Tutta colpa di Kurama!!!

di Miss_Fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove Kurama mi fa diventare una guerriera sailor ma senza poteri ***
Capitolo 2: *** Dove Kurama diventa una Fanboy ***
Capitolo 3: *** Dove Kurama Va a Shinjuku ***
Capitolo 4: *** Dove Kurama si diverte un sacco ***
Capitolo 5: *** Dove Kurama va al concerto! Cosa ho fatto di male?! ***
Capitolo 6: *** Dove Kurama Va al Concerto!! Cosa Ho Fatto di Male?! seconda parte ***
Capitolo 7: *** Dove Kurama Ha un Incontro Ravvicinato del Terzo Tipo ***
Capitolo 8: *** Dove Kurama Ha un Incontro Ravvicinato del Terzo Tipo seconda parte ***



Capitolo 1
*** Dove Kurama mi fa diventare una guerriera sailor ma senza poteri ***


Dove Kurama mi fa diventare una guerriera sailor ma senza poteri.

Attenzione! Questa è una storia comica ed è stata fatta per intrattenere, quindi se cercate una storia seria, chiudete. Nella storia ci saranno cambi di sesso e anche coppie gay, se la cosa vi dà fastidio sconsiglio vivamente di leggere o se volete fatelo, ma a vostro rischio e non mi prendo alcuna responsabilità in merito perché vi ho avvertito. Le critiche sono ben accettate se sono costruttive per la storia, ma se sei qui per dire quanto detesti la coppia o i gay o qualunque altra cosa che possa offendere qualcuno allora per favore non commentare, (se però spieghi il motivo del perché di questa critica allora cercherò di tenere in considerazione la cosa), perché né la persona né te ci guadagnate qualcosa. Allora voglio anche dirvi che aggiorno quando posso quindi non tartassatemi di domande su quando aggiorno. Se avete qualche idea sulla storia scrivetemela in privato. Ci saranno parolacce, quindi se la cosa vi dà fastidio non leggete. Credo di aver detto tutto... Ho cercato di mettere subito le cose in chiaro così da evitare problemi. Buona lettura! ^^





Mi sveglio incazzato, buttando fuori della finestra il telefono dopo averlo fatto suonare almeno venti volte, ma non prima di essermi fatto male alla mano. Così mi siedo sul letto, poi capisco che odio tutti e vorrei morire all'istante. Mi alzo, anche se sono mezzo in coma, e a tentoni cerco il bagno ma, avendo gli occhi mezzi chiusi, prendo con il mignolo l'angolo del comodino; cerco di non uccidere tutti i presenti nella stanza. –Porca puttana!! Che male!! – sbraito io e sento un risatina di sottofondo. –Kura, cazzo! Non è divertente! – dico io rivolto a una piccola volpe a nove code che realmente è un Yokai*. –Per me sì. – mi fa lui, poi con grazia scende dal letto seguito a ruota da altri due Yokai. –Stupido Kurama. – ringhio a bassa voce, anche se so benissimo che mi ha sentito. Senti stupida testa a sole, ho capito che sei arrabbiato, ma vedi di sbrigarti perché non voglio pulire i pavimenti della scuola anche il primo giorno... e poi siamo sinceri.... tu a fare Cenerentola... be', sarebbe uno spettacolo assolutamente esilarante. – mi scredita lui mentre si sta sistemando una delle sue code. – Ma se tu non fai assolutamente niente!!! Al massimo quello che in genere mi butta nei casini sei proprio tu! – ribatto io. – Ti devo sopportare ogni giorno e poi senza di me la tua vita sarebbe monotona al cazzo. Quindi smettila di fare la grappetta. – risponde e io decido di lasciar perdere, per poi prepararmi per il primo giorno di scuola. Sono ancora incazzato nero Scendo, vedo un ragazzo dai lunghi capelli rosso fuoco legati in una coda bassa. –Naru. – mi saluta mio fratello maggiore Kurama mentre armeggia con i fornelli neanche stesse cercando di disinnescare una bomba nucleare. –Ciao. – lo saluto io mentre mi siedo e la volpe si mette sulle mie gambe. Mio fratello si gira verso di me e mi mette davanti la colazione che divido svogliatamente con la volpe del malaugurio. Mio fratello ha il nome della Kitsune* che ho sulle gambe, però non ho ancora capito il perché. –Fratellino, dobbiamo correre. – mi fa lui mentre corre verso l'auto e io metto giù la volpe, per poi seguirlo. Lui prende posto dalla parte del guidatore e io mi siedo vicino a lui, lo osservo mentre guida. I lunghi capelli rosso fuoco si muovono al ritmo del rock che ha messo in radio; si sistema il giubbotto in pelle che gli copre il corpo scolpito mentre guida, gli occhi d'ambra posseduti da un fuoco ardente che nasce dalla canzone che segue la strada. Con le mani tamburella in modo ritmico sul volante mentre i diversi anelli tentennano al contatto con il volante, esattamente come il suo orecchino quando muove la testa a ritmo delle musica. Arriviamo a scuola e io scendo, poi lo abbraccio, ma facendo bene attenzione che nessuno ci veda.* –Otōto*, non fare cazzate. Buona giornata!– esclama lui prima di ripartire, io ridacchio mentre mi dirigo verso la scuola. Entro in classe non ancora completamente lucido, però abbastanza da sentire dei rumori provenire dalla mia borsa, sicuramente è un dei miei Yokai, che si è infilato dentro, quindi gli intimo di fare silenzio. Subito lui si zittisce per qualche secondo e ricomincia con più insistenza. Mi siedo e attendo la campanella che dà il via alle lezioni. –Pss... Naru... – mi chiama lui e io, per non sembrare strano, prendo la borsa facendo finta di cercare qualcosa al suo interno. –Cosa?! Kurama! Tu non dovresti neanche essere qui. – gli dico a bassa voce. –Posso andare in giro? – mi chiede lui, facendomi gli occhi da cucciolo bastonato e io sospiro. –Sì, ma basta che non fai casino. – gli rispondo solamente io, lui fa un cenno con la testa e mi affretto a uscire dalla classe, stringendo saldamente lo zaino. Una volta arrivati in bagno, lo faccio uscire velocemente. –Vedi di non fare casini. – lo ammonisco io, ma lui di tutta risposta mi fa un sorriso. –Credo che oggi io sarò l’ultimo dei tuoi problemi Naruko e ti ho lasciato dei vestiti nello zaino. – mi dice prima di scomparire grazie a i suoi poteri. –Naruko? Vestiti? Ma che sta blaterando? – dico a bassa voce, ma appena mi alzo i pantaloni mi cadono per terra. Li ritiro su, ma questi cadono di nuovo. Strano... fino a tre secondi fa mi andavano bene. Vado verso il lavandino, non è un’impresa molto facile visto che ho i pantaloni praticamente sotto i piedi. Mi guardo allo specchio e per poco non svengo. Sono un'attraente giovane ragazza con lunghi capelli dorati e setosi. Le ciocche ondulate accarezzano dolcemente le guance, giù lungo l'angolo del mio collo esile e continuano lungo le mie spalle strette, fino alla vita. Le stesse ciocche di capelli dorati ricadono sulla mia fronte, oscurandomi lievemente un paio di occhi scintillanti che sembrano due gioielli di zaffiro, leggermente cupi da dietro le sfumature delle ciglia. Qualche ciuffo di capelli è visibilmente più lungo e ricade sul mio naso sottile; increspo le mie morbide labbra rossastre in una smorfia di disappunto. Il mio fisico atletico si complimenta con la pelle morbida e liscia leggermente abbronzata. Non riesco più a sostenere questa visuale e alcuni capelli mi vanno davanti la faccia. Scavo nel mio zaino per cercare gli indumenti che quella volpaccia mi ha lasciato. –Cazzo!! Kurama, giuro che se ti prendo ti ammazzo!! Perché cazzo tutte le sfighe capitano a me! Porca puttana!! – impreco a bassa voce e trovo i vestiti, ma non prima di aver tirato fuori tutto. Infilo su gli abiti senza neanche guardarmi allo specchio e mi dirigo in classe, ma non prima di aver sistemato tutto. Entro, vedo che il professore non è ancora arrivato così tiro un sospiro. –Ragazze! Avremo un nuovo studente!! – fa Sakura e io la guardo imbambolato... è stupenda... così dolce... così aggraziata... così intelligente... –Così rompicoglioni. – fa Kurama nella mia testa, perché io sono collegato telepaticamente con tutti gli Yokai. –Ahahah! Molto spiritoso!! – gli rispondo mentalmente. –Molto bello il tuo completo da Sailor Moon. – mi fa notare lui e io mi accorgo solo ora che indosso davvero la divisa della guerriera. –Cazzo!! Che figura di merda il primo giorno di scuola!! – dico rivolto a lui. –Ehi, bella la tua uniforme. – mi fa una voce che riconoscerei fra mille: Sakura! –Oh, grazie. – rispondo io mentre in sottofondo Kurama intona una canzoncina. –Avada kedavra ma che dolce poesia, avada kedavra morte in allegria... senza pensieri la tua vita vivrai ma se sei Sakura tu creperai... avada... kedavra... avada.... kedavra... – canticchia lui, facendo l’imitazione di colui che non deve essere nominato... probabilmente un lontano parente dell'Innominato dei Promessi Sposi... visto la grande fantasia nei nomi, ma la campanella suona e Sakura torna al suo posto. Ma perché? Avevamo appena incominciato a parlare! Voglio i poteri di Sailor Moon!! –Se basiamo i tuoi poteri in base al tua intelligenza, il tuo potere sarebbero le bolle di nebbia di Sailor Mercury. Ma visto che hai la stessa utilità che ha Marzio davanti a un pericolo, per te quel potere sarebbe un lusso. – mi fa lui e io mi trattengo dall’urlare. Soloadesso mi accorgo del professore e di fianco a lui un ragazzo con una pettinatura a culo di papera. –Ragazzi, lui è Sasuke Uchiha e da oggi sarà il vostro nuovo compagno di classe. – lo presenta il professore mentre il tipo con il didietro di un anatra al posto dei capelli, ci guarda tutti con aria di superiorità. Non l'ho neanche conosciuto e già lo odio. –Sì, certo... tra neanche cinque secondi starete scopando nel ripostiglio... tu sicuramente lo prenderai nel culo. – fa lui come se mi avesse detto il tempo di oggi e io rimango basito. –Morirei piuttosto! – dico e lui ride senza ritegno. –E io sono femmina. – fa lui. –Ma che dici?? – gli chiedo io. –Oh, ma non stavamo giocando a chi spara più cazzate di Naruto? – mi chiede lui e io mi trattengo dal non uccidere qualcuno. Sento starnazzare quasi tutte le ragazze e cerco di capire il perché di tutto questo chiasso, ma non mi ci vuole molto prima di vedere testa a papera che fa un leggero inchino forzato. –Spero di riuscire a diventare vostro amico. – fa lui, abbozzando un sorriso tirato e le ragazze sono sul punto di sciogliersi. Sì, sì, certo! Tutti i giorni... penso io mentre alzo gli occhi al cielo. –Hai ragione. – fa Kurama e io rimango senza parole; noi due non siamo mai d'accordo su niente. Kurama... –Sì, perché ti porterà direttamente sull’altare e ti scoperà lì direttamente. Non so se mangiare la bistecca cruda o meno... – fa lui sarcasticamente, io ringhio di rabbia, ma veniamo interrotti dal prof. –Mi scusi signorina, ma lei fa parte di questa classe? – mi fa il professore e io vado in panico. Cazzo! Cazzo!! Cazzo!! Cosa gli rispondo ora?! –Io... io…–
incomincio io.



*Yokai: sono degli spiriti della mitologia giapponese e possono essere sia buoni che cattivi.

*Kitsune: uno degli Yokai più potenti, con i poteri mutaforma e molto abile con la magia.

*Otōto: è un modo in giapponese di chiamare il fratello minore.

*abbraccio, ma facendo bene attenzione che nessuno ci veda: in Giappone, qualsiasi forma di affetto è severamente vietato in pubblico.



Angolino del disagio: Ciao!! Complimenti se siete arrivati fino a qua!! Chiedo scusa per eventuali errori. Lasciate una stellina se ho fatto un buon lavoro e intasate di commenti. So benissimo che alcune cose non sono mie e vorrei pregarvi di non scrivere: "ma questo è scuolazoo" o "ma è la canzone dei ipantellas" perché lo so e ho già scritto prima che alcune cose NON sono mie. Grazie e alla prossima!! 😘😘😘😘

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Capitolo 2
*** Dove Kurama diventa una Fanboy ***


Dove Kurama diventa un fanboy?!


Attenzione!
Nella storia Naruto prende il cognome di Namikaze (cognome del padre), nel manga gli è stato dato il cognome della madre per motivi di sicurezza (sarebbe stato ucciso in fasce). 
In Giappone ci si chiama sempre per cognome e raramente per nome o fra fidanzati (in privato e non ci si chiama mai per nome in pubblico). Ci tengo a sottolineare che la cosa vale da persona a persona o dalla situazione. Io per comodità vostra e per non confondervi tra i vari personaggi gli farò chiamare tutti per nome però a gli insegnanti chiameranno per cognome gli studenti o viceversa. 
In Giappone la scuola è molto diversa da noi, non è raro che fino alla "scuola media inferiore" o in alcuni casi anche lì (per noi una sotto specie di liceo) ci siano corsi serali che finiscono molto tardi ma io per motivi di trama toglierò i corsi di sera (semplicemente perché passerebbero tutto il giorno a i corsi e diventerebbe noioso). 
Le varie pause le invento io. 












–Io... io... – incomincio e cerco mentalmente una scusa credibile, ma in quel momento entra il preside. 
–Oh, signorina Uzumaki... noto con piacere che vi siete orientata nella vostra nuova classe. – fa, per poi farmi un sorriso piuttosto ebete. Io rimango spaesata mentre tutti si girano verso di me per delle risposte. 
–Ehm... – faccio io mentre cerco qualcosa di sensato da dire, però vengo preceduta dal professore. 
–Mi scusi direttore, ma non credo di capire o non ne sono stato informato... – fa lui rivolto al preside. Poi mi guarda nella speranza che io sappia qualcosa di più, però cerco di evitare il suo sguardo. –Vedete, la signorina Naruko Uzumaki è una amica di Naruto, per motivi personali lui non potrà essere sempre presente e quindi i genitori hanno deciso di mandare anche la signorina. – spiega lui e solo ora mi accorgo che i suoi occhi sono quasi scarlatti... proprio come quelli di Kurama... è possibile che... nah!! Sarà solo una coincidenza! 
Ma allora sei nato scemo!! – esclama il diretto interessato e io sussulto per lo spavento. 
–Be', io sono già in ritardo sulla tabella di marcia, buona giornata.- dice il preside, guardando il suo orologio per poi sparire dietro la porta. 
–Ok... abbiamo due nuovi studenti... – fa il professore ancora confuso come tutti noi. 
–Visto che i due nuovi studenti si devono ancora ambientare... – incomincia lui, ma io smetto subito di ascoltarlo e guardo il corvino. In seguito sospiro, non ho alcuna voglia di passare del tempo con lui. 
Ahahah! – se la ride Kurama. 
Ma che ti ridi stupido Yokai?! 
Senti stupido moccioso, porta un po' di rispetto! Io ho migliaia di anni in più di te e poi ti ho salvato la vita. – dice lui abbastanza irritato per la mia mancanza, ma io sono rimasto basito alle sue ultime quattro parole. 
–Tu mi hai salvato la vita. – ripeto io cautamente. 
Sì, esattamente. IO Kurama, essere perfettissimo, bellissimo, potentissimo... so talmente tante cose che non basterebbero quattro ere per elencarle tutte. – dice lui, gonfiando orgogliosamente il petto. 
–Il solito megalomane. – dico, alzando gli occhi al cielo. Lui fa per ribattere, ma veniamo interrotti da Sakura che si avvicina a me e al ragazzo nuovo. 
–Sasuke-sama*. – lo chiama lei flebilmente mentre arrossisce e abbassa lo sguardo. 
–Naruko-kun*. – mi chiama e io scatto sull'attenti. Aspetta… perché a lui l'ha chiamato “sama” e a me “kun”?! 
Perché le piace, stupido! – mi spiega Kurama come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo. 
–Non è vero!! – urlo io di rimando mentre lui sbuffa scocciato. 
Ma io perché ci sto anche solo provando? Tanto tu non ascolti mai... sì moccioso, gli sta praticamente sbavando dietro, facendo gli occhioni e sbattendo le ciglia come tutte le oche in classe. – mi fa notare e con mio sommo dispiacere noto che è vero. 
–È solo una cotta e prima o poi si accorgerà che sono io il suo vero amore! Ci sposeremo, avremo tre figli, una bellissima casa, un cane... no, è meglio un gatto... no, un criceto! Io amo i criceti!! – dico entusiasta. 
Guarda, non ti sto neanche a dissuadere dalla tua idea, sarebbe fiato sprecato... dicono che l'amore rende ciechi, ma tu hai il cenone di Natale e Capodanno sugli occhi. – borbotta, prima di scomparire e io torno di colpo alla realtà. 
–Ciao... – fa Sasuke che cammina di fianco a me, ma io lo ignoro bellamente, anche se non posso negare che la sua voce è così sensuale... 
–Ciao... – ripete lui con più dolcezza. La sua voce è già attraente di suo e questa punta di dolcezza mi fa arrossire involontariamente. 
–C...Ciao. – gli rispondo mentre faccio un piccolo sorriso involontario. 
Awww! – fa Kurama con le lacrime agli occhi. Poi quelli del moro si illuminano come due fari, io rimango perplesso ma neanche il tempo di aprire bocca, che Sakura fa a me e al corvino segno di seguirla mentre gli occhi dello Yokai diventano rosso scarlatto. 
SENTI, STUPIDA BIG BABOL VIVENTE, LEVATI!!!! MI ROVINI LA SHIP COSÌ... ECCO!! BRAVA!... SEI CONTENTA?! – sbraita lui nella mia testa e io mi prendo un bello spavento.  
–Cosa urli senza preavviso?! Vuoi farmi venire un infarto?! – gli chiedo, ma la volpe è ancora concentrata a sbraitare contro la rosa. 
Ok... sono calmo... CALMO UN CORNO!!!! ‘STA QUA HA ROVINATO IL MOMENTO ROMANTICO!!!!- inveisce ancora lui e io sono perplesso. Momento romantico? 
–Kurama, ma hai mangiato qualche carne pesante? – gli chiedo, ma lui mi ignora bellamente e continua a urlare, poi si zittisce all'improvviso. 
Naru, ti ricordi quando ti ho detto che non puoi usare i miei poteri per risolvere i tuoi problemi? – mi chiede dopo poco. 
–Sì, certo... mi hai anche detto che non posso uccidere le persone…? – gli rispondo titubante mentre lo sento sogghignare; non so perché ma non promette niente di buono. 
Vero. Ma adesso riformulo meglio: non puoi usare i miei poteri per risolvere i tuoi problemi o uccidere qualcuno... almeno che non si metta a rovinare la MIA ship!! Quindi ricapitolando brevemente: non puoi usare il mio potere almeno che non sia Sakura, in quel caso puoi ucciderla in tutti i modi possibili. – fa lui tranquillamente mentre si guarda le unghie. 
–KURAMA! È DELLA MIA FUTURA MOGLIE CHE STAI PARLANDO!!! – sbraito dalla rabbia e lui alza gli occhi al cielo. 
Naru, Naru, Naru, TU sarai la moglie in futuro. – fa la volpe e io rimango perplesso. 
–Ehm... scusa, potresti andare avanti? La porta pesa parecchio... per favore. – fa Sasuke e vedo che sta tenendo aperta la pesantissima porta della palestra con una mano. Io - non so perché - subito dopo averlo sorpassato, vado nel panico. 
–Oh, mi dispiace... scusa, ero così assorta che non me ne sono... – cerco di giustificare, ma un dito si posa leggero sulle le labbra. 
–Oi, calmati. Non è successo nulla di grave. – dice dolcemente il corvino mentre passa il pollice sul mio labbro inferiore. 
Ship!!! Che dolci!!! Kawaii!!! Awww!! – urla lo Yokai, in me scatta una molla di rabbia: prendo in malo modo la sua mano. Lui mi guarda sorpreso. 
–Ti sarei grata se in futuro evitassi di toccarmi. – faccio minacciosa mentre mollo la sua mano. 
–Oh scusa, solo pensavo... – inizia il "didietro d'anatra", ma io lo interrompo bruscamente. 
–Pensavi che visto che sono una ragazza mi sarei sciolta come un gelato al sole per te, be'… errato!! IO non sono come le altre. – gli dico per poi voltarmi e seguire Sakura che non si è accorta di niente. 
Nooooooo!!! Ti rendi conto di quello che hai fatto??!! – fa "la causa dei miei guai" incredulo. 
–Sì, so benissimo quello che ho fatto: ho abbassato la cresta a quel pallone gonfiato. – dico, poi spengo la connessione con la kitsune. Torno in classe per la pausa di metà mattina e mi lascio cadere sulla sedia del banco vicino alla finestra che di solito è il mio posto. 
– Ehi! Ciao, tu sei Naruko, giusto? – mi chiede una voce a me molto conosciuta e sorrido, per poi annuire. 
–Io sono Eren Yeager. Sono il migliore di Naruto dalla Shōsakkā*... – incomincia lui, prima che io possa solo anche aprire bocca. – Sai, il primo giorno alla Shōsakkā ero agitatissimo perché non conoscevo nessuno e mentre mi scontravo con lui... – incomincia a parlare ininterrottamente, intanto io sorrido a quel ricordo. 
–Naruto non mi aveva avvertito del fatto che non stessi mai zitto. – faccio io fra una risatina e l'altra, ma si spegne di botto quando vedo il suo volto ferito. 
–Scusa, non volevo essere invadente... io... – incomincia a scusarsi lui, ma non riesco a trattenermi e scoppio a ridere. Intanto lui mi guarda senza parole, poi mi ricompongo. 
–Scusa, ma ti stavo solo prendendo in giro, scemo. – gli spiego dolcemente mentre gli tocco la punta del naso con l'indice. Lo osservo con una luce nuova: Eren è un ragazzo di media altezza, ha un viso lievemente allungato, e capelli scuri, i suoi occhi sono un miscuglio tra il verde e l'azzurro. La sua pelle è appena più abbronzata di quella del normale per gli europei, infatti credo che le sue origini siano tedesche. Le sopracciglia sono tese e sottili ed espressive, infatti lo fanno sembrare spesso arrabbiato o infastidito. Indossa l'uniforme* della scuola e al collo porta sempre una chiave. 
–Sai, sei molto carina... non mi fraintendere: non ci sto provando con te, ma ti piacerebbe prendere un gelato con me e un gruppo di amici oggi pomeriggio? – mi chiede improvvisamente, poi sorride e io faccio cenno di sì con la testa. 
–Perfetto! Allora ci andiamo subito dopo scuola o magari vuoi prima cambiarti? – mi chiede lui gentilmente e io gli dico che va bene subito dopo scuola. Lui per l'euforia mi abbraccia forte.  
Mancano cinque minuti prima che finisca la pausa. Mi giro verso il banco dove si trova Sasuke e vedo che è circondato da varie ragazze appiccicose, ma la cosa che mi sorprende più di tutte è Sakura che è seduta sulle sue gambe. 
Geloso?! – mi chiede la volpe con un sogghigno sul muso. 
–Cosa? Io? Geloso? Ma che dici? – gli rispondo mentre do un’ultima occhiata al corvino. Poi mi volto di scatto per via di un tonfo proveniente dalla cattedra. 
–Bene, mocciosi! Tornate ai vostri posti, la pausa è finita. – fa la voce fredda del professore più amato e odiato dell'istituto: il professor Madara Uchiha, non che il professore di matematica. 
Io mi irrigidisco sul posto e, nonostante manchino ancora una manciata di minuti alla fine della pausa, gli studenti tornano ai loro posti senza fiatare per non scatenare l'ira del prof., visto che oggi sembra che non abbia molta pazienza, o meglio, meno del solito. L'unico che sembra tranquillo è Sasuke che se ne sta lì seduto con un irritante sorrisino sul volto. 
La mano di Eren afferra la mia e io d'istinto la stringo forte mentre sento uno sguardo di fuoco puntato su di noi. 
La lezione inizia e per la prima volta osservo attentamente il mio prof. di matematica. È un uomo dal fisico imponente, statuario e dall'altezza elevata. È caratterizzato principalmente dall'espressione serena e noncurante che rivela la sua grande sicurezza di sé, nonché dal sorriso sarcastico di cui fa costante sfoggio. Porta i capelli neri molto lunghi che gli cadono sulla schiena e indossa, solitamente, un completo di colore rosso. 
–Vorrei poterti dire che anche se il professor Uchiha è sempre così in realtà è buono, ma non è vero. Non fare o dire niente di stupido almeno che tu non voglia passare le ore più brutte della tua vita... le poche persone che sono riuscite a dire qualcosa dopo la sua punizione... non sono più state le stesse dopo o almeno è quello che dicono, però io non vorrei avere la conferma di persona. – mi spiega lui in un sussurro e scosse di brividi. Io stringo le spalle, poi sento un braccio stringermi più saldamente mentre sento di nuovo quello sguardo di fuoco. 
Uhhh! È geloso! – fa Kurama. 




*Sama: si usa per una persona della quale si ha molto rispetto o molto spesso con le divinità. 

*Kun: è un modo rispettoso per rivolgersi a una persona adulta ma anche il contrario, però succede di rado. 

*Shōsakkā: scuola elementare (dai 6 ai 12 anni) 

*Indossa l'uniforme: in Giappone è normale mettere su l'uniforme della scuola che si frequenta solo i giorni liberi non si indossano. (Ne parlerò più avanti nel dettaglio.) 




Angolino di Miss Fantasy:  
*Partono i cori* 
Sì!! Ci sono riuscita!! Sì lo so, ci ho messo una vita ma questo
capitolo mi ha veramente messo a dura prova. (L’ho riscritto sei volte). 
Ebbene sì, eccoci all’inizio di tutti i casi...  
Ho messo qualche nuovo personaggio e qualche nuovo vocabolo. Per quanto riguarda la scuola ho preso delle informazioni vere quindi tutto ciò che vi scrivo sul Giappone è vero, ma non dovete prenderlo come oro colato perché è molto generico (le basi). Io faccio sempre delle ricerche e mi assicuro sempre che le mie fonti siano attendibili (internet, libri, amici che vivono in Giappone ecc.) questo è uno dei motivi principali per il quale ci metto sempre tanto. Spero che vi piaccia e che vi strappi un sorriso. Vi chiedo scusa per eventuali errori di battitura. Mettete una stellina per dare del ramen a Naruto e commentate in tanti. Se ci sono domande particolari fatele, io sarò più che felice di rispondervi.  
Ciao e alla prossima!😘 

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Capitolo 3
*** Dove Kurama Va a Shinjuku ***


Attenzione!
Nella storia sono presenti dei nuovi personaggi che NON sono miei, quindi se gli autori (vedete sotto nel mio angolino). Nella storia non andranno messi i compiti di scuola, ma in Giappone ne danno veramente tanti, io per motivi di trama e di tempo non li ho messi, però li fanno, tutti studiano e fanno i compiti. In Giappone è stato costruito molto per i disabili: è veramente molto agibile, quindi non è molto difficile per una carrozzina muoversi a Tokyo. Ora vi lascio al capitolo! Buona lettura ^^.



-Uhh! È geloso!! - fa Kurama.
-Eh? - faccio io e lui alza gli occhi al cielo.
-Torna nella tua ignoranza. Prima che tu capisca qualcosa, devono passare ancora una decina di capitoli, altrimenti che protagonista saresti. - mi risponde lui, sventolando la zampa con disinvoltura.
-Ehm… ok? - ribatto confuso per poi tornare alla lezione. Le ore passano in fretta e io non credo di aver scritto così tanti fogli in tutta la mia vita; grazie alla benevolenza di qualche divinità, suona il campanello che ci annuncia l’ora di pranzo. Tiro fuori il mio Ramen che mio padre mi ha cucinato e vedo anche una scatola piena di spiedini dango con allegato un bigliettino. “Per addolcirti il primo giorno di daigaku. ^_^ Mamma” sorrido da solo come un idiota.
-Come se non lo fossi. - dice la volpe, ma la lascio perdere.
-Naruko, potresti aiutarmi con la carrozzina? Vorrei uscire per mangiare in giardino. - mi chiede, mentre indica la carrozzina che è messa in disparte per non dare fastidio a nessuno.
-Sì, certo. - gli rispondo, mentre mi alzo a prendere la sedia per poi mettergliela dietro, tenendola ferma in modo che lui si possa sedere. Appena seduto, mi ringrazia, mettendosi il suo bentō sulle gambe per poi uscire dalla classe. Io rimango lì per qualche minuto, prima di raccogliere il mio pranzo e corrergli dietro.
-Eren! Aspetta! - urlo io, mentre corro per raggiugerlo, e lui si ferma per aspettarmi.
-Per… sedere… in…carrozzina… sei…molto…. veloce… - dico, mentre cerco di riprendere fiato e lui mi sorride dolcemente. -Anni e anni di pratica, scappando dai bulli o bulle. - mi risponde lui con un’alzata di spalle ed io mi rattristo: Eren è una persona meravigliosa, ma certa gente è troppo stupida per capirlo. Spero che un giorno incontri la sua anima gemella verso il loro lieto fine.
-Sì, lo spero anch’io! Cosicché almeno un’anima troppo buona si salvi dall’averti come amico…. comunque Naru, non siamo mica in Grease o in Aladdin e quindi niente musica che parte da sola o gente a caso che si mette a ballare. - fa Kurama con aria dispiaciuta per Eren, per poi guardarmi con aria altezzosa. Arriviamo in giardino e vediamo Kiba, Sai e Howl seduti a parlare, ma appena Kiba ci vede, ci fa segno di raggiungerli.
-Eren! Sei arrivato finalmente! Stavamo per venirti a cercare. - fa Kiba, tirando un sospiro di sollievo.
- No, tranquilli. Naruko mi ha accompagnato fino a qui. - lo riassicura e finalmente i ragazzi mi guardano.
-Lei sarebbe? - fa maliziosamente Howl.
Howl Jenkins Pendragon non è umano, bensì uno stregone molto giovane quanto potente…. non che uno dei ragazzi più popolari dell’istituto. Tutte le ragazze vorrebbero essere la sua fidanzata, anche solo per un’ora. È un ragazzo alto, col viso ossuto e soave ed occhi verde bottiglia, a cui piace tingersi i capelli di biondo e che, nel tempo libero, ama indossare abiti stravaganti che possono variare dal prezzo esorbitante alla stravaganza che solo lui può indossare con un certo stile e molta fierezza.
-Howl! È una amica di Naruto, non essere così già da subito e per di più è nuova. - la riprende pacatamente Sai per poi dare un morso al suo onigiri, lui mi dà un’ultima occhiata per poi tornare sulle sue. Passiamo una bella mezz’ora insieme, fino a quando non vediamo un gruppo di ragazze tutte eccitate per via di un concerto, ma non riesco a sentire altro perché la campanella suona per dare il via alle lezioni. Mentre io e Eren ci avviamo verso la classe, vediamo dei volantini attaccati sugli armadietti e sul muro, ma non ci fermiamo per vedere di che si tratta. Arriviamo in classe e le ore passano velocemente fino alle 17:00, finalmente liberati dalla tortura. Vado fino all’ingresso, dove aspetto gli altri, ad arrivare per primo è Terrence poi arrivano anche Howl, Hinata, Tenten, Neij, Rock Lee, Gaara, Kiba che spinge Eren, Sai con Ino, Sakura, Shishimaru; qualche volta si univa anche mio fratello.
-Bene, siamo tutti qua. - dice Kiba, controllando, mentre quelli che non mi conoscono mi guardano strano perché di solito sono un ragazzo. Terrence si avvicina a me per farmi un inchino di presentazione.
-Piacere Graham Terrence. - fa lui per poi fare un inchino e riesco a sentire il suo tentativo di nascondere il suo accento britannico.
Terrence è il ragazzo dei sogni a detta delle ragazze e forse di qualche ragazzo. È alto, muscoloso ma non troppo, ha due splendidi occhi azzurri…. i capelli biondo platino da una parte e d’altra neri pece, tatuato su le braccia. Di solito nel tempo libero veste con giacca di pelle, maglia tutta bucata come i suoi jeans e delle converse nere che alterna con scarpe di pelle da rockettaro duro.
-Piacere, Uzumaki Naruko. - mi presento con un inchino e così si presentano quasi tutti, la scena è del tutto ridicola, visto che li conosco da anni.
-Se adesso decidessi di farti tornare Naruto. - mi fa Kurama, mentre se la ride sotto i baffi.
-NON OSERAI… - dico, cercando di sembrare minaccioso ma con scarsi risultati.
-Ha ha ha ha! Sembri un bambino. - ride di gusto la volpaccia e io metto il broncio offeso.
-Ehi, Naruko! Tutto ok? - mi chiede Eren, mentre saliamo sul treno che ci porta a Shinjuku.
-Sì, perché? - gli chiedo, poi faccio passare un ragazzo tutto coperto.
-Ehi! Stai attento!! - sento dire Eren al ragazzo, si guardano per qualche secondo che pare tutto loro, poi il ragazzo se ne va e Terrence si avvicina a al mio migliore amico per chiedergli come sta. Per il resto del viaggio tutto resta tranquillo; mi metto tra Terrence e Howl. Finalmente arriviamo al quartiere più cool di Tokyo.




Sasuke’s P.O.V.
Finalmente ‘sto schifo è finito! Non ci posso credere che ho dovuto sorridere tutto il tempo a quei cretini dei miei compagni di classe, roba da matti! Detesto ridere o sorridere! Quelle cretine delle mie compagne si sono imbambolate sotto il mio fascino dopo neanche mezzo secondo, però una cosa che mi ha stranamente colpito era la biondina nuova di nome… Na…Naru…Naruko… se non sbaglio. Non so perché, ma qualcosa nel nome di Naruko mi fa sentire uno strano calore nel petto. Tsk, non mi metterò certo adesso ad avere qualche forma di sentimento e mai lo farò... Arrivo davanti a dove lavora mio fratello maggiore Itachi, gli scrivo che sono arrivato e lo raggiungo sul set fotografico del suo nuovo film. Poi aspetto, sì o no, mezzo minuto, prima che mio fratello compaia accompagnato da un nutrito gruppo di truccatori o colleghi che ci provano spudoratamente.
-Ciao mille falchi. Com’è andata la giornata? - mi chiede, dopo avermi raggiunto. Io faccio una smorfia così orrenda che chiunque scapperebbe a gambe levate ma non Itachi… lui mi conosce meglio di quanto mi conosco io.
-Ok, ok, ne parliamo in privato. Se mi dai 5 minuti, poi ti offro da bere “all’Hokage’s club”, ti va? - mi propone e sollevo un sopracciglio, mentre il mio volto rimane freddo, lui ride, allontanandosi.




Arriviamo nel cuore di Shinjuku con in mano dei Taiyaki al cioccolato, ma in quel momento fanno partire sparata l’ultima canzone dei No Name da tutti i maxi schermi che sono per tutto il quartiere e da lì, il delirio.
-Alza, stupido cretino!!! Amo questa canzone!! - grida Kurama.
-Ma se l’altro ieri hai detto che odi questo gruppo. - ribatto, mentre mi tappo le orecchie per via del troppo rumore e vedo Kiba che ci indica un maid cafè lì vicino.
-Prego. Desiderate, padroni? - ci fa una ragazza vestita da Mew Mew, mentre ci fa un inchino e ci accompagna al nostro tavolo. Poi noi ordiniamo una spremuta di arancia per tutti con una fetta di torta alle fragole per Eren. La ragazza prende le ordinazioni e poi va a prendere le altre, lasciandoci chiacchierare. Vedo il biondo tinto e il ragazzo dai capelli bicolore fare strage di ragazze che ridacchiano come cretine. Al tavolo parlano tutti del più e del meno, mentre io me ne sto in disparte. Poi ci vengono portate le nostre ordinazioni con qualche numero di telefono.
-No, no. Sono sicuro che la professoressa di educazione fisica abbia una cotta per me! - fa ancora Howl a Terrence, mentre quest’ultimo scompiglia i suoi capelli, facendoli cadere davanti a gli occhi.
-Ci credo! Siamo sinceri: chi resisterebbe a tutto questo concentrato di perfezione? - fa Terrence indicando Howl e se stesso. Noi alziamo gli occhi al cielo, ma le ragazze del bar fanno un respiro sognante.
-Ah, dove? Non lo vedo. - fa Tenten, mentre gli altri ridono e così comincia uno scambio di battute fra di noi. So benissimo che fanno finta di essere offesi, visto che il nostro gruppo esiste da tre anni e per noi è normale prenderli in giro, come anche loro prendono in giro noi.
-Io ne conosco un paio di ragazze che vi metterebbero a cuccia in mezzo secondo. - dico, bevendo un sorso di succo tranquillamente, mentre mi godo la loro faccia sconvolta.
-Cosa?! Stai scherzando, vero?! Esiste qualcuno che sappia resisterci? - mi chiedono entrambi, dopo aver ripreso il controllo di se stessi. Io semplicemente annuisco e loro mi guardano sospetti, ma non riescono neanche ad aprire bocca, che una voce stridula arriva a i miei timpani e per poco non si spacca il bicchiere che ho in mano.
-Per tutte le mie code! Mettete ‘sta ragazza a fare la sirena dell’ambulanza o almeno quella della polizia! - fa la volpe stizzita e con le code tutte arruffate. Vedo la ragazza saltare per tutto il locale con in mano un bigliettino nero e oro che sventola con euforia.
-Incontrerò i No Name!!! Incontrerò L! - grida ancora più forte, mentre tutti i ragazzi fanno una smorfia di gelosia. Noto che gli unici che non sono assolutamente colpiti siamo io, Eren e Terrence anzi, quest’ ultimo sembra molto divertito dalla scena. -Basta!! Falla stare zitta e distruggi quel biglietto o qualunque cosa sia. Non sopporto i No Name!! - urla lo Yokai adirato.
-Ma tu non avevi detto meno di 5 secondi fa che li ami? - gli chiedo confuso e lui scuote la testa sconsolato.
-Tsk. Si vede che sei proprio scemo. No, io non amo il gruppo ma solo la loro nuova canzone; il che è diverso. - mi spiega la fonte delle mie peggior figure e io sto per ribattere, ma sono attirato dal volto nero del mio migliore amico.
-Ehi, Eren, tutto bene? Hai una faccia che farebbe scappare un titano. - chiedo con un misto di preoccupazione e divertimento, ma vengo immediatamente stizzito dal suo volto che diventa più oscuro.
-Non sopporto la gente che si vanta! Cosa c’è di così straordinario nell’incontrare qualcuno di famoso?! Cioè, non è che abbiano fatto chissà che cosa! No? – si sfoga, mentre afferra la sua fetta e ne prende un generoso boccone.
-Non lo so. - rispondo con fare indifferente, anche se a me non dispiacerebbe incontrare un personaggio famoso. Finiamo tutti le nostre ordinazioni. Il ragazzo da i capelli improponibili decide di pagare tutto lui, poi usciamo dal bar e decidiamo di andare a vedere il tramonto dall’alto.
Ormai sono le 19:30, così decidiamo tutti che è il momento di separarsi, mi propongo disponibile ad accompagnare a casa il ragazzo in carrozzina, ma lui mi dice che vuole andarci da solo e anche gli altri provano a dissuaderlo dall’idea con scarsissimi risultati. Alla fine, buttiamo la spugna, ma credo che nessuno sia veramente convinto a lasciarlo andare da solo, però non vogliamo fare troppo i protettivi. Cammino per la strada e stringo le braccia perché incomincia a fare freddo, da grande genio quale sono ho lasciato la giacca a casa nella fretta di uscire.
-Non so perché, ma credo che avremo un piacevole incontro stasera. - fa Kurama, mentre compare al mio fianco. Poi mi salta in braccio, a detta sua per non sporcarsi le sue meravigliose zampe.
-Quando qualcosa è piacevole per te significa che è l’inferno per me. - gli faccio notare, ma lui, bellamente, mi ignora.
-E ora è il momento di aggiungere una nuova figura di merda nella tua monotona vita del cazzo, se no come pensi che riempirò il mio libro “mille modi per far fare figure di merda a Naruto Nakizumi in poche semplici mosse”. - fa lui e io non ho neanche il tempo di capire, che mi ritrovo di nuovo Naruto solo con addosso uno stupidissimo vestito al Sailor Moon e in quel momento sento una risata inconfondibile alle mie spalle: è mio fratello Kurama. Cosa ci fa qui?
-Ciao, Nii-chan… - lo saluto abbastanza mogio, lui riattacca al cellulare e ricambia il mio saluto con la mano, poi scruta l’abbigliamento e probabilmente si chiede cosa ci faccio nel quartiere più in di Tokyo e vestito così.
-Sarebbe più coretto dire cosa ci fai TU in un posto come questo…. se lo domanderebbe chiunque se vedesse un cretino biondo camminare per Shinjuku conciato così, anzi, dico che vestito così è meglio: non ti si vede la pancetta che ti ritrovi. - dice il quadrupede, mentre io lo metto giù, è veramente una fortuna che mio fratello non lo possa vedere.
-Ti chiederei che ti è successo, ma non lo voglio sapere, in macchina ci sono dei vestiti che mi hanno dato al lavoro però per me sono piccoli, magari vanno bene a te. - mi fa il ragazzo dai capelli rosso fuoco, mentre tira fuori le chiavi della sua macchina. Io amo quest’uomo!!! Lo sposerei se non fossimo fratelli, mi fa salire in macchina e si mette davanti per evitare eventuali curiosi.
-Lo sai, vero, che il fine settimana andiamo dallo zio? Vuole che facciamo da modelli.- mi informa lui e io gli dico che ho ricevuto un messaggio proprio oggi pomeriggio, ma che non lo avevo letto.
-Ha detto di portare anche Eren, Julie e Sophie. - mi fa, ma non ho neanche il tempo di rispondere che viene chiamato da qualcuno che probabilmente lo cerca per lavoro visto dal tono molto formale che usa, non ascolto quello che si dicono perché sono troppo impegnata a scrivere un messaggio ai miei amici per il fine settimana.
-Peccato, sei stato risparmiato questa volta. - fa lo spirito volpe candidamente e un brivido percorre la mia schiena. Metto su la giacca e mi affretto ad uscire dalla macchina per vedere cosa succede, ma appena metto un piede fuori… ecco il diavolo dritto di fronte a me…
-Qui la situazione si fa interessante, da tirare fuori i pop corn! - fa Kurama che è estremamente soddisfatto della piega che stanno prendendo le cose.










Dango: è una sorta di gnocco giapponese fatto di farina di riso e riso glutinoso. Viene spesso servito con il tè verde. (vengono mangiati tutto l’anno).

Daigaku: College o università (in genere quattro anni)

Bento: è un pranzo preconfezionato, solitamente consumato nella pausa pranzo. La scatola da bentō è dotata di divisori interni atti a separare cibi differenti e viene avvolta in un pezzo di carta, di tessuto o in borse speciali insieme alle bacchette.

Onigiri: è uno spuntino tipicamente giapponese, composto da una polpetta di riso bianco. Di solito l'onigiri ha una forma triangolare, con una striscia di alga nori su un lato per poter essere afferrato comodamente: si tratta, infatti, di un cibo destinato spesso al consumo per strada.

Fino alle 17:30 sono liberi di lasciare la classe: in Giappone non esistono i bidelli e gli studenti puliscono la classe.

Shinjuku: è il quartiere più famoso in Giappone, grandi centri commerciali, locali esuberanti, maxi schermi e milioni di persone e lì si trova anche la sede del municipio di Tokyo, la metropolitana di Tokyo e la terrazza panoramica gemelle ( se c’è bel tempo si può vedere Tokyo dall’alto e il monte Fuji)

Taiyaki: è una torta giapponese a forma di pesce. Il suo ripieno più comune è l'anko, una pasta fatta di fagioli azuki zuccherati, ma altri ripieni possono essere crema, cioccolato, o formaggio.

Maid cafè: è un particolare tipo di caffetteria a tema.














Angolino di quella che morirà a breve: Lo so, lo so, vi avevo detto che in questo capitolo avveniva il tanto atteso incontro però una decina di capitoli di prova (e un sacco di fogli) ho capito che non voglio affrettare le cose, perche questa storia è intrecciata con un'altra. Vi prego di portare pazienza se sarà un po’ lenta sia nelle uscite che la storia ma non voglio che la storia diventi banale è scontata o troppo frettolosa. Chiedo scusa a le persone del gruppo Telegram se non ho messo i loro personaggi ma non sapendo a chi apparteneva cosa ho deciso per questo capitolo di lasciare stare ( li posso aggiungere poi, se la cosa vi fa piacere ) sorry!! *sad moment* Parlando del gruppo Telegram se qualcuno è interessato ad entrare mi scriva in privato su questa E-Mail: missfantasy114@gmail.com e vedoro di provarlo far entrare ma c’è un requisito che è meglio aver(per la vostra sanità mentale) essere fan della Sasunaru!! Scritte in tanti!! Terrence Graham è uno dei personaggi del libro “Non ho tempo per amarti” di Anna Premoli mentre Howl jenkins Pendragon è un personaggio del libro “il castello errante di Howl” di Diana Wynne Jones. I personaggi vanno da i 18 anni in su (quelli principali) Al prossima gente e pregate che io superi questo mese di esami.

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Capitolo 4
*** Dove Kurama si diverte un sacco ***


-Qui la situazione si fa interessante, da tirare fuori i Popcorn!- fa Kurama che è estremante sodisfatto della piega che stavano prendendo le cose.

-E io mi voglio buttare sotto un treno…- dico sconsolato. perché so quanto sarà imbarazzante per me, e poi discutere con lui è inutile.

-Non è mica colpa mia se sei sfigato praticamente in tutto. Ora stai zitto e non rompere le palle che mi devo preparare al divertimento puro.- mi liquida il quadrupede con fare annoiato.

-Sei un fottuto bastardo!!!- gli urlo mentalmente e lui, semplicemente, alza le spalle con fare disinteressato.

- Ma perché parlo ancora te? Io ho una ship da far diventare canon.- fa lui, ma io non capisco di cosa sta parlando. Non riesco a formulare la domanda, che sento qualcuno toccarmi le spalle e io faccio un salto chilometrico.

-Lui è il mio amato fratellino Nakizumi Naruto.- mi presenta il mio fratellone al diavolo e quello che sembra un suo parente, ma non ne sono sicuro perché è tutto coperto; il ragazzo con il sedere d’anatra al posto dei capelli mi guarda dall’alto in basso…

Ma ha sempre avuto questa faccia del cazzo o gli è comparsa adesso?!

-Awww! Quanto è carino! A quando le nozze?- mi chiede Kurama, ma lo ignoro.

-Piacere, sono Uchiha Itachi mentre lui è mio fratello minore Uchiha Sasuke.- si presenta il maggiore dei due con un inchino quasi profondo che io ricambio, anche se un po’ rigido.

-Rigido? Rigido!? Dire rigido è dir poco, sembra che ti abbiano messo un palo della luce su per il culo.- fa Kurama e io alzo semplicemente gli occhi.

-Signor Uchiha, perché mi cercavate a quest’ora?- chiede il rosso con fare professionale.

-Oh, sì. In realtà non la stavo cercando, ma visto che lei sarà una delle persone con la quale dovrò passare molto tempo per i prossimi 6 mesi… ho pensato che fosse una buona cosa incominciare con il piede giusto.- spiega Itachi, mentre io e il mio compagno di classe strabuzziamo gli occhi nello stesso istante.

-COSA?!- urliamo nello stesso momento. I due ci guardano, poi si osservano tra loro e dopo riportano lo sguardo su di noi.

-Ho dimenticato che non lo avevo comunicato a mio fratello e credo che non lo abbia fatto nemmeno lei.- fa il maggiore degli Uchiha. Mio fratello si limita ad annuire.

-C’è un locale non troppo lontano da qui… potremmo andarci e spiegare la situazione ai nostri fratelli.- propone il mio Nii-chan e l’altro ci riflette un attimo, per poi annuire. Io e Sasuke siamo ancora sotto shock per ribattere qualunque cosa.

Non so come mi ritrovo in un locale con le luci abbassate, nell’ angolino più remoto del locale e di fronte all’odiato ragazzo. Ci spiegano la situazione e più loro parlano, più io guardo in cagnesco la persona difronte a me.
Mi rifiuto di fare una cosa del genere! Non solo dovrò subirmelo a scuola ma anche nel tempo libero?! Tra tutte le persone con le quali poteva essere imparentato, doveva essere proprio quella che lavorava con mio fratello?!
Io due si alzano e ci dicono che tornano fra due minuti o qualcosa del genere, ma siamo entrambi troppo impegnati a mandarci occhiatacce per ascoltare effettivamente ciò che ci hanno detto.

-Senti, Dobe che non sei altro…- comincia lui, appena i nostri rispettivi accompagnatori si allontanano. Lo guardo con aria di sfida, ma lo incito a continuare.

- Io ti trovo un completo idiota e non credo tu sia molto sveglio, quindi cercherò di non usare parole troppo complesse per il tuo cervello elementare… Tu non mi piaci proprio per niente, ma questo è una delle collaborazioni, se non la collaborazione, alla quale mio fratello tiene di più e non voglio essere un problema. Allo stesso tempo non voglio passare del tempo con te più del dovuto. Hai capito?- dice lui. Io lo guardo in silenzio per alcuni minuti e, quando capisco che ha finito, mi sporgo in avanti per prendere il bicchiere d’acqua di mio fratello e me lo porto alle labbra per berne un lungo sorso.

-Sei stato cristallino, nemmeno tu mi piaci. Ma anche per mio fratello è importante questa collaborazione e, no, non voglio passare più tempo del dovuto con te, Teme.- gli dico, giocherellando con il bicchiere. Poi ci guardiamo ancora un attimo.

-Ah, l’amore! - fa Kurama in modo molto teatrale, ma io lo lascio perdere perché certe volte fa troppo la Drama Queen della situazione, come se tutto girasse intorno a lui.

-Tutto gira in torno a me, stupida testa quadra.- mi coregge, e sto per rispondere, ma vengo riportato alla realtà da uno schiocco di dita difronte alla mia faccia e noto che il moro si è sporto sul tavolo.

-Ehi! Ci sei? Ma ti incanti sempre così? Hai almeno sentito quello che ti ho detto?- mi chiede e io faccio cenno di no con la testa.

-Comunque ho detto che per il bene di entrambi è meglio che manteniamo le apparenze o, almeno, davanti ai nostri fratelli.- mi dice di nuovo e io sono d’accordo con lui per una volta, perciò annuisco.
Dopo poco tornano i nostri fratelli, dicendoci che è ora di tornare a casa. Paghiamo e usciamo velocemente dal locale, ma rimaniamo lì più di quanto dovremmo senza dire una parola. Il minore degli Uchiha si deve schiarire la voce più volte per avere attenzione dai nostri fratelli, che si stanno guardando in modo strano….dolce…

-Hai mai sentito parlare del colpo di fulmine?!- mi chiede ironico lo Yokai.

-Kurama, non dire cazzate mio fratello non s’innamorerebbe del primo che passa. E poi è il fratello di LUI!!- spiego, alterandomi senza un vero motivo. Lui apre la bocca come per dire qualcosa, ma si ferma e drizza le orecchie in allerta.

-Lui ci ha seguito… il che è strano….- dice abbastanza preoccupato.

-Lui chi?- gli chiedo, che non sto capendo niente. Tuttavia, quando Kurama drizza le orecchie non è un buon segno.

- Il Gashadokuro o anche detto Odokuro.- mi risponde frettolosamente e corre verso una piccola stradina buia e non che ce ne siano tante qui. Lo seguo con lo sguardo e quello che mi si palesa davanti è un gigantesco scheletro alto più di 15 metri.

-Vai a casa il prima possibile.- mi ordina la volpe, prima di entrare nel vicolo. Torno a guardare il nostro gruppetto e vedo che i miei fratelli si stano scambiando i rispettivi numeri.

-Scambiateveli anche voi.- fa Itachi. Io e il sedere d’anatra ci guardiamo, per poi girarci dall’altra parte indignati.

-Naruto…. Non fare il bambino…- mi ammonisce il rosso severamente e io, con mia grande riluttanza, tiro furi il telefono: ci scambiamo i numeri. Prendo mio fratello, trascinandolo praticamente verso la macchina, mentre con la coda dell’occhio noto che il moro fa la stessa cosa. Il viaggio in macchina è molto strano (Kurama è molto strano), ma sono troppo stanco e mi addormento.
Mi sveglio nel mio letto ancora mezzo intontito. Dopo vado in bagno per farmi una veloce doccia, per poi scendere a fare colazione.

-Ciao tesoro, dormito bene?- mi chiede mia madre mentre prende del riso dalla sua colazione in perfetto stile Giapponese e io annuisco per poi sedermi a tavola di fianco a mio fratello maggiore, che sta leggendo il giornale mentre mio padre sta cucinando.

-Ah, Naruto, ti ho messo in carica il telefono.- mi informa mio fratello da dietro il giornale e mi indica la finestra dove c’è il mio cellulare. Annuisco e mio padre mi mette davanti una colazione invitante. Chiacchieriamo del più e del meno; tra risate e scherzi il tempo passa così velocemente…

-Naru, andiamo che se no arriviamo in ritardo.- fa mio padre e io prendo la giacca con la borsa. Poi vado con mio padre in macchina, mentre ci salutano con la mano.
 
 

Arrivo in classe e vedo Eren con in mano il libro che gli avevo regalato due giorni fa “Harry Potter and the Philosopher's Stone” di J. K. Rowling, è davvero un ragazzo intelligente… riesce a parlare perfettamente tre lingue. Poi ci sono io che è già tanto se so parlare correttamente il giapponese.

-Bello?- chiedo a mo’ di saluto, mentre mi siedo vicino a lui. Il castano mette giù il libro accuratamente per poi abbracciarmi forte.

-Stupendo!- fa lui felice come pochi e gli occhi che gli brillano. Sto per rispondere, ma sentiamo la porta aprirsi con un calcio così violento che credo l’abbia spaccata. I due fratelli maggiori addottivi di Eren entrano seguiti da un nutrito gruppo di ragazzi della scuola.

-Eren, ti ho trovato!- fa Mikasa tutta eccitata, seguita da un Armin immerso nella lettura di un libro di storia.

-Ah, sì? Perché?- chiede lui preoccupato. Sappiamo entrambi cosa significa.

-Andremo al concerto dei No Name domani sera!!!- praticamente urla la mora, seguita dai gridolini del gruppetto, tranne che per Armin che semplicemente alza gli occhi dal libro.
-Cosa?- chiediamo entrambi, perché pensiamo di aver capito male.

-Hai capito benissimo.- fa Armin, avvicinandosi a noi, per poi chiederci di non lasciarlo da solo, facendo bene attenzione a non farsi sentire dagli altri.

-Sarà interessante.- sento dire nella mia mente da Kurama.
 
 
 
 
 
 
 



un inchino quasi profondo : Le origini dell’inchino si pensa siano legate all’introduzione del buddismo cinese in Giappone durante il periodo Nara: all’epoca era un gesto usato esclusivamente quando si incontrava una persona di uno status sociale più elevato per mostrare rispetto e fedeltà. Nella società moderna l’inchino viene usato con altri significati, oltre a quello originario, ad esempio per:
 
    salutare qualcuno, accompagnato dai classici saluti come konnichiwa o ohayo gozaimasu;
    ringraziare o mostrare apprezzamento per determinati gesti e parole e anche in questo caso si accompagna a termini come arigato;
    chiedere a qualcuno un favore;
    porgere delle scuse per qualcosa che si è fatto o detto;
    pregare o mostrare riverenza di fronte ad una divinità o un monaco;
    durante le cerimonie religiose o tradizionali (ad esempio la cerimonia del tè) e all’inizio e  conclusione di una lezione, un meeting pubblico, ecc.
 
Più che concentrarvi sulle varie situazioni in cui usare l’inchino, pensate semplicemente alle emozioni che si trasmettono con questo gesto, ovvero rispetto, apprezzamento, dispiacere, ecc. in questo modo è più facile ricordarsi quando usarlo.
 
Esistono però tre diversi tipi di inchino, a seconda dei gradi di curvatura del busto, che vanno usati a seconda del contesto, se formale o informale, e della condizione sociale della persona che si ha di fronte.
Tre tipi di inchino
 
Anche se oggi molti uomini d’affari che intrattengono rapporti commerciali con gli occidentali sono abituati alla stretta di mano e non ci aspetta da uno straniero che sappia esattamente tutte le sfaccettature della gestualità giapponese, sicuramente farete una buona impressione se utilizzerete l’inchino nella forma corretta, dimostrando così rispetto e conoscenza delle usanze locali.
Inchino di 15 gradi
 
L’inchino più informale si chiama  “eshaku” e implica una curvatura del busto di 15 gradi o in alcuni casi anche solo un leggero cenno del capo: lo si usa generalmente quando si salutano gli amici o in generale persone dello stesso status sociale. In questo caso in realtà sarebbero sufficienti anche solo le parole di saluto, ma accompagnare il saluto ad un piccolo inchino vi fa apparire un po’ più rispettosi.
Inchino di 30 gradi
 
L’inchino “keirei” è invece utilizzato in contesti lavorativi per mostrare riverenza, ad esempio nei confronti del capo o di un superiore o quando ci si presenta: il busto in questo caso si piega di 30 gradi e le braccia si tengono dritte lungo i fianchi. Quando si incontra qualcuno per la prima volta in una situazione lavorativa, ad esempio per una riunione o un colloquio, solitamente l’inchino segue lo scambio dei meishi, ovvero i bigliettini da visita, una pratica anche questa molto frequente. Capita anche che l’inchino sia seguito da una stretta di mani. L’inchino keirei si usa anche quando si entra o si esce da una sala in cui si è tenuto un colloquio o un meeting di lavoro e quando si incontrano dei clienti.
 
Un altro uso di questo inchino lo potete vedere in contesti sportivi, ad esempio nelle arti marziali, rivolto verso il proprio avversario, mentre per il maestro si usa fare un inchino più profondo.
Inchino di 45 gradi
 
L’inchino più profondo, di 45 gradi, si chiama “saikeirei” ed è quello usato in situazioni molto formali, quando si incontra una persona importante o in contesti religiosi per mostrare rispetto verso gli dei o i monaci. L’inchino di 45 gradi viene usato anche in situazioni in cui si vuole mostrare un profondo ringraziamento per qualcuno che vi ha fatto un grande favore oppure per esprimere dispiacere per qualcosa di grave che si è commesso.
La durata dell’inchino
 
Anche la durata dell’inchino è indice della profondità del gesto: se si incontra un amico, infatti, basta un leggero e breve inchino di pochi secondi, mentre in contesti religiosi o quando ci si deve scusare per un qualcosa di grave che si è commesso, è bene mantenere l’inchino per un tempo più prolungato, ad esempio 15-20 secondi.
In piedi o da seduti
 
Normalmente l’inchino viene effettuato da posizione eretta, ma capitano anche situazioni in cui vi è richiesto di fare l’inchino da seduti, nella posizione chiamata “seiza”. Per mantenere una postura corretta si deve posare a terra per primo il ginocchio sinistro, seguito da quello destro, e poi appoggiare i glutei sui talloni; il palmo delle mani poggia sulle gambe, accanto al busto. Vi capiterà di dover assumere questa posizione ad esempio nelle cerimonie del tè, durante le quali vi sarà richiesto di inchinarvi più volte, ad esempio quando vi porgono la tazza di tè o al termine della cerimonia. Quando ci si deve inchinare da seduti, la curvatura segue le stesse regole indicate sopra per l’inchino fatto in piedi, con la differenza che le mani vengono appoggiate sul pavimento, davanti alle ginocchia, con i palmi un po’ aperti e le punta delle dita che si toccano. Nel caso dell’inchino più profondo, il capo arriva quasi a toccare il pavimento: questo tipo di inchino vi capiterà di vederlo ad esempio nelle arti marziali, dagli allievi verso il maestro, e dagli attori del teatro rivolto verso il pubblico al termine degli spettacoli.
 
 
 
Dobe: Non è traducibile però rientra nella stessa categoria di Teme.
 
 
 
Teme: In giapponese è una parolaccia che per noi sta come “Bastardo” o “puttana” ma quest’ultimo solitamente viene usato per le donne.
 
 
 
Gashadokuro: Il Gashadokuro è un gigantesco scheletro alto più di 15 metri, formatosi tramite l'unione di un ammasso di ossa di persone morte di inedia. Questo yōkai si può incontrare solamente di notte (dopo la mezzanotte) nelle foreste e nei sentieri completamente bui, in cui vaga per afferrare gli incauti viaggiatori e bere il loro sangue staccandogli la testa. Il Gashadokuro emette un verso che solamente le sue vittime possono udire, e si dice che possegga il potere dell'invisibilità e sia indistruttibile.
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Dove Kurama va al concerto! Cosa ho fatto di male?! ***


Avvertenze 

Questo capitolo lo dividerò in due parti perché se no viene un pacco assurdo e non voglio annoiarvi troppo. Ho deciso di giocare molto sul rapporto di Naru ed Eren, siccome questa è collegata a un'altra storia You're my new Dream che ho già pubblicato, se volete potete andare a vedere, è una Riren (mi sto pubblicizzando da sola... Mi faccio schifo).

Quindi questo capitolo sarà un attimino più serio rispetto agli altri capitoli, ma tranquilli che ci sarà la nostra volpe preferita a pigliar per il culo il nostro protagonista preferito.

Buona lettura! ^^
 

-Sarà interessante - sento dire nella mia mente da Kurama.

Guardo il soffitto sbuffando per la decima volta nel giro di 5 minuti,
perché le lezioni con il professor Baki sono sempre le più noiose? Così però ho la scusa di avere una buona visione del mio angelo: Sakura!!! 

-Cazzo! Tu devi aver sbattuto molto forte la testa da piccolo per pensare che quel rospo rosa possa essere anche solo lontanamente attraente... - fa Kurama, e io sono sorpreso perché è quasi tutto il giorno che non si è fatto sentire.

-Kurama? Come stai? - chiedo preoccupato mentre vedo Sakura che si alza e si mette vicino al baka.

-Sì, tutto ok. Si era solo perso... Naruto è gay e gli piace Sasu - mormora la volpe, ma io ascolto solo fino "all'ok", perché sono troppo concentrato a vedere cosa combinano quei due. Sfortunatamente per me, non riesco a vedere niente, ma sento le loro risatine. 

Cosa la farà ridere così tanto? 

-Bene! È arrivato il momento di fare casino e andare a rompere questa situazione merdosamente smielata di quei due o, meglio ancora, di dar letteralmente fuoco al rospo rosa. Decidi tu, per me è uguale... - propone lo Yokai con tono piatto.

-Cosa?! Comunque non posso risponderti. Devo assolutamente scoprire cosa stanno facendo... - gli rispondo mentre mi sporgo di più, ma sento la risatina di Eren.

-Il ragazzo nuovo sta cercando di mandare via Sakura con scarsi risultati, ma non credo che ti interessi, vero? Ti stai sporgendo così perché sei molto interessato alla lezione, vero? - mi informa il castano mentre si trattiene dal ridere e io tiro un respiro di sollievo per la notizia. L'ora passa velocemente e arriva la meritata pausa di metà mattina, così decido di andar a prendere una merenda per me e per Eren.

Non so perché, ma il fatto che il teme abbia rifiutato Sakura mi rende estremamente felice, credo che potrei spiccare il volo da un momento all'altro.

Mi avvicino alla macchinetta per prendere gli snack. Per Eren prendo due pacchetti di Onigiri, per me invece sono indeciso se prendere dei KitKat o il Taiyaki al cioccolato.

-Io ti consiglio il Taiyaki - fa una voce sussurrata al mio orecchio. Faccio un salto olimpionico. Poi mi giro per ritrovarmi faccia a faccia con Terrence e Howl che se la ridono bellamente mentre io ho preso quasi un infarto.

-Ma siete scemi?! – dico loro a mo' di saluto mentre cerco di regolarizzare il mio respiro. Alla fine decido di seguire il consiglio di Terry.

-Ciao anche a te - mi saluta il ragazzo da i capelli opinabili. Poi schiaccia sui pulsanti della macchinetta che avevo lasciato libera da pochi secondi.

-Piuttosto, tu devi ancora spiegare la storia di Naruko – mi accusa Howl, puntandomi il dito contro mentre i suoi orecchini brillano alla luce delle finestre del corridoio.

- Io... Io... - comincio, cercando di trovare una scusa, ma vengo salvato all'ultimo.

-Naru, capisco che alla macchinetta c'è sempre molta fila, ma io ho fame - ci richiama Eren con le braccia conserte, come se attendesse una nostra risposta. Noi ci scusiamo con lui per il ritardo, poi tutti insieme ci dirigiamo verso la prossima aula dove si terrà la lezione di musica, nonché una delle due lezioni preferite di Eren. 

-Com'è stato tornare a casa da solo? - chiede Terry al castano mentre quest'ultimo alza le spalle e poi dà un morso all'Onigiri che ha in mano. Il ragazzo da i capelli bicolore ci guarda come se noi potessimo saperne di più e noi semplicemente facciamo un gesto con la mano, come a dire di non insistere oltre. So fin troppo bene quanto il mio migliore amico non riesca ad accettare le persone apprensive o quanto prenderlo in giro non serva a niente, se non a farlo arrabbiare o a deprimerlo ancora di più.

-Eren, lo sai che il 15 settembre del 2021 daranno lo Schiaccianoci alla Metropolitan Opera House? - chiedono Howl e Terry a Eren. Vedo gli occhi di quest'ultimo brillare, poi si mettono a parlare di danza classica e io li ascolto mentre parlano di cose che non capisco.

-Mi sorprenderei se tu capissi le cose al primo colpo... Ma mi rendo conto che la botta che hai preso da piccolo abbia... - mi prende in giro lo spirito a nove code.

-Guarda che io capisco molte cose - gli ribatto prontamente, ma lui fa solo un sospiro sconsolato.

-Spesso dimentico che tu sei il "protagonista" e per esigenza di trama non devi mai capire un cazzo di quello che ti succede intorno. Devi essere per forza stupido come Patrick Star di Spongebob se ti va bene, ma soprattutto devi diventare un fottuto raggio di sole che deve brillare peggio dei vampiri di Twilight - dice lo Yokai sconsolato.

-Eh? - gli chiedo, visto che mi sono perso al "tu sei il".

-Ecco appunto... Lascia stare. Piuttosto, ti conviene trovare una scusa plausibile per spiegare come mai arriverà Naruko fra un'ora - riprende lui ridendo sotto i baffi.

-Non oserai! - lo minaccio, ma lui semplicemente ride fortissimo nella mia mente, come per dirmi che oserà mettermi di nuovo in ridicolo.

-Naru, ci sei?! Terra chiama Naruto! - Mi batte le mani davanti Terry, mentre gli altri due ci guardano.

-Cosa? – dico, sbattendo le palpebre più volte. Gli altri tre scuotono la testa mentre il ragazzo in carrozzina mangia l'ultimo pezzo del suo Onigiri. Stanno per dirmi qualcosa, ma in quel preciso istante suona la campanella che dà inizio alla lezione e solo ora mi accorgo che quasi tutti sono già in classe.

L'ora passa velocemente, Eren sembra felice fino a quando non viene annunciato che tutta la scuola andrà al concerto dei No Name e tutti esultano tranne Terry ed Eren. Il castano sembra per metà disgustato e per metà nervoso, mentre Terry sembra solo divertito o sta cercando di non ridere davanti a tutti.

Mi stiracchio un po' per via della posizione scomoda che ho preso durante la lezione, poi mi ricordo cosa mi ha detto Kurama e mi alzo di scatto.

-Naru, tutto ok? - mi chiede Eren preoccupato mentre riordina le sua cose. Io semplicemente annuisco, però sento la sua voce che mi dice che se ho bisogno, posso chiamare lui o gli altri.

Arrivo in bagno, chiudo a chiave appena in tempo perché sento i vestiti che mi cadono essendo troppo grandi e vedo una volpina bianca con dell'oro sulla pelliccia e con nove code, mi guarda.

-Ciao Naruko - mi saluta la volpe divertita mentre si siede tranquilla.

-Dove sono i vestiti? - gli chiedo senza troppe cerimonie. Mi guarda stizzito, come se avesse appena mangiato un limone, ma muove in modo pigro la zampa. Poi sento un rumore di vestiti che cadono. Vedo un sacchetto dove ci sono diverse stoffe diverse. Ne tiro fuori una e vedo che è il vestito di Chibiusa di Sailor Moon.

-No! No! Non se ne parla! - gli gridò contro mentre lo rimetto dentro e Kurama si guarda le unghie come se fosse normale.

-Se vuoi andare in giro nuda, prego, la porta è dietro di te. Ti assicuro che non voglio vomitare mentre ti guardo - mi dice tranquillamente, come se mi avesse appena detto cosa mangia oggi.

-Ma... ma... - cerco qualcosa per ribattere, però capisco che sarebbe fiato sprecato, quindi metto su il vestito non senza mandare a cagare la volpe. Mi accorgo che Kurama ha preso il suo aspetto normale, il che è strano, lui di solito tende a non voler dare nell'occhio.

-Felice? - gli chiedo mentre vado allo specchio per legarmi i capelli in una coda alta e mettermi del lucidalabbra rosa glitterato.

-Sì, ho sempre voluto farti fare un cosplay - mi risponde, prima di scomparire in una piccola nuvola di fumo. Solo ora noto che al posto degli stivaletti fucsia ci sono delle scarpette da punta sempre di quel colore e per fortuna che Eren mi ha fatto vedere un sacco di video sul ballo, quindi mi ricordo come si indossano perfettamente. Comincio a sistemare le cose nella borsa per poi uscire alla ricerca dei miei amici, vado nel giardino visto che c'è una bella giornata. Noto che molte persone mi guardano, però cerco di ignorarli e vedo Eren con una cola zero in mano.

-Eren! – lo chiamo correndo verso di lui e vedo che mi guarda a bocca aperta seguito dagli altri.

-Naruko? Cosa ci fai qui? - mi chiede e io mi ricordo di non essere Naruto, devo trovare una buona scusa. 

-Naru... non sta bene... però verrà stasera... - dico poco convinta mentre gioco con i piedi e gli altri si stringono le spalle, ma non dicono niente. So perfettamente che dopo scuola mi chiameranno per sapere come sto. 

-Wow!! Sei una ballerina?! - mi chiede il mio migliore amico con gli occhi che brillano dalla gioia e solo ora mi accorgo che tutti mi stanno guardando mentre sorridono alla visione di un Eren così felice. Io divento rosso e con un cenno del capo confermo.

-Mi fai vedere qualcosa? - mi chiede una voce dietro di me che riconosco come la voce del mio "amato" culo d'anatra. Sto per dire "con il cazzo che ballerò per te", però vedo gli occhi verdi-blu del ragazzo disabile così felice e non me la sento di dirgli di no.

-Sì, ma solo se agli altri va bene – dico, sperando che qualcuno sia contrario alla cosa, ma sfortunatamente per me sono tutti molto contenti. Probabilmente farò una figura di merda, ma per vedere il castano felice sono disposto a tutto, per lui questo e altro. 

-Mio dio!! Mi stanno venendo le carie!! Fai prima a sposarlo, anzi no! Se no come la faccio a rendere canon la mia ship?! Eh?! Me lo dici!? - mi urla nelle orecchie e io semplicemente lo ignoro, ma dopo qualche secondo si ricompone come se prima non stesse blaterando di qualcosa che non ha senso.

-Comunque, visto che è un caro ragazzo, ma SOPRATTUTTO ti sopporta tutto il giorno senza mai lamentarsi, renderò le scarpette che hai addosso magiche e chi le indossa ballerà in modo perfetto - mi spiega tranquillo. Tiro un sospiro di sollievo e chiedo a tutti di mettersi in modo che non gli arrivi un calcio dritto in faccia, ma potrebbe essere che se al teme gli arriva un calcio alle palle è tutto per pura casualità. Faccio alcune parti di Odette, quando finisco sono tutto sudato, ma mi riempio d'orgoglio quando sento applausi da tutti. Ancora di più quando vedo gli sguardi dei miei amici che mimano un grazie con le labbra, mentre Eren va avanti a mangiare i suoi Cheeseburger.

Sono le 4 del pomeriggio e mi fanno male i piedi per via dei tacchi che mi sono stati gentilmente offerti da Ino, che ne aveva un paio di scorta nello zaino. 

Chi si porta i tacchi alti venti centimetri nella borsa? 

Arrivo a casa e vedo che non c'è nessuno, probabilmente saranno ancora al lavoro. Mi tolgo le scarpe per mettermi le calze. In quel momento, mi arriva la notifica sul gruppo di famiglia che mi informa che non ci saranno per tutto il giorno e di non preoccuparmi per stasera. Inoltre, mi lasciano dei soldi per il concerto. 
 

Da Teme :P  [16:33] 

Stupido Dobe! Come stai? Ho saputo che non stai bene, ti serve qualcosa? Verrò da te per le 18:20, poi andiamo insieme al concerto, sempre se ci riesci ad andare.

Me [16:34] 

Ciao, teme. Sto bene e no. Perché devi venire? Riesco ad andare al concerto anche da solo. 

Da Teme :P  [16:36]

Mio fratello mi ha detto che ti devo venire a prendere. Poi verrà mio zio a prenderci per portarci al concerto.

Me [16:40]

Se deve essere...

 

 

 

Gli rispondo. Poi metto il telefono in carica e decido di vestirmi per il concerto. Opto per una maglietta bianca a maniche corte, dei normali jeans azzurri con ai piedi le mie favolose Vans Old Skool black white regalatomi dai miei amici, e una felpa arancione che mi ha cucito Eren. Dopo poco, sento il mio telefono suonare e così parte una serie di chiamate, tranne che da Sakura. Mi sento male sapendo che lei non si è assolutamente interessata a me... mi getto sul divano sconfortato da questa notizia. Il mio telefono suona, io rispondo senza neanche guardare chi c'è dall'altra parte. 

-Oi Dobe, sono davanti a casa tua, apri - mi fa in modo freddo per poi chiudere la chiamata. Vado alla porta per aprire e quello che mi trovo davanti mi lascia a bocca aperta. 

Sasuke è vestito con una maglietta bianca con una giacca di pelle, i jeans sono di un grigio spento e ha delle Clarks Sneakers nere ai piedi, mentre alle dita delle mani ci sono diversi anelli che sembrano costare molto.

-Mi fai entrare - dice freddamente, mentre mi guarda dall'alto in basso. Poi mi porge un sacchetto e io lo faccio passare.

-È il ramen classico di Ichiran. Non sapendo esattamente cosa ti piace - mi spiega, mentre si siede al tavolo della cucina con le gambe incrociate.

-Come fai a sapere che amo il ramen? - chiedo mentre prendo le mie hashi, ma noto che ci sono due ramen sul tavolo e così ne prendo due, ci sediamo uno difronte l'altro.

-Awww!! I due piccioncini alla loro prima cena romantica!!! - strilla lo Yokai in modo smielato che sembra quasi che si sia mangiato un my little pony, ma io lo ignoro per concentrarmi sul moro difronte a me.

-Come fai a sapere che amo il ramen? – ripeto, dopo aver mandato giù l'ennesimo boccone. Di solito ho soggezione a magiare di fronte ad altri, ma questo ramen è una delle cose più buone che abbia mai mangiato.

-Con la poca grazia che ti contraddistingue... Quando un maiale mangia è più aggraziato - mi deride Kurama.

-Ne hai parlato a cena tempo fa, così visto che non stavi bene ho pensato di portartelo - mi risponde sviando lo sguardo. Io prendo un altro boccone e faccio involontariamente un piccolo sorriso.

-Grazie, è gentile da parte tua... - lo ringrazio timidamente e poi torno a magiare, ma continuiamo a guardarci. 

-Baka, sai che la settimana prossima ci sarà una festa in piscina a casa mia per il compleanno di mio padre - comincia lui e io lo guardo interrogativo. Dopo appoggio la ciotola vuota sul tavolo e apro bocca per dire qualcosa, ma lui mi ferma con un gesto.

-Sì, siete invitati anche voi... Vorrei che tu mi aiuti a trovare il regalo perfetto per lui - fa tutto di un fiato. Ma se prima ero confuso, ora davvero non ci sto capendo più niente.

-Mi dai una mano o no? - mi chiede in tono brusco, come se fosse diventato nervoso tutto ad un tratto. Io sono ancora confuso e annuisco leggermente, ma vengo risvegliato dalla mia situazione di trance a causa della suoneria del telefono del moro.

-Non ci credo, hai un appuntamento!!!! Pensavo che non avrei visto questo giorno!!! - urla eccitato Kurama.

Appuntamento? Quale appuntamento? Siamo solo due amici... ma che amici, siamo solo due conoscenti che vanno a fare compere insieme per un regalo... da soli...

-Dalle mie parti, un'uscita così si chiama appuntamento!!! È palese che gli piaci! Ti ha praticamente invitato ad uscire! – ricomincia lo spirito, ma in quel momento mi viene in mente che Sasuke mi ha portato da magiare perché non stavo troppo bene e si è perfino ricordato il mio piatto preferito, mentre Sakura non mi ha neanche scritto un "Come stai?" o cose simili. 

-Mio zio è qui fuori - mi dice il ragazzo mentre scrive velocemente visibilmente irritato. Allora io raccolgo cellulare, i documenti, i soldi e le chiavi di casa. Dopo che mi sono assicurato che la casa fosse effettivamente chiusa, ci dirigiamo verso una Ferrari rossa fiammante. Appena ci avviciniamo, il finestrino del guidatore si abbassa rivelando il professor Madara e mi paralizzo sul posto.

-Ciao, zio! – lo saluta Sasuke mentre l'altro fa un gesto con la mano in modo pigro.

-Essere belli e dannati è un vizio di famiglia - dice lo Yokai. Non so perché, ma penso di aver appena firmato la mia condanna a morte.











 

Mi tolgo le scarpe: Non c'è una ragione univoca, piuttosto una serie di aspetti culturali che si fondono insieme: partiamo subito con il dire che anche per i giapponesi gli ambienti si dividono ovviamente in sporchi e puliti. Da questo banale ed ovvio concetto nascono però 2 parole: (dousoku, entrare in un posto senza togliersi le scarpe) quindi entrare con i piedi sporchi (doroashi). Queste 2 parole hanno sicuramente origine antiche, ma in ogni caso in Giappone quando un concetto, una regola, un'espressione sono culturalmente rilevanti si tende a coniare una parola secca che sappia brevemente inquadrare l'argomento, come ad esempio è stato fatto con hikikomori e kodokushi (morte solitaria) di cui vi ho recentemente parlato.

Altro aspetto che deriva dai concetti precedenti è il rispetto della propria casa. Quello che sta all'esterno è considerato impuro, sporco e va pertanto lasciato fuori. Quando si entra in casa infatti le scarpe si tolgono in un apposito spazio detto genkan, generalmente più basso rispetto al piano del pavimento della casa. Entrando nelle case più tradizionali (in fondo all'articolo inserisco 2 video, uno di casa mia a Tokyo e l'altro della casa tradizionale fuori Tokyo in cui vivono i miei suoceri per farvi vedere la differenza) potrete trovare il tatami, il tradizionale pavimento giapponese fatto da paglia di riso intrecciata e pressata che se sporcato risulta molto difficile da pulire (ci sono operatori specializzati). In alcuni casi anche i moderni appartamenti di città hanno ancora oggi una stanza, generalmente la camera da letto, con pavimento in tatami.

Il tatami è sacro e non può essere calpestato con le scarpe, ok con le classiche ciabattine da interno giapponesi, meglio ancora se solo con le calze.

Il tatami o il pavimento in legno li potrete appunto trovare nelle case tradizionali, nei templi (non è raro togliersi le scarpe all'entrata di templi o santuari) e molto spesso nei ristoranti tipici giapponesi di qualsiasi livello, economici e non. Non spaventavi per andare al bagno, troverete delle ciabattine all'entrata dello stesso! Se sceglierete di alloggiare in un Ryokan (albergo tradizionale giapponese) la vostra stanza sarà con pavimento tatami e dovrete sempre all'entrata della struttura togliervi le scarpe, sistemarle nell'apposita scarpiera e mettere le ciabattine d'ordinanza!

Le regole:

Togliersi le scarpe nello spazio del genkan

Sistemare le scarpe rivolte verso l'uscita pronte per essere indossate

In caso di tempio, santuario o ryokan, togliersi le scarpe e metterle negli apposti spazi

Se avrete bisogno del bagno non entrate con le ciabattine che vi hanno dato, fuori dal bagno ce ne sono altre

Nel tatami meglio se si cammina con le calze

In alcuni negozi tradizionali come ad esempio quelli di kimono, alcune aree sono calpestabili con le scarpe altre no. State sempre attenti, si arrabbiano parecchio!




 

Hashi: Le bacchette fanno parte della tradizione e della cultura Giapponese e sono utilizzate ancora oggi, in tutto il giappone, nonostante l'occidente abbia esportato le posate metalliche.

Ci sono vari tipi di bacchette, le più comuni sono le nuribashi che vengono usate per i pasti quotidiani, di solito in famiglia ognuno ha le sue bacchette personali che vengono già posizionate al proprio posto sul tavolo o si possono prendere da un contenitore posto al centro del tavolo.

Per gli ospiti o nei ristoranti si utilizzano invece le Waribashi che sono bacchette usa e getta. Queste sono unite alla base e vanno separate tra loro prendendole a tre quarti dalla punta e tirando con decisione, altrimenti si potrebbero spezzare e sarebbero inutilizzabili. 

Per servire dai piatti di portata esistono delle apposite bacchette chiamate Toribashi. Rispetto alle bacchette normali sono un po' più lunghe e spesse e si trovano poggiate sui piatti di portata.

Anche per cucinare ci sono delle bacchette speciali, che sono molto comode per girare gli alimenti nelle padelle o le pentole, si chiamano Saibashi e sono lunghe e spesse, molto più resistenti di quelle normali e quasi sempre unite alla base da una piccola cordicella che serve per tenerle appese e prenderle velocemente.

Regole da seguire a tavola

Ci sono tutta una serie di regole da conoscere sull'utilizzo delle bacchette che è bene imparare. Per i giapponesi sono le posate naturali e vengono utilizzate per mangiare quasi tutti i cibi esistenti.

Quando non si stanno usando le bacchette per mangiare, vanno riposte sopra gli hashioki, un apposito sostegno, in mancanza di quello alla ciotola più bassa che si ha vicino.

È cattiva educazione muovere le bacchette sul piatto di portata per decidere cosa mangiare mayoi-bashi, bisogna piuttosto scegliere in precedenza cosa si vuole prendere e poi andare decisi con le bacchette sulla cosa scelta.

Non bisogna mai conficcare le bacchette in verticale nella ciotola del riso e nemmeno passare il cibo dalle vostre bacchette a quelle di un altro commensale, perché questi due comportamenti fanno parte delle usanze tipiche dei riti funebri Buddhisti. È assolutamente scortese usare le bacchette per indicare degli oggetti o delle persone, posatele ed utilizzate le mani per farlo. Per servirsi dai piatti di portata, non bisogna usare le bacchette dal lato con il quale portiamo il cibo alla bocca ma bisogna girarle dal lato opposto ed utilizzare quello.

Non bisogna mai usare le bacchette per infilzare i cibi tsukibashi, un po' più solidi che consentirebbero una facile presa, è veramente scortese. Ne frugare nel piatto in cerca di qualcosa con le bacchette saguribashi, tranne se non si tratta di una zuppa, in quel caso sarebbe difficile cercare un cibo che non si può vedere.

Anche spostare il piatto o la ciotola utilizzando le bacchette masebashi, sia trascinandolo dal bordo interno che spingendolo dall'esterno è considerata maleducazione.

Inoltre è veramente scortese leccare le bacchette (neburibashi, ねぶりばし) per ripulirle dal cibo rimasto, o tenerle in bocca senza cibo.

Come usare le bacchette

Non è difficile come quanto si possa pensare utilizzare le bacchette, vi consiglio di armarvi di un po' di pazienza e provare comunque a mangiarci, con un po' di pratica vedrete che poi vi risulterà facile. La cosa migliore per imparare ad usarle è osservare gli altri che lo fanno e fare un po' di pratica, magari anche a casa.

Nell'utilizzo delle bacchette è bene ricordare che una delle due bacchette, in figura la bacchetta A, deve rimanere ferma, mentre l'altra, quella B, effettuerà il movimento.

La bacchetta sottostante va posizionata tra la giuntura del pollice alla mano e fermata un po' più avanti con l'anulare. Quella libera di muoversi va invece impugnata tra il pollice e le dita medio ed indice.

 

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Capitolo 6
*** Dove Kurama Va al Concerto!! Cosa Ho Fatto di Male?! seconda parte ***


-Essere belli e dannati è un vizio di famiglia- dice lo Yokai. Non so perché, ma penso di aver appena firmato la mia condanna a morte.
Saluto il professore con un inchino. Lui semplicemente mi osserva per qualche secondo con una smorfia sul volto e mi fa cenno di salire in macchina; Sasuke si mette davanti mentre io vado dietro.

-Zio, se ci mettevi ancora un po’, qui ci saremo invecchiati- fa Sasuke a suo zio, che per risposta gli dice che verrà lui a riprenderci, e di non fare tardi o che altrimenti dovremo trovare un altro passaggio. Mentre sta ancora parlando, il mio telefono comincia a riprodurre Immortal dei Fall out boy e vedo che c’è la chiamata di mio zio; rispondo sotto gli occhi poco pazienti dei due.

-Zio! A cosa devo questa chiamata?- chiedo nervoso mentre i due mori tornano a guardare la strada.

-Ciao, nipote!- mi saluta con enfasi mio zio, ma capisce subito che c’è qualcosa che non va e la sua voce diventa subito più minacciosa come se fosse pronto ad attaccare.

-Dove sei?!- mi chiede ringhiando, ma io gli spiego velocemente la situazione cercando di non nominare mai gli Uchiha. 
-Ok, ho capito… Non è che la cosa mi vada molto a genio, ma se ci sono problemi posso venirti a prendere io- mi informa con la voce leggermente più tranquilla.

-Non lo so, facciamo così: ti invio un messaggio se devi venire o meno. E sì, domani al 11 da te. Ti voglio bene- taglio corto io, poi aspetto che mi saluti e metto giù. Guardo fuori dal finestrino sospirando e, per qualche minuto, si sente solo il suono del motore, ma viene interrotto da mister culo d’anatra. 

-Oi baka, tutto ok?- mi chiede, anche se non sembra seriamente interessato alla risposta.
Annuisco semplicemente, per poi guardare fuori dal finestrino. -Sì, era solo mio zio Hashirama che mi ricordava di domani- gli rispondo, guardando con la coda dell’occhio il mio prof. Ho notato che appena ho pronunciato il nome di mio zio, lui ha stretto più forte il volante. Ma che dico… il professor Madara non ha sentimenti al di fuori dell’odio o della rabbia… almeno credo.
Finalmente arriviamo al Tokyo Dome ed entrambi ringraziamo per il passaggio, o meglio, io ringrazio, mentre il moro liquida lo zio con un cenno della mano. -Senti, non devi dire a nessuno che siamo qui insieme. Stammi lontano il più possibile. Non parlarmi, almeno che non sia strettamente necessario. Ti scriverò io un messaggio su dove ci troviamo dopo il concerto- mi informa lui di spalle e io semplicemente alzo le spalle. Poi insieme ci dirigiamo al punto di incontro con gli altri. Non c´è ancora nessuno della nostra classe. 

-Ma come è possibile che non sono ancora arrivati?! Ok, manca un minuto, ma se hai un appuntamento cerchi di essere puntuale- si lamenta guardando l’orario sul suo orologio.
Noto che molte ragazze lo guardano con aria sognante… sento un peso sul cuore, ma non riesco a descriverlo; per non parlare del forte istinto di vomitare che sto cercando di ricacciare giù.

-Te lo dico io come si chiama! Gelosia!- mi risponde Kurama, sottolineando l’ultima parola.

Rido. -Dai Kura, non scherzare- gli rispondo.
Lui scuote la testa e poi sparisce. In quel momento, sento la voce di Sakura che è insieme agli altri ragazzi del mio gruppo, e che appena vede Sasuke si fionda tra le sue braccia, ignorandomi completamente. Sento che i miei occhi pizzicano per le lacrime, ma le ricaccio indietro mentre vengo circondato da i miei amici. Però noto l’assenza del mio migliore amico.

-Tranquillo, Naruto. Eren ci raggiugerà fra poco- mi fa Sai con un sorriso di fianco alla sua ragazza, Ino. 

-Tu, piuttosto, come stai? Abbiamo saputo da Naruko che non sei stato molto bene. Sei sicuro di riuscire a rimanere stasera?- mi chiede Kiba preoccupato mentre gli altri gli dicono di respirare.

-Sto bene. Se dovessi stare male, mi faccio venire a prendere da mio zio- gli rispondo sorridendo, ma in quel momento sento un respiro sul collo. Mi giro di scatto e mi ritrovo Sasuke davanti con sguardo truce.

-Dobbiamo parlare!- mi ordina mentre mi strattona per il polso e mi porta in un posto più appartato.

-Ehi!! Mollami!! Mi fai male!!- mi lamento per via della sua stretta molto forte sul mio polso. Mi mette con le spalle al muro e mi sento così tanto piccolo in questo momento… anche se il moro è più alto di me di qualche centimetro.

-Perché hai detto che torni con tuo zio?!- mi chiede mentre con lo sguardo fulmina chi si avvicina a noi o chi ha una mezza intenzione di farlo.
Sollevo lo sguardo perché non voglio dargli impressione di star vincendo su di me.

-L’ho solo detto per rassicurare Kiba, se no non me lo sarei potuto godere il concerto. E poi sei stato tu a dirmi che non dovevo dire che eravamo qui insieme. Mio zio è la prima persona che mi è venuta in mente! - gli rispondo a tono mentre gli punto il dito contro, arrabbiato. 
Lui semplicemente si gira e se ne va senza proferire parola, mentre io rimango lì come un idiota.


Che cazzo di problemi ha questo bastardo?! 


Torno dal mio gruppo che mi accoglie con un sacco di domande, che liquido borbottando che non è niente di importante.
Vedo Eren e, nonostante io sia arrabbiato, lui non si merita la mia rabbia mi sbraccio saltellando per farmi vedere. Lo abbraccio e lui mi fa un cenno con la mano. Abbiamo parlato del più del meno, finché non siamo entrati. Sono stra-eccitato per il concerto, invece il castano sembra infastidito da qualcosa, ma prima che gli possa chiedere qualunque cosa, le luci si accendono, il fumo si alza e io rimango rapito dalla musica.
Sono bravissimi!! Non mi stupisco che siano i cantanti più famosi e ricercati al mondo mentre sento il mio corpo muoversi a ritmo della musica. Il concerto va avanti per qualche canzone, finché non vengo spinto da un ragazzo e cado.

-Ahi!!! Fai attenzione!!!- gli urlo per farmi sentire, ma solo ora vedo una lunga ciocca bionda.



NO! NO! Non adesso!! Ti prego, fai che non mi abbia visto nessuno!! Kurama, appena ti vedo, ti ammazzo!!! 



-Naruko? Cosa ci fai qui?- mi chiede una voce che si rivela essere Mr. non sorrido mai, Sasuke, con Sakura attaccata al braccio.

-Ehm… Devo dare una cosa a Naruto… Però non lo trovo, ma penso che sia più avanti- dico la prima scusa ridicola che mi viene in mente e spero che se la bevano.

-Certo che tu non hai molta fantasia…- fa Kurama nella mia testa, ma cerco di ignorarlo. Quindi riporto la mia attenzione ai due: solo ora noto che Sakura mi sta guardando in cagnesco mentre il moro mi dà una mano ad alzarmi.

-Quello stupido dobe!! Dai, andiamo davanti per trovarlo- mi dice, mentre mi prende il polso e si mette a farsi strada tra le persone.

-Sasuke-kun!!- lo chiama Sakura mentre cerca di fermalo, ma l’Uchiha gli dice di aspettare lì nel caso Naruto tornasse. Camminiamo verso il palco, ma sento diverse volte che schiocca la lingua contro il palato, infastidito.

-Non riesco a vederlo, c’è troppa gente. - dico a alta voce. In quel momento, una ragazza mi dà uno spintone, ma il moro mi prende in tempo per non cadere a faccia a terra. Appena sento le sue braccia intorno alla mia vita, il tempo sembra fermarsi così da rimanere solo noi due. Lo guardo, non mi sono reso conto che fosse così bello fino a quel momento…
Le mie braccia si muovono da sole e le mie dite gli accarezzano il viso dolcemente mentre lui chiude gli occhi, quasi per godersi la situazione. Gli passo le mani fra i capelli corvini che sono incredibilmente morbidi, e mi alzo sulle punte dei piedi. Non so perché, ma ho una voglia matta di baciarlo.
Decido sul momento di seguire questo mio istinto e lo bacio senza esitazione. All’inizio sento Sasuke che sembra sorpreso quanto me, ma poi ricambia stringendomi di più, mentre rimaniamo così per qualche secondo.



Ma cosa sto facendo?! Perché mi sento così bene in questo momento?



-Mi dispiace! Non avrei mai dovuto farlo. Mi dispiace- gli dico per poi correre via. Sento che mi chiama, ma non mi giro e riesco a seminarlo. Cerco un posto abbastanza appartato, mi siedo e porto le ginocchia a petto.




Cosa mi è presso? Perché l’ho fatto? 
Ho baciato un ragazzo, che fra l´altro non sopporto… nonostante in questi ultimi giorni ci siamo avvicinati, anche per via dei nostri onii-chan e del fatto che ci abbiano fatto passare un sacco di tempo insieme…



-Naru!! Per fortuna che ti abbiamo trovato!- mi chiama Shikamaru con il fiatone per via della corsa - una cosa rarissima da vedere, dato che è estremamente pigro. Solo ora mi accorgo che il concerto è finito. Tiro fuori il telefono per controllare l’ora che segna le 23:00.

-Shi, cosa succede?- chiedo io confuso mentre lui si guarda intorno come se stesse cercando qualcuno. Solo ora mi viene in mente che sono stato trasformato in Naruko. Aspettate… lui mi ha chiamato Naru, questo vuol dire che sono tornato a essere me. Mi spiega che non riesce a trovare Eren e che l’ultima volta che l’ha visto era con me, così decidiamo di dividerci per trovarlo più in fretta. 



Merda!!! È colpa mia!! Se non mi fossi distratto al concerto e non avessi perso tempo con Sasuke, a quest’ora non lo starei cercando!! Sono un pessimo amico, non mi perdonerei mai se gli dovesse succedere qualcosa! Che poi l’ho lasciato solo al nostro primissimo concerto!! Sono veramente un coglione!! 




-Eren!!- lo chiamo nel bagno dei disabili, l’ho cercato ovunque tranne li.

-Sono qui- sento la voce del castano rispondermi e corro verso di lui abbracciandolo forte, ma senza fargli male. 

-Ho avuto paura di averti perso!! Sono un pessimo amico!!!- gli dico e lui sembra sorpreso, ma mi dice che è tutto apposto e mi porge un fazzoletto per asciugare le lacrime che scendono senza ritegno. 

-Dai, andiamo- mi dice, dopo che ho finito le lacrime e ci riuniamo agli altri. Vedo Sasuke che mi fa cenno di venire perché suo zio ci aspetta, ma non prima di salutare i miei amici.

Arriviamo alla macchina cercando di non farci beccare insieme. In questo momento, non riesco neanche a guardarlo in faccia, ma neanche lui mi presta molta attenzione perché è immerso nei suoi pensieri mentre il viaggio continua in completo silenzio. 
Tiro fuori il mio telefono e le cuffie per ascoltare la musica, ma la tengo bassa nel caso mi dovessero chiedere qualcosa, così non farò brutte figure. Per un po’ va tutto tranquillo, così decido di alzare il volume mentre di tanto in tanto guardo gli altri due passeggeri. Dopo una ventina di minuti, la musica si ferma di colpo, solo in quel momento mi accorgo di Kurama che ha la zampa sul mio cellulare e mi fa segno con la testa di ascoltare la conversazione dei due. 

-Nipote, devi stare attento, è un’arma a doppio taglio. È estremamente pericoloso- dice il prof. Madara e Sasuke gli lancia un’occhiataccia.

-Zio. Non sono così sprovveduto. So benissimo di tutto ciò e non ho certo bisogno che tu mi faccia la predica. Per quella potevo chiedere a Itachi- gli rimbecca stizzito il più giovane dei due.

-Ragazzo, porta rispetto. Io non ho ancora capito la situazione contorta… Allora, fammi capire bene. Tu hai un mezzo interesse per la tipa bionda che viene qualche volta nella vostra classe e che è un’amica dello scemo qui dietro… - riprende il maggiore come se stesse cercando di fare il quadro della situazione.



Sasuke ha interesse per me?! 



-Sì! Sì! Lo sapevo!! Finalmente la mia ship diventa canon!! È il giorno più bello della mia esistenza-grida piano lo Yokai, ma nessuno dei due mori si gira. Ciò significa che Kurama è invisibile attualmente e tiro un sospiro di sollievo.  Però rimugino un attimo su quello che è stato detto.

-Ma lui ha detto che ha interesse per Naruko non Naruto…- gli rispondo, riportandolo con i piedi per terra. Lui comincia a lamentarsi del fatto che gli ho rovinato i sogni o qualcosa del genere. Lo ignoro bellamente perché solo in quel momento mi ricordo che siamo la stessa persona, o meglio, è la mia versione femminile e vengo assalito dal panico più totale.


Oh, merda!!!


-Ah, l’amore giovanile- mi fa Kurama.
Non vedo l’ora di scendere da questa machina infernale.








 
Baka: 馬鹿 (ばか) è una bella parola. È il modo più comune di chiamare uno stupido in giapponese. E sentirete questa parola più e più volte in un milione di contesti diversi (si spera nessuno diretto a voi). 
Tokyo Dome: è un famoso punto di riferimento a Tokyo utilizzato per una grande varietà di scopi, non solo per le partite di baseball, ma anche per altri sport, concerti ed eventi. Non è solo il terreno di casa della squadra di baseball professionistica Yomiuri Giants, ma è anche una delle principali sedi in Giappone, dove ogni anno si recano più di 8 milioni di persone. Inaugurata nel 1988, la prima cupola giapponese a sostegno dell'aria sostiene il tetto a membrana per differenza di pressione dell'aria. Uno dei migliori stadi del Giappone, può ospitare 55. 000 persone. Oltre agli artisti giapponesi, artisti internazionali si esibiscono al Tokyo Dome e ogni anno si tengono grandi eventi.
 

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Capitolo 7
*** Dove Kurama Ha un Incontro Ravvicinato del Terzo Tipo ***


Attenzione!!
Questo capitolo sarà diviso di nuovo in due parti perché voglio rendere al meglio le cose e penso che, per non fare troppa confusione per poi non capire più niente, preferisco così. 

Ci sarà un personaggio OC di PolishaMyshka su deviantart, andate a supportare l'autrice.




 

Non vedo l'ora di scendere da questa macchina infernale.

Il viaggio continua più o meno tranquillo, nonostante io mi senta a disagio. Non appena arriviamo davanti a casa mia, scendo ringraziandoli per il passaggio, ma vedo che nessuno dei due mi sta realmente ascoltando. Così rientro a casa, anche se con un magone assurdo che mi stringe lo stomaco... però decido di non pensarci troppo e me ne vado a letto.

Mi sveglio con un mal di testa assurdo ma per fortuna è sabato, o almeno, questo sabato non si va a scuola. Quindi mi rimetto sotto le coperte per continuare a dormire.

-Ehi!! Stupida testa a sole, alzati che ti devi preparare- mi fa una voce molto conosciuta. Faccio qualche mugugno per far capire alla persona che non mi muovo dal letto neanche se mi paga. 

-Non credo che tu voglia lasciare Eren ad aspettarti fuori al freddo, da solo, e se poi qualcuno lo rapisce?- mi chiede la volpe proprio nell'orecchio con finta voce preoccupata. Mi alzo di scatto perché mi viene un dubbio e guardo il calendario dove ho segnato i miei impegni. 

-Cazzo!! Cazzo!!! Sono un idiota!!!- impreco mentre saltello da una parte all'altra della stanza in cerca dei vestiti. Tutti gli Yokai che stanno nella mia stanza mi osservano, sinceramente non so quando ho incominciato a vedere gli spiriti e da quando ho memoria Kurama è stato sempre al mio fianco; a modo suo, naturalmente, poi piano piano si sono aggiunti gli altri... ma gli spiriti vanno e vengono da casa mia anche se loro decidono di rimanere liberamente. 

-Kurama-sama, non le sembra di usufruire troppo di Eren-kun per queste cose?- chiede la voce calma del Hōō che se ne sta tranquillamente sul suo trespolo mentre mangia con eleganza la sua colazione. 

-Invece penso che faccia bene, così questi stupidi umani servono almeno a qualcosa- fa la voce di un grosso gatto che se ne sta seduto sul bordo della finestra, mentre tortura a morte dei poveri passerotti.

-Bakenko, per favore, potresti evitare di mangiare altri esseri viventi in mia presenza? - chiede cortesemente il volatile. 

-Ritieniti fortunato che tu sei un pennuto sacro in tutta Asia, perché se no, di te, ne avrei fatto un sol boccone- gli risponde lo Yokai gatto.

-Sei sicuro che sia un volatile? Perché ho sempre pensato che fosse un My Little Pony?- chiede Kurama ironico, che viene guardato subito male dall'Hōō.

-Vola mio mini pony vai... Vola mio mini pony- si mette a cantare il grosso gatto, imitando lo Hōō mentre la volpe si rotola dal ridere.

-Ora capisco perché gli uomini stanno cominciando a non credere più in noi...- dice scuotendo la testa l'uccello, che si alza in volo per poi uscire dalla finestra mentre il felino gli lancia qualche insulto.

Io faccio finta di ignorarli bellamente, ma in realtà trovo queste scene molto divertenti; nonostante siano esseri molto potenti sono amici/rivali e non è raro che si prendono per il culo, anzi, sarebbe strano se almeno una volta al giorno non litigassero. Cerco il mio vecchissimo computer... mi sa che tra poco mi toccherà cambiarlo.

-Vedete di non demolirmi la stanza che se no vi faccio pagare tutto- li ammonisco severamente. Prendo il mio zaino che uso quando esco fuori dagli orari di scuola e comincio a tirare fuori quello che non mi serve, lanciando le cose sul mio letto mentre metto dentro ciò che mi serve.

-Naru, se continui di questo passo romperai il muro e gli oggetti, oltre al fatto che fai un casino non indifferente- fa Kurama mentre si appallottola sulla mia poltrona. 

-Sì, sì- sbotto in modo sbrigativo per poi mettermi lo zaino in spalla e uscire dalla stanza, ma vengo fermato sulla soglia.

-Prendi con te anche gli Koma inu- esclama la Kitsune, spostando le code in modo che possa vederlo. Annuisco in modo annoiato, mentre i due yokai si avvicinano per diventare due statuette grandi come il palmo della mia mano che metto subito nello zaino.

-A dopo. Non fate troppo casino- li saluto, prima di scendere le scale saltellando felice. Mi imbatto in mio fratello maggiore che sta sorseggiando il suo caffè passeggiando per casa, mio padre sta cucinando la colazione e parlando amorevolmente con mia madre. Quando vedo queste scene non posso che non essere super felice.

-Ciao!!!!- grido, abbracciando mio fratello e quasi gli faccio rovesciare il contenuto della tazza addosso per lo spavento.

-Fratellino! Ma come fai ad essere così pimpante di prima mattina?- chiede il rosso tra uno sbadiglio e l'altro. Solo ora mi accorgo che è senza maglietta e che il suo collo è pieno di segni rossi, nonostante siamo agli inizi di ottobre.

-Oi!! Come mai hai tutti quei segni sul collo? Hai ancora le zanzare in camera?- gli chiedo confuso mentre lui appoggia la mano sul collo, come per coprirsi, e diventa rosso in viso.

-Otōto, ti devo dire una cosa... ma che dici se te lo dico davanti a una ciottola di ramen di Kyushu Sangyo Daigaku?- mi chiede il rosso mentre mi accarezza i capelli dolcemente

Annuisco sorridendo. Mi giro verso i miei genitori come per chiedere conferma, e loro annuiscono con un sorriso. Solo ora noto che nel nostro salotto si trova un nuovo tavolo di legno in stile europeo; prima che possa domandare qualunque cosa, mia madre esclama tutta sorridente: -È un regalo di Itachi Uchina per tuo fratello!!! -spiega, battendo le mani entusiasta. Mio padre raggiunge il tavolo per appoggiarci del cibo e poi dà un dolce bacio a mia madre. Guardo i due che si baciano sorridendo e guardano con dolcezza; ho sempre voluto che il mio futuro matrimonio sia come il loro.

Sento mio fratello che mi abbraccia da dietro mentre guardiamo i nostri genitori che scherzano tra di loro. Molti non credono nelle anime gemelle, ma sia io che mio fratello le vediamo nei nostri genitori e vorremo per noi la stessa cosa.

-Mio dio!!! Mi stai facendo venire le carie e, aspetta un attimo, che credo che la mia glicemia sia salita al massimo, neanche Titanic è riuscito in questo intento- compare nella mia testa la voce del quadrupede. 

-Be'... è meglio che mi vada a cambiare, prima di arrivare in ritardo dallo zio, se no poi chi lo sente a quello...- ridacchia il mio fratellone mentre si allontana con il bendaggio sull'addome che protegge il suo nuovo tatuaggio.

-Perché non vi sedete a mangiare la colazione?- ci chiede mio padre spostando la sedia per far sedere mia madre.

-Oh, perché lo zio avrà sicuramente preparato qualcosa per la colazione- rispondo, giocando con la punta delle mie scarpe e in quel momento suonano al citofono, così vado ad aprire.

-Ciao, Naru!!- mi saluta Gaara sorridendo, anche se tra di noi c'è un imbarazzante silenzio: non abbiamo mai più parlato da quando ci siamo lasciati.

-Ciao!!- lo abbraccia mio fratello, prima che io possa anche solo aprire bocca. Non ho mai detto a nessuno della mia relazione con l'amico di mio fratello e non credo che lo dirò mai a qualcuno.

Gaara è un ragazzo dalla carnagione chiara e dai capelli lisci corti di colore rosso. Ha tatuato sulla parte destra della fronte l'ideogramma rosso che (愛) significa "amore" e ha anche delle evidenti occhiaie nere sugli occhi perché soffre d'insonnia. È vestito con un dolcevita con il collo alto color bordeaux a manica lunga, abbinato con una giacca blu scura che si incontra con i pantaloni bianchi e le scarpe sempre dello stesso colore della giacca.

-Come mai sei qui?- gli chiede il ragazzo rosso fuoco dopo qualche secondo di silenzio. Semplicemente l'altro gli passa un quaderno che aveva sotto braccio. 

-Sei il migliore!!!- esclama Kurama super felice perché sono gli appunti che a quanto pare gli servivano. Arrivano anche i miei che salutano il nuovo arrivato come se fosse un figlio acquisito e lo invitano ad entrare per la colazione.

-Oh, vi ringrazio infinitamente per l'invito, ma purtroppo ho un incontro di lavoro piuttosto importante tra poco e non posso fermarmi. Mi farebbe piacere invitarvi a cena fuori- ci informa mentre cambia la mano con cui tiene la sua ventiquattrore bordeaux e mette sulle spalle la giacca che aveva precedentemente in mano.

-Complimenti! Non ho mai sentito così tante stronzate tutte in una volta- esclama la volpe vicino a me, mentre guarda il ragazzo dagli occhi azzurri sulla soglia della porta. La Kitsune odia Gaara dal più profondo del cuore, ma non so perché, e lui non lo vuole dire; tutte le volte che c'è il ragazzo fa battute più cattive del solito.

-Kurama!!- sussurro ma abbastanza forte perché mi senta.

-Sai, ho una sua foto sempre con me... così ho risolto i miei problemi di stitichezza- continua e io cerco di sembrare il più possibile normale, visto che è invisibile alla loro vista.

-Kurama!!- lo richiamo ancora, cercando di non alterarmi.

-Ho ancora molto da dargli. Fuoco, per esempio- ridacchia lo Yokai mentre io gli lancio un'occhiataccia. 

-Kurama!!! La smetti di insultarlo!! - lo riprendo alterato, ma cerco sempre di non alzare la voce.

-Ma io non l'ho insultato. L'ho semplicemente descritto! È una cosa completamente diversa- risponde per poi andarsene muovendo le code in modo sinuoso. A Kurama tutti gli amici di mio fratello non gli piacciono e non perde mai occasione per fare battute offensive o scherzetti di cattivo gusto.

-Oi, fratellino, dobbiamo andare- mi risveglia dalla trance e vedo mio fratello che mi porge la giacca mentre il suo amico comincia a scendere le scale. Prendo la giacca e controllo di avere tutto, poi scendo le scale velocemente ma non prima di aver salutato i miei genitori con un abbraccio.

Saliamo sulla sua limousine nera, che sfreccia via a tutta velocità non appena chiudiamo la portiera. Mio fratello e il suo migliore amico parlano del più e del meno, mentre io decido di ascoltare la musica con le cuffie. Però noto che Gaara mi osserva con la coda dell'occhio per tutto il tragitto, cerco di ignorare la cosa anche se mi fa uno strano effetto.

-Grazie!!! Ci sentiamo per un caffè, okay?- lo ringrazia Kurama, dandogli un leggero pugno sulla spalla che fa aprire le labbra dell'altro in un raro sorriso. Dopo averlo ringraziato, ricevendo in cambio un bacio sulla fronte (è una cosa che fa da quando sono nato), risale in macchina rigido, come se non fosse il ragazzo che scherzava con mio fratello fino a pochi secondi fa... e riparte.

Mi fa davvero strano vederlo comportarsi così quando ho visto il suo "vero io", ma credo che sia normale quando sei a capo di una grossa compagnia. So benissimo che non ha un carattere facile, anzi, per niente... però sono sicuro che incontrerà la persona perfetta per lui.

-Naru! Kura!- ci chiama la voce di una ragazza dalla pelle moto pallida con i lunghi capelli lisci color biondo sabbia che incorniciano il volto magro dove spuntano subito gli occhi viola, che sono uno dei segni visibili della sua condizione. 

-Zumi!!- gridiamo in coro per correrle incontro e abbracciarla. Lei è la ragazza della quale si prende cura mio zio, anche se qualche volta è lei a prendersi cura di lui... a volte mio zio è veramente infantile e purtroppo ho preso questa particolarità da lui. 

-Come stai?- le chiede mio fratello mentre spinge la carrozzina di Zumi dentro all'edificio. Io li seguo qualche passo più indietro, mentre rispondo al messaggio dei miei amici, che si stanno mettendo d'accordo per vedersi oggi. Dico loro che non posso perché passerò la l'intera giornata con mio zio, tanto non è che sia così raro che passi la giornata con la mia famiglia. 

-Ragazzi! Non vedo l'ora di presentarvi il mio ragazzo!!- fa allegra Zumi. Vederla veramente felice è un evento più unico che raro visto la sua condizione di salute che l'ha portata a stare in sieda rottele per quasi 3 anni... quindi per lei è diventato più difficile avere una relazione con qualcuno.

-Ma è fantastico!!- dico veramente felice per lei, anche se il rosso non sembra molto convinto della cosa e le fa un sorriso.

Finalmente arriviamo alla stanza dove attualmente mio zio è seduto con davanti una rivista di moda. Mio zio, Hashirama, è il fratello maggiore di mio padre. Nonostante siano fratelli, non si assomigliano per niente. Mio zio avrebbe dovuto ereditare l'azienda di famiglia ma il suo sogno era di diventare stilista, così mio padre ha eredito l'azienda. 

So che mio nonno non era felice della cosa ed ebbero un brutta litigata per la quale Hashirama scomparve per qualche anno, facendo in modo che mio padre ereditasse l'azienda, per poi tornare tempo dopo... ma c'è stato qualcosa quando è tornato che ha distrutto il rapporto con mio nonno.

-Zio!!- gli salto al collo felice e lui riesce a prendermi al volo, sorridendo.

-Naru!- mi saluta con entusiasmo mentre il rosso si accomoda al tavolo ridacchiando per la scena. Poi prendiamo tutti posto a sedere davanti a del caffè che è appena stato preparato.

-Sembra che sia passato un'eternità dall'ultima volta che siamo stati qua... e invece sono passate due settimane- sospira il mio onii-san, mentre beve il suo caffè alla zucca. Intanto mi guardo intorno per vedere se qualcosa è cambiato dall'ultima volta che ci sono stato visto che allo zio piace cambiare l'arredamento di tanto in tanto, ma a parte la macchina da cucire nuova non è cambiato niente. 

-Sapete che ieri Naru è andato al suo primo concerto?- fa mio fratello super esaltato, facendo voltare gli altri due verso di me con un sorriso a trentadue denti.

Mi torna in mente ieri sera e tutto il caos che ne è conseguito, mentre mi irrigidisco (anche se di poco), stringendo la tazza tra le dita.

-Ma è fantastico!!! Ti sei divertito?- chiede Zumi e io mi limito a annuire poco convinto. 

-C'era anche Eren?- mi chiede il rosso con un sorriso malizioso sul volto. Infatti, mio fratello è convinto che io ed Eren siamo una coppia; sinceramente io l'ho sempre visto come un fratello maggiore o il mio amico più fidato... ma mai come qualcosa di più, anche perché mi farebbe uno strano effetto. Anche se, ad essere sincero, non ho mai confermato né tanto meno smentito la cosa. Sono sempre stato convinto che mi piacessero le ragazze, ma dato che ieri sera ho... No!! 

Faccio un bel respiro profondo e un bel sorriso, per poi annuire con fin troppa enfasi.

-La fidanzatina?- chiede Zumi mentre si avvicina pericolosamente alla mia faccia per guardarmi negli occhi in modo sospetto come se le stessi mentendo. Divento ancora più rigido di prima, ma non riesco neanche ad aprire la bocca per risponderle che gli altri due ridono fortemente; io e Zumi li guardiamo.

-Mio fratello non ha la fidanzata... ma ha il fidanzato - ridacchia lui, ma comincio a sentirmi sempre più confuso e a disagio.

Mio zio ride divertito, mentre comincio a sudare e le loro risate mi rimbombano nelle orecchie; vorrei solo che stessero zitti...

Non riesco più a sentirli ridere di me. Così scappo in bagno. Una volta arrivato, chiudo la porta del bagno a chiave e mi rannicchio contro la porta, mentre cerco di regolare il respiro, ma i miei occhi cominciano a lacrimare. 

L'ho baciato! Ho davvero baciato un ragazzo!? Ma io sono un ragazzo! Come la prenderebbero i miei amici e i miei parenti?? Come la prenderebbe Eren?? Mi vorrà ancora come migliore amico? Mio fratello? Lo so che prima stava scherzando... però se dovesse scoprire che forse sono omosessuale?? No, non è vero!!! Non voglio che niente cambi fra di noi, o con i miei amici, però mi sono sentito così bene fra le sue braccia, come se fossi nel l'unico posto dove appartengo... neanche con Gaara mi sono sentito così. Naru, riprenditi! A te piace Sakura, o comunque le ragazze in generale e... okay, hai avuto una breve storia con un uomo, ma è stata "solo un'avventura" o una nuova esperienza... però non vuol dire assolutamente niente.

Mi porto le gambe al petto, nascondo il volto tra le ginocchia lasciando andare le lacrime singhiozzando e solo dopo tempo che sembra indefinito, sento un leggero bussare alla porta.

-Naru...- sento la voce di mio fratello, preoccupata, mentre bussa. Decido di ignorarlo e, dopo una decina di minuti, sento i passi che si allontanano. Dopo un po', lo zio e Zumi cercano di capire che mi è preso, ma decido di non rispondere a nessuno di loro.

Non so per quanto sto chiuso in bagno a piangere e a tirare su con il naso, ma non mi interessa più di tanto, finché non sento bussare più volte al porta.

-Kurama, zio, Zumi, andate via!!- rispondo per la prima volta tra i singhiozzi e con un sottile filo di voce che mi rimane per via del pianto.

-Mi spiace, ma sono solo Eren...- risponde il mio migliore amico dall'altra parte. Prima che lui possa finire la frase, io ho già aperto la porta mentre cerco di mandare via le lacrime con la manica della felpa. Non appena la apro, mi sento stretto in un abbraccio; un evento rarissimo visto che Eren non si lascia quasi mai a dimostrazioni di affetto ed entrambi sappiamo che quel gesto vale più di mille parole. Rimaniamo così per una decina di minuti. Quando ci separiamo, ci guardiamo negli occhi e riesco a scorgere nei suoi una preoccupazione profonda. Odio farlo preoccupare... ed essere la fonte del suo dolore è come se rompessi la promessa che mi feci anni fa: quella che qualsiasi cosa fosse successa lo avrei protetto, anche a costo della vita... ma in questo momento proprio non ci riesco.

Riesco a percepire la sua curiosità, ma lui semplicemente mi riabbraccia per qualche secondo, poi mi lascia andare definitivamente.

-Quando sarai pronto, me lo dirai- dice semplicemente il castano, tirando fuori dei fazzoletti che mi passa. 

Non credo che Eren mi giudicherebbe, ma non mi sento di dirgli la cosa e so che lui rispetterà qualunque mia decisione. Infatti, non mi sento ancora pronto a dirglielo... il che mi fa sentire davvero male.

Mi dà una sistemata in modo da rendermi presentabile sia fisicamente che mentalmente, mentre porta alla memoria ricordi di quando eravamo dei bambini. Una volta pronto, torniamo di là.

-Dai, muoviamoci, se no ci vengono a cercare e a chiederci se siamo caduti nella tazza del water- ridacchia il castano e io faccio lo stesso per poi avviarci insieme, spalleggiandoci verso la sala da dove sono scappato. Una volta arrivati, lo scenario che mi si palesa davanti mi fa sorridere: Sophie, che è una delle due coinquiline del mio amico, sta discutendo animatamente con mio zio sulla moda di quest'anno, mentre Kura e Zumi stanno giocando a Uno e poi c'è Julie, l'altra coinquilina, che sta schiacciando freneticamente i tasti della tastiera del suo laptop con di sottofondo della musica classica.

Faccio per entrare nella stanza, ma mi dimentico sempre del mini gradino della porta. Ci inciampo in pieno, nonostante io venga qui spesso e cado rovinosamente per terra... per fortuna che il tappeto ammorbidisce la mia caduta, anche se non di tanto.

-Lo sai, vero, che sei imbarazzante per madre natura...- mi fa in modo flebile la volpe nella mia testa e io semplicemente schiocco la lingua al palato, ma non rispondo alla provocazione.

-Oh!!- sbraito per via del dolore, ma attiro l'attenzione di tutti i presenti che vengono a darmi una mano per rialzarmi. 

-Scusatemi tutti!!! Ma non eravamo qui per fare una sfilata di moda? - chiedo scusa a tutti i presenti per poi rivolgermi a mio zio. Loro come risposta alzano le spalle come per dire che non è stato un grosso problema, ma appena ho nominato la sfilata il viso di Hashirama si illumina come se avesse avuto l'illuminazione della vita e balza in piedi neanche fosse un Bakenko. Ridacchio per la sua reazione, anche se a essere sincero vorrei avere la sua stessa passione che ha lui nel suo lavoro.

-È vero!! Ho tutto di sopra, vado a prenderli!!- esclama con entusiasmo il sarto, non lascia nemmeno il tempo di rispondere che corre di sopra e Zumi scuote la testa quasi divertita. Poi ci informa che torna al negozio per accogliere il suo fidanzato che non vede letteralmente l'ora di presentarci, così rimaniamo solo noi che decidiamo di scegliere già il film per dopo mangiato; per evitare di passare più di un'ora a decidere. Dopo mezz'ora di discussione su cosa sia meglio vedere, siamo tutti d'accoro su "Scooby-Doo! and Kiss: Rock and Roll Mystery". 
Cominciamo a preoccuparci perché nessuno dei due è ancora tornato, quindi decidiamo di andarli a cercare mentre ci mettevamo d'accordo su come dividerci in due gruppi.

In quel momento entra Zumi, accompagnata da un ragazzo estremamente bello, e tutti assumiamo la faccia più minacciosa che riusciamo ad avere.

-Ragazzi, vorrei presentarvi Ouer, il mio fidanzato- lo presenta la ragazza in carrozzina mentre indica il nuovo arrivato che non perdiamo tempo a osservarlo per bene. Il nuovo ospite è un ragazzo poco più alto di mio fratello, vestito con un completo azzurro con sopra un cappotto scuro, la spilla puntata sulla cravatta è a forma di teschio con due ossa incrociate sotto. Ha i capelli blu neri medio lunghi spostati a destra e alcuni ciuffi gli ricadono sugli occhi azzurri che sono in netto contrasto con la pelle color neve, mentre sulle labbra rosse si trova un Central Labret argentato.

-Non ti pare un po' stana la sua pelle...- constata lo Yokai, e io non posso che dargli ragione. Il moro si avvicina a noi con passo elegante per poi presentarsi personalmente con un inchino. In particolare, mi si presenta con una stretta di mano con il guanto filato, così noto che al dito medio della mano destra porta un anello d'argento, che raffigura un ragno che sul dorso ha inciso "44".

-Strano anello... È strano che uno umano indossi questi tipi di anelli...- sussurra il quadrupede mentre ci risediamo al tavolo con un finto sorriso sul volto che lui ricambia con un accenno del suo sorriso perfetto. Noto che i suoi occhi sono di un improvviso colore giallo, ma solo per qualche frangente, e decido di ignorare la cosa ma rimango in allerta.

Parliamo un po' del più e del meno, ma qualcosa di lui non mi convince... è troppo perfetto per essere umano e, soprattutto, sa tutte le nostre passioni... il che è strano visto che io non ho aperto bocca da quando ci siamo seduti. Insiste per fare lui stesso del tè che ci versa a tutti. Gli altri lo bevono, ma io non mi fido.

-Merda!! Naruto!! Prendi gli altri e vattene subito da qui!! Non prendere niente di quello che ti offre- mi urla nelle orecchie Kurama dopo un po' di tempo.

-Cosa?- chiedo e lui sbuffa comparendo difronte a me.

-Sei un cretino con qualche lampo d'imbecillità. Lui è un Tsuchigumo! Me ne sono accorto subito che qualcosa non andava, ma non ero al 100% sicuro!- mi grida, ma io non riesco davvero a capire.

-Un... che cosa?- chiedo perché non so di cosa stia parlando, ma sembra agitato.

-Quello è un fottuto ragno-muta-forma-mangia-uomini!!!- mi spiega urlando nella mia testa, facendomela girare vertiginosamente. In quel momento, sento del vetro rompersi vicino a me e solo ora noto che tutte le persone che erano al tavolo con me sono sdraiate per terra con un colore bianco in faccia, mi precipito subito da loro.

-Vi ha dato qualcosa, vero!?- mi chiede, ma più che una domanda sembra un'affermazione. Non riesco più a pensare in modo lucido e scoppio a piangere silenziosamente, senza motivo, come risposta al domanda dello Yokai; così facendo scateno la sua rabbia che scaglia su di me senza una mia piccola reazione.

-Cazzo!! Tu sì che sai come andare nella merda fino al collo!! Hai deciso che la vita ti faceva schifo per non si sa cosa da voler far da cena?! Facciamo un bel applauso a Naruto che è riuscito a farsela mettere in culo nel giro di due secondi!!- mi grida contro. Appena vede che sto piangendo, si calma e comincia a diventare sempre più grande, ma non riesco a vedere dove arriva perché sono troppo concertato a raggruppare e a tenere stretto i corpi dei miei amici. 

-Andiamo a prendere quel grandissimo figlio di puttana!!- esclama lo Yokai alterato mentre i suoi occhi diventano rosso scarlatto e una scintilla viva li attraversa.

-Finalmente è ora di giocare al gatto e al topo; o meglio alla volpe e al ragno, che non ha capito con chi ha a che fare- ringhia sotto i baffi, anche se sembra divertito dalla situazione. 

Gli sto per dire che posso salvare i miei amici, ma ancora prima che possa solo anche aprire bocca, si sentono dei rumori di vetro che si rompe al piano superiore e solo ora noto l'assenza dello Tsuchigumo nella stanza, e che Hashirama sta al piano di sopra. 

-Mi sa che qualcuno sta per diventare un pasto- fa Kurama mentre un brutto presentimento si insinua nel mio cervello. Poi un urlo squarcia il cielo.












 

Bakenko: I gatti, selvatici e domestici, sono in tutto il Giappone. Si trovano nelle case come animali domestici, nelle fattorie come sterminatori, o nelle città e nei paesi come randagi. Come molti degli animali giapponesi, quando i gatti vivono fino alla vecchiaia sviluppano poteri soprannaturali e si trasformano in yōkai. I Bakeneko iniziano la loro vita soprannaturale con un aspetto quasi identico a quello di un normale gatto di casa. Presto cominciano a camminare sulle loro zampe posteriori. Con l'invecchiamento e l'aumento dei loro poteri, possono diventare grandi fino a raggiungere le dimensioni di un essere umano adulto.

Bakeneko possiede grandi capacità di cambiamento di forma e si traveste da piccoli gatti o umani - a volte anche prendendo la forma dei propri maestri. Molti imparano a parlare lingue umane. Mentre sono travestiti, sono noti per vestirsi come esseri umani con asciugamani avvolti intorno alla testa. In questa forma bakeneko balla intorno allegramente. Anche se questo suona frivolo e anche carino, bakeneko sono una minaccia per qualsiasi casa che vivono in o vicino. Possono mangiare cose che sono molto più grandi di loro, e possono anche consumare cose velenose senza difficoltà. È possibile che un bakeneko mangi il proprio maestro e poi assuma la sua forma, vivendo al suo posto. Se non uccidono direttamente i loro proprietari, possono portare giù grandi maledizioni e sfortuna. Possono invocare spettrali palline di fuoco e sono noti per aver accidentalmente acceso gli incendi domestici, le loro code agiscono come torce che accendono qualsiasi materiale infiammabile nella casa. Bakeneko ha anche la disturbante capacità di rianimare i cadaveri freschi e di usarli come burattini per i propri scopi nefasti. Sono esseri Carnivori; pesci, uccelli, piccoli animali e occasionalmente esseri umani. Questo Yokai non propriamente benevolo anzi molto spesso viene ritratto come cattivo quindi è meglio vitare possibilmente ogni contatto con il suddetto.

Tsuchigumo: noto anche come yatsukahagi o ōgumo, si trova in tutte le isole giapponesi e in gran parte del mondo. Questo Yokai è Araneae. Tsuchigumo longevo può trasformarsi in yōkai. Crescono fino a dimensioni mostruose, in grado di catturare prede molto più grandi, in particolare gli esseri umani. Gli Tsuchigumo vivono nelle foreste e sulle montagne, costruendo le loro case in tubi di seta da cui agguantano le prede di passaggio. Come altri ragni yōkai, si affidano all'illusione e all'inganno per ingannare le persone. Mentre i jorōgumo usano la loro sessualità per sedurre i giovani, i tsuchigumo hanno una selezione più ampia di inganni e spesso ambizioni più grandi. Si nutrono principalmente di umani, animali e di quasi cosa si possa intrappolare nelle ragnatele. Sono Yokai malvagi dalla quale è meglio darsela a gambe 

Hōō: Anche detto Fanghuang, essendo uno Yokai di origine Cinese. Gli Hōō sono creature bellissime, pacifiche, simili a fenici, onorate in tutta l'Asia orientale e adorate come spiriti divini. Sono descritti come aventi il becco di un gallo, la mascella di una rondine, la testa di un fagiano, il collo di un serpente, il dorso di una tartaruga, le zampe di una gru e la coda di un pavone. Brillantemente colorati con i cinque colori degli elementi cinesi - bianco, nero, rosso, giallo e blu - hanno cinque distintive piume della coda. 

Gli Hōō sono creature di assoluta pace e non fanno mai del male ad altri esseri viventi. Mangiano solo semi di bambù, e nidificano solo negli alberi di paulownia. Quando un hōō vola, si dice che il vento si ferma, la polvere si deposita, e gli uccelli e gli insetti diventano silenziosi. A causa della loro purezza, appaiono solo in terre benedette di pace, prosperità e felicità. Fuggono nei cieli nei momenti difficili. L'aspetto di un hōō è un ottimo presagio, detto per indicare l'inizio di una nuova era.

L'hōō è un motivo popolare nei dipinti giapponesi, nell'artigianato, nei kimono e come disegni su templi e santuari. Come simbolo, rappresenta il fuoco, il sole e la famiglia imperiale. Sta anche per le virtù del dovere, della correttezza, della fede e della misericordia. I suoi cinque colori rappresentano i cinque elementi di legno, fuoco, terra, metallo e acqua.

Koma inu: un altro nome alternativo è shishi ("leone di pietra"); si riferisce solo al koma inu a bocca aperta. I Koma inu sono animali nobili e santi, di solito impiegati come custodi di luoghi sacri. Possono variare dalle dimensioni di un cane piccolo alle dimensioni di un leone e - a causa della loro somiglianza con entrambe le creature - sono spesso chiamati cani leoni in inglese. Hanno maniche e code spesse e ricci, corpi muscolari e potenti, denti e artigli affilati. Alcuni koma inu hanno grandi corna come un unicorno sulla testa. Tuttavia, molti sono senza corna.

I Koma inu sono bestie feroci e nobili. Si comportano come cani da guardia, sorvegliano cancelli e porte e impediscono ai malvagi di entrare. Vivono insieme in coppia maschio-femmina e si trovano sempre insieme. In coppia, la femmina di solito fa la guardia a chi vive all'interno, mentre il maschio fa la guardia alla struttura stessa.

Il Koma inu è un simbolo ubiquo nei luoghi santi del Giappone. Le statue di pietra koma inu si trovano quasi sempre all'ingresso dei santuari scintoisti, spesso con altri all'interno del santuario che custodiscono gli edifici importanti. Le coppie sono di solito scolpite in due posi: una con bocca aperta in posizione ruggente, e una con bocca chiusa. Simbolicamente, queste creature rappresentano yin e yang, o morte e vita. Il koma inu a membrana aperta rappresenta il suono «a», mentre il koma inu a membrana chiusa rappresenta il suono «un. » Questi suoni sono la traslitterazione giapponese del Sanscrito «om», una sillaba mistica che simboleggia l'inizio, il mezzo e la fine di tutte le cose. Un'analogia occidentale sarebbe alfa e omega. Sono principalmente benevoli ma questo non cambia che se trattati male questi Yokai possano lasciare la casa in cerca di un nuovo posto al quale fare la guardia.

44: in lingua cinese la parola che indica il 4 ha un suono molto simile alla parola morte, soprattutto nel cinese parlato. Parimenti anche in giapponese e in coreano la parola "quattro" ha un suono identico alla parola morte. 44 in giapponese significa "Morte sicura" ma questa è una superstizione del popolo nonostante molte persone hanno abbandonato questa credenza.










 

Angolino di Miss Fantasy

Con questo capitolo vi auguro buone feste e felice anno nuovo. Al anno prossimo!!!!

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Capitolo 8
*** Dove Kurama Ha un Incontro Ravvicinato del Terzo Tipo seconda parte ***


-Mi sa che qualcuno sta per diventare un pasto- fa Kurama mentre un brutto presentimento si insinua nel mio cervello. Poi un urlo squarcia il cielo.
 

-Kurama... ti... prego... vai... a... salvare... -balbetto io tra le lacrime mentre tengo stretto il corpo del mio migliore amico. Lui non sembra molto propenso a cogliere la mia richiesta, ma dopo qualche secondo, nel quale singhiozzo senza ritegno, lo vedo ristringersi fino a prendere la grandezza di un cane per poi avvicinarsi a me e mettermi in mano una fiala.

-Testa a sole, porta lontano da qui i tuoi amici. Per il resto ci penso io- fa serio per poi correre su per le scale senza che io possa anche solo rispondere. 

Con la mano libera tremante cerco nelle tasche il mio cellulare, poi cerco tra i miei contatti il numero di Terrence, visto che è il più vicino a casa di mio zio.

-Ter, vieni a prendermi...- gli dico senza neanche salutarlo mentre al piano di sopra si sentono delle grida e dei versi che mi fanno sudare freddo... ogni più piccolo rumore mi fa sobbalzare.

-Ciao, Naru!! Cos'è successo?- mi saluta lui felice, ma appena sente la mia voce anche la sua cambia di colpo.

-Dove sei? Hai detto che saresti stato da tuo zio. Sei ancora lì? Sei da solo o ci sono altre persone con te? Sto partendo ora, ci dovrei mettere venti minuti ma posso arrivare nella metà del tempo - mi risponde in modo sbrigativo mentre gli rispondo a monosillabi per poi chiudermi la telefonata in faccia. Di norma mi sarei offeso, ma ora sono troppo scosso da tutto quello che sta succedendo: ora la cosa fondamentale è portare tutti fuori di qui. Il che non sarà una cosa facile, visto che la gente si farà quattro domande sul perché io stia portando fuori delle persone prive di sensi da una casa. 

Sto per rimettere in tasca il telefono, ma noto che la mia mano è più chiara rispetto al solito e che ho le unghie molto più lunghe del normale, ma soprattutto che sono a stiletto, noto anche che ho addosso qualcosa di arancione. Vorrei vedermi, ma non posso lasciare qui i miei amici. Mi ricordo che nel mio zaino ho i due Koma inu che mi ero portato dietro. È una vera fortuna che mi possa collegare telepaticamente a tutti gli Yokai, così li richiamo chiedendo di fare da guardia ai miei amici. Come risposta si presentano sotto forma di due cani banchi con dei disegni su tutto il corpo rosso sangue; non è il loro aspetto originale, ma ho preferito non fare domande. I due Yokai si sono messi sull'attenti e, dopo essermi assicurato che i miei amici con la fialetta fossero al sicuro, mi sono messo a cercare uno specchio che mi riesca a far vedere tutto intero. Ad ogni passo, le stoffe si muovono eleganti insieme a me e dopo due minuti finalmente trovo ciò che stavo cercando. 

Lo specchio mostra la mia figura avvolta in un kimono sul viola così scuro che sembra ricordi molto l'oscurità della notte più buie. Sul mio volto si trova una maschera placcata d'oro luccicante con la forma di una volpe, che mi lascia scoperta solo la bocca a causa della forma, mentre in mano ho un ventaglio nero dorato con su la luna nei diversi stati della fase lunare. Nove code di colore viola scuro da sembrare quasi nere spuntano dalla parte inferiore della mia schiena, come anche le mie orecchie anche se in parte sono coperte dalla maschera; noto che questa è la volpe della notte, ma molti la chiamano la volpe del mistero. Da quello che so Kurama non è l'unico demone volpe, ma è il più forte tra tutti loro. Di solito tende a farsi passare per una normalissima volpe dal pelo rosso o bianco, a seconda dell'umore di quel momento e, per quanto ne so, lui ha una sacco di versioni; anche fino ad adesso ne ho viste solo due. Dice che è un spreco di tempo e di potere cambiare versione. Ha anche una versione umana, ma non l'ho mai vista. Di tutti gli Yokai almeno una volta ho visto le loro versioni umane, ma la sua neanche per sbaglio.

-Ti ho dato il potere dell'illusione, così nessuno ti farà domande. Le persone vedranno quello che vuoi tu, le code aumenteranno man a mano che l'illusione sarà più complessa e potrai fare piccole magie- mi spiega Kurama serio nella mia mente. Annuisco e faccio comparire una fiamma blu nelle mia mano, anche se non tocca il mio palmo. Rimane qualche decina di centimetri più in alto fluttuando; dopo qualche secondo, la fiamma piano piano scompare prendendo con sé il ventaglio per lasciare posto a dei guanti neri che indosso subito in modo stranamente elegante.

Cammino fino a tornare da miei amici con fare stranamente aggraziato: sento come se a ogni passo diventassi sempre più perfetto. In quel momento, le mie orecchie cominciamo a captare dei suoni provenire dal piano di sopra e a muoversi freneticamente; capisco che non ho più tempo. Non so come portare i miei amici fuori di qui il più in fretta possibile. Mi ricordo che ogni tanto la volpe fa levitare alcuni oggetti per spostarli da una parte all'altra. Decido di provaci anche io con l'altra mano, ma al posto delle fiamme blu, spuntano delle fiamme bianche che si prendono i corpi dei miei amici e si mettono a fluttuare. Quindi decido di fare qualche passo per vedere se mi seguono ed effettivamente è così. Esco velocemente dalla casa, seguito anche dai due cani, giusto in tempo per vedere una Ferrari Four grigia fermarsi davanti a me. Dalla vettura scende un Terrence tutto trasandato, il che significa che è uscito di casa di fretta solo per raggiungermi.

-Naru, stai bene? Sei ferito? Devo uccidere qualcuno?- chiede allarmato mentre si assicura che io sia tutto intero.

-Sto bene, non sono io quello che ha bisogno d'aiuto... ma loro- spiego, mostrandogli i corpi fluttuanti dei miei amici. Lui guarda i corpi... e poi me. Lo fa per qualche secondo, ma gli faccio segno che gli spiegherò tutto a tempo debito. Cominciamo a sistemare gli altri in macchina. Stiamo mettendo dentro Eren, quando il telefono del ragazzo bicolore suona e lui lo prende per portarselo all'orecchio. Dopo lo regge con la spalla così da non interrompere il suo lavoro.

-Sì? Ah, Levi! Come stai? Mi fa piacere. Scusa se sono dovuto scappare ma ho avuto una chiamata urgente che non potevo assolutamente rimandare... Sì, ci sono per la sfilata. Sarà il pandemonio, ma cosa ci vuoi fare; spera solo che Scarlett non ti stia troppo addosso... No! Ti prego!! Giuro che mi butto giù dal balcone, se la promuovi a tua stilista personale. E poi dovresti stare in sua compagnia quasi ventiquattro ore su ventiquattro; è davvero questo quello che vuoi? Facciamo così: ci dormi sopra o chiami Kuchel, e ti fai consigliare da lei. Tanto se non lo fai tu, lo faccio io. Pensaci, okay? Ora devo andare- chiude la telefonata per poi rimettersi il telefono in tasca e guardarmi mentre mettiamo Julie dietro.

Terrence si mette al posto del guidatore, mentre io mi metto dietro insieme alle ragazze, facendo appoggiare le loro teste sulle mie spalle. Il ragazzo alla guida fa la stessa cosa con Eren, per far credere che si sono semplicemente addormentati durante il viaggio. I cani fanno un salto fino alle mie gambe e decido di fare un illusione nel caso dovesse succedere qualcosa. Partiamo e il viaggio dura una ventina di minuti, visto che lui guida come un pazzo finché non ci fermiamo davanti a una enorme villa di colore bianco. Scendiamo dalla macchina per guardare la casa e vedere come fare con i ragazzi.

Ha un sorprendente ingresso moderno con un bel po' di finestre che inondano la sala di luce. Soffitti a doppia altezza, con i materiali più pregiati che si possono trovare in circolazione. Ha i pavimenti in pietra naturale, ma non riesco a capire di quale pietra si tratti. La proprietà è composta da tre piani diversi: una camera da letto principale eccezionale, quattro camere da letto e una palestra completamente attrezzata. L'interno si fonde perfettamente nel giardino privato con ampia piscina, e poco distante si trova un idromassaggio abbastanza grande.

-Wow! Questo posto è magnifico!!- gli dico mentre giro su me stesso e sento la risatina del mio accompagnatore a qualche passo da me.

-Sì, è molto bello. È casa di un mio amico, ma lui non ci sta quasi mai. Quindi praticamente ci abito io qui- mi spiega. Rimango a bocca aperta, ma mi ricordo che ci sono i miei amici che stanno per morire mentre io sto qui a parlare. Usciamo dalla casa; l'auto è sorvegliata da i due cani, e decido di fare la stessa cosa che avevo fatto per uscire dalla casa di mio zio.

-Okay, Ter, quello che stai per vedere ti potrebbe spaventare, ma è il metodo più veloce che io conosca- lo informo velocemente per poi richiamare le fiamme bianche, che fanno il loro lavoro. Faccio adagiare i corpi sul divano, che per fortuna è molto grande. Faccio comparire la fiaschetta che mi ha dato la volpe e ne do un po' a tutti, ma solo ora mi ricordo di essermi dimenticato di mio fratello e Zumi nella fretta. 

-Merda!! Sono un idiota!- impreco ad alta voce mentre corro verso l'uscita con alle calcagna il mio amico che è super confuso.

-Naru, fermati un attimo!- mi chiama. Lui è una persona estremamente atletica, quindi non ci mette molto a raggiungermi.

-Ho dimenticato tre persone nella casa e devo assolutamente tornare prima che sia troppo tardi. La cosa migliore che tu possa fare ora è rimanere qui e prenderti cura di loro- gli rispondo mentre mi volto in direzione del salotto, per fargli capire a cosa mi riferisco. Lui non sembra per niente convinto.

-Va bene, ma fai attenzione- cede, dopo qualche secondo in cui ci guardiamo negli occhi. Lo abbraccio rassicurandolo, anche se dentro di me so di aver mentito in qualche modo. Richiamo i cani che prendono le misure di un cane grosso abbastanza per essere cavalcato. Creo intorno a noi un'illusione che ci rende invisibili per poterci muovere in tutta libertà; dopo cinque minuti neanche siamo già arrivati e la casa è mezza distrutta.

Corro dentro per vedere se sono ancora tutti interi, ma non trovo nessuno di loro. A un certo punto sento dei rumori al piano di sopra, o meglio, quello che ne rimane, e vado a controllare.

-Non ti sembra sia arrivato il momento di dirglielo? Preferisci fare il babysitter a quell'idiota biondo che ti ostini a portarti dietro?- chiede una voce proveniente dalla stanza da letto. Un ringhio gli fa da risposta e io, che sono curioso, decido di vedere chi sta parlando. Così decido di aprire la porta piano, quanto basta perché io ci possa infilare la testa.

Dalla scena che mi ritrovo davanti sembra che la battaglia sia finita con un vincitore: Kurama. Ma il ragno sembra che abbia ancora un asso nella manica, nonostante la sua posizione molto svantaggiosa.

-Non sono problemi tuoi ciò che faccio- risponde altezzoso lo Yokai.

-Quindi vuol dire che ti sei rammollito? O che hai qualche sorta di simpatia per quella stupida famiglia umana? Hai mai detto al moccioso biondo il motivo per il quale sei lì, o per caso hai paura?- ribatte il grosso ragno ormai in forma completa.
 

Kurama non ha mai avuto doppi fini... Okay, è un po' egocentrico, ma non ha mai avuto doppi fini. Se così fosse... perché è ancora nella mia famiglia? No, no, sta solo cercando di guadagnare tempo con "qualche stronzata", come direbbe lui.
 

-Non dire cazzate! Posso liberarmi di loro quando ne ho voglia; il fatto è che mi servono. Del moccioso non me ne potrebbe fregare di meno. E poi, perché sprecare il mio tempo e le mie risorse per qualcuno che è altamente scemo?- controbatte lui mentre sento i miei occhi farsi umidi. Ma scaccio subito quel fastidio, sbattendo le palpebre più volte.

-Allora perché non lo fai subito? Ti sei per caso affezionato al marmocchio? Ti sei rammollito fino a questo punto? Pensi di dire mai al moccioso la verità su suo fratello e sulla sua famiglia?- rincara la dose l'altro spirito.

-Non sono affari tuoi! Non mi interessa di quel marmocchio e non mi ci sono affezionato. Non gli voglio bene; è solo una pedina del mio piano, ma quando non mi servirà più, me ne sbarazzerò come sempre. Quel ragazzo è solo una palla al piede, una lagna, un idiota, una piaga vivente, un rompipalle che devo sopportare, e via dicendo. Ma il problema è che mi serve vivo. Gli esseri umani fanno troppe domande se qualcosa non va, e voglio evitarmi questa rottura inutile che spreca solo tempo- spiega Kurama con voce fredda; a ogni parola che dice sento il mio cuore che si frantuma in piccoli pezzi.
 

Non è vero! Sta mentendo!! Non può... Okay, non è la persona più socievole del mondo, ma non mi odia... Io non sono solo una pedina per lui... Mi prende sempre in giro, ma lo fa per scherzare...

E poi, il tipo stava cercando di salvarsi da morte certa... Kurama non farebbe mai una cosa così...
 

Cerco di convincermi, anche se so perfettamente che mi sto aggrappando a qualcosa di inesistente o a scuse che non stanno né in cielo né in terra. Le lacrime cominciano a bagnarmi il viso senza ritegno, ma non ho assolutamente tempo per piangere. Quindi mi pulisco velocemente il volto, per poi andare a cercare i due che ho lasciato indietro, cominciando ad aggirarmi nella casa... Spero che non sia troppo tardi. 

Trovo mio fratello, Zumi e mio zio che sono adagiati su una specie di luce dorata che li avvolge. Noto che qui c'è lo zampino di Kurama, quindi vuol dire che in realtà lui mi vuole bene... ma lui ha detto che gli serviamo tutti vivi, quindi ha senso che li abbia salvati.

-Oh, testa a sole, sei qui da molto?- mi chiede la volpe mentre scende le scale, cogliendomi di sorpresa. Non so se dirgli che ho sentito tutto il discorso o meno, ma decido di seguire il consiglio che mi ha dato il mio migliore amico e scelgo di stare zitto; poi torno a guardare i corpi.

-No... Sono appena arrivato- gli mento. Lui mi si avvicina e raccolgo tutte le mie forze per cercare di agire in modo normale.

-Bene, perché ho proprio bisogno di una mano a sistemare questo casino e non ti preoccupare per il ragno, non penso che tornerà mai più- mi rassicura lo spirito. Annuisco semplicemente, per poi metterci a sistemare la casa grazie alla magia di Kurama, ma è palpabile che qualcosa non va tra noi due. Di solito io non sto mai zitto e con me è praticamente impossibile avere silenzio, però in questo momento siamo in un silenzio tombale.

-Idiota, tutto okay? Ti devo portare a casa? So che non sei abituato a tutto questo...- comincia lui mentre finisce di ricostruire la casa, come se non ci fosse mai stato un combattimento al suo interno. 

-Sto bene! Grazie- lo interrompo velocemente, forse troppo velocemente, visto che mi guarda confuso. Mi sforzo di fare un sorriso, e lui alza le spalle lasciando perdere il discorso. 

-Ma come facciamo per i ricordi delle persone?- gli chiedo, perché sinceramente non me la sento di mentire per l'ennesima volta su tutto alle persone a cui voglio bene. E poi, in questo preciso momento non è il massimo, visto che anche il mio mondo si è ribaltato in un attimo da colui che meno mi aspettavo.

-Non ti preoccupare, ho messo un incantesimo all'ingresso che fa dimenticare alle persone qualunque contatto con gli esseri soprannaturali. L'incantesimo durerà per quarantotto ore. Naturalmente, tu non ne risentirai- mi spiega la volpe mentre libera i tre. Non rispondo, ma faccio intendere che ho capito.

-Meglio che vada, potrebbero essere ancora storditi, visto che la pozione magica che ti ho dato ha la contro indicazione di stordire chi la prende- fa, prima di scomparire in una nuvoletta di fumo. Cammino fino allo specchio che mostra la mia figura senza le orecchie e le code, quindi credo che anche la magia sia scomparsa. 

I tre si svegliano e, come mi ha detto lo spirito, sembrano persi, ma ricordano tutto. Così con la scusa che gli avrei spiegato tutto, faccio attraversare loro l'ingresso, dimenticando tutto. Poi scrivo un messaggio a Terrence, dicendogli di venire perché va tutto bene. 

-Ma cos'è successo? Che mal di testa- si lamenta mio fratello, mentre si tiene la testa dolorante. Non avevo pensato a cosa dirgli, una volta persa la memoria. Naruto, pensa su.

-Ci siamo messi a vedere qualcosa insieme e vi siete addormentati. Per il mal di testa... forse vi siete alzati troppo velocemente- dico la prima cosa che mi viene in mente, e ringrazio mentalmente Eren che si è preso la briga di darmi una mano con la scuola, visto che non sono proprio bravissimo anche se di quello che mi ha spiegato mi è rimasto poco e niente.

-Mhh, capisco- concorda il rosso, che torna di là insieme a Zumi. Tiro un sospiro di sollievo per il fatto che mi abbia creduto. Cerco le pasticche per il mal di testa, e ne prendo una con un bicchiere d'acqua per farla scendere più facilmente. Lo faccio con tutti, e sorrido quando ricevo un ringraziamento.

-Naru, puoi venire con me nel negozio? Dovrebbe arrivare un cliente che mi ha commissionato un completo e oggi dovrebbe ritirare l'ordine- mi chiede mio zio mentre pulisco i bicchieri. Lascio le pastiglie sul tavolo per gli altri che stanno arrivando insieme a un bicchiere d'acqua.

-Perché invece non rimani qui e ti riposi? Quando arriva ti chiamo e vedi di fare il tuo lavoro- ribatto mentre lo faccio sedere. Lui si mette a giocare con una ciocca dei suoi capelli, segno che ci sta pensando su, e annuisce, sorridendo e ringraziandomi dell'aiuto.

-Di niente. Dovrebbero arrivare dei miei amici. Ho lascito le medicine sul tavolo e, per favore, falli riposare- informo il sarto, che annuisce. Poi vado al negozio.

Il negozio non è molto grande, ma si vede che mio zio ci tiene molto. Ha sempre avuto diverse offerte per poter crescere, però rifiuta ogni offerta. Non ho mai capito perché... ma se lui è felice così, chi siamo noi per dirgli cosa fare. 

Mio padre ha sempre sostenuto la famiglia in tutti i modi possibili. Sono molto orgoglioso della mia famiglia, anche se i miei nonni cercano di fare del loro meglio, non riescono proprio a vedere lo zio o quello che fa.

Sistemo un attimo il posto e me stesso, prima di aprire definitivamente il negozio. I clienti non tardano ad arrivare, visto che comunque è molto famoso, nonostante la grandezza ridotta, anzi, molto spesso la gente si dà letteralmente battaglia per venire qui sia dal nostro paese che da tutto il mondo.

Passo una buona mezz'ora a rispondere al telefono o alle e-mail. Non è raro che dopo la scuola, io venga qui a dare una mano, o anche nei fine settimana. Tutti nella mia famiglia diamo una mano, ma maggiormente io e la mamma.

Il campanello della porta suona, quindi sta per entrare un cliente. Faccio cenno con la mano di attendere un attimo il termine della telefonata e nel frattempo di accomodarsi sulle poltrone. Di solito ai clienti scoccia aspettare, ma lui sembra molto tranquillo e mi fa cenno di finire tranquillamente. Poi finalmente riesco a concludere la telefonata per dedicarmi al cliente.

-Le chiedo perdono per l'attesa. La posso aiutare in qualche modo?- chiedo cortesemente al mio interlocutore mentre intanto sistemo gli appunti così da non perderli.

-Cliente molesto?- mi chiede la voce ridacchiando. Annuisco senza fare attenzione a ciò che viene detto.

-Sì, non la smetteva più di farmi domande. Anche se molte potevi avere la risposta su nostro sito.-gli confermo.

Mi trovo davanti un giovane uomo dalla pelle chiara, con i capelli neri a spillo e sfumature blu, e legati in una coda di cavallo. La frangetta è dimezzata al centro del viso per inquadrare entrambi i lati. Indossa una maglietta nera con dei jeans e ha con sé un borsone per fare sport.

-Scusami se mi presento in queste condizioni, ma sono appena tornato dalla palestra e siccome mi trovavo qui vicino, mio fratello ha chiesto di venire a ritirare al posto suo- mi spiega il ragazzo. Annuisco per poi sorridere; una delle cose che i miei genitori mi hanno insegnato è di non giudicare una persona dall'aspetto.

-Certo. Vado a chiamare mio zio, intanto si accomodi pure. Per caso vuole un bicchiere d'acqua o del caffè? Potrebbe essere così gentile da darmi il suo nome?- chiedo gentilmente mentre gli mostro la poltrona dove sedersi.

-Solo acqua, grazie. Il mio nome è Uchiha Izuna- mi risponde, sedendosi composto sulla poltrona. Torno nella casa, dove vedo il sarto sistemare alcune cose. Gli altri due, invece, stanno dormendo. Informo mio zio dell'arrivo del cliente, mentre prendo una bottiglia di vetro con un bicchiere; poi entrambi torniamo nel negozio.

-Hashirama?!- fa il moro sorpreso solo per qualche secondo, per poi assumere un guardo serio. Anche mio zio sembra molto sorpreso di vederlo. Subito mi metto di fronte al cliente.

-Sono venuto per ritirare il completo di mio fratello- dice, calcando molto le ultime due parole. Hashirama abbassa lo sguardo, come se fosse colpevole di qualcosa che non so. Mio zio semplicemente si alza per prendere l'ordine.

-Grazie mille, signor...- mi ringrazia, non appena mio zio scompare e lui si versa da bere.

-Naruto. Mi chiami pure Naruto, signor Uchiha - mi affretto a rispondere, sorridendo.

-In questo caso, chiamami pure Izuna- fa lui, ma non facciamo in tempo a dire altro che mio zio ricompare con il completo in mano, mostrandolo a Izuna.

-Hashirama, sarò molto franco con te. Tu non mi sei mai piaciuto. Soprattutto dopo quello che è successo anni fa, ma, col senno di poi, capisco che non è effettivamente colpa tua e mi sembra ridicolo darti tutta la colpa. Dovrei odiarti, ma non ci riesco. Tu sei l'unica persona che, nonostante tutto, lo ha reso vivo... Dopo di te, è stato come se un'ombra si fosse abbattuta su di noi. Per quanto odi dirlo, la nostra famiglia è legata a te, e tu a noi... che lo vogliamo o meno; è così. Vorrei avervi come miei ospiti alla festa di compleanno di mio fratello maggiore che si terrà la settimana prossima. Vi arriveranno gli inviti con maggiori informazioni per posta e il 'no' come risposta non è consentito- dice, prima di lasciare il negozio, salutandomi con la mano. Io e mio zio rimaniamo lì fermi. Dopo mio zio mormora qualcosa che non capisco, per poi lasciare velocemente il negozio.

-Penso che questa festa in piscina sarà molto interessante- constata lo Yokai nella mia testa, ma io lo ignoro totalmente. Torno dietro al bancone per riprendere il mio lavoro con la testa piena di domande.

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