xXx Dieci cose che mai ti dirò xXx

di Shiida the BlackLightning
(/viewuser.php?uid=33652)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo: Strade diverse ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo: Scambio equivalente ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo: Incontri e scontri ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto: Presentazioni ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto: Signorina Ladra ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto: Imprevisti ***
Capitolo 7: *** Capitolo settimo: Ricordi lontani ***
Capitolo 8: *** Capitolo ottavo: Sequestrato, di nuovo ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo: Strade diverse ***


o

 

Capitolo primo: Strade diverse



Si sedette con lentezza sull'unica panchina posta all'ombra. Posò accuratamente il suo bagaglio a terra, sulla destra, e si mise ad aspettare.

Un altro treno sfrecciò veloce sulle rotaie a pochi metri da lei. Un soffio d'aria la costrinse a socchiudere appena gli occhi ed a stringersi sulla testa il cappellino azzurro perché non volasse via.

<< I passeggeri del treno delle cinque e quarantacinque minuti posso recarsi davanti al binario >> la informò una voce metallica proveniente dagli altoparlante della stazione ferroviaria.

La ragazza si strinse le mani sulla stoffa candida del vestito ed abbassò la testa in modo quasi colpevole. Esitò per qualche secondo, indecisa sul da farsi: era come combattuta se restare li, immobile come una statua di marmo oppure afferrare di nuovo il suo bagaglio e raggiungere il treno.

Le sue mani minute sembravano no volersi staccare e la sua testa non accennava a volersi rialzare: soltanto i suoi occhi color del mare guizzavano irrequieti su ogni cosa si trovasse intorno a lei. In cerca di un qualsiasi appiglio, un pensiero a cui potersi di nuovo aggrappare per non rimanere persa nel vuoto: nell'indecisione.

Alcuni passeggeri le passarono davanti, di fianco; ma nessuno percepì quale battaglia infuriava nel piccolo corpo di quella ragazza.

Chiuse gli occhi per qualche secondo, cercando ora dentro di se le risposte. Storse le labbra rosee in un'espressione di insoddisfazione profonda ma afferrò comunque la valigetta da terra e si alzò dalla panchina. Dritta come un manico di scopa, incapace di muoversi ancora una volta.

Fu il fischio del controllore che la riportò nuovamente alla realtà.

Prese tutta l'aria che i suoi polmoni le consentirono e trattenendo il respiro salì su quel treno diretto verso il suo prossimo futuro destino.



Edward si svegliò di soprassalto e per poco non rischiò di battere la testa sul soffitto.

Un altro incubo.

Maledizione imprecò mentalmente stringendosi il braccio meccanico al petto. Era quasi un mese che passava la maggior parte delle notti in bianco o peggio. ..

Era ossessionato, questa era la verità. Tormentato dalle sue colpe, dalla sua inadeguatezza alla missione che si era prefisso e persino da quel caldo insopportabile che si respirava in quella stanza.

<< Maledizione! >> esclamò ad alta voce questa volta stendendosi nuovamente nel letto e coprendosi la testa con il cuscino.

Era stufo marcio di quella sistemazione! Stufo di dover abitare in quei quattro metri quadri senza aria condizionata in quella città del cavolo!

<< Fratellone sei sveglio? >> domandò timidamente una voce fuori dalla stanza.

<< No >> rispose l'alchimista cercando di dare alla sua voce un tono cupo e distaccato.

<< Lo sai che farai di nuovo arrabbiare il colonnello se ritardi ancora? >>

Edward ci pensò un attimo. Valutò i pro e i contro della sua azione ed arrivo alla conclusione più favorevole.

<< Chissenefrega Al! >>

Una risatina calda e gioiosa proveniente da dietro la porta lo fece sorridere.

Gli piaceva fare il buffone per il suo fratellino.

Gli piaceva davvero un sacco.

Lo sentì andare via, verso la cucina probabilmente. Bastò quel pensiero a far risvegliare il suo stomaco. Era un pozzo senza fondo, veramente; ma non poteva farci nulla se era di bocca buona...

Borbottò qualcosa a denti stretti, scalciò sotto le coperte come solo i pazzi fanno e poi senza preavviso si drizzò a sedere battendo la testa sul soffitto.

Alphonse si girò preoccupato incontrando gli occhi dorati del fratello.

<< Fratellone, cosa ti è successo? >>

<< Ho picchiato un'altra testata in questo soffitto del cavolo! Ecco cosa è successo!! >>

Al si concesse un sorriso mentale.

<< E' perché sei molto sbadato fratellone, tutto qua >>

<< Io?!? Ma se sono la persona più precisa di questa terra!! >>

<< Mmh, come no.. >>

<< Ti dico che è colpa del soffitto, questo appartamento, o meglio... questo buco che quel piromane da strapazzo ci ha rifilato sta cercando di uccidermi dal primo giorno in cui ci ho messo piede!! >>

<< Se parli della finestra del bagno >> precisò il minore dei due << quella te la sei cercata! Cosa ti è venuto in mente di salire in piedi sul water?!? >>

<< Te l'ho già detto mille volte, c'era un ragno, volevo solo spiaccicarlo sulla parete!! >>

<< Poi c'è la storia del frigo, ma quella era solo sfortuna.. >>

<< Certo, capita a tutti che il frigo si stacchi dalla parete tutto d'un tratto >>

<< Fratellone ma tu lo stavi prendendo a calci!! >>

<< Ero nervoso!! >>

<< e ti pare una giustificazione logica? >>

<< E come la metti con la storia del tavolo? E dello sgabello?? >> domandò saccente l'alchimista di stato lanciando uno sguardo di sfida ad Alphonse.

<< E' un tavolo di compensato, e per di più scadente, ma ti sembrava davvero il caso salirci sopra per cambiare la lampadina? Non è che sei proprio una piuma sai? >>

<< Senti chi parla! >>

Alphonse gli lanciò una frecciatina adirata.

<< Scusa Al, non volevo, è solo che fa un caldo assurdo... mi sembra di impazzire! >> mormorò il biondo.

Le giunture della grande armatura d'acciaio cigolarono lievemente mentre quest'ultima si chinò quanto bastava perché la differenza di altezza fra i due fosse eliminata.

<< Sei perdonato >> disse regalando al fratello un sorriso invisibiledei suoi.

Edward non poté far a meno di rispondere con un altro raggiante sorriso.

<< E ora vai, sei in ritardo! >>

Il biondino ebbe un sussulto immediato e senza farselo ripetere due volte: afferrò il mantello rosso poggiato sulla sedia posta all'entrata dell'appartamento e uscì urlando qualcosa di incomprensibile.



<< cazzo, ma guarda dove metti i piedi idiota! >> ringhiò il vecchio che gli camminava di fianco.

<< Signorsi, signore >> balbettò il ragazzo che lo seguiva come un'ombra.

Il vecchio gli lanciò un'occhiata disgustata ma preferì lasciar perdere, almeno per questa volta.

Era decisamente una pessima giornata, e lui odiava le pessime giornate.

L'uomo alzò gli occhi al cielo incrociando per sbaglio un'abbagliante sole di metà luglio che lo costrinse ad abbassare di nuovo lo sguardo. Girò a destra, verso una strada poco trafficata che non tardò molto a trasformarsi in un vicolo buio.

<< Signore? >> domandò il ragazzo inclinando un poco il capo per riuscire a scorgere il viso del vecchio.

<< Che c'è adesso? >>

Il giovane titubò un secondo. Deglutì rumorosamente come se avesse appena inghiottito qualcosa di appuntito ma riprese a parlare.

<< perché il luogo della consegna è cambiato signore? >>

<< Probabilmente quei bastardi dei militari sospettano qualcosa su di me... Probabilmente vogliono tenere d'occhio le mie mete abitudinarie >>

<< E signore, perché è venuto anche lei questa volta signore? >>

Il vecchio sorrise sotto i baffi grigi.

<< perché la cosa mi puzza Benji >> sospirò << Mi puzza è non sai quanto! >>

Il giovane non aveva capito quale soffusa ironia trovasse quell'uomo in tutta quella situazione.

Era abituato a consegne rapide che faceva di notte, solo, ma soprattutto in incognito. Questa volta era tutto diverso: persino la consegna che di solito era racchiusa in qualche scatolone o sacco nero questa volta era decisamente più piccola ma meglio protetta.

Un'ampollina di cristallo per la precisione; stracolma di un denso e melmoso liquido bluastro.

Il padrone aveva ragione: la cosa puzzava.

Uno scricchiolio alle loro spalle li costrinse a voltarsi di scatto con il cuore già in gola.

Ma oltre di loro non c'era nulla se non ombra.

<< Fatti vedere! >> gridò il vecchio estraendo dal suo bastone da passeggio una pistola argentata.

Un rumore di passi confermò il fatto che in quell'oscurità c'era proprio qualcuno che li aspettava.

<< Opal? Sei tu? >>

Ma nessuno rispose: soltanto il ticchettio incalzante dei passi che si avvicinavano rompeva l'apparente silenzio.

Il ragazzo iniziò a fremere per l'ansia crescente: sentiva che il suo corpo si stava stranamente distendendo fino all'esasperazione massima che i suoi muscoli gli consentivano.

<< Sta calmo Benji, non fare cazzate >> sentenziò il vecchio mettendogli una mano davanti al viso.

Una figura scura, apparentemente ricoperta da una lucente impenetrabile armatura apparve dalle tenebre.

<< Greed?!? Niente sottoposti per i tuoi sporchi traffici stavolta? >>

La creatura ghignò divertita.

<< Allora è davvero una cosa seria! >> esordì il vecchio puntando la pistola verso l'acquirente. << Mi chiedo a cosa ti serva una pozioncina particolare come questa... >>

<< L'elisir non è per lui >> disse con voce melliflua la creatura.

Il vecchio spalancò gli occhi terrorizzato, caricò l'arma e la puntò all'altezza della testa dell'avversario.

<< perché Greed mi manda un sicario?!? maledetto, fatti da parte o io >>

<< O tu cosa? >> ripeté la creatura.

<< Benji >>

Il ragazzo scattò in avanti ma era troppo lento, troppo prevedibile. Bastò un colpo ben assestato della creatura me mandarlo a terra, contro dei bidoni della spazzatura. Il vecchio, preso dal panico, svuotò l'intero caricatore sul sicario ma quello sembrò non sentire niente di niente: come se le pallottole fossero di gomma piuma.

<< Sei stato poco attento, Mr. Howl, ti sei fatto beccare ed ora è tardi per rimediare, il padrone è stato chiaro ed io non ho voglia di farmi fare un'altra ramanzina da lui.. >>

<< ti prego, ti supplico, lasciami andare farò tutto quello che vuoi!! ti darò tutto quello che vuoi!! >>

La creatura socchiuse le palpebre lasciando che il vecchio potesse ancora specchiarsi nei suoi occhi color acqua marina.

<< Non c'è niente che tu abbia che io voglia... questo è quanto >> sentenziò prima di calare la mano sul capo del vecchio sentendolo urlare ancora prima del colpo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo secondo: Scambio equivalente ***


o

 

Capitolo secondo: Scambio equivalente



Aspettò con irrequietezza che ogni passeggero prendesse posto per poi scegliere in quale vagone entrare. Decise di prendere l'ultimo visto che era l'unico rimasto vuoto o quasi. Si sedette in fondo, vicino al finestrino e posò il suo bagaglio nel sedile a fianco. Non che di norma fosse un tipo asociale, ma preferiva essere sola quando viaggiava.

Forse per abitudine, forse per non farsi amicizie a cui avrebbe dovuto dire presto addio.

Non le piacevano molto i cambiamenti: ma ci aveva fatto l'abitudine.

Come a tutto del resto.

Si concesse di riprendere finalmente fiato e soprattutto di liberarsi di quel cappello infernale. I lunghi capelli argentei le caddero velati sulle spalle, leggeri come piume. Si sentiva un tantino appariscente in quel modo ma era l'unico modo per refrigerarsi un po' la testa.

Il treno percorreva grandi distanze in poco tempo, eppure quel viaggio gli sembrava non finire mai. Guardò nuovamente l'orologio che teneva al polso controllando ripetutamente l'ora. Il cuore le batteva così forte che temeva sarebbe andato in fibrillazione fra breve.

La porta del vagone si apri facendo entrare nella cabina il controllore.

La ragazza sudò freddo.

Era la prima volta che saliva su un treno senza avere il biglietto ma le circostanze avevano richiesto questa sua partenza improvvisa che non le aveva dato il tempo se non di prendere un paio di vestiti e andarsene.

Chinò la testa sperando che il controllore non la vedesse: prego il cielo per un miracolo, una qualsiasi botta di fortuna.

<< Biglietto prego >> chiese l'uomo deciso.

<< Io... >> gemette lei sentendo le lacrime riempile gli occhi.

<< Lei è con me >> intervenne una voce alle sue spalle.

<< Ma certo colonnello, mi scusi >> disse rivolgendo un saluto verso il sedile proprio dietro il suo ed andandosene in silenzio. L'uomo si alzò e si sedette di fianco alla ragazza sorridendo.

<< ho notato che stavi facendo di tutto per diventare invisibile >> disse lui attaccando bottone.

La ragazza arrossì di botto incontrando gli occhi scuri del militare.

<< G-grazie >>

<< Di nulla, ma mi devi un favore ok? >>

La giovane sorrise dolcemente prima di annuire decisa.

<< Dimmi, posso sapere come ti chiami? >>

<< Cleo >> squittì lei stringendo le mani sulla gonna candida.

<< Vai a Central City da solo Cleo? >>

<< si.. ma c'è qualcuno che mi aspetta laggiù >>

<< Un fidanzato magari? >>

La ragazza divenne paonazza e distolse lo sguardo dal colonnello.

<< Scusami, non volevo metterti in imbarazzo, non era davvero mia intenzione credimi >> si scusò lui sorridendo.

<< N-no >>

<< Come scusa? >>

<< Nessun... nessun fidanzato >> mormorò lei con le guance ancora arrossate per la vergogna. << Solo mia sorella >>

<< Una ragazza carina come te non dovrebbe viaggiare tutta sola però >>

affermò lui portandosi una mano al mento.

<< e lei? Anche lei viaggia da solo? >>

<< Dammi pure del tu, chiamami Roy ok? Comunque si, per lavoro sai, sono un militare >>

<< Si vede >> ridacchiò lei fissando la sgargiante divisa blu elettrico che l'uomo portava.

<< Che sciocco >> esclamò lui sorridendo.

Il treno emise un sordo fischio annunciando a tutti i passeggeri che il loro viaggio era ormai giunto al termine.

Il militare si alzò e le porse un galante inchino.

<< Spero di rivederti Cleo, se varai ancora bisogno di un biglietto o di un aiuto chiedi del colonnello Mustang intesi? >>

<< Come uno scambio equivalente? >>

<< Una cosa del genere >> rispose lui sorpreso che Cleo conoscesse un simile termine.

La ragazzina sorrise arrossendo vistosamente ma annuì e con la mano salutò l'uomo.



L'edificio dall'esterno sembrava abbandonato ma all'interno, una decina di metri sotto la superficie della città, pullulava di vita.

La porta si aprì di scatto interrompendo lo scontro di lotta che si svolgeva all'interno della sala.

<< ma guarda chi striscia fino a casa con la coda fra le gambe? >> gracchiò un uomo tozzo con la parte superiore del corpo particolarmente sviluppata.

<< Sbaglio o hai di nuovo battuto quella testolina microscopica che ti ritrovi? Sai non vorrei che l'unico neurone che hai venisse soffocato dalle

cazzate che dici.. >> rispose a tono l'interessata.

L'uomo divenne rosso dalla rabbia e rivolse il pugno verso la ragazza che gli stava di fronte.

<< Se non fosse per il fatto che sei la donna del padrone a quest'ora ti avrei già spaccato quella faccia da saputella che ti ritrovi >>

<< Io non sono la donna di nessuno Rhino, mettitelo in testa... se c'entra >>

<< Smettetela voi due, sempre a litigare come due mocciosetti >> gridò un altro uomo con la testa coperta di brillanti squame color smeraldo.

La ragazza attraversò la stanza a testa alta fino ad arrivare fino ad un'altra porta. La aprì lentamente e la richiuse dietro di se.

La stanza era appena illuminata e si intravedevano con fatica i contorni degli oggetti. Una lampada venne accesa illuminando un divano malmesso con sopra un uomo e due donne al suo fianco.

<< Bentornata >> disse lui rivolgendo un sorriso compiaciuto verso la giovane che rimase in religioso silenzio.

<< Ragazze ora potete andare >> esclamò congedandosi con le due donne che con aria delusa uscirono dalla stanza lanciando frecciatine invidiose verso di lei.

<< Non c'era bisogno che mandassi via le tue donne; sono qui solo per la consegna >> precisò lei lasciando che la frangia laterale le coprisse appena un occhio. L'uomo scrollò le spalle arrendevolmente avvicinandosi pericolosamente a lei.

<< Pensavo che fossi qui perché sentivi la mia mancanza >>

<< Certo, come no.. ecco qui, tieni >> disse mettendogli nella mano l'ampolla di vetro che aveva in tasca.

<< Quanta professionalità >> ridacchiò lui mettendosi prima la boccetta nella tasca interna del gilè e poi poggiando la mano sul fianco destro della giovane tirandola a se. Osservo come ammaliato il bacino scoperto della ragazza che faceva pressione contro il proprio e si leccò le labbra soddisfatto.

<< Vorresti il tuo compenso adesso? >> mormorò maliziosamente nell'orecchio della ragazza che lo spinse via da lei disgustata.

<< Fottiti Greed >> ringhiò quella.

<< A dire il vero, preferire che fossi tu a fottermi Amy >>

La ragazza girò il viso da un lato evitando che la bocca dell'homunculus le catturasse le labbra. L'uomo le baciò la guancia poi le alzò il mento con la destra andando a leccarle avidamente il collo mentre con la mancina le percorreva la schiena.

<< Giuro che te la farò pagare per tutto quello che mi hai fatto... dovessi anche aspettare mille anni prima di potermi vendicare >> sibilò Amy impotente difronte a Greed.

<< Suvvia, abbiamo un patto no? >> ridacchiò lui lasciandole un vistoso segno rosso sul collo.

La ragazza tacque digrignando i denti per la rabbia.

<< Una vita in cambio di un'altra... potremmo chiamarlo uno scambio equivalente no? Tu che dici, alchimista? >>

<< Sta zitto >> rispose lei abbassando lo sguardo.

<< Non essere triste Amy, lo sai che odio vederti triste per colpa mia >>

La giovane abbozzò un sorriso tirato, più sarcastico che altro.

<< Stronzo >>

Lo schiaffo arrivò improvviso e doloroso: ma non fu tanto il suo viso a soffrirne quanto il suo orgoglio che ululò nel profondo del suo si botta di fortuna.Quando la mano si spostò dalla sua guancia Greed sorrise divertito.

<< Sei così bella >> sussurrò carezzandole la guancia ancora ricoperta da uno strato di acciaio nero. << E' davvero un peccato che tu abbia progetti così diversi dai miei, Amy >>

Greed la guardò ammaliato dai suoi occhi color acqua marina e sorrise vedendo una così evidente espressione di disgusto su un viso giovane ma provato.

<< Non odiarmi Amy, sono così avido da non sopportarlo >>

<< Ed io sono così orgogliosa da non poterne fare a meno >>

<< saresti la gioia di Pride mia cara >>

<< Non sono di nessuno... io >> disse soffermandosi crudele sull'ultima parola.

<< Tu sei mia adesso >> esclamò lui baciandola con forza, mordendole le labbra tanto da farle sanguinare. Amy si staccò da quel contatto così amaro con gli occhi socchiusi.

<< Ancora per poco... >>

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo terzo: Incontri e scontri ***


o

 

Capitolo terzo: Incontri e scontri



Edward entrò, noncurante del suo evidente ritardo, nell'ufficio del suo superiore.

<< Sempre puntuale, eh Acciaio? >>

<< Sempre felice di farmelo pesare, eh colonnello? >>

Il militare fece spallucce sorridendo divertito.

<< Colpa mia se sei ritardato? >> commentò sarcasticamente prima di afferrare la tazza di caffè bollente che aveva sulla scrivania. Il biondo digrignò i denti incassando l'offesa ma preferì sedersi sulla poltrona verde posta di fronte alla scrivania piuttosto che continuare il battibecco.

<< Ho un incarico importante per te Acciaio >>

<< E sarebbe? >> domandò il ragazzo incuriosito dalle parole di Mustang.

Il colonnello gli porse un foglietto bianco ripiegato più volte su se stesso.

Edward alzò lo sguardo verso l'uomo in divisa, poco convinto, ma aprì comunque il suddetto biglietto.

Lesse attentamente qualche riga, poi di colpo la sua faccia divenne color peperone.

<< Ma le sembro idiota?!?? >> sbottò alzandosi in piedi.

<< Non so a cosa ti riferisci >> gracchiò Mustang ridendo.

<< Questa è una lista della spesa!! >>

<< E' pur sempre un incarico: e di grande importanza... sai,il mio frigo piange >>

Edward per poco non si avventò sul militare schiumando di rabbia.

<< Non sono il suo servetto personale! >>

<< A no? E allora a cosa servi di grazia? >>

<< Le posso spaccare la faccia, questo lo farei davvero molto volentieri e gratis fra l'altro! >>

<< Come siamo volgarotti Acciaio.. i bambini non dovrebbero usare un vocabolario così... fiorito >>

<< Lo sa dove glielo metterei io sia il vocabolario che la mia gamba d'acciaio? >>

Mustang rise di gusto sporgendosi verso il biondino con aria di sfida dipinta sul viso perfetto.

<< Illuminami Acciaio >>

Fortunatamente in quell'istante entrò il tenete Hawkeye che mise fine all'acceso litigio.

<< Allora Acciaio, cosa aspetti, il via? >> chiese Mustang scocciato.

Il giovane alchimista uscì dall'ufficio sbattendo la porta.

<< Pallone gonfiato >> borbottò varcando la soglia dalla centrale.

Si mise le mani in tasca e con il nervoso ancora in circolo cominciò a camminare verso la zona adibita al mercato cittadino.

Stranamente da quando aveva accetto la proposta del colonnello: ossia rimanere d'istanza a Central City per un paio di mesi; le giornatine di merda come quelle si erano moltiplicate come per magia; ed Edward si sentiva più irascibile del solito e la cosa rasentava l'impossibile.

Il ragazzo camminava a testa alta, le braccia incrociate dietro la nuca quando picchiò la testa contro qualcosa.

<< ma che cazz' >> borbottò massaggiandosi la fronte e guardando finalmente la strada davanti a lui. I suoi occhi dorati non incontrarono nessuno se non una ragazza vestita di bianco stesa per terra. L'alchimista ebbe un sussulto e si preoccupò subito di soccorrere la giovane.

<< Tutto ok? >> chiese evidentemente imbarazzato per averla messa K.O.

Cleo si massaggiò la testa piagnucolando.

<< ahi... ho-ho sbattuto la testa contro un muro per caso? >> domandò lei mentre l'alchimista le afferrava la mano per aiutarla a rimettersi in piedi.

<< Ehm... non proprio >> mugolò Edward.

La ragazzina alzò gli occhi verso il biondo cercando di appoggiarsi alle sue spalle per non cadere di nuovo.

<< Scusami tanto ma non stavo guardando dove andavo >> pigolò Cleo artigliandosi alla giacca rossa dell'alchimista.

<< No... sono io che ti sono venuto addosso! >>

<< aah... era la tua testa? >>

<< Ehm.. si, in effetti, me lo dicono tutti che ho la testa dura ma io credevo in modo figurativo.... >>

La ragazzina sorrise arrossendo lievemente.

<< Mi chiamo Cleo... e tu? >>

<< Edward >>

<< Sei anche tu un militare? >> chiese notando l'orologio argentato che gli pendeva dalla tasca dei pantaloni.

<< Io? Nono... per carità! Sono un alchimista di stato >>

<< Un alchimista? >> ripeté Cleo come ripresa dal trauma.

<< Beh, si... è quel che ho detto no? >>

La ragazza gli si buttò letteralmente al collo abbracciandolo e ridendo.

Edward arrossì di conseguenza non sapendo dove afferrarla per potersela scrollare di dosso.

<< Finalmente!! Sono ore che cerco un alchimista!! >> esclamò lei sorridendo.

<< E perché cerchi un alchimista? >>

<< perché sto cercando una persona! E solo un'alchimista può aiutarmi!! >>

Edward sbatté ripetutamente le palpebre mentre la ragazzina finalmente si scostò dal suo petto.

<< E chi stai cercando? >>

<< Greed >>

All'alchimista per poco non venne un infarto sentendo quel nome.

<< Greed?? L'homunculus?!? Che vuoi da un mostro come lui? >>

La ragazzina lo guardo decisa come mai era stata in vita sua.

<< Voglio che mi restituisca mia sorella! >>

 

xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx


<< Merda >> mugolò la ragazza posandosi le dita sul marchio violaceo che le pulsava sulla pelle brunita del collo. Tenne le palpebre serrate per alcuni secondi incapace di sfuggire alla realtà. L'homunculus steso di fianco a lei si rigirò nel letto russando. Amy lo guardò non con rabbia, ma con invidia.

Avrebbe davvero voluto essere al suo posto: essere lei quella che lo molestava ed abusava di lui divertendosi nel guardarlo supplicare per quell'aiuto che le era costato la libertà.

<< maledetto Greed, mai una volta che mi sfili i vestiti >> esclamò afferrando con la mancina quegli stracci che una volta erano i sui indumenti. La giovane lasciò semplicemente che un sottile ma impenetrabile strato di carbonio scuro le ricoprisse il corpo fino al collo.

<< Se non fosse così nocivo per la pelle terrei quest'armatura come unico abito... >> mormorò lei uscendo dalla stanza.

Un gruppetto di uomini che stavano discutendo si zittirono di colpo quando la videro.

In effetti anche se aveva l'armatura addosso era pur sempre nuda, e il sottile metallo nero non nascondeva le sue forme di donna.

Sentì gli sguardi degli scagnozzi del suo padrone farsi insistenti sul suo corpo ma semplicemente cercò di non farci troppo caso.

<< Amy... tesoro, perché non ti togli quell'armatura? >> domandò supplichevole un omaccio con la faccia da squalo.

<< Ti piacerebbe eh, Kraul? >> lo provocò la ragazza rivolgendogli la schiena. L'imponente chimera si avvicinò sorridendo mentre un rivolo di saliva gli scendeva giù dall'impressionante mascella.

<< Non sai quanto... ormai non sei più una bambina Amy, sei una donna a tutti gli effetti: e lo sai quanto mi piacciano le donne difficili come te >>

Amy scosse la testa arrendevolmente bloccando il braccio che subito cercò di palparla.

<< Vuoi che ti stacchi questa zampa Kraul? >> gracchiò minacciosamente folgorandolo con i suoi occhi marini.

<< Sta attento perché te la stacca davvero!! >> ridacchiò un giovane poggiandole amichevolmente un braccio sulle spalle.

<< Dolcetto ha ragione Kraul, gira a largo >> ribadì una bella donna bionda entrando nel covo insieme ad uomo grosso come un armadio a quattro ante.

La ragazza sorrise abbracciando il giovane alle sue spalle.

<< Bentornato a casa fratello >> miagolò strusciandosi sul petto di Dolcetto. Il ragazzo arrossì ma non indietreggiò, anzi non poté far a meno di ricambiare l'affetto con un abbraccio impacciato.

<< da quando fai le feste? >>

<< Sta zitto Roa !! E' colpa della mia parte canina... non posso farne a meno!!! >>

Martel rise di gusto osservando la scena.

<< Eddai che ti piace!! >> mormorò Amy strusciandosi sotto il collo della chimera. Dolcetto sentì il viso diventargli bordeaux per la vergogna ma soprattutto per il piacere che provava nel ricevere attenzioni dalla ragazza.

<< Sm-smettila!! Non è divertente!! >> sbottò cercando in tutti i modi di reprimere il cane che era in lui.

La giovane sorrise dolcemente e si scostò dal compagno dandogli un buffetto sulla testa.

<< Oii, Martel hai trovato quello che ti avevo chiesto? >> cominciò Amy invitandoli nella stanza adiacente all'entrata del covo.

<< Mi dispiace, ma non c'era nessun maledettissimo elisir di Luna dove ci hai detto di controllare >> asserì la chimera sedendosi sulla branda posta nell'angolo a ovest della stanzetta.

Amy sospirò delusa prendendo da una cassetto un paio di pantaloni di cuoio e una canottiera a collo alto. La giovane si rivestì con accuratezza cercando di far scomparire l'armatura di carbonio man mano che che la stoffa le ricopriva la pelle.

<< Cosa hai fatto li? >> domandò Roa notando il segno violaceo.

Amy subito cercò di nasconderlo con la mano, ma il gesto era così evidente e scontato che le tre chimere capirono subito di cosa si trattava.

<< Un impeto di passione >> scherzò lei sorridendo.

<< E ne hai altri di impeti di passione come quello?? >> abbaiò Dolcetto evidentemente innervosito.

<< Dolcetto!! >> lo sgridò Martel arrossendo per la sua domanda così esplicita.

<< Credo che Dolcetto volesse solo sapere se il padrone ti ha.. >>

<< No >> mormorò lei << Non mi ha picchiata, non lo farebbe mai... >>

<< però ti fa male lo stesso >> insisté il giovane.

Amy chinò il capo: non sapeva cosa dire.

Sapeva che tutti e tre nutrivano un profondo rispetto per Greed e che sarebbero morti per lui; soprattutto Dolcetto che ora cercava di difenderla. Ma lei era diversa, doveva tutto a Greed, è vero, eppure non riusciva davvero a provare nulla di positivo per lui.

Roa lo percepiva: sapeva che lei non sarebbe mai stata una di loro.. Lei era fatta per essere libera, o almeno era fatta per essere di qualcun'altro.

<< A volte >> mentì quando la vera risposta era “ sempre ”

Martel notò la bugia e decise che era il momento per portare i compagni fuori e lasciare Amy sola per un secondo: il tempo di leccarsi le ferite dell'anima. Ma la mano della ragazza la fermò di colpo.

<< Preferisco stare con voi adesso... lo sai quanto non mi piace stare da sola >>

Martel sorrise prendendola sotto braccio.

<< Abbiamo visto tua sorella sai? >>

Amy sorrise raggiante.

<< Si? E com'è? E' cresciuta? >>

<< un sacco!! >> esclamò Dolcetto ridacchiando verso Roa.

<< se ne stava su un treno in compagnia di uomo in uniforme >>

Amy ebbe un sussulto e sbiancò di colpo.

<< Ehy Amy? Cosa ti prende? >> chiese il segugio.

<< Stava venendo qui >> sussurrò stringendo i pugni e irrigidendo le braccia lungo la vita.

<< In effetti, il treno faceva una fermata qui a Central... ma potrebbe anche essere andata altrove >>

<< No >> rispose secca lei << Quella sciocca vuole venire qui per sfidare Greed e rompere il patto!! >>

Martel la guardò titubante.

<< Non può essere... Lo sa cosa vuol dire?? Non può rompere il patto a meno che.. >>

Dolcetto guardò le ragazze confuso.

<< A meno che? >>

<< Muoia o lei... o Greed! >>




xXx-xXx


Angolo autrice:

Eccomi tornata con un nuovo capitolo!!! Beh cosa dire, la storia non è ancora entrata nel vivo... siamo ancora all'incontro dei vari personaggi però si capisce già cosa accadrà o quasi^^!!

T________T

Non aver ricevuto nemmeno un commento però mi ha demoralizzato!! Chissà se qualcuno ha davvero letto la mia fic... * sob sob *

Spero davvero che qualche buona anima mi dica cosa pensa della storia anche un commento negativo... l'importante è sapere che l'ha letta!!

Vabbè non voglio essere palloccolosa, quindi appuntamento al prossimo capitolo!!

Kisskiss Shiida

xXx-xXx

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo quarto: Presentazioni ***


o

Capitolo quarto: Presentazioni


 

 

<< E quindi cosa le hai risposto? >>

<< Niente >>

<< ma come niente?!? >>

<< Senti Al >> asserì il maggiore dei due fratelli << Io non sono madre Teresa di Calcutta.... >>

L'armatura si portò le mani ai fianchi e squadrò il ragazzo.

<< Allora perché l'hai portata con te a casa nostra? >>

<< perché non ha dove andare, te l'ho già detto >>

Al sorrise dentro di se.

<< Allora ce l'hai un cuoricino >>

Ed arrossì di botto sentendosi preso per i fondelli. In effetti non poteva di certo lasciarla lì come un cane abbandonato in balia di quella pazza idea.

Affrontare un homunculus, e per di più sola... Che stupida ragazzina.

<< Fratellone >>

Ma come gli era venuto in mente di portarla con se?? Poteva lasciarla al santo Colonnello, ma forse... in mano a quel maniaco la poveretta sarebbe stata perduta..

<< Fratellone >>

<>

<< la ragazza che hai portato sta frugando nel cassetto della tua biancheria >>

<< Cosaaaaaaaaa?!? >>

Il biondino entrò nella propria camera facendo spaventare Cleo che fece volare in aria un paio di boxer dell'alchimista di stato.

<< i-io.... io volevo solo una maglia... una maglia pulita!! Non volevo..ehm.. ops!! >> farfugliò la ragazza afferrandosi i polsi dietro la schiena.

Edward con la faccia rossa per la vergogna raccattò in silenzio la sua biancheria e la ricacciò nel cassetto chiudendolo con il piede d'acciaio.

Cleo si sedette sul letto a testa bassa: sia per l'imbarazzo sia perché in effetti il soffitto era così basso che non poteva stare dritta. I suoi occhi acqua marina però si posarono sull'armatura d'acciaio che era entrata nella stanza.

<< Io sono Alphonse, il fratello minore di Ed >> si presentò il minore dei fratelli Elric.

Cleo spalancò la bocca colpita.

<< Sei così alto!!! E perché tieni un'armatura addosso?? >>

<< Beh ecco... >>

La ragazzina arrossì di nuovo facendogli segno di tacere.

<< Scusami.. non volevo, non sono affari miei >>

Edward intanto per la prima volta si era fermato ad osservare l'ospite indesiderata.

Era piccola e minuta forse un paio di centimetri più bassa di lui...

Più bassa di lui?????

<< Alzati in piedi!! >> ordinò di scatto.

Cleo per poco non urlò dallo spavento.

<< C-cosa scusa? >> pigolò timidamente.

Edward la afferrò per una mano e la tirò in piedi. Erano davvero a pochi centimetri l'uno dall'altra e la ragazzina si sentiva davvero in imbarazzo.

L'alchimista sorrise compiaciuto notando che Cleo era davvero più bassa di lui.

<< Quanti anni hai? >> chiese lui ridacchiando.

<< Quattordici >>

La felicità di Ed svanì con la stessa rapidità con cui era apparsa...

<< Speravo fossi più grande... è normale che tu sia più bassa di me allora >>

Mormorò in tono sommesso.

Cleo osservò attentamente l'alchimista di stato poi timidamente fece la sua domanda.

<< perché? Quanti anni hai tu? >>

<< Sedici... quasi diciassette >>

<< Ma allora sei davvero piccolino! >> asserì lei stupita.

Edward si trattenne nel fare una sfuriata delle sue: non voleva traumatizzare Cleo ulteriormente.

<< ehm... >> tossì Alphonse.

<< che maleducata... >> continuò la ragazzina avvicinandosi all'armatura e facendogli un inchino come saluto.

<< Mi chiamo Cleo e vi sarei davvero grata se tu e e tuo fratello mi aiutaste a trovare Greed >>

Al la guardò dall'alto verso il basso.

Lunghi capelli argentei, con una frangetta che le copriva la fronte lasciando però perfettamente visibili i luminosi occhi color acqua marina.

La pelle nivea coperta solo da quel morbido vestitino color crema che accostato alle sue fattezze angeliche la rendeva ancor di più una creatura scesa dal cielo.

Cleo strinse le sue minute dita affusolate con dolcezza sulla sua mano destra e con aria supplichevole lo guardò e attese.

Per alcuni aspetti le ricordava un gattino, e lui davvero non sapeva resistere ad un gattino abbandonato che miagolava il suo aiuto.

<< Fratellone, possiamo? >> disse con le lacrime agli occhi.

Edward cadde a terra sconcertato.

<< Al, ti rendi conto di quello che stai facendo? >>

Alphonse annui deciso.

<< Ma certo fratellone!! Dobbiamo aiutarla a liberare sua sorella! >>

Cleo non riusciva davvero a credere alle sue orecchie.

<< Mi aiuterai davvero Alphonse? >>

<< Ma certo! Non ti preoccupare Ed scoverà in un battibaleno quell'homunculus e ti riporterà tua sorella sana e salva! >>

<< Ehy, perché devo farlo io??? >> balbettò Edward.

<< perché sei tu il famoso alchimista d'acciaio no? >>

Edward annui demoralizzato facendo sorridere Cleo.

 

xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx

 

<< Colonnello >>

Mustang rivolse un occhiata fugace alla donna che aveva davanti.

<< Tutto bene? >>

Il militare fece segno di si ed il tenente gli porse con gentilezza un fascicolo ricolmo di fogli bollati di rosso.

<< Cos'è? >> chiese lui alzando finalmente la testa dalla scrivania piuttosto disordinata.

<< Ci è arrivata una soffiata: probabilmente stasera ci sarà un furto alla gioielleria nel quartiere alto della città >>

Mustang storse il naso sfogliando le pagine rapidamente.

<< E io cosa dovrei farci? >> chiese scocciato.

<< beh... la soffiata a parlato di ladri... uhm... particolari >>

<< Cosa sta cercando di dirmi tenente? >>

La donna si sporse sulla scrivania fin quando non fu abbastanza vicina all'orecchio del suo superiore per potergli sussurrare qualcosa.

Il militare rimase di stucco ma poi quando la donna si rimise al suo posto sorrise divertito.

<< penso di aver già in mente un volontario per questa missione.. >>

 

xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx

 

<< Muoviti Amy >> esclamò Martel prima si saltare nel tetto del palazzo adiacente.

La giovane si aggiustò i guanti scuri e si abbassò la maschera argentata sul viso prima del salto.

Librò per una manciata di secondi in aria e quando atterrò carponi sul ciglio dell'edificio il suo mantello scuro svolazzò da un lato della schiena spinto dal vento. La giacca, che era un mantello sul retro, davanti le faceva da top. Un top di pelle, stretto e chiuso a collo alto che terminava sotto il petto: nascondendo almeno un po' l'evidente seno che si ritrovava.

Dolcetto la guardò roteando gli occhi verso il cielo.

<< esibizionista >> mormorò vedendola prima portarsi le mani sui fianchi nudi e poi lasciare che una ricadesse morbida lungo la coscia coperta da un paio di pantaloni di cuoio attillati.

Greed le rivolse un'occhiata d'intesa prima di afferrarla per un braccio calandola giù dal palazzo.

L'homunculus la seguì come un'ombra silenziosa precedendo le tre chimere.

<< E' questo? >> chiese Martel studiando la parete che avevano di fronte.

<< Si >> sibilò Greed evidentemente divertito dalla situazione.

<< bene allora, cosa aspettiamo? >> affermò l'omone con i capelli bianchi.

<< fermo Roa >> ordinò il capo. Roa bloccò le mani a mezz'aria e le riabbassò in silenzio.

Greed sorrise malevolo posando le sue mani sui fianchi di Amy.

<< Questa volta proviamo con il fattore sorpresa >>

La giovane si avvicinò alla parete e ne studiò la consistenza; poi di scatto batté le mani e le poggiò sul muro.

Un serie di scintille argentate scaturirono dai palmi dell'alchimista ed il muro si trasformò in una porta che la ragazza aprì con facilità.

Greed sorrise di nuovo facendole un carezza sulla testa e scompigliandogli i corti capelli blu elettrico.

<< bel lavoro piccola >>

 

xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx


Edward accese le luci dell'edificio con un solo schiocco di dita.

<< Oggi deve essere il mio giorno fortunato, due piccioni con una fava! >>

L'homunculus girò la testa verso il biondino e ridendo iniziò a battere le mani.

<< Davvero una bella entrata in scena! >> esclamò quello.

<< Lo sai ho classe, io! >> rispose Ed rivolgendo all'uomo un sorriso beffardo.

<< tanta classe in un corpicino così piccolo mi sembra sprecata però.. >>

<< Chi sarebbe così piccolo che sembra uno scherzo della natura?!? >> urlò infuriato l'alchimista di stato << ora di faccio vedere io!! >> disse scagliandosi contro la creatura.



 

 

xXx-xXx


Angolo autrice:

rieccomi qui con un aggiornamento veloce, beh, in effetti la storia mia piace davvero tanto e più scrivo... più mi viene voglia di scrivere!! Volevo ringraziare tutti quelli che stanno leggendo questa fic... so che a volte si va di fretta e un commento non si fa; ma vi capisco!! sono la prima che pensa “ Lo farà qualcun'altro ” ^_____^”

cmq grazie di nuovo!!

ed ora...... rullo di tamburi..... uno speciale ringraziamento.....

x   maddy_chan !!!!!

Lo sai che ti adoro?!?? Non puoi capire come ho amato i tuoi commenti ben 3.. cioè, avete capito?!? TREEEEEEEEEEEE!!!

non smetterò mai di ringraziarti, per ogni capitolo che commenterai o che qualcun'altro ( speriamooooooo!!) commenterà erigerò un altarino in camera mia!! Il tuo ormai è quasi una piramide!!

Grazie-Grazie-Grazie-Grazie-Grazie-Grazieeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!

Ok ora basta sclerare... al proximo capitolo!!

baci Shiida


xXx-xXx

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo quinto: Signorina Ladra ***


o

Capitolo quinto: Signorina Ladra


 

 

<< Hai finito di lamentarti Dolcetto? >>

L'uomo squadrò la bionda stizzito.

<< Mi stavo solo domandando perché il capo non è venuto con noi passando dal retro >> borbottò la chimera rompendo una vetrina e afferrando una manciata di gioielli preziosi. << Ti do davvero così noia Martel? >>

<< non ti immagini quanto!! >>

<< fatela finita voi due! >> ruggì Roa passando un sacco pieno fra le mani di Amy. La ragazza lo posò a terra vicino al mucchio di suoi simili posto nell'angolo della stanza.

Dolcetto si fermò di scatto e annusò l'aria.

<< Che c'è ora? Ti scappa un bisognino? >> lo schernì Martel ridendo.

<< Sento odore di... >>

<< Di...? >>

<< E' come polvere da sparo ma prima non l'avevo percepito: e come se fosse comparsa solo adesso >>

Amy intuì cosa stava per accadere e si gettò sul compagna appena in tempo. La parete che li separava dall'atrio principale del negozio esplose in mille pezzi.

<< Voi portate via i gioielli, qui ci penso io >> esclamò Amy rialzandosi in piedi e mettendosi in posizione di guardia.

<< ma come facciamo con il capo?? >> gridò Dolcetto preoccupato.

<< Greed sa cavarsela da solo, voi gli sareste solo d'impiccio: andate ora! >>

Le tre chimere presero i sacchi e rompendo una parete uscirono dall'edificio.

Alphonse con le mani ancora congiunte entrò nella sala con passo deciso.

Amy si scrocchiò le ossa del collo mentre uno strato di acciaio scuro le ricopriva il corpo.

<< fatti sotto tu! >> disse facendo segno all'armatura di avanzare.

<< Io sono qui per parlarti >>

<< peccato che io preferisca farne a meno >> rispose lei balzando sul ragazzo. Alphonse si parò con poca difficoltà e respinse il calcio della ragazza che ricadde a terra con una rovesciata. Appena i piedi di lei toccarono terra subito ritornò all'attacco.

Al non sapeva davvero cosa fare, non voleva farle male: sapeva che le chimere non erano cattive. Aveva conosciuto Martel e le era subito rimasta simpatica, eppure anche lei serviva Greed con devozione.

<< Non voglio farti male, voglio solo chiederti una cosa >> esclamò il ragazzino parando l'ennesimo brutale colpo di Amy.

La giovane scosse la testa arrendevolmente.

<< Proprio non vuoi startene zitto eh? >>

Alphonse fece appena in tempo a scansare un pugno della ragazza che rotolò con una capriola fino al muro.

<< Mi costringi ad usare le maniere forti >> disse strappandosi i guanti dalle mani. Un tagliente osso scuro le trapassò la carne di entrambi i palmi formando due specie di lame appuntite.

<< ma che razza di chimera sei?? >> chiese impaurita l'armatura.

<< Guarda che non sono una chimera >>

Al rimase basito. Poi guardando la ragazza attentamente riconobbe quell'armatura impenetrabile.

<< Ma tu sei uguale a Greed!!! >>

La giovane rise vedendo che il suo avversario conosceva il suo attuale padrone. Scrollò semplicemente le spalle e si gettò sul ragazzo che però semplicemente se la diede a gambe levate.

Amy storse il naso, alzò un sopracciglio non avendo afferrato la situazione.

Poi di colpo la sua ira crebbe capendo che l'armatura stava veramente scappando.

<< Ma brutto.. torna subito qui!! >> urlò adirata.

<< Meglio di no >> rispose Al zigzagando fra i banconi del negozio.

<< Non prendermi in giro! Uno grande e grosso come te che scappa!! >>

La giovane saltò sopra un tavolo e aggrappandosi al lussuosissimo lampadario di cristallo piroettò portandosi esattamente davanti ad Alphonse.

Il ragazzo non voleva ferirla ma si vide costretto almeno a farla stare ferma. Schivò un paio di colpi mortali ed afferrò la ladra per il collo della maglietta alzandola verso il soffitto.

Amy provò in tutti i modi a far lasciare la presa ad Al: conficcò entrambe le lame che le uscivano dal polso nel suo braccio di metallo, scalciò contro il suo petto, una volta provò persino a morderlo; ma nulla.

<< Rimettimi subito giù!! >> ordinò infuriata.

<< Non ci penso nemmeno >>

<< Codardo!! Lasciami o io... argh, ti disintegro!! >>

<< smettila di scalciare o finirai per farti male da sola >> l'ammonì l'armatura vedendola decisamente agitata.

Amy era furiosa e la cosa che la mandava più in bestia era che quel tizio stesse cercando in tutti i modi di non farle un graffio. Stava evitando di combattere; che c'entrasse il fatto che era una donna?

Ed ecco che arrivò l'illuminazione.

<< A mali estremi... >> miagolò ghignando << ...estremi rimedi! >>

La ragazza alzò la mano destra e con un taglio netto recise i suoi stessi vestiti liberandosi dalla salda presa dell'alchimista.

La ladra sorrise in segno di vittoria sentendosi di nuovo invincibile.

<< E ora come la mettiamo, eh gigante? >>

Alphonse si era coperto gli occhi e faceva di tutto per non guardarla: figuriamoci ascoltarla!

Amy sbottò adirata.

<< Ma che cavolo stai facendo!?!? >>

<< Mi dispiace!! lo giuro, io non volevo guardare!! >>

Amy rimase basita.

<< Mi stai prendendo per i fondelli non è vero? >>

<< Scusi signorina ladra, non volevo strapparle la maglia.. è stato un'incidente >>

Alla giovane caddero le braccia per lo sconforto.

<< Ma quanti anni hai?!? >> strillò incredula di quello che stava succedendo.

<< Quindici >>

 

xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx   



Edward si rialzò pulendosi la fronte sanguinante con la mancina. Tese l'orecchio in cerca del minimo rumore che rivelasse la posizione dell'homunculus.

Era circa un quarto d'ora che lo picchiava di brutto, eppure era riuscito ad ucciderlo solo un paio di volte.

Ha più vite di un gatto quello la... ” pensò rialzandosi dopo l'ennesima caduta.

Quello era davvero il momento buono per usare il cervello: doveva escogitare qualcosa di veramente efficacie questa volta, o ci avrebbe rimesso la pelle.

Per un secondo pensò a suo fratello, probabilmente anche lui stava combattendo; ma in cuor suo sperava che quella chimera con cui aveva fatto amicizia durante il loro primo incontro con Greed avesse preferito andarsene con i suoi fratelli piuttosto che attaccar briga con Al.

Eppure aveva la spiacevole sensazione che qualcosa era andato storto e non riusciva a concentrasi su nient'altro.

<< Un alchimista di stato come te non dovrebbe distrarsi, sai ? >> ridacchiò Greed colpendolo alle spalle.

Edward cadde a terra con la faccia sul pavimento.

<< Oh.. ma che bambino sbadato che sei, alchimista d'acciaio >>

<< Ti spacco quella facciaccia che ti ritrovi appena mi rimetto in piedi >>

L'homunculus gli fece l'imitazione sorridendo.

<< Ma quanto siamo irascibili, un piccoletto come te non dovrebbe fare tanto il gradasso >>

Ed si alzò con gli occhi infuocati per la rabbia.

<< Chi hai chiamato fagiolino invisibile all'occhio umano?!?!? >>

<< Ma veramente.. >

Greed evitò il colpo di Edward per un soffio, e la sua corazza venne rigata nel suddetto punto d'impatto. L'alchimista non gli dava tregua: un colpo dietro l'altro, senza sosta, come se fosse in preda ad una crisi isterica.

<< Calmati ora!! >> gridò l'homunculus allarmato. << Non vorrai distruggere qualcosa! >>

<< Io distruggo te appena ti prendo!! >> strillò furente prima che il suo pugno d'acciaio si scontrasse contro una colonna della stanza. La colonna, ovviamente si ruppe, un un calcinaccio cadde sulla testa del biondino mandandolo a terra: di nuovo.

Greed trattenne a stento una risata. Quel ragazzino biondo era davvero pazzo, ma qualcosa di esagerato. Bastava fare battute sulla sua altezza ridotta che subito prendeva fuoco.

<< Fermo dove sei, l'edificio è circondato! >> gridò un militare entrando nella sala seguito da una ventina di suoi colleghi in uniforme.

L'homunculus sospirò stanco di essere continuamente perseguitato dai cani dell'esercito.

<< Sempre a sciupare le feste altrui voi altri.. >>

 

xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx   



<< Sta giù >> abbaiò Amy sbattendo con sgarbo l'elmo di Alphonse verso terra. La linea di fuoco passò qualche centimetro sopra le loro teste distruggendo tutto ciò c'era lungo la sua traiettoria.

<< Ma che ti sei portato dietro?!? tutto l'esercito per caso?? >> si lamentò cercando di fare capolino oltre il muro che faceva loro da copertura.

<< Veramente io >>

<< lasciamo perdere... piuttosto ce la fai a starmi dietro ragazzino?? Sai, io ho la pellaccia dura; ma quell'armatura non mi sembra tanto resistente... >> disse esaminandolo bene. <>

Amy si ricordò di colpo di averlo ferito al braccio mentre cercava di liberarsi dalla sua presa.

<< Fammi vedere il braccio >> sentenziò avvicinandosi a lui.

Al ebbe un sussulto; per un instante pensò di scappare di nuovo ma sta volta era seduto a terra e la ragazza lo avrebbe bloccato subito.

<< No.. è tutto apposto, lascia stare! >>

<< Non fare lo stupido, fammi controllare ragazzino!! Non vorrei davvero averti sulla coscienza! >>

<< Ho detto che non serve!! Sto bene >> ripeté Alphonse nascondendo il braccio dietro la schiena.

<< Idiota! Ti ho trapassato l'avambraccio almeno tre volte, non dovresti nemmeno riuscire a … >>

La giovane lo guardò dritto negli occhi con aria confusa.

<< ..a muoverlo >> mormorò accucciandosi fra le gambe dell'armatura. Al si sentiva a disagio nessuno prima d'ora l'aveva studiato così intensamente; molti lo avevano guardato con curiosità, altri con paura ma mai in quel modo.

Amy semplicemente gli posò una mano sulla spalla.

<< Come ti chiami piccolo? >>

Si stupì che la ladra lo stesse trattando come un bambino ma soprattutto lo colpì il fatto che era stata la prima che non aveva fatto domande sul suo aspetto.

<< Alphonse >> rispose rimanendo immobile.

<< Tutto ok, Alphonse? >> domandò posandogli una mano sulla testa.

<< S-si >>

<< bene allora, tu rimani qui, non ti muovere finché non torno ok? >>

<< Ma io.. >> replicò intravedendo un paio di occhi verdi dietro la maschera argentata della ladra.

<< Te l'ho già detto >> mormorò lei alzandosi in piedi << Non voglio averti sulla coscienza, quindi non fare stupidaggini intesi? >>





xXx-xXx


Angolo autrice:

E così termina anche questo quinto capitolo!!

Ringrazio ancora maddy_chan per il suo commento e il suo sostegno che mi mette voglia di continuare a scrivere!! ( lo faccio per te maddy!!!! XDD )

Ho anche cambiato l'introduzione come mi avevi suggerito!! Ora aspetto con ansia il tuo parere!!!

Grazie a tutti quelli che hanno letto la fic!!

un baci8 by Shiida


xXx-xXx


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo sesto: Imprevisti ***


o

Capitolo sesto: Imprevisti

 

 

Amy rivestì il suo corpo con l'armatura di carbonio scuro e si scagliò su un gruppo di militari. Cercava solo di ferirli, non voleva davvero far loro del male: non più del dovuto almeno.

Recise i tendini all'ultimo rimasto che urlando per il dolore cadde a terra in lacrime.

La ragazza gli passò davanti, come se nulla fosse.

Doveva assolutamente trovare Greed; per loro due ormai non rimaneva che scappare, di sicuro i militari li avrebbero seguiti ma l'importante era farli smettere di sparare a raffica in quell'edificio.

<< Sei davvero troppo sentimentale Amy... era davvero necessario accollarsi la vita di un altro ragazzino? >> si lamentò fra se e se stendendo l'ennesimo militare che sbucava da dietro un angolo cercando di ucciderla.

<< Questi sbirri di Central sono davvero peggio delle locuste... >>

<< Greed! >> gridò una voce alle sue spalle. Per poco un oggetto non identificato non le trapassò la testa.

Amy colpì l'aggressore con un montante allo stomaco dandosi il tempo necessario per mettersi in posizione di guardia e vedere con chi aveva a che fare.

<< ma che hanno aperto l'asilo oggi? >> chiese allibita fissando torva il ragazzo biondo davanti a lei.

Edward si scagliò contro di lei senza preavviso ma passò solo vicino alla creatura rivestita dall'armatura nera.

<< La smettiamo con questi colpi a tradimento? >>

L'alchimista mandò a terra la ragazza facendole lo sgambetto e vi saltò sopra bloccandola a terra. Solo in quell'istante realizzò che quello sotto di lui non era proprio Greed, anzi, a dirla tutta non era neanche un uomo.

<< Ma tu sei una femmina!! >>

<< ma dai?? Grazie per l''illuminazione Einstein, davvero, erano anni che cercavo di risolvere questo difficile enigma >> scherzò mentre ribaltava la situazione: le bastò un colpo di addominali per portarsi sopra Edward.

L'alchimista allungò una mano cercando ti toglierle la maschera argentata ma Amy con destrezza gli afferrò il polso.

<< Non al primo appuntamento piccoletto >>

Ed cercò di colpirla con il braccio libero.

<< Chi sarebbe così piccino che non riesce nemmeno a salire i gradini delle scale?!? >>

La ladra,fortunatamente, bloccò prontamente il pugno del ragazzo.

<< ma che hai bevuto?!? io non ho detto niente del genere >>

In effetti il ragazzo aveva l'aria da psicopatico e quel continuo dimenarsi sotto di lei le dava sui nervi. Era davvero una posizione scomoda quella venutasi a creare in quello scontro. Non poteva far forza su di lui senza rischiare di essere scaraventata via e non poteva nemmeno alzarsi tranquillamente se non voleva perdere il vantaggio sull'avversario.

Senza dimenticare che poteva anche sbucare un militare da qualche angolo e spararle addosso; e lei aveva davvero un leggero strato di armatura a proteggerla questa volta.

" cazzo Greed!! Avevi detto un lavoro semplice... "

Edward da parte sua stava impazzendo dalla rabbia: quel vigliacco di Greed se l'era data a gambe sfrecciando come un proiettile fra i militari e lui da bravo idiota l'aveva perso di vista. E ora, come se non bastasse, non poteva scrollarsi di dosso quella ladra senza farle male.

<< Non voglio picchiare una donna >>

<< Che galante >> sbuffò lei cercando di costringerlo a piegare le braccia.

L'alchimista stese gli avambracci facendo vacillare Amy.

<< Non ci pensare nemmeno >>

Non poteva più esitare: le sarebbe bastato un colpo secco per finirlo e andarsene da lì, ma non si sarebbe mai perdonata un gesto simile.

Era di fronte a un bivio e non voleva fare la cosa sbagliata questa volta.

 

xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx

 

Cleo si rigirò nervosamente il ciondolo argentato fra le mani.

Le sembrò strano, innaturale, quel movimento. Erano anni che non se lo toglieva, eppure in quell'istante aveva sentito come la necessita di avere un contatto con quell'amuleto. Anche se era una semplice collanina a forma di cuore, per lei, quell'oggetto era l'unico legame con sua sorella.

La ragazza socchiuse gli occhi color del mare e si strinse al petto il ciondolo.

<< fa che stia bene >> sussurò sperando con tutto il cuore che la sua preghiera, in qualche modo, giungesse sin da Amy.

La porta della camera si spalancò in quello stesso istante.

Un Edward abbastanza imbronciato comparve dalla stanza adiacente.

Cleo scattò in piedi avvicinandosi verso il ragazzo per aiutarlo a sedersi.

<< Non sono messo male quanto sembra >> disse riferendosi allo stato dei suoi vestiti. Il biondo gemette di dolore quando la ragazza gli sfiorò con le dita la ferita che aveva sulla spalla.

<< Te l'avevo detto di andare all'ospedale fratellone >> mormorò Alphonse varcando la soglia della camera da letto del fratello.

Ed riuscì a mala pena a sorridere.

<< Ok, ok.. dopo ci vado, contento? >>

<< ma cosa vi è successo? >> chiese Cleo preoccupata.

<< Imprevisti >> rispose Edward massaggiandosi un ginocchio dolorante.

<< Una miriade di scomodi imprevisti >> ripeté.

Al annuì sommessamente.

<< Mi dispiace >> disse l'armatura << non abbiamo trovato tua sorella >>

Cleo non ci mise molto a rendersi conto di quello che era accaduto e di conseguenza non riuscì a trattenersi. Si chiuse a riccio iniziando a piangere a dirotto. Singhiozzava così forte che i due fratelli ebbero paura che stesse seriamente male.

<< Scusatemi!! >> urlò piangendo. << E' tutta colpa mia, voi... voi siete feriti.. io non avevo nessun diritto a chiedervi di aiutarmi, voi siete stati così gentili ed io.. io non.. no volevo che vi accadesse tutto questo >> biascicò tra un singhiozzo e l'altro.

<< Ma no.. non ti preoccupare!! >> esclamò Alphonse avvicinandosi alla ragazza senza sapere esattamente che fare per calmarla.

<< Noi stiamo benone!! >> ribadì Edward sentendosi in imbarazzo di fronte a quella scena.

Cleo da parte sua, non solo non riusciva a calmarsi, ma più sentiva che i ragazzi si preoccupavano di lei invece che di loro stessi, più piangeva forte.

Ed guardò Al in cerca di un aiuto ma anche il minore non sapeva cosa fare, cosa dire. Fortunatamente qualcuno arrivò proprio in quell'istante per salvare la situazione.

<< Hanno bussato alla porta, vado ad aprire!! >> gridò Al scappando dalla camera.

<< Ehi!! Così non vale! >> borbottò il maggiore sentendosi automaticamente intrappolato.

Il tenente Hawkeye entrò nella casa con una pila di documenti sottobraccio.

<< Il colonnello voleva che voi due stilaste.. ma che cosa sta succedendo? Chi è che piange, Edward? >>

<< No, tenente, è una ragazza... si chiama Cleo e noi abbiamo provato a calmarla ma lei non smette di piangere!! >> spiegò frettolosamente l'armatura.

La donna raggiunse la stanza dell'alchimista d'acciaio e lo trovò piegato a terra che cercava di fare una faccia buffa per far ridere la ragazzina che intanto aveva aumentato il volume del pianto. La bionda si chinò amorevolmente sulla ragazzina abbracciandola forte.

<< Va tutto bene adesso >> disse stringendola a se e facendo segno ai due alchimisti di uscire. I fratelli Elric non se lo fecero ripetere due volte e per sicurezza uscendo dalla stanza chiusero la porta lasciando al tenente la cura di Cleo.

Edward si lasciò scivolare lungo il murò finché non toccò terra.

<< Caspita... che guaio >>

Alphonse abbozzò un sorriso invisibile dei suoi.

<< Greed è un osso duro... >>

<< Non mi riferivo a quello >> rispose il biondo sospirando.

L'armatura guardò torvo il ragazzo seduto sul pavimento.

<< Le ragazze... sono davvero una bella gatta da pelare!! Fortuna che ho un fratello >>

<< Fortuna che Winry non ti può sentire...>>

Ed rabbrividì pensando alla meccanica.

<< Dovresti chiamarla >> riprese il minore dei due.

L'alchimista di stato sbuffò arrossendo lievemente.

<< La chiamo domani ok? >>

<< Tanto non lo farai.. >>

<< e allora perché mi chiedi sempre di chiamarla? >>

Al fece spallucce. << la speranza è l'ultima a morire >>

Ed scosse la testa arrendevolmente e sorrise a mala pena, così che il fratellino non potesse vederlo. In fondo, gli faceva piacere che Alphonse sentisse un così forte legame verso Winry e la nonna. Loro ci sarebbero sempre stati per lui, se avesse avuto bisogno, e questo lo rassicurava.

<< Andiamo dai, accompagnami all'ospedale >>

 

xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx

<< Come stai invecchiando Wrath >> ghignò una donna bellissima mentre i suoi fluenti ricci scuri le carezzavano la pelle nivea del collo. << Non vorrei doverti seppellire prima del dovuto >>

L'uomo che si trovava oltre la pomposa scrivania di mogano scuro sorrise chiudendo l'occhio destro.

<< Come sta andando la ricerca per i sacrifici? >>

La donna si mise entrambe le mani avvolte in dei delicati guanti scuri sui fianchi rotondi.

<< Pensavo che quello fosse compito tuo >>

L'uomo rise incrociando le mani sotto il mento.

<< Eh già! Me lo ero scordato >> rispose ironicamente facendo il finto tonto. << Tu mia cara sei stata assegnata ad incarichi di importanza maggiore... come sorvegliare il portal- >>

La mora lo zittì portandogli maliziosamente un dito sulle labbra. Con uno scatto fulmineo si era portata sulla scrivania e con l'aria di chi la sa lunga aveva sorriso delicatamente vedendo con piacere che l'uomo aveva gradito la vista che gli si poneva davanti.

<< Il padre ha un incarico speciale anche per te Wrath >>

Il comandante supremo rimase sorpreso da quell'intervento.

Lust si leccò sensualmente le carnose labbra rosse.

<< Greed è diventato un problema troppo scomodo: eliminalo >>

xXx-xXx

Angolo Autrice:

Dopo un infinità di tempo.... sono tornata!!!

Scusate se vi ho fatto attendere così tanto ma, beh, diciamo che mi ero presa un ultima vacanza prima della scuola che è ufficialmente iniziata ieri... So che da ora i tempi di aggiornamento saranno più lunghi ma io mi impegnerò nel pubblicare un capitolo a settimana... o quasi!! XD XD

Sono quasi decisa a creare un angolo maddy_chan !! ahahahah a parte gli scherzi, grazie ancora per il tuo splendido commento e sono felice che ti piacciono i personaggi da me creati!! Avrei fatto uno schizzo di Cleo e uno di Amy... ma non so come mostrarteli non avendoli pubblicati in nessun sito.. Sto facendo altri disegni della fic: per la verità ne volevo fare uno o due per ogni avvenimento saliente della storia...

Tu che ne dici??

Aspetto un tuo commento presto!! E lo aspetto anche da rosi33 che ha aggiunto questa fic tra le seguite!!! Grazie rosiiiiiiiiii!!!

Un bacione ad entrambe e a chi legge la fiction!!!!

xXx-xXx

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo settimo: Ricordi lontani ***


o

Capitolo settimo: Ricordi lontani

 



<< Capo!! >> gridò Roa vedendo Greed barcollare fino all'entrata del loro rifugio segreto.

<< Tutto bene? >> chiese Martel pronta a far appoggiare l'homunculus sulla sua spalla; ma quello sgarbatamente la spinse via.

<< una favola >> rispose dirigendosi con il suo solito sorriso sornione verso la sua stanza. La chimera roteò gli occhi stufa di quel comportamento decisamente troppo egocentrico. Era ovvio che il loro piccolo mondo girasse intorno a lui, ma non per questo tutto gli era dovuto. Avrebbe gradito, ogni tanto, un segno di gratitudine. Poi pensava che i suoi ragionamenti da sciocca potevano anche andare a farsi fottere perché quello, che le sembrava tanto un uomo, era l'avidità ricoperta di carne e vestiti di pelle.

<< E a me una mano non la da nessuno? >> si lamentò Amy senza però far scomparire il sorrisetto tirato che aveva sul volto. La ragazza si appoggiò sulla schiena di Roa mentre Dolcetto le dava una mano ad issarsi sull'omone tutto muscoli.

Le tre chimere varcarono la sala principale del covo piena di altre creature loro simili e uomini poco raccomandabili in religioso silenzio.

Amy si sentì gli occhi di tutti puntati a dosso: c'era una sacco di gente che aspettava da moltissimo tempo che lei cadesse. Il suo stomaco ebbe un sussulto che la costrinse nascondere il proprio viso nella schiena di Roa. Il suo orgoglio non si era mai fatto sentire così intensamente infuriato e tutto ciò rendeva la sconfitta ancora più bruciante.

<< bene, bene... anche sua maestà Amelia SilverSkin è mortale come noi! >> ridacchiò Rhino mettendosi di fronte al gruppo.

<< Non è giornata Rhino >> mormorò Roa cercando semplicemente di girare intorno a lui; ma la chimera lo afferrò per un polso e lo fermò di colpo.

<< Se fossi in te lascerei perdere >>esclamò Dolcetto appoggiandosi sul braccio del mezzo leone. << fatti un giro invece di romperci le palle >>

L'attaccabrighe rise di gusto mentre un paio di altri suoi colleghi lo raggiunsero.

<< Non credere che sia l'unico che vorrebbe vedere come si sente la principessa e magari... beh, aiutarla come si deve >>

A Dolcetto si rizzarono tutti i peli dietro la schiena e sentì la rabbia crescere in un solo istante.

<< Brutto bastardo >> ringhiò estraendo la katana dalla guaina.

<< Dolcetto >> gridò Amy lasciandosi scivolare a terra. La chimera la guardò con aria caritatevole ma la ragazza non lo degnò neanche di uno sguardo. Si mise di fronte al mezzo rinoceronte e con i suoi occhi cristallini folgorò l'uomo con tutta la rabbia che si portava dentro.

<< eccomi >> sussurrò maliziosamente mostrandogli i palmi squarciati e sanguinati. Rhino rimase di stucco quando vide cosa la ragazza aveva fatto: un brivido di terrore lo invase quando lo sfiorò il semplice pensiero che tutto il suo bel discorsino da padrone del mondo poteva averla fatta seriamente infuriare questa volta.

<< Tu sei pazza >> tossì allontanandosi a scatti.

Amy sorrise, con un sorriso malato che non s'addiceva al suo viso ancora giovane e pur sempre innocente. Le chimere si allontanarono dall'alchimista e le lasciarono libero il passaggio verso i suoi alloggi. Amy a testa alta varcò quella soglia mentre il suo orgoglio finalmente si sentiva soddisfatto.

Martel chiuse la porta dietro di lei e si sedette a terra proprio di fronte alla ragazza dai capelli blu. Le pulì il viso, sporco di sangue e polvere, con le mani e le fece segno di mostrarle le mani.

Quando gli occhi di Dolcetto incrociarono i palmi dell'amica fu costretto a mordersi le labbra per non parlare.

<< Era proprio necessario >> chiese Roa sedendosi sul letto e posando sul comodino la bacinella d'acqua e le garze che aveva reperito in una dispensa lì vicina.

<< No che non era necessario!! >> sbottò Martel cercando di disinfettare prima le ferite. << E' solo che le piace strafare! >>

Amy sorrise lievemente sentendosi al centro delle attenzioni di tutti.

<< Sei una stupida! Il tuo corpo non è quello del padrone, mettitelo in quella zucca dura!! Tu non sei immortale >>

<< Avevo bisogno di una lama bella consistente >> spiegò lei con voce sommessa << L'unica cosa che mi è venuta in mente in quell'istante è stato creare un prolungamento dell'osso >>

Martel rimase a testa china preoccupandosi di afferrare ago e filo per suturare le ferite.

<< Per fare una lama con la mano avrei dovuto usare troppo carbonio e il mio pugno sarebbe stato così pesante che sarei riuscito a muoverlo a malapena... >>

<< potevi scappare >> tossì Dolcetto voltando la testa di lato per non incrociare lo sguardo con Amy.

La ragazza sorrise tristemente.

<< Potevo, ma non l'ho fatto: la prossima volta saprò fare la scelta più giusta >>

<< E se non ci fosse una prossima volta?! >> esclamò Martel sentendosi improvvisamente investita di un'autorità tale da renderla maestra di vita della ragazza.

Amy socchiuse gli occhi mentre le tornavano alla mente immagini, pensieri e ricordi dolorosi del suo passato.

<< Pagherò le conseguenze dei miei errori >>

 

xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx


<< Muoviti Cleo >> esclamò Amy annoiata.

La bambina corse a perdifiato fino a che non raggiunse l'ombra della sorella.

Amy era il suo modello per tutto, la sua unica famiglia e la sua più fidata amica. Tutto di lei era perfetto: i suoi lunghi capelli blu raccolti in due trecce gemelle; la sua aria da leader, il suo sorriso contagioso, persino quelle lentiggini che le davano un'aria da furbetta e da maschiaccio.

La ragazza, da parte sua, adorava essere adulata dalla sorellina e per questo spesso e volentieri la lasciva fare quando cercava di imitarla nei gesti più banali.

Cleo respirava affannosamente mentre ricurva su se stessa si appoggiava sui ginocchi con le mani per riprendere fiato.

<< allora? >> chiese la maggiore.

La piccola la guardò in modo interrogativo.

<< hai deciso di farti crescere i capelli? >> affermò notando come il suo caschetto si stesse trasformando in un'altra acconciatura.

<< si! >> squittì Cleo sorridendo. << Mi piacciono i capelli lunghi, mi fanno sentire come una principessa! >>

Amy rise di gusto.

<< Una principessa dici? >> ripeté raggiante << non avevo mai pensato ad una cosa del genere >>

Cleo scorse la sorella soffermarsi a riflettere sulla sua precedente affermazione con serietà.

<< Ti piacerebbe essere una principessa Cleo? >>

La bambina rimase di stucco non aspettandosi una simile domanda.

<< Beh, io non saprei >> balbettò arrossendo lievemente << Insomma, credo di si, mi piacerebbe >>

Amy sorrise prima di raccogliersi i capelli e nasconderli dentro il cappuccio della giacca. La ragazzina si inginocchiò di fronte alla sorellina e le prese la mano con fare giocoso.

<< Dovrò trovarti un principe che ti sposi allora >>

Cleo divenne rossa come un peperone e si allontanò dalla maggiore sentendosi un po' presa in giro.

<< Pensa per te!! Tu sei più grande, sei tu che dovresti trovarti un ragazzo! Non io!! >>

Amy non riusciva a smettere di ridere. Vedere la sua piccola pacata e timida sorellina in quell'atteggiamento combattivo era davvero una cosa rara.

<< A me non interessano i fidanzati ora >>

<< Ma se hai quattordici anni? >>

<< E allora? Ho tutto il tempo che voglio no? >>

Cleo sbuffò. << Sei strana, tutte le ragazze come te, in città sembrano non volere altro: trovare un principe che le porti con lui in una terra lontana sembra essere il loro più grande sogno >>

<< E' questo il tuo sogno Cleo? >> chiese la maggiore con aria dolce.

La bambina ci pensò un attimo e poi rispose.

<< Si, vorrei trovare un principe che mi ami e che mi protegga come un tesoro prezioso >>

<< per questo basto io >> commentò sarcasticamente Amy.

<< Sciocca >>

La ragazza ridacchiò fra se e se.

<< Ed il tuo sogno qual'è Amy? >>

La maggiore sorrise facendo l'occhiolino a Cleo.

<< E' un segreto!! Te lo dirò quando sei più grande >>

 

xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx



Cleo aprì la porta della camera strofinandosi un ultima volta gli occhi con il dorso della mano.

La donna che l'aveva consolata se ne era andata già da un oretta e lei era rimasta da sola in quella casa.

Per un secondo la aveva sfiorata l'idea di andarsene e lasciare qui due ragazzi tanto gentili alla loro vita. Lei era davvero un peso per tutti quelli a cui aveva mai voluto bene: persino sua sorella, a suo modo, l'aveva abbandonata.

<< Che stupida che sei >> mormorò dolcemente una voce alle sue spalle. La giovane ladra con la maschera argentata era entrata dalla finestra della camera così silenziosamente che la ragazzina non l'aveva nemmeno sentita.

Cleo rimase così, a boccheggiare, con gli occhi fissi sulla figura di Amy.

<< Non mi aspettavo che fossi così impulsiva Cleo >> continuò quella rivelando il suo volto alla sorella.

<< Amy >> riuscì a borbottare lei prima che una lacrima solitaria le rigasse il viso angelico.

<< Ti avevo detto di lasciar perdere, ti ricordi? >>

Ma Cleo non riusciva rispondere tanta era l'emozione che provava in quell'istante. Sentiva le gambe tremargli e il cervello andare lentamente in tilt. Tutto ciò che aveva desiderato per tutto quel tempo era lì davanti ai suoi occhi: come una sorpresa a Natale, come la risposta ad una preghiera. Non sapeva più cosa fare, se piangere o ridere.

Amy storse il naso confusa da quel silenzio.

<< tutto bene? >>

La minore in tutta risposta allungò la mano per sfiorare quella della sorella. Ne constatò la consistenza, ne assaporò il calore e poi sorrise.

<< Sei vera? >>

<< Ma certo che sono vera >>

Cleo si gettò contro il petto di Amy piangendo per la felicità e l'alchimista la strinse a se goffamente. Ovviamente anche a lei era mancata la sorellina, le era mancata come l'ossigeno, come se le fosse stata strappata una parte di se; ma aveva preferito tenersi a distanza in questi anni. Per non soffrire, per non commettere gesti avventati che avrebbero compromesso la vita di entrambe.

<< Mi sei mancata così tanto >> pianse Celo stringendosi contro il corpo forte della sorella.

<< Anche tu piccola >> rispose amorevolmente lei carezzandole la testa.

<< Anche se ormai non sei più tanto piccola >> riprese mostrandole un mezzo sorriso.

Cleo si asciugò le lacrime rapidamente e si allontanò da Amy quanto bastava per poterla vedere.

<< I tuoi capelli!! >> quasi gridò la ragazzina.

Amy si toccò la testa impaurita e poi si accorse che quell'esclamazione era riferita principalmente al taglio.

<< L'ho fatto per comodità >> sentenziò lei massaggiandosi la nuca.

Cleo notò che tutto il corpo della sorella era cambiato. Era diversa dalla ragazzina che ricordava: soprattutto il viso. Gli occhi erano meno brillanti e l'espressione matura, così seria e distante da quella giocosa che era ancora impressa nei suoi ricordi.

<< Capita >> mormorò la maggiore.

Cleo la guardò torva non capendo quell'affermazione.

<< Capita crescendo >> spiegò lei << capita che si cambi; sono passati quasi quattro anni da quando ci siamo separate >>

<< Ero solo una bambina, ma ti ricordavo diversa >> rispose Cleo arrossendo ritenendo le sue parole un poco offensive.

<< Ed io pure: ma tu sei la stessa Cleo dei miei ricordi, la mia principessa >>

Cleo arrossì vistosamente ricordando quell'appellativo affibbiatogli dalla sorella. Amy rise di gusto notando il rossore della sorellina.

<< Beh, è stato... bello >> esclamò saltando sul cornicione della finestra.

<< Cosa?!? Dove vai? >>

Amy le rivolse uno sguardo mesto.

<< No!! >> gridò Cleo sentendo di nuovo i suoi occhi umidi.

<< Mi dispiace >>

<< Resta qui! Non ti verranno a cercare!! oppure potremmo fuggire lontano!! Non serve che tu torni! >>

<< Invece è necessario >>

<< perché, dimmi il perché!! >>

<< Ho fatto un patto >>

<< Ed il nostro di patto?? Quello non conta?? >> strillò mentre le lacrime iniziavano a scendere copiose lungo le guance rosate.

Amy girò al testa tagliando il contatto visivo con gli occhi della sorella.

Era tutto così doloroso che non riusciva nemmeno a respirare. Ma doveva fare di tutto per rimane lucida, per non farsi trasportare dal cuore.

Non ti è concesso, non più ” le ricordò una voce dentro la sua testa.

<< Ciao Cleo >> disse saltando giù dalla finestra e sparendo come un'ombra, come chi non ha la forza di voltarsi.


 

 

 

xXx-xXx


Angolo autrice:

E anche questo capitolo è concluso!!! Lo so che è un po' triste la fine ma... don't worried! Bene, passiamo subito alle cose serie: dal capitolo inserirò ( probabilmente) un link per vedere gli schizzi che ho realizzato.. sempre che lo scanner collabori!! -___-”

Volevo ringraziare, ancora, chi legge la fic e soprattutto chi la commenta!!!

quindi:

Grazie a Jeannina Live 4ever per il suo commento, sono felice che tu trovi bella la mia storia e soprattutto grazie per averla aggiunta tra i preferiti!!!

Grazie a maddy_chan che ormai siamo in confidenza e sono, beh, felice in un certo senso del fatto di averti sorpresa con lo scorso capitolo!! ( vuol dire che la storia non è scontata!!) Spero di non diventare mai noiosa o scontata!!! Quindi aspettati molti colpi di scena!!!! ^^

Grazie a rosi33, sono onorata, sul serio, così mi fai sentire importante!!! e te lo giuro che non mi perderò mai d'animo se voi continuerete a sostenermi così!!!

Grazie anche a nameChan124smile per aver aggiunto la storia fra le seguite!! Mi aspetto anche un tuo commentino allora!!!

Grazie a tutti, davvero, ve lo meritate!!!


Un bacio by Shiida


xXx-xXx

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo ottavo: Sequestrato, di nuovo ***


o

Capitolo ottavo: Sequestrato, di nuovo.


 

 

<< Si sente bene? >>

Fu la voce dell'infermiera a riportarlo sulla terra.

Alphonse chinò la testa verso il basso e scuotendo le mani in modo frenetico rassicurò la donna.

Era strano per lui sentirsi in quel modo. Non che fosse una cosa poco piacevole, anzi, lo era davvero molto però era anche strana.

Molto strana.

Scosse la testa cercando di pensare ad altro, ma sembrava impossibile.

Decise di tornare da Edward; a quest'ora dovevano aver finito di visitarlo.

L'avevano messo in una camera che sembrava più uno sgabuzzino che altro.

<< Finalmente sei tornato a prendermi! >> sbottò l'alchimista riconoscendo il rumore dei passi del fratello.

<< Veramente sono venuto a vedere come stavi >>

<< Sto bene >>

<< ne sei sicuro? >>

<< certo, ma per sicurezza resterò qui fino all'orario della cena >>

<< Sei sempre il solito >> lo sgridò il minore sedendosi sul bordo del letto.

Ed sorrise prima di afferrare il laccio per capelli posto sul comodino alla sua destra.

<< piuttosto, dove eri? >>

<< Chi io? >> chiese Al colto alla sprovvista.

<< e chi sennò? >>

<< Ero in giro >>

<< A fare che? >>

<< pensavo >>

Con il laccio ancora in bocca e le mani fra i capelli Edward finalmente notò l'aria assente del fratello. In effetti l'aveva visto un po' strano ma egoisticamente non se ne era curato. Non era un genio, ma aveva intuito che qualcosa era successo alla gioielleria.

<< Cosa è successo? >>

Al si sentì improvvisamente scoperto e allo stesso tempo minacciato dalla domanda del fratello.

<< niente >> gracchiò rimanendo sulla difensiva.

L'alchimista di stato alzò un sopracciglio poco convinto di quella risposta evasiva.

<< Che fai, mi tieni i segreti Al? >>

<< Non è un segreto! >>

<< E allora dimmelo >>

<< no >>

<< no? >>

<< Non è niente di importante >>

<< tutto il contrario >> esclamò Edward << ora mi sono incuriosito! >>

<< Tu rideresti fratellone >>

<< Ho mai riso di te? >>

<< sempre >> rispose l'armatura.

<< beh, questa volta non riderò >> lo assicurò il biondo assumendo un espressione seria che non gli s'addiceva per niente.

<< promesso? >>

<< Me lo dici o no? >>

<< Ecco >> iniziò fissando lo sguardo sul pavimento. << Alla gioielleria c'era una ladra con una maschera... >>

<< Ma quale quella orribile assassina chimera uguale a Greed? >>

<< Non era una chimera e tanto meno orribile e assassina!! >> lo riprese il minore scioccato ancora una volta dalla capacità del fratello di alterare la realtà secondo il suo personale punto di vista. << Stavamo combattendo ma quando ha saputo che ero un ragazzino si è preoccupata per me >>

Ed sbuffò. Suo fratello sapeva essere davvero ingenuo a volte.

<< era un modo per farti abbassare la guardia >>

<< non è vero! E' stata gentile e non ha chiesto niente a riguardo del mio corpo >>

Edward rimase impietrito.

<< ha visto il sigillo? >>

<< No >> chiarì il ragazzo << Ma ha capito che c'era qualcosa in me che non era proprio normale, ha cercato di proteggermi >>

L'alchimista storse il naso non capendo come mai suo fratello stesse prendendo le difese di quella ladra: a meno che..

La risposta gli fu chiara, come un fulmine a ciel sereno; non c'erano altre spiegazioni plausibili.

<< Al, dimmi che non ti sei preso una cotta per quella chimera! >>

<< Non è una chimera! E comunque non mi sono preso un bel niente >> replicò stando tutto sulle sue come se il fratello avesse scoperto la cosa più imbarazzante della sua vita privata.

<< A cercato di staccarmi la testa lo sai? >>

<< Scommetto che tu hai ricambiato la cortesia >>

<< E' ovvio! E ti ricordo che dovresti essere dalla mia parte, fratellino >>

Al scosse la testa arrendevolmente << io sono sempre dalla tua parte >>

Ed finì di farsi la treccia con gli occhi chiusi e si lasciò cadere con la testa sul cuscino di piume della brandina su cui se ne stava seduto.

<< Non sembrava nemmeno una femmina >> borbottò il biondo.

Al arrossì di colpo ripensando al quando la ragazza si era strappata la maglia per liberarsi dalla sua presa. Gli venne naturale cercare di sovrapporre quel ricordo con qualcosa di più pudico come la sensazione che aveva provato quando gli aveva sfiorato l'elmo con la mano.

Era stato piacevole: come se fosse riuscito a sentire il suo calore.

<< stai ancora fantasticando su quella la? >>

<< Uhm.. no >> mormorò cercando di non farsi scoprire di nuovo.

Ed non riusciva proprio a capire suo fratello; d'altra parte quella ragazza era riuscita solo a dargli sui nervi. Poteva ancora sentire la sua voce saputella prenderlo per i fondelli.

<< Ti dispiace se torno a casa? >>

<< perché? >>

<< Verrei vedere come sta Cleo >>

<< Ah!! me ne ero scordato!! >>

<< Sei pessimo fratellone!! >>

 

xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx    xXx   



Amy si strinse addosso la felpa scura che le arrivava fino a metà coscia. Aveva fatto la cosa giusta, non doveva pentirsene, non doveva avere rimorsi. Doveva solo andare avanti, come sempre.

Cleo sarebbe stata bene ed era l'unica cosa che le importava veramente.

<< Se solo tu potessi vedermi adesso... probabilmente saresti fiero della tua allieva >> mormorò verso il cielo.



Girò l'angolo accorgendosi solo all'ultimo secondo dell'ombra che la seguiva. Tornò sui suoi passi pronta al peggio ma si trovò davanti solo un gigante di metallo a lei familiare.

<< Che fai, mi segui ragazzino? >> domandò lievemente scocciata.

Alphonse alzò i palmi pronto a dare una spiegazione completamente diversa da quella che la ragazza si aspettava.

<< No, beh.. ma era solo per ringraziarla >> esclamò senza nemmeno prendere fiato tra una parola e l'altra. In effetti aveva solo scorto la sua sagoma mentre dall'ospedale si dirigeva verso casa.

<< Insomma lei mi ha aiutato alla gioielleria >>

<< ha anche cercato di farti fuori >>

Al si grattò la nuca non sapendo come replicare. Forse aveva sbagliato a seguirla e raggiungerla: lei apparteneva ad un altro mondo, lei, avrebbe detto suo fratello, era il nemico.

<< Non dovresti parlare con me; sai, io sono quello che si dice una cattiva compagnia >> scherzò Amy mostrando un mezzo sorriso verso il ragazzo.

<< Però è stata gentile con me >>

E Alphonse non riusciva proprio a sentirsi intimorito dalla giovane.

<< E' stato un caso >> smentì lei restando fredda << potrebbe non ricapitare; e ora gira a largo >>

La ladra gli girò le spalle procedendo spedita verso la sua metà.

<< Aspetti!! >>

Alphonse la raggiunse nuovamente cercando di non essere invadente: non voleva di certo farla arrabbiare.

<< Volevo chiederle un'altra cosa >>

<< sbaglio ho ti avevo detto di andartene? >>

<< Si, ma è importante >>

<< Non restituirò quello che ho rubato >> sentenziò secca rivolgendogli un'occhiata acida.

<< Non è quello >> balbettò lui cercando di essere il più cortese possibile.

Amy lo guardò sottecchi, dal basso verso l'alto, non capendo cosa potesse volere quel ragazzino da lei. Era buono, lo aveva capito, forse inconsciamente stava cercando di salvarla. Le venne da ridere, era la prima volta che s'imbatteva in un buon samaritano.

<< Sentiamo >> azzardò facendo spallucce.

<< Sto cercando una persona >>

<< auguri >> sospirò aumentando il passo e lasciando l'armatura di nuovo indietro.

<< Aspetti!! >> Ripeté Al raggiungendola.

<< Smettila di darmi del lei >> lo rimproverò in maniera giocosa fermandosi di scatto << è odioso, non sono tanto più grande di te >>

Le guance dell'alchimista presero invisibilmente colore bloccandogli le facoltà intellettive per pochi secondi.

<< Senti ragazzino >>

<< Alphonse >> mormorò lui interrompendo Amy << Mi chiamo Alphonse >>

<< Senti Alphonse, tu hai preso un bel granchio, io quella cattiva ai presente? Io sto con Greed: io, di norma, con le persone non ci parlo, le faccio fuori >> cercò di fargli capire.

Ma ormai era tardi, era la prima impressione a categorizzarti, ed Amy lo sapeva piuttosto bene. Era stata colpa sua se aveva dato un' eccessiva buona impressione a quell'armatura ed ora ne stava pagando le conseguenze.

<< ho capito >> pigolò lui arrendendosi all'evidenza.

<< bene >>

<< ma devo comunque chiederti una cosa >>

Amy sbuffò colpendosi la fronte con il palmo aperto.

<< prima che mi arrabbia sul serio, chiedimi questa cosa e facciamola finita! Sono in ritardo >>

<< Sto cercando una ragazza, in verità non sono io che la cerco >>

<< Sisi, taglia corto >>

<< E' prigioniera di Greed, quindi pensavo che tu, potessi conoscerla >>

La ragazza alzò un sopracciglio, inconsapevole quella persona era proprio lei.

<< Greed non ha prigionieri, le uniche donne al suo seguito sono chimere oppure putt... beh >> si zittì di colpo ricordandosi che Alphonse era più giovane di quanto potesse sembrare dall'aspetto << nessuna di loro è prigioniera >>

<< Forse la tiene nascosta >>

<< Non credo, da quanto tempo sarebbe stata rapita questa ragazza? >>

<< Quasi quattro anni >> spiegò l'armatura.

Amy scosse la testa saccentemente.

<< E' impossibile, mi sarei accorta di lei, ti devi essere sbagliato >>

<< No, sono sicuro! >>

<< Ascoltami Alphonse, io conosco Greed, conosco i suoi tirapiedi, conosco il loro mondo, so di per certo che non c'è nessuna ragazza tenuta prigioniera >>

<< eccoti qua! >> esclamò una voce alle sue spalle facendola voltare di scatto.

<< Roa, ragazzi, che ci fate qui? >> tossì sorpresa di vederli tutti riuniti.

<< Che ci fai tu qui >> la corresse Dolcetto << Dovevi tornare alla basa almeno on ora fa >>

<< Sono stata trattenuta >> tagliò corto cercando di far allontanare i compagni da Alphonse il più in fretta possibile.

<< Meglio così >> ridacchiò Martel puntando i suoi brillanti occhi verdi sull'armatura. << Ci hai risparmiato la rogna di cercare il ragazzo >>

<< Greed ha ordinato di portarlo con noi, vivo >> spiegò Roa mettendosi in posizione di attacco. Al indietreggiò ricordandosi il suo ultimo incontro con le chimere. Era già stato sequestrato da Greed, poiché l'homunculus era interessato al suo corpo immortale; ma fortunatamente sia la maestra Izumi che Ed lo avevano liberato e Greed e company si erano dati alla fuga.

<< Questa volta sono preparato, vi conosco e conosco le vostre abilità, non mi farò sorprendere! >> esclamò mettendosi in guardia.

<< in effetti il ragazzo a ragione >> ridacchiò Dolcetto << A parte per un piccolo dettaglio >>

Al guardò la chimera interrogativamente.

<< Non conosci lei >> rispose indicando Amy che se ne era stata zitta tutto il tempo.

La ragazza alzò lo sguardo ed Alphonse colse per un secondo il dissidio interiore che stava infuriando dentro di lei. Ma dalle sue labbra, dal suo corpo uscì solo una freddezza meccanica.

<< Seguici di tua spontanea volontà o dovrò costringerti con le maniere forti >>

 

xXx-xXx




Angolo autrice:


Scusate tanto ma sono veramente di fretta, questa settimana è stata durissima, mi si sono accavallati troppi impegni!! Quindi mi limito a postare e a fare un ringraziamento generale: grazie a chi ha aggiunto questa fic tra le preferite/seguite e grazie per i due splendidi commenti!!! Vi ringrazierò meglio nel prossimo capitolo, promesso!!

Alla prossima settimana!! Un bacione

 

xXx-xXx

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=392242