Only a heart full of love is the most precious treasure

di SweetPaperella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un conte a Storybrooke ***
Capitolo 2: *** Il Conte Killian Jones ***
Capitolo 3: *** Invito per il tea ***
Capitolo 4: *** Proposta di matrimonio ***
Capitolo 5: *** Confidenze ***
Capitolo 6: *** Ballo con ospite a sorpresa ***
Capitolo 7: *** Come si arriva a un secondo bacio? ***
Capitolo 8: *** Il matrimonio di Regina e Robin ***
Capitolo 9: *** Incontri segreti ***
Capitolo 10: *** Ritorni ***
Capitolo 11: *** In assenza di te ***
Capitolo 12: *** Una vera famiglia ***
Capitolo 13: *** Presentazioni ufficiali ***



Capitolo 1
*** Un conte a Storybrooke ***






Capitolo uno - Un conte a Storybrooke 


Emma’s POV 

La mia, non è si può certo definire una vita facile. Sono la secondogenita di cinque sorelle, con un papà straordinario di nome David, che senza dubbio mi reputa la sua preferita per il modo in cui ci intendiamo e una madre, Mary Margaret, petulante e legata al buon nome della nostra famiglia, Swan, per pura vanità. In vent’anni di età ancora non sono riuscita a capire se ha sposato mio padre per interesse o perché lo amasse davvero. Le sue attenzioni, sembrano dimostrare il contrario, ma a volte, invidio il loro legame speciale, sembrano legati dal vero amore. Altre volte penso al suo tirare in ballo solo discorsi sulla moda e sul come mostrarsi in società o chi delle sue cinque figlie si sposerà per prima, che sembra lontana anni luce della mentalità di papà. 
Ma forse sono io che vivo in un’epoca che sento non mi appartiene. Qui a Storybrooke in particolare modo, il paesino del Maine sperduto dove vivo, c’è l’insana mentalità che una donna per essere felice deve necessariamente avere un uomo al suo fianco. Possibile che una donna per sentirsi tale deve sposarsi e avere figli? E se io non volessi un uomo nella mia vita per sentirmi appagata e felice? Forse, le mie idee sull’amore sono piuttosto contorte e diverse da tutte le mie coetanee o forse è diverso proprio il mio modo di pensare. Vorrei andare lontano, viaggiare, esplorare, lasciare che sia la vita a decidere per me. Voglio vivere di avventura. E poi diciamocelo, non sono come tutte le ragazze della mia età, perché io non ho aspettato di sposarmi per avere una relazione seria con un uomo. Neal Cassidy, il primo amore della mia vita, l’unico a cui ho concesso il mio cuore e che poi ho ritrovato in mille pezzi quando mi ha piantato in asso, con un figlio suo. 
Già, perché se ancora non sono andata in cerca di avventure, è solo per lui, per mio figlio. Henry Swan. Ha due anni ed è il mio intero universo. Solo che... Mia madre per quanto lo ami, lo vede anche come colui che mi ha rovinato la reputazione per sempre. Pensa che visto che ho un figlio, nessun altro uomo mi vorrà più e ogni occasione è buona per sentirglielo dire e per rinfacciarmelo. Secondo lei rimarrò zitella a vita. Ma se devo accasarmi con un nuovo che mi vede solo come un oggetto da esporre e con cui parlare è totalmente inutile, visto che una donna intelligente e che ha una propria opinione spaventa; allora preferisco rimanere sola. 
No rettifico, con solo Henry al mio fianco, l’unico amore della mia vita. Henry ha soli due anni, ma più cresce e più mi ricorda Neal, ha gli occhi verdi come i miei, ma il colore dei capelli è quello del padre senza dubbio. E soprattuto mi ricorda ogni giorno di non fidarmi più di nessuno uomo. Non voglio rimanere nuovamente delusa, ferita, spezzata, come per mesi mi sono sentita per colpa sua. Mi ha sedotta e abbandonata, lasciandomi completamente nella merda più totale quando ho scoperto di essere incinta di lui. Non sapevo come dirlo ai miei, a mia madre, ma soprattutto a mio padre che ha sempre avuto di me una grande stima, non volevo dargli una delusione del genere... Ma invece l’ha presa meglio di quello che avessi mai creduto e mi è stato davvero accanto. Al contrario di mia madre che per mesi non ha fatto altro che ripetere “Cosa si penserà di noi adesso. Il buon nome della famiglia è rovinato”. E in effetti per il primo periodo tutti, nessuno escluso hanno parlato di me. Solo a poco, a poco le voci si sono attenuate, per concentrarsi su un nuovo pettegolezzo. Qui è così. Forse solo lì mia mamma si è calmata un po’ e ha iniziato ad accettare il piccolo che cresceva dentro di me. Ha il nome di mio nonno paterno, a cui ero e sono ancora terribilmente affezionata, ma che è morto troppo presto, lasciando una voragine, ancora non rimarginata, nel mio cuore. 
Tante volte ho pensato di prendere Henry e scappare a dire il vero, non l’ho ancora fatto per mio padre e per le mie sorelle. 
Ho un legame speciale con tutte loro, ma senza dubbio quella con cui il mio legame è più forte è Elsa, mia sorella maggiore, abbiamo solo due anni di differenza e ci confidiamo tutto. A volte ci scambiano addirittura per gemelle, siamo entrambe bionde, con la sola differenza che lei ha gli occhi azzurri, a differenza dei miei che sono verdi, mio papà dice verde smeraldo con la precisione. Ma a differenza mia Elsa, è calma, pacata, dolce e gentile fino all’inverosimile. Non direbbe una cattiva parola su qualcuno nemmeno a pagarla profumatamente, per lei tutti coloro che si comportano in modo scorretto, hanno sicuramente un motivo per farlo o un passato difficile. Pensa che prima di giudicare qualcuno si debba conoscerlo affondo. È priva di pregiudizi e a volte, vorrei essere come lei, io da dopo Neal che mi ha ferita profondamente, non riesco più a fidarmi di nessuno. Forse sbaglio, ma ho inalzato un muro di protezione talmente alto e resistente, che solo quelli della mia famiglia riescono a penetrarci. 
Spesso nemmeno mia madre in realtà ci riesce, credo che a volte non riusciamo a comprenderci. Lei non capisce me, ma io nemmeno faccio niente per farmi comprendere; e io non capisco lei e il suo volerci lanciare in società per trovarci un uomo degno di sposarci.  Poi c’è Ashley, timida e riservata, con un sorriso dolcissimo e piena di sogni romantici. Anche lei è bionda con gli occhi chiari, ha 18 anni e sogna il principe azzurro, ma teme anche che non lo incontrerà mai, sa essere anche molto insicura a volte. E infine ci sono le due piccole di casa, rispettivamente di 16 anni, Merida, giovane quanto ribelle, ma anche estremamente dolce e attaccata alla famiglia. Guai a chi tocca uno di noi, sa diventare una perfetta guerriera se vuole ed è bravissima a tirare con l’arco. Ha i capelli ricci e rossi, caratteristica ereditata da nostra nonna dal lato materno e due grandi occhi verdi, pronti a scrutare il mondo. Ci somigliamo molto a dire il vero. Siamo entrambi un po’ ribelli, le ribelli della famiglia. Se pur lei senta meno il desiderio di scappare lontano. Anna invece é la più piccola, ha 14 anni, è esuberante, frizzante, allegra e piena di vita. Con lei non ci si annoia veramente mai. Il suo cuore puro e gentile poi, la rendono davvero una buona compagnia, parlerebbe le ore senza smettere mai, spesso bisogna invece fermarla o sarebbe capace di far diventare sordo perfino uno che già lo è. Ha gli occhi verdi e i capelli sul rossiccio, che tiene sempre legati in due lunghe trecce che le ricadono sulle spalle. Ma ciò che cattura sicuramente è il suo sorriso, è veramente raro vederla triste. Riesce a essere felice per qualsiasi cosa. 
Come questa mattina. È giunto in città un nuovo cittadino, un conte con la precisione, Graham Humbert e ha indetto una festa nella sua lussuosa casa, invitando tutta Storybrooke. 
Anna ama le feste, ama ballare e divertirsi, come giusto che sia alla sua età, senza esagerare, non è una civetta come molte della sua età, al contrario, è garbata e a modo, le piace solo scatenarsi in pista. 
Mia madre è altrettanto eccitata, al punto che è da questa mattina che sta cucendo, insieme alla nostra sarta di fiducia, abiti per noi. Pensa che il conte Graham, possa interessarsi a mia sorella Elsa. Non lo conosce ancora, non sa nemmeno come sia fatto e già ha deciso che sono la coppia dell’anno. Ecco questa è mia madre, penso che ciò dica molto sul suo carattere e quanto possa essere differente da me.
«Em, lo sai com’è fatto non ci vedo niente di male.» la giustifica prontamente Elsa, avvicinandosi a me, sono in cortile a cercare di riprendere fiato e non pensare a mia madre e a questa festa, a cui già non ho voglia di prendere parte.
«Devo giustificarla perché vuole controllare la tua vita? Non ha preso nemmeno in considerazione il tuo parere, questo tizio nemmeno lo conosci e già vede che siete la coppia dell’anno.» sbotto, non con mia sorella, ma con la situazione e il comportamento di mia madre sempre così sopra alle righe.
«Non lo fa con male e poi non penso che mi costringa a sposarmi con questo Conte se non voglio no?» eccola come sempre super attenta a non ferire nessuno, tanto meno nostra madre. La giustifica dicendo che sono le influenze delle sue amiche e perché in fondo è stata cresciuta con questa mentalità. Sicuramente è così, ma delle volte veramente non riesco a tollerarla. 
A interrompere il flusso dei nostri pensieri, è l’arrivo di Regina Mills, la mia migliore amica, con la quale mi sono organizzata per sistemarci per la festa. Lei è una vera esperta di moda e trova sempre un accessorio carino da abbinare al vestito. Ci riesce anche con dei semplici fiori. Non ho ancora capito come faccia. 
Io sono negata in fatto di moda, ma non è l’unica cosa che ci distingue. Lei ha due grandi enormi occhi color cioccolato e corti capelli marroni, sembra se la si vede per la prima volta che se la tiri e che voglia stare al centro dell’attenzione, ma in realtà dietro questa sua maschera da donna che si atteggia a grande esperta della vita, si nasconde una ragazza fragile e insicura, piena di insicurezze e paure. 
Ammetto che all’inizio non ci sopportavamo e che siamo diventate amiche, migliori amiche da quando si è scoperto della mia gravidanza. Una mattina mi si è avvicinata e mi ha detto che per qualsiasi cosa avrei potuto contare su di lei, facendomi capire che non mi giudicava come facevano tutti e che per la cronaca nemmeno lei era una santa in fatto di uomini. Su questo infatti, siamo davvero molto simili. Nessuna delle due rispetta molto le regole e nemmeno Regina ama vivere in questo buco di posto, con tutti che sanno tutto e che alla prima occasione spettegolano. 
Mia madre e sua madre Cora, sono molto amiche e vanno d’accordo perché vogliono spingere le loro figlie a sposarsi. Cora Mills ha perso il marito, appena nata la figlia e ora vuole che non resti sola e che trovi un buon partito con cui passare il resto della sua vita. Ma ciò che fa irritare Regina è che lo fa in modo assiduo e petulante, proprio come la mia. Le due si conoscono da sempre e per questo che io e Regina siamo sempre state costrette a frequentarsi, nonostante non ci piacessimo molto. 
Ma ora non potrei fare a meno della mia amica, se pur non ci dimostriamo con effusioni il bene che ci vogliamo. Lo dimostrano fatti e che da quel giorno che ci siamo legate, non ci siamo più separate. 
Entro in casa sbuffando letteralmente, soprattutto quando mia madre si precipita verso di noi con i nostri abiti appena finiti di essere cuciti. Il mio è bianco, con dei piccoli ricami sul davanti, a renderlo decisamente più originale e carino. Non è il classico abito da cerimonia. In questo devo fare i complimenti a mia madre, conosce i miei gusti in fatto di vestiti e ha decisamente buon gusto nel creare. A volte ha svolto anche lavoretti per le vicine di casa o qualche donna ricca del paese, ma niente più di questo. Eppure la vedo a sferruzzare abiti su misura. Solo che vuole occuparsi di noi e di suo marito, è così che dice sempre e io mi domando spesso se si annoia o se avrebbe voluto una vita differenza da questa. In questi momenti mi fa tenerezza, lo ammetto. Papà poi, mi ha raccontato che quando l’ha conosciuta era intraprendente, coraggiosa e tirava con l’arco, non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno... Non riesco a immaginarmela onestamente in questa veste, soprattutto perché da quando sono nata, l’ho sempre vista dedicarsi a noi e a trovarci marito. Vorrei invece vedere questo suo lato da guerriera. Solo una volta, l’ho vista tirare con l’arco con Merida per insegnarle quando lei ha espresso desiderio di imparare. Anche se prima della mia gravidanza passavamo molto tempo insieme e mi ha insegnato ad andare a cavallo e non ha avuto niente incontrario che io imparassi a tirare con la spada. Ma da quando ho infranto le regole della casa, lei si è allontanata da me e ci parliamo a malapena. Penso che il nostro rapporto non potrà mai più ricucirsi, ormai ho perso totalmente la sua fiducia, l’ho delusa talmente profondamente che ogni mio gesto per tornare a quelle che eravamo, é totalmente inutile. 
Mi prendo il mio vestito e insieme a Elsa e Regina andiamo nella nostra camera. Io e mia sorella dormiamo insieme. Non abbiamo una casa grandissima, non siamo di certo poveri, al contrario siamo piuttosto benestanti, ma affezionati a questa casa, non siamo mai voluti andare via, anche quando abbiamo avuto le possibilità. La casa appartiene a nostra zia Ingrid Blanchad, è una zia da parte di mia madre, veramente antipatica. Si presenta da noi solo per ricordarci che la casa è sua e che appartiene al suo nipote Robin, che se vuole può portarcela via in ogni momento, ma non l’ha ancora fatto. Noi quindi, restiamo dove siamo. 
Dormire con Elsa mi piace, spesso la sera leggiamo insieme un libro o spettegoliamo su ciò che succede in città, io spettegolo in realtà, Elsa si limita ad ascoltare e dire ogni tanto la sua, so però che lei piace che io le riporto ciò che accade.
Indosso il mio vestito e subito dopo Regina mi sistema i capelli. In realtà non fa altro che farmi qualche leggero boccolo e mettermi una corona di fiori in testa, tutti fiori bianchi, esattamente come il mio vestito. Mi guardo allo specchio e devo ammettere che il risultato non è niente male. 
Il mio vestito lungo, con dei ricami sul corsetto è veramente bello e la corona di fiori si sposa perfettamente con esso. 
Mia sorella Elsa invece ha un vestito celeste, con dei leggeri decori argentati sul corsetto e sulla gonna che le ricade ampia fino a terra. Ha i capelli legati in una treccia a spina di pesce ed è veramente splendida. Effettivamente mi ritrovo a pensare che sia strano che non abbia ancora nessun corteggiatore e nel momento in cui dico ciò, mi maledico da sola per essermi fatta influenzare da mia madre. In fondo la vita non dipende da un uomo e questo io lo so molto bene, l’ho imparato a mie spese, ma ora l’ho imparato. 
Regina invece, indossa un vestito nero, decisamente molto più audace del nostro, ma sta davvero benissimo, è una ragazza che sa vestire davvero di classe, ma senza mai risultare volgare e spesso invidio la sua bellezza. Ha un portamento, un modo di fare, che spesso io non ho, anzi rettifico, un modo di porsi che io non possiedo proprio letteralmente. Lei sa sempre come comportarsi a un ballo, sa muoversi a suo agio in pista e sa decisamente flirtare con gli uomini. Io invece al contrario di lei sono poco elegante, preferisco di gran lunga andare a cavallo e allenarmi con la spada piuttosto che andare a stupidi balli. Non so nemmeno ballare e più di una volta ho pestato il piede al partner che ha voluto invitarmi per un ballo e decisamente non so flirtare con un uomo. Al contrario sono capacissima di fargli scappare a gambe elevate ogni volta che mi si avvicinano. Tutti tranne Neal, lui è stato l’unico a riuscire a conquistarmi, forse per il suo sorriso dolce, i suoi modi attenti e gentile di porsi... Non avrebbe mai creduto che sarebbe stato capace di spezzarmi il cuore e invece... Invece l’ha fatto. Mi ha lasciato non appena ha scoperto di Henry. 
Ma non voglio certo continuare a pensare a lui e così prontamente mi giro verso mia sorella e la mia amica, per dire loro che stanno veramente benissimo. Loro fanno altrettanto con me.

Il ballo è veramente una noia mortale. Sono qui, seduta a parlare con qualche amica, mentre guardo mia sorella danzare con il conte Graham. Lui è rimasto da subito incantato dalla sua bellezza e prontamente l’ha invitata più di una volta a ballare, per la gioia di mia madre che già si sta esaltando con le sue amiche. L’ho vista parecchio su di giri e io onestamente mi sono seccata e ho cercato di divertirmi per quanto mi fosse possibile con le altre. Ogni volta che un uomo mi invita a ballare declino, concentrandomi sulla conversazione anche per non fargli nemmeno avvicinare, quando la mia attenzione viene catturata da un uomo. 
È vestito davvero in maniera elegante e sta parlando con il conte Graham e mia sorella. 
Fisico atletico, alto, con i capelli neri, con un leggero ciuffo ribelle che prontamente gli ricade davanti alla fronte e due meravigliosi occhi celesti. Il suo sguardo mostra fierezza, ma anche determinazione, ma non è solo questo, in quei occhi chiari intravedo subito anche strafottenza, sicurezza di sé, ha un comportamento molto regale e cavalleresco, un magnetismo che mai mi sarei aspettata di provare per uno sconosciuto. 
Distolgo lo sguardo prima che lui possa accorgersi che lo sto fissando, non voglio certo fare una figuraccia e cerco di concentrarmi sulla conversazione con le mie amiche non voltarmi più verso quell’uomo che ha catturato per ben cinque minuti abbondanti la mia attenzione, infatti ho perso il filo del discorso della conversazione.
Emma Swan, non lo guardare, non ti voltare a guardarlo per nessuna ragione al mondo. Dimenticalo e basta. Niente uomini. Cerco di ripetermi mentalmente, ma non è affatto facile, i suoi occhi celesti profondi come il mare, sono già impressi nella mia mente. Dannazione.


Killian’s POV

Un ballo, cosa ci può essere più noioso e insignificante di un ballo? Credo proprio nulla. Sono stato trascinato qui dal mio carissimo amico Graham, ma trovo che sia di una noia mortale dedicare il proprio tempo a queste sciocchezze, quando potrei passare le ore a leggere un buon libro o a navigare con la mia amata e fidata Jolly Roger per i sette mari e poi, nel buio della mia silenziosa cabina, leggere e farmi cullare dalle onde del mare per conciliare il sonno.
Perché odio i balli? Semplice, ci sono solo donne e uomini in cerca della donna della propria vita e io non ho intenzione di trovare una donna, ho già sofferto troppo per amore e non ho intenzione di soffrire ancora. Non penso proprio che in questa festa ci siano giovani donne disposte a divertirsi in mia compagnia a bordo della mia nave per una passionale, eccitante notte di sesso. Io ormai non cerco altro.
Graham, il mio migliore amico, non è dello stesso avviso. Lui crede ancora nel vero amore, nei sogni ad occhi aperti e nel dire che una donna al proprio fianco rende felici, migliori. Forse ha anche ragione, ma per quanto può durare? La morte, la tristezza, la sofferenza, prima o poi portano via tutto ciò e perché soffrire quando ci si può divertire senza sentimenti? Posso avere tutte le donne che voglio ai mie piedi, con un solo schiocco delle dita, allora perché accontentarmi di una e magari, ritrovarmi con il cuore spezzato? 
Fatto sta che per puro amore che provo verso il mio amico, ho deciso di presenziare a questo ballo. Lui mi ha già presentato una ragazza che fa al caso suo, mi domando come faccia a innamorarsi con questa facilità, a volte mi sembra ancora un ragazzino e non un uomo di trent’anni, come me. Sembra così ingenuo, sognatore e pieno di voglia di vivere e forse lo invidio un po’ per questa sua spensieratezza. Io non sono mai stato così spensierato, nemmeno da adolescente, la vita mi ha subito messo a dura prova e ho dovuto diventare uomo più in fretta di ciò che ho desiderato. 
Ora sono qui, a parlare con lui e questa sua ragazza, con cui ha ballato tutta la sera, ignorando le richieste di altre ragazze e devo ammettere che il mio amico ha davvero buon gusto. La giovane, Elsa Swan, così ha detto di chiamarsi, é proprio bellissima, nella sua semplicità e nel suo essere così timida e riservata, tanto da arrossire a ogni complimento del mio amico. É anche piacevole devo ammetterlo...
Ma la mia attenzione viene catturata da due occhi verdi che improvvisamente si posano su di me, a cui prima di quel momento non avevo fatto caso.
Una ragazza dai lunghi capelli biondi e mossi, con una splendida corona di fiori su di essi e due enormi occhi verde smeraldo mi sta guardando e sento il mio cuore esplodermi nel petto.
La vedo poco dopo distogliere lo sguardo da me, concentrarsi a parlare con le sue amiche, ma io, io non riesco più a distogliere lo sguardo da lei. É di una bellezza mozzafiato, così semplice, ma allo stesso tempo così diversa da tutte le donne con cui ho mai avuto a che fare, se pur non la conosco. 
Sento il desiderio di avvicinarmi a lei, improvvisamente di ballare e stringerla a me.
E istintivamente, contro ogni mio principio, lo faccio. Mi scuso con Graham e con grandi falcate mi dirigo verso di lei.
La sento ridere con le sue amiche, il suono della sua risata riecheggia nell’aria e per un solo istante mi fa dimenticare anche che non siamo solo in quel enorme salone.
Solo che non è da me comportarmi come un babbeo in presenza di una donna e prima di salutarla mi ricompongo, trovando in me tutta la mia sicurezza e fierezza. Sono un uomo attraente e dannatamente sfacciato, ed é così che mi voglio mostrare a lei.
«Mi faresti l’onore di questo ballo, tesoro?» le dico, non appena si accorge della mia presenza alle sue spalle.
Noto subito che sia rimasta un secondo sorpresa di trovarmi lì, come se non si aspettasse che io comparissi al suo fianco.
Ma poi la sorpresa sparisce improvvisamente dal suo volto.
«Emma, mi chiamo Emma, no tesoro.» mi rimbecca prontamente, facendomi scoppiare a ridere di gusto e facendomi capire subito che ho a che fare con un tipetto niente male, che senza dubbio mi sa tenere testa e non si lascia incantare da due moine e due occhi celesti. La cosa si fa ancora più divertente.
«Scusa tes... Emma. Non sapendo il tuo nome non sapevo come chiamarti. Però non hai risposto alla mia domanda, balli?» insisto, a questo punto sono decisamente curioso di conoscerla, visto che non è solo bella da togliere il fiato.
Sembra titubante nell’accettare il mio invito, ma poi forse spinta anche dagli sguardi allusivi delle sue amiche, in particolare quello di una giovane mora che si è appena avvicina a noi, decide di accettare. 
Afferra la mia mano, se pur in viso abbia ancora un cipiglio contrario e ci rechiamo in pista, pronti a iniziare le danze. Mentre ci dirigiamo in pista le dico il mio nome. Conte Killian Jones. Solo che non ho voluto seguire le orme di famiglia e mi sono arruolato in marina, diventando un ufficiale di marina. Il migliore del mio corso. Sin da piccolo ho covato una passione per il mare, passione che è divenuta lavoro grazie a mio fratello Liam, che prima di me è entrato in marina. Solo che lui ha potuto realizzare il suo sogno solo in parte, visto che è morto troppo presto... 
Ma non voglio pensare a ciò, non voglio pensare a lui e rovinarmi la danza con questa splendida ragazza. 
«Non sono molto brava nelle danze, mi scuso fin da ora se ti calpesto i piedi» dritta al tu, senza passare per quel formale “voi”, ma effettivamente anch’io ho evitato di darle del voi, ho subito preferito usare un tono confidenziale. Il fatto che prontamente lei faccia lo stesso, mi fa subito capire che non sia una ragazza come le altre. Io però, l’ho capito subito, dal primo istante che i suoi occhi verdi hanno incrociato i miei.
Ma dire che sia una frana a ballare è poco. Mi ha già calpestato due volte in piedi e noto anche il suo imbarazzo farsi spazio sul suo volto. E io non posso non ridere e prontamente pensare una delle mie battute. 
«Spero che possiedi altre doti per conquistare un uomo, tesoro.» le dico guardandola ora dritta negli occhi, con il mio tono strafottente. Mi piace giocare con i doppi sensi e voglio vedere se lei è disposta a giocare, se è davvero tosta come è stata la prima espressione che ho avuto di lei. 
«Punto primo: ti ho già detto di non chiamarmi tesoro, mi chiamo Emma e non sono il tuo tesoro. Chiaro Jones? Punto secondo: se ti azzardi nuovamente a fare insinuazioni di questo tipo, ti ritrovi il tuo bel faccino infilzato da una spada.» mi dice arrabbiata in volto, decisamente arrabbiata. La mia provocazione l’ha colpito nel segno. Dandomi conferma che questa ragazza mi piace moltissimo. 
«Vuoi mandarmi tuo padre a battersi a duello con me?» la provoco ancora.
«Non ho bisogno di mio padre per infilzati con la spada. Sono un’ottima spadaccina e potrei darti del filo da torcere Conte.» mi provoca lei stavolta e io rimango nuovamente come un babbeo a guardarla. Il suo sguardo determinato e combattivo mi hanno completamente rapito, non mi sarei mai aspettato di trovarmi davanti una perfetta spadaccina, ma in un certo senso avrei dovuto immaginarlo. Ho capito subito che Emma non è come tutte le altre donne con cui ho avuto a che fare. 
Mi affascina, mi affascina completamente e ho tutta l’intenzione di continuare a conoscerla. 
Rimarrò in città ancora per un po’, tutto il tempo in cui si fermerà il mio amico, quindi avrò sicuramente modo di approfondire la mia conoscenza con la giovane ragazza dagli occhi verdi, anche se non mi ha detto ancora il suo cognome e io sappia davvero pochissimo di lei. 
Non so cosa mi stia succedendo, ma per un attimo, un solo attimo, ho risentito la scintilla dentro di me, quel motivo per cui alzarsi al mattino e vivere la vita, che da quando è morto mio fratello Liam e la mia fidanzata non ho più fatto. Ho perso entrambi nello stesso giorno e la mia vita non ha avuto più un senso. Ma non è solo ciò che mi ha fatto smettere di vivere, questo è stato solo il colpo di grazia definitivo...
E ora... Ora perché sento questa euforia? 
«Mi piacerebbe molto accertarmi di persona delle tue doti di spadaccina.» le dico ancora una volta maliziosamente e sorridere al suo sguardo ancora più arrabbiato di poco prima, a dimostrazione che la sua minaccia non ha sorbito nessun effetto su di me. 
Sta per replicare e rispondermi sicuramente a tono, ma noto lo sguardo del mio amico che mi fa cenno di avvicinarmi a lui, così anche se a malincuore mi allontano da Emma, non prima di averle detto che spero di poter duellare presto con lei, nella mio tono c’era senza dubbio un leggero doppio senso, ma in cuor mio, anche un pizzico di verità. 
 


Spazio autrice: Ciao a tutti, ed eccomi qui a tormentarmi con una nuova storia! Contenti? Ahahaha 
Allora ho deciso di iniziare a mettervi questo primo capitolo perché già pronto da un po' ma non so ancora se pubblicherò con una cadenza settimanale come ho fatto con le altre storie, ve lo farò sapere. Intanto godetevi questo primo capitolo, in cui abbiamo scoperto chi sono i nostri due protagonisti e qualcosa sulle loro vite. Ho in serbo molto per questa storia e spero che vi possa piacere come la precedente. Fatemi sapere che cosa ne pensate. Sono curiosa di avere il vostro parere a riguardo.
Vi saluto e vi do appuntamento con il capitolo finale dell'altro a sabato e ad altrettanto presto con un nuovo capitolo di questa. 
Buona giornata.

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Capitolo 2
*** Il Conte Killian Jones ***





Capitolo due - Il Conte Killian Jones 



Emma’s POV 

Solo dopo il ballo, una volta tornata a casa, ho scoperto che quel strafottente di Jones, non è niente di meno che un amico del pretendente di mia sorella. 
E se tutto va in porto, come Elsa spera, dovrò sicuramente rivederlo. 
Non ne sono particolarmente entusiasta, al contrario. 
Sarà pure bello, ma è arrogante, strafottente, troppo sicuro di sé, con un dannato ego smisurato. E io non ho bisogno di un altro uomo nella mia vita, soprattutto donnaiolo come lo è lui. L’ho inquadrato prontamente, è il classico uomo a cui piacciono le donne e non fa niente per mascherare il suo interesse e che magari è abituato a conquistarle e poi lasciarle non appena le avrà portate a letto. Ecco, io non voglio un altro uomo di questo tipo nella mia vita, mi è bastato Neal. 
«Emma, giudichi troppo frettolosamente. Hai già un pregiudizio su di lui, magari si rivela un bravissimo uomo, tutto al contrario di come lo hai dipinto.» mi risponde mia sorella, cercando di farmi vedere Killian Jones sotto un occhio diverso. È il migliore amico di Graham e lei pensa che se è amico suo, non deve essere poi così male. 
In effetti Graham per quel poco che ci ho parlato, quando si è presentato, mi è sembrato davvero un ragazzo dolce, attento e premuroso. Un tipo davvero a modo, sarà forse per quella sua aria bonaria e gli occhi da cucciolo innamorato, ma sicuramente fa dà subito pensare che sia un uomo buono. Tutto al contrario del suo amico, che invece è molto arrogante e strafottente. Si è preso per i miei gusti fin troppa confidenza. 
«Tanto se è vero che il conte Graham si è preso una cotta per te, dovrò rivederlo e lo conoscerò meglio. Promesso.»
Elsa annuisce, ma sa già che quando ho opinione su una persona, difficile cambio idea. 
«E poi magari è così scontroso perché ha sofferto in passato, tu che ne sai? Cosa sai di lui?» mi chiede ancora mia sorella. Effettivamente se la mette su questo piano veramente non conosco nulla di lui, mi sono fermata semplicemente alla prima espressione ed essa non è stata molto positiva, soprattutto per quel suo modo così spudorato di provarci con me. 
Non so se cambierò mai idea su di lui, però tanto vale provare a parlarci una seconda volta, più che altro semplicemente perché è il migliore amico di quello che forse potrebbe diventare il pretendente di mia sorella. Graham sembra piacere a Elsa, non l’ho mai vista così coinvolta, se pur lo conosce solo da poche ore, ma a volte basta veramente poco per innamorarsi, se si è disposti a farlo. 
Io per esempio non ho la predisposizione, invece il colpo di fulmine esiste. Elsa l’ha appena provato per Graham e penso quasi sicuramente lui, per Elsa.

Il giorno seguente al ballo, il Conte Graham Humbert, si presenta alla nostra porta per invitare mia sorella e tutte noi sorelle, per un thè nella sua tenuta. Ovviamente mia madre accetta prontamente per tutte noi, ma lei declina l’invito dicendo che sia giusto che andiamo solo noi giovani. Graham sorride a questa sua battuta, lo fa più che altro per cordialità, me ne rendo conto subito. 
Ma la mia attenzione viene catturata subito dopo da Jones, il quale non è entrato in casa, ma è rimasto fuori nel giardino, per giunta ancora a cavallo, non si è preso nemmeno la briga di scendere dal suo destriero, come se avesse fretta di andarsene e fermarsi per questo invito, non fosse nelle sue priorità e avesse altro da fare.
Prima che io possa distogliere lo sguardo da lui, mi vede e mi fa un cenno con la mano per salutarmi. Io ricambio il saluto a mia volta ma poi distolgo lo sguardo, cercando di concentrami sulla conversazione.


Killian’s POV 

La vedo incrociare il mio sguardo, la saluto e quando poi lei a sua volta mi saluta, distoglie lo sguardo, per tornare ad ascoltare la conversazione che si svolge in casa. 
Il mio amico Graham è voluto passare per invitare Elsa e le sue sorelle per un thè. Io l’ho accompagnato essendo passato prima con lui in città per delle commissioni, ma non sono sceso per entrare, non l’ho trovato necessario. 
Scendo da cavallo, visto che Graham ci sta mettendo più del previsto, si sta dilungando a parlare con la giovane ragazza che ha colpito il suo cuore e devo dire che è molto bella, davvero una bellissima ragazza e che il mio amico ha veramente buon gusto. Oltre che bella sembra molto ben educata, istruita e intelligente. Troppo timida per i miei gusti, ma forse conoscendola meglio magari riesce a sciogliersi di più e diventare più loquace. Ma non è certo il mio tipo. La mia ragazza ideale è totalmente diversa. 
Mi piacciono le donne con temperamento, che sanno tenermi testa e che non cadono ai miei piedi semplicemente con uno schiocco di dita, la bellezza esteriore non è la cosa fondamentale, ma di solito mi attraggono le donne bionde e la prima cosa che guardo sono gli occhi, se quelli sanno colpirmi sin dal primo istante, difficilmente riesco a resistere. Inoltre, per me è molto importante l’intelligenza, essere istruita e informata sul mondo, che abbiamo lo spirito di avventura come me. 
Io amo viaggiare sulla mia nave e ogni quanto posso faccio un viaggio su di essa, con mia sorella. O meglio, facevo...
Mi accorgo ben presto, continuando a guardare Emma parlare con gli altri, che lei corrisponde al mio ideale di donna. I suoi due smeraldi, mi hanno stregato il cuore fin dal primo istante che i nostri sguardi si sono incrociati al ballo e sono rimasta altrettanto affascinato dal suo temperamento, da quel suo modo di rispondermi e di rimettermi in riga. Ho avuto modo di notare poi che le piace tirare con la spada e da ciò che dice, è anche un’ottima spadaccina. Ciò mi piace eccome e vorrei vedere in questo preciso istante come sia brava. Mi rendo conto che la sto ancora guardando, non solo, la sto immaginando con i pantaloni attillati, una tunica che le mette in risalto le forme, tipica per duellare, con una coda di cavallo a tenere i suoi lunghi e biondissimi capelli e magari con due ciocche che le cadono in avanti... È una visione celestiale. Tanto sono distratto da questa mia fantasia,  che non mi accorgo che un bambino, di poco più di due anni si è avvicinato a me e mi sta fissando. 
«Ti sei tu?» mi rivolge la parola, con quella sua sottile e delicata voce di bambino. Noto subito il colore dei suoi occhi, verdi, splendenti e puri, come solo quelli di un bambino possono essere, ma la loro particolarità è che sono molto simili a quelli di Emma. Ha poi i capelli sbarazzini, di color marrone chiaro. È veramente un bel bambino. Forse è il loro fratellino piccolo? In realtà, è veramente insolita come cosa, i genitori delle ragazze non credo che abbiano ancora l’età giusta per concepire... 
«Ciao ometto, io sono Killian Jones. Aspetto un mio amico che sta invitando le tue sorelle.»
Il bambino mi guarda confuso, non capendo che cosa io stia dicendo.
Sto per chiedere ulteriori informazioni, più che altro per capirne di più, quando a interromperci, è proprio Emma. 
«Mamma, io giotato con nonno con la pada.» dice il bambino non appena vede Emma. 
Sua madre. 
Non riesco proprio a credere che Emma abbia un figlio di due anni. Tutto mi sarei aspettato tranne il fatto che fosse suo figlio, se pur è chiara la somiglianza tra i due e io stesso l’ho notato subito. Solo che questa scoperta mi lascia in ugual modo sconcertato e sorpreso, tanto che non riesco ad emettere nessun suono, nemmeno quando mi accorgo che lo sguardo della ragazza si alza verso il mio per studiare la mia reazione. 
«Lo vedo ragazzino, se tutto sporco di terra. Ma ora dove sta il nonno?» chiede, rivolgendosi nuovamente al piccolo e abbassando lo sguardo verso di lui, non incrociando più il mio, probabilmente imbarazzata, a disagio o forse perché ha visto che io non ho avuto la minima reazione, etichettandola già come una poco di buono. In effetti per una ragazza di ventidue anni, avere un figlio e non essere maritata, perché non lo è, non ha fede al dito e vive ancora con i suoi, è da considerarsi scandaloso. Non posso negare che la cosa infatti, mi abbia lasciato molto perplesso, ma ancora più affascinato da questa giovane ragazza che non finisce di sorprendermi. Ho voglia di conoscere la sua storia, di conoscere lei. 
«Io natoto e nonno cercare me.» risponde il bambino alla domanda della mamma. Deduco che si sia nascosto e che quindi, i due stessero giocando a nascondino. 
«Vai dal nonno, ti starà sicuramente cercando. Poi rientra a casa, che facciamo il bagno, okay Henry?» 
Il piccolo Henry annuisce e sparisce dietro la casa, dove sicuramente ci sarà il nonno, nonché il signor David. 
Ma non riesco a concentrarmi troppo suo bambino. Il mio sguardo torna subito dopo a puntarsi verso Emma. La trovo ancora più bella se è possibile, non ce la facevo così materna, ha veramente istintivo il senso materno e ciò la rende ai miei occhi più irresistibile. 
Cosa mi hai fatto Emma Swan, possibile che ti conosco da pochissime ore e già sono così abbagliato da te? Non è da me. Tanto che cerco di riprendere lucidità e scacciare quei pensieri su di lei. Una donna che per me è una perfetta sconosciuta. Mi sono ripromesso di non innamorarmi più e così deve essere. Emma per quanto affascinate e bella, deve restare solo una persona con cui flirtare, senza impegno e solo perché è divertente discutere con lei. 
«E così hai un figlio...» le dico una volta che siamo soli. 
«Già, sconvolto eh Jones?» mi risponde prontamente, ma non riesco a decifrare la sua espressione, se sia imbarazzata o infastidita nel parlarne o forse nessuna delle due. Non è facile decifrare Emma Swan, forse è per questo che sono così affascinato da lei. E ancora una volta mi ritrovo a pensarla in quel senso. 
«No, in realtà no! Questo mi conferma che sei ancora più ribelle di quello che avevo immaginato, Swan. Ma non è negativo... Anzi...»
La mia battuta non è per niente maliziosa, almeno per una volta, ma lei non la vede nello stesso modo e mi guarda malissimo, per poi alzare gli occhi al cielo. Probabilmente dandomi del maniaco, perché ci sto nuovamente provando con lei, come la sera precedente. 
«Ho un figlio ma questo non fa di me una facile... Non sai niente di me, Jones. Mi sono semplicemente fidata della persona sbagliata. Tutto qui.» mi spiega, quasi dovesse giustificarsi della cosa, probabilmente ha dovuto farlo spesso, perché tutti le avranno dato della sgualdrina per non essere maritata. E io non volevo certo essere una di questi. Mi dò del cretino da solo. 
«Non era mia intenzione giudicare. Siamo partiti decisamente con il piede sbagliato, non trovi?» tenendole nuovamente la mano per far finta di presentarci nuovamente. 
Lei sorride stavolta, capendo il mio gioco. 
«Decisamente, Jones, visto che sei passato a darmi del tu, senza chiedermi se potessi farlo. Sei un conte e non sai che a una ragazza, ci si rivolge con il “voi” soprattuto se non la si conosce?» ora si sta decisamente prendendo il gioco di me. Se prima era arrabbiata con me, ora il suo tono è decisamente cambiato e sta scherzando. 
«Potrei dire la stessa cosa, Swan. Mi avete dato del tu, senza troppi convenevoli.» ribatto, dandole di proposito del “voi” come da lei richiesto. 
«Che c’è ora, mi date del voi Conte?» mi guarda ancora una volta con quel suo sguardo furbo e io non posso che ricambiare, lanciandole uno dei miei. 
«Se la signorina desidera ciò.» le dico ancora, alzando il sopracciglio in segno di sfida. 
Sta per replicare ma veniamo interrotti ancora una volta, stavolta da Graham e da Elsa, che è uscita con lui per accompagnarlo, da perfetta donna di casa. Altro punto a suo favore, conosce la buona educazione. Forse il mio migliore amico ha fatto la scelta giusta stavolta. Spero per lui che lo sia, non voglio che soffra ancora una volta per un amore non ricambiato. 
Graham slega il suo cavallo e salutando un’altra volta entrambe le ragazze, rinnova l’invito per il giorno seguente per il thè, sottolineando che non vede l’ora.  
Io saluto prima Elsa e poi lancio un sorriso ad Emma. Lei ricambia con un semplice saluto della mano, non dandomi la soddisfazione di vedere il suo splendido sorriso. 


Emma’s POV 

Non avrei mai pensato che Jones potesse vedere mio figlio. Non che lo tengo nascosto, ovvio, in città sanno tutti ormai che sono una madre single, etichettata come una sgualdrina, solo che non è la prima cosa che dico quando conosco persone nuove. E lui, è l’ultima persona a cui avrei voluto dirlo. Non so nemmeno io il motivo. O forse sì è un perfetto estraneo. 
Ma ciò non è accaduto, al contrario. I due hanno avuto una breve chiacchierata ed è subito uscito che fosse mio figlio. Tanto che curiosa ho voluto vedere la sua reazione, sicuramente è sembrato sorpreso, spiazzato, ma il suo sguardo non è sembrato giudicante. 
Fino alle sue parole, con quel suo etichettarmi come ribelle, mi ha fatto decisamente spazientire, come se fossi una facile con cui provarci. Avrei voluto dargli uno schiaffo in quel preciso istante... Si è salvato in calcio d’angolo, tirando fuori il gioco di ricominciare da capo. Ho accettato. Non so nemmeno io per quale assurdo motivo, ma l’ho fatto. Forse perché per la prima volta, ho visto nel suo sguardo rammarico e pentimento per ciò che avesse detto. Non saprei nemmeno io. E non so nemmeno come giudicare Killian Jones, è decisamente un mistero per me. Mostra in un attimo tutta la sua arroganza e presunzione, mischiata a quel modo di provocare, come se fosse il più bello del mondo. A una tristezza che guardandolo bene, si gela dietro ai suoi occhi celesti. Sembra così sicuro di sé, ma anche tremendamente insicuro, come se avesse un passato difficile alle spalle.
Mi rendo conto di pensarlo ancora e anche con insistenza, visto che sto analizzando ogni dettaglio, solo quando è mio figlio a distrarmi dai miei pensieri su un perfetto sconosciuto. 
Perché sto continuando a pensare a quel Jones? Non ne ho motivo, visto che è esattamente ciò che ho detto, uno sconosciuto. E io non sono certo il tipo di ragazza che si lascia conquistare da due occhioni celesti, se pur belli come i suoi. 
Ma non voglio continuare di certo a pensare a Killian Jones e così dedico tutte le mie attenzioni, a l’unico uomo della mia vita. Mio figlio. Giochiamo un po’ in giardino e poi, mi dedico a fargli il bagno, visto che è completamente sporco dalla testa ai piedi, per poi farlo mangiare e metterlo a letto, crollando pochi attimi dopo che la sua testa ha sfiorato il cuscino. Non ho fatto in tempo nemmeno a iniziare la storia della buonanotte, che ogni sera puntualmente gli leggo per farlo addormentare. È una buona abitudine che ci ha trasmesso mio padre, il quale puntualmente raccontava storie a me e alle mie sorelle per farci dormire; mi piace tramandare ciò a Henry, il quale curioso com’è, adora ascoltarle e fantasticare, inventando insieme altre storie. Spesso invece di leggere, ne inventiamo una insieme. Henry lo trova più divertente e anch’io. Soprattuto è un momento solo nostro. 


Killian’s POV 

Per tutto il viaggio di ritorno verso casa sono rimasto in silenzio assorto completamente nei miei pensieri. Senza riuscire a togliermi dalla testa Emma e suo figlio, il fatto che avesse già un figlio. 
E la cosa buffa è che più cerco di non pensare a lei, più è al centro dei miei pensieri. Non riesco a togliermi dalla testa i suoi occhi, di quel verde intenso e particolare, che raramente ho visto nella mia vita. 
È Graham a distogliermi dal pensare a lei. Meglio così. 
«Amico, non ci pensare nemmeno. Emma non è come le altre con cui hai a che fare.» mi dice, sorprendendomi, è così chiaro il mio interesse per la secondogenita dei Swan? Non riesco a crederci, se si è accorto di ciò anche Graham che quando è innamorato vive in un modo tutto suo, vuol dire che non sono stato nemmeno così discreto nel mio corteggiato. Che poi la sto corteggiando? No, direi proprio di no. Discutere e battibeccare di continuo, non lo potrei certo chiamare tale. 
«Tranquillo, l’ho capito da me. Ha anche un figlio. Tu pensa alla tua Elsa e non ti curar di me.»
«Oh si che me ne curo! Ti conosco e ho visto come la guardi, lei non è una conquista, Killian. Trovatene un’altra per divertirti.» mi rimprovera il mio amico e so che lo sta facendo solo per il mio bene, perché mi conosce e andare a immischiarmi con Emma Swan non può che portare guai, per me e per lei. Però mi reputo anche un po’ offeso, per la considerazione che ha di me. Sono un latin lover, mai messo in dubbio, ma non vado di certo a provarci con tutte o con quelle con figli. Quando ci sono i figli di mezzo è un gran casino e io non voglio di certo dovermi mettere in mezzo. Ma poi, non capisco nemmeno perché sto pensando ciò, tra me e lei non c’è assolutamente nulla, a parte una conoscenza. 
Senza dubbio è piacevole parlare con lei, ma non mi farò coinvolgere emotivamente. 
«Amico, veramente, stai tranquillo! E tranquillizza anche la tua ragazza che non farò soffrire la sua sorellina.» e così concludo quel discorso sul nascere. Lo faccio anche piuttosto seccamente, non salutando nemmeno la sorella di Graham, Zelena, una vipera dai capelli rossi e gli occhi di ghiaccio, con cui ho avuto una tresca in passato, ma che è finita sul nascere, visto che non volevo creare casini con il mio migliore amico. A volte penso che lei sia ancora presa da me, se pur non lo dia a notare. 
La sorpasso e non mi volto nemmeno quando lei mi urla “Ciao eh” e mi chiudo in camera, lasciando che i miei pensieri guidino i ricordi che tengo custoditi nel lato più profondo e oscuro del mio cuore. 
Quelli che riguardano la mia famiglia, i miei genitori, mio fratello Liam e la mia sorellina, Ruby. Lei non la vedo da anni, non ricordo nemmeno più come sia fatta. È stata rapita dal mio acerrimo nemico. Rumplestiltskin e da suo figlio. Sono loro che hanno distrutto la mia vita. 
Ma anche quelli che riguardano Milah. Morta proprio per mano della famiglia Cassidy. Coloro che hanno portato via la mia felicità e la mia mano. 
Ho perso i miei genitori, a quattordici anni, lasciando soli, me, mio fratello di vent’anni e mia sorella di dodici anni. Ci hanno lasciato dopo un terribile incidente a cavallo. Sono stati aggrediti nella strada di ritorno verso casa. Non si è mai scoperto chi fosse stato, sappiamo solo che probabilmente è operato di qualche bandito che voleva derubarli. È morto prima mio padre, nel tentativo di salvare mia mamma. Almeno dalla ricostruzione che è stata fatta pensiamo che sia stato così. Non abbiamo mai saputo altro a riguardo. 
Anni dopo nostro fratello ci ha lasciato a causa di una pianta velenosa, chiamata Rubus Noctis, sull’isola di Neverland. Ci è stato con la Marina militare. Mio fratello era un ottimo colonnello della Marina e durante una delle sue missioni, si è imbattuto in questa piatta velenosa ed è morto. Non ho mai creduto che l’avesse toccata per errore... Io credo che anche dietro alla morte di mio fratello ci sia Rumplestiltskin. Un uomo schifoso, manipolatore, che ha sempre avuto un racconte profondo verso la nostra famiglia e non ne ho mai capito il motivo... Ma non solo... Pochi mesi prima che mio fratello partisse per la sua missione a Neverland, un’isola meravigliosa, con persone altrettanto meravigliose, io le conosco tutte e mi sono sempre trovato benissimo con loro, mi sono state vicine alla morte di mio fratello; mia sorella Ruby ha iniziato a frequentare il figlio di Rumplestiltskin. Un ragazzo per niente scaltro, al contrario molto succube del padre, che pur di assecondarlo avrebbe fatto qualsiasi cosa. Ruby ancora ingenua e al suo primo amore si è lasciata sedurre e conquistare da lui. Ma poco dopo anche Rumplestiltskin ha messo gli occhi su Ruby, covando per lei una vera e propria ossessione, tanto che ha fatto in modo che suo figlio la lasciasse spezzandole il cuore, per avvicinarsi a lei, lui stesso. Un vecchio schifoso con una ragazzina. Ruby non ci è stata alle sue avance e ci ha fatto un attentato. Dal mio punto di vista si è prima liberato di Liam, in qualche modo e sapendo che io da solo, alle prime armi non sapevo benissimo come guidare una nave, se pur mio fratello mi avesse insegnato molto. E ci ha fatto un agguato proprio in mare. Portandomi via Ruby. Ho provato a difendere mia sorella con tutto me stesso, ma non ci sono riuscito. In quell’occasione ho perso, Ruby, Milah e la mia mano. 
Rumplestiltskin durante l’agguato non era solo, con lui oltre che suo figlio all’epoca un ragazzo giovane dell’età di mia sorella, aveva al suo fianco Barbarossa un temibile pirata dei sette mari. Io invece, per quel viaggio avevo il nostro unico amico Spugna, Ruby e la mia compagna: Milah. 
L’unica donna di cui mi sono seriamente innamorato. È stata il mio primo amore, il mio unico amore. Dalla sua morte non sono più riuscito ad amare. 
Dalla morte di Liam e dal rapimento di Ruby, ho vissuto per gran parte della mia vita sulla nave, isolandomi dal mondo. 
Fino a che non è arrivato Graham, il quale con il suo buon cuore, il suo entusiasmo e la sua voglia di vivere, mi hanno fatto uscire dal mio nascondiglio, dal mio isolamento. Trovando in lui un amico fidato, un alleato, un braccio destro per la vita. Una specie di secondo fratello, una famiglia su cui fare riferimento. Per questo sono molto protettivo nei suoi confronti e non voglio che faccia scelte sbagliate. 
Ed è per questo che da quel giorno, mi nascondo dietro relazioni occasionali. Non voglio più legarmi sentimentalmente a nessuno, non ne ho bisogno. Ho sofferto troppo, non voglio più soffrire. Il piacere della carne, sessuale, lo posso ricevere anche dalle relazioni di una notte. Dell’amore, non ne ho bisogno, mi basta l’affetto del mio amico e per il resto non mi dispiace vivere in solitudine. 
Ed è per questo che Emma Swan è da tenere lontano, una come lei farebbe perdere la testa a un santo, non voglio e non posso rischiare di perderla io. 
E poi diciamocela tutta, non sono il bravo ragazzo che lei si merita... 
Io covo vendetta da anni, covo vendetta per Rumplestiltskin e suo figlio. 
E ciò non porta di certo a nulla di buono e fa capire che persona io sia veramente. 
 

Spazio autrice: Ciao a tutti, non era previsto che io postassi così presto il secondo capitolo, ma essendo in quarantena a casa (ammetto che desidero sempre stare a casa, amo fare la vita da nerd tra serie tv e altro... Ma ora mi manca il mio lavoro. Tanto), ho deciso di mettervelo. Voi come ve la state passando a casa? Spero che il capitolo della mia storia possa farvi passare cinque minuti in modo diverso.
Ma veniamo al capitolo, Killian conosce Henry, rimane sorpreso ma comunque la cosa non lo preoccupa, a parte per il fatto che si sta accorgendo di sentire qualcosa per Emma e non vuole farlo. Ha sofferto molto in passato, come avrete sicuramente letto e non vuole soffrire ancora. Ha deciso di mettere da parte il cuore e dedicarsi solo alla vendetta. Ma ci riuscirà? Cosa ne pensate poi del suo passato travagliato? Ora ovviamente sembra tutto molto confuso, ma presto verrà tutto alla luce naturalmente... Spero che intanto questa idea vi piaccia, come l'idea di affiancare a Killian una sorella oltre che Liam, il fratello che tutti conosciamo.
Bé, fatemi sapere che cosa ne pensate, mi fa sempre piacere avere il vostro parere. A prestissimo.

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Capitolo 3
*** Invito per il tea ***





Capitolo tre - Invito per il tea 



Emma’s POV

Tutto avrei voluto, meno che andare anch’io alla tenuta Humbert per il tea. Ho provato a inventare mille scuse, anche di non voler lasciare Henry senza di me, visto che sta poco bene, ma a nulla sono serviti i miei tentativi con mia madre. Alla fine, ho accettato solo per mia sorella, sapendo che lei mi vuole al suo fianco per affrontare tutto ciò. C’è Ashley, che potrebbe starle accanto e capirla, ma so che in una situazione come questa, sono io che la faccio sentire protetta e al sicuro. Il nostro legame va' al di là del semplice legame di sangue, siamo inseparabili, sorelle e migliori amiche allo stesso tempo. Ci saremmo trovate anche se non fossimo state imparentate, l’ho sempre pensato e sempre lo penserò. 
Così ci ritroviamo davanti alla tenuta del conte, un maggiordomo annuncia il nostro arrivo e poi veniamo fatte accomodare in una grande sala, pieni di quadri, un pianoforte e un tavolo immenso, non è la stessa sala in cui si è tenuta la festa di benvenuto. Non è così grande come quella, ma lo è altrettanto. Mi guardo intorno sorpresa, estasiata per tanta bellezza e immensità. 
Ad accoglierci prontamente quando entriamo, è il padrone di casa e sua sorella, la quale si presenta prontamente, come Zelena. 
Dal primo istante, non mi fa una buona impressione, sembra che se la tiri e che si senta bella oltre misura, come se fosse l’unica donna sulla faccia della terra. Senza dubbio è estremamente bella, ma non per questo deve vantarsi della cosa e far sentire le altre sminuite. Guarda mia sorella dalla testa ai piedi, come a capire se può essere degna di suo fratello e la cosa non mi piace per niente. Alla festa non ho avuto modo di conoscerla e quindi, adesso che la vedo per la prima volta, capisco come si è sentita Elsa, mi ha raccontato che si è sentita osservata dalla donna per tutto il tempo, come se volesse capire chi fosse e soprattuto se fosse meritevole di Graham e devo dire che ha avuto ragione. 
Mi guardo intorno e non vedo Killian, non che la cosa mi dispiaccia, ma comunque pensavo che ci sarebbe stato e questo mi lascia spiazzata, ma di sicuro più felice, non avrei mai voluto vederlo. 
Ci accomodiamo nel grande tavolo di cristallo che è situato in salotto e ci viene servito il tea con i biscotti. Graham ci spiega che sono stati fatti questo pomeriggio stesso, poco prima che noi arrivassimo, dalla cuoca che lavora per la loro famiglia da quando sia lui, che Zelena erano poco più che due bambini. 
Ma di certo, come non ci limitiamo a parlare di ciò e l’argomento viene prontamente spostato su di noi, su mia sorella, su di me e le mie sorelle più piccole, presenti anche loro.
«Quindi non siete mai andate a scuola? Avete studiato a casa?»
Elsa annuisce e io mi inizio già a spazientire. 
«E voi? Studiate?» riferendosi alle mie sorelle più piccole, Merida e Anna. 
«Si, sempre in casa. Viene un’istitutrice tre volte alla settimana a insegnarci tutto ciò che c’è da sapere.» risponde Anna per prima. Merida invece si limita ad annuire, ho la sensazione che nemmeno a lei piace quella ragazza, che avrà più o meno l’età di mia sorella Elsa. Io e Merida su molti punti di vista siamo molto simili e sopratutto inquadriamo subito le persone a pelle. 
«Sanno leggere, se è questo che sta insinuando. Qui sappiamo tutte leggere.» alzo la voce e interrompo quell’interrogatorio, veramente privo di senso. 
«Io non volevo insinuare proprio nulla, signorina.» mi rivolge la parola per la prima volta, da quando sono entrata non mi ha degnato nemmeno di uno sguardo, come se avesse paura a incrociare il mio sguardo. Come se io le facessi paura. 
«Ah no? Non mi sembra! Non è perché veniamo da un rango differente dal vostro, allora siamo automaticamente delle pezzenti poco istruite.» ribatto ancora una volta, dando libero sfogo ai miei pensieri, non sono mai stata una che si tiene per sé ciò che pensa, se ho qualcosa da dire la dico e basta. Questa Zelena mi ha fatto seriamente perdere le staffe, non sopporto le persone come lei, ancora meno non sopporto le persone che sparano sentenze senza conoscere, soprattutto se questo sentenzie riguardano la mia famiglia. 
Elsa fulmina me con lo sguardo e vedo che Graham fa lo stesso con sua sorella. 
«Signorina Emma, mia sorella non intendeva dire...» replica Graham scusandosi al suo posto. 
«Oh no, certo che no! Mi avete fraintesa, signorina Emma.»
Io ne dubito fortemente che ho frainteso ma deciso di lasciare correre per il bene di mia sorella e mi limito a dire che non fa nulla e a scusami a mia volta per essermi alterata troppo in fretta. 
«E sapete suonare il pianoforte?» chiede a quel punto la rossa padrona di casa, avendo intuito che non può battermi, almeno a me, sul piano delle letture. Ho letto tantissimi libri, la mia libreria è pienissima e molti altri che non entrano nella libreria nella mia camera, sono in quella di mio padre. Non abbiamo una casa grandissima, ma è grande abbastanza per poterci stare tutti. 
«Poco, a dire il vero. Preferisco altri passatempi, come cavalcare e tirare con la spada.» ammetto apertamente senza farmi tanti problemi nel dirlo. 
Zelena mi guarda scandalizzata e poi si rivolge a mia sorella Elsa, chiedendole se anche lei preferisce questo tipo di passatempo. 
Elsa scuote la testa prontamente. No, in questo non ci somigliamo per niente. Mia sorella è decisamente più pacata e tranquilla, molto più femminile nei modi di fare, nel porsi. 
«Adoro scrivere poesie e leggere. Il mio passatempo preferito è stare davanti al cammino con un buon libro. So suonare discretamente il piano, purtroppo non ne abbiamo uno in casa. Mi sono esercitata tanto tempo fa a casa di una lontana parente. È stata lei stessa a insegnarmi quando ero piccola. So cucire molto bene, mi diverte fare abiti per mio nipote.» più che una discussione tra persone che si vogliono conoscere e scambiare liberamente due chiacchiere, sembra un interrogatorio in piena regola. 
N’è la prova, quando la padrona di casa, prontamente chiede chi sia suo nipote. 
Graham intanto mentre mia sorella racconta di sé, la guarda incantato, come se pendesse dalle sue labbra. Sembra molto preso da lei, devo ammetterlo. L’ho osservato spesso e ho notato che i loro sguardi si sono spesso incrociati, sorridendosi e arrossendo. L’uomo è davvero un tipo dolce e gentile e sembra proprio perfetto per mia sorella. 
«Credo che il grado di parentela della famiglia Swan non ci interessa no?» una voce alle mie spalle mi fa sussultare improvvisamente. 
È Killian. 
È arrivato proprio nel momento giusto a interrompere devo dire, non avevo alcuna voglia di rivelare che il nipote a cui si è riferita Elsa, è mio figlio. No che mi vergogni di dire che sono madre, ma non voglio rivelare questa informazione alla donna che ho difronte e che sta analizzando ogni cosa di noi, per poi dichiarare a fine serata se siamo adatti per entrare in famiglia. 
Zelena non appena lo vede prontamente si alza e i suoi occhi si illuminano come se avesse visto il suo fidanzato e quasi ciò mi fa pensare che forse i due possono formare proprio una bella coppia. Ce li vedo insieme, entrambi egocentrici e pieni di sé. 
Però mi ha salvata da una situazione che sarebbe diventata senza dubbio scomoda, lo devo ammettere. 
La padrona di casa si avvicina a Killian e annuisce alla sua affermazione, per poi prenderlo sotto braccio, i due senza dubbio hanno un grado di intimità molto alto, si nota da come la ragazza lo stringe e lo tocca. 
«No, infatti! La signorina Emma, invece potrebbe suonarci qualcosa.» dice guardandomi. 
Io sentendomi ancora una volta tirata in causa, la guardo a mia volta. 
Ma poi annuisce, vedendo che in questo modo mia sorella si è potuta sedere vicino a Graham, visto che la sedia accanto a lei, si è liberata nel momento in cui io mi sono alzata. 
Come minimo dovrà sdebitasi per il resto dei suoi giorni, la mia cara sorellina maggiore. 
Zelena e Killian si posizionano vicino a me, che invece mi sono seduta al pianoforte, cercando mentalmente una canzone che io ricordi, il mio repertorio è veramente limitato. Sono stata un’allieva veramente pessima in musica, mi annoiava stare dietro quelle orribili lezioni della nostra lontana prozia, tanto che la maggior parte delle volte fingevo di stare male per non andare, influenza che di solito poi, passava nel giro di qualche ora. I miei hanno sempre capito che non mi piacesse e dopo un po’, mio padre a deciso di farmi smettere e mentre Elsa e Ashley suonavano, io e lui ce ne andavamo in giro per boschi con il cavallo, per poi fermarci e tirare con la spada. Erano i pomeriggi più belli. Ora lui lo sta facendo con Henry. 
Scaccio quei ricordi dalla mia testa e cerco di nuovo di concentrarmi su una melodia da suonare e finalmente eccola. Guardando gli spartiti che hanno sul piano, noto una sinfonia che mi piace moltissimo. Una delle più famose di Ludwig van Beethoven, sinfonia numero 3. 
In realtà non sono nemmeno certa di riuscire a suonarla correttamente e rischio solo di sfigurare. 
Le mie dita scorrono sul pianoforte, ma non con eleganza, tanto che mi accorgo io stessa di stare decisamente stonando, in questo momento vorrei essere ovunque tranne che lì, a continuare a suonare. 
Ancora una volta in mio soccorso arriva proprio il conte Jones, vedendomi in difficoltà.
Si siede accanto a me sullo sgabello e iniziamo a suonare insieme. Decisamente lui è molto più bravo di me, a differenza mia, le sue mani si muovono sicure e leggiadre. 
Una volta che finiamo di suonare, un forte applauso segue la nostra esibizione. 
Io e Killian ci guardiamo negli occhi e io istintivamente gli sorridono, devo ammettere che mi ha salvata due volte. Lui mi sorride a sua volta e sta per dirmi qualcosa, ma viene interrotto prontamente da Zelena.
«Ottima esecuzione, Kil, sei sempre stato bravissimo con il piano.» e lo dice come se lui suonasse spesso per lei, come se fosse una sorta di loro routine. Rompendo definitivamente il nostro gioco di sguardi, se mai ci fosse stato seriamente un gioco. È stato più un congratularsi reciprocamente per l’esibizione. 
A dirla tutta non so nemmeno perché l’abbia fatto di aiutarmi. 
Ho modo di chiederglielo quando la padrona di casa, ci deve lasciare per rispondere a una importante lettera giunta in quel momento. Non può tardare la risposta a quanto pare. 
Si allontana frettolosamente, ma mantenendo tutta la sua estrema eleganza da nobile. Io non sarei quasi sicuramente così aggraziata con quel vestito lungo e pieno di fronzoli. Sto decisamente più comoda quando indosso un paio di pantaloni. I miei vestiti sono tutti molto semplici, nemmeno troppo lunghi. 
Mentre io parlo con Killian, noto che Elsa sta parlando con Graham e Ashley, Merida e Anna si sono allontanate non so dove, spero solo che non facciano danni e che Ash, che è la più grande sia responsabile per le sue sorelle minori. A quanto pare è stato Graham a dire loro di potersi allontanare e sbirciare in giro. 
«Perché sei intervenuto al piano?» chiedo sorpresa, ma anche ancora piuttosto incredula. 
«La sinfonia numero 3 è tra le mie preferite, non volevo che fosse profanata così.» mi risponde con il suo solito sorriso strafottente. 
Io lo guardo e subito mi sale una voglia irrefrenabile di prenderlo a schiaffi. Mi indigno immediatamente e faccio per allontanarmi prima di dire qualcosa di cui pentirmi. Avrei solo insulti in questo momento e nessuno sarebbe molto carino e soprattuto consono per una ragazza. 
Ma come si permette eh? Nessuno gli ha dato la libertà di prendersi questa confidenza con me. Non è perché ha scoperto cose intimi della mia vita, allora adesso siamo diventati amici al punto da prendersi certe confidenze. La libertà di prendermi in giro in questo modo. 
Lui però mi ferma prontamente per un braccio, prima che io possa allontanarmi e mi riporta davanti a lui, al punto che i nostri sguardi ancora una volta si incrociano. 
«Permalosa eh, Swan. Scherzavo. Ma diciamo che il piano non è esattamente il tuo forte. Sarei curioso di sfidarti con la spada.»
«Lo farei in questo esatto momento, Jones. Ti farei così tacere per sempre e portare rispetto, nel momento in cui assaporerò la vittoria.» ribatto subito, sfidandolo. Peccato che non ho una spada con me, o lo sfiderei veramente in questo preciso istante, facendogli vedere con chi ha a che fare. 
«Non è una brutta idea, Swan. Se sai duellare con il vestito, accetto la sfida.» 
Il suo sguardo è ancora puntato verso di me, ma stavolta mi guarda con aria di sfida, esattamente come lo sto guardando io. 
Lo guardo confusa e poi mi rendo conto che sicuramente lì avranno sicuramente delle spada e quindi, posso sfidarlo.
Ci dirigiamo a prendere due spade e poi ad avvisare gli altri, una sfida che ci rispetta merita degli spettatori e soprattutto un giudice, il quale lo farà Graham.
Mia sorella invece mi guarda contrariata dalla cosa, come a volermi dire: “era proprio necessario?” E io per una volta la ignoro, perché quel Jones si merita proprio una bella lezione. 
Mi lego i capelli in una coda, con un nastro che porto sempre dietro e mi posiziono con la mia spada. 


Killian’s POV 

La vedo legarsi i capelli con un nastro dello stesso colore del vestito, che tira fuori dalla tasca di esso ed è veramente bellissima. Anzi, bellissima è dir poco. È da togliere il fiato e io mi rendo conto che è proprio esattamente come me la ero immaginata nella mia fantasia, solo che ha il vestito invece che i pantaloni attillati neri. 
Distolgo subito quei pensieri, non voglio certo fare la figura del pesce lesso e poi, voglio vincere. 
Mi concentro quindi esclusivamente sulla gara. Graham fischia l’inizio del duello e le nostre spade prima si incrociano per segno di rispetto e poi si allontanano per dare il via alla sfida. 
Ad attaccare per prima è proprio Emma, noto subito che è molto veloce e abile nel muoversi, non è una sprovveduta, sa quello che sta facendo e poi noto il fuoco che ha dentro, è veramente una combattente la ragazza, non posso negarlo. 
Io prontamente mi difendo dal suo colpo e sferro colpi a mia volta. 
La gara consiste nel disarmare l’avversario, o in questo caso l’avversaria, per primi. 
Per mia fortuna ho una presa molto solida della spada, ma anche Emma non scherza. Sa decisamente come tenerla e come fare per non farsela togliere. 
Le nostre spade sbattono tra loro con forza e decisione, continuando a sferrare colpi potenti, mentre ci muoviamo nel giardino adibito per la nostra gara. 
Nessuno dei due vuole decisamente arrendersi, quando i nostri occhi si incrociano, noto immediatamente nello sguardo di Emma che è decisa a vincere, ha una determinazione che non ho mai visto a nessuno e la cosa mi piace molto. Mi fa capire ulteriormente che persona sia. Oltre ad essere bella, è davvero un’ottima spadaccina ed è davvero insolito per una ragazza. Non ho mai conosciuto nessuno come lei. Ne sono completamente affascinato. 
I nostri occhi si incrociano e lei per un breve attimo, non so dipeso da cosa, di distrae e cade a terra. 
Il suo viso è rosso per il sudore e una volta a terra ansima per la fatica. 
Mi avvicino a lei prontamente e le punto la spada contro. 
«Ti arrendi, Swan?» le dico, pensando che possa essere troppo stanca per continuare. 
Ma lei mi guarda e senza dire nulla, mi tira un calcio proprio sulla pancia, in modo che possa rialzarsi e indebolire me. Talmente sono piegato dal dolore, che non mi accorgo che lei è al mio fianco, con la spada puntata sul mio collo. 
«Scordatelo, Jones. Non mi arrendo finché non avrò vinto.» mi dice.
Poi mi incalza a riprendere il duello, che non è ancora terminato. 
Ed è così che iniziamo nuovamente a muoverci e a duellare. 
Sono decisamente stanco e anch’io sento il sudore imperlare il mio viso, ma non ho intenzione di mollare, non è nel mio stile arrendermi e mai lo farò. 
Anche se ho una sola mano, sono uno spadaccino nato, ciò non mi ha mai impedito nulla, anzi, al contrario mi ha reso solo più affascinante.


Emma’s POV 

Prontamente quando sono caduta a terra mi ha chiesto se mi arrendessi, si capisce proprio che non mi conosce. Io non mi arrendo di certo, tanto meno in duello. Tanto meno con lui. Non voglio certo dargliela vinta. 
Ne approfitto che i nostri sguardi si sono incrociati ancora una volta, per spingerlo via con un calcio e poter aver modo di riprendermi un minimo. 
Sono decisamente stanca, mi sento le guancia rosse per il caldo, se pur non posso vedermi, e ho il fiato corto. Devo trovare quindi un modo per disarmarlo e mettere fine alla sfida. 
È molto bravo Killian, lo devo ammettere e non è per niente facile batterlo. 
Riprendo fiato girando intorno e lo guardo, per capire che cosa voglia fare. A sua volta lui guarda me per capire invece la mia di prossima mossa. 
Nemmeno mi rendo conto da quanto stiamo combattendo, sicuramente da molto, visto anche il sudore che scende sul viso dell’uomo.
Le forze iniziano seriamente a mancarmi ed è così che con tutta la forza che possiedo, sferro un colpo potente e veloce, sperando di disarmarlo. E così accade. 
La sua spada viene scaraventata per terra e io la guardo cadere al suolo sorpresa, ma felice. 
«Complimenti, Swan, nessuno mi aveva mai battuto prima. Sei veramente un’ottima spadaccina.» mi dice Killian avvicinandosi a me, dopo aver raccolto nuovamente la sua spada da terra. 
«Confermo! Killian è un ottimo spadaccino, non l’ho mai visto perdere.» anche Graham viene a congratularsi con me, sorpreso e incredulo, proprio come tutti i nostri spettatori, anche le mie sorelle, mai avrebbero creduto che sarei riuscita a vincere. Invece...
Forse solo Merida, ha creduto che potessi farcela, perché in lei si gela lo stesso desiderio di vittoria. Non l’ho delusa. 
«Be, se avete finito con queste cose inutili, io rientrerei in casa che fa freddo... Però voi due, no, siete sporchi e sudati.» indicando me e Killian. In realtà si riferisce soprattutto a me. Mi guardo le scarpe e il vestito effettivamente è sporco di terra e il mio volto deve essere veramente inguardabile, ma è così che accade quando si combatte, ma dubito che Zelena abbia mai preso una spada in mano, probabilmente non sa nemmeno che cosa sia una spada. 
La guardo e prontamente le dico che aspetto fuori l’ora di andare, non è un problema e con la scusa respiro anche un po’ d’aria fresca, rientrare significa subire un altro interrogatorio e non ne ho voglia. 
Per mia grande sorpresa rimane in giardino anche Killian, se pur la rossa lo guarda come a volergli chiedere se rientra o meno. Sbuffando poi, infatti, si volta e rientra, senza di lui. 
Rimaniamo in silenzio a guardare la natura che si è estende davanti a noi, è meravigliosa, così silenziosa, fragile e pura, che passerei le ore a guardare l’orizzonte senza mai stancarmi. Una leggere brezza poi, accompagnata dal sole che sta tramontando, rende tutto veramente più bello e suggestivo. Per un attimo, un solo attimo mi dimentico di non essere sola. 
Me ne accorgo quando Killian, da perfetto gentiluomo, mi ha messo la sua giacca sulle spalle, vedendo che probabilmente avessi freddo. 
Mi volto a guardarlo. 
«Sei sudata e con questa brezza rischi di ammalarti»
«Grazie, Jones.» 
E mi sorride, mi sorride semplicemente, mentre i nostri sguardi si incatenano l’uni agli altri.
«Voglio la rivincita»
«Quando vuoi, te la concedo volentieri.» gli rispondo ridendo, ma devo ammettere che è molto bravo e che non ero certa di poter vincere.
«Tanto avremo modo di vederci spesso, credo che Graham si sia preso una bella cotta per tua sorella. Come dargli torto...» cos’è quella una provocazione, un modo per dirmi che mia sorella è più bella di me? 
«Anche Elsa. Mi dispiace Jones, non sei il suo tipo.» ribatto prontamente
E lui torna a essere il conte Killian Jones che ho conosciuto, arrogante, pieno di sé e pronto a flirtare. 
«E il tuo?» mi chiede a brucia pelo, però noto che si porta un mano dietro all’orecchio. Quasi avesse paura della risposta.
«Arrogante, presuntuoso, pieno di sé... No, direi di no, Conte.» rispondo e lui invece di rimanerci male, scoppia a ridere di gusto. 
«Bellissima opinione che hai di me! Ma credimi che se iniziassi a corteggiarti seriamente, cadresti ai miei piedi, dolcezza.»
«Vuoi iniziare a corteggiarmi seriamente, Jones?» gli chiedo prontamente, non facendomi trovare in preparata, se pur ammetto che non mi sarei mai aspettata questa sua affermazione. Tralascio ovviamente sul dolcezza, non credo che se lo toglierà mai questo vizio di chiamarmi così. 
«Vorresti che lo facessi?» 
«Tu rispondi a una domanda, sempre con un’altra domanda?» irritante. Irritante e basta, ecco cos’è. 
«Potrei dire la stessa cosa.» mi risponde e io alzo gli occhi al cielo esasperata, chiedendomi perché sto ancora a perdere tempo con lui. 
«Finiscila di fare lo sbruffone. E comunque non sto cercando una relazione, perciò non hai motivo di corteggiarmi. L’unico uomo della mia vita è Henry.» gli dico prontamente allontanandomi da lui, per poi tornare indietro nel momento in cui mi accorgo che ho ancora la sua giacca sulle spalle. È calda, confortevole e ha un buonissimo odore, mi ero abituata ad averla addosso. 
«Tienila! Ho la scusa per rivederti così.» e mi fa l’occhiolino, da perfetto sbruffone qual è. Io alzo nuovamente gli occhi al cielo, ma devo ammettere che è un gesto anche da vero gentiluomo, non è da tutti, se pur ci abbia giocato sopra e abbia fatto di tutto per flirtare con me, se pur non debba farlo e io gli abbia appena detto che non voglio una relazione.
«Magari così mi racconti anche il motivo per cui non vuoi una relazione, è insolito per una ragazza della tua età.» mi urla prima che io possa allontanarmi del tutto. Infatti percepisco perfettamente le sue parole, ma non mi volto. Non lo faccio. 
«Non sono come tutte le altre» dico, ma so benissimo che lui non mi ha potuto sentire.


Killian’s POV

È già quasi dentro quando le urlo che voglio capire il motivo per cui non voglia una relazione, mi avvicina poi a lei per sentire la sua risposta.
«Non sono come tutte le altre» mi dice, ma non vede che mi sono avvicinato. Sicuramente pensa che si è udita da sola.
Senza dubbio la sua risposta mi ha colpito, ancora una volta mi ha fatto capire che non si sente come tutte le altre, ma che ciò le piace, che lei non vuole proprio essere come le altre. Ciò è quello che mi affascina in una donna. Non sopporto le donne che sono tutte uguali e che seguono un criterio di moda solo per conquistare un uomo, che hanno questo come unico scopo della vita. Magari nemmeno poi amano l’uomo che hanno accanto. 
Non voglio più innamorarmi, però fin da piccolo, mio padre mi ha insegnato che se mai mi fossi sposato, sarebbe dovuto essere esclusivamente per amore, non per interesse. Mi ha insegnato che amare la propria donna è meraviglioso, donare se stessi all’altra persona lo è. 
Io ho mancato a questi principi, o meglio mi sono innamorato una volta, ma ora, ora non voglio più soffrire. Però, mi piace pensarla ancora così, pensare che due persone vogliano sposarsi per amore e non per interesse reciproco. 
Emma è decisamente anti convenzionale in questo. E mi piace.
È semplicemente se stessa e si nota, si nota perfettamente questa sua caratteristica. 
Rientro poco dopo in casa anch’io e noto che le signorine stanno salutando Graham e Zelena per tornare a casa loro. Mi appresto a raggiungere il padrone di casa per salutare anch’io, mi avvicino ad Emma e le bacio la mano, inchinandomi poco dopo, sorridendole sghembo. Lei si inchina a sua volta, ma non mi sorride, non mi dà la soddisfazione. Al contrario si volta per recarsi alla carrozza che è venuta a prenderla. 
Emma Swan. Sai decisamente come farti desiderare e come conquistare un uomo senza fare assolutamente nulla. 
Non posso che ammetterlo a me stesso. 
 


Spazio autrice: Ciao a tutti, ed eccomi con il terzo capitolo! Ammetto che mi sono molto divertita a scriverlo, mi piace l'idea di aver fatto duellare Emma e Killian, come accade poi nella seconda stagione di Once, una scena bellissimo devo dire e quindi come poterla non inserire anche nella mia storia? Non potevo non farlo. Cosa dire altro? Ho introdotto il personaggio di Zelena, una vipera aggiungerei. Ha delle evidenti mire su Killian, ma saranno fondate, c'é stato qualcosa tra loro come pensa Emma? Chissà, presto lo scoprirete comunque. Come verranno a galla altre cose sul passato di Killian e sulla sua vendetta. Ma non aggiungo altro, non voglio fare spoiler ovviamente. Spero che questo terzo capitolo vi piaccia come é piaciuto a me scriverlo. Fatemi sapere che cosa ne pensate. A prestissimo.

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Capitolo 4
*** Proposta di matrimonio ***









Capitolo quattro - Proposta di matrimonio 



Emma's POV

Non ci posso credere, non ci voglio credere. Vogliono che mi sposi con Robin Lockeley. Mia madre vuole che mi sposi con il mio amico Robin. Colui che ho visto crescere praticamente, con cui da piccola giocavo con la terra o che rincorrevo o con cui giocavo a nascondino. Ha quattro anni più di me, quindi siamo praticamente coetanei, per questo da piccoli giocavamo spesso insieme. È un bravissimo tiratore con l’arco, tanto che Merida spesso lo sfida a qualche prova complicatissima. È un grande amico di famiglia, nonché il nipote di nostra zia Ingrid, che ci ha dato la casa. 
Ed è per questo che vuole che io lo sposi, per tutelarci e assicurare la casa. Ma i miei sentimenti? E poi pensa che sia l’unico che possa sposarmi, visto che la mia reputazione è compromessa per sempre, praticamente mi ha fatto capire che devo accettare senza storie. 
Naturalmente ho litigato con lei e me ne sono andata verso il bosco, con mio figlio a giocare con le spade di legno. Henry ama giocarci e io amo a mia volta insegnargli a tirare con la spada, voglio che diventi un ottimo spadaccino. 
Abbiamo passato il pomeriggio a giocare ad essere due cavalieri o meglio, lui è il cavaliere e io la principessa, che viene salvata dal baldo giovane e lui poi le insegna a difendersi da sola. A fare una ricca merenda che mi sono portata in un cestino, sapendo che mio figlio avrebbe potuto avere fame, fino a che non si fatto buio e siamo rincasati.
Ciò che mi aspetta al mio ritorno è proprio Robin. Il ragazzo è stato invitato per cena e so già che si è fermato per volere di mia madre. 
Tra le altre cose Robin non è innamorato di me, ma di Regina. Ho notato gli sguardi tra i due e la stessa Regina mi ha detto chiaramente che lui gli piace ed è veramente raro che alla mia amica piaccia qualcuno. Robin senza dubbio è un uomo affascinante, capelli castani non troppo lunghi, occhi chiari, alto, fisico atletico. Decisamente farebbe perdere la testa a molte donne, ma non a me, non di certo perché sia poco piacevole, al contrario, è colto, simpatico, dolce e un vero galantuomo; ma non sono innamorata di lui. È per me un semplice buon amico. 
E io, se mai mi sposerò e non ho detto che io lo faccia, voglio sposarmi con un uomo con cui provo dei sentimenti veri, di amore. Non mi basta l’affetto. 
I miei si sono sposati per amore, perché io mi devo accontentare di un uomo che nutre per me solo affetto? Sarebbe anche imbarazzante dover condividere i momenti di intimità. A quel pensiero arrossisco visibilmente, non riesco proprio ad immaginarmi in atteggiamenti intimi con Robin. 
La cena per fortuna prosegue all’insegna dell’allegria, se pur sia io che il ragazzo siamo piuttosto silenziosi. Temo che Robin sia in imbarazzo e ora non sa come affrontare l’argomento con me. 
Solo a fine cena infatti mi rivolge la parola, quando di solito, chiacchieriamo molto, ridiamo e scherziamo insieme. È davvero insolito vederlo così nei miei riguardi, chissà che cosa gli ha detto mia madre per ridurlo così. 
Una volta che ho messo Henry a letto, raggiungo Robin fuori in giardino, mi aspetta dove sono le altalene. Le costruite mio padre per noi figlie, quando avevamo l’età di Henry, ora ci gioca lui, ma spesso ci vado anch’io per rilassarmi e stare per conto mio.
Lo raggiungo e mi siede anch’io su una di esse, intanto lui si sta dondolando avanti indietro, facendosi spostare leggermente i capelli dalla leggera brezza serale. 
«Robin, siamo sinceri l’uno con l’altra, come siamo sempre stati. Non ti voglio sposare, come tu non vuoi sposare me, perciò togliti dalla faccia quell’espressione da martire.» diretta, come solo io so fare. Non è di certo da me girare intorno a un discorso o trovare le parole giuste, le cose vanno dette e basta soprattutto in certi casi. 
Robin che ormai mi conosce molto bene, scoppia subito a ridere e immagino che si senta anche un po’ stupido a essersi fatto mille paranoie inutili. 
«Lo so! So bene che nemmeno tu voglia sposarmi... Mi ha imbarazzato il fatto che tua madre pretendesse che io ti facessi la proposta. L’accontenterei anche se non fossi perdutamente innamorato di un’altra.» 
«Be, sappi che io non ti sposerei lo stesso.» scoppio a ridere, vedendo che è ancora alquanto imbarazzato e non è proprio un discorso esemplare il suo, ma lo capisco anche perché non è stato facile per lui dirmi dei suoi sentimenti per Regina. 
«E comunque so bene di te e Regina. Se non fai a lei la proposta, ti perseguiterò per il resto dei tuoi giorni. Faccio il tifo per voi.» gli dico facendogli capire che so tutto. 
Non so ancora i dettagli, Regina me li deve raccontare, ma so che si sono visti l’altro ieri sera e sicuramente qualcosa è successo tra i due, ma voglio che sia naturalmente la mia amica a raccontarmelo. Se pur non ho problemi a farmelo raccontare da lui, so solo che Regina ci tiene ad aggiornarmi lei. 
«Immaginavo! In realtà non so come farle la proposta... Tu che cosa mi consigli?» mi chiede, sciogliendosi completamente e lasciando andare la tensione. 
«Una cosa semplice, Regina non è una persona che ama le cose troppe elaborate. Punta a qualcosa di romantico però.» 
So bene di non averlo aiutato molto, ma Regina è una persona molto complessa, ma sono anche certa che le cose troppo elaborate e studiate non le piacciono. Lui comunque annuisce e capisco che sta già pensando a qualcosa per sorprenderla. 
«Mi vorrà sposare vero?» mi chiede a quel punto un po’ incerto e tornando a essere il Robin imbarazzato, pensando che io sappia la risposta. Mi fa tenerezza e sopratutto mi fa strano che il mio amico di infanzia, sia innamorato della mia migliore amica. 
Annuiscono e gli metto una mano sul braccio per rassicurarlo. 
Rimaniamo poi in silenzio a dondolarci sull’altalena. 
«Tua madre si arrabbierà molto?» mi chiede poi, rompendo il silenzio. 
«Sicuro! Ma non mi importa.» 
«Sei sempre stata una ribelle»
«Spero per te che sia un complimento! Ricorda di portarmi rispetto, sono la tua amica di infanzia e l’attuale migliore amica della tua futura moglie.» fingo di minacciarlo, tanto che assumo una finta espressione seria in volto. Robin mi conosce troppo bene e non ci casca minimamente. 
Mi da una spinta come a farmi capire che non ci crede e poi si alza e mi porge la mano per fare alzare anche me. Inizia a fare freddo. 
Vorrei restare ancora fuori e far credere chissà che cosa a mia madre che sicuro aspetta il mio rientro impaziente. Ma non lo faccio. 
Prima di rientrare Robin mi mostra l’anello di famiglia, un meraviglioso diamante, che risalterebbe al dito di chiunque. 
«Wow! Mi sono persa un anello stupendo a quanto pare.» scherzo ancora, so che con lui posso permettermelo. Robin infatti ride e annuisce, aggiungendo che oltre l’anello ho perso un uomo meraviglioso come lui. Scoppiamo a ridere entrambi, per poi congedarsi davvero stavolta. Mi dà un bacio sulla guancia e io rincaso. 
Le mie sorelle non ci sono, sono già nelle rispettive camere, anche Elsa. I miei genitori invece sono seduti al tavolo dell’ingresso, ad attendere il mio rientro. 
Mia madre mi guarda e sposta lo sguardo da me verso la mia mano sinistra per scorgere l’anello di fidanzamento, rimanendo delusa nel vedere che non c’è proprio niente. Ma se è rimasta delusa cerca di non darlo a vedere. 
Mio padre invece è molto contento, non avrebbe mai voluto che accettassi la proposta di matrimonio senza amore. Lui la pensa come me, ma comunque anche se così non fosse, è sempre dalla mia parte. 
Spiego loro che Robin è innamorato di un’altra donna e che è giusto che sposi lei, visto che è ricambiato con lo stesso candore e che io non avrei potuto offrirgli molto, al contrario... Inoltre, siamo troppo amici per innamorarci. 
«Ma se era la tua unica occasione per avere un uomo che ti avrebbe sposata nonostante la tua condizione?» mi chiede mia madre, preoccupata per me, lo so che è semplicemente preoccupata, ma ciò che non ha capito è che io non ambisco certo ad avere una famiglia, posso benissimo vivere da sola, con Henry per il resto della vita.
«Se era la mia unica possibilità, significa che non era destino che io mi sposassi. Quindi, vivrò con un unico uomo nella vita, Henry.» rispondo a tono. 
Lei sbuffa e guarda mio padre prontamente. 
«Ha fatto bene! Robin è un bravissimo ragazzo, ma non è l’uomo adatto per nostra figlia.» mio papà come previsto viene prontamente in mio soccorso e mi sorride rassicurante. 
«Non darei mai la mano di Emma al primo sconosciuto, se pur Robin non lo sia. Voglio darla in sposa a colui che l’ama veramente, che la rispetti e la tratti come la principessa che è. Soprattuto deve avere il coraggio di affrontare me, perché non la lascerò andare tanto facilmente.» continua lui e io corro ad abbracciarlo felice, dandogli un sonoro bacio sulla guancia. Felice di avere la sua approvazione per il mio non matrimonio, saluto anche mia madre con un bacio e mi dirigo a letto. Sono veramente stanca. 
Quando torno in camera mia sorella già dorme, vorrà dire che le racconterò tutto il giorno seguente e mi addormento anch’io. Non so come, né perché, ma prima di cadere tra le braccia di Morfeo, mi tornano alla mente due occhi celesti e profondi come il mare. 


Regina’s POV 

È tardo pomeriggio quando raggiungo casa di Emma per raccontarle ogni cosa. Non riesco a crederci di aver accettato una proposta di matrimonio. Io Regina Mills. Proprio io, che mi sono innamorata una sola volta nella vita. Io che mi ero ripromessa di non farlo mai più. 
Il mio primo vero grande amore è stato Daniel. Con lui ho avuto una storia d’amore intensa, unica, meravigliosa, è stato il mio primo bacio, la mia prima volta. Un amore adolescenziale, forte e vero, nonostante la nostra giovane età. 
Solo che poi mia madre Cora, l’ha pagato profumatamente per farlo andare a fare fortuna all’estero, il più lontano possibile da me. Questo perché? Perché Daniel non era di nobili origini come noi, ma un semplice contadino. Ha giocato con le sue ambizioni, la sua sete di scappare lontano e alla fine, nonostante provasse qualcosa per me, ha ceduto alla fame di soldi e di punto in bianco è andato via, senza dirmi una sola parola. Niente. Ho sofferto per mesi e per mesi non ho parlato con mia madre, perché è stata lei stessa a dirmi la verità vedendomi soffrire. Ci siamo riavvicinate solo alla morte di mio padre, ma devo ammettere che il mio rapporto con lei, non è più come prima. 
Quando è arrivata Emma, sono stata felice di condividere con lei le mie giornate. Se pur non ci siamo mai sopportate da bambine, perché talmente diverse da detestarci. Solo da adulte abbiamo legato, inspiegabilmente. Emma è irritante, petulante, a volte la strangolerei con le mie stesse mani, ma è la mia migliore amica, la migliore che potessi desiderare. 
Ed è proprio a lei che voglio raccontare ogni cosa che è successa con Robin. 
Lei mi raggiunge al nostro solito posto, dove solitamente ci incontriamo per confessarci i nostri segreti, lontane da orecchie indiscrete. È un posto molto carino, che abbiamo scoperto per puro caso camminando un pomeriggio e da quel giorno, è diventato il nostro posto segreto. Il posto che conosce tutti i nostri segreti più profondi e che li custodisce. Con Emma abbiamo deciso anche di fare un piccolo gioco, abbiamo scritto in una scatola dove ci vediamo tra dieci anni e ognuna ha scritto il proprio desiderio, poi lo abbiamo seppellito dietro il maestoso albero di mele che rende questo posto ancora più speciale. 
Spesso ci portiamo con noi anche Henry, lui gioca e si diverte, mentre noi parliamo. 
Oggi però il piccoletto è rimasto a casa. 
Non appena ci sediamo prontamente Emma prende la mia mano per vedere l’anello che mi brilla al dito. 
«Modestamente l’avevo già visto, ma vederlo al tuo dito è ancora meglio.» mi dice prontamente. So benissimo che ha visto l’anello e anche del fatto che sua madre, Mary Margaret, volesse che Emma si sposasse con Robin. 
Tra me e lui è successo tutto molto velocemente se devo essere onesta. Ci siamo incontrati al ballo tenuto in onore del conte Graham e abbiamo ballato insieme gran parte della sera, ci sono stati sguardi, chiacchiere e risate. Io da subito mi sono accorta che lui fosse totalmente diverso da me, ma in qualche modo mi ha affascinato fin dal primo sguardo. Non parlo solo di bellezza fisica, se pur sia bello da togliere il fiato, almeno per me. Parlo di magnetismo mentale, qualcosa nel suo modo di porsi, di fare, mi ha conquistata subito. Senza esitazione a fine serata ho accetta il suo invito per un nuovo incontro. 
Ci siamo incontrati il giorno dopo, abbiamo continuato a conoscerci e non so come, non so spiegarmi davvero come, mi sono resa conto di provare qualcosa per lui, di volerlo conoscere meglio. Lui è dolce, romantico, simpatico, ma allo stesso tempo intelligente, colto, pieno di cose divertenti e anche serie da dire. Mi raccontato della sua famiglia, del suo passato difficile, suo padre ladro e lui che è stato cresciuto da sua zia nobile, per non far la stessa fine di suo padre. Ha avuto le migliori istruzioni ed è cresciuto con una certa educazione, stando lontano dalla cattiva vita che avrebbe condotto se fosse rimasto con suo padre. Sua madre invece è morta di parto, una cosa piuttosto comune, purtroppo. 
E io, inspiegabilmente ho saputo raccontargli di Daniel, di come abbia sofferto per lui e di mai madre che l’ha allontanato solo perché fosse di origini umili. E abbiamo scherzato molto su questo, lui ha scherzato immediatamente dicendomi: “Meno male che ho una zia nobile allora, non avrei potuto corteggiarti altrimenti” e sono arrossita, nonostante non sia da me apprezzare così i complimenti. Penso sempre che non siano sinceri, ma lui sin dal primo istante mi ha trasmesso un senso di fiducia. 
Il primo bacio è arrivato dopo una settimana di corteggiamento. Robin è venuto anche a parlare con mia madre per chiedere il permesso di frequentarmi e lei ha accettato. Conosce la sua famiglia e inspiegabilmente, si è trovata anche lei affascinata dai suoi modi così gentili, ma aperti di fare. 
La cosa che mi piace di Robin è che non è per nulla noioso, al contrario, ci prendiamo molto in giro, proprio per le nostre diversità. Lui è sciolto, io sono rigida alle volte con grandi difficoltà a lasciarmi andare. Lui è socievole, io spesso mi chiudo in me stessa. Lui è aperto, simpatico, io a volte mi sento la cattiva della storia. Lui manifesta i suoi sentimenti, le sue emozioni, io non riesco mai a dire ciò che sento, che provo. Siamo così diversi, ma credo che nel nostro caso, gli opposti si sono attratti.
E poi mi ha fatto la proposta. Ho un meraviglioso anello di diamanti al dito. Io, proprio io che credevo che non mi sarei mai sposata in vita mia. Io ho accettato una proposta di matrimonio senza pensarci, di getto, quando di solito non faccio mai nulla che non sia stato programmato e calcolato fino allo sfinimento. 
E, per la prima volta in vita mia, mi sento felice. Felice e viva come non mai. 
«Sembri molto felice» mi fa notare Emma guardando la mia espressione. 
Non posso guardarmi, ma credo di avere la faccia da ebete e per una volta non me ne preoccupo. Non è per niente un comportamento da Regina Mills, lo devo ammettere, ma se per una volta sono felice, non voglio far nulla per mascherarlo. Al diavolo la mia rigidità, il mio autocontrollo per non provare emozioni. Voglio invece mostrare di essere innamorata e felice. Ecco, non avevo mai nemmeno ammesso a me stessa di essere innamorata di Robin, ma a questo punto non posso più negarlo. 
«Lo sono.» ammetto sorridendo apertamente. 
Ed Emma mi abbraccia. Non è persona da effusioni, da eccessivi slanci di affetto, ma forse ha visto la mia felicità e anche lei, per una volta si è lasciata andare. Ricambio il suo abbraccio, ma poi ci separiamo prontamente. Non è da noi questo tipo di effusioni, tanto che scoppiamo a ridere di gusto, quando poi ci guardiamo negli occhi quasi sorprese di quel gesto. 
«Mi mancherai quando andrai a Londra con lui, ma avrò la scusa per venire a trovarti in un a città che non ho mai visto.» mi dice ancora la mia amica. Anche lei mi mancherà e tanto. La sola idea che mi spaventa di vivere in una città completamente nuova, è proprio quella di non avere lei al mio fianco che mi sopporta e supporta per qualsiasi cosa. Non avremmo più questi momenti per noi, nel nostro posto segreto. 
Io e Robin ci sposeremo molto presto, quindi presto dovrò lasciare Storybrooke e diventare la padrona della tenuta Loskeley. Non è un sogno vero?
Ma ora basta parlare di me, ho decisamente monologato troppo sulla mia vita privata e voglio invece sapere che cosa sta combinando Emma con quel Jones. Secondo me tra i due può nascere qualcosa, ma so che non lo ammetterà mai questa capocciona della mia amica, la conosco troppo bene. 
«Invece tra te e Jones?» le chiedo. 


Emma’s POV

Devo ammettere che la domanda della mia amica mia ha totalmente sorpresa, non c’è niente tra me e Jones. Ma cosa le salta per la testa?
«Cosa?» chiedo e lei scoppia a ridere. 
«Dai non puoi negare che sia molto bello, possibile che non ti piaccia nemmeno un po’?»
«È arrogante, presuntuoso, sfacciato e maledettamente modesto. Quindi...» 
«Ti piace.» mi interrompe Regina, prima che io possa dire “quindi non mi piace nemmeno un po’” ovviamene dicendo l’opposto da me. 
«NO» urlo quasi, come se urlare rendesse più chiaro il fatto che non mi piace nemmeno lontanamente.
«Oh si che ti piace invece.» mi provoca la mia amica, pensando di farmi ammettere i miei sentimenti, ma non c’è proprio niente da ammettere qui. Killian Jones è solo un bell’uomo, ma con il carattere di un pagliaccio provolone e non provo nulla per lui. 
Se pur io ci pensi spesso... Ma questo non vuole dire nulla e tanto meno lo dico a Regina o potrebbe trarre conclusioni sbagliate. 
Ciò che le dico invece, è che ho ancora la sua giacca a casa, la giacca che lui gentilmente mi ha donato visto che avessi freddo e fossi sudata dopo la nostra sfida. A cui modestamente ho vinto e me ne vanto ancora oggi. 
«E quindi hai una scusa per rivederlo no?»
«Se rivuole la giacca deve essere lui a venire da me, non ho nessuna intenzione di andare io da lui e rivedere la sua faccia da schiaffi.» 
Regina mi guarda e ride, mi conosce meglio di chiunque altro e sa benissimo che non voglio avere un uomo nella mia vita, quindi so altrettanto bene che questo e semplicemente un interrogatorio per prendermi in giro, se pur pensi seriamente che mi piaccia. 
«Secondo me lo farà presto»
«Mi auguro di vederlo il più tardi possibile» 
«Poveretto! Non sa in che guai si è messo con te» mi prende ancora in giro lei, io le dò una botta sul braccio con decisione e lei si massaggia, dolorante. So far male quando voglio. 
«Non è perché adesso sei innamorata, devi vedere l’amore ovunque come Mary Margaret eh, mi basta già lei.» la prendo in giro io stavolta, punzecchiandola sul fatto che si stia per sposare, quando abbiamo iniziato ad avvicinarsi, mi ha dichiarato più volte di non volerlo fare, che non si sarebbe mai più innamorata... Invece a quanto pare le ci voleva Robin per tornare a credere nuovamente nell’amore. E io sono solo felice per lei. Ho fatto il tifo per loro sin dal primo istante in cui ho capito che si potessero piacere, ammetto che sono stata felice che anche Robin sia venuto al ballo, perché speravo proprio che i due si incontrassero. Sono riuscita nel mio intento. Robin è proprio un bravo ragazzo ed è perfetto per la mia amica Regina, i due sono così diversi, ma si completano proprio a vicenda. 
Rimaniamo a parlare ancora a lungo, del matrimonio, il quale si svolgerà a Storybrooke ovviamente, ma poi i due si trasferiranno a Londra, nella tenuta di famiglia di Robin, il che mi dispiace moltissimo, perché non potrò più avere la mia amica sempre tra i piedi, lo ammetto, come l’ho ammesso con lei, ma so anche che la nostra amicizia può superare anche la distanza. Ci siamo trovate in un momento in cui tutte e due non credevamo più in nulla. Io sola, a diciotto anni con un figlio da crescere, lei sola, dopo la delusione di Daniel. Ci siamo confidate e da quel giorno non ci siamo più separate. Siamo state l’una la forza dell’altra. La nostra amicizia è diversa da tutte le altre, perché non stiamo di certo a dirci quanto ci vogliamo bene ogni secondo, al contrario, litighiamo spesso, proprio perché siamo molto diverse, ma ciò che ci lega è più forte di quello che ci divide e alla fine, riusciamo sempre a fare pace. Regina è una delle poche persone al mondo che mi dice sempre le cose come stanno, senza troppi giri di parole, senza pensare di ferirmi. Mi dice tutto, anche la cosa più dolorosa. E io faccio lo stesso con lei. Forse è proprio per questo che il nostro rapporto è così solido. 
Naturalmente l’aiuterò con il matrimonio, sarò la sua testimone. Per questo iniziamo a pensare a tutto ciò che riguarda i preparativi. Abito, fiori, banchetto. Per l’abito, in realtà, sua mamma sistemerà il vestito di sua nonna, per renderlo più moderno e aggiustarlo naturalmente da dei piccoli strappi avvenuti con il tempo. Per quanto riguarda il resto sarò io ad aiutarla.
E in teoria, a breve, ci dovrebbe essere anche la proposta di matrimonio di Graham per mia sorella... Mi auguro che arrivi presto, so per certo che Elsa è molto presa dal giovane.
 


Spazio autrice: Ciao a tutti, eccomi tornata a postare il quarto capitolo di questa storia, non era mia intenzione farvi attendere così tanto, anche perché se devo essere sincera ho dei capitoli pronti, non mi mancano nemmeno l'idee per continuare, ma le ho ancora talmente ingarbugliate o proprio le idee che ho lo sono (mi sa proprio di sì ahahaha) che non è facile metterle per iscritto. Ma non sto qui a tediarvi con questo. Passiamo a parlare del capitolo: Mary voleva che Emma si sposasse con Robin ahahahaha si lo so, fa già ridere solo così eh? Non ce li vedo proprio quei due a sposarsi e stare insieme, però mi piaceva l'idea di renderli amici a tal punto da scherzare su questa cosa. Ovviamente sapete tutti che sono OQ quindi non potevo che mettere Robin con Regina, secondo me sono perfetti insieme e si completano a vicenda, pur essendo così diversi. Però mi piace anche immaginarmi Emma e Robin amici, nella serie non hanno mai parlato molto, ma Robin secondo me è talmente un bonaccione che riuscirebbe benissimo a essere amico di tutti e non so perché mi immagino perfettamente bene loro due amici, infatti avrete notato anche dalla mia precedente long che questa amicizia mi piace. Infatti, l'ho inserita anche qui e i due si conoscono da quando sono piccoli. Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo, incentrato sull'amicizia ma anche sulla proposta di matrimonio che Robin fa alla sua amata Regina. Si in questo capitolo non c'è Killian, o quanto meno non direttamente, ma tornerà presto e avrà molto da raccontare il nostro bel giovanotto dagli occhi celesti come il mare.
Spero che le feste di Pasqua siano andate bene, anche se passate insolitamente e che abbiate mangiato tanta cioccolata, quella mette sempre di buon umore e non guasta mai. Buona settimana e a presto.

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Capitolo 5
*** Confidenze ***







Capitolo cinque - Confidenze 



Emma’s POV

Il giorno seguente, siamo in città per delle commissioni per il matrimonio. Siamo uscite, io, Elsa e Regina. Si è unita anche mia sorella alle commissioni con la speranza di incontrare il conte Graham. 
E infatti, le sue preghiere sono state esaudite. Poco dopo, mentre stiamo per uscire da un negozio di stoffe, lo vediamo avvicinarsi a noi, con il suo bel sorriso, sempre pronto a regalarlo a chiunque e forse, in particolare a mia sorella. 
Mentre lui saluta affettuosamente Elsa e Regina, io mi guardo intorno, non so precisamente nemmeno io il motivo per cui lo sto cercando, forse semplicemente perché di solito i due girano sempre insieme... 
Certo che è questo il motivo, non c’è altro sotto. Anzi, sono anche felice che non è venuto in città con il suo amico, così non dovrò vedere la sua faccia da schiaffi.
Ultime parole famose, poco dopo eccolo comparire alle mie spalle e chiedermi con arroganza e con quel tono maledettamente strafottente se sto cercando lui. 
«Naturalmente no» rispondo prontamente, incrociando i suoi occhi celesti come il mare. 
«Io invece sono felice di vederti, Swan» salutandomi con il baciamano e facendo lo stesso con Regina ed Elsa. 
Graham propone di accompagnarci a casa e io sto per rifiutare prontamente, o inventarmi una scusa per rimanere in città e non dover interagire con Killian Jones, quando la mia amica, interviene al mio posto. 
«Emma ed Elsa stanno proprio tornando a casa, io mi devo fermare in città per incontrarmi con Robin, ma le lascio in buone mani no?» dice prontamente rivolgersi in particolare modo a Killian, tanto che lo guarda con un cipiglio divertito. Tipico di lei. I due penso che andrebbero d’accordo, anche se non farebbero altro che punzecchiarsi tutto il tempo a parer mio. 
Io naturalmente la guardo malissimo, perché so perfettamente che non deve incontrare Robin e lei mi sorride compiaciuta, visto che mi ha dato modo di interagire nuovamente con lui. 
Graham e mia sorella non perdono occasione per iniziare a camminare vicini e chiacchiere tra loro animatamente. Non ho mai visto Elsa interagire con così tanto entusiasmo con qualcuno, tanto meno con me, ciò significa che questo ragazzo le piace seriamente, ma ciò significa anche che mi ha lasciata sola con Jones e io non ne avevo per niente voglia. 
Camminiamo fianco a fianco, ogni tanto guardandoci con la coda dell’occhio, ma nessuno dei due dice qualcosa per rompere il silenzio imbarazzante che si è creato. Nemmeno lui che di solito ha sempre qualcosa da dire, anzi mi correggo ha sempre qualcosa da dire a sproposito. 
«Sbaglio signorina Swan o voi avete ancora la mia giacca? Avete intenzione di ridarmela o la volete tenere per pensare a me nelle notti solitarie?»
Ecco qui, come previsto ha appena detto una delle sue stupidaggini. Alzo gli occhi al cielo esasperata. 
«Te la puoi riprendere oggi stesso, non voglio nessun pretesto per pensare a te» rispondo prontamente per le rime a quello sfacciato, ma davvero pensa che in questo modo riesca a fare breccia nel mio cuore? Bè si sbaglia di grosso, non fa altro che irritarmi e meno lo vedo e più sono contenta, figuriamoci se voglio aver un pretesto per pensarlo. Presuntuoso e arrogante come al suo solito. 
«Giusto, suppongo che mi pensi anche senza espediente per farlo»
«Credici pure Jones se questo ti fa dormire la notte»
Ride, ride e mi guarda con quei suoi occhi penetranti e non posso che ridere anch’io, se pur è un impulso incontrollato e non mi rendo conto di starlo facendo. Devo ammettere poi che ha un bel sorriso, oltre che due occhi celesti come il mare... 
Ma che cosa sto facendo? Non posso pensare a lui in quel senso. Non posso pensare a lui in quel senso, mi ripeto più volte. Emma Swan, scaccia immediatamente questi pensieri dalla tua mente e torna a guardarlo come l’arrogante che è. 
Non faccio in tempo a formulare nemmeno quei pensieri di auto convincimento nella mia testa, che lo sento prendermi per mano e trascinarmi chissà dove, ciò che è certo che mi sta portando dove vuole, solo io e lui. 
Protesto, protesto animatamente. 
«Dove diavolo mi stai portando si può sapere?» non ho avuto modo nemmeno di avvisare Elsa, ma non è solo questo il problema a dire il vero, anzi, non è proprio questo il problema, lo so perfettamente. Il problema è che io sono sola con Killian Jones. 
«Che linguaggio poco consono per una signorina, non ti piacciono le sorprese Emma?»
«Non mi piaci tu!» ribatto prontamente. Ma intanto proseguiamo verso la direzione in cui stiamo andando, ormai sono qui con lui, tanto vale capire dove voglia portarmi. 
«Mi ferisci profondamente così! Tu invece, mi piaci, mi piaci molto» mi dice e io incrocio nuovamente i suoi occhi, ha lo sguardo furbo, malizioso e non riesco a capire se mi stia prendendo in giro o se stia dicendo la verità. Non ribatto naturalmente e torno a puntare lo sguardo dritto davanti a me. Nemmeno lui aggiunge altro, si limita a guardarmi e sorridere, mi chiedo che cosa stia pensando. Se ancora una volta ride perché si sta prendendo il gioco di me o perché si diverte per qualcosa che solo lui sa. Magari ride di me, per il mio modo di comportarmi, sicuramente non è abituato a donne che resistono al suo fascino. 
Avrà così tante donne nella sua vita e sarà stato con altrettante, che veramente non capisco perché stia qui a perdere tempo con me... Ma poi, a me che interessa delle donne di Killian Jones? Niente, perché ci sto allora pensando? Quel ragazzo mi manderà ai matti. Non lo sopporto, non tollero la sua vicinanza, ma ogni volta mi fa fare pensieri su di lui, se pur io non voglia. 
Ancora una volta mi motivo mentalmente di non pensare a lui, di togliermelo dalla testa. 
Ci riesco quando vedo estendersi davanti a me lo spettacolo più bello che io abbia mai visto. La città di Storybrooke, la mia città, padroneggia davanti ai miei occhi. Non avevo mai avuto modo di vederla da questa prospettiva, in cui veramente si riesce a scorgere tutto ed è ancora più bella... Io che vivo qui da sempre non sapevo nemmeno l’esistenza di un posto del genere, mentre lui che è qui da meno tempo, già lo conosce. 
«L’ho scoperto per caso, mi piace passeggiare con il mio cavallo, mi rilassa e una sera sono finito qui» mi dice, senza che io gli abbia chiesto nulla, come se avesse intuito i miei pensieri.
«È bellissimo!» dico e sposto lo sguardo verso il suo, facendo si che i nostri sguardi si incrocino, facendo si che i nostri occhi entrino in contatto. E che io ancora una volta mi perdi in quell’abisso celeste che sono i suoi occhi. Sono illegali. Sono decisamente illegali. 


Killian’s Pov

L’ho voluta portare qui perché immaginavo che non ci fosse mai stata, nonostante sia cresciuta qui a Storybrooke. È un posto isolato, che solo girando a cavallo si può scovare, io per fortuna essendoci stato spesso ultimamente, so farlo anche a piedi. Non è vicinissimo, ma immaginavo che Emma non avesse problemi a camminare, anzi, credo che nemmeno si sia resa conto della strada che abbia fatto, troppo presa a insultarmi. 
Si è meravigliata poi come una bambina quando ha visto la città da questo punto. E l’ho trovata davvero bella, più di quanto già non fosse. 
I suoi occhi poi, i suoi smeraldi verdi, sono la cosa più bella che io abbia mai visto ed è così facile perdersi dentro di essi. Solo un folle non si accorgerebbe che Emma Swan è una terribile tentazione, anche per chi come me non vuole innamorarsi. 
La prima a distogliere il contatto visivo, è proprio lei e abbassa la testa imbarazzata, come se avesse provato qualcosa nei miei confronti. 
«Vengo qui quando voglio stare per conto mio, l’ho scoperto per caso e me ne sono innamorato. È un posto così isolato, così silenzioso che tutti i pensieri spariscono... Almeno per me è così, quando sono triste non amo la confusione, preferisco la solitudine.» le confesso e se devo essere onesto non so nemmeno perché le sto dicendo tutto ciò, perché io mi stia confidando proprio con lei. 
So solo che mi posso fidare e che se pur siamo molto diversi, siamo anche molto simili. E forse anche perché voglio far sì che lei capisca che non sono uno sbruffone o almeno non solo questo.
«Non ti facevo un tipo solitario Killian Jones» e infatti prontamente lei mi risponde così, esattamente come immaginavo. Si è fatta un’opinione di me completamente sbagliata.
«Non mi conosci Emma Swan, non sono solo ciò che vedi» rispondo a mia volta e la guardo. Lei intanto si è messa seduta su una roccia, situata proprio davanti alla vista di Storybrooke, a quanto pare non ha intenzione di andarsene troppo presto, ma non posso dire che sia per me o per la vista...
Faccio lo stesso sedendomi sull’altra roccia accanto a lei.
«E tu non sai niente di me»
«So che non sei come tutte le altre ragazze. Non solo perché me l’hai detto tu, ma perché si vede, te lo assicuro! E non è una critica, al contrario... Le giovani di oggi pensano solo a sposarsi e non hanno un minimo di interesse per il mondo che le circonda, tu invece hai le tue passioni e credo proprio che tu sia una ragazza che ami vivere fuori dagli schermi. La cosa mi piace molto, con te non ci si annoia mai. E poi difficilmente qualcuno riesce a battermi a duello, è tanto solo questo»
Mi accorgo che ha voltato lo sguardo verso di me e mi guarda sorpresa questa volta. Forse perché avverte che io sia riuscito a inquadrarla.
«Andresti molto d’accordo con mia sorella» le dico prima che lei possa replicare e ancora una volta in modo spontaneo, confidandomi con lei. So che posso fidarmi. 
«Hai una sorella?» mi chiede subito di rimando e io per un solo attimo mi maledico per aver tirato fuori l’argomento e mi irrigidisco, facendo sì che Emma mi guardi preoccupata per la mia reazione, ma poi mi rilasso e inizio a parlare. 
«Si chiama Ruby, in realtà non la vedo da anni ormai, è stata rapita e io da allora non ho smesso di cercarla! Covo vendetta per colui che me l’ha portata via, si chiama Rumple o è chiamato anche il signore oscuro perché pratica la magia oscura... Non so dove sia. So solo che ha covato vendetta verso di me, perché mi sono innamorato della sua donna, Milah e lei è sfuggita per venire con me e i miei fratelli.» e le racconto di me, di come ho perso la mia mano, della mia passione per le navi, di Ruby, di Liam e anche di Milah il mio primo e unico vero amore. L’unico mio amore, da dopo di lei non mi sono più innamorato e nemmeno mi sono messo di impegno per farlo, anzi ho proprio evitato di farlo e spontaneamente le dico anche ciò. 
Mi fido di lei, non so per quale assurdo motivo, ma è così. O forse è il luogo. No, forse è proprio lei... 
Mi volto a guardarla visto che ho finito di raccontare e non dice ancora nulla, mi guarda con sguardo triste, non compassionevole, triste, come se capisse il mio dolore. 
E io non so come per la prima volta nella mia vita mi sento capito, compreso. Lei non ha ancora detto nulla, ma il suo sguardo vale più di mille parole.
«Mi dispiace, davvero! Io... Scusa per non aver capito nulla di te.» mi dice e sono io a stupirmi ora, per le sue scuse che di certo non mi aspettavo. 
Emma Swan mi sta guardando con quei suoi occhioni meravigliosi chiedendomi scusa. 
«Spero che tu riesca a ritrovare tua sorella!» mi dice ancora prima che io possa aggiungere altro.
«Fosse l’ultima cosa che faccio ma la troverò!» rispondo io e poi per allentare la tensione che si è creata, le chiedo di lei. Sono curioso poi di sapere altro, ho voglia di conoscerla e capire di più chi sia.
«E tu, Emma Swan, sei mai stata innamorata?»


Emma’s POV 

Inizio a vederlo con occhi diversi, non solo come lo sbruffone che è, ma come un uomo che nella sua vita ha sofferto molto e che ora ha costruito intorno a se un muro di protezione per non dover più stare male.
Io nella mia vita non ho sofferto come lui, ho una famiglia su cui contare, le mie sorelle, ma so che cosa vuole dire soffrire per amore. Se pur il mio dolore non è paragonabile al suo. Neal non è morto, mi ha semplicemente abbandonata, il che è decisamente diverso che perdere la persona amata attraverso la morte. 
Mi ha raccontato così tanto di sé e mi stupisco anche che abbia deciso di confidarsi proprio con me, ha tirato fuori l’argomento della sorella con naturalezza, senza rendersi conto di averlo fatto e quando gli ho chiesto di più ho notato immediatamente che si è irrigidito. Ma poi si è fidato e si è lasciato andare... e ora, ora mi sta chiedendo di me e io non so se lasciarmi andare a mia volta, lo guardo negli occhi e vedo attraverso di essi che aspetta solo un mio accenno, è curioso, ma anche interessato a capirne di più di me e io, inspiegabilmente a mia volta, decido di fidarmi. 
«Non lo so! Neal, il papà di mio figlio, è stato l’unico uomo con cui sono stata, mi ha conquistata con il suo modo dolce e gentile di fare, i suoi modi simpatici... Ma poi quando ha scoperto di Henry mi ha abbandonato, mi ha lasciata dicendomi che non era pronto a fare il padre, che a 18 anni era ancora troppo giovane... Non so se sono stata innamorata di lui, forse si, lo sono stata, ma ho fatto l’errore più grande della mia vita.» e gli racconto anche di mia madre che quando ha appreso la notizia della mia gravidanza è andata fuori di testa, sostenendo che ora nessuno mi avrebbe più sposata e che avevo rovinato la mia vita. Henry invece mi ha resa più forte. In tutto. Sono cresciuta con lui praticamente e sono diventata quella che sono. Quando ho scoperto della gravidanza ho pensato a tutti i possibili modi per liberarmi di quel fardello che mai avrei creduto di poter gestire da sola, o anche pensato di farla finita io stessa per eliminare il “problema” e non dare un dolore alla mia famiglia con pettegolezzi indesiderati, ma poi da persona che ama troppo la vita, non sono riuscita a fare un gesto del genere. Ho partorito in casa e ho evitato di uscire da essa quando la gravidanza era ormai evidente, con l’intento poi di dare mio figlio in adozione a una famiglia che non poteva avere figli; ma quando l’ho tenuto in braccio per la prima volta, quando ho incrociato il suo sguardo, ho completamente perso la testa per lui. È stato subito amore e non potevo lasciarlo andare. Era il mio bambino e io lo amavo. Ancora oggi lo amo più della mia stessa vita e sono innamorata di lui come il primo giorno. 
«Si effettivamente si, sono innamorata. Sono innamorata di mio figlio.» dico non appena realizzo ciò che gli ho raccontato. Amore più grande di questo non esiste
«E tua madre?» mi chiede, avendo capito che lei non avesse preso per niente bene la mia scelta.
«Ha avuto paura dei pettegolezzi, infatti ha evitato di uscire per parecchio tempo, fino a che essi non si sono placati... Ma anche a me ha parlato meno, il nostro rapporto dal quel giorno si è inclinato molto. Credo che mai potrà tornare quello di un tempo... Avevamo in rapporto invidiabile...» ed è così. Non ne parlo spesso, anzi posso affermare che non ne parlo mai, ma da quando le ho detto della mia gravidanza e di quello che fosse successo con Neal, non mi ha più considerata come prima e il nostro meraviglioso rapporto è venuto a mancare. 
Le ho sempre raccontato tutto, ogni cosa mi passasse per la testa. Passavamo davvero tanto tempo insieme e lei stessa, oltre che mio padre, mi ha insegnato ad andare a cavallo e a tirare con la spada. Mi raccontava sempre delle sue avventure spericolate per i boschi e di come ha conosciuto mio padre tra di essi e si è innamorata di lui, come lui ha lasciato la sua futura moglie per sposare proprio lei. Di come lui pensando che fosse una ladra, l’ha fatta cadere in una trappola lasciandola appesa a un albero per ore... Ed è in quelle ore che si sono innamorati e poi hanno recuperato l’anello smarrito insieme. Era stato preso da dei ladri professionisti che volevano arricchirsi con un vecchio cimelio di famiglia. L’anello che indossa infatti mia mamma al dito, appartiene alla famiglia di mio padre da generazioni. 
Fatto sta che è stata proprio lei a infondere in me lo spirito di avventura, ma poi tutto è cambiato quando io mi sono fidata di Neal. È stata lei la prima a cui ho raccontato di averlo conosciuto e che mi interessasse per i suoi modi di fare, ed è stata lei a dirmi di conoscerlo meglio e di non lasciarmelo scappare se sentivo che fosse quello giusto... Ma è ovvio che conoscerlo non intendeva il sesso. Quello solo dopo il matrimonio e con un unico uomo, il proprio marito. Come lei con papà. Io invece sono venuta a mancare a tutto ciò, probabilmente anche se non me l’ha mai detto, mi reputa una sgualdrina.
«Credo che mi odio perché ho rovinato il buon nome della famiglia, oltre che considerarmi una poco di buono» 
«Mi dispiace Emma, immagino che sia orribile sentirsi abbandonati dalla propria madre, non accettati e capiti.»
Annuisco. È davvero orribile. Deluderla è stato terribile e sapere che non posso fare nulla per far tornare le cose come prima ancora di più. Ho provato a dirle come mi sento, più che altro ho provato a chiederle di stare un po’ insieme come i vecchi tempi, ma lei ha rifiutato sostenendo di avere da fare e di fare un’altra volta, ma non c’è mai stata nessuna altra volta. 
I nostri sguardi a quel punto si incrociano ancora una volta e avverto una strana sensazione di piacere a stare accanto a lui, come se fossimo chiusi in una sorta di mondo tutto nostro, come se stessi conoscendo per la prima volta Killian Jones e questo nuovo lui, mi piace molto. É sensibile, dolce e simpatico. Tutto al contrario dello sbruffone che era quando l’ho conosciuto. Per la prima volta lo vedo con occhi diversi e posso affermare che è anche bello da togliere il fiato e che io mi sono trovata benissimo a parlare con lui, a confidarmi. 
Il suo sguardo così dolce e complice allo stesso tempo mi conferma che è così anche per lui. 
Ma non posso permettermi di certo di rovinare tutto con un gesto avventato, non ne voglio più fare di gesti azzardati con gli uomini e così mi allontano, mi allontano repentinamente da lui e abbasso lo sguardo sulle mie mani per non incrociare più quei meravigliosi occhi color del mare... 
«Devo andare ora, Henry deve fare il bagno e mangiare. Mi starà aspettando...» dico per giustificare il mio strano comportamento, mi sono allontanata da lui con un balzo repentino, chissà che cosa pensa di me... Henry comunque non è una scusa, veramente devo andare da lui a casa. Ho abituato mio figlio a mangiare sempre con me, non ci separiamo mai. Non voglio che si senta rifiutato da me, per nessuna ragione al mondo, al contrario voglio sempre che si fidi e mi racconti tutto. Voglio avere con lui il rapporto che io avevo con mia madre e mai far sì che questo legame speciale si spezzi. Ciò comprendere di non privarlo mai della mia presenza. 
«Swan, metti la scusa di tuo figlio per scappare da me?» mi chiede a quel punto Killian e io capisco palesemente che è tornato lo sbruffone e insolente di quando l’ho conosciuto. E se poco prima ho avvertito una connessione con lui e il desiderio di qualcosa di più, come di baciarlo, ora provo solo irritazione. E mi chiedo come mi sia venuto il desiderio di baciare questo insolente. Per giunta si è avvicinato ancora una volta pericolosamente al mio viso e mi guarda come se avesse intuito i miei pensieri e ciò mi irrita ancora di più, facendomi mettere sulla difensiva. 
«Sei un...» non so nemmeno io quale insulto sto per lanciargli, ma tanto lui mi precede.
«Andiamo dai, non voglio sentire con quale aggettivo carino mi stai per descrivere.» mi dice facendomi incamminare per prima, da cavaliere, ma guardandomi in fondoschiena, me ne accorgo perché mi giro per capire se lui mi sta seguendo e vedo la direzione dei suoi occhi.
«Porco e cafone. Ecco cosa sei Jones»
«Scusa Swan, ma non ho resistito, hai un fondoschiena niente male»
E se non fossi troppo lontano da casa lo schiaffeggerei e me ne andrei da sola, ma non lo faccio solo perché non so tornare sulla via principale da qui dove siamo. Lui intanto si è incamminato e se la ride di gusto. 
È un maledetto e irritante pirata da strapazzo, visto la sua passione per le navi e l’uncino alla mano, mi viene da pensare a lui come un pirata. E ce lo vedo a solcare i mari. 
Ed ecco che ripenso a lui come se mi piacesse... 
Killian Jones non mi piace. Killian Jones è solo uno sbruffone, insolente e porco. Il fatto che io mi sia confidata con lui e lui con me non cambia le cose, al contrario, non siamo amici, ora, siamo ancora dei semplici conoscenti e tali dobbiamo rimanere.
 



Spazio autrice: Ciao a tutti, eccomi tornata a postare un nuovo capitolo, finalmente il nostro Killian torna protagonista, non solo, vediamo come Emma e Killian iniziano ad avvicinarsi, piacersi, conoscersi... Emma senza dubbio ha capito di averlo giudicato male, senza realmente conoscerlo fino infondo, ha guardato solo all'apparenze, ma ora ha capito che Killian non è solo arrogante e strafottente e ha compreso che ha sofferto molto. Certo, ancora non si è lasciata andare e nega di provare qualcosa per lui, tipico di lei, ma... Chissà come si evolveranno le cose ehehehe 
Qui si scopre qualcosa anche sul passato di Emma e sul suo rapporto con Mary Margaret, la donna non ha accettato la gravidanza della figlia e si è allontanata, ma presto anche qui altri elementi verranno scoperti e conosceremo anche meglio Mary.
Be, che dirvi, fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo, se vi è piaciuto. Vi mando un abbraccio virtuale e ci sentiamo al prossimo aggiornamento, sia con le mie storie che con le vostre. A presto.

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Capitolo 6
*** Ballo con ospite a sorpresa ***


 





Capitolo sei - Ballo con ospite a sorpresa 


Emma’s POV 

Ho passato l’intera giornata a prepararmi per il grande ballo della mia amica Regina, o meglio a farmi preparare da lei stessa in persona, per il suo grande ballo. Un ballo in grande stile che tiene in casa Mills, visto che ha una casa immensa e decisamente meravigliosa, per ufficializzare il suo matrimonio con Robin. A dirla tutta Regina non avrebbe voluto fare questo ballo in grande stile e ufficializzare la cosa, ma sua madre Cora ha insistito affinché invece tutti sapessero e che se non avessero detto nulla, avrebbero fatto brutta figura e che la loro famiglia non si può permettere di essere sulla bocca di tutti. Almeno ha avuto la parola decisionale su come organizzarlo, invitando chi volesse lei e gestendo l’evento come lo volesse lei. 
Se devo essere sincera per questo evento ho osato un po’ troppo. Nessun abito alla bottega in città ha attirato la mia attenzione e così Regina esausta per i miei gusti difficili, alla fine ha trovato la soluzione adatta a me. Un abito che ha comprato in uno dei suoi viaggi in giro per il mondo, a Parigi con la precisione, che non ha mai indossato perché non troppo nel suo stile. Rosso, ampio alla fine di esso e con il corsetto decisamente stretto per i miei gusti, mi schiaccia decisamente la vita e anche se lo indosso solo da cinque minuti già lo vorrei togliere per respirare. Per non parlare della scollatura particolarmente audace. Però devo ammettere che mi calza a pennello, sembra disegnato per me e l’ho capito subito, se pur non mi intendi per niente di moda. La modaiola è Regina, è lei quella con classe e stile, con eleganza. Potrebbe benissimo indossare uno straccio e lo saprebbe portare con estrema bellezza. La invidio un po’ per questo... Ma questo vestito, bé mi fa decisamente sentire bella. L’acconciatura che ho poi si sposa perfettamente con esso, uno chignon e alcune ciocche ribelli invece lasciate cadere davanti agli occhi. 
Sia le mie sorelle, sia Regina mi hanno fatto i complimenti, compreso mio figlio Henry, il quale con la sua vocina mi ha detto: “Mamma tu tupenda” facendomi venire voglia di abbracciarlo forte e stringerlo come non mai, non l’ho fatto solo perché é impossibile quasi muoversi con esso e perché lui non me lo avrebbe permesso, inizia a odiare baci e coccole, almeno che non sia lui a chiederle. 
Regina comunque è altrettanto bella per questo ballo in suo onore, sono sicura che Robin resterà senza fiato non appena la vedrà. Un vestito bianco, che scende morbido lungo i suoi fianchi, decisamente meno stretto del mio e infatti la sta inviando terribilmente per ciò, con dei brillantini che lo mettono decisamente in risalto e anche il corpetto ha una fascia sulle spalle con i brillantini, anche i suoi capelli sono legati, ma in un morbidissimo chignon con dei piccoli ciuffi che escono da esso, che la rendono sbarazzina, ma elegante. 
Mia sorella Elsa poi non è da meno, ci sarà anche Graham alla festa e ha voluto fare bella figura su di lui, anche se decisamente non ne ha bisogno, lui già pende dalle sue labbra. È completamente cotto. Fatto sta che si è impegnata parecchio, si è fatta una treccia laterale come acconciatura e invece addosso ha un vestito azzurro, che scende stretto e modella benissimo il suo corpo snello ed è di colore celeste, con dei brillantini qua e là sulla gonna a risaltarlo. Le sta divinamente e anche esso sembra stato disegnato per lei. Se Graham non fosse già cotto a puntino, sicuro vedendola vestito così, lo sarebbe ancora di più.
Prima di uscire per andare a casa di Regina e attendere gli ospiti, mi guardo un’ultima volta allo specchio e poi esco. 
Non appena arriviamo Robin è già un casa nel suo vestito elegantissimo come non l’ho mai visto, ma sta decisamente bene e sembra un principe. Ha un camicia bianca e sopra un gilet blu chiaro che si sposa perfettamente con i suoi colori e soprattuto con l’azzurro chiaro dei suoi occhi. Mi diverto a vedere la mia amica restare quasi senza parole quando lo vede, ma lui altrettanto. 
«Chiudete la bocca entrambi o vi entra qualcosa» gli dico per provocare, so che posso farlo, che posso permettermelo. 
«Swan fossi in te non parlerei...» mi risponde Regina prontamente, é anche per questo che siamo amiche, lei ha sempre la battuta pronta e sa tenermi testa, mi dice sempre le cose come stanno, a costo di ferirmi, senza peli sulla lingua, siamo davvero uguali in questo. Io anche sono esattamente così. 
«Cosa intendi?»
«Vedrai presto di cosa parlo» e si allontana con Robin sotto braccio, qualche primo ospite è già iniziato ad arrivare e loro due devono fare i perfetti padroni di casa e accoglierli.
La guardo raggiungere la porta e non capisco davvero a che cosa si riferisca e non amo restare con il dubbio sulle cose, a dire il vero lo odio profondamente. 
Per fortuna riesco a distrarmi facilmente e non pensare più alle parole di Regina. Non ho un accompagnatore con cui parlare, la mia amica è la protagonista della festa ed è giustamente impegnata a salutare tutti, Elsa è sparita chissà dove, forse è arrivato Graham ed è con lui... Così mi reco al buffet per prendere qualcosa da mangiare, sapendo che sicuramente ha pensato Regina a tutto e quindi sarà buonissimo, niente di troppo aristocratico e qualcosa da bere che non sia solo spremuta d’arancia. 
Voglio poi recarmi in giardino a prendere un po’ d’aria, per quanto fuori l’aria sia decisamente pungente, dentro fa decisamente troppo caldo. Preferisco un po’ di freddo.
Arrivo fuori con il mio piatto attenta a non romperlo o Cora sarebbe capace di farmelo ripagare con l’interessi, e un flûte in mano per sedermi sul dondolo che so esserci in giardino, quando una voce molto famigliare cattura la mia attenzione. 
Quella di Killian Jones. 
Cosa ci fa lui qui?
E poi mi tornano in mente le parole di Regina sul rimanere sorpresa e non di parlare troppo. Ha invitato Killian senza dirmi nulla. 
Ora capisco perfettamente anche quel suo discorso di oggi pomeriggio, quello scambio di chiacchiere innocue che abbiamo fatto mentre ci vestivamo. Non ha fatto altro che nominarlo e inserirlo nei suoi discorsi, non ha fatto altro che chiedermi, ancora una volta, del nostro pomeriggio insieme avvenuto solo pochi giorni prima. Tra l’altro alla fine non gli ho nemmeno restituito la giacca... Una volta arrivati a casa mia, sono stata travolta da mio figlio e i suoi racconti e non solo, ha parlato molto anche con Killian, che quando si è fatta l’ora di cena, lui è andato via senza riprendersela o meglio io di ridargliela. 
Devo dire che mi ha piacevolmente sorpreso il fatto che da subito è entrato in sintonia con Henry, ci sa decisamente fare con i bambini e soprattutto Henry è rimasto affascinato da lui. Ma come ha detto Regina oggi pomeriggio, nei tanti argomenti in cui discorso era proprio Jones, che è normale che mio figlio lo adori, visto la sua aria misteriosa e un uncino al posto della mano, che lo fa sembrare molto un pirata. Henry adora le storie sui pirati, qualunque storia a dire il vero, ma in particolare modo quelle sui pirati. E come darle torto a Regina? 
«Swan ti rendo pensierosa?» mi dice l’uomo avvicinandosi a me con il suo sorriso a trentadue denti, quello che mette in risalto la sua dentatura perfetta e il suo sorriso, oltre che la sua faccia da schiaffi. Io infatti non so se essere affascinata da esso o irritata. 
Ma che sto dicendo? Irritata ovviamente. Irritata anche da ciò che ha detto. Arrogante e sbruffone come sempre del resto. 
«No ovviamente, non pensavo a te! Che ci fai qui?»
«La tua amica ha invitato anche me, oltre Graham. Penso che volesse farci rincontrare sai? Parli di me con lei?» mi chiede ancora com quel sorriso ironico e divertito.
Mi irrito ancora di più.
«NO! Per mia fortuna non sei al centro dei miei pensieri»
E con fare deciso mi dirigo nuovamente dentro, cinque minuti con lui e già ha avuto la capacità di farmi innervosire più di quanto già non fossi, visto che a questi eventi mi sento davvero un pesce fuori dall’acqua. Se sono qui è solo per la mia amica. 
Anche se adesso una ramanzina non gliela toglie nessuno. Come le è venuto in mente di invitare Jones? Come?
La vedo chiacchierare da sola con Robin e mangiare qualcosa insieme a lui e quindi mi avvicino per parlarle, approfittando che nessuno è con loro per congratularsi.
Non appena mi vede sorride e immagino che abbia capito perfettamente, dal mio sguardo, che mi sono accorta della sua sorpresina. 
Tanto che è lei a parlare per prima, non lasciandomi modo di farlo.
«Oh andiamo Emma, non fare quella faccia! Lo so bene che ti fa piacere che lui sia qui... Ho visto come vi fate gli occhi bramosi e dolci e l’ho notato semplicemente in quei cinque minuti che sono stata con voi in città.» mi dice 
«Io non faccio gli occhi bramosi» rispondo secca, alterata dalla sua affermazione. Non ho mai fatto gli occhi dolci a Jones. O forse sì? Ma no, ovvio che no, c’è stato solo un momento quando eravamo soli in cima alla città che ho pensato che lui non fosse l’uomo che appare, ma è stato solo un attimo e ciò non vuole dire nulla, assolutamente nulla. Regina é fuori strada, completamente. 
«Tu forse no, ma lui si!» ribatte ancora lei, vuole sempre avere ragione. Ciò mi irrita e questa sera mi irrita tutto. Perché sono venuta? Ah già, per la mia amica che la principale causa della mia irritazione...
«Oh avanti Emma, dagli una chance. Non è così male se lo conosci meglio e ti potrebbe anche sorprendere» interviene nella conversazione Robin. Ci mancava solo lui adesso. E poi che cosa ne sa? Lo conosce? 
«Ha una tenuta a Londra dove vivono i miei, da ragazzi abbiamo spesso giocato insieme. Lui e Liam mi hanno insegnato tante cose e io ho insegnato loro a tirare con l’arco. Ci siamo persi dopo la morte del fratello e la scomparsa della sorella, ma ritrovandosi qui abbiamo riscoperto un po’ della nostra amicizia. È un brav’uomo, colto e intelligente, ha solo sofferto tanto. Prima della tragedia famigliare che l’ha coinvolto non era così donnaiolo, al contrario... E secondo me non lo è nemmeno adesso. Ha solo bisogno di una donna che lo porti ad amare di nuovo. Sai di Milah no?» Mi racconta inoltre, delle loro gite in barca, delle giornate fuori in cerca di avventura e i guai in cui si sono cacciati spesso e poi messi in punizione. Mi racconta di Killian e della sua gioia di vivere e di come pendesse dalle labbra del fratello e del suo fare protettivo con sua sorella. 
Annuisco e mi sorprendo allo stesso tempo di come Robin, il mio amico di infanzia lo conosca così bene. Ha fatto un quadro positivo ed elogiante di Killian che quasi lo vedo nuovamente con occhi diversi, come l’ho visto nel nostro pomeriggio di confidenze. Quasi rivedo il Killian allegro che ha scherzato, giocato e scherzato con mio figlio come se niente fosse, come si conoscessero da sempre. 
E se fossi io a sbagliare con lui? Forse sono io che ho paura di fidarmi e rimanere delusa. Di nuovo. Forse sono io che non voglio legarmi a nessuno e allontano ogni possibilità di conoscere nuove persone. Forse sono io che sono troppo selettiva e critica.
Non rispondo nulla ai due e me ne vado, continuando a rimarginare sulle parole di Robin e ciò che mi ha rivelato su Killian, se pur conoscessi la sua storia. Ma tante cose che mi ha detto sulle loro avventure non le sapevo, come non sapevo molto sul suo rapporto con i fratelli.
Ad avvicinarsi a me e distrarmi dai miei pensieri, è un giovane che ho già notato in altre feste, ma che so essere il classico tipo che ci prova con tutte e che viene a questi balli con l’unico scopo di rimorchiare, tra l’altro ho avuto modo di parlarci una volta e l’ho trovato estremamente noioso e banale. Fatto sta che per gentilezza lo saluto e sto per andarmene poco dopo, ma lui mi afferra per la mano senza che io possa rendermi conto, siamo già in pista e per forza di cose dobbiamo ballare. Io sono una pessima ballerina tra l’altro, quindi già non ho per niente voglia di ballare, figuriamoci con lui. A questo punto preferisco di gran lunga la faccia strafottente di Killian, almeno parlare con lui è piacevole. 
E mi maledico mentalmente per quel pensiero... 
Tra l’altro il damerino balla peggio di me e mi ha già pestato i piedi più volte. Mi ha preso alla sprovvista o non mi sarei ritrovata in questo pasticcio. Questa serata sta andando di male in peggio...
Non solo sono irritata perché la mia amica mi ha taciuto la presenza di Killian, adesso sono a ballare con uno che non sopporto e a pensare invece a quel pirata da strapazzo dagli occhi celesti a cui non voglio pensare e a cui non avrei pensato se non stessi in questa situazione. 
Non dovevo proprio venire a questa festa mi sa. 
Tra l’altro il tizio mi sta parlando di qualcosa di cui io non sono minimamente interessata e mi sta solo rimbambendo di chiacchiere inutili.
«Love, qui sei! Possibile che ti lascio un attimo da sola e qualcuno ti si mette alle costole? Piacere, sono Killian Jones, il suo fidanzato.» dice Killian rivolto prima a me e poi rivolgendo lo sguardo verso l’uomo con cui sto ballando.
E sono felice che sia corso in mio aiuto, probabilmente il mio sguardo diceva chiaramente “SOS” e il damerino concentrato a raccontare nemmeno si è accorto di ciò. Meglio così. 
«Sei fidanzata?» si stupisce della cosa, effettivamente non ho l’anello al dito e lo avrà notato.
«Si, non è ancora ufficiale, ma lo sarà presto! Andiamo, love.» io non avrei saputo che cosa rispondere, ma Killian taglia corto e mi porta via da lì, afferrando la mia mano e conducendomi verso il giardino. 
Solo una volta che siamo nel punto esatto dove ci siamo salutati questa sera, lui lascia la mia mano e io guardo davanti a me, alla fontana poco distante che sta sprigionando i suoi schizzi, illuminata solo dalla luna che ormai fa capolino nel cielo. È uno spettacolo bellissimo. 
Nessuno dei due però dice una parola. 
«Non dico tanto, ma almeno un grazie per averti liberato da quel damerino me lo merito» è lui a prendere la parola per primo e io finalmente mi volto per guardarlo e mi accorgo che mi sta guardando già a sua volta. 
Alzo gli occhi al cielo e lo ringrazio, non distogliendo il contatto visivo con il suo viso e i suoi occhi. 
«Anche se, come minimo per averti salvato i piedi e per averti salvata da un terribile mal di testa, merito altro...» porta prima la mano dietro l’orecchio, come se fosse imbarazzato, ho notato che lo fa sempre quando è nervoso, per poi spostarla verso le sue labbra...
E io lo prenderei nuovamente a schiaffi, mi sta sfidando, vuole che io lo baci.
«Penso che un grazie sia sufficiente, anche perché non ti ho chiesto io di venire in mio soccorso, magari mi stavo divertendo a ballare con lui» lo provoco, se lo merita visto ciò che mi ha detto.
«Lo capisco, pensi che sia troppo per te e poi non resisteresti al mio fascino e al desiderio di farlo ancora...» e ancora una volta mi provoca, mi sfida apertamente stavolta, ignorando completamente ciò che gli ho detto, dando per scontato che io fossi annoiata dal damerino. Dando per scontato che la sua presenza invece è gradita. Vorrei prenderlo a schiaffi, ma non lo faccio, al contrario lo provoco a mia volta. 
«Forse per te è troppo Jones...» gli dico, mentre il suo sguardo malizioso, fa vibrare il mio corpo al punto da accettare la sua sfida. 
Lo afferro per il colletto della camicia e lo bacio. Senza rendermene conto. 
Muovo la mia bocca sulla sua e ben presto lui inizia a fare lo stesso. Se in un primo momento é rimasto sorpreso per la mia intraprendenza, poco dopo inizia a ricambiare a sua volta, insinuando la sua lingua all’interno delle mie labbra alla ricerca della mia. Gliela faccio trovare ed esse iniziano una danza senza fine.
Le mie mani sono ancora sul colletto della sua camicia, le sue sono sul mio collo e lo accarezzano dolcemente. Suadenti. 
Cavolo se sa baciare bene. Le sue mani poi sono così calde...
Un barlume di lucidità, ma anche la necessità di riprendere fiato, mi fanno allontanare da lui. 
Non doveva succedere, non dovevo baciarlo, perché mi rendo conto che mi è piaciuto maledettamente e che ho i brividi lungo la schiena. La paura torna a impadronirsi di me e sono andata io stessa a cercarmi il pericolo come una stupida.
«È stato...» prova a dire lui, mentre ancora non ci siamo allontanati completamente.
«Un qualcosa che non accadrà mai più.» dico io, scappando, scappo sempre quando ho paura. 
E scappo letteralmente da lui, rientrando in casa. 


Killian’s POV 

Non so descrivere questo bacio, so che è stato... Meraviglioso, quanto inaspettato. Non avrei mai pensato che Emma Swan mi baciasse. Quando l’ho provocata affinché mi baciasse, non avrei mai pensato che l’avrebbe fatto seriamente. 
La vedo allontanarsi, anzi letteralmente scappare da me e io invece, istintivamente mi porto la mano alle labbra, mi sento ancora le sue impresse sulle mie, avverto ancora il suo sapore... 
E talmente sono scosso che non riesco a muovermi. Vorrei seguirla dentro e baciarla ancora, ancora e ancora, ma naturalmente un barlume di lucidità non mi fa fare un gesto così impulsivo. Quel bacio se pur desiderato mi ha letteralmente sconvolto. E ora non so davvero come comportarmi, come reagire. Mi sono sempre ripromesso di non farmi più coinvolgere emotivamente da una ragazza, mi sono ripromesso di non lasciarmi andare e invece, invece mi ritrovo coinvolto da Emma Swan, sono coinvolto più quanto avrei creduto, questo bacio inoltre, ha risvegliato delle sensazioni in me che non provavo più da tempo.
È stato solo un gioco all’inizio, Emma è bella, affascinante, interessante e simpatica, ma l’ho sempre guardata più come una conquista, invece il bacio che ci siamo scambiati è stato talmente intenso, che ho avvertito il mio cuore battere forte, come non faceva da tempo, anni ormai... Improvvisamente il ricordo di Milah è scomparso per fare spazio a un sentimento nuovo. Come può un bacio far provare emozioni simili? E soprattutto un bacio può far tornare a battere un cuore che si era fermato, per insufficienza d’amore e tanto odio nella propria vita? Si, a quanto pare si, o forse è un dono di Emma, una sua capacità. Oltre a essere così bella e diversa dalle altre, è speciale. 
E mi rendo conto che potrei perdere seriamente la testa per lei, ma non ho intenzione di lasciare stare, al contrario, voglio conquistarla, voglio che il suo cuore mi appartenga. 
Se prima l’ho corteggiata per gioco e semplicemente per divertimento, ora voglio fare seriamente con lei. 
Con quei pensieri torno a casa, il mio amico non so dove sia, non l’ho visto per tutta la sera, ma non gli dispiacerà se me ne vado. A interrompere i miei pensieri è Zelena, la quale tra le altre cose mi fa anche prendere uno spavento, visto che è comparsa dal nulla e in casa è tutto buio. Faccio letteralmente un salto, tanto che mi viene spontaneo chiederle se è forse impazzita. 
La sento ridere, ma anche prontamente avvicinarsi subito a me, in poco tempo sento il suo fiato sul collo e le sue labbra sopra di esso. 
«Mi sei mancato» mi dice suadente.
Cosa? Va bene, in passato abbiamo avuto una storia se così si può definire, ma è finita già da parecchio e io e Zelena è da tempo che non passiamo la notte insieme, poi sa bene che è stato solo un piacevole passatempo tra noi, ora cos’è cambiato?
Le sue labbra dal mio collo si spostano verso la mia guancia, per poi andare a depositarsi sulle mie labbra. 
Mi allontano prontamente da lei, spingendola via da me e incrocio finalmente i suoi occhi, mi guarda arrabbiata, decisamente contrariata dal fatto che io l’abbia respinta.
«Si può sapere che ti prende stasera?» le chiedo non riuscendo a capire questo suo strano comportamento, avevamo chiarito che qualunque cosa ci fosse stata tra noi era indubbiamente un capitolo chiuso, ora perché riaprirlo?
«Ho voglia di coccole e tu sei il mio preferito per sopperire a tale compito» risponde maliziosa, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se mi avesse proposto di andare a fare un giro e non mi stesse proponendo del sesso... 
Mi getta nuovamente le braccia al collo e le sue labbra tornano sulle mie. Esito un solo istante, ma poi confuso come sono, per ciò che è accaduto con Emma, per ciò che forse provo per lei, ma che non voglio provare, cerco di dimenticarmi di lei dedicandomi a un’altra donna, al puro piacere fisico e ricambio il bacio. 
Le mani di lei sono ancora intorno al mio collo e intensificano la presa, la mia e il mio uncino vanno a depositarsi sui suoi fianchi, la spingo verso il muro e le faccio fare un leggero salto per poter sentire le sue gambe attorcigliarsi intorno al mio bacino e io posso andare a insinuare la mano sotto il suo vestito, con l’uncino la tengo e con la mano l’accarezzo sulle natiche, mentre non smetto di baciarla, sulle labbra, mordendole il lobo dell’orecchio e scendendo verso il suo collo...
Sento subito i suoi mugolio di piacere, ma io al contrario, non provo assolutamente niente. Eppure mi ricordo che non era difficile per me eccitarmi durante le nostre prestazioni, ma stavolta se pur volendolo non ci riesco proprio.
E faccio l’unica cosa sensata, la faccio scendere e l’allontano da me.
«Non ci riesco, mi dispiace Zelena» le dico, veramente dispiaciuto, ma a quanto pare non riesco a levarmi Emma dalla testa, ciò che mi ha trasmesso solo con un bacio, un semplice bacio che ha avuto il potere di mandarmi su di giri, di farmi perdere la testa come un ragazzino alla sua prima cotta. 
«Che vuol dire Killian? Non mi desideri più come prima? È per colpa di quella lì non è vero?» mi chiede alzando il tono della voce, nervosa e alterata, decisamente alterata.
Prima che possa risponderle, é ancora lei a parlare.
«Come puoi preferire lei a me? È una ragazzina, avrà si o no vent’anni, non è del nostro stesso rango, hai visto come si veste? E poi quale ragazza tira di spada e va a cavallo? È un vero e proprio maschiaccio, non mi stupisco se rimanga zitella per tutta la vita. Non sa nemmeno cosa vuol dire fare impazzire un uomo di piacere... Te la faccio levare io dalla testa se me ne dai modo.» 
A sentire tutto questo veleno su Emma mi allontano ancora di più dalla donna e quando sono a debita distanza da lei, mi volto nuovamente per guardarla in faccia. 
«Emma avrà pure vent’anni ma è più matura e donna di te. Lei ha molta più classe ed eleganza di te, anche nella sua semplicità e non sfigurerebbe nemmeno con uno straccio addosso... Non so se posso dire lo stesso di te, che per risultare quanto menò passabile, devi passare almeno un quarto d’ora davanti allo specchio e per sedurre un uomo ci devi andare a letto insieme.» le rispondo a tono, alzando a mia volta la voce. Ciò che ho detto è quello che penso sul serio, Emma ha decisamente più classe ed eleganza di lei, è bella nella sua semplicità, nei suoi modi genuini di fare, nella sua schiettezza, non ha peli sulla lingua, ciò che pensa dice e ciò mi piace davvero tanto di lei, è limpida e sincera. I suoi occhi parlano spesso per lei, sono così espressivi, che potrei perdermi dentro di essi per tutta la vita. Non ha bisogno di malizia o di giocare sporco o usare il sesso per far impazzire un uomo, ci riesce semplicemente essendo se stessa. Non ha bisogno di nulla per far innamorare un uomo. 
E io mi accorgo di essere fottuto. Perché mi sto innamorando di lei e l’ho appena ammesso.
«Tu sei innamorato di lei?» dice ancora Zelena e io senza nemmeno risponderle la lascio in corridoio e me ne vado in camera mia. 


Emma’s POV 

Necessito di parlare con qualcuno di ciò che è successo con Killian, mia sorella Elsa è rientrata tardissimo ed è uscita ancora prima con i miei genitori per andature alla tenuta di Graham, lui a quanto pare ieri le ha chiesto di sposarlo e ora, i miei genitori vogliono parlare con lui, come da tradizione, non solo mio padre vuole fargli un discorso da uomo a uomo, o meglio minacciarlo che se fa soffrire sua figlia lo uccide in modo molto doloroso. Lo conosco bene.
Fatto sta che lei è uscita e io mi vesto velocemente, prendo Henry perché non voglio certo lasciarlo alle mie sorelle e dare loro questa responsabilità e vado da Regina. Sono sicura che Robin sarà ben felice di passare un po’ di tempo con mio figlio, lui adora i bambini, infatti credo proprio che sarà un papà perfetto e che forse, presto avranno dei figli. Non so quanto sia contenta Regina, almeno a suo detto, ma secondo me anche lei sarebbe una mamma splendida, Henry l’adora e lei è molto materna nei suoi confronti, più di quanto pensa, infatti gliel’ho detto spesso.
Mi faccio annunciare e una volta in salotto, mio figlio si lancia verso la donna abbracciarla forte, esattamente come previsto. Urlando “zia Regina”, la chiama così perché sa del legame speciale che abbiamo io e lei, sa che siamo come sorelle.
La mia amica lo stringe a sua volta, ma poi sposta lo sguardo verso di me e capisce che non sono lì per una semplice visita di cortesia, ma che devo parlarle. Ci capiamo con un semplice sguardo noi due.
Chiede a Robin se può rimanere con Henry, lui annuisce e noi ci dirigiamo verso il giardino, esattamente dove io e Killian ci siamo baciati. Tanto che i ricordi del bacio tornano a occuparmi la mente e prontamente cerco di scacciare quei pensieri, non voglio pensare a lui. Devo dimenticare il bacio, se pur un gran bacio, è stato solo questo.
Regina mi guarda senza dire nulla, ma dal suo sguardo capisco che abbia già intuito di cosa io le debba parlare. E la cosa mi irrita e imbarazza allo stesso tempo, tanto che prontamente divento rossa in viso, senza nemmeno rendermene conto. Dandole conferma ulteriore.
«Vi siete baciati?» mi chiede a bruciapelo e la odio profondamente quando mi capisce così bene, anzi no, non è vero, ma non può sempre avere ragione...
Annuisco e divento ancora più rossa se è possibile, se avessi ancora indosso il vestito della serata, mi sarei confusa senza dubbio con quello, stile camaleonte per intenderci.
«E com’è stato?»
«Reginaaaaaaaa! Non è questo il punto!» perché deve imbarazzarmi ancora di più e rendere il tutto ancora più difficile? 
«E quale?» mi chiede divertita, dalla sua espressione furba deduco che pensi che mi sia piaciuto parecchio, ha il suo tipico sguardo malizioso e io la odio ancora di più.
«Non doveva accadere, mi ha provocata e sai che quando mi sfidano...»
«Ti ha sfidato a baciarlo?»
Le racconto come sono andate le cose e lei scoppia a ridere vistosamente, senza ritegno e non preoccupandosi di prendersi il gioco di me.
«Tu l’hai baciato perché lo volevi e ti è pure piaciuto o non saresti qui così allarmata per un semplice bacio.»
Beccata. Mi ha letteralmente scoperta e io divento ancora più rossa in viso, tradendomi completamente. Se fino a un attimo prima avevo una reputazione, ora é stata sotterrata dal mio imbarazzo. 
Non dico nulla, so bene che Regina mi conosce meglio di chiunque altro e non c’è bisogno che io dica nulla.
Anzi è lei a prendere nuovamente la parola. 
«Emma non c’è niente di male se ti piace, sarebbe anche ora che iniziassi a fidarti nuovamente di qualcuno. Non voglio che mi diventi una zitella acida.»
«Ehi! Zitella a chi?» fingo di arrabbiarmi per la sua affermazione e lei scoppia a ridere, per poi tornare serie entrambe.
«Non so che cosa provo per lui. Mi piace. Le volte in cui non fa lo sbruffone che vuole stare al centro dell’attenzione mi piace, ma ho paura, Regina. Ho una maledetta paura di fidarmi di nuovo e rimanere delusa...» e tiro fuori le mie insicurezze. Killian mi piace, é odioso, strafottente e quando fa le sue battute spinte mi irrita e imbarazza, ma per qualche ragione misteriosa mi piace. Mi piace perché non è solo ciò, è sensibile, con mille insicurezze come me. L’ho capito quando mi ha raccontato la sua storia, quando ho incrociato i suoi occhi celesti ed erano ricoperti di tristezza, per un passato che ancora lo tormenta. E in fondo siamo molto simili io e lui, non riusciamo più a fidarci del prossimo... E mentre penso tutto ciò, mi rendo conto che mi piace più di quello che ammeto a me stessa e che potrei anche innamorarmi di Killian Jones. 
«Emma, del domani non c’è certezza, goditi quello che hai senza pensare a domani.»
«Da quando sei diventata così saggia Mills? È l’effetto Robin?» le dico guardandola negli occhi incredula.
«Io lo sono sempre stata, sei tu quella che non lo è nemmeno un po’» mi risponde prontamente lei, come al suo solito. Mi sa che non riuscirò mai ad avere l’ultima battuta con Regina. 
Poco dopo veniamo raggiunte da mio figlio con Robin, il quale vuole mostrarmi com’è stato bravo a tirare con l’arco. Mia madre e a volte anche mia sorella Merida, gli insegnano, quindi ha già una piccola base, ma con Robin ha tirato proprio da una posizione lontana ed è stato molto bravo. Mi ha fatto vedere il suo bersaglio.
Lo abbraccio istintivamente e lui si lascia abbracciare per un attimo e poi si separa tornando vicino a Robin. Non vuole mai essere troppo coccolato, lui è un ometto. O meglio un cavaliere corsaro.
Il nostro momento di confidenze è ufficialmente finito, ci dedichiamo entrambe ad Henry e a giocare con lui, fino a che per noi non si fa ora di tornare a casa. 
Il mio ometto saluta la zia Regina e lo zio Robin con un abbraccio, con la promessa di tirare presto di nuovo con l’arco insieme all’uomo. E Regina si rivolge a me.
«Mi raccomando, Swan, buon intenditore, poche parole» e ovviamente so che si riferisce al fatto che io debba parlare con Killian, lei è sicura che ci saranno altre occasioni di vederlo, io non ne sono certa, ma di sicuro non vado a cercarlo io. Aspetto che mi si presenta l’occasione. Sono incorreggibile lo so, ma non cambierò mai. 
 


Spazio autrice: Ciao tutti! Mi scuso se il capitolo arriva in ritardo, ma lo scorso sabato tra una cosa e l'altra non ho avuto modo di correggere il capitolo e creare l'immagine. Ma finalmente sono qui a rimediare ed ecco il nuovo capitolo. E finalmente Emma e Killian si baciano. Dopo sei capitoli, li ho fatti finalmente cedere, anche se Emma è scappata letteralmente da Killian per paura di ciò che prova, anche se ha ammesso di provare qualcosa per lui con Regina... E Killian a sua volta non ha ceduto con Zelena, perché è innamorato di Emma. Entrambi hanno ammesso i loro sentimenti, ma che cosa accadrà adesso? Stiamo per entrare nel vivo della storia e spero si scopriranno nuove cose. 
Detto ciò, vi auguro un buon week end. A prestissimo.

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Capitolo 7
*** Come si arriva a un secondo bacio? ***








Capitolo sette - Come si arriva a un secondo bacio?


Killian’s POV

Provo dei sentimenti per Emma Swan, non posso crederci. Non voglio che ciò sia vero. La conosco da così poco tempo... E poi, poi mi ero ripromesso di non innamorarmi più, di allontanare l’amore dalla mia vita! Non posso continuare a nutrire un sentimento nei suoi confronti, non posso proprio. Devo dimenticarla, devo dimenticarla con la stessa facilità con cui si è insinuata nel mio cuore. Devo smettere di pensare a lei, ai suoi occhi color smeraldo, alla sua bocca che avrei voglia di baciare ancora. Devo smettere di pensare ai suoi capelli così soffici e profumati in cui vorrei affondare la mia mano. Devo smettere di chiudere gli occhi e immaginarmela davanti, in tutta la sua bellezza e con quello sguardo contrariato se le dico qualcosa di troppo intimo, per poi cercare di mascherare il suo rossore evidente. Devo smetterla... Ora. Devo eliminare Emma Swan dalla mia vita. E come fare? A quanto pare provare ad andare a letto con un’altra donna non ha funzionato, quindi l’altra alternativa è una: gettarmi sul rum. 
Vado con passo deciso nella stalla, dopo giorni che praticamente non esco di casa, con la paura di incontrarla ed essere ancora più fottuto; e mi dirigo verso il paese. C’è una piccola locanda a livello famigliare che fa un rum da far girare la testa anche a un pirata dei sette mari come me. È artigianale poi, un vero toccasana. Rum di prima qualità e donne. Per dimenticarmi della mia ossessione. 
Poco prima di entrare incontro Robin, non ci parliamo più da quando siamo diventati adulti e pensare che da bambini eravamo grandi amici, vedendo che è solo, lo invito a entrare con me. Accetta immediatamente. 
Mi racconta che Regina è con alcune sue amiche, tra cui Emma, per una serata tra donne. La sua futura moglie è molto indipendente e vuole mantenerla anche se sta per sposarsi e quando sarà sposata. Mi ricorda molto Emma, forse è per questo che le due vanno così d’accordo... 
NO! Non devo pensare ad Emma. Per fortuna è arrivato il mio bicchierino di rum e lo scolo in un sorso solo, chiedendo subito il successivo. 
«Amico, possiamo non parlare di donne? Pensiamo a passare una bella serata tra uomini uhm?» dico all’uomo per farlo smettere di parlare della sua donna, per carità mi fa piacere che lui sia felice, ma se lui continua a parlare di Regina, io inevitabilmente penso ad Emma. Già è così difficile smettere di farlo. 
«Qualcuna che ti fa penare?» mi chiede, ma qualcosa mi dice che conosce già la risposta e vorrei chiedergli di più, ma un barlume di lucidità che non è ossessionato da Emma Swan mi fa desistere nel farlo. Mi limito ad annuire e spero che lui capisca che non ho voglia di parlarne, se ne parlo le dò ancora più importanza e io voglio invece allontanare il pensiero.
Lui per mia fortuna lo capisce e ci concentriamo solo sul bere e parlare di altro. 
Ci ritroviamo a parlare molto e mi ricordo immediatamente perché l’uomo fosse diventato mio amico. È piacevole parlare con lui e non ci vuole molto per ritrovare la nostra complicità. Parliamo di quando eravamo bambini, delle nostre avventure in mezzo al mare o tra i boschi e di come la vita fosse più semplice. Fino a che non so come sia possibile, o forse sono stato proprio io a tirare fuori l’argomento, complice qualche bicchiere di troppo, la conversazione si è spostata su Emma e quanto sia bella. Della sua eleganza, se pur  nella sua semplicità, dei suoi modi di fare e Robin non proferisce parola, non dice nulla ma si limita a guardarmi e penso abbia capito che io sono innamorato della bionda, della migliore amica della sua quasi moglie, nonché anche sua amica di infanzia. Com’è piccolo il mondo. Emma Swan è parente e amica con Robin, il mio amico di una vita, con cui sono cresciuto e che considero un po’ il mio migliore amico, se pur ci siamo persi con il tempo. Emma, Emma, Emma. È la mia ossessione. È ovunque, mi ruba gli amici, la mente, il cuore... 
E sto ancora maledettamente pensando a lei, quindi ordino un altro bicchiere e un altro ancora e bevo fino a perdere la lucidità. Forse e dico forse é l’unico modo per smettere di pensare a lei. Ma sto decisamente bevendo troppo e me ne rendo conto troppo tardi, quando ormai non mi reggo più in piedi e sto parlando senza una logica.
L’unica cosa che ricordo prima di cadere in un sonno profondo è di essere stato caricato con forza sul mio cavallo da Robin e un altro uomo che non so dire chi sia e che lui mi abbia portato a casa della sua donna e ho visto lei, l’oggetto della mia ossessione. Emma, bella come non mai, se pur io l’abbia vista doppio per il troppo alcol ingerito e poi, il buio più totale. Non ricordo altro. Potrebbe benissimo essersi trattato di un sogno, non ne ho la minima idea onestamente.

Emma’s POV 

Ho passato una serata davvero piacevole con Regina, una serata di sole donne mi ha fatto bene per smettere di pensare per un solo secondo a quel bacio. Da quando ho parlato con la mia amica di ciò che è successo e poi con mia sorella Elsa, sono più confusa di prima. Regina mi ha detto che secondo lei provo qualcosa di più ed Elsa mi ha detto praticamente la stessa cosa, soprattuto che non lo avrei mai baciato se non avrei provato qualcosa e ha ragione, dannazione. 
Mi piace Killian Jones.
Ma non voglio pensare a lui, voglio togliermelo dalla testa perché non ho nessuna intenzione di perdere nuovamente la testa per un uomo. Nessuna. Tanto meno per un donnaiolo come lui. 
Il fatto che stiamo passando una serata tra ragazze, senza parlare di uomini aiuta molto. Il problema sorge nel momento in cui rincasa Robin e scopro con mia grande sorpresa che non è solo, con lui c’è proprio l’uomo capace di tormentare il mio cuore e i miei pensieri. Completamente ubriaco, che sta farneticando qualcosa di incomprensibile e mi nomina non capendo che cosa io centri con i suoi deliri interiori da ubriaco. 
Robin naturalmente non sapendo dove portarlo ha pensato bene di venire a cada Mills, ma è anche vero che non possiamo farlo dormire in una delle stanze della tenuta di Regina, sua madre Cora sta per rientrare e sicuramente non sarà contenta di ritrovarsi il giorno dopo un uomo in casa ancora mezzo ubriaco o quanto meno stordito dall’alcol.
Facendomi aiutare proprio da Robin decidiamo, sotto mio suggerimento, di portarlo in un fienile poco distante da casa mia e lasciarlo dormire. 
Regina e Robin vengono con me fino al fienile e Robin che l’ha sorretto per tutto il tragitto, visto che dopo avermi visto è crollato definitivamente; distendendolo sul fieno in modo che possa stare comodo il più possibile. 
«Rimango io un po’ con lui, giusto fino a che non mi accerto che dorma completamente e torno domani mattina a vedere come sta» dico ai due. Non so perché, ma sento il dovere di stargli accanto e accertarmi personalmente che stia bene. Robin ha solo spiegato che è si ridotto in questo stato per smettere di pensare, non ha detto a chi, ma io immagino che sia per il suo passato doloroso e avverto il bisogno di stargli accanto. Starò davvero fino a che non vedo che dorme beato e profondamente per poi tornare il giorno seguente. 
Regina mi guarda con il suo solito sorriso malizioso e furbo di chi la sa lunga e io la fulmino con lo sguardo, concentrandomi subito dopo sul moribondo. Mi siedo accanto a lui e fingo anch’io di chiudere gli occhi per non sentirla fare chissà quale battuta. Sto solo aiutando un amico, nulla di più. Anzi nemmeno posso considerarlo amico forse. Sto aiutando semplicemente una persona che conosco. 
«Si fingi di essere stanca... Così facendo scappi solo da ciò che provi» mi rimprovera la mia amica e io la lascio fare, continuando a tenere gli occhi chiusi, gli aprono nuovamente solo quando sento che siano andati via.
E solo in quel momento mi giro verso di Killian e lo vedo dormire profondamente. Il suo respiro è regolare e il suo volto ora è rilassato. Non riesco a smetterlo di osservare e di notar che sia davvero bello. Non posso vedere le sue pietre celesti visto che ha gli occhi chiusi, ma non so perché riesco perfettamente a immaginarmele e mi viene da sorridere istintivamente. Poco prima che crollasse addormentato i suoi occhioni si sono puntati nei miei e ho fatto inevitabilmente un sussulto. Sono così profondi, così puri e così celesti che è impossibile non perdersi dentro di essi. Ma allo stesso tempo, a volte, sembrano un mare in tempesta. Una tempesta così selvaggia e pericolosa che è anche rischioso perdersi dentro il suo abisso. Io lo so benissimo quanto sia pericoloso. Conosco il suo passato, i suoi tormenti, la sua sete di vendetta e nonostante questo, sono qui al suo fianco, rischiando di naufragare insieme a lui e al suo passato doloroso. Io che mi ero ripromessa di non fare più i stessi errori, di fidarmi ancora. Sono invece qui, persa a guardarlo e pensare a lui come se per noi ci fosse un futuro... 
Mi maledico l’attimo dopo per questi pensieri e chiudo nuovamente gli occhi anch’io, un attimo un solo attimo prima di alzarmi e lasciarlo dormire da solo, anche perché io devo rientrare a casa da Henry. 
Un attimo, un solo attimo, che mi fa cadere senza che io possa accorgermene tra le braccia di Morfeo. 

Killian’s POV

Apro gli occhi e la prima cosa che vedo è la figura di Emma addormentata accanto a me. Non ricordo nulla della sera precedente, l’ultima cosa che ricordo è di essere uscito dal locale con Robin e di aver incontrato Regina ed Emma, ma pensavo che fosse stato un sogno, invece non lo è. 
Ciò che non so come mai ora siamo qui, solo io e lei, in questo fienile. 
Ho la testa che mi scoppia e anche la nausea a dire il vero, ma guardare Emma mi aiuta a non pensare al mio malessere fisico. È così bella, così dannatamente dolce mentre dorme che starei qui ad osservarla per ore senza mai stancarmi. 
Un giorno mio nonno mi disse che se ti piace una persona potresti passare un’intera notte o intere ore ad osservarla dormire senza stancarti e che lui riusciva ad osservare la nonna per ore e ore dormire senza stancarsi mai. Mi ha raccontato che lo faceva solo con lei e che è sempre stata l’unica che ha amato osservare. 
Io mi rendo conto che adesso provo lo stesso nei confronti di una giovane donna che nemmeno conosco così bene e con cui la maggior parte del tempo ho litigato. O meglio, lei ha litigato con me. So di essere spesse volte strafottente e malizioso, ma è il mio modo di fare e ammetto che mi diverto da morire a provocarla e vederla arrossire. È così bella quando arrossisce e si imbarazza, sembra ancora una bambina. 
Le accarezzo una guancia cercando di non svegliarla e la sua pelle morbida e profumata, mi fa subito fremere di desiderio. Penso di non aver mai avvertito desiderio solo a sfiorare la guancia di una donna, a desiderare di farci l’amore. Anzi, al contrario, sono un uomo molto esigente in fatto di donne. Emma però, rispecchia completamente il mio canone di donna ideale. Bionda, capelli lunghi e morbidi, occhi verdi, ma non un verde qualsiasi, un verde particolare, unico, che possiede solo lei. Fisico perfetto, dolce, se pur non lo ammetterebbe mai, con una classe e una eleganza, un portamento, che nemmeno lei sa di possedere. Le piace poi cavalcare, tirare con la spada, sa rispondere alle mie provocazioni, sa tenermi testa e sa giocare con me, al mio stesso gioco se vuole, se pur poi si imbarazzi. È coraggiosa, determinata e senza peli sulla lingua. Da quel che ho visto è anche una persona materna. Insomma come si fa a non perdere la testa per una così? Nemmeno un santo ci riuscirebbe a non guardarla e desiderarla. 
La mia mano delicatamente si sposta dalla sua guancia verso una ciocca di capelli che le è caduta davanti al viso e gliela sposto, posizionandola dietro all’orecchio. Ed è al quel tocco che si sveglia e la vedo sbarrare gli occhi, quasi a voler urlare e scappare via, per giunta è diventata completamente rossa, potrei quasi avere paura che il fieno prenda fuoco, dal suo imbarazzo.

Emma’s POV 

Il mattino seguente apro gli occhi sentendo qualcuno che mi sposta delicatamente una ciocca di capelli per posizionarmela dietro all’orecchio e penso subito che sia mio figlio a farlo, se pur non sia un gesto da lui e sia troppo piccolo per pensarci... Forse Elsa...
Apro gli occhi e improvvisamente i miei vengono imprigionati dentro due meravigliosi occhi celesti, i quali riconosco immediatamente, non sono quelli di mia sorella, ma bensì di Killian Jones. Mi sono addormentata accanto a lui. Dannazione. 
Il primo istinto è quello di cacciare un urlo e scappare, ma so bene che farei la figura della pazza isterica e poi immagino che voglia una spiegazione del motivo per cui siamo in un fienile solo io e lui. 
La mia faccia si tinge immediatamente di rosso o meglio vado quasi a fuoco e abbasso lo sguardo notevolmente a disagio.
«Come stai?» mi chiede poi Killian e noto che dalla voce anche lui non sa come comportarsi, abbiamo praticamente dormito insieme, in un posto improbabile per giunta. Non ho mai dormito con un uomo. Con Neal non siamo mai stati insieme tutta la notte, dopo aver fatto l’amore o per lui era solo sesso, andavamo ognuno per la sua strada. Quindi è la prima volta che dormo fuori da casa e per giunta con un uomo. La cosa mi manda ancora ulteriormente a fuoco, se incontro ancora i suoi occhi, potrei seriamente bruciare. Ma lo faccio lo stesso. 
A quanto pare mi piace giocare con il fuoco e scottarmi. 
«Dovrei essere io a chiedetelo, quello sbronzo fino a qualche ora fa eri tu» rispondo prontamente, mettendo una certa distanza tra di noi, non vorrei che si facesse strane idee o che me le facessi io. Ho una voglia matta di baciarlo ancora. 
Emma dannazione, basta fare questi pensieri. Mi devo contenere. Sembro una ragazzina alla prima cotta. 
«Un po’ di mal di testa e la nausea. Non ricordo nulla tra l’altro di eri, come mai sia qui?»
Ecco, sapevo che prima o poi la fatidica domanda sarebbe arrivata e quindi gli racconto tutto, anche di essermi addormentata dalla stanchezza. Ovviamente non confesso nemmeno sotto tortura che l’ho guardato dormire, mi limito a dire che mi sono addormentata perché stanca, senza rendermi conto di averlo fatto. 
Lui annuisce e sembra crederci, strano ma vero non fa nemmeno una delle sue battutine a sfondo sessuale che tanto mi fanno irritare e imbarazzare allo stesso tempo e devo ammettere che sembra anche lui molto a disagio. Si porta la mano dietro all’orecchio e mi guarda, come se volesse dirmi qualcosa, ma non sa da dove iniziare a raccontare. Forse vuole parlarmi del motivo per cui si è ridotto in quello stato e lo mette a disagio ciò che mi deve dire. Ho notato che si porta la mano dietro all’orecchio ogni volta che deve affrontare qualcosa che lo rende nervoso o imbarazzato, come quando mi ha chiesto di dargli un bacio come ricompensa per avermi salvato da quel damerino con cui stavo ballando. 
«Di solito reggo bene l’alcol e so fermarmi quando so di stare esagerando, non tendo mai ad ubriacarmi... Ma... Ieri sentivo l’esigenza di dimenticare.» inizia il suo discorso così e io resto in silenzio, aspettando che continui, capisco dal suo sguardo che sta per aggiungere altro e che non è finito il suo discorso. 
«La verità è che l’ho fatto per dimenticare una donna. Non Milah, la mia ex, a lei da quando ho incontrato quest’altra ragazza non ci penso più e il nostro bacio ha scatenato in me emozioni, sensazione che credevo ormai sepolte da tempo. Emozioni e sentimenti che credevo che non avrei mai più provato, invece è bastato un bacio per far battere nuovamente il mio cuore... E io so che è sbagliato, io sono complicato e voglio vendetta per colui che ha ucciso mio fratello e rapito mia sorella... Ma nonostante questo, questa ragazza mi ha stregato e non posso fare a meno di pensare a lei.»
Resto in silenzio stavolta perché non so che cosa dire, è chiaro che sta parlando di me nonostante non me l’abbia ancora detto. Il suo sguardo è puntato nel mio ed è così intenso e profondo che sento mancarmi la terra sotto i piedi. Il mio cuore poi inizia a battere forte, se pur non vorrei che lo facesse. 
«Sei tu Emma» ed eccola la conferma. 
E non so davvero che cosa dire. È veramente sincero? Posso fidarmi di lui? Come faccio a capire che non vuole semplicemente portarmi a letto come Neal? Il problema è che non lo passo sapere e che devo fidarmi e basta e scoprirlo con il tempo. E il vero il problema è che ho intenzione di farlo, di fidarmi. 
Sono i suoi occhi il problema, è il suo sguardo il problema. È lui il problema. Perché mi irrita, lo vorrei prendere a schiaffi, ma lo vorrei anche baciare ripetutamente fino a restare senza fiato. 
«Killian io...»
«No Emma, non dire niente. Dimmi solo se vuoi provarci, se vuoi iniziare ciò che c’è tra noi. Ti chiedo di fidarti di me, non voglio farti soffrire come il tuo ex. Non so nemmeno io cos’è ciò che ci unisce, ma voglio scoprirlo insieme a te, giorno dopo giorno.» dannazione, amo il suo modo di chiamarmi per nome e ancora di più amo come sa giocare con le parole. 
«Mi irriti e vorrei prenderti a schiaffi, sei così maledettamente sfacciato, arrogante e presuntuoso... Ma comunque mi piaci, sai anche essere un gentiluomo e sei piacevole quando non ti atteggi. Mi piaci perché con te riesco a parlare con naturalezza, con nessuno avevo parlato della situazione con mia madre, nemmeno con mia sorella... Quindi so che mi pentirò, ma si. Voglio provarci anch’io. Mi piace l’avventura e mi pentirei se non ci provassi a capire che cosa siamo.» mi stupisco io stessa del mio discorso e lo guardo davvero meravigliata negli occhi, come se non avessi pronunciato io queste parole. Mi brucerò, lo so, ma non riesco a non dirgli di sì. Preferisco rischiare e provarci, piuttosto che non farlo. 
I suoi occhi si illuminano stavolta e si avvicina nuovamente a me. Io faccio lo stesso.
I nostri respiri si mescolano e i battiti del mio cuore si uniscono ai suoi. 
Colmo io per prima la poca distanza che ci divide, ma poi è lui a schiudere le labbra per primo e fare in modo che io faccia lo stesso. Insinua la sua lingua nella mia bocca e io gli faccio trovare subito la mia, per iniziare a muoverla con la sua, in una danza perfetta. 
Se il primo bacio è stato puro desiderio, fuoco. Questo secondo bacio è delicato, dolce, morbido. Nessuno dei due sente l’urgenza di separarsi, al contrario, vogliamo assaporare ogni momento e so che è così anche per lui, quando sposta la sua mano tra i miei capelli e mi attira ancora di più a sé.
Ci separiamo solo per la necessità di respirare e ci guardiamo negli occhi con intensità. A lungo, così a lungo che mi dimentico del mondo circostante per un attimo. Di Henry e che dovrei già essere a casa. 
Così mi allontano prontamente da lui, devo tornare alla realtà e da mio figlio. I sensi di colpa compaiono improvvisamente.
«Io devo andare, avrei dovuto già essere a casa, da Henry. Ci vediamo okay?» gli dico, non aggiungo altro, né quando né il luogo, ma così è più bello, tutto lasciato a caso. Voglio godermi questa cosa giorno dopo giorno, senza fare programmi. Per una volta non voglio rischiare di rovinare tutto. 
Lo guardo per l’ultima volta prima di uscire e lui mi sorride, sembra felice e mi ci sento anch’io. 
Felice. Lo sono davvero. 

Arrivo a casa alla velocità della luce, sperando che nessuno sia ancora sveglio, visto che ancora è abbastanza presto, lo vedo dal cielo e dal fatto che sia ancora tinto di rosso, a significare che il sole sia sorto da poco. 
Ma le mie speranze sono vane, perché ad aspettarmi sveglia in cucina, c’è mia madre e il suo sguardo non promette nulla di buono, per niente. 
Non si alza dalla sedia, al contrario resta seduta e mi guarda, non l’ho mai vista alzare la voce, anche quando è contraria a qualcosa che facciamo è sempre rimasta perfettamente composta, fin troppo e ci dice le cose, senza mai arrabbiarsi e questo non so se mi conforta o meno. 
Nel suo sguardo non vedo rabbia, ma delusione. 
«Dove sei stata?» mi chiede con la sua calma.
«A casa di Regina, mi sono addormentata da lei, scusa non volevo spaventarti. Henry tutto bene?» chiedo, inventando la scusa di essermi addormentata a casa della mia amica, non posso certo dirgli che ho dormito in un fienile con un uomo, penserebbe subito a male e non capirebbe che non è successo niente. 
Mi guarda ancora e prima di aprire di nuovo bocca, fa un sospiro profondo. Forse é sospirando che riesce a non perdere la pazienza.
«Henry sta benissimo. Tu invece, pensi davvero che sono nata ieri? So che non hai dormito da Regina, voglio la verità.» mi dice e non so come faccia a non sapere che non sia la verità, è quello che chiamano istinto materno? So solo che non so che cosa dire, che altro aggiungere e come potermi giustificare ancora, non posso certo dirle la verità. 
«C’è un uomo di mezzo vero, chi è? Vuoi ancora una volta tornare incinta, non hai imparato niente dai tuoi errori?»
È vero c’è di mezzo un uomo, ma davvero pensa che io non abbia imparato nulla dai miei errori e che torni nuovamente incinta, è questa la fiducia che ha nei miei riguardi? Finalmente sta tirando fuori ciò che pensa. Il suo disprezzo per i miei sbagli, verso di me.
«Finalmente stai tirando fuori ciò che pensi! Avanti, dillo ciò che pensi.» esprimo a parole anche ciò che ho appena pensato. Non si può più evitare questa discussione, è ora di affrontarla una volta per tutte. 
«Emma, io penso solo che sei commenti di nuovo lo stesso errore, le persone penseranno le peggio cose di te...»
«Le persone o tu mamma? Perché a me delle persone ciò che pensano non mi interessa. Sei tu che stai sempre dietro al giudizio altrui, a me non interessa quello che questa massa di bigotti pensi di me... Tu invece che cosa pensi eh? Non rifaccio gli stessi errori, non sono così ingenua come credi, mi sono fidata di Neal è vero, ho sbagliato a non aspettare il matrimonio per farci sesso, perché chiamiamolo con il suo nome, si chiama sesso, mamma... Ma penso di aver pagato anche troppo per ciò. Non merito il tuo disprezzo per questo, per quanto dovrai ancora farmi scontare i miei errori? E poi Henry sarà anche venuto per errore, ma è la cosa più bella e luminosa della mia vita.» tiro fuori il mio dolore, ciò che per anni mi ha fatto terribilmente soffrire, ciò che mi sono tenuta dentro anche per troppo allungo. È come se qualcosa dentro di me si fosse finalmente aperto e stesse liberando tutti i pensi di negativi. Ho bisogno di dirglielo e sono contenta che abbia affrontato finalmente il discorso con me. 
«Quindi ammetti di essere stata con un uomo stanotte?» vedo che è scandalizzata da ciò che le ho appena detto, penso più per il fatto che io abbia chiamato il sesso con il suo nome e non con altri modi di dire per farmi capire, che per altro. Penso anzi dalla sua espressione e ciò che mi ha detto che non ha capito nulla del mio discorso, che la mia sofferenza per come sono andate le cose tra di noi, non l’abbia colto minimamente. E ciò mi spezza davvero il cuore perché mi fa capire che il nostro rapporto probabilmente non si potrà più recuperare. 
«No! Perché non è così! Ma tanto tu non vuoi capire vero? Per te resto sempre la sgualdrina che ha rovinato la reputazione della famiglia. E non hai capito niente di ciò che volevo realmente dirti... Ma lascia stare... Ho capito io, anche se tu non mi hai risposto.» le dico con tutta la voce che possiedo in corpo, so di averla alzata notevolmente, ma ho davvero perso la pazienza e poco male se qualcuno si sveglia. 
Prova a dirmi qualcosa, ma io non la lascio parlare, ciò che pensa di me è abbastanza chiaro e non voglio una conferma di ciò. Me ne vado in camera da Henry per aspettare che si svegli e poter tranquillizzarmi così. Solo mio figlio è in grado di calmarmi. 
Mi stendo accanto a lui e chiudo gli occhi. Per fortuna non si è svegliato per il rumore, è un dormiglione proprio come me. 
E mi torna alla mente il bacio. Killian. Le sue parole. 
E sorrido, ingenuamente sorrido. 
Ho litigato con mia madre e ho la conferma che mi reputi una sgualdrina, ma nonostante questo sono e resto felice. Non posso farne a meno. E continuo a sorridere.


Mary Margaret’s POV 

Ha frainteso tutto, o io non sono stata in grado di dirle che non è una sgualdrina per me e che le voglio bene esattamente come prima. È vero il nostro rapporto si è inclinato, probabilmente anche per colpa mia che non sono riuscita più a essere la stessa da quando è nato Henry, ma di certo non ho smesso di volerle bene. Nemmeno per un istante. 
Se mi sono arrabbiata per la sua gravidanza è solo perché ha sofferto, perché si è lasciata ingannare da un uomo che voleva solo farle del male e lei ingenuamente ci ha creduto. Non voglio che accada di nuovo, non voglio che si ritrovi nuovamente con il cuore spezzato. Quando poi ha scoperto di Henry per lei è stato devastante, ho quasi pensato che sarebbe potuta cadere in depressione. Per fortuna la mia Emma è forte e non è successo, anche perché ha avuto accanto le sue splendide sorelle che sono sempre presenti; ma ciò non toglie che è stata davvero male. Ed è compito di una madre proteggere i figli, a ogni costo. 
Ciò che mi ferisce ora però, è che lei pensi che io abbia smesso di volerle bene... Ho sbagliato tutto, ho sbagliato e adesso si sente abbandonata, rifiutata da me. Non so nemmeno in che modo siamo arrivati a questa situazione, come mai Emma pensi ciò di me. Tra noi è sorto un muro che non ci è mai stato. Abbiamo sempre avuto un rapporto invisibile e sincero, mi raccontava ogni cosa da bambina e mi raccontò anche di Neal all’epoca e fu da me che venne quando scoprì di essere incinta. E io probabilmente l’ho rifiutata, le ho passato il messaggio che non le sarei stata accanto. Ma è ovvio che le starò sempre accanto, anche se non dovessi condividere le sue scelte, le sue decisioni. 
Ho sbagliato tutto e ora devo cercare di ricucire i cocci del cuore spezzato di mia figlia e stavolta per colpa mia. 
Ma fosse l’ultima cosa che faccio, io ci riuscirò. 
 

Spazio autrice: Ciao a tutti e buon sabato, tornare alla vita di tutti i giorni mi ha fatto sbloccare con questa storia e finalmente, sono riuscita a tornare a scrivere. Io scrivo con la confusione, o quanto meno le storie che richiedono più impegno mentale, con intrighi e cose varie, perche quelle famigliari, riesco a scrivere nella quiete della mia camera. Infatti la mia raccolta di shot ha già parecchie storie pronte. Ma sono riuscita ad andare avanti anche con questa, finalmente... E quindi perché non mettere un nuovo capitolo? 
Killian vuole Emma, Emma vuole Killian e se pur hanno provato a dimenticarsi reciprocamente, non ci sono riusciti e nel fienile hanno finalmente confessato i loro sentimenti, decidendo di provarci... Al momento sembra che vada tutto bene, ma... Arriveranno presto i problemi ehehehe Non dico niente ovviamente e vi lascio leggere e godere questa inizio di relazione tra i due. 
inoltre, c'è il Pov di Mary Margaret, mi sembrava doveroso inserirlo e ci tengo a sapere che cosa ne pensate. 
Be, a presto. Con questa storia, con la mia raccolta e ovviamente con le vostre storie che non vedo l'ora di continuare a leggere.

Buon week end.

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Capitolo 8
*** Il matrimonio di Regina e Robin ***







Capitolo otto - Il matrimonio di Regina e Robin


Regina’s POV 

Ho aspettato questo giorno con impazienza, ed ora che è finalmente arrivato mi rendo conto di essere terribilmente agitata. Non avrei mai creduto di essere così ansiosa, al contrario ho sempre creduto che io sarei rimasta calma e tranquilla, mantenendo tutta la mia compostezza e fierezza. Ma non è così. Non riesco nemmeno a fingere di non esserlo, mettere su la mia maschera in questa occasione non serve a niente. Sono nervosa ed é palesemente palpabile a tutti coloro che si avvicinano. Ho già risposto male alla sarta a cui abbiamo commissionato il vestito e alla parrucchiere che è venuta a sistemarmi i capelli.
Sono una tradizionalista e ovviamente il mio vestito é rigorosamente bianco e ho legato i capelli, che in questo periodo mi sono lasciata crescere, per poter fare un piccolo chignon basso, a renderli più ordinati. Dei fiori anch’essi bianchi, risaltano al marrone dei miei capelli. Mi guardò allo specchio e sorrido, mentre la mia testimone di nozze, nonché la mia amica Emma, mi rassicura che sto benissimo. Se non ci fosse stata lei questa mattina presto a guidarmi e ad ascoltare le mie isterie, probabilmente non sarei arrivata a questo punto, al contrario sarei ancora svestita, con i capelli da fare e con una crisi di nervi peggiore.
Quando arrivo davanti alla chiesa, il reverendo fa partire la marcia nuziale. E il mio cuore nel vedere Robin già davanti all’altare, perde un battito. Lui è così elegante, sorridente, maledettamente bello, anche se non gliel’ho mai detto perché non è per niente nel mio stile farlo, che non riesco a non essere felice. Se è questa la felicità più completa e pura, allora io penso di aver trovato la mia. É Robin. 
Ho sempre pensato che una donna per essere completa non dovesse necessariamente avere un uomo al suo fianco e se devo essere sincera lo penso ancora, ma adesso che c’è Robin nella mia vita ho capito che non sono completa grazie a Robin, sono completa perché c’è Robin e insieme ci completiamo a vicenda. Robin é un uomo meraviglioso, sempre dolce, gentile, attento a ogni mia richiesta. Un perfetto gentiluomo di altri tempi. Discutiamo come tutte le coppie, anche perché io ho un carattere molto forte e non mi faccio mettere di certo i piedi in testa, ma poi trova sempre il modo per farsi perdonare o per chiedere scusa. Non è orgoglioso come me. Al contrario è sempre il primo a venire per far pace. Insieme poi condividiamo molto, scherziamo, parliamo di politica, di affari e ci troviamo davvero in perfetta sintonia su tutto ciò. A volte mi stupisco di aver trovato la mia anima gemella. Pensavo che da dopo Daniel, non mi sarei più innamorata, invece Robin è l’amore della mia vita. 
Mi guarda e mi sorride, mentre sotto al braccio di David, il padre di Emma che si è offerto di accompagnarmi all’altare, visto che mi ha vista crescere e mi considera un po’ un’altra figlia; mi avvicino all’altare dove è posizionato lui. David mi lascia proprio davanti al mio futuro marito e ci sorridiamo reciprocamente. 
Noto dai suoi occhi che è emozionato quanto me, ma lui al mio contrario, non fa niente per mascherare le sue emozioni. É ben felice di mostrarle. Devo ammettere infatti, che grazie a Robin sto imparando a lasciarmi un po’ andare e smettete di nascondermi dietro la mia maschera da dura. Lui conosce la vera Regina, conosce le mie debolezze, insicurezze, fragilità, conosce ogni aspetto del mio carattere, anche i miei difetti, ma nonostante ciò é qui al mio fianco, pronto a diventare mio marito. E io mi rendo conto che sono pronta a diventare sua moglie, che non vedo l’ora di diventare la signora Lockeley. Sono pronta a costruire una famiglia con lui, composta da noi due e da figli. Non sono mai stata una donna tradizionale, quindi anche il solo pensiero di avere un figlio mi ha sempre spaventata, ma ora con Robin al mio fianco, sento di poter affrontare ogni cosa, anche questo. Amo i bambini, ma ammetto che molte volte non mi sono sentita adatta ad averne uno mio, quindi ho sempre allontanato l’idea di averne, anche in futuro... Invece, Robin mi rende talmente sicura, da far sparire quasi totalmente le mie paure. É ovvio che continuo ad esserlo e immagino che quando succederà, sarò spaventata più che mai, ma so ormai che insieme a lui posso affrontare qualsiasi battaglia. Lui è la mia roccia. 
Il reverendo inizia la cerimonia con il classico discorso di rito iniziale e dopo aver chiesto se tutti siamo d’accordo a celebrare questo matrimonio, ci dice che possiamo recitare le nostre promesse. Ed é Robin il primo a pronunciare il suo discorso.
Mi prende le mani tra le sue e i suoi occhi chiari si mescolano con i miei scuri. E io mi perdo dentro di essi, senza più paure. L’ansia ha fatto spazio solo alla felicità. 
«Mia Regina, non riesco ancora a crederci che sei qui davanti a me pronta a diventare mia moglie. Sai, prima di conoscere te non mi sono mai innamorato nella mia vita, ho sempre creduto che questo privilegio mi dovesse essere negato, che io non fossi destinato all’amore, visto anche come ho perso banalmente il mio primo amore... Ma poi sei arrivata tu, che come un uragano ha portato via tutte le mie sofferenze, le mie paure. E ho perso la testa, completamente e profondamente. Non solo per il tuo aspetto fisico, ma per avermi mostrato la vera te, la Regina che per orgoglio non mostri a tutti, ma che è una donna meravigliosa, sensibile e dolce. Ed é la donna che amo. Ti amo. Diventare tuo marito é solo un grande onore per me.» finisce di recitare le sue promesse e sento una lacrima rigarmi il viso. Mentre le sue mani si intrecciano ancora più strette con le mie. 
Non riesco a trovare altrettante parole meravigliose, anzi penso che al contrario le mie promesse siano veramente banali, ho anche perso l’uso della parola e in questo momento vorrei solo baciarlo e fargli capire così ciò che provo e sento per lui. Ma non lo faccio ovviamente, non voglio certo prendere la mia dignità. 
E poi, ora tocca a me recitare le mie.
Faccio un respiro profondo e tenendo anch’io il mio sguardo nel suo, inizio a parlare.


Robin’s POV 

Ma avrei creduto di riuscire a innamorarmi così profondamente e seriamente di una donna. Da ragazzo ho perso la testa per una ragazza, Marion, con la quale sarei stato disposto a sposarmi e mettere su famiglia, ma lei ha preferito scappare con il mio migliore amico e spezzarmi il cuore. Da quel momento in poi ho deciso di dedicarmi solo a me stesso, senza pensare più alle donne. Ma poi nella mia vita é arrivata lei, la mia Regina e i miei principi sono andati a farsi benedire. Mi sono innamorato di lei dal primo sguardo, ma più la conoscevo, più parlavo con lei e più mi rendevo conto che non fosse solo bella fisicamente, ma anche intelligente, colta. Una donna con dei sani principi, con una estrema eleganza, ma anche una donna fragile e insicura, che si nasconde dietro la sua maschera da dura per non mostrare ciò che ha nel cuore, per non mostrare le sue difficoltà, le sue paure. E ho completamente perso la testa quando lei si è fidata di me per la prima volta e mi ha mostrato chi è davvero. Da quel momento ho capito che non ero mai stato innamorato prima di conoscere lei e sono stato felice che Marion mi abbia lasciato. La donna della mia vita é Regina Mills. 
Insieme siamo una cosa sola, insieme ci completiamo.
Ho appena finito di recitare le mie promesse nuziali e vedo una lacrima scivolare dai suoi occhi. Si è commossa e la cosa non mi sorprende affatto, la sua sensibilità é rara, ma è una delle cose che amo più di lei. Ma ciò che mi sorprende é che difficilmente si lascia andare così in pubblico, invece stavolta lo sta facendo e questo vuol dire solo una cosa, che ricambia il mio sentimento con tutta se stessa.
É il suo turno ora di recitare le promesse, fa un sospiro probabilmente per scacciare le lacrime e riprendere il controllo della voce e poi punta i suoi occhi nei miei.
«Robin, lo sai, non sono molto brava con le parole, anzi non sono per niente brava a esprimere quelli che sono i miei sentimenti, ma ti amo. Ti amo per ciò che sei, ma soprattutto per quella che sono io quando sono con te. Tu rendi la mia vita migliore, tu mi rendi migliore. Tu sei la parte più bella di me, quella che mi completa e che mi accetta nonostante le mie debolezze e i miei difetti. Amo ridere con te, parlare con te e ancora di più amo il fatto che tu tieni sempre in considerazione la mia opinione. Grazie di esistere amore mio.» si é lasciata andare, proprio come non ha mai fatto in vita sua, non pubblicamente almeno, ma in questo giorno così speciale per una volta ha messo da parte la maschera da dura, per fare spazio solo alla donna innamorata, innamorata di me. Non me l’aspettavo lo devo ammettere, ma se c’è una cosa che amo in Regina Mills é proprio la sua capacità di sorprendermi. Lo fa nel momento più inaspettato, lo fa all’improvviso senza avvisare, ed é il bello dello stare con lei. 
Io dal canto mio, dopo una dichiarazione d’amore così bella non so veramente che cosa dire e mi limito a sorridere, a non distogliere mai il contatto visivo. Penso che in questo momento i miei occhi parlano più di mille parole. 
Ed é il reverendo, a farci tornare alla realtà, a ricordarci che non siamo ancora marito e moglie, nonostante per noi sono sufficienti quelle promesse per sentici già tali. Anzi, ci sentiamo tali già da molto tempo, non serviva proprio questo unione per sentirci sposati, ma ovviamente per poter essere una famiglia dobbiamo celebrare le nozze e lo abbiamo fatto.
«Vuoi tu Robin Lockeley, prendere come tua sposa Regina Mills, amarla e onorarla per tutti i giorni della tua vita finché morte non vi separi?» pronuncia per continuare la cerimonia, con la classica domanda di rito e io continuo a guardare la mia donna negli occhi mentre rispondo con un sonoro “si, lo voglio”. Regina a sua volta mi guarda e non distoglie mai il contatto visivo con il mio. 
«Vuoi tu Regina Mills, prendere come tuo sposo Robin Lockeley, amarlo e onorarlo per tutti i giorni della tua vita finché morti non vi separi?» si rivolge stavolta a Regina e lei annuisce felice, i suoi occhi che mi guardano, stanno esprimendo più di mille parole e non ho davvero bisogno che dica nulla, ma deve farlo e quindi con decisione anche lei pronuncia quel “si, lo voglio” che ci unirà per sempre.
Tutti applaudiscono quando il reverendo ci dichiara marito e moglie e noi ci uniamo in un bacio senza fine, mozzafiato é dire poco. 
Ora che siamo finalmente marito e moglie, dobbiamo festeggiare la nostra unione con parenti e amici. Non ho molta voglia di passare del tempo con gli altri, vorrei già essere solo con la mia meravigliosa sposa, ma so che non sarebbe corretto e così, la lascio godersi i suoi amici, in particolare modo Emma, la quale quando ci trasferiremo da me, non vedrà più come adesso e anche se non lo dice, le mancherà tantissimo. 
E poi anche io ho voglia di divertirmi con i miei amici, festeggiare questo bellissimo momento con le persone che amo. Non ho più la mia famiglia, ho perso i miei genitori quando ero un ragazzo e sono cresciuto da solo il resto del tempo, ma ho tanti amici che mi vogliono bene e ho trovato in Cora Mills una specie di seconda mamma. Lei mi considera davvero l’uomo perfetto per sua figlia e io sono felice di ciò. Visto che Regina mi ha detto che spesso ha respinto molti pretendenti perché non considerati all’altezza di sua figlia. Ma so altrettanto bene che Regina sarebbe stata con me anche se suona madre non approvasse la nostra relazione, me l’ha detto più volte.
Inoltre, la cerimonia si svolge alla tenuta Mills, é talmente grande che può contenere tutti i nostri invitati e c’è abbastanza spazio per danzare e divertirci.
I primi ad aprire le danze siamo proprio noi, é un rito che gli sposi siano i primi è così prendo la mia donna per mano e la conduco in pista. La stringo a me e lei appoggia la testa sulla mia spalla.
«Sei bellissima con questo abito, signora Lockeley» le dico al suo orecchio, finalmente posso dirglielo. 
«Posso dire lo stesso di te» mi sussurra a sua volta e ride. Una risata pure e cristallina. La sua risata migliore.
Gli occhi sono tutti puntati su di noi, ma io e lei siamo nella nostra bolla personale e non mi accorgo di nulla, non mi interesso di nulla se non di lei. Ed é così meraviglioso ballare con lei che vorrei farlo in eterno e poi non smetterei mai di stringerla a me e inebriarmi del suo profumo.
«Ma sappi, mio caro Robin, che adesso che siamo sposati non diventerò una signora tutta casa...» scherza, ma so benissimo che le piace l’idea di diventare la mia signora e prendere il mio cognome.
«Non te lo chiederei mai e poi mi piaci proprio perché non lo sei. Se avessi dovuto innamorarmi del tuo talento in cucina...» ha mille qualità la mia donna, ma di certo non si può dire che sia brava in cucina, sa fare solo la torta di mele, ma ovviamente non è che posso mangiare solo quella per tutta la vita.
«Ehi, cosa vorresti dire con questo?» mi guarda indignata, fingendosi offesa, ma sotto, sotto vedo che sta sorridendo. Mi diverto molto a prenderla in giro, come si diverte lei a farlo con me. É un altro ulteriore modo per dimostrarci che ci amiamo,
«Oh, nulla amore mio, nulla.» rispondo, dandole un bacio a fior di labbra subito dopo.
«Ah ecco, perché potrei lasciarti ancora prima di venire a vivere con te» quanto l’amo quando mi provoca in questo modo.
«Vorresti essere sola bocca di tutti per aver lasciato tuo marito a poche ore dal matrimonio?»
A quella mia domanda sgrana gli occhi sconvolta e scuote la testa animatamente. Per poi scoppiare a ridere di gusto e io faccio altrettanto.
Intanto è appena finita la terza o forse la quarta canzone che stiamo ballando, i piedi mi fanno decisamente male. Per mia fortuna viene Emma in mio soccorso e io posso riposare un po’. Sta reclamando la sua amica. 


Emma’s POV 

Ho cercato di evitare Killian per tutto il giorno. So che nel fienile abbiamo detto di provare a stare insieme, ma non posso ancora farlo in pubblico e a maggior ragione con mia madre presente al matrimonio e che sospetti che io abbia un uomo. Non ci metterebbe molto a capire che é con lui che ho una relazione e non è proprio il caso. 
Quindi lo sto evitando come se fosse infetto e non lo faccio avvicinare a me nemmeno di mezzo metro. Ogni volta che tenta semplicemente di parlare con me, io invento una scusa e me ne vado o se vedo soltanto che sta provando ad avvicinarsi, fingo di parlare con qualche amica o una delle mie sorelle. Ho anche accettato il ballo di un amico di Robin, pur di tenerlo lontano e adesso mi sento in colpa per ciò, ma non ho potuto fare altrimenti.
E ora ha smesso di tentare di parlarmi, si è seduto a bere rum, ma sento ugualmente il suo sguardo addosso e non so che fare. Vorrei andare da lui, ma non è il caso e quindi mi avvicino alla mia amica, anche per far riposare quel povero di Robin dal continuo ballare.
E poi, voglio un po’ di tempo in sua compagnia visto che partirà molto presto per Londra. E non la vedrò quasi sicuramente per un po’, forse se riesco l’andrò a trovare con Henry, con l’arrivo dell’estate.
«Allora, com’è essere la signora Lockeley?» le chiedo, ci sediamo entrambe in un tavolo libero e mangiamo qualcosa insieme. Regina é visibilmente affamata e mi rendo conto che probabilmente solo ora si sta sciogliendo la tensione accumulata e sta avendo appetito. Non ha voluto mangiare nulla questa mattina e il nervoso le ha fatto quasi avere una crisi isterica. Se non ci fossi stata io a contenerla, probabilmente sarebbe riuscita a sporcare il vestito nuziale, a uccidere qualche domestica e ha decidere di non sposarsi più. 
Mi viene da ridere a ripensare a stamattina e devo ammettere che da una parte la capisco. Io probabilmente non so se mi sposerò mai, ma se ciò dovesse accadere, penso che sarei nervosa come lei. 
Ciò che è certo, che questa sua scenata gliela rinfaccerò a vita. 
«Devo ancora abituarmi o forse sono talmente abituata a stare accanto a Robin, ad averlo nella mia vita che non mi sembra che sia cambiato niente tra di noi. Alla fine abbiamo sancito davanti alla legge semplicemente quello che eravamo da tempo. Solo che adesso possiamo finalmente dormire insieme nello stesso letto, invece di nasconderci.» dice sfacciata e maliziosamente. Con me può farlo, con me che sono la sua migliore amica può permettersi di raccontarmi tutto. Esattamente come faccio io con lei.
«Ehi, non ti ho chiesto di te e Robin a letto.» ribatto, fingendomi scandalizzata dalla sua dichiarazione.
«Non fare la santarellina Miss Swan, che non lo sei per niente.» e mi chiama spesso “Miss Swan” inizialmente quando non eravamo ancora amiche lo faceva per il gusto di darmi fastidio e per mantenere una certa distanza tra di noi, ma poi da quando siamo diventare migliori amiche, lo fa per punzecchiarmi, sapendo che a me dia fastidio.
«Cosa vorresti dire con questo regina cattiva Mills?» la provoco a mia volta, dicendole che è  la cattiva della storia. La chiamo così per risponderle a tono ogni volta che mi chiamo “Miss Swan”. Chi non ci conosce, penserebbe che stiamo litigando, ma in realtà questo è il nostro modo per dimostrarci il nostro affetto.
«Non mi sono chiusa io nel fienile a sbaciucchiarsi con Killian Jones, pirata da strapazzo che farebbe perdere la testa anche a una santa» 
Non replico, perché stavolta non so davvero come farlo e mi limito ad abbassare lo sguardo. Dannazione stavolta mi ha davvero incastrata per bene e non posso non negare che pure io sono finita succube del fascino di quel pirata da strapazzo, come lo ha chiamato la mia amica. 
«Colpita e affondata, mia cara Miss Swan» mi dice, quando sa di avere la vittoria in pugno rincara la dose ulteriormente per prendersi il gioco di me.
«Ora vai da lui, ho notato che lo stai evitando da tutto il giorno...» mi suggerisce. Ha notato anche ciò. Certo che non le sfugge veramente nulla, nonostante sia il suo giorno riesce a notare ciò che accade intorno o meglio ciò che accade a me. Se non è vera amicizia questa. Ma non ho dubbio che sia così tra noi. Nemmeno la distanza riuscirà a dividerci.
Okay non sono mai così smielata, ma penso proprio che sentirò terribilmente la sua mancanza e me ne rendo conto ogni secondo di più. Nessuno mi conosce bene come lei, a parte le mie sorelle e in particolare Elsa. Ma a volte, avere una persona che non è di famiglia con cui condividere i tuoi segreti non è male. Regina é questa persona, é la mia migliore amica ed é la sorella non di sangue.
«Non è così semplice Regina, sai di mia madre...»
«Andiamo Swan, per una volta pensa a te invece di pensare sempre a tua madre e goditi la vita. Jones ti sta mangiando con gli occhi e si sta buttando sul rum perché non può averti al suo fianco, lo vuoi torturare ancora? Anzi, santo lo è diventato lui da quando ti conosce... Non ha degnato di uno sguardo nessun delle donne invitate, nonostante molte di loro avessero tentato un approccio, ma tu sei stata troppo impegnata a evitarlo per accorgertene, non è vero?» ed ecco il rimprovero. Ogni volta deve essere sempre così maledettamente brutale, ma ogni volta la sua predica ha effetto su di me. Ha maledettamente ragione.
La soddisfazione però non gliel’ha do e mi limito semplicemente a dirle che vado a prendere altro da bere. Ma invece, mi dirigo fuori verso il giardino, esattamente nel punto esatto dove io e Killian ci siamo dati il primo bacio. 
Non credo che seguirò il consiglio della mia amica di andare da lui, mi limito a rimanere qui per un po’ e magari , forse, viene lui da me...


Killian’s POV

La vedo allontanarsi verso il giardino, dopo che ha parlato con Regina e io lascio il mio bicchiere di rum, mezzo vuoto ormai, per recarmi da lei. É finalmente sola e posso avvincermi, sperando che non scappi ancora una volta. 
É tutto il giorno che mi sta evitando, che ogni volta che tento di avvicinarmi a lei, finge di parlare con qualcuno, ha anche accettato di ballare con un uomo, non so chi sia, pur di non parlare con me. É scontato dire che sono morto di gelosia, sarei voluto andare da quel tipo e allontanarlo con un pugno dalla mia Emma, ma non l’ho fatto solo per non fare una scenata e perché so che non sarebbe stato molto educato, in fondo il tipo non stava facendo niente di male, a parte aver apprezzato la mia... Come posso definire Emma? La ragazza che sto frequentando e con cui spero un domani, non tanto lontano, di costruire una famiglia? Decisamente troppo lungo e non avrei potuto giustificarmi per il mio gesto. Inoltre, non credo che Emma avrebbe gradito, al contrario, le avrei dato un pretesto per starmi ancora più lontano.
Non so perché mi sta evitando, ma ho tutta l’intenzione di scoprirlo.
É nel punto esatto in cui ci siamo dati il primo bacio e ammetto che nella mia testa si stanno palesando molte battutine a doppio senso, ma non gliene faccio nessuna, al contrario mi limito a salutarla.
Lei che non si aspettava di certo che io arrivassi alle sue spalle, sussulta, mi guarda negli occhi, ma poi torna a guardare la fontana.
«Pensavo che avessimo deciso di provare a frequentarci, tu tratti tutti così gli uomini con cui ti frequenti? O forse ho capito male e devo ricominciare a corteggiarti?» le dico provocatorio.
«Killian... Non ti sto evitando è che...» e finalmente alza le sue pietre verdi verso di me. É la prima volta in tutta la giornata che mi rivolge uno sguardo del genere. Io rimango in silenzio in attesa che continui e non tarda molto nel farlo.
«É che non voglio che i miei genitori sappiamo di te, non capirebbero e sarebbe anche sconveniente se gli altri ci vedessero insieme. Non che mi interessi più di tanto del giudizio altrui, anzi al contrario non mi interessa per niente, ma... Non voglio dare motivo a mia madre di parlare ancora di me o che le sue amiche le riferiscano qualcosa, anche se magari non stiamo facendo niente di sconveniente eh, però quelle appena vedono una donna con un uomo già si fanno strane idee e quindi...» é un fiume in piena, sta davvero parlando a raffica e io la fermo con un bacio. Unisco le mie labbra alle sue e le dò un leggero bacio per fermare quel fiume di parole. Ho capito, ho capito perfettamente e la cosa nemmeno mi dispiace, é ancora presto per essere sulla bocca di tutti e io non voglio di certo starci. Non sappiamo ancora se dureremo insieme e ovviamente non voglio che le persone iniziano a farsi strane idee o a parlare di noi, prima ancora che noi abbiamo capito che cosa vogliamo dalla nostra frequentazione. E poi, non mi dispiace averla tutta per me, trovare ogni piccolo momento per poter stare insieme... Rende tutto più eccitante.
«Tesoro, ho capito, mi vuoi tenere segreto e tutto per te. Non mi dispiace affatto la cosa» le dico separandomi da lei.
Emma in risposta alza gli occhi al cielo e sbuffa esasperata. Si ne ho detta un’altra delle mie, non ho potuto non farlo.
«Sei un cretino, Jones. Dico seriamente»
«Anch’io. E adesso voglio stare un po’ con te, Swan. Vieni con me.» ho individuato una piccola cassetta poco distante dal giardino, la prendo per mano, stando attento che nessuno ci veda e la porto con me. Non so che cosa tengono lì, ma spero che sia aperta per poterci accogliere. Ho necessità di baciarla e stringerla a me.
La fortuna é dalla mia parte o forse Regina ci conosce bene e ha lasciato la porta aperta di proposito, non mi stupirei avendo capito che tipo é la mora. Ma adesso mi importa poco di lei... Mi richiudo la porta alle spalle e mi getto sulle labbra di Emma.
Il bacio da subito prende fuoco, avverto il desiderio che ha a sua volta di baciarmi, di stringermi e ciò mi fa eccitare ancora di più. 
Mentre la bacio la faccio sedere su un vecchio mobile, in modo che posso stringerla meglio e lei avvinghia le sue gambe intorno al mio bacino. Sento il desiderio crescere dentro di me. Il vecchio Killian avrebbe subito approfittato della situazione e si sarebbe già spinto oltre, ma non è ciò che voglio da Emma. Così faccio si che il bacio diventi più delicato, più morbido e dolce, se pur continuo a giocare con la sua lingua. Non ho mai baciato una donna così, con tanta voracità, ma allo stesso tempo dolcezza. Le nostre bocche e le nostre lingue si cercano come se fossimo da sempre destinati a ciò. La nostra è una danza perfetta, da cui non mi vorrei mai separare... Se pur debba farlo, ma solo per necessità di respirare. 
La tengo ancora stretta a me, mentre mi separo per guardarla negli occhi con passione, ma anche con amore. È di una bellezza mozzafiato adesso, con il fiato corto e accaldata, ha le guance rosse, sia per la nostra prestazione, ma anche perché è forse leggermente imbarazzata. Tutto ciò mi fa sorridere.
«Ora sì che la mia giornata ha preso una piega diversa. Non è così anche per te?» le dico maliziosamente e finalmente si apre in un sorriso meraviglioso. 
«No, Jones! Potevo fare a meno dei tuoi baci» mi risponde seria, ma è tutta una finzione, lo so bene, anche perché le sue braccia sono ancora intorno al mio collo e mi guarda in un modo diverso, a volermi far capire che si sta impegnando seriamente in questa relazione tra di noi. Questo nostro scambio di battute è il nostro modo di giocare, di punzecchiarsi. Non potrebbe essere diversamente, ci siamo presi in giro sin dal nostro primo incontro e ciò mai sarà diverso. 
«Strano, perché non mi è sembrato nel modo in cui mi hai baciato» leccandomi le labbra per provocarla e accorgendomi che hanno ancora il suo sapore. 
«Porco e pervertito» 
Rido di gusto, senza riuscire a trattenermi e ciò mi fa procurare anche una botta alla nuca, ma rido solo più forte. 
Ed è lei a tornare seria e separarsi un po’ da me, senza smettere però di guardarmi negli occhi. 
«Killian...» è la prima volta che mi chiama per nome e la cosa mi piace moltissimo. Non dico nulla, annuisco solo per farla continuare a parlare. 
«Ascolta, non so cosa sta nascendo tra di noi, ma... Voglio che tu sappia che voglio aiutarti a cercare tua sorella.» le sue parole mi sorprendendo, di tutto mi aspettavo, tranne che lei mi proponesse il suo aiuto per vendicarmi di quel porco maiale e mi aiutasse a ritrovarla. Ma non posso accettare, non posso coinvolgerla in tutto ciò. Non posso rischiare che ci vada di mezzo anche lei, con Rumple non si scherza. Lei deve restare fuori da tutto ciò, da questo schifo, dal marcio della mia vita. 
«No, Emma, non ti metterei mai in pericolo. Con il signore oscuro non si scherza, non ti metterei mai in mezzo ai miei casini» le dico deciso.
Lei in risposta mi spinge leggermente lontano. 
«So benissimo difendermi, non mi fanno paura quelli come Rumple.» mi dice a sua volta decisa, non capisce mi sa la gravità della situazione.
«Non capisci Emma... Non voglio coinvolgerti in tutto questo schifo»
«E quindi che vuoi fare, tenermi solo per sbacciucchiare con te, ma se si tratta di qualcosa di serio, io devo starne fuori? Non funziona così. In un rapporto dico, non funziona così. Se pensi che io faccia la donna di casa, quella che se ne sta fuori dalle situazioni di pericolo, allora non hai capito proprio nulla di me, Jones. Tanto vale finirla già qui questa fantomatica cosa che c’è tra noi...» scende dal mobile in cui io l’ho fatta sedere e arrabbiata, come non l’ho mai vista, nemmeno le prima volte che ci siamo conosciuti e sta per aprire la porta dello stanzino per uscire.
Prontamente la fermo e mi paro io stesso davanti ad essa, per impedirle di uscire.
«Fammi passare, Jones» mi intima
Ma io scuoto la testa.
«Non voglio coinvolgerti perché non voglio che tu conosca la parte peggio di me. Tu non conosci il mio lato oscuro, Emma. Io nutro una forte sete di vendetta per quell’uomo e vorrei ucciderlo con le mie stesse mani se me lo ritrovassi davanti, non voglio che tu venga coinvolta nella mia oscurità, che tu diventi mia complice. Tu hai Henry, la tua famiglia... Non puoi...» non mi lascia finire di parlare che le sue labbra si poggia sulle mani, non me lo aspettavo. Ma è un bacio delicato, che mi ha dato solo per farmi tacere. Si stacca infatti da esso subito.
«Lascia decidere a me, Killian. E poi non credo che tu sia così malvagio come ti descrivi. Hai solo sofferto tanto. Sono la prima che ha avuto un pregiudizio nei tuoi confronti la prima volta che ci siamo conosciuti, ma ora che ti sto conoscendo meglio, credo che tu sia una bella persona, é la vita che fa schifo e se l’è presa con te. Sfiderei chiunque a non essere impazzito dopo ciò che hai dovuto passare tu. Bé, sappi che ora non sei più solo. Io ci sono, voglio aiutarti. Lascia almeno che indaghi su Rumple, in città conosco molte più persone di te, magari con me parlano.» mi dice e mi ritrovo con gli occhi lucidi, nessuno mi aveva mai detto certe parole. Nessuno aveva mai deciso di vedere il lato migliore di me. Non me l’ha detto esplicitamente, ma il senso del suo discorso é questo, é esattamente questo e non riesco a replicare altro, non riesco a dire nulla se non guardarla come un babbeo, con gli occhi che mi luccicano. Ma dove stavi fin ad oggi Emma Swan? Non solo hai deciso di starmi accanto, come mia donna, ma ora hai deciso anche di allearti con me per ritrovare mia sorella e penso, che non potrei desiderare compagna migliore nella mia vita. 
E alla fine annuisco, mi ha convinto.
«Grazie, Swan» le dico semplicemente e lei mi guarda determinata, senza far trapelare alcuna emozione, ma capisco da suo sguardo che è felice a sua volta.
«Ma stai attenta, d’accordo?»
«So badare a me stessa e poi ti ricordo che ti ho battuto a duello» mi dice e la tensione si scioglie totalmente ancora una volta. Con lei è così, possiamo parlare di cose serie, di noi, confidarci, ma alla fine troviamo sempre un modo per tornare a essere spensierati, a punzecchiarci, ed é proprio ciò che amo del nostro rapporto e il motivo per cui mi sono innamorato di lei. 
«Scusa, Love, accetterei volentieri un’altra sfida... Ma ora come ora, vorrei fare un altro tipo di corpo a corpo con te.» le dico malizioso e alzando il sopracciglio mentre la guardo.
Lei in risposta sta per alzare la mano e colpirmi, ma la blocco dal polso e la spingo contro la porta, per baciarla nuovamente con foga. E riprendiamo a baciarsi con la stessa intensità di poco prima, con la sola differenza che ora, Emma fa un po’ di resistenza per non darmela vinta, tipico di lei, ma io insinuando la lingua nella sua bocca, la faccio cedere é poco dopo, il bacio prende fuoco nuovamente, come i nostri corpi, i quali reagiscono di conseguenza, ritrovandosi avvinghiati l’uno a quello dell’altro. 
E ancora una volta lei però a separarsi da me, deve tornare alla festa e io sbuffo, la terrei qui con me ancora per ore, ma non posso. Considerando che lei mi ha evitato per gran parte della giornata, meriterei altro tempo insieme, ma non posso, lo so bene. Il tempo poi non si può fermare.
Così usciamo dallo stanzino per tornare alla festa, ma prima che ciò avvenga, lei mi ferma per un braccio.


Emma’s POV

Ammetto che ci sono rimasta male quando lui mi ha detto che io non centravo nulla con la sua vendetta e che dovessi restarne fuori. Ho sempre pensato che una donna ha pari diritto di un uomo e che soprattutto in una coppia bisogna condividere ogni cosa, che la base di un rapporto duraturo é proprio la sincerità e il poter affrontare le difficoltà insieme. Lui invece, mi ha voluto tenere fuori dalla sua vita e ciò mi ha fatto subito fatto andare sulla difensiva, quindi il primo pensiero é stato quello di scappare e allontanarmi, credendo di aver sbagliato a fidarmi. Ma lui invece, mi ha aperto il suo cuore, confidandomi i suoi timori, le sue paure. Non vuole che io veda il lato peggiore di lui, non vuole che io inizi a vederlo con occhi diversi... Ma non potrei mai. Ciò che gli ho detto è la verità, inizialmente l’ho giudicato male, ma ora che lo conosco e mi piace davvero molto, anche se è difficile ammetterlo perfino a me stessa, posso dire che è un uomo fantastico e che è stata la vita a essere ingiusta con lui. Ma ciò nonostante, sta cercando di andare avanti, di sorridere, di costruirsi il suo futuro. Forse, non potrà mai essere felice del tutto finché non avrà ritrovato sua sorella, ma come dargli torto? Io senza le mie sorelle mi sentirei persa, al solo pensiero che una di loro possa essere rapita da un pazzo criminale, mi fa venire la pelle d’oca e le lacrime, sfido chiunque a non provare odio per qualcuno che ha fatto del male a chi amiamo. 
Dopo un bacio mozzafiato che ci scambiamo nuovamente, a cui io inizialmente non volevo cedere, ma che poi troppo coinvolta da lui e amando troppo i suoi baci, cavolo se bacia bene... Mi sono lasciata andare. Ma ora lo fermo per un braccio prima di tornare al matrimonio.
«Prima dicevo seriamente, voglio vedere il lato migliore di te. E voglio stare al tuo fianco. Sono sicura che non c’è nulla di oscuro in te tra l’altro, ma vedo solo un fratello che ama pazzamente sua sorella.» gli dico e lui mi sorride, stringendo forte la mia mano nella sua. I suoi occhi sono ancora lucidi, non so dire se per il bacio che ci ha accaldati o per ciò che ho appena detto, ma penso più per questa seconda ipotesi, visto che poco prima pure hanno luccicato diversamente.
«Lo so, Swan.» e capisco che nel suo, lo so, c’è molto dietro. Mi sta ringraziando, per aiutarlo certo, ma anche per ciò che sta nascendo tra di noi, probabilmente dopo la sua prima donna, non é più riuscito ad aprirsi con nessuna e con me, sta ricominciando tutto per la prima volta. Ma anch’io, anch’io sto ricominciando tutto per la prima volta. Dopo Neal, mi ero ripromessa di non coinvolgermi più sentimentalmente, ma Killian ha scombinato tutte le mie certezze, facendosi che io mi buttassi nuovamente in una storia d’amore. Forse, semplicemente il destino ha voluto che noi due, feriti dal mondo, ci incontrassimo, perché insieme ci completiamo.
Mi stupisco dei miei stessi pensieri smielati, ed é così che mi affretto ad aprire la porta del capanno.
Lui mi bacia nuovamente a fior di labbra e mano nella mano, almeno per un pezzo di giardino, ci rechiamo di nuovo alla festa.
E la giornata scorre notevolmente diversamente dopo questo momento con Killian, sono stata veramente una stupida ad evitarlo, anche se ora che sono di nuovo in mezzo agli altri, torno a farlo, inevitabilmente. Senza però, evitare il suo sguardo e i suoi occhi celesti come il mare che mi guardano felici. Lo guardo a mia volta, ogni qualvolta che posso e noto che il suo sguardo é sempre su di me, vigile a seguire ogni mio movimento e ciò, si, mi rende felice come non mai.
Killian Jones non è solo un passatempo, non è una frequentazione e basta, so che con il tempo può diventare qualcosa di serio. 
 


Spazio autrice: Ciao a tutti, e buon sabato! Ed eccomi qui con il nuovo capitolo di questa storia, mi scuso se giunge solo ora, ma tornando a lavoro a pieno ritmo dopo due mesi e mezzo a casa, arrivo alla sera che sono cotta e non ho voglia di mettermi a coreggere il capitolo. Ma oggi visto che è sabato mi sono messa di impegno per farlo ed eccovelo qui. É dedicato al matrimonio di Regina e Robin, ma non solo... Emma dopo aver evitato Killian, poveretto, finalmente i due passano del tempo insieme e che tempo aggiungerei, dove non solo si baciano appassionatamente, ma Emma vuole aiutarlo a trovare sua sorella? Ci riusciranno? Sto zitta va... Non aggiungo altro. Vi dico solo di godervi i prossimi capitoli... ehehehe e forse probabilmente pure io avrò vita breve.
Detto ciò, fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo. A presto e buon week end.

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Capitolo 9
*** Incontri segreti ***




 

Capitolo nove - Incontri segreti 


«Figlio mio, tu devi allontanare quei due. Quell’uomo deve soffrire terribilmente, deve morire solo, schiacciato dal peso del dolore. Chiaro? Quindi torna lì e fatti perdonare dalla ragazza, è caduta ai tuoi piedi una volta, ci cadrà ancora.» gli dice suo padre, mettendo in atto il suo piano, indebolire quell’uomo che gli ha rovinato la vita, portandogli via la sua donna, la donna che ha sempre amato con tutto se stesso e ora, ora deve soffrire terribilmente, deve soffrire come ha sofferto lui e continua a soffrire. Deve morire nei sensi di colpa e nel dolore più completo. Una morte lenta e dolorosa che ben presto sarà lui a infliggerli. Ma tutto al suo tempo.
Prima deve allontanarlo da Storybrooke e da questo nuovo amore che sta nascendo. 
E suo figlio è la soluzione a ciò, è sempre stato un debole, un codardo e ora è arrivato il momento di dimostrare di che pasta è fatto, se è suo degno figlio. 
È il suo momento per dimostrare di essere un vero uomo. Non solo, se vogliono evitare il fallimento, hanno bisogno che si sposi con la ragazza. Non è benestante, ma ha scoperto che suo padre le ha messo da parte una buona rendita e si possono tenere a galla. 
Una risata diabolica si espande per la stanza a quei pensieri e uno sfregamento di mani ne consegue subito dopo, soddisfatto di aver elaborato un piano talmente perfetto.



Killian’s POV 

Dal matrimonio di Regina, in cui ho passato davvero tanto tempo in sua compagnia, non ho fatto altro che pensare a lei. E mi sento un ragazzino alla prima cotta, davvero. Non avrei mai creduto nemmeno che Emma avesse voluto iniziare questo qualcosa con me. Ho sempre percepito che tra noi ci fosse una forte chimica, ma ammetto che non avrei creduto che fossi riuscito a buttare giù il suo muro di resistenza.
La cosa strana è che mi fido di lei e ho voglia di rivederla non solo per baciarla e stringerla, ma sopratutto per parlare con lei, raccontagli di me e ascoltare la sua storia. Passerei le ore semplicemente a parlarci, senza nemmeno sfiorarla con un dito e non è proprio da me avere questi pensieri così casti. Per un attimo, un solo attimo, grazie ad Emma mi sono dimenticato del mio dolore o meglio, riesco a gestirlo con più facilità. Lei mi rende felice e ciò mi fa vedere i miei problemi da una prospettiva diversa. Se non dovessi vendicarmi per riavere mia sorella? Se posso trovarla e non uccidere quel pazzo? La trovo, la porto via e scappiamo insieme. Magari con Emma e suo figlio e ricominciare tutti insieme lontano da qui, da tutto ciò. Se pur non so se Emma accetterebbe, qui ha la sua famiglia, le sue sorelle e anche il piccolo Henry è legato al posto e ai nonni, come alle zie. 
Sto facendo progetti per il futuro e non so nemmeno se il mio amore con Emma sia davvero amore o solo un fuoco di paglia passeggero, ma forse se penso già al futuro è perché so già in cuor mio che tengo a lei, se pur ancora io non riesca ancora ad ammetterlo così apertamente. 
La cosa buffa è che pur di rivederla, ho deciso di accompagnare il mio amico Graham a trovare la sua fidanzata. Ormai tra loro è ufficiale, c’è solo da decidere la data del matrimonio e organizzarlo, infatti oggi deve andare proprio da lei per questo e io, pur se passo per quello che le manca la sua ragazza, sempre se così la posso definire; ho deciso di andare. Non è decisamente da me, per niente direi, ma ho una voglia d rivederla che nemmeno io so spiegarmi e so che non mi sentirei bene con me stesso se non assecondassi questa mia follia. 
Ho solo detto a Graham che voglio andare con lui, senza dargli modo di dirmi qualcosa, qualsiasi cosa, perfino se si o no. Ma so benissimo che sa la verità e il vero motivo per cui voglio andare a casa Swan. Emma. Mi conosce molto bene e non a caso è il mio migliore amico. Non parliamo molto io e lui, ma non serve, ci comprendiamo anche senza il bisogno di farlo. Nemmeno lui ha mai ammesso di essere innamorato di Elsa, ma io lo so. A me quindi, non serve ammettere che mi piace Emma. E poi evito pure io di dirlo, perché non mi sono ancora reso conto di ciò che provo davvero per la giovane.
Fino a poche settimane non avrei mai creduto che mi potesse piacere una donna con un figlio, fino a poche settimane fa non avrei mai creduto che mi potesse piacere più una donna dopo la mia Milha, invece... Quella ragazzina mi è entrata dentro e non faccio che pensare a lei.
Arriviamo a casa Swan con i nostri cavalli, ed ad accoglierci c’è già tutta la famiglia al completo fuori, schierati in fila nemmeno fossero nell’esercito, con solo Elsa davanti a loro, ad attendere che il suo uomo si avvicini. 
Ma di Emma non c’è nessuna traccia, non la vedo schierata nella fila famigliare e tanto meno suo figlio, penso subito che forse è andata da qualche parte insieme a lui e sono quasi tentato di chiederlo a sua sorella maggiore, ma so che sarà impegnata a parlare del matrimonio, quindi decido di chiederlo all’ultima della fila, una ragazza dai capelli rossi e da quello che mi ha raccontato Emma, dovrebbe essere Merida. 
«Ciao rossa, sapete dirmi dov’è tua sorella Emma?» le dico non appena stanno tutti entrando in casa per una ricca merenda. Immagino già che la signora Swan abbia preparato sicuro molti dolci per l’occasione e del thè. 
«Mi chiamo Merida, non rossa. Poi per quale motivo dovrei dirvi dove si trova mia sorella?» mi risponde acidamente, ma ammetto che mi aspettavo una risposta del genere da lei. Somiglia molto ad Emma in questo. 
«Scusatemi, Merida. Lo vorrei sapere perché vorrei parlare con lei di una cosa» le dico semplicemente e spero che come risposta le vada bene, non credo che Emma voglia che entri nei dettagli di ciò che stiamo portando avanti e non so nemmeno se si è confidata con la sorella. Probabilmente no conoscendola, forse solo con Elsa. 
«Non so dove sia di preciso, ma ha litigato con nostra madre, perciò quando è così scappa al mare, dove stanno gli scogli, con Henry. Oggi sarà lì suppongo, Emma odia quando mia madre organizza le cose e fa la civetta come se dovesse sposarsi lei.» qualcosa mi dice che non è solo Emma ad odiare la donna di casa quando si comporta in quel modo, anche la giovane rossa la pensa esattamente così. 
Annuisco e la ringrazio, per poi fare un cenno al mio amico che me ne vado. Lui capisce al volo e mi saluta semplicemente, ha intuito probabilmente che sto andando da Emma.
Cammino fino alla spiaggia, non so bene dove possa essere Emma di preciso, ma non è grandissimo il posto di mare a Storybrooke e quindi, penso che sia abbastanza facile trovarla. 
Infatti, poco dopo la vedo in lontananza. A giocare con Henry con la sabbia. 
Mi avvicino ai due e il bambino sembra subito entusiasta di vedermi, eppure abbia parlato solo mezza volta. Emma invece mi guarda e sembra sorpresa di vedermi, si nota immediatamente dal suo sguardo che non si aspettasse il mio arrivo e io sono ben felice di averla sorpresa in questo modo. Sorride, mi sorride e io ricambio a mia volta e vorrei baciarla, ma non lo faccio in presenza di suo figlio. 
«Cosa state facendo di bello?» chiedo rivolto ad Henry vedendo che stanno costruendo qualcosa con la sabbia e che il piccolo è tutto ricoperto da essa. Il mare per fortuna è abbastanza calmo ed è una bella giornata, se pur credo che l’acqua sia molto fredda. 
«Una nave pitata.» risponde il bambino tutto felice mostrandomela fiero. Io immagino che abbia detto una nave pirata e mi offro di aiutarlo. È il mio campo, me la cavo perfettamente con le navi. Tanto che quando lo dico al bambino lui mi guarda ancora di più affascinato e quasi si dimentica dalla presenza della sua mamma per giocare con me. 
Ci mettiamo insieme a costruire la nostra nave, con Emma che ci guarda, ma che sentendosi trascurata ci chiede di farle fare qualcosa anche a lei, ma il piccolo Henry scuote la testa e dice di no. 
La giovane allora lo prende in braccio e lo riempie subito di solletico. Henry ride, ma poi riesce a divincolarsi e scappare, lei lo rincorre, mentre io deciso di schierarmi dalla parte di Henry ed essendo più veloce di Emma a correre, la raggiungo e la blocco stringendola forte a me.
«Henry scappa, ho bloccato il nemico» dico al bambino e lui corre più lontano felice di essere sfuggito al solletico e aver seminato sua madre.
Io ed Emma siamo sul bagnasciuga con i piedi a mollo, perché in tutto questo lei si è messa scalza per godersi meglio la spiaggia e Henry ha fatto lo stesso tirandosi su i pantaloni. Io anche ho seguito subito il loro esempio, per una volta, voglio sentirmi libero e spensierato, godermi ciò che ho, senza pensare. Godersi una spiaggia senza scarpe, è la cosa più bella che esista al mondo probabilmente.
I nostri piedi vengono bagnati dall’acqua e se pur sia fredda, è piacevole, ma non ci accorgiamo che un’onda sta per arrivare, quando inizio io a farle il solletico, avendo capito che lo soffre proprio come suo figlio. Lei nei tentativo di scappare e io di correrle dietro, veniamo travolti completamente, bagnandoci dalla testa ai piedi. 
Scoppiano a ridere di gusto ed Henry ci viene addosso subito dopo per bagnarsi anche lui, divertito dalla cosa. 
Diamo così il via a un gioco senza fine di schizzi e scherzi. Ridiamo, ci rincorriamo e ci tuffiamo di nuovo in mare, ormai bagnati dalla testa ai piedi e incuranti di bagnarci ulteriormente. Il piccolo Henry poi si è schierato dalla mia parte a fare scherzi alla sua mamma e la cosa mi diverte da morire perché Emma è in seria difficoltà con noi due che non facciamo che schizzarla e farle il solletico. Con la scusa di bloccarla e schizzarla o farle fare il solletico da Henry, ho modo anche di abbracciarla. A lei inoltre, la cosa sembra non dispiacere e si lascia stringere da me, felice e raggiante come mai l’ho vista. Il suo sorriso luminoso è qualcosa che vorrei guardare in eterno. 
E anch’io mi sento felice. È una giornata insolita che non avrei mai creduto di passare, in compagnia di una ragazza e suo figlio per me sarebbe stato inconcepibile, invece ho conosciuto Emma Swan e tutte le mie certezze si sono sgretolate come la nave di sabbia di Henry, la quale con un’onda si è distrutta. 
Sono felice e le ombre del mio passato, sembrano scomparse. O almeno attenuate per qualche ora. 
Per fortuna Emma ha portato un telo per asciugarsi, con uno asciuga i capelli a suo figlio, mettendogli poi qualcosa di asciutto addosso e facendolo sdraiare su un telo e con un altro telo, ci asciughiamo noi, stendendoci poi sopra di esso. 
Henry si addormenta poco dopo, senza nemmeno accorgersene, io ed Emma ci guardiamo negli occhi e lei abbassa lo sguardo per prima, quasi imbarazzata e mi piace ancora di più, facendo aumentare la mia voglia di baciarla. Ho desiderato farlo dal primo istante in cui l’ho vista, ma essendoci Henry con noi, ho evitato di farlo, ma ora che lui dorme, le alzo il viso, incrociando nuovamente i suoi smeraldi e la bacio. Premo le mie labbra sulle sue, ma lei non tarda a schiuderle e ricambiare. Avverto che ha la stessa voglia che ho io di lei, che il desiderio di quel bacio è reciproco. Siamo sdraiati sul telo, ma nella foga del bacio, ci ritroviamo fuori da esso. Io sopra di Emma e lei che si separa leggermente da me giusto per riprendere fiato. 
«Come stai, Jones?» Mi chiede, sembra una domanda banale, ma davvero vuole saperlo, come se volesse avere la certezza che io sia felice, probabilmente come lo è lei, almeno i suoi occhi dicono che lo è. 
«Mai stato meglio! E tu, Swan? So che hai litigato con tua mamma è tutto okay?» le chiedo, tenendola ancora stretta a me, con i nostri occhi che stavolta sono puntati l’uno in quello dell’altra ed Emma non è più imbarazzata.
«Uhm, lasciamo stare mia madre. Vuoi seriamente parlare di lei?» e nel suo sguardo intravedo malizia, mi guarda maliziosamente, esattamente lo sguardo che farei io in una situazione del genere. Solo che non me lo aspettavo da lei. Ecco tutto. 
«Se hai bisogno di parlare io comunque ci sono!» le dico dolce e lei mi sorride, accarezzando la mia guancia, come sono cambiate le cose tra noi, in così poco tempo e solo in positivo. 
La bacio di nuovo a quel punto, spinto ancora una volta da una forza irrefrenabile di farlo e lei ricambia senza esitazione, riuscendo a sorprendermi per la sua passione. Il bacio è intenso, passionale, un fuoco di sentimenti. Un turbine di emozioni.
«Non vorrei insistere, ma sembra proprio che tu stia evitando di parlare di tua madre, invece ti farebbe bene farlo, ti toglieresti un peso» le dico una volta che ci separiamo nuovamente dal bacio, in un’altra circostanza avrei continuato a baciarla e sarei andato anche oltre, non interessandomi della vita della donna con cui sto interagendo; ma Emma è diversa. Di lei mi importa seriamente e voglio sapere anche cosa la fa stare male. È forse questo l’amore? Probabilmente sì... In parte lo è. È voler conoscere la persona che hai davanti, è voler sapere tutto di lei e raccontare tutto di sé, perché ciò viene facile e spontaneo. 
Inoltre, noto che Emma ha seriamente bisogno di parlare. Non lo dà a vedere, ma nei suoi occhi colgo perfettamente la tristezza, forse perché io stesso l’ho provata in prima persona e ancora adesso la provo. Il pensiero di mia sorella è costante. Spesso temo che sia morta e il dolore mi schiaccia, altre volte provo a farmi forza, ma non è semplice. Capisco quindi Emma come si senta, come possa stare ad avere un rapporto così conflittuale con sua madre. 
Mi guarda ancora e alla fine cede, vedo che ha intenzione di aprirsi con me, di buttare giù il muro. 


Emma’s POV

Quando ho visto arrivare Killian in spiaggia ho praticamente spalancato gli occhi incredula, non aspettandomi per nulla al mondo di vederlo. Ed oltre la sorpresa iniziale, è stato divertente il pomeriggio passato in sua compagnia. 
Baciarlo poi, mi piace tantissimo e passerei le ore a farlo, mi sono resa conto che sia così da dopo il nostro secondo bacio, ma apprezzo tantissimo che voglia parlare. Si è accorto dal mio sguardo che sto poco bene. Non me l’aspettavo da lui, devo essere onesta. So della sua reputazione da latin lover, è stato lui stesso a vantarsi di quanto sia bravo a portarsi a letto una donna ed è per questo che non mi sono mai fidata, che ho sempre cercato di tenere le distanze... Invece, non è solo quello che vuole far sembrare. Sa anche essere dolce e attento. 
E decido di fidarmi, di buttare giù il mio muro. Mi lascio incantare dalle sue parole e dal suo sguardo sul mio, così preso, così maledettamente sincero. 
«Non ci parliamo da giorni, da quando abbiamo dormito insieme nel fienile. Ha visto che non sono rientrata e mi ha dato della sgualdrina. Non l’ha detto esplicitamente, ma è ciò che pensava, me l’ha fatto capire.»
«Ha saputo che eri con me?» 
Scuoto la testa e mi affretto anche ad aggiungere, un po’ imbarazzata: «Lo pensa solo, in realtà pensa che abbiamo fatto ben altro in quel fienile...» abbasso lo sguardo rossa in viso e lui ancora una volta mi alza il volto, per incrociare i suoi occhioni come il mare. Ma come fanno a essere così intensi e profondi? Dannazione Emma, contieniti. Sono solo dei semplici occhi celesti...
«Ehi pirata, ora non ti montare la testa, capito? Anche perché non si ripeterà più che noi due dormiamo insieme e tanto meno altro.» dico stavolta decisa, senza più timore.
Lo vedo ridere e mettere su il suo sorriso più malizioso, ma non dice nulla e sono quasi curiosa di sapere che cosa sta pensando, ma so che potrei pentirmene e non glielo chiedo, tanto sicuro è una dalle sue battutine a scopo sessuale.
«Mi dispiace Emma» mi dice poi sincero, tornando serio in volto. 
E io in risposta lo bacio sulle labbra, non desiderando altro. È un bacio a fior di labbra, ma comunque sentito e bramato, almeno da me, ma penso anche da lui.
«Emma, però se mi baci così, non ci credo al fatto che tu non voglia saltarmi addosso eh» ed eccolo il Killian Jones che conosco, malizioso, strafottente e maledettamente maleducato, con quelle sue sporche battute e lo vorrei colpire così forte da fargli seriamente male, ma non lo faccio. Nonostante la mia gamba si possa spostata con facilità verso il suo punto più sensibile, non lo faccio. Mi limito ad alzare gli occhi al cielo. 
«Sei uno scemo, Jones! Io comunque devo andare, Henry ha bisogno di un bagno caldo, di mangiare e dormire... Meglio che andiamo.» spostando lo sguardo verso mio figlio che sta ancora dormendo profondamente e non ha nessuna intenzione di svegliarsi. Sarà difficile portarlo in braccio fino a casa. 
A questo pensiero, sembra quasi che Killian mi abbia letto nella mente e si offre di accompagnarci fino a casa in modo che porti lui Henry in braccio. 
«Non so se è il caso, Killian» non è il caso, per quanto mi farebbe comodo il suo aiuto, non voglio trovare a mia madre un nuovo motivo per darmi della poco di buono.
«Vi lascio al limite del bosco, ma almeno fino a lì lasciati aiutare.» insiste e accetto. È un buon compromesso, dal limite del bosco sono vicina casa mia e mia madre non ci può vedere. 
Senza aspettare che io dica di sì, ha già preso mio figlio in braccio senza cercare di svegliarlo e lo sistema meglio nel suo abbraccio per non farlo cadere. Ed è tenero. Già proprio tenero con Henry tra le braccia. 
Ho notato tutto ciò anche questo pomeriggio. Il suo modo di rivolgersi a Henry, il modo in cui ha giocato con lui, è stato così dolce e protettivo, attento a non fargli male, ma allo stesso tempo lasciandolo libero di scegliere e correre. Si sono pure alleati contro di me. Henry ha socializzato subito con Killian e la cosa mi ha sorpreso, di solito è un po’ diffidente con chi non conosce, invece si sono presi subito. Come si conoscessero da sempre. 
Ci dirigiamo in silenzio verso casa mia, guardandoci con la coda nell’occhio e solo una volta gli ho chiesto se ce la facesse con Henry, è piccolo, ma inizia a pesare e tenerlo per tutto il tragitto in braccio non è facile. Killian però mi risponde che ce la fa e mi dice che se vuole può portare anche me in braccio, contemporaneamente. Sbruffone e arrogante. 
Non appena arriviamo al limite del bosco, io faccio per prendere Henry, ma lui mi ferma e mi guarda. 
«Non me lo dai il bacino della buonanotte? Henry ancora dorme, non può vederci» mi dice malizioso e io lo vorrei nuovamente colpire con un pugno, ma non lo faccio. Desidero anch’io baciarlo, ma non voglio darlo a vedere, orgogliosa come sono e poi, non voglio dargli altri motivi per fare battute. 
«Te lo sei meritato?» lo provoco, allontanarmi da lui, che intanto si è avvicinato a me.
«Direi di sì, ho faticato a portare Henry fino a qui»
«Non eri tu quello che sosteneva di riuscire a portare anche me contemporaneo? O forse era un altro, ops... Credevo che fossi tu quello forte, devo averti confuso con il mio altro pretendente» gli dico, giocando con lui. Audace e cattiva. Provocatrice. Non è da me, ma per una volta voglio giocare anch’io e poi mi piace provocarlo. Vedere che cosa mi risponde. 
«Chi sarebbe questo?»
Io rido e non rispondo e Killian finge di offendersi, per poi aggiungere: «E comunque, si! Sono forte e potrei portare anche te, vuoi che te lo dimostri?» sta al gioco, dopo aver finto di essere geloso. 
Scuoto la testa e mi avvicino per baciarlo. 
«Te lo sei meritato, diciamo» e prima che possa essere io a colmare la distanza che ci divide, lo fa lui per me. Regalandomi un bacio mozzafiato. Nonostante ci sia mio figlio di mezzo e non possiamo stringerci come vorremmo, è lo stesso intenso e passionale. 
Ci separiamo e io prendendo Henry in braccio mi allontano, non dicendo nulla e regalandogli solo un sorriso, uno di quelli che concedo raramente, salutandolo con la mano. 
«Emma, quando ci rivediamo?» mi chiede prima che io mi sia allontanata del tutto. 
Mi volto leggermente e: «Non lo so, sorprendermi, un po’ come oggi.» dicendogli chiaramente che deve continuare a corteggiarmi e che oggi, sono stata felice di vederlo. Ed è così, lo sono stata e trovo anche che sia bello sentirsi desiderate. Regina mi direbbe che ho fatto la mossa giusta. Prima di girarmi lo guardo per vedere il suo viso e ha dipinto sul volto il suo classico sorriso malizioso, ma terribilmente sexy e io vorrei prenderlo a schiaffi ancora una volta. Come può irritarmi e farmi impazzire allo stesso tempo? Non riesco proprio a spiegarmelo. 
Mi allontano ora definitamente e noto che rimane al margine del bosco fino a che non sono rientrata in casa.
Ciò che non voglio è dover affrontare mia madre. Ma cerco di non pensarci e concentrandomi sul modo in cui Killian troverà per rivedermi. 

Nelle settimane successive, io e Killian ci siamo visti molto spesso, abbiamo iniziato a vederci quasi praticamente tutti i giorni, anche per brevi attimi, solo per scambiarci un bacio fugace. Anche se i nostri baci non sono mai stati così fugaci, al contrario. Killian Jones é tremendamente passionale e io sono diventata dipendente da lui, ma soprattutto della sue mani che mi accarezzano i capelli, le braccia... Del suo modo di stringermi forte contro di sé. Ci vediamo di nascosto e di solito sempre al fienile dove ci siamo dati il primo bacio e oltre a scambiarci diverse effusioni, abbiamo parlato anche tanto di noi. Lui è stato davvero molto bravo a corteggiarmi, non è stato per nulla banale e non ha mai fatto nulla di troppo scontato ed eclatante, mi ha solo fatto capire che fosse sincero e seriamente interessato a conoscermi meglio. Ed é ciò che abbiamo fatto.
Ci siamo conosciuti meglio. Ora conosco i suoi hobby, le sue passioni. So che ama navigare con la nave, so che ama cucinare e che è anche un ottimo cuoco perché sua mamma fin da bambino gli ha insegnato a farlo, per sorprendere la sua futura moglie. Mi ha parlato di sua madre che era una donna eccezionale, dolce, aperta mentalmente ed espansiva. Mi ha parlato di suo padre che era più taciturno e chiuso, ma che amava profondamente sua moglie e che insieme formavano ciò che lui ha sempre pensato fosse l’amore. Mi ha raccontato che sogna di avere anche lui un amore così, facendomi capire che non è assolutamente lo sbruffone, arrogante, o meglio lo é eccome quando si vanta, ma sa essere anche estremamente dolce, attento. E io mi trovo sempre meglio in sua compagnia, mi sento felice, come forse non lo sono mai stata, nemmeno con Neal. 
Gli ho raccontato a mia volta di me, della mia vita. Mi sono aperta totalmente con lui, raccontandogli di quanto io sia stata male dopo aver scoperto di aspettare Henry, soprattutto perché mia madre mi ha impedito di uscire fino alla sua nascita per evitare che si vedesse la pancia e le persone si accorgessero del mio stato di gravidanza. Come però, ciò mi ha fatto legare a Regina, l’unica amica che io abbia mai avuto e che mi è rimasta accanto nonostante sapesse cosa avessi fatto. E di Neal, mi sono ritrovata a parlare con lui di Neal, cosa che non avevo mai fatto con nessuno, tanto meno con mia sorella Elsa. Ho sempre evitato l’argomento perché mi faceva ancora male, ma parlarne con lui invece ha fatto sì che io allontanassi totalmente il mio dolore. Non sono mai stata innamorata di Neal, questo è certo. Con lui non ho mai condiviso niente di me, non mi conosce per niente, abbiamo sempre passato i nostri momenti a baciarsi e fare ben altro. Lui sin dal primo istante mi ha colpita con i suoi modi dolci e gentili, con il suo sorriso cordiale. Mi sono fidata perché in quel momento pensavo di poterlo fare, che non avrebbe mai potuto succedere nulla, ma sono stata ingenua. Troppo ingenua. Alla fine non solo mi sono ritrovata sola e abbandonata, senza più la mia innocenza, ma anche con un figlio. Un figlio che mi ha cambiato totalmente la vita.
Anche questo pomeriggio ci incontriamo al nostro luogo segreto, al fienile. Per me è decisamente più difficile liberarmi per raggiungerlo, visto che non posso lasciare Henry da solo, ma per fortuna la mia amica Regina, mi aiuta molto in questo. Si è offerta di tenermi Henry e poi a lei fa piacere passare del tempo con lui, come fa piacere a Robin. Da ciò che so Robin vuole una famiglia numerosa e ama i bambini, sta quindi, facendo pratica per quando saranno genitori.
Quando arrivo al fienile, Killian é già dentro ad aspettarmi. Mi regala un sorriso meraviglioso, ma poi il suo sguardo si trasforma in malizioso.
«Sai che per questo ritardo devi farti perdonare?» 
Mi avvicino a lui e lo guardo a mia volta maliziosa.
«In che modo, Jones?» tendo sempre a chiamarlo per cognome, perché lui fa esattamente la stessa cosa con me. Io poi, non sono proprio tipo da soprannomi smielati, lui mi chiama a spesso “Love” e la cosa mi piace, ma io mi limito sempre a chiamarlo per nome o per cognome quando voglio scherzare o prenderlo in giro, o anche per dimostrargli che ci tengo. Perché è ovvio che mi sono affezionata a lui, non so ancora come posso definire il nostro rapporto, ci stiamo frequentando... Ma non so dire se è amore. O forse ho solo paura di ammetterlo, perché ormai facciamo praticamente coppia fissa...
Non parla, al contrario si avventa sulle mie labbra, a dimostrazione di ciò che vuole. Un bacio, un bacio passionale e infuocato dei nostri. Uno di quei baci che farebbero scoppiare un incendio se solo potessero, ciò che è certo é che ogni volta che mi bacia in questo modo l’incendio scoppia dentro di me. Le sue mani mi accarezzano i capelli che per oggi ho lasciato sciolti e leggermente mossi, essendo fattami le trecce il giorno precedente. La sua lingua gioca con la mia, muovendosi come se ormai fosse la cosa più semplice e naturale del mondo, come se da sempre facessimo ciò. 
Le mie invece sono sulle sue spalle e lentamente lo spingo verso di me, mentre io mi ritrovo completamente sdraiata sul fieno dietro di noi, con Killian sopra di me. E vado a fuoco, letteralmente. É così eccitante. Com’è eccitante sentire le sue mani che si muovono esperte su di me. Le ha spostate dai miei capelli verso il collo, nella parte inferiore di esso, subito dopo passando alla parte davanti e scendendo sempre più giù... Arriva ad accarezzarmi il seno da sopra il vestito che ho indosso e nonostante ci sia esso a coprirmi, mi sento totalmente esposta a lui e percorsa dai brividi. La sua mano si muove sempre più in basso, raggiunge il mio ventre e le mie gambe, lasciate scoperte. Non amo mettere cose troppo pesanti addosso. 
Mi accarezza una gamba e poi l’altra e io lo lascio fare, completamente rapita da queste sue attenzioni, non ho mai provato niente di simile. E non penso che sia solo perché ci sa fare, forse è per ciò che ci lega. Ma cosa ci lega? 
No, Emma non è il momento di pensare a ciò. Ma non é nemmeno il momento di lasciarsi andare in questo modo, non così e non così presto.
Il mio vestito é ormai all’altezza dei miei slip e la sua mano é pericolosamente vicina a un punto di non ritorno e lo fermo. Porto la mia sulla sua e se pur ansimando di piacere, lo allontano. 
«Killian, non posso... Non così. Non è perché non lo voglia, é che... é presto. Non voglio che ciò che stiamo vivendo si basi solo sul sesso.» gli dico apertamente, cercando di fargli capire il mio punto di vista, non è che non ho voglia di fare l’amore con lui, solo che non voglio commettere di nuovo gli stessi errori e voglio aspettare, stavolta voglio fare le cose con calma, senza fretta, godermi giorno dopo giorno ciò che viene, essere sicura di ciò che sento per lui. 
«Hai ragione, scusa... Non so cosa mi sia preso. Il fatto é che ti desiderio da morire, Emma, ma non voglio nemmeno io affrettare i tempi. Scusami.» mi risponde e porta la mano dietro l’orecchio imbarazzato. So per certo ora, che ogni volta che lo fa é perché si sente a disagio e capisco che é seriamente dispiaciuto.
Lo bacio di nuovo.
«Non mi è dispiaciuto. Ma sono una difficile, lo sai.» gli dico scherzosamente per allentare la tensione che si è creato dopo questo nostro piccolo momento intimo.
«So che so essere terribilmente affascinante e che faccio cadere tutte le donne ai miei piedi» ecco decisamente é tornato lo sbruffone di sempre, ma ho iniziato ad apprezzare anche questo suo lato, anzi forse è proprio questo che lo rende ciò che è. Il Killian Jones per cui inizio ad avere seriamente una bella cotta.
«Piuttosto, hai scoperto qualcosa sul signore oscuro? Io ho fatto delle ricerche in paese, mi hanno detto che è passato da qui qualche anno fa, le tue supposizioni erano giuste, ma non ho saputo altro su di lui, nessuno ne parla volentieri o forse non ne parlano volentieri con me.» mi sono offerta di aiutarlo a cercare sua sorella Ruby, sono convinta che sia ancora viva e voglio dargli una mano. Ho fatto delle ricerche sul signore oscuro, ma nessuno ha saputo dirmi niente di veramente concreto su di lui, anzi a volte ho avuto la sensazione che mi guardassero anche piuttosto dispiaciuti e con sguardi compassionevoli per ciò che stessi chiedendo, ma non ho compreso il motivo. Magari è stata suggestione o magari perché nessuno è in grado di scovare il signore del male, tanto meno io e avranno pensato ciò.
«No, so solo che suo figlio è stata avvistato in città di recente. Me l’ha detto uno alla locanda dove, a volte, vado a prendere il rum»
«E non ti ha detto come si chiama suo figlio?»
Scuote la testa. Non gliel’ha voluto dire o meglio non è sicuro sia lui e per questo motivo ha taciuto. Non si è mai avuta la prova che questo giovane fosse il figlio del signore oscuro, si ipotizza ciò perché è sparito nell’esatto momento in cui è sparito lui, ma può anche essere una coincidenza. E poi adesso è tornato solo. Di suo padre non si è vista traccia. 
«Non ti sembra tutto così strano?» mi chiede a quel punto e lo è. E strano che ci sia tutto questo mistero intorno a loro. 
«Cosa pensi di fare adesso?» chiedo, ma immagino che voglia cercare questo fantomatico figlio da solo visto che nessuno lo aiuta.
E ci ha preso. 
«Torno alla locanda e aspetto che spunti, tanto dovrà venire, ho capito che la frequenta anche lui, per acchiappare giovani ragazze da sedurre a quanto pare.»
«Stai attento! E non lasciarti nemmeno distrarre dalle altre donne» gli dico preoccupata, ma anche con un lieve timore che un’altra donna, possa avvicinarlo. Conosco la sua fama e so anche che le donne farebbero carte false per averlo nel proprio letto, anche solo per una sera. E io l’ho appena respinto in quel senso e temo che possa trovare un’altra. Si, sono decisamente paranoica, ma vivo con la costante paura che le persone a cui tengo mi lascino. Il pessimo rapporto che ho con mia madre poi non aiuta a farmi sentire più sicura di me stessa, al contrario... Mi fa vivere ancora di più con l’angoscia di perdere chi amo. E poi mi sono fidata fin troppo di Neal e guarda com’è finita.
«Gelosa, Swan?» ecco lo sapevo che non dovevo lasciarmi sfuggire quel pensiero. 
Ovvio che non sono gelosa, ma ora vaglielo a spiegare. 
O forse lo sono? 
«Certo che no! Ma non è mai il caso di divertirsi con qualche ragazza alle locande, non si sa mai con chi sono andate già... Poi spendere soldi per fare sesso, lo trovo squallido...» ho appena detto una grossa stupidaggine per giustificarmi. Sto dimostrando ancora una volta a Killian di essere una ragazzina inesperta. 
E quando lui scoppia a ridere capisco che mi sta notevolmente prendendo in giro.
«Da quando ti conosco, non ho occhi che per te. Le altre non esistono, Swan. Non temere. E comunque non sono mai andato a letto con una donna che poi ho pagato, lo trovo squallido pure io.» mi dice e non so perché ciò che mi sta dicendo mi riempie il cuore di felicità. 
Mi avvicino per baciarlo dolcemente e mi stringo a lui. 
Rimaniamo così per tutto il resto del pomeriggio e mi accorgo che amo stare in sua compagnia, parlare, scherzare con lui. Amo la sua presenza vicino a me e che sono determinata ad aiutarlo con sua sorella, ormai siamo una squadra. 
E ormai, credo di essermi innamorata. 
 

Spazio autrice: Ciao a tutti, eccomi qui con il nuovo aggiornamento, sono riuscita a metterlo a distanza di una settimana stavolta, spero di continuare a essere così costante con la pubblicazione, ma non garantisco nulla, perché la storia sta entrando nel vivo e io sto ancora cercando di sgarbugliare le idee che ho in testa e dargli un ordine concreto, ho alcuni capitoli già pronti, ma non sono tantissimi... Volevo metterlo ieri il capitolo, ma non riuscivo a creare l'immagine di apertura come volevo, anche per non usare le stesse immagini ogni volta. Voglio più foto di Emma con vestiti antichi. Devo imparare a creare fotomontaggi. Ma, diciamo che visto che ancora non mi sono attrezzata in merito, ho creato quella che vedete all'inizio. Non mi fa impazzire, però spero che vi piaccia lo stesso. 
Detto ciò, veniamo al capitolo... Cosa sta bollendo in pentola? Tutto. Tutto. Godetevi questo capitolo fluff tra i nostri piccioncini, il prossimo temo che vi ritroverò sotto casa.
Buona domenica e a presto. 

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Capitolo 10
*** Ritorni ***








Capitolo dieci - Ritorni 


Emma’s POV 


Una mattinata che è iniziata frenetica, può diventare anche peggio? Certo che sì. 
Non appena sono tornata a casa dopo l’indimenticabile pomeriggio con Killian, sono stata a salutare Regina per la partenza, cosa che mi ha messo decisamente di cattivo umore. Mio figlio, si è preso una febbre da cavallo, ed ora è costretto a letto. Per tutta la notte sono stata a vegliare su di lui, anche perché la febbre si è notevolmente alzata e con essa anche lo stato confusionale, ha iniziato a delirare e a dire cose senza senso, mi sono decisamente spaventata. Ho applicato sul suo corpo acqua e aceto, un rimedio super efficace per far scendere la temperatura, ma ci ha messo comunque un po’ ad abbassarsi, talmente fosse alta.
Ora é al letto e io ho passato la mattinata a parlare con il dottore che è venuto a visitarlo e a cercare di riposarmi un minimo. Quantomeno le mie sorelle hanno cercato di farmi riposare, se pur io non ci sia riuscita. 
E poi, il colpo di grazia finale. Neal Cassidy. É venuto in città o meglio da me, a casa mia per parlare con me. 
Neal proprio quel Neal, il padre di mio figlio che io avevo cercato di dimenticare con tutta me stessa e che grazie all’aiuto di Killian, ero riuscita a farlo. Ed ora é qui, di nuovo qui e mi sta chiedendo di riprovarci, di voler fare il padre. 
Sono sconvolta, ma non perché provo ancora qualcosa per lui, in verità non provo più nulla, ma perché dopo due anni, torna nella mia vita così repentinamente e pretende di rimettere insieme i cocci, pretende di far tornare tutto come lo era prima, come se non mi avesse gettato via come un rifiuto. Ricordo ancora che cosa mi disse quando gli confessai di essere incinta: “Non posso avere la certezza che sia mio”. Queste parole mi hanno ferito più del suo abbandono, più della sua sparizione subito dopo. Io già ero distrutta interiormente per quella notizia, mia madre mi dava della sgualdrina e sentirselo dire anche lui che lo fossi, é stata l’ennesima pugnalata. E per un lungo periodo mi sono veramente sentita tale. Sbagliata, sola, dannatamente complicata da non poter essere felice.
E ora vuole far tornare le cose a posto? Ma come pretende ciò, con quale coraggio? Non riesce più a fidarmi di lui e sinceramente non voglio nemmeno fargli conoscere Henry. Non voglio che lui soffra come ho sofferto io a causa sua, non voglio che rimanga deluso, che rimanga deluso da quello che è suo padre. É felice anche senza di lui, può farne a meno di lui, é cresciuto fino adesso senza averlo un papà, può continuare a crescere ancora senza di lui, no? Mia sorella Elsa, mi ha detto che invece dovrei provare a dargli una seconda possibilità, che magari lo posso mettere alla prova e farlo conoscere ad Henry come un semplice amico di famiglia, vedere come si comporta e magari con il tempo, se supera la prova, dire al bambino tutta la verità... E se devo essere sincera é la decisione più saggia. Io orgogliosa come sono avrei optato per escluderlo totalmente dalle nostre vite, ma forse Henry, ha bisogno di un a figura paterna. Ha suo nonno David, ma non è la stessa cosa. Un bambino ha bisogno di una mamma e un papà. 
Sono egoista e mi sentirei veramente tale se lo lasciassi tutta la vita senza di lui. 
Non mi fido, non mi fido per niente, ma forse devo imparare a farlo e comportarmi per una volta come si comporterebbe Elsa. Lei ha il cuore così puro e genuino che riesce a perdonare anche il peggiore dei torti... Non so come faccia, ma a volte mi rendo conto che vive molto più serena e felice di me. Io al contrario suo ho mille insicurezze e paranoie. 
Il nostro primo incontro é stato totalmente disastroso, io per giunta nervosa dalla notte insonne, gli ho risposto decisamente molto male. 
Mia madre ovviamente pensa che io dovrei perdonarlo per il bene di Henry e che magari è arrivato il momento che si assuma le sue responsabilità e mi sposi. Ma ovviamente lei dice così perché in questo modo non sarei più la ragazza del paese “Sola, sgualdrina e con un figlio”. In questo modo diventerei la signora Cassidy e tutti mi tratterebbero con rispetto essendo maritata e non più sola.
Ora ci stiamo incontrando, perché lui ha insistito ed é tornato anche questa mattina, per parlare nuovamente. E io sono decisamente più calma e posso affrontarlo senza urlargli contro. Forse. Ci dirigiamo in silenzio verso il bosco, in modo che possiamo parlare senza essere disturbati. Voglio parlare con lui senza la mia famiglia presente, o meglio senza mia madre presente... Ed é anche meglio che Henry non lo veda. Se pur stia male, comunque adesso ha un po’ di energie per alzarsi ed é impossibile tenerlo a letto per tutto il giorno.
«Emma, so di aver sbagliato due anni fa, mi dispiace da morire essere andato via in quel modo, di averti detto ciò che ti ho detto... Io non lo pensavo, avevo solo paura. Avevo diciotto anni in fondo e non ero pronto a diventare padre.» mi dice, é stato lui il primo parlare, in realtà io non sapevo veramente come cominciare il discorso e sono felice che sia stato lui a rompere il silenzio imbarazzante, anche perché se avrei iniziato a parlare io, lo avrei solamente insultato.
«Stronzate Neal! Il fatto é che ti sei approfitto di me, mi hai portata a letto, mi hai abbindolata con la tua faccia da bravo ragazzo e alla prima difficoltà mi hai abbandonata. Avevo diciotto anni anch’io e mi sono fidata di te... Pensi che io lo volevo questo figlio? Certo che no, Neal. Henry é la cosa più bella della mia vita, ma se tornassi indietro non rimarrei incinta di nuovo. Quindi non venirmi a dire che hai avuto paura perché avevi solo diciotto anni. Io pure ne avevo diciotto, ma mi sono assunta le mie responsabilità, il peso della stronzata che avevamo fatto...» ogni mio tentativo di rimanere calma é miseramente fallito.
«Lo so, mi sono tormentato spesso per ciò. Sono qui proprio per assumermi finalmente le mie responsabilità e fare il padre, so che è tardi, che ho perso due anni della vita di Henry, ma voglio provare a rimediare per quanto mi sia possibile. Ti prego Emma, fidati di nuovo di me. So che ti chiedo molto, ma lo faccio lo stesso.» mi guarda con quello sguardo dolce e genuino che mi ha conquistata e mi calmo. Prendo un respiro profondo e cerco di pensare lucidamente. Devo farlo, per il bene di mio figlio.
«Sia chiaro Neal, sei in prova. Henry non saprai chi sei fino a che non hai dimostrato di fare sul serio, non voglio che soffra a causa tua. Inoltre, non cambierà niente tra di noi, io... Io sto con una persona e ci tengo a lui. Ti permetterò di fare il padre, ma non torneremo mai a essere un noi» chiara, diretta come sono sempre. Mi reputo soddisfatta. Lo guardo a mia volta, ma il mio sguardo é serio e concentrato. 
Lui ora sorride e annuisce felice. Sembra seriamente contento e forse ha ragione Elsa quando dice che è tornato per restare stavolta, staremo a vedere.
«Chiaro. Non ho intenzione di rovinare la tua relazione, Emma. Voglio solo che tu sia felice e che lo sia Henry. Mi comporterò da adulto e da padre. Metterò la vostra felicità al primo posto.» mi dice e mi prende una mano tra le sue e poi continua: «Ma sappi che sono ancora innamorato di te, lo sono sempre stato. Non ti ho mai dimenticata. Però mi farò da parte se è questo che vuoi.»
E non me lo aspettavo ciò o forse avrei invece dovuto aspettarmelo. Anche se non avrei mai creduto che fosse innamorato visto come mi ha liquidata. 
«Se fossi stato innamorato di me, mi avresti sposata e ti saresti assunto le tue responsabilità, dubito che questo che dici di provare per me sia amore» gli dico e in questo momento mi sento tanto mia madre, soprattutto per il discorso sul matrimonio. Mi ha influenzata a tal punto che ora parlo come lei... 
«Hai ragione! Ti dimostrerò anche ciò, Emma.» é la sua risposta, ma non deve dimostrarmi proprio un bel niente, anche perché io non provo più nulla per lui. É ovvio che è stato il mio primo amore, questo non posso di certo negalo e un qualcosa provavo, ma ora quel qualcosa é svanito del tutto. Magari con il tempo possiamo provare a essere di nuovi amici, più che altro per il bene di nostro figlio.
Mi chiede di Henry poi, vuole sapere più informazioni possibili sul suo conto e gli racconto di com’è. É sveglio, intelligente, solare, creativo, ama stare all’aria aperta e si inventa ogni giorno una storia nuova per giocare. È dotato di tanta fantasia e ama che io gli racconti le storie. 
«Sono proprio curioso di conoscerlo. Da quello che dici non ha preso molto da me.»
«Si invece, i colori sono i miei, ma ti somiglia molto, la forma del viso, il naso...» ed é la verità, soprattutto da appena nato assomigliava tanto a lui, tant’è che più volte mi è sembrato di rivederlo. 
E di comune accordo decidiamo di andare a conoscerlo oggi. Diremo ad Henry che lui è un amico di famiglia venuto da fuori città e che per un po’ si fermerà qui con noi, dormirà altrove, ma verrà a trovarci spesso. 
Una volta che torniamo a casa comunico tutto alla mia famiglia e per la prima volta mi sembra che mia madre mi guardi felice. Forse pensa che io e Neal prima o poi torneremo insieme. Non sa che in realtà io sono innamorata di un altro, mi astengo naturalmente dal dirglielo, almeno ora. A tempo debito sapranno anche loro della mia relazione con Killian. Ora voglio tenerla ancora un po’ per me, solo per me. Primo perché non so ancora se dureremo insieme e secondo perché ovviamente non voglio che mia madre pensi di me chissà che cosa. So bene che non approverebbe mai una relazione con un altro uomo sapendo che è tornato il padre di mio figlio. Non sarebbe eticamente corretto... Ma io dell’etica me ne interesso poco. Terzo mi sembra decisamente prematuro di parlare di matrimonio con Killian. Tornando al punto uno non so nemmeno se durerà la nostra relazione... Io ovviamente mi auguro di sì, perché mi sto accorgendo di essermi affezionata a lui. Molto. Più di quanto avrei immaginato all’inizio.
Penso a lui mentre vado a chiamare mio figlio per farlo scendere a conoscere suo padre. 
Penso a lui e non riesco a farne a meno. E sorrido per questo. Fino a poco tempo prima nemmeno riuscivo a sopportare la sua presenza, invece ora conoscendolo meglio ho capito che persona è realmente Killian Jones e alla fine ho ceduto al suo fascino pure io. Ho ceduto ai suoi occhioni celesti come il mare, che ogni volta che si riflettono nei miei mi incantano. Ho ceduto al suo sorriso strafottente, ma sincero, leale. Ho ceduto perché mi piace parlare con lui, mi piace scherzare con lui. Passiamo spesso da parlare di cose serie a scherzare come due bambini, a giocare come tali. A tirarci le cose o a rotolarci nell’erba. L’ultima volta che ci siamo visti avevo un filo di paglia tra i capelli, perché ci siamo messi a tirarci e a rotolarci su di essa come due scemi. Ho riso come non mai. 
E per fortuna che la paglia tra i capelli me l’ha tolta mia sorella Merida, o sarebbero stati guai con mia madre. 
Io ed Henry scendiamo nel nostro piccolo salottino che funge anche praticamente da cucina, essendo che essa è praticamente lì. 
Neal subito si presenta ed Henry lo saluta timidamente, accenna un sorriso, ma da bambino timido qual è, arrossisce e non dice altro. Sono io che mi abbasso al suo livello per spiegargli chi sia l’uomo che gli sto presentando. 
«Sono venuto qui anche per giocare con te, so che stai male e non possiamo giocare fuori, però se ti va, mi puoi mostrare la tua camera... La tua mamma mi ha detto che hai una spada di legno e che insieme al nonno sta costruendo un veliero pirata, me li fai vedere?» dice a quel punto Neal. Ed Henry si illumina improvvisamente in volto e annuisce. 
Si avvicina quindi a Neal e prendendolo per mano, lo conduce verso il piano superiore della casa e io decido di seguirli. Mi tengo ovviamente in disparte per dare loro modo di conoscerci, ma comunque voglio essere presente. 
Passano tutto il pomeriggio a giocare insieme con la nave pirata, se pur sia ancora da finire di costruire e l’altro parte del tempo a leggere un libro insieme. Ho sconsigliato a Henry di giocare con la spada, ora è senza febbre, ma sudando potrebbe benissimo tornargli ed è meglio se non faccia giochi troppo movimentati. Neal tra l’altro si stupisce quando Henry gli anticipa le parole delle storie, ma ormai gliele lego talmente tante volte che ha imparato i pezzi a memoria, in particolare i passaggi che gli piacciono di più. 
Neal inoltre, si ferma a cenare con noi e mette lui a letto mio figlio. O forse dovrei dire nostro figlio?
«Neal, torni a giotare con me? Dobbiamo giotare con la spada appena potrò uscire di nuovo. E ti votio fare conotere il mio amico Tilian» gli dice Henry prima di dargli la buonanotte. E io arrossisco. Mio figlio adora Killian, non fa altro che chiedermi di lui e soprattuto più di una volta, ho dovuto portarlo con noi. Prima che Regina partisse siamo stati tutti alla tenuta Mills per un pomeriggio insieme ed Henry ha praticamente monopolizzato Killian. La cosa mi piace molto, significa che accetterà più facilmente la verità quando la saprà, ovvero che i suoi non torneranno mai insieme e che la sua mamma sta con un altro uomo. 
«Certo campione! Ma chi è Killian?» ecco, è la domanda che proprio non volevo che facesse. 
«Henry, è meglio che ora chiudi gli occhi e dormi. Neal torna sicuramente a trovarti!» dico per cercare di togliermi da quella situazione imbarazzante. 
«Okay mamma! Comunque Tilian, è il fitatato di mamma, ma è un segreto okay?» quando vuoi toglierti da una situazione di questo genere, non ci riesci mai. Ma poi come fa mio figlio a saperlo? Qualcosa mi dice che c’entra Regina. La vorrei uccidere in questo momento, peccato che non è qui per poterlo fare e mi dispiace anche perché saprebbe come aiutarmi o affossarmi ancora di più di vergogna. 
Guardo in direzione di Neal rossa in viso, sembro andare a fuoco, ma faccio finta di nulla e mi avvicino a mio figlio per baciarlo. Lui mi dà un bacio a sua volta e augura poi la buonanotte a suo padre, se pur non lo sappia che sia tale. 
Soli, una volta in corridoio, tira di nuovo fuori l’argomento. Non saprei nemmeno decifrare il suo atteggiamento a dire il vero, non sembra contrariato o altro, mi sembra tranquillo. Meglio così. 
«Killian quindi si chiama eh? E già conosce nostro figlio?» okay, forse geloso lo è e riesce a nasconderlo bene. 
«No, l’ha visto un paio di volte. Niente di più.» spiego, anche se non ho bisogno di giustificarmi. Non ho fatto nulla di male, non sono io quella che è sparita per due anni in fondo. 
Lui annuisce semplicemente e mi chiede quando lo conoscerà. Sicuramente non ora, è la mia risposta e ci salutiamo. Io sono stremata dal sonno e poi, è meglio che vada. Abbiamo passato anche troppo tempo insieme e non voglio che si faccia strane illusioni. 
Vorrei tanto vedere Killian, ma aspetto. Abbiamo appuntamento al fienile domani. Lui è dovuto andare fuori città per alcune commissioni, ma sarebbe tornato in serata. Domani abbiamo il nostro appuntamento nel nostro posto. 


Arrivo il giorno successivo al fienile in perfetto orario, ma lui non c’è. La cosa mi stupisce perché di solito è sempre in anticipo e dice a me di essere in ritardo. Glielo rifaccio io stavolta almeno. 
Ma più passano i minuti, e poi le ore, di lui nessuna traccia e inizio anche a essere preoccupata che gli possa essere successo qualcosa. 
Non so davvero che cosa pensare, non è da Killian non presentarsi e tanto meno dimenticarsi del nostro appuntamento, quindi deve per forza essere successo qualcosa. 
Non voglio pensare al peggio, ma non riesco a non farlo. Devo ragionare lucidamente.
Mia sorella oggi si vedeva con Graham, quindi posso chiedere a lui se ha novità del suo amico. Mi dirigo a passo spedito verso il paese, sapendo di trovarli lì per delle commissioni per il matrimonio. Li trovo mentre escono dal negozio di stoffe e mi avvicino. Mi sembrano felici e sereni, forse Graham non sa che fine ha fatto Killian. 
Ma ho bisogno di sapere e nel caso intervenire insieme a lui, se pur mi dispiace interrompere il loro momento romantico, ma se il suo amico è in pericolo deve saperlo. Magari si è messo nei guai con la storia del signore oscuro, per cercare suo figlio. È stato a quella maledetta locale e magari qualcuno ha capito su chi stesse indagando, magari proprio il fantomatico figlio e adesso è in pericolo. 
Vedendomi seria in volto, i due tolgono subito il loro sorriso felice dalla faccia. Elsa mi conosce bene, capisce immediatamente che sono spaventata. 
«Hai notizie di Killian? Avevamo appuntamento oggi, ma non si è presentato...» chiedo rivolta al ragazzo e lui mi fissa incredulo. Quasi stupito che io non sappia. Mi rilasso un attimo, forse non è in pericolo almeno. Ma cos’è successo allora? 
«È partito questa mattina. Mi ha lasciato un misero biglietto, non so nemmeno io il motivo. Pensavo che a te avesse avvertito.» 
No, non mi ha avvertita, non l’ha fatto. 
Non so nemmeno come mi sento. Svuotata, arrabbiata, incredula. Perché è andato via senza dirmi nulla? Il primo pensiero che mi viene in mente è che mi abbia soltanto presa in giro e io mi sono lasciata prendere in giro. 
Ancora. 
Non mi è bastato Neal, a quanto pare la lezione non mi è servita... A quanto pare sono stata solo un passatempo per lui e quando ha visto che non ero ancora pronta al passo successivo, è sparito. Mi ha usata, presa in giro. Le sue belle parole, le sue confidenze non sono state altre che parole gettate al vento, con il solo intento di farmi cadere ai suoi piedi? A questo punto mi chiedo se ciò che mi ha detto sia vero o è stato il suo modo per impietosirmi... Non riesco più a capire nulla. Nulla. Mi sento così scema, così maledettamente ingenua. Non dovevo fidarmi, non dovevo innamorarmi. Io lo sapevo, lo sapevo fin dal primo istante in cui l’ho visto che Killian Jones mi avrebbe solo fatto del male, ma io stupida ci sono cascata. Lo sapevo fin dal primo istante che mi sarei ritrovata con il cuore in frantumi, ma nonostante ciò, mi sono lasciata comunque ingannare... E la cosa che mi fa più rabbia é che ci sarei andata a letto insieme, perché mi fidavo. Mi fidavo, dannazione. 
Ma non mi lascerò distruggere da lui, non piangerò. Non farò nessuna scenata. 
Killian Jones, mi ha rubato cuore e anima, hai calpestato i miei sentimenti, ma non mi vedrai mai piangere per te. Mai. 
«Emma...» mia sorella mi distoglie dai miei pensieri preoccupata per me. Ha notato che ovviamente io non so niente di questa fuga e avrà benissimo capito che si tratta proprio di una fuga, una fuga meschina per allontanarsi da me... 
«Sto bene, figurati. Pensi davvero che mi importi qualcosa? Ci siamo solo divertiti io e Jones, nulla di più. Sto bene. Ci vediamo a casa.» non la lascio nemmeno finire di parlare, con passo svelto me ne vado. Ho bisogno di stare sola. 
Ed eccomi qui, barricata nuovamente dietro i miei muri, anche con mia sorella. Non voglio mostrarmi debole, non voglio far trasparire il mio sentimento, nemmeno con lei. E vorrei nasconderlo anche a me stessa, vorrei tornare indietro nel tempo, di poco, non di tanto, solo dell’attimo in cui l’ho conosciuto e cancellare il suo ricordo. O forse non cadere come una ragazzina innamorata ai suoi piedi semplicemente per avermi fatto qualche moina. 
Qualche moina... Mi ha detto praticamente di essere innamorato di me, mi ha detto che fossi importante, mi ha fatto sentire speciale, amata, capita, compresa. 
E invece mi ha illusa. Mi ha illusa come tutti. 
Io mi sono fidata, io ho creduto alle sue promesse, ai suoi occhi sinceri, al suo cuore battere all’unisono con il mio. Era tutto finto ciò? Mi sono costruita un mondo immaginario io forse? 
Sono innamorata di Killian Jones, sono innamorata di Killian Jones, lo sono perdutamente e follemente, ma... Lui mi ha spezzato il cuore. E stavolta non è la delusione che ho preso con Neal, no, stavolta é diverso. Per Neal non ho mai provato amore, me ne rendo conto adesso che ho capito, con Killian cosa significasse la parola amore. Cosa significasse davvero amare. Neal era una forte infatuazione che forse, con il tempo si sarebbe potuta trasformare in amore. Mi ha spezzato il cuore perché mi ha lasciata da sola a crescere nostro figlio è più che delusione, ho provato rabbia. Invece con Killian non provo rabbia. Vorrei provarla, vorrei poter essere arrabbiata, perché il sentimento della rabbia passa prima, ma non lo sono. Sono ferita, distrutta, sento come se mi mancasse una parte di me. Sento mancarmi l’aria senza di lui. Sento che Killian era, o é meglio dire, é la parte mancante del mio cuore, senza di lui mi sento persa. 
E so già che non sarà facile, per niente facile affrontare tutto ciò, superare il mio amore per lui. Non potrò mai amare come amo Killian Jones. 
Ciò mi devasta, mi distrugge ancora di più.
Ma andrò avanti, ho costruito muri abbastanza resistenti per forgiarmi di essi ancora una volta è così farò. 
Addio Killian Jones.
 


Spazio autrice: Ciao a tutti, buona domenica! Metto oggi il capitolo perché ieri non ho fatto in tempo a correggerlo, ma penso che dopo essere arrivati fin qui, non avreste voluto leggerlo e molto probabilmente sarete già in viaggio per venire a uccidermi, non è così? Se volete sapere dove abito chiedete a SweetNight87 sono sicura che ve lo dirà con MOLTO piacere o commissionatele la mia morte, visto che tra 3 giorni ci vediamo AHAHAHAHAHAHAHA Scherzi a parte, era doveroso questo passaggio. Per quanto io ami vedere Emma e Killian tutto fluff è amore a non finire, cuoricini e occhi dolci, non potevo fare altrimenti ai fini della trama. Ma perché Killian é andato via? Ehm, ehm, ehm... Potrei avervi dato un piccolo indizio in questo capitolo, solo che non vi dico dove! Se lo scovate voglio sapere. 
Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto lo stesso, a prestissimo (domenica prossima penso che l'aggiornamento salterà essendo il week end del mio compleanno, ma torno presto promesso).

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Capitolo 11
*** In assenza di te ***





Capitolo undici - In assenza di te 


Emma’s Pov 

Sto facendo di tutto per non pensare a lui, per non fermarmi a pensare. Ho passato un intero week end ad aiutare mia madre in cucina, ho giocato con Henry a qualsiasi gioco mi proponesse, ho tirato con l’arco con Merida, ho pensato anche di andare a caccia con mio padre, nonostante non ami la caccia... Alla fine non sono più andata, per dedicarmi ad altre attività. Faccio di tutto per essere impegnata durante il giorno, ma anche per arrivare alla sera che sono troppo sfinita per concentrare i miei pensieri su di lui. 
Non sono ancora riuscita a dimenticarlo. É passata una settimana da quando è andato via senza dire nulla, senza lasciare la minima traccia di sé e io ancora non sono riuscita a superarlo. 
Lo so, non ci vuole certo una settimana per superare una delusione d’amore, probabilmente ci vogliono mesi, ma io vorrei smettere di pensare a lui, adesso. Non sopporto questo dolore al centro del petto, che non mi lascia stare. Ogni volta che mi fermo per soli cinque secondi, torna a occupare i miei pensieri, qualsiasi cosa me lo ricorda. Mio figlio poi, mi chiede sempre quando possiamo tornare a giocarci e io ho saputo solo rispondergli che probabilmente non accadrà molto presto, perché è partito per un viaggio e non sa nemmeno lui quando potrà tornare, ci è rimasto male, anche il mio piccolo ometto ci è rimasto male, ma a differenza mia é riuscito a superare la delusione più facilmente. Vorrei avere la forza di spirito di un bambino, il quale vede sempre tutto a colori e non riesce a essere triste per troppo tempo, poi c’è sempre qualcosa di nuovo che lo fa tornare a sorridere. 
Vorrei sapere perché non può essere così facile per i sentimenti. 
Insomma, cerco di stancarmi durante il giorno per non dover pensare a lui durante la notte, ma è impossibile. Ogni volta sera, appena appoggio la testa sul cuscino, mi giro e rigiro nel letto nel tentativo di prendere sonno, ma non accade, perché automaticamente penso a lui. Ripenso ai momenti vissuti insieme, ai suoi baci, ai nostri baci, alla confidenze e mi tormento. Mi tormento perché non riesco a capacitarmi la sua fuga, possibile che mi abbia solo presa in giro? Possibile che dopo ciò che ci siamo confidati, detti, lui sia scappato così? Non riesco a crederci, non voglio crederci, ma è purtroppo la dura realtà e forse prima l’accetto e prima riuscirò a voltare pagine e ricominciare.
Ogni sera penso a lui e continuo a pensarci fino a che non crollo addormentata per disperazione. Se fosse per il mio cervello continuerebbe a farmi pensare in interno a lui.
Lui. Già. Cerco di non dire più il suo nome nel tentativo di dimenticarlo prima, ma so benissimo che è inutile. 
Killian Jones non occupa solo i miei pensieri, occupa il mio cuore. 
Ovviamente ogni volta che mia sorella prova a parlarmi io la respingo. O meglio, faccio di tutto per evitare di parlarne, so che mi vuole solo aiutare, stare vicino, ma non sono il tipo di persona che si piange addosso, piuttosto preferisco mantenermi impegnata e non pensare, preferisco erigere muri, piuttosto che piangere e tormentarmi. É il mio modo per difendermi e lei lo sa, mi conosce meglio di chiunque altro, ma vorrebbe comunque che io mi aprissi, che le confidassi i miei pensieri, dice sempre che parlare con chi amiamo ci fa sentire meglio, gran parte del dolore sparisce, forse ha ragione... Ma io preferisco scappare dal dolore. Preferisco scappare da lui, piuttosto che affrontarlo e ritrovarmi a piangere. 
«Emma, come stai oggi? Ho sentito che stanotte hai avuto il sonno molto agitato e...» eccola tornare all’attacco, il problema di dormire in camera con mia sorella é che non le posso nascondere niente, effettivamente stanotte quando ho preso sonno, ho fatto degli strani sogni e ovviamente era presente Killian. Non so nemmeno io esattamente che cosa abbia sognato, era talmente confuso che nemmeno lo ricordo, ho solo visto Killian sulla sua nave, preoccupato e con una spada in mano, pronto a uccidere qualcuno... Immagino che io mi sia lasciata influenzare dai suoi racconti e poi davvero non ricordo altro. Mi ha solo innervosita il fatto che adesso non solo occupa i miei pensieri, mi venga a tormentare anche nei sogni.
«Sto bene, ma come te lo deve dire? Io e Jones ci siamo solo divertiti insieme, l’ho già dimenticato. Pensavi davvero che fosse una cosa seria? Be, ti sbagli, siamo stati chiari fin dal principio, era solo un gioco... Baciava molto bene, mi dispiace solo per questo che se n’è andato. Comunque non mi doveva nessuna spiegazione, non stavamo insieme e non ci eravamo promessi nulla che puro e sano divertimento.» non è vero, non è assolutamente vero, perché non ci siamo solo divertiti, almeno da parte mia non è mai stato solo divertimento, forse inizialmente ci è stata una forte attrazione fisica, ma poi conoscendolo meglio, frequentandolo ho perso la testa. Ma devo far credere a mia sorella il contrario o non smetterà mai di tormentarmi con questa storia. 
«Guarda che Killian non sembrava proprio che stesse giocando con te. Graham mi ha detto che non l’aveva mai visto così preso da una ragazza, come lo era con te. Forse c’è una spiegazione dietro, forse non ti ha detto nulla per altri motivi.» prova a cercare di spiegarmi mia sorella, lei e la sua buona fede, lei e il vedere del buono in tutto. Secondo il suo punto di vista c’è sempre un’altra spiegazione, ma spesse volte non c’è. Per fortuna lei ha trovato Graham che non ha intenzione di ferirla. 
«Elsa, smettila di provare a vedere del buono in tutti. Tra me e Killian non c’era niente, abbiamo solo fatto del sano sesso, molto appagante tra l’altro, ma nulla di più. Smettila di provare a giustificare la sua fuga, si sarà solo stancato di fare sesso con me e sarà andato a cercarlo altrove... Ha fatto bene. Ora chiuso l’argomento, okay?» mento per farla smettere di parlare di Killian, quando sono così esplicita si imbarazza e io l’ho fatto di proposito per chiudere la conversazione.
Tra l’altro sono anche in ritardo, devo andare a finire di prepararmi per vedermi con Neal. Henry e Neal stanno legando molto e continuano a vedersi sempre più frequentemente. Quindi, lascio mia sorella prima che possa aggiungere altro e mi dirigo in camera, per finire si sistemarmi e per preparare Henry, ci incontriamo con suo padre nel bosco. Non sono ancora pronta a far sapere a tutti che sto provando a far ricucire il rapporto tra Neal e suo figlio. Ho chiesto anche ai miei genitori di tenerselo per sé, almeno finché non mi accerti che Neal abbia buone intenzioni e non decisa di scappare nuovamente. Non sembra a dirla tutta, anzi, si sta impegnando seriamente a fare il padre, ma la prova ancora non è superata del tutto.
Il pomeriggio in compagnia di Neal passa piacevolmente, Henry inizia sempre di più ad affezionarsi a lui e mi rendo conto che anche lui, si affeziona sempre di più a Henry. Per tutto il pomeriggio non ha fatto altro che giocare con lui, quasi come se io non ci fossi, come se io non fossi presente alla giornata e fosse dedicata solo a loro due, padre e figlio. Ed è bellissimo vederli interagire. 
Henry sembra molto felice e di conseguenza lo sono anch’io. 
Non si è fermato un attimo e ha corso per tutto il bosco per l’intero pomeriggio, così al momento di tornare a casa, si addormenta tra le braccia di Neal. 
«Non sento più Henry, parlare di quel tuo fidanzato, non sono affari miei... Lo so, ma ho avuto la sensazione che non vi vedete più. È finita?» chiede mentre ci incamminiamo, sembra più che altro preoccupato per me, più che curioso. Forse non sono poi così brava a mascherare le mie emozioni, visto che si è accorto perfino lui che ho qualcosa che non va. 
«Non ho voglia di parlarne sinceramente» dico ed è la verità, non è che non voglia aprirmi con lui, potrei anche farlo, visto quanto sia sincero il suo approcciarsi, o quanto meno mi sembra, ma non voglio proprio parlare di Killian. 
«Chiedo venia, non sono affari miei. Però sappi che sei hai voglia di un amico, io ci sono.» mi dice e mi sorride sincero, io non posso far altro che ricambiare. E ammetto che si sta dimostrando anche un buon amico, solo che sono io che ancora non riesco a fidarmi ciecamente di lui e il fatto che io sia ancora una volta rimasta ferita da chi amavo, non aiuta di certo a lasciarmi andare tanto facilmente. Sono sempre stata restia a lasciarmi andare, adesso che sono stata nuovamente ferita, lo sono ancora di più. 
Arriviamo davanti casa e vedo prontamente uscire mia mamma per venire a prendere Henry e lasciarci soli a salutarci, lo capisco dal suo sguardo e la cosa mi farebbe alquanto irritare se non dovessi dire una cosa a Neal. Così scaccio quei pensieri e mi concentro sul ragazzo davanti a me. Nel tragitto verso casa non abbiamo parlato molto, ma io ho riflettuto su una cosa e voglio dirgliela, so che lo renderebbe felice e sarebbe l’ennesima prova, la prova finale.
«Che ne dici se domani torni a giocare con Henry, magari solo voi due da soli e poi... Poi a fine serata gli diciamo insieme la verità?» gli chiedo, scrutando attentamente il suo sguardo, per coglierne un minimo di incertezza, ma non noto nulla di tutto ciò, al contrario si apre in un sorriso e mi guarda con gli occhi che brillano.
«Non desideravo altro che ciò, Emma. Mi hai reso felicissimo.»
«Allora, sii puntuale domani.» gli dico semplicemente io, prima di salutarlo. Noto che lui vorrebbe darmi un bacio sulla guancia, ma prima che lo faccia rientro in casa, facendolo rimanere un po’ deluso da ciò, solo che io non voglio dargli false speranze, anche se si tratta di un innocuo bacio sulla guancia. Mi ha confidato i suoi sentimenti, quindi forse non sarà così semplice essere amici, nonostante io lo voglia e anche lui si sta impegnando per esserlo. Però la priorità ce l’ha Henry e prima di tutto dobbiamo pensare solo ed esclusivamente a lui. 
Ceno insieme alla mia famiglia e poi me ne vado a letto, sono sfinita, sono giorni che dormo male, che non faccio che tenermi occupata per non pensare a Killian, e ora sento gli occhi chiudersi da soli. Mi addormento senza nemmeno rendermene conto. 
Solo che nel cuore della notte, come accade spesso ultimamente mi sveglio nervosa, agitata per gli strani sogni che faccio, per fortuna, riesco a non urlare, per non svegliare tutti in casa, ma mi tiro su nel letto sudata e sconvolta.
Naturalmente ho svegliato mia sorella Elsa. Mi guarda preoccupata e si avvicina a me per abbracciarmi. 
«Emma... Non tenerti tutto dentro, sono qui. Parlami.» mi dice mentre mi accarezza i capelli nel tentativo di calmarmi. 
«Avevi ragione, sono innamorata di lui, contenta ora?» dico ancora agitata, con un po’ di rabbia, non ce l’ho con mia sorella, ovviamente, ma in quel momento sento tutta la delusione, la frustrazione, il dolore venire a galla e ora che lo sto ammettendo ad alta voce, fa ancora più male, maledettamente male. Sono innamorata di Killian Jones e lui mi ha abbandonato. Non potrò mai ricucire questa ferita. Mai.
«No che non sono contenta, stai male, stai soffrendo terribilmente, come pensi che io possa essere contenta?» mi risponde mia sorella, non alza il tono della voce non è da lei farlo, ma è seria in volto, lo percepisco ancora di più quando incrocio i suoi occhi.
«Scusa, sono pessima. Tu cerchi di aiutarmi e io me la prendo con te. Non è vero che io e Killian abbiamo... Non è successo niente a parte qualche bacio. Pensavo che fosse quello giusto, quello giusto, capisci? Io... Che paradosso. Io pensavo che Killian Jones fosse quello giusto. Io capisci? Io che non ho mai creduto nell’amore e le esperienza di Neal mi ha fatto capire ancora una volta che non esiste, però poi che faccio, vado a innamorarmi di un idiota strafottente e donnaiolo, per ritrovarmi a soffrire. Quanto sono scema?» finalmente riesco a tirare fuori tutto ciò che penso, tutto il mio dolore, la mia sofferenza e devo dire che mi sento molto meglio, adesso che mi sto aprendo con mia sorella, mi sento già meglio. Forse ancora una volta ha avuto ragione lei, parlarne aiuta sempre e devo imparare a farlo più spesso, se pur non è facile per me esprimere le mie emozioni, i miei sentimenti di amore o dolore che siano.
«Non è colpa tua, Emma, non è un male innamorarsi, anche se poi si soffre, fa parte della vita e non puoi evitare di farlo, non puoi impedire al tuo cuore di battere, è necessario per respirare e non puoi quindi di conseguenza impedire al tuo cuore di innamorarsi, é come farlo smettere di farti vivere. Innamorarsi fa soffrire, ma fa anche sentire terribilmente vivi. Ed é bello. Non privarti di questo Emma, non privarti dell’amore solo perché hai sofferto e stai soffrendo, probabilmente Killian non era quello giusto, ma arriverà quello perfetto per te.» mi dice mia sorella con il cuore in mano, sa che in questo momento non ho bisogno di sentirmi dire altro, non ho bisogno di sentire che Killian magari tornerà o é andato via per chissà quale ragione, ma non per me... Sa che in questo momento ho semplicemente bisogno di essere capita, compresa, rassicurata e le sue parole sono così sincere che io quasi ci credo, si per una volta voglio credere che sia vero, voglio credere che sia vero che da qualche parte nel mondo c’è il mio vero amore e sta pensando a me.
Non ho voglia di parlare ancora, ho la testa che mi scoppia e ho ancora l’agitazione nel prendere sonno, nonostante sia stanca, e ripetere lo stesso sogno. Così chiedo a Elsa di unire i nostri letti e dormire abbracciate, accetta subito. Cercando di non far troppo rumore spingiamo i nostri letti vicini e lei mi prende la mano per farmi addormentare serena. 
Ci riesco. Il maledetto sogno di Killian con due occhi iniettati di sangue, pronto a uccidere qualcuno, due occhi celesti come il mare, che incutono timore e celano solo vendetta, per quella sera, non mi tormenta più.


Il giorno dopo, Neal puntuale viene a prendere suo figlio, ho già detto a Henry che per quel giorno sarà da solo con l’uomo e si è dimostrato molto felice della cosa, non mi ha nemmeno chiesto il motivo, ha semplicemente annuito, sbrigandosi a fare colazione per farsi trovare già pronto per quando sarebbe arrivato a prenderlo.
E infatti, quando Neal bussa alla nostra porta, Henry è già pronto ad aspettarlo e gli va incontro sorridendo, prendendolo per mano e portandolo fuori, quasi dimenticandosi di salutarmi. A quanto sembra i due vanno molto d’accordo e mio figlio, o meglio nostro figlio si è affezionato a suo padre, capendo da prima di me le sue buone intenzioni. I bambini le capiscono sempre prima di noi, anche se anche Henry si è fidato di Killian, rimanendo deluso alla fine... Ma mi stupisco sempre della capacità dei bambini di ributtarsi in un nuovo rapporto come se quello precedente non li avessi fatti soffrire, a volte vorrei essere anch’io come Henry e lasciarmi di più andare, senza il timore di essere ferita, senza costruire muri di protezione intorno a me per non far penetrare le persone, per tenerle lontane dalla mia vita. Forse, devo essere un po’ più come Henry, spensierata, lasciandomi guidare dalle mie sensazioni, senza stare a riflettere troppo... Con Killian in realtà l’ho fatto, dopo il nostro primo bacio ho lasciato che a guidarmi fossero solo le mie sensazioni e alla fine sono rimasta delusa. Però come ha detto mia sorella Elsa, forse semplicemente non era quello giusto per me e magari adesso che lo avrò lontano dagli occhi, riuscirò ad allontanarlo anche dal cuore. 
Decido di approfittare dell’assenza di mio figlio per scrivere alla mia amica Regina, ci sentiamo con regolarità a dire il vero, ma non è come averla qui, penso che in una situazione come questa saprebbe come aiutarmi e il suo carattere forte e deciso, mi avrebbe già messo di buon umore, facendomi vedere Killian come un coglione. Ma lei non è qui, ed è anche per questo che mi sento così sola. Mi rincuora solo saperla felice con Robin, fanno molte cose insieme, giardinaggio, hanno creato un orto nella loro tenuta, coltivano per poi tenersi parte del ricavato dell’orto per loro e l’altra parte donarla a chi ne ha più bisogno. Mi racconta che Londra é meravigliosa e che nel piccolo paesino dove vive lei, ci sono tutte persone straordinarie e che è stata accolta con gentilezza ed educazione. Lei e Robin inoltre, stanno provando ad avere un figlio, non è la massima priorità, Regina mi ha detto che più che altro sono i parenti che glielo chiedono e che né lei né Robin hanno fretta di farlo, ma tra le righe ho capito che le piacerebbe anche a lei, solo che ha paura di essere mamma e che questo bambino non arrivi tanto presto come sperano tutti... La conosco molto bene la mia amica e spero che possa andare a trovarla presto, ha invitato me ed Henry, devo solo trovare il momento giusto per allontanarmi. 
Dedico il resto del tempo a me stessa, mi faccio un lungo bagno caldo e leggo un libro. Fino a che non vedo rientrare mio figlio felice, correndo nella mia direzione per raccontarmi che cosa ha fatto per tutta la mattinata. Talmente è eccitato che non ne vuole sapere nemmeno di mangiare fino a che non mi ha raccontato tutto per filo e per segno. Lo vedo davvero contento e Neal lo è a sua volta, visto che insieme iniziano a raccontarmi che cosa hanno fatto e a quanto pare si sono divertiti un mondo insieme, sperimentando e inventando giochi. 
Neal ha inventato anche per Henry una storia, sulla magia, raccontandogli di un signore cattivo, cattivo, che poi viene sconfitto dal principe temerario e sposa la principessa. Henry non ama le storie di principi e principesse, ma è sicuramente affascinato dalle storie di magia, quindi per questo motivo gli è piaciuta la storia di suo padre. 
E capisco che è giusto che sappia la verità, vedo quanta intesa si è creata tra i due e voglio che sappia che Neal in realtà è suo papà. 
Guardo in direzione del ragazzo vicino a me e poi di nuovo mio figlio.
«Ragazzino, devo dirti una cosa molto importante» gli dico, mettendolo seduto sulla sedia nuovamente, visto che è sceso per raccontarmi la storia e facendo i movimenti di essa, come ha fatto Neal con lui. Simulando la battaglia tra lo stregone e il principe. 
Neal si volta a guardarmi intuendo probabilmente cosa io voglia dirgli.
«Vedi, ti ho detto che Neal fosse un amico della mamma, ma in realtà è una persona molto più speciale... Lui è il tuo papà.» gli dico di getto, ho cercato le parole più giuste per poterglielo dire al meglio, ma penso che mio figlio possa comprenderlo anche se sono diretta, infatti, vedo io suo volto illuminarsi improvvisamente e guardare Neal sbalordito. 
Neal a sua volta guarda me con stupore, se si è aspettato che io glielo dicessi, ha sortito in lui ugualmente un certo effetto e immagino che sia felice che io abbia deciso di rivelare la verità a Henry.
«Davvero sei il mio papà?» Chiede Henry scendendo dalla sedia timoroso e avvicinandosi a Neal.
Il ragazzo si abbassa al suo livello e guardandolo negli occhi annuisce. Henry di slancio lo abbraccia forte e io nel vederli così teneramente stretti, non riesco a non sorridere a mia volta. É una scena talmente dolce da farmi battere il cuore e capisco di aver fatto la scelta giusta a dire la verità. Henry se la merita, merita di avere un papà al suo fianco.
«Ora veni a tivere con noi?» chiede incespicando su alcune parole, visto che è ancora piccolo, ma si capisce ugualmente il senso della sua domanda e io, che non mi ero aspettata minimamente ciò devo fare un momento mente locale per cercare di rispondergli al meglio.
Mi abbasso anch’io a loro livello, in modo che mio figlio mi possa guardare negli occhi.
«Vedi Henry, non è così semplice. Neal è il tuo papà, ma io e lui non siamo sposati, come tutti i genitori, quindi al momento non può venire a vivere qui, però verrà sempre a giocare con te» cerco di spiegargli, mi rendo conto che però il discorso che ho appena fatto potrebbe andare bene per un bambino più grande, invece mio figlio ha solo due anni, come posso spiegargli le dinamiche di noi adulti, se io stessa non le capisco minimamente o meglio non le ho mai rispettate. 
Ma invece, con mia grande sorpresa, Henry si ritrova ad annuirmi.
«Tu fitatata con Tilian» dice e io arrossisco improvvisamente, senza riuscire a dire altro. Mi rendo solo conto che mio figlio è più intelligente e capisce più cose di quelle che io credo. 
Ovviamente evito di dirgli che io e Killian non siamo fidanzati, al momento non è il caso, per quel giorno ha ricevuto già troppe informazioni e lo lascia godersi ancora suo papà. Neal infatti sotto richiesta di Henry, rimane con noi tutto il giorno.
Va via solo in tarda sera, quando Henry distrutto per la giornata è crollato tra le sue braccia. 
L’ha messo a letto lui, occupandosi di Henry in tutto e per tutto.
E infine, ci salutiamo noi, lo accompagno fuori per poter parlare un po’, so che ha voluto parlare solo con me per tutto il giorno, ma Henry ha monopolizzato entrambi, non lasciandoci modo e tempo di parlare e durante la cena, ci ha pensato bene mia madre a monopolizzare Neal con mille domande, felice che finalmente abbiamo detto al bambino la sua identità. Penso che nella sua testa si stia già facendo mille possibili scenari di noi due di nuovo insieme. Al contrario di mio padre invece, che non sopporta Neal, ho capito che non l’ha ancora perdonato per ciò che mi ha fatto, per essere scappato al pensiero di suo figlio e credo che ci vorrà parecchio prima che lo perdoni. 
«Mi hai sorpreso sai? Non pensavo che dicessi a Henry la verità, grazie per averlo fatto»
«Diciamo che ti sei meritato la mia fiducia, ora che ce l’hai però, non deludermi» gli dico seria, anche se ho un tono di voce piuttosto scherzoso.
«Emma non ho intenzione di deluderti, né tanto meno di deludere Henry. Vi rivoglio nella mia vita e farò di tutto per farvi capire che sono cambiato e che vi voglio bene.» mi dice con ardore, con lo stesso sguardo dolce e gentile con cui mi ha conquistata la prima volta. Quello sguardo ingenuo allo stesso tempo, che mi ha fatto battere il cuore.
«Neal, per quanto riguarda...» ma devo fermarlo, devo fermarlo prima che possa farsi strane idee su di noi. 
«Sssh, non dire altro. So che il tuo cuore appartiene a un altro uomo, ma io ti riconquisterò Emma Swan e quel giorno io, te ed Henry saremo una famiglia.» mi dice sorridendomi per poi darmi un bacio sulla guancia e andarsene, senza darmi il tempo di replicare. 
E io non posso far altro che tornare in casa, confusa per le sue intenzioni. Mentre il mio cuore batte per un altro, la mia mente è occupata da un altro, non posso far altro che pensare però che forse posso capire e vedere se le intenzioni di Neal siano nobili. 
Stranamente, mi addormento senza troppi pensieri e senza la paura di chiudere gli occhi e rivivere il famoso incubo, che ormai faccio quasi tutte le notti. 


Spazio autrice: Ciao a tutti, ed eccomi qui a mettere questo undicesimo capitolo. Un po' triste a dire il vero, perché come vedete é concentrato su Emma e i suoi sentimenti per Killian, non riesce a darsi pace sul perché se ne sia andato, ma allo stesso tempo nega che tra loro ci sia stato del sentimento con sua sorella per cercare di dimenricare, pensando che così possa allontanare prima il pensiero di lui, ma non è così... Killian Jones le compare anche in sogno. Come mai? E come mai lo vede sotto forma di incubo? Coincidenze o sogno premonitore? Ma soprattutto si rincontreranno i due? Intanto, Neal sta marciando per riprendersi quel che un tempo era suo. Ci riuscirà? Ehehehe So che vorreste uccidermi adesso, ma non lo fate. A tutto c'è una spiegazione e ci arriveremo.
Grazie per il sostegno che dimostrate sempre per questa mia storia. Ne sono davvero felice. E augurandovi buona domenica, vi dò appuntamento al prossimo capitolo. 

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Capitolo 12
*** Una vera famiglia ***


 



Capitolo dodici - Una vera famiglia 


Emma’s POV 


È passato ormai un mese da quando Killian è andato via. Neal è tornato nella mia vita e in quella di Henry. Il loro rapporto è cresciuto notevolmente in questo periodo in cui sono stati insieme. Henry adora suo padre, vuole passare molto tempo in sua compagnia e Neal a sua volta si sta comportando come un vero padre, è attento, presente, protettivo, amorevole. Vizia un po’ troppo Henry, dandogliene tutte vinte, spesse volte infatti ho dovuto rimproverarlo, ma so che lo fa per compensare la mancanza di questi due anni senza di lui. Sta imparando in fretta però e devo dire che sono felice che i due abbiano acquisito questo meraviglioso rapporto. 
In quanto a Killian, be... Non l’ho più sentito e non so nemmeno dove sia. Nemmeno Robin lo sa. Tramite Regina ho saputo che non è alla tenuta di Londra, che non ci fa ritorno da quando si è trasferito a Storybrooke e che nessuno sa che fine abbia fatto... Ammetto che sono anche un po’ preoccupata, ogni volta che chiudo gli occhi e mi ricapita di fare quel sogno, mi sveglio di soprassalto credendo che Killian si sia cacciato in qualche guaio per cercare vendetta verso sua sorella. 
Mi ritrovo spesso a pensare ancora a lui, non solo con fare allarmato, preoccupata che possa essere un pericolo. Ma anche dal punto di vista sentimentale... 
Nonostante io abbia provato a dimenticarlo, a non pensare a lui, inevitabilmente ho sempre un pensiero verso quel maledetto pirata dagli occhi celesti. Non riesco a voltare pagina, non riesco a smettere di amarlo... 
Ed è il motivo per cui non ho ancora accettato la proposta di matrimonio da parte di Neal. Si lui me l’ha fatta ovviamente, ci siamo molto avvicinati anche noi in questo periodo. Siamo usciti tutti e tre insieme, abbiamo pranzato o cenato insieme. Neal si é anche fermato a dormire da noi più di una volta ed è capitato che siamo rimasti soli o usciti da soli in qualche occasione, ma, per quanto mi riguarda solo in amicizia. 
Neal invece, non è dello stesso avviso, lui è innamorato di me e ha fatto di tutto per dimostrarmelo. Si è rivelato molto paziente e dolce a dire il vero, mai facendomi nessuna pressione, semplicemente ricordandomi che lui mi ama sinceramente. 
Ho anche pensato di rimettere insieme le cose, di lasciarmi andare e accettare la sua proposta per Henry più che altro, ma non ho ancora detto di sì e non so se posso farlo. 
Lui mi piace, ma non è killian. Lui è così dolce e attento, ma non mi fa battere il cuore come Killian. Lui mi ama, ma non mi sento viva come mi sentivo quando ero tra le braccia di Killian. Non provo batticuore quando sono con lui, provo solo semplice affetto. 
Eppure so bene che ci si sposa anche senza di esso. So bene che è così che funziona e che se voglio che la gente smetta di parlare di noi, visto che sono tornati a spettegolare sul nostro conto, è meglio che io decida in fretta. Soprattutto per il bene di Henry. Anche se lui non sembra particolarmente interessato al fatto che non stiamo insieme, per lui conta solo avere i suoi genitori vicini.
Strano ma vero, nemmeno mia madre mi ha fatto alcuna pressione sul fatto di dover sposare Neal, o meglio ovviamente mi ha esposto il suo punto di vista, dicendomi che fosse opportuno che io dicessi di sì, per il buon nome della famiglia e anche perché Neal Cassidy viene da una famiglia rispettata e onorevole, ma soprattutto per il bene di Henry. Ma oltre questo non mi sta con il fiato sul collo e la cosa non mi dispiace. 
Quel pomeriggio siamo, come ormai, di consueto tutti e tre insieme. Siamo in giro per Storybrooke, Henry da quando ha scoperto il ghiacciolo al limone, nel carretto che li vede, ne va matto e ogni occasione è buona per averne uno. Così ne prendiamo uno a testa e ci andiamo a sedere immersi nel verde, per poter stare un po’ rilassarti. 
«Ascolta, pensavo se sei d’accordo, di venire a far dormire da me Henry stasera. So che forse è presto, ma... Mi farebbe molto piacere, ho sistemato una cameretta per lui e vorrei che la vedessi anche tu» mi dice Neal premuroso, ma preoccupandosi che io non possa essere d’accordo e che sia contraria non solo a mandare nostro figlio a dormire da lui, ma anche al fatto che abbia preso un’iniziativa del genere, senza consultarmi. In effetti, devo ammettere che mi ha lasciato notevolmente senza parole, ma non di certo in negativo, anzi... Mi piace che abbia pensato a Henry, che abbia creato uno spazio per lui nella sua vita, significa che le sue intenzioni sono serie. Questa è solo una prova. 
«Si! Certo, Neal. Se anche Henry è d’accordo, sono più che felice che venga a stare da te.» gli rispondo sorridendo 
«Davvero? So che non ti ho consultata prima di far sistemare la camera per Henry, ma volevo che fosse una sorpresa, ecco tutto... Non voglio accelerare i tempi, davvero. Tengo solo al fatto che Henry qualche volta possa venire da me, tutto qui. Ovviamente anche tu.» forse ho esitato un po’ troppo nel rispondere visto la sua reazione sulla difensiva o forse semplicemente é talmente dolce da preoccuparsi troppo di un possibile rifiuto da parte mia, visto e considerando che non ho ancora preso una decisione in merito al nostro futuro. 
«Davvero! Lo trovo un gesto molto dolce e sono felice anch’io di vedere il lavoro che ha svolto» mi appresto a dire, prima che pensi che lo stia facendo per pura cortesia, non è così. Sono veramente felice per il suo gesto.
Henry intanto si è messo a giocare e a fare una ghirlanda di fiori per me, gliel’ha insegnato mio padre, infatti spesso insieme fanno ghirlande di fiori per noi ragazze di casa. Mio papà ha insegnato a Henry a comportarsi sempre come un principe con le donne... 
Mi distraggo a quei pensieri, a fissare mio figlio che non mi accorgo che a sua volta Neal sta fissando me. 
«Sei bellissima mentre osservi nostro figlio, sai?» mi dice in un sussurro e io mi volto verso di lui per guardarlo negli occhi e me lo ritrovo praticamente a un palmo dal mio naso, maledettamente vicino da farmi avvertire il suo fiato sulle labbra... 
Arrossisco a quel complimento, non che non me ne abbia mai fatti, ma quello è diverso. Me l’ha detto con un tale ardore, un tale sentimento che non posso far a meno di sorridere e provare qualcosa... Non è certo amore, non è certo il batticuore che ho provato con Killian, ma è qualcosa. Forse affetto, un affetto un po’ più speciale visti i nostri trascorsi, ma ammetto che mi fa piacere. Molto. 
Ma scossa da un barlume di lucidità, mi allontanano da lui. 
«Allora, ci mostri questa camera? Sono curiosa» dico prontamente per smorzare l’imbarazzo che si è creato. Sono anche realmente curiosa. 
Neal non dice nulla, noto che è in difficoltà anche lui, ma finge e io apprezzo molto il gesto e annuisce, aiutandomi ad alzarmi da terra per andare a casa. Concordiamo entrambi di fare una sorpresa a Henry e così lo chiamiamo per farlo venire da noi, dicendogli che dobbiamo andare in un posto segreto. Eccitato dalla cosa, corre verso di noi, prendendo le nostri mani e camminiamo così, con lui in mezzo a tenerci la mano, fino a casa di Neal. 
Solo una volta davanti casa sua, una villetta molto carina ed elegante, ci lascia le mani per guardarci negli occhi e io solo a quel punto gli chiede se quella sera vuole dormire a casa del suo papà. 
«Si, ti prego mamma! Ti prego, posso?» chiede entusiasta all’idea di poter restare a dormire lì. Io annuisco e a quel punto interviene Neal, invitandoci a entrare e dicendo ad Henry che le sorprese non sono ancora terminate, anzi, ne ha una molto più bella. Henry corre dentro, Neal quindi non deve far altro che assecondarlo, dicendogli di seguirlo. Io a mia volta vado dietro di loro e mi fermo poi davanti alla camera di Henry. O meglio la camera che Neal ha fatto sistemare per Henry. È molto bella, spaziosa e luminosa, con alcuni giochi fatti in legno, delle spade anche esse di legno, ha messo tutti giochi adatti alla sua età e lo apprezzo molto, soprattutto noto con piacere che ha iniziato a conoscerlo, visto che sono tutti giochi che a lui piacciono. 
«Questa è la tua camera, ogni volta che vorrai venire a dormire qui, sai che hai un tuo spazio personale» gli dice Neal più felice di nostro figlio ed è veramente difficile superare l’entusiasmo di Henry. 
«Grazie, papà» dice gettandosi completamente tra le sue braccia. 
Neal ricambia con affetto quel dolce abbraccio da parte di suo figlio e Henry corre subito dopo dentro alla stanza, per iniziare a ispezionare i vari giochi. 
 «È bellissima la camera, hai fatto un ottimo lavoro» gli dico io dandogli anche il mio ulteriore consenso, anche se non ce ne sta bisogno. Neal mi sorride felice. 
Giochiamo tutti e tre nella nuova cameretta di Henry, senza renderci conto che si è già fatta ora di cena e che è il momento che io torni a casa, ma è ormai buio quindi Neal mi propone di rimanere a cena lì e che poi farà sellare la carrozza per farmi riportare a casa. Accetto. Soprattutto perché è mio figlio a chiedermelo supplichevole, vuole cenare tutti e tre insieme a casa di papà, così ha detto e io non ho potuto dirgli di no, a dire il vero non ci riesco proprio a dire di no a mio figlio, specie quando mi guarda con quegli occhioni pieni di speranza e felicità insieme. 
La cena che ci servono è deliziosa e io mi accorgo ben presto che la compagnia è veramente piacevole. Henry non fa altro che ridere con suo padre, chiedendo spiegazioni, interessandosi, Neal rispondere con lo stesso trasporto ed entusiasmo. Ed io li osservo interagire e mi intenerisco. Sono una bella visione e mi rendo conto che in questo momento sembriamo proprio la classica famiglia e non è per niente male. 
Mi stupisco di me stessa e del pensiero che mi è appena balenato nella mente, io non ho mai pensato di sposarmi e sinceramente non avrei mai pensato di sposare Neal, ma questo tempo con lui e in particolare oggi, mi hanno fatto comprendere che non è così brutta come idea. Henry ne sarebbe molto felice e senza dubbio io avrei accanto un marito che mi ama e mi rispetta. L’amore forse verrà con il tempo... E poi Neal non mi dispiace. È bello, dolce, romantico, simpatico e un ottimo amico con cui parlare. Perché sarebbe così sbagliato accettare la sua proposta e provare a essere una famiglia? 
Con quei pensieri non mi rendo conto che li sto osservando chiacchierare e che mi hanno coinvolto nei loro discorso. 
«Em, tutto bene?» mi dice Neal, vedendomi soprappensiero 
Annuisco e sorrido. 
«Henry non ha il pigiama per dormire, quindi come possiamo fare?» 
Non avevo pensato a ciò effettivamente. Ed è così che torniamo verso le camere per capire cosa sia il caso di far indossare a nostro figlio. Optiamo prima per una maglia di Neal di quando era più piccolo, ma è comunque troppo grande per Henry e scoppiano a ridere nel vederlo dentro quella maglia gigante. Henry ride dietro di noi. Talmente è grande che non si vedono nemmeno le mani. Per non parlare dei pantaloni, dentro quei cosi ci entriamo io e Henry insieme. 
Fino a che non troviamo qualcosa della mamma di Neal, una maglia molto vecchia di sua madre e decidiamo di fargli indossare quella, anche se Henry sembra piuttosto contrariato visto che non è del suo colore preferito. Il pezzo inferiore invece non glielo facciamo mettere, la maglia è comunque piuttosto lunga vista che Henry è piccolo e lo copre anche sulle gambe e poi starà coperto e non penso che prenderà freddo. 
Solo quando Henry è finalmente a dormire, noi scendiamo nuovamente in salotto. Ci ha voluti entrambi per la storia della buonanotte e lo abbia accontentato. 
«Faccio preparare la carrozza. Anche se non mi dispiacerebbe se ti fermassi anche tu qui»
«Neal...» Provo a dire ma lui mi interrompe. 
«Lo so, non devo correre troppo. Ma oggi è stato così bello, a tavola tutti insieme sembravamo una famiglia vera e vorrei che tutto ciò diventasse la nostra routine. Ti amo Emma, amo te e amo Henry. Vi amo.» dice con ardore ancora una volta. Mi sta dimostrando in tutti i modi ciò che prova sia per me che per Henry e vedo la sua onestà. 
«Neal... Si!» dico di getto, senza pensarci ulteriormente. 
«Cosa si?» mi chiede incredulo, sorpreso, teme di star sognando probabilmente.
«Si, proviamo a essere una famiglia. In realtà lo siamo già. Oggi sono stata benissimo anch’io.» confesso, ho deciso di seguire il mio istinto, di rendere felice Henry e non solo lui. Provare ad esserlo anch’io. Posso esserlo con Neal e dimenticarmi per sempre di Killian.
Neal rimane ancora di più senza parole e mi viene da sorridere, perché è così spontaneo che non posso non ridere. 
Ed è così che tira fuori dalla tasca dei pantaloni una scatolina con dentro l’anello. Lo stesso anello che mi ha già mostrato quando mi ha fatto la prima proposta, ma ora vuole rifarmela. 
«So che già ti ho chiesto di sposarmi, ma ora devo richiedetelo... Emma Swan, mi vuoi sposare?» mettendosi in ginocchio. 
«Si, ti voglio sposare, Neal Cassidy» dico facendolo alzare. Lui mi infila l’anello al dito e mi guarda, incerto se baciarmi o meno. È imbarazzato e lo noto subito, sinceramente lo sono anch’io. Ma poi è lui a farsi coraggio per primo e mi bacia a fior di labbra, è un bacio delicato, quasi avesse paura a farlo, come se io dovessi cambiare idea o scappare, mi conosce bene devo dire... Solo che non scappo, al contrario, faccio si che le nostre bocche possano tornare ad unirsi, dando così inizio a un bacio passionale. 
Lo bacio con trasporto, ma inevitabilmente mi viene in mente Killian, ai baci con lui, a quanto fosse diverso baciare quel maledetto pirata, a quanto mi piacesse farlo. Neal bacia bene, ma non è la stessa cosa, non provo la stessa cosa, non ci riesco, se pur io voglia provare qualcosa. 
Mi maledico a quei pensieri perché dovrei pensare solo a Neal e non fare paragoni con Killian... 
E così scaccio quei pensieri per pensare solo al bacio che mi sto scambiando con il mio futuro marito, convincendomi che i sentimenti arriveranno. 
Si arriveranno, farò in modo che arrivino. 
Mi separo dal bacio solo per riprendere fiato, ma poi torno a baciarlo di nuovo, lo faccio ancora una volta io. 
Ma è anche arrivato il momento di tornare a casa, così mi separo nuovamente da lui e aspetto che la carrozza sia pronta per andare via. 
Rimarrei ancora un po’ con lui, solo che non voglio nemmeno accelerare i tempi e Neal lo capisce, infatti mi lascia andare, accompagnandomi semplicemente alla carrozza e dandomi un bacio sulle labbra, leggero, ma intenso. 
Sorrido mentre salgo sulla carrozza e mi rendo conto che sono felice, forse non come dovrei esserlo, ma lo sono. Neal può rendermi felice. 
Scendo davanti casa mia e prima che la carrozza si allontani per tornare alla tenuta Cassidy, chiedo al cocchiere se domani mattina presto può tornare a prendermi, vorrei fare colazione con mio figlio e Neal, naturalmente. Lui annuisce e dopo avermi augurato la buonanotte sparisce. 
Una volta in casa, noto che i miei genitori sono ancora svegli, ho fatto recapitare loro un messaggio, tramite un nostro vicino, che ha una bottega in paese, di avvisare che avrei fatto tardi, quindi non capisco onestamente perché sono ancora in piedi, ad attendermi. 
Lo sguardo di mia madre si sposta subito verso la mia mano e si illumina in un sorriso nel vedere l’anello. 
«Te l’avevo detto, David. Sapevo che Neal le avrebbe fatto la proposta» ed ecco spiegato il motivo per cui sono ancora in piedi ad attendermi. 
«Emma sei sicura della tua decisione?» mi chiede mio padre, lui al contrario di mia madre non era molto d’accordo sul fatto che io mi stessi rivedendo con Neal, ma per il semplice fatto che è molto protettivo nei miei riguardi e quindi, vuole solo che io stia bene e che non soffra. Sa che ho sofferto molto a causa sua e non vuole che io mi affeziono di nuovo e poi rimango delusa nuovamente, inoltre sarebbe diverso ora, in ballo c’è anche Henry e ne soffrirebbe anche lui. 
Annuisco. Ma poi cerco anche di spiegargli a parole il motivo per cui ho preso questa decisione. 
«Naturalmente non ho preso questa decisione alla leggera. Ho messo Neal alla prova in questi mesi, e ho capito che si è pentito e che stavolta fa sul serio. Voglio provarci, anche per il bene di Henry, perché si merita una vera famiglia.» gli dico, ma con ultima affermazione mi rendo conto che non ho per niente parlato di sentimenti, ho solo detto che è la cosa giusta e che l’ho messo alla prova... Mi maledico per ciò, perché in questo modo non convincerò mai mio padre che è seriamente ciò che voglio. 
«Io voglio che ti sposi per amore, Emma. Non perché è giusto per Henry.»
Ecco appunto. 
«Provo molto affetto per Neal e lui per me. È la scelta giusta papà» ribadisco più decisa. E lui accetta la mia decisione, ma capisco dal suo sguardo che non è d’accordo con me, soprattutto capisco che la discussione non è finita qui. Aspetta che mia madre vada a letto, per tornare sulla questione. 
«Mi è parso di capire che tra te e quel giovanotto, com’è che si chiama... L’amico di Graham, per intenderci, ci fosse una forte intesa e amicizia...» 
Lo guardo sorpresa, incredula, non riesco a crederci che si sia accorto di ciò che c’era tra noi. Forse ha intuito qualcosa dai discorsi di Henry probabilmente o forse non sono poi riuscita a mascherare così bene il mio interesse verso di lui... 
«Oh andiamo Emma, non mi guardare con quella faccia, sono tuo padre e ti conosco meglio di chiunque altro.» mi dice vedendo la mia espressione sconvolta davanti a questa confidenza. 
«Non ci è mai stato niente tra noi. Solo amicizia. Niente di più. E comunque ora non c’è nemmeno più quella...» sottolineo e tengo a precisare. Non posso certo dire a mio padre che mi sono innamorata di lui e che abbiamo condiviso qualcosa di più di qualche semplice chiacchiera. Certo non mi sarei mai spinta oltre carezze e baci, ma quelli ci sono stati e anche piuttosto intensamente. Arrossisco a ricordare i nostri momenti, soprattuto quello nel fienile, l’ultimo prima che sparisse nel nulla, senza lasciare traccia. 
Ma certo di mascherare i miei sentimenti, non voglio far veder che sono arrossita e dare modo a mio padre di pensare che Killian sia importante. 
«Amicizia quindi?» mi dice divertito del fatto che io stia negando. Ma non gli darò mai la certezza, anche perché io e Killian non abbiamo futuro, di nessun tipo.
«Amicizia. Solo quella, te lo assicuro.» ripeto 
E lui annuisce, ma poco convinto. 
«Comunque, spero che Neal seriamente ti tratti bene. Voglio solo la tua felicità bambina mia e se Neal può renderti felice, allora lo sono anch’io. Però non fare un matrimonio di convenienza solo perché è giusto. Pensa a te e a ciò che ti fa stare bene. Dei pettegolezzi mi importa poco. Conti solo tu e le tue sorelle.» mi dice accarezzandomi la guancia dolcemente e regalandomi un sorriso rassicurante. 
Se non ci fosse lui, sarei già impazzita. Sono felice che il nostro rapporto non sia mutato con l’arrivo di Henry, al contrario sia diventato ancora più speciale, lui è diventato più protettivo nei miei riguardi questo si, ma non si è mai allontanato da me e mai ha cercato di ostacolare le mie decisioni, le ha sempre appoggiate. 

Il giorno seguente mi sveglio molto presto per andare a fare colazione con mio figlio, in realtà se devo essere sincera nemmeno ho dormito così bene, ho fatto nuovamente quell’incubo e ciò mi ha reso nervosa e agitata, facendomi dormire poco e male. Forse semplicemente mi sono fatta influenzare dalle parole di mio padre, ma ormai ho preso la mia decisione... Puntuale come stabilito, la carrozza di Neal è davanti casa mia, saluto frettolosamente la mia famiglia, anche mia sorella Elsa, la quale mi guarda in attesa di una spiegazione da parte mia, visto l’anello al mio dito e, mi dirigo verso di essa. Avremo modo di parlare, ma non ora. 
Quando arrivo alla tenuta, Neal e mio figlio mi accolgono in giardino felici di rivedermi e di fare colazione tutti quanti insieme. Henry è ancora in tenuta da notte e appena mi vede mi corre incontro felice come non mai. E io mi sento e mi rendo sempre più conto che sto facendo la scelta giusta. 
Facciamo una ricca e abbondante colazione e poi tutto insieme torniamo a casa. Neal si deve assentare per delle commissioni di lavoro, ma tornerà in serata e quindi io ed Henry ne approfittiamo quel giorno per stare un po’ io e lui e anche per parlare con mia sorella. 
«Cos’è questa storia? Come mai di punto in bianco hai accettato la proposta di Neal?» mi chiede una volta che siamo sole. 
«Ho preso la mia decisione, Elsa.»
«Non hai risposto alla mia domanda però. Perché?» mi guarda inquisitoria, non riesce a capire come mai dal nulla io abbia accettato e in un certo senso nemmeno io so spiegarglielo. 
«Perché Neal mi ama e ama Henry. È giusto che proviamo ad essere una famiglia, Henry si merita entrambi i genitori sempre presenti» ed è la verità, ma ormai mi sembra di ripetere sempre esattamente le stesse cose, come se fosse assurdo o proprio surreale che io possa provare qualcosa per Neal.
«In tutto questo però non hai mai detto che lo ami tu» mi dice Elsa, guardandomi dritto negli occhi. 
«Non so se lo amo... Ma comunque nutro molto affetto per lui e ormai ho preso la mia decisione, sarò felice. Non temere. Non farei mai niente per nuocere Henry e la sua stabilità, lo sai.» dico, non posso nascondere niente a mia sorella, lei mi conosce molto bene e sa sempre ciò che mi passa per la testa, è ovvio che non amo Neal, ma per una volta voglio andare contro i miei principi e fare la scelta giusta, con il tempo imparerò ad amarlo. 
«E il tuo volerti sposare per amore?» 
«Ma quale sposarsi per amore. L’amore non esiste Elsa. O quanto meno è per pochi eletti, come te o Regina. Io sono destinata a non trovare mai il mio vero amore. E poi con il tempo chissà, potrebbe diventarlo Neal.» ormai anch’io sto ripetendomi la stessa tiritera per convincermi, oltre per convincere Elsa. 
Mia sorella sta per replicare, ma io la interrompo prima che possa farlo, mettendo fine a quella discussione. 
«Ho deciso, non cambierò idea. Io e Neal ci sposeremo. Non ora ovviamente, ma ci sposeremo.» prima di tutto il matrimonio tra mia sorella e Graham. Il mio con Neal può aspettare, anche se immagino che mia madre sarà impaziente di celebrarlo e non mi stupirei se mi proponesse di sposarmi insieme ad Elsa. Due figlie che si maritano lo stesso giorno, sarebbe un sogno che si realizza per lei. 
Solo in serata Neal fa ritorno in città e viene subito a trovare me ed Henry. Il piccolo già dorme, ma lui va ugualmente a dargli un bacio stando attento a non svegliarlo e poi mi raggiunge sulle altalene vicino casa, in modo che possiamo stare un attimo da soli, senza nessuno nei dintorni, in particolare mia madre che quando è entrato ha iniziato a fargli il terzo grado, chiedendogli quando avessimo intenzione di sposarci e soprattutto se avevamo pensato al dove. Lei vorrebbe nella tenuta Cassidy ovviamente, conosce il luogo e sa che è molto grande e incantevole. Chiedendo pure a Neal se dopo il matrimonio rimaniamo in città o andiamo in un’altra città. Tipico di lei, ma tipico di me, è che non ho risposto a nessuna delle sue domande dicendole solo “è ancora presto per tutto ciò” dicendo a Neal di andare da Henry se desidera e che io lo avrei appunto aspettato vicino all’altalene.
«Non ti sei pentita di aver accettato vero?» mi chiede lui una volta che siamo soli e si è seduto sull’altra altalena. 
Scuoto la testa, ma non dico nulla. Ma poi capisce che devo parlarne con lui del motivo per cui ho risposto in quel modo a mia madre.
«Non ho cambiato idea, Neal. Solo che io e mia madre non siamo in buonissimi rapporti e... Odio che voglia progettare la mia vita. Voglio realmente che diventiamo una famiglia, solo che... Be ecco, non ti dispiace se prima di organizzare il mio matrimonio vada a trovare la mia amica Regina con Henry?» gli spiego e ovviamente gli dico la mia idea. Lei non sa ancora niente del matrimonio ovviamente, ho intenzione di scriverglielo nella mia risposta alla lettera, però mi ha chiesto di andare lì con Henry e sinceramente ho voglia di andare da lei e parlare con la mia migliore amica di persona, ho bisogno di distrarmi un po’ e poi solo in quel momento, pensare a organizzare il mio matrimonio. 
«Ma certo che no tesoro, non ho nessuna intenzione di impedirti di andare dalla tua amica, mi fido di te. Non voglio essere quel tipo di marito, quello che ti impedisce di fare le cose che ami e io voglio stare con te proprio perché non sei quel tipo di ragazza, quella che si fa comandare a bacchetta dal marito. Vai, amore mio.»
Sorrido felice che lui abbia compreso come io sia, ovvero che ho bisogno anche dei miei spazi e di vivere le mie avventure. Ciò mi convince che forse ho fatto la scelta giusta. Di slancio lo bacio e lui resta un attimo senza fiato da quel mio gesto inaspettato, ma ben felice poi riprendere a baciarmi lui. 
«L’unica cosa, amore mio, prima di partire ti va di conoscere mio padre? Gli ho detto di noi e tiene molto a conoscerti e ovviamente a conoscere Henry.» mi dice dopo che ci siamo separati dal nostro bacio. 
Annuisco, certo che mi va bene. Il signor Robert Gold ha intenzione di arrivare in città la prossima settimana e io andrò da Regina quella successiva, ho aspettato tanto per rivederla posso aspettare ancora qualche giorno e in questo modo posso organizzarmi per la partenza, non ho mai fatto un viaggio così lungo, se pur Regina mi ha detto che mi manda la sua carrozza e io ne sono molto felice, perché in questo modo so che io ed Henry viaggiamo al sicuro. Non mi piace molto l’idea di andare da Regina con Henry viaggiando su una diligenza comune, più che altro per Henry. Se fossi stata sola, sarei stata ben felice di darmi all’avventura.
«Ma come mai tu fai Cassidy di cognome?» chiedo curiosa, in realtà non avevo mai fatto caso a questo dettaglio, forse perché in passato passavamo veramente poco tempo a parlare della nostra famiglia. Scaccio immediatamente quel pensiero, prima che io arrossisca.
«Ho il cognome di mia madre, inizialmente mio padre non mi aveva riconosciuto. Amava un’altra donna prima di mia madre e lei era solo una delle tante. Questa donna di cui era innamorato però era felicemente sposata con figli e non ne voleva sapere di mio padre... Così lui decide di dare una possibilità a mia madre e a me. Per anni mi sono sentito un ripiego per lui, onestamente. Ma forse adesso mi vuole seriamente bene.»
Mi accorgo che anche la vita di Neal non è stata affatto facile e questo conferma ulteriormente che ci meritiamo tutti e due un po’ di stabilità e di felicità. Siamo abbastanza simili. 
«Mi dispiace molto, credimi»
«Lo so! Ma ora sto bene, ho superato la morte di mia madre e ho superato le divergenze con mio padre» ammette sorridendomi. Non gli chiedo come sia morta sua madre capisco dalla sua espressione del viso che ciò lo turba ancora, so che quando si sentirà pronto, sarai lui a dirmi di più. Io stessa odio quando mi forzano a parlare e non voglio certo fare pressione a lui. 
«Devi tornare subito a casa?» chiedo per far cadere quei discorsi tristi.
«No perché?» mi guarda con malizia, forse ha capito ciò che voglio chiedergli e mi imbarazzo. 
«Vorrei che restassi ancora un po’ qui con me, mi piace la notte e mi piace stare qui a guardare le stelle e se ti va di farmi compagnia, mi fa piacere.» dico e Neal annuisce ben felice dal suo volto di rimanere. Il suo cocchiere è ancora qui fuori che lo aspetta, ma forse non gli dispiace attendere. 
Neal si avvicina a me e mi bacia ancora e io ricambio. 
E rimaniamo poi così in silenzio, a guardare le stelle. 


Spazio autrice: Ciao a tutti, eccomi tornata, mi scuso per la mia assenza e non aver postato regolarmente ma sono stata fuori Roma una settimana a concedermi un po' di vacanze e non ho avuto modo di stare dietro alla storia. Ma sono tornata. Voi siete riusciti a concedervi un po' di vacanze nonostante il periodo?
E penso anche che avrò vita breve visto il capitolo che ho appena postato, se mi sono salvata la volta precedente, credo proprio che stavolta vi ritroverò sotto casa mia 🙈 ahahahahahaha Non volete uccidermi vero? Giuro che ciò che avrete letto é solo al fine della trama e che... Bé, non posso dirvi molto, ma la storia sta entrando ora nel vivo, quindi non temete. Ecco. Fidatevi di me e fate affidamento alle mie vecchie storie per fidarvi (é una bella garanzia no?). Scherzi a parte, io potrei avervi lasciato un indizio nel capitolo per capire qualcosa in più... Chi lo scova? Ehehehe
A prestissimo! E buon week end.  

 

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Capitolo 13
*** Presentazioni ufficiali ***


 


Capitolo tredici - Presentazioni ufficiali 



Emma’s POV 


Oggi io e la mia famiglia conosceremo Robert Gold. Ammetto che sono molto nervosa di questo incontro con il padre di Neal, ho provato a immaginarmelo ma non riesco proprio a rendermi conto di come possa essere. 
Mia madre ovviamente ha lustrato la nostra casa da cima a fondo, penso che non sia mai stata così pulita, ieri pomeriggio ha anche impedito a Henry di entrare con le scarpe sporche per evitare di dover passare lo straccio e ha voluto praticamente che lo spogliassi quasi davanti alla porta, togliendogli anche la maglia con cui ha giocato e mi ha imposto poi di pulire tutto il bagno. Sembra quasi che dobbiamo ricevere una persona importante. Ma è fatta così e ho cercato per una volta di farmi scivolare i suoi modi di fare, più che altro per non dover fare sempre polemica. 
Puntualissimi bussano alla nostra porta, mia madre ci fa mettere in fila come soldati, come fa sempre quando deve venire qualcuno di importante e io per questa volta sono davanti alla fila, vicino a lei. Di solito ci sta mia sorella Elsa, essendo la primogenita, ma stavolta il compito aspetta a me, visto che Mr Gold è qui per conoscermi. Sono io la futura sposa e sono talmente nervosa, che quasi mi pento di aver accettato la proposta di Neal, ora capisco perché ho sempre sostenuto di non volermi sposare per nessuna ragione al mondo. Quando ho accettato devo sicuramente aver bevuto senza rendermene conto, sennò non si spiega. 
Il primo ad entrare è Neal, il quale viene subito al mio fianco e mi bacia la mano. Ciò mi rassicura un pochino. 
Subito dopo a fare il suo ingresso è Mr Gold, saluta mia madre con un bacia mano, si presenta a mio padre molto gentilmente e poi si rivolge a me. 
«Tu devi essere Emma. Mio figlio mi aveva detto che fossi bella, ma senza dubbio lo sei ancora di più di persona» dice baciandomi la mano e io vorrei tanto ritirarla, perché non mi fa per niente una buona impressione, mi sa tanto di viscido, di presuntuoso e arrogante. Solo che non voglio avere un giudizio affrettato sul padre di Neal, quindi mi limito a sorridere, anche se è il sorriso più finto che io abbia mai fatto in vita mia. 
E poi si sposta a presentarsi alle mie sorelle. Infine, gli presento Henry, il quale è uscito dalla fila, sì mia madre ha avuto il coraggio di mettere anche lui in fila, per andare a salutare suo papà. Ma Gold non mi sembra che abbia accolto nostro figlio, con molto entusiasmo, al contrario mio è parso freddo nei suoi riguardi, nonostante Henry sia stato dolce e a modo, come il suo solito. 
Ci sediamo al tavolo da pranzo con il tè che mia mamma ha preparato, insieme a dei dolcetti che fa davvero benissimo e iniziamo a parlare del nostro futuro di coppia. 
«Penso che i ragazzi debbano sposarsi quanto prima, visto anche la presenza di Henry e che mio figlio si è comportato da vero cafone in passato, probabilmente anche per colpa mia che non l’ho istruito a comportarsi. Ma ora che ha finalmente messo la testa a posto e che ha deciso di assumersi le sue responsabilità, è giusto che questa unione avvenga il prima possibile. La signorina Swan è in età da marito dopo tutto no? E conviene con me che questo matrimonio è vantaggioso per lei»
Viscido. Viscido. Viscido. 
Cos’è mi ha preso per un affare? Mi fa sposare con suo figlio per cosa? Per non far parlare di noi? O perché sono una poveraccia in confronto a loro e quindi pensa che con ciò la mia famiglia stia bene economicamente? Forse tutte e due le cose. E poi se permette dobbiamo essere io e Neal a decidere quando sposarci, non lui. 
«Cos’è un affare? Non sono mica in vendita. Se io e Neal ci sposiamo è perché ci vogliamo bene. Non di certo perché è conveniente.» dico stizzita da quel suo modo di fare, molto probabilmente avrei dovuto mordermi la lingua e stare zitta, ma non ci sono riuscita. Non sono la bambolina di nessuno e prima impara a capirlo e meglio è. 
«Certo, parlavo di sentimenti io signorina Swan... Non di condizioni economiche, anche se deve ammettere che senza dubbio ne trarrebbe vantaggio da questa unione no?» Dice continuando a insinuare i vantaggi come se io fossi veramente una pedina e Neal quello che comanda in casa. Tipico di ogni uomo. Lui non fa eccezione. 
Mi volto verso di Neal per far sì che dica qualcosa, mi auguro che dica qualcosa a mio favore. 
«Papà! Smettila! Emma ha ragione. Ci sposiamo per amore. Sono innamorato di lei. Non trattarla come se fosse un affare. I sentimenti non sono affari.» lo rimbecca Neal. 
«Sono d’accordo con i ragazzi. Mia figlia non è oggetto. Ha diritto di parola e sinceramente non mi piace questo atteggiamento. Saremo anche meno ricchi di voi signor Gold, ma siamo gente onesta, lavoratori e non consideriamo il matrimonio un affare.» mi volto stupita verso il suono di quella voce. Mia madre. Ho visto mio padre seriamente arrabbiato e pronto a intervenire per fare nuovo quel Gold, ma non mi aspettavo che invece lo facesse mia madre. Da lei non me lo sarei mai aspettato che prendesse le mie difese. 
«Mia moglie mi ha tolto le parole di bocca. Non ho nulla in contrario a questa unione se i ragazzi si vogliono bene, ma non sono disposto a sentire che mia figlia dovrà essere trattata come un affare. In un matrimonio ci si rispetta reciprocamente e la donna conta come l’uomo. Spero che vostro figlio ciò lo sappia o si può scordare la mano di Emma.» dice ora mio padre deciso, guardando prima Mr Gold e poi verso Neal, facendo capire al più giovane di stare attento alle sue mosse, non ha ancora digerito come mi ha lasciato in passato, quindi stavolta penso proprio che seguirà ogni suo comportamento per capire se è davvero sincero nei miei riguardi. 
«Mi avete frainteso signori Swan. Non volevo mancare di rispetto alla vostra famiglia. Ovviamente sarebbe un matrimonio vantaggioso per entrambi. Ed Emma avrà diritto di parola, certamente. Il mio Neal è un gentiluomo, vero?» dice rivolto al figlio con quel suo tono smielato che inizia a darmi suoi nervi. Sembra così calmo, sicuro di sé e ciò mi irrita, non mi piace per niente. È tutto al contrario di Neal, il quale è dolce, sincero, onesto. Gold non sembra nemmeno suo padre. Ora capisco perché i due non sono in buoni rapporti. Neal mi ha accennato qualcosa.
«Papà! Emma non solo avrà diritto di parola, ma sarà libera di fare ciò che desidera. Vivere i suoi sogni e fare ciò che ama.» dice Neal prendendo la mia mano da sotto al tavolo per rassicurarmi, vede che sono molto tesa e sinceramente non sto facendo nemmeno nulla per nascondere il mio disappunto. 
«E saremo noi a decidere la data. Sarà dopo l’estate. Io sono stata invitata da una mia cara amica a Londra e partirò tra qualche giorno con Henry.» dico autoritaria. Non sarà certo lui a impedirmi di non partire, non lo permetterei ai miei genitori, figuriamoci a questo arrogante, prepotente riccone che si crede importante solo perché ha qualche soldo e proprietà. Neal poi, è d’accordo con me, ne abbiamo già parlato e questo solo conta.
«Voi siete molto... All’avanguardia e intraprendente signorina Swan, ma dovevo immaginarlo.» dice gentile, come se dovesse essere un complimento ma è tutto al contrario, ha l’aria di una provocazione bella e buona, visto che guarda in direzione di Henry alludendo a lui e quindi al mio passato con suo figlio. 
«E io naturalmente sono d’accordo con Emma. Ci sposeremo dopo l’estate e non ho nulla in contrario dal fatto che vado dalla sua amica per qualche giorno.» dice Neal, rivolto a suo padre e io gli sorrido.
«Almeno converrai con me figliolo, che in questi giorni prima che la signorina Swan parta, di iniziare ad organizzare qualcosa no?» dice Gold rivolto al figlio.
«Lo faremo, senza dubbio. Vero Neal?» dico io prontamente, é una decisione nostra come organizzare il matrimonio, non di certo sua. 
«Bene, io mi fermerò in città qualche giorno. Sarà mio onore avervi alla nostra tenuta per una cena.» Dice poi rivolto a mio padre, per invitare l’intera famiglia. Nonostante ho l’estrema certezza che non avrebbe voluto farlo. Lo fa solo per dovere e per mostrare una gentilezza che non possiede e sono altrettanto certa che hanno notato ciò anche i miei genitori, ma sono fin troppo educati per farglielo notare. Infatti, accettano l’invito mostrandosi cordiali e ben contenti. 
Il resto del tempo lo passiamo a pensare al matrimonio e dove celebrarlo. Solo quando Mr Gold decide che è giunto il momento di andare via, smettiamo di parlare di questo “affare” e ci conceda, a noi donne con un baciamano e a mio padre con un inchino. Henry invece, non lo degna di uno sguardo. Mio figlio per fortuna è impegnato a giocare per accorgersi di ciò. 
Si volta verso suo figlio per capire se ha intenzione di andare con lui, ma Neal scuote la testa e fa segno a suo padre di andare senza di lui, credo che voglia parlare con me. Ho visto il suo sguardo teso e nervoso per tutto il tempo della chiacchierata e immagino che voglia scusarsi per il suo comportamento. Anche se io so che Neal non è come lui. 
Usciamo in giardino con Henry per poter passeggiare insieme come facciamo spesso.
«Scusami per mio padre, Emma. Sono davvero mortificato per il suo comportamento» mi dice prendendomi la mano una volta che sia siamo soli e intrecciandola con la mia. 
«Neal... Non c’è bisogno di scusarti. Non sono arrabbiata con te, anzi al contrario, è stato bello che tu mi abbia difesa sai?» gli dico e ammetto che sia davvero così, è stato bello che ha preso le mie parti e abbia rimesso al suo posto il padre, mi fa capire che non è come lui, Neal mi rispetta davvero e non sono per lui solo un oggetto. Non lo sarò mai. Sarà un matrimonio vero, basato su dei sentimenti. Certo, in questo momento i suoi senza dubbio sono più forti dei miei, ma non sarà difficile innamorarmi di lui con il tempo, mi sta già dimostrando la sua bontà d’animo, il suo impegno, la sua dolcezza, la sua lealtà. E poi, il semplice fatto che non voglia escludermi dalla vita politica, dal prendere decisioni, mi fa capire che sì, ho buone possibilità di innamorarmi. Forse, forse un po’ inizio già a esserlo. 
«Ti ha dato della sgualdrina. Quando la colpa è solo mia... È mia se sei rimasta incinta.» e abbassa lo sguardo, sembra quasi che abbia gli occhi lucidi e sta in uno stato pietoso, non l’ho mai visto così sconvolto e triste. 
«Non è colpa tua! Lo abbiamo voluto entrambi... Certo non Henry, visto che è arrivato inaspettatamente... Ma abbiamo fatto quello sbaglio insieme. Comunque, alla fine da uno sbaglio è nato il nostro bambino. Guarda che bello che è? Alla fine insieme, qualcosa di buono siamo riusciti a farla no? E non sarà tuo padre a farmi cambiare idea sul matrimonio.» gli dico sincera stringendo di più la mano che ho ancora intrecciata nella sua. Solo quel punto Neal alza nuovamente lo sguardo verso di me e noto che ha gli occhi lucidi. 
«Ti amo, Emma» mi dice dolce e io non so che cosa rispondere, non so ancora se nutro questo sentimento così forte nei suoi riguardi e non so nemmeno se sono capace di dire quella parola, senza farmi prendere dal panico... Perciò, faccio l’unica cosa giusta da fare. Lo bacio, lo bacio prendendo il suo viso tra le mani e mettendoci tutta la mia forza e passione. Neal non sembra dispiaciuto dal mio gesto, al contrario, ricambia immediatamente il bacio andando a insinuare la sua lingua nella mia bocca e io gliela faccio trovare prontamente. 
A interrompere il nostro discorso è Henry, il quale vuole giocare un po’ con suo papà e con me. 
«Al nonno non piacciono i bimbi?» chiede Henry verso suo papà. A quanto pare ha capito più di quel che sembra e ha notato l’atteggiamento lontano e scostante di Gold. 
«Gli piacciono. Solo che non è abituato. Ma vedrai che con il tempo ti amerà, Henry. Anche perché non si può non amarti» dice Neal stringendolo a lui e Henry sembra rasserenarsi dalle parole di suo padre e ci strascina a giocare, dimenticandosi completamente di quel piccolo problema con il nonno. 
Io invece non lo dimentico e non so se sono pronta a una cena a casa Gold/Cassidy. E soprattutto, non voglio vedere Neal triste, so bene o male che i due non hanno mai avuto un rapporto, solo che vorrei capirne di più. So altrettanto bene, che quando Neal si sentirà di parlarmene lo farà. Io anche non ho ancora parlato con lui di mia madre e del nostro rapporto, non del tutto almeno e non ho ancora parlato con lui di Killian... Nonostante io sappia che Neal vorrebbe sapere... Ma credo che non sarò mai pronta. 
Rientriamo a casa non troppo tardi, Neal ci saluta prima di cena e io dopo aver fatto il bagno ad Henry, lo faccio mangiare e lo metto al letto. 
Quando è l’ora di coricarmi anche per me, mi infilo sotto le coperte e mi addormento immediatamente.
Ma nel cuore della notte, un incubo mi fa destare facendomi svegliare con il cuore a mille e il sudore che mi scende sulla fronte. 
Ho sognato di nuovo Killian, ma non è una novità questa e non è ciò che mi spaventa. Nel sogno c’era anche Gold con uno sguardo inquietante, cattivo. Killian però era riuscito a disarmarlo e a sua volta avevo negli occhi il sangue, esatto, i suoi occhi celesti erano iniettati di sangue, come se non desiderasse altro che uccidere quell’uomo... 
E non capisco perché faccio questi sogni assurdi. Sognare Killian non è una novità, ma non capisco come mai lo associo a Gold. Forse, semplicemente ho avuto una giornata faticosa e ho metabolizzato lo stress accumulato. Di certo, Gold non mi ha fatto una bella impressione e non ha fatto altro che aggiungere ulteriore stress. E poi diciamocelo, non ci stiamo per niente simpatici, probabilmente accetta questo matrimonio solo perché Neal nutre dei sentimenti per me o forse per Henry, visto che abbiamo un figlio o per interesse, anche se non so di che tipo... Forse tutti e tre i motivi. Non lo so. So solo che io e lui non andremo mai d’accordo. 
Provo a rimettermi giù, solo che non riesco a riprendere sonno, ogni volta che chiudo gli occhi mi rivedo Killian in quello stato pietoso e sinceramente, mi mette quasi paura. Più di sognare Gold. 
Così decido di alzarmi e prepararmi qualcosa di caldo. 
Non appena scendo in cucina trovo mio padre sveglio e me ne stupisco. 
«Che fai sveglio papà?» chiedo andandomi a sedere di fronte a lui dopo aver preso una tazza per metterci dentro la tisana che mio padre ha già preparato per lui, probabilmente con la speranza che gli concili il sonno. 
«Potrei farti la stessa domanda» mi dice a sua volta
«Incubi e non riuscivo più a prendere sonno, tu?»
«Incubi a mia volta. Ma ad occhi aperti. Visto che sei qui, te lo chiedo... Sei sicura che vuoi sposare quel Neal?» mi dice serio e intuisco che non riesce a dormire per ciò, sono io e il mio matrimonio con Neal che non riescono a farlo dormire e sicuramente anche il suocero che avrò.
«Si papà! Neal non è come suo padre, loro... Loro non hanno nemmeno un bel rapporto. Gold si comporta così anche con lui... È prepotente e si crede forte e potente, vuole incutere terrore. Ma Neal non è come lui, tiene davvero a me e anche a Henry. Con Henry è molto bravo e attento» gli dico per tranquillizzarlo, probabilmente teme che Neal possa farmi soffrire e considerarmi un oggetto una volta sposati. 
Annuisce, non so se sono riuscita a convincerlo, probabilmente no, vedo dal suo sguardo che è ancora molto titubante. 
«È che quel Gold proprio non mi piace. Non è solo il suo modo di fare, ha qualcosa... Qualcosa che a pelle non mi convince. Ma sarà solo istinto paterno e voglia di proteggerti.» dice prendendo la mia mano e accarezzandomi il palmo per rassicurarmi. 
«Voglio solo che tu sia felice e se lo sei, lo sono anch’io. Mi mancherai ora che vai da Regina. Anzi, mi mancherete, questa casa senza Henry non sarà la stessa» mi dice con un sorriso amaro e suppongo che pensi anche a quando sarò sposata con Neal. 
Gli sorriso a mia volta e stringo la sua mano. Rimaniamo così a sorseggiare la nostra tisana, senza renderci conto che è praticamente giorno. Ma è meraviglioso stare con mio padre e dedicarci momenti tra noi, questo fa solo capire quanto sia speciale il nostro rapporto.

La cena alla tenuta Cassidy è stata veramente insostenibile, ho rischiato più volte di rispondere male a Mr Gold e lo stesso ha fatto mio padre, in questo io e lui siamo molto simili e poi, è stata mia madre a trattenerlo per non fare una scenata. Lei è quella più diplomatica della famiglia, quella che riesce sempre a gestire queste situazioni. Senza dubbio anche lei non sopporta Gold, ma ha fatto di tutto per andare d’accordo con lui. Io sono il suo esatto opposto, non riesco ad andare d’accordo con una persona se mi sta antipatica.
Ma per fortuna è andato tutto per il meglio senza problemi di alcun genere e ora, io e Neal siamo fuori in giardino, mentre Henry è nella sua stanza, a goderci il fresco. È una bellissima serata e le stelle in cielo illuminano il patio per quanto splendono. Siamo in silenzio a goderci questa meravigliosa serata, che avrebbe potuto prendere una brutta piega, ma che non è stato così. E infatti, voglio solo lasciarmi scivolare addosso la serata e non pensarci più, anche perché Mr Gold ha dichiarato di avere degli affari da sbrigare e si è chiuso nella sua stanza al terzo piano e noi, possiamo godere del resto della serata da soli.
Rientriamo solamente quando inizia a fare più freddo e ci sediamo sul divano. 
«Mi mancherai lo sai? Anzi, mi mancherete. Sia tu che Henry. Non so come farò due settimane senza di voi» dice Neal guardandomi negli occhi. Si è già scusato mille volte per la cena, ancora una volta, ma io ho cercato di tranquillizzarlo in tutti i modi possibili. So benissimo che non è come suo padre. Me lo sta dimostrando in tutti i modi e penso che possiamo davvero diventare una vera famiglia. 
«Anche tu ci mancherai! Ma ti penseremo sempre, promesso e ti scrivo una lettera appena arrivo» dico accarezzando la sua guancia. Ha un buon profumo e sorrido a quel pensiero. Convincendomi ancora una volta di star facendo la scelta giusta. 
«Certo amore mio, devi scrivermi! Voglio sapere ogni cosa e soprattutto com’è stato rivedere la tua amica» mi dice ricambiando il mio sorriso e portando la mano tra i miei capelli, muovendola piano tra di essi. Lentamente poi si avvicina a me per baciarmi e io ricambio immediatamente quel contatto, quel passionale e dolce bacio. 
Ci ritroviamo così sdraiati sul divano, le mani di Neal ora si sono spostate sui miei fianchi e il bacio si sta facendo sempre più passionale, infuocato. Le nostre lingue lottano tra loro e mi rendo conto che forse non ci siamo mai baciati in questo modo, con questo fuoco, impeto. Ed è bello... Mi lascio andare un po’ di più, portando le mie mani sulla sua schiena e stringendolo forte a me. 
Sento l’eccitazione di Neal farsi sempre più forte nel momento in cui i nostri corpi aderiscono di più l’uno agli altri e avverto il suo desiderio di qualcosa di più. Le sue mani infatti si sono spostate verso il mio seno e sta scendendo verso il mio basso ventre. Mi piacciono quelle carezze, ma non voglio andare oltre... Non posso, qualcosa mi frena, non so nemmeno io cosa o forse sì... 
Non sono pronta a farlo con lui, non ancora. Non così presto. 
Lo fermo. Lo fermo proprio quando la sua mano è pronta ad alzare la mia gonna.
«Neal... Aspetta... No.» riesco solo a dire, ho provato qualcosa, ma non quello che avrei dovuto provare e me ne rendo conto solo adesso, adesso che lui ha spostato le sue mani dal mio corpo. Non è così che voglio farlo la prima volta, o meglio ancora una volta, visto che io e lui abbiamo già un figlio. Non voglio accelerare ancora i tempi e ritrovarmi abbandonata di nuovo e non è solo questo... Lo so bene. 
«Scusa Emma, hai ragione. Mi sono fatto prendere la mano.» mi dice tirandosi su dal divano e dandomi una mano anche a me per rimetterci seduti composti. 
«Voglio fare le cose come si deve. Stavolta ti chiedo di aspettare il matrimonio.» gli dico spontaneamente, per giustificare il mio rifiuto, ma sto mentendo a lui e a me stessa. 
«Certo amore mio, certo! È giusto e ti chiedo ancora scusa.» mi dice, baciandomi dolcemente le mie labbra. Per poi aiutarmi ad alzarmi del tutto dal divano per andare a dormire. Dormo anch’io lì, ma con Henry.
Mi accompagna fin davanti alla porta e mi dà poi un nuovo bacio per augurarmi buona notte e io mi chiudo in camera, mettendomi vicino a mio figlio. Sperando che i pensieri, e soprattutto due occhi celesti come il mare, non arrivino a tormentarmi. 
E che essi, non mi appaiano in sogno. 


Spazio autrice: Ciao a tutti, mi scuso per l'assenza, ma non riesco molto a scrivere ultimamente, ho tutte le idee in testa ma ho difficoltà a metterle per iscritto, comunque avevo già questo capitolo pronto, quindi ho deciso di metterlo, anche se io sto ancora scrivendo il successivo... Mi auguro che ora che torno a scrivere nel mio luogo preferito, ovvero in autobus, mi torni l'ispirazione. Ehehehe 
Intwnto godetevi questo, anche se probabilmente mi vorreste ancora una volta uccidere... Sono pronta. 
A prestissimo e buona domenica. 

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