Il sole e la Luna

di Louve Vanessa Wolfe
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio ***
Capitolo 2: *** L'arrivo ***
Capitolo 3: *** Festa ***
Capitolo 4: *** Partenze ***
Capitolo 5: *** Arrival ***
Capitolo 6: *** Benvenuta ***
Capitolo 7: *** Rivelazioni ***
Capitolo 8: *** Il sole e la luna ***
Capitolo 9: *** La normale vita di una teenager americana ***
Capitolo 10: *** Collaudo ***
Capitolo 11: *** Fuga ***
Capitolo 12: *** Lacrime ***
Capitolo 13: *** Guerra ***
Capitolo 14: *** Scontro equo ***
Capitolo 15: *** La fine ***
Capitolo 16: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Risveglio ***


1°capitolo: Risveglio Upper East Side, Manhattan. 11,30 AM "Signorina" sussurrò dolcemente Maria, la cameriera. Niente. La luce del giorno entrava dalla tenda scostata, la porta che dava sull'attico era spalancata. La cabina armadio era aperta e sembrava esplosa. I costosi vestiti erano sparsi per la stanza, così come le scarpe. "Si.gno.ri.na!" ripetè a voce più alta...dal letto proveniva solo un leggere respiro. "SIGNORINAAAAAAAAAAAAA" urlò stavolta, Kelsey scattò a sedere e mise a fuoco la situazione. "Maria ma che hai da urlare! Ci sento benissimo sai...!" "Non credo...si alzi è tardi, il signorino Chuck e sua sorella Serena la stanno aspettando in salotto." disse meccanicamente la donna "e quale dei dieci salotti scusa?" chiese Kelsey con la voce ancora impastata dal sonno, "il suo salotto personale!" urlò la donna mentre si avviava nel corridoio. Kelsey si alzò traballante, lo scotch aveva uno strano effetto soporifero su di lei e Chuck non dimenticava mai di ricordarglielo esaltando le sue doti nel reggere gli alcolici. Ovvio... era un vampiro... avrebbe potuto scolare tutto ciò che voleva, anche cianuro, e sarebbe rimasto fresco come una rosa. La ragazza guardò il suo riflesso sul grande specchio che aveva al posto del muro e contemplò se stessa con un moto di soddisfazione: era alta, 1.76 m, formosa ma non grassa anzi, con la carnagione scura che aveva ereditato da suo padre Henry, occhi color cioccolato con delle pagliuzze dorate, capelli lunghi e mossi sino alle spalle. Si stiracchiò e cerco qualcosa da mettere. "Questo andrà bene" si disse, prendendo tra le mani un delizioso abitino di Chanel, vi abbinò un paio di Manolo e legò i capelli con un foulard di Louis Vuitton. Si ammirò e decise che era tempo di fare la sua entrata teatrale in salotto. Percorse un corridoio e girò a destra. La grande porta in legno di rosa con intarsi in madreperla, regalo dellìex cinese di sua madre, era aperta e si intravedevano due figure sedute a conversare amabilmente. Sua sorella e Chuck. "Buongiorno cara, sei una visione" esclamò Chuck con voce morbida e sensuale "Cosa intendi dire cadavere" Kelsey lo apostrofava spesso con questi termini in maniera giocosa "che gli altri giorni sono inguardabile?" "Non mi permetterei mai" controbattè ossequioso Chuck "solo che ogni giorno di più mi rendo conto di quanto tu e tua sorella" e in quel momento indicò anche Serena che guardava divertita la situazione "siate stupende e di quale grande fortuna ho avuto ad incontrarvi". "Ti adoro quando fai così" disse Serena, lei Chuck lo adorava ma entrambi erano troppo svampiti per mettere su una relazione stabile. "Io non ti adoro mai e lo sai" disse Kelsey ridendo, e schioccò un bacio sulla guancia a Chuck. In quel momento entrò Lily, madre di Kelsey e Serena. "Buongiorno Chuck, carissimo" e gli porse la mano, Chuck la sfiorò educatamente con le labbra. 'Vampiri ottocenteschi tz!' pensò Kelsey, mentre Serena, la sua gemella, lo guardava in brodo di giuggiole. A Kelsey piacevano le persone e le cose semplici, per quante cose, e persone, semplici ci potessero essere nell'Upper. Kelsey e Serena erano gemelle. Diverse. Per quanto Kelsey fosse scura, una bellezza esotica, tanto Serena era chiara. Anche lei era alta ma non aveva le forme di Kelsey, aveva i capelli biondissimi e lisci che le arrivavano sino ai fianchi e gli occhi grigi. Assomigliava meravigliosamente a sua madre. Kelsey a suo padre, un Quileute, al quale a differenza della sorella era molto legata e con cui, anche se non andava a trovarlo da quando era nata, aveva un rapporto d'amicizia ed affetto stupendo. Lily guardò le figlie. Serena era vestita come una vera regina dell'UES mentre Kelsey era troppo semplice per i suoi gusti. Tutto perchè aveva il carattere di quell'indiano pensò. Come aveva fatto ad innamorarsi di lui? Ora che era una vampira era disgustata dalla natura dell'ex marito. Era un licantropo. Era il suo peggior nemico. "Kelsey dove vai così vestita? A fare una scampagnata negli Hamptons?" disse Lily altera "No a sciare sull'Himalaya" rispose scontrosamente Kelsey "Dove diavolo pensi che possa andare? Rimarrò in casa!" "Bene perchè tu e Serena dovete ancora sistemare i posti per la vostra festa!" "Cavolo!" esclamò Kelsey "domani è il nostro compleanno?" "Sì certo certo! 16 anni che bello che bello..." disse Serena saltellando come una scimmietta "Smettila Ser, mi sembri Citah con la parrucca!" esclamò Kelsey. Nell'ultimo periodo non li sopportava più. Sua madre, sua sorella, Chuck... erano troppo diversi da lei...e puzzavano. Cioè non nel vero senso del termine ma il loro odore la infastidiva. E anche i loro modi di fare. Chuck distante dalle donne le ammirava in silenzio. Il cellulare di sua madre squillò. Lily guardò il display. Henry Moonglow. Mai cognome fu più appopriato. "Pronto?" disse con aria annoiata "Sì lo so" continuò dopo aver ascoltato l'interlocutore "vienitele a prendere, io lì non ci torno!" Kelsey era stufa che sua madre trattasse suo padre così, lei lo adorava! Era l'unico che le credeva quando lei gli raccontava le cose strane che le accadevano. Così strappò il telefono e disse "Ciao pà sono Key" solo suo padre la chiamava così "Ehy lupacchiotta!" disse "come va? Sto per venire lì, sai per il vostro compleanno; potresti provvedere a trovarmi un albergo a buon prezzo? Ho paura che tua madre mi mandi in un canile!" rise. Kelsey rise "no tranquillo dormirai a casa, in una stanza nella mia ala, ti farò preparare una stanza e vedrai altro che canile!!! E poi vorrei capire perchè ti chiama cane!" "stai per fare 16 anni, tu e Ser lo capirete! Passo e chiudo!" "Ciao pà ti voglio bene!" "Mamma, mi occuperò io della sistemazione di papà. Tu e Ser dovete solo essere gentili altrimenti vi azzanno" ogni tanto Kelsey aveva istinti animali nei confronti delle sue coinquiline. "Tranquilla io non mi avvicino a mio padre" disse Ser con aria annoiata. Lei -come sua madre- lo detestava. "Non vi ci farei avvicinare comunque!" rispose Kelsey "Mariaaa!" urlò "abbiamo tante cose da fare!" La Push, Washington Henry chiuse il telefono con uno scatto, mentre un sorriso gli riscaldava gli occhi, preoccupati. "E' una brava ragazza" disse Billy Black che aveva sentito tutta la conversazione "Lo so, ho solo paura che non riesca ad accettare la sua natura! Ser ne sarà contenta, sentirsi la migliore la renderà felice ma Kelsey..." rispose Henry con voce triste "Se solo quel succhiasangue non si fosse messo in mezzo sarebbero solo delle licantrope e non ciò che sono ora!" disse Sam Uley "Henry!" disse un ragazzo dalla porta "è tutto pronto...andiamo? L'aereo non aspetta a meno che tu non abbia rapporti d'amicizia con il presidente!" "Si Jacob arrivo! Bene allora ci vediamo tra qualche giorno ragazzi...e ringraziate ancora i Cullen da parte mia" detto ciò uscì. "Ne vedremo delle belle Sam!" disse Billy "Lo so..." rispose quello, ed uscirono.

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Capitolo 2
*** L'arrivo ***


"No allora, quale parte della frase -A mio padre non piacciono le costolette troppo cotte- non hai capito?" Kelsey urlava in cucina contro Steve, il cuoco, che la guardava divertito. "La parte in cui sua madre mi diceva di cuocere tutto più del necessario altrimenti mi avrebbe licenziato" rispose tranquillo quello, mescolando un impasto. "No cocco allora non ci siamo capiti!" disse Kelsey scocciata "IO e sottolineo I.O. comando per ciò che riguarda mio padre! E fa come ti dico io... lascia perdere mia madre e dille di chiamarmi per qualsiasi problema dovesse inventarsi. E ricorda fa come ti dico e ti regalo l'impastatrice automatica che volevi tanto! Ciao" ed uscì come un fulmine dalla cucina "Stai andando a prendere tuo padre?" chiese Chuck, che ancora rideva per la scena in cucina, "Sì, vieni?" disse Kelsey più per educazione che per voglia "Non credo sarebbe un incontro gioioso" disse quello guardandola Kelsey lo squadrò, gelida. Odiava quando non erano felici di qualcosa che riguardava suo padre. "Sai potresti anche farmi paura se non fossi un vampiro secolare e tu solo una sedicenne, per ora!" esclamò con un seducente sorriso, "Ma che blaterate, prima tu poi papà...comunque ora vado, ci si vede!" "Kelsey!" disse Chuck "Si?" disse girandosi "Auguri!" "Grazie" e concedendogli uno dei suoi sorrisi timidi uscì. Si reco giù dove la aspettava una BMW con Mark l'autista che le sorrideva. "Dove la porto signorina?" chiese cortese "All'aereoporto per favore... accendi la radio?" "Subito..ho ancora i suoi CD, li ho nascosti a sua madre, li metto?" "Si dai! Metti su i Linkin?" "Come vuole" Kelsey si stese sul sedile posteriore e ascoltò la musica pensando a cosa sarebbe accaduto quella sera alla festa con suo padre e sua madre nella stessa stanza. Nel frattempo in casa Lily e Chuck discutevano. "Non si può fare proprio nulla eh?" chiese Chuck pensieroso "No ogni giorno di più la loro natura prende il sopravvento e Kelsey sta già mostrando le prime avvisaglie entro dopo domani al massimo saranno all'apice della loro..." Lily fu interrotta da Chuck che sbatteva il pugno sul tavolo mandandolo in mille pezzi "Calmati" disse lei "E come? Non avresti dovuto vederlo mai più e invece...si viene a prendere le ragazze... per portarle tra i cani!" "Kelsey ne sarà contenta...Ser non credo proprio!" "Kelsey è dalla loro parte, da quando è nata e lo sai, Carlisle te lo spiegò appena nacquerò le ragazze, avrebbero preso due strade diverse..." "Andiamo Chuck arriveranno gli invitati tra poco, e devo far pulire i frutti della tua preoccupazione" aggiunse guardando il tavolino. All'aereoporto la confusione era tale che Kelsy spazientita desiderò fortemente che annunciassero l'arrivo del volo di suo padre in modo da dirigersi a colpo sicuro al gate... "Il volo proveniente da Portland, Washington è in arrivo al gate 112" annunciò la voce metallica. "Guarda tu che coincidenza" disse tra sè Kelsy Dopo aver raggiunto il gate, si guardò un po' intorno e finalmente lo vide, anzi li vide. Suo padre ed un ragazzo, erano entrambi alti ma l'accompagnatore lo superava di due palmi, sembrava sulla ventina ed era molto attraente. Kelsey si avvicinò ad una velocità mozzafiato, da quando era così atletica? Si chiese, ma ora doveva pensare solo ad accogliere i suoi ospiti. "Pààà!" urlò come una bambina "Key, vita mia!" le gridò quello di rimando "caspita sei bellissima, sei una donna ormai!" "Ehy mi fai sentire vecchia, sei tu che sei decrepito!" Risero. E si abbracciarono. Finalmente insieme. "Lui è Jacob! Il figlio di Billy Black, il signore con cui ogni tanto parli a telefono!" "Piacere" disse Kelsey porgendo la mano. I loro occhi si incontrarono, a Kelsey mancò il terreno sotto i piedi, si sentì piena, soddisfatta, completata. Sbattè le palpebre nel tentativo di riprendersi. "Pia...io...sono..." balbettava Jacob. "Piacere lui è Jacob come già sai e credo stia soffrendo per il Jet Lag" disse Henry cercando di non dare ascolto al suo cervello che urlava IMPRINTING-IMPRINTING-IMPRINTING! "Che bon...ehm cioè che bello avervi qui!" esclamò Kelsey rossa in viso. "Andiamo" disse Henry in preda al panico e in auto si mise in mezzo ai due, la prudenza non era mai troppa! "Pà, solo che io avevo preparato per una sola persona a casa..." disse Kelsey "No io dormo dove vuoi tu" disse Jacob con aria sognante. Henry gli tirò un cazzotto. "Lascialo stare è scemo di natura!!" spiegò con un sorriso e rivolse un'occhiataccia al ragazzo. "Chiamo a casa e dico di far preparare una nuova stanza allora..." disse lei "Kelsey se non ti dispiace io farei aggiungere un nuovo letto nella mia!" -per controllare la situazione- pensò fra sè Henry. "Perfetto!" disse lei contenta "Ah papà ti ho preso un vestito per stasera... ne troverò uno per Jake! Ti da fastidio se ti chiamo Jake?" "No no figurati" rispose il ragazzo e volse lo sguardo fuori dal finestrino, contento per una volta ad aver dato ascolto a Sam ed esser andato in quel covo di succhiasangue.

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Capitolo 3
*** Festa ***


Erano arrivati. Lily ne sentì la puzza. "Sono qui" disse Chuck con voce annoiata mentre sorseggiava un Martini. "Ho sentito...SERENA...tuo padre è qui!" disse la bellissima donna con un tono spazientito, "Non lo voglio vedere, devo scegliere ancora il colore delle smalto..." sibilò Serena "Mamma, Chuck, Serena...papà ed un suo amico...Jake!" disse entsusiasta Kelsey entrando nella stanza e sprizzando allegria da ogni poro della sua pelle perfetta "Buonasera" dissero senza tono all'unisono Chuck e Lily "Papà..." disse Serena "felice di vederti" aveva una faccia da funerale "Sera!" disse Henry, "Buonasera" disse Jacob -quanto erano ricchi questi succhiasangue?- pensò- ecco perchè c'era la fame nel mondo, i soldi se li prendono quelli che dovrebbero essere morti!- "Bene papà" iniziò a dire Kelsey in seria difficoltà, non si aspettava di certo un'accoglienza gioiosa ma nemmeno quel gelo polare. Erano rimasti fermi immobili, su due fronti. Come se dovessere combattere. "Vogliamo vedere dove ci hai sistemati Kelsey?" disse all'improvviso Jake. Kelsey lo prese per mano, era caldo, le piaceva quel contatto. "Andiamo!" esclamò e li portò verso la loro camera. Gliela mostrò e diede loro i vestiti per la festa... aveva organizzato le cose per Jake in auto e la sua Maria era stata efficiente come al solito. "Vi vengo a prendere tra un'ora ok?" domandò Kelsey prima di uscire "Signorsì" rispose scherzosamente Henry E lei se ne andò, chiudendo delicatamente la porta. Doveva fare attenzione, in questi giorni aveva rotto due maniglie per errore e con sua enorme meraviglia sua madre non aveva commentato. La vedeva strana, pensierosa. Entrò in camera sua, dove un bagno caldo l'aspettava. Basta pensare. Era il suo compleanno. Si rilassò ed entrò nella vasca. "Jacob Black non pensare che non ti abbia visto!" disse Henry infuriato "Sono alto un metro e 96 e peso 100 kg...sarebbe un po' difficile non notarmi non credi?" rispose quello piccato, sapeva dove voleva andare a parare. "Intendevo come guardi mia figlia!" esplicò Henry "Ma se la amo mica è colpa mia no? E non fare quella faccia... lo sai meglio di me, l'imprinting è imprinting" "purtroppo..."borbottò l'uomo in risposta "Henry, ti giuro che non la farò soffrire e lo sai! Morirei piuttosto che darle qualche dispiacere..." esclamò serio Jacob "Jake..." iniziò Henry "lo sai che di te mi fidò solo che ho paura!" "Sì ma non farà la fine di Emily lei è molto più forte...e..." stava continuando Jake "No lo so...il problema è che questo è un momento un po' difficile per lei e non vorrei che tra la sua scoperta, te e tutto il nostro mondo...si allontanasse da me..." confessò serio e triste Henry Jacob si intenerì "Non accadrà, e per il suo bene terrò i miei sentimenti per me finchè...la situazione non si sistemerà! Per ora sarò solo un buon amico" "Sei intelligente ragazzo" disse più sereno Henry "E sai ogni tanto il criceto pedala nel mio cervello..." scherzò Jake e andò a farsi una doccia. "Ci siete?" domandò Kelsey un'ora dopo "No non c'è nessuno" rispose Henrey dall'altra parte "Ah per fortuna che non sono venuta!" continuò a scherzare la ragazza Con suo padre era tutto così semplice, facile e magnifico. Entrò nella stanza. I due la aspettavano con indosso due abiti di Armani. Erano belli. Uno in particolare la attirava, ma Kelsey capì che non era il momento più adatto per mettersi a sbavare. "Come siete belli!" disse con un sorriso "ah e mi sento una nana in confronto a voi!" "No tu sei nana Key!" disse Jake e scoppiò a ridere. Lei aveva fatto un'espressione offesa che era tutto dire. "Andiamo su su.. vi ho fatto fare delle costolette magnifiche" blaterava Kelsey "Costolette!" esclamò Jake con uno sguardo omicida Kelsey rise di gusto, era forte Jake, oltre che stupendo aggiunse mentalmente. "Kelsey, piccola...il mio regalo lo volete ora o dopo la festa?" domandò Henry fermandosi nella grande sala in cui stavano passando "Io...dopo dopo... Serena è sparita...sarebbe ingiusto aprirlo senza di lei!" disse Kelsey "Bene" riprese la ragazza, erano giunti alla grande porta in noce della sala dove avrebbero festeggiato, "forza e coraggio e affrontiamo questi qua..." "Ti dispiace se vado a scambiare qualche parola con tua madre? Potresti rimanere con Jake" disse Henry "No figurati! Vai ma fai attenzione a non dire che i piatti sono in semplice porcellana...è porcellana francese, ci ha messo una vita a farli arrivare e ti ucciderebbe per un simile errore" rise la ragazza "Credimi mi saprei difendere!" detto questo Henry si diresse verso la sue ex compagna "Jake..." "Sì dimmi!" "Le costolette sono di la!" e ridendo e scherzando andarono verso il tavolo con le costolette. TIN TIN TIN. Un cucchiaino tintinnava contro un bicchiere di cristallo. "Scusate...signori vorrei la vostra attenzione per favore". Lily riuscì a catalizzare l'attenzione su di se in pochissimo tempo, bellissima nel suo abito blu, sembrava la bella copia di una di quelle attrici che si presentano sul red-carpet dopo mesi di preparazione; a lei c'era voluta solo una doccia. "Bene" disse compiaciuta non appena notò che tutti gli sguardi erano per lei "innanzi tutto vorrei ringraziarvi per essere venuti a questa festicciola..." "Festicciola? Non oso pensare cosa combinerà al vostro matrimonio" commentò sarcastico Jacob e Kelsey soffocò una risata lanciandogli uno sguardo complice. Lily aveva sentito perchè lo incenerì con uno sguardo. Jake le sorrise beffardo, che udito quei succhiasangue... "Ora che le mie figlie sono diventate adolescenti, mi sento una vecchia signora..." continuò con falso rammarico. Kelsey lo sapeva che lo aveva detto apposta per ricevere dei complimenti ed infatti dalla folla si alzò un brusio di dissenzo. Sua madre in effetti era bellissima nei suoi 35 anni. Eterni. La ragazza pensava mentre sua madre blaterava le solite sciocchezze di rito, che nell'UES tutti conoscevano a memoria. All'improvviso ricordò: erano passati 10 anni da quando la madre aveva svelato alle figlie la sua natura di vampira. Lei aveva reagito inorridendo mentre sua sorella Serena saltando da una parte all'altra urlando che avrebbe avuto la madre più bella, più giovane...più tutto. Kelsey non era contraria ai vampiri, per carità... eppure c'era qualcosa nella sua natura che l'allontanava da loro... sua madre e Chuck poi si nutrivano con il cibo umano, erano completamente civilizzati,non uccidvìevano nessuno. "Ora se le mie care figlie vogliono aggiungere qualcosa..." K. riemerse rapidamente dall'oceano dei suoi pensieri e raggiunse sua sorella che l'attendeva al centro della sala. "Bene" iniziò titubante, essendo la maggiore tra le due, era di sua competenza fare i ringraziamenti, e così iniziò a recitare la solita litania "ringraziamo infinitamente mia madre per averci dato questa bellissima occasione per incontrarci e festeggiare il nostro compleanno e ringrazio voi per la vostra presenza sempre gradita..." Dopo qualche minuto, quando aveva finito di recitare la sua parte da perfetta reginetta dell'altà società newyorkese, iniziò la parte che odiava di più: l'apertura dei regali. La gente pensava che essendo gemelle, anche se diverse fisicamente, lei e Serena amassero le stesse cose. Bè si sbagliavano di grosso. Così che avevano sempre avuto dei regali a coppia, regali sgraditi oltre che inutili. Henry fissò le sue due figlie. Si stavano accingendo ad aprire i regali. Serena con la sua solita maschera gelida, mentre Kelsey con un'espressione alla Giovanna D'Arco. Dopo la lunga lista di gioielli ed accessori firmati, arrivarono al suo regalo e l'aria si fece pesante per lui e per Lily. La loro reazione avrebbe scatenato un pandemonio e lo sapevano entrambi i genitori delle ragazze. Kelsey scartò la busta, sottile. C'erano due fogli dentro...due biglietti aerei. Gli occhi le si illuminarono e guardò prima Henry e poi Jake. "OH MIO DIO" disse in preda all'euforia "Evvaaaaaai" "Fammi vedere dai!" disse divertita Ser, ma la sua espressione cambiò di colpo "NO NO NO NO NO" iniziò ad urlare e molti bicchieri si spaccarono all'improvviso. "Ma Ser come non sei felice?" domandò Kelsey visibilmente paralizzata dalla sorpresa mentre cercava di capire cosa fosse accaduto ai bicchieri, "andiamo da papà staremo con lui..." continuò con un fil di voce "TU ci vai io rimango qui, non ci vado li in mezzo agli indiani, in quel buco sperduto nel mondo a respirare acqua!" replicò quella in preda ad una crisi nervosa "Cosa? Oh smettila ci sarà da divertirsi!" cercò di continuare Kelsey, ma era troppo tardi la sorella aveva fatto una teatrale uscita dalla sala lasciando tutti a bocca aperta, tranne Henry, Lily, Chuck e Jake, loro lo sapevano che sarebbe andata a finire così. "Signori la festa è finita!" esclamò Lily, arrabbiata per la vergogna, queste cose nel loro ambiente erano fonte di pettegolezzo per mesi. Tutti uscirono mormorando. Quando la sala fu vuota, Kelsey si avvicinò a Jake e suo padre mentre quest'ultimo parlava animatamente con sua madre. Poi si voltò verso di lei "Key amore che ne dici di andare a fare un giro con Jake? Io e la mamma abbiamo alcune cose da discutere, quando Chuck avrà ritrovato tua sorella vi faremo chiamare, così ne parleremo ok?" "Sì ok...vieni Jake...per di qua!" Kelsey passeggiava nel vasto giardino della casa con aria preoccupata, mentre Jake le teneva la mano e la fissava, totalmente preso da lei. "Insomma non credi sia strano?" domandò lei "Cosa esattamente di questo mondo di ricconi? La vecchia che aveva il cerone oppure il bambino di tre anni con lo smoking che già balbettava dei suoi possedimenti petroliferi?" chiese Jake ridendo A Kelsey sfuggì un sorriso, "No, intendo mia sorella...ha una totale avversione nei confronti di papà...non vedi come si comporta?" "Bè è una cosa naturale sai...come la nostra amicizia" azzardò Jake, insomma al diavolo Henry quella era la donna della sua vita, e la tirò delicatamente a se. "Si ma la nostra non è una cosa brutta..." rispose Kelsey, totalmente immersa negli occhi del suo interlocutore, si mise in punta di piedi mentre Jake si abbassava...il suo corpo era totalmente appoggiato a quello caldo ed enorme di Jake, i loro nasi si sfioravano, i loro respiri si mischiavano... "Signorina la vogliono i suoi genitori!" urlò la voce di Maria. La bolla di sapone nella quale si trovavano lei e Jake scoppiò. "Arriviamo" rispose in fretta Jake e schioccò un bacio in fronte a Kelsey "Bello mi serve un dramma familiare per chiudere in bellezza il mio compleanno!" esclamo sarcastica la ragazza. E si avviarono verso la casa.

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Capitolo 4
*** Partenze ***


"Tu ci andrai!" ordinò severa Lily a sua figlia "No" urlò quella di rimando e una porta sbattè mandando in frantumi uno dei due pannelli di vetro "Smettila di innervosirti altrimenti dovremo rifare la casa..." disse Lily "E ora che diavolo centra? Comunque IO LI NON CI VADO!" continuò Serena petulante e a voce alta "Ne abbiamo già parlato ieri sera con tutti quanti e basta! Tu e Kelsey andrete a vivere a La Push per l'estate. Fine della discussione!" concluse la donna con un tono che non ammetteva repliche ed uscì dalla stanza. Serena preferì non discutere. La sera prima tutti si erano imposti contro di lei, affinchè andasse con suo padre e sua sorella a La Push. Insomma, lei non lo sopportava e da qualche tempo non tollerava nemmeno sua sorella, le dava fastidio persino il suo odore. Muschio, fiori, bosco ecco di cosa odorava Kelsey senza bisogno di utilizzare particolari lozioni. Con sua grande irritazione qualcuno bussò alla porta della stanza da letto. "Avanti" disse in un soffio "Serena, buongiorno!" era suo padre -Ci mancava solo lui- pensò Serena. Gli rispose alzando impercettibilmente un sopracciglio. "Capisco di non essere esattamente la persona che vorresti vedere, ma so anche che non è colpa tua..no! Non interrompermi per favore" aggiunse quando vide che lei era sul punto di controbattere, e continuò "ma credo che questo viaggio vi serva per comprendere meglio la vostra situazione, saputo ciò che vi serve poi potrete prendere la vostra strada" "Non hai fatto il padre per 16 anni e ora ci vuoi portare nella tua capanna? Ma hai visto dove siamo cresciute? Ti rendi conto che mi rovinerai l'estate?" sputò quella "Non sono stato molto presente perchè non me lo hanno permesso Serena. E comunque sia tu mi avresti detestato lo stesso quindi..." poi aggiunse con voce ferma e sicura "e comunque sia tu non vivrai con me, starai a La Push il tempo necessario per charire una certa situazione e poi sarai ospite di una famiglia di vampiri che vive a Forks" Serena alzò la testa -lui sapeva- "Tu..." iniziò a chiedere sgomenta "Sì so tutto, tranquilla. Ora ti lascio ai tuoi impegni. Buongiorno cara" e si incamminò verso la porta, notando i vetri rotti a terra chiese "cosa è successo a questa porta?" Serena alzò lo sguardo e rispose "Niente, si è rotta mentre parlavo - ed enfatizzò l'ultima parola- con la mamma" "Ah capisco" disse solamente l'uomo e con un cipiglio preoccupato uscì. Ora per lui veniva la parte più facile: andare dalla sua Kelsey. Qualcuno bussò alla porta mentre Kelsey dormiva alla grande. "E' permesso?" disse una voce maschile e sbattè il pugno sulla porta per svegliarla. "Uhm? Oh si papà...AAARGH" a Kelsey le si intrecciarono i piedi nelle lenzuola ma con un balzo riuscì a rimettersi in piedi in un nano secondo "Sei viva?" domandò suo padre incerto "Sì! Credo, spero, suppongo..." blaterava la ragazza -come cavolo aveva fatto a saltare così? boh!- "Eh allora? Non prepari i bagagli?" chiese suo padre sedendosi al bordo dell'immenso letto della figlia -ci sarebbe stata scomoda a La Push- pensò "Chi? Io?" chiese quella "No me li preparano le cameriere..." il suo sguardo cadde sulla sveglia erano le 9,30 "Oh ma ti sembra orario per svegliarmi?" scherzò "Ma ti devi abituare cara! Ogni mattina ci sveglieremo alle 4, scaleremo qualche montagna, taglieremo la legna..." iniziò ad elencare scherzosamente Henry "Si certo raccoglieremo le uova e mungeremo le mucche" continuò Kelsey. Si lasciarono andare alle risate. "Pà ci sei andato da Ser?" chiese "perchè non hai segni di colluttazione e mi sembra strano" continuò fingendo di scrutare preoccupata il collo del padre. "Ehy ci so fare con i ragazzi io!" rispose quello "E poi abbiamo parlato poco..." "Almeno ti rivolge la parola...a me non parlerà per mesi!" aggiunse con preoccupazione Kelsey ributtandosi sul letto "No tranquilla, appena le sarà passato tutto tornerete come prima" la rassicurò lui "Ser puzza!" esclamò all'improvviso Kelsey "Uh?" chiese preso in contropiede quello "Serena, la mamma e Chuck PUZZANO!" continuò quella con una sincerità disarmante -Peggio di quanto pensassi- si disse Henry "Ah si? E di cosa piccola?" tentò di scherzare lui "Di incenso...è una puzza dolciastra, mi da la nausea..." continuò quella visibilmente disgustata Un'omino nella mente di Henry sbatteva la testa al muro. "Vabbè dai" riprese quello dopo qualche minuto di silenzio "non mi sembra il caso di affrontare certi argomenti prima di colazione..." Qualcuno bussò alla porta. "Henry sei qui?" era Jake. "No sono un'illusione ottica" rispose quello. Kelsey rise. "No scusa, volevo solo chiederti quand'è che si fa colazione" aggiunse Jake arrossendo. -FRENA!FRENA!FRENA! C'è tuo padre, se gli salti addosso ti uccide, poi per fare le cose per bene ammazza anche lui e non sarebbe giusto eliminare un simil bonazzo- pensava Kelsey, con aria imbambolata. Si riprese e si alzò dal letto, indossava una camicia da notte in seta grigia di Victoria's Secret, la copriva a stentò sino a metà coscia. Due infarti giunsero in quel momento: uno ad Henry nel vedere sua figlia così poco vestita di fronte al suo imprinting, il secondo a Jake nel vedere il suo imprinting così poco vestito; se avesse potuto avrebbe mandato un ululato di gioia... "Se mi lasciate cinque minuti per una doccia vi raggiungo e vi porto in una delle sale da pranzo, qui ognuno fa colazione quando vuole..." spiegò lei con voce bassa e conciliante "Ok, usciamo fuori di qui!" disse immediatamente Henry, rivolgendo uno sguardo truce nei confronti di Jake e prendendolo per il braccio destro, ed uscirono lasciando Kelsey da sola. "Spero che tu stia sbavando come un cane all'idea della colazione e non di mia figlia in pigiama!" chiese serio a Jacob. Quello rimase interdetto ancora per un po' cercando di riprendersi dal colpo. "Siete tutti pronti?" chiese Henry ai tre ragazzi che si trovavano giù in giardino, pronti per recarsi in aereoporto. Serena non rispose. Aveva degli occhiali enormi, un paio di pantaloncini inguinali e una canotta k la lasciava quasi totalmente scoperta, delle ballerine ed una faccia da disgraziata che faceva quasi ridere. Henry non condivideva il modo in cui si vestiva ma lasciò correre ogni discussione non avrebbe fatto altro che allontanarla da lui e lei distava già km e km. "Sì pà...prontissimi!" rispose invece Kelsey sorridente. Lei aveva intelligentemente optato per vestiti molto più comodi: una camicetta a maniche corte, un jeans e delle sneakers della Nike. Quando sua madre l'aveva vista aveva fatto un'espressione disgustata. "Finalmente si torna a casa!" sospirò Jacob e Henry rise, condividendo le parole del ragazzo. Salirono sulla limousine. Oggi erano di più, avevano bisogno di spazio. Serena non avrebbe di certo condiviso il sedile con loro 'comuni mortali'. Arrivarono all'aereoporto dopo aver scherzato per tutto il tragitto, senza contare Serena che era rimasta a fissare imbronciata fuori dal finestrino per tutto il tempo. Dopo i vari controlli, salirono sull'aereo, trovarono i loro posti e si sedettero. L'aereo decollò. -Ciao ciao New York- pensò Kelsey ed appoggiò la testa sul sedile chiudendo gli occhi.

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Capitolo 5
*** Arrival ***


"Key...su svegliati!" Jacob le sussurava nell'orecchio, quando il suo fiato caldo arrivò alle orecchie gli ormoni iniziarono a fare il girotondo uso figli dei fiori.
"Siamo arrivati?" domandò Kelsey intontita dal sonno
"Sì" rispose Jake "tuo padre è già sceso con Serena a quanto pare sua maestà ha bisogno della scorta per scendere la scaletta"
"Uff...che rompipalle..." dicendo così si alzò e diede la mano a Jake, lui in risposta prima le strinse la mano e poi le mise un braccio attorno alle spalle.
Scesero e videro che nel frattempo Henry era andato a predendere le valigie. -E Ser?- si domandò Kelsey guardandosi intorno. Poi le venne un colpo.
Erano in 13 ad aspettarli all'aereoporto. Cinque indiani, dovevano essere gli amici di suo padre e Jake e otto...no! Impossibile...vampiri. Il loro odore la nauseava.
Serena non aveva degnato di uno sguardo i Quileute ed era andata subito dai...Cullen, se non errava.
"Come avrai ben capito loro sono i Cullen e sono..." disse Jake
 "vampiri" sussurò disgustata Kelsey, si stava sentendo poco bene.
Si avvicinò alla combriccola assieme a Jake che ormai era la sua ombra. I Quileute ed i vampiri avevano formato due fazioni.
"Buongiorno a tutti!" disse tenendosi a debita distanza dai vampiri. Si chinò e diede un bacio sulla guancia all'anziano Quileute che la guardava dal basso della sua sedia a rotelle.
"Lei deve essere Billy vero?" chiese educatamente
"Non mi dare del lei per carità sei come una figlia per me" disse rendendosi conto di come Jake guardava la ragazza. Aveva esperienza ed aveva capito tutto, anche troppo.
"Bene" disse Jake ,tentando di tergiversare, "loro sono Sam" ed indicò un giovane uomo dagli occhi sapienti e l'espressione calma "Seth" stavolta toccò ad un ragazzino che avrebbe potuto avere 14 anni ma che era un energumeno "e loro due Quil ed Embry" ed indicò due ragazzoni.
"Eh va bene  ditelo che vi siete messi d'accordo" sbottò spazientita la ragazza " siete altissimi!"
"No sei tu che sei tappa!" ribadì Jacob
Henry li raggiunse mentre ancora tutti ridevano.
"Key tesoro...vedo che hai fatto la conoscenza di alcuni miei amici! Ora ti posso presentare i Cullen?"
Non aveva sbagliato erano loro quindi! Li aveva sentiti nominare qualche volta da suo padre e non dovevano esserci rapporti idilliaci.
Perchè suo padre avesse quest'avversione nei confronti dei vampiri doveva ancora capirlo, ma sapeva di averla ereditata da lui.
"Piacere di conoscerti Kelsey" disse un ragazzo "io sono il dottor Carlisle" stette ben attento a non porgerle la mano, sembrava sul punto di vomitare, un ulteriore contatto e avrebbe lasciato la colazione a terra.
-Dottore? Così giovane...altro che dottor House sembra George Clooney in ER- si disse K.
"Bè piacere signore" rispose atona Kelsey cercando di respirare il meno possibile.
"Lei è mia moglie Esme" una ragazza la salutò con la mano, il viso era delicato e dolce, aveva una bellezza da anni '40 "e le mie figlie: Alice, Rosalie e Bella".
Kelsey rivolse un sorriso ad una puffa che la salutava... aveva un visino da elfo e i capelli corti e poi volse lo sguardo su una bionda. Il sorriso le sparì dalla bocca per far spazio ad un'espressione raggelante; dapprima la vampira la guardò male poi smise di fissarla perchè Kelsey stava dando il meglio di se per metterla a disagio. Era cresciuta nell'UES, li le ragazze si guadagnano la cima della motagna della fama a suon di tacchi e borsettate. E a lei Rosalie non piaceva a pelle, quindi era inutile soffermarsi in finti salamelecchi.
Infine si voltò verso Bella e stavolta Kelsey le porse la mano. Era umana anche se odorava di vampiro...si accorse che era timida. Cosa ci faceva un umana con loro?
"Loro invece sono i miei figli: Emmett" un ragazzone le sorrise -simpatico- pensò Kelsey "Jasper ed Edward". Jasper sembrava inamidato...che mangiasse naftalina? Era come se trattenesse il respiro ed Edward, bè Edward era... strano... sembrava che la stesse scrutando. No, che le stesse frugando in testa.
"Non ci troverai niente sai" disse all'improvviso Kelsey, aveva capito dove voleva arrivare. Aveva sentito che a volte i vampiri hanno dei poteri speciali, lei lo avvertiva.
"Come scusa?" chiese gentilmente Edward con finta espressione confusa
"Ho detto" ripetè come se stesse spiegando una cosa ovvia ad un bambino tonto "che non riuscira a leggermi nel pensiero e quindi poni fine ai tuoi sforzi" completò
"E come sai che non ci riuscirò?" domandò lui
-Impertinente- pensò Kelsey "Perchè su di me voi non avete effetto" concluse soddisfatta.
"Bene ora andiamo Jake? C'è cattivo odore...Dottore, signora" disse voltandosi verso i due "arrivederci" finì senza convinzione e fece ritorno tra i Quileute.
"Forte la ragazza Jake!" disse Embry divertito
"Lo so grazie" rispose ironica Kelsey.
Aveva capito che sua sorella sarebbe rimasta con i Cullen. Così andò via assieme ai Quileute. Salirono in macchina e partirono alla volta di La Push.


"Allora, abbiamo due camere separate, naturalmente. Quella lì" ed Henry indicò la porta di destra "è la tua mentre quella a sinistra è la mia....come hai visto la cucina e la sala da pranzo sono un unico ambiente e sono all'entrata, abbiamo un unico bagno" ed indicò una porta in mezzo alle due camere da letto "e sotto c'è una cantina dove metto le cianfrusaglie. Tutto chiaro?"
"Sì pà" rispose Kelsey. Doveva ammetterlo casa era minuscola, ma che minuscola, magari! Era microscopica. Ma era pulita ed accogliente e le dava un senso di calore unico.
"Senti questa sera, alcuni nostri amici ti hanno organizzato una festa di benvenuto; non sarà come le feste che sei solita frequentare" disse con tono umile Henry "ma spero tu venga e ti diverta!"
"Stammi a sentire" disse Kelsey "è vero qui è totalmente diverso da casa, ma mi piace! Quindi smettila e rilassati, va bene?"
"Perfetto Key..." "Ah e non sperare che io cucini perchè non ho idea nemmeno di come si faccia una panino!" "Moriremo per un'intossicazione o di fame quindi!" esclamò
Bussarono alla porta.
 "Penso che sia..." stava dicendo Kelsey
"Principe Giglio" borbottò Henryn
"...Jake" conluse K.
Infatti era lui...ma non era da solo.
"Ciao!" "Ehy salve!" "Buongioooorno!!" "Permesso?" "We come vaaa!" "Ciao Key" Jacob parlò per ultimo. In casa erano entrati un mucchio di ragazzi giganti ed una ragazza facendo un casino tremendo, di conseguenza Kelsey era rimasta scioccata. A NY erano tutti dei damerini... questi qui erano...FORTI!
Si presentarono uno ad uno oltre ai quattro che già conosceva. In più c'erano Paul, Jared e la ragazza di nome Leah.
Tutti ad eccezione di Jake, che sedeva accanto a lei, le fecero domande su NY, su come vivevano, sulla scuola, gli amici...
Poi furono raggiunti da Billy, al quale Kelsey si era già affezionata, ed una ragazza che aveva il volto sfigurato ma che esprimeva una dolcezza unica.
Kelsey per educazione non fece nessuna domanda su quelle strane cicatrici. Aveva una aspetto materno. Non come sua madre che era fredda, calcolatrice e che della vita delle figlia sapeva poco e niente. Kelsey non ricordava un solo bacio della buonanotte o una chiaccherata 'tra donne'. Con Emily era diverso, le ispirava fiducia.
"E tua sorella ha davvero avuto il coraggio di rimanere con quelli la?" chiese una ragazzo, doveva essere Paul.
A Kelsey piaceva che fosse diretto. "Sì è così" rispose pacata Kelsey; "che coraggio..." continuò quello "Paul! Basta su!" intervenne Sam.
"No Sam e perchè?" domandò Kelsey "ha ragione io non ci sarei mai rimasta con la famiglia Addams..."
Tutti scoppiarono a ridere.
"Bene" intervenne Billy "ora andiamoci a fare belli, così alla festa accoglieremo questa signorina come si deve!"
"Io sto già benissimo così" disse Kelsey
"Fossi in te mi ricorderei queste parole anche domani mattina mia cara!" intervenne Sam.

Kelsey andò in camera, dopo che tutti furono andati via, e decise cosa mettere. Era la sua festa.
-Speriamo che non sia come l'ultima!- pensò


"Key...su svegliati!" Jacob le sussurava nell'orecchio, quando il suo fiato caldo arrivò alle orecchie gli ormoni iniziarono a fare il girotondo uso figli dei fiori.
"Siamo arrivati?" domandò Kelsey intontita dal sonno
"Sì" rispose Jake "tuo padre è già sceso con Serena a quanto pare sua maestà ha bisogno della scorta per scendere la scaletta"
"Uff...che rompipalle..." dicendo così si alzò e diede la mano a Jake, lui in risposta prima le strinse la mano e poi le mise un braccio attorno alle spalle.
Scesero e videro che nel frattempo Henry era andato a predendere le valigie. -E Ser?- si domandò Kelsey guardandosi intorno. Poi le venne un colpo.
Erano in 13 ad aspettarli all'aereoporto. Cinque indiani, dovevano essere gli amici di suo padre e Jake e otto...no! Impossibile...vampiri. Il loro odore la nauseava.
Serena non aveva degnato di uno sguardo i Quileute ed era andata subito dai...Cullen, se non errava.
"Come avrai ben capito loro sono i Cullen e sono..." disse Jake
 "vampiri" sussurò disgustata Kelsey, si stava sentendo poco bene.
Si avvicinò alla combriccola assieme a Jake che ormai era la sua ombra. I Quileute ed i vampiri avevano formato due fazioni.
"Buongiorno a tutti!" disse tenendosi a debita distanza dai vampiri. Si chinò e diede un bacio sulla guancia all'anziano Quileute che la guardava dal basso della sua sedia a rotelle.
"Lei deve essere Billy vero?" chiese educatamente
"Non mi dare del lei per carità sei come una figlia per me" disse rendendosi conto di come Jake guardava la ragazza. Aveva esperienza ed aveva capito tutto, anche troppo.
"Bene" disse Jake ,tentando di tergiversare, "loro sono Sam" ed indicò un giovane uomo dagli occhi sapienti e l'espressione calma "Seth" stavolta toccò ad un ragazzino che avrebbe potuto avere 14 anni ma che era un energumeno "e loro due Quil ed Embry" ed indicò due ragazzoni.
"Eh va bene  ditelo che vi siete messi d'accordo" sbottò spazientita la ragazza " siete altissimi!"
"No sei tu che sei tappa!" ribadì Jacob
Henry li raggiunse mentre ancora tutti ridevano.
"Key tesoro...vedo che hai fatto la conoscenza di alcuni miei amici! Ora ti posso presentare i Cullen?"
Non aveva sbagliato erano loro quindi! Li aveva sentiti nominare qualche volta da suo padre e non dovevano esserci rapporti idilliaci.
Perchè suo padre avesse quest'avversione nei confronti dei vampiri doveva ancora capirlo, ma sapeva di averla ereditata da lui.
"Piacere di conoscerti Kelsey" disse un ragazzo "io sono il dottor Carlisle" stette ben attento a non porgerle la mano, sembrava sul punto di vomitare, un ulteriore contatto e avrebbe lasciato la colazione a terra.
-Dottore? Così giovane...altro che dottor House sembra George Clooney in ER- si disse K.
"Bè piacere signore" rispose atona Kelsey cercando di respirare il meno possibile.
"Lei è mia moglie Esme" una ragazza la salutò con la mano, il viso era delicato e dolce, aveva una bellezza da anni '40 "e le mie figlie: Alice, Rosalie e Bella".
Kelsey rivolse un sorriso ad una puffa che la salutava... aveva un visino da elfo e i capelli corti e poi volse lo sguardo su una bionda. Il sorriso le sparì dalla bocca per far spazio ad un'espressione raggelante; dapprima la vampira la guardò male poi smise di fissarla perchè Kelsey stava dando il meglio di se per metterla a disagio. Era cresciuta nell'UES, li le ragazze si guadagnano la cima della motagna della fama a suon di tacchi e borsettate. E a lei Rosalie non piaceva a pelle, quindi era inutile soffermarsi in finti salamelecchi.
Infine si voltò verso Bella e stavolta Kelsey le porse la mano. Era umana anche se odorava di vampiro...si accorse che era timida. Cosa ci faceva un umana con loro?
"Loro invece sono i miei figli: Emmett" un ragazzone le sorrise -simpatico- pensò Kelsey "Jasper ed Edward". Jasper sembrava inamidato...che mangiasse naftalina? Era come se trattenesse il respiro ed Edward, bè Edward era... strano... sembrava che la stesse scrutando. No, che le stesse frugando in testa.
"Non ci troverai niente sai" disse all'improvviso Kelsey, aveva capito dove voleva arrivare. Aveva sentito che a volte i vampiri hanno dei poteri speciali, lei lo avvertiva.
"Come scusa?" chiese gentilmente Edward con finta espressione confusa
"Ho detto" ripetè come se stesse spiegando una cosa ovvia ad un bambino tonto "che non riuscira a leggermi nel pensiero e quindi poni fine ai tuoi sforzi" completò
"E come sai che non ci riuscirò?" domandò lui
-Impertinente- pensò Kelsey "Perchè su di me voi non avete effetto" concluse soddisfatta.
"Bene ora andiamo Jake? C'è cattivo odore...Dottore, signora" disse voltandosi verso i due "arrivederci" finì senza convinzione e fece ritorno tra i Quileute.
"Forte la ragazza Jake!" disse Embry divertito
"Lo so grazie" rispose ironica Kelsey.
Aveva capito che sua sorella sarebbe rimasta con i Cullen. Così andò via assieme ai Quileute. Salirono in macchina e partirono alla volta di La Push.


"Allora, abbiamo due camere separate, naturalmente. Quella lì" ed Henry indicò la porta di destra "è la tua mentre quella a sinistra è la mia....come hai visto la cucina e la sala da pranzo sono un unico ambiente e sono all'entrata, abbiamo un unico bagno" ed indicò una porta in mezzo alle due camere da letto "e sotto c'è una cantina dove metto le cianfrusaglie. Tutto chiaro?"
"Sì pà" rispose Kelsey. Doveva ammetterlo casa era minuscola, ma che minuscola, magari! Era microscopica. Ma era pulita ed accogliente e le dava un senso di calore unico.
"Senti questa sera, alcuni nostri amici ti hanno organizzato una festa di benvenuto; non sarà come le feste che sei solita frequentare" disse con tono umile Henry "ma spero tu venga e ti diverta!"
"Stammi a sentire" disse Kelsey "è vero qui è totalmente diverso da casa, ma mi piace! Quindi smettila e rilassati, va bene?"
"Perfetto Key..." "Ah e non sperare che io cucini perchè non ho idea nemmeno di come si faccia una panino!" "Moriremo per un'intossicazione o di fame quindi!" esclamò
Bussarono alla porta.
 "Penso che sia..." stava dicendo Kelsey
"Principe Giglio" borbottò Henryn
"...Jake" conluse K.
Infatti era lui...ma non era da solo.
"Ciao!" "Ehy salve!" "Buongioooorno!!" "Permesso?" "We come vaaa!" "Ciao Key" Jacob parlò per ultimo. In casa erano entrati un mucchio di ragazzi giganti ed una ragazza facendo un casino tremendo, di conseguenza Kelsey era rimasta scioccata. A NY erano tutti dei damerini... questi qui erano...FORTI!
Si presentarono uno ad uno oltre ai quattro che già conosceva. In più c'erano Paul, Jared e la ragazza di nome Leah.
Tutti ad eccezione di Jake, che sedeva accanto a lei, le fecero domande su NY, su come vivevano, sulla scuola, gli amici...
Poi furono raggiunti da Billy, al quale Kelsey si era già affezionata, ed una ragazza che aveva il volto sfigurato ma che esprimeva una dolcezza unica.
Kelsey per educazione non fece nessuna domanda su quelle strane cicatrici. Aveva una aspetto materno. Non come sua madre che era fredda, calcolatrice e che della vita delle figlia sapeva poco e niente. Kelsey non ricordava un solo bacio della buonanotte o una chiaccherata 'tra donne'. Con Emily era diverso, le ispirava fiducia.
"E tua sorella ha davvero avuto il coraggio di rimanere con quelli la?" chiese una ragazzo, doveva essere Paul.
A Kelsey piaceva che fosse diretto. "Sì è così" rispose pacata Kelsey; "che coraggio..." continuò quello "Paul! Basta su!" intervenne Sam.
"No Sam e perchè?" domandò Kelsey "ha ragione io non ci sarei mai rimasta con la famiglia Addams..."
Tutti scoppiarono a ridere.
"Bene" intervenne Billy "ora andiamoci a fare belli, così alla festa accoglieremo questa signorina come si deve!"
"Io sto già benissimo così" disse Kelsey
"Fossi in te mi ricorderei queste parole anche domani mattina mia cara!" intervenne Sam.

Kelsey andò in camera, dopo che tutti furono andati via, e decise cosa mettere. Era la sua festa.
-Speriamo che non sia come l'ultima!- pensò


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Capitolo 6
*** Benvenuta ***


6° capitolo: Benvenuta

Erano le otto e mezza quando Jake e suo padre suonarono il campanello.
"VADO IO!" urlò Henry
"Key è pronta?" domandò Jake senza nemmeno salutare ed entrando in casa
"Buonasera..." rispose scocciato Henry scostandosi "sì comunque, dovrebbe uscire tra poco"
"Buonasera Henry, tieni gli istinti omicidi sotto controllo! Ora come ora non potrei permettermi un funerale!" scherzò Billy entrando e notando lo sguardo assassino del suo amico.
"Nemmeno un matrimonio, vero fratello?" rispose di rimando Henry
"E taci ragazzo..." disse ridendo Billy "lasciali in pace!"
"Chi è che dovete lasciare in pace?" disse Kelsey uscendo dalla sua stanza.
WOW. Ecco cosa passò nella mente dei tre.
Kelsey aveva indossato  un vestito blu notte di Dior con le maniche a tre quarti, un paio di ballerine nere ed aveva legato i capelli con un fermaglio di Tiffany. Era semplice ed allo stesso tempo perfetta.
"Nessuno tesoro!" disse in fretta Henry
"Mmm tu non me la racconti giusta pà! Ciao Jaaake!" disse abbracciandolo come potè dato il dislivello "Billy ma sei bellissimo!!" esclamò ridendo
"Perchè voglio far colpo su di te!" rispose lui stando allo scherzo
"Ma dai lo sai già che ti adoro. Andiamo?"
Uscirono e si diressero verso casa di Sam ed Emily, dove la festa avrebbe avuto luogo.
C'erano un mucchio di luci tra gli alberi che illuminavano uno spiazzo con un tavolo lunghissimo, della musica arrivava dalle finestre aperte della casa e un vociare eccitato chiudeva il simpatico quadretto.
C'erano tutti i ragazzi che erano andati a casa sua quel pomeriggio, più delle ragazze che sembravano essere le loro fidanzate e persone che non conosceva che vivevano alla riserva.
Kelsey parlò con tutti, scherzò, ballò e mangiò. Emily era una maga dei fornelli.
Erano come una grande famiglia pensò Kelsey. Nell'UES le amicizie non erano mai vere, tutto era dettato dall'opportunismo. Persino sua sorella si era staccata da lei senza problemi.
All'improvviso fu presa da una fitta alla tempia destra. Delle immagini le scorsero in mente. Erano i ragazzi di quel pomeriggio, erano a petto nudo e correvano in una foresta, poi si trasformarono in animali giganti. Orsi? No! Lupi.
"Che ne dite di un brindisi per la nostra Kelsey?" chiese Sam alzandosi ed interrompendo il flusso di immagini nella testa della ragazza. Tutti brindarono e continuarono a ridere e parlare spensieratamente. K. lasciò correre, ma Billy la stava fissando. "Ehy che hai? Vino troppo forte?" chiese senza convinzione. Gli sguardi di Jake, Sam ed Henry la fissavano preoccupati.
"Scherzi? E' come succo di frutta per me!" disse lei, mentre cercava di eliminare quelle immagini dalla mente. Stava impazzendo?

All'una tornarono tutti a casa. Esausti, ma felici. Billy e Jake furono invitati a rimanere a casa Moonglow per un ultimo goccio. Kelsey era abituata all'alcool. Sua madre era dell'idea che se i ragazzi avevano libero accesso a tutto non ne avrebbero mai abusato. L'importante era mantenere integre le apparenze.
"Kelsey vorresti sentire qualche vecchia storiella della riserva?" le chiese Billy con non chalance
"Stringi papà! Sta morendo di sonno non vedi?" disse Jake pragmatico
"Bene sarò rapido. Sai visto che devi rimanere qui, è giusto che tu sappia qualcosa...lo sapevi che i Quileute discendono dai lupi?" iniziò
"Wow, ecco perchè mi chiamavi lupacchiotta da piccola pà!" esclamò K.
"Beccato" confessò Henry sorridendole
"Bene, si dice che si trasformassero in lupi per proteggere la tribù dai freddi, che  avevano devastato la popolazione" la sua voce era roca, lontana di secoli
"vampiri" sussurrò Kelsey, si stava facendo prendere dalla discussione
"esattamente" riprese Billy "loro non intrattenevano rapporti con noi e noi ci tenevamo a debita distanza da loro. I nostri avi stipularono un patto con dei vampiri che vivevano stabilmente qui; loro, i freddi intendo, confessarono che la loro 'dieta', se così si può chiamare, era composta da sangue animale e non umano, come accade per la maggior parte di loro..."
Jake guardava Kelsey, ogni sua reazione. Henry fissava un punto non definito sulla carta da parati.
"Si decise che non avrebbero lottato gli uni contro gli altri finchè il patto fosse stato rispettato" continuò lui
"cosa diceva questo patto?" chiese Kelsey avida di informazioni, si parlava di vampiri un mondo a lei vicino, in un certo senso.
"I freddi si sarebbero tenuti a distanza dalle terre dei Quileute, non avrebbero morso nessuno nè per ucciderlo nè per trasformarlo in uno di loro" stavolta fu Jake a parlare, con un tono di voce serio.
"Cosa sarebbe accaduto se il patto fosse stato violato?" domandò K.
"Sarebbe stata la fine. LA GUERRA" terminò Billy
"Capisco" disse Kelsey. Quella notte avrebbe fatto degli incubi. Ne era certa.
"Bene io toglierei il disturbo!" disse Billy "Jake, aiutami per favore"
Kelsey si alzò in piedi con suo padre e si diressero insieme alla porta.
"Sono i Cullen vero?" disse Kelsey "I freddi del patto dico"
"Buonanotte ragazza" così dicendo Billy spinse la sedia a rotelle per il vialetto, seguito da Henry che lo spingeva per poi caricarlo in auto.
"Kelsey" disse Jake "stanotte alle quattro, fuori dalla finestra della tua camera. Dobbiamo parlare"
Kelsey annuì pensierosa. Jake corse verso la macchina e salutò Henry con una pacca sulla spalla.
Quando Henry rientrò in casa, Kelsey gli diede un bacio sulla guancia e gli augurò la buonanotte, ma sapeva che non avrebbe dormito.


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Capitolo 7
*** Rivelazioni ***


7° Capitolo: Rivelazioni

UFFA.UFFA.UFFA! Pensava Kelsey facendo su e giù per la sua stanza. Erano le 4 e mezza e Jake non si era fatto ancora vedere. Si era addormentato di sicuro. Lei aveva tante cose da chiedergli.
Per ingannare il tempo quella notte K. aveva sistemato i suoi abiti nell'armadio, aveva cambiato l'abito con un paio di pantaloncini blu, un maglioncino in cotone beige e delle converse basse dello stesso colore. Poi aveva ripensato a tutti gli avvenimenti e ciò che le era stato detto la sera prima. A dire il vero aveva capito davvero poco, ma quel poco le era chiarissimo.
"Key esci" sussurrò qualcuno
"Jake era ora! Mezz'ora di ritardo..." lo rimproverò a bassa voce Kelsey
"Eh scusa, tutte uguali voi donne, per un po' di ritardo..." brontolò in risposta quello
"Ma smettila. Non chiamare in causa la lotta tra i sessi sai! Mi basta quella tra lupi e vampiri!" concluse lei e saltò giù dalla finestra con agilità, atterrando sulla punta dei piedi senza il minimo rumore.
Stettero in silenzio per tutto il tragitto. Jake aveva preso Kelsey per mano e la stava guidando in un posto ben preciso del quale lei non aveva idea.
"Ti ho portato qui perchè staremo più tranquilli" spiegò lui quando arrivarono.
Si erano fermati in una piccola spiaggetta. L'alba aveva colorato il cielo di rosa ed azzurro chiaro, il mare aveva delle leggere increspature. Era uno spettacolo mozzafiato, ma Kelsey aveva troppa fretta di soddisfare la sua sete di conoscenza per poterci fare caso.
Jake si tolse la camicia e la posò sulla sabbia umida.
"Siediti lì" le disse con garbo
"Non hai freddo?" chiese K.
"No, credimi" fu la sua unica risposta
Kelsey si sedette e Jake si stese a terra con la testa in grembo a lei. K. gli posò una mano sul petto. Era bollente. Jake posò la sua mano su quella della ragazza. Il rumore leggero delle onde faceva da sottofondo.
"Voi siete dei licantropi vero?" disse all'improvviso lei rompendo il silenzio. Il suo tono di voce era calmo. Insomma aveva una madre vampiro, le mancavano prorio degli amici licantropi...pensò sarcastica.
"Sì" fu la risposta di Jacob "ci odi per questo?"
Kelsey rimase un attimo interdetta da quella frase. "No no...e perchè dovrei?" chiese confusa
"Bè tua madre è una vampira ed anche quel suo amico, sei cresciuta con loro" non appena finì la guardò in viso, timoroso, cercando di decifrare la sua espressione.
"No non vi odio tranquilli. Anzi sto così bene qui con voi. Con te" si guardò intorno, la brezza marina le accarezzava la pelle.
"Non hai altro da chiedermi?" continuò lui con un sorriso amaro
"Loro, i Cullen dico, lo sanno cosa siete? Osservano il patto?"
"Sì, sanno che il branco si è riformato ed osservano il patto scrupolosamente" aggiunse a malincuore, una guerra ci sarebbe proprio voluta pensò.
"Si è riformato hai detto? Quanti branchi ci sono stati?" chiese Kelsey non riuscendo a trattenersi
"Bè, sarebbe difficile darti un numero esatto, i branchi non ci sono stati per ogni generazione dato che le trasformazioni sono determinate dalla presenza di vampiri nei paraggi. Da quando è stato stipulato il patto ce ne sono stati tre: quello di Ephraim Black, mio nonno; quello di Billy Black, papà e quello di Sam, ovvero l'odierno..."
"Scusa ma se il 'capobranco' si dice così?" chiese.
Jacob annuì concentrato"lo chiamiamo anche alpha"
 "Ecco, se l'alpha è stato sempre un tuo parente, perchè ora il comando è passato a Sam? Siete imparentati?"
"No vedi, Sam è stato il primo dell'ultima generazione a trasformarsi. Di regola il comando dovrebbe essere mio, ma non me la sento. E poi è più giusto così..." Jake si era leggermente innervosito, Kelsey se ne accorse.
"Scusa" disse rapidamente. Jake le sorrise "non c'è motivo di scusarsi non hai nessuna colpa..."
"Mio padre faceva parte del branco di Billy" non era una domanda
Il ragazzo annuì.
"Io e Ser siamo figlie di un vampiro e di un licantropo?" chiese strabiliata. -Che razza di famiglia- pensò, ora sapeva cosa provava Buffy tra vampiri e licantropi, anche se lei aveva un'amica strega...-bè no anche le streghe no eh!-
"Esattamente..." fu l'unico commento laconico di Jacob
"La trasformazione è dura?". Pensare che quei ragazzi avessero sofferto la faceva stare male. Li vedeva come la sua nuova famiglia, ora.
"Abbastanza" disse Jake "ma per noi c'è stato Sam a fare da sostegno. Lui ha dovuto affrontare tutto da solo, non ne sapeva niente di questa storia".
 Guardò l'orologio d'oro bianco al polso di Kelsey.
"Merda andiamo a casa! Se tuo padre non ti trova e sa che sei con me, avrai una pelliccia di lupo per Natale!" e si alzò
"Uff e ora dobbiamo rifare tutta quella strada?" chiese Kelsey, già stanca alla sola idea.
"Ti fidi?" chiese Jake dubbioso, negli occhi la luce di un'idea
"Certo che mi fido!" rispose lei non capendo
Jacob si tolse i pantaloni. Kelsey non capiva niente.
 Ok era rimasto in boxer ed a petto nudo, ora l'espressione 'Kelsey non capiva niente' era da prendere alla lettera.
"Mi terresti i pantaloni e la camicia?" domandò lui non rendendosi conto dell'espressione della ragazza.
-Ma anche i boxer se vuoi- pensò Kelsey "Certo" rispose non dando, fortunatamente, voce ai suoi pensieri.
"Appena mi trasformo salta in groppa e tieniti forte!"
"Che..." ma Kelsey non ebbe il tempo di terminare che un lupo gigantesco dal pelo rossiccio le si era materializzato davanti al posto di Jake.
La ragazza arrossì vedendo i brandelli del boxer sulla sabbia; tenendo ben stretti il jeans e la camicia salì in groppa al lupo.
Iniziò una corsa pazza in mezzo al bosco. L'aria le scompigliava i capelli. K. riusciva a notare ogni minimo particolare della vegetazione anche se stavano andando ad una velocità assurda. -Che vista!- commentò tra se e se.
Arrivarono a casa sua in cinque minuti. Jake la lasciò sotto la finestra. Kelsey lasciò i vestiti a terra e rientrò dalla finestra.
Appena si sedette sul letto, sentì bussare e prese in mano una delle riviste che si trovavano sul comodino. Era suo padre.
"Che fai leggi?" chiese
"Sì" rispose Kelsey abbozzando un sorriso
"Le pagine gialle?" chiese Henry interdetto
"Sì sai trama lunga ed una ricchezza di personaggi impressionante" rispose lei presa alla sprovvista
"Bene..." disse Henry non troppo convinto "se vieni di la facciamo colazione e poi aspettiamo il branco...dobbiamo parlare tutti insieme. Penso che l'introduzione fatta da Billy ieri sera ti sia servita vero?"
"Già, andiamo! Ho una fame da lupi!" -e non era un modo di dire- pensò Kelsey.

Insomma ragà, vi ringrazio per seguire la mia ff.. ma come mai non recensite? =_= Fatemi sapere...

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Capitolo 8
*** Il sole e la luna ***


Kelsey stava sorseggiando del caffè stesa sul piccolo divano in cucina, persa nei suoi pensieri. Henry ascoltava il telegiornale.
"Nuovi ritrovamenti di cadaveri a Seattle, dove le forze dell'ordine si trovano in seria difficoltà per quanto riguarda la pista da seguire..." stava dicendo la giornalista.
Il campanello suonò. "IO" urlò Henry "io! Vado io" ripetè abbassando il tono di voce e spegnendo la televisione, aprì la porta con il telecomando ancora in mano. Era terribilmente nervoso.
Entrò il branco al gran completo. Facendo casino come sempre.
"Buongiorno Kelsey!" era Paul ad averla salutata, si sedette alla sua destra sul divano e le rubò il caffè. "Ehy!" esclamò risentita Kelsey, ma lo lasciò stare.
Jake la raggiunse sedendosi alla sua sinistra. Il divano stava cigolò pericolosamente con quei due giganti sopra.
Seth, Quil ed Embry occuparono tre delle quattro sedie del tavolo, Henry si aggiudicò la quarta. Billy dopo aver sorriso a Kelsey si posizionò accanto alla televisione.
Jared e Leah, si sedettero ai suoi piedi, a terra. Entrarono poi Sam ed Emily. Quest'ultima aveva una gigantesca guantiera di muffin in mano, cosa che provocò ululati di gioia da parte ragazzi. Mangiarono, ridendo come matti quando Kelsey rimase inorridita dalla voracità del branco. Tutti avevano capito che lei sapeva.
Il campanello suonò di nuovo. "Ma non mi sembra manchi nessuno!" disse Kelsey.
Poi strabuzzò gli occhi. Sulla soglia di casa c'erano i Cullen, e sua sorella Serena.
"NO!" disse in un soffio. "Condivido" disse Paul di rimando. Jake le strinse un braccio attorno alle spalle e sorrise.
Il silenzio era calato nella stanza pesante come un sipario.
La bionda, doveva chiamarsi Rosalie, entrando storse il naso e disse "che puzza di cane!"
-Che odiosa- pensò Kelsey e poi parlò: "Ehy Vix-Sinex puoi anche uscire sai?"
Silenzio. Se Rosalie avesse potuto l'avrebbe incenerita. Paul, Jacob, Quil, Embry e Jared iniziarono a ridere come matti.
Kelsey guardò la bionda con aria di sfida.
Carlisle posò una mano sulla spalla della vampira, e lei se la scrollò di dosso con un gesto secco. Sam con uno sguardo ridusse al silenzio i lupi.
"Sorellina" disse poi Kelsey rivolta a Serena con tono di rimprovero. Provava rabbia nei suoi confronti, aveva abbandonato suo padre e sua sorella per i vampiri.
"Kelsey" rispose quella gelida. Indossava un vestitino minuscolo e dei tacchi vertiginosi.
"Bene, credo sia venuto il tempo di mettere le cose in chiaro" iniziò Carlisle.
L'attenzione dei presenti era tutta rivolta a lui.
"Come tutti sapete ormai, noi Cullen siamo vampiri e voi" indicò i giovani Quileute "licantropi. Tempo fa stipulai, a nome mio e della mia famiglia, un patto con i vostri avi, che fino ad ora ha permesso una civile convivenza. Quindi oggi accogliamo nelle nostre due famiglie, due nuove componenti: Kelsey e Serena. Ragazze" e si rivolse alle due gemelle "come voi stesse sapete vostra madre è una vampira e vostro padre un licantropo. Questo fa si che nei vostri geni si concentri la potenza di queste due specie e che ciò vi renda speciali..."
"Frena Dottor House" disse Kelsey all'improvviso, non era mai stata così sfacciata "vuol dire che siamo a metà tra un vampiro ed un licantropo?"
"No" rispose quello "le leggende dicono che dall'unione -altamente improbabile- di un vampiro ed un licantropo nascano sempre e comunque due gemelli. Entrambi avranno poteri sovrannaturali quali lettura nel pensiero, previsione di eventi, forza straordinaria, velocità fuori dalla norma, controllo dell'atmosfera, teletrasporto, vita eterna...insomma tutti gli aspetti positivi delle due specie infatti voi non vi cibate di sangue, non siete morte, dormite e non vi trasformate in lupi. Fisicamente siete umane anche se indistruttibili..." continuò pazientemente il medico
"Che cul.." Esme diede uno scappellotto ad Emmett "fortuna, volevo dire fortuna!"si corresse quello
"Non esattamente!" lo interruppe Carlisle "nascono due gemelli perchè uno erediterà maggiori tratti da una specie e l'altro farà lo stesso con l'altra! In poche parole" disse Carlisle rispondendo all'espressione confusa delle due ragazze "tu Kelsey, per esempio, provi fastidio in presenza dei vampiri e Serena mal sopporta quella dei licantropi perchè Serena ha in prevalenza geni della specie dei vampiri e tu invece dei licantropi"
"Ma certo..." commentò Kelsey, il silenzio attorno a lei "le maniglie rotte, i bicchieri scoppiati"
"La vetrata in frantumi" continuò Serena
"La visione, l'immunità ai poteri dei vampiri..." le fece eco Kelsey "noi non controlleremmo i nostri poteri?"
"Esatto" disse soddisfatto Carlisle
-Ecco, ora il quadretto alla Buffy era completo, lei e Ser erano le streghe- "ok credo di non sentirmi bene" disse Kelsey
Sam parlò "ieri ti dissi di ricordare la tua felicità nel trovarti qui. Basterà calmarsi e fare mente locale!"
"Sì Sam come no... ieri non sapevo di essere la cugina di Harry Potter" commentò sarcastica "aspetta!" e si voltò verso Carlisle "cosa siamo? Streghe?"
"No...ibridi"
"Detto così fa schifo" disse Serena "ma infondo siamo perfette Key" le brillavano gli occhi dalla gioia "siamo eterne, potenti più di tutti loro messi insieme capisci? Solo un nostro pari potrebbe distruggerci ma non ne esistono"
Dovevano averne già parlato tra di loro, pensò Kelsey.
"Ma sei fuori? Siamo dei mostri, vivremo in eterno, le persone che conosceremo moriranno ed abbiamo poteri spaventosi. Siamo un'arma di distruzione di massa! E poi saremo per sempre delle..."
"sedicenni" stavolta fu Billy a parlare "voi rimarrete per sempre in questa forma. Tutto dipende dall'età in cui i poteri si manifestano, perchè entrano in circolo i geni dei lupi e il veleno dei vampiri. A dire il vero voi siete state abbastanza precoci. Nella leggenda si parla di un'età attorno ai 25 anni"
"O mio dio" boccheggiò Kelsey. Si alzò dal divano, ma Jacob la fece sedere sulle sua gambe. Stava per svenire.
"Aspetta" inziò Serena. Kelsey capì immediatamente cosa voleva dire "le vampire non possono avere figli" commentarono all'unisono.
"Credo tocchi a me spiegare" disse Henry "tutto ebbe inizio con il mio imprinting"
"e che diavolo è l'impricoso?" chiese Kelsey nervosamente -la stavano prendendo in giro?-
"una specie di colpo di fulmine ma molto molto più potente" spiegò Jake "comporta completa dipendenza dalla propria anima gemella"
"e come..." iniziò Kelsey
"Dopo..."le disse Jake "te lo spiego dopo"
"insomma... incontrai Lily un pomeriggio a Forks, ero uscito con i ragazzi del branco ed andammo da Charlie Swan, nostro grande amico...ci presentò una sua cugina. Era lì per punizione perchè si dava alla pazza gioia nell'UES. Appena la vidi me ne innamorai follemente. Fummo fidanzati per circa 15 anni...quando lei mise la testa apposto ci sposammo.
Rimase incinta. Ma poi si stancò di La Push, del branco e se ne andò con le mie figlie in grembo. Ritornò a casa sua a NY. Scoprì che il suo fisico si debilitava man mano che la gravidanza andava avanti, i geni del licantropo erano troppo forti per il suo corpo rovinato dall'uso smodato,in gioventù, di droga ed alcool . Si rivolse a Carlisle che sapeva essere un medico-vampiro, lui avrebbe saputo darle dei consigli speciali. Carlisle le confessò che l'unico modo era aspettare finchè non avesse partorito e poi trasformarla in un vampiro, altrimenti sarebbe morta. Lui non poteva per via del patto stipulato per noi. Così si rivolse ad un suo amico vampiro, medico anche lui. Chuck"
"Non ci posso credere" fu l'unica cosa che riuscì a dire Kelsey. -Ecco perchè Chuck era sempre presente nella loro vita-
"Ma Chuck non aspettò di tagliare il cordone ombelicale durante il parto e così il suo veleno vi raggiunse, combinandosi al DNA dei licantropi"
Kelsey si prese la testa fra le mani, sul volto un'espressione di puro panico. Serena si appoggiò al muro con le braccia incrociate, soddisfatta dalla spiegazione.
"Vi ho portate qui in modo che entrambe sviluppiate i vostri poteri, seguendo degli allenamenti. Serena rimarrà con i Cullen e tu con noi Kelsey, per ragioni che ormai sono ovvie".
"La nostra presenza qui non è più d'aiuto" disse Carlisle
"Quando mai" commentò Leah
"Kelsey sono a tua più completa disposizione per qualsiasi dubbio" disse Carlisle prima di uscire
Kelsey notò il volto contratto di Billy. "Grazie dottore ma credo che le persone che mi sono vicine siano sufficientemente competenti da fugare ogni mio dubbio"
L'espressione di Billy si rilassò, un sorriso soddisfatto si dipinse sul suo volto. Carlisle annuì ed uscì seguito a ruota dalla sua famiglia.
Serena rimase immobile al suo posto.
"Non vai via? Credevo fossi cuore-amore con la famiglia Addams..." le chiese Kelsey
Serena la fissò ed uscì in silenzio. Kelsey provò un moto di rabbia. La porta sbattè.
"Sei stata tu?" le chiese dolcemente Jake
"Sì..." rispose Kelsey
"Key, cosa ne pensi?" le chiese timidamente suo padre
"Pizza?" domandò Kelsey prendendo in mano il telefono.
Tutti risero e Henry si rilassò. Aveva accettato la situazione.

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Capitolo 9
*** La normale vita di una teenager americana ***


9° Capitolo: La normale vita di una teenager americana

Kelsey aveva bisogno di aria fresca. Si alzò allontanandosi dalla tavolata.
Oltre a pranzare, lei e suo padre avevano anche cenato con il branco. Jacob si era addormentato sul suo letto dato che non dormiva da due giorni.
K. raggiunse la veranda e si sedette sul dondolo. Dopo due minuti sentì dei passi.
"Posso?" chiese Seth timido
"Certo" rispose Kelsey esausta.
 Non dormiva da due giorni, aveva scoperto che era andata a vivere in un branco di lupi, che lei aveva dei poteri alla Clark Kent, che sua sorella era da annoverare tra le sue nemiche e che... BASTA! urlò la sua mente.
"Fico eh?" riprese Seth
"Cosa?" chiese lei con un tono lugubre
"Tu, il branco...tutto!" esclamò il ragazzo come se fosse la cosa più ovvia
"Dimmi Seth...il tuo unico neurone è morto di solitudine? No perchè non saprei cosa mettere al funerale" disse sarcastica lei
Seth rise. Era una bella risata, pensò Kelsey. Oddio ora si metteva anche a riflettere sulle risate della gente.
"No, è in coma..." rispose lui "volevo dire che è bello essere speciali, diversi. Infondo adesso hai capito cosa ti succedeva no? Non avrai più dubbi e prenderai la situazione sotto controllo..."
"Come sei saggio 'Buddah'". Kelsey lo fissava con espressione ironica.
"E insomma vuoi prendermi sul serio?" sbottò divertito Seth
"Che cosa hai provato quando hai saputo che eri un...lupo?" chiese lei
"Ero felice...cioè ero incazzato nero ma ero felice di essere incazzato" ricordò lui con un sorriso
"Aaaa ora capisco tutto. Sei stato chiarissimo. Millenni di leggende esplicate in una tua sola frase"
"No" rise ancora "ti spiego"
"Ecco meglio" lo interruppe lei
"Era da un po' che vedevo i ragazzi diventare strani. Prima si ammalavano e poi quando tornavano a scuola erano improvvisamente cresciuti e taciturni. Avevo un po' di paura. Pensavo si fossero messi nei guai...sai droga cose così..."
Kelsey sorrise. Nell'UES tutti facevano regolare uso di droghe. Per sballarsi, per scherzare. Si sentivano onnipotenti grazie alla loro posizione privilegiata. K. aveva provato solo una volta, ma non ci aveva più riprovato perchè non aveva avuto alcun effetto su di lei. Ora sapeva anche perchè; evidentemente i suoi geni ne annullavano gli effetti.
"e poi...un pomeriggio litigai con mia sorella, Leah, e la rabbia ha risvegliato in noi il DNA da licantropi e ci siamo trasformati" concluse lui
"Quindi la prima volta vi trasformate in seguito ad una forte emozione?"
"Sì, più o meno. Vedi a meno che non si abbia un autocontrollo impeccabile, se ci innervosiamo ci trasformiamo all'improvviso anche dopo la prima volta... " abbassò il tono di voce, ora sussurrava "le cicatrici sul volto di Emily le sono state provocate da Sam"
"COOOSA?" urlò Kelsey
"SHHHHHH" Seth le tappò la bocca poi, quando si assicurò che non avrebbe più urlato, la liberò.
"cosa?" ripetè in un sibilo K.
"Si, Sam aveva svalvolato per una cosa del branco ed era nervoso. Non voleva ferirla naturalmente, lei è il suo imprinting...è stato un incidente. Ne è ancora addolorato"
"L'imprinting sarebbe il colpo di fulmine?"
"Sì esatto...Ah" la interruppe Seth notando che lei stava per chiedergli qualcosa "non te ne parlerò, è una cosa troppo lunga. Fattela spiegare da Jake, lui con queste cose ci sa fare"
"Con le cose lunghe?" chiese maliziosa Kelsey
Seth rise, cogliendo il doppio senso.
"Ehy Kelsey ti ho sentito parlare" la voce di Jake li raggiunse. Quando vide Seth strinse gli occhi minaccioso. "Che diavolo ci fai. Con lei. Da solo. Al buio"
"Sta' zitto. Sei geloso?" intervenne immediatamente Kelsey alzandosi "non sei il mio ragazzo Jake, e anche se lo fossi..." si bloccò. Ebbe una fitta alla tempia ed  un nuovo flusso di immagini in mente. Una radura. Degli uomini. Barriere. Un ragazzo.

"Kelsey?". La voce di Jake giungeva lontana. Le sue braccia calde la cingevano. Era stesa sul dondolo. Attorno a lei un capannello di gente.
"E' svenuta?" chiese Henry
"Sì all'improvviso!" rispose Seth "Sì è bloccata di colpo fissando nel vuoto e poi è caduta a peso morto" spiegò
"Avrà avuto una visione, è troppo stanca ed inesperta per controllarle..." sentenziò Billy
"Sto bene" balbettò Kelsey mettendosi a sedere. La testa le girava.

Tutti se ne andarono non appena si accertarono che la ragazza stesse bene, con lei rimasero solo Henry e Jake.
"Da domani inizierai le tue 'lezioni'" ed enfatizzò l'ultima parola "con i ragazzi del branco. Dobbiamo far finire questa situazione" disse serio Henry
"Sì ok" disse Kelsey e sbadigliò. Jake la prese in braccio e la portò in camera sua, Henry era rimasto in cucina.
"Key" sussurrò Jake posandola sul letto ancora caldo, il calore di Jacob non si era ancora disperso.
"Dimmi Jake"
"Mi devi dire cosa hai visto. Sai potrebbe essere importante per il branco..."
"Uomini, barriere...e tanto verde". Gli occhi le si chiudevano da soli. Il calore e il profumo di Jacob poi, non facevano altro se non darle un senso di tranquillità che le conciliava il sonno.
"Ok va bene. Dormi".
Le baciò l'angolo della bocca, ma Kelsey non se ne rese conto. Stava già dormendo.

"Giorno pà! Giorno Billy! Giorno Jake!" disse Kelsey uscendo dalla sua stanza.
"Giorno" risposero tutti e tre.
Kelsey si sedette accanto a Jake; e per questo gestò si meritò lo sguardo assassino di Henry.
"Caffè?" chiese Jake "Sembri uno zombie..."
"Grazie, veramente sarei una licàmpira. Papà abbiamo parenti zombie? No perchè ad Halloween eviterei di scrivere sugli inviti 'Festa in maschera'" disse Kelsey
Henry rispose mentre sfogliava assorto il giornale.
"Non credo tesoro, potrei controllare negli album di famiglia"
"No sta fermo. Non vorrei che te ne uscissi fuori con qualcosa tipo il 'Libro delle Ombre'"
Billy rise. Henry gemette chiudendo il giornale. Jake si affogò col caffè, sporcando il braccio di Kelsey.
"Jacob ma insomma..." esclamò lei contrariata, e prese un tovagliolo per  ripulirsi.
"Altri morti a Seattle?" chiese Jacob, con aria truce. ad Henry.
"Sì, non riescono a capire cosa diavolo stia succedendo..." spiegò "i cadaveri vengono trovati freddi e con delle ferite in corrispondenza delle vene..."
"Oh sì guarda ora ci mancano solo i vampiri carnivori a Seattle e poi do un party a tema. Vado a lavarmi il braccio" disse Kelsey
"Cosa hai detto?" chiese Jacob, bloccandole il passaggio
"Calmati! Ho detto che vado a lavarmi il braccio non mi serve mica il brevetto da bagnino sai!" disse Kelsey. Ma che diavolo avevano tutti quella mattina.
"No prima..." continuò lui imperterrito
"Che do un party. Per i vampiri. Di Seattle". Silenzio. Ci ragionò un po' su e poi esclamò: "ci sono dei vampiri a Seattle?"
Billy, Henry e Jake si guardarono. Avevano cercato per settimane assieme ai succhiasangue di capire cosa stesse accadendo, in un secondo tutto era stato chiarito.
"Ommioddio! Ma che palle come diavolo è possibile! Ma la penisola di Olympia è un covo di esseri malefici..." urlava Kelsey isterica
Jacob le tappò la bocca con la mano. "Papà chiamo Sam e poi io e Kelsey andiamo da Paul, dovremmo allenarci con lui..."
Billy annuì immerso nei suoi pensieri. Jake sfruttò i pochi minuti in cui Kelsey si ripulì dal caffè per chiamare Sam e parlargli della visione e dell'intuizione.

"Andiamo in moto?" chiese Kelsey
"Sì certo! Non abbiamo nemmeno bisogno di caschi, siamo entrambi indistruttibili" osservò divertito Jake
"Nascondi bene le tue preoccupazioni" affermò Kelsey ripensando alla faccia enigmatica di poco prima
"Quando sono con te non ne ho..."
"O come sei puccioso Jake" disse lei prendendolo in giro
"zitta strega"
"zitto cane"
"Ah.Ah.Ah. che battuta sottile"
E scherzando arrivarono sino a casa di Paul. Poi si diressero in uno spiazzo verde.
Lì Kelsey giorno dopo giorno imparava a sviluppare le sue capacità, in compagnia di Jake e di un insegnante diverso ogni qual volta si dedicavano ad un nuovo potere, spesso c'erano anche Henry e Billy. Il suo preferito era, oltre a Jake, Seth. Erano diventati amici per la pelle dopo la sera della visione, e si divertivano un sacco a saltare insieme da un posto all'altro con la sola forza del pensiero di Kelsey.
K. ora aveva imparato non solo a spostare oggetti e persone con il pensiero, ma anche ad attaccare, difendersi...era diventata un vero portento.
Furono tre settimane di scoperte e duro lavoro, ma grazie al suo talento ora disponeva di un completo controllo di se stessa e delle sue capacità.

"Bene ci riporti a casa ora?" chiese Billy alla fine di un allenamento particolarmente soddisfacente
"E certo come no? Potrei tassare ogni spostamento, con voi poltroni diventerei ricca..." scherzò Kelsey, si concentrò e pensò a tutti loro insieme a La Push.
In un secondo si ritrovarono nello spiazzo di fronte a casa Black.
"Kelsey noi usciamo" disse Jake "che ne dici di venire con noi? Così finalmente Leah avrà una compagna..."
"Mmm sì ok, il tempo di farmi una doccia..." rispose.
Aveva proprio bisogno di fare qualcosa di normale, per una volta.

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Capitolo 10
*** Collaudo ***


10° Capitolo: Collaudo

"Jaaaaaaaaacooob" urlò Kelsey.
Il ragazzo l'aveva bloccata in una morsa micidiale e lei non voleva usare i suoi poteri per liberarsi, non poteva fargli del male.
Erano da soli, Henry e Billy erano a pesca con Charlie Swan.
Jake in risposta rise. "Sei strana sai! Potresti farmi fuori eppure non muovi un dito..."
"Scemo, cretino, rimbambito..." elencava lei "malefico cane pulcioso!"
"Come sei dolce" disse lui con finto tono sdolcinato
Kelsey si concentrò. FUOCO FUOCO FUOCO.
"Aaaah!" urlò Jake, mentre la mano ustionata riprendeva velocemente il suo aspetto normale. Lasciò andare la ragazza immediatamente.
"Ecco" disse lei scendendo dal divano e sistemandosi la gonna "così impari a metterti contro di me!"
"Strega mi fa un male cane" non era vero, nascose la mano, voleva farle venire un colpo.
Kelsey si preoccupò e si lanciò contro Jacob, afferrandogli la mano incriminata. "Oddio scusa scusa fammi vedere avanti!"
Erano vicinissimi. Ad un certo punto Jake le diede un bacio a fior di labbra. K. arrossì. Lo fissava immobilizzata.
Lui si stravaccò sul divano. "Andiamo piccola Key non ti bloccherai per un bacetto"
"No...ecco...io..." balbettava, poi scosse la testa e continuò "non me lo aspettavo..."
"Eh!" esclamò lui "sono un uomo pieno di sorprese io"
"Sì uomo pieno di sorprese come sta la mano?" chiese lei spazientita
"Benissimo..." prese il telecomando ed iniziò a fare zapping annoiato
"Ma se prima..."
"Noi lupi guariamo in fretta, in pochi secondi...." spiegò lui mentre si concentrava su una televendita di coltelli. Assuefatto dal programma si stese comodo sul divano con un braccio dietro la testa. Kelsey si guardò intorno, non avendo nulla da fare, si stese su Jake. Lui si irrigidì per pochi secondi, poi si rilassò ed abbracciò Kelsey.
"Sai" iniziò lei "una sera Seth mi ha parlato di Sam ed Emily, si insomma, del loro 'incidente'"
Jacob smise di respirare.
"Mi ha detto che lui non voleva farlo apposta, ma che voi lupi disponete di scarso auto controllo..."
-Uccidere Seth- appuntò mentalmente Jake.
"Hai paura di me?" chiese il ragazzo preso alla sprovvista.
K. non rispose. Jake si alzò e, tenendola ancora in braccio, si mise a sedere. Poi, prendendola per i fianchi, fece si che le gambe della ragazza andassero a cingere i suoi. Era una situazione leggermente intima, ma loro lo erano sempre stati.
"Hai paura di me?" ripetè lui
"No, ho paura PER te"
Lui la guardò stralunato. "E perchè?"
"Perchè se ti prendo 'ti spiezzo in due'" disse lei ridendo
Jacob si rilassò. La strinse a se, affondò il viso nei suoi capelli.
"Non ti farei mai del male Key..." le sussurrò all'orecchio.
"Lo so lo so Jake....sembri un rompipalle ma sei buono"
"Ehi rompipalle a chi" disse lui staccandosi da lei, rideva.
"Jake mi parli dell'imprinting?"
"Proprio ora? Guarda che bel coltello da pane che..."
Kelsey lo baciò. Un bacio leggero, delicato. Il suo intento era quello di zittirlo e di assaporare di nuovo le sue labbra bollenti.
"L'imprinting è come un colpo di fulmine ma miliardi e miliardi di volte più forte. Il centro di gravità si sposta sulla persona che ne è oggetto. Il tuo mondo ruota attorno a lei e basta. Si può avere  con una persona di qualsiasi età, sia essa una bambina, una ragazza, una donna..."
"Caspita, i lupi pedofili..." disse Kelsey inorridita
"No che pedofili e pedofili d'Egitto..." sbuffò Jacob "...naturalmente quando si ha l'imprinting non bisogna per forza diventare amanti, è auspicabile perchè è la massima forma d'amore, ma si può essere anche amici. Sarà un'amicizia speciale ma il lupo non interferirà mai nella vita sentimentale del suo imprinting"
"Anche se questo gli fa male?"
"Sì, anche se questo gli fa male" rispose lui mesto
"Jake e tu? L'hai mai avuto questo imprinting?"
Jacob la fissò intensamente. Kelsey si sentì mancare un sostegno sotto le gambe.
Lui tirò un sospiro e disse: "Sì!". Poi la baciò, ma non era un bacio casto come prima.
Kelsey si irrigidì, cercò di opporre resistenza non appena sentì la lingua di Jacob sbattere contro i suoi denti. Jake la strinse di più a se e lei si abbandonò completamente e schiuse la bocca, lasciando che il fiato caldo di lui la raggiungesse. Le loro lingue combattevano l'una contro l'altra, i loro corpi erano un'unica cosa.
Jake si staccò lasciando Kelsey ansimante.
"Datemi una bombola d'ossigeno..." disse lei senza fiato
"Essì, bacio proprio bene!" disse lui
"Ma guardati che spaccone...te lo dici da solo che baci bene"
"Ti chiamo come testimone, allora come bacio?"
"Eh sa dovrei collaudare un altro po'..." disse lei
"Come vuole..."
Si avventò di nuovo su di lei.
Erano nel bel mezzo di un collaudo particolarmente impegnativo, quando la porta si spalancò ed apparve Sam.
I due cessarono di 'collaudare' immediatamente, rimanendo però avvinghiati.
"Ragazzi scusate" farfugliò lui
Kelsey era imbarazzata. "Noi...stavamo..."
"facendo stretching..." disse Jacob sorridendo
"Sono contento per voi ma ho cattive notizie"

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Capitolo 11
*** Fuga ***


11° Capitolo: Fuga
"NO! Non se ne parla!" urlava Kelsey in cucina
"Kelsey TU DEVI ANDARE VIA!" le gridò Jacob di rimando
"COL CAVOLO! Non vi lascio qui da soli in balia dei poppanti..."
"Si chiamano neonati" la corresse Sam a bassa voce
"E' LO STESSO!" disse lei sdrammatizzando l'errore con un gesto della mano, poi riprese "Io potrei ammazzarli tutti in pochi secondi, ma voi NO! Volete combattere per forza! E se vi ferissero?"
"ORA BASTA!" si intromise Billy. Kelsey rimase di stucco, non aveva mai usato quel tono con lei.
Billy continuò calmandosi. "Tu andrai via con Seth, starete in un hotel al sicuro, il più lontano possibile!"
Kelsey guardò Seth con occhi imploranti.
"Non posso Key me l'ha ordinato Sam" disse imbronciato, rispondendo alla muta preghiera della ragazza.
"E' meglio per tutti credetemi, Seth è ancora un cucciolo e tu non sei tanto brava da controllare i tuoi poteri in una battaglia. Sono semplici vampiri" spiegò Billy.
"MALEDIZIONE!" urlò Kelsey. Il vetro di una finestra andò in frantumi.
"Rimettilo a posto per favore" le chiese Henry con tono stanco
Kelsey lo guardò e il vetro ritornò come nuovo, se non migliore.
"Quello che voglio dire, è che non riuscirei a stare lontana dal branco in un momento tanto pericoloso. Specialmente da Jake!" ora era disperata sul serio.
"NON DEVI PREOCCUPARTI per me, ci so fare...ne ho uccisi altri prima d'ora. Il branco è aumentato di numero e poi ci sono anche i succhiasangue con noi!" la rassicurò Jake.
Kelsey tacque. Erano tutti contro di lei.
"Ora stammi a sentire giovanotta" iniziò Billy "Tu e Seth andrete in moto nella città più vicina. Nessuno di voi ha la patente. Quindi portatevi un solo cambio. La battaglia durerà solo un giorno e non sareste comunque nelle condizioni di portare bagagli"
"Perchè non posso rimanere a La Push? Qui non verranno i vampiri! Infondo posso spostarmi ovunque mi mandiate"
"Non è per te, ma per Seth!" Seth ringhiò, ma Sam lo ignorò "se rimanesse a La Push si trasformerebbe e si mischierebbe ai combattenti. Con l'occasione della sua fuga, vai via anche tu. Del resto tua sorella è già partita, ha preso un aereo ed è tornata a NY" le spiegò
"Quella stronza" borbottò Kelsey
"Ci alleneremo per due giorni, domenica mattina verso mezzogiorno partirete..." disse Billy
"Possiamo almeno partecipare ai vostri allenamenti?" chiese Seth speranzoso "insomma io imparerò nuove cose e Kelsey si convincerà che siete al sicuro!"
"Ok va bene" disse Sam
Seth e Kelsey si guardarono raggianti, almeno questa l'avevano spuntata.

Fu estenuante presenziare agli allenamenti, ma Kelsey non ne mancò uno.
Domenica mattina alle 4, Henry e Billy erano già fuori di casa per prendere Charlie Swan ed andare a pesca. Era tutta una scusa per tenerlo lontano dalla battaglia. Kelsey era sveglia. Troppo nervosa per riaddormentarsi. Alle 11 Seth sarebbe passato a prenderla. Il suo Seth pensò. Erano diventati come fratelli. Kelsey provava un affetto incredibile nei suoi confronti, anche se non come quello che provava per Jake. Bè quello per Jake era AMORE, non affetto, ne era sicura al 110%.
Qualcuno bussò. Chi diavolo era a quell'ora?
K. si diresse verso la porta. Non appena la aprì, delle labbra incandescenti incontrarono le sue. Jake la baciava con una passione che Kelsey non aveva mai sentito, nemmeno da lui.
Era un bacio d'addio forse? Lacrime di tristezza le rigarono il volto.
"Non piangere" le disse Jacob con voce roca "Andrà tutto bene tranquilla, non è un addio, è un arrivederci..."
"Giuramelo" lo supplicò Kelsey
"Te lo giuro, te lo giuro, te lo giuro...". Jacob la spinse sino in camera sua e si buttarono sul letto, senza mai staccare le labbra da quelle dell'altro.
Le mani di Jake esploravano il suo corpo senza sosta. Le spostò la maglietta e le accarezzò il ventre con le labbra, poi la guardò negli occhi.
Le sfilò la maglietta e lei lo lasciò fare, poi fu il turno dei pantaloni...
"Lo vorresti fare con me?" le chiese in un sussurro
"Sì" fu la sua unica risposta.
Presto il reggiseno fece la stessa fine dei pantaloni e della maglietta. Jake stava per sfilarle gli slip, lei gli bloccò la mano e sussurrò:
"ho paura Jake, non ho mai..."
Jake la zittì con un bacio. "Io più di te".
E gli slip andarono a raggiungere gli abiti sul pavimento.

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Erano le sei quando Kelsey si alzò per andare a fare una doccia. Jake dormiva beato nel minuscolo, per lui, letto della camera della ragazza.
Kelsey si sentiva male. Aveva la nausea, le succedeva in continuazione quando era nervosa. E in quel momento motivi per essere nervosa ne aveva a bizzeffe. Uno su tutti? Il suo Jake stava per rischiare la pelle, e tutto perchè? Perchè quel grandissimo scemo di Edward Cullen si era innamorato di Bella Swan, un umana-attira disgrazie, che non solo due anni prima aveva sventolato il proprio sangue davanti al naso di un cacciatore-vampiro che era stato prontamente fatto fuori dal pinguino di bronzo, ma l'anno prima era andata fino in Italia per salvare Cullenino dal suicidio e per farlo aveva promesso ai Volturi di vampirizzarsi! Il tutto facendo soffrire il suo Jake che prima aveva una cotta per lei...questa forse era la cosa che la faceva incazzare di più. Quest'anno, per mantenere la tradizione delle disgrazie mortali, la vedova del vampiro cacciatore aveva formato un esercito di vampiri poppanti che avevano chupato il sangue a mezza Seattle, per poi arrivare a lei, per vendicarsi dell'uccisione del suo compagno. Questo MOLTO probabilmente avrebbe attirato i Volturi...  quindi Bella era nella melma perchè era ancora umana. Questa cosa fece sorridere Kelsey, almeno Brutilde avrebbe avuto una bella gatta da pelare, da sola però!
Kelsey uscì dalla doccia e si rivestì. Qualcuno bussò.
"Vado io!" disse Jake. Doveva essersi svegliato.
 Sentì la voce di Brutilde...
"Jake mi hanno detto che eri qui! Io volevo dirti, prima di questa battaglia, che TI AMO"
Merda. Merda.Merda. Merda. Merda. Merda. Merda.  A Kelsey venne un accidenti. Quando arrivò trovò Bella avvinghiata come un polipo a Jake, che lo baciava con passione.
K. rimase impalata. Jake si levò Bella di dosso e guardò Kelsey preoccupato.
"Key amore no...non è come sembra...io..." tentò di dire lui
Kelsey urlò: "TU..." ma era rimasta troppo male per poter dire altro.
Il SUO Jake l'aveva usata come tappabuchi quando Bella lo aveva abbandonato per Edward, e lei si era innamorata di lui e ci era andata a letto...
Bella disse: "Jake io credevo che noi, che tu...insomma dopo quei mesi passati insieme...".
Basta era troppo!
Kelsey si fiondò in camera da letto. Afferrò la borsa che le sarebbe servita per il viaggio ed uscì di corsa fuori di casa ignorando Bella che la guardava stralunata e Jacob che le chiedeva di fermarsi.
Si teletrasportò ma poi preferì correre nella foresta, come faceva con Jake e Seth...
Jake. Il suo nome bruciava marchiato a fuoco nel suo cuore, nella sua mente, sulla sua pelle, OVUNQUE.
Dopo mezz'ora di corsa, le lacrime finirono di bagnarle il volto, ora singhiozzava. Pensò a casa Clearwater e comparve sulla soglia dell'abitazione.
"Seth! Seth!" urlò bussando energicamente.
Aprì la porta Sue.
"Kelsey o mio dio cosa ti è successo?" chiese quella spaventata.
"Niente niente...voglio Seth per favore..." chiese lei tra i singhiozzi
Seth arrivò di corsa, aveva sentito la voce di Kelsey dalla sua camera ed era andato a vedere cosa stava succedendo.
"Key piccola..."
"Oh Seth" e così dicendo si gettò tra le braccia del ragazzo, mentre le lacrime riniziavano a scendere copiose.
"Cosa...?"
"Seth portami via ti supplico..."
Il ragazzo non chiese altro. Prese la sua borsa e con Kelsey salì sulla moto. Si diressero alla massima velocità verso Port Angeles.

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Capitolo 12
*** Lacrime ***


Seth era steso sul letto. Tra le sue braccia c'era Kelsey che dormiva profondamente. Si era addormentata con le lacrime agli occhi, ma non aveva raccontato nulla. Era sera ormai, la battaglia sarebbe iniziata all'alba.
Erano giunti a Port Angeles in poco tempo. Seth aveva tenuto la velocità massima per tutto il viaggio, con la speranza che l'aria, che li colpiva in faccia con secche frustate, potesse asciugare le lacrime di Kelsey e lenire il suo dolore.
Le baciò la fronte, K. stava sudando e tutto per colpa sua...
Si alzò, prese una birra e si stese sul divano che era in camera loro. Si erano fermati al primo hotel e avevano trovato solo una stanza matrimoniale. In estate Port Angeles era piena di turisti, era già un miracolo che avessero trovato un posto.
Seth accese la televisione, mandavano una partita. Dopo circa mezz'ora Kelsey si svegliò.
"Seth non puoi stare sul divano è scomodo, non mi da fastidio se dormi nel mio stesso letto!" disse lei con la voce impastata dal sonno
"No Kelsey dormi, sto bene..."
"Dai!" "No!" "Avanti cretino di un cane!" "Zitta testarda di una megera"
All'improvviso Kelsey si alzò dal letto e si fece posto tra le braccia di Seth.
"E ora che c'è?" sbuffò lui divertito. L'adorava quando faceva così. Lui l'adorava sempre, quando non c'era gli mancava, quando erano insieme il tempo era sempre troppo poco...sentiva il bisogno di proteggerla. Di amarla. SMETTILA! si ordinò mentalmente E' L'IMPRINTING DI JAKE!
"Se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto no?"
"Perchè ragioni sempre col tutto o niente Key?"
Scoppiò a piangere.
"Ehy no no shh... perchè piangi?" chiese lui in preda al panico
"Oh Seth quella sgualdrina, quello stronzo..."
"Ah che brave persone..." esclamò lui ancora più confuso "hai litigato con Ser?"
Lei scosse la testa.
"Con Henry? Con tua madre?". Kelsey ripetè il gesto di prima.
"Merda e dimmelo, se piangi ancora muoio..."
Kelsey si bloccò di colpo. Singhiozzando iniziò a spiegare.
"Sono andata a letto con Jake..."
"Ah" un macigno gli schiacciò il cuore, non poteva averle fatto del male, ne era certo! "e non ti è piaciuto?"
"E' stata la cosa migliore che io abbia mai fatto"
"Ecco e allora non vedo il problema..."
"E poi è venuta Bella a casa..."
"Oddio Jake voleva coinvolgere anche lei?" chiese Seth impaurito.
 -Guarda che pervertito- si disse -eppure non c'era ombra di pensieri del genere nella mente di Jake!-
Kelsey lo schiaffeggiò sul braccio. "No scemo!!! Ma cosa vai pensando"
"Parla chiaro oppure prendo la moto e vado ad uccidere Jacob Black prima che ci riesca qualche neonato"
"Poi io sono andata a fare una doccia..."
Seth pendeva dalle sue labbra. Kelsey continuò tra un singhiozzo e l'altro.
"Hanno bussato e Jake è andato ad aprire ed era Bella..."
C'era sempre lei di mezzo, pensò Seth. I suoi fratelli stavano rischiando la loro vita per lei e per i capricci di quel succhiasangue.
"e quando sono arrivata li ho visti baciarsi, erano avvinghiati...oh non puoi capire come mi sono sentita Seth" riprese a singhiozzare.
"Mi ha usata per colmare il vuoto lasciato da Bella, mi ha illusa..."
"No no... è impossibile..."disse Seth accarezzandole la schiena "lui non potrebbe mai tradirti, non vede solo che te!"
"Col cavolo... Bella ha detto che hanno passato dei mesi insieme..."
Seth la prese e la cullò come se fosse una bambina. La testa di lei era poggiata sulla clavicola del ragazzo e le braccia erano avvinghiate al suo collo muscoloso.
"Sì ma non sono mai stati insieme, non si sono nemmeno baciati. Bella ha illuso Jake, usandolo come medicina quando Edward la lasciò. Jake ci è stato male...malissimo. Poi è venuto a New York e...ti ha parlato dell'imprinting?"
"Sì, il giorno in cui avete saputo della battaglia..."
"Bene e ti ha detto se lo ha mai avuto?"
"Ha detto di sì, ma..."
"Ma non gli hai chiesto con chi, vero?" la conosceva troppo bene ormai.
"No...oddio con Bella?" chiese lei spalancando gli occhi arrossati.
"No con te piccola, con te..."
"E tu come lo sai?"
"Noi, nel branco, sappiamo tutto gli uni degli altri. Non abbiamo il minimo di privacy. Perchè quando ci trasformiamo le nostre menti si fondono in una sola. Da quando ti ha conosciuto, per Jake ci sei solo tu! Tu e nessun'altra" spiegò lui bisbigliando nel suo orecchio.
"Ma allora oggi..." iniziò lei
"E' stato tutto un gran malinteso, scommetto che lui era sul punto di spiegarti ma te ne sei andata..."
"Sì" singhiozzò lei "oddio Seth sono una stronza!"
"Sei innamorata. Ora dormi altrimenti domani sembrerà davvero che tu abbia partecipato ad una battaglia"
"Seth"
"dimmi"
"tra noi le cose rimarranno sempre così vero? Nessuno riuscirà mai a rovinare la nostra amicizia"
"Devono solo azzardarsi..."
"Seth"
"eh?"
"Ti voglio bene"
"io di più"
Si addormentarono, sul divano. Stretti l'uno all'altra, come due amici che cercano conforto a vicenda, chi per pene d'amore chi per la preoccupazione di perdere dei fratelli ed una sorella.

Erano le sei del mattino quando Kelsey si svegliò. Un dolore lancinante alla destra la fece urlare, il dolore che precedeva una visione. Seth scattò su preoccupato.
Da Kelsey arrivò solo un ordine: "ANDIAMO"
"Cosa diavolo?" farfugliò Seth
"Dobbiamo andare nella radura dove stanno combattendo"
"Kelsey no! Lo sai che non possiamo..." cercava di dire lui
"Seth per favore...."
"NO!"
In risposta lei sussurrò; "Jake morirà..."

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Capitolo 13
*** Guerra ***


Si trovavano nel bosco. Non potevano piombare all'improvviso, avrebbero fatto solo distrarre i propri compagni, dando agli avversari l'occasione di attaccare.
Si nascosero dietro ad alcuni alberi. In un'occasione migliore, chiunque, dato che erano esseri con i sensi super sviluppati, si sarebbe accorto di loro.  Ma ora tutti erano presi nei loro scontri.
K. voleva intervenire, ma Seth la bloccò sussurandole: "entreremo in azione solo se ce ne sarà bisogno".
La ragazza, a malincuore, dovette ammettere che l'amico aveva ragione.

Dopo due ore, tutti i neonati erano stati annientati, e a giudicare dalla puzza d'incenso che proveniva dalla montagna anche il loro capo era stato fatto fuori dal pinguino di bronzo. Allora Seth pensò che fosse giunto il momento di ritornare a La Push, non facendosi vedere in modo tale che nessuno sapesse che avevano assistito allo scontro, magari Kelsey aveva fatto un brutto sogno e l'aveva scambiato per una visione...
"Fermo Seth..."
"Perchè?"
"Sono arrivati..."
"Ma chi?"
"I Volturi..."

Ed infatti dopo pochi secondi, fecero il loro ingresso i Volturi, o meglio, il loro corpo di guardia.
In prima fila c'erano Jane, Alec, Demetri e Felix. Dietro diloro altri vampiri, evidentemente meno importanti.
Kelsey li conosceva, non perchè li avesse mai incontrati, ma per istinto. Aveva in mente nozioni che le derivavano da una memoria pre-natale, queste, poi, saltavano fuori al momento più opportuno.
Carlisle si fece avanti.
"Buongiorno" disse educatamente
Jane, la bambina, parlò. Aveva una voce tremendamente infantile, che infastì Kelsey.
"Buongiorno Carlisle, abbiamo saputo che qui una nomade di nome Victoria ha messo a rischio l'integrità del nostro segreto creando un esercito di vampiri"
"Avete saputo bene" rispose Carlisle, sempre con il suo tono pacato "Ma abbiamo sistemato tutto quanto noi" e così dicendo indicò la sua famiglia "ed i nostri alleati, i licantropi della riserva Quileute"
Jane inorridì. "Licantropi?" sputò.
"Sì, nostri alleati"
Jane fece un passo indietro, stavolta toccò ad Alec parlare.
"Lasceremo correre il fatto che voi vi siate alleati con dei cani e che abbiate sostituito la nostra autorità"
Carlisle si rilassò. Ed anche l'atmosfera si fece più calma.
"Tuttavia" di nuovo la tensione poteva essere affettata con un coltello "non possiamo nascondere la nostra ira nei vostri confronti per un atto di tradimento"
"Non capisco" sussurrò Carlisle
"Ibridi" fu la risposta
Il dottore si irrigidì.
"Sai, Carlisle, noi Volturi dobbiamo essere certi che il nostro segreto rimanga al sicuro. Degli ibridi appena sviluppati non sono di certo in grado di portare a termine questo compito. E' per questo che, li accogliamo nella nostra 'famiglia' per insegnare loro a controllarsi".
Intendeva assoldare ibridi, per far si che il loro potere fosse indiscutibile.
"Capisco Alec, ma tu ed i tuoi superiori potete stare tranquilli. Gli ibridi che abbiamo ospitato hanno imparato perfettamente a controllarsi"
"Dove sono ora?"
"Sono partite...sono delle ragazze. Hanno preso le loro strade"
"BUGIARDO" tuonò il bambino. Aveva una voce particolarmente matura "le avete fatte scappare per non farci vedere la loro mediocrità"
Carlisle all'improvviso si contorse. Urlava come un dannato. Era Jane che gli stava infliggendo la sua pena.
Piano piano Carlisle ritornò silenzioso. Jane estese la pena a tutti i licantropi, il suo era una dolore che colpiva a livello mentale. Preso un licantropo li avrebbe distrutti tutti. Lo sguardo di Kelsey si posò su Jacob, il SUO Jacob, che soffriva senza però accasciarsi. Vittima del suo orgoglio.
Questo era troppo.
"Dove credi di andare?" disse Seth
"A combattere. Hanno voluto loro la guerra"

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Capitolo 14
*** Scontro equo ***


"Ehi tu marmocchia" urlò Kelsey uscendo dal folto della foresta.
Riuscì nel suo intento ovvero distrarre la giovane vampira.
"Chi sei tu" chiese altera, offesa, quella. Sicuramente cercò di attaccarla, ma essendo Kelsey un'ibrida, ne era immune.
"IL PEGGIORE DEI TUOI INCUBI" scandì Kesely.

Seth era rimasto nel bosco.
Velocemente si unì al branco. Quelli lo guardarono stupefatti ma erano ancora troppo deboli dopo l'attacco della bambina-vampiro per pensare a qualcosa di concreto ed erano anche sorpresi dall'improvvisa apparizione di Kelsey.
"E' una delle due ibride" sentenziò Alec
"Allora non sei scemo come sembri, tappo" sputò K. con tono gelido.
Seth non l'aveva mai vista così. Era altera, fredda, spietatamente ammaliante.
"Come osi..." iniziò Alec ma la sorella, Jane, gli posò una mano sulla spalla.
"Perchè non constatiamo quello che Carlisle ha affermato prima" disse con tono meliffluo "Natan, Charles venite perfavore"
Due giovani uomini comparvero dal nulla. Si erano teletrasportati dalle ultime file.
Merda. Due ibridi. Dovevano sicuramente combatter contro Kelsey. Seth sentì i pensieri di dolore di Jacob, quest'ultimo cercò di lanciarsi contro la vampira ma qualcosa gli teneva le zampe come incollate al terreno. Kelsey aveva sicuramente fatto uno dei suoi giochetti in modo che loro, assieme ai Cullen, non si mettessero in pericolo.
"Scontrati contro loro due" esordì Demetri. "Se vincerai" e sorrise malignamente conscio dello svantaggio numerico della ragazza "ce ne andremo senza nemmeno controllare che la cantante di Cullen sia ancora in forma umana, per quello abbiamo ancora un po' di tempo"
"Accetti?" le chiese Jane con voce cantilenante
"Accetto" sussurrò Kelsey, impavida.
"NON VORRETE INIZIARE SENZA DI ME VERO" esclamò una ragazza, come se avesse trovato degli amici ad una festa notturna sulla spiaggia.
"Sorellina qual buon vento?" chiese Kelsey con tono calmo.
Serena si avvicinò alla sorella con la sua stessa espressione altera.
Poi rispose: "Ero di passaggio ed ho sentito puzza di sconfitta provenire dai signori qui di fronte" e guardò i Volturi "volevo unirmi alla festa".
"Salve bei giovanotti!" disse poi voltandosi verso i due ibridi "Che peccato uccidere due bei ragazzi come voi..."
Le due si fissarono con sguardo complice. Erano unite come non lo erano da anni, pronte a proteggere le persone a loro care.
Kelsey riportò lo sguardo dinanzi a se.
"Io prendo il moro" disse alla sorella.
"Ok" concesse quella "tanto a me sono sempre piaciuti di più i biondi"
Si misero in posizione di difesa. Pronte a scattare.

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Capitolo 15
*** La fine ***



I quattro si fissarono. Kelsey schioccò le dita e dietro di lei comparve una barriera, trasparente, visibile solo da chi ne era protetto.
I due ragazzi avevano fatto lo stesso, perchè i Volturi si guardarono l'un l'altro stupefatti.
Una cosa era sicura, volevano tutti una battaglia equa. Senza interferenze, anche perchè l'intervento di chiunque altro sarebbe solo stato d'impiccio date le loro tremende potenzialità.
All'improvviso scattarono in alto e scomparvero.
Dopo pochi secondi Kelsey ed il moro ricomparvero. Erano totalmente fradici. Lui sputò un alga e si avventò sulla ragazza che scomparve. L'uomo la seguì.
Ricomparve Serena con un rivolo di sangue vicino la bocca. Evidentemente solo tra ibridi ci si poteva ferire. La ragazza si guardò intorno e si fiondò nella foresta.
Erano selvagge, ma bellissime.
Kelsey ricomparve. Cadde dal cielo e con un tonfo secco atterrò nel centro della radura. Il moro ricomparve a sua volta, mentre cadeva proprio sul Kelsey. Lei fulminea si scansò, si mise a cavalcioni sul lui che era caduto a pancia in giù e gli bloccò le mani, poi sparirono nuovamente.
Stavano saltando da un luogo all'altro.
Serena scattò da sinistra verso destra e prese il biondo per i capelli. Era stordito, lo stava controllando con la mente.
Kelsey ricomparve in posizione d'attacco. Di fronte a lei si materializzò il suo avversario.
Si guardavano in cagnesco.
A quel punto Kelsey gli saltò addosso e tenendo un piede sulla spalla dell'individuo, utilizzò l'altro per bloccargli la testa.
"Serena, quando vuoi" disse alla sorella
Serena bloccò con una mano la testa del ragazzo. Poi si mise a cavalcioni su questo.
Ad un segnale che intesero solo loro due, fecero pressione. Il rumore di ossa spezzate si espanse per tutta la radura.


I Volturi se ne andarono senza spendere altre parole, tremendamente umiliati dalla sconfitta subita. Non solo avevano perso due elementi, i più importanti del loro corpo di guardia, per pura stupidaggine; avevano anche lasciato in sospeso il caso Bella Swan, permettendo, per di più,  ai Cullen di cavarsela senza punizione per essersi sostituiti alla loro autorità.

Quando anche i corpi dei due ibridi furono opportunamente bruciati, Kelsey sciolse 'l'incantesimo',  se così si poteva chiamare, che aveva fatto per fronteggiare l'impetuosità di Jake.
Nella sua visione, lo aveva visto perire sotto i colpi mentali di Jane. Piano piano tutti si riconciliarono con le loro metà. Edward e Bella erano scesi dalla montagna, e si fecero raccontare tutto da Carlisle, anche se Edward aveva già visto tutto nella mente del padre.
Serena abbracciò Kelsey, e poi corse da Chuck che era lì. Doveva averla accompagnata, quando lei, avuta la visione della sorella in pericolo, era corsa a spalleggiarla.
Bella si avvicinò a Kelsey.
"Kelsey io..."
Nello stesso momento si affiancò a loro Jacob con un' espressione devastata.
"Bella mi faresti un favore?" chiese Kelsey nuovamente gentile
"Sì certo tutto quello che vuoi!" rispose quella sottomessa
"Sta' zitta e sparisci per una buona volta!" e così dicendo si buttò su Jake che la accolse tra le sue braccia baciandola con labbra di fuoco.
"Ti amo!" le disse
"Anche noi" rispose lei tra le lacrime di gioia.
"Noi chi?" chiese Jake confuso, ripoggiando la ragazza a terra.
"Li sai cambiare i pannolini vero Jake?" gli chiese.

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Capitolo 16
*** Epilogo ***



"Jacob, potresti dire alla tua cara figlioletta di non mordermi in continuazione?" chiese Seth, mentre subiva le torture della piccola Sarah
"Andiamo Seth" disse lui continuando a fare zapping "la piccola si diverte. E poi non è colpa mia se adora morderti. Almeno sai cosa ti aspetta quando, da fidanzati, litigherete"
Kelsey, tra le braccia di suo marito Jacob, rise con il suo sorriso da eterna sedicenne.
"Bell'amica tu...che mi lasci in balia delle zanne di tua figlia..." esclamò il ragazzo
"Senti non ti ho mica detto io di avere l'imprinting con lei!" sbottò quella divertita dalla buffa espressione di Seth.
Qualcuno suonò al campanello della villa, dove quell'allegro quadretto prendeva vita.
"Avanti Serena" disse Kelsey.
"Buongiooorno!" disse solare la ragazza "Henry vai a giocare con lo zio Seth su" e così dicendo lasciò che il bambino si avventasse sullo sfortunato ragazzo.
"Serena io non ho avuto l'imprinting anche con tuo figlio però" sospirò lui, soccombendo alla forza delle due piccole pesti.
"No" rispose la ragazza "ma la sua presenza fa felice Sarah, e tu per lei faresti tutto vero?"
"Ovvio"
"Ecco vedi! Buongiorno, io torno dopo l'ecografia! Ciao Ciao"
"Chuck non si trattiene proprio eh!" esclamò Kelsey divertita
"Beato lui che ha una moglie che l'appoggia..." sospirò Jake.
Kelsey lo morse scherzosamente sul braccio.
"Seth!" esclamò Jacob "ora sappiamo da chi ha preso la piccola..."
"Ho previsto due gemelle per Serena..." buttò li Kelsey
"Oh no" gemette Seth conscio che la sua carriera a retribuzione zero come babysitter stava per avere un'impennata.
Kelsey e Jake si alzarono dal divano e, tenendosi per mano, si diressero verso la porta.
"EHI voi dove diavolo credete di andare?" chiese Seth scioccato per l'abbandono
"In spiaggia" disse Kelsey
"A fare una cosa che se solo ti azzardi a pensare di fare con mia figlia ti sgozzo..." sibilò Jacob
"Sarebbe?" chiese Seth
"Stretching" disse Kelsey. E sparì assieme al marito.


                                        ***FINE***


Bene ora vi devo delle spiegazioni:

1. La piccola Sarah è stata concepita quella fatidica mattina della fuga, prima che Brutilde arrivasse a rompere gli zebedei.
2. Come spiegato a grandi linee nel capitolo attinente, Serena, ritornata a New York, ha avuto una visione di sua sorella in pericolo ed è tornata per aiutarla, accompagnata dall'uomo bicentenario ovvero Chuck!
3. Quando Henry ha saputo di essere sul punto di diventare nonno, è rimasto ricoverato in ospedale per una settimana per via di un attacco di nervi.
4. I due IBRIDI, che sono stati uccisi dalle nostre due gemelle, sono gli Ibridi della leggenda, a cui Billy accennò quando alle gemelle fu svelata la loro natura. Solo che anche se eterni venticinquenni, loro di anni ne avevano 800... ed erano figli di un licantropo Quileute indisciplinato ed una povera sventurata.
5. Attenendomi al fatto, inventato dalla Meyer, che i vampiri uomini possono procreare ho fatto si che Chuck e Serena avessero dei pargoli da accudire.
La cosa funziona così:
IBRIDO+VAMPIRO=VAMPIRO (il pargolo crescerà fino ai 16 anni, avendo un po' di sangue umano, altrimenti se fosse solo vampiro rimarrebbe neonato a vita e non potevo fare questo al piccolo Seth, passare la propria eternità come baby sitter di sanguisughe non è il massimo U_U)
IBRIDO+LICANTROPO=LICANTROPO (il pargolo cresce fino ai 16 anni, poi si blocca in quanto ha tracce di vampiro nel DNA cosa che gli dona l'immortalità. Riesce a trasformarsi in lupo.)
Entrambi i tipi di pargoli si cibano di cibo umano, e non sentono la minima esigenza di ingurgitare sangue.
6. Edward e Bella si sposeranno. Avranno Renesme, che si sposerà in futuro con Nahuel.
La sottoscritta spera che spariscano tutti e se ne vadano in Papua Nuova Guinea o in Micronesia o dove diamine vogliono loro BASTA CHE SPARISCANO.
7. Lily ed Henry si sono riconcigliati, anche se lei continua a chiamarlo cane tant'è vero che Sarah lo chiama nonno cane invece che nonno Henry.
Kelsey e Serena hanno ricucito il loro rapporto senza alcun problema.
Jake e Kelsey si sono sposati con una cerimonia Quileute a La Push ed una civile a New York. Ricordate quando Jake ebbe timore di ciò che Lily avrebbe potuto organizzare il giorno del matrimonio delle figlie? Bè erano paure fondate.

8. Non ho fatto sterminare i Volturi perchè volevo dare delle grane ai Cullen!!!

Se avete qualche altra domanda fatela senza problemi. Grazie per aver letto!

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