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di Sambyeol
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


-Heyla! Bello rivedervi, è passato un po’ di tempo, non vi sarete dimenticati del vostro caro amico zombie Zed, vero? Sapete, le cose qui a Seabrook sono diventate abbastanza monotone da quando Addison è partita insieme alla sua vera famiglia. Chi l’avrebbe mai detto che le sue radici venivano dal cielo. A scuola le cose sono migliorate moltissimo, umani, zombie e licantropi vivono serenamente, si può dire che l’integrazione sia riuscita al meglio. Ciò mi fa pensare ancora di più a tutto quello che Addison ha fatto per noi… So che partire era la cosa più giusta per lei, ora potrà sapere chi veramente è, anche se questo le è costato molto, ha dovuto lasciarsi indietro la sua vita per fuggire nell’ignoto. Vi dirò la verità, mi manca davvero tanto. Fin dal primo momento in cui ci siamo conosciuti abbiamo fatto di tutto per poter stare insieme, e nel momento in cui ci siamo finalmente riusciti, il fato ha voluto qualcosa di diverso per noi. In ogni caso le ho promesso che avrei proseguito con la mia vita, che non mi sarei dovuto perdere nessuna esperienza, soprattutto ora che sono all’ultimo anno di liceo. Chissà, magari tutta questa quiete sarà solo momentanea.-

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Come ogni mattina presi il mio zaino, salutai la mia dolce sorellina Zoe e mio padre e attesi l’arrivo dei miei migliori amici ai cancelli di Zombietown, Eliza e Bonzo. Saremo anche cresciuti esteriormente, ma dentro eravamo rimasti noi stessi, solo un po’ più maturi… credo.
-Allora, pronti per il nostro ultimo anno? Insomma, ora siamo i grandi della scuola, dobbiamo dare il buon esempio alle matricole, ma soprattutto farci rispettare.- mentre Bonzo sembrava allegro come suo solito, l’unica risposta che ricevetti da Eliza fu un’occhiataccia -Eddai, questo sarà il nostro anno! Per di più tu e il tuo lupacchiotto Wyatt avete finalmente deciso di uscire insieme. Direi che era anche ora, non facevate altro che lanciarvi occhiatine d’intesa.- prontamente Eliza mi diede una gomitata sul braccio.
-Non chiamarlo lupacchiotto… ognuno ha i propri tempi. Non tutti si incontrano per la prima volta e sono subito rose e fiori, qualcuno di noi ha bisogno di tempo per conoscersi meglio.- subito dopo aver finito la frase Eliza mi guardò preoccupata -Scusa, non volevo-
-Scusa di che cosa?- sapevo benissimo il perché di quel suo sguardo -Sentite, quante volte devo dirvelo ancora Solo perché Addison è partita senza nemmeno sapere se tornerà, non vuol dire che non si possa più parlare di lei in mia presenza. Questa è la vita, c’è chi viene e c’è chi va.- feci spallucce, non volevo che la mia malinconia condizionasse la loro vita. Per fortuna più il tempo passava e meno ci andavano con le mani di velluto con me. I primi tempi erano stati difficili, tutti si preoccupavano per me e mi chiedevano come stavo, quando magari tutto quello che mi serviva era stare un po’ per conto mio. Però gli ero grato per essermi stati accanto.
-Barzugamen igati.-
-Esatto Bonzo, le ho promesso che sarei andato avanti con la mia vita, ed è quello che farò. Ciò non significa che la dimenticherò, ma nemmeno che rimarrò aggrappato ai nostri ricordi senza fare passi avanti.- per fortuna tutte le persone che camminavano nei corridoi della scuola riuscirono a distrarmi. Viste tutte le nostre avventure, quasi tutti a scuola ci conoscevano e ci stimavano, ogni volta che entravo a scuola mi sentivo come una rockstar, da ogni angolo della scuola spuntava qualcuno a chiedermi come avevo passato l’estate, cosa avrei fatto il prossimo weekend.
-Direi che è ora di andare in classe, a quanto pare i professori non si bevono più la scusa dello “zombie che fa fatica a camminare” per quando arriviamo tardi in classe.- Eliza diede enfasi alla frase formando delle virgolette con le dita -Ci vediamo a pranzo? Solito tavolo vicino ai bidoni.-
Ci salutammo pronti per andare in classe quando mi resi conto di essermi dimenticato il libro di algebra nell’armadietto. Stavo per inserire la combinazione nel lucchetto quando sentii un rumore dietro di e, ma non vidi nessuno. Non ci feci molto caso, presi il libro e mi diressi verso la mia classe, pronto a sfoggiare tutto il mio fascino da zombie per evitare una ramanzina dal professore a causa del ritardo. Saranno anche cambiate molte cose, ma Seabrook rimase sempre la stessa cittadina dove tutto doveva essere preciso e perfetto… e puntuale.

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Le ore passarono una dopo l’altra come al solito, tra una lezione di storia e una di scienze, ma finalmente era arrivata l’ora di pranzo. Presi il mio vassoio in attesa della mia razione per poi raggiungere i miei amici al nostro solito tavolo, anche se ultimamente era diventato un po’ più affollato. Accanto a Bonzo sedeva Bree, ormai quei due facevano faville, stavano davvero bene insieme. Davanti a loro c’erano Eliza e Wyatt, l’intesa tra loro era ovvia, eppure non riuscivano a rilassarsi e a lasciarsi andare.
-Meno male che a farmi compagnia ci sono anche Wynter e Willa, altrimenti sarei stato addirittura il quinto in comodo.- risero tutti tranne Eliza e Wyatt, loro si limitarono a guardarsi imbarazzati -Sempre se questi due decideranno di fare sul serio una volta per tutte.- Eliza mi diede un pugno sul braccio.
-Aspetta che arrivi la primavera, avremo anche un aspetto apparentemente umano, ma rimaniamo pur sempre in parte animali.- sapevo che se dovevo cercare supporto nel prendere un po’ in giro la coppietta, potevo contare su Wynter. Ovviamente Wyatt non era del mio stesso parere vista l’occhiataccia che le aveva lanciato.
-Prima che mi dimentichi, questo sabato ci sarà uno Zombie Mash per festeggiare l’inizio del nostro nuovo anno. Posso contare sulla vostra presenza come sempre, vero?- strizzai per bene il cartone del succo di frutta e lo lanciai nel bidone effettuando un canestro perfetto.
-Certo che ci saremo, è compito di noi licantropi far capire a voi zombie chi è che comanda quando si tratta di ballare e divertirsi, siamo pur sempre forze della natura.- rispose Willa con tono canzonatorio.
-Certo, speraci. Devo per caso ricordarti che noi zombie siamo stati creati grazie ad una Lemon Soda e alla vostra preziosa pietra lunare?- diedi un morso alla mela sentendomi già vincitore della discussione.
-Parlano quelli che devono stare attenti a non perdere qualche arto per strada mentre ballano. Oh, e come va con le scarpe ortopediche, so che siete abituati a trascinare un po’ i piedi.- la battuta di Wynter si meritò un cinque dalla sua alpha. La vedevo già carica per sfoderare le sue battutine migliori quando la campanella mi salvò la reputazione.

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Di una cosa ero certo, nessuno si sarebbe permesso di fare alcuna battutina su di me sul campo da Football, soprattutto perché ero diventato il capitano della squadra. Probabilmente perché ogni tanto manomettevo ancora il mio Zband per delle piccole vittorie facili, ma anche i migliori hanno le proprie strategie ed i propri trucchetti. Quando ero sul campo riuscivo a buttare fuori qualsiasi preoccupazione, un placcaggio dopo l’altro, la mia mente riusciva a svuotarsi di qualsiasi preoccupazione. Devo ammettere che sono migliorato parecchio negli ultimi tempi, ogni volta che mi sentivo giù o irrequieto, mi allenavo così da estraniarmi completamente dal mondo. Sicuramente il Football era stato la medicina migliore dopo la partenza di Addison.
Dopo l’allenamento fui l’ultimo a rimanere nello spogliatoio, ci saremmo anche integrati ma continuavo a preferire la doccia da solo e non circondato dai miei compagni, anche perché ero comunque l’unico zombie della squadra. Mi cambiai e mi diressi verso l’uscita quando sentii una musica risuonare per i corridoi. Cercai di seguire quella melodia per scoprire da dove venisse, ma la Preside mi fermò prima che potessi arrivarci.
-Zed, cosa fai ancora a scuola? Gli allenamenti sono finiti da quasi mezz’ora.-
-Oh salve Preside, le ho mai detto che con questo completino rosa sta veramente un incanto?- le lusinghe avevano sempre funzionato per ammorbidirla, infatti arrossì appena e mi diede un colpetto sulla spalla -Stavo solo cercando di capire da dove viene la musica.-
-Quale musica? Nessuno stava suonando.- la Preside mi guardò con aria sospettosa. Come poteva non aver sentito la musica, ero sicuro di non essermela immaginata -Forza forza, vai a casa prima di beccarti un richiamo.-
-Sarà fatto, a domani.- feci un cenno con la mano da bravo soldatino e uscii. Eppure qualcosa io lo avevo sentito, sicuramente tornato a scuola il giorno dopo avrei chiesto informazioni ai miei amici.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Il risveglio del giorno dopo non fu dei migliori, mi sentivo tutto il braccio sinistro intorpidito, e dandogli un’occhiata capii che era a causa del mio Zband. Cercai di non farci troppo caso e andai in cucina per la colazione, Zoe era seduta a tavola a giocherellare con Puppy, il cagnolino che le aveva regalato Addison, mio padre invece era in cucina a preparare quello che probabilmente era “cervello in scatola”, ovvero del comunissimo cavolfiore colorato di rosa.
-Ecco qua la colazione, abbuffatevi pure ragazzi.- anche gli Zband di Zoe e di mio padre sembravano avere qualche problema, ma a loro non sembrava importare -Allora Zed, come stanno andando gli allenamenti di football? Si può sentire il profumo di una possibile borsa di studio per il college?- se prima le preoccupazioni di mio padre erano rivolte ai nostri primi giorni di scuola a causa della discriminazione che subivamo un tempo noi zombie, ora non faceva altro che chiedermi del college e di cosa avrei voluto fare in futuro.
-Papà, lascia almeno che inizi la stagione, poi ne riparleremo.- risposi ridacchiando -Direi che è meglio se vado o farò tardi a scuola, ci vediamo più tardi.- li salutai per poi uscire velocemente di casa. La verità era che ancora non sapevo cosa fare del mio futuro, dopo tutto ciò che era successo avevo iniziato a vivere a pieno il presente senza pensare troppo al domani.. o a ciò che era ieri.
-Ragazzi!- urlai vedendo Eliza e Bonzo ad attendermi già ai cancelli della scuola, forse un po’ in ritardo lo ero veramente in fin dei conti -Anche a voi ha dato rogne lo Zband questa notte?- controllai il mio polso notando che il rossore non era ancora diminuito, e nemmeno i polsi dei miei amici sembravano stare tanto meglio.
-Lascia stare, non ci ho dormito la notte a causa di questo maledetto aggeggio.- e dire che Eliza se la cava con gli apparecchi elettronici, il problema era che, da quel brutto episodio in cui al primo anno i galoppini di Bucky ci fecero diventare dei veri mostri manomettendo i nostri Zband una volta terminata l’ultima partita del campionato di football, non era stato più possibile armeggiarci sopra.
-Gaziba imbugage-
-Intolleranti? Bonzo, non stiamo mica parlando di latte o glutine, non si può essere intolleranti ad un congegno tecnologico. In ogni caso dobbiamo capire quale sia la causa scatenante.- Eliza sembrava davvero preoccupata.
-Sicuramente saranno solo dei piccoli problemi tecnici, non c’è nulla di cui avere paura, mica torneremo a comportarci da mostri in cerca di cervelli.- dissi cercando di tranquillizzare la situazione, senza molto successo.
-Barzuga debido magodica?-
-Sono sicurissimo, Bonzo. Non torneremo ad essere mostri, ormai ci siamo evoluti, e questo pezzo di ferro ci da solo un piccolo aiuto, il grosso del lavoro lo facciamo qua dentro.- mi picchiettai la tempia con l’indice. Ero certo di quello che dicevo, ero certo che un giorno agli zombie non sarebbe più servito lo Zband, ma sembravo essere l’unico a pensarlo.
-Certo, e un giorno riusciremo pure a tornare umani.- sentendo il solito sarcasmo pungente di Eliza capii che stava iniziando a tranquillizzarsi.
Ad interromperci fu il suono della campanella. Anche gli altri zombie sembravano preoccupati, qualcuno non aveva già più il rossore al polso, mentre ad altri iniziavano a vedersi le vene nelle braccia. Questa cosa stava iniziando ad influenzare anche i nostri compagni, umani e licantropi, alcuni si preoccupavano per noi, ma altri avevano un po’ di paura, e come dargli torto in fondo. Era passato molto tempo da quando il sindaco abolì, per la seconda volta, le leggi anti-mostri, ma sicuramente sarebbero stati pronti a riattivarle nel caso le cose si fossero messe male. Scossi la testa per allontanare quei pensieri, non mi piaceva pensare a tali possibilità, l’integrazione era riuscita al meglio e non c’erano più problemi di discriminazione o di paura.
 
 
-Questa ve la devo raccontare.- esclamai poggiando il vassoio sul tavolo e sedendomi al mio posto -Ieri ho sentito della musica per i corridoi quando sono uscito dagli spogliatoi.- la cosa non sembrava aver impressionato nessuno, infatti rimasero a guardarmi con degli sguardi abbastanza assenti -Eddai ragazzi, non vi sembra strana come cosa? Chi mai dovrebbe mettersi a suonare o ad ascoltare della musica a scuola all’ora di chiusura?-
-Ehm, magari un bidello molto annoiato?- disse Wynter come se fosse la cosa più scontata del mondo.
-Beh, potrebbe essere… ma la cosa strana è che, mentre stavo cercando di capire da dove venisse la musica, ho incontrato la Preside e-
-No, sul serio? Hai beccato la Preside per i corridoi della sua stessa scuola? Non ci credo, ti è proprio capitata una delle cose più rare al mondo!- lanciai un’occhiataccia ad Eliza mentre batteva il cinque alla compagna di battutine.
-Dicevo… e quando le ho detto di aver sentito qualcosa lei mi ha detto che non c’era alcuna musica, non l’aveva sentita nonostante il volume fosse abbastanza alto.- tutta la situazione mi sembrava molto sospetta. Sarei sicuramente andato ad investigare sulla situazione ma, vedendo le loro facce guardami come se fossi appena uscito da un manicomio, intuì di non poter fare affidamento sull’aiuto dei miei amici -Fate pure a meno di credermi, io quella musica l’ho sentita.-
-Devono averti placcato un po’ troppe volte ieri agli allenamenti.- Wyatt fece spallucce -Un paio di colpi di testa anche oggi pomeriggio e vedrai che tutto tornerà normale.-
-Sapete cosa vi dico? Vado a finirmi il pranzo in solitaria visto che non ho la solidarietà di nessuno a questo tavolo.- presi il vassoio e mi alzai. Fu in quel momento che vidi dei movimenti in direzione della porta e notai una figura uscire dalla caffetteria, si trattò di una frazione di secondo, ma era decisamente la figura di una ragazza che non avevo mai visto in giro per la scuola. Dalla statura non sembrava essere una matricola, forse si era appena trasferita in questa scuola, ma Bree ce lo avrebbe sicuramente detto visto che era a capo del comitato di benvenuto quest’anno. La mia mente iniziava ad essere affollata da mille domande quando mi ritrovai una mano sventolarmi davanti agli occhi.
-Terra chiama Zed… ci sei? Che diamine ti è preso? Questi braccialetti hanno anche la funzione pausa per caso?- Willa mi prese il polso per controllare ed io reagii ritraendo il braccio, sentivo ancora un leggero fastidio -Tutto bene? Che diavolo hai visto?-
-Ragazzi, è possibile che in questa scuola ci sia qualcuno con dei capelli arancioni e bianchi?- non riuscivo a staccare gli occhi dalla porta della caffetteria.
-Direi di no, per quanto riguarda i capelli tutti hanno dei colori abbastanza standard, a parte voi zombie con i vostri capelli verdi e noi licantropi con i nostri ciuffi bianchi. Ma no, nessuno con i capelli arancioni.- rispose prontamente Wynter -E modestamente i nostri capelli da licantropi sono i migliori in tutta la scuola.-
-Zed, sembri aver visto un fantasma.- Eliza sembrava quasi preoccupata -Magari hai solo visto male oppure le luci hanno creato dei riflessi particolari… Sai, ultimamente sei più strano del solito, sei sicuro di non avere l’influenza?-
-Forse hai ragione.- scossi la testa tornando in me -Magari ho solo visto male. Vado agli allenamenti, ci vediamo domani mattina.- presi il mio vassoio e dopo aver buttato via la spazzatura e quei pochi avanzi che avevo lasciato, mi diressi verso il mio armadietto per prendere la borsa con il cambio. Era inutile continuare la discussione, non mi avevano creduto alla musica, sicuramente non mi avrebbero creduto a ciò che avevo visto.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Una volta finiti gli allenamenti, cercai di temporeggiare in modo tale da uscire più o meno alla stessa ora del giorno prima, volevo provare a me stesso che non stavo impazzendo e che avevo sentito sul serio della musica. Percorsi quasi tutti i corridoi in attesa anche solo di una nota, ma non sentii nulla. Forse ero uscito più tardi… sicuramente ero uscito troppo tardi e chiunque fosse aveva già finito. Deciso a ritentare anche il giorno dopo girai l’angolo del corridoio per uscire quando mi scontrai con qualcuno.
-Scusami, non ti avevo visto.- dissi subito prima di vedere chi avevo urtato. Era la figura che avevo visto uscire dalla caffetteria, una ragazza un po’ più alta rispetto alla media e con un fisico esile ma tonico, si vedeva che praticava qualche tipo di sport. La sua pelle era pallida, sembrava quasi fatta di porcellana, e ad evidenziarla c’erano i capelli arancioni che sulle punte sfumavano al bianco, le incorniciavano il viso ricadendo fino al fondo schiena. In contrasto con la carnagione c’erano anche le sue labbra, erano di un rosa acceso quasi tendente al rosso, e gli occhi neri come la pece, non riuscivo a distinguere la pupilla dall’iride.
-Non ti preoccupare.- fu l’unica cosa che disse la ragazza, io rimasi imbambolato a guardarla andare via. Non era certamente la solita abitante di Seabrook, anche i suoi vestiti non rispecchiavano gli standard, indossava dei jeans neri strappati sulle ginocchia, una maglietta bianca con sopra il disegno di una volpe e una camicia a quadri rossa, intonata alle Converse rosse. Ma se non era una nuova studentessa, come avevo fatto a non accorgermi della sua presenza? Le persone non possono cambiare dall’oggi al domani, non in quel modo almeno, perciò esclusi la possibilità di un restyling estremo.
 
 
La curiosità di sapere chi fosse quella ragazza mi stava facendo impazzire, a tal punto che la mattina dopo non sentii nemmeno la sveglia ed arrivai a scuola in ritardo. Tra una lezione e l’altra riuscivo sempre a scorgere i suoi capelli tra la gente che camminava nei corridoi, ma non riuscivo mai ad avvicinarmi a lei. Eppure non capivo come nessuno le desse bado, soprattutto per un luogo come Seabrook, dove se non eri perfetto venivi visto male.
-Ragazzi, sto ufficialmente impazzendo.- mi sedetti al tavolo senza nemmeno essermi preso il vassoio.
-Finalmente te ne sei reso conto.- disse Wynter ridacchiando -Stai tranquillo, ci siamo noi qui ad aiutarti.- non risposi nemmeno alla sua provocazione, i miei pensieri erano da tutt’altra parte, fino al momento in cui la vidi, seduta da sola a mangiare il suo pranzo.
-Eccola!- mi alzai di colpo indicando il suo tavolo -La ragazza di ieri, le sono pure andato contro ieri pomeriggio prima di tornare a casa.- tutti i miei amici mi guardarono come se fossi impazzito, ma una volta girato lo sguardo verso di lei cambiarono presto opinione.
-E quella da dove spunta? Non l’ho mai vista in giro.- disse Bree confusa tanto quanto gli altri -E dire che sono a capo del comitato di benvenuto, quindi mi avrebbero dovuto avvisare dell’arrivo di una nuova studentessa.-
-E se non fosse una studentessa appena arrivata e fosse qui da sempre?- presi il mio zaino -Io vado a parlarle.- i miei amici non fecero in tempo a dire nulla che ero già in direzione del suo tavolo. Attorno a me sentivo una strana atmosfera, per un momento mi ero sentito come invisibile al mondo, nessuno che mi salutasse o che volesse battermi il cinque, cose che mi accadevano di continuo in giro per la scuola -Hey ciao, ti ricordi di me?- mi sentivo un idiota, ero impacciato ed insicuro, non capivo cosa mi stesse accadendo. La ragazza alzò la testa e mi guardò con gli stessi occhi confusi dei miei amici.
-Certo, e a quanto pare pure tu di me.- la cosa sembrava confonderla parecchio.
-Beh, diciamo che sei abbastanza indimenticabile.- ridacchia imbarazzato rendendomi conto poi di cosa avevo appena detto -Intendo per i tuoi capelli, non si vedono certi colori accesi molto spesso in questa città, a meno che tu non sia uno zombie, ma a meno che non sia diventato improvvisamente daltonico direi che non sei una di noi.- buttavo fuori parole come se fossi una macchinetta -Piacere io sono Zed.- le porsi la mano.
-Samyeo.- mi strinse la mano con un sorriso di circostanza.
-Ma come mai sembro essere l’unico a vederti?- dissi scherzosamente cercando di sciogliere la tensione che si stava creando.
-Perché effettivamente sei l’unico.- rispose lei alzando le spalle, come se il non essere notata fosse una cosa di tutti i giorni per lei -Penso sia un mio super potere, l’essere invisibile al mondo, nonostante faccia parte di questa scuola dal mio primo anno, e visto che quest’anno mi diplomo, non è di certo da poco tempo.- continuò lei non sentendomi reagire in alcun modo.
-Ma questo non è possibile, insomma guardati.- mi morsi di nuovo la lingua -Voglio dire, non sei per nulla come le altre ragazze della scuola, è impossibile che nessuno ti abbia mai notato.-
-Riflettici, ho iniziato la scuola insieme a voi zombie, eppure tu mi hai notato solo oggi.- si alzò prendendo il vassoio con sé e dopo aver buttato gli avanzi uscì dalla caffetteria lasciandomi lì in piedi da solo come un idiota. Il suo ragionamento non faceva nessuna piega, e di riflesso le mie domande aumentarono. Come avevo fatto a non notarla prima? E perché proprio in questi ultimi giorni? Ma soprattutto perché ero stato l’unico ad accorgersi di lei?

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Tornai al tavolo dai miei amici, ormai nulla aveva più alcun senso -Più parlo con quella ragazza e più il mondo sembra essersi capovolto. E ci ho parlato solo due volte… beh, in teoria una, ieri le ho solo chiesto scusa e poi sono rimasto a fissarla come un fesso.-
-Non so, il mio sesto senso da licantropo mi dice che qualcosa in lei che non è come sembra. Non nel senso che sia pericolosa, solo… diversa.- Wyatt sembrava un segugio pronto alla caccia, e le sue due compagne gli diedero ragione.
-Anche il mio sesto senso femminile mi dice che quella ragazza non ce la racconta giusta.- Bree ed Eliza si diedero manforte.
-A quanto pare siamo gli unici noi a non avere qualche super poter chiamato sesto senso, eh Bonzo?- gli diedi un colpetto sulla spalla ridendo.
-Garzigubando.-
-Cosa?!- urlarono tutti insieme.
-Magica? Nel senso che riesce a far comparire un coniglio dal cappello? Quel tipo di magia?- annuì -Come fai a dire che quella ragazza è magica?- si indicò la pancia -Ne sei certo? Forse è solo qualche finto cervello che ti ha fatto indigestione.- però questo suo modo di vederla mi fece pensare. Bonzo era un artista, vedeva tutto il mondo in maniera totalmente diversa rispetto a noi, forse aveva visto qualcosa in lei che a noi ancora sfuggiva -In ogni caso questo pomeriggio ci sarà il raduno della squadra di cheerleading, sicuramente la troverò.-
-E cosa pensi di fare?- chiese Willa incrociando le braccia al petto.
-Conoscerla.-
 
 
Nel momento in cui vidi Samyeo seduta sulle scalinate andai subito da lei, stava scrivendo qualcosa su un quaderno lilla. Ero stranamente agitato, come un ragazzino al proprio primo appuntamento. Non era assolutamente una cosa da me.
-Ciao Samyeo.- la salutai sfoderando il mio miglior sorriso -Ti dispiace se mi siedo qui con te?- non ricevendo alcuna risposta mi sedetti un po’ perplesso, poi mi accorsi che stava indossando delle cuffiette. Le diedi un leggero colpettino sulla spalla, lei sembrò tornare nel nostro mondo e si girò verso di me togliendosi una cuffietta.
-Ehm… ciao Zed.- il suo saluto fu abbastanza freddo, come in caffetteria sembrava non capire il perché del mio voler parlare con lei.
-Penserai anche di essere invisibile in questa scuola, ma vieni comunque ai raduni.- ridacchiai un po’ nervoso -E comunque ancora non ci credo a questo tuo cosiddetto super potere, come fai in classe quando c’è da lavorare a qualche progetto di gruppo?-
-Semplice, ci lavoro da sola. Questa cosa sembra funzionare anche con i professori, non se ne rendono conto che lavoro da sola e si limitano a valutare il mio lavoro.- sembrava parlarne con una serenità talmente disorientante che mi faceva sentire a disagio, come può una ragazza essere così tranquilla quando nessuno sembrava vederla? Probabilmente notò la mia espressione -Non ti devi preoccupare per me, essere invisibile è la cosa più bella del mondo. Pensa che in questo modo riesco ad avere un club tutto mio senza che il comitato studentesco mi faccia storie perché non ci possono essere club con un solo partecipante.- per la prima volta la vidi sorridere in modo sincero.
-E di cosa parlerebbe questo club?- chiesi curioso.
-Danza. Per questo stavo ascoltando la musica quando mi hai salutato, stavo provando a pensare a qualche altro passo da aggiungere al mio assolo. Vedi, c’è un punto della canzone dove non riesco a legare i movimenti e nonostante mi scriva tutto, io..- stava iniziando a mostrarmi ciò che c’era scritto sul suo quaderno quando all’improvviso si bloccò scuotendo la testa -Lascia stare, devo andare.- in velocità prese il suo zaino ed uscì dalla palestra. Non feci in tempo a fermarla che la folla adorante si era alzata per l’entrata delle cheerleader impedendomi di seguirla.
Quando si sedettero tutti di nuovo, i miei amici mi videro e vennero verso di me.
-Non eri venuto in cerca della tua amica magica?- chiese Eliza ridendo.
-Stavamo iniziando a parlare come persone normali quando si è bloccata di punto in bianco, ha preso armi e bagagli e se n’è andata.- mi grattai la testa non capendo -Hey, Wyatt e gli altri dove sono? In effetti non c’è nessun licantropo in giro. Hanno trovato un coniglio e sono andati a corrergli dietro?- senza Wynter attorno mi sentivo il re delle battutine, ma Eliza non era dello stesso parere vista la gomitata che ricevetti.
-Wyatt si è sentito male poco prima di venire ed è andato a casa. Wynter e Willa non lo so, ma effettivamente anche i licantropi nella squadra di cheerleading mancano all’appello.- Eliza guardò il proprio Zband, sembrava decisamente preoccupata -Secondo me c’è qualcosa che non va… con noi... con i licantropi… non va bene.- ultimamente anche ai licantropi capitava di passare delle notti insonni a causa dei loro amuleti nonostante avessimo trovato la pietra lunare. C’era qualcosa che non andava in questa città.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il giorno dopo a scuola non si presentò nessuno dei licantropi, a quanto pare avevano ancora qualche problema con i loro amuleti. Eliza si ripromise di andare a vedere come stavano una volta finita la scuola, era decisa a capire cosa stesse succedendo. Io cercai ancora una volta di parlare con Samyeo, volevo capire perché il giorno prima era scappata così di punto in bianco, ma sembrava fare di tutto pur di evitarmi, a pranzo non venne nemmeno in caffetteria.
-Lasciala in pace, magari la storia dell’essere invisibile significa semplicemente che preferisce starsene da sola.- Eliza fece spallucce mentre spiluccava il proprio pranzo, le si leggeva in viso quanto fosse preoccupata per Wyatt e gli altri.
-Aspetta un attimo, ha detto che ha un club di danza tutto suo.- subito collegai tutti i pezzi del puzzle -Sono certo che la musica che avevo sentito quel giorno era lei che provava. Perciò la troverò sicuramente oggi dopo gli allenamenti di Football.-
-Ma mi stai ascoltando o fai solo finta? Magari lei non vuole parlare con te, magari non vuole fare amicizia con nessuno, soprattutto con uno zombie che sembra continuare a seguirla come un maniaco.-
-Tu non capisci Eliza, ieri per la prima volta stavamo iniziando a parlare come persone normali, poi dal nulla se ne è andata senza dare alcuna spiegazione.-
-Zed, nessuno di voi due è una persona normale.- lo disse come se fosse stata una cosa ovvia -Prima di sentirsi male ieri, Wyatt mi ha detto che percepiva qualcos’altro da lei, come se fosse uguale a loro ma allo stesso tempo diversa, più potente di loro. Se fossi in te le starei lontano, lo sai bene che questa città non scherza quando si parla di creature e di mostri.-
-Noi non siamo mostri, e sicuramente non lo è nemmeno Samyeo.- mi alzai prendendo lo zaino e il vassoio -E oggi pomeriggio scoprirò cosa c’è di tanto diverso in lei.-
 
 
Una volta finiti gli allenamenti, corsi subito in cerca di Samyeo. La vidi che era già fuori dai cancelli della scuola, cercai di chiamarla ma indossava ancora una volta le cuffiette, perciò la seguii e mi accorsi di come controllasse chi c’era attorno a lei in maniera quasi furtiva. Decisi così di seguirla senza farmi vedere, la situazione mi sembrava parecchio strana, soprattutto quando iniziò ad addentrarsi nel bosco. Cercai di starle al passo ma mi riuscì difficile, mentre lei sembrava conoscere i sentieri come il palmo della sua mano, io cercavo di evitare rami, sassi, buche e di storcermi una caviglia. Ad un certo punto la persi di vista, ma sentendo la sua voce riuscii a raggiungere quella che doveva essere casa sua, una semplice casetta di legno con un piccolo porticato.
-우리 딸. 학교에 어떻게 지냈어요?- non capii una singola parola, ma sicuramente questa non era la voce di Samyeo, ma di una donna adulta.
-잘 지냈어요.- questa invece era la sua voce. Provai ad avvicinarmi in modo tale da capire meglio cosa stessero dicendo, ma mettendo male il piede scivolai all’indietro cadendo di sedere. Non feci in tempo ad alzarmi che Samyeo fu subito di fronte a me con gli occhi sbarrati -아니요 엄마. 아무도 없어요, 다 괜찮아요.- rispose in fretta, probabilmente per evitare che la madre uscisse e che mi vedesse -Che diavolo ci fai qua? Mi hai seguita?- mi diede una mano per alzarmi, ma il suo tono di voce, per quanto fosse basso e leggero, era tutt’altro che accondiscendente.
-Lo so di aver sbagliato, ma dovevo parlarti e oggi in caffetteria non ti ho visto.-
-Ciò non ti da il diritto di seguirmi fino a casa come un pervertito.- si passò frustrata una mano fra i capelli -Non è che ti sia passata per la testa l’idea che io non voglia parlare con te e che ti stessi evitando? Anche se a dire dalla tua presenza qui, è stato tutto inutile.-
-Cosa è successo ieri? Stavamo parlando come persone normali quando ad un tratto ti sei richiusa a riccio.- cercai di non alzare troppo la voce per non far insospettire sua madre, avevo bisogno di risposte.
-삼여, 무슨 일이야?-
-아니, 토끼를 봤어요. 점심을 위해서 좋아요?- Samyeo era visibilmente nel panico, stava sicuramente trovando una scusa per non far uscire la signora -Va bene, hai vinto. Domani non hai gli allenamenti di football, giusto? Ci troviamo in aula di musica dopo il pranzo. E vedi di non farti vedere da nessun insegnante.- visto il suo sguardo, quella era una minaccia bella e buona -E portati dei vestiti comodi. Ora va via!- con le mani mi fece segno di andarmene prima di tornare in casa.
 
 
Il giorno seguente i licantropi tornarono a scuola, ma sembravano parecchio irrequieti, sembravano aver paura di qualcosa. Anche durante il pranzo si misero tutti insieme in un angolo della caffetteria, nel tavolo accanto al nostro dove sedevano Wyatt, Wynter e la loro alpha Willa.
-Ragazzi, abbiamo delle novità.- esordì Willa più seria che mai -Ieri sera abbiamo parlato con gli anziani del nostro branco e a quanto pare c’è una leggenda.-
-Si si, hanno detto che secondo i nostri antenati in futuro sarebbe arrivata una creatura, allo stesso tempo simile e diversa da noi, molto potente ed antica, e il suo potere porterà lo scompiglio tra i licantropi, a tal punto da instillare in noi un immenso cambiamento.- Wynter sembrava aver appena raccontato una storia di fantasmi. Willa la guardò male per l’interruzione e riprese a parlare.
-Direte che è un’assurdità, come ho pensato anche io, fino a che non ho visto qualcosa di strano nel bosco.- Zed, che fino a quel momento stava ancora pensando a ciò che era successo il giorno prima, alzò subito lo sguardo dal vassoio.
-Cos’hai visto?- Willa si spaventò.
-Subito sembrava un semplice animale, ma poi ho notato- ad interromperla fu un urlo misto ad un ruggito. Tutti gli studenti si girarono allarmati verso il tavolo dei licantropi.

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