The Ultimates

di Vicarious10
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Parte 1: Iron Man ***
Capitolo 2: *** Prologo - Parte 2: Gente di Mobius ***
Capitolo 3: *** Prologo - Parte 3: Le Guardiane del Metamondo ***
Capitolo 4: *** Capitolo 1 - Il Portale ***
Capitolo 5: *** Capitolo 2 - La Terra ***



Capitolo 1
*** Prologo - Parte 1: Iron Man ***


The Ultimates
 
Prologo - Parte 1
Iron Man

 
Quella mattina, nel cielo di New York, un ragazzo che il mondo ormai conosceva bene stava sorvolando la zona con l’invenzione che lo aveva reso celebre. Chris sapeva bene che esporsi così era un gesto sconsiderato che lo metteva a rischio, ma semplicemente non gli importava. Con quella armatura, la sua armatura, era in grado di fare tutto ciò che voleva. Il filo dei suoi pensieri venne spezzato da una chiamata nel suo elmo.
- Chris!? Ma che diavolo stai facendo!? - tuonò la voce dall’altro capo della linea telefonica.
- Rilassati, Happy. Questa bellezza aveva bisogno di essere collaudata - rispose il ragazzo.
A ventitre anni, Chris Thorndyke era uno dei ragazzi più ricchi del mondo, oltre ad essere una delle menti più brillanti del paese. A capo della Thorndyke Industries, risultava essere il più giovane miliardario della storia. Dentro l’armatura, sentiva di essere anche l’eroe più invincibile che il mondo avesse mai conosciuto. Se solo Sonic avesse potuto vederlo in quel momento...
Era da un anno che indossava i panni di Iron Man, e quasi subito aveva rinunciato ad avere un’identità segreta rivelando al mondo che era lui a celarsi dietro l’armatura rossa e oro. In volo, Chris sterzò a sinistra, deciso a rientrare nella sua villa poco lontana dalla città.
- Happy, sto rientrando. Prepara l’attrezzatura - disse interrompendo la chiamata.
 
Chris atterrò sul tetto della grande abitazione. Immediatamente, dei bracci meccanici sbucarono fuori dal pavimento per smontargli di dosso l’imponente armatura Mark VI. Happy Stevens, suo assistente, era lì iracondo ad attenderlo.
- Non puoi prendere l’armatura senza prima aver firmato le certificazioni, Chris! -
- L’ho inventata io, quindi sono sempre io a decidere quando e come utilizzarla - rispose con tranquillità il ragazzo.
- Non puoi decidere di testa tua, ci sono delle regole - continuò a rimproverarlo Happy.
Da quando i suoi genitori scomparvero, fu Happy a prendersi cura legalmente di Chris. Erano come padre e figlio, vista anche la grande differenza di età tra i due.
- Rilassati! - disse il ragazzo, annoiato da quella conversazione.
Molto è cambiato da quando Sonic e i suoi amici erano scomparsi dalla vita di Chris. Il ragazzo sentiva la loro mancanza ogni giorno.
Entrati nella villa, una voce computerizzata lo avvisò.
- Buongiorno signor Thorndyke. La avviso che un nuovo fenomeno è in corso di sviluppo proprio nel centro della città -
- Oh merda.. -
- Di che diavolo sta parlando, Chris? - chiese Happy.
Il ragazzo smise di prepararsi uno dei suoi soliti drink. Di nuovo, altri bracci meccanici sbucarono dal pavimento, portando con loro i vari pezzi dell’armatura.
- Cosa!? Vuoi uscire di nuovo!? -
- Ti spiegherò tutto appena torno, Hap - disse Chris - Tu aspetta qui -
- Devi spiegarmi un sacco di cose. Cosa diavolo è il progetto “Portali”? -
Prima che Happy potesse avere risposta, Chris era già dentro la sua scintillante armatura. Direttosi all’esterno, prese il volo con i suoi sofisticati stivali razzo. Happy rimase lì infastidito mentre lo guardava volare via.
 
- Eccolo lì -
Chris si avvicinò al grattacielo. I suoi sensori indicavano una alta attività anomala proprio sopra l’imponente palazzo, l’Empire State Building. Attivò i retrorazzi per raggiugere la cima del grattacielo, trovandovi esattamente quello che si aspettava. Un fascio di luce circolare, dal colore bluastro e dal grande diametro era proprio di fronte a lui. Fermatosi in volo, Chris attivò i suoi sensori per esaminare l’anomalia.
- Analisi in corso. Anomalia rilevata. Portale identificato. Destinazione sconosciuta -
Prima che Chris potesse avvicinarsi ulteriormente a quello che sembrava un portale interdimensionale, qualcosa uscì fuori da esso, travolgendo in pieno il ragazzo e facendolo precipitare. Quando Chris riprese i controlli poco più in basso, vide una grande creatura simile ad uno pterodattilo verde che sorvolava minaccioso la città.
- E quello da dove diavolo arriva!? - esclamò Chris.
La creatura si accorse di lui, puntandolo dopo aver lanciato un potente ruggito. A tutta velocità, il mostro si lanciò contro il ragazzo.
Attivata la modalità di attacco dell’armatura, Chris evitò di essere preso di nuovo dallo pterodattilo, lanciandosi all’inseguimento. La creatura non si fece attendere, lanciando dalla bocca quella che sembrava una grande palla di fuoco. Chris riuscì ad evitarla per un pelo, facendogli però perdere stabilità durante il volo.
- Cannoni pronti per l’utilizzo - avvisò il sistema operativo dell’armatura.
Dalle braccia uscirono dei piccoli cannoni, che lanciarono una serie di raggi laser dritti verso il mostro. Preso in pieno dai raggi, questo sembrò non aver subito alcun danno dai colpi.
- Dannazione! Aumentare la potenza - disse Chris.
Altri raggi partirono dai cannoni, questa volta sembrarono avere l’effetto desiderato. Il mostro urlò per il dolore, andandosi a schiantare contro un edificio. Ripresa quota, la creatura si lanciò a tutta velocità verso l’eroe che il mondo conosceva come Iron Man.
Chris evitò di essere preso e, caricata l’energia principale verso il braccio destro, sferrò un poderoso montante sul muso del mostro. Questi sembrò perdere i sensi, cadendo nel vuoto. Quando Chris si accorse che sarebbe caduto proprio su una folla di civili sotto di loro, gli balzò il cuore in gola.
A tutta velocità, Iron Man raggiunse la creatura in picchiata e la afferrò, non riuscendo però a spostare la sua traiettoria.
- Energia al 64% - avvisò il sistema operativo.
Con l’energia che rimaneva, Chris deviò la traiettoria della caduta del mostro, andando a sbattere entrambi contro un palazzo per poi cadere al suolo. Una volta ripresosi dalla caduta, Chris si alzò in piedi, voltandosi verso la folla. Fortunatamente nessuno sembrava essere ferito. Era riuscito a non prendere nessuno.
- Energia al 25% -
- Happy, mi ricevi? - disse Chris dopo aver avviato la telefonata.
- Forte e chiaro, Chris. Che diavolo è successo lì!? -
- Chiama la G.U.N. e digli di mandare un’unità di contenimento alle mie coordinate. Ci vediamo a casa -
Nel frattempo, la folla si era avvicinata a lui e alla creatura, assieme a numerose vetture della polizia.
- Indietro! - esclamò Chris agitando le braccia.
I sensori analizzarono il mostro. Era ancora vivo, ma fortunatamente non avrebbe ripreso i sensi per almeno qualche ora.
- Sei un mito, Iron Man! - esclamò un bambino tra i presenti, attirando l’attenzione del ragazzo.
- Lo so - disse Chris sorridendo sotto l’elmo.
 
Quella sera, Chris si ritrovò nel suo laboratorio con Happy.
- Devi smetterla di bere quei cosi - disse l’uomo indicando il drink del ragazzo.
- Obbligami - rispose Chris con tono sprezzante.
Sugli schermi della stanza venivano proiettate le immagini del portale da cui era uscito quel mostro. Dopo che la G.U.N. aveva portato via la creatura, Chris era ritornato per esaminare il portale, ma era scomparso misteriosamente.
- Allora? Hai intenzione di dirmi cosa sta succedendo? - disse Happy rompendo il silenzio.
- Come Sonic e gli altri ci hanno dimostrato - cominciò Chris - Esistono numerosi mondi oltre al nostro. Questi portali sono direttamente collegati a quei mondi. In qualche modo, è come se si fosse rotta una barriera interdimensionale tra la Terra e tutto il resto, creando questi fenomeni che ci collegano a numerosi altri pianeti in giro per l’universo -
- Ma questi cosi non possono essere nati dal nulla. Qualcosa deve averli creati - disse Happy.
- Qualcosa o, molto più probabile, qualcuno - aggiunse Chris.
Happy rimase a bocca aperta, volgendo lo sguardo verso gli schermi.
- Il mondo sta cominciando ad essere popolato da esseri sovrannaturali. Prima i Teen Titans, poi io.. domani chissà? Dobbiamo essere pronti - disse Chris in tono serio.
- E se uno di quei portali fosse collegato a.. -
- A Mobius? Ci ho pensato, ed è per questo che sto cercando di studiarli in modo da crearli in un ambiente controllato - disse Chris interrompendo Happy.
L’uomo lo guardò esterrefatto.
- Esatto, amico mio - cominciò Chris sorridendo - Ho intenzione di riportare qui i miei amici -
 
 
Note dell’autore
Benvenuti in quella che è sicuramente la mia storia più importante, il miglior crossover che potesse venirmi in mente. Avrei dovuto pubblicare questo capitolo a fine estate, ma non vedevo l’ora che qualcuno potesse leggerlo. Ci vediamo con il prossimo capitolo di Team Dark - Anno Uno la prossima settimana!
Sayonara!

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Capitolo 2
*** Prologo - Parte 2: Gente di Mobius ***


The Ultimates
 
Prologo - Parte 2
Gente di Mobius
 
 
Green Hill non era mai stata così radiosa come quella mattina.
Il paesaggio incontaminato faceva da sfondo al solito allenamento mattutino di Sonic, il riccio più veloce del pianeta Mobius. Arrivato sulla cima di una collina, il porcospino blu si fermò di colpo generando una grande folata di vento dinnanzi a sé. Sentiva che non c’era niente di cui preoccuparsi in quel periodo. Il suo solito giro di perlustrazione non lo aveva portato a nulla. Nessun criminale incallito come Eggman, nessun furto, nessuna aggressione contro vittime innocenti o altro. Il riccio rimase lì a contemplare il paesaggio. Da lì, riusciva a scorgere in lontananza la grane Mobotropolis. Chissà cosa stavano facendo i suoi amici nel frattempo..
 
L’università di Mobotropolis, la più prestigiosa del regno, ospitava all’incirca 1700 studenti di tutte le razze. All’interno dell’imponente struttura, tra i grandi corridoi, vi era il classico via vai di studenti che si accingevano a raggiungere le proprie aule. Tra questi, vi era un gracile riccio dal colore rosso e dagli occhi verde smeraldo che si affrettava ad uscire dall’edificio. Il suo nome era Eddie the Hedgehog.
Uscito all’esterno, Eddie si ritrovò nel grande giardino che circondava l’imponente struttura, andandosi a sedere su una panchina vicino a una fontana. Prese fiato e abbassò la testa, stanco da tutte quelle lezioni che lo mettevano a dura prova.
Frequentava il corso di genetica e, alla sua giovane età, era uno degli studenti più brillanti e facoltosi del suo corso. Prendeva sempre il massimo dei voti e non faceva mai ritardo ad ogni lezione. Nessuno però poteva immaginare il terribile segreto che si celava dentro di lui, la sua doppia identità. Tutto cominciò tanti anni prima, quando cercava di creare una formula per la rigenerazione dei tessuti organici. Arrivò a creare da solo quella che sembrava la cura definitiva contro ogni malattia del pianeta: una specie di costume organico che si adattava a qualsiasi corpo. Quando arrivò il momento di testarla su un soggetto vivente, Eddie decise di provarla su sé stesso, ma qualcosa andò storto e..
- Eddie! - esclamò una voce dietro di lui.
Eddie si girò, trovando una volpe più piccola di lui con un grande sorriso.
- Tails! Che ci fai qui? - chiese il riccio rosso alzandosi dalla panchina.
- Passavo da queste parti e ho pensato di venirti a salutare. Tutto bene? -
- Si, dai.. non posso lamentarmi - rispose Eddie.
Tails si avvicinò all’amico. Entrambi condividevano un grande amore per la scienza e si aiutavano reciprocamente nelle loro scoperte. Fu Eddie ad aiutare la volpe a brevettare il primo prototipo del Tornado, la prima di una lunga serie di macchine create dal duo.
- Oggi pomeriggio Amy ci ha invitato a casa sua per un té, ti va di venire? - chiese Tails.
- Certo! Avevo proprio bisogno di staccare un po’ -
I due si avviarono insieme verso l’uscita del giardino, parlando del più e del meno.
- Certo che qui le lezioni devono essere fantastiche! - commentò Tails - Non vedo l’ora di potermi iscrivere!-
D’un tratto, Eddie si bloccò, sentendo qualcosa che premeva contro il suo petto. Per qualche secondo l’aria sembrò mancargli e un fastidioso fischio gli pervase i timpani. Una voce sembrava richiamarlo a sé, mentre Tails lo prese per le spalle cercando di scuoterlo. Con lo sguardo catatonico, Eddie tornò indietro con la mente a quella notte.
La notte in cui tutto cambiò.
 
- Eddie! -
L’urlo di Sonic sembrò non avere alcun effetto. La creatura che gli stava di fronte, dal manto nero, alta due metri e dotata di possenti muscoli, sembrava non rispondere a niente e nessuno.
- Devi combatterlo, Eddie! Tu sei meglio di così! - continuò Sonic osservando il mostro contorcersi.
Con quei grandi occhi bianchi senza pupille, il mostro si rivolse verso il riccio blu, ruggendo. Sonic sapeva che il momento delle parole era finito, purtroppo. Doveva fargli del male se rivoleva il suo amico indietro. Con un balzo, il mostro si avventò contro l’eroe più veloce al mondo, dando inizio al combattimento.
 
- Eddie! - esclamò Tails scuotendo l’amico.
Eddie si riprese da quello stato di trance, tornando alla normalità. Si rivolse verso la volpe, guardandola spaventata.
- Io.. -
- Non preoccuparti - lo rincuorò Tails - Non è successo niente. Ormai sono mesi che non ti trasformi più. Il peggio è passato -
-Si.. hai ragione - disse Eddie con una strana maliconia.
I due si ripresero e continuarono a camminare verso casa di Amy. Il riccio rosso ripensò alla voce che aveva sentito poco prima, sentendo il cuore balzargli in gola. Una voce possente, cavernosa, di chi non conosce padroni o catene. Una voce che urlava di far uscire il suo vero io.
 
Quel bar puzzava, ma a Logan andava bene.
Non era di certo un tipo con la puzza sotto il naso. Era pur sempre il gatto taciturno e rissoso che il mondo odiava, non una principessa. Prese un altro sorso del suo whiskey, allungò un paio di ring sul bancone e uscì fuori da quello schifossissimo locale.
All’esterno, si ritrovò circondato dal classico via vai di gente della città. Il miscuglio dei loro odori lo fece star male, decidendo così di imboccare le vie secondarie per stare un po’ da solo. Una volta preso un vicoletto, si sentì finalmente bene.
- Ehi, tu! - esclamò una voce alle sue spalle.
Giratosi, il gatto nero a strisce bianche vide un gruppo di tre lupi più altri di lui che si avvicinavano.
- Non lo sai? Devi pagare il pedaggio per stare qui - fece uno dei tre in tono minaccioso.
Logan, noncurante, si guardò attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno.
- Che c’è? Sei sordo per caso? Tira fuori la grana! - continuò uno dei lupi.
Il gatto strinse i pugni. Dalle nocche di entrambe le mani uscirono tre affilatissimi artigli di adamantio, il metallo più duro conosciuto su Mobius.
- Ce l’hai con me, cocco? - disse prima di lanciarsi contro il gruppo di lupi.
Quando tutto fu finito, i tre scapparono via con qualche taglio. Li aveva lasciati vivere, perché quel giorno Logan si sentiva magnanimo. O forse perché c’era qualcosa in lui che lo preoccupava. Il suo sesto senso lo avvertiva che qualcosa di strano sarebbe accaduto di lì a poco.
Stanco di quel vicolo, Logan si ricompose e se ne andò via, perdendosi tra la folla della via principale.
 
Le echidna di Angel Island si radunarono in massa verso il grande tempio degli antenati. Quel giorno, tutto sarebbe cambiato per la loro razza. I preparativi erano cominciati da mesi, tutti i clan dell’isola avevano partecipato alla creazione della grande cerimonia. Circondato a distanza dai suoi simili di tutte le età, Knuckels the Echidna si avvicinava a passo solenne verso il tempio. Un coro di incoraggiamento raggiunse le sue orecchie, sicuro della riuscita del suo nuovo compito come guardiano del Master Emerald. Non appena fu dentro il tempio, le monumentali porte dietro di lui si chiusero. Nel grande atrio, dove le statue dei precedenti guardiani lo osservavano, vi erano i soldati armati di lancia che, non appena lo videro, si inchinarono in segno di rispetto. Infondo alla grande stanza lo attendevano i sacerdoti dell’antica religione di Chaos, pronti per dare inizio alla cerimonia. Dietro di loro, pregno del suo antico splendore, risiedeva il Master Emerald. Knuckels vi arrivò per poi inchinarsi al loro cospetto.
- Alzati - disse il sacerdote più anziano, al centro del gruppo.
Knuckels riprese la sua postura, osservando attorno a se l’interno della maestosa costruzione in pietra più antica di Mobius.
- Per millenni la nostra razza ha custodito lo Smeraldo affrontando numerose minacce - cominciò il sacerdote anziano - Hai adempito al tuo compito fin dalla nascita, dimostrando di essere tra i più grandi guardiani del nostro popolo. Hai combattuto mostri, hai varcato continenti desolati, hai vissuto in solitudine fin quando non ci hai ritrovati, liberandoci dall’antica maledizione. Ora tutti sanno il valore del possente Knuckels, membro principale del suo Clan. È giunto il momento per te di adempire per sempre al massimo dei tui compiti, diventando un vero e proprio guardiano come i tuoi antenati. Sei pronto? -
- Si - rispose solenne l’echidna rossa.
- Allora ammira il Master Emerald. Avvicinati ad esso e lascia che la sua energia ti investa e ti dia in dono l’Arma Suprema, forgiata dal primo Clan per difendersi dalle minacce di Mobius. Diventa un tuttuno con essa e trasformati in ciò che sei destinato ad essere. Guardiano Knuckels!-
I sacerdoti lasciarono spazio a Knuckels che, con il cuore che gli batteva a mille, si avvicinò allo Smeraldo Gigante. Questo cominciò a brillare, segno che ormai il tempo era giunto. Knuckels non si guardò indietro, non ripensò al passato. Pensò ai suoi amici e a tutto ciò che gli era più caro. Ai suoi amori, ai suoi amati genitori e alla sua amata terra natale. Chiuse gli occhi e appoggiò le mani sullo smeraldo. L’immane energia di Chaos lo investì, circonando la stanza di un accecante luce verde.
Io non ho paura, pensò Knuckels chiudendo gli occhi.
I sacerdoti e i soldati si allontanarono, mentre la luce si affievoliva lentamente. Quando scomparve, Knuckels si ritrovò ricoperto da un armatura con effigi che richiamavano la storia dei precedenti guardiani, color oro e ornata di smerldi rossi. Ai suoi piedi, la possente arma più antica di Mobius era magicamente comparsa i suoi piedi.
Il Mjolnirr, il martello di Chaos, capace di sprigionare l’energia del Master Emerald in qualunque parte del mondo era pronto per essere finalmente impugnato. Knuckels lo raccolse, lo ammirò in tutta la sua bellezza e si voltò verso i sacerdoti.
- Grazie - disse trattenendo le lacrime.
- Sei destinato ad essere la stella più luminosa di tutto l’universo, Knuckels the Echidna. Ora vai, liberati della tua precedente vita e innalzati verso il cielo, dove solo le grandi aquile osano andare. Difendi il tuo popolo dalle minacce del futuro, confortaci quando ne avremo bisogno e aiutaci a camminare verso la fine dei tempi! - disse solenne l’anziano sacerdote.
Knuckels alzò il martello al cielo, volando verso l’apertura circolare sul soffitto del tempio. Quando fu l’esterno, un grosso boato esplose dalla folla, segno che gli abitanti di Angel Island avevano accolto il nuovo guardiano. Lì nel cielo, Knuckels si fermò un attimo per respirare a pieni polmoni. Avrebbe affrontato ogni minaccia che gli si sarebbe posta davanti e, soprattutto, avrebbe affrontato il malefico Enerjak, l’echidna maledetta e la sua antitesi per eccellenza, quando il tempo sarebbe giunto. Knuckels urlò sprigionando la sua forza, lasciando che il martello si circondasse di un accecante luce verde.
 
Sonic riprese a correre verso la città. Si era dato appuntamento con Tails e Amy a casa di quest’ultima e forse ci sarebbe stato anche Eddie.
Il riccio blu era sicuro che quella sarebbe stata una giornata tranquilla.
Non poteva sapere del misterioso fenomeno proprio a Green Hill, dove un portale interdimensionale si era aperto come per magia.
Mobius era alle porte di un nuovo grandioso futuro, ma Sonic andava troppo veloce per potersene accorgere.
 
 
Note del’autore
Benvenuti in questo nuovo e per alcuni scioccante capitolo di The Ultimates! So che avrei dovuto aggiornare prima Team Dark - Anno Uno, ma non ho resistito all’idea di pubblicare questa seconda parte del prologo della storia. Per tenervi aggiornati, sappiate che i capitoli della storia di Shadow sono in via di scrittura e correzione, mentre per questo crossover sono arrivato a scrivere i successivi 5 capitoli. Il prossimo capitolo, terza ultima parte del prologo, presenterà le restanti protagoniste della storia: le W.i.t.c.h.!
Spero che sia di vostro gradimento, fatemi sapere la vostra opinione se avete tempo! Ogni critica è benvoluta!
Alla prossima!
Con affetto,
VIcarious10

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Capitolo 3
*** Prologo - Parte 3: Le Guardiane del Metamondo ***


The Ultimates
 

Prologo - Parte 3
Le guardiane del Metamondo
 

    
 
Come al solito, Will era in ritardo.
La ragazza dai capelli rossi si ritrovava a correre all’impazzata verso lo Sheffield Institute, mentre mangiava strada facendo un cornetto al cioccolato.
- Peggio di così, che può succedere? - pensò Will prima di varcare i cancelli della sua scuola.
 
Dopo la solita ramanzina da parte del professor Collins, che non era di certo il cantante dei Genesis, Will si sedette al suo banco, accanto a Taranee, la prima amica che aveva avuto da quando si era trasferita lì in città.
- Will? -
Taranee avviò il contatto telepatico con l’amica.
- Che c’è? - chiese Will.
- Dopo la scuola andiamo da Hay Lin al Silver Dragon, dobbiamo parlare -
- Parlare di cosa? -
- Dei portali, ieri è successo di nuovo -
 
Pare che la creatura sia uscita da un non meglio specificato fenomeno sovrannaturale, una specie di portale secondo gli esperti del paranormale. Fortunatamente, il supereroe Iron Man è intervenuto prontamente, sconfiggendo il mostro e salvando la giornata. A voi studio, seguiteci per gli aggiornamenti su.. -
- Okay, spegnilo Irma -
La ragazza dai capelli castani spense il televisore. Will, Irma, Taranee, Cornelia e Hay Lin si erano ritrovate nello scantinato del Silver Dragon, il ristorante della nonna di Hay Lin, dopo l’estenuante giornata scolastica.
- Che cosa facciamo adesso? È chiaro che quel coso veniva da Meridian - cominciò Irma rompendo il silenzio.
- Non lo so - mormorò Will abbassando la testa.
La ragazza era stanca. Erano ormai passati due anni da quando lei e le sue amiche erano diventate le W.i.t.c.h. , le guardiane del Metamondo e della Terra. Non soltanto dovevano convivere con i problemi della loro età, come la scuola, la famiglia e il futuro, ma dovevano fare i conti con le minacce più disperate di Meridian e di altri mondi ancora sconosciuti. Era troppo per loro, soprattutto per la rossa.
- C’è una cosa che non capisco - cominciò Taranee - Se questi portali sono collegati a Meridian, allora il Cuore di Kandrakar non dovrebbe avvertirci della loro presenza qui? -
- Giusto - aggiunse Hay Lin - Come quando c’era la Muraglia -
- E se risalissero a noi!? - chiese preoccupata Cornelia.
Tutte la guardarono confuse.
- Se il governo o Iron Man risalisse a noi? Voglio dire, se scoprissero che forse siamo noi la causa di questi fenomeni, che succederebbe? -
- Non voglio nemmeno pensarci - disse Will preoccupata.
- Ragazze, io credo che non siamo noi la causa di questi portali - disse Taranee - Solo con il Cuore è possibile aprire e chiudere i portali, mentre questi sembrano agire di vita propria e Will ha il ciondolo sempre con sé -
- Allora che facciamo? - chiese Irma.
- Semplice, dobbiamo andare dall’Oracolo - rispose decisa Taranee.
Erano mesi ormai che non andavano alla Fortezza al Centro dell’Infinito. Da quando avevano sconfitto Nerissa, le cose sembrarono essere tornate alla normalità. Qualche volta gli capitava di affrontare le creature selvatiche che uscivano da questi nuovi e strani portali, ma più di questo non c’era niente di allarmante, non tanto da richiedere i consigli dell’Oracolo. Ora, però, era arrivato il momento di chiedere il suo aiuto.
Formato un cerchio, le guardiane attesero che Will aprisse il portale.
 
Finalmente, le cinque ragazze erano arrivate a destinazione, la Fortezza al Centro dell’Infinito, dimora dell’Oracolo e ultimo baluardo delle guardiane contro il male. Sede delle Spille che gli conferivano i loro fantastici poteri, l’immensa struttura si reggeva nel vuoto, circondata dal cielo infinito su cui non calava mai il Sole. Will e le sue amiche condividevano tanti ricordi in quel luogo, come il primo incontro con il famigerato Oracolo e la disperata battaglia contro il malefico Principe Phobos al massimo dei suoi poteri. Quando varcarono la soglia della grande sala, le guardiane trovarono la Congrega di Kandrakar ad attenderle.
- Benvenute, giovani guardiane -
A parlare fu proprio l’Oracolo, che si avvicinò a loro con il suo rassicurante sorriso.
Le ragazze si sentirono felici di essere lì con lui. Sapevano che per quanto fosse disperata la battaglia, avrebbero sempre trovato conforto in quel luogo.
- Oracolo! - cominciò Will - Siamo qui per.. -
- Lo so - fece l’uomo - Siete qui per quei misteriosi portali -
 
- Che significa che non hai idea di cosa stia succedendo!? - esclamò Cornelia stupefatta.
Ebbene si: l’origine di quei portali sfuggiva persino alla comprensione dell’onniscente Oracolo.
- Come vi ho spiegato - cominciò l’uomo - Questi portali non sono causati da nessuno dei manufatti di nostra conoscenza. Con la caduta della Muraglia per mano nostra, il velo tra i mondi è stato definitivamente distrutto, permettendo di nuovo di viaggiare tra i vari pianeti, ma qualcuno sta usando tutto ciò a proprio vantaggio, creando questi portali -
- Okay, a questo ci eravamo arrivate - disse Taranee - Ma chi? -
- Ho cercato di individuare la fonte di queste anomalie da mesi, ma qualcosa interferisce con i miei poteri. L’unica cosa che sono riuscito a capire è che la Terra è l’unico punto in cui si verificano questi fenomeni - rispose l’Oracolo.
- Quindi? Cosa possiamo fare? - chiese Irma.
- Il vostro compito ora è di assicurarvi che questi portali vengano chiusi - rispose il saggio - Prima che qualcuno si faccia male. Chiunque sia l’artefice di queste anomalie, sarà sicuramente.. -
Qualcosa di strano stava accadendo alle spalle dell’Oracolo e le ragazze se ne erano accorte. I membri della Congrega rimasero sbalorditi dalla presenza di quel portale che, inspiegabilmente, si era aperto al centro della grande sala. Dopo attimi di esitazione, qualcosa sembrò venire fuori da esso.
- Ma com’è possibile? - chiese l’Oracolo sbalordito - Non era previsto che qualcuno arrivasse qui dopo voi -
Dieci mostri dalle sembianze umane uscirono fuori dal portale, causando lo sgomento in tutti i presenti. Avevano grandi ali di pipistrello, la pelle nera e impugnavano lance affilate. I loro occhi rosso sangue non promettevano niente di buono.
Will e le sue amiche si lanciarono vari sguardi. Dopo settimane di inattività, era tornato il momento di trasformarsi.
- Guardiane, unitevi! - esclamò la ragazza dai capelli rossi dopo aver tirato fuori il ciondolo magico.
In uno spettacolo di luci durato qualche millisecondo, le famigerate W.i.t.c.h. erano pronte al combattimento.
- In nome di Blackheart, uccideteli tutti! - urlò uno dei mostri prima di lanciarsi all’attacco.
L’intera congrega scappò via per mettersi al riparo, mentre l’Oracolo sgranò gli occhi per lo stupore. Blackheart: forse cominciava a capire cosa stava succedendo sulla Terra.
Taranee e Will cominciarono a lanciare rispettivamente sfere di fuoco e di elettricità, mentre Hay Lin e Irma si assicurarono che la Congrega fosse al sicuro. Cornelia, non essendoci terreno sotto i suoi piedi, staccò dei blocchi di marmo dalle parenti con i suoi poteri telecinetici e li lanciò contro gli avversari. Questi riuscirono con abilità ad evitare i colpi, avvicinandosi alle guardiane quel tanto che bastava per cercare di trafiggerle con le proprie lance. Le ragazze evitarono i colpi, volando più in alto rispetto ai loro avversari. Comunicando telepaticamente, Will suggerì alle altre una nuova strategia di attacco. Hay Lin cominciò a roteare su sé stessa, creando un tornado, mentre Irma lanciò un potente getto d’acqua contro il gruppo di avversari, facendoli stramazzare al suolo. Una volta a terra, Taranee li rinchiuse in un cerchio di fuoco. Il tornado creato dalla ragazza asiatica li raggiunse, travolgendoli, mentre Will lanciò una serie di scariche elettriche che li colpì in pieno.
I mostri caddero a terra, senza sensi. Quando le guardiane si avvicinarono per osservarli meglio, i loro corpi scomparvero in una nuvola di fumo nero, lasciando i presenti senza risposte.
- Che diavolo erano quelli!? - chiese Irma confusa.
- Non lo so - rispose Taranee.
- Chiunque fossero, la prossima volta ci penseranno due volte prima di attaccarci - commentò Cornelia.
- Un’altra vittoria per le impareggiabili W.i.t.c.h.! - esclamò Hay Lin piena di gioia.
- Questo era solo un avvertimento -
Dopo qualche attimo di silenzio, l’Oracolo si avvicinò alle ragazze e parlò.
- Quelli erano i soldati di Blackheart. Erano qui per mettervi alla prova -
- Chi è Blackheart? - chiese Will.
- Si tratta di un potentissimo mago, una creatura nata dal caos che le precedenti guardiane hanno combattuto tanti anni fa. Furono i regnanti di Meridian, con i loro immensi poteri a rinchiuderlo nell’angolo più remoto dell’universo - cominciò a spiegare l’Oracolo - Ora capisco perché i miei poteri non funzionavano. Era lui che faceva interferenza -
- Cosa vuole da noi? È lui che sta aprendo quei portali? -
- Io.. non lo so - ammise sconfitto l’antico saggio.
 
Blackheart.
Era questo il nome del loro nuovo nemico. Un’antica creatura, chissà quanto potente, pronta a portare distruzione nella sua casa, nel suo pianeta. Will si sentì mancare al solo pensiero.
- Vandom! - urlò una voce alle sue spalle - Torna a lavoro! -
- Subito, capo -
I suoi pensieri erano stati interrotti dalla confusione del suo nuovo lavoro part time. A diciotto anni appena compiuti, era arrivato il momento di imparare cosa significasse la fatica e la retribuzione, almeno secondo sua madre Elizabeth. Lavorava come cameriera in uno dei ristoranti più lussuosi della città, il Paradise, che per lei era un vero e proprio inferno. La paga era abbastanza buona, ma tutto quel trambusto non la aiutava di certo a prendersi una pausa dalla sua vita da supereroina. Anche le altre avevano trovato un impiego come lei, ma non aveva la minima idea di dove trovasse tutta quella forza per combattere creature magiche il giorno e fare la schiava in un ristorante fino a sera tardi.
Will uscì dalla grande cucina per poi attraversare il salone con tutti i tavoli ornati di tutto punto. Quel giorno era pieno di gente, molto più rispetto al solito.
- Buonasera, signori. Siete pronti per ordinare? - fece Will arrivata ad un tavolo occupato da una giovane e ricca coppia di neo sposi.
Mentre prendeva il taccuino per segnare le ordinazioni, Will notò con la coda dell’occhio che qualcuno aveva appena varcato l’entrata del ristorante. Immediatamente, tutti i presenti si girarono verso i nuovi arrivati. La ragazza dai capelli rossi ci mise un po’ per riconoscerlo. Dopotutto, chi non conosceva il più giovane miliardario della storia?
Chris Thorndyke era accompagnato da due bellissime ragazze, probabilmente delle modelle, e da due robuste guardie del corpo. Tutto sorridente nel suo smoking nero, lanciava saluti a tutti i presenti. Persino la coppia a cui Will stava prendendo le ordinazioni si alzò per andargli a chiedere un autografo.
- Sei un mito, Iron Man! - esclamò uno dei clienti.
Will non sapeva se essere infastidita o stupefatta dalla presenza di quel ragazzo. Abbassò lo sguardo come se niente fosse e ritornò a lavoro.
 
Il turno di lavoro di Will era finito da qualche decina di minuti.
Seduta sulle grandi scale all’entrata del ristorante, Will aspettava che sua madre venisse a prenderla in macchina, probabilmente accompagnata dal professor Collins, che per sua sfortuna non aveva inciso la colonna sonora di Tarzan. Era stanca, provata e affamata. Non vedeva l’ora di buttarsi nel letto e dormire per almeno 2000 anni. Fortunatamente, il giorno dopo era sabato e sarebbe potuta rimanere a casa a rilassarsi, a meno che non fosse scoppiata un’altra apocalisse. Erano mesi che WIll sentiva di non farcela più. La vita da guardiana, la vita da newyorkese, sua madre e la scuola erano una costante fonte di stress e paranoia. A volte, si svegliava nel cuore della notte in preda agli incubi e non riusciva a respirare. Stava pensando di andare da uno psicologo per parlare dei suoi problemi, ma cosa mai avrebbe potuto dirgli? Di certo, non poteva parlargli della sua doppia identità.
L’unica cosa che la faceva stare bene, oltre alla presenza e all’appoggio delle sue amiche, era Matt Olsen, il suo fidanzato. Si erano visti il giorno precedente, scambiandosi qualche parola di conforto e un bacio fugace. Voleva avere più tempo da dedicargli, ma entrambi aveva così poco tempo a disposizione.. per non parlare dei loro rispettivi obblighi come supereroi. Lentamente, Will Vandom si sentì schiacciata dal peso del mondo.
- Scusami -
Una voce alle sue spalle ruppe il filo dei suoi pensieri negativi. Will trasalì e si girò.
- Non è che avresti da accendere? - chiese Chris reggendo una sigaretta tra le dita.
Will sgranò gli occhi, stupita. Non aveva mai parlato con una celebrità, almeno non di quel livello.
- Mi dispiace, non fumo - rispose la ragazza.
- Peccato.. - commentò Chris rimettendo la sigaretta nel pacchetto.
Dopo un attimo di esitazione, Will ritornò a suoi pensieri, imbarazzata.
- Aspetti qualcuno? - chiese il ragazzo.
- Si.. cioè.. aspetto mia madre per tornare a casa -
- Posso farti compagnia? -
Will si stupì di quella domanda.
- C.. certo -
Chris si sedette accanto alla ragazza. Will si chiese come mai il ragazzo non era dentro il locale in compagnia di quelle modelle mozzafiato.
- Piacere di conoscerti - fece Chris.
- Piacere mio, io sono Will -
- Piacere, Will. È da molto che lavori qui?- chiese il ragazzo.
- Da due mesi.. -
Rimasero in silenzio per qualche secondo, guardando il via vai delle macchine.
- Come mai è uscito fuori? Si stava annoiando? - chiese Will.
- In realtà, si. E ti prego, dammi del tu - rispose Chris sorridendo.
- Okay, Chris. E preferisci la compagnia di una sconosciuta a quella di due modelle di Victoria’s Secrets? -
- Decisamente. Gli sconosciuti mi danno molte più emozioni, fidati! - disse il ragazzo.
La ragazza sorrise. Per qualche strana ragione, si stava trovando bene.
- Ti capisco.. -
I due rimasero a parlare per un po’, del più e del meno. Principalmente, Will gli parlò della sua vita a scuola, in casa e delle sue amiche. Si stupì di quanto si stava aprendo in quei pochi minuti, nonostante tralasciasse determinati dettagli.
- Però, Will - cominciò Chris - Hai una vita bella piena! -
- Mai quanto te.. Iron Man -
Will rimase sorpresa di aver punzecchiato in quel modo il ragazzo. Per un attimo, si sentì di essere stata inopportuna e di aver rovinato quel momento.
- Touché - rispose Chris, rassicurando Will - Ma la vita del riccone non è bella quanto quella di una persona normale -
- Le persone normali non vanno in giro con armature sofisticate addosso - disse Will.
- Si, ma le persone normali non hanno bisogno di circondarsi di idioti per fare bella impressione agli altri -
D’un tratto, Will sembrò capire il perché di quella conversazione. Nonostante le apparenze, anche il famoso Chris Thorndyke, l’ex bambino prodigio più amato del pianeta si sentiva schiacciato dal peso del mondo.
- Senti.. posso farti una domanda? - chiese Will.
- Certo -
- Ma voglio che tu mi risponda sinceramente -
Il ragazzo annuì, visibilmente incuriosito da quella richiesta.
- Come fai? - chiese la ragazza dopo un attimo di esitazione - Come fai a gestire tutto questo? Non vorresti scappare via? -
Chris rivolse lo sguardo dalla ragazza alla strada. Sembrava guardare un punto preciso di fronte a sé. Will distolse lo sguardo; sentiva di aver chiesto troppo.
- Vedi - cominciò Chris - Quando ero piccolo, conobbi delle “persone” fantastiche con dei poteri eccezionali. Uno di loro andava più veloce del suono, un altro invece poteva spaccare una montagna a suon di pugni, oppure un altro ancora riusciva a risolvere equazioni complicate in meno di un secondo. Furono loro ad ispirarmi a diventare quello che sono oggi, nonostante tutti i miei difetti. Quando uscirono dalla mia vita, sentii di aver perso un pezzo di me. È per questo che volevo essere un eroe, per aiutare chi ne aveva bisogno proprio come loro hanno fatto con me. Per risponderti, non so come faccio, in realtà forse nemmeno ci riesco. Ma devo farlo -
- Perché? - chiese Will.
- Perché se non lo facessi, qualcuno ne soffrirebbe -
Will si sentì strana. In qualche modo, sentiva che lo stress accumulato era sparito.
- E poi ci sono i soldi, quelli aiutano! - aggiunse Chris sarcastico.
La ragazza rise di gusto. Con la coda dell’occhio, Will vide la macchina di sua madre arrivare.
- Beh.. ora devo andare.. - disse la rossa alzandosi.
Chris si alzò con lei, pronto a ritornare dentro il locale.
- Vorrei ringraziarti, non sai quanto mi hai aiutato - fece Will.
- In realtà, sono io che devo ringraziarti. È stato bello - rispose il ragazzo.
Will e Chris rimasero qualche secondo in silenzio, un po’ in imbarazzo.
- Addio.. Iron Man - disse Will prima di allontanarsi.
- Arrivederci.. Will - rispose Chris.
La ragazza sorrise. Quando entrò in macchina, sua madre la guardò a bocca aperta.
- Ma quello.. quello era Chris Thorndyke! - esclamò.
- Lascia perdere, mamma - disse Will.
La ragazza sorrideva ancora. Diede un’occhiata fugace allo specchietto retrovisore, notando che Chris era ancora lì a guardarla. Distolse lo sguardo imbarazzata e, per quanto gli sembrasse strano, riconobbe di aver passato un piacevole momento.
Chris osservò la macchina andarsene via. Il ragazzo sorrise, voltandosi per ritornare nel ristorante.
Dovette ammettere con gioia che non aveva mai incontrato una ragazza così affascinante come Will, ma forse era la sua parte eccentrica a parlare.
 
 
 
Note dell’autore
Ed eccoci qui, con la terza e ultima parte del prologo! Ho un annuncio per voi: il prossimo capitolo di Team Dark - Anno Uno uscirà nel fine settimana. Questo ritardo è dovuto alla riscrittura di alcune parti che ho trovato poco convincenti, e non me la sentivo di pubblicare qualcosa che non mi convincesse. Ci vediamo lunedì prossimo con il primo capitolo ufficiale di The Ultimates!
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Capitolo 1 - Il Portale ***


 




































 
Capitolo 1
Il Portale
 
 
Green Hill era stata l’inizio di tante avventure per Sonic. Tanti anni prima, era proprio in quella zona dove cominciò la sua continua lotta contro le forze del male, sotto forma del malefico Dottor Eggman o, come amava chiamarlo lui, Testa d’Uovo. Gli anni passarono, ma il legame con quel posto non si affievolì. Era sempre Green Hill il luogo dei suoi lunghi allenamenti di corsa, delle instancabili corse “amichevoli” con Shadow The Hedgehog. La tranquillità di quel posto era stata bruscamente interrotta da qualcosa, quella che potremmo definire un’anomalia. Allertati dal Re Acorn in persona, Sonic, insieme a Tails e Eddie, si erano diretti sul posto con il Tornado, trovandovi una folla di giornalisti mobiani.
- Indietro, non c’è niente da vedere! - disse Sonic cercando di scacciare quella marmaglia fastidiosa.
Per un attimo, si stupì nel comprendere di essere diventato una specie di supereroe in quel mondo.
Eddie e Tails armeggiavano con i loro macchinari mentre analizzavano la strana anomalia, un fascio di luce circolare della grandezza di 3 metri per 2.
- Okay, ragazzi - fece Sonic avvicinandosi ai suoi amici - Che diavolo è quel coso? -
- Onestamente? Non ne abbiamo idea - rispose Tails mentre armeggiava con quello che sembrava un telecomando.
- Sembra un campo elettromagnetico, ma produce una quantità di energia tale da alimentare una città! - aggiunse Eddie meravigliato.
Di quelle parole, il riccio blu non ci aveva capito nulla. Era sicuro che quella fosse opera di Eggman. Probabilmente, Testa d’Uovo sarebbe sbucato di lì a poco con una delle sue diavolerie meccaniche e avrebbe illustrato per filo e per segno il suo diabolico piano, per poi essere preso a calci alla velocità del suono come al solito. Questa volta, però, c’era qualcosa di diverso, e Sonic e i suoi amici presenti lo sentivano. Quando il riccio blu cominciò a rivolgere altre domande, un rumore alle sue spalle lo mise in allerta. Giratosi di scatto e messosi sulla difensiva, Sonic non si trovò di fronte Eggman come pensava.
- Knuckels! - esclamò Tails quando lo riconobbe.
L’echidna era ricoperta da un armatura dorata e portava stretto nella mano destro quello che sembrava un martello.
- Che diavolo ti è successo!? E cos’è quel coso!? - chiese Sonic indicando il maglio.
- Non ho tempo per spiegare - rispose l’echidna rossa - Cos’è quel coso? -
- Non lo sappiamo ancora - rispose Eddie - Ma sembra sprigionare molta più energia del normale -
- Ragazzi, e se fosse.. -
Le parole di Tails vennero bruscamente interrotte da un altro rumore alle loro spalle. Il gruppo si voltò, trovandovi un gatto nero a strisce bianche che si poggiava ad un albero con sguardo beffardo.
- Logan? Che ci fai qui? - chiese il riccio blu sorpreso.
I due si erano già incontrati molte volte in passato. Non sapevano molto sulle origini del gatto, ma avevano capito che era stato creato in laboratorio come Shadow ed era stato reso un arma letale per eliminare soggetti scomodi. Una volta, Eggman lo convinse che Sonic fosse una minaccia che andava eliminata ad ogni costo. Fu così che il gatto ed il riccio si scontrarono ma, fortunatamente per Sonic, i suoi amici intervennero e spiegarono a Logan la situazione. Fu così che il gruppo si unì per socnfiggere il malefico dottore.
- Ho visto quel coso alla tv e ho pensato di venire a controllare - rispose Logan avvicinandosi al gruppo - Carino il nuovo outfit, cocco -
- Sta zitto - rispose Knuckels.
- E che vorresti fare, Logan? Infilzare quel coso a morte? - chiese Sonic sarcastico.
- Ha ha, molto divertente, Sonic - rispose Logan - Perché invece non provi a infilartelo su per il.. -
- Ragazzi, piantatela! - esclamò Tails.
Knuckels, Sonic e Logan si girarono verso Eddie e Tails, che continuavano ad armeggiare con i loro macchianari per cercare di capire cosa fosse quell’anomalia.
- Credo sia una specie di squarcio dimensionale, collegato ad un mondo che non conosciamo - ipotizzò il riccio rosso.
- Ma certo! - aggiunse la volpe - E’ un portale! -
I tre guerrieri si guardarono confusi.
- Un portale!? E da dove diavolo è sbucato fuori!? - chiese Sonic sbalordito.
- Non ne ho idea.. - rispose Eddie perplesso.
D’un tratto, il gruppo ebbe un strana sensazione. Giratosi verso il portale, il riccio blu notò che questa cominciava ad ingrandirsi a dismisura.
- Ma che diavolo..!? -
Una forza misteriosa travolse il gruppo di eroi, che uno dopo l’altro vennero spinti dentro il portale come se venissero risucchiati ad esso.
Una luce accecante li travolse, dopo ci fu solo il buio.
 
 
* * *
 
 
Il piano sotterraneo della villa di Chris Thorndyke era stato allestito come un grande laboratorio personale. Qui, il ragazzo dai capelli rossi passava la maggior parte del suo tempo per perfezionare vari aspetti dell’armatura Mark VI. Quella mattina non faceva eccezione, poiché Chris si era svegliato presto per occuparsi dei sistemi di propulsione dell’armatura, utili sia in combattimento che per mantenersi in volo. Con Outshined dei Soundgarden riprodotta dagli altoparlanti agli angoli della grande stanza, il ragazzo armeggiava con la tastiera touch screen del suo computer di ultimissima generazione, prodotto proprio dalla sua azienda.
Happy entrò nel laboratorio con un vassoio. Sopra di esso vi erano un piatto con due uova cucinate, un po’ di beacon e un bicchiere di succo d’arancia.
- Chris, ti ho portato la colazione -
L’uomo appoggiò il vassoio sul tavolo a cui era seduto il ragazzo, che continuava a fissare lo schermo come se non lo avesse notato.
- Stai lavorando al progetto dei portali? - chiese Happy guardando gli schermi attorno a loro.
- No, non ancora. Prima devo sistemare i propulsori dell’armatura. Deve essere pronta prima del prossimo collaudo -
- Non credi di star lavorando troppo ultimamente? Mi sorprendi! - disse l’uomo con fare divertito.
Prima che Chris potesse rispondere, la voce del suo sistema operativo intervenne interrompendo la conversazione.
- Signor Thorndyke, c’è un emergenza in città -
- Di che si tratta? - chiese Chris alzandosi dalla sua poltrona da lavoro.
- Un nuovo portale si è aperto in città -
 
 
* * *
 
 
- Okay.. Capitan America è intervenuto nella Seconda Guerra Mondiale nel 1943.. -
A Will piaceva la storia. Era una delle materie che studiava volentieri. Insieme alle altre, si erano incontrate a casa di Irma per studiare in vista dell’esame della settimana prossima.
- Però.. questo Cap America era proprio un bel fusto! - commentò Cornelia guardando una foto sul libro.
- Sicuramente fuori dalla tua portata, Cornelia - la punzecchiò Irma.
- Che guastafeste.. - rispose la ragazza bionda.
- Che ne dite, facciamo una pausa? - chiese Hay Lin guardando l’orologio appeso al muro del salotto.
In effetti, era da tutta la mattina che studiavano intensamente. Per questo accettarono di buon grado quella mezz’ora libera che si erano concesse. Distrattamente, Irma aveva acceso la televisione, in modo tale da sintonizzarsi sul canale dei video musicali più in tendenza in quel periodo. Un po’ di musica fece da sottofondo al classico chiacchiericcio delle inseparabili amiche. Erano decise non pensare ai loro doveri di guardiane.
- Interrompiamo la nostra classifica musicale per le ultime notizie - fece una voce femminile dalla tv - Pare che un nuovo misterioso fenomeno si stia verificando proprio in questo momento a New York City, a Times Square. Restate sintonizzati per ulteriori aggiornamenti -
Le ragazze si guardarono tra loro. Quel momento di pace era tristemente finito.
Will tirò fuori il ciondolo, lasciando che questo levitasse in aria.
- Guardiane, unitevi! -
 
 
* * *
 
 
Quando Sonic riprese i sensi, sentì la guancia premere contro l’asfalto. Si rimise lentamente in piedi, guardandosi attorno. I suoi amici erano lì con lui.
- Tutto bene? - chiese Sonic massaggiandosi la testa.
- Si, credo di si.. - rispose Tails.
Il gruppo si guardò attorno. Sembrava che fossero atterrati su una strada piena di macchine, diverse da quelle presenti su Mobius. Sopra le loro teste, il portale che li aveva trasportati lì si richiuse lentamente.
- Dannazzione! Ma dove siamo? - chiese Logan.
- Non ne ho la minima idea - rispose il riccio blu.
- Eddie! Tutto okay? -
Tails si avvicinò all’amico. Questo sembrava respirare affannosamente mentre la volpe lo aiutò a rimettersi in piedi.
- Si.. sto bene -
Dopo essersi assicurato che Eddie era in condizioni ottimali, Sonic e gli altri si guardarono attentamente intorno. L’architettura di quei palazzi era familiare, ma era totalmente diversa da quella delle grandi metropoli di Mobius. Quando Sonic vide una folla di persone circondarli, capii immediatamente in che posto erano finiti.
- Ragazzi! Quelli sono umani! - esclamò il riccio blu - Siamo tornati sulla Terra! -
Dopo tanto tempo, Sonic e i suoi compagni erano ritornati nel mondo di Chris Thorndyke, il loro grande amico. Eddie e Logan, non essendo mai stati su quel pianeta, si guardarono confusi.
- Cosa!? Come diavolo ci siamo finiti qui!? - chiese Knuckels sbalordito.
Gli umani attorno a loro li guardavano e indicavano confusi. In lontananza, si potevano sentire le sirene della polizia farsi sempre più vicine.
- Forse non siamo i benvenuti.. - commentò Tails, ricordandosi degli scontri di Sonic con le forze dell’ordine tanti anni prima.
Mentre il gruppo di mobiani si guardava confuso sul da farsi, qualcosa di strano accadde di nuovo. Di fronte a loro, un nuovo portale si aprì come per magia, lasciando i presenti spiazzati. Mentre gli umani che si erano radunati cominciarono a indietreggiare spaventati, qualcosa uscì da quella nuova anomalia. Un gruppo di almeno venti strani esseri umanoidi uscì dal portale, marciando come fossero dei soldati in guerra. Avevano grosse ali di pipistrello, la pelle nera e occhi rosso sangue. Armati di lance tremendamente appuntite, il gruppo di mostri si avvicinò minaccioso ai mobiani.
- E adesso che succede!? - chiese Knuckels tenendo stretto il Mjollnir.
- Tails! Eddie! Mettetevi al sicuro! - esclamò Sonic rivolgendosi ai suoi amici.
- In nome di Blackheart, uccideteli tutti! - urlò uno dei mostri.
Il piccolo esercito di creature si lanciò all’attacco verso i mobiani che, prontamente, evitarono di essere trafitti dalle lance.
- Adesso si che mi diverto! - commentò Logan estraendo gli artigli.
I tre guerrieri mobiani attaccarono il gruppo di mostri, riuscendo facilmente ad avere la meglio in un primo momento. Knuckels diede sfoggiò della sua nuova forza concessagli dal Master Emerald, mentre Sonic cominciò a colpire i nemici ad alta velocità con calci e pugni. Il gatto nero falciava gli avversari con i suoi artigli in adamantio, il metallo più duro esistente su Mobius. Metà di quei mostri erano già caduti, scomparendo in una nuvola di fumo nero. L’echidna rossa si alzò in volo, caricando il suo martello con le’enrgia del Chaos.
- Chaos.. Spear! - urlò prima di lanciare scariche di energia verdastra contro i nemici.
Questi caddero al suolo all’unisono, mentre Sonic guardava sbalordito il suo compagno di avventure. Cosa poteva essergli successo? Perché riusciva ad usare gli attacchi di Shadow?
- Attenti! -
La voce di Tails fece ritornare il riccio blu alla realtà. Altri mostri uscirono dal portale ancora aperto, sta volta più numerosi rispetto al precendente gruppo.
- Che facciamo? - chiese Knuckels ritornando a terra.
- Li facciamo a pezzi! - rispose Logan nel pieno del divertimento.
I tre si lanciarono all’attacco. Nella foga della battaglia, Sonic colpì quanti più bersagli possibile con il suo Spin Dash, mentre Knuckels faceva roteare il martello colpendo chiunque gli fosse sotto tiro.
- Sonic, attento! - urlò Eddie richiamando l’attenzione.
Uno dei mostri stava per trafiggere il riccio blu con un colpo di lancia. Prima che Sonic potesse reagire, un raggio luminoso colpì il mostro, rendendolo inoffensivo. Dal cielo, quello che sembrava un robot rosso e oro scese sulla strada, cominciando a dare manforte al gruppo di mobiani.
- E quello chi diavolo è!? - commentò Knuckels notando la presenza del robot.
Il nuovo arrivato colpì i mostri con i suoi propulsori sul palmo delle mani, sprigionando una grande quantità di energia. Dopo poco tempo, i nostri eroi vinsero la battaglia, notando che i corpi degli avverari sconfitti scomparvero in una nuvola di fumo. Il portale da cui erano usciti i mostri scomparve, lasciando i mobiani con troppe domande.
La folla di umani attorno a loro esplose in un boato di gioia, applaudendo e acclamando a gran voce quei nuovi e strani eroi.
- Sei forte, Iron Man! - urlò un ragazzino lì presente.
- Iron Man!? - ripetè confuso il riccio blu.
Il robot si girò verso i mobiani, avvicinandosi a loro.
- È bello rivedervi, ragazzi - disse rivelando una voce umana.
- Ehm.. ci conosciamo? - chiese Sonic ancora più confuso.
Il robot si portò le mani al volto, togliendosi di dosso l’elmo che gli copriva il volto. Sonic sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta quando capì che quello non era un robot, ma un ragazzo in armatura che conosceva bene.
- Chris! - esclamò il riccio blu.
- Bentornati, ragazzi - disse Chris Thorndyke sorridendo.
Il ragazzo si inginocchio, arrivando all’altezza dei mobiani. Lui e Sonic si strinsero in un abbraccio, mentre Knuckels, Logan, Tail e Eddie si guardarono, ancora più confusi.
 
 
* * *
 
 
Le W.i.t.c.h. volarono ad alta quota verso il punto in cui si era aperto il portale. Arrivate sopra un palazzo, osservarono tutto ciò che accadde in seguito all’arrivo di questi strani individui che sembravano animali, il successivo combattimento contro i mostri che avevano affrontato alla Fortezza e l’arrivo di Iron Man. Will rimase incerta sul da farsi.
- Che facciamo? - chiese Irma guardando le altre.
- Torniamocene a casa, prima che ci scoprano - suggerì Will.
Le ragazze volarono via, mentre la loro leader si girò verso la strada, osservando il tipo di colore blu. Era simile ad un riccio e correva a velocità supersonica, da quello che aveva visto. Ora, la domanda era una soltanto: erano amici? Sembrava di si, visto che Iron Man lo stava abbracciando. La ragazza dai capelli rossi si voltò e volò via con le altre, sicura che, in un modo o nell’altro, avrebbe rivisto quegli strani tipi.

 
 









 

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Capitolo 5
*** Capitolo 2 - La Terra ***


 
Capitolo 2
La Terra
 
- Santo cielo, Chris! Ti sei dato da fare! -
Sonic guardava meravigliato l’interno della grande villa assieme ai suoi amici mobiani. Chris lo guardò compiaciuto, mentre dei bracci meccanici gli smontavano l’armatura di dosso.
- E non hai visto ancora niente - disse il ragazzo - Tails, devi dare un’occhiata al mio laboratorio. Sono sicuro che ti divertirai -
Il volto di Tails si illuminò di un grande sorriso, mentre Eddie e Logan accanto a lui si guardavano confusi. I due avevano sempre sentito parlare degli umani, ma non sapevano un granché. Knuckels, nel frattempo, si guardava attorno spazientito. Secondo lui, non avrebbe dovuto trovarsi lì. C’era anche Happy con loro, che guardava quegli alieni con occhi pieni di stupore. Dunque erano quelli i famosi “amici” del ragazzo..
Varcata una porta, il gruppo si trovò nella grande sala da pranzo, ornata di ogni comodità come sedie in mogano e un grande tavolo rettangolare. Sulle pareti erano affisse varie fotografie di Chris e della sua famiglia.
- Abbiamo molto di cui parlare, ragazzi - cominciò Chris - Per cominciare, chi sono i vostri amici? -
Eddie e Logan si sentirono chiamati in causa.
- Chris, ti presento Eddie. È un genio come Tails - disse Sonic - E lui è Logan, ma è meglio non sapere molto su di lui -
- Simpatico - commentò il gatto guardandolo storto.
- Beh, piacere di conoscervi ragazzi - fece Chris sedendosi al tavolo - Happy, preparaci qualcosa da mangiare, stiamo morendo di fame! -
- Subito - rispose Happy avviandosi verso la porta.
- Okay, Sonic - cominciò il ragazzo - Ho bisogno di sapere come avete fatto a tornare qui -

 
* * *

 
Will guardava fuori dalla finestra, persa nei suoi pensieri.
- Avresti dovuto vederli, Caleb. Se la cavavano benissimo da soli! -
Mentre Cornelia raccontava a Caleb, difensore di Meridian e della regina Elyon, cosa era successo poco prima, le ragazze rimanevano sedute in silenzio in attesa di sapere cosa pensasse il ragazzo.
- Non lo metto in dubbio, avete fatto bene a non intervenire - rispose Caleb quando la ragazza bionda ebbe finito di parlare.
- Quindi? Che facciamo adesso? - chiese Irma alzandosi in piedi.
- In che senso? - disse Hay Lin.
- Sembra che la Terra abbia trovato i suoi nuovi difensori - cominciò Caleb - Così possiamo concentraci su questa faccenda dei portali -
- Si, ma anche loro sono arrivati qui grazie ad un portale - disse Taranee - E se si mettessero sulle nostre tracce? Stiamo parlando di Iron Man! Chissà quali diavolerie ha in grando di trovarci -
- Perché mai dovrebbero darci la caccia? Non siamo noi i cattivi - commentò Irma.
Nacque un dibattito tra le due amiche, prontamente interrotto dal ragazzo di Meridian.
- Dobbiamo concetrarci su questo Blackheart. Se c’è lui dietro questi attacchi, allora dobbiamo trovarlo e fermarlo -
- Ma non sappiamo nemmeno dov’è! - disse Cornelia.
- O che faccia abbia - aggiunse Hay Lin sconsolata.
- Chi ci dice che non si sia infiltrato tra le nostre conoscenze? Proprio come hanno fatto Cedric e Nerissa - disse la guardiana dell’acqua.
Le ragazze ci ragionarono, ma non gli venne in mente nessuna nuova e strana conoscenza fatta negli ultimi mesi.
- Will, tu che dici? - chiese Taranee notando che l’amica non aveva proferito parola.
Will si girò verso le amiche, confusa.
- Non lo so.. vorrei solo sapere chi erano quei tipi insieme ad Iron Man -
- I mobiani -
Lentamente, Yan Lin si avvicinò al gruppo con un vassoio, sopra al quale vi erano una teiera e sei tazze.
- Nonna.. tu li conosci? - chiese stupita sua nipote Hay Lin.
- Tanto tempo fa, quando ero ancora una guardiana - cominciò l’anziana - Fummo mandate sul pianeta Mobius a fermare una minaccia che incombeva sui poveri mobiani. Era un pianeta meraviglioso, ricco di vita e prosperità. Una volta lì, ottenemmo l’aiuto dei valorosi paladini di quel mondo. Fu una delle più grandi avventure della mia vita, persino Nerissa continuò a parlarne negli anni a venire con nostalgia -
- E credi che questi mobiani siano qui per aiutarci? - chiese Will.
- Non lo so, ma se il destino li ha condotti qui, ci deve essere una ragione - concluse Yan Lin.
Le ragazze e Caleb si guardarono tra loro.
Cosa avrebbero dovuto fare?

 
* * *

 
Chris rimase attento mentre Tails gli raccontava gli eventi che li avevano condotti lì.
- Quindi, non siete entrati nel portale di vostra volontà? - chiese il ragazzo.
- No - rispose Sonic - Siamo stati risucchiati dentro, come se qualcuno l’avesse ordinato -
Knuckels, seduto al tavolo come tutti, cominciò a spazientirsi.
- Come facciamo a tornare indietro? - chiese l’echidna arrivando dritto al punto.
- Beh, io non..-
- Perché hai tutta questa fretta di tornare? - chiese il riccio blu interrompendo la volpe.
- Perché!? - esclamò Knuckels alzandosi in piedi - Perché questo non è il nostro mondo e si da il caso che io abbia dei doveri su Mobius. Cose che tu non puoi capire, Sonic! -
- Ragazzi, non è il caso di litigare - intervenne Eddie.
- Per me lo è, cocco - commentò Logan divertito.
Sonic e Knuckels si gaurdarono dritti negli occhi.
- Knux, non è colpa mia se siamo qui -
- È sempre colpa tua! Proprio come dieci anni fa, quando ci siamo ritrovati qui! - rispose l’echidna.
- Cosa!? Che c’entro io con quel portale!? -
- Sei uno sconsiderato, un irresponsabile.. altrimenti non avresti portato lui con te! - disse Knuckels indicando l’amico riccio dagli aculei rossi.
Eddie abbassò la testa, mentre Sonic si sentì offeso al posto suo.
- Eddie non ha niente a che fare con le tue crisi! - disse il riccio blu.
- Hai portato una bomba a orologieria in un mondo che non conosce, Sonic. Cosa succederà quando perderà di nuovo il controllo? Ricordi cos’è successo l’ultima volta? Ha raso al suolo una parte di Mobotropolis! - disse Knuckels rincarando la dose.
Chris li guardava confuso. Cosa c’era che non andava in quel gracile riccio rosso?
- Knuckles, è un nostro amico! E poi sono mesi che non si trasforma in.. -
- Perché lo abbiamo tenuto al sicuro! Perché io l’ho tenuto al sicuro, Sonic! - disse l’echidna rossa interrompendo il riccio blu - Cosa faremo quando qualcuno lo attaccherà e lo costringerà a reagire!? -
- Vuoi sapere una cosa, Knuckels? -
Eddie aveva finalmente preso parola. Non avrebbe lasciato che altri avrebbero parlato al posto suo.
- Hai ragione. Sono un pericolo, sono un mostro. È questo che volevi sentirmi dire? -
Knuckels sentì la rabbia svanire, lasciando il posto alla consapevolezza delle sue parole. Dopottutto, il riccio rosso era anche un suo amico, e con quelle parole lo aveva certamente ferito.
- Eddie.. - intervenne Tails dispiaciuto.
- No - lo interruppe Eddie - Me ne vado -
Il riccio rosso si avviò verso la porta che conduceva all’uscita.
- Eddie! Knuckels non intendeva..! -
Prima che Sonic potesse finire di parlare, Eddie era già fuori dall’edificio.
- Forse è meglio lasciarlo da solo - commentò Chris dispiaciuto da quel battibecco.
Tutti si voltarono verso l’echidna. Logan sorrideva beffardo, Tails lo guardava con ammonimento e Sonic lo squadrava con rabbia.
- Mi dici che ti è preso!? Cosa c’entra Eddie in tutto questo!? -
Knuckels abbassò la testa. Nonostante la sua armatura, non poteva coprirsi dalla vergogna che lo assalì. Aveva offeso una delle persone più buone che conosceva.
- Per me hai fatto bene - commentò Logan - Quel tipo è pericoloso -
- Stai zitto! Non so nemmeno perché tu sia qui, razza di psicopatico! - esclamò Sonic prima di allotanarsi.
- Dove stai andando? - chiese Chris.
- A cercare Eddie - rispose il riccio blu.

 
* * *

 
Fuori dalla villa, Eddie camminava a passo spedito verso i cancelli. Lo aspettava un lungo cammino nei boschi attorno alla grande città, cosa che certamente non gli dispiaceva. Non era arrabbiato, stranamente e fortunatamente. Si sentiva ferito dalle parole di Knuckels, una persona che credeva sua amica. Quando si trasformò per la prima volta, fu proprio l’echidna e fermarlo, prima con la forza e poi con le parole.
- Eddie! -
La voce di Sonic interruppe i pensieri del riccio rosso.
- Non voglio parlare -
- Si invece! -
Sonic gli apparì di fronte grazie alla sua velocità, fermandolo.
- Knuckels è un amico, non intendeva.. -
- Knux ha ragione, Sonic - lo interruppe Eddie - Io sono un pericolo, non sarei mai dovuto venire con voi -
- Ma non ti trasformi da mesi! La situazione è sotto controllo, sono sicuro che.. -
Eddie abbassò la testa. Sonic notò che c’era qualcosa di strano nell’amico.
- Cos’è che ci nascondi, Eddie? - chiese preoccupato il riccio blu.
- Vorrei poterti dire che è tutto finito - cominciò il riccio rosso - Vorrei poterti dire che non c’è più alcun pericolo. Ma io lo sento, Sonic. Aspetta il momento giusto per uscire, lo sa anche lui che è una questione di tempo. Presto o tardi, vincerà -
- Noi lo impediremo - disse Sonic - Ti aiuteremo -
- Non potete -
Eddie tornò sui suoi passi, superando il compagno di tante avventure.
- Il punto è che mi manca essere il più forte.. - disse prima di scomparire oltre i cancelli della villa.
Sonic rimase lì a guardarlo andarsene via. Dopodiché, ritornò all’interno dagli altri. Si sentiva sconfitto, come se avesse perso contro il Dottor Eggman. Doveva capire cosa stava succedendo a lui e ai suoi amici.
Perché erano stati spediti sulla Terra?

 
* * *

 
- Messaggio di segreteria telefonica.. -
Erano ore che Will cercava di contattare Matt. All’enesimo messaggio della segreteria telefonica, mise via il telefono e ritornò a camminare per Central Park. Le piaceva stare lì, lontano da tutto e tutti, in modo tale da poter riflettere in tranquillità. Molte erano le domande che la attanagliavano e le risposte sembravano lontane anni luce. Voleva spegnere il cervello, almeno per qualche ora. Giusto il tempo per godersi seduta quel meraviglioso pomeriggio primaverile. Quando raggiunse la solita panchina sui cui poggiava altre volte, vide qualcuno seduto al suo posto.
Avvicinatasi per la curiosità, capì che non era umano. Una piccola figura rossa, simile ad un riccio, stava lì con lo sguardo basso e la testa chissà dove.
- Ciao.. - fece Will avvicinandosi titubante.
Doveva essere uno dei mobiani arrivati con quel portale quella mattina. Questo si scompose, voltandosi verso la ragazza con i capelli rossi.
- Ehm.. ciao.. - rispose il mobiano.
- Perdonami.. è che di solito mi siedo qui e.. -
- Oh, scusami! Me ne vado subito -
Quando il riccio rosso fece per alzarsi, la ragazza lo fermò.
- No, tranquillo. Mi farebbe piacere avere un po’ di compagnia -
- Ah.. -
Il mobiano si risedette sulla panchina e Will si accomodò accanto a lui.
- Piacere di conoscerti. Io sono Will -
- Piacere mio.. mi chiamo Eddie -
I due si strinsero la mano, mentre qualcuno, nascosto tra gli alberi di Central Park, li osservava minaccioso da lontano.

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