Principi dei Ghiacci

di Miharu_phos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Una verità intollerabile ***
Capitolo 3: *** Le ultime ore ***
Capitolo 4: *** L’esecuzione ***
Capitolo 5: *** Il riposo ***
Capitolo 6: *** L’incontro ***
Capitolo 7: *** Un sacrificio ***
Capitolo 8: *** Il rimedio ***
Capitolo 9: *** Mio fratello ***
Capitolo 10: *** Il suo nutrimento ***
Capitolo 11: *** Principi dei Ghiacci ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

 

 

Il castello quella mattina era in totale subbuglio: domestici che correvano da una parte all'altra, sarti sull'orlo di una crisi di nervi, chef che urlavano in preda all'isteria più totale.

 

Aiden, giovane principe del Regno delle Nevi, sbadigliava davanti alla finestra della sua stanza mentre decine di persone attorno a lui farneticavano come matti sistemando il suo abito nuziale.

 

-Stia più fermo signorino Aiden! Mi sta complicando il lavoro! E voi, stringete di più quel corsetto! Dove sono i nastri che ho chiesto poco fa?!-

 

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo annoiato, stava subendo quella tortura ormai da quattro ore, da quando cioè era stato svegliato all'alba del giorno del suo matrimonio.

 

Aiden Froste, il maggiore dei due principi del Regno delle Nevi, era promesso in sposo alla principessa Bunny Cottontail, unica erede del suo regno ormai in declino.

 

I genitori di Bunny avevano combinato con la famiglia Froste quel matrimonio, affinché entrambi potessero trarne beneficio.

 

La giovane ragazza abitava con Aiden già da tempo in realtà, o meglio, abitava con tutta la famiglia Froste fin da quando un mese prima erano cominciati i preparativi per il matrimonio.

 

La loro unione era stata decisa quando i due promessi sposi erano ancora dei bambini, e spesso i due avevano addirittura giocato insieme in mezzo alla neve, ignari dei propositi dei loro genitori.

 

Tutti erano entusiasti per l'imminente matrimonio, tranne due persone: i due giovani principi.

 

Shawn, il minore dei due, da quando Bunny era venuta a vivere a palazzo aveva messo il broncio e non aveva più parlato al fratello, troppo preso dai preparativi; Aiden dal canto suo a malapena tollerava quella ragazza alla quale presto avrebbe dovuto mettere l'anello al dito, e di certo non aveva chissà quale voglia di fare di lei addirittura sua moglie.

 

Questo perché durante gli anni Bunny era cambiata: da bambina vivace e divertente era passata ad essere una principessa viziata e vanitosa, e non appena aveva l'occasione di incontrare il suo futuro sposo gli si appiccicava come una calamita, cominciando a fantasticare sulla loro futura vita insieme.

 

Aiden era annoiato dalla sua presenza ma era rassegnato; sapeva di non avere altra scelta e non aveva mai provato ad opporsi; con il tempo aveva imparato ad accettarla e si era sforzato di instaurare con lei un legame.

 

Suo fratello invece era sempre stato geloso di questa unione imminente ed aveva sempre supplicato il fratello di opporsi al volere dei loro genitori.

 

Aiden gli aveva spiegato che lui era il maggiore, e che un matrimonio era necessario; alla morte dei loro genitori lui avrebbe ereditato il Regno delle Nevi e ci avrebbe regnato assieme alla famiglia che avrebbe creato insieme a Bunny.

 

Shawn di fronte a questi discorsi si intristiva tantissimo e perdeva il sorriso.

 

-Ma potremmo regnare io e te, insieme- gli aveva detto una volta; Aiden si era messo a ridere e gli aveva scompigliato affettuosamente i capelli.

 

-Dove li hai mai visti due re fratelli che regnano insieme? Bisogna sposarsi!- gli aveva spiegato.

 

-Ed io che cosa farò quando tu sarai salito al trono con lei?- gli aveva chiesto Shawn spaventato.

 

-Ti affiderò un regno bellissimo, il più grande che ci sia, e ci regnerai insieme a tua moglie- 

 

Il più piccolo a quell'affermazione aveva storto il naso ed aveva scosso la testa, disgustato dalla sola idea di sposare una principessa.

 

Ma il tempo era passato, Aiden aveva compiuto ventun anni ed era pronto per il matrimonio; Shawn ne aveva solo tre in meno, perciò lo stesso destino sarebbe presto toccato anche a lui.

 

Aiden aveva cacciato un urlo di frustrazione quando la sua domestica era andata a dirgli che la principessa era sparita e che Shawn si era chiuso nella sua stanza e si rifiutava di uscire.

 

-Maledetta Bunny dove si è cacciata?! E cosa gli è preso adesso a Shawn, dannazione! È tardi deve vestirsi!-

 

Aveva spinto via da sé tutta la gente che lavorava al suo abito e con le stoffe ed i nastri ancora penzolanti si era diretto a grandi falcate verso la stanza di Shawn.

 

Aveva bussato con veemenza ed aveva atteso un qualsiasi segnale del suo fratellino, ma dall'altra parte non arrivava alcun rumore.

 

-Shawn sono io, Aiden! Per favore apri questa porta devi prepararti per la cerimonia!-

 

Shawn aveva detto qualcosa con voce soffocata, quasi come se stesse piangendo, ma il maggiore non era riuscito a capirci nulla, così aveva bussato più forte.

 

-Shawn non ti capisco, devi aprire la porta! Che stai dicendo?!-

 

Altri mugolii confusi erano giunti fino alle sue orecchie ma neanche stavolta era riuscito a distinguere le parole.

 

In un impeto di rabbia aveva ordinato alle guardie di buttare giù la porta e poi si era fiondato con decisione all'interno della stanza, dritto verso il letto del fratello più piccolo.

 

Era rimasto pietrificato nel trovare il fratello in lacrime, di fianco al corpo della sua futura sposa stesa nel letto ad occhi chiusi.

 

Aveva deglutito stupito ed aveva ordinato a tutte le guardie di lasciarli soli, per poi volgere lo sguardo in direzione di Shawn.

 

-C-che...che cosa significa- aveva domandato ferito.

 

-Mi dispiace- aveva singhiozzato Shawn con voce strozzata, senza neanche riuscire a guardare il fratello negli occhi.

 

-Non capisco Shawn, perché mi avete fatto una cosa del genere? Nel giorno del mio matrimonio- aveva mormorato afflitto.

 

-Io non volevo, io, io l'ho fatto per te, Aiden- aveva provato a spiegare il più piccolo fra le lacrime, mandando ancora più in confusione il maggiore che scuoteva la testa disgustato.

 

-Per me? Come puoi dire di averlo fatto per me?! Ti sei portato a letto la mia promessa sposa!-

 

Shawn aveva sollevato il viso verso il più grande, per poi aprire sotto i suoi occhi i pugni fino ad allora chiusi.

 

Le sue mani erano lorde di sangue.

 

Il ragazzo trasalì a quella vista e guardò il più piccolo con aria confusa.

 

-C-che significa...perché sei sporco di sangue Shawn?-

 

Il più piccolo aveva singhiozzato e poi si era voltato verso Bunny, che se ne stava beata fra quelle coperte apparentemente candide.

 

Prese il lembo della trapunta ricamata e cominciò a scoprirla, rivelando il suo giovane corpo ancora coperto dalla camicia da notte, imbrattato di sangue.

 

Aiden sbiancò per lo shock; si sentì mancare le forze e si accasciò contro il letto coprendosi la bocca per il disgusto.

 

Shawn lo guardava supplicante, lo aveva preso per un polso e lo chiamava.

 

-L'ho fatto per te Aiden!- ripeteva disperato, cercando con occhi allucinati l'approvazione nel suo sguardo.

 

-Stammi lontano- aveva soffiato Aiden con le sue ultime forze prima di gridare aiuto.

 

-No Aiden che fai?!- aveva domandato allarmato Shawn ma il fratello aveva cominciato ad allontanarsi arrancando per terra, ormai incapace di reggersi in piedi.

 

-Guardie!- aveva gridato ancora una volta.

 

-Aiden!- 

 

-Guardie!- aveva urlato infine a pieni polmoni, finché non aveva sentito il rumore dei passi pesanti lungo le scale.

 

Non appena gli uomini avevano invaso la stanza Aiden si era finalmente rilassato contro il pavimento ed aveva chiuso gli occhi che avevano cominciato ad annebbiarsi.

 

Li strinse forte cominciando a piangere e sentì le urla di Shawn mentre chiedeva aiuto.

 

Premette con forza le mani sulle orecchie e cercò di non ascoltare, sperando di risvegliarsi e scoprire che si era trattato solo di un brutto sogno.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Una verità intollerabile ***


 

 

 

Aiden si muoveva nervosamente sul trono, accavallando di continuo le gambe in posizioni diverse per riuscire a trovare la più comoda.

 

Di fianco a lui il trono della sua sposa restava vuoto e su di esso era stata solo posata la sua bella corona bianca in ricordo della sua morte.

 

I funerali della principessa Bunny erano stati celebrati in grande stile, ed i suoi genitori sarebbero presto stati congedati per fare ritorno nel loro regno, così da riportare a casa la salma e poter fare cordoglio per la perdita con i loro sudditi.

 

Prima però c'era un'altra celebrazione alla quale entrambe le famiglie avrebbero dovuto assistere: il processo al Principe Shawn.

 

Aiden si sentiva così piccolo in quella sala, mentre suo fratello veniva condotto in catene davanti ai piedi del padre, il quale si ergeva sul trono centrale e lo guardava con afflizione.

 

La madre, la regina del Regno delle Nevi, piangeva sommessamente ed in tutta la sala i suoi singhiozzi risuonavano come un costante lamento.

 

I genitori della defunta stavano in piedi ed attendevano impazienti di emettere la loro sentenza sulla testa del colpevole, guardandolo con odio profondo.

 

Il segretario personale del Re espose ad alta voce la sua colpa: aveva assassinato brutalmente la promessa sposa di suo fratello, erede al trono del Regno delle Nevi.

 

Aiden rabbrividì quando lo sguardo supplicante e distrutto dalle lacrime di suo fratello ruotò fino a lui.

 

Si sentì paralizzare per il turbamento e deglutì, distogliendo lo sguardo da quegli occhi sofferenti.

 

Non osava immaginare quale trattamento gli fosse stato riservato nelle segrete del castello e preferiva non pensarci; una sola notte lì dentro e ne era uscito tutto sporco e ricoperto di lividi.

 

D'altronde uno delicato come lui, puro sangue blu appartenente alla famiglia reale, non aveva mai conosciuto cosa fosse il dolore in tutta la sua vita; certamente per lui doveva essere stato terribile sopportare le percosse che lo avevano ridotto in quella maniera spaventosa.

 

I genitori di Bunny emisero la loro sentenza: pena di morte.

 

La madre e il padre di Shawn invece, toccati dalla pietà e dall'amore sconfinato che provavano nonostante tutto per il loro ragazzo, votarono per una pena più lieve ma altrettanto terribile: l'ergastolo nelle prigioni del Regno.

 

Mancava solamente il voto di Aiden per far sì che il destino del ragazzo venisse finalmente deciso.

 

Tutti tenevano gli occhi puntati su di lui, attendendo con impazienza il voto decisivo.

 

Aiden si alzò in piedi e richiese che il fratello fosse condotto davanti a lui, per interrogarlo personalmente sulle ragioni dei suoi terribili gesti.

 

-Fratello- lo chiamò l'altro principe inginocchiandosi davanti a lui, mentre gli prendeva speranzoso le mani e lo guardava dal basso con il terrore negli occhi.

 

-Non farmi questo fratello- singhiozzò -ti prego aiutami!-

 

Aiden si morse il labbro, stringendo gli occhi per il dolore.

 

Come poteva salvarlo dopo quello che aveva fatto a lui e alla sua famiglia? Il suo gesto era stato crudele; ma fin da bambino aveva imparato a guardare oltre la semplice apparenza, a penetrare con la mente e con il cuore le ragioni dietro anche alla più terribile delle azioni.

 

Lui voleva sapere, voleva capire perché mai il suo fratellino avesse commesso una tale atrocità.

 

-Spiegami perché Shawn...dimmi solo perché l'hai fatto- gli disse prendendo a sua volta le mani del più piccolo con gli occhi ricolmi di speranza.

 

Sperava di sentirsi dire che era stata Bunny a provocare il tutto; magari lei aveva provato ad uccidere Shawn ed il ragazzo si era semplicemente difeso.

 

Oppure Bunny aveva intenzione di rovesciare il trono dei genitori dei due ragazzi, e Shawn aveva dunque compiuto un atto eroico per salvaguardare la salvezza del regno; Aiden sapeva, ed al tempo stesso sperava con tutto il cuore che una spiegazione simile potesse lasciare le labbra del fratello, così da scagionarlo da ogni accusa e ripristinare la sua libertà.

 

Ma purtroppo non era stata alcuna ragione nobile a spingere Shawn a commettere quell'atto tanto crudele.

 

E Aiden non ebbe il tempo di elaborare a sufficienza la ragione che il più piccolo gli diede, perché forse, se fossero rimasti da soli mentre Shawn gli confessava ogni cosa, la sentenza sarebbe stata meno crudele.

 

-Dimmelo Shawn...-

 

Il più piccolo lo guardava afflitto, respirava a fatica per il dolore. Ma si sforzò di confessare, per quanto doloroso potesse essere tutto ciò.

 

-Perché ti amo Aiden- mormorò con un filo di voce.

 

Il principe inorridì di fronte a quella dichiarazione.

 

Lasciò di scatto le mani del fratello e si lasciò cadere sul trono, mentre cercava di indietreggiare, agghiacciato da quella confessione che lo stava disgustando nel profondo.

 

-A morte- pronunciò quasi privo di forze mentre si guardava attorno terrorizzato.

 

-Cosa dite figliolo?- domandò il re incredulo.

 

-A morte! A morte!- ripeté nuovamente Aiden con più grinta, mentre Shawn lo guardava sgomento e piangeva, provando a riavvicinarsi al fratello che non faceva che respingerlo e dimenarsi per l'orrore.

 

-A morte! Che sia messo a morte! Portatelo via!- gridò raccapricciato il principe, e sotto gli occhi addolorati dei suoi genitori il ragazzo venne condotto via da loro, nonostante le proteste della regina che cominciò a piangere e gridare di dolore.

 

-Non puoi fare questo a tuo fratello Aiden! Te ne prego!- aveva supplicato la donna inginocchiandosi davanti al figlio, mentre lui ancora inorridito dalla confidenza del fratello guardava dritto nel vuoto, sentendosi rivoltare lo stomaco per il disgusto e per la delusione. 

 

-Aiden- aveva chiamato la madre piangendo sulle sue ginocchia.

 

Non capiva, nessuno capiva la ragione dietro la scelta del principe, e lui certamente non l'avrebbe mai rivelata a nessuno; un motivo tanto sconcertante avrebbe perturbato gli animi dell'intero regno, e lui non voleva umiliare ulteriormente se stesso e il fratello con quella sconcezza che il suo cuore aveva dovuto assimilare.

 

Lasciò che il fratello fosse portato via mentre una smorfia di turbamento gli segnava il viso.

 

A nulla servirono le suppliche della madre.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Le ultime ore ***


 

 

"Perché ti amo Aiden"

 

"Ti amo"

 

"Ti amo"

 

Il ragazzo si svegliò di soprassalto, ritrovandosi in un bagno di sudore.

 

Si portò una mano al petto mentre cercava di regolarizzare il respiro e strinse con forza le palpebre, sentendo la testa scoppiargli per il dolore.

 

Per qualche secondo la sua mente lo illuse che gli avvenimenti della giornata appena trascorsa fossero stati soltanto parte di un lungo e strano sogno, un sogno assurdo, un incubo che per fortuna era finito.

 

Bastarono pochi secondi però per far ripiombare Aiden nella dura realtà, quella in cui suo fratello era stato condannato a morte per suo volere, dopo che gli aveva rivelato quella ripugnante confidenza.

 

"Ti amo"

 

Ancora una volta quella voce risuonò nella sua testa, facendogli strizzare gli occhi per il disgusto.

 

Com'era possibile tutto ciò? Suo fratello era innamorato di lui?

 

Guardò in direzione della finestra, lasciata aperta per sbaglio molto probabilmente da qualche servitore sbadato.

 

Il gelo della regione ghiacciata sulla quale regnava la famiglia Froste, entrava nella stanza del giovane principe, facendone un ambiente unico con il turbine di neve che imperversava all'esterno.

 

Chiuse con forza la grossa finestra mettendo a tacere il brusio provocato dal vento e tirò le tende con decisione, per coprire la fastidiosa visione del gelo che minaccioso premeva contro i vetri.

 

Suo fratello doveva certamente star patendo il freddo, lì sotto, al buio nelle segrete del castello.

 

Il giorno dopo sarebbe stato giustiziato.

 

Sarebbe stato giustiziato per suo stesso volere.

 

Aveva deciso che non avrebbe mai più guardato suo fratello negli occhi, che non sarebbe mai più rimasto in una stessa stanza con lui; era un depravato, amava il suo fratello maggiore, sangue del suo sangue, la sua stessa carne.

 

Ancora rabbrividiva per l'orrore al solo pensiero; eppure quando si era svegliato nel buio tempestoso di quella notte burrascosa e assordante, la prima persona alla quale aveva pensato era stato proprio lui, Shawn, il suo fratellino.

 

C'era una punta di rimorso nel suo cuore, un lontano sentore che gli sussurrava, nonostante il muro di freddezza che lui si era imposto, di aver fatto la cosa sbagliata.

 

Voleva vederlo, voleva assicurarsi almeno che nelle ultime ore prima della sua esecuzione stesse avendo comunque ogni confort possibile, che non lo tenessero ancora in catene, che avesse avuto almeno da mangiare, che avesse un giaciglio dove poter riposare nelle sue ultime ore di vita.

 

Era pur sempre un essere umano. 

 

Ed era pur sempre suo fratello.

 

Prese la lampada a gas che illuminava la stanza dal suo comodino, e cominciò ad addentrarsi lungo i corridoi coprendosi le spalle con il proprio mantello lungo e caldo.

 

Le guardie sveglie pattugliavano i corridoi, ed al suo passaggio abbassavano la testa in segno di rispetto; domandò ad una di loro di guidarlo fino alle segrete, e senza obbiettare l'uomo cominciò a fargli strada, lanciando di tanto in tanto veloci occhiate confuse al principe, il quale con lo sguardo sempre più preoccupato seguiva attentamente il percorso che l'altro gli mostrava.

 

Giunti alle prigioni affidò il principe alla guardia carceraria, che dopo aver ascoltato la sua richiesta lo condusse fino alla cella che custodiva Shawn.

 

Lui era rannicchiato in un angolino, e non appena sentì dei passi avvicinarsi nella sua direzione sollevò il capo, guardando verso l'esterno con occhi atterriti.

 

-C-chi c'è?- domandò timoroso, e Aiden illuminò il proprio viso sporgendosi contro le sbarre, facendo attenzione a non toccarle neanche con un dito.

 

-Sono io- aveva detto mordendosi poi il labbro inferiore, ed il minore gli era corso incontro quasi gattonando; Aiden notò che i lividi e le contusioni sul suo corpo erano aumentate, e che il suo viso era ormai un'accozzaglia di colori dovuti alle forti percosse.

 

-Che cosa ti hanno fatto? Chi è stato?- aveva domandato a bassa voce Aiden, raccapricciato da quella vista.

 

Shawn aveva abbassato la testa, colto da una vergogna profonda, ed aveva stretto in due pugni le due mani rovinate e insanguinate dalle sue stesse ferite.

 

-Mi hanno torturato- spiegò, ed il fratello maggiore si inginocchiò davanti a lui, aggrappandosi ormai senza più alcun freno a quelle sbarre luride.

 

-Perché?! Chi è stato?!- gridò con insistenza.

 

Shawn non rispondeva, e Aiden chiese di poter entrare nella cella per dargli un po' di conforto nelle sue ultime ore; le guardie lo lasciarono entrare, e senza neanche pensarci lui si precipitò all'interno per stringere il fratellino in un abbraccio.

 

-Dimmi chi è stato Shawn. Dimmi che c'è un'altra spiegazione, dimmi che mi hai detto soltanto una bugia, dimmi che posso salvarti e revocare la mia decisione-

 

-Ma tu puoi farlo- gli disse Shawn alzando lo sguardo verso di lui, uno sguardo appannato dai troppi lividi e dagli occhi gonfi di botte e frustate.

 

-Dimmi che mi hai mentito...-

 

Shawn non rispondeva; si vergognava anche lui per i suoi sentimenti, sapeva perfettamente quanto fossero sbagliati.

 

Il maggiore si levò il mantello per avvolgerci il più piccolo, poi chiese dell'acqua e lo aiutò a bere, gli ripulì accuratamente tutte le ferite e lo fece stendere sulla scomoda panca che in quella cella gelata fungeva da letto.

 

-Ormai è quasi l'alba. Hai ancora tempo per dirmi come stanno le cose davvero e salvarti la vita Shawn- gli disse speranzoso il fratello.

 

-Ormai è troppo tardi- aveva borbottato sottovoce il più piccolo, e a Aiden si erano drizzati i capelli sulla testa per la tensione.

 

-Che vuoi dire?-

 

-Ho confessato- aveva ammesso Shawn, rassegnato al proprio destino.

 

-Cosa? A chi Shawn? Quando è successo, che cosa gli hai detto?!-

 

Il più piccolo aveva taciuto per un po', poi aveva deglutito e senza avere il coraggio di guardare negli occhi il più grande aveva ammesso ancora una volta tutto quanto.

 

-Sono stati i genitori di Bunny a farmi questo. Volevano sapere il motivo, credevano che io fossi stato incaricato dai nostri genitori per impedire il vostro matrimonio-

 

-Ed è così che è andata, vero? Ti hanno obbligato ad ucciderla, sei stato costretto! Ti prego Shawn dimmelo, dimmelo che è così e potrò salvarti la vita!-

 

-Non voglio più mentirti Aiden. L'ho fatto per tutta la vita. L'ho uccisa perché sapere che saresti stato suo mi faceva troppo male. Perché ti amo Aiden, è la verità, è piuttosto che vederti con qualcun altro preferirei morire-

 

-No Shawn! Non è vero! Non ti credo, io non ti credo! Dimmi che ti hanno costretto, io posso ancora salvarti!-

 

-Non più. Ho confessato, te l'ho detto. Adesso ho due capi d'accusa che gravano sulla mia testa, e forse la mia depravazione è il più grave dei due, ancora più grave dell'omicidio-

 

Aiden aveva soffocato il pianto contro la propria mano, profondamente turbato da quelle parole spietate, crude, inaccettabili.

 

Ormai il sole aveva invaso del tutto la cella, e presto le prime campane avrebbero cominciato a suonare, annunciando l'inizio di una nuova giornata.

 

La giornata in cui suo fratello sarebbe morto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** L’esecuzione ***


 

 

 

Aiden sedeva sul trono accanto a sua madre che non faceva che piangere di disperazione.

 

Il re cercava di mantenere un certo contegno mentre i genitori di Bunny guardavano la scena agguerriti, impazienti che il prigioniero venisse messo a morte.

 

Il metodo di esecuzione scelto fu quello del rogo pubblico, e difatti al centro della piazza era stato preparato il tutto, mentre il prigioniero veniva condotto semi incosciente verso il giaciglio di paglia al centro del quale si ergeva il palo.

 

Aiden si aggrappò alla madre inorridito, mentre lei non riusciva neanche a guardare la scena.

 

-Padre che cosa gli è successo? Perché è svenuto??- domandò preoccupato il fratello maggiore.

 

-Ho chiesto di farlo strangolare prima dell'esecuzione tesoro. È ancora vivo ma almeno è incosciente. Non sentirà nulla-

 

Il principe si coprì la bocca soffocando i singhiozzi e non staccò gli occhi dal corpo del fratello neanche per un secondo.

 

-Padre- lo chiamò tremante -Madre per favore fermateli- 

 

-Sei stato tu a votare per la sentenza di morte Aiden. Tu l'hai scelto!- lo rimproverò la madre distrutta dal dolore.

 

Aiden strizzò gli occhi trafitto dalla colpa e dal dolore, mentre la folla inneggiava a favore dell'esecuzione e Shawn veniva legato al palo, svenuto.

 

-Non posso guardare- aveva detto la madre alzandosi di scatto e fuggendo via prostrata per l'afflizione che quella vista gli provocava.

 

-A morte! A morte!- gridavano i due sovrani avversari incoraggiando ancora di più la folla.

 

-Padre ci dev'essere qualcosa che possiamo fare! Ti prego devi fermarli!-

 

-È troppo tardi figliolo.- ammise l'uomo, impotente di fronte alla tragedia che si consumava sotto ai propri occhi.

 

Il fuoco venne acceso e la testa di Shawn continuò a rimanere appesa in avanti, con gli occhi chiusi, come se fosse addormentato.

 

-Papà!- gridò con tutte le sue forze Aiden -ti prego devi fare qualcosa, lo uccideranno!-

 

-È solo colpa tua Aiden, l'hai voluto tu!- urlò a sua volta il Re, mentre il coro della folla faceva da sottofondo a quello spettacolo macabro e raccapricciante.

 

Aiden strinse i pugni sui braccioli del trono e scattò in piedi determinato.

 

-Basta! Non vedete che è già morto?! Fatelo scendere!- gridò gettandosi in mezzo alla folla, cominciando a farsi spazio a gomitate.

 

-No! Deve bruciare perché è quello che merita!- protestò la regina alzandosi in piedi, il tutto mentre la pelle del ragazzo cominciava ad insanguinarsi a causa delle fiamme ed il suo corpo non dava più alcun segno di vita.

 

-Shawn! Fatelo scendere!- urlò il principe a pieni polmoni -basta io sono il vostro futuro Re e vi ordino di farlo scendere è già morto!-

 

-No, deve bruciare!- insisteva la donna con fare scorbutico, e così Aiden a denti stretti e furente di rabbia salì sul piedistallo di fianco al rogo e senza pensarci due volte si gettò fra le fiamme per liberare il fratello minore.

 

Sentiva il proprio corpo bruciare, ed i suoi vestiti lussuosi avevano cominciato a consumarsi fra le fiamme ma lui ignorò il dolore è solo quando il corpo esanime del fratellino gli ricadde addosso si decise a ritornare sulla pedana, tenendo Shawn stretto a se, quasi denudato dai vestiti ormai bruciati.

 

-Fermatelo, che cosa aspettate! Ha liberato il prigioniero!-

 

-È morto!- Protestò il padre mettendosi in piedi, poi guardò in direzione del figlio che con il corpo del più piccolo stretto fra le sue braccia si guardava attorno determinato.

 

-Scappa Aiden, fuggi via!-

 

Il principe guardò il padre negli occhi con riconoscenza, e cominciò a farsi largo fra la folla, ma le gente opponeva resistenza e lo guardava con disprezzo.

 

-Tu non sarai mai il nostro re!-

 

-Non vogliamo un re che non rispetta la legge!-

 

-Hai liberato l'assassino di tua moglie!-

 

Aiden a testa bassa continuava a camminare, trasportando a fatica il corpo privo di forze di Shawn, ignorando gli insulti e gli sbeffeggiamenti che venivano fatti al suo passaggio.

 

Non li ascoltava perché in quel momento era solo preoccupato per il suo fratellino, dal quale ormai provenivano sempre meno segni di vita; piangeva in silenzio e trascinava a fatica il proprio corpo appesantito dal peso morto che era diventato il più piccolo.

 

Sopportò gli scherni e le beffe, gli sguardi pieni di odio che provenivano da parte dei due sovrani che avevano aspettato impazienti di vedere il colpevole divorato dalle fiamme.

 

-Mio figlio è morto. Lasciate che suo fratello possa prendersi cura del suo cadavere e che possa dargli una sepoltura degna della sua famiglia- annunciò il Re, facendo cenno alle guardie che permisero così a Aiden di passare e raggiungere la carrozza della famiglia reale.

 

Aiden stringeva a se il fratello, guardando gli alberi del bosco susseguirsi attraverso i finestrini.

 

Aveva ordinato al fantino di portarlo lontano, non importava dove; voleva solo stare con suo fratello in silenzio e poter piangere sul suo corpo che ormai stava quasi per spegnersi.

 

Lo ricoprì con il proprio mantello bruciacchiato; Shawn aveva un'aria serena, nonostante i segni rossi sul proprio collo e la pelle annerita dal fuoco e dal fumo.

 

Viaggiarono a lungo, finché il corpo di Shawn non ebbe perso quasi totalmente il suo calore.

 

Il cuore ormai non batteva più, e Aiden non aveva più lacrime da versare, ormai rassegnato alla perdita del fratellino, voluta da lui stesso.

 

-Basta così. Fermatevi qui- ordinò bussando contro il vetro per ordinare l'arresto della corsa.

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Capitolo 5
*** Il riposo ***


 

 

 

 

Aveva percorso pochi metri con il corpo di Shawn adagiato fra le braccia, ormai esanime.

 

La guardia che lo aveva accompagnato fin lì con la carrozza gli domandò se avesse bisogno d'aiuto, ma lui fece cenno di no con la testa, sforzandosi con tutto se stesso di controllare il pianto doloroso che gli teneva imprigionato il cuore, che in quel momento doleva come non mai.

 

Calpestava la neve con passi lenti e pesanti, dovuti al fardello non indifferente che con estrema delicatezza manteneva su di sé, mentre lacrime silenziose e calde andavano a bagnare quel corpo fragile e privo di vita che non respirava più ormai da diverse ore.

 

Non seppe quantificare neanche lui quanta distanza percorse in quelle condizioni, con le mani e i piedi totalmente paralizzati dal gelo della valle innevata, la stessa nella quale lui ed il fratellino più piccolo molte volte erano andati a giocare da bambini.

 

A fondo valle, contornato da abeti e poche altre forme vegetali vi era un lago ghiacciato, quello al quale Aiden voleva affidare il cadavere di Shawn affinché potesse custodirlo nella morte.

 

Il sole calò e ancora Aiden camminava, percorrendo un chilometro dopo l'altro instancabilmente, spinto da una forza dalla provenienza sconosciuta persino a se stesso.

 

Manteneva in caldo il fratello e piangeva, piangeva, assumendosi tutte le colpe del destino terribile che era dovuto toccare a quel ragazzo, dal futuro altrimenti promettente e felice.

 

Solo una volta giunto davanti alla superficie ghiacciata si decise a prendere riposo; adagiò con delicatezza Shawn sulla neve, accanto alla riva congelata, poi gli si stese di fianco e lo ricoprì con il proprio mantello dal colore spaventosamente vicino a quello delle ferite sulla pelle del povero ragazzo.

 

Si avvicinò al suo viso e singhiozzò in silenzio premendo la propria fronte contro quella del minore; i suoi occhi chiusi erano inesorabilmente immobili e dal suo naso, così come dalle sue labbra serrate, non proveniva alcun respiro, neanche più un accenno, un misero sbuffo, niente, perché ormai la vita aveva abbandonato quel corpo da diverse ore, assieme a tutto il dolore che gli era stato inflitto.

 

-Mi dispiace- soffiò disperato il giovane principe mentre stringeva le guance del fratellino nelle mani, tenendo così il suo viso estremamente vicino al proprio.

 

Gli sussurrò le sue scuse sulla bocca, gli chiese perdono, pianse tutto il proprio rammarico contro quel viso gelato e bianco, che non percepiva più niente se non il vuoto, il nulla, come un qualsiasi oggetto inanimato a cui il cuore non batte.

 

-Mi dispiace così tanto Shawn- singhiozzò ancora, andando ad avvolgere il suo piccolo corpo con le braccia per stringerlo forte contro il suo, leggermente più robusto, e respirargli sulla pelle coperta a malapena da quegli stracci sporchi e bruciati.

 

Chiuse gli occhi sui capelli argentati del minore, cullandosi nel ricordo dolce della loro infanzia, di quegli anni perfetti in cui i problemi non sembravano esistere, in cui i doveri erano ancora così lontani da non spaventare e dove il loro legame sembrava perfetto ed indissolubile, come quello che lega due gemelli che si capiscono soltanto con uno sguardo e che comunicano con il calore del corpo anziché con le parole.

 

Aiden avrebbe dato di tutto per poter tornare a quel tempo, quando ancora la realtà non gli era stata inflitta dolorosamente nel cuore e lui non aveva mai capito che Shawn lo amasse davvero, che lo desiderasse come si dovrebbe desiderare una moglie, la propria sposa.

 

Eppure avrebbe dovuto odiarlo, avrebbe dovuto metterlo a morte senza alcun ripensamento perché i suoi desideri erano perversi e le sue azioni erano state ripugnanti, aveva ucciso brutalmente una principessa, quella alla quale Aiden avrebbe dovuto legarsi per sempre; lui le aveva tolto la vita in modo barbaro, squarciandole il ventre come se fosse una bestia, poi gli aveva chiesto scusa in ginocchio e aveva detto a suo fratello che l'aveva fatto per lui, perché lo amava.

 

Si, decisamente Aiden avrebbe dovuto odiarlo: era un assassino spietato, un depravato con desideri indicibili che oltrepassavano anche le supposizioni più perverse.

 

Avrebbe dovuto ma non ci riusciva. Non ci riusciva perché quel ragazzo morto che non smetteva di stringere contro di sé sarebbe stato per sempre una parte di lui, la sua metà, quella più importante della quale non avrebbe mai potuto fare a meno.

 

È come poteva? Erano cresciuti insieme, avevano esplorato ogni cosa tenendosi stretti per mano, si erano cacciati nei guai, avevano scontato assieme le punizioni, avevano giocato, riso, si erano fatti male, si erano ammalati, erano guariti, avevano fatto infuriare i loro genitori e li avevano resi orgogliosi.

 

Le loro vite erano sempre state una cosa sola, avevano vissuto in una simbiosi unica di affetto e dipendenza reciproca all'interno della quale non era concesso a nessuno di penetrare, perché quello era il loro mondo segreto, era la loro intimità impercettibile agli altri ma sempre latente sotto ai loro occhi, perché loro infondo si erano sempre amati a vicenda, anche se in modo diverso, e questa differenza era ciò che aveva ucciso Shawn, Aiden era ciò che aveva ucciso Shawn.

 

Ormai persino lui sentiva la vita lasciarlo; batteva i denti per il gelo paralizzante della valle, mentre il corpo del fratellino aveva cominciato ad irrigidirsi, complice il freddo e beh, il sangue fermo nelle sue vene.

 

Uno strato lucido aveva cominciato a ricoprire la sua pelle bianca, ed ormai la vista del ragazzo era appannata perché le ciglia gli si erano congelate, offuscandogli la vista.

 

Chiuse gli occhi, premendo con le sue ultime forze le labbra viola contro quelle del fratello, dal colore spaventosamente simile al suo.

 

-Perdonami fratellino- aveva sussurrato in un soffio contro la bocca impassibile di Shawn, poi aveva appoggiato la testa sulla neve ed aveva sospirato, sperando di morire presto accanto a suo fratello, così da raggiungerlo al più presto in un luogo più clemente, un luogo dove mai più nessuno, nemmeno Aiden, avrebbe potuto fargli del male o discriminarlo per quello che provava contro la sua volontà.

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Capitolo 6
*** L’incontro ***


 

 

 

Una sensazione umida e bagnata risvegliò il ragazzo dal sonno paralizzante nel quale era sprofondato.

 

Un brivido di terrore lo colse quando si rese conto che un leopardo bianco dagli occhi blu scuro gli stava leccando il viso affettuosamente, mentre lo teneva al caldo con il suo corpo maestoso.

 

Inizialmente si irrigidì, temendo che il felino volesse divorarli, poi però si rilassò, consolato dalle movenze delicate dell'animale.

 

Aiden si alzò lentamente, facendo si che la bestia gentile si spostasse dal suo corpo, e gli lasciò una carezza sulle morbide orecchie dalle sfumature blu.

 

-Ciao gattone- mormorò con la voce resa rauca a causa del pianto.

 

Aveva i vestiti addosso completamente congelati e ricoperti di neve e quando si rese conto che il sole all'orizzonte stava ormai per tramontare raccolse il corpo del fratello e con fatica si rimise in piedi.

 

Il leopardo si avvicinò ai piedi penzolanti di Shawn, nudi e anneriti dal fuoco; li leccò lasciandosi sfuggire un mugolio dispiaciuto e Aiden sorrise debolmente.

 

-Già, è morto. Non c'è più niente da fare per lui- ammise con la voce incrinata il ragazzo dai bei capelli color pesca, avanzando verso il lago ghiacciato che si estendeva davanti a loro.

 

Il felino lo seguì, cominciando a percorrere pochi passi con le zampette al fianco di Aiden, e quando si trovarono esattamente al centro del lago, il ragazzo vi adagiò il corpo senza vita del fratello, poi sfoderò la sua spada e con forza colpì la dura superficie ghiacciata, senza però riuscire neanche a scalfirla.

 

Quel ghiaccio era spesso, davvero tanto, ed il giovane principe cominciò a domandarsi se forse l'intero lago non fosse esso stesso composto interamente da ghiaccio; conosceva quel luogo fin da quando era bambino, eppure era sempre stato convinto che sotto la superficie trasparente l'acqua avesse resistito allo stato liquido, o almeno questo era quello che gli era stato insegnato.

 

Il leopardo leccò il ghiaccio scavando poi con la zampetta, come se volesse aiutarlo nell'impresa, e Aiden sorrise intenerito.

 

-Adesso devi allontanarti però amico mio, devo colpire un po' più forte- gli disse, conducendo l'animale al fianco di Shawn che giaceva disteso, avvolto dal suo mantello soffice.

 

-Tu fai da guardia a lui va bene?-

 

Il felino mise la testolina li lato, come se fosse confuso dalle parole del ragazzo, poi si accucciò accanto a Shawn e vi appoggiò sopra il muso.

 

Aiden diede loro un occhiata intenerita, poi sollevò la spada fin sopra alla testa e con un solo colpo provocò una crepa nel ghiaccio.

 

L'animale alzò le orecchie incuriosito ma rimase al suo posto, e attese che il giovane portasse a termine il lavoro.

 

Fu faticoso, nessuno sembrava mai aver scalfito quello strato spesso e impenetrabile, ma grazie alla sua determinazione Aiden stava riuscendo lentamente a provocare varie crepe.

 

Il suo corpo era accaldato dalla fatica e visto il luogo in cui si trovava, la sensazione era alquanto piacevole.

 

Continuò a colpire e colpire sempre più forte, mentre il sole tramontava oltre le montagne ed il cielo cominciava a riempirsi di puntini luminosi.

 

Grazie al bagliore della luna Aiden poté continuare ad insistere contro il ghiaccio, finché non riuscì finalmente ad arrivare allo strato liquido della distesa, dopo aver scavato per circa quaranta centimetri.

 

Sorrise di soddisfazione e si bagnò le dita con l'acqua gelata, poi ne portò un po' alle labbra e si dissetò, invitando il leopardo a fare altrettanto.

 

Ormai doveva essere circa mezzanotte, aveva scavato per delle ore; grazie a quel primo buco però il lavoro da lì in poi si semplificò, e lui continuò a spaccare il ghiaccio un centimetro dopo l'altro, fino ad ottenere una buca abbastanza larga da farci passare un corpo.

 

Ormai era quasi l'alba, presto il sole sarebbe sorto e lui non aveva più scuse per esitare. Si avvicinò al corpo del fratello ormai completamente indurito dall'assenza di vita e lo abbracciò, respirando fra i suoi capelli irrigiditi dal freddo, ma nonostante tutto ancora morbidi e di un bellissimo colore argentato.

 

Solo dopo qualche minuto si rese conto che il leopardo aveva preso a camminare verso la buca che aveva scavato, quasi come se ne fosse attirato sotto l'effetto di uno strano incantesimo.

 

-Ehy, torna qui gattone! Amico torna qui!- gli gridò quando vide che il felino si stava preparando a saltare, prendendo una piccola rincorsa.

 

-No cosa fai?! È pericoloso!- gridò alzandosi in piedi con il fratello in braccio e provando ad avvicinarsi alla bestia, la quale ignorando le sue suppliche si lanciò nella buca scavata da Aiden, facendolo rabbrividire per l'orrore.

 

-No! Che cosa hai fatto!- gridò adagiando il corpo di Shawn accanto alla buca, per poi sporgersi contro di essa sperando di riuscire a tirar fuori l'animale che ormai era sparito, inghiottito dalle acque gelide.

 

Aiden stava tremando per l'orrore, ma quello che accadde subito dopo lo fece letteralmente paralizzare dalla paura.

 

Quello che sembrava uno spirito venne fuori dal lago quasi come un vapore, leggero e colorato.

 

Prese forma sotto ai suoi occhi, palesandosi con le sembianze di una donna, una regina anzi, che stringeva fra le braccia un bambino dai capelli blu e gli occhi azzurri, del medesimo colore dell'acqua del lago.

 

Aiden era caduto su se stesso, terrorizzato dalla presenza inquietante che si ergeva sopra di lui, arrivando a sovrastare persino l'altezza degli abeti che riempivano la valle.

 

-Aiden Froste- lo chiamò, scandendo alla perfezione il suo nome.

 

-C-chi siete!- gridò il ragazzo rabbrividendo di paura.

 

Il bambino fra le braccia della donna lo guardò e gli sorrise riconoscente; solo allora Aiden lo riconobbe: era il leopardo, aveva i capelli dello stesso colore delle orecchie di quell'animale e gli occhi erano esattamente identici.

 

-Tu mi hai riportato mio figlio- le disse quella che gli sembrava una regina, porgendogli gentilmente una mano mentre assumeva delle dimensioni più piccole e quasi si inchinava davanti al principe.

 

Aiden si allontanò indietreggiando a fatica, per poi raggiungere il corpo del fratello che subito catturò l'attenzione dello spirito.

 

-È tuo fratello, non è vero?- domandò facendo deglutire per il terrore il ragazzo.

 

-S-si- rispose tremante, e la donna gli accarezzò i capelli sotto gli occhi atterriti di Aiden.

 

-Perché l'hai ucciso?- gli chiese, ed il principe la guardò incredulo, schiudendo le labbra per lo stupore.

 

-V-voi c-come-

 

-Tu mi hai restituito mio figlio, Aiden. Sono in debito con te. Affidami tuo fratello e gli darò una nuova vita- mormorò con voce ammaliante.

 

Aiden guardò lo spirito che puntava i suoi occhi azzurri sul corpo del fratello minore.

 

Stava forse sognando? Magari si era addormentato per la stanchezza, o forse stava delirando in preda ai suoi ultimi istanti di vita causati dall'assideramento.

 

Aiden non riusciva a spiegarsi quella situazione, non aveva mai creduto nell'esistenza di esseri sovrannaturali, neanche da bambino; eppure quello spirito era davanti a lui e puntava le sue unghie affilate verso Shawn, quasi come se volesse appropriarsene.

 

-Che cosa gli farete?!-

 

-Perché tanti drammi? È morto, no? Come me potrà avere una nuova esistenza-

 

-Di che genere di esistenza parlate?!-

 

-Ubbidisci a mia madre e consegnale tuo fratello se vuoi rivederlo vivo- aveva mormorato il bambino aggrappato alla donna, facendola sorridere compiaciuta mentre assottigliava gli occhi.

 

Aiden puntò gli occhi sul cadavere del fratellino, deglutendo indeciso.

 

C'era da fidarsi di quei due esseri? Quella donna era venuta fuori dal lago, ed il bambino fino a poco prima era un leopardo bianco. Di che genere di creature si trattava?

 

-Prima esigo di conoscere le vostre identità!- gridò Aiden con decisione.

 

La donna sorrise, poi chiuse gli occhi ed il suo corpo venne ricoperto da una corazza ghiacciata ancora più maestosa, che andò a formarle una corona sulla testa.

 

-Sono la Regina dei Ghiacci, e lui è mio figlio, il principe. Regno su tutte le superfici ghiacciate di questa landa innevata, e tu mi hai liberata dalla tortura a cui ero sottoposta, imprigionata sotto questa superficie spessa che mi separava dal mio bambino. Ma adesso ci siamo ricongiunti ed io voglio ricompensarti. Quindi affidami tuo fratello e lascia che lui possa tornare a respirare-

 

Aiden guardò la donna con gli occhi assottigliati.

 

Quell'essere sembrava tutto meno che benevolo, e Aiden era certo che ci fosse qualcosa sotto.

 

-Non voglio niente in cambio, lasciateci andare- mormorò scettico facendo arrabbiare la regina che riprese le sue dimensioni iniziali terrorizzandolo a morte.

 

-Rifiuti il mio aiuto dunque, Principe delle Nevi?-

 

Il ragazzo la guardò ancora, sorpreso da tutte le informazioni che ella conosceva su di lui.

 

-Che cosa gli farete?!- domandò allora, quasi rassegnato a concederle suo fratello per il timore che potesse infliggergli dolore.

 

-Non hai capito? Gli darò una nuova vita, riaprirà gli occhi, tornerà a respirare. Non è forse questo che vuoi per lui?-

 

-Si...- ammise abbassando lo sguardo il ragazzo, e la donna allora tornò a dimensioni più ridotte e lasciò andare il foglio dalle proprie braccia, per poi porgerle in direzione di Aiden, in attesa che gli consegnasse il fratellino.

 

Dopotutto non aveva nulla da perdere; fino a poco prima era pronto a seppellire Shawn nel lago ghiacciato, e ora aveva la possibilità di ridonargli la vita, anche se i dubbi che nutriva verso la sincerità di quella creatura erano molto forti.

 

-E come intendete fare?!-

 

La regina rise, mostrandole i suoi occhi maliziosi.

 

-Con i miei poteri, è chiaro. Non ti fidi di me, principe? Hai una soluzione migliore?-

 

Aiden sospirò, perfettamente consapevole di non avere altra scelta se non quella di fidarsi.

 

Dopotutto suo fratello era morto, non c'era alcuna speranza per lui, quindi perché non rischiare?

 

Prese il fratellino fra le braccia e gli baciò con delicatezza la fronte, lo guardò un'ultima volta con occhi colmi d'affetto e poi si avvicinò alla regina, porgendole il minore.

 

Lei lo accolse subito fra le braccia e assieme al figlio cominciò ad ammirarlo.

 

-Non te ne pentirai, sta tranquillo- gli disse usando un tono riconoscente, poi assieme al bambino si dissolse, ricongiungendosi con il lago assieme al corpo di Shawn.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Un sacrificio ***


 

 

 

 

In seguito ad una notte insonne Aiden era ritornato al lago, ansioso di avere notizie riguardo al fratello minore.

 

I sovrani del regno, i genitori dei due principi, non avevano fatto domande riguardo alla sepoltura che il maggiore aveva scelto per Shawn; temevano una rivolta da parte del popolo e preferirono che il segreto fosse custodito soltanto da Aiden, così che nessuno potesse mai andare a disturbare il riposo del figlioletto ormai defunto.

 

Per cui quando al mattino del giorno successivo all'esecuzione Aiden partì con la propria carrozza in direzione del bosco, i genitori lo lasciarono andare, raccomandandogli di lasciare sulla tomba del fratellino un fiore anche da parte loro.

 

Il ragazzo avanzò in direzione del lago dopo essersi lasciato alle spalle la carrozza, con il cocchiere al quale aveva raccomandato di non seguirlo.

 

Giunto davanti alla distesa ghiacciata vi guardò dentro, scoprendo che il foro che aveva praticato con tanta fatica con la propria spada era completamente sparito, inglobato dal ghiaccio che durante la notte lo aveva richiuso.

 

Colpì lo stesso punto ripetutamente con forza, ma prima di poter anche solo riuscire a scalfire la superficie un vento gelido lo fece paralizzare, e la donna che il giorno prima aveva preso in custodia Shawn si materializzò nuovamente davanti a lui, accompagnata dal figlio che aveva preso ancora una volta le sembianze di un leopardo bianco.

 

-Ti stavo aspettando- mormorò la regina guardando in direzione del principe con i suoi occhi di ghiaccio.

 

-Dov'è mio fratello?! Sei riuscita a guarirlo??- domandò ansiosamente il giovane principe, facendo assottigliare gli occhi della donna per il fastidio.

 

-Come siamo impazienti. Tuo fratello è proprio lì, sotto i tuoi piedi, ma non posso svegliarlo ancora- lo informò, e Aiden scattò sul posto quando riconobbe la figura addormentata del fratellino sotto lo strato di ghiaccio che stava calpestando.

 

Quando si rese conto che per sbaglio avrebbe potuto colpirlo con la spada si coprì la bocca per il rimorso e subito si inginocchiò, lucidando la superficie trasparente con la mano.

 

Sorrise con le labbra che gli tremavano quando notò distintamente delle bollicine che uscivano dalle sue narici e dalla bocca, proprio come se stesse respirando.

 

-È vivo!- appurò con gli occhi lucidi, avvicinando maggiormente il viso verso la figura del fratello che pareva dormire beatamente.

 

Il suo corpo non era più annerito dal fuoco ma era nudo, bianco e soprattutto sano. Le ferite dalla sua pelle erano svanite e sulle sue guance c'era persino un accenno di rosa.

 

-Più o meno. Non è cosciente, è il lago a dargli la forza vitale, ma non è propriamente in vita. Servirà qualcosa di più forte del mio potere per potergli ridonare il suo spirito.-

 

-Che cosa serve?!- aveva domandato subito Aiden con impazienza, guardando nei suoi occhi gelidi la regina, sulle cui labbra svettava un ghigno compiaciuto.

 

-Dovrai fare un sacrificio-

 

-Che tipo di sacrificio?! Dimmi cosa devo fare ed io lo farò, fosse anche la cosa più pericolosa del mondo!-

 

La donna si era voltata di spalle, accarezzando suo figlio sul manto bianco e grigio fino ad arrivare alle soffici orecchie sulla testa.

 

-Questo dovrai capirlo da solo. Sei stato tu ad ammazzarlo no? Rimedia. E torna qui soltanto quando avrai concluso, altrimenti tuo fratello resterà qui sotto per sempre, e tu non potrai fare niente- aveva detto la regina con voce suadente ma al tempo stesso crudele e divertita.

 

-Ma come posso rimediare?! Che cosa devo fare, come posso rimediare se non ho il potere di riportarlo in vita! Ehi, rispondimi!-

 

La regina era ritornata nel lago assieme al figlio e non gli aveva risposto, lasciando il ragazzo completamente solo con le proprie domande.

 

-Un sacrificio- aveva ripetuto il ragazzo fra se, mentre fissava il fratello che con gli occhi chiusi riposava sotto quel pesante strato di acqua congelata.

 

-Come posso riuscire a rimediare? Shawn?! Come faccio?!- aveva piagnucolato, battendo un pugno sul ghiaccio per la frustrazione. 

 

Le sue lacrime calde avevano cominciato a sgorgare, andando ad infrangersi sullo specchio trasparente che aveva subito accolto la gocciolina calda trasformandola in un frammento di ghiaccio.

 

Quel lago non era di certo un lago comune, questo Aiden lo aveva capito; era quasi inscalfibile ed aveva addirittura il potere di tenere in vita il fratellino, che ormai respirava sott'acqua come una qualsiasi creatura marina.

 

Aiden faceva scorrere lo sguardo sulla sua pelle nuda e si chiedeva se non stesse patendo il freddo la sotto; ma se riusciva a vivere in quello stato certamente, pensava Aiden, il fratello doveva ormai aver cambiato la propria natura.

 

Cos'era diventato? Uno spirito, come la regina e suo figlio? Il giorno prima era morto eppure in quel momento era esattamente sotto ai suoi occhi e respirava; non aveva una sola bruciatura addosso, aveva ripreso colore, sembrava star bene.

 

Avrebbe mai potuto vivere al di fuori di quel lago?

 

Aiden temeva proprio di no; ma doveva tentare.

 

Lasciò un bacio sul ghiaccio lasciando che gli gelasse le labbra e si allontanò, intenzionato a fare il possibile per rimediare, come poteva, al suo grande peccato. 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Il rimedio ***


 

 

 

I sovrani del Regno delle Nevi guardavano il figlio inginocchiato davanti ai loro piedi, mentre quest'ultimo si struggeva dal dolore supplicando il loro favore.

 

-Hai fatto mettere a morte tuo fratello sotto ai nostri occhi e adesso hai il coraggio di venire a confessarci le tue depravazioni?!-

 

-M-mi dispiace io n-non capivo, vi s-supplico di concedermi il vostro perdono genitori cari- aveva singhiozzato il ragazzo, incontrando però soltanto delle occhiate colme di disprezzo.

 

-Tuo fratello è morto per la sua colpa. Quindi perché sei venuto a parlarci della tua perversione?! Avresti dovuto tacere, sei soltanto uno sciocco!-

 

Aiden aveva mentito loro, unicamente per spingerli a ripudiarlo; aveva riflettuto a lungo su quale potesse essere un sacrificio abbastanza significativo da poter riportare in vita suo fratello, ed era arrivato alla conclusione che soltanto patire le sue stesse pene avrebbe potuto ripagare l'enorme crudeltà commessa nei suoi confronti.

 

Aveva confessato di ricambiare i sentimenti di suo fratello, e di averlo spinto ad uccidere la sua futura sposa affinché loro due potessero stare insieme; era tutto falso, eppure i genitori non avevano esitato neanche un secondo nel credergli, troppo accecati dall'astio che ancora provavano nei suoi confronti per la condanna di Shawn.

 

-Sai bene come dovremmo proseguire adesso- aveva detto il padre guardando il figlio con il viso contorto dall'odio.

 

Aiden aveva abbassato il capo; non aveva mai sperato di ricevere il loro perdono, era stata una finzione anche quella; voleva essere punito e se necessario giustiziato.

 

Non riusciva a pensare ad un sacrificio più grande di quello, ripagare con il suo sangue la vita del ragazzino che aveva fatto ammazzare.

 

-Proseguite pure come ritenete più giusto- aveva mormorato umilmente il giovane principe.

 

-Guardie- aveva chiamato con tono aspro il re, ma la moglie lo aveva fermato, distrutta dalle lacrime.

 

-Ti prego non lo fare- lo aveva supplicato -ci rimane soltanto lui. Ti prego devi perdonarlo- aveva detto singhiozzando.

 

-Ha fatto uccidere il nostro bambino- aveva protestato l'uomo con il cuore in gola, e la moglie lo aveva guardato devastata, mentre con gli occhi lo pregava umilmente e sperava con tutto il cuore di non perdere il suo ultimo figlio.

 

Il re aveva posato ancora gli occhi sul ragazzo inginocchiato davanti a lui a capo chino, poi aveva deglutito stringendo le labbra e aveva ceduto.

 

-Aiden- lo aveva chiamato, ormai anche lui in lacrime, incapace di infliggere davvero del dolore all'unico figlio che gli restava.

 

-Padre- biascicò il ragazzo sollevando lo sguardo e l'uomo gli accarezzò i capelli, poi scese dal trono e si inginocchiò accanto a lui per abbracciarlo.

 

-Non ci riesco- gli aveva detto in lacrime -non posso punirti, sei tutto quello che abbiamo adesso. Dovrai essere un grande re Aiden, e portare sempre con te la memoria di tuo fratello, me lo devi promettere-

 

-Ma padre, sono stato crudele! Ho incolpato mio fratello di un mio crimine, e provo dei sentimenti perversi, merito una punizione per tutto questo! Cosa dirà il nostro popolo?! Dovete dar loro il buon esempio, io merito di pagare e-

 

-Ti prego Aiden non dire più niente. Il popolo questo non verrà mai a saperlo, nessuno lo saprà, devi mantenere il segreto altrimenti-

 

-Altrimenti cosa?! Altrimenti sarete obbligati a svolgere il vostro dovere davanti a tutti, il dovere di un sovrano onesto e giusto! Cosa penseranno i nostri sudditi quando sapranno che avete fatto questi favoritismi all'interno della vostra famiglia solo perché si tratta di vostro figlio, mentre quando un comune popolano commette un omicidio viene messo alla gogna?! Io merito esattamente la sua stessa punizione padre, non siate ipocrita!-

 

-Aiden ti prego smettila, tu non sei come lui, lui ha ucciso!- l'aveva interrotto la madre, ed il ragazzo l'aveva guardata con rabbia.

 

-Lui l'ha fatto per me- aveva detto fra le lacrime -lui mi amava, voleva che io fossi suo. L'ha uccisa per questo ed io...io lo amo a mia volta-

 

Quelle parole erano parse estremamente sincere agli occhi dei due genitori, perché infondo lo erano; Aiden stava cominciando a provare emozioni sempre più forti e incontrollate nei confronti del fratellino ormai morto, e per quanto fosse consapevole che la causa di quei sentimenti derivasse dalla propria colpevolezza, non riusciva a considerare meno rilevanti quelle emozioni.

 

Se Shawn fosse stato ancora vivo lo avrebbe di certo sposato; si, non sarebbe stato possibile, questo era ovvio; ma era suo fratello, la persona più importante della sua vita, l'unica che contava davvero, ed era stata necessaria la sua morte affinché riuscisse a comprenderlo.

 

Non si sarebbe mai perdonato per la sua crudeltà, per le terribili parole che gli aveva rivolto mentre lui piangeva ai suoi piedi, rannicchiato come un animale ferito che chiede pietà.

 

No, non si sarebbe mai perdonato; meritava di morire, così che Shawn potesse tornare in vita, respirare, correre, amare.

 

-Non dire così Aiden, ti prego-

 

-No Madre è la verità, io amavo mio fratello. Mi sono unito a lui diverse volte- aveva mentito, sperando di provocare l'ira dei due sovrani.

 

La donna si era coperta la bocca soffocando i singhiozzi ed il padre aveva serrato la mascella per il disgusto.

 

Aiden fissava il vuoto e pensava a Shawn, al suo corpo nudo e fragile sotto lo strato di ghiaccio.

 

Chissà se Shawn ci avesse mai pensato, si domandò Aiden, ad unirsi a lui; forse lo aveva desiderato ardentemente, soffrendo in silenzio mentre il fratello corteggiava la giovane principessa.

 

-Dunque sei stato tu a deviarlo fino a quel punto- aveva appurato ferito l'uomo, chiudendo gli occhi per la repulsione.

 

-Esattamente. Sono stato io, è stata colpa mia fin dall'inizio-

 

-Ti prego- aveva detto la donna verso suo marito scuotendo il capo.

 

Il re aveva aperto gli occhi ed aveva stretto a sé il figlio, baciandolo sulla testa.

 

-Non importa. Io non ti ucciderò figlio mio, fosse anche il torto più grande verso il mio regno. Rinuncerò alla corona e sarò messo alla gogna insieme a te se dovesse essere necessario, ma io non ti metterò mai a morte perché tu e tua madre siete tutto quel che mi resta della mia famiglia- gli aveva detto, senza smettere di stringerlo a se neanche per un secondo.

 

Aiden non aveva obiettato, toccato dalla bontà infinita dei suoi genitori; si scusò con loro e si ritirò nelle proprie stanze, progettando in segreto dentro di sé il prossimo passo, che sperava essere l'ultimo.

 

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Capitolo 9
*** Mio fratello ***


 

 

 

 

Quando al mattino del giorno seguente i due sovrani avevano sentito le campane suonare si erano svegliati di soprassalto; quello era l'avvertimento di un'emergenza, o almeno era lo scopo per il quale quel rumore assordante era sempre stato utilizzato.

 

La folla di popolani si era riunita nella piazza antistante il castello e tutti stavano con il naso all'insù, mentre fissavano il loro giovane principe che guardava a loro dall'alto.

 

-Miei adorati sudditi del Regno delle Nevi è il vostro principe che vi parla- aveva detto a gran voce Aiden, togliendo dalla propria testa la bella corona elegante dalla forma che ricordava vagamente quella di un fiocco di neve.

 

Il re e la regina si erano vestiti in grande fretta, preoccupati dal comportamento anomalo del loro figlio che non sembrava promettere nulla di buono.

 

-Che quello che sto per dire venga messo agli atti, per iscritto e in modo ufficiale, così che mai nessuno possa cancellarlo dalla storia di questo regno. Io, il principe Aiden, colui al quale voi vorreste far ereditare il trono di mio padre, sono un ipocrita e un bugiardo, sono un traditore, un assassino-  aveva detto con gli occhi lucidi e lo sguardo deciso puntato verso la folla.

 

Il segretario del re scriveva, seppur confuso, prendendo appunti così come gli era stato ordinato e nessuno osava obiettare o interrompere l'annuncio del ragazzo.

 

-Voi tutti certamente ricorderete il giorno in cui io votai in favore della condanna a morte di mio fratello, il vostro principe, un ragazzo innocente e puro che mai avrebbe meritato una punizione simile. Ebbene miei cari e fedeli servitori, quel giorno io mentii a tutti voi, così come mentii ai mei genitori e a me stesso. Incolpai mio fratello dell'assassinio della mia futura sposa ma fui io stesso a plagiarlo così che lui commettesse quell'atto terribile soltanto per mio amore-

 

-Aiden basta! Fermati subito!- lo aveva pregato la regina, battendo i pugni dietro la porta a vetri che separava i due sovrani dal loro figlio.

 

-Non smettere di scrivere- aveva detto Aiden gentilmente al segretario, e lui aveva ubbidito nonostante le urla dei genitori che protestavano a pochi metri da loro.

 

-Io amavo mio fratello e lui amava me, ci amavamo come due amanti perché era ciò che eravamo. Mentre voi faticavate per la mia famiglia servendo il nostro regno, io commettevo con lui atti abominevoli, trascinandolo con me nella mia perversione -mentì -per poi tradirlo e darlo in pasto al fuoco davanti a tutti voi. Ecco quale principe avete servito, una persona spregevole che merita soltanto odio e disprezzo. Ed è per questo che io oggi rinuncio alla mia corona, al mio trono, alla mia famiglia, rinuncio a questo regno che non mi appartiene perché avrei dovuto dividerlo con mio fratello e con nessun altro. Sono stato malvagio e merito la mia punizione, merito tutta la vostra avversione così come l'avete riservata a lui che era innocente.-

 

Detto ciò Aiden si era piegato sulla scrivania del segretario per apporre il sigillo reale sulla sua dichiarazione, poi si era spogliato del suo mantello ed aveva lentamente raggiunto le scale che aveva disceso con la testa bassa.

 

Aveva sfilato via gli anelli, i bracciali e i vari accessori preziosi che decoravano il suo abito, facendoli cadere per terra quasi come se non ne fosse degno, poi si era sbottonato la bella veste lussuosa che gli fasciava l'addome, adagiando sui gradini i propri indumenti uno dopo l'altro, fino a restare con una semplice canotta ed una calzamaglia leggera, a proteggergli la pelle dal gelo tipico della regione innevata che la sua famiglia dominava.

 

I popolani non proferivano parola, sconvolti ed increduli di fronte alle sue dichiarazioni, e nessuno lo fermò quando di propria iniziativa raggiunse i ceppi preparati per il rogo dal quale era intenzionato a farsi inghiottire.

 

-Accendete il fuoco- aveva ordinato appoggiandosi al palo centrale e gli uomini attorno a lui lo avevano guardato spaventati, senza riuscire ad ubbidire.

 

-Ho detto accendete il fuoco!-

 

-Ma principe noi-

 

-Io non sono più il vostro principe!- aveva gridato lui con le guance arrossate dal pianto.

 

Uno degli uomini aveva preso un ramoscello secco, dal fuoco e lo aveva portato lentamente verso i rovi che contornavano il corpo tremante ma deciso di Aiden.

 

I suoi genitori assistevano impotenti, scalpitando dietro la porta a vetri mentre ordinavano inutilmente alle loro guardie di buttarla giù.

 

Quando il calore cominciò a scaldargli il corpo congelato, il ragazzo deglutì e chiuse gli occhi, immaginando la sofferenza del fratellino che aveva dovuto sopportare esattamente la stessa afflizione; eppure ancora prima che una lingua di fuoco potesse anche solo sfiorarlo, una forte tormenta di neve aveva cominciato a soffiare nella piazza in modo inaspettato.

 

Tutti si erano allontanati dal rogo, dove il fuoco si era lentamente trasformato in taglienti e appuntite lastre di ghiaccio; un panico generale poi si era diffuso quando la gigantesca sagoma della regina del lago si era materializzata esattamente davanti a Aiden, fissandolo con occhi furenti.

 

Lo aveva afferrato per la gola facendolo immobilizzare per il terrore; lui la guardava atterrito, non capiva cos'altro volesse da lui in cambio della vita del fratello, era spaesato e allo stesso tempo fortemente impaurito, ma non poteva parlare perché la potente mano della regina gli stringeva con forza il collo facendolo a malapena respirare.

 

Così lo aveva portato via, trascinandolo in modo spietato, lasciando che si gelasse a causa della tormenta che lei si portava dietro.

 

Giunti sul lago ghiacciato lo aveva fatto cadere ferocemente sul ghiaccio, provocando forti grida di dolore nel principe, che si era subito rannicchiato su se stesso per lenire le contusioni ricevute.

 

-Cosa ti è saltato in mente, sciocco! Sei per caso impazzito?! Per quale motivo stavi per cedere il tuo corpo alle fiamme?!-

 

-Mi avete chiesto voi di compiere un sacrificio!- si era giustificato lui guardandola dal basso, mentre lei si faceva sempre più mostruosa a causa del furore che le ardeva negli occhi.

 

-Avrei ucciso tuo fratello all'istante se tu fossi morto in quel rogo!- aveva detto lei minacciosa, così Aiden si era debolmente messo in piedi e l'aveva guardata ormai esasperato, mentre si teneva la testa fra le mani.

 

-Che cosa vuoi che faccia allora?! Dimmelo maledetta strega!- aveva gridato, e senza accorgersene aveva pestato un piede sul ghiaccio, provocando una crepa profonda.

 

Attirato dal rumore aveva abbassato lo sguardo e aveva riconosciuto Shawn ancora al suo posto, mentre dormiva beato.

 

Questa volta però non era più bianco e immacolato come lo ricordava; la crepa gli era finita nel petto e lo trafiggeva, lasciando che il sangue colorasse l'acqua che lo custodiva.

 

 

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Capitolo 10
*** Il suo nutrimento ***


 

 

 

-Vi prego fermatelo, sta sanguinando!- aveva detto Aiden atterrito, mentre il liquido rosso si disperdeva attorno al fratello minore, confondendosi con l'acqua gelata.

 

-Non è il sangue di tuo fratello, sciocco. È il tuo, non lo vedi?- gli aveva detto, lasciando di sasso il povero principe che con lo sguardo tremante aveva portato gli occhi sulla superficie ormai macchiata; la spaccatura nel ghiaccio gli aveva provocato un profondo taglio nel piede, ed il sangue fuoriuscito era filtrato nella crepa fino a raggiungere Shawn.

 

Aiden aveva sorriso sollevato, mentre si metteva a gattoni sul ghiaccio e guardava attentamente la figura del fratellino che per fortuna non era stato neanche scalfito.

 

Poi il suo sorriso si era trasformato in una smorfia di puro stupore; Shawn aveva aperto gli occhi, quasi come se fosse stato attirato dalla presenza del fratello sopra di lui.

 

-Shawn! Shawn sei vivo! Si è svegliato!- aveva gridato contento il ragazzo, cominciando a lucidare lo specchio di ghiaccio per guardare meglio all'interno.

 

-Non ti ho mai detto che fosse morto. È il lago a tenerlo in vita, anche se non può guarirlo del tutto- aveva spiegato la regina.

 

-Ma sta meglio, ha aperto gli occhi, guarda!- aveva insistito il ragazzo entusiasta.

 

-È stato il potere del tuo sangue a farglieli aprire; hai nutrito il lago ed esso ha nutrito lui- aveva detto lei semplicemente, con un sorriso beffardo e maligno sulle labbra.

 

Aiden aveva sbattuto le palpebre per un po', consapevole di quel che avrebbe dovuto fare per riuscire a guarire ancora di più suo fratello.

 

La regina lo guardava maligna, con il solito ghigno sulla bocca e attendeva, senza dirgli nulla, che giungesse a quella decisione da solo.

 

-Devo dare altro sangue al lago- aveva appurato il giovane principe.

 

Il leopardo bianco, figlio della regina, le si avvicinò vittorioso e si lasciò prendere in braccio, assumendo le sembianze di un bambino.

 

Si guardarono a lungo, sorridendosi a vicenda con sguardi cattivi.

 

-Fallo, che aspetti?! Hai capito come guarirlo, quindi fallo!-

 

Aiden aveva serrato la mascella, spaventato dal proprio compito ma allo stesso tempo determinato e deciso a portare a termine qualunque cosa fosse stata necessaria per risvegliare suo fratello.

 

Non aveva alcuna lama o spada con se, così il bambino scese dalle braccia di sua madre e gli consegnò un pugnale di ghiaccio, quasi trasparente. 

 

Lui lo fissò a lungo, poi guardò suo fratello i cui occhi erano si aperti ma spenti, privi di alcuna luce.

 

Voleva far tornare in loro la luce ad ogni costo.

 

Praticò un lungo taglio sul proprio braccio, facendo scorrere il sangue all'interno della fessura ormai rossastra; il lago cominciò lentamente a colorarsi, e Shawn sembrò reagire, anche se con piccoli gesti impercettibili.

 

-Non è abbastanza- lo aveva rimproverato la donna -non vedi che non si sveglia? Devi dargliene di più- 

 

Aiden l'aveva guardata irritato ed aveva sospirato, riportando lo sguardo su Shawn che continuava a tenere gli occhi fissi su di lui ma senza mostrare alcuna espressione.

 

Le sue dita si muovevano, anche se di poco, quindi stava funzionando. Doveva solo dargliene ancora.

 

La mano gli tremava, stava già cominciando a perdere le forze a causa della perdita di sangue, ma con le dita andò a tastarsi la gola.

 

Sapeva perfettamente che sarebbe morto, sapeva che quel lago avrebbe assorbito tutto il suo sangue pur di riportare in vita il fratello, ma non gli importava.

 

Dopotutto era stata solo colpa sua, no? E poco prima che la regina arrivasse a fermarlo, stava per cedere il proprio corpo al fuoco.

 

Il sacrificio restava lo stesso, ma questo tipo di sacrificio era decisamente quello giusto, quello che la regina voleva, quello che il lago voleva.

 

Individuò il battito sotto la pelle della gola e con coraggio andò a trafiggere quel punto con il pugnale di ghiaccio; subito si accasciò sullo specchio d'acqua gelata, facendo combaciare il proprio corpo con quello sottostante del fratello, mente il proprio sangue scorreva a fiotti ed inondava la superficie, squagliandola come se fosse lava.

 

Il lago so colorò via via sempre di più, fino a diventare completamente rosso; Shawn, ormai avvolto dall'acqua invasa dal sangue di suo fratello, lo guardò per la prima volta con espressione: si era svegliato e muoveva le labbra, ma Aiden non riusciva a capire cosa stesse dicendo.

 

Lo strato di ghiaccio si assottigliava sempre di più e i corpi dei due fratelli si facevano sempre più prossimi.

 

Shawn continuava a dire qualcosa con sempre maggior insistenza, riuscì a sbloccare le proprie mani e le mosse debolmente verso la lastra ormai sottilissima che lo separava da Aiden.

 

Quest'ultimo non riusciva a parlare, doveva certamente aver deciso più del necessario con quel taglio perché a malapena respirava e dalle sue labbra usciva soltanto il caldo liquido rosso se solo provava a dire qualcosa.

 

Shawn stava gridando, ormai si era risvegliato del tutto. Batteva i pugni contro il ghiaccio e urlava qualcosa a suo fratello, qualcosa che lui non riusciva a comprendere; solo quando con la propria forza ormai rinvigorita riuscì ad infrangere lo specchio gelato, Aiden con le sue ultime forze, riuscì ad ascoltare cosa gli stesse dicendo.

 

-Smettila! Smettila non lo fare, Aiden! Fermati!- stava gridando il minore, abbracciando il fratello che ormai era affondato con lui in acqua e lo guardava contento, perdendo man mano la forza vitale.

 

-F-fratelli-no- aveva gracchiato con la voce rauca, poi aveva chiuso gli occhi e si era lasciato andare fra le braccia del più piccolo, che disperato lo aveva stretto a sé.

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Principi dei Ghiacci ***


 

 

 

 

 

La regina guardava la scena dall'alto, sorridente, mentre teneva il proprio figlio per mano.

 

I due si guardarono ed insieme si dissolsero, come se fossero composti da semplice e fragile ghiaccio; si disintegrarono polverizzandosi lentamente, il tutto sotto gli occhi di Shawn che guardava la scena addolorato.

 

Quando Aiden si risvegliò ci mise diversi secondi per capire dove si trovasse. Era addormentato sopra un trono di ghiaccio ed indossava degli abiti lussuosi, molto diversi da quelli che aveva sempre utilizzato ma ugualmente pregiati.

 

Si toccò la gola, palpando il punto in cui aveva praticato il taglio necessario a risvegliare Shawn: la sua pelle era intatta, così controllò immediatamente il punto sul braccio in cui aveva fatto lo stesso, scoprendo anche lì che la pelle era perfettamente sana, come se non fosse mai stata scalfita.

 

"Che si sia trattato di un sogno?" Si domandò allora, cominciando a guardarsi attorno in cerca di figure familiari.

 

Solo in quel momento, quando notò alcuni pesci guizzargli davanti in fila, si rese conto di trovarsi in fondo al lago.

 

Subito si tappò la bocca, provando a nuotare verso la superficie con tutte le proprie forze; la raggiunse in pochi secondi, scoprendo però di essere completamente intrappolato nel lago a causa del ghiaccio solido che lo rivestiva.

 

Cominciò a battere sulla superficie con forza, trattenendo il respiro il più possibile, senza però riuscire ad ottenere alcun risultato.

 

Solo quando una voce dolce e familiare lo chiamò alle sue spalle con gentilezza si fermò. Si voltò lentamente incredulo e solo allora si ricordò di Shawn, dei suoi occhi spalancati e supplicanti, della sua voce che lo pregava di fermarsi.

 

Shawn era vestito esattamente come lui, indossava una bellissima corona sulla testa e gli porgeva la mano, sfoggiando il dolce sorriso che Aiden non aveva fatto che sognare per notti intere.

 

-Shawn- mormorò incerto, aspirando distrattamente dell'acqua senza però restarne soffocato; riusciva tranquillamente a trarre da essa l'ossigeno necessario per far funzionare correttamente il proprio corpo.

 

Ci vollero diversi secondi affinché smettesse di pensarci, gli sembrava così strano essere invaso completamente dall'acqua gelata senza subire alcun danno, ma ben presto ci si abituò.

 

-Shawn che ci facciamo qui? Perché sei ancora qui dentro, io ti ho salvato, tu dovevi tornare in superficie e star bene, vivere come un essere umano normale!- aveva protestato Aiden rabbioso.

 

-Adesso apparteniamo al lago tutti e due. Abbiamo preso il posto della regina, non lo capisci? Per liberarsi aveva bisogno che qualcuno offrisse volontariamente la propria vita al lago, e tu l'hai fatto...per salvare me. Ti sei ucciso Aiden, come hai potuto!-

 

Aiden si era avvicinato al fratellino, era confuso perché entrambi sembravano star bene.

 

-Ma che stai dicendo Shawn? Non lo vedi che siamo vivi tutti e due?-

 

-Non siamo vivi, Aiden. Siamo due spiriti e adesso abbiamo il compito di regnare su questo lago ghiacciato. Siamo i principi di questo posto orribile!- aveva piagnucolato inorridito.

 

Aiden allora si era guardato attorno, ammirando il fantastico fondale popolato da minuscole creature colorate. In fondo, contornati da meravigliose cornici e decorazioni, si ramificavano i loro due troni ghiacciati.

 

Aiden non lo trovava affatto un posto terribile, anzi gli sembrava il giusto compromesso per poter stare ancora con suo fratello, anche se era a dir poco furioso per la promessa non mantenuta di quella vecchia strega.

 

-Siamo spiriti proprio come lei quindi. Quella bugiarda, mi ha ingannato! Aveva promesso di riportarti in vita e invece-

 

-Lei non te lo ha mai promesso, Aiden. Aveva detto che avrebbe fatto del suo meglio, ma sapeva che questo era il massimo che avrebbe mai potuto fare, per questo non volevo che tu ti sacrificassi per me, saresti stato condannato a vivere per sempre qui sotto, con la persona che ti ha rovinato la vita...- 

 

Aveva provato così tanta pena per il fratellino quando lo aveva sentito parlare in quella maniera, che gli si era subito avvicinato per prendergli le mani con delicatezza e baciarle.

 

-Se questo era il massimo che si potesse fare mi va bene, purché io possa stare con te. Staremo qui, non fa niente, ma saremo insieme finalmente- gli aveva detto con un dolce sorriso sulle labbra.

 

Shawn aveva abbassato il capo. Era ancora molto ferito dagli avvenimenti antecedenti alla sua morte ma aveva ormai interamente perdonato il fratello, anche prima che si uccidesse per lui.

 

-Sei ancora arrabbiato con me?- gli aveva domandato rassegnato Aiden, lasciando andare le sue piccole mani.

 

-Niente affatto! Non lo sono mai stato, dovresti esserlo tu con me piuttosto...non potrò mai perdonarmi per tutto quello che ti ho fatto Aiden, e adesso ti ho anche spinto a cedere la tua vita per me. Sono veramente un mostro- 

 

Aiden aveva abbracciato il più piccolo, accarezzandogli i morbidi capelli smossi dall'acqua, annusando finalmente il suo profumo che aveva desiderato ardentemente di poter sentire per tutti i giorni precedenti.

 

-Adesso smettila, è stata solo colpa mia se le cose sono andate così. Ma ora non importa più, siamo insieme Shawn e qui non potrà mai toccarti più nessuno- gli aveva detto, lasciando che la propria mano gli carezzasse il viso delicato.

 

Shawn aveva sorriso debolmente, imbarazzato dal tocco del ragazzo che amava profondamente fin da bambino.

 

-Cosa dovremmo fare di preciso qui sotto?- aveva poi domandato al più piccolo mentre aveva ripreso ad osservare l'ambiente circostante.

 

-Niente di particolare. Lei ha sperato per tutta la vita di poter convincere qualcuno a sacrificarsi, voleva liberarsi perché era intrappolata qui sotto da secoli ormai. E suo figlio era fuori, sotto forma di leopardo, prima che tu permettessi loro di ricongiungersi- aveva spiegato Shawn.

 

-Quindi mi ha soltanto usato! Vecchia megera, e adesso cosa dovrebbe fare, vivere felice là fuori?!- aveva domandato spazientito.

 

-No, loro sono morti Aiden. Lo erano da tempo. Lei si è presa cura di me mentre ero qui sotto, è lei che ha permesso al mio corpo di restare intatto e guarire lentamente-

 

-Ma hai detto che siamo solo spiriti, quindi che senso ha avuto guarire il tuo corpo? Ci ha presi in giro-

 

-E invece no, Aiden. Siamo spiriti soltanto se veniamo fuori dal lago, qui sotto invece siamo delle vere e proprie creature acquatiche-

 

Aiden era comunque scettico, era ancora infuriato con quella donna che a detta sua lo aveva ingannato.

 

-Sai, anche lei tanti anni fa si sacrificò per il suo bambino. Era molto malato e stava morendo, era un semplice umano proprio come lo era lei. Lo spirito che allora governava il lago si offrì di dare una nuova vita a suo figlio, senza specificarne la forma però. Lasciò che lei si sacrificasse e trasformò il bambino in un leopardo delle nevi, rendendo sua madre la regina del lago e condannandoli a restare vivi si, ma separati l'uno dall'altro. Lei voleva solo smettere di vivere, era stanca e così lo era il bambino. Non ti hanno sfruttato, ti hanno solo ceduto il loro fardello, ovvero la vita eterna in questo posto da brividi e tu sei stato così stupido da accettare...-

 

-Volevo salvarti- si era giustificato Aiden e suo fratello aveva sospirato.

 

-Questo lo so, ma non ce n'era bisogno. Adesso cosa faremo qui? Dovremo sperare per sempre che qualcun altro sia così stupido da fare il tuo stesso errore-

 

-Mi stai dando dello stupido?!- lo aveva rimproverato il più grande ed il minore aveva ridacchiato.

 

-A me non dispiace restare qui insieme a te, Shawn. Anzi mi sembra a dir poco perfetta una vita in cui io e te possiamo star soli, fare quello che vogliamo senza che nessuno ci giudichi-

 

-Di che stai parlando?- aveva domandato Shawn mentre le sue guance si imporporavano.

 

Aiden gli aveva sorriso e lo aveva preso per un fianco così da avvicinarlo a se; aveva poi premuto il suo petto al proprio e gli aveva sfiorato le labbra con le sue.

 

Shawn si era tirato indietro intimorito. Aveva chinato il capo ed aveva stretto le palpebre, non voleva che suo fratello continuasse a sacrificarsi fino a quel punto.

 

-Stammi lontano Aiden e non farlo mai più. È sbagliato-

 

-È sbagliato per chi? Ci siamo soltanto io e te qui sotto e sarà così per sempre. Decidiamo noi cosa sia giusto o scagliato adesso-

 

-Ma tu non volevi, i miei sentimenti ti fanno orrore io lo so!- aveva protestato Shawn, così Aiden gli aveva preso il bel visino fra le mani e gli aveva sorriso ancora una volta.

 

-Ho sbagliato è vero, ti ho fatto così tanto male fratellino che non potrò mai perdonarmelo. Adesso però ho capito, io e te ci apparteniamo è sempre stato così. Torniamo ad essere sereni e liberi come quando eravamo bambini, facciamo solo quello che sentiamo Shawn. Io sento di voler amare te come mio marito, come mio principe, mio re. Ti prego Shawn, permettimi di rimediare- 

 

Gli aveva fatto quelle suppliche guardandolo dritto negli occhi grigi, sperando di incontrare il suo favore anche se era stato lui stesso a non concedere il proprio al fratellino, quando al castello era lui a supplicarlo.

 

Shawn era ancora titubante, temeva di non piacere al più grande, di non poter mai essere ricambiato da lui nel proprio amore malato; Aiden però lo baciò ancora una volta, rendendo il bacio più intenso tanto da far dimenticare a Shawn tutte le sue paure.

 

Si chiedeva ancora se avesse mai potuto amarlo davvero, ma dopotutto quello era solo l'inizio, avevano l'eternità davanti per rimediare ai reciproci errori.

 

Si staccarono timidamente dal bacio, poi il più piccolo si rifugiò fra le braccia del maggiore e si lasciò stringere.

 

-Sarò il tuo principe- disse sotto voce, facendo fiorire la gioia nel cuore di Aiden.

 

-Ed io sarò il tuo. Per sempre fratellino- gli sussurrò, quasi come un segreto, un segreto tra fratelli di quelli che restano per sempre soltanto nella propria memoria, mentre il mondo ignaro continua a girare sempre nello stesso modo e loro due costruiscono il loro piccolo universo, un universo segreto concesso solamente a loro. 

 

 

 

 

 

 

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