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di Emeraldas2112
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 18 Settembre ***
Capitolo 2: *** Cos'è l'amore? ***
Capitolo 3: *** Coincidenze ***



Capitolo 1
*** 18 Settembre ***




“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”
A.L. Lavoiser.
 


Il cambiamento è ineludibile, tutti siamo destinati a nascere, crescere e morire; ogni creatura è connessa l’una con l’altra, in un delicato equilibrio che perdura nel flusso del tempo. Così ad ogni giorno segue sempre la notte, e ad ogni notte un nuovo giorno.
 


18 Settembre, ore 6.30

Primo giorno di scuola dell’ultimo anno del liceo artistico. Anna aveva puntato la sveglia prima, in modo da poter acconciare i lunghi capelli castano dorati, ma conoscendosi sapeva che avrebbe chiuso la sveglia e avrebbe continuato a dormire, non un sonno profondo ma quello stato di passaggio in cui senti tutti i rumori della casa, le macchine in strada, ma non te ne frega nulla e sei in pace con il mondo.
Anna si conosceva bene, o almeno credeva… così aveva puntato una seconda sveglia alle 7.
1,2,3….al terzo squillo si decise ad alzarsi, andò in cucina dove trovò la tavola imbandita per la colazione, la madre era al telefono, il padre era già uscito per recarsi al lavoro e la sua splendida sorella Aurora era già pronta per la scuola, con la  divisa blu e rossa del liceo classico, ed i morbidi capelli biondi acconciati in una treccia poggiata sulla spalla destra.  -Anna ti muovi, vuoi fare tardi già il primo giorno di scuola??-.
La voce acuta della madre di primo mattino proprio non riusciva a tollerarla, quello era il suo unico lato sgradevole -Sorella non sei emozionata per il tuo ultimo anno scolastico? Io non sono riuscita a dormire, ero troppo felice al solo pensiero di rivedere i miei compagni! – disse Aurora sprizzante di energia- Se se… i tuoi compagni…so bene QUALE compagno vuoi rivedere…- - Sorellaaa ma che diciiiii-
- Smettetela voi due! E’ tardissimo ed io devo andare in ufficio, vi aspetto in macchina. MUOVETEVI-
In men che non si dica Anna si era lavata e vestita, non aveva un divisa bella come quella della sorella, con la gonna svolazzante e la camicetta, al contrario al liceo artistico potevano vestirsi come volevano, tanto dovevano utilizzare un orribile camice per proteggersi dall’argilla e dai colori, così indossò un paio di jeans ed una t-shirt bianca, acconciò i capelli con una semplice coda di cavallo, prese lo zaino e si avviò verso l’inizio della fine della sua avventura scolastica.


 
I sogni cosa sono se non i pensieri e sentimenti di una vita precedente?


 
Diego si sveglio di soprassalto nella sua stanza. I capelli neri sudati rimanevano incollati al viso, il copriletto era finito per terra ed il lenzuolo era raccolto ai piedi del letto. Guardò confuso la sveglia, erano le 11 del mattino. Alle 11.30 aveva appuntamento dal tatuatore, per l’ennesimo tatuaggio, ma quest’ultimo aveva qualcosa di diverso, come se avesse un significato profondo, così viscerale che neanche lui era in grado di comprendere.
Aveva sempre amato gli uccelli, dalla sua stanza vista mare osservava spesso i gabbiani al tramonto, né era affascinato, avrebbe voluto essere libero come loro, volare e procacciarsi il cibo senza dover pensare ad altro. Ma la sua vita era scandita da mattinate con visite mediche per la nonna malata, unica sua parente, e da notti dove si arrangiava con lavoretti come cameriere, quando gli andava bene, e da altri lavoretti poco “puliti” quando proprio non trovava altro.
Purtroppo le cure e le visite erano costosissime, e Diego aveva dovuto abbandonare la scuola troppo presto. Ogni tanto ripensava ad i giorni della scuola con nostalgia,  i pomeriggi al parchetto con gli amici a correre dietro ad un pallone. Diego era cresciuto troppo in fretta e sentiva un vuoto. L’unica immagine che riusciva a scaldargli un po' il cuore, era il tramonto con i suoi colori caldi ed i gabbiani, per questo quel giorno si sarebbe tatuato una piuma, nella speranza di imparare a volare.

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Capitolo 2
*** Cos'è l'amore? ***


Cos'è l'amore?




25 Settembre
 
 
Era passata una settimana dall’inizio della scuola ed Anna era oberata di compiti, il più impegnativo era stato dato dalla Prof. Zema di Arte figurativa -disegnate il volto dell’amore- così aveva detto, mancavano 2 giorni alla consegna ed Anna non aveva fatto nulla. Era rimasta li pomeriggi interi a fissare la tela bianca senza trovare nessuna idea, appena le sembrava di averne trovata una interessante finiva per cestinarla.
 -Cosa posso saperne io dell’amore? Non ho mai pensato ai ragazzi se non per disegnarli…- tutto il suo mondo girava intorno alla creatività.
-frequentare qualcuno, abbracciarsi, baciarsi… no non fa per me- Si imbarazzò al pensarci, e le sue guance si colorarono di rosa. -Non posso pensare ai ragazzi, ho un sogno da realizzare e mi impegnerò al massimo ! Dunque… mmm…potrei rappresentare i nonni, il loro è un amore romantico d’altri tempi, oppure potrei rappresentare l’amore per gli animali, uff non so, farò degli schizzi e poi deciderò…- . La ragazza continuò a disegnare finché la madre non venne ad avvisarla che la cena era in tavola. Elisa era una donna molto bella, non dimostrava i suoi anni, era sempre curata ed elegante, anche in casa; fisicamente  la figlia Aurora le somigliava  molto, ma caratterialmente Elisa ed Anna erano due spiriti affini . Spesso madre e figlia passavano le serate a parlare di tutto e a dipingere, purtroppo Elisa non era riuscita a completare gli studi di architettura poiché era rimasta incinta, ma non si era mai pentita di aver scelto la famiglia alla carriera. Si era accontentata di lavorare come segretaria in uno studio di architetti, dove poteva comunque respirare l’odore magico della carta…
-Tesoro la cena è pronta, ho fatto il pollo con le patate al rosmarino…._- Elisa parlò ma la figlia non riusciva a sentirla, era immersa nel suo schizzo, la sua era una passione assoluta… - Anna ? la cena si fredda…andiamo, continuerai dopo- disse Elisa dolcemente – Si mamma, arrivo subito, ma ascoltami un attimo…secondo te cosa è il volto dell’ amore ?- la madre ci pensò un attimo e poi le rispose – Credo sia una cosa soggettiva, l’amore può avere tante forme e sfumature, può essere per qualcuno o per qualcosa… libera la mente e fai scorrere la matita… non usare la testa ma il cuore, cuore e mano sanno già la risposta – Anna non rispose, si accasciò sulla sedia, stanca e insoddisfatta del suo lavoro. – Tesoro mangia qualcosa e vai a riposare, domani tutto sarà più chiaro… a proposito, volevo chiederti di accompagnare tua sorella sabato sera in pizzeria, va con i suoi “amici”. Ci sarà anche quell’ Andrea… - Anna fece un sorrisetto – Ho capito mamma stai tranquilla, non c’è bisogno di aggiungere altro- - A buon intenditor poche parole- disse Elisa ridendo.
 


28 Settembre


Era il terzo giorno di prova per Diego al “Desiderio”, uno dei locali più in voga della città. Il lavoro era sempre lo stesso, servire ai tavoli, tenere pulita la cucina, niente di nuovo. – Se superi indenne il sabato ti assumo ! - così aveva detto il proprietario, la paga era da fame, ma poteva sempre trovare un lavoretto al mattino – la difficoltà del sabato sera sono le comitive di ragazzini stupidi, che fanno confusione e danni, ma poiché il nostro è un locale “cool” dobbiamo tenerceli stretti, ricorda Davide, il cliente ha sempre ragione- disse serio il Signor Fotia – Veramente mi chiamo Diego…- lo corresse il ragazzo – Va bene tanto è uguale – tagliò corto il vecchio – Un errore e sei fuori-
 
La serata stava procedendo bene, il locale era affollatissimo, ma Diego era molto compiaciuto di come stava gestendo la situazione, fino a quando non notò la collega Greta ferma da 10 minuti ad un tavolo di ragazzi. Potevano avere più o meno la sua età, erano vestiti tutti “firmati”, due in particolare saltavano all’occhio, una ragazza vestita con un tubino rosso fuoco, rossetto del medesimo colore e capelli biondi liscissimi ed un ragazzo con un pantalone rosso e camicia nera. Sembravano essersi messi d’accordo per essere abbinati. Senza perdere altro tempo, Diego si avvicinò in aiuto di Greta – Chiedo scusa c’è qualche problema? – disse cercando di essere più cordiale possibile – La tua collega è stupida, non riesce a capire le ordinazioni…farebbe meglio a trovarsi un altro lavoro, anzi una mezza idea l’avrei…- disse con un ghigno malizioso il tizio, allungando una mano verso Greta, in un attimo Diego prese il ragazzo per il collo della camicia e lo sollevò da terra sbattendolo al muro. Fu così che Diego perse l’ennesimo lavoro, purtroppo perdeva le staffe facilmente, soprattutto quando c’era da difendere una persona debole… rassegnato al suo caratteraccio, raccolse le sue cose e tornò a casa.
 
-Stasera andremo al “Desiderio” uno dei locali più alla moda della città,  Anna mi raccomando non farmi vergognare, ci sarà Andreaaaaaa-
- ooohh Andreaaaaa uaaaaa- Anna adorava fare l’imitazione della sorella, quando si “innamorava” dell’ennesimo ragazzo. Aveva perso il conto di quanti fossero state i “fidanzati” di Aurora. Da quello che poteva ricordare c’era stato John il personal trainer, Luca il panettiere, Giuseppe il commesso, Mauro il tecnico della Tv, Antonio il meccanico, Mattia il suo coach di pattinaggio sul ghiaccio, Valentino il muratore…
-Andrea è il 100 esimo o sbaglio- disse ridendo la sorella maggiore
- La vuoi smettere! Con Andrea è diverso, lui è raffinato, elegante e gentile, suo padre è un Marchese-
-Aaah bene quindi punti a diventare Marchesa, brava sorellina- così dicendo  Anna si mise a battere le mani, ed entrambe scoppiarono a ridere.
Terminate le risate, Anna assunse un tono serio, - Auri lo sai che ti voglio bene, e che mi preoccupo per te…ed anche la mamma è preoccupata per questo tuo cambiare fidanzato alla velocità della luce, per questo verrò con te sabato, per valutare questo Andrea.- Aurora non disse nulla, si limitò ad attendere che la sorella continuasse il suo discorso- Se le cose andranno bene, metterò una buona parola con la mamma..- concluse Anna – Vedrai sorella, questa è la volta buona, puoi già chiamarmi Marchesa!-
Le ultime parole famose, Andrea era l’ennesimo ragazzino snob che si credeva chissà chi, uno sbruffone. Passati i primi dieci minuti Anna non lo sopportava più, dopo aver ordinato una semplice Pizza Margherita si era allontanata per chiamare l’amica Giulia.
-Ascolta Giulia, questo tizio è peggio di Mattia il benzinaio !...- così dicendo si accorse di un altro cameriere che le dava le spalle e si stava avvicinando al loro tavolo. Non riuscì a capire lo scambio di battute, ma nel giro di pochi secondi vide Andrea appiccicato al muro.
-Giuli credo proprio che la serata si sia conclusa…-



Quella sera Diego aveva vagato per diverse ore, a casa con la nonna c’era la Signora Liliana, la vicina di casa che lo aiutava a tenerla d’occhio quando doveva andare a lavorare. La donna era molto affezionata alla nonna Maria, si erano conosciute 40 anni prima, quando Liliana appena sposata, si era trasferita in città, prendendo in affitto l’appartamento accanto a quello della
nonna; avevano stretto subito amicizia. Si sa che trasferirsi in una nuova città senza conoscere nessuno è indubbiamente molto stressante, sia fisicamente che emotivamente, per questo nonna Maria si era mostrata da subito cordiale con lei. Nel tempo avevano stretto un legame profondo, fondato su rispetto e fiducia, una di quelle amicizie rare dove non c’è bisogno di troppe parole per comprendersi. Purtroppo con la malattia Maria aveva perso l’uso della parola, ma con Liliana non era necessario usarle per comprendersi, per questo Diego era tranquillo quando c’era lei a prendersi cura della sua nonnina.
Camminando era riuscito a sbollire la rabbia, adesso era arrivato il momento di prendere atto della sua azione. Ad ogni azione corrisponde una conseguenza, e il difendere Greta aveva portato inevitabilmente il licenziamento, al proprietario del locale non importava chi avesse torto e chi ragione, Diego non aveva rispettato le regole e Diego se ne sarebbe tornato a casa, - ormai quel che è fatto è fatto… mi servirà da lezione, forse…- disse ad alta voce il ragazzo, “ a fare la cosa giusta ci rimetto sempre “ pensò.
A distoglierlo dai suoi pensieri fu il suono del cellulare. “Un messaggio da parte di Greta”
 
Mi dispiace per quello che è successo, vorrei poterti ringraziare…ti va un caffè domani pomeriggio al Bar del Corso alle 17.00?
 
“Cosa dovrei fare?” pensò “Se non accetto potrebbe sembrare che sono arrabbiato con lei, in fondo vuole solo ringraziarmi, nient’altro” così le rispose.
Ok, a domani

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Capitolo 3
*** Coincidenze ***


29 Settembre
La notte era trascorsa in modo molto movimentato, Aurora piangeva per il comportamento di quel cretino di Andrea.
-Sono stupida, come ho fatto a non capire che persona fosse?- disse tra le lacrime -Non ho speranza…sono irrecuperabile- continuò a singhiozzando tra le braccia della sorella.
-Adesso calmati- disse Anna accarezzandole la testa – non hai nessuna colpa, non sei responsabile del comportamento di Andrea. E non dire che sei stupida perché non è così-
 Aurora non accennava a calmarsi perciò Anna continuò a parlare dolcemente – Sei impulsiva e ti butti nelle situazioni a testa bassa, ma lo fai in buona fede perché hai sempre fiducia negli altri e non vedi il male. Avere fiducia è una cosa bellissima e non devi mai smettere di averne, devi solo essere più prudente-
Con le parole e le carezze di Anna la ragazza sembrò calmarsi ma rimase ancora tra le braccia della sorella a farsi coccolare – Sorellona con gli uomini ho chiuso- decretò solennemente.
Il sonno arrivò senza che se ne accorgessero, per Aurora furono sonni tranquilli, protetti dalle braccia della sorella maggiore. Al contrario per Anna furono sogni agitati.
Al mattino aveva ancora quella sensazione di angoscia che non la lasciava andare, per quanto si sforzasse di razionalizzare e calmarsi, quella sensazione le si era attaccata addosso. Ma era Domenica, e soprattutto era finalmente il giorno libero del padre. Francesco era un medico pediatra, lavorava in ospedale e gestiva il suo studio privato, era un uomo molto impegnato, non riusciva a passare molto tempo con la sua famiglia, ma faceva quel che poteva. La passione per il suo lavoro era palpabile, era uno di quei medici che viveva il lavoro come una vocazione, e questo era sicuramente d’ispirazione per le amate figlie. Appena riusciva a ritagliarsi del tempo, cercava in ogni modo di passarlo in famiglia, per questo aveva organizzato una passeggiata pomeridiana loro quattro insieme, con uno stop al “Bar del Corso” per mangiare il loro famosissimo gelato.
Tra i compiti e le faccende di casa la mattinata era trascorsa velocemente, il pomeriggio era stato molto piacevole, il papà era un uomo dolce e molto allegro, non avevano fatto altro che ridere.
-Mmmm io ho una certa fame di gelato, che facciamo ci sediamo?-
Oltre ad essere dolce ed allegro era anche molto goloso – Per me una coppa grande pistacchio, cioccolato fondente, e panna. Molte grazie !-
-Come mai non prendi la Maxi coppa? - lo aveva rimproverato ridendo la moglie
-Oggi sto leggero- aveva risposto con finta serietà Francesco, suscitando anche la risata del cameriere.
Si erano seduti sul terrazzo, godendo della vista del mare calmo tinto dai colori del tramonto “sarebbe un soggetto bellissimo per un quadro” pensò ad alta voce Anna, - E anche molto romantico...- aggiunse la madre; questa frase spostò l’attenzione della ragazza alla coppia che si stava baciando poco più in là, questo le provocò una strana fitta al cuore che non riuscì a comprendere. – Anna tutto bene? – la voce del padre la riportò alla realtà, - Si papà tutto bene, solo un mal di testa da gelato- .
Anna dissimulò molto bene il suo stato d’animo, e il pomeriggio in famiglia continuò tranquillamente.
 
 
 
 
 
Diego aveva indossato i suoi soliti jeans e la solita maglietta nera con il lupo, non si era preoccupato del suo look, “Tanto non è un appuntamento”; al contrario sembrava che Greta se ne fosse occupata anche troppo. La ragazza indossava una gonna di jeans con dei bottoni sul davanti, decisamente molto stretta che esaltava la vita esile, abbinata ad una camicetta azzurra e dei sandali alla schiava color oro. I capelli scuri erano sciolti e le arrivavano sulle spalle, “Non avevo notato quanto fosse carina” pensò il ragazzo. Si accomodarono sulla terrazza del bar, il panorama era stupendo, chiacchierarono amabilmente per una mezz’ora, fino a quando non fu Diego ad alzarsi.
-Mi dispiace ma si è fatto tardi per me, ho un impegno- disse aggiustandosi i capelli neri che ricadevano sul viso, - certo, capisco- disse Greta dolcemente, ma Diego non fece in tempo a rispondere che la ragazza lo aveva attirato a sé baciandolo con una certa foga. Il ragazzo fu preso alla sprovvista, ma nel giro di pochi secondi si staccò da lei.
-Greta scusami ma credo che tu abbia capito male.-  la ragazza rimase per un attimo interdetta – Io credevo di piacerti, per questo sei accorso in mio aiuto ed hai accettato di uscire con me- la delusione sul volto di Greta era evidente  -Sei veramente una bella ragazza, con tante qualità, ma quello che ho fatto ieri lo avrei fatto per qualsiasi collega- disse Diego senza ulteriori giri di parole – Non volevo farmi bello ai tuoi occhi -. A quelle parole l’atteggiamento di Greta cambiò e disse in tono acido – Non sai quello che ti perdi- e se ne andò dal locale.
“Io di donne non ci capisco proprio niente” pensò Diego rassegnato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
1 Ottobre

“Aumento di crimini nella città del Sole, nel week-end scippate 20 donne.
Due sono in gravi condizioni”
Il giornale locale aveva dedicato la prima pagina a questa notizia. Suntown era una cittadina piuttosto tranquilla, fino a quando non si era insediata la gang dei Draghi, da li era cominciato il declino. Con la nascita di una seconda gang, quella dei Lupi, la città era caduta nel caos.
La mamma aveva spesso manifestato la sua paura, non tanto per se stessa, quanto per le figlie, e ascoltare il marito confermare la notizia l’aveva fatta preoccupare ancora di più.
-Sai Amore ho letto che la palestra Yamamoto organizza dei corsi di autodifesa…- aveva esordito Elisa – potreste parteciparvi, tu e le bambine- era stata la risposta del marito – sapersi difendere di questi tempi è molto utile – aveva continuato Francesco, - e poi le nostre figlie stanno crescendo, un giorno andranno via, potrà sempre tornare utile conoscere qualche “mossa” per difendersi- concluse il marito.
-Esatto, per questo ho già chiamato per informarmi, stasera ci sarà la serata di presentazione del corso, andremo a dare un’occhiata-
 
Quella sera Anna era stata catapultata in un mondo sconosciuto, sua madre aveva convinto lei ed Aurora a partecipare alla presentazione di un corso di autodifesa. All’inizio le era sembrata un’esagerazione, ma riflettendoci era stata proprio una buona idea, “Se avessi conosciuto qualche presa, avrei sistemato volentieri quell’Andrea” a pensarci ancora le saliva un nervoso…
A rompere il flusso dei suoi pensieri fu la sorella -Certo che per essere una palestra, è veramente carina, guarda che splendida vetrata vista mare-  effettivamente Auri aveva ragione, la palestra era situata all’interno di un complesso di palazzi in riva al mare, proprio dietro la stazione di Rieto. Per arrivarci si doveva superare un passaggio al livello, e proprio di fronte si trovava la struttura, “deve essere un complesso residenziale molto costoso”  pensò la ragazza. Durante la serata furono presentati i vari corsi, a parlare fu per lo più il titolare della palestra. Antonio Viello, ex pugile, un titolo europeo, e uno dei primi a praticare l’MMA, ovvero arti marziali miste. La sua età si aggirava intorno ai 50 anni, fisico prestante e una pelata tirata a lucido. La caratteristica più evidente era il naso, con una forma strana, molto arcuata -Guardagli il naso- disse Elisa ad Aurora – chissà quante volte se lo è rotto- rispose la ragazza alla madre.
Viello parlò per diversi minuti del corso di autodifesa, fino a quando non indicò qualcuno nel pubblico.
-Signorina venga a fare una prova con me…-Anna si guardò intorno e pensò “No non starà parlando con me”
-Si signorina sto proprio parlando con lei, su venga sul ring, non abbia timore-
Messa alle strette Anna si alzò dalla sedia e andò sul palco, sentiva su di sé lo sguardo di tutti, “Che figura di…” disse tra sé e sé , in sottofondo la risatina di Aurora non faceva che aumentare la sua vergogna.
Arrivata sul ring, non ebbe nemmeno il tempo di pensare ad una strategia che si ritrovò per terra.
“Non mi arrendo così facilmente” pensò agguerrita la ragazza, ma per tre volte consecutive fu messa al tappeto.
-Signorina lei ha grinta lo sento nelle ossa, ma questo non basta, per sopravvivere deve essere veloce, ed agire ancor prima che si formi il pensiero nella sua mente- disse Viello con un tono serio, come un maestro Zen.
Non sopravvive il più forte ma il più veloce
Questa verità le si palesò davanti e la lasciò senza parole.
 

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