L' incubo di Jenna

di Alaska_1925
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un Nuovo Ricatto ***
Capitolo 2: *** Un Aiuto Inaspettato ***
Capitolo 3: *** Un' Ombra ti Segue ***
Capitolo 4: *** L' amore di una Famiglia ***



Capitolo 1
*** Un Nuovo Ricatto ***


TITOLO: L' INCUBO DI JENNA

 

Da quando quel branco di lupi ha attaccato la città di Nome, per Jenna è cominciato un vero e proprio incubo che giorno dopo giorno l' ha trascinata in un baratro di disperazione e sensi di colpa.
Leggendo la storia, suddivisa in capitoli capirete come Jenna ha affrontato la sua terribile situazione a contatto con la sua famiglia ed alcuni nuovi amici, fino a quando Balto non ha deciso di fare qualcosa per lei che mai avrebbe pensato fosse in grado di fare...

 

CAPITOLO 1: UN NUOVO RICATTO

 

NOTA: Questo mio primo racconto si colloca circa 1 anno e 9 mesi dopo il primo film di Balto, Aleu non se né mai andata, perchè nel frattempo è accaduto qualcosa di terribile a Nome...

 

  1. LA VERITA'

 

Ormai il sole stava scomparendo dietro l' orizzonte oltre le montagne, i tre fratelli giocavano nella neve, rincorrendosi e abbaiando tra di loro. Jenna e Balto li guardavano dalla barca arenata sulla spiaggia, la dimora del cane lupo ormai da tempo diventato un' eroe in città dopo avere salvato la vita a molti bambini durante quel terribile inverno di circa 2 anni prima.

Balto sospirò << Jenna, è arrivato il momento, dovremmo dirglielo... >>

Jenna sospirò guardando Kody e Aleu correre nella prima neve della stagione, inseguiti dal loro fratello più piccolo, Axel.

<< Non so se ce la farò, quei pensieri non se ne sono mai andati completamente...>>

Balto la guardò con dolcezza mista a preoccupazione, voleva disperatamente che si riprendesse da ciò che aveva subito solo pochi mesi prima, anche se stava molto meglio Jenna non negava che quei ricordi non se ne sarebbero mai andati.

<< Se vuoi vado io, ma devi promettermi di stare tranquilla >> Balto sapeva che quella era una richiesta assurda, Jenna tremava ancora per ciò che aveva subito, anche se ciò gli aveva consentito di salvare la vita e la mente di sua figlia Aleu. I due fratelli più grandi sapevano cos' era successo alla loro madre, ma Axel non poteva ricordare, essendo nato solo molti giorni dopo.

Axel aveva cominciato a rotolarsi sulla neve seguito dai due fratelli, il suo manto grigio e bianco si mescolava con la fredda neve e bagnava la sua pelliccia.

Dopo un istante Jenna fece capire a Balto che sarebbe rimasta, il cane lupo chiamò i suoi figli all' interno della gabina, facendo mettere suo figlio Axel davanti a lui e Jenna.

Axel capì che stavano per parlare a lui. << Cosa c'è, ho fatto qualcosa di sbagliato? >>

Kody e Aleu rimasero in silenzio, sapevano cosa stava per accadere, sapevano che quel momento sarebbe arrivato. Balto voleva sua figlia Aleu con lui in questo processo, era una vittima, proprio come la sua compagna.

Balto cominciò a parlare << Axel, ascolta attentamente ciò che sto per dirti... >>

Axel deglutì, non aveva mai visto suo padre così serio, dopo una pausa Balto continuò.

<< Noi non te lo abbiamo mai detto, ma avrai sentito parlare di ciò che è successo in città circa 10 mesi fa >>

Si, lo aveva sentito. Un branco di lupi erano usciti di notte dalla foresta, attaccando i cani e gli umani, cercavano cibo e femmine in calore.

<< Si papà, lo so, anche se non vado molto spesso in città, so cosa è accaduto >>

Axel era un mezzo lupo, proprio come suo padre e sua sorella, gli piaceva la città, ma era intimorito dagli umani, nella sua parte di lupo sentiva che non poteva fidarsi.

Balto continuò << Il branco di lupi ha attaccato la città in piena notte, io ero fuori con Kody, eravamo molto lontani perchè avevamo deciso di fare una lunga passeggiata in riva al mare e non saremmo tornati prima di due giorni >>

Axel cercava di capire cosa stesse per dirgli, cosa centrava il branco di lupi che aveva attaccato la città 10 mesi prima.

<< Quando i lupi hanno attaccato, hanno raziato la città uccidento molti cani e alcuni umani, e quando sono arrivati accanto alla casa di tua madre sono entrati, fortunatamente non hanno potuto accedere all' interno della casa, ma sono riusciti a penetrare dove tua madre e tua sorella dormivano... Aleu aveva deciso di passare la notte con lei >>

Axel notò che sua madre aveva iniziato a singhiozzare, Kody gli si mosse vicino, il giovane cane lupo sentiva salire piano piano uno stato di ansia, cos' era successo quella notte.

<< Hanno attaccato Aleu atterrandola, volevano portarla con loro nella foresta per, beh “usarla”, ma tua madre è riuscita a convincerli a prenderla al suo posto >>

Axel era confuso, non aveva mai sentito questa parte della storia, guardò sua madre singhiozzare e capì che il peggio doveva ancora arrivare.

<< Papà, cos' è successo >>

Balto proseguì << Quando io e Kody siamo tornati in città e abbiamo capito cos' era accaduto, io e Aleu abbiamo cominciato a cercarla e poco dopo abbiamo trovato un branco di lupi disposto ad aiutarci >>

Axel aveva capito che suo padre stava saltando un pezzo della storia, perchè lo faceva, da cosa voleva proteggerlo, ormai aveva capito che a sua madre era accaduto qualcosa di terribile, ma non capiva perchè suo padre non gli dicesse tutto per filo e per segno.

<< Balto >> ansimò Jenna << Digli tutto, sarà più facile >>

<< O più difficile >> pensò Balto. Non sapeva realmente come comportarsi in quella situazione.

Axel aveva cominciato ad essere nervoso, vedeva sua madre piangere in silenzio, mentre suo fratello gli leccava teneramente la testa.

Balto prese un respiro profondo, Aleu rimaneva in silenzio.

<< Tua madre è stata portata nel loro territorio, molto lontano da qui, avevano altre cagne e lupe rapite da città e foreste nei dintorni e per 18 giorni l' hanno... >> Balto deglutì più forte

<< ...l' hanno violentata e picchiata, da soli e in gruppo >>

Jenna cominciò a piangere copiosamente, le lacrime che uscivano dai suoi occhi gli bagnavano la faccia, cadendo a terra e sul pavimento di legno della barca, si era promessa di essere forte, ma non poteva, non dopo ciò che aveva subito, la sua mente era completamente a pezzi.

Axel spalancò gli occhi << Cosa? >> Ringhiò.

<< Devi capire che dopo una violenza così lunga, soprattutto per una femmina in calore è impossibile evitare di avere dei cuccioli, l' abbiamo trovata con il ventre già gonfio >>

Axel ascoltava incredulo, aveva cominciato a tremare, la sua mente sapeva cosa stava per dirgli suo padre, ma una parte di lui ricacciava tutto ciò.

Balto rimase in silenzio per un po', Axel aveva chinato la testa e cominciato a piangere << Papà dimmi tutto, ti prego >> Balto continuò << Siamo riusciti a portarla nel territorio del branco che ci aveva aiutati a rintracciarla, e dopo molto tempo tua madre ha partorito, il branco non accettava di avere attaccato un altro branco per salvare un' estranea, Aleu... >>

Balto si bloccò, non poteva, non voleva dire altro << Il capobranco ha ordinato che a causa delle perdite subite i cuccioli di Jenna sarebbero dovuti rimanere con loro, ad eccezione di uno, tu >>

Ormai l' aveva capito, non poteva più negarlo a se stesso, sentiva sua madre piangere nel silenzio insolito che c' era fuori dalla barca, indietreggiò trovando la parete della cabina del peschereccio che gli impediva di andare oltre.

<< E' stata tua madre a sceglierti >>

Axel non riusciva più a contenere i suoi pensieri, non sapeva se guardare suo padre e sua madre, suo fratello e sua sorella. Suo padre... non era...

Scattò in avanti quasi travolgendo Balto ed uscì velocemente dalla cabina correndo verso la foresta, Aleu si gettò al suo inseguimento.

Balto fece segno a Kody di restare con sua madre, ma non si mosse dalla sua posizione, Aleu aveva ancora qualcosa da dirgli, ed anche se non completamente, era comunque sua sorella. Sentì che Axel si sarebbe fidato di più.

Il cane lupo corse all' interno della foresta entrando in una piccola caverna dove aveva adagiato una vecchia coperta ed iniziò a piangere, pochi istanti dopo Aleu apparve alle sue spalle.

<< Fratello... >> La voce gli uscì spezzata. << Non sono tuo fratello! >> Axel gli ringhiò rabbiosamente prima di girarsi verso di lei ed attaccarla. Aleu fu colta di sorpresa da questa reazione, sentì i denti di Axel affondare in una delle sue spalle facendogli uscire dalla bocca un lieve gemito, fortunatamente mollò subito la presa ed Aleù indietreggiò di qualche metro. Axel vide alcuni rivoli di sangue uscire dalla spalla di sua sorella, non sapeva perchè lo aveva fatto, ma non voleva scusarsi.

<< Axel, siamo della stessa madre, siamo fratelli, che ti piaccia o no >>

<< Fratelli? Fratelli? >> Axel ringhiò di nuovo << Tu cosa hai fatto per evitare tutto questo >>

Aleu si rese conto che Axel aveva perso totalmente il controllo, nonostante il timore di un nuovo attacco, si mosse più vicino.

<< Prima che il capobranco dei lupi decidesse di aiutarci ha chiesto a Balto una cagna vergine, papà si è opposto tenacemente ma alla fine sono stata io ad accettare, se avessi fatto ciò che mi avrebbero chiesto avremmo ottenuto i suoi favori, avevo circa 7 mesi, come te adesso >>

Aleu sperava che dicendoglielo lei suo fratello si sarebbe calmato, suo padre aveva omesso questa parte della storia per non ferire ancora di più suo figlio.

Axel la guardò incredula, era frastornato, sentiva la testa pesante, sua madre aveva preso il suo posto, e lei aveva ricambiato accoppiandosi con un lupo che non aveva mai conosciuto.

<< Aleu, hai perso la tua verginità con... >>

Aleu annuì << Mamma ha sempre detto che la prima volta deve essere fatto con amore, ed io per amore nei suoi confronti avrei fatto di tutto pur di trovarla e riportarla indietro >>

Axel si lasciò cadere sulla coperta, sentiva disgusto per ciò che aveva fatto e per ciò che non aveva fatto. Aveva ferito sua sorella che cercava solo di aiutarlo ed aveva lasciato sua madre nel momento del bisogno, dopo che lei in tutti quei mesi dopo la sua nascita gli era sempre stata accanto amandolo sinceramente nonostante la tremenda disperazione dentro di lei.

<< Sono un mostro >> disse mettendosi una zampa sugli occhi.

<< No, sei solo un cucciolo impaurito >> Aleu si mosse verso di lui e si sdraiò premendo il suo corpo contro il suo, leccandogli il muso bagnato dalle lacrime che gli scorgavano come un ruscello dagli occhi chiusi.

Axel cercò di addormentarsi il più in fretta possibile aiutato dall' odore del pelo di sua sorella sdraiata accanto a lui, aveva paura, la sua mente aveva già cominciato a fare pensieri oscuri sulla sua vita, pensieri che un cane lupo così giovane non dovrebbe mai fare...

 

 

  1. SELVAGGI DALLA FORESTA

 

Balto guardava la città in lontananza dalla prua della barca, chiedendosi se suo figlio l' avrebbe mai perdonato. Nonostante non fosse stato lui a concepirlo, lo aveva sempre amato e protetto, così come aveva fatto con i suoi due primi figli.

Un vento freddo cominciò a soffiare da nord, la tempesta si stava avvicinando, probabilmente non sarebbe durata molto.

Sospirò e chiuse gli occhi, Jenna aveva deciso di tornare a casa e dormire da sola. Sapeva che non aveva rimorso per ciò che aveva scelto, sapeva di avere salvato la vita di sua figlia Aleu, ma ciò che era accaduto dopo, non poteva neanche immaginarlo. Singhiozzando gli aveva raccontato tutti i particolari, il capobranco l' aveva spinta in una tana e costretta con la forza ad un doloroso rapporto, non aveva acconsentito che si preparasse. Finito ciò l' aveva costretta a soddisfarlo mentre mangiava e quando era arrivato il suo turno di cibarsi gli era nuovamente montato sulla schiena, dopodichè era stata lasciata in balia del branco per tutta la notte.

Aveva perso il conto di quanti lupi si erano accoppiati con lei, ogni giorno che passava sentiva sempre di più il suo corpo esplodere di dolore, umiliato in continuazione in ogni punto possibile mentre il ventre e il suo stomaco erano costantemente riempiti dal seme di quei famelici lupi senza scrupoli.

Volevano divertirsi, ed avevano trovato nella sua compagna il giocattolo perfetto.

Sospirò prima di scorgere delle ombre dirigersi dalla foresta velocemente verso la città, Balto capì in un istante.

<< No >> Ululò e si gettò come una sceggia verso la città, no, non poteva accadere di nuovo.

 

Jenna si svegliò di soprassalto sentendo fuori dalla porta, in strada, diversi ululati, guaiti e numerosi colpi di arma da fuoco. Si alzò immediatamente e rimase in silenzio, con le orecchie dritte, poco dopo sentì che qualcuno stava cercando di aprire la porta che dava all' esterno sulla strada, nella stanza in cui dormiva. Il filo di ferro messo dal padre di Rosy resistette dopo numerosi tentativi di sfondamento. Per un attimo tutto fu calmo attorno alla casa, sentiva ancora gli spari ed i guaiti... non voleva pensare che stesse accadendo di nuovo.

Improvvisamente sentì le finestre del salotto rompersi, tre lupi atterrarono sul pavimento ed uno di loro fece uno scatto verso il piano superiore, dove dormivano la sua padroncina e i suoi genitori.

<< No! Rosy >> Scattò d' istinto atraverso la porta che separava la stanza dove dormiva dal salotto, uno dei lupi la colse totalmente di sorpresa atterrandola.

Nella confusione della botta sentì la sua padroncina urlare e subito dopo alcuni colpi di arma da fuoco provenire dal piano superiore. Il lupo nero che l' aveva atterrata si mosse verso di lei.

<< Tu devi essere Jenna >> disse << Ho un bel ricordo di te >>

Poteva sentire l' alito di lupo sul suo collo, quel fetore ritornava alle sue narici come un tremendo ricordo.

Improvvisamente sentì le fauci del lupo nero stringersi attorno alla sua gola, sussultò ma venne tenuta giù dall' altro lupo. Cominciò a lacrimare copiosamente mentre cercava di scalciare via quel lupo da lei, senza rendersi conto che le sue zampe scalciavano l' aria a vuoto. Lentamente perse i sensi.

 

Balto si era ritrovato alle porte della città, appena aveva notato il branco si era precipitato verso la casa di Jenna ma si era trovato davanti cinque lupi che gli sbarravano la strada e che piano piano avevano cominciato a circondarlo ringhiando.

<< Tu devi essere Balto, il compagno di quella cagna in calore >>

Sentire apostrofare la sua amata così lo fece cominciare a ringhiare in direzione del lupo marrone davanti a lui, aveva già puntato la sua gola.

<< Non agitarti >> disse il lupo ora sogghignando << In questo momento i miei compagni stanno facendo un buon lavoro con i tuoi figli >>

Balto lo sapeva, quel lupo marrone stava cercando di farlo impazzire, di fargli commettere un errore, Jenna gli aveva raccontato che usavano il terrore e l' umiliazione per sottomettere chiunque al loro volere, soprattutto le femmine degli altri branchi. Erano in 5 contro 1, avrebbero sicuramente potuto ucciderlo in un istante se avessero voluto. Doveva sbrigarsi ad uscire da quella situazione, non sapeva se il lupo marrone aveva mentito sui suoi figli, ma di sicuro erano in città per cercare Jenna.

<< Quando siamo stati attaccati dal branco che ti ha aiutato il mio capobranco è morto, avevo molta stima il lui >>

Balto sputò a terra, come si può avere stima di uno stupratore.

<< Tu sei malato! >> Lo apostrofò il cane lupo.

<< Non preoccuparti, il mio nuovo capo si occuperà della tua compagna come se fosse sua >>

Senza pensarci Balto si gettò in avanti cercando il collo del lupo, ma venne immediatamente atterrato e bloccato da due suoi compagni. Balto cercava di divincolarsi ma non riusciva a muoversi, il lupo alla sua destra azzannò con forza una delle zampe posteriori, facendogli lanciare un grido di dolore.

<< Facciamo un patto, dolcezza, tu rimarrai fermo qui con i miei compagni mentre io andrò a chiedere al mio capobranco di non fare del male ai tuoi figli, che dici, può andare? >>

Balto non riusciva a muoversi, nonostante fosse anche lui in parte lupo i suoi assalitori sapevano come immobilizzare efficacemente una preda, non avrebbe potuto sottrarsi facilmente dalla loro presa, non senza subire conseguenze.

Balto annuì, il lupo si allontanò. Dopo interminabili minuti i suoi compagni si allontanarono. Balto scattò in piedi e barcollò a causa della zampa ferita, cercò di dirigersi il più velocemente possibile verso la casa di Jenna.

Sapeva che aveva perso del tempo prezioso, cercò di allungare il passo mentre lasciava sulla neve una scia di sangue che gli colava dalla zampa ferita, il bruciore era tremendo, ma non poteva fermarsi. Arrivò vicino al vicolo solo per vedere alcuni lupi fuggire inseguiti da alcuni cani e due umani che sparavano mancando di pochissimo i bersagli, i lupi stavano battendo in ritirata.

Notò le finestre rotte del salotto, capì subito cos' era successo...

 

Balto cercò dappertutto, non aveva trovato Jenna nella casa, dovevano averla portata via, come l' ultima volta, quella macchia di sangue sul pavimento del salotto non gli aveva fatto presagire niente di buono, le scie di sangue della sua amata entravano nella foresta ma dopo pochi metri si perdevano in un fiume poco profondo che scorreva verso est. Dovevano averlo risalito per far perdere le proprie tracce, ma lui era un lupo, poteva ancora sentire il suo odore.

Il vento che scorreva nella foresta gli batteva sul pelo e sul naso, sentì un odore familiare, Axel uscì dal folto del bosco, accasciandosi a terra.

Aveva una profonda ferita da artiglio alla testa, le zampe e il torace completamente coperti di sangue.

<< Papà >> Balto corse verso di lui.

<< Papà, papà mi dispiace, non sono riuscito a proteggerla... >>

 

Circa 1 ora dopo l' attacco, numerose slitte trainate da mute di cani uscirono dalla città e si addentrarono nella foresta, gli umani avevano deciso che era abbastanza.

Steele e Kody tiravano le loro rispettive slitte, piene di viveri e armi, l' husky rosso e bianco sapeva che suo padre si era avventurato da solo nella foresta, lo aveva incontrato mentre stava per addentrarsi all' interno e sapeva cosa poteva essere accaduto a sua madre, non aveva informazioni su Aleu e Axel, sperava solo che stessero bene dato che suo fratello era solito ripararsi in una tana poco fuori città, e sua sorella lo aveva seguito.

Le due slitte trainate da Steele e Kody scivolavano sulla neve in direzione delle montagne che confinavano la città di Nome al mare, le altre slitte dietro di loro. I musher impartivano i loro ordini, aveva cominciato a nevicare, Kody sperava che ne lui né Steele perdessero le tracce del branco.

Cosa che invece accadde appena arrivarono al fiume che i lupi avevano risalito, era calmo e poco profondo, ma abbastanza per confondere l' odore di chiunque li avresse seguiti.

<< Ed ora che cosa facciamo, mezzo lupo >>

<< Taci Steele >> Lo ammonì Kody

Kody si guardò attorno, sapeva che suo padre l' anno prima aveva trovato il branco in una grande vallata con degli alti monti che la cingevano a nord e ad est con una serie di grandi fiumi che scendevano da esse e si riversavano nella vallata. Poteva sbagliarsi, ed in cuor suo sperava di no. Se le montagne e soprattutto i fiumi erano quelle che ricordava nei suoi lunghi viaggi per consegnare la posta, la vallata doveva trovarsi molto a nord di White Mountain. Cominciò a risalire il fiume, cercando anche il più piccolo odore di sua madre, mentre continuava ad avanzare verso nord est.

Lo avrebbe trovato dopo molto tempo...

 

 

  1. UN INCUBO GIA' CONOSCIUTO

 

Jenna aprì gli occhi già bagnati dalle lacrime, la sua mente sapeva già di essere in trappola, probabilmente aveva avuto degli incubi mentre era incosciente, non aveva dimenticato niente della sua prigionia avvenuta solo 10 mesi prima.

<< Buonasera, Jenna >> Jenna alzò lo sguardo, il lupo nero era chino su di lei.

<< Temevo di averti perso, non farmi questo scherzo, sei mia >>

Jenna distolse lo sguardo dal lupo e si guardò attorno, era la stessa tana, la stessa grotta.

Ebbe un sussulto di dolore quando vide, appoggiata alla parete, inerme, sua figlia Aleu.

<< No! >> Gridò

<< Oh si invece, pensavi che ce la saremmo lasciata scappare? >>

Il lupo nero camminò davanti la sua vista, abbassando il muso e dandogli una profonda leccata sul lato della bocca. Jenna ritirò la testa schifata.

<< Non farmi arrabbiare, sai bene come funzionano le cose qui, prova a ritirarti nuovamente e giuro che il tuo pelo bianco diventerà rosso in un istante >>

Jenna tossì, sentiva dolore sotto la sua gola, il lupo nero la leccò di nuovo, questa volta Jenna non si ritirò, se era come il suo vecchio capobranco sapeva benissimo cosa era in grado di fare. Guardò nuovamente Aleu, stava respirando, Jenna tirò un sospiro di sollievo. Un attimo dopo pensò ad Axel, era con lei quando il branco aveva attaccato.

Neanche due secondi dopo si ritrovò la bocca del lupo a contatto con la sua, il maschio la spinse dentro. Jenna si ritirò d' istinto, capì subito che aveva fatto un errore. Poco dopo infatti uno schiaffo la colpì in pieno, facendogli cadere la testa pesantemente a terra.

<< Allora non ci siamo capiti mia cara, guarda tua figlia come dorme beata, le giornate sono lunghe qui >> Il lupo rise.

<< No, lui... lui l' aveva già >>

Lascia che mi presenti, mi chiamo Fargas e da ora in poi tu e tua figlia sarete mie. Non preoccuparti, nessuno ti verrà a cercare, la tua famiglia è già stata sistemata.

Jenna lo guardò negli occhi << No, tu non puoi avere... >>

<< Oh bella, io posso tutto. Cerca di prepararti, tra un attimo sono da te >>

Fargas si diresse lentamente verso l' uscita della tana, Jenna non poteva credere a ciò che aveva appena sentito. Balto, Kody, Axel... Rosy...

Ebbe un conato di vomito al pensiero, Fargas si voltò un altra volta.

<< Se devi fare qualcosa poi pulisci, non voglio inzozzarmi con il contenuto del tuo stomaco... ah, un' ultima cosa, anche i tuoi 4 figli se ne sono andati, insieme alla lupa che li proteggeva. Ah, quella lupetta, non la dimenticherò mai >> Sogghignò ed uscì definitivamente dalla tana.

Jenna deglutì sentendo ancora una volta la sua gola in fiamme, i suoi 4 figli, i cuccioli nati da quelle violenze di tanto tempo fa. La lupa, la giovane lupa, Janae, aveva condiviso con lei la sua prigionia...

Si alzò ma ricadde subito a terra, il pensiero di quelle perdite in lei pesava come un macignio, si aggrappò alla speranza che gli avesse mentito per vederla soffrire, in fondo, sapeva bene come funzionavano le cose in quel branco dopo averci passato quasi 20 giorni.

Si avvicinò lentamente ad Aleu e spostò la sua coda di lato, vedeva gli umori della figlia e lo sperma di quel lupo attaccate alla sua vulva e al suo ano.

Avrebbe dovuto prepararsi, sapeva che la prossima sarebbe stata lei. Invece cominciò a ripulire sua figlia, non voleva che svegliandosi si vedesse in queste condizioni, anche se avrebbe potuto proteggerla poco da questo.

<< Se non altro non è in calore >> Pensò, anche se questo significava più dolore, ma anche che sarebbe stata libera dal dubbio nel suo grembo per un po' di tempo.

Sentì il sangue secco sotto la sua coda ed ebbe un sussulto di tristezza pensando a quanto doveva aver sofferto questo primo giorno, il primo di molti. Ricordava quando quella lupa dal pelo argenteo, Janae, era stata umiliata dal loro aguzzino. Lei era davanti, e cercava di tenerle la testa abbracciandola e dicendogli cosa fare mentre quello stupido lupo la violentava sempre più forte, il suo urlo di dolore quando il nodo era entrato nel suo ano non lubrificato, era svenuta molte volte.

<< Mamma >> Aleu cominciò a svegliarsi, sentiva dolori sotto la sua coda, in bocca aveva ancora il sapore rancido del seme di quel lupo.

Jenna si avvicinò a sua figlia e cercò di pulirgli le lacrime, doveva attaccarsi a lei come si era attaccata a Janae, solo la sua presenza poteva farla ancora sperare, anche se avrebbe voluto in tutta se stessa che in questo momento non fosse finita in quell' incubo.

<< Mamma dove siamo, dov' è papà, dove sono i miei fratelli >>

Jenna non sapeva cosa rispondere, si limitò a dire che erano al sicuro.

<< Sei grande Aleu, cerca di fare ciò che ti dico e andrà tutto bene >>

Si odiò fin dal profondo per aver mentito due volte di seguito a sua figlia, ma doveva cercare di mantenerla calma, finchè poteva.

Fargas entrò nella tana leccandosi le labbra, facendo cenno a Jenna di girarsi, era già pronto.

Jenna indietreggiò cercando di mettersi il più possibile dietro la schiena di sua figlia, in modo che potesse vederla il meno possibile.

<< Gira la testa verso la parete Aleu, e chiudi gli occhi >>

Il lupo nero montò Jenna trovando subito la sua apertura in mezzo alle zampe, fece alcune spinte, ma la vulva non lubrificata resisteva. Riuscì comunque a farlo entrare con un po' di dolore, sapeva come fare, dopotutto era da molto che faceva sesso con Balto.

<< Guarda tua madre, puttana, guardala o i miei artigli saranno l' ultima cosa che vedrai >>

Aleu si voltò, continuava a piangere, Jenna gli chiese di muoversi più vicino e cominciò a leccarle il muso. Jenna cercò di seguire i movimenti del lupo, il suo canale si stava già lubrificando e poteva già seguire meglio i suoi movimenti.

Sentiva il calore che cresceva in lei, cercava di avere un orgasmo il più presto possibile, stava pensando che fosse Balto sopra di lei, così come aveva fatto tutte le altre volte.

<< Dillo >> Ringhiò Fargas << Dì il suo nome, puttana >>

Sapeva a cosa si riferiva, il suo compagno, doveva dire il suo nome mentre veniva montata. Era una delle più grandi umiliazioni che potevano accaderle.

<< Steele... >>

Una zampata sulla faccia la fece quasi cadere di lato, Aleu indietreggiò un istante per la sorpresa e lo spavento, non poteva vedere sua madre umiliata in quel modo, ma doveva se non voleva che a tutte e due accadesse qualcosa di ancora più terribile, che non riusciva neanche ad immaginare.

<< Non osare mentire, so chi è la tua famiglia, non lo farai come l' ultima volta, o sarò costretto a farti dire il nome di tuo figlio, e non è detto che non lo farò in futuro >>

Jenna cercò di ricomporsi, la ferita bruciava come una fucilata sul suo muso, sentiva le zompate del lupo senpre più potenti, la sua bava cadere sul suo collo, quell' odore di lupo avvorgerle i sensi.

<< Balto... oh, Balto >>

Il lupo nero ansimava << Brava cucciola, continua... >>

<< Balto, continua ti prego, fottimi più veloce >>

Jenna lottava per trattenere le lacrime, sentiva sempre di più la sua vulva bagnarsi, cercava di fare strofinare il punto di piacere dentro di lei, mentre il suo clitoride veniva solleticato dai testicoli del lupo. Uno schiocco improvviso e sentì che si erano legati, il lupo fece altre zompate e scaricò tutto il suo seme dentro di lei. Riuscì ad avere un orgasmo, anche se non intenso come quelli che gli faceva venire Balto e un po' forzato dai suoi pensieri. Aleu continuava a leccarle il muso...

Il lupo si fermò e si girò coda contro coda, Jenna sapeva di non essere in calore, anche se ormai mancava poco, sperava sempre che qualcuno potesse venire ad aiutarli, non avrebbe potuto sopportare altri cuccioli nel suo ventre. Cercare di scappare non era un' opzione plausibile, si ricordava com' era finita l' ultima volta ed ora che Aleu era con lei non voleva farla violentare più del dovuto.

Aleu continuava a leccargli il muso e la bocca senza dire niente, ma Jenna si era accorta che aveva cominciato a singhiozzare. Gli leccò il naso, passando poi sul muso e sulle guance.

Dopo qualche minuto Fargas si staccò, Jenna cadde quasi in avanti, il lupo nero si allontanò senza dire nulla, solo sorridendo.

Jenna ansimò per la fatica, trovò il muso di Aleu a confortarla.

<< Mi dispiace che quel lupo ti abbia fatto questo >>

Aleu scosse la testa << No mamma, lui non mi ha toccata, è stato quello più giovane >> la lupa non ricordava il nome << Quello con il pelo marrone, penso siano fratelli >>

Jenna annuì e cominciò a pulirsi il pelo, poi si rivolse di nuovo a sua figlia.

<< Ascoltami Aleu, non voglio che ti facciano soffrire più del dovuto, cercherò di dirti cosa fare, di controllare i tuoi movimenti e di non perderti mai di vista. E cercherò di essere la prima, così da inumidire meglio il membro di chi ti starà dietro >>

Sapeva che non ce l' avrebbe sempre fatta, ma doveva provarci ogni volta, per sua figlia.

Si sentiva male a dire queste cose ad Aleu, come se gli stesse dicendo di rassegnarsi, in cuor suo sperava che Balto sarebbe venuto a salvarli.

 

Poco dopo Jenna stava riposando accanto ad Aleu, ci aveva pensato dopo che quel lupo era sceso dalla sua schiena, aveva detto di conoscere la sua famiglia, di avere ucciso i suoi 4 cuccioli avuti dalla violenza. Sapeva che erano 5, Axel, il cucciolo che aveva portato con se, non era stato menzionato da Fargas. Janae aveva cercato di proteggerlo mentendo, si chiedeva se fosse ancora viva...

 

Due giorni dopo Jenna stava sonnecchiando accanto a sua figlia, poco prima Fargas era entrato nella tana ed aveva detto a Jenna che se avrebbero fatto ciò che avevano fatto fino ad allora sua figlia sarebbe stata libera. Sapeva che stava mentendo, per fortuna Aleu stava dormendo in quel momento, era solo un' altro odioso ricatto.

Fargas entrò nella tana, la luce del mattino filtrava attraverso la fessura nella roccia sul soffitto.

<< Svegliatevi cucciole, ho una bella sorpresa per voi >>

Furono portate nelle grotta, l' apertura che dava all' esterno faceva vedere loro la fitta foresta che circondava quel rilievo pietroso. Le due femmine furono circondate dal branco, Jenna riuscì a contarne almeno una ventina. Si stavano leccando le labbra.

<< Mamma che succede >> Aleu ansimò.

<< Non voglio mentirti, li avremo addosso tutti assieme, due, tre per volta >>

Aleu singhiozzò << Mamma, non penso di potercela fare >>

Guardò sua figlia, Aleu non aveva mai provato questo, ma sapeva che sarebbe successo.

<< Ascoltami attentamente Aleu, ricorda ciò che ti ho detto due giorni fa >> Aleu ascoltò con il cuore in gola.

<< Cercherò di non perderti mai di vista, devi cercare di rilassarti, sarà difficile la prima volta, ma quando sarai bagnata al punto giusto sarà più facile. Ad un certo punto ti troverai con un maschio sotto e uno sopra, cerca di abbracciare il maschio sotto e cerca di seguire uno dei due o rischi di farti male. Meglio chi hai sopra, visto che sotto la coda non sei ancora abituata del tutto. Se ti troverai un maschio nella tua bocca, respira con il naso, avvertirai dei conati di vomito le prime volte, non andare nel panico e mantieniti rilassata. Lo so che è difficile, ma devi farcela >>

Aleu annuì ancora un po' spaventata, Jenna le leccò il muso.

<< Se senti di non farcela, cerca di pensare a chi vuoi bene, pensa che ci sia qualcun' altro sopra di te >>

Jenna mise la sua zampa sopra quella di Aleu, i lupi cominciarono a ringhiare innervositi.

<< Dobbiamo farlo, Aleu, per restare in vita, alza la coda >>

 

 

  1. SALVATAGGIO

 

Balto camminò velocemente accanto alla parete rocciosa che circondava la valle ad est, aveva perso tempo per cercare alcuni passaggi più facili per le slitte che lo seguivano ad alcuni chilometri di distanza. La neve in quella zona aveva già abbondantemente coperto tutto.

Poteva sentire gli ululati di suo figlio dietro di lui, probabilmente quando aveva perso l' odore del branco e di sua madre aveva cominciato a seguire il suo. Balto aveva cercato di strofinarsi ad ogni albero o roccia sui percorsi più consoni per le slitte, così da non far perdere il suo odore a suo figlio e indicargli i percorsi più sicuri.

Giorni prima la violenta tempesta che aveva colpito la zona di White Mountain, lambendo solo di striscio la città di Nome aveva messo in difficoltà Kody e Steele che dovevano procedere a passo d' uomo per le zone impervie di quella parte del territorio.

Balto voleva solo disperatamente ritrovare Jenna e Aleu vive, solo questo gli interessava, ma mentre camminava attraverso la foresta si chiedeva perchè quel lupo dal pelo marrone lo aveva lasciato in vita.

Realizzò una volta arrivato nei pressi di un piccolo lago semi ghiacciato, Jenna gli aveva detto che quei lupi erano dei sadici, probabilmente lo consideravano pericoloso per ciò che aveva fatto molto tempo prima, e volevano vederlo soffrire mentre viveva con il rimorso di aver perso per sempre sua figlia e la sua amata.

Salì sopra una collina e si ritrovò di fronte la valle, poteva sentire più forte l' odore del branco.

<< Non avete cambiato territorio ragazzi >> pensò Balto << Questo sarà il più grave errore della vostra vita >>

Aspettò che le slitte fossero più vicine, poi lanciò un potente ululato al cielo mentre cominciò a correre in direzione della foresta.

Aleu e Jenna drizzarono le orecchie.

<< Papà! >> Scattò in piedi, ma sua madre la bloccò, dovevano restare li dentro, ancora per un po', sarebbe stato pericoloso avventurarsi fuori ora che il branco si era precipitato in tutte le direzioni alla ricerca dello stolto che aveva osato invadere il loro territorio.

Dopo pochi minuti sentirono dei guaiti provenire da fuori la grotta, Jenna e Aleu uscirono dalla tana e videro due lupi con la gola squarciata mentre Balto era in piedi sopra uno di loro.

<< Papà! Papa! >> Aleu si gettò contro di lui facendolo quasi cadere, Balto non resistette e gli diede una profonda leccata sotto il mento, sentendo per la prima volta dopo quasi 8 giorni il suo odore.

<< Aleu, cosa ti hanno fatto, stai bene? >> Sua figlia annuì, Jenna si gettò tra le sue zampe baciandolo appassionatamente.

Balto avrebbe voluto stare ancora incollato alla sua bocca, ma sapeva che dovevano sbrigarsi.

Si addentrarono nella foresta, facendo un giro lungo per cercare di non incrociare gli umani che avrebbero potuto scambiarli per lupi.

Una volta arrivati vicino alle slitte, gli occhi di Jenna si bagnarono nel vedere suo figlio Kody che scrutava il limite del fiume davanti a lui, in attesa di avvisare il padrone di un possibile lupo nelle vicinanze.

<< Kody, mio dio, Kody! >> Il cane alzò la testa e cominciò ad abbaiare. Il musher riconobbe Balto, aveva avuto l' idea di portarsi dietro la medaglia che gli umani gli avevano regalato per la sua impresa al tempo della corsa del siero.

Jenna si gettò tra le zampe di suo figlio, cominciando immediatamente a piangere, Aleu fece lo stesso.

<< Mi sei mancato, amore mio, amore mio >> Jenna non riusciva a smettere di piangere, Kody la stringeva forte ricambiando con sua sorella degli affettuosi baci sulle guance e sul muso.

<< Kody ti prego, ti prego, dammi buone notizie >> Kody sapeva a cosa si riferiva sua madre.

<< Rosy ed Axel stanno bene, Axel è ferito, ma se la caverà >>

Sapeva che non doveva farlo, sapeva che aveva detto mille volte a sua figlia di non ululare, ma in quel momento non resistette e si lasciò andare.

Quando ebbe finito, assieme a suo figlio che l' aveva seguita in questo gesto liberatorio, Jenna si rivolse al suo compagno. << Balto dobbiamo andare, dobbiamo sbrigarci >>

Una serie di colpi di arma da fuoco echeggiarono nella foresta, i cani, seguiti dagli umani, stavano ingaggiando con il branco di lupi.

<< Non preoccuparti Jenna, torneremo a casa >>

Jenna scosse la testa << Non hai capito Balto, Fargas mi ha detto di avere ucciso Janae e i nostri cuccioli, dobbiamo trovarli, dobbiamo sincerarci che stiano bene >>

Balto chiuse per un attimo gli occhi, poi li riapri guardando di nuovo la sua compagna.

<< No >> Disse << Io vado a sincerarmi che stiano bene, tu e Aleu dovete tornare a casa >>

<< Ma... >> Balto si strofinò contro il suo muso << Hai già sofferto abbastanza, devi tornare a casa, devi riposare >>

Jenna, con un po' di rimorso annuì, Balto si rivolse a suo figlio << Kody, proteggila, lei e tua sorella, qualunque cosa accada >>

Kody annuì mentre suo padre si lanciava verso il territorio del branco di Janae.

 

Due settimane dopo Jenna e Aleu riposavano all' interno della stanza del vano caldaie. Jenna era felice dopo aver saputo che Rosy stava bene ed aver ricevuto dopo così tanto tempo un forte abbraccio dalla sua padroncina.

Non aveva sentito cambiamenti nel suo corpo, e lo stesso valeva per Aleu. Anche se era ancora troppo presto, potevano quasi sperare di avercela fatta, non avrebbero avuto figli.

Axel si era ripreso e con tutta le paure e colpe che c' erano in lui si era scusato con sua madre per come si era comportato, rivelando che non aveva mai voluto lasciare davvero suo padre.

Jenna aveva capito e gli aveva ripetuto che non aveva colpe, nessuno ce l' aveva in questa storia.

Aleu si girò dormendo verso sua madre, abbracciandola nel sonno. Jenna la baciò e la coprì un po' di più con la sua coda.

Sapeva che Aleu stava facendo brutti sogni, come sapeva che pensava spesso a ciò che gli era capitato in quegli ultimi giorni, ma aveva sempre trovato il tenero abbraccio di sua madre a sostenerla.

In quel momento Balto entrò nel vano caldaie e si avvicinò a loro, baciando quasi timidamente la sua compagna.

<< Balto... >> Jenna si alzò in piedi e dopo aver realizzato si gettò su di lui, facendolo cadere sulla schiena. Si baciarono profondamente per qualche minuto, toccando le loro lingue e i loro denti, mescolando la propria saliva come non avevano mai fatto prima di allora.

<< Balto... >> Il cane lupo sorrise.

<< Vieni Jenna, c'è qualcuno che vuole vederti al peschereccio >>

Gli occhi di Jenna si illuminarono, corse assieme a Balto e a sua figlia e in pochi secondi furono all' interno della cabina della vecchia nave arenata sulla spiaggia.

Janae era davanti a lei, il manto argentato, gli occhi innocenti, era proprio come la ricordava.

Jenna si gettò sulle sue braccia, cadde a terra assieme a lei sulla coperta e la baciò appassionatamente.

<< Wow >> disse Aleu << E' la prima volta che vedo mamma baciare un' altra femmina, a parte me >>

Balto aggrottò le sopracciglia << Mi hanno costretto, e dopo un po' ci ho preso gusto >>

<< Penso sia normale, in momenti come quello ti aggrappi a tutto pur di rimanere in vita, tua madre si era aggrappata a Janae mesi fa, come ha fatto con te. In questo modo proteggeva se stessa e voi >>

Jenna e Janea staccarono le loro labbra prima di guardarsi l' un l' altra.

<< Jenna, io non sapevo, se avessi saputo... >>

<< Non preoccuparti >> disse con un tono materno Jenna << Non potevi sapere >>

Si alzarono prima di continuare a parlare << Non pensavo accadesse di nuovo, mi dispiace molto >>

Jenna si strofinò contro il suo collo << Che cosa è accaduto al tuo branco >>

Janae abbassò lo sguardo << Pochi mesi dopo essermi unita al branco siamo stati attaccati dai nostri aguzzini. Mi hanno circondata e mi hanno chiesto dove erano i tuoi cuccioli, se erano con me o se erano tornati a Nome. Gli ho detto che erano rimasti con me, riuscendo a convincerli che erano morti pochi giorni dopo a causa di alcuni membri del branco contrari ad allevarli, non so se mi abbiano creduto, fortunatamente alcuni membri del mio branco erano riusciti a portarli via prima che potessero vederli, io me la sono cavata con qualche ferita >>

Jenna guardò il suo ventre << Tu non... >> Janae scosse la testa << Non sono rimasta incinta, sono stata molto fortunata >>

Jenna sospirò, la lupa guardò Aleu e le sorrise. << E' tua figlia? >> disse. Jenna annuì.

Janae si mosse vicino ad Aleu e le toccò la zampa << Sei molto fortunata ad avere una madre come Jenna, devi esserne solo orgogliosa >> Aleu sorrise.

Dopo alcuni istanti guardò di nuovo Jenna. << Come stanno i tuoi figli, come sta il cucciolo che hai scelto di portare con te >>

<< Bene >> dichiarò Jenna << Sa tutto, con un po' di difficoltà ha capito >>

<< Jenna, amica mia, so che ti senti pronta >> Jenna mosse la testa da un lato, non capiva. Janae le sorrise. << Ho deciso di passare un po' di tempo nella foresta appena oltre le montagne, e lì c'è qualcuno che ti aspetta >>

Balto vide i suoi occhi riempirsi di gioia, per la seconda volta in vita sua ululò senza alcun controllo.

<< Hey papà >> disse Aleu << Non dirmi che ci ha preso gusto >>

Balto sorrise ironicamente << Beh, sono i lati negativi di stare con un mezzo lupo >> Sorrisero insieme.

<< Kody dev' essere con Axel vicino al porto, aspettate >> Jenna scese dalla barca e corse verso il porto, poco dopo tornò assieme a loro ed insieme a Janae, Balto e Aleu corse verso la foresta oltre le montagne ansiosa di poter abbracciare i figli che non aveva mai potuto vedere.

 

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Capitolo 2
*** Un Aiuto Inaspettato ***


CAPITOLO 2: UN' AIUTO INASPETTATO

 

NOTA: Sono passati circa due mesi da quando quella brutta avventura era finita, Jenna sapeva che non sarebbe stata più la stessa da allora, ma doveva ancora affrontare una prova che periodicamente colpiva tutte le femmine della città...

 

  1. ISTINTO

 

Poteva sentirlo, poteva sentire il suo corpo fremere completamente sotto quelle voglie e quegli istinti, era arrivato il periodo che la rendeva più eccitata e gioiosa, ma anche più triste e depressa.

Le prime volte, dopo aver dato alla vita Kody e Aleu. Jenna e Balto si erano detti che potevano resistere, che sarebbe stato solo per 20 giorni, potevano farcela, ma il patto che avevano fatto quando si erano dichiarati di non tradirsi mai cozzava contro il bisogno della loro natura, soprattutto della sua.

<< Devo resistere solo un altro po', soltanto un altro po' >>

Jenna guardò il cuscino su cui era sdraiata, a volte presa dalle voglie incontrollabili cercava di soddisfarsi con quello, anche se non riusciva a calmarle più che qualche ora. Cercava di dormire il più possibile, pensava alla sua amica Janae, era ripartita con i suoi cuccioli, promettendogli che sarebbe tornata a trovarla.

Un' idea gli esplose in testa, fare ancora come aveva provato solo qualche giorno prima. Certo, aveva pensato anche di accogliere il suo compagno sotto la sua coda invece che tra le sue zampe, ma sapeva che non poteva funzionare, o per lo meno durare. Balto non si sarebbe controllato, l' istinto di lupo in lui gli avrebbe fatto cambiare obbiettivo, puntando in mezzo alle sue zampe.

<< So che stai soffrendo come me Balto, non avere un altra femmina accanto a te deve essere molto dura >>

Ripensò a ciò che gli aveva detto Aleu, ormai sapeva come funzionavano queste cose, era stata quasi 8 giorni con lei in quel branco, costantemente violentate, Jenna aveva ringraziato solamente di non essere entrambe in calore, avevano evitato, soprattutto per sua figlia, un altro, tremendo dolore.

Si era offerta di essere con loro nel momento in cui avessero deciso di incontrarsi e parlare, abbracciarsi, solo questo, erano adulti infondo, anche se guidati dall' istinto nella loro testa e tra le loro zampe.

Aleu aveva detto che poteva stare con loro ed osservarli, pronta ad allontanare uno dei due nel caso avessero perso il controllo. Nei giorni precedenti avevano provato varie volte, Aleu stava loro accanto e li osservava mentre si abbracciavano, sempre pronta a scattare su suo padre per allontanarlo da sua madre.

Ed era l' ultima volta che si erano incontrati che le cose non erano andate per il verso giusto.

 

- 3 giorni prima -

 

<< Sai che dovremmo incontrarci il meno possibile, Jenna >>

<< E' solo per provare, Balto, le ultime volte sono andate bene >>

Avevano cominciato a strofinare i loro musi, a baciarsi piano, senza entrare nell' eccitazione, anche se in quel contesto di calore erano già ad un buon punto.

Aleu era accanto a loro, pronta a cogliere ogni segnale, ogni possibile movimento anomalo di suo padre o sua madre che gli avrebbe detto dentro di se di agire immediatamente.

Balto aveva cominciato a percorrere il pelo della sua amata con il naso, annusando ogni suo odore, stava lentamente scendendo verso la sua coda.

<< Papà, ti stai spingendo troppo oltre >>

Balto non aveva sentito, o più semplicemente non aveva voluto ascoltare continuando a seguire il pelo della sua amata, più giù verso la coda. Aleù aveva cominciato a dare piccole spinte al padre, quando era stata distratta da alcuni ululati di giovani cani che giocavano, fuori dal vecchio peschereccio.

In un istante Jenna aveva sollevato la sua parte posteriore da terra, permettendo a Balto di assaggiare i suoi umori. Era fatta, non si poteva più tornare indietro, il sapore di una sola femmina avrebbe potuto far impazzire ogni maschio che lo avesse assaggiato.

In meno di un secondo Jenna si era sollevata completamente da terra, alzando la coda e mostrando a Balto il suo posteriore. Lui non aveva perso tempo a montarla.

Aleu si era immediatamente voltata verso di loro. << Papà, no! >>

Con uno scatto che solo un lupo sapeva fare aveva spinto suo padre a terra, lui si era rialzato subito e aveva cominciato a ringhiare verso sua figlia. << Lasciami fare, Aleu! >>

Jenna si era rinsavita, aveva indietreggiato, poi aveva cominciato a correre verso la sua casa, lasciando Balto e sua figlia nel vecchio peschereccio.

 

- -

 

Si rannicchiò nella sua cuccia, il tempo fuori era veramente molto brutto, il vento ululava per le strade deserte di Nome. Proprio quel vento gelido gli fece correre alla testa quei pensieri che cercava ogni giorno di cacciare, il ricordo di quando la città aveva subito il primo attacco di quel branco di lupi venuti dal folto della foresta, circa 1 anno prima.

Cercavano cibo e femmine in calore, avevano puntato sua figlia Aleu, ma lei era riuscita a farsi prendere al suo posto. Era stata portata in una grotta molto distante dalla sua città ed aveva dovuto subire indicibili violenze da quel branco per quasi 20 giorni.

In quel tempo era in calore e dopo poco che era prigioniera aveva già notato che qualcosa in lei era cambiato, che il suo ventre stava piano piano crescendo.

Tra le lacrime era stata salvata dal suo compagno e da un branco di lupi rivale con cui Balto si era accordato per aiutarla ed era stata portata nel loro territorio assieme a Janae, sua compagna di prigionia in quei terribili giorni.

Poco dopo aveva dato alla luce 5 cuccioli, ma il branco aveva ordinato che 4 di loro rimanessero nella foresta per sopperire alle perdite che il branco aveva subito nello scontro. La cara dolce Janae aveva promesso a Jenna che se ne sarebbe presa cura.

Axel, il figlio che aveva scelto di portare con se a Nome aveva saputo molto tempo dopo di questa brutta storia, ma l' aveva accettata quando per una seconda volta il branco di lupi si era presentato in città rapendo lei e questa volta anche sua figlia Aleu.

Erano stati nuovamente giorni terribili, aveva cercato di proteggere e tranquillizzare sua figlia durante le violenze, come aveva fatto la prima volta con Janae. Aggrapparsi disperatamente a qualcosa, a qualcuno che amava, e proteggere la sua mente per proteggere chi era più in difficoltà in quei frangenti, solo questo.

Alla fine Balto li aveva ritrovati, questa volta con Kody e Steele che guidavano due delle numerose slitte partite da Nome per dare la caccia a quel branco. I lupi erano stati uccisi quasi tutti, solo alcuni erano riusciti a fuggire, Jenna sperava in cuor suo che questa volta fosse veramente finita.

 

<< Dannazione, mi sto deprimendo troppo >> Decise di alzarsi per andare a lappare nella ciotola, prendere un po' d' acqua fresca poteva schiarirgli le idee. In quegli ultimi giorni aveva deciso di cercare di comportarsi normalmente, girando per la casa e salendo sul letto della sua padroncina Rosy, senza però ancora uscire in strada. Questo comportamento l' avrebbe aiutata a sopportare gli ultimi giorni di calore.

Non sapeva l' errore che stava commettendo, gli umani non percepiscono gli odori come i cani e i lupi, ai loro occhi Jenna aveva solo finito il suo periodo di fertilità, quando in realtà mancavano ancora alcuni giorni.

 

 

  1. IN TRAPPOLA

 

Jenna aveva cominciato a sbadigliare ed era tornata di nuovo nella sua cuccia. Quei pensieri che aveva fatto poco prima l' avevano un po' impaurita ed eccitata, ma sapeva di non essere più una cucciola. Chiuse gli occhi per cercare di addormentarsi quando la porta principale si aprì.

 

Era il padre di Rosy che la chiamava << Jenna! Ho una sorpresa per te! >>

Jenna aprì i suoi occhi, un husky fece capolino da fuori scrutando l' interno. Jenna inizialmente non capì chi fosse, poi i suoi occhi si illuminarono.

<< Oh dio. Kael!! >>

Si alzò immediatamente e si precipitò verso di lui, abbracciandolo. Erano passati anni da quando i suoi padroni si erano trasferiti con lui a Fairbanks, e da quel giorno non l' aveva più rivisto.

L' husky la guardò sorridendo, non era cambiato, aveva ancora il controllo sui suoi sentimenti che un tempo provava per lei.

<< Jenna, quanto tempo è passato, eravamo poco più che dei cuccioli >>

Jenna sorrise << Non barare Kael, ti sei sempre considerato un cucciolo, anche se avevamo già 2 anni >>

Guardò i suoi occhi verdi, poi continuò << Vieni, entra, spostiamoci da qui >> Il vento gelido entrava all' interno della casa attraverso la porta aperta, gli fece segno di seguirlo nella sua stanza accanto alla sua cuccia, poi continuò.

<< Allora Kael, che mi racconti, cosa fai di bello >>

L' husky si schiari la voce con orgoglio, gonfiando il petto << Ricordi quando ti parlavo che avrei voluto diventare un cane da slitta >> Jenna annuì << Beh, sono il capo di una muta molto numerosa >>

<< Ma è fantastico Kael, hai realizzato il tuo sogno >>

Kael annuì. << Sei qui per consegnare la posta? >> Proseguì Jenna.

<< In realtà consegno medicine, è un lavoro molto delicato ed importante, sono il migliore >>

Jenna decise di stuzzicarlo << Non esaltarti Kael, è il mio compagno il migliore >>

Rise dolcemente osservando la sua faccia stupita, poteva sentire l' odore di bagnato che emanava la sua pelliccia color crema.

<< Come, hai un compagno? >> disse entusiasta << Ti sei sistemata alla fine, non posso crederci, dicevi sempre che volevi aspettare, fosse anche per tutta la vita >>

Jenna rise << Oh ehi, vacci piano, temevi che non mi sarei mai accoppiata con qualcuno? >>

<< Beh, io non lo m' hai fatto >> Jenna lo guardò incredula, Kael aggiustò il tiro << Non fraintendermi, ho avuto alcune compagne, ma non mi sono mai sistemato, il lavoro prima di tutto. >>

<< Come dice mio figlio Kody, lavora nel settore delle poste da più di un anno, è molto bravo, ma so già che ha una cotta per una femmina della sua muta, non resisterà >>

Per un attimo rimasero in silenzio, sorridendo, Jenna si era quasi scordata del suo calore ma sapeva che Kael l' aveva percepito fin da subito, era un maschio dopotutto.

<< Allora Jenna chi è il compagno che ti ha reso tanto felice? >> Jenna sorrise << Balto, il migliore compagno che abbia mai incontrato >>

Kael rimase incredulo, quel Balto, il cane lupo che aveva salvato la città di Nome durante l' epidemia di Difterite, non poteva crederci, non sapeva ma doveva chiedere.

<< Quel cane lupo, quello che stava sempre tutto solo nel vecchio peschereccio poco fuori città? >>

Jenna sapeva che nonostante lei andasse regolarmente a trovarlo per stargli accanto, i padroni di Kael non volevano che la seguisse, avevano paura del cane lupo, come molti prima dello scoppio dell' epidemia.

<< Lui. Non farti ingannare dal sua aspetto, è molto dolce e premuroso, soprattutto con i suoi figli >>

Kael si sdraiò sul pavimento, in quel momento un odore pungente gli colpì il naso, ma resistette. Era il migliore cane nell' autocontrollo, l' aveva imparato durante il suo addestramento per diventare capo muta.

<< Dai Jenna, raccontami >> disse Kael annuendo alla sua impresa.

Jenna cominciò a raccontare la sua eroica impresa, di come aveva cercato di raggiungere la slitta in difficoltà sfidando la tempesta, di come aveva avuto l' astuzia di segnare il sentiero per il ritorno su ogni albero, di come era stato accolto da una folla festante, una volta tornato a Nome.

Kael ascoltava in silenzio guardandola, era sempre innamorato di lei e sapeva che lei ne era al corrente, ma aveva deciso fin da subito di seguire il suo sogno. Tempo prima si erano scambiati dei baci e delle effusioni, ma niente di più.

Presa dal suo racconto Jenna non si era accorta che i suoi padroni stavano preparando accanto alla sua cuccia alcune ciotole abbondanti di acqua e cibo, si stavano preparando ad uscire.

<< E' veramente un' eroe >> Esclamò Kael

<< E' il mio eroe >> concluse Jenna

Dopo un momento di silenzio Jenna decise di chiedere a Kael informazioni più approfondite sulla sua vita.

<< Quindi Kael, mi hai detto che consegni medicine, hai appena effettuato una consegna qui a Nome? >>

Kael annuì << Si Jenna, siamo arrivati questa mattina e non ce ne andremo prima di due settimane >> Kael continuò << Poche ore fa i tuoi padroni hanno incontrato i miei, sappiamo entrambi che erano molto amici e che sapevano che eravamo molto legati, così gli hanno chiesto se potevo tenerti compagnia per qualche giorno mentre loro erano via >>

Jenna tornò alla realtà in un secondo, cosa voleva dire Kael con la frase << ...per qualche giorno mentre loro erano via... >>

Voltò lo sguardo verso la porta, i suoi padroni stavano uscendo, notò alcune valige accanto alla parete della casa, fuori.

<< Ciao Jenna >> salutò Rosy << Divertiti con il tuo nuovo amico >>

Jenna scattò verso la porta, solo per vederla chiudere e sentire la serratura girare, si alzò su di essa e cominciò a graffiare << No! Aspettate! Sono in calore! Aprite! >>

Sentì il padre di Rosy urlare con la tempesta che copriva in parte la sua voce di non preoccuparsi, che sarebbero tornati presto.

<< Maledizione >> pensò Jenna << Perchè gli umani non riescono a sentire gli odori come li sentiamo noi >>

Si voltò indietro per guardare Kael che si era avvicinato. << Mi dispiace, Jenna, pensavo che sapessero >>

<< Quanto tempo dovrebbero restare via >> Chiese Jenna. Sapeva che non importava, sapeva che le cose potevano cambiare nel giro di qualche minuto, i maschi non resistono ad una femmina in calore.

<< Quattro giorni, penso >>

Jenna abbassò lo sguardo, sperava che Kael non cominciasse ad eccitarsi, sapeva che poteva accadere in qualunque momento, l' odore che proveniva da sotto la sua coda era molto forte e pungente, non sapeva per quanto tempo il suo amico poteva resistere, se voleva resistere.

 

 

  1. COMPLICITA'

 

In quel momento Jenna ringraziò che non fosse stato scelto Kody per tenerle compagnia in quei giorni, ricordava ancora di quanto aveva rischiato quando il suo calore era iniziato da poco, aveva rischiato molto solo per una notte, figurarsi se avesse dovuto passare 4 giorni assieme a lui in quelle condizioni.

Kody l' aveva raggiunta nella stanza della caldaia, sapeva che sua madre era in calore ma voleva parlare con lei di Aleu e sincerarsi delle sue condizioni dopo l' orrore che avevano dovuto sopportare a contatto con quel branco di lupi.

Un po' riluttante Jenna aveva acconsentito a stargli vicino per parlarne, quando improvvisamente la porta si era chiusa sbattendo per un colpo di vento, bloccandosi.

Entrambi avevano cominciato ad abbaiare e ululare per interminabili minuti, ma nessuno era riusciti a sentirli, era notte fonda. Si erano guardati, ricordava di aver deglutito forte.

Poco dopo si era rannicchiata in un angolo, mentre Kody aveva cominciato ad andare su e giù per la stanza, sempre più nervoso, sentiva il suo odore pungente, ne era sicura, ma stava cercando di resistere.

Ad un certo punto suo figlio aveva cominciato a leccarsi le labbra molto velocemente, non riusciva a smettere di recepire quei segnali che provenivano dal mezzo delle sue zampe.

Aveva cominciato a sdraiarsi e rotolarsi, la sue erezione cresceva sempre di più, ma Jenna sapeva che stava cercando di controllarsi. Lei non lo perdeva mai di vista, era stata costretta molte volte a scoprire i denti e ringhiare al suo indirizzo izzando il pelo per cercare di allontanarlo da lei, quando si avvicinava troppo. Voleva cercare di allontanarlo il più possibile.

Alla fine, dopo alcune ore, un uomo aveva aperto la porta e lei era schizzata fuori correndo.

Giorni dopo Kody gli aveva detto con orgoglio che aveva resistito grazie al suo addestramento come cane da slitta.

 

Ora sperava che Kael facesse lo stesso, era più maturo e più esperto in queste cose di suo figlio, ma sapeva anche che era molto difficile andare contro ciò che madre natura aveva programmato.

<< Jenna, ascolta... >> Kael si mosse più vicino mentre lei indietreggiava << Rilassati, so controllare i miei istinti, sono capo muta anche per questo sai. >>

Kael continuò << Mi dispiace che siamo finiti in questa situazione, non pensavo che il nostro primo incontro dopo tanto tempo andasse in questo modo >>

Jenna lo guardò intensamente, non era cambiato da quando avevano iniziato a parlare circa un' ora prima, era sempre lo stesso, nessun segno di eccitazione in lui, ma sapeva comunque che stava combattendo.

<< Cercherò di uscire, di cercare un posto da cui poter lasciare questa casa, prima me ne vado, meglio sarà per te >> Jenna sapeva che non l' avrebbe trovato ma se non altro lo avrebbe tenuto impegnato per un po' di tempo.

 

Infatti poco dopo si arrese e si sdraiò sul divano del salotto, Jenna era nella sua cuccia, sentiva il bisogno impellente di strusciarsi sul suo cuscino, fuori la tempesta che imbiancava la città prendeva intensità, stava calando la notte. Cominciò a strofinarsi piano, cercando di controllare i suoni che uscivano dalla sua bocca. Con un maschio a pochi metri da lei era più facile eccitarsi, ma poteva anche farsi scoprire più facilmente e anche se lo negava a se stessa, sapeva che Kael l' aveva già sentita.

Il primo giorno passò calmo senza incidenti, quando avevano bisogno di mangiare o bere si davano il cambio tenendosi a distanza, Jenna andava molte volte in camera della sua padroncina a sdraiarsi sul suo letto, cercando di riposare la mente e gli istinti.

Si era strusciata sul suo cuscino altre volte durante la notte, ormai era primo pomeriggio, e lei dormiva sul letto. Pensava di trovare il seme di Kael in qualche parte della casa, pensava che non poteva resistere, poteva masturbarsi se avesse voluto, ma vedeva che il suo amico in qualche modo resisteva, come non lo sapeva proprio.

Poco dopo Kael si era svegliato e sincerandosi che non ci fosse Jenna si era avvicinato alla ciotola per mangiare. Improvvisamente sentì il suo odore, era molto più forte e più vicino, si guardò attorno pensando che entrando non l' avesse notata, poi si accorse del cuscino.

Si avvicinò lentamente, era bagnato in più punti, lo aveva usato molto quella notte, l' aveva sentita agitarsi e gemere soffocata per cercare di nascondere ciò che stava facendo.

Appoggiò il muso sul punto bagnato ed ispirò profondamente, sentì la testa cominciare a roteare, aveva veramente un buon odore. Si staccò e cominciò a pensare al suo lavoro, ai chilometri che aveva fatto per arrivare fino a lì, cercando di calmare l' improvviso istinto che per una frazione di secondo aveva preso piede in lui. Rimase con gli occhi chiusi per un paio di minuti e riuscì a ricacciarlo giù, ma era chiaro che Jenna stava soffrendo molto questa sua condizione. Doveva fare qualcosa per aiutarla.

Cominciò a salire piano le scale entrando nella stanza della sua padroncina. Jenna stava dormendo sul letto, si avvicinò e si strofinò al suo muso. L' husky si svegliò di soprassalto e quasi cadde dal bordo.

<< Kael, cosa ci fai qui >> Era calmo nonostante l' estrema vicinanza, Kael aveva potuto sentire il suo calore aumentare sempre di più ad ogni passo nella sua direzione.

<< Ascolta Jenna >> Kael parlava con calma << Capisco che stai passando un brutto momento, non parlo della tua eccitazione. Beh, si, anche di quella. Volevo dire che so cosa ti è successo solo due mesi fa, in città tutti ne parlano, non poteva non arrivare alle mie orecchie >>

Jenna ascoltava tremando, Kael sapeva.

<< Ascoltami Jenna, posso aiutarti a superare almeno il tuo calore, so come fare, ma devi fidarti di me. Siamo stati insieme da quando siamo nati ed anche se per un po' di tempo ci siamo persi di vista so che non mi hai mai dimenticato, come io non ho mai dimenticato te >>

Jenna non capiva cosa volesse dire, cosa volesse fare. Inconsciamente annuì.

<< Bene, resta sul letto e girati sulla schiena, la testa verso il muro ed apri le zampe, io resterò sul pavimento in modo che tu sarai sicura che anche se volessi montarti non potrei arrivare a te >>

Jenna si mise comoda, adesso aveva intuito cosa volesse fare Kael, si sentì afferrare per le zampe e trascinare verso il bordo del letto, la sua coda penzolava oltre il bordo verso il pavimento.

Jenna cominciò a sentire il suo fiato caldo tra le sue zampe, cercò di rilassarsi ancora di più, poco dopo la prima leccata sulla sua vulva gonfia le fece fare un piccolo sussulto.

<< Kael... >>

<< Puoi dire anche il nome del tuo compagno, se ti va. Stai tranquilla, non mi offendo >>

Jenna alzò la testa e gli sorrise, Kael gli diede una seconda leccata, questa volta più piano.

Poteva sentire il suo sapore sulla sua lingua, poteva sentirla inumidirsi piano piano, cominciò a leccargli le labbra, spostandosi lentamente verso il clitoride.

<< Kael, non fermarti, ti prego >>

La sua testa roteava e si sentiva leggera, il calore che sentiva tra le sue zampe si stava diffondendo in tutto il corpo, Kael stava massaggiando il suo clitoride, sempre piano.

Non poteva credere a ciò che stava accadendo, non avrebbe mai immaginato di arrivare a quel punto, non aveva fatto niente quando si erano salutati l' ultima volta molti anni prima, ma adesso...

Jenna perse il senso del tempo, non riuscì a capire quanto era passato quando Kael infilò per la prima volta la lingua all' interno cercando di andare più in profondità, cercando il punto di piacere dentro di lei.

Strinse i denti, sapeva che non sarebbe durata ancora a lungo, la lingua di Kael roteava a contatto con il suo piacere, il suo fiato caldo le faceva provare ancora più sensazioni estenuanti, cominciò a tremare e in poco tempo ebbe un orgasmo, il primo dopo più di due mesi. Gridò al vertice dei suoi polmoni, quel tremito continuava incessantemente in lei, Kael cercava di prendere in bocca tutto il suo nettare, di pulirla il meglio che poteva.

Dopo venti secondi Jenna respirava ancora affannosamente, non ebbe tempo di riprendersi che Kael spostò la lingua sul suo ano, facendogli provare un altro brivido di piacere.

Massaggiò per interminabili minuti la sua zona più sensibile, spostandosi agevolmente sulla vulva per qualche secondo per poi tornare giù, senza staccare la lingua dal suo corpo.

Jenna sapeva che quella era la sua zona più sensibile, la sua e di molte femmine e maschi. Molto spesso la usava per far eccitare di più il suo compagno Balto.

<< Kael... è... è fantastico... io... >>

Kael si staccò un attimo, il ventre di Jenna si abbassava e si alzava sempre più velocemente, sentiva che si stava eccitando sempre di più ma pensò a concentrarsi sul benessere della sua amica.

Agevolmente infilò la lingua all' interno, oltre lo sfintere. Jenna fece un sussulto, i muscoli all' interno di lei si dilatavano e contraevano, rendendo più piacevole il processo che Kael aveva iniziato.

<< Kael... Kael... montami ti prego >>

L' husky si bloccò e la guardò. << Sei sicura, Jenna? Non pensi che sia il tuo calore a parlare? >>

<< S...si... no... io... ti prego >>

<< Scendi dal letto, Jenna, a terra avremo più presa >>

Jenna scese dal letto continuando a tremare, mettendosi davanti a Kael e alzando la coda. Non aveva più il controllo sul suo corpo, sui suoi pensieri, cosa le stava accadendo.

Con un balzo Kael montò agevolmente sulla sua schiena, fermandosi a contatto con la sua vulva ancora bagnata, senza entrare.

<< K...kael... n...no, io... >>

<< Ehi, rilassati, ho detto che volevo aiutarti, non ferirti, questo è il tuo momento, non il mio >>

Kael cominciò ad andare su è giù con le zampe, stimolando ancora una volta il clitoride, poteva sentire il calore della femmina sulla punta del suo membro, doveva concentrarsi, non voleva perdere il controllo e ferirla. Continuò mentre Jenna aveva ricominciato ad ansimare sempre di più, Kael si assicurava di tenerla ben stretta per evitare che si tirasse indietro per farlo entrare tra le sue zampe, non voleva questo, sapeva comunque di avere adesso il pieno controllo su di lei.

Jenna poteva sentire il suo calore ricominciare a crescere, senza rendersene conto stava seguendo i movimenti del suo compagno, aveva chiuso gli occhi.

Kael iniziò a leccargli il pelo sopra la schiena, sapeva che questa era la parte più pericolosa per una femmina in calore che non voleva farsi penetrare tra le zampe.

Dopo alcuni minuti, che a Jenna erano sembrate ore, fece pressione con il suo corpo sul suo posteriore, Jenna si abbassò un' po' di più verso il pavimeto e sentì il membro all' entrata del suo ano.

A questo punto Kael cominciò ad inserire il suo membro all' interno di Jenna, sempre piano, facendolo scorrere per tutta la sua lunghezza fino alla base del nodo. Jenna lo sentì scorrere senza dolore, nonostante fosse lubrificato solo sulla punta, dio se aveva fatto un buon lavoro con quella lingua. Kael cominciò a zompare, dapprima piano, poi sempre più velocemente, Jenna poteva sentire il suo corpo andare avanti e indietro, non riusciva a seguire i suoi movimenti, non aveva più alcun controllo su se stessa. Ad un certo punto si sentì uno schiocco, Jenna venne spinta in avanti, ma si resse sulle zampe che avrebbe giurato non sarebbero riuscite a trattenerla.

Adesso Kael era legato a lei, non c' era più pericolo che potesse uscire, poteva liberare i suoi istinti.

Cominciò a ringhiare e zompare la sua compagna sempre più forte, Jenna sentiva il calore del suo pelo sopra di lei, il suo fiato caldo sulla sua bocca.

<< Kael, Kael... io... tu...>>

L' ano di Jenna si contraeva e dilatava sempre più, stringendo il membro di Kael mentre sentiva la sua testa continuare a roteare sempre più forte, sapeva di essere vicina. Il maschio sopra cercava di andare più a fondo possibile dentro di lei, per un attimo ebbe l' impulso di morderla marchiandola, ma riuscì a trattenersi. Andarono avanti così per un paio di minuti, Kael sapeva che Jenna non sarebbe durata a lungo.

L' orgasmo la colpì all' improvviso, facendola urlare di piacere e cadere a terra con le zampe anteriori, dio, era l' orgasmo più intenso che avesse mai provato, i suoi umori uscirono e caddero abbondanti sul pavimento. Kael continuò a zompare per altri due minuti buoni, prima di cominciare anch' egli a tremare spargendo il suo seme all' interno del suo retto. Poi, lentamente abbassò il ritmo fino a fermarsi.

Rimasero così per alcuni minuti, Jenna aveva chiuso gli occhi, rinunciando a parlare.

Dopo essersi girato Kael cominciò a massaggiare la sua schiena con la sua coda, Jenna lo seguì nel movimento. Poteva fare altro per farla godere ancora di più, ma decise che aveva raggiunto il suo obbiettivo. Lo avrebbe fatto un' altra volta, era sicuro che Jenna glielo avrebbe chiesto.

Il nodo calò di dimensione e Jenna si potette liberare, Kael cominciò a ripulirla.

<< Kael... come hai fatto, io non ho mai provato una cosa del genere >>

Kael la guardò oltre la sua coda << Ti ho detto che ho avuto poche compagne, non ti ho detto che non ho avuto esperienze >>

Si sedette davanti a lei e le accarezzò teneramente il muso.

<< Come ti senti, Jenna >>

<< Io, mi sento diversa, più libera >>

Era proprio quello che voleva sentire.

<< Ascolta le mie parole, Jenna. Con quello che abbiamo fatto poco fa pensi di avere tradito il tuo compagno? >>

Il suo compagno, Balto, non ci aveva neanche pensato.

<< Io, non so... >>

<< Perchè mi hai chiesto di farlo, Jenna >>

Jenna lo guardò negli occhi. Era sicuro di se, cosa voleva fargli capire.

<< Io stavo male, l' ho fatto perchè ne avevo bisogno, tu mi hai aiutata, è stato un aiuto, io non l' ho tradito, ma mi sento in colpa... >>

<< Per cosa, Jenna >> Cercava di indirizzarla << Cosa è accaduto qualche mese fa >>

<< Io sono stata violentata, non potevo fare niente, dovevo proteggere mia figlia, non volevo che le accadesse qualcosa di ancora più terribile >>

Jenna cominciò a piangere, aveva improvvisamente capito... il suo trauma, la sua colpa, credeva di non avere fatto abbastanza per uscire da quella situazione, temeva di avere perso tempo prezioso prolungando le sofferenze sue e di sua figlia, non riusciva più a guardare Balto senza provare inconsciamente un grande senso di colpa.

Kael l' abbracciò, premendo il suo muso sulla sua spalla.

<< Piangi per tutto il tempo che ti serve, Jenna, io sono qui con te >>

 

 

  1. UN GIUSTO RINGRAZIAMENTO

 

Dopo l' esperienza di quel pomeriggio con Kael, Jenna si sentiva più libera di muoversi per casa, non aveva più problemi a cercare di evitarlo, sapeva che non doveva, in quanto il suo amico sarebbe riuscito a controllarsi. Adesso poteva stargli vicino, parlare e scambiarsi effusioni con lui nonostante il calore che ancora la invadeva.

Per questo gli chiedeva, ogni volta che si sentiva eccitata, di fare l' amore con lui. Dolcemente Kael gli rispondeva che non voleva approfittare di quella situazione, ma che se fosse servito per farla stare meglio avrebbe accettato.

Non ricordava più quante volte l' aveva fatto con quell' husky, non aveva paura di tradire Balto, ciò che stava facendo era solo per calmare le sue eccitazioni e con i suoi ricordi e le sue colpe rimesse finalmente al loro posto, sentiva di amare ancora di più il suo compagno. Balto, non vedeva l' ora di passare un' altra intera notte con lui.

Kael non si sarebbe mai approfittato della sua situazione, per questo Jenna cercava di farci l' amore il più possibile, per ringraziarlo per tutto ciò che aveva fatto, per tutto ciò che gli aveva dato, una tranquillità ed una calma che aveva perso da troppo tempo.

Pensava che il senso di colpa che l' aveva accompagnata per quel periodo fosse cominciato quando era stata rapita con sua figlia, pochi mesi prima. In realtà aveva capito che era una cosa che la seguiva fin dalla sua prima violenza, circa 1 anno prima quando il branco aveva attaccato per la prima volta la città, e lei lo aveva seguito, finendo in quell' inferno.

Ma doveva ancora fare qualcosa, qualcosa per ringraziare definitivamente il suo più caro amico di una vita.

 

Kael era seduto davanti la finestra della camera di Rosy, guardava la tempesta che si stava pian piano attenuando. Jenna aveva cominciato a salire le scale, giungendo poco dopo alle sua spalle.

<< Dimmi, Jenna >> Sorrise continuando a guardare fuori.

<< Kael, ascolta, volevo chiederti una cosa >> Kael drizzò le orecchie continuando ad osservare la tempesta, Jenna abbassò lo sguardo sorridendo.

Continuò << Mi ha fatto veramente piacere che tu mi abbia aiutata a superare i miei problemi ed io... io volevo ringraziarti per esserti trattenuto così a lungo >>

Kael si voltò verso di lei, non capiva cosa voleva dirgli.

<< Uscirò dal calore tra pochi giorni ed io... volevo dirti che da allora potrai essere libero di fare con me ciò che desideri >>

Kael scosse la testa << Jenna, a me interessa solo che tu stia bene, non voglio che tu faccia ciò che non ti senti di fare >>

Lo guardò con aria calma << E' il giusto ringraziamento per avermi aiutata in questo periodo così difficile per me, che ti piaccia o no, tra 3 giorni verrò a cercarti... e non è detto che sia la sola volta, puoi starne certo >>

<< Tra 3 giorni verrai a cercarmi... >> disse Kael sorridendo << Caspita, suona come una minaccia >>

Jenna sorrise a sua volta e si avvicinò di più a lui << Oh... è molto più che una minaccia >>

 

Dopo alcune ore i padroni di Jenna erano tornati e lei aveva salutato Kael, ricordandogli ancora la sua promessa. Adesso c' era una cosa però che doveva assolutamente fare.

Corse verso la dimora del suo compagno, passando per i vicoli per cercare di non incontrare nessun maschio. Arrivata nei pressi della barca arenata aveva cominciato ad annusare l' aria, non riuscendo a percepire l' odore di Balto.

Dopo essere entrata nella cabina notò Aleu tutta sola, rannicchiata sotto la sua coperta.

<< Aleu... >> Jenna si avvicinò e tirò via la coperta da sopra di lei, sua figlia aveva gli occhi lucidi e guardava verso la parete della cabina, senza dire niente.

Jenna si mosse verso di lei e gli diede dei piccoli colpetti con il muso, ma Aleu restava immobile, decise di sdraiarsi accanto.

<< Aleu, cosa c' è >>

Cominciò a parlare con la voce rotta dall' emozione << Io... io... ho avuto tanta paura, mamma >>

Jenna la leccò sotto gli occhi << A cosa ti riferisci amore mio >>

Aveva lo sguardo fisso nel vuoto << Quando avete provato a stare insieme l' ultima volta nonostante la tua condizione, quando... quando sei scappata sono rimasta sola con lui, mi ha ringhiato contro e mi è saltato addosso... io temevo, temevo che avesse voluto ...>>

Jenna si sentì in colpa per averla coinvolta nei loro incontri, Aleu continuò << Mi è rimasto addosso per alcuni interminabili minuti, continuava a ringhiarmi contro, io cercavo di proteggermi tra le zampe e la gola, ho usato la coda, abbassato il muso, ho provato a girarmi ma lui mi teneva bloccata, non sapevo cosa avesse voluto fare >>

Jenna aveva capito, ricordava quando durante le sue prigionie aveva visto dei padri vendere a quel branco senza scrupoli le loro figlie per dei miseri pezzi di carne, alla stessa Janae era accaduta una cosa simile. Aleu era così giovane, non avrebbe mai immaginato che un padre potesse fare una cosa del genere. Jenna si maledì per non avere capito subito ciò che stava passando. Cercò di tranquillizzarla.

<< Ma alla fine non ha fatto niente, vero? >> Chiese.

<< N...no... >>

Si strusciò contro il suo muso << Vedi, Aleu... tuo padre non ti farebbe mai del male, e tu lo sai bene, in questo momento è solo molto nervoso, soprattutto per colpa mia >>

Aleu guardò la madre, Jenna continuò. << Quando sono stata salvata dalla mia prigionia la prima volta la mia mente era a pezzi ma nonostante tutto ero riuscita a confidarmi e parlare con tuo padre, mi importava solo di averti salvata Aleu. Ma quando siamo state prese entrambi la mia mente ha definitivamente ceduto, avevo paura, tremavo per te, Balto aveva capito che c' era qualcosa che non andava ma io avevo bisogno di restare da sola, sono arrivata anche a cacciarlo in malo modo un paio di volte. Lui non capiva come potesse aiutarmi ma provava a starmi accanto, poi il mio periodo di calore ha peggiorato le cose >>

<< Allora perchè hai deciso di cercare di incontrarlo prorio in quel periodo, mamma >>

<< Perchè pensavo erroneamente che il mio periodo di eccitazione mi aiutasse a parlare con lui con più libertà, ma sapevi che eludevo le sue domande con un semplice “va tutto bene”, non avevo ancora metabolizzato appieno il mio trauma, così come te non avevi capito il tuo, cercavo di proteggerti rispondendo alle domande che Balto ti faceva, quando dovevo solo spronarti a parlare. Inoltre, avevo veramente bisogno di fare l' amore con lui >>

Aleu si asciugò le lacrime << Mamma, puoi restare con me per questa sera? >> chiese.

<< Certo piccola, fino a quando vuoi, sentiti libera di chiedermi e parlare di qualunque cosa >>

La sera diventò notte e poi mattino, Jenna e Aleu parlarono incessantemente per molto tempo, concedendosi solo qualche ora di riposo. Sua figlia era ancora un po' impaurita da ciò che aveva passato, ma stava pian piano capendo. Jenna pensò che se non fosse riuscita a starle accanto per il periodo della sua prigionia, come invece era riuscita a fare, le cose per sua figlia sarebbero state ben più dolorose.

Quando il sole aveva cominciato a sorgere Jenna si era alzata salutando la figlia dicendo che sarebbe andata dalla sua padroncina e che poi sarebbe tornata. Aveva saputo da Aleu che Balto era uscito con suo figlio Axel per una lunga passeggiata e che non sarebbe tornato prima di alcuni giorni. Pensò che probabilmente stava cercando di calmarsi.

Jennà si fermò sul ponte assaporando i tiepidi raggi di sole poi si voltò verso sua figlia << Devo chiederti una cosa, Aleu. Quando Balto tornerà dalla sua passeggiata vieni ad avvisarmi, ma ti prego di dirgli di prepararsi per me >> Jenna alzò la coda << Questa volta non gli lascerò un attimo di respiro >>

 

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Capitolo 3
*** Un' Ombra ti Segue ***


CAPITOLO 3: UN OMBRA TI SEGUE

 

NOTA: La brutta avventura di Jenna, dopo poco più di 1 anno, era finalmente finita. Il branco di lupi che l' aveva rapita assieme a sua figlia era stato decimato dagli umani, inoltre il suo amico Kael era riuscito ad alleviare le sue sofferenze e grazie a questo era finalmente riuscita a spiegare a Balto perchè non volesse stargli accanto in quei momenti, incolpava se stessa per la situazione in cui lei e sua figlia erano finite... non sapeva che qualcuno la guardava da lontano...

 

  1. VECCHI PROBLEMI

 

Jenna camminava piano in direzione della barca arenata sulla spiaggia, ormai il suo calore era finito ed era finalmente riuscita a parlare con il suo compagno spiegandogli perchè lo aveva trattato in quel modo, perchè fosse arrivata addirittura a cacciarlo lontano da lei per ben 2 volte. Il pensiero di 1 anno prima, quando aveva scelto di seguire quel branco di lupi nella foresta al posto di sua figlia Aleu ed ancora qualche mese prima, quando per la seconda volta il branco aveva attaccato la città prendendo questa volta anche sua figlia. Era stata fortunata la seconda volta, non era in calore e non aveva avuto lo stesso problema di tanto tempo prima, quando era rimasta incinta ed era stata costretta a cedere al branco che l' aveva aiutata a fuggire 4 dei 5 cuccioli. Sapeva che loro e Janae, sua compagna di prigionia, sarebbero stati bene ora che finalmente quel branco era stato decimato dagli umani ed inoltre Axel, il cucciolo che era stato portato da lei stessa a Nome, aveva accettato che Balto non fosse veramente suo padre. Dopo tutto ciò che era accaduto, l' husky si sentiva in colpa per non aver fatto abbastanza per proteggere sua figlia Aleu da quell' incubo, per questo non era riuscita a parlare veramente a Balto.

Sapeva comunque che Balto aveva dimostrato un grande coraggio, e per questo gliene era grata. Partire assieme ad Aleu per seguire le sue tracce, la prima volta, fare un accordo con quel branco di lupi che l' aveva salvata, Aleu aveva perso la sua verginità con il loro capobranco. Sua figlia gli diceva sempre che non gli importava, se ciò fosse servito a riportarla indietro, inoltre il lupo durante quei momenti gli chiedeva sempre se andasse tutto bene.

La seconda volta, invece, il suo compagno era riuscito a guidare con il suo odore la squadra di Kody e Steele, questa volta gli umani avevano fatto sul serio.

Sospirò pensando al suo amico Kael, l' aveva veramente aiutata a capire cosa avesse che non andava, ormai era ripartito per Fairbanks da 2 settimane.

Jenna si fermò un attimo prima di continuare sentendo il freddo vento che soffiava sulla sua pelliccia rossa e bianca. Nonostante fosse pieno inverno, era come se la sua bandana gli procurasse tutto il calore necessario, impregnata ogni giorno del costante odore del suo compagno.

Il cielo verso est era di un colore violaceo, si ritrovò ad annusarla, l' odore della sua famiglia, cominciò a scendergli una lacrima di felicità giù per il muso.

Arrivata alla barca del suo compagno cominciò ad annusare l' aria, ma non sentì né il suo odore né quello dei suoi figli, al contrario sentì qualcosa di fin troppo familiare.

<< Hey, Jen >>

Una figura scura si mosse dalla penombra accanto alla barca e comparve ai suoi occhi.

<< Steele! Mi chiami Jenna! >>

<< Diritto, Jenna... >> Rispose con un finto compiacimento.

<< Che cosa vuoi, ti ho già ringraziato per avere guidato con mio figlio le squadre da slitta per cacciare il branco che mi aveva rapita >>

Steele fece finta di non sentire e si mosse più vicino, verso di lei. Jenna indietreggiò un po'.

<< Stai cercando il tuo compagno? >> Chiese << Non penso che sia qui, deve essere uscito con i suoi due... mezzi lupi... >>

Sentire chiamare così i suoi figli, Aleu e Axel, gli fece salire un basso ringhio verso di lui, Steele proseguì << Sai cosa voglio da te, non ti ho mai dimenticata, se devo fare qualcosa lo farò qui e ora >>

<< Hai quasi ucciso i bambini di Nome e Rosy durante l' epidemia, cosa speri di fare con me, Steele! >>

Steele sogghignò << Oh, lo vedrai... perchè non ti volti e scappi, cucciola, coraggio, scappa dalla mamma >>

Jenna si sentì disgustata, dannato figlio di... in un attimo si voltò e cominciò a correre verso Nome. Grave errore, mai dare le spalle al proprio nemico, era quello che voleva Steele. Con un balzo la raggiunse e gli atterrò sopra la schiena, Jenna cadde con un gemito nella neve.

<< Steele! >> Urlò << Che cosa vuoi fare >>

Un' artigliata la colpì in piena faccia, quel dolore... il ricordo delle violenze subite nel branco la colpì come un macigno, pietrificandola, non riuscì più a muoversi per lo shock ma ringhiò comunque in direzione del suo assalitore.

<< Steele! Mi stai facendo male! >>

<< Oh, male? >> Rispose << Così? >>

Affondò i suoi denti nella sua carne, Jenna urlò veramente allora mentre Steele aveva cominciato a muoversi sotto la sua coda, cercando la sua apertura.

<< Ah Jenna Jenna, proprio non capisci, eh? Nessuno ti verrà a salvare stavolta >>

Jenna aveva cominciato a piangere, sentendo le sue forze abbandonarla, adesso non riusciva a parlare, le immagini di quelle violenze subite tempo prima cominciarono veramente a riaffiorare, ebbe un conato di vomito.

<< Piccola mia, sei proprio messa male con la testa eh? Vedrai che adesso...>>

Steele non riuscì a finire la frase che venne violentemente colpito al fianco, rotolando per qualche metro più vicino alla battigia. Un cane lupo si era frapposto tra lui e Jenna, dopo pochi secondi l' husky rosso e bianco lo guardò, ma non riuscì a distinguerlo bene a causa delle lacrime che gli coprivano gli occhi, sicuramente non era Balto.

<< Brutto figlio di... >> Ringhiò Steele, mentre si rialzava << Chi sei? >>

Il cane lupo non rispose, continuando a fissarlo.

<< Sei sordo forse? Ti ho chiesto chi sei! >>

Jenna riuscì a guardarlo meglio, sembrava un cane ma alcuni suoi lineamenti dicevano chiaramente che non lo era completamente, la sua pelliccia era di un bianco sporco sotto la sua pancia, nel torace, parte del muso inferiore e nelle zampe e di un grigio chiaro e nero nella parte superiore del corpo, sui fianchi, nonché sulla coda e sulla testa, dalla parte superiore del muso in su.

Notò un collare blu che gli avvolgeva il collo, era un cane di città, ma non l' aveva mai visto prima.

<< Non penso di voler rispondere ad un bastardo che tratta così le femmine >>

Il suo corpo era magro e snello in confronto a quello di Steele, Jenna pensò che non avrebbe mai potuto farcela contro di lui. Infatti, appena gli si avventò contro, Steele riuscì facilmente a sopraffare il cane lupo, riuscendo a girarlo con la schiena sulla sabbia ed a posizionarsi sopra di lui con le zampe.

Il lupo era giovane, probabilmente di 1 anno o poco più, sicuramente non aveva molta esperienza nella lotta.

<< E adesso, cane lupo? >> Ringhiò Steele << Cosa credi di fare? >>

Il cane lupo sogghignò, sei troppo sicuro di te, coglione.

Con un agile mossa, mentre Steele si stava preparando ad azzannarlo alla gola, il cane lupo alzò improvvisamente la testa addentando il collo di Steele e graffiandogli la pancia e il torace con gli artigli. Steele guaì e si tirò indietro, il collare che portava ancora dopo tutte le vittorie nelle gare passate lo salvò dai danni delle fauci del cane lupo, anche se una parte del morso andò a segno, facendogli uscire del sangue da sotto la gola. A quel punto il cane lupo era già balzato in piedi, pronto per un secondo attacco che come il primo, non andò come previsto.

Stavolta Steele riuscì ad inteccettarlo a mezz' aria, facendolo cadere duramente sulla sabbia, dopodichè cominciò a graffiarlo con le zampe, dal muso cominciarono ad uscirgli flotti di sangue.

<< Sei patetico! Patetico! >> Ringhiò Steele, il cane lupo guaì ma trovò ancora una volta la forza di addentarlo, stavolta alla parte superiore della zampa, bloccandolo momentaneamente. Il morso fece veramente male stavolta a Steele, ma stavolta non indietreggiò, liberandosi facilmente e puntando alla gola. Il cane lupo lanciò un urlo terribile, nonostante fosse riuscito a proteggere la parte più sensibile del suo corpo abbassando con uno scatto il muso, i denti di Steele avevano trovato ugualmente la sua carne, il suo muso grigio, nero e bianco cominciò rapidamente a colorarsi sempre di più di rosso.

Jenna, che si trovava a pochi metri, decise che doveva intervenire e dopo essersi faticosamente alzata in piedi si avventò su Steele e rotolò assieme a lui poco distante.

<< Puttana! >> Urlò Steele << Ti insegno io le buone maniere, cagna! >>

Piantò un morso nel fianco di Jenna, affondando i denti come non aveva mai fatto prima, l' husky lanciò un terribile guaito.

Mentre il cane lupo cercava faticosamente di rialzarsi, notò in lontananza tre umani che correvano verso di loro. << E' il cane dei signori Huntington! >> Si riferivano a Jenna.

Uno di loro aveva in mano un bastone, Steele lo notò e ringhiando si dileguò il più velocemente possibile.

 

 

  1. UN NUOVO CANE LUPO IN CITTA'

 

Kody correva velocemente attraverso il vicolo, in direzione di Aleu e suo padre.

<< Papà! Papà! >>

Si fermò ansimando davanti a loro, suo padre e Aleu lo guardarono con apprensione, doveva essere accaduto qualcosa di molto brutto.

<< Figliolo, cosa c'è, cos'è accaduto >>

<< La mamma >> ansimò ancora << E' stata attaccata da Steele >>

Fuori dall' edificio del veterinario, i tre cani guardavano all' interno il dottore che visitava le ferite di Jenna, Balto osservava attentamente le sue condizioni, ma non riusciva a sentire cosa stesse dicendo ai genitori di Rosy.

<< Papà, come starà? >> Chiese Kody mentre continuava a guardare all' interno.

<< Le ferite sembrano brutte >> disse Balto << Ma almeno è cosciente... quando è accaduto? >>

Kody si abbassò dalla finestra << Circa un' ora fa, un cane era con gli umani che l' anno salvata ed è immediatamente venuto a cercarmi >>

<< Steele ha fatto questo? >> Ringhiò, rendendosi conto dopo che non doveva lasciar trasparire rabbia di fronte ai suoi figli, almeno non in quel momento.

<< Si, il cane che mi ha avvisato è accorso assieme agli umani dopo aver sentito le grida di mamma, ha visto solo gli ultimi momenti, ma ha detto che c' era un cane lupo che cercava di difenderla >>

<< Un cane lupo? >> Chiese Balto. Non sapeva di un cane lupo in città, a parte lui.

Aleu ed Axel in effetti cercavano sempre di evitare le tane degli umani, a parte quando cercavano di procurarsi il cibo o andavano a trovare la loro madre.

Balto invece era considerato un eroe e poteva liberamente girare per la città, approfittandone per prendere più cibo per i suoi due figli che lo aspettavano sulla barca.

<< Papà, dobbiamo pensare a lei adesso >> disse Aleu indicando sua madre.

Dopo alcuni minuti, i signori Huntington uscirono dalla porta e si avviarono verso casa, Jenna aveva gli occhi chiusi mentre era in braccio del padre di Rosy, forse gli avevano dato qualcosa per calmarla.

Balto e i suoi figli li seguirono fino alla loro casa e si affacciarono dalla porta che il signor Huntington non aveva chiuso essendosi accorto della famiglia di Jenna dietro di lui. Aveva ancora problemi ad accettare un cane lupo nella sua casa, ma questa volta decise che poteva fare uno strappo e lasciarlo un po' con il suo cane anche se era notte. Non sapeva che Aleu di tanto in tanto si intrufolava per salutare sua madre, anche se sapeva che era sua figlia.

I tre guardarono il padre di Rosy adagiare piano Jenna nella sua cuccia, mentre Rosy aveva cominciato ad accarezzargli il pelo e gli aveva messo vicino al muso la sua bandana.

<< Sei forte ragazza >> disse Rosy, prima di essere chiamata dalla madre.

A questo punto i tre si avvicinarono, Jenna sentì l' odore e faticosamente alzò la testa.

<< Balto, cuccioli... come state... >> sorrise alla loro vista, ma ricadde pesantemente sul cuscino, la spalla e il fianco gli facevano un male tremendo.

Kody si avvicinò notando le ferite sul suo muso, cominciò a leccarle delicatamente ma Jenna ebbe ugualmente un sussulto di dolore, il figlio si staccò da lei abbassando le orecchie.

In quel momento Axel entrò nella stanza, aveva saputo da poco delle condizioni di sua madre e si era precipitato verso la sua casa per sincerarsi delle sue condizioni. Boris era arrivato alla barca dopo aver visto Steele fuggire e non trovando Balto da nessuna parte si era rivolto a suo figlio più piccolo, che da tempo dormiva da solo in una grotta nella foresta poco distante dalla città.

<< Papà, cos' è successo >> Axel si avvicinò a suo padre, Balto era felice di sentire che da tempo suo figlio lo aveva perdonato, dopo avergli raccontato la verità, ma questa volta non sorrise, concentrato sulle condizioni della sua compagna. Si avvicinò a lei e strusciò il muso contro il suo, stando attento a non toccare le ferite. << Jenna, amore mio, riesci a parlare? >>

Jenna aprì nuovamente gli occhi, ma questa volta rimase immobile, notò che aveva anche una ferita ad una zampa, forse causata dal primo attacco di Steele su di lei. Ricordava di aver cercato di proteggersi quando aveva visto la zampa di Steele alzarsi per colpirla sul muso, ma da quel dolore in poi la sua mente aveva iniziato a vagare, sentendo solo dolore fisico ed interiore.

Nonostante tutto cercò di avvicinarsi alla ciotola con l' acqua per prendere qualche lappata, ma Aleu la fermò e dopo aver raccolto un po' d' acqua sulla sua lingua cercò di bagnargli il più possibile le labbra, nella sua mente sua madre meno faceva sforzi e meglio era.

Dopo alcuni minuti in cui Aleu si prendeva cura di lei riuscì finalmente a parlare.

<< Balto, il veterinario mi ha dato un calmente ma i dolori che provo sul mio corpo sono lancinanti, quando Steele mi ha morso sul fianco ha rischiato di ferirmi all' interno, il veterinario ha detto che il rene è salvo per miracolo >>

Balto si avvicinò a lei << Jenna, ti ho chiesto di parlare ma se deve farti male voglio solo che tu ti riposi >>

Jenna ansimò un po', poi proseguì, anche se a fatica << Stavo venendo da te perchè volevo passare un po' di tempo insieme, ma quando mi sono avvicinata alla barca Steele mi è spuntato davanti, non c' eravate né voi né Boris >>

Jenna si fermò un attimo, ricordare i momenti dopo gli avrebbe fatto molto male. Dopo pochi secondi continuò.

<< Lui mi è saltato addosso e mi ha ferita, comincinado a mueversi sotto la mia coda, lui voleva... voleva... >>

Aleu ringhiò fortemente capendo ciò che voleva dire sua madre, ricordava i momenti passati assieme a lei in quel branco, quei giorni estenuanti continuamente umiliate sotto la loro coda e tra le loro zampe dal lupo Alfa e da suo fratello, soprattutto quelle notti lasciate in balia dell' intero branco, con sua madre che cercava di tenergli la zampa, cercando di dirgli cosa fare.

Allora aveva capito cosa doveva aver vissuto sua madre durante la sua prima prigionia insieme a quel lupo dal pelo argentato, Janae, e sapeva che come aveva fatto con la giovane lupa in quei momenti terribili stava facendo con lei, quella seconda volta. Stava cercando di aggrapparsi disperatamente a chi amava per proteggere la sua mente e lei, sua figlia. Avrebbe saputo dopo due mesi, l' incontro di sua madre con Kael, che la sua mente aveva già ceduto da molto tempo.

Axel si avvicinò a sua sorella capendo a cosa stava pensando, da tempo ormai aveva rinunciato a cercare di perdonare suo padre, un membro di quel branco che aveva approfittato assieme agli altri di Jenna. Non aveva mai avuto idea di chi fosse, sua madre non riusciva a ricordare dato che il quelle notti non poteva chiaramente vedere chi accoglieva al suo interno, con il disgusto che ogni minuto di più diventava più forte. Gli aveva detto solo che cercava di chiudere gli occhi e sperare che finisse presto... poteva ricordare che vi era un lupo simile a lui in quel branco, ma non poteva essere sicura che fosse proprio suo padre. E comunque, dopo l' attacco degli umani nel loro territorio, probabilmente a quest' ora era già morto.

Mentre Balto aveva cominciato a leccargli il mento per aiutarla, Kody capì che non voleva sentire ancora una volta quella parola uscire dalla bocca di sua madre, gli si avvicinò, cercando di fargli saltare quel passaggio.

<< Mamma, chi è il cane che ti ha aiutato >>

Jenna si riprese, aveva da poco cominciato a singhiozzare.

<< Non lo so, Kody, ricordo solo che era un cane... cane lupo, si vedeva chiaramente da alcuni suoi lineamenti e dal colore della sua pelliccia, ma portava un collare blu, dovrebbe essere in città >>

Jenna continuò, finendo la sua storia quando Balto si girò di scatto verso la porta socchiusa, annusando l' aria. Sua figlia Aleu fece lo stesso. Sentirono un odore estremamente familiare, cominciarono a ringhiare e Balto si lanciò verso la porta, aprendola. Un husky indietreggiò e cominciò a fuggire passando per il vicolo, Balto lo guardò allontanarsi.

<< Steele! >> Gridò.

<< Papà no! >> Urlò Kody, non voleva che suo padre lo affrontasse da solo, nonostante sapeva che avrebbe vinto, non poteva rischiare che rimanesse ferito come sua madre.

Balto utilizzò tutte le sue forze per chiudere gli occhi e cercare di non scattare in avanti all' inseguimento, poi si calmò.

<< Se un giorno dovessi capitare sotto le mie fauci, Steele, questa volta di te non rimarranno nient' altro che ossa >>

 

 

  1. RIMORSI

 

Balto era seduto sul ponte della sua dimora, mentre guardava le luci della città che si affievolivano sempre di più. L' aurora dell' alba aveva già cominciato a tingere il cielo ad est mentre il vento si era fatto pian piano più calmo.

Sospirò, mentre Boris si avvicinava lentamente a lui.

<< Cosa c' è che non va, Balto >> chiese << Tua figlia Aleu dorme da un pezzo ormai, mentre tu non hai chiuso occhio >>

Balto sospirò ancora << Niente Boris, solo... pensieri >>

<< Beh, da quello che vedo sono pensieri non proprio buoni >>

Balto si accorse di avere la coda attaccata ai fianchi, mentre i suoi occhi trasudavano le emozioni che provava in quel momento. Sapeva che l' amico di Jenna, Kael, l' aveva aiutata a superare i suoi problemi facendogli capire cosa c' era che non andava, e Jenna gli si era concessa, sotto la coda durante il calore e poi oltre una volta finito quest' ultimo, solo per ringraziarlo. Erano sempre stati buoni amici lui e la sua compagna ed anche se si era arrabbiato quando Jenna glielo aveva detto, Balto aveva deciso che la mente di Jenna era più importante, voleva vederla sorridere come un tempo, e Kael era riuscito a fargli capire il trauma che stava subendo. L' aveva riottenuta indietro, la Jenna che conosceva fin dai tempi della corsa del siero. Ma adesso, a causa dell' incontro della sera prima con Steele...

Boris gli si sedette accanto, Balto sospirò ancora una volta, questa volta più pesantemente.

<< Vedi Boris, io... mi sento in colpa. In colpa per non avere capito la sua situazione ma soprattutto... >>

Boris si intromise << Come potevi capire, Balto, se nei 2 mesi dopo quel fatto (Il secondo) lei ti allontanava continuamente >>

Balto continuò <<... per non essere stato più presente, per non aver impedito ciò che gli è accaduto, come anche ieri... >>

Boris gli mise un' ala sulla spalla << Se potessimo avere bacchetta magica io sarei acquila e tu eroe >>

Balto sorrise << Ma sono già un eroe, Boris >> Non gliene importava granchè, era solo grato di essere riuscito a salvare la vita di Rosy.

<< Appunto amico, tu ricorda com' era la tua vita prima della corsa del siero, no? >>

<< Si, lo ricordo, Boris >>

<< Sei cambiato da allora, ma non grazie a me o a Jenna, ma solo grazie a te stesso >>

Balto sorrise scuotendo la testa << Questo lo so, Boris, è solo che io avrei voluto, avrei dovuto stargli più accanto in quei momenti, capire prima, soprattutto, capire prima >>

<< Ti senti inferiore a Kael? >> Chiese l' oca. Sapeva cos' era accaduto in quei quattro giorni in cui lei e Kael erano rimasti da soli in casa degli Huntington, l' avevano lasciata con Kael pensando erroneamente che il suo calore fosse finito.

<< No Boris, so cosa è accaduto, Kael ha cercato di aiutarla con il suo calore, è stata Jenna a chiedergli di più. Aveva paura di ferirmi perchè ero nervoso, soprattuto in quei momenti, soprattutto dopo che non riuscivo a capire il mostro che la stava divorando dentro. Kael non ha tradito le sue aspettative, è riuscito a resistere alle tentazioni avendola in quei momenti solo sotto la sua coda. E lei ha deciso di ringraziarlo ancora di più, concedendosi completamente dopo quei giorni. So che Kael l' ha fatto per Jenna, l' ho conosciuto, è un cane a posto, so che c' era qualcosa tra loro prima che la incontrassi... mi ha detto che sapeva chi fossi, e che l' ha fatto anche per me >> Dopo una pausa continuò << Quando quel branco di lupi l' ha rapita, la prima e la seconda volta, e quando Steele l' ha attaccata ieri sera io... io non c' ero, non ho potuto... non ho saputo proteggerla... >>

<< Pensi che Jenna abbia bisogno di una bambinaia, Balto? >>

Balto rise << No... è solo che... >>

<< Sai la mia storia, sai perchè mi sono trovato qui? >> Chiese Boris.

<< Si certo, me lo hai già raccontato >>

<< Vivevo nel freddo glaciale della Siberia, con inverni così rigidi che qui in inverno sembra primavera >>

Balto rise di gusto << Non esagerare, Boris, non può essere così diverso >>

<< Fammi continuare! Tu non ci sei mai stato quindi non puoi sapere! >> Incrociò le ali, Balto capì in modo scherzoso.

<< Va bene Boris, continua >>

<< Un giorno decisi di vedere com' era il mondo lontano da dove ero nato volando... a bassa quota >>

<< Ah! Ah! Ah! >> Balto rise veramente ora, Boris lo ignorò.

<< Dopo vari giorni raggiunsi la città di Vladivostok e mentre cercavo cibo nella stiva di un mercantile, fui chiuso dentro e dopo molto mi ritrovai in Alaska. Cercai di tornare in Russia, ma non avrei saputo come fare, quale nave prendere, e volare per tornare per me era impensabile, così decisi di rimanere, e dopo molto tempo... >>

<< … hai incontrato me >>

<< Esattamente cagnolone >> Gli diede una pacca sulla spalla.

<< Come pensi che stia Jenna se non ti avesse mai incontrato, come pensi che sarebbe stata la sua vita? >>

<< Sicuramente adesso starebbe con un altro cane, ma non sarebbe stata così felice come con me >>

Boris lo guardò sorridendo << Esattamente Balto, sei tu che hai deciso di amarla, sei tu che hai deciso di andare a prendere medicina, e tutto ciò che hai fatto ha migliorato la vostra vita >>

<< Ma non ora... >> disse Balto.

<< Non possiamo cambiare il passato, Balto, ciò che abbiamo fatto è già stato scritto, non possiamo essere in più luoghi contemporaneamente, ma in uno di questi luoghi in cui siamo, possiamo cambiare il presente ed il nostro futuro, imparando dai nostri errori >>

<< Boris, io... >>

<<... ma tu non hai fatto nessun errore, Balto, è il destino che ha voluto così, ma hai dimostrato di amarla e di tenere a lei quando sei corso da solo nella foresta, non sapendo cosa avresti trovato... ricorda Balto, imparare dal passato, per cambiare il futuro >>

Balto ansimò << Boris io, io... >>

L' oca alzò un ala e se la mise sulla fronte, scrutando verso la città.

<< Strano, mi era sembrato di vedere un cane lupo grigio saltare da questa barca e correre in direzione della città >>

Balto scrutò la città, non vedendo nessuno.

Boris lo guardò fingendosi arrabbiato.

<< Cosa fa ancora qui stupido cane!!! Salta dalla barca e corri!!! Va da lei!!! >>

Balto capì, saltò dalla barca atterrando sulla neve e corse verso la casa di Jenna.

<< Grazie, Boris >>

 

 

  1. UNA PREDA PIU' FACILE

 

Balto arrivò davanti alla strada che dava verso la casa di Jenna, solo per vedere un cane lupo grigio, nero e bianco sporco effettuare un balzo oltre la porta in cui vi erano Jenna e suo figlio Kody.

Arrivato scivolando davanti alla porta spalancata, vide suo figlio Kody riverso a terra coperto da numerose ferite mentre Jenna, anch' essa ferita, cercava di leccargli il muso. Davanti a loro il cane lupo si contrapponeva ringhiando verso Steele, in piedi davanti a lui.

Balto resistette all' impulso di attaccarlo da dietro quando il cane lupo scosse la testa verso di lui.

<< Peccato >>, disse Steele << Non pensavo che ci fossi anche tu, pensavo fosse più facile >> Si riferiva a Kody che nonostante le ferite continuava a ringhiargli contro.

<< Stai al tuo posto, cane lupo, non osare attaccarmi o te ne pentirai >> mosse la testa verso Balto << Dico a te, meticcio >>

Balto ringhiò ancora una volta, ma anche stavolta il cane lupo con il collare blu gli fece cenno di non attaccare.

<< Tu! >> urlò contro il cane lupo davanti a lui << Chi sei? Come mai continui a starmi tra i piedi! >>

<< Perchè sono la tua ombra, Steele >>

Steele rimase perplesso per un attimo, come faceva a sapere il suo nome. Il cane lupo continuò. << Più di un anno fa hai fatto qualcosa che non avresti mai dovuto fare, qualcosa per cui la tua morte non mi permetterà di spegnere il fuoco che brucia dentro di me >> Fece una pausa, Balto giurò che i suoi occhi marroni fossero diventati improvvisamente di un rosso fuoco << Ma sarà comunque un bell' assaggio per la mia vendetta, per la tua colpa di avermi confinato nella solitudine e nella disperazione più assoluta >>

Balto guardava il cane lupo parlare, era calmo mentre guardava Steele, Kody provò a rialzarsi, ma Jenna lo costrinse a stare a terra.

<< Mio padre era di qui, sai, ti conosceva, ti ammirava anche se avevi fallito la tua corsa del siero, ma non avrebbe mai immaginato ciò che avresti potuto fare alla sua compagna >>

Steele cercò di ricordare chi fosse il cane che lo ammirava tanto, ma non lo trovò. Anche dopo che Balto gli aveva sottratto la vittoria, molti cani lo consideravano ancora il più veloce cane da slitta di Nome.

<< Tu menti! >> ringhiò Steele << Cosa ti stai inventando, sacco di pulci! >>

<< Prova a ricordare quella notte, Steele, quell' ululato ai margini della città e quello sparo, seguito dal rotolare di un corpo giù per la collina. Il cacciatore non riuscì ad individuarla, si era nascosta, poteva salvarsi, se non fossi arrivato tu >>

Ora Steele ricordava, lo sparo, lui era corso nella foresta, se un cacciatore aveva ferito un lupo nelle vicinanze lui l' avrebbe ucciso, odiava i lupi, odiava Balto.

<< Quella giovane lupa... >>

<< Esattamente Steele, era mia madre, lei implorava aiuto, ma prima che potesse accorgersene gli sei saltato addosso, azzannandole la gola. Mio padre non ha mai dimenticato il suo rantolare, non ha mai dimenticato le lacrime di disperazione e morte sul suo volto >>

Balto stava fermo sulla soglia, ascoltando la storia che il cane lupo aveva iniziato a raccontare, Steele, brutto pezzo di merda.

<< Mio padre ti guardava da lontano, non poteva fare niente, doveva proteggermi, ero l' ultimo dei suoi cuccioli rimasti, ma quando te ne sei andato, si è lentamente avvicinato. La sua compagna, mia madre, avrebbe potuto salvarsi, la ferita del cacciatore non era grave, ce l' avrebbe fatta, ma tu, senza neanche conoscerla, senza neanche sapere chi fosse, l' hai uccisa senza pietà >>

Jenna cominciò a ringhiare all' indirizzo di Steele, alzandosi e cercando di superare il cane lupo per arrivare a lui, ma il cane lupo alzò la coda mettendogliela davanti al muso, non voleva che proseguisse.

<< Mio padre ha dato un ultimo saluto a mia madre e poi è fuggito dalla foresta, dalla città proseguendo verso est. E' stato accolto da un umano che ci ha curati dandoci da mangiare e prendendoci con lui, eravamo stanchi e affamati. Io ero ancora molto piccolo, perciò non ricordavo molto, ma mio padre mi ha sempre raccontato questa storia, il tuo nome, Steele, mi è sempre rimasto impresso >>

Steele guardava quel lupo senza dire niente, non gli importava di ciò che aveva fatto a quella lupa, per lui era soltanto un' altro errore della natura da mettere a tacere.

<< Sei così orgoglioso Steele, tanto orgoglioso da non capire che tu sei come mia madre, tanto orgoglioso da far finta di non sapere che i cani come te, Steele, discendono dai lupi >>

<< Uuuuh! >> Pensò Balto << Questa fa male, vero Steele? >>

Steele ringhiò contro il cane lupo di fronte a lui, pronto ad attaccare, ma non si mosse.

<< Non ti ho mai visto in città! Quando sei arrivato! >>

<< Alcuni giorni fa, Steele, il mio padrone aveva deciso di trasferirsi qui a Nome, ho colto l' occasione per venirti finalmente a cercare, mio padre era morto dal dolore, sai? E' riuscito a stare con me solo per 3 mesi, ma io, nonostante fossi ancora un cucciolo, gli ho giurato che ti avrei trovato e ucciso. E l' ho fatto, ieri sera, quando ti ho visto attaccare questa femmina vicino a quel peschereccio arenato sulla spiaggia >> Indicò Jenna con il muso << Mio padre mi aveva descritto il tuo aspetto, ho avuto la conferma che fossi tu quando hai cercato di ferirla, non mi importava che fosse un cane e non un lupo, ho rivisto la scena che mio padre mi aveva sempre raccontato ed ho cercato di proteggerla, come se fosse mia madre >>

Jenna lo guardò con le lacrime agli occhi, voleva dirgli qualcosa, voleva ringraziarlo, ma preferì tacere.

<< Ora seguimi Steele, vediamo se hai veramente la stoffa del campione, dopo di te >> Il cane lupo fece cenno a Balto di spostarsi e indicò a Steele la porta che dava sull' esterno, Steele non si mosse.

<< Preferisci rimanere qui, Steele? Siamo 2 contro 1 ma ricorda, la tua gola è solo mia >>

In quel momento Aleu apparve fermandosi accanto al padre, ringhiò quando vide Steele nel mezzo della stanza << Tu! >>

Steele ne approfittò per girarsi e superare Balto, fuggendo verso la città e la spiaggia, con Aleu e il cane lupo al suo inseguimento. Balto ebbe l' impulso di gettarsi anche lui all' inseguimento, poi voltò la testa verso Jenna e suo figlio.

Steele sarebbe potuto tornare, non poteva lasciare Jenna e Kody da soli, ma neanche lasciare Aleu combattere con Steele. le parole di Boris gli riecheggiarono nella mente.

 

<< Non possiamo cambiare il passato, Balto, ciò che abbiamo fatto è già stato scritto, non possiamo essere in più luoghi contemporaneamente, ma in uno di questi luoghi in cui siamo, possiamo cambiare il presente ed il nostro futuro, imparando dai nostri errori >>

 

Balto si precipitò all' interno della stanza e cercò con le zampe di aprire la porta che dava nel soggiorno, fortunatamente non era chiusa a chiave, dopodichè trascinò Jenna e Kody all' interno.

<< Cosa stai facendo, Balto >> Chiese Jenna mentre veniva trascinata verso il soggiorno.

<< Fidati di me, amore. Andrà tutto bene >>

Dopo aver trascinato anche Kody all' interno, con una forza che non sapeva neanche di avere, salì su per le scale in direzione della camera da letto dei signori Huntington e cominciò tenacemente a graffiare la porta, sperando che si svegliassero.

Una luce si accese è una voce chiese cosa stesse succedendo, era fatta. Balto si fiondò giù per le scale passando davanti a Jenna e Kody ancora sdraiati a terra e cominciò a correre nella direzione in cui Steele era fuggito.

Steele era confinato su un' alta scogliera che cadeva a picco sul mare, la luce del sole appena sorto dall' orizzonete proiettava lunghe ombre sulla neve dei due cane lupo che si stavano pian piano avvicinando.

<< E ora Steele? Cosa intendi fare? >>

Il cane lupo dal collare blu si mosse più vicino, superando Aleu, che rimaneva indietro di pochi passi.

Steele guardò le onde che si infrangevano sulle rocce, non avrebbe potuto saltare, avrebbe rischiato di morire, ma neanche combattere contro i due cani lupo, ma tra morte certa e possibilità di sopravvivenza, scelse la seconda opzione.

<< Io... io non sapevo che fosse tua madre... non immaginavo di crearti tanto dolore, mi dispiace >>

<< Sei un bugiardo patologico Steele, mio padre mi ha detto anche questo >>

Il cane lupo fece un basso ringhio, seguito da Aleu.

<< Tu! >> si rivolgeva ad Aleu << Ti farò fare la stessa fine di tua madre, cagna! >>

<< Prova solo a toccarmi, Steele, e ti farò pentire di essere nato >>

<< Ahi ahi Steele >> parlò il cane lupo << Stai tentando di corrompere me e di minacciare lei, non è molto intelligente, sai? Ma tu non sei intelligente, da ciò che ho saputo di te >>

I due cani lupo continuarono ad avanzare, Steele non poteva più indietreggiare e si preparò all' attacco, quando Balto comparve dalla foresta e si schierò accanto a sua figlia.

<< Balto >> si rivolse Steele << Balto mi dispiace per ciò che ti ho causato, io non intendevo fare del male a Jenna, lo sai, lo sai vero? >>

Adesso la sua voce tremava, era davvero patetico.

Senza neanche che se ne accorgesse il cane lupo dal collare blu scattò sull' husky dandogli una spinta, un piccolo colpetto, quanto basta per gettarlo giù dalla scogliera. Steele lanciò un urlo di disperazione, mentre precipitava toccando l' acqua con un tonfo sordo, sparendo tra le onde. I tre cani guardarono sotto di loro.

<< Papà, pensi che sia sopravvissuto? >> Chiese Aleu.

<< E' probabile, se non muore affogato. La scogliera non è molto alta, ma lo scontro con l' acqua deve avergli fatto parecchio male >> Poi Balto si rivolse al cane lupo. << Pensavo che lo avessi ucciso per ciò che ha fatto a tua madre >>

<< La mia intenzione era quella, Balto, ma mentre correvo con tua figlia ho capito che la vendetta non era ciò che voleva mio padre >>

Il cane lupo la guardò e sorrise, Aleu ricambiò il sorriso e abbassò lo sguardo.

<< Mio padre avrebbe potuto mentirmi invece di raccontarmi la verità, invece mi ha detto tutto ciò che era successo, dall' inizio alla fine, voleva che sapessi la storia, ma voleva anche che capissi che ci sono cose più importanti della vendetta, probabilmente me lo avrebbe detto se non se ne fosse andato così presto, i suoi occhi erano tristi, ma anche pieni d' amore per me e per mia madre >>

Guardò di nuovo Aleu, questa volta lei abbassò le orecchie confusa, gli sorrise di nuovo, senza riuscire a dire nulla.

<< Se Steele è sopravvissuto sicuramente starà per un po' lontano dalla città sapendo che ci sono io, potrò stare un po' più con me stesso adesso che ho realizzato e potrò comunque incontrarvi quando voglio dato che vivrò qui a Nome per molto tempo, fammi sapere come stanno la tua compagna e tuo figlio, Balto >>

Il cane lupo gli voltò le spalle e cominciò a camminare verso la città.

<< Aspetta! >> gli gridò Aleu << Qual' è il tuo nome >>

<< Mi chiamo Noete, Aleu. Stai tranquilla, ci rincontreremo, io lo desidero, e so anche tu >>

Si voltò di nuovo e corse verso la città, Balto e Aleu rimasero per un po' sulla scogliera prima di dirigersi anch' essi verso la città.

<< Che cos' è successo da mamma, papà >> Chiese Aleu.

<< Te lo dirò dopo, figlia mia, adesso dobbiamo sincerarci delle condizioni di tua madre e di tuo fratello >>

Balto diede un' ultima occhiata verso la scogliera, poi cominciò a correre assieme a sua figlia in direzione della città.

 

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Capitolo 4
*** L' amore di una Famiglia ***


CAPITOLO 4: L' AMORE DI UNA FAMIGLIA

 

NOTA: A causa dell' attacco di Steele sul suo corpo, in profondità nella sua mente, Jenna si era resa conto che ciò che aveva capito solo pochi giorni prima grazie al suo amico Kael non le bastava, ma in quei giorni prima del suo incontro con Steele era riuscita a stare più tranquilla e parlare con il suo compagno dandogli molte informazioni sul suo stato di salute, informazioni che Balto questa volta avrebbe usato per cercare di porre fine una volta per tutte alle sue sofferenze. Lui aveva capito, ed in un certo senso si aspettava una ricaduta, ricordava la sua vita prima della corsa del siero, un conto era capire cosa c' è che non va in se stessi, un' altro paio di maniche era riuscire ad accettare, ad accettarsi...

 

  1. OSCURI RICORDI

 

Il turbinio della neve ed il vento ululante nella fredda notte d' Alaska caricavano Jenna di pensieri che mai avrebbe immaginato di poter un giorno avere, pensieri così contrastanti che non riusciva minimamente a capire cosa la sua mente andasse a cercare dentro di lei. Erano passati esattamente 2 anni dalla corsa del siero, da quella maledetta tempesta che aveva confinato la piccola cittadina in un luogo ancora più tetro e solitario di quanto in realtà non fosse. Non che non gli piacesse quel luogo anzi, ci era nata, era il posto che chiamava casa, ma adesso...

Si alzò dalla cuccia scostando la coperta che la sua padroncina gli aveva messo addoso per proteggerla dal freddo della notte, non poteva immaginare neanche lontanamente che la sua amata husky tremasse non per il freddo, ma per qualcosa che era tornato nella sua mente, proprio quando pensava di averla battuta, quei ricordi di 1 anno prima, gennaio 1926.

<< Ho bisogno di bere >> pensò, si sentiva la bocca secca, come dopo una lunga corsa, ma non si era mai mossa di li da quando Steele aveva attaccato lei e suo figlio Kody, solo alcuni giorni prima.

Mentre faceva alcuni passi verso la ciotola d' acqua che la sua padroncina gli aveva appena versato cercava di pensare a quel cane lupo che l' aveva salvata sulla spiaggia, Noete, gli sembrava si chiamasse. In effetti, quando il suo compagno glielo aveva detto, non era sicura di aver sentito bene, aveva solo chiesto come stesse suo figlio e subito dopo di essere lasciata sola.

Sentiva il suo corpo irrigidirsi, sentiva l' apprensione salire sempre di più, sapeva che di lì a poco la sua testa avrebbe cominciato a vorticare molto velocemente lasciandola sdraiata sul pavimento, ma nonostante questo non riusciva a fermare quei pensieri così dolorosi e terribili che Steele aveva fatto riaffiorare nella sua mente durante il suo attacco sulla spiaggia, quella sera, da allora aveva avuto moltri altri conati di vomito, a volte si svegliava la notte con le zampe completamente coperte dai suoi succhi gastrici, ma non ricordava quando aveva rilasciato il contenuto del suo stomaco, poco in realtà, perchè aveva cominciato di nuovo a mangiare molto poco.

Posò la lingua sull' acqua e cominciò lentamente a bere ma improvvisamente si ritirò schifata, la sua mente aveva appena immaginato uno dei lupi di quel branco che leccava tenacemente la sua parte più sensibile, mentre lei chiudeva gli occhi sperando che finisse presto. Fece una smorfia e tornò nella sua cuccia, poco prima che la sua testa cadesse pesantemente sul cuscino... gennaio 1926, il primo attacco dei lupi, sua figlia Aleu aveva circa 7 mesi a quel tempo... il branco di lupi avevano attaccato la città durante la notte, cercavano cibo e femmine in calore. Dopo interminabili minuti in cui nelle strade echeggiavano i suoni degli ululati dei lupi e dei latrati dei cani feriti, nonché dei colpi di armi da fuoco degli umani, alcuni lupi erano riusciti ad entrare nella stanza dove lei e sua figlia dormivano, atterrandole e cercando di costringere Aleu a seguirli. Sua figlia piangeva mentre veniva trascinata oltre la porta mentre lei non poteva muoversi avendo due lupi addosso che la bloccavano. A questo punto aveva deciso di proporre ai lupi uno scambio, lasciare sua figlia Aleu per prendere lei al suo posto. Sorprendentemente i lupi avevano accettato e lei aveva cominciato a seguirli, voltandosi un' ultima volta verso la figlia che tanto amava mentre Aleu gli urlava di non andare mentre veniva bloccata nella neve.

Dopo tre giorni di cammino era arrivata in quella foresta e subito aveva visto a cosa sarebbe andata incontro...

Erano stati i giorni più terribili della sua vita, lasciata in balia di quel branco per estenuanti giorni, aveva cominciato a piangere di più quando aveva cominciato a capire di essere rimasta incinta a causa di tutte quelle violenze, i lupi l' avevano scelta perche avevano sentito il suo calore.

<< Janae... >> una lacrima cominciò a scendergli giù per il muso, cadendo sulla coperta rosa, quella giovane lupa era stata portata nella sua tana dopo alcuni giorni, aveva cominciato ad attaccarsi a lei, aveva cominciato a proteggerla cercando di farsi scegliere per prima, come avrebbe anche fatto 10 mesi dopo, durante la sua seconda prigionia, questa volta con sua figlia.

I lupi le facevano baciare, leccare, solo per godersi un bello spettacolo e prepararsi a montarle, aveva deciso che avrebbe goduto di questo, non riusciva, non voleva provare repulsione per Janae, era una vittima, erano entrambi vittime... i suoi orgasmi con lei erano intensi, sinceri.

<< Almeno so che lei e i cuccioli stanno bene, adesso non avranno nulla di cui preoccuparsi, almeno... almeno loro... >>

Quando era stata salvata da Balto aveva dovuto lasciare 4 dei 5 cuccioli al branco che l' aveva aiutata a fuggire, Janae gli aveva promesso che se ne sarebbe presa cura.

Una volta tornata a casa aveva saputo che Aleu si era concessa al capobranco molte volte per far si che li aiutassero a penetrare nella foresta in cui la tenevano prigioniera perdendo la sua verginità con un lupo che non aveva mai visto in vita sua.

<< Mi hai sempre detto che la prima volta deve essere fatto con amore, mamma... >> gli aveva detto << …ed io l' ho fatto per amore nei tuoi confronti, sapendo che questo mio gesto ti avrebbe riportata a casa >> Quando sua figlia non ce la faceva più, Balto si era offerto di continuare, alzando la sua coda per i lupi del branco.

Dio, il suo compagno aveva fatto un' enorme sacrificio per farla uscire da quell' incubo.

Con difficoltà era riuscita a spiegare al suo compagno ed ai suoi cuccioli tutto ciò che aveva passato, non riuscendo a non versare tante lacrime quanto ne aveva versate in quei giorni in cui era prigioniera, ma alla fine era riuscita a calmarsi un po', anche se non riusciva più a fare l' amore con il suo compagno come una volta, era distante, chiudeva gli occhi, la sua mente aveva subito un brutto colpo e Balto non sapeva proprio come aiutarla, visto che lei cercava sempre di troncare il discorso a metà appena lui lo iniziava.

Il vento continuava ad ululare sempre più forte, sentiva battere la neve sul tetto e sulla finestra della sua piccola stanza, si tirò su la coperta e si rannicchiò nella cesta, non riusciva proprio a fermare quegli oscuri pensieri, decise ancora una volta che non avrebbe combattuto lasciandoli scorrere nella sua mente.

<< Aleu... >>

Erano passati 10 mesi dalla sua prima prigionia e Balto era riuscito a spiegare non senza difficoltà la situazione a quel cucciolo che aveva deciso di portare con se a Nome. Come previsto Axel non era riuscito subito ad accettare, sentirsi dire che colui che credeva suo padre non fosse esattamente chi pensava aveva dato al giovane cucciolo un duro colpo, ma avrebbe capito quando per la seconda volta quel branco di lupi si sarebbe presentato in città, rapendo questa volta anche Aleu.

Questa volta il mondo gli era veramente crollato addosso, Jenna si sentiva impotente nonostante combatesse contro i suoi pensieri più cupi per proteggere la sua unica figlia, si ripeteva continuamente che se non ci fosse riuscita sua figlia Aleu adesso starebbe molto peggio di come invece ne era uscita, dopo quasi 8 giorni di violenze. Quella volta gli umani avevano fatto sul serio guidando alcune slitte cariche di armi in quei territori impervi con Kody e Steele al comando e con Balto che cercava di strusciarsi su ogni roccia, ogni albero per non far perdere il suo odore a suo figlio ed indicandogli i percorsi più sicuri per le slitte. Alla fine avevano ingaggiato contro il branco nella foresta una dura battaglia che aveva portato all' uccisione di quasi tutti i lupi responsabili dell' assalto di Nome.

Ma Jenna stavolta aveva veramente ceduto, aveva cominciato a smettere di mangiare e dormire, piangeva ogni giorno nel silenzio della sua cuccia, i signori Huntington si erano accorti che c' era qualcosa che non andava, l' avevano portata molte volte dal veterinario giorni prima dell' incontro con il suo amico Kael, e prima del suo calore. Proprio questo, almeno questa volta si era salvata dai cuccioli nel suo grembo, così come per fortuna era accaduto anche a sua figlia Aleu.

Ma la sua mente vacillava, girava per la stanza irrequieta, cercava di uscire il meno possibile, aveva smesso di fare compagnia alla sua padroncina Rosy, cacciava costantemente il suo compagno Balto, quando andava a sincerarsi delle sue condizioni, l' unica cosa che gli interessava erano le condizioni di sua figlia Aleu, ma a se stessa non riusciva proprio a pensarci, odiava il suo corpo, il suo bel pelo rosso e bianco, la sua bandana, i suoi sorrisi, avrebbe voluto non essere mai nata.

Rimase con la testa sdraiata sul suo cuscino singhiozzando mentre ricordava come il padre di Rosy cercava di farle mangiare qualcosa, adesso si era veramente resa conto di essersi avvicinata veramente alla morte se non fosse stato per sua figlia Aleu che ad un certo punto aveva cominciato anch' essa a smettere di mangiare, andandola a trovare tutte le volte che poteva per farle osservare le sue condizioni.

<< Ho smesso di mangiare, mamma, proprio come stai facendo tu, ho un sonno tremendo, ma voglio starti vicina, come tu hai fatto con me >>

All' inizio non aveva capito perchè sua figlia lo facesse, poi aveva intuito. Stava cercando di colpire la sua parte più sensibile, di far riaffiorare il suo amore per lei, sapeva che vedere sua figlia in quelle condizioni poteva fargli ancora più male ed era proprio questo che Aleu voleva, che sua madre si rendesse conto che non era solo lei a soffrire, ma tutta la sua famiglia.

Sua figlia aveva veramente perso molto peso quando lei aveva deciso di approfittare dell' arrivo del suo calore per cercare di parlare con Balto, se la testa rifiutava di spiegare a se stessa, ci avrebbero pensato i suoi istinti, desiderava veramente fare di nuovo l' amore con il suo compagno.

Poi, quando era rimasta alcuni giorni rinchiusa in casa con il suo amico Kael a causa dell' errata convinzione che i signori Huntington avevano avuto sulla fine del suo calore, lui l' aveva veramente aiutata facendogli capire cosa c' era che non andasse, facendogli capire che si sentiva in colpa per non aver fatto abbastanza, per aver prolungato la prigionia sua, di Janae e di Aleu con il terrore di nuove e non programmate violenze.

Ma un conto era capire cosa non andasse, un conto era accettarlo. Steele aveva distrutto tutto questo con il suo attacco, era tornata al punto di partenza, ma grazie a Kael era comunque riuscita a fare sapere alla sua famiglia le sue condizioni, i suoi pensieri, le sue colpe e paure, solo per 1 mese era stata veramente un po' più libera ma in quel lasso di tempo Balto aveva ricevuto nuove informazioni sul suo stato di salute mentale, non sapeva che il suo compagno questa volta sarebbe veramente andato a fondo, che avrebbe veramente fatto di tutto per farla risollevare.

<< Staremo insieme nella buona e nella cattiva sorte >> gli aveva detto poco dopo la fine della corsa del siero e adesso Balto aveva intenzione di fare qualcosa che lei che non avrebbe mai immaginato. Tutto per farla risollevare, anche costringersi a bloccare il suo amore per lei, lasciandola finalmente andare.

 

La porta si aprì lentamente ed Aleu apparve sulla soglia << Mamma... >>

Jenna non disse niente, aveva appena avuto un altro conato di vomito ed era intenta a ripulire le sue zampe e il pavimento vicino a lei, gli occhi chiusi e le orecchie basse, il suo naso ancora sporco.

<< Mamma ascolta... >> Aleu si mosse più vicino ma sua madre continuava ad ignorarla, un ringhio le uscì dalla bocca.

<< Mamma! Guardami! >> Jenna sollevò la testa, sua figlia aveva gli occhi lucidi, una lacrima gli scese giù per la guancia.

<< Cosa c'è Aleu, perchè non sei a dormire. Dimmi, hai mangiato? >>

Aleu non disse niente, si guardarono negli occhi per interminabili secondi poi sua madre aggiunse << Lasciami sola... >>

Uno schiaffo la colpì a tradimento, sul suo muso cominciarono ad apparire tre ferite profonde e sanguinolente, sua figlia l' aveva colpita con i suoi artigli, come Jenna fosse riuscita a rimanere in piedi non lo sapeva nemmeno lei.

Aleu si rese conto di cosa aveva appena fatto << Mamma... io, io non volevo... >>

Jenna rimase per alcuni secondi in silenzio, con gli occhi chiusi << Sparisci dalla mia vista, Aleu >> Sua figlia non si mosse, a questo punto urlò con tutto il fiato che aveva in gola << Ti ho detto di andare via!!! >> Aleu indietreggiò e poco dopo corse verso la dimora di suo padre, lasciando sua madre a piangere silenziosamente.

 

 

  1. A VOLTE E' MEGLIO LASCIARE ANDARE CHI SI AMA

 

Noete ed Aleu rimanevano riparati nella piccola grotta ai margini della foresta, la figlia di Balto guardava fuori gli alberi che ondulavano per il forte vento che soffiava da nord mentre la neve continuava a cadere abbondante attorno a loro, Noete si era mosso più vicino.

<< Non riesco a credere che mio padre abbia detto una cosa simile, non può pensarlo davvero >>

<< Tu pensi che voglia veramente lasciare tua madre, Aleu? >>

Chiuse gli occhi, il vento ululava attorno a loro, la forte tempesta di neve che da 3 giorni si abbatteva sull' area di Nome non accennava a diminuire, Aleu pensava a quella tempesta di 2 anni prima, quando suo padre aveva sfidato gli elementi della natura per portare quella cassa contenente la medicina in città, per amore di Rosy, per amore di sua madre. Sapeva cosa si erano detti quella prima volta, staremo insieme nella buona e nella cattiva sorte.

Adesso quelle parole gli sembravano così surreali, circa un mese prima Balto gli aveva detto che avrebbe fatto di tutto per far risollevare sua madre ma da un po' di tempo si era accorta che a poco a poco la luce nei suoi occhi si stava spegnendo.

Noete gli stava accanto, conosceva ancora poco suo padre, ma quando avevano parlato su quella scogliera da dove Steele era caduto, aveva capito che il cane lupo era uno che andava fino in fondo.

<< Se tutto fosse accaduto prima forse mio padre avrebbe potuto fare qualcosa, non riesco a smettere di pensarci, quando questa notte gli ho detto che avevo colpito mia madre mi ha detto che non mi meritava, che avevo fatto bene >>

Noete vedeva che Aleu era veramente confusa, gli si mosse più vicino, appoggiandosi a lei.

<< Sai che mio padre non è mai riuscito ad accettare la morte di mia madre, si è logorato dentro fino alla fine della sua vita, non avrebbe potuto fare niente ma Balto, tuo padre, è ancora in tempo >> fece una pausa << Tua madre sta soffrendo per se stessa ma anche per lui, Aleu. Se se ne andasse, avrebbe comunque voi a sostenerla >>

Aleu guardò il suo amico, non poteva pensare che Noete l' avesse detto, se Balto se ne fosse andato stavolta sua madre sarebbe veramente morta dal dolore.

<< E' solo un egoista >> queste parole fecero capire a Noete che doveva fare qualcosa, almeno per Aleu.

<< Questo pomeriggio andrò a parlare a tuo padre, Aleu, cercherò di capire perchè ha deciso di fare una scelta così incredibile per voi >>

 

Il piccolo lago ghiacciato era silente circondato dalla fitta foresta poco distante dalla città, la tempesta tutto intorno sferzava quel territorio ancora non completamente addomesticato dall' uomo. I tre figli di Balto restavano immobili accanto ad una piccola parete di roccia al riparo dal vento freddo, il cane lupo aveva voluto che fosse presente anche suo figlio Kody, nonostante le sue condizioni non fossero propriamente buone per avventurarsi nella foresta, sapeva che avrebbe dovuto rimanere nel calore di una casa, per questo aveva ordinato ad Aleu di stargli accanto, l' husky si era subito sdraiato sul terreno non senza fatica, il dolore delle ferite causate da Steele solo alcuni giorni prima gli facevano uscire dalla bocca piccoli ringhi di dolore quasi ad ogni movimento. Aleu gli si era sdraiata accanto, mentre Balto scrutava la foresta aspettando l' arrivo di Noete e Jenna.

Arrivarono dalla foresta pochi minuti dopo, Jenna si fermò vedendo Balto ed abbassò immediatamente la testa stringendo i denti, aveva immediatamente notato il suo sguardo arrabbiato, nessuna delusione, solo rabbia pura. Noete si stava avvicinando ad Aleu quando Balto, in piedi davanti ai figli, dando loro le spalle, parlò.

<< Guardami negli occhi, Jenna! >> Jenna non si mosse.

<< Guardami negli occhi! Jenna!!! >> Alzò la voce, Jenna strinse ancora più forte i suoi denti, mentre cercava di stringere la neve ed il terreno sotto le sue zampe anteriori. I tre figli avevano cominciato a guardare il loro padre.

Noete osservava la scena controllando le reazioni dei tre giovani, sapeva che non dovevano intromettersi, glielo aveva chiesto Balto.

<< Ho sentito che stanotte Aleu ti ha dato un' artigliata sul muso, lei non l' ha fatto apposta, io invece l' avrei fatto molto volentieri >>

Un sussurro uscì dalla bocca dei suoi figli, Noete non disse niente.

<< Mi sarebbe veramente piaciuto farti del male come hanno fatto i lupi di quel branco, sai? Mi sono trattenuto anche troppo con te >>

Stava per continuare, ma Aleu lo interruppe << Papà! Come puoi dire una cosa del genere >> Axel e Kody erano increduli, congelati nelle loro posizioni.

Balto si voltò verso di loro << Provate a dire ancora una parola, e ve ne pentirete amaramente... Noete! >>

Noete si mise davanti a loro, fissandoli, aveva cominciato a ringhiare, Aleu lo guardava incredula, non sapendo cosa pensare.

Balto continuò a parlare << Cosa pensi di avere fatto in questo ultimo anno, Jenna? Pensi di essere riuscita a proteggere i tuoi figli come mi avevi detto poco dopo la loro nascita? O li hai solo fatti cadere nei tuoi inutili problemi? >>

Jenna cercò di dire qualcosa, ma con un ringhio capì che Balto non voleva che parlasse, cominciò a piangere silenziosamente.

<< Perchè è ciò che hai fatto... hai distrutto la nostra famiglia, ci hai confinato nell' impotenza, non hai permesso che ci avvicinassimo... certo, sei stata un po' più accanto ad Aleu, ma non l' hai amata come avevi promesso. La verità, Jenna, e che tu non hai mai veramente amato nessuno di noi >>

<< Papà, non puoi dire... >> Kody provò a parlare, Noete lo guardò minaccioso ringhiando più forte e scoprendo i denti, Axel si era sdraiato a terra coprendosi gli occhi con le zampe, piangendo.

Attorno a loro la tempesta prendeva intensità, il sole ancora sopra l' orizzonte, verso ovest.

Ci fu un attimo di silenzio, Jenna provò nuovamente a parlare, ma Balto gli ringhiò contro avvicinandosi di qualche passo, Jenna fermò subito le parole che stavano per uscirgli dalla bocca.

<< Hai tradito i nostri sentimenti, Jenna, in più non hai fatto niente per proteggere nostra figlia, avresti potuto fuggire, invece sei rimasta con lei per quasi 8 giorni in compagnia di quel branco. Di la verità, Jenna, ti è piaciuto ciò che ti è successo, vero? >>

Aleu decise che ne aveva abbastanza, fece per scattare verso suo padre, ma Noete riuscì facilmente ad atterrarla dopodichè guardò Kody, che cercava di alzarsi.

Per interminabili secondi ci fu il silenzio più assoluto, Aleu e Kody guardavano increduli loro padre, il loro sangue si stava lentamente congelando dalla paura per la sua reazione nei confronti della loro madre. Solo il pianto di Axel e Jenna poteva essere udito.

<< Sei solo una stupida cagna in calore... avanti, parla! >>

Sentirsi chiamare così dal suo compagno, Jenna cominciò a singhiozzare per interminabili minuti prima di poter riuscire a dire qualcosa.

<< Balto io... tu... >> le parole gli uscivano spezzate, tremanti << ...hai ragione, io non ho fatto niente per proteggervi, ho pensato solo a me stessa... >> Singhiozzò ancora << … avrei potuto, avrei dovuto chiedere subito il vostro aiuto, invece ho preferito soffrire in silenzio, facendo soffrire anche voi >> Strinse ancora di più la neve sotto le sue zampe, continuò << Nonostante Janae fosse stata venduta da suo padre, nonostante non avesse più nessuno lei... lei è riuscita ad uscirne quasi subito, a riuscire ad occuparsi dei nostri... dei miei cuccioli mentre io, io... >>

<< Non è vero mamma! >> Kody si rivolse a lei con un ringhio << Tu hai avuto solo i tuoi tempi, la tua mente era a pezzi, non avresti potuto fare niente >>

<< No Kody, vostro padre ha ragione, avrei potuto uscirne prima solo riuscendo a parlare sinceramente con voi, la verità e che io non riuscivo più a fidarmi neanche di chi avevo accanto >>

<< No, mamma! Tu hai avuto i tuoi tempi, come Janae! >>

<< Taci Kody!!! >> Jenna gli urlò contro << Vostro padre ha ragione, ora me ne rendo conto, ho avuto molte possibilità per uscire dal terribile momento che stavo vivendo, ma non sono riuscita... non ho voluto prendere il momento, quei momenti in cui potevo davvero fare finire tutto, come con Kael, mi sarebbe solo bastato parlare con voi, invece ho continuato a pensare a me stessa, portandovi nel baratro assieme a me, non ho fatto altro che prolungare la mia agonia, e la vostra... >>

Si rivolse a sua figlia << Aleu, non ho compreso la tua forza in quel momento, avremmo dovuto provare a fuggire, ho solo allungato la tua violenza, mi dispiace, è vero, non mi sono fidata di me stessa, né di te, né di voi >>

La neve ormai ricopriva abbondantemente la sua pelliccia, cominciò a tremare, non solo per il freddo.

<< Sai cosa devi fare, Jenna >>

Jenna ascoltò le parole del suo compagno, non disse niente, alzò lentamente la testa al cielo, scoprendo la gola.

Aleu sussultò << Mamma... no... >>

Balto cominciò a muoversi lentamente verso di lei, adesso aveva il capo appeso mentre aveva chiuso gli occhi, avvicinandosi sempre di più alla sua gola scoperta.

Kody ringhiò e si lanciò in avanti ma con uno scatto Noete lo afferrò con le fauci sulla pelliccia del collo scaraventandolo contro la parete di roccia, battè la testa e cadde nella neve, ma non perse conoscenza, aprì gli occhi e guardò suo padre che si avvicinava a sua madre, impotente.

<< Avanti Balto, fallo. Devo pagare per i miei errori >>

Le lacrime cominciarono a scorrergli giù per il collo più copiosamente quando sentì il fiato del suo compagno su di lei. << Farò in modo che sia il più veloce possibile, Jenna >>

Lentamente mise le sue fauci attorno alla sua pelliccia, quella pelliccia che aveva sempre amato stringendo i denti piano attorno alla sua gola. Jenna rimase in silenzio, aprì solamente un po' la bocca quando sentì i denti del suo compagno lacerargli la pelle e poi la carne, cercando la sua giugulare, il sangue cominciò a scorrergli giù per il collo, sui fianchi fino alle zampe, Balto poteva sentire il suo calore mentre gli sgorgava in bocca ed in gola.

Rimase così per interminabili secondi mentre i tre figli guardavano quella scena increduli, non avrebbero mai immaginato che potesse veramente accadere. Jenna cominciò a sentire il suo respiro farsi più pesante, la testa cominciare a girare, Balto era arrivato a pochi centimetri dalla sua giugulare quando si tirò indietro.

<< Non ho mai pensato veramente di ucciderti, Jenna... mi dispiace, addio >>

La guardò un ultima volta, poi cominciò ad allontanarsi in direzione della fitta foresta, lasciando la sua compagna ed i suoi figli in quella piccola radura.

 

 

  1. ATTACCO PREVENTIVO

 

Erano passati 7 giorni da quando Balto aveva preso quella decisione, lasciando un vuoto incolmabile nella sua compagna e nei suoi figli. Aleu si chiedeva ancora com' era stato possibile che avesse preso quella scelta ma sapeva che suo padre ci aveva pensato a lungo, negli ultimi giorni prima di lasciare sua madre parlava sempre meno di lei, se ne stava sul ponte della sua dimora, in silenzio, a guardare il mare ghiacciato di fronte a lui.

Aleu non condivideva ciò che aveva detto a sua madre, certo, Jenna avrebbe potuto chiedere aiuto ma se non l' aveva fatto c' era un perchè.

Scivolò lentamente lungo il vicolo verso la casa di Rosy, come i suoi fratelli aveva sofferto molto per questa sua decisione, aveva provato a cercare suo padre, seguendo il suo odore, senza successo, doveva veramente essere fuggito nella foresta, adesso doveva stare accanto a sua madre ed al suo fratello più piccolo.

Notò che la porta della stanza dove dormiva Jenna era aperta, sospirò sentendo il vento su di lei, sua madre aveva finalmente accettato ciò che gli era accaduto molto tempo prima, solo questo la consolava, ma sapeva come si sentiva per aver perso per sempre l' amore della sua vita.

Si fermò davanti all' ingresso, un feroce ringhio gli uscì dalla bocca.

<< Tu! Che cosa ci fai qui! >>

Noete era in piedi accanto a sua madre che dormiva, il cane lupo non incrociò il suo sguardo, aveva cominciato a dare dei piccoli colpetti con il muso a sua madre, cercando di svegliarla.

<< Ti avevo detto di stare lontano da mia madre, hai rovinato la nostra famiglia! Chi sei veramente... >>

Noete la guardò con aria calma, il vento continuava a soffiare forte nella notte.

<< Pensi veramente che io abbia fatto questo, Aleu? >> Aleu non rispose, Noete continuò a parlare << Ho rovinato la vostra famiglia solo perchè mi sono schierato dalla parte di tuo padre? E' stata una sua decisione lasciarvi, non mia... che cosa vuoi fare adesso, attaccarmi? Farmela pagare per quello che avete patito in questo ultimo anno? >> poi aggiunse << Tu chi sei veramente... >>

Aleu lo guardò con il fuoco negli occhi e si gettò scoprendo i denti su di lui, Noete schivò facilmente l' attacco e con un balzo la superò correndo fuori dalla stanza, ma si fermò sulla soglia, Jenna si svegliò di soprassalto.

<< Aleu, cosa?... cosa?... >>

<< Resta sdraiata, mamma, me la vedo io con questo traditore >>

Aleu si gettò di nuovo contro Noete atterrandolo, era rimasto fermo questa volta. Cominciò a scavargli con gli artigli nel petto, profonde ferite cominciarono a coprirgli quella zona del suo corpo, quando Aleù si sentì bloccare per il collo, rimase immobile. Noete aveva alzato il muso ed era riuscito a bloccarla mentre con le zampe posteriori stava scavando la sua carne sotto la sua pancia. Aleu ringhiò dal dolore e scostò la parte posteriore del suo corpo di lato, ma aveva ancora il collo bloccato nella sua morsa, e Noete stringeva sempre di più. Incredula, cercò di liberarsi, ma la presa del giovene cane lupo era troppo forte, si era sdraiata sulla neve quando Noete lasciò la presa e con uno scatto salì sulla sua schiena non dando ad Aleu il tempo di rialzarsi.

<< Cosa vuoi fare, Noete! >>

Senza dire niente il cane lupo affondò i denti in una della sue spalle, Aleu guaì di dolore, ma riuscì comunque a voltare la testa e a guardare negli occhi il suo ex amico.

<< Adesso sei mia, Aleu, preparati, questa volta i miei artigli ti faranno molto male >>

Non riuscì a fare niente perchè volò a terra nella neve a pochi metri da lei. Jenna l' aveva colpito ed era salito su di lui, lo aveva immediatamente stretto con le fauci attorno alla nuca.

Il cane lupo sentì i denti dell' husky affondare nella sua carne, con un dolore tremendo cominciò a muoversi per cercare di liberarsi ma Jenna lo teneva stretto saldamente, non avrebbe permesso a nessuno di fare del male a sua figlia.

Rimasero così per interminabili secondi, Aleu si era rialzata ma non aveva il coraggio di parlare a sua madre, vedeva il suo sguardo, quella determinazione che aveva perso da troppo tempo, anche se alcune lacrime avevano cominciato a scendergli giù per il muso.

<< Sei sicura di ciò che stai per fare, Jenna? >> Noete parlava non senza dolore, cercò ancora una volta di liberarsi ma Jenna lo teneva ancorato a terra, la neve sotto di lui era già macchiata del suo stesso sangue. Jenna strinse ancora di più i denti, con una delle zampe anteriori bloccava la schiena del traditore nel suolo coperto di neve, cominciò a scavare sulla sua schiena, quando si bloccò improvvisamente, sentendo un odore molto familiare.

<< Fermati, Jenna. Non farlo >>

Jenna mollò la presa guardando davanti a se, Balto era in piedi, fermo, a pochi metri di distanza.

<< Lui lascialo stare, Jenna, devi vedertela solo con me >>

Jenna scese dalla schiena di Noete e ringhiando cominciò ad avvicinarsi al suo ex compagno, le parole che gli aveva detto, il modo in cui l' aveva trattata poco tempo prima, era lui che non l' aveva mai veramente amata, non il contrario.

Scattò in avanti ma Balto riuscì ad afferrarla per la sua bandana, ma mollò subito la presa, Jenna si sbilanciò scivolando a terra nella neve, a pochi metri da lui, ma si rialzò subito.

<< Papà... >> Aleu guardava quella scena che si era venuta a creare, Noete gli si avvicinò piano. << Non fare niente, Aleu, è una questione che riguarda solo loro due >>

Jenna cominciò a girare attorno a Balto scoprendo i denti, il cane lupo seguiva i suoi movimenti senza fare niente. Al successivo attacco da parte sua, Balto riuscì ad addentarla alla gola questa volta, facendola cadere con la schiena nella neve, dopodiche gli montò sopra ringhiando.

<< Cosa vuoi fare, Balto >> disse << Hai forse cambiato idea? Hai deciso di farmela pagare definitivamente questa volta? >>

<< Sai cosa ti ho detto, Jenna, tu non hai mai avuto fiducia in me, non hai mai avuto fiducia in noi >>

Jenna cercò di liberarsi ma Balto la teneva ferma saldamente, era troppo forte per lei. Cominciò a spostare lentamente il suo muso verso la sua gola, Jenna decise di chiudere gli occhi ma li riaprì di scatto quando sentì la bocca del suo compagno affondare velocemente nella sua, non resistette e lo lasciò proseguire.

Aleu guardava incredula, con la bocca aperta e gli occhi spalancati suo padre sopra sua madre, le loro labbra unite come mai le aveva viste in così tanto tempo.

<< Penso veramente che siano una coppia perfetta, non credi, Aleu? >>

Balto e Jenna rimasero così per interminabili minuti, quando si separarono il suo compagno la guardò fissando il suo sguardo.

<< Penso sia stato il bacio più bello che ti ho dato in tutta la mia vita, Jenna >>

Jenna sospirò, Balto scese da sopra di lei camminando attraverso il vicolo, poi si voltò a guardarla.

<< Coraggio, Jen, seguimi, andiamo nel nostro posto segreto >>

Aleu guardò sua madre allontanarsi lentamente seguendo suo padre, Noete voltò la testa verso di lei.

<< Lasciala andare, tuo padre deve spiegargli molte cose, e anche io devo farlo con te >>

 

 

  1. IL CUORE DI UN CANE LUPO

 

Il forte vento si era calmato a poco a poco, anche se aveva cominciato a nevicare piano, Aleu guardava quei fiocchi scendere dal cielo quasi perpendicolarmente, toccando il suolo ed aggiungendosi alla neve che già copriva abbondantemente il terreno e gli alberi attorno a lei, le luci della città di Nome erano coperti alla vista dalla fitta foresta, ascoltava il silenzio attorno a lei, in quella piccola grotta dove tempo prima si era rifugiata con Noete.

Il cane lupo apparve dalla foresta poco dopo entrando nella grotta, tra le sue fauci teneva due pezzi di carne che il suo padrone gli aveva dato poco prima. Li poggiò a terra accanto ad Aleu, poi la guardò sospirando.

<< Come ti senti, Aleu >>

Aleu aspettò un po' prima di parlare, era ancora confusa riguardo a ciò che era accaduto solo un' ora prima, ma sapeva che adesso il suo amico gli avrebbe dato tutte le spiegazioni che avrebbe potuto chiedere.

Sospirò, continuando a guardare fuori. << Mi sento bene, Noete >> disse << Per la prima volta dopo tanto tempo mi sento veramente bene, in pace con me stessa, posso aggiungere >>

Noete sorrise, sapeva che Aleu era veramente felice di aver rivisto sua madre e suo padre di nuovo insieme, soprattuto felice di aver rivisto il sorriso di sua madre, adesso veramente libera.

Aleu si voltò lentamente verso di lui << Tu sapevi cosa sarebbe accaduto, Noete? >>

Scosse la testa << No Aleu, né io né tuo padre potevamo immaginare come sarebbe finita quella situazione, ma quando ho raggiunto la sua dimora per parlargli, quel pomeriggio, ho capito che tuo padre avrebbe fatto di tutto per cercare di risollevare la mente di tua madre, io l' ho solo ascoltato, decidendo poi di aiutarlo nel piano che aveva ideato >> Dopo alcuni secondi di silenzio, continuò << Ciò che Balto ha detto a tua madre in quella radura, lui non pensava niente di tutto ciò che ha detto o ha fatto in quei momenti, cercava solo di attaccarla per fargli capire l' enorme disagio che la sua famiglia stava patendo, visto che per troppo tempo gli era stato accanto senza ottenere risultati >>

<< E così ha deciso di scagliarglisi contro? >> Chiese Aleu.

Noete annuì << Vedi, Aleu, tua madre non aveva perso soltanto la fiducia in voi, e di questo Balto non gliene ha mai fatto una colpa, con tutto ciò che aveva passato nell' ultimo anno... aveva perso anche la speranza di tornare come prima, felice insieme alla sua famiglia, era questo che più la ostacolava nel suo processo di guarigione che aveva iniziato con il suo amico Kael, aveva capito finalmente, ma non riusciva ad accettare, ad accettarsi, e come si può fare una cosa del genere quando la tua mente è pervasa solo da eterno dolore >>

<< Nonostante il dolore che tuo padre gli aveva dato in quella radura, sapeva che tua madre aveva bisogno di qualcosa di nuovo per cui combattere, per cui sacrificare se stessa >> Sospirò << Aveva bisogno di proteggerti nuovamente, Aleu >>

Aleu guardò il suo amico, sua madre doveva proteggerla ancora, come aveva fatto durante quegli 8 giorni di prigionia?

<< Tua madre ha solo seguito il suo istinto, Aleu. Tuo padre sapeva che nell' incubo in cui eravate finite ogni scelta poteva rivelarsi fatale per entrambi. Ha deciso di starti accanto invece di spronarti per cercare di fuggire, ha allungato la tua agonia, è vero, ma quale scelta avrebbe dovuto prendere? Era già stata a contatto con quel branco di lupi, sapeva di cosa erano capaci, avrebbero potuto anche uccidervi se avessero scoperto che cercavate di fuggire, perciò ha deciso di cercare di aiutarti nel luogo in cui eravate, tuo padre sa che ti è sempre stata accanto in quei momenti >>

Aleu cominciò a leccarsi la zampa in silenzio, stava riflettendo su ciò che Noete gli aveva appena detto, aveva ragione, sua madre aveva sempre cercato di fare la scelta meno dolorosa per lei, sua figlia, nonostante la sua mente offuscata dal dolore, una volta tornata a casa, gli dicesse il contrario. Si fermò sentendo il vento che aveva ripreso debolmente a soffiare sulla foresta, poggiando la zampa a terra, guardò di nuovo il suo amico.

<< Cosa pensavi sarebbe accaduto solo poco tempo fa, Noete >>

<< Anche qui non sapevamo come sarebbe realmente andata a finire, Aleu, prima che tuo padre fuggisse nella foresta mi ha fatto promettere che vi avrei controllato, che vi avrei seguito per impedirvi di commettere qualche sciocchezza, soprattutto tu e tua madre... un paio di volte mi hai anche quasi beccato, sai? >>

Aleu sorrise, aveva sentito alcune volte il suo odore quando cambiava il vento, ma non era mai riuscita ad individuare la sua posizione con sicurezza.

<< Avevamo capito che tua madre doveva accettare ciò che aveva fatto e tornare come prima, almeno in parte, sapevamo che non avrebbe mai dimenticato, e come si può fare una cosa del genere dopo tutto ciò che aveva passato sulla propria pelle? Quando ti ho incontrato nella sua stanza, Aleu, ho sperato veramente che tu mi attaccassi, dopodichè io avrei fatto lo stesso con te, dovevamo far nuovamente riaffiorare il suo senso di protezione verso la sua famiglia, quando mi ha atterrato ho capito che avevamo completato il nostro obbiettivo >>

Aleu gli si mosse più vicino guardando il suo petto coperto dalle ferite che gli aveva inferto << Mi dispiace di averti ferito, Noete >>

Noete scosse nuovamente la testa << Eri arrabbiata con me, Aleu, la tua è stata una reazione fin troppo normale dopo ciò che avevo fatto, in fondo avevo tradito i tuoi sentimenti e la tua fiducia, tua e di tua madre, ma sai che ti ho subito bloccata per impedire che tu andassi oltre, semmai sono io che devo scusarmi, ti ho fatto veramente male, ma avevo bisogno che tu gridassi, tua madre non avrebbe potuto sopportarlo un minuto di più >>

Aleu riflettè un attimo << Oh, Noete, tu mi hai fatto veramente male, è stato il dolore più terribile che ho subito sul mio corpo durante la mia vita, dovrai pagarne le conseguenze, qui ed ora >>

La giovane cane lupa sorrise prima di appoggiarsi con tutto il suo corpo su di lui, facendogli perdere l' equilibrio e cadere di lato, dopodichè gli montò sopra, Noete si voltò da sotto, verso di lei.

<< Ciò che farò con te sarà la cosa più terribile che tu abbia mai provato, lascierò un segno profondo dentro di te, non potrai mai dimenticarlo >>

Lentamente appoggiò le sue labbra sopra quelle del cane lupo, spingendo dopo un po' la bocca al suo interno, sentì per la prima volta nella sua vita il sapore di qualcuno di cui si fidava veramente e che sapeva, si sarebbe fidata per sempre.

Dopo alcuni minuti di quel bacio appassionato, Aleu si staccò dal suo compagno.

<< Kody ed Axel, loro non sanno ancora... >>

Noete accarezzò la sua testa << Quando sono andato a prendere questa carne dal mio padrone, sono prima passato dai tuoi fratelli, non preoccuparti, sanno già tutto >>

Aleu sorrise, questa volta era veramente finita << Rilassati, Aleu, questo momento è solo per noi >>

Aleu sorrise e lo baciò di nuovo sdraiandosi sul suo corpo, quella notte sarebbe stata indimenticabile per entrambi.

 

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