Raccolta

di I_love_villains
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hanami con Himiko ***
Capitolo 2: *** Pulcino birichino ***
Capitolo 3: *** Inner rose ***
Capitolo 4: *** Verso un futuro migliore ***
Capitolo 5: *** Cerchiamo un unicorno insieme! ***



Capitolo 1
*** Hanami con Himiko ***


Oggi è la prima volta che trascorri l’hanami senza la tua famiglia. È un’occasione speciale, ma non è l’unico motivo che ti fa fremere d’entusiasmo.
Non vedi Himiko Toga dalla fine delle elementari. A quei tempi lei era la tua più cara amica, poi però la tua famiglia si è dovuta trasferire e, sebbene hai continuato a restare in contatto con Himiko grazie ai social, non l’hai mai più incontrata dal vivo. Per questo, quando qualche giorno fa lei ti ha invitato a guardare la fioritura dei ciliegi assieme, hai accettato immediatamente, felice di avere quest’occasione per riallacciare i rapporti. Ricordi Himi-chan come una bambina molto carina, vivace, curiosa, sempre sorridente. Ti auguri che sia rimasta così.
Impaziente, ti controlli per l’ultima volta allo specchio, assicurandoti che kimono e obi cadano bene, prendi il thermos in cui tua madre ha versato il the verde ai fiori di ciliegio fatto in casa, indossi gli zōri (sandali tradizionali) e compri nel supermarket più vicino un hanami bento, ovvero un cestino per il pranzo i cui colori e sapori sono dedicati al rosa dei ciliegi.
Prendi la metropolitana per raggiungere il parco, già pieno di gente. Ti chiedi se tu e Himiko troverete uno spazio solo per voi. Ed ecco che la vedi mentre agita forsennatamente le braccia in segno di saluto, per poi correre verso di te e abbracciarti forte. Ricambi la stretta con una punta di timidezza: è più espansiva di quanto ricordassi e sebbene ti sia mancata ti senti un po’ in imbarazzo, considerando che sono quattro anni che non vi parlate. Himiko si stacca per osservarti bene. Ovviamente anche tu fai lo stesso.
Constati che fisicamente non è cambiata molto, è sempre minuta e graziosa; forse il sorriso è un tantino troppo ampio e gli occhi leggermente strabici le danno un’aria svagata che comunque le si addice. Indossa un kimono sgargiante: rosso, decorato con fiori e petali bianchi a tema per l’hanami, invece l’obi è giallo e presenta un motivo geometrico floreale.
“Stai benissimo” le dici infine.
Il rosso sulle guance di Himiko si accentua mentre ti ringrazia e ricambia con sincerità il complimento.
“Ho trovato un posto speciale tutto per noi” dichiara prendendoti a braccetto. “Si trova poco dopo il ponte.”
Durante il tragitto le chiedi cosa l’ha spinta a invitarti a trascorrere insieme quella giornata. Lei sembra rifletterci su prima di fare spallucce e spiegare: “Semplicemente stavo controllando la lista dei miei contatti, ho letto il tuo nome e mi è venuta nostalgia… Sono tanto contenta che hai accettato di venire!”
Hai la sensazione che quella non sia tutta la verità, ma lasci perdere: l’importante è stare insieme.
Il luogo scelto da Himiko per il pic-nic è davvero incantevole. Puoi udire soltanto il cinguettio degli uccellini, che saltellano di ramo in ramo festeggiando a modo loro l’arrivo della primavera; un brusio lontano, prodotto da voci indistinguibili di centinaia di esseri umani intenti a rilassarsi; lo scorrere del ruscelletto, presso il quale Himiko ha disteso la tovaglia azzurra del vostro pic-nic. Ti ci siedi sopra senza distogliere lo sguardo dalla pioggia di petali che dagli alberi finisce sul prato o in acqua, spinta da una leggera brezza. Inspiri profondamente, ti sembra di assaporare il dolce odore dei ciliegi. Quando espiri ti senti in pace con il mondo. Felice, guardi Himiko, che ti si è seduta accanto e ammira i fiori altrettanto rapita.
“Mi piace il rosa!” esclama facendoti ridere.
“È meraviglioso. E guardarlo con te… Mi ci voleva. È uno spettacolo troppo bello da guardare soli, ma essere in tanti guasta l’atmosfera. Credo sia ideale assistere con gli amici... Da bambini con la famiglia.”
“Sì, con gli amici! Fare le cose da soli è bruttissimo!”
Fra un commento e l’altro, aprite i vostri rispettivi hanami bento e mentre mangiate cala nuovamente un silenzio pacifico. L’imbarazzo che ti aveva colto all’inizio è sparito. Andare d’accordo con Himiko, parlarci liberamente, è estremamente facile.
Ti godi il pranzo a base di onigiri (polpette di riso bianco con un cuore di tonno, salmone o altro), tamagoyaki (una specie di omelette), karaage (pollo fritto) e il dolce tipico della stagione, l’hanami dango, composto da palline di riso glutinoso infilate in uno stecco che simboleggiano: il rosa della fioritura, il verde delle foglioline appena nate e il bianco della neve che si scioglie per lasciar posto alla primavera.
Già, anche la neve, poiché tornerà sempre, e lo stesso farà la primavera. L’hanami aiuta a ricordare che tutto passa, sia i momenti brutti sia i momenti belli. Chissà come sarai fra un anno, o due, o tre. Certo qualcosa, forse molto, sarà cambiato, esattamente come è cambiato da quando avevi due anni, per esempio. L’importante è ricordare che la fine di qualcosa può essere l’inizio per qualcos’altro...
“Che belle parole” sussurra Himiko.
Evidentemente hai pensato ad alta voce. Inizi a scusarti, ma lei ti interrompe: “No, è giusto. Mi sento come i ciliegi, non mi era mai capitato le altre volte… Sai, la mia vita è cambiata parecchio in queste settimane. Sono più me stessa, libera!”
Himiko lo urla quasi, alzando le braccia al cielo per esprimere contentezza, poi si stende, a metà fra tovaglia e prato. Tu ricambi il sorriso, non capendo cosa intenda ma partecipe della sua gioia. Lei tenta di spiegarsi: “Ti ho detto almeno una bugia. Riguardo al mio quirk, perché i miei volevano fosse un segreto… Non è sparire se non sono osservata, quello è solo una parte, come i canini. Vedi, il mio quirk è trasformazione: se bevo il sangue di qualcuno, mi trasformo in lui. E mi piace da matti!”
Himiko sorride radiosa e ti guarda carica di aspettativa. Tu non sai bene come reagire. Sembra molto importante per lei, tuttavia non puoi fare a meno di immaginartela mentre beve sangue e il pensiero non è dei più affascinanti. Sul suo viso passa un’ombra di apprensione.
“Sono felice per te” rispondi in fretta. “Scusa Himiko, mi hai colto di sorpresa. Comunque… accettarsi è una cosa molto bella, davvero… Non mi aspettavo l’utilizzo del sangue.”
“Ti fa paura?”
“Beh, un poco…”
“Io lo trovo bellissimo” sospira arrossendo.
Tu sorridi per la piega bizzarra che ha preso la conversazione. Evidentemente però Himiko ha apprezzato la tua reazione, ora è più tranquilla. Qualche momento prima si era irrigidita, segno che temeva come avresti reagito alla rivelazione. Che si aspettava? Che tu scappassi via? O che la rimproverassi? Fai spallucce e ti stendi accanto a lei. Himiko avrà un quirk inusuale, magari disgustoso o spaventoso per alcuni, ma non è l’unica caratteristica che la definisce. A te piace come persona, è simpatica e solare, buffa a volte.
“Io no, ma possiamo essere amici lo stesso, vero?”
“Certo che sì! Quella nuvola sembra un gatto!”
Tirate a indovinare la forma delle nuvole sempre più sporadicamente, finché la pace del luogo ha la meglio su di voi e vi addormentate.
Ti svegli dopo un paio d’ore. Himiko ti chiama dolcemente e ridacchia, spazzolandoti il kimono dai petali che te lo hanno ricoperto. Appena ti rendi conto di quanto accaduto, ti unisci alla sua risata e finisci di rimuovere gli ultimi petali.
“Devi tornare a casa, vero?” ti chiede lei imbronciata.
“Beh, fra poco. Che ne dici se sistemiamo qua e ci andiamo a prendere qualcosa dal chioschetto?”
“Perfetto!”
Tu recuperi il thermos ormai vuoto, Himiko arrotola la tovaglia e insieme andate a buttare i rifiuti, per poi dirigervi al chioschetto e comprare un sakura mochi (riso glutinoso ripieno di marmellata di fagioli azuki e avvolto in una foglia di ciliegio sotto sale).
Inaspettatamente, all’ingresso della metropolitana, Himiko ti chiama e ti afferra le mani emozionata.
“Grazie mille per questa giornata, è stato bellissimo…”
“Anche per me Himi-chan, sono io a doverti ringraziare. Ci rivedremo presto spero.”
“Sì, desidero molto… Insomma, c’è una persona che mi piace… Potremmo cercarla insieme, sì?”
“Cercarla?” ripeti ridendo.
“Sì, lui non mi conosce ancora ed è bravo a nascondersi.”
“Non ti seguo, però sembra divertente. Ci sto!”
Himiko ti salta addosso rischiando di farti cadere. Nonostante gli schiamazzi allegri percepisci, come ti è capitato in qualche altra occasione in quella giornata, che la tua amica è meno spensierata di quanto lei stessa ammetterebbe. Non ti sta mentendo, semplicemente avverti che sta facendo del suo meglio per far sì che tutto le vada bene, celando qualsiasi pensiero negativo.
“Himi-chan” dici posandole le mani sulle spalle e guardandola negli occhi. “C’è qualcosa che ti turba? Non so… è come se in certi momenti ti aspetti che arrivi qualcosa a sciuparti la felicità.”
Lei ti fissa sorpresa. Si fa più seria e sospira.
“Non è tutto perfetto, ma sono felice, davvero. Mi sto ancora abituando al cambiamento, tutto qui. Ti chiamerò presto, promesso, staremo insieme e cacceremo il mio amore!”
L’abbracci calorosamente prima di salire sul treno. Ti sporgi dal finestrino e la saluti finché non ti è più possibile vederla, avvertendo una sensazione di tristezza nell’allontanarti da lei.



Angolo Autrice

Come si è capito XD, la traccia riguardava l'hanami: bisognava scrivere un racconto di max 1500 parole in seconda persona durante appunto il periodo della fioritura dei ciliegi in Giappone. Il personaggio di un fandom a scelta, in questo caso Himiko, doveva invitare il lettore a trascorrere la giornata in compagnia e relax.

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Capitolo 2
*** Pulcino birichino ***


Mi sveglio riposato e sereno, carico di energie per la nuova giornata… eppure mi sento strano. Mi metto a sedere e mi guardo attorno. Sgrano gli occhi intimorito: questa non è la mia camera! Mi rendo subito conto che il letto è troppo grande per me. Eppure io non conosco nessun gigante. Ieri dopo la ronda notturna ricordo perfettamente di essere tornato a casa per poi crollare sfinito sul letto.
Mi alzo, accendo la luce e dagli oggetti presenti capisco dove mi trovo: vi sono peluche mutilati, coltelli, siringhe, poster di Stain, cose da ragazza per la maggior parte rosa o rosse... Che ci faccio nella camera di Himiko Toga?! E perché mi appare tutto ingigantito?!
Svolazzo confuso e impaurito nella stanza annessa, un piccolo bagno, e mi osservo allo specchio. Fisso a lungo il mio riflesso, imbambolato, perché non è possibile che abbia le fattezze di un treenne! Ieri avevo giusto una ventina di anni in più! Inoltre, indosso un pigiama rosa, con un pulcino al centro della maglietta.
Ok, è stata Himiko a farmi tornare bambino, ma perché mai avrebbe dovuto farlo? Temo la risposta… che comunque non tarda ad arrivare.
La biondina apre la porta e mi chiama: “Keigo? Kei-chan? Oh, sei già sveglio tesoruccio. Io sono Himiko Toga, la tua babysitter! Puoi chiamarmi Himiko-nee. Sei tanto carino! Dai, prepariamoci così ti presento Dabi, il tuo tato. Sarai una bellissima sorpresa per lui!”
Mi limito ad annuire. Himiko parla come se non si aspettasse che ricordo la mia vita da adulto. Cosa che in effetti è parzialmente vera: la mia memoria è alquanto nebulosa. Però so a che si riferisce parlando di sorpresa per Dabi: oggi è il suo compleanno. Non per davvero, ma lei e Twice gli hanno affibbiato questo giorno come data di nascita per poter festeggiare.
Inizio a tranquillizzarmi mentre lei si occupa della mia toeletta. Se mi ha fatto tornare piccolo per Dabi, allora saprà anche farmi tornare grande. E posso approfittare della situazione! Dabi non è mai stato tenero con me, ha sempre avuto un commento sarcastico da dire, una frecciatina da lanciare, rovinando i momenti di affetto. Ma con un bambino sarà per forza più buono! Credo di dover ringraziare Himiko per questa opportunità, lei è sempre dolce e premurosa… le farò un disegno!
La biondina mi fa infilare la testa in una specie di cuscino rosa a forma di cuore, mi pettina i capelli, mi scatta qualche fotografia, evidentemente fiera di sé, e finalmente mi dichiara pronto. Mi prende in braccio e porta in sala comune.
“Buon compleanno Dabi! Questo è per te!” esclama porgendomi.
Scoppio a ridere perché Dabi ha fatto una faccia buffissima nel vedermi. Himiko mi imita subito dopo.
“È- è Hawks? È davvero lui? Ma come cazzo l’hai conciato?!” quasi urla lui dopo qualche secondo.
“Ehi, niente parolacce! L’ho rimbambinito!”
“Era rimbambito già prima… Ma perché? Per quanto sarà così?”
“Dovrebbe tornare normale tra sedici ore.”
“Dovrebbe?!”
“Eheh, ora più, ora meno...”
Io non li ascolto più. Ho gli occhi lucidi e tiro su col naso, trattenendo i singhiozzi. Volo vicino a Dabi e gli chiedo supplicante: “D- davvero pensi che s- sono rimbambito?”
Il villain sospira, mi prende in braccio e mi carezza la testa.
“No, penso che Toga è una rimbambita. Adesso ti trovo dei vestiti normali, mh?”
“Poi giochiamo insieme?” domando raggiante.
“Sì, certo.”
Mi spiace che sia arrabbiato con Himiko, in fondo lei aveva buone intenzioni. Cerco di dire qualche parola in suo favore dopo che ho indossato i vestiti normali: “Sei arrabbiato con Himiko-nee?”
“Forse.”
“Ma lei è gentile.”
“Sì, ma le manca il buon senso. Non ci pensare adesso. Che vuoi fare?”
“Colazione!”
Dopo la colazione, durante la quale gli altri membri della Lega hanno saputo della mia situazione, gioco a palla con Dabi. È più divertente di quanto immaginassi! Anche lui sorride ogni tanto, cosa che mi fa interrompere il gioco per abbracciarlo. Gli voglio troppo bene!
“Ehi pulcino, non vado da nessuna parte.”
“Ma è bello, a te non piace?”
“Beh, non ho detto questo, è che…”
“Mi vuoi bene?” gli chiedo facendo gli occhi da cucciolo.
“Sì…”
“Yay!”
Quando ci stanchiamo di prendere e rincorrere la palla, Dabi mi porta in camera di Himiko per fregarle un peluche a mia scelta. Però nessuno mi ispira, sono troppo rovinati o femminili.
“Non ce n’è uno di Endeavor?”
Dabi si irrigidisce a quel nome. Sapevo il perché, ma al momento mi sfugge...
“No, qui non c’è niente che riguarda gli eroi.”
“Perché? Il mio preferito è Endeavor. Il tuo?”
“Uno giovane” risponde lui, scompigliandomi i capelli.
Ricambio il suo sorriso rosso di piacere. Rinuncio al peluche e mi occupo del disegno. Faccio prima Himiko, poi me, Dabi, Twice, Rumi e anche Endeavor. Una volta finito lo piazzo in faccia a Dabi per fargli ammirare quello che modestamente considero un capolavoro. Lui lo prende e lo distanzia, facendo una smorfia alla vista del flame hero.
“Molto bravo Keigo, andiamo a pranzare.”
Prima però lascio il disegno in camera di Himiko. Sopra ci scrivo: X 7064, ovvero per Toga in un linguaggio cifrato. Lo faccio perché è un regalo per lei, ma non voglio che gli altri siano dispiaciuti per non aver ricevuto un mio disegno. Sono un bravo pulcino.
Purtroppo durante il pasto le cose non vanno per il meglio. Tanto per cominciare manca il pollo: io adoro i cibi a base di pollo! Sbocconcello un po’ di riso e carne imbronciato. E, imitando Dabi, rifiuto le pietanze di pesce.
“Ma è buono Keigo” mi blandisce Himiko, avvicinando un onigiri alla mia bocca. “Di’ aah.”
“No!” esclamo incrociando le braccia.
“Se non lo mangi non avrai il dolce” mi ammonisce Dabi.
“No! Tu non lo mangi! E io voglio il pollo!”
“Io però l’ho assaggiato. Dai un morso, magari a te piace.”
Per tutta risposta butto a terra gli onigiri e comincio a fare i capricci: voglio il mio pollo e lo voglio adesso!
“Se non la smetti immediatamente ti spenno, pennuto, ti metto in forno e diventerai tu stesso la portata principale!”
La minaccia di Shigaraki mi zittisce giusto il tempo che io spalanchi gli occhi per l’orrore. Poi strillo di paura e volo via, ignorando i rimproveri che gli altri stanno lanciando al loro boss.
“Ma la torta la mangiamo o no?” sento domandare Twice prima di uscire dalla stanza.
È Dabi a trovarmi sul tetto. Sono felice che sia lui. Gli vado incontro e mi faccio abbracciare, ancora turbato. Dabi si siede mettendomi sulle sue gambe. Mi lascio avvolgere dal suo calore e dal suo odore, entrambi confortevoli.
“Shigaraki non ti farà nulla, non glielo permetterei” mi consola.
“Sono stato cattivo?”
“No, sei solo un pulcino. Guarda che ti ho portato.”
Noto solo adesso che ha con sé un piatto con due pezzi di torta. Ricordo che è il suo finto compleanno e lo stringo forte, esclamando: “Auguri!”
“Grazie Keigo” mi sorride.
“E le candeline? Le hai già soffiate?”
“Non c’erano perché…”
“E come esprimi il desiderio?”
“Se ci tieni…” dice mentre sulla punta dell’indice appare una fiammella blu. “Soffiamo insieme.”
Io annuisco entusiasta e soffio, desiderando di stare insieme a Dabi per sempre. Il solo pensiero mi fa battere forte il cuore. Mangiamo in silenzio, di buonumore, finché sbadiglio e mi appoggio a lui.
“Hai sonno?”
“No… ma raccontami una favola.”
“Ok, te la racconto in camera.”
“Dabi… sei tu il mio eroe preferito…”
Dopodiché mi sono addormentato, ma credo che mi ha preso in braccio e portato a dormire nel suo letto. Quando mi sveglio accanto a me c’è un peluche di Endeavor. Lo tocco incerto, ma il pupazzo non scompare, quindi non me lo sto sognando. Lo stringo contento. Forse Dabi non lo odia poi così tanto…
Mi sveglia un urlo. Preoccupato, esco dalla camera stringendo il peluche. Sembra che due persone stiano litigando, Himiko e un bambino.
“Come hai potuto fraintendere?! Giuro che non ti ringrazierò mai più!”
“Sei super carino! Vai a giocare con Kei-chan, non avete molto tempo.”
“Sono le tue ore ad essere contate pazza! Se ci riprovi…!”
“Tranquillo, il quirk baby funziona una sola volta per ciascuno, e dura un giorno soltanto. Buon baby day!”
La porta si apre di scatto ed esce un bambino della mia età con occhi azzurri e capelli bianchi. Si ferma davanti a me sorpreso.
“Ciao, come ti chiami?” gli chiedo gentilmente.
Lui esita un po’, ma alla fine risponde: “Touya.”
“Io sono Keigo. Ti va di giocare con me ed Endeavor, Touya?”
“Solo se lui fa il cattivo e noi siamo gli eroi.”
“D’accordo” rispondo stupito.
“Keigo aspetta… Prima che me ne dimentichi…”
Touya accende una fiammella blu sull’indice e mi fa avvicinare. Sorride. Sorrido anch’io. Soffiamo insieme ancora una volta, poi lo prendo per mano e corriamo per la base persi nel nostro gioco infantile.



Angolo Autrice

Un personaggio del fandom doveva tornare treenne (doveva essere rimbambinito XD) e godersi l'essere bambino, sempre mantenendoci entro le 1500 parole. Come livello pro: usare numeri come lettere, lol.
E sì, credo fermamente Dabi sia Touya Todoroki, che nel manga ha i capelli bianchi (nell'anime rossi).

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Capitolo 3
*** Inner rose ***


Katsuki camminava sul bagnasciuga con l’unico scopo di allontanarsi il più possibile dai compagni di classe. Poteva ancora sentirli cantare attorno al falò che avevano acceso. Gli sembravano degli idioti... stonati per di più!
Aveva acconsentito a partecipare a quella giornata al mare soltanto perché Mina, Eijiro e Denki non la smettevano più di tartassarlo e ripetere vedilo come un allenamento.
D’accordo, alcune attività non gli erano dispiaciute: si era divertito a battere Deku a beach volley e aveva sgretolato uno scoglio a forza di esplosioni, per esempio.
Ma non aveva alcuna intenzione di stare seduto attorno a un fuoco a sorbirsi canzoni smielate. Figurarsi poi se gli interessava guardare le coppiette baciarsi!
“Oh!”
Katsuki si voltò di scatto a quell’esclamazione improvvisa: Himiko si trovava a un paio di metri da lui. Era evidente che l’avesse stalkerato. La biondina era bravissima nello stealth, strano che si fosse tradita così. Stava guardando rapita il cielo, con l’espressione estasiata di una bambina che ha appena visto la slitta di Babbo Natale.
“Vampira, perché cazzo mi stai seguendo?!”
“Ho visto una stella cadente!” annunciò entusiasta la bionda, ignorando la scortese domanda.
A Himiko quella stella era sembrato un ottimo presagio. La incoraggiava a dichiarare i sentimenti che da tempo erano germogliati per Katsuki. Le amiche le chiedevano spesso cosa ci trovasse in lui, ma non era facile rispondere.
Trovava Katsuki estremamente carino quando era imbronciato, ovvero sempre; le sue esternazioni d’ira la divertivano piuttosto che spaventarla; ammirava la sua implacabile determinazione nel diventare il numero uno e come sosteneva orgoglioso di essere il migliore. Himiko spesso giustificava la maleducazione del compagno, ma, siccome intendeva aiutarlo a migliorare, qualche volta lo rimproverava per essere troppo brusco. Katsuki era molto più di un urlatore esplosivo: più di una volta aveva scorto qualcosa di profondo in lui.
Per Himiko era come se un seme fosse stato piantato nel suo petto appena aveva incrociato gli occhi del biondo. Ogni volta che si erano parlati, il seme aveva continuato a crescere, finché adesso una rosa era sbocciata sulle sue guance. La biondina se le sentiva in fiamme.
“E hai espresso un desiderio, ah? Che stronzata.”
“Bakugou, devo dirti una cosa... Io...”
Ma come esprimere a parole ciò che provava? Temeva di non riuscire a rendere giustizia all’intensità delle sue emozioni...
“Bah, tornatene dalle altre comparse.”
Himiko gli afferrò il polso prima che lui ricominciasse a passeggiare. Alzò la testa per guardarlo negli occhi. Era un’eroina: doveva essere coraggiosa e onesta, come sempre!
“Tu mi piaci Bakugou, più che come semplice amico. Me ne sono accorta da tanto, però volevo essere sicura che non si trattasse di una cotta passeggera... Non lo è. Mi piaci veramente... E spero tu possa ricambiare, prima o poi...”
Restarono a fissarsi per parecchi secondi. Poi, quando Himiko pensò di non riuscire a resistere un attimo di più, Katsuki la attirò a sé e la baciò dolcemente.
“Era ora, vampira.”



Angolo Autrice

In 500 parole, raccontare come un personaggio del fandom è convinto dagli amici ad andare in spiaggia e lì salpa la ship XD
AU in cui Toga non è una villain ma una studentessa della 1°A.
La mia OTP è risultata vincitrice tra quelle scritte per la settimana dedicata al summer party, yay! ^^

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Capitolo 4
*** Verso un futuro migliore ***


Endeavor era seduto nel suo studio e leggeva attentamente i rapporti riguardanti una misteriosa quanto cruenta serie di vittime, quando un insistente bussare accompagnato dall’acuta voce di Himiko Toga lo interruppe: “Aiuto! Emergenza!”
L’eroe aprì rassegnato la porta. Durante i primi giorni aveva ignorato la biondina, ma non si era rivelata una soluzione efficace, poiché lei continuava a fare rumore finché non otteneva le attenzioni desiderate. Endeavor sapeva che occuparsi della riabilitazione di una villain non sarebbe stato semplice, però non avrebbe mai immaginato di arrivare vicino al limite di sopportazione dopo appena una settimana di convivenza. Si era pentito almeno una decina di volte per essersi offerto come giudice.
Ora che la sua famiglia non abitava più assieme a lui, Enji aveva deciso di ospitare la giovane criminale per controllarla e constatare se faceva progressi nel programma di redenzione al quale era stata iscritta. La Commissione era stata più che felice di assegnare Toga al giudizio del numero uno e nemmeno la ragazzina aveva avuto da ridire. Sembrava essersi risolto tutto per il meglio: a lui non sarebbe più pesato il vuoto della casa e i cittadini non avrebbero più avuto nulla da temere... peccato che la biondina fosse più vivace e temeraria di quanto Enji si fosse aspettato.
“Cosa c’è?” domandò infastidito l’eroe.
Toga in precedenza l’aveva disturbato per sciocchezze, ad esempio per avvisarlo che erano finiti i suoi biscotti preferiti, mentre per questioni in cui era necessario consultarlo, tipo per chiedergli il permesso di riverniciare la camera assegnatale, faceva di testa propria. Era addirittura uscita a fare la spesa senza avvertire e naturalmente si era beccata una lunga ramanzina al ritorno. Riguardo le uscite della villain Endeavor non era troppo preoccupato, in quanto le era stato installato un bracciale con GPS incorporato, per localizzarla in caso di tentata fuga. Toga era stata riluttante all’inizio, ma quando il bracciale da lei considerato brutto era stato sostituito con un modello rosa aveva acconsentito a indossarlo.
“Un ragno! Brucialo!” strillò Himiko, indicando l’odiato aracnide.
“Tante urla per un ragnetto?”
“Brucialo!”
Enji prese un barattolo, catturò il ragno e si recò in giardino. La biondina lo seguì a distanza di sicurezza.
“E se torna?”
“Lo ricatturo.”
“E se fa migliaia di uova?”
“Magari te ne sari già andata per allora.”
Endeavor si chiuse nello studio ignorando ulteriori proteste. Himiko fissò imbronciata la porta, fece spallucce ed entrò senza chiedere il permesso. Il volto dell’eroe si infiammò alla vista del sorriso impertinente della villain.
“Che altro vuoi?”
“Mi annoio. Posso invitare Fuyu-nee?”
“Fuyu... nee?” ripeté Enji, sorpreso.
“Sì! Ha detto che ha sempre desiderato una sorella, quindi mi ha adottata! Mi ha anche regalato i suoi vecchi peluche!” raccontò entusiasta Himiko, gesticolando la sua contentezza.
“Non sapevo foste già tanto unite. Vi siete viste una sola volta.”
“Sì, ma le ho scritto su ogni social su cui ha un profilo e abbiamo legato.”
“Fuyumi non può venire, tra poco esco e non posso lasciarti sola con lei.”
“Ma non le faccio niente!”
“Forse, ma queste sono le regole.”
“Un tempo mi sarei presa una cotta, Fuyu-nee è così carina e gentile... ma ora per me esiste solo Tsuki. Lui può venire?”
“No, non può venire nessuno mentre io sono a lavoro. Esci.”
Endeavor si infiammò ancora di più ad ascoltare i mugolii scontenti di Toga, che non aveva alcuna intenzione di obbedirgli. Come sempre, l’umore della ragazzina cambiò in un baleno. Esclamò, tutta allegra: “Allora mi prendo un cucciolo!”
“È fuori discussione!”
“Ma mi annoiooo! Voglio persone!”
“Devi comportarti bene, altrimenti finirai in prigione o all’ospedale psichiatrico, già lo sai” tagliò corto Enji. Spense il PC e superò Himiko, per poi chiudere a chiave la porta di casa.
La biondina sbuffò, impotente. Gli mancavano moltissimo Jin e il resto delle Lega, ma ancora di più le mancava Katsuki, il ragazzo per cui aveva smesso di uccidere. Per amor suo aveva deciso di partecipare al programma riabilitativo e contava di superarlo a pieni voti, se mai in certi casi assegnassero voti. Però era tutto talmente noioso senza i ragazzi... Era anche convinta di non piacere al suo esaminatore. E se per ripicca la bocciava? Ma non poteva mica smettere di essere se stessa, allora sì che sarebbe tornata violenta. Doveva trovare un modo per anticipare la sua liberazione...

L’ispirazione le giunse qualche giorno dopo, guardando un film. Ma certo, come aveva fatto a non pensarci prima? Se catturava un vero cattivo, Endeavor avrebbe capito che lei non era malvagia né pericolosa e l’avrebbe liberata subito! Himiko fremette eccitata. Solo, come trovarlo un vero cattivo? Al telegiornale non davano mai informazioni utili per cacciarli. Istintivamente, la biondina si voltò verso lo studio di Endeavor. Sorrise maliziosa: sapeva dove procurarsi le informazioni necessarie.
Himiko, a partire dal primo giorno, si era data all’esplorazione di casa Todoroki, studio di Endeavor compreso. Sapeva già che nei cassetti non vi erano documenti cartacei, ciò che la interessava si trovava nel computer. L’eccitazione di Himiko sfumò nel digitare l’ennesima password errata. La villain si scompigliò i capelli, in evidente difficoltà. Come fare a trovare la giusta combinazione di cifre e lettere? Si guardò intorno, sperando in un qualche indizio. Non ne trovò.
“No, è un piano grandioso! Non posso rinunciare per una password! Mi servirebbe vederlo mentre la digita... Idea!”
Poco prima che Enji rientrasse, Himiko nascose il cellulare nello studio in modo che riprendesse la tastiera del PC. Tornò a guardare la TV, gongolando come una matta.
Endeavor si accorse di essere guardato spesso dalla villain con una certa impazienza, ma non ci badò. Aveva cose più importanti a cui pensare, non poteva occuparsi dei capricci di una ragazzina. Fino a quel giorno ben quattro persone, nella sua giurisdizione, erano state trovate in condizione degne di un film dell’orrore: il volto trasfigurato a causa di un feroce impatto; brani di carne tritati, alcuni asportati di netto; ossa fatte a pezzi e incise da ciò che sembravano denti. Per finire, la mano sinistra delle vittime era stata tranciata e le falangi erano state disarticolate per formare una stella. Questo peculiare dettaglio, assieme allo stato dei cadaveri, aveva permesso di collegare i quattro delitti tra loro e a quelli avvenuti in altre quattro prefetture, in cui erano stati rinvenuti in ciascuna cinque cadaveri identici.
C’era indubbiamente un serial killer in circolazione. Nell’arco di un anno, aveva mietuto ventiquattro vittime, tutte uomini di età diversa, apparentemente senza nulla in comune. La cosa sorprendente era che tutti i decessi erano stati stimati tra le venti e le ventidue, eppure nessuno aveva udito o visto nulla di sospetto. L’unica traccia che la polizia e gli eroi avevano per prevenire un altro assassinio era la data delle morti: il killer aveva colpito sempre nelle notti di luna nuova e di luna piena.
Enji era sicuro che il colpevole avrebbe colpito il venerdì successivo ed era determinato a fermarlo. Avrebbe esteso la sua ronda e pattugliato ogni vicolo con la massima attenzione. Tuttavia, gli sarebbe piaciuto sapere in anticipo che genere di avversario avrebbe dovuto affrontare. Secondo i rapporti, l’assassino, uomo o donna che fosse, possedeva un quirk legato all’invisibilità e aveva addestrato ad uccidere un qualche grosso animale, un orso per esempio. Endeavor non credeva molto a tale ipotesi, glielo diceva l’istinto, ma non aveva alcun indizio per escludere una traccia piuttosto che un’altra.
Qualche ora dopo, Himiko era distesa sul suo letto e leggeva i rapporti redatti dalla polizia con tutta calma. L’operazione era stata un successo! Dopo aver recuperato il cellulare e aver guardato il video, aveva digitato la password, fotografato i dossier che la interessavano e spento il PC, il tutto in poco meno di un quarto d’ora. Si sentiva tremendamente orgogliosa. Non vedeva l’ora di rendere orgoglioso anche Katsuki!
La biondina sorvolò sulle stranezze, non le interessava risolvere un mistero, e si soffermò sulla descrizione delle scene del crimine per farsi un’idea del killer. In fondo, rifletté, se riusciva a catturarlo non ci sarebbe più stato bisogno di scervellarsi: avrebbe dato lui una spiegazione ad ogni cosa! Le vittime erano state colpite da una furia cieca e spietata, tanto che gli inquirenti attribuivano l’atto a un animale, però non c’era alcuna passione. Gioia nel compiere un omicidio, magari, ma Himiko non scorgeva nell’azione alcun interesse personale, nessun tornaconto per chi aveva architettato le aggressioni.
C’era troppa accuratezza per una scelta casuale delle vittime, anche se la biondina non riusciva a immaginarsi cosa avesse attratto il killer. Concluse che l’assassino conosceva le vittime almeno di vista, probabilmente solo da pochi giorni o addirittura ore, in modo da selezionarle e poi ucciderle durante la data e l’ora prestabilita. Non riusciva a venire a capo della logica che muoveva il killer, ma era certa che un senso ci fosse.
Incapace di proseguire oltre, Himiko usò il cellulare per accedere a un sito di cui le aveva parlato una volta Giran. Chi meglio di lui poteva aiutarla nella ricerca di un criminale? Usando un paio di parole in codice per far capire che era lei a scrivere, mandò tutto ciò che aveva scoperto al broker di fiducia della Lega, dopodiché mise il cellulare in carica e si addormentò, pienamente soddisfatta.

Endeavor mise da parte il giornale, distratto dalle voci ovattate provenienti dalla camera di Himiko. Lei e Fuyumi parlottavano a bassa voce, ridendo di tanto in tanto. All’orecchio dell’eroe non giungevano le parole della loro conversazione, ma non gli importava, trovava rilassante ascoltare quel pacifico brusio. Comunque, sospettava che parlassero di ragazzi, a giudicare dagli urletti striduli di Himiko. Enji, suo malgrado, aveva imparato ad associare le reazioni di Toga a determinati argomenti. Si domandò apprensivo se stessero parlando solo di Bakugou o se invece Fuyumi fosse interessata a un ragazzo particolare. Non poteva essersi fidanzata nel giro di poche settimane, vero?!
“Endeavor-san!”
Himiko interruppe il corso funesto che avevano intrapreso i suoi pensieri. L’eroe posò lo sguardo sulla biondina, che sfoggiava esaltata un paio di trecce.
“Sono carinissime, vero? Piaceranno anche a Tsuki! Faccio una videochiamata e torno!”
“Ci sai fare con lei” constatò Enji.
“Beh, ho a che fare con bambini tutti i giorni” si schermì la giovane insegnante. “È una trottola, ma è anche dolce e simpatica. Fa bene avere intorno qualcuno tanto ottimista.”
“Non ventiquattro ore su ventiquattro...”
Durante la cena, Endeavor se ne stette in silenzio, lasciando chiacchierare le due commensali del più e del meno. Gli faceva piacere vedere la figlia parlare tanto spensieratamente con qualcuno, anzi, con un’amica. E anche Himiko gli sembrava più allegra del solito: gli occhi le scintillavano in una maniera particolare, cosa che non accadeva sempre, nonostante il perenne sorriso.
“Toga” proferì, quando la cena era quasi giunta al termine, “ in questo periodo sono molto occupato con un caso particolare, per questo sono spesso assente. Appena lo chiudo, avrò più tempo per stare a casa, così potrai invitare chi ti pare. Non vogliamo certo fare di te una reclusa.”
Inspiegabilmente, lei gli sorrise radiosa, cosa che lo mise in imbarazzo. Non poteva certo immaginare che la biondina intendeva liberare personalmente lui e se stessa da quella situazione scomoda. Fuyumi rise divertita e commentò: “Mi pare di capire che la vostra convivenza sta funzionando, giusto?”
Enji lasciò che a rispondere fosse Himiko: “Sì, ma non è ancora perfetta. Sono sicura che migliorerà però! Ho preparato una sorpresa!”
I due Todoroki si ritrovarono presto davanti un piatto di kuzumochi. Himiko fissò Enji, ghignando compiaciuta. Fuyumi sorrise con fare colpevole, altrettanto interessata alla reazione del padre. A Endeavor non andava giù essere osservato così attentamente mentre assaggiava il suo dolce preferito, ma le due ragazze non sembravano interessate a mangiare, almeno finché lui non avesse espresso un parere.
“È buono” ammise infine.
Himiko levò le braccia al cielo, esultante.
“Yay! Ci è voluto tanto! I primi li ho dovuti scartare perché sembravano tentativi di avvelenamento!”
Fuyumi scoppiò a ridere, imitata dalla biondina. Enji sorrise, contagiato dal loro buonumore, e finì di mangiare il dolce.
“Cosa ne pensi di papà?” domandò Fuyumi a Himiko, mentre le spazzolava i capelli. La villain l’aveva pregata di restare per un pigiama party, ma lei si sentiva troppo vecchia per certe cose e doveva svegliarsi presto, così era giunta a quel compromesso.
“È complicato. Per certi aspetti somiglia a Tsuki. Di solito non mi dà un’impressione piacevole, perché pensavo che Endeavor-san mi considerasse come un incarico da portare a termine, però adesso credo sia solo un atteggiamento superficiale. Non sa relazionarsi alle persone, eh? È divertente.”
Himiko si accorse che l’amica sorrideva tristemente.
“È sempre stato chiuso e burbero... un tempo era anche peggio...”
“Non riesco a immaginare come fosse in passato, ma ora non è cattivo.”
Fuyumi sussultò e si spostò davanti la biondina, molto sorpresa.
“Hi- Himi-chan, tu sai... per caso sai come...?”
“Vi trattava? Sì. Scusami, Fuyu-nee, non posso dirti come lo so.”
Ciò non basto a calmare l’altra: “M-ma come?! Significa che anche gli altri villains...?!”
Himiko strinse Fuyumi in un affettuoso abbraccio; le dispiaceva non poterle raccontare la verità, però non poteva mica tradire la fiducia di Dabi. Cercò di tranquillizzare l’amica: “Fuyu-nee, nessuno vuole fare del male alla tua famiglia, te lo giuro. I piani di Tomura non vi riguardano affatto. Anzi, per dirla tutta, non nuoceremo a nessuno, vedrai. Mi credi?”
Fuyumi annuì, scombussolata. Non riuscì a ottenere altro dalla biondina. Lasciò la sua vecchia residenza pensierosa e confusa, tuttavia le parole di Himiko l’avevano rincuorata e si augurava fossero di buon auspicio per un futuro migliore per tutti.

Himiko passeggiava con gli auricolari nelle orecchie, osservando attentamente ogni vicolo. Come si era aspettata, Giran era stato capace di procurarsi informazioni utili. Per di più gliele aveva trasmesse gratuitamente, siccome a causa di quegli omicidi gli eroi disturbavano un sacco di onesti criminali, rischiando di farli finire al fresco. L’artefice dei delitti non era uno solo: si trattava di una setta di recente fondazione, i cui adepti erano tutti mutanti. Giran aveva scoperto che i capi erano due e che a ogni assassinio partecipavano entrambi; spesso erano accompagnati almeno da un altro membro. Inoltre, la mano aperta a forma di stella simboleggiava un pentacolo. Unendo i luoghi in cui erano avvenuti gli omicidi, era possibile formare cinque mini-pentacoli, più uno maggiore che comprendeva le cinque prefetture coinvolte. Di più, il broker non era stato in grado di scoprire. Himiko l’aveva ringraziato caldamente, promettendo di cucinare per lui non appena fosse stato possibile. Sapeva chi cercare e dove: poteva beccare gli assassini prima degli eroi!
All’ingresso di un vicolo, notò appoggiati al muro due mutanti, un camaleonte e un cincillà. Insospettita, trattenne il respiro ed entrò indisturbata nella stradina. Essa svoltava a sinistra e finiva in un vicolo cieco, ma la biondina non lo notò. La scena che si ritrovò di fronte catturò il suo sguardo, riempiendolo di meraviglia e terrore. Il colpevole aveva circa la stessa stazza di Endeavor ed era un uomo-squalo! Con le possenti mani aveva già schiacciato il volto della venticinquesima vittima e aveva appena tirato un morso con la sua formidabile bocca irta di denti, tranciando un grosso pezzo di carne dal braccio del malcapitato.
“Serve un coltello più grande” mormorò flebilmente Himiko.
L’uomo-squalo la udì. Si voltò lentamente, squadrandola incredulo. Avanzò di un passo, contemporaneamente lei iniziò a indietreggiare.
“Come sei passata? Il Profeta Strabico e il Figlio d’Argento sorvegliano l’entrata.”
“È grazie al camaleonte se non ti vedono o sentono...”
“Sai troppo, donna! Finora abbiamo sacrificato la progenie di Adamo, ma il ciclo si è chiuso stanotte! Cominceremo ad offrire agli Spiriti Animali la progenie di Eva!”
“Sei completamente suonato!”
L’uomo-squalo si mosse repentinamente, nonostante la sua mole. Afferrò il polso sinistro di Himiko e la portò alla sua altezza. Agendo d’istinto, lei si trasformò in Katsuki, sorprendendo l’avversario, e si liberò con un’esplosione. Lanciò il fidato coltello, ma il mutante, invece di schivarlo, lo inghiottì.
“Muori!” urlò Himiko, imitando Katsuki.
Naturalmente, non generava esplosioni potenti come il Bakugou originale, per cui l’uomo-squalo non subì gravi danni. Contrattaccò immediatamente. Dopo varie schivate, la villain fu presa in pieno da un pugno e volò contro il muro. Il mutante si affrettò a bloccarla sotto il peso del suo piede. Himiko tornò normale. Smise di prendere a pugni l’arto dell’avversario, atterrita. Davvero quella sarebbe stata la sua fine?
“Nooo! Devo sposare Katsuki e allevare i nostri figliii!”
Poco prima che l’uomo-squalo le fracassasse il cranio, una cometa si schiantò su di lui, allontanandolo. Himiko non fece in tempo a capacitarsene che Endeavor aveva già immobilizzato ed arrestato il mutante.
“Cosa...? Come...?”
“Non sei l’unica a usare le telecamere. Ho scoperto che ti sei intrufolata nel mio PC e adesso capisco il perché. Ho seguito il GPS per trovarti.”
“Ho fallito” mormorò sconfortata la biondina. “Volevo catturarlo per fare buona impressione...”
“Sei stata stupida e imprudente! Ma li hai trovati, ti darò il merito per la cattura...”
“Davvero? Allora non sei arrabbiato?”
“No. Capisco che hai agito con buone intenzioni. Non sono sempre sufficienti, però. La prossima volta avverti, ci guadagnano tutti in una cooperazione.”
“Lo farò” promise Himiko. Era la prima volta che si sentiva trattare con rispetto da Enji, cosa che le fece istintivamente provare rispetto per lui.
“Ti aspetta una lunga ramanzina, anche perché hai tenuto segreto che sai usare il quirk altrui.”
“Sì... Endeavor-san, spero che mi aiuterai a imparare dai miei errori. Su questo siamo uguali: accettiamo gli sbagli fatti e chiediamo scusa. Però per il passato non c’è più niente da fare, l’unica cosa che si può migliorare è il futuro. Oh, ecco la polizia!”
Himiko scappò verso la volante. Endeavor allungò una mano per afferrarla e porle una domanda, o forse un centinaio, ma si bloccò. Toga aveva ragione. Se si sbaglia, bisogna scusarsi. Non per ricevere perdono, ma per far capire che si è compreso l’errore fatto, che si intende rimediare, ad ogni costo, anche se la penitenza è lunga e dura e solitaria, in modo da costruire un avvenire migliore, in cui tutti hanno imparato dai propri sbagli.



Angolo Autrice

Un supereroe doveva indagare circa un villain misterioso in max 3000 parole.
La storia l'ho scritta in collaborazione con AnnyWolf99.
Horikoshi ha reso Endeavor un gran bel personaggio, noi abbiamo apprezzato molto la sua evoluzione e se il 75% della sua famiglia l'ha perdonato chi siamo noi per non fare altrettanto? u.u
Poi ci sono accenni di BakuToga perchè sì
E non vediamo l'ora che l'headcanon Dabi è Touya Todoroki diventi canon.
PS: la storia è risultata vincitrice del concorso =D

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Capitolo 5
*** Cerchiamo un unicorno insieme! ***


Non era facile fare parte delle tre V in alcuni giorni dell’anno. San Valentino era tra questi. Velvet era felicissima per Vox e Valentino, che almeno per una giornata non litigavano e si mostravano quanto si amassero nonostante i continui tira e molla, però lei finiva con l’essere lasciata sola a casa a fare da petsitter a Vark, lo squalo martello di Vox. Velvet gli voleva molto bene, si divertiva a giocare con lui ed era un piacere nutrirlo con le parti di cadavere che le avanzavano, tra cucina e costruzione di bambole, ma decise che per il San Valentino di quell’anno i suoi carissimi papà si sarebbero dovuti organizzare diversamente.
La demone bambola, una settimana prima, aveva pubblicato un questionario su ogni social, senza specificare che il premio in palio fosse lei stessa. Infatti, era convinta di trovare la sua anima gemella leggendo le risposte dei fan: ce ne sarebbe stato almeno uno con gusti affini ai propri! Aveva già passato parecchie ore a scartare demoni su demoni, ma ciò non l’aveva demoralizzata, anzi, l’entusiasmo con cui era partita si era accentuato, poiché pensava che trovare il candidato perfetto esattamente a San Valentino fosse molto romantico.
La cieca fiducia che Velvet aveva riposto nel suo piano fu ricompensata. Il mattino di San Valentino visionò un questionario compilato in tal modo:

1- Dimmi almeno tre cose che ti piacciono: le persone carine, il sangue, le persone carine insanguinate.
2- Cosa fai nel tempo libero? Stalkero chi mi piace, ci gioco un po', lo impersono e ricomincio; invento storie romantiche e rubo le cose carine.
3- Cosa pensi degli unicorni? Sono bellissimi, ne voglio adottare uno.
4- Come baci? Non saprei.
5- Cosa ti porti sempre dietro? Un coltello.

La demone bambola, dall’essere seduta, saltò in piedi, euforica e vittoriosa: era finalmente riuscita a trovare qualcuno con cui mettersi insieme! Senza perder tempo, contattò chiunque fosse Batsy, invitandolo a presentarsi al di fuori dei Porn Studios. Aveva un buon presentimento circa l’imminente incontro, tuttavia la prudenza non era mai troppa, specialmente all’inferno, dove tutti non aspettavano altro che truffare il prossimo, o peggio. Pertanto, meglio restare vicina a casa, dove avrebbe torturato e ucciso Batsy nel caso si fosse rivelato un malintenzionato.
Velvet si teletrasportò fuori dall’edificio, in trepidante attesa. Si augurava che il demone atteso fosse di bell’aspetto, altrimenti non era sicura che sarebbe riuscita ad amarlo, al massimo ci avrebbe stretto amicizia. Passò diversi minuti a guardarsi attorno, fissando carica di aspettativa tutti i demoni che le si avvicinavano per entrare negli Studios, ma nessuno era quello giusto: tutti la superavano inquieti e tiravano un sospiro di sollievo appena erano fuori dalla sua portata.
“Ciao. Sei tu Velvet, giusto?” le domandò una voce femminile giovane, allegra e squillante.
Velvet alzò la testa appena in tempo per vedere atterrare goffamente accanto a lei una pipistrellina antropomorfa. Era esile quanto lei, un poco più bassa, con il pelo biondo e i capelli, anch’essi dorati, legati ai lati della testa in due crocchie disordinate, dietro le quali sbucavano due grosse orecchie. Il naso era piuttosto bruttino, troppo schiacciato e grande, ma era facile non farci caso quando gli occhi della demonietta, più simili a quelli di un gatto che di un pipistrello, la guardavano con curiosità e simpatia e la bocca si piegava in un timido sorriso, abbastanza ampio da poter scorgere un paio di graziosi canini, bianchissimi e appuntiti. Velvet osservò meravigliata come le ali membranose scomparivano, tornando normali braccia, seppur ricoperte di pelo e terminanti in mani simili ad artigli. Abbassò lo sguardo, apprezzando il semplice vestito rosa e rosso che l’altra indossava, e vide che anche i piedi, scalzi, terminavano con degli artigli.
“Sì, sono io. E tu sei Batsy?”
“Sì, ma il mio vero nome è Himiko.”
Himiko era stata piacevolmente colpita dall’aspetto della sua nuova conoscenza. Le piaceva tutto di lei: i lunghi capelli tricolore – castano, bordeaux e bianco – legati in due folte code alte; i grandi occhi bianchi con sclera rossa; la boccuccia dipinta di nero; la carnagione sul marrone-grigio che esaltava gli altri colori e quelli del suo vestiario, degno di un’adorabile bambolina, interamente di velluto e anch’esso tricolore – bianco, rosa e nero.
Himiko arrossì, felice di aver rubato il cellulare di uno sconosciuto, di aver compilato il questionario e soprattutto di aver accettato l’invito di Velvet a recarsi in un luogo che normalmente tendeva ad evitare: giravano un sacco di brutte storie circa le condizioni in cui vivevano i dipendenti dei Porn Studios.
“Sei morta da poco, vero?” le chiese intenerita Velvet.
“Saranno un paio di mesi, come mai?”
“Batsy è perfetto come tuo nuovo nome, puoi fare a meno di quello vecchio.”
“Immagino di sì, ma mi piace, però mi sono sbarazzata del cognome.”
“Ok. Allora Himiko, ti... aspetta, ci serve privacy.”
Detto ciò, la demone bambola afferrò un braccio di Himiko e si teletrasportò in camera sua. La pipistrellina si guardò attorno ammirata, perché si accorgeva con stupore che la camera di Velvet era molto simile a come avrebbe voluto fosse la propria: piena di cose carine, come peluche, vestiti sparsi qua e là, poster di demoni famosi – uno era firmato dalla nota pop star Verosika Mayday –, ma anche di coltelli e armi che sembravano più che altro strumenti di tortura. Erano presenti anche libri di magia, strani alambicchi e boccette contenenti liquidi colorati.
“Dicevo, ti ho fatta venire perché hai vinto! Hai vinto me!”
Himiko distolse a fatica lo sguardo da una mensola su cui erano disposte provette che avevano tutta l’aria di contenere del sangue.
“Te?” ripeté, piegando un orecchio per esprimere confusione.
“Sì, me! Sarò la tua metà e tu la mia! Siamo anime gemelle!”
La sorpresa sul volto della biondina si accentuò. Le sembrava troppo bello che quella ragazza tanto carina e simpatica la volesse come fidanzata, solitamente lei veniva sempre rifiutata dalle sue cotte.
“Davvero dalle mie risposte credi che siamo anime gemelle?”
“Sì, sono state le migliori, e le più vere.”
“Beh, in effetti sono stata sincera.”
“Lo sapevo! Sono sicurissima che saremo super felici insieme! Magari troveremo anche un unicorno! Posso abbracciarti, vero? Sembri così morbida! Aspetta...” Velvet si bloccò, perdendo il suo brio. “Non è che sei etero?”
“Sono pan” la tranquillizzò Himiko, ridendo, dopodiché allargo le braccia, dandole il permesso di abbracciarla. Divenne praticamente paonazza quando Velvet sfregò la faccia in prossimità del suo seno. Risero entrambe, imbarazzate e divertite.
“Sei come un peluche!”
“Grazie, Velv. Posso assaggiare un pochino di sangue?”
La demone bambola le mise davanti in un baleno le provette. “A? B? Zero? Positivo o negativo?”
“Ehm, grazie, ma io mi chiedevo se potevo avere il tuo. Bevo solo quello delle persone carine.”
“Aw, d’accordo vampiretta. Fa male?”
“Solo se ti agiti. Gli altri urlano sempre, ma è colpa loro: se gli chiedo di bere mi rispondono di no e mi costringono a prenderlo con la forza.”
“Che antipatici!” esclamò Velvet, solidale.
“Grazie, bambolina.”
Himiko poggiò i canini sul collo della nuova amica e morse con delicatezza. Assaporò con gusto il sangue di Velvet, dolce, rinvigorente, inebriante. Udì uno scatto che le fece drizzare le orecchie, ma si trattava solo di un selfie.
“Scusa, non ho resistito. Guarda, sembra che mi uccidi” sghignazzò Velvet, mostrandole la foto.
“Figurati, è venuta benissimo! Però deve restare un segreto ciò che sto per mostrarti.”
Incuriosita, la demone bambola annuì e si sedette sul letto. Himiko era una ragazza che sorrideva spesso, ma raramente si era sentita tanto euforica come quel giorno: aveva trovato una persona che non era disgustata, impaurita e/o arrabbiata dal suo amore per il sangue! Tutt’altro! In diciassette anni, tra vita e morte, si era fatta pochi amici a causa della sua peculiare personalità, ma qualcuno che l’accettava così com’era esisteva e nel caso di Velvet non voleva esserle solo amica!
Himiko prese un respiro e attivò il suo potere, trasformandosi nella demone bambola, che spalancò gli occhi e le corse vicino, esaminandola da ogni angolazione.
“Wow! Ma sei la mia gemella! Perfino il trucco è uguale!”
“Potrei imitare anche i vestiti, ma prima dovrei togliere i miei. Piaciuto il trucco?”
“Tantissimo! Ehi, Himi, che ne dici di fare uno scherzo?”
“Mi piacciono gli scherzi. A chi vuoi farlo?”
“Ai miei papà. Sai, loro mi lasciano sempre sola e pensano a sbaciucchiarsi o litigare. Fingiamo che mi hai rapita, ti ho già mandato la foto, così li minacci con qualcosa di inquietante e poi loro ci trovano e sorpresa! Ci sono due Velvet!”
Velvet espose il piano gesticolando allegramente. Himiko nascose dietro una mano il sorriso che le si era formato osservandola. Era tanto carina, come poteva dirle di no?
“Ok, ma chi sono i tuoi papà?”
“Vox e Valentino, avrai sentito parlare di loro! Insieme siamo le tre V!”
Le due demoni si sedettero sul letto, dove Velvet mostrò a Himiko alcune foto di Vox, un demone TV vestito elegantemente, e di Valentino, un demone falena vestito da pappone. Le spiegò che il primo era in grado di controllare l’elettricità e tutto ciò che la riguardava, mentre l’ultimo sapeva dirigere porno e prostitute, tuttavia non era un potere, solo un talento.
“Bene, allora mando il messaggio?”
“Non qui. Andiamo in un posto isolato, senza tecnologia. E poi devi minacciare Vox di non rintracciarci, o lo scherzo finisce subito.”
“Capito. Velv... secondo te è il nostro primo appuntamento?”
Le guance di Velvet si imporporarono, come quelle della sua compagna. La prese a braccetto e rispose: “Certo che sì!”
Ridendo come due bambine, le demoni si allontanarono dai Porn Studios, camminando per alcuni tratti, tra un teletrasporto e l’altro di Velvet. Una volta che ebbero raggiunta la periferia di Pentagram City, scelsero l’edificio più malridotto e vi entrarono. Poterono finalmente cominciare la recita.
“Senti: cari Valentino e Vox, ho preso vostra figlia e ho cominciato a cibarmi di lei. La divorerò tutta se non mi trovate un unicorno. Non provate a rintracciarmi o sarà peggio per lei. Questo cellulare è l’unico modo per tenerci in contatto, non costringetemi a distruggerlo. Che ne pensi?”
“Adoro! Sembri un’esperta nel rapire gente!”
“Inviato! Spero che ci portino un unicorno!”
“Anch’io! Sono bellissimi e dolcissimi!”
“E con il corno infilzano i nemici!”
“O li riducono a marmellata con gli zoccoli!”
Himiko e Velvet si scambiarono un tenero sguardo d’intesa.
“Oh, hanno già risposto. Cattivoni, dicono che non esistono gli unicorni.”
“Non è vero!” protestò la demone bambola.
“O lo dimostrano o mi faccio un pranzetto con te” la tranquillizzò Himiko, facendole l’occhiolino. “Minacce e insulti... chiedono un tuo audio.”
“Va bene.” Velvet si schiarì la voce, poi cercò di apparire il più possibile impaurita e sofferente: “Papi... per favore... venite... fa tanto male... mi fa male... Aiuto!”
Scoppiarono a ridere e aspettarono impazienti il prossimo messaggio.
“Quando portarlo? Quando volete, non ho fretta.”
“E ora c’è da aspettare. Ti va di farci domande a turno? E se non rispondi penitenza!” propose Velvet, gioiosa.
“Ok. Hai fratelli o sorelle?”
“No, a meno che non consideri Vark un fratello, ma lui è un animale.”
Himiko osservò le foto che l’altra le mostrava. Commentò: “Aw, sembra un enorme cagnolone squaloso! Non vedo l’ora di coccolarlo!”
“Gli piacerai” le assicurò Velvet. “E tu, hai fratelli?”
“Sì, ma sono vivi, almeno quelli biologici, vivi e piccoli... però mi ero fatta una famiglia di amici, una sorellona è morta e gli altri rischiano ogni giorno. Spero di rintracciarli se finiscono qui.”
“Dipende, anche se finiscono all’inferno ci sono vari gironi e noi non possiamo attraversarli. Per fortuna c’è Voxtagram, almeno ci parlerai a distanza!”
“Oh, l’inferno è grande quanto la Terra?”
“Non lo so, però è meglio, vero?”
“Oh, sì! Là tutti mi facevano sentire strana e sbagliata, qui è uno spasso, posso essere me stessa! Posso pugnalare la gente e non muore nessuno! Cavoli, qualche volta piove sangue, è magnifico!”
“Aw, ti ecciti con il sangue, ciccina?” le domandò Velvet maliziosa, facendosi più vicina.
Himiko arrossì di colpo e ridacchiò imbarazzata.
“Penso che il sangue sia molto bello e abbellisca le persone. Tu?”
“Non mi dispiace, lo uso spesso come ingrediente per i miei dolci, ma i papi non apprezzano.”
“Scommetto che sono deliziosi, Velv.”
“A proposito, il mio sangue ti piace? Vuoi darmi un altro bacio da vampiro? Se sei me puoi far comparire torte e confetti come faccio io?”
“A- allora, moltissimo, sì e forse. Aspetta, i tuoi papà hanno trovato un unicorno!”
“Bastardi, sapevo che me li nascondevano!” inveì Velvet, ma la collera fu spazzata via al pensiero che presto avrebbe cavalcato l’agognato equino.
“Perfetto, rintraccia il cellulare prima che lo distruggo” lesse Himiko prima di inviare, contò alla rovescia partendo da venti e poi calpestò il cellulare rubato. “Ti vogliono tanto bene per averci messo così poco.”
“Prima che mi adottassero ero sola e senza casa... sono bravi papà in fondo. Dicevamo, altro bacio vampirico?”
Himiko esitò. Non le serviva altro sangue per trasformarsi, ma non era soltanto questo. Si era resa conto che, nonostante Velvet le piacesse molto sia fisicamente sia caratterialmente, non voleva essere lei. Non ne aveva il minimo desiderio. Voleva, invece, essere con lei. Si stava divertendo da matti a chiacchierarci, a fare lo scherzo ed era certa che insieme avrebbero potuto fare un sacco di cose senza mai annoiarsi. La pipistrellina abbracciò l’altra demone, avvicinò le labbra alla sua gola ma poi le diede un bacio sulla guancia e si ritrasse, ridacchiando.
“Mi piaci tanto, Velv... ti trovo deliziosa in tutti i sensi... sarò lieta di essere la tua ragazza” confessò imbarazzata, ma guardandola negli occhi.
Velvet strinse le mani di Himiko nelle proprie, commossa dall’affetto che le mostrava la demonietta. Avvertiva un certo calore che dal cuore si diffondeva per tutto il corpo. Era una bella sensazione, ed era Himiko a causarla.
“Anche tu mi piaci, Himi. Sono tanto felice di averti conosciuta.”
Poggiò la fronte su quella della biondina, godendosi il contatto, il profumo, il respiro di lei e, non paga, ne cercò il sapore, baciandola languidamente. Himiko chiuse gli occhi e approfondì il bacio, lasciandole le mani per stringerla e sentirla più vicina. Si staccarono per riprendere fiato, e Velvet notò quanto adorabile fosse la sua compagna così rossa e felice, e guardandola capì che l’altra pensava esattamente la stessa cosa di lei.
“Baci bene!” esclamò Velvet, ridendo emozionata.
“Meno male! Saresti la mia prima relazione seria, non vorrei essere impreparata...”
“Nah, sei perfetta.”
Tornarono a perdersi ognuna negli occhi dell’altra, incantate dallo scoprirci emozioni simili alle proprie. Il rumore di una porta sbattuta violentemente le fece sussultare.
“I papi! Forza Himi, vediamo quanto è bello l’unicorno!”
Dimentiche del loro piano originale, si presero per mano e corsero verso Vox e Valentino… che non avevano portato un unicorno, bensì un comunissimo destriero infernale al quale avevano attaccato un corno di plastica. La foto che avevano inviato doveva essere stata ritoccata con un sofisticato programma.
“Ma non è un vero unicorno” fece Himiko, delusa.
“Imbroglioni!”
“Lo sapevo che era uno scherzo” ringhiò Valentino, guardando male le due demoni.
“Ci sono dei fottuti limiti, Velvet! Se qualcuno ti rapirà per davvero saranno cazzi tuoi la prossima volta! Sei in punizione” la sgridò Vox.
“No, dai, papi, scusate, volevo solo giocare! Mi sentivo ignorata...”
“E chi è la decerebrata che ti ha dato una mano con questa stronzata?” proseguì il demone TV.
“È Himiko, la mia fidanzata!” la presentò Velvet, mentre la pipistrellina sorrideva contenta di conoscere i papà della sua dolce metà.
“Da quando sei fidanzata?” chiese Valentino.
“Stamattina” risposero in coro le ragazze e risero della loro incredulità.
“Vi fulminerei all’istante se non mi servisse qualcuno che badi a Vark. Sai che giorno è oggi?”
“Sì, Voxy, è San Valentino! E non lo trascorrerò da sola! Himi mi aiuterà a badare a Varky!”
“Molto volentieri!”
Vox borbottò qualche insulto, ma decise di archiviare la faccenda: aveva già sprecato troppo tempo a non occuparsi della sua amata falena. Valentino fu altrettanto contento di lasciar perdere le ragazze per dedicarsi ad attività ben più piacevoli.
Himiko e Velvet, sempre tenendosi per mano, si incamminarono verso i Porn Studios, godendosi la passeggiata con calma.
“Non fa niente se non abbiamo trovato un unicorno, tu sei più speciale” disse la pipistrellina ad un certo punto, dando una stretta alla mano della compagna.
“Aw, grazie, anche tu ciccina. Vedrai che un giorno lo troveremo.”
“E lo cavalcheremo!”
“Sì, e gli daremo gli zuccherini!”
Continuarono ad elencare tutto ciò che avrebbero potuto fare con un unicorno finché raggiunsero Vark e ad entrambe sembrò naturalissimo avere l’altra accanto, come se non avrebbe potuto essere altrove nel tempo e nello spazio se non lì, con lei, a scoprire cosa si prova ad amare ed essere amati.



Angolo Autrice

Questa storia partecipa al concorso di San Valentino e l'ho scritta assieme a AnnyWolf99.
Abbiamo scelto una traccia del profilo @WattpadStoriedamoreIT: "L'amore ha tante lingue, tanti colori, tanti modi di esistere. Lo sappiamo già tutti! Ma proviamo a guardare l'altra faccia della medaglia! Fraintendimenti (che non mancano mai, e spesso fanno ridere), battibecchi, idee strampalate, un po' di sana follia e... Raccontateci la storia di una coppia e di uno straordinario, divertentissimo incontro!"
Il tutto in meno di 3000 parole.
Spero vi sia piaciuto il crossover con Hazbin Hotel ^^

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