Sull'orlo del precipizio

di CatherineC94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bombarda! [ Giugno 1994] ***
Capitolo 2: *** Se ti tagliassero a pezzetti [Settembre 1981] ***



Capitolo 1
*** Bombarda! [ Giugno 1994] ***


Sull’orlo del precipizio.
 
«Credi che le persone scomparse che abbiamo amato ci lascino mai del tutto? Non credi che le ricordiamo più chiaramente che mai nei momenti di grande difficoltà? Tuo padre è vivo in te, Harry, e si mostra soprattutto quando hai bisogno di lui. Altrimenti come avresti fatto a evocare proprio quel Patronus? Ramoso è tornato a correre la notte scorsa». A Harry ci volle qualche istante per capire quelle parole. «La notte scorsa Sirius mi ha raccontato tutto di come sono diventati Animagi» disse Silente sorridendo. «Un risultato eccezionale... e sono anche riusciti a farlo a mia insaputa. E poi mi è venuta in mente la forma assolutamente insolita assunta dal tuo Patronus quando ha attaccato Malfoy alla partita di Quidditch contro i Corvonero. Quindi ieri notte hai visto tuo padre, Harry... l'hai trovato dentro di te»*.
 
 
 
Bombarda [Giugno1994]
 
Il cielo immenso si stagliava muto ed implacabile; per anni aveva bramato di poter riacquisire ciò che gli avevano sottratto. Ricordava ancora quando dalla piccola finestra della sua cella aveva pensato, fra una risata isterica e una crisi di nervi che il cielo fosse davvero immenso; anche lì, in quel posto dimenticato da tutti poteva guardarlo. Le stelle erano mute e si incastonavano come pietre preziose; di solito riusciva quasi sempre a scorgere due vicine; in quel momento si chiedeva se fossero James e Lily che un po’ sbilenchi e un po’ tristi lo osservavano. Poi si rendeva conto che in realtà non era così; era ormai solo al mondo e quella dolce consolazione, vale a dire avere i suoi migliori amici, la sua famiglia ancora vivi era qualcosa di utopistico ed effimero. Se chiudeva gli occhi poteva immergersi in qualche ricordo frammentato di ciò che fu un tempo e che ora non esisteva più; si alzò dalla sedia e si guardò intorno. L’ufficio del Professor Vitious era davvero curioso, non ci era mai entrato con James e questo era davvero qualcosa di insolito; di Hogwarts conosceva ogni angolo ed anfratto, ma quel posto era sconosciuto.
Quella notte dopo molto tempo si era sentito vivo in qualche modo; aveva rivisto Remus, aveva fatto capire la verità, aveva in qualche modo tentato di fare ammenda inutilmente. Era scappato e miseramente si chiese come mai avesse scelto quel giorno, esattamente la luna piena; era strano come la sua intera esistenza fosse governata da strane coincidenze. Però anche se era tutto andato a farsi benedire, l’intero piano, la sua vendetta tanto bramata, era riuscito a vedere il ragazzo prima di morire; era una consolazione magra però era abbastanza. Per un essere come lui, bastava e avanzava.
Il senso di colpa lo molestava dalle viscere; si era reso conto di ciò che aveva compiuto guardando Remus, così stanco, così avvilito così scarno; come aveva potuto minimamente pensare che la spia fosse lui? Lui che aveva pianto come un bambino quando gli avevano annunciato che sarebbero diventati degli Animagi per aiutarlo; come aveva potuto pensare qualcosa del genere? Era forse la paura di perdere tutto che in realtà aveva provocato la perdita stessa; avrebbe voluto abbracciare Harry in realtà, ma non l’aveva fatto. Era così simile a James, che il respiro ancora gli mancava e la voce gli scompariva; per un attimo si era rivisto adolescente, e l’aveva rivisto lì davanti, con quei capelli impresentabili, quel sorriso sghembo ma sincero. Poi la verità, crudele ed imperterrita gli si era presentata davanti; e gli occhi di Harry verdi gli ricordavano che il suo migliore amico, suo fratello era morto e lui era solo suo figlio, quel tenero fagottino che amava saltellare sulle sue ginocchia.  Avrebbe voluto ricostruire le macerie delle loro vite; magari vivere insieme, ricordando ciò che era perduto; ma la vita ancora una volta gli aveva ricordato che la sua porzione di felicità era stata data durante i sette anni ad Hogwarts.
Così Sirius ridacchiando nervoso guardò il panorama fuori dalla finestra; quant’era bello quel posto che era stato casa e felicità insieme! Avrebbe dato la propria vita per poter tornare indietro, avrebbe rimediato in quel preciso istante, l’avrebbe fatto, avrebbe voluto urlare.
Datemi un’altra possibilità, vi prego! Questa volta non manderò tutto all’aria! Vi prego!
Rise fra sé e sé beffardo; ma chi l’avrebbe ascoltato? Forse era davvero diventato folle, non c’era altra soluzione; il bacio di un dissennatore, bella consolazione.
«Molto meglio il bacio di un dissennatore che quello della tua ultima fiamma, Felpato» avrebbe detto James; si senza dubbio, quando sarebbe andato dall’altra parte gliel’avrebbe detto che di baci ne aveva provati di tutti i tipi, e questo delle guardie di Azkaban era la ciliegina sulla torta.
Tremò, ebbe dei brividi violenti; ora che la morte era vicina si sentiva liberato. Che senso avrebbe avuto in effetti continuare così? E lui non avrebbe avuto paura, non più; gli dispiaceva solo per Harry e Remus, si quello si. Quello poteva essere un rimpianto; rimpianti inutili questa era la vita di Sirius Black.
Perso com’era nelle sue elucubrazioni non si era reso conto che una figura lo osservava dal lato sinistro della stanza; si voltò, conscio che poteva essere un altro scherzo della sua fantasia.
«Quando ci perdiamo nei nostri pensieri è difficile ritrovare il sentiero che ci riporta alla realtà» disse Albus Silente sornione; Sirius sbuffò e mal celando una fitta di tristezza ribatté:« Ci siamo proprio eh? È arrivato il momento dell’esecuzione».
L’anziano preside si fece avanti avvolto in veste lilla, che Sirius dovette ammettere era la più sobria che gli avesse mai visto addosso e con fare sbrigativo appellò una poltrona in tweed; si sedette con garbo, alzò gli occhiali a mezzaluna ed unì le lunghe dita affusolate.
« Devo ammettere che del giovane Sirius Black in te è rimasto ben poco» sussurrò mesto con una nota malinconica; Sirius rise rauco e senza gioia. Quel Sirius Black era da tempo morto, mentre il nuovo, così vecchio e magro simbolo della sua distruzione era disconosciuto da se stesso; si era specchiato qualche tempo prima in una piccola pozzanghera nelle parti più remote del parco ed aveva urlato tutta la sua rabbia.
Quello non era lui, un eco forse, ma non lui.
«Sei venuto a dirmi addio?» chiese sardonico; Silente sorrise garbato e sospirando mormorò: « Harry e i suoi amici mi hanno raccontato ciò ch’è avvenuto. Questa vicenda avvalora la mia tesi sul rifiuto di dare per buona la prima impressione; però ora necessito qualche spiegazione, sento che qualcosa mi sfugge».
Sirius sorrise per la seconda volta quella notte; la prima quando Harry aveva accettato, in quel mero momento di andare a vivere assieme, quella seconda perché gli veniva chiesto di raccontare ciò che era successo in realtà.
«A cosa serve? Il vero traditore è scappato domani a quest’ora sarò morto e lui chissà dove» rispose in parte rabbioso; il senso di impotenza lo attanagliò ancora inutilmente.
« Serve a soddisfare la mia curiosità» ammise Silente scatenando una smorfia a Sirius che ormai arreso all’evidenza prese posto su una sedia; sospirò.
«Quando eravamo ad Hogwarts, durante il nostro terzo anno scoprimmo il segreto di Remus» iniziò Sirius rassegnato; ormai i ricordi lo avevano lacerato per anni, cosa cambiava se succedeva ancora in quel frangente?
«Così James e io pensammo come potevamo aiutarlo; in forma umana era impossibile quindi decidemmo di diventare Animagi» affermò Sirius con una nota orgogliosa nella voce; ricordava ancora James e il lampo vivace che percosse il suo sguardo quando arrivò l’intuizione.
Silente lo guardò meravigliato mormorando:« Siete diventati Animagi da soli? Davvero brillanti e un po’ folli oserei dire».
Sirius annuì con gli occhi velati dicendo:« Si, ci abbiamo messo quasi tre anni. Quando si fa qualcosa per un amico non c’è niente di abbastanza folle Albus; io e James ci siamo riusciti per primi, poi abbiamo aiutato il traditore» concluse con gli occhi ridotti a fessure.
Silente lo guardò perforante.
«Così sono riuscito a capire che in realtà era lui il topo dei Weasley, dalla foto della lotteria» aggiunse Sirius a mo’ di spiegazione.
«Mi stai dicendo che Minus si trasforma in un topo?» chiese Silente garbatamente.
«Si io in un cane, e James in un cervo. Così sono fuggito, ero l’unico che sapeva la verità ero l’unico che poteva proteggere Harry» rispose Sirius con la voce incrinata per il dolore; le immagini lo tormentavano continuamente senza sosta.
Silente si alzò repentino misurando la stanza a grandi passi, invitandolo a continuare; Sirius non voleva, non voleva ricordare ancora una volta quei dannati giorni eppure doveva dirglielo.
«Quando ci dicesti che Voldemort voleva sterminare i Potter, proposi io a James e Lily di cambiare il Custode Segreto; avevo pensato che Voldemort non avrebbe mai sospettato di quel miserabile, avrebbe cercato me, eppure» biascicò trattenendo le lacrime a stento e tenendosi il viso con la mani; era ormai scosso dai singhiozzi, provocati da una colpa troppo grande.
Sentì la mano di Silente poggiarsi sulla sua spalla.
«Non possiamo tornare indietro e modificare il passato; le persone sono costituite da così tante sfaccettature diverse! Pensare di riuscire a carpirle tutte significherebbe srotolare il bandolo della matassa sulla natura umana; mi sembra alquanto impossibile. Non è stata colpa tua tu avresti dato la tua vita per loro, quando sarà il momento Minus dovrà avere coscienza di tutto ciò» affermò il preside dolce, mentre Sirius tentava di frenare quell’ondata di angoscia che lo stava trascinando giù.
«Tutto è andato perso, James morto, Lily morta..scomparsi» balbettò affranto ricordando i loro cadaveri nelle macerie; ebbe un tremito.
Silente lo guardò triste e mormorò: «Una perdita inestimabile; poche persone erano gentili, coraggiose ed altruiste come James e Lily Potter. Però Harry ancora è in vita, assomiglia molto a loro; è un ragazzo con un gran cuore anche se la  vita non è stata buona con lui».
Sirius ripensò al breve incontro con figlioccio e  non poté che dar ragione a Silente; per quello che aveva potuto capire Harry era molto simile ai suoi genitori. Loro avrebbero risparmiato Minus, lo avrebbero perdonato; strinse il pugno rabbioso.
«Ha lasciato scappare Minus» sputò rabbioso.
«Si lo ha fatto e credo che anche tu lo sai, James avrebbe fatto la stessa cosa» sussurrò serafico Silente, mentre si dirigeva verso la porta;  il cuore di Sirius si strinse.
«Albus» balbettò.
Il preside si voltò curioso, guardandolo.
«Ti prego, dì a Harry» iniziò con voce tremante « Che gli vorrò sempre bene, che mi dispiace che avrei voluto, ecco avrei voluto..» tentò di concludere Sirius inutilmente, ma la voce si spezzò.
Silente lo incoraggiò con lo sguardo.
«Digli che avrei voluto essere ciò di cui ha bisogno, e che saluterò suo padre e sua madre da parte sua» balbettò triste girandosi di spalle per non far vedere le lacrime che rapide rigavano le sue guance avvolte dalla barba ispida.
« Nottata inconsueta questa. Sai che mentre eri svenuto un cervo galoppava al tuo fianco scacciando i dissennatori?» disse enigmatico Silente facendolo voltare di scatto.
Un cervo. Ramoso. Harry.
«Il patronus di Harry è un cervo?» chiese Sirius mentre il cuore si gonfiava di emozione.
«La vita è stata ingiusta, però ricorda che non sempre chi muore scompare; anzi. Nel nostro cuore conserviamo l’amore che ci hanno donato» aggiunse ancora l’anziano preside aprendo la porta  e facendo svanire la poltrona; Sirius ritornò a guardare il panorama.
«Ti suggerisco di dirigerti verso sud, dopo tutto quel buio un po’ di sole ti farà bene. Quando avrai bisogno di me, saprai come trovarmi» sussurrò Silente sigillando la porta.
Sirius lo guardò stranito, ma di cosa parlava? Forse davvero con l’età era uscito fuori di senno; l’aveva intuito da come lo stava guardando poco prima, sembrava Alberforth suo fratello  con quel cipiglio folle.
Guardò ancora una volta il cielo e le due stelle erano ancora lì; luminose ed eterne.
Arrivo fratello, pensò  con il fiato corto.
All’improvviso vide qualcosa avvicinarsi; ma cos’era?
Senza parole si accorse che un’ippogrifo stava per raggiungere quella finestra ed un terzo sorriso  quella notte affiorò sulle sue labbra.
 
 
*Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban

 
Buonasera a tutti, questo mio nuovo piccolo progetto consta di una raccolta di One Shots su ciò che avvenne nella vita di Sirius Black; non seguirà un ordine cronologico anzi, sarà tutto diversificato. Spero che sia di vostro gradimento, fatemi sapere! Un abbraccio.

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Capitolo 2
*** Se ti tagliassero a pezzetti [Settembre 1981] ***


«Benjy Fenwick, se n’è andato anche lui, abbiamo ritrovato solo dei pezzi…»*



 
Se ti tagliassero a pezzetti [ Settembre 1981]
 
Da poco tempo aveva capito cosa significasse perdere qualcosa, anzi qualcuno d’importante; si era sentito sventrato, distrutto e lasciato lì sul suolo a morire senza alcuna speranza. Come se la felicità fosse scomparsa tutta all’improvviso e il mondo non avesse più colori; il cielo era blu ma per lui era solo lì, fermo imperituro e crudele. Le notti erano uguali alle ore diurne; i colori che prima rapivano i suoi pensieri vale a dire panorami,  immagini bieche e pallide emozioni ora non esistevano più.
Si sentiva in balia di un gioco più grande di lui e tipicamente adorava fare parte di qualche subdolo gioco, ma in quel momento proprio no; non era pronto, non aveva più alcun stimolo, niente valeva la pena, niente meritava il suo interesse. Niente tranne Harry, James e Lily; gli altri malandrini forse, anche se Remus era scomparso chissà dove a fare le missioni segrete di Silente. Forse in quel caso c’era un senso, gli occhi di Harry; al contrario però l’unico sentimento che sentiva era un leggero fastidio all’altezza dello stomaco quando durante la sua giornata quella fitta lancinante gli ricordava che poco tempo prima aveva perso l’unica donna che aveva mai amato.
I ricordi affioravano continuamente nella memoria; quasi chiudendo gli occhi se la ritrovava di fronte e nelle narici il suo profumo. Poi li apriva e si ritrovava nel deprimente salone di casa, da solo e lei dove cavolo era finita?
Marlene era stata trucidata assieme a tutta la sua famiglia; assieme ai suoi fratelli e sorelle, assieme ai suoi nipotini che Sirius aveva imparato a coccolare e vezzeggiare. Si era sentito quasi preso in giro dal destino che gli aveva dato la prova di un’estrema felicità ma  con fare altezzoso aveva ripreso tutto lasciandogli un conto cospicuo.
Erano passati pochi mesi, ma erano per lui solo ore; il dolore pulsava continuamente e il respiro mancava. Cedeva, momento dopo momento, cadeva  a pezzi perdendo ogni fattezza umana e sentiva che sarebbe davvero mancato poco prima di scomparire per sempre. Non l’aveva fatto per suo fratello e per il suo figlioccio; non li avrebbe abbandonati, loro erano l’unica ancora che lo tratteneva in vita, l’unica ragione.
Nei pomeriggi inoltrati di solito sedevano sulla veranda; la casa era antica però quel luogo lei lo adorava. Si appallottolava contro il suo petto spesso avvolta da una veste da strega blu, aggiustava i ricci e sospirando ammetteva: «Avrei forse il desiderio di fare così finché non diventeremo vecchi e grigi»; Sirius a quel punto rideva sguaiato  e baciando la sua guancia costellata da fitte lentiggini e mormorava:« Tu diventerai bianca, io sarò per sempre attraente». Marlene rideva e lo baciava felice e questo bastava; si gli sarebbe bastato per sempre.
Ma in quella sedia non c’era più nessuno, solo un suo vecchio scialle forse dimenticato quella dannata mattina dalla fretta; dalla fretta di morire forse. Ora lì c’era lui seduto, assieme a tre bottiglie del suo liquore migliore finché un lampo argenteo lo fece riscuotere, era il patronus di Silente che lo informava di una riunione imminente; meglio così, forse era la volta buona per raggiungerla definitivamente.
 
Arrivato al Quartier Generale si guardò intorno e stupidamente cercò James, quando si rese conto che lui non ci sarebbe stato poiché nascosto assieme a Lily  e Harry quindi si sedette sbuffando; di lato Benjy Fenwick si guardava le mani assente. Dopo circa mezz’ora si era visto appioppare una missione assieme a lui e Edgar Bones; prima di congedarsi si voltò verso l’uomo che ancora sembrava perso in un’altra dimensione.
«Fenwick, io mi farò vedere per le sette al punto stabilito» sbottò insistente.
Lui si guardò ancora le mani e annuì noncurante; a quel punto l’interlocutore aveva perso un po’ di pazienza e con fare brusco gli chiese cosa avesse; l’uomo alzò il viso  e Sirius notò che la sua barba era incolta e  capelli erano un groviglio di rovi.
Sembrava distrutto, pezzo dopo pezzo.
«Due giorni fa Martha è stata uccisa» disse con tono amaro senza che nessuno gli chiedesse niente; guardandosi ancora una volta le mani mormorò:«Morta, senza vita, bianca e fredda».
A Sirius mancò il fiato in gola preso alla sprovvista e seppe solo mormorare: « M-mi dispiace Ben»; Benjy era più grande di lui, Tassorosso e sempre gentile. Sirius lo ricordava allegro e spensierato nei corridoi di Hogwarts assieme a Martha la sua storica ragazza che poco tempo dopo diventò sua moglie.
«Hanno distrutto casa nostra nel Devon, sai stavamo costruendo una stanza in più Martha era incinta» aggiunse con voce atona.

Pezzo dopo pezzo, Sirius stava crollando pezzo dopo pezzo.

Gli strinse la spalla forte, come per dirgli “Io ci sono” per quanto in quei minuti fosse del tutto superfluo, sapeva bene che per una perdita del genere era tutto inutile, parole, gesti, abbracci.
«Questo anello era suo, splendido vero? L’ho tenuto io, così da tenerla vicina» gli disse mostrando la mano che prima tanto guardava contenente un anello con una pietra ovale viola; Sirius quasi sbiancò sentendo quel tono e senza riuscire ad aggiungere altro uscì fuori a prendere aria.
Gli tremavano le gambe, era la prima volta che succedeva. Dopo la morte di Marlene a stento si riconosceva allo specchio, ritrovandosi sconosciuto e distorto; dov’era finito l’uomo che non aveva paura di nulla? Dove si trovava colui che aveva osato sfidare tutti i Black?
Perso, smembrato.
Si ritrovò chissà come di fronte al cancello di Godric’s Hollow e gli parve di vedere dalle tendine che James stava tentando di calmare Harry; lo sentiva piangere a dirotto e per un attimo sentì la vecchia fiamma emotiva che un tempo aveva provato.
Fece un balzo in avanti e con fare sicuro, armandosi del sorriso più  felice che potesse artificiosamente mettere su e suonò alla porta; sentì il dannato gatto miagolare ed aspettò che Lily aprisse.
«Sirius! Tutto bene? Sei bianco come un lenzuolo!» gli disse veloce senza nemmeno dargli il tempo di contro ribattere.
L’uomo alzò gli occhi al cielo mormorando:« Ormai siamo in modalità mamma apprensiva!»; entrò e veloce raggiunse James che in modo ridicolo tentava di mettere a letto il figlioletto.
Harry, con le lacrime agli occhi quando lo vide parve calmarsi di botto; agitò i piccoli pugni e protese le braccia verso di lui.
«Vieni figlioccio, lo so che aspettavi me» pigolò Sirius gaio per la prima volta dopo settimane; James lo guardò interdetto trattenendo una risata di fronte alla scena.
«Cosa succede Felpato? Tutto bene?» domandò l’amico afferrando una Burrobirra e porgendo un’altra a Sirius.
Sirius sbuffò fintamente stufo cullando Harry che piano cadeva fra le braccia di Morfeo sereno; guardò i suoi due migliori amici e bisbigliò: «Sono fantastico non c’è bisogno che lo diciate, guardatelo il mio figlioccio mi riconosce a pelle».
Lily alzò le mani arrendevole e divertita mentre si dirigeva in cucina per preparare la cena e James riponeva Harry nella piccola culla; dormiva beatamente.
Sirius lo guardò dolce e forse il motivo per il quale si era ritrovato lì era proprio questo; ritrovare il motivo per vivere e combattere, ed Harry era quel motivo. Bevve un sorso della bevanda.
«Stasera vado in missione con Benjy e Edgar, non so cosa succederà volevo vedervi» mormorò mesto mentre James impallidiva.
«Cosa dovrebbe succederti? Felpato non dire assurdità. Vorrei tanto essere al tuo fianco stanotte» rispose l’amico frustrato.
Sirius scosse la testa e disse:« Il tuo posto è qui».
James si alzò teso e misurando la stanza a grandi passi bisbigliò:« Non ce la faccio più  a stare chiuso qua»; Sirius si alzò di rimando e sorridente indicò Harry e Lily che imprecava dalla cucina.
«Hai due bei motivi per resistere» affermò.
 
Nella notte cupa Sirius si muoveva con estrema agilità; il lungo e pesante mantello lo fasciava completamente occultando la sua vera identità. Nel buio della cittadina il silenzio era assordante; Edgar si guardava intorno intimorito mentre Benjy si trascinava apatico dietro la loro scia.
Una serie di scintille irruppero nel buio.
«Il segnale, ci siamo. Malocchio ci aspetta da quella parte» affermò Edgar sollevato mentre indicava una serie di rovi alla loro destra; Sirius aumentò il passo arrivando quasi ad intravedere Moody e Dedalus che maniacali volevano dargli il cambio.
«Black tutto bene?» gli chiese Moody burbero; Sirius annuì silenzioso mentre Dedalus chiudeva il mantello pronto a scendere in azione.
«Non riesco a trovare Benjy. Sirius non era dietro di noi?» chiese trafelato Edgar mentre una sorta di terrore cupo misto a freddo s’impadronì dello stomaco di Sirius; era sicuro che fosse dietro ma non riusciva nemmeno lui a trovarlo.
«Cosa è successo? Dannazione perché non tenete gli occhi aperti!» lo redarguì Malocchio afferrando il bastone e tornando indietro assieme agli altri.
La strada era silenziosa ma non c’era alcuna traccia di Benjy; Sirius sentì una sorta di tensione cieca aumentargli in corpo facendolo stare sull’attenti.
All’improvviso una voce urlò:« Confrigo!».
Un’esplosione enorme distrusse una piccola casa alla loro sinistra e Moody urlò:« Bacchetta alla mano! Datevi una svegliata!».
Tre uomini avvolti in maschere li guardarono sprezzanti mentre una serie di incantesimi quasi li colpirono; ingaggiarono una lotta cruenta.
I mangiamorte si disposero a cerchio e lanciarono anatemi su chiunque capitasse a tiro, Sirius evitò per un pelo una maledizione da uno di loro che rise sprezzante.
«Traditore del tuo sangue! Presto raggiungerai la McKinnon» ululò la voce stridula di Bellatrix; il poco sangue rimasto nelle vene di Sirius ribollì e gli oscurò quasi la vista dalla rabbia.
Così in preda all’ira iniziò a lanciare maledizioni senza pietà, riducendola in ginocchio e guardandola sprezzante mormorò: « Non osare parlare di lei. Tu meriteresti di morire non lei!».
Una folata di vento lo spostò, costringendo gli altri a disporsi dietro di lui mentre sua cugina rideva; di fronte a loro Lord Voldemort apparso in tutta la sua mostruosità intimò ai suoi di ritirarsi.
Sirius si gettò all’inseguimento ma in un gettito oscurità scomparvero.
Si voltò mesto e vide che Edgar e gli altri erano malconci ma vivi, però di Benjy nessuna notizia; si  alzò titubante e sentì nell’aria un odore nauseabondo forse provocato dall’esplosione precedente. Seguì quella scia finché un oggetto ai lati del selciato catturò la sua attenzione.
Si fece più vicino e si arrestò subito dopo vedendo l’oggetto.
«N-no» balbettò bianco come un cencio.
«Black tutto bene?» chiese Moody preoccupato.
Sirius cadde malfermo sulle sue ginocchia con lo sguardo perso nell’oggetto di fronte.
Fra le macerie della strada, fra i detriti creati dalla malvagità umana  giaceva lì un dito umano annerito avvolto da un meraviglioso anello con una pietra ovale viola.

Pezzo dopo pezzo, non sarebbe rimasto più nulla.

«NO!» urlò ancora agghiacciato Sirius mentre gli altri lo raggiungevano terrorizzati; Edgar chiuse gli occhi orripilato mentre Dedalus per poco non sveniva fra le braccia di Moody, che sfigurato dalla rabbia esclamò:« Dannati mostri».
L’esplosione di prima era Benjy e Sirius non seppe mai se si fosse consegnato di spontanea volontà oppure era stato colto di sorpresa; strinse il volto fra le mani tremanti.
Una folata di vento l’investì.

Ancora un altro pezzo distrutto; pezzo dopo pezzo il vento l’avrebbe raccolto.
 
 
 
 
*Harry Potter e L’ordine della Fenice
 
Salve a tutti! Ringrazio di cuore tutte le persone che leggono, recensiscono la raccolta, spero sia di vostro gradimento, fatemi sapere cosa ne pensate…aspetto le vostre opinioni! Grazie a tutti! Per chi mi segue in questi giorni aggiornerò anche Trembling Hands quindi stay tuned! Un bacio.

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