Big Damn Table - Momenti di una Vita

di Shellcott
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 001 Inizio ***
Capitolo 2: *** 002 Intermezzo ***
Capitolo 3: *** 003 Fine ***
Capitolo 4: *** 074 Oscurità ***
Capitolo 5: *** 056 Colazione ***
Capitolo 6: *** 052 Fuoco ***
Capitolo 7: *** 031 Alba ***
Capitolo 8: *** 048 Quadri ***
Capitolo 9: *** 080 Perché? ***
Capitolo 10: *** 037 Udito ***
Capitolo 11: *** 017 Marrone ***
Capitolo 12: *** 060 Bibite ***
Capitolo 13: *** 086 Scelte ***
Capitolo 14: *** 007 Giorni ***
Capitolo 15: *** 083 E ***
Capitolo 16: *** 005 Esteriorità ***
Capitolo 17: *** 026 Compagni di squadra ***
Capitolo 18: *** 038 Tatto ***
Capitolo 19: *** 068 Lampo ***
Capitolo 20: *** 006 Ore ***
Capitolo 21: *** 069 Tuono ***
Capitolo 22: *** 071 Rotto ***
Capitolo 23: *** 040 Vista ***
Capitolo 24: *** 061 Inverno ***
Capitolo 25: *** 034 Troppo poco ***
Capitolo 26: *** 014 Verde ***
Capitolo 27: *** 094 Indipendenza ***
Capitolo 28: *** 065 Mezze stagioni ***
Capitolo 29: *** 013 Giallo ***
Capitolo 30: *** 062 Picche ***
Capitolo 31: *** 047 Cuori ***
Capitolo 32: *** 022 Nemici ***
Capitolo 33: *** 049 Fiori ***
Capitolo 34: *** 035 Sesto senso ***
Capitolo 35: *** 021 Amici ***
Capitolo 36: *** 051 Acqua ***
Capitolo 37: *** 084 Lui ***
Capitolo 38: *** 085 Lei ***
Capitolo 39: *** 030 Morte ***
Capitolo 40: *** 092 Natale ***
Capitolo 41: *** 079 Quando? ***
Capitolo 42: *** 020 Senza colori ***
Capitolo 43: *** 078 Dove? ***
Capitolo 44: *** 073 Luce ***
Capitolo 45: *** 012 Arancione ***
Capitolo 46: *** 054 Aria ***
Capitolo 47: *** 066 Pioggia ***
Capitolo 48: *** 008 Settimane ***
Capitolo 49: *** 088 Scuola ***
Capitolo 50: *** 044 Cerchio ***
Capitolo 51: *** 033 Troppo ***
Capitolo 52: *** 067 Neve ***
Capitolo 53: *** 018 Nero ***
Capitolo 54: *** 063 Estate ***
Capitolo 55: *** 025 Estranei ***
Capitolo 56: *** 077 Cosa? ***
Capitolo 57: *** 091 Compleanno ***
Capitolo 58: *** 023 Amanti ***
Capitolo 59: *** 089 Lavoro ***
Capitolo 60: *** 070 Tempesta ***
Capitolo 61: *** 015 Blu ***
Capitolo 62: *** 081 Come? ***
Capitolo 63: *** 053 Terra ***
Capitolo 64: *** 004 Interiorità ***
Capitolo 65: *** 059 Cibo ***
Capitolo 66: *** 082 Se ***
Capitolo 67: *** 045 Luna ***
Capitolo 68: *** 036 Olfatto ***
Capitolo 69: *** 093 Ringraziamento ***
Capitolo 70: *** 046 Stelle ***



Capitolo 1
*** 001 Inizio ***


001 Inizio.
 

Ron gli stava parlando, ma non lo sentiva.

Harry aveva gli occhi fissi oltre alla spalla dell'amico. Fissi sul volto di sua sorella.

Lei invece aveva lo sguardo perso lungo le sponde del lago nero.

Sembrava triste, come tutti quelli che avevano appena assistito al funerale del miglior Preside della storia di Hogwarts.

Ginny non aveva notato che lui la stava guardando ed Harry sperò di riuscire a distogliere lo sguardo prima che se ne accorgesse.

Se i loro occhi si fossero incrociati era sicuro che non avrebbe resistito.

Sarebbe corso da lei e dirle che si era sbagliato e che non avrebbe mai potuto starle lontano.

Per un secondo la sua mente accarezzò l'idea di prenderla e scappare via da tutto.

Nessun Horcrux, nessun Mangiamorte, nessun Voldemort.

Dentro sentì crescere rabbia che si trasformò subito in determinazione.

Doveva riuscire a distruggere tutti gli Horcrux. Doveva sconfiggerlo.

Per vendicare i suoi genitori. Per concludere il compito affidatogli da Silente.

Per tornare da Ginny.
 





Introduzione alla raccolta

Ciao a tutti!

Ho deciso di cimentarmi nella (fino a qualche giorno fa sconosciuta) Big Damn Table.

L'ho scoperta leggendo Big Damn Table - 100 Shades of Harry Potter e vi consiglio di passare anche da lì che merita di essere letta.

Io ho scelto di affrontarla scrivendo della mia coppia preferita.

Sostanzialemente racconterò 100 episodi della vita di Harry e Ginny in brevi Flash Fic o One Shot.

Ogni capitolo prenderà spunto da uno degli elementi della tabella che riporto qua sotto.

Il punto di vista potrà essere quello di Harry, quello di Ginny o di entrambi.

L'ordine non sarà quello numerico della tabella (a parte i primi tre capitoli), ma seguirà quello cronologico degli eventi della storia.

i primi tre capitoli saranno gli unici che trattano di un periodo già narrato durante i libri. Per me Inizio è inteso come l'inizio della "pausa" che Harry ha imposto a Ginny per andare alla ricerca degli Horcrux.
Grazie

Spero di ricevere molti feedback e recensioni anche perché non ho mai scritto Flash Fic né racconti particolarmente brevi. Quindi sono disponibile a ricevere tutte le critiche necessarie!

Siate severi, ma giusti!

Ovviamente non potrò garantire un aggiornamento costante e programmato, ma giuro che farò di tutto per portare a termine questa impresa.

Grazie a tutti e a presto!

Buona lettura.


001.

Inizio.

002.

Intermezzo.

003.

Fine.

004.

Interiorità.

005.

Esteriorità

006.

Ore.

007.

Giorni.

008.

Settimane.

009.

Mesi.

010.

Anni.

011.

Rosso.

012.

Arancione.

013.

Giallo.

014.

Verde.

015.

Blu.

016.

Porpora.

017.

Marrone.

018.

Nero.

019.

Bianco.

020.

Senza colori.

021.

Amici.

022.

Nemici.

023.

Amanti.

024.

Famiglia.

025.

Estranei.

026.

Compagni di squadra.

027.

Genitori.

028.

Figli.

029.

Nascita.

030.

Morte.

031.

Alba.

032.

Tramonto.

033.

Troppo.

034.

Troppo poco.

035.

Sesto Senso.

036.

Olfatto.

037.

Udito.

038.

Tatto.

039.

Gusto.

040.

Vista.

041.

Forme.

042.

Triangolo.

043.

Diamante.

044.

Cerchio.

045.

Luna.

046.

Stelle.

047.

Cuori.

048.

Quadri.

049.

Fiori.

050.

Picche.

051.

Acqua.

052.

Fuoco.

053.

Terra.

054.

Aria.

055.

Spirito.

056.

Colazione.

057.

Pranzo.

058.

Cena.

059.

Cibo.

060.

Bibite.

061.

Inverno.

062.

Primavera.

063.

Estate.

064.

Autunno.

065.

Mezze stagioni.

066.

Pioggia.

067.

Neve.

068.

Lampo.

069.

Tuono.

070.

Tempesta.

071.

Rotto.

072.

Riparato.

073.

Luce.

074.

Oscurità.

075.

Ombra.

076.

Chi?

077.

Cosa?

078.

Dove?

079.

Quando?

080.

Perché?

081.

Come?

082.

Se.

083.

E.

084.

Lui.

085.

Lei.

086.

Scelte.

087.

Vita.

088.

Scuola.

089.

Lavoro.

090.

Casa.

091.

Compleanno.

092.

Natale.

093.

Ringraziamento.

094.

Indipendenza.

095.

Capodanno.

096.

Scelta libera.

097.

Scelta libera.

098.

Scelta libera.

099.

Scelta libera.

100.

Scelta libera.

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Capitolo 2
*** 002 Intermezzo ***


002 Intermezzo.
 

Stretta nel suo abito dorato aveva ballato insieme a Luna, anche se più che ballare l'amica si era mossa vorticosamente in pista agitando le mani.

Poi Ginny, provata dalla lunga giornata, aveva deciso che era meglio sedersi.

Guardava gli invitati del matrimonio ridere e chiacchierare e sorrise a quella parvenza di normalità.

I suoi occhi evitavano abilmente il tavolo dove era seduto il cugino Barny.

Avrebbe voluto fissarlo, ma non voleva rischiare di riconoscere la sua espressione. Era certa che non sarebbe bastata un po' di pozione Polisucco per impedirle di vedere Harry.

“Uno sguardo veloce” si disse.

Stava parlando con Elphias Doge e la zia Muriel.

Le venne da correre in suoi aiuto per salvarlo dalle chiacchiere inutili e pesanti della parente.

Ma non poteva rischiare di avvicinarsi ancora a lui.

Non poteva ripetere l'errore fatto per il suo compleanno.

Quel bacio era stata una piccola pausa colorata in quel periodo di grigio persistente.

Ma una volta concluso quel felice intermezzo, il grigio si era trasformato in nero.

Avrebbe voluto avere più baci, più tempo, più Harry.

Lo vedeva ascoltare Doge e la zia Muriel. Nei sei anni passati ad osservarlo da lontano aveva imparato a riconoscere le sue reazioni ed ora, vedendolo con gli occhi guizzanti e la bocca leggermente socchiusa, poteva dire con assoluta certezza che fosse molto interessato e un po' stupito dai discorsi dei due.

Lo “sguardo veloce” si stava protraendo molto più di quanto si fosse aspettata.

Ma un Patronus argenteo interruppe tutto.

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Capitolo 3
*** 003 Fine ***


003 Fine.
 

Erano distanti.

Non si erano cercati.

La battaglia era finita da una decina di minuti e lui aveva camminato tra detriti e corpi di gente che conosceva. Non riusciva a fermarsi.

Doveva continuare a camminare, a passare tra la gente che si scansava per fargli strada.

Aveva visto Tonks e Lupin stesi vicini e aveva proseguito senza avvicinarsi.

Si era accorto di quello che era successo solo quando le grida di gioia erano state sostituite gradualmente da pianti e lamenti.

Troppi morti e troppi feriti.

La battaglia era terminata. Voldemort era sconfitto. Eppure non riusciva a fermarsi.

Doveva rendersi conto davvero di quanto era costato.

Lei era in ginocchio.

Un braccio sulla spalla della madre chinata sul corpo del fratello.

Non sentiva ancora il dolore, ma sapeva che sarebbe arrivato. Fissava il volto pallido e impolverato del padre. Avvertiva i singhiozzi silenziosi della madre. Percepiva i suoi fratelli alle spalle.

Non era ancora il momento di cedere.

Avrebbe avuto il tempo dopo, nel suo letto, stringendosi le ginocchia e pensando che non avrebbe più rivisto Fred piombargli in camera per nascondersi dall'ira della madre dopo qualche disastro che aveva combinato con il gemello.

Ma ora no.

Doveva ancora essere forte per un altro po'.

Poi alzò lo sguardo ed incontrò i suoi occhi.

Lui si fermò.

Erano distanti, ma alla fine si erano incontrati.

Dopo mesi di lontananza, bastarono pochi secondi per capirlo.

Harry ricominciò a camminare, ma questa volta sapeva dove andare. L'intenso marrone degli occhi della ragazza aveva acceso una piccola scintilla.

In mezzo a tutta quella distruzione sarebbe rinato un futuro migliore per tutti i sopravvissuti e anche per le generazioni future.

Ginny strinse la mano esanime del fratello e sentì gli occhi inumidirsi. Era finita. Non serviva più essere forti ora.

In mezzo a tutto quel dolore, la vita avrebbe ripreso a scorrere e viverla al meglio era l'unico modo per rendere onore a chi non c'era più.
 


Breve annotazione: Dal prossimo capitolo si andrà nel territorio mai esplorato da JKR. Per poter fare un lavoro decente devo capire bene quali elementi della tabella analizzare prima e quali dopo, quindi mi serve tempo. Questo per dire che non so quando arriverà il prossimo capitolo: potrebbe essere domani come fra due mesi. 
Grazie a tutti

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Capitolo 4
*** 074 Oscurità ***


074 OSCURITÀ

 

Era notte, ma Ginny non dormiva.

Erano passati tre giorni dalla battaglia ed era tornata alla Tana con la sua famiglia, Hermione e Harry.

Erano tre notti che non riusciva a prendere sonno. Cominciava ad appisolarsi solo quando i raggi del sole illuminavano il soffitto.

Con il buio però non ce la faceva proprio.

Passava tutto il tempo con gli occhi sbarrati a fissare il soffitto e ad ascoltare il respiro cadenzato di Hermione.

Ogni tanto si affacciava alla finestra.

Come quella notte.

C'era la luna piena e le forme erano molto più distinguibili.

Vedeva ombre di uccelli attraversare il cielo silenziosi.

Cime degli alberi oscillare dolcemente al vento.

E poi lo vide.

Il cancello del giardino si era aperto lentamente per poi richiudersi, ma nessuno lo aveva attraversato.

Scese di corsa le scale senza curarsi degli scricchiolii delle vecchie assi e si precipitò in giardino.

Harry era seduto sotto un melo con la schiena appoggiata al tronco.

La notte della battaglia aveva dormito a lungo e profondamente, ma da allora non riusciva più a chiudere gli occhi.

Stava li, nel frutteto dei Weasley, sotto al mantello dell'invisibilità a pensare. Fissava le stelle ed ascoltava i rumori della notte perdersi nel buio.

«Harry»

La voce di Ginny si fece spazio tra i cinguettii e il rumore delle fronde mosse dal vento.

Si girò di scatto e la vide. Era scalza e in pigiama e muoveva la testa cercandolo.

Abbassò il mantello abbastanza per far spuntare il viso.

«Ginny! Che ci fai qua?»

«Ho visto il cancello che si apriva da solo e ho capito che eri te» mormorò lei fissando la testa fluttuante del ragazzo «Vuoi compagnia?»

Harry annuì levandosi il mantello.

Si spostò per invitarla a sedersi accanto a lui sotto l'albero.

Rimasero li seduti in silenzio per parecchi minuti.

Poi lei appoggiò la testa alla sua spalla e lui le circondò le spalle con il braccio.

E restarono li ad attendere il sole.

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Capitolo 5
*** 056 Colazione ***


056 COLAZIONE

 

«Ehm, Ehm»

Harry cercò di aprire gli occhi.

“Ok, è stato solo un sogno” disse mentre ordinava alle sue palpebre di aprirsi e mettere a fuoco la figura davanti a lui “Nessuna battaglia, nessuna morte. Sono ancora al quinto anno e mi sono addormentato durante una lezione della Umbridge”

Istintivamente fece per grattarsi una mano, ma si accorse di non essere su un banco di Hogwarts.

Era sdraiato su un materasso e un peso gli bloccava il braccio destro impedendogli di muoverlo.

«Ehm, Ehm» Di nuovo.

“Perchè la Umbridge dovrebbe essere nella mia camera da letto? E perché non riesco a muovere un braccio?”

Mentre il sonno lo lasciava cominciò a ricordare.

Non era a Hogwarts.

I contorni della stanza, sfocati dall'assenza degli occhiali, ricordavano quelli della stanza di Ron alla Tana.

“La Umbridge alla Tana?” Si chiese ancora più stupefatto.

Mentre allungava la mano a prendere gli occhiali gli venne in mente che la sera prima aveva fatto tardi. Non ricordava neanche il momento in cui si era addormentato.

Era rimasto li sdraiato sul letto a chiacchierare.

Inforcò gli occhiali.

«Sig-signora Weasley?» Balbettò guardando la donna che stava sulla porta fissandolo.

Non aveva il solito sorriso, ma non sembrava neanche arrabbiata.

Poi capì.

“Ginny!” Pensò Harry voltandosi e trovando la ragazza addormentata sopra la sua spalla.

Non avevano fatto niente se non chiacchierare abbracciati e scambiarsi qualche bacio, ma percependo lo sguardo della signora Weasley Harry sentì di aver commesso un errore.

«Gin sveglia» sussurrò con tono fermo e muovendo leggermente il braccio bloccato sotto di lei.

La ragazza sbatté le palpebre e sorrise accorgendosi di essere accanto ad Harry.

«Bene ora che siete entrambi svegli volevo informarvi che la colazione è pronta» Dichiarò con voce squillante la signora Weasley.

Ginny voltò la testa di scatto udendo la voce della madre e si alzò a sedere sul letto.

«Mamma?» Chiese con la voce ancora impastata di sonno «Cosa ci fai qua?»

«Potrei farti la stessa domanda, Ginevra» Ribatté la signora Weasley

«Stavamo solo chiaccher...» Provò a difendersi Ginny, ma la madre la interruppe con un cenno della mano.

«Sbrigatevi o il caffè si raffredda» Poi rivolse ad Harry un largo sorriso «Ah Harry, buon compleanno!»

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Capitolo 6
*** 052 Fuoco ***


052 FUOCO

 

«È stato un viaggio infernale!» esclamò Ginny verso il camino.

La sala comune di Grifondoro era vuota. La ragazza aveva atteso che tutti se ne andassero per poi sedersi a gambe incrociate davanti al fuoco.

In mezzo ai ceppi incandescenti spuntava la testa di Harry.

«Come mai?»

«Sono state le ore più lunghe della mia vita!»

«Ma che è successo di così traumatico?»

«E me lo chiedi? È tutta colpa tua!»

«Io? Che c'entro?»

«Mezza scuola ti ha visto baciarmi alla stazione prima della partenza!»

«E quindi?»

«Ogni dieci minuti spuntava qualche ragazza nel nostro scompartimento a fare domande alquanto imbarazzanti!»

«Ragazze che fanno domande su di me?»

«Non fare quella faccia tronfia, Potter!»

«Si, no, scusa. È che non me lo aspettavo»

Ginny lo fissò aggrottando le sopracciglia.

«Se vuoi la prossima volta le invito qua così le fanno direttamente a te!»

«Gin!» Esclamò Harry sorridendo «Sei l'unica ragazza per cui metterei letteralmente la testa nel fuoco!»

Lei lo guardò ancora dubbiosa.

«Vabbè ti credo» Mormorò alla fine.

«Quindi potremo sentirci tutte le sere?» Chiese Harry cambiando argomento

«No, la McGonagall è stata abbastanza chiara» Rispose Ginny con una punta di delusione «Ha accettato di sbloccare il camino per questa stasera, ma solo se non diventa un'abitudine»

«Allora dobbiamo approfittarne!» concluse il ragazzo, mentre la sua testa scompariva.

«Harry?» Ginny lo chiamò avvicinandosi al fuoco «Harry sei scomparso!»

Dopo qualche secondo si ritrovò coperta di fuliggine e stesa sul pavimento della sala comune.

Sopra di lei era comparso Harry in carne ed ossa che le sorrideva mentre cercava di trattenere i colpi di tosse.

«Non posso resistere a guardare la tua faccia, senza poterti baciare, Gin!»

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Capitolo 7
*** 031 Alba ***


031 ALBA

 

Erano le sette di mattina del 21 dicembre e il sole stava spuntando.

Harry si materializzò sull'ultimo gradino della scala che portava a Grimmauld Place fregandosene del rischio che qualche babbano lo vedesse.

Non toccava il letto da trentasette ore.

Durante un'esercitazione per il corso d'addestramento da auror aveva volutamente ignorato gli ordini di un suo superiore per andare a salvare un bambino che si trovava in mezzo al fuoco delle bacchette dei due schieramenti.

In realtà il bambino era solo un'illusione creata dal team avversario e due dei suoi compagni erano stati colpiti dopo che aveva lasciato scoperta la posizione.

Il capo del suo dipartimento lo aveva tenuto per venti minuti nel suo ufficio gridandogli contro tutto ciò che gli passava per la testa.

Lo aveva accusato di non avere rispetto per l'autorità, di essere troppo preso dal suo ruolo di Salvatore del mondo per poter lavorare in squadra e di non saper accettare che qualcuno ne sapesse più di lui.

Harry aveva ascoltato con lo sguardo basso sentendosi tremendamente in colpa.

Si era chiesto cosa fosse successo se invece di essere un'esercitazione fossero stati davvero su un campo di battaglia.

In più, per punizione, era stato incaricato di catalogare tutti i registri dei crimini minori degli ultimi dieci anni.

Aveva provato a protestare, sapendo che così si sarebbe perso l'arrivo di Ginny per le vacanze di Natale e per tutta risposta il suo superiore gli aveva impedito di passare da casa e l'aveva mandato subito nei sotterranei.

«Ce l'hai fatta finalmente!» Esclamò una voce appena aprì la porta di casa.

Sul divano davanti al camino spento Ginny lo aspettava con le braccia incrociate e un sorriso canzonatorio sul volto.

«Ginny?» Esclamò stupito.

«Ah quindi ti ricordi di me!»

«Certo! Scusa è che ho...» Mormorò andandole incontro, ma lei lo interruppe

«Si so tutto. Ron mi ha informato di quello che è successo. Non puoi proprio fare a meno di fare l'eroe, eh?» ribatté Ginny accogliendolo sul divano.

Harry ripensò all'amico: era nella squadra avversaria e aveva potuto andarsene subito dopo la fine dell'esercitazione. Si sdraiò appoggiando la testa sulle sue gambe.

«Non ti ci mettere anche te, ti prego. È stato istintivo»

Lei si chinò dandogli un leggero bacio sulle labbra.

«Si lo so. Mi piaci anche per questo» Poi con un ghigno malefico aggiunse «E poi il vero responsabile è già stato punito»

Harry aprì gli occhi e la fissò senza capire.

«Non lo sai?» Chiese lei ridendo «È stato Ron a far comparire il bambino. Contava sul tuo non saper resistere a salvare un innocente»

Harry strabuzzò gli occhi e si alzò di scatto

«Quel pezzo di...» Esclamò

«Calmati, ci ho già pensato io» lo interruppe «Penso che quando si sveglierà avrà qualche difficoltà a dire anche solo una parola»

Harry la fissò divertito e ammirato.

«Che gli hai fatto?»

«Una fattura Languelingua mentre dormiva» Rivelò lei abbracciandolo «Direi che è il minimo per colui che mi ha impedito di vedere il mio ragazzo dopo quattro mesi!»

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Capitolo 8
*** 048 Quadri ***


048 QUADRI


«Sir Cadogan mi faccia entrare!»

«Villano come osi darmi ordini?»

«Non voleva essere un ordine!» Esclamò Harry esausto dalla surreale conversazione con il quadro «Mi può far entrare per favore?»

«Non senza la parola d'ordine!» Ribatté il cavaliere smontando dal suo ronzino «Mi batterò fino a spirare, se è necessario!» e con un gesto teatrale sguainò la spada

«Sir Cadogan sono Harry Potter! Sono stato un Grifondoro fino all'anno scorso!»

«In guardia Harry Potter!» Sbraitò l'uomo «Ti devo sfidare a duello per avermi rubato l'onore e la gloria!»

Il ragazzo lo guardò perplesso.

«Io non ho rubato nulla!»

«Ero già pronto a sconfiggere Voldemort in sella al mio destriero! Poi sei arrivato tu e mi hai sottratto fama e rispetto!» e con due colpi provò a colpire Harry che rimase a guardarlo indeciso se ridere o arrabbiarsi.

Improvvisamente il quadro si spostò e dal buco lasciato uscì una ragazza dai capelli rossi

«Harry?» Esclamò stupita Ginny

«Eh sorpresa!» Mormorò lui affranto.

«Che ci fai qua?» Chiese dopo essergli saltata al collo e averlo salutato a dovere.

«Mi sono intrufolato nel castello dal vecchio passaggio segreto sotto Mielandia!» Spiegò Harry «Volevo farti una sorpresa e venire a Hogsmeade, ma Hermione ha detto che sei rimasta nel dormitorio per studiare»

«Questo è quello che ho detto a lei!» Scoppiò a ridere la ragazza «In realtà sono rimasta per allenarmi visto che fra un paio di settimane c'è l'ultima partita contro Corvonero!»

«Ah quindi stai andando al campo?» Chiese il ragazzo con una punta di delusione

«Esatto» Rispose lei «Ma sono il capitano, nessuno potrà rimproverarmi se ritardo» Mormorò avvicinandosi e iniziando a passare leggermente le labbra sul collo del ragazzo.

«Oscenità nei corridoi!» Strepitò Sir Cadogan tornato al suo posto «Non è il modo consono di comportarsi per una fanciulla»

Ginny rise alzando gli occhi al cielo.

«Ma che fine ha fatto la Signora Grassa?» Chiese Harry. Non avrebbe mai pensato di rimpiangerla.

«Un ragazzo del primo anno è inciampato e ci ha rovesciato sopra un'intera bottiglietta di inchiostro. Ora Finch sta provando a restaurarla» Rivelò Ginny «E ci tocca sopportare lui» concluse con un cenno verso il cavaliere che continuava ad agitare la spada convulsamente.

«Vieni dentro, tanto sono tutti a Hogsmeade» Sussurrò la ragazza maliziosamente

«Sicura?» Chiese Harry facendole l'occhiolino «Se entro, non credo ti lascerò andare prima di qualche ora»

«È una promessa, Potter?»

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Capitolo 9
*** 080 Perché? ***


080 PERCHÉ?

 

Appena il boccino fu catturato la marea rosso-oro sugli spalti saltò dalla gioia, stringendosi e urlando, per poi riversarsi in campo ad accogliere la squadra neo campione.

Harry si liberò di qualcuno che lo stava abbracciando e si girò verso la McGranitt che, accantonato il suo essere un preside superpartes, stava applaudendo vigorosamente.

Corse giù per gli spalti per andare incontro a Ginny.

All'inizio l'aveva persa tra i ragazzi festanti, ma ora era riuscito a trovarla e cercava di non distogliere lo sguardo correndole incontro.

«Grandi!» Esclamò aprendo le braccia e sporgendosi per stamparle un bacio sulle labbra.

Lei ricambiò l'abbraccio piuttosto freddamente e, al tentativo di Harry, girò la testa facendo finire la bocca del ragazzo sulla sua guancia.

«Grazie» sibilò secca per poi liberarsi dalla stretta e tornare in mezzo ai suoi compagni di squadra lasciandolo stupefatto.

«Cosa hai combinato?» Chiese una voce alle sue spalle.

Harry si voltò e vide Ron ed Hermione andargli incontro mentre si tenevano per mano.

«Non ne ho idea!» Alzò le spalle «Prima della partita non mi si staccava di dosso e ora...»

«Risparmiaci i dettagli!» Esclamò Ron schifato

«Dovrebbe essere arrabbiata con voi!» continuò il ragazzo guardandoli storto «Siete spariti dopo soli cinque minuti!»

Hermione arrossì vistosamente.

«Attento Harry, sta tornando mia sorella e ha la stessa faccia di mia mamma quando scopriva Fred e George a riempire la zuccheriera di caccabombe» sbottò Ron.

Harry si voltò appena in tempo per ritrovarsi la faccia a cinque centimetri da un manico di scopa.

«Perché?» Gridò Ginny

«Perché cosa?» Chiese il ragazzo facendo un passo indietro

«Quando fai così l'idiota sembri Ron!» Ribatté stringendo gli occhi

«Ehi! Perché dovete sempre tirarmi in mezzo come esempio negativo?» si intromise Ron facendo l'offeso.

«Zitto te!» Ginny agitò la scopa verso il fratello per poi tornare a puntarla verso il suo ragazzo «Perché ti sei seduto lì?»

«Intendi sugli spalti?» Chiese Harry cauto

«Intento proprio in quel posto!» Urlò la ragazza

«Era uno dei pochi liberi! Ero vicino alla McGranitt e a Ron. Perché non...»

«Ron?» Lo interruppe Ginny sempre più irosa «Non mi sembra che mio fratello abbia delle tette gonfiate da un incantesimo e lunghi capelli neri riccioli!»

«Qualcun altro deve essersi seduto al suo posto quando se ne è andato. Praticamente si è perso tutta la partita!» Rivelò provando a spostare l'ira della sua ragazza sul fratello, ma senza successo.

«E tra tutti gli alunni di Hogwarts proprio vicino a Romilda Vane ti dovevi sedere?»

«Ti ho detto che è stata lei a mettersi...»

Ginny lo interruppe di nuovo.

«Vi ho visto come vi abbracciavate strusciandovi dopo la vittoria!»

«Non mi sono strusciato! Non sapevo neanche fosse lei, ero concentrato a guardare te» Provò a difendersi Harry.

Per tutta risposta la ragazza provò a colpirlo con la scopa, senza però raggiungere l'obiettivo.

Poi dopo un ultimo sguardo rabbioso gli diede le spalle e corse via.

«Certo Harry» Mormorò Hermione posandogli una mano sulla spalla «Proprio con Romilda ti dovevi abbracciare per festeggiare?»

«Ma è stata lei a saltarmi addosso! Io volevo subito andare in campo!» Ribadì il ragazzo per poi voltarsi verso i due amici con sguardo rabbioso «E poi è tutta colpa vostra! Se non ve ne foste andati il posto vicino a me non sarebbe stato libero!»


Nota dell'autore: Ciao a tutti. Ho sempre immaginato Ginny come una ragazza non particolarmente gelosa di Harry, molto sicura dei sentimenti che provano l'uno per l'altra.
Ad esclusione di Romilda Vane. Credo che non abbia mai digerito il tentativo di utilizzare un filtro d'amore durante il sesto anno di Harry.
Spero che lo troviate abbastanza canon.
Ne approfitto per ringraziare tutti quelli che hanno recensito o messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate.
E grazie anche a tutti gli altri per la lettura!
A presto :)

 

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Capitolo 10
*** 037 Udito ***


037 UDITO

 

C'erano due cose che ricordava esattamente di quel primo giorno alla stazione di King's Cross: la paura di perdere il treno quando non trovava il binario nove e tre quarti e quell'incredibile varietà di rumori che erano spuntati appena attraversata la barriera.

Adesso Harry era di nuovo sulla banchina ad aspettare l'espresso per Hogwarts, due anni dopo. Solo che l'ultima volta scendeva dal treno, mentre ora era ad aspettarlo per poter riabbracciare Ginny.

Regnava ancora la calma: il pacato brusio delle persone che chiacchieravano tra loro mentre aspettavano che i figli tornassero dall'anno scolastico poteva quasi definirsi silenzio in confronto al caos che ci sarebbe stato di li a poco.

Un sibilo lontano si fece strada nell'aria.

Eccolo il primo allarme che preludeva alla baraonda.

Il fischio della locomotiva, attenuato dalla distanza, si faceva via via sempre più forte.

Harry vide uomini e donne alzarsi e salutarsi. Di li a poco una mandria di ragazzi sarebbe scesa dal treno e sarebbe stato molto difficile anche solo riuscire a scambiarsi un'occhiata.

E poi spuntò, il treno.

Superata l'ultima curva si avvicinò sempre di più mentre il fischio si faceva quasi insopportabile.

Appena si fermò un secondo di silenzio.

Le porte si sbloccarono.

Grida, risate, tonfi di bauli.

E ancora frullii di ali, schiocchi di becchi e addirittura cori e canti.

Porte sbattute, cigolii e sbuffi dal comignolo della locomotiva.

Harry chiuse gli occhi e sorrise.

Provò ad immagazzinare ogni singolo suono dentro un cassetto nella sua mente.

Chissà quanto tempo sarebbe passato ancora prima di poter tornare li. Prima di poter riascoltare quei rumori che gli ricordavano casa.

Magari un giorno sarebbe diventato insegnante e l'avrebbe preso per andare al lavoro, proprio come Lupin.

O forse prima o poi lo guarderà partire, mentre si porta via i suoi figli.

Riaprì gli occhi.

Chissà se i suoi figli avranno i capelli rossi.

I capelli rossi come quella ragazza che gli stava correndo incontro pronta a stringersi tra le sue braccia.

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Capitolo 11
*** 017 Marrone ***


017 MARRONE

 

Ginny uscì dallo spogliatoio lentamente, con la scopa sotto il braccio.

Poi si richiuse la porta alla spalle e si fermò.

Alzò una mano e la osservò tremare.

Rimase a fissarla mentre si sforzava di farla fermare. L'adrenalina e la tensione si stavano scaricando in brividi lungo la schiena e nei movimenti inconsulti della sua mano.

Notò che era sporca di fango.

Quel giorno stava diluviando e, appena finito il provino, era atterrata in una pozza marrone che l'aveva ricoperta di pantano.

Aveva sentito lo stomaco contorcersi, come quando prendeva una passaporta. mentre seguiva Gwenog Jones. La capitana e allenatrice delle Holyhead Harpies l'aveva portata all'interno dello spogliatoio per darle il responso sul suo test.

Era sicura di aver fatto bene: aveva evitato i bolidi con agilità e aveva volato in maniera eccelsa. Gli ultimi giorni di pratica con Harry le erano serviti.

“Harry!” urlò nella testa alzando lo sguardo.

Nel corridoio che conduceva agli spogliatoi non erano ammesse altre persone se non lo staff della squadra quindi cominciò a correre verso la porta d'uscita.

Lo vide subito, schiacciato contro un muro sotto una tettoia per non bagnarsi.

Gli corse incontro e gli saltò al collo, lasciando cadere la scopa a terra.

«Mi hanno presa!» gli rivelò stampandogli un bacio sulle labbra.

Harry si staccò molto più rapidamente di quanto lei avrebbe voluto.

«Non avevo dubbi Gin!» si affrettò a rispondere «Però prima di festeggiare è meglio se ti fai una doccia» e con una mano si pulì la bocca dal fango lasciato dalla ragazza.

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Capitolo 12
*** 060 Bibite ***


060 BIBITE

 

Molly Weasley ha sempre adorato il giorno di Natale. Anche quell'anno, nonostante il posto vuoto a tavola, non si era risparmiata.

Aveva cucinato per due giorni interi, preparato le decorazioni per la casa e fatto maglioni per tutti. Oltre ai suoi figli per quel Natale ci sarebbero stati anche Harry, ovviamente, Hermione, Fleur e Angelina.

Aveva messo parecchio amore a preparare il maglione per quest'ultima. Voleva ripagarla di tutto quello che aveva fatto per George durante gli ultimi difficili mesi.

Non ne aveva mai parlato con lui, ma era sicura che tra i due fosse nato qualcosa e aveva insistito per invitarla per il pranzo di Natale, nonostante le proteste imbarazzate del figlio.

I primi ad arrivare furono Bill e Fleur, con la nuora che si offrì subito di darle una mano con i preparativi.

Ma Molly Weasley aveva scoperto da meno di un mese che presto lei le avrebbe dato il suo primo nipote e insistette per farla accomodare sulla poltrona del divano per non farla affaticare.

A essere precettati come aiutanti furono invece Ron e Harry e li incaricò subito di preparare qualche bibita fresca da servire prima del pranzo.

Fu in quell'occasione che la signora Weasley lo notò.

Sua figlia Ginny dopo l'estate le aveva parlato apertamente della sua relazione con Harry.

Non che fosse un segreto per lei, gli occhi di una madre captano sempre ogni minimo segnale, ma fino ad allora la sua unica figlia si era sempre trincerata dietro un semplice “Siamo amici!”

Era stata molto contenta di saperlo. Ha sempre considerato Harry parte della famiglia e non poteva desiderare di meglio per Ginny.

Ma fino a quel giorno di Natale non aveva mai capito quanto fosse profondo il sentimento che li legava, nonostante la loro giovane età.

Aveva visto Harry preparare un bicchiere pieno sciroppo di ciliegia e soda e dirigersi verso il salone per portarlo agli invitati.

Però poi lo vide superare tutti, ignorare la mano tesa del marito pronto a scolarsi il drink per porgerlo direttamente a Ginny, seduta in un angolo intenta a leggere un libro.

Si stupì del comportamento del ragazzo.

Poi però vide i loro sguardi incontrarsi e capì.

Durò un secondo, ma le bastò per riconoscere quel sentimento che lei stessa aveva provato solo per un uomo.

Si guardavano come se esistessero solo loro, come se tutte le altre persone in tutto il resto del mondo fossero solo un leggero ronzio in sottofondo. Il tempo si era fermato e in quell'incrocio di occhi c'era tutta una storia lunga milioni di parole.

Durò un secondo.

Ma a Molly Weasley bastò per capire che si sarebbe dovuta abituare a quegli sguardi per ancora molti altri pranzi di Natale.



Nota dell'autore: Non mi convince come è venuto questo capitolo. Non so perchè sinceramente, ho provato a riscriverlo più volte, ma alla fine mi lasciava sempre senza soddisfazione. Spero che a voi dia un'impressione diversa!
A presto! :)

 

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Capitolo 13
*** 086 Scelte ***


086 SCELTE


Davanti alla stanza ottantasette del sesto piano dell'ospedale San Mungo il corridoio era pieno di persone con i capelli rossi.

Molly e Arthur Weasley erano i più eccitati: stava per nascere la loro prima nipote e non stavano più nella pelle.

Charlie Weasley era seduto vicino alla reception e parlava con un'infermiera particolarmente carina, mentre si passava continuamente la mano tra i lunghi capelli.

Percy Weasley fissava continuamente l'orologio borbottando parole sconnesse tra cui “riunione importante” e “promozione”

George, Ron e Ginny invece stavano seduti attorno ad un tavolino insieme ad Hermione e Harry.

«Secondo me le danno qualche stupido nome francese» borbottò Ron contrariato.

Da dieci minuti stavano ipotizzando quale nome Bill e Fleur avrebbero scelto per la nuova arrivata della famiglia Weasley.

«Sono belli i nomi francesi!» Ribatté Ginny «Hanno un suono molto dolce!»

«E sexy» aggiunse George strizzando un occhio

«Miseriaccia io non vorrei mai che mia figlia avesse un nome sexy!» Esclamò Ron

Tutti scoppiarono a ridere e George chiese

«Allora che nome daresti a tua figlia?»

«Ovviamente Ron Jr o Ron II!» Rispose tronfio

«Ron non è un nome da femmina» Ribatté Harry alzando gli occhi al cielo

«Allora un nome femminile che assomiglia a Ron» Il ragazzo si fece pensieroso poi si illuminò «Ecco: Romilda!»

Gli occhi di Ginny lo fissarono come se stesse provando a far esplodere il fratello con un incantesimo non verbale.

«O Romualda...» Si affrettò ad aggiungere impaurito dalla reazione della sorella

«Sappi che se vuoi dare questi nomi ai tuoi figli, dovrai prima trovarti qualcun'altra con cui farli» Disse Hermione sarcastica.

Poi George si girò di scatto verso Ginny e Harry.

«Voi due invece?» Chiese con un ghigno «Che nome dareste ai vostri figli?»

Entrambi spalancarono gli occhi e le guance di Ginny divennero del colore dei suoi capelli.

Stavano insieme da poco meno di due anni e avevano a mala pena accennato all'eventualità di andare a vivere insieme fra qualche mese, ma di certo non avevano mai parlato della possibilità di avere figli e men che meno della scelta del loro nome.

«Su dai!» Li incalzò George con scherno «Si fa tanto per parlare»

«Credo che per Harry la scelta sia facile!» Esclamò Hermione guardando l'amico.

Harry e Ginny continuarono a rimanere in silenzio imbarazzati, senza guardarsi, ma continuando a stringersi la mano.

Fu la ragazza a prendere la parola

«Beh in realta...noi non abbiamo mai...»

La porta della stanza ottantasette si spalancò interrompendola.

Bill uscì con uno sguardo sognante e un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

Tutti si alzarono e gli andarono incontro.

Ginny tirò la mano di Harry facendoli rimanere leggermente più indietro rispetto agli altri e gli si avvicinò.

«James e Lily sono nomi che mi piacciono molto, comunque» gli mormorò leggermente imbarazzata prima di stampargli un bacio sulla guancia e raggiungere il fratello.

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Capitolo 14
*** 007 Giorni ***


007 GIORNI
 

«Harry! Cos'è questo?» Ginny saltellò fuori dal porta finestra spuntando sulla terrazza che si affacciava direttamente sul mare.

Il ragazzo sospirò e si alzò dal lettino girandosi verso di lei.

Indossava un bikini rosso e oro che Hermione le aveva dato come regalo anticipato per il compleanno in vista della vacanza che Harry e Ginny avevano deciso di fare una volta terminata la stagione di Quidditch.

«Cos'hai trovato questa volta?» Chiese alzando gli occhi al cielo.

Avevano deciso di andare per cinque giorni in un resort babbano su un'isola caraibica.

Appena arrivati si erano diretti subito in camera, passando le prime due ore a rotolarsi fra le lenzuola,

Poi però Ginny aveva cominciato a notare tutta la tecnologia babbana che li circondava.

«Questo Harry!» Esclamò euforica «Cosa serve? Anche con questo posso parlare con Hermione?»

«No Gin» Rispose Harry scuotendo la testa e trattenendo le risate «È il telecomando dell'aria condizionata»

«Come quello della telesione!»

«Televisione Gin. Comunque no, serve per l'aria condizionata!»

«Cos'è l'aria condizionata?»

«Serve per fare fresco»

«Tipo il frigorifero?»

«Quello è per il cibo, l'aria condizionata rinfresca tutta la casa quando c'è troppo caldo»

La ragazza si fece pensierosa rigirandosi l'oggetto tra le mani.

«Ok, non mi piace» e con un gesto rapido lo lanciò sul divano all'interno della casa.

«Gin, vieni qua!» Esclamò Harry facendole posto sul lettino «Hai ancora cinque giorni per esplorare il resto della tecnologia babbana, ora rimani un po' con me»

La ragazza si sdraiò accanto a lui e subito iniziarono a scambiarsi un bacio appassionato.

Si strusciarono l'uno contro l'altra e ben presto i costumi finirono sul pavimento della terrazza.

Fecero cigolare il lettino per mezzora, rischiando di ribaltarsi più di una volta, prima di sdraiarsi di nuovo abbracciati.

«Pensavo» Mormorò Ginny con la testa appoggiata sulla sua spalla «È la prima volta che stiamo sei giorni di fila tutto il tempo insieme e completamente soli»

Harry si voltò e le baciò le labbra dolcemente.

«Saranno i sei giorni più belli della mia vita»

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Capitolo 15
*** 083 E ***


083 E

 

«Weasley e Potter»

«Potter e Weasley, in ordine alfabetico»

«Allora Weasley/Potter, senza la e»

«Che differenza c'è? Anche senza la e, Potter viene prima di Weasley comunque!»

Ginny aggrottò la fronte, non riuscendo a trovare una risposta adeguata.

Poi si illuminò:

«Allora mettiamo Ginevra Weasley e Harry Potter» esclamò con un sorriso trionfante «la G viene prima della H!»

«Perché dovremmo mettere anche i nomi?»

«Ron e Hermione abitano poco lontano da noi! Meglio specificare quale Weasley abita in questo palazzo! E anche Percy abita qua vicino»

«Percy vive dall'altra parte della città!»

«Dai è deciso! Ginevra Weasley e Harry Potter!» Concluse Ginny saltellando in piedi dal divano e precipitandosi in camera.

Harry, stremato, capì che non l'avrebbe mai avuta vinta.

Erano andati a vivere insieme da due giorni e già dalla targhetta da mettere sotto al campanello aveva capito cosa lo aspettava per i prossimi anni.

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Capitolo 16
*** 005 Esteriorità ***


005 ESTERIORITÀ

 

Harry aveva ancora il fiato corto quando Ginny scivolò, nuda, fuori dal letto per sparire oltre la porta della loro camera.

Rientrò dopo meno di un minuto con un bicchiere d'acqua ghiacciata in mano.

Aveva provato ad appellarlo una volta, ma aveva solo ottenuto un bicchiere vuoto e una scia d'acqua sul pavimento.

Harry rimase a fissarla mentre lo raggiungeva di nuovo nel letto.

Il suo sguardo indugiò un po' più a lungo li dove la pelle era più chiara, di solito protetta dai raggi solari dal costume.

«Cosa guardi, Potter?» Indagò lei sarcastica

Harry riportò gli occhi sul viso della ragazza.

«Te, ovviamente!» Rispose spavaldo «Sia quando sei uscita che quando sei tornata»

«Ah si?» Chiese lei posando il bicchiere e fermandosi in piedi di fronte a lui «E hai preferito l'andata o il ritorno?» e allargando le braccia fece una giravolta sul posto.

Harry assunse un'espressione pensierosa mentre Ginny si appoggiava al letto con le mani e cominciava a risalirlo fino ad arrivare di fronte al suo viso.

Lo stava fissando maliziosa attendendo una risposta.

«Direi che è impossibile scegliere» Rispose alla fine il ragazzo e con un rapido movimento la ribaltò sul letto.

Ginny emise un urletto sorpreso, ma ricambiò il bacio passionalmente accorgendosi dell'effetto che il suo corpo aveva su Harry e di quanto lui fosse pronto di nuovo per un altro round.

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Capitolo 17
*** 026 Compagni di squadra ***


026 COMPAGNI DI SQUADRA


La cosa che a Harry mancava di più del tempo trascorso ad Hogwarts era sicuramente il Quidditch.

Quindi, quando quel giorno si accorse di essere uscito prima dall'addestramento da Auror, decise di andare ad assistere all'allenamento di Ginny con le Holyhead Harpies.

Si materializzò fuori dallo stadio e si posizionò più in alto possibile sugli spalti per sfuggire alle attenzioni degli altri pochi spettatori che, mentre passava, lo avevano additato parlando fitto tra loro.

Notò come Gwenog Jones, capitana e allenatrice della squadra, fosse molto severa: puniva ogni minima distrazione delle giocatrici con corse e esercizi fisici.

Harry si stupì di come effettivamente, la maggior parte delle compagne di Ginny sembrassero tutt'altro che concentrate nell'allenamento, ma non gli dispiacque poi molto dato che la sua ragazza fece un figurone in confronto alle altre.

Dopo altri dieci giri di campo senza scopa, la Jones decise di mandare tutte sotto la doccia e Harry scese ad aspettare Ginny fuori dallo stadio.

La vide spuntare dopo un quarto d'ora in compagnia di tre sue compagne di squadra. Quando lei si accorse della sua presenza si voltò verso le altre Harpies borbottando qualcosa e poi gli corse incontro.

Harry non fece neanche in tempo a parlare che si trovò la sua bocca impegnata in un bacio così profondo e passionale come fino ad ora se ne erano dati solo in camera da letto.

Quando alla fine si staccarono Harry si ritrovò senza fiato e con il sangue confluito in un'unica parte del corpo.

Guardò Ginny un po' stupito e lei gli fece l'occhiolino poi si voltò verso le compagne che erano rimaste a guardare i due altrettanto sorprese

«Ci vediamo domani!» Urlò agitando la mano per poi tornare a rivolgere l'attenzione al ragazzo.

«Per cos'era quello?» Chiese Harry ancora mezzo intontito dall'inaspettata reazione della ragazza.

Sulla faccia di Ginny si disegnò un sorriso malefico.

«Quelle tre oche hanno passato tutto l'allenamento a dire “Guarda che figo Harry Potter!” o “Ho sentito che sa usare molto bene la bacchetta!”» rivelò imitandole con voce acuta e esageratamente caricaturale.

«Ah! Devo venire ai tuoi allenamenti più spesso allora!» Esclamò lui ridendo

La ragazza strinse gli occhi fissandolo.

«Attento Potter» lo avvisò «Conosco magie che renderebbero la tua bacchetta inutilizzabile per molto tempo»

«Cosa hai capito! Non verrei per loro!» Rispose lui con un ghigno «Ma per scatenare la tua reazione!»

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Capitolo 18
*** 038 Tatto ***


038 TATTO

 

Fuori è freddo.

Lei ha sempre odiato il freddo.

L'aria gelida che si insinua sotto i vestiti, gli occhi che lacrimano per il vento tagliente e le mani che diventano insensibili.

Odiava dover tornare a casa e levarsi i mille strati di vestiti.

Dover rannicchiarsi davanti al camino per non tremare.

Odiava infilarsi nelle coperte ghiacciate quando era ora di andare a letto.

Però quell'inverno è stato diverso.

Non era lei a sfilarsi i suoi vestiti.

Non era il camino a scaldarla dopo la cena.

E la notte, nel letto, non indossava neanche il pigiama.

Quell'inverno Harry le ha fatto capire i lati positivi del freddo.

Pelle contro pelle.

Sentire il petto del ragazzo contro la schiena.

Le sue braccia che la stringevano sotto le coperte.

Condividere il cuscino e ritrovarsi le sue labbra sul collo.

Le ginocchia perfettamente incastrate.

Fuori era freddo e lei ha sempre odiato il freddo, ma Ginny era sicura che quando sarebbe arrivato il caldo, quello che ti fa allontanare per cercare il lato più fresco del letto, avrebbe atteso con ansia l'arrivo della prima neve.

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Capitolo 19
*** 068 Lampo ***


068 LAMPO

 

«Signor Potter, guardi di qua!»

«No qua, signor Potter!»

Harry, spaesato cercava di farsi spazio tra la folla di giornalisti che si accalcava nell'atrio del Ministero.

Aveva appena finito una lezione del corso d'addestramento da Auror e aveva appuntamento con Ginny fuori dall'Ufficio per i giochi e gli Sport Magici.

Sfortunatamente era incappato in una folla di giornalisti che si trovava nell'atrio per l'inaugurazione della nuova Fontana della Pace.

«Signor Potter è deluso che non sia stata costruita una statua in suo onore al posto della fontana?»

Harry sbarrò gli occhi, mentre continuava ad avanzare tra flash e penne che grattavano taccuini levitanti.

«No per niente» Rispose risentito «Scusate devo andare, devo incontrare una persona»

I lampi delle macchine fotografiche si fecero più intensi e i giornalisti aumentarono le domande.

«Deve incontrare una ragazza, signor Potter?»

«Lo sa che l'ottanta per cento delle lettrici del Settimanale della Strega la vorrebbe come marito della propria figlia?»

«Deve incontrare la signorina Granger, signor Potter?»

Harry continuò a farsi largo tra la folla e vide Ginny.

Era appoggiata ad un muro vicino agli ascensori e rideva di gusto osservando la scena.

Il ragazzo riuscì finalmente a svicolarsi dai giornalisti e accelerò il passo per lasciarseli alle spalle.

«Bello essere famosi, eh?» lo schernì la ragazza trovandoselo davanti.

Harry la fissò infastidito. Poi un sorriso ironico gli comparve sul volto.

«Entro domani lo sarai anche tu!» Esclamò prima di afferrarle la vita con un braccio e darle un bacio passionale.

Ci fu un secondo di silenzio, poi i flash dei giornalisti illuminarono l'atrio del ministero come il sole d'agosto.

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Capitolo 20
*** 006 Ore ***


006 ORE

 

«Harry?»

«Harry ti sto parlando!»

Il ragazzo spalancò gli occhi e si ritrovò sulla poltrona del piccolo salotto.

«Eh? Si scusa, cosa stavi dicendo?» Farfugliò confuso verso Ginny che lo fissava con le braccia incrociate.

«Evidentemente qualcosa di noioso, se ti ho fatto addormentare» Rispose lei risentita.

«Ma no, Gin!» si affrettò a rispondere alzandosi «Sono solo stanco. Sai l'addestramento e tutto il resto. Non è colpa tua» provò a giustificarsi andandole incontro

Lei lo guardò sospettosa, poi mormorò

«Ok, vado a cambiarmi» e si diresse verso la camera per levarsi la tuta delle Harpies

«O almeno, non solo colpa tua» Harry sperò di averlo solo pensato, ma quando vide Ginny bloccarsi e voltarsi verso di lui, maledisse la sua boccaccia.

«Scusa?» Chiese lei guardandolo minacciosa «Ti annoio?»

Harry sbuffò gettandosi di nuovo sulla poltrona.

«No Gin, non è questo!» sbuffò esausto «È solo che contribuisci un po' alla mia stanchezza»

«E come, scusa?»

«Dai, lo sai!»

«No, Potter, non lo so. Stai forse dicendo che ti stanca vivere con me?»

«Ma cosa vai a pensare!» esclamò Harry. Poi passandosi una mano sul volto fece un sospiro e continuò «Gin è che da quando viviamo insieme, riesco a dormire ben poche ore...sai per...» balbettò non sapendo come finire la frase «...beh per il sesso ecco!»

La smorfia di rabbia sulla faccia di Ginny si trasformò in un'espressione divertita.

«Quindi stai dicendo che ti sei stancato di fare l'amore con me?» lo stuzzicò continuando a fingere di essere arrabbiata.

«Gin, stai fraintendendo!» rispose lui sempre più estenuato «Io adoro fare l'amore con te, ma se passiamo la notte a farlo e poi dormo solo un paio d'ore, alla sera crollo sulla poltrona. Tu hai allenamento il pomeriggio, quindi la mattina puoi dormire. Io alle nove devo essere al Ministero!»

Ginny lo guardò studiandolo, poi cominciò a sbottonarsi la divisa delle Harpies scoprendo sempre più pelle.

«Quindi sei sicuro di non esserti stancato di questo?»

Harry sbarrò gli occhi mentre la ragazza si sfilava anche la biancheria e scosse la testa.

«Ok, bene!» rispose guardandolo maliziosa e camminando nuda verso di lui «Perché avevo giusto in mente un'attività migliore per quella poltrona»

Harry la accolse tra le sue braccia, con la consapevolezza che avrebbe dovuto abituarsi a dormire poche ore, d'ora in poi.

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Capitolo 21
*** 069 Tuono ***


069 TUONO

 

«Sei pronta?»

«Sei sicuro funzioni?»

«Si, l'ho già provata con Hagrid e tuo padre»

«E se ci vede qualche babbano?»

«C'è un sistema di invisibilità, appena partiamo lo attivo»

«Ma è sicura?»

«Gin da quando hai paura di volare?»

«Io non ho paura!»

«Allora monta su e reggiti forte»

«Però vai piano»

«Ti ricordi che cosa hai risposto l'ultima volta che siamo andati sulla scopa insieme e ti ho chiesto di andare piano?»

«Che eri un fifone»

«Ecco appunto. Pronta?»

Senza aspettare la risposta Harry girò la chiave e sentì la moto di Sirius sobbalzare. Poi un boato riempì la strada, come se il cielo fosse carico di nuvoloni neri.

Diede gas e fece una decina di metri sull'asfalto prima di staccare le ruote e librarsi in aria.

Sentì Ginny stringere forte le braccia intorno alla sua vita.

Sorrise e accelerò.

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Capitolo 22
*** 071 Rotto ***


071 ROTTO

 

Quando Harry aprì la porta d'ingresso, non fece neanche in tempo a dire una parola che vide qualcosa passargli davanti alla faccia per poi schiantarsi contro il muro.

«Gin?» chiamò cauto spostando lo sguardo nella stanza e notando la ragazza seduta sul piccolo divano del salotto. Aveva le braccia incrociate e un cipiglio rabbioso sul volto. «Che succede?»

Harry si chiese se fosse arrabbiata con lui.

Ripassò mentalmente tutti i suoi gesti della giornata e constatò di non aver fatto nulla per farla irritare, quindi si avvicinò lentamente.

«È quell'aggeggio infernale!» Esplose lei indicando il punto in cui si era schiantato l'oggetto che aveva appena lanciato.

Harry abbassò lo sguardo sul pavimento e vide il cordless che aveva comprato il giorno prima in pezzi.

«Hai provato a usare il telefono? Ti avevo detto di aspettarmi per installarlo!»

«Solo perché tutto il mondo ti venera, non vuol dire che io abbia bisogno del tuo aiuto per ogni cosa che faccio!» Esclamò acida

«Invece sembra di si»

«Io non c'entro! Hai comprato un telefono difettoso. È rotto!»

«Di sicuro lanciandolo contro il muro, non si aggiusta»

«Non fare il simpatico, Potter!» Ringhiò lei «Ho mandato un gufo ad Hermione e lei mi ha dato una serie di numeri da digitare per chiamarla, io l'ho fatto, ma non succede nulla!»

Harry si voltò verso il telefono.

«Reparo» mormorò per poi farselo volare in mano con un colpo di bacchetta.

Se lo rigirò in mano un paio di volte poi spostò lo sguardo nella stanza fino a trovare la scatola di imballaggio dell'apparecchio.

Vide che il cavo che l'avrebbe dovuto collegare all'elettricità e alla linea telefonica era ancora arrotolato ordinatamente all'interno.

Guardò Ginny, ancora imbronciata, con un sorriso compassionevole

«Gin, amore, il telefono non è rotto» mormorò avvicinandosi «Andava semplicemente collegato alla corrente»

«Cos'è la corrente?»

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Capitolo 23
*** 040 Vista ***


040 VISTA


«Guarda un po' cosa ho comprato fuori dallo stadio!»

Un ragazzo tirò fuori da una borsa due omniocoli porgendone uno all'amico che gli sedeva accanto.

Avevano fatto i lavoretti più disparati per riuscire a permettersi i biglietti per quella partita.

Le Holyhead Harpies si giocavano l'accesso alle semifinali contro le Vespe di Winbourne.

Erano riusciti ad accaparrarsi due posti nella tribuna centrale, in ottima posizione per vedere tutto il campo e gli spazi riservati alle due squadre.

«Secondo me vincono le Vespe, ma le Harpies prendono il boccino» Esclamò uno dei due spostando l'omniocolo da un lato all'altro del campo.

«Dici?»

«Le Harpies hanno un pessimo portiere, ma Weasley non si fa sfuggire un boccino»

«Questo è vero. È davvero un piacere vederla volare in picchiata»

«È un piacere vederla e basta» Rispose l'altro sghignazzando «Hai visto che fisico?»

«Già! Ed è poco più grande di noi!» fece l'altro per poi aggiungere «Ho letto che esce con Harry Potter»

«Davvero? Una così sexy con quello li?»

«Starà con lui solo perché è famoso»

«Non vedo altri motivi! Avrà sconfitto Voldemort, ma non è certo un granché»

«Oh guarda!» Esclamò all'improvviso un ragazzo

Ginny si era lanciata in picchiata con la sua scopa verso la tribuna opposta alla loro, per poi sterzare all'ultimo e cambiare direzione. Sfortunatamente la maglietta della divisa le si era impigliata nella ringhiera degli spalti durante il cambio di rotta e si era leggermente strappata una manica.

«Si è strappata la maglia!» Esclamò emozionato uno dei due continuando a tenere l'omniocolo attaccato agli occhi «Ora dovrà andare a cambiarsela!»

Sapevano che non avrebbe avuto tempo per tornare negli spogliatoi e la seguirono sperando di riuscire a vedere un po' di pelle in più.

Non le staccarono gli occhi di dosso per un secondo, ma quando finalmente atterrò vicino all'assistente che le stava porgendo una nuova maglia qualcosa oscurò i loro omniocoli.

«Ehi!» Esclamarono in coro verso l'uomo davanti a loro che si era alzato dal suo posto coprendo la visuale proprio nel momento meno opportuno. «Siediti, non vediamo nulla!»

La figura davanti a loro voltò lentamente la testa e fissandoli, da dietro gli occhiali rotondi mormorò divertito:

«La partita non è ancora iniziata, non c'è nulla di interessante da vedere ora. Giusto?»

I due ragazzi rimasero muti con la bocca leggermente aperta e gli occhi sbarrati.

Poi uno dei due riacquistò il dono della parola e balbettò

«Ehm...no ha ragione signore...Niente da vedere»

«Ci scusi signor Potter»


Note dell'autore: Ciao a tutti. Questa flash prende liberamente spunto da una storia che ho letto su AO3, ma che purtroppo non sono più riuscito a trovare e quindi non posso citare e inserire il link (se qualcuno l'ha letta e la ricorda, me lo dica pure e sarei felice di farlo).
Ne approfitto per fare un punto sull'ordine cronologico: secondo la mia idea questo episodio si svolge nell'autunno del 2001. Ancora una storia poi si passa al 2002. Ho programmato il matrimonio per il 2003 e la nascita di James per il 2004. Credo che le prime 50 storie parleranno della loro vita prima dei figli e le altre 50 dopo i figli. Ma non sono ancora sicuro dato che ho associato per ora solo 35 elementi ad altrettante storie (ma ne ho scritte molte meno).
Spero di aver spiegato bene quello che c'è nella mia testa, ma non credo dato che spesso non ci capisco nulla neanche io.
Spero vi stia piacendo, 
A presto! :)

 

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Capitolo 24
*** 061 Inverno ***


061 INVERNO


Harry aveva sempre apprezzato le domeniche d'inverno.

Quando era solo un bambino e abitava a Privet Drive, quel particolare giorno gli metteva allegria: non doveva uscire per andare a scuola e subire le angherie di Dudley e dei suoi compari. Inoltre gli zii spesso la domenica andavano a pranzi da amici e parenti lasciandolo, fortunatamente, a casa o con Miss Figg.

Anche quando era ad Hogwarts aveva trovato un motivo per apprezzare la domenica invernale: nessuna lezione e battaglie a palle di neve con i suoi amici.

Poi, finita la scuola, il motivo per cui quel giorno era particolarmente amato era semplice: poteva passare tutto il giorno, sotto il pesante piumone, insieme a Ginny.

Tendenzialmente senza vestiti.

Quella domenica però Harry si svegliò consapevole di cosa lo aspettava.

Fuori nevicava dolcemente e dalla finestra poteva osservare le decorazioni natalizie brillare sul palazzo di fronte.

Sentì dei passi fuori dalla porta e chiuse velocemente gli occhi, provando anche a fingere di russare.

«Lo so che sei sveglio!» Esclamò Ginny con voce squillante entrando nella camera e spalancando le finestre con un colpo di bacchetta «Fra venti minuti devi essere pronto per uscire»

«Ma è l'alba!» Rispose sbuffando

«Sono le otto e mezza e a Diagon Alley i negozi aprono alle nove! Prima arriviamo meno coda dobbiamo fare!» e con un altro movimento della mano fece saltare le coperte fino al pavimento creando un movimento d'aria fredda che lo fece rabbrividire.

Harry si alzò sconfitto, preparandosi ad una domenica di shopping.

Odiava fare i regali di Natale.

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Capitolo 25
*** 034 Troppo poco ***


034 TROPPO POCO

 

Quando Harry spalancò la porta dell'appartamento che divideva con Ginny fu colpito subito dall'odore che regnava nel salotto.

E capì di essere nei guai.

Il suo istinto da Auror si attivò e pensò subito a come riuscire a scappare: la porta cigolava, quindi probabilmente lei l'aveva già sentito arrivare.

Per raggiungere la camera, e il mantello dell'invisibilità chiuso nell'armadio, avrebbe dovuto passare davanti alla cucina, quindi lei l'avrebbe visto.

Forse se si metteva a correre giù per le scale sarebbe riuscito a fuggire.

Valutò pure di rischiare di infrangere lo Statuto di Segretezza e smaterializzarsi li sul pianerottolo.

«Cosa fai li sulla porta?» Esclamò Ginny uscendo dalla cucina.

«Ehm...» Balbetto Harry «Mi è venuto in mente che devo tornare in ufficio»

«Ma hai appena fatto un doppio turno!» Rispose lei affranta «E poi ti avevo preparato una sorpresa!»

«Ah si? Peccato, ma devo proprio andare» Continuò il ragazzo arretrando lentamente

Ginny lo squadrò perplessa.

«Mi nascondi qualcosa, Harry?» Chiese con tono indagatore

«Io?» Esclamò fingendosi offeso per mascherare la colpevolezza «Figurati, Gin!»

«Ok» Si affrettò a rispondere lei «Almeno vieni a darmi un bacio prima di andare» Aggiunse avvicinandosi

Harry rientrò in casa, lasciando la porta aperta e, istintivamente, annusò ancora il profumo che si diffondeva.

Ginny si bloccò mentre lui cercava di posare le labbra sulle sue.

«Potter!» Tuonò «Hai sentito l'odore e stavi scappando!» Concluse rabbiosa posandosi i pugni chiusi sui fianchi, in una perfetta versione di Molly arrabbiata.

«Gin, calma» si difese lui arretrando verso la porta d'ingresso.

Lei estrasse la bacchetta dal grembiule e la fece chiudere con un tonfo.

«Io passo il pomeriggio a prepararti la torta alla melassa, la tua preferita, e tu scappi?» esplose

«Gin...»

«Non chiamarmi Gin quando sono arrabbiata!» Lo interruppe

«Scusa, ma le ultime volte che l'hai preparata non è che sia stata proprio un successo!» Ribattè Harry sulla difensiva.

«Quante storie! Solo perchè una volta ci ho messo troppo poco zucchero!»

«No Gin..ny..il problema non era il poco zucchero!» Rispose lui ripensando ai conati che gli erano venuti dopo il primo morso «Era il troppo sale!»

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Capitolo 26
*** 014 Verde ***


014 VERDE

 

Ginny era seduta sul divano della Tana e stava ascoltando Fleur.

O per lo meno faceva finta di farlo.

Il suo sguardo era perso oltre le spalle della cognata, fisso sul ragazzo che rideva parlando con due dei suoi fratelli.

Non era riuscita a cogliere il motivo di tanta ilarità, ma quando il suono della sua risata l'aveva raggiunta, non aveva potuto fare a meno di sorridere.

Ora stava bene, nonostante stanotte fosse successo di nuovo.

Nessuno avrebbe mai potuto dire che quella notte, gli stessi occhi verdi che ora guizzavano allegri e spensierati, erano colmi di lacrime che scivolavano inevitabili lungo le guance.

Erano passati più di sei mesi dall'ultima volta, per questo era stato più difficile.

Lei si era svegliata prima di lui, sentendolo agitarsi e mormorare.

Gli aveva stretto la mano e poi aveva fatto finta di dormire quando aveva sbarrato gli occhi con un lamento.

L'aveva sentito alzarsi di scatto e uscire dalla stanza, era scivolata fuori dal letto e, senza neanche mettersi la vestaglia, l'aveva seguito.

Sapeva dove trovarlo.

L'aveva abbracciato posandogli il petto sulla schiena e la testa sul collo.

Il contatto tra la pelle fredda l'aveva fatta rabbrividire.

Poteva vedere i suoi occhi nel riflesso dello specchio del bagno. Il verde spento dalla rabbia e dalla paura.

L'aveva riportato a letto ed erano rimasti stretti, con le gambe intrecciate, in silenzio e lo sguardo perso nel buio.

Non succedeva da sei mesi e entrambi credevano di essersi liberati dagli incubi.

Non avevano parlato fino all'alba.

Poi avevano fatto colazione ed erano andati a pranzo alla Tana.

Ora che gli occhi verdi di Harry erano tornati vivi, Ginny stava bene.

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Capitolo 27
*** 094 Indipendenza ***


094 INDIPENDENZA

 

«Ci vediamo domenica alla Tana!» salutò Hermione prima di infilarsi tra le fiamme verdi del camino dell'appartamento di Harry e Ginny

«Noi invece domani in ufficio» fece Ron verso l'amico. Poi si rivolse alla sorella «Mi raccomando, domenica porta la scopa, che voglio provarla!» e sparì anche lui.

Appena la figura di Ron scomparve, Ginny mollò il braccio di Harry e si diresse in camera da letto sbattendo la porta.

Harry sospirò: sapeva sarebbe successo.

Decise di seguirla, lei se lo aspettava e se non l'avesse fatto sarebbe uscita fra poco ancora più arrabbiata.

Socchiuse lentamente la porta, Ginny era intenta a gettare nervosamente vestiti dentro l'armadio.

«Che fai?» Chiese cautamente

«Sto mettendo a posto, non si vede?» Rispose piccata.

«Ok, ti do una mano» propose Harry afferrando una maglietta arrotolata che era scivolata fuori dopo che la ragazza l'aveva lanciata.

«Non c'è bisogno» esclamò Ginny strappandogliela di mano «Sono capace di farlo da sola. Così come sono in grado di comprarmi le cose»

«Ginny ascolta...»

«No Harry!» Lo interruppe lei «Te l'ho detto mille volte!» Aggiunse lanciandogli la maglietta e uscendo dalla stanza

«Era solo un regalo!» Ribatté lui inseguendola

«Non è il mio compleanno!»

«Quindi posso fare regali alla mia ragazza solo per il suo compleanno?»

«Regali così costosi neanche per quello!» rispose alzando la voce «Quella scopa costa quanto un anno del mio stipendio! E quasi due del tuo!»

«Ginny, ascoltami...»

«No! Stammi a sentire tu» Lo fermò di nuovo «Ho vissuto diciotto anni con i vestiti usati dei miei fratelli maschi. Per ogni singola cosa che volevo, dovevo fare affidamento sulle disponibilità dei miei genitori, che come sai, non erano certo ingenti! Il primo anno che siamo andati a vivere insieme il mio stipendio era così basso che hai dovuto pagare l'affitto da solo» Ginny era diventata rossa e agitava le mani mentre parlava «Ora che finalmente non devo dipendere più da nessuno, non voglio che tu mi compri cose solo perché hai una stanza alla Gringott piena d'oro»

Harry la fissò per qualche secondo, poi estrasse una pergamena dalla borsa che portava in ufficio e cominciò a scrivere.

«Cosa stai facendo ora?» Chiese Ginny con tono più pacato

«Sto scrivendo alla Gringott» Rispose lui senza alzare lo sguardo

«Perché?»

«Mi hai detto che non posso farti regali perché sono ricco, quindi gli sto chiedendo di dare tutto il mio oro in beneficenza»

«Non fare l'idiota, Harry» Ribatté lei alzando gli occhi

«Non faccio l'idiota, Ginny!» Esclamò alzandosi in piedi «Io non ti compro cose solo perché sono ricco. Io ti amo e quando vedo qualcosa che potrebbe farti felice, la prendo»

La rabbia svanì dagli occhi della ragazza mentre gli si avvicinava e lo abbracciava.

«Anche io ti amo, Harry»


 

Nota dell'autore: Mi sono accorto di aver affrontato molti episodi della vita di Harry e Ginny, ma mai una lite. Originalmente “indipendenza” (così come “Ringraziamento”) penso fosse inteso come la festa che hanno negli USA. Io l'ho intesa come indipendenza personale di Ginny: penso che sia abbastanza plausibile che a lei non piaccia che Harry le compri cose, così come era successo a Ron nei libri. Spero che vi piaccia e vi sembri abbastanza realistico, anche se ho ancora dubbi su come è finita la lite. Vabbe fatemi sapere! ;)

A presto! :)

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Capitolo 28
*** 065 Mezze stagioni ***


065 MEZZE STAGIONI

 

Ginny si materializzò direttamente sul divano lasciando cadere il borsone sul pavimento.

Era esausta.

La partita persa contro i Chudley Cannons, oltre ad aver garantito a suo fratello Ron materiale per prese in giro e gongolamenti, aveva reso l'allenamento di quel giorno il più duro degli ultimi due anni.

Gwenog Jones aveva programmato per tutta la settimana doppie sedute di allenamento fisico, togliendo tempo alla scopa.

Chiuse gli occhi cercando la forza per alzarsi e prepararsi un bagno caldo

«Giiin»

Ginny aprì gli occhi e si voltò: il richiamo veniva dalla camera da letto, ma Harry avrebbe dovuto essere al Quartier Generale degli Auror.

Sbuffando si mise in piedi sentendo tirare ogni singolo muscolo del corpo.

Spalancando la porta di camera lo vide sotto le coperte: aveva ancora addosso la divisa da Auror e una sciarpa al collo, rannicchiato in posizione fetale.

«Sono malato, Gin» mormorò Harry sommessamente

La ragazza alzò gli occhi al cielo: ogni anno, quando l'inverno finiva, ma la primavera ancora non rinverdiva gli alberi, a Harry veniva l'influenza.

«Cos'hai?» chiese avvicinandosi e posandogli una mano sulla fronte

«Sto malissimo» sussurrò con un filo di voce «Libby ha detto che è influenza»

Ginny arricciò le labbra: Libby era la guaritrice dell'infermeria del Quartier Generale degli Auror, aveva vent'anni, lunghi capelli biondi e, ne era sicura, un'infatuazione neanche troppo nascosta per Harry.

«A me non sembri caldo, sicuro di avere la febbre?» si sedette sul letto vicino a lui

«Libby mi ha dato una pozione per farla scendere»

«Dormi un po', quando ti risvegli vedrai che starai bene» Rispose la ragazza alzandosi per il tanto desiderato bagno caldo.

«Giiin, non te ne andare» la richiamò Harry.

«Vuoi che ti chiami Libby, per farti compagnia?» rispose lei con mezzo sorriso sarcastico

«No, voglio te» rispose strascicando le parole «Sto morendo, Ginny»

«Vabbè sei fortunato: ti è già capitato e sai cosa ti aspetta!» concluse lei uscendo dalla stanza

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Capitolo 29
*** 013 Giallo ***


013 GIALLO

 

Harry sorseggiava il te preparato da Andromeda seduto ad un tavolino con la donna.

Entrambi fissavano un punto nel giardino; lo stesso giardino dove qualche anno prima lui e Hagrid si erano schiantati con la moto volante, riuscendo a fuggire per un soffio a Voldemort.

«Lo sapete che sarà la fine per tutti i vasi di casa?» esclamò Andromeda con il suo solito tono di voce duro, ma con un sorriso che le si apriva sul volto

Harry non rispose e continuò a fissare Teddy, il suo figlioccio che aveva appena compiuto quattro anni, sfrecciare sulla sua nuova scopa giocattolo mentre Ginny lo inseguiva ridendo.

Quel giorno aveva i capelli giallo zafferano che quasi brillavano alla luce del sole.

«Stavo pensando che domenica potrei portarlo alla partita delle Harpies, che ne pensi?»

«Ne sarebbe molto contento, sai quanto adora Ginny»

«Anche io» Mormorò per poi arrossire quando si accorse di non averlo solo pensato.

Andromeda lo scrutò con un sorriso.

«Come va il lavoro, Harry? Sei diventato un Auror o sei ancora un tirocinante» Chiese tornando a fissare il nipote con aria disinvolta

«Abbiamo finito l'addestramento qualche mese fa» Rispose il ragazzo ringraziandola mentalmente di aver lasciato perdere il suo commento «Ora sono un Auror a tutti gli effetti!» concluse con un po' di orgoglio

«Bene, sono sicura che farai un ottimo lavoro» Poi dopo qualche secondo aggiunse «E da quanto vedo sui giornali, Ginny sta diventando una stella delle Harpies»

«Esatto, è molto brava»

«Quindi avete entrambi un lavoro stabile e sicuro» continuò Andromeda spostando lo sguardo su Harry «E ormai vivete insieme già da qualche anno»

Lui annuì, non capendo dove la donna volesse andare a parare.

«Sai Harry, sono abbastanza sicura che se mai dovessi avere bisogno di qualcosa di particolarmente prezioso» esclamò lei alzandosi in piedi e guardando Harry con un ghigno «Potresti trovare qualcosa appartenuto a tua madre, nella tua camera alla Gringott» e senza aspettare risposta si diresse verso Teddy e Ginny, lasciando Harry confuso e senza parole.

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Capitolo 30
*** 062 Picche ***


062 PICCHE


«Dai Gin sbrigati!»

«Manca ancora mezzora Harry!» rispose la ragazza affacciandosi in uno dei numerosi corridoi di Hogwarts.

«Non voglio arrivare tardi!» ribatté lui prendendola per la mano e provando a trascinarla via «L'aula di Difesa contro la Arti Oscure è dall'altra parte del castello!»

«Lo so!» esclamo lei piccata «Sono venuta anche io qua, se ricordi!»

«Scusa, è solo che la McGranitt ha detto che se questa lezione speciale va bene, ne organizzerà altre! Non voglio fare brutta figura»

«Harry» Sussurrò lei avvicinandosi «La lezione sarà un successo anche se entri e ti metti a parlare di vermicoli!» e, stampandogli un veloce bacio sulle labbra, prese a correre lungo il corridoio deserto

«Ginny!» esclamò esasperato lui andandole dietro «Dove vai!»

La ragazza svoltò un angolo scomparendo alla vista di Harry.

Quando lui la raggiunse la trovò di fronte ad un'aula chiusa, con due armature ai lati che tenevano strette grosse lance sormontate da affilate picche. Harry si chiese se anche loro avessero combattuto quattro anni prima.

«Perchè siamo qua?» Chiese guardandosi intorno «È un corridoio in cui non viene mai nessuno!»

«Appunto!» Rispose Ginny facendogli l'occhiolino ed entrando nell'aula vuota.

Harry la seguì, riuscendo a scorgerla a mala pena nella penombra della stanza

«Sai durante il mio sesto anno» continuò lei «nonostante i Carrow e Piton, ogni volta che vedevo qualcuno sbaciucchiarsi nel parco o tenersi per mano lungo i corridoi, mi infastidivo pensando a te che mi avevi lasciato per...»

«Gin lo sai che...» la interruppe indirizzando lo sguardo verso il punto dell'aula da cui venivano le parole, ma senza riuscire a vedere la ragazza.

«Sisi, lo so!» Lo fermò lei «Resta il fatto che poi anche durante il mio settimo anno, tu non eri qua con me» si avvicinò e posò le labbra sul collo del ragazzo.

Lui istintivamente fece per abbracciarla, ma invece di appoggiare le mani sul suo vestito sentì solo la pelle calda della ragazza.

«Gin, cosa...» Esclamò Harry stupito, mentre abbassava le mani lungo la schiena di Ginny per scoprire che il vestito non era l'unico indumento che le mancava.

«È arrivato il momento di recuperare il tempo perso, Harry»


 

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Capitolo 31
*** 047 Cuori ***


047 CUORI


«Ginny! Non ti aspettavo oggi! Ti fermi a pranzo?» Molly Weasley si affrettò incontro alla figlia appena apparsa dal camino, mentre si asciugava le mani nel grembiule

«No mamma, fra un'ora devo essere a Holyhead» Rispose lei stampandole un bacio sulla guancia «Sono passata solo per cercare il libro di pozioni del primo anno»

Molly la guardò perplessa

«È in soffitta nel baule insieme agli altri, perché?»

«Il figlio di una mia compagna di squadra ha fatto cadere il suo nel calderone e non riesce a trovarne un altro»

«Ah ok» Rispose la madre, un po' delusa. Poi aggiunse «Passa a salutarmi prima di andartene»


 

La soffitta della Tana era ancora più ingombra di cianfrusaglie di quanto ricordasse. Ginny individuò il suo vecchio baule di Hogwarts accatastato accanto a quello dei fratelli.

Quando lo aprì una nuvola di polvere la fece tossire: sul fondo poteva intravedere file di libri, coperte dalle vesti ripiegate ordinatamente.

Li estrasse uno ad uno, impilandoli dietro di se dopo averne letto il titolo.

Improvvisamente, con “Storia della Magia, I Anno” stretto tra le mani, si fermò. Se le ricordava bene le lezioni del professor Binns del primo anno.

Mortalmente noiose, con la sua mente che vagava libera: pensava alle lezioni di volo di Madama Hooch e allo strano diario che le rispondeva quando scriveva qualcosa.

Ma soprattutto pensava all'amico di suo fratello.

Cominciò a sfogliarlo lentamente. Poi la trovò.

La pagina bianca tra le Guerre dei Goblin e la rivolta dei Giganti.

Una cornice di cuoricini incorniciava il foglio e al centro uno stilizzato Harry Potter a cavallo della scopa che insegue un boccino.

Ginny chiuse di scatto il libro, imbarazzata.

Ripensò a quello che provava allora, a quella cotta adolescenziale, e si rese conto di essere stata fortunata.

Non per essere riuscita a coronare il suo sogno da undicenne: all'epoca aveva un'infatuazione per un'idea, una figura astratta che le era stata raccontata.

Fortunata perché con il tempo si era innamorata di Harry, l'amico di suo fratello e aveva smesso di amare Harry Potter, il bambino sopravvissuto.

Un sorriso le increspò le labbra.

Afferrò il libro di pozioni e richiuse gli altri nel baule.

Quello di Storia della Magia del primo anno sotto tutti gli altri, nessuno dovrà mai vederlo di nuovo.


Note dell'autore: Prima di tutto grazie. Grazie a chi mi legge, a chi recensisce e a chi mette la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate. Questa flash è stata faticosa da scrivere, l'ho finita due minuti prima di pubblicarla, quindi chiedo scusa se ci saranno errori o se la qualità non è pari a quella delle precedenti.
A tal proposito vi informo che ho finito le storie che avevo pronte: il tempo è sempre meno e mano a mano che vado avanti finisce anche l'ispirazione. Ho aggiornato questa raccolta tutti i giorni per un mese di fila, ma ora ho bisogno di un po' di tempo per riordinare le idee.
Grazie ancora a tutti.
A presto! :)

 

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Capitolo 32
*** 022 Nemici ***


022 NEMICI

 

«Ron, mi serve un favore» sussurrò Harry entrando nella cucina della casa che l'amico divideva con Hermione

«Chiedi pure» esclamò Ron

«Prima di tutto abbassa la voce» Rispose Harry lanciando uno sguardo preoccupato verso la porta che conduceva al salotto dove Ginny e Hermione chiacchieravano sul divano «Dovresti accompagnarmi alla Gringott»

«Miseriaccia amico, no!» Esplose Ron scuotendo rapidamente la testa

«Shhh»

«Ok, scusa. Comunque resta un no» ribadì abbassando notevolmente il volume della voce

«Perché no?»

«I goblin hanno la memoria lunga. Siamo diventati i loro nemici numero uno dopo la fuga di quattro anni fa! E un goblin arrabbiato mi fa quasi più paura di un'acromantula affamata»

«Ci sono già stato altre volte, Ron! Non mi hanno mai fatto nulla»

«E allora perché devo venire anche io? Vai da solo!»

«Mi servi come scusa, nel caso lo scopra Ginny»

Ron lo squadrò sospettoso

«Perché non vuoi che lo scopra Ginny?»

«Cos'è che non dovrei scoprire?»

I due ragazzi si voltarono di scatto verso la porta della cucina: sulla soglia c'era Ginny che spostava gli occhi prima su uno poi sull'altro con un sopracciglio alzato e uno sguardo indagatore.

«Niente!» Si affrettò a rispondere Harry.

Lei fissò il fratello, notevolmente a disagio.

Harry sapeva che Ron aveva grosse difficoltà a mentire in maniera credibile ai membri femminili della sua famiglia e intervenne in suo soccorso:

«Ron non vuole dirti nulla perché poi gli rovineresti la sorpresa che sta organizzando per Hermione»

Entrambi i Weasley sbarrarono gli occhi.

«Che sorpresa?» Chiese Ginny curiosa

«Non lo so!» Rispose istintivamente il fratello

«Cosa fate tutti qua in cucina?» Esclamò Hermione entrando nella stanza

«Ron ti sta preparando una sorpresa!» Rivelò Ginny entusiasta

«Sai che odio le sorprese, Ron!» disse la ragazza aggrottando la fronte

«Ma veramente io...»

«Guardate che ore sono! Faremo tardi alla Tana!» lo interruppe Harry con un tono più alto del necessario indicando l'orologio appeso sulla parete sopra al frigorifero.

Prese sotto braccio Ginny e si diresse verso il camino del salotto.

Prima di saltare nel fuoco diede un ultimo sguardo verso l'amico, intento a discutere con Hermione e, solo muovendo le labbra, mimò

«Scusa»

Note dell'autore: Buongiorno a tutti. Ecco un nuovo capitolo di questa raccolta. Questa settimana mi è servita per accumulare qualche racconto, continuare la long e mille altre cose. Questo episodio è un po' diverso dagli altri: coinvolge anche Ron oltre a Ginny e Harry e più che analizzare il rapporto della coppia serve (oltre che per levarmi di mezzo l'elemento "nemici" che non riuscivo a piazzare da nessuna parte) come "introduzione" per alcuni capitoli che verranno pubblicati in seguito.
Spero di riuscire a pubblicarne di nuovo uno al giorno, ma non sono sicuro di farcela.
Grazie comunque a tutti! 
A presto! :)

 

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Capitolo 33
*** 049 Fiori ***


049 FIORI

 

Era domenica sera e mancava poco al rientro di Ginny, dopo essere stata in ritiro da venerdì pomeriggio per una partita di Quidditch piuttosto importante.

Harry decise di controllare tutto per l'ennesima volta: il filetto di manzo, il preferito della ragazza, stava cuocendo in forno insieme alle patate; il tavolo in salotto era apparecchiato con con cura e eleganza; le candele brillavano senza consumarsi, grazie a un incantesimo insegnato da Hermione, illuminando la stanza con la loro luce tenue e romantica; petali gialli ornavano il letto e il vino babbano era a rinfrescarsi in freezer.

«Perfetto» mormorò Harry quasi volendosi convincere.

Aveva passato due giorni non particolarmente piacevoli: la settimana precedente aveva sventato una rapina nel negozio di Madama Malkin e, dopo aver condotto i due aggressori ad Azkaban, aveva dovuto compilare numerose scartoffie che l'avevano impegnato in ufficio per buona parte del week end impedendogli di andare alla partita di Ginny.

Ma la cosa che più lo aveva scombussolato era stato trovare, al rientro venerdì sera, un mazzo di fiori enorme al centro del salotto.

Per la prima volta dopo molti anni, Harry si ritrovò con la paura di dover competere con un altro per l'affetto della sua ragazza.

Era sicuro che Ginny non l'avrebbe mai tradito, ma lei ormai era una stella del Quidditch e molti fan la fermavano per strada per chiederle autografi e foto. L'idea che qualcuno le spedisse quel bellissimo mazzo di fiori lo fece morire di gelosia e preoccupazione.

Per prima cosa chiuse i fiori nella stanzetta in cui tenevano le scope, senza neanche leggere il biglietto.

Poi, dopo essersi reso conto che non aveva mai fatto nulla di particolarmente romantico per la sua ragazza, decise di organizzare una sorpresa per il suo ritorno.

E ora si trovava li, con la stessa ansia che lo prendeva prima delle partite ad Hogwarts, mentre sentiva Ginny armeggiare con le chiavi della porta d'ingresso.

«Harry?» Lo chiamò lei entrando nella stanza buia

Con un colpo di bacchetta lui accese di nuovo le candele, spente poco prima che entrasse.

«Bentornata, amore» mormorò andandole incontro, afferrandola per la vita e baciandola dolcemente

Quando si staccarono lei lo fissò perplessa

«Non che non apprezzi, ma a cosa devo tutto questo?» chiese facendo cadere il borsone delle Arpie e indicando con la mano le candele al centro del tavolo

«Perché? Un ragazzo non può organizzare una cenetta romantica per la sua fidanzata?» ribatté Harry andando verso il tavolo per versarle un bicchiere di vino

«Harry, mi stai nascondendo qualcosa?» chiese Ginny aggrottando le sopracciglia «C'entra forse con quel mazzo di fiori che hai ricevuto?»

Il ragazzo rimase con il bicchiere a mezz'aria e la bottiglia in mano

«Cosa?»

«Il mazzo di fiori che ho ritirato per te venerdì prima di andarmene» Continuò lei «Ho letto il biglietto e te l'ha spedito Madama Malkin come ringraziamento per averla salvata!»

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Capitolo 34
*** 035 Sesto senso ***


035 SESTO SENSO

 

Ginny si appoggiò al muro aspettando che Harry la notasse.

Stava parlando con Ron sotto un albero del giardino; erano usciti dalla sala della Tana già da venti minuti senza che nessuno se ne accorgesse e lei stessa ci aveva messo un po' prima di trovarli.

«Cos'avete sempre da confabulare voi due?» Chiese con cipiglio mentre i due ragazzi si avvicinavano dopo averla vista

«Gelosa?» Ribatté il fratello «Guarda che Harry è mio amico da ancora prima che si accorgesse della tua esistenza»

«Ah si?» Esclamò lei alzando un sopracciglio «Però ora il letto lo divide con me e scommetto che nel dormitorio di Grifondoro non facevate certe cose tipo...»

«Ehi ehi! Fermati, non voglio ascoltare» La interruppe Ron mettendosi le mani sulle orecchie e rientrando in casa.

«Sei crudele. Lo sai che è suscettibile su certi argomenti» Esordì Harry ancora con il sorriso causato dal battibecco tra i due Weasley.

«Se l'è cercata!» Rispose Ginny facendogli l'occhiolino e prendendolo sotto braccio «Quindi? Di che parlavate?» aggiunse con un'occhiata maliziosa.

«Niente di che, questioni da Auror» Ribatté Harry a disagio e distogliendo lo sguardo

«Lo sai vero che sei un pessimo bugiardo?»

«Non è vero! Cioè non sono un bugiardo»

«Harry noi ragazze abbiamo un sesto senso innato e certe cose le capiamo subito»

«Che...cose?» il ragazzo arrossì imbarazzato

«È così evidente! L'ho capito sin dalla cena di qualche settimana fa» Rispose Ginny scoppiando a ridere e alzando una mano mentre agitava l'anulare.

Harry sbarrò gli occhi e un misto di delusione e sconforto lo avvolse.

«Come...Cosa hai capito?» Chiese balbettando

«Tranquillo, non ho intenzione di dirglielo!» lo rassicurò lei.

«Dirglielo? A chi?» Harry cominciava a non capirci più nulla.

Ginny scoppiò in un'altra risata.

«Non c'è più bisogno di fingere Harry, ormai l'ho capito che Ron vuole chiedere a Hermione di sposarlo!»

Harry trattenne un sospiro di sollievo, mentre mentalmente ringraziava Merlino che il sesto senso femminile di Ginny fosse difettoso.

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Capitolo 35
*** 021 Amici ***


21 AMICI

 

Ginny era stesa sul divano del salotto, con lo sguardo perso sul soffitto e una rivista di Quidditch aperta sullo stomaco, quando Harry uscì dalla cucina dopo aver lavato i piatti della cena.

«Tutto bene Gin?» Chiese squadrandola, raramente gli capitava di vederla assorta e pensierosa.

Lei annuì, lasciando scivolare il giornale a terra e spostandosi contro lo schienale del divano.

Harry colse l'invito e si sdraiò accanto a lei, allargando il braccio per fare posto alla testa della ragazza posata sul suo petto.

«Cosa c'è?» Insistette

«Pensavo»

«A che cosa?»

«Ron e Hermione»

Harry trattenne una risata. Erano tre settimane che Ginny gli chiedeva insistentemente dettagli sull'inesistente, per ora, proposta di matrimonio che suo fratello avrebbe dovuto fare alla sua ragazza.

«Lo sai che tanto non confermerò nul...»

«Non pensavo a quello» Lo interruppe lei seria

Harry alzò un sopracciglio.

«A cosa quindi?»

«Che sono molto felici quando sono insieme»

«E perché la cosa ti rende triste?»

«Non sono triste!»

«Non si direbbe dalla tua espressione»

«Sono solo pensierosa»

Harry capì che continuare a fare domande non avrebbe portato a nulla, quindi rimase in silenzio in attesa.

Dopo qualche minuto Ginny continuò

«Tu credi che essere amici, prima di mettersi insieme, li abbia aiutati a stare meglio come coppia?»

Lui rifletté qualche secondo prima di rispondere

«Forse si. Si sono conosciuti meglio e quando si sono messi insieme sapevano già tutti i lati positivi e negativi dell'altro»

Ginny alzò la testa e piantò i suoi occhi in quelli del ragazzo.

Harry poteva vedere un velo di preoccupazione incresparle lo sguardo.

«Che c'è?» Chiese cauto

«Io e te non siamo mai stati amici prima»

«Non è vero!»

«Non come Ron e Hermione»

«Gin, amore» ribatté Harry tirando su la schiena e accarezzandole una guancia «Non credo che essere amici prima, sia un requisito fondamentale per il successo di una relazione»

«Ok, ma...»

«Guarda i miei genitori» La interruppe «Mia madre odiava mio padre durante i primi sei anni di Hogwarts, ma tutti mi hanno sempre detto che quando si sono messi insieme erano il ritratto della felicità»

Ginny continuava a essere pensierosa mentre si mordicchiava il labbro inferiore

«Io ti amo, Gin» Continuò Harry «E, finché potrò svegliarmi al tuo fianco ogni mattina, sarò la persona più felice sulla faccia della terra»

Lei si sciolse in un sorriso e sotterrò il viso nel suo collo.

Si addormentarono li, abbracciati sul divano.

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Capitolo 36
*** 051 Acqua ***


051 ACQUA

 

«Reparo»

«Ci ho già provato, Harry!» esclamò Ginny arricciando le labbra

Lui indicò il tubo sotto il lavandino con un'espressione tronfia.

«Tu ci hai provato, io ci sono riuscito»

Ginny contò mentalmente e quando arrivò a cinque uno zampillo d'acqua esplose da una giuntura poco più avanti di quella appena riparata da Harry.

«Non mi sembra» Ribatté lei sarcastica

«Reparo!» ripeté il ragazzo con tono più duro

Lo zampillo si fermò per altri cinque secondi, prima di ricominciare in un altro punto ancora del tubo.

«Mando un gufo a papà» sentenziò Ginny facendo per uscire dalla cucina

«No, ci riesco da solo!» Ribatté Harry stizzito.

«Come preferisci» Rispose lanciandogli uno sguardo dubbioso.

Mentre si preparava per andare all'allenamento delle Arpie lo sentì provare incantesimi trovati sul libro “101 incantesimi per la casa”, ovviamente regalato da Hermione, ma ogni dieci minuti doveva lanciare un Evanesco sulle pozze d'acqua che si formavano sul pavimento, quando puntualmente ogni tentativo falliva.

«Sicuro di non voler chiedere aiuto a qualcuno?» Chiese Ginny prima di smaterializzarsi.

«Non ti preoccupare, al tuo ritorno il lavandino sarà come nuovo!»


 

Quando Ginny riapparve in casa, qualche ora dopo, si aspettava di trovare due dita d'acqua in tutto l'appartamento.

Harry invece era tranquillamente seduto sul divano intento a scorrere i canali in televisione.

Lo guardò perplessa

«Credevo di trovarti ancora alle prese con il tubo» ammise

«Perché sei una donna di poca fede, Gin!» Esclamò lui orgoglioso

Lei lo fissò dubbiosa

«Hai chiesto aiuto a Hermione?»

Harry corrucciò la faccia, offeso.

«Assolutamente no!» Ribatté piccato «Nessun aiuto magico da nessuno!»

Ginny si diresse in cucina e aprì lo sportello sotto il lavandino: nessuna perdita e anzi la pressione dell'acqua era ancora meglio di prima.

«Bel lavoro, Potter!» Esclamò sorpresa rientrando in salotto «Devo ammettere che non me lo aspettavo»

Harry si crogiolò nei complimenti, infilando la mano in tasca e appallottolando la fattura dell'idraulico babbano.

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Capitolo 37
*** 084 Lui ***


84 LUI
 

Harry controllò che la scatoletta fosse ancora nella tasca della giacca, prima di levarsela e appenderla all'attaccapanni dietro la porta.

Se la portava dietro ogni giorno da un bel po' di tempo, più che altro perché aveva paura che, lasciandola in casa, Ginny avrebbe potuto trovarla.

La domenica prima aveva perso un'ottima occasione per tirarla fuori: dopo la partita di Quidditch erano andati a mangiare un boccone in un pub e poi avevano camminato fino a casa approfittando del clima ancora mite di settembre.

C'era la luna, per la strada non passava nessuno e avevano attraversato un parco, passeggiando mano nella mano lungo le coste di un piccolo laghetto.

Quando si era reso conto che sarebbe potuta essere una buona location per una proposta, aveva cominciato ad innervosirsi e si era ammutolito, rendendo il resto della passeggiata silenziosa e un po' strana.

Ron gli aveva consigliato di farlo dopo una partita di Quidditch, ma Harry aveva scartato subito quell'ipotesi: ha vissuto metà della sua vita sotto i riflettori e di sicuro non aveva voglia di farlo davanti a migliaia di persone e centinaia di giornalisti.

Quindi aveva lasciato la scatoletta nella giacca, sicuro che prima o poi, un'altra occasione si sarebbe ripresentata.

Dopo cena si erano accoccolati sul divano, passando più tempo con le labbra incollate l'uno all'altra piuttosto che prestando attenzione alla televisione accesa.

Fu in quel momento che se ne rese conto.

Ginny era assorta, stesa sul suo fianco, con un sorriso appena accennato sulle labbra e lo sguardo perso. Le capitava spesso ultimamente e a Harry piaceva osservarla senza che lei se ne accorgesse.

Capì che non ci sarebbe mai stato momento migliore di questo.

Alzò leggermente il busto e Ginny sembrò risvegliarsi. Si guardarono.

«Gin» «Harry» dissero in contemporanea

«Dimmi» si affrettò lui, grato di avere un po' di tempo per ragionare su quello che avrebbe dovuto dire.

Lei le stampò un veloce bacio sulle labbra e si mise seduta sul divano.

«Stavo pensando» iniziò stringendosi le mani.

Harry notò che era leggermente imbarazzata: capitava raramente e cominciò a preoccuparsi che potesse esserci qualcosa che non andava.

«A cosa?» la incalzò

«A noi»

La risposta non lo rassicurò, ma anzi gli mise più ansia.

«Cioè?»

«Cioè che io ti amo, tu mi ami, quindi pensavo che...» si interruppe distogliendo lo sguardo

«Che?»

Dopo qualche secondo di silenzio, Ginny gli piantò gli occhi addosso e, rapidamente come si tolgono i cerotti, chiese:

«Perché non ci sposiamo?»

Note dell'autore: Allora vi avviso questa flash è la "prima parte". La seconda verrà pubblicata domani e utilizzerà, ovviamente, l'elemento "Lei" per continuare sotto il punto di vista di Ginny. 
Non so se mi sono spiegato, comunque domani vi sarà più chiaro.
Grazie a tutti, specialmente a chi recensisce!
A presto! :)

 

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Capitolo 38
*** 085 Lei ***


085 LEI

 

Ginny era sicura che Harry fosse stato felice in questi ultimi quattro anni dopo la battaglia; sereno come non era mai stato prima, sempre obbligato a guardarsi le spalle e sentire il peso di un evento accaduto quando lui era ancora troppo piccolo per ricordarselo.

Però lei aveva paura: lo conosceva bene, sapeva che non si sarebbe arrischiato a cambiare le cose, modificare quello status quo che gli aveva donato serenità.

A questo pensava mentre fissava il muro, stretta tra le sue braccia. Per questo aveva preso la decisione di chiederglielo.

E ora era li, seduta sul divano del salotto, a fissarlo. Ad Harry si erano sbarrati gli occhi dallo stupore e per un secondo Ginny desiderò avere una Giratempo per tornare indietro di un paio di minuti.

Poi il suo viso si increspò in una smorfia divertita e iniziò a ridere.

«Perché ridi?» Chiese lei confusa, indecisa se sentirsi offesa o delusa.

Lui si alzò dal divano e si diresse verso la porta.

Quando lo vide prendere la giacca Ginny cominciò ad arrabbiarsi: afferrò la bacchetta posata sul tavolino di fronte al divano, pronta a lanciare una maledizione gambemolli per evitare che se ne andasse.

Harry però non si stava infilando la giacca: aveva messo una mano in una delle tasche e aveva estratto qualcosa, per poi riappenderla all'attaccapanni.

«Perché mi stai puntando contro la bacchetta?» Chiese tornando verso il divano con il pugno chiuso stretto lungo la gamba.

Ginny abbassò il braccio, non capendo cosa stesse succedendo.

«Perché ridi?» Ripeté guardandolo sedersi di nuovo accanto a lei

«Perché mi piace quando mi semplifichi le cose, Gin!» Rispose lui baldanzoso

Ginny lo fissò ancora più confusa, poi Harry continuò:

«E voglio che continui a semplificarmi le cose per il resto della vita!»

Alzò il braccio e con uno scatto fece aprire la scatoletta blu scuro davanti al viso della ragazza.

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Capitolo 39
*** 030 Morte ***


030 MORTE

 

Ginny c'era già stata quattro anni prima. Qualche settimana dopo la battaglia, quando ancora lei e Harry non avevano ancora ben definito cosa sarebbero diventati, lui le aveva chiesto di accompagnarlo.

Gli era rimasta vicino, in piedi di fronte alla casa distrutta. Poi l'aveva aspettato fuori, osservandolo entrare nel cimitero di Godric's Hollow.

Non ne avevano parlato per un po' di tempo, fino a un paio d'anni dopo, quando lui le aveva chiesto se le andava di accompagnarlo di nuovo.

Questa volta, mano nella mano, erano arrivati fino alla tomba.

Ricordava la sensazione di disagio e tristezza e il silenzio. Ricordava la frase impressa nella pietra grigia.

L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte.

La stessa frase che ora si ritrovava davanti, ma questa volta era sola.

Le era sembrata una buona idea andare dai genitori di Harry ora che all'anulare portava lo stesso anello che James aveva dato a Lily anni prima.

Adesso che era lì in piedi, però, non sapeva bene che fare.

Negli ultimi giorni le capitava di pensare ai suoi fratelli e ai loro matrimoni: si ricordava le discussioni di sua madre con tutte le future nuore per l'organizzazione della cerimonia. Ogni volta si ritrovava a pensare che lei non avrebbe avuto nessuna suocera con cui discutere e se ne rammaricava.

Si pentì di essere venuta da sola, sentendo la mancanza di una mano da stringere nella sua.

Fissò ancora una volta i nomi e la frase incisa sulla lapide senza trovare il coraggio di muovere le labbra.

Avrebbe voluto dire quanto le sarebbe piaciuto conoscerli.

Avrebbe voluto parlargli di Harry e dell'uomo che era diventato anche grazie al loro sacrificio.

Avrebbe voluto ringraziarli.

Sorrise e estrasse la bacchetta: con un rapido movimento fece apparire un mazzo di gigli bianchi.

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Capitolo 40
*** 092 Natale ***


092 NATALE

 

Molly Weasley aveva pianto giusto qualche secondo mentre stringeva la sua unica figlia e il suo futuro marito, per poi cominciare a far andare il cervello organizzando i preparativi per il matrimonio.

«Mamma, non abbiamo ancora deciso nulla!» Esclamò esasperata Ginny quando le chiese se preferiva una torta al cioccolato o alla crema

«Allora è il caso che iniziate a farlo!» Ribatté lei risentita

«Molly, cara, lasciagli un po' di spazio» Mormorò placido Arthur Weasley facendo l'occhiolino a un Harry spaurito.

Era il giorno di Natale e, nonostante fossero passate parecchie settimane dalla proposta, nessuno sapeva ancora del futuro matrimonio ad eccezione di Ron e Hermione. Era stata una decisione di Ginny sia il tener nascosta la novità (“Fammi godere qualche giorno di pace, prima di scatenare la mania organizzativa di mia madre” aveva detto) sia quella di rivelarla il giorno di Natale di fronte a tutta la famiglia riunita.

A Harry non interessava: una volta che lei aveva detto di “Si” gli sarebbe andata bene qualsiasi cosa.

Ora però si ritrovò a desiderare che il Quartier Generale degli Auror lo chiamasse per una missione urgente. Almeno avrebbe potuto evitare le battutine di George, lo sguardo minaccioso di Charlie, a cui ancora non andava giù che la sua unica sorella potesse avere un fidanzato, ma soprattutto la signora Weasley che durante tutto il pranzo non aveva fatto altro che proporre menù, invitati, vestiti e addobbi per il matrimonio.

Una sensazione di fastidio si fece strade dentro di lui: odiava dover condividere con altri quella felicità che l'aveva pervaso da quando Ginny aveva accettato.

Poi però una mano si impossessò della sua sotto il tavolo. Voltandosi ritrovò i suoi profondi occhi marroni e la sensazione che tutto il resto fosse solo contorno tornò ad esplodere.

Niente avrebbe importato ora che avrebbe avuto la sua mano da stringere per il resto della vita.

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Capitolo 41
*** 079 Quando? ***


79 QUANDO?

 

Ginny non aveva mai visto così tanta neve nella sua vita: durante l'allenamento, ogni cinque minuti aveva dovuto fermarsi per pulire la scopa dai mucchi che si accumulavano sulla saggina.

Fu molto contenta di materializzarsi in casa e trovare il camino acceso. Solo dopo si accorse di Harry intento a sfogliare un grosso calendario.

«Che fai?» Gli chiese incuriosita

«Stavo cercando di trovare ipotetiche date per il matrimonio» Rivelò

«È stata mia madre a chiedertelo?»

«No!» Si affrettò a rispondere Harry percependo i lampi di ira saettare negli occhi di Ginny. Poi titubante continuò «Hermione dice che stiamo rimandando da troppo tempo e che se non le sappiamo dire una data entro fine mese, lei non verrà»

«Se non vuole venire che stia pure a casa in compagnia delle sue manie di controllo» Il tono acido nella sua voce fece sobbalzare Harry che la fissò stupito.

«È il mio matrimonio» si giustificò Ginny, senza però addolcire l'intonazione e lanciando il borsone e facendo schizzare minuscole goccioline di neve sciolta sul pavimento.

«Il nostro matrimonio» La corresse Harry d'istinto.

«Dettagli, Potter» lo schernì «Hai perso ogni diritto quando mi hai obbligato a farti la proposta per prima»

«Ma in realtà...»

«Dammi qua» Lo interruppe Ginny gettandosi con poca grazia accanto a lui sul divano e prendendo il calendario dalle sue mani.

«Sicuramente d'estate» azzardò Harry

«E se volessi sposarmi d'inverno?»

«Per me andrebbe bene, ma l'estate è l'unico periodo senza partite di Quidditch. Sicura di voler rischiare di saltarne qualcuna?»

Ginny mugugnò, infastidita di non averci pensato.

«Estate sia» Ammise sconfitta «Però decido il il giorno»

Harry fece un cenno d'assenso, anche se sapeva che non serviva essere d'accordo.

«19 luglio» concluse lei soddisfatta chiudendo il calendario e lanciandolo vicino al borsone.

«Perchè?»

«Nessun motivo particolare, è il primo giorno che mi è saltato all'occhio»

«Va bene» Harry fissò in silenzio Ginny per qualche secondo prima di azzardare un «Ora dovremmo...»

«Per stasera abbiamo deciso anche troppo e io avevo voglia di un bagno caldo» esclamò alzandosi in piedi «Puoi sempre farmi compagnia, sempre se non preferisci rimanere qua a eseguire gli ordini di mia madre e Hermione» aggiunse con sguardo malizioso.

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Capitolo 42
*** 020 Senza colori ***


020 SENZA COLORI

 

«Sapevi che sarebbe successo»

«Speravo di no!»

«Era inevitabile, Harry!»

Ginny lanciò la Gazzetta del profeta sul divano e lui lanciò un'altra occhiata alla foto che si stagliava al centro della prima pagina.

«Almeno potevano sceglierne una migliore! Hanno preso una foto del Torneo Tremaghi, sembro un quindicenne!»

«Eri un quindicenne!» Ginny esplose in una risata «Almeno non è a colori, dai! Guarda il lato positivo!» Aggiunse poi per provare a rassicurarlo

Harry prese il giornale in mano, cercando il coraggio di leggere tutto l'articolo.

Vicino alla sua foto c'era quella di Ginny, con la divisa delle Arpie intenta a volare a cavallo della scopa durante una partita. Sopra le due foto in bianco e nero il titolo recitava “Il matrimonio del secolo”.

«Ci definiscono “Coppia glam”! Che vuol dire?» Chiese perplesso

«Alla moda» Ammise Ginny senza nascondere un po' di imbarazzo

«Alla moda?»

«Esatto, credo intenda che siamo, o per lo meno sei, un punto di riferimento per l'immaginario collettivo»

«Di quello che hai detto ho capito forse due parole»

«Harry dai!» Ginny sbuffo esasperata «Non hai notato che, quando siamo andati ad Hogwarts, tre quarti dei ragazzi che portavano gli occhiali avevano il tuo stesso modello?»

«Davvero?!»

«Già»

«Ma io non voglio essere un punto di riferimento...»

«Allora non avresti dovuto sconfiggere Voldemort!» lo interruppe lei

«...e soprattutto non voglio che il nostro matrimonio sia l'argomento per tutti i giornali di gossip!»

«E allora non avresti dovuto chiedere di sposarti alla bellissima e talentuosa capocannoniere del campionato di Quidditch!» Concluse con una punta di orgoglio facendogli l'occhiolino

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Capitolo 43
*** 078 Dove? ***


078 DOVE

 

«Gin»

«Dimmi»

«Pensi sia un problema se non voglio sposarmi nel giardino della Tana?»

«Per me no, ma mia madre ti ucciderà»

«Lo immaginavo»

«Dovrai essere tu a dirglielo»

«Non puoi farlo tu?»

«Non ci penso neanche, stiamo già litigando per il vestito!»

«L'hai scelto?»

«Non ancora, ma lei vuole che indossi il suo»

«Ah»

«Esatto»

«Magari lo dico prima a tuo padre»

«Ma quindi dove vorresti che ci sposassimo?»

«Pensavo, se sei d'accordo, che potremmo sposarci ad Hogwarts»

«Perché?»

«Per tanti motivi! Prima di tutto è li che mi sono innamorato di te, poi ho vissuto i momenti più felici dei miei primi 17 anni. È li che ho visto i miei genitori, prima nello specchio delle Emarb e poi nella foresta durante la battaglia. È li che sono morti Remus, Silente, Fred e tutti gli altri e sarebbe come averli vicino. A te andrebbe bene?»

«Certo, amore mio»

«Magari poi la cena e tutto il resto lo facciamo nel giardino della Tana»

«Potrebbe essere un buon compromesso da proporre a mia madre»

«Ti amo»

«Ti amo»

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Capitolo 44
*** 073 Luce ***


073 LUCE

 

Quando Harry fu svegliato dalla luce che irradiava la stanza, pensò fosse già mattina e che Ginny avesse spalancato le finestre per farlo alzare.

Poi strizzando gli occhi e inforcando gli occhiali si accorse che la ragazza era sulla porta che lo fissava stupita mentre si reggeva appoggiandosi al muro dopo aver acceso il lampadario.

«Harry? Che ci fai nel mio letto?» Chiese biascicando

«In realtà è il nostro letto, Ginny. Quanto hai bevuto?»

«Non siamo nel dormitorio di Grifondoro?» una smorfia perplessa le si dipinse sul viso.

«No, siamo a Londra» Rivelò il ragazzo trattenendo una risata e scivolando fuori dal letto

«Ma Luna ha detto che mi accompagnava al mio dormitorio»

«Presumo che Luna fosse nelle tue stesse condizioni, allora»

«Che condizioni?»

«Ubriaca, Gin!»

«Non sono ubriaca» Esclamò la ragazza barcollando per avvicinarsi al letto

«Io direi di si»

«Se insisti ti lancio una fattura» Agitò la bacchetta e scintille rosse si schiantarono contro il comodino di Harry, mandando in frantumi l'abat-jour «Ops» commentò Ginny portandosi una mano alla bocca e sogghignando.

«È meglio se la posi questa» Ribatté Harry sfilandole la bacchetta dalla mano e aiutandola a sedersi sul letto «Che ne dici di andare a dormire?»

«Insieme?»

«Si, esattamente come gli ultimi tre anni» Rispose esasperato mentre cercava di levarle il giubbotto di pelle

«Stai provando a spogliarmi, Potter?»

«Esatto e se collaborassi te ne sarei grato» Harry lottava con i bottoni della camicia della ragazza, mentre lei si era lasciata cadere sul letto con gli occhi chiusi.

«Sembrerebbe che vuoi approfittare di me»

«Ora è l'ultima cosa che mi sta passando per la testa»

«Vuoi dire che non ti piaccio?»

«Si, Gin, molto, ma sono le tre di notte, sei ubriaca e domattina devo essere al ministero alle otto» Esclamò mentre finalmente riusciva a sfilarle i polsini della camicia lasciandola in reggiseno.

«Non sono ubriaca» la voce di Ginny era sempre più bassa e strascicata mentre armeggiava con la gonna «guarda riesco a spogliarmi da sola» aggiunse provando a sfilarsi i collant senza essersi levata le scarpe.

«Lascia fare a me»

Alla fine Harry riuscì nell'impresa e, mentre riponeva i vestiti della ragazza, le lancio un'occhiata. Vedendola sdraiata sul letto, in intimo e con i lunghi capelli rossi scompigliati sul cuscino, si rese conto che approfittarsi di lei, forse non era proprio l'ultima delle cose che gli passava per la testa.

Un borbottio e un lungo respiro, gli fece capire però che ormai Ginny si era addormentata. Le si sdraiò accanto e con un colpo di bacchetta spense la luce.


 

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Capitolo 45
*** 012 Arancione ***


012 ARANCIONE

 

Harry era seduto alla scrivania dell'ufficio che condivideva con Ron e un altro Auror, quando il suo amico entrò spalancando la porta con cautela.

«Harry?»

«Ron sei in ritardo!» rispose biasimandolo con lo sguardo «È mezzora che sto lavorando a questo rapporto da solo»

«Miseriaccia mi ero scordato, scusa»

«Almeno dammi una mano a finirlo»

«Harry in realtà dovrei chiederti un favore»

«Non ho intenzione di finire il rapporto per te»

«No non è questo!» Si affrettò a ribattere Ron «Anzi, se mi fai questo favore lo finisco io! E anche i prossimi dieci rapporti che dobbiamo compilare!»

Harry lo fissò sbalordito: sapeva che compilare scartoffie era la cosa che Ron preferiva di meno dell'essere un Auror.

«Sentiamo, che ti serve?»

«Riguarda il matrimonio...»

«Fermati» lo interruppe subito Harry «Devi chiedere a tua sorella o a tua madre, io a quanto pare non ho potere decisionale su nulla» concluse con una nota di fastidio nella voce

«Devi convincere Ginny a cambiare il colore del vestito delle damigelle» Il tono di Ron si fece implorante e Harry lo guardò perplesso

«Hermione si sta lamentando da una settimana!» Continuò il ragazzo «Dice che l'arancione non si abbina con i suoi colori. Non ho idea di cosa voglia dire, ma mi sta facendo impazzire»

Harry aggrottò le sopracciglia pensieroso

«Ogni rapporto per il prossimo mese»

«Ok Harry, sei un amico!»


 


 

«Ma tu davvero credi che permetterei a qualcuno di vestirsi come una zucca al mio matrimonio?» Il tono di Ginny era un misto tra l'esasperato e lo stupito

«Ron ha detto che...»

«Ron ha detto quello che volevo che Hermione credesse» Ribatté la ragazza stizzita che Harry non capisse.

«Quindi non si vestirà di arancione?»

«Certo che no! Starebbe malissimo vestita di arancione!»

«E allora perchè...»

«Perché mi sta con il fiato sul collo per sto matrimonio e ho pensato ad una piccola vendetta» Rivelò Ginny facendogli l'occhiolino

Harry rimase in silenzio per qualche secondo, poi cauto chiese

«Se te lo chiede, puoi dire a Ron che ti ho convinto io a cambiare il colore?»

«Io cosa ci guadagno?» Rispose la ragazza con un sorriso furbetto stampato sul volto

Harry le si avvicinò cingendole la vita con un braccio

«Ho alcune idee con cui potrei sdebitarmi»

Ginny gli mise una mano sul petto allontanandosi con uno sguardo malizioso

«Questo posso ottenerlo anche gratis, Potter. Pensa a qualcos'altro»

Quando però vide gli occhi di Harry sbarrarsi per lo stupore e la delusione si affrettò ad aggiungere

«Vabbè per ora mi accontento»




Note dell'autore: Questa flash l'ho scritta appena prima di pubblicarla, quindi se ci sono errori o altro fatemelo notare che lo modifico. Nei prossimi giorni sarò parecchio impegnato e non ho più racconti pronti. Dovrei riuscire comunque a pubblicare ogni giorno, ma non ne ho la certezza. 
Ne approfitto per ringraziare i miei recensori più fidati: 
lapacechenonhoMiss Wendymilan94 e Lunaharry66: grazie è sempre un piacere leggere i vostri commenti! Grazie anche a chi legge e basta :)
A presto :)

 

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Capitolo 46
*** 054 Aria ***


054 ARIA


Erano due settimane che era finito il campionato di Quidditch.

Due settimane che le Holyhead Harpies avevano festeggiato il loro secondo titolo consecutivo.

Due settimane che Ginny Weasley non saliva a cavallo di una scopa.

Ora però sentiva di meritarselo, dopo aver spedito tutti i gufi con gli inviti per il matrimonio ed essere scesa a compromessi con la madre per la disposizione degli ospiti durante la cena.

Aveva rispolverato una vecchia Scopalinda dal capanno nel giardino della Tana e ora volteggiava pigramente sfiorando le cime degli alberi.

Volare la metteva di buon umore, sgombrandole la testa da ansie e preoccupazioni, ma ora continuava a guardare il giardino, come se fosse in attesa.

Perché solo una cosa la rendeva più felice del volare sulla sua scopa: volare sulla sua scopa insieme a Harry e doveva aspettare che Madama Malkin finisse di prendergli le misure per il vestito.

Ricordava come se fosse ieri le giornate estive passate a giocare a Quidditch con i suoi fratelli e Harry quando riusciva a lasciare Privet Drive.

Portava dentro di se il ricordo della sensazione di impazienza che la pervadeva quando, prima del suo ultimo anno, dopo la battaglia, lei e Harry salivano in sella alle scope per poi atterrare dietro al frutteto della Tana e passare il resto del pomeriggio con le labbra incollate.

Quando lo vide uscire dalla porta con la scopa sotto braccio un sorriso le si dipinse sul volto. Non ci fu bisogno che gli andasse incontro visto che pochi secondi dopo lui le sfrecciò accanto urlando:

«Vince chi arriva prima al frutteto»

Ginny sapeva che non avrebbe avuto speranza, in sella a quelle vecchia scopa, ma la felicità la pervase e con un colpo di reni si lanciò all'inseguimento mentre l'aria le scompigliava i capelli.


 

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Capitolo 47
*** 066 Pioggia ***


066 PIOGGIA

 

Approfittando di un weekend senza turni al lavoro, Harry e Ginny avevano organizzato un paio di giorni in un cottage in Scozia anche per allontanarsi dallo stress del matrimonio.

Quella baita spersa nei boschi era stata consigliata a Ginny da Luna, che le aveva garantito totale privacy e lontananza da qualsiasi forma di vita magica e non.

Dopo aver passato le prime due ore a rotolarsi nel letto, avevano deciso di fare una lunga passeggiata fino ad un torrente poco lontano, ma a metà strada erano stati sorpresi da densi nuvoloni neri e una densa pioggia torrenziale.

Erano corsi di nuovo a casa, con i vestiti zuppi appiccicati alla pelle e la voglia di un lungo bagno nella vasca al piano di sopra, possibilmente insieme.

Fuori dal patio Harry però si fermò di colpo, trattenendo Ginny per un braccio: ogni pensiero lussurioso fu spazzato via dalla sua testa, sostituito da allerta e preoccupazione

«Che succede?»

«C'è del fango sulla veranda»

«Sta diluviando Harry, direi che è normale»

«Quando siamo usciti non stava piovendo, qualcuno deve essere venuto qua dopo che ha iniziato»

Ginny si stupì di non averci pensato ed estrasse la bacchetta.

«Stai dietro di me» Sussurrò Harry

«Non ci penso neanche»

«Gin, per favore»

«Io entro dall'ingresso principale, tu dalla veranda» Continuò lei ignorandolo

Harry fece un sospiro rassegnato e annuì.

Attese di vederla sparire dietro l'angolo della casa e socchiuse lentamente la porta del patio.

Sul pavimento non c'era nessun segno di fango e Harry cercò di percepire ogni minimo rumore avanzando.

Sentì Ginny aprire con un leggero clic la porta d'ingresso.

Poi tutto precipitò.

Harry vide le luci del salone accendersi e numerose grida propagarsi nell'aria.

Con due balzi si precipitò nella stanza dove sperava di trovare Ginny, ma l'ombra di un uomo alto che teneva in mano una bacchetta gli anticipò che potevano esserci solo guai.

«Stupeficium!» Urlò lanciandosi dentro il salone

«Harry, no!» la voce di Ginny gli giunse flebile alle orecchie

«Protego» Un'altra voce, sorprendentemente familiare, blocco il suo incantesimo che gli si ritorse contro facendolo alzare in aria e atterrare contro il muro.

Poi il buio.


 

«Io ve l'avevo detto che non era una buona idea»

«Miseriaccia Herm, l'hai detto quindici volte negli ultimi tre minuti»

«Se mi aveste dato ascolto...»

«Zitti voi due!»

Harry aprì gli occhi e si ritrovò davanti quasi tutti i suoi vecchi compagni di scuola che lo guardavano preoccupati

«Che succede?» Chiese confuso

«Succede che avevo ragione» Rispose Hermione piccata

«Harry» Ginny si sedette accanto a lui al divano «Luna ci aveva organizzato una sorpresa per festeggiare il matrimonio» e indicò la ragazza bionda intenta a pulire il bordo di una tazza con una tenda.

«Scusa Harry per l'incantesimo scudo, ma hai provato a schiantare la torta» Si affrettò a prendere parola Neville, evidentemente mortificato.

«Ma quindi...»

«Ci aspettavamo che entraste insieme dall'ingresso» Si giustificò Seamus Finnigan

«E io stavo facendo fluttuare la torta» Continuò Ron

«Io invece non ero d'accordo. L'ho detto che non era una buona idea commettere un'effrazione in casa dell'auror che ha sconfitto Voldemort»

Harry rimase in silenzio qualche secondo poi si alzò sentendo cigolare qualche osso

«Ron» Mormorò verso l'amico «Possibile che dopo tutti questi anni, non hai ancora imparato che di solito Hermione ha ragione?»

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Capitolo 48
*** 008 Settimane ***


008 SETTIMANE


«Quindi è un addio?»

«Non fare il melodrammatico, Potter!» Rispose Ginny trattenendo un sorriso

«Non ci vedremo per due settimane, lo faccio eccome!»

«Non è colpa mia se hai una missione di sei giorni in Galles»

«Ma è colpa tua aver acconsentito a quella stramba tradizione di tua madre»

«Non vederci per una settimana prima del matrimonio è stata una pedina di scambio per evitare di avere zia Muriel al tavolo vicino al nostro durante la cena»

«Spero che l'abbiate messa lontana di Elphias Doge»

Ginny si arrese e il sorriso le si dipinse sul volto. Lo abbracciò seppellendo il suo volto nella giacca da Auror.

«Mi mancherai»

«Anche tu»

«Ti rendi conto che la prossima volta che ci vedremo sarà per sposarci?»

«Non mi ci far pensare»

«Ci stai ripensando, Potter?»

«No Gin, ma manca ancora così tanto»

«Vedrai che i giorni voleranno»

Harry sospirò poi si voltò verso l'orologio attaccato alla parete.

«Ho ancora un po' di tempo, che ne dici di un addio come si deve?»

Ginny per tutta risposta saltò avvolgendogli le gambe intorno alla vita e cominciando a baciarlo con passione.

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Capitolo 49
*** 088 Scuola ***


088 SCUOLA

 

«Vuoi che chiami tua mamma?» Chiese Hermione dietro la porta chiusa del bagno del dormitorio femminile di Grifondoro

«Non ci provare» Urlò Ginny da dentro mentre un altro conato le sconquassava lo stomaco e quel poco di colazione che le era rimasto dentro finì in fondo alla tazza del water.

«Ginny sicura di stare bene?» La voce di Hermione tentennò, stupendosi della stupidità della sua stessa domanda.

«Ti sembra che stia bene?» Esplose la ragazza spalancando la porta del bagno mentre ciocche di capelli le schizzavano dalla testa dopo essersi sciolte dall'acconciatura che Hermione aveva appena creato con un incantesimo.

«Che succede?» Chiese cautamente la damigella d'onore stretta nel suo vestito viola.

Ginny serrò le labbra, mentre il suo stomaco continuava a fare le capriole.

«Sei sicura che non vuoi che chiami Molly?» Azzardò di nuovo Hermione

«Ti ho detto di no!» Urlò la ragazza. Poi fissando la faccia dell'amica preoccupata si calmò

«Scusa» Sussurrò «Potresti chiamare la McGranitt?»

«Certo, ma perché vuoi vedere la McGranitt?»

«Se c'è una cosa che mi hai insegnato, è che non ci si può smaterializzare da Hogwarts, e ho bisogno che lei mi permetta di farlo»

Hermione sbarrò gli occhi e sentì come se il sangue gli defluisse da tutto il corpo. Si appoggiò al muro più vicino poi aprì la bocca

«P-Perché» balbettò «Vuoi smaterializzarti da Hogwarts?» Chiese sperando che Ginny non rispondesse.

Non era sicura di essere pronta a sentirlo.

Di sicuro non voleva essere la persona che avrebbe dovuto dare la notizia a Harry.

«Per favore Hermione» La supplicò Ginny quasi con le lacrime agli occhi «Chiama la McGranitt e non dire niente a nessuno, soprattutto a mia madre»

Hermione deglutì annuendo.


 

Quando Hermione aveva portato la McGranitt nel dormitorio di Grifondoro, Ginny le aveva chiesto se poteva attendere fuori.

E ora era li, in piedi dietro la porta che molte volte l'aveva ospitata e protetta durante sette lunghi anni.

Le era capitato spesso di rimpiangere quel giorno in cui, a undici anni, aveva ricevuto la lettera da Hogwarts.

L'aveva rimpianto quando tutti i suoi compagni la odiavano, durante il primo anno.

L'aveva rimpianto le innumerevoli volte che si era trovata in pericolo insieme a Harry e Ron.

L'aveva rimpianto durante la battaglia mentre osservava i corpi senza vita dei suoi amici.

E lo stava rimpiangendo ora, mentre cercava di capire come fare per dire al suo migliore amico che la sua futura sposa se ne era andata in seguito ad un attacco di ansia.

La McGranitt uscì dalla porta con uno sguardo preoccupato.

«Signorina Granger, mi raccomando» La ammonì severa «Non una parola e soprattutto non faccia entrare nessuno»

«Professoressa, ma...» Si interruppe cercando le parole «il matrimonio ci sarà?»

«Non lo so, signorina Granger, non lo so»

Note dell'autore: Questa è la prima delle due flash che affrontano il matrimonio di Harry e Ginny. RIspetto agli altri capitoli è molto più narrativo (c'è una trama e non descrive semplicemente un momento della vita dei due). Non sarà sempre così: credo che questa raccolta sia fatta per raccontare episodi non per creare trame, però in questo caso mi è venuta fuori così. Vi preannuncio che, come previsto, oggi e domani saranno le ultime due flash per almeno un paio di settimane. L'ispirazione c'è ancora, ma manca il tempo e voglio finire anche le altre storie che avevo iniziato. 
Grazie a tutti,
A presto! :)

 

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Capitolo 50
*** 044 Cerchio ***


044 CERCHIO


 

«Tua madre ce l'ha ancora con me per aver scelto Hogwarts per il matrimonio?» Chiese Harry sedendosi sul suo vecchio letto nel dormitorio maschile di Grifondoro.

«Mia madre non ce l'avrebbe con te neanche se le rubassi le galline, Harry, quindi rilassati» Ribatté Ron affacciandosi dalla finestra per guardare nel parco: poteva vedere già molti degli invitati aggirarsi chiacchierando tra loro.

«Pensi che dovremm...» La frase di Ron fu interrotta da un sonoro crack e dalla voce di Ginny

«Languelingua!»

«Ginny!» Harry fissò la sua futura sposa, in sottoveste bianca e capelli scompigliati, stare in piedi in mezzo alla stanza e puntare la bacchetta contro il suo testimone.

«Ron scusami» mormorò la ragazza andando incontro al fratello «Ma non posso rischiare che tu ti faccia sfuggire qualcosa con mamma. Ora per favore lasciaci soli»

Ron spostò lo sguardo su un Harry visibilmente preoccupato

«Ginny che succede?» Chiese squadrandola

«Appena Ron esce, ti spiego»

Harry fece un cenno all'amico che uscì richiudendosi la porta alle spalle.

Una volta chiusa Ginny si avvicinò al ragazzo guardandolo negli occhi e, prendendogli una mano, gliela aprì e poso al centro l'anello di fidanzamento che lui le aveva dato quasi un anno prima.

«Gin cosa...» Harry era sbiancato e non riusciva a togliere lo sguardo dal cerchio dorato sormontato da due smeraldi che ora giaceva al centro del suo palmo.

«Prima di giungere a conclusioni, ascoltami» Si affrettò a interromperlo Ginny.

Harry alzò lo sguardo su di lei, che ancora non gli aveva mollato la mano, e annuì appena.

«Sono tre giorni che non riesco a scacciare dalla mia testa alcuni pensieri» Cominciò la ragazza «Io ti amo e sono abbastanza sicura che anche tu mi ami»

«Certo che ti amo» la interruppe

«Bene, ma credo che mi sia venuta un po' d'ansia che mi causa continui sbalzi d'umore» Ginny aveva abbassato lo sguardo «E avevo bisogno di parlare con te»

«Ok, ma perché mi hai ridato questo?»

«Ora ci arrivo. Come ho detto sono abbastanza sicura dei sentimenti che proviamo l'uno per l'altra, ma non abbiamo mai parlato veramente del futuro»

«In che senso?»

«Per esempio: vuoi continuare a vivere in un appartamento a Londra per il resto della vita?»

«No, non credo, mi piacerebbe abitare in una casa a due piani...»

«Ecco vedi? Questo intendo» Lo interruppe lei «E se io invece volessi vivere in un appartamento a Londra?»

«Ma se hai sempre detto..»

«Era un esempio, Harry!» Esplose Ginny alzando la voce più di quanto fosse necessario.

Il ragazzo spalancò gli occhi alla sua reazione esagerata

«Gin ascoltami» Cominciò guardandola negli occhi e cercando di infonderle tutta la sicurezza che credeva di avere «Io sono sicuro di voler passare il resto della vita con te, anche fosse nel sottoscala dei Dursley»

«Ok ma non ci sarà solo questo problema» Lo interruppe di nuovo Ginny «Cosa farà quando smetterò con il Quidditch? Se non trovassi lavoro? Arriveresti ad odiarmi a vedermi sempre in casa»

«Ginny per favore non dire assurdità, non è da te!» Sbottò Harry cominciando a sentire i suoi nervi venire meno.

«Non sono assurdità Harry»

«Si lo sono perché ci amiamo e qualsiasi cosa succederà potremo affrontarla» le accarezzò una guancia e si rese conto che era la prima volta che la vedeva affrontare una crisi in quella maniera. Le sorrise poggiando la fronte sulla sua.

«Che ne dici di rimetterti l'anello e andare a prepararti? C'è gente che ci aspetta»

«Ho un'ultima domanda prima» Sussurrò lei chiudendo gli occhi e prendendo un respiro profondo «Non abbiamo mai parlato di figli»

«Io...io credo di volerne. Tu?»

«Si anche io»

«Non sette però» Si affrettò ad aggiungere ripensando alla famiglia numerosa della sua fidanzata.

Ginny esplose in una risata che le fece scaricare un po' di nervosismo.

Poi spostò gli occhi in quelli del ragazzo.

«Ora sta a te decidere se mi devo rimettere quell'anello»

Lui la guardò perplesso, indeciso se rispondere. Sentiva che Ginny stava per dire qualcos'altro,

«Harry» sussurrò lei avvicinandosi «sono incinta»


 

Qualche ora dopo Ginny Potter stava danzando con suo padre al centro della pista da ballo costruita nel giardino della casa in cui aveva passato i primi diciotto anni della sua vita. Suo marito la guardava, seduto al tavolo con un bicchiere di acquaviola stretto in mano e si rese conto che niente avrebbe potuto renderlo più felice.



Note dell'autore: Ciao a tutti, siamo giunti a metà di questa raccolta e vorrei ringraziare tutti quelli che mi leggono e recensiscono. Con questa flash ho osato un po': ipotizzare che Ginny fosse incinta (come alcuni avevano già capito dallo scorso capitolo) potrebbe essere un po' azzardato, ma con i tempi in cui ho ambientato il tutto dovrebbe tornare. Il matrimonio si è svolto nel luglio 2003, quindi James Sirius nascerebbe nell'aprile 2004. Credo che sia abbastanza realistico. 
Vabbe comunque fra due settimane ricomincerò a pubblicare e arriverà la parte difficile: sia perchè non ho molta abilità nello scrivere di bambini (e nei prossimi 50 racconti credo che il rapporto tra Harry e Ginny e i figli sarà centrale) sia perchè alcuni degli elementi rimasti saranno particolarmente difficili da assegnare. Vabbe vedremo.
Ancora grazie,
A presto! :)

 

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Capitolo 51
*** 033 Troppo ***


033 TROPPO

 

«Miseriaccia, Harry sicuro di stare bene?» Ron fissò l'amico mentre un'espressione di sofferenza compariva sul suo viso sempre più pallido.

«Si tranquillo» Borbottò a mezza voce mentre si posava una mano sullo stomaco «Ho mangiato troppo e devo solo digerire»

Entrambi quella sera aveva il turno di notte e si erano ritrovati al Quartier Generale degli Auror, quasi deserto.

«Sicuro di non aver mangiato qualcosa che ti ha fatto male?»

«No, è solo colpa di Kreacher»

«Kreacher?» chiese Ron perplesso «Ma non lavora nelle cucine di Hogwarts?»

«Gli ho chiesto se poteva tornare» Rispose Harry scuotendo la testa

«Come mai?»

«E me lo chiedi?» Esclamò Harry cercando di trattenere un conato «Già voi Weasley avete un appetito leggendario, immaginati come possa essere tua sorella incinta»

Ron scoppiò in una risata sguaiata.

«C'è poco da ridere! Senza Kreacher dubito che sarei stato capace di procurarmi tutte le cose di cui Ginny ha improvvisamente voglia durante la giornata»

«Continuo a non capire come mai stai male te, però»

«È semplice: stasera Ginny durante la cena ha voluto l'equivalente di un menù di cinque portate, solo che dopo due forchettate di un piatto si stufa e passa a quello dopo, così tocca a me finirlo»

«Miseriaccia e non potevi lasciarlo?» Ron lo guardò perplesso

«Per questo dicevo che è colpa di Kreacher!» Ribattè esasperato Harry «Il primo giorno, quando ha trovato tutto il cibo avanzato, ha cominciato a chiudersi la testa nello sportello del forno urlando “Kreacher no buono cuoco per i padroni”»

Ron ricominciò a ridere immaginandosi la scena.







Note dell'autore: Eccomi di nuovo, sono tornato. Queste due settimane di pausa sono state parecchio impegnative e non è che abbia potuto scrivere poi molto, però da oggi in poi dovrei avere un po' più tempo da dedicare a questa raccolta (e all'ultimo capitolo della long). Questa flash non è niente di particolare ed è anche piuttosto breve, ma mi ha fatto ridere scriverla quindi mi sembrava il modo giusto per ricominciare a pubblicare.
Stavo pensando che, per recuperare i 15 giorni senza pubblicazioni, potrei far uscire due capitoli al giorno, uno la mattina e uno la sera, ma non garantisco nulla. Per ora accontentatevi di questo e ora vado a scriverne altri! ;)
Grazie a tutti e a presto! :)

 

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Capitolo 52
*** 067 Neve ***


067 NEVE

 

«Ce ne sono ancora tre o quattro da vedere»

«Ma a me piace questa»

«Si anche a me, però...»

«Però cosa?» Ginny si era fermata di colpo in mezzo al marciapiede.

Leggeri fiocchi di neve, insolita per l'inizio di marzo, le si incastravano tra i capelli rossi e immediatamente si scioglievano.

Aveva messo le mani strette a pugno incastrate nei fianchi e fissava Harry con cipiglio arrabbiato.

«Però potrebbero essercene di più belle» balbettò arretrando leggermente.

Harry aveva sempre avuto timore di Ginny quando si arrabbiava, ma fino a qualche mese prima non capitava così spesso.

Da quando era rimasta incinta però i cambi di umore erano diventati imprevedibili e poco gestibili.

Una volta aveva provato a farglielo notare e per tutta risposta lei aveva esclamato, cercando di colpirlo con una fattura “È colpa tua se sono così, quindi ora sopporti in silenzio”

Improvvisamente però. la smorfia infastidita della ragazza si sciolse in un sorriso.

«Harry volevamo una casa su due piani, con molte stanze, un camino e un giardino sul retro. Questa ha tutto!» il tono della voce era entusiasta «Senza contare che dal giardino puoi accedere direttamente al boschetto sulla collina»

Harry si grattò il mento, dubbioso.

«Ma non vorresti stare più vicino alla Tana?»

«Il fatto di essere lontani, non impedirà a mia madre di materializzarsi ogni tre ore nel nostro salotto» Ribatté Ginny roteando gli occhi e sbuffando

«Sicura di non aver scelto questa solo perché...»

«Harry» lo interruppe lei, avvicinandosi e prendendogli una mano «crescere qua i nostri figli, dove sei nato e dove i loro nonni sono sepolti è sicuramente qualcosa che mi fa venire voglia di trasferirmi, ma ti assicuro che se la casa non mi piacesse non l'avrei scelta»

Il ragazzo arricciò le labbra poi si chinò a stamparle un leggero bacio sulla bocca.

Si voltò guardando le poche case coperte di neve fresca che si affacciavano sulla strada e sentenziò:

«Ok allora è deciso, abiteremo a Godric's Hollow»


 

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Capitolo 53
*** 018 Nero ***


018 NERO

 

Harry non era decisamente pronto.

Era da molte ore che non si sentiva pronto.

Aveva immaginato come sarebbe potuto essere quel giorno. L'aveva pensato minuto per minuto durante le notti insonni e durante i turni noiosi al Quartier Generale.

Di sicuro non si immaginava di arrivare per ultimo, con tutti i Weasley intenti a camminare avanti e indietro per i corridoi del San Mungo e Hermione che gli lanciava uno dei suoi più classici sguardi di biasimo.

Non avrebbe neanche mai pensato di assistere allo svenimento di Ron, dopo che ebbe sbirciato in una delle sale parto la cui porta era rimasta socchiusa.

Ma soprattutto non aveva neanche vagliato l'idea che avrebbe dovuto presenziare durante la nascita del suo primo figlio. Un'infermiera però non era del suo stesso avviso e spuntò fuori dalla camera di Ginny sentenziando:

«Sua moglie vuole che entri» In un tono che non ammetteva repliche e Harry ebbe la sensazione che avrebbe potuto lanciargli lei stessa qualche maledizione senza perdono se si fosse rifiutato.

Non aveva neanche immaginato che Ginny sapesse lanciare incantesimi non verbali senza bacchetta: sperimentò su se stesso la sua abilità quando entrambe le sue mani gli vennero stritolate, una da quella della moglie, l'altra stretta in una presa invisibile che aumentava di forza ad ogni grido che Ginny lanciava.

La cosa che più lo sorprese però fu un'altra: per nove mesi aveva dato per scontato che sarebbero stati rossi, esattamente come quelli della madre e di tre dei quattro nonni.

Invece no.

Mentre stringeva tra le braccia il suo primo figlio, non poté fare a meno di fissare gli scompigliati capelli neri corvino.

Guardò Ginny che li stava fissando, stanca, ma un poco sorridente e non ci fu bisogno di parlare.

Si sarebbe chiamato James.


Note dell'autore: Ciao a tutti, probabilmente avrete notato che sto velocizzando parecchio i tempi, nel giro di due flash ho fatto passare 9 mesi. Questo perchè mi sono reso conto di essere a metà strada e avere ancora tanti anni da attraversare per arrivare al punto in cui voglio arrivare per concludere questa raccolta. 
Un'altra cosa: ho intenzione di concludere tutto entro l'inizio di settembre, solo che ho 31 giorni e una quarantina di flash da pubblicare. Quindi come anticipato, ci saranno giorni che ne pubblicherò due alla volta, ma non so quando.
Grazie a tutti come al solito.
A presto! :)

 

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Capitolo 54
*** 063 Estate ***


063 ESTATE

 

Ginny si era alzata di scatto dal tavolo da pranzo posizionato in giardino per l'occasione.

Rimase a fissare suo marito per qualche secondo, poi spostò lo sguardo sul resto della sua famiglia: genitori e fratelli la guardavano stupiti senza dire una parola.

Si voltò e rientrò in casa, con un passo svelto che ben rappresentava la rabbia con cui si era rivolta a Harry poco prima.


 

5 minuti prima

 

Era una classica domenica pomeriggio estiva e alla Tana tutti i Weasley si erano ritrovati al gran completo, come non accadeva da tempo.

Intorno al tavolo tutti chiacchieravano, ingozzandosi delle prelibatezze preparate da Molly.

Nel giardino, i più grandi della terza generazione di Weasley, scorrazzavano indisturbati chi inseguendo gnomi chi ascoltando le storie dei draghi di Charlie. I più piccoli invece si godevano le attenzioni dei nonni, cullati tra le loro braccia.

Ron scrutava il tavolo da pranzo alla ricerca di avanzi con cui poter riempire il suo stomaco mai sazio.

«Ginny mi passeresti quel pezzo di pollo avanzato?» Chiese alla sorella che, intenta in una conversazione sul Quidditch con Angelina Johnson, lo ignorò.

«Ehm...Ginny?» Ripeté il fratello cercando di attirare la sua attenzione.

Lei si voltò di scatto fulminandolo con lo sguardo

«Prenditelo da solo!» Ringhiò con tono decisamente aggressivo «Non vedi che sto parlando?»

Sia Ron che Angelina rimasero stupiti dalla reazione eccessiva della ragazza.

Il ragazzo tirò fuori la bacchetta e appellò il cosciotto di pollo facendolo finire sul suo piatto per poi voltarsi verso Harry seduto al suo fianco.

«Cosa le hai fatto? Perché è così irritabile?» Chiese sotto voce cercando di farsi sentire solo dall'amico.

«Non ne ho idea è da qualche giorno che fa così» Ribatté Harry alzando le spalle e lanciando uno sguardo sul piccolo James Sirius intento a sorridere alle smorfie di Arthur che se lo teneva sulle ginocchia.

«Miseriaccia Harry, non è che hai messo di nuovo incinta mia sorella?» Ron, con la bocca piena, non si rese conto di aver parlato a voce troppo alta e tutta la tavola si girò di scatto verso di lui.

Ginny lanciò uno sguardo di fuoco al fratello e si alzò improvvisamente, lasciando il tavolo ed entrando in casa.

Harry, perplesso e confuso, fissò prima l'amico, poi il posto lasciato vuoto dalla moglie, prima di seguirla di fretta e sparire oltre la porta che si era appena richiusa.

«Sei incredibile Ron» mormorò Hermione alzando gli occhi al cielo «Certe volte hai una capacità incredibile di essere tanto sveglio quanto inopportuno»

«Vuoi dire che...» ribatté il ragazza strabuzzando gli occhi

«Esatto» Rispose lei interrompendolo «Gliel'avrebbe detto stasera, ma tu hai rovinato tutto come al solito»

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Capitolo 55
*** 025 Estranei ***


025 ESTRANEI

 

Era una domenica mattina di una settimana abbastanza impegnativa, tra lavoro e trasloco, e Ginny e Harry si riposavano nel giardino dietro la loro nuova casa, mentre il piccolo James dormiva dopo una lunga notte passata a strillare.

«Senti che silenzio» Mormorò la ragazza, con la testa appoggiata alla coscia di Harry, sdraiati sull'erba fresca.

«Mmm mmm» Mugugnò lui, mentre sentiva gli occhi chiudersi.

«Ehm ehm, buongiorno!» La voce squillante di una donna attirò la loro attenzione e svegliò James che riprese a piangere.

«Buongiorno» Ribatté Ginny a denti stretti verso la testa della donna che spuntava oltre la palizzata che divideva il loro giardino da quello dei vicini.

La donna continuò a fissarli, mentre Harry prese in braccio il figlio cercando di farlo calmare.

Ginny si avvicinò alla donna cercando di apparire cordiale.

«Presumo che lei sia la nostra vicina, piacere io sono Ginevra» Poi spostando lo sguardo sul marito «Lui è Harry e nostro figlio si chiama James»

«Polmoni potenti il piccolo, eh!» Rispose la donna ignorando la mano tesa della ragazza.

«Eh già» Ginny impostò un sorriso forzato «Specialmente la notte, è difficile che riusciamo a dormire più di qualche ora»

«Si, capita anche a noi da quando vi siete trasferiti qua» Gli occhi della donna le lanciarono lampi di fastidio «Mi sa che i muri di casa vostra sono piuttosto sottili»

Ginny rimase sbalordita e non seppe come rispondere se non facendo un risolino imbarazzato.

«Per non parlare di quei due grossi gufi che girano qua intorno da quando siete arrivati!»

«Sono due civette!» Ribatté la ragazza seccata da quella conversazione del tutto inaspettata.

«Qualunque cosa siano quelle bestiacce» rispose l'altra scuotendo una mano «Spero che d'ora in poi le rinchiudiate. Non voglio che lascino ricordini sul tetto di casa mia»

Ginny trattenne la lingua dal rispondere in malo modo e la mano dall'afferrare la bacchetta e, con molto aplomb, sorrise alla donna

«Ora devo andare a dare da mangiare a mio figlio è stato un piacere conoscerla» e si allontanò

«Cosa voleva?» Chiese Harry quando la moglie lo raggiunse

«Mi sa che ci siamo trasferiti vicino alla versione babbana della Umbridge» Rispose solo Ginny, prendendo in braccio il figlio e rientrando dentro casa.

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Capitolo 56
*** 077 Cosa? ***


077 COSA?

 

«Sicuro sia saggio?» Chiese Ron mentre seguiva Harry oltre il portone d'ingresso di Azkaban

«È l'unica cosa che ci è rimasta da fare»

«Potremmo riprovare a cercare nella loro vecchia casa»

«Ci abbiamo già guardato decine di volte e la chiave della camera dei Lestrange alla Gringott non è mai spuntata fuori»

«Almeno potevamo chiedere a Robards, prima!» Ron si guardò intorno. Nonostante i dissennatori non fossero più a guardia della prigione, il vecchio edificio aveva un aspetto tutt'altro che rassicurante.

«Non c'è tempo Ron, sai com'è con la burocrazia» Ribatté Harry attraversando l'ultima porta prima di arrivare al blocco di celle dove avrebbero trovato Rabastan Lestrange

Erano quasi davanti alla cella del mangiamorte quando un Auror li raggiunse trafelato.

«Potter, Weasley» li chiamò con il respiro corto «C'è una donna da un camino del Ministero che vuole parlare con voi»

«Cosa?» Chiese stupito Harry girandosi verso l'amico «Nessuno sapeva che saremmo venuti qua»

«Hermione!» sospirò Ron «Le ho detto che oggi dovevamo venire ad Azkaban. Vado a sentire che succede, tu parla con Lestrange» e con passo svelto seguì l'auror dentro l'ufficio all'inizio del corridoio.

Harry non fece in tempo ad arrivare di fronte alla cella desiderata che sentì la voce dell'amico urlare

«COSA?? Harry dobbiamo andare!»

Il ragazzo si voltò verso la porta da cui proveniva il richiamo e vide Ron corrergli incontro

«Che succede?» Gli chiese perplesso

«Ginny...San Mungo...figlio» Ron sputò fuori parole sconnesse ma abbastanza comprensibile perchè Harry avesse la sua stessa reazione

«COSA??» urlò strabuzzando gli occhi «Ma mancano ancora tre settimane»

«Ha detto Hermione che può succedere e di andare immediatamente o rinchiuderci in una cella e non tornare più»

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Capitolo 57
*** 091 Compleanno ***


091 COMPLEANNO


Quando giunse l'alba, il silenzio regnava già da almeno un'ora e Harry era seduto sul divano a passare la cera su due manici di scopa.

Aveva passato la notte sveglio a cullare il figlio più piccolo, capace di rimanere addormentato solo tra le braccia sue o di Ginny, specialmente mentre fuori imperversava un temporale tremendo.

Quando finalmente era riuscito a lasciare il piccolo Albus nella sua culla senza che si risvegliasse, nel suo lato del letto aveva trovato James che, approfittando della sua assenza, si era messo al riparo da tuoni e fulmini accanto alla madre.

Harry aveva deciso che ormai il sonno gli era passato e era rimasto a fissare la sua famiglia per qualche minuto prima di scendere al piano di sotto.

La notte appena passata gli aveva fatto venire in mente quella di quattordici anni prima.

Fuori dal faro diroccato il clima era lo stesso: ricordava bene i lampi che lo tenevano sveglio e i boati che lo facevano sussultare.

Il ricordo di quella notte era il più vivido che avesse nella sua testa. Si ricordava ogni singolo secondo e ogni preciso pensiero che gli passava per la mente.

Quante volte, fino a quell'undicesimo compleanno, aveva guardato al futuro con disperazione e frustrazione.

Il suo presente però era diventato tutt'altro.

Quattordici anni fa avrebbe dato qualsiasi cosa per non passare un altro 31 luglio insieme ai suoi zii e a suo cugino.

Oggi invece, voleva solo passare il suo venticinquesimo compleanno con la sua famiglia.

Sorrise mentre sentì il più piccolo dei Potter cominciare a piangere.

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Capitolo 58
*** 023 Amanti ***


023 AMANTI

 

Erano passati solo pochi anni da quando Harry e Ginny erano andati a convivere e nessuno dei due aveva dimenticato i weekend passati a rotolarsi tra le lenzuola senza neanche alzarsi per mangiare né le inaugurazioni di ogni superficie su cui fosse possibile rimanere in due, senza vestiti.

Avere due figli per casa non aiuta l'intimità e certe attività avevano subito un drastico calo.

Fortunatamente però, durante quel primo weekend di gennaio, Molly e Arthur Weasley avevano proposto di far passare un paio di giorni alla Tana a James e Albus.

Non fecero neanche in tempo a rimaterializzarsi a Godric's Hollow dopo aver lasciato i figli dai nonni, che già erano in camera da letto.

Le mani scorrevano rapide sui rispettivi corpi, con le labbra incollate e i vestiti che si accumulavano sul pavimento.

Fu Ginny la prima ad accorgersene, alzando la testa di scatto e tirando sul il lenzuolo fino al collo.

Harry si voltò e vide un cane argenteo fluttuare di fronte al loro letto.

«Sta per nascere mio figlio» latrò con l'inconfondibile voce di Ron Weasley, prima di dissolversi in nebbiolina.

Harry e Ginny si guardarono

«Dovremmo andare»

«Si è vero, però..»

«Potrebbe nascere fra ore»

«Nessuno si accorgerà del nostro ritardo»

Harry abbassò con un dito il lenzuolo, scoprendo il corpo di Ginny.



Nota dell'autore: piccola annotazione per coloro che sono abituati a leggere i miei aggiornamenti solo al mattino: ieri sera ho pubblicato un altro capitolo, Compleanno. Nel caso ve lo siate perso..
Grazie come al solito a tutti.
A presto! :)

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Capitolo 59
*** 089 Lavoro ***


089 LAVORO

 

«Vuoi leggerlo?» Ginny entrò in cucina sventolando una copia della Gazzetta del Profeta verso Harry intento a cercare qualcosa da mangiare in frigorifero; si era appena alzato dopo un turno di notte ed era parecchio affamato nonostante l'ora del pranzo fosse passata da parecchio.

«No grazie, l'ho già letto in ufficio» rispose distrattamente mentre cercava di capire cosa fosse il contenuto di un barattolo opaco «Ce lo consegnano ogni notte appena lo stampano»

«Trovato qualcosa di interessante?»

«In realtà stavo cercando la fetta di torta alla melassa che avevo lasciato ieri sera»

«Intendevo sul giornale!» Sbuffò Ginny «Comunque se l'è mangiata tuo figlio stamattina»

«Le solite notizie» Harry chiuse deluso lo sportello del frigo e prestò attenzione alla moglie «Ormai parlano solo di gossip e Quidditch»

«Ho visto che le Harpies hanno perso»

«Già, contro i Cannoni. Ron è stato tutta la notte a leggere l'articolo quasi volesse impararlo a memoria»

«Ron ha letto l'articolo?» Ginny strabuzzò gli occhi

«Si, perché?» Chiese Harry perplesso dalla reazione «Ok che pensi che sia un po' tonto, ma non credo ci sia da stupirsi che sappia leggere»

«E non ha notato nulla?» Lo incalzò la moglie ignorando il commento

«Non ne ho idea. Cosa avrebbe dovuto notare?»

«Tu l'hai letto?»

«L'articolo?»

«Si»

«No»

Ginny sfogliò rapidamente il giornale fino alla pagina sul Quidditch e lo porse al marito.

Harry confuso iniziò a leggere, cercando di studiare ogni parola per vedere se ci fosse qualcosa che era sfuggito all'amico. Quando ebbe quasi finito, credendo di essersi perso la cosa che avrebbe dovuto notare, ricominciò da capo.

Fu solo dopo la terza lettura, e dopo aver superato l'ultima parola, che se ne accorse.

«Ma sei tu!» Esclamò alzando gli occhi verso la moglie che gli sorrideva compiaciuta «L'hai scritto tu!»

«Esatto»

«Potevi dirmelo!»

«In realtà non lo sapevo neanche io» Confessò Ginny alzando le spalle «Ero alla partita per salutare Gwenog e le altre quando sugli spalti ho incontrato Seamus...»

«Lavora alla Gazzetta, ora!»

«Esatto. Parlando è venuto fuori che stavano cercando qualcuno per la sezione sportiva, quindi mi ha proposto di scrivere un articolo su quella partita e di mandarlo in redazione» Ginny fece una pausa volutamente d'effetto «E alla fine l'hanno pubblicato davvero»


 

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Capitolo 60
*** 070 Tempesta ***


070 TEMPESTA

 

Un lampo illuminò la camera da letto e i due si ritrovarono a fissarsi, sorridendo, dai capi opposti del letto.

Quando il tuono fece tremare i vetri della casa Ginny sentì il figlio più grande stringersi più forte a lei, mentre il più piccolo, esausto dopo due ore ininterrotte di pianto, dormiva occupando buona parte del letto e obbligando Harry a rimanere disteso su un fianco e sul bordo del materasso.

«Visto che si è addormentato, forse è meglio se vado sul divano» Sussurrò cercando di rimanere in equilibrio e non cadere sul pavimento

«Tanto appena ti alzi, si sveglia» Ginny era leggermente più comoda, ma James le aveva avvinghiato le braccia intorno e non sembrava intenzionato a mollarla fino a che non fosse passato il temporale.

«Devo scrivere alla McGranitt» Mormorò Harry sovrapensiero

«Vuoi chiederle se li accetterebbe a Hogwarts dieci anni in anticipo?»

«No» rispose storcendo la bocca in un sorriso «Ti ricordi gli enormi letti che ogni tanto comparivano nella Stanza delle Necessità? Potremmo comprarne uno!»

«Potter sono abbastanza sicura di non aver mai visto nessun letto, con te, nella Stanza delle Necessità» nonostante sussurrasse, il tono caustico della voce era ben distinguibile «Con chi ci sei stato?»

«Non è come pensi!» Si difese subito Harry «Quando Lavanda passava tutto il tempo appiccicata a Ron, la notte passava ore a raccontare i dettagli a Parvati e Hermione andava a dormire nella Stanza delle Necessità per non sentirle»

«Ok, ti sei salvato» Mormorò Ginny cercando gli occhi del marito

«Comunque sono letti enormi e staremmo decisamente più comodi»

«Non credo basterebbe»

«Si invece!» Ribadì Harry deciso «Almeno finché non crescono troppo»

«No, il problema non è la dimensione dei tuoi figli, ma il numero»

Lui cercò di scrutare il viso della moglie nell'oscurità della camera

«In che senso? Sono solo due!»

«Si» Convenne Ginny sogghignando «Almeno per i prossimi otto mesi e mezzo saranno solo due»

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Capitolo 61
*** 015 Blu ***


015 BLU


 

«Gin vieni a vedere!»

Ginny sentì la voce di Harry mentre era intenta a scrivere un articolo sull'ultima partita dei Tornados. Alzò lo sguardo sui figli intenti a giocare sul tappeto del salotto e poi lo spostò sull'orologio appeso alla parete: erano le quattro del pomeriggio e Harry sarebbe dovuto tornare a casa già più di un'ora fa.

Si alzò dal tavolo del salotto proprio mentre la porta di casa si apriva e il marito entrava accompagnato da suo fratello. James corse incontro a Ron, ignorando il padre, e gli saltò in braccio.

«Ti ho chiamato» disse Harry rivolto alla moglie.

«Si ho sentito, ma stavo finendo l'articolo» Rispose Ginny con un cenno verso il tavolo e i fogli sparsi «Che devo vedere? E come mai sei rientrato così tardi?»

«Siamo andati a fare acquisti» Esclamò Ron mentre cercava di non farsi accecare dalla bacchetta giocattolo di James.

«Che avete comprato?» Ginny alzò un sopracciglio preoccupata

«Vieni fuori e lo vedrai!» Ribatté Harry facendole l'occhiolino «È un'idea che mi frullava in testa da un po'»

«Non accade mai nulla di buono, quando voi due assecondate le vostre idee» concluse Ginny sarcastica prendendo in braccio Al e dirigendosi verso il vialetto d'ingresso della casa.

Appena varcò la soglia la vide.

«Hai comprato un'automobile?» chiese perplessa al marito, fissando la macchina blu scuro parcheggiata di fronte al giardino.

«Esatto!»

«Perché?»

«Perché almeno i nostri figli potranno arrivare a Hogwarts volando durante il loro secondo anno!»

Rispose Harry mentre Ron scoppiava a ridere.

L'occhiata di biasimo di Ginny fece tornare seri entrambi.

«In realtà ho pensato che potrebbe essere comoda» Riprese «Materializzarsi con tre figli...»

«Specialmente con uno come James» Lo interruppe Ron mentre il piccolo Potter gli si era arrampicato sulla schiena, appollaiandosi sulle sue spalle e tirando i capelli rossi come se fossero briglie per un cavallo.

«..potrebbe essere complicato» Concluse Harry «E ormai tutto il mondo magico si sta adattando a quello babbano. In molti usano le macchine per spostarsi»

Ginny lanciò un'occhiata non convinta prima al marito poi all'auto.

«E poi» Ron prese la parola «quello che l'ha venduta ha detto che la Cermedes...»

«Mercedes» lo corresse Harry

«...È l'auto migliore di tutte» concluse con una smorfia di dolore provocata dal nipote che ora si appendeva al suo collo.

Ginny rimase ancora in silenzio per qualche secondo. Poi un sorriso si stampò sul suo volto

«Allora domani mi insegni a guidarla!» E rientrò in casa entusiasta lasciando Harry e Ron indecisi se essere stupiti o terrorizzati.


 

Note dell'autore:Buongiorno a tutti. Questo era uno degli elementi che mi ha dato meno idee e penso che dalla storia si capisca. Il colore è citato solo una volta e non è per niente centrale nella storia. Spero che almeno la “trama” sia ben costruita. Alla fine questa flash è solo un “riempitivo” prima di arrivare alla nascita di Lily.
Ne approfitto per ringraziare tutti quelli che mi recensiscono: è anche grazie ai vostri feedback che sto trovando la voglia di continuare questa raccolta.
Comunque grazie a tutti.
Domani probabilmente ci sarà una doppia pubblicazione (mattina e sera).
A presto! :)

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Capitolo 62
*** 081 Come? ***


081 COME?

 

Hermione era stanca. Nonostante mancassero poco meno di due mesi alla nascita del suo secondo figlio, aveva passato tutto il giorno in ufficio, coordinando un gruppo di obliviatori e spezzaincantesimi, per cercare di rimediare a una serie di maledizioni lanciate durante una partita di calcio babbano.

Non aveva avuto neanche il tempo di passare da casa, ma era dovuta correre al San Mungo quando Ron l'aveva avvertita che Ginny stava partorendo.

Ora era seduta su uno degli sgabelli di plastica del corridoio mentre, insieme al resto dei Weasley e a Harry, aspettava che arrivassero notizie e si stava quasi addormentando.

«Sia Hemione»

La vocina squillante di uno dei suoi nipoti la risvegliò.

«Ciao James» rispose sorridendo al bambino, che si era accomodato sulla sedia accanto a lei «Pronto per salutare la nuova sorellina?»

Il piccolo Potter annuì pensieroso e Hermione gli passo una mano tra i neri capelli scompigliati.

«Dov'è la mamma?» Chiese guardandola con gli occhi che erano la copia sputata di quelli di Ginny

«È dentro quella stanza» gli sorrise indicando una porta del corridoio

«Con la mia sorellina?»

«Esatto»

James continuò a guardarla con l'espressione di chi non era per nulla soddisfatto delle risposte ricevute, poi abbassò lo sguardo sulla pancia di Hermione.

«Come escono dalla pancia?» Chiese corrucciato

Hermione sbarrò gli occhi e alzò la testa sperando che Harry comparisse a riprendersi il figlio.

«Con la magia» Rispose sentendosi un pochino in colpa per aver mentito ad un bambino di tre anni

James annuì soddisfatto, ma dopo qualche secondo tornò serio.

«E come ci entrano?»

La ragazza arrossì e sospirò.

«Credo che dovresti chiederlo a tuo padre, James»

«Sio Ron ha detto che tu lo sai»

Hermione alzò lo sguardo incrociando gli occhi del marito, intento a tenere in braccio Rose, e lo fulminò.

«Vieni» Esclamò al nipote alzandosi in piedi e prendendolo per mano.

Si diresse verso il capo opposto del corridoio, dove Harry e George stavano parlando, e li interruppe

«Harry, tuo figlio ha delle domande per te» esclamò parandosi di fronte all'amico

Lui si chinò, prese in braccio James e lo guardò.

«Se zia Hermione non sa rispondere alle tue domande, dubito di poterlo fare io!»

James lo ignorò

«Come è entrata la mia sorellina nella pancia della mamma?»

George, che stava bevendo un succo di zucca, per poco non si strozzò e si dileguò, infilandosi nella prima porta aperta.

Hermione trattenne una risata mentre guardava la faccia terrorizzata di Harry.

«Sai James» tossicchiò per schiarirsi la voce «Credo che dovresti chiederlo alla mamma, alla fine è la sua pancia, è lei che lo sa!» concluse contento di averla scampata, ma senza guardare Hermione, sicuro che gli stesse lanciando occhiate di biasimo.

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Capitolo 63
*** 053 Terra ***


053 TERRA

 

Ginny si materializzò nel vialetto dietro casa sorprendendosi di trovarla ancora intera. Il giornale l'aveva mandata per tre giorni in Irlanda a seguire le amichevoli della nazionale inglese di Quidditch che si stava preparando alla fase finale dei mondiali e, approfittando del weekend libero dal lavoro, Harry era rimasto solo con i tre figli.

Ginny era piuttosto sicura che, nel periodo della sua assenza, James avrebbe trovato un modo per distruggere qualcosa o qualcuno.

Attraversò il vialetto guardandosi intorno e osservando come le aiuole fossero ancora fiorite e le piante ben salde nel terreno.

Era a metà del giardino quando la porta d'ingresso si aprì e la piccola Lily le sgambetto incontro saltandole in braccio subito seguita dal marito e gli altri due figli.

«Ciao mamma!» Urlò James

«Ciao mama!» subito copiato dal fratello più piccolo.

Entrambi le corsero incontro abbracciandole una gamba per uno.

«Ciao ragazzi» Esclamò sorpresa da tanto affetto «A cosa devo questo entusiasmo?» Chiese rivolta più a Harry che ai figli che, Lily esclusa, difficilmente erano dediti a manifestazioni di tenerezza così esplicite.

«Ci sei mancata, mamma!» Esclamò il più grande, sempre con un tono di voce più alto del necessario.

«Anche voi ragazzi» Rispose sentendosi un po' in colpa «Ora però possiamo entrare in casa? Ho un po' fame»

«Ciao Gin» Mormorò Harry stampandole un bacio e prendendole la valigia.

Entrando nel salotto Ginny si convinse che le sue erano paure infondate: tutto sembrava a posto e i suoi figli avevano sentito la sua mancanza più di quanto si aspettasse.

«Che ne dite di fare merenda?» Propose ai figli dirigendosi verso la cucina

«No!» Urlò James con la faccia contorta in un'espressione disperata.

Ginny si arrestò perplessa e spostò lo sguardo su Harry che si stava sforzando di trattenere una risata.

«Che succede?» Chiese fissando il marito

«Chiedi a loro! Io non c'entro nulla» Ribatté Harry alzando le mani.

«È colpa di Al!» Urlò subito James puntando il dito contro il fratello

«Non è vero!» Rispose lui quasi sul punto di piangere

«È colpa di Lily!» Si corresse il più grande e subito Al gli diede man forte

«Si è colpa di Lily»

«Ragazzi!» Esclamò Harry con l'espressione che si fece improvvisamente seria «Cosa vi avevo detto? Niente bugie e assumetevi le vostre responsabilità!»

«Scusa» Sospirò James abbassando finalmente il tono di voce

«Scusa» Ripetè Al a pappagallo

«Cos'hanno combinato?» Ginny era indecisa se essere preoccupata o arrabbiata, ma vedendo Harry, piuttosto tranquillo, si rese conto che non potesse essere successo nulla di grave.

«Apri la porta e vedrai» Rispose il marito sogghignando

Ginny si avvicinò alla cucina e lentamente socchiuse la porta. Lo sfacelo che le si parò di fronte era difficilmente prevedibile: il pavimento era ricoperto di terra e avanzi di cibo; tutti i ripiani erano sporchi di fango, gli sportelli degli armadietti più bassi erano spalancati e al centro di tutto quel disastro un grosso cane grigio si stava rosicchiando le salsicce di drago che Charlie aveva portato dalla Romania l'ultimo Natale.

«Possiamo tenerlo?» Urlò subito James riacquistando l'entusiasmo che lo caratterizzava da mattina a sera.

«E quello?» Chiese rivolta a Harry

«Stamattina James, Al e Rose l'hanno trovato nel nostro giardino e, mentre ero in salotto con Lily e Ron, l'hanno portato in cucina per dargli da mangiare»

«E dal disastro che c'è presumo che ne siano arrivati altri cinquanta, giusto?»

«A quanto dice Rose, appena è entrato in cucina ha sentito l'odore del cibo e ha iniziato a salire su tutti i mobili e ad abbaiare. I bambini si sono spaventati e l'hanno chiuso dentro»

«Possiamo tenerlo mama?» Chiese Al guardandola dal basso con gli occhi spalancati. Fin dal primo giorno Ginny aveva capito che, avendo ereditato il colore degli occhi dal padre, sarebbe stato molto difficile dire di no ad Al.

«Papà ha proposto di chiamarlo Padfoot!» Esclamò James lanciando un'occhiata verso il cane, ma nascondendosi dietro una gamba della madre quando l'animale lanciò un breve guaito.

«Ah quindi hai già deciso?» Chiese Ginny alzando lo sguardo verso il marito.

«Ovviamente no, aspettavamo che tornassi»

Ginny tornò a fissare i figli

«Promettete di pulire tutto e di prendervi cura di lui?»

«Si!» Esclamarono in coro i fratelli.

«Ora però, io cosa mangio?» Chiese Ginny sentendo brontolare lo stomaco alla vista delle salsicce che il loro nuovo cane si stava gustando.

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Capitolo 64
*** 004 Interiorità ***


004 INTERIORITÀ

 

Erano passati dieci anni dalla battaglia e dalla sconfitta di Voldemort e per l'occasione il Ministero aveva organizzato una cerimonia di commemorazione seguita da un banchetto nei giardini di Hogwarts.

Harry, dopo essere stato al centro dell'attenzione per buona parte del giorno, quando ormai tutto il cibo era finito e la gente cominciava ad andarsene, si mise in disparte, sedendosi sull'erba con la schiena appoggiata a un albero.

Davanti a lui si stagliava enorme il castello di Hogwarts e alla sua sinistra il lago e sulla riva, lontana, poteva quasi scorgere il profilo della tomba di Silente. Una leggera fitta di malinconia tornò a far capolino dentro di se, come non accadeva da tanto.

Per molto tempo si era chiesto se ne era valsa la pena; se il prezzo pagato era stato equo.

Quante volte era rimasto sveglio nel letto a fissare il soffitto chiedendosi cosa avrebbe potuto fare di diverso.

Si era sentito in colpa per aver causato tante vittime e per essere sopravvissuto. Forse non era quel giorno di dieci anni fa non era stato poi così necessario. Forse le cose si sarebbero potute risolvere in un altro modo.

Poi li sentì.

Grida e risate gli giunsero all'orecchio. Spostò lo sguardo sulla porzione di prato allestita con tavolini e tendoni e vide un gruppo di bambini correre zigzagando tra i radi alberi, inseguendosi e ridendo. Distinse chiaramente qualche chioma rosso Weasley e, anche se non l'aveva visto, era certo che James fosse in mezzo al marasma.

Un mondo dove i bambini potevano correre liberi senza preoccuparsi di crescere senza genitori, dove essere figli di maghi o di babbani non faceva differenza, era decisamente un posto migliore rispetto al mondo di dieci anni prima.

E forse, un po', era anche merito suo.

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Capitolo 65
*** 059 Cibo ***


059 CIBO

 

«Non si può andare avanti così!» Esclamò Harry piccato entrando nel salotto dove Ginny stava finendo un articolo per il giornale.

I tre figli erano appena andati a letto e lui aveva lanciato gli incantesimi pulenti per lavare e riordinare la cucina dopo la cena.

«Che succede?» Chiese Ginny senza alzare lo sguardo dalla pergamena e con tono non particolarmente interessato.

«Come che succede?!» Ribatté Harry accasciandosi sul divano imbronciato

La ragazza alzò la testa cominciando a dare attenzioni al marito.

«Ha combinato qualcosa James?»

«Non solo lui!»

«Vabbe lo sai che Al si fa trascinare da suo fratello»

«Non solo loro due!» la interruppe Harry alzando un sopracciglio

«Lily??» chiese perplessa Ginny chiedendosi che cosa avesse potuto combinare una bambina di neanche due anni

«E te!»

«Io?»

«È tutta colpa tua!»

«Ti vuoi spiegare meglio invece di accusarmi?»

«Vieni con me!» Esclamò Harry alzandosi e, prendendola per mano, la condusse in cucina «Guarda qua!» e con un colpo di bacchetta spalancò gli sportelli della dispensa

«Non capisco, sinceramente» Mormorò Ginny chiedendosi se il marito avesse perso la testa

«Due giorni fa sono tornato da Londra con due scatole piene di cibo» Esclamò poggiando le mani sui fianchi «E ora la dispensa è di nuovo vuota»

«E perché sarebbe colpa mia?»

«Colpa tua e dei geni Weasley che hai trasmesso ai nostri figli!» Concluse esasperato Harry «Ogni pasto mangiano doppio!»

«Esagerato!»

«E anche te non è che ci vai piano eh!»

Ginny si fece improvvisamente seria squadrando Harry dalla testa ai piedi.

«Vuoi forse dire che sono grassa?»

«Non ho detto questo, però mangi tanto, esattamente come tutti gli altri Weasley»

«Quindi dovrei mangiare meno?»

«Esatto»

«Quindi pensi che sono grassa!» Concluse

«Ma no...»

«E allora perché dovrei mangiare di meno?»

Ginny lanciò un'occhiata accusatoria al marito e ritornò al tavolo del salotto, trattenendo un'espressione divertita e lasciando Harry confuso e senza parole di fronte alla dispensa vuota.

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Capitolo 66
*** 082 Se ***


082 SE

 

Harry e Ginny camminavano spediti sul marciapiede della strada principale di Diagon Alley. Si tenevano per mano e in giro, in quel tardo pomeriggio primaverile, c'era davvero poca gente.

Stavano andando alla Gringott per ritirare un po' di galeoni per poi comprare una scopa a Teddy, come regalo per aver concluso brillantemente il suo primo anno a Hogwarts.

D'improvviso la porta di un negozio si spalancò.

«Grazie Madama Malkin» Esclamò una voce di donna «Passo nei prossimi giorni a ritirare il vestito»

Due persone uscirono di fretta sul marciapiede quasi scontrandosi con la coppia.

Harry non fece fatica a riconoscere i capelli platino e gli occhi di ghiaccio

«Malfoy» mormorò in cenno di saluto.

Draco rimase interdetto qualche secondo.

«Potter»

Era già capitato che si incrociassero negli ultimi anni, ma mai così a stretto contatto.

«Ciao Ginny, Harry» esclamò la moglie di Draco sorridendo cordiale.

«Ciao Astoria» Rispose Ginny, mentre Harry non riusciva a togliere gli occhi di dosso da Draco.

Qualche secondo ancora di silenzio poi Malfoy si rivolse alla moglie.

«Dobbiamo andare» e con un sonoro crack si smaterializzarono.

Harry spostò gli occhi sulla moglie e poi sull'insegna del negozio dal quale i due erano usciti. Sorrise e riprese a camminare stringendo la mano di Ginny.

«Perché ridi?»

«Ti ho mai detto che è stato proprio da Madama Malkin la prima volta che ho visto Malfoy?»

«Non sul treno?»

«No sull'Hogwarts Express è venuto a offrirmi la sua amicizia e insultare Ron»

Per Ginny non fu difficile immaginare Draco lanciare le solite frecciatine al fratello. Continuarono a camminare in silenzio, diretti verso la Gringott.

«Chissa che sarebbe successo se il Cappello Parlante mi avesse messo in Serpeverde»

«Non sarebbe cambiato nulla, Harry»

«Come fai a dirlo?»

«Non è l'appartenenza ad una casa a formarti» sentenziò Ginny «Tu sei sempre stato di animo gentile e generoso, se fossi stato a Serpeverde, Malfoy non avrebbe mai potuto farti diventare un mangiamorte»

Harry rimase pensieroso per qualche istante.

«Si credo tu abbia ragione» Concluse convinto

«C'è solo una cosa che sarebbe diversa» Riprese Ginny sogghignando

«Cioè?»

«Ron mi avrebbe ucciso se fossi uscita con un Serpeverde!»

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Capitolo 67
*** 045 Luna ***


045 LUNA

 

Andromeda Black e Teddy Lupin erano soliti trascorrere il Natale alla Tana insieme a tutti i Weasley e relativi consorti e figli. Quell'anno però, Narcissa, l'unica sorella rimasta in vita di Andromeda, l'aveva invitati a passare il 25 dicembre a Malfoy Manor, come primo passo verso una, ancora lontana, riconciliazione.

Harry e Ginny li avevano perciò invitati a cena il 24 sera nella loro casa di Godric's Hollow insieme a Ron, Hermione e i loro figli.

Teddy si era finalmente liberato delle estreme attenzioni del più grande dei figli di Harry, rifugiandosi sul patio dell'enorme casa. James era come se fosse il suo fratello più piccolo e si divertiva sempre un sacco a stuzzicarlo e prenderlo in giro, ma quella sera non era particolarmente dell'umore.

Non amava molto il Natale, specialmente quando era circondato da tutte quelle famiglie perfette: non sentiva la mancanza dei suoi genitori, alla fine non li aveva mai conosciuti.

Sospirò e il fiato gli si congelò nell'aria di una notte di dicembre. Nella sua mente cominciò il conto alla rovescia che lo portava sul binario 9 e ¾ diretto verso Hogwarts.

«Miseriaccia, che fai qua fuori al freddo?» Ron era comparso sulla porta della casa con in mano un bicchiere di Whiskey incendiario subito seguito da Harry.

«Mi nascondevo da James» Ammise il ragazzino

«Credo tu possa rientrare ora» Rivelò Harry sorridendo «Si è addormentato sul divano»

I due uomini si sedettero sulla panchina, ai lati di Teddy, sorseggiando dal loro bicchiere.

«Come sta Hagrid?» Chiese Ron al ragazzo

«Bene credo» rispose distratto «Nell'ultimo mese non si è visto molto. Alcuni del quinto anno dicono che sia andato a caccia di Erumpent da allevare nella Foresta Proibita»

«Speriamo che non lo scopra Hermione allora!» Ribattè Harry scatenando le risate dell'amico.

«Tu come stai invece?» continuò il suo padrino.

«Bene»

Harry mormorò a labbra strette un cenno di assenso.

«Vuoi assaggiare?» Teddy si voltò verso Ron che gli stava porgendo il bicchiere di Whiskey dove ormai non c'erano che poche gocce.

Teddy lo guardò stupito poi si voltò istintivamente verso Harry che gli fece l'occhiolino.

Gli bastò far cadere quel poco che era rimasto sulla lingua per comprendere come mai lo chiamassero Whiskey incendiario. Trattenne un colpo di tosse e sentì le guance andare a fuoco.

«Buono» Sussurrò con la voce strozzata, cercando di mostrare sicurezza.

Harry e Ron scoppiarono a ridere.

«Non dire nulla a tua nonna, mi raccomando!»

Teddy scosse la testa, ancora in difficoltà a far uscire le parole.

«Forse è meglio se rientri ora» Lo invitò Harry «Non vorrai ammalarti e perderti il Natale a casa Malfoy di domani!» Concluse sarcastico mentre il ragazzo si alzava per rientrare in casa.

«Teddy» Lo fermò Harry quando ormai era quasi dentro.

«Si?»

«Loro avrebbero voluto essere qua insieme a te» sussurrò Harry con lo sguardo fisso sulla luna piena che compariva e scompariva tra le nuvole che si muovevano veloci «E sono sicuro che sarebbero molto fieri di come sei cresciuto»

Teddy non disse nulla rimanendo sulla soglia.

«Ora vai che forse c'è ancora qualche fetta di dolce avanzata»

«E mi raccomando, Teddy» Concluse Ron ««Ruba qualche posata d'argento domani»

Note dell'autore: Ok, passatemi questa flash. So che non parla di Harry e Ginny, ma ci sono alcuni fattori che mi hanno spinto a scriverla lo stesso. Prima di tutto che dopo 66 storie su di loro sto cominciando ad esaurire la fantasia! Secondo, non riuscivo ad associare Luna a nient'altro se non a Lupin (e di conseguenza a suo figlio). Ultimo, non avevo mai inserito Teddy come personaggio e mi sembrava giusto farlo.
Spero che vi sia piaciuta lo stesso, grazie a tutti.
A presto! :)

 

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Capitolo 68
*** 036 Olfatto ***


036 OLFATTO

 

«Cos'è questo silenzio?» Chiese Ginny preoccupata vendendo entrare Harry in cucina «Hai dato una pozione sonnifera ai tuoi figli?»

«No» Sogghignò Harry prendendo un bicchiere d'acqua dal rubinetto «Stanno facendo un disegno di un drago e sono impegnati a copiarlo dal modellino dell'Ungaro Spinato»

«Ok, ma meglio che torni di la» Ginny tornò a leggere le statistiche delle ultime partite del Puddlemore United per l'articolo che stava scrivendo «Non credo che la pace durerà ancora a lungo»

Appena finì la frase alzò la testa di scatto annusando l'aria.

«Sbaglio o c'è puzza di bruciato?»

Harry sbarrò gli occhi e corse in salotto seguito dalla moglie.

Un fuoco vivace scoppiettava nel caminetto nonostante il clima fosse piuttosto caldo, mentre due dei tre figli guardavano preoccupati i genitori con espressione colpevole e Lily continuava a disegnare ignorando tutto il resto.

«James!» Urlò Ginny arrabbiata

«Non c'entro mamma!» Sbraitò il maggiore buttandosi in ginocchio quasi alle lacrime «Stavolta non ho fatto nulla io!»

Harry alzò un sopracciglio incredulo

«Quante volte abbiamo detto che non si gioca con il fuoco?» Lo ammonì guardandolo con severità

«Mamma» mormorò Albus timidamente mentre James continuava a urlare la sua innocenza «Non è stato lui»

«Al?» Ginny sbigottita spalancò gli occhi «Da te non me lo sarei...»

«No io non ho fatto nulla!» Si affrettò a difendersi «è stata Lily» concluse alzando le spalle

Harry e Ginny spostarono lo sguardo sulla bambina di tre anni che continuava a scarabocchiare forme colorate su un foglio bianco stesa sul pavimento, poi ritornarono a guardare Albus pronti per un'altra serie di rimproveri.

«Davvero è stata Lily» ribadì il bambino «James ha detto che voleva fare il drago mentre sputava fuoco e lei ha urlato “fuoco” ed è comparso nel camino»

I due strabuzzarono ancora di più gli occhi: a nessuno dei loro figli erano ancora capitati episodi di magia accidentale e mai si sarebbero aspettati che l'ultima arrivata sarebbe stata la prima.

Harry si sciolse in un sorriso e si chinò per prendere in braccio la figlia, un po' scocciata di essere stata interrotta mentre disegnava.

James, che nel frattempo aveva concluso la sua sceneggiata, guardò il fratello incredulo.

«Non la punite?» Esclamò esterrefatto

«James» Lo ammonì la madre lanciandogli uno sguardo severo.

«Non è giusto!» mormorò il primogenito voltandosi e abbassando notevolmente la voce per non farsi sentire.

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Capitolo 69
*** 093 Ringraziamento ***


093 RINGRAZIAMENTO

 

Ogni anno, la festa di Natale organizzata nel Ministero della Magia si trasformava in un caos completo: i posti assegnati ai tavoli non erano mai rispettati da nessuno; nonostante servissero solo burrobirre qualcuno riusciva sempre ad introdurre quantità industriali di Whiskey Incendiario scatenando l'ebrezza di molti partecipanti.

In più, quell'anno, il primogenito della famiglia Potter era riuscito a raccogliere adepti tra i figli di altri dipendenti e ora un gruppo di bambini scalmanati e urlanti correva tra i tavoli disposti nell'atrio del Ministero.

Fu in mezzo a quella baraonda che Kingsley Shackebolt salì su un piccolo palco improvvisato e in pochi secondi riuscì ad attirare l'attenzione di tutti.

«Voglio rubarvi solo cinque minuti per una comunicazione di servizio»

Ron lanciò un'occhiata a Harry e gli fece l'occhiolino. Ginny, che aveva colto il movimento del fratello, chiese al marito:

«Che succede?»

«Aspetta e vedrai» Le sorrise criptico

«Dal primo gennaio» Continuò Shackebolt «Gawain Robards ha deciso di ritirarsi lasciando il suo incarico di Capo Auror. Un ringraziamento sentito da parte di tutto il ministero per aver preso in mano il Quartier Generale in un periodo così difficile.»

Un applauso si diffuse in tutta la sala.

«Su sua stessa indicazione» Riprese Kingsley una volta tornato il silenzio «Il suo posto sarà preso da una persona che non ha certo bisogno di presntazioni. Ti prego di raggiungermi qua sul palco, Harry»

Qualche secondo di silenzio sbigottito precedette un altro applauso fatto partire da Ron.

Kingsley lascio il posto a Harry che prese la parola

«Come anticipato dal Ministro, dal primo gennaio sarò il nuovo Capo Auror.» Iniziò Harry un po' impacciato «Avrò tempo per parlare con tutti dei miei progetti per il dipartimento, ma non adesso. Ora vorrei solo fare dei ringraziamenti» Si schiarì la voce e ricominciò a parlare «Prima di tutto a Gawain e a Kingsley per la fiducia. Poi a tutti i miei colleghi, ancora qualche giorno poi sarò il vostro capo, quindi iniziate a chiamarmi “Sua Eccellenza”» Uno schiamazzio di risate si diffuse nella zona in cui erano raggruppati tutti gli auror «Infine un ringraziamento speciale a tutta la mia famiglia acquisita, i Weasley, a mia moglie Ginny, ai miei figli...James scendi di lì!» urlò diretto al figlio che si stava arrampicando su una colonna, scatenando altre risate in sala.

Harry scosse la testa mentre poi riprese alzando il bicchiere.

«Un brindisi di buon Natale a tutti e grazie ancora»

Note dell'autore: Forse questa è la flash che mi è piaciuto meno scrivere tra tutte! Non mi piaceva il prompt e non mi piace come è venuta fuori. Però vabbe alla fine l'ho pubblicata lo stesso. Per chi non se ne fosse accorto, ieri sera ho pubblicato un altro capitolo in aggiunta a quello della mattina. Spero di riuscire a pubblicarne due anche in questi giorni, ma non garantisco nulla.
Grazie a tutti, a presto! ;)

 

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Capitolo 70
*** 046 Stelle ***


046 STELLE


 

Ginny mentre andava in salotto, trovò Lily seduta per terra, ai piedi delle scale che conducevano al secondo piano della casa, che fissava il muro.

«Che fai seduta li?»

«Guardo quelle» Rispose semplicemente la bambina indicando una piccola bacheca appesa contenente i due Ordini di Merlino che il Ministero aveva concesso a Harry e Ginny anni prima.

«Ti piacciono?»

La bambina annuì senza staccare lo sguardo dalle due medaglie a forma di stella con i due nastri colorati.

«Mi piace più quella con il nastro verde»

«È quella di tuo padre, la mia ha il nastro viola»

«Perché sei una femmina?»

«No» Rise Ginny chinandosi per prenderla in braccio e fargliele vedere da più vicino «Quella di tuo padre è più importante»

«Perché?»

«Perché lui, zia Hermione e zio Ron hanno fatto cose molto importanti per tutto il mondo»

«Tu no?»

«Io un po' meno importanti»

«Perché non sei andata con loro?»

«Chiedilo a lui» Rispose Ginny vedendo Harry comparire dalla cucina

«Papà» esclamò la bambina per attirare l'attenzione «Perché la mamma non è venuta con te e gli zii a fare cose importanti per il mondo?»

Harry guardò perplesso la moglie e la figlia senza capire di cosa stesse parlando. Poi si accorse che stavano guardando gli Ordini di Merlino e sorridendo si avvicinò

«Perché lei stava facendo cose importanti da un'altra parte!» Rispose accarezzando la testa di Lily e cercando di sfuggire allo sguardo di biasimo della moglie.

«Dì la verità Harry!» lo ammonì.

«È la verità!» Si difese

«In realtà Lily» Ginny si rivolse direttamente alla figlia «Tuo padre non ha voluto che andassi anche io e mi lasciò»

La bambina spalancò gli occhi e si voltò verso il padre

«Hai lasciato la mamma??» esclamò con tono quasi disperato nella voce.

«Si è vero, ma avevo commesso un errore» Ammise Harry «Poi però sono tornato da lei!»

La bambina spostò lo sguardo tra i due genitori per qualche secondo.

«Ma non la lascerai più, vero?»

«Assolutamente no»

«Promesso?»

«Promesso Lily»

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