Certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano...

di ___juno_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 6 gennaio 2018 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 1: ‘Posso copiarti questa frase?’ ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 2: ‘Bella voce nonostante il raffreddore…’ ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 3: ‘Buenos dias, chica’ ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 4: 'Scommettiamo?' ***



Capitolo 1
*** 6 gennaio 2018 ***


Era un freddo pomeriggio natalizio quello del 6 gennaio 2018 lì a Toronto. Le vacanze erano giunte al termine e ciò significava che l’indomani sarei dovuta tornare sui libri di scuola a studiare per gli esami della maturità. Quel pomeriggio non sapevo proprio come ingannare il tempo. Durante le vacanze natalizie avevo finito con largo anticipo tutti i compiti che ci erano stati assegnati, non potevo neanche uscire a fare una passeggiata per le fredde strade di Toronto perché la mia amica Gwen era in vacanza in Italia dai suoi zii e avrebbe fatto rientro tra una settimana.
Al dire il vero, io e Gwen non siamo mai andate troppo d’accordo. Ci conoscevamo dalle scuole elementari e siamo sempre capitate nella stessa classe ed era una delle poche persone con cui andavo d’accordo. Ho sempre tenuto molto a lei ma, per mia sfortuna, lei non provava lo stesso affetto che riponevo nei suoi confronti e quando venni a conoscenza di ciò, ormai quasi due anni fa, il nostro rapporto era cambiato. Andando in classe insieme eravamo costrette, per forza di cose, a dover essere a stretto contatto e l’idea non mi entusiasmava affatto ma, data l’amicizia tra le nostre mamme, decidemmo di mantenere il rapporto di ‘amicizia’ che ci teneva legate da anni…
Una lacrima rigò il mio volto pallido e si espanse su di esso un sorriso amaro. L’unica mia consolazione era il mio ragazzo Damien, con il quale stavo insieme da ben due anni ma, ultimamente, le cose non andavano per il verso giusto… o forse non sono mai andate bene da sempre…
Già, la mia vita sembra una telenovela. Sembrava proprio che non fossi destinata a vivere la mia adolescenza in maniera felice e spensierata come i ragazzi della mia età. Proprio per questo non ero solita ad uscire spesso e la maggior parte del tempo lo passavo sui libri oppure a parlare in videochiamata con il mio migliore amico Cody. Lui era di Ottawa e, a causa della distanza, ci vedevamo pochissime volte ma era come se lo sentissi sempre vicino qualsiasi cosa mi accadesse.
Decisi di chiamarlo, avevo proprio voglia di sapere come fosse andato il suo appuntamento con la ragazza con cui si stava frequentando. Presi gli auricolari e li infilai nelle orecchie, digitai il suo numero sul display e avviai la chiamata. Rispose dopo neanche due squilli, felice di sentire come stesse la sua scimmy preferita…
-Hey Heather! Non puoi capire cosa devo raccontarti…- risi di gusto, mi faceva piacere vederlo finalmente sorridente dopo anni di delusioni
-Sono proprio curiosa di sapere com’è andata con Sarah…-
-Benissimo, ho già tanta voglia di rivederla…-
Lo incitai a raccontarmi come fosse andata la giornata in sua compagnia e, mentre ascoltavo il suo racconto, ero su Instagram a controllare quanti like avesse raggiunto il mio ultimo post ma, una notifica nei direct attirò la mia attenzione tanto da distrarmi da ciò che Cody mi stesse raccontando...

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 1: ‘Posso copiarti questa frase?’ ***


CAPITOLO 1: ‘Posso copiarti questa frase?’
 
-Ehm.. Heather che fine hai fatto?- chiese Cody accennando una piccola risatina vedendo che la mia testa era altrove
Scossi il capo ritornando alla realtà per prestare attenzione al mio migliore amico. -Niente niente, ho appena ricevuto un messaggio in direct da un tipo…- affermai scocciata. Quando sei single non ti considera nessuno, quando hai una storia tutti sembrano magicamente interessati a te
-Certo che li conquisti proprio tutti eh scimmy…- scoppiò in una rumorosa risata ricevendo in tutta risposta i miei soliti lamenti. Quel ragazzo era davvero un santo, mi sopportava da ben 5 anni nonostante il mio odioso carattere.
-Allora, chi è lo sfortunato? Ahahahaha…-
Roteai gli occhi. Possibile che oggi avesse solo voglia di punzecchiarmi di continuo? In genere non era mai così…
-Se proprio ci tieni a saperlo è un certo @alejandro.burromuerto… Ma il nome mi è nuovo.- portai il pollice e l’indice al mento cercando di capire se avessi mai incontrato in vita mia un Alessandro o Alejandro o come si chiamava.
Il ragazzo che mi scrisse il messaggio su Instagram aveva l’account privato quindi, non sapendo neanche che faccia avesse dato che non aveva alcuna foto come immagine del profilo, pensai che se avessi iniziato a seguirlo magari avrei ricavato qualche informazione in più sul suo conto… e magari forse lo avrei riconosciuto.
Ci pensai un po’ su, indecisa se ignorare l’ennesimo messaggio di un ragazzo in cerca di qualche oca che accettasse le sue avance per arrivare ad uno scopo soltanto, oppure, da curiosa che ero per natura, se iniziare a seguirlo e rispondergli ai messaggi.
-Alejandro Burromuerto hai detto? Ho capito bene?- domandò cercando di capire chi fosse questo misterioso ragazzo e, all’improvviso, un lampo di genio. Che il mio migliore amico lo avesse visto da qualche parte? Magari frequentavano la stessa università… sempre se lui fosse iscritto all’università.
Cody negò dispiaciuto ma, si propose di andare a controllare se fosse presente su Facebook. Dopo 5 minuti di ricerca Cody mi avvertì di andare su WhatsApp, senza darmi spiegazioni. Feci come mi era stato ordinato e mi trovai uno screenshot di una foto di un ragazzo sulla ventina d’anni, alto, muscoloso e dall’aspetto tutt’altro che canadese ma comunque pur sempre un bel ragazzo.
Maledissi quell’ultimo pensiero mentalmente. Heather come ti salta in mente una cosa del genere? Tu hai già Damien.
Passarono altri 10 minuti di silenzio imbarazzante, né io né Cody avevamo proferito parola durante la telefonata. Ero ancora sconvolta dalla bellezza di questo ragazzo e il mio migliore amico, dal canto suo, aveva sicuramente avvertito ciò.
-Ma io sono fidanzata….- pronunciai con acidità per nascondere il mio ‘interesse’ nei confronti del ragazzo misterioso.
-Appunto, hai Damien. Concentrati su di lui e non su questo Alejandro. A proposito, hai deciso cosa indossare stasera per uscire con il tuo amato?-
Sgranai gli occhi maledicendomi di essermi dimenticata che alle 9 sarei dovuta andare a cena a casa del mio ragazzo per scambiarci i regali che non ci eravamo dati durante le festività. Oggi ho proprio la testa su Marte…
-No, mi ero addirittura dimenticata della cena di stasera…-
-Ah scimmy non dirmi che il bel latino ti ha stregata- mi canzonò Cody e, seppur non avendolo di fronte a me in quel momento, lanciai delle stilettate verso il mio interlocutore
-No Cody, che vai a pensare.- mentii spudoratamente. Come mio solito. Non era da me ammettere i miei sentimenti, specie in queste circostanze e il mio amico lo sapeva fin troppo bene, mi conosceva meglio del mio Damien. Sorrise e mi salutò, lasciandomi immersa nei miei pensieri.
Quasi quasi gli rispondo…
Ricambiai la richiesta di amicizia del latino e, dopo pochi secondi, lessi il messaggio che un’ora fa non avevo letto.
 
-Posso copiarti questa frase?-
Roteai gli occhi, abbastanza infastidita da quella domanda alquanto idiota. Non ero di certo io l’autrice della frase che avevo postato nelle Instagram stories, quindi non vedevo per quale motivo dovesse chiedermi il permesso.
-Non sono io l’autrice della frase ahhahahah puoi tranquillamente evitare di chiedere la prossima volta-
Digitai velocemente la risposta cercando di essere il più cordiale possibile.
-Sai hai buon gusto, mi ci rispecchio molto in questa frase…-
 
‘Non ero così. Non lo ero affatto. Avevo l’abitudine di fidarmi da subito delle persone. Perché partivo dal presupposto che, se fai del bene devi ricevere altrettanto bene. Ma mi sbagliavo alla grande. Il mio lato buono, disponibile, dolce, è stato la mia condanna. Le stesse persone alle quali l’ho mostrato lo hanno usato per farmi male. Mi si è rivoltato contro. Oggi sono acido, freddo, scostante  e a tratti anche strafottente. Dalle persone mi aspetto solo il peggio. Preferisco pensar male e magari sbagliarmi, che vedere del buono in tutti e rimanere deluso. E credetemi, sarei disposto a dare ancora il meglio di me, se non fosse per il fatto che è stato distrutto.’
 
Effettivamente, anche io mi sentivo particolarmente descritta in quella frase, come se qualcuno l’avesse scritta pensando a me.
Ringraziai cordialmente il ragazzo per quello strano complimento e di troncai lì la conversazione.
Guardai l’orologio, il quale segnava già le 7 di sera e non ero ancora andata a lavarmi così, in  fretta e furia mi fiondai in doccia e cercai di accantonare tutti gli interrogativi che assalivano la mia mente su quell’Alejandro…
 
 
**ANGOLO DELL’AUTRICE**
Buonasera, qui è la vostra Juno che vi parla! Ho deciso di cimentarmi anche io a scrivere una storia sulla coppia Aleheather, la mia coppia preferita di A Tutto Reality! Essendo la mia prima volta spero che possiate apprezzare l’impegno e sono ben accetti consigli e critiche costruttive ovviamente!
Chissà se la nostra Heather continuerà ad essere importunata dal nostro Alejandro… lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Baci :**

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 2: ‘Bella voce nonostante il raffreddore…’ ***


CAPITOLO 2:  ‘Bella voce nonostante il raffreddore…’

Il giorno seguente mi alzai con mezz’ora di ritardo, cosa che non era da me ma, da ieri pomeriggio, ero completamente assorta nei miei pensieri. Sbadigliai e, con gli occhi ancora impastati dal sonno, mi diressi verso l’armadio per scegliere cosa avrei indossato e optai per un semplice dolcevita nero e un jeans a zampa d’elefante del medesimo colore. Portai i vestiti in bagno e, dopo una rapida doccia calda, indossai tutto e, rendendomi conto di essere ancora più in ritardo di quanto già non lo fossi, saltai lo step del trucco. 
L’orologio segnava le 7:55 di quella mattina uggiosa di inizio gennaio. Tirai un sospiro di sollievo notando che, quel giorno, non ero l’unica ad aver fatto ritardo. Infatti il pullman ancora non era arrivato per far salire un centinaio di studenti e condurli a scuola. Mi sedetti su una panchina ad aspettare di fianco una coppietta di 15enni l’arrivo del pullman. Dato il ritardo di questa mattina, decisi di leggere tutti i messaggi ai quali ancora non avevo risposto per la fretta.
Cody come al solito mi aveva augurato il buongiorno verso le 5:55 poiché la sua università era dall’altro lato di Ottawa e, dato il traffico caratteristico delle grandi città, ci metteva sempre un po’ per raggiungere l’edificio. Di Damien invece nemmeno l’ombra di un suo messaggio, fatta eccezione per la buonanotte che ci eravamo scambiati la sera prima. Damien a quest’ora non era mai in piedi, di solito non si alzava prima di mezzogiorno e mezza poiché, avendo finito il liceo un anno prima di me e non andando a lavoro di mattina, poteva permettersi di dormire serenamente fino a tardi.                   
Come da copione, decisi di scrivergli il buongiorno e, non sapendo che fare, aprii Instagram per guardare le foto delle altre persone. Non che mi importasse particolarmente, sia chiaro ma, in quel momento era l’unico modo per occupare il tempo durante l’assenza dell’autobus che, nonostante le 8.10, stava ancora tardando ad arrivare. Molti studenti si lamentavano del freddo, preoccupati di beccarsi una nota per il ritardo e, fortunatamente, come se qualcuno avesse ascoltato le loro preghiere, l’autobus arrivò. Salii e presi posto accanto una ragazza bionda e, dopo dieci minuti, giungemmo a destinazione.
Quella mattina passò lentamente e, nonostante dovessi fare solo 5 ore di lezione, a me parvero un’infinità. Suonò la campanella, segno che era finalmente arrivata l’ora dell’intervallo e, come mio solito, decisi di rimanere in classe da sola a farmi i fatti miei.
Presi dal mio zaino una mela rossa e, mentre addentavo il frutto in tutta tranquillità, la mia quiete venne interrotta dalla notifica di un messaggio. Il mittente? Il ragazzo misterioso del giorno precedente.
E ora che vuole? Sbuffai innalzando lo sguardo al cielo. Non sopportavo le persone che prendevano subito confidenza dal nulla…
-Scomparsa?-
-Perché dovrei prestare attenzione ai tuoi messaggi? Io ho un ragazzo.- sbottai acidamente senza pormi tanti problemi
Alejandro, come se fosse incollato sulla chat, lesse subito il mio messaggio e la risposta non tardò ad arrivare.
-Beh se fosse come dici a quest’ora non mi avresti risposto.-
Uno a zero per il latino.
Decisi di non rispondergli ma Alejandro, insistente, mi propose se in quei giorni avessi avuto voglia di prendermi un caffè in sua compagnia. Quale parte della frase ‘sono fidanzata’ non capisce?
-Al diavolo bel latino. Vedi di non importunarmi più con i tuoi scarsi tentativi di sedurmi.-
Presa dal nervosismo, uscii dalla chat e lo ignorai per tutto il resto della mattinata e, fortunatamente per me, anche nei giorni a seguire non mi cercò più.

Meglio per me, un problema in meno.

Arrivò la sera del 13 gennaio e, con malavoglia, mi trovavo di fronte al mio armadio con Gwen a scegliere qualche vestito carino per il compleanno di una nostra compagna di classe. Decisi di andare sul classico indossando un semplicissimo tubino nero abbinato ad un paio di stivali neri in pelle alti fin sopra le ginocchia. La mia amica invece optò per un tailleur blu notte e dei tacchi a spillo argento. Verso le 8 e mezza ci avviammo alla festa e una volta arrivate, prendemmo posto ad un tavolo rotondo infondo all’immensa sala del ristorante al quale sedevano anche altre nostre compagne.
Gwen iniziò a conversare con loro e, per l’ennesima volta, ero sempre quella che veniva esclusa da ogni discorso.
La serata fu alquanto noiosa, mentre tutti si dimenavano ballando dei balli di gruppo, io non mi mossi di un millimetro dal tavolo al quale ero dall’inizio della festa. Non vedevo l’ora di tornare a casa. Iniziai a pensare che in quel momento mi sarebbe andato bene anche parlare con il latino insopportabile. Nei giorni precedenti era sparito nel nulla senza spiegazioni e, in preda alla noia decisi di scrivergli un messaggio.
-Ti mancavo troppo eh? Dì la verità…-  rispose al mio ‘ciao’ con la velocità di un fulmine, come se fosse perennemente sul mio account ad aspettare un mio cenno
Non l’avessi mai fattoForse era meglio annoiarsi fino alla fine della festa.
-Non farti strane idee, mi annoiavo e basta.-  sbottai acidamente inviandogli un vocale di pochi secondi
-Il tuo ragazzo è così noioso a letto? Se vuoi passo da te e vediamo un po’ come possiamo divertirci…- rispose anche lui con un audio lasciandosi scappare una risatina ammiccante
-Lurido verme, ma come ti viene in mente! Per tua informazione sono ad una festa noiosissima e il mio ragazzo è sicuramente più dotato di te.- ringhiai
Quel ragazzo non mi piaceva per niente, qualsiasi cosa dicesse era irritante.
-Adoro quando mi ringhi contro, sincero.- affermò continuando a ridere. -Comunque bella voce nonostante il raffreddore…-
Su una cosa eravamo d’accordo, non ho mai capito per quale motivo preferivo la mia voce quando avevo l’influenza piuttosto che quando era al naturale.
-Lasciami in pace.- digitai velocemente quel messaggio nella speranza che quel tipo mi desse tregua. Quella serata era destinata ad andare sempre peggio.               
In pochi minuti arrivò l’ennesimo audio da parte del latino. -Come vuoi, chica. Ci si sente.- concluse con quella sua odiosa voce profonda, calda e sensuale che avrebbe fatto sciogliere qualunque ragazza. Eccetto me.                   
Esasperata portai al mio viso con poca delicatezza la mano destra maledicendomi per averlo contattato.
Ma chi si credeva di essere?
 
 
**ANGOLO DELL’AUTRICE**
A quanto pare Alejandro sembra non darsi per vinto con la nostra Heather guadagnandosi intanto da quest’ultima il suo odio… o forse si nasconde altro dietro la sua freddezza?
Al prossimo capitolo :**

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 3: ‘Buenos dias, chica’ ***


 CAPITOLO 3: ‘Buenos dias, chica’

Io e il sonno non siamo mai stati buoni amici, generalmente cercavamo di convivere nella maniera più pacifica possibile ma, quella sera al rientro dalla festa, ricominciarono i soliti battibecchi.
Neanche il tempo di svestirmi per indossare il mio caldo pigiama in pile che Damien mi chiamò furioso chiedendo spiegazioni sul perché non avessi risposto ai suoi messaggi mentre ero alla festa. Roteai gli occhi, infastidita dal suo essere eccessivamente pesante. Ora ci si mette anche lui?
Quella non era proprio la serata adatta per rivolgermi parola. Già ero andata a quello stupidissimo e ridicolo compleanno controvoglia solo perché ero stata invitata, poi quel latino insopportabile aveva iniziato ad importunarmi con le sue battutine maliziose e ora il mio ragazzo invece di alleviare un po’ il mio malumore mi gridava contro?
Sbuffai rassegnata, ormai erano mesi che tra me e Damien continuava così. Un giorno eravamo una felice coppietta tutta rosa e fiori e per i restanti sei giorni della settimana eravamo sempre in continuo disaccordo per ogni cosa.
Buttai giù la chiamata, ormai stufa della solita ramanzina, senza neanche dargli tempo di concludere il discorso. Ormai ci avevo fatto l’abitudine, lui era così e così sarebbe rimasto. Quando nel 2016 ci fidanzammo, dopo un paio di mesi di frequentazione in cui tutto sembrava una favola, Damien iniziò a mostrarsi per ciò che era realmente. All’inizio sembrava il classico ragazzo della porta accanto, bello e bravo ma si sa, l’apparenza inganna. E infatti poco dopo realizzai che, nonostante avesse un solo anno in più rispetto a me, era come se avesse 13 anni.
Un anno prima, nello specifico nel luglio del 2017, partii in vacanza-studio per un mese in Spagna e lui, dopo nemmeno dieci giorni dalla mia assenza in Canada, mi scaricò per messaggio con la classica scusa: ‘Non sei tu Heather, sono io...’.
Ovviamente, grazie alle mie eccellenti doti da Sherlock Holmes, prima del mio rientro in patria, riuscii a scoprire la password del suo account Instagram e a leggere tutte le conversazioni con la sua ex, una certa Helena.
Ci voleva molto per ferirmi, ero una ragazza dal cuore di pietra e non mi affezionavo facilmente ma, se ciò accadeva voleva dire che quella persona era davvero importante per me. E a quanto pare per Damien non era lo stesso.
Quando venni a conoscenza di ciò decisi che gliel’avrei fatta pagare, nessuno poteva permettersi di prendere in giro Heather Wilson.
Una volta terminata la mia permanenza in Europa agli inizi di agosto tornai a Toronto e, verso fine settembre, come previsto, Damien mi pregò pentito di tornare insieme a lui. Accettai, ma quello era solo l’inizio della fine e lui non lo aveva previsto.
Da quando tornammo insieme ogni pretesto era buono per litigare e ormai non ci rimanevo neanche più male come un tempo quando accadevano avvenimenti del genere, anzi. Dopo quell’episodio smisi di amarlo, il mio cuore non era più suo, ma lui era convinto del contrario.
Ero così persa nei miei pensieri che neanche mi resi conto che ormai era quasi mattina. Fortunatamente era domenica e ciò significava che nonostante avessi passato la notte in bianco potevo finalmente cullarmi nelle braccia di Morfeo per recuperare il sonno perso durante quelle ore.
Un paio d’ore dopo mi risvegliai e, una volta essermi preparata, varcai la soglia della porta di casa mia per dirigermi in qualche bar dove poter studiare tranquillamente per la verifica del giorno seguente.
Mi fermai al solito bar dove generalmente mi fermavo la mattina con Gwen prima di andare a scuola insieme con la sua auto. Entrai, mi diressi al bancone, ordinai il solito cappuccino al latte di soia e presi posto all’ultimo tavolino accanto alla vetrata sulla mia sinistra e cominciai a ripetere letteratura inglese.
Ironia della sorte, mentre ero intenta a ripassare per l’indomani, venni disturbata da una figura che, all’inizio non avendo alzato lo sguardo, associai al cameriere. Alzai lo sguardo verso il mio interlocutore e, quando le mie iridi scure incrociarono il verde smeraldo dei suoi occhi, realizzai infastidita che mi ero sbagliata.
-Buenos dias, chica.- ghignò con fare beffardo Alejandro sedendosi di fronte a me.
 
E ora che vuole da me? Mi chiesi lanciando stilettate cariche di antipatia.
Quel tipo non mi avrebbe mai dato tregua a quanto pare…
 
 
**ANGOLO DELL’AUTRICE**
Buonasera popolo di efp, quest’oggi abbiamo scoperto qualcosa in più sul conto della nostra Heather... Fatemi sapere con qualche recensione se volete per caso che anche il caro Alejandro esprima il suo pensiero nei capitoli a seguire…
Baci :**

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 4: 'Scommettiamo?' ***


Quella mattina mi svegliai con un gran mal di testa. Ma quanto ho bevuto? Esclamai portandomi una mano alla testa dolorante. Mi guardai confuso attorno e notai perizomi sparsi ovunque, probabilmente erano di qualche ragazza che era stata lì la sera precedente. Decisi quindi per darmi una svegliata di andare a sciacquarmi un po’ per poi uscire a fare un giro nelle vie di Toronto.
Entrai in doccia e l’acqua tiepida scorreva sul mio corpo muscoloso e intanto il mio pensiero fu rivolto ad una certa asiatica.
Che fine ha fatto Heather? Forse avevo esagerato. Ghignai malefico, era già mia, senza dubbio.
Una volta uscito dalla doccia ed essermi messo qualcosa di presentabile uscii di casa.
Era la solita fredda domenica mattina di un normalissimo giorno invernale e, stranamente il freddo si faceva sentire più del solito. Camminavo senza una meta per le vie delle città. C’erano molte coppiette che si tenevano per mano, bambini che giocavano con la neve e vecchietti che leggevano il solito giornale.
Dopo pochi minuti mi ritrovai di fronte un bar molto rustico, ma curato. Dalla vetrata riuscii ad avvistare una brioche, il quale odore invitante si sentiva fin dall’esterno. Il mio stomaco brontolò, in segno di protesta. Non ero un amante dei dolci ma, una volta avvistato anche Heather, decisi che per una volta sarebbe stato giusto fare un’eccezione.
Entrai nel locale e ordinai due cornetti fumanti, uno vuoto e uno al cioccolato e, mi diressi al tavolo dell’asiatica. Si trovava seduta ad un isolato tavolino a leggere attentamente, sembrava quasi immersa in quel che leggeva, probabilmente stava studiando per qualche verifica.
Notai con grande stupore che, nonostante mi fossi accomodato anche io al suo tavolo, non mi aveva nemmeno degnato di uno sguardo. La guardai incantato, era così bella anche dal vivo. Non era la classica ragazza che sui social sembra una persona e dal vivo era l’opposto anzi. Forse di persona era anche meglio. Il mio sguardo la studiò attentamente, aveva tutti i suoi lunghissimi capelli corvini davanti il viso ma riuscii a intravedere quel suo grazioso nasino all’insù e le sue invitanti labbra carnose che avrei volentieri strappato a morsi.
-Buenos dias, chica.- attirai la sua attenzione avvicinandomi pericolosamente al suo volto e lei, alzò lo sguardo di scatto stupita con tanto di guance rosse.
Mi guardò male, evidentemente la mia presenza non era gradita, ma non mi importò più di tanto.
-Cosa vuoi Alejandro?- sbottò acidamente.
-Ti ho pagato la colazione.- le porsi sorridente il sacchetto con i cornetti ancora caldi.
-Ho già ordinato la mia colazione, non accetto offerte da sconosciuti.-
-Ma se ti ricordi il mio nome dai ahahha.-

Roteò gli occhi infastidita. -E cosa c’entra? Comunque di fatto non sappiamo molto l’uno dell’altra e quindi  è come se lo fossimo.-
-Potremmo sempre rimediare una di queste sere…- accennai uno dei miei sorrisi smaglianti ai quali nessuna ragazza sapeva resistere eppure lei sembrava non subire quell’effetto… Forse non sarebbe stato facile.
Mi guardò impassabile, come se avermi lì fosse indifferente, ma molto probabilmente sarebbe stata più serena senza la mia presenza.
-No, non voglio e poi ho un ragazzo, cerca di capirlo.-
Mi fulminò con i suoi meravigliosi occhi neri e lì decisi di giocare le mie carte. Qualcosa mi diceva che nonostante avesse un fidanzato non le sarebbe dispiaciuto frequentare qualcun altro.
-Cosa studi?-
-Inglese, domani ho una verifica e non so niente quindi sei pregato di lasciarmi stare e andartene.-
-Facciamo un patto, se non passi il compito usciremo insieme…-
-Tanto lo supero di sicuro, in qualche modo farò.-
-Se prendi almeno A allora lascio scegliere a te se ti va di uscire oppure no, se dovessi prendere B allora sarai costretta. Vuoi scommettere?-

Esitò un po' alla mia proposta, probabilmente era consapevole che non avrebbe superato il test di inglese in maniera brillante. Prima di entare nel locale non potetti fare a meno percepire la sua agitazione, seppur abbastanza celata. Si notava da come mordeva infastidita il tappo della sua penna bic nera, dal suo portare gli occhio al soffitto ogni due per tre e da tanti altri dettagli che solo chi conosceva il linguaggio del corpo poteva notare.
Dopo qualche minuto di esitazione alla fine accettò, probabilmente mossa dalla voglia di volermi dimostrare che non sarebbe caduta ai miei piedi come qualsiasi altra ragazza. Non si sarebbe mai tirata indietro senza combattere.

**ANGOLO DELL’AUTRICE**
Buondì popolo di efp, dopo quasi due anni di assenza eccomi qui a postarvi un nuovo capitolo :)
Mi dispiace tanto se non sono stata presente ma purtroppo il periodo in cui ho iniziato a scrivere non era del tutto sereno per me e ciò ha fatto si che trascurassi questa storia, MA..
...adesso sono pronta per continuare. Non garantisco un capitolo a settimana, purtroppo l'università non mi permette di essere così costante in tutto ciò che voglio, ma prometto che cercherò di postare almeno 3 capitoli al mese.
Spero possiate capire :)
Ad ogni modo ho voluto aggiungere anche il pensiero di Alejandro, mi sembrava carino che la storia non avesse solo il punto di vista della nostra Heather, anche perchè (piccolo spoiler) sarà proprio il bel latino a cercare in ogni modo di attrarla a sè e non sarebbe male esplorare anche i suoi dubbi, le sue insicurezze, anche perchè si sa che Heather ti manda all'esasperazione con i suoi atteggiamenti contradditori e, per quanto Alejandro non lo faccia trasparire, anche lui si troverà a prendere una decisione. Chissà se sarà quella definitiva, lo scopriremo solo vivendo!
Baci :**

 

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