In punto di morte

di Ruthainak
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno: Masayoshi ***
Capitolo 3: *** Capitolo due: Nozomu ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre: Itami ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ci stringiamo ancora la mano e ci guardiamo reciprocamente negli occhi, ridotti come siamo non possiamo parlare e comunque è certo che siamo ormai agli sgoccioli.

Esalo il mio ultimo respiro.

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Due sentinelle della Grande Barriera nei pressi della Zona Oscura, che costeggiava il mondo di Kirin, quasi come la Grande Muraglia Cinese del nostro mondo, si accorsero che i sigilli sacri stavano cedendo. Questo voleva dire che era ormai questione di poco, e se proprio fossero stati fortunati sarebbero passati forse cinque o sei mesi, ma non osavano sperare tanto, prima che cedesse del tutto e il pianeta Kirin dovesse affrontare una sorta di apocalisse...

Morirebbero tutti se questa muraglia dovesse crollare. Anzi... che gli Dei abbiano pietà degli eventuali sopravvissuti! Ritenevano, con ragione, che sopravvivere a una cosa del genere per vedere tutti i propri affetti morti e il mondo distrutto fosse peggiore della morte.

Le sentinelle usarono subito un eliografo per mandare un messaggio urgente al loro re. Il re, ricevuta l’urgente missiva e dopo essersi consultato con i suoi consiglieri, ordinò di inviare messi urgenti agli altri regnanti perché le dieci milizie marcino insieme, e diede altresì ordine di appendere bandi in ogni dove per reclutare avventurieri con lautissime ricompense.

Su quest’ultimo punto la discussione era stata un po’ accesa perché in molti sostenevano che così facendo era come mandare al macello tanti innocenti. Ma il re, molto giustamente e saggiamente, tenne duro tanto che a un certo punto sbatté anche con rabbia pugni sul tavolo declamando perentorio: “Moriranno comunque tutti quanti dal primo all’ultimo, incluso ogni bambino, vecchio o altro inabile a combattere! Se non fermiamo subito questa cosa... non resterà più niente e nessuno del nostro mondo, perciò dovesse anche costarci la perdita di quasi tutte le vite coinvolte noi indiremo questi bandi per la salvezza di Kirin e per dare un futuro ad ogni razza senziente!”

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Capitolo 2
*** Capitolo uno: Masayoshi ***


Sono ferito mortalmente, lo so, lo sento; non m’illudo che mi restino altro che pochi minuti di vita e la cosa non mi farebbe neanche soffrire tanto, anzi, dovrei esserne pienamente felice dato che in questo modo ho la certezza di morire buono.
Se non fosse per i miei cari:
In primis la mia amata, che vedo morente poco lontano da me... Oh se solo potessi salvarla... Se solo ci fosse un modo, qualunque e da chiunque provenga, per guarirla affinché non muoia… ma io non ne ho il potere e siamo stati separati dagli altri nel corso di questa battaglia finale quindi non posso avere la minima speranza che il druido giunga in tempo per soccorrerla.
Poi il mio vecchio maestro, che per me è stato come un padre.
Mia madre, che ne sarà di lei ora che non potrò più darle tutta la sicurezza economica che mi deriva dall’essere mago? Lei, che per il solo fatto di avermi come figlio si è vista rifiutare, più e più volte, i lavori migliori.
Infine i miei amici, i primi veri amici che io abbia mai avuto, non mi è dato neanche di sapere la loro sorte, dove siano... piangerli se sono morti o stanno morendo. Persino Hikari... persino lei, che non posso certo definire un’amica e non perché io non sarei stato più che bendisposto, persino lei mi manca adesso! Se solo potessi morire essendo certo che tutti i miei cari, Nozomu in primis, possano vivere a lungo e sereni... non avrei alcun rimpianto andandomene.
Sento un flusso per ora indistinto di pensieri e ricordi farsi strada con forza dentro di me. Sarebbe più esatto chiamarle reminiscenze perché percepisco molto chiaramente che, quando finalmente verranno a galla, sarà come rivivere ogni cosa nei medesimi istanti in cui la ricorderò, esattamente come se il tempo non fosse trascorso affatto.
Piango per lei, che è lì, non è ancora morta ma già calde lacrime mi rigano le guance, vorrei tanto che non mi vedesse piangere... ma non posso farci niente. Calde lacrime continuano a solcare le mie gote, non sono ancora sommerso dalle reminiscenze... non ancora, mentre mi trascino cercando di raggiungerla. Voglio stringerle la mano prima di andarmene, prima di esalare l’ultimo respiro devo riuscirci, noto che anche lei sta provando a raggiungermi con tutte le sue forse residue.
Adesso ci guardiamo, occhi negli occhi, mentre arranchiamo l’uno verso l'altra e nel mentre sento il sangue fuoriuscire, come a ricordarmi che mi restano pochi minuti, come una specie di macabro orologio ticchettante... pochi minuti, disperdendosi sul terreno che ne resta intriso come da gocce di pioggia, solo che questa è una pioggia di sangue.
Ecco ora mi sento totalmente pervaso dai ricordi ma per grazia divina o per fortuna essere presenti in essi, come se appunto accadessero adesso, non elimina affatto la mia contemporanea piena consapevolezza e presenza del qui e ora. So che lotterei invano per respingerli, alcuni di essi mi daranno molto dolore lo so, eppure tento almeno per un po’.

Ecco che sono tornato bambino seduto in un vicolo nella semioscurità mentre cerco senza successo di trattenere le lacrime, me ne sto lì seduto accovacciato contro un muro del vicolo, che è la parete laterale di una casa, le gambe tirate più vicino al corpo possibile... Le braccia che le stringono con forza...
Mi sforzo di non piangere, gli ometti non piangono... non sono mica una femminuccia, ma fallisco mentre di tanto in tanta guardo di sottecchi gli altri bambini che giocano: non mi hanno voluto con loro e non capisco il perché è sempre così e non me ne capacito! Cosa c’è che non va in me?


Eccomi di nuovo, sono ancora un bambino ma un po’ più grande, anche se tutto l’insieme dei ricordi che rivivrò in realtà non ha un ordine cronologico esatto. Il luogo e le circostanze sono molto cambiati, soprattutto ciò che provo è cambiato. Sono spaventato... molto spaventato e dolorante! Sia nel corpo che nell’anima.
Sono al parco e tre bambini mi stanno picchiando; mi difendo e contrattacco come posso ma la lotta è impari, nessuno viene in mio aiuto anche se io continuo a chiederlo e a chiederlo... Qualcuno si volta per un po’ a guardarmi ma poi... o storce lo sguardo, schifato. Schifato? L’ho visto forse storcere lo sguardo schifato da me? Oppure semplicemente se ne va.
Dopo poco tempo, che a me sembra un’eternità però anche se razionalmente so che è passato poco, la mamma e il maestro vengono a salvarmi, ne sono felicissimo quanto più non potrei essere! Al contempo… Peccato però! Passo tanto tempo a studiare la magia, mi sarebbe piaciuto giocare al parco per un’ora o due, non che illudessi di farlo con altri bambini, non più ormai, ma almeno che mi lasciassero restare a giocare da solo!
Sono così pieno di lacrime che li vedo sfocati... Mi ripulisco col braccio e guardandola fisso chiedo a mia madre ancora una volta, non mi ha mai dato una risposta che mi convincesse appieno fino ad ora... Anche nella mia mente di bambino so che su questo punto mi nasconde qualcosa: “Che cosa c’è che non va in me?” quasi supplicandola internamente di non ripetermi una delle sue inconcludenti risposte precedenti come la più frequente: “Non c’è proprio niente che non va in te!”


Ora sono un giovane adulto, sono molto stanco per il viaggio ma almeno mi sto rifocillando e so che di sopra c’è una stanza con un caldo e comodo letto ad attendermi. La locanda è affollata ma non al punto che chi lo voglia non possa mangiare completamente isolato... Infatti il mio compagno Itami, mascherato, incappucciato e infagottato, se ne sta in un tavolo in fondo, nella semioscurità, a mangiare in solitaria come al solito da quando lo conosciamo non si è mai sbottonato molto su di sé, liberissimo certo, solo che un po’ mi dispiace per lui: non si farà mai amici, anche se apparentemente non ne vuole...
Io so come ci si sente da soli e non posso fare a meno di sentirmi triste per lui anche se non è compassione, oh io lo so bene, è empatia. So che nasconde qualcosa ma so anche che non c’è nulla di male e posso fidarmi di lui; non ho idea cosa sia ma ha diritto ad avere i suoi segreti ed io lo comprendo benissimo più di quanto chiunque altro mai potrebbe: io per primo ho un grosso segreto da custodire.

Tra un boccone e l’altro di orzo cotto, tra un sorso e l’altro di idromele, io e gli altri quattro stiamo discorrendo così piacevolmente; poi d’un tratto, per me è quasi come un fulmine a ciel sereno, la discussione si focalizza su Itami...
Hikari non si smentisce mai: attacca a farci una filippica su come “quel tipo”, doveva proprio chiamarlo così?, sul fatto che lui non faccia neanche il più piccolo sforzo di integrarsi con noi altri anzi tutto l’opposto e su come in fondo sia sospetto il fatto che se ne stia tutto il tempo mascherato e incappucciato di tutto punto. Certo io e altri proviamo a controbattere, o financo a zittirla ma certe volte... Quando Hikari parte e s’infervora è come un cane che non molla l’osso... Ed è un fiume di parole, il suo, intervallato da risposte nostre almeno per un po’.
Poi si zittisce e torna a fissare lo sguardo su Itami pensosa; si sarà mai accorta che le spunta una piccola ruga sulla fronte nonostante la giovane età tutte le volte che è tesa e concentrata su qualcosa? A noi alti non succede, e poi come un Eureka esclama:
“Ma certo! Adesso ho capito tutto! Non può essere che così… Lui è una spia del re! Non può essere un caso che stia tra noi così valenti combattenti, avrebbero dovuto metterlo in una squadra un po’ più al suo livello se fosse per ottimizzare le squadre… no dev’essere una spia! Certo ci ha aiutato lo stesso molto a combattere e ci aiuterà ancora, ma il suo principale scopo è un altro ed è mascherato perché altrimenti lo avremmo riconosciuto! Ne abbiamo visti parecchi di uomini del re durante le fasi di reclutamento! È con noi solo per sincerarsi che facciamo davvero ciò per cui ci ricompenseranno! La cosa mi offende! Dovrebbe bastare loro che rechiamo una prova, come richiesto, anzi forse dovrebbero financo bastargli la nostra parola d‘onore e la nostra reputazione! Non siamo truffatori, noi! Quella spia!”

Hikari dal tono sembra così convinta ed anche arrabbiata ma io e gli altri non la pensiamo come lei. Le abbiamo lasciato concludere il suo lungo monologo, mentre l’ascoltavo io stesso riflettevo che su una cosa almeno bisogna dare atto a Hikari: L’argomento Itami, soprattutto del perché vesta e si comporti così, accende molto l’interesse di quasi tutti gli altri… Glielo si legge in faccia che anche per loro è un argomento clou!
Adesso sta a noi dire la nostra su un argomento tanto sentito, per prima favella Yuki: “Io invece sono assolutamente convinta” mentre parla anche lei di quando in quando volge lo sguardo verso Itami “che lui sia un valente guerriero pieno, su tutto il corpo, di ampie e fin troppo vistose cicatrici estremamente antiestetiche frutto di tante battaglie”
Hikari la guarda scettica e si lascia sfuggire un “Tsè!” ma a parte questo non proferisce parola per ora.
Yuki prosegue guardandola; “Non è come se avessi detto chissà che di improbabile! Anzi è l’ipotesi più plausibile di tutte quelle che ci sono venute o ci verranno mai in mente... Pensaci bene Hikari! Tu stessa sei un guerriero ed io sono un rodomonte... Le cicatrici sono da mettere bene in conto per noi” rimarcò forte il noi e concluse dicendo: “Semmai io e te ci riempissimo di cicatrici dopo anni di battaglie, ed è chiaro che lui ha ben più anni di noi guardalo, tu non credi che anche noi ci maschereremmo e imbacuccheremmo di tutto punto?”
Il discorso di Yuki fila ma basta guardarla in faccia per capre che Hikari è ancora convinta del suo. In tutto questo non mi preoccupo, almeno questo non ha da impensierirmi meno male, che il diretto interessato possa udire. È troppo lontano.

Kodai si limita ad ascoltare con vivo interesse ma senza proferire effettivamente un’opinione, è una mia impressione o ha appena lanciato uno sguardo strano a Hikari? Mah me lo sarò immaginando visto che adesso sta fissando una cameriera che passa...

Io mi ci sento male dentro per Itami, non potrei smettere di sentirmi così neanche se volessi e non voglio. Non credo proprio ciò che sto provando ora mi traspaia sul viso, non dopo anni passati a dove celare le emozioni, ma il punto vero non è questo…
Il punto è che vorrei tanto lo lasciassero in pace, anche se in vero lui non può sentire, che la smettano di parlare di lui! Adesso basta!
Prendo la parola a questo scopo, mi infervoro nel dire agli altri di smetterla, anche Nozomu non ha detto niente su Itami ma il motivo del suo silenzio è differente da quello di Kodai... Mi basta uno sguardo per capre che anche lei vuole la smettano... Cosa immediatamente confermata, ma non mi serviva tale conferma, quando mi dà man forte nel convincer gli altri a smetterla... a smetterla anche con questo interesse morboso verso di lui, tra le altre cose.
Intanto in tutto questo a un certo punto con la coda dell’occhio ho notato che Itami si è alzato per andare in camera e nel passare per raggiungerla potrebbe forse essere passato abbastanza vicino da udire qualcosa: mi si è come gelato il sangue nelle vene al pensiero, povero Itami.


Ora sono insieme agli altri cinque, quando eravamo ancora in viaggio. Stiamo combattendo contro un foltissimo branco eterogeneo di Yokai della peggior risma. La situazione è critica a livelli estremi e siamo completamente circondati, la stanchezza comincia a farsi sentire in tutti e nessuno di noi è pienamente illeso neanche io che pure sto nel punto più riparato, al centro, com’è d’uopo essendo un mago.
Questa volta è diversa da tutte le altre battaglie intercorse fin qui, questa volta potremmo davvero morire... tutti quanti.
Hikari è quella messa peggio di tutti e la cosa non stupisce visto che è lei la nostra punta di diamante in attacco insieme a Kodai, il quale non potrà mantenere la forma selvaggia ancora per molto e insieme al suo compagno animale è anch’egli ridotto molto male… In teoria essendo anche lui un incantatore potrebbe scegliere di stare nelle retrovie e limitarsi a curarci, cure che per oggi ha già esaurito comunque, oh ma non lui: lui è sempre stato e sempre sarà in prima linea, in forma di orso polare, a combattere insieme al suo fido orso bruno.
Stiamo davvero tutti per morire, non posso mentire a me stesso, questa è la fine a meno che… la nostra unica, vera speranza a questo punto è che io lanci l’incantesimo “Konran no Ibuki”, l’incantesimo del respiro del caos. Il problema è che il “Konran no Ibuki” è un incantesimo che nessun mago può controllare efficacemente: se funzionerà a dovere ucciderà tutti questi Yokai che ci circondano, dal primo all’ultimo finanche ai più lontani, ma se qualcosa va storto si rivolterà contro i miei compagni… cadrebbero tutti a terra morti senza avere neanche il tempo di un respiro; in quel caso, a me toccherebbe il peggio: restare vivo per vederli morire e finire poi divorato dagli Yokai.
Sono combattuto ma mi dico che se non tento moriremo tutti comunque, parte di me grida di no, parte di me vuole aggrapparsi con tutte le forze alla speranza che ne usciremo bene comunque che non c’è bisogno, ma so quello che devo fare.
Rischiare è l’unica via, per loro e per la missione!

Prego gli dei che m’assistano e poi lancio l’incantesimo, chiudo gli occhi per non vedere, tanto non mi serve la vista e non voglio vederli morire nel caso peggiore prima di spirare in seguito io stesso. Aspetto e poi... apro gli occhi: l’incantesimo è andato a buon fine, siamo salvi!
Chissà cosa proverà d’ora in poi Hikari, mi sorprendo a domandami... che pensiero sciocco in un momento del genere, mi rimprovero, sapendo che mi deve la vita.
Neanche il tempo di gioirne appieno che finisco catapultato in un altro ricordo a riviverlo sempre come se accadesse ora.


Hikari mi sta metaforicamente vomitando contro, per l’ennesima volta... Mi chiedo se colga fino a che punto mi ferisca profondamente dentro ogni volta dolore unito al terrore di poter un giorno diventare malvagio li provo già di mio senza bisogno che Hikari... ma devo dissimulare e soprattutto trattenermi!
Non solo non deve scoprire il mio segreto ma non voglio neanche avere una delle mie crisi qui ed ora... su come la magia, ogni forma di magia, in questo ha tutto il fanatismo dei credenti di una setta, anche quella considerata più buona e pura, non sia altro che il male! Persino se usata per i più nobili scopi.
Non ci riesco, non ce la faccio più a controbattere con forza, come sono riuscito a fare fino alla volta precedente almeno pur soffrendo e provando paura, alle sue parole “velenose” posso sentire quanto è piena di rabbia e fanatismo. Posso sentire il suo furore dalle sue parole, dai gesti, dal tono e dalle espressioni facciali... contro la magia!
E grazie agli dei non sa che ho sangue di demone! Non oso immaginare quanto farebbe ben di peggio altrimenti!

Ho paura di me stesso, le provo già di mio queste crisi ma quando Hikari fa così, ho paura di essere davvero un mostro! Non ribatto, non emetto un suono e fosse per me non le darei mai il minimo pretesto per queste sue uscite. Il guaio è che a volte le vengono anche senza un mio uso della magia in quel momento a scatenarle.
Poi vedo Nozomu avvicinarsi ad Hikari con fare deciso, prima era andata a cercare frutti e cacciagione nel bosco vicino cui ci siamo accampati; giunta abbastanza vicino si rivolge ad Hikari con rabbia guardandola in faccia. Quanto le sono grato in questo frangente!
Le intima di smetterla ricordandole che se non fosse stato per la mia magia saremmo tutti morti a quest’ora. Hikari si placa, abbozza e se ne va ma non chiede scusa; eppure... sia io che Nozomu sappiamo benissimo, oh quanto è vero... a volte è questo che rende la cosa più dolorosa, che Hikari in fondo è buona e ha un gran cuore...
Nozomu non perde occasione di rimarcarlo ed ha ragione da vendere! Se solo Hikari non odiasse praticamente tutto di me. Cioè lei crede di odiare in me solo la magia ma questo perché non sa... Oh se sapesse, spero che non se ne accorga!
Penso tra me riguardo al mio sangue di demone. Eppure sbaglio, mi rimprovero, perché mi trovo a dirmi che la magia ed il mio sangue sarebbero il mio tutto? In me c’è dell’altro e molto più di questo!

Ora sono di nuovo me stesso bambino, sono rientrato prima da una commissione che mia madre ed il vecchio, ormai per me padre putativo, mi avevano mandato a svolgere.
Non si accorgono del mio rincasare. In parte volendolo, per la mia curiosità di bimbo, in parte no, la coscienza mi dice che non si fa, mi metto ad origliare cosa si stanno dicendo e scopro che parlano di me; ma ciò che sento mi fa come gelare il sangue nelle vene...
Dunque era questa la risposta che lei si era sempre rifiutata di darmi e capisco il perché, sono un bimbo ma non così piccolo da non capire tutto pienamente: quel giorno scopro non solo di essere un mezzo demone ma che quel bastardo di mio padre aveva violentato mia madre!
Mi si serrano i pugni per la rabbia e la comprensione postuma al ricordo delle lacrime di lei quando, mentendo... troppo tardi scopro che mentiva, mentre piangeva mi diceva cose belle su un mio padre umano morto in guerra, oh la bugia pietosa!
E lacrime scendevano a rigarle il viso, a quel tempo avrei detto di commozione e lutto per un brav’uomo...
Corro via, non ce la faccio a restare e per la prima volta in vita mia non m’importa se altri bambini mi picchieranno. So bene che tornerò, loro sono le uniche due persone che mi abbiano mai amato con tutto il cuore e sempre mi ameranno. Io voglio loro un gran bene solo che per adesso non ce la faccio, devo fuggire!


Per un po’ mi perdo in un fluire di bellissimi ricordi, i più belli che ho di loro due, con mia madre ed il maestro ma so già che non durerà a lungo in ogni caso. Non saprei dire esattamente per quanto sia andata avanti questa cosa...
Ma nel frattempo io e Nozomu ci siamo raggiunti e adesso ci teniamo per mano. So che non per questo il fluire dei pensieri e ricordi s’arresterà ma al contempo confido che fino all’ultimo istante che avrò non perderò il contatto con il presente... Voglio godere di ogni momento che mi resta con lei.
Ci teniamo per mano così dolcemente e ci sorridiamo anche se qualcuno molto razionale e cinico vedendoci così potrebbe chiedersi cos’abbiamo da sorridere! Ma è perché siamo insieme, ci resta poco tempo e poco ne abbiamo avuto, a dirla tutta, per amarci ma siamo insieme ed arrivati al dunque tanto ci basta!
So che dev’essere così anche per lei e so che anche lei ha il rimpianto di non potermi salvare... ma siamo felici comunque: mi basta guardarla negli occhi, lo specchio dell’anima, per saperlo, giacché ridotti come siamo non possiamo parlare.


Sono me stesso adolescente, mentre seduto alla mia scrivania nella torre, studio su un grosso tomo di invocazione, sotto lo sguardo, al contempo vigile come un insegnante ed affettuoso come un padre, del vecchio Fukuro.
Quando avevo iniziato tanti anni prima, penso sospirando, nessuno mi aveva detto quanto fosse lungo e duro lo studio della magia e soprattutto i grossi e continui sacrifici che richiede, incluso il non potermi neanche abbronzare. Ma non mi lamento né faccio un fiato perché in fondo sono più che felice in realtà della mia scelta, davvero felice e la rifarei altre mille o più volte...
La magia mi ha dato e mi dà molto di più di quanto mi tolga per altri versi.


Rieccomi un giovane adulto, in questo ricordo io e Nozomu siamo insieme da soli a parlare… Ne abbiamo avuti di bei momenti, pur nel poco tempo concessoci, così ma questo è uno dei rarissimi tra essi ad essere triste.
È la volta in cui Nozomu mi confidò il suo triste passato e di quando in quando la rivedo piangere, sto proprio vivendo questi momenti come fossero ora, mentre mi parla.
Una delle rarissime volte in cui lei abbia pianto: di solito lei è tutta piena di allegria ed ottimismo insieme, persino nelle situazioni critiche. Molto azzeccato come nome il suo dato che significa Speranza e lei lo è di nome e di fatto!
Alla fine mi fa promettere solennemente che, se dovesse morire, riscatterò io sua sorella e poiché mi resterebbe comunque abbastanza per mia madre non ho obiezioni salvo il fatto che farò in modo che lei resti viva a tutti i costi ovviamente.
E chi più di me avrebbe rispettato la promessa? Ora, in punto di morte, non posso più farlo. La guardo negli occhi, quegli stessi occhi che mi avevano rivelato il suo passato, quegli stessi in cui mi sarei perso ad osservare ogni punto di lei. Le sorrido: non l’avrei mai lasciata sola, le mani erano congiunte sia ora sia nel mio vivido ricordo.
Al tempo le avevo trasmesso tutta la mia comprensione in concatenate parole per infonderle gioia e ottimismo, nonostante tutto ciò che le fosse successo, nonostante fossimo così dannatamente simili.


Rivivo quando ho confidato a Nozomu il mio segreto, tutta la verità su di me, provo paura nel mentre, anche se tra noi c’era già grande fiducia e grande affiatamento, anche se proviamo sicuramente già un grande affetto l’uno per l’altra, io provo forse più paura di quanta ne abbia mai provata prima, al netto di tutte le battaglie fin qui, al netto delle mie crisi in cui ho il terrore di diventare malvagio e mutilare o uccidere molte persone.
E di ogni altra cosa mi abbia mai fatto provare paura fino ad ora io sento, io so, che questa volta è peggiore.
Parte di me mi ripete che lei mi accetterà comunque, che non cambierà niente; eppure... Non riesco a non essere spaventato: anche se tutto andasse come spero, riguardo a come reagirà lei alla notizia o anche meglio addirittura, non potrebbe darsi che, in virtù del fatto che sono un reietto, l’essermi amica possa danneggiarla in futuro?
Che farò se tutti la eviteranno solo perché siamo amici? E che farà lei? Potrà mai essere felice così? Non verrà forse un giorno in cui me lo rinfaccerà suo malgrado? Non verrà forse un giorno in cui lei potrebbe rammaricarsi della sua scelta?
Ma no... Perché penso queste cose? Nessuno, che non sia del mio villaggio natio o il vecchio Fukuro, a parte lei può sapere la mia vera natura né la saprà mai se continuerò a celarla bene... E perché non dovrei? Ci sono riuscito fino ad ora!
Di lei mi fido: non lo direbbe mai a nessuno neppure se decidesse comunque, per paura ad esempio che io un giorno diventato un puro mostro di malvagità non assalisca nel sonno lei o chi le è caro in futuro, di troncare del tutto i rapporti con me.
Scopro però presto di stare ansiandomi inutilmente! Le ho detto tutto ciò che doveva sapere su di me, la verità fino in fondo nuda e cruda e lei... lei mi risponde di non preoccuparmi, mi sorride aggiungendo rassicurante che andrà tutto bene, che è lieta io mi sia confidata con lei.
Ci tiene a dirmi, a convincermi in effetti, che non c’è niente di malvagio in me... che non lo sono né lo sarò mai. Le sono tanto grato per questo ma vede bene, mi spiace per lei ma è così e non posso farci niente, che niente di ciò che sta dicendo o facendo, parole tanto dolci e rassicuranti, pacche sulle spalle, sorrisi, abbracci ed anche prender le mie mani nelle sue a volte mentre mi parla, può scacciare una paura che mi porto dentro dall’infanzia e che a questo punto temo porterà sempre con me.
Mi basta il fatto, questo sì per me è già come il paradiso in questo mondo, di sapere che mi è accanto e ci resterà per sempre, come amica siamo convinti entrambi quel giorno. Le ho confidato sul serio ogni minimo dettaglio al riguardo incluso il fatto che le mie crisi non sono frutto di malattia, sono ben lungi dall’essere malaticcio, ma frutto di attacchi di terrore violento ed incontrollabile mentre mi figuro un me stesso futuro agire come il peggiore, il più crudele dei demoni. Non le nascondo neanche che provo davvero dolore fisico a volte, di recente più spesso, durante gli attacchi più intensi.

Poi mi dice una cosa che mi rimane impressa a fuoco dentro. Non è stato un caso a ogni modo che io mi sia aperto così con lei proprio oggi e non domani o un altro giorno perché la verità pura e semplice e che lei, finalmente commenta il mio cuore al pensiero, oggi si è accorta che qualcosa non andava e che, in un certo senso ma poi in realtà non fingevo davvero perché dolore l’ho provato sul serio quando mi sono accasciato ed ho messo una mano sul ventre, in pratica io stavo fingendo e nascondendo qualcosa.
Mi rassicura che senza il mio consenso non lo dirà a nessuno e non di meno cerca di convincermi ad aprirmi anche con gli altri, tranne Hikari per ovvi motivi, perché, sostiene, solo così potrò averli come veri amici... Forse che non sono stanco di essere così solo? Mi accetteranno se do loro una chances... Può davvero bastarmi lei? Ed altre cose di questo tenore...
Ma io non posso, come minimo è troppo presto; ho paura, non ce la faccio, non posso, non me la sento e questo non fa di me un debole perché ho passato gran parte della mia vita a soffrire per la mia reiettitudine. Non posso rischiare di ricominciare non nei confronti di gente per cui un certo affetto lo sto provando! Con lei ho un po’ rischiato e mi è andata bene, ma rischiare con tutti no! E poi? Se mi rifiutassero farei di lei stessa una reietta al mio fianco ai loro occhi!

Prima di salutarci ricordo con amarezza una delle varie volte in cui il mio vecchio maestro mi rassicurava che il mio essere molto portato con la magia è un dono che hanno anche molti altri, molti se si guarda al mondo intero, e niente a che vedere con il mio sangue demoniaco! Di non dare mai retta a chi è convinto del contrario.
Ci ripenso perché ho intravisto Hikari in lontananza e mi sono immaginato la faccia di Fukuro se vedesse come certe sue frecciate anti magia hanno effetto su di me con tutte le volte che mi ha messo in guardia da frasi velenose tipo, anche se Hikari non sa delle mie origini quindi non direbbe mai quelle esatte parole: “Da dove credi che vengano i tuoi poteri?”


Ora invece sono di nuovo il me stesso, giovane adulto, che vede uno dei bandi, sparsi praticamente in ogni dove, nei dieci regni dal re Sentaku Shita, nome che significa il prescelto. In essi informa che il regno di Saigo no boheki, ultimo baluardo, in primis e gli altri nove regni di Kirin sono in pericolo mortale perché il sigillo della Zona Oscura, che reggeva da mille e più anni, si sta indebolendo.
Non è più possibile ripristinarlo perché la razza dei “Baransu no gadian”, i guardiani del destino, si è estinta da tempo.
Sento adesso come allora la mia risoluzione di andare, salvare il mondo di Kirin ed ogni essere senziente che lo popola, anche a prezzo della mia vita. Il re offre un’ingente ricompensa, oltre a pagare tutte le spese del viaggio di tasca propria, per tutti coloro che, in aggiunta alle milizie regolari, aiuteranno nell’impresa tornandone vivi e con una sorta di prova delle loro gesta.
Non m’importa niente di quei soldi, lo farei anche gratis ma non posso non pensare al tipo di vita che con essi garantirei a mia madre per sempre, persino se io morissi il giorno dopo aver riscosso la ricompensa.

Successivamente eccoci al castello; voglio pensare che ogni altra persona di quella moltitudine sia qui soltanto per i fini più nobili e puri. Sono stato chiamato in una sala più piccola e mi dirigo a quella volta.
Intanto mi chiedo come saranno fisicamente e soprattutto che doti avranno i mostri che andremo ad affrontare nella zona oscura... non c’è nessuno che ne abbia idea: se ci fossero vecchi tomi su quelle creature, sarebbero ormai perduti da tempo.
Non passa molto che entro ed incontro per la prima quelli che saranno i miei compagni di viaggio per un bel pezzo. In tutto noi volontari, gestiti a scaglioni e poi messi in squadre dai saggi del re per ottimizzare le chances di ognuna in un equilibrio di forze e talenti, eravamo parecchie decine di migliaia; almeno questo è ciò di cui veniamo informati, un conteggio a spanne, con la triste constatazione, in aggiunta che il re non si aspetta, anche se ha piena fiducia nel successo del salvataggio, che di tutti noi torni vivo più dell’1%…
È un re buono e giusto, non dice questo nella speranza di sborsare meno, bensì con il cuore colmo già di cordoglio per tutti coloro che, lo sa, moriranno a frotte. Eviterebbe tutto questo se ci fosse un altro modo per salvare Kirin ed i suoi abitanti ma non c’è.
Le milizie regolari dei dieci regni, che ci precedono lungo il cammino anche se non saprei dire con esattezza di quanto, forse un giorno, due, solo mezza giornata o chissà, non avevano più marciato congiunte da tempo immemore né alcuna milizia degli altri nove regni si era mai trovata a calcare il suolo di questo regno rimasto fuori dalle lotte di potere per secoli e secoli, isola felice di pace in virtù del suo confinare con la Zona oscura; erano previdenti gli antenati e non s’illudevano avrebbe retto per sempre, e la sua funzione di ultimo baluardo.

Mi chiedo anche, strano pensiero in un simile frangente, se qualcuno degli avventurieri giunti da ogni dove sperava di tuffare il re… Ma se così fosse s’illudeva... Proprio per difendersi da potenziali truffe vogliono una prova tangibile qui.
Molto meglio così, rifletto, chi è mosso solo dall’avidità fuggirebbe nei momenti peggiori abbandonando i compagni al loro destino. Sono pronto a tutto, pronto ad affrontare ogni genere di pericolo che dovessimo incontrare da qui alla Zona oscura e forse, per la prima volta in vita mia, mi farò degli amici.
Quanto all’amore... non oso neanche sognarlo, sarà già tanto, mi dico, se riuscirò ad avere dei veri amici. Siamo tutti a cavallo, anche questi messi a disposizione del re.


Altra reminiscenza di me stesso adulto durante questo viaggio. Siamo appena usciti vittoriosi, sia pure con qualche ferita, dall’ennesimo scontro. Ma Yuki sta troppo male in rapporto alle ferite visibili che riporta, la cosa mi accora molto, tanto più che è ancora lì stesa in terra a gemere, non cerca neanche di rialzarsi e non è proprio da lei fare così.
Mi avvicino a lei per esaminare attentamente la sua ferita ed il mostro, ormai cadavere al suo fianco, che gliel’ha procurata e scopro con orrore che è stata morsa da un “Akage no kiba” questo vuol dire che le restano al massimo poco più di ventiquattro ore prima che il suo veleno la conduca alla morte.
Batto un pugno contro il suolo per la tristezza, l’impotenza e la frustrazione che provo: andrei io stesso subito a cercarle l’unico antidoto, un fiore che cresce solo in una particolare zona, grazie al cielo non tropo lontana da qui, ma non posso. Sono indispensabile al gruppo e non mi perdonerei mai se abbandonandoli per salvare Yuki qualcuno di loro morisse sul campo!
Da questa missione dipende la salvezza del mondo intero e non possiamo, se volessimo restare tutti uniti e comunque cercare di salvarla, perdere troppo tempo così in deviazioni. È escluso! Ma non mi perdonerei mai neanche se lasciassi morire Yuki!
Sono dilaniato: non è pensabile mandare Kodai o il suo compagno animale: anche loro ci sono troppo indispensabili e poi sono entrambi molto provati e feriti; senza contare che per oggi Kodai non può più assumere una forma animale.
Né posso pensare di mandare qualcuno degli altri: bisogna conoscere già molto bene il fiore e di come esattamente preparare l’infuso, bastasse una mia descrizione al riguardo magari, ma non è così. Kodai è un druido lui sa tutto lo scibile sulla natura, anche più di me, ma gli altri?
E poi anche se io potessi mandare Hikari e Nozomu... Forse che anche loro, con i loro peculiari talenti, non ci sono indispensabili?

È allora che il mio sguardo si fissa su Itami, tra l’altro forse avrei dovuto pensare a lui per primo dato che di recente l’avevo visto un uscire dal suo guscio di isolamento totale e legare con Yuki, ma conoscerà il fiore? Saprà preparare bene l’antidoto? Non sono certo cose che avrei tempo di insegnargli qui ed ora anzi!
Ogni istante che lasciamo passare senza riprendere la marcia è un istante di troppo... Ma Yuki...
Poi è lui stesso ad offrirsi, rimarcando anche il fatto che è il guerriero più debole tra tutti, per salvarla... Deve aver notato quanto mi stia tormentando internamente, perché quando ci rassicura che conosce benissimo il fiore e come preparare l’antidoto, mi guarda fisso... Lo ringrazio di tutto cuore e rimonto a cavallo pronto a guidare gli altri nel riprendere la missione... Lasceremo loro i rispettivi cavalli. Se gliene lasciassimo solo uno procederebbe rallentato per il peso.
Possiamo invece legare saldamente Yuki, che non può tenersi da sola in questo stato, al suo cavallo e legare questo al cavallo di Itami. Così facciamo infatti, tutto fila veloce e liscio fino al momento di rimetterci in marcia; noi verso la Zona oscura, loro verso l’antidoto.
Non ci sarebbe tempo infatti perché Itami prenda il fiore, l’”Akai hana”, sua unica speranza, prepari l’antidoto e torni da Yuki; dovrà portarla con sé.

Successivamente Hikari protesta mentre già io ed altri stiamo andando: gli dice chiaro e tondo in faccia che non si fida per niente di lui e che forse è solo un farabutto della peggior specie con una taglia sulla testa e per questo sta tutto mascherato!
Io e Nozomu la rimproveriamo con rabbia dicendo in sincronia, quasi l’avessimo premeditato: “Hikari!” Ovviamente nessuno di noi due pensa neanche lontanamente che quest’ultima ipotesi su Itami abbia un fondamento, mi fa specie anzi come Hikari sia passata relativamente poco tempo dal crederlo una spia del re a questo. Siamo entrambi molto arrabbiati con Hikari ma è Nozomu che ha la faccia più torva ed il tono più eloquente.
Hikari abbozza tacendo e riprendendo la marcia con noi. Mentre anche Itami è già per via, a scanso di possibili ulteriori futuri problemi mentre cavalchiamo metto in chiaro ad Hikari, senza neanche dover rallentare la marcia, che Itami ha la mia piena fiducia e che in ogni caso il suo offrirsi è stata la soluzione migliore in assoluto giacché non possiamo rischiare tutto solo per cercare di salvare Yuki: lui è appunto solo il più debole tra noi, ciò non di meno è un valente e coraggioso guerriero.

Ormai siamo lontani quindi Itami deve gridare parecchio per farsi sentire da tutti noi quando ci avverte che una volta salvata Yuki farà di tutto per raggiungerci, a tappe forzatissime, in tempo per la battaglia finale.
Prima, dovendo controbattere ad Hikari, non mi ci sono soffermato sopra ma adesso mentre cavalchiamo a tutta velocità verso la nostra meta finale senz’altro da fare che spronare i cavalli continua a ronzarmi in testa l’espressione che aveva Itami per tutto il tempo e ci rifletto bene ed a lungo sopra ora che ne ho il tempo: che sia innamorato di Yuki? Sorrido a quel pensiero, posso ben capire ciò che lo mosse nel salvarla.


Ormai non penso mi resti molto tempo. Rivivo quando ebbi la crisi più grave di tutte. Molto più violenta, sia mentalmente che fisicamente, e lunga del solito.
Nozomu mi viene accanto, sa già da tempo di che si tratta ma non ne ha mai vista una così grave e neanche io finora. Persino gli altri, ormai abituati alla cosa e che non se ne preoccupano minimamente più, si accorano.
Lei chiede loro di lasciarci soli, rassicurandoli che presto starò bene ma, sebbene io capisca benissimo perché lo facesse, non devono scoprire il mio segreto e se dobbiamo essere liberi di parlare loro devono allontanarsi.
Questo io lo so benissimo; ciò nonostante non voglio che ci lascino soli, non stavolta, non così perché potrei rivoltarmi contro; quello di cui così tanto ho il terrore potrebbe avverarsi mentre siamo soli... E da lontano loro non potrebbero proteggerla da me!

Perciò scuoto la testa ma lei si pone alle mie spalle e mi punta una lama alla schiena e per buona misura mi sottrae la borsa degli elementi, il messaggio è chiarissimo: mi sta dicendo, senza parole, che possiamo benissimo restare da soli senza che io debba temere per lei perché se dovessi rivoltarmi contro, data la nostra situazione attuale, farebbe prima lei a rendermi inoffensivo o uccidermi una volta per tutte che non il contrario. Al contempo so benissimo che lei non mi farebbe mai del male senza giusta causa perciò, nonostante questa grave crisi ancora non passi, non pongo più obiezioni; al che restiamo soli.
Rimasti soli come primissima cosa mi dice, già me lo disse una volta ma allora bollai la cosa come mero frutto del suo inguaribile ottimismo mentre adesso è diverso, che finché avrò una così folle paura all’idea allora di sicuro non sarò ancora malvagio né starò per diventarlo a breve ed ha ragione!
Mi mette la mano libera sulla spalla per un po’, poi la usa per abbracciarmi da dietro.
Mi chiede di confidarle sempre tutto, inclusi ogni pensiero ed emozione, e di essere estremamente sincero con lei.
Non ne comprendo fino in fondo la ragione finché lei non conclude questo discorso dicendomi:
“Veglierò su di te. Ti prometto che non diventerai mai malvagio perché se io avessi anche solo un piccolo ma fondato sentore che tu stia per diventarlo….Hai la mia parola d‘onore che ti ucciderei finché sei ancora buono per salvarti!”

Sto palesemente meglio ora e lei mi esorta ancora una volta a confidarmi con gli altri... tranne Hikari è implicitamente inteso... che non saranno mai miei veri amici fino in fondo finché non sapranno tutto di me e che posso stare tranquillo al riguardo.
Lei si sta allontanando, ha fatto pochi passi, quando prendo coraggio e le dico, sì mi serve coraggio per farlo perché non vorrei rischiare di rovinare l’amicizia e neanche nei miei sogni più rosei mi sono mai visto felicemente fidanzato:
“Nozomu aspetta!”
Lei arresta il passo e si volta al che proseguo, subito per non perderne la determinazione, dicendole:
“Ti amo.”
Resto teso ad aspettare, solo un istante o due ma perché mi sembrano un’eternità, poi lei mi torna vicino e mi dice che contraccambia i miei sentimenti.
Ci baciamo ed abbracciamo per la prima volta, non sono mai stata così tanto felice in vita mia prima.



Ci stringiamo ancora la mano e ci guardiamo reciprocamente negli occhi, ridotti come siamo non possiamo parlare e comunque è certo che siamo ormai agli sgoccioli.
Se potessi, ora ti direi di nuovo quanto ti amo, ma non ce n’è bisogno in fondo, quanto mi dispiace che debba morire anche tu... Mi dispiace di non poter riscattare tua sorella come ti avevo promesso; eppure parte di me, sì tu mi hai infuso una carica di speranza che di mio non avrei avuto, intensamente crede che se la caverà lo stesso... voglio crederci!

Il pensiero mi torna per un po’ su mia madre ed il vecchio, che farà lei senza di me?
Non so cosa ne sia stato degli altri ma spero in bene almeno per loro.
La cosa più importante, ciò che colma di una piena felicità il mio cuore nonostante tutto, è che ce l’abbiamo fatta:
il mondo è salvo.

Tantissimi caduti certo, quali tutte le guerre fino ad ora prima di questa assommate non eguaglierebbero, ma Kirin è salvo!

Rifletto con dolcezza che infine la mia vita non è stata inutile e perché, mi rimprovero in modo bonario, per tutto quel tempo ho avuto certi terrori?
Perché soltanto adesso lo vedo così tanto chiaramente... che erano infondati?
Perché soltanto adesso capisco pienamente, davvero fino in fondo, me stesso?

In ogni caso non mi compiango anzi! Tirando le somme posso dire, malgrado tutti i dolori, di avere avuto una vita piena e felice. Rifletto anche che in fondo la cosa più importante non è stata, per me come per nessun altro al mondo, né sarà mai stare bene; ma fare il bene! Sempre e comunque, a prescindere dai sacrifici che eventualmente richieda, il mio cuore è colmo di felicità, pur nel rimpianto che debba morire anche lei; eppure c’è ancora qualcosa che voglio chiedere al cielo... Che devo chiedere!

Prego con più ardore di quanto abbia mai fatto...
Prego, ciò è insieme una preghiera ed un ultimo intenso desiderio espresso alle divinità mia e di Nozomu, affinché io e lei, quando in futuro ci saremo entrambi reincarnati, possiamo ritrovarci ed amarci stando insieme per sempre dato che in questa vita ciò non ci è stato concesso.
Espresso questo desiderio, come potrebbero non esaudirmi visto ciò che abbiamo fatto e in considerazione del pochissimo tempo che abbiamo avuto per stare insieme specialmente considerano che ora il mio cuore non desidera altro che questo, esalo l’ultimo respiro.

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Capitolo 3
*** Capitolo due: Nozomu ***


So che mi resta poco da vivere ormai non m’illudo sarà altrimenti, sono ferita troppo gravemente, così come anche Masayoshi constato con dolore ed essendo stati separati dagli altri già da tempo... il druido non verrà a curarci, spero che almeno lui e gli altri siano sani e salvi.

Voglio morire accanto a lui, voglio almeno che possiamo tenerci la mano per l’ultima volta; sono ventre a terra, impensabile che riesca ad alzarmi o a parlare così ridotta, striscio verso di lui con le ultime forze.
Anche lui sta arrancando verso di me. Sento il mio stocco scivolarmi via dalla mano, la presa si era fatta troppo debole, ma ormai non ha più importanza... non mi servirà più eppure mi sovviene con affetto quando lui me l’ha incantato perché mi fosse di grandissimo aiuto in ciò che mi è più congeniale: gli attacchi furtivi, incantando anche il mio arco perché scagliasse frecce acide. Lui l’avrebbe fatto al tempo in cui incantò le armi degli altri ma questi particolari incantamenti richiedevano un mago più esperto e potente di come fosse lui in quel mentre.

A proposito di ricordi! Nel mentre mi avvicino a lui sento che delle reminiscenze stanno per invadere la mia mente, non faccio alcuna resistenza e so che non per questo perderò il controllo con il presente.


Rivivo quella volta in cui rischiammo seriamente di morire tutti quanti. All’inizio dello scontro provai la familiare sensazione di sentirmi molto più agile del solito e percepire come se la mia pelle fosse diventata di pietra ma soprattutto l’incantesimo che preferisco…quello che rende invisibili almeno finché non si attacca. Che Hikari disapprovi pure ma per me poter cogliere alla sprovvista un nemico in un qualunque modo fa un’enorme differenza, sono così abituata ormai a questi aiuti magici comunque non ci vedo proprio niente di male ed anche Yuki beneficia dei miei stessi incantesimi.
A Itami ha aumentato la forza mentre a Kodai ha dato molta più resistenza e un’armatura magica visto che non può indossare neanche la sua pelle di cuoio in forma animale.
Il tempo durante questo combattimento che rivivo come fosse ora passa velocissimo, durante lo scontro vedo vari incantesimi scagliati contro gli Yokai tra cui palle di fuoco, fulmini, tentacoli neri di Evard, alleati naturali evocati e vari altri... oh se solo bastassero, finché ci ritroviamo ormai in una situazione disperata.
Sono conscia di stare per morire, ad ogni modo combatterò al meglio fino al mio ultimo respiro così come tutti gli altri. Così recito le mie ultime preghiere a Tymora ma proprio quando sembra tutto perduto... Masayoshi ci salva uccidendoli tutti con un incantesimo potentissimo che non ho mai visto prima: ai miei occhi è come se un mare di ombra vivente se li stesse divorando tutti e sento che per alcuni momenti, all’inizio, questa cosa era incerta se divorare noi o loro.
Poi è come se la mia mente venisse trasportata a viva forza in un altro momento, comunque strettamente legato a questo, Hikari al solito sta ferendo Masayoshi con le sue parole velenose, anche se so per quanto bene la conosco che lei in realtà è una buonissima persona questa volta non posso impedire alla rabbia di pervadermi tutta e le rinfaccio con decisione che lui, proprio con la magia che lei così tanto disprezza, ha salvato tutti noi. Finalmente si zittisce e se ne va ma non si scusa... troppo orgoglio!


Sono di nuovo da sola con Masayoshi. Lui mi confida che, con il denaro della ricompensa, si assicurerà che sua madre abbia una vita dignitosa anche se lui in seguito dovesse morire anche se di per sé non gli importano i soldi e lo farebbe anche gratis. A questo punto ammetto con lui che anch’io, del pari, ho bisogno della ricompensa anche se lo farei comunque... che mi serve per riscattare mia sorella Hinode.
A queste parole lui mi rivolge uno sguardo interrogativo e poiché in fondo io ci soffro, so che mi farebbe bene comunque confidarmi e dividere questo peso con qualcuno, in fondo voglio davvero parlarne e noi due siamo già in confidenza gli racconto tutto dal principio.
I miei genitori erano coltivatori di Kimyona Kumo ma da quando è diventata illegale sono caduti in disgrazia. Per un po’ abbiamo tirato avanti con i risparmi poi fatto la fame, una fame nera ma io ero comunque felice con la mia famiglia ed avrei preferito restare.
Poi… hanno dovuto vendere molti di noi perché non morissimo tutti di fame e poter sfamare chi avevano scelto di tenere con sé, sono rimasti i miei fratelli e le mie sorelle più grandi e forti che potevano aiutarli a rimettersi in sesto... solo loro.

Gli racconto che, il giorno in cui gli incaricati della gilda dei ladri vennero a prendere me e Hinode... io piansi supplicando i miei genitori che ci facessero restare, mi avevano spiegato molto bene la situazione ma ero ancora così piccola e a quell’età i sentimenti sono più forti della ragione.
Nella mia innocenza e ingenuità di bimba arrivai a dire, tra le lacrime, che avrei mangiato solo un piccolo tozzo di pane al giorno ma per favore non mi mandassero via.
Poi mio padre s’inginocchiò davanti a me e s’inclinò un poco in avanti, poggiandomi le mani sulle spalle, perché potessimo parlare faccia a faccia. Mi raccomandò di badare alla mia sorellina, mi promise che quando e se si fossero ben rimessi in sesto sarebbero tornati a prenderci... Disse che dovevo far la brava e soprattutto affettuosamente mi raccomandò di non perdere mai tutta la mia allegria ed ottimismo qualunque cosa accadesse, ricordandomi che Tymora veglia sempre su tutti noi e che niente di male ci accade che non ci offra un più ampio compenso dopo…in questa vita o nell’altra.

Racconto a Masayoshi del mio lungo e duro periodo di addestramento come ladra, durante il quale non ho comunque mai smesso di prendermi cura di mia sorella per quanto potevo e mentre gli parlo si vede bene che empatizza con me oltre al fatto che cerca di essermi di conforto nel migliore dei modi. Sfogarmi mi sta davvero facendo molto bene ma conta davvero moltissimo anche il fatto che sia con lui, non penso che parlarne con qualcun altro mi farebbe altrettanto.
Poi gli racconto di come e quando sono scappata, di come ho cominciato, stando sempre all’erta durante questa mia clandestinità a rubare per mettere da parte tutti i soldi che mi servivano per liberare mia sorella e di come fu proprio in quel mentre che vidi i bandi di arruolamento.
Gli spiego infine che sia durante il mio periodo in gilda che fuori ho derubato molte persone e che ho ucciso qualcuno sì ma non ho mai ucciso se potevo evitarlo e comunque erano tutti cattivi quelli!

Lui mi rivolge uno sguardo dolce e mi dice: ”Non ti devi giustificare con me, ti capisco meglio di quanto tu non creda in questo….davvero non c’è bisogno.”
Provo gratitudine ma in quel frangente non riesco a fare altro che sorridergli e dirgli “Grazie.”
Poi lo supplico di promettermi solennemente, in caso io dovessi morire, di andare lui a liberare mia sorella con i soldi della sua ricompensa.
Lui mi dà la sua parola d’onore che lo farà senz’altro tanto più che, aggiunge, gli avanzerà comunque abbastanza affinché sua madre possa ben provvedere a sé stessa per il resto dei suoi giorni se dovesse capitargli qualcosa.
Poi mi fissa intensamente, prendendo le mie mani nelle sue e conclude dicendomi. “Ti prometto altrettanto solennemente che, per quanto sarà in mio potere, farò in modo che tu resti viva a tutti i costi.”
Gli sono così grata e sono così piena di gioia adesso che le parole non riescono a esprimergli bene questi due concetti come vorrei. Restiamo a parlare ancora per un bel po’, possiamo permettercelo giacché nessuno di noi dovrà fare turni di guardia stanotte: in effetti non ne abbiamo mai dovuto fare uno dall’inizio del viaggio grazie all’incantesimo di allarme di Masayoshi.


Questa volta rivivo quando, camminando verso la mia stanza in una locanda, udii Hikari piangere passando davanti alla porta della sua stanza privata. Desiderosa più che mai di confortarla, le voglio bene e siamo in confidenza, busso alla porta e le chiedo di farmi entrare... non le chiedo come stia, è già ovvia la risposta.
Il mio intento di consolarla è chiarissimo senza che io lo espliciti già dal tono della mia voce e dalle circostanze ciò nonostante non intendo imporle la mia presenza se non la vorrà. Poco dopo la sento venire verso la porta e aprirla, poi mi fa cenno di accomodarmi dentro e appena sono entrata richiude la porta.
Ha il viso tutto rigato di lacrime, quasi non ci vede per le lacrime che le riempiono gli occhi, e i capelli sfatti. Come primissima cosa, d’istinto quasi, le tergo le lacrime con una mano e poi l’abbraccio… Non l’ho mai vista così distrutta prima d’ora. Le dico chiaro e tondo che se non vuole non è obbligata a farlo ma io sono qui pronta ad ascoltarla.
Le lascio il tempo per imprimersi bene dentro queste parole e rifletterci poi aggiungo, e queste parole davvero mi vengono dal profondo del cuore: “Io voglio aiutarti amica mia ma non posso farlo ti confidi con me... se c’è qualcosa, qualunque cosa che io possa dire o fare per farti star meglio, non esiterò” non ho dubbi né ripensamento alcuno nel dirle ciò, perché conosco molto bene Hikari e non mi chiederebbe mai di fare qualcosa di male.

Lei resta in silenzio, nel mentre noto che almeno il pianto si è un po’ attenuato, per un po’ mentre entrambe ci accomodiamo, l’una di fronte all’altra, poi mi dice senza praticamente soste se non per rinnovati scoppi di pianto più intenso di quando in quando… non la fermo nonostante ciò perché so che ha un gran bisogno di sfogarsi e che finito tutto starà comunque meglio, comprensibilissimi dato ciò che racconto… come un fiume in piena:
“Quando ero molto piccola un’orda di demoni ha assalito il mio villaggio. Non era un villaggio di soldati né di avventurieri come noi, eravamo semplici villici la cui fortuna prosperità era dovuta interamente al fatto di essere vicini ad un importantissimo snodo commerciale perciò, a parte un piccolo manipolo di guardie per proteggerci dai ladri, eravamo del tutto impreparati a combattere. Ciò nonostante tutti gli adulti del villaggio imbracciarono armi di fortuna e, dopo essersi assicurati che noi bambini ci nascondessimo bene e non uscissimo se non chiamati, andarono a combattere sicuri di morire tutti o quasi ma sicuri almeno, ahi loro quanto sbagliavano, di salvare tutti noi bimbi. Quella fu la notte più terribile e più lunga della ma vita: da dove stavo, potevo udire il clangore della battaglia, le grida e tanto altro… persino gli ultimi lamenti dei moribondi. Sterminarono tutti, anche i bambini… avrebbero ucciso anche me se, sul far dell’alba giusto in tempo per salvarmi la vita, non fosse arrivata una guarnigione. Fu così che io riuscì miracolosamente a salvarmi e i demoni furono sterminati. Mi presero con loro e da allora ebbi rapporti continui con la milizia giacché mi affidarono al loro cuoco e a sua moglie, una coppia di persone molto buone che non poteva avere figli. All’inizio ero chiusa in me stessa, nel mio dolore, poi con il tempo sviluppai un autentico rapporto genitori-figlia con loro e riuscì anche a farmi degli amici. Non sono mai entrata a far parte della milizia né ci entrerò mai perché la mia indole mal si accorda con la vita militare. Prima di quei tragici eventi io, come tutti al villaggio, ero devota a Sune. Dopo quella notte ebbi una crisi di fede. Da allora cercai per anni, consultando tantissimi tomi, parlando con esperti teologi di vari credi, ragionando io stessa sui grandi quesiti esistenziali, e più cercavo…più mi rendevo conto che il culto di Sune, così come quello di ogni altra divinità, non era che un inganno per noi mortali... finché giunsi alla verità.”

A quel punto non posso non guardarla in modo strano, pur con tutto l’affetto che provo per lei, perché io sono una fervente seguace di Tymora e sentirle dire che è tutto un inganno proprio no…
“Oh lo so che per te la mia è solo una setta, che pensi io stia sbagliando e sei radicata nel tuo credo.”
Aggiunge subito notando la mia espressione scettica, poi prosegue:
“Ma la verità e le risposte a tutte le domande, io le ho trovate solo quando ho conosciuto il culto di Zaraxa e mi spiace che, allora come adesso, sia tra quelli con meno seguaci... è un male per loro, e per te mia carissima, essere lontani dalla verità.”
In queste sue ultime parole non è soltanto il suo grande affetto per me che si percepisce chiaramente ma anche tutto l’ardore della sua fede... capisco che, potendo, non esiterebbe un attimo a convertirmi per, be’ certo in testa sua sarebbe così, farmi arrivare alla verità e salvare l’anima mia.

A ogni modo ha finito di confidarsi, anche se per un po’ ho avuto l’impressione che stesse per aggiungere altro ma se è davvero così, se non mi sono sbagliata al riguardo, si è comunque subito trattenuta. Soffro per lei, tutto il suo dolore lo sento dentro adesso quasi come fosse il mio.
Non mi ha detto cosa le ha rivangato questi ricordi e questo dolore, come se non fossero mai trascorsi, proprio stanotte ed io, per il suo bene, non gliel’ho chiesto.
Nel pensare alle parole e ai gesti più appropriati per confortarla al meglio mi torna in mente, chissà perché, uno di quegli episodi in cui spicca davvero la sua bontà e che lei non mi avrebbe mai detto, non si vanta del bene che fa lei… io l’ho saputo per vie trasverse, né detto ad alcun altro. Delle varie cose che mi vengono in mente per confortarla molte purtroppo, per un motivo o per un altro, devo scartarle…ad esempio non posso dirle che sarò sempre dalla sua parte, visto come mi tocca redarguirla su Masayoshi ad esempio, né posso dirle che li rivedrà perché non sarebbe la verità. Né posso ovviamente dirle che andrà tutto bene.
Me ne sto a riflettere su come darle conforto per poco tempo ma mi sembra un’eternità lo stesso…alla fine capisco ciò che devo fare, ciò che è meglio fare in tale contingenza. Alla fine faccio l’unica cosa giusta: l’abbraccio stringendola forte a me come se grazie a quest’abbraccio niente e nessuno potesse mai più farle del male né farle versare una sola lacrima... sì l’abbraccio come se stringerla così le tenesse lontano tutto il male e il dolore del mondo... tutto il dolore che ha dentro soprattutto, nel mentre le dico che per qualsiasi cosa io possa fare per lei ora o in futuro, non esiti a chiedere.
Vedo che lei sta un po’ meglio e ne sono molto lieta, anche un ipovedente lo vedrebbe... ora la sua espressione è così cambiata e non piange più. Le chiedo se preferisce che io resti con lei tutta la notte o vada in camera, dipende come si sente lei al riguardo davvero, come preferisce, mi risponde che sta molto meglio ora e che posso andare. Ci salutiamo affettuosamente e ci auguriamo la buonanotte prima che io esca per andare in camera mia.


Ora passo a rivivere una serie di ricordi, la prima volta che ne rivivo tre in serie come se fossero un tutt’uno, come se stesse accadendo ora, il primo è di molto antecedente.
Jihibukai, quello che poi sarebbe diventato il mio migliore amico lì tra tutti i bambini venduti come me, era stato messo in punizione e aveva una gran mole di lavoro da svolgere, tra cui anche lavori pesanti. Quando lo vidi così provato dalla fatica, quasi spremersi nello sforzo, fu il cuore a guidarmi. Iniziai ad aiutarlo nel portare quel peso e già in due stavamo andando meglio ma poi, mossi dal mio gesto, anche Kurikku e Sumāto vennero ad aiutarci in primis. Per diverso tempo fummo solo noi quattro poi anche altri bambini mano a mano accorsero in aiuto.
Io, Jihibukai (l’elfo), Kurikku (la svelta) e Sumāto (il furbo) eravamo all’opera, solo con loro avevo cementato l’amicizia più solida tra tutti e non a caso facevamo squadra, nel primo vero furto in una villa di un ricco nobiluomo della città, naturalmente quelli della gilda erano appostati sia per impedirci ogni eventuale fuga sia per accorrere in caso di bisogno.
Tutto stava andando nel migliore dei modi finché Jihibukai non trovò, mentre noi eravamo un po’ distanti da lui e non lo guardavamo, una porta segreta grazie alle sue doti innate. Benché fosse il mio migliore amico e grande amico anche degli altri, anche lui del resto era stato venduto come tutti noi altri e ci conoscevamo dall’infanzia, quella volta fu fortemente tentato di tenersi tutti per sé i meriti del bottino che avrebbe trovato lì, i membri della gilda ricompensavano o punivano quelli come noi a seconda di ciò che portavamo indietro, fino a quel momento avevamo fatto scippi e poco altro fuori... era il nostro primo colpo serio quello. Così senza dirci niente e assicuratosi che la porta non avesse trappole Jihibukai entrò in quella stanza… salvo doverne uscire poco dopo urlando, di corsa, perché lì dentro c’era un’aberrazione, un terribile mostro, molto potente e con molti tentacoli.
Questa volta rischia di costare la vita a tutti noi e ad aggravar il tutto c’è che con tutto il chiasso che stiamo facendo, per forza anche non volendo… con tutti i versi di quel mostro poi, durante il combattimento non possiamo illuderci che presto non arrivi qualcuno.
Dobbiamo sbarazzarci in fretta dell’aberrazione agendo ben coordinati in gruppo, lo sappiamo tutti.
Mentre combattiamo qui nell’ampio salone non posso non pensare che se lui ci avesse informati e ci avesse fatto entrare in quella saletta nascosta insieme a lui…. avremmo potuto richiuderci la porta, molto massiccia, alle spalle e sistemare l’aberrazione in quel ristretto spazio avendo dalla nostra il numero, l’effetto sorpresa, che lui ha bruciato urlando e scappando terrorizzato alla vista del mostro ed essendo da solo, ed il non doverci preoccupare di stare facendo troppo rumore.
Quelli della gilda ci vengono in auto. Loro vengono a salvarci poiché siamo molto preziosi per loro, pagati caro contando anche il tempo, le cure e i soldi per addestrarci, non ci lasceranno morire così... o per meglio dire…. non ci lascerebbero mai morire, neanche se lo volessero per pura crudeltà, prima di un sostanzioso ritorno economico dai nostri bottini.
Stiamo tutti per uscire a qui sani e salvi, o meglio tutti eccetto Jihibukai che è fin troppo ferito ed allo stremo... sta rimanendo indietro, poi una delle guardie sopraggiunte ingaggia duello proprio con lui.
Sicuramente pensa, visto che oramai siamo vicinissimi a farlo, che io e tutti gli altri usciremo per sempre di qui e lui potrà uccidere il povero Jihibukai indisturbato ma io, dopo aver intimato agli altri di scappare via perché il posto è ancora molto... troppo pericoloso, torno indietro e, non notata da quella guardia, mi ci appropinquo alle spalle.
Giusto in tempo! Perché sta per sferrare un colpo che, sono sicura, sarebbe quello finale e fatale per il mio amico….quando io lo colpisco furtivamente alle spalle arrivandogli con la mia lama a perforare sia un polmone sia il cuore….spira all’istante.
Rimprovero aspramente Jihibukai per la sua bravata che poteva condannarci a morte tutti quanti mentre lo aiuto a sorreggersi e velocemente ce la battiamo da lì prima di essere aggrediti ancora.
Una volta al sicuro in gilda viene valutato il bottino, forzatamente scarso date le circostanze, tra cui vi è uno splendido Giaco di maglia in Mithral.
Il capo di coloro che ci sorvegliavano mi fa espressamente dono del giaco, per aver salvato Jihibukai dice ma io sospetto che abbia almeno un motivo ulteriore, dicendomi che non troverei l’eguale di questo giaco neanche se dovessi rubarne mille come questo..non capisco…(qui lui sa e si sta ovviamente riferendo al fatto che questo è incantato ed altri che lei dovesse trovare non lo sarebbero..lei però non sa)
Lo indosso con piacere e mi ci trovo bene, quanto alla mia vecchia armatura anche un pochino rovinata dall’usura del tempo e degli addestramenti che esso va a sostituire verrà girata ad una recluta ancora senza.
Questi de ricordi li ho rivissuti come un tutto unico, malgrado corressero anni tra l’uno e l’altro.
Anche il terzo, abbastanza recente, segue a ruota gli altri due in questa sorta di unicum.
I miei più cari amici lì dentro, mia sorella ed anche gli altri nostri amici si offrono, devono essere in molti a farlo e in punti diversi perché ciò possa riuscire davvero, di creare una serie di diversivi per permettere a me, purtroppo a me sola… ne soffro al pensiero che nessuno di loro potrà seguirmi ma deve essere così, di fuggire da lì… oh parte di me crede che dovrei essere io a farlo, insieme a tutti gli altri, per uno di loro o per mia sorella.
Da quella notte del giaco di maglia il legame di noi quattro, incredibile a dirsi ma è così… chi pensava mai potesse diventare ancora più intenso, si è ulteriormente cementato, nessuno di loro mi invidia il giaco anzi… concordano tutti che spettasse proprio a me.
Tutti questi diversivi da parte loro, solo per me, non sono dovuti solo a profondissimo affetto…è che ormai da quella notte tutti mi riconoscono come la migliore, il capo indiscusso del gruppo e via discorrendo con cose di questo tenore… quante volte me l’hanno detto!
Siamo tutti pronti, il piano è ottimamente congegnato, andiamo… mentre stiamo andando e prima di dividerci chissà per quanto dico a mia sorella che torneò presto a prenderla… che troverò tutti i soldi e la riscatterò. Dentro di me so bene che è impensabile io riesca ad avere abbastanza soldi da riscattare anche tutti gli altri e lo sa anche lei.
Così ci dividiamo, ognuno ai suoi posti, in poco tempo il piano riesce alla perfezione ed io sono fuori di lì… corro lontano nella notte senza più voltarmi indietro e pensare che tutto questo lo devo, in un certo senso, al solo fatto di essermi fermata, una volta di tanti anni prima, ad aiutare un bambino messo in punizione… da allora è stato proprio il nostro essere così uniti, con me collante del gruppo, ad impedire a quelli della gilda, unito al ricordo dei nostri cari certo e delle loro ultime parole ma forse da solo non sarebbe bastato ciò, di contaminare le nostre anime così come invece avevano potuto plasmare i nostri corpi addestrandoci.


Ora sono di nuovo una giovane adulta, sto rivivendo quella volta in cui Masayoshi ebbe la crisi peggiore di tutte… mi basta una rapida occhiata ai loro volti per capire quanto tutti gli altri, pure abituati fino ad ora a questa sua “malattia” come credono che sia, siano sconvolti… e come potrebbe essere altrimenti? Basta guardarlo e sentire le sue grida!
So da tempo la vera ragione che si cela dietro di esse e da allora gli ho offerto tutto il mio supporto morale nonché aiuto concreto. Sembrava stesse funzionando, almeno per un po’ le crisi si erano andate diradando nel tempo e facendo meno gravi ma poi… sono riprese come prima se non peggio, probabilmente peggio e questa è la più grave, la più sconvolgente mai vista.
Pur sapendo tutta la buona volontà e tutto l’impegno che ho profuso per lui… la mia coscienza, certo deve essere tipico di tutti in certe situazioni, mi rimprovera di non aver fatto abbastanza specialmente alla luce del piano che ho seriamente in testa da un po’ ma sul quale non prendevo una risoluzione definitiva né avevo informato lui… forse ora starebbe meglio se gliel’avessi detto subito.
Vederlo così mi ha fatto finalmente capire quanto sia giusto, ancorché estremo, il mio piano e quanto sia importante parlargliene finalmente… non per salvarlo da quel mostro che lui crede di avere dentro ma dal pericolo molto più concreto, molto più reale, che lui perda se stesso... lo vedo con i miei occhi che se continua così davvero non gli resterà molto tempo prima di cedere. Mi resta solo da capire se il mio cuore è pronto, se è in grado... veramente quando e se verrà il momento io riuscirò ad andare fino in fondo? Devo farlo o si perderà certo ma sarò in grado? È solo quando il mio cuore può sinceramente rispondermi di sì che tiro un sospiro di sollievo.

A tutto queste cose sto pensando mentre gli vado vicino per offrirgli tutto l’aiuto e il conforto che potrò dare, in un certo senso è buffa la legione di pensieri che si riesce ad avere pur durante una camminata così breve.
Appena gli sono vicina rassicuro gli altri e chiedo loro di lasciarci soli, devo farlo… certe cose non potremo dircele altrimenti, tuttavia è proprio ora che lui si fa prendere ancora di più dal terrore, teme di rivoltarsi contro di me e uccidermi, è così evidente anche senza il bisogno di parlare e spiegarsi, perché non l’ho intuita subito questa sua possibile reazione? Così però rischia solo di far scoprire il suo segreto.
So comunque come risolvere questa impasse e dato che non posso dirglielo a parole, sentirebbero, mi assicuro che il messaggio gli giunga comunque forte e inequivocabile: mi porto alle sue spalle e gli punto una lama alla schiena, al contempo sottraendogli la sua borsa dei componendi con l’altra mano e mettendola al sicuro.
Finalmente ho il risultato che speravo, lui lascia che gli altri si allontanino ed io lo sento già calmarsi alquanto, sebbene la crisi sia ancora in corso. Anche se sono felice di aver raggiunto lo scopo parte di me non può non evidenziarmi l’assurdità della cosa: sentirsi tranquilli con un’arma puntata contro anzi proprio perché se ne ha una!
Ora siamo finalmente soli, quanto al rivelargli il mio piano voglio arrivarci per gradi… sarà meglio, innanzitutto, d’istinto quasi, gli ripeto, stavolta sembra molto più recettivo al riguardo e ringrazio Tymora e tutte le divinità per questo, che finché avrà un terrore così folle di diventarlo allora può star certo che non è ancora malvagio né lo diventerà a breve. A questo punto lo conforto con dei gesti molto significativi voglio che sia nelle migliori condizioni possibili prima di dirglielo.

Ed eccomi giunta all’ultimo gradino, l’ultima cosa che devo dirgli prima della rivelazione finale, anzi in realtà parte di me pensa che non ci sarà bisogno, dopo questo, di dirglielo chiaramente... che capirà da solo dove voglio arrivare ma se così non fosse lo informerò all’istante.
Gli chiedo di confidarmi sempre tutto e di essere estremamente sincero con me.
Lui mi chiede cosa io abbia in mente e allora senza un attimo di esitazione, esitavo prima... ho esitato per troppo tempo…ma ora il mio cuore è sicuro e saldo come una roccia al riguardo, gli dico: “Veglierò su di te. Ti prometto che non diventerai mai malvagio perché se io avessi anche solo un piccolo ma fondato sentore che tu stia per diventarlo... Hai la mia parola d‘onore che ti ucciderei finché sei ancora buono per salvarti!”

Che cambiamento drastico noto dopo queste mie parole, lui sta molto meglio ora e per prevenire suoi eventuali futuri dubbi al riguardo intanto gli chiarisco che ucciderlo non sarebbe omicidio, non mi sporcherei l’anima con un tale gravissimo peccato mortale… se lo faccio, in pratica, per salvarlo… che farlo dopo invece sarebbe troppo tardi.
Poi gli chiarisco anche un altro fatto: cioè che già da un po’ io avevo in mente questo piano e che se non mi ero risoluta a parlargliene fino ad ora, cosa che sono certa gli avrebbe evitato quelle sofferenze e me ne scuso con lui, è perché il mio cuore non era certo di riuscire ad andare fino in fondo ma adesso lo sono... che non abbia dubbi al riguardo! Adesso ho la certezza granitica che andrò fino in fondo se dovrò.
L’ultima sua possibile obiezione può essere il fatto che io potrei non cogliere certi dettagli, non accorgermi, anche se lui sarà molto aperto e sincero con me ma anche su questo gioco d’anticipo ponendogli una domanda retorica chiarificatrice di quanto io lo capisca davvero “Secondo te perché sono stata l’unica di tutto il gruppo ad accorgersi che la tua non era una vera e propria malattia?”
Naturalmente lui non ha alcuna difficoltà a perdonarmi di aver troppo atteso e io gli ripeto ancora una volta, con più calore e più convinzione della volta precedente mi sembra, sperando che mi dia retta, il fatto che se vuole averli come veri amici allora deve confidarsi fino in fondo con gli altri del gruppo, Hikari esclusa, deve dir loro questa cosa... non devo restare l’unica a saperlo.
Evito di dirgli fino in fondo cosa provo per lui perché sono convinta di essere solo una carissima amica ai suoi occhi.
Ora sento che ci siamo detti tutto, almeno per questa volta, così dopo averlo salutato mi alzo e sto per andarmene ma ho fatto solo pochi passi quando lui dice:
“Nozomu aspetta!”
Sento una tale importanza e urgenza in questo suo richiamarmi che arresto tosto il passo e mi volto a guardarlo ed è proprio allora che lui pronuncia le parole che fanno di me la donna più felice del mondo, oltre a farmi sentire anche un po’ stupida per il tempo in cui pur sapendo di amarlo ho creduto fosse per il meglio… per il suo bene tacerglielo…
Ho creduto di essere solo una carissima amica e non volevo rischiare neanche un filino di rovinare ciò... sono stata una stupida ma ora sono felice, che lui dica di amami… e non un amore qualunque! Usa le parole “Ai shiteru” che nella nostra cultura rappresenta la più alta, più vera e più profonda forma d’amore che si possa mai provare tra un uomo ed una donna.
Sento il calore sulle mie guance, mentre torno vicina a lui, devo essere rossa come un pomodoro, il mio sorriso, che si estende agli occhi, immagino somigli ad un fiore in pieno sboccio quando, giunta di nuovo accanto a lui… pochi istanti sono passati ma sono sembrati lunghi, gli rispondo: “Ai shiteru yo”
Finalmente ci baciamo e abbracciamo per la prima volta, pieni di amore, felicità e passione.


Finalmente torno completamente al presente e finalmente riusciamo ad avvicinarci reciprocamente abbastanza da stringerci la mano guardandoci negli occhi.
Sento i corni della vittoria, ce l’abbiamo fatta amore mio. Parte di me sente che dovrei avere molti rimpianti ma si sbaglia, in realtà io ne ho ben pochi ed è giusto così: non ne ho per mia sorella e gli amici che mi lascio dietro in gilda perché ho la certezza, tu tesoro lo chiameresti inguaribile ottimismo… che sciocca... non ci possiamo parlare ed io mi rivolgo a te con il pensiero come se potessi sentirmi, che staranno benissimo, che se la caveranno comunque alla grande senza di me e presto o tardi otterranno la libertà anche da soli.
Non ne ho per gli altri membri della mia famiglia... non li vedo da troppo... a mala pena li ricordo, come potrebbero mancarmi ora? Come potrei soffrire per loro ora? Quel dolore del distacco l’ho già vissuto, elaborato e superato tanto tempo fa... e sono convinta non solo che ciò ormai debba valere anche per loro ma che i miei non hanno tradito me e mia sorella su quella promessa... che sarebbero davvero tornati a ricomprarci se fossero tornati abbastanza benestanti da poterlo fare.
Non ne ho per i nostri amici che ci hanno seguito in quest’avventura, per quanto ne so infatti loro si sono salvati…di questo sono convinta ma anche se mi sbagliassi? Non conta quanto a lungo viviamo ma come viviamo... qui siamo solo di passaggio.
Certo ho il dolore e il rimpianto, quelli sì, che debba morire anche tu amore caro... ma non al punto da non sentirmi al contempo felice, tanto felice, non solo per il fatto che il mondo è salvo, oh basterebbe quello a colmarmi di felicità ma non è solo questo, ma anche per altre cose molto importanti:

Sono felice per il tempo che abbiamo avuto, sì è stato breve ma intenso e non cambierei niente se non il fatto di aiutarti prima in quel modo definitivo... da allora non avesti più crisi.
Sono poi felice del fatto che sei rimasto così puro fino alla fine. Oh e tu che temevi di no… tutto quel terrore… che non ti ha comunque impedito, ringraziamo gli dei per questo, di avere una vita piena e felice nonostante tutto…nonostante il tuo passato travagliato ad esempio.
Ecco mi rivolgo di nuovo a te come se potessi sentire i miei pensieri, sono proprio una sciocca eh?

Sì stai morendo come sei vissuto, buono e completamente puro di cuore, neanche una volta ti sei vendicato, o pensato seriamente di farlo, contro coloro che ti rivolgevano soprusi ed angherie. Il mondo è salvo anche grazie al nostro sacrificio.
 
Prima di incontrare te avevo avuto la famiglia e tanti amici ma non avevo mai avuto l’amore, neanche ci pensavo all’amore….troppo presa da tutte le altre cose. Grazie a te quindi ho avuto tutto, compresa una felicità che non mi sognavo.
L’unico mio vero grande rimpianto è la brevità del tempo che abbiamo avuto insieme.

Ora che di certo il mondo andrà avanti è ben possibile che ci si ritrovi in un’alta vita, prego con tutta l’anima per questo e specifico che voglio ciò avvenga in un mondo migliore… in un mondo finalmente in pace.
Non chiedo un mondo senza male perché quello è impossibile... solo un mondo giusto, il migliore dei mondi possibili per noi esseri imperfetti… che non sia più rovinato dalle guerre o da esseri immondi. Prego, supponendo che tu stia chiedendo lo stesso, così intensamente per questo desiderio e poi…poi, dopo aver raccomandato l’anima a Tymora e averti dato mentalmente l’ultimo addio, esalo l’ultimo respiro.

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Capitolo 4
*** Capitolo tre: Itami ***


Note dell’autrice: So benissimo che l’incantesimo “Allucinazione mortale” uccide all’istante di paura se si falliscono i tiri salvezza sulla volontà e sulla tempra (so anche che i guerrieri sono molto scarsi nei tiri salvezza sulla volontà, salvo oggetti magici ad aiutarli, e molto valenti in quelli sulla tempra) ma qui voglio e devo assolutamente prendermi la licenza poetica di far durare questo tipo  mote almeno qualche minuto….ovvero abbastanza a lungo perché questo capitolo non finisca subito (Assolutamente per Itami voglio che muoia con quest’incantesimo!è un’idea che ho dall’inizio e,per brutta che qualcuno possa trovarla,non l’abbandonerò. Anche se a dirla tutta i mezzi drow hanno un po’ di resistenza magica ma vabbè….è un must che Itami fallisca ambedue i tiri salvezza e muoia!).
L’ultima licenza che mi prendo è quella di mettere alcune cose prima che Itami sia effettivamente moribondo (voglio fare così e concedetemelo…ma saranno poche le cose che metterò prima, davvero poche, sennò snaturerei il senso stesso del racconto) e devo purtroppo postare un capitolo non revisionato (Altrimenti sarei tentata di cancellarlo). Posto qui adesso come test….e vi prometto di revisionarlo per bene e correggerlo se mi direte sinceramente che non fa schifo. Per chiarire: “Allucinazione mortale” uccide di paura mostrando al soggetto il suo più grande terrore in assoluto (tiro salvezza sulla volontà per accorgersi che è un’illusione, se fallisce tiro salvezza sulla tempra quando toccati dall’illusione per non morire di paura ma anche se il tiro salvezza sulla tempra riesce si prendono comunque dei bei danni.). Sia chiaro: Non lo revisiono ora, quindi lo vedrete pieno di refusi ed errori vari?, perché mi conosco!Se ci provo finisce che lo cancello ritenendolo brutto INVECE voglio e devo avere il vostro oggettivo giudizio (per voi magari è bello!) Quindi giudicate la sostanza per piacere e non la forma!Quella si può poi correggere se mi dite che la sostanza è OK. Tenete anche conto che Sian è oberata di lavoro poverina quindi non gliel’ho girato, ma ho fatto da sola stavolta. Da ultimo tenete in conto che ho cambiato idea stanotte e, dopo una velocissima rilettura che non posso chiamare revisione quanto piuttosto una toccata e fuga che mi ha comunque permesso di scovare qualche errore, l’ho pubblicato qui e adesso mentre nel forum avevo scritto che volevo aspettare qualche giorno.
 
 
Io e Yuki siamo stati separati dagli altri nel corso della battaglia ma continuiamo a combattere con lo stesso vigore e lo stesso indomito coraggio che se fossimo ancora tutti insieme, a volte affiancati altre volte…quelle rare volte in cui i nemici ci circondano…combattiamo schiena contro schiena per coprirci l’uno con l’altra. Al solito sembra che Yuki danzi, tanto è agile e aggraziata, mente combatte. Non posso non ripensare a quando siamo giunti qua, sembra sia passato un secolo, anche se in realtà non è molto, la primissima cosa che feci fu di ringraziare Heironeus per essere giunti tutti in tempo prima che i sigilli cedessero del tutto…li abbiamo proprio visti esaurirsi completamente mentre ci preparavamo a combattere, preparativi che includevano gli incantesimi di Masayoshi...
Poi però, non troppo tempo dopo, qualcosa è cambiato drasticamente: abbiamo avvertito tutti distintamente che ogni incantesimo si dissolveva….per un po’, con sgomento, ci sembrò che anche tutto il nostro equipaggiamento avesse perso i suoi incanti ma….almeno per quello l’effetto si rivelò temporaneo….
In seguito siamo stati divisi ma almeno Yuki e io siamo ancora insieme. Strano che io mi soffermi a ripensare queste cose proprio ora ma ciò non mi accora: i ricordi non stanno interferendo con la mia concentrazione in battaglia. Nei momenti in cui siamo schiena contro schiena, riusciamo a percepirci distintamente pur attraverso le armature, ciò è importante per coordinare i movimenti. I capelli così corti di Yuki che percepisco sulla mia nuca mi fanno ripensare a quando li hanno tagliati a tutte quelle che erano reclutate…ciò per impedire che i nemici usassero i capelli per afferrarle e ucciderle…Yuki li aveva già corti, li teneva già così da anni proprio per questo motivo….questo era parte integrante del suo addestramento.
 
Giunti qui non ci aspettavamo che questi mostri, o almeno alcuni tra essi, sapessero usare la magia….del resto nessuno sapeva niente di loro: ogni memoria storica e scritta, semmai ve ne furono, che ne parlasse esaustivamente dev’essersi persa molto tempo fa. Non saprei dire di preciso né quanto è durato di preciso quel campo antimaga né quanto a lungo dopo abbiamo combattuto normalmente né quanto dopo hanno finito per dividerci e neanche dopo quanto tempo una fitta oscurità è calata nella zona dove io e Yuki stiamo combattendo. Sapevo benissimo che era di natura magica perché la mia visione crepuscolare, che mi deriva dal mio avere in parte sangue drow, non riusciva a penetrarla e mi sono ritrovato anche a pensar quante volte in passato mi aveva tratto d’impaccio. Io e Yuki abbiamo dovuto combattere nell’oscurità per un tempo che non dev’essere stato lungo ma è sembrato infinito in un certo qual senso, ricordo quando Yuki riusciva sì a combattere benissimo ma con un solo stocco….adesso è così valente con due di essi, uno incantato per essere veloce e l’altro per portare gelo ai nemici, che sembrano quasi prolungamenti naturali delle sue braccia.
 
A questo proposito, anche se non è certo la volta più importante in cui il mio potere mi è stato utilissimo, mi torna in mente quando tre ragazzini volevano, perché a detta loro non ero altro che un mostro, suonarmele di “santa ragione”, così dissero, venni inseguito ed era pieno giorno allora ma fui abbastanza svelto e furbo da rifugiarmi in una cantina non illuminata…presi com’erano dalla loro foga non sono stati lì a pensare e mi sono venuti subito dietro comunque. Poveri illusi!Anche se erano in tre contro uno, ormai era a mio vantaggio la situazione, anche se era prima che io iniziassi il mio addestramento da guerriero. Io ci vedevo e loro no, riuscii persino a farli combattere tra di loro.
 
Tutta la vita io ho dovuto combattere contro i pregiudizi altrui perché mi ritenevano simile ai drow, simile soprattutto a quel bastardo di mio padre che violentò mia madre ma come possono pensarlo davvero?A volte la gente è strana e assurda nei suoi pregiudizi. Di norma si aspetta che un figlio sia cresciuto prima di dirgli una cosa del genere e così avrebbe voluto fare mia madre ma purtroppo…io venni a sapere la verità perché certe persone presero a rinfacciarmelo…ancora e ancora e mia madre non ebbe cuore di negare, avrebbe voluto ma non ci riusciva….sarebbero comunque bastate le sue lacrime a smentire la sua bugia. L’assurdo, a proposito di pregiudizi, è che persino il modo in cui me ne difendo, questa maschera… questo incappucciarmi, può a sua volta generare pregiudizio. Merito del mio addestramento e la mia ferrea disciplina se né questi ricordi né i miei sentimenti hanno potuto, possono né potranno mai anche solo leggermente offuscare le mie capacità in battaglia.
 
L’incantesimo d’oscurità ora si è esaurito e combattiamo di nuovo normalmente. Le cose vanno avanti così per un po’, non saprei dire quanto, poi…la vedo venire verso di me, la mia peggiore paura in assoluto…la peggiore nemica che potrò mai avere, venuta a dare man forte a questi potatori d’apocalisse, come ha fatto…come ha potuto liberarsi dall’abisso in cui Corellon Larethian l’ha relegata per sempre? Non me ne capacito eppure è qui, innegabilmente davanti a me sul campo di battaglia, la regina demone dei ragni... Lolth. Sono addestrato a controllare la paura, quelle rare volte ormai che la provo, e a mantenere sempre il sangue freddo ma adesso…il mio più grande terrore è proprio qui di fronte a me…così vicina che i nostri respiri si sfiorano: venderò cara la pelle, anche se contro di lei non so forse benissimo di non avere alcuna possibilità?
 
Non urlo nonostante il terrore che mi pervade tutto….almeno questa soddisfazione non gliela darò prima di uccidermi1 Voglio ancora illudermi che la batterò….o almeno che la farò morire insieme a me, so che è assurdo pensare ciò, oh non per me stesso ma almeno per salvare Yuki. Inizio a combattere con lei eppure il terrore cresce…a dismisura sempre di più fino a che…Lolth mi tocca ed è allora che varie cose accadono all’unisono: il mio cuore inizia a cedere, in pratica sto avendo un infarto causato dal terrore avuto fin qui e anche se adesso diventassi la più calma delle persone ormai il danno è fatto e morirò comunque di attacco di cuore….
Posso sentire i battiti che rallentano mano a nano. Un’altra cosa che accade perfettamente all’unisono è  che sento, finalmente me ne rendo conto cioè ma chissà da quanto lo era già,il mio ciondolo, donatomi dal mio caro mentore nonché padre putativo affinché mi proteggesse da attacchi magici di tipo mentale, essersi attivato…lo scopo era proteggermi ma non è bastato per questo contemporaneamente capisco, anche se ahimè ormai troppo tardi, che Lolth non è davvero qui….che è solo un’illusione mentale per uccidermi. Nel momento in cui capisco che è un’illusione Lolth svanisce ma è ormai troppo tardi per salvarmi e al contempo mi rendo anche conto che Yuki è stata vittima della stessa malia solo che nel suo caso la sento mormorare che non era davvero un tarrasque quello. Anche lei non ha per niente gridato.
 
Sia il mio ciondolo sia l’anello, con lo stemma della sua nobile famiglia, indossato da Yuki avrebbero dovuto proteggerci da incantesimi di questo tipo….ne provo un ovvio gran rammarico che abbiano fallito, soprattutto ne soffro molto che debba morire lei e che non conosco la sorte degli altri, ma al contempo provo anche un grandissimo sollievo….sia perché chi ce li ha dati non avrà mai modo di conoscere questo fallimento e quindi non avrà motivo di sentirsi in colpa  sa perché ora posso vedere con i miei occhi l’essere che ci ha lanciato contro questa malia morire, mentre ancora ride di noi ed è circondato da strane fiamme, trafitto da vari colpi inferti da un guerriero che non conosco, uno dei moltissimi qui a combattere….di primissimo acchito sento come se io e Yuki fossimo stati vendicati però no….questa non è vendetta e non voglio ch lo sia!Questa è giustizia nonché una lotta per salvare Kirin ed ogni vita innocente in esso….anzi tutte le vite!Perché, come mi hanno insegnato i miei cari, in special modo Yuki e Kodai, c’è del buono in ogni persona, persino nel peggiore degli assassini può esserci una luce di bontà da tirare fuori che lo cambi….ma questo vale per le persone non per  mostri!
 
Con mio orrore vedo quel valente e coraggioso guerriero morire insieme al mostro che ha appena trafitto….lo vedo morire riportando le esatte ferite che egli ha inferto al nemico, chiaramente un effetto anche questo di un incantesimo e non mi è difficile dedurre che c’entrassero quelle strane fiamme. Mi dispiace per lui e prego per la sua anima mentre muore. Io e Yuki combatteremmo ancora, pur morenti, se il corpo reggesse…ma avere in corso un infarto ci toglie tutte le energie e ci fa afflosciare al suolo come sacchi di patate!Be’ no non proprio tutte le energie…quelle fisiche certamente ma quanto a quelle mentali no! Anzi paradossalmente le nostre menti sono più prestanti che n qualsiasi altro nostro momento passato proprio adesso che stiamo morendo ormai, forse proprio grazie al fatto di stare morendo? I corpi ormai deboli e decadenti non ci permettono granché ma, grazie agli dei per questo, riusciamo almeno a stringerci per mano e sussurrarci, non abbiamo voce per far più che sussurrare, quanto ci amiamo. Sento la maschera cadermi dal viso ma ormai non importa più: non ne avrò mai più bisogno. Erano in pochi comunque a sapere che sono un mezzodrow e adesso lo sapranno tutti….solo questo mi contraria un po’ specialmente sapendo che i più mi giudicheranno solo per la mia razza, senza conoscermi, nonostante io stia morendo anche per loro. Sì un po’ sono contrariato ma non ne provo tristezza o rancore…un tempo invece le avrei provate queste emozioni. Ora il mio unico vero dolore non è neanche per me stesso ma solo per i miei cari.
 
Flussi di ricordi, pensieri ed emozioni m’invadono in ordine sparso senza per questo farmi perdere il contatto con il presente. Come primissima cosa rivivo quella volta alla locanda. Lo rivivo come stesse accadendo adesso. Loro non possono sapere che con il mio fine udito li sento! Certo a voler essere del tutto giusto devo riconoscere con me stesso di non poterli del tutto biasimare visto come me ne vado in giro…non che io abbia molta scelta in effetti ma provo a mettermi nei loro panni: se io non fossi stato da sempre vittima di pregiudizi ma fossi un normalissimo essere umano che penserei di uno che fa di tutto per mascherarsi?Davvero riuscirei a non fare di questi discorsi?
 
Però apprezzo intimamente che Masayoshi e Nozomu prendano le mie parti e la cosa più importante è che appunto mettendomi nei loro panni….non ce l’ho con nessuno di loro. Finora mi sono tenuto così isolato, per i miei buoni motivi ma che possono saperne, che questa è, in un ceto senso, la prima vera interazione sociale, sebbene a loro insaputa , che ho con loro e benché non provi nei loro confronti alcun rancore, ci mancherebbe!, non posso neanche dire che la primissima impressione di sé, al di fuori dei combattimenti in cui ho visto il loro grande valore, non sia delle migliori. Ho sentito gente dire, in passato ma non ricordo esattamente quanto tempo fa, che servono sette buone impressioni per controbilanciare una prima impressione negativa, be’ certo neanche io ho dato loro una buona prima impressione così conciato ma nel mio caso: quale scelta migliore avevo? Naturalmente non do a vedere di aver sentito e subito dopo cena mi ritiro in camera mia.
 
Ora sto invece rivivendo quella volta a palazzo, durante le fasi di reclutamento, in sostanza tutti, con rarissime eccezioni, sono valutati da uomini del re, ce ne sono un bel po’ a tale scopo e, infatti, le procedure vanno svelte, solo dei rarissimi casi particolari vengono potati dinanzi al re in persona. Lo sa il cielo se io sono un caso particolare! Sospiro….sono venuto qua con il mio mentore, ci aspettavamo che avrei avuto bisogno di qualcuno che garantisse per me, ma il mio cuore sperava di no in realtà, rassegnato mentre mi dicono, o meglio mi è imposto, di togliermi la maschera, altra precauzione presa inutilmente a quanto pare, e il cappuccio…a loro dire le persone dal volto nascosto sono sospette e inoltre, certo sempre a loro dire ma non so se credergli o no in questo, c’è una legge del regno che espressamente vieta di celare il proprio volto. Già prima mi guardavano con sospetto ma quando mi svelo, è anche peggio.
 
Sono risoluti a escludermi ma le procedure impongano che tutti i casi in cui sono in forte dubbio o pensano concretamente di escludere siano portati dinanzi al re in persona per parlamentare. Ovviamente mi è fatto divieto assoluto di recare armi nella sala del trono e sto essendo scrupolosamente perquisito, forse anche con un eccesso di zelo.
La perquisizione non è durata poi troppo e ora eccomi, dopo aver percorso a passo marziale un corridoi con questa gente di “scorta” eufemisticamente parlando e il mio mentore accanto a me, dinanzi al re e ai suoi, consiglieri, uomini d’arme e altri cortigiani lì presenti. Non ho il dono di legger nel pensiero ma mi basta guardare le loro facce per capire, durante questi moment di silenzio attonito e imbarazzante che sento quasi calare su di me come una cappa, cosa gli passa per la testa.
Infatti poco dopo inizia il loro vociare ed è una specie di coro, fuori tempo, con frasi, non mi ci soffermo ad ascoltarle tutte con attenzione giacché sono tute di questo tenore quindi molte le sento senza neanche ascoltale davvero e mi scivolano via come gocce di pioggia, come: “Come osi venire qui mostro?” o “Tornatene tra la tua gente nel sottomondo” o anche “muori,cane” be’ almeno non passano ai fatti anche perché a questo punto il re leva un braccio per zittire tutti e, riconoscendo il mio padre putativo, dà a lui la parola, quasi come se io non contasi o non potessi parlare per me da solo, affinché si spieghi. Almeno è disposto ad ascoltare lui molto attentamente, dovrebbe ascoltare me in effetti ma non me la prendo…ci ho fatto il callo ormai ad essere malgiudicato, mentre pala in mio favore.
 
Si schiarisce la voce ed inizia a parlare: “Per quei pochi tra voi che non mi conoscono sappiate che io sono un chierico di Heironeus, diventato maestro d’armi e che ha al suo attivo l’aver addestrato quasi tutti i più valenti combattenti passati e presenti tra gli uomini del re. Vengo qui oggi al solo scopo, anche se in cuor nostro speravamo comunque non ce ne fosse bisogno, di garantire per lui”
A questo punto mi indica per poi proseguire dopo una breve pausa e noti che mentre parla guarda negli occhi ora l’uno ora l’altro dei suoi ascoltatori ma soprattutto il re, so che lui e il re si conoscono benissimo da anni. Prosegue dicendo:
 
“Voglio che sia ben chiaro a voi, vostra maestà, e tutti gli altri qui presenti fino a che punto io mi fidi, stimi e voglia bene a questo giovanotto, senza che per questo il mio affetto offuschi il mio giudizio su di lui in alcun modo. Credo in lui al punto che sono disposto a darvi in pegno la mia vita”.
Al suo dire questo vi sono mormorii tra la folla, io non vengo ancora interpellato e soprattutto dinanzi al re è bene tacere se non interpellati, ma lui alza una mano solennemente a zittirli tutti e infatti torna il silenzio. Poi prosegue:
 
“Sì vostra maestà e signori qui presenti!Mi fido di lui al punto che,sapendola una cosa impossibile, semmai egli dovesse uccidere o recar danno ad un innocente io,in primis, sarei pronto a risponderne pagando con la vita il suo crimine”
Questa volta non ci sono mormorii né qualcuno sembra intenzionato a interromperlo in alcun modo ma so perché ciò nonostante lui resta zitto per un po’…vuole dare alle sue parole il tempo di fare massimamente effetto su di loro prima di proseguire. Entrambi sappiamo che la sua vita non è a rischio perché conosciamo il mio cuore puro a differenza degli altri, a tal proposito non posso non pensare che se non ho mai dubitato né avuto mai paura di poter diventare malvagio un giorno… né avrò mai questa paura in gran parte lo devo a lui e a mia madre oltre che ovviamente a me stesso,ma mi sento commosso, davvero molto, al sentire quelle parole perché so che le intende sul serio…che morirebbe per me.
 
Poi lo sento raccontare di quando mi conobbe, lo sento spiegare che sebbene esistano degli incantesimi in grado di celare o camuffare la propria aura io di ceto non potevo avervi avuto accesso né mai l’avrò….lo sento dire in tono così accorato come non avesse percepito alcuna ombra di male in m ma anzi tanto bene, sebbene frammisto a del caos. Racconta poi di come mi ha conosciuto meglio, molto meglio, via via che i giorni, le settimane, i mesi e gli anni passavano durante il mo addestramento….racconta, io ascolto commosso e l’unico suono che esce da me è il mio respiro, di come ormai conosca a menadito ogni petalo della mia anima, anche grazie al fatto che mi sono sempre confidato proprio su tutto con lui e con mia madre….altri con cui farlo non ne avevo.
 
A questo punto il re e gli altri sono, credo, almeno un po’ ben disposti verso di me. Il re sì informa sulla mia prestanza come guerriero da coloro che prima mi hanno esaminato in tal senso, per assegnarmi conformemente a un gruppo certo. Sono molto valente come guerriero ma io per primo so di non essere tra i più valenti quindi resto sorpreso quando mi informa che sono assegnato ad uno dei gruppi con membri più valenti di me. Chiedo spiegazioni sul perché e questa e la risposta che ne ottengo:
 
“perché ancora non ci fidiamo di te” mentre lo ascolto resto deluso ovviamente e al contempo mi chiedo se stia parlando a nome di tutti o semplicemente usano il plurale maiestatis. Conoscendolo so che anche Chie è molto deluso da queste parole del re,specie dopo che ha parlato così a cuore aperto per me, ma i nostri visi non lo danno a vedere mentre seguitiamo ad ascoltare il re dire:
 
“Tu sarai camuffato con loro tutto il tempo per nascondere cosa sei o ti svelerai…in entrambi i casi diffideranno di te e staranno all’erta….abbastanza, confido, perché tu non possa ucciderne neanche uno a tradimento nel sonno e quanto alle ore di veglia….per questo sarai il più debole tra tutti!Non potresti sopraffane uno in singolar tenzone e ucciderlo neanche fosse l’ultimo rimasto”
 
A queste parole Chie risponde indignato:
 
“Vostra maestà! Anche Itami è seguace di Heironeus come me ed è un guerriero pieno di coraggio, onore e valore…di qualsiasi cosa vogliate ostinarvi a sospettarlo..anche delle cose più turpi, sospetti che non merita affatto, riconoscetegli almeno il suo onore! Non c’è onore nell’uccidere qualcuno nel sonno perciò l’accusa che avete testé mosso dovreste ritirarla!Noi siamo tutti uomini d’onore qui a prescindere da che sospetti possiate avere nonostante il mio aver garantito per lui….almeno gli dovete….”
 
Qui non intendeva interrompersi lui ma sono i dignitari di cote a interromperlo e uno in particolare con voce forte e chiara rimarca che io non sono un uomo! A questo punto faccio mio malgrado, io ne ho passate così tante... ho fatto il callo a tante cose…perché adesso non ci passo sopra restando zitto accidenti?,una cosa che non dovrei in presenza del re….parlare senza permesso!Dico:
 
“Io sono e mi sento uomo tanto quanto tutti voi altri!Certo ci sono differenze, come ad esempio il fatto che io sono diventato adulto a vent’anni mentre tutti gli altri della squadra divennero adulti già a quindici anni e quindi sembro più vecchio di loro pur non essendolo, e poso vedere al buio... sentire meglio... altre piccole cose, utili in battaglia per altro, ma mi sento dentro, io per primo odio il sangue drow che mi scorre nelle vene e se potessi me ne libererei, e dico nonostante tutti i pregiudizi e le angherie che ho dovuto e dovrò ancora subire….mi sento in cuor mo pienamente appartenente al consorzio umano!”
 
Almeno il re non se l’è presa per questa mia infrazione all’etichetta, forse inizia a comprendere davvero il mio stato d’animo e a fidarsi almeno un po’?Di certo è con voce più addolcita che si rivolge direttamente a me, ora sì che ho il permesso ufficiale di parlare, se davvero in cuor mio ho piena fede in Heironeus e seguo sempre i suoi dettami. Mi chiede se potrei giuralo sulla mia anima. Io non ho bisogno di pensare a cosa dire e così gli rispondo di getto:
 
“Sì e no vostra maestà, dipende!” Prima che lui o chiunque altro possa interrompermi, mi spiego meglio: “Se tale giuramento dovesse ricomprendere tutti gli anni della mia vita fin dalla nascita, allora non potrei mai farlo perché sarei uno spergiuro! Se invece è inteso che questo giuramento debba coprire solo gli ultimi anni, all’incirca partendo da un anno e mezzo dopo aver conosciuto Chie allora sì!Sarei e sono prontissimo a giurare non solo sulla mia vita ma sulla mia anima immortale”.
 
Noto facce sorprese e dubbiose ma nessuno mi interrompe così dopo una breve pausa e l’essermi schiarito la gola proseguo a dire:
 
“Il fatto è che all’inizio ero seguace di Heironeus senza una vera, profonda, fede…solo perché lo erano e lo sono tutti dalle mie parti. Quando ho cominciato sul serio a interrogarmi sui grandi quesiti della vita e su tante altre cose be’ devo confessare, anche ma non soltanto a causa di com’ero ingiustamente trattato” sento mugugnare alla parola ingiustamente ma non mi fermo: “Che la mia fede ha vacillato e forse con gli anni l’avrei anche potuta perdere del tutto, in fondo come ho appena ammesso, era una fede debole... non di quelle profonde e meditate, se non fosse stato per il mio maestro qui presente. Quanto al seguire tutti i dettami di Heironeus nella mia vita vale più o meno lo stesso discorso o quasi…nel senso che in passato ho fatto cose di cui non vado fiero, nulla di criminale ceto né di veramente gravi siatene certi, ma in fono chi non le ha mai fatte in tutta la sua vita? Da qualche anno però posso in tutta onestà dire di aver vissuto in modo puro. C’è qualcuno tra voi che può giurare di non aver avuto mai peccati?Io, che gli dei mi assistano, spero di mantenermi così come sono ora, puro, e confido di riuscirci…per il resto dei miei giorni. Che la mia vita debba finire con questa missione o durare quattrocento anni come altri della mia genia…io di certo voglio e vorrò continuare su questa strada”.
 
Il re è pensoso adesso e così resta per un bel po’ di tempo poi mi dice:
 
“E sia! Ma siccome ancora, spero comprenderai, non ci fidiamo di te non ti dispiacerà, se il tuo cuore è così puro come dici, sottoporti ad un incantesimo speciale prima della partenza” io lo guardo senza capire perché si è interrotto per un po’ senza spiegarmi, poi prosegue: “Quest’incantesimo…farà in modo che, se tutti gli altri cinque membri della tua squadra dovessero morire tutti quanti per tua colpa, come temiamo, o anche senza colpa, nel qual caso accadesse ci dispiace sinceramente, allora anche tu nel momento in cui l’ultimo morisse….esaleresti l’ultimo respiro! Naturalmente hai la nostra parola che tale incantesimo, non vogliamo tenerti a vita con questa minaccia sul capo ma è solo una precauzione per la missione, verrebbe disfatto al vostro ritorno sani a salvi….non che dobbiate tornare proprio tutti, sarebbe un miracolo tornaste tutti vivi pensiamo, ma farà fede la testimonianza dei tuoi compagni su come ti sarai comportato in più per allora avremo avuto tutto il tempo ed il modo di indagare su di te fin nei minimi dettagli di ciò che ci sarà dato scoprire,siine certo, dalla tua nascita fino ad ora. Accetti questa condizione….? O così o niente missione per te…ci abbiamo pensato solo ora ma in fede nostra, infatti, non vorremmo dover ricorrere a tale incantesimo!Potresti moire per esso senza colpa alcuna….”.
 
Chie è indignato ma io gli rispondo che per me va bene, anzi benissimo così, che capisco molto bene il re e tutti gli altri, il loro punto di vista e perché debbano trattami ingiustamente così e soprattutto che ormai ho fato il callo a certe cose. Poi rivolto al re dico che accetto la sua condizione di buon grado ma che ho una piccolissima ed innocente richiesta in cambio
 
“Di che si tratta ragazzo?” mi chiede forse è solo la mia immaginazione o davvero c’è un ombra ancora di sospetto nella domanda? Cos’altro può temere dato che mi sottoporrò di buon grado a questo suo incantesimo di sicurezza?
 
Io gli rispondo che se dopo tutte le indagini e testimonianze su di me, se dopo aver scandagliato tutto il possibile e sentito le testimonianze dei miei compagni su di me al ritorno sul mio agire palese, nel mentre penso a quanto vorrei farmeli amici ma a come invece sarò mio malgrado costretto a restare solo perché se tentasi di avvicinarli e poi scoprissero….il mio cuore frattanto potrebbe affezionarsi al punto da non reggere la loro reazione dopo?O peggio ancora: potrei compromettere la missione se osassi cercare di farmeli amici e scoprissero tutto?Potremmo non riuscire più a combatter bene in gruppo?Ciò mi accora più che la mia stessa sofferenza…dovrò stare sulle mie, se dopo tutto quanto dovesse cambiare idea su di me….allora io vorrò, e mi aspetto che m ne dia parola qui e adesso che lo farà, le sue scuse pubblicamente davanti ad una folla riunita come quando fa i suoi discorsi pubblici.
 
Il re non solo accetta di buon grado ma aggiunge queste parole:
 
“sappiamo che potresti morire quindi ti do la mia parola di re che in questa vita o in una prossima reincarnazione se avremo avuto torto ci scuseremo pubblicamente con te davanti ad una folla. Sì sappiamo che in genere i reincarnati non ricordano ma pregheremo con il più ardente fervore, sempre se è vero che ci reincarniamo e non si finisce tutti nel nulla, di ricordare almeno questo, te lo dobbiamo se abbiamo torto,e soprattutto di ritrovarti in quell’altra vita e riconoscerti se e quando ciò avverrà….per poterci alfine scusare davanti ad una folla!Sappi anche che la parola di un re non va indietro!Ciò è stato detto e sarà mantenuto!”
 
A quel punto vengo sottoposo all’incantesimo, sono informato che non è possibile eseguirlo senza il consenso effettivo i chi ne è vittima ecco il perché della richiesta…. Mentre mi stavo proprio chiedendo perché non farmelo di nascosto, poi vengo condotto ad incontrare gli altri miei compagni in una sala apposita, durante il tragitto in corridoio mi camuffo nuovamente mentre do il mio saluto di commiato a Chie troppo vecchio ormai per il fronte, e solo allora mi vengono ridate le armi, ci presentiamo e partiamo per la missione.
 
Ora rivivo un altro ricordo come fosse adesso e quindi anche come se non conoscessi che accadrà poi…cioè quando Yuki, unica tra tutti fino ad un certo punto poi anche altri lo hanno fatto grazie al cielo, nonostante tutto il mio starmene volutamente in disparte ha iniziato ad essermi cara. Rivivo come mi veniva sempre vicino, come saggiamente parlava ed operava affinché mi aprissi con lei. Sto rivivendo vari momenti di quella nostra prima preziosa amicizia, la mia prima vera amica…all’inizio era solo questo, niente di più, chi avrebbe mai potuto immaginarlo ci sarebbe stato dell’alto? Tutti i momenti più salienti in un turbinio i ricordi, pensieri ed emozioni ma ce n’è uno in particolare su cui la mia mente e il mio cuore si soffermano ora…un episodio che forse per chiunque altro sarebbe insignificante ma per me ha contato….moltissimo!
Yuki ed io siamo da soli a un tavolo a parlare, certo io ho iniziato ad aprirmi da un po’ ma sono ancora un po’ ritroso a quest’amicizia, che pure sento mi sta scaldando il cuore così tanto, chiedendomi che succederà se e quando mi toglierò la maschera davanti a lei…mi capita di ripensare a quella prima impressione non proprio al top, al fatto del sette e che ad ora lei mi ha dato molto di più che solo sette impressioni positive per bilanciare quella prima. Per come la conosco ora so che, non che sia riuscita a convincere fermamente anche me di questo ad ora ma non escludo del tutto che potrebbe forse riuscirci in futuro…di certo so che anche Kodai ha questa convinzione granitica sebbene con lui io non abbia ancora iniziato a legare, secondo lei in tutti c’è del buono…anche nel peggiore dei criminali. A questo punto così di botto, non so neanche io il perché esattamente, mi viene da chiederle se io sarei per caso, secondo lei, uno di quei criminali in cui trovare comunque del buono…se è per questo che mi sta vicino. Un attimo dopo mi pento di averlo detto e la guardo in viso preoccupato. Lei mi sorride e dice:
 
“Io non penso per niente che tu abbia qualcosa di criminale!Anzi secondo me sei una persona molto dolce e buona. Per essere esatti….secondo me tu sei come quel cane”
 
“Quel cane?” Siamo in una locanda e non ci sono cani….la guardo basito senza comprendere anche perché al contempo il mio cuore pulsa di gioia adesso per le prime parole che ha detto su di me ma mi sento altresì molto confuso, oltremodo confuso n effetti, circa come si possa paragonare una persona ad un cane….ed in special modo come si possa paragonare me!Forse si riferiva alla fedeltà? O forse, mail mio cuore non osa sperare davvero tanto, era un’allusione, siccome il cane è il migliore amico dell’uomo, che io per lei adesso sarei il migliore amico? Le chiedo di spiegarsi meglio e questo è ciò che mi risponde:
 
“quand’ero piccola c’era un cane di cui tutti erano convinti fosse cattivo, molto cattivo, pe questo veniva sempre tenuto legato, tra le altre cose…poi non è che abbondasse il suo desinare e c’era gente che ne sparlava…gente che lo maltrattava….” Poi s’interruppe guardandomi per chiarire alcuni punti prima di proseguire il racconto:
 
“tu non vieni maltrattato, questo lo vedo da me…almeno da quando sei con noi..per il pregresso non saprei, però noi, e ti chiedo scusa di questo, a volte abbiamo un po’ parlato e sparlato di te…ho smesso quasi subito, credimi, quando mi sono resa davvero conto….e non sai fino a che punto io sia sinceramente dispiaciuta, vorrei che potessi sentirlo cos’ho dentro, in pratica, perché non l’ho capito subito?, mi stavo in un certo senso, sebbene mai ti abbia dato malvagio né finora l’ha fatto Hikari almeno che io sappia, comportando con te come altri con quel cane e solo perché sei mascherato ma ora so per certo che devi avere ottime ragioni!Vorrei solo ti aprissi almeno con me…ma non devi farlo se non vuoi!”
 
Ha proseguito per un po’ a chiarire e mi ha chiesto scusa e non ho difficoltà a perdonarla,la parte più difficile è stato invece fingere di cadere dal pero quando mi ha dettagliato cose che in realtà io avevo sentito quella sera e poi altre sere. Una volta chiarito tutto tra noi le chiedo, ora la curiosità m sta pungendo devo ammetterlo, di proseguire il racconto su quel cane. Lei mi risponde mentre io l’ascolto attentamente:
 
“Io allora ero ancora solo una bambina, forse s fossi stata più addentro alla disciplina militare con cui sono stata addestrata praticamente quasi tutta la mia vita non l’avrei fatto perché tra le altre cose ti inculano di non disobbedire mai?Chi può saperlo…chi potrà mai saperlo ormai…comunque io mi incaponì a dimostrare che in realtà quel cane era buono, che in tutti c’è del buono, anche se h poi scopeto, diventata più grande, che gli animali non sono mai classificabili né buoni né cattivi, quello vale per le persone, loro sono neutrali….fermo restando, questo sì, che ci dev’essere comunque almeno un po’ di buono in ogni persona e in ogni animale anche!Di questo sono certa!Comunque dicevo”
Si schiarisce la gola e beve un sorso d’acqua prima di continuare:
 
“Ero così testardamente risoluta a fare ciò che mi avvicinai a lui, sebbene in cuor mio provassi comunque tanta paura che gli altri avessero ragione, senza averlo detto a nessuno…pian piano e poi, fattagli annusare la mano a palmo in su, iniziai ad accarezzarlo e a fraternizzare con lui giorno dopo giorno…settimana dopo settimana….mese dopo mese. Spesso lo liberavo e spesso mi rimproveravano e punivano per questo ma a me non importava e ormai gli volevo tanto bene. Questa storia andò avanti finché visse… vedi io non so perché vai in giro mascherato, né vorrò mai saperlo se tu non vuoi o altrimenti…se vuoi ne sarei contenta, ma tu hai molto in comune con quel cane nel senso del pregiudizio….per te è la maschera….per lui erano quelle vili e false accuse!A cui però i più credevano! Che io ricordi quella fu in assoluto la prima volta che misi in pratica nei fatti, nella vita, un precetto di cui sono stata sempre e comunque sommamente convinta e lo sarò sempre..cioè che in tutti c’è del buono!Ceto avevo paura all’inizio, molta paura..se mi fossi sbagliata potevo finire anche sbranata e lo sapevo, ma l’ho fatto. Vederti così solo e bistrattato all’inizio, mi ha ricordato quel cane e prima che tu mi chieda se l’ho fatto per pietà, ti dico di no!Assolutamente…be’ forse all’inizio un pochino c’entrava anche la pietà e c’entrava anche tutto l’affetto che nutro ancora per quel cane benché morto, ma soprattutto l’ho fatto per te!Perché ci tengo davvero comunque e perché io non lascerei mai….mai!Un compagno da solo o indietro!Tu sei mio compagno, nostro compagno, e stavi venendo lasciato indietro nel senso di isolato, sebbene nel tuo caso sia volontariamente che stai un po’ sulle tue, ma io non posso e non voglio lasciare indietro un compagno o un suddito del mio feudo, tu sei entrambe le cose, non lo farò mai!”
 
A queste sue parole adesso mi viene da pensare che io e Yuki siamo gli unici fra i sei ad abitare nello stesso regno, questo regno, solo che lei è l’unica figlia dei nobili che regnano sul feudo di cui io e mia madre siamo cittadini….lei nobile, io popolano. Mi ha toccato molto la storia del cane anzi a essere del tutto sincero con me stesso mi ha toccato molto anche tutto ciò che ha detto su di me. Lei è davvero un’amica, la mia prima vera amica e a questo punto mi decido, prendo il coraggio a due mani e vado con lei in un posto appartato, spiegandole che voglio mostrarmi. Siamo giunti e mi tolgo la maschera lei reagisce benissimo e quando le chiedo se ha paura mi risponde:
 
“No!Perché sei sempre tu!” *
 
A queste parole il mio cuore si colma di gioia come mai prima. Sì lei è davvero una cara e fidata amica la mia prima e, almeno finora, unica! Non posso contare Chie come amico…lui è come un padre per me!
 
Ora rivivo, con dolore e paura proprio come fosse adesso e non conoscessi il seguito, la volta che Yuki finì avvelenata. Fino a quel giorno, anzi fino a quel momento, avevo creduto che lei fosse solo una cara amica per me ma quanto mi sbagliavo! Nel vederla lì così, come fosse condannata a morte….capisco! Io in realtà la amo! La amo moltissimo e voglio essere il suo tutto come lei per me, se ricambia, non deve..non può morire..non adesso…non così…voglio che viva ed esserle devoto sempre, non solo perché è Heironeus a voler che si sa devoti alla propria amata anima e corpo ma perché lo voglio io! Poi….sento Masayoshi dire che lo’unico antidoto è l’infuso di Akai Hana e a questo punto ringrazio tutti gli dei buoni, in particolare Heironeus ed Eilistraee per il fatto che una volta il mio maestro insistette tanto perché imparassi, com’ero svogliato su quel punto allora….cosa fregava a noi guerrieri e ad un vecchio chierico non più in grado di combatter in prima linea….di quel cavolo di fiore?, a preparare l’infuso di Akai Hana dicendo che forse un giorno ciò mi avrebbe potuto salvare la vita, be’ su un punto si sbagliava….salverà la vita di colei che amo e non la mia ma per me vale molto di più, giacché era l’unico antidoto ad un particolare veleno. Io non avevo capito subito che era proprio quel fiore..proprio quel veleno….mi offro di tutto cuore per salvare Yuki del resto io sono il meno valente tra tutti noi….la mia assenza per salvarla non tornerebbe troppo a detrimento per gli altri. Hikari dice cose che mi feriscono ma non ho il tempo né la voglia di stare a fare discussioni inutili! Ogni minuto è prezioso! Infatti Masayoshi e Nozomu chiudono subito perentoriamente la questione! Presi i nostri due cavalli, dando parola d’onore che li raggiungeremo poi dovessimo cavalcare a tappe forzate, a uno dei quali è legata Yuki perché non cada…galoppo verso la zona dove crescono gli Akai Hana….galoppo più velocemente di quanto abbia mai fatto in tutta la mia vita nel mentre sperando e pregando di fare in tempo a salvarla.
 
Lei delira ma a un certo punto riesce a dirmi parole intelligibili e mi confessa i suoi sentimenti, anche lei a capito i suoi veri sentimenti fino in fondo solo in questa situazione al cardiopalmo tra la vita e la morte, io le dico che ricambio….le ragioni razionali che eventualmente io o lei o chiunque altro potrebbe addurre contro l’istaurarsi ed il proseguire di una relazione tra una nobile ed un plebeo non hanno alcun senso di esistere per me….di certo non adesso…non così e non di fronte alla morte. Io la amo troppo per rischiare che muoia senza neanche sapere ciò che davvero provo per lei e le sono troppo devoto per rinunciare a lei senza combattere….non mi riferisco solo a questa mia corsa contro il tempo, oh lo so bene, ma al fatto che lotterei contro i suoi…contro il re in persona e chiunque altro dovesse opporsi, senza uccidere nessuno ovviamente…una lotta d’altro genere, pur di stare con lei e questo è davvero notevole! Specialmente considerando che a noi guerrieri è inculcata, quasi fin da subito, l’obbedienza agli ordini. Sarà forse anche per questo, non posso fare a meno di chiedermi, che sono particolarmente vulnerabile ad assalti mentali e il mio caro Chie ha voluto e dovuto donarmi il ciondolo che mi preme sul petto?Ma per Yuki io sono disposto a lottare!
Grazie agli dei arrivo in tempo perché l’infuso la salvi e riusciamo anche a riunirci agli altri nell’ultima città baluardo prima della Zona Oscura.
 
Ora rivivo un ricordo di una battaglia che, se non fosse per il fortissimo senso disgusto a cui è indissolubilmente legato il suo ricordo particolare, mai mi sarebbe rimasta impressa tra le tante battaglie fatte….mi è rimasta persino più impressa, quante cose può l disgusto che non possono altre emozioni o sentimenti, di quella in cui abbiamo rischiato di morire tutti.
 
Rivivo dunque, con rinnovato mio sommo disgusto,quando ho dovuto ingoiare una goccia di catrame ed un ragno vivo, tutti e due insieme in un sol boccone senza masticare…il ragno doveva restare vivo per un po’ dentro il mio stomaco, quale componente materiale per l’incantesimo “Movimenti del ragno”.  Hanno scelto me perché tra tutti sono sempre il meno eccelso ed è meglio lasciare gli altri a combattere in prima linea, questa volta siamo in una stretta gola, che è un passaggio obbligato, e siamo attaccati da mostri, per la precisione sono uomini-rettile, su entrambi i lati. Masayoshi deve rimanere al centro, il posto più sicuro essendo un mago, gli altri quattro si sono disposti due sul davanti e due da dietro e io scelto per arrampicarmi su una sporgenza, con le mie sole abilità fisiche non avrei mai potuto…ecco perché l’incantesimo, di roccia e da lì tirare frecce contro i nemici essendo abbastanza in alto da essere sicuro di non colpire i miei compagni ma non troppo in alto da rischiare di mancare i miei bersagli. La notte non è lontana ed io non posso portare una torcia e arrampicarmi nello stesso tempo ma la cosa non ha nessuna importanza data la mia visione particolare…semmai importa che se fosse giungerà la notte e io avessi continuato a mirare ottimamente senza una torcia con me…qualcuno si sarebbe fatto due domande..ecco questo mi accora sì, nel corso della battaglia senza però togliermi la concentrazione ma non si arriva a tanto grazie al cielo!
 
Ora rivivo alcune cose della mia infanzia in rapida successione e come se fossero legate tra loro da un filo invisibile. In primis quando da piccolo ho costruito un fortino sulla spiaggia, tutto da solo. Allontanatomi per andare a nuotare…al mio ritorno lo trovo distrutto e non ho bisogno di interrogarmi sul perché, semmai sul chi…su quali bambini lo hanno fatto in particolare, perché agli occhi di chiunque altro quello era “il fortino del mostro”. Poi rivivo quella volta che sono quasi annegato, ma questo, lungi dall’incutermi paura dell’acqua, mi motivò fortemente a imparare a nuotare…cosa che riesco a fare presto e bene da solo in fondo…non mi ci vuole troppo. Poi rivivo quando stavo andando in giro per la spiaggia in ceca di conchiglie, volendo fare una sorpresa alla mamma regalandole una collana, non cerco solo quelle già bucate, troppo rare, ma tutte quelle davvero belle…tanto so come fare loro il buco senza romperle. Sto continuando la mia ricerca mettendole tutte in un contenitore apposito che reco con me quando ad un tratto vedo un bellissimo castello di sabbia. Tali sono la sua bellezza e perfezione, almeno ai miei occhi, che gli manca giusto un ultimo, piccolo tocco decorativo….tale decorazione dovrebbero essere le mie conchiglie, anche se finora le ho raccolte per la mamma e anche se sono tropo poche per il castello…posso sempre trovarne delle altre sia per lei sia per il castello. Lo decoro attentamente con quelle che ho già e poi mi allontano per cercarne delle altre.
Al mio ritorno il castello è intatto, questo sì, ed è sempre lì meravigliosamente bello ma delle conchiglie con cui l’avevo decorato, non c’è più traccia. Mi adopero per cercarle e vedo una bimba, ben più piccola di me, che ci sta giocando….le rivoglio indietro e gliele chiedo,anzi devo essere onesto con me stesso le sto semplicemente pretendendo, forse troppo in malo modo oltretutto perché mentre mi allontano la sento piangere e singhiozzare, sì io ero nella ragione e lei una ladra ma adesso sono io che ci sto male…la mia coscienza non mi dà requie tanto più che lei mi ricorda quando a piangere ero io….per ben altri motivi certo ma….con la mamma che tentava invano di consolarmi, così torno indietro, oppresso dal senso di colpa anche se tecnicamente io sarei nel giusto e lei una ladra, oppresso anche dalla tristezza per perché in lei, volente o nolente, rivivo la mia prima infanzia…le ridò le conchiglie e mi scuso tanto, a più riprese, per la prepotenza e per averla fatta piangere.
La rassicuro che può tenerle e che io tanto ne troverò delle altre e anzi mi ci divertirò a farlo. A quel punto la mamma la esorta a ingraziarmi per averle regalato le conchiglie, che differenza da tutti gli altri questa donna….non solo non mi tratta come un mostro ma arriva a dire questo a sua figlia…per me però sarebbe troppo farmi ringraziare dopo che l’ho fatta piangere così me ne vado celermente. Un po’ mi spiace che una donna adulta non possa essere amica di un bambino piccolo come me…è la prima persona salvo mia madre a non  giudicarmi male a prima vista. L’ultimo ricordo che rivivo è la mia prima colpa e il motivo per cui l’ho commessa non mi scusa neanche lontanamente lo so:
Sono ancora un bambino piccolo e oggi mia zia, l’unica sorella di mia madre….anche per lei e i nonni io sono un mostro, mi ha trattato in maniera oltremodo crudele così ho deciso di vendicarmi facendole apposta qualcosa di cattivo…poiché comunque è già tanto convinta io sia cattivo. Rompo il suo vaso preferito e scappo via prima che possa prendermi, all’inizio sono soddisfatto ma poi ho i rimorsi e questa sera…la mamma si è messa a piangere…quindi sa.
 
Infine rivivo quella volta in cui Masayoshi, grazie a Nozomu, si è aperto completamente con me, Kodai e Yuki. Ciò mi ha dato lo sprone e la spinta finale, fino a quel momento tutto di me l’avevo detto solo a Yuki, in specie vedendo con quanto calore e conforto umano si rispondeva al suo dire….per aprirmi con tutti loro a mia volta. Io e Masayoshi siamo così simili, al punto che mi sto sentendo quasi uno stupido a non essermi confidato con lui prima! L’unica vera, sostanziale, differenza tra noi due non è che io ho sangue drow e lui di demone bensì il fatto che lui ha terrori che io non ho…e ora penso con un brivido che se le cose fossero andate diversamente nella mia vita ora forse quei terrori li avrei anch’io o peggio!Forse se la mia vita avesse seguito un corso completamente diverso, ben peggiore, sarei potuto io stesso diventare malvagio? Interrogo il mio cuore e la mia mente su questo….sinceramente riescono a rispondermi che non sarebbe comunque mai accaduto ma gli ci vuole un po’. Al che mi vien spontanea una battuta rivolto a Masayoshi, una detta con affetto di cui entrambi ridiamo poi:
“Ehi amico! vedi di non contagiami con la tua malattia.”
Ha capto benissimo….abbiamo capito tutti a cosa mi riferivo.
 
Eccomi tornato pienamente al presente finalmente, a me e a Yuki non resta molto tempo ormai. Ci teniamo la mano ma non riusciamo a voltarci per guardarci negli occhi…deboli come siamo, non possiamo ma stando schiena contro schiena e pure attraverso le armature….riusciamo a percepirci l’uno contro l’altra. Sto morendo senza rimpianti, sappiamo entrambi che finita questa missione….se necessario avremmo lottato contro il mondo intero pur di restare insieme e per tutto il tempo che abbiamo avuto, ci siamo amati tanto….quanto ai figli che non avremo…neanche loro mi sono motivo di rimpianto perché so che sebbene sarebbero nati completamente umani, ho visto figli nati da unioni di mezzelfi chiari e umani e per  mezzi drow non dev’essere diverso…loro erano pienamente umani, avrebbe sempre e comunque pesato su di loro chi era il loro pare, non ci illudiamo che non sarebbe stato così, per questo non rimpiango il non averne avuti.
 
Neanche ho rimpianto per gli altri, semmai l’unico rimpianto è che Kodai non sa qui a curarci e salvarci ma non posso definirlo un vero rimpianto sia perché stiamo avendo la più bella e onorata delle morti che un guerriero possa avere….sul campo i battaglia…….sia perché ad ogni modo tutti moriamo prima o poi….sia perché creo fermamente nella reincarnazione o metempsicosi che dir si voglia…sa perché sento i corni della vittoria, questa la mia gioia più grande ora…il mondo è salvo…la vita è salva…e sia perché sono convinto, me lo dice il mio cuore anche se da che siamo stati divisi durante gli scontri non ne ho più saputo niente, che loro tutti gli altri….stanno bene!Come ultimo desiderio, sentendo che con un filo di voce Yuki fa altrettanto, chiedo che possiamo reincarnarci insieme.
Poi raccomandando le nostre anime alle divinità, spiriamo serenamente.


* Nota doverosa dell’autrice: questa frase l’ho sentita anni fa in un fil d’animazione e mi rimase così tanto impressa che da allora be’ diciamo che aspettavo solo l’occasione propizia di inserirla in un mio racconto senza rovinarlo ma anzi caricandolo d’immenso grazie ad essa.

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