Segreti innocenti.

di Caen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Segreti innocenti. ***
Capitolo 2: *** Tesoro. ***
Capitolo 3: *** Amore. ***
Capitolo 4: *** Alphas. ***
Capitolo 5: *** Indecisioni. ***
Capitolo 6: *** Licantropi. ***
Capitolo 7: *** Via le luci. ***
Capitolo 8: *** Emozioni. ***
Capitolo 9: *** Sospetti. ***
Capitolo 10: *** Resta con noi. ***
Capitolo 11: *** Inusualità. ***
Capitolo 12: *** Nella tana del lupo. ***
Capitolo 13: *** Lacrime. ***
Capitolo 14: *** Appuntamento. ***
Capitolo 15: *** Risentimento. ***
Capitolo 16: *** I sogni ci parlano sempre. ***
Capitolo 17: *** Con\senza te. ***
Capitolo 18: *** Informazioni al branco. ***
Capitolo 19: *** Svenimenti e sensazioni. ***
Capitolo 20: *** Fingi finchè non diventa vero. ***
Capitolo 21: *** Chiamata. ***



Capitolo 1
*** Segreti innocenti. ***


#Segreti innocenti.

 

Parte prima.





Quegli occhi verdi erano attenti, pronti a cogliere ogni minimo particolare della bocca di Stiles. Derek era appoggiato alla sua macchina lucida, nel parcheggio della scuola, con un'espressione di desiderio verso il ragazzo che aveva attirato la sua attenzione. Mentre lo guardava da lontano si sentì vuoto dentro, come se avesse bisogno di lui. Subito dopo gli venne in mente ogni singolo momento che avevano trascorso quando facevano gatto e topo solamente da amici. Ma per Derek, Stiles era molto di più di un amico. Era l'unica cosa che lo rendeva felice. Ogni singolo momento trascorso con Stiles gli faceva battere il cuore cento volte pù veloce ogni secondo anche se non lo dimostrava. Una risatina infelice passò tra le sue labbra. Perchè non glielo diceva?

 

***



Stiles stava subendo, da parte di Scott, dei pettegolezzi riguardo alla sua ultima prestazione sessuale. Stiles sbuffava e guardava altrove quando l'amico descriveva ogni particolare.

"Okay, Scott. Credo di aver capito che ti sei divertito con Allison, ma quando toccherà a me?" Chiese il ragazzo muovendo le braccia in aria.

Scott cercò un contatto con gli occhi con l'amico. Subito dopo, prima che la campanella suonasse la prima ora, Stiles, con fare imbarazzato, vedendo l'espressione impassibile di Scott continuò:

"Voglio dire...EHM, mi interessano MOOLTO le tue prestazioni a letto con Ally ma..."

"Tranquillo. Perdonami per quello che hai dovuto ascoltarevisto che la tua attenzione non è qui ma vicino ad una macchina lucida di colore nero."

"C-cosa?" Stiles arrossì colpevole. Prese un po' d'aria.

"TT-tu?" Stiles balbettò e imbarazzato si mise le mani sul viso.

"Okay puoi uccidermi adesso." Disse il castano al quale il respiro accellerò.

Scott lo guardò dolcemente mentre Stiles si copriva gli occhi.

"Non ti devi vergognare Stiles. Lo sapevo da tempo, saranno mesi che ..."

"Tu non mi odi? Voglio dire.." Stiles si raschiò la gola mentre si tolse le mani dagli occhi. Le sue guance divvenero rosa.

"Come potrei odiarti? Tu sei il mio migliore amico, e non mi importa di cosa pensa la gente, io ti difenderò sempre, ti difenderò per quello che sei."

Scott cercò di guardarlo negli occhi mentre l'amico guardava il terreno con imbarazzo.

"Non so se sei gay o bi-sex. Ma, sinceramente, non mi interessa. Tu sei il mio migliore amico e lo resterai per sempre."

Stiles lo guardò negli occhi, stava per scendergli una lacrimuccia.

"Okay, adesso però non facciamo troppo i sentimentali che non voglio che Ally creda che non la amo più." Disse il moro scherzandoci su.

Scott mise la propria mano sulla spalla dell'amico e con un'espressione d'affetto disse:

"Sono sicuro che un giorno ti... dichiarerai."

Detto ciò Stiles guardò nel vuoto mentre la campanella suonò e l'amico si avviò alla prima ora. Stiles guardò verso il parcheggio dove c'era la macchina di Derek, al sole, ma di lui nemmeno l'ombra. Il ragazzo sospirò, deluso, ed entrò a scuola.
 

 

***



In classe Scott entrò con dieci minuti di ritardo mentre Stiles, anche se era entrato a scuola qualche istante dopo l'amico, era arrivato in perfetto orario.
Scott andò dalla professoressa e si inventò una delle sue scuse. Stiles sapeva che l'amico aveva pomiciato con la sua ragazza per ben dieci minuti prima di entrare in classe e questo lo rendeva geloso. Non della ragazza in sè ma del fatto che l'amico aveva l'occasione di provare quei sentimenti. Stiles era bisognoso di ricevere amore, sperava di provare emozioni intense, ma non con una ragazza, con Derek o almeno con un ragazzo.

***

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Capitolo 2
*** Tesoro. ***


#Segreti innocenti.

Parte seconda.




"C'é qualcosa di strano." Disse Stiles bisbigliando a Scott, durante l'ora di biologia.
Scott guardò il ragazzo con aria perplessa.

"Voglio dire che la fuori c'è la macchina di Derek ma lui non c'è!" Stiles si coprì la bocca non appena si accorse di aver urlato.
Il professore che stava scrivendo alla lavagna , si girò con aria maligna verso Stiles e lui fece uno dei suoi sorrisini imbarazzati mentra chiedeva scusa.

"Evitiamo di urlare Stilinski, la prossima volta puoi avviarti direttamente dal preside." Disse l'uomo pretendendo rispetto.
Il castano annuì serio e non appena il professore si girò per scrivere alla lavagna Scott disse:

"Non so... probabilmente è venuto per parlare con me." Ci fu un istante di silenzio e i due si guardarono negli occhi imbarazzati.

"Non fraintendere Stiles. A me piacciono le ragazze." Disse il ragazzo coprendosi il viso con un foglio per non essere scoperto dal professore.

Stiles annuì sorridendo. Scott girò la testa verso la finestra con naturalezza. Pensava che un giorno anche Stiles sarebe stato felice come lo era lui in quel momento. Amava così tanto Allison che avrebbe dato la sua vita per lei. Il ragazzo stava sognando ad occhi aperti ma la sua attenzione cadde al di fuori della finestra. Spalancò gli occhi nel vedere improvvisamente Derek che lo stava fissando. Gli occhi dell'Alpha avevano un'espressione angosciata. Si trovava nel bosco di fianco al parcheggio della scuola e aveva un'aria cupa. I due si guardarono negli occhi a lungo. Scott sentì qualcosa dentro sè che gli diceva che Derek doveva parlargli. Era il suo istinto. L'Alpha lo guardò un'altra volta come se stesse cercando una conferma. Scott annuì. Dopo ciò Derek scomparì con uno scatto nel bosco.


***

 

La terza e quarta ora passarono velocemente e la ricreazione suonò. Nel laboratorio di scienze c'erano solo tre ragazzi che erano rimasti in classe. Lidia stava aiutando Allison con dei compiti mentre Jackson le dava noia punzecchiandola con una penna. Nel laboratorio il silenzio prevaleva e i tre erano ancora seduti sugli sgabelli.

"Smettila immediatamente! Se no sai dove andrà a finire quella penna Jackson!" Lidia tuonò, spalancando la bocca quasi come un pesce che abbocca lamo.

Allison spalancò gli occhi vedendo l'espressione impassibile del ragazzo.

"Tesoro datti una calmata." Jackson parve sospirare più che parlare e questo diede molta noia a Lidia che sbuffò impazientita.

"Sai quanto ti amo, vero, TESORO?" Lidia si alzò di scatto dallo sgabello su cui era seduta e con i libri in mano camminò a testa alta verso il corridoio.

"La mollerò da un momento all'altro." Disse il ragazzo con un'aria annoiata guardando la sua ragazza svoltare l'angolo della porta. Allison lo guardò indignata mentre lui si puliva le unghie.

"Sei proprio un bastardo, Jackson." Detto ciò anche la ragazza si alzò dallo sgabello guardando in aria.

Il ragazzo la guardò malissimo ma non disse nulla perchè in fondo provava qualcosa per quella ragazza. Jackson guardò con invidia Scott che stava abbracciando Allison sulla soglia della porta. C'era qualcosa che lo affascinava in quella ragazza. Lei lo baciò sulla guancia vedendo nell'immediato secondo successivo Scott fulminare con lo sguardo il ragazzo che era nel laboratorio tutto solo.

***

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Capitolo 3
*** Amore. ***


#Segreti innocenti.

 

Parte terza.

 

 

“Che cosa voleva Jackson?” Chiese Scott a Allison mentre camminavano nel corridoio.

“Oh, nulla. Cioè mi ha detto che vuole lasciare Lidia.” La ragazza guardò per terra un po' triste per l'amica.
Scott le alzò la testa con un dito sotto il mento.

“Ally, non essere triste per Lidia, fidati tutto quello che vuole fare Jackson lo vuole fare anche lei.” Lui le sorrise guardandola con i suoi occhioni dolci da lupetto.

“Ma sono stati tanto insieme e ora, da pochi mesi non si coccolano nemmeno. La loro passione si è spenta. Vedi, il punto è che...” La ragazza prese una boccata d'aria.

“E' che ho paura che succeda la stessa cosa a noi due, Scott.” Allison si rattristò ancora di più dopo aver pronunciato quelle parole.

“Amore, a noi non succederà. Noi ci occupiamo gli uni degli altri e abbiamo un sacco di interessi comuni.” Il ragazzo la guardò dolcemente.

“E sopratutto non abbiamo segreti.” Allison lo guardò sorridendogli.

Per Scott fu come una pugnalata al cuore. Sapeva che se avesse detto ad Allison quello che era veramente lei sarebbe stata in pericolo. Lui cercò di sorridere mentre la ragazza persa nello sguardo di lui lo baciò.
Fu un bacio appassionato e sincero, che esprimeva tutto ciò che provavano l'uno per l'altra.

“Ti amo.” Le disse lui staccandosi dalla bocca di lei.

“Anch'io.” Allison lo abbracciò, appoggiando la propria testa sulla spalla del suo ragazzo.

Scott si sentì il dovere di mantenere il suo segreto, e sospirò un poco mentre i due si separarono per andare nelle proprie classi.

 

***

 

La ricreazione terminò e l'ultima lezione di scuola ebbe inizio con due striduli colpi di campanella. Scott scosse la testa infastidito dal rumore ed entrò in classe con Styles.

“Che avete combinato te e Allison? Tutta la scuola vi ha visti pomiciare nei corridoi.” Il ragazzo dagli occhi color nocciola si sedè accanto all'amico.

“Ma farti gli affari tuoi, no?” Disse Scott scherzando.

Il professore di matematica chiamò alla lavagna un ragazzo per correggere un esercizio.

“Devo dirti una cosa Stiles.”

L'amico si incuriosì.

“Cosa?” Chiese perplesso.

“Prima, alla seconda ora Derek mi ha fatto capire che mi deve parlare di qualcosa. Il problema è che non so cosa! E' Da stamani che mi tormento.” Bisbigliò il moro.

“Tranquillo lui è fatto così..” Stiles si schiarì la gola.

“Piuttosto non è che ha che fare con gli Alphas? Sai di quella faccenda di cui abbiamo parlato giorni fa.”

Stiles guardò l'amico assorto nei suoi pensieri.

“Scott mi stavi ascoltando?!” Bisbigliò spazientito Stiles.

Scott fu attratto dal professore che scriveva qualcosa su un foglio. Il ragazzo fissò la penna che si muoveva velocemente.

Seguì il movimento della penna sul foglio di carta e ci lesse: -Alphas.-


***

L'angolo dell'autrice.

Spero che per ora vi sia piaciuto! volevo rendere l'idea di qualcosa di misterioso spero di esserci riuscita. Fatemi sapere cosa ne pensate.

Baci, baci.

Caen.

 

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Capitolo 4
*** Alphas. ***


#Segreti innocenti.

 

Parte quarta.

 

La campanella suonò e un'onda di ragazzi uscì dalla porta principale della scuola. Stiles era nervoso per lo strano comportamento di Scott durante l'ultima ora: era corso alla cattedra e aveva sfogliato animatamente il quaderno del professore. Questo credendolo uno scherzo aveva mandato Scott, insieme a Stiles che aveva cercato di aiutarlo, dal nuovo preside.

 

***
 

“Perchè sei corso alla cattedra?! Che ti è preso?” Il ragazzo dagli occhi color nocciola sbuffò mentre era seduto vicino all'amico nell'ufficio del preside. Scott sembrò indifferente alla domanda che l'amico gli aveva posto.

“Ci toccherà rimanere a scuola anche nel pomeriggio!” Gridò Stiles vedendo che il preside non c'era nella stanza. Ma Scott non reagì, troppo impegnato a fissare il vuoto.

“Ma insomma Scott...! Scott?” Stiles si sporse in avanti dalla sedia, sbilanciandosi un po', per vedere il viso dell'amico.

“Stiles, credo di star impazzendo. Devo sapere immediatamente cosa mi vuole dire Derek o sennò impazzirò, lo giuro! ” Disse il moro sbraitando le mani in aria.

Stiles boccheggiò rimettendosi composto sulla sedia non appena entrò il preside.

“Cosa abbiamo combinato oggi, ragazzi?” Il preside fece una risatina forzata e si sedè alla cattedra. I due ragazzi si guardarono speranzosi che il preside gli facesse uscire non troppo tardi da scuola.

“Per oggi ve la siete cavata con due richiami e un'uscita posticipata di venti minuti..”

Scott sorrise vedendo l'amico pronto a scappare dall'ufficio.

“...Ma la prossima volta che combinate qualcosa starete a scuola fino alla sera, intesi?” Continuò l'uomo.

Il preside fissò i ragazzi per un istante.

“Chiaro, prof.” Dissero in coro i due ragazzi alzandosi dalle sedie e mettendosi con tranquillità gli zaini sulle spalle.

“Bene, ora potete andar...” Il preside non finì la frase che i due corsero,spingendosi, fuori dall'ufficio e l'uomo sbuffò spazientito.

 

***
 

“Derek. Derek mi deve dire qualcosa.” Scott stava ripetendo le stesse parole mentre correva, in testa a Stiles, per il corridoio.

“Scott! Aspettami” Mi devi ancora dire cosa hai letto nel quaderno del professore di matematica!” Urlò il castano mentre Scott correva davanti a lui.

Il moro spalancò il portone principale della scuola e uscì con calma. Stiles lo raggiunse dopo qualche secondo con il fiatone.

“A-llora? Ch-e cosa hai letto?” Chiese il ragazzo guardando l'amico cercare con lo sguardo Derek fra la folla di ragazzi uscita, poco prima, da scuola.

“Beh, non c'era scritto quello che pensavo.” Scott attraversò la folla cercando Derek. Stiles fu subito dietro Scott.

“Ci starà aspettando nel bosco, andiamo a vedere?” Disse Stiles guardandosi attorno.

C'erano solo ragazzi che scherzavano con gli amici tra la folla di gente. Scott fermò bruscamente la camminata e Stiles che stava guardando in dietro andò a sbattere contro qualcuno. Stiles prese un respiro profondo non appena si ritrovò faccia a faccia con Derek.

“Derek!” Urlò Stiles imbarazzandosi e indietreggiando un poco.

“Sai, non sempre i tipi come me si trovano nel bosco.” Disse l'Alpha con la sua solita espressione impassibile.

Stiles lo guardò un po' spaventato e Derek dopo averlo guardato negli occhi per un millesimo di secondo passò a Scott.

“Ti devo parlare degli Alphas, Scott, ma non qui, ci sono troppe persone.” Derek guardò la folla di ragazzi intorno a loro accertandosi che non ci fosse qualcuno di sospetto.

Scott annuì serio, guardando Derek negli occhi.

A Stiles lo sguardo semi-spaventato di Derek piacque particolarmente.
C'era qualcosa che lo ammaliava nel vedere l'Alpha avere paura. Il castano sentì stringere il cavallo dei pantaloni.

Subito dopo Derek fece per avviarsi assieme a Scott ma vide Stiles che sembrava intimidito e a disagio. Derek parve confuso, e Scott guardò Stiles nel panico.

“Vado u-un attimo..uhm..” Stiles corse tra la massa di ragazzi con le mani al linguine e le guance rosse come il fuoco.

Era in parte intimidito e in parte affascinato da Derek. Era così misterioso che lo eccitava alle stelle.
Il ragazzo corse, con il fiatone, fino al bagno della scuola.

***

Quando ebbe finito di sistemarsi, alzò la zip dei pantaloni e ripensò alla grande figuraccia che aveva fatto con il ragazzo che gli piaceva.
Si guardò allo specchio chiedendosi cosa avesse pensato Derek di lui in quel momento.
Non voleva più uscire da quel posto sporco perchè se lo avesse fatto si sarebbe sentito a disagio.
Ma voleva vedere il viso di Derek, voleva toccare con le sue labbra le labbra dell'Alpha, lo voleva e basta.
Il ragazzo si decise che avrebbe detto a Derek che lo amava. Lo avrebbe fatto, prima o poi, anche se lui non lo ricambiava.

***

L'angolo dell'autrice.

Che ne pensate? Credete che Stiles si dichiarerà? eheheh c:

Baci, baci.

Caen.

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Capitolo 5
*** Indecisioni. ***


 

#Segreti innocenti.
 

Parte quinta.
 

 

Derek sembrò stranito dall'uscita di scena affrettata di Stiles. Scott guardò Derek, pensoso, mentre si allontanavano dalla scuola. Si avviarono nel bosco.

Quando furono entrati nella vegetazione fitta
si trasformarono, percorrendo qualche chilometro ad est della scuola. Arrivati in uno spiazzo circondato da abeti, si trasformarono in umani e finalmente l'Alpha parlò.

“Gli Alphas sono qua. Mi vogliono nel loro branco ..e mi hanno detto chiaramente che se non divento parte del loro branco uccideranno le persone a me care, poi me.”

L'Alpha guardò gli occhi di Scott stringersi, e al ragazzo si mozzò il fiato.

“Con persone care, vuoi dire me e.. Stiles?” Scott indietreggiò di un passo vedendo Derek spalancare gli occhi e accennare un lieve ringhio.

Dopo un momento di tensione Derek accennò un 'si'.

Il ragazzo sospirò.

“Perchè ti vogliono nel loro branco?” Chiese il moro sedendosi per terra.

“Il loro branco è formato da soli Alpha e credo, che più sono più potere hanno. Per questo mi vogliono, per avere più potere.” Derek abbassò lo sguardo e guardò il ragazzo sospirare con tristezza.
Scott sapeva già la decisione di Derek, tuttavia in quell'istante non chiese la conferma.

“Ma cosa vogliono fare? Voglio dire.. perchè tutto questo potere? A cosa gli serve?” Scott incrociò le proprie braccia sulle sue ginocchia.

“Vogliono formare una nuova razza predominante, Scott. E' una faccenda seria. Non parlare a nessuno di quello che ti ho detto, mmh?” Il tono di Derek non fu deciso, bensì dolce.
Anche il suo sguardo rivolto a Scott lo era. Scott sorrise, ma la sua espressione ritornò subito seria e triste.

“Potrebbero uccidervi e...” Continuò Derek, questa volta con un po' di rabbia in volto.

Scott vide l'Alpha pensare.

Il moro poggiò la propria testa tra le ginocchia.

Derek pensò a Stiles. Se lo avessero toccato avrebbe scatenato una furia pur di proteggerlo.
Doveva accettare la proposta. Non poteva permettere che succedesse qualcosa a Scott e a Stiles.
Tuttavia qualcosa gli diceva che non doveva farlo perchè non poteva abbandonarli.

Il ragazzo interruppe i pensieri di Derek, che sembrò infastidito.

“Cosa hai deciso? Accetti la loro proposta o no?” Chiese Scott guardandolo preoccupato.

Derek sibilò qualcosa.

Dopo qualche secondo l'Alpha chiuse gli occhi.

“Accetterò, Scott. Penso sia la decisione giusta.” Derek strinse gli occhi.

Derek strinse la mascella dopo aver pronunciato quelle parole. I suoi occhi si aprirono improvvisamente.
Guardò la vegetazione davanti a sé, facendo finta di sorvegliare la zona.
Non voleva nemmeno immaginare la faccia del ragazzo in quel momento.

Scott chiuse gli occhi, sapeva che Derek stava mentendo, nonavrebbe accettato la proposta.

 

***

Stiles aprì la porta del bagno con decisione. Doveva dirglielo immediatamente. Doveva sapere se anche Derek lo amava. Ogni volta che aveva provato a confessare i suoi sentimenti si tirava indietro all'ultimo, ma questa volta non avrebbe ceduto. Ce l'avrebbe fatta, si sarebbe sentito orgoglioso e felice, avrebbe finalmente realizzato il suo sogno. Avrebbe amato Derek Hale.



***


L'angolo dell'autrice.

Okay, questo è un mini-capitolo. CHE NE PENSATE?
Vi prometto che il prossimo sarà più lungo :)

Caen.

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Capitolo 6
*** Licantropi. ***


#Segreti innocenti.

 
Parte sesta.
 


Scott venne lasciato da Derek nel bosco.
Un ululato boccheggiò nella vegetazione non appena Derek si fu allontanato.
L’ululato del suo Alpha.
 
***
Stiles aprì la porta del bagno con decisione.
Doveva dirglielo immediatamente. Doveva sapera se anche derek lo amava.
Voleva dirglielo così tanto ma ogni volta che ci provava si tirava indietro all’ultimo minuto.
Ma qualcosa fermò bruscamente i pensieri di Stiles.
Il ragazzo sentì degli ululati nel corridoio della scuola, ma di licantropi nemmeno l’ombra.
Si guardò attorno, spaesato, un istante prima aveva sentito qualcosa dietro di sé. Aveva sentito dei passi e per un momento temette che fosse Derek. La forte ondata d’eccitazione causata dal pensiero che Derek fosse lì fu sostituita dalla paura.
Il ragazzo deglutì.
Un altro ululato e la luce del corridoio boccheggiò.
Dopo poco sentì un ringhio. Il suono rimbombò nel corridoio come un eco.
Si poggiò di scatto sulla porta del bagno mentre vide una figura in fondo al corridoio.
S’immobilizzò per qualche istante e, non appena la figura se ne andò, Stiles tirò un sospiro di sollievo appoggiando le mani sulle ginocchia.
Aveva avuto paura e il suo battito cardiaco stava rallentando. Scosse la testa, cercando di scrollarsi di dosso quella paura e impotenza che lo rendeva del tutto umano. Entrò nel bagno ed improvvisamente un altro latrato lo fece sobbalzare.
Tirò fuori dalla tasca il cellulare mentre guardava fisso la porta del bagno.
La linea era libera e Stiles fremeva dall’agitazione.
L’amico rispose.

“Dove sei finito?!” Scott quasi ruggì dalla preoccupazione.

“Sono nel bagno della scuola, Scott. Ho visto qualcosa nel corridoio. I-io suppongo fosse un…”

“Tu stai bene?” Fremette Scott stoppando l’amico.

“Tranquillo non sono ferito, se questo ti preoccupa ma c’è una bestia qui e ho paura che sia un Alphas.” Stiles bisbigliò appena, pronunciando le parole lentamente.

Scott deglutì in sottofondo.

“Vengo.” Il moro pronunciò la parola con fermezza e corse verso il parcheggio.

Il ragazzo stava correndo, non trasformato, verso la scuola, quando il preside, all’entrata lo fermò.

“Dove vai così di corsa, Scott?” chiese l’uomo con molta calma inclinando leggermente la testa.

“In bagno.” Rispose secco lui.

Il preside lo squadrò da cima a fondo e scomparve nel corridoio facendo entrare Scott.

Il moro si guardò attorno e pensò che il nuovo preside, che si era trasferito da circa una settimana nella loro cittadina, aveva avuto un comportamento inusuale.
Annusò l’aria, cercando l’odore dell’amico.
Non sentì niente oltre che un lieve profumo d’erba. Dopo poco, però, avvertì un’essenza profumata di peonie.
Riconosceva quell’odore, e un poco lo eccitava. Era di Allison.
Scott serrò gli occhi.

‘No, lei non può essere ancora a scuola. Non può.’ Pensò agitandosi.

Scott chiamò al cellulare la sua ragazza, ma lei non rispose.
Lui pensò al peggio diventando, immediatamente dopo, molto protettivo.
Corse nel corridoio semibuio. Stava seguendo la scia di profumo della ragazza ma si stava completamente dimenticando di Stiles.
Scott fu sorpreso nel trovare Jackson che in un’aula stava ancora studiando. I due si guardarono con fugacia.

“Che vuoi?” Disse il castano sospirando dalla noia.

“Sai dov’è Allison?” Chiese Scott guardando, con fare molto agitato, ovunque nella stanza.

Jackson girò gli occhi da un’altra parte e bisbigliò qualcosa contro Scott.

“Io non sono il suo ragazzo, McCall. Non so dov’è.” Jackson sorrise di gusto vedendo lo sguardo gelido di Scott.

Solo dopo il moro s’accorse che l’odore della sua ragazza stava scomparendo, come se un odore più potente l’avesse neutralizzato. Quell’odore non era più lieve e dolce di peonie, bensì era pesante e rozzo. Era odore di licantropo.
Corse via dalla stanza lasciando Jackson di stucco. La scia era in tutto il corridoio. Scott non capiva. Poi, improvvisamente, il ragazzo sospirò di sollievo. Vide Allison davanti a sé, con gli occhi spalancati.

“Che ci fai qui?” Chiesero entrambi guardandosi preoccupati.

“Ti cercavo.” Disse.

Poi un lampo colpì la mente del ragazzo. Stiles!

“Tutto bene?” Gemette Allison vedendo l’espressione del ragazzo.

“Sembri angosciato. È per la partita?” Chiese.

“Esci da scuola immediatamente!” Urlò Scott, facendo uno scatto impressionante.

“C-come?” mugolò lei.

Scott non la sentì, ormai stava correndo chissà dove.

Allison lo guardò stranita, correre via, per un istante. Si avviò titubante verso l’uscita, e quando fu davanti al portone, guardò dietro di sé. Il corridoio era quasi completamente buio, le luci boccheggiavano.
Incombeva il silenzio, soltanto lo scorrere dell’acqua nei tubi faceva una piccola distinzione in  quel che sembrava il vuoto. Per un attimo fu distratta da quel suono così rilassante ma anche tetro.
Fu come se si fosse incantata. Andò via improvvisamente la poca luce che vie era. Allison sussultò.

‘E Scott?’ pensò la ragazza mentre aprì lo sportello del portone principale della scuola. Aprì la porta chiedendosi perché Scott si fosse comportato in quel modo.

‘C’era qualcosa che lo spaventava?’ Si chiese.

Allison si sedette su uno scalino davanti all’entrata della scuola. Avrebbe aspettato Scott finchè non sarebbe uscito.
 
 
Dopo qualche minuto Allison sentì un urlo provenire dall’interno della scuola. Il suo viso s’impallidì di paura e la ragazza s’irrigidì.
Le scivolarono i libri sulla scalinata dove era seduta. Ansimò, un solo pensiero le si espanse nella mente: Scott.
Corse verso il portone e rientrò velocemente a scuola.


***
L'angolo dell'autrice.

Scusate la grossa assenza di questi ultimi tempi. Cercherò di pubblicare il prossimo capitolo al più presto. 

Caen.

 

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Capitolo 7
*** Via le luci. ***


#Segreti innocenti.

 

Parte settima.




Jackson deglutì sentendo un urlo strano provenire dal corridoio.

Poi andò via la luce.

Il castano si alzò dal banco e andò verso la porta chiusa tastando ogni mobile della stanza.

Era buio pesto.

La porta affacciava al corridoio. Il ragazzo, non appena trovò la porta, prese con la mano la maniglia e la girò.

La porta s'aprì scricchiolando.

Jackson si affacciò guardando nel corridoio con un po' di spavento.

Le luci si erano spente.
 

"Probabilmente una ragazza ha urlato perchè è saltata l'elettricità." Pensò con gli occhi ben aperti. 
 

"Che succede?" Pensò subito dopo sentendo dei rumori strani.
 

La sua domanda venne risolta non appena richiuse la porta.

Un ringhio dietro le sue spalle.

Lui si giró di scatto con le mani sul viso.

Ma non c'era niente.

Solo banchi e sedie incombevano nella stanza.

Ritornò improvvisamente la luce e il ragazzo si coprì gli occhi abbagliato. Poi qualcosa cadde sulla sua spalla. Era un liquido molle e trasparente che il ragazzo annusò con disgusto.

Jackson deglutì guardando il soffitto. Il liquido proveniva dall'alto.

Il ragazzo però non vide nulla.

Dopo un istante di spavento, Jackson chiuse la porta e, immediatamente dopo sentì dei passi nel corridoio e riaprì di scatto la porta.
 

"Signor preside!" Disse il castano vedendosi passare davanti il professore.
 

"Jackson, che ci fai qui?" Chiese.
 

"Sto scontando la mia punizione." Disse il ragazzo sospirando scocciato.
 

"Allora continua a farlo." Disse il professore fissandolo, serio, negli occhi.

 

Jackson annuì sbuffando un po', confuso da quella risposta.

Poi vide Copeer squadrarlo da cima a fondo con un espressione senza emozione.

Il professore poi sorrise.

 

"Perchè andata via la luc..." Jackson fu interrotto dal preside.

 

"Ci vediamo dopo Jackson." Concluse voltandosi di scatto.

 

Il castano vide scomparire il preside che entrò in una stanza poco lontana.

Il ragazzo guardò il corridoio illuminato e sospirò.

Poi vide Allison spuntare da un angolo.

 

"Che ci fai qui, gattina? Sconti anche tu la pena?" Chiese il castano maliziosamente.

 

Allison si avvicinò al ragazzo con un po' di fiatone.

 

"Niente scherzi, Jackson, prima ho sentito un urlo strano." Disse la ragazza guardandosi attorno.

 

Il ragazzo, che un istante prima aveva un sorrisone, divenne serio.

 

"C-cosa? Lo hai sentito anche tu? Pensavo di aver dato di matto." Disse il ragazzo guardandola negli occhi.

 

Jackson la guardò a lungo e poi i due entrarono chiudendosi a chiave nell'aula.

 

"Ho paura sia un lupo o un cane rabbioso..." disse Allison mettendosi le braccia attorno alla vita.

 

"Secondo me è peggiore di una cane." Disse il ragazzo affacciandosi dalla finestra, pensoso.

 

“Piuttosto hai visto Scott? Ero preoccupata per lui, ma al cellulare non risponde." La ragazza guardò il castano affacciarsi alla finestra.

 

Ci fu un minuto di silenzio.

 

Il castano osservò, dalla finestra il preside uscire dal retro della scuola.

Tutto gli pareva strano.

La luce che era saltata.

Il liquido strano e l'urlo d'animale.

 

"Che ore sono?" Chiese Allison vedendo il ragazzo distratto dalla domanda che gli aveva posto poco prima.

"Sono quasi le cinque e mezzo." Rispose.

Poi guardò il cielo.Era buio, di lì a poco sarebbe calato definitivamente il sole.

Jackson osservò Copeer entrare nel bosco.

Lo vide girarsi come se avesse paura che qualcuno lo stesse seguendo.

Jackson scosse la testa. Era confuso.

Poi indietreggiò verso Allison.


"Cosa ci faceva il preside nel bosco?" Si chiese.


Troppe domande e nessuna riposta, si disse.


"Che ti prende?" Chiese la ragazza interrompendo i pensieri del ragazzo.


"Niente. Andiamo a cercare Scott." Concluse il castano girandosi di scatto verso Allison e guardandola negli occhi.

***

Angolo dell'autrice.

Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere. :)


Caen.

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Capitolo 8
*** Emozioni. ***


#Segreti innocenti.

Parte ottava.




Derek si era appena trasformato in umano. Si sentiva intorpidito e confuso sulla scelta che stava per compiere. Aveva paura, anche se non lo ammetteva.

Si sentiva strappato a metà, come se una parte gli dicesse di farlo e un'altra no.

La scelta era complicata e il tempo stringeva. Doveva far sapere agli Alphas la sua decisione.
Non capiva, però, il vero motivo sul perché lo volessero nel loro branco. Derek annusò l'aria sospettoso.

Aveva sentito l'odore di un altro licantropo. Uno che non conosceva.
Ululò per capire se il suo fiuto mentiva e i suoi occhi divennero rossi.

Si guardò attorno, agitato. Il suo corpo fremette.

Appena sentì un passo dietro di sè, si girò da una parte.

“Ciao, Derek.” Disse freddo questo.

Derek s'irrigidì, perplesso.

“Ti starai chiedendo chi sono, immagino.” Continuò mostrando a Derek i suoi occhi rossi.

L'Alphas lo guardò con superiorità.

"Hai preso la tua decisione? Sai, non vorrai fare innervosire un intero branco d'Alphas. Non è educazione." Chiese mentre con un dito diceva 'no'.

Derek non rispose e l'uomo lo guardò dall'alto verso il basso.

Derek abbassò lo sguardo, sapeva che avrebbe dovuto accettare per il bene dei suoi amici ma qualcosa dentro di sé non glielo permise.

"Farai meglio a sbrigarti a prendere una decisione, non abbiamo molto tempo.” Disse scrocchiandosi l'osso del collo.

Cooper guardò gelido Derek che alzò gli occhi di scatto.

“Inoltre Derek Hale, so che la tua decisione è già stata fatta, ma sei troppo codardo. So che hai detto a Scott che accetterai per proteggerli, ma non ce la fai.”

Derek lo guardò. Stava centrando il punto. Ansimò, asciugandosi una riga di sudore vicino agli occhi.

“Ma perchè non lo fai? Perchè hai paura di lasciare questo posto, magari di lasciare qualcuno d'importante.
Perchè tu sai bene le abitudini di un Branco di Alphas.
Passano in città cercando qualche Alpha, uccidono qualcuno e vanno via soltanto se hanno un altro Alpha.” Continuò freddo guardando l'anello che portava al dito.

Derek inspirò ansioso.

“Puoi fare il grosso sul tuo Branco di adolescenti, se si può definire tale,
ma in fondo sei solo un fragile, piccolo, lupacchiotto che ha paura.” Disse questa volta fissando Derek con uno sguardo intenso, quasi d'intesa.

Lo sguardo di Derek divenne teso.

Strinse i pugni.

"Tu sai bene di cosa hai paura. Hai paura di abbandonare i tuoi amici, di abbandonare Scott, Stiles."

Derek sobbalzò quasi sentendo che l'Alphas sapeva quell'ultimo nome.

Cooper s'avvicinò a Derek di un metro fino a sfiorarlo con una mano.

“Dirò al branco che devi ancora decidere. Non ne saranno contenti.”

La mano dell'Alphas sfiorò la guancia di Derek

Quest'ultimo trattene il fiato e chiuse gli occhi, stringendo ancora più forte i pugni.
Gli artigli di Derek perforarono la sua stessa carne.

“Nel frattempo, però, ci daremo ad altre attività. Mi comprendi?” Disse ridacchiando di gusto.

“Ho capito qual'è il tuo punto debole; le persone.” Disse sorridendo.

Poi s'allontanò con uno scatto.

“Ma come hai fatto a diventare un Alpha? Sei proprio pauroso.. e il bello è che non lo fai vedere!”
L'uomo scoppiò a ridere e si mise una mano sulla pancia come se stesse cercando di trattenersi.

Derek mugolò di rabbia, strinse i pugni finché i suoi unghielli non gli fecero uscire il sangue dalle mani.

Non poteva permettersi di ringhiare, non davanti ad un Alpha più forte di lui.

Copeer lo fissò, inclinò la testa di lato guardando Derek mugolare. Vide il sangue cadergli dalle mani.
La sua espressione era senza emozione.

“Presumo di averti fatto arrabbiare, Hale. Sono contento. Adesso però ti lascio al tuo autolesionismo.
Ho una persona che mi sta aspettando.” Dopo aver pronunciato quelle parole se ne andò sorridendo.

 

***

 

"Hai sentito Derek?" Chiese Stiles a Scott. 

Le guance del castano divennero lievemente rosee e Scott lo guardò innervosirsi. 

"Ci siamo parlati nel bosco. Avevi ragione riguardo agli Alphas. Lo vogliono nel loro branco." Scott sospirò. 

“Pensi che lui... accetterà?" Chiese Stiles ricomponendosi dalla notizia appena appresa. 
 Fu un po' titubante vedendo l'amico che guardava serio il terreno e gli ripropose la domanda.

"Lui dice di sì, ma io so che lui mente. E' troppo cocciuto." Disse secco. 
Ma accennò anche un po' di affetto in quelle parole.  Stiles sospirò, quasi di sollievo. 

"E se non accetta pensi che ci uccideran..?" . 

“Penso di sì." Scott sputò quelle parole di bocca. Sospirò. 

"Non so che fare, voglio dire, è un casino. Derek rischia troppo. Ci farà uccidere se non accetta. "  
Disse sbraitando le mani in aria.

"Ma che dici? Ha preso la direzione giusta. So che può sembrare egoista ma non è così. Lui non vuole abbandonarci." 
Stiles difese Derek e approfittò della situazione per dire a Scott che si sarebbe dichiarato il giorno seguente.

"Stiles. No, non lo fare. Lo so che aspetti questo momento da molto tempo e sei nervoso ma abbiamo già troppi problemi a cui badare e.." Scott muoveva le mani nervosamente.

"Problemi, Scott? Pensi che lui non..?" Stiles prese fiato e quasi urlò.

"Non mi interessa cosa pensi. Se accetterà bene. Se non lo farà la mia vita continuerà." Stiles mentì in quell'attimo. 

Si sentì in colpa con se stesso. 
Scott lo guardò con gli occhi spalancati.

"Tu non ti arrabbi mai.. e io.. scusa è che.. io ed Allison..." Il moro balbettò.

“Tempo fa ci siamo detti che non avevamo segreti e che eravamo una coppia stabile proprio per questo, 
lei non voleva che facessimo la fine di Lidia e Jackson.” Scott mugolò.

“I-io non posso dirle cosa sono. N-no p-posso.” I suoi occhi s'illuminarono e Stiles gli mise una mano sulla spalla.

“Lidia e Jackson si sono... lasciati?” Chiese premurosamente Stiles.

“Sì.” Concluse Scott.

***

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Capitolo 9
*** Sospetti. ***


#Segreti innocenti.


Parte nona.




"Stiles, scusami, davvero." Scott pronunciò la frase dolcemente.

"Non fa niente."

Ci fu un attimo di silenzio nel parcheggio in cui si trovavano. Era sera. Il sole era calato da un po' e la brezza autunnale fece rabbrividire Stiles che serrò i denti. Tremante il ragazzo guardò per un istante l'amico che stava pensando, probabilmente a Allison, poi guardò ansioso il bosco e di nuovo l'amico.

"Ma derek doveva tornare qua, giusto?" Disse innervosendosi un po'.

Serrò le proprie braccia sul petto.

"Non mi ha detto niente. Ma.. aspetta." Scott s'interruppe.

Annusò l'aria con uno sguardo attento.

"Che c'è?" Chiese l'amico irrigidendosi.

Scott sporse la testa verso il bosco con uno sguardo quasi preoccupato.

I suoi occhi focalizzarono un punto nel bosco. Un odore pungente proveniva da lì.

"Scott!?" Urlò Stiles vedendo l'amico preoccupato. Scott annusò l'aria un'ultima volta. Poi i suoi occhi si spalancarono.

"Derek." Disse con la mascella tesa.

”Ho sentito l'odore del sangue di Derek." Concluse vedendo l'amico immobilizzato dalla paura.

"C-cosa?" Stiles si mise la testa fra le mani. Aveva uno sguardo ansioso e teso.

"Andiamo nel bosco. Ora!" Disse scott correndo verso l'odore pungente.

Stiles annuì nervoso e corse dietro all'amico.

 

***

 

Lydia era seduta sul letto di camera sua. Guardava lo specchio che rifletteva la sua immagine, una bella ragazza con gli occhi verdi e i capelli rossi. Solo pochi sapevano che portava una maschera. Lei in realtà era molto intelligente e non stupida come dava a vedere. amava la matematica e la scienza. Aveva vinto già quattro premi di scienza elementare quando era più piccola. Portava una maschera perché aveva paura che qualcuno la deridesse riguardo alla sua intelligenza. Ma in realtà tutto ciò non la disturbava più di tanto, o almeno non lo dava a vedere.

L' unica cosa a cui teneva era Jackson. Il suo ex ragazzo.

Stavano passando un periodo difficile e lui l'aveva lasciata. Jackson era scontroso e non le parlava più. Qualche anno fa stavano insieme soltanto perché erano i ragazzi più popolari della scuola ma Lydia nutriva un sentimento più forte di una semplice attrazione fisica nei suoi confronti. Si limò le unghie e dopo sospirò. Si distese sul letto e guardò a lungo il soffitto pensando a cosa provasse nei confronti del suo ex.

 

***

 

Jackson era appena uscito di casa quella sera. Aveva uno strano presentimento, qualcosa che aveva sentito anche quel pomeriggio, quando era stato in punizione. Quel pomeriggio era stato, per Jackson, molto inquietante. Danny e altri tre ragazzi lo stavano aspettando vicino alla sua auto. Chiuse la porta di casa e quel presentimento tornò subito.

"Jackson! Dai andiamo!" Urlò uno suonando il clacson.

"Arrivo." Disse sfilando la chiave della serratura.

Si girò titubante e andòdai suoi amici.

 

***

 

Scott arrivò al punto in cui l'odore finiva. Una pozzetta di sangue era l'unico indizio riguardante Derek. Lui non c'era.

Stiles arrivò con il fiato spezzato in gola.

"Che diavolo? Dove è Derek?" Chiese vedendo la pozza.

"Aspetta una attimo." Disse il moro smettendo di fissare gli alberi intorno a lui.

Annusò la scena e con fermezza disse:"Qui c'è stato il preside Cooper."

Stiles rimase a bocca aperta.

"O-okay. Mi stai dicendo che Cooper è stato qui? Quante cavolo di probabilità ci sono che lui sia uno degli Alphas?"Chiese il ragazzo deglutendo. Dopo un istante di silenzio il moro rispose.

"Tante. Ti ricordi oggi a scuola? Era lui l'animale che avevi visto. Non so perchè non abbia riconosciuto l'odore prima. Che stupido che sono.” Disse.

Stiles fece una smorfia e rabbrividì nel sentire una folata di vento.

“E se non sbaglio non deve essere andato molto lontano, sento il suo odore ancora fresco qui." Continuò. guardando attraverso le sagome degli alberi.

"Quindi Derek è stato ferito da lui?" s'interruppe.

Perfino Stiles aveva udito un fruscio sospetto provenire dagli alberi vicini. Ad un tratto una sagoma spuntò tra due grossi alberi. Derek. Era ferito solo alle mani e fortunatamente le ferite erano quasi guarite. I due ragazzi si lanciarono su di lui ma lui li respinse con forza.

“Che diavolo ci fate qui?” Boccheggiò l'Alpha.

***

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Capitolo 10
*** Resta con noi. ***


#Segreti innocenti.

 

Parte decima.




 

Il respiro di Derek era spezzato, come se stesse cercando di nascondere qualcosa. Lo trascinarono vicino alla pozza di sangue e i ragazzi chiesero spiegazioni.

"Mi vogliono nel loro branco." Disse grugnendo.

"O-okay Derek. Ma tu cosa vuoi fare!?" Tuonò stiles.

Derek lo guardò severo. Tuttavia Stiles intravide un sorriso.

Scott guardò la scena silenzioso, poi li interruppe.

"Cosa vuoi fare adesso?" Chiese serio il moro.

"Voglio..devo.. accettare." Disse l'Alpha toccandosi una mano insanguinata. Le sue ferite stavano guarendo velocemente.

Stiles boccheggiò.

"Ma..?" Lo sguardo gelido di Derek gli impedì di finire la frase.

Scott vedendo l'amico così spiazzato sbuffò.

"Perchè hai cambiato idea? So che non volevi accettare all'inizio. Tuttavia mi avevi detto che lo avresti fatto per noi. Che ti succede? Sei lunatico per caso?"

Derek sbuffò a sua volta e disse: "Non permetterò che il mio branco e la gente a cui tengo venga sterminata. Umani e non"

Ci furono un po' di secondi di silenzio.

Stiles lo guardò stupito e Derek lo vide.

Imbarazzati i due guardarono entrambi in un'altra direzione.

Poi Derek parlò.

“E' che se non accetto, loro uccideranno la gente di qui finché io non avrò accettato di stare nel loro branco. Loro se ne andranno solamente con me. Quindi accetterò.” Disse tutto d'un fiato, la sua voce, tuttavia, era indecisa.

Scott e Stiles lo guardarono toccarsi le mani. Il vento soffiò e Stiles rabbrividì.

“Derek, no. Io e Stiles ti vogliamo qui e non da un'altra parte. Noi combatteremo.” Disse il moro con una faccia seria.

Stiles ansimò vedendo che Derek aveva guardato Scott e poi lui quasi dolcemente.

Dentro Stiles si scatenò un fuoco d'eccitazione che nessuno, però, poteva vedere dall'esterno.

Derek sorrise per un istante, poi sospirò.

“State mettendo in pericolo le vite dei vostri cari, gli Alphas sono ricattatori, uccideranno le persone a me care finchè non mi avranno.” Disse freddo.

Scott rimase come bloccato.

“E' un rischio che correremo.” Stiles buttò giù quelle parole come un bicchiere d'acqua.

Poi mise una mano sulla spalla di Scott, imbarazzato da quella frase che aveva appena pronunciato.

“Non è vero Scott?” Chiese all'amico cercando di sviare l'attenzione su di lui.

Derek guardò Scott annuire, poi guardò Stiles sorridergli soddisfatto.

 

L'alpha ricambiò il sorriso.

 

***

 

Jackson si era appartato un attimo dal gruppetto di amici, che stava bevendo dentro un Pub. Era uscito a prendere una boccata d'aria nel parcheggio di fianco alla discoteca Space. Stava pensando alla sua vita e del fatto che adesso era veramente solo. Era un orfano, adottato da due persone che a malapena chiamava genitori. Si sentiva strano, diverso, come se fosse estraneo a tutto e a tutti. Poi sentì qualcosa pulsare nella sua mente. Un altro presentimento.

'Che diavolo?' Si chiese.

Si guardò attorno, c'era un grande parcheggio di fianco al Pub e alla discoteca.

Un altro strano presentimento lo investì. Qualcosa nella sua testa gli diceva di scappare.

Si toccò la testa con le mani. I suoi occhi si chiusero.

"Vai VIA."Disse severo al presentimento.

Un rumore lo interruppe.

I suoi occhi si spalancarono e le sue iridi azzurre si allargarono un poco.

Si guardò attorno, le mani gli tremavano, non capiva più niente.

Un altro rumore, quasi come un ringhio, lo colse all'improvviso.

Tremò, spaesato. Si girò in direzione del Pub. Avanzò velocemente fino alla porta sul retro di quest'ultimo.

Il suo sguardo era teso.

Ad un certo punto vide qualcosa sopra il tetto dell'edificio.

Un ombra lo fece sobbalzare. Ansimò, impaurito.

Nella sua testa qualcosa gli diceva di scappare, ma lui era terrorizzato. Si bloccò.

Non riuscì nemmeno ad aprire la porta. Provò quasi subito dopo ad aprirla ma era bloccata. Le sue mani tremarono.

Qualcosa gli arrivò a dosso, come un lampo.

 

***

 

Stiles fissava Derek, sdraiato sul sedile posteriore della sua auto. Scott guidava l'auto, con i fanali accesi. Guardò la strada. Era talmente buio che intravedeva pochi metri davanti a sé. Era notte e Derek era crollato sul sedile posteriore. Stiles guardava ancora l'Alpha addormentato. Le sue ferite alle mani erano guarite ormai da tempo.

Scott guidava, guardando dritto.

"Smettila di fissarlo." Disse il moro infastidito.

"Perchè?" Chiese Stiles improvvisamente serio. La mascella del ragazzo si tese.

"Perchè devi dirglielo. So quanto ci tieni. Non puoi stare lì a guardarlo senza confessarti. Devi farlo prima o poi." Disse a bassa voce addolcendosi, sorridendo infine all'amico.

Il castano lo guardò meravigliato. Poi Stiles sorrise.

"Volevo dirglielo oggi, ma.." s'interruppe.

Derek si girò nel sedile posteriore. Il ragazzo si pietrificò, ansioso.

"E' meglio continuare la conversazione un'altra volta, che dici?" Scott sorrise imbarazzato.

Stiles annuì.

"Dove stiamo andando?" Chiese subito dopo.

"A casa di Derek."

Un urlo agghiacciate interruppe la conversazione.

L'Alpha si svegliò improvvisamente. Annusò l'aria.

"Cosa è stato?" Chiese Stiles pietrificandosi. Derek lo guardò preoccupato senza farsi vedere. Scott si guardò attorno mentre stava guidando.

Improvvisamente qualcuno apparve in mezzo alla strada.

Scott sterzò, finendo a lato della strada.

"Chi era?" Chiesero in coro i due ragazzi guardandosi.

"Jackson." Rispose Derek facendo sobbalzare i due giovani.

Poi Stiles e Scott si girarono e videro la porta posteriore aperta.

Derek era sceso dall'auto.

Scott scese velocemente dalla macchina, seguito immediatamente da Stiles.

Jackson era a fianco della strada e si guardava attorno, tremante e impaurito.

"Stai bene?" Chiese Scott vedendo il ragazzo inginocchiato sul ciglio della strada.

Jackson lo guardò.

"N-no." Rispose titubante. Le labbra del ragazzo tremarono.

Derek sbuffò spazientito, si sporse verso Jackson e lo prese per un braccio, scrollandolo per un po'.

"Cosa hai visto?" Gli chiese.

"I-io..io.." il ragazzo si guardò attorno, impaurito. I suoi occhi erano lucidi.

"Parla!" Urlò l'Alpha quasi ringhiando.

"H-ho visto u-un ..." Jackson tremò, angosciato del fatto che la creatura potesse tornare.

Scott si avvicinò al ragazzo sentendo un odore di ruggine.

"Sei ferito!" Urlò il moro.

Derek annusò il ragazzo, che lo guardò impaurito e confuso. L'Alpha strinse gli occhi vedendo del sangue sulla maglietta del ragazzo.

Jackson ansimò.

"Alza la maglietta Jackson." Disse stiles, improvvisamente serio.

Il ragazzo, confuso, provò ad alzare la maglietta. Scott intravide una ferita, ma non capì se fosse un morso o un graffio superficiale. Derek quasi urlò quando Jackson coprì subito la ferita e corse via nel bosco. Scott corse subito dietro al ragazzo. Derek lo seguì immediatamente dopo, superandolo di qualche metro. Stiles si guardò attorno, era rimasto da solo, si sentì impotente in quel momento.

Improvvisamente sentì freddo. Si mise le braccia intorno al corpo. Guardò il bosco attorno a sé stringersi. Era buio pesto. Ebbe un po' di paura e si avviò alla macchina. Appena aprì lo sportello sentì un ringhio provenire da qualche parte attorno a lui. Si bloccò, terrorizzato. Lo sportello della macchina cigolò e Stiles balzò dentro l'auto velocemente, chiudendo con uno scatto la porta.

Sentì un rumore agghiacciante. Il suo sguardo divenne pieno di disgusto quando vide una sostanza molliccia sulle sue mani.

Se la scrollò a gran velocità e accese il motore. Mentre partì a gran velocità sentì dietro l'auto qualcosa ringhiare.

 

***

 

La strada era buia e Stiles si asciugò una riga di sudore. Era appena sfuggito ad un Alphas.

Derek arrivò in mezzo alla strada all'improvviso. Stiles frenò bruscamente, impaurito del fatto che potesse esserci un Alphas. Scese dall'auto con ansia.

"Lo avete trovato?" Chiese nervosamente il ragazzo a Derek. Arrivò Scott.

"No è sparito. E non so come diavolo abbia fatto!" Urlò nervoso.

Stiles lo guardò comprensivo e continuò guardandosi attorno.

“Prima, quando voi siete andati..”

"Pensate che sia stato morso?" Chiese Scott, interrompendo Stiles che parve molto infastidito.

Derek strinse li occhi.

“Non ne ho idea.” Disse lui.

“Quando voi siete andati da Jackson...” Stiles provò a formulare di nuovo la frase.

“...un Alphas a cercato di … farmi qualcosa, pensate che mi sono ritrovato la sua saliva tra le mani.” Disse sdrammatizzando un po'.

Stiles deglutì vedendo la faccia di Derek, sembrava paralizzato dall'ansia.

Poi udirono un ululato minaccioso non lontano.

Il bosco si strinse intorno alla piccola strada.

Stiles si guardò attorno, spaventato. Non capiva da dove provenisse quell'ululato.

Derek e Scott, invece, capirono subitoi la direzione del suono.

"Saliamo in macchina!!" Urlò Derek a Scott, spingendo Stiles verso l'auto.


***
L'angolo dell'autrice.

Vi piace la storia per adesso? 

Caen.

 

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Capitolo 11
*** Inusualità. ***


#Segreti innocenti.

 

Parte undicesima.


 

Allison era confusa dallo starno comportamento che aveva Scott negli ultimi tempi. Da quando lui le aveva urlato di uscire da scuola, quel pomeriggio, non si erano più sentiti. Di solito Scott le mandava un sacco di messaggi e la riempiva di attenzioni durante la giornata. Quando lei e Jackson erano usciti dall'aula e la luce era tornata, i due non avevano trovato Scott e allora erano usciti da scuola.

La ragazza, preoccupata, lo aveva chiamato più volte al telefono ma lui non rispondeva. Quella sera Allison decise di chiamare la madre di Scott e chiederle dove lui fosse.

Prese il cellulare e digitò con forza il numero. La linea era libera.

Doveva sapere se Scott stava bene.

L'ora era tarda e Allison si sentì maleducata a chiamare a quell'ora.

La madre del ragazzo rispose un po' assonnata.

“Pronto? Chi è?” Chiese.

“Salve, sono Allison, scusi per l'ora ma.. Scott è a casa?” Chiese lei imbarazzata.

“Ciao, no mi spiace, mi ha detto che restava a dormire da un amico.” Disse la donna affettuosamente.

“Oh, capisco. Grazie signora McCall.”

La ragazza riattaccò sconfortata. C'era una sola spiegazione sul perchè il suo ragazzo non le rispondeva né alle chiamate né ai messaggi: lui non voleva parlarle per qualche ragione.

 

***

 

Jackson ansimò, era sfuggito a Derek e a Scott. Si guardò attorno, disorientato. Dove era? Era nel bosco, solo, con una ferita sul fianco destro.

Non aveva osato sollevare la maglietta.

Si guardò attorno, ansioso dall'idea che Derek lo trovasse. Aveva paura di lui, si era comportato in una maniera inusuale. Poi fissò nuovamente la maglietta insanguinata. Sarebbe dovuto andare all'ospedale, tuttavia non sentiva dolore nonostante la quantità media di sangue che aveva perso. Decise dove sarebbe andato. Non poteva andare a casa, non con quella ferita. Doveva andare da una persona fidata. Non dai suoi genitori adottivi che gli avrebbero chiesto cosa diavolo fosse successo. Pensò, mentre correva, che forse sarebbe dovuto andare veramente all'ospedale. Ma la ferita non faceva male come gli aveva fatto prima. Era come se si fosse già cicatrizzata. Dopo qualche altro passo decise la destinazione. Era la casa più vicina al bosco della città. La casa della persona con cui si era aperto di più negli ultimi anni, molto di più dei suoi genitori, che da quando gli avevano detto che era stato adottato era come se fra di loro ci fosse un freddo vetro. Jackson sentì, ad un certo punto mentre correva faticosamente, un ululato minaccioso. Corse più veloce, ma il fiato gli si spezzò in gola subito dopo.

Intravide la casa di Lidia vicino a quattro grossi abeti e zoppicò fino al cancello.

Si tastò nervosamente le tasche cercando il cellulare, compose il numero e si guardò attorno con spavento, era talmente buio. Solo la luna gli faceva intravedere qualcosa. Il cellulare suonò, ma la linea era occupata.

'Andiamo Lidia, rispondi.” Jackson sbuffò riattaccando.

Si girò di scatto ansimando dalla paura.

Aveva sentito dei passi dietro di lui.

Guardò faticosamente quel che vi era dietro di lui. Vedeva solamente le sagome degli alberi. Poi un altro strano presentimento lo investì con una folata; sentiva qualcosa di fianco a lui. Sapeva che non era umano.

 

 

***

 

“Quindi mi stavo chiedendo se mi sta evitando perchè a trovato un'altra, ecco.” Continuò Allison. Stava parlando con Lidia al telefono.

Lidia sbuffò.

“E scusa per l'ora.” Continuò Allison sentendola sbuffare.

“Oh, scusa Allison è che, immagino tu sappia che io e ..” Lidia non riusciva nemmeno a pronunciare il suo nome.

“..J-jackson, ci siamo lasciati.” Disse con un tono stanco e severo.

“Comunque non credo che Scott sia un tipo così, è un bravo ragazzo. Vedrai che ti richiamerà, ne sono sicura.” Disse confortandola.

“Spero sia così, Lidia. Sai anche Jackson è un bravo ragazzo infondo. Oggi è stato un po' più carino del solito con me, anche se sembrava strano.” Disse la ragazza pensando alla giornata trascorsa.

Dentro Lidia si formò una voragine di gelosia.

“Perchè? Vi siete visti, per caso?” Chiese acida.

“Sì, cioè eravamo a scuola.. ma tranquilla non è successo nulla.” Allison tranquillizzò l'amica che parve subito più calma.

“Sono così stanca oggi. Sarà perchè lui mi ha mollata ma...” A Lidia arrivò un messaggio sul cellulare.

“Si?” Chiese Allison non sentendo più la voce dell'amica.

“Oh, scusa, ti richiamo dopo, ok?”

“Si ma che succede? Tutto bene?” Chiese Allison confusa.

Lidia annuì e riattaccò velocemente.

Guardò lo schermo del cellulare per qualche secondo senza parlare.

Jackson l'aveva chiamata qualche momento prima. Guardò davanti a sé.

Che cosa voleva? Non gli bastava già averla fatta soffrire così tanto?

Una riga d'acqua scese dal suo viso. Lei lo amava così tanto, nonostante tutto quello che le aveva fatto passare.

 

***

 

Ansimò, il ragazzo sentì qualcosa vicino al viso. Una presenza esaltata da un inquietante brontolio. Sentì un po' d'aria calda arrivargli in faccia. Aveva un odore putrido. Lui non voleva girarsi, non osava girarsi per vedere cos'era quella cosa. Jackson sapeva solo che era grossa e pericolosa.

Un ringhio profondo seguito da un latrato lo fece sobbalzare.

Chiuse gli occhi dicendosi che non era possibile.

Inspirò ed espirò terrorizzato, rendendosi conto che in realtà era tutto vero.

Sentì la presenza scomparire e poi solo un angosciante silenzio.

Il brontolio di quella cosa era scomparso.

Il ragazzo aprì di scatto gli occhi e non sentendo più nessun rumore scavalcò il cancello della casa di Lidia. Arrivato alla piscina il cellulare gli suonò, e l'angosciante silenzio notturno fu interrotto. La mano gli tremò e lentamente mise la mano nella tasca mentre avanzava verso la porta della casa. Inciampò nell'istante in cui rispose al telefono.

Jackson cadde nella piscina, battendo la testa sul bordo in marmo.

L'acqua lo catturò, facendolo finire affondo.

 

 

***

 

Lidia era spaventata. Aveva appena chiamato Jackson al cellulare per chiedergli cosa avesse fatto di male per meritare tutto questo. Lui le aveva risposto, tuttavia la ragazza non aveva sentito la sua voce. Aveva udito solamente il suo respiro affannato, poi qualcosa che andava a contatto con l'acqua.

Si rigirò nel letto ansiosa. La linea era appena caduta. Non riusciva a chiudere occhio.

Si alzò con il telefono in mano, si mise le ciabatte e richiamò il suo ex. Quando il telefono diede la segreteria la ragazza guardò fuori dalla finestra la luna piena.

I suoi occhi,poco dopo, scesero più in basso.

Spalancò gli occhi. Le cadde il cellulare e tremò, terrorizzata.

Aveva appena visto un grosso animale vicino alla sua piscina. Quest'ultimo la vide e grugnì. Lidia era pietrificata mentre la bestia la osservava con i suoi occhi color sangue. L'animale poi guardò in basso, verso la piscina. Lidia deglutì, facendo lo stesso.

Ansimò dal terrore.

Jackson era sott'acqua nella sua piscina e

non accennava un minimo movimento. 


***
L'angolo dell'autrice. 

Come vi sembra la storia? Accetto critiche! :) Il prossimo capitolo sarà MOOOLTO interessante! Chi vuol capire capisca! ;)

Caen.

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Capitolo 12
*** Nella tana del lupo. ***



#Segreti innocenti.

 

Parte dodicesima.





Stiles frenò bruscamente la macchina: stava per andare a sbattere contro un cancello di una casa. Derek scese di corsa dall'auto, seguito immediatamente da Scott. I due avevano seguito l'Alphas grazie agli ululati e al forte odore pungente. Quasi non se ne erano resi conto: erano all'entrata della casa di Lidia.

La notte aveva lasciato posto al silenzio, diversamente dal giorno.

Il silenzio, però, fu interrotto da un urlo.

Derek sentì un grugnito aldilà del robusto cancello.

Sgranò gli occhi vedendo Stiles uscire dalla macchina. Il ragazzo aveva le braccia incrociate al petto.

L'Alpha camminò verso lui.

“Tu resti in macchina.” Disse secco voltandosi verso il cancello e saltandolo con agilità.

Stiles era pietrificato. Derek gli aveva appena imposto, quasi con severità, di restare lì.

Il ragazzo guardò Scott che era ancora in piedi difronte a lui.

“Ha ragione. Resta qui.” Concluse anch'esso voltandosi e saltando il cancello.

 

***

 

Derek si guardò attorno, il giardino della casa era molto ampio, non trovava un singolo indizio visivo che gli dicesse dove fosse l'Alphas. Si girò di scatto sentendo Scott saltare il cancello facendo un gran rumore. Derek lo guardò con severità e Scott annuì. Derek, poi, usò il fiuto. Gli odori che sentivano erano mescolati. Non riusciva a sentire la presenza dell'Alpha. Poi svoltarono un angolo della casa, ritrovandosi in uno spiazzo pavimentato in marmo con una piscina, vicino alla porta d'entrata della casa.

Scott ansimò vedendo Jackson, pallido, sott'acqua.

Il ragazzo si buttò in acqua con gran velocità e tirò fuori Jackson. Il volto del ragazzo era gelido, le sue labbra erano viola. Scott toccò il collo del ragazzo, sentendogli le pulsazioni. Il suo battito cardiaco era fiaco.

Scott boccheggiò.

Derek si avvicinò, inginocchiandosi accanto a Scott, poi sollevò la maglietta bagnata di Jackson.

Il ragazzo era stato morso dall'Alphas.

La ferita era cicatrizzata.

Scott riprese fiato.

“E' stato fortunato.” Disse Derek vedendo il piccolo trauma dietro la testa.

“Fra un po' si riprenderà.” Disse l'Alpha alzandosi.

Scott si alzò e trascinò il ragazzo da una parte.

Poi il moro fece per avviarsi all'entrata della casa quando l'Alpha lo fermò con un braccio.

“Fermati.” Disse deciso.

Scott non capiva. Poi vide l'Alpha annusare l'aria con uno sguardo teso.

Derek sgranò gli occhi.

Scott vide Copeer uscire dalla casa assieme a Lidia.

La ragazza aveva gli occhi lucidi ed era terrorizzata.

Derek ringhiò.

“Lasciala.” Sussurò Scott.

L'Alphas guardò con aria di sfida Derek. Gli puntò un dito contro, tenendo con l'altra mano il collo della ragazza. La sua stretta su Lidia era violenta. Lei stava ansimando.

“Bene Hale. A te la decisione.” Disse l'uomo sorridendo, poi vide Jackson fuori dall'acqua. Strinse la stretta sul collo di lei.

Scott s'agitò guardando Lidia soffocare. Una lacrima scorse sul viso di lei mentre quest'ultima intravide Jackson immobile con una ferita su un fianco.

Derek non parlò, bensì ringhiò.

“Non lascerò questi ragazzi morire.” Disse mostrando i denti.

Scott lo guardò ansioso senza spiccicare una parola, se lo avesse fatto Derek si sarebbe infuriato.

“Oh, Scott?

-il ragazzo guardò l'Alphas che lo aveva nominato-

Ci divertiremo.” Disse inclinando la testa quasi a novanta gradi.

Sorrise malignamente.

Il ragazzo deglutì vedendo Derek mostrare i canini all'Alphas.

Il suo Alpha stava rischiando.

L'Alphas ringhiò profondamente stringendo più forte il collo della ragazza.

L'uomo sfoderò gli artigli.

Lidia era paralizzata dal terrore.

Aprì la bocca di scatto sentendosi soffocare. Le lacrime le ricaddero sulle guance. Si sentì soffocare in una morsa dolorosa.

 

***

 

Stiles sbuffò appoggiato alla propria auto. Si agganciò la felpa e mise le mani nelle tacsche. Non sentiva un minimo rumore, era preoccupato.

Era contrario alla decisione di Derek e Scott. Non voleva rimanere lì, non era d'aiuto.

'Probabilmente pensano che io possa essere d'impiccio.' Si disse abbassando lo sguardo al suolo.

Il ragazzo serrò la mascella.

'Farò vedere quanto posso essere d'impiccio.' Disse alzando lo sguardo al cielo stellato.

Eppure Derek gli aveva ordinato di non farlo, e nonostante nessuno lo avesse mai confermato, lui infondo sapeva di far parte del branco e quindi doveva rispettare il suo Alpha.

 

***

 

Derek ringhiò vedendo l'Alphas sfoderare gli unghielli per poi conficcarli nella carne della ragazza.

Senza esitazione, vedendo il sorriso dell'Alphas quasi compiaciuto, gli si lanciò addosso.

Lidia cadde per terra, con dei fori sul collo. I suoi occhi erano sbarrati e due righe di sangue le percorrevano il collo.

La ragazza svenne.

Scott le andò subito in contro e le prese la mano, cercando di aiutare il suo corpo a rigenerare velocemente la ferita. Le vene di Scott si fecero scure.

Il moro ansimò dolorante e ansioso, vedendo l'Alphas sollevare da terra Derek.

L'Alpha ringhiò profondamente contro Copeer che non si era ancora trasformato.

Derek si dimenò dalla stretta, tuttavia il tentativo fu invano.

“Decidi adesso.” Disse secco l'Alphas mentre teneva Derek per il collo.

“Non deciderò mai.” Disse secco cercando di respirare.

La stretta sul collo si fece più forte.

“Non lascerò le persone che amo.” Disse serrando gli occhi l'Alphas.

Lo sguardo di Copeer divenne gelido.

Derek abbaiò mordendolo.

L'Alphas lo scansò e strinse gli occhi.

Sollevò un braccio.

Gli unghielli di Copeer strapparono lo guancia di Derek, arrivando poco sotto l'occhio destro.

L'Alpha urlò dolorante, trasformandosi.

 

***

 

Stiles era in preda al panico. Aveva deciso di scavalcare il cancello e di aiutare i suoi amici perchè aveva sentito delle urla. Deglutì vedendo Scott inginocchiato accanto a Lidia che era a terra inerme. Poi il fiato gli si spezzò in gola quando vide l'Alphas accasciato su Derek. Il tempo si fermò in quell'istante in cui Stiles vide l'Alpha guardarlo con ansia e non con rimprovero.

 

***

 

 

“Prendi la tua decisione.” Disse secco.

Copeer lo colpì con violenza, vedendolo guardare da un'altra parte. Questa volta lo colpì al collo.

L'Alphas si controllò. Non poteva ucciderlo. Derek doveva accettare assolutamente la proposta.

Poi ululò vedendo Derek senza forze. Lo sguardo di Derek ricadde su Stiles nell'immediato secondo successivo.

Stiles era nel panico. I suoi occhi erano sbarrati e la sua bocca tremava mentre Derek lo guardava.

Si sentì impotente e ansimò.

Poi strinse i pugni vedendo l'Alphas girarsi verso la direzione in cui stava guardando Derek.

I suoi occhi divennero rossi.

L'Alphas poco dopo lo lasciò cadere a terra Derek che mugolò.

“No.” Disse con le sue ultime forze.

L'Alphas avanzò verso Stiles che tremò vedendo Copeer con i canini ben in vista.

Scott vide la scena e ansimò, terrorizzato. Jackson non si era ancora ripreso e Derek era sfinito, accasciato per terra con la gola lacerata. Scott doveva fare qualcosa.

Il ragazzo stava ancora cercando di curare Lidia. La ragazza stava guarendo ad una velocità impressionante, tuttavia non era ancora sveglia.Gli occhi di Scott caddero sulle mani insanguinate dell'Alphas, poi vide Derek disteso per terra con il viso segnato.

Il moro deglutì, paralizzato dalla paura.

Derek ansimò, cercando di respirare. Sapeva che il suo organismo stava cercando di curare le ferite procurategli dall'Alphas. Derek sputò un po' di sangue e ringhiò contro Copeer che ormai era ad un passo da Stiles.

Il ragazzo prese aria.

Ci fu un attimo di silenzio in cui L'Alphas guardò tutti i presenti.

Poi guardò Stiles che era davanti a lui.

 

Scott deglutì, cercando di pensare ad una soluzione per salvare l'amico.

 

“Tu.. sei Stiles.” Disse Copeer guardandolo fisso negli occhi, quasi affascinato.

Il ragazzo tremò.

Derek lo guardò impaurito.

L'Alphas gli mise una mano sulla spalla. Lo guardò negli occhi e disse:

“Derek. Decidi adesso. E' la tua ultima possibilità.”

Derek ansimò, con gli occhi lucidi e con una mano sul collo.

Scott senza nemmeno pensarci si lanciò contro l'Alphas spingendolo nell'acqua della piscina. L'Alphas cadde dentro trascinandosi Scott dietro.

I due lottarono per un istante e l'Alphas lo lanciò contro una parete della casa.

Il moro cadde pesantemente al suolo vicino a Lidia, svenendo un attimo dopo.

 

Derek ansimò.

Un istante dopo, però, l'Alphas stoppò la corsa del ragazzo prendendolo per una spalla.

Questo urlò, dimenandosi.

Gliela strinse finché non uscì il sangue.

“Hai deciso?” Rise mentre pronunciò quelle parole.

Derek serrò la mascella, infuriato.

Provò ad alzarsi ma ricadde a terra.

Abbaiò talmente forte che Jackson si svegliò improvvisamente.

 

***

 

Il castano scrollò la testa vedendo quella scena davanti a sé, ma non gliene importò perchè Lidia era per terra. Si pietrificò vedendole del sangue sul collo e si alzò, zoppicando verso di lei.

 

***

“I-io..” Derek era nel panico, non sapeva cosa fare.

Stiles stava urlando dal dolore e i suoi occhi erano gonfi.

“No! Derek non accettare!” Urlò il ragazzo tutto d'un fiato.

Copeer ringhiò, stringendogli la presa.

Stiles ansimò, urlando.

Derek si alzò e serrò la mascella mentre con una mano premeva sulla ferita.

“Lascialo.” Gli ordinò violentemente.

Derek stava ringhiando molto forte.

Copeer lasciò la presa, facendo cadere Stiles al suolo.

Il ragazzo mugolò e si mise una mano sulla spalla.

L'Alphas girò la testa verso Derek per poi chinarsi verso Stiles.

Gli strinse una gamba con violenza.

Poi lo baciò.

Stiles spalancò gli occhi e serrò la mascella dimenandosi.

Copeer rise di gusto continuando a stringerlo a sé.

Derek ringhiò, perdendo completamente il controllo. Come se il dolore fosse stato spazzato via si lanciò contro l'Alphas. Questo parve soddisfatto da quella sua reazione.

Stiles si pietrificò, ansimando.

Quell'uomo lo aveva baciato difronte a Derek.

Il solo pensiero gli diede il voltastomaco. Era nel panico.

Si sentì piccolo, impotente, come se tutto il resto del mondo in quel momento non esistesse. Indietreggiò, confuso e con la ferita sanguinante. Vide tutto sfocato, le sagome dei due licantropi che lottavano aggressivamente quasi sparirono. Il ragazzo cercò Scott con lo sguardo. Si era appena svegliato. Il fiato gli si spezzò in gola, no riusciva a respirare.

I suoi occhi si chiusero un istante dopo.

 

***   

L'angolo dell'autrice.

Mi dispiace lasciarvi sul più bello. Purtroppo domani rinizio la scuola quindi non so se pubblicherò il capitolo successivo domani.
Lo pubblicherò comunque il giorno successivo. :) AUGURI TYLER HOECHLIN!!

Caen.

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Capitolo 13
*** Lacrime. ***


#Segreti Innocenti.

 

Parte tredicesima.



 

Quando Stiles riaprì gli occhi vide per un attimo tutto sfocato. Si sentiva intorpidito e confuso.

Il ragazzo intravide Jackson aiutare Lidia ad alzarsi. Stiles, dopo essersi stropicciato gli occhi, cercò con lo sguardo Derek non trovandolo.

Scott spuntò improvvisamente davanti all'amico dicendogli che l'Alphas lo aveva preso con sé.

Stiles ansimò, spalancando gli occhi.

“Derek ha accettato la proposta?” Chiese tutto d'un fiato il ragazzo. Stiles aveva gli occhi lucidi.

“Non so come dirtelo. Lui lo ha fatto perchè...” Lo sguardo del moro si fece teso.

Stiles deglutì.

“...perchè se avrebbe rifiutato.. l'Alphas gli ha detto che ti avrebbe... lo ha fatto per te.” Disse serio guardando l'amico negli occhi lucidi.

Dentro Stiles si creò un uragano d'emozioni esplosive.

“Io... ho provato fermarlo ma..” Scott abbassò la testa, vergognandosi un po'.

Stiles ispirò ancora con gli occhi lucidi, tranquillizzandosi appena dalle notizie apprese.

“... Non gli farà del male, vero?” Chiese espirando, preoccupato.

“Io...non lo so. Mi sono svegliato poco prima che se ne andassero. Posso dirti che Derek non sembrava felice di andare con lui.”

Stiles alzò il busto, mettendosi a sedere con le mani che abbracciavano le ginocchia, pensoso.

Il castano deglutì, ricordandosi cosa era successo prima che svenisse.

“Copeer mi ha baciato.” Disse secco dopo un po'.

Scott, che per un attimo si era distratto guardando Jackson e Lidia chiedersi cosa fosse successo, si girò di scatto deglutendo.

“Lui cosa?” Chiese incredulo.

 

Stiles lo guardò serio con gli occhi lucidi, annuendo con lo sguardo.

Scott tese una mano all'amico che s'alzò velocemente, barcollando un po'.

“Credo di aver avuto un attacco di panico per quello.” Disse guardando il suolo.

Il moro gli mise una mano sulla spalla con un'espressione d'affetto.

“Cercheremo Derek e . Te lo prometto. Prima però dobbiamo decidere cosa fare con Lidia e Jackson.” Disse il ragazzo guardandoli parlare.

Stiles annuì tristemente.

“Dovevo ascoltare Derek. Perchè sono venuto qui! Se io non ci fossi stato lui non avrebbe accettato!” Stiles quasi urlò. Le sue mani sbraitarono in aria e la sua mascella si tese.

Scott lo calmò.

“Stiles. Se non avessi disubbidito a Derek probabilmente saremmo tutti morti.” Scott s'incupì, pensando a cosa potesse essere successo.

A Stiles scappò una lacrima. Gli ricadde sul viso, finendogli all'angolo della bocca.

“Io..lo amo.” Disse asciugandosi con la mano.

Scott sorrise tristemente, abbracciando l'amico.


***

L'angolo dell'autrice.

Mini capitolo che cercherò di aggiornare il prima possibile. La scuola è riniziata.. e non ho molto tempo.

Caen

 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Appuntamento. ***


 

 

Scusate la mia assenza, troppi compiti.. :\
Ma eccovi qua il quattordicesimo capitolo di Segreti Innocenti. c:


#Segreti Innocenti.


Parte quattordicesima.



***


Erano passati quattro mesi dal giorno in cui Derek era stato costretto a scappare con l'Alphas e Stiles ormai si era rassegnato. Sapeva che non lo avrebbe mai più rivisto.

Stiles chiuse il cappotto velocemente e uscì di casa sbattendo la porta. Una folata di vento lo investì facendolo rabbrividire. Il ragazzo temeva di non poter rivedere mai più Derek. Odiava sé stesso quando pensava a quelle cose. Tuttavia non riusciva a stoppare i suoi pensieri, che sembravano acqua che scorre su un torrente. Per qulache motivo Stiles temeva che Derek fosse morto. Il solo pensiero lo mandò su tutte le furie tanto che tirò un calcio al primo albero che vide.

 

“Ragazzo! Che diavolo stai facendo al mio albero?!!” Urlò il vecchio Rowen, il vicino di casa di Stiles.

Il ragazzo spalancò gli occhi, vedendo il vecchio venire verso di lui con uno sguardo furioso. Il ragazzo deglutì e dopo un momento corse via ricordandosi la filastrocca che aveva composto assieme a Scott quando erano piccoli.

 

Il vecchio brontolone e il suo giardino,

loro son tutt'uno come Rowen e il suo tacchino,

nella pancia ha quel povero animale; poverino,

sai come si chiama questo vecchio contadino?

Rowen è il suo nome! Stagli alla larga!

Non vuoi mica avere una bastonata dalla sua spranga?

Rowen è cattivo! Non andare nel suo giardino!

Guai guai a chi ci andrà, tanto male si farà,

chi una sberla prenderà!”

 

La ricordò tutta solo quando si fermò vicino al bosco. Si appoggiò ad un albero è riprese fiato. Aveva già sete. Odiava avere sete quando non poteva bere. Guardò il suo vicinato da lontano. Rowen era tornato in casa grugnendo come un cinghiale. Odiava quell'uomo. Era un omone scorbutico che odiava tutto e tutti. Stiles ridacchiò pensando a quando Scott gli aveva lanciato un uovo sulla porta. Okay, era stato uno scherzo di cattivo gusto ma non era paragonabile a quando Rowen gli aveva spaventati ad Halloween.

Stiles si girò verso il bosco. Si era dato appuntamento con Scott vicino alla vecchia casa abbandonata di Derek. Scott gli aveva detto di presentarsi puntuale, e ciò ormai glielo ripeteva da qualche giorno. Il ragazzo sospirò pensando. Probabilmente avrebbero parlato di Lidia e Jackson che da quando avevano scoperto 'tutto' erano cambiati radicalmente d'atteggiamento. Poi pensò a Derek e al suo sguardo meraviglioso. Voleva sfiorargli le labbra più di ogni altra cosa. Voleva così tanto abbracciarlo ma probabilmente lui si trovava dall'altra parte del mondo. Sospirò e una lacrima gli ricadde sulla guancia. Ancora bruciava. Bruciava la ferita nel suo cuore che aspettava di essere richiusa. Oh, quanto desiderava vederlo. Un'altra lacrima bagnò il suo viso. Si asciugò le guance e tirò su con il naso. Guardò verso il bosco tristemente e si avviò pian piano verso la casa.

Quando ebbe attraversato il fiume vicino alla casa di Derek si fermò. Vide solo uno spiazzo vuoto davanti all'entrata della casa. Deglutì, tutto gli sembrò un po' inquietante, così prese il cellulare. Vide un messaggio di circa un'ora prima.

 

( 8.56 )

Da: Scott.

Ciao Stiles, ti ricordi che oggi dovevamo vederci davanti alla casa di Derek?

Eh non posso più venire a quell'ora.. Allison mi ha chiesto di passare da lei un attimo e... vabbè vengo ma ritardo di mezz'ora.

A dopom, scusa

 

Stiles chiuse il telefono con forza e grugnì. Sbuffò un po' irritato. Scott lo aveva assillato perchè doveva essere puntuale e lui si presentava in ritardo? Okay ma cavolo no.

Perchè cavolo non aveva guardato il cellulare un'ora fa? Si chiese.

Dovevo restare a casa. Il suo corpo si tese e buttò il cellulare a terra saltando un poco. La verità era che non era infastidito dal ritardo di Scott ma per Derek. Aveva paura di averlo perso per sempre e più il tempo passava più era sicuro che lui fosse morto in un modo o nell'altro.

Urlò.

Sfogò la rabbia e la frustrazione, poi strinse i pugni. Si sedette su uno scalino della casa che scricchiolò. L'ambiente non gli sembrava nemmeno più inquietante. In quel momento c'erano Stiles e la sua inquietudine interiore.

Poi dopo un po' poggiò le braccia sulle ginocchia e le mani alla testa. Espirò, calmandosi definitivamente. Successivamente guardò l'ora. Erano passati quarantacinque minuti dall'ora prestabilita da Scott. Stiles non ci voleva credere. Sbuffò e si alzò incamminandosi verso il bosco.

Quando fu entrato nella vegetazione fitta, aprì il telefono e rispose al messaggio di Scott.

 

( 11.02 )

A: Scott.

Sei in ritardo. Vado a casa perchè ho da fare.

 

Cliccò 'invio' ma non c'era campo.

Stiles s'innervosì.

'COME CAVOLO E' POSSIBILE.' Pensò ad alta voce guardando il cielo.

Cliccò più volte il tasto 'invio' ma non ci fu niente da fare. Allora mugolando di rabbia riniziò a camminare verso casa. Qualcosa però lo interruppe.

Stiles sentì dei rumori dietro di lui. Il suo respirosi fece pesante. Ansimò un istante sentendo un ringhio. Poi l'animale gli si avvicinò fino a sfiorargli da dietro una spalla. Stiles palpitò e corse via verso la strada.

Corse il più veloce possibile sentendo che l'animale lo stava seguendo. Si girò più volte intravedendolo. Era una figura sfumata. Stiles guardò davanti a sé per poi riguardarsi dietro: non c'era più. Si fermò bruscamente con un crampo al petto per la corsa.

Prese fiato e ricominciò a correre, questa volta più lentamente, verso la strada.

Ma l'animale riapparve davanti a lui. Era un licantropo completamente trasformato.

Stiles spalancò gli occhi indietreggiando. S'agitò quando il lupo gli venne incontro con un passo lento, quasi straziante agli occhi di stiles. Il lupo sollevò gli occhi e spalancò la bocca. Il licantropo era così vicino a lui. L'animale si trasformò a poco alla volta in umano faccia a faccia a Stiles. Gli occhi del lupo da scuri com'erano divennero verdi.

Stiles boccheggiò e i suoi occhi divennero lucidi.

Quelli erano gli occhi inconfondibili del suo Alpha.

 

***

 

Derek sorrise vedendo Stiles pietrificato dalla gioia.

Stiles s'aprì in un contagiante sorriso.

'Lui è qui, lui è vivo! Derek è vivo!' Pensò euforico. Quasi non ci credeva.

Derek sorrise vedendo Stiles così felice.

Un istante dopo Stiles gli saltò addosso e lo abbracciò forte rendendosi solo dopo che Derek era nudo. Stiles spalancò gli occhi e staccò l'abbraccio dando a Derek il suo cappotto da mettere intorno alla vita.

 

Derek sembrò molto imbarazzato e per interrompere il silenzio parlò.

 

“Sono un.. Lupo Originale.” Disse guardandolo con un mezzo sorriso.

“Sono sfuggito a Copeer quando ho scoperto di essere quest-....” Derek si fermò, guardando negli occhi Stiles che lo stava fissando incredulo di averlo visto di nuovo, dopo che erano passati quattro mesi. Derek guardò gli occhi del ragazzo cadergli sulle sue labbra. Derek lo guardò intensamente, fissandolo negli occhi fino a che Stiles non lo riguardò.

Derek fremette.

Si sporse verso le labbra di Stiles, sfiorandogli la bocca con la sua. I loro respiri si fecero all'unisono e Stiles s'irrigidì.

Al ragazzo battè forte il cuore.

Si guardarono un'ultima volta negli occhi.

Si resero conto di quello che stavano per fare e di quello che provavano l'uno per l'altro.

Dopo qualche secondo Derek lo baciò.

Stiles ricambiò il bacio e Derek lo strinse a sé con forza.

Aveva sempre desiderato quel momento. Lo aveva sempre pensato e adesso che stava succedendo veramente era così desideroso di lui.

Stiles gli pose una mano sulla spalla. Si staccarono e si guardarono nuovamente negli occhi con passione.

“Stai immobile.” Gli sussurò Stiles.

Derek obbedì e per lui fu la prima volta.

Il ragazzo lo baciò con dolcezza sulla bocca.

A Derek s'illuminarono gli occhi e poi lo abbracciò, tenendoselo stretto per qualche minuto, assaporando quell'istante di tenerezza che si era immaginato molte volte.

 

***
 

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Capitolo 15
*** Risentimento. ***


#Segreti Innocenti.

Parte quindicesima.

***

'Come sta la tua spalla?' Chiese Derek a Stiles dopo un breve istante di silenzio.

Il bosco era accompagnato da varie folate di vento.

Per un attimo il ragazzo parve confuso.

'La mia spalla?' Chiese perplesso toccandosi vicino ad essa.

Derek lo guardò preoccupato mentre Stiles abbassò lo sguardo.

'Copeer ti aveva...fatto del male.' Disse l'Alpha fissandolo serio.

Stiles fece un versetto strano ricordandosi quella notte.

'Dici queste cicatrici?' Disse il ragazzo scoprendosi pian piano una spalla. Rabbrividì un poco nel sentire una folata di vento venirgli addosso.

Derek vide cinque punti in cui le ferite si erano cicatrizzate. Il suo sguardo s'incupì.

Stiles lo guardò posizionare la mano sulla sua spalla in corrispondenza delle ferite. Derek emise un suono a metà tra la preoccupazione e la rabbia.

L'Alpha vide che gli unghielli di Copeer avevano lacerato la carne del ragazzo in profondità. Il suo sguardo divenne teso dalla rabbia.

Stiles gli prese il volto tra le mani. Derek sbuffò stringendo i pugni dalla rabbia. Il ragazzo lo guardò negli occhi cercando di calmarlo. Derek non volle incrociare i suoi occhi, voleva solo vendicarsi.

'E' tutto ok.' Disse Stiles guardandolo negli occhi.

Derek sbuffò.

'Non è tutto ok, Stiles. Lui ti ha anche baciat-' L'Alpha non riuscì a finire la frase che s'allontanò di scatto dal ragazzo.

 

Derek strinse forte i pugni cercando di controllare la sua collera.

'Lui ti ha baciato.' Disse cercando di controllarsi. La sua voce era pregna d'ira.

Stiles scosse il capo cercando di dimenticare quell'orribile momento.

'Dopo che lui fece quello che ha fatto...' Derek non riusciva a pronunciare nuovamente quella parola.

'Io sono andato su tutte le furie. Ho cercato di fermarlo, ho lottato con lui e .. mi ha sconfitto solamente con un morso alla gola. Mi sono odiato così tanto, Stiles.' Disse cercando di respirare normalmente. I suoi occhi erano disperati in cerca degli occhi del ragazzo.

 

Stiles lo guardò con gli occhi lucidi.

'Tu hai fatto il più possibile.' Disse con sincerità il ragazzo.

'No, non è vero. Potevo fermarlo. I-io, dovevo essere io il primo a baciarti, Stiles.' Disse guardandolo negli occhi lucidi.

Stiles boccheggiò sentendosi dire quelle parole.

Derek voleva far soffrire Copeer più di ogni altra cosa. Voleva ucciderlo.

'Lo ammazzo.' Disse secco Derek dopo una breve assenza di rumore.

I due si guardarono malinconicamente e Derek si voltò, incamminandosi verso una meta che per Stiles era sconosciuta.

Stiles cercava in qualche modo di distrarlo dall'incamminarsi via.

'No, tu non lo farai!' Stiles s'agitò vedendo Derek così pronto a correre verso il suicidio.

Il ragazzo mentre pronunciò quelle parole scoppiò in lacrime.

Derek si fermò un istante, vedendo Stiles così agitato e lo guardò con malinconia.

Stiles deglutì con il volto completamente bagnato dalle lacrime.

Il ragazzo si fermò a pochi passi da lui.

'Tu non mi lascerai un'altra volta.' Disse cercando di asciugarsi le lacrime che ancora scorrevano.

Derek lo guardò negli occhi.

'Tornerò alla prossima luna piena, te lo prometto.' Concluse Derek girandosi di scatto.

'Ti prego, n-non farlo.' Stiles era in preda al panico.

Lo aveva appena rivisto. Lo aveva appena baciato. Aveva capito che anche lui lo amava. Non voleva perderlo un'altra volta. Non voleva perderlo per sempre.

'Non dovevo farti vedere le cicatrici.' Disse il ragazzo chiudendo gli occhi bagnati.

L'Alpha tornò di corsa da Stiles e lo baciò non lasciandolo parlare nemmeno per un istante.

Immediatamente dopo Derek gli asciugò le lacrime e scappò via.

 

Il volto di Derek si bagnò di una lacrima mentre vide da lontano Stiles accasciarsi a terra e piangere.

***

Eccomi qua, proverò a scrivere più spesso ve lo prometto. 
-Caen.

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Capitolo 16
*** I sogni ci parlano sempre. ***


#Segreti innocenti.

 

Parte sedicesima.

 

 

Stiles boccheggiò, svegliandosi di soprassalto. Si rese conto che il suo sogno era stato interrotto dal suo vicino di casa. Il ragazzo si affacciò alla finestra e vide l'anziano urlare contro un ragazzo. Stiles scosse la testa e si alzò in piedi.

“Scott?” si chiese.

“Scott?!” Urlò poi affacciandosi dalla finestra.

La maglietta del suo pigiama svolazzò e un tuono lo fece rabbrividire.

Rowen guardò dal basso il castano affacciato alla finestra e Scott fece lo stesso.

Il moro sorrise vedendo la faccia pietrificata di Stiles.

“Che succede?” Urlò Stiles per farsi sentire meglio dal vecchio Rowen.

“Ragazzo non c'è bisogno di urlare ci sento benissimo!Ne ho passate tante ma almeno l'udito mi è rimasto!” Gridò questo sbraitando il suo bastone.

Scott fece una risatina e il vecchio lo guardò severamente avviandosi verso l'ingresso di casa.

“La prossima volta vedi di non calpestare il miei fiori ragazzo.” Disse procedendo lentamente.

“Scusi, signore.” Disse il moro sorridendo.

Poi guardò Stiles che era rimasto immobile ad osservare la scena.

Il ragazzo fece una smorfia.

“Ma quello è veramente il signor Rowen?Me lo ricordavo più scorbutico.” Disse ridacchiando.

“Vi sento ragazzi!” Urlò l'anziano.

“Le vogliamo bene signore!” Urlò Stiles sorridendo.

Scott rise di gusto e il padre di Stiles gli aprì la porta di casa.

“Il vecchio Rowen dovete trattarlo bene, okay Scott?” Disse lo sceriffo.

“Si, signore.” Scott sorrise e l'uomo annuì amorevolmente.

“Vai pure su da Stiles. Sveglialo più che puoi ha dormito troppo.”

Il moro salì le scale velocemente e arrivò alla porta dell'amico. Non fece in tempo ad aprirla che si ritrovò Stiles davanti in pigiama. I due si guardarono e Scott rise.

“Che cosa hai addoss-” Il ragazzo non fece in tempo di domandare all'amiche che questo lo prese per la maglietta e lo trascinò dentro camera sua sbattendo la porta.

Stiles lo fece sedere sul letto.

“Allora non so se è più grave il fatto che tu sia venuto A CASA MIA a quest'ora..”

Scott guardò Stiles guardare l'orologio di sfuggita mentre sbraitava le mani in aria. Erano le 14:47. Il moro sorrise sistemandosi comodo sul letto, amava sentire come Stiles enfatizzava le parole per rendere una frase più buffa.

“O il semplice fatto che tu hai violentato PSICOLOGICAMENTE il mio pigiama...”

Scott rise e lo guardò come si guarda un bambino che fa qualcosa di sbagliato. Stiles ridacchiò prima di proseguire la frase.

“...so che lo hai fatto, non mi guardare così, lo vedi quanto sono BELLE queste pecore a forma di nuvola sui pantaloni?” Disse indicando la figura mentre era in piedi davanti all'amico.

Poi il castano divenne un po' più cupo, e il suo sorriso si spense un po'.

“Oppure... il fatto che sono giorni che Derek non c'è più e... io l'ho sognato.”

Scott lo guardò cacciandogli una breve occhiata d'affetto.

“Noi facciamo finta di nulla, che non sia successo niente. Ma le ferite che ho sulla spalla dimostrano che quello che mi ha fatto Cooper non è stato un sogno.“ Stiles abbassò la maglietta in corrispondenza della spalle. Vi erano delle bende, e il ragazzo sembrò disgustato dall'odere che emanava la ferita.

“Mi fa un male. Secondo te è possibile trasformarsi con dei graffi?” Stiles all'idea rabbrividì.

Il moro non sapeva che dire all'amico, era un po' spaventato dall'ultima cosa che aveva detto Stiles. Però fece finta di niente non sapendo se quella ferita potesse causare un disastro si o no. Non sapeva dare una risposta senza Derek al suo fianco. Qualche giorno fa, il capobranco, era stato costretto dall'Alphas ad andare con lui e un po' tutti a quel punto si sentivano persi. Non avevano più il loro Alpha. E un branco, anche se composto da pochi individui non può stare senza un capitano.

“Le cose che ho sognato mi sono sembrate vere. La mia mente ha proprio progettato tutto alla perfezione. Mi ha perfino fatto credere che Rowen mi stesse inseguendo con un bastone.. proprio come quando eravamo piccoli, ti ricordi?”

Scott sorrise ricordandosi la filastrocca. “Si che mi ricordo, eravamo due pesti.”

Stiles fece un mezzo sorriso e i suoi occhi si abbassarono un momento per poi riguardare Scott negli occhi.

“Diciamo che il mio sogno è stato come un film, ha realizzato i miei desideri, anche se poi me li ha frantumati però, appunto..ehm, sai.”

Scott lo guardò dolcemente e sorrise ridendo.

“SI che lo so.” Disse. A Stiles scappò una risata isterica vedendo l'amico ridere.

Scott lo guardò.

“Sai penso che i sogni siano un po' stronzi delle volte ma in qualche modo assurdo ci dicono delle cose, si insomma ci parlano.”

Il moro sorrise incrociando lo sguardo perplesso dell'amico.

“Penso che tu abbia ragione. Quindi IO sto dicendo a ME che se.... bacio Derek...poi lo perderò.”

Scott cercò di deglutire il più indifferentemente possibile. “Forse?” Domandò imbarazzato.

“OKAY, Scott, grazie apprezzo il tuo sforzo nel confortarmi. Però, piuttosto, sei venuto qui per dirmi qualcosa?” Chiese sorridendo.

Scott sorrise imbarazzato.

“Si in effetti si. Sai Lydia e Jackson?”

“Si mi ricordo abbastanza bene, Jackson è uscito dall'ospedale o fa ancora un po' di scena dicendo che un lupo\uomo lo ha attaccato e buttato dentro una piscina? Perchè se lo fa ancora è proprio stupido.” Disse guardando fuori dalla finestra la pioggia che cadeva.

“E' uscito dall'ospedale tutto arrabbiato perchè nessuno gli credeva. A parte Lydia ovviamente.”

“E tu eri lì? Che hai fatto?” Chiese curioso l'amico.

“Io li ho assecondati dicendo che si erano immaginati tutto perchè magari avevano battuto la testa e lo stesso hanno detto i dottori. Poi sono usciti insieme con le loro bendature. DEVO FARE QUALCOSA.” Disse Scott serio.

“Devo controllare la situazione. Dirò a quei due cosa è successo l'altra notte per rinfrescarli le idee e...aspetterò per decidere cosa fare.”

Stiles annuì.

“Per caso vuoi morderli?” Chiese quasi intimidito.

“No, assolutamente. Ma da ora in avanti saranno parte del branco proprio come te, anche se umani. Devono accettarlo.”

 

 

 

 

 

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Capitolo 17
*** Con\senza te. ***


 

 

#Segreti innocenti.

 

Parte diciassettesima.


 

 

“Jackson smettila.”

Lydia stava camminando velocemente in qua e là nella camera del ragazzo.

“Come devo smetterla? Insomma noi abbiamo visto quelle schifo di cose. Che robe erano? Lupi mannari? E' ridicolo... ma non c'è altra spiegazione.” Il castano seduto sul suo letto stava convincendo Lydia che le creature che avevano visto erano reali.

“No, ci deve essere una risposta logica.” Disse decisa pensando a cosa potesse averle fatto vedere quelle cose. Jackson sbuffò.

“Insomma magari c'erano delle piante allucinogene nei paraggi di casa mia. Che ne so!” La ragazza sbraitò le mani in aria in preda al panico.

“Non è possibile Lydia! Delle piante ma dai. Ci hanno detto che abbiamo sbattuto la testa, ma ti rendi conto?! Okay, forse si in parte è vero, abbiamo entrambi urtato la testa. Ma in più te avevi quei segni sul collo che sono andati via proprio come quello sul mio fianco.”

Lydia espirò guardando il ragazzo.

“Sono sicuro che Scott ci dirà qualcosa. Se non lo fa m'incazzo sul serio, ci deve delle spiegazioni.”

“Sto tremando, non voglio tornare a casa mia.” Sibilò lei.

Jackson la guardò preoccupato e si alzò di scatto per andarle in contro. La strinse a sé e sentì quanto era angosciata. La testa della ragazza era appoggiata sulla spalla di lui.

“Sai, quando quel giorno ho guardato fuori dalla finestra e... ti ho visto nella piscina...”

Inspirò continuando a cercare di non tremare.

“...ho avuto tanta paura che tu fossi... morto.” Una lacrima ricoprì il viso della ragazza e Jackson la guardò negli occhi.

“E' stato lo stesso per me quando ti ho vista a terra.” Il ragazzo le diede un bacio sulla guancia e entrambi si chinarono per distendersi sul tappeto. Una volta faccia a faccia Lydia gli mise una mano sulla guancia, con ancora gli occhi lucidi. Il ragazzo sorrise abbracciandola mentre Lydia lo strinse forte cercando di non pensare a quel giorno.

 

 

***

 

Stiles era stato a casa tutto il tempo. Non era mai uscito dal giorno in cui Cooper lo aveva ferito alla spalla e lo aveva...baciato. Era stato abbastanza traumatizzante tanto che era svenuto per via di un attacco di panico. Quando sognava gli capitava spesso di sognare Derek che misteriosamente riappariva dal nulla e gli dichiarava il suo amore ma mai gli era capitato di sognare Cooper. Tranne quella notte. Fu tutto molto chiaro da capire, proprio come il giorno prima aveva sognato Derek e lui che si dichiaravano l'uno all'altro. Il sogno però questa volta fu un po' più complicato: c'era un grande albero, probabilmente una quercia, con accanto dei lupi veri e propri che ringhiavano feroci verso qualcuno. Poi il sogno si catapultava in una laguna dove c'era Cooper che guardava immobile l'acqua al chiaro di luna. L'uomo poi si girava e aveva il volto squarciato e chiedeva a Stiles di baciarlo. Era stato piuttosto agghiacciante e Stiles era alquanto turbato. Quel mattino, come li scorsi giorni, se ne stava vicino alla finestra ad aspettare faticosamente che la ferita guarisse. Una volta che i medici lo avevano curato Stiles era tornato a casa grazie al padre che aveva richiesto una cura giornaliera a casa. Tutto questo era ovviamente molto costoso per il padre del ragazzo che ancora non aveva capito bene come si era procurato quella ferita grave. Stiles gli aveva detto che era caduto sopra a degli ingranaggi nei pressi di Hobelwood mentre aveva cercato di dare una mano a Lydia e Jackson che erano caduti in un fosso. Chiaramente il padre aveva faticosamente creduto alla storia del figlio, tuttavia lo aveva assecondato come faceva sempre perchè lo voleva proteggere da eventuali ficcanaso che lo avrebbero cacciato in guai seri. Il ragazzo aspettò l'infermiere e una volta cambiata la fasciatura e prese varie medicine si riaffacciò alla finestra in attesa di Scott.

 

 

***

 

Jackson era disteso sul letto con Lydia al suo fianco. La ragazza stava dormendo mentre lui guardava il soffitto del letto a baldacchino. Ripensò alla notte in cui quel mostro lo morse sul fianco e rabbrividì. Poi si toccò la nuca in corrispondenza della fasciatura. Si sentiva intorpidito, quasi scomodo nella sua stessa pelle. Era come se qualcosa stesse ribollendo dentro di lui, proprio nel punto in cui qualche giorno prima si era sentito mordere, eppure visibilmente era pelle dei suoi fianchi perfettamente in forma. Sapeva che quello che era accaduto era reale però allo stesso tempo non capiva come la sua ferita fosse guarita. Come era possibile? Si mosse un po' nel letto e Lydia mugolò avvicinandosi sempre di più a lui. Il ragazzo la guardò e sorrise dolcemente.

Pian piano Lydia aprì gli occhi e sbadigliò.

“Che ore sono?” Chiese stiracchiandosi.

“Non ti lascerò mai.” Disse tutto d'un fiato lui come liberandosi da un peso.

Lydia si mosse talmente tanto che rotolò giù dal letto.

“Cosa?” Chiese incredula appena caduta a terra.

Jackson rise. Si sentiva talmente bene con Lydia da quella sera. Era come se lui si fosse reso conto che lei era una bellezza rara che non va sciupata.

“Sei bellissima.” Disse porgendole una mano e trainandola su nel lettone.

“Sto sognando Jackson? Perchè tu mi hai appena fatto un complimento.” Disse stupefatta sdraiandosi accanto a lui.

“No, è la realtà baby.

Lei rise di gusto sentendo la parola baby e lui sorrise guardandola.

Lei ricambiò lo sguardo e la siruazione si fece alquanto tesa per l'evidente attrazzione che provavano l'uno per l'altro. Jackson tentò di baciarla sulle labbra ma lei si scostò velocemente.

“Jackson voglio fare le cose con la più calma possibile okay? E' da molto che non mi sento così e voglio fare una cosa seria con te, chiaro? Non voglio sognare di noi che ci baciamo e basta eh.” Lydia aveva fatto tutto il discorso guardando da una parte che non centrasse con il ragazzo.

“Okay.” Disse lui.

“Bene.” Lei deglutì credendo di aver rovinato tutto.

Ci fu un attimo di silenzio dove si sentiva soltanto le auto passare per la strada.

Al diavolo!” Urlò lei girandosi verso Jackson. Lui rise dolcemente.

“Sei fantastica.”

Lydia guardò un attimo nei suoi meravigliosi occhi azzurri e lo baciò dolcemente sulle labbra.

 

 

***

 

Scott mandò un messaggio ad Allyson dove le chiedeva scusa perchè non sarebbe potuto venire da lei quella mattina. Poi si avviò verso la casa di Jackson. Il moro era l'unico, insiemea Derek, a sapere che Jackson era stato morso su un fianco. Quando lo avevano scoperto, avendo visto la brutta ferita alla testa che aveva riportato il ragazzo lo avevano ritenuto fortunato ad aver ricevuto il morso. Sapeva che di lì a poco il ragazzo avrebbe avvertito dei cambiamenti dentro di sé e che sarebbe stato molto doloroso. Nonostante tutto, anche se era stato morso da un Alphas, Scott lo voleva nel branco di cui lui faceva parte. In quel momento si sentì potente, in grado di comandare e prevedere ogni mossa della trasformazione di Jackson. Si sentì in grado di comandare un suo branco, con o senza Derek.

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Capitolo 18
*** Informazioni al branco. ***


 

#Segreti innocenti.

 

Parte diciottesima.

 

Stiles stava dormendo quando tutto d'un tratto sentì suonare il campanello più volte. Fece una smorfia e si toccò la fronte calda. Era già due volte che si appisolava quel giorno. Che gli succedeva? Era diventato uno dei sette nani? Si alzò dal letto lentamente e prese la vestaglia. Messe le ciabatte scese al piano di sotto per aprire la porta. Si sentiva così malaticcio con il naso rosso per il raffreddore. Gli mancava una bella tazza di thè ed era apposto. Aprì la porta a malincuore. Gli sarebbe venuta addosso una folata di vento che lo avrebbe fatto stare solo peggio, in più si vergognava un po' dei suoi pantaloni del pigiama. Ma probabilmente dietro alla porta ci sarebbe stato Scott il quale lo avrebbe preso un po' in giro per le pecore. E invece una volta aperta la porta non si ritrovò il suo migliore amico, bensì Allyson.

“Ehi, cosa? Ciao.” Disse il ragazzo scuotendo la testa confuso.

“Ciao Stiles.” Disse lei con le braccia incrociate nel cappotto.

“Che hai? C-cioè.. che c'è?” Chiese goffamente tirando su con il naso.

La ragazza distorse gli occhi.

“Scusa Stiles...ma dove è Scott? E' da UNA settimana che mi evita. Non ce la faccio più.” Disse severa.

“E' da Lydia e-” La ragazza non gli permise di finire la frase.

“Ah bene. Così se la spassa con Lydia. Solo buone notizie.” Allyson sembrava furiosa. Stiles non l'aveva mai vista così, di solito era un orsacchiotto dolce che accettava tutto da tutti.

“NO, non è che se la spass-” Stiles si strinse la vestaglia. Faceva molto freddo.

Un attimo che si era distratto e la ragazza aveva già lasciato il suo porticato e stava per salire in macchina.

“Grazie Stiles per L'INFORMAZIONE!! E mi dispiace per la tua febbre!” Urlò lei salendo in macchina.

“Ma SCOTT non ha nessuna relazione con propulsioni affettive con LEI!” Urlò il ragazzo allungando faticosamente il collo vedendola sgommare via.

'Oddio cosa ho combinato...meglio chiamare Scott per avvertirlo dell'emminente catastrofe.' Pensò il ragazzo tra sé sbadigliando.

Poi sobbalzò, non per via del vento o del freddo ma per la voce di Rowen.

“Fai più silenzio con le tue amiche, ragazzino!!” Urlò il vecchio dalla finestra di casa sua.

“Scusi signor Rowen!” Disse serrando per un secondo gli occhi dal sonno.

Stiles chiuse la porta di casa e si avviò a letto.

“Dopo che avrò dormito un altro po'... chiamerò Sco-” Disse cadendo sul pavimento in un sonno profondo.

 

 

***

 

 

Scott era appena entrato in casa di Jackson e il ragazzo non parve sorpreso nel vederlo.

“Ciao, Scott. Benvenuto a casa mia.” Disse freddo il castano.

Si trovavano all'ingresso vicino al salotto della casa. Lydia scese le scale che portavano alle camere.

“Chi era, Jackson? Oh, Scott.” La ragazza parve un po' spaventata alla vista del moro e si avvicinò di fianco al suo ragazzo.

“Ci devi raccontare un po' di cosette, presumo. Non trovi?” Disse ironicamente Jackson quasi sfidando Scott.

“Si sono venuto qui per questo.” Disse impassibile.

“Che ne dite di sederci un po'?” Chiese la ragazza respirando l'aria tesa che c'era tra quei due.

Tutti e tre si sedettero sui divani in salotto.

“C'è qualcuno in casa a parte voi due?” Chiese Scott.

Lydia guadò Jackson sospirare.

“No, nessuno.”

“Bene, allora posso dirvi ciò che so. E non ve lo ripeterò una seconda volta, okay?” Disse severo il moro.

I due annuirono.

“Ehi, Scott, aspetta.” Disse Lydia cogliendo impreparato il moro.

“Che c'è?” Chiese lui guardandola. Jackson lo osservò attentamente.

“Puoi dirci tutto ma promettimi che nessuno si farà del male.” Disse lei facendo un mezzosorriso in cerca di approvazione.

“Ma certo, Lydia.” Disse dolcemente.

Jackson mugolò.

“Okay adesso vi dirò tutto visto che fremete.” Scott tirò un'occhiataccia a Jackson.

“Bene quella sera, voi avete visto delle... cose, beh più precisamente quelle cose eravamo io, Derek, Stiles e Cooper.” Disse il più calmo possibile.

“Cooper il preside?” Sibilò Jackson.

Lydia guardò il castano porgli quella domanda e lei annuì.

“Vedete, Cooper è un licantropo.” Disse secco.

“Cosa?! Scherzi!” Lydia era scioccata. In un certo senso se lo aspettava, tuttavia credeva ancora possibile una spiegazione più che logica.

“Lo sapevo. L'ho detto subito, quando eravamo in ospedale.” Disse mandando un'occhiata di vittoria a Lydia.

“Lui però non è dei buoni.”

L'aria di esaltazione che aveva creato Jackson si spezzò in un attimo.

“E' stato lui ad inseguirti nel bosco e a morderti Jackson.”

Il ragazzo aveva gli occhi spalancati e non riuscì a spiccicare parola. Lydia lo guardò e poi guardò Scott.

“Quindi il nostro preside lo ha buttato in piscina...lo voleva uccidere... a provato ad uccidere anche me. Per quale motivo poi? Non ci voglio credere.” Chiese confusa e incredula.

A Jackson parve quasi tutto chiaro.

“Quindi... tu Scott saresti dei buoni?” Chiese.

“Anche Stiles e-”

“Derek. E' quel ragazzo alto con l'auto lucida che guarda sempre Stiles all'uscita da scuola.” Disse Lydia velocemente.

Jackson la guardò non capendo bene.

“Che c'è? Io riconosco le persone attratte da altre.” Disse.

“Comunque Lydia tu eri solo nel momento sbagliato e nel luogo sbagliato quel giorno. Mentre tu, Jackson... sei stato inseguito per un motivo.”

Scott riprese fiato.

“Il fatto è che lui ti voleva nel suo branco.”

Branco...cosa?” Chiese confuso squotendo la testa. Lydia espirò.

“Lui ti ha morso, Jackson. Il morso è un dono, in quel caso sei stato sia sfortunato perchè ti ha morso un Alphas che fortunato perchè il morso ti ha salvato dal trauma alla testa e dall'annegamento.”

Jackson deglutì a fatica e iniziò un po' a sudare. Lydia lo guardo e lo strinse a sé.

“Cosa stai dicendo Scott? Vai dritto al punto.” Disse questa volta Lydia severa.

“Jackson grazie al morso è vivo. Il morso lo sta rendendo un licantropo, proprio come me.”

A queste parole Jackson si mise la testa tra le mani cercando di respirare a fondo. Lydia staccò l'abbraccio dal proprio ragazzo e ansimò con le lacrime agli occhi.

“Quello che dici non è possibile!” La ragazza quasi urlò.

“Non è logico.” Disse con la voce spezzata.

Ora voi siete parte del branco. Dovete mantenere il segreto.” Disse premurosamente il moro.

“Posso capirvi ragazzi. Ci sono passato.” Disse poi sospirando.

Jackson alzò il capo con le lacrime agli occhi.

“E' per questo che la mia ferita sul fianco non c'è più? Perchè sono un mostro adesso?”

“Jackson non sei cosa pensi. Devi accettarlo.

“Accettarlo? Credi sia facile?” Chiese.

Scott guardò i due ragazzi in lacrime.

“Lydia tu non sei come me e Jackson... sei umana.” Il moro sfoderò gli artigli mostrando che quello che diceva non era falso. La ragazza sobbalzò.

“Non sarà facile. Dovrò insegnarti molte cose. Hai già avvertito qualcosa di strano?”

“Qualcosa dove c'era... il morso.” Il ragazzo sembrava angosciato.

“Ti aiuterò Jackson. Ma prima ho bisogno che tu ti fida di me.” Disse affettuosamente Scott.

Il moro gli porse la mano dove aveva sfoderato gli artigli e lui gliela prese. Fece lo stesso con Lydia che parve un po' impaurita dalle unghie da lupo.

“Mi ci dovrò abituare.” Disse secca.

“Ci sentiamo appena avverti qualcosa Jackson, okay?”

Okay.” Disse il castano cercando di metabolizzare tutto.

 

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Capitolo 19
*** Svenimenti e sensazioni. ***


Segreti Innocenti
parte 19



Stiles aprì gli occhi lentamente. Si girò sul pavimento dell’uscio di casa e mugugnò qualcosa tirando su con il naso. Si trovò suo padre di fronte a lui, in piedi.
 
“Stiles? Che è successo?” Chiese lo sceriffo con velata preoccupazione.
 
“Oh! Papà, ciao, ehm……..IO NON LO SO…sono inciampato e…… comunque sto BENE.” Si rialzò in piedi con un balzo scattante che gli fece girar la testa.
 
“Ok, vedi di uscire oggi, stai troppo tempo in casa!” ululò suo padre procedendo in cucina.
 
“Ma papà- “ S’interruppe cercando una scusa plausibile. “H-ho avuto l’influenza per giornie poi….”
 
“Stiles, esci!” tuonò lo sceriffo vedendo la quantità immane di piatti sporchi nel lavello della cucina.
 
Stiles corse goffamente su per le scale inciampando nel suo stesso pigiama con le decorazioni a pecora.
 
Era appena entrato in camera che il fiatò gli si spezzò dallo spavento.
 
Poi dalla sorpresa.
 
“SCOTT! CHE DIAMINE..perchè sei in camera mia?” Stiles cercò di riprendere fiato.
 
Scott scoppiò a ridere istericamente. “E’ tutto un gran casino Stiles……. Ma vederti in piagiama è sempre un piacere per i miei occhi.” Ululò non riuscendo a fermare la propria risata.
 
Stiles mugugnò, contrariato.
 
“Senti, lupo che ride, prima è passata Allison e sembrava pensare che tu la stessi tradendo con Lydia………..” Disse tutto d’un fiato guardando un punto che non fossero gli occhi di Scott.
 
“C-come?” La sua risata si interruppe bruscamente e i peli sulle braccia gli si drizzarono.
 
“Stava venendo da Lydia poche ore fa” Continuò Stiles vedendo il viso serio dell’amico.
 
“Stiles io sono stato a parlare al branco giorni e giorni fa” Disse secco Scott, non riuscendo a capire cosa stesse accadendo.
 
“CHE SIMPATICO…….lo so che è un altro dei tuoi scherz-“ Balbettò il castano nervosamente.
 
“Stiles. Non sto scherzando. Sono stato da Lydia 3 giorni fa e con Allison ho parlato, è tutto ok.” Scott parve confuso e intento a leggere l’aria.
 
Stiles rabbrividì. Era rimasto svenuto sul pavimento, all’uscio di casa, per giorni? Come era possibile?
 
 *******

Scott guardò l’amico farsi sempre e sempre più nervoso mentre lui continuava a rimuginare sull’accuduto e sulla possibilità che Stiles fosse svenuto per giorni per via del contatto violento con l’Alphas. Stiles continuava a camminare su e giù per la propria stanza cercando una spiegazione logica a quello che gli era accaduto. Nella stanza vigeva uno strano silenzio, accompagnato da una tensione sempre più crescente. Il moro vide l’amico sudare freddo.
 
Poi Scott saltò improvvisamente dalla sedia su cui si era seduto.
 
“Ci sono!! E’ stata la stretta dell’Alphas sulla tua spalla!” Gracchiò in definitiva il moro.
 
Stiles sgranò gli occhi.
“C-cosa? L’Alph—“
Scott serrò la mascella girandosi di spalle all’amico e muovendo le mani in cerca di una risposta fattibile.
 
“Ci vorrà del tempo ma questi sintomi che senti sono solo passeggeri, è come se il tuo sangue stesse combattendo con un virus, beh…. in questo caso i germi negli artigli di quell’Alphas che in qualche modo….“ Scott fermò il proprio soliloquio vedendo l’amico cadere improvvisamente sul letto. Stiles era svenuto di nuovo.
 
Dopo aver disteso sotto le coperte Stiles, Scott sorrise all’amico che era sul letto sussurandogli che sarebbe stato bene e che aveva già sentito da Derek casi come questi.
 
 *******

Jackson era rimasto chiuso in casa sua con Lydia ormai da qualche giorno ed era seduto sul letto con le braccia incrociata tra le gambe. Non era più uscito da casa sua dal girno in cui era stato attaccato. Era terrorizzato e aveva la testa fortemente annebbiata ma al tempo stesso attenta agli stimoli esterni. Il ragazzo rabbrividì al pensiero che tutto quello che Scott gli aveva riferito fosse vero. Poi improvvisamente sentì Lydia chiedere ai suoi genitori dell’acqua al pianto inferiore e nonostante Scott gli avesse raccomandato certi sintomi da licantropia, Jackson tremò nascondendosi sotto le coperte. Adesso tutto aveva preso una connotazione adeguata: le sparizioni di ragazzi lungo il corso degli anni, il giorno in cui aveva scontato la punizione a scuola. Strinse a sé le coperte e pianse nervosamente, guardandosi attorno. Aveva ancora paura che quella cosa potesse tornare a prenderlo. Cosa avrebbe fatto? Come poteva proteggere Lydia e se stesso? Jackson si sentiva molto spaesato, come se il suo mondo di carta si fosse completamente disintegrato. Gli bruciava la ferita, quel morso che non osava nemmeno guardare. Non lo voleva vedere perché aveva paura di quella nuova realtà che gli si era scontrata addosso come un treno ed a cui non riusciva a credere. Ma il dolore lo sentiva e in quel momento, seppur con grande riluttanza, decise di mettere da parte l’orgoglio e di fare affidamento su Scott. A quanto pareva adesso aveva un branco.

Lydia irruppe in camera chiudendo delicatamente la porta.

“Ho preso dell’acqua.” Disse guardando Jackson rintanato sotto le coperte. Il ragazzo si muoveva come un bambino che ha bisogno di esser cullato.

“Jackson….” Disse lei dolcemente avvicinandosi al ragazzo.

“Andrà tutto bene. Io sto bene. Una spiegazione logica c’è di sicuro. Vedrai che la troveremo.” Continuò porgendogli il bicchiere d’acqua.

Jackson non lo prese.

“Hai tuoi ho detto che sei ancora sotto shock.” Continuò lei.

Jackson non la stava ascoltando, aveva la testa da un’altra parte. Qualcuno lo chiamava e aveva la sensazione che fosse quella cosa che lo aveva morso. Lydia poggiò il bicchiere sul comodino.
A Jackson cadde una lacrima sulla guancia, il suo volto era pietrificato, come se stesse leggendo e\vedendo qualcosa. Ci fu un minuto di silenzio dove Lydia lo strinse a sé, tentando invano di tranquillizzarlo.

“E’ tutto vero.”

Lydia tremò sentendo uscire quelle parole dalla bocca del suo ragazzo.

La ragazza boccheggiò,incredula e interruppe momentaneamente l’abbraccio, distendendosi sul letto.

“Scott non mente. Sto sentendo delle cose…… delle sensazioni, voci che un essere umano non può sentire.” Disse tutto d’un fiato il ragazzo.
 
 
 
 
********
 
Angolo dell'autrice.  
Ciao ragazzi. ho ritrovato questa storia che avevo scritto molto tempo fa e che non ho mai completato. E per adesso eccovela qua! Buona lettura e mi scuso in primis per eventuali errori grammaticali (analfabetismo funzionale styyleeeee)  
un abbraccio,  
 
Caen

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Capitolo 20
*** Fingi finchè non diventa vero. ***


Segreti Innocenti
parte 20



Stiles era svenuto ormai una quantità di volte tali che a malapena riusciva a capire quale fosse la realtà e quale il sogno. Ogni volta che gli capitava di svenire improvvisamente, sognava o avvertiva qualcosa… come se qualcuno stesse cercando di comunicare con lui. Anche questa era una sensazione…ma Stiles si dilettava a pensare istintivamente, come uno del branco, che Derek gli stesse parlando in sogno. Quel primo ed ultimo sogno dove si erano incontrati e baciati era talmente vivido che Stiles non riusciva a capire se fosse finzione o meno.
Il ragazzo guardò il soffitto. Derek era sparito da un po’, questa volta non era rimasto svenuto per molto. Fiuuuuuuuu pensò. All’inizio sognava Derek ma da quando lui glia aveva detto in sogno che sarebbe andato via Stiles aveva iniziato ad avvertire altre sensazioni. Purtroppo non piacevoli, né candide ma di forte invadenza. Era come se qualcuno entrasse periodicamente nella sua mente e quel qualcuno non era Derek. Ancora pensava a quel bacio datogli da Cooper. Lo disgustava l’idea di essere toccato da lui e era molto dispiaciuto del fatto che Derek avesse assistito alla scena. E adesso lui non c’era più, sparito senza nemmeno degnarsi di salutare. Chissà, forse davvero, lo aveva salutato in sogno…. Sapeva però che se l’Alpha se ne era andato….una ragione valida ci doveva essere.
 
Stiles si schiaffeggiò, cercando di capirci qualcosa. Ultimamente era piuttosto annebbiato.
Si alzò goffamente dal letto e prese il cellulare.
Inviò un messaggio a Scott:
 
Da:Stiles
A:Scott
 
Ehi Scott, mi sono svegliato. Dobbiamo parlare… non ho avuto il tempo di dirti cosa ho visto durante i miei svenimenti. Pensavo non fosse altro che uno shock….però forse mi sbagliavo.
Chiamami appena puoi,
Stiles
 

Il ragazzo andò in bagno a sciacquarsi la faccia e si guardò allo specchio. Era uno straccio.
Sospirò, pensando a Derek. Quando si sarebbe fatto vivo? Come stava? Dove diavolo era? Ricambiava quello che lui..... provava?
Stiles aveva talmente tanti quesiti in testa e poca voglia di dormire, non ne poteva più di dormire, che decise di uscire di casa. 

Aprì la porta. Suo padre dormiva ed era notte fonda. 

"Finalmente" Disse respirando l'aria fresca sull'uscio di casa.
 
"Non devo aver paura, i.-io c-ee la P-POSSO FARE." 

Fece un primo passo titubante fuori casa.
 
*****
 
Scott stava camminando nel bosco di notte ed era pensieroso. Continuava a percepire un richiamo. Sapeva benissimo che quello era il suo istinto e che Derek gli stava comunicando che sarebbe tornato. Non ne era certo ma lo sapeva. Anche hai suoi stessi occhi, razionalmente, non aveva senso. Ma per un licantropo questo era la norma: l’istinto sta alla base di tutto. Proseguì la sua passeggiata ancora per un po’ finchè il cellulare gli suonò. Era Allison che gli dava la buonanotte. Lui fece altrettanto e pensò a quanto si fosse arrabbiata trovandolo a casa di Lydia. Scott rise, arrossendo un poco, del fatto che Allison si fosse ingelosita.
Dopo aver riposto il cellulare nella tasca Scott guardò la luna, di lì a poco sarebbe stata una Luna Piena. Assaporò quell’istante e pensò che essere un Alpha richiedeva grandi responsabilità, certo aveva un po’ di timore ma sentiva che sarebbe riuscito a gestire la situazione conJackson. Derek lo aveva fatto con lui e lui lo avrebbe fatto con Jackson. Certo, non era stato lui a morderlo, bensì un Alphas e questo, Scott lo sapeva benissimo che sarebbe stato un grande problema. Un problema che avrebbe affrontato con tutte le sue forze. Infondo però sperava che il suo Alpha, Derek, sarebbe tornato di lì a poco. E sapeva benissimo che contro uno o più Alphas non ce l’avrebbe mai fatta senza di lui. Tentò di connettersi a Derek tramite l’istinto dicendogli di tornare…per lui, per Stiles e perché sicuramente gli Alphas sarebbero tornati a reclamare Jackson.
 
Improvvisamente il cellulare squillò interrompendo la sua concentrazione.
Gli era arrivato un messaggio da Stiles.
 
“Anche io ti devo aggiornare su una cosa” Scrisse e inviò, guardando fermo e sicuro davanti a sé.

Aveva tutto sotto controllo.
O almeno fingeva.

******

Stiles chiamò Scott sul cellulare, dicendogli che era fuori casa per la prima volta dopo giorni. Si incontrarono alla clinica veterinaria dove Scott lavorarava di tanto in tanto. Parlarono fino all'alba, raccontandosi tutto quello che non si erano detti e chiedendosi scusa reciprocamente per essersi tenuti dentro quelle informazioni così importanti. Una volta mattina, Stiles era euforico di esser uscito di casa e non solo. Scott sapeva che Derek sarebbe tornato. Il ragazzo stava tornando a casa frastornato.....................ma felice.
 
Scott invece era più preoccupato e scosso: sapeva che gli Alphas avevano in qualche modo marchiato Stiles e che lo avrebbero trasformato, o peggio, reclamato.

 Scott comunicò a Derek quello che aveva scoperto riguardo a Stiles, sperando che la telepatia collegata al suo istinto non lo tradisse. Sapeva che sarebbe successo qualcosa. C'era troppa calma intorno a lui. La tempesta stava arrivando e con sè avrebbe portato molti nuovi odori di licantropi.
Stiles era stato marchiato.
Scott non si dava pace, stava diventando sempre più paranoico ed aveva terribilmente paura che potesse succedere qualcosa all’amico e ancor di più che venisse plagiato. Gli Alphas avevano questo potere su gli umani, li potevano controllare a loro piacimento finchè questi esausti non cedevano e si sottomettevano. NO. Scott urlò con rabbia fino a trasformarsi. Corse per il bosco e ululò più forte che poteva cercando aiuto. E qualcuno gli rispose.

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Capitolo 21
*** Chiamata. ***


SEGRETI INNOCENTI
parte 21


Ore 02:34 am
A: Scott
Da: Stiles
 
Mio padre ha detto che devo assolutamente tornare a scuola.
Ma a scuola non c’è Cooper …. O no? Come facciamo?

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Ore 02:46
A: Stiles
Da: Scott
 
Tu non devi venire a scuola. e poi scusa come sta la ferita?
Non vengono gli infermiera a casa tua la mattina?
RIMANI A CASA.
 
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Ore 02:47
A: Scott
Da: Stiles
 
NON POSSO SCOTT, MIO PADRE DICE CHE SE NON VADO MI FA ISCRIVERE AD UN CORSO DI POLIZIA. Capisci, polizia……no ti prego non voglio. Correrò il rischio e ci vediamo domani a scuola. IO STO BENE, LA FERITA E’ QUASI GUARITA. E poi scusa cosa vuoi che mi faccia il preside a scuola? Siamo a scuola mica può baciarmi e traumatizzarmi un’altra volta, ci provasse lo ammazzo.
 
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Ore 02:50
A: Stiles
Da: Scott
 
NO, RIMANI A CASA. FIDATI

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Ore 2:52
A: Scott
Da: Stiles
 
Ci sono anche Jackson e Lydia domani. Ci siamo raccontati tutto stasera, no?
Non capisco questa tua TESTARDAGGINE.
 
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Ore 2:58
CHIAMATA PERSA DA SCOTT
Ore 3:01
CHIAMATA PERSA DA SCOTT
Ore 3:03
CHIAMATA PERSA DA SCOTT
Ore 3:05
CHIAMAT PERSA DA SCOTT
 
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Ore 3:06
A: Stiles
Da: Scott
 
CAZZO RISPONDIMI!!!!

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Ore 3:06
A: Scott
Da: Stiles
 
CI VEDIAMO DOMANI. 

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Stiles spense velocemente il telefono e chiuse immediatamente gli occhi. L'attegiamento di Scott non lo convinceva più di tanto ma la paura che aveva avuto per più di una settimana stava scomparendo e non voleva farsi paranoie inutili. Scott gli aveva detto tutto. Il ragazzo sentiva in lui una forza crescente che gli diceva di rischiare e combattere tutte quelle sensazioni di affaticamento, annebbiamento ed invasione che aveva provato negli ultimi tempi. Non sopportava più di sognare Cooper che tentava di ammaliarlo. Era come se qualcosa o qualcuno fosse tornato. Stiles sapeva di dover combattere quelle sensazioni che lo avevano imprigionato in casa per molti giorni. Era stufo di svenire in continuazione e l'essere rilegato in casa lo stava portando alla follia.
 
***
 
Scott barcollò. Era ancora nel bosco ed era notte inoltrata. Si strizzò gli occhi e guardò fisso lo schermo del cellulare.
“Ci ho provato… ma niente.” Disse il moro con fare sconsolato.
“Mi dispiace.” Continuò a testa bassa.
 
“Non preoccuparti, domani sarò a scuola con voi.” Ululò una voce con fermezza.
“Cooper è tornato e vuole prendere ciò che pensa sia suo.” Continuò.
 
Era Derek.
 
***
Scott non sentiva una briciola di sonno mentre camminava verso casa con Derek che gli raccontava dove era stato e cosa aveva vissuto in quel branco.
 
“Non te lo auguro mai di esser preso a forza in un branco di Alphas, loro agiscono così, prendendoti a forza come se fossi proprietà loro. Non ti danno scelta una volta che ti hanno morso.” Disse Derek severamente.
 
Scott deglutì, la voce del suo Alpha era roca, trasmetteva forza e fragilità al tempo stesso. Non lo aveva mai sentito così.
 
“Hanno ucciso delle persone davanti a me, come se nulla fosse. E’ lì sono scappato via.”
Ci fu un breve silenzio, molto pesante dove i due continuarono a camminare.
“Come hai fatto?” Chiese Scott.
“Ho corso più velocemente che potevo. Loro saranno più forti ma di certo non più veloci.” Derek si sforzò di fare un sorrisetto sfacciato che a Scott parve più un ghigno.
 
“A scuola mi muoverò di nascosto. Sono riuscito a scappare dal branco di Alphas per un colpo di fortuna. Ero tanto così vicino dal non farcela ma sono qui adesso. Questa faccenda della scuola non è niente se troveremo solo Cooper.” Disse l’Alpha.
 
“E se non è da solo?” Chiese Scott spaventato guardando la luna.
 
“Non lo so. So solo che Cooper mi ha inseguito per miglia e miglia. Gli altri quattro hanno perso le mie tracce.”
 
“Ma se me lo stai chiedendo, si, è probabile che avremo delle sorprese a breve.” Continuò Derek.
 
Scott non era mai stato così attento in vita sua. Sentiva la fragilità dell’Alpha farsi sempre più lieve e divenire forza. Scott era molto felice di rivederlo. Era il suo Alpha e colui che gli aveva donato il morso. Scott sapeva che prima o poi lui avrebbe avuto il suo branco ma quello non era ancora il suo momento. Sorrise.
 
“Il nostro branco rimane il nostro branco.” Disse Scott guardando Derek negli occhi. Derek annuì con veemenza.
 
“Sempre.” Concluse l’Alpha ricambiando lo sguardo.
 
Avrebbero fatto di tutto per proteggere chi amavano.

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