mie labbra per sempre? >.
Boccheggio.
La testa mi gira.

Non ho cambiato idea eh.
Non voglio baciarlo.

E non lo farò.

Però sentirlo così vicino... mi fa effetto.
E non posso farci nulla.

Deglutisco per poi scostarmi.
Mi guardo intorno.

Devo tornarmene dentro.

Sì.

È la cosa migliore da fare.

< Io me torno dentro > gli dico camminando verso l'ingresso.
Sento i suoi passi seguirmi e la sua voce chiamarmi.
Guardo il mio bicchiere che ho tra le mani da troppo tempo e me lo scolo tutto d'un fiato.

Ho...

Ho bisogno.

Ho bisogno di distrarmi.

Perché...

'Caroline'.

Giusto.

Non posso pensare ad Harry.

Cazzo se son scema.

Perché dovrei pensare ad Harry?


< Caroline >.
Mi volto guardando Harry.

Devo andarmene.

Subito.

La mia testa mi dice di fare una cosa.

Ma che non voglio assolutamente fare, quindi devo semplicemente scappare, fuggire.

La sua mano sulla mia spalla.
< Levami la mano >.
< Ok >.
Non toglie la mano così glielo ripeto.

Magari capisce.

< Scusa, tolta > ritrae la mano per poi far segno di parlare.
Deglutisco.
< Care io penso che... >.
Non sento ma forse è meglio così.

La testa mi gira.

E non so se è per via dell'alcol o per via del suo profumo del cazzo che mi manda in tilt.

< Hai capito? >.
Mi sposto e guardo i suoi occhi.

Come vorrei specchiarmici...
Come vorrei...

No.

Non vorrei proprio niente.

< Io... > boccheggio.
Harry annuisce.
< Vado > sbotto guardando una via di fuga.
E così scappo.
Attenta a non inciampare sui miei stessi passi.
Supero delle persone ma la mano di Harry mi afferra e mi trascina in un angolo.
< Harry non dovremmo tornare dagli altri? > chiedo.
< Ma perché vuoi scappare? >.
Ridacchio e mi sposto senza dire nulla.
< Vedi? Stai scappando >.
< Non sto scappando > gli dico seria.
Ride < no? >.
Si avvicina ed io cammino un po' indietro.

Distanza.

Mi indica < stai scappando quando non c'è alcun motivo per farlo >.
Mi guardo le scarpe.

Perché sto scappando?
Non lo so nemmeno io.

O forse lo so ma non voglio dirlo.

Non voglio dargli la soddisfazione di sentirselo dire.

< Torniamo dagli altri > propongo facendo per muovermi ma ahimè il suo corpo me lo impedisce.
Deglutisco.

Merda.

Senza pensarci ulteriormente torno indietro dove Harry mi blocca contro il muro.
< Ehm > mi guardo intorno.

Non ci voleva.
No, non ci voleva proprio direi.

Guardo Harry che si sposta per lasciarmi passare.
Ce ne stiamo in silenzio guardandoci.

Posso andarmene.
Sono libera.

Faccio un passo in avanti, poi però mi blocco.
Harry fa un passo indietro per poi fermarsi anche lui.
Mi guarda serio.
Respiro lentamente.
< Non so cosa mi prenda >.
Lo guardo.
< Non lo so Care >.
< Shh Harry > lo zittisco.
Abbassa il viso per poi fare uno scatto in avanti.

Siamo vicini.

E poi...

Si china per poi prendermi il viso e baciarmi.
Succede in un attimo.

Ed io... cedo.

E non so nemmeno perché.
Forse saranno i gin tonic.
Forse sarà che sono stanca di lui e della situazione.
Forse sarà... che voglio cedere.

La sua lingua incontra la mia ed io mi aggrappo alle sue spalle per baciarlo meglio.
La musica rimbomba nelle mie orecchie.
Le mani di Harry sulla mia schiena per impedirmi di fuggire.
I nostri respiri affannati.
Le mani vogliose di un contatto più intimo e  che soddisfi entrambi.
Sento il suo sapore invadermi le narici e mi sembra di essere tornata a mesi fa quando baciarlo era una cosa normale.

Ma poi...

Ma poi la mia testa ha la meglio.

Lo sto facendo vincere.
Lo sto baciando, per cosa?


Per niente.

Sono felice, ora, senza di lui.

E non mi farò rovinare la vita.

Mi stacco senza pensarci allontanandolo.
< Che... >.
< Cosa? > chiedo.
Mi fa una carezza sul collo, ma io gli sposto la mano.
Lo guardo in cagnesco < stammi lontana >.
Mi guarda per capire se stia dicendo la verità.
Mi pulisco le labbra quasi sdegnata da quello che è appena successo.
Uno sbuffo dalle sue labbra.
< Care io pensavo che... >.
< Cosa? > urlo < che vuoi rovinarmi la vita? >.
Scuote la testa.
Ma io continuo < no grazie >.
Le sue mani cercando di fermarmi ma io le blocco.

No.

Basta.

Me ne torno dai miei amici.

< Stammi lontano! >.
Mi incammino superando i corpi sudati per poi appoggiarmi ad un bancone.

Che merda che sono.

Mi sono lasciata sopraffare.
Ho ceduto per niente.
E mi sento uno schifo.

Io non volevo baciarlo.

Non so nemmeno perché gliel'ho permesso.
Fatto sta che gliel'ho permesso.

E mi sento male.

Mi guardo intorno in cerca dei miei amici.
Sbuffo. 

Maledizione a me!

Penso a Luke e un groppo in gola mi sale.

Perché sono così cogliona?

Le labbra mi tremano.
Come le gambe.

Vorrei piangere.

Ma penso che farò solo una cosa.

Starmene lontana.


Starmene lontana da Harry fottutissimo Styles. 

 
   
   
   
   
   

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Capitolo 45
*** Ci sono io adesso. ***


Cammino lungo il corridoio attenta a non cadere per via dei tacchi.
Quanto vorrei indossare delle sneakers ma non posso.
Perché...
Stasera io e Luke abbiamo una cena di lavoro con tutti gli avvocati di Londra.

Quindi anche con Harry.

Ecco appunto di Harry...
Da quella sera al locale ho cercato di evitarlo il più possibile.
Ma poi mi son detta che è stato tutto per via dell'alcool e quindi la cosa dell'evitarlo mi è scemata.
Non ne abbiamo più parlato e forse è un bene.

Soprattutto per me.
E per la mia sanità mentale.

Salto non appena due mani mi afferrano per i fianchi.
Luke.
Sorrido mentre mi lascia un bacio sulla nuca scoperta.
< Sei stupenda Care >.
< Grazie, come te d'altronde > gli faccio un occhiolino girandomi.
Lo guardo.
È veramente bellissimo.
Camicia bianca leggermente aperta con sopra una giacca nera, pantaloni neri e scarpe nere.
Una visione.
Ha tirato i capelli leggermente indietro.
Veramente una visione.
Bellissimo.
Non scherzo.
< Tu sei più bella >.
< Se lo dici tu ci credo > gli dico ridacchiando.
Porta una mano tra i miei capelli per poi rubarmi un bacio o forse due.
< Mhh >.
< Che c'è? > domanda guardandomi.
Mi lecco le labbra < è che sai di buono >.
Luke ride per poi avvicinarsi e strofinare il suo naso col mio.
Ed io lo bacio.
Luke risponde ma non appena sento le sue mani tirarmi su il vestito lo fermo.
< Dai > la sua mano a percorrere le mie gambe.
< Fermati > gli dico.
< Perché? >.
< Perché > mi tiro giù il vestito < non possiamo o arriveremo in ritardo >.
< Non mi importa > mi lascia un bacio sul collo.
Rido.
< Dai Care >.
Scuoto la testa < no Luke no >.
Prende il mio viso confessando < Ti voglio così tanto >.
Abbasso lo sguardo.
< Seriamente... >.
< È che quella sera... è stato magnifico >.
Annuisco alludendo a quella sera famosa.
< Il tuo corpo, i tuoi movimenti... non riesco a smettere di pensarci >.
< Ma dovrai perché dobbiamo andare >.
Annuisce sbuffando.
< Vedrai ci divertiremo >.
Fa spallucce < speriamo >.
< Dai... > gli mollo un bacio a fior di labbra < vado in bagno così poi partiamo >.
< Ti aspetto fuori >.
Annuisco per poi dirigermi in bagno dove dopo aver fatto la pipì mi avvicino allo specchio.
Sbuffo.
Mi giro di lato tirando su il vestito.

No.

Non può essere.

E non sarà.

Ma ho...

Ho paura.

Seriamente.

Mi guardo allo specchio.
Deglutisco.

E se...

E se fossi incinta?

Scuoto la testa.
Impossibile.

No?

Sospiro.

Maledizione!

Ho una paura fottuta che di notte non dormo.
Guardo il ventre dubbiosa.
Doveva arrivarmi il ciclo due giorni fa... ma non è arrivato.
Ed io inizio ad avere paura.
A tremare.

Perché...

Perché se solo fossi incinta sarebbe un disastro.
Infatti sto evitando ogni contatto fisico con Luke.
A parte baci.

Perché...

Non riesco.
Ho troppi pensieri, troppi dubbi.

Troppo troppo tutto.

Faccio un giro su me stessa per capire se il mio corpo dà segni di cambiamento.
Ma non li vedo.
Mi rispecchio.
Questo vestito è bellissimo.
Me l'ha prestato Gemma e devo dire che mi sta benissimo.
È molto semplice a dire il vero.
Di un color rosso rubino che cade fino alle caviglie morbido.
Senza fronzoli o cose simili.
Al lato uno spacco per mettere in mostra la gamba destra.
L'unica particolarità se vogliamo chiamarla particolarità.
Faccio una smorfia.

Signore ti prego.

Fa’ che mi venga il ciclo.

Ti prego.

Ciclo.
Ciclo, ciclo.

Ormai a forza di chiamarlo dovrebbe arrivare e invece...

Niente ancora.

< Care? >.
Ecco, Luke.
Evidentemente ci sto mettendo più tempo del previsto ed è venuto a vedere come sto.
< Andiamo? >.
Sospiro.
Sì, devo andare.
Anche se ammetto che preferirei stare a casa, col plaid addosso e una barretta di cioccolato in mano.
Ma devo andare.
< Arrivo! > urlo a Luke prima di sciacquarmi le mani.
Devo andare.

Sì...

Anche se ho tremila ansie devo lasciarle a casa.
Ho una cena da affrontare.
E devo affrontarla nel migliore dei modi.

Ossia col sorriso.



 
———



 
< Prego >.
Guardo il cameriere ringraziandolo.
La cena sta andando bene.
Più o meno.
Perché al nostro tavolo ci sono anche Harry e Violet.
Per carità fino adesso Harry non ha fatto nulla per infastidirmi.

Però boh...

Sono inquieta.

Sarà anche che penso ad altro.

Infatti non sto toccando cibo.
Non mi va.
Non ho fame.
Sposto la forchetta.
< Non ti piace? > domanda Violet.
< Non ho tanta fame >.
Lei annuisce ed io ritorno a fissare il piatto.
Perlomeno Luke è tranquillo.
Parla coi colleghi, scherza, beve, ride.
L'unica che sembra una morta che cammina sono io.

Io ed...

Harry.

Anche lui non sembra molto contento.

Chissà come mai.

< Balliamo? > domanda Luke non appena parte una musica.
A dire il vero perfect di Ed Sheeran.

No.

Poi con questa canzone...

Mi ricorda il matrimonio di Gemma e Niall.

Mi ricorda il ritorno di Harry.

No.

Meglio starmene buona, seduta a non far nulla.
Se non a crogiolarmi col pensiero, o meglio i pensieri.

Scuoto la testa < non mi va >.
Luke annuisce chiedendomi se vada tutto bene.
Sorrido di rimando.
Ma dentro non sorrido affatto.

E se diventassi madre?

Guardo Luke.

Boh.

Non so se sono pronta.
Non so se sia pronto lui.

Non so nulla a dire il vero.

< Sicura? >.
< Sicura Luke > porto una mano sulla sua gamba per rendere più vera la mia risposta.
Annuisce prima di prendere un sorso di vino.
< Luke, se vuoi ballo io con te > si intromette Violet indicando Harry < tanto lui non balla >.
Vedo Harry sospirare ma cerco di non farci troppo caso.
< Scusateci >.
Gli sorrido mentre li vedo parlottare tra di loro.
Beati loro che sono così felici.
La musica risuona per tutto il locale e gli avvocati e le loro consorti si apprestano a riempire la sala danzando.
Sospiro.
< Care tutto bene? >.
Guardo Harry.
< Sì >.
< Non ti piace questa cena eh? > sorride ed io annuisco.
< Anche a me > confessa.

Siamo uguali.

Incredibile.
Non so nemmeno come sia possibile sinceramente.
Ma siamo dannatamente simili.

< Se avessi potuto non ci sarei nemmeno venuto >.
Sorrido.
< Ma Violet mi ha costretto > fa una smorfia con le labbra ed io rido di gusto.
È così buffo a volte...
< Ti faccio ridere? >.
< A volte > ammetto per poi vederlo sorridere.
Lo vedo alzarsi per poi sedersi accanto a me.
< Care volevo scusarmi per quella sera al locale >.
Faccio un segno con la mano come a dire fa nulla.
< No seriamente... mi dispiace aver creato imbarazzo >.
< Nessun imbarazzo > ammetto per poi schiarirmi la voce < alla fine ti ho baciato anch'io >.
Mi guarda leccandosi le labbra.
< Comunque stai bene vestita così >.
< Oh grazie, il vestito in realtà è di tua sorella > spiego.
Lo guarda per poi annuire < sì in effetti adesso che lo guardo meglio lo riconosco >.
< Posso rubartelo? > si intromette Violet indicando Harry.
< Certamente > le sorrido.
Vedo Harry non tanto convinto ma gli sorrido spronandolo a ballare con la sua ragazza.
Mi guardo intorno.
Luke parla con degli avvocati dello studio di Harry.
Guardo fuori e capisco di aver bisogno di una boccata di aria fresca.
Può solo farmi che bene.

Sì.

Mi alzo dalla sedia per poi uscire fuori dove il freddo pungente mi fa rabbrividire.
Mi sporgo dalla terrazza ammirando il panorama.
È...
Veramente bellissimo.
Mi appoggio alla ringhiera per poi guardare dentro.
Vedo Violet appoggiare la testa sulla spalla di Harry e una tristezza immensa mi fa visita.

Una sorta di melanconia.

Non so nemmeno spiegarla, a dire il vero.

Faccio una smorfia.
Sono così belli che mi fa male vederli così.

La verità è che da quel bacio al locale non faccio altro che pensare ad Harry.

Ecco.

L'ho detto.
Ho trovato il coraggio.

Non so è più forte di me.

Ma risentire le sue labbra.
Il suo profumo.
Il suo sapore...


Mi ha riacceso.

Ha fatto rivivere in me dei ricordi indelebili.

Dei ricordi a cui non potrò mai rinunciare.

Ho cercato di non pensarci ma boh.

È più forte di me forse.

E vederli così mi fa male.

Vorrei abbracciarlo io in quel modo.

Ma non posso.
Ormai è finito tutto.
Ed è un bene per entrambi.

No?

Porto istintivamente una mano sulla mia pancia. 

 
Probabilmente sarò troppo emotiva per via dei miei pensieri.
Perché con Luke sto bene.
Non scherzo.
E voglio continuare a star bene con lui.

È solo che una parte recondita... mi fa pensare ad Harry che ogni notte stringe Violet e non me.

Sospiro.

Ok.
Devo farmela finita.
Ma non riesco.

I miei pensieri mi attanagliano.

Ho paura di essere incinta.
Ho paura perfino di me stessa.

Ho paura di star sbagliando tutto, di nuovo.

Che esasperazione.

Non ne posso più della mia razionalità.
Del mio pensare e ripensare.

Devo farmela finita.

< Ehi, ti stavo cercando > vedo arrivare Luke con un sorriso a trentadue denti.
< Eccomi qui >.
< Care, che hai? >.
< Niente >.
Ridacchia < ormai un pochino ti conosco >.
Annuisco.
È vero.
< Allora dimmi che hai >.
< Niente sul serio >.
< Se pensi che ce l'abbia con te non è assolutamente vero >.
Lo guardo non capendo.
< Per la storia di prima, a casa tua >.
Scuoto la testa.
< Ascoltami > si avvicina mettendo il braccio intorno alla mia vita < va tutto bene >.
Avrei da ridire ma non lo farò.
< Se dovrò aspettare per poter rifare l'amore con te, lo farò > porta una mia ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Mi mordo le labbra.
< Aspetterò anche una vita >.
Lo guardo.
Dice la verità.
E so che lo farebbe.

E ciò mi fa male al cuore.

Perché non lo merito.

< Dico sul serio Care, non devi sentirti obbligata >.
< Non sono obbligata >.
< Lo so però voglio che tu lo sappia >.
Mi sorride ed io mi avvicino per poi abbracciarlo.

Voglio solo che mi abbracci.
E basta.

Ho bisogno di questo.

E poi uno starnuto interrompe il momento idilliaco.
< Coraggio entriamo dentro prima che ti ammali >.
Annuisco per poi afferrare la sua mano ed entrare dentro al ristorante dove decido di andare in bagno.
Visto mai fosse arrivato il ciclo.

Visto mai eh...

< Aspettami qui, vado in bagno > dico a Luke per poi andare effettivamente in bagno dove dopo aver abbassato gli slip rimango delusa dal non trovare nemmeno una gocciolina di sangue.

Merda.
Ancora niente.

Che palle.

Sbuffo per poi tirarmi su ed uscire dal bagno dove mi lavo le mani.
Guardo la mia figura allo specchio e una lacrima bagna la mia guancia senza nemmeno avvertirmi.

Cazzo.

Non posso piangere.

E se fossi davvero incinta?
Non posso farcela.
Non me la sento.

< Care >.
Sobbalzo sentendo la voce di Harry alle mie spalle.
Anche lui in bagno.
< Ehi, che hai? >.
Ha notato I miei occhi pieni di lacrime.

Merda.
Merda, merda, merda.

< Niente >.
< Questo non è niente >.
Sospiro per poi lasciarmi andare ad un pianto disperato.
Le sue mani in un attimo mi afferrano per poi abbracciarmi come solo lui sa fare.
< Sh, sh ci sono io qui con te > mi sussurra tra i capelli.
Mi stringo addosso a lui respirando il suo odore a pieni polmoni.

Ho bisogno di sentire il suo odore.
Ne ho un disperato bisogno.

Io ho bisogno di lui adesso.

< Calma Care, calmati >.
Singhiozzi a scuotermi mentre Harry mi guarda in silenzio.
Senza dire nulla mi siedo sul pavimento del bagno vedendo poi Harry fare la stessa cosa.
Non è molto igienico.
Ma non mi frega sinceramente.

Ho bisogno di stare tranquilla, con lui.

< Che hai Care? >.
Lo guardo.
Non riesco nemmeno a parlare.
Figuriamoci a dirgli che forse sono incinta.
Di Luke.
Mi afferra la mano stringendola nella sua per poi dirmi < puoi parlarmene, lo sai >.
Annuisco < è che... >.
< Che? >.
Prendo un bel respiro.
< Cosa? >.
Lo guardo.
Aspetta una mia risposta in ansia.
< Ho paura di essere incinta Harry >.
I suoi occhi lampeggiano.
Non ci crede.

Come non ci credo nemmeno io.

< Hai sentito bene > gli dico tirando su col naso.
< E... e? >.
< E... come faccio se lo sono? >.
Sì porta una mano sulla tempia.
< Io non lo voglio un figlio Harry >.
< E Luke? >.
< Luke non lo sa >.
< Ma sei sicura? >.
< No... non ho fatto il test e niente >.
Annuisce < e allora perché temi di essere incinta? >.
< Perché doveva arrivarmi il ciclo due giorni fa >.
< E invece non ti è arrivato >.
Annuisco.
Rimango in silenzio.
< Vabbhe ma ci fa... ti ci ha fatto altre volte non ricordi? >.
Sì.
Però qui è complicato.
< Ti ricordi quando quella volta avevi paura fossi rimasta incinta perché non ti venivano? >.
Annuisco.
< Ed era solo stress alla fine >.
Mi sorride < anche adesso sarà solo stress, son sicuro >.

No.

Io no.

Perché qui è solo il risultato della mia stupidità.

Punto e basta.

< Qui è diverso Harry >.
Mi guarda e poi spalanca la bocca.
< Cosa? >.
< Non dirmi che non avete usato il preservativo >.

Bingo.

È proprio questo il fottuto problema.

Dannazione a me.

E a lui che ha accettato.

Se solo potessi tornare indietro...

Ma, non posso.

< Care >.
Lo guardo < lo so, sono una scema >.
< Sei così intelligente... possibile che tu sia stata così leggera da andarci a letto senza usare precauzioni? >.
Mi mordo le labbra.
E poi altri singhiozzi a scuotermi.

Cavolo.

< Non volevo >.
Sì avvicina < ti prego non piangere >.
Tiro su col naso.

La colpa è mia.
Solamente mia.

È solo che quella sera volevo solamente distrarmi che ho lasciato correre.

Ed ecco come mi ritrovo.
Forse ad essere incinta.
Di Luke.

Per giunta.

< Care > mi prende il viso tra le mani.
< Harry non voglio un bambino > deglutisco < non voglio un bambino con Luke >.
< Ascoltami >.
Annuisco mentre lascio che mi asciughi le lacrime.
< Fa passare una settimana e se non ti viene vai dal medico, d'accordo? >.
< Sì... >.
< È successo di recente? >.
< Sì > boccheggio < e per di più solo una volta >.
< Solo una? >.
Annuisco < sì... quella volta quando mi hai detto di non avermi mai amata >.
Impreca a denti stretti < sono un coglione >.
< La cogliona sono io Harry, non tu >.
< Sì ma sono io ad averti spinto da Luke >.
Guardo la mia mano < sì ma sono io ad essermi fatta prendere dal momento dimenticando la cosa più importante >.
Harry sospira < e se invece fossi incinta? >.
Lo guardo.

Spero di no.

Non voglio un figlio.
Non voglio un figlio da Luke.
Non lo voglio.

Sarò cattiva ma non lo voglio.

E non voglio nemmeno giustificarmi per quello che penso.
< Lo so che non vuoi pensarci... però se dovesse essere? >.
< Non lo so Harry >.
< Cazzo >.

Eh.

Esatto.
Cazzo.

Lo guardo.
< Stai tranquilla però >.
< Cerco perlomeno >.
< Vedrai che non lo sei >.
< Speriamo Harry >.
Annuisce < noi eravamo così attenti >.
Mi volto per guardarlo meglio.
Ha ragione.
Noi eravamo così attenti che tutto andava a meraviglia.
< Scusa >.
< Di cosa? >.
< Non voglio farti ricordare cose vecchie >.
< Cose belle Harry > ammetto ricordando la nostra intimità.
Eravamo così passionali, così innamorati, così vogliosi di amarci che a pensarci fa male.
< Sì hai ragione... cose belle >.
Guarda a terra.
< Mi manca fare l'amore con te >.

'Care'.

Ma sono scema?
Sì.

Non si spiega altrimenti.

< Scusami Harry > mi scuso maledicendomi mentalmente.
Sì volta e mi sorride < non scusarti >.
< Dico cose assurde >.
< No... >.
< No? > domando.
Harry si volta avvicinandosi un po' < anche a me manca fare l'amore con te Caroline >.

Un pugno al cuore.

Ci guardiamo in silenzio.
< Mi manca non toccare il tuo corpo, mi manca non sentirmi amato come invece mi facevi sentire tu >.
< Oh Harry... non dire così >.
Mi guarda e poi mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Ed io istintivamente chiudo gli occhi.

Il suo tocco...

Una manna dal cielo.

Apro gli occhi e gli accarezzo il viso.
< Mi manchi anche tu Harry >.
Il suo viso si avvicina e sento un calore pervadermi.
Pervadermi nell'anima.
Boccheggio nel momento in cui il suo naso sfiora il mio.

Stiamo per baciarci.

E non è giusto.
Per nessuno di noi due.
Lui sta con Violet... ed io con Luke.

No.

Mi schiarisco la voce allontanandomi.
< Scusami > si scusa Harry imbarazzato < parlare di cose belle mi ha fatto dimenticare del presente >.
Faccio spallucce.
< Anche perché... >
< Stai con Violet > continuo io cercando di riportare la conversazione al presente.
Sta con Violet.
Ed io con Luke, o credo...
Annuisce < e tu forse stai per diventare madre >.
Brividi.
Il sol pensiero mi fa stare male.
E non scherzo mica.

Io?
Io madre?
Io?

Madre? 

 
Spero di no.

< Sì, pensa te che affare >.
Harry sta per dire qualcosa ma la porta del bagno si apre rivelandone un Matt decisamente alticcio che ci guarda non capendo.
< Non mi sono sentita bene > spiego cercando di non mostrarmi troppo impacciata.
Matt è amico di Luke e vederci così non aiuta.
Ma fortunatamente è ubriaco quindi nemmeno si rende conto della vicinanza dei nostri corpi.
< Dai ti tiro su, ora stai meglio >.
Guardo Harry.
Annuisco.
Sì.
Meglio tornare di là.
Dai nostri rispettivi congiunti.
< Stai meglio Care? >.
Annuisco a Matt.
< Sì, torno di là da Luke >.
< Ti sta cercando dappertutto > ridacchia < quel ragazzo è cotto di te >.
Ridacchio anch'io per smorzare la tensione.
< A dopo >.
Lo saluto aprendo la porta del bagno.
Le mani di Harry si posano sui miei fianchi mentre esco ed io devo mantenere un autocontrollo ferreo che non so di possedere.
Le mani poteva evitare di metterle.
Ma ok.
Sorvoliamo.
Mi volto verso Harry < andiamo, la tua fidanzata ti starà cercando >.
Non so nemmeno perché lo stia stuzzicando.
Ma ormai non so più nulla a dire il vero.
Mi sorride facendo un occhiolino < anche il tuo fidanzato >.
Mi mordo le labbra per poi scoppiare a ridere entrambi, tornando alla vita reale, tornando da coloro che ormai fanno parte delle nostre vite.





 
———



 
Sono contenta.

Da morire.
Sono passati esattamente quatto giorni dalla cena tra avvocati e sto bene.
Mi è arrivato il ciclo.
Ieri a dire la verità.

Ma...

Mi è arrivato il ciclo.

Grazie!
Grazie Signore, grazie.

Non appena ieri sono andata in bagno e ho trovato delle macchioline di sangue ho urlato dalla gioia.
Che bello.
Mi sono tolta un peso.
E non scherzo mica.
Fisicamente sto una merda.
Ho crampi addominali, mal di schiena, mal di testa etc... ma psicologicamente sto una favola.

Sto da Dio.

Non sono incinta.
Ed è un sollievo.

Sorrido mentre cammino.
Oggi è una bellissima giornata.
Ma forse sarò io a vedere tutto bello.
Sono ancora a Londra e ciò mi rende felice.
Ho deciso di rimanere qui visto che Gemma potrebbe partorire da un momento all'altro.
Ed io voglio esserci quando il mio nipotino o nipotina nascerà.
Per forza.
Brighton può aspettare, decisamente.
Anche perché anche Luke è a Londra visto che deve sbrigare delle faccende burocratiche.
Quindi per il momento mi godo la mia amata Londra.
La mia amata città.
E la mia amata vita di sempre.
Attraverso la strada attenta a non farmi mettere sotto.
Dovrei andare a vedere qualcosa per Gemma e per il piccoletto.
Ancora non ho comprato nemmeno un regalo e direi che è ora scossa.
Meglio farlo adesso piuttosto che aspettare l'ultimo momento o dimenticarmi direttamente.
Perché mi conosco.
E so che sono sbadata.
E dimenticona.
Quindi meglio comprare i regali, così da non dovermene preoccupare più.
Solo che non so cosa regalare.
Non ne ho la più pallida idea.
Per il piccolino pensavo una bella coperta di quelle che rimangono nei ricordi fin quando si è grandi.
Per Gemma invece non saprei.
Ho provato a chiedere a Niall ma ovviamente il risultato sperato è stato vano.
Non ha la benché minima idea.
Che palle.
Ma non devo perdermi d'animo... sicuramente troverò il regalo perfetto.
Supero delle persone che sono di fronte a delle vetrine e imbocco una viuzza per poi prenderne un'altra.
E mentre cammino mi sento chiamare.
Continuo a camminare ma poi mi fermo.

Sto sognando o effettivamente c'è qualcuno che mi chiama?

Mi volto dietro ma non vedo nessuno.
Ancora sento chiamarmi.

Chi sarà?

Mi volto non capendo chi mi stia chiamando.
Poi vedo delle braccia sbracciare e capisco.

Harry.

Sorrido.
Saluto Harry dall'altra parte della strada.
Attraverso velocemente.
Appunto di Harry.
Voglio dirgli la bella notizia.
D'altronde quella sera della cena è stato una benedizione.

Mi ha aiutata da morire.
Mi ha ascoltato.
Mi ha consolata.


Quindi voglio condividere con lui la mia gioia.

Mi avvicino a lui con un sorriso bello evidente.
< Ehi >.
< Ciao Care >.
Mi sorride.
< Solo? >.
Harry si volta per poi indicare Violet che parla con una ragazza in un negozio.
< Mi ha trascinato in giro per negozi >.
Sbuffa ed io ridacchio.
So che per i ragazzi il giro dei negozi è un peso.
Infatti io non me lo sono mai portato appresso apposta.
Perché già sapevo che si sarebbe annoiato a morte.
< Che palle > sbotta per poi ridere.
< Comunque... >.
< Sì? >.
Mi schiarisco la voce < ti volevo dire che mi è arrivato il ciclo >.
< Oh, visto? >.
Annuisco.
< Te l'avevo detto > si avvicina per poi darmi un abbraccio veloce.
Dopo esserci staccati lo ringrazio.
< Non ho fatto nulla >.
Rido.
< È vero >.
< No e lo sai > porto una mano nel cappotto < sei stato con me, mi hai tranquillizzata >.
< Mi sembrava il minimo che potessi fare >.
< No sul serio grazie >.
Fa un cenno con la mano < adesso sei più tranquilla? >.
Annuisco.
< L'importante è questo >.
< Sì... non sai che peso che mi son tolta >.
< Non ti ci vedevi proprio ad essere madre eh? >.
Scuoto la testa.
< Nemmeno io ti avrei vista madre >.
Gli tiro un buffetto sulla spalla.
< Perlomeno non con Luke >.
Lo guardo < ah no? >.
< No... >.
Annuisco < non mi ci vedi proprio madre eh? >.
< No ti ci vedo invece... >.
< Ma non con Luke >.
Annuisce < ti ci vedrei, con me >.
Sorrido.

So che sta scherzando.

Ma sorrido lo stesso.

< Che scemo >.
< È vero > si avvicina < sai, penso che potremmo essere dei bravi genitori >.
Abbasso lo sguardo < non fare lo scemo >.
< Dai... >.
Mi dà una spallata.
< Dai cosa? No >.
Mi prende un braccio < sto scherzando, non impanicarti >.
Annuisco < lo so, ti conosco >.
< Mh mh >.
< Mi provochi >.
< Può darsi > fa spallucce.
< Sì te lo dico io > ridacchio facendolo ridere.
< Dove vai di bello? >.
< Sto andando a vedere dei regali per Gemma e il piccolino >.
< Mamma mia, non sei emozionata? >.
Annuisco.
< Anche io >.
Sì porta una mano tra i capelli.
< Diventeremo zii Caroline >.
< Proprio così Harry >.
< Non vedo l'ora >.
Sto per rispondere ma Violet si affaccia iniziando a chiamare Harry a gran voce.
< Ciao Care >.
La saluto con la mano.
Bella come sempre.
Impeccabile come sempre direi.
< Harry >.
Vedo Harry sbuffare.
< Vai... >.
< Non mi va >.
All'ennesima chiamata di Violet si volta per poi dirle di aspettare.
< Dai ti lascio allo shopping >.
< Sì... >.
Porto una mano sul suo braccio < dai... >.
< Non ne ho la benché minima voglia > si gratta la mano < poi lo shopping per la casa mi innervosisce >.

Per la casa?
Cosa?
Perché dovrebbe fare shopping per la casa?

A meno che...

Oddio.

Vanno...
Vanno a convivere?

< Per la casa? >.
Annuisce scocciato.
< Vi... >.

Non riesco nemmeno a dirlo.

< Andate a convivere? >.
< Non lo so >.
Annuisco.
< Dai, ti lascio >.
Mi sorride.
Faccio un passo ma Harry mi blocca.
< Dimmi >.
< Mh... ti va di vederci? >
< Mh? >.
< Magari per un aperitivo > mi sorride.
Lo guardo.

Perché dovremmo vederci?

< Mhh... Harry non lo so >.
< Perché no? >.
Faccio spallucce.

È sbagliato.

Sbagliato, dannatamente sbagliato.

< Ti prego, ti rubo poco tempo... >.
Mi mordo le labbra < non saprei >.
< Eddai, per caso hai paura che ti mangi? >.
Si avvicina.
< No... >.
Ridacchia.
< O hai paura che ci provi? >.
Mi strizza un occhiolino fugace.
Gli do una spintarella.
< Potrebbe succedere >.
< Harry! >.
< Però ti prometto che non succederà > mi sorride < un aperitivo >.
Guardo dietro di lui Violet che parla con la ragazza del negozio.
È fidanzato.
Ed io pure.
E non possiamo vederci.
Senza un motivo.

Un aperitivo?

Cioè...

Per fare cosa?

< Dai ci penso >.
Mi sorride < pensaci bene >.
Annuisco per poi salutarlo ed incamminarmi per la mia strada.
Ultimamente tra me ed Harry le cose vanno bene.
Ma è strano.
Ci si fa battutine.
E poi ci sono gli sguardi.
Molte volte ci ritroviamo a guardarci senza nemmeno sapere perché.

E forse non va bene.

Siamo amici adesso?
Si può definire così?
Ci possiamo definire amici? 

 
Non lo so sinceramente.

Siamo ex.

E non ho mai creduto nell'amicizia tra ex.

Però boh...

Magari tra di noi è diverso.
E potremmo veramente essere amici.

Ma poi ripenso ai suoi sguardi.

Non so se potremmo mai essere amici per davvero.

Ma come sempre... lo scopriremo solo vivendo.

Per ora direi di concentrarmi solo su Gemma e sull'imminente nascita.
Che è la cosa più importante.

No?

Sorrido.
Sì, tra poco sarò zia.
Ed è la cosa più importante.
Ed io devo concentrarmi solo su questo.
Al fatto che a breve sarò zia.

Finalmente...

Zia Caroline.




 
———


 

Mi fermo davanti casa di Harry.
La guardo.
È da parecchio che non ci entro.
Ma ora dovrò farlo.
Harry sta male.
Mi ha chiamata una mezz'oretta fa chiedendomi di comprargli delle medicine per far abbassare la febbre.
Ed io da brava crocerossina quale sono l'ho fatto.
Sono andata in farmacia ed ho comprato diverse cosette che possono aiutarlo a rimettersi in sesto prima del tempo.
Afferro le chiavi che ho in mano per poi aprire la porta e sorridere.

L'odore...

Non è cambiato di una virgola.

Ho sempre avuto paura che fosse cambiato, ma sono contenta che non sia accaduto.

Perché... mi avrebbe fatto male.

Sarebbe stato strano, più che altro.

Chiudo la porta alle mie spalle cercando di capire dove si trovi Harry.
Ma sicuramente sarà su di sopra.
Appendo il mio cappotto all'appendiabiti e appoggio la borsa sul mobiletto vicino la porta.
Mi guardo intorno.
Sorrido.
Tante scene, troppe scene si susseguono nella mia testa.

Le nostre risate.
Le nostre litigate.

Tutto.

Con passo lento mi avvicino in sala pensando di poter trovare Harry ma ovviamente non c'è.
Senza pensarci ulteriormente mi affretto a prendere la bustina coi medicinali e salgo le scale per poi trovarmi di fronte... camera mia.
La nostra camera.
Harry dorme beato, con la bocca leggermente aperta.
Mi guardo intorno.
Per un attimo mi sembra di vivere la quotidianità a cui ero abituata ma poi mi ricordo che non è così.

È cambiato tutto.

Sussulto quando la voce di Harry mi chiama.
< Ben svegliato >.
Mi sorride.
Ha gli occhi lucidi.
< Tieni, le tue medicine >.
Gliele porgo mentre Harry su sistema sul letto sedendosi.
< Come stai? >.
Ridacchia prima di tossire < direi una meraviglia >.
< Direi anch'io >.
< Grazie Care >.
Faccio un segno con la mano come a dire 'per così poco'.
< No sul serio >.
Annuisco < mi ripagherai in qualche modo >.
< Quando vuoi >.
Prende le compresse bevendo un goccio d'acqua e poi mi fa segno di avvicinarmi.
< Non vorrei disturbare >.
Sorride, scuote la testa < non mi disturbi mai >.
Tossisce < avvicinati, non ti mangio >.
Sorrido prima di avvicinarmi e sedermi vicino a lui.
< Come stai? > mi domanda.
< Bene >.
Annuisce.
< Piuttosto > punto un indice contro il suo petto < vedi di rimetterti... tra pochi giorni Gemma dovrebbe partorire >.
Harry sospira così io chiedo cosa c'è che non va.
< Ci pensi? >.
< A cosa? >.
< Bhe al fatto che Niall e Gemma diventeranno genitori >.
Sorrido.
Sono così emozionata per loro.
< E noi due zii >.
< Già, zia Caroline e zio Harry > afferma lui sorridendo.
< Hai paura? >.
< No... >.
< Io sì > ammetto.
Mi guarda < di cosa hai paura? >.
< Di non essere una buona zia >.
Harry prende la mia mano < lo sarai >.
Faccio una smorfia.
< E poi ci sono io con te >.
Lo guardo.
Le sue dita accarezzano la mia mano provocandomi dei brividi lungo la schiena.
Ma io lo lascio fare.

Vorrei tanto accarezzargli il volto ma non lo farò.

Ho...

Ho paura.
Ho paura di scottarmi, di farmi male.

Questa vicinanza con lui... non so se è un bene o un male.

A volte penso che si stava meglio prima, quando non ci calcolavamo, quando ci ignoravamo.

Perché...

Perché adesso è tutto complicato.

Tutto troppo incerto.

Tutto troppo... vero, forse.

Ed ho paura.

Che possiamo rovinarci con le nostre stesse mani...

Così decido di mettere fine a questo momento intimo.

< Che ne dici ti preparo una minestra calda? >.
Mi tiro su dal letto.
< Cos'hanno appena sentito le mie orecchie? >.
Rido.
< Tu Caroline Smith che cucina una minestra? >.
Annuisco.
< Hai imparato a cucinare? >.
< No, ma qualcosa ho imparato a fare >.
Harry annuisce per poi confessare < allora dovrei proprio sposarti >.

Sposare.

Un verbo, mille ricordi.

Distolgo lo sguardo.
< Scusami Care >.
Guardo Harry per poi scuotere la testa animatamente.
< No sul serio >.
< Tranquillo > mi avvicino < hai ragione, dovresti proprio sposarmi >.
Harry ride ed io lo stesso.

Meglio ridere.
Meglio non prendersi sul serio.

Meglio così.

No?

< Adesso riposati >.
Mi avvicino per poi sistemare meglio le coperte.
< Sei un angelo >.
Faccio spallucce per poi scendere le scale e mentre mi dirigo in cucina il campanello di casa suona.

Chi sarà?

< Arrivo! > urlo per poi aprire la porta trovandomi di fronte... Violet.

Violet?
Che ci fa qui?
Che ci fa qui Violet?

< Ciao Care >.
< Ciao Violet... >.
Mi guarda e guarda dietro di me come se cercasse qualcosa o qualcuno.
La guardo.
Che stupida.

Certo!
Sarà qui per Harry.

Come ho fatto a non pensarci?

È la sua ragazza d'altronde.
Vorrà vedere come sta il ragazzo.

< Harry è di sopra, vuoi salire? >.
Scuote la testa.

È strana.
Triste.
Boh.

Non vuole salire a vedere come sta il suo ragazzo?

Strano anche questo.
Visto il loro affiatamento.

< No, in realtà volevo parlarti >.
Annuisco.

Di cosa?
Non è che pensa che voglia provarci col ragazzo?

Oddio potrebbe.
Mi trova qui a casa del ragazzo...

Chissà che cosa penserà a questo punto.

< Ti va di fare due passi? >.
Annuisco, di nuovo.
Afferro le chiavi per poi infilarmi il cappotto chiudendomi la porta alle spalle.

Ok, ho una strana agitazione addosso.

E non so perché.

< Tutto ok Violet? >.
< Più o meno >.
Ecco.
Sarà sicuramente arrabbiata.

Ce l'avrà con me?

Eppure tra me ed Harry non è successo nulla.
Quindi non ne vedo il motivo.

Sì ok.
È vero, ci siamo avvicinati.

Sì è vero.
Ci siamo baciati alla festa.

Ma è tutto risolto.

E lo so sia io che Harry.

Anche perché da quello che ho capito devono andare a convivere.
Quindi perché tutta questa tristezza?

Mi indica una panchina in un parchetto vicino casa < ci sediamo? >.

Okey.

Che... che ansia.

< Come vuoi >.
Ci sediamo, restando in silenzio per alcuni interminabili minuti.

È...
Una situazione strana, surreale.
Assurda.

Ha qualcosa che non va.
Ma non so che cosa.

< Violet, tutto ok? > le domando voltandomi.
< Io e Harry ci siamo lasciati > sbotta.
La guardo.

È impossibile.

No.
Non è possibile.

No?

< No, non è possibile > confesso quasi sussurrando.
< O meglio... > mi guarda < Harry mi ha lasciata >.

È triste.
Ed ora capisco perché.

Porca merda.

< Mi dispiace Violet, sul serio >.
Mi sorride < volevo parlarti proprio di questo >.
< Di cosa? >.
< Beh del fatto che Harry ti ama >.
Distolgo lo sguardo.

Harry mi...

Mi ama?

No.

Non è possibile.

No.
No, assolutamente no.

Harry non mi ama.

< È la verità Care >.
Riporto lo sguardo su di lei aspettando di sentire altro.
< Mi ha lasciata per te >.
Brividi lungo la mia schiena.

E non so nemmeno a cosa siano dovuti.

O forse sì.
Non lo so nemmeno io.
A dire la verità.

< Co... come? > balbetto.
< La verità Care è che Harry ha amato, ama e amerà sempre e solo te >.
Boccheggio.
< Ma magari ti sbagli... >.
Ride.
< Come fai a sapere che ti ha lasciata per me? >.

Non ci credo.
Mi dispiace ma non ci riesco.

Fa spallucce.
< Non ci credo >.
Mi guarda mordendosi le labbra < davvero non l'hai capito? >.
< No, cosa dovrei capire? >.
< Beh, che è follemente innamorato di te >.
Ridacchio.

Una risata nervosa, a dire il vero.

< E credimi quando ti dico che si vede da lontano >.
< Io non vedo proprio nulla Violet >.
< Tu davvero vuoi farmi credere che non ti sei accorta di come ti guarda? >.
< Come mi guarda perché? >.
< Ti guarda come uno che è follemente innamorato di te >.

Cazzate.

Harry non mi guarda da innamorato.

No?
No.

No, che non mi guarda così.

< Basta guardarti intorno per capire che Harry non ha mai voluto voltare pagina >.
< Ossia? >.
Ride < quando torni a casa da Harry guardarti un po' intorno >.
Mi mordo le labbra.

Ok. 
E cosa dovrei trovare?

Mah.

A me sembra tutto assurdo.

La guardo < come posso crederti solo basandomi su questo? >.
Annuisce.
< Magari ti ha lasciata perché vuole stare da solo >.
Violet scuote la testa.
< Magari gli serve un momento e tornerà >.
< Non tornerà >.
La guardo.

È seria.
Dannatamente seria.

Una ruga d'espressione a comparirle sul volto perfetto.
< Ok, stammi a sentire >.
Annuisco.
< Come prenderesti se il tipo con cui stai invece di urlare il tuo nome urla il nome della ex? >.
Strabuzzo gli occhi.

Ma che...

< Sul serio? >.
< Sì, ha urlato il tuo nome mentre lo stavamo facendo >.
Faccio un gesto < magari si è sbagliato dai... >.
< Tu credi? >.

No.

Però non oso dirlo.

< Avrei capito se mi fossi chiamata Carrie ma il mio nome non ci si avvicina nemmeno >.
< Mi dispiace >.
< Lì ho avuto proprio la conferma... Care >.
Annuisco.
< Harry ti ama >.
Sospiro.
Mi prende la mano così io mi volto.
Una lacrima scende a bagnarle il viso pulito.
< Non sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto Care, io in primis... essere amate da Harry, un ragazzo così speciale >.
Sto per parlare ma Violet continua a parlare così sto zitta < ascoltami bene >.
Annuisco.
< Se lo ami ed io sono convinta di sì... riprovateci >.
Sospiro.

Come?
Ci siamo fatti talmente del male che sarebbe impossibile ricominciare da capo.

No.
Non si può fare.

Per il nostro bene.

< Io e non ci crederai mai... tifo per voi >.
Le sorrido.
< Vi appartenete e anche se mi fa male ammetterlo dovete stare insieme, per sempre >.
< Io non lo so Violet >.
< Cosa? >.
< Ci siamo fatti del male... >.
< Care > prende fiato < metti da parte l'orgoglio e chiediti cos'è Harry per te >.
Abbasso lo sguardo.
< Tu lo ami che vuoi ammetterlo o meno... ed io non voglio che soffriate per via del vostro orgoglio >.
< Sei troppo carina Violet >.
< No, sono realista... e quindi ti dico che devi riprendertelo così da avere finalmente il vostro lieto fine >.
< Grazie veramente >.
< Sul serio non fare l'errore di non provarci perché hai paura... la paura lasciala da parte >.
Sto per rispondere ma il suo cellulare inizia a squillare e dopo una breve conversazione con quella che dovrebbe essere il suo capo Violet mi dice che deve tornare di fretta a lavoro.
Annuisco, alzandomi.
< Vado... >.
Annuisco.
< Grazie Violet, veramente >.
< Avevi bisogno di un parere esterno che ti facesse aprire gli occhi >.
Mi strizza un occhiolino prima di salutarmi e scappare.
Mi guardo intorno.

Harry...

Harry mi ama.

Porto una mano sul cuore.

Harry mi ama.

Ancora.
Nonostante tutto.
E tutti.

Nonostante il male che ci siamo fatti mi ama.

Deglutisco prima di incamminarmi verso casa.

Mille immagini.
Le frasi di Violet che mi rimbombano nella testa.

Mi stringo addosso il cappotto per poi trovarmi di fronte casa... mia.

Che ricordi.
Belli e brutti.
Ma ricordi che rimarranno impressi nel mio cuore e nella mia mente.

Per sempre.

Apro la porta di casa trovandomi avvolta nell'oscurità dell'ingresso.
Sospiro.
Lo stesso odore di sempre.
Mi guardo intorno decidendo di prendermi un bicchiere d'acqua, così mi dirigo in cucina dove per poco non svengo.

Ci sono...
Ci sono le nostre foto appese.

Nessuna esclusa.

Boccheggio per poi bere un bicchiere d'acqua, tutto d'un fiato.
Mi appoggio al bancone respirando a fatica.
Ha ragione Violet.

Bastava guardarmi intorno per capire...

Per capirlo.

Vado in sala dove trovo altre foto messe sopra il camino e sorrido.

Non ha buttato via niente.

Le ha tenute, conservate.

Una lacrima scende a bagnarmi la guancia.

Oddio.

Harry...

Mi ama.

Ed ha sempre amato solo me.


< Care? >.
Per poco non salto quando mi sento chiamare.

Ok.

Ha sentito che sono rientrata.
Mi asciugo la lacrima per poi dirigermi di per le scale e sorridere trovando Harry mezzo addormentato con le coperte fin sotto il mento.
Mi avvicino, vedendolo aprire gli occhi.

Quegli occhi tanto belli che mi mancano alla follia.

Come lui.
Come tutto d'altronde.

< Dove sei stata? >.

Oddio.
Non posso dirgli che ho parlato con Violet così invento una scusa.

< Luke mi ha portato una cosa di lavoro >.
Annuisce.
< E la minestra? >.

Oddio.

La minestra, cavoli!

< Non l'ho ancora preparata >.
Ridacchia, tossendo.
< Vado a prepararla >.
La sua mano mi blocca < no, ti prego >.
Lo guardo.
< Resta qui >.
Annuisco, guardandomi intorno.
Lo vedo portare la testa sotto le coperte.

Il mio cuore a mille.

E poi senza dire altro mi avvicino all'armadio dove afferro una maglietta e un pantalone puliti per poi infilarli.
Mi guardo intorno e zitta mi infilo nel letto avvicinandomi ad Harry che sussulta non appena si rende conto della mia vicinanza.

Nessuno fiata.
Nessuno osa dire nulla.

C'è solo il silenzio intorno a noi... e forse, va bene così.

Harry si gira ed io mi avvicino di più al suo corpo, per poi annusare il suo collo chiudendo gli occhi.
< Se sapevo che bastava star male per farti infilare nel mio letto, lo avrei fatto molto prima > scherza facendomi ridere.
< Harry >.
Annuisce.
< Sta' zitto e riposati >.
Lo sento sospirare.
< Ci sono io adesso > dico prima di chiudere gli occhi cercando di capire cosa stia succedendo nella mia vita.

Ma forse...


Già lo so. 

 
   
   
   
   

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