Beastars- Another life

di Khailea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Per un erbivoro esser circondati da carnivori è un’esperienza terrificante.
Non si può fare a meno di osservare le loro zanne affilate, e le unghie in grado di strappare facilmente la carne.
Qualsiasi altra cosa sarebbe meglio di questa.
Eppure nella società moderna carnivori ed erbivori vivono a stretto contatto gli uni con gli altri, mantenendo un’apparente stato di calma.
La mia università è uno degli esempi più semplici.
Il mio nome è Masuy Rogoteru, sono una femmina di mus musculus, normalmente definito topo comune, e questo certo non mi ha mai aiutata nella vita di tutti i giorni.
Stai attenta a tutto, perché ogni cosa potrebbe ucciderti.
E’ sostanzialmente questo ciò che ti viene ripetuto fin dalla nascita se sei un erbivoro e se sei più piccolo rispetto al resto della popolazione, ed io rientro in entrambe.
In genere però non ho mai avuto una brutta vita. Ho frequentato un’ottima scuola e sono potuta entrare all’università di lettere moderne già dopo la maturità.
Per una famiglia avente ben sette figli non è assolutamente qualcosa da poco mantenere uno standard di vita alto, ma siccome lo stato garantisce una forma di sostegno alle famiglie numerose, in quanto garantiscono la sopravvivenza della specie, non è comunque impossibile.
Io sono la quarta, e tutte le mie sorelle più grandi sono già abbastanza indipendenti da poter vivere da sole, mentre le restanti frequentano o le medie o le elementari; io sono quindi la classica via di mezzo ancora troppo piccola per essere indipendente ma troppo grande per affidarsi completamente ai genitori.
Non è semplice, ma visto sono già al secondo anno posso dire d’aver superato il primo gradino no?
Proprio in questo momento sono alla lezione di glottologia, la disciplina che si occupa dello studio storico delle lingue, delle loro famiglie e dei loro gruppi di appartenenza.
La professoressa, uno gnu striato dal pelo marrone e nero, vestita con un eccentrico abito verde, sta segnando alla gigantesca lavagna le parti più importanti di questa lezione.
Forse non dovrei usare l’aggettivo gigante; infondo per me tutto è gigante.
Per ovviare alla differenza di dimensioni l’università ha scelto di creare le classi come se fossero una scala, e più si va in alto più i banchi diventano piccoli.
Essendo all’ultimo gradino posso vedere ogni cosa, anche se mi ci vogliono parecchi minuti per arrivarci o scendere.
Non appena la campanella suonò tutti gli animali di grandi dimensioni uscirono per primi, in modo da non rischiare di calpestare i più piccoli che dovevano sempre camminare vicino alle pareti.
-La lezione di oggi era veramente interessante, vero Masuy?-
Fortunatamente, come ho già forse detto, non sono sola in questo mondo così enorme rispetto a me.
La mia amica Hatsuyo è un topolino proprio come me, anche se il suo pelo è marrone mentre il mio è grigio.
Ci siamo conosciute al primo anno di università, e come sempre il fatto d’appartenere alla stessa specie porta gli animali a formare dei piccoli gruppi.
Questo ovviamente non significa che ho qualcosa contro altri animali, è solamente più facile parlare con chi è letteralmente come te.
-Già, per un po’ sono rimasta incantata a guardare la barbetta della prof.-
-Ahahah ti capisco. Stasera ci sei al karaoke con le altre quindi?-
Ogni lunedì Hatsuyo ed altre nostre amiche organizzano una serata tra ragazze, in modo da poter affrontare l’inizio della settimana con più spirito.
Di solito partecipo il più possibile alle loro uscite, visto è importante avere molte conoscenze quando sei così piccolina.
-Certo, mi diverte sempre il karaoke.-
Non costa troppo ed è un ottimo modo per scaricare le energie.
Appena la maggior parte degli animali è andata, anche noi tramite delle piccole scale poste ai bordi procediamo verso l’uscita, facendo molta attenzione nei corridoi a non farci schiacciare.
-Come ti stai trovando con le nuove materie? Infondo è la nostra prima settimana al secondo anno.-
-Direi bene, glottologia mi interessa molto.-
E’ stata per me quelle classiche materie apparentemente impossibili ma in realtà molto interessanti.
-Io faccio ancora fatica a pronunciare bene il nome ahaha.-
Ad un certo punto Hatsuyo si ferma, tenendo il capo basso e fissando un angolo della parete.
Non mi ci vuole molto per notare un gruppo di gatti che stanno venendo nella nostra direzione, e reagisco allo stesso modo.
Soprattutto nei confronti dei felini non ci è possibile evitarlo.
Infondo sono le spaventose creature che riempivano le storie che raccontavano i genitori ai topolini, quindi ci viene insegnato fin dall’infanzia ad averne paura.
Fortunatamente il gruppo ci supera senza nemmeno guardarci, e subito riprendiamo a camminare come se nulla fosse, nonostante sento ancora lo stomaco tutto scombussolato.
-Ci incontriamo sulle otto vicino alla stazione?-
Gli orari che di solito scelgono sono un po’ stretti con i tempi, ma nulla di cui debba veramente preoccuparmi.
-Certo!-
Dopo essere uscite dall’università dobbiamo separarci visto viviamo in zone differenti.
Oggi è anche una bellissima giornata, ma purtroppo il vento soffia troppo forte per poter usare la mia biciletta, visto rischierei di volare via, così sono costretta a portarmela dietro a piedi.
-Uffa, se le rendessero un pelo più pesanti non sarebbe un gran problema.-
Come al solito cerco di tenermi il più possibile distante dal marciapiede. La calca fuori dall’entrata dell’università è sempre spaventosa.
Mi sento sempre come se qualcuno potesse schiacciarmi da un momento all’altro, e sentire ogni giorno di notizie simili aumenta solo la mia paura!
Cercando di non pensarci procedo spedita senza accorgermi di qualcuno davanti a me, finendo così per sbattere contro la sua scarpa.
-Oh, mi dispiace ta…!-
Come alzo gli occhi mi paralizzo.
Tra tutti gli animali con cui potevo scontrarmi doveva essere proprio un gatto.
E’ una femmina dal pelo nero e gli occhi azzurri; danno l’impressione di potersi guardare perfino l’anima ed addirittura rubartela.
Le pupille sono enormi e rotonde, tipico segno che intende giocare con il suo cibo, ovvero me!
-Ehilà. Tutto ok topina?-
-S-sì! Chiedo scusa!-
Immediatamente cerco di correre via, ma la sento afferrarmi la coda.
-Hiiii!-
Non si rende conto di quanto sia grave per un carnivoro prendersi una tale libertà con un erbivoro?
E’ contrario ad un gran numero di regole sociali, e sarebbe in grado di strapparmela con estrema facilità pur non volendolo.
Potrebbe venir arrestata per molestia, ma almeno la polizia potrebbe arrivare prima che io possa venir mangiata!
-Oioi calma. Non ti mangio micca ahah.-
-Hiii!-
Non mi aiuta assolutamente a calmarmi, e non appena allenta la presa scappo saltando sulla bici.
Sento il cuore quasi battermi nelle orecchie tanto sono spaventata, e faccio di tutto per allontanarmi il prima possibile.
Forse mi sta seguendo?
Non ho il coraggio di guardare!
Ad un certo punto una folata di vento fa oscillare pericolosamente la mia bicicletta, e la velocità a cui sto andando mi fa letteralmente saltare a quella nuova.
-Aaaah!-
Perdendo momentaneamente il controllo finisco addirittura in strada, dove le macchine scorrono veloci.
Di solito la puzza dei gas di scarico è già un buon motivo per non passare direttamente lì ma nei marciapiedi, ma stavolta non la sento nemmeno.
Vedo decine di pneumatici passarmi vicino, evitandomi solo per un soffio.
Viste le mie dimensioni sono veramente pochi quelli che mi notano.
-Idiota non stare in mezzo alla strada!-
Solo una macchina fino ad ora mi ha notata, eppure non si è fermato ma semplicemente mi ha evitata.
-Mi fermerei se riuscissi!-
Ogni volta che provo a sfiorare il freno la bici traballa spaventandomi.
Posso solo sperare di rallentare a poco a poco smettendo di pedalare, ma la strada finisce ed arriva il marciapiede.
Come la ruota della bici sbatte contro di esso io vengo sbalzata in avanti, atterrando per mia unica fortuna in mezzo ad un cespuglio.
-Ouch.-
Anche se non nel migliore dei modi, sono così felice di essermi fermata.
Immediatamente controllo di non avere nulla di rotto, ma dalla punta delle orecchie alla coda sembra tutto apposto.
Un po’ diverso è il discorso per la bicicletta, ancora intera ma decisamente ammaccata.
-Grandioso…-
Almeno ho seminato quel gatto, non mi resta altro da fare se non procedere verso casa.
Impiego più tempo del previsto per arrivarvi, visto la mia deviazione ha allungato la strada.
Io e la mia famiglia abbiamo la fortuna di poter vivere in una zona per bene, pensata apposta per animali come noi.
Come in molte altre città, la nostra ha cercato di fare del proprio meglio per venire incontro alle esigenze di tutti i cittadini; ovviamente non sempre si riesce, più ci si allontana dal centro infatti meno tale aiuto è presente, dove ad esempio tutte le strutture sono pensate quasi solo per mammiferi di dimensioni normali.
Il centro vero e proprio è invece la zona più ricca e moderna, dove è impossibile farsi mancare qualcosa.
Io fortunatamente sono molto più vicina a quest’ultima parte che all’altra.
Per certi il quartiere sembrerebbe quasi una versione in miniatura del mondo circostante; gli edifici raggiungono comunque oltre i quattro metri d’altezza e sono altrettanto larghe, contenendo così vari appartamenti.
Anche le strade sono più piccole, e solo le macchine per animali di piccole dimensioni possono circolarvi. I lampioni tuttavia sono di una normale grandezza, anche se il loro numero e la luce prodotta di notte è leggermente inferiore per non disturbarci.
Sono varie le zone simili, non solo per noi ma anche per animali come gli elefanti.
Non che ci sia mai stata in realtà.
Raggiunto il mio palazzo sistemo la bici nella rastrelliera vicino all’ingresso, ed uso l’ascensore per arrivare al terzo piano.
Appena entro in casa sento subito il profumo della cena preparata da mia madre, e sento subito tutto il peso della giornata scivolare via.
L’ingresso da subito sulla sala, la stanza più grande della casa dal pavimento marrone chiaro ed i muri bianchi.
Al centro, sopra ad un morbido tappeto rosso abbiamo sistemato un lungo divano blu, dove sono sedute a giocare ai propri nintendo DS le mie sorelle Mineko e Kiyu, rispettivamente la quintogenita e la sestogenita della famiglia.
Mineko ha sedici anni e frequenta il secondo anno delle superiori, mentre Kiyu ha quattordici anni e frequenta il terzo anno delle medie.
Vista la ridotta differenza di età vanno molto d’accordo.
Fortunatamente visto Hama, la terzogenita, Rieko, la secondogenita, e Yuiya, la primogenita, hanno tutte una propria casa non dobbiamo dividere nessuna camera tra di noi.
-Sono a casa!-
Togliendomi le scarpe lascio lo zaino sull’appendiabiti, e vado a sedermi assieme a Mineko e Kiyu.
-Masuy vieni ad apparecchiare.-
La voce di mio padre proviene dall’altra parte della porta, quindi probabilmente anche lui ha aiutato a cucinare.
Di solito arriva a metà della cena, per via dei suoi turni in ufficio, ma anche per il fatto tendiamo a mangiare molto prima rispetto ad altri.
-Uffa, Mineko e Kiyu sono qui da ore.-
Ribatto subito sbuffando, ma prima che possano ribattere papà chiama anche loro.
-Infatti verranno ad apparecchiare per loro.-
Meno svogliata rispetto a prima entro quindi nella cucina, una piccola stanzina dai muri ed il pavimento piastrellato, riempita quasi completamente da un lungo tavolo di legno chiaro.
Mio padre che mia madre, due topi grigi della stessa specie, stanno già riempiendo i piatti di riso, mentre la sorellina più piccola, Ichi, è seduta al proprio posto pronta a mangiare.
-Come è andata l’università Masuy?-
-Bene. Solo dopo scuola ho urtato con la bici il piede di un gatto. Sono subito scappata ma a causa del vento ho sbattuto contro il marciapiede.-
Non ho alcun motivo per nascondere nulla alla mia famiglia, anche se a giudicare dall’espressione di tutti sono terrorizzati.
-Sei sicura non ti abbia seguita fino a casa?-
Mi chiede subito mia madre chiudendo la finestra dietro di noi.
-No ne sono sicura.-
Mi rendo conto siano molto apprensivi su questo argomento, e da questo sicuramente derivano la maggior parte delle mie preoccupazioni, ma non posso dar loro torto.
Infondo sono cresciuti in un periodo dove era molto più facile subire le angherie dei carnivori.
-Fai sempre attenzione Masuy, se vuoi puoi restare a casa nei prossimi giorni.-
-Non ce n’è bisogno papà, probabilmente non la rivedrò più.-
-Posso stare io a casa invece?-
Chiede subito Mineko sorridendo, mentre la mamma le accarezza la testa per sciogliere l’attenzione.
Ogni volta che è agitata saperci al sicuro e vicini la fa star meglio.
-Direi proprio di no.-
-Questa sera comunque Hatsuyo mi ha al karaoke con le altre. Pensavo di andarci verso le otto.-
Sicuramente non è il massimo chiederlo dopo aver nominato un gatto, ma sempre meglio del contrario.
-Sei sicura sia il caso di uscire proprio stasera? Poi con cosa ci andresti?-
Capisco papà non sia sicuro, ed effettivamente non abbiamo un auto.
-Usando il treno le incontrerei in stazione. Da lì ci muoveremmo assieme.-
Non che muoversi in gruppo per dei topolini significhi molto visto le dimensioni ridotte.
-Mh…io e tuo padre potremmo accompagnarti insieme in stazione in caso. Però qualcuno deve accompagnarti a casa al ritorno.-
-Andrebbe benissimo!-
Dopo cena mi preparo rapidamente, indossando una maglia azzurra dalle spalline basse ed un paio di jeans verdi.
Abbinamenti molto sgargianti, ma è importante che le creature più piccole siano ben visibili per non essere schiacciate.
I miei genitori sono vestiti in maniera molto più sobria, ma entrambi si portano almeno un paio di bombolette spry al peperoncino.
-Mi raccomando, tienine una anche tu.-
Mi dice subito mio padre poco prima di uscire.
-Ragazze non mettete piede fuori casa e non aprite a nessuno.-
Con queste parole mia madre chiude a varie mandate la porta dietro di noi, accompagnandomi fino alla stazione.
Non provo alcun imbarazzo per questo, ed in ogni caso siamo abbastanza vicini da impiegare poco tempo ad arrivare.
Poco prima che il treno si fermi però mia madre subito riprende a darmi i suoi importantissimi consigli per continuare a vivere.
-Masuy, non guardare negli occhi nessun animale più grande di te, non rimanere mai da sola e grida se dovessi avvertire anche il minimo pericolo.-
-Sì mamma. Ci vediamo dopo, vi voglio bene.-
Dopo averli salutati basta una mezz’oretta per arrivare alla mia fermata, e tutte le mie amiche sono già lì.
-Masuy!-
Inclusa me ed Hatsuyo siamo in cinque, ci sono poi Chiyo, Emi ed Daiky.
Ad eccezione delle ultime che lavorano frequentiamo tutte l’università, anche se Chiyo si sta laureando in ingegneria.
Proprio lei è la prima a raggiungermi e ad abbracciarmi.
-Quanto tempo!-
-Ahaha nemmeno una settimana.-
-E’ tanto!-
E’ sempre stata molto affettuosa, e non mi trovo affatto a disagio in questo.
-Siamo pronte allora ad andare? Abbiamo trovato un karaoke molto carino.-
Dice Emi muovendosi per prima. Immediatamente la seguiamo anche se impieghiamo più di ciò che mi aspettavo per arrivare.
A prescindere da questo però sono sicura sarà una serata fantastica!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La saletta per il karaoke, rispetto a tante altre in cui siamo state, non è niente male.
Il parquet rosso è in perfetta linea con i muri marroni, e le luci che sono state installate ai lati permettono di creare un’atmosfera rilassante.
Ci sono poi ben tre divani neri, con al centro un tavolino dove abbiamo appoggiato le nostre borse e le bevande che abbiamo ordinato, ma la cosa migliore è senz’altro il gigantesco televisore appeso al muro, collegato alla console per cantare.
I microfoni sono poi quattro, quindi non abbiamo avuto problemi a fare anche canzoni in gruppo.
-Ahaha, adoro queste serate!-
Chiyo è facile da accontentare, soprattutto quando beve così tanto; poco ci manca che salga sul tavolino per ballare fino allo sfinimento.
-Ok Chiyo, direi che puoi riposarti un po’.-
Hatsuyo cerca di farla stare buona mentre Emi armeggia un po’ per cercare una nuova canzone, visti però i suoi gusti non so se metterà qualcosa potrebbe piacermi o meno.
In generale la musica è bella, ma i testi che sceglie certe volte mi mettono a disagio.
-Masuy facciamo qualcosa noi due questa volta?-
-Certo.-
Non me la sento di rifiutare, così mi preparo per qualsiasi cosa abbia scelto.
Sullo schermo compare così la scritta Apex Predator- Original Broadway Cast of Mean Girls.
Per fortuna è Emi ad iniziare, così posso cercare di convincermi non sarà poi così male.
-Don't be fooled by the pink.
She is not playing dolls
.
She is stalking the halls.
For the thrill of the kill.

Every person in school.
Is aware of her stare.

When she tosses her hair.
They go perfectly still.

All their eyes say, don't attack me.
Watch them sweat and pant and shake.

Every food chain has its acme.
Regina George eats steak.

She's the queen of beasts.
She can smell your fear.

In this biosphere.
She’s the apex predator.
Like a lioness.

Only with less fur.
Do not mess with her.

She’s the apex predator.-
Non conosco bene la canzone, però spero comunque la mia parte non alluda troppo ai predatori…
-At the watering hole.

See the girls who weren't nice.
Have to scatter like mice.
From a jungle cat.

And though Janis is great.
She does not have this power.
People literally cower.
Janis can’t do that.

See us mark our territory.
As I follow in her train.
I was victim, I was quarry.

Now I shake my mane.
She's the queen of beasts.

And I’m in her pride.
I have hitched a ride.
With the apex predator.

And it's kinda fun.
When she bares her claws.
When I'm safe because.
I'm with the apex predator.

Did I think I'd be protected by my new exotic pet.
Not a chance if she suspected.

I was any kind of reproductive threat.
But she doesn't know yet.-
Quando arriva il coro la mia voce è già più bassa, mentre lei è completamente persa nel ritmo.

Non so come mai queste cose le piacciano tanto.
-No, she doesn't know yet.
She's the queen of beasts.
At this beastly school.
Gotta keep things cool.
With the apex predator.-

Intuisco siamo ormai alla fine quando le parti si intervallano in una serie di frasi solo per me e per lei, arrivando ad un altro coretto.
-So I'm kinda friends.-
-But you're kind of prey
.-
-Jesus, what a day.-
-With the apex predator.

Will she braid your hair.
Will she eat your heart.
How can you outsmart.
The apex predator.-

Daiky, Chiyo ed Hatsuyo mentre cantavamo hanno ballato per tutto il tempo, ma non appena finisco lascio il microfono in modo possano continuare loro.
-Ahah, Masuy non ti è piaciuta molto la canzone eh?-
Visto il suo stato Chiyo non si fa problemi a dire tutto ciò che le passa per la mente.
-Non tanto, non capisco come ad Emi piacciano le cose che riguardano i predatori.-
-La loro cultura in generale è interessante, ed anche tutte le loro tradizioni.-
Tante volte ha provato ad aprire argomenti simili, ma ho sempre fatto di tutto per evitarli. Li avrei sicuramente ascoltati se avessero riguardato modi per evitare i predatori.
-Credo non dormirei la notte se ne sapessi tanto quanto te.-
Tentò comunque di sdrammatizzare per non metterla a disagio, anche se so bene non si fa problemi simili.
-Non credo, però dai certe cose sono veramente interessanti. Grazie a loro le case per le nostre dimensioni vengono costruite in meno di una settimana. E avete mai visto i lavori per la loro distruzione? Un elefante professionista può farlo con un solo piede.-
Ed ora passerò settimane a controllare alla finestra se uno di loro è nei paraggi.
-Andiamo Emi, non ci servono ancor più motivi per avere paura degli animali più grandi di noi.-
Per fortuna Hatsuyo sa quando le cose iniziano ad essere un po’ troppo, ed è l’unica che effettivamente lo dice.
Continuiamo almeno con altre cinque o sei canzoni, prima di fermarci.
Le due ore che avevamo prenotato sono terminate, quindi è il momento per tornare a casa.
-E’ stata una serata fantastica, non vedo l’ora di rifarla.-
Hatsuyo sprizza allegria da tutti i pori, ma contrariamente a come fa di solito non si muove verso la stazione dove devo andare anche io.
-Hatsuyo non vai a casa?-
Chiedo quindi confusa mentre ormai le altre tre stanno già andando via; abitando vicino non hanno bisogno di prendere molti mezzi.
-Oh, stavolta vado a dormire a casa del mio ragazzo.-
Mi risponde con un sorriso molto felice, ma io non posso fare lo stesso.
-Ma…non è sicuro muoversi da sole.-
Le possibilità sarebbero tre: lei mi accompagna fino alla stazione e poi torna da sola, io l’accompagno a casa del suo ragazzo e torno indietro da sola, o entrambe ci muoviamo da sole.
Non posso ammettere ad alta voce che vorrei si realizzasse la prima.
-Andrà tutto bene, vive qua vicino, e per la stazione non ci vuole molto. Sono sicura non avrai problemi.-
Vorrei dire qualcosa per convincerla, ma ormai è già andata.
Il solo fatto di rendermi conto d’esser sola basta per farmi tremare; ci sono altri animali in giro sì, ma non delle mie dimensioni, ed è questo il problema.
Potrei chiamare casa per stare con loro al telefono tutto il tempo, ma così è molto più probabile qualcuno mi noti.
Alla fine non posso fare altro che stringermi nella mia giacchetta e camminare quanto più velocemente possibile, sperando di confondermi con i muri dei palazzi vicini.
-Non guardare nessuno e continua a camminare…-
Per tentare di far passare il tempo più velocemente cerco perfino di ripensare nel dettaglio alla lezione di oggi, ma dopo un po’ mi rendo conto che la strada sto seguendo non ha niente a che fare con quella da cui sono venuta.
-Oh no, avrò sbagliato incrocio? E’ meglio usare il navigatore.-
Come accendo il telefono però mi rendo conto è soltanto al 5% di carica; non basterebbe mai ad aiutarmi a tornare in stazione, e se capitasse qualcosa e sprecassi la batteria non potrei usarlo per chiamare la polizia.
-Lo sapevo che dovevo insistere di più per farmi accompagnare!-
Prima di farmi prendere dal panico decido di tornare sui miei passi per raggiungere il karaoke.
Lì potranno sicuramente darmi qualche indicazione ed è un posto relativamente sicuro.
Più cammino però meno riconosco la zona, e prima non ho prestato nemmeno un briciolo di attenzione alla strada visto mi fissavo i piedi.
Non ho la minima idea dei punti in cui ho svoltato, e nemmeno per quanto sono andata avanti.
Anche se passassi l’intera notte fuori non sarebbe un problema, a patto di sopravvivere, però non saprei dove nascondermi ed il problema del tornare a casa rimarrebbe, anche se ovviamente di giorno sarebbe molto più facile.
Basterebbe trovare un erbivoro.
Di notte però questi non escono molto, al contrario purtroppo di felini e carnivori, che sono proprio il principale motivo per cui i primi rimangono in casa.
Infondo è paragonabile all’incontrarli nel loro elemento naturale.
-Sembra quasi ci sia sempre meno luce…chissà in quale zona della città sono finita.-
Ci sono perfino meno persone di prima, e non sono sicura se questo sia un bene o un male.
Non molto distante da me noto però, sotto un ponte oltre una breve scalinata, ci sono almeno cinque animali raggruppati vicino ad una vecchia antilope saiga.
Riconosco due iene, un furetto, un tasso ed un ghiottone.
Una delle iene porge dei soldi all’antilope, e mi viene da pensare sia un semplice gesto di carità.
Quando però quest’ultima gli porge una mano, mi rendo conto con orrore di ciò che sta accadendo sotto i miei occhi.
Con un solo morso la iena gli stacca di netto un dito, mangiandolo.
-Hiiiiiiiii!-
Non sono riuscita a trattenere un urlo, e questo mi costa molto caro.
Tutti quanti mi vedono immediatamente, e sotto i loro sguardi famelici mi sento quasi sul punto di vomitare.
E’ l’antilope però ad indicarmi con la mano mozza.
-Prendetela, o racconterà alla polizia quello che ha visto!-
Ancor prima che la mia mente realizzi il significato di quelle parole il mio corpo ha già reagito, e mi trovo a correre senza meta nel disperato tentativo di allontanarmi.
L’unica cosa che sento è questa paura cieca, ed ogni cellula del mio corpo che urla di correre più velocemente.
Non voglio morire.
Non voglio che uno di loro mi mangi.
Non è in questo modo che voglio la mia vita finisca.
Non ora, non qui.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Non sono sicura di quanto tempo sia iniziato da quando ho iniziato a correre.
Potrebbe essere un’ora come pochi secondi, ma il mio corpo inizia ad affaticarsi.
So di aver messo una certa distanza tra me e i cinque, ma non posso impedire che seguano il mio odore.
Ad un certo punto però riesco a vedere in lontananza la luce proveniente da alcune bancarelle e negozi ancora aperti, e vicino a queste fortunatamente ci sono anche altri animali.
-Aiuto! Vi prego aiuto!-
Urlo quanto più forte possibile, sentendo ora più forte di prima il rumore dei miei inseguitori, ma più mi avvicino agli altri animali più la tensione che provo cresce; sono tutti carnivori, ed alcuni di loro stanno sorridendo.
Quando ormai sono in mezzo alla folla il terrore mi assale nuovamente, quando mi rendo conto in che luogo mi trovo.
Tutte le bancarelle ed i negozi che avevo visto da lontano vendono i cadaveri di altri animali, scuoiati ed aperti a metà senza alcun riguardo per alcuna forma di civiltà.
Sono al mercato nero, un luogo in cui i carnivori vendono e si nutrono delle carni degli altri animali.
Mi sento quasi sul punto di svenire, tanto che non vedo più i volti nitidi di coloro che mi circondano, ma solo i loro occhi, le zanne e gli artigli. Nonostante ciò, quando uno di questi tenta d’afferrarmi riesco comunque a saltare in tempo per evitarlo.
Correre in mezzo alla strada è troppo rischioso, così tento di passare dai vicoli sperando tra le case ci sia un qualche cunicolo dove rintanarmi, ma tutto scorre così velocemente sotto i miei occhi che non vedo nulla.
-Sta andando da quella parte!-
-L’abbiamo quasi raggiunta!-
Scoppiando in lacrime mi rendo conto che hanno ragione, riesco a sentirli ancor più chiaramente rispetto a prima, e le mie gambe stanno cedendo.
-Non voglio morire!-
Come giro l’ultimo vicolo però sento qualcuno afferrare il mio corpo, ed in un battito di ciglia mi ritrovo completamente al buio, in un luogo umido e dall’odore pesante.
Aprendo gli occhi, nonostante la poca luce, riesco a vedere i denti nei quali sono rinchiusa, e la lingua sensazione delle ruvida lingua sotto di me mi fa rabbrividire.
Istintivamente penso alla famiglia ed ai miei amici, ed all’università ed a tutto ciò che ho lasciato indietro, e nuovamente scoppio in lacrime mentre non posso far altro che aspettare di venir divorata.
Più aspetto però più mi rendo conto non sta accadendo nulla, e sono sicura siano già passati alcuni minuti.
-Dove sarà andata?-
Nonostante sia all’interno della bocca di un qualche animale riesco comunque a sentire qualcosa dall’esterno, e distinguo la voce di uno di quelli che mi stava inseguendo.
-Non sento più il suo odore, andiamo da quella parte.-
Sono sempre più confusa su quello che sta capitando, ma nuovamente ogni mio pensiero si blocca quando sento qualcosa muoversi; i denti si aprono, e vengo letteralmente sputata all’interno di una mano dal pelo nero, che mi agguanta impedendomi la fuga.
-Oooh ma tu sei la topolina di questa mattina.-
Tremando riconosco l’animale che mi sta trattenendo, si tratta della stessa gatta dagli occhi blu contro cui ho sbattuto questa mattina.
Mi fissa con un sorriso beffardo mentre mi passa un dito sulla testa.
-T-ti prego non mangiarmi.-
Singhiozzando cerco di supplicarla di risparmiarmi, ho paura si voglia vendicare facendomi qualcosa di terribile.
-Ti ho appena sputato e pensi voglia mangiarti?-
E’ un gatto, i felini giocano con il proprio cibo, è risaputo.
Non ho comunque il coraggio di dirlo ad alta voce.
-Dai, ti porto via da questo posto. Da sola verresti presa da qualche altro carnivoro.-
-Hiii!-
Senza lasciarmi andare mi infila dentro la tasca della giacca che indossa, iniziando a muoversi da chissà quale parte. Anche se ha detto che mi aiuterà non posso stare tranquilla, lei è un carnivoro, e per giunta un felino.
Probabilmente vuole che mi rilassi solo per ingannarmi e godersi così il mio viso colto dal terrore, ma le basterebbe anche solo guardarmi ora! Perché ha bisogno di fare una cosa simile?!
Non mi mette certamente a mio agio poi tenendomi stretta così, sento come se potesse usare i suoi artigli da un momento all’altro per aprirmi la pancia.
Più ci penso più mi vengono in mente i modi peggiori che potrebbe usare per mangiarmi, anche se so sarebbe capace di fare qualcosa di molto peggio, e quando la sento tirarmi fuori dalla tasca sono quasi certa sia giunto il mio momento.
-Bene, siamo in stazione.-
Completamente disorientata non appena mi lascia a terra la prima cosa che faccio è allontanarmi il più possibile, ma mi rendo anche conto che siamo veramente in stazione.
Quanto tempo è passato allora?
Lei in ogni caso è ancora davanti a me che mi fissa con quel sorrisetto che mi fa venire i brividi, e che non mi permette di smettere di tremare.
-Sembri un topolino in trappola.-
-Hiiii!-
Lo sapevo! Vuole farmi del male!
-Ahahah, ma urli sempre in questo modo? E’ adorabile.-
Inizia a ridere talmente tanto che quasi si piega a metà, ma apparentemente non fa nulla se non questo, e sento il rumore del treno che si avvicina.
-Non so dove vivi comunque, ma l’istinto mi ha detto di portarti qui. Sai noi felini abbiamo un forte legame con il soprannaturale, quindi dubito d’aver sbagliato.-
In effetti è questa è proprio la stazione dove sarei dovuta andare dopo il karaoke, ma fatico a credere l’abbia saputo solo per l’intuito, anche se gira la voce che i felini abbiano strane particolarità.
In ogni caso non ho certamente intenzione di scoprirlo, e non appena il treno si ferma e le porte si aprono entro senza darle mai le spalle, lei però si limita a salutarmi con una mano.
-Ci vediamo domani all’università.-
Rabbrividisco dalla paura al pensiero, ma le porte presto si chiudono, ed il treno si allontana.
Dopo pochi minuti che è partito, ed io mi sono seduta, sento tutto il peso della nottata calare sulle mie spalle.
Le gambe mi stanno uccidendo, ed il cuore batte così forte da rimbombare perfino nelle orecchie. Il peggio però arriva quando ripenso a ciò che ho visto al mercato nero, e non posso trattenermi dal dare di stomaco.
Per fortuna il vagone è vuoto, ma nello stato in cui sono non mi importerebbe, come non riesco a pensare nemmeno al fatto non ho nulla per pulire.
Perfino quando scendo non riesco a smettere di tremare, ma raggiungo la porta di casa il più velocemente possibile, non voglio fare altro che nascondermi sotto le coperte.
-Masuy sei tu?-
-Sì.-
Dando una risposta veloce corro immediatamente in bagno, mettendo come prima cosa i miei vestiti in un sacco.
La prima cosa che farò domani sarà buttarli.
Mi ricorderebbero ciò che è successo questa sera, e voglio solo dimenticare.
Apro anche l’acqua della doccia sperando possa togliermi di dosso l’odore che sento, ma quasi finisco tutti i flaconi e mi sembra ancora così persistente.
Riesco a malapena a stare in piedi, anzi posso solo rimanere seduta mentre continuo a lavarmi, più lo faccio però più mi tornando alla mente le immagini di quei poveri animali, e nuovamente finisco per dare di stomaco.
-Masuy? Va tutto bene?-
Mia madre entra subito in bagno sentendo tutto il rumore che sto facendo, e non appena mi vede cerca subito di aiutarmi a pulire.
-Oh piccina, hai bevuto troppo? Avresti anche potuto aspettare di farti la doccia domani, hai usato talmente tanto shampoo che si sente anche da fuori.-
Almeno non sembra sentire l’odore della saliva di gatto, anche se invece riempie ancora le mie narici.
Non sono sicura di cosa poterle rispondere però. Quello che è successo è incredibilmente grave, e non ho mai mentito alla mia famiglia, però non voglio spaventarli altrimenti si rinchiuderebbero tutti in casa senza uscire mai più.
E’ una cosa molto comune tra gli animali di piccole dimensioni che vivono in città, e non voglio accada lo stesso anche a loro.
Sarebbe tutto molto più facile se vivessimo in una città di soli erbivori…
-Su, ti porto a letto.-
Sicuramente è convinta io sia ubriaca, ma infondo va bene anche così, ho veramente bisogno di qualcuno che mi aiuti.
La mia stanza è molto piccola, ma confortevole. L’ho arredata con dei mobili il legno bianco ed un letto a due piazze con un letto morbidissimo.
Le mie sorelle dormono invece Ichi in una stanza tutta sua, e Mineko e Kiyu assieme.
Resta solo quella dei miei genitori, quindi nel compenso come casa è anche abbastanza grande.
Non appena mia madre mi aiuta ad infilarmi nel pigiama e sotto le coperte però non riesco a lasciarla andare, tenendole un lembo della camicia da notte indossa.
-Dormi qua per favore…-
Ho paura a rimanere sola, ogni volta che chiudo gli occhi continuo a vedere quelle cose orribili.
Per fortuna lei capisce che ho bisogno della sua presenza, e la sento rimanere fino a quando non mi addormento del tutto.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Credo di non aver mai trascorso una notte peggiore di questa.
A malapena sono riuscita a chiudere occhio, e nei momenti in cui mi addormentavo continuavo a vedere i corpi di quegli animali appesi e tagliati.
Ho perso il conto di quante volte sono dovuta andare in bagno per dare di stomaco, e per mia madre non è stato sicuramente facile aiutarmi visto piangevo di continuo.
Per lei mi sono semplicemente ubriacata troppo, e per questo sono stata così male. Non credo potrò dir loro quello che è successo, anche perché ormai ho perso l’occasione.
A prescindere da tutto però non posso evitare di andare all’università, e così al suono della sveglia mi alzo e vado a sistemarmi rapidamente.
Credo che ormai l’odore della saliva sia andato via, o almeno spero.
Però ancora non smetto di pensare a quella gatta, ed alla paura di rivederla.
E’ ovvio anche lei frequenti la mia stessa università, ma non sembra del mio anno. Forse sono fortunata e sono i suoi ultimi mesi.
A prescindere da questo, non voglio che mi riconosca, così mi vesto con un tono di grigio e mi porto dietro degli occhiali da sole ed un cappello.
E’ rischioso per me vestirmi così, perché posso esser confusa con il cemento facilmente, ma meglio essere schiacciata che mangiata.
Ormai tutti sono già fuori, così posso anche evitare di far colazione visto mi sento una morsa alla bocca dello stomaco, quindi esco subito andando a prendere la bicicletta.
Sarà ammaccata, ma almeno è funzionante.
-Cerchiamo di dimenticare tutto…-
Prendendo un profondo respiro inizio a pedalare, apprezzando in particolar modo il vento della mattinata.
Mi fa sentire in qualche modo più viva.
Involontariamente sto andando più lentamente del solito, probabilmente perché il mio stesso corpo tenta di tenermi lontana da quella gatta, ma in un modo o nell’altro arrivo comunque all’università, con Hatsuyo che mi aspetta davanti all’entrata.
Non so come dovrei approcciarmi con lei, visto se mi avesse accompagnata non sarebbe successo niente.
Dirglielo però non mi sembra una buona idea, ho paura poi lo racconterebbe a qualcuno, ed allora la mia famiglia mi terrebbe chiusa in casa, mettendo a rischio anche gli studi.
-Masuy!-
Non appena mi vede mi saluta con una mano, sorridendo allegra, io però non riesco a ricambiare molto.
-Come è andato il ritorno ieri sera?-
-Tutto bene…-
Sono stata quasi mangiata, ma tutto bene no?
Continuo a pensare che in parte la colpa è anche sua, per questo non mi va di chiacchierare più di tanto.
-Sicura? Sembri uno straccio.-
-Ho avuto alcuni problemi a prendere sonno.-
Non è proprio una bugia, anche se non le sto dicendo il perché.
-E’ per via dell’esame che avremo a breve? Anche io mi sono sentita in colpa per non aver studiato.-
-Già, ci sono molte cose per cui sentirsi in colpa ultimamente.-
Seppur borbottando non riesco a frenare la mia lingua, ma lei non sembra aver capito.
-Come?-
-Ho detto che ci sono molti esami che mi preoccupano.-
-Sono sicura li passerai tutti.-
Anche se sta cercando di tirarmi su di morale non serve a molto, ed in questo momento non mi importa nemmeno degli esami che abbiamo.
Mi limito quindi a seguirla fino alla classe, dove subito andiamo a sederci. Non ho visto la gatta nei dintorni, e dalla porta stanno entrando solo altri animali che non conosco.
-Masuy, perché ti sei vestita così oggi?-
-Che intendi?-
La domanda è un po’ sciocca, visto sappiamo entrambe che una delle regole basi degli animali di piccola taglia è vestirsi in modo d’esser sempre notati.
-Beh, sei molto grigia.-
-Non avevo altri vestiti purtroppo.-
-E perché gli occhiali da sole?-
E’ la prima volta che le sue domande mi irritano tanto, ma non voglio farglielo notare.
-Penso di aver bevuto un po’ troppo ieri, quindi la luce fuori mi dava fastidio.-
-Oh, non pensavo ti bastasse solo una birra.-
Almeno con questo dovrebbe stare buona, nel frattempo vedo con sollievo che sono praticamente tutti arrivati, incluso il professore, quindi possiamo iniziare la lezione.
Riesco però a malapena ad ascoltarlo, quindi dubito proverò a prendere appunti. Almeno per questo sono sicura Hatsuyo mi darà una mano però.
Le prime due ore di lezione passano quindi nel mio vano tentativo di rimanere sveglia, dopo di che ci attende una pausa e l’ultima lezione per la giornata.
-Vogliamo andare in mensa Masuy?-
-Va bene, magari mi prenderò un caffè.-
Anche se non posso esagerare, altrimenti per qualcuno piccolo come me farebbe male al cuore, però ho bisogno di qualcosa che riesca a svegliarmi.
La sede per le lezioni e la mensa, pur essendo all’interno della stessa area recintata, sono due  edifici separati, ma basta comunque poco per arrivarci.
Nuovamente mi metto il cappello e gli occhiali da sole, procedendo a testa bassa fino ad arrivare all’uscita.
Più mi muovo senza incontrare quella gatta però più mi sento serena, visto è più probabile i nostri orari non coincidano.
Magari posso anche togliermi queste cose, inizio a sentirmi ridicola.
Come nelle classi anche alla mensa ci sono tavoli per ogni misura, e nonostante non ci siano muri separatori carnivori ed erbivori siedono in punti separati; questo mi ha sempre dato sicurezza, perché nessun carnivoro sarebbe in grado di far nulla sotto gli sguardi di tutti.
Mentre Hatsuyo prende un panino io per il momento mi limito a degli spicchi di mela, anche se in realtà sono parti molto più piccole, e ad un caffè.
-Spero non mi faccia troppo male, non vorrei passare un’altra notte insonne.-
Cercando di non pensarci raggiungo la mia amica al tavolino che ha occupato, sistemando le mie cose e sedendomi.
-Sei riuscita a seguire qualcosa della lezione?-
-No, ero troppo stanca.-
-Forse saresti dovuta rimanere a casa.-
Non ha tutti i torti, ma l’università è molto importante per me, e visto è stata una scelta mia non penso sia giusto nei confronti della mia famiglia non andare a lezione.
-Dormirò subito dopo le lezioni, non preoccuparti.-
Se mi avesse accompagnata non avrei questi problemi adesso…
-Ooooh eccoti qui!-
Improvvisamente sento qualcosa afferrarmi per la coda e sollevarmi da terra, mentre Hatsuyo ha iniziato a fissarmi con fare terrorizzato, ed anche altre persone stanno sussultando spaventate.
-Hiiii!-
La gatta dell’altra sera, incurante del fatto siamo in mezzo a tantissimi animali, mi sta tenendo come se fossi un giocattolino, e quasi mi viene la nausea.
Non si rende conto sta violando una legge sociale per la convivenza tra specie diverse?!
E’ così desiderosa di mangiarmi che è pronta a tutto!
-M-Masuy!-
Hatsuyo purtroppo non può far niente, se non alzarsi ed arretrare.
-Ti chiami Masuy? E’ una nome carino! Io sono Nekumi Kuribashi.-
Bene, così saprò il nome da dare alla polizia!
Perché nessuno fa niente per aiutarmi?
La mia vita è in pericolo!
Nel frattempo la gatta, che a quanto pare si era inginocchiata, mi mette letteralmente sul suo palmo aperto, tenendomi a pochi centimetri dal muso.
-Come sei caruccia sotto la luce. Ieri sera non lo avevo notato.-
-Ieri sera?-
Hatsuyo sembra ancor più confusa, e ci guarda entrambe impaurita.
Oh no, non vorrà raccontare del mercato!
Non può essere così stupida. Metterebbe a rischio la sua immagine, mentre io l’unica cosa che rischio è il dover star chiusa in casa.
Però dopo tutto quello che ha fatto non so cosa pensare.
-Sì, si era persa e l’ho accompagnata in stazione prima qualcuno le facesse male.-
Ti prego continua al rimanere sul vago, già questo dovrebbe bastare a far sentire Hatsuyo in colpa senza però rivelare tutto quanto.
Io nel frattempo fisso le punte delle dita, per il momento ancora senza unghie; è un’altra delle varie leggi il fatto i carnivori non possano mostrare gli artigli se nei dintorni ci sono degli erbivori.
-Vedo che sei tornata senza problemi. Avevo iniziato a preoccuparmi quando non ti ho vista in classe.-
Come sarebbe?
Io sono entrata praticamente prima di tutti e non l’ho vista arrivare.
-P-per favore non farle del male.-
Hatsuyo cerca di aiutarmi, seppur stando lontana, ma non so quanto potrebbe fare.
-Ahaha ma ti pare che se volessi farle del male l’avrei aiutata ieri sera?-
Anche se dice così infondo è un felino, sappiamo tutti amano giocare con il cibo. Mentre parla però ha notato qualcosa sul tavolo, ed ha subito avvicinato la zampa.
Vuole rubarmi il portafogli?!
-Ma questo è caffè. A voi topolini fa male non dovreste berlo.-
Così dicendo si alza di scatto portandomi con sé, e sia io che la mia amica squittiamo spaventate. Vorrà portami sicuramente in un luogo dove non c’è nessuno!
-Dai, prendiamoti un po’ di latte Masuy.-
-Come?-
Ok perfino io non riesco a pensare ad un motivo per il quale dovrebbe prendermi del latte…forse per inzupparmi come un biscotto?
Credo di sentirmi male.
Questo comunque non la ferma dall’andare al bancone ed ordinare una tazza formato topo, dopo di che, incurante di Hatsuyo, mi porta fino ad un tavolo di grandezza normale, sul quale si siede e mi lascia andare.
-Ecco, dovrebbe avere un sapore migliore rispetto al caffè.-
Se non l’avessi vista comprarlo potrei pensare l’ha avvelenato, ma ho troppa paura si arrabbi per evitare di berlo, quindi mi costringo a farlo.
-Allora, immagino tu non abbia parlato con nessuno del fatto ti sei persa.-
Preferirei non avere questa conversazione in mezzo a tanti altri animali, che già ci stanno fissando per il modo in cui lei si è comportata, ma in generale preferirei non avere questa conversazione e basta.
-P-preferirei di no…-
-E’ comprensibile, però con qualcuno dovrai pur farlo, ma sei fortunata. Ci sono io apposta.-
Credo che improvvisamente mi metterò ad urlare d’esser stata al mercato nero e che mi hanno quasi mangiata.
Perché non può semplicemente lasciarmi in pace?
-Oggi pomeriggio hai da fare?-
Mi fa questa domanda come se nulla fosse, e come se non implicasse morte certa.
-Devo tornare a casa.-
L’avrò infastidita con questa mia risposta?
Vorrà schiacciarmi?
Mi aspetto, come sempre, il peggio, ma la gatta si limita a fissarmi muovendo la coda.
-Capisco, spero almeno oggi non avrai problemi ahahah.-
Perché deve comportarsi così?
Non è normale, soprattutto da parte di un felino. Ho sempre più paura abbia una mente malata, e che tutto questo si tradurrà in qualcosa di orribile per me.
-Come mai eri fuori ieri sera comunque?-
-Ero uscita con delle amiche.-
Purtroppo non posso fuggire, anche perché sono su un tavolo e se saltassi da quest’altezza mi romperei una gamba. L’unica cosa da fare è continuare a parlare fino a quando non si stancherà o sarà costretta ad andarsene.
-E non ti hanno riaccompagnata? Di solito voi piccoletti vi muovete in gruppo.-
Da buon predatore era impossibile non sapesse questo dettaglio, mi fa quasi venire i brividi.
Ci osserverà ogni volta che le passiamo vicino?
-Non potevano, ci sono stati alcuni problemi.-
-E’ un po’ da irresponsabili. Potevano farti del male.-
Ecco, questa è la prima cosa sensata che abbia mai detto. Mi piacerebbe che Hatsuyo fosse più a portata d’orecchio, ma è ancora al nostro tavolo a fissarci preoccupata.
-La prossima volta chiama un taxi e basta.-
-Lo so, avrei dovuto.-
Mi sarei evitata tutte queste situazioni impensabili.
-In caso io abito nei dintorni, possiamo scambiarci il numero di telefono così correresti meno pericoli.-
A quella proposta penso il mio pelo sia diventato completamente bianco.
Non posso dare il mio numero ad un felino! Però ho paura non mi lascerà andare in caso contrario.
Potrei darle un numero falso, ma se lo scoprisse sono sicura mi farebbe a fette.
Vi scongiuro, qualcuno mi porti via da qui!
Per quanto io possa pregare però lei prende comunque il suo cellulare, ed aspetta che io cominci a dettare.
Sento la gola completamente secca, ma a poco a poco mi costringo a dire tutti i numeri, anche se tento di andare quanto più piano possibile.
Al termine mi sento come se un macigno mi fosse salito sulla schiena, mentre lei è incredibilmente allegra.
-Bene. Allor ci sentiamo Masuy.-
Finalmente si alza dal tavolo allontanandosi, e tiro un lungo respiro di sollievo.
Sono viva, ma non fuori pericolo.
-Aspetta…ma mi lasci qui così!?-
Ecco lo sapevo! E ora come dovrei fare?
Non mi sono mai arrampicata in vita mia figuriamoci se sono in grado di scendere da una superficie liscia e senza appigli.
-Masuy! Masuy stai bene?-
Naturalmente Hatsuyo, ora che il pericolo è passato, si precipita da me con tutta la mia roba.
-No! Come faccio a scendere?!-
-A-aah! Qualcuno può aiutarci?-
La maggior parte degli altri animali sta già andando via senza fare caso a noi, ed a questo punto dubito faranno qualcosa.
E’ sempre così, se sei un erbivoro o piccolino la vita è solo più difficile.
Per non perdere la lezione non mi resta altro da fare se non scendere da sola, ma già solo il pensiero mi da le vertigini.
La parte più facile è passare dal tavolo alla sedia, ma poi devo aggrapparmi ad una delle gambe e lasciarmi cadere.
-Hiiii!-
Purtroppo non posso prendermi il lusso di riposare, perchè Hatsuyo subito mi trascina verso l’aula in cui ci sarà la prossima lezione. Mai prima di questo momento però avrei voluto saltarne una, ma nuovamente non vedo da nessuna parte quella gatta.
Forse mi ha preso in giro e non fa nemmeno parte dell’università, oppure si è nascosta. In ogni caso credo mi stia mandando in tilt il cervello, infatti dopo solo mezz’ora sento il bisogno di tornare a casa.
-Hatsuyo io vado, domani potresti passarmi gli appunti?-
-Certo, non preoccuparti.-
Vorrei pure vedere che non lo facesse, dopo tutto il casino che ha combinato.
In ogni caso, senza farmi vedere o almeno sperando che nessuno mi veda, esco dall’aula correndo immediatamente verso l’uscita e raggiungendo la mia bicicletta.
Se quella gatta frequenta veramente la mia stessa università sono abbastanza sicura sarà a lezione, quindi è il momento migliore per andarmene.
Oggi la userei perfino se ci fosse la pioggia per quanto mi riguarda, ma per una volta la fortuna è dalla mia parte ed il tempo è perfetto, quindi non impiego nemmeno troppo tempo per tornare a casa.
Quasi non bado nemmeno al fiatone che mi è venuto a forza di pedalare con tutta la mia forza e raggiunto il portone corro addirittura per le scale.
Per il momento ancora non è tornato nessuno, quindi non devo spiegare perché io sia tornata a casa così presto, ed immediatamente corro nella mia stanza sdraiandomi sul letto.
Mi sento completamente distrutta e tutto ciò che vorrei fare sarebbe smettere di pensare, anche solamente per un’ora.
-Vi prego, ditemi che è tutto un sogno…-

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Le coperte questa notte sembrano ancora più morbide del solito.
Sono abbastanza sicura di stare dormendo, ma allo stesso tempo mi sento anche sveglia, tuttavia mi sento incredibilmente rilassata, come se il mio corpo fosse avvolto in una nuvola.
Non ricordo nemmeno perché mi sento così stanca, ma dopo un sovraccarico simile sicuramente questa dormita mi farà benissimo.
E' così bello, anche se c'è uno strano ronzio che continua ad infastidirmi, che sia un insetto?
Ci penserò domani, ti permetto di pungermi per stavolta.
Eppure è molto più forte, ed è fin troppo sporadico per essere un essere vivente, e continua, continua e continua fino a quando non apro gli occhi, separandomi da quella meravigliosa sensazione e cadendo in uno stato di rimbambimento.
-Mmmmh ma cosa c'è...-
A giudicare dalle continue vibrazioni è il mio cellulare a fare tutto questo baccano; e dire che ci sono volte non lo sento nemmeno mentre stasera sembra più forte di una campana.
-Probabilmente è Hatsuyo.-
Magari mi ha mandato le foto degli appunti, però è strano, sono le due di notte, ma soprattutto il numero che compare sullo schermo non appartiene a nessuno dei miei contatti.
-"Eh
Ehi*
Ehilà*
Ehilà!*
Come va?"-
Cinque messaggi solo per un saluto, però non capisco proprio chi sia.
Su Whatsanimal almeno si possono vedere le foto del profilo della persona, ma c'è solamente l'immagine di una bandiera rosa, viola e blu.
Forse è solamente un mio contatto che ha cambiato numero di telefono.
-"Ciao, scusami devo avere perso il tuo numero, chi sei?"-
Sicuramente è meglio scrivere così piuttosto che una serie di messaggi di fila, ed anche se erano passati vari minuti da quando mi sono arrivati la risposta è immediata.
-"Sono Nekumi! Ci credo non avessi il mio numero ahaha!"-
Avrei fatto meglio a spegnere il telefono, anzi avrei dovuto direttamente buttarlo e cambiare il numero.
Sono passati pochi secondi e già rimpiango l'intorpidimento che ho provato poco prima, almeno mi aveva impedito di ricordare immediatamente ogni cosa.
Come un fiume in piena rivedo le immagini dei corpi al mercato nero, dei carnivori che mi hanno inseguita e delle zanne dentro le quali sono rimasta intrappolata per svariati minuti.
Il mio stomaco ha nuovamente una brutta reazione ed immediatamente corro in bagno in preda al tremore.
Senza volerlo porto con me il telefono, e mentre mi raggomitolo nell'angolo vicino al gabinetto lo fisso impaurita.
Ha il mio numero! Forse sa anche dove vivo? 
Dovevo chiudere la finestra! Credo di stare per avere un attacco di panico...e se fosse sotto casa mia?!
Sono stata una stupida ad accendere il telefono senza nemmeno riflettere, adesso non posso ignorare i suoi messaggi o chissà in che modo potrebbe vendicarsi su di me e sulla mia famiglia!
Non ho però la minima idea di come rispondere, ma nuovamente arriva l'ennesimo messaggio.
-"Quindi come va?"-
Sono terrorizzata, non vorrei sentirti mai più. Ecco cosa vorrei scriverle, ma con le dita che mi tremano come non mai, tenendo il telefono appoggiato sul pavimento, cerco di risponderle.
-"Bene"-
Ti prego, ti prego, ti prego, ti scongiuro non chiedermi altro, non rispondermi.
-"Non mi aspettavo fossi sveglia a quest'ora ahaha, non vi facevo animali notturni voi topolini. Oppure hai avuto degli incubi?"-
Perché deve torturarmi così! Ho paura di ciò che accadrebbe se le rispondessi in maniera sbagliata.
-"Avevo un po' sete"-
Proprio come lei avrà sete di sangue immagino. Non pensavo i felini fossero così crudeli da voler torturare psicologicamente le loro prede tanto a lungo.
Domani o dopo domani dovrò denunciarla alla polizia...per il bene di tutti.
-"Meglio così. Allora, sei tipa da saltare le lezioni per girare con le tue amiche?"-
Ma perché mi fa queste domande?
Magari vorrà sapere la mia routine per potermi rapire più facilmente.
-"Non salto le lezioni"-
E' meglio rispondere nel modo più vago possibile, almeno non le farò capire niente di me anche se non le sto mentendo.
Però continua a dire che non mi vede mai a lezione, ed io sicuramente non ho visto lei oggi, quindi non capisco se stia solo giocando, cercando di confondermi o cosa.
Sono talmente persa nei miei pensieri però che mi accorgo solo ora, rispetto a prima, ci sta mettendo molto più tempo a rispondere.
Forse ha finalmente lasciato perdere.
-"Ma mi prendi in giro?"-
Oddio perché!? Cosa ho sbagliato! Forse è perché le mie risposte erano troppo corte oppure per i toni freddi!
Mi sento come se mi fossi scavata la fossa da sola o addirittura peggio.
-Nononono! Ti prego perdonami non volevo dire niente mi male scusami sul serio non volevo!-
Ti prego rispondi, cerca di capire che non volevo offenderti ed abbi pietà di me.
I secondi sembrano diventare ore intere mentre fisso lo schermo senza battere gli occhi. La scritta Online sta diventando insopportabile, fino a quando finalmente non inizia a scrivere.
-"Ahaha"-
Sono ufficialmente morta. Non riesco nemmeno a trattenermi dal piangere vista la situazione, non posso credere a quello che sta succedendo.
Fino all'altro giorno la mia vita era perfetta mentre in una notte è andata completamente in fumo.
Vorrei che dicesse qualcos'altro, perfino di cattivo, ma non può lasciarmi così solo con una stupida risata!
Continuo a fissare lo schermo ininterrottamente, tanto che gli occhi iniziano a farmi malissimo.
A poco a poco la batteria del mio telefono inizia a scendere ma non ho la forza di alzarmi, il mio corpo trema troppo per farlo.
Almeno non ho più l'impulso di dare di stomaco, anche se è solo a causa della paura che lo ha chiuso.
Sono talmente impaurita che il tempo per me si è fermato e, senza rendermene conto, a quanto pare arrivo quasi alle sette del mattino, prima che il mio cellulare raggiunga l'un percento di batteria.
-Oh no!-
La mia famiglia si sveglierà tra pochissimo, se mi vedono in bagno così potrebbero preoccuparsi, e se scoprissero di quello che è successo sarebbe anche peggio.
Avrei dovuto dire loro tutto subito, ora è troppo tardi e se lo facessi sicuramente perderei la loro fiducia. Ho solo complicato le cose!
Barcollando mi alzo cercando di tornare in camera mia, mentre gli occhi sembrano essere ricoperti da una patina appiccicosa.
Sicuramente se ancora non crollo o non percepisco il sonno è solo per l'ansia che sento.
Cosa faccio adesso?
Devo dormire ma non posso saltare l'università, altrimenti i miei penserebbero sia successo qualcosa.
Le uniche volte in cui l'ho fatto è stato quando avevo la febbre, ed anche quelle volte hanno cercato in ogni modo di capire se qualcuno mi avesse presa di mira, e se la febbre dipendesse dallo stress.
Noi piccoli animali non siamo fatti per affrontare emozioni forti, già raggiunta l'età adulta il rischio di un infarto è dieci volte superiore a quella di un animale di taglia media.
In una società fatta di continue preoccupazioni e che non smette mai di muoversi siamo troppo delicati, ed anche per questo siamo i principali pazienti di psicologi e psichiatri. Entrambi i miei genitori prendono appunto delle medicine per alleviare lo stress, ma si accorgerebbero se per calmarmi prendessi una delle loro.
Che lo voglia o meno sono costretta ad andare all'università, ma così finirò dritta dritta tra gli artigli di quella gatta.
Questo perlomeno mi da una scarica di adrenalina tale da svegliarmi completamente, ma mi rivolta nuovamente anche lo stomaco.
-Perché...perché la vita di un erbivoro deve essere così complicata...-
Perché hanno dovuto complicarmela, io non volevo cacciarmi in nessun guaio.
-Se rimanessi completamente incollata ad Hatsuyo però non potrebbe farmi nulla...infondo buona parte della colpa è sua se sono in questo guaio, quindi non devo farmi troppi problemi.-
Anche se dico così, ed in parte è ancora a causa della rabbia, non voglio metterla in pericolo, però è una cosa molto comune che gli erbivori si muovano a coppie o in gruppo appunto per avere una maggiore sicurezza.
E' troppo rischioso attaccare più di un animale, solo un pazzo lo farebbe.
-Devo cercare di caricare il mio cellulare almeno per quest'ultima mezz'ora, così potrò scriverle.-
E' la mia unica speranza, spero solo la carica possa bastare, stavolta però evito di stare a guardare lo schermo per tutto il tempo e cerco quantomeno di recuperare un po' del sonno perso.
La mia sveglia però è fin troppo puntuale, e sono costretta ad alzarmi dal letto come se niente fosse, prima ancora di aver potuto riposare per bene.
A questo punto però sono abbastanza sicura sarà impossibile.
Anche se è ancora presto esco immediatamente per evitare di incontrare la mia famiglia, scendendo rapidamente le scale e rimanendo qualche minuto appoggiata al muro vicino alla bicicletta.
Vorrei piangere ma i miei occhi sono troppo stanchi per riuscirci. Credo di non essere in grado nemmeno di usare la bici oggi, ma non me la sento di lasciarla qui quindi semplicemente mi muovo a piedi portandola con me.
Potrebbe sempre servirmi per scappare…
Con il passo lento che mi ritrovo finisco comunque per arrivare in ritardo di almeno un quarto d’ora, ma non ricordo nemmeno che lezioni avremmo avuto oggi quindi non riesco a starci male.
-Almeno, se sono fortunata sarà già in classe.-
Non vedendomi all’ingresso quella gatta potrebbe aver pensato non sarei venuta all’università, quindi potrei essere al sicuro ancora per qualche ora.
-Oh buongiorno! E menomale non saltavi le lezioni!-
Ormai è chiaro che sono stata fin troppo ottimista con la mia vita.
Alzando gli occhi la noto appoggiata sul muretto esterno dell’ingresso al giardino dell’università.
La sua coda si muove probabilmente divertita mentre cammina verso di me, la stanchezza però deve avere assopito il mio istinto di sopravvivenza.
Lei intanto è proprio davanti a me, inginocchiata per ridurre un minimo la distanza tra le nostre altezze.
Riesco quasi a sentire l’odore del suo alito, o forse è solo un ricordo dell’ultima volta…
-Fallo e basta.-
Non ce la faccio più, se non mi divora tutto questo stress finirà per uccidermi, e con tutta la stanchezza che sento sulle spalle non riesco a pensare ad altre soluzioni.
-Uh? Cosa?-
-Mangiami e basta, sono stanca di tutto questo.-
Alzando gli occhi la guardo ormai distrutta. Cos’altro vuole che faccia?
Devo schiaffeggiarmi la faccia per tre volte?
Da quanto mi ha spiegato Emi, se lo fai davanti ad un predatore gli stai comunicando ha il tuo permesso per mangiarti.
Visto la gatta continua a fissarmi è probabilmente questo ciò che vuole, forse per umiliarmi o per non avere alcun problema con la polizia.
E va bene, preferisco finire così che vivere chissà quanto in uno stato di ansia e dolore.
Con molta lentezza porto le mani sulle mie guance, sembrano pesare come dei macigni, ma riesco comunque a colpirmi la prima volta.
Poi la seconda.
Ed alla terza tutto inizia a farsi buio.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


E’ tutto così tranquillo adesso.
Non sento tutta la paura percepivo prima e nemmeno quel senso di stanchezza che a malapena mi faceva fare un passo. E’ come se una gentile brezza stesse soffiando sopra di me spazzando via tutto…aspetta…io SENTO questa brezza sulla pelle.
-Ah!-
Aprendo gli occhi mi sento come se avessi smesso di respirare per chissà quanto tempo, ed i miei polmoni hanno bisogno di quanta più aria possibile.
Non mi alzo in piedi solo perché mi gira un po’ la testa, ma capisco subito di essere su una panchina del giardino attorno all’università, ma non sono sola.
Quella gatta è proprio davanti a me, anzi, sopra visto mi ha messa sulle sue ginocchia.
-Hiiiii!-
Avrei potuto fingere di essere morta, forse se ne sarebbe andata, ma ormai è troppo tardi e mi guarda con il suo sorriso beffardo.
-Ehi, finalmente ti sei svegliata.-
-T-ti prego non mangiarmi!-
Devo avere recuperato molte energie, perché sono completamente lucida e anche coprendomi gli occhi con le mani non mi viene l’impulso di dormire.
La voce di lei però si fa improvvisamente rigida.
-Perché dovrei mangiarti?-
E’ una domanda retorica?
O forse vuole una vera risposta?
Credo che comunque il mio sguardo basti a dargliela.
-Perché tu sei una topolina. Dico bene?-
-H-hii!-
Non riesco a far altro che urlare, dubito qualcuno arriverà ad aiutarmi visto dove siamo e sono abbastanza certa di averla fatta arrabbiare, visto mi solleva per la coda facendomi penzolare a testa in giù ad un palmo del suo viso.
-Non credevo fossi carnivista.-
Io?
Un carnivista è un animale che crede nel fatto i carnivori siano delle pericolose macchine assassine, che non portano altro che dolore agli erbivori e che perciò andrebbero segregati e separati da questi ultimi, anche nell’ambito lavorativo.
Dopo la mezzanotte ci sono vari spettacoli alla televisione di erbivori che esprimono questa loro idea, anche se alcuni di loro sono estremisti, come chi pensa che con l’elettroshock li si potrebbe addomesticare.
Si tratta sostanzialmente quasi di una forma d’odio verso i carnivori e nel pensiero siano inferiori a noi.
Di contro esiste l’erbivorismo, specchio esatto del carnivorismo solo con soggetti diversi; gli erbivori sono una specie inferiore buona solo per essere mangiata.
Non penso di potermi definire carnivista…ho solo paura perché il gatto è uno dei principali nemici del topo.
Adesso sicuramente non mi metterò a pensare a quali carnivori non mi spaventino però.
-Se avessi voluto mangiarti l’avrei già fatto al mercato nero. Non ricordi di essere stata nella mia bocca?-
A quella frase sento il mio manto impallidire ed i brividi percorrere tutto il mio corpo, lei però non mi lascia andare anzi continua a dondolarmi.
-Ti ho salvato la vita quella notte. Quei tizi ti avrebbero mangiata se non ti avessi notata.-
A quell’affermazione tanto brusca quanto dura, inaspettatamente non so come reagire.
-M-mi hai salvata?-
Chiedo con un filo di voce, mentre lei lo alza ancora di più.
-E certo che l’ho fatto! Come pensi si chiami l’evitare che qualcosa di brutto capiti ad un’altra persona!-
Con un lungo sospiro finalmente mi lascia a terra, ma ormai sento già lo stomaco pronto a rivoltarsi.
Quello che dice però non ha senso…perché avrebbe dovuto farlo?
-Credevi veramente che ti avrei mangiata? Tra noi due quella più maleducata sei stata tu! Schiaffeggiarti la faccia in quel modo come se io non aspettassi altro!-
Dal modo in cui la sua coda è irta credo stia dicendo la verità, e tutto ad un tratto provo un forte moto di vergogna. Ho fatto un’azione suicida, nel vero senso della parola! Cosa direbbero i miei genitori, o le mie amiche?
E’ una cosa tremendamente imbarazzante…ed a quanto pare è servito solo a farmi fare una ramanzina.
-I-io…non volevo insultarti…-
E’ d’obbligo dirle una cosa simile, o almeno provare. Accidenti…più mi guarda però più rabbrividisco.
-E’ stato molto ingiusto dare per scontato volessi farti del male, soprattutto quando non ho fatto altro che aiutarti con quei tizi.-
Le piace rigirare il coltello nella piaga, ma forse ha ragione. Io ho visto ogni sua azione come pericolosa, ma in fin dei conti mi ha veramente aiutata.
Adesso mi sento ancor più in imbarazzo per tutto quello che ho pensato.
-M-mi dispiace tanto.-
Vorrei anche smettere di balbettare.
-Va bene dai, vedrai che dopo qualche uscita assieme ti rilasserai.-
-Come?!-
Non pensavo che per evitare di urlare servisse un forte shock. Spero di aver capito male e che abbia detto qualcosa di completamente diverso, tipo che dopo il non vederci più mi rilasserò.
-Ahahah sì. Alla gente basta conoscermi per adorarmi.-
-Ma perché?-
-Perché siamo amiche adesso.-
Sono sicura di avere un bel po’ di cerume nelle orecchie perché niente di quello che dice mi sembra avere senso.
Ho quasi metabolizzato ormai il fatto mi abbia aiutato, e che io abbia invece frainteso molte sue azioni, ma quest’ultima parte è assolutamente senza senso.
-Vedrai sarà divertente. Manca ancora mezz’ora prima dell’inizio della lezione ma dopo possiamo andare a berci qualcosa assieme.-
Mezz’ora?
Per quanto tempo sono rimasta priva di sensi?
Controllando il mio telefono vedo sono già passate cinque ore.
Ho completamente perso l’intera giornata di università!
-Ma le mie lezioni sono già finite!-
E’ una cosa terribile, devo recuperare quelle di ieri e di oggi il prima possibile! Hatsuyo potrebbe mandarmi delle foto degli appunti se glielo chiedo subito, ma cosa dirò ai miei genitori?!
Non sono capace di mentire!
-Ehi aspetta. Guarda che le lezioni del primo anno oggi iniziano tardi.-
La gatta mi guarda con fare molto confuso, ma alla sua affermazione sono certamente io quella più stupida.
-Ma io sono del secondo anno.-
Rimaniamo un attimo in silenzio entrambe con gli occhi sgranati, fino a quando lei non urla con tutta la sua voce.
-Sei più grande di me?!-
Ecco perché non la vedevo mai, è del primo anno! E’ così strano sapere che è più piccola, ma lei invece pare essere molto divertita, soprattutto mentre si sporge davanti a me con il muso.
-Quanti anni hai?-
-Diciannove…-
-Io diciotto! Ahahah non me lo sarei mai immaginata! Questo spiega tutto!-
Siamo in due a faticare a crederci…ma prima che possa aggiungere altro lei mi prende nella sua mano ed alzandosi si allontana.
-Vorrà dire che per oggi salterò anche io delle lezioni. Andiamo subito ad un bar!-
Dovrei seguirla?
Dopo tutto il male che ho pensato di lei forse dovrei…
-E-ehi! Aspetta! Non riesco a scendere da qui!-
La panchina è troppo alta e non ci sono appiglia ad aiutarmi. Fortunatamente lei si gira immediatamente e, riprendendomi tra le mani, mi solleva riprendendo a camminare a passo svelto.
Non posso dire di trovarmi a mio agio, ma cerco comunque di bloccare i brutti pensieri derivanti dal mio istinto, cioè che da un momento all’altro possa mangiarmi.
Raggiunta la strada noto che moltissimi animali ci stanno fissando, e capisco anche il perché; staranno sicuramente pensando mi stia rapendo o qualcosa di simile.
E se ci fermasse la polizia?
Non voglio finire nei guai e dover spiegare ai miei genitori ed ai miei amici questa brutta situazione…oh no e se Hatsuyo avesse già detto ai miei un gatto mi sta infastidendo?
Finirei sicuramente nei guai perché lo sarebbero venuti a sapere da un’altra e non da me.
Mentre ci penso però non noto siamo ormai arrivati in un bar, se non quando la gatta si siede e mi lascia andare.
Il posto è carino, dagli interni turchesi ed i tavolini rotondi.
-Allora, hai qualche dritta per il secondo anno?-
Mi chiede all’improvviso fissandomi con un sorriso. Perlomeno sta mantenendo l’etichetta del non mostrare i denti e gli artigli davanti a me.
-Beh…non saprei sinceramente.-
Le materie infondo dovrebbe già conoscerle se si è informata prima di iscriversi all’università, e per i professori non c’è molto da dire, sono quasi tutti uguali.
Ancora però non riesco a credere sia del primo anno…
-Allora Masuy. Cosa ci facevi al mercato nero da sola?-
Ti prego torniamo all’argomento precedente!
E’ questo quello che vorrei urlare con tutta me stessa, ma non posso. Credo però il mio pelo si sia sbiancato dallo shock, ad alcuni animali capita, anche se viene usato più che altro come metafora per indicare il proprio stato emotivo.
Non mi aspettavo mi facesse una domanda simile, e soprattutto in pubblico. Non che ci siano molti animali, ma quel luogo è un tabu, specialmente per gli erbivori.
Ricordarlo inoltre non è piacevole…i corpi che ho visto ancora mi fanno tremare.
-Ti eri persa?-
Lei continua a chiedere, anche se non capisco perché dovrebbe essere interessata, ma annuisco debolmente sperando nessuno ci ascolti.
-Dopo quello che hai fatto prima avevo il sospetto avessi tendenze suicide. Anche se non capisco perché eri sola di notte.-
-Non ho tendenze suicide! E mi dispiace per quello che ho fatto prima…-
Non dovrei giustificarmi per quella sera, ma l’averle dato il permesso per mangiarmi certamente non è qualcosa di leggero.
-Ero solo uscita con delle amiche, ma non mi hanno potuto accompagnare in stazione.-
-Usare il cellulare con il navigatore no?-
-Era scarico.-
-Caspita, una sfortuna dietro l’altra.-
Effettivamente è così, sono stata molto sfortunata. Però c’è qualcosa che anche io vorrei sapere.
-E tu perché eri lì?-
Mi ha salvato, ma si trovava comunque in un luogo in cui i carnivori vanno per mangiare la carne.
Sento già i dubbi tornare a far capolino nella mia testa, ma lei mi guarda continuando a sorridere e si strappa un pelo, mostrandomelo.
-Per questo.-
Rimango a guardarla per almeno un minuto buono, ma non riesco proprio a capire cosa intenda.
Finalmente lei si decide a spiegarmelo.
-Saprai bene che i felini possiedono un certo legame con il paranormale. I nostri peli, i baffi o le unghie possono essere usate per fare dei ciondoli o degli intrugli dalle proprietà varie in quanto sono molto sensibili ad esso, o questo è quello che credono i fanatici. C’è però del vero in queste cose, e se abbiamo bisogno di prendere una decisione, come ad esempio scegliere da che strada andare, possiamo usare uno dei nostri peli e questo ci indicherà la direzione giusta. Più peli di gatti diversi ci sono più funziona, ed è usando uno dei miei che ti ho trovato.-
-Quindi…non sapevi dove andare?-
-Mi piace farmi guidare dall’ignoto. Infondo è stata una buona cosa perché mi ha portata proprio in quel vicolo, ed è anche grazie a questo se sono arrivata presto questa mattina.-
-Ma non hai paura di quel posto?-
Forse è una domanda sciocca da fare, anche se ho sentito che là ci sono anche le carni dei carnivori.
-Di solito la gente ha paura di ciò che non conosce. Tu avevi paura di me, però adesso mi conoscerai.-
Io però conosco il mercato nero, come tutti, e proprio per questo ne abbiamo paura.
Non so perché lei voglia che io la conosca, e non so per quanto andrà avanti, ma sono abbastanza sicura sia solo una facciata.
Conosco la nuova moda delle relazioni intraspecie, dove un carnivoro ed un erbivoro si mostrano assieme in pubblico, come amici o una coppia, per dare al mondo un’impressione alternativa. In realtà è solo una falsità, che per puro egocentrismo mette a rischio tantissimi erbivori. I social spopolano di foto dove sono assieme e felici, ma i media mostrano altrettante numerose notizie dove gli animali vengono mangiati in una smania di carne.
Carnivori ed erbivori non potranno mai avere un rapporto naturalmente pacifico.
Sono cose pericolosissime da fare, ma se vuole usarmi solo per questo per poi lasciarmi stare così sia.
Finirà presto.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Sono passati due giorni da quando quella gatta mia ha detto di voler organizzare delle uscite assieme, e con l’arrivo del fine settimana non ho più avuto sue notizie.
Devo dire di sentirmi piuttosto sollevata, alla fine le è passata più velocemente del previsto, ed io ho avuto tempo per riprendermi completamente dalla stanchezza.
Dopo aver capito che i miei erano per la maggior parte pregiudizi ho iniziato ad esser più rilassata, e finalmente sono riuscita a dormire un po’ di più.
Ho anche ripreso tutti gli appunti mancanti e ieri sera sono andata a dormire presto, infatti stamattina non ho avuto alcun problema ad alzarmi ed anzi è molto piacevole stare un po’ tra le coperte.
Gli incubi sul mercato nero stanno diminuendo, ed ora che non rivedrò più quella gatta sono certa tornerà tutto come prima
“DRIN-DRIN-DRIN”
-Mh?-
Sarà sicuramente Hatsuyo che vorrà uscire, infondo lei è molto mattiniera.
Quando però prendo il cellulare vedo il numero non è il suo, e anzi non lo conosco proprio.
Di solito non rispondo mai ai numeri sconosciuti, ho sempre paura siano scherzi o qualche carnivoro molestatore, però potrebbe anche essere l’università quindi non me la sento di attaccare.
-Pronto?-
-Ehilà, sono Nekumi. Vestiti andiamo a fare shopping.-
Ormai riconosco facilmente la voce dall’altra parte del telefono, e si tratta ancora di lei.
-Shopping? Ma abbiamo taglie molto diverse…-
Sto cercando di pensare ad una qualsiasi scusa per evitare di andare, anche se non me ne vengono in mente di migliori.
-Sarà bello avere l’opinione da una prospettiva diversa. Ti passo a prendere?-
-No! No no, vengo io. Dimmi solo dove.-
Devo assolutamente evitare qualcuno sappia che ho a che fare con un gatto, soprattutto la mia famiglia e le mie amiche!
Anche se a questo punto mi è chiaro non mi ha fatto nulla di male negli ultimi giorni non mi trovo comunque a mio agio all’idea che mi vedano con lei. Penserebbero subito il peggio e chiamerebbero la polizia, almeno i miei genitori, mentre invece non voglio che le mie amiche pensino sono favorevole a relazioni interspecie, come Emi ad esempio.
La trovo una cosa molto imbarazzante, ed anche se le voglio bene ogni volta siamo fuori spero non ne parli mai ad alta voce.
Mentre ci penso però Nekumi attacca il telefono, e pochi secondi dopo mi manda su Whatsanimal una posizione del centro.
Sospirando mi arrendo all’idea di dover per forza uscire, ma userò le dovute precauzioni.
Come prima cosa i vestiti, e cerco di nascondere ogni lineamento che riesca a farmi riconoscere da lontano.
Per il colore del pelo non posso far molto, ma esistono moltissimi topi grigi quindi non mi preoccupo più di tanto, fortunatamente io non mi tingo.
Indosso quindi dei jeans che mi arrivano oltre le caviglie, una maglia verde a maniche lunghe e metto dentro la borsa che uso meno spesso un cappello, una mascherina e degli occhiali da sole; li metterò non appena sarò fuori per non insospettire la mia famiglia.
Aggiungo anche un paio di boccette di spray al peperoncino, non si sa mai.
Naturalmente le mie sorelle stanno già dormendo, mentre mamma e papà sono in cucina a bere un caffè.
-Buongiorno Masuy, dove vai?-
Mi chiede subito mia madre controllandomi con lo sguardo. Lo fa sempre per assicurarsi io stia bene.
-Hatsuyo vuole andare a fare shopping, la raggiungo subito.-
-Mi raccomando fate attenzione e tornare a casa prima del tramonto. Lo sai che gli erbivori non vedono bene di notte.-
-Si papà.-
-E scrivici ogni ora, e se cambi zona.-
-Si mamma. Adesso vado, vi voglio bene.-
Mentre do ad entrambi un bacio sulle guance mi sento molto in colpa, non amo mentire loro ma non ho altra scelta, ed infondo era una bugia a metà…
Aspetto di arrivare alla fermata del treno prima di mettere il cappello, la mascherina e gli occhiali, così almeno sono sicura i miei non mi abbiano vista dalla finestra, ed ho anche evitato di usare la bici.
Conosco il centro commerciale dove dobbiamo andare, fortunatamente è molto grande e ci sono andata spesso, quindi conosco già i punti migliori dove camminare.
Sono certa che fino a qualche giorno fa sarei morta dalla paura per quest’uscita, ma ora solo la mia coda trema.
Sarà stata anche d’aiuto al mercato ma rimane comunque un gatto, quindi non l’avvicinerò troppo e non le darò informazioni personali.
Ci sono molti animali nel mio vagone ma sono tutti erbivori. Io evito sempre di almeno cinque carrozze quelli per carnivori o misti, e dalle notizie che si sento faccio più che bene. Guardando il mio riflesso sono anche felice di vedere non è facile riconoscermi, in particolare con la mascherina.
Non c’è nulla di strano che qualcuno la indossi, infondo tanti lo fanno perché magari sono malati o hanno paura di ammalarsi, o perché non vogliono sentire l’odore pungente dei carnivori.
Anche quelli di Nekumi è molto forte, come quello di tutti i gatti, quindi è meglio non le stia troppo vicino o i miei lo sentiranno.
Se fino ad ora non è stato così è solo perché non ho avuto tempo di lavarmi quindi il mio odore in qualche modo era più forte, ma in caso contrario avrei bisogno di varie docce.
Ci vuole solamente mezz’ora prima di arrivare, e quando sono alla fermata le mando un rapido messaggio per sapere dove sia.
-“Sono scesa dal treno”-
-“Ok, ora esco”-
Vuol dire è ancora in casa?!
Oooh avrei potuto andare con più calma…non so nemmeno quanto ci metterà ad arrivare.
-Fa niente…troverò un posto dove sedermi.-
Non voglio allontanarmi troppo visto è più sicuro avere molti animali nelle vicinanze, quindi alla prima panchina libera, ovviamente della mia misura, mi siedo giocando un po’ al cellulare.
Vista la mia stazza nessuno fa caso a me, quindi posso giocare in pace e senza problemi.
Almeno fino a quando Nekumi non arriva.
-Ehi, eccoti qui. Aspetti da molto?-
E’ vestita con una grossa felpa viola, una canotta nera e dei jeans strappati con degli stivali marroni.
Non saprei definire esattamente lo stile, ma sembra quasi piccola con degli abiti così grandi.
Prima di risponderle controllo l’orologio, e vedo sono passati appena dieci minuti.
-No da pochissimo.-
Deve vivere molto vicino, oppure si è fatta accompagnare in auto.
-Ahaha come mai ti sei messa tutta quella roba?-
Si riferisce sicuramente agli occhiali da sole, il cappello e la mascherina; non mi trovo a mio agio a dirle la verità visto non so che reazione potrebbe avere, ma mi rendo conto di star mentendo spesso in questo periodo…
-Ho un leggero raffreddore. Non voglio contagiare nessuno.-
Sembra credermi visto si limita a fare spallucce ed a voltarsi.
-Andiamo, vediamo un po’ che negozi ci sono.-
Annuendo scendo dalla panchina pronta a seguirla, ovviamente da una distanza di sicurezza, ma lei mi prese subito nella mano iniziando a camminare.
Mi trovo molto, moltissimo a disagio così, però almeno nessuno mi riconoscerà.
Un sacco di animali però ci stanno guardando…e anche piuttosto male.
-Ecco…se vuoi puoi anche mettermi giù.-
-Con le tue zampette un mio passo è dieci tuoi. Così facciamo prima.-
E’ completamente incurante di ciò che la circonda, o forse lo ignora apposta.
Entrate nel gigantesco centro commerciale anche le guardie ci lanciano molte occhiatacce, forse pensando io sia in pericolo, ma non fanno niente di evidente oltre a questo, e Nekumi gli passa davanti senza preoccupazioni.
-Da dove vogliamo iniziare? Dove sono i negozi per topini?-
-Da quella parte…-
Le dico indicando una fila di negozi non molto distante. Il centro commerciale ha tre piani più un quarto sotterrato.
Quest’ultimo serve per gli animali di taglia più grande, per assicurarsi il loro peso non provochi danni rischiando di far cadere qualche tavola dal soffitto. Al piano terra ci sono poi negozi per taglie normale e piccole, in quanto usare le scale mobili è pericoloso per noi topini in quanto potremmo cadere, e dal primo in poi tutto per taglie normali o massimo a taglia di giraffa.
Purtroppo esistono tantissimi animali diversi, quindi non sempre in ogni struttura possono esserci sistemi adatti a tutte le dimensioni. Naturalmente si fa del proprio meglio, come scale o piccoli ascensori, ma vengono sempre a crearsi zone separate.
Non che mi dia fastidio però.
-Allora, che stile hai tu di solito? Oltre alle mascherine.-
Nekumi si è fermata non molto distante dai negozi. Non sono sicura di quello che voglia fare, ma spero non infastidisca nessuno.
-Io? Direi normale.-
-Punk? Hipster? Pop?-
Mi fa un piccolo elenco che non capisco, e la guardo confusa per questo.
Naturalmente con maschera, occhiali e cappello non può vedere le mie espressioni.
-Non saprei, cerco solamente qualcosa di comodo e senza troppi fronzoli.-
-Ti piacciono le scritte sule magliette?-
-Non tanto, tranne che per i pigiami.-
-Quindi molto basic. Vediamo di trovare qualcosa di più eccitante.-
Non sono sicura di cosa intenda, ma una volta avermi lasciata a terra si piega a sua volta guardando i negozi. E’ troppo grande perfino per entrare con la testa, quindi dubito possa seguirmi.
-Ho un’idea. Facciamo una videochiamata così potrai farmi vedere i vestiti che ci sono.-
Ma perché dovrei farlo?
Non posso semplicemente scegliere qualcosa che mi piace?
Uscite così le faccio con le mie amiche di solito, ma noi due non lo siamo nemmeno…
-Ok.-
Vorrei la mia boccaccia ascoltasse i miei pensieri più spesso. Alla fine però le cose vanno come vuole lei, e dopo aver fatto partire la videochiamata entro nel negozio.
Mi vergogno così tanto, sicuramente tutte mi staranno guardando sparlando di me e del fatto sono al telefono con un gatto.
E se le guardie arrivassero credendo io stia per rubare qualcosa?
Forse avrebbero pensato Nekumi mi costringesse a farlo, o che io la usassi per minacciare i commessi!
Sento già il panico che mi assale, e quando sento una mano sulla mia spalla credo di essere al punto di poter vomitare.
-Hiii!-
-Signorina, va tutto bene?-
E’ una delle commesse del negozio, ed istintivamente appena la vedo nascondo il telefono.
-S-si. M-mi scusi non stavo facendo nulla di male!-
-Oh…va bene. Si sente bene? Ha bisogno di sedersi? Vuole dell’acqua?-
Sembra essere molto gentile, e non mi sta accusando di nulla per il momento.
Non posso mentirle…
-Sì…scusi tanto. Sono solo al telefono con una…persona. Mi dispiace tanto.-
-Ah ma non si preoccupi, fino a quando mantiene un tono di voce basso e non disturba altri clienti può usare il telefono senza problemi.-
Sono sorpresa non sia affatto un problema. E lei sembra essere assolutamente tranquilla visto se ne va subito.
La voce di Nekumi dal telefono però mi fa sussultare.
-Cos’era? Soffri di ansia sociale?-
-Cosa? No no assolutamente. E’ tutto ok.-
E’ questa l’impressione che do?
Certo mi è preso un attimo il panico ma non così tanto…
-Dai dai. Che vestiti ci sono allora.-
Sembra veramente euforica per questa cosa.
Non la capisco molto, ma la assecondo passando il cellulare davanti ai vari vestiti.
-Tirane fuori qualcuno, altrimenti non capirò come sono.-
Facendo come mi ha chiesto ne prendo uno a caso, trovando un maglioncino verde dal collo alto.
-Carino!-
Lei ne sembra subito colpita, ma io non molto.
-Non mi trovo molto a mio agio con le maglie a collo alto…-
-Come mai?-
-Mi danno l’idea di soffocare.-
Mi imbarazza ammetterlo ad alta voce, però è così. Sono scomodissimi ed ogni volta mi sento mancare il respiro.
Intanto cerco qualche altra maglia, trovandone una rosa con la scritta Queen.
-Sembra un po’ da bambina.-
Dice subito Nekumi con molta sincerità.
-Si…gli abiti per animali di piccola taglia tendono ad essere molto semplici.-
-Perché?-
-Beh non abbiamo spesso bisogno di essere eleganti o provocanti. Copriamo aree sociali piuttosto nascoste rispetto ad altre, e tra i modelli si preferisce sempre animali di taglia media.-
-Un po’ discriminatorio. Dovete farveli da soli se non vi piacciono.-
-Circa.-
E’ strano parlare così ad un altro animale. Di solito argomenti simili capitano tra simili, topi con topi, gatti con gatti, e così via.
Ci sono cose solo che chi è come te può capire infondo.
-Non credo ci sia molto per me qui.-
Non mi piace spendere soldi inutilmente. Certo non sono nemmeno come quelle persone che si creano già un fondo pensionistico a vent’anni, ma nemmeno come chi compra delle scarpe ogni giorno senza usarle.
Mi riempirei solo l’armadio.
-Va bene, andiamo da qualche altra parte allora.-
Fortunatamente lei non insiste troppo, e mi dirigo subito verso l’uscita. Mi sento molto a disagio visto la commessa potrebbe pensare abbia rubato qualcosa, e per questo ho paura scatti l’allarme, ma alla fine non succede niente.
Uscendo dal negozio mi fermo qualche istante a guardare Nekumi, aspettando che mi dica qualcosa, ma rimane per un po’ in silenzio a fissarmi.
-C-cosa c’è?-
Mi sta mettendo tremendamente a disagio.
-Niente. Dove vuoi andare?-
A casa sarebbe una risposta tanto sbagliata?
-Non saprei. Credevo tu avessi un’idea.-
-Oh si certo! Ora tocca a me vedere per dei vestiti.-
Sorridendo divertita mi prende nuovamente nella mano, correndo verso le scale mobili.
Non sono mai stata al secondo piano di questo negozio, ma immagino non sia diverso dal primo.
Guardando però al di là della mano di Nekumi mi spaventa vedere a che altezza stiamo arrivando, e mi aggrappo involontariamente al suo dito.
Lei sembra notarlo, ma invece che rassicurarmi sporge la mano oltre il bordo.
-Ahaha, paura dell’altezza?-
-Hiii!-
Le stringo letteralmente l’indice, e lei piega di lato la mano tenendo le dita ben aperte quasi a farmi cadere!
-HIIIIIII!-
La gente inizia a guardarci, ma a lei non importa assolutamente!
E’ pazza, non c’è dubbio!
Quando finalmente arriviamo alla fine di questa cosa infernale vorrei mi mettesse subito giù, ma non lo fa.
Almeno torna a tenermi normalmente.
-Credevi ti avrei fatta cadere?-
Perché deve chiedermelo sorridendo?!
-L-l’impressione era quella…-
Sono talmente infuriata ed umiliata che quasi le rispondo a tono, senonché in realtà sto sussurrando.
-Se cadessi ci sarei sempre io a prenderti.-
Però ho l’idea che sarebbe lei a causare la caduta.
Nel frattempo Nekumi sembra sapere bene dove andare, al contrario di come sembrava prima, e si dirige verso uno dei negozi più vicini.
Qui sono tutti animali di media taglia, quindi non c’è nessuno come me di solito, quindi non c’è alcuna struttura adatta a noi.
-Aspetto fuori?-
Chiedo scegliendo un angolino dove dovrei essere al sicuro.
-No no, devi consigliarmi.-
Tra lo stare fuori da sola e con lei dentro non penso ci sia molta differenza, così continuando a stare nella sua mano entriamo nel negozio, decisamente più grande del mio e con una grande differenza di articoli.
-E’ specifico per i gatti?-
Chiedo vedendo però altri animali nella stanza.
-No. Non mi piace l’esclusività. Ho perfino roba da elefante in casa ahah.-
Sono abbastanza sicura stia mentendo, ma non faccio troppe domande.
Proprio come aveva fatto fare a me anche lei prende casualmente qualche maglia, ma invece che guardarle va direttamente alla cassa.
-Ma non le guardi nemmeno?-
-No, è questo il bello. Poi funziona bene anche così, le cose che sto indossando ora le ho comprate in questo modo.-
Capisco allora il perché delle sue taglie sbagliate. Non ci abbiamo messo molto tempo almeno, e lei sembra esser soddisfatta di questa uscita.
Naturalmente molti ci hanno guardati con fare perplesso, ma non posso certo biasimarli, anzi al loro posto anche io avrei pensato si trattasse di due animali che cercano solo attenzione, fregandosene di tutti i pericoli che possono correre.
Torno ad aggrapparmi al suo indice non appena si avvicina alle scale mobili, temendo possa farmi uno scherzo come quello di prima, ma lei fa qualcosa di anche peggio.
Con un salto raggiunge la ringhiera, e la scende sedendovi sopra come se fosse sua.
-HIIIIIIII!-
Stiamo andando molto velocemente, ma Nekumi riesce comunque a saltare senza farci cadere.
Se non fosse per il fatto inizia a correre verso l’uscita subito dopo, avrei potuto facilmente sentire le maledizioni lanciate dalle altre persone sulla scala.
-Bene, vedrò poi a casa cosa farci con questi. Ti accompagno?-
-Dove?-
Chiedo confusa guardandola.
-A casa.-
-O-oh! No no no non ce n’è bisogno! Non voglio disturbarti e poi mi basta prendere il treno, abito molto vicino alla fermata.-
E’ rischioso darle informazioni personali, ma devo assolutamente evitare i miei scoprano sono uscita con lei mentendogli.
Anche se credo sarebbero più scioccati io sia uscita con una gatta che arrabbiati perché ho detto una bugia.
-Va bene, allora sto con te fino a quando non arriva il treno. La fermata è quella fuori da qui giusto?-
-Si…-
E’ gentile almeno a non volermi lasciar sola. Visto come tende a comportarsi dubito lo faccia per le etichette sociali.
Ci mettiamo quindi a sedere su una panchina vicina, e lei mi posa con delicatezza.
Per qualche minuto rimaniamo in silenzio, ma come persona più grande tra le due mi sento in dovere di rimproverarla.
-E’-è stato pericoloso quello che hai fatto…-
-Lo so.-
Spalanco gli occhi alla sua risposta. Credevo si sarebbe arrabbiata o altro, ed invece mi da ragione quasi mettendosi a ridere!
-Perché allora l’hai fatto?-
-Perché mi piace correre rischi. Mi piace arrampicarmi sugli alberi o le case, o andare nei punti della città dove si può fare del facile parkour.-
-Però è diverso dal farlo in pubblico.-
Mentre le parlo lei ha preso il cellulare, dimostrandosi alquanto maleducata nell’ignorarmi così, ma poco dopo il cellulare mi suona.
-Ti ho mandato il mio canale su Crik Crok, così ti farai un’idea.-
A malapena ho musebook, figuriamoci questa roba che viene usata solo per far video stupidi e pericolosi.
Nekumi intanto si alza in piedi, e pochi secondi dopo il mio treno arriva.
Sorpresa la guardo chiedendomi se centrano qualcosa le abilità della sua specie, ma lei scoppia subito a ridere.
-Sono un pelo più alta di te. L’ho visto da lontano ahahah.-
-Oh…ahah.-
Mi sento molto imbarazzata dal fatto abbia subito capito i miei pensieri, quindi non appena le porte si aprono e gli animali escono mi dirigo subito verso il vagone uso di solito.
-Ci sentiamo presto allora.-
Voltandomi mi chiedo cosa dovrei dirle, se un semplice ciao, qualcosa di più formale, ignorarla o altro.
Non mi sembra giusta però quest’ultima risposta, ma prima di poter far nulla le porte si stanno già chiudendo, ed il vetro non è abbastanza in basso da mostrarmi completamente.
Cerco quindi di salutarla con una mano, ma non sono sicura mi abbia vista.
-Ah…non importa…-
Alla fine mi limito semplicemente a sedermi in un punto vicino alla porta, ma durante il viaggio mi sento un po’ in colpa per non averla salutata.
Forse dovrei scriverle?

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Alla fine non le ho scritto nulla.
Una volta tornata a casa ho fatto come se niente fosse per il resto della giornata, evitando nella maniera più sottile possibile le domande dei miei genitori sull’uscita.
Se non riescono a chiedermi se ero effettivamente con  Hatsuyo allora non devo mentire no?
Certo, non mi fa sentire meglio, ma ho fatto il possibile per concentrarmi sullo studio, godendomi giusto un film della Disney alla tv con Mineko, Kiyu ed Ichi, lei però essendo ancora piccola si è addormentata nemmeno a metà film, e Mineko non è stata certo di altrettanta compagnia visto stava sempre al telefono.
In ogni caso non sono riuscita a godermi completamente la giornata, visto continuavo a pensare alla gatta ed al fatto di non averla salutata.
Perché dovrebbe importarmi?
Forse dipende solo dal mio essere educata, eppure non le ho comunque scritto per tutta la sera, e sono andata a dormire senza mandarle alcun messaggio.
Questo pensiero mi continua a martellare la testa perfino ora che mi sono appena svegliata.
-Forse solo un buongiorno…-
Quando vado nella chat con lei tuttavia noto il link che mi aveva mandato, e proprio come quando procrastini per evitare di studiare lo clicco immediatamente pur di non scriverle.
Subito mi si apre il link di Crik Crok, che fortunatamente non mi impone di registrarmi per entrare, e posso dare quindi un’occhiata al suo profilo.
L’app è molto semplice, dallo sfondo bianco con grosse scritte nere; c’è una piccola icona rotonda con una foto della gatta ed accanto il suo nome scritto in grande, “Nekumi Kuribashi”.
Forse dovrei iniziare a ricordarmi il suo nome, anche se sono abbastanza sicura presto si scorderà di me e le passerà la foga della moda amicizia-interpecie.
Sotto al suo nome c’è scritto poi che segue 745 persone, ha 423 follower e 1567 mi piace.
-Wow, sembra piacere alla gente…-
La sua bacheca è piena di video di lei che salta da ogni punto e fa strane acrobazie. Nella più recente si trova tra due muri abbastanza vicini, e saltando da una parete all’altra raggiunge un balconcino a circa 5 metri.
E’ un gatto, direi è naturale sappia fare queste cose, però c’è qualcosa che mi spinge a continuare a guardare, trovandone anche di più spericolate.
In un video è letteralmente sulla cima di un palazzo, e salta da un tetto all’altro senza alcuna misura di sicurezza!
In più punti mi sono coperta gli occhi con una mano per non guardare, ma non posso negare di essere stupita.
Nei punti più spaventosi sembrava quasi stesse volando.
-Masuy, vieni a far colazione.-
La voce di mia madre che bussava alla porta per attirare la mia attenzione mi fa letteralmente saltare sul letto, e spaventata esco subito dal sito prima che mi scopra, affrettandomi a cancellare anche la cronologia.
-Arrivo!-
Non mi preoccupo di cambiare il pigiama o sistemarmi particolarmente il pelo, visto non c’è nessun ospite in casa, ed anche le mie sorelle sono vestite allo stesso modo.
Solo la mamma porta un vestitino giallo con un grembiule alla vita, di solito si sveglia sempre presto per farci la colazione.
Mineko e Kiyu stanno già mangiando dei waffle, mentre Ichi ha una pappina per bambini.
Anche se ha cinque anni mamma teme i suoi denti non siano ancora pronti per masticare.
O almeno questa è una delle tante novità che legge sulle riviste di gossip.
-Buongiorno.-
Dico sedendomi al mio solito posto, papà probabilmente starà ancora dormendo, ma non è insolito per lui.
-Oggi cosa farete di bello?-
Chiede subito nostra madre accarezzandomi la testa.
-Penso uscirò con una mia amica.-
Risponde subito Mineko senza alzare gli occhi dal cellulare.
-E’ con lei stai parlando invece che con noi?-
-Si scusa, stiamo decidendo i dettagli.-
-Sarete solo voi due? Non è più sicuro in gruppo come fa tua sorella?-
E’ una cosa che mamma le ripete spesso, ma Mineko scuote la testa con sicurezza.
-Non siamo più a vent’anni fa mamma, puoi anche girare da sola e non ti succede nulla.-
Avrei da dissentire, ma è meglio per tutti se taccio…l’espressione di nostra madre invece, paonazza e scioccata per la risposta, parla per sé.
-Non girerai mica da sola? E’ pericoloso proprio perché la prendi così alla leggera!-
-Mamma non succede niente, e ti ho già detto che esco con la mia amica.-
-Io però sarei più sicura se usciste in gruppo. Ora scrivo a sua madre per assicurarmi tu non mi stia mentendo sul fatto di uscire da soli…-
Non è una novità che faccia così, anche con me e le mie sorelle spesso chiamava i genitori delle nostre amiche per controllare la situazione, soprattutto le prime volte.
Certamente lo farà pure con Ichi quando sarà più grande.
-Va bene mamma.-
Mineko in qualche modo riesce sempre ad evitare di litigare con lei, forse perché non è nella sua indole, invece sempre sorridente ed espansiva.
Ci sono molte cose però che tiene nascoste ai nostri genitori, come il fatto che l’amica con cui esce non è veramente un’amica.
L’ultima volta che siamo uscite con Yuia, Reiko ed Hama, le nostre sorelle maggiori, e non c’erano i nostri genitori, come nemmeno Kiyu che era con altre amiche ed Ichi, ci ha confessato aveva iniziato a frequentare questa ragazza già da molti mesi.
Presto sarebbe arrivato il loro sesto anniversario.
Mi dispiace non si senta ancora libera di parlarne con i nostri genitori, ma anche se so che un giorno l’accetterebbero capisco anche hanno una mentalità ancora vecchia, e potrebbero ferirla.
Da parte mia la sostengo completamente nella sua relazione.
-Io rimarrò a guardare la tv oggi.-
Dice intanto Kiyu finendo quasi gli ultimi waffle.
-Non starci troppo, ti si rimpicciolirà il cervello.-
-Più di quanto lo è ora?-
All’avvertimento della mamma Mineko non manca di prendere in giro Kiyu, che le lancia subito un pezzo di waffle.
-E smettila!-
-Penso starò anche io in casa oggi, studierò un po’.-
Infondo devo farlo per rimanere al passo con l’università.
-Va bene ragazze, in caso di qualche cambio di programma ditemelo però.-
Annuendo finiamo tutte di mangiare, e andiamo in camere diverse per rilassarci a modo nostro.
Io da parte mia torno semplicemente sul letto prendendo uno dei libri che devo studiare, ma non passa molto tempo prima di sentire il richiamo del telefono.
-…infondo ho fatto già un paragrafo.-
E’ incredibile la quantità di video che ha fatto, ma da quanto sembra porta avanti questo hobby da molti anni.
-Vorrei avere io una simile passione in qualcosa.-
Sono sorpresa dalle mie stesse parole, però è vero.
Mi piace leggere ma non ho particolari collezioni di libri, non disegno, non scrivo e non faccio sport.
Non che mi lamenti, anzi certe cose possono essere molto pericolose, ma guardando gli occhi di Nekumi in questi video, ed il modo in cui sorride, quasi mi sento invidiosa.
Senza nemmeno che me ne accorga però è già ora di pranzare,
Prima che me ne renda conto è già ora di pranzare, ma questo non dura molto visto mia sorella deve uscire, quindi in appena quindici minuti sono già nella mia stanza.
-Ok, ora dovrei veramente studiare.-
E lo penso veramente, visto per almeno un’oretta è quel che faccio.
Non ho più molta voglia di vedere i video di Nekumi, però quando sento il cellulare vibrare sono sicura che sia lei.
-“Ehi, io e le altre pensavamo di uscire stasera, ti va di venire?”-
Le altre?
Oh, è Hatsuyo.
-“Non saprei…”-
Dopo l’ultima volta non sono affatto tranquilla ad uscire con loro, soprattutto di sera.
-“Saremo vicino a casa tua, così potrai usare la bici”.-
Non sono per nulla convinta, non voglio cacciarmi in qualche guaio.
Passano vari minuti durante i quali penso al miglior modo per rifiutare, ma Hatsuyo non è tipa da mollare così facilmente.
-“Se è un problema possiamo però stare in casa, se i tuoi sono d’accordo”.-
Sapevo l’avrebbe chiesto. Hatsuyo è come mia madre, preferisce uscire con un gruppo piuttosto numeroso per evitare pericoli, anche se è stata lei a cacciarmi in un gigantesco guaio.
Non che sia superficiale con le amicizie, anzi è molto legata a tutte noi, considerandoci le sue migliori amiche per l’appunto.
Sconfitta, ben sapendo mia madre sarebbe entusiasta di sapermi in casa, accetto.
-“Ok”-
Alla fine ho ancora molto tempo per prepararmi, e come mi aspettavo mia madre non ha alcun problema nell’accettare questa uscita.
Non avrei mai pensato però che avrei preferito un messaggio di un gatto a quella di un’amica che conosco da anni, ma forse sto covando troppo rancore nei suoi confronti, non è certo stata lei a spedirmi nel mercato nero.
E’ stata una serata sfortunata, che posso cercare di portarmi alle spalle.
Se fosse così facile anche con gli incubi però…
Solamente quando si fanno le 20.00 inizio a prepararmi, togliendomi il pigiama e mettendo dei pantaloni da ginnastica ed una maglia rosa. Visto non dobbiamo andare da nessuna parte andrà benissimo anche così.
Proprio come mi aspettavo le altre arrivano un’ora dopo, ci sono tutte; Hatsuyo, Chiyo, Emi e Daiky.
-Ehi! Da quanto tempo!-
Daiky mi salta subito al collo abbracciandomi, salutando educatamente mia madre e mio padre che sono in sala.
In quel momento realizzo una cosa molto grave; mia madre ed Hatsuyo sono nella stessa stanza.
Se qualcosa andasse storto, mamma potrebbe scoprire ho mentito, e rischierebbero di sapere sono stata fuori con un gatto!
-Ciao ragazze.-
Rispondo sicuramente con poco entusiasmo, anzi sento la gola decisamente secca, ma sorrido comunque lasciandole accomodare.
-Staremo in camera, giusto? Ho portato qualche rivista.-
-Certo Chiyo, ci sono delle patatine se ne abbiamo voglia.-
Le riviste che porta di solito sono tutte sull’alta moda, e raramente riguardano animali di piccola taglia, ma alcuni vestiti sono carini.
Immediatamente andiamo quindi in camera mia, e Chiyo e Daiky hanno già occupato il mio letto, mentre Hatsuyo ed Emi sono sedute sul tappeto.
-Avete visto che negli ultimi tempi sta spopolando tra le giraffe la moda delle maglie a collo lungo? Sembra le snelliscano.-
Dice subito Chiyo mostrandoci l’immagine da una rivista.
-I colli delle giraffe sono il loro accessorio migliore. Pensate che quando litigano per una femmina se riportano ferite al collo e vincono è come un onore per loro.-
Emi non manca mai di raccontarci aneddoti particolari su altri animali, anche se non ho mai la certezza siano giusti o veri.
-Ma non è rischioso per loro? Insomma…sembrano fatti al settanta percento di collo.-
Alla mia battuta le altre ridacchiano continuando a sfogliare le pagine. Non che in realtà ci sia molto per noi.
-Caspita, le riviste di moda per animali della nostra taglia non reggono il confronto con quelle vere.-
Chiyo è la prima a lamentarsene, amante della moda com’è riesce spesso a trovarne del genere, ma è assodato ormai non hanno nemmeno la metà delle pagine di quelle più famose.
-La maggior parte degli animali è almeno della taglia di una volpe. C’è poco da fare, il mercato deve adattarsi. Solitamente i modelli più amati sono i felini poi.-
Risponde subito Emi guardando proprio una rivista sul genere.
-Purtroppo hanno le figure più slanciate. Però sono carini solo in figura…ed appena.-
-Andiamo Hatsuyo, sono molto più di così. Hanno un’incredibile agilità agevolata dal corpo, riescono a vedere bene di notte e sono sensibili al sovrannaturale. Per quanto io non ci credi è impossibile negare loro abbiano un intuito più sviluppato.-
Per l’agilità mi trovo d’accordo, soprattutto dopo aver visto i video di Nekumi.
Guardando queste riviste mi chiedo come starebbe in abiti più eleganti; gli unici vestiti che le ho visto indossare erano quasi il doppio di lei.
-I carnivori in generale ci vedono meglio al buio di noi erbivori…e non è certo una cosa piacevole da pensare. Vero Masuy?-
-Già.-
Hatsuyo non ha certo tutti i torti, ma lei ed Emi sono su due fronti completamente opposti.
-Basta parlare di queste cose. Piuttosto che sentirvi discutere a momenti preferisco studiare.-
Fortunatamente Daiky impedisce la serata peggiori, ed a poco a poco ci dimentichiamo completamente dell’argomento.
La serata passa rapidamente tra argomenti simili; ragazzi, studio, vestiti, problemi avuti tra la folla.
Almeno fino a quanto Hatsuyo non porta a galla un argomento spiacevole.
-Masuy…quella gatta ti ha più dato fastidio.-
I miei occhi quasi si sbarrano dalla sorpresa, mentre le altre alzano la testa incuriosite.
-Un gatto? Cosa è successo?-
Chiede giustamente Chiyo, mentre Emi ha già la fronte corrugata pronta a dirci probabilmente abbiamo frainteso qualcosa.
Ma come dovrei rispondere?
Oh si tutto bene, sapete mi ha salvata dall’essere mangiata nel mercato nero e siamo uscite assieme ahahah!
No, direi proprio di no.
-No…non ha fatto niente.-
-Siamo tuoi amiche, sei al sicuro con noi.-
Capisco stia cercando di esser solidale, ma il fatto insista mi mette solo più in difficoltà.
-Se ha detto non ha fatto niente puoi anche crederle.-
-Emi, quella gatta l’ha pedinata l’ultima volta siamo uscite, e l’ha costretta a darle il numero di telefono.-
Non è andata esattamente così, ma non riesco a trovare qualche scusa migliore.
-E’ vero? Oh mi dispiace, avremmo dovuto organizzare meglio il ritorno a casa…-
Chiyo mi guarda con grande dispiacere negli occhi, ed in parte le do ragione anche, però la situazione potrebbe degenerare.
-Tranquille è tutto ok, non mi ha pedinata.-
-Ma ti ha infastidita durante la pausa caffè, e ti ha sollevato usandoti come un bocconcino.-
Hatsuyo ti scongiuro smettila, più parli più rischiano di far altre domande.
Oh no.
E se volessero vedere il cellulare?
Avrei dovuto cancellare i messaggi!
-E’ tutto ok, non mi ha fatto niente.-
Devo convincerle in qualche modo, anche se è vero che i modi di Nekumi sono tutt’altro che adatti a certe occasioni…tipo oggi al centro commerciale.
L’unica mia certezza è che solo Emi accetterebbe di credermi, e per una volta spero inizi uno dei suoi rimproveri per fermare la conversazione.
-Ne hai parlato con i tuoi?-
Chiede ad un certo punto Daiky, facendomi probabilmente sbiancare il pelo dal terrore.
-Non c’è bisogno di dire niente ragazze. Non è successo niente, vi sto dicendo la verità.-
Il mio tono preoccupato non convincerebbe neanche me, ma almeno sembrano aver capito che non voglio i miei genitori sappiano niente.
Se ci fosse un tasto per resettare quest’intera serata, sono certa lo premerei.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Ugh mi si sta smontando la testa, la lezione di oggi di letteratura latina sembra infinita.
Il professore continua a parlare a raffica ed io a malapena riesco a stargli dietro con la matita.
Almeno però sono riuscita definitivamente a rimettermi in pari con tutto il programma, ma dopo la serata con le mie amiche non ho più sentito Nekumi.
Inizio a pensare che si sia definitivamente dimenticata di me, però alla fine me lo aspettavo quindi non dovrei esserne sorpresa.
Un po’ ferita però mi sento, mi ha usata proprio come fanno tanti altri che interagiscono tra carnivori ed erbivori solo per mostrarsi alla moda.
Almeno tornerò alla mia solita vita, dimenticandomi completamente di ciò che è successo quella sera e continuando con le mie uscite con Hatsuyo, Chiyo, Emi e Daiky.
Quando finalmente suona la campanella io ed Hatsuyo ci prendiamo qualche minuto in più per riposare in classe, anche lei infondo fa molta fatica con questa materia.
-Cavolo morirò prima del prossimo esame andando avanti così…-
E’ molto sconsolata, anche perché l’ultimo esame l’ha passato appena.
-Dai in qualche modo ce la faremo, possiamo fare delle sessioni di studio in più.-
-Sei la mia eroina Masuy!-
Sorridendo felice si lancia su di me abbracciandomi, ed io la lascio fare mentre sistemo le ultime cose nel mio zaino.
-Dai, andiamo nella prossima classe. Non dovrebbe esserci nessuno quindi potremmo entrare facilmente.-
-Sempre previdente Masuy. Hai ragione andiamo.-
Visto è al secondo piano del palazzo muoversi prima ha anche più senso per evitare ingombramenti. Fortunatamente durante le pause tra una lezione e l’altra molti animali escono per prendere una boccata d’aria, così la folla si riduce, ma non siamo nemmeno vicino alle scale che sento qualcuno chiamarmi.
-Ehi Masuy.-
Non mi ci vuole molto per riconoscerla, è Nekumi, che salutandomi con una mano mi guarda sorrideno.
Hatsuyo sbiancando si aggrappa al mio braccio, tentando di trascinarmi via.
Mi sembra però…eccessivo.
-Ciao.-
Il mio saluto è più pacato, ma non infastidito. Anzi, dopo la nostra ultima uscita dovrei anche chiederle scusa per non averla salutata adeguatamente in stazione…
-Ho qualcosina per te.-
Ridacchiando Nekumi senza tante premesse mi prende nella sua mano, e sollevandomi avvicina il pugno a me.
Confusa la guardo mentre resta ferma così, fino a quando non mi da una risposta.
-Batti.-
Appena appoggio il pugno contro il suo lei apre la zampa, rivelando una bellissima e particolarissima maglia, fatta proprio della mia taglia; è formata da un grande maglione rosa a cui sono state tagliate le spalle ed è stata cucita una grossa tasca al centro, sotto di esso poi c’è una canottiera blu scuro che permetterebbe al maglione di stare basso sulle spalle senza lasciar scoperto il petto, ed ha perfino un cappuccio!
Spalancando gli occhi la guardo mentre scoppia a ridere.
-Ahahaha, ti piace eh? Ho fatto un buon lavoro.-
-L’hai fatta tu?!-
Non posso aprire gli occhi più di così, ma sono sbalordita.
E’ bellissima! Ed è veramente per me?
-Si certo, sono brava in queste cose. Dai vestiti al negozio sembrava non ci fosse nulla di carino per voi piccoletti, quindi ho preso varie robe e ta-dah!-
O SANTO CIELO!
E’ MERAVIGLIOSA! E’ PARTICOLARE ED E’ UNICA! E’…
-E’…un regalo fantastico. Grazie! Sul serio, non me l’aspettavo.-
Sono molto colpita, tanto che non riesco nemmeno ad esprimerlo, ma sono anche felice e grata.
-Felice di piaccia. Ora devo andare, ci sentiamo dopo.-
Rimettendomi a terra va subito verso le scale, probabilmente avrà anche lei una lezione a quest’ora.
Sono così felice del mio regalo che continuo a fissarlo mentre lo tengo tra le mani. E’ anche così morbido!
-Lo butterai, vero?-
La voce di Hatsuyo è simile ad un mucchio di vetri rotti, e voltandola è chiaro sia scettica e spaventata dalla scena di Nekumi.
Mi viene da chiedermi se anche io ho guardato Nekumi con quegli stessi occhi per tutto il tempo…mi vergogno a pensarci.
-Beh…certo, ma non qui. Uscirò tenendola nello zaino poi prima di entrare in casa la butterò.-
La mia risposta sembra convincerla, almeno non la sto insospettendo.
-Dovresti chiamare la polizia però, è pericoloso ti sollevi con tanta leggerezza anche in mezzo ad altri.-
E’ da un po’ ormai ho capito non le importa l’impressione da agli altri, e dubito potrò farci nulla.
-Ci penserò, non voglio creare problemi.-
Non voglio mettere nei guai Nekumi per qualcosa che non ha fatto, non sarebbe giusto.
Si sta comportando bene con me.
-Forse è meglio…la sua famiglia potrebbe venire a cercarti.-
Hatsuyo rabbrividisce al solo pensiero, continuando un monologo dove una famiglia di gatti sterminerebbe la mia e tutti i miei amici.
Alla fine arriva a supplicarmi di non dire nulla durante tutta la lezione successiva, senza ascoltare tutte le mie rassicurazioni su come starò in silenzio.
Il tempo almeno passa piuttosto in fretta, e non abbiamo più nulla da fare.
-Andiamo a mangiare qualcosa?-
La sua proposta non è male, ma sento un messaggio arrivarmi sul telefono, e prima di risponderle controllo; è Nekumi.
-“Ehi, usciamo?”-
Trattengo involontariamente il respiro per un secondo o due.
Non so dove vorrebbe andare o cosa vorrebbe fare, non la conosco bene ed è comunque un gatto.
Dall’altra parte so perfettamente dove andrei con Hatsuyo e cosa faremmo, ed è una topolina come me.
-Scusa Hatsuyo, hanno bisogno di me in casa oggi.-
-Oh, va bene. Faremo un altro giorno.-
Prendendo strade diverse lei va verso casa, ed io verso la stazione.
Sento il cuore che va a raffica, le ho mentito.
E per uscire chissà dove! Mi sento molto agitata, però è anche molto emozionante. Nel frattempo scrivo a casa per non farli preoccupare.
-“Ciao, esco con Hatsuyo, tornerò prima di cena”-
Così dovrei stare tranquilla, e rispondo anche a Nekumi.
-“Certo, dove ci troviamo?”-
Fortunatamente lei risponde quasi subito, quindi non devo preoccuparmi di allontanarmi troppo.
-“Va bene dalla stazione vicina. Ci sarà anche un’altra persona ;)”-
Mi si stringe lo stomaco all’idea di stare in compagnia di due gatti, e l’agitazione monta più di prima.
Forse posso pensare Nekumi non mi mangerebbe, ma non posso fidarmi di qualcun altro solamente perché la conosce.
Ormai però non ho altra scelta, forse è il karma che mi colpisce per aver fatto una scelta sbagliata mentendo ai miei cari.
Non ho proprio testa certe volte...ormai però sono quasi in stazione, e visto non c’è nessuno nei paraggi che conosco mi nascondo sotto una panchina e mi infilo la maglia che mi ha regalato Nekumi.
Come pensavo è morbidissima, e mi ripara bene dal vento.
Mi sento molto felice rispetto a prima, e sistemando la giacchetta che indossavo nello zaino proseguo.
La noto davanti alla fermata del treno già da lontano, ed in qualche modo anche lei mi vede.
Non c’è però nessun gatto vicino che io noti, solo altri animali che probabilmente non la conoscono.
-Ciao Masuy!-
Venendomi incontro mi prende subito nella zampa, riducendo così i tempi visto mi trasporta accelerando il passo.
-Bene, ora che ci siamo possiamo andare. Ti presento Inu Tsuyodesu.-
-Ehilà! Molto piacere di conoscerti, sono felice uscirai con noi!-
Confusa mi guardo attorno per qualche istante, ma l’unico animale che mi sta guardando, che è abbastanza vicino e che mi ha parlato…è un cane?!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


-Sono sicuro che ci divertiremo un mondo! Nekumi mi ha parlato di te e si diverte ogni volta ti incontra! Anche io sono un tipo molto divertente, e sono sicuro andremo d’accordo!-
Mentre parla Inu non smette per un secondo di muovere la coda, è evidente quanto sia contento al momento, anche se rimango esterrefatta.
Stiamo parlando infondo di un cane, per la precisione un bovaro del bernese dal liscio pelo nero, ad eccezione di una parte del viso, bianco per l’appunto, che procede lungo il collo e probabilmente fino allo stomaco, ed alle zampe marroni.
Nekumi è certamente…particolare?
Non saprei nemmeno come definirla visto fino ad ora ha sempre trovato il modo di sorprendermi, ma ora salta fuori con un cane.
A giudicare da come gli accarezza la schiena ad ogni sua frase, aumentando l’allegria del ragazzo, sembrano anche piuttosto vicini.
-Dai Inu, me la sciupi. Guarda cosa ho portato.-
Dal suo zaino tira fuori una pallina da tennis, e non appena la muove sotto il suo naso Inu inizia a salivare copiosamente.
-Una palla!-
Inu inizia a scodinzolare ancora più forte, e sono certa che se le sue orecchie non fossero pendenti di natura in questo momento sarebbero belle dritte.
-Esatto ragazzone, vedi la palla? La vedi? Vai a prenderla!-
Senza troppo preavviso muove il braccio di scatto verso una data direzione, ed Inu corre subito a prenderla.
Non appena è abbastanza lontano però Nekumi mi guarda ridendo, mostrandomi la pallina da tennis in mano.
-Non voglio mica arrivi in testa a qualcuno. Ti sta bene la maglia comunque, sono felice l’hai già indossata.-
-O-oh si. Grazie, è molto bella.-
Improvvisamente mi sento in imbarazzo, ho paura di dire qualcosa che potrebbe offenderla, soprattutto se parlassi di Inu.
-Non ti far mettere in soggezione dalla sua stazza. E’ un cucciolone.-
In verità non ho alcun tipo di problema con i cani, sono conosciuti per la loro gentilezza ed affidabilità.
Se hai bisogno di un migliore amico il cane è la scelta migliore, o almeno così si dice.
In particolare un bovaro del bernese è conosciuto per il buon temperamento e per il suo essere vigile, proprio per questo spesso sono visti in lavori riguardanti turni di guardia, e la loro forza gioca a loro favore in caso di aggressione.
Se fossi circondata da predatori sarebbe sicuramente una risorsa utile.
-Sembra un bravo ragazzo.-
Dico comunque sorridendo tenendo per me i pensieri.
-Puoi dirlo forte! E’ il mio migliore amico!-
-Nekumiiii!-
Inu è tornato prima di quanto mi aspettassi, e non appena ci ha raggiunto ha preso subito in braccio Nekumi, sollevandola da terra e sfregando il muso contro quello di lei con fare triste.
-Non ho trovato la pallina! Mi dispiace tanto!-
Mi fa impressione essere così in alto e venir sballottata in questo modo, visto io sono ancora nella zampa di lei, me per fortuna Nekumi riesce presto a calmarlo.
-E’ qui ragazzone. Non piangere.-
Immediatamente Inu torna allegro come prima, ma non smette di abbracciarla almeno fino a quando non sentiamo il treno in lontananza.
-Oh è arrivato! Su su, non vorremo perderlo.-
E’ veramente energico! Non so se potrei stare dietro ad uno così a lungo.
-Dove stiamo andando?-
Chiedo mentre entriamo nel vagone, come ormai mi aspettavo Nekumi non sembra intenzionata a lasciarmi andare, anzi mi mette nel cappuccio della felpa che sta indossando.
E’ un po’ umiliante…
-In pieno centro, basteranno due fermate per arrivare nella zona più di classe della città.-
Non mi ha veramente risposto, ma inizio a capire che è nel suo stile fare così.
Fortunatamente sembrano aver evitato di entrare nel vagone esclusivamente per carnivori, ed anche se ci troviamo in uno di quelli misti non ci sono troppi animali.
-Allora Masuy, Nekumi mi ha detto che sei al secondo anno di università.-
-Sì, di lettere.-
Dico subito sorridendo ad Inu.
-Wow deve essere interessante.-
-Ma se ogni volta che ti racconto qualcosa delle mie lezioni ti distrai.-
Ribatte subito Nekumi dandogli una gomitata al fianco, ma Inu per tutta risposta si mette a ridere passando un braccio sulle sue spalle ed accarezzandole la testa.
-Ahaha, si vede non sai raccontare bene le cose.-
E’ così strano vedere un cane ed una gatta così vicini, ridendo per giunta.
Ho sempre pensato si odiassero di natura, e spesso ho visto non vanno molto d’accordo.
Eppure per loro non è assolutamente così.
-Comunque anche io sto studiando all’università. Sono al secondo anno di ingegneria.-
-Al secondo? Quindi hai la mia età?-
Chiedo sorpresa, mi sembrava più piccolo, ma forse è soprattutto per il suo atteggiamento così vivace.
-Esatto ahaha. Nekumi qui è la più piccola.-
Mentre continua ad accarezzarle la testa Nekumi gli morde il braccio fingendosi offesa, ed anche io non riesco a trattenere una piccola risata.
La cosa però mi imbarazza immediatamente, e controllo se qualcuno mi abbia notata.
Dobbiamo sembrare degli stramboidi in questo momento.
-Masuy ho portato dei panini in caso ci venisse fame. Ne ho all’uovo, col formaggio e tanta insalata. Non sapevo quali potevano piacerti quindi sono andato un po’ su uno stereotipo, spero non ti dia fastidio.-
Mentre parla Inu mi mostra almeno sei panini sistemati dentro il suo zainetto, ma guardando con attenzione ne noto tre molto più piccoli degli altri.
-Oh, caspita. Sei stato molto gentile, li hai addirittura fatti della mia taglia.-
-Ha un cuore d’oro.-
Risponde Nekumi sorridendo e pizzicando una guancia di lui.
Tra la maglia ed i panini…sono stati veramente gentili.
In qualche modo questo mi fa sentire ancora più incolpa per tutti i pregiudizi che ho nei confronti di tantissimi animali.
Certo, non sono per nulla assopiti, e quando camminerò per strada guarderò molti animali con diffidenza, ma quanti ho giudicato male quando invece potevano essere simili a loro due?
Mentre loro chiacchierano per la durata del viaggio spesso io mi perdo a guardare fuori dal finestrino, abbassando lo sguardo però ogni volta noto qualcuno mi guarda, visto sono nel cappuccio di Nekumi.
Non mi da così fastidio però essere qui, e nemmeno la situazione imbarazzante in cui mi trovo.
-Ehi, siamo arrivati.-
Ci abbiamo messo effettivamente meno del previsto, e non appena usciamo dal vagone devo ammettere l’ambiente è cambiato molto in sole due fermate.
I palazzi, quasi tutti in vetro, sono alti ed eleganti, la maggior parte certamente sono uffici o sedi importanti. Le strade sono perfettamente ordinate e tutte le persone che vi camminano indossano abiti costosi; perfino i carnivori sono bellissimi qui.
La cosa migliore poi sono le innumerevoli telecamere poste in ogni angolo per la sicurezza dei cittadini.
E’ sicuramente una delle zone più belle, ma anche tra le più costose.
-Ho sentito che da queste parti c’è l’edificio sede del Beastar. Non sarebbe bello incontrarlo?-
Anche io ho sentito la voce di cui parla Inu.
Il Beastar è la figura più importante di tutte, un animale il cui compito è quello di portar pace tra carnivori ed erbivori. Le sue azioni sono sopra a quelle di chiunque, come le sue scelte.
-Io non ci tengo ad imbattermi in un animale che avrà sulle spalle talmente tanto stress da renderlo gobbo. Mi sembra poi quasi una figura dittatoriale.-
Spalanco gli occhi alle parole di Nekumi. Nemmeno Emi ha mai parlato male del Beastar! E lei è contro qualsiasi cosa sia comunemente accettato.
-Ma il Beastar ci protegge ed assicura una società migliore per tutti.-
Non posso fare a meno di ribattere, ed ormai penso che anche se le andassi contro non mi farebbe niente.
-Non dico che non aiuti gli animali, ho sentito varie storie in cui salvava soprattutto degli erbivori o fabbriche i cui lavoratori subivano forti soprusi. Però è il concetto dell’animale al di sopra di tutti che non mi va a genio. Parlo del titolo naturalmente, non dell’animale. Siamo tutti uguali infondo, già nella nostra società ci sono abbastanza divisioni di classe.-
Anche provandoci non riesco a capirla.
-Senza però quella figura le cose potrebbero andare molto peggio.-
-Chissà, forse dovremmo essere tutti Beastar. Anzi, Beastars.-
-Così però allora nessuno lo sarebbe.-
Continuo a ribattere solo perché voglio capire, anche se temo potrei provarci per tutta la vita senza capirla.
-Però tutti potremmo portare avanti la morale che incarna.-
Ecco, mi farà esplodere la testa andando avanti così.
Fortunatamente la risata di Inu interrompe la nostra conversazione.
-La farai esplodere se continui così. Io penso invece che se incontrassi il Beastar gli farei i miei complimenti per tutto il lavoro che ha fatto, e gli direi qualcosa tipo…ehi non preoccuparti anche se non sei riuscito ad aiutare qualcuno, stai facendo un grande lavoro.-
-Ahahaha che gran discorso motivazionale.-
Anche a me viene un po’ da ridere assieme a Nekumi, più che altro per come immaginerei Inu in una situazione simile.
Al posto suo sarei imbarazzatissima, ma credo invece che la sua coda si staccherebbe e prenderebbe il volo dalla gioia.
Mentre parliamo noto ci siamo avvicinati ad un palazzo con un ampio giardino, pieno di panchine e con una bellissima fontana nei dintorni.
-Vogliamo fermarci qui?-
Chiedo speranzosa supponendo questa sia una gita.
-Siamo quasi arrivati, vedrai che lo spettacolo sarà ancora più bello.-
Mentre mi risponde Nekumi mi toglie dal cappuccio, tenendomi nella zampa in modo più saldo del solito.
-Spettacolo? Quale spettacoloooooaaaaaah!-
Prima che potessi realizzarlo i due hanno iniziato a correre a tutta velocità, raggiungendo uno dei lampioni vicino al palazzo ed arrampicandovisi fino in cima.
Una volta giunti a questo punto, Nekumi senza nemmeno pensarci due volte ha spiccato un salto raggiungendo così un ampio balcone che univa due parti separate dell’edificio.
Gli unici secondi in cui vi rimane però le servono solo per prendere la rincorsa contro la ringhiera opposta, e si lancia così lungo dei muretti che suddividono la zona in piccoli spazi abbelliti con numerose piante.
Sono abbastanza sicura sia violazione della proprietà, ma non riesco a replicare visto sono impegnata ad urlare spaventata.
Continuando a correre, saltando per evitare di cadere dai punti separati, finalmente si lancia in un punto completamente in piano, apparentemente un giardino racchiuso all’interno della proprietà.
Vorrei si fermasse immediatamente, ma lei corre verso le scale ed ho paura le salti completamente per arrivare sotto ad esse.
Fa però qualcosa di peggio; per come sono state costruite le scale sono a L, senza un muro separatore dall’inizio alla fine, e così lei scavalcando il bordo si lancia da quello sottostante.
Mi rendo conto rapidamente che la scala procede verso un garage, e stavolta lei si fa scivolare lungo il muro per raggiungerlo.
-Fermatiiiiii!-
Lei per tutta risposta ride divertita, mentre percorre correndo l’intero garage fino all’uscita.
Sicuramente abbiamo tagliato l’intero edificio così facendo, ma lei ancora non si ferma.
Attraversa la strada senza nemmeno guardare, proprio mentre stanno passando numerose macchine, e se non mi ha uccisa una di queste credo lo farà l’infarto mi sta venendo.
Un forte scossone però mi fa riprendere, e mi rendo conto che Nekumi si sta arrampicando fin troppo velocemente su un albero, ed una volta raggiunta quasi la cima, tramite un ramo, sale sul tetto di un edificio grazie alla scala anti-incendio.
Probabilmente ci impieghiamo un minuto buono per arrivare in cima, ma è troppo poco per potermi sentire meglio.
-Bastaaaaa ti pregooo!-
Non ho la minima idea di dove stia andando, forse è un giro a vuoto, ma vorrei riuscire a svenire e non dover subire questa tortura.
Mi sento però più sveglia che mai, soprattutto quando si lancia oltre il bordo del palazzo per raggiungere quello vicino, e di pochissimo riesce a raggiungerlo.
Da qui il suo unico obbiettivo sembra essere l’arrampicarsi verso appigli sempre più lontani ed in alto, passando da balconi, tubi e muretti.
-Quando finirà!-
-Proprio ora.-
Per qualche istante avevo tenuto gli occhi chiusi, ma ora riaprendoli vedo che siamo effettivamente ferme…E SULLA CIMA DI UN PALAZZO ENORME!
-HIIIIIIIII FAMMI SCENDEREEEE!-
-Ahahah ma certo, più tardi lo faremo.-
-Ehi Nekumi! Niente male questo giretto.-
Inu arriva pochi attimi dopo di noi, e noto che tra le mani tiene una telecamera.
-Hai fatto delle belle riprese?-
-Sì, non è stato facile però starti dietro.-
Risponde lui con effettivamente un leggero fiatone.
-Non sarebbe divertente altrimenti. Direi che possiamo metterci a mangiare.-
Adesso?! Non riuscirei a farmi entrare in bocca nemmeno un chicco di riso!
Loro invece sono freschi come delle rose, e sedendosi si dividono subito un panino all’uomo.
-Tieni Masuy, mangialo quando vuoi.-
Non riesco a rifiutare la gentilezza di Inu, ma penso per il momento mi limiterò a tenere il panino in mano.
-Caspita, oggi è proprio una bella giornata.-
Se per lei questa è una bella giornata non posso immaginare quelle brutte…
-Andiamo Masuy, dai una bella occhiata.-
Sorridendo Nekumi mi prende con l’indice ed il pollice la testa, costringendomi a guardare il cielo ed i dintorni.
E’ come suo solito un gesto molto maleducato, ma…
-E’…veramente una bella giornata.-
Da quassù il cielo sembra più pulito, e l’aria è molto fresca, quasi piacevole.
Fa impressione vedere quanto siamo in alto, eppure è qualcosa di così particolare che emoziona.
-Ah-ah! Lo sapevo! Ho visto quel luccichio nei tuoi occhi, ti piace!-
Lasciandomi andare mi fissa con aria vittoriosa, ma non voglio dargliela vinta.
-Non mi è piaciuto però il modo in cui siamo arrivate!-
-Dici? Le tue urla sembravano quelle delle persone sulle montagne russe.-
-Nemmeno loro sono felici in quel momento!-
-A me piace andare sulle montagne russe, mi svuoto i polmoni ogni volta.-
Intromettendosi Inu si finisce nel frattempo la prima metà del suo panino, e già ne attacca un altro.
Nekumi lascia completamente perdere il nostro discorso, e sdraiandosi fa un lungo respiro.
-Qui si che si sta bene. Potrei farlo per tutto il giorno.-
-Ma non hai paura di farti male o cadere?-
E’ evidente sia una sua passione, però mi sembra anche molto pericolosa.
-Sono caduta, e mi sono rotta qualche osso di tanto in tanto. Però fa parte del gioco.-
-Non penso mi piacerebbe un gioco dove potrei rompermi qualcosa…-
Forse dipende molto anche dalla sua natura di felino, o forse no.
Non sono più sicura la specie a cui un animale appartiene sia così importante per definirlo sinceramente.
-Ti puoi rompere un dente anche semplicemente cadendo dal monopattino. O ti puoi rompere un piede giocando a calcio.-
-Confermo. Io mi sono slogato una spalla una volta.-
Dice Inu alzando una mano, lasciandola poi subito continuare.
-Alla fine fa letteralmente parte della vita farsi male. Fai una cosa nuova e magari le prime volte ti viene male, o appunto ti fai male. La fai la centesima volta e magari non cambia nulla. Però alla millesima chissà, potresti aver imparato qualcosa, e così quel salto non riuscivi a fare è improvvisamente più facile. E vai avanti con nuovi obbiettivi fino a fare qualcosa di incredibile.-
-Però non hai paura?-
-Si e no. Se non avessi paura sarei un’incosciente, ma se non sapessi gestirla non saprei nemmeno fare il primo salto.-
-E’ capitato a me la prima volta. Non di non riuscire a saltare per la paura, ma non ne avevo per niente ed ero così esagitato da essermi dato uno slancio di troppo.-
Racconta Inu muovendo la mano per descrivere meglio la situazione.
-E poi cos’è successo?-
-Stavamo saltando da una panchina all’altra, quindi mi sono solo sbucciato i gomiti. Però è stato bellissimo!-
E’ incredibile quanto sia pieno di vita, e sembra impossibile per lui non vedere un lato positivo in qualcosa.
-Se adesso riesci ad arrampicarti su un tetto senza romperti la testa significa sono stata una buona insegnante.-
Dice Nekumi vantandosi.
-Ma non abbiamo iniziato allo stesso tempo? Sei arrivata di sera a casa mia entrando dalla finestra dicendo volevi fare parkour.-
-Già, però ero io a vedere i video e ad informarmi.-
-Ahahah hai ragione. Però ti ho supportato fin dall’inizio.-
-Vero…forse così potrebbe funzionare.-
-Uh?-
Confuso lui la guarda per qualche secondo, prima che risponda.
-Il discorso di prima, dove tutti siamo Beastar. E’ un po’ come la sera al mercato clandestino.-
Al quel nome rabbrividisco, ma Inu non batte ciglio.
-Intendi quando vi siete conosciute?-
-G-glielo hai detto?!-
Ma perché l’ha fatto?
Voleva vantarsene?
La cosa non mi piace, non voglio si metta a raccontare in giro di quello che è successo. Non voglio nemmeno ricordarlo, a malapena ho smesso di avere incubi insomma!
-In quel momento è stato un po’ come se fossi stata il tua Beastar, e può essere così ogni volta che un animale aiuta un altro.-
-Ti stai un po’ montando la testa…-
La mia Beastar?
E’ un po’ troppo per i miei gusti, inoltre il mondo che descrive è fin troppo utopico.
-Gli animali non si aiuteranno mai a vicenda. I carnivori sono fatti per mangiare gli erbivori.-
Involontariamente queste parole mi sono uscite di bocca. Non sono mai stata così schietta, però è la verità infondo.
Si tratta di un fatto che è sempre esistito e non è mai cambiato.
-Non è sempre stato così però.-
Le parole inaspettate di Inu attirano la mia attenzione, mentre Nekumi continua a fissare il cielo.
-Moltissimi anni fa, ben prima della guerra, gli animali erano divisi tra gli animali della vita, alias i carnivori, e gli animali della natura, ovvero gli erbivori. Dalla prima volta che si incontrarono instaurarono una convivenza pacifica, solo con l’avvento della società le cose hanno iniziato a cambiare. Visto cambiavano anche gli stili di vita ed i concetti ad essa legata.-
-Cosa stai dicendo?-
Conoscevo la faccenda degli animali della vita e della natura, ma il resto mi pare solo costruito sul momento.
-Oh scusami. Vedi queste cose che ti sto raccontando mi sono state insegnate tramite dei corsi speciali. I cani appartengono ad una specie che è stata fatta evolvere e cambiare in modo da poter ottenere degli esseri ubbidienti che incanalassero simili conoscenze. Solo però dei cani aventi ottimi voti partecipano.-
Questo è vero, in ogni scuola si sa che i cani partecipavano a corsi speciali, però non avevo mai conosciuto un cane fino ad ora per domandargli di cosa si trattasse.
-Oh oh! Un aneddoto ancora più interessante, sai come è finita la guerra?-
Scuotendo il capo corrugo la fronte. Non so se dovrei sapere queste cose, non sono strettamente riservate ma il fatto vengano trasmesse nelle scuole solo ai cani e non a tutti mi fa sentire come se in parte lo fosse.
Guardando Nekumi mi chiedo se pensi lo stesso e se lo fermerà, ma lo lascia fare.
-E’ finita dopo l’intervento di una balena.-
Passano vari secondi, ma lui non va avanti.
Non dice che è uno scherzo, non rivela d’essersi inventato tutto.
Mi fissa come se avesse detto la pura verità.
-Sta dicendo la verità. So che è incredibile da pensare, anche perché ufficialmente è stato solo dopo dei trattati che si è raggiunta la pace. Ma la causa scatenante è stata una balena.-
Ok, ho bisogno di qualche minuto. Mi sembra assurdo, e probabilmente stanno mentendo. Ma se non lo fosse?
Cioè, non cambia nulla nella nostra storia, ma mi sembra quasi la renda più ridicola…loro due intanto hanno continuato a mangiare, ed io ho ancora il panino in mano.
Devo dire mi sento più rilassata, potrei provare a mangiarlo, ma Nekumi mi riprende in mano prima che possa assaggiarlo.
-Ok, direi che possiamo andare. Pronta a scendere Masuy?-
-NOOOOOOOOOOO!-

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Ok, devo ammettere che dopo aver superato il terrore di morire spiaccicata ed aver riacquisito controllo delle mie gambe, ripensandoci quella di oggi pomeriggio è stata un’esperienza molto emozionante.
Certo, mi sarebbe piaciuto di più se Nekumi mi avesse almeno avvertita voleva fare una sessione di parkour, ma probabilmente già solo sentendo il nome l’avrei evitato.
Inu ha registrato ogni scena ed ha detto che una volta tornato a casa avrebbe montato un video da pubblicare sui social. Non credo io lo farò, ma mi piacerebbe comunque salvarlo sul telefonino per tenermelo solo per me.
Fortunatamente non mi sono nemmeno fatta male, altrimenti avrei dovuto dare fin troppe spiegazioni ai miei genitori, invece abbiamo finito anche piuttosto presto e mi hanno perfino accompagnata in stazione.
Sono stati entrambi molto premurosi, e visto domani nessuno di noi ha lezione Nekumi ha proposto di fare qualcosa di più rilassante assieme.
Ho accettato senza pensarci troppo, e lei mi ha promesso non ci sarebbero state sorprese particolari, e che anzi in caso avrei perfino potuto decidere cosa fare.
Sceglieremo però domani mattina, per il momento sono piuttosto stanca e dovrei anche studiare un po’ per i prossimi esami.
Aprendo la porta di casa la mia intenzione sarebbe quella, ma vedo che in salotto sono già tutti sistemati sul divano, e come entro i miei genitori mi guardano con aria apprensiva.
-Masuy!-
Mia madre sta tenendo in braccio Ichi, mentre mio padre sta tamburellando le dita sul braccio del divano; non è mai un buon segno, ma a giudicare dall’espressione di Mineko, piuttosto scocciata, e di Kiyu, che di nascosto controlla il telefono, penso di poter dire non è qualcosa che mi riguarda.
-Cosa succede?-
Chiedo confusa, sentendo comunque una certa preoccupazione nel petto.
E’ impossibile scoprano con chi ero oggi, giusto?
-Vieni a sederti, c’è una notizia sul telegiornale dalla tua università.-
Mio padre mi fa spazio, mentre il servizio in televisione continua.
A parlare è una gru dalle piume grigiastre e la testa nera, truccata con dell’ombretto rosa agli occhi; mantiene la sua professionalità mentre cammina per il giardino dell’università.
-Oggi pomeriggio è avvenuto un incidente inter-specie tra un leone maschio ed una femmina di coniglio. Non si è ancora certi del rapporto che ci fosse tra i due, ma numerosi testimoni hanno visto il giovane aggredire la coniglietta vicino alla fontana dell’università. Al momento il ragazzo sembra in forte stato di shock e si trova sotto la custodia della polizia.-
-Tsk, come vuole che sia andata. Aveva fame ed ha tentato di mangiarla!-
Mio padre non usa mezzi termini, nemmeno davanti a Ichi e Kiyu, ma è chiaro dal modo in cui trema che è spaventato.
Sullo schermo intanto compaiono le foto dei due ragazzi, ma non li riconosco.
-Masuy, tu non li conoscevi vero? Non avevi a che fare con gente simile?-
Mia madre mi guarda preoccupata, ma scuoto subito il capo.
-Non li ho mai incontrati.-
-Brava, rimani lontana dagli altri animali. Per qualche giorno non andare nemmeno all’università. Anzi è meglio non uscire proprio di casa, e questo vale per tutti!-
-Stai scherzando mamma?-
Mineko la guarda seria, ma nostra madre sembra essere ben ferma in questa sua idea.
-Non prendere sotto gamba una situazione simile! Ci poteva essere tua sorella al posto di quella stupida coniglietta!-
-Perché la devi chiamare stupida ora?-
-Perché è ovvio non sia stata attenta a quello che faceva! Credi che i carnivori aggrediscano chi come noi diffida e giustamente ne sta alla larga? No no, sicuramente lei era tra quelli che sostengono i rapporti con i carnivori, ed ecco come è finita!-
Una volta mi sarei trovata molto più d’accordo con lei, però in questo momento mi è difficile su più punti.
Per prima cosa sta colpevolizzando eccessivamente quella ragazza, non sappiamo nemmeno se sia viva, e soprattutto non conosciamo niente di lei o della situazione.
Non è giusto dire che è colpa sua, ma a prescindere noi erbivori dovremmo essere liberi di camminare per strada senza che qualche carnivoro ci fermi, e soprattutto senza che la colpa risulti nostra perché loro non sanno controllare i propri istinti.
Però non riesco a dirlo ad alta voce, come invece sta facendo Mineko.
-Quella ragazza potrebbe essere morta e tu ne parli così?!-
-Perché non voglio capiti lo stesso a voi!-
-E allora devi terrorizzarci?!-
-Mineko, tua madre ha ragione. Smettila di rispondere.-
Mio padre sta cercando di non urlare, anche perché Ichi è già sul punto di piangere, ma Mineko si alza di scatto muovendosi verso la porta.
-Solo perché sono più piccola non avete rispetto per quello che penso! Siete talmente chiusi nella vostra mentalità che non vi si può nemmeno parlare!-
-Mineko!-
Prima che nostra madre possa dire altro lei ha già chiuso la porta, uscendo chissà dove.
Non l’ho mai vista così, di solito non litiga mai con i nostri genitori ma tutta questa faccenda deve averla scossa.
-Vado a parlarci io.-
Prima che mio padre la insegua mi muovo per prima, non vorrei la situazione si complicasse ancora di più.
Fortunatamente sento ancora i passi di Mineko rimbombare per le scale, quindi non è ancora così lontana da preoccuparmi.
-Mineko aspetta!-
Se ci sono io ad inseguirla forse si fermerà, ed in effetti è così visto la vedo sull’uscio della porta.
-Camminiamo, non voglio che la mamma venga giù ora.-
Annuendo mi metto a seguirla, mandando un rapido messaggio per rassicurare i nostri genitori.
Lascio passare giusto qualche minuto di silenzio però prima di parlarle.
-Come mai ti sei arrabbiata così tanto? Di solito non alzi mai la voce con la mamma.-
Lei continua a fissare il pavimento, e quasi mi spaventa.
-Ti sei cacciata in qualche guaio con un carnivoro?-
-No, non è questo…è che certe volte mi sembrano dei bigotti.-
Almeno posso stare più tranquilla su questo argomento, lei non mi mentirebbe su qualcosa di così importante.
Mi sento però in colpa, perché nonostante la fiducia riponga in me io non sono altrettanto sincera…
-C’è qualcosa che non va con la tua ragazza?-
-No anzi, penso ora la relazione sia più seria.-
-Beh mi fa piacere. E’ una buona cosa, no?-
-Si ma significa anche che dovrò dirlo agli altri. Lei mi ha già presentato alla sua famiglia, e si aspettano una cena assieme un giorno!-
-Non credo che mamma e papà avranno una brutta reazione…-
Sto cercando di rassicurarla ma non voglio spingerla, è un argomento molto importante per lei.
-Però sai come sono, li hai visti prima. Saltano subito alle loro conclusioni e possono avere degli atteggiamenti…semplicemente troppo!-
-C’è differenza però tra un aggressione di un carnivoro ed una relazione con una ragazza.-
-E’ la reazione a tutto che mi spaventa! Sono troppo estremi! So che potrebbero sostenermi, ma potrebbero anche dire cose imbarazzanti e senza volerlo offensive, proprio perché non è qualcosa che li tocca. E sinceramente mi ha dato fastidio dessero la colpa a quella ragazza.-
-Quello posso capirlo, nemmeno io sono d’accordo. Però per quanto possano esagerare sono sicura che dopo un po’ di tempo le cose andranno per il meglio. Dubito poi smetteresti di vedere la tua ragazza solo perché loro dicono qualcosa.-
Oltretutto ha il sostegno di tutte le sue sorelle, quindi non è sola.
-No, non smetterei mai di vederla. Però in giro si sentono molte storie, ed ho paura di ritrovarmi anche io nel mezzo. La gente poi sa essere veramente cattiva…-
-Ti hanno bullizzato a scuola?-
Chiedo nuovamente preoccupata e sull’attenti.
-Non proprio, ma mentre eravamo fuori ci stavamo tenendo per mano, e dei tizi ci hanno fischiato dietro o ci infastidivano…-
-Quelli sono degli idioti! Non devi pensarci, hai i tuoi amici e le tue sorelle vicino che vogliono solo vederti star bene con chi ti pare!-
Immediatamente l’abbraccio per darle ancor più sostegno, e penso che un po’ faccia effetto.
-Lo so…grazie…-
-Ti senti pronta a tornare in casa?-
Chiedo accarezzandole la testa.
-Non molto, so già che finirò in punizione.-
-Beh dopo quella sfuriata dovevi aspettartelo.-
Almeno mentre parla sta sorridendo, quindi credo che le cose vadano un pochino meglio.
-Prenditi comunque il tuo tempo, solo perché la tua ragazza ti ha già presentato la sua famiglia non significa devi farlo se non sei pronta. Ne abbiamo parlato, prima di fare qualsiasi cosa sentiti sicura.-
-Si, aspetterò ancora un po’. Almeno lascerò che si scordino della sfuriata di prima.-
Sembra un buon piano, sono poi curiosa di conoscere finalmente un giorno la sua compagna, ma c’è tempo.
Tenendoci per mano torniamo verso casa, e proprio come avevamo detto i nostri genitori l’hanno subito rimproverata.
Mineko ha passato un brutto quarto d’ora, ed è in punizione per un mese dove non potrà uscire, però sembra comunque andarle bene come cosa, e la situazione si è calmata.
-Quindi saltiamo la scuola?-
Chiede ad un certo punto Kiyu sorridendo.
-Direi che per il momento ci limiteremo ad accompagnarvi ovunque, almeno per quanto riguarda te, Mineko ed Ichi. Masuy invece devi per forza andare o puoi stare a casa?-
Mia madre sta ancora parlando con un tono apprensivo, però è molto più calma di prima.
-Potrei saltare le prossime lezioni, infondo la settimana è quasi finita.-
Non voglio darle troppi pensieri, e dal suo sorriso è evidente le ho tolto un grosso peso dallo stomaco.
-Perfetto, allora per questa settimana faremo così.-
Papà intanto si alza dal tavolo della cucina per andare probabilmente a riposare in camera, è molto difficile anche per lui gestire situazioni simili e per questo lo lasciamo stare quando sembra giù di corda.
Ora che la situazione si è rasserenata comunque possiamo goderci una normale cena, evitando di guardare qualsiasi altra notizia al telegiornale, tanto mamma ha un gruppo di amiche che la informano sulle notizie più importanti, quindi per lei non è un problema.
A me in realtà dispiace che ci chiudiamo così dopo aver sentito qualcosa di brutto sul resto del mondo, perché non sappiamo mai come le cose vanno a risolversi.
Probabilmente anche stavolta non saprò mai se quella coniglietta è riuscita a sopravvivere, ma non posso farci nulla.
Finito di mangiare vado subito in camera per studiare, ma mi distraggo quando noto dei messaggi sul telefono, uno proviene da un numero sconosciuto, mentre l’altro dal gruppo che ho su whatsanimal con Hatsuyo, Chiyo, Emi e Daiky.
Visto i messaggi nel gruppo sono molti guardo prima quello sconosciuto, si tratta di un video.
-“Ehiii! Sono Inu! Ho caricato il video, è una bomba! Goditelo, speriamo di farne tantissimi altri così!-
Ha aggiunto così tante emoticon che il messaggio è più lungo del normale, ma nel frattempo il video si è appena caricato, e devo ammettere non è niente male.
Al posto delle mie urla Inu ha messo in sottofondo una musica lofi molto azzeccata, e con alcuni effetti di luce è ancora più incredibile.
Per non parlare poi delle sue riprese, non credevo fosse così bravo!
Io compaio spesso, visto comunque ero addosso a Nekumi, ma visto non ho alcun profilo sul sito dove caricano i video non dovrei preoccuparmene.
Mentre continuo a guardarlo mi viene istintivamente da sorridere, è stato veramente qualcosa di incredibile ed ancora non riesco a credere d’averlo fatto.
Mi piace…mi piace veramente tanto aver potuto passare un pomeriggio così.
Questa volta non posso non ringraziare Nekumi, e naturalmente anche Inu, ed entrambi mi rispondono con molta allegria e voglia di continuare a fare cose simili.
Non posso però perdermi troppo a chiacchierare con loro, visto il gruppo delle altre sta ancora esplodendo, e mi bastano pochi messaggi per capire perché…
Emi naturalmente dopo la notizia dell’università non ha perso tempo a quanto pare, ed ha fatto delle ricerche sul leone e sulla coniglietta; a quanto pare stando a ciò che dice ed alle foto erano in una relazione.
Quindi in parte mia madre aveva ragione…non voglio certo colpevolizzare la vittima anche io, però se ti avvicini ad un carnivoro solo per attirare l’attenzione degli altri non hai molto sale in zucca.
Non sono l’unica ad averlo pensato, ed anzi Hatsuyo l’ha subito scritto, ed Emi si è scatenata su come sia ingiusto come pensiero.
Le osservazioni di Daiky invece vengono per lo più ignorate, anche perché sta provando a calmarle entrambe senza successo.
Quando vedono che anche io ho visualizzato provano a trascinarmi nella conversazione, ma preferisco uscirne subito fingendo di non aver letto nulla.
Non voglio doverne ancora parlare, soprattutto dopo la discussione in famiglia, ed anche se prendessi posizione non andrebbe comunque bene perché qualcuno se ne lamenterebbe comunque.
Purtroppo però so che la paura che questo incidente ha portato a tutto rimarrà ancora per molto, e non posso certo dire di esserne immune.
Soprattutto ora che sono sola nella mia stanza, involontariamente penso per l’ennesima volta al mercato clandestino.
Quello che è successo a quella coniglietta poteva succedere a me, anche io sono costantemente circondata da predatori, e sono piccola ed indifesa.
E come se non bastasse, anche io mi sto avvicinando ad un predatore…
Forse gli eventi di questi ultimi giorni mi stanno confondendo le idee, facendomi vedere il mondo in modo irrealistico e fin troppo buono e sicuro.
Inizio a provare il forte dubbio che, come avrà fatto probabilmente quella coniglietta, anche io mi stia impedendo di vedere come Nekumi sia realmente, solo per una sciocca convinzione personale.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Alle sette del mattino la sveglia suona puntuale come sempre, anche se stavolta non è per andare all’università.
L’altra sera prima di andare a dormire ho scritto ad Inu e Nekumi, proponendo un giro lungo il porto.
E’ qualcosa di sicuro, tranquillo, e che sicuramente non mi causerà alcun rischi d’infarto.
Nekumi però ci ha chiesto se prima di partire potevamo raggiungerla a casa sua, quindi io ed Inu ci siamo dovuti organizzare di conseguenza.
L’ho convito ad incontrarci alla fermata della stazione dell’ultima volta, altrimenti se i miei mi vedessero in compagnia di un cane si insospettirebbero; non che ne sarebbero troppo contrari, se non per le dimensioni li trovano gli animali più affidabili del mondo, ma inizierebbero a far domande su domande e dubito Inu non parlerebbe di Nekumi.
Non mi sono preparata niente da mangiare per non creare ulteriori sospetti, ed userò lo stesso zaino con cui porto i libri all’università.
Dando per scontato stiano tutti dormendo mi vesto rapidamente dirigendomi verso la porta, ma a quanto pare mia madre era sveglia da ben prima di me.
-Dove stai andando? Avevamo detto ieri sareste rimaste tutte a casa.-
Cavolo! E’ vero, dopo la sfuriata di mia sorella, con le conseguenti tre settimane di punizione, abbiamo tutte accettato di non andare a scuola.
-Ecco…ho parlato con Hatsuyo di quello che è successo ieri, ed anche lei sta a casa per la faccenda del leone e della coniglietta…quindi pensavamo di fare didattica a distanza da casa sua.-
Non è una scusa così sciocca, infondo l’università ha installato delle telecamere in modo gli studenti malati o impossibilitati a raggiungere le aule potessero comunque assistere alle lezioni.
-Perché non la fai venire qui allora?-
Effettivamente anche io ho un portatile…cavolo! Accidenti non so come risponderle! Sento che sto per andare nel panico!
E se sapesse già tutto?
E se mi scoprisse proprio ora?!
-Il microfono non funziona molto bene, e lei non ha un portatile.-
Cavolo cavolo cavolo cavolo cavolo cavolo cavolo cavolo cavolo cavolo cavolo cavolo cavolo!
-Mmmh…andrai dritta a casa sua senza andare altrove?-
-Si! Prendo solo il quaderno.-
Sono già pronta ad aprire lo zaino, ma lei si volta sospirando.
-Va bene…mi raccomando però, vai, state in casa e quando sarà l’ora di cena torna a casa. Non andate in giro o all’università. Ti sto dando la mia fiducia Masuy, cerca di non tradirla.-
Mentre annuisco esco dalla porta il più rapidamente possibile, sentendo un doppio, anzi triplo nodo allo stomaco.
Il senso di colpa mi ha fatto passare qualsiasi voglia di far colazione…sono settimane che sto mentendo a tutti inventandomi scuse campate in aria, non posso andare avanti così all’infinito, ma ho molta più paura di cosa accadrebbe se scoprissero la verità.
Sono una pessima figlia, se esistesse il trofeo come figlia peggiore del mondo lo vincerei ad occhi chiusi.
La cosa più facile da fare sarebbe troncare completamente i rapporti con Inu e Nekumi, e fingere che non sia mai successo niente continuando con la mia vita di sempre. In quel modo potrei sperare nessuno scopri mai nulla.
Però mi sembrerebbe comunque eccessivamente ingiusto nei confronti di loro due, sono sempre stati gentili con me, e Nekumi mi ha perfino cucito la maglia sto indossando in questo momento!
-Sono un essere orribile…non c’è altra spiegazione ai miei comportamenti…-
Non mi rendo nemmeno conto di star borbottando i miei pensieri sul treno, ma non mi importa gran che in questo momento.
Mi sto ingarbugliando in una rete fatta delle mie stesse bugie, in un modo o nell’altro devo riuscire a liberarmene.
-Masuy!-
Non sono ancora scesa dal treno che sento già la voce di Inu, sta scodinzolando e saltando da un punto all’altro in attesa del mio arrivo, disturbando involontariamente le altre persone.
Animali così non sono visti molto bene nella nostra società, perché vengono reputati incapaci di trattenere i propri istinti, eppure il suo comportamento mi sembra molto dolce e spontaneo.
Sono felice non gli importi d’esser guardato in malo modo, anche se mi imbarazza molto il fatto d’essere tirata in mezzo alla sua scenetta.
-Ciao Masuy! Pronta per andare? Non ci vorrà molto!-
Vicino a sé tiene un monopattino elettrico, ne ho sentito parlare, sono molto veloci ed ecologici, però siccome sono usciti da poco non hanno misure di sicurezza particolari, e gli incidenti sono stati vari.
-Vuoi andare con quello?-
Chiedo impaurita, e lui annuisce più volta appoggiando la zampa a terra vicino a me, lasciandomi la scelta di salire; almeno non fa come Nekumi che mi prende a prescindere da ciò dico.
-Non preoccuparti andrò piano. Sono bravissimo con il monopattino poi, lo usavo già prima che inventassero quello elettrico.-
-Veramente? Ma non è scomodo spostarsi in città con solo un monopattino?-
Chiedo salendo sulla sua zampa.
-No no, anche perché come vedi ho molta energia in corpo, quindi il fatto di dover usare le gambe per muovermi non mi creava problemi. Anzi era come giocare! Anche adesso è così, solo che vado più veloce.-
Con garbo mi mette nella tasca sul petto della giacca, e come aveva promesso parte ad una velocità moderata una volta raggiunta la strada.
-Se tutti usassero macchine simili sarebbe solo meglio, almeno ridurremo in parte l’inquinamento ambientale.-
-Ti interessa molto come argomento?-
Chiedo urlando per riuscire a farmi sentire, visto comunque c’è il vento di mezzo mentre ci muoviamo.
-Assolutamente! Ho costretto tutta la mia famiglia a diventare più ecologica ahaha. Ad esempio tu a casa fai il riciclaggio dei rifiuti? E’ molto importante non solo perché e. E’ importante non solo per il risparmio di materie prime e di energia, ma anche per ridurre l’accumulo nell’ ambiente di sostanze non biodegradabili.-
-Oh non lo sapevo…-
Preferisco non rispondere alla sua domanda, perché per quanto ci abbiamo provato nessuno di noi ha mai mantenuto il proposito del riciclaggio a casa…
Per tutto il resto del tempo, quindi almeno una ventina di minuti, continua a parlare dell’ambiente e della sua importanza, ma ad un certo punto l’ambiente attorno a me inizia a farsi familiare.
Ho già visto questi vicoli, ed anche il ponte che c’è da quella parte, ma quand…
-Inu!-
-Che c’è?!-
-Siamo troppo vicini al mercato nero!-
Inizio a tremare al ricordo di tutto quello che ho vissuto qui, ho paura che gli animali mi hanno attaccata possano riconoscermi ed uccidermi!
Perché ci stiamo muovendo proprio da queste parti?!
-Va tutto bene, sono qui con te e nessuno potrà farti del male.-
Anche se cerca di rassicurarmi non riesco a smettere di tremare, è un cane di grossa taglia, ma contro una tigre o un puma sarebbe tutto inutile!
-Hai dei brutti ricordi riguardo questo posto?-
Mi chiede ad un certo punto Inu guardandomi, ed io annuisco rapidamente in modo si concentri nuovamente sulla strana.
-Mi dispiace molto per quello che ti è successo…però sai, allo stesso tempo ne sono felice. Perché in questo modo hai conosciuto Nekumi, e poi hai conosciuto me. Quindi, anche se questo è un luogo in cui accadono cose spaventose, lo si può guardare in maniera più positiva, come la chiave del nostro incontro.-
-Faccio molta fatica ad associare a qualcosa di positivo il mercato…ancora però non mi hai detto perché siamo qui.-
Non ho dubbi su di lui o timori mi voglia fare del male, e neppure vendermi, però vorrei mi rispondesse almeno.
-Perché Nekumi abita vicino al mercato clandestino. E’ anche per questo l’hai incrociata da queste parti.-
-Come può vivere vicino ad un posto simile! Perchè i suoi genitori non hanno cercato un posto più sicuro?!-
-Lo hanno fatto, ma non hanno avuto altra scelta, era l’unica rimasta.-
Che abbiano problemi economici?
Effettivamente in questo caso sarebbe comprensibile, ma io preferirei vivere per strada piuttosto che vicino al mercato clandestino.
Chissà che genere di persone sono…saranno sicuramente una coppia di gatti, ma come vedranno una topolina in casa loro?
Come una preda facile?
Uno spuntino veloce?
Mi stanno già venendo i brividi…spero non siano in casa!
-Siamo arrivati, è questo edificio.-
L’abitazione tutto sommato mi sembra nella norma, ha almeno sei piani ed i muri non sono particolarmente rovinati, non ci sono nemmeno graffiti o danni alla strada, anche se è leggermente sporca.
Tutte le finestre però sono coperte con delle tende, quindi non so che tipo di animali possono viverci dentro.
-Ti piacerà vedrai, è un bel posticino e Nekumi ed i suoi l’hanno ridisegnata a modo loro!-
Sono sicura che nessuno dei due lascerà io venga mangiata, quindi in caso i genitori fossero in casa devo solo evitare di rimanere da sola.
Così però sembro una maleducata, proprio come sono stata nei confronti di Nekumi quando ci siamo conosciuti.
Non è che comunque il posto in cui vivono mia dia tante speranze però…
Quando ci avviciniamo alla porta Inu non si ferma per suonare al campanello, ma direttamente estrae un mazzo di chiavi che usa per aprirla.
-Anche tu vivi qui?-
Chiedo chiedendomi se incontreremo anche la sua famiglia.
-No, però ho la copia delle chiavi di Nekumi.-
Oh.
E’ una cosa molto…intima. Non credevo fossero così vicini, ma non è un po’ troppo così?
Infondo dovrebbe comunque chiedere il permesso per andare a trovarla, e se si precipitasse all’improvviso potrebbe anche arrivare in un momento in cui non è gradito.
Sono poi un cane ed un gatto, la gente ed i vicini potrebbero pensar male se lo vedessero entrare così senza nemmeno bussare.
Questo però è esattamente ciò che fa una volta arrivati alla prima porta del corridoio al quarto piano del palazzo, che a quanto pare non ha nemmeno un ascensore, ma visto mi trovo ancora nella tasca di Inu non è un problema; sballottamenti a parte.
Girando la chiave nella porta la spalanca con un gran sorriso.
-Ciao a tutti!-
Devo ammettere l’appartamento sembra veramente carino.
Subito dopo la porta c’è il salotto, che ha il pavimento il legno chiaro ed i muri color beige con una linea arancione che lo attraversa a metà.
C’è un largo divano tutto graffiato e rattoppato, con ai piedi un morbidissimo tappeto rosso ed una televisione sistemata sopra un ripiano.
La finestra da direttamente su un balconcino pieno di fiori e piante rigogliose, e tutte le porte collegate tramite un corridoio hanno dei disegni sopra.
Nella sala c’è anche una parete avente un passaggio ad arco, che da all’intera stanza un aspetto più grande ed aperto; riesco ad intravedere la cucina e pare qualcuno sia all’interno.
Non è Nekumi però, visto lei arriva dal corridoio saltando letteralmente addosso ad Inu, rischiando di schiacciarmi.
-Benvenuti!-
-Ciao!-
Prendendola in braccio Inu chiude la porta alle sue spalle, tenendoci entrambe come se fossimo parte del suo vestiario.
Una voce maschile proveniente dalla cucina attira la nostra attenzione.
-Nekumi i tuoi amici sono arrivati?-
-Si papà! Venite a conoscerli!-
Oh cavolo sono in casa! Ok ok, devo solo mantenere la calma, senza dare l’impressione di essere spaventata, così magari non mi vedranno fin dal primo istante come una nuova preda.
Ma andiamo! Sono i genitori di Nekumi! Sono meglio di così!
Devo smetterla di avere tutti questi cattivi pensieri su animali che nemmeno conosco, i giudizi e le supposizioni devono arrivare almeno dopo le presentazioni.
Per quanto ne so potrebbero essere i gatti più buoni del mondo, e perfino vegetariani!
Vorrei solo che anche il mio corpo lo capisse, e che smettesse di tremare…

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Sono pronta, non ho bisogno di temere nulla.
Sono pronta.
Sono pront…
-E’ un piacere conoscerti Masuy, Nekumi ci ha parlato molto di te.-
Ma cosa…non capisco.
Sua madre è qui davanti a me, una gatta nera dal pelo liscio, con alcune ciocche bianche in alcuni punti e gli occhi di un blu profondo quanto quelli della figlia.
Ma il padre…davanti a me c’è solo un gufo.
Nekumi però si avvicina ad entrambi, abbracciandoli come se niente fosse. Dopo l’abbraccio il gufo mi guarda abbozzando quello che credo sia un sorriso, anche se è difficile capirlo dal becco.
-Non preoccuparti, è comune una simile reazione. Per questo cerchiamo di tenerci segreti.-
Beh, infondo è sempre meglio che una relazione tra un carnivoro ed un erbivoro, anche se certamente non è comune…quindi il vero padre di Nekumi e sua madre non stanno più insieme, deve esser stato difficile per lei.
-O-oh no! Io non…-
Come dovrei rispondere?
Dubito ci sia un modo corretto, e forse è meglio tacere.
-Solo tu ed Inu sapete di noi, quindi per favore, non rivelare a nessuno che nostra figlia è un ibrido.-
-No no certo che no…un…ibrido?!-
Come sarebbe a dire! Intendono quegli strani ed innaturali animali, nati dall’accoppiamento di due diverse specie?! Non è possibile esistano!
Proprio mentre ci penso e sono a bocca aperta però, la testa di Nekumi ruota di 270 gradi, come se non fosse nemmeno attaccata al collo.
-Hiiiii!-
-Nekumi! Non spaventare la tua ospite! Ti abbiamo detto mille volte di non fare questo giochetto.-
Suo padre la rimprovera subito assumendo un tono severo, ma più che sua figlia, che sta ridendo, sono io quella terrorizzata dal suo aspetto feroce!
-Ahahahah ma è così divertente. Poi visto ora lo sa quando siamo sole posso farlo quando voglio.-
Ti scongiuro no!
Un ibrido, devo ancora metabolizzare la cosa. Parte del mio cervello sta continuando a negarlo, ma non sembrano star mentendo.
Eppure lei non assomiglia per niente al padre, collo a parte.
-Stiamo finendo di preparare la merenda per questo pomeriggio. Potete aspettare in camera di Nekumi se volete.-
Dice intanto la madre sorridendo come se tutto ciò fosse normale.
-Grazie mille!-
Inu non si fa certo aspettare, e corre verso quella che intuisco è la camera di Nekumi, mentre questa ci corre dietro.
Forse è meglio così, non sarei riuscita a resistere molto alla tensione che sentivo.
La camera comunque è piuttosto carina devo dire. Si nota subito un grosso letto ad una piazza e mezza sistemato contro il muro, con un sacco di coperte e cuscini sopra. Sul muro, esattamente sopra a questo, ci sono alcuni ripiani pieni di libri e soprammobili particolari, ed una grande bandiera dell’orgoglio bisessuale appesa grazie a dei cuori, sulla quale sono state fatte numerose firme.
C’è poi un piccolo comodino con una sveglia, e dall’altra parte della camera una scrivania con una serie di fogli tutti messi in ordine assieme ad altri libri, probabilmente dell’università, ed un grosso armadio con accanto un basso comodino ed una tv sopra; intravedo anche una playstation 4 ed alcuni controller.
Nella stanza c’è anche una grande finestra con un piccolo ripiano, dove anche qui si trovano alcuni soprammobili simili ad oggetti di qualche strano culto, o di chiaroveggenza.
In qualche modo non mi sorprende notare un gigantesco tira graffi in uno degli angoli della stanza, ed accanto a questo si trova uno skateboard arancione.
La cosa però più particolare è una gigantesca scarpa, certamente a misura di elefante, che è stata tagliata e riempita di scaffali in modo contenesse altre scarpe.
E’ vero che Nekumi è eccentrica, ma non pensavo così tanto.
Altro dettaglio che mi colpisce sono tutte le foto appese sopra la porta all’interno; moltissime raffigurano Nekumi ed Inu, ma altrettante ritraggono solo lei durante la sua infanzia con altri bambini, ed al contrario suo è innegabile il loro aspetto non sia normale.
Dovevano essere tutti ibridi.
Noto tutto questo prima che Inu salti senza preavviso sul letto di Nekumi, e lei una volta chiusa la porta fa lo stesso.
-Allora, come ti sembrano i miei?-
La sua domanda è così improvvisa che non so come rispondere, ma entrambi stanno in silenzio come se nessuno potesse farlo al posto mio.
-Io…non so cosa dire.-
Nemmeno lei mi risponde, mettendosi a fissare il soffitto tenendo le braccia dietro la testa.
-Non l’hai mai sospettato vero?-
-No…non assomiglia molto a tuo padre.-
Mi sento come se le stessi dicendo qualcosa di molto offensivo, ma è la verità.
A vederla sembra solo una normale gatta.
-Lo so. Può capitare certe volte che un figlio ibrido non erediti nulla di uno dei due genitori, o che quel qualcosa che lo renderebbe più simile ad entrambi compaia durante la crescita. Io l’unica cosa che ho sono il collo ed i miei occhi.-
-Cos’hanno che non va?-
Chiedo confusa guardandola, e lei avvicinandosi indica la pupilla.
-Non hai mai notato che rimane sempre molto grande? Grande e tonda, mai sottile.-
E’ vero! Anche quando si mette a giocare con me le sue pupille rimangono sempre le stesse.
-E’ un dettaglio talmente piccolo che nessuno l’ha mai notato, visto gli occhi di un gatto possono essere anche così quando è tranquillo.-
-La cosa del collo però è divertentissima! Dovresti vederla ad halloween!-
Inu come sempre trova il bello ed il divertente in ogni cosa, ma riesco solo a rispondergli con uno sbieco sorriso.
-A me non piace dover nascondere che sono un ibrido, ne vado fiera. Che male c’è se due animali diversi si amano? Non forzano certo gli altri a fare lo stesso, vogliono solo essere liberi di amare. Sono gli altri animali, quelli bigotti ed ignoranti, che vendendola nel loro mondo come una cosa innaturale si sentono in diritto di costringerli ad esserli infelici. In questo preciso momento un coccodrillo potrebbe star sposando un cervo, e nella vita di chiunque non cambierà proprio niente.-
-Però…non credi che certe relazioni siano pericolose? Come quella del leone e della coniglietta, che c’è stata in tv l’altra sera.-
Perché non sto zitta?! Ora me ne diranno di cotte e di crude per questo!
-Certo che sono pericolose, però non è sopprimendole che la cosa si sistemerà. Se vivessimo in un mondo con dei servizi di sicurezza migliori, che aiutassero queste coppie a capirsi ed a capire i propri istinti, forse ci sarebbero meno morti e non sarebbero obbligati a nascondersi. I miei sono sempre stati felici assieme, ed io vorrei poter dire apertamente che sono figlia di entrambi.-
Almeno non si sono arrabbiati, anche se la visione di Nekumi mi sembra irrealizzabile.
Gli animali, soprattutto i carnivori, spesso si fanno guidare dai propri istinti, e finiscono per ferire gli altri.
Forse i servizi di cui parla potrebbero aiutarli veramente, ma chi lavorerebbe con delle coppie simili?
Però è comunque vero che non ho alcun diritto di dire ad altri come vivere, ed i suoi genitori sembrano veramente gentili e felici.
Sono cose molto più complicate di quello che sembrano, e devo ammettere che anche io ho fatto di tutta l’erba un fascio più e più volte.
Comunque la loro situazione familiare spiega perché vivono così vicino al mercato clandestino; ben pochi affitterebbero un appartamento ad una coppia mista.
-Adesso però che anche tu sai Nekumi è un ibrido significa siamo diventati migliori amici. Quindi dobbiamo solo festeggiarne.-
Inu tutto baldanzoso, con la coda che non smette per un secondo di scodinzolare, si alza dirigendosi verso la porta.
-Vado un secondo a vedere cosa stanno preparando i tuoi genitori, dal profumino ho già l’acquolina in bocca.-
Immediatamente se la richiude alle spalle, e per un po’ io e Nekumi rimaniamo in silenzio. Visto l’argomento di prima mi sento quasi in dovere di dire qualcosa.
-Tu ed Inu vi conoscete da molto?-
E’ un argomento stupido, ma sempre meglio del silenzio, forse.
-Da cinque anni. Frequentavamo le stesse superiori, anche se lui è più grande di un anno.-
-Ah capisco, effettivamente sembrate molto legati. Ha anche le chiavi di casa tua.-
Lo trovo ancora molto strano, ma non voglio rischiare di offenderla se già prima ho scampato un proiettile.
-Quelle gliele ho date nel periodo in cui ci frequentavamo.-
-Oh quando vi frequentavate…VI FREQUENTAVATE?!-
Ma cos’è oggi?! La giornata del vediamo quale notizia è più scioccante per Masuy?
Certo, la cosa dell’ibrido rimane in testa, ma anche questa non è da poco.
-Ahahaha dovresti vedere la tua faccia in questo momento!-
Posso immaginarmela, completamente scioccata e priva di parole!
-Ma…ma come?-
Sono un cane ed un gatto, era già strano fossero amici, ma questo va oltre ogni pensiero!
-Beh è successo tipo due anni fa, circa. Già allora eravamo migliori amici, però dopo un po’ abbiamo iniziato a chiederci se magari il fatto stessimo così bene assieme potesse dipendere da un sentimento diverso e più intimo. Sicuramente anche i commenti di altri nostri amici hanno contribuito a metterci la pulce dell’orecchio sul fatto che magari ci piacevamo a vicenda, e così abbiamo allora provato ad essere una coppia per tipo otto mesi. Alla fine però abbiamo capito che eravamo sì legati da qualcosa di molto profondo ed importante, ma che riguardava la nostra amicizia, e non amore. Come vedi siamo rimasti in ottimi rapporti, ci abbracciamo, giochiamo assieme e ci sentiamo ogni giorno, però ci amiamo come due migliori amici e non altro.-
Caspita, non pensavo ci fosse stato qualcosa tra loro, ed otto mesi non sono certo pochi.
-Sono felice siate riusciti a mantenere la vostra amicizia.-
-Beh era scontato, abbiamo confuso fischi per fiaschi, non ne valeva certo la pena perdere tutto solo per questo.-
Non ha tutti i torti, ma non molti ci riescono. Da parte di Inu però sono abbastanza sicura sia nella sua natura mantenere facilmente un’amicizia.
Non appena finiamo di parlare lui torna subito in stanza, saltando nuovamente sul letto con in bocca un panino.
-Ehi così non vale! Dobbiamo mangiarli al porto!-
-Ma i tuoi cucinano così beeeeeneeee! Cosa mi sono perso?-
Chiese mandando giù gli ultimi bocconi.
-Oh nulla, ho raccontato a Masuy di quando stavamo assieme.-
Ma perché deve dirglielo! Credo che il mio pelo sia diventato rosso dall’imbarazzo dopo questa.
-Aaaah ok. Era praticamente tutto uguale ad eccezione del sesso.-
Non deve essere per forza così esplicito nel parlare! Ha lasciato pure la porta aperta, i suoi genitori potrebbero sentirlo!
-Già se realmente fossimo stati innamorati saremmo stati una coppia perfetta ahaha.-
-Ma siamo i migliori amici perfetti!-
Così dicendo Inu le salta subito addosso abbracciandola, e lei risponde allo stesso modo.
Sono molto affettuosi tra loro, ma dalle loro parole è evidente si tratti solo di amicizia.
Posso capire comunque se dei loro amici hanno frainteso, oggi giorno molti sembrano trovare difficile ci sia una simile amicizia tra maschio e femmina senza secondi fini.
Non passa molto tempo prima che i genitori di Nekumi ci chiamino, e con un sorriso ci consegnano uno zaino pieno di bibite e cose da mangiare preparate da loro.
-Mi raccomando, passate una bella giornata.-
-E divertitevi.-
-Certo, ci vediamo stasera!-
Nekumi è la prima ad uscire dalla porta correndo, e visto questa volta è nuovamente lei a portarmi nel taschino della giacca devo subire i suoi terrificanti salti da una rampa di scale all’altra.
Spero di esser riuscita a trattenermi dall’urlare perlomeno.
-E’ il momento di andare al porto!-

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Impieghiamo circa quaranta minuti per arrivare al porto, usando prima un treno e procedendo poi usando Nekumi uno skateboard ed Inu il suo monopattino elettrico; è lui a tenere lo zaino con tutte le cose da mangiare e da bere, mentre io mi trovo ancora nel taschino di Nekumi.
La vista però è molto piacevole, soprattutto una volta arrivati al porto.
Essendo ancora metà mattina fa piuttosto freddo, ma è così piacevole sentire il vento passare sul mio pelo che non mi importa nemmeno. Non ci sono molte persone, quindi possiamo muoverci tranquillamente senza temere di intralciare nessuno.
L’acqua sembra quasi brillare nei punti in cui i raggi del sole si riflettono sulle onde, ed il cielo è completamente privo di nuvole. E’ così bello che non riesco a trattenermi dal fare alcune foto.
-Non è bellissimo? Mi viene voglia di fare una nuotata!-
-Meglio che ti trattieni Inu, non hai nemmeno un cambio.-
Nekumi si affretta a bloccarlo, evitando così il peggio.
-Potrei spogliarmi e rimettermeli dopo essermi asciugato!-
-Non intendo girare tutto il giorno con la puzza di cane bagnato vicino.-
Replica ancora lei mettendo un punto alla questione, effettivamente nemmeno io ne sarei entusiasta.
Il porto si estende per molti kilometri, costeggiando buona parte della città, quindi direi abbiamo spazio a sufficienza per passeggiare ed osservare il paesaggio.
-Ehi Masuy, hai mai conosciuto un abitante del mare?-
Mi chiede all’improvviso Inu, rallentando la velocità del monopattino per essere vicino a Nekumi.
-No, non se ne parla molto in giro.-
La storia che ci insegnano dalle elementari fin quasi all’università si concentra prevalentemente sulle faccende del mondo terreno, e visto molti non possono nemmeno uscire dall’acqua i contatti con loro sono molto ridotti, per quel che ne so io.
-Ho sentito che hanno uno stile di vita molto diverso dal nostro. Per esempio per loro non è un problema mangiarsi a vicenda.-
-Sul serio?-
Chiedo perplessa guardando Nekumi, mi chiedo se sia vero o se sia solo una voce.
-Già già. Un ricercatore interessato allo studio del mare e dei suoi abitanti ne ha intervistati vari. Secondo loro il male che vediamo nel nutrirci di altri animali è un costrutto sociale che abbiamo inventato, mentre la natura non lo prevede.-
Dice subito Inu guardando il mare.
-Hanno sicuramente molti meno problemi di noi altri. Che poi siamo pure ipocriti, perché ad esempio non va bene mangiare un coniglio ma va bene mangiare un insetto, solo perché questi non hanno la capacità di comunicare con noi. Eppure nemmeno i pesci ce l’hanno.-
La protesta di Nekumi è abbastanza sensata, anche se è un argomento molto controverso, Inu però risponde subito dimostrando quanto sia ferrato per l’argomento.
-In realtà gli abitanti del mare hanno un loro linguaggio, ma è sconosciuto a molte persone. Sono piuttosto riservati ed hanno preferito mantenere una forte distanza dal nostro mondo.-
-Dove avete sentito tutte queste cose?-
Chiedo ad un certo punto confusa.
-Io andavo ad un asilo per ibridi. C’era un bambino la cui madre era una foca ed il padre un coccodrillo.-
-Wow, che famiglia…particolare.-
Immagino tutte le famiglie ibride un po’ lo siano.
-Si è suicidato al primo anno delle medie dopo esser stato bullizzato.-
La notizia mi arriva addosso come una doccia gelata, non so nemmeno come rispondere.
-Mi…dispiace molto.-
Mi domando come facciano due animali di specie diverse a voler avere una relazione, o addirittura una famiglia, pur sapendo che il mondo non è pronto per loro, e che forse non lo sarà mai.
-Ehi non preoccuparti, non te lo sto dicendo per impressionarti, ma credo sia giusto che più animali sappiano quanto la nostra vita possa essere difficile. Però dai, io sono qui ad esempio, e ci resterò a lungo.-
Questo mi rassicura molto, più di quanto avrei pensato. Guardandola le sorrido, pensando che ormai la considero veramente una mia amica.
Ogni volta ci incontriamo rende le giornate più divertenti e particolare, ed è tra gli animali migliori che abbia mai conosciuto.
Non credevo un giorno l’avrei mai pensato per un gatto, ma spero sinceramente non le accada mai nulla di male.
-Io invece quando ho degli esami rimango sveglio fino a tardi a studiare, e per non addormentarmi guardo la tv. Alle quattro del mattino ci sono alcuni servizi sul mondo marino, sono molto interessanti.-
Inu riporta subito la conversazione su un tono più pacato, anche se mi stupisce si riduca a fare le ore piccole per studiare.
-Non ti fa male dormire così poco?-
-In realtà no, soprattutto dopo quattro red bull ahaha.-
-E’ quasi un genio, eppure è così scemo.-
Sospira Nekumi scuotendo il capo. Io al posto di Inu con solo una nottata di studio simile sarei andata ko.
Andiamo avanti nella nostra passeggiata per circa mezz’ora, prima di fermarci lungo il muretto per mangiare qualcosa; i panini preparati dai genitori di Nekumi sono ancora belli caldi, ed hanno anche riempito una borraccia con un po’ di thè.
Tutti e tre ci sediamo, ed io sono in mezzo ad entrambi; mi sento così piccina, però anche abbastanza sicura, infondo sono abbastanza grossi da proteggermi in caso di bisogno.
Chi l’avrebbe mai detto, mi sento più sicura vicino ad un gatto che da sola! Anzi, un ibrido gatto-gufo.
Sono stupita da me stessa, conoscere Nekumi mi sta veramente cambiando…
-Finalmente! Non vedevo l’ora!-
Inu si avventa subito sullo zaino, ma Nekumi afferrandolo lo spinge via.
-Ehi non sei l’unico a voler mangiare! Tieni le mani apposto, ti passo io la roba.-
Dandogli le spalle si sistema lo zaino sulle gambe, mentre Inu dopo pochi secondi tenta di avvicinarsi per prenderne comunque uno.
-Guarda che ti vedo.-
Senza preavviso Nekumi fa di nuovo quella strana cosa con la testa, girandola completamente per guardare Inu nonostante il davanti sia da tutt’altra parte.
-Hiii!-
Ancora non mi sono abituata a questo particolare, e credo che lei ne sia particolarmente divertita. Anche Inu sobbalza, vedendosi scoperto, e torna a sedersi tenendo braccia e gambe incrociate.
-Ahahahah! Credo lo farò più spesso se questa è la tua reazione Masuy!-
-T-ti prego no!-
Lo sapevo, mi perseguiterà anche nei miei incubi questa cosa!
-Sei sicura non sia meglio evitare di stare così? In caso qualcuno ti vedesse…-
Alcuni animali hanno già notato questo dettaglio e la guardando disgustata. Anche se non sono io al centro della loro attenzione, mi sento comunque molto infastidita dal loro comportamento. Eppure…so che fino ad un mese fa avrei fatto lo stesso, e provo molta vergogna.
Nekumi intanto, invece di girare la testa, gira il proprio corpo, dandoci un panino ciascuno.
-Solo uno?-
Brontola Inu guardandola.
-Li ho contati e divisi, quindi ne avrai altri dopo aver finito quello.-
Lei inizia subito a mangiare, rispondendo solo dopo qualche minuto alla mia domanda.
-Non mi importa sinceramente. La gente deve sapere esistono gli ibridi, non devo nascondermi solo perché loro sono talmente ignoranti da pensare siamo mostri, è un problema loro. Poi nemmeno mi conoscono, cosa vuoi che facciano?-
Non voglio risponderle, perché so potrei pensare alle scene peggiori, e sinceramente non voglio.
-So cosa farò io se non mi dai un altro panino…-
Replica intanto Inu, muovendo lentamente la coda. Sembra quasi stia spazzando il muretto.
-Ti metterai a piangere?-
Risponde Nekumi sarcasticamente.
-Probabile.-
Non riesco a trattenere una risata alla sua risposta, ed anche Nekumi, che gli lancia contro tutta la sua parte di cibo.
-Ingozzatici.-
-Sissignora!-
Passiamo la mattinata così, a ridere ed a girare per il porto assieme, alternando tra Nekumi ed Inu chi deve trasportarmi. Senza che me ne accorga il tempo vola, ma ho fiducia nel fatto questa sarà solo il primo di tanti pomeriggi così.
Ne sono convinta!

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Sono passati circa quattro mesi da quando ho conosciuto Nekumi ed Inu, e devo dire le cose stanno andando piuttosto bene. Tralasciando l’università, dove abbiamo avuto tutti un’intensa sessione di esami che abbiamo comunque passato in un modo o nell’altro, sto riuscendo a mantenere tutto nascosto alla mia famiglia senza troppi problemi. Non credo sia il caso dir loro qualcosa, li farei preoccupare e basta, per non parlare cercherebbero sempre di impedirmi di uscire. Forse quando avrò una casa mia e avrò una vita più indipendente potrò permettermi di dirglielo, passeranno anni prima di allora e potrò definire la mia amicizia con loro piuttosto solida.
Controllando l’orario dal cellulare mi preparo per uscire, dobbiamo vederci per mangiare assieme alle quindici, ma sono piuttosto in anticipo quindi posso anche muovermi con calma. Ho scelto di indossare la prima maglia Nekumi ha fatto per me perché è la mia preferita; ne avrà fatte almeno altre sei, ma quella è piuttosto importante per me. Ogni volta mi dice non è un problema per lei cucirmi qualcosa, visto basta pochissimo tessuto, e che anzi è piuttosto divertente. Su un sito internet ha addirittura aperto un mini negozio online dove si propone di cucire vestiti particolari per animali di piccola taglia. E’ solo un hobby ed ha già stabilito un limite di ordini, però nonostante molti abbiano delle riserve visto vengono creati da un gatto, sostenendo lo faccia solo per avere l’indirizzo delle sue nuove vittime, altrettanti sono soddisfatti dei risultati. Per le foto dei modelli già preparati ha chiesto a me di indossarli per fare alcune fotografie, ed alla fine ho accettato, tenendo però sempre la mascherina sul viso che spesso indosso quando andiamo in posti affollati.
-Io vado!-
Urlò davanti alla porta di casa preparandomi ad uscire, preferisco sempre evitare le domande dei miei genitori quindi cerco di uscire il prima possibile, ma li avverto comunque per tempo non sarò in casa.
-Mi raccomando fai attenzione!-
Con queste parole mia madre mi lascia andare senza problemi, e scendo subito la rampa di scale dirigendomi verso la stazione. La mia prospettiva nei confronti di molti animali è cambiata in questi mesi, però ho sempre una certa vena diffidente nei loro confronti e non ho opposto resistenza quando mio padre mi ha dato una bomboletta di spray al peperoncino per difendermi. Sono ancora piuttosto turbati da ciò è accaduto alla mia università, ma hanno allentato la presa permettendoci di uscire più spesso.
Non ho mai incontrato la coniglietta che è stata aggredita dal leone e non so nemmeno se sia riuscita a sopravvivere, ma un po’ ci spero anche se non la conosco. Non sono ancora favorevole alle relazioni amorose interspecie, ma sto rivalutando la possibilità delle amicizie.
Prendendo il treno bastano quattro fermate per arrivare nel punto scelto da Nekumi per l’uscita; è una zona piuttosto tranquilla e distante dal pieno centro, ma ad ogni angolo si intravedono ottimi ristoranti e paninoteche. Visto non ci farebbero entrare tutti assieme così facilmente è probabile opteremo per quest’ultime mangiando fuori, ma non è mai detto con Nekumi e la sua testardaggine.
-Masuy!-
Non mi sono accorta era così vicina, almeno fino a quando non mi prende tra le zampe sollevandomi. Come al solito le persone nei dintorni sono già allertate, ma evito di dar loro motivo di pensiero, o almeno ci provo.
-Ciao Nekumi, come stai?-
-Benissimo, ho mangiato leggero a colazione e sono pronta a riempirmi al ristorante.-
Per l’appunto. Quasi non mi stupisce nemmeno non calcoli le paninoteche.
-Ho trovato un posticino carinissimo, con anche dei piatti per roditori. Ho già portato un tavolino ed una sedia della tua misura quindi possiamo metterlo sul nostro tavolo e mangiare vicine.-
Non finisce mai di sorprendermi con le sue abilità manuali, ed è piuttosto dolce si impegni così tanto per me.
-Grazie Nekumi.-
Inu ancora non è arrivato, ma non ci spostiamo molto dal punto in cui ci troviamo visto abbiamo deciso era meglio incontrarsi tutti lì. Passano solo una decina di minuti però prima di intravederlo, ma non sembra essere solo. Con lui c’è un altro cane, femmina per giunta e dalmata. Indossa una gonna nera ed un top bianco senza maniche, con del pelo al collo che mette ancor più in risalto la sua forma snella e slanciata. Cammina a passo sicuro tenendo la testa, come se si trovasse su un palcoscenico di una sfilata, e porta con sé una borsa indubbiamente costosa, della Louis Vuitton.
Stanno camminando tenendosi per mano, ed istintivamente guardo preoccupata Nekumi, ma lei non sembra esserne per nulla infastidita anzi, sorridendo alza la mano per farsi notare camminando verso di loro, tenendomi su una spalla.
-Ehi Inu! Sei in buona compagnia eh?-
-Ciao ragazze! Vi presento Lucy, la mia ragazza.-
Mentre parla la sua coda si muove senza sosta, è evidente quanto sia felice ma Lucy…sembra un blocco di ghiaccio.
-Non scodinzolare, è maleducazione.-
Ok, si gli animali hanno certe regole sociali che li portano a controllare i propri istinti, e Inu certo non è tra quelli che ne sono capaci, ma il suo tono è stato talmente rigido da mettermi in soggezione.
-Certo.-
Scusandosi Inu cerca subito di farla calmare, ma non sono l’unica a cui questo atteggiamento non fa piacere.
-Ti sei messa con lui e gli dici così? Sembra non lo conosci affatto.-
Alla risposta di Nekumi Lucy incrocia le braccia, guardandola con una smorfia.
-Avevi detto che saremmo usciti con le tue migliori amiche.-
Parla rivolgendosi ad Inu, senza nemmeno degnare Nekumi di una risposta, solo di uno sguardo freddo.
-Esatto, lei è Nekumi, e lei è Masuy. Sono fantastiche e simpaticissime, sono certo potrere…-
-Devo parlarti.-
Interrompendolo si volta di scatto, camminando allontanandosi di almeno qualche metro. Guardandoci mortificato anche lui la segue.
Prendendola in giro Nekumi imita il suo portamento.
-Non durerà molto con Inu con questo atteggiamento. Guardala, sembra abbia un bastone al posto della coda.-
Preferisco non replicare, anche perché non saprei bene come. Di solito non va bene giudicare un libro dalla copertina, ma in questo caso è piuttosto difficile. Lucy sembra tutto il contrario della tipica descrizione di un cane, e sinceramente non capisco come mai piaccia ad Inu. Guardandoli da lontano sembra esser solo lei a parlare, ed alla fine lui torna da solo mentre lei resta ferma sul posto.
-Ehi ragazze…Lucy non si sente bene, la riaccompagno a casa poi torno da voi.-
-Ha un po’ di stitichezza post-rottura?-
Chiede Nekumi sorridendo infastidita, ma Inu è solo più agitato.
-No no…ne parleremo più tardi, scusatemi tanto. Voi però andate pure a prendere il tavolo, vi raggiungerò in dieci minuti al massimo.-
Per qualche ragione non ne sono molto convinta, ma lo lascio comunque andare guardandolo correre da Lucy, che ci regala l’ennesima occhiataccia prima di sparire tra la folla.
-Tsk.-
Sento il pelo di Nekumi irrigidirsi e mi aspetterei i suoi occhi siano diventati due fessure, ma sono ancora grandi come se fosse incredibilmente felice. Normalmente gli occhi di un gatto esprimono i suoi sentimenti, ma dimentico sempre è per metà gufo, quindi per lei non valgono le stesse regole.
Sbattendo i piedi ad ogni passo arriviamo fino al ristorante, sopra la cui insegna c’è scritto vendono anche del sushi. E’ molto elegante e dalle tonalità scure, e come entriamo ci troviamo davanti una gru dalle piume bianche e la testa nera.
-Buon pomeriggio.-
Nonostante le buone maniere sembra essere a disagio vedendoci assieme, ma purtroppo Nekumi non è in condizioni di essere molto cordiale.
-Un tavolo per tre per favore, senza una delle sedie grandi.-
-Non abbiamo tavoli misti…-
Cerca subito di dire l’altra, ma Nekumi insiste.
-L’ho portato con me. Mi dia il tavolo per tre grazie, senza una delle sedie.-
Forse se non fosse stato per il pelo e l’espressione furiosa avrebbe insistito, ma invece ci porta fino ad uno dei tavoli, togliendo la sedia come avevamo chiesto.
-Grazie, il nostro amico arriverà tra poco.-
-Certo…buon appetito.-
Indugia su di me per qualche secondo, come se si aspettasse una richiesta di aiuto, ma io mi limito a sorriderle cordialmente intanto che Nekumi prepara il tavolino. Rimaniamo in silenzio per circa cinque minuti, cosa che capita molto raramente, e per qualche motivo mi sento tesa. Ad un certo punto però, guardando il telefono, l’espressione di Nekumi diventa ancor più furibonda.
-Stai scherzando…-
-E’ tutto ok?-
-Non viene più.-
Risponde secca, con una smorfia infastidita.
-Oh…-
Cavolo, non avrei mai detto Inu non ci avrebbe raggiunte. Evidentemente non piacciamo molto alla sua ragazza. Il silenzio tra di noi prosegue, almeno fino a quando non arriva la cameriera a prendere le nostre ordinazioni. Ristoranti simili sono molto controversi, a malapena viene accettato il mangiare gli insetti solamente perché non sono in grado di comunicare con noi, ma per i pesci è diverso. Parlano una lingua propria e raramente si mescolano più di tanto con noi, ma le loro leggi sono diverse; si possono mangiare a vicenda, come prima cosa. Sostengono che faccia parte della natura stessa del vivere, e che il nostro modo di vedere le cose è un costrutto sociale creato da noi, quindi innaturale. Per quanto mi riguarda credo faccia parte dell’evoluzione stessa il cambiamento, probabilmente loro non hanno la nostra tecnologia, o il nostro livello storico e sono sostanzialmente più arretrati. Il fatto non abbiano guerre, discriminazioni ed altro dipende solo dal fatto vedono questi eventi come naturali, e non li definiscono come tali nonostante esistano, ma questo è appunto il mio pensiero, diverso rispetto a chi invece concorda con loro vedendoli come una società pacifica. I ristoranti che vendono pesce possono farlo solo perché hanno dei permessi con lo stato e possiedono piccole riserve di pesca, ma non è così comune, e immagino non sia nemmeno semplice. Sono molte le notizie dei protestanti che tentano di radere al suolo simili ristoranti, paragonandoli al mercato clandestino ed aggredendo clienti e lavoratori. Dubito però ci troviamo qui per mangiare del pesce, anche perché altrimenti non sarei mai venuta. Nekumi non mi ha mai fatto fare nulla che mi creasse disagio, e proprio perché ha la mia piena fiducia l’ho seguita senza fare domande, da quanto ne so oltretutto per poter mangiare il sushi devi per forza prenotare con settimane di anticipo e non è il nostro caso. Abbiamo preso alla fine alcune verdure, un’omelette, grandi quantità di riso e del tofu, quando ci arriva sembra tutto delizioso, ed effettivamente il sapore è ottimo.
Peccato però che Nekumi tocchi a malapena il piatto.
-Va tutto bene?-
Chiedo già sapendo la risposta.
-Lei non mi piace. Hai visto come ci guardava? Sembrava pensasse d’esser meglio di noi.-
-Effettivamente non è stata molto educata…-
-Ed Inu la segue pure! Lo conosco da anni e non ha mai fatto una cosa simile per una ragazza.-
Non so veramente come risponderle, rischierei solamente di farla arrabbiare di più, però…
-Sei gelosa?-
Mi mordo subito la lingua temendo la sua risposta. Non voglio offenderla però sono stati insieme infondo, quindi potrebbe anche darsi lei provi ancora qualcosa.
-A te sembrava una buona persona con cui stare?-
Invece che rispondermi mi ha fatto un’altra domanda, però fin dal primo istante ho pensato non fossero molto ben assortiti; lei è stata molto fredda e sembra voglia reprimere il vero carattere di Inu.
-Per lui non molto.-
Ammetto alla fine abbassando gli occhi.
-Sono felice se lui ha trovato qualcuna con cui stare, e lo supporterei al cento per cento se pensassi possono essere felici assieme. Ma una ragazza che sta con lui eppure vuole cambiare il suo carattere gli farà solo del male.-
Forse ho solo pensato male credendo fosse gelosa, ma ora sono preoccupata per Inu.
-Dici la lascerà?-
-Lo spero, merita di meglio.-
Per un po’ continuo a sperare Inu arrivi da un momento all’altro, scusandosi per non esser venuto con noi dicendo Lucy non fa per lui, ma alla fine terminiamo di mangiare.
-Masuy, per te sarebbe un problema se io provassi il sushi e gli insetti?-
La sua domanda è molto inaspettata, e non sono sicura della risposta.
-Io…non sono d’accordo nel mangiare altri animali, anche se è legalmente accettato in questi casi.-
-Lo immaginavo, per questo prima di farlo volevo parlarne con tutti i miei amici. Per rispetto, da dire almeno così vi preparo.-
-Ma perché vuoi provarli?-
Si dice quando un carnivoro mangia la carne il suo corpo acquisisce più forza, ma gli effetti collaterali sono una forte dipendenza.
-Perché forse è un modo per tenere al sicuro gli erbivori. Immagina un mondo dove un carnivoro può mangiare la carne, ma solo di un animale che è morto ed ha accettato il suo corpo venisse mangiato, come quando si donano gli organi alla scienza.-
E’ un po’ diversa come cosa, ed è evidente dalla mia espressione, ma la lascio comunque spiegarsi.
-I carnivori devono reprimere il loro istinto nei confronti della carne, ma molti soccombono ad esso ferendo gli altri ed uccidendoli ingiustamente. Non credo sia possibile una società dove tutti i carnivori sono in grado di controllarsi senza far mai male ad un erbivoro, ma se esistessero piccole valvole di sfogo legali e che non causano la morte le cose andrebbero meglio.-
-Vuoi dire che un giorno proverai anche tu la carne?-
-No, altrimenti vivendo vicino al mercato clandestino l’avrei già fatto, però è diverso il discorso per pesci e insetti. Se c’è un reciproco consenso non penso sia sbagliato.-
-Io non sono d’accordo, però non ti impedirò di provare. Mi fido di te, e spero non cambierai una volta provato.-
Non posso fare a meno di fidarmi, anche se proverò certamente un po’ di paura nei giorni seguenti in cui li avrà mangiati.
-Magari dimostrandoti andrà tutto bene riuscirò a farti cambiare idea. Da queste piccole cose la società può cambiare e migliorare.-
Non ne sono sicura, però mi ha già stupito tante volte, facendomi cambiare prospettiva.
Con lei vicino mi aspetto varie sorprese nel mio futuro.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


-Stasera esco con le mie amiche, spero non sia un problema.-
Fino all’ultimo minuto ho aspettato di dirlo ai miei genitori, per evitare troppe domande, ma dubito sia un problema. E’ capitato di tanto in tanto mi dimenticassi di avvertirli, ed anche se lo facevo all’ultimo potevo comunque uscire.
-Dove andrete?-
Chiede mio padre guardandomi, siamo tutti a tavola per la cena al momento.
-Al solito karaoke.-
-Ultimamente ci state andando spesso, ormai sarai diventata una cantante provetta.-
Dice mia madre scherzando, e mi limito a sorridere.
-Non fare troppo tardi comunque, se puoi venire a casa prima mi farebbe piacere.-
Aggiunge poi iniziando a sistemare i piatti.
-Certo non è un problema.-
Tanto non penso starò fuori troppo a lungo. Io, Nekumi ed Inu pensavamo di fare una semplice passeggiata, anche per parlare di ciò è successo l’altra volta. Spero però Lucy non salti fuori senza preavviso…dubito Nekumi lo manderebbe giù. Dopo mangiato vado subito in camera a prepararmi, ma ricevo un messaggio da parte di Hatsuyo.
-“Ehi, io e le altre pensavamo di uscire più tardi. Ti andrebbe di venire?”-
Non le vedo da un po’, ma purtroppo ho già preso un impegno e non posso dividere la serata in due uscite.
-“Mi dispiace, devo studiare. Però se ci organizziamo prima la prossima volta ci sarò”.
Pensando non ci sia altro da dire torno a prepararmi, quando mi arriva un altro messaggio.
-“Sei sicura di non poter uscire?”-
Di solito non è così insistente, ma la capisco, infondo prima ci vedevamo molto di più mentre ora appena una volta al mese.
-“Sì, scusatemi tanto”-
-“Ok…”-
Mi dispiace se ci sono rimaste male, cercherò di rimediare la prossima volta le vedrò.
Finendo di prepararmi mi metto un cappotto per evitare di prendere freddo, lasciando la mascherina a casa. Infondo è sera, e dubito incrocerò qualcuno che conosco. Per arrivare al luogo dell’appuntamento mi basta scendere alla prima fermata del treno, ed anche se sono un po’ in ritardo non credo sia un problema. Seduta su una panchina noto facilmente Nekumi, che sta usando il telefono.
-Ciao Nekumi!-
Le dico sorridendo, ma lei mi guarda cupa.
-Ehi.-
Rimaniamo in silenzio per un po’, mentre lei torna a fissare il cellulare continuando a scrivere.
-Va tutto bene?-
-Inu non viene.-
Cavolo…non mi aspettavo di avrebbe dato buca una seconda volta, ma forse c’è una spiegazione valida per questo.
-E’ successo qualcosa?-
-La sua ragazza, ecco cos’è successo. Gli ha detto che non vuole esca con me.-
-Cosa?! Ma perché?-
-Secondo lei specie diverse non dovrebbero mischiarsi, tanto meno cani e gatti. Gli ha detto che la mette in imbarazzo che qualcuno sappia il suo ragazzo è amico di un gatto, e se tenesse a lei smetterebbe di vedermi.-
Una volta avrei dato ragione a Lucy, pur trovando i suoi metodi eccessivi, ma ora provo solo una forte rabbia nei suoi confronti e della sua mentalità.
-Ed Inu che cosa ha detto?-
-Mi ha scritto che cercherà di farle cambiare idea, ma fino ad allora non possiamo vederci.-
E’ chiaro quanto la cosa la faccia star male, stiamo parlando del suo migliore amico infondo.
-Le ha anche detto del fatto stavamo assieme, e lei vuole che dica a tutti non è mai successo, e che mi sono inventata tutto.-
-Ma scherziamo? E’ successo tempo fa poi, non credo a molti importi…-
Tra loro non c’è altro che una bellissima amicizia, anche se potesse esser gelosa non è giusto pretenda loro non si vedano più. Anche se mi sembra le importi di più il fatto Nekumi è un gatto che altro.
-Io non me ne sono mai vergognata, e nemmeno lui. Non ha il diritto di mettere il muso nelle cose che non la riguardano.
-Hai ragione…ma perché Inu non la lascia?-
-Gliel’ho chiesto anche io. Continua a dire che ha delle buone qualità anche se si sta comportando in questo modo, ma io credo dipenda soprattutto dall’imposizione della società di trovare un compagno della tua stessa specie.-
-Credevo a lui non importassero queste cose.-
Ogni volta abbiamo parlato mi sembrava molto aperto mentalmente, ma forse non lo conosco così bene come credo.
-Non è facile andare contro corrente, certe volte la pressione è troppa ed è più facile fare come vogliono gli altri.-
E’ vero, ma questo non giustifica nessuno dei due. Lei è la sua migliore amica, non è giusto la faccia stare così per qualcuno che conosce appena.
-Ho provato a scrivergli fino ad ora, ma ha smesso di rispondermi.-
Aggiunge intanto Nekumi spegnendo il cellulare.
-Vuoi che provi io a parlarci?-
Non sarebbe un problema, sono entrambi miei amici e ci tengo risolvano questo problema.
-No tranquilla. Non sarebbe giusto e nemmeno maturo tartassarlo.-
-Quindi…aspettiamo?-
Mi sento le mani legate, e mi dispiace tantissimo non poter far nulla ma non agirò di testa mia solo per impulso.
-Mi dispiace, volevo divertirmi con te e Inu stasera, invece è iniziata proprio male.-
Dice Nekumi sospirando, ma io scuoto il capo.
-Non è colpa tua, ed a prescindere mi trovo bene ad uscire con te anche solo per parlare.-
Finalmente riesco a farla sorridere, e forse potremmo comunque passare una bella serata assieme.
-Non ti ricorda un po’ la sera del mercato clandestino?-
Solo il nome mi basta a farmi accapponare la pelle. Come potrei dimenticarla? E’ stata una delle notti più brutte della mia vita.
-Non lo nominare ti prego…-
-Ma perché quei tizi ti stavano inseguendo?-
Mi chiede curiosa, ed anche se normalmente farei di tutto per chiudere qui la conversazione le rispondo, solo perché vedo sta riuscendo a distrarsi.
-Li avevo visti mentre stavano dando dei soldi ad un altro animale per mangiargli le dita.-
-Brutta roba, menomale sei scappata in tempo.-
-E menomale tu eri nei paraggi.-
-Già, ma dubito farti un giro nella mia bocca ti sia piaciuto ahaha.-
Mi risponde ridendo, rischiando quasi di farmi cadere dalla sua spalla.
-Per niente, il tuo alito puzzava ahah.-
-Ehi non avevo nessun appuntamento in programma. Sei stata una sorpresa.-
Ci mettiamo a ridere assieme, rimanendo per un po’ sulla panchina a goderci il silenzio.
-Dai andiamo a fare qualcosa. Scatterò tante foto alla faccia di Inu. Voglio vedere se poi ci paccherà ancora.-
Dice tutt’un tratto piena di energie, scattando in piedi cogliendomi alla sprovvista.
-Basta non mi fai cadere!-
-Ahaha, farò del mio meglio.-

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Ogni mattina Nekumi ha sempre cercato di dormire il più possibile, ritardando la sveglia di perfino mezz’ora rispetto all’orario solo per un po’ di sonno in più, ma questa non è stata una di quelle volte. Qualcosa ha continuato a darle fastidio al gomito per parecchie ore durante la notte, prudendo e pizzicando come se ci fosse qualcosa che la mordesse sotto pelle. Non importava quanto grattasse, non passava in alcun modo, ma lei ha sempre cercato di continuare a dormire pensando si trattasse solo di un’irritazione o qualcosa di simile, ma quando le luci dell’alba sono filtrate attraverso la finestra colpendole gli occhi ha perso completamente la pazienza, alzandosi di scatto ed accendendo la luce per controllare cosa fosse, ma come lo fece si paralizzò.
Esattamente sulla punta del gomito era presente una piccola piuma color crema; difficile descrivere l’insieme di emozioni provate dalla ragazza, soprattutto perché il viso si è come paralizzato sotto l’influsso di tutte loro messe assieme. Non appena il corpo però decide di ascoltarla nuovamente corre subito nella camera dei genitori, svegliati bruscamente dallo sbattere della porta e dal salto della figlia sopra di loro, vedendo la piuma però per entrambi si sentono come se qualcuno avesse gettato loro addosso dell’acqua fredda, ed il primo istinto è quello di correre dal medico di famiglia. Nonostante l’ora fortunatamente questo risponde al telefono, permettendo alla famiglia di recarsi alla sua clinica il prima possibile. Le pareti bianche non sono mai piaciute molto a Nekumi, troppo sterili e vuote, ma in questo momento il suo unico pensiero è diretto verso quella piuma; nessuno di loro l’ha nemmeno toccata. Visto è maggiorenne normalmente i suoi genitori non l’accompagnano dal medico, ma vista la situazione è stato inevitabile, ed anzi la loro presenza è anche d’aiuto, visto lei a malapena li sente parlare con la volpe davanti a loro, troppo concentrata nei suoi pensieri.
Cosa accadrà adesso? E’ solo un caso isolato che non si ripeterà, oppure il suo corpo inizierà a cambiare? Fino ad ora non ci aveva mai pensato, ed anzi ha sempre affermato il suo orgoglio di essere ibrido, ma visto il suo aspetto non ha mai veramente dovuto affrontare ciò che questo significava, mentre ora le cose potevano cambiare drasticamente. Sono state proprio le terrificanti notizie ed i racconti di altri animali come lei che hanno spinto la sua famiglia a tener nascosta la sua natura di ibrido, ma se le fossero comparse delle piume o addirittura un becco sarebbe stato impossibile, in quel caso sarebbe stata in grado di reggere il confronto contro gli hater dell’internet e coloro che vedono gli ibridi come abomini? Camminando per strada la gente avrebbe iniziato a guardarla con odio? Avrebbero tentato di aggredire lei o i suoi genitori? Tutti questi pensieri iniziano a farla tremare, culminando in un sussulto spaventato quando il medico le poggia una mano sul braccio.
-Va tutto bene Nekumi, devo solo controllare quella piuma.-
-S-sì, mi scusi.-
Spostando il pelo che la circonda il medico afferra l’estremità della piuma, tirandola con delicatezza senza strapparla, accertandosi faccia parte del suo corpo.
-Sembra i geni di tuo padre stiano cominciando a manifestarsi solo ora.-
-Credevamo non sarebbe mai successo…tutto ciò aveva ereditato da me erano il collo e gli occhi.-
Dice con profondo dispiacere il padre, stringendo le mani della moglie per sostenersi a vicenda.
-Non sono rari i casi di ibridi che raggiunta la maggiore età incominciano a mutare. In alcuni casi i peli possono cadere completamente, o cambiare colore all’improvviso. Perfino la muscolatura, i denti e gli artigli possono mutare all’improvviso, ma è un processo indolore.-
Tenta di spiegare la volpe, cercando di non allarmarli.
-Cosa le accadrà adesso?-
Chiede la madre preoccupata, guardando Nekumi che in questo momento tiene la coda e le orecchie basse.
-Non possiamo saperlo purtroppo. Potrebbe finire tutto con una sola piuma, oppure il suo corpo potrebbe subire dei drastici cambiamenti.-
-Non c’è nulla per evitarlo?-
Chiede ancora il padre, con tono quasi disperato. E’ evidente quanto entrambi non vogliano altro che il meglio per la loro bambina, e purtroppo essere un ibrido non è sicuramente tra queste cose.
-Purtroppo no, fa parte della natura…se può aiutarvi però posso darvi il nome di uno psicologo che lavora a stretto contatto con famiglie ibride, in modo possiate affrontare il cambiamento nel modo migliore.-
Non sono in molti a portare avanti questi lavori, alcuni perché lo ritengono troppo pericoloso a causa delle associazioni anti-ibride che possono essere violente, altri perché vedono la ricerca scientifica e medica nei confronti di tali animali ancora troppo acerba per potervi operare, ed altri ancora perché non ritengono che tale settore sia in grado di offrire denaro sufficiente per vivere adeguatamente. Fortunatamente ci sono anche animali che non la pensano così.
-Certo, la ringraziamo…scusi l’orario in cui l’abbiamo chiamata.-
-Non si preoccupi signor Kuribashi, sono certo la vostra famiglia riuscirà a cavarsela. Buona fortuna Nekumi.-
-La ringrazio…-
 
 
 
 
 
 
 
 
Oggi pomeriggio devo incontrarmi con Hatsuyo, Chiyo, Emi ed Daiky al parco, sono felice di poterle rivedere e soprattutto di giorno e non la notte. Ancora non mi sento tranquilla ad uscire con loro dopo il tramonto, almeno so che Nekumi mi accompagnerà sempre in stazione ma vista l’ultima volta non posso dire lo stesso delle altre. Forse però tra un po’ di tempo riuscirò a superare del tutto i miei timori ed a fidarmi di nuovo. Sono partita un po’ in anticipo e visto è molto vicino a casa ho deciso di usare la bicicletta, oggi è anche una bellissima giornata e mi fa sicuramente bene muovermi un po’. Dopo poco essere entrata nel parco le noto già sedute sul prato con un panno sotto di loro, e scendendo dalla bici mi muovo a piedi trascinandola con me.
-Ciao ragazze.-
Dico salutandole allegra, ma loro mi fissano serie, senza nemmeno accennare ad un sorriso.
-Va tutto bene?-
Chiedo perplessa, ed Emi prende il suo telefono, mostrandomi uno screen del profilo di Nekumi, con una foto di noi due.
-Si può sapere cos’è questo?
Oh no no no no! Come hanno fatto a trovarla?! Non ha tutto questo seguito su internet!
I loro sguardi sono ancor più seri adesso, ma io a malapena riesco a dire qualcosa.
-Hai sempre detto che eri contraria alle relazioni inter-specie, ogni volta che ne parlavamo nascondevi la testa sotto la sappia come se fosse il peccato peggiore del modo, ed ora te ne esci così?!-
Emi mi sta urlando praticamente in faccia, ma Daiky si alza cercando di calmarla.
-Fermati, non sappiamo cosa sia successo…Masuy, quella gatta ti sta ricattando?-
La sua domanda mi lascia senza parole, ma devo subito rispondere altrimenti le cose potrebbero peggiorare.
-N-no! No assolutamente!-
-Sei al sicuro con noi, troveremo un modo per aiutarti. Non serve mentire.-
Le parole di Chiyo in qualche modo non fanno altro che agitarmi, sembra siano già convinte di sapere la verità e che non abbiano bisogno di sentire nulla da me.
-Vi state sbagliando, non mi sta ricattando!-
-E allora cos’è, stai cercando di diventare popolare approfittandoti di un carnivoro, proprio come fanno tutti?!-
Emi è forse quella che mi spaventa di più, visto il modo in cui mi guarda; sembra mi stia odiando dal profondo del cuore.
-No! Non lo farei mai!-
-Non hai mai sostenuto la comunità dei carnivori, non ti sei mai interessata alle loro usanze, anzi sei totalmente contraria ad una convivenza assieme a loro! Io ho sempre partecipato attivamente a proteste ed incontri, conoscendone e diventando amica di molti, mentre tu la stai solo usando per delle foto!-
-Non è così, io e lei siamo a…-
Tento di rispondere per cercare di difendermi, ma lei non me lo permette urlandomi addosso.
-Non provare a dire siete amiche, perché non è così! Ho già visto abbastanza gente come te per sapere siete solo dei superficiali approfittatori. Parli male dei carnivori alle loro spalle ma ti ci fai le foto assieme per diventare popolare sui social, non ti meriteresti nemmeno di parlare con uno di loro! Tu sei solo un’ipocrita!-
Sento le lacrime pizzicarmi gli occhi, non è così, io e Nekumi siamo amiche, ma nessuna di loro vuole credermi o ascoltarmi. Intanto, dopo questo scatto d’ira, Chiyo cerca di calmare Emi.
-Emi, adesso basta. E’ ovvio che non stiano così le cose, Masuy odia troppo i carnivori per poter anche pensare una cosa simile.-
Non ho mai odiato i carnivori, ne avevo solo paura, ma perché ignoravo quanto potessero essere simili a me. Ignoravo come stavano realmente le cose ma mi sbagliavo, e sono cambiata. Perché non possono credere un pensiero, per quanto estremo, possa cambiare?
-E’ proprio così che fanno Hatsuyo! Spargono odio nella vita reale e fanno i falsi perbenisti in internet per un proprio tornaconto. Dovresti solo vergognarti Masuy, hai raggiunto il fondo del barile.-
Ormai non riesco più a trattenere le lacrime, è talmente impegnata nell’odiarmi e nell’urlarmi contro che non vuole nemmeno capirmi. E’ inutile che io cerchi conforto nelle altre, anche se la pensano diversamente da lei le loro convinzioni sono comunque sbagliate.
Cercando di tranquillizzarmi però Hatsuyo mi accarezza la schiena.
-Va tutto bene Masuy, Emi ora è arrabbiata ma sappiamo si sta sbagliando, e vogliamo solo aiutarti.-
Ma io non ho bisogno di aiuto, eppure non riesco a dire assolutamente nulla, il mio corpo trema e basta.
Ho paura, ho paura delle conseguenze che questa conversazione avrà, ho paura di quello che accadrà all’università ma soprattutto a casa se avessero già raccontato tutto ai miei genitori.
-Anche se ora non te la senti sappi che siamo qui per te, e che quando vorrai ascolteremo tutto ciò che ti ha fatto quella gatta e ti accompagneremo alla polizia per denunciarla.-
Hatsuyo sta sorridendo, ma in qualche modo nonostante so bene le sue parole sono in buona fede ciò mi inquieta solamente.
-Anche la tua famiglia ti starà accanto, abbiamo già detto loro tutto.-
Ed ecco che il mondo mi crolla completamente addosso, e quasi non sono in grado di reggermi in piedi e sento un conato salirmi dalla gola; credo di stare per avere un attacco di panico.
-Tsk, sei talmente ipocrita da fare questa scenata.-
Le parole di Emi non mi aiutano, e così nemmeno l’abbraccio di Hatsuyo,Chiyo e Daiky. Mi sento come se mi stessero stritolando, e presto le lacrime si tramutano in un singhiozzo.
Cosa accadrà adesso? Mi costringeranno a denunciarla? Mi toglieranno dall’università proibendomi di uscire per sempre? Vorranno trasferirsi nelle campagne? In questo modo avrò rovinato non solo la vita di Nekumi, ma anche quella delle mie sorelle.
Quando finalmente riesco a muovermi spingo subito via le altre, afferrando la bicicletta e scappando, rischiando di cadere varie volte. Non posso tornare a casa, ma se andassi da Nekumi loro manderebbero la polizia a cercarmi e così l’arresterebbero, rendendo ancor più difficile convincere tutti della sua innocenza. Sono certa il telefono sia già pieno di messaggi dai miei genitori, ma non ho il coraggio di accenderlo. Ad un certo punto il respiro comincia a mancarmi del tutto, e sono costretta a fermarmi abbandonando la bici sul marciapiede, sedendomi per riprendere fiato. Vorrei riuscire a smettere di piangere, ma non riesco.
Non so bene per quanto tempo rimango in questo modo, a singhiozzare ed a cercare di respirare accanto alla mia bici, ma nessuno mi si avvicina, forse non mi vedono o scelgono di ignorarmi, ed allo stesso tempo vorrei sia essere lasciata in pace che venir aiutata. Orribili pensieri continuano a far capolino nella mia mente, e più piango più mi sento come svuotata e senza energie, gli occhi iniziano presto a farmi male ma accenno a calmarmi solo quando inizia a tramontare.
La paura però è rimasta la stessa.
Ancora non ho la minima idea di cosa fare, o di come affrontare la cosa, ma il mio corpo sa non posso stare fuori ancora a lungo, ed istintivamente mi riporta verso casa, anche se vorrei andare da tutt’altra parte; non voglio, eppure questa mia indecisione e paura non mi lasciano altra scelta. Quando arrivo al portone di casa mia sento la gola completamente secca, ed il cuore battermi nelle orecchie.
Aprendo la porta sento già la mia famiglia dall’altra parte.
-Masuy!-
Mia madre mi tira subito all’interno, chiudendo ogni lucchetto possibile dietro di me ed abbracciandomi in lacrime.
-Perché non ce lo hai detto? Siamo la tua famiglia, potevamo aiutarti fin da subito!-
Davanti a lei mio padre mi fissa tenendo le braccia incrociate, mentre le mie sorelle sono tutte sul divano che mi guardano preoccupate.
-Siamo già pronti ad andare alla polizia, non appena starai meglio.-
Alle parole di papà mi libero subito dalla presa di mia madre, guardandolo mentre sento d’essere nuovamente sul punto di piangere.
-No non farlo!-
-Masuy non devi avere paura, la polizia si occuperà di lei.-
Tenta di dire mia madre per calmarmi, ma è proprio questo il problema.
-No non voglio! Non ha fatto niente di male!-
-Ti ha rapita e ti sta ricattando!-
Ha iniziato ad urlare, significa è molto spaventata, ma lo sono anche io e non sono nelle condizioni di gestirla stavolta.
-Non mi sta ricattando! Mi ha salvato la vita.-
-Cosa stai dicendo?-
Mi chiede tutt’un tratto mio padre avvicinandosi. Nuovamente riprendo a tremare, consapevole del fatto non posso più tenere nascosto loro ciò che è successo.
-Q-quattro mesi fa sono tornata da sola a casa, ma mi sono persa e sono finita nel…nel…nel mercato clandestino.-
Li vedo trasalire sotto le mie parole, e mi fa star male vedere le mie sorelle così spaventate, ma almeno mi stanno ascoltando.
-Mi avrebbero mangiata, ma lei mi ha salvata. Ha evitato mi facessero del male!-
Ti prego, se esiste una qualche divinità, qualsiasi cosa, fa che mi credano.
-Lo so che non avreste voluto, ma abbiamo iniziato a parlare. Non mi ha mai fatto nel male, mi ha sempre difesa ed aiutata…è gentile ed è mia amica.-
Quasi penso le cose possano risolversi, ma come termino di parlare, senza che nemmeno me ne accorga, sento qualcosa colpirmi in viso, abbastanza forte da farmi cadere a terra. Mio padre è davanti a me, con ancora la mano aperta, mentre il dolore dello schiaffo fa tornare le lacrime.
Non l’ho mai visto così furioso, e non aveva mai alzato le mani su nessuno di noi.
-Tesoro!-
Mia madre si mette subito tra me e lui, mentre la mia sorella più piccola si mette ad urlare, piangendo. Nostro padre però la ignora, spingendo via mia madre ed avvicinandosi a me.
-Ti ha messo lei in testa queste cose. Adesso andiamo dalla polizia e dirai cosa ti ha fatto!-
Chiudendo gli occhi istintivamente mi porto le mani alla testa per proteggermi, ma nonostante sia spaventata scuoto comunque il capo.
-N-non voglio….n-non mi ha fatto nulla…-
-Ti prego calmati!-
-Papà!-
Mia madre e le mie sorelle cercando di farlo ragionare, ma io non riesco ad alzare gli occhi per guardarle.
-Masuy, non dovrai mai più vedere quella gatta.-

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


ATTENZIONE: Questo capitolo contiene degli spoiler del manga Beastars, riferiti al capitolo 145.
 
 



 
Non appena Nekumi è tornata a casa dallo studio del proprio medico ha subito scritto sia ad Inu che a Masuy, chiedendo loro di incontrarli per qualcosa di molto importante, ma nelle ore successive Inu è stato l’unico a risponderle.
-“Ehi…mi dispiace ma non posso uscire oggi.”-
-“Inu ho veramente bisogno di vedervi”-
La sua mente ancora non le permette di pensare ad altro se non a ciò accadrà in futuro ora il suo corpo sta cambiando, ed anche se normalmente non implorerebbe nessuno di starle accanto lì le cose sono diverse; si tratta di qualcosa che va ben oltre il suo controllo, e che la spaventa. La paranoia la sta influenzando a tal punto da impedirle di dire ad entrambi cosa sta succedendo per messaggio, temendo che, in caso perdesse il telefono, qualcuno potrebbe leggere quei messaggi.
-“Sei il mio migliore amico, è veramente importante per favore. Ho bisogno di te adesso”-
Il silenzio nei messaggi che segue è logorante.
Perché non può capire quanto sia grave la situazione? La conosce bene infondo, e sa che quando gli scrive in quel modo è qualcosa di veramente grave, ma forse lo sa perfettamente e sceglie comunque di dare più importanza a Lucy ed a quello che pensa lei riguardo la separazione tra specie.
-“Mi dispiace tanto…”-
-“Inu ti prego!”-
A quel punto nessuno dei nuovi messaggi di lei raggiungono l’amico, che l’ha bloccata non solo sui social ma anche nelle chiamate. Nekumi non è mai stata quel tipo di persona che piangeva molto, perché in un modo o nell’altro ha sempre cercato di mantenere ordine nella propria vita, senza costringere nessuno a farne parte e lasciando andare chi non voleva più esserci, ma questa volta non ne ha potuto fare a meno.
-Merda…-
Asciugandosi le lacrime non può non notare nuovamente la piccola piuma sul suo gomito, per quanto vorrebbe ignorarla, e la situazione non è certo migliorata quando ha visto che anche Masuy l’aveva bloccata. Da Inu un po’ se lo era aspettato, ma non da lei, non dopo tutto quello che avevano passato assieme e dopo aver creduto avesse superato le sue paure nei confronti dei carnivori. Nekumi non è certo stupida, ed anzi fin dall’inizio sapeva cosa l’amica pensava veramente di lei, che fosse solo un mostro mangia-carne il cui unico obbiettivo è quello di divorare topolini ed altri piccoli animali, ma ha comunque continuato a provare a farle cambiare idea, perché sapeva ne sarebbe potuta valere la pena ed alla fine aveva avuto ragione.
Non poteva aver cambiato idea così all’improvviso nei suoi confronti, ma allora cosa era successo?
Preferendo non farsi trascinare in un altro fiume di preoccupazioni Nekumi si concentra sulla faccenda di Inu. Prendendo il proprio mazzo di chiavi, tra le quali c’è anche quella della casa dell’amico, Nekumi si precipita subito verso la porta, indossando una felpa a maniche lunghe per nascondere la piuma ed usando una bicicletta per andare verso casa di Inu; fortunatamente non ha cambiato la serratura, ed è in grado di aprire la porta.
-Inu! Sei in casa?-
Urla subito non appena varca la soglia, e dalla sala compare subito l’amico, confuso per il suo arrivo.
-Nekumi?-
Purtroppo non è solo, visto accanto a lui c’è Lucy che le sta lanciando un’occhiataccia di disgusto.
-Come hai fatto ad entrare? Hai forzato la porta? Chiamo subito la polizia.-
-No Lucy! Ha le chiavi.-
Inu cerca subito di fermarla, ma peggiora solamente la situazione visto la collera della compagna.
-Ha le chiavi? Perché ha le chiavi di casa tua!?-
L’altro abbassa subito le orecchie e la coda di fronte alle sue urla, e Nekumi non è in grado di trattenersi dal risponderle.
-Perché sono la sua migliore amica, e le ho da quando siamo stati assieme!-
A quel punto l’attenzione della dalmata si concentra esclusivamente su di lei, ed incrociando le braccia le risponde con forte astio.
-Tu non sei nessuno per lui, e non siete mai stati assieme.-
Per l’ennesima volta vuole fingere non ci sia mai stato nulla tra i due, nemmeno la loro amicizia.
-Sei tu che non sei nessuno per permetterti di controllarlo!-
-Io sono la sua ragazza. Deve rispettarmi e se qualcosa non mi sta bene se ci tiene a me deve cambiarla.-
-Tu non lo rispetti!-
Il pelo di Nekumi si è alzato tanto è la rabbia che prova, ma Lucy ne sembra solo divertita, come se questo provi tutti i pensieri ha contro di lei ed i gatti in generale.
-Non sei in grado di mantenere un briciolo di contegno. Sei un animale vile e sgraziato.-
-Ragazze per favore basta!-
Per la prima volta Inu, finalmente, decide di mettersi in mezzo tra le due, cercando di calmarle, ma Lucy non sembra aver intenzione di farlo così facilmente.
-Riprenditi le chiavi Inu, altrimenti me ne vado.-
-Bene!-
Nekumi non vuole altro che vederla fuori dalla porta, ma purtroppo l’amico non ne è altrettanto felice.
-Lucy per favore, è tutto un malinteso.-
-Non ci sono malintesi. Cani e gatti non si mischiano, come non si mischiano rose con erbacce. Riprenditele, ora.-
Per un secondo Inu rimane immobile, fino a quando non si gira verso Nekumi, che lo fissa sbigottita.
-Non puoi essere serio…-
-Nekumi, per favore…-
-Sono la tua migliore amica! Ti ho scritto ho bisogno di parlarti, almeno ascoltami!-
E’ per quello che si trova lì, ma Inu si limita a guardarla come un cane bastonato.
-Mi dispiace ma ora non è un buon momento…-
-Non si tratta di momento e momento, ho veramente bisogno di parlarti è qualcosa di molto importante per me!-
-Non vuole ascoltarti. Ridargli le chiavi e vattene, altrimenti chiamerò la polizia.-
Lucy è già pronta con il cellulare tra le mani ed il numero composto; se li chiamasse veramente potrebbero perquisirla, e la piuma salterebbe subito all’occhio. Tremando Nekumi guarda il proprio amico nella speranza prenda le sue difese, ma lui non fa nulla di tutto ciò.
-Per favore Nekumi...mi dispiace tanto ma ti prometto sistemerò tutto. E’ solo una cosa momentanea.-
Momentanea? Fino a quando? Quando si lasceranno potranno tornare amici? Non è così che funzionano le cose, non è così che funziona la fiducia. E’ come se un macete si fosse conficcato nel suo cuore, spaccandolo a metà e riducendolo in piccolissimi pezzi. Tremando, ferita nel profondo, Nekumi toglie dal mazzo di chiavi quella di Inu, tirandogliela addosso in lacrime.
-Nekumi!-
E’ evidente quanto anche lui ne stia soffrendo, ma ha scelto Lucy, una persona che non lo rispetta e non vuole il suo bene, al posto della sua migliore amica. Senza dire nient’altro tutto ciò la gatta è in grado di fare è uscire, tornando a casa per cercare conforto nei suoi genitori.
Loro almeno sono sempre lì, abbracciandola ed asciugando le sue lacrime dicendo un giorno si sistemerà tutto, ma per il momento l’unica cosa che può fare è sfogare i suoi sentimenti.
Il giorno dopo le cose non vanno meglio, e Masuy non si è nemmeno fatta vedere all’università, evitando ancora le sue chiamate e messaggi; ha perfino cancellato tutti i suoi social. Nel giro di tre giorni altre piume compaiono su entrambe le braccia e sui polsi; sono poche ma sono comunque lì. In una settimana raggiungono anche lo stomaco e le gambe.
Non ricoprono tutto il suo corpo, anzi sono solo dei piccolissimi punti sparsi a macchia, dove il pelo è caduto ed è stato rimpiazzato dalle piume, ma per nasconderle è costretta a tenere delle bende sopra di esse, spiegando ai suoi compagni dell’università che si è fatta male durante gli allenamenti d’arrampicata. Stapparle sarebbe inutile e solo doloroso, ma molte volte ci ha pensato quando il timore di essere scoperta la schiacciava la notte.
Dopo due settimane anche i suoi sensi iniziano a cambiare, l’udito, la vista e l’olfatto si sono affinati, permettendole di percepire cose prima praticamente invisibili, come un particolare odore proveniente da un altro animale.
Inizialmente non ha dato alcun peso alla cosa, praticamente non riconoscendola nemmeno, ma di volta in volta lo incontrava questo dettaglio si è fatto sempre più preponderante, fino a quando le è stato impossibile non pensarci.
Perfino ora, mentre ascolta la sua lezione di storia all’università, non ne può fare a meno.
-Kopi Luwak…uova…e latte.-
Anche se per il momento si sta limitando a qualche disegno di chiarimento vari studenti copiano comunque ciò sta facendo alla lavagna; la sua corporatura sottile e slanciata non è di alcun intralcio ma si impegna per evitare di coprire la visuale a qualcuno, solo le corna forse possono dare tale problema.
-Quando gli animali usano il proprio corpo per produrre del cibo, avvertono una sensazione simile all’euforia che prova un carnivoro quando divora la carne: adrenalina. E questa va dritta dritta al cervello. Ma una volta sperimentata l’emozione del gustare la carne…questa viene data per scontato.-
Con le sottili mani cancella i disegni conclusa la prima parte della spiegazione, prendendo due pupazzi ed appoggiandoli sulla cattedra.
-Vedete…il concetto di “carne” è nato solo dopo la guerra…la prima guerra tra carnivori ed erbivori, come sapete.-
Sopra al pupazzo simile ad una tigre, sulla lavagna scrive animali della vita, mentre sull’altro, più simile ad un’antilope, scrive animali della natura.
-Prima della guerra, i carnivori venivano chiamati “animali della vita”. E gli erbivori venivano chiamati “animali della natura”. I due gruppi avevano stabilito un rapporto di non aggressione assoluto.-
Terminato di scrivere il professore torna verso i pupazzi, spingendo il carnivoro contro l’erbivoro.
-Ma poi la guerra ha rovinato tutto…e ha posto carnivori ed erbivori in posizioni di forte contrasto…più questi combattevano gli uni contro gli altri…più i rapporti tra loro diventavano violenti.-
Mentre spiega ha sempre il viso rivolto verso gli studenti, ma gli occhi sono così sottili che paiono quasi chiusi, e per qualche motivo tiene una mascherina proprio sulla bocca; molti pensano sia perché è cagionevole di salute, ma sono solo supposizioni.
-E’ come un rapporto di amore-odio…proprio come nelle attrazioni romantiche. Insomma, carnivori ed erbivori finirono con lo sviluppare sentimenti problematici gli uni nei confronti degli altri.-
Bastava guardarlo per non avere alcun dubbio, è una gazzella, ma se le cose stanno veramente così perché ogni volta gli è vicino sente anche l’odore di un leopardo? Nekumi sa già la risposta, ma per qualche motivo questa la preoccupa; se sbagliasse potrebbe esporre la sua vera natura, ma se invece avesse ragione…significherebbe che il professor Melon è in realtà un ibrido.
Nel frattempo lui sicuramente sarebbe andato volentieri avanti nella sua lezione, ma il suono della campanella lo interrompe bruscamente.
-Oh, ecco la campanella. Direi che la lezione di oggi è finita.-
Prima di andare tutti gli studenti, Nekumi inclusa, prendono dei fogli dalla propria borsa. Il professore è solito assegnare dei compiti per assicurarsi tutti abbiano capito, ma nessuno se ne lamenta, anzi è sempre molto elogiato, in particolare per il suo curriculum accademico di tutto rispetto.
-Ok, ricordatevi di lasciare qui i vostri compiti prima di andare. L’argomento era su un rapporto adeguato fra i carnivori e gli erbivori. Lo avete svolto?-
Certo, come ogni compito aveva assegnato Nekumi lo aveva concluso, anche se visto il periodo burrascoso non era stato molto facile per lei. Purtroppo visto il cambiamento nei suoi sensi non può evitare di origliare alcune delle conversazioni delle sue compagne, il che la mette molto a disagio.
-Oh, cavolo! Avevamo dei compiti da svolgere! Tu li hai fatti?-
-E’ un argomento troppo difficile per me…ci ho pensato tutta la notte, ma alla fine non sono riuscita a scrivere nulla.-
-Non pensavo prendessi questo corso così sul serio.-
-Mi servono i crediti. Mmh…cosa faccio?!-
-Perché non chiedi al professore? Potrebbe aiutarti a buttare giù qualcosa.-
-Mmh…immagino di sì.-
Magari avrebbe potuto fare così anche lei, andare da lui per chiedergli di aiutarla. Se era un ibrido poteva parlarle della sua esperienza, rassicurarla riguardo molti dei suoi dubbi e forse aiutarla addirittura a convivere apertamente con la sua vera natura, come infondo ha sempre cercato di fare prima della comparsa delle piume.
Ancora né Inu né Masuy le rivolgevano la parola, ma forse avrebbe potuto contare sull’aiuto del professore, e le cose un giorno avrebbero veramente potuto migliorare per lei.
Doveva solo trovare la forza di fare quel primo passo.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Sono passati appena tre giorni da quando sono comparse le ultime piume, e quella mattina l’intero braccio di Nekumi ne era ricoperto. Se non si fosse fatta prendere praticamente dal panico le avrebbe trovate addirittura carine, ma la loro presenza ha solo significato più bende per nasconderle, sapeva bene però un giorno sarebbero state troppe per poterlo fare. Secondo il dottore non ci sono rimedi per fermare la cosa, ma l’intera famiglia ha comunque accettato di prendere appuntamento con la psicologa da lui consigliata. Per tutta la vita è stata fiera di essere metà gatto e metà gufo, ne ha sempre parlato fieramente sia con Inu che con Masuy, ma in questo momento non può fare a meno di sentirsi un’ipocrita per tutte le preoccupazioni si sta facendo, e soprattutto per le bende. Si sente come se stesse cercando di nascondere la parte di suo padre che è in lei, ed in effetti è così, ma non è giusto. Lei gli vuole bene, e vorrebbe poterlo dire a tutti. Se solo i suoi amici le rispondessero forse potrebbe affrontare la situazione molto meglio, l’unica cosa che al momento è in grado di rasserenarla è fare delle passeggiate al chiaro di luna. Nessuno al buio può vedere bene le piume, ed il freddo è un’ottima scusa per le felpe pesanti indossa.
Stare chiusa in casa tutto il giorno ormai ha iniziato ad appesantirla, ed anche se è sola preferisce comunque passeggiare in silenzio al fissare il muro o lo schermo del telefono. Quasi ogni giorno ha provato a scrivere a Masuy, ma la loro chat è ancora bloccata ed all’università di lei nemmeno l’ombra. Forse non avrebbe continuato a pensarci se almeno le avesse detto il motivo di tutto ciò, il silenzio rende tutto più difficile e lascia un alone di incertezza snervante. Sospirando stanca Nekumi fissa la nuvoletta di condensa davanti a sé, ormai è quasi inverno e le temperature si sono drasticamente abbassate. Sta camminando da almeno un’ora, senza una vera meta precisa, ed è arrivata fino ad uno dei grandi ponti che taglia la città a metà. Non c’è nessuno per strada, nonostante non sia così tardi, e sotto di lei non c’è altro che un canale vuoto; con Inu probabilmente l’avrebbero usato per fare delle acrobazie con il monopattino o la bici. Iniziando a sentire la stanchezza si ferma appoggiandosi al bordo della ringhiera, fissando le luci della città che si estendono lungo l’orizzonte. La vista è così bella che quasi le fa dimenticare tutti i suoi problemi, permettendole di rilassarsi. Rimane a fissarla per più tempo di quanto possa dire, ignorando le sporadiche persone che come lei stavano attraversando il ponte a piedi, almeno fino a quando non percepisce un odore a lei familiare, che la porta subito a voltarsi; l’ha già superata di qualche passo, ma già solo dalle corna e dal fisico snello riconosce il suo professore. In un primo momento si limita a fissare la sua schiena, stringendo i pugni cercando le parole giuste da dire, poi vedendolo ormai quasi troppo lontano Nekumi urla per evitare vada via.
-Professor Melon!-
-Mh? Sì?-
La gazzella si volta, porta ancora una mascherina sul viso ed i suoi occhi ancora semi-chiusi, il che rende incredibile riesca a vederci nonostante il buio; purtroppo i pochi lampioni nei dintorni non aiutano più di tanto. Nekumi nel frattempo ha corso per raggiungerlo, chinando il capo con rispetto in segno di saluto.
-Mi scusi, sono Nekumi Kuribashi. Frequento le sue lezioni di storia all’università di lettere.-
Ai suoi occhi è l’unico ibrido che conosce ad avere avuto una vita di successo, anche se è a conoscenza soltanto della sua vita universitaria, ma già solo questo le da una forte speranza.
-Oh, scusami, ancora non ricordo bene i nomi di tutti gli studenti.-
-Non si preoccupi…-
Per qualche secondo tra i due cala il silenzio, lei ha così tante domande, ma non sa da dove iniziare.
-Beh, è stato un piacere.-
Così dicendo il professore si volta salutandolo con un gesto della mano, mentre lei senza nemmeno pensarci stringe il braccio coperto di piume. E’ la sua occasione per parlargli, non può sprecarla così.
-Professore…lei è un ibrido?-
Nuovamente la gazzella si ferma, senza voltarsi. Il silenzio si prolunga per almeno un minuto, mentre Nekumi attende pazientemente una risposta.
-Ero convinto non l’avresti mai notato a questo punto.-
Lentamente si volta portandosi una mano sul volto, rimuovendo la mascherina e rivelando così il muso di un leopardo dalle zanne affilate, ed aprendo completamente gli occhi lascia che Nekumi veda le sottili pupille di un felino.
Abbassando lo sguardo sulle proprie mani Nekumi alza una delle maniche della felpa, rimuovendo alcune bende e mostrando così le piume che ormai sono cresciute su tutto il polso.
-Il tuo corpo sta cambiando solo adesso immagino, per questo il tuo olfatto non era abbastanza sviluppato da percepire il mio odore.-
-Lei…lo sapeva già?-
Chiede Nekumi titubante.
-Ma certo. Siamo costantemente circondati da una grandissima varietà di odori, ma quello di un ibrido è speciale. Fin dalla prima lezione sapevo già cosa eri.-
-Io…le piume stanno crescendo solo ora…lei tiene sempre la maschera con chiunque?-
-Ma certo. Il mondo è un posto tremendo per animali come noi. Nemmeno i miei superiori sanno la verità.-
Tutta la sicurezza della gatta si sgretola a quelle parole, e probabilmente l’altro lo nota immediatamente, visto il suo sorriso quasi beffardo.
-Credevi un ibrido potesse vivere una vita normale?-
Mentirebbe se dicesse di no, sapere che lui lo era le aveva dato speranza, ma le sue aspettative non erano state ripagate purtroppo.
-Per la società noi siamo solo degli errori. Esseri che non meritano nemmeno di vivere, derisi ed emarginati da chiunque conosca la nostra vera natura, alcuni tenteranno addirittura di ucciderti. Volevi parlarmi per ricevere qualche rassicurazione, non è così?-
Chiese il professore avvicinandosi prendendole la mano e rimuovendo gran parte delle bende, costringendola a guardare l’intero braccio piumato.
-Sappi allora che non potrai mai ottenere più di una vita priva di alcun sapore, non importa cosa farai. Verrai guardata dal resto del mondo con disprezzo, come uno scherzo della natura.-
A quelle parole l’ansia di Nekumi peggiora, e con uno strattone si allontana dal professore appoggiandosi alla ringhiera in cerca d’aria. Qualcosa nei suoi occhi e nella sua voce la terrorizzava.
-Rassegnati, ti odieranno tutti, solo perché sei un ibrido. La tua unica possibilità è quella di rintanarti in qualche anfratto del mondo dove nessuno possa vederti.-
Improvvisamente è come se qualcuno avesse tolto l’ossigeno attorno a Nekumi, a malapena riesce a respirare mentre una forte angoscia la pervade.
-No…-
La sua voce è ridotta ad un sussurro, ma l’altro l’udì chiaramente.
-Rassegnati, questa società è marcia e ciascuno di noi non è altro che la prossima preda di qualcuno.-
Sì, fino a quel momento la sua vita è stata perfetta, ma non poteva credere veramente che tutto sarebbe drasticamente cambiato, che non sarebbe mai più stata felice.
-Io…ho degli amici con cui ho riso ogni giorno. I miei genitori mi amano e mi stanno accanto nonostante sia un momento difficile...mi prenderò la mia felicità da questa vita, anche se sono un ibrido. Riempirò la mia vita di sapori!-
Sono da soli, ma l’urlo di Nekumi potrebbe benissimo raggiungere le orecchie di chiunque in quel momento. Il silenzio che ne seguì divenne oltremodo pesante. Entrambi si fissano a vicenda, meglio gli occhi del professore si sono ridotti nuovamente a due fessure.
-Il mondo deve essere stato proprio buono con te.-
Dice il professore, avvicinandosi e fermandosi ad un palmo di muso, mentre Nekumi non riesce a muoversi, paralizzata da un inaspettato terrore.
-Sai, sento come una sorta di déjà-vu…chissà se saranno più forti i tuoi geni da gufo, o quelli da gatto. Beh, scopriamolo.-
E’ molto più forte di quanto sembri, abbastanza in ogni caso da spingerla dall’altra parte della ringhiera. Lo shock del momento le impedisce quasi di provare paura, mentre fissando il cielo sopra i suoi occhi lo trova oltremodo meraviglioso; non lo aveva mai visto così.
E’ una sensazione quasi liberatoria, sentire il vento tra la pelliccia e le piume.
Forse sarebbe stato anche più piacevole, se solo fosse stata in grado di volare.
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Sta piovendo…credo sia piuttosto azzeccato.
Quando i suoi genitori mi hanno fermata davanti all’università per dirmi cosa era successo non volevo crederci…Nekumi è morta.
E’ successo qualche giorno fa, a quanto pare era uscita la sera per cercare di schiarire le proprie idee, a causa della comparsa di alcune piume sul suo corpo che l’avevano messa in difficoltà, e deve aver deciso di salire sui cavi di uno dei ponti che attraversa la città, ma forse a causa dei cambiamenti nel suo corpo l’agilità che la caratterizzava dev’esser venuta meno, ed è scivolata.
Hanno ritrovato il corpo solo la mattina dopo, ed ormai non c’era più nulla da fare.
Queste parole sono ancora tanto amare da farmi venire la nausea. Se solo avessi reagito prima contro la mia famiglia forse avrei potuto evitarlo. Non è stato semplice parlare con loro dopo questa notizia, soprattutto perché per un po’ ho dato loro la colpa di tutto quanto, ma la verità è che me la stavo solo prendendo con me stessa per non esserci stata per Nekumi nel momento del bisogno. Solo una volta calmatami ho avuto la forza di raccontare loro tutto quanto, cercando di far capire quanto era importante per me e quanto fosse stata gentile nei miei confronti; dubito abbiano realmente compreso i miei sentimenti e la natura di una simile amicizia, ma almeno hanno fatto le loro condoglianze ai suoi genitori, e mi hanno chiesto scusa, soprattutto mio padre.
Non sarà facile andare avanti senza di lei, ma non sono da sola.
Inu è qui davanti a me, in ginocchio sotto la pioggia urlando a squarciagola. Ormai siamo rimasti gli unici visto gli altri amici di Nekumi ed i suoi genitori se ne sono andati molte ore fa, ma ancora nessuno dei due se la sente di andarsene, sarebbe come ammettere che questa è la realtà. Per Inu è stato difficile tanto quanto per me, non appena ha saputo della notizia ha avuto un crollo emotivo e non ha mangiato per giorni interi, ed i suoi genitori sono stati costretti a portarlo all’ospedale.
Al contrario di quanto ho fatto io con la mia famiglia e le mie amiche lui non ha dato la colpa a Lucy, nonostante l’abbia lasciata, e riflettendoci a mente lucida nemmeno io me la sento.
Entrambi abbiamo le nostre colpe, e non possiamo accusare altri solo perché non siamo stati in grado di rispondere a testa alta. Anche se la nostra amicizia è nata solo grazie a Nekumi non ho intenzione di abbandonarlo, intendo stargli vicino ed aiutarlo fino a quando non si sentirà meglio. Non abbandonerò nemmeno Hatsuyo, Emi Chiyo e Daiky, nonostante i rapporti tra di noi siano diventati molto più freddi. Voglio che anche loro comprendano molti animali sono più di quello che appaiano, proprio come ho fatto io, o almeno voglio provarci.
Ho imparato che nonostante il mio corpo sia piccolo e fragile la mia voce può essere abbastanza forte da raggiungere altri animali, e voglio impegnarmi per realizzare un futuro dove carnivori ed erbivori.
Fino ad ora non avevo mai pensato di specializzarmi in un master in mediazione interculturale fino ad ora, ma non credo sarei in grado di seguire nessun’altra strada. Voglio aiutare quanti più animali possibili, e fare la mia parte in questo duro mondo.
Forse allora un giorno avrò il coraggio di parlarle di nuovo, e di chiederle scusa.

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