The Doctor and The Hero

di Aladidragocchiodiluce
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'eroe e il Dottore ***
Capitolo 2: *** Il Pozzo ***
Capitolo 3: *** Insoliti alleati ***
Capitolo 4: *** Fuga ***
Capitolo 5: *** Alieni e chiacchiere Pt1 ***
Capitolo 6: *** Alieni e chiacchiere Pt2 ***
Capitolo 7: *** I ribelli ***
Capitolo 8: *** Un drago, molti segreti ***
Capitolo 9: *** La scelta ***
Capitolo 10: *** Fine ***
Capitolo 11: *** Speciale Curiosità ***



Capitolo 1
*** L'eroe e il Dottore ***


Mesi prima

-Allora socio, che cosa abbiamo?-

-”Non ne ho idea”-

Paperinik stava sorvolando la città a bordo della P-kar quando Uno gli segnalò qualcosa di anomalo sui tetti di uno degli edifici.

-”Ho rilevato un picco di energia che non sono riuscito ad identificare, ho bisogno che tu controlli di persona.”-

-Potrebbe essere il nostro misterioso rapitore?-

-”Come diresti tu, c'è un solo modo per scoprirlo.”-

In un attimo l'eroe giunse a destinazione e individuò subito l'intruso sopra il tetto di uno dei palazzi, intento ad armeggiare con un'enorme antenna dalla forma strana.

Decise di scendere dall'auto e affrontarlo direttamente.

-Non sei un po' fuori orario lavorativo?- Scherzò appena si fu avvicinato.

L'uomo, di circa cinquant'anni dai corti capelli grigi con indosso una lunga giacca e pantaloni blu scuro si voltò.

-No e ora vattene, non vedi che ho da fare?-

Detto ciò, gli diede le spalle e continuò con l'antenna da dove aveva interrotto.

L'eroe rimase spiazzato, nessuno aveva mai reagito in quel modo davanti a lui.

-Ascolta, ti conviene dirmi cosa stai facendo perché se è una minaccia per la mia città...-

-Frena frena, hai detto “tua città”?- Finalmente l'uomo smise di fare ciò che stava facendo e si voltò a guardarlo.

-Esatto e se non vuoi guai ti conviene dirmi cosa stai facendo, questa città è sotto la mia responsabilità.- Dichiarò, sentendosi come uno sceriffo nei vecchi film western.

-Ah bhe, se lo dici tu.

Questo...- Ed indicò l'antenna dietro di sé.

-È un localizza di distorsioni temporali e qui di recente ce n'è stata una bella grossa, per non parlare di quelle minori. Se la città è sotto la tua responsabilità ti sarai accorto delle numerose sparizioni.-

-Eccome, ne sai qualcosa?-

Non aveva ancora capito chi fosse questo tizio, ma se sapeva qualcosa che poteva aiutarlo con le persone scomparse doveva farsi dire tutto.

-Eccome, ti posso dire che sono vive e il responsabile... è proprio dietro di te.-

Le ultime parole le pronunciò con un tono preoccupato e Pikappa si voltò evocando il proprio scudo ma al posto di una persona si ritrovò davanti ad una scultura di pietra raffigurante un angelo con una mano tesa come ad afferrarlo e il volto deformato da un espressione di rabbia e frustrazione.

-Non sbattere gli occhi se non vuoi venire teletrasportato in altra epoca!- Avvisò l'uomo.

-Ho la netta sensazione che questa sarà una pessima serata.- Borbottò l'eroe


 

Presente

Paperino avanzò a passi veloci lungo le vie di Paperopoli, sapeva bene dove andare, Uno non aveva faticato a localizzarlo.

Svoltato l'angolo finalmente la vide: una cabina blu della polizia proprio in mezzo a due case.

Il papero vi si avvinò e bussò e subito dopo la porta si aprì da sola.

Appena mise piede al suo interno sorrise.

A dispetto delle dimensioni esterne, l'interno era a dir poco enorme e ricco di marchingegni fra cui un pannello di controllo al centro della sala da far invidia ad un astronave. Anzi, quella era una signora astronave.

Ricordava benissimo la prima volta che vi mise piede, non aveva potuto fare a meno di osservare il tutto a bocca aperta e mormorare: “è più grande all'interno”.

-Deve essere un emergenza se sei venuto qui di corsa appena hai saputo della nostra presenza.-

Paperino si voltò, trovando l'uomo che aveva incontrato quella notte di quasi 4 mesi prima con la quale aveva collaborato per salvato la città, comodamente spaparanzato su una sedia.

-Ehilà!- Udì un'altra voce.

A parlare era stata una ragazza fisicamente simile ad una cerva ma con delle macchie nere sotto gli occhi e sulle braccia, indossava una maglietta a maniche corte viola chiaro e pantaloncini corti neri dalla quale spuntava una coda maculata da felino.

-Ti presento Angela; mi ha chiesto di farle fare un giro ed eccoci qui.

Angela, lui è Paperinik.-

-Non dovresti andare in giro a rivelare la mia identità segreta.- Gli disse il papero, offeso, mentre stringeva la mano alla ragazza che rise, rivelando una dentatura da carnivoro.

-Di questo non devi preoccuparti, sono piuttosto brava a tenere segreti e poi non sono di queste parti.-

-In ogni caso, cosa vuoi?- Domandò l'uomo, indossando un paio di occhiali da sole.

Paperino ispirò e dichiarò:

-Dottore, ho bisogno del tua aiuto per rintracciare qualcuno.-


 

-Fammi capire bene, vorresti che io con la mia nave, in grado di viaggiare nel tempo e lo spazio, ti aiuti a salvare questo tuo amico/nemico evroniano?- Ricapitolò il Dottore, a braccia incrociate di fronte al papero.

-Te la cavi bene con i riassunti.- Scherzò.

-Dimmi, ti sembra che ci sia scritto taxi da qualche parte?-

-No, però è una cabina della polizia.-

-Colpito e affondato.-Commentò divertita, Angela.

-Ci posso pensare, ma cosa ti spinge a voler andare a salvare qualcuno, questo..Gorthan, che tu stesso reputi un nemico?-Domandò l'uomo.

Il papero sospirò.

-A dir la verità non lo so nemmeno io.

Forse è per dimostrargli che terrestri ed evroniani sono diversi, o perché sento di non aver fatto nulla per aiutarlo quando quel robot l'ha inglobato.-

Mentre parlava, il Dottore si era messo una mano sotto il mento in posa pensante e concluso il discorso si sposò verso i comandi.

-Non mi hai proprio convinto, ma prima devo assicurarmi che l'evroniano in questione sia vivo e che se lo salviamo non corriamo il rischio di alterare il continuum spazio temporale o creare un paradosso.- Dichiarò, mentre tirava una leva che emise uno strano suono, sancendo la partenza della nave.

-Andiamo a prenderlo?- Domandò la ragazza, visibilmente estasiata all'idea di una missione di salvataggio.

-Certo che no.- Rispose mentre tirava nuovamente la leva, segno che erano atterrati.

-Almeno non subito, ho bisogno di controllare una cosa e intanto voi restate qui e vi preparate.-

Continuò guidandoli fuori, rivelando di trovarsi all'interno del piano segreto della Duckler Tower davanti ad uno sbalordito Uno.

-”La prossima volta avvisate!

Stavo per attivare i droni anti-intrusione!”- Esclamò con una nota di irritazione.

Ignorando la faccia stupita di Angela alla vista del piano segreto, il Dottore rispose.

-Scusa intelligenza, anche se non credo che i tuoi droni riuscirebbero anche a scalfire il Tardis.

In ogni caso mi servono le coordinate temporali esatte di quando il robot ha lasciato l'atmosfera; mentre voi..- Si rivolse alla ragazza e Pikappa.- Restate qui, ci metterò qualche giorno ma per voi sarà qualche ora, minimo mezz'ora.-

Una volta ottenuti i dati che gli servivano, l'uomo rientrò nel Tardis e si smaterializzò davanti ai loro occhi.


 

-Alloooora... come avete conosciuto il Dottore?- Domandò Angela, mentre l'eroe si cambiava con la sua “divisa da lavoro” in un apposito camerino appena fatto comparire dall'intelligenza artificiale.

-Ci siamo imbattuti in lui una notte mentre ero in pattuglia sui cieli di Paperopoli... e ha salvato me e la mia città dagli Angeli Piangenti.

Statue che si muovono quando non le guardi e che se ti toccano ti teletrasportano in un altro tempo.- Si affrettò ad aggiungere.

-Tu invece?-

-Ehm..- Iniziò.

-In maniera meno eroica: avevo scambiato il suo Tardis per una normale cabina telefonica e si è teletrasportato mentre io ero appesa alla maniglia. Lui si è accorto di avere qualcosa che lo rallentava e mi ha fatto entrare.

Non è divertente! Certo guardare l'universo da lì dentro è una figata, ma mentre sei a penzolare fuori come un'idiota non lo è per niente!-

-Scusa, l'immagine è troppo divertente.- Disse Paperinik, trattenendo a stento l'ilarità.

-”Quindi lo accompagni nei suoi viaggi.”- Dichiarò Uno.

-Qualche volta, dice che gli piace avere compagni di viaggio, ma quando gli chiedo se ha ne avuti altri prima di me cambia argomento.- Spiegò mentre Paperinik usciva dal camerino, ormai pronto.

Non ebbe tempo di dire nient'altro che il rumore della materializzazione del Tardis attirò la loro attenzione,

Il Dottore uscì di tutta fretta e si rivolse all'IA.

-Quanto tempo sono stato via?-

-” 23 minuti e 14 secondi”-

-Ottimo, nuovo record.

Allora, ho una buona notizie e una cattiva. Quella buona è che si, lo possiamo salvare senza danni alla linea temporale, quella cattiva è che si trova in uno dei posti più brutti in cui trovarsi.-

-Dove?- Domandò Paperinik, impaziente.

-Il Pozzo.-

- Come ha fatto a fare la fine di Samara?- Domandò Angela, ricevendo uno guado interrogativo dai presenti.

-Mai visto “The Ring”?-

-Il Pozzo è un pianeta prigione

Dicono che una volta giunti lì sia impossibile evadere; questo vuol dire che saremo i primi.- Dichiarò l'uomo facendo cenno agli altri di salire a bordo.

-”Non potrò raggiungerti, sei nella mani del Dottore.”- Disse Uno, rivolto a Pikappa.

-In questo caso, mi raccomando non aspettarmi alzato.-


 

Angolo Autrice

Ed eccomi in una nuova fic, a tema PKNA e Doctor Who, prima volta che scrivo in entrambi i fandom quindi spero di fare un buon lavoro.

In quanto alle data di aggiornamento, saranno ogni Lunedì e Giovedì, salvo imprevisti.

Saluti da Ala

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Capitolo 2
*** Il Pozzo ***


- Ed eccoci qui, R'ur kil o il Pozzo.- Annunciò Il Dottore una volta atterrati ed iniziata un analisi grazie alla strumentazione del Tardis.

-L'atmosfera è respirabile quindi non abbiamo bisogno di tute.

Ma tu..- Esclamò rivolta a Pikappa.

- Se questo posto è gestito da evronini avrai bisogno di un travestimento.-

-Messaggio ricevuto capo!-

Mentre l'eroe estraeva dallo scudo Extrasformer un dispositivo di mimetizzazione olografica, Angela domandò:

-E noi?-

- Ci mimetizzeremo con gli altri prigionieri cercando di non farci notare, non sembra ma ci sono molte razze simili a terrestri.- Dichiarò mentre indossava un paio di occhiali da sole.

- Come sto?- Chiese l'eroe che aveva modificato il proprio aspetto in modo da sembrare un papero con una tuta nera e gli occhi blu simili a quelli di una mosca.

-Semplice ma efficace, Doc K.- Gli rispose la ragazza mentre uscivano, per poi rivolgersi al Dottore

-Non è rischioso lasciare qui il Tardis?-

-Ho attivato un filtro di percezione, lo vediamo solo noi.- Rispose guardandosi intorno.

Ad una prima occhiata, il Pozzo sembrava una città industriale di periferia ormai in disuso dal cui terreno roccioso, di tanto in tanto, facevano capolino delle condutture.

Il Dottore si avvicinò ad una di esse ed estrasse dalla tasca un dispositivo simile ad una penna, che i due sapevano chiamarsi Cacciavite Sonico, con la quale sembrò analizzare uno di quei tubi. Osservò l'oggetto ed emise un cenno soddisfatto mentre lo riponeva in una tasca interna dell'abito ma non condivise ai suoi compagni i risultati.

Finalmente si imbatterono nei primi segni di vita: una sorta di accampamento situato fra due edifici crollati al cui interno vi erano alieni di ogni aspetto.

Nessuno sembrò badare particolarmente a loro, se non qualcuno che si limitò a guardarli.

-Chi sono esattamente?

Non mi sembrano individui amichevoli.-Domandò a bassa voce Paperinik.

-Non ne so molto, ma se le voci che ho sentito sono vere prigionieri di guerra evroniani o elementi che non valeva la pena rendere coolflame.

Riconosco la maggior parte delle razze, nel caso, lasciate parlare me.-

-Come troviamo Gorthan?-

-Semplice: chiederemo informazioni...-

Si interrompe quando quello che sembrava essere un uomo dalle fattezze dei lucertole, col viso ricoperto da scaglie verde chiaro sul viso che andavano scurendo verso la nuca e una cicatrice sulla guancia, si avvicinò a loro.

-Zona?- Domandò con voce ferma.

-Ehm, siamo nuovi e siamo capitati qui.- Rispose il Dottore.

-Allora potete fare parte del nostro gruppo. La zona è Z8, attenti a non diventare il pranzo di qualcuno o qualcosa.- Disse, allontanandosi.

-Simpatico l'amico.- Commentò Angela.

Intanto Paperinik stava osservando un gruppo di cinque evroniani ma erano strani.

In fondo conosceva i propri nemici e non gli pareva di aver mai visto nessuno di essi possedere serbatoi completamente neri. Sembravano persino a loro agio fra i prigionieri, di certo lo erano anche loro a giudicare dal fatto che fossero disarmati.

-Strano.- Commentò il Dottore comparendo al suo fianco, facendolo sobbalzare dalla sorpresa.

-Si, conosco i miei nemici e sembrano... diversi.- Rispose.

-No, i prigionieri dovrebbero odiare gli evoniani in quanto è colpa loro se sono qui.

Perché sono così amichevoli con loro?-Ragionò ad alta voce, ma sembrò perdere subito interesse per quel mistero e fece segno ai due compagni di seguirlo per trovare qualcuno con cui parlare in tranquillità.

Prima di seguirlo, l'eroe gettò un ultimo sguardo gli strani evroniani e sembrò che uno di essi si accorse di essere osservato in quanto si voltò a sua volta verso di lui.


 

Si imbatterono nuovamente nell'uomo lucertola di prima e, con la scusa di voler capire come funzionava il Pozzo, lo convinsero a fermarsi a parlare.

Dopo aver dichiarato di chiamarsi Kibo, spiegò che la regola fra i prigionieri è “se sei in grado di sopravvivere qui sei a posto” e in genere si fanno affari tramite scambi i cui prodotti più ambiti sono cibo e acqua. Gli raccomandò anche di stare al riparo nelle ore notturne se non volevano rischiare la pelle e che se volavano scappare era meglio unirsi a qualche gruppo e incrociare le dita affinché gli vada bene.

-Riguardo gli evroniani?- Domandò il Dottore.

-Carcerieri o prigionieri?

I primi li riconosci subito perché sono armati e muniti di corazza e non ti consiglio di farteli nemici. Riguardo i secondi, sono in un'altra struttura lì da quelle parti.- Mentre parlava, indicò un punto in lontananza in cui gli edifici si infittivano. - Sappiamo che sono perlopiù prigionieri politici o esperimenti falliti.

Non li tengono con noi perché sanno che non esiteremo a farli fuori o viceversa.-

- Abbiamo visto degli evroninani con dei serbatoi neri.- Commentò Pikappa.

-Sono gli unici simpatici: ribelli, hanno dato le spalle alla causa evroniana; non lo credevamo possibile ma eccoli lì.-

-A proposito, prima abbiamo sentito parlare di un evroniano di nome Gorthan.-

A quel punto Kibo scoppiò a ridere.

-Quel figlio d'un Kahiiit!

Chi se lo aspettava che quello scienziato matto sarebbe finito qui assieme alle sue creazioni fallite?

Ovviamente è con gli altri prigionieri evroniani ma dicono che una delle prossime esecuzioni sarà la sua.-

-Esecuzioni?- Ripeté incredula Angela.

-Si, hai capito bene.

Di là...- Indicò una zona dalla parte opposta delle celle evroniane. -...c'è un'arena e qualche volta ci mandano i più cattivi per farli distruggere dallo “Sterminatore” affinché siano di esempio agli altri.-

-Grazie, ci sei stato molto d'aiuto.- Lo ringraziò Angela.

-Spero di poter contare sul fatto che ricambierete il favore...come dovrei chiamarvi?-

-Oh...Bones.- Rispose Angela.

-Dottore.-

-Doc K.-

-Va bene allora, ricordatevi che mi dovete un favore.- Ripeté prima di sparire alla loro vista.

-Doc K?- Domandò Angela con un sorriso divertito.

-Sei stata ispirante.-Gli rispose l'eroe.

-Se avete finito di discutere, abbiamo ancora qualcuno da salvare.-


 

- Sappiamo che è qui, ma come entriamo?- Domandò Angela.

Il trio si era allontanato dall'accampamento, dirigendosi verso la struttura che ospitavate gli evroniani. Ormai avevano solo poche ore di luce.

Il Dottore avanzava tenendo il Cacciavite Sonico puntato verso il terreno borbottando:

- Ci siamo quasi.... Dovrebbe essere da queste parti... Eccolo!-

Erano giunti davanti ad un enorme botola circolare che spuntava dal terreno.

-I tubi che abbiamo visto, trasportano liquami e altre sostanze di ogni genere, ovviamente ci sono punti in cui gli addetti alle riparazioni devono entrare.- Spiegò, puntando il cacciavite verso il portellone per aprirla.


 

-Mi sembra di essere finita all'interno di Alien.- Commentò Angela, guardandosi attorno.

La zona era formata da varie gallerie con il soffitto ad appena un metro dalle loro teste e le pareti sia a destra che sinistra erano percorse da vari tubi di diverse dimensioni e colori ed così stretto che erano costretti a camminare in fila indiana col dottore in testa e Pikapa in fondo per assicurarsi che nessuno li prendesse alle spalle. Almeno il soffitto era intervallato da luci, rendendo il viaggio meno spaventoso .

-Quello lo conosco.- Disse il Dottore, riferito al film citato, mentre con un gessetto di tanto in tanto lasciava segni sulla parete per ritrovare la via al ritorno.

-E il titolo è piuttosto offensivo. Poi vi sorprendete che provino a conquistarvi in continuazione.-

Il commento fece ridacchiare l'eroe.

-Comunque, come siamo sicuri di essere nella direzione giusta?- Domandò.

-Sto usando il sonico per calcolarla, più che altro sono sicuro che non sia quella sbagliata.-

-Che tradotto immagino sia un “non lo siamo”.-

Dopo un paio d'ore di cammino in cui più di una volta pensarono di essersi persi, finalmente spuntarono da un portellone all'interno di una piccola stanza.

-Fin'ora è stato facile, ora tocca al difficile.- Commentò l'uomo.

-Mi sembrava strano.- Mormorò l'eroe, evocando il proprio scudo.

Stavolta dovettero girare per i corridoi della struttura ed essere silenziosi per non farsi individuare dalle telecamere o dalle guardie.

-Ho l'impressione di girare in tondo.- Si lamentò Angela dopo aver evitato per l'ennesima volta una pattuglia.

-Sono d'accordo con lei.

Di solito nella base dei cattivi mettono una mappa alla parete.- L'appoggiò Pikappa.

-Ma non tutti sono smemorati, in compenso hanno una sala controllo.- Rispose il Dottore, indicando una porta sormontata da una scritta per loro incomprensibile.

In un accordo silenzioso, Angela si mise a destra mentre il Dottore a sinistra mentre l'eroe, scudo in mano pronto a fare fuoco, davanti alla porta.

Appena l'uomo usò il sonico per aprire, Paperinik usò il Paralizzatore Bradionico sull'unico elemento presente prima che potesse dare l'allarme ed entrarono tutti e tre.

-Solo io trovo strano che ci fosse uno solo a controllare?- Domandò la ragazza, mentre spostava l'evroniano per fare spazio.

-È il ciclo notturno, e a giudicare dalle parole di Kibo non ci sono molte possibilità di incidenti a quest'ora.- Le rispose l'uomo mentre maneggiava con il computer.

Paperinik, rimasto alla porta per assicurarsi che non arrivi nessuno si voltò verso di loro.

Gli doleva ammetterlo, ma quell'uomo era decisamente più “super” di lui.

-Trovato.

Altra cosa su cui quel siluriano aveva ragione: si trova nelle celle dei condannati a morte e la sua esecuzione è programmata per domani.-

-Allora che aspettiamo? Andiamo!- Esclamò l'eroe con impazienza.

-È dall'altra parte dell'edificio, siamo già stati fortunati ad arrivare qui senza imbatterci in allarmi.-

- Allora che cosa facciamo, domani sarà morto.-

-Zitto! Sto pensando!- Esclamò, girando in tondo.

-Pensa in fretta che stanno arrivando!- Urlò la ragazza, indicando uno degli schermi che mostrava un gruppo di guardie evroniane armate dirette da loro.

-Ma come...- Il dottore guardò la porta e l'evronino. - Angela aveva ragione, c'era un allarme. Devono aver registrato l'ingresso non autorizzato!-

-Chi se ne importa, andiamo!- Dichiarò l'eroe, facendo cenno agli altri di uscire.

Il trio corse lungo i corridoi, cambiando strada ogni volta che incontravano guardie e per pura fortuna riuscirono a tornare la punto di partenza.

Ma mentre Paperinik sollevava il portellone e faceva entrare prima la ragazza, il Dottore lo prese per un braccio.

-Vi fidate di me?- Gli domandò, guardandolo negli occhi.

Il papero non fece tempo a bofonchiare un si che si ritrovò fra le mani gli occhiali da sole, una sorta di involucro di una carta d'identità nera e il cacciavite sonico. Indicando quest'ultimo, spiegò mentre lo spingeva nel condotto:

-Punta, pensa e premi, è così che funziona e non azzardarti a perderli.

Non tornate e non preoccupatevi, ho un piano.-

Finita la frase, l'uomo chiuse la botola, giusto un attimo prima che una squadra di guardie evroniane aprisse la porta.

-... Se vi dicessi che sono qui per sistemare dei tubi, mi credereste?-


 

- Pessimo servizio, avete una pessima votazione su Tripadvisor!- Si lamentò il Dottore mentre veniva trascinato da un paio di guardie in una cella.

-Non ho la minima idea di cosa significhi ma dubito ti servirà contro lo Sterminatore.- Gli rispose una delle due guardie mentre gli metteva qualcosa sulla caviglia, prima di farlo entrare.

- Addirittura tre, domani averemo un bello spettacolo.- Li sentì commentare mentre si allontanavano.

L'uomo guardò la porta chiudersi e quando sentì che si erano allontanati, si chinò a controllare la cosa sulla caviglia

-Fossi in te non proverei a toglierla.- Disse una voce alle sue spalle.

Si voltò e dalla poca luce che filtrava dalle sbarre della cella riconobbe due sagome indubbiamente avroniane, uno rivolto verso di lui e l'altro seduto, più interessato a guardare le stelle attraverso una piccola finestra dall'altra parte della stanza.

Quello che aveva parlato, continuò:

-In genere servono ad impedirci di avvicinarci l'uno all'altro ma se tenti di toglierle danno la scossa e credimi, non è una bella sensazione.-

-Lo immagino ma grazie dell'informazione.- Borbottò per poi presentarsi.

-Io sono il Dottore.-

-Hopon, membro degli “evroniani ribelli”, sono qui perché pensano che la mia morte farà parlare i miei compagni. Tu?-

-Ficcavo il naso dove non dovevo.-Sintetizzò, guardando il secondo alieno che non aveva fiatato.

Se era nelle celle dei condannati a morte, vi erano pochi dubbi sulla sua identità.

-Chi è lo “sterminatore”?-

-Come fai a non saperlo?-

-Sono arrivato oggi e a parte che è il boia del Pozzo non so altro.-

-Un robot, anche lui prigioniero, che uccide chiunque gli si avvicini. Immagino gli abbiano inserito un limitatore per evitare che elimini anche le guardie.-

-Ti ringrazio.-

L'evroniano borbottò un “prego” prima di sdraiarsi mentre l'uomo si sedette con la schiena appoggiata alla parete, fissando il terzo elemento il quale non ha mosso un muscolo per tutto il tempo.

Solo quando sentì Hopon russare si rivolse all'altro evroniano.

-Sei Gorthan?-

Al sentire il proprio nome, finalmente si mosse, voltandosi verso di lui.

-Si.- Rispose semplicemente.

-Ottimo, siamo qui per tirati fuori.-

Per tutta risposa, quello rise.

-Non mi pare che tu sia in una posizione per aiutare qualcuno.-

-Lo so.

Ma ho un piano, a cui sto lavorando il questo momento.-

A causa del buio non poteva vederlo, ma era abbastanza sicuro che l'alieno viola gli stesse rivolgendo uno sguardo interrogativo.

-Hai parlato al plurale.- Disse semplicemente.

-Sei un ottimo ascoltatore.

C'è una mia amica e la persona che ha insistito per aiutarti: Paperinik.-

-L-lui?- Boccheggiò, sorpreso.

-Perché sarebbe dovuto venire?-

-Me lo chiedo anch'io, secondo le sue parole è per dimostrati che terrestri ed evroniani sono diversi, ma secondo me è perché si sentiva in colpa per non averti aiutato prima.

Non dirgli che te l'ho detto.-

-Terrestri...sono difficili da capire.-

-Confermo, e li conosco da più tempo di te.-

Seguì un attimo di silenzio, segnato solo dal russare dell'evroniano addormentato.

-Quando dovrebbe scattare il piano di salvataggio?- Domandò Gorthan.

-Domani, mentre siamo all'arena.-

 

Angolo Autrice

Ed eccomi qui con un capitolo bello corposo... anche perché non so se lunedì aggiornerò ^^”

Un paio di note: nello scorso capitolo mi son scordata di dire che Angela è una mia Oc; riguardo quello attuale solo una piccola curiosità: Kibo vuol dire “squama” in giapponese.

E so che il Pozzo ricompare nei nuovi albi, ma non avendoli letti l'ho reinterpretato in base alle informazioni che avevo quindi se notate incongruenze è per questo.

Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto,

Alla prossima ^^

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Capitolo 3
*** Insoliti alleati ***


Mentre avanzava lungo la galleria, Paperinik non riusciva ancora a credere a ciò che era successo.

Il Dottore si era fatto catturare apposta, di questo non vi erano dubbi o non gli avrebbe lasciato le sue cose.

Ma ora cosa dovrebbero fare? Andare a cercarlo? Attendere il giorno dopo per liberare Gorthan irrompendo nello stadio? Ma poi come si sarebbero riuniti?

Notando la sua preoccupazione, Angela lo rassicurò:

-Se la caverà e tornerà da noi, lo ha sempre fatto.-

-Forse hai ragione.- Mormorò, guardando il Cacciavite Sonico.

-Ho l'impressione che avrebbe potuto fare tutto da solo.-

-Questo non è vero, se ci ha portato con sé è perché sa di aver bisogno di qualcuno che lo aiuti.-

-L'hai visto anche tu, lui da solo è più super di me.-

-Ma è a te che ha affidato le sue cose, si fida di te e sa che saprai usarle al momento giusto.- Lo tranquillizzò.

I due giunsero finalmente all'uscita ma una volta aperto il portellone qualcuno li colpì alle spalle, stordendoli.


 

Angela fu la prima a riprendersi e non fu molto entusiasta nel ritrovarsi legata con le braccia dietro la schiena all'interno di una sorta di tenda con come unica fonte di luce una lampada al centro.

Non faticò a riconoscere gli aggressori: gli evroniani con i serbatoi neri visti quel pomeriggio.

-Inutile provarci, sono corde molto resistenti.- Disse uno di loro, vedendola tentare di allentare i nodi.

-Che cosa volete?- Ringhiò, piegando le orecchie all'indietro, nel tentativo di mostrare un coraggio che non aveva.

Non era un eroe come Paperinik né disponeva di mezzi e conoscenze del Dottore.

-Potreste aver ingannato tutti qui, ma non noi: ci siamo accorti che non siete prigionieri e possedete della tecnologia che nessuno vi avrebbe permesso di tenere.- Mentre parlava mostrò il cacciavite sonico, probabilmente preso dopo averli messi ko.

-Perché siete qui? Ma sopratutto come siete arrivati?-

La ragazza ci pensò un attimo.

Poteva fare scena muta, ma avrebbe solo rischiato di peggiore la situazione in cui si erano cacciati. In fondo anche loro erano prigionieri, perdipiù ribelli evroniani, era ovvio che avrebbero fatto di tutto per andarsene da lì.

-Abbiamo una nave.- Rispose, sapendo che erano più interessati a quell'informazione.

- Ce ne saremo accorti.-

-Ha un filtro che permette solo a noi di vederla.-

-Portaci via.-

-Non possiamo.-

L'evroniano la scrutò con i suoi occhi completamente azzurri, simili a lastre di ghiaccio.

-Non sappiamo guidarla, solo la terza persona che era con noi può.- Aggiunse.

I cinque si guardarono e si allontanarono per discutere. In quel momento, anche Pikappa si riprese e la ragazza gli spiegò la situazione.

- Perfetto, il Dottore mi affida qualcosa, vengo stordito e me la sequestrano. Se non è una bella giornata questa.- Commentò mentre l'evroniano ritornava.

-Abbiamo deciso di crederti, adesso dov'è il vostro amico?-

-Catturato mentre ficcavamo il naso dove non dovevamo.- Rispose la ragazza.

-Allora domani verrà condannato.-

-Non accadrà, siamo qui in una missione di salvataggio e questo faceva parte del suo piano!- Dichiarò Pikappa, attirando l'attenzione dell'alieno.

-Nella nostra nave c'è spazio per tutti ma dovete liberarci e permetterci di aiutare il nostro amico.-

-Come facciamo ad essere sicuri che non sia un inganno?-

-Non potete, ma perché sprecare un occasione per andarsene?-

L'evroniano parve pensarci, poi decise di liberarli e riconsegnarli gli oggetti, non senza cenni di titubanza, dicendo:

-Non fate scherzi, siete comunque in minoranza.-

Dopo aver deciso che il giorno dopo sarebbero tutti andati all'arena per far scattare il piano del Dottore, senza far capire agli improbabili alleati che nemmeno loro avevano idea di che cosa comprendesse, decisero di andare a riposare lasciando uno di guardia.

Anche i due avrebbero preferito riposare, ma non si fidavano troppo degli alieni e Angela insisté per fare lei il primo turno di di guardia.

All'inizio i due non si guardavano neppure, sobbalzando solo quando sentivano qualche rumore, poi la ragazza decise di parlare.

-Non ci siamo nemmeno presentati, il mio nome è Angela e il mio amico addormentato è Doc K-

L'altro la guardò un attimo prima di rispondere:

-Io sono Yon e gli altri sono Kokon, Nullon, Tygon e Skyon.-

Mentre parlava, indicò uno ad uno i suoi compagni, ognuno profondante addormentato in un angolo.

-Non prenderla come un offesa, ma non credo che riuscirò a distinguervi.-

-In realtà è facile: basta guardare il serbatoio.- Rivelò indicando un disegno bianco, in netto contrasto con il nero del serbatoio energetico, composto una linea orizzontale attraversata da tre diagonali.

-Sono tutti diversi.

Più che altro servivano ai nostri superiori per sapere a chi dare la colpa quando qualcuno faceva qualcosa di sbagliato.-

-A proposito, questa questione dei ribelli non mi è molto chiara.

Il...- Si interruppe, stava per dire “il mio amico” riferendosi a Paperinik, ma non poteva farlo senza che essi avessero dei sospetti riguardo la sua identità.

-Il Dottore conosce la vostra razza, non benissimo, ma secondo lui siete tutto devoti ai vostri superiori.

Quindi mi suona strano il fatto che ci siano dei ribelli.-

- Fai domande intelligenti.- Commentò.

-Immagino che, ora che siamo alleati, hai diritto a delle risposte.

Facevamo parte dell'equipaggio di una nave, un incrociatore, all'inizio era tutto normale poi un nuovo capo si pose a capo di essa, sbarazzandosi di generali e capibranca scientifici che rappresentavano una minaccia.

Cambiò le regole come lo smettere di utilizzare i coolflame, passando ai soldati normali i loro lavori, o interrompere l'assorbire in massa gli abitanti dei pianeti a favore dell'installazione di dispositivi che avrebbero assorbito emozioni in continuazione nei pianeti conquistati, garantendoci energia e nutrimento illimitato e altre cose fra cui modificare i nostri serbatoi per distinguerci dai nostri simili.

Inutile dire che non molti gradivano questi cambiamenti e se ne andarono appena possibile, inclusi noi.

Ma quando tornammo su Evron ci rendemmo conto dell'enorme differenza: nonostante abbia preso il comando con la forza ed effettuato dei cambiamenti radicali, il nuovo capo non ci ha mai trattato come nullità e ci ha anche permesso di sviluppare pensieri individuali; cose che all'interno delle rigide regole evroniane non sarebbe mai accaduto.

Decidemmo di tornare, ma quando ottenemmo i mezzi per farlo ci scoprirono e ci inviarono qui nelle speranza che le guardie trovassero il modo per farci rivelare le coordinate attuali dell'Incrociatore Ribelle.

Ci rifiutammo e come conseguenza domani, a parte il vostro amico, anche uno dei nostri verrà eliminato per indurci a parlare.-

La ragazza, che aveva ascoltato con interesse, lo rassicurò:

-Sono sicura che domani il Dottore libererà anche il vostro amico.-

-E io spero che manterrete la parola.-

-Di questo ci puoi contare, è una promessa.-


 

A poche ore dalla loro esecuzione, i prigionieri vennero trasferiti in tre celle separate che davano direttamente all'interno dell'arena in modo da farli entrare al momento opportuno. A separali dalla zona d'esecuzione erano solo delle sbarre da cui potevano vedere gli spalti sopraelevati riempirsi lentamente e la distesa di terra e sabbia priva da qualunque ostacolo che componeva il terreno dell'arena.

-Cosa accadrà?- Domandò il Dottore.

-Ci faranno entrare uno alla volta contro lo “Sterminatore”- Rispose semplicemente Hopon.

Gorthan scoccò uno sguardo all'uomo, intento ad osservare la gente sugli spalti.

-Probabilmente mi invieranno per primo.- Commentò.

-Non so che tipo è lo Sterminatore, ma se ci riesci, cerca di mandarlo qui da me.

Ho bisogno di essere fuori-

Ormai mancava poco.


 

Anche Angela, Paperinik e gli evroniani erano arrivati, riuscendo a prendere posto in prima fila.

-Se seguono il protocollo, attenderanno che lo stadio sia pieno, annunceranno il nome del condannato con il suo crimine e lo manderanno a morire.- Commentò uno degli alleati, che avevano scoperto chiamarsi Kokon.

-In fondo queste esecuzioni sono una dimostrazione di forza e potere.-

La ragazza, attualmente con addosso gli occhiali da sole del Dottore, guardò Pikappa tenere in mano il sonico.

Erano riusciti a tenerlo semplicemente nascondendolo negli stivali del papero.

-Onde evitare brutte figure, che succede se qualcuno lancia qualcosa da qui?- Domandò.

-Nulla, dato che all'ingresso controllano se non si hanno armi non hanno inserito barriere o altro, non è nemmeno vietato lanciare sassi.-Rispose l'evroniano.

“Spero proprio di aver capito bene il piano dal Dottore.”Pensò Paperinik.


 

-Entra!- ordinò una guardia, costringendo Gorthan ad andare all'interno dell'arena una volta che gli spalti furono pieni.

- Non hanno nemmeno dichiarato il crimine per cui è stato condannato, deve essere qualcosa di impronunciabile.- Commentò Hopon.

L'uomo annuì, era ovvio che non volevano far sapere a nessuno che un evroniano sia in grado di sviluppare emozioni.

Dal lato opposto dell'arena, finalmente fece il suo ingresso il famoso “Sterminatore”.

Appena lo vide, il Dottore sgranò gli occhi dalla sorpresa.

-Non è possibile...- Mormorò.

Completante metallico, formato da un tronco semi mobile dalla cui parte superiore fuoriesce una sorta di telescopio e poco più in basso una sorta di cannone in miniature; ad una prima occhiata poteva sembrare buffo, ma si trattava dell'essere più pericoloso dell'universo.

Puntò il “telescopio”, in realtà un dispositivo oculare, individuò Gorhtan e con profonda voce metallica scandì:

-STERMINARE.-

-Quello è un Dalek!-


 

Angolo Autrice

E con questa rivelazione chiudiamo il terzo capitolo, scoprendo anche un po' di backstory dei ribelli nota: la cosa dei segni sui serbatoi per distinguerli me la sono inventata.

Ma, detto onestamente, chi non s'aspettava che sarebbe apparso un Dalek?

Come e se riusciranno a liberarsi lo scoprirete nel prossimo capitolo

Saluti da Ala

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Capitolo 4
*** Fuga ***


Lo Sterminatore sparò in direzione di Gorthan che fu abbastanza svelto da evitare il colpo ed iniziare a muoversi a zigzag per l'arena in modo da non fargli prendere la mira.

Dagli spalti, Paperinik avrebbe tanto voluto evocare l'extransfomers, irrompere nello scontro e portarlo via ma non poteva, doveva seguire il piano del Dottore.

Angela, a suo fianco, gli aveva messo una mano sulla spalla e ogni volta che quella macchina sparava, accompagnata dall'urlo “sterminare”, sobbalzava e stingeva la presa. Ma per il momento, l'evroniano era in grado di evitare i colpi.

Ma per quanto?


 

Un Dalek! Lì!

Questo avrebbe decisamente complicato i piani.

Per quanto gli sarebbe piaciuto scoprire come fosse arrivato, doveva pensare ad uscire.

-Stai indietro.- Disse rivolto a Hopon il quale, seppur sorpreso, arretrò fin quando era possibile.

Il dottore si appiccò alle sbarre e, approfittando del fatto che Gorthan era riuscito ad avvicinarlo come richiesto, urlò:

-EHI LATTINA! SONO QUI? NON MI RICONOSCI?-

Ciò attirò l'attenzione della creatura che puntò l'oculo verso di lui.

-Avanti, scannerizzami.

Riconoscimi.-

-TU. SEI. IL. DOTTORE!-

L'uomo ebbe pochi secondi per buttarsi verso il fondo della cella prima che la creatura gli sparasse urlando:

-TU. SEI. NEMICO. DEI. DALEK!

STERMINARE!-


 

Quando la creatura sparò contro gli altri prigionieri, l'intero pubblico si sporse per vedere che cosa era successo.

Anche il gruppo li imitò, terrorizzati all'idea che il loro amico fosse morto.

Ma tirarono un sospiro di sollievo quando dalla nube di fumo e polvere emerse il Dottore, tutto intero, ed iniziò a correre inseguito dal robot.

-Come te la cavi con i lanci?- Domandò Pikappa alla sua amica, ricevendo uno sguardo interrogativo.


 

-Pessima idea! Pessima idea! Pessima idea!-Si ripeteva fra sé il Dottore.

Ora aveva l'attenzione del Dalek, ma l'ambiente in cui si trovavano, completamente privo di ostacoli, gli dava decisamente un bel vantaggio.

-DOTTORE!-Sentì qualcuno urlare e la vide: Angela era in piedi sul bordo degli spalti intenta ad agitare le braccia.

Svelto, corse verso di lei evitando i colpi del suo avversario e quando fu abbastanza vicino, essa lanciò il cacciavite sonico che riuscì ad afferrare al volo e puntare verso il Dalek, attivandolo.

-COSA.STAI. FACENDO?-

-Ti hanno messo un limitatore e io lo sto togliendo.

Ora dimmi: sei più interessato ad uccidere me o chi ti ha trasformato in un'animale da circo?-

-SARETE. TUTTI. STERMINATI!-

-Immagino me lo sarei dovuto aspettare.-

Ma anziché ritornare a sparare conto al Dottore, l'essere sparò prima ad una delle guardie evroniane fra il pubblico, causando un'ondata di panico generale e una fuga di massa mentre altre guardie, già allertate dal fatto che avesse preso di mira un prigioniero differente, intervennero nel tentativo di fermarlo.


 

-Certo che il nostro amico sa come farsi notare.- Commentò il papero, riparandosi dietro gli spalti assieme ad Angela e i ribelli mentre la gente tutt'attorno a loro fuggiva.

-Non mi diverto se agisco diversamente.- Rispose il Dottore, raggiungendoli grazie alla distruzione e caos creta dal Dalek, seguito da Hopon e Gorthan.

-Felice di rivederti nemico.- Commentò Pikappa rivolto al secondo evroniano che sbarrò gli occhi dalla sorpresa.

-Eroe!?- Esclamò, probabilmente solo la voce e l'appellativo gli avevano fatto riconoscere chi era veramente.

-Ricordatevi la vostra parola.- Intervenne Yon.

- A proposito, abbiamo passeggeri in più.- Spiegò Angela al Dottore mentre si affrettavano a raggiungere l'uscita.


 

Il gruppo corse nella direzione in cui avevano lasciato il Tardis come se fossero inseguiti dal fuoco.

-Lo vedo!- Esclamò Angela, indicando la cabina blu in lontananza.

Nello stesso istante udirono un forte ronzio alle loro spalle.

Voltandosi, si resero conto di essere inseguiti da un grosso robot dalle fattezze di un insetto.

Paperinik fece appena in tempo ad attivare lo scudo che l'automa fece partire dei colpi proprio in mezzo al gruppo, disperdendoli e ferendo alcuni.

-Questo era un colpo d'avvertimento, arrendetevi e consegnatevi senza porre resistenza.- Annunciò il robot con voce metallica.

-Ci eravamo dimenticati del Castigatore.- Borbottò Hopon.

Paperinik, a cui il colpo aveva disattivato il sistema di mimetizzazione olografico, rivelando il suo vero aspetto, commentò:

-Bhe, stavolta sarà lui a venire castigato.-

Appena l'evroniano lo vide, strabuzzò gli occhi dalla sorpresa esclamando:

-Ma tu sei...-

-Si, ma non ho tempo per gli autografi.-

Detto ciò, attivò il propulsore del suo scudo e si affrettò ad affrontare l'automa.

Nel mentre, Angela stava aiutando Yon a rialzarsi, ma il colpo e la seguente caduta doveva avergli slogato la gamba in quanto non riusciva a stare in piedi.

-Dovresti lasciarmi, ben presto arriveranno rinforzi, vi rallenterei.- Le disse.

-Non dire sciocchezze, ho promesso che vi avremo portati via di qui.-Gli rispose mentre Nullon e Skyon la raggiungevano per aiutarla.

L'evroniano la guardò e staccò qualcosa dal proprio serbatoio per consegnargliela, dicendo:

-Ho una brutta sensazione, quindi tienilo e rintraccia l'Incrociatore Ribelle per noi.-

-Ma...-

-Niente “ma”, già stento a credere che mi sto fidando di qualcuno che non sia un mio simile.-

La ragazza strinse il dispositivo mentre i suoi compagni lo aiutarono a sollevarsi.

-Anche Kokon è a terra con una scheggia sulla spalla, se ne sta occupando Hopon.- Annunciò Skyon.

-Hai sentito?

Vai e se vuoi aiutarci raggiungi l'Incrociatore.-

-E se vi catturano?-

-Conosciamo la zona meglio delle guardie, sappiamo dove nasconderci.- Spiegò Nullon.

A malincuore, Angela dovette allontanarsi, ma ripromise che avrebbero trovato il modo per recuperarli il prima possibile


 

-Certo che le zanzare si fanno ogni estate più cattive. Meno male che ho lo spray con me.-

Scherzò Paperinik, abbattendo il robot con un ultimo raggio del suo scudo ma si accorse che in lontananza ne stavano arrivando rinforzi, così raggiunse in volo Angela nel frattempo riunitasi con il Dottore e Gorthan, entrambi impolverati e malconci ma ancora tutti interi.

-Dove sono gli altri?- Le domandò.

-Si sono nascosti; Yon e Kokon erano feriti.-

Quando furono davanti al Tardis, Gorthan guardò la cabina con aria interrogativa e fu Angela a spingerlo dentro con un secco “le spiegazioni a dopo!”

Appena fu dentro, spalancò il becco dallo stupore, e mentre il Dottore si dirigeva ai comandi, mormorò:

-È più grande all'interno.-

-Lo so, dicono tutti così.

Ora sto impostand...-

Non terminò la frase che un colpo scosse l'intera struttura.

-CI HANNO RAGGUNTI!- Urlò Angela nel panico.

-Lo so devo...-

Un nuovo colpo lo fece cadere, attivando la leva di partenza.

Il Tardis partì, ma a causa dei colpi ricevuti la maggior parte dei dispositivi iniziò ad emettere scintille e l'intera nave sbalzava da un punto all'altro rendendo impossibile all'equipaggio rimanere in piedi.

E quando atterrò, ormai giacevano tutti sul pavimento svenuti.

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Capitolo 5
*** Alieni e chiacchiere Pt1 ***


Paperink fu il primo a riprendersi.

Sentiva la testa martellare mentre si alzava, mormorando i nomi dei suoi compagni:

-Dottore? Angela? Gorthan?

La testa...-

Solo dopo si rese conto che non era la testa a martellare, ma qualcuno che stava bussando alla porta del Tardis.

Per un attimo pensò di essere ancora al Pozzo e si mise in posizione di combattimento, poi realizzò che se fossero nemici non si sarebbero di certo limitati a bussare.

Dopo un attimo di indecisione, si avvicinò alla porta ed aprì.

Si ritrovò davanti una signora vestita con un abito vittoriano nero dai capelli castani legati in un'elegante acconciatura. Appena lo vide, mormorò:

-Oh...

Non è quello che mi aspettavo...

Sei amico del Dottore?-

Non fece in tempo a rispondere che una voce maschile alle sue spalle esclamò:

-Propongo l'uso del disintegratore molecolare!-

-Strax, cosa ti ho detto riguardo a gli individui che non conosciamo?- Intervenne una terza voce, stavolta femminile.

-Prima chiedere e poi disintegrare.-

Intanto, anche gli altri stavano riprendendo conoscenza fra i quali il Dottore che appena vide la donna sulla porta esclamò:

-Jenny?

Ma non ho impostato il periodo vittoriano!

Il colpo devi averci mandato fuori rotta...- Mentre parlava si diresse al quadro comandi, premendo un paio di tasti ma il tutto emise scintille, costringendolo ad allontanarsi.

-...E danneggiato il Tardis, ci metterò un po' a ripararlo.-

Nel frattempo, la donna sulla porta si era fatta da parte per lasciare entrare altre due persone.

Il primo era la persona più assurda che potessero incontrare, sembrava un'enorme patata con una faccia, braccia e gambe vestito come un cameriere.

La seconda, vestita in abiti vittoriani come Jenny aveva l'aspetto di un donna rettile con le squame verde chiaro, simile ad una loro vecchia conoscenza; infatti, appena Angela la vide, esclamò:

-Kibo?-

Ciò guadagnò l'attenzione della donna-rettile che commentò con un sorriso:

-Mi devi aver scambiato per qualcuno della mia specie, il mio nome è Madame Vastra.-

-Siamo ancora al Pozzo?- Domandò Gorthan, appena ripresosi.

-Per tua fortuna no.

Siamo sulla Terra ma non proprio nel periodo giusto...- Gli rispose il Dottore.


 

-Un'astronave e macchina del tempo?- Domandò l'evroniano.

Lui, con tutto il gruppo ad esclusione del Dottore, all'interno della cabina impegnato con le prime riparazioni, e Strax, così si chiamava il maggiordomo, che stava conducendo la carrozza all'interno della quale erano seduti.

Il Tardis era stato montato su un carretto, e dopo averne visto l'interno, l'alieno viola era sorpreso del fatto che riuscissero a trasportarlo con quel trabiccolo così primitivo.

Madama Vasta, che si era coperta il volto con un velo per nascondere le proprie fattezze rettilinee, annuì.

-Pura tecnologia ad opera dei Signori del Tempo.-

-”Signori del tempo”?-Ripeté Gorthan.

-Questa la so: la razza aliena a cui appartiene il Dottore.- Disse Pikappa in quanto l'aveva appreso nella precedente avventura con il Dottore.

-Lo so benissimo, ma li credevo estinti.-

-Lui è uno degli ultimi della sua specie.- Spiegò Jenny.

Questo l'eroe non lo sapeva e non poté nemmeno chiedere altro in quanto Angela si intromise.

-Dove stiamo andando?-

-In un luogo sicuro: casa nostra.-


 

La casa in cui si ritrovarono era in pieno stile vittoriano, oltre che grande al punto che a Paperinik, Angela e Gorthan vennero messe a disposizione camere individuali fino a quando il Tardis sarebbe tornato operativo.

Jenny, dopo averli condotti alle loro stanze, annunciò che potavano riposare e li avrebbe chiamati quando la cena sarebbe stata pronta.

Rimasto solo, l'eroe mascherato venne presto raggiunto da Gorthan.

-Perché sei venuto al Pozzo a prendermi?- Domandò senza mezzi termini.

-Perché è quello che fanno gli eroi.-

-Non scherzare, non avevi nessun dovere o promessa da mantenere.-

L'eroe lo guardò, posizionato in mezzo alla stanza con le braccia incrociate in attesa di risposta.

Non poteva sapere quello che il signore del tempo gli aveva detto, ma l'evroniano voleva sentirlo dal diretto interessato.

-E va bene, l'ho fatto per dimostrati che la mia razza non assomiglia alla tua...-

-Quindi per puro egoismo.-

-Fammi finire.

Ma anche perché era la cosa giusta da fare.

Non mi è dispiaciuto “collaborare” con te e non sono tipo da lasciare indietro gli alleati.-

- Posso dire di aver apprezzato il pensiero, ma non saremo mai dalla stessa parte.- Rise l'alieno.

-Mai dire mai.

E poi non è vero che non ti dovevo niente: potevi rompere le manette e sbarazzarti di me in ogni momento.-

-Suppongo di si.- Rispose, grato che non gli avesse chiesto spiegazioni a riguardo, non avrebbe saputo cosa rispondere.

Era vero, poteva sopraffarlo in qualsiasi momento e riprendersi da solo il serbatoio, nemmeno lui sapeva perché avesse agito in quel modo.

In quel momento, Angela annunciò la sua presenza con un colpo di tosse.

-Se avete finito, dovrei chiedere una cosa a Gorthan.-

La ragazza gli consegnò il piccolo dispositivo datogli da Yon, domandandogli cos'era.

Dopo un'attenta analisi, glielo riconsegnò, spiegando:

-Si, so cos'è.

Ogni serbatoio ha al suo interno un dispositivo di comunicazione con la propria nave, questo è stato modificato per localizzarla.

Se è dei Ribelli porterà all'incrociatore.-

Angela, entusiasta della scoperta, lo ringraziò a tonò in camera, imitata dall'avroniano, lasciando di nuovo solo l'eroe.


 

Dopo un paio d'ore, Jenny annunciò che la tavola era pronta.

-Non vieni?- Domandò, accorgendosi che l'alieno viola era più interessato a guardare fuori dalla finestra, dove poteva vedere il Tardis, parcheggiato nel cortile.

-Non ho la stessa alimentazione terrestre.

Penso che farò altro...-


 

Nel giro di pochi minuti era già fuori davanti alla cabina blu.

Non sapeva esattamente cosa doveva fare per entrare e nel dubbio, bussò.

La porta si aprì autonomamente e l'alieno lo prese come un invito ad entrare.


 

Angolo Autrice

Immagino che i fan di Doctor Who li abbiano riconosciuti, per gli altri ecco la Paternoster gag composta da alleati del dottore, nonché mie personaggi preferiti della serie specie Strax :3

Spero che il capitolo vi sia piaciuto

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Capitolo 6
*** Alieni e chiacchiere Pt2 ***


-Mi ritengo offeso dalla non presenza del vostro amico viola con noi.- Annunciò Strax.

Erano tutti a tavola per cenare e vi era solo un posto vuoto in cui doveva esserci Gothan.

-Te l'ho già spiegato, gli evroniani si nutrono di emozioni, non avrebbe comunque potuto unirsi a noi.- Gli spiegò pazientemente Madame Vastra.

-Questo rende ciò più insopportabile.

Avrei gradito un confronto con la loro razza, dicono che siano dei guerrieri temibili.-

-Strax, fa parte della razza dei Sortan.-Spiegò Jenny agli ospiti.

-Sono un popolo di guerrieri piuttosto orgogliosi.-

-Capisco, e lei, Madama Vasta?- Domandò Angela, attirando l'attenzione della donna rettile.

-Lei a che razza appartiene? Se non è un offesa.-

-Nessuna offesa, cara.

Sono una Siluriana, la prima razza sulla Terra contemporanea dei dinosauri.-

-Wow!- Commentò con vera ammirazione.

-Io invece sono un'ibrida cerva-leopardo.-

Paperinik quasi si strozzò con ciò che stava mangiando, facendo ridere i presenti.

-Ho viaggiato con te e non me ne sono nemmeno accorto.- Borbottò mentre tossiva.

-Io ho notato che ha artigli molto affilati, sento che sarete un formidabile avversario in battaglia.- Commentò Strax, causando uno sguardo interrogativo da parte della ragazza.

-Altra caratteristica dei Sortan: non distinguono i generi.- Disse Madama Vastra.

-.... Formidabile avversaria.- Si corresse.

Mentre la cena proseguiva fra chiacchiere e risate, anche all'interno del Tardis era in atto un'altra discussione.


 

Gorthan rimase un attimo sull'uscio, intento ad ammirare l'interno della nave.

Nemmeno la sua mente da scienziato riusciva a spiegare l'enorme differenza di dimensioni, considerando anche la presenza di porte e corridoi, segno che quella era una sola sezione della nave.

-Quanto è grande?- Mormorò fra sé.

-Immagina la nave più grande che ti venga in mente.-

L'evronaino finalmente vide il Dottore, intento a riparare un pannello nella zona sovrastante.

-Fatto?

Dimenticala: il Tardis lo è di più.-

Con calma, l'alieno viola lo raggiunse.

-Volevo farti alcune domande.- Annunciò.

-Immaginavo che non fossi qui solo per vedere il Tardis.

Solo non aspettarti che risponda a tutte.-

- Lo “Sterminatore” o Dalek, come lo conoscevi?-

-Questa è facile, le nostre razze sono nemiche da secoli e mi considerano il loro avversario più pericoloso.

Mi sorprendo che siano riusciti a bloccarlo, ma credo non si farà ingannare una seconda volta.-

- Quando eravamo in cella e io ho commentato di non riuscire a capire i terrestri, hai affermato di conoscerli da più tempo di me. Cosa intendevi?-

Il signore del tempo distolse lo sguardo dalle riparazioni per incrociare quello di Gorthan.

Solo allora l'alieno si accorse che a dispetto del corpo, i suo occhi erano molto più vecchi, per non dire antichi, come se avesse vissuto più di quanto desse a vedere e visto più di quanto dicesse.

-Quello che ho detto.

Sono piuttosto affezionato alla Terra, anche se proteggerla ogni volta da attacchi ed invasione aliene e vedere i terrestri ripetere gli stessi errori può diventare snervante.-

L'evroninano inarcò un sopracciglio.

-Non immaginavo che fossi anche tu un difensore della Terra.-

-Non voglio togliere nulla a Paperinik, anche lui se la cava, ma è un errore pensare che questo pianeta abbia una sola difesa.-

- Ma perché? Capisco l'eroe, ma tu? Non è nemmeno il tuo mondo.-

-Penso di esserci ormai affezionato e su sette miliardi di persone, capita di incrociare elementi come Paperinik o Angela. Per questo sopporto gli altri.-

-Per me continua a non avere senso, difendere un popolo che non impara mai. Come ho già detto all'eroe, la Terra ed Evron non sono diversi, noi concludiamo le guerre più in fretta.-

L'uomo lo guardò e per un attimo pensò che non avrebbe risposto, invece disse:

-1914, ti dice qualcosa?-

Colto alla sprovvista, l'evroniano ci pensò un attimo.

-Primo anno della della Prima Guerra Mondiale.-

-Esatto.

Quel Dicembre, al fronte occidentale, nel bel mezzo del conflitto gli eserciti smisero di combattersi per festeggiare insieme il Natale.

Nessun ordine, nessuna organizzazione, semplicemente uomini che prima si combattevano decisero di posarono i fucili a favore di una stretta di mano.

L'evento è ricordato come “tregua di Natale”.-

A fine spiegazione, l'alieno viola era rimasto a becco aperto.

Era la prima volta che sentiva parlare di quella storia, e aveva studiato i conflitti mondiale per pura curiosità personale. Forse non in maniera approfondita come avrebbe voluto se gli era sfuggito quell'evento.

-In tutta la storia di Evron, non è mai capitata una cosa del genere.- Dovette ammettere.

-Ma hanno provato ad eliminare un evroniano che prova emozioni.

Danazio memoria.

Onestamente la detesto.- Commentò il Dottore.

Mentre l'uomo tornava alle riparazioni, l'altro curiosò in giro, sollevando una scatola trovata a terra.

-Se questa è anche una macchina del tempo immagino avrai incontrato terrestri famosi.-

-Esatto.

Dickens, Shakespere, anche Van Gogh e tanti altri e la maggior parte delle volte non sono come ce li immaginiamo.

Mettilo giù, lì c'è un Verme della memoria. Toccalo e dimenticherai un'ora; se ti morde decenni della tua vita.-


 

Mentre i due continuavano a chiacchierare, all'interno della casa, Angela e Pikappa stavano tornando nella propria camera.

-La vera Sherlock Holmes! Chi se lo sarebbe aspettato!- Esclamò l'ibrida, esaltata dalla scoperta.

-Già.- Confermò l'eroe pensieroso.

-Speriamo che domani mattina, il Dottore abbia finito.

Adoro stare qui, ma abbiamo fatto una promessa a Yon e la sua squadra.- Disse la ragazza dirigendosi nella propria camera.

-Aspetta, ho una domanda da farti.

Tu viaggi spesso con il dottore, vero?-

Lei si fermò a guardarlo interrogativa, con una mano sulla maniglia.

-Non spesso come vorrei, ma si.-

- Forse è un po' strana, ma per te il Dottore è un uomo buono?-

Era da un po' che quella domanda gli ronzava in testa.

L'aveva aiutato a Paperopoli con gli Angeli, ma al Pozzo pur di liberare Gorthan e fuggire aveva coinvolto anche dei civili; anche dai racconti di Vastra sembrava non essere così... buono.

Angela parve riflettere un momento, poi scosse la testa.

-Non lo so, ma credo che il termine giusto sia un altro: gentile.

L'hai visto anche tu, non ha negato quando hai chiesto aiuto; anzi sembra che lui si trovi sembra dove c'è né bisogno.

Decisamente, lui è un uomo gentile.-


 

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Capitolo 7
*** I ribelli ***


Passarono un paio di giorni prima che il Tardis fosse di nuovo in grado di viaggiare.

Nel frattempo il gruppetto, incluso Gorthan, ebbe l'occasione di fare una rapida visita alla Londra ottocentesca, ovviamente indossando abiti del periodo per mimetizzarsi e non destare troppa attenzione.

A parte ciò, gli unici avvenimenti degni di nota, furono quando dovettero impedire ad Angela di intraprendere una discussione con Arthur Conan Doyle sulla fine del suo protagonista, pur riuscendo a ottenere un autografo.

In un'altra occasione Strax e l'evroniano, per qualche motivo, si misero a litigare devastando il cortile per poi essere fermati da Madame Vastra prima che passassero alle armi.

In compenso il sortan ammise che non gli sarebbe dispiaciuto affrontarlo in uno scontro serio, il che per lui equivaleva ad un complimento.

Giunto il giorno della partenza, fu quasi un dispiacere lasciare quel simpatico trio e l'affascinate Londra ottocentesca, ma avevano ancora un compito da svolgere.


 

-Ho impostato il Tardis affinché ci teletrasporti all'interno della nave ribelle, circa due ore dopo la nostra fuga, non credo si sia sposata da lì.- Annunciò il Dottore, una volta che furono tutti dentro dopo i saluti.

Angela guardò il dispositivo datogli da Yon, collegato al pannello di controllo principale per scaricare le giuste coordinate.

Non aveva dimenticato le condizioni di quei sei evroniani quando li aveva lasciati, sperava che non venissero scovati prima dell'arrivo dei rinforzi.

- Preparatevi, non credo siano abituati a ricevere visite a sorpresa.- Annunciò il Signore del tempo, tirando la leva.

Il solito suono accompagnò la smaterializzazione e materializzazione del Tardis da un punto all'altro.

-Siamo già arrivati?- Domandò l'ibrido quando il suono cessò.

- Direi che c'è un solo modo per scoprirlo.-

Il Dottore si diresse alla porta e la aprì leggermente, ritrovandosi quasi subito un'arma evroniana puntata in faccia.

La buona notizia: a giudicare dai serbatoi neri indossati da tutti gli gli alieni viola presenti, erano nell'Incrociatore Ribelle.

Cattiva notizia: non sembravano aver gradito la visita a sorpresa.

-Uscite senza porre resistenza.- Intimò il primo evroniano.

- Va bene.

Siamo tutti disarmanti, non 'è bisogno di aprire il fuoco.-Disse l'uomo, uscendo lentamente con le mani alzate, imitato degli altri.

Alcuni mormorano appena videro Gorthan, ma furono molti di più quelli che sobbalzarono appena riconobbero Paperinik.

-Che facciamo?- Domandò un avroniano a quello che aveva fatto intimato il gruppo ad uscire.

-Aspettiamo il generale.

Dovrebbe arrivare a momenti.-Gli rispose.

Infatti pochi minuti dopo un evroniano la cui tuta nera lo identificava come generale si fece largo fra la folla per raggiungerli, uniche caratteristiche che lo differenziavano da altri generali era la totale assenza del simbolo di Evron sul petto e due macchie bianche a forma di lacrima ai lati degli occhi.

-Generale, questi sono i clandestini.- Disse il soldato che aveva scortato il gruppo.

L'alieno li guardò uno ad uno prima di presentarsi:

-Io sono il generale Zogor, leader dei ribelli.

Dichiarate chi siete e come siete giunti fin qui.-

Una volta presentati e spiegato che erano lì per portare una richiesta di aiuto, il Dottore disse:

-E ora, se non ti dispiace, vorremo incontrare il vero leader dei ribelli.-

La cosa suscitò esclamazioni di sorpresa fra le truppe e Angela gli tirò una manica.

-Cosa stai dicendo?

Ha appena detto di essere lui.-

-E ha mentito.

Ho notato che ti chiamano “Generale”, non leader o imperatore.

E poi tu sei un evroniano come gli altri, non credo creeresti una ribellione.-

-Come osi?- Ringhiò l'evroniano.

-Sono...-

-Può bastare.-

Una voce profonda, calma e autoritarie, appartenente ad una creatura decisamente più grande di chiunque fosse presente nella sala. Poi passi pesanti, facilmente udibili dato il silenzio che si era creato mentre ogni presente guardava verso la sua provenienza.

Dall'imboccatura del corridoio emerse, prima la testa rettiliana seguita dal lungo collo squamoso e infine dal resto del corpo simile ad un enorme coccodrillo con della ali da pipistrello attaccate sul dorso della creatura, nera come la notte ad esclusione della scaglie viola sul dorso e gambe, ed argentee della pancia e le corna, una della quali decorata da un anello d'oro.

Il muso era coperto da una maschera metallica con incisa sulla fronte un cerchio con due ali stilizzate ai lati, gli occhi erano coperti da due vetri luminosi azzurri.

Mentre avanzava, una collana con un ciondolo a forma di rombo rosso con delle strane incisioni rimbalzava sul suo petto; altro elemento che lo caratterizzava era un bracciale bianco decorato con teste di papero, tipico ornamento evroniano.

Zogor si fece da parte e il drago si sedette al suo fianco, facendo oscillare la coda.

-Dottore, hai visto giusto.

Io sono Skywalker, il vero leader dei ribelli.- Annunciò, ignorando le facce sorprese del gruppo.


 

-Si, mi ricordo di loro.- Commentò impassibile, dopo che gli fu raccontato dei cinque ribelli al Pozzo.

-Kokon era un genio con la tecnologia, sarebbe stato un vero spreco lasciarlo fra i soldati.-

-Non capisco.- mormorò Angela.

-Yon mi ha raccontato com'è nata la causa ribelle. Perché non citare che il loro leader era un drago?-

-Orgoglio.- Le rispose Gorthan.

-Difficilmente un evroniano ammetterebbe di essere sottoposto a qualcuno che non sia un suo simile.-

-Esattamente.- Confermò Skywalker.

- Quindi ora andrete a prendere i vostri alleati?- Domandò Paperinik.

-Non ho mai detto ciò.-

Di fonte all'espressione stupita del papero e di Angela, aggiunse:

-Far correre questo rischio alla mia intera nave solo per sei prigionieri che hanno anche scelto di abbandonarci?

È, strategicamente, una follia.-

-Ma... ma... loro erano sicuri che sareste arrivati!- Esclamò indignato l'eroe.

-Se ci hanno dato la possibilità di rintracciavi è perché sapevano che sareste venuti a salvarli!-

Concentrati com'erano sul drago, solo Gorthan si accorse di Zogor, ancora di fianco a lui, guardare il proprio capo con aria sorpresa.

-Pensavano male.

A differenza vostra, non abbiamo un Tardis.-

-Che razza di leader sei?- Domandò il Dottore.

-Diffondi la speranza che non verranno abbandonati e poi li pugnali alle spalle?-

- Una volta portato il messaggio, avete compiuto il vostro dovere.-Rispose con semplicità.

Il Signore del tempo lo fissò a lungo, per poi rivolgersi ai suoi compagni:

-Angela, Paperinik e Gorthan; non siete obbligati a venire. Io torno al Pozzo.

Su una cosa ha ragione, serve il Tar...-

Si fermò per tornare a concentrarsi sul drago.

Egli aveva iniziato ed emettere un profondo rumore di gola, indubbiamente una risata.

-Allora le voci che circolano su di te sono vere.

Non rifiuti mai una richiesta d'aiuto.-

-Non capisco...- Mormorò Angela.

-Stavo mentendo.

Certo che la nave si dirigerà al Pozzo per salvarli.

Anche strategicamente, immagina l'imbarazzo dell'impero evroniano appena scoprirà di aver perso la sua prigione preferita.- Sottolineò l'ultima frase con un sorriso minaccioso, rivelando le zanne affilante.

-Ad ogni modo, sarete affamati, per vostra fortuna stavo per mangiare, posso chiedere di preparare porzioni in più.

Zogor, và ad avvisare il cambio di rotta.

Voialtri, se volete seguirmi.-

Il generale avroniano si congedò con un leggero inchino mentre il rettile si voltava, facendo cenno di seguirli con la coda.

-Non mi piace molto quel tipo, mi mette i brividi.- Sussurrò Angela, ricevendo una risposta dal Dottore:

-Per ora facciamo il suo gioco, anche se nemmeno io mi fido di lui.

Nessuno di noi ha mai citato il Tardis.-


 

-Un evroniano in grado di provare emozioni?- Ripeté il leader, interessato.

Avevano appena finito di cenare, fortunatamente Skywalker non si nutriva di emozioni, di conseguenza il cibo servito era “normale” e commestibile, composto in gran parte da bacche e pesce dall'aspetto strano. Anche Gorthan poté godersi un pasto “classico”: gelatine di “gioia frizzante”, a detta sua un piatto estremamente raro e delizioso.

Il gruppo aveva appena finito raccontare come erano finiti in quella situazione, citando anche la particolarità dell'ex capo branca scientifico.

- Esattamente, non so se questa... mutazione è avanzata.

Non ho più avuto modo di verificarlo.- Spiegò il diretto interessato.

Il drago approfittò dell'occasione per chiedere:

-Ora che sei libero, hai un posto dove andare?-

L'evoniano aprì e chiuse la bocca, per poi guardare Paperinik.

-Ehm, nel caso la missione avesse avuto successo, pensavo di ospitarti nella torre.- Disse, sentendosi in imbarazzo.

Si era impegnato a trovarlo e a liberarlo da non aver minimamente pensato a quel particolare. Sperò che Uno non si arrabbiasse per questa sua improvvisata.

-Potrei proporti un alternativa?-

Con quella domanda, leader dei ribelli ebbe tutta l'attenzione dell'alieno.

-Qui a nessuno interessa il tuo passato e i capibranca di cui mi sono sbarazzato sarebbero ancora qui se non si fossero dimostrati così ostinati a volermi morto.

Ecco la mia proposta: puoi rimanere e divenire uno di noi “ribelli”.-

Offerta decisamente allettante.

La scelta per Gorthan era difficile: andare sulla Terra e studiare da più vicino di quanto desiderasse la cultura terrestre ma da solo e con attrezzature di certo meno avanzate di quelle evroniane; oppure rimanere fra i propri simili a studiare la propria mutazione con i giusti strumenti ma rimanere lontano fonte principale del suo cambiamento.

Ma Skywalker non aveva finito.

- Inoltre la tua stessa esistenza può dare fondamenta alle mie teorie.- Continuò dopo aver divorato una bacca, simile ad una mora blu grande come un melone.

-Osservando gli altri evroniani, mi sono accorto che tutti hanno le stesse probabilità di provare emozioni anche più complesse di paura per i propri superi o fama di conquista.

Dato che eri, anzi sei, uno dei capi scientifici migliori, se ti unissi a noi ti affiderei questa ricerca.

Prenditi pure tutto il tempo per decidere.-

Paperinik guardò Gorthan, era evidente dalla sua espressione che la sola idea di avere la possibilità di compiere una ricerca simile lo onorava e entusiasmava a livelli inimmaginabili.

Sincerante, non lo obbligava a venire con lui e non avrebbe insistito se desiderasse rimanere fra i ribelli.

Il Dottore invece aveva ascoltato in silenzio i due.

Per qualche strano motivo, sentiva che c'era qualcosa che non andava, come se quell'essere gli stesse nascondendo qualcosa.

Non poteva farci niente, quando aveva dei sospetti doveva indagare.


 

Angolo autrice

Ok....

Quanto sono folle da 1 a 10 per aver messo un drago come leader di evroniani ribelli?

Che cosa combineranno i nostri eroi lo scopriremo nel prossimo capitolo :3

Saluti da Ala


 

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Capitolo 8
*** Un drago, molti segreti ***


Skywalker insistete affinché il gruppo rimanesse per riposare prima della partenza, fornendogli due camere doppie; Paperinik e il Dottore in una, Angela e Gorthan nell'altra.

Mentre il papero, stanco e con la pancia piena, decise di fare un riposino; il Signore del Tempo si diede all'espirazione della nave, cacciavite sonico in mano in modo da raccogliere più dati possibili.

Non era mai stato in una nave evroniana, ma era abbastanza sicuro che in una normale non troverebbe i suoi abitanti così calmi o intenti in attività che non fossero esercitazioni militari.

Nessuno lo fermò, limitandosi ad osservarlo o fermarsi per fare due chiacchiere, consapevoli che fosse uno degli “ospiti” di Skywlaker.

Grazie a ciò, l'uomo apprese che l'umore all'interno della nave era generalmente alto, nonostante non gradiscono averlo come capo al punto da chiamarlo solo “capo”, “boss”o “Skywalker” e mai “imperatore” come consuetudine fra la loro razza.

Quando chiese quando aveva preso il possesso della nave, gli raccontarono di averlo localizzato mentre volava fra le stelle senza particolari attrezzatura e quanto tentarono di coofilmizzarlo fallirono e lui fece fuori il precedente comandante della nave, ponendosi a capo di essa ed eliminando chiunque si rivelasse una minaccia.

Inoltre, la sua maschera metallica non era un semplice ornamento: il drago era cieco dalla nascita e appena aveva saputo dell'esistenza di tecnologia in grado di donagli la vista, non aveva perso tempo a procurarsela.

Scoprì anche che i sei incontrati al Pozzo non erano gli unici ad aver abbandonato la nave, ma finivano sempre per ritornare e il leader non esitava a farli rientrare nei ranghi come se nulla fosse successo; tranne quando si trattava di infiltrati.

A quanto pare, Skywalker sembrava sapere sempre qualunque cosa accadesse all'interno della nave.

Girando in lungo in largo, si imbatté in un corridoio deserto terminante in una porta chiusa.

Avanzò, aspettandosi che si aprisse come tutte le altre, ma così non fu e il Dottore non fece in tempo a usare il cacciavite sonico per aprirla che Zogor comparve alle sue spalle.

-Questa non è una zona dove dovresti essere.

Quella è la sala motori.- Gli disse freddamente.

-Scusa, questa nave è grande e stavo cercando la strada per tornare al mio alloggio.- Si scusò, facendosi accompagnare dal generale.

-Hai fatto molte domande ai soldati...- Commentò.

-Pura curiosità.- Tagliò corto.


 

Intanto Gorthan ed Angela non avevano lascito la propria stanza e l'ibrido si era incollata alla finestra con vista spaziale da quando erano entrati.

L'alieno la guardò.

Non aveva mai avuto occasione di parlare a tu per tu con lei, ma aveva voglia di dirlo a qualcuno.

- Accetterò la proposta di Skywalker.- Annunciò, attirando la sua attenzione.

-Sicuro?

Voglio dire, a me sembra... ambiguo.- Rispose, dubbiosa.

Non conoscendo l'evroniano, non sapeva bene come comportarsi.

-Comportamento tipico anche fra evroniani normali.

Dal mio punto di vista, si tratta di un'offerta decisamente vantaggiosa.-

I due rimasero per un attimo in silenzio, ai lati opposti della stanza.

Fu Angela a riprendere, domandando:

-Cosa si prova?

Ad essere l'unico della tua specie a provare emozioni intendo.-

L'ex scienziato la guardò, sorpreso da questo improvviso interesse, ci mise un attimo a rispondere.

-Strano.

Quando me ne sono reso conto, non ho fatto altro che nascondere questo cambiamento, sapendo quali sarebbero state le conseguenze se si fosse saputo. Ma allo stesso tempo ero... felice?

Felice di riuscire a comprendere, seppur ancora filtrate, le sensazioni che trasmettevano gli elementi delle cultura terrestre.

Felice di aver scoperto di poter provare emozioni anziché solo rubarle...

Al tempo stesso lo sento sbagliato in quanto mi ha separato completamente dalla mia razza, rendendomi un reietto.

È complicato da spiegare, io stesso faccio fatica a comprendermi.-

Angela gli riservò un mezzo sorriso.

-In realtà penso di aver capito.

Non sai chi sei o dovresti essere e come sentirti.

A dir la verità penso che sia qualcosa che tutti sperimentano nella propria vita.

Basta guardare me: mezza erbivora e mezza carnivora; i primi mi temono per le zanne e i secondi pensano sia delicata. È difficile capire dove andare quando stai nel mezzo.-

Gorthan l'ascoltava interessato, gli piacevano questi scambi di idee.

-E hai trovato la tua strada?- Gli venne automatico chiedere.

-Più che altro un compromesso: avanzare facendo quello che si sente giusto fare, senza darsi etichette o limiti.

Sarò nel mezzo, ma proprio per questo so cosa provano entrambe le parti.-

L'evroniano abbozzò un sorriso.

Di certo quel metodo andava bene per lei, non per lui. Ma non farà male tenere conto quelle parole.


 

-Ricapitolando.-

Il Dottore nel frattempo era ritornato nel suo alloggio e stava esponendo le sue scoperte a Paperinik, svegliatosi poco prima.

-Skywalker viene trovato, tentano di catturarlo ma lui sconfigge chiunque, si mette a capo di questa nave fondando la ribellione e si fa creare quell'elmo che indossa.

Particolare interessante: lui è cieco di nascita e quell'elmo gli serve a vedere, ciò rende la sua vittoria citata ancora più incredibile.

E infine stravolge le regole di questa nave, lasciandone la base di popolo conquistatore ma senza far estinguere le popolazioni sottomesse, il che è un bene.

In breve, non è cattivo ma nemmeno buono.-

-A me la tua suona come paranoia.- Commentò il papero.

-Non è paranoia, sento che c'è qualcosa che non va ma mi sfugge.-

-Succede a tutti, passa dopo una dormita.

Non dirmi che vedi minacce ovunque.-

-No, non sembra ci siano minacce.

Non è malvagio ma ha qualcosa da nascondere ed io voglio capire cosa.

C'è una stanza a cui non mi hanno fatto entrare dicendomi che era una sala motori, peccato fosse dall'altra parte della nave. E il fatto che sembri avere occhi dappertutto...-

Mentre l'uomo continuava a esporre i suoi pensieri nella speranza di capire cosa non gli quadrasse, l'eroe lo osservava senza dire una parola.

Lui aveva sempre bisogno di alleati nel corso delle sue avventure; Uno in primis poi Lyla, Xadhoom, Odin...

Invece quell'uomo salva l'universo almeno dieci volte prima di fare colazione, da solo.

La cosa era un po' deprimente.

-Perché ci porti con te?-

L'eroe non si rese conto di aver espresso ad alta voce quel pensiero finché non incrociò lo sguardo dell'uomo, bloccatosi nel mezzo del discorso.

-Cosa vuoi dire?-

Decise di cogliere la palla al balzo e sperare in una risposta onesta.

-Al Pozzo, qui e persino tempo fa con gli Angeli; dai l'impressione di portarci con te solo per avere qualcuno di cui vantarti delle tue imprese.

Si vede benissimo che sei più supereroe di me.-

Dopo una pausa, l'altro si sedette sul letto di fonte a lui, rispondendo:

-Dò veramente questa impressione?

Perché in realtà trovo che siate voi i veri eroi delle situazioni.-

-Cosa intendi?-

-Sei stato tu a voler andare ad aiutare Gorthan, hai riportato speranza insieme ad Angela a quel gruppo di Ribelli e hai impedito al Castigatore di fare vittime.

E poi... ti ammiro, ecco l'ho detto.-

Il papero aprì la bocca dallo shock scatenato dall'ultima frase, questo non se lo aspettava proprio.

-Io ho viaggiato molto e incontrato più persone di quante possa immaginare ma sfortunatamente la maggior parte aveva la politica “sparo poi chiedo”.

Tu invece no, disponi di una tecnologia in grado di eliminare chi ti sta davanti e non la usi, a favore di uno scudo. È questo che fa di te un eroe.

A proposito, Gorthan mi ha anche raccontato di come hai sconfitto Trauma. Non ho idea di come abbia fatto, ma da come l'ha illustrata, sembra che tu sia riuscito ad affrontare le tue paure.-

Tutti quei complimenti lo stavano mettendo in imbarazzo, ma a sentire il nome di quel generale mutante, una domanda gli sporse spontanea:

-Ma come faceva a conoscerlo?-

-Trauma? A detta sua è una delle sue migliori creature.

Siamo stati fortunati che al Pozzo lo tengano rinchiuso, a quanto pare tendeva ad a...-

L'uomo spalancò gli occhi e scattò in piedi:

-Ecco cosa mi sfuggiva!

Come può un drago cieco dalla nascita, battere degli alieni con un arma in grado di assorbire le emozioni e rendere le vittime schiave?

Voglio dire: l'avranno attaccato in massa come loro solito, può capitare che qualcuno sbagli la mira, ma tutti? Decisamente impossibile: hai anche visto quant'è grande.

A proposito, altro motivo per cui ho bisogno di compagni. Mi sfuggono sempre le cose più basilari.

Prendi questa.-

Il Dottore gli consegnò una chiave per poi scattare verso la porta dicendo:

-Nel caso mi sbagliassi e Skywalker è malvagio ed io non facessi ritorno, recupera gli altri e và al Tardis.

È una cabina intelligente, vi riporterà a casa.-

-Ho un dejavù.- Fu l'unico commento del papero quando si ritrovò solo nella stanza.

Guardò la chiave e onestamente sperò di non averne bisogno.


 

Avanzò senza fermarsi fino alla stanza vista qualche ora prima. Sentiva che era quello il luogo in cui poteva ricevere risposte.

Giunto sul posto, gli bastò usare il Cacciavite Sonico per aprire la porta e una volta dentro, fu quasi una sorpresa per lui ritrovarsi in un'unica grande stanza al buio con un'unica fonte di luce situata dall'altra parte della stanza, a destra dell'ingresso.

-Bhe...

Mi aspettavo qualcosa di più grande.- Mormorò.

-Cosa stai facendo?-

Il Signore del Tempo sobbalzò e voltandosi, si ritrovò faccia a faccia con Gorthan.

-Tu cosa stai facendo qui?- Gli rispose, irritato.

-Mi sei passato davanti senza accorgertene ti ho seguito pensando andassi da Skywalker.

Ripeto: cosa stai facendo?-

-Vado fino a fondo ad un mistero.

C'è un modo per essere immuni alla coolflamizzazione?-

Mentre parlava, si avvicinò alla fonte di luce, seguito dall'ex-scienziato.

-Si, essere senza emozioni.-

-E Skywalker immagino non lo sia, allora come ha fatto a battere gli altri generali?-

Nel frattempo, avevano scoperto che la fonte di luce era un'enorme clessidra il cui lato superiore era riempito da un liquido bianco, quasi accecante mentre quello inferiore da una spessa polvere grigia in maggioranza rispetto alla sostanza nella parte superiore.

-Ma... che cos'è?- Borbottò l'evroniano.

-Non ne ho idea.-Gli rispose, porgendogli i propri occhiali da sole, ricevendo uno sguardo interrogativo.

-Occhiali sonici, stessa tecnologia del Cacciavite e credo ti stiano bene.

Non guardare la cronologia del bowser.- Spiegò

-Come funzionano?- Domandò, mentre li indossava.

-Punta, pensa e clicca.- Rispose, mentre iniziava l'analisi con il proprio cacciavite.

Entrambi i dispositivi andarono in tilt, emettendo pericolose scintille.

-Questo non doveva accadere...- Mormorò, osservando il proprio dispositivo mentre l'altro si toglieva in fretta gli occhiali dicendo:

-Penso di aver visto qualcosa, ma erano...-

-Dati contrastanti? Ho visto lo stesso.-

I due tornarono a guardare la clessidra, ormai consci che qualcosa non quadrava.

-Potrebbe trattarsi di un qualche tipo di energia?- Domandò l'ex scienziato.

-Molto probabile, ma non credo di averne viste o sentite parlare di simili.- Rispose, ricontrollando il sonico ma senza puntarlo verso il contenitore.

-Nemmeno io.

Me se è così potente da mandare in tilt i tuoi dispositivi, potrebbe aver fatto lo stesso con le evron gun.- Ipotizzò.

-Non è da escludere.

Ma quel drago era cieco prima di farsi costruire la maschera e questa clessidra è troppo grossa e in uno scontro sarebbe stata scomoda oltre che visibile.

Potrebbe averne manipolato l'energia interna per vincere... No, anche in questo caso avrebbe dovuto tenerla in mano...-

All'evroniano venne in mente l'ingresso di quella creatura così grande e inquietante, con la sua maschera metallica e il...

-Ciondolo...- Borbottò.

-Skywalker ha un ciondolo rosso al collo, potrebbe averne messo una goccia e ciò l'ha protetto dai colpi.-

-Sapevo che eri intelligente.-

La voce fece sobbalzare i due mentre le luci della stanza venivano accese, rivelando Skywalker con a fianco Zogor, presenti lì fin dall'inizio.

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Capitolo 9
*** La scelta ***


Anche quando le luci furono accese, il contenuto della clessidra risultava sempre il più luminoso, alle spalle del Signore del Tempo e dell'ex scienziato evroniano, con gli sguardi rivolti al drago e il suo secondo in comando.

-Incredibile a cosa porti la curiosità, il sentimento più antico dell'universo quasi quanto la paura.- Parlò Skywalker, con la sua solita voce calma e profonda.

Sembrava non gli interessasse che il suo “segreto” fosse stato scoperto, come se sapesse che sarebbe accaduto.

-Non so come tu abbia intenzione di utilizzare quest'energia, ma ti assicuro che se non mi piacerà ne pagherai le conseguenze!- Annunciò il Dottore, rivolgendogli uno sguardo carico di determinazione e serietà.

-Di questo non devi preoccuparti.- Gli rispose con un sorriso, indicando la clessidra.

-Ormai l'avete scoperto, dunque una spiegazione completa è dovuta.

La mia razza l'ha scoperta e saputa sfruttare al meglio.

Noi la chiamiamo Wyban ed è in grado di rompere il tessuto della realtà, donando grandi poteri a chi la sa manipolare e ciò ci portò a sviluppare particolari abilità. Nel mio caso la lettura della mente.

Si, è così che sapevo cos'era il Tardis.-

Gorthan guardò il Dottore e riconobbe sul suo viso stupore, incredulità e dubbio; immaginò di avere anche lui quell'espressione.

-Sfortunatamente, questa scoperta rischiò di portare all'estinzione la mia razza, così si decise di prendere provvedimenti: ognuno di noi avrebbe avuto una certa quantità di Wyban collegata alla propria vita, in modo da essere parsimoniosi e consapevoli di cosa si andasse incontro nel manipolare troppo la realtà.

Ma nemmeno questo salvò gli altri dalla scomparsa. Sono abbastanza sicuro di essere l'ultimo della mia razza.- Concluse.

-Fammi capire bene.

Quindi se il liquido bianco finisce, finisce anche la tua vita.- Domandò il Signore del Tempo, sollevato.

Ciò significava che non l'avrebbe usato per fare sciocchezze, ogni creatura possiede un istinto di sopravvivenza.

-Esatto, non è solo la tua razza ad essere parzialmente immortale.

Ma ora ho un problema: avete scoperto il mio segreto e non posso di certo lasciarvi andare così.-

-Con me non credo ci siano problemi.- Intervenne Gorthan ma l'altro lo interruppe con un cenno della coda.

-So già che hai accettato l'offerta, ma non basta.

Certo potreste usare i vermi della memoria ma credo rimarreste con la curiosità e potrei fare lo stesso usando il Wyban ma non intendo sprecarlo.-

Gli occhi metallici scrutavano i due, congelati sul posto, mentre Zogor, molto probabilmente già a conoscenza degli eventi, pareva semplicemente in attesa di ordini.

-Ho deciso di sottoporvi un test.- Annunciò dopo un minuto di silenzio per poi ordinare al generale:

-Zogor, consegna le tue armi.-

Con un cenno di assenso, l'evroniano diede ai due della pistole, un'evron gun e un disintegratore, mentre il drago annunciava:

-Chi elimina prima l'altro mi dimostrerà che è disposto a non tradirmi.-

-Tu leggi nella mente.

Sai già il risultato!- Si lamentò il Dottore.

-Si, ma non voi.-

Il signore del tempo sospirò.

-Io non partecipo a nessun giochetto.

Che tu mi legga veramente nel pensiero o mi conosca tramite altri lo saprai. Io non uso armi.-

Sottolineò l'ultima frase lasciando cadere a terra il disintegratore e spingendolo con un piede verso Zorgor per sottolineare il concetto.

Ma Gorthan non aveva mollato la propria arma, anzi gliela stava puntando contro.

L'uomo stava per dirgli qualcosa per convincerlo a cambiare idea ma il drago lo interruppe colpendo con forza il pavimento con la coda.

-Se non lo farai, considera la proposta negata.- Annunciò.

Gorthan strinse la presa sull'arma.

L'evron gun, quasi un simbolo evroniano, bastava premere il grilletto e si sarebbe ritrovato sotto la protezione dei ribelli di nuovo come scienziato ma stavolta più libero.

D'altra parte, aveva veramente intenzione di sparare a colui che gli aveva salvato la vita al Pozzo? Certo, poteva invertire il processo di coolflamizzazione, ma Skywalker l'avrebbe permesso?

Lealtà o onore?

Stava per premere il grilletto quando scoprì di non volerlo fare; e ne capì anche il motivo. Era come con l'eroe, quando poteva eliminarlo ma ha scelto di non farlo, perché li rispettava.

Rispetto, un'altra parola di cui gli evronini avevano perso da tempo il significato.

Mollò l'arma.

- Ti ringrazio.- Gli disse il Dottore con un accenno di sorriso per poi rivolgersi al drago.

-E ora? Nessuno dei due vuole fare il tuo test, cosa vuoi fare?-

Con sue somma sorpresa, egli rise.

-Assolutamente nulla: avete superato il test.-

Di fonte alle facce stupite dei due, spiegò:

-Sapevo che il Dottore non avrebbe mai usato armi; in quanto a Gorthan, volevo solo metterlo alla prova e vedere come avrebbe reagito.

Un altro evroniano non avrebbe esitato a sparare se fosse stato al tuo posto.-

-Quindi, siamo liberi?- Domandò l'ex scienziato, ancora sorpreso.

-Certo, ma a patto che non riveliate niente a nessuno.-

-Se è questo è un altro test, penso che impazzirò.- Borbottò il Dottore.


 

Angolo Autrice

Si, breve ma intenso, giusto perché volevo farlo separato dal finale vero e proprio.

Saluti e al prossimo e ultimo capitolo da Ala

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Capitolo 10
*** Fine ***


- Ecco qualcosa che mi diverte: vedere i propri nemici non sapere più dove sbattere la testa.- Commentò Paperinik.

Lui, Angela e il Dottore si trovavano all'interno del Tardis che galleggiava sopra il campo di battaglia del Pozzo. Ormai ai ribelli mancava poco per completare la conquista del piante-prigione.

Non rimasero fino alla fine, tornarono dentro prima e si prepararono per il ritorno a casa.

Avevano salutato Gorthan poche ore prima e il Dottore gli aveva raccomandato di assicurarsi che Skywalker “non faccia perdere la testa a qualcuno con i suoi giochetti”.

- Tutto sommato, mi mancheranno.

E se ne avrò l'occasione, spero di rincontrali in occasioni più... pacifiche.-Commentò l'eroe.

-A proposito, risolto l'enigma?-

-Si.-Gli rispose semplicemente il Dottore.

Il papero stava per chiedergli un approfondimento ma ci ripensò, conoscendolo non avrebbe risposto.

Quando le porte del tardi si riaprirono, vennero accolti dalla voce metallica di Uno :

-”Bentornati. Fatto buon viaggio?” -

Paperink non resistette dall'uscire di corsa dal Tardis ad abbracciare la bolla del suo amico digitale a cui non vedeva l'ora di raccontare l'accaduto.

Dopo altri saluti e la promessa di tornare a trovarli più spesso, possibilmente senza minacce in vista, il Signore del Tempo impostò la nave per riportare a casa Angela.

-Dai dillo.- Gli disse l'ibrida.

- Dire cosa?-

-So che tu lo sai. Cosa ne sarà dei ribelli?-

-Hai ragione.

Meno male che non l'hai chiesto mentre c'era l'eroe con noi, sarebbe stato uno spoiler bello grosso.-Rispose con un sorriso.

-I ribelli daranno filo da torcere all'impero evroniano ma quando quest'ultimo cadrà per mano della Dama, andranno da loro in ginocchio pur di sopravvivere.

Il nuovo regime sarà sempre combattivo, ma più generoso con i pianeti conquistati.

Ora fila a casa che è tardi.-

-Certo, nonnino.-

- Chi hai chiamato...-

L'uomo non fece in tempo a dire nulla che l'altra era già corsa fuori, lasciando la porta aperta.

Andò a richiuderla per poi tornare al pannello centrale, appoggiandosi su di esso con le mano e tirando un sospiro.

- Ora dove si va, vecchia mia?- Domandò ad alta voce, tirando la leva.


 

Angolo autrice

Si ho deciso di pubblicare prima gli ultimi capitoli a causa di impegni.

Tornando alla fic, la storia finisce qui, ma non perdetevi lo speciale curiosità che uscirà domani stesso!

Saluti da Ala

P.s. Onde evitare fraintendimenti, Angela chiama il Dottore nonnino solo per prenderlo in giro

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Capitolo 11
*** Speciale Curiosità ***


1) Anche se sono segnati solo 2 fandom, PKNA e Doctor Who, Skywalker è un oc appartiene “ufficialmente” al fandom Wings of fire/I regni del fuoco

2) Angela è un oc creato per Beastar, se mai apparirà in un altra fic il suo carattere sarà diverso

3)Come si è visto, Angela è appassionata di horror fra i citati sono: “Alien”, The Ring” e “La mosca”, quest'ultimo nascosta nell'alias dato a Pikappa in quanto Doc K deriva dal titolo “L'esperimento del dottor K.”

4) Ci sono varie citazioni dagli episodi del Dottor Who fra cui la Tregua di Natale in “C'era due volte”, l'inizio dello speciale “ il ritorno del dottor Mysterio”, il fatto che lui sia un uomo gentile, anche il fatto che su sette miliardi di persone ce ne sono alcune buone per la quale sopporta le altre

5) Questa è più una nota, la storia è ambientata ovviamente tempo dopo “Mekkano” per Pikappa, ma per Dottor Who, prima dello speciale “I mariti di River Song”

6)Nel primo capitolo, la “distorsione temporale” registrata dal Dottore è quella accaduta nella storia “Il giorno del Sole Freddo”, ma può essere riferita anche a “Il giorno che verrà”

7)Inizialmente, volevo scrivere un crossover PKNA/Steven Universe in cui Dottor Who sarebbe comparsa come la serie tv preferita di Gorthan

8)Nell'idea iniziale non doveva esserci Skywalker in quanto oc creato per puro divertimento, poi mentre scrivevo, ho pensato “perché no?”

9)Il trio Strax, Madame Vastra e Jenny sono i miei personaggi preferiti, e mi dispiace solo non averci scritto di più a riguardo

10) Sono particolarmente soddisfatta di come mi sia uscito il personaggio di Skywalker, è la prima volta che creo un personaggio che non sia né del tutto buono né del tutto cattivo. Piccola nota, in realtà non può leggere la mente del Dottore a causa della sua complessità, né quella di Pikappa in quanto come visto in “ Nella nebbia”, conosce qualche trucchetto contro di essa. Inoltre mente spesso, quindi potrebbe non essere vera la storia del Wyban


 

Angolo autrice

E qui finisce lo speciale assieme ad una storia che è stata estremamente divertente da scrivere, chissà se in futuro scriverò qualcos'altro riguardo questo bizzarro crossover.

Per quanto riguarda la storia attuale, ringrazio i mie fedeli lettori Manu_00 e Kunoichi_BeastKnightess più Makochan per aver recensito; ma grazie anche voi lettori silenziosi

See Soon

Un abbraccio digitale da Ala!

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