La Guardia dei Titani

di Lady Elin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** L'arrivo della tempesta ***
Capitolo 3: *** Il Diavolo Dorato ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


1.
Prologo
 
 
 
 
 
 
 

Valparaìso, Stato del Cile
2001
 
 
“Coraggio Luz, è ora di dormire. Fai dei bei sogni, mi amor..”
“Nonna, prima di andare potresti raccontarmi di nuovo quella storia?”
 
Un sorriso appena accennato, i capelli argentei della donna che scintillano sotto la flebile luce del lumino.
 
“Per tutte le tamales, tua madre mi ucciderà..”
 
Infine la sua voce. Dolce come una ninna nanna.
 
“In un tempo remoto, quando i titani governavano la Terra, ci fu un grande drago che cadde dalle stelle..”

 
 

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Capitolo 2
*** L'arrivo della tempesta ***


2.
L’arrivo della tempesta
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Washington DC, Stati Uniti
2019
 
 
E’ un ordinario venerdì mattina, almeno fino quando l’urlo di mia madre non sovrasta Birdy che canta a squarciagola nei mie auricolari.
“Luz, vieni subito qui!”
Mi alzo dalla sedia, abbandonando a metà la mia colazione. Uova e bacon, il tutto rigorosamente semi abbrustolito.
“Che succede?
Mamma non mi guarda nemmeno. Ha il viso rivolto al televisore, lo sguardo fisso sullo schermo.
“Il ritorno dei titani: colpita Isla de Mara, uragano in arrivo su Washington DC”
Questione di un attimo, e la tua vita cambia per sempre.
Pensai la stessa cosa cinque anni fa, il giorno in cui mi dissero che dovevamo lasciare il Cile. Anche quella mattina era iniziata come tutte le altre.
“Cos’è questo trambusto, mi amor? Tua madre ha bruciato di nuovo la colazione?”
“Non è niente, abuelita. Ma dobbiamo scendere nel seminterrato”
Mia nonna Esperanza ha ottantanove anni, praticamente la prova vivente che l’età è solo un numero. Più o meno.
“Lasciamo un biglietto a tuo padre. Sai che non risponde mai al telefono”, sussurra mentre l’accompagno al piano di sotto.
“Lo faremo, nonna. Però adesso dobbiamo muoverci..”
La perdita di un figlio lascia sempre delle cicatrici. I più tendono a coprirle, ma nonna è diversa. Ha sempre parlato di mio padre, e credo sia grazie a lei se gli voglio bene, pur non avendolo mai conosciuto.
Quando arriviamo nel seminterrato, mia madre ha già sistemato tutto. Coperte, provviste, ed un grande materasso a ridosso della parete. Proprio lì faccio sedere la nonna.
“Mi amor, ti ho mai raccontato la storia del grande drago che cadde dalle stelle?”
“Magari dopo, nonna. Ok?”
Le sorrido, poi un rumore fortissimo fa tremare le pareti.
Non possiamo far altro che aspettare.
 
 
 
 
Oceano Pacifico
Venti miglia a sud da Isla de Mara, Messico
10:45
 
 
“Ne ho abbastanza di aspettare! Quanto tempo ci vuole ancora?”
“Sta calmo, Ander. La squadra sommergibile sarà qui a momenti”
“Al diavolo quegli sfigati! Io dico di andare a Washington adesso, prima che..”
Lo schiaffo era arrivato. Puntuale e deciso.
“Quegli sfigati, come li chiami tu, stanno rischiando la vita per rimediare al gran casino che hai fatto. Non dimenticarlo”
Lo sguardo di Akame è glaciale. Indica verso destra. Lì in un angolo, un ragazzo se ne sta piegato su se stesso, nascondendo il volto tra le mani.
“Non sono pronto per questo. Nessuno di noi lo è”, mormora appena Ander si avvicina.
“Tu padre se la caverà. E’ il migliore nel suo campo, l’hai detto tu stesso o sbaglio?”
Hisaki Serizawa lo guarda, sistemandosi la montatura degli occhiali ancora appannati di lacrime.
“Sai bene quanto sia difficile. O vuoi mentirmi anche su questo?”
Ander non risponde. Si porta una mano alla guancia, lì dove Akame l’ha colpito. La pelle brucia ancora.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Salve a tutti! Questa è la mia prima fan fiction su Godzilla e company.
Premetto subito che il mio racconto si baserà esclusivamente sul film, il secondo per la precisione dato che il primo mi ha fatto leggermente cagar.. emh, schifo. Mi ha fatto schifo.
Come già specificato nelle note ci saranno dei cambiamenti nella storia, così come nel carattere di alcuni personaggi.
Non mi aspetto che la cosa piaccia a tutti, ma tant’è. Diciamo che questo racconto non è esattamente da considerare canon visti gli avvenimenti che seguiranno. Ad ogni modo la mia mente malata l’ha partorito, quindi ve lo beccate lo stesso. Però ecco, vi invito a prenderlo molto per quello che è.
A presto!

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Capitolo 3
*** Il Diavolo Dorato ***


 
3.
Il Diavolo Dorato
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
Non avevo mai creduto all’esistenza dei mostri.
I miti, le leggende, tutte le storie che nonna mi raccontava da piccola, per anni non erano state altro che questo: storie.
Gli strascichi di un passato lontano e felice, fino alla comparsa di Godzilla.
Fu dopo l’attacco a San Francisco che ci trasferimmo negli Stati Uniti. Era come se mia madre volesse scappare dal Cile, il perché non l’ho mai capito.
“Luz, questo posto non reggerà a lungo! Dobbiamo andarcene!”, urla, mentre i rumori all’esterno diventano sempre più assordanti.
Faccio per alzarmi, quando nonna mi blocca il polso.
“Ti ho mai raccontato la storia del grande drago che cadde dalle stelle?”
“Non adesso, abdurla. Ti prego..”
La sua presa è salda. Gli occhi animati da una scintilla strana. Diversa.
“Il tempo è giunto, mi amor. Devi essere pronta..”
“Pronta per cosa?”
Un attimo dopo il cielo esplode. Sento la terra tremare, e un boato assordante fendere l’aria. Carico mia nonna in spalla, precipitandomi insieme a mamma oltre le scale, fino a raggiungere la porta di ingresso.
“Il Demone del Fuoco sta arrivando..”
Quello di mia nonna è a malapena un sussurro. E’ allora che lo vedo. Un gigantesco volatile stagliato sul cielo di Washington, dritto verso di noi.
Al suo passaggio la terra sotto i nostri piedi si solleva, come anche tutto il resto. E’ il caos.
“Da questa parte! Avanti!”
Un gruppo di militari ci conduce al riparo dietro una casa poco distante. Mi tocco le spalle, sono vuote.
“Nonna... Nonna!”
Mi getto in strada, ignorando beatamente le proteste di mia madre e dei militari. Ed allora che la creatura torna all’attacco.
La osservo in silenzio, con le guance ancora bagnate di lacrime, poi chiudo gli occhi. Immagino già la mia morte, ma no. Non accade niente di tutto ciò.
Trattengo il fiato, c’è silenzio.
La prima cosa che vedo è il volatine, piegato sommessamente di fronte a me. Le sue ali sono immense, con delle spesse lingue di fuoco che volteggiano nella parte finale. Mantiene la testa bassa, e i suoi occhi cercano approvazione da qualcosa. Qualcosa che sta dietro le mie spalle.
“Dio Onnipotente..”, la voce di mia madre è tersa di paura, e appena mi volto ne capisco il motivo.
Di fronte a me, c’è un enorme drago a tre teste.
 
 
 
 
Dopo il ritorno della squadra sommergibile, nessuno ha proferito parola. Soprattutto Hisaki.
Godzilla è tornato, ed è stato lui a pagarne il prezzo più alto.
“Dottoressa Ling, sono arrivate delle immagini da Washington. Dovreste venire a dargli un’occhiata”, esclama il colonnello.
Quando la schermata del computer di bordo si illumina, Ander deve lottare contro l’impulso di tirare un pugno al muro.
Rodan volteggia nel cielo scuro, e lui non può far altro che osservarlo. Impotente.
“Eccolo lì. Ghidorah..”, la voce della studiosa è un eco nel silenzio.
“E quella? Chi sarebbe?”, Akame indica qualcuno nella parte bassa dello schermo. Lì dove l’idra è atterrata.
Ander si sporge per vedere meglio, e quasi stenta a credere ai suoi occhi.
Ghidorah, il Diavolo Dorato, si arresta di colpo. Guarda la civile, ma non l’attacca.
“La figlia di Salvador.. L’abbiamo trovata”, sussurra Akame un attimo prima che le immagini si interrompano. Il dottor Ling sorride.
“Portatela qui”
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Eccomi quel col un altro capitolo!
Questa è la mia versione della battaglia di Washington che avviene verso metà film, con qualche aggiunta speciale ovviamente.
La faccenda adesso comincia a farsi piuttosto interessante. Perché Ghidorah non ha fatto del male a Luz? E che legame c’è tra il titano Rodan e Ander?
Quest’ultimo tra l’altro è uno dei miei personaggi preferiti, motivo per il quale spesso scrivo anche secondo il suo punto di vista.

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